Battito di ciglia - Black Blink

di fabiolina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono Capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo Capitolo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo capitolo ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo capitolo ***
Capitolo 15: *** Quindicesimo Capitolo ***
Capitolo 16: *** Sedicesimo Capitolo ***
Capitolo 17: *** Diciasettesimo capitolo ***
Capitolo 18: *** Diciottesimo Capitolo ***
Capitolo 19: *** Diciannovesimo Capitolo ***
Capitolo 20: *** Ventesimo Capitolo ***
Capitolo 21: *** Ventunesimo Capitolo ***
Capitolo 22: *** Ventiduesimo Capitolo ***
Capitolo 23: *** Ventitreesimo Capitolo ***
Capitolo 24: *** Ventriquattresimo capitolo ***
Capitolo 25: *** Venticinquesimo capitolo ***
Capitolo 26: *** Ventiseiesimo capitolo ***
Capitolo 27: *** Ventisettesimo capitolo ***
Capitolo 28: *** Ventottesimo capitolo ***
Capitolo 29: *** Ventinovesimo capitolo ***
Capitolo 30: *** Trentesimo capitolo ***
Capitolo 31: *** Trentunesimo capitolo ***
Capitolo 32: *** Trentaduesimo Capitolo ***
Capitolo 33: *** Trentatresimo Capitolo ***
Capitolo 34: *** Trentaquattro Capitolo ***
Capitolo 35: *** Trentacinquesimo capitolo ***
Capitolo 36: *** TRENTASEIESIMO CAPITOLO ***
Capitolo 37: *** Trentasettesimo capitolo ***
Capitolo 38: *** TRENTOSSESIMO CAPITOLO ***
Capitolo 39: *** Trentanovesimo capitolo ***
Capitolo 40: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


« In ogni nuvola, in ogni albero, nell'aria della notte e nell'aspetto di ogni oggetto durante il giorno, io sono circondato dalla sua immagine! I più comuni visi di donna o uomo, i miei stessi lineamenti, si fanno gioco di me per ricordarla. Il mondo intero è per me una terribile collezione di cimeli che mi ricordano che lei è esistita e che io l'ho persa! »

 

Per troppe volte nella mia esistenza avevo dovuto far mie queste parole.

Per troppe  volte nella mia esistenza mi ero sentito misero come Heathcliff.

Per due volte nella mia esistenza mi ero sentito davvero senza vita, senza anima o qualsiasi cosa si ritrovi racchiusa tra queste mie membra bianco marmo.

Per due volte. Due brevi e semplici battiti di ciglia.

Battiti di quelle folte e nere ciglia che rendono così dolce il volto di mia sorella Alice.                                              

Battiti troppo veloci perché io potessi fare qualcosa.

Si troppo veloci anche per me. Troppo veloci per Edward Cullen, il super  vampiro. Un sorriso amaro increspa istantaneamente le mie labbra al pensiero di quell’ epiteto, perché così mi definiva Lei quando ancora appartenevamo a due mondi lontani,ma troppo vicini. Due opposti universi che si erano scontrati e irrimediabilmente fusi insieme, per sempre. Troppo. Tutto era sempre troppo quando si trattava di noi.

Per questo avevo deciso di lasciarla e nel modo più crudele e vigliacco che potessi fare. Le avevo mentito. L’avevo ingannata così bene che avevo visto nei suoi occhi crearsi il vuoto e avevo sentito il suo cuore fermarsi per un istante mentre soppesava ogni mia parola e si convinceva.

 Non ricordo ormai neanche più quanto tempo era passato dopo che l’avevo abbandonata in quella foresta senza la sua anima, quell’anima che volevo salvare e che invece le avevo strappato a tradimento e non nel modo che lei contro ogni logico istinto desiderava. Dopo che avevo lasciato anche la mia famiglia, perché in realtà avevo annientato anche la mia di anima, Lei era sicura che io ne avessi una, pronunciando quelle terribili bestemmie.

Ed ecco il primo battito di ciglia.

 Un giorno indefinito dopo il mio addio, Alice chiuse e riaprì le sue folte ciglia,lo sguardo perso nel vuoto mentre prendeva forma la visione del mio unico ed eterno  amore che si gettava da una scogliera contro un muro d’acqua gelida in tempesta. Io non ero là e Lei avevo trovato lo stesso un modo per sentirmi vicino.

Il mio imprudente dolce agnello.

Il tempo, da quel battito di ciglia, aveva cominciato a scorrere troppo veloce e ci ritrovammo in tre nel cuore di Volterra determinati a portare a termine i nostri intenti.

 Io cercavo la morte per mano dei Volturi per raggiungere la mia Bella che credevo annegata nel freddo oceano  e Alice cercava di aiutare Bella a salvarmi o forse era l’esatto contrario: Bella cercava di aiutare Alice, e forse un po’ anche se stessa, a salvare me, il suo angelo nero.

 C’era riuscita! La mia fragile e buffa umana alla fine c’era riuscita, mi aveva fermato poco prima che esponessi la mia pelle alla luce del sole, prima che un arcobaleno di diamanti risplendesse per la piazza e segnasse la mia fine. Credevo d’essere in paradiso mentre la stringevo tra le mie braccia, contro il mio petto, mentre il suo illibato profumo squarciava la mia gola e la melodia della sua voce mi ripeteva che ero vivo.

 Poi, finalmente, avevo realizzato, un istante che sarebbe dovuto durare un’intera esistenza, quel nostro ritrovarci vivi e ancora incondizionatamente innamorati l’uno dell’altra, invece…

Un  secondo fatale battito di ciglia.

 Il sorriso di mia sorella apparsa silenziosamente alle nostre spalle era svanito in quel suo sguardo assente  fino a spegnersi in un urlo muto per l’orribile visione che io lessi nella sua mente. Ma era già troppo tardi: Felix era su di me e Bella, anzi no, era su di lei e poi lei era tra le sue braccia, anzi no nella sua morsa, si divincolava ma non poteva nulla contro quegli artigli stretti attorno al suo esile collo. Non capivo perché usasse una tale brutalità quando un qualsiasi membro del corpo di guardia poteva sfoderare le proprie speciali abilità per uccidere Bella in un istante. Non capivo e non potevo fare nulla perché con lui c’era  Jane che, per usare un eufemismo,aveva ottimi argomenti per intrattenere i suoi nemici. Con uno sforzo immane e doloroso  riuscii però ad avvicinarmi e in un ultimo slancio di forza morsi Bella ad una gamba nell’ irrealistico tentativo di diffondere il mio veleno prima che il suo cuore si fermasse del tutto così da non perderla per sempre. Lei però non si muoveva già più. 

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


Un altro battito di ciglia, questa volta il mio, e mi ritrovai all’interno di una buia e umida cella, non ricordavo neppure come mi avevano portato all’interno del palazzo. Alice era con me, china in un angolo, potevo sentire i suoi muti singhiozzi, dovuti più a ciò che scorreva nella sua mente che non al dolore inflittole poco prima da Jane. Entrai nella sua mente per capire e rimasi pietrificato: Bella, la mia Bella, non era morta, ma ardeva tra le braccia di Aro, si stava trasformando, gemeva per il dolore intenso, ma tutto accadeva troppo velocemente, non capivo, ma sentivo il suo cuore battere più veloce delle ali di un pettirosso, sintomo che era in bilico tra la fine della sua vita da umana e l’inizio della sua eterna esistenza da  vampira.

Nulla aveva senso, un silenzio irreale regnava nella cella e in quella sala da balli ottocenteschi adorna solo di tre imponenti troni su una pedana. Nessuno sembrava interessato a ciò che stava accadendo tranne un compiaciuto Aro e un enigmatico Caius. Un gelo altrettanto irreale calò improvvisamente facendomi rabbrividire, eppure  il gelo è parte di noi, è la nostra essenza. Leggevo il terrore negli occhi di Alice,che ora era al mio fianco, continuavo a seguire la sua visione istante per istante, qualche secondo prima che con ogni probabilità divenisse realtà, ma non percepivo nessun altro pensiero, nessun’altra mente. Capii subito che quel gelo era dato dal fatto che anche l’ultima fiammella di umanità, di calore, che scaturiva dal cuore di Bella si era spenta.

Nella mente di Alice poi fu il buio mentre nella mia si accese una luce intensa che sovrastava ogni cosa. Non capivo. Pian piano però ciò che mi circondava diventava via via più nitido, così nitido che mi stupiva e spaventava. Continuavo a non capire cosa stesse succedendo. Sentivo Alice chiamarmi e scuotermi ma non riuscivo a reagire, ero come in un altro luogo, solo il mio corpo era con lei,ma la mia mente era…

La mia mente era un tutt’uno con la quella di Bella, vedevo con i suoi occhi e mi stavo risvegliando con lei tra quei famelici vampiri. Il mio morso probabilmente ci aveva legati ancora più del nostro stesso amore. Era disorientata,ma a suo agio nel nuovo e freddo marmoreo corpo. Aro la teneva per mano come fosse una bambina o almeno così lei percepiva quel gesto. All’istante scorsi Felix riprendere  coscienza della situazione e rivolgerle prima un cenno e poi farle l’occhiolino,in automatico le si formò un timido e imbarazzato sorriso sulle labbra. Io invece fui subito sopraffatto da un moto di gelosia incontrollabile. Io chiuso qua dentro e lei là, sola. Lei era mia. Non avrei permesso che la toccassero senza il suo consenso. Intanto sentivo  Alice stringermi forte la mano, allarmata dal ringhio cupo che mi animava il petto. Ritrovato il controllo però non potei fare a meno di constatare, ripensando alla sua timidezza. che allora la mia Bella c’era ancora e non era rimasta intrappolata tra le fibre d’acciaio dei sui tesi muscoli. Nonostante quella strana, rapida e stupefacente trasformazione lei era ancora la mia Bella e niente ci avrebbe più diviso.

Continuavo a non percepire pensieri, ma in compenso feci saltare la porta e mi ritrovai in quella sala, portandomi dietro Alice. All’istante sentii lo sguardo di Bella posarsi magneticamente su di me.

 Dovevo parlare,ma non sapere cosa pensava chi era intorno a me mi disorientava e quegli occhi cremisi, un tempo nocciola, fissi nei miei mi confondevano, non ero pronto per quello, ma volevo riaverla tra le mie braccia come poco prima, volevo tornare in paradiso, portare il mio angelo innocente al sicuro, lontano da quel luogo di morte e trovare un modo per  farmi perdonare per tutto. Per averla lasciata e aver permesso che le facessero del male, per averla catapultata in questa situazione, per averla portata alla morte e non esserle stato accanto mentre bruciava.

 Non scostando di un millimetro i miei occhi dai suoi, presi un respiro, rimedio ottimo per prendere coraggio, quando era umana Bella lo faceva quasi sempre quando mi rivolgeva parola, presa dalla costante paura di sbagliare con me, come se il pazzo,masochista, eterno  amore che provavo per lei sarebbe mai potuto essere minato da qualcosa. Così aprii bocca e parlai.

Mi rivolsi a lei, come se nella stanza non ci fosse nessun altro, solo io e lei.

<< Bella?Amore? >> pronunciai piano mostrandole il migliore dei miei sorrisi sgembi che tanto amava e allungando titubante una mano verso di lei.

La vidi arretrare intimorita e chiudere gli occhi come per raccogliere le idee e poi scuotere il capo. I suoi boccoli incontrarono i raggi del sole che filtravano da un’ampia vetrata colorata e assunsero quel colore rosso ramato che adoravo e che tanto si sposava con il suo nuovo volto pallido e ancor più perfetto. Poi si rivolse ad Aro, che ancora la teneva per mano, come in cerca di un suggerimento. Non comprendevo il suo comportamento.

<< Edward caro la nostra Bella qui è ancora un po’ frastornata dagli avvenimenti,sii paziente >> la voce di Aro mi colpì in pieno come un’ondata improvvisa, la dolcezza del suo tono e le parole usate per Bella mi lacerarono dentro, senza contare che mentre le pronunciava le cinse la vita e la avvicinò a sé. Bella abbassò gli occhi al pavimento e allora Alice parlò

<< Bella sono Alice,tua sorella, ricordi?siamo venute qui assieme per aiutare Edward … >> e fece cadere le parole vedendo Bella alzare il viso e posare lo sguardo su di lei, lo sguardo di chi non ha la minima idea di cosa il suo interlocutore stia dicendo.

<< Forse è ora che io chiarisca un po’ le idee a tutti voi >> intervenne Aro

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


Aro fece segno a me ad Alice di accomodarci su di un antico e impolverato sofà in velluto rosso, materializzatosi non so come alle nostre spalle. Lui fece lo stesso adagiandosi sul suo trono fra il sempre più enigmatico Caius e un indifferente Marcus. Bella sempre legata ad Aro come da un filo invisibile si sistemò sul gradino più alto della pedana ai piedi del suo trono come una figlia devota. Era così forte e indifesa allo stesso tempo. Mi scioglieva il cuore guardarla. Poi Felix si posizionò accanto a lei accogliendo il suo volto in grembo e accarezzandole i boccoli come un tenero amante. Un altro ringhio cupo e incontrollato mi uscì dal petto e un brivido percorse Bella.

< Non volevamo certo macchiarci con il suo sangue ed essere etichettati come tiranni spietati e privi di comprensione verso una dolce ed indifesa umana protetta da una delle famiglie più numerose e bizzarre tra la nostra razza. In più abbiamo qualche asso nella manica nel nostro corpo di guardia, uno dei quali ci ha avvisato dell’enorme potenziale che racchiude in sè Bella non appena ha messo piede dentro le mura>>

Continuavo a brancolare nel buio e non  percepire le menti altrui rendeva tutto ancor più indecifrabile.

Bella restava accoccolata come un micio sulle ginocchia di Felix che in realtà non sembrava la macchina da guerra spietata che in realtà era, la stessa che aveva tentato di ucciderla poco prima. Lei sembrava non ricordarlo neppure, era come in trance, forse soggiogata da qualche particolare potere di Felix? Restava il fatto che la stavano usando come una bambola e la cosa mi mandava in bestia, ma non potevo agire d’impulso, non potevo metterla in un pericolo maggiore a quello in cui già si trovava.

<< Bella è un magnifico esemplare di scudo – proseguì Caius stupendomi – e  tu Cullen – mi disse sprezzante – non senti nulla grazie a lei. La cosa straordinaria è che neanche ne è conscia e protegge non solo lei,ma tutti coloro a cui tiene da interferenze esterne>>

Coloro a cui tiene?pensai, ma Caius mi incalzò compiaciuto dallo smarrimento e il terrore nei miei occhi.

<< Sei stato tu a morderla Cullen, sei stato tu ad ucciderla! – urlò in tono d’accusa come se gli avessi strappato la sua unica ragione di vita - Noi invece le siamo stati accanto mentre bruciava e si trasformava. Siamo stati noi a rendere più brevi possibili le sue sofferenze grazie all’ultimo arrivato nel corpo di guardia: Gregory ha il dono meraviglioso di ridurre i tempi delle trasformazioni. Quindi siamo noi che ci siamo presi cura di lei nel momento di sofferenza come fosse … >>

<< Come fosse una figlia >> lo incalzò Aro guardandolo di sottecchi.

Come avrebbe finito la frase Caius? Stavo impazzendo senza il mio potere. Per di più le mie capacità venivano bloccate proprio da lei, da quella creatura da cui non distoglievo gli occhi un secondo, che giaceva silenziosa e rilassata, indifferente alla situazione, tra le braccia di un altro. Era o no la mia Bella quella?

<< Bella, cara alzati>> le disse amorevole Aro e lei obbedì. Aveva totale fiducia in quelle bestie e non riconosceva minimamente né me né Alice, che era attonita vicino a me.

<< Ricordi cosa è successo? Ricordi chi sono loro? >> le disse Aro.

Lei scosse solo il capo.

<< Bella ti prego, sono tua sorella Alice, lui è Edward il tuo grande amore, siamo venute qui per lui – Alice ruppe la quiete irreale della stanza con il suo argenteo trillo di voce, facendosi incontro a Bella incurante di tutto – vieni fatti abbracciare, andrà tutto bene, ora torniamo a casa da Esme e Carlisle e tutto si risolverà! >>

Contemporaneamente Felix balzò in posizione di difesa davanti a Bella, ma non mosso da un ordine, forse da senso di protezione?! Era possibile una cosa simile? E cosa ancora più sconvolgente nello stesso istante Caius strinse a sé Bella, completamente terrorizzata. Io intanto restavo immobile incapace di compiere qualsiasi gesto. Non era da me. Ma ero pietrificato da questa situazione.

Non eravamo noi i mostri, come poteva non ricordare? Era troppo grande la ferita che le avevo inflitto lasciandola? Voleva punirmi? Era tutto così confuso. Poi mi balenò un nome nella mente.

 

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


QUARTO CAPITOLO
<< Bella non ricordi neanche Charlie? Tuo padre? Sarà a casa che ti aspetta, sarà preoccupato >> dovevo giocarmi il tutto e per tutto per strapparla da loro, se non mi avesse più voluto l’avrei accettato, ma dovevo portarla via da là, glielo dovevo.

Al suono di quel nome le si illuminarono gli occhi, si scostò da Caius, superò Felix e cercando e trovando sostegno in Aro si fece incontro a noi, anzi ad Alice.

<< Dov’è? Dov’è mio papà? Cosa gli avete fatto? Sta bene? E Jake? >>

<< Certo Bella Charlie sta bene, è a Forks che ti aspetta, ha mandato me a prenderti e anche Jake ti aspetta >> le rispose al volo Alice reggendo il gioco.

 Jacob Black? A quanto pareva il piccolo Quileute le ronzava ancora attorno, ma per Bella cos’era? Era riuscito a conquistarla?

Bella si voltò di scatto verso Aro, ancora in cerca di rassicurazione e lui non venne meno.
<< Non stanno mentendo piccola mia, tuo padre è sano e salvo a Forks e non escludo che ti stia cercando e aspettando, anche il tuo amico, ma – proseguì svelto – ora tutto è cambiato, sei una vampira neonata e sarebbe pericoloso un incontro prematuro, non voglio vederti soffrire per una sciocca imprudenza >>

Non mi capacitavo di quello che le mie orecchie ascoltavano, ma cercando di non badarci dissi:
<< Aro ha ragione Alice, non mettere fretta a Bella, ha bisogno di chiarirsi le idee, magari prendendosi qualche momento da SOLA >> marcando sul finale.

<< Saggia riflessione Edward, il mio amato amico Carlisle deve essere fiero di avere un figlio così saggio >> mi sorrise affabile.

<< Felix accompagna nella sua stanza la nostra Bella >> disse accarezzando dolcemente il volto di Bella che abbassò gli occhi a terra per l’imbarazzo, purtroppo non avrei mai più visto avvampare le sue guance, e si allontanò con uno dei miei rivali. Il tempo me ne mostrava sempre uno nuovo.

<< Jane tu invece accompagna al loro alloggio i fratelli Cullen >> ordinò poi alla sua pupilla. O forse ex pupilla? L’arrivo di Bella sembrava aver portato con sé non poco scompiglio a palazzo.

<< Grazie ma credo che mi sgranchirò un po’ le gambe questa notte, dopo così tanti avvenimenti devo schiarirmi le idee anche io >> replicai svelto.

<< Fai come credi mio caro, ma ricorda che non si caccia dentro le mura e che non è buona educazione prendersi gioco di una cordiale ospitalità >> ribatté Aro

Cordiale ospitalità?ma non feci in tempo a pensare o dire altro.

<< Io invece accetto volentieri l’ospitalità, ho bisogno di fare una bella doccia dopo un così lungo viaggio, grazie >> si affrettò a rispondere Alice e subito dopo sentii la sua voce nella mia testa “ Edward mi senti? Cosa diavolo hai in mente? Io non vedo ancora niente e voglio telefonare il prima possibile a Jasper e a Carlisle, quindi vieni un attimo con me in camera per parlare a papà e poi andrai a sorvegliare Felix e Bella ”.

 Feci un breve cenno del capo e seguii lei e Jane nella direzione opposta a dove si erano allontanati poco prima Bella, Felix e Aro, Marcus e Caius.

Quest’ultimo non aveva perso occasione, prima di congedarsi, prima di tutti gli altri, di rivolgere un tenero sorriso a Bella e uno sguardo di sfida a me, assai più truce di quello riservatomi da Felix.

Nella sua nuova natura Bella sembrava in grado di catturare l’interesse di tutti i vampiri come da umana attirava quella di tutti i ragazzi della scuola senza nemmeno accorgersene. Lei non era minimamente consapevole di che creatura speciale, unica e meravigliosa fosse, ma a tutti gli altri non sfuggiva. In questo caso la mia vista non batteva quella di nessun altro uomo che incrociasse la propria strada con quella di Bella.

E il modo in cui si comportavano Felix e soprattutto Caius era fuori da ogni schema. Li aveva stregati. L’amavano già entrambi? Non me ne sarei meravigliato ma non potevo permettere che me la portassero via. Avrei combattuto fino a cessare di esistere per lei.

 Poi ancora una volta un’illuminazione e ricordai qualcosa avvenuto prima  e un piano prese vita nella mia mente. “ Ottima idea Ed! ” disse Alice nella mia mente, lontano da Bella il mio potere almeno con Alice funzionava e dalla sua affermazione anche quello di Alice. “ vedo che ci riuscirai, ma prima dobbiamo fare una telefonata, non appena questo piccolo diavolo ci lascerà soli!




Ciao ragazze ecco il nuovo capitolo, spero vi piacerà, in ogni caso lasciate un commento!
Mi scuso già in anticipo per l'incostanza con cui posto e posterò perchè anche se sono avanti di qualche capitolo con la stesura della storia, scrivo di getto, a seconda dell'ispirazione e quindi poi ho bisogno di tempo per correggere e aggiustare. Sono aperta a qualsiasi suggerimento, idea e desiderio, esponeteli e valuterò ;) ora basta tergiversare, commentate!!!!!


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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


Jane ci lasciò in una stanza ampia e sontuosa ma lugubre, in pieno stile Volturi. Non appena i passi di quella piccola creatura malefica non furono più alla portata del nostro fino udito Alice sfilò di tasca il cellulare e in un istante la voce allarmata di Jasper inondò la camera, farneticava, era sotto shock per la sparizione del suo amato folletto. Nostro padre per fortuna prese prontamente in mano la situazione e il telefono dall’altro capo.

<< Alice dove siete? Cosa sta succedendo? >> disse pacato Carlisle

<< Oh Carlisle tranquillizza Jasper, per favore! Siamo a Volterra, Edward era venuto qua credendo che Bella fosse morta, ma Bella non era morta, tutto un equivoco e così io e lei siamo venute qui per salvarlo. Ma ci hanno teso una trappola, stavano uccidendo Bella ma Edward l’ha morsa in tempo, in realtà loro volevano proprio quello.. Io … Loro … >> ora anche Alice straparlava, così le tolsi il cellulare e ragguagliai velocemente mio padre su tutto quello che era successo. Preciso e risoluto, questo mi ero imposto d’essere per Lei, per portarla in salvo il più velocemente possibile da questa situazione. Mio padre non disse nulla in merito al motivo della mia presenza là, forse mi capiva o forse non voleva sostenere una discussione in merito a distanza. Mi rispose soltanto che tutta la famiglia aveva ascoltato le mie spiegazioni grazie al viva voce –ero talmente concentrato che neanche me ne ero accorto – e che nel giro di qualche ora, lui, Jasper ed Emmet sarebbero partiti per raggiungerci e aiutarci. Mia madre e Rosalie si sarebbero invece dirette a Forks per vegliare su Charlie e preparare la grande casa bianca per il nostro ritorno. Lo salutai sapendo che l’avrei rivisto a breve e lasciammo ad Alice e Jazz la possibilità di parlare ora che tutto era chiarito. Grazie alle parole di mio padre fui invaso da un poco di speranza e fiducia. Era davvero il miglior padre che mi potesse accompagnare nella mia nuova esistenza, mi ripromisi che glielo avrei detto di persona quanto prima. Lo stesso avrei dovuto fare con Esme, sapere quali propositi mi avevano portato là sarà stato un gran dispiacere per mia madre.

Alice era immersa nella vasca da bagno ormai da un’ora e si scambiava ancora effusioni al cellulare con il suo ansioso compagno quando decisi che ne avevo abbastanza di quella conversazione ed era il momento di avere la mia. Dovevo verificare il mio piano.

Trovare la sua stanza fu semplice, il suo profumo con la trasformazione era rimasto immutato solo che ora non faceva più ardere solo la mia gola, ma tutto il mio corpo, era davvero irresistibile. Non riuscii ad avvicinarmi subito poiché i suoi angeli custodi soffrivano per così dire di insonnia. Prima Felix e poi Caius passarono più volte a controllare che tutto andasse bene. Fui felice di sentire dai pensieri di Felix, ormai lontano, che Aro si era preoccupato di richiamare tutti e di munire solo Bella delle chiavi della porta della sua stanza e di invitarla a chiudersi e a non far entrare nessuno fino al mattino dopo.

Aspettai forse qualche minuto di troppo, ma volevo essere sicuro che non ci fosse nessuno nei corridoi, mi avvicinai alla porta e scorsi Bella distesa supina sul meraviglioso letto a baldacchino al centro della stanza. Da quella posizione mi era difficile capire cosa stesse facendo ma decisi ugualmente di provare: mi concentrai intensamente sul morso, sul mio amore per lei, sul suo per me e sull’immensa paura di perderla cercando di ricreare quel contatto che avevamo avuto al suo risveglio da vampira. Tutto quello che vidi era buio e freddo sconfinato. Non notai neppure alcun segno in Bella se non un breve sussulto, forse solo frutto della mia immaginazione. Non trovai il coraggio di chiamarla, mi sembrava così tranquilla, non volevo turbarla, avrei aspettato la mattina e l’aiuto di mio padre.

Alice questa volta aveva fallito e avrebbe dovuto darmi parecchie spiegazioni anche su cosa c’entrava Jacob con la mia Bella.

Ritornai così nella stanza sperando di non trovarla ancora immersa tra bolle e carinerie telefoniche, ma l’unica cosa che trovai fu un biglietto sul letto:

“ Sono andata a prendere i rinforzi all’aereo porto. “

“ P.S. In realtà morivo dalla voglia di guidare ancora quella splendida Porche gialla. E poi è giusto che io la restituisca! Saremo a Volterra prima dell’alba. Andrà tutto bene! Approfittane per rilassarti su questo morbido letto, domani ci aspetta una lunga giornata. Sono sicura che farai sogni d’oro ”

Sogni d’oro? Ma mia sorella ricordava che noi non dormivamo? E in che razza di tragica situazione ci trovavamo? Sempre la solita, ma se era scomparsa così forse davvero non sarebbe successo nulla. Rassicurato da ciò decisi di seguire il suo strampalato consiglio e mi distesi sul letto. La finestra di fronte al letto era aperta e filtrava all’intero il bagliore della luna e il profumo delle campagne in fiore veniva trasportato da un soffio di caldo vento. Chiusi gli occhi e tutto divenne sempre più intenso. Quel soffio caldo pareva una carezza sul mio volto e la dolcezza di quel profumo mi inebriava fino nelle ossa. D’improvviso spalancai gli occhi e Lei era lì accanto a me, la sua mano bruciava la pelle sul mio volto e i suoi boccoli sospinti dal vento contro il mio petto disperdevano attorno l’irresistibile fragranza che la contraddistingueva.

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


SESTO CAPITOLO

Al mio gesto si ritirò subito e si scostò, io rimasi immobile per non spaventarla, ma il mio volto parlava per me, anzi supplicava, la supplicava di non scappare, di non andarsene. Restammo a guardarci per un tempo indefinito poi quasi singhiozzando e con lo sguardo abbassato pronunciò il mio nome :

 << Edward … >> Come in tutte quelle notti che silenzioso la osservavo dormire e lei non ripeteva che << Edward … >>

Non ci fu bisogno d’altro, in attimo la presi tra le braccia e la strinsi a me. Eccomi di nuovo in paradiso. Lei non mi allontanò, ma non appena si fu calmata si scostò quanto bastava per guardarmi negli occhi. Fu lei ancora una volta a parlare:

<< Ti ho sentito poco fa fuori dalla mia stanza e ho visto tutto >> disse piano e timorosa mordendosi subito il labbro. Ero pazzo di lei.

<< Visto? >> replicai subito confuso.

<< Si, ho visto ciò che eravamo, il nostro amore, la nostra storia. Ho percepito tutto quello che volevi trasmettermi mentre stavi al di là della mia porta e ora so che non posso che appartenere a te. Questa non è casa mia, ma sono ancora un po’ confusa da tutte queste emozioni >> mi spiegò subito

Non potevo crederci, ci ero riuscito, ecco il suo sussulto! L’avevo turbata con quel carico di informazioni così emozionali. Ma almeno ora ricordava anche me!

<< Scusami non volevo sopraffarti con tutti quei pensieri, avevo intuito avessimo un legame particolare e ho provato a usarlo di nuovo >> notai subito la sua aria perplessa e proseguii :

<< Quando ti sei risvegliata io non ero fisicamente con te perché ero rinchiuso non so dove in questo palazzo – dissi acido - ma in realtà c’ero, ero in te e ho vissuto tutto con te >>

Annuì brevemente ma rimase pensierosa a lungo. Per fortuna non aveva ancora sciolto l’abbraccio e io ero più fiducioso che mai. Ora capivo cosa intendeva Alice con sogni d’oro, non aveva perso il suo tocco!

 L’unica vera tortura ora era non avere accesso ai suoi pensieri.

“ Perché mi hai lasciata? Sola, nel bosco … era vero che non eri tu la creatura più pericolosa che potessi incontrare … Laurent, Victoria … per fortuna c’era Jake e c’era il branco … perché Edward??? ”

Le sue parole irruppero nella mia testa mentre la teneva tra le sue mani, lampi abbaglianti accompagnati da una narrazione di vivide immagini di tutto quello che avevo lasciato da vero mostro alle mie spalle andandomene. Vampiri famelici, giovani licantropi. E tutto gravitava attorno al mio amore che aveva abbassato il suo scudo e si era aperta completamente a me sbattendomi  inconsciamente in faccia quale terribile errore avevo fatto lasciandola, lasciando l’unica cosa che desse un senso alla mia esistenza, l’unica persona per cui io dovevo esistere, l’unica persona che meritasse tutto l’amore che io fossi in grado di darle e oltre. Ora sapevo anche di Jacob e se dopo tutto ciò fosse stata lui la scelta l’avrei accettato. D’altronde lui c’era a ricomporre i cocci di Lei che io avevo seminato.

Gli occhi cremisi brillavano come bagnati da invisibili lacrime mentre aspettavano una risposta che tardavo a darle. Così mi incalzò, questa volta scostandomi e parlandomi a voce chiara e decisa:

<< Non c’è bisogno che tu ti prenda le colpe di tutto quello che di sbagliato accade nel mondo. Accade a me. Io ho deciso di darmi agli “sport estremi”, io non ho preso la cornetta di mano a Jake per parlarti al telefono, io ho seguito fin qui Alice per salvarti. Era quello che dovevo fare e che ho voluto fare. Quello che è successo non è colpa di nessuno, tanto meno tua. Non ho bisogno della tua compassione. Credo che qui mi potrei trovare bene ed è giusto che tu e Alice ritorniate a casa dagli altri al più presto. Esme e Jazz saranno in totale apprensione per voi. E tu saresti di nuovo libero di tornare ai tuoi svaghi, libero da ogni obbligo nei miei confronti. >>

Mi meritavo tutto questo, mi meritavo il suo rifiuto, ma non avrei mai accettato che lei rimanesse in quel posto!

Volente o nolente l’avrei portata via da là.

Ringrazio tutte coloro che mi seguono e vi prego commentateeee!!!!!!!!!ditemi che ne pensate!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo ***


SETTIMO CAPITOLO

<< Quello che ho fatto quel pomeriggio nel bosco è stato l’errore più grande della mia intera esistenza. Ho pronunciato bestemmie quel giorno che mi porteranno all’inferno. Avere rinnegato il mio amore per te mi porterà all’inferno. Mentirti e ingannarti non è servito a nulla se non a distruggere l’essere umano fragile e meraviglioso che eri nel modo più crudele. Ti ho fatto subire tutto ciò da cui ti volevo proteggere e sono pronto a supplicare il tuo perdono e a mendicare una possibilità per dimostrarti quanto io sia stato un povero sciocco a fuggire. Ma non voglio costringerti a dovermi qualcosa. Se ora tu ami Jacob lo accetterò, ma sappi che non permetterò che tu rimanga in questo covo di assassini. Con l’aiuto della mia famiglia ti porterò via da qui e poi sarai libera di fare le tue scelte senza condizionamenti >>.

Leggevo nel suo volto meraviglia, confusione, perplessità.

<< Jake è solo un amico … Oh Edward >> fu tutto ciò che riuscì a dire gettandomi le braccia al collo.

<< Sono stato un bravo bugiardo, ma ora sono davvero sincero: ti amo di un amore che non ha confini e se lo vorrai, da ora in poi, passerò ogni giorno della nostra esistenza a dimostrartelo, a renderti felice. Ti prego perdonami, perdona questo tuo pazzo leone. Bella io … >>

Mentre parlavo avevo incominciato a baciarle la fronte e immergevo il viso tra i suoi capelli, ma ad un tratto le parole mi morirono sulle labbra perché a cibarsene erano arrivate quelle di Bella, la mia timida Bella aveva trovato il coraggio di azzerare le ultime distanze che ci separavano. Constatavo con gioia che neanche la sua intraprendenza ormonale era sparita con la trasformazione e finalmente ci abbandonavamo a quel vero bacio tanto desiderato da entrambi. Le nostre labbra si modellavano perfettamente le une sulle altre e il contatto non era più lieve e controllato ma caldo e passionale. Ci staccammo in sincrono come se servisse ad entrambi riprendere fiato dopo una simile esplosione di emozioni. Un sorriso comparve sul volto di entrambi poi Bella abbassò gli occhi in preda probabilmente alla vergogna per il gesto propositivo. Io le rialzai velocemente il viso prendendolo tra le mani e guardandola negli occhi la rassicurai:

<< Grazie amore mio! Ti prometto che non ti lascerò mai più. Staremo insieme per sempre. Ti porterò al più presto via da qui >>

Lei mi rispose con un dolce e delicato bacio sulle labbra. Decise poi di spiegarmi a parole ciò che mi aveva raccontato prima la sua mente. Capivo ora l’importanza di Jacob nella sua vita, era stato il suo sole durante la tempesta. Probabilmente l’amava come chiunque veniva in contatto con il suo immenso cuore. Forse anche lei lo amava, la cosa mi turbava, ma per la sua felicità avrei fatto qualunque cosa lei mi avrebbe chiesto, anche farmi da parte. Poi mi parlò dei timori di non essere accettata e amata lo stesso da Charlie, per la reazione di Jake e dall’interferenza del branco. La paura per questo sentimento così immane che provava per me in modo così naturale e indipendente dalla sua volontà.

<< Ora che succederà Edward? >> concluse.

<< All’alba gli altri saranno qui e troveremo tutti insieme una soluzione. >>

Io però ero preoccupato che qualcuno si accorgesse dell’assenza di Bella dalla sua stanza o di Alice da qui o peggio ancora scoprisse noi due di nuovo insieme.

<< Stai tranquillo – mi disse come se fosse lei quella capace di leggere nel pensiero – Aro ha dato disposizione di non disturbare né me né voi fino a domattina. E io sola ho le chiavi della mia stanza. Nessuno si azzarderà a disubbidire ad Aro. E poi io sto riflettendo sommersa dalle gonfie coperte del mio letto, nella mia stanza – aggiunse con un sorrisetto malizioso - Grazie al mio scudo nessuno percepirà qualcosa di strano qui dentro, saremo al sicuro fino all’arrivo degli altri. >>

Così dicendo ci sdraiammo sull’immenso letto e Bella si accoccolò sul mio petto proprio come faceva quando ancora era umana, chiudemmo entrambi gli occhi e io presi a cantarle la sua ninna nanna stringendola a me e accarezzandole i capelli.

Non importava se ricordava tutto perfettamente o no, ora sapeva che ci appartenevamo e nulla ci avrebbe più divisi.



In tutta sincerità mi spiace molto non leggere commenti,critiche o consigli in merito a ciò che scrivo,ma vedo che siete in parecchie a leggere i miei capitoli quindi lasciate 2 parole per dirmi la vostra!è per voi che scrivo! ;) un bacione a tutte!

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


vedo che qualcuna mi ha inserito tra le preferite o le seguite e siete anche in tante a leggere,ma nessuna mi lascia un commento per dirmi che ne pensa...io scrivo oltre che per me, per voi e conta molto un vostro commento quindi vi prego di lasciare qualche parola scritta o lascerò stare con questi sproloqui...grazie OTTAVO CAPITOLO

Un rumore rauco, una voce forse, catturò improvvisamente la mia attenzione, perché non veniva da fuori, era nella stanza.  Possibile fosse passata l’alba senza che me accorgessi?  E in caso che fine avevano fatto Alice, mio padre e i miei fratelli? Sentii Bella irrigidirsi tra le mie braccia, ma essendo la sua unica reazione deducevo che non avesse avuto il coraggio di aprire gli occhi, così lo feci io. Sparsi nella stanza, come antiche statue greche c’erano tutti i membri della mia famiglia: Esme e Carlisle ammiravano il paesaggio oltre la vetrata stetti l’uno all’altra, Alice stava seduta in braccio a Jasper sulla polverosa poltrona ai piedi del letto e si contemplavano a vicenda, Rosalie si beava di sé stessa nell’immenso specchio della toilette in pieno stile Luigi XIV e quel suono rauco proveniva dal ghigno divertito di quell’armadio di Emmet che stava impalato a guardare me e Bella. Avrei voluto dare un bel pugno sul muso di quello sfacciato, ma ora c’era solo Bella nei miei pensieri, la strinsi ancora più forte e le sussurrai piano all’orecchio:

<< Nessun pericolo, è l’alba e sono tutti qui >>.

Non feci in tempo a finire la frase che Bella scattò in pieni come un fulmine rischiando per poco di frantumare la testiera del letto e schiantarsi al suolo se non fosse stato per il mio automatico senso di protezione e il braccio svelto e teso verso di lei. A quel trambusto l’attenzione di tutti si rivolse su di noi, la prima a muoversi fu Alice che sarebbe saltata letteralmente al collo di Bella se non fosse stato per Jasper che probabilmente aveva intuito il suo stato d’animo  agitato e avevo imbrigliato in un abbraccio d’acciaio la mia tremenda sorella.

<< Bellina non sei cambiata per nulla >> grugnì Emmet osservando il mancato disastro e lo sguardo abbassato del mio amore.

<< Emmet dacci un taglio! >> sibilai arrabbiato e accorsi al fianco di Bella cingendole la vita. Era solo mio il posto al suo fianco.

<< Ragazzi datevi tutti una calmata e fate piano per cortesia, date un attimo a Bella, non deve essere ancora facile per lei >> intervenne pacato mio padre.

<< Povera cara, catapultata tra noi in questo luogo sinistro, vieni fatti abbracciare – disse dolce Esme – benvenuta in famiglia a tutti gli effetti >>.

Bella non poteva resistere all’affetto materno che circondava come un’aura mia madre e si abbandonò a lei come una figlia. A loro si unirono ben presto anche Alice e Rosalie. Dovevo odiarla per il guaio in cui ci aveva cacciato con la sua linguaccia e il suo egocentrismo, ma non c’era tempo per stupidi battibecchi ora e poi smontò in fretta ogni mio proposito per il futuro.

<< Bella ti prego, potrai mai perdonarmi? Sono stata un mostro con te e con voi – aggiunse rivolgendo un timido sorriso anche a me – potrete mai perdonarmi? >> Emmet aveva ormai assunto con lei la stessa posizione che avevo io con Bella e l’infantile ghigno aveva lasciato il posto ad uno sguardo di supplica a sostegno di sua moglie.

<< Nessuno qui ha colpe per nulla – si affrettò a dire il mio angelo con la sua voce melodiosa – ora siamo tutti assieme, siamo di nuovo una famiglia – stringendosi forte a me – troveremo una soluzione a tutto >>.

Che essere infinitamente buono era il mio tenero amore!

Superati i convenevoli dovevamo affrontare la situazione e trovare un piano.

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Capitolo 9
*** Nono Capitolo ***


un grazie alle due new entry che hanno lasciato subito bellissimi commenti


ve lo chiedo con il cuore in mano, dopo aver letto le mie farneticazioni ditemi che ne pensate, vi ruba solo qualche secondo e mi rendete tanto felice!

buona lettura


NONO CAPITOLO

“ immagino che ormai tu sappia di Jacob Black e dei licantropi. Stanno badando loro a Charlie. Data la nuova condizione di Bella non potevo ignorare il branco e le vecchie alleanze. Il suo amico non l’ha presa bene, ma ci occuperemo di lui una volta a casa ” i pensieri di Carlisle furono chiari.

<< Bella che fine ha fatto lo scudo? >> le chiesi veloce finito il muto aggiornamento di mio padre.

<< Ops, scusate!ecco ora ci siamo tutti di nuovo dentro. Prima quando mi sono spaventata l’ho perso. Faccio ancora fatica a gestirlo, anche se Aro mi ha spiegato come fare >>

<< Tranquilla è tutto okay - la rassicurai e proseguii - diciamo che tutti qui hanno mostrato un particolare interesse per Bella, una propensione che sfiora l’adorazione, paterna in Aro e molto poco paterna in Felix e Caius >> aggiunsi con ironia.

“ mmm interessante … ” commentò mentalmente Carlisle.

<< Spero per loro non ti abbiano toccata né sfiorata >> tuonò Emmet spiazzando tutti, aveva sempre avuto un fraterno debole per lei fin da quando era umana

<< Giusto!La nostra sorellina non si tocca >> fecero coro Alice e Rose.

<< La nostra bambina >> fece eco, con tacito assenso di mio padre, un’iperprotettiva Esme accarezzando il volto di Bella.

L’unico che rimaneva in silenzio era Jasper, per fortuna all’interno dello scudo io avevo ancora il mio potere.

“ Non capisco come diavolo faccia: è una neonata, ha subito uno stress enorme ed è calma e pacata come fosse una vampira da secoli e non è dominata dalla fame, ma come fa? Se questo è davvero possibile devo rimettere tutto in discussione, rimettere me in discussione e tutte le scuse che mi sono sempre dato – avrebbe proseguito in eterno se non avesse notato il mio sguardo ammonitore – comunque – proseguì nella sua mente - le voglio bene anche io e lotterò al fianco della mia famiglia, della mia compagna per lei, ma proprio non riesco ad esternare tutto ciò perché un po’ la temo, è tutto quello che non sono mai stato per lungo tempo … però sono contento che sia una vampira ora … ehm scusa Ed, non è carino da dire, ma almeno non combinerò più guai, mi sento fin troppo in colpa ”

Feci l’occhiolino a mio fratello per rassicurarlo, capivo perfettamente, lui non aveva colpe, come non ne aveva Rose, l’unico colpevole, l’unico mostro ero io.

Fu un bacio di Bella a destarmi dai miei monologhi interiori, restare soli per secoli non è salutare! E risi tra me per  la battuta mentale. Rimanevamo due pianeti inequivocabilmente attratti e incatenati l’uno all’altro anche senza ogni singolo ricordo. Forse se una trasformazione normale rendeva difficile il ricordo della vita umana, una trasformazione come quella di Bella rendeva la cosa quasi impossibile. Quasi! Certi sentimenti vanno oltre ogni confine. Questa era una nuova rinascita per entrambi. L’avrei rifatta mia come un tempo! Se fosse stato necessario avrei ricreato un passato per noi e poi un futuro radioso ed eterno ci avrebbe abbracciato!

<< Bene ora studiamo il da farsi >> irruppe risoluto Carlisle.

Dopo aver pensato a varie strategie optammo per la più semplice e diretta: l’arrivo della mia famiglia anche se non ostacolato non era certo passato inosservato quindi ci saremmo presentati uniti al cospetto dei tre vampiri reali. Il punto cruciale era la posizione di Bella. Carlisle pensò fosse meglio tenere per noi almeno un effetto sorpresa e non far sapere da subito del nostro legame ritrovato. Lei sarebbe ritornata subito nella sua stanza e avrebbe aspettato la chiamata di Felix per presenziare all’incontro. Solo successivamente avrebbe svelato l’intenzione di stare con me. Fu difficile quindi staccarsi da lei soprattutto perché sapevo della sua confusione e non volevo che nessuno ne approfittasse, ma questo era il piano e l’avrei rispettato. Dopo di che chiesi subito ad Alice se avesse avuto una qualche visione.

<< Per ora è tutto molto confuso, nessuna chiara decisione è stata presa, mi spiace >> disse affranta mia sorella

<< Questo è un bel problema, dobbiamo aspettarci di tutto, anche uno scontro nonostante risultasse una pessima pubblicità per chi ha l’impegno di proteggere la nostra specie >> disse nostro padre.

<< Allora noi saremo pronti a tutto per Bella. Non commetterò due volte lo stesso errore! >> disse veloce l’irriconoscibile Rose

<< Così mi piaci tesoro >> fece eco Emmet

<< Calma ragazzi, ragioniamo … >> ma le parole di mio padre furono interrotte sul nascere, qualcuno bussava alla porta.

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Capitolo 10
*** Decimo capitolo ***


Beh che dire sono davvero felice del riscontro dell'ultimo capito, delle nuove recensioni e delle nuove arrivate!grazie davvero!continuate così e ditemi che ne pensate passo passo!spero di farvi appassionare sempre più...un abbraccio con tanto affetto!
buona lettura!

DECIMO CAPITOLO

<< Vedo con piacere che il numero dei miei ospiti è aumentato e tra loro ritrovo un vecchio e caro amico! >> irruppè nella stanza la voce cordiale di Aro.

<< Aro carissimo – gli andò incontro Carlisle – scusa la mia irruzione, ma la famiglia Cullen non sa stare separata a lungo >> sciolto e sorridente, andò incontro al nostro nemico.

<< Oh credo tu prenda troppo alla lettera il galateo amico mio, tu e la tua famiglia siete sempre i ben venuti qui con le vostre innumerevoli stranezze anche senza inviti formali … >> dissolse Aro in una risata.

<< Beh credo non mancheranno argomenti di conversazione. Sono stato informato delle novità che riguardano uno dei membri della MIA famiglia >> concluse nostro padre.

Era meraviglioso l’appoggio che tutti loro davano a me e a Bella, per loro lei faceva parte della nostra famiglia, ce l’avremmo fatta.

Dopo questo scambio di battute uscimmo tutti dalla stanza e ci incamminammo dietro ad Aro verso la sala dei troni. Là avrei rivisto la mia Bella. Speravo non fosse troppo tesa ed impaurita e soprattutto che nessuno le si avvicinasse troppo, non so quanto mi sarei trattenuto ancora dal proteggere ciò che era mio. Speravo in un rapido ricongiungimento, confidavo nelle capacità di mio padre per risolvere velocemente il caos che avevo creato.

I miei fratelli camminavo dietro, mano nella mano, con le loro compagne, le mie sorelle. Io procedevo cinto alla vita da mia madre, mentre Carlisle discorreva, poco più avanti con Aro. Ricordavano i vecchi tempi e il Volturo lo interrogava, come ogni volta, sulla nostra bizzarra dieta.

Arrivammo così nella grande sala centrale che era straordinariamente illuminata. Un arcobaleno composto da più colori di quanti io ne sapessi elencare si proiettò su di noi, proveniva da Bella, l’unica là che non indossasse abiti neri e mantella. La sua visione mi tolse il fiato e mia madre faticò a trascinarmi accanto agli altri che ci avevano superato e già sedevano sui divani di fronte ai troni. Non appena mi ripresi mi accorsi che Caius non le levava gli occhi di dosso e Felix era accanto a lei. Cercai i suo occhi cremisi ma lei distolse rapida lo sguardo e le mie ginocchia tremarono quando non oppose resistenza all’intraprendenza  della mano di quel verme di Felix sui suoi fianchi.

<< Non sapevo avessimo invitato a palazzo l’intera famiglia Cullen, due membri non erano più che sufficienti?! >> irruppe nella sala l’acido Caius. Marcus invece era rinchiuso sempre nel suo mondo incurante di qualsiasi cosa gli accadesse attorno.

<< Mi spiace per l’invasione, ma l’assenza di TRE membri della mia famiglia richiedevano la mia presenza  qua. Non amiamo separarci come ho spiegato ad Aro >> si affrettò a chiarire il nostro capofamiglia.

<< Comunque è un piacere rivedervi dopo molti anni mie cari >> disse con tono lusinghiero mio padre.

<< Come hai sottolineato tu poco fa non sei qui per noi ma per colei che ha da poco varcato le porte dell’immortalità e per i tuoi due impudenti figli, quindi bando ai convenevoli e arriva al punto Carlisle >> intimò Caius.

Io ero perso nelle mie paure e ascoltavo a malapena gli scambi di battute. In più non percepivo i pensieri di nessuno là dentro. Non capivo cosa stesse facendo Bella. Aveva cambiato idea? Qualcuno le aveva fatto cambiare idea? A questa ultima domanda risposi con un ringhio sommesso che non sfuggì a mia madre che rinsaldò la presa su di me temendo in qualche gesto avventato. La freddezza e l’indifferenza di Bella non era sfuggita neanche a lei.

Il silenzio totale poi che perpetuava Aro era sconcertante, l’unico gesto era voltarsi per fissare ad intermittenza Bella o Carlisle e Caius che discutevano. D’un tratto però parlò:

<< Smettila Caius il tuo atteggiamento è scortese e fuori luogo, in fin dei conti vogliamo tutti la stessa cosa: il bene della nostra adorata Bella. – poi rivolgendosi dolce a lei – Vieni mia cara, hai avuto del tempo anche tu per riflettere e ora vogliamo sentire la tua voce.>>  e un sorriso gli si dipinse in volto mentre tendeva la mano a Bella che gli andava incontro.

Prima ad abbagliarmi era stata la sua nuova pelle di diamanti, ma ora mi perdevo nei dettagli dell’abito che fasciava il suo magnifico corpo risaltandone ogni dolce forma. Lo  chiffon nero l’avvolgeva come una seconda pelle e le si posava appena sopra il ginocchio con un sottile lembo trasparente. Non aveva maniche ma ampie spalline che scendevano in un’ampia scollatura a “V” fino ad una fascia di pietre rilucenti che la cingeva sopra la vita. Sembrava perfettamente a suo agio in quel nuovo look sexy e sbarazzino. Sicuramente se fossi stato in grado di entrare nella sua diabolica testolina anche Alice nonostante la tensione per le circostanze stava apprezzando. Impossibile non notare poi l’appariscente girocollo in oro che portava: ornato da gemme preziose che lo rendevano troppo appariscente per lei.

<< Vedo con piacere che indossi i nostri regali. >> disse Aro e poi aggiunse:

<< Ma ora dimmi: che ne pensi di ciò che hanno detto ieri il giovane Cullen e sua sorella? Desideri far parte della famiglia di Carlisle? Vuoi andar via con loro? >>

“Mi spiace per Carlisle, ma questa volta la situazione si risolverà velocemente e a favore nostro, mi auguro solo non saranno dei folli nel cercare per lei uno scontro. Diventerà la mia pupilla e la mia guardia personale a costo di sfidarmi con le pretese di Caius. Chissà che fra qualche secolo non possa diventare la nostra regina. Anche se credo lascerò che leghi con Felix, sarà lui a vedersela con mio fratello. Bel dilemma, mi ci crogiolerò volentieri negli anni a venire. Ahahah “

Lo scudo aveva liberato quel pensiero che mi investì impetuoso come la smania di combattere che serpeggiava nella mente dei membri della guardia, che sempre meno mantenevano una posizione trafelata.

In più Felix si era avvicinato ai troni con Bella e il suo fido braccio destro Demetri. Anche loro bramavano uno scontro, il primo per rivendicare l’appartenenza di Bella alla loro “famiglia”, il secondo per il semplice gusto di violenza.

                                                                                        

 

Fu Bella a ridestare Aro dalle sue riflessioni e il mio cuore nell’udire quella mortale melodia che era la sua voce, si sbriciolò in milioni di pezzi.

<< Aro, padre, credo di essere in grado di darti le risposte che vuoi >>

Avevo davvero fatto solo sogni d’orati l’altra notte?

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Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo ***


Ciao e ancora una volta vi aguro buona lettura per un nuovo capitolo di suspance! commentate please!!!!

UNDICESIMO CAPITOLO

 << Devo … Voglio ringraziarti per essermi stato accanto e avermi aiutato nel processo di trasformazione. Grazie alla tua famiglia non ho sofferto come mi aspettavo e mi avete accolto tutti a braccia aperte nella mia nuova natura. O quasi … >> sibilò rivolgendo un sorriso di sfida a Jane.

Lei, con il suo scudo, poteva permettersi un gesto del genere, ma non era dall’intimorita Bella che avevo lasciato ieri notte, se davvero l’avevo ritrovata e ora dubitavo anche di quello.

Aveva lasciato andare lo scudo, ma quello che era nella sua mente mi era ancora oscuro e tremavo, ma lei proseguì:

<<  Ti considero come un padre per me in questa mia nuova esistenza, ed è per questo che da figlia ti chiedo di comprendere e accettare che stanotte ho ritrovato il legame indissolubile che mi lega ad Edward e alla sua famiglia. Non ricordo ancora il mio passato ma ciò che mi lega a lui è qualcosa che va oltre ad ogni limite. >> mentre diceva queste parole Bella aveva prima stretto le mani di Aro e poi era venuta accanto a me per farsi stringere al mio petto, rivolgendomi finalmente quel suo intenso sguardo cremisi. L’avevo ascoltata attentamente, così come tutti in quella stanza. La sua voce era melodiosa  ma sicura e risoluta come mai lo era stata. Ero così fiero del mio amore e il mio cuore si era ricomposto e batteva, se possibile, di nuovo solo per lei.

La mia famiglia ne era orgogliosa e la sosteneva, ma davanti a noi si stava per abbattere un tornado.

<< Cosa? Bella tu ricordi cosa? Questo è impossibile! Gregory! >> Caius era schizzato dal suo trono e urlava a squarciagola, il suo demonio interiore aveva ormai pieno controllo del suo corpo. Quando Gregory fu portato al suo cospetto solo l’intervento di Aro lo salvò da morte certa.

<< Credo che Gregory non abbia colpe. La colpa è solo nostra! Abbiamo sottovalutato la famiglia Cullen e la forza dei loro legami. Quindi mio caro Caius ora dobbiamo occuparci di questa nuova situazione: un membro appena entrato nella nostra guardia ci chiede di abbandonarla e unirsi ad un altro clan. >> finì cercando un modo di attirare l’attenzione di Marcus.

<< E voi membri della guardia avete qualcosa da dire? >>

<< Aro non possiamo permettere che lasci il palazzo ora che conosce ogni nostro segreto! E se vorrai mi occuperò personalmente di risolvere il problema >> squillò il piccolo diavolo di Jane ancora memore del sorriso di sfida lanciatole di poco prima.

<< Tu non farai proprio un bel niente a Bella! In caso te la vedrai prima con me! Non appena si sarà resa conto dell’assurdità che dice capirà che questa è casa sua! >> ringhiò Felix

<< Per quanto mi riguarda se questo è ciò che vuole questa sciocca, allora che Jane faccia ciò per cui è qui con noi! >> sibilò Caius. Nei suoi occhi vedevo solo rabbia per il tradimento subito.

Noi eravamo spettatori silenziosi e stupefatti di ciò che stava accadendo.

<< Calmatevi tutti subito! >> tuonò infine Aro << Felix non ti azzardare ad alzare un dito verso Jane. Torna al tuo posto! E mia adorata, ma ingenua Jane, non credo di poter accogliere la tua proposta.>> Detto questo rimise in riga l’intera guardia e si voltò verso i suoi fratelli.

 Cominciò allora una fitta e silenziosa conversazione che non riuscivo a cogliere.

Potevo solo vedere che come sempre Marcus partecipava con leggerezza e scarso interesse, Caius invece esponeva i suoi pensieri con foga: la preferiva morta che lontana da lui.

L’ultimo a muovere le labbra fu incredibilmente Marcus il quale poi si rivolse a noi:

<< Come fratello più anziano ed imparziale vi comunico la nostra decisione >> a quelle parole un ringhio forte e cupo si diffuse nella sala. I miei sensi non potevano credere a ciò che percepivano.


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Capitolo 12
*** Dodicesimo Capitolo ***


Un grazie davvero di cuore a coloro che leggono la mia ff e addiruttara l'hanno tra le seguite/preferite!
Un grazie speciale poi a chi ha lasciato un commento!spero di appassionarvi sempre più!
Buona Lettura!e felice feste!restate in contatto perchè credo che con le feste vi farò un sacco di regali!

DODICESIMO CAPITOLO

Il ringhio era salito forte dal petto di Bella e in un battito di ciglia, questo scandiva ormai il nostro destino,  era sfuggita alla mia presa e si era lanciata su Jane. Le due avevano cominciato subito una danza sinuosa e rapida al centro della sala. Io ero rimasto paralizzato da quella scena così come i membri della mia famiglia, inchiodati però sul posto dalle forti prese dei compagni di Jane volatilizzatisi alle nostre spalle. Quella serpe aveva ordinato, tra un colpo e l’altro, che nessuno si intromettesse. Felix aveva provato, ma Bella l’aveva scaraventato sulla parete opposta facendolo frantumare. Io stesso non riuscii ad afferrarla e bloccarla fino a che non staccò a morsi le braccia e le gambe di Jane lanciando tutto poi ai piedi di Aro ringhiando ancora:

<< Considera ritirate le mie parole di poco fa. Un padre o qualcuno che mi ama non avrebbe mai dato l’ordine di attaccare di soppiatto qualcuno. Siete spregevoli! Quella sciocca ha avuto solo un assaggio di quello che meritava! Io proteggo con il mio scudo le persone a cui tengo! >>

Eravamo tutti stupiti dalle potenzialità e dalle capacità di Bella. Jane aveva provato a infliggere la sensazione straziante di dolore a me e agli altri, ma Bella aveva percepito gli affondi allo scudo e non era riuscita a trattenere la sua natura di neonata. Mai e poi mai però le avrei permesso di combattere ancora.

<< Ora se nessun altro ha obiezioni io e tutti i Cullen lasceremo il palazzo e torneremo velocemente a Forks, in caso contrario sono pronta per un altro scambio di opinioni >>

Aro e Marcus sembravano quasi terrorizzati dalla vampira neonata che stava dritta di fronte a loro. Caius invece sembrava rapito, affascinato dalla forza che sprigionava Bella con cui era chiaro non si poteva scherzare.

<< Credo saremo tutti concordi, miei cari fratelli, che ulteriori discussioni siano controproducenti. Bella i nostri segreti, come l’anonimato della nostra razza deve rimanere tale, altrimenti ci vedremo costretti ad intervenire immediatamente. >>

Marcus prese la situazione in mano e cercò di trovare un appiglio per avere di nuovo il coltello dalla parte del manico.

<< Non temete saprò come comportarmi. Ora se permettete ringraziamo per l’ospitalità e ce ne andiamo! >>

Nessuno osava parlare, Bella stava gestendo la situazione e reggendo il confronto con Marcus con grande fermezza, senza mollare mai la mia mano, fossi stato umano l’avrebbe sbriciolata, invece io provavo una forte scossa in tutto il corpo per la forza che usava. Era lei il centro di tutto per me.

Prima di andare notai lo sguardo vacuo dipinto sul volto di Aro mentre realizzava di aver perso la sua nuova pupilla e che c’erano due dei suoi migliori combattenti da dover ricomporre per opera sua.

Un sibilo lieve, ma impossibile da ignorare coprì il rumore dei nostri passi mentre lasciavano il palazzo nel cuore della notte:

<< Non è finita qui Cullen, l’eternità sa servire ottime occasioni alla vendetta! >> ci diede il suo addio Caius.


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Capitolo 13
*** Tredicesimo capitolo ***


Buon 2010!!!!!!!!!!
Chiedo umilmente perdono per il ritardo pauroso con cui posto,ma al crepuscolo del 19 dicembre 2009 il mio pc mi abbandonò ed è ritornato a condividere l'eternità con me solo ieri sera...
Per cui regalino ritardatario-> doppio capitolo!!!!!!
Un grazie di cuore a chi lascia 2 paroline o mi mette tra seguite/preferite...sono un gran incoraggiamento!

TREDICESIMO CAPITOLO

Il viaggio verso casa sarebbe stato lunghissimo, ma almeno al mio fianco avevo lei. Nessuno aveva aperto bocca da quando eravamo usciti da  quell’inferno e ora eravamo in un privè dell’aereoporto aspettando che ci chiamassero per il nostro volo.

<< Bella mi hai quasi fatto paura là dentro >> bofonchiò Emmet rompendo il ghiaccio.

Tutti ci voltammo verso di lui fulminandolo e Rose non gli risparmiò una gomitata al fianco.

Bella si limitò a contraccambiare con un sorriso appena accennato e tornò ad affondare il suo volto nel mio petto. Ogni tanto una scossa la percorreva ma non faceva trapelare nient’altro, né parole né gesti, rispondeva appena al mio abbraccio di ferro. Dovevo forse preoccuparmi?

“ehi lo so che non è il momento,ma tanto lo leggeresti comunque nei miei pensieri: non percepisco nulla di buono nello stato d’animo di Bella, qualcosa non va, non mollarla e cerca di tranquillizzarla perchè io non riesco” il muto messaggio di Jasper arrivo chiaro, accompagnato da uno sguardo di compassione di Alice che percepiva a modo suo le stesse sensazioni del suo compagno. Strinsi allora ancor più forte a me la mia amata e affondai il mento tra i suoi boccoli dopo un dolce bacio alla sua fronte, ma non vi fu alcuna risposta.

<< L’aereo è pronto, fra poco ci chiameranno >> trillò Alice all’improvviso.

<< Vieni Bella per noi ho fatto l’imbarco prioritario così ti sistemerai prima che salgano gli altri passeggeri, mentre Edward e gli altri si occupano dei documenti >> disse dolcemente mia madre porgendole la mano.

Lei quasi ridestata dal suo torpore da quelle parole di miele si sciolse in un gran sorriso e si affidò ad Esme. Si voltò appena per guardarmi e io la rassicurai con il migliore dei miei sorrisi nonostante la tensione non avesse ancora abbandonato il mio corpo e mi diressi al check-in con i nostri documenti.

Quando mi imbarcai trovai Bella tra le braccia di una Rose preoccupata e amorevole, coma mai l’avevo vista, la quale mi cedette subito il posto. Uno sguardo di compassione anche da lei. Non potevo più sopportare questa situazione anche perché non la comprendevo, cioè, si, Bella aveva sopportato cose immense in questi ultimi giorni a causa mia, ma eravamo di nuovo insieme e solo questo contava.

<< Amore come stai? Dimmi cosa succede. Ora tutto è passato, siamo di nuovo tu ed io. Arrivati a Forks costruiremo la nostra vita insieme >> le bisbigliai ad un orecchio. Lei si tirò su, scostò un poco i grossi occhiali da sole e mi fissò dritto negli occhi poi si morse un labbro e scrollò le spalle, risistemandosi tra le mie braccia come prima.

Il viaggio proseguì nel silenzio più totale. Rivolsi uno sguardo di supplica quando ormai eravamo sulla porta di casa ad Alice in cerca di un segno dal futuro,ma la sua mente mi rispose solo “mi spiace è il buio più totale”.

Così scortai Bella fino alla mia stanza e poi chiesi a mio padre di poter parlare con lui. Dovevo capire meglio la questione del patto e del branco e sentirmi rassicurare sulle condizioni di Bella. Come sempre mio padre sapeva usare le giuste parole per quietare il mio animo e dopo un paio d’ore chiuso con lui nel suo studio lo lasciai andare a condividere la notte con la sua di compagna.

Stavo per afferrare la maniglia di camera mia quando la porta si spalancò e apparve Rose che mi porse una lettera “mi spiace … davvero!” e sparì lasciandomi solo con quel pezzo di carta. Caddi a terra e i miei occhi cominciarono a scorrere avanti, indietro senza sosta quelle parole:

Non so chi sono né cosa voglio né quale sia il mio posto

Devo ritrovare me stessa, anche la me stessa umana per vivere l’eternità

Io non voglio essere il mostro che ha preso vita a Volterra

Ho dentro un miscuglio di sentimenti ma non trovo i motivi per cui li provo

Devo capire

Ho bisogno di tempo e di spazio

Quando sarò pronta parleremo

                                                        Bella

 

Un battito di ciglia e il mio cuore si era di nuovo fermato e frantumato, ma dovevo essere ancora una volta forte per lei, mi avvicinai alla porta e le sussurrai:

<< Amore andrò io via per un po’, tu hai bisogno di tutti loro, del loro amore. Quando sarà il momento tornerò. Ti aspetterò per l’eternità. Ti amo >>

Misi la lettera nella tasca dei pantaloni salutai mio padre e andai via fiducioso che tutto si sarebbe risolto presto.

La casa in Canada sarebbe stato il mio eremo.


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Capitolo 14
*** Quattordicesimo capitolo ***


Ora si cambia punto di vista


QUATTORDICESIMO CAPITOLO

La trasformazione non era stata dolorosa come immaginavo dopo i racconti dei Cullen e credevo davvero, una volta risvegliatami, di ritrovarmi tra membri della mia famiglia e che fosse giusto provare repulsione per quel ragazzo e quel folletto che stavano di fronte a me nella sala dei troni.

Poi nella notte tutto era cambiato, qualcosa dentro di me si era sciolto e scorreva caldo nelle mie membra e il desiderio di vederlo e toccarlo era divenuto indomabile.

Nella mia mente ora erano chiare, non solo le figure di mio padre e Jake, ma anche di tutta la famiglia Cullen.

Tuttavia non ricordavo assolutamente nulla della mia vita con lui, era tutto sfuocato e ripescare immagini nella memoria era doloroso e vano.

I miei ricordi cominciavano a diventare nitidi dal momento del suo abbandono nel bosco.

“Sarà come non fossi mai esistito” quello era chiaro e rimbombava forte nelle mie orecchie, poi il vuoto, la voragine nera al centro del mio petto che lambiva i contorni dello squarcio che aveva provocato al mio cuore lasciandomi perché non era adatta a lui. Dovevo avere una spiegazione ed ero andata nella sua stanza.

Una volta ritrovato il contatto ero stata travolta da uno tsunami di sentimenti forti e sconosciuti che mi attiravano a lui come un satellite con il suo pianeta o come un pianeta al suo sole.

Poi il tentativo di partire e mantenere buoni rapporti con chi credevo che mi amasse, il tradimento e lo scontro.

La mia vera natura si era finalmente dimostrata e anche se avevo tutte le giustificazioni del mondo per un simile comportamento io ero disgustata da me stessa. Non mi riconoscevo più e la confusione aveva preso possesso di me. Avrei voluto dirlo subito, anche in aereo me ne aveva dato la possibilità, ma ero senza parole, non sapevo che dire, cosa fare.

Per cui non ero riuscita a svincolarmi da quel forte filo d’acciaio che mi incatenava a Edward fino a che non fu lui stesso a lasciarmi da sola in camera sua. Poi era arrivata Rose, per chiedermi nuovamente scusa e con lei fui un fiume in piena, le riversai addosso tutto quello che provavo, peccato non essere più in grado di piangere. Lei mi capiva, mi raccontò la sua storia, neanche per lei era stato facile accettare la sua nuova natura ed era pronta ad aiutarmi a ritrovare la mia dimensione, il mio equilibrio.

Raccolsi poi le forze per scrivere poche righe per Edward, pronta a lasciare casa Cullen.

Rose chiuse la porta dietro di sè e la sentii porgergli la lettera.

Dopo un poco il suo sussurro mi arrivò come un dardo infuocato al cuore. Mi amava ed era pronto ad aspettarmi per l’eternità e a lasciarmi il sostegno della sua famiglia facendosi da parte, allontanandosi.

 Mi amava così tanto e non conosceva l’egoismo.

Ma io sarei mai stata in grado di sopportare un amore così grande se non fossi riuscita a ritrovare in me la fonte da cui scaturiva? La voragine che si era creata nel mio cuore quando mi aveva abbandonato si era ingurgitata tutto per sempre come un buco nero?

Trasformarmi in una bestia assetata di sangue e vendetta aveva messo tutto in discussione. Non volevo essere mai più la macchina da morte che si era scagliata contro Jane e Felix.

Lo so, lo avevo fatto per proteggere Edward, ma guardarlo negli occhi mi riportava ogni volta a quegli istanti che non potevo sopportare.

Stavo sdraiata sul divano in camera di Edward e tra tutte quelle riflessioni sbucò prima il nome di mio padre, l’indomani  avrei affrontato subito il discorso con Carlisle, non potevo lasciarlo all’oscuro delle mie sorti qualsiasi fossero state, era mio padre e meritava di sapere che fine aveva fatto sua figlia.

Ma subito dopo un sole caldo e intenso mi apparve davanti e non appena i contorni si affievolirono il volto e il nome di Jacob apparvero nitidi.

Avrebbe mai capito? Mi avrebbe voluto bene lo stesso? Sarebbe stato ancora … ancora cosa? L’avevo lasciato sul vialetto di casa mia con le labbra che ancora bruciavano dopo che le sue le avevano sfiorate. Lui mi amava e io lo avevo abbandonato. Avevo abbandonato il mio sole. Non avrei mai sopportato un suo rifiuto. Dovevo vederlo, subito! Mi infilai le sneakers, la felpa con il cappuccio e gli occhiali da sole e mi gettai nella notte.

Saltata dalla finestra feci giusto in tempo a vedere con la coda dell’occhio Alice spalancare la vetrata sul retro e Rose trattenerla mentre mi strizzava l’occhio. In un battito di ciglia la super velocità da neonata mi portò lontano. Avrei dovuto chiedere scusa al folletto al mio ritorno e ringraziare la mia nuova alleata.

 

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Capitolo 15
*** Quindicesimo Capitolo ***


Innanzi tutto chiedo scusa per aver postato un avviso contro le regole del sito, non volevo creare caos, scusate!

In secondo luogo volevo ringraziare tutte le lettrici silenziose che aumentano sempre più e quelle che anche con spirito critico mi seguono...ognuno ha il suo modo di vedere, sentire ed esprimersi... io con il mio spero di arrivare ai vostri cuori, di emozionarvi e avervi sempre al mio fianco in questa storia.

Non tergiverso più e vi Auguro Buona Lettura!


QUINDICESIMO CAPITOLO

Stavo sospesa ad una decina di metri dal tappeto di foglie su cui stava sdraiato a dormire e lo osservavo. Era cresciuto ancora e i muscoli tendevano la t-shirt come fosse di un paio di misure in meno. Sembrava sereno però dall’espressione sul volto. Forse mi aveva già dimenticata. Lo avevo ferito troppo e mi aveva cancellata dalla sua vita. Ero davvero un mostro, lo ero fin da umana, ben nascosta in un involcruo goffo e timido. Il peggio del peggio, così mi sentivo. Ma era necessario affrontarlo, chiedergli scusa.

Doveva essere esausto per non accorgersi minimamente della presenza di una succhiasangue.

Con un balzo gli fui accanto e istintivamente mi avvicinai per respirare il suo calore, lui altrettanto istintivamente mi sorprese e con gli occhi ancora chiusi mi prese la mano e affondò il volto sotto il cappuccio:

<< Bella sei tornata da me! Lo sapevo! Riconoscerei il tuo profumo ovunque tra mille! Ma sei gelata, fatti abbracciare, ti riscaldo io >>

Possibile che i sensi dei lupi fossero così scarsi?

<< Jake non importa >>  al trillo della mia voce però si destò e mi scansò per guardarmi.

Stava scandagliando la mia figura millimetro per millimetro, così gettai indietro il cappuccio e tolsi gli occhiali. L’espressione di ribrezzo che gli si dipinse in volto fu per me come una coltellata.

<< Un dannato, schifosissimo incubo ecco cos’è! Sarà meglio che mi svegli in fretta e impari ad addormentarmi nel mio letto oltre che a fare meno turni qua fuori! >> disse a voce alta a se stesso. Farneticava. Ecco che effetto faceva vedermi.

<< No Jake, non è un incubo, sono qui, con te, nel bosco >>

<< Ma i tuoi occhi … >> così dicendo cominciò a tremare e ad alzarsi.

Io, cercando di dosare forza e velocità, lo imitai e gli sussurrai piano:

<< Si, sono una succhiasangue, ma alla fine sono sempre io, Bells! Credo … Spero … Stai tranquillo, non ti trasformare ti prego, ho bisogno di te, ho bisogno di parlare con te! Ti devo delle scuse e delle spiegazioni! >>

<< Rimetti il cappuccio, gli occhiali e seguimi! >> disse secco prima di trasformarsi e iniziare a correre.



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Capitolo 16
*** Sedicesimo Capitolo ***


Ciao a tutte!!!!!!!eccomi come al solito a postare con tanto ritardo, ma tra il pc che non va, lo studio e le faccende di case è una tragedia!
prima di lasciarvi all'agoniata lettura ho deciso di rimediare al mio essere una gran maleducata e ho deciso di postare una risposta per ogni recensione fin'ora ricevuta...non posso desiderare che mi commentiate se io neanche ho la decenza di rispondervi!quindi eccomi correre ai ripari!


00Stella00 mi fa piacere che la storia ti piaccia e mi spiace moltissimo che tu non riesca a ritrovarti nel mio Edward...spero che con il passare dei capitoli continuerai a seguirmi e ad aprrezzarlo comunque...un bacione!
 
JoeyPotter90 beh spero che il mio sproloquio privato (perchè con spoiler) sia arrivato e spero che continuerò a ricevere commenti!

elivira910 ti ringrazio immensamente per i complimenti!ora divento tutta rossa!spero di appassionarti sempre così!!!!!!!!!!continua a commentare!

princess apache anche se ti ho persa negli ultimi capitoli ho apprezzato molto i commenti!spero di risentirti presto!

morettina_na presto verrò a pubblicare anche sul tuo forum promesso!!!!!

algin91 grazie e spero di rimanere sempre originale per tutte voi!

giselle purtroppo non posto spesso ma ce la metto tutta

noemi s sono davvero onorata del tuo non silenzio!me moltooooo lusingata!!!!!

mikkettina tra trama e impegni vari battito vi terrà compagnia ancora per molto mi sa,ma se l'assenso sarà sempre questo non mi spiacerà continuare a importunarvi con le mie storie...

eva17 avrete da penare a seguirmi prima del lieto fine...perdonooooo!!!!!!

e ora leggete e commentateeeee!!!!!!!!!!un bacione

ps un salute anche alle  lettrici silenziose occasionali, ma soprattutte a quelle che mi hanno inserito tra seguite e preferite!!!!!!GRAZIE DAVVERO A TUTTE!!!

SEDICESIMO CAPITOLO

Avevamo percorso non so quanta foresta e cominciava ad albeggiare.

Avevo dovuto contenere la mia velocità perché era Jacob a fare strada. D’improvviso scomparve dietro un cespuglio e riapparve a torso nudo e in pantaloncini, almeno quelli li aveva salvati prima di esplodere in un lupo.

Mi fissava con espressione indefinita, indeciso forse se staccarmi la testa o abbracciarmi, così feci io la prima mossa:

<< Jake io … >> ma le parole mi morirono in gola mentre mi abbracciò.

<< Shh Bells. Ci sono io qui con te ora. La pagherà! >>

<< No, no Jake nessuno farà niente a nessun altro! Non è come pensi, ascoltami … >> iniziai così a raccontargli dell’agguato nel vicolo, la paura di morire e del mio risveglio senza ricordi, o meglio senza ricordi di Edward. Dei Volturi, della lotta, della mia inaccettabile violenza, mi detestavo da sola, e della vittoria. Del rientro a casa e della partenza di Edward.

Lui mi ascoltò serio senza mai interrompermi e ci mise parecchio e dire qualcosa. Tuttavia non distolse mai i suoi occhi dai miei. Pensavo che non avrebbe mai sopportato una simile visione. Ma anche lui mi amava più di quanto immaginassi e subito ricordai una frase di Charlie accorso una delle tante notti in cui ero tormentata dagli incubi post abbandono di Edward:

 “sai, qualche volta bisogna imparare ad amare quello che ci fa bene”.

<< Qui, lontani dal branco sei al sicuro, il patto è al sicuro. Non mi importa dei tuoi occhi, né della tua pelle. C’è il tuo profumo inspiegabilmente immutato, anzi migliorato che non mi fa dimenticare che tu sei la mia  Bells, vieni qui >> interruppe dolcemente i miei pensieri e mi riprese tra le braccia.

Ancora una volta rimpiangevo l’impossibilità di versare lacrime ma i singhiozzi esprimevano bene il mio stato d’animo.

<< Grazie >> sussurrai semplicemente

Lui prese il mio volto tra le mani e lo alzò verso il suo, era diventato così alto.

In quell’istante un raggio di sole colpì il mio volto facendo brillare i mille diamanti che componevano la mia pelle.

<>bisbigliò e mi baciò con una passione che mi annebbiò la mente.

Fu un bacio caldo e nient’affatto casto. Jacob era praticamente il primo ragazzo che baciavo sul serio, a quel pensiero una fitta al petto mi schiarì le idee, ma le sue mani forti e infuocate che si facevano strada sulla mia schiena, sotto la felpa, confusero di nuovo tutto. Fuoco e ghiaccio, ora però ero io il ghiaccio. Jake dischiuse subito le labbra e con la lingua invitò me a fare lo stesso e in un battito di ciglia i nostri respiri furono un tutt’uno.

Non so perché glielo permisi, ma so che non potevo, non volevo impedirglielo.

Quel bacio mi fece sentire di nuovo la semplice e incasina Isabella Swan da Phoenix. E ricordavo ogni sorriso e abbraccio che ci avevano portato fin lì. Era un naturale susseguirsi di circostanze che io ricordavo e che mi facevano sentire la semplice, umana, vecchia Bella.

<< Ora dobbiamo tornare alla riserva, Sam mi sta cercando e abbiamo un sacco di novità da raccontare, andiamo! >> disse radioso senza darmi il tempo di riprendermi e poter dire qualcosa.

<<  Mmm Bella, facciamo che mi trasformo e ti porto io, per sicurezza, sanno già tutto gli altri del branco, ma preferisco mettere le mani avanti. Tieni anche gli occhiali, fino a che non vedranno i tuoi occhi non si agiterà nessuno, anche perché il tuo profumo è sempre lo stesso >> e mi fece l’occhiolino.

Ancora una volta non potevo né volevo obiettare, i suoi pantaloncini esplosero in aria e mi ritrovai in groppa ad un gigantesco lupo rossiccio che correva verso La Push.

Dentro di me il filo sottile, ma forte come l’acciaio, mi toglieva ancora il fiato ad ogni contatto con Jake. Non che avessi bisogno di respirare, ma era qualcosa che mi tranquillizzava e quella sensazione ora era davvero spiacevole. Sapevo di cosa si trattava: era ciò che mi legava indissolubilmente ad Edward, probabilmente per sempre, ma ancora non sapevo come questo filo fosse stato tessuto e non era giusto né per me né per Edward assecondarlo fin tanto che non ne fossi stata convinta.

 Di contro c’era Jacob, lui aveva ricucito con pazienza e costanza quella voragine nel mio petto e grazie a lui era tornato naturale il sorriso sul mio volto. Lui non era come Edward. Jake era vulcanico, caloroso, egoista perché mi voleva per se, con se, e non si faceva problemi a farmelo capire. Ricordavo ogni istante passato con lui. Perché? Era un segno? Mi aveva assecondata in tutto e ora mi stava dando l’ennesima possibilità. Lui mi faceva riprendere contatto con quello che ero stata e con quello che potevo ancora essere. Non vedeva in me il mostro che ero. Con lui non mi sentivo il mostro che ero.

D’un tratto sentii la gola bruciare e mi strinsi forte alla folta pelliccia sotto di me. Jake allora si fermò immediatamente, mi fece scendere e mi guardò con fare interrogativo. I pantaloncini a brandelli di prima significavano niente trasformazione, così mi convinsi a spiegargli cosa succedeva nonostante stesse a quattro zampe:

<< Scusa, ma la gola brucia, ho sete, non credo sia il caso che io entri alla riserva in questo stato >>

Quei grossi occhioni mi fissarono un poco poi si spostò dietro di me e infilò il muso tra le mie gambe per incitarmi a salirgli di nuovo in groppa.

Ci gettammo così nel folto della foresta e Jake mi insegnò a cacciare. Con lui lasciai liberi tutti i miei istinti e in meno di un’ora di caccia gli soffiai da sotto il naso tre dei cervi più grandi, placando quanto bastava la mia sete. Con questo tipo di dieta ero in pace con me stessa e speranzosa di acquistare al più presto un’iride ambrata. Anche il mio compagno di pic-nic sembrava soddisfatto e con la lingua a penzoloni mi venne incontro trotterellando, si chinò ai miei piedi e ancora una volta mi ritrovai con il vento tra i capelli in groppa a Jake.

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Capitolo 17
*** Diciasettesimo capitolo ***


Eccomi mie lettrici adorate e amate!mi inchino al vostro sostegno ed eccovi un nuovo capitolo!

DICIASETTESIMO CAPITOLO

Arrivammo alla scogliera mano nella mano.

Jake aveva recuperato dei vestiti per strada e per fortuna le nuvole avevano riportato la normalità nel cielo e io non sbirluccicavo più.

Tutti avevano percepito il nostro arrivo ma nessuno ci stava fissando. Il primo a farsi avanti fu Sam:

<< Non credo sia il caso che lei stia qui. E’ una Cullen e i Cullen non vengono qui! >>

<< Lei è Isabella Swan fino a prova contraria e sta dove sto io! Lei sta con me! >> il suo tono era così maturo e autoritario. Non avevo mai sentito Jacob parlare così. Se non avessi saputo che era Sam l’alfa avrei potuto credere benissimo fosse il contrario.

Sam non rispose e rimase fisso a guardarlo. Se non ricordavo male le loro menti erano in sintonia, forse era una conversazione muta. Che frustrazione non poter capire.

<< Alla fine neanche puzza e mi ero stufato di combattere con voi marmocchi! Per me è dei nostri >> irruppè Paul appena riemerso dalle gelide acque oceaniche dopo un volo di decine di metri dalla scogliera.

<< Io non combatto con nessuno! Nemmeno per gioco, sia chiaro! >> squillai io di getto terrorizzata.

<< Non ti preoccupare questo stupido scherza, ma se Paul non fa obiezioni allora >> e così dicendo Jake mi riprese per mano trascinandomi dietro agli altri nella foresta.

Certo se il mena grane di Paul non obiettava, non ci sarebbero state discussioni e tutto sarebbe andato per il meglio.

Quando entrammo nel quartier generale del branco, casa di Sam, Emily stava già servendo caldi ed enormi muffins ai ragazzi.

<< Bentornata Bella >> bofonchiò tra un morso e un altro Embry

<< Ragazza vampira sei tornata, per fortuna! Il nostro Jake cominciava ad essere insopportabile in astinenza di te >> ma si fermò subito non appena incrociò i miei occhi, raggelando.

<< Tranquilla tesoro! Sta con Jacob. E’ responsabilità sua. E’ dei nostri >> le disse premuroso Sam all’orecchio. Lei si sciolse e proseguì come non ci fosse stata un’interruzione:

<< Beh ora sei la nostra ragazza vampira a tutti gli effetti a quanto pare e mi aiuterai a gestire questi lupi famelici >> concluse piegando le labbra in un sincero e ampio sorriso.

<< Bella scusa ma perché sei qui con noi e non con loro? E’ successo qualcosa di cui dobbiamo essere messi al corrente? Qualcosa che possa compromettere il patto e la tregua? >> mi disse serio Sam

<< Ti spiegherò tutto io questa sera durante il turno di guardia, ma non c’è nessun problema, state tranquilli. Ora io ho bisogno di qualche ora di sonno se non vi dispiace >> concluse Jake avviandosi al piano di sopra, non prima di stamparmi un bacio infuocato sulla fronte e bisbigliarmi <>

Avessi potuto, sarei diventata rosso pomodoro, ma la mia natura mi aveva munito di una perfetta maschera di protezione e salutandolo mi girai verso la padrona di casa in attesa di dispense.

Si fece aiutare solo ad asciugare piatti e stoviglie. Poche, dato che i ragazzi conoscevano poco il galateo e usavano le mani e bevevano direttamente da bottiglie e cartoni del latte.

<< Va da lui, qui posso finire da sola. Ti rimetterò al lavoro stasera >>

Le sorrisi timida e mi diressi lentamente verso le scale. Cosa sarebbe successo in quella stanza? Io e Jake da soli? Cosa avrei voluto succedesse? Cosa avrei permesso succedesse?

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Capitolo 18
*** Diciottesimo Capitolo ***


DEVO CHIEDERE UMILMENTE PERDONO PER IL SUPER MEGA RITARDO NEL POSTARE E MI ACCORGO DI AVELO PAGATO PERDENTO ALMENO UNA DECINA DI "PREFERITI"....

PER QUESTO MI FACCIO PERDONARE CON DUE CAPITOLI!!! 18 E 19!

DICIOTTESIMO CAPITOLO

Toc- Toc

<< Wow Bells che rapidità! Entra!>> disse la voce solare del mio lupo e io non potei più scappare. Era sveglio, mi aspettava, mi voleva lì con lui. E io cosa volevo? Entrai e mi diressi verso di lui, disteso sul letto molto lentamente.

<< Mi devo ricredere, anche da vampira sei lenta eh Bellina mia! Dai vieni qui, vicino a me, prometto che non mordo >> e scoppiò in una fragorosa risata, poi divenne subito serio e guardandomi negli occhi aggiunse :

<< però promettilo anche tu!>>

Io rimasi di sasso, come poteva anche solo pensare una cosa del genere!

<< Jacob Black non potrei mai … >> e fui interrotta da un’altra fragorosa risata.

<< Bella stavo scherzando!ahahahaha >> e gli diedi una pacca sulla spalla.

<< Ehi vacci piano, ora si che hai forza nelle braccia e non solo nella lingua! >>

<< Ops scusa! - dissi un po’ soddisfatta –comunque sei sempre il solito! >>

<< Già ed è per questo che mi ami! >> aggiunse mezzo serio arruffandomi i capelli e tirandomi a se, sul suo petto.

Io davvero non sapevo che rispondere, cosa dire. Lo amavo? Forse si, anzi quasi sicuramente si. Ma nel modo in cui lui amava me? E quanto? Più di quanto amavo Edward? Perché, okay che non ricordavo quasi niente, ma quello che avevo nel cuore era inconfondibile e innegabile. Come potevo uscire da questa confusione?

Nel frattempo lui non aveva perso tempo cominciando ad accarezzarmi la schiena. Io gli sorrisi dolcemente e spontaneamente. Con lui era sempre tutto così naturale, ma a pensarci con Edward era tutta un’altra cosa. Con Edward sapevo che era magia pura, ma continuavo a non ricordare nulla di noi.

Maledetta me e la mia testa che ha sempre funzionato al contrario! Ma che diavolo avevo che non andava! Uffa!

Quando mi ripresi dalle mie farneticazioni mentali mi accorsi che Jacob era crollato e russava profondamente. Sfilai con attenzione dalla sua presa e uscii dalla stanza. Una volta tanto un po’ di fortuna.

Al piano di sotto non trovai nessuno. Solo un messaggio di Emily:

“A più tardi ragazza vampira” Su un post-it giallo sul frigo.

Perfetto avevo l’occasione per rientrare a casa Cullen e parlare con loro. Quanto meno per sistemare la faccenda “Charlie”.

Lasciai così a mia volta un messaggio anche io, più a Jake che a Emily:

Faccio un salto a casa Cullen per cambiarmi e sistemare delle cose.

Cerco di tornare per cena per dare una mano a Emily e salutarti prima del turno.

In ogni caso mi trovi al cellulare.

                                                          Bella

E schizzai per la foresta senza fare il minimo rumore.

Correvo più veloce del vento eppure non avevo nessuna difficoltà a vedere ciò che mi circondava, ciò che superavo. Ero in grado di cogliere ogni minima sfumatura di colore. Ogni segno, anche il più piccolo, di vita, che stranamente non rifuggiva istintivamente da me. Forse grazie al mio odore immutato. Un bel vantaggio per la caccia pensai sorridendo.

Già la caccia! Cominciavo ad avere di nuovo una certa sete e forse potevo permettermi una breve sosta “ricreativa” prima di tornare a casa. Si a casa. Casa Cullen era casa mia come nessuna prima d’ora lo era stata. Non potevo vedermi in nessun altro luogo se non lì. Ma la mia testa mal funzionante era un ostacolo alla mia felicità e a quella di altre persone.

Il veleno sulla lingua mi riportò però in fretta alla realtà e agganciai subito la scia lontana, molto lontana di un puma. La distanza non era un problema, mi sentivo in forze e potevo correre anche attraverso più di uno stato per quel profumo invitante! Il puma era un animale fantastico! Il pensiero corse poi immediatamente a Edward. Se pensavo a che animale potesse assomigliargli era sicuramente il puma. Altrettanto velocemente però la neonata in me prese il sopravvento, sentendo energia pura scorrere dentro e si lanciò nella caccia, completamente abbandonata agli istinti, come mi aveva insegnato Jake.

Dopo svariate centinaia di chilometri osservavo finalmente il felino sotto di me muoversi sinuoso, forse anche lui era a caccia, decisi di aspettare qualche istante prima di balzargli addosso e placare la mia sete. L’attesa rende tutto più eccitante!

Non appena i miei occhi caddero però sulla sua giugulare pulsante non potei resistere e mi lanciai su di lui.

Roccia contro roccia, un frastuono indescrivibile e mi ritrovai a terra con un albero spezzato dietro alla schiena. Con la coda dell’occhio vidi il puma, il mio enorme puma, scappare rapido.

<< Ma che diavolo è successo ?! >> imprecai ad alta voce, rialzandomi e togliendomi di dosso terra e foglie.

Poi voltandomi capii. Roccia contro roccia.


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Capitolo 19
*** Diciannovesimo Capitolo ***


Ragazze come al solito sono una combina guai ma ho fatto un doppio aggiornamento, ma non l'ho comunicato bene visto che leggete tutte il 19 e saltate il 18!
spero di non infrangere regole ripostando il capitolo con questo avviso...baci a tutteeee

DICIANNOVESIMO CAPITOLO

Non potevo non riconoscere quel ciuffo scompigliato e ramato che si intravedeva fra il cumulo di tronchi spezzati a qualche decina di metri da me. Non ci pensai un secondo e accorsi a levargli di dosso quei pesi.

Appena riaprì gli occhi prese a massaggiarsi testa e spalla.

<< Co … Come stai? >> solo un lieve sussurro uscì dalle mie labbra. Lo osservavo attentamente in cerca di ferite, sentivo il corpo in preda al tremore, al terrore: terrore che si fosse fatto male, a causa mia poi.

<< Mmm direi che sto bene, sono tutto intero, ma non capisco come sia potuto succedere, cioè voglio dire …>> non lo lasciai finire e gli gettai le braccia al collo lasciandomi andare a muti singhiozzi. Non mi sarei mai perdonata se lo avessi ferito anche fisicamente.

<< Sshh Bella è tutto okay, non è successo nulla, vedi? >> ormai eravamo entrambi di nuovo in piedi e lui mi stava scostando per farmi constatare che era tutto apposto.

<< Ma che ci fai qui? A caccia, sola per giunta? >>

Ma continuavo a non aprire bocca così cercai di liberarmi dalla presa interiore di quell’atteggiamento impulsivo e mi ricomposi sorridendogli.

<< Certo che tra il profumo immutato e il tuo scudo sei una macchina da guerra perfetta direi, contando anche la tua forza sovraumana. Non mi sono minimamente accorto della tua presenza >> disse con il migliore dei sorrisi, ma per me furono come un’accoltellata al cuore quelle parole, anche lui mi vedeva solo come un’assassina spietata? Io odiavo sentirmi così, perché non lo capiva? Perché non mi vedeva solo come Bella?

Sciolsi l’abbraccio e cominciai ad indietreggiare, lui mi osservava preoccupato, non capiva. Non ci capivamo.

<< Bella che succede? Non andare via >> disse quasi supplichevole, ma io non potevo restare.

<< Non mi seguire. >> furono le uniche parole che gli dissi prima di scappare.

Alla riserva non potevo tornare, così decisi che la mia meta non sarebbe cambiata.

Arrivata ai margini della foresta circostante alla grande casa bianca, ridussi al minimo i rumori e riuscii a rientrare in camera di Edward senza destare l’attenzione di nessuno.

Sbagliato! Non appena affondai il viso nel cuscino una mano mi si posò sulla spalla come a consolarmi, poi una seconda e infine una terza. Quando alzai gli occhi vidi Esme, Alice e Rose sedute accanto a me.

Non riuscii a resistere e mi gettai istintivamente tra le braccia di Esme e le mie sorelle non tardarono ad unirsi a noi.

<< Bella ci siamo qui noi. Tranquilla! Alice ha visto tutto, Rose ci ha raccontato dell’altra sera, ora però devi fidarti di noi, di me e aprirti, condividi cioè che stai vivendo >> disse amorevole la mamma di quella fantastica famiglia di cui desideravo così tanto far parte.

<< Io … io … Non so cos’ho che non va … Io voglio far parte della vostra famiglia, so di poter essere felice solo qui. E sento di amare in un modo che è impossibile descrivere a parole Edward, ma non ricordo nulla di lui. Non sarei onesta con me né con lui se facessi finta che non mi importa ricordare il passato. E non voglio essere considerata per le mie doti una splendida macchina da guerra soprattutto da lui. Io non riesco ad accettarmi se questo è ciò che sono diventata. Io voglio solo essere Bella, voglio solo che lui mi veda come Bella. Che ami semplicemente Bella. E che mi ami davvero. Non voglio più essere tenuta sotto una campana di vetro. Voglio vivere, amare ed essere amata. Come fa Jake. Lui ama solo Bella. >> espressi la confusione che avevo nella mia testa meglio che potevo.

<< Oh povera cara. Non credo, anzi sono sicura che Edward non veda quello che pensi. Lui ti ama. Lui ti ha amata dal primo istante in cui ti ha vista, quando ancora eri una fragile umana. Lui ti adora. >> disse Esme

<< Si è vero Bella tu gli hai ridato la vita. A lui non importa che tu sia umana, vampira, verde o con i tentacoli. Lui vive per te, per quello che sei. Ama la tua anima, non la forma! E soffre perché pensa di aver compromesso la tua essenza >> si affrettò a proseguire Alice, che mi sorrideva incoraggiante.

<< Anche se per lui sei comunque la più bella creatura dell’universo >> concluse la mia alleata, Rose. Per lei era più difficile trattare apertamente con i sentimenti, ma ormai c’eravamo trovate e sapevo che mi voleva bene.

<< Voi ragazzi siete così orgogliosi e impulsivi! Dovete parlare, passare del tempo insieme, ritrovarvi e tutto andrà a posto, lo so! Fidati, sono sua madre, so che tu gli hai ridato la vista, il tatto, l’udito, ogni senso, quando pareva assopito da decenni. Tu hai rischiarato la notte buia in cui si era rifugiato. E ora ha lasciato casa sua, la sua famiglia per te. Credi davvero che ti veda solo come un’assassina? Io credo di no. Voi due avete il dono di farvi tornare a battere a vicenda i cuori. Siete in grado di riscaldare tutti quelli che vi stanno accanto con il vostro amore … >>

<< Uhm credo che dovremo rimandare a dopo mamma >> interruppe Alice che aveva appena avuto una visione.

<< Stiamo per avere visite! E almeno all’inizio non sarà una visita di cortesia, è sul piede di guerra. Credo sia il caso di chiamare Carlisle, abbiamo ancora un paio d’ore per fortuna >> detto ciò passò il telefono a sua madre che lasciò la stanza.

<< Rose accompagna Bella a rinfrescarsi e poi aiutala con queste – e le lanciò una piccola scatola - mentre io cerco qualcosa di decente da farle indossare e vado a chiamare Jasper & Co. >> così dicendo sparì anche Alice.

<< Rose che sta succedendo? >> furono le uniche tremolanti parole che riuscii a dire.

Ero completamente in preda al terrore! Chi stava arrivando? Edward per avere spiegazioni? Ero pronta? O Jake a rivendicare la sua donna? Volevo tornare da lui? O peggio ancora Caius e la guardia? Beh forse, anche se era oggettivamente la prospettiva peggiore, almeno loro avrei saputo come fronteggiarli.

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Capitolo 20
*** Ventesimo Capitolo ***


buona sera e domenica a tutte...grazie come sempre a tutte le lettrici silenziose... e so di non meritarmi nulla poichè aggiorno con poca frequenza, ma non per menefreghismo,ma altri impegni e problemi...spero davvero di ricevere prima o poi qualche recensione perchè non so davvero se continuerò...forse la mia storia non piace...non so...non costa nulla dire la propria...ruba solo un minutino...
prometto che se entro domani ho 5commenti vi regalerò in serata un nuovo capitolo e mi impegnerò ad aggiornare tutte le settimane!
ora la smetto e vi lascio ad una buona lettura!


VENTESIMO CAPITOLO

<< Niente panico Bella! Sta arrivando tuo padre, le voci volano, il rientro di Carlisle a lavoro ha fatto il giro della città. Tuo padre l’ha saputo e appena finirà il turno andrà da lui a chiedere di te e poi verrà comunque qui. Tu datti una ripulita e poi metti queste: sono lenti a contatto, maschereranno un po’ il cremisi, anche se non ti ridaranno i tuoi dolci occhi color cioccolata >> finì con tono affettuoso.

<< Oh Rose grazie! Ti voglio bene! E vorrei appianare tra noi … >> e le gettai le braccia al collo come mia abitudine nei momenti di imbarazzo e commozione.

<< Anche io Bella, ma non è il momento di perderci in smancerie, per quelle avremo l’eternità! Ora preparati! Ti aspetteremo tutti giù in salotto >> e mi strizzò l’occhio.

Sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui ci saremmo confrontate e saremmo davvero diventate sorelle. Poi un pensiero sovrastò sugli altri:

<<  Tutti? >> avrei rivisto Edward?

<< Si, fai un piccolo sforzo, per tuo padre e per noi, dobbiamo stare uniti >> e mi lasciò con un lieve sorriso

Non fu molto difficile mettere le lenti a contatto, ma con quelle indosso la mia vista era notevolmente dimezzata, ma non era un problema. Fuori dalla porta del bagno, sul letto di Rose, trovai poi gli abiti che aveva scelto per me Alice: una camicetta viola con le maniche lunghe, jeans neri e ballerine abbinate. Mi sarei persa nell’adorare l’immagine che vedevo riflessa nello specchio, così bella e così poco somigliante a Bella, ma qualcuno bussò alla porta. Sciolsi i capelli e non mi feci attendere oltre:

<< Eccomi sono pronta >> e con impeto aprii la porta e mi fiondai fuori dal bagno schiantandomi addosso a chi aveva bussato alla porta.

Ancora una volta roccia contro roccia. Ancora una volta avevo scaraventato Edward a terra. Possibile che non avessi riconosciuto il suo odore? Ma dove avevo la testa?

Completamente nel panico mi allungai per aiutarlo a rialzarsi:

<< Scusa, scusa, scusa! Ti ho fatto male? >>

Continuando a fissarmi con uno sguardo da pesce lesso scosse il capo per dirmi che era tutto okay e prendendo la mano che gli tesi si rimise in piedi. Una scarica elettrica percorse il mio corpo al contatto delle nostre mani. Magia! Avrei voluto sentirlo più vicino. Mio!

<< Ehi voi due lassù che state combinando? Muovetevi! >> strillò Alice

Come se lei non lo sapesse cos’era appena successo! Un giorno o l’altro me l’avrebbe pagata per aver sempre tramato alle mie spalle con le sue visioni!

<< Eccomi >> dissi materializzandomi in salotto, seguita dopo pochi secondi da Edward.

<< Perfetto, la famiglia Cullen al completo, nessun ostacolo mai ci fermerà! >> canticchiò Emmet imitando la sigla di qualche cartone animato di supereroi.

<< Ben tornata Bella! Spero tu stia meglio – mi disse Carlisle – Fra poco tuo padre sarà qui. In ospedale sono riuscito ad evitarlo per dare a te la possibilità di scegliere come comportarti >>

<< Oh Carlisle, ma io non ho idea di cosa potrei dirgli e la verità è da escludere. Poi ho paura di non essere in grado di sopportare la sua presenza e cosa peggiore che lui possa non sopportare la mia! >>  quasi urlai in preda al panico le ultime parole.

Jacob era parte di questo mondo parallelo fatto di creature fantastiche e mostri, ma mio padre no, non avrebbe capito, non avrebbe accettato.

Poi d’improvviso sentii una mano stringere dolce la mia e vidi Edward al mio fianco:

<< Andrà tutto bene. Ti saprai controllare. Io mi fido di te. La tua famiglia è con te >> e tutti mi sorrisero come per incoraggiarmi.

<< Ricorda soltanto di “respirare”, battere le palpebre e muovere ogni tanto braccia e gambe come un essere umano – aggiunse ironicamente Alice – Andrà tutto bene fidati >> e mi fece l’occhiolino prima di gettarsi sulla poltrona in braccio a Jasper che non mi perdeva d’occhio un istante sondando in continuazione il mio stato d’animo.

Ma mano nella mano del mio angelo custode sentivo di poter spaccare il mondo proprio come nella sala dei troni a Volterra.

Ci sedemmo sul divano e mi avvolsi in una coperta colorata, residuo del mio passaggio qui da umana, per dare almeno la parvenza di calore e poi mi rivolsi a lui lasciando andare il mio scudo.

“ Non lasciare mai la mia mano, tienimi stretta e controlla ogni mio pensiero, se fosse necessario staccami un braccio e caccia mio padre, ma non permettermi di fargli del male “

Edward si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò : << Te lo prometto. Ti amo >>

E nello stesso istante il campanello suonò.

Fu Carlisle ad accogliere Charlie in casa che sbraitando e gesticolando pretendeva che non gli fosse più nascosta sua figlia.

<< Papà calmati, sono qui >> la mia voce melodiosa si diffuse nella stanza e io tremai nel vedere mio padre ammutolire e osservarmi sconcertato.

Dopo qualche secondo si fece avanti con le braccia aperte e io non potei sottrarmi all’abbraccio e lasciai la mano di Edward, passando dal calore eterno del suo amore a quello fragile e umano di mio papà.

<< Bella ma sei gelata, non ti senti bene? Sei anche così diversa: la tua voce, la tua pelle, stai male? >>

Non potevo sperare che non se ne accorgesse.

<< Charlie non ho niente, sto benissimo >>

Non avevo la minima idea di cosa gli avrei raccontato e per di più avevo quasi finito la mia scorta d’aria e tremavo nell’immaginare la mia reazione quando il suo odore avrebbe infuocato la mia gola e acuito la mia sete.

Di contro c’era di nuovo la presa salda e rassicurante di Edward e tutta la mia nuova famiglia a sostenermi ed aiutami.

Poi il campanello suonò di nuovo.


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Capitolo 21
*** Ventunesimo Capitolo ***


buona seraaaa!
allora anche se di recensione ne ho ricevuta una sola, essendo aumentati preferiti e seguiti e avendo totalizzato 120 letture in brevissimo tempo sono qui a postare un nuovo capitolo!
questo è solo un incentivo perchè desidero con tutta me stessa sapere che ne pensate dei miei sproloqui, di ciò che partorisce il cricetino del mio cervello...quindi....COMMENTATEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!per favoreeee!!!!!!!!!!!perchè è per voi che io scrivo!

Auguri a tutte le donzelle!

kekka cullen sono molto onorata tu ti sia ingurgitata tutti i miei deliri in una volta e li abbia apprezzati...ed eccomi qui con un nuovo capitolo...scoprirai chi è alla porta ihihih grazie per i complimenti e spero di avere presto un tuo parere!

ps ho notato che il 18^ capitolo ha molte meno letture e siccome faceva parte di un doppio aggiornamento consiglio di dare un'occhiata così che il filo del mio delirio torni... ;)


VENTUNESIMO CAPITOLO

Tutti erano fermi e impalati in fondo al salotto, ne dedussi che questa visita era completamente inaspettata e capii. Jacob! Mi precipitai alla porta.

Stava sui gradini, distante dalla porta, a petto nudo, completamente bagnato, diluviava!

<< Jake, ma una maglietta no? Vieni dentro o prenderai un accidenti! >> gli strillai

<< Mmm meglio di no, c’è puzza – e mi strizzò l’occhio – sono qui perché ho urgenza di vedere tuo papà, puoi farlo uscire un attimo? >> finì serio

<< Ma come fai a sapere … >>

<< Bells fidati di me e fallo uscire un attimo, ho bisogno di cinque minuti in privato con lui >> disse con quel suo sorriso pieno e caldo.

<< Papà è Jacob Black, ha bisogno di parlarti un attimo. Urgentemente >> non feci in tempo a finire che lo vidi passarmi accanto e uscire per poi scomparire nella foresta, fianco a fianco a Jake.

Quello che aveva visto era già troppo e non vedeva l’ora di scappare?

Chiusa la porta alle mie spalle notai un’aria sofferente sul volto di Alice che ovviamente non riusciva ad avere visioni su ciò che stava accadendo, ma io dissi comunque istintivamente:

<< Qualcuno ha capito cosa sta succedendo? >>

<< Il tuo amico si sta trasformando davanti a tuo padre, crede così di addolcire la pillola che gli dovrai far ingoiare tu. Ha saputo da suo padre che Charlie sarebbe venuto e ha voluto proteggerti >> sul viso di Edward però leggevo altro, cos’altro aveva letto nella mente di Jake? Il nostro bacio? Ma poi ripensai alle informazioni che mi aveva appena dato e :

<< Cosa diavolo sta facendo quello stupido lupo? Vuol far morire di crepacuore mio padre? >> strillai e mi fiondai fuori lasciando sul pavimento la coperta.

Feci appena qualche passo dentro la foresta e trovai mio padre che fissava silenziosamente, quasi in trance, un sorridente ragazzo indiano in calzoncini. Rallentai e mi portai al fianco di Charlie.

<< Jacob Black si può sapere cosa ti passa per quella mente bacata? Vuoi uccidere mio padre? – poi mi rivolsi a lui – Papà tutto ok? >>

Niente, mio padre era completamente assente e inebetito.

<< Tranquilla Bells, ho solo condiviso un mio segreto con Charlie, ora però scappo che il branco chiama, ti aspetto a casa >> così dicendo mi accarezzò la guancia, posò le labbra sulle mie lasciando una scia di fuoco e poi scomparve nella foresta.

Mi scossi e ripresi contatto con la realtà, mio padre però ancora non lo faceva, lo presi per mano e lo scortai in casa all’asciutto. Appena misi piede in casa strillai il nome di Carlisle, anche se non ce ne sarebbe stato alcun bisogno perché un vampiro avrebbe risposto anche ad un sussurro e poi perché erano tutti lì ad aspettarci.

<< Uhm credo sia in un momentaneo stato di shock – disse rivolto a me Caslisle, poi proseguì – Esme prepareresti qualcosa di caldo per lui? E tu Alice potresti cercare qualcosa di asciutto da fargli mettere >>.

In un secondo furono tutti fuori dallo studio, eravamo rimasti solo io, Edward e mio padre con lo sguardo perso nel vuoto.

<< Vi lascio soli >> sussurrò

<< No aspetta >> lo bloccai oltre la porta che richiusi appena dietro di me, tanto mio padre non si sarebbe mosso pensai.

<< Edward io … >>

<< Non mi devi dire niente Bella, capisco, io ho sbagliato, io ne pago le conseguenze >>

Mi parlava ma non sentivo quasi nulla, vedevo solo le sue labbra muoversi e in un battito di ciglia fui sopra di esse, come quella volta a Volterra.

 Neonata avida e persa nei suoi sensi. Non fui né delicata né casta, volevo, dovevo sentire che sensazione mi avrebbe dato la sua lingua intrecciata alla mia.

Non fu fuoco, ma una vera e propria esplosione vulcanica, anzi no, atomica!

<< Ops, scusate! >> era la voce di un’imbarazzatissima Esme che veniva a portare una tazza di thè fumante a Charlie.

Charlie! Mi stavo dimenticando di lui!

<< oh grazie Esme, dai pure a me, la porto io dentro, credo sia meglio che provi un attimo da sola a far riprendere mio padre >> le dissi cercando di far finta di nulla, come se non avesse interrotto il nostro primo bacio, anzi l’ennesimo bacio che rubavo ad Edward preda dei miei ormoni che anche da vampira non mi avevano abbandonata.

Esme mi lasciò la tazza e andò via veloce e silenziosa mentre appariva, con un ghigno sotto i baffi, Alice con dei vestiti asciutti per mio papà.

<< Ecco qui sorellina, se hai bisogno fai un fischio, noi siamo tutti sotto ad aspettare, siamo con te >> disse facendomi l’occhiolino e trascinando via Edward che aveva di nuovo quella faccia da pesce lesso.

Almeno questa volta però non si era staccato pensai sorridendo tra me. Speravo che l’eco di quell’esplosione fosse arrivata fino a lui.

Entrai nello studio chiudendo la porta alle mie spalle e faci un ampio respiro: era l’ora della verità, ma quale verità?


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Capitolo 22
*** Ventiduesimo Capitolo ***


Eccomi di nuovo qui a postare un nuovo capitolo...dedicato alla mia lettrice parlante Kekka!

KEKKA CULLEN: già il povero Charlie,ma lui è un super papà e credo saprà fare la scimmietta (non vedo, non sento, non parlo...ihihi). Ti ringrazio per i complimenti e piano piano i tasselli del puzzle torneranno al loro posto...chissà però che puzzle ho in mente ihihih me perfida!Purtroppo è inevitabile che Jake affronti qualche ostacolo,ma lui ha già un destino scritto (ricco di felicità) da intraprendere. Comunque nonostante le difficoltà credo che tutte vorremmo essere nei panni di Bella con tutto quel ben di dio e corteggiatori intorno...io non so se saprei resistere a cotante tentazioni ihihih baciiii

Ora un ringraziamento ai preferiti: Stella,annatfl,aquizziana, Bra, ChiccaCullen, clakkycullen, crista, cullen91, elvira910, espa2009, gegge_cullenina, Ginny Weasley 95, Gio Clearwater, JoeyPotter90, kira killer, Michelegiolo, Mione1986, Moon Light, morettina_na, nene1964, princess apache, Scorpiusthebest, serinetta!

Ai seguiti: 00Stella00, airuka, alessandraxxx81, ale_jackson_twilighter, algin91, AmyGoku, beba94, beba94, BellaJey, chiaro di luna, CriPattinson, desi85, Eva17, giselle, Giulia miao, ishizu, jecca92, Joey88, Karima, kekka cullen, krysalia, Lady_kira, LuNa1312, marcella, noemi s, raf, Ramona37, rebecca73, samby14, sissilotti, superlettrice, susanna73, Twilight4ever93

A chi mi ricorda: annekiss, isabella83, Ramona37, _bellaswan_cullen

vediamo se così commuovo qualcuno e lo smuovo a lasciare due paroline per me e la mia ff! Ora Buona Lettura!


VENTIDUESIMO CAPITOLO

Mio padre continuava a guardare il vuoto o forse a fissarmi come fossi stata un marziano così mi feci coraggio:

<< Papà ho qualcosa di caldo da bere e qualcosa di asciutto da mettere >>

Niente

Appoggiai la tazza accanto a lui e mi avvicinai per levargli almeno la giacca fradicia.

Accadde tutto in un secondo: la tazza cadde a terra spaccandosi e bagnando ovunque, mio padre aveva deciso di annullare con impeto i pochi centimetri che ci dividevano prendendo il mio viso tra le mani e portandolo vicino al suo.

Presa alla sprovvista lasciai uscire tutta l’aria dai polmoni e quando li riempii il suo odore mi fece ardere la gola, la mente mi si annebbiò, ma strinsi i pugni, sciolsi le spalle e riaprii gli occhi per guardare Charlie.

Non avrei mai fatto del male a mio padre!

Nello stesso istante sentii aprire la porta, abbandonai lo scudo, i miei pensieri furono subito chiari e alle mie spalle tornò il silenzio.

<< Papà scusa se sono sparita così, ma c’era stato un equivoco, tutta colpa di quei passaparola da impiccioni, Edward era nei guai e io e Alice dovevamo aiutarlo. Ci siamo cacciati in cose più grandi di noi, abbiamo rischiato grosso, ma in un modo o nell’altro ce l’abbiamo fatta. Avevo bisogno di riprendermi prima di chiamarti. Comunque l’importante è essere di nuovo tutti assieme sani e salvi. Non credi? >>

Altro veleno s’era addensato sulla lingua, ma potevo controllarmi, bastava non pensarci, intanto avevo spiegato a grandi linee gli eventi senza bugie e ovviamente particolari.

<< Isabella Marie Swan non hai idea dei giorni di terrore in cui ho vissuto senza sapere che fine avevi fatto! Vivi sotto il mio tetto dannazione e non avevo idea di dove tu fossi e se stessi bene! Tutto per Lui! - Charlie era furioso, con me e con Edward - Ma hai ragione tu Bells, l’importante è che sei di nuovo a casa! Basta averti di nuovo con me! >> disse tutto in una volta riprendendosi.

<< Ti lascio mettere dei vestiti asciutti, intanto scendo a farti dell’altro thè caldo, ti aspetto giù >> e lo lasciai solo nello studio.

Al piano di sotto tutte le coppie erano unite e impegnate a far finta di guardare la tv, al mio passaggio mi sorrisero, avevano sentito tutto e mi sostenevano. Edward era in cucina, guardava fuori dalla vetrata, attraverso la pioggia. La teiera era già sul fuoco. Avevamo qualche secondo per noi, mi avvicinai e appoggiai la testa contro la sua spalla e lui affondò il mento tra i miei capelli.

Sospirammo contemporaneamente.

<< Bella? >>

<< Papà sono in cucina >> e lasciai quella spalla, la mia spalla, per affacciarmi dalla stanza e fare segno a Charlie.

Bevve in silenzio intervallando sguardi dolci a me e truci ad Edward che stava su uno sgabello in cucina con noi. Chissà cosa stava leggendo nella sua mente.

Posata la tazza sul lavello, Charlie prese un respiro profondo e guardandomi fissa negli occhi mi disse:

<< Ora sto meglio. Grazie. È ora di andare a casa, dobbiamo discutere della tua punizione! E tu vedi di stare lontano da mia figlia, hai già fatto abbastanza danni >> disse risoluto avviandosi alla porta.

Dovevo rispondere, dirgli che Edward non aveva colpe, anzi mi aveva salvata per l’ennesima volta. E poi dovevo farmi valere, ero grande e indipendente, non poteva trattarmi come una poppante, non più ormai!

<< Oh Charlie, Edward non c’entra un bel niente in tutto questo, io ho deciso di andargli a parlare, io mi sono ficcata stranamente nei guai e se non ci fossero stati lui e Alice chissà che fine avrei fatto! Non puoi più trattarmi come una bambina! Sono cresciuta! Quindi sii solo felice che tua figlia sia qui davanti a te! >> forse avevo usato un tono un po’ duro, ma vedendo il viso di mio padre addolcirsi capii che avevo centrato il bersaglio.

Ed ecco intervenire il mio adorato folletto che si avvicinò cinguettando e danzando nell’aria rapendo completamente l’attenzione di mio padre.

<< Ti devo chiedere scusa, Charlie, per aver approfittato della tua ospitalità e aver portato via Bella senza avvisarti, ma alla fine tutto si è risolto per il meglio. >> concluse con un enorme sorriso abbracciandolo.

Notai il brivido che percorse mio padre al contato con Alice. Poi il suo sguardo saettare su lei e gli altri. Molto probabilmente ora notava la mia somiglianza con loro. Ma si riprese subito non appena tornò con gli occhi su di me. Io mi mordevo il labbro dall’agitazione.

<< È vero, l’unica cosa che conta è che tu sia qui. E dopo ciò che ho visto poco fa là fuori beh – esitò un istante - Sei mia figlia e ti amo per quella che sei! Non mi serve sapere altro. Certi particolari non mi interessano! >>

Rimasi sorpresa da quelle affermazioni, ma per fortuna il suo essere chiuso e riservato non lo spingeva ad indagare oltre, chissà quali congetture avrebbe macchinato la notte, ma l’importante era che non avesse chiesto altre spiegazioni. Le rivelazioni di Jacob l’avevano sconvolto a sufficienza.

Poi tornò ad Alice:

<< Beh tu sarai sempre la ben venuta a casa nostra. E grazie Dottor Cullen per prima – lo disse quasi sussurrando, imbarazzato – ora andiamo. Buona serata a tutti >>

Non gliel’avrei mai data vinta, ci aspettava una lunga nottata di contrattazioni!

<< Capo Swan le spiace andare avanti ad accendere la macchina? Ho bisogno di ringraziare i Cullen e raccogliere le mie cose, arrivo >> usai il lei per colpirlo e anche se poco convinto mio padre girò sui tacchi e lasciò la casa, salutando con un cenno della mano.

Ad Edward riservò invece un torvo sguardo da poliziotto cattivo.

<< Bella non credo sia il caso che tu resti sola con lui, non ancora almeno >> mi disse Carlisle

<< Papà sono sicura al cento per cento che non succederà nulla, diglielo anche tu Jazz >> irruppe Alice radiosa.

<< Ehm è vero, Bella ha una straordinaria capacità di autocontrollo: non appena ha avvertito la sensazione di sete l’ha accantonata conscia del legame con suo padre. Non credo avrà grossi problemi a stare con lui se caccerà costantemente >> Jasper finì quasi in un sussurro.

Non capivo, era una notizia fantastica che lui confermasse come avevo domato la sete eppure sul suo volto c’era un’espressione contratta, turbata.

Ci pensò Edward a distrarmi sussurrandomi all’orecchio :

<< Sei vampira da pochi giorni e sei già più brava di me in tutto. Stavo per intervenire nello studio, ma sei stata fantastica >>

Mi scostai e gli sorrisi timida, quella vicinanza mi scombussolava e ora non era il momento. Ora era il turno di Charlie.

Un clacson mi scrollò dai pensieri.

<< Devo andare, sarà una lunga serata con Charlie, è in vena di fare il padre severo. Non appena si sarà addormentato andrò a caccia e poi verrò qua. Dobbiamo parlare ancora di molte cose >> queste ultime parole erano rivolte più a Edward che a tutti gli altri, speravo vivamente lo capisse, altrimenti mi sarebbe toccata la caccia al tesoro della baita nella foresta.

Tutti mi sorrisero e salutarono dolci, ma solo Emmet cogliendo il vero senso di ciò che dissi strattonò suo fratello per un braccio e mi disse:

<< Saremo tutti qui ad aspettarti Bellina! >>




Sondaggino: avrei creato un'immagine copertina per la mia storiella la volete vedere?la metto all'inizio del prossimo capitolo?ditemi la vostra please!

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Capitolo 23
*** Ventitreesimo Capitolo ***


Eccomi con un nuovo capitolo...purtroppo niente immagine, ma non credo sia un problema dato che di recensioni ne è arrivata una sola... (mi spiace davvero per la mia affezionata Kekka)
a proposito grazie per i complimenti e il sostegno Kekka... Charlie è un gran papà e Bella gli darà filo da torcere...vedrai...e beh per il resto non dico altro...scoprirai tutto pian piano... me perfida!

Un grazie anche a chi mi ha aggiunta tra preferiti, seguiti...fatemi sentire la vostra voce!!!anzi fatemi leggere i vostri pensieri!!!!!!!!!!please!!!!!!!

Buona Lettura!




VENTITRESIMO CAPITOLO

Litigherò fino a notte tarda con Charlie. Non so quando riuscirò a raggiungerti, non stare in pensiero. Ci sentiamo presto. “ Così poteva bastare.

<< Mi auguro che tu non stia già scrivendo un messaggio a … >>

<< Sto scrivendo a Jacob e cerca di abituarti all’idea che Edward sia tornato >> risposi al volo, risoluta.

Diluviava e la macchina della polizia procedeva a velocità moderata. Ci volle quasi mezz’ora per arrivare a casa.

Una volta entrata mi accomodai sul divano e aspettai lì mio padre che con tutta calma venne a sedersi di fronte a me.

<< Devi promettermi che non lo farai mai più, che non sparirai mai più senza dirmi nulla >> sembrava calmo, ma notavo un che di incrinato nella sua voce. L’avevo fatta grossa, si era preoccupato moltissimo.

<< Papà te lo prometto e ti chiedo di nuovo scusa, ma non ti devi preoccupare per me, sto bene >> risposi sorridendo.

<< Ah ci puoi contare, anche perché ritieniti in punizione a vita signorina >> concluse soddisfatto.

<< E in cosa consisterebbe questa punizione a vita? >> volevo conoscere le sue carte prima di scoprire le mie.

<< Casa, scuola, casa. Senza soste e deviazioni. Se hai bisogno o vuoi vedere qualcuno lo potrai invitare qui con la mia supervisione >> sembrava avesse finito e io già esultavo perché alla fine era stato buono, ma dovetti mordermi subito la lingua.

<< E sia ben chiaro: niente Edward Cullen! Ne ho avuto abbastanza di lui e anche tu! L’unico per cui potrei fare delle eccezioni potrebbe essere Jacob se tu volessi >> disse quasi ammiccando.

E certo ti pareva strano. Così mi costringeva a tirare la corda:

<< Okay … >> risposi alzandomi e dirigendomi alle scale per andare in camera.

<< Pensavo ci sarebbe stato da combattere, ma vedo che accetti con maturità, sono fiero di te >> e mi diede il là.

<< “Okay” di vado in camera mia a fare le valigie. Ho diciotto anni e sono grande per questo tipo di punizioni. Ho sbagliato e me ne assumo tutte le responsabilità, ma così è troppo. Non accetto che tu mi proibisca di vedere Edward in caso io lo volessi vedere e non faccia obiezioni su Jake quando anche lui non è un santo >> 

<< Bella tu non puoi andartene! >> urlò nel panico.

<< Oh si che posso se queste sono le condizioni per restare! >>

Giocai sporco lo so, ma in pochi secondi ottenni ciò che volevo:

<< D’accordo non metterò veto su chi potrà farti visita, ma non cedo sul fatto che potrai uscire solo per andare a scuola e nient’altro! E se vedo che ti fa soffrire anche solo per un altro istante ti giuro che se la vedrà davvero brutta quel damerino >>

<< Mmm preferirei che ammorbidissi un po’ il tuo atteggiamento Charlie in caso decidessi di dargli un’altra possibilità >> o lui a me, mi trovavo in un bel pasticcio e non ne ero ancora venuta a capo.

<< Vedremo Bella, ora vai a dormire. Domani andrò a pesca con Billy, tu dovresti approfittarne per recuperare con lo studio. Angela è passata oggi a lasciarti i compiti, le ho detto che stavi ancora male. Non sapendo che fine avessi fatto, mi sono messo pure a dir bugie per coprirti. Comunque preferirei che non restassi sola tutto il giorno, magari potrei far venire qua Jacob o lasciarti alla riserva quando vado domattina. >>  concluse un po’ dubbioso.

<< Vada per la seconda, ho bisogno di fare scorta d’aria fresca prima della reclusione nella torre >> dissi ironica.

<< Ecco un po’ di equilibrio nelle tue frequentazioni è quello che ci vuole! Sveglia all’alba allora. Notte >> e si diresse in camera sua e io nella mia.

Avevo sentito vibrare il cellulare nella tasca prima, ma non potevo lasciare la presa su mio papà in un momento così cruciale.

okay, mi manchi.” Era di Jake e per evitare sorprese notturne gli mandai un altro sms:

Domattina Charlie mi lascerà da voi prima di andare a pesca con tuo papà quindi ci vediamo a colazione da Sam ed Emily. Notte “

Chiusi il telefono e sentendo già il sordo russare di mio padre saltai agile giù dalla finestra pronta per la caccia.

Non mi allontanai troppo e dopo un paio di grossi cervi mi sentii bene. In compenso ero esteticamente un disastro: capelli arruffati e tuta imbrattata di terra. La mia tecnica di caccia necessitava ancora di qualche miglioria. Ora la grande casa bianca mi attendeva e la raggiunsi con un balzo teso e perfetto oltre il fiume che scorreva calmo.

Scorsi delle luci accese nel salone ma prima volevo almeno uno specchio per sistemarmi. La finestra della stanza di Alice era aperta, ma non percepivo nessuno all’interno quindi decisi che avrei sfruttato il suo bagno.

Quando chiusi la porta che separava il bagno dalla camera da letto e accesi la luce trovai subito ciò di cui avevo bisogno.

Con poche gocce di olio tamponai i capelli che tornarono morbidi e domabili. Li tirai indietro con un fermaglio, anche se qualche ciuffo ribelle ricadde sulle guance. Forse ero completamente impazzita, ma volevo sentirmi bella e questo mio nuovo corpo coordinato aveva tutte le carte in regola per far si che mi sentissi così. Decisi allora di passare all’immenso guardaroba, era tutto d’alta moda, con il cartellino ancora attaccato, chissà se Alice si sarebbe arrabbiata o sarebbe stata fiera di me dopo questa incursione?!

 I vestiti erano uno più bello dell’altro, tutti degni di una Cullen.

Alla fine optai per un top verde acqua che ricadeva morbido sotto il seno e un paio di jeans. Il verde si posava bene con la mia carnagione e i miei capelli e faceva uno strano contrasto con i miei occhi quasi color miele.

 Mi guardai allo specchio e rimasi estasiata, sarei mai riuscita ad abituarmi a quella bella Bella? Certo! D’ora in poi avrei messo da parte la timida e goffa signorina Swan. Era tempo che Isabella la vampira, forte e sicura di sé prendesse confidenza con il mondo.

Mi concessi una sola trasgressione: degli stiletti vertiginosi che ovviamente si abbinavano a perfezione e mi incamminai silenziosa fuori dalla stanza pronta a rivedere tutti nel salone.

Probabilmente mia sorella aveva previsto il mio arrivo con furto e senza dire niente a nessuno aspettava orgogliosa la mia entrata. Solo lei, infatti, con una visione, avrebbe potuto percepire la mia presenza, gli altri avevano ancora difficoltà.

Quando arrivai al piano di sotto le luci erano accese ma in casa non c’era nessuno. Possibile che fossero usciti tutti dimenticandosi di me? Emmet aveva promesso che li avrei ritrovati lì al mio ritorno, non capivo. Poi percepii una presenza oltre la portafinestra della grande vetrata aperta.

Un brivido percorse ogni centimetro del mio corpo, dalla nuca alle caviglie, sorprendendomi al contatto con la sua pelle straordinariamente calda.

 

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Capitolo 24
*** Ventriquattresimo capitolo ***


Eccomi qui ragazze!un grazie immenso alle new entry tra seguiti e preferiti!

Un grazie ancora più speciale alle mie due lettrici, KEKKA&CLA, che mi hanno recensito!questo sarà un capitolo un pò misterioso...spero non mi farete a pezzi giunte a fine lettura, l'unica cosa che aggiungo è che prometto di aggiornare prestissimo sempre che non mi abbandoniate, recensiteeeee anche voi lettrici silenziose, ditemi che ne pensate!

Buona domenica sera e buona lettura!


VENTIQUATTRESIMO CAPITOLO

Le sue braccia mi cingevano la vita e io mi crogiolavo in esse senza voltarmi, non volevo interrompere quell’istante.

<< Non potevo resistere un minuto di più. Per fortuna siamo soli. Mi sei mancata >> mi sussurrò all’orecchio. Se avessi avuto un cuore a quest’ora sarebbe volato via palpitando. Era strano essere in quella casa, sola, con lui.

Sciolsi l’abbraccio e lo presi per mano, era un gesto così semplice, nostro già centinaia di volte, eppure ora lo sentivo così intimo.

Attraversammo il salone, diretti allo stereo.

Io, un passo davanti a lui, ondeggiavo volutamente leggera sui tacchi: volevo mettermi alla prova e stuzzicare quel lato di lui che ancora mi aveva celato.

C’era una canzone giusta per me e per lui in quel momento e volevo ascoltarla, anzi volevo che lui l’ascoltasse.

Misi il cd e schiacciai play, incatenando i miei occhi ai suoi. Speravo che così capisse ciò che a parole non sarei mai riuscita a dire.

“I'll be there as soon as I can
But i'm busy mending broken
Pieces of the life I had before

You should be the one I'll always love”

“Ci sarò il più presto possibile
Ma sono occupata a riaggiustare i pezzi
I pezzi della vita che avevo prima

Sarai colui che amerò per sempre”

 

Questi versi non potevano che essere per lui, non potevano che essere per noi.

Lui mi amava e io LO AMAVO.

Si lo amavo! Al diavolo tutte le convenzioni, eravamo due creature da mitologia, le convenzioni le avevamo infrante già tutte.

Sapevo che a questa felicità si contrapponeva sulla bilancia il suo dolore e il dispiacere di altre persone, ma ormai avevo deciso. Avevamo sofferto tutti troppo, era giusto ristabilire un equilibrio in cui anche io potessi essere finalmente felice. E poi sapevo che per lui ci sarebbe stata ancora speranza per il futuro.

Le mie riflessioni finirono nel momento in cui anche le note sfumavano e così spensi lo stereo.

Non aspettò nemmeno un secondo e avvicinandosi di nuovo al mio orecchio mi sussurrò:

<< Vieni, facciamo una passeggiata >>

Alle sue parole un fremito mi percorse, un misto tra eccitazione e amarezza. Quelle erano state le parole con cui era iniziato il mio dramma personale solo qualche mese fa.

Poi un dolce sorriso piegò le sue labbra vedendomi titubante e io, non potendo resistere, lo seguii.

Fuori era una notte stellata come mai ne avevo viste, sfondo perfetto per le dita delle nostre mani intrecciate.

Mi portò lungo un sentiero che non avevo mai né visto né percorso all’interno della foresta.

Procedeva di mezzo passo avanti a me per farmi strada, ma si girava di continuo per sorridermi e ammirarmi, si mi ammirava, l’abbigliamento aveva colpito e io mi sentivo sicura di me come non mai.

<< Ecco ci siamo quasi >> spezzò ad un tratto il silenzio.

Stavamo per oltrepassare un tranquillo ruscello grazie ad un piccolo ponte di legno ricoperto di rose rosse, rampicanti quando lasciò il passo a me per farmi godere dello spettacolo: davanti a noi la vegetazione si apriva e una verde radura si estendeva fino al margine della scogliera, era a picco sul mare, ne percepivo il rumore e il sapore salato poggiarsi sulle labbra portati dal vento.

Non avevo fatto caso che aveva con sé una coperta fino a che non la stese sull’erba.

<< Ti va di guardare le stelle, qui, accanto a me? >> mi disse dolce, con occhi carichi d’amore, dolcezza e speranza.

Mai più avrei potuto dirgli di no, ora ne ero certa e mi distesi accanto a lui con il naso all’insù.

<< Sai quella è Spica, la stella più brillante della costellazione della Vergine, la quindicesima più luminosa del cielo. La sua luce è azzurra intensa. Non credo all’oroscopo sia chiaro, ma l’astronomia mi ha sempre affascinata e così quand’ero piccina ho voluto sapere sotto che stella ero nata. >>

In risposta ricevetti solo un sorriso.

<< Mentre quell’altra è Polluce, la più luminosa della costellazione dei Gemelli, la diciassettesima più brillante del cielo, la sua luce però è arancione. >> proseguii dolce sperando ricevesse il messaggio.

Era ovvio che non avessi perso tempo informandomi  anche sotto a quale stella fosse nato lui.

<< Sembrano così vicine, ma scommetto che in realtà sono anni luce distanti tra loro >>

<< In effetti si, ma sono solo particolari senza peso, non credi? Il fatto che brillino nello stesso cielo sopra di noi fa si che siano vicine per me. >> così dicendo mi voltai verso di lui che mi guardava, posando una mano sulla sua guancia.

Un fuoco esplose immediatamente quando i miei occhi affondarono nei suoi.

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Capitolo 25
*** Venticinquesimo capitolo ***


Oh mio dio ragazze!!!!!!!4recensioni!!!!!!!!ma io ora mi commuovo!!!!!!!!!!e proprio per questo eccovi subito un nuovo capitolo...

Vi lascio alla lettura per ritrovarci alla fine con la risposta alle recensioni e commenti vari!


VENTICINQUESIMO CAPITOLO

 Eravamo le due parti di un cuore solo che si riunivano dopo una lontananza infinita.

<< Oh Edward TI AMO! Scusa se ci ho messo così tanto, sistemeremo tutto, insieme >> fu tutto quello che riuscì a dire prima che le sue labbra si impadronissero delle mie.

Con tutto quello spazio nella testa ora riuscivo a pensare a diverse cose contemporaneamente.

Pensavo alla paura avuta di perderlo in quel vicolo, al nostro ritrovarci e poi perderci e ritrovarci ancora. Avevo sempre saputo di amare solo lui, lui era la mia vita sin dal primo istante in cui i miei occhi erano sprofondati nei suoi. Non c’era voluto molto per capire che era un vampiro e fin dal principio era ovvio per me che non me ne sarebbe mai importato molto. Non avrei mai avuto paura di lui e non avrei tergiversato un secondo sulla decisione di passare l’eternità al suo fianco.

Un momento, io stavo ricordando!

<< Edward! – lo scansai con forza - Ricordo! Mi ricordo di te! Mi ricordo di noi! Tutto! >> urlai alzandomi in piedi come lanciata da una molla, si, la molla dei ricordi!

Edward mi fissava perplesso mentre anche lui si rimetteva in piedi.

<< Oh Edward la prima volta a biologia, pensavo di avere un cattivo odore, poi il cambio di colore dei tuoi occhi tra una tua assenza ed un’altra, Port Angeles, il primo bacio, la radura, James, il ballo. Ricordo tutto! Si, beh, è tutto un po’ sfuocato, ma c’è! Oh Edward >> conclusi gettandomi tra le sue braccia, nel suo sorriso, di nuovo.

<< È quasi l’alba e oggi sarà una magnifica giornata di sole, conviene rientrare in fretta prima che il mio diamante più prezioso possa essere visto da occhi indegni – mi disse dolce - e poi Charlie ti aspetta >>

Non appena varcammo la soglia di casa Alice mi corse in contro saltandomi al collo urlando di felicità, probabilmente anche questa volta aveva visto tutto, mentre alle sue spalle si materializzò l’intera famiglia, sorridente più che mai.

Purtroppo s’era fatto tardi e promisi a tutti che calata la notte sarei ritornata e avremmo festeggiato. Corsi in bagno a rimettere la tuta e scesi di sotto per salutare il mio amore.

<< Non appena chiarisco con Jacob vengo qua e lascerò un messaggio a Charlie che mi raggiunga così da spiegare tutto anche con lui, ok? Ti amo! So già che mi mancherai moltissimo. >>

Non gli diedi neanche il tempo di rispondere che mi volatilizzai nella mia camera giusto in tempo per rispondere a mio padre che bussava alla porta.

<< Si, sono sveglia. Ora scendo a preparare la colazione >> un solo grugnito mi giunse di risposta prima che la porta del bagno sbattesse e mi lasciasse via libera per le scale.

Con la scusa di aver promesso di mangiare qualcosa con Jake da Sam mi scampai un interrogatorio sul mio mancato appetito e munita di cappello e occhiali da sole mi infilai nella macchina della polizia diretta a La Push.




Beh anche in questo caso il capitolo è breve,ma l'arcano è stato svelato anche se il tutto è un pò di passaggio in preparazione al prossimo che sarà più ricco di contenuti...so che ci sarà poco da commentare,ma fatevi sentire, mi fate molto felice e prometto che imparerò a postare più spesso e a deliziarvi al più presto con la copertina della storia se restate vicino a me in questa mia avventura!

 Eva17 grazie tesoro!spero di leggere sempre commenti così da te!
 kekka cullen che dire, tu sei la mia lettrice num.1 e mi rende felicissima leggere ogni volta i tuoi commenti positivi (certo che x te era ovviamente Ed eh?!ahahah) GRAZIE!
Gio Clearwater che bello "sentire" una nuova voce che si leva dal gruppo!*me felicissimaaaaa!!!* grazie mille per i complimenti!e anche se adoro ogni lettrice silenziosa, ricevere ogni tanto qualche vostro pensiero mi incoraggia a continuare (sono più insicura di Bella...uff) comunque essendo a fine capitolo ovviamente la tua curiosità sarà stata placata, anche se direi che avendo colto tutti i miei indizi non sarai stata colta da grande sorpresa...un bacione
cla6759 non ti ho fatto aspettare troppo e non ti ho tirato un colpo mancino, contenta?io si perchè come ho già ripetuto alla nausea scrivo non solo per me,ma anche per voi e ricevere i vostri commenti è di stimolo e conforto...forse l'unica pecca è che ancora una volta il capitolo non è lunghissimo...sorry!

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Capitolo 26
*** Ventiseiesimo capitolo ***


Buona sera ragazze!!!!!!!!come state????beh non sproloquio molto e vi lascio alla lettura...le risposte alle recensioni sono alla fine...mi spiace se i capitoli sono bravi,ma su word riempiono pagine e poi li taglio sia per lasciare in voi un pò di curiosità, sia per non mettere troppa carne al fuoco...vorrei lasciarvi assaporare quelle poche emozioni che spero di farvi arrivare...

Detto questo ringrazio tutte voi che mi "seguite",mi "preferite", mi "ricordate" e mi recensite!GRAZIE!!!!!vi adorooooo!!!!!!

BUONA LETTURA!


VENTISEIESIMO CAPITOLO

Ero tesa, avrei dovuto dire tutto a Jake, cercando di ferirlo il meno possibile facendogli capire che in realtà era l’unica cosa giusta da fare. Lui avrebbe avuto il suo imprinting un giorno di questi e io comunque sarei ritornata ad essere solo un’amica, niente di più, non era una scelta,ma un dato di fatto, senza contare che io il mio “imprinting” già l’avevo avuto e non potevo ignorarlo.

Credo che anche mio padre si fosse accorto che qualcosa non andava, ma grazie al suo caratteraccio introverso non aveva osato che lanciarmi qualche sguardo veloce e preoccupato prima di scaricarmi all’inizio del sentiero per casa di Sam e dirigersi da Billy.

In pochi secondi ero appoggiata al tronco di un vecchio e possente abete a osservare la strana e unita combriccola di lupi che si accapigliava per un muffin o una ciambella al di là della vetrata che si affacciava sulla foresta.

Varcai allora la vetrata ed entrando in cucina posai il cappellino sulla testa di Quil, passai gli occhiali da sole tra i capelli e fissando Paul negli occhi, salutai:

<< Ehilà cuccioli! Ingozzatevi per bene così anche io mi godrò una colazione sostanziosa >> dissi sorridente.

Solo dopo che tutti si misero a ridere Paul capì che lo stavo solo prendendo in giro e i miei occhi ormai quasi miele lo rassicurarono.

<< Grazie Emily come sempre! Sam ci vediamo più tardi, io e Bella andiamo alla spiaggia >>. Irruppe gioioso Jake e prima che mi trascinasse via per un braccio riuscì a sussurrare all’orecchio di Paul un’ultima cosa:

<< Tranquillo con questa puzza credo tu non abbia un sapore così appetitoso >> e gli strizzai un occhio.

Non appena uscimmo dalla foresta il mio volto prese a brillare sotto i raggi del sole e Jacob si fermò a fissarmi abbagliato e incantato.

Non potevo aspettare ancora, lo dovevo a lui e poi Edward mi mancava.

<< Jake dobbiamo parlare, anzi devo parlarti e ti prego di starmi ad ascoltare fino alla fine. >> così dicendo ci sedemmo sul nostro tronco bianco in riva al mare.

Lui mi sorrideva per incoraggiarmi, forse pensava che finalmente avrei ammesso che lo amavo, cosa che era vera, ma non sufficiente e probabilmente non si sarebbe mai aspettato il discorso che stavo per fare.

Iniziai dal principio, gli raccontai dei miei dubbi e delle mie paure, di come lui mi facesse sentire a casa, del suo farmi sentire Bella e basta, delle discussioni con Charlie e della notte scorsa, passata a casa Cullen, o meglio con Edward, dei ricordi ritrovati e della nostra riconcigliazione.

Lui era rimasto in silenzio ad ascoltarmi, il sorriso che fino a poco prima illuminava il suo viso era sparito e ad ogni mia nuova parola lui serrava più stretti i pugni e la mascella.

Infine era calato il silenzio, volevo lasciargli il tempo di assimilare tutto.

<< Meglio tardi che mai eh Bells. Corri pure da lui ora, tra poco mi trasformerò e tutti sapranno cos’è successo e poi lascerò la riserva per un po’. Ho bisogno di tempo per evitare di fare qualche cazzata. >> così dicendo si alzò e lentamente si avviò verso la foresta.

Io gli corsi dietro e mi parai davanti a lui prendendogli il viso incandescente tra le mani:

<< Il tuo futuro tu lo devi ancora incontrare, so che avrai presto il tuo imprinting come io ho avuto il mio, se così si può chiamare. Ne sono certa. Troveremo il nostro equilibrio e la famiglia resterà unita. Torna presto ti prego, ho bisogno di te al mio fianco, non voglio perderti. >> lui fece scivolare le mie mani dalle sue guance, mi scansò e in preda ai tremori si addentrò nel buio della vegetazione.

Con la morte nel cuore, consapevole d’essere solo un’egoista, mi lancia di corsa verso casa, in cerca di conforto.

Arrivata a destinazione, prima di entrare, estrassi il cellulare dalla tasca dei jeans, mi era arrivato un messaggio:

“ Bells rientriamo domani, causa pessime condizioni del mare, resta a La Push”

 Perfetto pensai e presi a comporre il numero di Charlie, ovviamente rispose la segreteria, erano ancora in alto mare forse, così lasciai un messaggio:

<< Papà sono Bella, al tuo rientro non mi troverai alla riserva, né a casa, non ti preoccupare, va tutto bene.  Ti aspetto a casa Cullen. >>

Non appena chiusi la chiamata mi accorsi che il mio angelo era sulla porta che mi osservava raggiante e notando il mio volto perplesso si affrettò a dire:

<< Non percepirò il tuo odore né la tua mente, ma la tua voce è musica per le mie orecchie e per il mio cuore >> concluse porgendomi una mano per invitarmi ad entrare.

Ancora una volta erano tutti là ad accogliermi e dopo essermi concessa un ben poco casto bacio con Edward, rimisi gli occhiali tra i capelli e andai incontro alle mie sorelle.

Sentivo lo sguardo di Edward bruciarmi la schiena così mi voltai:

<< Edward ti spiace se sto un po’ con le tue sorelle? Cose da donne >> dissi facendo gli occhioni dolci a cui sapevo non avrebbe resistito ed infatti mi rispose solo con un cenno d’assenso del capo.

Avevo davvero bisogno di confidarmi con qualcuno.



cla6759: spero di aver ripagato la tua tua fiducia!grazie e non lasciarmi!
elvira910: credo di aver risposto alla tua domanda...come in Eclipse le speranze ci sono per Jake e in realtà Bella lo ama,ma non nel modo giusto,non come ama Ed
kekka cullen: eccomi di nuovo qui...spero ti sia piaciuto...!bacio e grazie!!!!!!!!!!!!!
eva17: mi raccomando ci conto!che ne dici???baciooo
gio clearwater: che ne dici della risoluzione-confronto Bells-Jake?cmq ogni piccola parola che mi scrivete mi sostiene,incoraggia e rende felice!quindi grazie!soprattutto per i complimenti sulla scrittura...leggo e rileggo per non commettere errori...spero di riuscirci!

vi auguro un buon weekend e cercherò di postare lunedì sera!
anzi sondaggio!che giorno della settimana preferireste????per ora ho pochi capitoli da parte,ma prometto di rimettermi alla scrittura così da assicurare almeno ogni tanto 2 post la settimana!fatemi sapere!

ps: ho un'idea che mi frulla,anzi qualcosa l'ho già buttato giù, su argomenti più umani e reali...ma sono fortemente indecisa se dare le parti ai nostri beniamini o no...pensate che potrebbe interessarvi???

 

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Capitolo 27
*** Ventisettesimo capitolo ***


Buona sera ragazze...cavoli avete letto in tante,ma questa volta una sola recensione...così mi rattristo...vabbè un nuovo capitolo ve lo lascio...non sono davvero convintissima della riuscita...cioè c'è tutto,ma non so...più che altro si affrontano temi già trattati dalla Meyer e che io ho riportato cercando di essere più fedele possibile...ditemi cosa ha partorito la mia mente malata...

Buona Lettura!


VENTISETTESIMO CAPITOLO

Ci eravamo chiuse in camera di Rose, l’unica della casa insonorizzata per non diffondere le prodezze amorose sue e di Emmet, così le mie confidenze sarebbero rimaste segrete almeno per un po’.

<< Io e Jake ci siamo baciati >> dissi tutto di un fiato.

<< Cosa? >> mi urlarono loro in faccia.

Allora raccontai tutto, senza omettere niente, ogni emozione, ogni dubbio e riprendendo anche le confidenze fatte quando mi avevano consolata in camera di Edward.

<< Alice ci lasceresti sole? >> disse Rose rompendo il silenzio

<< Certo >> rispose lei venendomi ad abbracciare prima di chiudersi la porta alle spalle.

Mi sarei giocata un braccio che già sapeva tutto quel diavoletto malefico che io adoravo!

<< Bella io ti devo delle spiegazioni prima di affrontare tutto il resto – disse solenne – Immagino che il mio leale fratello non ti abbia mai spiegato le motivazioni della mia avversione nei tuoi confronti, ma è tempo che tu sappia. All’inizio io provavo una certa invidia per te, si – rispose al mio sguardo perplesso - perché nonostante io non sia mai stata attratta da Edward, nemmeno lui ha mai dimostrato di essere minimamente affascinato da me e questo mi ha sempre dato un certo fastidio. Come poteva ignorare il mio fascino e la mia bellezza? Con il passare del tempo però mi accorsi che lui non rivolgeva il suo interesse a nessuna che non fosse Esme e in un modo del tutto innocente. Neanche ogni più disparato tentativo di seduzione di Tanya, del clan dei Denali, era mai riuscito a scalfire il bozzolo in cui Edward si era chiuso. Poi sei arrivata tu e quando lui ha cominciato ad interessarsi ad una semplice umana il mio ego ha accusato il colpo perché ho sempre contato esclusivamente sulla mia bellezza, come una ragazza superficiale – si rabbuiò pensando alla sua storia che in poche parole mi espose - Se, già in passato, mi fossi mai conosciuta abbastanza da sapere cosa chiedere davvero alla vita avrei cercato e aspettato un uomo come Emmet, esattamente il tipo di persona adatta ad una come me. Per fortuna l’ho trovato. Unico lato positivo dell’immortalità e stranamente anche lui ha bisogno di me. Ha funzionato meglio di quanto potessi sperare. Ma resteremo sempre noi due. E non mi siederò mai in veranda assieme a lui, vecchi e grigi, circondati dai nipotini. Tu invece, quando sei entrata in questa casa, avevi tutto quello che io avevo sempre desiderato dalla vita, ma che non ho mai potuto avere, e trovavo insensato che buttassi via tutto per diventare immortale. Tu potevi scegliere cioè che a me era stato precluso per sempre. Ora invece ti devo solo dire grazie perché hai salvato mio fratello, la nostra famiglia. Emmet non avrebbe sopportato la perdita di Edward così come gli altri e forse non mi avrebbero mai perdonata. >>

Calò così un silenzio necessario per me, per elaborare tutto, per trovare le parole giuste.

<< Rose, l’unica qui che deve dire grazie sono io, come mi hai sostenuta tu non lo ha fatto nessuno e scusami, so di essere entrata come un uragano nella vostra famiglia senza chiedere nemmeno permesso >> non appena finii di dire questo, Alice entrò nella stanza e ci regalò uno dei suoi sorrisi più incoraggianti.

<< Ora si che siamo tre sorelle! >> e ci abbracciò forte suscitando in noi una sana risata.

Ora però un nuovo tarlo si faceva strada nella mia mente:

<< Rose mi spiegheresti cosa intendevi per “tentativi di seduzione di Tanya”? >>

<< Accidenti alla tua bocca larga da ranocchia >> bofonchiò Alice per poi rivolgersi a me:

<< Dunque per farla breve i Denali sono come dei cugini per noi e, come noi, hanno una dieta “vegetariana”, a base di sangue animale. Quando Edward ti ha incontrata a scuola e poi è sparito, è da loro che si è rifugiato per evitare azioni avventate >>.

<< So bene a che periodo ti riferisci e “fuga” credo sia il termine migliore per definire il comportamento di Edward >> mi intromisi io.

<< Definizione perfetta – proseguì Rose – comunque è in questa circostanza che Tanya ha dimostrato ancora una volta quanto forte fosse il suo interesse per nostro fratello >>.

<< Quindi mi state dicendo che Edward e Tanya … >> non riuscivo neanche a immaginare come poteva finire quella frase.

<< Ma allora non mi stai ad ascoltare quando parlo, e poi la bionda superficiale sarei io! Come anche prima ti ho detto, il primo essere di sesso femminile, oltre ad Esme, che ha mai attirato l’attenzione di Ed negli ultimi 90anni, sei solo ed esclusivamente tu! >> concluse risoluta Rose

<< Questo vuol dire che il tuo Ed è un 17enne a tutti gli effetti >> trillò Alice facendomi la linguaccia.

Restai in silenzio per un po’, per assimilare tutte le informazioni e scocciare ogni dubbio e insicurezza.

Io ed Edward avevamo le stesse non-esperienze in curriculum e avremmo intrapreso il cammino insieme, fianco a fianco. Ammesso che fossi stata perdonata dopo la confessione del bacio con Jake.

<< Terra chiama Bella?! Ci sei? >> Alice mi sventolava una mano davanti gli occhi.

<< Si ragazze, scusate, avevo solo bisogno di assimilare ed elaborare. E grazie per tutto, vi voglio bene! Ora però ho ancora più bisogno di voi, perché dovrò raccontare di Jacob ad Edward sperando che voglia perdonarmi . Avete qualche consiglio o visione da condividere? >> azzardai.

<< Ah ah niente aiutino extra dal futuro! >>

<< Però avrai tutti i segreti di due mangia uomini ultra centenarie, al tuo servizio! >> concluse con una risata maliziosa Rose.

Non appena mi ritrovai segregata nel bagno di Alice mi pentii della mia richiesta d’aiuto. Stavano torturando i miei capelli e presto mi sarebbe toccata la seduta trucco e una sfilata di moda per la scelta di un vestito.

<< Edward si starà chiedendo che fine ho fatto >> mi lamentai dopo ore e contemporaneamente un biglietto passo sotto la porta.

“ Immagino che voi ragazze ne avrete ancora per molto quindi noi ragazzi ne approfittiamo per andare a caccia, a più tardi.”

<< Cosa state architettando tutti quanti? >> mi rivolsi con tono interrogativo alle mie carnefici, ma l’unica risposta che ricevetti fu una risatina e poi altre torture.

All’imbrunire finalmente fui messa davanti allo specchio e potrei giurare che le mie gambe quasi tremarono. Ero davvero senza parole. Indossavo un vestito blu notte, mono spalla, impreziosito da una pioggia di Swarovski che dalla scollatura si diradavano allo spacco che dal ginocchio saliva su a scoprire mezza coscia. Sicuramente era un abito d’alta moda che solo qualche tempo fa non avrei mai né indossato né apprezzato.

<< Così lascerai nostro fratello a bocca aperta >>.

<< Ben detto Rose, speriamo solo non perda davvero tutte le parole. Ops ho detto troppo >>


questo non posso che dedicarlo alla mia unica recensione...tutto per te mia cara Cla!

so di essere pessima perchè prima chiedo quando postare e poi faccio tutto a casaccio,ma purtroppo per mantenermi agli studi fuori casa mi sono dovuta rimboccare le maniche e per ora ho trovato solo da fare la cameriera, impiego che mi porta via moltissimo tempo ed energie, in più ci sono le faccende di casa e lo studio...per fortuna ho ancora qualche capitolo già pronto quindi spero di non dover sparire,ma non fatelo nenche voi!(scusate lo sfogo, probabilmente non vi importa nulla, ma ci tengo tantissimo a battito anche se non mi seguisse nessuno non potrei abbondonarla, ma è un sacrificio quindi fatemi sapere che almeno ne vale la pena!pleaseeeee!!!!!!!!)

RECENSITE VI SUPPLICOOOOOO!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 28
*** Ventottesimo capitolo ***


Buon sabato pomeriggio ragazze!visto che in poco tempo avete letto in moltissime il capitolo e ho ricevuto qualche recensione, mi avete ispirato ed eccomi qui con un nuovo capitolo.

Premetto che in origine non era così,ma molto più breve, tuttavia la lettura di altre ff e qualche esperienza personale mi hanno portato ad alcune riflessioni che ho voluto in qualche modo inserire un pò in questo capitolo. Proprio per questo risponderò ora alle recensioni perchè vorrei che vi gustaste il capitolo senza distrazioni per poi dirmi che ne pensate. Magari se la cosa riscuotesse successo potrei decidere di rivedere i capitoli futuri già scritti per inserire un pò di mie farneticazioni personali...

Premetto anche che ritroverete molta somiglianza in alcuni passi con le parole originali della Meyer, non si tratta di mera scopiazzatura, ma voglia di non stravolgere la storia di base, i personaggi e le situazioni. Spero apprezzerete.

ARTLINE: prometto che cercherò una foto di Rob che renda l'idea dello sguardo da pesce lesso del mio Ed e lascerò il link!

PAOLINA: che piacere ritrovarti anche qui...spero che i capitoli in più ti siano piaciuti!?continua a commentare eh!

CLA: spero che questa "sorpresa"sia gradita...se ci penso sto postando invece che studiare...sono un caso perso!ma vi adoro!

ELVIRA: un solo giorno di attesa può andare??? non so come sarà un confronto con Jacob,ma forse leggendo avrai un'idea del confronto con Bella.

Ora vi lascio al capitolo, alla fine troverete solo un paio di precisazioni. Buona lettura!


VENTOTTESIMO CAPITOLO

Lasciandomi in preda alla curiosità Alice e Rose mi presero per mano e ci avviammo al piano di sotto da cui provenivano le note del pianoforte, suonate quasi sicuramente dal mio angelo.

Le mie sorelle mi lasciarono in cima alle scale e si dileguarono con i loro compagni.

Non appena Edward si accorse di essere rimasto solo, alzò lo sguardo e mi vide.

Si alzò piano e venne in fondo alla scalinata porgendomi la mano, io avrei voluto sfrecciare tra le sue braccia, ma scesi ogni scalino con calma godendomi il suono che i tacchi a spillo dei sandali facevano sugli scalini di legno e la meravigliosa visione dell’amore della mia esistenza che mi attendeva vestito di tutto punto con camicia e giacca.

Mi accolse con il più caldo dei sorrisi

<< Sei meravigliosa, anzi meravigliosa è riduttivo, non credo di conoscere aggettivo per descriverti, sono senza parole, ma se il mio cuore ancora battesse ora avrebbe seri problemi di funzionamento >> concluse baciandomi la mano.

<< Grazie >> risposi stringendo la sua e abbassando lo sguardo un po’ imbarazzata.

<< Ma dove sono andati tutti? >>

<< Diciamo che avevano tutti bisogno di un po’ di pace e tranquillità. Anche noi direi, dopo tutte queste novità >> e mi regalò un altro sorriso abbagliante.

<< Hai ragione >> e glielo dimostrai appoggiando il capo sulla sua spalla.

<< Forse mi giudicherai privo di fantasia, ma ti andrebbe di andare di nuovo alla radura sulla scogliera a guardare le stelle? >>

<< Certo, sarebbe magnifico, ma prima devo parlarti di una cosa >>.

<< Bella non c’è bisogno che tu dica nulla, purtroppo per me leggo i pensieri altrui, so cosa stai per dirmi e non mi importa. Cioè non mi fa saltare di gioia sapere che tu e Jacob vi siete baciati, ma lui c’era quando io non ci sono stato e non ti ho capito, lui non ha fallito dove io invece l’ho fatto. Non posso dare colpe ad altri per qualcosa che ho scatenato io. Se avessi scelto lui o ancora lo volessi scegliere io mi farei semplicemente da parte, perché è solo la tua felicità che desidero, ma ora tu sei qui con me e non me ne andrò mai a meno che non sia tu a chiedermelo. Supereremo tutto >>

<< Non potrà mai succedere che io ti chieda di andartene così come non succederà mai che io scelga qualcuno che non sei tu. >> gli sorrisi timida e il macigno che avevo sul cuore si sciolse in un lampo.

Così uscimmo e ripercorremmo quel sentiero che mi aveva fatto scoprire la volta scorsa.

Non fu una vera e propria corsa, ma quasi una vera, tranquilla passeggiata. Di certo non era il tempo che ci sarebbe mancato. Mentre procedevamo mano nella mano, Edward era silenzioso, quasi teso ma raggiante. Ero incuriosita, ma non volevo rompere la magia del momento con domande sciocche che immaginavo avrebbero comunque avuto presto risposta. Mi impegnai allora a guardarmi attorno, osservando la natura che, nella notte silenziosa, ci circondava. Essere una vampira mi permetteva di scorgere anche le più lievi sfumature di quel verde intenso che ci avvolgeva e mi infondeva pace. Potevo notare le goccioline di rugiada formarsi tra i ciuffi d’erba e sulle foglie delle piante e brillare nei punti in cui i raggi della luna riuscivano ad insinuarsi tra le folte chiome degli alberi. La primavera era ormai sbocciata in ogni sua forma, per quanto possibile in zone come queste e potevo solo immaginare come fosse fiorita la radura dove io ed Edward avevamo trascorso del tempo. Mi sarebbe piaciuto ritornarci almeno una volta, con il sole, anche se il ricordo di Laurent era inquietante quel tanto da rovinarne la magia. Ora avevamo una nuova radura, molto più ampia e nascosta che si affacciava sul mare. Il mare. Ripensare al mio salto tra quelle acque non provoca angoscia in me, anzi. Credevo sarebbe stata la fine di tutto, anche se non l’ha mai confessato apertamente ed invece divenne il mio nuovo inizio, con il ritorno di Alice e poi tutto il resto. Ora stringevo di nuovo la mano dell’unica persona in grado di infondere gioia di vita nel profondo della mia anima. Anima. Si continuavo ad essere fermamente convinta che esseri con cuori così immensi come i Cullen ed Edward avessero un’anima calda e rilucente. Come potevano provare sentimenti così puri altrimenti? Amore. Un’altra costante della mia vita. Lo avevo cercato in Reneè, sottovalutato in Charlie e respinto da Jacob, ma con Edward era tutta un’altra cosa. Non potevo vivere senza. Forse il nostro amore era troppo grande. Ci perdevamo completamente l’uno nell’altra senza avere contorni nostri distinti e questo ci aveva portato a compiere un sacco di errori. Tuttavia credo che l’amore sia come la follia e la follia non è perfetta. Ero consapevole che tutti questi pensieri correvano più veloce del tempo, più veloce di quell’eternità che avremmo condiviso per sempre insieme, ma lui era semplicemente il mio destino e niente sarebbe mai stato da ostacolo alla nostra unione. Saremmo cresciuti insieme e forse un giorno il nostro amore sarebbe maturato con noi, diventando un legame più equilibrato e sano, ma ora no, ora era totalizzante e sconvolgente e nonostante tutto non avrei mai potuto desiderare nulla di diverso. Eravamo ancora degli adolescenti, anche Edward, che si atteggiava a vampiro vissuto e centenario, nel campo dell’amore era inesperto quanto me, ma eravamo di nuovo insieme e questo bastava.

Ancora adesso non capivo dove avesse trovato la forza di lasciarmi e mentirmi distruggendo quello che ero da umana, ma era anche colpa mia se gli avevo permesso di avere tutto quel potere su di me. Smarrendomi e ritrovandomi, dopo la trasformazione, avevo avuto modo di vedere che attorno a me c’erano parecchie persone che mi volevano bene e che davano comunque un senso alla mia vita. Edward restava il centro di tutto, ma non eravamo più solo Sole e Terra, c’era tutto un cosmo attorno a noi che meritava di essere vissuto. C’erano legami che non volevo perdere e avrei lottato per mantenere saldi.

Una brezza calda arrivò a scompigliarmi i capelli, ridestandomi dalle mie riflessioni. Eravamo quasi arrivati.

Oltrepassammo il ponticello avvolti dal profumo di rose, ma mi bloccai per la visione straordinaria che mi ritrovai davanti: una distesa di candele posizionate nell’erba a formare strane forme geometriche. Non ne capii il significato fino a che Edward non lasciò la mia mano e cominciò a camminarci in mezzo parlandomi:

<< Questa sarà l’entrata, qui ci sarà la cucina, il salone, il bagno e poi lo studio e la nostra stanza. Beh per ora sono solo candele quindi se non ti piace la disposizione non hai che da dirlo >> e mi lanciò l’ennesimo sorriso, questa volta il più ammaliante e dolce che avessi mai visto, niente in confronto a quelli che mi avevano levato il broncio così tante volte.

<< Io … Io … >> non sapevo davvero che dire. Aveva disegnato con le candele una casa, la nostra casa, potevo desiderare un uomo migliore al mio fianco?

Con due ampie falcate fu di nuovo accanto a me, una mano sul mio fianco e una sulla guancia:

<< Isabella Marie Swan dimmi solo di sì, ed io sarò l’uomo più felice e fortunato del mondo, dimmi che mi vuoi sposare …? >> così dicendo si inginocchiò ai miei piedi, estrasse dai pantaloni una scatoletta di velluto blu e l’aprì porgendomela.

Non potevo credere che stesse davvero succedendo, era tutto così stupendo, straordinario, così romantico. L'anello che mi stava mostrando era d'oro bianco sottile su cui svettava un bellissimo brillante, anzi no, conoscendo bene chi avevo davanti, non poteva che essere un diamante, tagliato a forma di cuore. Ai lati si accostavano altri piccoli diamanti che seguivano brevemente l'andamento della montatura.

 Solo gli occhi di Edward in quel momento potevano competere con la luce che quel gioiello sprigionava nonostante fosse piccolo e delicato.

<< Appartiene alla mia famiglia da generazioni, lo ha portato anche mia madre, ho fatto solo lucidare un po’ la montatura. È come il mio cuore, freddo e granitico, ora sarà tuo davvero, prenditene cura tu per l’eternità >>. Si giustificò in fretta sapendo quanto poco amassi che spendesse troppi soldi per me.

Ma questa volta strizzai gli occhi un paio di volte, avevo paura fosse solo un sogno, ma ormai non dormivo più, ero una vampira e davanti a me c’era Edward Cullen pronto a mettere “il suo cuore nelle mie mani per sempre”.

Lasciai così che infilasse l’anello al mio anulare sinistro dove ero certa sarebbe rimasto per l’eternità.

 Non mi trattenni un secondo di più e mi gettai tra le sue braccia, dosai però male la forza e finimmo entrambi a terra, ancora abbracciati, proprio dove lui aveva deciso di costruire la nostra camera da letto.

Le stelle e le candele presero a girare su di noi e attorno a noi. In un istante, prima che mi abbandonassi ai sensi, ero sicura di aver udito Edward sussurrarmi felice all’orecchio:

<< TI AMO futura signora Cullen >>

Le mie mani cominciarono a correre sul suo petto liscio, sotto la camicia, mentre le sue avevano preso a lasciare scie di fuoco lunghe le mie braccia. Non avevamo bisogno di riprendere fiato e ad ogni istante che passava i nostri baci divenivano sempre più profondi e passionali.

Ma dopo poco lui si staccò, proprio come faceva quando ero umana, riprendendo il controllo e io lo osservai imbronciata, lo desideravo come non mai e sapere che per lui non era lo stesso mi feriva.

<< Tesoro, non fare la bambina, ti desidero più di ogni altra cosa al mondo, ma dovresti ricordarti che sono un galantuomo d’altri tempi e voglio fare di te una moglie onesta. Quindi voglio fare le cose per bene, prima il matrimonio e poi il resto.  >> così dicendo mi sorrise e mi prese per mano per correre verso casa Cullen.

A volte sembrava davvero in grado di leggermi dentro.

Qualche istante prima di arrivare a destinazione però mi bloccai.

<< Edward prima che tutto sia ufficiale con la nostra famiglia devi promettermi una cosa >>.

Lo vidi irrigidirsi ma con tono sincero e sicuro mi rispose:

<< Tutto quello che vuoi amore mio >>

<< Qualsiasi cosa succederà devi promettermi e giurarmi che non ti arrenderai mai, che combatterai sempre per me, per noi. Niente nobili sacrifici in nome dell’amore perché non c’è amore se non stiamo insieme. Dico sul serio, hai un carattere combattivo e voglio che con me tu sia egoista e sai cosa intendo perché la mia felicità e i miei bisogni sono strettamente e indissolubilmente legati ai tuoi. Giuramelo Edward >>

In un secondo mi ritrovai stretta nella sua rassicurante stretta e sentii le sue labbra appoggiarsi al mio orecchio:

<< Combatterò sempre per te e per noi Bella. Te lo prometto! >>

Con quelle parole le mie ultime insicurezze svanirono.

A casa tutti ci aspettavano pronti a complimentarsi con noi.

Alice e Rose mi corsero incontro radiose cominciando ad assillarmi con mille domande sul matrimonio imminente, Esme riuscì per mia fortuna ad interrompere la loro follia, abbracciandomi, in un modo così dolce e delicato, come solo una madre può fare ed io ero felice di sapere che l’avrei avuta al mio fianco per sempre, anche quando quell’adorabile scapestrata di Reneè non ci sarebbe più stata. 

<< Prima che vi rinchiudiate da qualche parte per i folli preparativi del matrimonio del secolo vorrei abbracciare la mia sorellina! >> tuonò Emmet che si era posizionato al fianco di Edward con Jasper, mentre Carlisle lasciava la spalla di suo figlio per venire incontro a me.

<< Siamo tutti così felici che le cose si siano risolte per il meglio e che presto potremmo celebrare il vostro matrimonio.>> enfatizzò Carlisle stringendomi affettuosamente a sé mentre tutti applaudivano.

Solo dopo che Emmet mi strapazzò a dovere, tra una risata e l’altra, fu concesso a me e alle ragazze, di lasciare il salone per raggiungere lo studio di Esme e metterci all’opera per organizzare il mio imminente matrimonio...

Pensandoci bene “matrimonio” era una parola che non avrei mai pensato di fare mia, men che meno dopo l’incontro con Edward. Da assurdo, ora quel concetto mi pareva riduttivo, non potevo concepire Edward solo come un semplice marito, era molto, molto di più. Ma adesso che avevo a mia disposizione un modo per farmi perdonare a pieno e renderlo felice sdebitandomi di tutto ciò che mi regalava lui ogni giorno, non mi sarei mai tirata indietro. Avevo deciso però di concedere a Ed e ad Alice non più di tre mesi, nel primo caso non avrei sopportato un’attesa più lunga lontana dall’assaporare l’eternità con il mio angelo e nel secondo non volevo dare troppo campo libero alle manie di grandezza del folletto. Volevo sposarmi con una cerimonia intima entro la fine dell’estate, per godere della bella stagione. Poi avremmo avuto la nostra luna di miele e infine avremmo pensato a Dartmouth.

Prima di incamminarmi al piano di sopra, tuttavia fui rapita dalle braccia forti di Edward, che prese a sussurrarmi quanto mi amasse. Io con fare da gattina presi a baciargli il collo e la mascella per poi staccarmi e sorridergli maliziosa.

<< Tu mi ucciderai prima di arrivare all’altare signorina Swan! – mi rimproverò – ora vai ma torna presto da me! >>

<< Come?  Tu non sali? Non vuoi partecipare ai preparativi? >> gli chiesi un po’ preoccupata

<< Sono cose da donne, mi fido del tuo gusto. E poi sarà il tuo giorno. L’unica cosa che interessa a me è trovarti all’altare >> mi rispose dolce.

<< Oh beh sarò quella in bianco, non potrai sbagliare >> gli feci l’occhiolino e sparii per le scale.



Ecco come potrebbe essere Rob/Ed con un'espressione da pesce lesso:




 Questa invece è la pianta della casa fatta con le candele...(idea rubata da Grey's Anatomy che adoro!)


COMMENTATE!!!!!!

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Capitolo 29
*** Ventinovesimo capitolo ***


Buona sera!!!!!!!eccomi qui con un nuovo capitolo...meno visite e pochissime recensione *me tapina*... per questo ho deciso di mettere a fine capitolo una piccola novità per voi...sto davvero sudando sette camice per accattivarmi un vostro commento...quindi alla fine scrivetemi qualcosa, se non altro per dirmi di smetterla di rompere....vi supplicoooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!

ps visto il nuovo trailer????che ne dite????a me personalmente è piaciuto molto non fosse stato per la parrucca di Kris e la faccia della nuova Victoria...staremo a vedere, ma sono fiduciosa e penso che da Twilight è un crescendo di qualità a livello cinematografico. Certo i libri sono i libri...

vabbè bando alle ciance, rispondo alle recensioni e vi lascio alla lettura.


ELIVIRA: beh il post rapido è stata una rarità, ma sono felice che tu abbia apprezzato e voglio rassicurarti su Jake, perchè nonostante io sia Team Edward, amo molto il personaggio del migliore amico e diciamo che le cose andranno per il meglio.

ISABELLE91: eccoti un nuovo capitolo e grazie per i complimenti, mi fa piacere che tu ritenga la mia storia un pò unica...per quanto riguarda l'apisodio di GA è uno dei pochi interminabili telefilm che non ho mai abbandonato e sono talmente appassionata che grazie allo streaming seguo anche con sottotitoli in anteprima.

CLA6759: Rob è bello sempre!non posso che essere d'accordo con te!d'ora in poi i capitoli saranno un pò più lunghi!promesso!La puntata di GA a cui  mi sono rifatta credo sia nel finale della quarta stagione

Un saluto alle lettrici silenziose che mi hanno aggiunta a seguiti e preferiti (un salutino no?!)

Ora basta farneticazioni e buona lettura!



VENTINOVESIMO CAPITOLO

Prima di raggiungere le altre decisi di cambiarmi, via l’abito blu, che sarebbe rimasto per sempre nell’armadio a ricordarmi della proposta di Edward e indossai un paio di comodi jeans con una di quelle magliette lunghe, tanto di moda ora, bianca, con scollo accompagnato da mille catenine e sneakers. Raccolsi i capelli in una coda alta sbarazzina e mi avvia verso lo studio.

Non appena varcai la porta vidi Esme appollaiata su una scala che estraeva dalla libreria pile di raccoglitori, poi l’attenzione cadde sui volti felici e divertiti di Alice e Rose che si tendevano per aiutarla e riporli sul tavolo da architetto.

<< Prima di iniziare vorrei … Beh immagino sappiate già tutto grazie alla veggente di casa – dissi ammiccando verso Alice – ma non avete davvero idea di come mi abbia emozionato la sorpresa di Edward ieri notte. Oltre alla proposta intendo. >>

<< Bella! Così mi offendi! Non sono mica Jessica o il gazzettino di Forks! Ho imparato anche a farmi gli affari miei, qualche volta >>

<< Quindi siamo tutte orecchi, tesoro >> mi risposero in coro.

<< Beh nella foresta, a sud, c’è una radura che si affaccia sul mare e ieri notte Ed me l’ha fatta trovare ricoperta di candele. Erano disposte a formare la piantina di una casa, la nostra casa. Capite? Sono rimasta senza parole. Io, Isabella Marie Swan da sempre contraria al matrimonio, non ho impiegato più di un secondo, una volta recuperate le mie facoltà mentali, a rispondere di si! Non potevo credere che avessimo chiarito tutto e che addirittura lui mi stesse chiedendo di sposarlo. Ecco sono solo così felice che vorrei poter piangere! E poi guardate che anello, mi ha detto che era di sua madre, ma credo sia stata solo una scusa per prevenire ogni mia protesta sulle spese eccessive. Ma sapete che vi dico? Non me ne importa nulla di quanto abbia speso! Non protesterò più per nessun regalo né sorpresa né festa! Sono troppo felice di sposarmi e di avere la sicurezza che passerò l’eternità con Edward e con tutti voi >> feci il mio monologo tutto d’un fiato, finendo quasi con la strillare dalla gioia.

Esme e le ragazze mi osservarono in silenzio per qualche istante senza dire nulla.

<< Sai Bella, sei una vera e continua sorpresa da quando se diventata una vampira !>> se ne uscì Rose.

<< Beh, sì, sei sempre tu, ovviamente, ma è vero, sei diventata più sicura di te e più matura >> proseguì Esme.

<< E finalmente hai acquistato buon gusto per l’abbigliamento e apprezzi una festa. Addirittura partecipi all’organizzazione! Strepitoso! >> disse Alice entusiasta.

<< Mi costa ammetterlo, ma credo che l’immortalità ti doni e che finalmente tu abbia trovato il tuo posto nel mondo >> concluse Rose prima seria e poi regalandomi un sorriso tanto raro quanto dolce.

Ci abbracciammo commosse ancora una volta e poi ritornammo ai cataloghi.

<< Alice sia ben chiaro, voglio una cosa semplice ed intima >> trillai per ribadire il concetto.

Il fatto che fossero tutte coppie sposate e centenarie permetteva di avere materiale a sufficienza per scegliere tutto ciò che era necessario per organizzare il matrimonio.

Concordammo tutte insieme che, tra i compagni di scuola, solo Angela, Ben, Jessica e Mike sarebbero venuti. Concessi poi ad Alice di far venire il clan dei Denali, che non conoscevo neppure, qualche giorno prima per aiutarci con la casa e i preparativi. Lo feci solo in rispetto del “legame di parentela” che correva tra le due famiglie. Di certo non morivo dalla voglia di conoscere Tanya né di vederla gironzolare attorno al mio futuro marito prima della cerimonia, ma non potevo fare i capricci come una bambina proprio ora che avevo preso la decisione di essere una donna adulta. In cambio però ottenni di invitare tutti i membri del branco con compagne e famiglia al gran completo. Volevo davvero che Jacob e gli altri venissero, ma soprattutto Jake! Di certo però non potevo mandargli l’invito per posta. Avrei dovuto invitarlo di persona. Sarei dovuta andare a La Push e avrei dovuto discutere sicuramente con Edward per farlo. Perché doveva essere tutto così complicato?

<< Credo sia meglio aspettare ad inviare gli inviti al branco, dovrò parlarne con Edward e magari portarli di persona. >> conclusi le mie riflessioni ad alta voce.

<< Ma certo cara - mi assecondò Esme gentile – Sai – proseguì - mi farebbe molto piacere, visto il ristretto numero di invitati, se la cerimonia si svolgesse qui. Potremmo celebrare la funzione nel pomeriggio, nel salone e poi, dopo il tramonto, spostarci in giardino per il rinfresco. Che ne pensi? >>

<< Esme, ti ringrazio, ma non voglio invadere casa vostra e poi io avevo pensato alla radura. I lavori per la casa non saranno ancora iniziati e ci sarà abbastanza spazio per allestire quel che serve per la cerimonia e la cena. Così le tappe fondamentali della mia vita avranno tutte come sfondo e cornice quel luogo. Lì ho ritrovato i miei ricordi con Ed, lì mi ha chiesto di sposarlo, lì voglio diventare sua moglie e lì sorgerà la nostra casa >>

<< E’ un’idea fantastica Bella- urlò Alice mentre probabilmente il tutto prendeva forma nella sua testolina – Sarà un matrimonio di classe, ma intimo. Proprio come desideri tu! >>

<< Perfetto! Allora è deciso >> cinguettarono all’unisono Esme e Rose.

<< Questa, comunque, è e resterà sempre anche casa tua Bella, ormai sei parte della famiglia. Una figlia per me e Carlisle, una sorella per tutti i ragazzi. Ricordalo sempre >>

<< Oh Esme ti prego non farci commuovere. Ci vuole un altro abbraccio ragazze >> si intromise il folletto.

Tuttavia il suo sguardo si fece all’improvviso vacuo per poi spostarsi ai miei jeans.

Rimasi per una fazione di secondo perplessa, prima che il telefono prendesse a suonare. Alice mimò con le labbra il nome di mio padre e io mi affrettai a rispondere.

<< Bells ho sentito ora il tuo messaggio. Che ci fai a casa Cullen? Mi pareva ne avessimo già parlato! Ora vengo a prenderti! >>

<< Papà stai tranquillo, non è successo nulla, ma ci sono delle novità e non appena arriverai ne parleremo. Ciao >> chiusi la conversazione senza che potesse ribattere, non sopportavo quando assumeva quel tono autoritario da poliziotto e poi non volevo affrontare il discorso al telefono.

<< Tranquilla sorellina andrà tutto bene - mi confortò Alice - e poi anche Charlie ti nasconde un segretuccio che renderà la tua permanenza qui con noi molto più semplice! >>

<< Di cosa stai parlando Alice? >> chiesi curiosa.

<< Beh diciamo che tuo padre ha trovato una spalla su cui appoggiarsi, qualcuno che ridimensionasse le sue paranoie, durante il nostro “soggiorno” in Italia >>.

<< Cosa?>>

<< No, non fraintendere, era preoccupatissimo, ma ha trovato conforto in Sue. È una donna forte e ha preso in mano la situazione nonostante le circostanze. Si sono tesi la mano a vicenda. Diventeranno una coppia bellissima. Giocatela bene questa soffiata >> mi sorrise dolce, proprio mentre sentivo la macchina della polizia fermarsi davanti casa Cullen.

Sue era la moglie di Henry Clearwater, l’amico più caro, oltre Billy, che mio padre avesse, prima che un infarto lo stroncasse mentre io correvo in soccorso di Edward a Volterra.

Prima che mi allontanassi da La Push, dopo la trasformazione, Jacob mi aveva detto che era tutta colpa di Victoria.

Victoria. Un’altra questione irrisolta che sembrava essersi dissolta con il mio ritorno da non morta. Chissà forse aveva semplicemente abbandonato ogni proposito di vendetta scoprendo che ero diventata una vampira o forse stava solo escogitando un nuovo piano per agire. Tuttavia la cosa non mi preoccupava più come un tempo, ora ero forte quanto lei, se non di più e non le avrei mai permesso di allontanarmi da Edward. Per ora avrei semplicemente evitato di pensarci almeno fin dopo la mia luna di miele.

Sorrisi per le immagini maliziose che presero a vorticare nella mia testa al solo pensiero della Signor Cullen e consorte in viaggio, soli, novelli sposini.

Era proprio vero che la mente di un vampiro era facile alle distrazioni.

Dovetti ritornare alla realtà quando Alice mi prese per mano per condurmi al piano di sotto.

Arrivammo in soggiorno proprio mentre Carlisle stava accogliendo Charlie nel salone. Tutta l’irruenza di mio padre si infranse contro la cortesia e la gentilezza che gli dimostrarono i genitori di Edward nel farlo accomodare sul divano di fronte a me.

<< Scusa se ho chiuso così la chiamata prima, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi come puoi vedere anche tu. >> decisi di non partire con il piede sbagliato, ma di essere dolce e carina, con la sicurezza di avere un asso nella manica.

 Nel frattempo Edward era venuto al mio fianco e mi aveva preso per mano.

Non volevo né ero in grado di fare troppi giri di parole perciò andai dritta al sodo:

<< Come dici sempre tu papà, la notte porta consiglio e io ed Edward abbiamo deciso di darci, per così dire, una nuova possibilità a vicenda, dare un’altra occasione al nostro amore. Con maturità. Perché io amo e amerò solo lui. >>

Mi dovetti fermare all’istante per via dell’espressione di sorpresa che si era affacciata sul volto di mio padre mentre pronunciavo la parola amore.

<< Dopo tutto quel discorso dovevo aspettarmelo che non avresti aspettato molto >> disse guardando Edward ed ignorando me.

Poi capii che non era la parola amore ad averlo turbato ma l’anello al mio anulare che fissava insistentemente.

<< Papà senti lo so che è una cosa improvvisa … aspetta quale discorso? >> dissi confusa spostando lo sguardo tra Edward e mio padre.

<< Il tuo fidanzato è un ragazzo di altri tempi e ha chiesto prima a me la tua mano. Quando sei tornata, ha voluto incontrarmi e informarmi del fatto che ti ama molto, era dispiaciuto per come erano andate le cose e se tu gli avessi dato una nuova possibilità lui non avrebbe più sprecato tempo e avrebbe fatto sul serio. Ha voluto la mia benedizione, contando sul fatto che non potevo negargliela: in autunno partirete entrambi per la stessa università, andrete, volente o nolente, a vivere assieme e da padre non avrei potuto certo rispondere “Preferisco che viviate nel peccato”. Mi sono ritrovato con le mani legate. La cosa mi ha turbato non poco, tuttavia contavo avessi ereditato da tua madre la genetica repulsione per i legami ufficiali e per Forks, ma mi sono sbagliato. >> disse indicando l’anello.

Non potevo credere che tutti, all’infuori di me, sapessero già delle intenzioni di Edward.

Ma soprattutto non potevo credere che mio padre alla fine la prendesse così bene.

Poi vidi comparire un ghigno sulle sue labbra. Mi voltai verso il mio fidanzato per avere una qualche spiegazione, ma sembrava concentrato a non assecondare l’ilarità che si era dipinta sul volto di mio padre.



Ecco a voi una sorpresa!fatemi sapere che ne pensate!!!

http://www.polyvore.com/cgi/set?id=18083289

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Capitolo 30
*** Trentesimo capitolo ***


Buon pomeriggioragazze! Ecco qui un nuovo capitolo...sono in anticipo ma solo perchè mi si prospetta una faticosa settimana di lavoro, anche il 1' di maggio, e non credo avrò il tempo di postare nel weekend. Premetto che il capitolo che state per leggere non è frutto esclusivo del mio criceto, ma riprende molto le idee della zia Steph, questo perchè certi passi li ho apprezzati così tanto che adattandosi bene alla mia trama non ho voluto stravolgerli. Spero apprezzerete lo stesso. Prima risposte alle recensioni e poi ... Buona Lettura!


ARTLINE: grazie mille ed ecco qui il ghigno di Charlie prendere forma!

GOOGLETTA: ben arrivata!che piacere!spero continuerai a farmi sapere che ne pensi dei miei deliri!

CLA6759: tutte le volte faccio una confusione con i numeri del tuo nick! ihihih comunque mi fa davvero piacere trovare ogni volta una tua recensione!grazie per i complimenti e l'anello lo adoro pure io...chissà se mai ne riceverò uno così...sogniamooooo!vediamo che te ne pare di questo cap...e spero che il link sta volta sia funzionante!

PAOLINA: eccoti! che carina sei! ora capirai perchè Charlie ghigna!baci




TRENTESIMO CAPITOLO

<< D’accordo sposatevi!Ovviamente l’onore di avvertire tua madre lo lascio a te >> si affrettò a dirmi.

Ora capivo cosa gli frullava in testa: confidava nell’avversione di mamma al matrimonio e ad una sua sfuriata per farmi avere un ripensamento, ma dovevo e potevo farcela ad affrontare mia madre. Ancora una volta la felicità di Edward era il mio obbiettivo primario e non avrei permesso a nessuno di ostacolarmi. Anche se comunicare a mia madre la notizia mi terrorizzava.

<< La chiamerò stasera stesso, non appena saremo a casa >> risposi sicura di me.

E così feci, arrivati a casa mi chiusi in camera e composi il numero di Reneè con il cellulare.

Al quinto squillo mia madre si decise a rispondere, irrompendo con una risatina divertita.

<< Mamma? Che succede? >>

<< Oh Bella, che sorpresa! Scusami, c’era Phil che mi rincorreva… ahahah >>

<< Okay, beh come stai? >>

<< Oh qui va tutto così bene, Phil va alla grande, ormai vado sempre a vedere le partite e ho stretto amicizia con le fidanzate e le mogli degli altri giocatori, facciamo anche yoga insieme con alcune! Sono così felice! – seguì un lungo istante di silenzio, tanto che credetti fosse caduta la linea - Ops scusami tesoro! – riprese mesta mia madre - Tu piuttosto come stai? Cominciavo ad essere davvero preoccupata dopo le tue ultime mail così apatiche, ho così insistito con Charlie per farti ritornare qui da noi, ma lui cercava di tranquillizzarmi in ogni modo, sono stata anche tentata di venire. Ora però sento una vocina trillante, che succede tesoro mio? >>

Come al solito mia madre era più una ragazzina alla prima cotta che una figura materna da cui prendere esempio e senza pensarci un attimo era partita in quarta nel raccontarmi la sua vita da novella sposina, ma altrettanto velocemente si era fermata ricordando quale, in teoria, dovesse essere il mio umore dopo l’abbandono di Edward. Purtroppo però non le era nemmeno sfuggita la tonalità della mia nuova voce.

<< Ehm ecco ci sarebbero delle novità. Edward e la sua famiglia sono tornati, c’è stato un gran fraintendimento e quindi è tornato tutto come prima, anzi diciamo meglio. >> avevo parlato velocemente dando meno particolari possibili, il fatto che papà si fosse tenuto per se molti particolari sui recenti avvenimenti mi dava un bel vantaggio.

<< Edward è tornato con tutta la famiglia per te? Oh tesoro mio ero così in pensiero, ma questo è un gesto molto significativo, sai credo che nonostante tutto sia un bravo ragazzo, ma non fargliela passare liscia Bella. Ah gli uomini! >>

<< Mamma diciamo che avevamo da perdonarci parecchie cose a vicenda, abbiamo fatto molti errori entrambi e ci siamo fatti del male l’un l’altra senza accorgercene. Ora abbiamo deciso, in un certo senso, di ricominciare, di affrontare la nostra storia con maturità e serietà. E direi che Edward ha preso in mano la situazione fin troppo seriamente e -cominciai quasi a sussurrare in preda all’agitazione – mi ha chiesto di sposarlo >> dissi infine tutto d’un fiato pronta alle urla di mia madre.

Per la sua lista nera sposarsi da giovani veniva prima di “bollire cuccioli vivi”.

<< La mia bambina di mezza età si sposa? Spero darai a tua madre almeno il tempo di organizzarsi. E voglio subito il numero della madre di Edward. >>

Cosa? Mia madre voleva il numero di chi? Ero sotto shock. Poteva un vampiro rimanere sotto shock?

<< Bella? Ci sei? >>

<< No. Forse. Credo … In questo momento sto avendo un’esperienza extracorporea! Tu non hai nulla in contrario da dire? Non sei furiosa? Non mi accusi di fare l’errore più grande della mia vita? >>

<< Bella sei felice? >>

<< Io … si… ma … >>

<< Sei sicura di Edward? >>

<< Su lui non ho alcun dubbio, questo è poco, ma sicuro! >>

<< Allora io sono felice per te. Mi sembri spaventata, ma solo per un mio giudizio negativo. Sai Bella, forse negli anni mi sono lasciata andare a qualche farneticazione di troppo su quanto fosse sbagliato e stupido sposarsi da ragazzi, ma devi capire che erano riferiti solo alla mia esperienza personale, tesoro. Tu sei diversa da me, tu sei sempre stata più posata e matura di me e non c’è dubbio che tu sappia cosa vuol dire prendere e mantenere un impegno. Credo abbia più possibilità tu di coronare il sogno del “ per sempre felici e contenti ” della maggior parte dei miei coetanei. Dalle tue mail e dagli sporadici resoconti di tuo padre l’avevo intuito che saremmo arrivati a questa svolta, ma non ho mai detto nulla in proposito perché sapevo che non sarebbe servito: tu sei esattamente come tuo padre, una volta presa una decisione sei irremovibile. >>

<< Non pensi che io sia solo un’adolescente come tante, presa da una cotta qualunque? >> ecco rientrare la modalità Bella-insicura che si torturava il labbro inferiore. Possibile che il giudizio di mia madre mi angosciasse così tanto? Mio padre l’aveva pensata proprio bene.

<< Isabella tu non sei mai stata un’adolescente qualunque, anzi non sei mai stata un’adolescente. Fin da piccola hai dimostrato di avere più giudizio di me. Ho sempre peccato nel mio ruolo convenzionale di madre, ma so per certo che sei sempre stata conscia di cosa fosse meglio per te quindi penso di potermi permettere di dire che sono fiera di te. >>

Non potevo crede a quello che Reneè mi stava dicendo, mi stava parlando da madre, avessi potuto, sarei scoppiata in un pianto a dirotto.

<< Grazie mamma >>

<< Certo non nascondo che avrei preferito che aspettassi ancora qualche anno, non mi sento così vecchia da essere già una suocera e non ti venga in mente di farmi diventare anche nonna, sono davvero ancora troppo giovane per quello! >>

<< Mamma! >> la zittii subito, di certo quello sarebbe stato l’unico problema che non ci saremmo mai dovuti porre, ma non mi importava.

<< Ah mia figlia si sposa Phil! –urlò a suo marito prima di tornare a me - Per fortuna sembra tu abbia trovato un’anima antica come te! >>

La telefonata non durò ancora molto perché Reneè doveva correre alla lezione di yoga, ma ovviamente si ripromise di chiamarmi il giorno seguente per avere il numero di Esme.

Mi stesi allora sul mio letto e cominciai a rendermi conto che non potevo chiedere nulla di più dalla vita, ero davvero felice. Certo avrei dovuto superare l’imbarazzo del matrimonio, ero io la sposa e non avrei potuto sottrarmi dall’essere al centro dell’attenzione, ma per Edward l’avrei fatto.

Un colpo sordo alla porta mi distolse dai miei pensieri.

<< Entra pure papà >>

La porta si schiuse piano e un imbarazzo Charlie mi apparve dinnanzi.

<< Ecco io ero venuto per scusarmi per il tiro mancino della telefonata a tua madre, per farmi perdonare le parlerò io ecco... >>

<< Già! – risposi acida pensando all’angoscia che mi aveva attanagliato fin quando Reneè non aveva pronunciato quelle parole che non mi sarei mai aspettata di sentire – Ma purtroppo per te mamma è semplicemente felice e fiera di me e credo che molto presto ce la ritroveremo tra i piedi dato l’entusiasmo che ha mostrato per la fase “preparativi” >> conclusi dolce, sentendomi chiaramente in colpa pensando al vuoto che avrei lasciato una volta che io mi fossi sposata.

Un attimo lui non si sarebbe sentito solo! C’era ancora l’argomento Sue da sollevare, ma forse era meglio aspettare e vedere se Charlie avesse trovato il coraggio di dirmelo spontaneamente e in caso era sempre una carta che ero certa avrei sfruttato in caso di necessità.

<< Andiamo di sotto che ti preparo qualcosa su >> gli dissi con un dolce sorriso, alzandomi dal letto.

Riscaldai delle lasagne e proponendo l’ennesima scusa di aver pasticciato a casa dei Cullen mi sottrassi dalla tortura di buttarne giù anche io.

Mio padre era molto silenzioso, probabilmente era furioso con Reneè, contava su di lei e invece era stato tradito. Solo a lottare contro la mia scelta. Lo osservavo passando da una mano all’altra un bicchiere d’acqua. Avrei pagato milioni per avere il potere di Edward, per sapere esattamente a che pensava, ma non passò molto perché il mio quesito trovasse risposta, spiazzandomi.

<< Credo spezzerai il cuore di Jacob >> mi disse in un sussurro alzandosi per mettere il piatto nel lavandino.

<< Lo so e la cosa non mi fa gustare a pieno la mia felicità, ma se andassimo avanti così sarebbe solo peggio, io amo Edward e voglio passare con lui il resto della mia vita >>

<< Ma Bells, non fraintendermi, io voglio che tu sia felice, ma lui… Non riesco neanche ad immaginare di poterti rivedere ridotta come qualche mese fa. Non l’avrà fatto apposta, ma ti ha lasciata e devastata, chi mi assicura che non lo rifarà? >>

<< Io! >>

<< Oh ma tu sei così innamorata di lui e anche lui lo è di te, quando è venuto qua con Carlisle per chiedermi la tua mano abbiamo parlato a lungo e l’ho visto nei suoi occhi quanto sia grande l’amore che prova per te, ma forse è addirittura troppo. Avete un legame così particolare che mi spaventa. E poi non riesco proprio a capire perché tutta questa fretta, ripensandoci accetterei anche una vostra convivenza all’università, alla fine lontano dagli occhi lontano dal cuore, state facendo un passo così importante neanche … - e si fermò improvvisamente sgranando gli occhi e diventando paonazzo - TU.NON.SARAI…NON.ASPETTERAI.UN.BAMBINO??? >>

Stava quasi per svenire o esplodere, dovevo dire o fare qualcosa, ma ero rimasta spiazzata e ci misi qualche secondo in più a reagire.

<< Papà ma cosa stai dicendo! Non dire stupidaggini! Io non sono incinta e non rientra nei miei piani da qui all’eternità! >> urlai tutto d’un fiato e non appena lo vidi riprendere colore e sentii il suo cuore ricominciare a battere in modo più regolare aggiunsi:

<< Ti sembra così strano che, anche se giovani, due ragazzi facciano le cose per bene e sul serio?! Ma soprattutto lo facciano per AMORE?! E poi l’hai detto tu stesso: c’è di mezzo la questione di Dartmouth ed Edward vuole apparire il più corretto possibile ai tuoi occhi e a quelli della sua famiglia facendo tutto secondo tradizione. >> ecco ero riuscita a non dire bugie! Avevo presentato una faccia della verità omettendo i particolari più compromettenti.

<< Quindi voi non … Oh signore grazie … >> sentii borbottare Charlie.

<< Uhm d’accordo… cercherò di digerire il tutto, ma non ti aspettare abbracci e complicità dall’oggi al domani con Edward, ti prometto solo il massimo impegno e sforzo, okay Bells? >>

<< Grazie papà >> gli dissi abbracciandolo e con mia grande sorpresa e felicità lui contraccambiò. Non so come avrei fatto ad allontanarmi un giorno da lui o quando fosse stato lui a lasciarmi per sempre. Ora però non volevo pensarci. Ora era il mio momento di felicità.

Certo quel contatto così ravvicinato ora cominciava a solleticarmi la gola. Dovevo mandare Charlie a dormire e poi andare a caccia. Ne avrei anche approfittato per parlare con Ed della questione matrimonio-Jacob.

<< Ah Bells, volevo solo dirti che… beh si, ecco…vabbè di tanto in tanto passo del tempo con Sue. Buona notte! >> disse balbettando per poi chiudersi veloce in camera facendomi sorridere.

 





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Capitolo 31
*** Trentunesimo capitolo ***


eccomi!!!!!!!!!!!legalmente è già martedì,ma saprete perdonarmi come io vi perdono per continuare a snobbarmi con pochissimi commenti nonostante io abbia allungato i capitoli, abbia aggiunto i set dei vestiti e faccia i salti mortali per scrivere e postare tra lavoro,studio e faccende di casa...mannaggia!mi fate proprio penare!l'altra sera in preda allo sconforto volevo mollare, sono sincera...ma una mia cara amica mi ha incoraggiato e non mollerò...non fatemi più cadere in depressione vi supplico!spendete 2 secondi quando arrivate in fondo per dirmi se vi è piaciuto o no...leggete in un centinaio possibile che massimo in 4-5 abbiate a cuore il mio criceto e lo incoraggino ?! :(


vabbè un grazie a tutte comunque, per fortuna almeno so che mi leggete! ;)

GOOGLETTA: la sola recensione mi riempie di gioia!grazie!

CLA6759: purtroppo per il matrimonio dovrai aspettare ancora un pò...non ho neanche ancora scritto quel capitolo, spero arrivi presto l'ispirazione perchè voglio sia un sogno!intanto diciamo che cercherò di sistemare tutto per quel momento!un bacione e grazie x avermi aggiunto su msn!!!!!!


per chi volesse mi trova su facebook Fabiana Macedonia o su msn fabymelina@msn.com


per finire piccola pubblicità: Heart, ff sempre sul mondo di twilight...io sono una delle beta...spero appassionerà voi come l'ho amata io!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=480600


Buona Lettura!




TRENTUNESIMO CAPITOLO

Data la buonanotte a mio papà, aspettai di sentirlo russare profondamente, mi cambiai e poi mi gettai nella foresta per raggiungere casa Cullen.

<< Bella! Finalmente! Mio fratello è già in giardino che ti aspetta, l’ho avvertito io che avevi bisogno di andare a caccia. E tranquilla alla fine andrà tutto bene. A dopo >> e sparì al piano di sopra senza darmi neanche il tempo di rispondere.

Non appena misi piede in giardino mi accolse un caldo sorriso e una salda stretta di mano che mi condusse nel folto della foresta.

Era tutto così stupefacente, così vivo nonostante fosse notte. Mi persi ancora una volta a bearmi con ciò che mi scivolava accanto mentre Ed mi guidava nel fitto della vegetazione in cerca di una qualsiasi scia appetibile.

Poi d’improvviso la corsa si arrestò, lui mi guardò dritto negli occhi e posandomi una lieve carezza sulla guancia mi disse:

<< Lasciati guidare dal tuo istinto, io ti seguo >> e mi lasciò la mano.

Io annuii semplicemente, chiusi gli occhi e presi un grosso respiro per riempire le narici di quanta più aria potessi per assaporare più odori possibili.

Fu questione di un secondo e i miei muscoli scattarono all’inseguimento di quell’aroma così dolce ed invitante. Corsi così veloce che non percepii nemmeno la presenza di Ed alle mie spalle.

In breve intercettai la mia preda e persa completamente nei miei istinti e nella mia sete non vidi altro che quella grossa giugulare pulsare per me, mi acquattai e in un battito di ciglia mi ritrovai tra fango e foglie a giocare con il mio pasto. Ovviamente per me era davvero solo un gioco del quale mi stancai in fretta e presto il suo capo fu reclinato, esanime, e il suo collo lacerato dalla mia morsa.

<< Bella! >> quell’urlo disperato provocò un istintivo e terribile ringhio che si propagò nell’aria dal mio petto.  Quando sentii poi una mano posarsi sulla mia spalla scattai in posizione d’attacco abbandonando il mio pasto. Mi voltai furibonda liberando un altro ringhio agghiacciante e balzai addosso a chi aveva avuto l’insana idea di interrompermi mentre placavo la mia sete.

Non appena battei le palpebre, però, un po’ di lucidità ritornò in me e mi accorsi che sotto di me, inerme, c’era Edward che mi guardava senza fiatare. Forse si aspettava che lo attaccassi, così decisi di tenerlo ancora un po’ sulle spine.

Bloccandogli i polsi con una presa ferrea, gli portai le braccia sopra la testa e con un movimento rapido spostai i miei canini nell’incavo del suo collo, poi, molto lentamente, feci scorrere la mia lingua glaciale lungo il suo collo fino ad arrivare al lobo dell’orecchio e mordicchiondolo gli sussurrai:

<< Non so cosa tu avessi da urlare, ma ho parecchia sete e l’unico qui, disposto a placarla è quel bellissimo puma con cui mi stavo intrattenendo. Quindi a meno che tu non abbia di meglio da offrire e voglia ancora diventare mio marito non farlo mai più! >> conclusi mordicchiando ancora un po’ il suo lobo e mollando un po’ la presa dai suoi polsi.

Nel frattempo i suoi lineamenti si erano distesi fino ad un sorriso malizioso e in un secondo le posizioni si invertirono.

<< Non hai idea di che strazio sia stato vederti giocare con un puma, grosso due volte te! Per quello ho urlato, stavo per morire di paura, il che ha dell’ironico visto che sono già morto. Ero terrorizzato che ti potesse succedere qualcosa. Non caccerò mai più con te! Non voglio impazzire. In tutti i sensi. Con questi gesti signorina Swan attenta gravemente alla mia salute, quanto meno mentale >> mi soffiò seducente sulle labbra.

Io gli sorrisi di rimando e mi accostai alle sue labbra per ricongiungermi ad esse. Avevo bisogno di sentirmi a casa. Di sentirmi sicura e in pace.

Purtroppo un applauso divertito distrusse la nostra bolla di felicità.

<< Eh brava la nostra Bellina! Prima gioca e dissangua un puma, poi un vampiro! Ahahahah >>

<< Emmett! >> urlammo insieme io, Edward e Rose apparsa dietro di lui che gli sferrò un pugno sulla testa.

<< Ti avevo detto di lasciarli soli! Ora te ne resterai tu, da solo, per un po’ di notti, sul divano, a ridere delle tue stupide battute! >> così dicendo la mia spalla scomparve inseguita da un piagnucolante e implorante orso.

Io e Edward ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere rialzandoci.

<< Chissà se anche noi fra qualche secolo saremo così >> disse Ed pulendosi dalle foglie e passandosi una mano fra i capelli. Quei capelli così morbidi e lucenti, nei quali avrei volentieri lasciato vagare le mie mani ogni istante da qui all’eternità.

Tuttavia non dovevo distrarmi e affrontare subito la questione spinosa approfittando della ritrovata privacy.

<< Devo dirti una cosa. E non so come la prenderai. Riguarda il matrimonio. >> sputai veloce sentendomi invadere dall’ansia per la sua reazione.

<< Bella, amore, ma che stai dicendo? Non avrai cambiato idea? >> così dicendo posò una mano sul mio fianco riducendo la distanza tra i nostri corpi, mentre con l’altra sotto il mio mento riportava i miei occhi a specchiarsi nei suoi.

<< NO! Certo che no! – urlai – ma… >> dovevo riuscire a dirlo e lui mi sorrise incoraggiandomi a proseguire.

<< Io ecco … si insomma … voglio invitare Jacob e tutto il branco al matrimonio >>.

Ora mi guardava serio, in silenzio, il sorriso era sparito. Presi coraggio e continuai:

<< Lo so che per te può non aver senso, ma anche loro sono la mia famiglia. Jake è parte della mia famiglia. Senza di lui oggi forse non sarei nemmeno qui. Lui ha tenuto insieme i pezzi. E’ grazie a lui se io e te siamo di nuovo insieme. Non so cosa avrei potuto fare se non avessi avuto lui in quei mesi. So che è doloroso per te sentirmi dire queste cose, ma non è altro che la verità. Voglio che Jacob faccia ancora parte della mia vita, voglio il mio migliore amico al mio fianco quel giorno. Voglio che la nostra famiglia e il branco prosegua con la pace, anzi voglio più della pace tra tutti noi. Vedrai ti piaceranno. Senza contare poi che Charlie ora frequenta Sue e ci guadagneremmo solo con mio papà invitando lei e i figli. Ti prego non dirmi di no. Non impormi una scelta perché sai che sceglierei sempre e comunque te, ma questa volta soffrirei >>.

Edward ci mise parecchio a rispondermi poi:

<< L’idea di certo non mi alletta, ma il mio scopo è renderti felice. Non sono così sciocco. Imparo in fretta dai miei errori e non prenderò più decisioni al posto tuo. Se questo è ciò che vuoi invieremo gli inviti a tutti giù a La Push >>.

<< Ehm non credo di poter semplicemente spedire gli inviti e sganciare la bomba a distanza. Mi hanno accettata nel branco e io li ho ripagati voltando loro le spalle. Ferendo Jacob. Credo di dovere a lui, a tutti loro, delle spiegazioni e un invito fatto di persona >>

<< Mi auguro tu stia scherzando Bella – cominciò a sbraitare lui muovendosi avanti e indietro con le mani nei capelli – Ma ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Dovrei lasciarti andare sola, in mezzo a decine di licantropi senza controllo, a comunicare il nostro matrimonio? Ma sei impazzita? Vuoi davvero vedermi distrutto prima del tempo tu! >>

Sapevo non mi avrebbe detto subito sì, ma non immaginavo neppure sarebbe esploso così.

Decisi di avvicinarmi. Gli posai le mani sulle spalle, lo bloccai e lo costrinsi a guardarmi negli occhi:

<< Edward, per favore calmati. Prima di tutto vorrei ricordarti che ora sono una vampira, più forte anche di te e che difficilmente correrei dei rischi. Di certo non ho intenzione di piombare alla riserva come se niente fosse, ma contatterei Sam per avere il permesso. Infine non ho mai pensato di andarci da sola, ma con Charlie.>> mi fermai un attimo per fargli comprendere le mie intenzioni prima di proseguire.

<< Vorrei fossi tu ad accompagnarmi ovviamente, ma non ho idea di come potrebbe prenderla Jake nonostante ci fosse un comando alfa da parte di Sam. Glielo devo Ed, per tutto quello che ha fatto per me. Molto probabilmente mi manderà al diavolo e il capitolo Jacob sarà chiuso una volta per tutte, ma devo provarci almeno un’ultima volta.>>

Lo vidi tranquillizzarsi poco per volta e poi provare ad aprire bocca un paio di volte prima di emettere qualche suono.

<< Chiederai il permesso per entrare alla riserva anche per me, verrò anche io con tuo padre e quando dovrai parlare con Jacob avrai la tua privacy. Così o niente. Tu mi hai chiesto di combattere e io non sacrificherò i miei sentimenti, non terrò a bada la mia gelosia, solo per lasciare campo libero a quel can… a Black >>.

A sentire quelle parole non potei che stringerlo forte a me, ringraziandolo e ricordandogli quanto lo amassi.

Rientrata la crisi e dopo aver ucciso un altro puma e due cervi salutai Ed sulla soglia di casa e mi intrufolai nel mio letto attendendo la sveglia di mio padre.



Ecco il set! (non riesco a rendere il link attivo,se sapete darmi dritte ne sarei lieta!)

http://www.polyvore.com/caccia_cap.31/set?id=18097996


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Capitolo 32
*** Trentaduesimo Capitolo ***


Buon Sabato Ragazze!eccoci qui con un nuovo aggiornamento...caspita avete letto in tantissime l'ultimo capitolo e sono aumentate anche le visite ai capitoli vecchi...sono proprio contenta anche se le recensioni sono sempre poche...

un ringraziamento a tutte coloro che mi hanno inserito tra seguite, preferite, ricordate.


-Googletta: purtroppo la fiducia in me è una cosa che mi è quasi estranea il 90% delle volte...sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e che abbia apprezzato Emm e Rose...un pò di ironia ci vuole...e poi da Emm non ci si può aspettare altro... :) comunque brava o non brava ti assicuro che quando butto giù sti capitoli sono in preda a deliri ispirati ihihihihih

-Cla: prometto di non smettere!spero apprezzerai anche questo nuovo capitolo...un bacioneeee

- Kekka: eccoti di ritorno!che piacere!purtroppo Jake dovrà crogiolare un pò, ma troverà anche lui la felicità...prima o poi....


Buona Lettura e Commentateeeeee!


TRENTADUESIMO CAPITOLO

Era passata una settimana e finalmente la data era stata stabilita.

Per una serie fortuita di eventi io ed Edward ci saremmo sposati lo stesso giorno del mio compleanno: il 13 Settembre.

Certo, avrei preferito sposarmi entro la fine di Agosto, ma essendo l’estate tra la fine del liceo e l’inizio dell’università, Angela e Ben avevano organizzato di passare l’intero mese in viaggio per l’Europa e mi sarebbe spiaciuto non averla al mio fianco il giorno delle nozze.

 Ricordo ancora quel pomeriggio in cui si era offerta di aiutarmi a scrivere gli inviti, non ne avevo certo bisogno, ma si era dimostrata così entusiasta quando le avevo comunicato la novità che non riuscii a dissuaderla dall’offrirsi come aiutante. Avevo anche cercato di convincerla a farmi da damigella con Alice ma proprio come un tempo ero io da umana, era troppo timida per un ruolo del genere. “Sono davvero lusingata per la tua richiesta ma sai, preferisco restare nelle retrovie” mi rispose sorridendomi.

Così avrei avuto una sola damigella dato che Rose come seconda pianista di casa si era offerta di suonare per noi durante la cerimonia. Per la marcia nuziale avevo scelto l’Ave Maria di Schubert e sentirla fluire dalle mani di Rose mi aveva dato i brividi. Ero davvero emozionata.

Per poter andare avanti con i preparativi più particolareggiati però era necessario avere un numero esatto degli invitati così durante la colazione annunciai a mio padre l’intenzione mia e di Edward di voler invitare al matrimonio oltre ad un paio di compagni di scuola, anche Sue con i figli e tutti i ragazzi di La Push. Lui si congratulò compiaciuto con me constatando che finalmente stavo mantenendo un certo equilibrio nelle relazioni e sprecò qualche parola anche in favore del mio futuro marito perché non si era opposto.

<< Non credo che Jake risponderà ad una mia chiamata quindi potresti farti dare da Sue il numero di telefono di Sam così gli chiederò aiuto per riunire i ragazzi da lui per poterli invitarli tutti con Edward >>.

<< Ma non avevi detto che saremmo andati io e te? >>

<< Sì, ma Edward ci tiene ad essere presente e mi lascerà il tempo di parlare con Jake, da sola. Contento? >>.

<< Devo riconoscerlo, quel ragazzo è più furbo di quanto pensassi. Ti lascia libera di fare le tue scelte, ma rimane vigile a marcare il territorio. Eh bravo Cullen che non si bea con la sicurezza di un “si” e combatte! Ultimamente sta acquistando punti il tuo fidanzato. Ho la brutta sensazione che cominci a piacermi. Non appena vedo Sue mi faccio dare il numero di Sam ok? >>

Decisi di tralasciare tutte le sue osservazioni su Edward e accennai semplicemente un si con il capo mentre mi occupavo di lavare la tazza della colazione di Charlie.

<< Ehi Bells, non che tu sia sciupata, ma mangi abbastanza? Qui a casa non tocchi mai cibo. >> urlò mentre saliva le scale. Andava sempre a chiudersi in camera quando telefonava a Sue. Come Reneè pareva un ragazzino alla prima cotta.

<< Tranquillo papà, ci pensa Esme e non farmi avere mai fame. A proposito, sta arrivando Alice a prendermi, vado dai Cullen per il pranzo, ci sono ancora un sacco di cose da decidere e organizzare per il matrimonio. E in serata partiamo. Tu te la caverai da solo vero? >>

Tanto sapevo che sarebbe andato da Sue come ogni volta che non lavorava o io non ero a casa. Anche questo piccolo segreto me lo aveva rivelato Alice tempo fa, quando una sera, prima di cena, era piombata con Rose improvvisamente a casa, con la scusa di un pigiama party tra ragazze cacciando praticamente Charlie fuori di casa. In realtà mi aveva detto che mio padre stava solo trovando un modo per sgattaiolare da Sue, ma era talmente apprensivo che non voleva lasciarmi sola. Da allora mi ero presa l’onere di fingere di essere io la figlia degenere che lo mollava sempre da solo a casa per andare da Edward. A me non costava nulla, anzi mi levava dall’impiccio di dover soprattutto nascondere la mia dieta, non lo facevo sentire in colpa per lasciarmi sola e anzi lo rendevo felice per non dover rinunciare a passare del tempo con Sue. 

<< Sì, vai, io me la so cavare benissimo da solo. Appena ho il numero di Sam ti faccio sapere. Buon viaggio tesoro >>

<< Ciao papà >>

Era così arrivato anche il momento della scelta del vestito. Alice aveva insistito perché ci muovessimo in fretta così che ogni eventuale modifica sarebbe stata fatta per tempo. Io allora avevo azzardato a proporle di disegnarlo lei, ma si rifiutò categoricamente affermando che “Meriti il meglio e io sono e sarò già troppo presa a seguire tutto il resto”.

Grazie alle conoscenze che aveva nel campo della moda aveva però organizzato un paio di appuntamenti nei migliori atelier di Los Angeles e in quel caldo pomeriggio di fine giugno partimmo con la Mercedes di Carlisle.

Avevo cercato in ogni modo di evitare quel viaggio, che mi avrebbe tenuta lontana da Edward per tre lunghissimi giorni. Anche la sera prima della partenza mentre eravamo fuori a caccia avevo dimostrato le mie perplessità.

<< Ricordami ancora una volta perché dobbiamo separarci per tre lunghissimi giorni? >> sbuffai lasciando a terra la carcassa di un grosso cervo.

<< Perché per tradizione la sposa ha bisogno di un abito bianco e il nostro adorato folletto vuole trovare per te il vestito più bello dell’universo intero credo – disse divertito – poi, secondo me, vi divertirete. E al tuo ritorno mi troverai qui a braccia aperte ad attenderti. Quasi vi vedo: quattro bellissime vampire a spasso per L.A. Anzi no, meglio se non immagino, altrimenti potrei ricominciare ad accampare obiezioni per celare la mia smisurata gelosia. Mi meraviglio di Emm, non ha battuto ciglio. >>

<< Ed, per favore, tu geloso? Ma pensi davvero possa esistere qualcuno in grado di competere con te? Dovresti averlo stampato ben in testa che io non ho che occhi per te! Tu, piuttosto, che combinerai con i ragazzi? >> gli risposi mentre mi crogiolavo nel suo forte abbraccio.

<< Beh mi godrò i miei ultimi giorni da scapolo libero irretendo tutte le ragazze single di Forks ovviamente! >> disse con cipiglio malizioso. In risposta ebbe un bel pugno sulla spalla che gli fece perdere la presa dai miei fianchi, permettendomi di allontanarmi.

<< Edward Cullen, sei proprio uno stupido >> ridacchiai incominciando a correre verso casa. Sapevo mi avrebbe raggiunta prima e si sarebbe fatto perdonare.

Rose stava guidando da circa 10 ore, la luna brillava alta nel cielo e Alice non la smetteva un attimo di cantare. Fortunatamente era seduta dietro con Esme e i miei timpani potevano giovare di un poco di distanza. Io più che altro mi perdevo ad osservare il paesaggio trasformarsi veloce con il nostro passaggio. Ogni tanto la vibrazione del mio cellulare mi riportava alla realtà: era Edward che mi rassicurava invitandomi a divertirmi e mi ricordava quanto mi amasse. Avevo appena risposto all’ultimo sms dicendogli che già mi mancava da impazzire quando la voce di Rose mi fece sobbalzare:

<< Hai già pensato a come lo vorresti? L’abito intendo >>

Intanto anche Alice aveva smesso di cantare e tutte aspettavano una mia risposta.

<< Beh se devo essere sincera no. Vorrei qualcosa di semplice ma ricercato. Qualcosa di unico. Voglio sorprendere Edward. E assolutamente niente strascichi vaporosi! >>

<< Beh tesoro mio è già una bella base di partenza direi. Vedrai, troveremo ciò che fa per te e che lascerà mio figlio a bocca aperta >>.

<< Ahahah non vorrei perdermi la scena per nulla al mondo. Vedere quel bell’imbusto di mio fratello, una volta tanto, ammutolito. >> ridacchiò Rose.

Dopo altre 5 ore di viaggio e non 10, in cui a guidare fui io, arrivammo all’Hilton. Eh già avremmo alloggiato in un lussuosissimo hotel del centro. Alice si era occupata di preparare dei mini trolley per ognuna di noi, potevo solo immaginare che vestiti all’ultima moda e poco confortevoli avesse scelto. Per fortuna almeno per il viaggio mi aveva concesso un comodo paio di jeans, scarpe da ginnastica, una maglietta, giubottino di pelle nero, una coda alta poco curata e occhiali da sole. Questi non erano veramente necessari ma avevo preso l’abitudine di portarli girando per Forks per far notare il meno possibile la scomparsa delle mie iridi color cioccolato.

Una volta condotte alle nostre stanze comunicanti, io e Alice in una ed Esme e Rose nell’altra, fui letteralmente gettata sotto la doccia da Alice che mi promise avrebbe posto rimedio alla mia trascuratezza adotta per il viaggio. E così fece.

Alle 18 ci ritrovammo tutte nella hall dell’albergo, pronte a dirigerci al primo atelier.

Esme indossava un semplice tubino morbido lilla, con un moderato scollo ovale, un sottile cinturino in vita, alti decolté di coccodrillo bianchi con borsa coordinata. I cappelli lisciati e raccolti in una bella cosa.

Anche Rose indossava un tubino, ma il suo era rosso con lo scollo a “V” che terminava con un fiocco. Ai piedi portava alti sandali abbinati. Completava il quadro una pochette di pietruzze argentee. Sulle spalle le ricadevano poi lunghi boccoli biondi.

Alice aveva una camicetta nera con colletto alto e un fiocco che scendeva sul davanti e una gonna bianca con grossi bottoni d’orati in stile marinaretto che, aderentissima, le fasciava le sottili gambe, slanciate da degli alti stiletti di pelle nera.

Ed infine c’ero io. Alice aveva scelto per me un cortissimo vestito a palloncino di chiffon a strisce nere e rosa antico senta spalline. Il bustino mi fasciava perfettamente facendo risaltare più del dovuto il mio seno con l’aiuto di un vistoso fiocco. I capelli lasciati sciolti e ribelli. Ai piedi alti decolté dalla punta aperta fatti da fascette nere, rose e pitonate.

Purtroppo il primo tentativo per trovare l’abito da sposa fallì così come i tre successivi. Mi avevano mostrato vestiti troppo elaborati e pomposi in cui non mi vedevo. Il folletto aveva ormai esaurito i suoi contatti in città e ora camminavo, con Esme al mio fianco, per le vie di L.A. dopo aver visitato un paio di gioiellerie. Avevo acquistato un paio di gemelli da regalare a Charlie per il matrimonio e un regalo per le ragazze. Alice e Rose le avevamo lasciate nell’ultimo atelier per la misurazione dei loro abiti per la cerimonia. Tutte avevano il loro vestito tranne la sposa. Ne avevo comprato uno anche per mia madre: un vestitino sbarazzino verde con una fascia nera sotto il seno e due spalline che da questa si incrociavano sul davanti per sostenere i veli leggeri che arrivavano al ginocchio. Decolté nere senza punta e pochette di raso nero.

<< Tesoro non ti preoccupare, lo troveremo! Vorrà dire che faremo un altro viaggetto tra noi ragazze >>.

Mi disse amorevole Esme posandomi la mano sulla spalla.

Per risponderle fui costretta ad alzare il capo che da interi isolati era chino e sconsolato sui miei piedi. E fu così che lo vidi. Era dall’altro lato della strada e come una calamita mi chiamava a sé. Guardai appena mentre mi lanciavo in strada di non impattare contro qualche macchina. Mi fermai poi sul marciapiede, a pochi passi di distanza, incantata.

<< Bella ma che ti prende? Mi hai fatto spaventare! >>

Mi rimproverò Esme, ma, giunta al mio fianco, non appena vide ciò che stavo fissando imbambolata si zittì. Prese il telefono, fece una breve telefonata poi mi prese sotto braccio e ci muovemmo.

 “Sweet Bride” un piccolo negozio d’abiti da sposa era ciò che aveva attirato la mia attenzione o meglio, era stato l’abito bianco esposto in vetrina ad ammaliarmi.

Ora ero chiusa nel camerino con l’abito in dosso e avevo percepito che fuori ad attendermi oltre ad Esme e l’anziana proprietaria, erano arrivate Rose e Alice. Chissà che insulti mi sarei beccata per aver messo piede in un negozio così. Mi voltai verso lo specchio e presi coraggio, non mi sarebbe importato il loro giudizio, ormai l’avevo trovato! Feci un respiro profondo, girai su me stessa ed uscii.

Gli occhi di tutte si catalizzarono su di me e … silenzio … il silenzio più assoluto!

Poi le labbra di Alice si aprirono in una “O” muta mentre Rose, Esme e la signora presero a sorridermi dolcemente.

<< Bella sei meravigliosa! Mio figlio non poteva scegliere creatura più bella e quando arriverai all’altare lo sconvolgerai! >> si lasciò andare Esme venendomi incontro per abbracciarmi.

<< Sembra che l’abbia creato apposta per lei. Le calza perfettamente signorina. Sembra un angelo!>> si aggiunse la signora.

<< È vero! Sembri proprio un angelo sorellina! Sono così felice! Sarà un gran giorno, ora vedo tutto alla perfezione! >> si lasciò sfuggire Alice sottovoce.

<< Sarai una sposa stupenda! >> sentenziò Rose.

Non avendo bisogno di modifiche per l’abito potei pagare e in fretta rientrammo in albergo. Entro un paio d’ore saremmo ripartite. Fortunatamente il tempo era stato dalla nostra e le nuvole ci avevano permesso di scorazzare in lungo e largo.

Proprio mentre varcavamo la porta della stanza il mio telefono cominciò a squillare, era mio padre.

<< Ciao papà! Non puoi neanche immaginare, l’ho trovato ed è … beh è da me ed è magnifico! >>

<< Wow Bells quanto entusiasmo! Ma di cosa stai parlando? >>

<< Uffa Charlie! Del vestito! Ho trovato il vestito! Vabbè... A cosa devo questa chiamata? >>

<< Volevo sapere come stava la mia bambina a centinaia di chilometri lontana da casa e poi avrei da darti un numero … >>.

<< Oh Sue te l’ha dato? >>

<< Certo e ha anche accennato qualcosa a Sam, in segreto ovviamente, e lui ha detto che aspetta una tua telefonata. Quindi prendi carta e penna! >>

Ringraziai per almeno cinque minuti mio padre poi lo salutai. Volevo chiamare subito Sam!

Composi il numero e al secondo squillo mi rispose Emily che gentilmente mi chiese come stavo e poi mi passò il suo compagno.

Sam ascoltò tutte le mie intenzioni senza fiatare e alla fine acconsentì di buon grado di accordarci l’entrata alla riserva e di organizzare una riunione da lui. Prima che potessi concludere la telefonata però intavolò lui un nuovo argomento:

<< Sai Bella stavo pensando che al prossimo falò, che si terrà fra una settimana, potremmo invitare tuo padre e magari svelargli i segreti della tribù. So che non ha realmente legami con qualcuno del branco, ma come tu ben saprai passa molto tempo a casa di Sue e con Leah e Seth potrebbero nascere problemi. Sarebbe un modo per rendere la vita più semplice a tutti. Anche a voi forse. Ecco volevo sapere cosa ne pensavi … >>

<< Ecco … io … non saprei. Non avevo mai preso in considerazione l’idea di poter far capire meglio a mio padre la mia situazione senza in realtà essere io a dire qualcosa, ma facendolo attraverso la vostra storia. Certo così sarebbe tutto più semplice e non rischierebbe nulla. Prima di dirti un “si” però ne voglio parlare con Edward e la sua famiglia. Ora sono fuori città, ma ti richiamerò al più presto! E grazie per quello che stai facendo per me, soprattutto per Jake. So di aver sbagliato, ma devo parlargli e così ci riuscirò >>.

<< Purtroppo so cosa vuol dire amare qualcuno ma non abbastanza da impedire che soffra a causa propria. Credo tu sappia la mia storia. E poi Jacob ha ancora il suo imprinting che lo aspetta e lo aiuterà. Penso solo che per voi ci sia ancora una speranza, la vostra amicizia supererà ogni cosa. A presto Bella >>

Così la conversazione finii. Mi sentivo leggera! Un’ altra cosa stava andando per il verso giusto. Ero al settimo cielo! Così rientrai dalla terrazza su cui mi ero isolata per le mie telefonate e fiondandomi nella camera di Rose le saltai al collo gioiosa:

<< Mia cara Rose prima di andarcene da questa bellissima città ho bisogno di te per comprare una macchina! Veloce e costosa! Al diavolo tutto! Oggi sono troppo contenta e al mio ritorno voglio far morire Ed di invidia! >>

Alle mie parole tutte mi guardavano allibite, ma non se lo fecero ripetere due volte, presero le borsette e ci fiondammo di nuovo in centro alla ricerca della mia prima macchina del dopo!

Proprio nell’istante in cui lasciavamo il concessionario, conoscenza in questo caso di Rose, dove tutti accorsero ai nostri servigi nonostante stessero per chiudere, fui bloccata dal cellulare che squillava di nuovo.

<< Bella, amore, siamo rientrati, voi dove siete? Cosa stai facendo? >> mi chiese dolce Edward.

<< Non lo immagineresti mai! ………. >>



Welcome to L.A.

http://www.polyvore.com/welcome_to_cap.32/set?id=18085119

In giro per L.A.
http://www.polyvore.com/in_giro_per_cap.32/set?id=18074601

 

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Capitolo 33
*** Trentatresimo Capitolo ***


Buona sera carissime...vi scrivo da sotto le coperte...purtroppo ho la febbre....quindi le cose si complicano...i capitoli già pronti scarseggiano...lo studio e il lavoro da settimana prossima incomberanno terribilmente indi per cui se volete che io faccia i salti mortali voglio un piccolo sforzo da parte vostra...oggi ho sbriciato chi segue/preferisce la mia ff...

1 - 00Stella00
2 - annatfl
3 - artline
4 - Bra
5 - bulmettina
6 - ChiccaCullen
7 - cla6759
8 - clakkycullen
9 - crista
10 - cullen91
11 - ebj
12 - elvira910
13 - espa2009
14 - Ginny Weasley 95
15 - Gio Clearwater
16 - JoeyPotter90
17 - kekka cullen
18 - kygo
19 - Moon Light
20 - morettina_na
21 - mosis
22 - Paolina
23 - princess apache
24 - Scaxa_Swan
25 - Scorpiusthebest
26 - sene
27 - serinetta
28 - sierracullen

1 - 00Stella00
2 - airuka
3 - alessandraxxx81
4 - ale_jackson_twilighter
5 - alice91
6 - AmyGoku
7 - angioletto86
8 - aquizziana
9 - Biaa
10 - chiaro di luna
11 - CrisAngels
12 - deisy87
13 - desi85
14 - Eva17
15 - gattoncini
16 - giselle
17 - gismy88
18 - Giulia miao
19 - googletta
20 - iaia_twl
21 - IsaBelle91
22 - ishizu
23 - jacopo25
24 - jecca92
25 - Joey88
26 - Karima
27 - kekka cullen
28 - krysalia
29 - kygo
30 - Lady_kira
31 - LuNa1312
32 - marty97cullen
33 - Melly Cullen
34 - morkia90
35 - noemi s
36 - Paolina
37 - pazzamente unica
38 - Pretty_Bea_Cullen
39 - raf
40 - rebecca73
41 - samby14
42 - saratokio
43 - Scaxa_Swan
44 - sierracullen
45 - sissilotti
46 - superlettrice
47 - susanna73
48 - Twilight4ever93
49 - twilighterpazza
50 - Twilly
51 - vanessa_91_
52 - wilma


Qualcuna si ripete ma almeno in una sessantina siete sicuro...le letture poi sono sempre quasi 200...qualcuna di voi almeno una volta si è fatta sentire...qualcun'altra recensisce più frequentemente... quindi per poter leggere il prossimo capitolo vi chiedo almeno 20 recensioni per avere il prossimo capitolo entro domenica...altrimenti credo che i tempi si allungheranno parecchio per via degli impegni...

altro particolare...allora vi piacciono i link con i vestiti ????

fatemi sentire le vostre opinioni, non vi costa niente se non farmi tanto felice....


ELVIRA910 : innanzi tutto ben tornata!per quanto riguarda Sam dico solo che a breve si parlerà anche un pò di lui e si capirà meglio il suo atteggiamento...non sparire più eh! il vestito lo avrete quando arriverà il matrimonio promesso...dico solo che Rose farà qualche spoiler a brevissimo! :)

CLA6759 : Sono contenta tu abbia apprezzato i set di abiti...c'ho messo davvero molto a comporli...e sappi che se esistesse davvero una come Alice ci picchieremmo in molte per averla tutta per noi!

KEKKA CULLEN : eh qui tutte la invidiamo per il suo futuro maritino!mi fa piacere ti siano piaciuti i vestiti...sono impazzita per trovare quello giusto per ognuna di loro...a quanto pare sono stata brava!per fortuna! presto comunque saprai anche come reagirà Charlie...ed entrerai anche un pò nella testa del nostro lupacchiotto...

ORA BUONA LETTURA E PIù COMMENTERETE PRIMA ARRIVERA' IL CAPITOLO NUOVO!


TRENTATREESIMO CAPITOLO

Punto di vista di Rose

Alice era andata a prendere Bella come di consueto in tarda mattinata e oggi avremmo finalmente scelto il menù del rinfresco. Ovviamente per noi non sarebbe stato necessario, ma per i genitori di Bella e per i nostri compagni di sicuro sì, senza contare che molto probabilmente ci saremmo ritrovati tra i piedi almeno un paio di cani pulciosi. Tuttavia riuscire a dire la nostra fu un’impresa con Alice “capo cantiere”, ma dopo un paio d’ore di “contrattazione” riuscimmo ad essere tutte d’accordo e una volta saputo il numero esatto di invitati “mangianti” avremmo confermato tutto all’impresa di catering.

Ora potevamo partire per L.A. Convincere Bella era stata un’impresa quasi titanica, ma il fatto che venisse anche Esme aveva lievemente facilitato la cosa, senza contare che avevamo il benestare del capo Swan.

Non era stato nemmeno tanto semplice far mandare giù la pillola ai ragazzi, Edward in primis, seguito dal mio Emm e sostenuto perfino da Jazz, aveva cominciato ad accampare ogni tipo di obiezione ai nostri tre giorni fuori casa. Per fortuna era intervenuto Carlisle che, stringendo forte a se Esme e baciandola dolcemente, li aveva rimproverati tutti: “Ah ragazzi miei, ne avete ancora di strada da fare per essere dei buoni mariti, giocare a fare gli adolescenti ha annullato completamente la vostra centenaria maturità! La libertà è un fattore fondamentale in un matrimonio! Lasciate che le ragazze vadano a L.A. senza fare troppe storie, fra tre giorni, e non trecento anni, saranno di nuovo qui. Noi ne approfitteremo per passare qualche giorno alla baita tra uomini! “

Così tra qualche sbuffo e mugugno nessuno sollevò più proteste.

Ora stavamo caricando i bagagli nella macchina di Carlisle, con i vetri oscurati era come sempre la macchina migliore per fare lunghi viaggi quando si era in tanti.

A riempire i nostri trolley con tutto il necessario, a questo giro, ci aveva pensato Alice. Si era occupata anche di quella di Esme e della mia. Già avevo permesso a mia sorella di farmi la valigia senza avere la minima idea di ciò che ci avrebbe messo dentro. Non era da me e ne ero conscia, ma avevo preso la cosa con spensieratezza e un po’ di ilarità immaginando il broncio di Bella alla notizia. A dirla davvero tutta cominciavo a vedere ed apprezzare i lati positivi del suo arrivo nella nostra famiglia. Non l’avrei mai confessato a nessuno, neanche sotto tortura (e ogni giorno mi impegnavo a riempire come sempre la testa di frivolezze per tenere lontano Edward!), ma anche io mi stavo davvero affezionando a quello scricciolo e poi non potevo ignorare la ventata d’aria fresca che aveva portato. Come rendesse felice tutti quanti. Edward era rinato e dopo qualche incidente di percorso, ora era l’essere più felice del mondo. Carlisle ed Esme si sentivano dopo anni di nuovi dei genitori impegnati. Alice aveva legato con lei in modo impressionante già quando lei era umana e ora viveva perennemente con un sorriso sulle labbra perché conscia di poter fare di Bella la sua bambolina quasi sempre. Emmett si divertiva un mondo a metterla in imbarazzo. Con lei poteva sfoderare tutto il suo lato fanciullesco e se all’inizio questa cosa mi innervosiva ora l’apprezzavo perché con lei il mio orsetto poteva sfogarsi un po’. Infine c’era Jazz che, in primis giovava dell’umore gioioso di tutti e poi adorava giocare a scacchi con lei perché finalmente aveva un’avversaria priva di poteri extra, anche se continuava comunque a perdere. Fatto da non tralasciare poi era che non avrebbe più avuto problemi di “sete” ora che anche lei era una vampira, anche se, il fatto che riuscisse a controllarsi così bene nonostante fosse solo una neonata ancora lo turbava.

Ora eravamo in auto, guidavo io e la cosa mi rilassava, anche se le mie orecchie cominciavano a non sopportare più il canticchiare di Alice.

Bella invece era silenziosa e per lo più persa nel guardare fuori dal finestrino. Di sicuro le mancava mio fratello, appena appariva l’avviso di un nuovo messaggio sul suo cellulare si rianimava. Che rapporto insolito e irreale avevano quei due! Decisi allora di rompere il ghiaccio e intavolare una sana chiacchierata per zittire Alice.

<< Hai già pensato a come lo vorresti? L’abito intendo >> le chiesi voltandomi un poco per guardarla.

Aspettavamo tutte una sua risposta in religioso silenzio.

<< Beh se devo essere sincera no. Vorrei qualcosa di semplice ma ricercato. Qualcosa di unico. Voglio sorprendere Edward. E assolutamente niente strascichi vaporosi! >> rispose prima titubante e poi acquistando sicurezza.

<< Beh tesoro mio è già una bella base di partenza direi. Vedrai, troveremo ciò che fa per te e che lascerà mio figlio a bocca aperta >>. Le disse nostra madre.

Ed io non potei evitare di farmi scappare un’ironica speranza:

<< Ahahah non vorrei perdermi la scena per nulla al mondo. Vedere quel bell’imbusto di mio fratello, una volta tanto, ammutolito. >>

Le successive 5 ore di macchina che ci separavano dalla nostra meta passarono in fretta mentre ala guida era passata proprio Bella. Guidava davvero bene, ero un vero spreco su quella vecchia ferraglia rossa del suo pick up.

Arrivate in albergo Alice non impiegò molto a ritornare la dittatrice di sempre e intimò alla futura sposina doccia e re-styling. In un paio d’ore eravamo, più belle che mai, nel primo atelier. Inutile dire che l’appuntamento, come d’altronde tutti quelli successivi, fu un completo buco nell’acqua. Gli abiti proposti erano senz’altro di classe, ma troppo vistosi ed elaborati per un tipo come Bella ed, infatti, non si trovò neanche nella situazione di essere indecisa: li bocciò tutti, uno dopo l’altro. All’ultimo tentativo tuttavia io, Alice ed Esme avevamo trovato, con il benestare della sposa i nostri abiti per la cerimonia.

Esme avrebbe indossato un tubino arancio scuro che nella parte al di sotto al seno fino alla vita tendeva al marrone, la scollatura era morbida e le spalle coperte da due spalline, ciascuna. L’abito le calzava a pennello e una volta abbinata una pochette d’orata e un paio di decolté sempre d’oro con la punta aperta aveva deciso di seguire Bella fuori.

Mentre aspettavo che la sarta controllasse anche me, osservavo Alice nel suo mini vestito che dal grigio tenue andava al color carne. Sul davanti c’era una strana fantasia che sembrava quasi pelle di serpente. Il tutto era coperto da un velo bianco trasparente che seguiva la scollatura e scendeva lungo i fianchi. Eccentrica com’era, la scelta era caduta su un abito senza spalline e un sandalo che saliva alla caviglia con un morbido motivo floreale, il tutto abbinato ad una pochette di pelle di un rosa pallido. Alice voleva fosse stretto un po’ in vita per sottolineare la sua figura filiforme.

Io, di contro, come sempre non sarei passata inosservata. Il mio era un lungo abito di seta, blu intenso. Il seno era fasciato da uno stretto bustino decorato da inserzioni di pietre luccicanti. Una sola, voluminosa spallina reggeva il tutto che, aderente mi fasciava i fianchi per riaprirsi un poco dal ginocchio in giù. Ai piedi avrei messo un paio di sandali decorati con Swarovski e una semplice pochette sempre blu con un fiocco di brillantini. A differenza di mia sorella io necessitavo di qualche modifica per meglio accomodare le mie forme prorompenti.

Ad un tratto il telefono di Alice cominciò a squillare insistentemente: era Esme che comunicò semplicemente un indirizzo pregandoci di raggiungerla il prima possibile.

Le sarte ci lasciarono andare e in un battito di ciglia fummo dove nostra madre ci aveva guidato.

Davanti a quell’insegna Alice storceva il naso e io … beh di cosa mi potevo meravigliare?

Entrammo e con un cenno Esme ci disse di aspettare in silenzio perché Bella stava per uscire dal camerino. Sentii che prendeva un profondo respiro e … eccola davanti a noi.

Un sottile velo di pizzo le fasciava il collo scendendo a coprire appena le spalle e poi giù, fino ai piedi, ad aprirsi in una piccola coda a strascico. Con mio compiacimento si intravedeva una profonda scollatura prima che l’abito perdesse la trasparenza. Era così semplice e al tempo stesso fine, elegante, sensuale, avrei osato dire regale. Si abbinava splendidamente con la sua pallida carnagione e il contrasto con i pochi ciuffi rossicci che le ricadevano dallo chignon che aveva improvvisato per alzare i capelli. Risplendeva di luce propria! Era stupenda e gli occhi d’orati le brillavano come mai.

Anche mia sorella e mia madre probabilmente erano perse in queste considerazioni estasiate perché da quando era uscita dal camerino era piombato il silenzio.

Sui nostri volti era nato un sorriso spontaneo fino a che mia madre non parlò per evitare che a Bella venisse una crisi di panico andandola ad abbracciare.

<< Bella sei meravigliosa! Mio figlio non poteva scegliere creatura più bella e quando arriverai all’altare lo sconvolgerai! >>

<< Sembra che l’abbia creato apposta per lei. Le calza perfettamente signorina. Sembra un angelo! >> sentenziò la signora del negozio.

<< È vero! Sembri proprio un angelo sorellina! Sono così felice! Sarà un gran giorno, ora vedo tutto alla perfezione! >> si lasciò sfuggire Alice sottovoce.

<< Sarai una sposa stupenda! >> sentenziai.

Proprio perché sembra che l’abito le fosse stato cucito addosso potemmo pagare e uscire in fretta.

Arrivate in albergo Bella ricevette prima la chiamata di Charlie e poi si intrattenne con Sam, capo di quei fetidi pulciosi.

Rientrata in camera mi saltò al collo completamente su di giri:

<< Mia cara Rose prima di andarcene da questa bellissima città ho bisogno di te per comprare una macchina! Veloce e costosa! Al diavolo tutto! Oggi sono troppo contenta e al mio ritorno voglio far morire Ed di invidia! >>

Non potevo credere alle mie orecchie mentre le nostre compagne di viaggio la guardavano quasi sotto shock.

Non me lo feci ripetere due volte, presi il telefono e contattai Mark il mio rivenditore di fiducia dell’East Cost. Nonostante fossero in chiusura ci avrebbero aspettato, sapeva che con me ci avrebbe solo guadagnato.

Non appena varcammo il garage di lusso vidi Bella puntare lo sguardo su una splendida Aston Martin One 77 volante, ergo cabrio. Un gioiellino per pochi! Pensavo fosse ancora solo in fase di elaborazione, ma dovevo sapere che con Mark ogni sogno è realtà! Nello specifico 710 cavalli montati su un’ossatura monoscocca in carbonio, con carrozzeria in alluminio e tela del tettuccio retrattile.

<< Questa! La voglio! Che ne dici Rose? >> mi disse con quello sguardo da cerbiatta che solo Bella poteva fare.

<< Dico che per aver guidato fino a ieri un vecchio Chevrolet sgangherato hai gran gusto. Senza contare che stai dimostrando, ancora una volta, che non potresti che essere la futura moglie di Edward >> ridacchiai pensando quanto fosse patito di Aston Martin Edward.

<< Quindi lei è Miss Isabella? Sono davvero lieto di conoscerla! Il signor Cullen ha più volte accennato a lei e alla sua avversione verso un degno regalo a quattro ruote durante le nostre chiacchierate ma credo si dovrà ricredere molto presto >> le disse Mark stringendole la mano e strappandole un generoso sorriso.

<< Purtroppo dobbiamo ripartire. Possiamo metterla su strada subito? >>

<< Certo che si mia cara Rosalie, ecco a voi le chiavi, a tutto il resto penserò io >> mi fece un baciamano e poi mi porse le chiavi.

<< No, no, il gioiellino è tutto di Isabella, dalle a lei >> e così fece.

Bella non batté ciglio nello staccare, dal libretto datole di Edward, un assegno da oltre un milione e mezzo di dollari per un’auto.

Alice ed Esme seguirono tutta la scena in religioso silenzio ancora stupite.

Proprio mentre Bella si stava per sedere alla guida del suo nuovo acquisto le suonò il cellulare, lo estrasse dalla borsetta e rispose a mio fratello:

<< Non lo immagineresti mai! – ridacchiò – ma è una sorpresa! Sappi solo che questa vacanza è stata fantastica e ha dato ottimi frutti! Ci stiamo per rimettere in viaggio e fra 15 ore saprai tutto! Ah Edward prometti che non controllerai il conto in banca per i prossimi cento anni! >> disse tutto d’un fiato scatenando l’ilarità di tutte noi.

<< Bella? Bella? Che vuol dire? Che hai fatto? >>

<< Ed devo chiudere! Ci vediamo presto! Ti amo! >> chiuse la telefonata e partimmo in direzione di Forks, io e Bella sull’Aston e Alice ed Esme sulla Mercedes.

Poco prima che la mia compagna schiacciasse sull’acceleratore il mio cellulare vibrò:

“ Ho visto che la nostra sorellina riuscirà a schiacciare l’acceleratore più di me e di te. Lasciala divertirsi, non ci saranno problemi. Ci vediamo a casa Thelma&Louise! Alice “


ABITI DA CERIMONIA

http://www.polyvore.com/girlsmisemarriage_cap.33/set?id=18052640

DI NUOVO VERSO FORKS
BELLA&ROSE
http://www.polyvore.com/thelma_luise_cap.33/set?id=18080572
ALICE&ESME http://www.polyvore.com/back_to_forks_cap.33/set?id=18082135

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Capitolo 34
*** Trentaquattro Capitolo ***


Buona sera ragazze....mi spiace per il ritardo, ma come avevo premesso lo scorso capitolo, sto passando un periodaccio e ho testa e corpo assorbiti da mille pensieri e dal lavoro...

Noto con piacere che avete letto in molte il cap...Vorrei ringraziare le nuove arrivate tra seguiti,preferiti e ricordati e le 4 che hanno commentato...

BELLINA3000: guarda che se prometti poi io ci credo eh!ihihih tranquilla quando ti va mi dici che ne pensi!un bacione e grazie!!!!!!!

CLAUDIA6759: diciamo che la Meyer non ci fa amare molto Rose io invece ho voluto rivalutarla e sarà sempre meglio...farò sciogliere la bionda di marmo!ihihih

ALESSANDRAXXX81: tutta di un fiato???pensavo di essere la sola pazza che faceva cose del genere...che onore!grazie!

SCAXA_SWAN: grazie!beh io ho preferito dare un pò più di colore a Bella!grazie!


Buona lettura!!!!



TRENTAQUATTRESIMO CAPITOLO        (POV Bella)

Avevamo appena svoltato nel vialetto di casa Cullen e avevo pregato Rose di non farsi leggere nulla, della macchina, nella testa da suo fratello che, al suono dello stridere delle gomme sulla ghiaia, era schizzato fuori per riabbracciarmi. Ora però se ne stava fisso a guardarmi mentre Rose gli era sfilata accanto sussurandogli all’orecchio:

<< Chiudi la bocca Ed o entreranno le mosche! – poi varcando la porta urlò – Emm sono a casa! >>

Vedendo che il mio futuro marito non dava segni di ripresa, scesi dalla mia micetta e gli andai incontro, allacciai le braccia al suo collo e stampandogli un sonoro bacio sulle labbra cercai di farlo riprendere:

<< Allora? Che ne dici? Lo so che non è da me, ma … sì, sono al settimo cielo e voglio vivere a pieno la nostra eternità! Non appena mi sarò laureata e avrò un lavoro comincerò a ripagarti. Ed dimmi qualcosa per favore! Sei furioso? >>

La sua unica risposta fu stringermi forte a se e baciarmi come se fossimo rimasti separati per anni e non pochi giorni. Di certo io non mi sottrassi e fui lieta di averlo trovato davvero a braccia aperte ad aspettarmi.

<< Me la farai almeno guidare qualche volta? >> mi sussurrò piano sulle labbra aprendosi in un solare sorriso.

<< Mmm non so, Mark e Rose hanno detto che ho scelto un gioiello più unico che raro, non vorrei me la rovinassi >> dissi ridacchiando.

Nel frattempo erano arrivate anche Esme e Alice e tutta la famiglia si era riunita sotto il portico. Esme e Carlisle si baciarono dolcemente, Alice saltò letteralmente al collo di Jazz ricoprendolo di baci, Rose invece si trovava completamente immersa tra le enormi braccia di Emmet che la baciava con passione. Dopo i saluti, ci stavano tutti fissando o meglio, i ragazzi guardavano l’Aston e chiedevano spiegazioni.

Edward si staccò un poco e mi guardò torvo.

<< Sto scherzando! Se mi guardi così mi metti paura! Ora però entriamo, ho bisogno di parlare con tutti >> lo presi per mano e andai incontro alla nostra famiglia.

<< È bello essere a casa, ma c’è qualcosa di cui avrei bisogno di discutere subito. >>

Carlisle mi fece un segno d’assenso e continuai:

<< Mentre eravamo a L.A. Charlie mi ha fatto avere il numero di Sam e l’ho chiamato. Oltre a darmi il permesso di entrare alla riserva domani per invitare tutti al matrimonio, mi ha comunicato l’intenzione di voler far partecipare al prossimo falò mio padre per svelargli tutta la storia della tribù, del branco e di conseguenza la vostra. Voleva sapere se fossi d’accordo, ma gli ho risposto che prima ne avrei parlato con tutti voi. >> spiegai brevemente.

<< Apprezzo la tua scelta e ti ringrazio per aver scelto di parlare prima con tutti, ma si tratta della Tua storia Bella e devi decidere tu se vuoi che tuo padre la sappia. Noi saremo al tuo fianco sempre e comunque. >> mi disse Carlisle posandomi una mano sulla spalla.

Tutti mi guardavo sorridendo come a confermare le parole del loro capo famiglia, ma a me interessava l’opinione di Edward.

<< Tu che ne pensi? >> gli chiesi.

<< Come ha detto Carlisle è una scelta che spetta soltanto a te. Di me non mi interessa nulla, ho solo paura che tu possa soffrire se Charlie non accettasse quello che ora sei. Sei sicura di volerlo fare prima del matrimonio? >> mi rispose sfiorandomi teneramente una guancia.

<< Voglio farlo e chiederò a Sam che tu possa essere al mio fianco al falò – poi voltandomi verso tutti – Grazie! Non potrei desiderare di far parte di una famiglia migliore! >>

Senza aspettare oltre Emmett si alzò e mi strappò dalla presa di Ed.

<< Bellina! Basta fare la seria! Piuttosto dimmi un po’, dove l’hai rubata sta carrozzeria da urlo? >> urlò sollevandomi da terra.

Sinceramente, non ero sicura se si riferisse alla macchina o a me, dato il mio abbigliamento poco casto.

<< Emmett! >> lo ammonirono all’unisono Edward e Rose.

<< Che c’è? Intendevo l’auto Rosellina mia! >> si giustificò.

<< Siamo state da Mark e Bella se ne è innamorata a prima vista >> rispose Rose.

<< Avrà fatto il cascamorto come sempre immagino, eh?! >> disse l’orso indispettito.

<< Diciamo che sarebbe stato più interessato a fare la conoscenza della futura nuova signora Cullen che concludere la vendita di un’auto >>

<< Ah è così? La prossima volta che sentirò Mark dovrò mettere due cose in chiaro >> si intromise Ed.

<< Rose! Ma cosa dici?! L’unica che qui ha ricevuto un baciamano sei tu! >> risposi facendo la linguaccia a mia sorella.

<< Per oggi direi che ne ho abbastanza dei vostri battibecchi. Noi andiamo. A dopo ragazzi >> si congedarono Esme e Carlisle.

<< Che ne dite di buttarci tutti in piscina prima che Bella rientri a casa? >> tagliò corto Alice

<< Ci sto, ma prima chiamo Sam per confermare tutto. Vi raggiungo! >> le dissi

<< Ti lascio un costume sul letto di Ed, fai in fretta >> concluse il folletto.

<< Ti aspetto con gli altri giù! Ti amo >> e anche il mio angelo si volatilizzò.

Presi il cellulare, composi il numero e in pochi secondi Sam mi rispose.

<< Ciao Sam. Sono rientrata a Forks e ho parlato con i Cullen. Settimana prossima, mio padre saprà tutto dai vostri racconti, ma ci sarà anche Edward con me se non è un problema. Ad ogni modo domani saremo da te e discuteremo di tutto, d’accordo? >>

<< Sono lieto della tua scelta e immaginavo che mi avresti chiesto di far partecipare anche Edward. Non credo ci saranno problemi, ma come hai già detto tu ne discuteremo domani. Devo scappare. Ciao Isabella. >>

Così la telefonata si concluse e contenta salii di sopra per mettere il costume.

Prima di tuffarmi nell’acqua li osservai tutti:

I ragazzi indossavano dei bermuda a sfondo nero e rosso Emm, giallo Jazz e verde-azzurro Ed. Rose era fasciata in un costume intero nero, stile pin up e Alice aveva un bikini fucsia, striminzito, con inserti brillanti sui seni. A me invece era stato assegnato un due pezzi blu intenso. Il pezzo di sopra era ricoperto di paillettes grigie blu.

<< Te l’ho già detto che il blu ti dona? >> mi sussurrò il mio bel vampiro ad un orecchio cingendomi la vita da dietro prima di buttarmi in piscina.

<< Edward Cullen vuoi la guerra? >> urlai riemergendo dall’acqua e volandogli alle spalle mentre lo spingevo in acqua a mia volta.

<< Tesoruccio fai smettere quei bambini prima che mi si bagnino i capelli >> sentii dire suadente e scherzosamente a Rose.

<< Mi spiace mio dolce bocciolo di Rose, ma tra moglie e marito non si deve mettere il dito >> le rispose lui mentre lanciava un pallone a Jazz.

<< Per quanto pensate di andare avanti bambini? >> ci canzonò Alice dalla sua poltrona gonfiabile.

<< Uffa! Okay che siete tutti ultra centenari, ma a cosa serve una nottata senza “genitori” in piscina se non a divertirsi? >> non feci in tempo a finire che me li ritrovai tutti addosso.

Passammo così un paio d’ora a spingerci e buttarci sott’acqua, all’albeggiare però mi rifugiai in casa. Dovevo tornare da Charlie, per aggiornarlo e prepararmi per andare con lui e il mio fidanzato ad invitare il branco al matrimonio.

Una volta in camera mi chiusi in bagno per rivestirmi, optai per i vestiti con cui ero partita per L.A., più consoni per le idee conservatrici di mio papà.

<< Ed stavo pensando che potresti passare a prenderci prima di pranzo così Charlie si dileguerebbe subito per andare da Sue e noi potremmo parlare liberamente con il branco. Che ne dici? >>

<< mmm mmm >> fu l’unico rumore che sentii prima di ritrovarmi con le sue labbra lungo il collo mentre tamponavo i capelli con un asciugamano.

Per fortuna ero già vestita altrimenti non credo avremmo avuto la forza di fermarci.

<< Eh no mio caro! Vorrei ricordarti che tu dovresti essere un “gentiluomo”! Quindi cerchiamo di minimizzare i contatti fino al matrimonio altrimenti sarà stata tutta fatica sprecata - argomentai allontanandomi – a dopo amore mio! >>

E mentre mi avviavo al mio vecchio pick up, l’Aston sarebbe rimasta custodita nel garage Cullen, lo sentii bofonchiare qualcosa che assomigliava a “se ci arrivo al matrimonio”, ne sorrisi e misi in moto diretta a casa Swan.

<< Papà sono a casa! >>

<< Tesoro! Ben tornata! Come è andata? Hai telefonato a Sam? >>

<< È andata benissimo! Se scendi ti racconto tutto mentre fai fuori la colazione che ti sto preparando! Ah prima di pranzo passerà Edward a prenderci per andare alla riserva >>.

Così raccontai dei tre giorni appena trascorsi a Charlie mentre lui trangugiava avidamente le uova che gli avevo messo nel piatto. Stranamente l’odore di uova era l’unico, tra quelli dei cibi umani che preparavo a papà, che quasi mi piaceva.

<< Bells ti spiace se quando arriviamo alla riserva io mi fermo da Billy? È tanto che non lo vedo. Quando vado alla riserva sono sempre da Sue e non vorrei mi tenesse il muso troppo a lungo quel burbero Quileute e poi c’è la partita! >>

<< No, tanto non sarò sola, ci sarà Edward con me da Sam. Tranquillo >> e tirai un sospiro di sollievo. Non sarebbe andato da Sue, ma ci avrebbe comunque lasciati soli.

Salii in camera, infilai un paio di jeans, una camicetta blu, scarpe da ginnastica, la giacca a vento e un cappellino per ripararmi dalla pioggia.

Mio padre invece si era messo gli anfibi, una camicia a quadri bianca e nera, jeans e quell’inguardabile impermeabile che usava sempre quando andava a pescare con il cappello della sua serie preferita, un poliziesco militare: NCIS. Voleva fare il moderno.

Non appena ci ritrovammo in salotto il campanello suonò e io faticai a non fiondarmi a velocità vampiresca alla porta. La visione che mi si parò davanti quando l’aprii era da togliere il fiato: davanti a me c’era Edward in tutto il suo splendore. Partii a squadrarlo dal basso: ai piedi un paio di sneakers, salendo dei jeans scuri gli fasciavano alla perfezione le gambe slanciate ma muscolose, le spalle coperte da una giacca sportiva blu dalla quale fuoriuscivano i lembi di una camicia azzurra. Dopo essermi persa nei suoi occhi mi accorsi che si stava scompigliando i capelli dopo aver sfilato un cappellino da baseball blu.

<< Buon giorno principessa! - mi salutò strizzandomi l’occhio e lasciandomi un bacio leggero sul naso – Capo Swan >> concluse mettendosi quasi sull’attenti.

<< Edward ti prego, chiamami Charlie, tanto a breve faremo parte della stessa famiglia e poi mi fai sentire così vecchio >> lo salutò per così dire mio padre.

<< Buon giorno Charlie, siete pronti per andare alla riserva? >> si corresse per poi rivolgersi a me.

<< Andiamo su. Ah mio padre si ferma da Billy >> sbuffai stufa dei battibecchi di mio padre e Edward. Misi il cappellino e corsi ad infilarmi nella Volvo.

Poco dopo eravamo davanti a casa Black e mio padre ci salutava raccomandandosi di avere tatto con chi sapevo io, ammonendo però Ed con lo sguardo.

Lasciammo là la macchina e proseguimmo a piedi sotto la pioggia verso casa di Sam. Mentre attraversavamo la foresta un brivido mi scosse, ciò che mi circondava mi ricordava tanto il giorno dell’abbandono e mi strinse più forte al fianco di Edward.

<< Qualcosa non va Bella? >>

<< No, non è niente. Solo vecchi ricordi >> risposi in fretta sperando non volesse approfondire la cosa. Invece si bloccò di colpo e lasciando cadere a terra l’ombrello, prese il mio volto tra le mani e prima di far combaciare le nostre labbra, guardandomi fisso negli occhi, disse serio:

<< Mi impegnerò per l’eternità per farti dimenticare quel dannato pomeriggio >>.

Il bacio non fu delicato ma appassionato. Lenta la sua lingua seguì il profilo del mio labbro inferiore per poi entrare prorompente alla ricerca della mia. Riuscii a sfuggirgli solo qualche istante poi, bisognosa quanto lui di quel contatto, lasciai che si unissero fameliche. Le sue mani si erano fatte largo sotto la giacca e la camicia, stingendo con urgenza i miei fianchi e attirandoli a sé, le mie di contro si erano inabissate tra i suoi capelli dopo avere gettato il cappellino a terra a far compagnia all’ombrello. I nostri occhi erano fissi gli uni negli altri rendendo quel bacio ancora più eccitante. Delicatamente presi a mordere le labbra di Edward spostandomi alla mascella. Lui si spinse a lasciare baci infuocati fino al mio orecchio. Contemporaneamente ci staccammo un poco per mandar giù il fiotto di veleno che si era addensato nelle nostre bocche.

<< Meglio se ci muoviamo. >> sentenziò poi lui.

Annuii senza proferire parola. Lo presi per mano e in pochi secondi ci trovammo a bussare alla porta di Sam.

<< Ben arrivati – ci accolse Emily – gli altri sono tutti di là >>.

<< È bello rivederti Emily, questo come puoi immaginare è Edward >> salutai e presentai il mio fidanzato.

<< Finalmente conosco Edward Cullen >> gli strinse fiera la mano Em.

<< Per me è un piacere conoscere la grande donna che sta dietro al grande capo >> le sorrise afferrando la sua mano Ed.

<< Ah siete arrivati! – irruppe Sam – Non sapevo cosa inventare per trattenere quegli scalmanati di là >>.

<< Sam ma cos’è questa puzza di … >> questa voce la conoscevo fin troppo bene. Jacob era apparso in corridoio e lì si era bloccato vedendoci all’entrata.

<< Cosa diavolo ci fanno loro qui? >> sputò senza nemmeno degnarmi di uno sguardo avvicinandosi e attirando tutti nel corridoio.

<< Ciao anche a te Jake! >> gli risposi io di tutto punto.

<< Jacob vedi di darti una calmata. Andiamo TUTTI di là. Bella è qui per parlarci. >> ordinò Sam.

Una volta che tutti si erano riaccomodati nel salone presi la parola:

<< Innanzi tutto vorrei chiedervi scusa per essere sparita e avervi voltato le spalle dopo tutto quello che avevate fatto per me – le mie parole erano per tutti, ma io fissavo solo Jacob che di rimando mi guardava quasi con odio. Edward se ne stava seduto su una sedia accanto a me, non fiatava, chissà cos’era costretto leggere soprattutto nella testa del mio amico – Grazie a voi ho ritrovato me stessa e ora sono qui a chiedervi di essere al mio fianco ancora una volta. Voglio che tra le nostre bizzarre famiglie ci sia più di una semplice pace ed è per questo che io ed Edward vorremmo che tutti voi, con fidanzate e famiglie, festeggiaste con noi il nostro matrimonio. Ci sposeremo il 13 Settembre. >> conclusi tutto in un fiato continuando a fissare dritto negli occhi Jake.

<< Ahahahah questa si che è bella! Ma ascolti almeno le stupidate che ti escono dalla bocca eh Bella?! >> mi urlò in faccia Jacob

<< Jake calmati! È un ordine e siediti! >>

<< No Sam! Non mi siedo e non mi calmo! Me ne vado perché non ne voglio sapere di queste cazzate! >> sbraitò andandosene.

<< Jake ti prego! >> feci io facendo per seguirlo.

<< Aspetta, ci penso io – se ne uscì Ed – se per te va bene Sam ?! >>

<< A tuo rischio e pericolo >> disse semplicemente Sam.

Così mi ritrovai da sola ad affrontare il resto del branco.

<< Immagino che Sue e i ragazzi non mancheranno, così come Billy, e anche noi ci saremo >> la voce gentile di Emily mi arrivò come un salvagente in mezzo alla tempesta.

<< Niente contro di te, ma non aspiro a passare una giornata in compagnia dei succhia sangue – mi rispose Paul – e se è tutto io andrei tanto ci vedremo al falò >>.

<< Certo non costringo nessuno a restare. A presto Paul >> e lo vedi sparire oltre il portico.

<< Beh io e Quil ci troviamo in difficoltà perché siamo amici di Jacob e poi non ce la sentiamo né di esporre a dei rischi Kim e Claire né di stare loro lontani per un giorno intero, scusaci Bella ma non credo verremo >>.

<< Nessun problema Embry, vi capisco. >>

<< Però il tuo gesto lo apprezziamo molto e congratulazioni! Ci vediamo al falò! Ciao >>

<< Grazie Quil. Ci vediamo presto ragazzi >> e anche loro si congedarono.

Mi voltai verso Sam e Emily quasi in cerca di conforto. Sapevo che era un’idea folle la mia, ma per un attimo mi ero illusa che le nostre differenze non esistessero. Ora invece mi ritrovavo qui da sola. Edward e Jacob faccia a faccia chissà dove.

Come ad intuire il mio stato d’animo Emily mi venne vicino e mi prese la mano.

<< Purtroppo certe cose vanno oltre il nostro volere e i nostri desideri, ma noi ci saremo e vedrai che ci sarà anche quello zuccone di Jacob. Ora vieni ad aiutarmi a ripulire dopo il passaggio dei lupi. Torneranno presto. >>





BAGNO IN PISCINA 

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VERSO LA PUSH
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Capitolo 35
*** Trentacinquesimo capitolo ***


Buona sera e domenica a tutte...caspiterina leggete sempre in tante e non commenta mai quasi nessuno...mah!

Benvenute alle nuove seguite,preferite etc...

questo che state per leggere un altro pov...Edward...dopo tanto tempo non è stato facile ricalarmi nei suoi panni...spero vi piaccia...

Buona lettura!

Bellina: eh purtroppo ho parecchio da fare e ho dovuto rallentare parecchio i post...ma se riesco cercherò di rimettermi in marcia!per quanto riguarda Victoria...non è morta e chissà che in un capitolo di questi i Cullen se la ritrovino all'uscio...chissà...la pace per ora è ancora da trovare!grazie come sempre delle tue parole!un bacione

Maylea: ben arrivata!sono contenta tu apprezzi e diciamo che Ed sarà combattuto ancora per un pò poi chissà....ihihih

Cla: dunque per quanto riguarda i vestiti del matrimonio mancano solo quelli di Ed e Bella e quelli non li vedrete fino al matrimonio che arriverà tra un pò tantino...le battute servono ad alleggerire e colorare la storia...arriveranno anche i tempi dell'ansia e delle lacrimucce...forse...


BUONA LETTURA


TRENTACINQUESIMO CAPITOLO

Punto di vista di Edward

Dopo aver annunciato ufficialmente il nostro matrimonio alle nostre famiglie, Bella era stata quasi costretta, per ripicca, da suo padre, a comunicarlo lei stessa a Reneè. Era terrorizzata all’idea della reazione della madre. Per fortuna Reneè si dimostrò molto più elastica del previsto, e di Charlie, congratulandosi semplicemente.

Ora ero nel grande salone di casa che aspettavo i miei fratelli e nostro padre per andare alla baita.

Ci aspettavano tre giorni di caccia mentre le ragazze erano a fare la bella vita a L.A. All’inizio mi ero opposto categoricamente, ma alla fine, con il saggio intervento di Carlisle avevo ceduto, dando piena libertà a Bella.

Dopo un’ora circa eravamo tutti nella jeep di Emm.

Ovviamente non seguii nemmeno uno dei discorsi intavolati, troppo preso a messaggiare con Bella. Mi ritrovai ad incoraggiarla a godersi la gita proprio come avevo fatto la sera prima mentre eravamo a caccia.

Nonostante fossimo in estate inoltrata trovammo la baita circondata dalla neve e ci volle più del previsto per sgombrare vialetto e cortile.

Una volta sistemati, Jazz e nostro padre si persero in un’interminabile sfida a scacchi, Emm attaccò una console alla tv e io mi misi su una poltrona accanto al camino accesso, nel salone con loro, a leggere. Il fuoco scoppiettante, anche se inutile per noi, regalava un’atmosfera pacifica. E io mi persi tra le vicissitudini di Cime Tempestose.

Quanto io e Bella avessimo in comune con i protagonisti mi era stato chiaro fin da quando mi ero dedicato alla lettura di questo classico della letteratura. Ora però avevamo deciso di dare una svolta al nostro rapporto. Volevamo incominciare a crescere assieme e accettando la mia proposta Bella mi aveva dato una grande dimostrazione del suo impegno. Certo l’unico che tra i due avrebbe dovuto impegnarsi sul serio sarei dovuto essere io. Io l’avevo abbandonata distruggendola e qualcun altro aveva tenuto insieme i pezzi. Ora stava a me riguadagnarmi la sua fiducia e quella di chi le stava accanto e chiedendole di diventare mia moglie avevo fatto il primo passo. Il matrimonio per me era un vincolo sacro e indissolubile, a differenza della moda d’oggi dei divorzi. Lei avrei dedicato la mia eternità, mi sarei impegnato anima e corpo per renderla felice. Anima. Edward Cullen aveva un’anima? Io ero certo di no, ma Bella si era battuta tenacemente perché mi convincessi del contrario e forse cominciavo a fare mia davvero questa sua convinzione. Come avrebbe potuto, un mostro senz’anima, provare quelle emozioni che io provavo al solo pensarla? Forse non ero un dannato, ma l’avrei scoperto solo quando la vita sarebbe finita, cosa che, con Bella al mio fianco, avrei posticipato a mai più.

<< Ed ma ci sei? >> mi passò una mano davanti al volto Emm

<< Che c’è? >>

<< Sono 10 minuti che ti chiamiamo. Andiamo a caccia, alzati >>

<< Arrivo, arrivo >>

Così ci buttammo a capofitto tra la vegetazione della foresta canadese in cerca di qualche grosso orso o alce con cui dissetarci.

<< Ed potresti smetterla di essere così in ansia! Mi stai facendo impazzire! Goditi questo pomeriggio tra noi! Con loro c’è Esme, non potrà mai succedere nulla e poi fra poco ti sposerai e ti eclisserai completamente da casa. Chissà quando ti rivedremo! >> mi urlò esasperato Jasper mentre lasciava cadere la carcassa di un enorme orso.

<< Scusa! Hai ragione! Ma non mi piace starle lontano. E poi non mi eclisserò da casa! Avremo la nostra luna di miele e al nostro ritorno tutto tornerà alla normalità. >> rassicurai io.

Normalità. Vocabolo estraneo da un bel po’ alle nostre vite ma ora ci stavamo per sposare e nulla ci avrebbe più diviso. L’intera eternità per bearmi della sua presenza al mio fianco. Non potevo chiedere di più!

<< Ragazzi direi che abbiamo cacciato a sufficienza, che ne dite di rientrare alla baita? >> aveva esordito Carlisle che si era riunito a noi con Emmett.

<< Sfida alla play ragazzi, chi perde paga pegno! Gioca anche papà! >> ci impose il nostro fratellone.

Passammo così quasi 24 ore attaccati a quella diavoleria del XXI secolo. La sorpresa più grande fu il vincitore della nostra maratona calcistica: Carlisle! Mentre l’ultimo classificato guarda caso fui io.

<< Dopotutto dovresti essere contento, se avessi vinto io mi sarei inventato una bella penitenza per te, Eddino mio! Invece con papà la passerai liscia come sempre uffa >> piagnucolò Emm facendo scoppiare Jazz in una fragorosa risata.

Da quanto tempo non passavamo del tempo tra noi in modo così spensierato. Quasi mi spiaceva pensare che da lì a qualche ora saremmo rientrati a casa.

<< Edward, figliolo prima di rientrare volevo parlare un attimo io e te, soli. Ti vanno quattro passi fuori? >> mi richiamò pacato Carlisle.

 << Certo, andiamo >> risposi semplicemente.

Camminammo per una decina di minuti, inoltrandoci nella foresta. Era calato il silenzio tra noi e se non avessi avuto pieno accesso ai suoi pensieri avrei cominciato a preoccuparmi.

<< So che a grandi linee hai già chiaro ciò che sto per dirti, ma esporlo ad alta voce, mi farà sentire a posto con il mio ruolo di capo famiglia - aspettò un mio sorriso per proseguire – Vedi Edward quello che ti stai apprestando a fare è un passo importantissimo, soprattutto per individui come noi. Tu stai per legarti indissolubilmente ad una compagna per l’eternità e non ti nego quanta sia l’emozione per me. Vi amo tutti immensamente, ma tu sei stato prima di tutto un compagno e poi un figlio ed è indubbio che ciò che ci lega sia ancora più forte e profondo. Dopo decenni hai trovato sulla tua strada un’umana che ha “cantato” per te e ora al tuo fianco hai l’essere immortale più straordinario che io abbia mai conosciuto. Anche tu sei un ragazzo speciale, ma tra le mani hai una perla rara che credo saprà stupirci altre mille volte ancora. Il vostro amore è qualcosa che ancora ora, nonostante la mia esperienza, non riesco a comprendere davvero. Talmente grande da travolgervi e farvi perdere il senso di voi e questo potrebbe essere sempre un problema. In una coppia è necessario un giusto equilibrio tra l’individuo e l’insieme. Il dialogo è alla base di tutto. Qualsiasi sarà mai il problema da affrontare, non prendere mai decisioni avventate con la scusa dell’altruismo e del sacrificio, condividi con Isabella ogni tuo dubbio, paura e pensiero e tutto sarà estremamente più semplice perché sarete in due ad affrontarlo. Continua a coltivare le tue passioni e rendine Bella partecipe, ma non sacrificarle per lei. Non lo vorrebbe e non te lo chiederebbe mai. Ma soprattutto non impedire a lei di mantenere e coltivare quei contatti che ancora la legano alla vecchia normalità. Svaniranno in fretta e non ti perdonerebbe mai di averle fatto perdere una qualsiasi esperienza o momento con qualcuno a cui lei tiene. Sopravvivrà ai suoi cari e agli amici. Non potrete condividere secoli insieme se tra voi ci saranno i suoi rimpianti e i tuoi divieti. Sai bene soprattutto a chi mi riferisco e credo che almeno fino al matrimonio, se lui accetterà, dovrai lasciare loro spazio. Lasciala sempre libera di scegliere e vedrai che alla fine sarai sempre tu la sua scelta. >>

Ascoltai attentamente ogni parola di Carlisle e dovevo ammettere che sentirle oltre a “leggerle” aveva sortito un effetto maggiore. Avevo soppesato e stavo riflettendo su ogni concetto che voleva trasmettermi. Erano cose importanti e fondamentali perché tra me e Bella funzionasse. Avevo sempre voluto conoscere ogni suo pensiero, ma non mi ero mai premurato di condividere i miei con lei e così ero finito per abbandonarla e andare poi dai Volturi. Dovevo far tesoro dei miei errori e imparare da essi. D’ora in poi avrei discusso con lei ogni mia preoccupazione. Avrei dovuto lasciarla libera di frequentare Jacob qualora avessero chiarito. Forse prima avrei fatto un discorsetto con quel lupo pompato d’ormoni, ma mi dovevo fidare di Bella e delle sue scelte, confidando che il nostro amore avrebbe vinto sempre su tutto.

Dopo minuti interminabili di silenzio e riflessioni, mi fermai al fianco di mio padre e, avvinandomi, posai una mano sulla sua spalla.

<< Credo che sentirti dire queste cose mi abbia davvero fatto bene. Grazie Carlisle. Non potrei volere una guida, un compagno e un padre migliore per l’eternità >> e ci abbracciammo proprio come padre e figlio.

<< Ehi anche io voglio un abbraccio da mio fratello! >> ruppe l’atmosfera Emm.

<< Vieni qui orso! Approfittane perché sono ispirato! Jazz vieni anche tu! >> urlai ai miei fratelli prima di ritrovarci tutti e quattro stretti tra le braccia di Emmett.

Eravamo rientrati ormai da parecchio ed ero un po’ in ansia dopo l’ultima telefonata fatta a Bella. L’avevo chiamata per dirle che eravamo a casa, chiedendole poi che stesse facendo.

“ Non lo immagineresti mai!ma è una sorpresa! – Mi aveva detto ridacchiando prima di continuare - Sappi solo che questa vacanza è stata fantastica e ha dato ottimi frutti! Ci stiamo per rimettere in viaggio e fra 15 ore saprai tutto! Ah Edward prometti che non controllerai il conto in banca per i prossimi cento anni!”  

Poi aveva chiuso la chiamata frettolosamente non prima però di dirmi che mi amava. Almeno quello.

Lo stridere di pneumatici sportivi nel vialetto ridestò la mia attenzione. Percepivo solo un tipo di pensieri tutti incentrati su creme e profumi. Perché sentivo solo i pensieri di Rosalie? Mi precipitai fuori e ciò che vidi mi frastornò.

Rose stava scendendo da un’Aston Martin One 77 Volante, grigia metallizzata, ma cosa ancor più sorprendente era che la mia Bella era alla guida. Era tremendamente sexy sia per come era vestita sia perché stava al volante della macchina dei miei sogni. La donna e l’auto dei miei sogni in un connubio perfetto. Non potevo farcela.

Avevo appena percepito un sibilo irritante di mia sorella mentre mi passava accanto. I miei occhi erano solo per lei, per quei jeans corti che le lasciavano le gambe da urlo scoperte, per quel top stretto e per quegli occhiali da sole che mi celavano i suoi occhi.

 Era una visione! Bellissima! E inaspettatamente guidava una sportiva costosissima. Mi venne incontro allacciando le sue braccia dietro al mio collo e dopo un casto bacio sulle labbra parlò:

 << Allora? Che ne dici? Lo so che non è da me, ma … sì, sono al settimo cielo e voglio vivere a pieno la nostra eternità! Non appena mi sarò laureata e avrò un lavoro comincerò a ripagarti. Ed dimmi qualcosa per favore! Sei furioso? >>

Il fatto di vederla così felice non era una ricompensa già sufficiente? Per me si! Non dissi nulla, ma la strinsi forte e la baciai. Mi era dannatamente mancata. Un giorno o cento non faceva differenza, il vuoto che lasciava quando non era accanto a me bruciava. Scambiammo qualche buffa battuta e non appena tutta la famiglia fu di nuovo riunita Bella ci disse che aveva qualcosa di cui discutere con tutti e rientrammo.

Ci raccontò della telefonata a Sam e del proposito di quest’ultimo di ammettere Charlie al prossimo falò per metterlo al corrente delle loro leggende, delle nostre leggende.

Stava affrontando il problema con tutti noi. Non aveva semplicemente risposto “s”i o “no” a Sam. Non eravamo ancora sposati e già mi stava dando l’ennesima dimostrazione di che moglie fantastica sarebbe stata. Tutta la mia famiglia era con lei e io pure! Avevo solo paura che potesse soffrire se suo padre avesse preso male l’intera faccenda con il matrimonio vicino.

<< Voglio farlo e chiederò a Sam che tu possa essere al mio fianco al falò!Grazie! Non potrei desiderare di far parte di una famiglia migliore! >> disse per concludere prima a me e poi a tutti.

A smorzare la serietà del momento ci aveva pensato come sempre Emmett con qualche complimento ambiguo su Bella e l’Aston.

Dopo qualche battibecco tra noi fratelli Calisle ed Esme ci lasciarono e noi concludemmo la nottata spensieratamente in piscina. Ancora una volta Bella aveva attentato alla mia lucidità presentandosi coperta solo di un due pezzi blu intenso impreziosito di paillettes.

All’albeggiare rientrammo in casa perché Bella doveva tornare da Charlie per aggiornarlo e prepararsi per andare tutti e tre insieme ad invitare il branco al matrimonio.

Purtroppo saperla nel mio bagno che si cambiava aveva aggravato la situazione già resa critica dalla lontananza e il bikini. Era in bagno e mi stava parlando, ma sentivo a mala pena. La mia attenzione era completamente catalizzata sulla sua pelle liscia e bianca. Non resistetti più e in battito di ciglia mi ritrovai ad assaggiare il suo collo.

<< Eh no mio caro! Vorrei ricordarti che tu dovresti essere un “gentiluomo”! Quindi cerchiamo di minimizzare i contatti fino al matrimonio altrimenti sarà stata tutta fatica sprecata !A dopo amore mio! >> mi rimproverò per poi lasciarmi come un baccalà, solo nel mio bagno.

<< Se ci arrivo al matrimonio >> fu lo sbuffo esasperato che esalai trovandomi a fissare il vuoto. Una doccia gelata era quello che ci voleva ora. Ma perché diavolo mi ero imposto di rispettare le vecchie tradizioni?

L’Edward diciassettenne del XXI secolo stava decisamente maledicendo l’Edward “gentiluomo” del 1918.

Poco prima di pranzo arrivai come deciso davanti a casa Swan. Pioveva a dirotto e non appena suonai Bella mi aprì. Per un lunghissimo istante la vidi perdersi nell’analizzarmi centimetro per centimetro. Avrei goduto di questa adorazione a lungo se non avessi percepito i pensieri, come sempre ostili, di Charlie avvicinarsi, così riportai la mia fidanzata tra noi.

<< Buon giorno principessa! Capo Swan >>

<< Edward ti prego, chiamami Charlie, tanto a breve faremo parte della stessa famiglia e poi mi fai sentire così vecchio >> mi rimbeccò lui.

<< Buon giorno Charlie, siete pronti per andare alla riserva? >> mi corressi prima di rivolgermi al mio angelo.

<< Andiamo su. Ah mio padre si ferma da Billy >> sbuffò lei, stufa dei battibecchi tra me e suo padre, prima di infilarsi nella Volvo.

Poco dopo eravamo davanti a casa Black e Charlie ci salutava raccomandandosi con sua figlia di avere tatto con chi sapevo lei, ammonendo però me, con lo sguardo.

Lasciammo là la macchina e proseguimmo a piedi sotto la pioggia verso casa di Sam. Mentre attraversavamo la foresta un brivido scosse il corpo di Bella spingendola a stringersi di più a me.

<< Qualcosa non va Bella? >>

<< No, non è niente. Solo vecchi ricordi >> rispose in fretta sperando che non volessi approfondire.

Ma come potevo? Lei soffriva ancora al ricordo dell’abbandono. Così mi bloccai di colpo, lasciai cadere a terra l’ombrello, presi il suo volto tra le mani e prima di far combaciare le nostre labbra, guardandola fisso negli occhi, dissi serio:

<< Mi impegnerò per l’eternità per farti dimenticare quel dannato pomeriggio >>.

Non la baciai delicato ma con passione. Lenta la lingua seguì il profilo del suo labbro inferiore per poi entrare prorompente alla ricerca della sua. Si fece desiderare qualche istante, poi bisognosa quanto me di quel contatto lasciò che si unissero fameliche. Avevo spinto le mie mani sotto la giacca e la camicia, stingendole con urgenza i fianchi, attirandola a me, mentre le sue si erano tuffate nei miei capelli dopo avermi levato il cappellino. Mi perdevo nei suoi occhi che, anche se non più cioccolata, rimanevano per me oceani d’ambra in cui perdermi. Ciò rendeva il bacio ancora più eccitante. Inaspettatamente Bella prese a mordermi le labbra per poi spostarsi alla mascella. Quello fu per me un chiaro invito a proseguire così cominciai a lasciare baci sensuali fino al suo orecchio.  Giunse però il momento di staccarci, entrambi avevamo una bella dose di veleno da mandare giù e poi ci stavano aspettando.

Mano nella mano in pochi secondi bussammo alla porta di Sam.

<< Ben arrivati – ci accolse Emily – gli altri sono tutti di là >>.

<< È bello rivederti Emily, questo come puoi immaginare è Edward >> salutò Bella per poi presentarmi.

<< Finalmente conosco Edward Cullen >> mi strinse fiera la mano.

<< Per me è un piacere conoscere la grande donna che sta dietro al grande capo >> le sorrisi.

<< Ah siete arrivati – irruppe Sam – Non sapevo cosa inventare per trattenere quegli scalmanati di là >>.

<< Sam ma cos’è questa puzza di … >> Jacob era apparso in corridoio e lì si era bloccato vedendoci all’entrata.

<< Cosa diavolo ci fanno loro qui? >> sputò senza nemmeno guardare Bella e puntando i suoi occhi nei miei. Mi stava sfidando. Nel frattempo tutti accorsero nel corridoio.

<< Ciao anche a te Jake! >> gli rispose Bella indispettita.

<< Jacob vedi di darti una calmata. Andiamo TUTTI di là. Bella è qui per parlarci. >> ordinò Sam.

Una volta che tutti si erano riaccomodati nel salone, io mi sistemai su una sedia, solo per distendere il clima il più possibile, mentre Bella rimase in piedi accanto a me e prese a scusarsi e ringraziare i membri del branco per poi fare l’annuncio e gli inviti ufficiali. Durante tutto il discorso aveva fissato Jacob che di rimando la guardava con odio. Se solo la cosa non l’avesse fatta soffrire avrei staccato la testa a quel cane per l’ardire che aveva a sfidare me e ferire così Bella.

<< Ahahahah questa si che è bella! Ma ascolti almeno le stupidate che ti escono dalla bocca eh Bella?! >> le urlò a quel punto quello stupido in faccia. Io mi irrigidì. Aspettavo solo un suo passo falso per scattare.

<< Jake calmati! È un ordine e siediti! >>

<< No Sam! Non mi siedo e non mi calmo! Me ne vado perché non ne voglio sapere di queste cazzate! >> sbraitò andandosene.

<< Jake ti prego! >> fece lei per seguirlo.

In quel momento accantonai il moto di gelosia che stava per travolgermi e convenni che quella poteva essere l’occasione giusta per chiarire una volta per tutte con Black. Bella teneva a lui, rivoleva il suo amico e io avrei almeno tentano di ridarglielo quanto meno fino al matrimonio.

<< Aspetta, ci penso io, se per te va bene Sam ?! >>

<< A tuo rischio e pericolo >> disse semplicemente Sam.

Così lasciai Bella là e partii all’inseguimento.




set abiti

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Capitolo 36
*** TRENTASEIESIMO CAPITOLO ***


Salve ragazze!chiedo scusa per il ritardo,ma mannaggia 24 ore al giorno non mi bastano per far tutto...
rispondo al volo alle recensioni e vi lascio alla lettura!
 
Bellina: grazie di cuore per tutti i complimenti e il sostegno!sono felice ti piaccia la piega che ha preso la storia...sono sicura non ne rimarrai delusa!
Scaxa_Swan: grazie!ecco qui il nuoo capitolo!
Cla 6759: per fortuna anche il punto di vista di Edward è andato...avevo una fifa...
Mirya: wow che onore!sono felicissima tu sia approdata alla mia storia...mi spiace solo che non ti stia piacendo...i primi capitoli sono molto sintetici, ma se riuscirai a tenere duro forse più avanti saprò sorprenderti...almeno spero!
 
 
 

TRENTASEIESIMO CAPITOLO  Pov Jacob - Confusione

Dopo le rivelazioni di Bella sulla ritrovata memoria e amore per Cullen, avevo sentito la pressante necessità di allontanarmi da tutto e tutti per un po’. Mi trasformai per inoltrarmi nella foresta. Correvo. Volevo andare lontano e fortunatamente Sam non mi fermò, leggendo nella mia mente cos’era successo. Mi aveva scortato fino al suo peschereccio. Là avrei trovato un po’ di privacy.

“ Jake sbollisci in fretta, il branco ha bisogno di te. La rossa è sparita da mesi, ma non possiamo abbassare la guardia. “

Io sbuffai semplicemente. D’accordo che non ero più un bambino da abbracciare e consolare, ma almeno un po’ di sostegno tra compagni.

“ Guarda che sento benissimo i tuoi pensieri ragazzino! Non credo d’essere però la persona migliore per dire qualcosa in tua difesa. Io sono esattamente come Bella. Ho lasciato Leah non appena ho posato lo sguardo su sua cugina. “

“ Ma si trattava di imprinting! Non è stata una tua scelta!” urlai io.

“ Tutti abbiamo una scelta e soprattutto imprinting è solo una parola. Amore. L’amore è la sostanza e non va sottovalutato mai, in nessuna delle sue forme. Bella tiene molto a te, ma non è stato sufficiente, così come Leah non è stata abbastanza per me. “ - si fermò un attimo come a riflettere, girando su stesso. “ – “ Al mondo c’è una sola anima gemella per ognuno di noi e se uno è così fortunato da incontrarla non puoi lasciarsela sfuggire!”

“ Appunto! Bella è la mia anima gemella!”

“ Jacob, per l’amor del cielo! Come può una vampira essere la tua anima gemella? Noi del branco riconosciamo la nostra metà grazie all’imprinting. Ecco cos’è questo dono. Ci avvisa di essere stati così fortunati da aver incontrato la persona giusta. Non discuto che tu possa davvero amare Bella, ma non è lei la donna della tua vita. Prima lo capirai e lo accetterai, meglio sarà per te. Potresti perdere la tua migliore amica per sempre, dandola vinta a Cullen. Incrocerai anche tu gli occhi di colei che saprà completarti. “ e se ne andò.

Ero sempre stato convinto che l’amore per Bella avrebbe vinto anche contro l’imprinting, ma il punto di vista di Sam stava prendendo forma nella mia mente.

Tenevo a lei sopra ogni cosa, ma era una vampira ora, una mia nemica giurata, almeno sulla carta. Io avrei potuto scegliere di invecchiare e condurre una vita normale. Lei non più. E se un giorno avessi avuto quel nostro speciale colpo di fulmine? L’avrei abbandonata proprio come Sam aveva abbandonato Leah? Potevo, volevo, davvero prendere in considerazione la possibilità di distruggerla dopo aver combattuto per lei, ottenendo magari una possibilità?

Dovevo riflettere e qui ne avrei avuto la possibilità.

 

Avevo perso la cognizione del tempo e mi aggiravo affamato, in forma di lupo, per la foresta in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, quando percepii dei rumori, qualcuno che si avvicinava. Mi misi subito sulla difensiva ringhiando, ma una vocina si fece strada nella mia testa:

“ Ehi fratello, sono Embry! Vengo in pace! “

In risposta mi ricomposi.

“ Siamo di molte parole eh!? Jake senti, mi dispiace per tutto il casino con Bella e so che preferiresti crogiolarti nel dolore ma Sam ha indetto una riunione, cose serie, dobbiamo esserci tutti quindi andiamo “

“ Siamo diventati spiritosi! “

Nell’istante in cui compresi che stavo per tornare a casa, sentii un moto di nostalgia sopraffarmi e mi lanciai nella vegetazione di corsa.

Arrivati sulla soglia di casa di Sam trovammo dei vestiti puliti da indossare per poter entrare in casa. Gli altri erano già tutti in salotto. Lo ricordavo ampio e spazioso, ora era saturo del nostro calore e delle nostre moli.

<< Come sapete fra pochi giorni ci sarà il falò e vorrei che voi tutti foste d’accordo con la mia decisione di farvi partecipare anche Charlie Swan. Ormai frequenta casa Clearwater e renderlo partecipe delle nostre leggende renderebbe tutto più semplice per tutti >>

Sentire pronunciare il nome di Charlie mi aveva fatto perdere un battito del cuore e sapevo già che Sam non aveva finito.

<< Ovviamente ciò implicherebbe svelare anche la vera natura di sua figlia e dei Cullen, per questo ho chiesto il consenso anche a lei e ieri sera mi ha chiamato per appoggiare la mia scelta. Qualcuno di voi invece ha qualcosa in contrario? >>

Sapevo che, con quel qualcuno, lui intendesse me ed effettivamente qualcosa da dire l’avevo:

<< Immagino parteciperanno anche i succhia sangue allora >> suonò più come un’affermazione che come una domanda.

<< In realtà parteciperanno solo in due >> concluse Sam, senza scendere nei dettagli.

Ma io sapevo benissimo di chi si sarebbe trattato. Serrai stretti pugni e mascella e mi trattenni da ogni tipo di scenata. Potevo e dovevo sopportarlo. In fondo forse aveva ragione il nostro α, avevo ancora una chance di essere felice, ma così rischiavo di perdere la mia migliore amica. Migliore amica. Avevo smesso di considerarla tale dopo che mi ero trasformato, lei aveva capito e mi aveva accettato. Ora l’amavo, ma potevo farcela.

<< Faccenda risolta allora. Aspettate ad andare però, Em sta preparando i muffin per tutti, è molto che non passiamo del tempo tutti assieme >> e scappò dal salotto.

Sembrava teso, quasi come se la conversazione appena avuta fosse solo il preludio ad un rospo ancora più grosso e amaro da ingoiare. E la cosa che mi preoccupava di più era l’occhiata che mi aveva lanciato prima di raggiungere Em.

Proprio quando sentii la porta d’ingresso chiudersi e nuove voci unirsi a quelle dei padroni di casa, un odore inconfondibile mi colpì dritto in faccia: odore di vampiro. Scattai subito verso la cucina:

<< Sam ma cos’è questa puzza di … >> ma ciò che vidi mi bloccò nel mezzo del corridoio.

<< Cosa diavolo ci fanno loro qui? >> sputai senza nemmeno guardarla e puntando i miei occhi in quelli di Cullen come a sfidarlo. Nel frattempo tutti erano accorsi nel corridoio.

<< Ciao anche a te Jake! >> mi rispose Bella indispettita.

<< Jacob vedi di darti una calmata. Andiamo TUTTI di là. Bella è qui per parlarci. >> ordinò Sam.

Una volta che tutti si erano riaccomodati nel salone, vidi la sanguisuga mettersi su una sedia, voleva forse distendere il clima? Bella invece rimase in piedi accanto a lui e prese a parlare, ma io seguivo solo il movimento delle sue labbra finché:

<< … Voglio che tra le nostre bizzarre famiglie ci sia più di una semplice pace ed è per questo che io ed Edward vorremmo che tutti voi, con fidanzate e famiglie, festeggiaste con noi il nostro matrimonio. Ci sposeremo il 13 Settembre. >> concluse tutto in un fiato fissandomi dritto negli occhi.

<< Ahahahah questa si che è bella! Ma ascolti almeno le stupidate che ti escono dalla bocca eh Bella?! >> le urlai ancora e scorsi il bellimbusto irrigidirsi. Non aspettavo che un suo passo falso per scatenare una guerra.

<< Jake calmati! È un ordine e siediti! >>

<< No Sam! Non mi siedo e non mi calmo! Me ne vado perché non ne voglio sapere di queste cazzate! >> sbraitai andandomene.

<< Jake ti prego! >> mi implorò Bella, ma la ignorai e scappai via.

Solo cinque minuti prima mi ero ripromesso almeno di tentare, ma vederla là, bella come non mai, con lui, ad annunciare che nel giro di due mesi si sarebbe sposata, mi aveva mandato completamente in pappa il cervello. Sapevo che l’avevo ferita per l’ennesima volta, ma proprio perché dovevo farmela passare non potevo farmi andare sempre tutto bene.

Mi ero trasformato e correvo veloce verso la spiaggia, quando qualcuno si mise sulle mie tracce cercando di raggiungermi. Credendo fosse uno degli altri lanciai il chiaro segnale che volessi sbollire come sempre per i fatti miei, ma la risposta mi arrivò da una voce chiara e cristallina:

<>

Dovevo ammetterlo, la sanguisuga aveva coraggio da vendere e mi aveva colto di sorpresa.

Mi sarei dovuto ritrasformare?

<< Ti ho portato dei pantaloni così possiamo parlare faccia a faccia. >>

Ormai eravamo faccia a faccia, anzi muso a faccia.

“ Lanciali! “ urlai nella mia testa sperando di infastidirlo almeno un po’. La sua espressione tuttavia non mutò e in un secondo mi ritrovai i miei jeans sotto il muso, così mi allontanai per indossarli.

<< Vediamo di fare in fretta! Che vuoi? >>

<< Capisco tu non possa neanche tollerare di vedere me, ma lei non merita di essere trattata così. L’hai ferita! >>

Uno a zero per il bel vampiro. Niente giri di parole. Gioco sporco dall’inizio. Bella. Aveva messo subito in mezzo lei.

Le mie osservazioni lo fecero sorridere compiaciuto.

<< Non che siano affari tuoi, ma contavo di chiamarla per scusarmi una volta rientrato a casa >>

<< Bella è affar mio! Comunque è ancora da Sam. Prima chiariamo io e te e poi potrai andare a chiederle scusa >>

Eh certo ora si mette anche a dare ordini! Ma chi diavolo si crede d’essere!

“Se non mi stacca la testa prima Bella, appena mi vede, giuro che prima o poi ci batteremo caro Cullen!” scandii bene ogni parola perché il messaggio arrivasse chiaro.

<< Non che entrambe le cose mi dispiacerebbero particolarmente, ma non farei mai nulla per ferirla e ancor più a malincuore ti assicuro che ti perdonerà non appena ti vedrà. >>

<< Oh oh Cullen! Non mi dire che siamo gelosi? Dov’è finita tutta la tua sicurezza? >>

<< Certo che sono geloso, ma non sono così sciocco da palesarlo ai sette venti. So benissimo cosa c’è stato tra voi. Quello che hai fatto per lei quando io … >>

<< Ecco! Appunto! – lo interruppi io – Cosa diavolo sei tornato a fare? Sarai soddisfatto ora che con le tue trovate da dramma Shakespeariano l’hai trasformata in un mostro come te? Meritava una vita felice e normale e io potevo dargliela! L’avrei amata sopra ogni cosa! >>

<< Certo, fino a che non avessi avuto il tuo imprinting e a quel punto non saresti stato meglio di me! Lo sai benissimo! Lei non è la tua metà. È la mia metà! Ed è un angelo, non un mostro! Ho capito i miei errori e non sarò così pazzo da ripeterli! Voglio trascorrere la mia eternità con lei e impegnarmi per renderla felice! Con o senza il tuo consenso! >>

Mi aveva ammutolito. Le cose che aveva detto erano tutte vere. La mia rabbia non accennava comunque a scemare, ma forse era diretta più a me stesso che a lui o a Bella.

<< Non credere che la cosa non mi costi una certa fatica, ma sono qui per stipulare una sorta di tregua con te >>

<< Scusa?! >>

<< Lo faccio solo per lei. Terrò a bada la mia gelosia iperprotettiva e non le impedirò più di venire alla riserva, se le concederete il permesso, per stare con gli altri e con te. Non metterò più becco nel vostro rapporto almeno fino a che non diventerà mia moglie. In cambio voglio la tua parola che ti comporterai con lei solo come un amico e che, qualsiasi cosa accadrà, sarai presente al matrimonio. Pensi che sia troppo per te Black? >> mi pungolò ironicamente.

Mi sarei giocato un occhio della testa che sperava vivamente che lo mandassi semplicemente al diavolo, ma non ne avevo la minima intenzione.

Mi stava dando praticamente carta bianca con Bella per i prossimi due mesi e non avrei più sprecato nemmeno un’ora.

Ero masochista? Si! Ma tenevo troppo a lei per chiudere per sempre. Sarei stato per lei tutto ciò di cui avesse avuto bisogno. Voleva il suo amico Jacob? Avrebbe avuto il suo amico Jacob! Forse me ne sarei pentito per tutta la vita o forse me ne sarei fatto una ragione, ora non mi importava. Delle conseguenze me ne sarei preoccupato poi.

<< Jacob vedi di non tirare troppo la corda, non ti ho dato carta bianca! Ricorda: solo amici e io ne starò fuori, ma fai solo mezzo passo falso ed esaudirò la tua voglia di ossa rotte. Non compromettere la pace che sta cercando di donare Bella a tutti noi. >> mi voltò le spalle e sparì.

Cullen ci sapeva fare con le parole. Aveva giocato bene le sue carte. Si fidava di Bella e in fondo l’amava molto. Era disposto a fare un passo indietro per primo pur di vederla davvero felice. A quel punto rincuorato dal fatto che quella completezza dipendesse anche un po’ da me mi incamminai verso casa di Sam.

Quando entrai, trovai Bella ed Emily in cucina. La prima lavava i piatti dello “spuntino” degli altri mentre Em li riponeva a posto dopo averli asciugati.

Non appena mi notò, Bella perse l’espressione pensierosa ed imbronciata per regalarmi un dolce sorriso.

Perché doveva fare così? Avrei preferito uno schiaffo o qualche insulto.

<< Vi lascio soli >> si congedò Emily.

<< Ecco … Io … Cullen … >> non sapevo da che parte iniziare.

<< Edward mi ha chiamata. Mi aspetta a casa. >>

<< Già … Bells … Scusa … >> balbettai io.

<< Non importa. Dimmi solo che possiamo essere ancora semplicemente Bella&Jake?! >> ed ecco quegli occhi da cerbiatta a cui non sapevo proprio dire no. Anche ora che il cioccolato aveva lasciato il posto all’oro colato.

<< Dipende da te: puoi perdonarmi ancora una volta per non aver tenuto fede alla mia promessa? >>

Ottenni un altro splendido sorriso.

 

 

Se riesco entro un paio di giorni aggiornerò di nuovo quindi tenete gli occhi aperti!

 

 

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Capitolo 37
*** Trentasettesimo capitolo ***


Lo so sono in ritardissimo!sono imperdonabile ma avrete un bel capitolo con cui rifarvi!
 
-SCAXA_SWAN: sono felice soprattutto perchè hai apprezzato la mia personale visione dell'imprinting e la visione del tutto dagli occhi di Jake!
-BELLINA 3000: ehm tutti i tuoi complimenti mi riempiono il cuore e mi lusingano molto...io semplicemente scrivo con il cuore (e le mani...ihihih) e rileggo fino allo svenimento...ecco il mio unico segreto...mi fa molto piacere che anche tu, come me, hai simpatia per i lupi....vedrai che alla fine andranno tutti d'accordo! grazie!!!!bacio!
-MIRYA: grazie per l'incoraggiamento, da te è un onore! ormai alle poche recensioni ci ho fatto il callo...l'importante è che non calino le letture...perchè lo so che ci sono un sacco di lettrici silenziosissime...mi fa piacere tu abbia colto la dolcezza con cui cerco di innaffiare ogni rapporto e ogni personaggio....diciamo che almeno in "questa" realtà vorrei che le cose andassero per il verso giusto...comunque oltre a questo credo che prima della riappacificazione tra Ed e Bella sia sato cruciale il discorso dell'accettazione da parte degli altri e per sè stessi...senza contare il grande stravolgimento che Bella compie su stessa e il suo carattere ora che è una vampira...resta sempre sintonizzata quando puoi! un bacione!
 
 
ora vi consiglio qualche lettura!
Broken Hearts e seguito di Kagome86 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=422603
Tutte le storie di Stupid Lamb http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=
The Virgin and the Sinner (ormai al termine) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=405445
 
giusto per incominciare (molte sono V18)
 
ora buona lettura!
 

TRENTASETTESIMO CAPITOLO  Pov Bella

Edward aveva chiarito con Jacob e lo aveva riportato da me.

Mi rendevo conto di essere, nei confronti di entrambi, tremendamente egoista, ma era come se, dentro di me, ci fosse una forza che riuscisse sempre a muovermi contro ogni mia considerazione razionale, tenendomi unita non solo ad Edward, ma anche a Jacob.

Non potevo neanche minimamente capire come si potesse sentire Jake. Ora eravamo due esseri che viaggiavano su lunghezze d’onda diverse. Sapevo ancora leggergli nel profondo e riuscivo ancora a cogliere ogni sfumatura di ciò che provava, ma non riuscivo più a immedesimarmi in lui, a comprendere la reale portata delle ferite che gli stavo infliggendo continuando a volerlo al mio fianco nonostante avessi scelto Edward per l’eternità.

Di contro potevo comprendere perfettamente i sentimenti di Edward, quella gelosia incontrollabile che ti consuma dentro, nonostante tutta la fiducia, mista a quel desiderio di protezione innato che provava per me e che ora anche io sentivo ancor più forte per lui.

Potevo desiderare di avere accanto un uomo migliore? Perché ormai mi aveva dimostrato di essere tutto tranne che un ragazzino 17enne. Stava cercando di porre rimedio in ogni modo al suo abbandono. Aveva affrontato mio papà, mi aveva chiesto di sposarlo, esaudiva ogni mio desiderio, mi era sempre accanto donandomi il suo sostegno incondizionatamente. E ora uno dei gesti più difficili e belli che potesse fare per me: avevo deposto le armi e cercato un armistizio con il mio migliore amico. Certo la situazione non era semplicissima, avrei dovuto tenerli a bada entrambi, l’uno nei confronti dell’altro, e avrei dovuto rendere ben evidente, ma con tatto, a Jake che la mia scelta era e sarebbe stata sempre e solo Edward.

Non sapevo rinunciare a nessuno dei due. O meglio, non ero ancora in grado di saper rinunciare a Jacob, lui era quell’anello di congiunzione fra la mia immortalità e la vita semplice ed effimera di un tempo. Non ero ancora pronta a dire addio alla mia vecchia vita, ma mi sarei impegnata per far maturare in modo sano ed equilibrato il mio rapporto con Jake.

<< Ora che anche il numero degli invitati lo abbiamo e a grandi linee ho detto la mia su ogni piccolo particolare è arrivato il momento di andare alla riserva ad aiutare per il falò! >> dissi interrompendo ogni mia riflessione, alzandomi dal divano e levandomi dal grembo la decina di cataloghi e riviste che mi aveva dato da guardare Alice.

<< Ma Bella! >> protestò la mia sorellina

<< Niente ma, Alice! Lascio tutto in mano tua, mi fido di te e se proprio hai bisogno di qualcuno che ti dia corda prova a rintracciare il mio fuggiasco, futuro marito e tormenta lui. E ricordagli che deve passare a prendere mio padre alle 20. Ciao! >>

Conclusi raggiungendo il garage per prendere l’Aston. Volevo far divertire un po’ Jake.

Prima di varcare il confine della riserva però il cellulare prese a squillare.

<< Pronto? >>

<< Bella stai già andando a La Push? >>

<< Scusi, ma con chi parlo? >> ormai avevo imparato a fingere anche io.

<< Come con chi parlo? Bella? Tutto bene? È successo qualcosa? Stai male?  >> disse in tono via via sempre più agitato.

<< Si Edward! Tutto bene, se non fosse che è da quasi un’intera giornata che non ci vediamo. Dove diavolo ti sei cacciato? >> dovetti tagliare corto con lo scherzo prima che cominciasse a esagerare con l’ansia.

<< Tesoro ero con i ragazzi a portare i documenti per il matrimonio e … >>

<< E??? >> ero proprio curiosa di sapere il resto.

<< E a cercare un abito. Sai fra un mese mi sposo e vorrei evitare di presentarmi in tuta, anche se di sicuro mi abbinerei perfettamente con la tenuta della mia graziosa sposina >> ridacchiò.

<< Per sua informazione, la graziosa sposina indosserà un abito che ti farà rimanere a bocca aperta. Sempre che si presenti ovvio! >> risposi inacidita. 

<< Touchè mon amour! Speravo di trovarti ancora a casa e stare un po’ da soli. >>

<< Primo, sei sparito per tutto il giorno, lasciandomi sola con quella pazza di tua sorella, secondo, vorrei dare una mano per il falò quindi, alle 20, passa a prendere Charlie. Vi aspetto là. >> non potevo cedere al suono suadente della sua voce e alle sdolcinerie che mi frullavano per la testa.

<< Agli ordini capo in seconda Swan! Mi farai morire sicuro prima delle nozze! A dopo! >>

<< Edward, aspetta! >>

<< Si? >>

<< Ti amo! >>

<< Anche io, anche io >>

Buttai il cellulare sul sedile del passeggero e, con un bel sorriso dipinto in volto, sgommai verso casa Black.

Jacob era nella rimessa, ma appena sentì dei pneumatici sulla ghiaia davanti a casa, si affacciò, mettendo su la stessa espressione con cui, giorni fa, mi aveva accolto Edward al ritorno da L.A. Alle sue spalle apparve poi il piccolo Seth.

<< Ma quella è davvero un’Aston ONE 77 cabrio? >> chiese sbalordito il piccolo Clearwater cominciando a squadrare da ogni angolazione la mia macchina.

<< Proprio così Seth! >>

<< Wow! Chissà quando potrò averne una anche io! Ma mi accontenterei anche di una scatola di lamiere per cominciare >> disse più a se stesso che a me.

<< Allora piccolo ninja che te ne pare della nuova arrivata? >> chiesi a Jacob.

Era così buffo. Indossava una maglietta nera con una stampa delle tartarughe ninja ed entro due minuti gli sarebbe cascata la mascella se non lo avessi riportato sulla terra con la mia battuta.

<< Spiritosa! Davvero! E quella dove l’hai rubata? >>

<< Jake! Non sono una ladra! Ecco me la sono comprata. Cioè Edward l’ha comprata. O meglio io l’ho comprata con i soldi di Edward >> ma perché dovevo imbarazzarmi così con lui?

<< Wow Bells ti sei già immedesimata nel ruolo della casalinga disperata eh! >> mi stuzzicò lui

<< Vuoi restare ancora là impalato o vuoi farci un giro? >> aspettai giusto il tempo che un ampio sorriso gli curvasse le labbra e gli lanciai le chiavi sistemandomi al posto del passeggero.

Tirai su il cappuccio della mia felpa di ciniglia marrone mentre Jake ordinava a Seth di chiudere la rimessa e tornare a casa per poi mettere in moto.

<< Che fine ha fatto il pick up? >>

<< Tranquillo, la tua prima opera di restauro è ancora tra noi, anzi stavo pensando che potresti dargli una bella controllata. Credo di aver trovato il suo prossimo proprietario >>

 

Nel giro di mezz’ora avevamo girato la riserva in lungo e in largo ed era ora di rientrare per il falò.

<< Non è che Cullen farà storie vero? >> eh certo ora si preoccupava o forse sperava ancora in uno scontro.

<< Jake guarda che non è mica un dittatore! La macchina è mia e ci faccio quello che voglio e poi ad Edward importa solo che io sia felice quindi comportati bene anche tu e non ci saranno problemi >> gli risposi scompigliandogli i capelli un poco cresciuti e allontanandomi.

<< Ehilà posso essere utile? >> dissi entrando nella cucina di Emily.

<< Isabella! Pronta per la grande serata? Una volta che inizierò non si torna più indietro lo sai vero? >> mi disse serio Sam.

<< Bella non ha nulla da temere. Charlie è uno tosto e non credo che da quando mi sono mostrato a lui la sua fantasia abbia galoppato tanto distante dalla realtà. Avrà bisogno di qualche istante, ma per lui non cambierà nulla. E noi saremo lì, per lui e per lei. >> rispose Jake.

Le sue parole mi scaldarono il cuore o quello che avevo nel petto al suo posto e istintivamente gli strinsi una mano e gli sorrisi dolcemente. Era cresciuto così tanto e stava facendo notevoli passi avanti con me e con tutta la situazione “matrimonio”. Era al mio fianco ed era tutto ciò che egoisticamente volevo. Non volevo perderlo e sentivo che presto tutto si sarebbe sistemato.

Avevo appena fatto ufficialmente conoscenza con Sue quando vidi arrivare la Volvo grigia. Con due ampie falcate raggiunsi rapidamente Edward, abbracciandolo. Lui, in risposta, mi strinse a se, regalandomi un casto bacio sulla fronte.

Subito dopo avergli bisbigliato quanto mi fosse mancato mi girai verso mio padre che era impalato a guardarci in imbarazzo.

<< Ciao papà! Sue è in casa, credo abbia bisogno di aiuto per portare le ultime cose giù alla spiaggia >>

Non se lo fece ripetere due volte e corse dentro. Dopo poco li vidi uscire uno accanto all’altra, sorridenti.

<< Pronta? >> mi chiese Edward sfiorandomi una guancia con la mano.

<< Se tu sei con me sono pronta a tutto! >> e ci avviammo anche noi.

Arrivati al falò mi stupii della luce e del calore che esso emanava. Splendeva quasi più del sole.  Mi sentivo quasi un’intrusa, ma ben presto tutti mi fecero ricredere.

Emily mi sorrise radiosa. Embry s’era alzato per darmi il cinque mentre Quil aveva addirittura azzardato un bacio sulla guancia, guadagnandosi un’occhiataccia da Jake e scatenando l’ilarità di Edward. Jared accennò un saluto con il capo, distogliendo, il meno possibile, l’attenzione dalla sua timida e riservata ragazza, Kim. Osservandoli mi sbalordii nel constatare quanto capissi perfettamente la complessità e la profondità dell’attrazione e del coinvolgimento che c’era tra loro. Era la stessa che c’era tra me ed Edward. Una volta trovato il proprio sole è impossibile orbitare altrove, impossibile recidere quel filo, seppur invisibile, che ti unisce all’altra metà, in modo indissolubile.

Mentre riflettevo su queste cose Jake prese posto alla destra di Sam seguito da Paul. L’unico a mostrarsi come sempre poco accomodante, brontolando sommessamente per lo sgradito “odore” di vampiro.

Seguendo poi il cerchio notai che in posizione centrale c’era Billy con un paio di anziani. Subito accanto si era sistemata Sue, molto probabilmente aveva preso il posto del marito all’interno del consiglio. Ai suoi piedi, per terra, erano seduti Leah e il piccolo Seth. Avrei dovuto cercare di instaurare più di una semplice amicizia con loro per far felice Charlie. Chissà se Leah aveva accettato o soffriva ancora terribilmente per la scelta di Sam. Mi soffermai parecchio sui due fratelli e a guardarlo bene Seth mi ricordava il "Jacob" dei primi tempi. Il fatto che presenziasse al falò però significava che, presto o tardi, anche lui avrebbe cominciato a trasformarsi e sarebbe cresciuto a vista d’occhio. Lo stesso era già successo a Leah. Forse allora non avrebbe sofferto per sempre, ma avrebbe avuto anche lei il suo imprinting un giorno o forse avere il gene-lupo per una ragazza comportava schemi e conseguenze diverse?! Avrei dovuto parlarne con Jake uno di questi giorni. Osservandoli capii perfettamente la scelta di Sam di condividere tutto anche con Charlie. Sarebbe stato tutto più semplice per tutti. Niente domande e soprattutto niente caccia ai nuovi lupi.

Nel frattempo mio padre si era sistemato subito al fianco di Sue e io mi accodai mettendomi alla sua sinistra con Edward. Non appena il cerchio fu chiuso tutti si voltarono nella direzione di Sam.

<< Do il benvenuto a chi siede per la prima volta in questo cerchio. Stasera conoscerete quelle leggende che sono la nostra realtà. Diventerete parte della tribù. Custodirete i nostri stessi segreti. Farete parte finalmente della famiglia. Questa notte ci sono con noi anche persone che non condividono con noi legami di sangue, ma ormai fanno parte della famiglia ed è giusto che sappiano. Ora vorrei lasciare la parola a Billy >>.

Il quale cominciò a narrare delle loro leggende:

<< Il nostro popolo è sempre stato composto da una cerchia ristretta di membri, ma nonostante il tempo non è mai scomparso. Questo perché nel nostro sangue c’è qualcosa che ci rende speciali, immortali se vogliamo - io strinsi più forte la mano di Edward e rivolsi un timido sorriso a mio padre – In principio i Quileute erano spiriti guerrieri. Quando c’era bisogno di difendere la nostra ricca terra dagli invasori, il popolo si rifugiava sulle barche, in mare. Gli spiriti guerrieri lasciavano i loro corpi umani, su cui le loro donne avrebbero vegliato, per scatenare la loro magia contro i nemici. Kaheleha fu il primo grande Spirito Supremo. Poi arrivò l'ultimo Spirito Supremo, Taha Aki. Saggio e pacifico. La gente viveva felice e serena sotto la sua protezione. Ma c'era un uomo, Utlapa, che pensava che il nostro popolo dovesse usare la magia per espandere il proprio territorio, rendere schiavi i popoli vicini per costruire un impero. Poiché gli spiriti potevano leggere l’uno i pensieri dell’altro, Taha Aki venne a conoscenza della bramosia di Utlapa e lo cacciò dalla tribù. Nonostante egli fosse molto forte, non poteva competere contro gli altri spiriti uniti e si allontanò, meditando vendetta. Aspettò e in fine riuscì a impossessarsi del corpo di Taha Aki, lasciando lo spirito di quest’ultimo senza un corpo. Prese così il posto del capo dei Quileute senza però lasciare più il corpo usurpato. Taha Aki in preda all’agonia si ritrovò a provare invidia di fronte ad un possente lupo. Persino vivere da animale sarebbe stato meglio di quell'orribile coscienza incorporea. Così Taha Aki ebbe l'idea che cambiò per sempre il destino di tutti noi. Chiese al grande lupo di fargli spazio nel suo corpo, di dividerlo con lui e il lupo acconsentì. Ormai divenuti una cosa sola, l'uomo e il lupo tornarono al villaggio. Egli cercò in ogni modo di comunicare con loro per smascherare Utlapa. Yut, uno dei guerrieri più anziani, disubbidì ai comandi ed entrò nel mondo degli spiriti riconoscendo Taha Aki. Purtroppo il capo impostore lo uccise prima che potesse parlare con gli altri guerrieri. Al cospetto di una simile ingiuria Taha Aki provò una grande rabbia, più intensa di qualsiasi sensazione avesse mai provato. Entrò di nuovo nel corpo del grande lupo e avvenne la grande magia. La sua rabbia era la rabbia di un uomo. L'amore che provava per la sua gente e l'odio contro il suo oppressore erano troppo vasti, troppo umani per il corpo del lupo. Il lupo iniziò a tremare e, davanti agli occhi sconvolti dei guerrieri e di Utlapa, si trasformò in uomo. Da quel momento, Taha Aki fu più di un semplice uomo e più di un lupo. Fu battezzato Taha Aki il Grande Lupo. Guidò la tribù per molti, molti anni, senza più invecchiare. Quando un pericolo si avvicinava, assumeva l'identità di lupo per combattere o spaventare il nemico. Fu padre di molti figli e alcuni di questi, divenuti adulti, scoprirono che anch'essi potevano trasformarsi in lupi. I lupi erano tutti diversi l'uno dall'altro, poiché erano spiriti e riflettevano l'uomo che c'era dentro di loro. Quando un uomo-lupo smette di trasformarsi vive e invecchia come un normale essere umano. >>

Billy si fermò probabilmente per dare il tempo a tutti di assimilare il racconto.

<< Quindi tuo figlio sarebbe il famoso uomo-lupo? >> chiese a Billy, con voce seria e chiara, mio padre.

<< Tutti noi siamo uomini-lupo. Io, Jacob, Jared, Embry, Quil, Leah e forse un giorno anche Seth e molti altri. >> rispose Sam.

<< Accidenti ragazzi e io che pensavo foste immischiati in qualche gang. Ho anche rischiato di farvi la pelle con quelle battute di caccia nei mesi scorsi. Un momento, quindi siete voi la causa di quelle sparizioni tra turisti e campeggiatori? Perché se così fosse io … >> scattò in piedi.

<< Charlie siediti. Questo era il racconto di come la magia è giunta fino a noi... ma non è la fine della storia >> disse pacato Billy, mentre Sue invitava mio padre a rimettersi calmo accanto a lei.

Io rimasi immobile. Ero completamente terrorizzata dalla possibile reazione che mio papà avrebbe avuto con il proseguo della storia.

<< Decenni dopo cominciarono i problemi con un popolo confinante: i Makah. Molte loro giovani erano scomparse e di ciò incolpavano i lupi. Taha Aki, ormai vecchio, incaricò il suo figlio-lupo maggiore, Taha Wi, di trovare i veri colpevoli prima che iniziassero le ostilità. Taha Wi guidò altri cinque uomini-lupo in missione sulle montagne dove trovarono qualcosa di assolutamente nuovo per loro: uno strano, dolce odore nella foresta, che bruciava il naso fino a far male - parlava del nostro odore e inconsciamente mi strinsi maggiormente al fianco di Edward che mi cinse le spalle con un braccio – Essi non sapevano quale creatura lasciasse un tale odore, ma la seguirono. Taha Wi non fece mai ritorno e Taha Aki convinse i Makah della loro estraneità con il suo lutto. Tuttavia le sparizioni ricominciarono, una nuova spedizione di lupi fu inviata nella foresta e questa volta almeno uno tornò vivo. Era Yaha Uta, il figlio maggiore della terza moglie di Taha Aki, il più giovane del branco. Aveva portato con sé uno strano cadavere, duro e freddo come la pietra. >>

Istintivamente mio padre mi aveva preso per mano e al suono di quelle parole si voltò verso di me alternando lo sguardo dalle nostre mani intrecciate al mio viso. Stava collegando la mia nuova natura a quella della creatura del racconto di Billy.

<< Yaha Uta descrisse la forza maestosa e la velocità della creatura. Le sue labbra bianche coperte del sangue delle fanciulle Makah e gli occhi che emettevano un bagliore rosso. Scoprirono in fretta che fare a pezzi la creatura non era sufficiente ad annientarla e velocemente gettarono ogni suo brandello nel fuoco, dividendo poi le ceneri e disperdendole in luoghi lontani. – a quel punto Billy mostrò il nastrino di cuoio che portava al collo. Da un'estremità penzolava un sacchetto, scurito dal tempo, probabilmente parte delle ceneri erano racchiuse lì - Lo chiamarono il Freddo, o il Bevitore di Sangue. A volte capitò che qualche bevitore di sangue attraversasse questi territori, ma veniva colto di sorpresa non sapendo dei lupi. Fino a quando non giunse una congrega più grande e i vostri bisnonni si preparano a combatterla. Il capo dei nuovi venuti però parlò a Ephraim Black con i modi di un uomo e gli giurò di non voler fare del male ai Quileute. I suoi strani occhi gialli, in qualche modo, provavano ciò che diceva: lui era diverso dagli altri bevitori di sangue. I lupi erano in svantaggio numerico: non aveva senso che i Freddi cercassero una tregua, quando avrebbero potuto vincerli. Ephraim accettò. Da allora i Freddi hanno sempre rispettato il patto, benché la loro presenza tenda ad attirarne altri. E il loro numero ha indotto, da allora, il branco a ingrandirsi. Perciò, oggi, i figli della nostra tribù portano di nuovo il fardello e condividono il sacrificio che i loro padri hanno sopportato prima di loro >>

 Ora Billy aveva preso a fissare Edward e me, mentre sentivo la presa di mio padre farsi più stretta. Ormai la verità stava prendendo forma nella sua mente. Tirato poi un lungo respiro si voltò verso di me prendendomi entrambe le mani.

<< I freddi di cui parla Billy sono i Cullen vero? Intendo quelli buoni >>

Io non seppi far altro che annuire.

<< Ed ora tu sei come loro? >>

Ancora un solo, semplice, cenno del capo.

<< Perché Bella? Devo … Voglio capire! Perché hai fatto una scelta simile? Senza dirmi nulla. Avremmo potuto discuterne. Invece sei sparita senza una parola e ora sei … >>

<< Papà non avremmo mai potuto discuterne perché come i Quileute, anche i vampiri hanno le loro leggi e i loro segreti. Tu saresti stato in pericolo. Io sono stata in pericolo per averlo scoperto e nonostante volessi questa vita per restare al fianco di Edward, lui si è sempre opposto. Per questo mi ha lasciata, per questo ho iniziato a fare ogni più assurda sciocchezza per riportarlo da me. Il giorno in cui sono partita mi ero lanciata dalla scogliera qua alla riserva e la voce di un mio presunto suicidio era arrivata ad Edward. Lui non poteva sopportare un’esistenza senza di me e si era diretto a Volterra per cercare la morte per mano di chi amministra la legge tra la sua specie, ma io sono intervenuta. Purtroppo, a quel punto, mi ero esposta e sarei morta sul serio se Edward non mi avesse trasformata. >> ancora una volta aveva cercato di non dare troppi particolari e allo stesso tempo di essere più sincera possibile.

Charlie rimase in silenzio fissandomi intensamente.

<< Charlie, Bella non è cambiata, è sempre lei. Il suo amore per te non è cambiato. Certo, ora è ancora più bella e la goffaggine è sparita, ma non credo siano cambiamenti di cui doversi lamentare. Purtroppo la sua testardaggine non è scomparsa e sta facendo di tutto perché tra tutti noi ci sia più di un semplice patto di non belligeranza. Sta lottando perché possiamo convivere insieme ed in pace. È rimasta la ragazza altruista, dolce e generosa che conoscevamo. Nulla è cambiato. Ed in più saprai che niente mai la strapperà via da te e che sarà felice per sempre accanto alla persona che ama. >>

 Jacob aveva colmato quel silenzio lacerante. Aveva parlato in modo schietto a mio padre senza però lasciare per un istante i miei occhi. Sapevo che dietro ad ogni parola per lui c’era molto di più e la cosa mi faceva soffrire perché ero conscia di quanto gli costasse accettare quello che ero e chi avevo scelto. Ma gli ero anche immensamente grata perché pian piano vidi l’espressione di mio padre addolcirsi prima di aprire le braccia per stringermi a sé. Percepii anche l’odore salato di qualche lacrima, ma fece attenzione a non farsi smascherare.

<< Se dietro a tutte quelle sparizioni non ci sono né lupi né i Cullen, chi ha seminato morte nelle nostre terre? >> chiese poi preoccupato sciogliendo l’abbraccio.

<< Nomadi. Niente di cui preoccuparsi. Proteggere tutti voi è compito nostro Charlie >> rispose prontamente Sam.

Io gli rivolsi un sorriso tirato di ringraziamento. Non era il caso di esagerare con le rivelazioni per stasera.

<< E mio e della mia famiglia >> aggiunse velocemente Edward stringendomi a sé.

L’unico rumore che si sentì per un po’ fu lo scoppiettare della legna che bruciava, poi poco a poco, la tensione si diradò e l’assemblea venne sciolta. I ragazzi si alzarono e si diressero alle cibarie.

<< Credo che sia ora di tornare a casa. Si è fatto tardi. Grazie per avermi ammesso a questo falò e avermi reso partecipe dei vostri segreti. Li custodirò come fossero i miei. >> disse a tutti in tono formale, quasi imbarazzato, mio papà.

<< Vecchio mio, spero che domani sera non mancherai, c’è la partita e i ragazzi mi hanno regalato un nuovo televisore >> gli rispose Billy.

<< Puoi contarci vecchia pellaccia di lupo >> ridacchiò mio padre.

Charlie aveva poi dato un rapido bacio sulla guancia a Sue invitandola a pranzo, con i ragazzi, il giorno successivo e lei accettò. Dato che la cuoca ero io quanto meno poteva rendermi partecipe della decisione, ma ero comunque felice di poter conoscere meglio Sue e soprattutto Leah e Seth prima del matrimonio.

Solo Jake era rimasto accanto al fuoco che si stava ormai spegnendo. Feci un cenno a Edward che si incamminò da solo verso la Volvo e io andai a sedermi accanto al mio amico.

<< Non vai ad abbuffarti con gli altri? >> iniziai per rompere il ghiaccio.

<< Non ho fame >>

<< Senti io non so neanche da che parte incominciare … Grazie Jake! Quello che hai detto a mio padre … Sei il migliore amico che potessi mai desiderare. Ti voglio bene. Notte. >> gli lasciai un leggero bacio sulla guancia e raggiunsi mio padre che si stava incamminando verso casa di Billy.

<< Allora, tutto ok papà? >>

<< Ci vorrà del tempo per assimilare e abituarmi al tutto, ma direi di sì. Ho una figlia vampira “vegetariana” e presto ne acquisirò due che diventeranno lupi. Una tipica famiglia americana direi - rispose in tono ironico lui – A parte gli scherzi Bells, ha ragione Jake. Non è cambiato nulla, se non che, la persona meravigliosa che eri è diventata ancora meglio e so che ora vivrai per sempre. Felice ed amata. >> e mi prese sotto la sua ala protettiva.

Arrivati davanti alle auto mio padre strabuzzò gli occhi.

<< E questa da dove salta fuori? >>

<< È un mio regalo capo Swan. >> mi salvò Edward.

<< Mmm non credi sia un po’ eccessiva per una ragazza come Bella e un paese come Forks?! >>

Io ed Edward scoppiammo a ridere.

<< Da quando siamo così attenti all’opinione della gente? - lo punzecchia io – E comunque l’ho scelta io >>

<< Come non detto. A quanto pare ormai come padre conto meno di zero. >> bofonchiò.

<< Questo non è vero. Fino a che sarò una Swan seguirò le tue regole. E dopo accetterò sempre i tuoi consigli. Così può andare? >>

<< Mi pare un giusto compromesso. Ora però vedete di riportarmi a casa che sono stanco. >>

<< Salta su che in 5 minuti siamo a casa. >> lo invitai indicandogli l’Aston.

<< No, grazie. A differenza tua io non ho un’eternità davanti e vorrei godere di ancora qualche anno di buona salute. Credo opterò per la guida moderata e sicura del tuo fidanzato – poi voltandosi verso Edward – sempre che non sia un problema allungare fino a casa nostra? >>

<< Affatto >> rispose con un sorriso il mio angelo.

Io, prima, fui invasa da un senso di amarezza alla battuta di mio padre, un giorno sarebbe scomparso dalla mia vita, lasciando un vuoto incolmabile, poi passai a shock, constatando il comportamento affabile di mio padre nei confronti di Edward. Forse le parole di Jacob avevano davvero colto nel segno.

<< Signorina vedi di rispettare il codice della strada o mi vedrò costretto, regalo o no, a ritirarti le chiavi di quell’auto >> mi urlò Charlie prima di infilarsi in macchina con Edward.

Arrivati a casa mio padre sgusciò velocemente in casa lasciando il tempo a me e al mio fidanzato di salutarci.

Il bacio della buona notte fu meraviglioso, ma troppo breve. Le nostre lingue ebbero giusto il tempo di gustare le labbra uno dell’altra e rincorrersi per brevi istanti tra le nostre bocche creando un’elettricità palpabile e incontenibile tra i nostri corpi. Ci saremmo comunque ritrovati non appena Charlie si fosse addormentato per ragguagliare sulla serata la sua famiglia.

Chiusa la porta di casa mi incamminai lentamente verso le scale.

<< Bella – mi richiamò mio padre dal salotto – domani a pranzo verranno Sue e i ragazzi, è un problema? Cioè intendo per cucinare e cose del genere … >> balbettò non sapendo bene che dire.

<< Tranquillo, nessun problema, domattina mi metterò ai fornelli all’alba. >>

<< Non c’è bisogno che ti alzi all’alba. Ma tu resti, anche se non mangi, perché non mangi giusto? >>

<< Non mangerò né quello che preparerò né i tuoi ospiti e non sparirò. Ora rilassati e vai a dormire ad un’ora decente. Notte. >> mi congedai.

<< Davvero spiritosa! Notte tesoro >>

Per ora di sicuro avrei evitato di informare Charlie del fatto che in realtà non avevo bisogno di dormire e soprattutto di conversare con lui della mia dieta.

 
set abiti
 

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Capitolo 38
*** TRENTOSSESIMO CAPITOLO ***


Buona sera!!!ecco un nuovo capitolo...
un saluto a tutte le lettrici silenziose e un bacio grande invece alle parlanti!!!!
 
BELLINA: scherzi?!spero di non liberarmi mai di te!!!! ecco subito la precisazione che chiedi: Jake ama ancora Bella, ma diciamo che grazie alle parole di Sam piano piano la consapevolezza che forse Bella non sia la donna della sua vita si sta facendo strada, ma l'amore non si spegne dall'oggi al domani e quindi per ora da quel unto di vista è un Jacob masochista che a costo di soffrire non si allontana da Bella...tranqulla che non rompi mai le scatle!!!!ah ho visto Eclipse e mi è piaciuto molto per alcuni versi e odiato per altri...eclipse è il mio libro preferito perchè finalmente Bella dopo un lungo scivolone a discapito di Jake ritrova il senno e fa le scelte giuste e ho trovato che tutto questo sia stato un pò reinterpretato alla bene e meglio....Jasper e la battaglia tuttavia sono stati grandiosi...(attinenza libro-film al primo posto resta NM) ecco ho divagato pure io....ihihih grazie come sempre!un bacione!
 
MIRYA: io amo Jake come te e non potevo non regalargli un super ruolo nella mia storia!felice che tu abbia apprezzato!per la segnalazione non dirlo nemmeno...la tua storia parla da sè!
 
 
BUONA LETTURA!
 

TRENTOTTESIMO CAPITOLO

Erano le dieci del mattino, Charlie si sarebbe svegliato tra poco, percepivo il mutare del battito del suo cuore.

La colazione era pronta e già mi stavo mettendo al lavoro per preparare il pranzo per Sue e i ragazzi: lasagne al forno e sformato di verdure.

Ieri notte, quando con Edward avevamo raccontato del falò agli altri, Carlisle era rimasto affascinato dall’intera leggenda dei Quileute e dalla reazione di mio padre. Emmett non si era lasciato sfuggire l’occasione di fare una delle sue sciocche battute  dopo che Esme, in preda all’emozione, aveva annunciato di volerlo invitare a cena la più presto, anche con Sue e i ragazzi, se ciò poteva farlo sentire più a suo agio. Io non ero molto propensa a far venire soprattutto Seth, non si era ancora trasformato e avere a che fare con me era già più che sufficiente per solleticare il gene-lupo. Magari prima ne avrei parlato con Sue.

<< Mattiniera come sempre tesoro? Le vecchie abitudini sono dure a morire! >> esordì, solare, mio padre entrando in cucina e posandomi un lieve bacio su una guancia.

<< Eh già! Accomodati, la colazione è pronta. E, a dire il vero, anche il pranzo è quasi pronto. Lasagne e sformato. Spero saranno di vostro gradimento. >> sorrisi a mio padre mentre gli mettevo sotto il naso le frittelle e il caffè.

<< Sei sempre stata un’ottima cuoca Bells. Vedrai sarà un pranzo magnifico! >> mi tranquillizzò mio padre.

<< Ah papà senti: ormai ho una macchina nuova e ho pensato di passare il pick up a Seth. Jacob ci darà una controllata e se non ci sono obiezioni, vorrei passare il testimone quando li riportiamo alla riserva. Magari ne parlo con Sue dopo, che dici? >>

<< È davvero un bel pensiero e non credo ci saranno problemi per Sue e almeno quell’amabile cozzaglia di lamiere rosse resterà in famiglia >> mi strizzò l’occhio lui.

<< Bene. Visto che qui è tutto pronto io salirei a farmi una doccia e a prepararmi, così per quando tornerai con Sue, potremmo metterci a tavola. >>

Charlie annuì con il capo, la bocca piena di frittelle, a guardarlo ingozzarsi così mi scappò una lieve risata che gli fece sollevare il sopraciglio. Io scossi a mia volta il capo e mi diressi in bagno.

Una volta asciugata mi immersi nell’armadio alla ricerca degli abiti che tempo prima mi aveva comprato Reneè per la cerimonia di matrimonio sua e di Phil. Sarei stata elegante, ma non troppo.

Infilai il top rosa antico. Sulla spalla sistemai per bene i fiori in tessuto dell’unica spallina che sorreggeva la stoffa e sistemai l’elastico sul fondo in modo che non coprisse la cintura di cuoio che sosteneva la gonnellina di pizzo che raggiungeva appena il ginocchio. Ai piedi due ballerine con fiocco abbinate. Una spazzolata ai capelli ed ero pronta. Nonostante non indossassi grandi firme dell’alta moda credo che Alice sarebbe stata fiera di me. Proprio mentre mi stiravo per l’ennesima volta la gonna con le mani sentii la macchina della polizia fermarsi davanti a casa, in un istante fui di sotto, pronta ad aprire la porta ai nostri ospiti.

 Sue era fasciata da un semplicissimo tubino di cotone blu a maniche corte. Ai piedi un paio di ballerine color cuoio e a tracolla una borsa di tessuto, simile a quelle che vendevano alla riserva.

Subito le sorrisi e le feci segno di accomodarsi spostandomi dall’uscio.

<< Ciao Isabella! Grazie per l’invito di oggi >> mi salutò calorosamente lei.

<< Grazie a te per essere venuta >> risposi io, un po’ impacciata.

<< Ehi Bella! Wow che carina che sei! >> mi salutò Seth che era apparso dietro a sua madre, prima di scoccarmi un bacio sulla guancia.

<< Ciao Seth! La maglietta te l’ha prestata Jacob? >> scherzai vedendo che indossava una maglietta con stampato Topolino e ricordando quella di Jake delle tartarughe ninja.

<< Ahahah! Certo che per essere una succhiasangue sei simpatica! Ahia!!!! >> mi aveva risposto lui prima di prendersi uno schiaffo sulla nuca da sua sorella appena entrata.

<< Mi spieghi che ti ho fatto? >> mise il broncio rivolgendosi a Leah.

<< Siamo ospiti, vedi di usare un po’ di educazione >> rispose secca lei.

<< Oh Leah non importa, non mi sono offesa! >>

Lei alzò semplicemente le spalle e sparì in cucina alle spalle di sua madre.

Indossava una camicetta a quadri sulle tonalità dell’arancio, rosso e verde, un paio di jeans al ginocchio e sneakers arancio. I capelli fini e neri lasciati liberi. Era così semplice e bella al tempo stesso. Peccato per quel broncio che le induriva sempre il volto. Certo non ero io quella che poteva giudicare, bastava pensare a come mi ero ridotta dopo che Edward mi aveva lasciato. Purtroppo però ero consapevole di non poter comprendere fino in fondo il suo dolore perché Edward non mi aveva lasciata per un’altra, lui amava me, mentre Sam amava Emily. Come se non bastasse poi non poteva fuggire, doveva sopportare di vederli costantemente assieme perché faceva parte anche lei del branco e condivideva i pensieri del suo amato per un’altra. Il suo dolore era così aumentato invece che diminuire. Tutto questo mi addolorava molto e nonostante fosse più grande di me di un anno mi sentivo in dovere di proteggerla da tutta quella sofferenza, quasi fosse una sorella minore. Oggi avrei fatto il primo passo verso di lei con la speranza che almeno con me gettasse quella maschera acida e cinica.

Per il pranzo avevo apparecchiato nel piccolo fazzoletto di giardino sul retro che mio padre non aveva perso tempo di mostrare a Sue, ora che tutto era pulito e curato.

<< Seth mi aiuteresti a portare fuori bibite e cibarie, così possiamo sederci a tavola? >>

<< Sì, sto morendo di fame >> mi rispose correndo in casa, riuscendone subito dopo carico di vassoi e bottiglie.

<< Dai qui >> dissi levandogli la teglia bollente di lasagne dalle mani.

Il pranzo trascorse tra conversazioni per lo più frivole e spensierate, a parlare eravamo stati per lo più io e Seth, con qualche intrusione di Sue. Leah aveva mangiato quasi in religioso silenzio.

I piatti erano stati ormai svuotati e io mi apprestavo a ritirarli per andare a lavarli quando Sue fece per alzarsi.

<< Non ti preoccupare Sue, ci pensiamo io e Bella, voi godetevi l’arietta qua fuori, peccato che, come al solito, non ci sia il sole. >> si affrettò a dire mio padre invitando la sua ospite a rimettersi seduta.

<< Come se facessi tutto tu Charlie >> sorrise lei di rimando e nonostante fossi già in cucina la sentii perfettamente.

<< Papà dai qui e vai a distrarre Seth per un po’ così io posso chiedere a Sue per il pick up >>

<< Ah già. Vero. Baseball sia allora! >> e prendendo una birra dal frigo andò a chiamare il lupacchiotto, mentre io uscivo di nuovo in giardino.

<< Oh Bella hai cucinato davvero dei piatti buonissimi. Grazie >> mi accolse Sue.

<< Grazie a voi per essere venuti e grazie a te per tutto quello che stai facendo per mio padre. Sono davvero felice che abbia trovato una persona a cui riaprire il proprio cuore. >>

<< Beh diciamo che siamo stati un’ancora di salvezza l’uno per l’altra in momenti difficili per entrambi. Ho sempre convissuto con le leggende e non ho grossi problemi ad accettare la tua natura e quella dei miei figli, per me siete ancora i nostri ragazzi, ed è proprio per questo che ti chiedo di essere un po’ meno egoista d’ora in avanti. Hai nelle mani il destino di troppo persone, non approfittare del loro affetto incondizionato perché non sempre si possono rimettere insieme i cocci di cuori rotti. Mi riferisco prima di tutto a tuo padre poi a Jake e anche a Seth. Forse tu neanche te ne sarai accorta, ma già ti vede come una sorella ed è inspiegabilmente affascinato da voi vampiri, non mi meraviglierei che dopo oggi ti chiedesse di venire a casa Cullen a conoscere tutti. E infine c’è anche Edward. Non credo sia estremamente felice del tuo bizzarro rapporto con Jacob. Quindi ti prego pensa a tutti loro e trova i giusti equilibri. >> concluse pacata mentre Leah usciva di casa per riunirsi a noi, dopo essere andata a prendere una birra.

<< Tesoro non mi sembra il caso di una birra a quest’ora >> l’ammonì Sue.

<< A me si invece >> rispose acida lei.

Decisi allora di intervenire dirottando il discorso:

<< Sue avrei da chiedere il tuo permesso per fare un regalo a Seth. >>

<< Dimmi pure >>

<< Edward mi ha regalato una nuova macchina e vorrei passare il mio pick up a Seth se per te non ci sono problemi. Ovviamente Jacob lo controllerà prima. >>

Nel frattempo avevo visto mutare l’espressione di Leah da curiosa ad ansiosa. Aveva paura che sua madre negasse il regalo al fratello?

<< Beh contavo di rimandare ancora per un po’ le preoccupazioni per un figlio alla guida, ma visti gli ultimi sviluppi positivi tra tutti noi, un autista potrebbe farmi comodo. Però voglio che tu e Jacob gli diate lezioni adeguate e dovrai fargli promettere di lasciare sempre le chiavi a me, almeno così per i primi tempi lo terrò sotto controllo >> sentenziò Sue.

<< Io non ci posso credere. Quel piccolo pulcioso avrà un mezzo di trasporto suo? E come se non bastasse regalo della mia adorata sorellina succhiasangue! Assurdo! >> sbraitò Leah alzandosi di scatto e sbattendo la birra sul tavolo e facendo per andarsene.

<< Non ti azzardare ad andartene! >>

<< Va al diavolo mamma! >>

<< Leah! >> urlò Sue vedendola scomparire oltre la porta. Allora fece per alzarsi, ma io la fermai.     

<< Se permetti vorrei provare a parlarle io >> e subito entrai in casa per seguirla.

<< Bella che succede? >> mi chiese Charlie avendo forse sentito i battibecchi.

<< Niente papà. >>

<< Dove sta andando mia sorella Bella? >> disse Seth con un filo di ansia.

<< Tranquillo, ci penso io. Piuttosto vedete di non lasciare sola Sue in giardino. C’è una vaschetta piena di gelato da finire e fra poco io e Leah vi raggiungeremo >> risposi prima di sparire pure io.

Una volta in strada intercettai la scia di Leah e cominciai a seguirla. Non si era trasformata, probabilmente non voleva far intercettare i suoi pensieri da nessuno del branco.

<< Non mi importa un fico secco di condividere i miei pensieri o meno con gli altri. Non mi sono trasformata perché odio essere un mostro e poi questa è la mia camicia preferita >> la sua voce mi arrivò come un sussurro.

Si era seduta su un tronco al limitare della foresta.

<< Perché mi sei venuta dietro? Che vuoi? >>

<< Ho promesso a tua mamma che ti avrei riportata indietro e tuo fratello ti aspetta per mangiare il gelato, si è preoccupato quando ti ha visto andare via come una furia >>

<< Oh ma tanto c’è la sorella vampira pronta a viziarlo e coccolarlo no? >>

<< Leah ma la smetti una buona volta di fare la stronza? Pensi che le cose miglioreranno mai continuando a prendere a calci tutti quelli che ti vogliono bene? >>

Non rispose, non si scompose, ma ai miei nuovi sensi non era sfuggito il sussulto del suo cuore, non si aspettava che le rispondessi una buona volta a tono.

<< Non è dando la colpa a chiunque ti capiti a tiro, che la tua ferita si rimarginerà >>

<< Ah e allora sentiamo, come dovrei fare per sentirmi male anche solo la metà di come mi sento ora? >>

<< Dammi una possibilità come amica. In parte so quello che stai provando e vorrei starti vicina >> azzardai io.

<< Beh che ironia, mi pare che voi succhiasangue abbiate già fatto a sufficienza. È colpa vostra se è successo tutto questo. Niente vampiri, niente lupi. Niente lupi, niente imprinting. Io sarei ancora felice con Sam. E forse ci sarebbe ancora anche mio padre. Mio fratello non rischierebbe di trasformarsi da un giorno all’altro in una bestia surreale e non smanierebbe dalla voglia di avere te come sorella invece che me.>> inasprì i toni.

<< Mi spiace davvero Leah, ma devi imparare ad accettare e a convivere con quello che sei. Non hai potuto scegliere, ma questo non significa essere dei mostri. Non è la tua natura ad essere mostruosa, ma la tua anima e quella dipende dalla tua volontà. Non credo sia giusto incolpare noi per Sam né soprattutto per tuo padre. Le cose sono andate così, ma tu devi reagire. Tua madre e tuo fratello contano su di te. Io non ho nessuna intenzione di prendere il tuo posto nel cuore di Seth, ma non nego che è impossibile non volergli un gran bene. E non nego neppure che vorrei un giorno avere un legame così anche con te. Renderebbe felici anche Sue e Charlie. Non posso permettere che per colpa nostra, mio padre perda l’appoggio di una donna fantastica come tua madre. Io non potrò essere sempre al suo fianco e non voglio resti solo. Non voglio bruciare questa sua occasione di essere di nuovo felice ora che la sua unica figlia si è dimostrata essere un mostro e una completa delusione >> dissi seria.

<< Ma non ti rendi conto di come tutti ti ammirano e ti amano incondizionatamente? Tuo padre, Cullen, Jake, mio fratello e perfino mia madre e Sam. Sei così speciale che ai loro occhi la tua natura perde ogni connotato. Io invece sono solo l’acida ribelle che nessuno sopporta. Non sono altro che un vicolo cieco genetico. Niente scelte. Solo una strada forzata >> singhiozzò.

<< Oh Leah ma tu non hai scelto di trasformarti o no, è qualcosa insito nel tuo DNA, ma puoi scegliere il modo di vivere la tua condizione e il modo di rapportarti agli altri. Un sorriso può ricevere solo un sorriso >> cercai di consolarla.

<< Neanche tu hai scelto. Come fai a sopportare una condizione, eterna, che non hai voluto tu? >>

<< Da un certo punto di vista potrebbe essere così, ma io avevo espresso il desiderio di essere trasformata. Non nel modo in cui è accaduto, ma ho sempre sognato un’eternità accanto ad Edward e, nonostante tutto, sono felice. >>

<< Non credo di essere capace di sorridere >> sospirò fra sé riferendosi alla mia metafora di prima.

<< Ti aiuterò io >> e le porsi la mano.

Nell’attimo in cui la strinse un calore immenso percorse il mio corpo, anche Leah percepì quella strana sensazione e come se quel fuoco avesse sciolto quell’enorme peso che le opprimeva il cuore, lacrime silenziose presero a solcarle il volto prima di cercare una qualche protezione da quella fragilità tra le mie braccia.

<< Grazie. Credo ci sarà parecchio lavoro da fare per migliorarmi almeno un pò, ma prometto che mi impegnerò. Però Bella teniamo per noi questa chiacchierata >>

<< Non sia mai che la fredda e cinica Leah appaia fragile e troppo umana. A volte penso che tu sia più lupo anche di Jake o Paul! >>

<< Ehi non mi paragonare a Paul >> mi ammonì mettendo su il broncio.

Io scoppiai a ridere e subito anche lei si unì.

Tutta la tensione era finalmente svanita così come tutta la negatività di Leah, la quale mi riservò uno sguardo da cucciolo per convincermi al silenzio.

<< Oh no! Manterrò il segreto con il branco, ma niente segreti con Edward e soprattutto levati dalla faccia quello sguardo abbindolatore! Sembri Alice! >> le dissi passandomi una mano tra i capelli.

<< Ehi! Mi hai paragonato per ben due volte in cinque minuti a individui che poco apprezzo! Se il tuo intento è addolcirmi questo non credo sia il metodo adatto! Paul è così irritante e i vampiri … beh … tu mi basti e avanzi >> finì con un timido sorriso sulle labbra come ad addolcire le sue parole.

 Era sicura fosse l’inizio di un legame che sarebbe andato ben oltre alla semplice amicizia. Solo il futuro però ci avrebbe dato delle risposte.

<< Ora andiamo a casa >> sentenziai.

Non appena varcammo la soglia di casa Swan vidi Charlie tirare un sospiro di sollievo vedendoci rientrare, Sue aprirsi in un sorriso carico di speranza e Seth interrompere l’abbuffata di gelato.

<< Ehi pulcioso, lasciane un po’ anche a me! >> lo sgridò Leah.

Io le tirai subito una gomitata ad un fianco e lei raddrizzò il tiro.

<< Dividi il barattolo con tua sorella? >> rimediò quasi in imbarazzo.

Seth non le ripose ma spostò verso di lei il gelato e le porse un cucchiaio.

Un silenzioso grazie mi arrivò da Leah.

<< Leah ma mi stai ascoltando? >> interruppe la nostra conversazione mentale Seth.

<< No scusa, ero sovrappensiero. Che hai detto? >> le rispose lei scompigliandogli i capelli.

<< Dato che qui abbiamo finito, potrebbe accompagnarci Bella a casa. Così mamma e Charlie restano un po’ soli e noi stiamo ancora assieme. >> ripeté lui riservando a sua sorella quello sguardo supplichevole che lei stessa aveva usato poco prima per incastrare me.

Leah scosse la testa percependo la mia ultima constatazione e arrendendosi al fratello gli rispose:

<< Le tue bizzarre sorelle ti intratterranno per il resto della giornata con piacere, piccolo disastro della natura. – poi voltandosi verso di me – Ti va Bella? >>

<< Vado a mettermi qualcosa di più comodo e andiamo >> dissi volando in camera.

Infilai una maglietta a righe grigie e nere, un paio di shorts in tessuto, grigi, un paio di stivaletti, presi il giubbotto di pelle nera e i ray ban. Una sciarpa al collo. Capelli tirati e raccolti alti e ancora il filo di trucco che avevo messo per il pranzo.

In cinque minuti ero pronta per fare l’ultimo viaggio con il mio compagno, rosso sbiadito, verso la riserva.

Passai ancora qualche ora a casa si Leah e Seth, il quale dopo avergli detto del regalo , era andato completamente su di giri e non aveva smesso un attimo di ringraziarmi e tartassarmi con qualsiasi argomento di conversazione possibile.

<< Ehi disastro è ora di andare a fare i compiti che domani hai la scuola e fra poco arriverà mamma >> gli aveva ricordato Leah.

<< Ed è ora che io vada. Appena il pick up è pronto inizieremo con le lezioni di guida. >> aggiunsi io facendogli l’occhiolino.

Seth a malincuore mi salutò e filò in camera a studiare. Io salutai Leah e lasciai casa Clearwater.

Prima di rientrare però volevo passare da Jake.

“ Sono alla riserva. Farò un po’ tardi. Non ti preoccupare! Ti amo!”

Inviai rapidamente un messaggio a Edward e rimisi il telefono in tasca del giubbino.

<< Ehi bicipiti che combini? >> dissi entrando nella rimessa di Jacob.

<< Bells! Che ci fai da queste parti? >> mi rispose lui alzando il volto dai pezzi di motore su cui stava lavorando e regalandomi uno di quei sorrisi che tempo prima ridavano sostanza al mio sopravvivere.

<< Ho accompagnato Seth e Leah a casa e ho pensato di passare a vedere che facevi. Ti ho portato il pick up così quando puoi lo controlli e poi sarà di Seth >> gli dissi avvicinandomi e prendendo tra le mani un pezzo di ferraglia che non sapevo minimamente distinguere da qualsiasi altro.

<< È la candela della tua moto, la stavo giusto cambiando >> mi spiegò Jake togliendomela dalle mani e passandomi uno straccio per pulirmi le mani dal grasso.

<< Grazie >> dissi assorta nel ricordare tutto ciò che era legato alla moto.

<< Che ne dici di esorcizzare i vecchi ricordi legati alle mote e farci un giro fino alla scogliera? >> mi propose titubante.

Possibile che nonostante la mia nuova natura le mie emozioni gli fossero sempre così chiare? Come poteva leggermi così nel profondo dell’anima?

<< Vebbè lascia stare. Era una stupidaggine >> si affrettò ad aggiungere forse per il mio silenzio.

<< Invece credo sia un’ottima idea >> risposi sorridendo e incoraggiandolo a rialzare il capo.

<< Corro a cambiarmi. Cinque minuti e sono da te! >> mi intimò correndo via non prima di avermi investito con un solare sorriso.

Detto, fatto. Dopo cinque minuti stavamo spingendo le moto fuori dal capanno. Jacob mi ricapitolò brevemente tutti i vari comandi che già una volta mi aveva insegnato e aspettò che salissi in sella e accendessi il motore. Probabilmente voleva che andassi io per prima in modo da tenermi sott’occhio, ma ormai non correvo più alcun rischio perché ero dotato di ottimi riflessi e impareggiabile equilibrio.

<< Jake non può succedermi nulla, quindi vai tu per prima perché non conosco la strada >> dissi alzando un po’ la voce per superare il brontolio dei motori.

Jake sembrò riflettere un attimo sulle mie parole.

<< Vedi di non rimanere indietro lumaca! >> disse prima di dare gas al motore e lasciarmi sul posto.

Non mi persi d’animo e ingranando la marcia scattai subito sulla scia di polvere alzata da lui. Ben presto lo affiancai e procedemmo così per una decina di minuti, poi Jake mi passò davanti facendomi segno di rallentare e dopo alcuni metri ci fermammo.

<< Te la sei cavata alla grande. Forse e dico forse eviterò di perdere altri anni di vita ora che non sei più un disastro ambulante. >> mi schernì lui mentre scendevo dalla moto.

<< Stare con Paul ti fa davvero male lo sai? >> e scoppiammo entrambi a ridere.

Una pace irreale si stava diffondendo in ogni cellula del mio essere. Stare in compagnia di Jacob era sempre stato salutare per me.

Alzai il volto e lo vidi andarsi a sistemare su un tronco caduto a pochi passi dalla scogliera a picco, lo raggiunsi e mi misi accanto a lui.

Le nuvole si erano diradate e lo spettacolo mozzafiato del sole che tramontava mi colpì in pieno rapendo il mio sguardo.

<< Quando ho realizzato che ti eri lanciata da qui pensavo di averti persa per sempre. Ma mi sono buttao ugualmente. Dovevo tentare. >> disse in un sussurro malinconico.

<< E mi hai salvata. Non ti saprò mai dire grazie abbastanza >> proseguii io prendendogli una mano e stringendola.

Lui alzò il capo puntando i suoi occhi tristi nei miei.

<< Già. Ma ti ho persa comunque. Niente è andato come avevo sognato. >> continuò lui laconico.

<< Jake mi dispiace. Se vedermi e passare del tempo con me ti fa stare così male io sparirò dalla tua vita >> dissi risoluta lasciando la sua mano bollente.

<< No! – l’urlo gli si strozzò in gola – Sto bene. Starò bene. Ho promesso. Sarà dura, ma con un po’ di pazienza ce la farò. E poi voglio vederti e starti vicino. >> e riprese la mia mano nella sua.

Continuavo a torturarlo e non riuscivo a smettere. Ero davvero un mostro.

<< Non sei un mostro Bells. È la vita. C’è chi vince e c’è chi perde. Questa volta ho perso, ma qualcuno mi ha detto che il mio destino deve ancora arrivare e io voglio crederci. – poi voltandosi, incatenando di nuovo i nostri occhi, si fece serio – Ora però promettimi tu che non mi lascerai definitivamente per lui. Prometti che resterà un po’ di Bella anche per me fino a quel giorno >> riusciva a controllare la voce, ma i suoi occhi imploravano una sola risposta. E io non potevo che donargli quella piccola parte di me, non potevo negargli quel si, almeno per ora.

<< Te lo prometto >> e mi ritrovai avviluppata nel suo abbraccio bollente.

Credo versò anche un paio di lacrime, ma il profumo del mare poteva ingannare, perché lui si staccò in fretta e si alzò dandomi le spalle. Trasse un profondo respiro e in quel momento che dovevo fare io qualcosa per lui.

Mi alzai e lo superai mettendomi quasi sull’orlo della scogliera. Mi levai il giubbotto di pelle, lasciandolo cadere a terra, dietro le mie spalle.

<< Bella che diavolo stai facendo? >> mi ammonì con un sopracciglio alzato.

<< Prima abbiamo esorcizzato le moto e ora esorcizzeremo questa scogliera >> risposi con un sorrisetto furbo sulle labbra mentre sfilavo gli stivaletti e lanciavo a terra occhiali e sciarpa.

Jacob continuava a fissarmi perplesso, ma non avrei potuto scommettere se per l’idea in sé o se perché si aspettava che facessi cadere altri indumenti hai miei piedi.

<< Allora che stai aspettando? Non mi dire Jacob Black, che hai paura di un tuffetto nell’oceano?! >> lo canzonai.

<< Certo che no, ma non mi pare il caso. Ecco. >> si giustificò lui.

<< Leva quel giubbotto e le scarpe e non farti pregare. Sono una vampira e tu un licantropo. Non potrà succedere nulla. >> dissi indurendo un po’ i toni per distruggere la sua reticenza. Dovevo trovare la molla per farlo scattare.

<< Non avrai paura di Edward spero? >> lo stuzzicai.

<< Io paura di quel … di Edward? Ma per favore Bells. Ora vedrai. >> mi rispose stizzito, lanciando giacca, maglietta e scarpe all’aria.

Mi si avvicinò pericolosamente, non sapevo che aspettarmi, io avrei optato per un semplice tuffo, fianco a fianco, magari mano nella mano, ma a quanto pare lui era di tutt’altra idea, mi prese in spalla come un sacco di patate e si lanciò.

Piombammo in acqua in poco meno di 10 secondi. Lasciò la presa e io riuscì rapidamente a riemergere.

Le nostre risate spensierate superarono pure il rumore delle onde che si infrangevano sulla parete rocciosa.

Il mare non era certo agitato come mesi fa ed entrambi stavamo a galla senza problemi, uno di fronte all’altra.

<< Grazie >> mi disse Jacob.

Io gli sorrisi e lui proseguì:

<< Andiamo a recuperare i vestiti e rientriamo. Immagino che qualcuno ti stia aspettando e con la nana cieca vorrei evitare di trovarmi l’esercito al confine >> bofonchiò sarcastico.

<< L’ho avvisato che ero qui e che facevo tardi, ma andiamo >> risposi io, prima di nuotare verso riva.

In un paio di minuti poi raggiungemmo vestiti e moto.

<< Metti la mia maglietta asciutta >> mi suggerì Jake.

<< Guarda che non posso ammalarmi e poi andando in moto almeno la mia si asciugherà >> gli risposi facendogli una linguaccia.

Jacob sbuffò sonoramente e salì in sella partendo a tutta velocità.

Arrivati a casa sua la maglietta era asciutta e rimisi su anche il giubbotto. Stavo per spingere anche la mia moto nel capanno quando Jake mi bloccò.

<< È tua. Tienila e poi se lasci qui il pick up come torni a casa? >> probabilmente si accorse subito di cosa stava dicendo e scollò la testa.

<< Preferisco che la tenga tu per me. Così avrò una scusa in più per venire a trovarti e per farci un altro giro come oggi. Ora vado però. Grazie >> gli schioccai un bacio sulla guancia e mi lanciai verso casa Cullen senza dargli il tempo di rispondere, a volte Jacob pensava ancora a me come la fragile Bella.

 

 SET

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Capitolo 39
*** Trentanovesimo capitolo ***


 

Buon sabato!

Chiedo umilmente perdono per il tremendo ritardo, ma la vita non mi da tregua e me ne succede sempre una!un grazie perchè comunque leggete sempre in moltissime!!

recensioni al volo e Buona Lettura!

Bellina: Buon sabato e buone vacanze! tu non mi rompi mai anzi ti adoro perchè sprechi il tuo tempo per commmentare il mi delirio!sono contenta tu approvi il comportamento che ho fatto assumere a Bella nei confronti di Seth (che è adorabile!) e verso Leah. Proprio come te non ho apprezzato molto il trattamento riservato alla donna lupo per cui ecco qui un pò di luci della ribalta e vedrai che luci!in quanto alla tuarichiesta su Renesmee ti dico solo di sopportare i miei ritardi e continuare a leggere! :) spero di sentirti presto e fai buone vacanze!un bacione!

Scaxa: molto contenta che ti sia piaciuto! baci

 

TRENTANOVESIMO CAPITOLO

Jacob, dopo alcuni giorni di lavoro, aveva finalmente sistemato il pick up e oggi pomeriggio avremmo dato le prime lezioni a Seth.

Io ed Edward non passavamo mai un minuto assieme soli e ultimante i rapporti erano un po’ tesi per questo. Non me lo aveva detto apertamente, ma le bravate fatte con Jake che mi ero divertita a raccontare ad Emmet non gli erano andate giù e non mancava mai però di fare osservazioni velate e pungenti al riguardo. Ad aumentare le tensioni si c’era poi messa anche Alice. Anche di notte riusciva a rapirmi per stordirmi con futili domande su ogni minima sciocchezza che riguardasse il matrimonio.

A breve poi sarebbe arrivato il clan di Denali a riempire casa Cullen e un misto tra ansia e gelosia stava prendendo prepotentemente possesso di me. Temevo un confronto con Tanya, ma lo desideravo al tempo stesso, solo per rimarcare che Edward era mio.

<< Un penny per ogni tuo pensiero >> mi abbracciò Edward da dietro.

<< Niente che valga anche solo un penny >> sospirai.

<< Tutto ciò che riguarda te vale più di tutto l’oro del mondo Bella >>

Come al solito con la sua dolcezza mandava in fumo ogni mio tentativo di minimizzare e sorvolare. Mi vergognavo tremendamente, ma non potevo evitare la questione.

<< Pensavo a Tanya >>

<< E io che credevo di dover competere solo con licantropi >> ridacchiò al mio orecchio.

Se quei pensieri non mi avessero rovinato a tal punto l’umore forse avrei riso con lui, ma in quel momento non essere presa sul serio mi urtò. Sciolsi il suo abbraccio.

<< Ti riesce così difficile prendermi sul serio ogni tanto? E soprattutto perché devi mettere sempre Jacob in mezzo?  >> replicai alzando la voce di qualche tonalità.

<< Bella era solo una battuta perché ho trovato buffa la tua risposta. Non mi sembra il caso di alzare la voce. E poi passi più tempo alla riserva che qui. E quando sei qui sei sempre con Alice. >>

<< Bene allora vorrai scusarmi se non ho voglia di ridere di cose che a me premono. E non sono io quella nata nel medioevo e che vuole rispettare assurde usanze impedendoci di stare “soli”! Me ne vado alla riserva. Ciao >> e me ne andai da camera sua sbattendo la porta.

Mentre mi allontanavo da lui, realizzai che quella era la nostra prima e vera litigata. E per cosa poi? Per le mie insicurezze e il mio orgoglio. Certo Edward poteva risparmiarsi la battuta e prendere sul serio quello che stavo per dire, ma alla fine che aveva fatto di male? In realtà mi fu presto chiaro che ciò che più mi aveva irritato era stata l’allusione ai licantropi. Jacob non mi aveva mai fatto nulla di male anzi mi aveva aiutata tante di quelle volte che ormai avevo perso il conto e lui invece che mostrare almeno un po’ di gratitudine doveva fare sempre pessime osservazioni sul mio amico e il nostro rapporto. Pensavo che dopo la loro chiacchierata fossimo arrivati ad una posizione di equilibrio. Ma se potevo essere disposta ad accettare un simile comportamento di gelosia infantile da Jacob, non riuscivo a tollerarlo da parte di Edward. Lui aveva vinto, avrebbe avuto il mio cuore per l’eternità e non sapeva dimostrare un minimo di comprensione dall’alto del suo secolo di vita per un sedicenne ferito.

Il fatto poi che non avessimo ancora condiviso una certa intimità mi destabilizzava. Io lo desideravo sopra ogni cosa e la sua scelta non mi dava modo di essere altrettanto sicura del suo di desiderio. Dopo il matrimonio non si sarebbe più tirato indietro per i principi che aveva.

Forse non era convinto e aveva paura che facendo l’amore con me ne avrebbe avuto conferma trovandosi quindi costretto ad annullare il matrimonio. No! Che assurdità! Edward non era quel tipo di persona, mi amava, ma mi voleva davvero? Cioè nella sostanza voleva anche il mio corpo? O era sempre e solo attratto dalla mia anima pura, coma la definiva lui? Ero davvero confusa e sapevo che solo confrontandomi con lui avrei chiarito le mie idee e dissolto ogni dubbio.

Ero anche ben conscia che non sarei riuscita a tenere il muso a lungo, ma non avevo neanche voglia di ritornare tanto presto sui miei passi. Erano ancora le quattro del mattino e non avevo nessuna voglia di tornare a casa mia quindi decisi di andare a caccia.

Mi lanciai nel folto della foresta. Dovevo essermi allontanata parecchio perché non ero in grado di distinguere ciò che mi circondava. Poi il cellulare vibrò nella tasca dei jeans. Lo estrassi e non mi meravigliai di leggere sul display il nome di Edward, tuttavia non ero ancora pronta a chiedere scusa quindi riagganciai, premurandomi però di inviare un messaggio per non allarmarlo più del dovuto.

“ Sono a caccia. Ho bisogno di qualche momento per me. Ci vediamo prima dell’alba. “

 Spensi il telefono e constatai che in quell’angolo di foresta regnava il più profondo dei silenzi. D’accordo che una predatrice assetata di sangue si aggirava indisturbata, ma non riuscire a percepire neanche un suono era quasi inquietante, anche per me. Poi d’improvviso un odore dolce, forte, delizioso colpì il mio olfatto prima che un urlo e un pianto giungessero alle mie orecchie. Non ci pensai nemmeno un secondo e mi mossi per capire cosa stesse succedendo.

Quello che dopo pochi istanti di corsa mi si parò davanti mi lasciò basita.

Una folta chioma rosso fuoco mi impediva di vedere l’espressione di terrore della donna a cui stava strappando la vita mentre ai suoi piedi un bambino piangeva disperato.

Victoria.

Si staccò un attimo dalla sua vittima per fissarmi. Vedere il sangue che le colava dalle labbra non era per niente invitante, era, piuttosto qualcosa di raccapricciante.

<< Sapevo che, da brava Cullen, non avresti resistito al mio richiamo >> disse fiera dell’atrocità che stava compiendo.

<< È me che vuoi, lasciali andare, loro non c’entrano! >> urlai ringhiando.

<< Oh sei una lagna anche da vampira! E se James si sarebbe fermato vedendoti trasformata, io non mi farò fermare. Lo so anche io che loro non c’entrano nulla, ma mi sto divertendo così tanto. Senza contare che devo ancora assaggiare il dessert – disse facendo un cenno verso il piccolo che non smetteva di singhiozzare – ma credo che terrò Rafael come ricompensa per quando mi sarò liberata di te. Sai, cara Isabella, credo che la nostra amica qui sia una specie di volontaria o qualcosa del genere. Ancora non capisco perché gli umani perdano tanto tempo ed energie in sentimenti tanto inutili come l’amore, la compassione e la generosità. Dovrebbero occuparsi della loro sopravvivenza invece che rimanere indietro ad aiutare i più deboli. Lei non sarebbe qui se non avesse immischiato la sua vita con quella di questo orfanello >> concluse scoppiando in una risata che metteva i brividi.

Non ero certa di poter salvare la donna, ma non avrei mai permesso a quel mostro di sfiorare il bambino. Rimanere lucida con tutto quel sangue stava diventando complicato. Sentivo le mie pupille dilatarsi e farsi nere. Il respiro accelerare. Il veleno accumularsi sulla lingua.

D’un tratto la donna riprese conoscenza e aprendo gli occhi li puntò nei miei e fece qualcosa che mi lasciò a bocca aperta: schiacciò forte su una delle ferite per far si che uscisse ancora più sangue e non distogliendo gli occhi dai miei mosse le labbra in una muta richiesta.

“SALVALO”

Una semplice supplica che mi fece scattare approfittando della distrazione di Victoria per il nuovo flusso di sangue.

Intuendo la mia mossa però Victoria ebbe il tempo di spezzare senza pietà il collo alla donna e gettarla come uno straccio a terra prima di schivare per un soffio il mio corpo lanciato contro di lei.

Dovevo pensare in fretta a come raggiungere il bambino e correre via, non ero certo in grado di battermi con Victoria. Se fossi uscita viva da questa situazione avrei imposto ad Edward di insegnarmi a combattere. Di certo non avrei mai potuto raggiungere casa Cullen, l’unica opzione era riuscire a raggiungere la riserva, al confine ci sarebbe stato sicuramente qualcuno di ronda e sarei stata in salvo. Victoria non avrebbe fronteggiato il branco e sarebbe fuggita come sempre.

<< Che ti frulla nella testa? Credi davvero di potermi battere e salvare questa insulsa creaturina? >> ghignò mentre strattonava per un braccio il piccolo che urlò ancora più forte.

<< Mollalo subito e prenditela con qualcuno al tuo livello >>

<< Sai hai ragione, ma prima mi godrò lo spettacolo di te che combatti con qualcuno al tuo e quando sarai morta e Edward verrà a vendicarti avrò anche io il mio scontro alla pari >>

Non capivo cosa intendesse fino a quando non la vidi fare un cenno del capo e dal folto della vegetazione ne uscì un ragazzo. Doveva avere la mia età o un paio di anni in più. Era biondo e bello, come chiunque della nostra specie. Nel fisico mi ricordava molto Edward se non fosse stato per quegl’occhi cremisi. Era un neonato e ben presto al suo fianco ne comparirono molti altri. Se prima avevo dei dubbi di uscirne viva ora ero certa che non ce l’avrei mai fatta. Erano troppi ed erano tutti lì per me.

Riportai il mio sguardo su Victoria giusto in tempo per vedere che si stava portando l’esile braccino del bambino alla bocca. Voleva ucciderlo e io non potevo permetterlo.

A quel punto la mia natura prese il sopravvento sulla mia parte razionale e mi lanciai di nuovo contro Victoria con tutta la forza che avevo in corpo. Il mio obbiettivo era il suo collo.

Non appena la raggiunsi fu costretta a mollare la presa sulla sua vittima per cercare di mettere le mani tra i nostri corpi per allontanarmi, ma ormai avevo affondato i denti sotto la sua mascella e non l’avrei mai mollata.

Scrollai la testa con veemenza per staccare quanta più pelle marmorea potevo. Allo stesso tempo ero riuscita ad assestarle un calcio all’altezza del ginocchio destro, facendola accasciare su un lato. Mi liberai presto dei brandelli di corpo della rossa che avevo strappato, sputandoli lontano, per poi colpirla rapidamente allo stomaco con un paio di gomitate. Scattai poi verso il bambino che giaceva a terra e non piangeva più. Lo presi in grembo e cominciai a correre. Con il vantaggio guadagnato dallo scontro e la maggior velocità da neonata avevo buone possibilità di farcela.

<< Inseguitela e riportatemela viva! >> la sentii ordinare in lontananza agli altri neonati.

Riuscendo a sostenere il piccolo corpo con un braccio solo, liberai il cellulare dalla tasca e composi al volo un numero sperando di fare centro alla prima. Uno squillo, due squilli. Dannazione. Poi il rumore di qualcuno che apriva la conversazione.

<< Al confine, a nord, la rossa e neonati, tanti! Ho bisogno di aiuto! Presto! >>

Poi urtando contro un ramo il cellulare volò via dalle mani. Non potevo certo fermarmi e così continuai a sfrecciare tra la vegetazione mentre cominciava ad albeggiare. Appena la luce mi colpì ripresi contatto con la realtà e ciò di cui mi resi conto mi sconvolse.

Victoria era riuscita a mordere Rafael e adesso era tra le mie braccia, semi-incosciente, sanguinante. Non avevo idea di cosa ciò avrebbe comportato, ora dovevo solo pensare a sfuggire a quell’orda di neonati e a Victoria.

Dopo un’altra manciata di secondi percepii qualcuno alle mie spalle. Victoria si era rimessa in sesto e correva veloce, dannazione! Mi avrebbe presa lei ancor prima del suo piccolo esercito.

Proprio quando percepii l’odore pungente dei lupi sentii una mano afferrarmi per i capelli e strattonarmi all’indietro, tuttavia riuscii a divincolarmi e a poggiare tra il fogliame a terra il mio dolce fagotto.

Non indugiai oltre e mi gettai contro di lei. Andammo a sbattere contro un albero e poi rotolammo, ancora avvinghiate, al suolo. Il suo corpo gravava sul mio, ma riuscii a piegare il ginocchio fino a mettere il piede al’altezza della sua vita e con un calcio la scaraventai lontana.

A quel punto sentii ringhi e ululati alzarsi alle mie spalle, Jacob era arrivato.

<< Occupatevi dei lupi, dannazione. Lei è mia >> urlò Victoria e i neonati si gettarono come un tornado contro i lupi.

Per una volta ero felice di sentirle pronunciare quella frase, la paura si era trasformata in adrenalina per l’imminente scontro. E poi il fatto che Jacob e gli altri dovessero affrontare dei neonati mi faceva stare meno in ansia anche per loro. I neonati erano forti ma inesperti come me e il branco non avrebbe avuto grossi problemi a distruggerli.

Così con un balzo la raggiunsi, le puntai un tacco nel fianco e afferrandole il braccio, tirai con tutte le mie forze lanciando lontano ciò che rimaneva del suo arto. Un urlo agghiacciante mi perforò i timpani, ma non mi sarei mai fermata.

Appena si riprese cercò di sgambettare, ma ero io quella in posizione di vantaggio e, catturando quella massa di riccioli vermigli, la trascinai lontana dal ramo che stava cercando di afferrare per colpirmi.

<< Hai perso la lingua Victoria? >> le ringhiai a pochi centimetri dalla faccia.

Avevo davvero poca esperienza in lotta corpo a corpo, ma me l’ero cavata bene con Jane a Volterra e anche ora stavo avendo la meglio.

Attorno a noi, imperversava lo scontro tra lupi e neonati. Mi concentrai per percepire almeno i suoni di quella battaglia e mi rincuorò parecchio sentire per lo più striduli crepitii. I lupi stavano avendo la meglio.

Tuttavia avevo perso di vista il biondino che era apparso poco prima al fianco di Victoria e la cosa mi preoccupava. Poi un tonfo sordo alle mie spalle mi colse di sorpresa e mentre un ghigno si formava sulle labbra della rossa venni colpita e scaraventata a decine di metri.

<< Grazie Riley >> gli disse Victoria prima di baciarlo volgarmente, una volta rimessasi in piedi.

Io ero frastornata e ancora a terra quando lo vidi scattare come un proiettile nella mia direzione. Chiusi gli occhi conscia di non poter evitare l’imminente impatto devastante. Solo un acuto guaito giunse alle mie orecchie, aprii gli occhi e vidi un grosso lupo rossiccio accasciato, inerme, a qualche metro di distanza con sotto di sé Riley. Jacob si era messo in mezzo per salvarmi.

<< Jacob! >> urlai terrorizzata vedendo che non accennava a muoversi.

<< Patetici! >> sentenziò Victoria osservandoli. Poi si voltò verso di me:

<< A noi due, Isabella >>

<< Non credo proprio! Ora avrai il tuo scontro alla pari e lo rimpiangerai >>

La sua voce!

Edward era arrivato e si era interposto subito tra me e lei.

<< Bella va via! >> mi ordinò duro.

Ma io non riuscivo a muovermi.

<< Non ti lascio solo Edward >> balbettai io.

Poi delle forti mani mi sollevarono da terra, mi voltai e vidi che era Esme che mi stava aiutando.

<< Prendi il bambino e va via ho detto >> ripetè Edward.

Voltandomi vidi che tutti i Cullen erano arrivati. Emmett, Alice e Jasper stavano accendendo falò per bruciare le vittime dei lupi. Carlisle era accanto a Jacob, ritornato umano, ancora immobile tra l’erba. Rose aveva preso in braccio Rafael e mi venne accanto.

<< Riley è fuggito >> constatai

<< Non ha importanza. Dobbiamo andare via. Aiutare Jacob e questo bambino >> mi sussurrò all’orecchio Esme.

<< Io non lascio Edward solo >> continuai a ripetere mentre lo osservavo gettarsi in una danza di morte con Victoria.

Improvvisamente la visuale cambiò, Esme mi aveva presa in braccio e stava sfrecciando nella foresta. Accanto a noi Carlisle portava Jacob. Rose Rafael.

<< Posso correre da sola, Rose dammi Rafael >> dissi con tono piatto, poggiando i piedi per terra, ormai avevano scelto per me.

L’unico modo per non ritornare sui miei passi e correre da Edward era avere tra le braccia il bambino. La corsa verso casa così ricominciò.

All’improvviso gli occhietti di Rafael si aprirono debolmente e corsero lenti sul mio viso. Due smeraldi ipnotici mi incatenarono all’istante mentre la sua manina si mosse repentina sul mio volto. A quel contatto un flash mi fece rivivere, inaspettatamente, lo scontro appena concluso, stordendomi e costringendomi a rallentare. Un sorriso appena accennato increspò le sue labbra quando presi ad osservalo, stranita e un lampo riaccese di vita i suoi occhi poco prima che poggiasse anche l’altra piccola mano sulla mia guancia. Cercò di protendersi verso di me per cui, premurosa, mi chinai io e un lieve soffio passò dalle sue alle mie labbra e immediatamente percepii il mio corpo pervaso da una calda scossa elettrica. Fu una sensazione simile al calore che aveva invaso le mie membra al momento del morso di Edward, quando il veleno era entrato in circolo, ma con una connotazione più dolce, quasi piacevole. Mi ridestai da quel tepore con un battito di ciglia e subito mi accorsi che Rafael era di nuovo incosciente, stretto tra le mie braccia e solo pochi metri ci distanziavano dall’enorme villa bianca.

Con due ultime ampie falcate raggiunsi la porta di casa e con una spallata quasi la buttai giù.

Una volta entrati, Jacob fu sistemato sul divano. Aveva riaperto gli occhi e cercava di capire dove si trovasse. Per fortuna lo avevano coperto con un telo.

<< Jake siamo a casa Cullen, non ti agitare e non ti muovere. Carlisle arriva subito. >> lo rassicurai andandogli accanto.

Dopo poco Carlisle gli innietò un antidolorifico e un tranquillante e chiese ad Esme di occuparsi di ripulire le ferite e fasciargli il costato. Per fortuna sarebbe guarito in fretta.

<> urlai terrorizzata.

<< Nel mio studio. Subito >> mi ordinò senza perdere la calma lui.

Dopo una frazione di secondo avevo adagiato Rafael sul lettino dello studio e Carlisle aveva iniziato a visitarlo per capire cose gli stesse accadendo.

<< L’ha morso. Ti prego Carlisle, salvalo. Non voglio si trasformi. Non voglio che i Volturi lo uccidano. Ti prego. >> ripetevo come una litania sussurrata.

<< Bella! >>

Le braccia di Edward mi avvolsero come la sua voce e mi ci abbandonai.

<< Portala fuori di qui figliolo >>

Edward mi portò rapidamente in camera sua, mi fece sedere sul divano e prendendo ad accarezzarmi teneramente mi disse di tranquillizzarmi. Io ero completamente frastornata non tanto dallo scontro quanto da quello che era appena successo con Rafael.

 Mi aveva come stregata e poi mi aveva soffiato dentro la vita. Mi sentivo strana. Più viva e allo stesso tempo confusa. Cosa mi stava succedendo? Persa completamente nel caos della mia mente mi accorsi appena che qualcuno, probabilmente Alice, aveva portato un cambio per me.

<< Bella, tesoro. Forse è il caso che tu ti ripulisca >> mi sussurrò Edward.

<< Rafael. Devo andare da Rafael >> risposi io scattando in piedi.

<< Si sta occupando Carlisle di lui e con loro c’è anche Esme. Ci chiameranno non appena si potrà. >>

<< E Jake? >> continuai

<< Ha la pelle più dura della tasta vuota che si ritrova. Si rimetterà presto. Emmett lo sta riportando con Jasper alla riserva >> mi disse lui con tono sollevato.

In fondo anche lui avrebbe sofferto se in quello scontro qualcuno, tra vampiri o lupi, ci avesse rimesso la vita.

 Improvvisamente vidi Edward irrigidirsi e poi voltarsi con volto addolorato verso di me.

<< Andiamo >> mi disse dolcemente prendendomi per mano, dirigendosi verso lo studio.

Perché Edward aveva quello sguardo addolorato? Cosa avrei trovato dietro a quella porta? Ero riuscita a salvarlo o avrei avuto il peso della sua scomparsa sul cuore per sempre?

 Non appena appoggiai la mano sulla maniglia della porta dello studio di Carlisle alle mie orecchie giunsero una miriade di suoni strani. Dei bip, forse di qualche macchinario, si rincorrevano e accavallavano. Ma quello che più mi diede uno straccio di speranza fu un leggero e ritmico tonfo. Era appena udibile e più veloce del consueto, ma inconfondibile: era il battito di un cuore.

Una volta entrati vidi Rafael, steso sul lettino, attaccato a diversi macchinari di monitoraggio. Aveva gli occhi chiusi, sembrava sereno, semplicemente addormentato.

<< Mi dispiace Bella. È entrato in coma. Ho estratto quanto più veleno ho potuto, ma la trasformazione era già iniziata e ora è come sospeso a metà. Non ho idea di cosa succederà. L’unica cosa che possiamo fare è tenerlo sotto osservazione e aspettare. – poi avvicinandosi a me e posandomi una mano sulla guancia proseguì – tu come stai Bella? >>

<< Sto bene - risposi scostandomi – posso restare un po’ sola con lui? >>

<< Certo >> risposero all’unisono il mio fidanzato e suo padre.

Mi avvicinai così al lettino su cui giaceva quella piccola creatura innocente e presi la sua paffuta manina nelle mie.

<>

Era pazzesco come mi sentissi tremendamente legata a quel bimbo nonostante non ne sapessi nulla. Probabilmente avere la sua vita tra le mani mi aveva sconvolto nel profondo e ora mi sentivo in colpa e in debito con lui. Se ce l’avesse fatta avrei fatto di tutto per donargli una vita felice e serena. Avrei trovato per lui una famiglia amorevole e sarei restata dietro le quinte ad osservare, sempre pronta ad intervenire in suo aiuto. O forse avremmo potuto crescerlo io ed Edward. In passato avevo deciso che per lui avrei rinunciato alla maternità per Edward. Non avevo mai sentito il bisogno di diventare madre e se non potevo portare in grembo un figlio di Edward non mi sarebbe mai interessato, ma ora, guardando il piccolo corpicino di Rafael inerme, avevo solo una gran voglia di stringerlo a me e donargli tutto l’amore che il mio muto ma immenso cuore avrebbe potuto dargli. Avrei dovuto parlarne con Edward non appena Rafael si fosse risvegliato. Perché Rafael si sarebbe risvegliato. Non so nemmeno io quanto tempo restai in piedi, immobile, accanto a lui a cantare senza sosta quella dolce ninna nanna che mi cantava sempre Charlie quando ero piccina.

 

Goodnight, my angel
Time to close your eyes
And save these questions for another day
I think I know what you've been asking me
I think you know what I've been trying to say
I promised I would never leave you
And you should always know
Wherever you may go
No matter where you are
I never will be far away

Goodnight, my angel
Now it's time to sleep
And still so many things I want to say
Remember all the songs you sang for me
When we went sailing on an emerald bay 
And like a boat out on the ocean
I'm rocking you to sleep 
The water's dark
And deep inside this ancient heart
You'll always be a part of me

Goodnight, my angel
Now it's time to dream
And dream how wonderful your life will be
Someday your child may cry
And if you sing this lullabye
Then in your heart
There will always be a part of me

Someday we'll all be gone
But lullabyes go on and on...
They never die
That's how you
And I
Will be

 

Se solo mi provo a pensare alle parole sembra quasi che Charlie già sapesse quale fosse il mio destino: non morire mai. Neanche Rafael dovrà morire e quando aprirà gli occhi io sarò qui per lui.

D’un tratto una mano si posò sulla mia spalla.

<< Amore sono ore che sei qui immobile, ora Carlisle deve fare dei controlli e forse è il caso che tu ti faccia una doccia e che ti cambi >> mi disse dolce.

Io annuii soltanto e mi feci accompagnare in bagno. Lo stato catatonico in cui ero caduta lo indusse ad avvicinarsi cauto per aiutarmi a tagliere gli abiti mentre il vapore dell’acqua della vasca si diffondeva nella stanza.

Le mani di Edward quasi tremavano mentre si avvicinavano per spogliarmi e non appena mi toccò dei brividi percorsero il mio corpo in lungo e largo. La vista quasi mi si offuscò. Mi sembrava di essere tornata umana, preda di quello sconvolgimento fisico e mentale che la vicinanza tra i nostri corpi mi creava. Mi sarei aspettata che le mie guance avvampassero e le gambe mi cedessero, mentre il cuore lacerava il petto per volare finalmente libero. Ma nonostante io provassi tutto questo il mio corpo non si scompose.

Ero rimasta ormai in intimo ed Edward prendendomi in braccio mi mise nella vasca e lentamente prese a insaponarmi i capelli, districando ogni nodo.

<< Alice ha avuto una visione appena sei andata via, ma era confusa. Ho provato a chiamarti subito. Ho avuto così paura di perderti. Bella cosa è successo? >> disse con un filo di voce.

Non sapevo nemmeno da che parte iniziare. Avevo lottato. Avevo rischiato di morire e l’ultima cosa che avrebbe ricordato Edward erano le mie spalle, una porta che sbatteva.

Come avevo potuto discutere e andarmene in quel modo, senza ricordargli quanto lo amassi e quanto fosse tutto per me. Ancora una volta mi ero comportata come una ragazzina insicura e capricciosa. Era ovvio che avesse tirato in mezzo Jacob, lo avevo baciato, quando lui aveva cercato fin da subito di rimediare ai suoi errori. Come potevo pretendere che non fosse geloso. Come potevo pretendere che accettasse sempre tutto senza dire nulla. Presto sarei diventata sua moglie e avrei dovuto offrirgli qualcosa di meglio che una litigata per un amico. Lui meritava tutta me stessa, senza compromessi, tregue ed equilibri. In amore si da e basta, dovevo smetterla di fare l’egocentrica egoista. Lui aveva fatto così tanto negli ultimi tempi. Mi aveva ricoperto di attenzioni e amore. E ora si stava prendendo cura di me per l’ennesima volta. Aveva rispettato i miei spazi e i miei tempi e io cosa avevo fatto per lui?

Era giunto il momento di dimostrargli quanto fosse grande il mio amore e la mia devozione per lui.

Aspettai che si alzasse per prendermi un asciugamano e lo imitai. Quando si voltò rimase spiazzato e vagò con lo sguardo sul mio corpo attentamente. Constatare che anche io scatenavo, in lui, un certo di tipo di reazione mi diede coraggio. Neanche essere coperta solo con uno striminzito completino intimo nero, completamente bagnata mi avrebbe ormai fermata.

Bloccai sul nascere la sua intenzione di avvolgermi nell’asciugamano e lo feci cadere a terra, uscii lentamente dalla vasca e mi posizionai davanti a lui. Strinsi la sua mano nella mia e incatenando i miei occhi ai suoi, mi avvicinai, alzandomi sulle punte, alle sue labbra.

<< Fai l’amore con me Edward >>

 

 

Set abiti

http://www.polyvore.com/cap_39_scontro/set?id=19648717

 

Ninna nanna

http://www.youtube.com/watch?v=LDFBa5tudPk&playnext=1&videos=QEH4MT1nn0I

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Capitolo 40
*** AVVISO ***


ehm salve ragazze...mi spiace davvero molto ridurmi a darvi miei notizie solo ora, ma forse non volevo affrontare la cosa...
purtroppo ho un gran mucchio di problemi personali...dopo 4 anni ho dovuto lasciare pisa per tornare a vivere in casa...la situazione non è facile...devo lavorare...riuscire a studiare a distanza...
in poche parole la mia vita è un gran casino...
tutto ciò ha influito sull'ispirazione per continuare con Battito...la storia è sempre nella mia testa, ma manca il tempo, la concentrazione e lo spirito per proseguirla...o meglio per scrivere a breve un capitolo...
ci sarà un pausa,ma prometto che mi impegnerò per arrivare ad una fine...
per evitare incomprensioni voglio avvisarvi che in realtà qui su EFP sto comunque continuando a scrivere...quella è la mia valvola di sfogo...scrivo di getto e controllo solo che non ci siano grandi orrori di italiano...tutto un'altra storia rispetto all'imegno che richiedeva e avevo deciso di impiegare per Battito...
vi chiedo ancora scusa e grazie per non averm abbandonata!

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