Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli: Capitolo 1: *** Il bacino del buongiorno al principino *** Capitolo 2: *** Il bagnetto del principino *** Capitolo 3: *** La prestanza amatoria del principino *** Capitolo 4: *** La pupù del principino *** Capitolo 5: *** La mamma del principino (I parte) *** Capitolo 6: *** La mamma del principino (II parte) *** Capitolo 7: *** La bua del principino (I parte) *** Capitolo 8: *** La bua del principino (II parte) *** Capitolo 9: *** La bua del principino (III parte) ***
Capitolo 1 *** Il bacino del buongiorno al principino ***
Parodia ygraine
Note: il seguente scritto contiene
riferimenti slash.
Come promesso nella scorsa fic,
ecco postato l’inizio della raccolta comica.
Siccome è il seguito diretto della mia precedente fic:(Un)happy Birthday [Mother’sPresent], vi consiglio di andare a leggervela (e a
commentarla! ^__=) se non l’avete fatto.
Per i più pigri, ad
ogni modo, ho creato una sorta di prologo riassuntivo degli eventi, perciò – se
proprio volete – potete leggerla anche
così.
Vorrei dedicarla a quelle dieci
persone che hanno recensito la mia precedente fic su
Merlin:
E a quanti commenteranno. Ai
vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale a Sara,
per la gentile consulenza.
Grazie.
Il bacino del buongiorno al principino
by elyxyz
Prologo:
Nel giorno dell’ultimo anniversario della propria morte e compleanno
del principe ereditario, la defunta regina aveva finalmente trovato
accoglimento delle proprie preghiere.
La potente magia insita in Merlino le aveva concesso di essere da lui vista e
udita, e di poter quindi conversare assieme.
Quello che entrambi avrebbero scoperto solo pochi giorni
dopo era che quell’apparizione non sarebbe stata irripetibile e che, anzi, ella
poteva ora tornare a suo piacimento –e con suo immenso gaudio – a far visita
all’amato figlio, per comunicare con lui tramite il suo valletto, recuperando
il tempo perduto.
Ma, siccome Lady Ygraine aveva preso la brutta abitudine di comparirgli
davanti in qualsiasi momento del giorno e della notte, sia che fosse da solo o
in mezzo alla gente, e poiché fare lunghe chiacchierate ad alta voce da soli
non era normale – e a Camelot poteva portare a
spiacevoli conseguenze come la forca –, Merlino aveva imparato a bloccare il
tempo di chi gli stava attorno con un incantesimo che ormai avveniva
istantaneamente, come effetto condizionato della comparsa della regina. Così
loro potevano colloquiare indisturbati e nessuno si accorgeva della cosa.
Malgrado ciò, la tempistica di comparizione della regale
sovrana era alquanto discutibile. Almeno secondo i criteri di Merlino.
Ella sembrava cogliere sempre i momenti meno opportuni o più
imbarazzanti...
Tipo al mattino, quando un Artù – stranamente già sveglio e di
buonumore – stava facendo un piacevole servizietto al suo servitore.
Neanche il tempo di goderselo davvero che… Pof! Lei si manifestava…
***
“Merli-i-i-no!”
cinguettò la regina, comparendo magicamente nelle stanze private del figlio.
Un improvviso trambusto provenne dal letto a baldacchino,
condito da una serie di basse imprecazioni.
“Mi-mia Signora!” ansimò il mago,
facendo capolino dai tendaggi e aggiustandosi malamente la casacca sgualcita. “De-desideravate qualcosa, Milady?”
Lei lo scrutò indagatrice, facendolo arrossire miseramente.
“Com’è che ogni volta che ti cerco spunti sempre da lì?”
“Io-Io… Io…” tartagliò il ragazzo, in preda al panico.
“Calmati, giovane stregone. Non
aspiro a che tu muoia anzitempo per causa mia, poiché sei l’unico che può
comunicare con me…” gli appuntò il fantasma e, cambiando improvvisamente
espressione, riprese: “Anelavo solo a dare il buongiorno al mio bambino.” Gorgheggiò,
rassettandosi l’angolo dell’eterea veste perfettamente stirata.
“Oh, Maestà…” temporeggiò “ma il principe sta ancora dormendo,
non è neppure l’alba…”
La sovrana socchiuse gli splendidi occhi cerulei,
analizzandolo.
“Non è che invece stavate facendo le cosacce, vero?”
Il povero servitore aprì e chiuse più volte la bocca,
incapace di proferire parola. Quando alla fine ci riuscì, emise una serie
incomprensibile e inconsulta di rantoli e balbettii.
“Chissà…” riprese lei, meditabonda. “Manda te in avanscoperta,
perché è un impavido-”
“Maestà, no! Non è come immaginate,
egli… egli…”
“Dorme? Mh…? E’ per questo che non
si muove o perché hai paralizzato il suo tempo?”
“Entrambe le cose, a dire il ve-vero. L’ho
fatto per istinto, ma adesso lo sblocco!” si affrettò a precisare, sollevando
una mano verso il letto.
“No! E’ bene che parliamo, io e te, di una cosa che mi sta a
cuore.”
“Sono tutto orecchi…”
“Non ne dubito!” ghignò lei, annuendo alla volta delle ampie
cose ai lati della sua testa, facendolo arrossire.
Lo spirito riacquisì allora il suo materno contegno.
“Le vostre intenzioni sono davvero onorevoli?” lo interrogò.
“Oh!, più che onorevoli, Maestà. Onorevolissime.”
“Mio figlio è già andato a chiedere la tua mano ai tuoi
genitori?” s’interessò.
“No, ma non mi aspetto che lo faccia,
Mia Signora.”
“Eppure la tradizione…”
“Siamo poco conformisti, noi due.”
“Ah!, i giovani d’oggi…” scosse il
capo, bonaria. “Oltretutto, non credo che Uther vi approverebbe…”
affermò poi, grave.
“No, Maestà. Temo di no.”
“Non importa.” Rispose indulgente. “Basta che mio marito non
lo venga a sapere!” consigliò, sorridendo complice, come davanti a un bambino
che aveva appena compiuto una marachella.
“Sarà fatto, Mia Regina.” Il servo chinò lievemente il capo
con deferenza.
“Ah, Merlino?” riprese lei, con tono svagato.
“Sì, Milady?”
“Di’ ad Artù che lui non può farlo, ma io sento e vedo lui!”
e suonò vagamente come un’intimidazione.
“Lo farò, siatene certa.”
“Dagli anche un bacio da parte mia
e auguragli il buongiorno.”
“Eseguirò immediatamente…” rafforzò, sollecito, il valletto.
“Bada bene, Merlino. Non come glielo daresti tu, ma come glielo darei io se
potessi, intesi?”
“Assolut-” ma non finì neppure la
frase, che lo spirito si era già eclissato.
-Fine-
Disclaimer:I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Note: ok, non
credo ci sia molto da dire sulla fic in sé; se
usciranno dubbi, risponderò nei prossimi capitoli.
Io adoro il personaggio di Ygraine,
sia nella versione seriosa delle mie altre fic, sia
in questa.
Negli futuri aggiornamenti (che ho
già scritto), vi accorgerete di che caratterino abbia la nostra Lady. XD
Ho deciso di postarla ora, perché non sopporterei che la mia
caratterizzazione del personaggio (la mia idea che mi sono costruita su di lei)
venga stravolta dalle imminenti circostanze.
E non dico di più, chi sa conoscere il futuro… beh, ha già
compreso. No? ^__=
Un grazie di cuore a chi commenterà.
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa
pro recensioni.
Farai felice
milioni di scrittori.
(Chiunque voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti,
consigli e critiche.
Lady Ygraine comparve d’improvviso nella stanza del figlio
Note: il seguente scritto contiene
riferimenti slash. Secondo capitolo della raccolta comica.
Dedicata a Tao, che in questi
giorni compie gli anni.
Perché è stata lei a contagiarmi di Merlinite acuta, una malattia molto più
piacevole dell’influenza suina, anche se entrambe portano a pensieri
porcellosi. XD
Un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale a Sara,
per la gentile consulenza.
Grazie.
Il bagnetto del principino
by elyxyz
Lady Ygraine apparve – come sempre, dal nulla – nella stanza
del figlio, facendo sobbalzare il povero Merlino che se l’era trovata davanti
all’improvviso e aveva rovesciato, per lo spavento, il secchio d’acqua che
teneva in mano.
“Voi mi farete morire, uno giorno o
l’altro, Milady.” Ansimò, cercando di calmare il battito frenetico del proprio
cuore.
“Oh, suvvia!” minimizzò lei, facendo svolazzare la manica
ricamata della veste incorporea. “Godi di ottima salute, da quanto ho potuto
constatare!”
“Milady, voi…?” boccheggiò
lo stregone.
“Vedo molte cose dall’aldilà, Merlino. Non che lo faccia
apposta, beninteso.
Sono un animo virtuoso e verecondo! Ma mi assale una noia mortale; ho un sacco di tempo libero a
disposizione, poiché… sai… non posso ricamare da vent’anni – gli aghi tendono a
sfuggirti di mano, quando sei uno spirito – e mi annoiavo...”
“Comprendo, Mia Signora, ma…”
“Merlino!” la voce dell’erede al trono s’intromise tra loro.
“Che diavolo stai aspettando?!”
“Vengo, Sire! C’è
qui vostra madre che ci onora di una sua visita!” lo informò il servo, tingendo
la voce di ironia.
“Madre!” rispose Artù, e suonò come un’imprecazione. “Adesso
non è il momento,” la avvisò, urlando dalla tinozza. “Ora
non-”.
Ma ella non colse, poiché lo interruppe.
“Oh, il mio bimbo! Il mio bimbo!! Dov’è il principino della sua mamma?!”
chiocciò la sovrana, fluttuando attraverso il paravento.
Il servo si coprì la faccia con una mano, segno di palese
frustrazione. Contemporaneamente, poté udire lo sciabordio dell’acqua agitata che
fuoriusciva copiosamente dalla vasca.
“Merlino!” ululò il principe. “Mia madre è ancora qui? Dille
che se ne vada! Non è consono che mi
veda… che mi veda… così.”
“Ma ti ho fatto nascere, ti ho già visto tutto nudo, amore
della mamma...” pigolò lei, premurosa, sostandogli accanto.
“E ho sempre sognato di poterti fare il bagnetto…” confessò, con le lacrime di
commozione agli occhi.
Il mago, oltrepassato il paravento, vide la figura
rannicchiata del principe nel tino e quella della regina al suo fianco.
“Merlino!” lo chiamarono insieme.
“Maestà!” replicò lui, ad entrambi.
“Comunicale che-” “Digli di-”
Ripresero contemporaneamente i due nobili, intenzionati a
farsi ubbidire.
“Alt!” li bloccò lo stregone, sollevando le mani in alto.
“Uno alla volta, per cortesia.”
“Prego, madre. A voi la parola.”
Offrì Artù, cavallerescamente, ignorando che lo spettro non fosse dove lui
stava guardando.
Il che – rifletté Merlino – era anche divertente, se si
escludeva la situazione assurda e surreale, perché l’erede al trono dimostrava
un’infinita deferenza ad un polveroso arazzo che nulla aveva a che spartire con
la genitrice, che si trovava sul lato diametralmente opposto della stanza.
“Vorrei assistere al bagnetto del mio
bambino. Non trovo che vi sia nulla di
vergognoso nella mia partecipazione qui.” Appuntò lei, dettando le proprie
condizioni.
“Ma… Altezza…” tentò, inutilmente, il valletto.
“Non discutere con lei, idiota! Esigo
di sapere cosa ti ha detto!” pretese il principe, dall’alto della sua bassa tinozza.
“La vostra regale madre esige di assistere al vostro regale
bagnetto, Sire.” Riferì il mago, fingendosi ossequioso.
“Ma manco per idea!” rispose l’altro per istinto,
scordandosi l’affetto filiale e tutto il resto. “Madre, vi ordino di
andarvene!” latrò, rabbrividendo intirizzito per l’acqua fredda.
“Digli che non può darmi ordini.” Replicò la regina,
sfoderando un cipiglio molto meno paziente.
“Sua Maestà non accetta imposizioni da parte vostra, Sire.”
Riferì.
Artù si mise a guardare in cagnesco il quadro polveroso. “Ma
non lo capite, madre, che mi mettete in imbarazzo?!”
“Ehm… Mio Signore, la regina è là.” Indicò lo spazio tra
canterano e tavolo. “Non lì.”
Il viso del principe si accese di sdegno e vergogna.
“Ti infastidisce tua madre?” lo accusò lei, dimostrandosi
ferita.
E Merlino fu costretto a comunicarlo.
“No, madre. Ma capite! Sarei a disagio
anche se presenziasse la mia balia!”
“Però Merlino non ti crea problemi di sorta…” obiettò la
sovrana.
E il giovane fu obbligato a ripetere.
“Ma Merlino non fa testo! Lui è il mio… il mio… mio.” Balbettò, arrossendo per altre
ragioni e, temendo che ella fraintendesse il senso delle sue parole – oppure
che lo capisse fin troppo bene – si affrettò a proseguire, correggendo il tiro.
“E’ il mio servo personale, lui non…” cercò i termini migliori, guardandosi
attorno in cerca di ispirazione, e buttò l’occhio sul vecchio cane sordo e
cieco che dormiva accucciato davanti al camino. “E’ come con Brutus, anche la
sua presenza non mi infastidisce…”
Il mago gli lanciò un’occhiataccia che per poco non lo
fulminò sul posto, e – visti i suoi poteri – non era solo un modo di dire.
“Siate prudente, Sire,” lo ammonì.
“Perché un giorno di questi il vostro fedele cane potrebbe mordervi una coscia mentre siete vulnerabile.”
“Merlino, smettila! Non ti ci mettere anche tu!” sbottò, esasperato.
“Suvvia, figlioli, basta azzuffarsi.
Altrimenti il mio bambino prenderà un malanno in quell’acqua
gelida…” motivò saggiamente; ma solo lo stregone la udì, perciò lo ridisse a
beneficio del principe.
“Vi prego, madre… lasciateci soli.”
La supplicò Artù, a quel punto.
“Non vorrai fare le cosacce
anche nella tinozza!” lo sgridò la nobildonna, nascondendo un sorriso malandrino.
“Me ne vado.” Tagliò corto lei. “Ho capito che volete la
vostra intimità.”
Ma, raccogliendo i lembi del prezioso abito spettrale, si
voltò verso il mago. “Mi raccomando, Merlino, perché non si buschi
un’indisposizione, devi asciugargli bene il pancino.”
E scomparve.
-Fine-
Disclaimer:I personaggi citati in questo racconto non sono miei;
appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note: Sono
proprio contenta che l’Ygraine sfacciata e impicciona del
primo capitolo vi sia piaciuta. Spero di riuscire ancora a trasmettervi il
divertimento che provo io mentre do vita alla storia.^^
Un grazie di cuore a chi commenterà.
Un’ultima cosa:
Per chi se la fosse persa, la mia ultima fic su Merlin è
questa: “Idiota” (spoiler 2x04).
Ah, nuovi traguardi… io li supero e manco mi accorgo. ^^’’
La scorsa fic era la mia 120ª storia pubblicata su EFP e contemporaneamente il 260° capitolo caricato. Ogni tanto ho
qualcuno che tiene i conti per me. XD
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa
pro recensioni.
Farai felice
milioni di scrittori.
(Chiunque voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti,
consigli e critiche.
Capitolo 3 *** La prestanza amatoria del principino ***
“Merliiin~” lo chiamò lo spettro della fu sovrana di Camelot
Note: il seguente scritto contiene
riferimenti slash. Terzo capitolo della raccolta comica.
Flash-fic di 500 parole esatte.
Dedicato ai miei recensori.
E’ il vostro entusiasmo che mi
invoglia a continuare a postare, malgrado i casini
della vita.
Un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale a Sara,
per la gentile consulenza.
Grazie.
La prestanza amatoria del principino
by elyxyz
“Merli-i-i-no…” lo chiamò lo
spettro della fu sovrana di Camelot,
comparendo col consueto *pof!*.
“Sì, Mia Signora?” chiese questi, servizievole, smettendo di
scopare il pavimento degli appartamenti privati del principe.
“Mi chiedevo… quanto
in là vi siete spinti, tu e mio figlio?”
Il giovane mago per poco non si strozzò con il proprio
respiro.
“Co-cosa, Milady? Temo di aver frainteso…”
“No, no, Merlino. Hai capito proprio bene.” Chiarì lei, ghignando
in modo lascivo. “Il mio figliolo è valoroso tra le lenzuola come lo è
nell’arte dei combattimenti?” s’interessò.
Il volto scarlatto del servo stava per prender
definitivamente fuoco.
“Altezza, vi supplico! So-sono
certo che voi non vogliate saperlo per davvero…”
“Oh, sì che lo voglio!” lo contraddisse Ygraine,
sorridendo amabilmente.
Merlino boccheggiò come un pesce fuor d’acqua.
“Devo interpretare il tuo riserbo come un segnale negativo,
mio caro?” si preoccupò lei. “Stai cercando di comunicarmi che La Luce Dei Miei Occhi non è
virile a letto come lo è in guerra?” insistette, strizzando, preoccupata, un
fazzoletto fantasma finemente ricamato che le era spuntato, chissà come, dalla manica
della veste.
“Maestà, rasserenatevi, vi supplico.” Piagnucolò lo stregone.
“Non avete di che temere…”
“Allora è un baldo e focoso amatore, come si vocifera nelle
cucine?” domandò, con curiosità malcelata.
Quando il giovane mago annuì suo malgrado, le si dipinse un sorriso di materno orgoglio sul volto di
porcellana.
“Me ne compiaccio!”
“Anche io.” Tagliò corto. “Ora, se volete scusarmi,
io…”
“Ma sa essere rispettoso e cortese nei tuoi confronti,
vero?” si premurò di chiedere. “Non ti avrà…?”
“NO! Milady, no! Artù-” s’interruppe, correggendosi. “Il principe è lo spirito
cavalleresco personificato, Mia Signora.”
“E…?” Ygraine batté le dita delle
mani – le une contro le altre – in segno di attesa.
“Cos’altro desiderate?” sbuffò,
spazientito e un po’ meno deferente.
“I particolari, ovvio!”
“Sono aspetti privati della nostra vita sentimentale.”
“Una madre è una madre. Può sapere tutto.”
“Vi dirò solo questo e nulla più.” Concesse, e attese che lo
spirito annuisse.
“E’ gentile e premuroso, un amante appassionato.”
“Tutto suo padre!” civettò lei, con malizia. “Era questo che
volevo verificare, che portasse avanti il buon nome dei Pendragon!”
“Sì, certo.”
Convenne, con la speranza che lei smettesse in fretta. Magari avrebbe anche iniziato a parlargli di nipotini...
“Perché devi sapere che Uther-”
incominciò, con fare cospiratorio.
“NO! Maestà, vi supplico di lasciarmi all’oscuro dei
particolari della vita privata del re.”
“Non sapevo fossi un tipetto così pudico, Merlino!” si
scandalizzò lei.
Il mago scosse la testa, rassegnato. E comunque… tutte quelle
domande insolenti, tutta quella invadente impudenza
della regina avevano un che di familiare, per lui.
“Ho anch’io una domanda per voi…”
“Chiedi pure, tesoro.” Cinguettò lei.
“Perdonate l’ardire, Maestà. Ma… voi e Lady Morgana eravate
per caso imparentate?”
La castellana sorrise. “No, mio caro. Ma è come se lo fosse!
Si dà il caso che io e sua madre fossimo amiche d’infanzia, quasi sorelle!”
Oh, beh, allora si
spiegavano anche certi comportamenti sfacciati che la protetta del re doveva
aver ereditato dalla madre.
-Fine-
Disclaimer:I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Note: Sono
proprio contenta che l’Ygraine
sfacciata e impicciona dello scorso capitolo vi sia piaciuta. Spero di riuscire
ancora a trasmettervi il divertimento che provo io mentre do vita alla storia.^^
Un grazie di cuore a chi commenterà.
Un’ultima cosa:
Per chi se la fosse persa, la mia ultima fic
su Merlin è questa: “Deliri e Destini”
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa
pro recensioni.
Farai felice
milioni di scrittori.
(Chiunque voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti,
consigli e critiche.
Note: il seguente scritto contiene
riferimenti slash. Quarto capitolo della raccolta comica.
Flash-fic di 500 parole esatte.
Dedicato a voi, con i miei più
sinceri auguri,
perché il
2010 cominci con un sorriso che, spero, vi accompagnerà per tutto l’anno.
Un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale ad
Angela90, che aspettava con ansia quest’aggiornamento!
La pupu’ del principino
by elyxyz
“Merlino!” lo chiamò la regina, apparendo nella zona del
castello riservata alla servitù. “Merlino!” ripeté, senza attendere una replica.
“Merliiinooo…” cantilenò ancora, sbattendo il nobile
piedino-fantasma sul selciato.
L’unica risposta che ottenne fu un improvviso tramestio
proveniente dal gabbiotto alla sua destra – un fantasioso eufemismo che
identificava i servizi igienici del tempo –, e l’essere così ignorata le fece
perdere la sua regale pazienza. “MERLINO!!”
Il mago ringraziò che i fantasmi fossero incorporei –
altrimenti era certo che lei avrebbe abbattuto quel tavolaccio di porta a suon
di signorili pugni – e sbucò dalla fatiscente costruzione
alquanto seccato.
“Lo sapete bene che non mi è concesso rispondervi quando
sono fra la gente!” la redarguì, indicando una serva a pochi passi da loro a cui
aveva paralizzato il tempo. “E se gridate ancora così, mi farete diventare
sordo!” sbottò, lanciandole un’occhiataccia.
“Bontà Divina, no! Non sia mai! Che te ne faresti poi di
quelle enormi cose inutili tra i
capelli?”
Lo stregone boccheggiò, stordito da tanta sfrontatezza. “La
vostra ironia è fuori luogo, Milady.”
“Desideravate qualcosa di urgente?” tagliò corto il servo,
“Perché altrimenti io sarei impegnato…” e annuì, esplicito, alla volta del
cubicolo dissestato, dimostrando impazienza.
“Facevi cosacce col
mio bambino?”
“Sì dà il caso che il principe sia al momento nell’arena dei
combattimenti, con i suoi cavalieri, per compiere l’allenamento.” Le appuntò,
con sussiego. “Nel caso non vi fidiate e voleste verificare, sappiate che lì
dentro, Mia Signora, c’era solo la mia privacy e un vaso da notte in cocci.”
“Quindi…”
“Sì, Altezza.” La prevenne. “Stavo espletando le mie necessità, i miei bisogni, le mie
funzioni corporali.” Elencò, calcando bene sul concetto.
La sovrana si batté pensierosa l’indice minuto sul mento di
porcellana. “E’ per caso una circonlocuzione
per dire che facevi le cosacce
pensando al mio bambino?”
“Milady!” sbottò il ragazzo d’istinto, esasperato. Poi, l’istante
dopo, ne analizzò il senso. “Una circon-cosa?”
“Un arzigogolo, un sofisma, una
perifrasi.” Enumerò lei, stavolta,
ripagandolo con la stessa pedanteria.
“Bene.” Borbottò malcontento. “Grazie per
l’interessante lezione sui sinonimi, Maestà. Ora, col
vostro permesso, io…” ammiccò alla volta del capanno fatiscente.
“Giusto perché siamo in argomento…” riprese lo spirito,
dimostrandosi improvvisamente fin troppo cordiale. “Non ti ruberò che qualche
istante, Merlino caro.” Precisò, amabilmente. “Ma… che tu sappia… Il mio
bambino fa la pupù regolarmente? Perché ho parlato con l’anima di una balia e…”
“Sì, Maestà.” L’accontentò. “Regolarmente.”
“Perfetto!” cinguettò Lady Ygraine.
“Non mi aspettavo niente di meno.”
Merlino aveva imparato da tempo che le stranezze dei nobili
non avevano confini, spiriti o vivi che fossero.
“Potresti cortesemente offrirmi qualche dettaglio di modo che
io possa riferire alla nutrice?”
Il mago la osservò esterrefatto.
“E’… è una beffa?”
La sovrana si accigliò. “Certo che no! Ti pare che potrei
burlarmi di una cosa così seria?”
“D’accordo.” L’accontentò. “Lapupù del principino…”
finse di pensarci su. “L’ultima volta che ho avuto il privilegio di controllare, era perfetta.
Un’opera d’arte.”
-Fine-
Disclaimer:I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma
di lucro, da parte mia.
Note: Sono
proprio contenta che l’Ygraine
sfacciata e impicciona dello scorso capitolo vi sia piaciuta. Spero di riuscire
ancora a trasmettervi il divertimento che provo io mentre do vita alla
storia.^^
Capitolo 5 *** La mamma del principino (I parte) ***
Spoiler preso da wikipedia inglese, che riporta un’intervista fatta a
Richard Wilson
Note: il seguente scritto contiene
riferimenti slash. Spoiler preso da wikipedia inglese, che riporta un’intervista fatta a
Richard Wilson.
L’info non compare in alcuna puntata finora realizzata.
Dedicato a voi, che avete stimato
i precedenti capitoli.
Un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale a Tao, che
sopporta le mie sclerate pignole XD
La mammadel principino
(I parte)
by elyxyz
“Se aveste un’ora in carne ed ossa, Milady, cosa fareste?”
Le chiese Merlino, una sera in cui la presenza di Artù era stata richiesta
improvvisamente dal re, per degli urgenti affari di Stato, e la conversazione
tra il mago e l’amorevole suocera impicciona languiva tragicamente.
Poiché, dopo aver disquisito a lungo sulle bizzarrie del tempo inclemente – che non si decideva a
volgersi al meglio, in quell’inverno gelido e infinito – e un’interessantissima dissertazione sulla
differenza esistente tra la mussola e la mussolina; una lezione sul ricamo a
punto croce, mezzo punto e punto erba; una muliebre
rimostranza sugli arazzi della Sala delle Udienze che avevano un bisogno impellente di essere sostituiti
o quantomeno lavati, e sul Rosso Pendragon che andava rinfrescato – ne andava dell’onore del Casato – Merlino aveva
esaurito gli argomenti di discussione e la pazienza. Ma non poteva dimostrarsi
scortese con lei, poiché Artù l’aveva pregato di intrattenerla fino al suo
ritorno, e perciò gli era uscita quella domanda strana, nata più per
disperazione che per reale curiosità.
“Sì, Altezza, se vi fosse concesso di tornare umana per una
volta, cos’amereste fare?” ripeté, scoprendosi improvvisamente – almeno un po’
– incuriosito per davvero.
“In ordine di priorità o casuale?” precisò lei, senza scomporsi, nobilmente seduta sullo scranno del figlio.
“A vostra scelta…” le concesse, benevolo.
“Uhm…” la regina si accarezzò con l’indice curato la piccola
fossetta sopra il labbro superiore. “Mi spupazzerei per bene il mio bimbo,
ovvio!” sorrise. “Me lo coccolerei, lo riempirei di baci e carezze e gli
tirerei quelle guanciotteadorabili che si ritrova! Vedere te che
gli fai le moine è alquanto frustrante per me,” ammise. “E poi, per carità, al
mio adorato figlio manca un po’ d’affetto senza secondi fini e senza cosacce!”
“Io non ho secondi fini!” saltò su il mago, indignato. “I
miei sentimenti sono sinceri!”
“Questo non lo metto in dubbio, Merlino caro. Ma non puoi
negare che il suo piacere alimenti il
tuo, e viceversa. Invece l’amore materno è puro, senza tornaconto, totale e
assoluto, e…”
“Idealizzato.”
Borbottò lui, vedendola partire per la tangente. “D’accordo, Maestà. Dopo aver coccolato e viziato Artù a dovere –
ammesso che ve ne resti il tempo –, cos’altro fareste?” l’incalzò.
“Oh, abbraccerei la piccola Morgana!”
“Non è più tanto piccola.”
Obiettò il giovane stregone. “Sapete? E’ diventata una gran bella donna, nel
frattempo.” Le spiegò, chiedendosi se avesse davvero
senso farlo. Del resto, Lady Ygraine continuava a
chiamare il principe ‘il mio bambino’, quindi difficilmente l’avrebbe dissuasa
dal definirla ‘la piccola Morgana’.
“Una gran bella donna,
dici?” reiterò la sovrana, pensierosa. “Merlino, non avrai mire anche su di
lei!” lo accusò scandalizzata, inveendo. “Lei è come una figlia per me, e devo
ancora adattarmi del tutto alla tua situazione
con Artù – anche se avete la mia benedizione, beninteso – quindi non…”
“Non oserei mai, Milady!” Merlino sventolò i palmi aperti
davanti a sé per calmarla. “Lady Morgana non mi interessa in quel senso!”
“Oh!, bene.” Sospirò il fantasma,
rasserenandosi di colpo. Il ragazzo la squadrò stordito dall’improvviso
cambiamento. Un istante prima, la regina era una furia inviperita e l’attimo
dopo aveva un’espressione pacata e signorile. “Chiarito questo, possiamo
continuare l’elenco.” Gli disse, lisciando la preziosa veste immateriale.
“Qua-quale elenco?” domandò,
sentendo un mal di capo pulsare all’altezza delle tempie.
“Ma quello che mi hai chiesto di fare poco fa, schiocchino!”
rise lei, bonaria, smuovendo l’aria davanti a sé come a dire che lui aveva la
memoria troppo corta. “Di certo mi recherei da Gaius,
mio grande amico e fidato consigliere, e lo saluterei come si conviene.”
Precisò. “Sai? L’ultima volta che ci siamo visti, ha passato il tempo a
guardare se la testolina di Artù sbucava da… dalle le mie sottane.”
Merlino si nascose la faccia tra le mani, pregando ogni
divinità dell’Antica Religione di far tornare il principe all’istante o che, in
alternativa, Gaius lo chiamasse per pulire
urgentemente la vasca delle sanguisughe.
Ma la sovrana ignorava il suo cruccio e continuava a
snocciolare elogi e a incensare il medico di corte. “…E gli direi che ti sta
crescendo come un buon padre.”
Il servo sollevò di scatto la testa, colpito dall’ultima
frase. “Davvero?”
“Sì, mio caro. Dev’essere faticoso
per lui prendersi cura di un ragazzo problematico
come te.”
“Io… cosa?”
Merlino roteò gli occhi, giusto per non risponderle sgarbatamente. “Mi state
descrivendo come se fossi un… uno sbandato, un… delinquente, un poco di buono!” si arrabbiò.
“Non te la prendere, dai.” Cercò di rabbonirlo. “Il tuo
povero zio si sta spaccando la schiena per darti una buona educazione, mi
sembra tu stia crescendo su bene!”
“Il mio… cosa?” il
mago spalancò le orbite all’inverosimile.
“Continui a richiedermi le cose, hai per caso qualche
problema d’udito?”
L’altro ignorò la provocazione. “Maestà, avete appena detto
che Gaius è mio zio!”
“Sì, beh… ehm… non lo sapevi?” Lady Ygraine
lo guardò boccheggiare a vuoto. “Allora è meglio che resti il nostro piccolo
segreto, prima o poi te lo dirà lui.” E gli fece l’occhiolino.
“No, aspettate, io non… mia madre ha… lui è… la lettera.” Farfugliò inconcludente.
“Aiutami a comprendere, caro.”
Lo invitò, fluttuando verso di lui col chiaro intento di accarezzarlo.
Merlino indietreggiò d’istinto. “Ma-ma…”
“Dall’inizio, tesoro. Una parola alla volta.” Lo incoraggiò lei, annuendo
ritmicamente.
Il giovane respirò a fondo e, prima che la suocera pensasse
che era inopportuno donargli maggior conforto, cercò
di riorganizzare le idee.
“Dopo l’ultimo incidente al villaggio, mia madre mi ha
spedito qui.” Spiegò. “Vai da Gaius, lui avrà le risposte che io non so darti. Mi ha
detto, mettendomi in mano una lettera per lui.”
“E tu non sapevi chi fosse?”
“Ogni tanto la mamma lo nominava, credevo potesse essere un
vecchio amico di famiglia…”
“Quando sei arrivato al castello, come ti ha accolto?”
“Mi ha… presentato come il suo nuovo apprendista.”
“E tu? Come lo vedi, ora che lo hai conosciuto?”
“E’ il mio mentore, il mio maestro.
Ma non solo, mi vuole bene come se fossi suo figlio, me lo dice spesso.” Ammise, pur non avendo ancora superato lo sconcerto per
questa notizia incredibile.
La regina sorrise materna. “Vedi, dunque, che la sostanza
non cambia? Che sia tuo zio o meno, non fa differenza. Quello che cercavo di
esprimere, prima che tu mi interrompessi, è che ritengo che vivere a Camelot con il veto imposto alla magia… non sia stato
facile per lui prima, e non lo è adesso con te.”
“Sapete la cosa più buffa?” rispose il mago, sardonico, e le
puntò addosso uno sguardo di fuoco. “Chi credete si
debba ringraziare per tutto questo
putiferio?”
“Mio marito, ovvio!” replicò lei, fallendo grossolanamente
la risposta. Ma sembrava così dispiaciuta che Merlino non ebbe cuore di
infierire.
“Ad ogni modo, di Uther parleremo
in seguito.” Continuò la castellana. “Prima farei certamente un ricamo, anche
solo qualche punto, giusto per riprendere mano. Sapessi come mi manca sentire
la consistenza della tela sotto le dita!”
“L’avevo intuito, più o meno fra il punto penna incrociato e il punto
tordo.”
“Il punto smerlo,
Merlino!” lo corresse, indignata da tanto pressapochismo.
“Sì, d’accordo.” Tagliò corto, nella speranza che lei
cambiasse argomento. “Ma vi avevo concesso un’ora, non un’intera veglia a
disposizione!”
“Sappi che la faccenda non finisce qui,”
lo preavvisò. “Perché è una cosa che mi sta a cuore.”
“Un’altra sera, magari?” la canzonò, sembrando rispettoso e
servile. “Non vedo l’ora!”
“Bene.” Dichiarò la sovrana, accantonando la ‘questione ricamo’. “Infine, andrei da Uther
e gli direi di smettere con le purghe…”
“Molto saggio.”
“…e le persecuzioni…”
“Giustissimo!”
“E poi mi chiuderei con lui nei nostri appartamenti privati
per del buon sesso selvaggio. Ho vent’anni di arretrati!”
“Maestà!” latrò scandalizzato, mentre il viso s’incendiava
di imbarazzo.
Lady Ygraine lo guardò stupita,
“Sto imparando il vostro linguaggio giovanile, e cerco di stare al passo coi
tempi, non è corretto?”
-Fine-
Disclaimer: I personaggi citati in questo
racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi
è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note: Estratto da wikipedia: “La mussola
è un tessuto molto leggero in armatura tela e a trama molto rada (simile alla garza
da medicazione).Originariamente era prodotto con cotone, poi con la lana
e il lino. Viene utilizzato per l’arredamento nei tendaggi, nella biancheria da
letto, nella biancheria intima e per l’abbigliamento
femminile come le camicette.
La mussolina è la
versione più leggera di un tessuto di mussola, quella finissima viene chiamata pelle
d'uovo.”
Sono consapevole che la citazione di questo tessuto è
anacronistica nella Camelot di quel tempo, perché è stato
importato in Europa più tardi; ma mi piaceva il richiamo al ‘pelo
nell’uovo’ come si dice, andando in cerca di pignole quisquilie, ed è un po’
quello che piace fare ad Ygraine. XD
Questione Spoiler: Richard Wilson ha rivelato in
un’intervista di essere il fratello di Hunith, la
madre di Merlino, e quindi di esserne lo zio.
Quest’info mi ha un po’ sconvolta, perché – benché fossi
certa che Gaius sia troppo vecchio per essere suo
padre – mi ha sempre incuriosito il loro legame
mentore-discepolo, non pensavo fossero parenti.
Sto preparando un’altra fic che
parla proprio di questo, di Merlino che viene a saperlo da lui. (spoiler puntata 2x13)
Concludo dicendo che sono proprio contenta che l’Ygraine sfacciata e impicciona
dello scorso capitolo vi sia piaciuta. Spero di riuscire ancora a trasmettervi
il divertimento che provo io mentre do vita alla storia.^^
Capitolo 6 *** La mamma del principino (II parte) ***
Note: il seguente scritto contiene riferimenti slash
Note:
il seguente
scritto contiene riferimenti slash.
Dedicato a voi, che avete
apprezzato i precedenti capitoli.
Un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale a Tao, che
sopporta le mie sclerate pignole XD
La mammadel principino
(II parte)
by elyxyz
Lady Ygraine fluttuò dietro
Merlino, tampinandolo come un mastino in caccia.
Il giovane fece finta di nulla e continuò a spostare la
cassapanca dietro cui comparve un quintale di polvere
e ragnatele.
“Dovresti curare maggiormente la pulizia degli appartamenti
del mio bambino.” Gli appuntò, con sussiego.
Il servo rimase zitto, ignorandola.
“Non oso nemmeno immaginare
cosa vi sia sotto a quel letto.” E indicò il baldacchino del principe.
Merlino si morse la lingua e trattenette una rispostaccia,
stringendo più forte il manico di legno.
“Datti da fare con quella radazza e guarda che la saggina
non si sciupa, smettila di accarezzare il pavimento!”
Il mago la fulminò con lo sguardo, mosso da un rigurgito di
orgoglio e amor proprio. Ma poi, poiché ella sembrava immune alle occhiatacce,
si mise di buona lena a scopare i pavimenti che avevano, francamente, visto
tempi migliori.
“Bene, Merlino. Così va già meglio.”
Lo elogiò la regina, annuendo soddisfatta, tempo dopo.
“Se non dovessi salvare il regale deretano del vostro regale pargolo ad ogni piè sospinto, Milady, avrei più tempo
per occuparmi anche delle altre mansioni che mi sono state assegnate come
valletto personale del principe, ma si dà il caso che qui a Camelot
i guai spuntino come funghi… ma tutto l’anno!” brontolò, querulo.
“Ne sono consapevole…” ammise la donna, senza aggiungere
altro.
“E non avete consigli o suggerimenti anche in merito a
questo mio ruolo?” la incalzò, con tono di sfida.
“No, non al momento.” Replicò ella, con solenne contegno.
Per Merlino fu quasi una vittoria. Soprattutto quel silenzio
protratto della molesta suocera. Poi, e non seppe come, si ritrovò ad aprire
bocca.
“Milady, una curiosità: siete sempre stata… così?”
“Così simpatica e bella?” lo spettro guardò nello specchio
la propria esile, maestosa figura, fingendo modestia. “Devo ancora smaltire i
chili della gravidanza” appuntò, critica “ma del resto, capirai, ho appena
partorito.”
Merlino roteò gli occhi, ma non commentò.
“Intendevo di
carattere, Milady…”
“Certo, caro.” Rispose ella, lanciandogli un eloquente
sguardo di compatimento, come se la domanda fosse sciocca. “Hai presente com’è Uther?” ma non attese risposta “Ecco. Immaginalo con
l’energia della giovinezza. Il mio compito era di tenergli testa, a quell’asino
cocciuto! – con rispetto parlando, beninteso.”
Alle parole asino cocciuto, il mago sorrise sentendosi stranamente
partecipe, condividendo una singolare empatia con la suocera.
“Come vi capisco…” soffiò.
“Ti confesso che non ho mai sopportato le damine che non fanno altro che annuire al proprio consorte,
mute e remissive, con la testa china e lo sguardo basso.” Ygraine
si accostò al bordo di una sedia ricoperta di pelliccia, degnandola appena di
uno sguardo stizzito – Artù vi aveva rovesciato sopra mezzo boccale di birra
giusto la sera prima – ma all’ultimo momento vi rinunciò, continuando a
fluttuare per la stanza con suo nobile portamento.
“Quando si ha da regnare, bisogna essere
pronte a sostenere il proprio compagno! Nascere nobili è un privilegio e un onere non indifferente, Merlino caro. Senti il peso delle
incombenze sulle tue spalle, sei responsabile del tuo popolo, di ogni singolo
suddito. Se vuoi essere una buona regina, devi dimostrare di avere carattere, un pugno di ferro in un
guanto di velluto! Non hai mica tempo di star lì a pettinare le bambole – a gingillarti, direste voi oggi, no? – c’è
sempre qualcosa da fare, qualche decisione da prendere. Si dice che, dietro ad ogni grande uomo, ci sia sempre una grande
donna. Ed è verissimo!
Uh!, nel tuo caso direi che è vero
per metà, ma tu riesci a svolgere più che egregiamente il tuo compito, ragazzo
mio, so quanto ti applichi per il
bene di Camelot!”
“Beh, grazie.” Sussurrò, colto in imbarazzo dall’inaspettato
complimento.
“Ed è un impegno a tempo pieno.” Riprese la nobildonna. “Ci
vuole energia a stare dietro ad un Pendragon.”
“Me ne sono accorto!”
“Hanno una puntina di arroganza, una buona dose di
impazienza, sono irruenti e impulsivi…”
“Verissimo.”
“Ma a letto… oh, a
letto…” la sovrana gli fece l’occhiolino.
“Già.”
E non ci fu altro da dire, perché si erano perfettamente
capiti.
-Fine-
Disclaimer: I personaggi citati in questo
racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi
è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note: in futuro, dovrebbero
esserci altre parti (la III,
IV, V) con questo titolo ‘La mamma del principino’, perché ho altre idee
abbozzate, specificatamente incentrate su Ygraine, ma
preferisco serbarle per più avanti.
Concludo dicendo che sono proprio contenta che l’Ygraine sfacciata e impicciona
dello scorso capitolo vi sia piaciuta. Spero di riuscire ancora a trasmettervi
il divertimento che provo io mentre do vita alla storia.^^
Capitolo 7 *** La bua del principino (I parte) ***
Note: il seguente scritto contiene riferimenti slash
Note: il seguente scritto contiene
riferimenti slash.
E
dopo quasi due mesi, rieccoci! ^_______^
Questo capitolo riprende un argomento trattato nel capitolo V “La mamma del principino (I parte)” e siccome mi
è uscito lunghissimo, lo posterò diviso in tre parti (quando leggerete,
capirete perché).
Non mi rimane che augurarvi una buona lettura!
Benché i commenti siano calati,
c’è ancora chi attende questa storia.
Perciò la dedico a voi, che
avete apprezzato i precedenti capitoli:
E un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale a Tao, che
sopporta le mie sclerate pignole. XD
La buadel principino
(I parte)
by elyxyz
Lady Ygraine comparve nella camera
del principe poco dopo l’alba, intenzionata ad augurargli il buondì. Era
particolarmente impaziente, perché non lo vedeva da un paio di giorni: l’erede
al trono si era infatti allontanato da Camelot per una breve battuta di caccia invernale, e il suo
cuore di mamma aveva spasimato in attesa del suo ritorno.
Per adempiere allo scopo, però,
sapeva di dover ricorrere alla mediazione dell’unico essere vivente che potesse
vederla.
“Meeer-liii-nooo…”
cantilenò quindi, convinta di sapere dove avrebbe trovato il fedele servo del suo nobile figliolo.
Il mago spuntò dai tendaggi chiusi del baldacchino con una
faccia sfatta, le vesti spiegazzate e profonde occhiaie.
“Ma è mai possibile che voi siate sempre nel bel mezzo delle
cosacce?!”
lo sgridò lei, puntellandosi i pugni sui fianchi, per sembrare più intimorente.
“No, Milady. Stavolta no.” Sbadigliò il servo, strofinandosi
le palpebre pesanti. “Stavo sorvegliando il principe…”
“Oh!,le cosacce sono già finite?” ironizzò lei, interrompendolo.
“… Artù è caduto nel ruscello cacciando una lepre albina.”
Il fantasma sbiancò – se possibile – ancor di più.
“Oh, tesoro mio!” piagnucolò, agitandosi. “Ma siamo in
inverno!”
“Per l’appunto. Solo gli Asini
vanno a caccia con questo gelo.” Brontolò.
“Oh, Cielo!” squittì lei, avvicinandosi, “Ma è grave? Quanto
è grave?!”
“Ha una brutta infreddatura con la febbre.” Le spiegò,
faticando a tenere gli occhi aperti. “Gaius dice che
passerà presto.”
“Lo hai vegliato tutta la notte?”
Merlino si limitò ad annuire, ma lo sguardo di Ygraine si addolcì.
“Potrei…” tentennò, improvvisamente incerta. “Me lo faresti
vedere?” lo supplicò. “Un momento, anche solo un momento…”
promise, accorata.
Una richiesta così, di
per sé, era assurda. Lo spirito della defunta regina poteva attraversare
qualunque parete, porta o barriera. Eppure ella possedeva una sorta di tacito
pudore per quel letto a baldacchino, le cui tende – e Merlino lo sapeva bene –
lei non aveva mai oltrepassato.
Lo stregone meditò un istante, perché la nobildonna –
emotiva com’era – avrebbe sicuramente ingigantito il problema, vedendo il
principe sofferente, però alla fine non ebbe cuore di rifiutare e scostò i teli
Rosso Pendragon, affinché la sovrana potesse
intravederlo.
Ella volò subito sul letto, cercando di stendersi accanto al
figlio, però il suo corpo evanescente fluttuava a mezz’aria tra le lenzuola.
Ygraine tentò invano di
accarezzarlo. Ma le sue gelide dita spirituali attraversavano le guance di
Artù, arrossate per la febbre, facendolo rabbrividire per il contrasto.
Merlino sapeva che era una sensazione alquanto fastidiosa;
tuttavia, per bontà d’animo, non glielo disse.
Era già sufficientemente dispiaciuto nel vederla lì,
impotente e incapace di dar sollievo al suo bambino.
La mente allora corse alla sua, di madre, e a tutte le volte
in cui Hunith l’aveva coccolato abbracciandolo
stretto mentre soffriva per un’infreddatura, o per un ginocchio sbucciato, o
perché si sentiva diverso da tutti
gli altri, per i suoi poteri, per quel
dono non voluto.
Artù non aveva mai avuto una mamma che lo consolasse. O che
gli desse un gesto d’affetto.
E stuoli di balie non
erano di certo la stessa cosa. Gli si chiuse la gola, a quel pensiero.
Lo spirito spasimò, rassegnandosi, e sbucò dal letto.
“Grazie, Merlino.” Gli disse, con sincera riconoscenza. Poi
sospirò. “Non sai cosa darei, per poterlo stringere a me.”
Il mago non sapeva che rispondere. Era più semplice avere a
che fare con lei quando era indisponente e impicciona.
Trovarsela lì, invece, così materna e arrendevole, non
faceva per lui. Non sapeva come gestire quella situazione.
E poi lui era troppo buono.
E per l’uomo che amava
avrebbe fatto qualunque cosa.
“Ci sarebbe…” tentennò “… un modo.”
“Mh?”
Lo stregone riprese a parlare, incerto. “Ho trovato un
incantesimo che… sì, insomma… potrebbe farvi entrare in me…”
Ygraine spalancò la bocca in un
ovale perfetto.
“Perché… vi ricordate quella conversazione che abbiamo avuto
sul ‘cosa avreste fatto, se foste tornata umana per
un’ora’?” le chiese, convinto che ella rammentasse il suo primo desiderio: strapazzare di coccole il suo bambino.
Il fantasma annuì, sorridendo per la prima volta da che era
comparsa quel giorno.
“Sesso sfrenato col mio caro marito!”
“NO!” Lo stregone sbarrò gli occhi, sconvolto. “No! Le cosacce
con il re no! Non vi darò il mio corpo per quello!!
Niente cose disdicevoli! Ci tengo alla mia testa! Mi
metterebbe sulla forca!” sbraitò, come incalzato da una Furia.
“Oh.” Sospirò lei, delusa. “E allora cosa…?”
“Non posso darvi il mio corpo perché stiate con re Uther, per pietà!, però… per un
abbraccio a vostro figlio, sì… Ma solo
pochi istanti.”
Invero, il giovane servo aveva pensato di conservare quella
possibilità per un momento importante, o per trarsi d’impaccio da una futura
occasione spinosa.
Egli tentennò, ma ormai la proposta era stata fatta e non
poteva ritrattare.
Ygraine annuì e si commosse,
visibilmente colpita dall’offerta.
“Pensavo di parlarvene con calma, più avanti.” Premise,
strofinandosi una tempia stancamente. “Ho imparato l’incantesimo, ma…”
“Ma?” l’incalzò, appressandosi a lui, ansiosa ed eccitata.
Merlino indietreggiò di riflesso.
“E’ una magia difficile. Credo durerà poco, perché richiede
molta energia mentale.”
La sovrana assentì. Poi gli fissò le iridi lucide.
“Hai anche tu la febbre, vero?”
Fu la volta del mago di annuire; distogliendo lo sguardo da
lei, borbottò un: “Qualcuno doveva pur andare a ripescare quell’Asino…”
“Apprezzo il tuo sforzo.” Gli disse. “Artù è fortunato ad
averti accanto.”
Merlino arrossì, e non fu per la febbre. Poi le tese una
mano, lasciando che le sue palpebre pesanti si chiudessero, e pronunciò il
sortilegio.
Quando riaprì gli occhi, il fantasma non era più davanti a
lui e per un istante credette di aver fallito.
Ma durò poco.
Giusto il tempo di vedere il proprio corpo muoversi con volontà estranea, le
braccia che si alzavano e si sfioravano incerte il viso e la fronte bollente,
le proprie gambe che si spostavano da sole, avvicinandosi al baldacchino con
un’andatura assurda per lui.
Persino la lingua si muoveva da sé, articolando frasi non
sue. Si sentì annullarsi completamente.
La sua voce gli parve diversa, mentre sussurrava
all’orecchio del principe parole materne e rassicuranti.
“La tua mamma è qui, tesoro mio!” lo vezzeggiò, baciandogli
le tempie calde, tirandoselo contro.
Quel gesto e le carezze destarono l’erede al trono, che con
sguardo febbrile cercava di mettere a fuoco il viso del compagno, così vicino a
lui, che diceva assurdità.
Artù cercò di deglutire, ma la gola secca glielo impedì;
rantolò allora, infastidito, leccandosi le labbra riarse.
La testa gli pesava in modo insopportabile, percepiva la
mente annebbiata; la figura di Merlino gli appariva sfocata, e le cose che
proferiva erano senza senso.
Però accettò il calice che gli offriva e bevve avidamente.
“Piano, piano figlio mio!” gli fu consigliato, mentre il suo
valletto gli afferrava una guancia per dargli un affettuoso buffetto. “Amore
della mamma…”
Il giovane nobile sgranò gli occhi, convinto che la sua fine fosse vicina.
La febbre doveva avergli compromesso irrimediabilmente le
facoltà mentali.
Che fine disonorevole,
per un cavaliere!,
gemette, vergognandosi. Ed era quello
l’estremo saluto riservato a Merlino?
“Bimbo mio…” ripeteva il mago, come una nenia infinita.
“Bimbo mio…”
“Mamma…” sussurrò, rassegnandosi. “… Sto per raggiungerti.”
“Oh, ma io sono già qui!” rispose lei, sorridendogli, usando
il corpo dello stregone.
E fu allora che il principe, sconvolto, svenne.
Lady Ygraine, dentro Merlino,
abbracciò stretto Artù e rimase semplicemente così – felice come non mai –, perdendo la cognizione del tempo.
***
Fu la voce della regina a destarlo dal torpore. Il mago
sbatté le palpebre pesanti, guardandosi attorno smarrito e ritrovandosi seduto
sullo scranno dell’erede al trono, che però – chissà come – era finito dinanzi
al letto.
Rivide la defunta sovrana davanti a sé come prima
dell’incanto.
La regina espresse nuovamente la sua riconoscenza; voleva altresì
sapere come si sentisse, se stesse bene anche dopo aver ospitato il suo spirito
in un corpo debilitato.
Egli la rassicurò, laconico, lasciando ricadere la testa sul
materasso, sfinito.
“Riposa anche tu, ora. Veglierò io per voi. Ti chiamerò
quando sarà tempo di prendere altre medicine.”
Merlino le fece intendere che aveva capito, poi, esausto,
ripiombò nel sonno.
Continua…
Disclaimer: I personaggi citati in questo
racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi
è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note: Credo sia doveroso fare un
appunto su questo capitolo. Sono consapevole che sia molto più sentimentale e
meno comico degli altri.
Ma fin dall’inizio della fic lo avevo pensato così, perciò
non l’ho modificato. Mi piaceva l’idea di
dare spazio anche agli altri generi
della raccolta: quello introspettivo e sentimentale, emozionale, e non solo a quello comico.
Spero di non avervi deluso con questa mia scelta.
In ogni caso, come sapete,qualunque parere è benvoluto. Perciò sentitevi
liberi di esprimere quello che pensate nel commento.
Capitolo 8 *** La bua del principino (II parte) ***
Note: il seguente scritto contiene lievi riferimenti slash
Note: il seguente scritto contiene lievi riferimenti
slash.
Flash-fic di 500 parole esatte.
Questo capitolo è la seconda parte di “La bua del
principino” e il suo diretto seguito cronologico.
Esso riprende anche un argomento trattato nel capitolo V “La
mamma del principino (I parte)”.
Mi avete sinceramente stupita,
non credevo che lo scorso capitolo vi sarebbe piaciuto tanto.
Ne sono davvero, davvero molto
contenta! Grazie del tanto entusiasmo *O*, spero che la storia rimanga all’altezza delle vostre aspettative!
Vorrei dedicarla a quelle
persone che hanno recensito il precedente capitolo:
Egle, Tao, _ichigo_85,
_Saruwatari_, Shannara_810 (Grazie delle tue parole!,
un nuovo lettore fa sempre piacere!), Ryta Holmes, angela90, ChelseaH, chibimayu,
Orchidea Rosa, _Valux_, Scricciola,
miticabenny, Yuki Eiri Sensei, Rozalia, Sorella_Erba (Crì!! ma
che piacere ritrovarti, non ci speravo più!), GiulyB, mindyxx e
celine_underworld.
E un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
Un pensiero speciale a Tao, che
sopporta le mie sclerate pignole. XD
La buadel principino
(II parte)
by elyxyz
Il re entrò nelle stanze del figlio senza che Ygraine se ne
accorgesse e riuscisse ad avvertire in tempo Merlino di quella visita inattesa.
Il sovrano richiuse piano la porta dietro di sé, facendosi
luce con una candela.
Ella si riscosse in fretta dallo stupore, ma non poté fare
altro che presenziare silente.
Quando se lo trovò di fronte, ebbe l’istinto di correre ad
abbracciarlo come aveva fatto prima col suo bambino e dirgli tutto, dirgli che era tornata, che lo amava ancora, dirgli di
smetterla col suo rancore per ciò che era stato e l’odio verso la magia. Ma sapeva di non poterlo fare.
E, benché fosse doloroso accettarlo, era felice di aver
usato quell’unica possibilità per stare con Artù e non con lui, perché il suo
bimbo veniva prima di tutto.
Mentre lei rimaneva in disparte a guardare, Uther si
appressò al letto.
Il respiro regolare del figlio lo tranquillizzò. Significava
che la febbre era scesa, almeno in parte.
Gaius gli aveva assicurato che era tutto sotto controllo,
che il principe era giovane e forte e che sarebbe guarito completamente nel
giro di qualche giorno.
Eppure Uther sapeva che i bagni gelidi potevano portare a
complicazioni mortali. Aveva visto, durante le guerre al Nord, numerosi
cavalieri ammalarsi e morire soffocati nel respiro, oppure perdere degli arti
interi, amputati a causa del congelamento.
Gli specchi d’acqua
sotto la neve erano infidi e fatali.
Avrebbe dovuto rammentarlo ad Artù, quando gli aveva
accordato il consenso a partire. Ma non l’aveva fatto, e se ne rammaricava.
Quella notte, perciò, non aveva riposato per niente bene,
quantunque il suo giaciglio fosse caldo e confortevole.
Del resto, si era sentito sciocco nell’aver ponderato di
vegliarlo se non era in pericolo di vita, e il fidato medico di corte era stato
chiaro, al riguardo.
Il re si concesse di dare un lungo sguardo anche al
valletto, che riposava con la testa china sulle coltri.
E poi c’era il servo
di Artù a pensare a lui.
Merlino era il peggior servitore di Camelot, ma aveva una
devozione sconfinata nei confronti del suo signore.
I cavalieri gli avevano spiegato, facendogli il resoconto
dell’incidente, che era stato proprio lui a salvare il principe dalle acque
gelide, anche se nessuno si capacitava completamente di come avesse fatto,
perché la cosa aveva del miracoloso.
La sera prima, quando avevano fatto ritorno, aveva persino
insistito nel rimanere accanto al suo padrone finché Gaius lo visitava. Benché
il suo maestro lo avesse obbligato ad andarsi a cambiare i vestiti fradici, lui
non aveva voluto sentir ragioni.
E poi si era offerto di sorvegliarlo l’intera notte, malgrado la febbre.
Quel loro legame
sarebbe stato un problema, prima o poi.
Uther rimboccò le lenzuola al figlio.
E finse di non vedere
le loro dita intrecciate.
Poi prese una delle coperte in fondo alla testiera e coprì
le spalle di Merlino.
Gli doveva la vita di
suo figlio. E lo sapeva.
Ygraine si strinse forte le mani, mentre lacrime fantasma
s’impigliavano nelle lunghe ciglia.
Continua…
Disclaimer: I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel
fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Note: Credo sia doveroso fare un
appunto su questa II parte.
Vi avevo spiegato che avrei diviso il capitolo in tre parti
e che leggendo avreste saputo il perché. A questo punto posso dirvelo senza
rovinarvi la lettura.
Ho scelto di spezzarlo per l’evidente turnover di genere.
Fra tutti quelli che ho scritto finora (comprese le bozze
non ancora postate) è l’unico a non essere comico ma completamente sentimentale
e basta.
Confesso che ero tentata di inserire un siparietto, con Artù
che delirava a proposito della madre nel corpo di Merlino, spaventando il povero
Uther, ma alla fine ho deciso di lasciarlo così come è nato.
A me piace da morire (scusate, dovrei essere più obiettiva
^//^), il punto è che ho rivisto la prima serie, qualche mese fa, e mi sono
stupita di certe cose che mi ero persa per strada la prima volta. Il rapporto
tra padre e figlio è una di queste cose. Mi ha colpita tantissimo il discorso
accorato che Uther fa ad Artù, quando il principe gli dice di averlo deluso, di
non essere mai all’altezza delle sue aspettative e Uther lo consola, e gli dice
che no, invece non lo ha mai deluso.
Certo, il loro rapporto è controverso (e una parte di me è
fedele alla puntata 9, quando Nimueh gli fa confessare che avrebbe preferito la
vita della moglie a quella del figlio), ma ciò non toglie che il re lo ami
davvero, ne abbiamo avuto la riprova dopo il morso della Bestia Errante e anche
nella seconda stagione. Il loro rapporto rimane comunque incasinato, e io non
entro nel merito della questione.
Tutto questo lunghissimo discorso per dirvi che ho
rivalutato Uther; non su tutto, beninteso, ma per quanto riguarda il suo ruolo
di genitore.
So che questo capitolo è un po’ un azzardo.
Spero di non avervi deluso con questa mia scelta. Vorrei
anche capire se potrebbe piacervi ritrovare capitoli
così impostati anche in futuro oppure no.
In ogni caso, come sapete,qualunque parere è benvoluto. Perciò
sentitevi liberi di esprimere quello che pensate nel commento.
Un grazie di cuore a chi recensirà.
Dal prossimo, si torna a ridere (spero), perché sarà il più
comico delle tre parti (secondo le mie intenzioni).
Precisazioni al
capitolo precedente: (a random)
- Sono contenta che Ygraine vi abbia fatto tenerezza e
concordo con voi: lei è prima di tutto una
mamma, a cui però è stata negata la possibilità di vivere quel ruolo. Ç_ç
- Credo anch’io che alla fine la regina adotterà pure
Merlino come suo bimbo. XD
- Sì, immaginare Uther come grande amatore fa pensare anche a me alla puntata del Troll! X°D
- Il povero Artù resterà traumatizzato dalla possessione di
Ygraine nel corpo del suo compagno? Mah. XD
Il prossimo
aggiornamento potrebbe arrivare già mercoledì (impegni lavorativi permettendo),
o al massimo sabato, (che è comunque più presto del solito).
E infine:
Ho raggiunto le 250 preferenze come autrice tra gli utenti
di EFP, e molti vengono da questo fandom.
Grazie della fiducia. *inchin*
Ringrazio anche tutti i preferiti, da ricordare e seguiti di
questa fic, sono un bel numero e la cosa mi fa piacere.
Spero che magari qualcuno, tra quelli che non recensiscono
mai, possa magari iniziare a farlo! XD
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa
pro recensioni.
Farai felice
milioni di scrittori.
(Chiunque voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede) Come sempre, sono graditi commenti,
consigli e critiche.
Capitolo 9 *** La bua del principino (III parte) ***
Note: il seguente scritto contiene lievi riferimenti slash
Note: il seguente scritto contiene lievi
riferimenti slash.
Questo capitolo è la terza e ultima parte di “La
bua del principino” e il diretto seguito dei due precedenti, vi consiglio
perciò di rileggerli per ritrovare il filo narrativo.
Dopo più di un anno e mezzo, torno ad aggiornare questa raccolta, anche
se in realtà il capitolo era già abbozzato da allora. Mi scuso
dell’immenso ritardo, ma ho dato la precedenza ad altre storie, e poi ai
casini della Real Life.
Non prometto aggiornamenti regolari, però ho intenzione di sistemare
tutte le 12 bozze rimanenti, che sono già scritte
ma vanno sviluppate e/o sistemate.
Vorrei dedicare il capitolo a
tutti quelli che hanno amato questa raccolta, a chi l’ha commentata, in
particolare a chi – in tutto questo tempo – ha continuato a
chiedermi di riprenderla, senza mai perdere la speranza. Questo doveva essere
il mio regalo di Natale per il fandom, ma pazienza.
Il 2 gennaio 2010, postando il
quarto capitolo scrissi così:
Dedicato a voi, con i miei
più sinceri auguri,
perché il
2010 cominci con un sorriso che, spero, vi accompagnerà per tutto
l’anno.
Oggi, a due anni di distanza,
vi rivolgo l’ennesimo augurio. Buon Anno Nuovo!
Un grazie a quanti
commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.
ely
La buadel principino
(III parte)
byelyxyz
Dopo che la febbre di Artù era scesa dichiarandolo malato ma fuori pericolo, le cose
sarebbero dovute tornare alla normalità, ma a Camelot non si
sapeva neppure dove la normalità stesse di casa.
Anzitutto, per la sua imprudenza, il principe si era
guadagnato un grosso predicozzo dal re, suo padre, che dopo l’incursione
notturna e il grande spavento sentiva il dovere di elargirgli una buona
ramanzina.
Poi era stata la volta di sua madre, che per bocca di
Merlino aveva rincarato la dose paterna.
E dopo, il turno Merlino stesso, che aveva arricchito di suo
quello che era sfuggito adYgraine.
Successivamente era intervenuta
Morgana, che ovviamente non aveva perso l’occasione di deriderlo per quel
bagno fuori programma, la strega.
“Puzzavi così tanto?”
aveva insinuato, tenendosi fuori dalla sua portata, ovvero ad almeno tre iarde
dal baldacchino. Gaius aveva
infatti ordinato riposo assoluto al giovane Pendragon,
per consentirgli una guarigione completa.
Dal canto suo, Merlino non se la stava certo passando meglio
di lui, e quella doveva essere forse l’unica consolazione
dell’erede al trono: mal comune,
mezzo gaudio; non fosse stato che l’inconveniente coinvolgeva ugualmente
la sua nobile persona.
Dopo essersi ripreso dal delirio che lo aveva persuaso di
essere in punto di morte, ed aver ricevuto
l’adeguata spiegazione per la possessione materna del corpo del suo
valletto, egli s’era fatto una grossa risata e aveva archiviato il fatto.
Ma nessuno aveva calcolato un possibile effetto collaterale, benché
tutta quella faccenda – le apparizioni di sua madre e le sue scampagnate
tra il mondo dei vivi e l’aldilà – avrebbe dovuto insegnare
a tutti che l’uso della magia aveva delle conseguenze, e che tutto si pagava, prima
o poi.
Nello specifico, il fatto che Merlino avesse ospitato una
volta la defunta regina nel suo fisico debilitato aveva fatto diventare il
giovane una specie di tramite,
involontario involucro, ed ella poteva ora prendere
dominio del mago per brevi momenti, anche contro la sua volontà, e
manovrarlo a proprio piacere.
Gaius aveva studiato questo
inconveniente ed era certo che la cosa fosse una situazione temporanea, e che,
qualora Merlino si fosse rimesso del tutto dalla sua
indisposizione, pure l’incantesimo di possessione avrebbe smesso di fare
effetto. Anche perché l’alternativa era quella
di veder sbroccare
il suo figlioccio, la cui sanità mentale era già messa a dura
prova da tempo.
Inutile dire che Sua Maestà la regina, al contrario,
desiderava approfittarne a piene mani, con grande sconcerto del valletto reale.
“Dovete mangiare questa minestrina, Sire!”
sbuffò lo scudiero, bloccando il cucchiaio a mezz’aria, mentre
Artù si rifiutava di collaborare e accampava mille storie sulla gola che
bruciava, sulla sbobba insipida, e sul fatto che non aveva fame, pur di non
farsi imboccare.
“Se non mangiate, non guarirete!” lo
sgridò il servo, aggrottando le sopracciglia e trattenendo a stento la
voglia di tappargli il naso a tradimento e di fargli ingoiare tutto, posata
d’argento compresa.
“Non me ne importa nie-”
“Preferiresti che lo facesse tua madre?” domandò,
interrompendolo, usando il tono informale che talvolta adoperava quando erano da soli.
“Lei è qui?” chiese Artù, di
rimando, preoccupato, guardandosi attorno anche se non
avrebbe mai potuto vedere lo spirito della sua defunta genitrice.
“Se ti dicessi di sì, come risponderesti?”
lo pungolò il mago, prendendosi una piccola rivincita, nascondendo un
sorriso mascalzone, senza sentirsi particolarmente in colpa, vedendo il
compagno sussultare agitandosi.
“Madre?” chiamò il principe, incerto,
sondando i tendaggi del letto senza riscontri. “Madre?!”
“Sono tua madre,
Artù!” proclamò Merlino, con solennità, cercando di
imitare i modi della compianta sovrana. “E ti ordino di mangiare tutto!”
“Madre, ma…”
“Ubbidisci a Merlino, Asino!” tuonò il mago, con fin troppa enfasi che lo
fece tradire.
“IDIOTA!” ruggì il cavaliere. “Non sei affatto divertente!”
“Ahahaha!
Ma per un attimo c’eri cascato!” gongolò
il servo.
Purtroppo per lui, però, non ebbe neppure il tempo di
godere appieno di quel momento di rara soddisfazione
che, col consueto *pof!*, l’amata suocera era davvero apparsa al suo cospetto, come se fosse stata richiamata dal
loro disquisire su di lei.
“Merli-i-i-no!”
cinguettò la regina, appressandosi a loro. “Come sta il principino
della sua mamma?”
“Fa i capricci,
Maestà.” La ragguagliò, decidendo che mettere in
difficoltà l’Asino cocciuto in quel modo non era male e, anzi,
avrebbe anche potuto facilitargli il compito di nutrirlo.
“Merlino!” lo sgridò l’erede al
trono, inalberandosi e arrossendo più di quanto già non fosse a
causa della febbre.
“Ma è vero,
Sire!” gli notificò lo scudiero. “E’ mezz’ora
che tento di farvi sorbire questa minestra!”
“Appena sarò guarito, ti manderò alla
gogna!”
“Vedete, Milady? Io mi preoccupo per la sua
salute ed ecco come egli mi ripaga!”
esclamò per ripicca, a metà strada tra il querulo e il polemico,
scegliendo di ignorare i lampi di fuoco che gli occhioni
meravigliosi del suo principe emettevano.
“Oh, no. Così
non va bene…” considerò la sovrana, tamburellando
l’indice curato sulle labbra corrucciate, osservando ora il valletto, ora
la scodella, ora il figliolo convalescente.
“Vostra madre esprime la sua regale disapprovazione,
Milord.” Gli rese noto lo stregone, rimestando
la brodaglia ormai fredda, e riscaldandola poi con un incantesimo.
“Devi persuaderlo a mangiare, Merlino caro!”
consigliò la castellana, rimboccandosi la veste spettrale per
approssimarsi al letto e rivolgendosi poi direttamente al figlio.
“Apri la boccuccia, piccino mio... Il
topolino entra nella tana, ahhmmm!” lo
incitò lei, come se fosse ancora un bimbetto: “Su, fa’ aaahmmm!”
Il mago ridacchiò a quel suggerimento, mentre il
compagno lo squadrava perplesso.
“Vostra madre dice che dovete fare aaahmmm!” riassunse,
saltando la parte del topino nella tana, che a lui riportava in mente altri
pensieri che col cibo avevano assai poco a che fare.
“Eh?!” esclamò
Artù, con una faccia disgustata che manco davanti allo stufato di ratto
era stato così sdegnato.
“Credo che serva un incentivo più serio...” eccepì lo stregone, ignorando il suo
compagno per indirizzarsi alla sovrana.
“Giusto.” Convenne lei, scattando in
avanti con un insospettabile balzo felino che colse il povero servo di
sorpresa.
Artù vide Merlino ondeggiare un istante davanti a sé,
come se stesse per svenire, ma un attimo dopo era di nuovo pieno di energia e
brandiva il cucchiaio come se fosse stata un’arma.
“Abbassa il ponte levatoio, il cavaliere deve entrareeee!” lo sentì gridare, tutto
infervorato, mentre l’imboccata arrivava davanti al suo naso a passo di
carica, anzi no, al galoppo. Tanta fu
la sua sorpresa che non osò neppure muoversi e, a bocca spalancata, si
ritrovò la posata fin contro l’ugola, rischiando di farsi andare
di traverso il tutto.
“Su, tesoro!
Riapri i cancelli: sta arrivando un altro cavaliere di corsa con la lancia in
resta! Aaahhmmm!”
“Madre!” s’indignò Artù, deviando
all’ultimo istante, con la testa, la traiettoria della posata – quasi
che fosse stato un fendente mortale – afferrando il polso sottile del suo
amante, cercando di ignorare quanto
strana fosse la cosa. “Non sono così
malato da dovermi nutrire con il brodino!” protestò, sfilando
scodella e cucchiaio da quelle dita esili, posandoli
sul vassoio sopra il comodino accanto al letto, miracolosamente senza
rovesciarne il contenuto.
“Gaius dice che sei
convalescente!” sbottò lei, per bocca di Merlino, in risposta. E poi, a tradimento, si sporse ad afferrargli
le gote arrossate, mentre Artù sfoderava un nobile broncio. “Che guanciotte! Il mio tesorino! Puccipuccipu!”
Il principe assunse la stessa tonalità del loro
glorioso stendardo: l’onnipresente rosso Pendragon;
ma la cosa peggiore – guardando Merlino davanti a sé e quel suo
sorriso speranzoso ed ebete che tanto amava – era che non poteva neppure
mandarlo alla gogna, essendo posseduto dalla regina, e lui non sapeva come
togliersela di torno…
“Madre, ora devo riposare, sono convalescente!” eruppe, usando la stessa giustificazione
espressa poc’anzi dalla nobile genitrice.
“Ma… ma hai appena
detto che…” farfugliò lei, perplessa. “Uh, va bene, è
evidente che avere a fare con Merlino ti consuma!”
mugugnò, acconsentendo tuttavia.
Artù non fece neppure a tempo ad
esalare un sospiro di (agognato) sollievo, che nuovamente le sue gote vennero
catturate a tradimento da Ygraine e dal bacio a
schiocco che ella pretese, come saluto.
“Fai la nanna, adesso, bimbo
mio!” si raccomandò.
Ancora tutto scombussolato – perché non era normale vedere Merlino
comportarsi così, anche se lui
sapeva che non era in sé –, il principe si lasciò
stropicciare dalla zelante sovrana e, una volta (la decima volta, in effetti) che le sue coperte furono
rimboccate, sistemate, lisciate e rincalzate a dovere,
ella scomparve – finalmente
– facendo l’occhiolino, e rassicurandolo,
promettendo che sarebbe tornata presto, molto
presto – anche se in realtà suonava più come una
minaccia.
Il giovane Pendragon attese
qualche momento per essere sicuro che il suo scudiero non proferisse ulteriori,
imbarazzanti, consigli materni, ma questi sembrava solo incredibilmente
istupidito – ma non più del solito, in verità – e si
stava guardando intorno, stravolto, come se non riconoscesse il luogo o non
capisse come c’era finito.
“Ma cos-?”
farfugliò il mago, strofinandosi il viso per snebbiare la mente
inebetita.
“Mia madre.” Replicò l’erede al
trono, come se quella fosse stata una risposta completa.
Di colpo, il mago comprese il perché di tutta quella
spossatezza che sentiva addosso, della confusione che volteggiava nella sua
testa e del vago senso di sfruttamento
coatto che avvertiva.
“Lo so che ci godi un
mondo a farti usare così da lei, Merlino,” sibilò il principe, puntandogli un dito
contro, come monito “ma cerca di smetterla, o ti spedisco alla gogna per
davvero!” lo minacciò.
Il povero valletto spalancò la bocca, indignato,
pronto a ricordargli che non era certo per piacere personale che si lasciava invadere – contro il suo volere
– dalla presenza molesta di Sua Maestà, ma il nobile non gliene
diede il tempo: lo strattonò con un moto repentino (che avesse ereditato
il balzo felino di Lady Ygraine?) e se lo strinse
contro, intimandogli di coprirsi con le coltri stropicciate – che sua
madre aveva maniacalmente sistemato poco prima
– e, soprattutto, di stare zitto.
Merlino, che era veramente sfinito, non trovò nulla
da obiettare e gli si accoccolò addosso.
“Prima guariremo, e prima le cose torneranno alla
normalità.” Bisbigliò Artù, soffocando uno sbadiglio
contro la sua spalla ossuta.
Lo stregone annuì, prima di scivolare nel sonno, stretto
in quell’abbraccio familiare; e non ebbe cuore a dirgli che la regina –
in veste corporea o meno – non avrebbe smesso di perseguitarli e che, soprattutto, la normalità a Camelot non esisteva.
-Fine-
Disclaimer:I
personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da
parte mia.
Note: In realtà non ho
appunti da fare, se non che scrivere i nomi in
italiano è stata durissima, non ci sono più abituata! XD
Ma se qualcosa non vi fosse chiaro,
chiedete pure. ^^
(Cielo! mi
fa strano essere così sintetica!! O_O, con Linette non ci riuscirei proprio!
XD)
Precisazioni al
capitolo precedente: (a random)
- Sono contenta che il capitolo, benché sentimentale
e non comico, vi sia piaciuto tanto! ^___^
Ero davvero titubante, ma il vostro parere positivo mi ha confermato di aver
fatto la scelta giusta, magari, in futuro, ne scriverò altri.
- Soprattutto, sono felice che tutti l’abbiate ritenuto IC, cosa fondamentale, per me.
- Sì, Uther ama davvero
Artù e *sa* di essere in debito con Merlino.
Mi piace analizzare questo suo lato umano, su di lui si potrebbero
dire mille cose.
- Uther ha intuito vagamente
qualcosa, anche se preferisce ignorarla, in quel frangente. E’ un
po’ come se avesse messo in stand-by il suo essere re e si fosse calato
nei panni del semplice genitore.
Un’altra cosa:
Il mio proposito buono per l’Anno Nuovo è quello di riprendere le mie vecchie fic-bozze
su Merlin, (certe sono state scritte anche 3 anni fa U_U)
e di postarle tutte, alternandole a nuove idee.