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Avevo nove anni quando tutto questo ebbe inizio.
Ancora ricordo cosa accadde: mi trovavo nel giardino di casa mia, e stavo
giocando con delle macchinine, un po’ come fanno tutti i bambini a questa età.
Una delle macchinine fini in mezzo alle rose che mia madre coltivava in
giardino. Nella mia tenera età ero ancora abbastanza stolto e cosi la prima
cosa che mi venne naturale fare fu infilare la mano dritta in mezzo alle
rose... Il risultato fu che recuperai la mia macchinina ma il prezzo che pagai
fu una serie di tagli sulla mano destra. Ma ciò che mi stupii fu quello che
accadde dopo: lentamente i tagli che avevo sulla mano stavano scomparendo
lasciando il posto alla pelle sana e anche il dolore scompariva.
Avevo nove anni... ancora non capivo cosa questo comportava
L’unica cosa che stranamente non feci fu raccontarlo ai miei
genitori, o a nessun altro che conoscessi. Il motivo? Beh volevo che fosse il
mio piccolo segreto e lo fu.
Tuttavia questo non mi fermò, sempre nella curiosità tipica di un bambino di
questa età feci degli esperimenti: un taglietto causato da una spina non mi
sembrava un grosso problema, così a mano a mano tentai con ferite più grosse.
Non nascondo che fu doloroso, ma fu anche molto interessante...
con il tempo iniziai a controllare questa mia capacità di rigenerazione:
inizialmente era un processo automatico, ma dopo qualche mese ero in grado di
controllarlo perfettamente.
Esattamente sei mesi dopo l’episodio delle rose cominciavo a
chiedermi se questo dono potesse arrivare anche a rigenerare parti del corpo
asportate. Fu con immenso terrore che quel giorno mi tagliai un dito di un
piede, ma i miei sentimenti cambiarono quando, grazie alla rinnovata abilità
che avevo acquistato riuscì a farlo ricrescere completamente come se fosse
nuovo
Questo giorno segno l’inizio della mia vita da “persona con
poteri paranormali”
E fu solamente l’inizio! Nuovi poteri e capacità affiorarono grazie alle
esperienze della vita e tutte questi mi fecero capire che non si trattava di
poteri isolati, ma d’implicazioni che derivavano tutte dalla stessa capacità
innata: potevo controllare e plasmare la materia attorno a me attraverso la
conoscenza e l’uso della mente.
Tutto si basava sulla chimica e sulla biologia: grazie a esse potevo capire
cosa mi trovavo davanti e usarlo a mio piacimento.
Fu questo il motivo per cui quando incominciai a studiarle la mia forza divenne
cento volte più grande, e non parlo di forza fisica, ma di forza della mente
La prima e la seconda superiore furono per me tanto utili quanto lo è un
piccone per un operaio che lavora in miniera.
Ciò che racconterò inizio nell’estate dell’anno 2009.
Preparatevi, non sarà una passeggiata…
Questo è solo il primo capitolo, spero vi piaccia ^^
Mi presento, il mio nome è Giacomo e sono originario di un
piccolo paese vicino a Ferrara, in Emilia Romagna. Nacqui nel giorno 6 Luglio
dell’anno 1993, alle ore 19 e 30. Questa data potrà sembrare una comune giornata
dell’anno ma basta chiedere a chi allora era in questo mondo e subito questa
tesi è scongiurata.
Quel giorno, infatti, si scatenò sulla terra una delle più
violente tempeste magnetiche registrate dai moderni strumenti. Forse è questo
che mi ha reso “strano” o forse è solo un caso.
Allora tutte le nazioni erano nel caos, la tempesta stava
distruggendo tutti i satelliti in orbita e l’elettricità era inutilizzabile.
Così il mio fu un parto all’antica: acqua calda, asciugamani e tanta fatica.
Non riuscirono nemmeno a portare mia madre all’ospedale perché era talmente
pieno che non avevano posto per “una cosa da nulla” come una donna incinta. Si
sentirono dire questo i miei genitori.
Vi avevo avvisato che non sarebbe stata una passeggiata, una
vita iniziata male e che probabilmente è peggiorata con il tempo.
La mia infanzia non fu segnata da particolari avvenimenti,
ovviamente fino all’età di nove anni quando avvenne ciò che sapete.
Tuttavia la rigenerazione cellulare era solo l’inizio, i
veri poteri iniziarono quando cominciai a studiare chimica in prima superiore
del liceo, prima di questa stupefacente materia avevo già sentito parlare di
atomi e molecole e tutto quello che deriva dal loro studio, ma non avevo
un’idea di come questo fosse collegato con le mie capacità.
Nonostante lo studio della prima non comprendesse la
biologia ero estremamente interessato anche a essa e così feci degli
approfondimenti su di essa in particolar modo su quella riguardante il corpo
umano.
Un giorno trovai quasi per caso un capitolo sulla
rigenerazione cellulare e sui meccanismi che la rendono possibile e grazie a
esso mi si aprirono gli occhi su quello che credevo fosse il mio unico potere:
attraverso una forza sconosciuta che stava dentro la mia mente riuscivo ad
accelerare notevolmente la rigenerazione cellulare e quindi facevo in secondi
quello che gli altri impiegavano giorni o mesi per fare.
Progredendo nello studio della chimica cominciai a rendermi
conto di come le proprietà delle cellule fossero le stesse degli atomi e così
cominciai a chiedermi se potevo utilizzare la mia abilità per fare altre cose
al mio corpo o alla materia che mi circondava.
Proprio come feci all’età di nove anni iniziai a fare degli esperimenti, la mia
camera era il mio laboratorio.
Inizia con qualcosa di semplice: mi concentrai sulle cellule
di cheratina presenti nelle mie unghie e mi sforzai di intensificare la loro
riproduzione. Era uno spettacolo affascinante e disgustoso al tempo stesso:
osservavo l’unghia del mio indice allungarsi a vista d’occhio fino a diventare
della lunghezza di 20 cm. A quel punto fermai il processo di riproduzione e
stavo per tagliare l’unghia quando un altro esperimento mi venne in mente. Così
come potevo accelerare la riproduzione forse, concentrandomi riuscivo anche eliminare
le cellule forzando il processo d’invecchiamento di esse, e così mi concentrai
nuovamente sulla cheratina presente nella gigantesca unghia e la guardai
sbriciolarsi di fronte a me.
La scoperta di questa mia capacità mi aprì le porte verso
una vasta gamma di abilità derivate da quella che ho iniziato a chiamare la
“influenza sulla materia”.
Comincia a sbizzarrirmi: da allungare le braccia a cambiare
il colore della retina, tutti questi esperimenti sfociavano in successi ma non
senza sacrifici. Era, infatti, assai faticoso riuscire a focalizzare sul giusto
tipo di cellule e accelerare o rallentare il processo appropriato. Tuttavia
trovavo molto divertente scoprire come avessi ogni cosa in mio potere.
Per quanto riguarda le abilità del corpo umano riuscivo a
correre per ore senza mai stancarmi, compiere salti eccezionali, sollevare pesi
notevoli, vedere a distanze impressionanti, sentire anche il respiro degli
insetti che mi ronzavano attorno in giardino e molte altre abilità straordinarie.
Decisi di non passare alle sperimentazioni sulla materia
estranea al mio corpo fino a che non sarei riuscito a comprendere ogni singolo
meccanismo in esso e a modificarlo a mio piacimento. Ciò divenne impossibile
perché ogni giorno affiorava qualche nuova possibilità e la mia curiosità di
vedere gli effetti sulla materia estranea cresceva ogni giorno di più.
Dopo qualche mese non ce la feci più e decisi di provare con
qualcosa di semplice: armato con libro di chimica decisi di provare a creare un
processo di combustione a distanza su un pezzo di carta.
Trovai molto più complicato agire sugli atomi rispetto che
sulle cellule. Mi volle una settimana intera per un’operazione che ritenevo veramente
semplice e questo mi frustrò alquanto.
Però ero notevolmente soddisfatto dei miei progressi nel
campo del corpo umano.
Mi credevo invincibile... quanto mi sbagliavo!
Ecco il secondo capitolo.. iniziamo a capire qualcosa in più
sulle capacità di questo ragazzo!
P.S. Blair grazie per i complimenti ma dovresti dire
bravissimo, non bravissima.. che devo dire avrò uno stile femminile…
Scusate se ci ho messo molto a scrivere il terzo capitolo, ma in questo
periodo ho avuto un po’ da fare, comunque spero vi piaccia
Scusate se ci ho messo molto a scrivere il terzo capitolo,
ma in questo periodo ho avuto un po’ da fare, comunque spero vi piaccia.. a voi
la lettura e i commenti!!
SuperEle46: Grazie per la recensione. Spero che la
continuazione ti piaccia.
Si non è il tuo genere ma va beh, si cambia J
Bello il film comunque.. anche se te e la cristina mi dicevate metà del film, e l’altra metà me la
raccontavano le signore affianco.. XD
Blair 95:Piacerebbe
a tutti avere questi poteri, certo ognuno li userebbe per scopi diversi. Come
il nostro protagonista che per il momento sembra avere buone intenzioni, anche
se in una brutta situazione.. A te la lettura!!
Capitolo tre
La guerra è alle
porte
Mentre mi sbizzarrivo con i soliti esperimenti, la situazione
del mondo non era delle migliori.
Vi era, infatti, una pesante crisi economica che
imperversava tutto il globo. Persino gli stati cosidetti “industrializzati” non
riuscirono a uscirne. Per un po’ gli stati erano riusciti a gestire la
situazione nel migliore dei modi. Ma si sa, la pace non dura in eterno, e la
situazione stava visibilmente iniziando a smuoversi.
La Russia formava alleanze con il sud-est asiatico e con
l’Asia, assicurandosi cosi tutta la potenza militare d’oriente. Una potenza che
se scaturita avrebbe potuto causare gravi danni a tutto l’occidente. Si formò
un'alleanza chiamata P.A.C. (Pan Asiatic Coalition- Coalizione di tutta
l’Asia), questa iniziò a tagliare fuori dai commerci l’Europa e gli USA intenta
a rimanere indipendente e a salvarsi dalla crisi economica.
Questo divenne un grosso problema, perché il gas, l’energia
e molte altre risorse provenivano proprio dall’Oriente.
La guerra era alle porte, negarlo sarebbe stato da stupidi,
così anche gli Stati Uniti corsero ai ripari e formarono quella che fu chiamata
S.W.F. (Safety West Coalition- Coalizione per la sicurezza dell’Occidente) che
comprendeva le due Americhe e l’Europa intera.
Gli eserciti si stavano preparando, e le due fazioni non
aspettavano altro che l’avversario facesse il primo passo per dichiarare così
lo stato di guerra.
Non aspettammo molto, un missile aria-terra diretto a
Washington, fortunatamente bloccato prima che arrivasse a destinazione
dall’esercito americano, fu questo “atteso” segnale.
Le due coalizioni si mossero subito vincolate da patti
internazionali e così inizio il terzo conflitto mondiale della storia.
Ovviamente l’Italia faceva parte dell’ SWF e quindi era
obbligata a entrare in guerra, fu il caos e l’ennesima dimostrazione che la
mente umana è proiettata verso il futuro, ma che gli errori del passato vengono
ancora commessi.
Fu instituito il servizio di leva obbligatoria proprio come
durante la seconda guerra mondiale, e l’esercito italiano iniziò a prendere
forma.
Avevo 16 anni, il servizio di leva cominciava proprio da lì,
e fui costretto ad entrare nell’esercito.
Nella mia presunzione non ero per nulla preoccupato,
tuttavia sapevo che la mia famiglia lo era e quindi feci di tutto per
rassicurarli.
Non potevo rivelargli il vero motivo per cui dovevano stare
tranquilli, nonostante ogni singola cellula del mio corpo lo desiderava
ardentemente. Certi segreti, meno gente li sa meglio è, e sapevo che cosi li
stavo proteggendo.
Dopo due giorni dall’inizio della guerra mi avevano già
trasferito al campo di addestramento più vicino. L’addestramento durava un mese
e poi si veniva inseriti in una delle diverse squadre dell’esercito e si veniva
mandati in missione.
L’addestramento era dannatamente duro... per gli altri.
Io non avevo assolutamente problemi, certo utilizzavo i miei
poteri in modo discreto, ma questo non m’impediva di ridurre al minimo la mia
fatica e al massimo le mie prestazioni.
La prima cosa che ci insegnarono fu il rispetto verso il
nostro istruttore, era un individuo bizzarro, tutti lo chiamavano Jonny, non so
nemmeno quale fosse il suo vero nome. Era un ragazzo molto robusto, di altezza
media e dannatamente simpatico.
Per noi quella era la sua dote migliore, ma per l’esercito
era la sua enorme capacità in campo militare: gli davi un aereo e lui te lo
pilotava, gli davi un fucile e lui ti colpiva tutti i bersagli in maniera
impressionante, lo sfidavi a un combattimento corpo a corpo e in qualche
secondo eri già schiena a terra. Un vero John Rambo, da qui il soprannome
Jonny.
Il mio gruppo d’addestramento poteva vantarsi di avere il
migliore istruttore di tutto il campo e forse anche della nazione. Funzionava
così allora, date le sue eccezionali qualità gli fu dato un periodo di tempo
prima che lo mandassero in missione. In questo tempo egli avrebbe addestrato
altre reclute e poi sarebbe stato reso soldato a pieno regime.
Eravamo la compagnia numero J-43... ancora non so quanti di
quelli che per un mese divennero i miei amici più fidati siano vivi adesso.
Come ho già detto l’addestramento era intensivo, poiché il
pericolo era imminente, il periodo era stato ridotto dai soliti tre mesi a un
solo mese.
Quindi lascio a voi l’immaginare quanto fosse intensivo...
Corremmo per kilometri e kilometri, ci insegnarono a
scalare, a guidare, a strisciare.
L’unica che non ci insegnarono fu come morire...
Fui particolarmente affascinato dall’ultima settimana di
addestramento, quella dedicata alle armi da fuoco e agli esplosivi.
Inizialmente agivo come gli altri ragazzi della compagnia,
ma dopo il primo giorno imparai, utilizzando le mie capacità d’influenza, a
modificare la traiettoria dei proiettili a mio piacimento e a farli arrivare
sempre al centro del bersaglio che c’era assegnato.
Ovviamente fui notato da Jonny che mise una buona parola su
di me al responsabile del campo di addestramento e così terminato il periodo di
addestramento, fui assegnato alla squadra speciale 13, la migliore squadra
speciale di tutta la nazione. Accettai l’incarico noncurante del pericolo
perché mi sentivo forte e protetto dai miei poteri straordinari.
Ero felice, le missioni speciali mi attraevano e, come se
non bastasse, insieme a me fu inviato alla squadra proprio Jonny!
Il comando centrale della S13 si trovava nel Nord
dell’Italia, precisamente a Trieste.
Ora ero un soldato...
Ed ero pronto alla guerra, perché lo ritenevo un nobile
scopo, difendere le persone a cui volevo bene, qual miglior modo per utilizzare
i miei poteri.
Un elicottero venne a prelevare me e Jonny dal campo di
addestramento.
Mi girai, diedi un saluto alla compagnia J-43 e augurai a
tutti buona fortuna, poi salii su di esso.
Ci sono decisioni che cambiano la
vita, quella di accettare la chiamata nella S13 fu una di esse...
Dato che mi è stato chiesto, svelerò i dubbi sulla dinamica della
curvatura di un proiettile
Dato che mi è stato chiesto,
svelerò i dubbi sulla dinamica della curvatura di un proiettile.
Quando un colpo è
sparato la distanza cui si trova il bersaglio diventa un fattore fondamentale.
Con l’aumentare della
distanza la precisione del colpo peggiora gradualmente.
I cecchini, a
differenza da come si vede nei film, non hanno solo una buona mira. Esistono,
infatti, molti fattori che vanno osservati quando si effettua un tiro dalla
distanza: temperatura, umidità, vento e sulle elevate distanze perfino l’effetto
di Coriolis (la rotazione della terra.)
Il protagonista riesce
utilizzando le sue capacità a comprendere maggiormente e in parte a influenzare
questi fattori e a cambiare la traettoria del proiettile a suo piacimento.
Sono tornato con un nuovo capitolo, stavolta ci ho messo un
po’ meno...
Capitolo quattro
Le onde del
mediterraneo
“Dentro quella stanza c’era
un’aura strana... nemmeno con le mie capacità riuscivo a capire cosa fosse... ”
L’elicottero attero pochi minuti dopo all’aeroporto militare,
da lì io e Jonny avremmo preso l’aereo che ci avrebbe portato al centro di
comando dell’S13
Non ero mai salito su un aereo così, ovviamente non era il
semplice aereo di linea che molte persone hanno preso, era notevolmente più
piccolo. La cosa che mi sorprese di più, tuttavia, fu che c’erano solo due
posti.
Chiesi a Jonny se sapeva pilotare quell’aereo, cosa che immaginavo,
ma con mio grande stupore mi rispose di no.
Allora chiesi al soldato che ci accompagnava come avremmo
fatto a raggiungere Trieste se nessuno dei due sapeva pilotare un aereo in cui
c’erano solo due posti.
La risposta non arrivò da lui, ma da un uomo che sbuco da
dietro all’aereo, uno di quei generali che hanno il petto coperto di emblemi e
nastrini: “Si pilota da solo. È chiamato HOG 27 ed è un caccia ultrarapido
fornito di autopilota”.
A questo punto la domanda mi sorse spontanea: ” Cosa ce ne
facciamo di un caccia ultrarapido se il centro di comando è solo a 200
kilometri da qui?”
“ Voi non andrete al centro di comando, non ora. Abbiamo un’urgenza.
Venite con me nella stiva del caccia che vi darò il briefing della missione” disse
il generale.
Lo seguimmo incuriositi e lui iniziò a spiegarci la situazione.
“ Ciò che temevamo è accaduto: un gruppo di soldati della
P.A.C. ha attaccato la città di Siracusa questa notte. Non sappiamo come siano
riusciti a raggiungere la città senza essere visti ma crediamo abbiano una
specie di sottomarino che riesce a ingannare i nostri radar. Sono uomini ben
addestrati, hanno eliminato un terzo della sorveglianza della città prima che
li scoprissero. Si muovono come ombre e sono maledettamente precisi. Non
sappiamo né quanti sono né qual è il loro equipaggiamento e nessuno di loro è
stato eliminato dai nostri soldati. Sarò franco con voi due, per qualsiasi
altra persona questa missione è un suicidio, ma per voi due, a quanto mi
dicono, forse sarà possibile.
Qui c’è tutto l’equipaggiamento che vi serve: Visori
notturni, armi, esplosivi, dispositivi di comunicazione e mappa digitale della
città.
Se possibile catturateli, non uccideteli. Vorremmo scoprire
cosa li rende così temibili e qual è il mezzo di trasporto che li ha condotti
qua. Sarete lanciati in mezzo al Mediterraneo quindi vi consiglio di mettervi
le mute da sub. Quando vi state per tuffare, premete il tasto rosso vicino
all’apertura della stiva e l’HOG si avvicinerà all’acqua e poi tornerà alla
base automaticamente. Tutto chiaro soldati?”
“ Signor si signore!” rispondemmo in coro io e Jonny.
“ Buona fortuna allora. Vi servirà”
Occupammo posto nel caccia e accendemmo il motore. Il resto
lo fece lui, si mise in volo e partì a una velocità impressionante. Non
cronometrai il nostro viaggio ma credo che durò circa due minuti.
Merda, 900 kilometri in due minuti!
L’HOG si fermò a mezz’aria in attesa che fosse premuto il
bottone rosso. Io e Jonny prendemmo l’equipaggiamento: un fucile d’assalto SCS
70/90 silenziato, un comunicatore radio, un coltello da combattimento, un visore
notturno, una pistola 9 mm e degli esplosivi.
Decidemmo inoltre di non mettere le tute da sub perché erano
ingombranti e perché intendevamo raggiungere subito terra a nuoto.
Prememmo il pulsante rosso e il caccia scese a pelo
dell’acqua, noi ci tuffammo e dopo qualche secondo l’HOG riparti verso il
centro di comando. In una frazione di secondo già non era più visibile ai
nostri occhi.
Il mediterraneo era caldo e calmo, l’acqua era piacevole e
se solo non avessi avuto impegni più importanti mi sarei rilassato tra le sue
tenere onde.
Ci spostammo a nuoto verso la città e in un batter d’occhio
fummo sul suolo siciliano.
Quello che accadde dopo fu molto caotico: diverse esplosioni
giunsero alle nostre orecchie e subito dopo molte urla, segno del panico della
popolazione. Probabilmente i soldati della P.A.C. avevano piazzato degli
esplosivi nelle zone principali della città.
Io e Jonny ci trovavamo in un piccolo spiazzo sul mare, ci
dirigemmo verso la città di corsa intenti a dare una mano nei soccorsi ma
soprattutto a compiere la nostra missione. Arrivammo nel centro cittadino
abbastanza in fretta e da lì decidemmo di separarci alla ricerca di abitanti
feriti da salvare o nemici da catturare.
Il numero di ordigni piazzato dal nemico era impressionante,
c’erano moltissimi edifici in fiamme e altri distrutti o crollati.
Dovevano essere avversari temibili per piazzare così tanti
esplosivi in così poco tempo. Oppure c’era qualcosa sotto. Da quando avevo
scoperto le mie capacità non escludevo più nulla, tutto era possibile.
Mi diressi verso un quartiere che stranamente non era stato
ancora colpito dalle esplosioni e questo m’insospettiva.
Mi trovavo per strada quando una casa proprio davanti a me
esplose e con esse diverse altre nelle vicinanze.
Mi diressi velocemente verso la casa che avevo visto
esplodere un attimo prima ed entrai. Non c’erano segni di vita da nessuna
parte, eppure c’era qualcosa di insolito. Mi diressi verso una delle stanze ed
entrai...
Dentro quella stanza c’era
un’aura strana... nemmeno con le mie capacità riuscivo a capire cosa fosse...
Essa infondeva un senso di tranquillità e felicità
nonostante quel clima di odio, guerra e devastazione. Era come essere cullati e
sapere che niente poteva più andare male.
Mi guardai attorno alla ricerca della ragione di quell’aura
meravigliosa e fu allora che la vidi...
Ranicchiata in un angolo c’era una ragazza terrorizzata,
attorno al suo corpo c’era un alone di luce soffusa molto calma.
La chiamai per sapere se andava tutto bene e lei sollevo la
testa e mi guardò.
I suoi occhi erano di un colore stupendo, difficile da
descrivere, una specie di verde però con una tonalità di azzurro marino...
Ma la cosa più strabiliante è che emettevano una gran luce,
così abbagliante che mi entrò dentro...
Emozioni troppo forti invasero la mia mente e nonostante non
fossero malvagie, non riuscii a resistere.
Caddi al suolo svenuto...
“Questo capitolo è dedicato all’angelo che ogni giorno mi
accompagna e che rende la mia vita migliore”
Per tutti coloro che hanno
recensito:Grazie per i complimenti, spero che
la continuazione della storia sia di vostro gradimento! Bacioni!
Ecco un altro capitolo della serie!! Spero sia di vostro
gradimento!! A voi la lettura
RECENSIONI IN FONDO
Capitolo quinto
Il paradiso in terra
Qualcosa mi stava leccando una guancia, aprii gli occhi e vidi che c’era una
gatta, mi aveva svegliato.
Subito tirai su la testa in cerca della ragazza, ma era
scomparsa nel nulla. Chissà quanto tempo ero stato svenuto prima che questa
gatta mi svegliasse, e per fortuna che l’aveva fatto.
Nonostante la ragazza fosse scomparsa un frammento di quell’aura che produceva
permaneva nella stanza. Sembrava di essere in paradiso, solo i sentimenti
migliori albergavano nella mia mente. Sentimenti che credevo di non avere
nemmeno in corpo
Tentai di comunicare con Jonny ma
il trasmettitore era andato, svenendo ci ero caduto proprio sopra.
Mentre mi decidevo sul da farsi sentii la gatta miagolare
dalla finestra della casa e la guardai, gli occhi che incontrai erano dello
stesso colore di quelli della ragazza. Corsi subito alla finestra ma la gatta
era saltata fuori e si era dileguata nel nulla. Allora vidi un altro animale
volare nel cielo, era una bellissima colomba candida come non ne avevo mai
viste.
Forse stavo impazzendo. Ma qualcosa dentro mi diceva che non
mi ero immaginato tutto. Erano indubbiamente gli stessi occhi.
Dopo che la gatta se ne era andata mi resi conto che la
situazione di quel quartiere era peggiore del previsto, le case in fiamme erano
tante e l’incendio si stava propagando.
Allora tentai una cosa che non avevo mai provato, tolsi
l’ossigeno alle fiamme che tormentavano le case attorno, riuscii nel mio
intento al primo tentativo e devo dire che ciò mi rese abbastanza orgoglioso,
ma anche incredibilmente stanco. Era incredibile la quantità di energia che
necessitava quel processo. L’incendio era stato domato e la mia mente aveva
tempo di tornare a fantasticare su quello che mi era successo poco fa. Non
riuscivo davvero a spiegarmelo, nemmeno con la mia nuova consapevolezza che
nulla era impossibile, non riuscivo a spiegarmi la sensazione che quella
ragazza mi aveva dato. Non ero mai svenuto in vita mia, e soprattutto non avevo
mai avuto emozioni cosi forti nella mia mente.
Sentivo che le risposte sarebbero arrivate, quindi cominciai
a pensare a come rintracciare i soldati nemici e magari anche Jonny. Decisi di arrampicarmi su un tetto di una casa lì
accanto e osservare la zona sottostante. Senza nessun spettatore indiscreto ero
libero di usare le mie capacità e cosi potenzia l’apparato muscolatorio
al punto che scalare un muro di otto metri fu una passeggiata.
Una volta sul tetto realizzai che la vista non mi avrebbe
aiutato così decisi di utilizzare l’udito, e così con un altro enorme dispendio
di energia potenziai al massimo il mio apparato uditivo al punto che potevo
sentire persino i respiri di ogni singolo insetto della città. Ma ciò che mi
interessava di più era il battito cardiaco, i soldati nemici avevano attuato un
piano e quello era riuscito, la città era nel panico. Quindi avendo studiato
come il battito cardiaco cambi a seconda delle emozioni cercai un battito
sereno in mezzo a tutti quei battiti impauriti dalla situazione in cui la città
si trovava.
Con mia enorme sorpresa ne trovai solamente due. Non potevo
rischiare, controllai molto accuratamente tutta la città ma solo due cuori
battevano normalmente. Non ci potevo credere, tutto questo casino causato da
solamente due uomini, era peggio del previsto.
Rintracciai con i miei sensi la zona in cui si trovavano,
come immaginavo non era lontano da dove ero io in quel momento. Sapevo che
sarebbero rimasti nella zona più colpita dagli esplosivi, è dove nessuno li
avrebbe cercati, nessuno normale.
Mi recai nel luogo dove li avevo percepiti molto cautamente
e li vidi. Erano due uomini ben piazzati con fisici da lottatori o pugili, la
loro faccia era coperta da passamontagna, ma la cosa che più mi sorprese era
che non avevano equipaggiamento. Niente armi, trasmettitori, zaini o torce,
niente di niente. Non era normale!!
Avrei potuto ucciderli con facilità entrambi ma gli ordini
erano di catturarli vivi se possibile, e fu allora che feci un nuovo passo con
i miei poteri.
Per la prima volta in assoluto decisi di influenzare il loro
corpo e indurli a perdere i sensi. Dopo aver raccolto le idee iniziai
l’operazione.
Mi concentrai sulle cellule di uno dei due soldati,
raggiunsi il cervello e iniziai gradualmente a chiudere i vasi che
trasportavano il sangue e l’ossigeno ad esso giusto il necessario per fargli
perdere conoscenza. All’inizio ebbi qualche difficoltà ma poi dopo qualche
minuto riuscii nel mio intento e uno dei due cadde svenuto.
Non ebbi nemmeno il tempo di cominciare con l’altro. Sapevano
che ero lì!
Quello che aveva ancora conoscenza si alzo di scatto e con
un gesto della mano rianimo il compagno, la mia coscienza era ancora un po’
dentro a quest’ultimo e capii cosa il suo compagno aveva fatto. Egli aveva riaperto
tutti i vasi e duplicato la quantità di sangue mandata al cervello permettendo al
compagno un recupero istantaneo.
Dopo aver salvato il suo compagno entrambi si accanirono su di
me, ma non in modo fisico, ma con la mente.
Sembrava che avessero le mie stesse capacità, ma non avevo il
tempo per lo stupore, perché le stavano già utilizzando entrambi contro di me.
Sentivo le cellule del cuore che si deterioravano e scomparivano.
Corsi immediatamente ai ripari e cominciai ad affrettare il processo di
rigenerazione.
Ma non ero abbastanza forte, la loro forza mi stava sopraffando. Stavo morendo…
Un ultimo pensiero mi baleno nella mente: il ricordo di
quegli occhi luminosi e stupendi e della ragazza che li possedeva si espanse
nel mio cervello.
Pensavo che sarebbe stato bello finire la mia giovane
esistenza con quel ricordo. Ma non fu ciò che accadde.
Una enorme energia mi scoppio dentro e da tutto il mio corpo
un immensa luce colpi tutto quello che avevo attorno e fermò anche gli
assalitori. Ma non li fermò e basta, gli spaventò, sentivo i loro cuori. Quello
era puro terrore. Poi scomparvero nel nulla con un esplosione di luce rossa.
La forza che il ricordo mi aveva portato guarii il cuore e
mi salvò la vita.
Questa volta però non se ne andò, questa volta era diverso…
Il paradiso non era più un’astrazione
Il paradiso era dentro al mio
cuore
Il paradiso era in terra
“A volte si va alla ricerca
della perfezione e della felicità, quando essa è molto più vicina del previsto.
C’è un paradiso per ognuno di noi..
Il paradiso è in terra. E sta a voi trovarlo.. Spesso sta in persone che non sanno nemmeno di avere questo dono.
Quando lo troverete lo capirete.
L’importante è non mollare mai. Perché anche se può sembrare il contrario ci
sono persone al mondo che vi vogliono bene anche se non le conosci. Ci sono
persone che pregano per te anche se non puoi sentirle. Ci sono persone che
stanno passando quello che stai passando tu anche se non puoi vederle. Lasciati
aiutare, sii forte, tu hai uno scopo in questa vita. Tu sei amato”
A
Blair95 e Alexis_edina:
Sono lieto che la storia vi piaccia!! Spero continui così!
XD
A Gigia94:
I tuoi occhi sono su internet perché mi sono inspirato a te
per questa ragazza. Sei tu il mio paradiso. Bacioni micetta!
Eccoci con un altro capitolo!! Abbastanza intrigato e
misterioso per i vostri gusti spero!! A voi i commenti!!
Blair95: Grazie per l’interesse!
Adesso farai ancora più fatica ad aspettare il prossimo capitolo!!
Gigia94: Lieto di averti
stupita! Come sempre!!
Spero che il continuo ti piaccia! A presto Micetta!! Bacioni!
Qualcosa era cambiato dentro di me.
Avevo avuto la mia lezione! Avevo capito che non ero
invincibile, non potevo continuare per sempre a fare quello che volevo senza
che ci fossero conseguenze.
Normalmente avrei avuto molta paura, perché avevo visto cosa
si poteva fare con i miei poteri.
Non solo l’avevo visto, l’avevo provato!
Dicono che quando stai per morire ti vedi tutta la vita
passare davanti.
Posso assicurarvi che è vero. Non credo che scorderò mai
quel momento, né mai scorderò chi mi ha aiutato a passarlo.
Questa misteriosa ragazza, di cui non sapevo nulla,
continuava a salvarmi la vita! E sembrava lo facesse con una facilità
incredibile. Questo mi stupiva, oltre alla sua bellezza. In sedici anni ne ho
viste di ragazze, e devo dire che alcune mi sono davvero piaciute. Ma ero
troppo timido e “impegnato” con i miei esperimenti per esporre i miei
sentimenti a qualcuna di loro.
Ora mi rendevo conto di quanto fossi stato stupido. Ero così
impegnato ad occuparmi di me stesso che avevo trascurato gli altri.
Tutte queste sensazioni, tutte queste emozioni e rivelazioni
erano frutto della mia mente, ma diciamo che avevo un aiuto. Sentivo ancora
dentro di me quella ragazza e i suoi occhi stupendi.
Ora l’unica cosa che volevo era trovarla, magari parlarle.
Volevo capire chi fosse e quali fossero i suoi poteri.
Mi venne in mente un’idea folle: provai a cercarla intorno a
me con i sensi, ma non trovai nulla di strano. I soliti cittadini terrorizzati,
e i loro cuori pure. I respiri affannosi di migliaia di abitanti arrivavano
alle orecchie, ma non c’era niente di strano che potesse condurmi alla ragazza.
Stavo per arrendermi quando mi ritornò in mente ciò che era
successo poco prima. La forza che mi aveva salvato era si dovuta al ricordo di
quella ragazza, ma veniva da me. Ma non dai miei poteri o dai miei sensi.
Veniva dalla mia mente. così provai a cercarla con essa, e fortunatamente ebbi
successo. Riconobbi la sua aura benigna, ma non era affatto vicina, anzi era
piuttosto lontana.
Cercavo di localizzarla, quando una voce invase la mia
mente:
“Non ti hanno
insegnato a non intrufolarsi nelle menti degli altri?”
Rimasi confuso per un attimo, poi però provai a pensare nella
mia mente alla risposta:
“Scusa, non avevo
intenzione di invadere la tua privacy. Cercavo solo di trovarti!! Sai..”
Ma fui interrotto!
“Non ti preoccupare, è
comprensibile. Ascolta non possiamo parlare ora, non così, voglio vederti di
persona. Io abito in una baita su un monte vicino a Trieste. Lo chiamano il
monte List, non molta gente si avventura quassù. Diciamo
che non mi piace essere trovata,ma per
te farò un eccezione. Rimandiamo ogni conversazione a quel giorno. Sarò qui ad
aspettarti! Non parlare di me a nessuno. Vieni subito qua appena puoi ok?”
“ Ok, ma…”
“ Scusami, ma adesso
uscirò dalla tua mente. Vedi di non combinare stupidaggini! A presto!”
Poi d’improvviso il contatto mentale sparì, e con esso anche
la strana aurea di sentimenti che ancora mi portavo dentro. Non pensavo che
avrei sentito così tanto la sua mancanza.
La missione era conclusa, con un fallimento. Ma non per me,
io aspettavo la verità, e fosse stato per me sarei andato subito sulla cima di
quel monte, ma non potevo mica volare! E poi dovevo trovare Jonny,
sapere se stava bene e riferirgli l’accaduto.
Ecco un nuovo problema! La radio era rotta e non avevo idea
di come trovarlo. Nemmeno la ricerca sensoriale mi aiutava, e quella mentale
non riuscivo a praticarla senza la presenza di quella ragazza.
L’unica alternativa era cercare di riparare la radio, così
iniziai ad esaminarla sia con la vista sia con quella che io chiamo “la ricerca
materiale”. Essa consiste in una specie di “scannerizzazione” di ciò che ho
davanti o in mano per individuarne la struttura e i materiali.
Grazie a quest’ultima tecnica riuscii a capire dov’era il
problema, e grazie ai miei poteri lo sistemai in poco tempo.
Ora la radio funzionava ed io la usai per contattare quella
di Jonny.
“Finalmente!! Non
sapevo nemmeno se eri vivo o se eri morto!! Cosa diavolo è successo?”
“Scusa Jonny, la radio non andava! Sono riuscito a sistemarla solo
adesso. Senti ho una cattiva notizia. Sei molto lontano dal punto in cui siamo
arrivati?”
“No, in realtà ci
stavo tornando sperando di trovarti”
“Bene! Continua verso
quel luogo, ci vediamo lì!”
Arrivai la in un batter d’occhio: correvo sui tetti e facevo
dei salti smisurati. Prima di arrivare assunsi un aria normale come quella che
deve avere un qualsiasi umano che arriva di corsa in un luogo.
Vidi Jonny e gli spiegai la
situazione. Gli raccontai che i due soldati nemici si erano volatilizzati
quando avevo cercato di sparargli. Ovviamente feci come mi aveva detto la
ragazza e non parlai di lei. E nemmeno di come i due cercarono di uccidermi e
di come lei mi salvò.
Fatto questo decretammo la missione conclusa e, sempre
utilizzando le radio contattammo il quartier generale chiedendo il rientro in
base. Mandarono ancora l’HOG a prenderci ma questa volta atterrò nella piazzola
in cui ci trovavamo e, subito dopo che ci fummo saliti sopra esso ripartì
subito a razzo verso Trieste.
Come per l’andata il viaggio fu brevissimo e in attimo fummo
al centro di comando. Ci condussero dentro dove parlammo della missione. La
storia del modo in cui i due soldati se ne erano andati interessava molto all’uomo
che ci aveva accolto. Si trattava dello stesso generale che ci aveva assegnato
la missione in Sicilia. Questa volta si presentò e noi capimmo che era il
responsabile dell’S13, il Generale Collins.
Dopo un dettagliato resoconto della missione ci lasciò
liberi. Avevamo i nostri alloggi all’interno del centro di comando e fummo
condotti ad essi. Saremmo stati liberi fino al giorno in cui ci sarebbe stato
bisogno ancora di noi due.
Nella mia camera c’era un computer con internet così feci una
ricerca su internet per trovare il Monte List. Era
molto vicino a Trieste, al confine con la Slovenia. Presi un autobus per
arrivare al paese che sottostava ad esso e li mi attrezzai per la scalata.
Poi mi diressi verso il monte a piedi e cercai un buon punto
per cominciarla.
Trovai un buon appiglio e mi misi subito d’impegno. Naturalmente
grazie alle mie capacità fu una totale passeggiata, però fu lo stesso molto
lunga. Quasi in cima al monte trovai la baita che la ragazza mi aveva detto..
Mi avvicinai alla porta e bussai, quella si aprì..
AHAH vi ho fregati tutti!! Il prossimo capitolo è importante
quindi per ora ci fermiamo qui.. Alla prossima!!
Eccomi molto prima del previsto con un nuovo capitolo!!
Spero sia di vostro gradimento. Ci sto lavorando dalle 23,30 e adesso sono le
2.
Ma che ci volete fare, dovevo fare una sorpresa!! E poi non
ho scuola al sabato quindi me la posso dormire finchè
voglio! XD
Magari è superfluo ma quando parla la ragazza il testo è di QUESTO colore mente quando parla Giacomo il colore è quello
solito.
Così non fate confusione! A presto!!
Capitolo settimo
Gli angeli
Mi avvicinai alla porta e bussai, quella si aprì..
E allora la vidi nuovamente di persona, Dio era così bella!
Nel bel mezzo di una casa semi-distrutta non me ne ero accorto, ma aveva anche
un buonissimo profumo. Più di una volta avevo sentito mia madre o delle mie
compagne di classe portare dei profumi, ma non ne avevo mai sentito uno così
buono.
Molto strano eh? Riuscivo ad individuare i materiali e i
punti deboli e di forza di un qualsiasi oggetto semplicemente con uno sguardo o
un contatto tattile, ma non riuscivo ad identificare questo bellissimo profumo.
Credo venisse dai suoi capelli, ma non ne sono sicuro.
E poi quegli occhi!! Avrei potuto perdermi li dentro! Da
così vicino era anche meglio, li riconoscevo nettamente. E come per la prima
volta che li vidi ebbi quella sensazione di benessere interiore stupendo.
“Hai intenzione di muoverti o vuoi stare li impalato a
fissare i miei occhi?”
Durante il contatto mentale non si riusciva a percepire. Ma
la sua voce era stupenda!! Aveva un non so che di melodico, come se cantasse da
molto tempo.
“Scusa..” dissi io.
“Valàvalà,
entra in casa che qua fuori non è che ci sia caldissimo. Siamo sulla cima di un
monte dopotutto!!”
“Non sento il freddo..
Non l’ho mai sentito particolarmente”
“ Ah si, beh nemmeno io. Quindi volendo potremmo anche
restare qua fuori ma.. sedersi e parlare davanti a un bel camino sarebbe più
gradevole?”
Sono sicuro che fosse divertita. Non riuscivo a capire, si
comportava come se mi conoscesse da una vita, e questa era la seconda volta che
ci vedevamo! Comunque acconsentii ed entrai in casa.
Appena fui entrato mi fece accomodare su una poltrona vicino
al camino, che in quel momento era spento.
Ci trovavamo in una specie di salotto. Steso ai nostri piedi
c’era un tappeto ed io e lei eravamo una di fronte all’altro seduti su due
comode poltrone.
“ Allora, prima di cominciare mi faresti un favore?”
“ Se posso..”
“ Mi accendi il camino?”
Facevo per alzarmi ma lei mi blocco: “ Perché ti alzi? Tanto riesci
anche da seduto! E sai benissimo cosa intendo..”
Cosa?? Come diavolo faceva a sapere delle mie capacità..
L’ipotesi più credibile era che era già entrata nella mia
mente senza farsi scoprire. Ma comunque avrei avuto le mie risposte quel
pomeriggio.
Dato che mentire non sarebbe servito la assecondai, e con un
cenno della mano innestai il processo di combustione nel camino, che si accese.
“ Impressionante! Controlli già molto bene le tue capacità!
Di persona è anche più bello notarlo!”
“ Ma come fai a sapere
tutto di me?” “ Immagino che questa sia solo la prima di una lunga
serie di domande..”
“ Immagini bene! Avevi promesso di rispondere ad esse!”
“ Lo farò non temere!!”
“ Bene.. allora dai
dimmi, come fai a sapere già tutto?”
“ Dici dei tuoi poteri?”
“ Si”
“ Beh è da unpo’ che ti sto
osservando..”
“ Mi stai osservando!?
Ma tu chi sei?” ero sorpreso.. qualcuno che osservava me?
“ Per rispondere a questa domanda te ne devo fare un’altra.
Cosa sai degli angeli?”
“ Non molto. So che
sono creature celesti e che il loro compito è quello di proteggere gli umani.
Possono volare e la loro presenza infonde una grande luce”
“ Ecco, questo è quello che pensano tutti. In realtà gli
angeli non sono creature celesti che volano e stanno in un mondo a parte. Gli
angeli sono persone normali, con poteri straordinari, a cui viene dato il
compito di proteggere i loro fratelli e gli uomini che ritengono degni di
questo servizio”
“ Capisco.. Ma non hai
ancora risposto alla mia domanda! Chi sei tu?”
“ Ma non l’hai ancora capito? Io sono un angelo!”
Ok ok, troppe cose in una volta..
Io credevo che gli angeli non esistessero, almeno non concretamente! Certamente
non mi aspettavo fossero persone normali. E nemmeno di averne uno davanti. Però
in tutto quello vi era una verità incredibilmente giusta. E molti miei dubbi
trovarono soluzione.
“ Per questo infondi
quest’aura di gioia e serenità! Questo spiega molte cose”
“ Si, però purtroppo quell’aura la senti solo te. Io non ho
mai provato un aura del genere!”
Detto questo si fece scura in volto e cominciò a piangere.
Mi stupii parecchio, era proprio l’ultima cosa che mi sarei aspettato di
vedere.
“ Aspetta, hai detto
che gli angeli sono persone normali. Quindi ce ne sono degli altri in giro?”
“ Una volta.. Adesso io sono l’ultima”
L’intensità del suo pianto aumentava, e l’aura andava
diminuendo. Non volevo calcare la mano nella ferita. Così aspettai in silenzio
che si calmasse. Dopo poco tuttavia disse: “ Ma è giusto
che tu sappia perché, anche se mi fa male raccontarlo”
Cercai di assumere un tono il più compassionevole possibile
e dissi: “ Non sei obbligata, non serve
che soffri a causa della mia curiosità”
“ Grazie. Ma è una storia che devi sapere..
Molti anni fa una violenta tempesta magnetica colpi la
terra. Tu non puoi ricordartelo, perché avvenne il giorno della tua nascita, e
nemmeno io perché nacqui l’anno dopo. Questa tempesta magnetica alterò le
particelle di un numero ancora sconosciuto di esseri umani e conferì loro i
poteri che anche tu hai. Qualcuno li uso per scopi benefici, come curare le
malattie o aiutare il prossimo. Ma purtroppo si trattava di una minoranza.
Spesso gli uomini cedono quando si trovano per le mani troppo potere. E fu
proprio questo che avvenne a molti uomini che avevano acquistato i poteri. Uno
di loro in particolare divenne molto potente: il suo nome è sconosciuto agli
angeli. Ma so che ha una forza oscura eccezionale. A quei tempi ognuno di
questi uomini credeva di essere l’unico ad essere stato cambiato dalla
tempesta. Quest’uomo riuscì a riunire molti dei “mutati” e formo una setta
segreta chiamata “I Nerovian”.Però la condotta di questa setta era molto
malvagia, e un uomo chiamato Gerais si oppose al
volere del capo di essa. Ci fu una grande battaglia da cui entrambi gli
sfidanti uscirono stremati. Il coraggio e gli ideali di Gerais
colpirono molte persone, e la sua fama arrivo a sfiorare i cuori di quei
“mutati” che utilizzavano i loro poteri al meglio. Giorni dopo essi si
riunirono insieme a Gerais e pregarono tutti assieme.
C’è chi sostiene che Dio gli dette la forza, gli dono il potere di salvare le
persone e potenziò i loro poteri al massimo. Così nacquero gli angeli. Tra loro
vi era anche mio padre. Pochi anni dopo egli fini per innamorarsi di una delle
sue protette e dal loro matrimonio nacqui io. Una parte di questi poteri è data
dalla genetica, quindi si trasmette ai propri figli. Ero ancora una bambina
quando tutto cominciò ad andare male. Gli angeli erano molto più forti dei Nerovian, ma erano in inferiorità numerica. Così, giorno
dopo giorno sempre più angeli venivano uccisi o obbligati ad abbracciare il
male scaturito dai Nerovian e ciò accade anche a mio
padre. Ci trovarono mentre eravamo a casa. Mi ricordo ancora benissimo:la prima cosa che fece fu cercare di
proteggere mia madre, ma loro erano troppo forti e la uccisero. Morì davanti ai
miei occhi, subito dopo mio padre mi lanciò un messaggio mentale in cui mi
spiegava che per diventare un angelo a pieno non bastava la base genetica.
Disse che bisognava accettare la luce della Salvezza dentro di sé e che avrei
dovuto capire da sola come farlo. Allora avevo solo otto anni, e ce ne misi altri
sei per capire cosa intendeva. Purtroppo non posso rivelarti come ho fatto,
perché una promessa solenne me lo impedisce. Sono un angelo da pochi mesi e
spesso cercavo con la mente degli angeli sopravvissuti. Collezionavo
fallimenti, quando un giorno sentii la tua presenza. Capii che non era un
angelo, ma c’è qualcosa in te, qualcosa di insolito. Oltre alla base genetica
tu hai già anche una predisposizione mentale. E così ho iniziato a seguirti e a
proteggerti. In Sicilia ho deciso che era meglio intervenire di persona, perché
sentivo che due Nerovian erano vicini a te.
Attraverso la tua mente ho utilizzato la mia energia e li ho respinti, almeno
per questa volta. Per mia fortuna non mi possono trovare. Mio padre ha
sacrificato sé stesso imprimendo una benedizione molto potente su di me. Quel
giorno, invece che difendersi, utilizzo tutte le sue energie per
teletrasportarmi in questa casa, che lui stesso aveva costruito. Qua dentro
c’era un ampissima biblioteca con i suoi scritti, e così ho imparato tutto
molto in fretta. Adesso il mondo è nel caos, e i Nerovian
ne approfittano, loro adorano le sofferenze e quindi fanno del loro meglio per
crearne sempre più. Vanno fermati..”
Tutto questo tempo la avevo ascoltata allibito e
interessato. Era una storia veramente incredibile, ma non impossibile. Niente
era impossibile. Ora avevo capito qual’era lo scopo nella mia vita, dovevo
aiutarla.. Dovevo aiutarla a sconfiggere i Nerovian.
Finito il discorso fu molto comprensiva e mi lascio tutto il
tempo che volevo per digerire quella cruda realtà.
Fui io ad interrompere il silenzio: “ Voglio aiutarti..”
“ Davvero?”
“ Si, mi hai salvato
la vita e adesso è ora di ricambiare il favore. Hai sofferto molto, lo posso
capire, il minimo che posso fare è aiutarti a sconfiggere i Nerovian”
“ Non sarà facile..”
“ Nulla lo è più
oramai”
“ Non sei abbastanza forte per affrontarli, ne hai avuto le
prove!!”
“ Posso sempre
cambiare!!” La sua espressione cambiò improvvisamente, ora era stupita.. si alzò in
piedi e io feci lo stesso. Adesso mi fissava negli occhi.
“ Quindi intendi dire che vuoi diventare un angelo?”
“ Si.. il problema è
che non ho idea di come fare..”
“ Sei sicuro? Non si torna indietro..”
“ Lo sono. Tu sai come
fare?”
“ La via per me è stata lunga ma tu sei diverso, tu sei nato
proprio il giorno della tempesta, il male di quei tempi non ti ha influenzato.
Il tuo cuore è puro! Devi lasciare che la mia luce ti colpisca in pieno”
“ Com’è successo in
Sicilia?”
“ No, quella era solo una piccola parte della mia luce..
quella che dobbiamo fare è una condivisione. In pratica la mia luce e la tua
che risveglierò si rinforzeranno insieme e reagiranno l’una all’altra.”
“ Ok, cosa devo fare?”
Arrossì visibilmente.. e non riuscì più a sostenere lo
sguardo.
“ Baciami”
“ Come??”
“ Fallo e basta!”
Detto questo mi abbracciò e poi porto le sue labbra sulle
mie.
Non avevo mai baciato una ragazza ma capii comunque che
questo non era un bacio normale…
Mi dispiace fermarmi sul più bello, ma non temete le feste
sono vicine e in questi tempi ho molto tempo libero. Non attenderete a lungo il
prossimo capitolo!! Alla prossima!!
Gigia94: Hai ragione amore, come ho potuto..
Infatti ho rimediato!! Anche io ti amo!! E dopotutto questa storia l’ho
iniziata e la sto tuttora scrivendo per farti capire cosa fai tu nella mia vita..
E questa ragazza farà nella vita del protagonista una cosa simile.. L’unica
cosa che manca a noi due sono i poteri amore!!
Spero il capitolo ti piaccia!!
Ero in una specie di trance, non era più una semplice aura
come quella che lei mi infondeva di solito con la sua presenza. Questa volta
era dentro di me, ma non come in Sicilia, molto di più!! Dalle sue labbra
scaturiva una luce indescrivibile, e mi stava invadendo. Ma cominciai a sentire
un'altra energia, era un energia che veniva da dentro di me.
Nonostante quel bacio mi piacesse, trasferii la mia
concentrazione altrove, dentro di me stava accadendo qualcosa di non spiegabile
né dalla biologia né dalla chimica. Tutte le cellule del mio corpo stavano
mutando sotto la luce della ragazza.
Diventavano più efficienti, più numerose e più grandi!
Ma la cosa che più mi stupiva riguardava il cuore, esso si
stava duplicando.
”Impossibile!! Non è
possibile!” dicevo a me stesso.
E invece possibile lo era eccome, ora avevo due cuori, di
cui il secondo era nel lato destro del corpo, proprio nella posizione
simmetrica esatta rispetto al solito cuore.
Da quel cuore cominciò a formarsi sempre più energia. Era la
mia luce, ero diventato un Angelo!
La ragazza si stacco da me e poi esclamò “L’aura!!
Quella che non avevo mai provato.. la stai emettendo!! Meravigliosa, non ci
sono altre parole per descriverla!!” “ Ora capisci perché volevo trovarti? Non potevo..”
Ma non finii la frase, perché mi baciò ancora, questa volta
non trasferii la sue energia in me, però sollecitò la mia a rispondere alla
sua, creando un effetto piacevole e.. romantico..
Dopo un tempo che non so determinare staccò di nuovo le sue
labbra dalle mie, e appoggiò la testa sul mio petto. “ E questo per cos’era? Il passaggio ad
Angelo già era stato effettuato..”
“ Questo era perché il primo mi è piaciuto!”
“ Non ho mai baciato
una ragazza, ma se l’avessi fatto, non credo che sarebbe stato come questo!”
“ Quello non era un bacio normale, viene chiamato,
appunto, il bacio angelico. Tutto perde importanza quando lo si da e riceve,
perché l’unica cosa che conta è la persona che si ha davanti e la sua energia,
che viene condivisa tra di noi”
“ Wow, è stato proprio
bello..
Ma è normale che abbia due cuori?”
“ Si è normale, ma non per il passaggio ad Angelo.”
“ Quindi tu non hai
due cuori?”
“ Non fino ad un attimo fa”
“ Quindi è successo
anche a te?”
“ Si, vedi devi sapere, gli Angeli non sono speciali solo
per i loro poteri, ma anche per quanto riguarda certi sentimenti, uno di questi
è l’amore. Quando un angelo incontra il partner giusto e quando i due si
baciano per la prima volta con il bacio angelico, il Dna dell’uno crea un cuore
nella parte destra del corpo dell’altro e viceversa”
“ Quindi è come se io
avessi il tuo cuore!?”
“ Si, e io ho il tuo..”
“ E non ti sei nemmeno
presentata..”
“ Hai ragione! Che sbadata! Mi chiamo Samantha, come ti
chiami te già lo so, come molte altre cose sul tuo conto..”
“ Alla faccia della
privacy!! Il piacere è tutto mio Samantha” scherzai io
“ Proprio! Vedi non mi sono presentata perché in realtà
il mio scopo principale da quando ti ho invitato qui era di baciarti”
“ Ho gradito la
situazione, senza dubbio. Ti dirò che anche io quando ti ho vista in Sicilia mi
sono fatto un pensierino sul tuo conto. Era quello che volevo anche io.”
“ Questo spiega l’Olinom!”
“ Il cosa?”
“ La condivisione dei cuori, viene chiamata così”
“ Ah ok.. Avviene solo
se entrambi lo vogliono?”
“ Più o meno. Avviene solo se entrambi si lasciano andare
alla luce dell’altro.”
“ Ma quindi anche te
ti sei lasciata andare?”
“ Si, è quello che ho fatto dopo aver risvegliato la tua
luce. Ho lasciato che mi invadesse, un po’ come l’aura che adesso mi rende
felice” Eravamo ancora abbracciati mentre facevamo questi discorsi, lei era leggermente
più bassa di me, quindi abbassai la testa e la guardai negli occhi e con grande
stupore notai una incredibile differenza
“ Samantha, mi
dispiace separarmi da te ma.. guardati allo specchio.”
“ Perché dici?”
“ Fallo..”
Detto questo lei si staccò e si guardo allo specchio, poi si
fece sfuggire un grido di stupore. I suoi occhi erano cambiati, o meglio, uno
dei due era cambiato. Quello destro era lo stesso ma quello sinistro era
marrone. Un marrone tremendamente famigliare…
“ Cosa diavolo è successo ai miei occhi?”
disse stupita.
Le stavo per rispondere, ma anche lei mi guardò negli occhi
ed emise un secondo grido di sorpresa.
“ Oddio!! Vieni qua anche te, guarda i tuoi di occhi!”
Io lo feci ed ebbi un grande stupore: anche i miei occhi
erano cambiati, quello destro era lo stesso ma quello sinistro era di quel
verde marino stupendo, proprio come gli occhi di Samantha.
“ Hai cambiato i
pigmenti dell’iride?” chiesi a lei?
“ No. Nemmeno tu immagino. Sai ho controllato le mie
cellule, sono inalterate e inalterabili.”
Detto questo fece un espressione concentrata e poi disse:
“ Anche le tue! Tesoro i nostri occhi resteranno così per
sempre! Non so come sia successo, ma è una cosa simile all’Olinom
solo che influenza gli occhi!! Ci siamo scambiati pure quelli!”
“ Incredibile!! Com’è
che mi hai chiamato?”
“ Scusami, Giacomo…”divenne scura in volto
“ Tesoro andava più
che bene!”
Detto questo la baciai di nuovo. Avevo capito come
funzionava il bacio angelico così utilizzai quella luce che avevo dentro ed
andai a sfiorare la sua e l’effetto fu quello desiderato. Appena ci staccammo
andai alla ricerca delle sue mani.
Mentre scivolavo con la mano sul suo braccio destro per
arrivare a prendere la sua sentii qualcosa di diverso dalla sua pelle sotto le
mani. Così guardai il braccio e vidi che indossava un braccialetto rigido
d’argento, con incastonati dei cristalli di acquamarina in ogni cella di esso,
era molto bello.
Così cominciai a toccarlo e le chiesi: “ E questo? Cos’è?”
“ Un Ansit” “ Cioè?”
“ Una fonte di energia portatile, come avrai notato i
nostri poteri consumano energia. Quando ce n’è bisogno la si può trarre da
questi cristalli.” “ Quindi l’acquamarina emette energia?”
“ No, però l’energia si può immagazzinare in essa per poi
essere utilizzata più avanti. C’è solo un lato negativo”
“ E cioè?”
“ L’Ansit accetta solo
l’energia di una persona diversa da chi lo indossa. Questo era carico di quella
di mio papà, ma l’ho esaurita da tempo.”
“ E dov’è il
problema?” dissi io.
E detto questo concentrai una parte della mia luce nell’Ansit e sentii le pietre riempirsi di essa.
“ Grazie tesoro”
“ Non c’è di che.”
Quel soprannome mi piaceva molto, mi dava una sensazione di
soddisfazione e benessere. Ed esso, insieme alla sua aura, alla sua bellezza e
al suo profumo mi rendevano il ragazzo più felice della terra
Rimanemmo abbracciati e mano nella mano per molto tempo, con
qualche bacio ogni tanto.
Si mi sono lasciato un po’ andare al lato romantico della
fiction. Ma d’altronde, così è la mia vita adesso, e non posso e non voglio
fare uscire questo sentimento da essa.
Grazie amore!! Kiss ^^!!
Ti amo tanto tantotanto!!
P.S. Bello il braccialetto eh? Ti ricordi ne abbiamo parlato
ieri pomeriggio.. Mi sa che lo vedrai spesso!!
“Beh devo assolutamente aiutarti a
migliorare i tuoi poteri tesoro mio!!” rispose Sam
“Che palle sempre scuola!!” dissi scherzando
“Eh lo so, ma senza questo addestramento finiresti morto al primo incontro con i
Nerovian, e questo non è ciò che vuole nessuno, soprattutto
io!! Questo addestramento è lo stesso che mio padre ha fatto a me prima di
morire, ed ha una durata di tre mesi”
“Tre mesi!! Ma io ho il permesso di
liberta dell’S13 solo per questa settimana! Come faccio
a stare qui tre mesi?”
“Non ti preoccupare, mentre
arrivavi qua ho cancellato il tuo ricordo dalle menti di tutti i soldati e gli
ufficiali che ti hanno conosciuto. Nessuno sa più della tua esistenza”
“Ah però, beh non male la cosa allora… HEY aspetta un
secondo, l’hai cancellata mentre io venivo qui da te,
mentre scalavo la montagna?”
“Si
esattamente”
“E come la mettevi se non accettavo
il bacio e non diventavo un angelo?”
“Nella mia mente era impossibile
che tu facessi una cosa del genere”
“Beh per forza!! Come diavolo si fa a rifiutare un bacio da
te!?”
“Razza di adulatore,
dai su iniziamo questo addestramento se no va a finire che qui non cominciamo
mai..”
“Va bene!! Con cosa si comincia?”
“L’addestramento sarà diviso in 4
diverse fasi con difficoltà sempre maggiore, inizialmente ti insegnerò
ad usare la tua luce, poi ad attaccare corpi estranei, un po’ come hai fatto
giù in Sicilia, poi ti insegnerò a smateriallizarti e
a ricomparire ovunque vuoi e infine ti insegnerò a plagiare gli atomi attorno a
te x creare qualsiasi oggetto tu desideri”
“Gran figata!! Ma le prime due
parti già le padroneggio!!”
“Dissi cosi anche io a mio padre,
ma poi mi stupii dei risultati”
“Ok ti credo, bene allora incominciamo con la prima parte!”
Il lavoro che io e Samsvolsimo per la seguente settimana consisteva nel imparare a concentrare la luce dentro di se e a
sprigionarla di colpo, oppure persino a riporla nell’ambiente circostante e
usarla come arma a sorpresa, durante l’esame finale della prima parte, Sam mi chiedeva di colpire diversi bersagli, anche coperti
da muri o pannelli di metallo con la luce, lasciando intatto l’ambiente
circostante.Fu meno facile del previsto
lo ammetto, ma alla fine ci riuscii. Avevo concluso la prima parte in una settimana precisa, proprio
come da programma.
Nella seconda parte dell’addestramento fui un po’ più
impacciato, non perché non avessi le capacità, ma perché consisteva nel utilizzare l’influenza della materia per confondere,
cancellare i ricordi, addormentare o persino uccidere un altro essere umano. Il
mio problema stava nel fatto che dovevo provare tutte queste cose su Sam, e il solo pensiero di farle del male mi fermava. Dopo tre giorni ancora non riuscivo a farle niente nonostante
abbassasse le difese e mi incitasse ad attaccare, e ne
avevamo solo quattro a disposizione per completare la seconda parte dell’addestramento.
“Dai, più deciso! Non mi farai di
certo del male!!” disse Sam un po’ scocciata
“Tesoro non ce la faccio, non riesco a violare la barriera
del tuo corpo”
“Sono sicura che in un altro modo
ce la faresti! Comunque facciamo cosi, invece che
imparare ad attaccarmi ti insegnerò a curarmi, tanto il principio di base è lo
stesso, e sono sicura che ci riusciresti”
Infatti curarla fu una passeggiata,
anche perché mi sentivo in obbligo di farlo appena la vedevo ferita.
Inizio cosi la terza parte dell’addestramento, e anche
questa fu abbastanza complicata, dopotutto scomporre
ogni singola cellula del tuo corpo e poi ricomporla in un altro posto,
viaggiando usando la velocità della luce, non è affatto una passeggiata. Ci
furono vari inconvenienti, fortunatamente risolti da Sam
e anche stavolta finimmo nel tempo previsto, ovvero due settimane.
Ora si avvicinava l’ultima e piu
difficile parte dell’addestramento, avremmo impiegato due mesi secondo Sam, cosi ci concedemmo una
settimana di riposo.
Durante questo primo mese di addestramento,
il nostro rapporto diventava sempre piu forte, e ogni
sera, prima che ognuno andasse nel proprio letto ci sedevamo in divano e chiaccheravamo allegramente, mentre ci coccolavamo e
baciavamo.
Ogni sera era un piccolo paradiso, solo io e lei su un monte
sperduto. Insomma l’avventura che ogni ragazzo e ragazza desiderano!
Tuttavia nella settimana di pausa facemmo un passo avanti,
una sera Sam si alzò dal divano e mi chiese di andare
con lei a visitare camera sua, dato che ancora non l’avevo
vista.
Così tenendomi per mano mi porto a vederla, ma non fece solo quello. Di colpo si sdraio sul letto e mi chiese
di andare li con lei, a farle compagnia.
Ero sempre stato un timidone, cosi
per me fu un po’ difficile farlo, ma alla fine ci riuscii,
e scoppio la passione.
Era la prima volta per entrambi, ma non restammo insoddisfatti, e non ci pentimmo, perché
io amavo lei e lei amava me, solo che nessuno dei due era ancora stato
abbastanza coraggioso per dirlo.
Almeno fino a quella sera!!
Gigia94: Ti ho fatto attendere parecchio amore mio, ma spero
sia venuta fuori una bella cosa!! A presto!! Ti amo tantissimissimissimissimissimissimissimo!!