Tutta colpa della pozione

di Mizar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cioccolato a colazione ***
Capitolo 2: *** Effetti collaterali... ***
Capitolo 3: *** Ice and fire ***
Capitolo 4: *** Come finì... ***



Capitolo 1
*** Cioccolato a colazione ***


DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.

*****

Cioccolato a colazione




Era una tranquilla notte settembrina.

Nell’aria tersa e già piuttosto fredda, brillavano stelle luminose, mentre una falce di luna stava, piano piano, percorrendo il suo sentiero.

Nel castello di Hogwarts, studenti e professori, dormivano il sonno dei giusti, nella pace e nel silenzio, mentre nella capanna di Hagrid ferveva un’insolita attività.

Tra sibili sinistri e sbuffi di denso fumo colorato, Sirius e James s’affaccendavano attorno ad un calderone, che sobbolliva piano nel camino, emanando un odore a dir poco terrificante.

“Cavoli, Ramoso, qui sta traboccando tutto… C’è una schiuma che fra un po’ arriva al soffitto”, gridò Sirius, accaldato e scarmigliato, cercando, a suon di schiantesimi, di domare la pozione che cercava di fuggire dal paiolo.

“ Ma che cosa c’hai messo dentro?”, continuò inviperito, circondato da quelle che sembravano bolle di sapone giganti.

“Tredici gocce di tintura madre di genziana…C’è scritto qui, guarda!” mormorò Potter, srotolando una vecchia pergamena sotto il naso dell’amico.

“Ma da quant’è che non ti fai l’esame della vista, talpa! Qui c’è scritto tre gocce…”

“Tre, tredici… Che vuoi che siano due o tre gocce in più… E’ mica roba velenosa quella che stiamo usando…”

“Se lo dici tu, mi fido…Io in pozioni ho quattro…”

“Vedi, ammetti anche tu la mia superiorità… e continua a mescolare, invece di perderti in chiacchiere… Abbiamo ancora poche ore, prima che Hagrid ritorni… Non deve sospettare di nulla o stavolta finiamo veramente nei guai! ”

Sirius, con un sospiro, riprese in mano il mestolo, che il mezzogigante usava per il minestrone e, tenendolo con entrambe le mani, perché era smodatamente grosso e pesante, ricominciò a girare la pozione.

“Sette giri a destra, due a sinistra, altri quattro a destra, poi tre a sinistra poi…”

“Paddy dov’è l’uva ursina?”

“Sei a destra… no a sinistra… ma insomma James! Adesso ho perso il conto! Che cavolo ne so di dov’è l’uva, la dovevi prendere tu!”

“Ehh ma che caratteraccio… Comunque l’ho trovata… Era sotto il sedere di Thor. Su, bestiaccia, molla il sacchetto e smettila di sbavare…Che schifo!!!”

“James… Sei sicuro che Lily e Remus non correranno alcun rischio a bere questa brodaglia? Adesso, grazie a te, ci sono anche i peli e la bava del cane…”

“Tranquillo, il calore sterilizzerà il tutto. Vedrai, Paddy mio, domani i nostri dispiaceri amorosi saranno finiti!”

Sirius, sorrise beato, riprendendo a mescolare.

L’indomani mattina, a colazione, James e Sirius erano i primi.

Avevano dormito, si e no, tre ore, quella notte, ma ne era valsa la pena.

“Eccoli”, mormorò Sirius, vedendo apparire in fondo alla sala Remus e Lily che, come sempre, stavano chiacchierando animatamente, confrontando i risultati dei loro esercizi per verificarne l’esattezza.

Per quei due secchioni l’ora della colazione era, soprattutto, l’ora del ripasso.

“Peter è pronto?” Chiese agitatissimo Black, allungando il collo verso l’ingresso.

“ Tranquillo… Appena si saranno seduti spedirà il gufo…”

“Speriamo…E’ così tonto quello…”

“Sirius… Non voglio che ti accanisca contro Pet in questa maniera. Lui fa quello che può! Non è certo colpa sua se, la natura, con lui è stata matrigna, poverino!”

“Già, proprio poverino…”, pensò Sirius, ma non disse nulla.

“Buongiorno Sirius, buongiorno James, come mai in piedi a quest’ora?”, chiese stupito il licantropo, accorgendosi, in quel momento, della presenza dei suoi due amici.

Di solito, la mattina, amavano rimanere a letto fino all’ultimo minuto e, quasi sempre, arrivavano poco prima del suono della campanella d’inizio lezione.

“Questa notte non sono stato bene e allora ho preferito alzarmi un po’ prima, per andare in infermeria”, mentì spudoratamente Sirius, mentre Remus corrugava la fronte, preoccupato.

“Sirius… Perché non mi hai svegliato! Avrei potuto accompagnarti io da madame Chips…”, disse, tutto agitato, il licantropo, mentre gli posava una mano sulla fronte per verificare che non avesse la febbre.

“Non temere ci sono andato io con lui…”, gli venne in soccorso James, guadagnandosi un’occhiata risentita da Lupin.

“Ora stai meglio vero Sis? non mi pare tu sia caldo…”

“Si, sta benone, Remi, era solo un poco d’indigestione”, s’intromise di nuovo James, mentre Remus continuava la sua visita medica, tastando il polso e guardando gli occhi di un estatico Sirius.

Black adorava vedere che Remus si preoccupava per lui e inscenava tragedie greche ad ogni starnuto, per poter essere coccolato e compatito dal dolce licantropo che gli aveva stregato il cuore.

Infatti, anche stavolta, cominciò a balbettare d’atroci crampi allo stomaco, massaggiandosi la pancia con fare sofferente, mentre Remus, apprensivo come una chioccia, già impallidiva.

“Remi, caro, se Sirius ha avuto un po’ d’indigestione è normale abbia male alla pancia; basterà una tazza di the caldo a rimetterlo in forma, vedrai”, disse saggiamente Lily, porgendo a Black il bricco del the e togliendogli dal piatto la torta al cioccolato, di cui si era abbondantemente servito.

Il ragazzo l’incenerì con lo sguardo, ma continuò la commedia, mentre Remus si sedeva accanto a lui, carezzandogli i capelli e mormorandogli incoraggiamenti.

In quel mentre, un grosso gufo, planò sul loro tavolo.

Legata alla zampetta portava una scatolina che, opportunamente ingrandita, risultò una confezione di cioccolatini ripieni extrafini del negozio di Mielandia.

“A Remus per il suo onomastico” recitava il bigliettino e in calce portava la firma della signora Potter.

“Ohhh”, commentò il licantropo con gli occhi che luccicavano dalla felicità, “non sapevo che oggi fosse San Remus, ma la tua gentile mammina si è ricordata di me”, sussurrò commosso, guardando riconoscente James.

In realtà quel giorno era San Maurizio e, i cioccolatini, li avevano comperati Sirius e James per i loro turpi scopi ma, questo, Remus non lo seppe mai.

Intanto, generoso come sempre, dopo aver aperto la scatola, offrì i suoi dolci agli amici.

Sirius rifiutò ma, d’altronde, lui era malato ed era normale non potesse mangiare cioccolatini.

Anche James si dichiarò un poco indisposto e non mangiò il suo dolcetto.

Lily, invece, ne prese volentieri un paio, prima di recarsi al suo posto, a metà della tavolata, tra Alice e Annabella.

Anche Remus si mise in bocca un cioccolatino, mentre serviva premurosamente il the a Sirius.

“Mmmmm, che buoni”, disse goloso, “James questa sera scriverò una pergamena di ringraziamento a tua madre”.

James sorrise, metre Sirius faceva gli occhioni da cucciolo.

“Stasera credevo mi avresti aiutato a studiare… Sto così male che non so proprio come farò a seguire la lezione…”

“Certo che ti aiuterò Sir, lo sai”, lo rassicurò solerte il licantropo, addentando un altro cioccolatino.

“Non ti preoccupare di nulla, prenderò io gli appunti oggi, così tu potrai riposare.”

Non aveva ancora finito di parlare che il suo viso assunse una strana tonalità scarlatta, mentre la voce gli moriva in gola.

Boccheggiò ancora un paio di volte e poi stramazzò al suolo, mentre dal centro della tavolata s’udiva il grido di Alice, che cercava di reggere una Lily svenuta.

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Capitolo 2
*** Effetti collaterali... ***


Questo capitolo è interamente dedicato a Sklupin e MS Montana che hanno recensito.

Grazie mille ragazze!!!!




Remus boccheggiò ancora un paio di volte e poi stramazzò al suolo

mentre dal centro tavolata s’udiva il grido di Alice

che cercava di reggere una Lily svenuta.



Effetti collaterali...


Mezz’ora dopo, i due malati, erano ricoverati in infermeria, ancora in stato confusionale, mentre gli amici attorniavano i loro letti.

“Remus, non preoccuparti”, diceva Sirius, mentre il rimorso gli stringeva il petto, “sarà un poco d’influenza…Sai i primi freddi…”

“Evans, cara, adesso vedrai che passa tutto”, garantiva Potter, sentendosi un miserabile verme.

“Sarà stato Mocciosus a contagiarti… Ha sempre il raffreddore lui…”

“Ma sei cieco e o sei demente?”

La voce acida della ragazza risuonò nitida nella stanza.

“Da quando in qua il raffreddore ti fa uscire tutte queste bolle”.

In effetti, sia Remus che Lily, erano pieni di pustole verdi che prudevano un sacco.

Madame Chips, arrivata in quel momento, si mise le mani nei capelli.

“Oh cielo!...Sarà mica vaiolo di drago... ” boccheggiò allibita.

“E’contagiosissimo!Subito in quarantena! E voi due alla larga dai malati” , sibilò a Sirius e James, inondandoli di spray disinfettante.

I due malandrini, tossendo convulsamente, s'affrettarono all’uscita, mentre la medimaga sprangava la porta dell’infermeria, per evitare fughe di microbi.

“Santo Godric, lo sapevo che sei un incapace. Per colpa tua ora, il mio Remino, è ricoverato in fin di vita”, ringhiò Sirius, afferrando per il bavero James, pallido come un morto.

“N-non capisco”, balbettò James “eppure la ricetta era buona… L’ho rubata dall’armadio di Gazza…”

“Cooosaaaa!!! Questo non me lo avevi detto!” Strillò Sirius.

“Secondo te un filtro d’amore rubato a Gazza può mai funzionare? A parte il fatto che lui è un magonò, ma quando mai l’hai visto insieme ad una donna?”

“L’ha visto Peter, quest’estate, una sera, mentre passeggiava per Diagon Alley! Era seduto ai tavolini della gelateria di Florian, con una bellissima donna…”

Sirius sgranò gli occhi.

“Ma sei sicuro?...Non è che magari Pet aveva bevuto un po’ troppe burrobirre… E’ risaputo che non regge molto bene l’alcol…”

“Finiscila Sis, Peter era sobrio!Mi ha detto che chiacchieravano amichevolmente, bevendo una granita e che lei lo guardava soddisfatta… E’ stato allora che mi è venuta l’idea… Cioè, ho capito subito che, la poveretta, non poteva aver dato un appuntamento al nostro bidello di sua spontanea volontà… Doveva essere vittima di un filtro d’amore.”

“E bello potente direi, visto di chi stiamo parlando”, concluse Sirius con un brivido di raccapriccio.

“Jam… Se la ricetta ha funzionato con Gazza, allora è corretta... Non è che abbiamo sbagliato qualcosa noi?”

Potter estrasse la pergamena dalla tasca ed insieme a Black cominciò a scorrerla.

“Sette bacche di ginepro, un litro d’acqua di fonte raccolta a mezzanotte, dieci gemme di platano nero, un cucchiaio di resina di pino bianco,250 milligrammi di ortica…”

“Milligrammi?” Boccheggiò Sirius.

James lo guardò preoccupato.

“Si Paddy, perché?”

“Ma io credevo grammi!”

“Tu hai messo due etti e mezzo d’ortica essiccata nella pozione?”

“Beh, si…”

“Ma sei impazzito?! Ci credo che sono pieni di pustole! Altro che vaiolo di drago, questa è allergia!!!”

“Ok, io ho sbagliato con l’ortica, ma tu ci hai messo tredici gocce di tintura madre di genziana… Magari anche quello ha contribuito a creare problemi!”

James non replicò, ma continuò, accigliato, a scorrere l’elenco degli ingredienti.

Oltre all’ortica e alla genziana, i due, avevano sbagliato anche le dosi degli occhi di salamandra triturati e della polvere di fiori d’ibisco.

“Ok, Jam, abbiamo commesso qualche ‘errorino’, ma tu hai detto che erano tutti ingredienti naturali, quindi innocui,vero?...” Chiese Sirius, mentre James si faceva mortalmente serio.

“Sirius..C-credi che …” alitò, incapace d’esprimersi correttamente, sentendo già alle spalle il freddo dei dissennatori, poichè, sicuramente, questa volta, li avrebbero imprigionati ad Azkaban e senza neppure un regolare processo.

“N-non voglio nemmeno pensarci…” sussurrò Sirius.

“No… ma dai Sis, cosa andiamo a pensare… Ora Madame Chips rimetterà tutto a posto…E’ una medimaga ottima lei…”

“Hai ragione Jam… che sciocchi siamo a preoccuparci così…” affermò Sirius fingendosi convinto.

“Tra pochi minuti, Remi e Lily, usciranno, dall’infermeria, più sani e secchioni che mai…”.

Nonostante la spavalderia ostentata,però, i due rimasero davanti alla porta dell’ambulatorio tutta la giornata, in attesa di buone nuove, che non giunsero.

Se ne andarono solo quando, Gazza, li cacciò a scopate sulla schiena, all’ora di cena.

Tre giorni dopo, finalmente, la notizia del miglioramento dei due infermi divenne di pubblico dominio e James e Sirius, che avevano passato le trentasei ore successive al ‘fattaccio’, in uno stato di tensione continua, poterono rilassarsi un poco.

Morivano dalla voglia di entrare in infermeria, però, ma la Chips, non ancora convinta che il vaiolo di drago non c’entrasse nulla, vigilava come un falco e così...

Il campanile stava suonando le dieci, il coprifuoco era già attivo da un pezzo e, due loschi figuri, nascosti dal mantello dell’invisibilità, stavano percorrendo i corridoi di Hogwarts.

“Sirius, stai attento! E’ la terza volta che mi pesti un piede… Sei diventato cieco o ti sei rincitrullito”, bisbigliò inviperito James, che aveva un unghia incarnita che lo faceva morire.

“Scusa Jam, è che sono così emozionato… Chissà come reagirà Remi alla mia vista, ora che ha ingoiato la pozione d’amore…”

“Non parlarmene, Paddy, sono tutto un brivido al pensiero di come Lily mi accoglierà… Sono anni che sogno questo momento…”

I due malandrini si scambiarono un cinque ed uno sguardo sognante, prima di appressarsi alla porta dell’infermeria e girare piano la maniglia.

La scena che si parò d’innanzi ai loro occhi, però, li ammutolì di colpo.

Remus e Lily, avvinghiati come due tralci d’edera, si stavano prodigando in un bacio a prova d’embolia polmonare.

“J-James…C-che cosa sta succedendo?” Bisbigliò Sirius, sgranando gli occhioni grigi che mezza Hogwarts sognava di notte.

“Non saprei… Forse la pozione non ha funzionato a dovere”, alitò Potter.

“Gia, forse!” Sibilò Paddy, mentre James,in preda alla disperazione più cupa, osservando una Lily ,frizzante e languida come non mai, tra le braccia del licantropo, fino a poco tempo prima suo caro amico.

Era shockante, per lui, vedere la 'perfetta prefetta' Evans in quella posizione compromettente.

Lei, era quella che dava pochissima confidenza ai ragazzi e che diceva sempre di no ai loro inviti, soprattutto a suoi!

E Remus? Il dolce e timido licantropo… Neanche Fernir Grayback avrebbe avuto una boccaccia così larga e due mani così leste.

Sirius, senza fiato, s’attaccò al braccio di James.

“Non posso crederci…Va bene che hanno bevuto la pozione, ma…”

Poi , come colpito da improvvisa ispirazione prese per il bavero James e cominciò a scrollarlo.

“Tu hai detto che era così che si sarebbero innamorati di noi!!! ci abbiamo messo uno dei nostri capelli perché non sbagliassero persona e ti pare che Remi stia baciando me, adesso!”

“Continuo a non capire, Paddy mio… Forse nella pergamena c’era qualche postilla in piccolo che non abbiamo visto…” cercò di salvarsi James, mentre il suo viso si faceva cianotico.

“Allora andiamo a controllare, per Godric, altrimenti, se rimango ancora qui, entro e faccio una strage!”

La voce di Paddy, pur essendo solo un sussurro, era estremamente minacciosa e James, senza commentare, lo seguì fino alla torre di Grifondoro.

Appena entrati nella loro stanza James e Sirius srotolarono la pergamena e, armati di bacchetta, fecero un incantesimo rivelatore per far apparire eventuali postille scritte in piccolo o addirittura invisibili.

Nulla.

La pergamena sembrava pulita.

I due la rilessero più volte ma, oltre alla lista degli ingredienti e le modalità di preparazione, s’aggiungeva solo una garanzia di perfetto funzionamento.

“Jam…Io rinuncio a capire” disse Sirius molto abbacchiato, mentre James sospirava rassegnato.

Qualche giorno dopo, Lily e Remus, fecero ritorno a scuola.

Sembravano perfettamente guariti e questo non sfuggì a Potter e Black,che li osservavano con sospetto.

Durante le lezioni i due ex malati si comportarono come al solito, alzando la mano di continuo e prendendo appunti con uno zelo ed una foga veramente encomiabili.

Nel pomeriggio, in vista del compito d’Incantesimi del giorno dopo, Sirius decise di raggiungere Remus in biblioteca, per controllare il suo stato di salute e per scroccare un aiutino, visto che gli appunti del licantropo erano di una precisione ed una sinteticità enciclopedica.

Stava raggiungendo la sezione dedicata agli incantesimi quando, uno strano fruscio, lo incuriosì.

Proveniva dagli scaffali di chiromanzia, luogo di solito semi deserto.

S’avvicinò di soppiatto e, con orrore, vide Remus abbarbicato ad una ragazza bionda di corvonero.

Sull’attività dei due non c’erano certo dubbi, visto che il ragazzo pareva volersela mangiare.

“Caspita”, pensò Black, “ sembra il lupo di cappuccetto rosso…” e gli venne in mente una nuova versione della fiaba che avevano studiato quel mattino a babbanologia.

“Remus…ma che bocca grande che hai e che lingua luuuunga!!!"

"Per bacirti meglio bambina…Gnammmm.”

Se il povero Black credeva di aver toccato il fondo con quell’orrida visione, dovette, ahi lui, ricredersi.

Durante quella settimana, pedinando il focoso licantropo, lo scovò ovunque e sempre in atteggiamenti intimi con qualcuna.

Ora era una dolce Tassorosso, ora un’acuta Corvonero oppure una grintosa Grifondoro.

Una sera lo sorprese, addirittura, col prefetto di Serpeverde, la dolcissima Narcissa Black, al mondo conosciuta come la sua cuginetta fidanzata con Lucius Malfoy il mangiamorte.

Ormai i nervi di Sirius erano talmente scossi che non resistettero a quell’ultima sollecitazione.

Senza preoccuparsi delle conseguenze si lanciò sui due, gridando come un ossesso, dimenticandosi che era nascosto dentro un’armatura.

Alla vista dell’uomo di ferro urlante, la piccola e timida Narcissa ebbe un mancamento, mentre Remus,spaventato, con un colpo di bacchetta e un incantesimo ‘Reducto’ distrusse l'armatura maledetta, mandando in infermeria Black con tre costole rotte,un trauma cranico ed una spalla lussata.

La mattina seguente, dopo una notte d’inferno, Sirius fu dimesso e, a passo di marcia, decise di cercare il colpevole di tutte le sue sofferenze.

Varcò la porta del dormitorio con fiero cipiglio, afferrò per un piede James che dormiva ancora e, dopo averlo scaraventato giù dal letto lo trascinò ancora in pigiama nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

“TU…ROVINA DELLA MIA VITA! Per colpa tua il MIO Remus, da dolce e timido ragazzo che era, si è trasformato in una macchina del sesso!”

Il viso paonazzo del giovane Black faceva temere un’imminente attacco di cuore, ma James aveva altro a cui pensare.

“Credi che io stia messo meglio?”

Mormorò affranto, mentre i suoi miopi, ma bellissimi occhi scuri, si riempivano di lacrime.

“Questa settimana ho sorpreso Lily con Patil, con Flint, con Brown e persino con Mocciosus …”

“Mocciosus? Noooo…” trasecolò Sirius.

“Si, Paddy mio e non è tutto. Girano voci che anche Lestrange abbia avuto la sua parte…”

“Rodolphus?”

Alitò senza fiato Sirius, pensando a cosa sarebbe successo se Bellatrix lo avesse scoperto.

“No, Rabastan, ma che importa… Lei mi ha tradito con tutti i ragazzi su cui è riuscita a mettere le mani!”

James Sospirò teatralmente, mentre Sirius gli dava pacche incoraggianti sulla schiena.

"Su, dai, non fare così Jamie...vedrai che passerà..."

“No Sis, ormai dobbiamo guardare in faccia la realtà...Con quella maledetta pozione abbiamo creato due mostri” aggiunse singhiozzando, mentre l’amico annuiva.

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Capitolo 3
*** Ice and fire ***


Questo capitolo è interamente dedicato a Sklupin e Volturia che hanno recensito.

Siete state carinissime e spero che anche questo cap sia di vostro gradimento!




“Con quella maledetta pozione abbiamo creato due mostri”
disse James singhiozzando, mentre Sirius annuiva mesto.



Ice and fire


Mentre i due poveri Malandrini tentavano di riprendersi dal duro colpo subito, Remus e la Evans,in biblioteca, stavano esibendosi nel triplo bacio carpiato con apnea da 120 secondi, nascosti dagli scaffali di erboristeria.

Il ragazzo, però, nonostante la piacevolissima attività intrapresa, non rinunciava alle sue macchinazioni cerebrali, per le quali era famoso e, tra un bacio e l’altro, si domandava come fosse possibile che, dopo anni di struggimenti amorosi verso Sirius e castità forzata, perché voleva tenersi puro per l’amore della sua vita, adesso gli andasse bene baciare chiunque.

In quel momento, poi, stava baciando la ragazza che faceva impazzire d’amore James, il suo migliore amico, senza provare rimorso alcuno, lui che si sentiva sempre in colpa per tutto.

Non era, decisamente, una cosa normale.

Così pensò di esternare i suoi dubbi alla compagna.

“Lily…” mormorò tra un bacio a ventosa e l’altro, “lo sai che fino a qualche giorno fa io mi credevo gay?”

La ragazza si staccò per un momento dalle sue labbra, per guardarlo con un’espressione perplessa.

“Remi caro, certo che se sei gay lo nascondi meravigliosamente”

gli sussurrò all’orecchio, mentre spostava la mano di lui, che, casualmente, si era insinuata sotto la sua maglietta.

“Davvero Lily… Per anni ho creduto di essere innamorato di Sirius.” La ragazza sgranò gli occhi.

“Tu innamorato di quella calamità ambulante? Ma daaaai! Non posso crederci! Tu sei un ragazzo serio, studioso. Sei un prefetto.Cosa ci puoi trovare in Black?”

“Non lo so più, adesso, ma sono certo che fino a una settimana fa lui era la luce del mio universo…Il mio centro di gravità permanente…Insomma hai capito, no?”

“Si, credo di si, visto che, per anni, ho avuto una cotta galattica anch’io…” sospirò.

“Davvero Lily?” Remus era stupito.

“Si Remi, per quel tonto di James, anche se non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, visto quanto è allocco.

“Tu e James?” boccheggiò Lupin, sgranando ancora di più i suoi grandi occhi ambrati.

“Si, buffo vero? Lui è il più irresponsabile degli uomini, insieme a Sirius, e io che mi credevo la più saggia delle ragazze di chi mi vado a innamorare, secondo te? Destino beffardo!...Ma il mio cervello è sempre stato attivo, però, e ho cercato di farmela passare in tutti i modi!” disse con sguardo bellicoso.

“Tu non sai cosa ho fatto per dimenticarlo… Yoga, sedute di training autogeno, un album di sue foto in cui fa facce orribili, corredato dalla trascrizione delle sue gaffes più atroci, a scuola, da riguardare ogni volta che mi veniva voglia di lui… Insomma, una cura d'urto, ma ha funzionato, direi… Ci sono riuscita, no? Questa settimana non ho pensato a lui un solo momento, anche se, beh, mi sento un po’ strana...Non so spiegarti, Remi, ma è come se, ultimamente, i miei ormoni fossero impazziti. Per anni ho giudicato frivole e sciocche le mie compagne che pensavano solo a pomiciare ed ora…Ho talmente voglia di baciare chiunque che mi faccio paura da sola.”

Lupin la guardò sconcertato, mentre un’idea agghiacciante s’insinuava nei suoi pensieri.

“Lily … E se fosse tutta colpa di quella strana malattia che abbiamo contratto? La Chips non ha capito cosa fosse e, pensaci, io e te, che siamo le persone più serie e posate di Hogwarts, di colpo diventiamo più focosi di uno schiopodo in calore.Non ti suona un po’ strano tutto ciò?”

“Hai ragione, Remus. Così tutto avrebbe un senso! Magari è meglio che ne parliamo con la nostra medimaga”, mormorò la ragazza, ricomponendosi un poco.

Dieci minuti dopo i due erano al cospetto della donna e le stavano spiegando i loro strani sintomi, tra un rossore ed un balbettio imbarazzato.

Madame Chips, alla fine del racconto, li ricoverò in infermeria per nuovi accertamenti, premurandosi, dopo quello che aveva sentito, di tenerli in isolamento, ben distanti uno dall’altra, e sorvegliati a vista.

Eppure, nonostante la nuova serie d’esami, non capiva da cosa derivassero quegli strani sintomi.

Dopo aver riguardato tutti i trattati di medimagia che aveva studiato all’università ed essersi consultata con Lumacorno, trovò una pozione curativa che sembrava adatta ai ragazzi.

Cominciò a somministrargliela sotto stretto controllo medico e, non appena fu sicura che il medicamento avesse fatto effetto e che gli effetti collaterali non fossero gravi, Remus e Lily furono dimessi, con la prescrizione di ripresentarsi dopo una settimana per una visita di controllo.

Quando quella sera, i due, fecero il loro ingresso nella sala comune di Grifondoro, furono accolti dai sorrisi smaglianti e dai sospiri di metà della casata, ma loro li ignorarono bellamente, andando dritti ad uno dei tavoli liberi e cominciando subito a fare i compiti.

Sirius e James, che al loro arrivo s’erano irrigiditi, si scambiarono uno sguardo di pura felicità.

I loro amori erano tornati normali. Tutto sembrava ormai risolto per il meglio, ma una cosa strana rimaneva.

Sia Lily che Remus erano freddi e scostanti come due iceberg.

Sirius, pieno di gentilezza, la sera stessa del ritorno del licantropo, gli aveva portato tutti gli appunti di scuola trascritti in bella calligrafia, accompagnandoli con una tazza di buon cioccolato caldo e biscottini all’arancia, i suoi preferiti.

Normalmente il ragazzo si sarebbe sprofondato in ringraziamenti e sorrisi dolci, mentre Sirius si godeva la sua felicità invece, quella volta, si limitò ad un banale e sbrigativo “grazie” e poi s’ immerse di nuovo nei libri.

Più tardi, mentre erano nei dormitori, Sirius urtò con l’alluce scalzo lo spigolo del baule di James, come sempre in mezzo alla stanza, accasciandosi al suolo tra guaiti di dolore.

Remus, che quando lo vedeva ferito o sofferente, accorreva sempre al suo fianco alzò appena gli occhi dal tema di pozioni che stava ultimando e, sbuffando scocciato, se ne uscì con un :

“Insomma”

detto con l’aria severa di una mamma che vede il suo bambino fare i capricci.

Raggelato da tanta indisponenza il povero Black si alzò dal pavimento e, zoppicando vistosamente, (molto vistosamente) s’appressò al bagno, per fare qualche impacco freddo alla parte contusa.

Intanto James, che di nascosto pedinava Lily, la vide prendere a librate sulla testa il povero Paciock, che l'aveva urtata senza volere.

"Brutto disgraziato, ciccione e zotico" aveva esordito inviperita, mentre il grosso tomo di pozioni s'abbatteva sulla testa del malcapitato, "se non impari a guardare dove metti i piedi ti pelo la zucca a furia di librate!"

Frank, allibito, non ebbe neppure il coraggio di scusarsi e filò via come un razzo.

Poco dopo, la terribile rossa, era seduta in biblioteca quando, un gruppo di 'primini', scorgendo sulla sua divisa la spilla di prefetto, le si avvicinarono, per avere indicazioni su dove fosse la Torre d'Astronomia.

Lily, ringhiando, alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e minacciando di trasformarli in zucche, se osavano ancora disturbarla, li mise in fuga.

Il massimo,però, lo si raggiunse tre giorni dopo, quando Severus e Lucius, dopo una lite con i Malandrini, appesero James e Paddy, pietrificati, all’alabarda dell’armatura nera.

Remus si limitò a togliere dieci punti a Serpeverde, prima d’allontanarsi trascinando con se un terrorizzato Peter, borbottando su quanto erano infantili e noiosi certi ragazzini.

“James…La faccenda è grave!”

Esordì Black, con aria truce, quando finalmente la MC Grannit, due ore dopo, li tirò giù dalla scomoda posizione.

“Remi è impazzito!” Seguirono poi le dettagliate spiegazioni degli strani comportamenti del licantropo e presto l’apprensione s’impadronì anche di James.

“Sirius, speravo fossero solo mie fantasie, ma anche Lily è molto strana… In questi giorni l’ho seguita di nascosto, giusto per vedere se andava tutto bene e mi pareva un’estranea! Scorbutica, cattiva...Pensa che ha picchiato Frank con un libro e poi ha minacciato dei bambini di prima, facendoli quasi morire di paura!"

"...Davvero?..." balbettò Sirius sconvolto.

"Si Pads e non è tutto...Alice le ha chiesto aiuto con il tema di pozioni e lei l’ha gelata con un 'Arrangiati', poi se n’è andata via mormorando sulle amiche noiose e profittatrici e, mentre tornava in sala comune, ha pestato la coda apposta alla la gatta di Gazza che le si è avvicinata, facendo le fusa: Dovevi vederla come ghignava soddisfatta ai miagolii straziati delle povera bestia...”

Sirius sgranò gli occhi.

“...Ma noooo...”

“Ma si!... Sirius, ci rimane solo una cosa da fare… Dobbiamo parlarne con Silente. So che confessare quello che abbiamo fatto ci farà avere una super punizione ma, tra una settimana, c’è luna piena. Un licantropo pazzo in giro per Hogwarts potrebbe creare seri problemi".

Fu così che Sirius e James si recarono dal preside.

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Capitolo 4
*** Come finì... ***


Siamo arrivati alla fine della storia.
L’ultimo capitolo è tutto per Sklupin, MS Montana e Volturia che hanno sempre recensito.
Grazie ragazze, il vostro supporto morale è stato importantissimo!
Grazie anche a chi ha messo la storia nei preferiti/seguiti e a chi l’ha semplicemente letta




“ So che confessare quello che abbiamo fatto ci farà avere una super punizione
ma tra una settimana c’è luna piena.
Un licantropo pazzo in giro per Hogwarts potrebbe creare seri problemi".
Fu così che Sirius e James si recarono dal preside.





Come finì...


Silente ascoltava, rapito, lo strano racconto dei suoi due allievi, mentre Madame Chips e Lumacorno, chiamati dal preside stesso, sgranavano gli occhi inorriditi.

“Due etti e mezzo d’ortica essiccata?”

La medimaga si mise le mani nei capelli, mentre Horace sbiancava.

“Credo che Paddy abbia un filino sbagliato le dosi” rispose piano James, mentre Sirius lo inceneriva con lo sguardo.

“Tu, però, hai messo tredici gocce di tintura madre di genziana e l’uva ursina mangiucchiata da Thor... E poi mi hai confuso mentre mescolavo…” ribattè tutto indispettito Black, incrociando le braccia.

“E voi avete fatto assumere questa pozione a Remus e Lily?” Esplose la Chips, "siete due assassini!".

“M-ma c-cosa dice?...Erano tutti ingredienti naturali”, mormorò Sirius, rosso come un pomodoro, “non potevano nuocere…Vero?”

"Disgraziato avvelenatore...Cinquanta punti in meno per Grifondoro!"

Il ruggito di Lumacorno era così terrificante che sia Potter che Black, si fecero piccini piccini.

"Quante volte vi ho spiegato che le erbe possono essere letali! Siete due incoscienti! Delinquenti! Avanzi di Galera!..."

"Suvvia, Horace...I ragazzi hanno certamente sbagliato, ma non credo che volessero attentare alla vita dei loro compagni..."

Il preside sospirò poi, congiungendo le mani davanti al viso proseguì.

“Una cosa, mi turba, però...La ricetta base dove l’hanno trovata?” chiese, mentre si rigirava tra le mani la vecchia pergamena.

“A questo credo di poter risponderti io, mio caro amico” s’intromise Lumacorno.

“Vedi, con l’inflazione galoppante e il caro vita, lo stipendiuccio che ci passi è divenuto un po’…come dire… miserello...inadeguato... Allora io ho pensato di trovare un secondo lavoro, da fare nel tempo libero, per rimpolpare le mie magre finanze…”

Vedendo gli sguardi sospettosi dei presenti, il professore, pensò di spiegarsi meglio.

“Insieme a Gazza ho avviato un piccolo commercio di semplici pozioni di automedicazione, da vendere a chi ha qualche lieve malanno. Nulla di male, cari, cose semplici, sicurissime e a buon mercato... Silente, tu lo sai che ho una laurea in farmacia ed erboristeria”.

Il mago annuì, ma continuò ad avere uno sguardo accusatore.

“Il caro Argus mi procura i clienti ed io preparo la pozioncina giusta per tutti. L’ultima volta, però, la richiesta è stata un po’…come dire…insolita. La signora che si è rivolta a noi voleva un tonico per il marito che…” il professore s’impappinò.

“Che?” chiesero ad una voce Silente, Madame Chips ed i due ragazzi.

“Cheavevaunprobleminosottolelenzuola” terminò precipitosamente Lumacorno, rosso in viso.

“E tu… Ohhhhh...Ma Orace, lo sai che questo tipo di pozioni vanno vendute solo sotto stretto controllo medico! Esiste un apposito registro al S. Mungo!”

La Chips lo guardava inorridita.

“Lo so Poppy,lo so... ma la richiedente era…come posso spiegarti...”

Ancora un’ondata di rossore sulla facciona sudata del prof.

“Era?” domandò la maga.

“Un’amica… Una compagna di studi… Senza contare che suo marito...Ohhh non potevo certo dire di no...Sai che scandalo se si sapesse che...”

“Il nome” intimarono, ad una voce, Silente e la Chips.

“Walburga Black” sussurrò l’uomo.

“Ohhhhhhhhhhhhh” fu il commento unanime.

"Però..." ridacchiò divertito James, guardando di sottecchi l'amico, "pare che papino abbia qualche problema...Forse è per questo che i tuoi sono sempre così scorbutici!"

Sirius si alzò in piedi, offeso, cercando di smontare le infamanti accuse che erano state mosse alla virilità dei Black .

“Questa è una bugia! Mia madre sa farsele da sola le pozioni…Non ha certo bisogno nè di lei nè tantomeno di Gazza, per risolvere i problemi di salute dei suoi cari...” intervenne, minacciando il professore con l'indice.

“Lo so, caro, lo so...Walburga è sempre stata un'ottima pozionista. Sapevo che Orion non avrebbe corso alcun rischio ed è per questo che le ho dato la ricetta da copiare... Gliel’ha consegnata Gazza il venti di Agosto, se non ricordo male. Avevano appuntamento alla gelateria di Florian Fortebraccio, a Diagon Alley."

L'uomo sospirò teatralmente, quasi a scusarsi con Poppy ed i ragazzi, mentre il sorriso divertito di Silente stava raggiungendo livelli di guardia.

"Non capisco", affermò madame Chips, " stai cercando di dirci che Sirius ha rubato la ricetta alla madre?"

"Assolutamente no, mia cara...Credo ci sia stato un equivoco...Un qui pro quo, come si suol dire..."

"Cioè?"

"Beh, pare che Lady Walburga mi avesse rimandato la pergamena originale via gufo, pochi giorni dopo, con allegata una lettera di cari ringraziamenti, per la riuscita dell'impresa...se mi concedete il termine... Solo che Argus l’ha smarrita”.

"Smarrita?"

I visi scettici di Silente e la Chips, si girarono verso Sirius e James che abbassarono lo sguardo.

"Sirius...dove l'avete presa quella ricetta?"

"Signor preside...io..." mormorò, rosso in volto, Black, cercando una d'inventare, a tempo di record, una scusa plausibile.

"Lui non centre nulla", intervenne Potter, "sono stato io a rubarla, mentre ero in punizione nell'ufficio di Gazza."

"Molto male, James...Temo che per questo verranno tolti altri dieci punti alla tua casata..."

I due ragazzi si guardarono sconvolti.

In mezz'ora avevano già perduto sessanta punti e non era ancora finita!

“Quindi, questi due delinquenti, hanno dato a Remus e Lily una pozione… rinvigorente?”

Madame Chips fissava i due alunni con fiero cipiglio, mentre Sirius e James cercavano di assumere un'aria innocente.

“Si, Poppy, ma a causa dei loro errori aveva un potere centuplicato…", spiegò Lumacorno. "In pratica gli hanno sparato gli ormoni a mille!”

“Caspita!… Adesso capisco perché…” Sirius fu interrotto da una micidiale pestata di piedi di James, che lo zittì fulmineamente.

“Poveri cari” disse la maga “ci credo che si sono rivolti a me sconvolti! Comunque, Horace, ormai è una settimana che do loro il composto di acetosella silavana e crisotopo allieve, per raffreddare i loro bollenti spiriti, come da tuo consiglio…Non dovrebbero stare un poco meglio?”.

“Certo, carissima collega, anche se credo dovranno assumerlo ancora per un bel po’, però…La mia pozione dura tre mesi! L’unico inconveniente è che, la medicina, rende nervosissimi ed irritabili.

"Ce ne siamo accorti", sospirarono James e Sirius, mentre Silente rideva sotto i baffi.

Comunque, la cura di Remus e Lily non durò così a lungo.

Dopo aver scontato la punizione galattica che il preside aveva loro affibbiato, i due grifoni innamorati, trovarono finalmente il coraggio di confessare tutto e dichiararsi.

Lily e Remus dapprima s’arrabbiarono molto, ma poi, vedendo quegli occhioni innamorati e mesti, non poterono resistere.

Fu così che smisero, di nascosto alla medimaga, d’assumere la pozione calmante e, anche se loro resa scolastica s’abbassò un poco, le loro giornate si vivacizzarono moltissimo, così come le loro nottate, a tutto vantaggio di Sirius e James, che giravano per la scuola con un sorriso da un orecchio all’altro…

E poi dicono che pozioni è una materia inutile…


Fine

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