Flawless

di Stray cat Eyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sera - Parte I ***
Capitolo 2: *** Sera - Parte II ***
Capitolo 3: *** Intermezzo: Un mattino qualsiasi ***
Capitolo 4: *** Epilogo: Sera - Parte III ***



Capitolo 1
*** Sera - Parte I ***


Ommioddio.
Ci credete che erano più o meno... due anni che non tornavo qui? Mi sembra quasi una follia. XD

Quanto segue è il risultato di una oneshot che ho scritto nel corso del tempo, in maniera discontinua, e che alla fine ho deciso di suddividere in piccole parti (precisamente cinque), creando una sorta di raccolta che ha un unico filo conduttore.
La fanfiction costituisce un salto temporale piuttosto... consistente, se così posso dire - e ve ne accorgerete - per questo ho davvero tanto bisogno del vostro parere, critiche incluse (criticatemi! Criticatemi! *-*), per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, che ho trovato incredibilmente difficile da realizzare.

C’è da dire che, se mi sono imbarcata in quest’impresa, è stato soltanto per il mio amore sconfinato ed eterno per Ranma e il suo mondo, che non riesce a sparire dal mio cuore, nonostante mi sia avvicinata ad altri generi, negli ultimi tempi.
In ogni caso, vi prego! Ditemi se la trovate verosimile, altrimenti continuerò a non dormirci la notte! XD








Flawless


[Sera - Parte uno]






Un’ombra. Nero nel nero, tono su tono.
La stanza è buia - giusto una lama di luce proveniente dal corridoio.
È il momento, pensa, sgusciando celere ed agile da un angolino della camera all’altro, come un nuovo James Bond - con un po’ di neve fra i capelli, forse, ma pur sempre nuovo.
Il tasto Play nella sua mente fa partire il sottofondo musicale da 007, i muscoli si tendono nello sforzo di raggiungere l’obiettivo, il respiro accelera, le dita fremono, un rivolo d’ansia gli corre giù per il collo sottoforma di sudore. Ecco, ora ce la farà, ora ce la può fare. Basta qualche altro istante - il cuore palpita - giusto una manciata di secondi - deglutisce a vuoto - un minuto al massimo e...
Clack. Luce accesa. “Ranma.”: soffio gelido sulla sua pelle - è forse un’aura omicida, quella sorta di ectoplasma blu che gli lambisce la schiena?
“Ranma.” E la lampadina, traditrice!, svela la sua posa compromettente, con il ricevitore del telefono all’orecchio e la mano destra, che già viaggiava verso la tastiera numerica, ora bloccata a mezz’aria.
“Ranma. Tesoro.” Oh, no... “Cosa...” No, no, ti prego! “... diavolo...” Non dopo tutti gli scongiuri, i sutra, le preghiere a divinità varie ed eventuali perché almeno stasera non se ne accorgesse! “... stai cercando di fare?”
L’uomo - statua di sale, in effetti - si volta lentamente, sentendo il collo fare crack crack.
Lì, sulla soglia, c’è lei. La nemica numero uno del suo stomaco. Il guerriero dei fornelli in gonna e grembiule coi volant gialli e tanto di forchettone brandito dalla dolce, gentile manina.
Ranma sta sudando freddo.
“Non stavi di nuovo cercando di chiamare il take away, vero?” Grugnisce il demone assassino che ha assunto le sembianze della sua affettuosa consorte.
“C-chi, i-io? Ma cosa vai a pensare...!” Tentenna lui. “È... è che... ho appena chiamato Ryoga - sai, voleva che ci incontrassimo domani - e stavo per riagganciare...” Prova, cercando di suonare convincente.
Esita, osservando l’espressione ancora truce di lei.
“P-piuttosto... è già pronta la cena?”
Improvvisamente, l’aura blu-viola si dissolve, e Akane si sgonfia come un palloncino, mettendo su un sorriso che ben poco ha di rassicurante.
“Oh sì, caro, è quasi pronta. Dammi dieci minuti e sarà tutta per te.”
Il che significa - Ranma lo sa - che, tempo dieci minuti, dovrà ingurgitare tutto, fino all’ultima briciola.
E quel tanto agognato telefono gli servirà per chiamare un’ambulanza.

Una morbida carezza raggiunge lo stomaco, non appena l’adorabile mogliettina gli volta le spalle per tornare in cucina. “Poverino...”
Che cos’hai detto?” Tuona Akane, ancora armata di forchettone e di una pesante aura che dice “ti ucciderò” - a proposito, che bel colore oltremare, eh?
“Io? Niente! Perché non ceniamo in veranda, stasera?”







[Continua...]


*

Lettori, io vi amo! Siete davvero arrivati fin qui? *-*
Benone! Allora piangete, piangete pure, perché dovrete sopportarmi per altri quattro capitoli. XD

Uh, cosa che avevo dimenticato: è molto probabile che il titolo si sia allontanato un po’ dalle mie intenzioni originali e non c’entri più molto, ma poco importa. Mi ci sono affezionata. E, ehi, dovrete dirmelo voi alla fine della long-fiction/raccolta, eh. XD *prega perché almeno qualcuno resista fino ad allora*

Grazie infinite per la lettura! ^^


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Capitolo 2
*** Sera - Parte II ***


Alcune note prima di cominciare.
Vi prego di leggere: contengono spiegazioni atte alla comprensione - e al nostro quieto vivere, suppongo. ^^


Mea culpa, lettori miei, mea culpa. Non linciatemi, ve ne prego; ma è chiaro che avrei dovuto spiegare meglio le mie intenzioni nello scorso capitolo.
Partendo dal presupposto che avrei voluto scrivere qualcosa di lontanamente originale, e che quindi si allontanasse dalle tematiche più gettonate in questo fandom, mi sono spinta molto oltre il periodo generalmente trattato - molto oltre le ultime avventure narrate da Rumiko-sensei, molto oltre il matrimonio fallito, molto oltre il matrimonio vero e proprio (narrato soltanto dai fan-writers, purtroppo XD). È per questo che ho scelto di descrivere i nostri amati personaggi come vecchi-ma-non-troppo, ed ho ambientato la fanfiction (non sconvolgetevi, vi supplico!) ben cinquant’anni dopo l’arrivo di Ranma a casa Tendo.
Capisco che è piuttosto insolito, perciò se la cosa può infastidirvi, vi invito ad interrompere la lettura: sarebbe spiacevole sia per voi, in quanto leggereste qualcosa che non incontra i vostri gusti personali, sia per me, poiché anche eventuali recensioni sarebbero influenzate dal fastidio/irritazione causato dall’argomento.

Questo spiega la “neve fra i capelli”, espediente (a quanto pare inutile ^^’) per dare un’idea approssimativa dell’età del protagonista. Perché ho la pessima abitudine di non entrare mai nello specifico, e dovrò fare ancora parecchia strada, prima di riuscire a correggere questo mio difetto.

Per quanto riguarda la battuta finale del capitolo scorso, come mi chiedeva Luluchan, la questione del “mangiamo in veranda?” altro non voleva essere che una sciocchezza sparata a caso per tergiversare, insomma, per distogliere Akane dai suoi propositi non proprio nobili. Spero di essermi spiegata. ^^’


Detto questo, vi ringrazio tantissimo per le recensioni e soprattutto per avermi fatto presente le vostre perplessità: non abbiate remore! Segnalatemi qualsiasi errore, chiedetemi quel che volete! Accetto ogni critica (purché sia costruttiva e non puramente offensiva), poiché costituisce un aiuto, da parte vostra, a migliorare. Per questo, grazie! *-*
Spero di fare sempre meglio, in futuro!

(Per adesso, attenti alle mie idiozie.)








Flawless


[Sera - Parte due]






Sette e quarantatre di una qualunque serata estiva, dojou Saotome-Tendo.
L’aria non è eccessivamente afosa, anzi, sta iniziando a rinfrescare; il sole tramonta placido e lento, la brezza è lieve e gentile, la cena sfrigola in padella e il padrone di casa sta cercando, con assoluta circospezione, di avvicinare all’orecchio il cordless che ha fortunatamente ricordato di possedere, e che al momento se ne sta infilato per metà nella sua manica sinistra.
Cattiva idea, visto che fa caldo e indossa una t-shirt dalle maniche corte, il che gli dà da pensare.
Magari è meglio cambiargli posto...
Comunque, in attesa della quotidiana dose di veleno da gustare in prima serata, l’uomo tenta la sua mossa; batte il cuore, le labbra s’increspano in un mezzo sorriso di compiacimento per l’impresa quasi riuscita e finalmente...
“... La cena è servita!”
Uno scatto più veloce della luce e il cordless è al sicuro sotto la maglietta, mentre sul suo viso appare un sorrisone magistralmente montato, come fosse tenuto su da due stecchetti invisibili.
“Che bello!”
E sul vassoio fa bella mostra di sé il gustoso manicaretto serale, appetitosamente bruciacchiato e appiccicaticcio, distribuito nei piatti con somma maestria - malgrado si tratti di una massa unica, ormai da tempo classificata come la Sottospeciedifrittata, original version, nella quale è possibile distinguere ben tre diverse tonalità di verde e qualche tocco di viola - e tutto questo proprio perché, come un tempo Kasumi soleva ripetere, anche l’occhio vuole la sua parte. E che parte.
“Che... bello...” Esala Ranma, e gli stecchetti invisibili che fanno da impalcatura al suo sorriso cedono, lasciando i due angoli della bocca tristemente chini verso il basso. Il naso si arriccia in una smorfia di disgusto, che - naturalmente - non può passare inosservata.
“Che cosa c’è? Forse non hai fame, tesoro?” Riecco quella parola, riecco l’aura omicida color melanzana.
Qui c’è bisogno di cambiare discorso, gli suggerisce l’istinto di sopravvivenza.
“M-ma no...! Cioè... Hai visto che stelle, stasera?”

Akane non si volta per ammirare il cielo stellato.
E il forchettone sbuca, luccicando ora più che mai, dalla tasca del suo grembiule.

“Ranma. Caro. Il sole sta ancora tramontando.”

*

Sette e quarantotto della stessa, identica sera estiva. Stesso, identico panorama; pari condizioni meteorologiche. Tutta la differenza fra ora e poco fa sta lì, sulla sua faccia: cinque dita rosse fiammanti sulla guancia, tagli e abrasioni varie tra la fronte e l’altro zigomo, coperte da cerottoni di fortuna disposti ad ics.
Il demone assassino colpisce ancora.







[Continua...]


*

Signori lettori, ricordate che la storia non ha alcuna pretesa. E probabilmente è pure priva di senso. Ma non è che il primo tentativo. XD


Grazie mille per la lettura! ^^

(Quasi dimenticavo! apple92, suppongo che Ranma sia riuscito ad inventarsi qualcosa per sopravvivere abbastanza da arrivare fin qui, nonostante la cucina venefica di Akane. XD)



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Capitolo 3
*** Intermezzo: Un mattino qualsiasi ***


Luluchan, sono felice di informarti che la tua recensione mi ha ricordato qualcosa di molto importante che non avevo ancora specificato: la maledizione, proprio lei.
(Sì, sono un’idiota, non è solo la vostra impressione.)
Prima di tutto, grazie sia per la recensione (*__*) che per averla citata - altrimenti me ne sarei dimenticata ancora. XD
Poi, ecco la risposta: c’è. La cara, vecchia maledizione è ancora lì, e avrete modo di confutarlo tra poco. ^^
Tanto per la cronaca, ho scelto di non modificare lo status quo perché:
1) la stessa Rumiko-sensei ha lasciato le cose in sospeso - anzi, a dirla tutta, pare non abbia proprio lasciato adito a speranze (ma non si sa mai -_^);
2) non avrei saputo cosa inventarmi. XD

Tiger eyes, non chiederti se le tue parole possono rincuorarmi, perché mi hanno rincuorata e non solo: mi sento appena qualche piano più in su del settimo cielo, e questo tanto per rendere l’idea. *__*
Ti ringrazio davvero, non solo per i complimenti ma soprattutto per l’attenta analisi di ambo i capitoli: sono contenta che tu li abbia apprezzati! Ma la cosa che più temevo era il giudizio sulla caratterizzazione dei personaggi, che, suppongo, è una vera spina nel fianco un po’ per tutti i fan-writers (e anche per qualche scrittore professionista, chissà XD). Il responso per ora è stato positivo (Evvai! *___*), ma ciò che mi preoccupa sono questo capitolo e il prossimo. Per questo, ti chiedo di segnalarmi qualunque anomalia dovessi riscontrare. Naturalmente, se avrai ancora voglia di recensire, eh. XD
Ancora grazie! ^__^



Giunge ora il momento del commiato - ma prima... utenti avvisati, mezzi salvati: il capitolo che segue è ad alto rischio OOC, per quanto mi riguarda, e tende ad avere anche meno senso dei precedenti. Per il resto, mi appello al vostro buon cuore. ^^
Come al solito: criticatemi! Non può che farmi bene. *nods*


(E adesso, sotto con le idiozie.)








Flawless


[Intermezzo - Un mattino qualsiasi]






“Ehi, signore, è vero quello che dicono? Che sei il miglior artista marziale di Nerima?”
Ranma sorride compiaciuto, preda dei bimbi del vicinato, assalito da un brivido di vanità appena davanti casa.
“Certo, bambini! Io sono il migliore del mondo intero!” Dichiara, battendo una mano sul petto, mentre una vaga voce nella sua testa (che si affretterà a mettere a tacere) gli sussurra che gli manca giusto il ciuffo per diventare una copia sputata di Kuno Tatewaki.
“Ma non sei un po’ vecchio per praticare ancora le arti marziali?” Vuol sapere uno dei piccoletti, curioso e un po’ monello, insinuando così il dubbio nei compagni. Ma Saotome non si perde d’animo.
“Non si è mai troppo vecchi per essere i migliori! E poi chi l’ha detto che sono vecchio? Eh? Io sono ancora nel fiore degli anni! Sono un ragazzin-” Sploosh.
L’acqua fredda dell’anziana vicina di casa l’ha - è il caso di dirlo - freddato sul posto, mandandolo a sedere in terra con la casacca fradicia, qualche centimetro in meno e un po’ di seno in più, che fortunatamente i bambini non notano, visto quanto si stanno sbellicando dalle risate.
“Ah ah ah! Il nonnetto è stato battuto da una signora!” Lo canzona uno di loro, inaugurando senza saperlo quello che sarà il nuovo tormentone dell’estate. La signora ha battuto il nonnetto, lei l’ha sconfitto e lui è caduto sul culetto!
“Tsk! Mocciosi!” Ranma si rimette in piedi, ignorando qualche vertebra capricciosa che fa crick-crock e dirigendosi verso casa, in cerca di un po’ d’acqua calda.
Arrivato in bagno, prende un asciugamano per tamponare, prima ancora di mettere su il bollitore; così, un po’ incerto, si lascia attrarre dallo specchio appeso alla parete e si ferma a dare un’occhiata, tanto per accertarsi che si sia ferito soltanto il suo orgoglio.
E noterebbe ancora una volta quelle sottili rughe che disegnano il volto del nuovo Ranma - l’uomo di mezza età, con i capelli sale e pepe - se Akane non comparisse sulla porta con dell’acqua fumante.
“Di nuovo la vicina?” Chiede, versandogliela addosso con calma e un sorrisetto a metà fra il comprensivo e il divertito.
“Quella...!” Borbotta lui, frizionandosi i capelli e prendendo a slacciare la camicia completamente fradicia.
“Mi sembra di avere di nuovo sedici anni. Tale e quale a quella vecchia! Stesse abitudini, stessa vista d’aquila! A volte mi chiedo se non siano parenti.” Continua, saltellando su un piede solo nel cambiarsi i pantaloni zuppi con un paio asciutto.
Akane, affaccendata nel riporre i vestiti da lavare nella cesta apposita, ridacchia fra sé.
“Non sei molto lontano dalla verità, sai?”
L’uomo, un braccio semi-infilato nella manica della casacca pulita e l’altro che la regge, sgrana gli occhi.
“Allora sono parenti!”
“Beh, per quanto ne so è sua nipote.” Spiega lei. “Ha ereditato la casa un bel po’ di tempo fa, ma ci si è stabilita soltanto la settimana scorsa; dice che vuole trascorrere in santa pace i suoi ultimi anni.”
“In santa pace lei, ma io?!”







[Continua...]


*

Tutte sciocchezze, lo so. E non me ne vanto, giuro che non me ne vanto. XD
È che descriverli ad una certa età è più difficile del previsto, perché sono sempre loro, ma al contempo non lo sono davvero. E il mio cervello se ne va in pappa, ovviamente.

Scappo a recuperarlo, prima che sia troppo tardi. XD


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Capitolo 4
*** Epilogo: Sera - Parte III ***


Ebbene, dopo tanto rimuginare, vi presento quella che sarà l’ultima parte della so-called-Raccolta.
In origine avrebbero dovuto esserne cinque, ma poi qualcosa è cambiato per la strada e... ecco due piccole note che vi invito a leggere.

Punto uno: a differenza degli altri capitoli/spezzoni-di-oneshot, questo è narrato (in parte) al passato, senza una ragione precisa; è semplicemente venuto fuori così. ^^
Punto due: più che sul comico, verte sull’introspettivo; diciamo che ho cercato di scavare un po’ (ma proprio poco) nel cuore dei protagonisti, che, come tutti gli altri, hanno luci ed ombre, attimi di serenità e preoccupazioni.
So che non sono fatti per le sdolcinatezze, ragion per cui ho cercato di usare le parole con moderazione.
Però so anche che, cinquant’anni dopo, non possono essere identici in tutto e per tutto a quand’erano ragazzi.

In conclusione, qualora il risultato finale dovesse risultarvi troppo lontano dalla verosimiglianza, non esitate a dirmelo. Consigli e critiche costruttive non possono fare altro che aiutarmi a migliorare. ^^




Questa è per chi, dopo le prime tre parti, si è chiesto che cosa diavolo ci facesse il Romantico fra i generi dell’introduzione.








Flawless


[Sera - Parte tre]






(Le discussioni più improbabili saltano fuori nei momenti più improbabili.)



“Se c’è una cosa di cui sono felice, è che la maledizione non fosse trasmissibile.”
Il crepuscolo carezzava il tetto del dojou, la brezza era gentile e il viso di suo marito non era mai stato tanto serio.
Mai tanto pacifico, quieto, sereno.
Akane sorrise, l’espressione addolcita e il vassoio posato elegantemente sulle ginocchia.
L’eleganza è un’arte che t’insegna la vecchiaia, soleva pensare, ricordando la goffaggine che sempre l’aveva caratterizzata, quando le ossa sono stanche e non riesci a muoverti per bene, e tutti ti dicono ‘Ma che bel portamento, signora’. Ignorano quanto sia difficile.
Così anche la capacità di esprimere i propri sentimenti.
“Se... se i ragazzi fossero nati come me... non me lo sarei mai perdonato.”
Amarezza in tarda età, sorrise intimamente lei.
“Ranma.” Sussurrò, posando una mano su quella dell’uomo. “È andato tutto bene.”
Lui sospirò, non del tutto rincuorato.
“E poi...” Aggiunse Akane un momento dopo, “se pure così fosse stato... io li avrei amati comunque, come li ho amati per tutta la vita, e forse anche di più.” Asserì, quella sua determinazione che ardeva in fondo agli occhi scuri anche dopo tanti anni.
Lui la scrutò per un lungo istante, carpendo quel sottile messaggio nascosto fra le righe; poi, la mano che lei gli aveva preso si sollevò, ribaltando le posizioni.
“Sì. Lo so.” Bisbigliò, sorridendo, lo sguardo perso nel cielo che andava macchiandosi d’un arancio roseo.

Un lieve sospiro si sollevò verso le soffici nubi di cotone, accompagnato dai saltelli allegri di una nuova carpa nel laghetto in giardino.

“Chiama, va’.” Esordì Akane. “Ordina anche per me.”
Ranma tacque, sorpreso. Cinquant’anni prima non se lo sarebbe lasciato ripetere due volte, ma...
“Ah... no, no, ci ho ripensato.”
... ora, il cucchiaio era già sparito nella sua bocca.



***


L’uomo seduto nella veranda sorride, incerto.
“All’improvviso mi sembra tutto strano. Voglio dire... essere arrivato fin qui, dover tirare le somme di una vita intera...”
“Guarda che ci restano ancora un bel po’ di anni da vivere,” lo interrompe, indispettita, la moglie.
“Lo sai? La cosa che mi sorprende di più,” prosegue lui, come se non l’avesse sentita, “è che in cinquant’anni non sei cambiata di una virgola.”
La luce del vespro par quasi tremare per lei, quando la donna ha come il sentore che lui stia per pronunciare quelle famose parole proprio adesso, dopo averle negate per tanti anni.
“Quello che intendo è... Possibile che la tua cucina faccia ancora così schif-”
“Zitto e mangia!”





{Flawless}






*

Prima che me lo chiediate: no, non so se effettivamente è possibile che le maledizioni “contratte” a Jusenkyo siano trasmesse alla propria progenie. Diciamo che ho tentato. XD

Poi... sì, ritengo che Ranma potrebbe pensare davvero una cosa del genere, perché malgrado abbia imparato, nel tempo, non solo a convivere con la maledizione, ma anche a sfruttarla, questa resta pur sempre una sorta di “onta” per l’orgoglio di un uomo. Senza contare che, nell’eventualità, sono certa che si sarebbe sentito alquanto in colpa.

Ma lasciamo stare queste faccende un po’ angst, via, e veniamo a noi. XD


apple92, non preoccuparti per le recensioni: ciò che conta è che la storia ti sia gradita. *__*
Sono felice che ti sia piaciuta la figura della vecchia, a proposito. XD (E per il link a “Three days to say I love you”, figurati - dovere. ^^)

Luluchan, sono ufficialmente in debito con te. XD
Grazie per avermi definita un genio, ma io ci andrei piano con certi paroloni - anche se, urca, ovviamente mi fanno piacere. *__*

Uh... sapevo di stare tralasciando qualche altro dettaglio importante. Tiger eyes, suppongo di essermi giocata l’unica carta jolly, sia nello scorso capitolo che in questo. XD
Ti ringrazio davvero per avermi fatto notare questa grossa “svista”, che per la mia salute mentale fingeremo sia una licenza poetica: naturalmente, avrei dovuto pensare di più e meglio allo stato dei personaggi, che difficilmente avrebbe permesso a Ranma di cadere così. La prossima volta presterò una maggior attenzione a certi particolari, che in fin dei conti tanto “piccoli” non sono. ^^
A mia discolpa posso solo dire che, nel tentativo di descrivere i protagonisti in una veste più umana, per così dire, mi sono lasciata prendere un po’ troppo la mano. Spero comunque di risentirti! ^^

Ilarietta_chan, credo che il capitolo qui presente abbia risposto alla tua domanda: sì, Ranma e Akane hanno avuto dei figli. Non ho specificato nulla su di loro perché volevo concentrarmi sui due protagonisti, però. ^^
E, oh, sì, sono proprio due vecchietti adorabili. *__* (XD)


In conclusione, grazie infinite a tutti per le recensioni: insieme alla fantasia, sono il cibo di cui si nutrono i fan-writers, perciò di nuovo - Grazie mille!
Alla prossima! ^^




[In ultimo... Quali saranno le “ultime parole famose”?
Mi spiace deludere i più romantici, che avranno forse pensato ad un dolce I love you, ma io miravo a ben altro. Ovvero... Ranma-caro è sempre stato particolarmente restio ad ammettere che Akane non è affatto meno carina delle altre fidanzate, sebbene qui e là gli sia sfuggita qualche parolina un po’ compromettente. XD
Ecco, è a questo che pensavo.
Perdonate. ^^]


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