Don't Run Away

di amimy
(/viewuser.php?uid=48168)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Here you are, my angel ***
Capitolo 2: *** Something isn't right, now. Girls and cries everywhere. ***
Capitolo 3: *** What you don't know ***
Capitolo 4: *** Old stories & Betrayals ***



Capitolo 1
*** Here you are, my angel ***


Here you are, my angel

Centinaia di volti diversi, con una varietà di espressioni differenti a deformarli, sciamavano e si riversavano all’interno come un fiume in piena.

Grida, schiamazzi, gemiti, lamentele e chiacchiere riempivano l’intera Forks High School, mentre studenti vecchi e nuovi si accalcavano nell’atrio e poi nei corridoi, ansiosi i dirigersi verso la proprio classe e sfuggire alla frenesia da rientro. I corpi caldi premevano sulle porte, si sbracciavano nella folla per arsi notare dai conoscenti, aggiungevano urla su urla alla confusione già soffocante che riempiva l’aria.

In poche parole, era il primo giorno di scuola.

Ad un tratto, mentre camminavo lentamente accanto ad Angela e Jessica, sentii qualcosa spingermi da dietro e dovetti aggrapparmi alle braccia delle mie amiche per non venir travolta. Jessica lanciò un’occhiata folgorante al ragazzino che corse via, superandoci e sparendo dietro un angolo.

<< Non capisco perché quelli del primo anno si ostinino a correre così. Insomma, per me è difficile non fuggire via a gambe levate, come possono correre in classe? >> protestò poi la mia amica.

<< Ciao, Bella. Ehi, ragazze, come va? >> esclamò in quel momento una voce alle mie spalle. Sentii qualcosa premere sulla schiena, mente Mike mi metteva un braccio intorno alla vita.

<< Oh, guarda chi si rivede. Stavamo iniziando a pensare che fossi scappato in Alaska per evitare la scuola. >> lo punzecchiò Jess.

Mike storse il naso. << Non è male come idea, se non fosse per mia madre. Sono sicuro che verrebbe a cercarmi fino in Alaska, se dovesse, e mi trascinerebbe in classe tirandomi per le orecchie. Sarebbe tremendo. >>

<< A proposito di supplizi, qual è l’incubo della prima ora? >> domandai, appoggiando la testa sulla spalla di Mike mentre ci dirigevamo inesorabilmente verso la nostra aula.

<< Musica. Ci è andata bene, almeno potremo schiacciare un pisolino, perché l’ora dopo c’è biologia. >> spiegò Jessica.

Mike si passò una mano fra i capelli biondo cenere. << Oh, fantastico. >>

<< Eccoci arrivati. >> annunciai tetramente, allontanandomi da lui e stringendo forte il polso di Jessica.

Mi feci coraggio, e spalancai la porta socchiusa dell’aula di musica. I miei tre amici mi seguirono all’interno. Io ad aprire la fila, loro dietro. Ci dirigemmo versi i banchi in fondo, quelli quasi addossati al muro. Le due ragazze si accomodarono nei banchi accanto al mio, mentre Mike si sedette alle mie spalle, praticamente attaccato alla parete dietro.

<< Il professore non è ancora arrivato. >> notai, sorpresa. Non era tipico del professor Wolf arrivare dopo gli studenti.

Nel frattempo, la classe si era riempita di alunni ronzanti di energia e nervosismo. Avvertii un brivido scendermi lungo la spina dorsale, senza motivo, come un presentimento. In quel momento, la porta sbatté un ultima volta, con un tonfo autoritario e deciso, e qualcuno entrò in classe.

Non capii perché, allora, ma mi accorsi subito che non era un alunno. Forse fu perché il vociare allegro sparì appena varco la soglia, o forse fu perché la sua grazia e la sua bellezza erano troppo deciso, troppo mature, per appartenere ad un liceale.

I capelli castano ramato gli cadevano sui lati del viso di pochi centimetri, e il volto perfetto sembrava scolpito nel ghiaccio, nonostante gli occhi color smeraldo trasudassero calore. Posso affermare, ancora oggi, che fosse l’uomo più bello che avessi mai visto.

<< E quello chi è? >> sussurrai. Jessica si sporse verso di me, coprendosi la bocca con una mano.

<< Come, non lo sai? Ma dove hai vissuto finora, su Marte? E’ sulla bocca di tutti: quello è Edward Cullen, il nuovo professore di musica.>>

<< Professore? Non è un po’ troppo giovane per insegnare qui? >> s’intromise Mike, appoggiando una mano sulla mia spalla. In effetti, l’uomo sembrava davvero troppo giovane. I lineamenti decisi somigliavano a quelli di un ragazzo sui venticinque, non di più. Ma forse anche meno.

<< Esatto. E guardatelo, non sembra troppo bello per essere un insegnante? Assomiglia di più a un fotomodello, secondo me. >> aggiunse Jessica

<< Già. Magari è un agente segreto in incognito! >> bisbigliò Mike, << O magari è un vampiro e in realtà ha centodieci anni. >>

<< Sì, come no. O potrebbe essere uno zombie che ora ti mangerà e finalmente non dovremo più sentire le tue idiozie, Mike. >>

In quel momento, il nuovo professore andò a passi decisi e aggraziati alla cattedra, si voltò e alzò il viso, scandagliando tutta la classe con i suoi occhi inspiegabilmente magnetici. Probabilmente fu solo un’impressione, ma ebbi la sensazione che il suo sguardo indugiasse su di me più che su ogni altro.

<< Buongiorno, ragazzi. >>

<< Buongiorno, professore. >> rispondemmo in coro, alzandoci in piedi. Anche i ragazzi più indisciplinati, come per magia, sembravano pendere dalle sue labbra.

<< Io sono Edward Cullen, e come avrete capito, sarò il vostro professore di musica, per quest’anno. Spero vi troverete bene con me. >> riprese lui. La sua voce era terribilmente sensuale, roca al punto giusto e dolce come una melodia antica.

<< Vediamo, cosa ne dite di conoscerci un po’ meglio, prima di iniziare? Vediamo…chi vuole iniziare? >> domandò. Nessuna mano si alzò, com’era prevedibile.

<< Bene, allora temo che dovrò scegliere io. Mmm…inizia tu, ti va? >> aggiunse lui, e puntò il dito verso le ultime file di banchi. Verso di me.

<< Ehm…io sono…Isabella Swan, ma può chiamarmi Bella… >> balbettai, accorgendomi solo qualche secondo dopo di quello che avevo detto. Sentii le ginocchia tremare e le guance colorarsi, mentre mi rendevo conto della figura che avevo fatto.

Il professore sembrò trattenere a stento un sorriso, girò intorno alla cattedra e percorse tutta l’aula a grandi passi, avvicinandosi al mio banco.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Something isn't right, now. Girls and cries everywhere. ***


Something isn’t right, now. Girls and cries everywhere.

Il professor Cullen avanzò sorridendo, fermandosi proprio davanti al mio banco. Sentii un brivido di piacere scuotermi, prima di potermi trattenere.

Era talmente vicino che potevo osservare la piega perfetta delle sue labbra, incurvate in un’espressione divertita, e annegare nei suoi occhi. Mi sofffermai un attimo sulle sue iridi, senza sapere bene perché. Quelli che prima mi erano sembrati occhi smeraldo, osservandoli da vicino sembravano di un colore innaturale, come un fascio d’erba appena tagliata immerso nel vino. Pensai per un secondo che portasse le lenti a contatto, ma scacciai immediatamente l’idea: per ottenere quella sfumatura, avrebbe dovuto indossare un paio di lenti verdi davvero scadenti su degli occhi cremisi, e questo non era assolutamente possibile.

Avvertii una fitta sorda all’altezza delle costole, e mi accorsi che Jessica mi aveva assestato una gomitata ben piazzata nel torace.

<< C…come? >> sussurrai a mezza voce, accorgendomi che tutti si erano voltati verso di me.

<< Le ho domandato se per caso lei suona qualche strumento, signorina Bella. >> disse il professore, e mi resi conto che doveva averlo già chiesto una volta, senza che io me ne accorgessi, persa com’ero a contemplarlo. Mi sentii arrossire fino alle punte dei capelli.

<< In realtà, no. >> risposi, e mi resi conto con piacere che la mia voce non aveva tremato. La Bella di sempre, quella sicura e determinata ma gentile, era tornata.

<< Oh, non è vero! >> esclamò Jessica, e per un attimo temetti che mi avrebbe colpita di nuovo. << Lei suona il pianoforte, e anche piuttosto bene. >>

<< Davvero? >> domandò il professor Cullen, e mi resi conto che sembrava sinceramente interessato. << Be’…lo suonavo, ma poi ho smesso di prendere lezioni, e… >>

<< Ottimo, allora. Vede, signorina Swan, io insegno pianoforte dopo la scuola, e sarei lieto di impartirle qualche lezione, se lei è d’accordo. Passi qui verso le otto, se le va. E possono venire tutti quelli che sono interessati, ovviamente. >> propose lui, sporgendosi in avanti e guardandomi dritta negli occhi. Mi ritrassi istintivamente. Poi si allontanò, voltandosi verso il centro della classe, e liquidò la faccenda con un gesto della mano. Così, come se non fosse stato tutto così strano e tremendamente eccitante e in un certo senso inquietante. << Ma adesso basta chiacchierare, e basta con le presentazioni per oggi. Prendete tutti le vostre sedie e formate un cerchio qua al centro dell’aula. Bravi, ragazzi, spingete indietro quei banchi. Ora inizia la vera lezione. >>

***

<< Secondo me è stato eccezionale. >> decretò Jess, battendo un pugno sul tavolo e facendo sobbalzare alcuni vetrini in equilibrio già precario.

<< Oh, non è vero. Lo dici solo perché vorresti portartelo a letto. >> la punzecchiò Mike, improvvisamente attento.

<< Tu continua a dormire, Mike. >>

Eravamo a lezione di biologia, stretti tutti e quattro dietro allo stesso banco.

<< Bella, tu cosa ne pensi? >> chiese Angela, mettendo fine al battibecco fra i due. Spesso poteva sembrare, ad occhi estranei, che la fidanzata di Mike fosse Jessica, non io. Ma in realtà, lo frequentavo da ormai due anni, e potevo affermare con certezza che mi amava. Ed io amavo lui, giusto? Giusto.

<< E’ stato…bravo, sì, ecco, è stato bravo. >>

<< No, Bella, non dirmi che mister-Cullen-corpo-da-super-modello ha abbindolato anche te, ti prego. >> mi supplicò Mike, la voce grondante ironia.

<< Sei pazzo, Mike? Ovvio che la tua Bella ha una gran cotta per lui! “Mi chiamo Isabella, ma lei può chiamarmi Bella”… >> mi fece il verso Jessica con una voce eccessivamente petulante, e nemmeno io riuscii a trattenere una risata, guadagnandomi un’occhiataccia da parte del professore di biologia.

<< Ehi, guardate! >> strillò a mezza voce Mike, lo sguardo incollato a qualcosa fuori dalla finestra appannata. Il cielo era coperto da densi nuvoloni scuri, e nemmeno un raggio di sole rallegrava la scena. Uno scenario perfetto, proprio da primo giorno di scuola.

<< E quella chi è? >> ringhiò Jessica, una punta minacciosa nella voce.

Lunghi capelli biondi che le ondeggiavano sui fianchi, corpo snello e incredibilmente slanciato, pelle color neve. Anche attraverso il vetro sporco, era impossibile non distinguere l’incredibile bellezza della donna avvinghiata al professor Cullen, mentre avanzavano nel parcheggio quasi a passo di danza.

<< Non lo sapete? Quella è Rosalie Hale, è venuta in città con il professore. Si dice che alloggino insieme in un’abitazione enorme nella periferia di Forks, insieme al padre di lui. >> bisbigliò Angela, tornando a concentrarsi sulla lezione.

<< Vive ancora con i genitori? Che perdente. >> << Hanno una relazione? >> dissero all’unisono Mike e Jess, guardandosi poi in cagnesco per l’interferenza reciproca.

<< Ovvio che hanno una relazione, Je. Altrimenti perché vivrebbero insieme? >> risposi, ignorando l’osservazione del mio ragazzo e la fitta di insensata gelosia che mi aveva colpito lo stomaco quando avevo visto lei così stretta al bel professore. Bella, sei proprio una stupida. Lui avrà dieci anni più di te, come minimo. E tu sei già impegnata mi rimproverai da sola, seccata.

Il quel momento, il professore di biologia si schiarì la voce, attraversando l’aula a passi barcollanti, e dovemmo distogliere a malincuore lo sguardo dalla finestra.

***

<< Sono felice che lei sia qui, signorina Swan. >> mi accolse una voce roca nella penombra dell’aula vuota. Le ombre della sera erano calate, donando alla scuola deserta un’atmosfera esageratamente spettrale, da film dell’orrore.
<< Prego, si accomodi. Inizieremo la nostra lezione di piano fra un attimo, se per lei va bene. Temo che stasera saremo solo noi, nessun altro si è ancora presentato... >>

Annuii piano, prima di rendermi conto che forse non mi aveva vista, nell’aula buia. << Perché le luci sono spente? >> domandai, prima di potermi trattenere.

Sicuramente fu solo la mia immaginazione, ma mi sembrò di scorgere un luccichio di occhi sorridenti in un modo preoccupante nelle tenebre.

<< Oh, non ho nemmeno pensato ad accenderle. >> spiegò il professor Cullen. Qualcosa, in quelle parole mi fece accapponare la pelle, anche se non seppi spiegare cosa. << Spero che non ti dia fastidio. >> aggiunse poi, riacquistando il consueto modo gentile e sincero.

<< No, no, non si preoccupi. >> mi affrettai a rispondere, imbarazzata.

In quel momento, prima che potessi fare un altro passo per varcare la soglia della classe, un urlo straziante lacerò il silenzio della scuola apparentemente deserta.



Scusate se riposto questo capitolo, ma mi sono accorta che non aveva pubblicato un pezzo fondamentale del finale e i ringraziamenti, perciò eccomi qua.

Sondaggino: volete Jacob e gli altri del branco in questa storia? Risponete via recensione XD

TetiBella: sono felice che la mia storia ti intrighi! Spero davvero continuerai a seguirla, mi farebbe molto, molto piacere!

hale_y: hihi, Eddy in questo ruolo piace anche a me, magari i miei professori fossero come lui ^^ Lieta che ti sia piaciuto!

nanerottola: già già, direi che Bella ha decisamente attirato la sua attenzione…mmm, chisà se Mike ci ha azzeccato…forse sì, forse no…io non posso rivelare nulla XD Grazie per la recensione ^^

rodney: mi spiace deluderti, ma temo che sì, Bella stia con Mike…ma rimedierò, non preoccuparti…ops! Ho parlato troppo XD Grazie !

BluRose89: contenta che la mia idea ti abbia incuriosito! Spero che continuerai a seguirmi, e di non deludere nessuno di voi ^^

Grazie di cuore a tutti, davvero. Mi farebbe davvero piacere se continuerete a commentare e a seguirmi in questa fic, alla prossima!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** What you don't know ***


IMPORTANTE: per chi non se ne fosse accorto, ieri ho aggiunto un pezzo del secondo capitolo che la prima volta non ero riuscita a pubblicare(chissà perché…boh, il mio computer fa i capricci…) Se non l’avete ancora letto, vi consiglio di dare un’occhiata al finale dello scorso capitolo…scusate per l’inconveniente…

What you don’t know

Rimasi impietrita, ascoltando l’eco del grido che si spegneva lentamente. Il sangue mi si era gelato nelle vene, e sentivo fiotti di sudore imperlarmi la fronte. Oh, no, c’era decisamente qualcosa che non andava in quel luogo. La sensazione alla bocca dello stomaco che avevo tentato di reprimere fino a quel momento si accentuò ed esplose, trasformandosi in pausa vera e disperata.

<< Co…cos’è stato? >> biascicai, con il cuore che mi batteva a mille e sembrava coprire le mie parole.

In un istante, il professor Cullen balzò dalla sedia sulla quale era seduto e mi fu accanto, appoggiandomi una mano sulla spalla.

<< Non preoccuparti, Bella, tu rimani qui. Io vado a vedere, ma sono quasi certo che sia stata una bidella che ha fatto la conoscenza di un grosso ragno o magari qualche inserviente che è inciampato. Torno subito. >> disse tranquillamente, e un sorriso rassicurante gli incurvò le labbra; ma i suoi occhi lampeggiarono pericolosamente, solo per un attimo. Ora che era così vicino, anche nella penombra, potevo scorgere qualcosa nel suo sguardo color smeraldo, qualcosa che non mi piacque.

Sparì nel corridoio buio con un ultimo sorriso di conforto verso di me, borbottando qualcosa di incomprensibile. Mi sembro di riconoscere parole come “ Stupida” e “incauta” e ancora “scopriranno”, ma la sua voce era tanto bassa che un attimo dopo pensai di essermi immaginata tutto, mentre anche l’eco dei suoi passi spariva. Di certo mi ero presa un bello spavento, e non ero nelle condizioni di giocare alla detective.

Rabbrividii, pensando al terrore che si era impossessato di me quando quell’urlo aveva riempito l’aria. Non sapevo perché, ma stentavo a credere che quel grido fosse dovuto a un qualche ragno o ad una caduta accidentale.

Incerta, mossi qualche passo dentro all’aula vuota, precipitandomi ad accendere le luci. Emisi un sospiro di sollievo quando le lampade al neon sopra di me tremolarono e si accesero, e, rincuorata, mi appollaiai su un banco accanto alla finestra. In attesa.

Che stupida ero stata, in ogni caso: accettare un invito del genere, recarmi lì a sera tarda con uno sconosciuto che mi aveva offerto qualche misteriosa lezione di piano in una scuola deserta. Charlie mi avrebbe certamente uccisa, quando fossi tornata a casa. Non mi ero nemmeno informata sulla durata o sul costo delle lezioni, e tantomeno su chi vi avrebbe preso parte. Mi ero gettata ad occhi chiusi nell’abisso, e solo perché avevo preso una gran cotta per un professore misterioso e certamente inarrivabile. Ed era solo il primo giorno di scuola.

Mi agitai sul banco, a disagio. A quel punto, sarebbe stato scortese prendere e andarmene senza avvisare il professor Cullen, ma più il tempo passava più la sensazione di inquietudine che provavo si addensava.

Guardai fuori dalla finestra, facendo scivolare lo sguardo sui rami secchi che ondeggiavano al vento e sulle luci delle poche macchine che passavano in una strada vicina al di là degli alberi. Era un trucchetto che mi rilassava sempre: concentrarsi sul mondo esterno e non pensare a quanto le cose possano essere sbagliate, spaventose o semplicemente assurde.

Passò mezz’ora, e il professor Cullen non tornava. Iniziai a prendere in considerazione l’idea di andare a cercarlo, ma avevo troppa paura al solo pensiero di muovermi per la scuola da sola.

All’improvviso, scorsi un luccichio nel cortile della scuola, al limitare del boschetto. Strizzai gli occhi, e riuscii a scorgere il baluginio di una lunga chioma bionda dall’aspetto familiare che brillava sotto la luce fredda della luna di settembre.

Poi, quelle onde dorate sparirono fra le foglie in un istante, come se non ci fossero mai state. Dove avevo già visto dei capelli del genere, capelli lunghi che sembravano fili di sole e luna intrecciati? Dove avevo già visto quel portamento veloce e incredibilmente aggraziato? Oppure mi ero solo immaginata tutto, e avevo semplicemente intravisto la sagoma di un animale, come un cagnolino randagio o qualcosa di simile?

Un rumore sulla soglia dalla classe mi fece sobbalzare, distogliendomi dalle mie riflessioni.

Mi voltai, scollando il naso dal vetro freddo.

<< Eccomi, signorina Swan. Mi scusi per l’attesa. Come previsto, non è stato nulla di grave: un ragazzino ha tentato di intrufolarsi nella scuola ed è scivolato. L’ho rispedito a casa. >> spiegò il professor Cullen, avvicinandosi a me e sfiorandomi un braccio con la punta delle dita. Quel breve contatto mi fece rabbrividire d’eccitazione, ma non riuscii ad aprire bocca. Il suo profilo era così bello, così perfetto, da togliermi il fiato. Allungai istintivamente una mano, quasi per toccarlo, per accertarmi che fosse reale, ma un trillo acuto mi fermo. Un cellulare iniziò a intonare una versione sintetizzata di Claire de Lune, ed io abbassai il braccio.

<< Scusami. >> borbottò il professor Cullen, estraendo un cellulare della tasca posteriore dei pantaloni e schiacciando il tasto di risposta con un movimento secco.

<< Carlisle? Qualche problema? >> domandò poi a bassa voce, quasi soffiando nell’apparecchio.

<< Sì, capisco. D’accordo, sto arrivando. >> aggiunse poi, dopo una breve pausa. Spense il cellulare e lo ripose nella tasca, rivolgendomi poi un sorriso dispiaciuto.

<< Sono desolato, ma temo che dovremo posticipare la nostra lezione. Per te sarebbe un problema tornare il prossimo lunedì, stessa ora? >> domandò, apparendo sinceramente rammaricato.

<< No, no, nessun problema! >> mi affrettai ad esclamare, e la mia voce salì di un’ottava. Poi saltai giù dal banco e schizzai via, cercando di scrollare via il rossore dalle mie guance e la paura della mia mente

<< Charlie? Sono tornata. >> annunciai appena spalancai la porta sull’ingresso luminoso. Udii un rumore di passi affrettati, e vidi il volto di mio padre sbucare dalla cucina. Aveva le guance arrossate e la fronte aggrottata, e qualcosa mi suggerì che la colpa non fosse solo del mio ritardo.

Poi notai che indossava la divisa da poliziotto.

<< Charlie, è successo qualcosa? >> domandai, preoccupata.

<< Mi hanno appena chiamato dalla centrale. Devo andare. Un ragazzo è stato trovato morto nel cortile della tua scuola. >> annunciò seccamente, con la voce roca. Sembrava sul punto di crollare. << Morto? >> balbettai, con un filo di voce.

<< Assassinato. >>

Scusate per la brevità di questo nuovo capitolo, ma ho cercato di non comprimervi dentro troppi fatti. Spero davvero che vi sia piaciuto ^.^

Altro sondaggino: volete Nessie? Rispondete sempre via recensione^^ (Mi sa che se continuo così, avrete un sondaggio per ogni capitolo XD)

__cory__: eheh, le cose si stanno facendo misteriose…mmm, non posso svelare nulla su Mike e Jess, comunque…posso dire che qualcosa succederà…sono felice che ti stia piacendo! Spero davvero che continuerai a seguirmi. ^^

Vampirella Innamorata: non preoccuparti, poi verrà anche la sua parte!

rodney: uhuh, mi sa che ci hai azzeccato in pieno, anche se l’urlo non l’ha provocato Eddino…nono, non posso dire nulla u.u Anch’io sinceramente sono anti-Jacob, ma volevo sapere anche il parere del “pubblico” hihi…

AshG: sono felicissima che la mia storia ti incuriosisca, anche se temo di non poter rispondere alle tue domande senza anticipare nulla…comunque si scoprirà tutto presto!Grazie mille per la recensione!

nanerottola: eheh, hai ragione! Thank you per il bel commento! Baci ^^

Martina97: sai,credo proprio che ci saranno più o meno tutti i personaggi originali della saga,perciò non preoccuparti! E sì, penso anche che metterò i Volturi(personalmente li adoro!)

Synie: hihi, mi sa che ci sei andata vicina… Spero di non deluderti!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Old stories & Betrayals ***


Old stories & Betrayals

<< Tutto qui? >> bisbigliò Jessica, visibilmente delusa.

<< Cos’altro dovrebbe essere successo? >> ribattei, incrociando le braccia sul petto.

<< Avanti, Bella. Avevi la possibilità di rimanere tutta la sera vicina così, >> e si strinse a me << al professor Cullen, e mi vieni a dire che te ne sei semplicemente andata? >> mi rimbeccò, sospettosa.

Sospirai. << Jessica, quante altre volte hai intenzione di fartelo ripetere? Non me ne sono andata. Lui ha ricevuto questa telefonata urgente ed è dovuto scappare, perciò tecnicamente mi ha mandata via lui. >>

<< Sei senza speranze, Bella. >> brontolò Jess, scuotendo tristemente la testa.

<< Ehi, vi ricordo che siamo in presenza dell’unico e attuale ragazzo di Bella. Possiamo evitare di fare certe osservazioni? Jess? >> s’intromise Mike, attirandomi a sé. Questa volta, probabilmente per tenermi d’occhio, Mike si era accomodato nel banco accanto a me, e sull’altro lato Jess. Angela era stata relegata nell’ultimo banco in fondo, ma ne sembrava quasi sollevata.

Mi girai, stampandogli un lungo bacio sulla bocca. << Certo, Mike. Tu sei unico. >> sorrisi, allontanandomi.

In quel momento, il resto della classe si alzò in piedi con un “buongiorno” mugugnato, e noi ci affrettammo ad imitarli. Era la terza ora di martedì, il secondo giorno di scuola. In altre parole, l’ora di musica. Fortunatamente c’erano solo due ore di musica ogni settimana, altrimenti dubitavo che sarei riuscita a reggere lo stress.

<< E quella cosa ci fa qui? >> sibilò Jess, infuriata.

Alzai lo sguardo, incuriosita, e vidi la vecchia professoressa Jones prendere posto alla cattedra, schiarendosi la voce mentre si puliva gli occhiali.

<< Fate silenzi0! >> sbraitò la donna per sovrastare il chiacchiericcio che si era acceso al suo ingresso.

<< Oggi il professor Cullen non è potuto venire, perciò lo sostituirò io. Dato che non ho intenzione di sprecare un’ora preziosa e di certo non mi vedrete ballare per l’aula mentre strimpello una chitarra, aprite i libri di storia a pagina ventidue. >>

Cori di protesta si alzarono nella classe, ma la professoressa li sedò all’istante con un’occhiataccia.

<< Grandioso, è il secondo giorno di scuola e quella strega già ci fa sgobbare. Proprio una grande idea, quella del vostro professor Cullen. >> esclamò Mike, contrariato.

Io non sapevo cosa dire. In un certo senso ero sollevata che il bel professore non ci fosse, meno imbarazzo. Ma del resto, non mi allettava granchè l’idea di sorbirmi un’ora di storia in più con quella megera della Jones. E, onestamente, il professore mi mancava. Era totalmente irrazionale, quasi malsano, lo sapevo, ma non potevo farci nulla.

<< Chissà perché è assente, poi. Ieri sembrava in ottima forma. >> osservò Jessica, con uno sguardo sognante negli occhi.

<< Già. Si è anche perso una giornata di sole di Forks, e sono più uniche che rare. >> commentai distrattamente, facendo vagare lo sguardo sul cortile della scuola oltre il vetro. Tutto aveva un aspetto diverso, inondato dai raggi del sole. Chissà come sarebbe stato il professor Cullen senza il consueto grigiore di Forks a circondarlo, mi domandai senza un motivo preciso.

***

<< Chissà cosa aveva di cos urgente da fare Mike. >> ragionai ad alta voce, lanciando un'occhiata ad Angela.

<< Ottima domanda. E anche Jessica sembrava avere fretta di tagliare la corda. >> osservò. Questa era una delle cose che apprezzavo di Angela: si limitava a esporre i fatti, senza dare opinioni troppo personali e soprattutto senza lasciarsi coinvolgere più del dovuto. Era una dote che le invidiavo.

<< Vero. >> concordai.

Era bello passeggiare così per le vie di Forks con il sole che ci inondava il viso. Giornate così belle erano rare, nello stato di Washington, specialmente in autunno.

<< Non sembra esserci molta gente in giro. >> constatai con stupore. Mi ero aspettata una folla abbastanza consistente, con quel tempo, ma io e Angela sembravamo essere le uniche due persone in vista nel raggio di qualche centinaio di metri.

<< Temo che sia colpa della notizia di quel povero ragazzo che hanno ritrovato stanotte. La gente sarà spaventata. È stato tutto molto improvviso, e i più temeranno che stia ricominciando tutto. >>

<< Già, ricominciando. >> ripetei. Sapevo di cosa stava parlando. Una decina di anni prima, quando ero ancora una bambina, c’era stato un periodo di incremento improvviso e vertiginoso di vittime di omicidio nella nostra zona. All’inizio si era sospettato immediatamente di un animale, ma le ferite erano troppo brutali, le vittime troppo numerose, l’area troppo ristretta perché le morti fossero opera di una belva.

E a quanto pareva, era già accaduto in passato, decenni prima della mia nascita. Più volte. Il periodo di terrore era durato poche settimane, poi improvvisamente le morti erano cessate. Ma la tragedia era ancora impressa a fuoco nelle menti dei cittadini di Forks. Sessantadue persone avevano perso la vita nell’arco di poco tempo. E il colpevole non era mai stato arrestato, nessun indizio trovato.

Rabbrividii, gettandomi un’occhiata alle spalle istintivamente. Naturalmente non c’era nulla dietro di noi, né una fantomatica bestia né tanto meno un pazzo assassinato. Ero stata sciocca a farmi influenzare così dal pensiero di una storia vecchia di quasi un decennio.

Eppure, quando svoltammo nel parco, con file e file di alberi a farci da sentinelle su tutti i lati, mi sentii più al sicuro. Il sentiero era infestato da un manto rosso e giallastro di foglie cadute, che assorbivano il rumore dei nostri passi. Altre foglie ci facevano da coperta, appese sui rami sopra le nostre teste.

<< Oh mio Dio! >> esclamai all’improvviso, indicando una panchina di fronte a noi.

Una ragazza dall’aspetto familiare era avvinghiata ad un ragazzo che non conoscevo, assorta in un bacio passionale. Sembrava intenzionata ad assorbire il ragazzo dalle labbra, constatai con un risolino represso.

<< Ecco dove doveva andare Jessica tanto di fretta. >> ridacchiò Angela. Annuii.

<< Già. Ehi, Jess! >> urlai poi, in direzione della coppietta. Jessica si staccò dal ragazzo con un sussulto, alzando lentamente la testa. Aveva le guance color porpora e i capelli tutti arruffati.

Angela gemette, e io mi girai a guardarla, sorpresa. Poi capii cosa avesse visto. Anche il ragazzo aveva alzato la testa. Era Mike. Il mio ragazzo. Il mio Mike.





Ciao a tutti! Hihi, il mistero si infittisce, e guardate un po’ cosa combinano Mike e Jess…nono ragazzi, non si fa XD

Antonya: urgh, in realtà credo di averti fatta spettare un po’, mi spiace ^^ sono stata impegnatissima, ultimamente…Grazie mille per i complimenti e per il bellissimo commento. Mi fa davvero molto piacere vedere che ti piace. Spero continuerai a seguirmi ^^

__cory__: uau, quante supposizioni! Mi sento in colpa perché non posso svelare niente e quindi non posso risponderti…ma sarebbe un peccato rivelare già come finisce u.u Grazie mille per tutto!

RenEsmee_Carlie_Cullen: grazie, sono felicissima che ti piaccia. A presto, ciauu!

AshG: eheh,Nessie, se ci sarà, sarà moooooolto più avanti nella storia…ma non dico altro, anche perché non ho ancora deciso se metterla o no…ciau!

kawaiireby: Ciau! Adesso so che sei tu XD Io mi sono persa gli ultimi due libri del DDV o.O Ma se mi dici che sono tutti belli li compro! Grazie per i complimenti ^^

nanerottola: e più si andrà avanti più le cose si faranno misteriose…per ora posso dire che almeno il ragazzino non era nessuno che loro conoscessero(ma nel prossimo capitolo ci sarà una rivelazione pazzesca sull’omicidio…non aggiungo altro…), anche se per il suo comportamento ammazzerei Mike con le mie stesse mani(sì, lo so che sono io che lo faccio comportare così perché sono io quella che scrive, ma comunque mi da sui nervi XD) Grazie mille per i commenti!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=428570