Too much love will kill you;

di Christine_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rome: City of Dreams ***
Capitolo 2: *** Appearance can be deceptive ***
Capitolo 3: *** And Then.. We Met. ***
Capitolo 4: *** Want you in my life ***
Capitolo 5: *** Troubles ***
Capitolo 6: *** Bad Romance ***
Capitolo 7: *** Hot 'n' Cold ***
Capitolo 8: *** Evangeline and the Relief ***
Capitolo 9: *** Too Much Shouts ***
Capitolo 10: *** Broken ***
Capitolo 11: *** Happy Ever After ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Rome: City of Dreams ***


Rome
Rome: City of Dreams




- Ed è per questo che andrete a Roma a intervistarli –

Ho la bocca spalancata e mi giro a guardare i miei compagni di corso. Sconvolti anche loro.
Ah, scusate. Non vi ho neanche detto dove ci troviamo. Il continente è l’America, la città e New York. In modo particolare negli edifici della New York Film Academy.
E per essere ancora più precisi ci troviamo al nostro secondo anno.
Venticinquenni con un sogno in comune: entrare nel mondo del cinema.
Ed è anche per questo che continuiamo a guardarci sconvolti.

- Voglio che torniate con un’idea. E che sia buona. Perché è da lì che partirà il vostro esame finale -
Nella mia testolina girano poche parole.
Io, Katherine Masters, Roma.
Roma è sempre stata il mio sogno, fin da piccola. Ho sempre desiderato poter studiare lì un giorno.. e ora sto per andarci. Non propriamente per molto tempo.. ma metterò piede sul suolo romano. Quale americano non sogna di andare in Italia, d’altronde?
Non appena il professore si gira a guardare nella direzione opposta alla sua per spiegare meglio il tutto, infilo una mano nella borsa per cercare il cellulare.
Andrea deve saperlo subito, subito.
Non appena lo tiro fuori, però:
- Masters, se mi costringi a tagliarti le mani, non vedo come potrai diventare una sceneggiatrice un giorno -
Ma come ha fatto a vedermi se era di spalle? Mi odia, semplice. Fin dal primo giorno in cui ho varcato la porta dell’Accademia. Masters qua, Masters là.
Il mio nome è quello che ricordava meglio. E mi dispiace per questo comportamento. L’ho sempre ammirato. Ha solo dieci anni più di me e una passione per quello che fa spaventosa. Ma perché mi odia? Non gli ho fatto niente di male. Non farei mai niente di male ad un bell’uomo del genere. Okay, Kath. Censurati i pensieri.
Il fatto che ho un debole per lui da.. praticamente sempre, non lo sa nessuno. E cerco di autoconvincermi che non sia vero.
Rimetto il cellulare nella borsa e cerco di concentrarmi sulle parole di Stroger. Solo sulle sue parole. Non su di lui. Più che altro cerco di non filmeggiare troppo sul prossimo viaggio a Roma. Ma filmeggiare è una di quelle cose a cui non si può mai dire di no. Già mi vedo sulle scale di Trinità dei Monti. Poi entrare in un negozio Gucci. Poi far innamorare perdutamente l’erede del più grande imprenditore italiano, che oltre ad essere pieno di soldi è anche maledettamente bello e sexy. Alto, scuro e con due diamanti azzurri al posto degli occhi. E’ normale che lo stia immaginando come Stroger? No. Poi.. bè, sapete già come vanno a finire questi film, no?

- Masters, sei pregata di tornare nel nostro mondo -
No, non finiscono propriamente così.
- Scusi - dico. Forse è meglio lasciar stare i film per ora. Ho a disposizione il viaggio in metro prima di tornare a casa.
E due intere settimane nella città eterna, la città delle favole. Roma.


  
- COOOOOSAAA? - L’urlo di Andrea si è sentito perfettamente anche al piano di sopra. Dell’edificio di fronte.
- Andy, respira che non ci credo neanche io - le dico sdraiandomi sulla poltrona.
- Quindi dovete andare a Roma, tra l’altro con quel figo di professore, intervistare un macello di attori per farvi venire un’idea? Porca troia dovevo iscrivermi anch’io.. –
Andrea. Che sparla mentre va in cucina. Indossa la sua solita vestagliona di pile celeste, con millemila panda disegnati sopra. Dice che è il suo orgoglio, ma che nessuno la vedrà mai.
Nessuno oltre la sua coinquilina, naturalmente. Io e Andrea viviamo insieme da quando abbiamo deciso di renderci indipendenti. Siamo newyorkesi DOC ma dopo il liceo abbiamo deciso di andare a vivere insieme, da sole. In fin dei conti siamo amiche da.. da.. bè, diciamo un’eternità. In realtà doveva vivere con noi anche Helèna, l’altra parte del treppiedi. Ma lei ha scelto un’università più lontanuccia, Inghilterra per la precisione.
- Mi devi promettere una cosa - continua Andrea urlando dalla cucina - che se incontri Mr Depp devi riportarmelo. Vivo e intero e.. -
Sto per provare a controbattere ma entrambe sappiamo cosa stavo per dire.
- E no, cara. So già cosa stai per dire. Non lo voglio usato -
Mi scappa una sonora risata mentre mi alzo dalla poltrona.
- Così finalmente riuscirai a portarti a letto Stroger.. Jack Stroger -
La solita. – Andy, finiscila. A è il mio prof e B mi odia -
- Sese - e inizia a sparlare per i fatti suoi.


Devo assolutamente andare a fare una doccia. Sono stanca, più che stanca. So che Andrea mi chiederà di andare a fare un giro stasera, ma non ho voglia. Allora, meglio infilarsi subito il pigiama così capisce l’antifona. M’infilo sotto la doccia e lascio che tutti i pensieri mi scivolino addosso. Fra meno di una settimana parto per l’Italia.
Per la mia personale mini avventura. E non vedo l’ora.

- Brutta stronza, non pensare di uscire dalla doccia e infilarti il pigiama. Stasera. Sì. Esce. -
Lalalalalalalalala. Cerco di ignorare la voce di Andy. Ma non posso far finta di non aver sentito. Ecco qual è il contro del vivere con la propria amica d’infanzia.
Ti conosce fin troppo bene.

- Andrea, ma.. - provo a protestare.
- Ma è morto, cara. Susu, che ti porto in un bel posto –
Ecco, adesso ho paura.
- Chi devi presentarmi stavolta? – chiedo sbuffando mentre m’infilo l’accappatoio.
Nessuna risposta dall’altra stanza. Chi tace acconsente, no?
Sarà sicuramente l’amico del suo nuovo psicologo.
- E’ un amico di Nate - Bingo.
Mi scappa una risata. – Ci avrei scommesso qualsiasi cosa – dico.
- Senti, non solo che ti presento nuova gente! Dovresti essermi grata che cerco di farti scordare Jack! – mi risponde affacciandosi in bagno. Di tutta risposta, le tiro un asciugamano in faccia.
- E cosa pensi dirà il signor Depp quando saprà che esci con Nate? – le urlo stavolta dalla camera da letto. Adesso sono immersa nella contemplazione del suo armadio.
- Mi dirà: Oh Andrea! Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto.. -
Rido ancora. Credo che non mi stancherò mai delle sue uscite idiote.
Controvoglia tiro fuori dal cassetto una maglietta rossa a collo alto, getto un altro sguardo nell’armadio e tiro fuori i pantaloni neri che ho comprato due giorni fa.
Che Andrea mi ha obbligato a comprare due giorni fa. La maniaca dello shopping fra le due, è sicuramente lei.

Nel frattempo la pazza nell’altra stanza canta Il Fantasma dell’Opera mentre si trucca.
- Andrea, ma cosa sai su questo tipo? – le chiedo entrando in sala.
- ..mondo non fu umano con meee..
- Andrea –
- Sììì –
- Dimmi che almeno sai come si chiama –
- Il nome lo so – esplode girandosi verso di me – Peter! – e torna a ritoccare l’ombretto.
- E’ l’ultima volta che ti do ascolto, ricordamelo – le dico tirandole uno schiaffo dietro la nuca. Da quando ha i capelli corti è anche meglio.
- Sei manesca, e so che non è l’ultima volta che lo dirò –
- Non sono io che sono manesca, sei tu che sei troppo delicata, muovitiiii! –
 

- Sei fortunata che non avevo la boccetta di cianuro dietro. E’ solo per quello che sei viva. Quel Peter è la persona più noiosa che esista -
E’ da quando siamo andate via che non faccio che ripeterle le stesse cose.
- Senti, io non lo potevo sapere – sbotta Andrea dopo secoli di silenzio. Mi giro e le faccio uno sguardo truce.
- Okay, okay – Si è arresa.
Mentre m’infilo il pigiama Andrea, sempre con la sua vestagliona, si viene a sdraiare sul MIO letto. Con il cuscino sulla testa.
- Almeno dimmi che questa cavolo di serata ha un suo perché - mi giro e vedo che ha ancora il cuscino sulla testa.
- Ci hai fatto sesso almeno? –
Sento un “sì” sussurrato.
- Brutta stronza! Non mi dici nulla? Com’è? -
Finalmente sposta il cuscino.
- E’.. mi è piaciuto ma non credo ci sarà un’altra volta -
Sbarro gli occhi. Questa è completamente uscita!
- Perché Andreeeee! -
- Perché non mi va.. E’ il mio psicologo! -
- Cambia psicologo! -
- Non posso -
Meglio arrendersi. Conoscendola, la guerra è persa in anticipo.
- Vabè, però adesso alzi il culo e vai a dormire in camera tua, susu - dico cercando di farla rotolare giù dal letto. Si regge al piumone blaterando non so cosa.
- Ringrazia che sono troppo stanca per prenderti di peso e portarti di là –
L’infame non se lo fa ripetere due volte: toglie la vestaglia sexy e si infila sotto le coperte.
- Buonanotte - le dico spegnendo la lampada.
- Domani shopping per il viaggio? - risponde Andrea.
- Sì - sussurro quasi soffocata dalle coperte.
Andrea si gira e accende la luce. Non l’avessi mai detto. Ora inizia ad elencare i 46378 negozi in cui deve portarmi.
- Dormi - la minaccio ringhiando e spegnendo di nuovo la luce.
Di tutta risposta la riaccende e ricomincia a parlare. Sto per ucciderla.
- ANDREA - le ringhio ancora.
- Okay, notte. Ma domani, cara Kath, usciamo io, tu e la tua carta di credito. Anche la mia visto che ci sono – e spegne la luce.
 

Perché ci metto sempre tre ore a trovare la mia valigia? Eppure dovrebbe essere qui, cazzo.
- Katherineeeeeee - sento urlare e mi giro.
Vedo Andrea con la mia valigia ai piedi e le braccia spalancate. E' una settimana che non la vedo e un abbraccio stritolante se lo merita.
- Mi sei mancata, tanto - le sussurrò nell’orecchio.
- Anche tu, Kath - mi risponde e mi da un bacio sulla guancia.
Sento vibrare il cellulare nella giacca e mi sciolgo dall’abbraccio.

< Domani dovrei essere a NY. Spero il viaggio sia andato bene. Ci sentiamo, un bacio >

Premo il tasto rosso e alzo gli occhi verso Andrea.
- Voglio. Sapere. Tutto. - mi intima.
Una volta a casa torno con la mente a una settimana prima…
 

- Vi do un’ora per rimettervi in sesto. Alle sette in sala conferenze. Il vostro lavoro avrà inizio domani e voglio che… MASTERS!  -
Sento il gomito di Sarah, mia compagna di corso, sulle costole.
- La sto ascoltando, professore - sbotto. Ma possibile che abbia tutto quest’odio nei miei confronti?
A ottobre Roma è meravigliosa. Io però faccio poco testo perché per me sarebbe stata meravigliosa comunque. E’ come se fosse circondata da un’aurea di magia.
Credo sia per questo che la chiamano città eterna. Qui, ogni mattonella trasuda storia. Per questa strada hanno camminato uomini che avevano nelle loro mani tutto il mondo conosciuto. Okay, sto divagando.

- Vi spiego in breve queste due settimane romane. La parola d’ordine è intervistare. Ad ognuno di voi spetterà un tot di attori e registi da intervistare. Per i restanti giorni visionate i film partecipanti al Festival. Naturalmente, dirvi che dovrete recensirli mi sembra una cosa più che scontata. Voglio però ricordarvi che dovrete tornare a New York con un’idea che vi servirò per l’esame finale. Non è una cosa da niente, chiaro? –
Dopo averci dato le ultime indicazioni, finalmente ci da la buonanotte.
- Masters, vieni un attimo qui – La buonanotte a tutti meno che a me.
- Non ho intenzione di passare le prossime due settimane a richiamarti, chiaro? -
- Certo, professore –
- Magnifico - dice voltandosi ma lo fermo.
- Scusi io.. le volevo chiedere un favore -
Stroger si gira di scatto senza parlare. Ha degli occhi color ghiaccio. Da lontano sembrano più scuri.
- Se possibile.. ehm.. come dire.. non vorrei intervistare gente di .. un certo rilievo. Importanti diciamo. Ho paura di andare nel pallone, bloccarmi -
Stroger sembrava deluso dalla mia richiesta.
- Vedremo, Masters. Ora vai a dormire - dicendo queste parole mi volta ancora una volta le spalle. Era un sì o un no? Mi odia, non finirò mai di ripeterlo. Ma perché? Cheppalle. E poi solo con me ha questo atteggiamento. Solo me chiama per cognome. Con gli altri è simpatico, disponibile. Insomma è giovane, è ovvio che sia così?
E’ anche piuttosto sexy ma non credo che si comporti con me in questo modo perché crede che.. Oh, Dio. No, no. Ripeto che è piuttosto affascinate ma è il mio professore. Resettando questi pensieri mentre entro in camera decido che devo parlargli. Domani.


 
- E infine a Sarah.. Mr Bloom - dice Stroger passandole in mano un pass all-access.
Sta per svenire, me lo sento. Mi guarda quasi in trance e le faccio un sorrisone a 45 denti.
Poi manda tutti via. E a me?! Perché vanno tutti via? Gli ho chiesto di non darmi qualcuno di TROPPO importante, non di lasciarmi senza lavoro!
Mi avvicino al professore che sta parlando con un tizio che non conosco.
- Mi scusi - cerco di intromettermi.
- Masters non vedi che sto parlando? - mi risponde senza neanche voltarsi a guardarmi. Che novità. Mi allontano sbuffando e lo aspetto qualche metro più in là a braccia conserte. Dopo pochi minuti si avvicina.
- Cosa c’è di tanto importante? - sbotta.
Ehi, un attimo. Qui quella che dovrebbe essere incazzata sono io!
- Non so, forse il fatto che mi ha lasciata con le mani in mano? -
Mette la mano in tasca e tira fuori un all-access per me.
- Volevo dirtelo più tardi ma a quanto pare.. allora, stamattina c’è l’anteprima di New Moon, il secondo episodio della saga di Twilight – Ma và. – Ti voglio davanti a quello schermo. Il pomeriggio hai Robert Pattinson. Naturalmente per stasera voglio recensione e articolo dell’intervista - dice e se ne va. Questo è totalmente fuori!!
- ROBERT PATTINSON?!! Le avevo chiesto nessun attore importante! - gli urlo dietro.
- Abbiamo concezioni diverse del termine “importante” -
Naturalmente mi risponde mentre è di spalle.
Oh, Dio.
Una settimana così e vado fuori di testa.



Per riuscire a pubblicare c'è n'è voluto un bel po'. E lo sanno le due stelle che mi hanno dovuto sopportare mentre le supplicavo dicendo che non volevo farlo. Ma ora sono qui.
La storia è dedicata a tutte le belle ragazzuole che mi hanno aiutato in tutto.
In primis, Federica, Saretta e Flavia (anche se non è propriamente d'accordo sulla fine!).
Non avrei mai pensato di scrivere su Bob, e invece.. Mai dire mai ;)


Sono pronta a qualsiasi tipo di recensione, don't worry. Siate crudeli, massacratemi.
Scrivete qualsiasi cosa vi passa per la testa mentre leggete. Sarò ben felice di leggere tutto.


Un bacio, spero a presto.

Xoxo,
Rachele in arte C.

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Capitolo 2
*** Appearance can be deceptive ***


cc
Appearance can be deceptive





Sono un fascio di nervi, digiuna per giunta. Per l’agitazione sto morendo di caldo e ho tolto giacca e sciarpa. Qui mi guardano tutti storto. 
Mr Pattinson è in ritardo di dieci minuti. Muoviti, cavolo!
Nel frattempo guardo il foglio dove dovrei aver scritto le domande da fargli.. Bianco. Spero in un’illuminazione fulminante in quel momento.

Sento del chiasso fuori dalla porta. Sono loro. Ci sono la Stewart, Taylor Lautner, Chris Weitz e.. ma dove diavolo è quel sant’uomo? Se entro due minuti non è qui, io..
- Katherine Masters, della New York Film Academy? –
 Mi giro di scatto e con la mano urto la pancia dell’uomo che mi sta di fronte. Ora mi tende la mano.
Porca, questo dal vivo è nettamente migliore.
- Sì, m-m-mi scusi – farfuglio. Kath, ripigliati.
- Dammi del tu, posso darti del tu, vero? – dice mentre si siede davanti a me e sorride.
Nono, non sorridere ti prego.
- Certo, certo -
- Scusami per il ritardo –
- Ritardo? Non me ne ero neanche accorta! – e il naso si allungò.
Adesso in teoria dovrei fargli delle domande. Cazzo.
- Allora, finalmente l’uscita del secondo capitolo della saga di Twilight. Come ci si sente a essere l’idolo di ogni ragazzina? – Domanda più banale non potevo farla.
Ride, continua a ridere. Ha un sorriso da togliere il fiato.
- Vuoi sapere la verità? Non è sempre così entusiasmante come sembra. E’ bello sentirsi amati in quella maniera, per carità. Ma quando iniziano a chiamarmi “Edward” e a chiedermi di morderle diventa alquanto stressante –
- Robert, mi dispiace. Io le odio le ragazzette quando fanno così, e.. – Che. Cosa. Diavolo. Sto. Dicendo. Mi blocco e sorrido.
- Scusa Robert, è che non ho mai intervistato nessuno in vita mia. Infatti avevo detto al mio professore di non darmi nessuno di importante altrimenti avrei fatto una figura del cavolo come sto facendo ora. Non che non sia contenta di intervistarti, ma.. – Logorroica. Il mio più grande difetto.
- Calma, calma Katherine. Non ti preoccupare. Anzi, così mi hai tranquillizzato. Non dovrò passare i prossimi minuti con una stronza che mi riempie di domande –
Schietto, insomma.
- Ti sembravo una stronza? – chiedo ridendo.
- Assolutamente no! Ti stai tranquillizzando vero? – Ha ragione, sono meno tesa. – Lo vedo da come ti sei seduta –
- Mi stai psicanalizzando? –
- Ci sto riuscendo? –
- Sì, sei bravo anche a fare lo psicologo – dico sorridendo e lui risponde al sorriso.
- Stavi dicendo di quel professore –
- Ah, sì. Mi odia e non so perché. Poi, per giunta.. Ehi. Qui quella che deve fare le domande sono io! –
- Era per chiacchierare. Se ti va –
Strano ma vero, mi sto divertendo. Abbiamo parlato del mio rapporto controverso con Stroger e ora stiamo parlando dei mille flirt che gli affibbiano.
- Praticamente mi sono fatto tutto il mondo femminile eccetto Michelle Obama – inizia a ridere.
Un uomo gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Nel frattempo mi guardo intorno. Non mi sono accorta che sono usciti tutti e.. è passata un’ora?!
- Katherine io dovrei andare.. Facciamo una cosa. Ci vediamo stasera qui, okay? Facciamo per le nove e mezza?  Così facciamo l’intervista vera e propria e riesci a scrivere qualcosa -
Pattinson mi sta dando un appuntamento. Ma beeeene. Accetto e lo saluto con due baci sulla guancia.

< Salvare le modifiche a “New Moon”? >
< Sì >
Okay. Fortunatamente ho finito in tempo. Fra meno di mezz’ora Robert sarà al ristorante dell’Hotel. Devo ammettere che mi fa particolarmente effetto dirlo. Dice che mi aiuterà a scrivere l’articolo. Bello, lui.
- Hai finito? – mi chiede Sarah.
- Siii – le urlo dall’altra stanza – ora mi preparo –
Mi arriva un cuscino in faccia.
- Ti ho già detto che sei una stronza? -
- Io? Sei tu quella che è stata con Mr Bloom! –
Poi mi chiudo in camera e la sento urlettare. La valigia l’ho svuotata ieri sera quindi posso permettermi i miei dieci minuti in contemplazione dell’armadio. Jeans chiaro e maglione nero con lo scollo a V. Mi guardo allo specchio dietro la porta. Potrei andare bene. Prendo il computer, saluto Sarah e chiudo la porta dietro di me. Mentre scendo le scale penso al fatto che a Andrea ho mandato solo un messaggio. Vorrà dire che quando rientro in camera la chiamo.. E sarà una lunga telefonata.
Trovo Robert già seduto al tavolo. Ha spaccato il minuto.. Eppure lo credevo un tipo ritardatario. Ecco, Kath. Mai giudicare un libro dalla copertina, ricordalo. Appena mi vede si alza e mi viene incontro.
- Ciao! Finita la recensione? – mi dice dandomi due baci sulle guancie.
- Sì, fortunatamente. Sperando che vada bene – dico sedendomi di fronte a lui.
- Poi male che va me la fai leggere, okay? Però prima scriviamo l’articolo? –
Scrivere l’articolo? Ma non dovevo intervistarlo? Lo guardo con la faccia un po’ titubante e lui capisce.
- Tanto vale che scrivi direttamente l’articolo sennò stasera fai davvero le ore piccole – mi dice sorridendo. Perché si preoccupa così tanto? Gli voglio già bene.
- Grazie, però qualche domanda devo fartela comunque. Voglio che sia un articolo.. Colorato, frizzante – dico, accendendo il computer.
- Devo avere paura? –
- Naaaaa –
Appena il computer si accende lo guardo e rido.
- Sei pronto? -
- Vai, sono pronto –
- Anche a domande impertinenti? –
- Basta che non mi chiedi se ho un tatuaggio sull’inguine o piercing nascosti bene –
- Peccato, quella doveva essere la mia prima domanda –
Ride. Vi ho già detto che adoro il suo sorriso?
- Allora, Prima domanda impertinente. Ad un certo punto del film ho notato qualcosa che.. non mi quadra.. Diciamo così –
Sbarra gli occhi. – Cosa? –
- Mi spiego meglio. Quando Edward è pronto a morire.. Nella piazza.. Mostra un fisico che.. – e inizia a ridere.
- Già ridi? Hai capito, eh? Dai, su Rob quella tartaruga da dove è uscita? –
- Brava osservatrice. Gli effetti di una buona palestra.. –
Adesso quella che ride sono io.
- Voglio la verità - dico fra le risate – non che tu non abbia un bel fisico ma quella tartaruga.. Daiii -
- Devi smontarmi in questa maniera? – dice serio. Oh, merde. L’ho offeso davvero.
- Io, Robert.. Non volevo. Io credevo fosse una domanda divertente e .. –
Mi guarda e poi scoppia a ridere nascondendo il viso fra le mani.
- Stronzo! – gli dico lanciandogli il tovagliolo.
- Non ho resistito alla tentazione, scusa – dice facendo finta di asciugarsi le lacrime – Adesso faccio la persona seria –
- Altrimenti faccio tutto da sola e mi invento ogni parola –
Due ore dopo abbiamo finalmente finito di scrivere.
- Sono fiero e orgoglioso del mio primo articolo – dice e di tutta risposta gli tiro uno schiaffo sul braccio.
- Io scrivo e tu sei fiero del mio lavoro? –
- Sì. E’ la prima volta che aiuto a scrivere un articolo su di me –
Chiudo il computer e gli sorrido.
- Grazie Robert. Adesso però devo affrontare Stroger – dico sbuffando e alzandomi.
- Fammi sapere come va, tanto ci rivediamo, no? –
Mi ispira proprio tenerezza. Cioè, in teoria dovrei volergli saltare addosso. Ma mi viene solo voglia di abbracciarlo. E così faccio.
- Masters! – Questa voce, la solita voce.
- Non ti ho mai detto che non bisogna mischiare la vita privata con il lavoro ma mi sembrava scontato! –
- Prof lei.. Non capisce – cerco di difendermi.
- Io invece capisco – dice e come al solito va via. No, stavolta non mi volta le spalle. Robert mi spinge verso le scale e lo saluto con un cenno della mano.
Faccio le scale a tre a tre e al quarto piano lo vedo girare l’angolo. Lo stesso mio. Rientro in camera per poggiare il computer.
- Kath ma che.. – Sarah in pigiama che non ci sta capendo nulla.
- Poi ti spiego – le dico e poggio il computer sul letto.
 Mi catapulto contro la sua porta iniziando a bussare furiosa.
- Masters puoi continuare quanto vuoi. Non voglio sentire le tue scuse –
- Adesso invece lei mi sta a sentire. Anche se ho una porta davanti. Tanto di solito non parlo con lei ma con le sue spalle. Non ce la faccio più con questo atteggiamento da parte sua.. Mi disprezza, lo so. Ma voglio sapere il perché. E’ simpatico con tutti, eccetto che con me. Chiama tutti per nome ma io sono solo Masters. Cosa le ho fatto me lo spiega? – ora mi sento meglio. Gli ho urlato addosso tutto il veleno che avevo dentro. Vedo la porta aprirsi e lui furioso.
- Vuoi davvero saperlo? – mi sussurra quasi con un ringhio buttandomi addosso gli occhi chiarissimi.
- Sì – dico decisa.
- Perché sono attratto da te. Dal primo istante in cui hai attraversato la porta dell’Accademia. Ma io sono un tuo professore, non potevo fare nulla. E allora ho iniziato a comportarmi così.. per non rischiare di peggiorare le cose –
Okay. Adesso sono sconvolta davvero. Eppure non mi sembra che abbia bevuto, è lucido.
- Sapevo che non sarei riuscito ad ignorarti e allora mi comportavo così. Non ho mai avuto il coraggio di chiamarti Katherine –
Cosa faccio? Cosa dico? Rimango a fissargli il petto. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Avrei dovuto capirlo? Alzo lo sguardo verso di lui. E’ davvero.. bello. E non devo dire stronzate a me stessa.. Anche io sono attratta da lui. E non poco. Però non devo essere impulsiva. Non essere impulsiva. Tre secondi dopo ho le mani attorno al suo collo e le mie labbra sulle sue. Poi mi prende per la vita e mi porta in camera. Mentre lo bacio vedo che con la gamba chiude la porta.

No, non ho il coraggio di aprire gli occhi. Sto cercando di resettare quello che è successo. Poi sento il suo braccio che mi stringe la vita. A questo punto posso anche aprire gli occhi. Non sono mai stata troppo brava a negare l’evidenza. Allora, ricostruiamo quello che è successo ieri sera. Ero fuori dalla sua porta ad urlare, poi lui ha parlato, dieci secondi dopo ero nel suo letto, sotto di lui. Mi giro a guardarlo. Oh, Dio. E’ proprio bello. E se devo dire la verità mi è proprio piaciuto ieri sera. Lo sento mugugnare e poi aprire gli occhi.
- Buongiorno.. Katherine -
Mi fa strano essere chiamata per nome da lui. Ah, mi fa strano essere chiamata per nome, mica averci fatto sesso. Sono da rinchiudere.
- Giorno, Jack -
- Credo dovremmo parlare – mi dice richiudendo gli occhi. Una tentazione in meno.
- Lo credo anche io – riesco a dire.
- Dobbiamo.. far finta che non sia successo nulla. Anche se non posso negare che ieri notte è stata davvero fantastica. Però.. non sono pronto a lasciare mia moglie -
Cosa? Ha davvero detto moglie? Sposto il suo braccio.
- Moglie? Sposato? – Possibile che non lo sapessi?
Si siede sul letto mentre io mi alzo cercando qualcosa da mettere addosso.
- In teoria non sono ancora sposato.. La cerimonia è fra due settimane – cerca di giustificarsi.
In questo momento ho solo voglia di urlare. Ma è possibile? Mi vesto il più velocemente possibile. E vado dritta verso la maniglia della porta.
- Okay, Professore. Diciamo che .. Adesso lei mi inizierà a trattare normalmente. Almeno mi chiamerà per nome.. E io cercherò di scordare questa serata -.
Dovrei raccontare tutto a qualcuno. Vado nella mia camera ma Sarah è già uscita. Devo chiamare Andrea. Faccio il numero ma dopo il primo squillo penso che ci divide un oceano e che il fuso orario non è indifferente. Ma io non posso rimanere un attimo di più in queste condizioni. Prendo le chiavi della camera e scendo nella Hall. Vorrà dire che stamattina visiterò Roma, da sola. Sperando di perdermi.
Stringo ancora di più la sciarpa e decido di andare a sinistra. O forse destra. Non sono mai stata brava a distinguerle. Adesso devo riordinare i pensieri. Ho scopato con un uomo che si sposa fra due settimane e che, tra l’altro, è il mio professore da due anni. Perché sempre a me? Non mi piace essere trattata così. Poi perché proprio me? Perché.. Ahio! E adesso chi è questo cret-
- Katherine! -
- Robert? – Checculo.
- Cosa ci fai già in giro? – mi chiede.
- io? Tu piuttosto! –
- Volevo girare Roma in santa pace –
Ecco spiegato il motivo del cappellone e dello sciarpone che ha addosso.
- Idem – gli dico e abbasso la testa.
- Successo qualcosa? – mi chiede. Fosse una cosa sola. Senza parlare mi prende sottobraccio e iniziamo a camminare. Nessuno dei due dice una parola, fino a che, percorsa tutta via Condotti arriviamo a sederci a Trinità dei Monti. Saranno le undici più o meno.. Ho perso la concezione del tempo.
- Adesso parli – mi intima sedendosi accanto a me.
- Abbiamo fatto sesso – dico continuando a guardare un punto vuoto davanti a me.
- Tu e.. –
-Jack. Jack Stroger. Il mio professore –
Il silenzio di Robert è piuttosto eloquente.
- Che mi ha anche detto che fra due settimane si sposa -
Ancora silenzio.
- Ti prego Robert, parla -
- Ti dà fastidio perché l’ha fatto lui o perché.. –
- No, non mi dà fastidio perché è stato lui. Ma perché mi succede sempre così.. C’è sempre qualcosa che non va. E grazie a Dio questa storia è morta prima di nascere –
- Mi dispiace Kath – Mi abbraccia – Mi dispiace davvero –
Lo stringo più forte.  Ho davvero troppo bisogno di un abbraccio.
Quando mi allontano, lo guardo un attimo negli occhi e poi gli sorrido.
- Scusa Robert.. io.. -
- Non ti devi scusare di nulla. Mi fa piacere starti a sentire –
E’ possibile voler bene ad una persona dopo così poco tempo? Cioè, cambio domanda. E’ possibile avere davanti Robert Pattinson, averlo abbracciato e non volergli saltare addosso? Di certo sono ancora etero, altrimenti non si spiegherebbe quello che è successo ieri.
Ridendo e scherzando torniamo davanti all’hotel e nella hall incontriamo Jack. Lo vedo e gli volto le spalle.
- Katherine – sento che mi chiama. Ah, adesso sono Katherine.
- Dica –
- Questa mattina è venuta Sarah a portarmi i tuoi scritti –
- Mi scusi ma stamattina non ero dell’umore adatto –
A questa parole se ne va. Sento sulle spalle una pacca da Robert.
- Ben fatto – sento che mi sussurra all’orecchio e mi rendo conto che è bravo a confondersi in mezzo alla gente.
- Adesso mi dici cosa è successo – pizzicotto infame di Sarah che in un lampo ha attraversato la hall.
- Sisi, parlo parlo – le dico – ah, a proposito. Lui è Robert –
Le stringe la mano tutta tranquilla. Ammiro la sua calma. Robert ride.
- Ma io questa risata – e si blocca. Ora l’ha riconosciuto.
- Scusa è che stamattina quando sono rientrata in camera tu non c’eri –
- Io ero a lavoro, ciccia. Ah, a proposito. Ho dato l’intervista e la recensione a Stroger ma sembrava.. Strano –
Tossisco. E Robert dietro di me.
- Cosa devi dirmi? –
Credo che il colore della mia faccia si avvicini al bordeaux.
- Okay. Katherine ti lascio al racconto. Ci vediamo – e mi dà un bacio sulla guancia.
- E’ stato un piacere conoscerti – dice a Sarah.
Ci vediamo. Eh, certo.
- Ieri sera potevi anche dirmelo che rimanevi a “dormire” da Robert – mi dice Sarah ancora in stato catatonico.
- Non sono stata propriamente con Robert. Ma non mi va di parlarne qui –
Cinque minuti ero in camera con il vivavoce con Andrea. Doveva sapere. Dopo la prima serie di “Fottiti, sei una stronza” seguiti dopo il racconto del pomeriggio e la serata con Robert, arriva il momento.
- Sì, ma tu sei entrata quasi furiosa in camera e hai sbattuto il computer sul letto -
Dettaglio interessante. Perspicace la ragazza.
- Esatto.. Poi io ecco.. – Stroger mi ha detto di essere attratto da me e abbiamo fatto sesso. Poi mi ha detto che fra due settimane si sposa. Tadàààààààà. No, così non va.
- Sono corsa dietro a Stroger.. che aveva capito male. E gli ho urlato tutto.. poi ha aperto la porta e mi ha .. ecco, come dire.. Detto di essere attratto da me – Gelo. Gelo. Gelo.
La faccia di Sarah riesco a vederla. Quello di Andrea la immagino.
- E… tu.. – dicono in contemporanea.
Rimango in silenzio. Suspance.
- Senti Sister. Mi auguro che tu te lo sia fatto chiaro? – La finezza.
- Gli sono saltata al collo –
- E si faceva il professore!! – urla Andrea dal telefono – Sono fiera di te –
Sarah è morta.
- Il bello non ancora arriva. Stamattina mi ha detto di non essere pronto perché.. Fra due settimane si sposa -
Andrea è morta. Sarah si è alzata dal letto.
- Vi prego non fatemi sentire un’idiota ancora di più -
- Mi dispiace tesoro – sento le parole di Andrea dal telefono – però riportami Robert –
Mi viene da ridere. – Ti ho fatto stare un po’ meglio almeno? –
- Sì, grazie – dico tirando su col naso.
Ma.. Sarah? Vado verso la porta e la trovo aperta. Ma dove è andata?
- E’ scappata – dico ad Andrea al telefono e le racconto il pomeriggio con Robert. Poi mi accorgo che sto spendendo l’ira di Dio e le prometto di chiamarla domani. Come aggancio con Andrea, Sarah rientra.
- Dove sei stata? – le chiedo.
- A parlare con Stroger – dice chiudendo la porta – Quel playboy di merda se le meritava – e con tutta la tranquillità di questo mondo si va a sdraiare sul letto.
- Cosa gli hai detto? – le chiedo sconvolta.
- Che l’animale deve tirarlo fuori con la moglie o chicchessia –
Le do un bacio sulla guancia. – Ti adoro -
- Ah, a proposito. Se trovi qualcosa di strano sulla sua faccia.. E’ merito mio – e scompare nell’altra stanza.
- Sarah.. COSA? –
- vado a fare una docciaaaa – Paura.

Fortunatamente per il pomeriggio riesco ad evitarlo, e anche per la sera. Ma la mattina successiva devo parlargli per forze. Mio malgrado, devo lavorare.
Siamo tutti riuniti nella sala conferenze ma Jack, ehm, Stroger, non ancora arriva. Quando però fa la sua entrata in sala per poco non scoppio a ridere. Adesso capisco a cosa si riferiva Sarah.. e la chiacchierata che avevano fatto. Jack ha l’occhio destro nero. Mi metto la mano davanti alla bocca e cerco di non mettermi a ridere clamorosamente davanti a tutti.
Mi becco una gomitata da Sarah che non capisce. Quando le indico Jack dice:
- Aaaah. Ma tu non ancora avevi ammirato la mia operaa! -
- Katherine e Sarah siete pregate di stare in silenzio – Tornato il Jack di sempre. A parte il fatto che mi chiama per nome.
- Oggi – continua – sarete smistasti per delle conferenze. Domani invece avrete la giornata libera .. voglio vedere i meccanismi attivi nelle vostre testoline, chiaro? –
Non sono mai stata brava a farmi venire un’idea su richiesta. Ma ce la devo fare.
- Per quanto riguarda oggi.. Allora.. – inizia a dire mentre sfoglia un agenda davanti a lui. Mi giro verso Sarah e la vedo impegnata a leggere un volantino.
- La conferenza su Tarantino – continua Stroger. Non che non mi piaccia Tarantino.. ma non è il mio genere preferito. Non finisco di formulare questo pensiero che Sarah scatta in piedi e alza la mano. Questa è scema. Oppure è affetta da personalità multipla.
- Aggiudicato a Sarah e.. – e sento una mano che mi afferra il braccio e mi fa alzare in piedi.
- Katherine -. Scrive i nostri nomi non so dove e ci dice di andare. Una volta fuori dalla sala sono pronta ad chiederle, molto pacatamente, cosa diavolo le sia preso. In men che non si dica però Sarah corre per le scale. Ma perché se dobbiamo andare via lei scappa in camera? Le corro dietro chiamandola. Entra nella nostra stanza lasciando la porta aperta. Quando arrivo sulla soglia ho il fiatone e corro dentro a cercarla.
- Ma si può sapere che ti è preso? –
Volete sapere quali sono le uniche parole che riesco a captare? Hotel, Tarantino, Boom.
- Tarantino farà esplodere l’hotel e tu pensi a cambiarti? – le chiedo trovandola con la faccia nella valigia. Farfuglia qualcosa e si chiude in bagno. Qualcuno o qualcosa mi dia la forza, vi prego.
- Sarah, mi vuoi spiegare cha hai fatto? – Lei, di tutta risposta spalanca la porta del bagno e mi urla, puntandomi lo spazzolino contro.
- Non Boom, scema! Bloom, Bloom – La guardo stranita. E adesso cosa c’entra Orlando?
- E questo dovrebbe illuminarmi sul perché ti sei prenotata con così tanto entusiasmo per andare ad una conferenza che sappiamo entrambe che non ci piacerà? – le chiedo.
- Certo! – risponde e mi fa cenno di aspettare. Rientra in bagno e finisce di lavarsi i denti mentre io sono sulla porta con le mani sui fianchi.
- L’hotel dove si tiene la conferenza su Tarantino è l’hotel dove Mr Bloom riposa le sue stanche membra, chiaro? L’ho visto mentre parlava con Stroger – Questa ragazza è diabolica.
Mezz’ora dopo arriviamo al fatidico hotel. Ha un atrio che è grande tutto il piano terra del nostro. Questo ha cinque stelle perché non può averne di più. Sarah si guarda nervosa a destra e sinistra. Le stringo la mano e le sussurro di calmarsi. Sento che fa un respiro profondo, poi mostriamo i pass ed entriamo in sala. Dopo due ore di discussione su violenza positiva e negativa siamo finalmente fuori. Io però ero stata fin troppo occupata a far sì che a Sarah non venisse un infarto ogni volta che si apriva la porta della sala. Non appena mettiamo piede nell’immensa hall però, vedo i suoi occhi illuminarsi.
- Cazzo, Orlando – la sento sussurrare. Mi volto verso il punto che mi ha indicato con un movimento della testa. Orlando è dall’altro lato dell’ingresso, alla reception, che giocherella con le mani e si guarda intorno.
- Vai scema, che aspetti? – le dico spingendola verso la sua direzione. La vedo attraversare l’ingresso e arrivare di fronte a lui. Aspetto la sua reazione.. Sorride. Okay, la lascio in buone mani.
Cerco di pranzare il più velocemente possibile e alle tre sono davanti al computer pronta, per modo di dire, a relazionare la conferenza. Cinque ore e una cioccolata calda dopo posso dire di aver fatto un bel lavoro. Anche perché nel frattempo c’è stata una telefonata di un’ora e mezza con Andrea. Dio solo sa quanto ho speso, ma alla fine è a spese dell’Accademia e posso darmi alla pazza gioia. Spengo il computer e guardo il cellulare per vedere se ho notizie di quella pazza. Nada de nada. Prendo le chiavi della stanza e scendo al piano terra per cenare.
- Mr Hale le ho detto che non posso farla salire e che non posso dirle il numero della stanza – Sento dire da Cesare, l’addetto alla reception, non appena si aprono le porte dell’ascensore.
Mi avvicino un po’ e.. Ma io lo conosco!
- Robert – chiamo titubante avvicinandomi. Lui si gira di scatto e poi si volta di nuovo verso Cesare.
- Lo vede che la signorina Masters mi conosce? – dice.
- Ma io che ne potevo sapere, non potevo darle il numero della camera – mi avvicino e Cesare si sente in dovere di dovermi spiegare.
- Signorina, è venuto il Signor Hale –
- Signor? – lo interrompo.
- Hale. Perché lo pronuncio male? – chiede guardando entrambi.
- Nono, avevo capito male io – gli dico e per poco non mi scappa da ridere.
- Insomma, mi ha chiesto il suo numero di stanza ma io non potevo darglielo e neanche potevo fidarmi che la conosceva e .. –
- Non si preoccupi – lo interrompo – Il signor.. Hale è un amico. Comunque Grazie – gli dico in italiano e porto Robert più lontano.
- Non so se sei più scemo tu a dare un cognome del genere o lui a non riconoscerti – gli dico dopo avergli dato due baci sulle guance.
- Senti, è stato il primo cognome che mi è venuto in mente dopo aver escluso Cullen –
Mi metto a ridere e noto che ha un bustone del McDonald’s in mano.
- E quello? – gli chiedo indicandolo.
- Cena per tre. Io, tu e Sarah – mi dice tutto sorridente.
- Vorrà dire che una porzione ce la dividiamo noi due –
- Sarah? – bella domanda.
- E’.. fuori – in tutti i sensi.
Lo invito a salire in camera e una volta dentro ci mettiamo subito a mangiare.
- Forse dovremmo lasciarle qualcosa – dico lasciandomi pervadere dal senso di colpa mentre Robert sta.. Trangugiando il suo hamburger.
Inizio a ridere e lui quasi si strozza cercando di ingoiare.
- Tanto oramai abbiamo finito tutto – mi dice prima di staccare un altro boccone.
- Robert – chiamo dopo un attimo di silenzio – posso farti una domanda? –
- Perché uno come te, di sabato sera, a Roma preferisce mangiare con due hamburger in un hotel con una ragazza appena conosciuta invece di.. andarsi a divertire? – La domanda mi sorge spontanea. Lui sorride, porta il tovagliolo alla bocca e mi dice:
- Da quando Kirsten ha mollato Michael è sempre più schizzata. Taylor l’ho perso ieri. Avevo voglia di stare in compagnia.. Ma non la solita compagnia. E poi cosa ti fa pensare che con te non mi diverta? Ci conosciamo da pochi giorni ma mi sento a mio agio con te – fa una pausa – e credevo che per te fosse lo stesso – mi dice guardandomi negli occhi prima di fare un sorso alla sua Coca Cola.
Lo guardo stranita – Se non mi sentissi a mio agio con te, dubito che ti avrei invitato a salire in camera, no? – gli dico ridendo e tirandogli uno schiaffetto sulla gamba. Incredibile la confidenza che c’è tra noi anche se non ci conosciamo quasi per niente. Eppure sento che a lui posso dire tutto quello che mi passa per la testa. Finito di mangiare il suo hamburger va diritto verso il telecomando e accende il televisore. Dopo aver girato tutti i canali, compresi quelli della Pay Tv, si decide a spegnerla.
- E ora che facciamo? – mi chiede.
Parecchio tempo dopo.
- Robert, finiscila o ti picchio, davvero – mi giro e vedo Sarah sulla porta che ci guarda sconcertata. Probabilmente rimarrei anch’io così davanti ad una vista del genere. Ci siamo io e Robert seduti sul letto, lui in tuta e io nel mio maxi pigiamone pesante blu. Che giochiamo a carte, Briscola per la precisione. Contornati dai residui della nostra salutare cena.
Robert sorride e le dice – Non tornavi, il tuo hamburger l’ho mangiato io –
Venti minuti dopo stiamo rimettendo in ordine la camera. Più che altro cerchiamo di non far pensare che ci siano passati gli Unni.
- E quell’hamburger lo volevo – dice Sarah a Robert mentre, molto casualmente, gli tira addosso un cuscino.
- Io l’ho pagato, io l’ho mangiato – le risponde restituendole, con moooolta delicatezza, il cuscino.
Mentre finisco di gettare le ultime carte mi rendo conto che questa è l’ultima notte che passiamo qui. Domani sera alle otto si riparte per l’America.
- Ehi, che hai fatto? Sei troppo silenziosa – questo ragazzo sta imparando a conoscermi.
- Niente, riflettevo sul fatto che questi cinque giorni sono letteralmente volati.. E’ assurdo -.
Sarah si siede sul letto e annuisce. Almeno so che non solo per me è passata così velocemente.
- Perché vi deprimete allora? Vorrà dire che domani passerete il minor tempo possibile qui dentro, no?  - dice Robert guardandoci.
Alla fine, ha ragione lui. Abbiamo un’altra giornata.. Che dovrà essere sfruttata anche per farci venire un’idea.
- E’ la prima volta che venite a Roma? – ci chiede e annuiamo in contemporanea.
- Allora domani vi porto io a spasso per la capitale. Dovrei partire domani mattina per tornare a Los Angeles.. Ma posso prendere l’aereo anche fra due giorni volendo – Suona come una minaccia. Però accettiamo.
Un inglese che vive in America ci farà da guida a Roma. Magnifico!
Ci diamo appuntamento per il giorno dopo e lo accompagniamo sulla porta.
- Grazie per la serata – gli dico.
- Io non ti ringrazio, mi hai mangiato l’hamburger e non lo scorderò mai -  fa Sarah.
- Io te l’avevo portato ma tu hai preferito uscire con Orlando –
- KATH! – gomitata di Sarah. Ma non si poteva stare zitto questo cretino.
- Ahio! Gli ho detto solo che ti avevo lasciata con lui anche perché non so nient’altro! – le dico guardandola e massaggiandomi la povera costola.
Robert ride – Vi lascio alle vostre chiacchiere. A domani – dice e saluta entrambe con due baci sulla guancia.
Appena la porta si chiude – Raccontami. Tutto. –
- Prima tu -



Tadàà. Grazie al mio angelo postatore/mio tranquillante (Saretta) ecco un altro capitolo.
Oramai i personaggi fanno tutto per i cavoli loro, io scrivo e basta XD Devo ammettere che la visione di New Moon ha agevolato e ispirato questa storia. Sister, appena torni.. ASSOLUTAMENTE, CLARO?
Grazie a tutte per quello che avete scritto.. Sapete però che sono di lacrimuccia facile^^
A Saretta, la prima.. Quella che mi ha spinto sempre di più. Grazie perché mi sopporti interi pomeriggi mentre mi lamento di qualsiasi cosa, del fatto che non mi piace quello che scrivo.
Come ti ho già detto la faccia scettica mentre leggevo l’ho fatta davvero. Ti prometto che cercherò di aumentare la mia autostima.. GIURO!
A Flavia, grazie mamiii! E sappi che a Rob quella fine non gliela faccio fare..a anche se mentre guardavamo il film ne hai dette di tutti i colori -.- quindi il grazie è doppio perché mi sostieni anche se vorresti scannare il tizio XD
Alla mia cuginesia stupenda. Non dubitavo che ce l’avresti fatta a iscriverti ^^ Grazie picci, spero che Bob ti piaccia anche in questa storia ^^
A Miss Egitto che ormai sarà nera.. Sei consapevole che adesso sembrerò una Cullen? Mmmm… il che va bene, direi XD Cavolo, mi manchi da morire. Non vedo l’ora che torni. Un Grazie più che enorme a te che ci sei sempre stata quando si trattava di leggere qualche mia schifezza, ehm.. scritto (vedi, Sarè?). Perché sei stata la prima a consigliarmi di pubblicare ed è grazie a te se sono qui.

Grazie a quelli che hanno messo la storia fra le preferite o le seguite. Mi fate troppo felice ^^
Spero vi piaccia. Recensite, recensite, recensite.

Xoxo, Rak.


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Capitolo 3
*** And Then.. We Met. ***


cc
And Then.. We Met.





Robert sta sbuffando fuori dal negozio da almeno dieci minuti. Era uscito blaterando che stavamo cercando di scegliere fra due colori identici. Era stato lui a voler entrare in un negozio di abbigliamento non sapendo in che guai si stava mettendo. A pranzo, quando Robert ordina un menu maxi, Sarah dichiara la gara persa in partenza.
- Dio, Rob. Sei uno pozzo senza fondo! -
- Ma dove metti tutte quelle schifezze che mangi? –
Questi i commenti miei e di Sarah, sia durante il pranzo, sia per le due ore successive. Davvero! Io pensavo di mangiare parecchio ma dopo aver visto lui ho cambiato immediatamente idea.
Il pomeriggio ce ne stiamo a passeggiare per via del Corso e via Condotti. Ad un tratto però, davanti ad un negozio, mi sembra di vedere Orlando. Prendo Sarah per la giacca e glielo faccio notare. Avevo visto bene: sta uscendo da Valentino con una busta in mano. Busta per modo di dire. Lì dentro ci entro anch’io.
- Và da lui – le dico.
- Non esiste proprio! Ti devo ricordare che ieri sera sono scappata via? – dice dopo essersi assicurata che Robert non la stesse ascoltando. Stava fissando la vetrina del negozio di Armani.
- E’ stato un errore andare via e l’hai ammesso anche tu. Non prendere a calci un’occasione del genere. Muoviti –
- Ha ragione lei – s’intromette Robert ad un tratto.
- Non so di cosa state parlando, ho sentito solo che si tratta di perdere un’occasione. E le occasioni vanno sempre afferrate al volo – aggiunge per ribadire il concetto.
Sarah guarda prima lui, poi me e sembra convincersi.
- Se torno viva, ricordatemi di ringraziarvi – ci dice e dopo aver fatto un respiro profondo và verso Orlando. Io e Robert ci dileguiamo molto velocemente verso piazza di Spagna e iniziamo a passeggiare senza una meta.
- Cosa è successo con Orlando? – mi chiede appena ci allontaniamo.
In fin dei conti perché non dirglielo? Mi ha aiutato a convincerla e piano piano stiamo diventando tutti e tre buoni amici.
- Sono stati tutto il giorno insieme ieri e appena lui s’è addormentato, lei è andata via -
- Perché? –
- Non lo sa neanche lei. Si è pentita. Ecco perché ho insistito così tanto per farla andare -.
Poi inizio a parlare del mio rapporto con Sarah, del fatto che ci conosciamo da due anni e che se non ci fosse stata lei durante questi anni avrei sgozzato Jack.
Della mia amicizia con Helèna e di quanto mi manchi ogni giorno di più.
Del rapporto con Andrea. Che più che amicizia oramai è sorellanza.
- Lei sarà la prima persona che devo farti conoscere una volta tornati in America – ottio, forse è davvero troppo come frase. Forse una volta tornati in America..
- Non vedo l’ora di conoscerla, sai? – mi risponde sorridente e mi viene da pensare che in questi cinque giorni è successo l’inverosimile. Con Jack, per ovvi motivi. E poi ho trovato un amico in una persona di cui, fino a una settimana fa, leggevo sui giornali.
A cena cerca di convincermi ad andare a mangiare nel ristorante del suo hotel ma finisco per persuaderlo a prendere una pizza al volo perché alle otto devo essere a Fiumicino.
Si offre comunque di riaccompagnarmi in hotel, ma stavolta prendiamo un taxi che sono costretta a fargli pagare. Appena aperta la porta trovo una Sarah sorridente, felice. Si ferma e ci dice un “grazie” sentito, dal cuore. Lo percepisco.
Robert mi dà il suo cellulare e mi chiede il mio. Dopo aver salvato i nostri numeri mi chiede l’indirizzo di casa.
- Evita di venire a sorpresa – lo avverto – A parte che probabilmente troveresti la casa sottosopra ma sarei costretta a organizzare il funerale di Andrea – sorride e mi dice di non preoccuparmi.
- Tanto ci sentiamo, no? – gli dico e lo abbraccio.
Sento le sue braccia che si stringono al mio corpo e mi sento.. bene. Quando scioglie l’abbraccio mi dà un bacio sulla guancia e và ad abbracciare Sarah. Dopo i saluti lo accompagno sulla porta e lo vedo girare l’angolo, sicura di rivederlo nella Grande Mela.

< Domani, CASCASSE IL MONDO, me lo presenti. Stronza! >
La delicatezza di Andrea non è una novità.
< Non è colpa mia se oggi devi lavorare! Domani :D >
Le scrivo prima di mettere la terza e lasciare il cellulare sul sedile accanto. So che non dovrei scrivere messaggi mentre guido ma è impossibile fermarsi ogni volta.
Robert mi ha dato indicazioni più che precise per arrivare al ristorante ma il mio senso dell’orientamento è andato in vacanza da più o meno 25 anni.
Arrivo davanti al ristorante con un quarto d’ora di ritardo ma fortunatamente trovo un parcheggio vicino. Robert sta fumando una sigaretta e appena mi vede la getta a terra e la spegne con il piede. Non è di buonumore e lo percepisco.
- Scusa per il ritardo ma anche se vivo qui da sempre non imparerò mai a conoscerla alla perfezione – mi giustifico.
- Figurati. Dai, entriamo – mi dice senza neanche accennare a un sorriso. Non è lui. O forse è questo il vero Robert e io ho imparato a conoscere un’altra parte di lui a Roma. Mi mette la mano dietro la schiena e mi fa entrare prima di lui.
Il ristorante è italiano perché a detta di entrambi, dopo una settimana in Italia, ci vuole un po’ per la disintossicazione. Se così si può chiamare.
Non appena ci sediamo continua a stare in silenzio e gli chiedo come è andato il viaggio.
- Al solito. Comprese le corse per uscire dall’aeroporto – mi dice scazzato. Metto la mia mano sulla sua e lui alza lo sguardo verso di me.
- Scusa, Kath. E’ che stamattina mi sono svegliato con il piede sbagliato. Poi ieri ci ho messo tre quarti d’ora per uscire dall’aeroporto e non sai quanto mi dà fastidio – mi dice accennando ad un sorriso. Ho conosciuto il vero Robert.
- Su, sex symbol – gli dico – guarda il lato coca cola della vita: devi fare meno palestra con tutte queste corse .. Prima o poi ti verrà la tartaruga come a New Moon – sposta la mano da sotto la mia e ridendo mi sussurra
- Vaffanculo –
- Anche a te, Rob –
Almeno l’ho fatto sorridere un po’.
- Robert – lo chiamo mentre è intento a leggere il menù – dopo pranzo ti va di venire da me? Così ti presento Andrea e cerchiamo di farti sparire quel broncio -
Mi sorride di cuore. Adoro vederlo così.
- Grazie Kath, davvero – mi dice.
Dopo aver ordinato mi alzo per andare in bagno a sciacquarmi le mani. Al mio ritorno, al tavolo trovo la sedia occupata da qualcun altro.
- Ah – fa Robert quando mi vede tornare – lei è Katherine -
Il ragazzo seduto al mio posto si volta verso di me e per poco non mi prende un colpo: due occhi di un celeste glaciale mi stanno fissando. Gli tendo la mano e lui fa altrettanto.
- James – mi dice. Sto tremando, beeeeene.
- Katherine – ripeto come un’idiota. Un’idiota sorridente, però. Vedo James rispondere al sorriso alzandosi – Scusa, ti ho preso il posto – mi dice.
- Ma figurati – rispondo diventando violacea e a Robert, che se ne accorge, scappa una risata. Gli faccio uno sguardo truce e lui dice:
- Ho già chiesto a James di rimanere con noi ma ha appena finito di pranzare –
- Sarei rimasto volentieri, ma.. – si scusa lui.
- Sarà per un’altra volta. No, Kath? – chiede Robert con un sorriso degno dello Stregatto.
- C-certo – dico. Miss Masters, la finisce di parlare a monosillabi?
- Allora ci.. vediamo. Rob, mi ha fatto piacere rivederti – gli dice abbracciandolo, poi si gira verso di me. Coronarie tenete forza un altro po’.
- E’ stato un piacere conoscerti – mi dice tendendomi di nuovo la mano.
Ricambio la stretta e riesco anche a dire – Piacere mio – Tutto mio. Complimenti, Kath. Facciamo progressi, eh?
Appena esce dal locale tiro uno schiaffo a Robert sul braccio che lo ritrae e si lamenta del fatto che sono manesca. Non è il primo che me lo dice e non mi sconvolge.
- Potevi avvertirmi sul fatto che avremmo potuto incontrare gente tipo.. che ne so.. JAMES MARSDEN! -
- Non potevo mica starti a elencare le persone che frequentano questo ristorante! – si giustifica ancora ridendo e massaggiandosi il braccio nel punto in cui l’ho colpito.
- Ma potevi evitare quei sorrisini e quelle battutine – gli dico e arriva il cameriere con il primo.
- E non credere di esserti salvato – aggiungo.
- Adesso, mi odi? – chiede dopo che il cameriere è andato via.
- Sì, parecchio – gli dico ma tre secondi dopo stiamo già ridendo.
Finito il pranzo usciamo fuori e lo vedo sorridere. Almeno un obiettivo l’ho centrato, non è più in stato predepressivo.
- Si va da te? – dice sfregandosi le mani dopo essersi alzato il bavero della giacca.
- Così sembra una proposta indecente – gli dico iniziando a scavare nella mia borsa, che poi sarebbe anche quella di Mary Poppins.
- E se fosse una proposta indecente – mi dice avvicinandosi – non sai cosa farò una volta arrivati a casa tua – e mi fa uno sguardo ammiccante sfiorandomi il naso con il suo.
- Sono certa che non farai niente – dico avvicinandomi alla macchina.
- Davvero? – mi chiede.
- Ci avresti provato a Roma, ciccio. Dai, sali in macchina – gli dico indicando lo sportello e aprendo il mio.
- Chi te lo dice che non abbia portato la mia? – dice sedendosi.
- L’hai portata? – e quasi mi rompo un braccio per allacciare la cintura.
- No –
- Appunto –
Dopo dieci minuti di macchina e la milionesima battuta sulla mia guida, sto per buttarlo fuori dal finestrino.
- Robert. Muto, ti prego. Mi agiti – lo supplico in preda alla disperazione. Non sono mai stata un’ottima guidatrice ma se ci si mette pure lui a fare l’anima in pena finisce che ci scappa il morto.
- Okay, sto zitto. E’ che di solito guido io – ammette.
- C’è sempre una prima volta, Bob. Sempre – dico parcheggiando.
- Bè, è questa è l’ultima che mi chiami così – ringhia.
- Okay, Bob – e chiudo lo sportello della macchina ridendo.
Lo sento smanettare mentre mi avvio verso la porta. Mi viene da ridere e la situazione mi sembra paradossale. Mentre infilo le chiavi nella toppa lo avverto di non spaventarsi se trova casa nel caos più totale, ma è troppo impegnato ad elencare una serie di motivi per i quali non vuole che lo chiami Bob.
Giro le chiavi, sicura di trovare la casa in ordine e di non trovare Andrea. Quando però apro la porta trovo un immagine a me fin troppo famigliare. Ma Robert..
Restiamo un attimo in silenzio fino a che non riesco a dire.
- Robert, lei è Andrea. Andrea, Robert -
La mia amica fissa l’immagine sulla porta e poi guarda la solita vestagliona. Quella celeste di pile con i panda. Alice si avvicina titubante e gli tende la mano.
- Okay, sì, la mia tenuta non è molto elegante, ma solo perché la mia sorellastra è una stronza e in effetti quella che indosso è la mia comodissima vestaglia con i panda che è l’ultima cosa che vorrei mostrare al mondo ma tant’è, perciò.. Piacere, Andrea -
Robert le fa un sorrisone e le risponde – Sul fatto che Kath sia una stronza, sono pienamente d’accordo. Robert –
Ah, adesso sono in due a darmi contro. Forse sto facendo una cavolata a farli conoscere.
- Vedo che avete già trovato qualcosa su cui siete d’accordo. Sono contenta perché io devo almeno buttare giù la scaletta dettagliata della storia per Stroger. Ancora poco e poi sarà finito il suo corso – detto questo, togliendomi la giacca, mi defilo fra i due.
Mi metto in cucina con il portatile. A Roma non ho avuto alcun tipo di ispirazione e vado ad aprire la cartella delle storie che scrivevo quand’ero al liceo. Serviranno a qualcosa, no?
Sento le voci di Andrea e Robert dall’altra stanza, ridono e scherzano. Potrebbero essere un’ancora di salvataggio l’uno per l’altro. Andrea potrebbe togliersi dalla testa tutti quegli amori sbagliati e Robert potrebbe.. non essere più solo. Sembra la persona più felice del mondo ma basta conoscerlo un po’ per capire che si sente solo. E lui ci sta male, Dio solo sa quanto ci sta male. Un giovane attore internazionale, ricco e felice non avrebbe mai passato il sabato sera, a Roma, nella camera d’albergo di una ragazza conosciuta due giorni prima, giocando a carte, parlando e mangiando schifezze del McDonald’s. Quello l’ha fatto un ragazzo triste, che si sente solo. E chi più di lui ha bisogno di affetto sincero? E voglio darli tutto il bene di cui sono capace. Non so perché, ma sento che devo aiutarlo ad essere felice. Che il fatto che mi sia toccato lui da intervistare non è un caso. Forse possiamo rendere le nostre vite più felici, chi lo sa. Ottio, sto sproloquiando. Scusate, mi succede sempre quando butto giù una nuova idea. Mi sento particolarmente ispirata.
- Ti amo – Andrea è entrata alla velocità della luce in cucina e si è chiusa la porta alle spalle. Mentre combatte con l’anta per aprirla e cercare non so cosa, sparla da sola. Quello che riesco a capire è “E’ fantastico. E’ l’uomo che fa per me” e qualcosa riguardo il fatto che sono la sorella migliore del mondo ad averglielo presentato.
Poi bofonchia qualcosa del tipo – Dov’è la cioccolata? – ma non ne sono sicura. Mi sfilo gli occhiali alla Lina Wertmuller e li poggio sul tavolo.
- Cosa diavolo stai cercando, And? -
- Cioccolata – Allora avevo capito bene.
- Noi siamo patite per la cioccolata. Ne abbiamo di tutti i tipi. Dire “Cioccolata” è troppo generico –
Andrea scende dalla sedia sulla quale si era arrampicata per cercare questa fantomatica cioccolata e mi fa. – Hai ragione. Calda, cioccolata calda – mi dice facendo un respiro profondo.
Le tendo la mano e la faccio scendere dalla sedia. Apro una mensola in basso e ci sono quattro confezioni di cioccolata calda. Fondente, bianca e due classiche.
- Con calma – le sussurro prima di chiamare Robert e farlo entrare in cucina.
- Scusate, mi hanno chiamato per stasera. Solita cena forzata – dice entrando. Con il piede gli sposto una sedia e mi rimetto gli occhiali.
- Con quelli sembri Lina Wertmuller! – E’ da quando ho comprato questi occhiali che me lo sento dire.
- Ma solo per la montatura! – Dopo aver visto la mia faccia sconvolta dicono tutti così. Sono abituata. Bè, se vogliamo mettere i puntini sulle “i”, Lina Wertmuller è una famosissima registra e sceneggiatrice italiana. Per giunta, prima donna ad essere candidata all’oscar come miglior regista. Quindi direi che non è male. Sorrido e mi rimetto a fissare il computer.
- Quando è in fase d’ispirazione non parla mai, è normale – dice Andrea mentre inizia a girare la cioccolata per farla addensare. Mi conosce fin troppo bene.
Dopo un lasso di tempo accettabile Andrea ha finito di preparare la cioccolata e implora Robert di prendere le tazze alla mensola più alta. Di solito usufruiamo della sedia, dopo che ne ho rotte due.
Andrea nel frattempo ammira sfacciatamente il sedere di Robert. Due minuti dopo mi trovo accanto al computer una tazza di cioccolato caldo fumante e due braccia che mi stringono attorno al collo. Poi sento due labbra che mi stampano un bacio sulla guancia. Robert. Gli accarezzo il braccio e sussurro un “Grazie” mentre con l’altra mano afferro la tazza di cioccolato.  E’ affettuoso come ragazzo, checché se ne dica. Vedo che sta leggendo quella schifezza che ha prodotto la mia testolina in queste due orette.
Quando finisce mi dà un bacio sulla testa e fa – Sei un genio! E’ fantastica! –
- Non lo pensi davvero, Rob – gli dico sfilandomi gli occhiali.
- Non ti avrei detto nulla altrimenti! Andrea, leggi e commenta – dice togliendomi il computer da sotto il muso e dandolo ad Andrea.
- Ottio ma hai ripreso quella fantastica che avevi iniziato al liceooo – dice, dopo aver finito di leggere – Sai che adoro quella storia. Te l’ho detto allora e te lo ripeto –
- Dite che a Stroger piacerà? – chiedo.
- A Jack piace qualsiasi cosa tu faccia, prima cosa. E poi come può non piacergli questo lavoro? –
- Confermo la tesi di Andrea – fa Robert annuendo e incrociando le braccia.
- Sicuri? – chiedo titubante.
- Sìììììì – mi rispondono all’unisono. Scusate, è che sono il tipo di persona mai troppo sicura del suo lavoro. Ho bisogno di un corso accelerato di autostima.
Un’oretta dopo Robert va via. Con la promessa di una telefonata, ad entrambe.
La prima cosa appena esce di casa è fiondarci sul telefono per chiamare Helèna, qualunque ore sia.
- Helèèèèèèna -
- Ma che cazzo vi chiamate a quest’ora? E’ mezza notte e mezza – Delicata. E ha ragione.
- Katherine deve raccontarti di Roma –
- E Andrea di Robert –
- Okay, per le prossime due ore, vero? – Perspicace.
Al telefono con Helèna non badiamo a spese. Ci siamo promesse che l’amicizia non sarebbe mai finita, fanculo la distanza. E tanto è stato.
- Sono sconvolta. Devo conoscerlo e poi giudico.. Che voi siete troppo di parte – ci dice Helèna.
- Tu, invece? Che ci racconti? Non dovevi andare a Milano per due, tre giorni? – fa Andrea. Siamo sdraiate sul mio letto a pancia in su e il telefono fra le nostre teste.
- Io.. sì sono stata a Milano e.. – scattiamo dal letto in contemporanea.
- E..?! –
- E.. Ho conosciuto un uomo che è la fine del mondo! – dice tutta sognante.
I nostri urletti sono una reazione più che normale, non vi preoccupate.
- E ce lo dici così? Cosa stavi aspettando la richiesta in carta da bollo? – gli urlo.
- E’ che voi eravate tutto un Robert, qui, Robert lì –
- Niente giustificazioni. Ora ci racconti anche quante sillabe gli hai detto – intima Andrea puntando il dito contro il telefono, come se Helèna potesse vederla.
- E’ un musicista di Milano, lavora anche in televisione. Ma ci portiamo.. un po’ di anni – dice titubante.
- vabè, Kath si è fatta Stroger. Non ci sconvolge più nulla- Andrea riesce a scendere dal letto in un lampo e evitare il mio schiaffo. Infame. Sempre a rinfacciare la mia vita sessuale in qualsiasi occasione. Prima o poi se ne uscirà davanti a qualcuno che non dovrebbe sapere, lo so.
- Trentasette – dice tutta fiera.
- Dai suuuu. Mi aspettavo peggio! Almeno è sexy? – Andrea.
- Direi proprio di sì. Comunque si chiama Marco.. Ma lo chiamano Morgan –
- Perché? –
- Nome d’arte. Diciamo che.. è un po’ particolare. Un tipo.. Dovete conoscerlo assolutamente! –
Guardo Andrea. – Perché sento che devo avere paura? –
- Scema, fidati. E’ un uomo intelligente, ha una cultura spaventosa.. Con lui posso parlare di tutto.. E’ davvero.. speciale – dice con voce sognante. E’ cotta.
- Dobbiamo organizzare una bella gita inglese? – propongo.
- Affermativo, Watson. Ora, se non vi dispiace.. sono le due e domani ho lavoro –
La salutiamo e ci mettiamo a letto. Naturalmente Andrea è nel mio.
Mi domando ancora perché abbiamo comprato due letti.
Ah, sì. Meglio non dirlo.






Eccuce qua, ancora una volta. Questo periodo è davvero stressante per la scuola.. Non vedo davvero l’ora che arrivi luglio per potere finalmente salutare il mio caro e adorato liceo classico -.-“
Anyway, un po’ di tempo per scrivere lo riesco a trovare comunque!

Come al solito i ringraziamenti vanno alle mie due stelle Sara e Federica *__*
Che ancora mi sopportano.. Alli, è entrata la tua vestaglia sexy. Preparati XD
Spero questo capitolo vi piaccia,
xoxo, Rak.

P.s. Recensiteeeeeeeee!



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Capitolo 4
*** Want you in my life ***


cc
Want you in my life






Due giorni dopo eravamo su un aereo per Londra. Quel Morgan non è niente male, anzi.
Certo è particolare.. sexy. E poi si vogliono bene. Ed è quello che conta.
Vederli insieme fa anche un certo effetto. Fra di noi Helèna è sempre stata quella con la carnagione più chiara, la prendevamo sempre in giro. Ma lui.. Lui la batte di gran lunga. Quando ce l’ha presentato, lui si è seduto e si è intravista la caviglia.
Vi posso giurare che neanche un cadavere ha la pelle di quel colore. E’ spaventoso! Poi lei ha i capelli chiari, lisci..
Lui invece se li tinge di grigio, bianco e sono tutti scompigliati, sempre. Insomma, non si può dire che non sia particolare. Ed è di una simpatia irresistibile. Il tipo giusto per Helèna, senza ombra di dubbio.
 In questa settimana ho ricevuto più volte telefonate da un numero americano ma non ho mai fatto in tempo a rispondere.
Solo una volta, ma appena ho detto “Pronto” hanno riagganciato. Andrea invece è stata al telefono con Robert 24h su 24 e già si sono promessi di uscire seriamente una volta tornate in America.
E oggi si riparte. Lei quindi ha un valido motivo per voler tornare in fretta. Io invece so che sto per tornare alla solita vita. E forse non ne ho più voglia. In questa settimana non ho avuto granché da fare e mi sono presa il lusso di riflettere sulla mia vita. Sul fatto che ho 25 anni e sono senza lavoro. Ancora in accademia. Sul fatto che non riesco a trovarmi un uomo.
Sono brava a fingere, però. Do’ l’idea di essere forte.. Ma la fragilità che ho dentro forse neanche Andrea la conosce.
Siamo sedute in aeroporto, con le valigie accanto ai piedi.
Andrea è al telefono con Robert e io, che in questi giorni sono più muta del solito, sono seduta accanto a lei con un libro in mano. Ad un tratto me lo vedo sfilare via e Andrea mi mette in mano il suo cellulare.
- Robert – mi dice, e porto il telefono all’orecchio.
- Kath! – la voce di Robert.
- Bob – dico sorridendo
- Non aggancio solo perché oggi mi sento buono. Sentito che lì parlano tutti come me? –
- Rob, non smetterò di prenderti in giro per il tuo accento – lo rassicuro.
- Lo sospettavo – mi dice e mi metto a ridere.
- Che hai? – mi chiede ad un tratto tutto serio.
- In che senso? –
- Nel senso che questa non è la tua solita risata. Anche Andy ha detto che in questa settimana sei strana – Rimango in silenzio. Forse non sono più così brava a mostrarmi forte.
- Che hai? – ripete.
- Niente – mento spudoratamente.
Andrea si alza e mi fa cenno che va a prendere due caffè. Annuisco e sento la voce di Robert dire – Non mi prendere per il culo –
- Senti, Rob è che neanche io so cosa non va –
- O forse non lo vuoi ammettere –
Rimango in silenzio.
- Kath. Non sei tu. Cosa è successo? –
Insisterà fino a che non parlo. Tanto vale farlo ora.
- E’che.. mi sento una fallita – dico con la voce spezzata – Ho venticinque anni e devono essere ancora i miei a mandarmi i soldi per l’affitto.. Loro che per giunta mi pagano anche l’Accademia. Con molte probabilità non riuscirò neanche a sfondare nel mondo del cinema. Dulcis in fundo, non riesco neanche a .. – e mi blocco. Forse perché è questa la cosa che più mi fa male.
- Kath, ascoltami bene. Non sei una fallita. Sei una ragazza brillante, capace, con una grande passione per il cinema. Hai tutti i requisiti per sfondare – sento una lacrima che mi riga la guancia.
- E per l’ultima cosa.. Quella che non hai detto.. Kath, l’uomo giusto per te c’è. E sarà un ragazzo fortunato.. a proposito ho dato il tuo numero ad un mio amico –
Mi asciugo la guancia e faccio un respiro rassegnata. Ora ci si mettono in due.
- Mi ringrazierai, fidati – mi dice non sentendo risposta.
- Lo so. Mi fido di te – gli dico – Ti conosco da poco ma sento di poteri dire che ti voglio bene, davvero – aggiungo sorridendo. E stavolta non fingo.
- Anche io te ne voglio, tanto – mi risponde e si avvicina Andrea con i caffè.


- Okay, per oggi la lezione è finita. Potete andare – Grazie al cielo. Queste parole le aspetto da quando è iniziata la lezione. Oggi Stroger era particolarmente di cattivo umore e ne abbiamo risentito tutti.
- Mi ha richiamata – mi dice Sarah mentre aspettiamo di uscire dall’aula.
- COOOSA? – urlo.
- Katherine, puoi evitare? – Stroger. Senza neanche rispondergli usciamo.
- Ti ha richiamata di nuovo? – le dico sconvolta e facendola fermare.
- Non solo. Mi ha chiamata per dirmi che era sotto casa mia – Adesso non mi riprendo più.
- E mi auguro che tu ti sia comportata non da idiota paranoica – Non mi risponde… Chi tace acconsente. L’ho già detto, no?
- Andiamo da me – dico.
Nella strada per tornare a casa evito l’argomento Orlando, tanto davanti ad una bella torta la costringerò a confessare ogni minima cosa.
- C’è Andrea a casa? E’ tanto tempo che non la rivedo -
- La vedo poco anche io.. Il lavoro allo Starbucks le prende più tempo di quello che entrambe pensavamo –
- Quindi è a lavoro? –
- No - dico inserendo la freccia – E’ uscita di nuovo con Robert, per la terza volta. E poi viene sempre a casa.. – dico sorridendo.
- E non mi avete detto nulla! Mi avrebbe fatto piacere rivedere anche lui! – mi risponde mentre si slaccia la cintura.
- La riaccompagnerà sicuramente a casa – dico aprendo lo sportello e scendendo dalla macchina.
Una volta dentro la invito a sedersi in sala e mi siedo accanto a lei.
- Ora dici tutto -
- Io.. Insomma era sotto casa. Sono scesa e lui.. Era bellissimo. Vabè, lui è sempre bellissimo –
- Sarah.. Stai divagando –
- Giusto. Lui mi ha detto che era riuscito a trovare il mio indirizzo  e che voleva vedermi per parlarmi. Siamo rimasti in strada e lui mi ha detto che vuole provare davvero a stare con me –
A questo punto mi alzo in piedi.
- E tu? – quasi urlo.
- Io.. gli ho detto che ci avrei pensato –
- E lui? – Ma perché devo tirargli le parole di bocca con le tenaglie?
- E’ rimasto a guardarmi. Poi mi ha dato un bacio a stampo sulle labbra ed è andato via –
Non ancora riesco a crederci, non so cosa dire.
- Kath, ti prego non guardarmi con quella faccia – mi supplica mettendo la testa fra le mani.
- Orlando mi sta facendo impazzire – sussurra con la voce rotta dal pianto e vado ad abbracciarla.
- Io.. non so che fare. Lui è.. cavolo, non posso desiderare di meglio. Ma.. Andiamo, lui è Orlando Bloom. Io sono Sarah Pearl. Nient’altro che Sarah Pearl –
Mi sciolgo dall’abbraccio e mi alzo in piedi.
- E’ per questo? – le chiedo. – Stai dicendo no ad Orlando per questo motivo? Perché lui è Orlando e tu Sarah? Perché non credi di essere alla sua altezza? – Rimango a fissarla e lei mi guarda senza dire una parola.
- Alzati – le dico – Tu adesso prendi il telefono e lo chiami. Ora. Lui ti è venuto a cercare fino a NY.. E’ venuto sotto casa, ti ha chiesto di stare insieme. Non puoi dire di no perché non ti senti all’altezza.. Non credere di non meritarlo. E’ un uomo come tutti gli altri.. Il fatto che sia un attore famoso non implica nulla. Guarda Robert e Andrea. Ti pare che lei si sia fatta qualche scrupolo? Sta conoscendo Robert come se fosse un ragazzo incontrato al bar .. –
- Ho paura di soffrire – mi sussurra abbassando la testa.
Mi inginocchio e le prendo la testa fra le mani mentre con le dita le asciugo le lacrime.
- Se non ci provi potresti negarti tutto. Orlando potrebbe essere quello giusto e allora ben venga. Se non lo è puoi dire di averci provato.. Ma se non ci provi, non saprai mai quello che ti perdi, chiaro? – Tira su con il naso e mi guarda negli occhi.
- Grazie Kath – la abbraccio di nuovo e ci alziamo dalla poltrona.
Quando ci allontaniamo va dritta verso la sua giacca e, dopo averla infilata, inizia a cercare qualcosa nella borsa. Quando tira fuori il cellulare mi sento davvero fiera di lei.
- Fino ad ora ho trovato uomini che mi hanno solo fatto stare male. E’ colpa loro se adesso ho tutta questa paura di buttarmi – mi dice – Ma.. Orlando potrebbe essere diverso – aggiunge decisa.
Proprio su queste parole la porta di casa si apre e ne entrano Robert e Andrea, mano nella mano.
Sto per mettermi a saltare nella gioia.
- Robert! -
- Sarah! –
- Andrea! –
Iniziano una serie di saluti, abbracci, “come stai”, “ti trovo bene”.
- Con Orlando? – azzarda Robert.
- Stavo andando giusto da lui – risponde guardandomi.
- Poi mi racconti tutto – la quasi minaccia Andrea.
- Anche tu – le risponde facendole l’occhiolino.
Andrea diventa violacea.
- Robert, scusa puoi fare il caffè? Tanto sai come. Sei di casa – dico.
- Vado – dice e sparisce in cucina, forse ha capito.
- Scusa più banale? – mi dice Andrea.
- Senti, è la prima che mi è venuta in mente – mi difendo.
- Allora? – insiste Sarah. Andrea corre verso la porta della sala che collega alla cucina e si mette di spalle.
- Okay  - dice e sussurra qualcosa.
- Eh?! – facciamo in coro io e Sarah.
- Non posso dirlo, mi sente! – dice guardando dal buco della serratura in cucina.
- Andy, devo ricordarti che devo correre da Orlando? Muoviti – la minaccia Sarah.
- Ma come ve lo faccio a dire? –
- Magari alza di qualche decibel il tono! – le dico.
E vedo Robert aprire la porta. Cerco di fare cenno ad Andrea ma ormai è partita.
- Mi ha portata a Central Park e ci siamo messi a parlare e.. è fantastico, davvero – vedo Robert appoggiarsi alla porta e tutto sorridente incrocia le braccia sul petto.
- E poi è bellissimo.. E insomma poi mi ha comprato una mela caramellata e.. –
- Ma possibile che voi ragazze per raccontare qualcosa dovete metterci mille e mille particolari? –
Andrea si gira sconvolta.
- Hai.. Sentito.. Tutto .. – sussurra Andrea a mezza bocca mentre Robert si avvicina.
- Volevo sentire il racconto che avresti fatto - dice abbracciandola – Potevi semplicemente dire che ho fatto questo – prende la testa di Andrea fra le mani e la bacia.
Mi sta venendo voglia di mettermi ad urlare per la gioia. Andrea lo stringe ancora di più. Non appena le loro labbra si allontanano rimangono a guardarsi gli occhi e si sorridono. E’ fantastico. Si allontanano e lui mi guarda e mi sorride.
- Okay – dice Sarah – questa cosa mi ha fatto ricordare che devo andare a prendermi un bacio anche io – aggiunge abbracciando Andrea.
- E tu fai il bravo ora – dice a Robert dandogli due baci sulle guance.
- Anche tu – risponde lui e la vediamo uscire dalla porta strappandole la promessa di un messaggio o una chiamata. Non appena esce Robert fa – Adesso arriva quella parte in cui devo scomparire di nuovo perché lei deve raccontarti anche come muovo la lingua? – dice sorridendo.
- Quella fase arriva quando porterai il culo fuori da questa casa perché non mi fido di te – gli dico ridendo.







Uuuuu. Un altro capitolo è arrivato. So che importa a.. praticamente nessuno, ma fa niente XD
Capitolo molto “coppiettoso”.. Evviva L’amore! Sì, l’ho scritto che ero particolarmente di buon umore! Anche se poi mi diverto troppo anche a .. vabè, se continuate a leggere la storia capirete!

Ringrazio da morire, sempre e comunque, la mia Sarè che continua a recensire.. Ci vuole il coraggio tuooo! Ti ringrazio per la marea di complimenti.. Sai, la mia autostima è leggermente lievitata ;)
T’Adoro, infinitamente.
E poi a shewolf altra santa ragazza che mi ha recensito. Non sai quanto mi hai fatto contenta.. Spero ti piaccia come sta andando avanti la storia. Un bacio.

Cos’altro dire se non .. RECENSITEEE! O la mia autostima ne risente.. potrei cadere in depressione e poi scegliere un valido modo per andare via da questo mondo crudele. (Fra le opzioni c’è anche la morte senecana, mi taglio le vene in una vasca d’acqua calda che accelera la fuoriuscita del sangue.. Ottio, che schifo!) Okay, mi fermo che sto dando di matto.

xoxo, Rak.



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Capitolo 5
*** Troubles ***


Chap 4 - Troubles
Troubles
Una settimana dopo, Robert si è praticamente trasferito a casa nostra. Ieri sono andata in bagno a lavarmi e l’ho trovato che usciva dalla stanza con lo spazzolino in mano.
- E’ finito il dentifricio – mi ha detto e dopo avermi dato un pizzicotto sulla guancia si è chiuso in camera.
Ora Andrea è a lavoro e Robert è appena uscito perché deve preparare un viaggio per nonhocapitodove. E io sto cercando di mettere a posto quella che in teoria dovrebbe sembrare una casa. Appena trasferite qui, i primi due mesi, la casa era uno specchio. Poi.. Ci viviamo io e Andrea, il che è tutto dire. Mentre sono in cucina a passare lo straccio, sento il mio cellulare che squilla. Mi precipito, ma passo tanto di quel tempo a cercarlo che la chiamata cade. Se è importante, richiamerà. Sono sicura che è quel numero che mi chiama da un po’ di settimane, mah. Non faccio in tempo a tornare di là che il telefono riprendere a squillare. Stavolta vado dritta verso il divano, certa di trovarlo lì. Fortunatamente riesco a prenderlo in tempo e, sì, è ancora quel numero.
- Pronto? – Se non risponde neanche stavolta, la prossima volta che chiama, rifiuto.
- Katherine? –
- Sì, sono io –
- Sono James.. Non so se ti ricordi. Ci siamo incontrati una volta a pranzo. Tu eri con Robert –
Oh, cazzo. E’ Marsden. Katherine, contieniti. Ecco chi era l’amico a cui Rob aveva dato il mio numero. E aveva ragione, lo ringrazio.
- Ah, io.. Sì, ricordo.. come va? - Le domande più banali sono le mie preferite, si è capito?
- Ehm.. Bene. Tu? Robert mi ha detto che sei stata in Inghilterra –
- Sì, sono stata a trovare la mia migliore amica che studia lì –
Suona il campanello. Faccio finta di non sentire.
- Davvero? Divertita? -
- Ogni tanto una rimpatriata ci vuole –
Di nuovo il campanello. Forse è qualcuno che sa che sono a casa.
- Direi di sì, stacchi anche dalla vita di tutti i giorni -
Ancora il campanello.
- Katherine ma non è il camp -
- Si, sto andando ad aprire – lo interrompo.
Davanti a me tre buste della spesa e Robert dalla fine delle scale che mi urla qualcosa che non riesco a capire.
- Cosa hai detto? – urlo, dopo aver detto a James di aspettare un attimo.
Vedo Robert ricomparire dalle scale
– Ti ho detto di non chiudere la porta che ci sono altre due buste – e riprende a scendere.
- Tutto okay? – mi chiede – credo di non avere più la sensibilità all’orecchio destro – e ride. Ottio, me lo sto immaginando mentre ride…
- Sì, scusa e che vivo in una casa di pazzi – non finisco di dire questa frase, che vedo Robert risalire con altre due buste in mano.
- Ma non hai portato dentro neanche quelle? – mi dice mentre entra a casa MIA.
Resto sulla porta con la bocca spalancata.
- Ma non era Robert? – mi chiede James al telefono.
- Sì, e a quanto pare è diventato il mio nuovo coinquilino – vado spedita verso la cucina con le buste mentre reggo il telefono con la spalla. Se mi cade e perdo la chiamata, Robert si può considerare morto. Anche se ha dato lui il mio numero a James.
- James, scusa un attimo – gli dico per l’ennesima volta.
- Robert, ma cosa hai fatto? –
- Ieri mi sono accorto che il frigo piangeva, e anche la credenza. E dato che per la partenza di stasera era tutto pronto mi sono fermato a fare la spesa e.. Ma stai parlando con Andrea? – mi chiede vedendo il telefono. Divento viola.
- Ehm, no – dico e con le labbra gli sillabo che è James.
- Aah. Allora vado via, ci vediamo oggi pomeriggio – e mi schiocca un bacio sulla guancia.
- Scusa, è che non ho più capito chi ci vive qui dentro – mi giustifico.
- Figurati. Senti, ora devo proprio andare. Se ti va, ci sentiamo più tardi, okay? –
Mi sta chiedendo di sentirci. Ottio, non fare la voce da sottomessa.
- Okay, a .. più tardi allora -
- Un bacio, Kath – e riaggancia. Resto a guardare il telefono per almeno cinque minuti. In estasi. Basta con amicizie con gente famosa, il mio cuore ne risente.
 
mi compare in basso a destra, dopo aver avviato il Messenger.
Robert che mi dice che si annoia, che vuole andare via. Gli rispondo con una mail abbastanza dolce per i miei gusti, ma ha bisogno di una dose maggiore d’affetto quando è via. Si sente con Andrea di continuo, è vero. Ma a quanto pare va quasi in depressione quando non è qui.
- SE NE DEVE ANDARE A FANCULO! – sento urlare Andrea insieme alla porta che sbatte. Che cosa diavolo è successo?
Vado nell’ingresso ma non finisco di parlare che mi sbatte davanti al muso due pagine che credo siano state stampate da internet e un giornale di pettegolezzi. Non faccio in tempo a leggere cosa c’è scritto che lei è già chiusa in camera e sento i singhiozzi.
- Andrea, apri questa porta – la imploro battendo il pugno.
Non sento risposta e vado a vedere i fogli che mi ha buttato in faccia appena entrata.
C’è Robert, ma quella accanto non è Andrea. Stronzo infame.
- Andy, apri.. Ti prego tesoro -
- Non voglio vedere nessuno –
Mi siedo con la schiena appoggiata alla porta chiusa.
- Io rimango qui – le dico e mi metto a sfogliare il giornale che ha riportato a casa dove sono sicura ci sia un articolo su Robert. Come sospettavo eccolo qui. Una modella russa dal nome impronunciabile, comparsa a New Moon. No, non è possibile. Non può aver fatto una cosa del genere ad Andrea. Dopo mezz’ora sono ancora seduta a terra e dalla camera non sento più alcun rumore, forse sta dormendo. Mi alzo e vado in cucina ancora incredula. Devo chiamarlo, devo parlarci. Mentre formulo questi pensieri sento un urlo.
- Sì che posso lasciarti per telefono invece! Come cazzo faccio a crederti? Quella puttana ti sta incollata! Robert non ti voglio più nella mia vita! Quando torni a New York, non azzardarti a mettere piede quiii! – sento il cellulare scaraventato a terra e poi di nuovo singhiozzi.
- Andrea, apri questa cazzo di porta. Te ne prego! –
Non sento risposta. Ora inizio a bussare a palla, aprirà per disperazione.
 
- Non è uscita dalla camera e non ha detto una parola. Sono rimasta sulla porta tutta la notte, mi sono addormentata lì davanti ma stamattina dovevo andare per forza. Ho anche chiamato Helèna per dirle tutto ma se il rumore che ho sentito ieri era quello di un cellulare scaraventato a terra, dubito le sarà riuscita a parlare.. -
Rispondo a Sarah che stamattina ha letto la notizia.
- Potrei tornare a casa tua. Così magari in due riusciamo a farla uscire – mi chiede.
Annuisco e torno a guardare Jack. Sempre più bello, lo ammetto. Del matrimonio ho sentito che è andato tutto bene. Ma a lui non ho chiesto nulla, mi avrebbe fatto troppo male. Grazie a Dio questa è la penultima lezione con lui, perché poi il suo corso finisce. Non so neanche se sono contenta o meno.
- Andrea – dico rientrando a casa – C’è Sarah! –
 Vado verso la sua camera ma la troviamo in cucina che fissa una tazza di caffè con il trucco sbavato, tutta stretta nella sua vestagliona di pile. Le vado incontro e la abbraccio, schioccandole un bacio sonoro sulla guancia.
- Mi fidavo di lui – mi sussurra. Al nostro abbraccio si aggiunge anche Sarah.
- Ho parlato con Helèna stamattina. Gliel’hai detto tu? – mi chiede. Annuisco e continuo a stringerle la mano. E’ distrutta e lo leggo negli occhi, nei comportamenti. Robert non può aver fatto una cosa simile. Lo devo sentire, adesso.
- Ragazze io.. esco a comprare qualcosa. Faccio più che subito – prendo borsa, giacca e chiavi della macchina. Tanto per fare finta ancora di più. Non faccio neanche in tempo ad accendere il cellulare che mi ritrovo sei messaggi di Robert. Senza neanche leggerli, compongo a memoria il suo numero e lo chiamo.
- Kath, finalmente! Io.. – ma lo interrompo subito.
- Robert cosa sta succedendo? Dimmi che non è vero –
- Non è vero, te lo giuro! Andrea non mi ha dato neanche il tempo di spiegare –
- Sapevo che avresti detto così – dico stringendo la giacca. E’ pur sempre novembre.. e decido di chiudermi in macchina, tanto le chiavi le ho prese.
- Non lo sto dicendo per dire. Kath, non sai il nervoso! Non ho fatto niente del genere! Quella foto è stata scattata mentre uscivamo da una cena con tutto il cast.. Testimoni Kirsten e Taylor che stavano uscendo proprio dietro di noi! –
- Okay, Rob. Ma non so comunque che fare.. Andy sta male, davvero. E mi fa male vederla così -
- Pensi che io non ci stia male a sapere che soffre perché crede una cosa del genere? –
Rimango in silenzio.
- Kath, dimmi che almeno tu mi credi. Sai quanti gossip falsi vanno in giro.. –
- Sì, lo so – ammetto – Robert, io vado –
- Kath, dimmi che mi credi –
- Vorrei crederti, perché per quel poco che ti conosco non riesco a concepire che tu abbia potuto fare una cosa del genere -
- Mi prometti che ci parlerai? –
- Ti prometto che farò del mio meglio. Ci sentiamo - senza neanche aspettare la sua risposta aggancio e spengo il telefono.
Rimango a fissare il volante. Guai, guai, guai. Sempre guai. Inserisco le chiavi nel quadrante e accendo la macchina. Devo comunque andare a comprare qualcosa, Andrea non è così scema. Continuo a pensare alla telefonata con Robert. Ovvio che negasse.. ma se avesse ragione? Torno a casa e trovo Sarah sulla porta di casa.
- Finalmente sei tornata. Allora, Andrea si è ricordata che doveva andare a lavoro e mi ha appena chiamata Orlando, mi passa a prendere, quindi.. – l’ultima frase l’ha detta con gli occhi a cuore.
- Okay, gioia. Grazie mille.. Poi mi racconti cosa vi siede dette – le dico dandole due baci sulle guance.
- Non ha detto una parola. Tu sei andata a parlare con Robert, vero? – Perspicace.
- Sì, e naturalmente mi ha detto che non vero – dico togliendomi la giacca e appoggiandola sul divano.
- Fossi in te, ci crederei. Sai quante stronzate vanno in giro, soprattutto su di lui. I giornalisti si appigliano a qualsiasi cosa e ci creano quello che vogliono.. lo sai –
Altro punto a favore di Robert.
Vedo Sarah andare via e mi sdraio sul divano. Mi fa male la testa, non so che fare, non so a chi chiedere. Helèna non l’ha conosciuto e non può darmi il suo giudizio. Squilla il telefono di casa, lo rimango a fissare ma non mi muovo per andare a rispondere. Ho paura che sia Robert che continua a trovare il cellulare spento e non mi va di parlargli, ho già abbastanza le idee confuse. Il telefono smette di squillare, ma dopo neanche tre secondi il drin riparte. Lascio che sia la segreteria a parlare al posto mio.
“Segreteria telefonica di Andrea e Katherine. Forse siamo via, forse siamo in casa ma non vogliamo sentirvi ed è partita la segreteria. A ogni modo sapete cosa fare dopo il beep” BEEP.
- Spero tu non sia a casa, non che non voglia sentirmi.. – James, cavolo. Salto accanto al telefono e continuo a fissarlo mentre ascolto la sua voce. Ora ride, sono in coma – ti ho chiamata per.. parlarti di Robert. Ho letto le ultime e posso capire come sta Andrea.. Volevo spiegare che Robert non ha fatto nulla. Chiama appena puoi -
Torno scoraggiata sulla poltrona. Ammetto che speravo volesse parlare con me. Alla fine dovevo saperlo da subito che un tipo come James non ci va a provare con la prima che passa. Soprattutto con un tipo come me.. troppo comune. Ho fatto troppi viaggi mentali e devo capire che quelli mi servono solo per lavoro. Mi spoglio, mi metto la tuta e mi vado a sdraiare sul letto sapendo già che fra poco crollerò. Però ho bisogno di riposo, domani mi aspetta l’ultima lezione con Stroger.
 
- Katherine, Katherine.. Sveglia.. – qualcuno mi sta sussurrando vicino al viso. Sono consapevole, ma non mi va di aprire gli occhi. Ad un certo punto sento un miagolio e faccio un salto di due metri. Mi ritrovo seduta sul letto e davanti a me Andrea, con un gatto tigrato in mano.
- Mi hai fatto prendere un colpo.. Cos è quello? – chiedo con una mano sul petto. Ho il cuore che batte all’impazzata.
- L’ho trovato sotto casa, mi ha fatto troppa tenerezza – dice accarezzandolo – Ti prometto che domani lo porto dal veterinario a fare tutti i controlli –
- Hai intenzione di tenerlo dentro casa? – le chiedo un po’ scettica. Abbiamo avuto un pesciolino rosso e un criceto. Morti tutti e due, Nemo e Remì. Figuriamoci un gatto!
- Certo! Gli ho anche dato un nome.. Romeo! – dice tutta contenta mentre prende in braccio il gatto. Alla fine però è davvero bello.
- Ah, come gli Aristogatti – la nostra cultura in fatto di cartoni animati Disney supera la nostra età.
Mi stropiccio gli occhi e mi passo una mano fra i capelli. Non ho idea di quanto ho dormito, ma a giudicare da quello che vedo dalla finestra è ormai sera. Dovrei chiamare James. Dovrei. Devo.
Mi trascino fino in sala e lo richiamo sul numero che mi ha lasciato il messaggio in segreteria, tanto Andrea è in camera sua.
- Sì? – mi risponde. Che voce..
- Sono.. – dai che ce la puoi fare – Katherine –
- Ah, hai sentito il mio messaggio? – mi chiede.
- Sì.. Per quello che successo con Robert – gli dico sedendomi sulla poltrona e prendendo una coperta. Questa casa è il set per l’Era Glaciale 4.
- Non ha fatto niente di niente, Kath. In quel ristorante c’ero anche io quella sera. Quella lì era seduta con tutti gli altri.. C’erano tutti. C’era Kristen, Taylor, Ashley, Niki, Kellan.. Anche Jackson. Te lo posso assicurare! Non so se hai parlato con lui.. – lo interrompo.
- Sì, oggi pomeriggio. Ma continuo a essere confusa – gli dico in tutta onestà. Mi piace parlare con James.
- Senti, io più che dirtelo non so che fare. Poi sta a te credermi o meno.. –
Sbuffo e, con ancora il telefono appoggiato all’orecchio appoggio la testa indietro. Da Robert non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere. E se non fosse vero quello che dicono i giornali? In fin dei conti ci sono tante di quelle notizie inventate. E poi perché James dovrebbe mentirmi? A che pro?
- Okay – dico dopo un po’ di silenzio.
- Okay, cosa? – mi chiede.
- Ti credo. Credo che non mi stai mentendo, credo che Robert non ha tradito Andrea – dico tutto d’un fiato – Ora non mi resta che parlarne con Andrea. E magari riaccendere il cellulare dato che l’ho spento dopo aver chiuso la chiamata in faccia a Robert – e mi alzo dalla poltrona.
- Parlo anch’io con Robert – mi dice.
- Ma non credo sarà così facile convincere Andrea. E’ distrutta, davvero –
- Posso capire. Ma deve sapere la verità –
- Io le parlo.. poi ti faccio sapere – dico. E questo presuppone una chiamata. Brava, Kath.
- Okay, ci sentiamo allora -
Era una domanda??
- Certo – rispondo sorridendo.
- A presto allora – e riaggancia. Niente film, Kath. Niente film. Devo ricordarti che ti ha chiamata per parlare di Robert e Andrea?
Vado davanti alla porta della camera della mia amica e poggio la mano sulla maniglia. Non ce la faccio a parlarle .. Forse meglio domani. La notte porta consiglio, e forse mi riesco davvero a convincere che sia vero quello che mi hanno detto James e Robert.







Tadàààà. Cavolo, mi scuso per il ritardo immane.. Ma queste settimane a scuola sono più dure che mai. Perchè tutti alla fine si ricordano che hanno bisogno di voti. Non vedo l'ora che arrivino questa santissime e benedette vacanze perchè un'altro pò in queste condizioni e dò davvero di matto. Sono appena tornata da tre ore di teatro come "Assistente di Scena". Credevo fosse una passeggiata.. invece sono a pezzi -.-" Quello non si chiama Assistente di Scena.. ma TUTTOFARE. Ora sto sentendo le canzoni di X Factor per rilassarmi un pò.. Menomale che c'è Mengoniiiii! Scusate, piccolo momento di delirio. Forse è meglio che torni a leggere Baudelaire. Ma prima .. recensioniiii!

shewolf: Grazie ancora per i complimenti. E comunque James?? Mah, chi lo sa.. Se sei curiosa, continua a leggere XD Vedremo cosa farà Kath XD
eyruccia: Ammmore, ma sei venuta a recensire! Tu hai anche l'onore di aver visto la magica vestaglia.. il che è tutto dire. Bè, tu questa storia l'hai vista nascere e crescere ogni giorno.. e ti ringrazio come ho fatto e come farò sempre. Il tuo commento, positivo o negativo, è importante per me, sappilo. Ti voglio bene da qui alla luna e tutt'intorno alle stelle.
sarèèèè: Visto che ce l'ho fatta senza combinare mille casini? Sono fiera di me ed è solo grazie a teee! Ti ho già detto che sei il mio angelo, no? *__* Capisco che per te c'è meno gusto a leggere dato che sai già come va a finire, e ti ringrazio 37682754 volte di più per il fatto che continui a leggere e recensire. E poi mi consigli anche, da brava gamba del trepiedi. Ti adoro, infinitamente<3 ah, per l'harem sono tutti pronti. Manchi solo tu ;)
romina75: grazie per avermi scritto. Mi hai fatto davvero contenta, soprattutto per il commento su Kath e Andy. Sono felice del fatto che ti piacciano perchè tengo a questi due personaggi in maniera particolare. Spero continuerai a leggere, anyway.

Vedo che le minacce di morte funzionano per farvi recensire. Ma non vi stuzzico per stavolta, và. Ve lo ripeto con calma. RECENSITEEEEEEE, che mi fa piacere qualsiasi commento. Anche se solo mezza parola! Thanks ;)
Un bacio, Yours
Rachele*

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Capitolo 6
*** Bad Romance ***


Bad Romance


L’ora è finita. E con questa anche i miei anni all’Accademia con Stroger. Mi sento strana, davvero. Oggi è più bello del solito: ha la polo dello stesso colore dei suoi occhi. Mi alzo e esco dalla classe senza voltarmi a guardarlo, oggi non c’è neanche Sarah. Devo correre a casa e parlare con Andrea. E non devo parlare con Jack.
- Katherine! – appunto.
Mi giro e la classe è vuota. Rimango ferma sulla porta senza parlare, perché se parlo è la fine.
- Appoggia la borsa, parliamo un po’ – mi dice venendomi incontro e prendendomi la mano. Dire che mi sto sciogliendo è dire poco. Mi tolgo sciarpa, borsa, giacca e mi siedo su uno dei banchi mentre lui si siede sulla cattedra.
- Non parli? – mi chiede.
- Non so che dire, Professore –
- Non sono più un tuo professore, sono Jack adesso –
Ho caldo.
- Jack, io.. – inizio a dire, anche se non so neanche io cosa sto per dirgli, ma lui m’interrompe.
- Katherine, c’è un motivo per cui ti ho fatta rimanere qui. E so che entrambi sappiamo qual è –
Io più che altro sto sperando di aver capito male. Non posso, anche se voglio.
- Noi potremmo .. – continua, ma stavolta sono io a fargli cenno di stare in silenzio.
- Non c’è nessun noi, Jack. Sei sposato – gli dico secca, sperando che gli occhi non si riempiano di lacrime.
- Kath – dice prendendomi la mano e guardandomi negli occhi – ho fatto una cavolata a sposarmi. Avrei dovuto capirlo prima -.
Mentre continuo a fissarlo negli occhi mi mordo il labbro. Sono combattuta, ma combattuta è dire poco. Razionalmente so che non devo, che mi vado a mettere in un mucchio di casini dicendogli di sì. Ma ho il cuore che sta per uscire dal petto. Non so se sono innamorata o meno, ma con lui ci voglio stare. Forse. Ottio non lo so. Senza rispondergli lo bacio prendendo i suoi capelli fra le mie mani. Lui mi abbraccia, mi stringe sempre più forte. Sì, ci sto bene.
Quando ci allontaniamo lui apre gli occhi e mi sorride mentre mi accarezza la guancia.
- Devo andare – riesco a sussurrare. Quel bacio mi ha tolto il fiato.
- Ti chiamo – dice prima di darmi un altro bacio.
Il mio cuore resisterà ancora per poco. Mi aiuta a infilarmi la giacca, mi metto la sciarpa attorno al collo e la borsa sulla spalla. Sulla porta rimango a fissarlo ancora un altro po’, è ancora seduto sulla cattedra. Sempre più bello, ogni attimo che passa.
- Ciao Jack -
- Ciao Katherine – mi volto e esco via dalla stanza.

 

Metto piede a casa e il primo ad accogliermi è Romeo, che mi fa le fusa. Lo prendo in braccio e lo accarezzo mentre vado in cucina. Andrea sta cucinando e non appena mi vede entrare mi sorride. Mi racconta della visita dal veterinario, del fatto che Romeo sta bene. Ostenta troppa felicità e sento che c’è qualcosa che non va. Ha superato la fase cupa e ora maschera il dolore. Forse è il caso di parlarle e poi le dico di Jack, anche perché non credo di riuscire a tenere questo segreto ancora per molto.
- Andrea.. ho parlato con James, e con Robert – le dico a bassa voce. Lei si ferma ma resta in silenzio.
- Sono sicura che quel gossip è falso – le dico mentre mi sfilo la giacca e la sciarpa – ti ricordi quante volte, prima di conoscerlo, gli vedevamo attribuite chissà quante storie.. e neanche una era vera. Quella sera era con tutto il cast a cena, poco dopo di loro stavano uscendo Tay e Kris – le dico e vedo che non accenna a rispondermi.
- Ho sentito il tono di Robert mentre lo diceva. Ho sentito quello di James. Io mi fido – le dico secca. Lei si volta verso di me e abbassa la testa. Romeo le si accoccola ai piedi e lei si inginocchia ad accarezzarlo.
- Forse hai ragione – mi dice – è che vedere quella accanto a Robert.. Insomma, non stiamo insieme da molto e la nostra non è neanche una relazione normale, dato il suo lavoro. Non ci ho visto più – mi dice alzando la testa – ma deve essere lui a cercarmi e a chiedermi scusa – aggiunge decisa alzandosi e tornando alla sua pasta. Sono uno più orgoglioso dell’altro. Spero che no dei due metta da parte l’orgoglio. E’ l’unica cosa.

Finalmente accendo il cellulare. L’ho lasciato spento per una giornata intera. Vengo sommersa da non so quanti messaggi di Robert. Decido di chiamarlo.
- Ce l’hai fatta! – esordisce.
- Scusa. E’ che non ci stavo capendo nulla.. Ho parlato con James –
- Ah, ti ha chiamato! –
- Sì, ma per parlare di te. Mi sono convinta che era tutta cazzata –
- Era ora. E Andrea? Come sta? Che fa? Il telefono? – una radiolina.
- Calma. Andrea sta.. meglio. Il telefono ha fatto un affascinante volo contro il muro dopo la vostra ultima conversazione –
- Io torno domani a NY, verrà da me? – Bella domanda.
- Non credo, Rob. Dice che devi chiederle scusa –
- Io, cosa? E’ lei che deve chiedermi scusa perché non si è fidata di me! –
Sapevo che mi sarei ritrovata in una situazione del genere.
- Io riferisco. Alla Edwige, hai presente? Anzi, forse non proprio lei, dato la fine che fa -
- Allora riferisci alla tua coinquilina che non ho intenzione di chiamarla se prima non lo farà lei –
Sbuffo. – Riferirò  -
- Ci sentiamo, Kath. Devo andare. Love you, un bacio – e riaggancia.
Aiutatemi.
Torno in cucina e spiego la telefonata a Andy.
- Non esiste! Lui doveva dirmi subito di quella cena! Se aspetta che lo chiamo io proprio non ha capito nulla – e continua a sparlare sussurrando fra sé e sé.
Devo allentare la tensione.
- Mi sto risentendo con Jack. Ci siamo baciati – dico velocemente cercando di farmi sentire e capire.
Andrea si gira lentamente e mi punta il mestolo.
- Tu, cosa? – mi chiede incredula
- Hai capito benissimo. Mi ha detto che si è pentito del matrimonio e che vuole stare con me.. Io, Andy.. Mi piace troppo. Non sono riuscita a dirgli di no, anche se so che dovevo –
- Spero sia la scelta giusta, anche se non ne sono sicura. Non mi va di vederti stare male per quello – mi dice rimettendo il mestolo nella pentola.
Ero consapevole che la reazione sarebbe stata più o meno questa, so che la mia scelta è totalmente irrazionale. Ma il cuore mi ha detto di fare così. E allora che altro potevo fare?
Mangiamo più o meno in silenzio, ognuna immersa nei propri pensieri. Finita il pranzo, Andy mi dice che deve andare a lavoro e ne approfitto per chiamare Helèna.
- Kath! Allora, con Rob? -
- Ei! Stanno facendo gli orgogliosi a vicenda –
- Ma alla fine era vera o no quella storia? – mi chiede.
- Era una cavolata ma lei vuole che chiami lui per scusarsi, dato che doveva dirle lui della cena. E lui vuole che chiami lei per scusarsi per aver creduto a una cosa del genere –
Sento Helèna ridere. Quanto la vorrei qui con me!
- E tu, invece? Sei strana - mi dice. Quando si tratta di telepatia non c’è niente da fare, neanche la lontananza può niente.
- Forse ho fatto una cretinata – Le spiego la mattinata con Jack, tutto quello che ho provato, tutti i mille pensieri che hanno attraversato il mio cervello da quel momento ad ora. Mi sto sfogando, sto buttando via tutto.
- Tesoro, cosa vuoi che ti dica? Io voglio solo che tu sia felice. Sarà complicata come storia, e so che ne sei consapevole. Ma se è quello che il tuo cuore vuole, fallo –
Sorrido, so che non può vedermi, ma so anche che lo può percepire. E io sento che sta facendo lo stesso.
- E tu con Marco? – le chiedo per cambiare discorso. E’ davvero tanto che non ci sentiamo.
- A gonfie vele. Giusto ieri mi ha chiesto di te.. Poi da quando ho conosciuto la figlia –
- Da quando cosa? – le chiedo sconvolta.
- Ah, sì. Magari mi sono scordata di dirti che Marco ha una figlia.. –
Ah, magari si è scordata! Come si fa a dimenticare una cosa del genere?
- Si chiama Anna. Anna Lou, e ha 8 anni. L’ha avuta con la sua ex compagna Asia, che l’ha mollato 6 anni fa – mi racconta – mi ha detto che lei se n’è andata così, da un momento all’altro, portandosi via la bambina a cui vuole un bene dell’anima -
Il Marco che ho conosciuto io è strano immaginarlo papà.
- Quando è con Anna Lou diventa davvero un’altra persona, dovresti vederlo – aggiunge sognante.
- Mi piacerebbe – le dico.
Chiusa la telefonata con Helèna sono davvero felice. Ha trovato qualcuno che la ama, un uomo che la sa apprezzare, cosa che i suoi predecessori non hanno saputo fare. Vorrei che fosse così anche per tutte le persone a cui voglio bene.. Per Andrea, per Sarah, per Robert. E loro tre hanno le loro probabili soluzioni a portata di meno. Anche se quei due idioti non lo vogliono ammettere.

 
Sento qualcosa che sale sul mio letto e faccio uno scatto mettendomi seduta. Non ancora mi abituo alla presenza di Romeo dentro casa. Lo prendo in braccio e inizio a coccolarlo, mentre mi accorgo che in casa c’è troppo silenzio.. Andrea deve essere andata a lavoro. Lascio cadere il gatto a terra e vado in cucina, dove trovo un post it attaccato al barattolo della Nutella.
“Mr Pattinson ha lasciato un messaggio in segreteria.. chiede di andarlo a prendere in aeroporto verso le 12:45. Mi auguro tu non ci vada”
Guardo l’orologio e leggo le dieci. Fra mezzo devo uscire con Jack.. vorrà dire che mi accompagnerà lui in aeroporto.

- Questa panchina è gelida! – mi lamento e Jack mi fa segno di sedermi sulle sue ginocchia. Adoro Central Park, in questo periodo particolarmente. Mi volto verso di lui che mi sorride, gli passo una mano dietro la nuca, poi fra i capelli scuri spingendo il suo volto verso il mio. Sento la sua mano sul mio fianco, le sue braccia che mi tengono stretta, e mi sento davvero felice. Quando mi sciolgo dal bacio inizia a sussurrarmi quanto sta bene ora, mentre mi accarezza la guancia con la mano sinistra. Quando la fede mi sfiora lo zigomo, ho un sussulto e prendo delicatamente la sua mano fra le mie. Sempre in silenzio inizio a giocare con le sue dita fissando la striscia dorata alla base dell’anulare.
- Vedrai quest’anello ancora per poco, piccola – mi dice prima di mordermi le labbra e baciarmi. Non riesco a rispondergli, mi lascio abbandonare al bacio e spero capisca cosa provo.
- Kath.. – mi sussurra sfiorando il suo naso con il mio mentre mi perdo nei suoi occhi – è te che voglio, non lei. Ti ho già detto che ho sbagliato a sposarmi. E dopo tutto quello che ho dovuto fare per averti non ti lascerò andare via così facilmente –
Gli sorrido e lo bacio ancora.
- Soprattutto per Pattinson – aggiunge.
- Dai, non fare il cretino, Ci ho messo due ore ieri per spiegarti tutto e non venirmi a dire che credi ancora che ci possa essere qualcosa! –
- Ti credo, ti credo..Ti va una mela caramellata? – mi chiede e senza neanche rispondergli affermativamente mi giro per vedere se nelle vicinanze c’è un chioschetto. Nel voltarmi però trovo un viso che mi inizia a far battere il cuore a mille. E’ lui, James che mi fissa. Che faccio? Si è accorto che l’ho visto.
- James! – lo chiamo alzando la mano.
Il suo sorriso è davvero inconfondibile e mano a mano che si avvicina me ne convinco sempre di più. E’ stretto nel suo giubbotto blu che si intona perfettamente al colore dei suoi occhi. Arriva davanti a noi e mi alzo per salutarlo con due baci e presentargli Jack.
- Andrea e Robert? – mi chiede.
- Due bambini non saprebbero fare di meglio. Verso l’una meno un quarto vado a prenderlo all’aeroporto ma Andrea non vuole. Adesso che Rob è tornato in città, sarà l’inferno – gli dico sconsolata.
- Per qualsiasi cosa ci sono io, lo sai. Se rischi una crisi nervosa puoi venire a vivere da me – mi dice sorridendo. No, James non sorridere che non resisto.
- Ci conto – rispondo ridendo.
- No, davvero. Se ti serve una mano con i bambini, chiamami – mi dice.
- Grazie, lo terrò a mente –
- Ora però devo scappare. Aspetterò una tua telefonata, conoscendo Robert e il suo orgoglio – mi metto a ridere.
- Allora ci sentiamo – rispondo salutandolo con due baci sulla guance prima di vederlo stringere la mano a Jack. Vedo James andare via e quando sparisce dalla visuale torno sulle ginocchia di Jack.
- Allora, che ne pensi? – chiedo.
- Che gli piaci – risponde secco. Chi??! Cosaaa?!
- No, Jack. Proprio no –
- Si vede, piccola. Non sono cieco –
- Secondo me ti sbagli – ripeto.
- Ti dico di sì – continua.
- Vabè, cambiamo discorso. Non ho più voglia di mela caramellata. Tu cosa vuoi? – gli chiedo.
- Te – mi risponde e mi dà un bacio sul collo. Non resisto più.
- Andiamo a casa mia -
Poco dopo siamo sul pianerottolo di casa e neanche trenta secondi dopo mi ha presa in braccio e portata in camera mia.
- Non vedevo l’ora di farlo ancora – mi sussurra mentre mi bacia sul collo.
- Anche io, Jack.. Anche io – sussurro. Poi chiudo gli occhi e vedo il volto di James. Kath, no. Apro gli occhi e
bacio Jack con più passione.
- Adoro quando fai così – mi dice sfilandomi la maglia.
Lo bacio ancora. Non devo pensare a James, non devo. E Jack deve essere l’antidoto perfetto.

 

La mano di Jack che mi accarezza la schiena nuda, mi tranquillizza. Sento il suo respiro che mi sposta i capelli e le sue labbra appoggiate alla mia fronte. Rimarrei così per l’eternità ma devo andare a prendere Robert all’aeroporto.
- Jack, devo andare – gli dico dopo avergli dato un bacio. Lui socchiude gli occhi e mi siedo sul letto ad osservarlo, è davvero perfetto. Gli passo il dito sulla linea degli addominali e lui sorride per poi aprire gli occhi.
- Dammi un altro bacio e poi vai via – mi prende per il braccio e mi tira a sé. Sto per diventare dipendente dal suo sapore.
- Devi proprio andarci? – dice aprendo gli occhi.
- Sì, Jack. Il ritorno in aeroporto è sempre tragico per lui e non mi va di lasciarlo solo, voglio stargli vicina – gli rispondo sorridendo. Mi è mancato davvero tanto e non vedo l’ora di abbracciarlo di nuovo.
- Mi chiami, piccola? – Jack cerca di trattenermi in macchina ma riesco e liquidarlo con un bacio e poi corro verso il gate, sono in un fottutissimo ritardo e spero proprio che nessuno abbia scoperto che tornava oggi, hanno apposta spostato il volo di due ore, e poi .. Mon Dieu.
Davanti a me ci sono non so quante ragazzine con foto, cartelli, e tutte ad urlare “EDWARD”. Ma dov’è un kalashnikov quando serve?
- Scusa, hai visto Edward? – una voce a non so quanti decibel mi urla nell’orecchio e una ragazzina che può avere 12 anni o poco più mi saltella davanti.
- Come scusa? – chiedo.
- Edward Cullen, come fai a non sapere chi è?! – e si volta verso un’altra sua degna compare che gli sta accanto. Sto per soffocarle entrambe.
- Non credo che i vampiri esistano davvero, piccola. Né tantomeno Edward Cullen – dico secca.
- E lui chi sarebbe allora? – la ragazzina sbuffa e mi mostra un maxi poster di Robert con sotto scritto “EDWARD BITE ME!”. Okay, adesso lo appallottolo e glielo faccio ingoiare. Anzi, glielo faccio ingoiare così.
- Senti, ragazzina. Fino a prova contraria, questo tipo si chiama Robert, R O B E R T, non Edward. E poi dimmi, vuoi davvero essere morsa? – sto ancora inveendo contro la ragazzina ma sento una mano che mi prende il braccio e mi trascina via. Quando me ne rendo conto smetto di urlare e mi accorgo che un bestione di un metro e novanta mi sta portando non so dove. Inizio a spaventarmi ma non riesco a sciogliermi dalla presa. Girato l’angolo si blocca e mi si mette davanti, senza allentare la presa al mio braccio.
- Lei è Katherine Masters? – mi chiede ma non riesco a rispondere. D’un tratto sento il cellulare vibrare. Robert, forse si starà chiedendo che fine ho fatto.
- Kath, dove sei? –
- Io.. in aeroporto -  dico guardando in basso. Se questo tizio è un rapitore proprio non ci sa fare.
- Honey, ti sto mandando una mia guardia del corpo. Gli ho descritto il tuo giubbino e gli ho detto che a occhio e croce stavi inveendo contro qualche ragazzina. O no? –
Ecco spiegata la presenza dell’armadio a due ante.
- E’ già qui. Credevo mi avesse rapita – dico guardando finalmente negli occhi Shrek, e lui mi prende il cellulare dalla mano.
- L’ho riconosciuta perché stava urlando contro una ragazzina che ti chiamava Edward – gli dice ridendo. Ma che fa? Prima mi pseudo rapisce e ora mi prende per il culo? Mi riprendo il telefono e cerco di giustificarmi.
- Sai quanto mi danno fastidio, no? –
- Grazie, Kath. Davvero.. Però adesso segui Arthur che ti porta all’altra uscita dell’aeroporto. A presto – e riaggancia.
Il bestione si chiama come il mio filosofo preferito? Bene. Seguo Arthur senza dire una parola e mi porta per una serie di vicoletti infiniti fino a che arrivo in una stanza e la prima persona che vedo è Rob con un berretto in testa seduto sul suo trolley. Rimango ferma sulla porta e lo chiamo.
– Robert! – lui si gira di scatto e mi viene incontro. Ci abbracciamo talmente forte che credo stiamo rischiando entrambi il soffocamento. Mi prende addirittura in braccio e gli stampo un bacio sulla guancia.
- Mi sei mancata – mi dice una volta avermi rimessa a terra.
- Anche tu, Bob – rispondo e lui ride.
- Non me la prendo solo perché sono appena tornato. Dai vieni che ti presento gli altri –
La stanzetta che mi sembrava minuscola, in realtà è parecchio grande. Robert mi presenta Kristen e Taylor, entrambi molto simpatici per quelle due parole che riesco a scambiarci.
- Le controfigure sono partite e pare sia andato tutto liscio – dice un tale entrando e tutti tirano un sospiro di sollievo.
- Non ci aspettavamo scoprissero l’orario e in questi casi le nostre controfigure escono dall’aeroporto prima di noi, sperando che credano davvero che siamo noi. Non sempre riesce – mi sussurra Robert all’orecchio e questo tale si avvicina a noi.
- Lei deve essere Andrea – dice indicandomi e tendendomi la mano.
- No, lei è Katherine – risponde Robert e io rispondo alla stretta.
- Aaah. Finalmente ho l’onore di conoscerti.. Sai, non l’ho mai visto con una faccia così serena e rilassata in aeroporto. Gli fai bene – mi dice e mi dà una pacca sul braccio. Robert sorride, quei sorrisi che lui definisce da psicopatico ma che a me piacciono tanto. Adoro vederlo felice, ma so che in realtà non è una felicità completa, che vorrebbe Andrea. Sto imparando a conoscerlo.
- Robert, tu come al solito rimani per ultimo, chiaro? – gli chiede e lui annuisce.
- Kris, Tay, seguitemi – ordina ai due che prima vengono a salutarmi con due baci sulle guance.
Non appena sono usciti tutti, perfino Arthur che mi ha abbracciata prima di andare via, Robert mi dice che è sempre così ogni volta.
- Sono contento che sei venuta, non sai quanto sia importante per me -
- Volevo farlo – gli dico accarezzandogli una guancia.
- Senti ma.. Andrea.. –
- Sta come deve stare. Male ma fa finta del contrario.. Non capisco perché vi ostinate a fare così – sto per fargli un bel discorsetto quando sento la porta spalancarsi.
- Sapevo che saresti venuta a prenderlo! Ho seguito te e il bestione. E’ facile darla a bere ad una ragazzina, ma a me no! – la voce che urla alle mie spalle la riconosco alla perfezione.
Mi giro mentre sento Robert borbottare.
- Andy, sapevi che l’avrei fatto – rispondo.
- Perché gliel’hai detto? – mi chiede Robert. Ci ritroviamo in cerchio, io in mezzo a questi due che si guardano male.
- Io ho sentito il tuo messaggio in segreteria, che vuoi? –
- Sei venuta per chiedermi scusa? – le chiede guardandola in cagnesco.
- Neanche morta. Quello che deve chiedere scusa sei tu. E smettila di chiamare Katherine. Lei è la mia migliore amica, la mia coinquilina. Lei sta dalla mia parte –
- Lei sta dalla mia parte. Lei capisce che sei tu che deve chiedermi scusa.. Altrimenti perché è venuta a prendermi anche se tu non volevi? –
- Katherine! – dicono all’unisono guardandomi. Adesso li faccio fare a testate, sto per avere una crisi di nervi e rimango in silenzio.
- Da che parte stai? – chiedono ancora insieme mentre mi fissano. Okay, ora sbotto.
- Con nessuno dei due, okay? Vi state comportando come due bambini se non peggio!! Vi siete lasciati per una emerita stronzata e avete tanto di quell’orgoglio da non riuscire ad ammettere dove avete sbagliato. Tu, Rob, hai sbagliato a non dire a lei di quella stronzata –
Andrea fa per interrompermi ma la zittisco con gesto della mano.
- E tu, Andy, hai sbagliato a credere a una voce da gossip. E’ il caso di mettere giù questi cazzo di muri che avete costruito. E fino a quel momento io continuerò a vivere con te – dico indicando Andrea – e a vedere te – dico a Robert – Senza che l’altro si lamenti inutilmente. Chiaro? – le urla hanno fatto affacciare nella stanza il tizio di prima ma non mi frega. Se lo meritano. Mi giro e vado via, lasciandoli dietro di me. Appena riesco a mettere piede fuori dall’aeroporto, il che ha richiesto almeno dieci minuti grazie a quella mandria di ormoni impazziti che non trovano Robert, prendo il telefono e chiamo James. Lo faccio d’impulso, senza riflettere.. Perché se ci riflettessi non lo farei.
- Pronto? –
- Ciao James sono .. – me lo ricordo come mi chiamo, ce l’ho sulla punta della lingua.
- Katherine? – dice finendo la frase al posto mio.
- Sì, scusa è che qui c’è un chiasso assurdo e non riesco a sentirti – Ma che diavolo c’entra?
- Dimmi – Ah, sì giusto. L’ho chiamato per parlargli – ho bisogno di aiuto con quei due –
- Sospettavo. Hai già in mente qualcosa? –
- Vaga. E c’è di mezzo del cioccolato. Precisamente al cocco e nocciolato –
- Sto avendo paura – mi dice ridendo.
- Naaaa. Non sei tu quello che deve averne, ma quei due. La cosa fondamentale però è che tu devi portare fuori Andrea. Mi conosce troppo, capirebbe subito che c’è qualcosa sotto. Comunque mentre torno a casa elaboro meglio il piano e ti faccio sapere – gli dico entrando in un taxi.





Finalmente riesco ad aggiornare! Sante vacanzeeee! Non ci voglio tornare a scuola però -.-" Anyway, meglio non parlare di scuola quando non c'è ^^ Questa volta mi sono davvero sbizzarrita con la fic, ahahahah Adoro incasinare il tutto<3
L'odio verso quel tipo di ragazzine è forte. L'ho detto che voglio che Bob mi prenda come guardia del corpo.. La prima che dice "Mordimi" la mordo io. Ma le stacco una libbra di pelle. Okay, la finisco. Ho visto troppe volte Hannibal Lecter, lo ammetto. Ma solo perchè c'è Gas *__*

sarè: Amour, non sai quanto sono contenta che continui a recensire quando sai già tutta la storia e la leggi mano a mano che cresce. Mi fai davvero felice <3 Lo sai che ti farei leggere se solo scrivessi! Ieri mi sono rivista 27 dresses - La mia fonte costante d'ispirazione - e tu spera che la mia testolina produca qualcosa di decente XD
T'adoro, INFINITAMENTE. Cara gamba del Treppiedi<3
Ps non vedo l'ora di conoscere Cecilia ^^
shewolf: Cara! Per James c'è troppa gente in lista.. e credo che purtroppo la moglie ha la priorità -.-" Che amarezza. Vabè, per quanto riguarda Bob.. Mah, chi lo sa. Il fucile tienilo pronto che poi ti servirà per qualcun altro, vedrai XD Non so fino a che punto ti puoi fidare del mio buon senso XD
Un bacione Grande ;)

Okay, Mi raccomando R E C E N S I T E. Claro? Anyway, Auguri a tutti.. Per Natale, per l'Anno nuovo, per quello che volete. A presto..
Rak*

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Capitolo 7
*** Hot 'n' Cold ***


Men? No, Thanks.. For Now.
Hot 'n' Cold

- Secondo te perché James mi ha chiesto di uscire? – mi chiede Andrea mentre si infila gli stivali.
- Te l’ha detto, per vedere come stai, farti uscire – dico stringendomi ancora di più nella mia vestaglia.
- Bè, almeno mi svago un po’ e non penso a Robert – dice alzandosi e prendendo la giacca.
- Ciao Romeo – dice salutando il gatto che le fa le fusa. Poi lo lascia a terra e lo prendo in braccio io. Non appena si chiude la porta subito mi sfilo la vestaglia. Ero stufa di tenerla addosso per non far vedere a Andy che ero vestita e pronta per uscire. Se questo piano non riesce non  so che fare. Mentre sono in camera a mettere le scarpe entra Romeo.
- Romeo, gioia mia, andrà bene vero? Io non ce la faccio più a vederli così – Il mio fantastico gattone viene a strusciarsi contro le mie gambe, è una risposta affermativa.
Vado in sala e infilo la giacca giusto in tempo per vedere il messaggio di Robert che mi dice che è sotto casa. Chiudo la porta e mi butto giù per le scale, hoping for the best.
- Allora dove andiamo? – mi chiede, una volta in macchina.
- Ho visto un localino molto bello. Bar e cioccolateria. Gira.. qui – gli dico indicandogli una stradina alla mia destra e lui scoppia a ridere.
- Ancora riesco a credere che non riconosci destra e sinistra – dice fra le risate.
- Finiscila, Bob – gli dico sorridendo e scandendo l’ultima parola. Ride e non risponde. Pari.
Accendo la radio e tiro fuori il cellulare. James . Il piano procede liscio come l’olio.
- Andrea sapeva che uscivi con me? – e adesso che gli rispondo?
- Ehm, no.. Anche perché è uscita anche lei. Ma non so a fare cosa – mezza verità e mezza bugia.
- Ah, quindi non sai se si sta.. –
- No, Rob. Non si sta vedendo con nessuno – gli dico sapendo già la domanda che mi avrebbe porto.
- Non che mi interessi, eh – sussurra. Noooo, mica gli interessa. E’ innamorato.

Cinque minuti dopo siamo all’entrata di questo fatidico locale e viro subito a sinistra, come mi ha suggerito James.
- Come mai questo scatto verso sinistra? – mi chiede Robert una volta seduto. Si è notato così tanto?
- Qui c’è.. più luce – e meno male che vuoi fare la sceneggiatrice. Potevi inventarti qualcosa di meglio. Lui però annuisce e prende i mano il menù.
Vrrr. Di nuovo un messaggio da James
Sento che andrà tutto a rotoli, sono imbranata a fare queste cose! Fortuna che c’è James che si sta divertendo come un pazzo.
- Hai scelto? – mi chiede Robert. In realtà sono troppo presa dall’aspettare lo squillo da James ma questo non posso dirglielo.
- Non saprei.. tu? –
- Sono indeciso fra questo Mokaccino con il cioccolato al latte e questo con il cioccolato fondente – alla faccia della dieta. Proprio sull’ultima parola sento il cellulare in tasca vibrare. E’ arrivato il momento.
- Robert, hai visto la parete di tavolette di cioccolato all’ingresso? – gli chiedo.
- Si, è fantastica – mi risponde entusiasta. Questa doveva essere la reazione.
- Mi andresti a prendere una barretta di cioccolato al cocco? – molto disinvolta, complimenti Miss Masters.
- Al cocco? Da quando ti piace al cocco? – colpita e affondata.
- Rob, a me la cioccolata piace tutta. Oggi preferisco quella al cocco, che male c’è.. – cerco di salvarmi, spero con successo.
- E’ il tipo preferito di Andrea, c’entra qualcosa? – Noooooo.
- Vabè, Rob se non ti va di alzarti e andarla a prendere vado io – dico alzandomi mentre prego in tutte le lingue che mi blocchi e vada lui. Da qui riesco a vedere la parete di cioccolato ed è ancora vuota.
- Dai, vado io – Grazie. Mi risiedo e mi godo lo spettacolo da qui. Neanche a farlo apposta lui e Andrea arrivano in contemporanea davanti alla parete. Socchiudo gli occhi, pronta a sentire delle urla che però non ci sono. Stanno parlando, senza urlare. Facciamo progressi, ridono e si.. stanno scambiando le tavolette di cioccolata.
- Sei un genio – Salto di venti centimetri dalla sedia e seduto al posto di Robert, trovo James, bello più che mai. Quella camicia è dello stesso colore degli occhi, un celeste che non ho mai visto in vita mia. Sono più profondi di quelli di Jack, questi sono più.. suoi.
- Pare stia andando bene – rispondo.
- E’ grazie a te. Come ti è venuto in mente? –
- Illuminazione alla Dottor House. Mi sono ricordata che la cioccolata preferita di Robert è alla nocciola, mentre quella di Andrea al cocco. Poi mi sono ricordata che l’ultima volta che sono stata qui, Andy mi ha fatto notare che la sua cioccolata era accanto a quella di Robert. E poi è venuto tutto da solo.. Andrea mi aveva già detto che questo posto la tranquillizza, e Robert quando si tratta di mangiare è sempre più trattabile – dico.
- La ricetta perfetta, insomma! – e sorride. Non deve sorridere, dovrebbe saperlo.
Mi giro e vedo Andrea e Robert vicini, molto vicini. Dai che ci siamo, e… sìì! Si stanno baciando. Mi volto trionfante verso James che mi fa l’occhiolino. Quest’uomo attenta alla mia salute.
- Sei una stronza, dovevo sapere che la mente diabolica eri tu – voce, più schiaffo dietro la nuca mi ricollegano ad una sola persona. Andrea.
- Ce l’avete fatta, eh? – dico sorridendo e alzandomi. Si meritano tutti e due un bel bacio.
- Da te non me lo sarei mai aspettato – dice Robert a James.
- Lui? Lui si è divertito da morire – rispondo al suo posto e mi giro per vedere il suo sorriso che mi accoglie come al solito con la naturalezza di sempre.
- Ammetto che mi sono divertito come un pazzo, e poi è anche servito, quindi.. –
- Kath, credo sia Jack – dice Andrea abbracciata a Robert. Sulla mia faccia si viene a formare un enorme punto interrogativo e la mia amica mi  indica il tavolo. Il mio cellulare, giusto.
- Jack! –
- Piccola, ci hai messo tempo –
- Scusa è che non l’ho sentito, dimmi –
- Niente, volevo sapere come era andata –
- Alla grande – e sono pronta a raccontargli tutto ma mi dice di andare sotto scuola.
- Okay, a dopo – e metto giù prima di ricevere lo sguardo inceneritore di Robert. Ah, cavolo. A lui non l’ho detto.
- Sei tornata con quello? Mi auguro non si sia sposato –
- Bè, diciamo che si è sposato ma ha promesso di lasciare la moglie – dico.
- Sai già cosa sto per dirti, vero? – Certo che lo so.
- Lo sospetto –
- Sei una cretina – Appunto.
- Sospettavo bene -
- Tu.. – dice sciogliendosi dall’abbraccio con Andrea – perché non capisci che potresti avere .. –e si blocca guardando dietro di me. Mi giro e vedo solo James.
- Potrei avere cosa, Rob? C’è lui nella mia vita, ora – gli rispondo.
- Sei intelligente. Non capisco come fai a non vedere qualcosa che ti sta davanti agli occhi – mi dice.
- Ragazzi, io vado, scusate – non faccio neanche in tempo a voltarmi che James è andato via. Ma cosa diavolo sta prendendo a tutti?
- Vado anche io – dico e vado via, dopo aver stampato un bacio sulla guancia ad entrambi.

Una volta fuori vedo James salire in macchina e lo blocco chiedendogli un passaggio. Mi risponde con un cenno della testa, senza parlare. Mi lascia sotto l’Accademia con un ciao di sfuggita e, una volta scesa, lo vedo andare via. Non è come penso, non può essere geloso di Jack, io non posso piacere a James Marsden. C’è sicuramente qualcos’altro sotto.
- Kath, cosa ci fai qui? – mi viene incontro Sarah per le scale.
- Bellezza! – la saluto con un mega abbraccio stritolante – Non ho lezione, sono venuta da Jack – le dico e lei sbuffa ma faccio finta di non vedere. Sono abituata a questa reazioni da parte di tutti.
- Devo presentarti una persona – mi cinguetta nell’orecchio e fa cenno ad un tale dall’altro lato della strada. Sto per conoscere Orlando Bloom.. e sono agitata. Certo, ho Pattinson che mi scorrazza per casa, Marsden che mi fa da pseudo autista e mi tormento. Okay, calma.
- Orlando, lei è Katherine, Katherine, Orlando –
Lui si sfila  gli occhiali da sole e mi sorride stringendomi la mano. I riccioli neri gli cadono delicati a incorniciare il viso pressoché perfetto, il fisico da statua greca si può intuire anche se indossa un cappotto nero e una maglia dello stesso colore.
- Finalmente ti conosco.. ho saputo che ti devo parecchio -
- Naaa. E’ stato assolutamente un piacere.. L’ho fatto perché volevo vedere Sarah felice e ci sono riuscita, eh? – ridono entrambi e si guardano negli occhi, vedo che lui le stringe la mano.
- Adesso però fai il bravo, eh! Che sennò mi pento di tutto quello che ho fatto – gli dico.
- Puoi stare tranquilla, ci ho messo parecchio per averla, non la lascerò andare così facilmente – mi risponde. Questo ragazzo è un amore, e beata Sarah che ha trovato quello giusto.
- Tesoro, Jack sta uscendo – mi dice Sarah indicando un punto davanti a noi.
- Visto, grazie. Io vado, allora. Orlando, è stato davvero un piacere conoscerti. Spero di rivederti – gli dico tendendogli la mano.
- Il piacere è stato mio – non vedo però la sua mano che stringe la mia ma due braccia che mi avvolgono e due baci stampati sulle guance. Non me l’aspettavo, dico la verità. Gli sorrido e faccio l’occhiolino a Sarah prima di andare incontro a Jack. Ma proprio mentre sto per saltargli al collo vedo un’altra persona fare la stessa cosa. Una cascata di ricci biondi va a cadere su quel viso che doveva essere fra le mie mani. Non ho le forza per muovermi, rimango imbambolata prima di capire che prima che gli andasse addosso l’avevo chiamato.
- E’ una tua studentessa? – chiede lei guardandomi. Jack mi guarda imbarazzato e poi sussurra un sì.
- Lei è.. Katherine. Ha finito da poco il corso con me – dice e vedo la donna tendermi la mano. I suoi due occhi verdi mi squadrano ma non c’è cattiveria, non sospetta nulla. Mi sto sentendo male.
- Lydia, sua moglie – le stringo la mano e mi sale un peso sullo stomaco. Sono una stronza, sfascia matrimoni. Questo è il punto, e mi merito di stare male.
- Katherine, torni con noi? – sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla, alzo gli occhi e trovo gli occhiali da sole di Orlando.
- Sì, stavo.. giusto arrivando – gli dico prima di salutare Jack e sua moglie. Orlando mi accompagna per la strada con una mano sulla schiena e, girato l’angolo trovo Sarah.
- Tesoro, ho visto cosa stava succedendo e ho mandato Orlando. Non potevo venire io –
Gli occhi mi si appannano per le lacrime e un attimo dopo mi ritrovo fra le braccia di Sarah, singhiozzando. Sento la sua voce che mi sussurra all’orecchio, ma non capisco cosa sta dicendo. A cercare di farmi calmare, si aggiunge la mano di Orlando che mi accarezza le spalle.
- Ti porto a casa da me -
Non so quanto tempo dopo sono accovacciata sulla poltrona, a casa di Sarah. Mi sento una merda, una stronza, e chi più ne ha, più ne metta. Ho lo sguardo perso nel vuoto, non mi va di parlare, non mi va di fare niente.
- Va meglio? – mi dice Sarah seduta di fronte a me. Mi asciugo una lacrima e le faccio cenno di sì con la testa. Vedo Orlando entrare nella stanza con un bicchiere d’acqua in mano e mi rendo conto di aver fatto uno dei miei soliti casini.
- Scusate, io.. vi ho rovinato la giornata – dico e faccio per alzarmi ma la mano di Sarah sul mio braccio non me lo permette.
- Bevi un po’ d’acqua e smettila di dire scemenze – mi dice Orlando porgendomi il bicchiere e sedendosi davanti a noi. Bevo tutto d’un sorso e poi sento che se non sputo fuori almeno un po’ di quello che mi passa per la testa, scoppio.
- Io.. non so cosa mi sia preso. Cioè, so che è sposato, ma vederlo abbracciato ad un’altra, vedere le sue mani sul volto di.. E poi sono una stronza, una grandissima stronza, sfascia matrimoni –
- Kath, finiscila.. con lui, intendo. Ti fa solo male e sono già stufa di vederti così – mi dice Sarah.
- So che devo finirla, lo so.. Ma non ce la faccio, non credere che non ci abbia mai provato –
- Puoi anche parlarci, ma devi lasciarlo. Te lo impongo io.. però devi essere prima tu ad imporlo a te stessa – mi dice e rimaniamo in silenzio. A romperlo è Orlando.
- Sono d’accordo con Sarah. Non so tutto quello che è successo ma se ti fa stare così non va. Per vedere felice Sarah hai reso felice anche me.. quindi te lo devo. Se non lo molli, ti costringo io – mi dice sorridendo e mi scappa una risata e un “Grazie” di vero cuore. In quello stesso instante mi squilla il cellulare. Deve essere Jack e mi alzo per andare a prendere il telefono nella borsa. Bingo, è lui. Premo il dito sul tasto sul tasto rosso e guardo Sarah e Orlando che si sono girati verso di me.
- Ben fatto. Sono fiera di te – mi dice lei facendomi un sorrisone.
- Grazie mille ragazzi, ma ora alzo i tacchi. Vi ho disturbato fin troppo con le confessioni di una povera disgraziata – vedo che stanno per interrompermi e li blocco prima – Non si discute. Già il tempo che passate insieme è poco, non sono di certo io a mettermi in mezzo –
Sarah si alza sorridendo e mi tende la giacca.
- Sei sicura? Per noi non c’è nessun problema.. Chissà le volte che sei stata a sentirmi quando ero una piattola complessata e depressa -
- Finiscila, piattola. Sono più che sicurissima. Grazie ancora non so cosa avrei fatto senza di .. voi –
Mi infilo la giacca e riprendo le mie cose.
- Per qualsiasi cosa, chiama. Lo sai – mi dice e faccio cenno di sì con la testa. Orlando mi saluta con due baci e un pizzicotto sulla guancia.
- Ti conosco da meno di un’ora e ti ho già visto piangere. La prossima volta che ti vedo devi avere un sorriso a 32 denti – Come si fa a non sorridere di fronte a cotanta fantasticheria?

Poco dopo sono sotto casa di Sarah in attesa di un taxi ma mi accorgo che non so dove andare. A casa ci sono sicuramente Rob e Andy, Off Limits. Potrei chiamare Jack.. No, non posso. Sfilo il cellulare dalla tasca. James? E’ stato fin troppo strano prima. In cioccolateria l’ho visto sereno, tranquillo. Poi si è incupito e durante il tragitto in macchina non ha detto una parola, non un sorriso. Non è stato il James che conosco io. Poi, le parole insensate di Robert “perché non capisci che potresti avere… Sei intelligente. Non capisco come fai a non vedere qualcosa che ti sta davanti agli occhi”. Avere chi? James? Vedere cosa, poi? Che gli piaccio? Ma neanche in universo parallelo potrebbe essere possibile che James Marsden, dico JAMES MARSDEN, voglia stare con me. Se quest’universo parallelo esiste, mi ci butto volentieri. James è davvero.. fantastico. Quando mi guarda, quando mi tuffo in quel celeste glaciale mi sento meglio. Quando mi sta accanto mi dà un senso di protezione, sicurezza.. come se con lui accanto non potesse succedermi nulla. Ma so che per lui conto come un’amica, alla fine. E allora perché provarci se so già che vado a farmi male?

“U don't have 2 be beautiful
2 turn me on
I just need your body baby”

Ecco Prince, dal cellulare che mi riporta alla realtà. Ti prego, fa che non sia Jack, fa che non sia Jack, fa che non sia Jack. Lupus in fabula, James.
- Kath, dove sei? – mi dice con la voce affannata.

- Sotto casa di un’amica, perché? –
- Perché ho visto Jack con.. senza di te, e dato che sapevo che non eri a casa mi sono spaventato e.. – Si è spaventato. Allora.. Non fare film.
- Calma, non ti preoccupare. Sto benone.. Sono stata un po’ a casa di quest’amica. E ora.. –
- Ora? –
- A dire il vero non sapevo dove andare – confesso.
- Dimmi dove sei che ti passo a prendere – dice deciso e gli do le facili indicazioni per arrivare sotto casa di Sarah. Riaggancia e resto a fissare il cellulare. Devo raccogliere le idee e rielaborare.. Mi ha chiamata, e ho le prove. Mi ha chiesto dov’ero perché era preoccupato.. ma di questo non ho le prove. Sono una futura sceneggiatrice, avrei potuto aver immaginato tutto in un barlume d’ispirazione accecante. Lo so che la devo smettere di dire stronzate, ma è più forte di me. Lo faccio particolarmente quando sono agitata.. e ora sono agitata. Ecco, James ha il potere di far scomparire ogni tristezza.. In questo momento non m’importa più di Jack. Speriamo che duri.

Un nanosecondo dopo, o forse di meno (Okay, forse ho esagerato un pò) la Audi a4 nera di James è davanti a me. Apro lo sportello e entro in macchina, sperando in un sorriso.. o qualcosa di simile. Fortunatamente lo ottengo, gli è passato quell’attimo. Mi allaccio la cintura senza sapere cosa dire.
- Dove ti porto? – mi chiede.
- Decidi tu, tu guidi. Di certo non a casa mia perché credo che Andy e Robert sono impegnati – sono le uniche cose che riesco a dire.
- L’unico posto che mi viene in mente è casa mia. Sono le cinque ora.. Male che va ceni da me e poi ti riporto a casa – mi risponde sorridendo e sento di essere diventata violacea. Annuisco e lui parte.

 

- Benvenuta a casa Marsden – mi dice aprendo la porta di un maxiappartamento in centro, al sesto piano. Davanti ai miei occhi si apre la vista di una sala che ho visto solo nei film. E’ davvero enorme, delicata, dai colori chiari. Con un enorme divano in pelle e un LCD di dimensioni gigantesche davanti. Due librerie e poi quadri alle pareti, ha anche il Bacio di Klimt. Fantastico, davvero.
- James, questa casa è.. Wow – Mi sono passati per la testa 38763287 aggettivi e l’unica cosa che riesco a dire è Wow. Normale, proprio.
- Grazie mille.. di qua c’è la cucina, vieni – mi risponde dopo aver chiuso il portone e essersi tolto la giacca. Mi fa strada fino ad una stanza accanto al salone dove vedo un tavolo fisso al centro della stanza e.. cavolo, la cucina è pulita. Mi sto vergognando davvero. Un uomo, da solo, tiene la casa meglio di me e Andrea messe insieme. Tutto dire.
- Cosa ti posso offrire? – mi chiede.
- Posso chiederti un alcolico? – azzardo.
- Puoi –
- Martini, bianco. Se non è un problema – rispondo sedendomi attorno al tavolo.
- Ti sorprenderò perché ho anche le olive – mi risponde e prepara un bicchiere per entrambi, lasciando la bottiglia sul tavolo. Ci mettiamo a parlare del più e del meno.. Del suo lavoro, del mio studio. Dell’accademia, senza toccare l’argomento Jack. E la prima bottiglia va via. Mi gira la testa ma l’alcool lo reggo bene, e poi la bottiglia non era piena. Poi James tira fuori la birra e lì so che andrà a finire male. Ci spostiamo in sala con le bottiglie in mano. Non so quanto tempo dopo stiamo sparlando.. Sono ancora lucida, ma non totalmente in me.
- Scherzi? – dico ridendo.
- Te lo giuro! – mi risponde facendo un altro sorso alla birra.
- Solo a te possono succedere queste cose – gli rispondo ridendo ancora.
- Fino ad adesso ho parlato solo io.. dimmi qualcosa –
- Cosa ti devo dire, dai! – e poggio a terra la bottiglia di birra finita. Adoro la Heineken.
- Dimmi cosa pensi.. di me –
- Prima tu –
- L’ho chiesto prima io – risponde subito e poggia anche lui la bottiglia a terra.
- Penso che.. Ah, sai cosa stavo pensando? E’assurdo ma te lo devo dire. Sono arrivata a pensare che io.. potessi piacerti! Io, hai capito? Sì, lo so che è assurdo ma mi piace inventarmi le cose.. –
Ma che cosa cazzo sto blaterando? Adesso sono brilla. Lucida e Brilla. Perché altrimenti non mi renderei conto che sto dicendo una cazzata mentre la dico, no?
- A me piacerebbe.. Cavolo se piacerebbe stare con te.. Però.. che fantasia, eh? Io piacere a te! – e scoppio a ridere. Quando alzo lo sguardo trovo gli occhi di James nei miei e prima che me ne possa accorgere, la sua lingua è incatenata alla mia. Mi avvicino sempre di più a lui passandogli le mani fra i capelli, ma non riusciamo a staccarci da questo bacio, non vogliamo. Quando mi ritrovo praticamente seduta addosso a lui non posso più fortunatamente tornare indietro. Sento le sue mani accarezzarmi le cosce e salire sempre più su fino a sfilarmi la maglia.
- Kath.. – mi sussurra e lo zittisco con un bacio – Ti porto di là – aggiunge e stringendomi si alza. Chiudo le gambe per tenermi meglio e le mie braccia vanno a posarsi attorno al suo collo. Un attimo dopo mi ritrovo sprofondata tra lenzuola di seta bianche e James inizia a baciarmi il collo. Riesco a sfilargli la maglia e rimango incantata davanti a quello che vedo. Il fisico come forse neanche Michelangelo sapeva scolpire. Inizio a baciarlo su tutto il petto giocando con quei solchi che rendono questi addominali praticamente perfetti. Poi vedo che lui inizia a litigare con il bottone dei miei pantaloni. Sposto le sue mani e sgancio il pantalone per poi farlo scendere giù e lui fa lo stesso con i suoi. Sento le sue mani dovunque e il suo profumo già addosso a me. Quando mi sfila gli slip sposto la coperta e mi infilo sotto il piumone, con lui addosso a me. Sono grata a quei cromosomi che hanno fatto sì che reggessi l’alcool molto bene: mi sono dichiarata e non scoderò questa notte molto facilmente.

 

Apro gli occhi e mi accorgo che non sono a casa mia. Okay, stanotte l’ho sognata quindi se adesso chiudo gli occhi e li riapro mi ritrovo a casa mia. Non funziona, sono ancora qui. Sto dormendo su qualcosa che non è un cuscino e ci metto poco a scoprire che è il petto di James. Una sua mano mi stringe all’altezza del petto che è appoggiato al suo, le nostre gambe sono intrecciate. Vorrei restare così in eterno ma se l’orologio sul comodino va bene, sono le nove di mattina e mi sembra di non aver dormito per niente. Forse perché non ho davvero dormito per niente. Ho perso il conto di quante volte l’abbiamo fatto da ieri notte e stamattina. Sono stanca, lo ammetto, ma ciò non toglie che rifarei tutto da capo. Fatemelo dire, il sesso con James Marsden è .. Wow. Detto con termini miei, che voi potete capire. Ma mi sento strana.. come se quello che è successo stanotte, c’è stato a causa di Jack. Come se mi fossi lasciata andare con James perché stavo male per Jack. A fatica e controvoglia riesco ad uscire dal letto e a vestirmi. Proprio quando sto per uscire dalla stanza sento che mi chiama, con un sussurro. Mi vado a sedere al bordo del letto e gli passo una mano fra i capelli mentre lui si stiracchia, lo adoro quando lo fa.
- James.. Io.. volevo dirti che.. – sto per dirgli quanto mi senta strana ma m’interrompe e si mette a sedere sul letto.
- Anche per me è stato fantastico – mi dice sorridendomi.
- Sì.. ma.. io volevo dirti che non faccio mai così – dico tutto d’un fiato e lui ride.
- Non hai fatto altro che ripeterlo ieri notte. Non faccio mai così, non faccio mai così, non faccio mai così – poi s’interrompe e so che abbiamo pensato tutti e due alla stessa cosa.
- Questa scena mi ricorda qualcosa e dopo c’è uno schiaffo. Vuoi mica picchiarmi? – (*)
- No.. però.. sento che.. Non so come dirtelo ma.. –
- C’è qualcosa che non va? – mi chiede e io mi alzo dal letto.
- James .. c’è che.. ho paura che quello che è successo ieri sia stata una cazzata –
Lui strabuzza gli occhi.
- Io.. ero incazzata con Jack e.. ero ubriaca -
- Eri lucida e lo sai bene. Mi stai dicendo che anche quando mi hai detto che volevi stare con me era una cazzata? – mi dice alzandosi e vestendosi.
- Io.. no, però –
- Però, cosa? – mi interrompe alzando la voce.
- Però non lo so neanche io, capisci? Sono in uno stato di confusione estrema, già prima di ieri notte e.. –
- Senti, Kath se credi di aver fatto una cazzata puoi anche andare via – alzo lo sguardo e tengo i miei occhi fissi nei suoi. Non abbiamo neanche bisogno di parlarci che lui mi apre la porta della camera e esco dalla sua casa.

Riesco a trattenere le lacrime per le scale, sul taxi e sulla porta di casa. Lì, una lacrima che proprio ci teneva a scendere, cade giù ma la asciugo subito. Faccio fare alle chiavi due giri nella toppa e entro a casa che è silenziosa come non mai, a parte rumore di caffettiera in cucina. Mi tolgo la giacca e trovo Robert in mutande che carica la caffettiera.
- Nuovo coinquilino, buongiorno – gli dico e lui salta di almeno 15 centimetri.
- Cavolo, Kath non ti avevo sentito rientra.. Aaah. Abbiamo dormito fuori, eh? –
- Sì, non volevo tornare a casa a disturbarvi – dico alzandomi in punta di piedi per prendere le tazzine per il caffè.
- Guardami negli occhi e dimmi chi è – mi dice facendomi girare e mi trovo la sua faccia a due centimetri dalla mia.
- No – gli sillabo e scappo dalla sua presa. Proprio in quel momento entra Andrea. Sì, con la sua vestagliona.
- Buong.. oh mio Dio con chi sei stata stanotte? – mi urla appena entrata.
- Buongiorno anche a te, Andy –
- Rispondi alla mia domanda. Chi è lui? So che non è Jack e ne sono contenta – ripete saltellandomi attorno.
- Cosa ti fa pensare che ci sia un uomo sotto? –
- Perché se fossi rimasta a dormire da un’amica ti avrebbe passato altri vestiti da mettere -
- Ma non è possibile che sia rimasta a dormire da un’amica senza cambiarmi? Che so, Sarah! –
- C’è Orlando –
- Helèna – No, un attimo Helèna non ve bene come scusa.
- A parte il fatto che Helèna vive dall’altra parte dell’Atlantico con Marco. Sono stata al telefono con lei fino a tre secondi fa – cazzo.
- Sentite, finitela di snervarmi che sono già fin troppo incazzata, eh? – dico acida, forse un po’ troppo acida.
- A ogni modo, non importa con chi sono stata stanotte. L’importante è che mi sono convinta che già di casini ne combino troppi da sola, per cui con gli uomini ho chiuso! –
Poggio le tazzine sul tavolo e esco dalla cucina sbattendo la porta. Non ce la faccio più con nessuno.

(*) Per chi non l'avesse visto è una scena di 27 volte in bianco. Film con James Marsden e Katherine Heigl. Se non l'avete visto vedetelo!

Dopo essermi stata a scervellare per ore, ho finlamente deciso di aggiornare. Questo capitolo è sconvolgente, eh? Ammetto che la protagonista è una delle più IDIOTE che sia mai esistita ma.. si riprenderà. Almeno spero! Tanto ormai hanno vita propria.. io scrivo soltanto ;) Oggi finlamente vado a vedere Sherlock.. giusto per non pensare che giovedì devo tornare a scuola -.-" Okay, basta deprimermi.

shewolf: sono contenta ti sia piaciuto il pezzo dell'aeroporto.. E' nato nel bel mezzo di una pallosissima lezione di latino XD Per quanto riguarda Bob.. credo che solo io lo chiamo in quella maniera anche perchè mi odiano tutti quando lo chiamo così. Secondo Sara sembra il nome di un camionista ;) Mah, a me fa pensare a qualcosa di tenero *__* Annyway, spero ti piaccia anche questo capitolo ^^ Un bacio, a presto!

sarèè: Io, donna tecnologica?? Aspetta che inizio a litigare con Twitter e poi vedi -.-" Però, pare che vado meglio, grazie a te! Ho finalmente conosciuto il quarto componente e.. già ho capito a quanto possiamo arrivare tutte insieme. Anzi, forse no XD Cos'altro dire? Non ci sentiamo mai e sono a corto di idee ;) Grazie per tutto te lo dico sempre, ma te lo continuerò a ripetere! 
T'adoro<3 INFINITAMENTE.

Un altro chap è andato. Adesso sta a voi .. RECENSITEEEEEEEE!
Ah, ringrazio anche tutti quelli che hanno inserito la storia fra i preferiti ;) GRAZIEEEE!

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Capitolo 8
*** Evangeline and the Relief ***


Evangeline and the Relief

Due giorni dopo non ho sentito né James, né Jack e cerco di schiarirmi le idee, anche se con pochi risultati. Voglio James e di questo sono sicura ma non si è, a ragione, fatto sentire per niente. Però alla fine sa che anche io voglio stare con lui, e… Aaaah! In questi momenti vorrei tanto qualcuno che mi dicesse qual è la cosa più giusta da fare. Ieri ero rimasta a casa da sola, dopo aver convinto i piccioncini che non era la fine del mondo se uscivano a cena da soli. In televisione non davano davvero nulla a parte un programma sull'astronomia. Sempre meglio di niente. C'era un signore sulla cinquantina, grassottello che parlava di come nei tempi gli antichi avevano attribuito alle stelle diversi poteri o influssi.
- Molte portavano grandi sfortune, altre invece si diceva potessero fa avverare i desideri -
Se, magari.
- E sono state riportate in storie per bambini, addirittura nel nuovo cartone Disney "The Princess and The Frog". Guardiamo uno stralcio -
Sullo schermo partì una scena. Una bambina bellissima affacciata ad una finestra che chiedeva alla stella di esaudire il suo desiderio, poi questa bambina un pò più grande in un fantastico abito a ripetere la stessa scena. Poi addirittura un ranocchio .. una lucciola. Evangeline, questo era il nome della stella. Finito lo spezzone spensi la tv e andai a guardare fuori dalla finestra. Sapevo che era piuttosto infantile come cosa, ma lo feci lo stesso. Purtroppo vedere una stella nel cielo di NYC è una bella impresa, ma riuscii a scovare un punto piuttosto luminoso. Poteva perfettamente essere un aereo, e ne ero consapevole. Ma spesso è bello cullarsi nella fantasia, ti estranea per un pò da una realtà che fa male. Restai a guardarla per un pò senza parlare.. poi chiusi la finestra e mi diedi della stupida per aver fatto davvero una cosa del genere. Ma si rimane sempre un pò bambini, vero? E mi promisi che sarei andata a vedere quel cartone.

- Ragazzi, sono a casaaa! – urlo entrando in salotto e sfilandomi la giacca. Si avvicina Natale e fuori fa sempre più freddo, ma io adoro New York in questo periodo. In cucina trovo Robert con un mestolo in mano che bacia Andrea ancora in vestaglia. E’ praticamente la seconda pelle.
- Che si mangia oggi, amori miei? – chiedo mentre do’ un bacio sulla guancia ad entrambi.
- Spaghetti con il pesto, grazie al ristorante italiano che ha aperto dietro l’angolo – mi risponde Robert. Mi sto ancora chiedendo se abbia una casa oltre alla nostra. Mi siedo e pranzo con i miei due migliori amici e poi vado dritta in camera sdraiandomi sul letto, con il PC.
Poco dopo il cellulare squilla. Controvoglia mi alzo e vado a prenderlo sul comodino. Jack. Cosa faccio? Rispondo o non rispondo? Verde.
- Katherine, io.. non speravo più che rispondessi – ammette.
- Dimmi – rispondo.
- Io ti volevo dire che l’altro giorno.. non sapevo che venisse Lydia sotto scuola, io .. –
- Non mi hai chiamata per dirmi questo, vero? – gli chiedo e chiudo la porta dopo aver sentito suonare il campanello di casa.
- Colpito e affondato. Io.. volevo chiederti scusa per quello che hai passato, perché so che ci sei stata male, e.. – lui s’interrompe e vedo Andrea che apre piano la porta della camera. Le faccio cenno di aspettare e le faccio capire che è Jack.
- Ti prego, torna con me. Io.. ti prometto che la lascio. Io voglio te, non lei.. lo sai e continuo a ripetertelo. Perdonami Kath, ti prego – e adesso cosa faccio? Tempo? No, non ho voglia di pensare troppo. James non c’è e non ci sarà.
- Okay, Jack ti perdono – gli rispondo.
- Piccola, non sai quanto mi fai felice. Stasera ci vediamo al solito posto alla solita ora? – Confermo l’appuntamento e riaggancio. Apro la porta per far entrare Andrea e raccontarle tutto e accanto a lei trovo James.. ecco chi era al campanello.
- James.. – sussurro. Non può essere, non può essere.
- Ero venuto e riportarti la sciarpa – mi dice e me la tende. Io la afferro e lui fa per andarsene, quando sento la porta sbattere capisco che è uscito davvero.
- Cretina, aspetti la richiesta in carta da bollo per corrergli dietro? – mi dice Andrea e mi spinge verso la porta. Sulla seconda rampa di scale lo raggiungo e lo chiamo.
- So che volevi dirmi qualcosa – inizio. Ti prego dimmi quello che voglio sentirmi dire e riesco a dire davvero di no a Jack, per sempre.
- Sì, ti volevo dire che avevi ragione tu. E’ stata una cazzata – mi dice e dandomi le spalle va via. Rientro in casa a rimango per un po’ con la schiena contro la porta. Sono un disastro.
- Allora? – mi chiedono in coro i due compari.
- Allora, cosa? – dico cercando di sviare una risposta.
- L’uomo dell’altra notte era lui, e questo si è capito – mi dice Andrea.
- Ma non serve a nulla ora che sono tornata con Jack – dico secca e vado verso il divano preparandomi alla raffica di commenti.
- Sei davvero una cretina – mi dice Robert – la tua stupidità mi stupisce ogni giorno di più –
- Non ho parole, Kath, davvero. Ma come cazzo si fa? – urla Andrea.
- Sentite, a James non frega di me. A Jack pare che qualcosa gliene freghi.. cosa dovrei fare? – urlo di risposta.
- Ma lo vedi che allora non capisci proprio nulla? E’ l’esatto opposto! E’ a James che importi non a quell’idiota sposato! – mi urla Robert – Come fai a non capirlo? –
- Allora non me lo sa dimostrare, cosa ti devo dire? Ammetto di essere completamente persa per James e di aver combinato un casino, lo so. Ma è tardi per rimettere a posto i pezzi – dico abbassando il tono di voce. Robert si inginocchia davanti a me e mi prende la testa fra le mani.
- Voglio solo la tua felicità, chiaro? – mi dice. Io gli sorrido e lui mi dà un bacio sul naso. Si rialza e chiedo scusa ad entrambi per aver urlato.
- Ti avverto che se Jack entro Natale non ha mollato la sposina, gli mollo un pugno io – aggiunge Robert e Andrea gli dà manforte.

 

- Piccola, c’è qualcosa che non va? Ti vedo strana – la voce di Jack mi riporta alla realtà. Siamo in macchina per andare in un ristorante dall’altro lato della città. Non riesco a togliermi dalla testa le parole di James “Ti volevo dire che avevi ragione tu. E’ stata una cazzata” Mi risuona in testa, mi ha marchiata, ce l’ho tatuata addosso. Mi ricorda i miei mille casini, il fatto che sono un disastro.
La traduzione è – Tutto okay, sono solo un po’ stanca – e torno a guardare fuori dal finestrino. Tutti i gesti sono meccanici, non riesco neanche a capire perché ho accettato di uscire con lui.  Perché non ce la faccio a lasciarlo? Forse perché sono riuscita ad averlo accanto dopo tanto tempo? Ma non è questo il rapporto che volevo. Jack poggia la mano sul mio ginocchio e lo accarezza. Mi accorgo che non c’è più quel brivido che c’era prima, e allora perché non riesco a lasciarlo? Basta, così non posso andare avanti.
- Jack, mi riporti a casa? Non mi sento troppo bene – dico e lui accosta la macchina – ho un mal di testa pazzesco – aggiungo.
- Sicura? – mi chiede e io annuisco. Vedo che controvoglia cambia il senso di marcia e andiamo verso casa mia. Una volta arrivati spegne il motore e io mi slaccio la cintura e apro lo sportello.
- Scusa se ti ho fatto uscire – dico appoggiando le mie labbra sulle sue per poi scendere dalla macchina.
- Non mi fai salire? – mi chiede.
- Ci sono Andrea e Robert –
- E quindi? –
- Jack, non mi va – dico scendendo dalla macchina. Non faccio in tempo a chiudere lo sportello che con “ciao” di sfuggita va via. S’incazzasse pure. Rientro a casa sbattendo tutte le porte e Rob e Andy mi fissano senza parlare fino a che non entro in camera. Continuo ad inveire contro me stessa e i miei casini mentre mi cambio e mi infilo il pigiama, mi metto a letto ma il sonno non ne vuole sentire nulla di arrivare. Dopo un po’, da fuori la porta sento i miei cari coinquilini parlottare.
- Dici che è abbastanza grande? – chiede Rob ad Andrea.
- E’ matrimoniale, ti ho detto! – gli risponde.
Li chiamo e entrano in camera.
- Sappiamo che non vuoi parlare, però ti stiamo vicino lo stesso – dice Andrea e si mettono uno a destra e l’altro a sinistra del letto. Fanno sul serio? Quando me li ritrovo dormire accanto capisco di sì.

 

Rimango chiusa in camera per tre giorni, non mi presento in Accademia, non esco e il cellulare rimane spento. Le uniche persone con cui parlo, a monosillabi, sono Rob e Andy. Ho deciso che la prossima volta che metto piede fuori casa, lo farò sicura delle mie scelte. Risultato? Dopo tre giorni non so che fare. Ormai con James è finito anche quel poco che era cominciato, seppure voleva stare con me, adesso non più.
- Non dirmi che sei ancora a casa – urla Andrea rientrando dal lavoro. Sta sicuramente parlando con me perché Robert è partito due ore fa per l’Italia e lei l’ha accompagnato in aeroporto.
- Sì – dico tranquilla e cambio canale. Andrea mi sfila il telecomando di mano e mi indica la camera senza parlare, guardo la mia tuta e capisco che vuole mi vesta. E poi mi porterà sicuramente fuori.
- Muovi quel culone? – sento Andrea che mi chiama delicatamente da fuori la porta. Infilo gli stivali e controvoglia sono costretta ad uscire. Dopo l’11esimo negozio di scarpe e il terzo paio comprate mi sento davvero meglio. Poi Andrea mi trascina in un negozio di abbigliamento e già so che non ne usciremo più. Dopo aver provato quattro paia di jeans e aver scelto il primo, come sempre, vedo Andrea venirmi incontro con un vestito super corto, rosso.
- Lo compro senza provarlo, mi piace troppo – mi dice e le sorrido, è incorreggibile. Mentre ci dirigiamo verso la cassa sento una voce che mi chiama, mi volto e gli occhi verdi di Lydia mi stanno fissando.
- Oh, Lydia – la saluto
- Come va? – mi chiede.
- Tutto bene, grazie. Un po’ di shopping? –
- Per forza, ho in progetto di ingrassare – mi dice sorridendo. Okay, non ha troppo senso, o forse.. l’occhio mi cade sull’abito che ha in mano. Premaman.
- Jack non ha detto che aspettiamo un bambino? –
Il sangue mi si ghiaccia nelle vene.
- No.. io.. ho finito il corso con il professore – dico secca – scusa Lydia ma devo andare.  E’ stato un piacere, auguri per tutto – aggiungo.
- Grazie, anche a te – mi dice stringendomi la mano – ti saluto Jack –
Ci penso io a salutare Jack, ma stavolta per sempre. Adesso, sono più che decisa. Ha finito di prendermi per il culo in questa maniera. Mentre poggio i jeans sul primo scaffale guardo l’ora, a giudicare dal giorno deve essere in Accademia, e posso arrivarci a piedi.
- Dove stai andando? – mi chiede Andrea rincorrendomi.
- Sai dove sto andando – le ringhio. Dieci minuti di corsa dopo sono piombata in Accademia.
- Dov’è il professor Stroger? –
- Aula 47B – mi sussurra la bidella neanche guardandomi in faccia. Salgo tre rampe di scale e mi auguro di non aver seminato Andrea nella corsa. Mi schiarisco la voce, busso e entro con molta calma.
- Oh, ragazzi lei è una mia ex studentessa – dice lui tutto contento. Aspetto che parlo e quel sorriso sparisce.
- Sì, e .. professore, sono venuta a trovarla per dirle che lei è un grandissimo stronzo – nella classe c’è il gelo e io mi avvicino a lui – quando avevi intenzione di dirmi che tua moglie è incinta? Aspettavi di portarmi a letto un’altra volta? Che c’è, lei non scopa bene e ti servo per scaricare le tue fantasie? – gli urlo – Io mi sono fidata di te e tu .. vuoi solo stare con il piede in due staffe. Tu per me sei morto, basta – gli ringhio guardandolo gli occhi. Poi guardo la classe e sussurro un Arrivederci prima di sbattere la porta dietro di me. Mi appoggio alla porta che ho il fiatone e davanti a me c’è Andrea.
- Hai portato dentro anche un po’ della mia delicatezza, eh? – mi chiede avvicinandosi.
- Ce l’ho fatta, non ci credo – le sussurro chiudendo gli occhi e lei mi abbraccia.
- Sono fiera di te – mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
- E ora a casa – le dico iniziando a scendere le scale.

A cena, il giorno successivo, invitiamo Sarah e Orlando e ricevo i complimenti da entrambi per quello che ho fatto.
 - Adesso però, davvero niente uomini per un pò - dico decisa mentre afferro l'ultimo pezzo di pizza.
- Il punto non dovrebbe essere niente uomini, ma niente uomini sbagliati - mi corregge Andrea e so dove vuole andare a parare. James però non si è fatto sentire, allora forse quello che c'è stato.. Meglio non pensarci.
- Però non ti vedo proprio al massimo - mi dice Orlando. Annuisco e mi giustifico dicendo che è colpa del poco tempo passato da quando ho mollato Jack. Sto prendendo in giro tutti, me stessa in primis. Sia Andy, che Sarah e persino Orlando sanno quello che mi passa per la testa. Vorrei parlare con James, davvero. Ma ho paura delle conseguenze e come al solito mi richiudo in me stessa. Vorrei tanto sapere qual è la strada più giusta , quella per essere felice, serena. MEMENTO AUDERE SEMPER. Mia madre me lo ripete sempre "Ricordati di Osare Sempre". Osare. Ma sono forte abbastanza adesso per dare ascolto a queste parole? Fra una paranoia e l'altra la mia vita riprende il suo corso naturale, prima di Jack, senza James. Lavoro alla mia storia per la fine dell'anno, vado in Accademia cercando di evitarlo, shopping sfrenato per i regali natalizi. Comprato i regali per tutti..  Primi quelli per Andy, Bob, Sarah e anche Orlie. L'atmosfera natalizia qui a NY fa di sicuro bene.. Mi sento meglio, pronta ad affrontare un anno che dovrà essere fantastico. Me lo impongo.
- Cosa significa che non sei a casa per Natale? - sento Andrea dalla sua stanza. Sta sicuramente parlando con Robert. Dopo un attimo mi raggiunge in sala, davanti al divano.
- Non c'è - mi dice fissando lo schermo - è a LA fino al 28 - Non le rispondo perchè so che sta per sfogarsi - Insomma capisco che è la sua carriera, ma io vengo sempre dopo. Dopo qualche premiere, dopo qualche viaggio. Mi dà fastidio, ecco - Ancora in silenzio appoggio la testa sulla sua spalla e lei appoggia la testa sulla mia. Mi sfila il telecomando di mano e inizia a cambiare. Si ferma su 27 Dresses. Una delle mie scene preferite.
"Vuoi sapere la vera ragione per cui sono qui, stasera? Perchè sapevo che sarebbe stata dura per te. E per la prima volta, da un sacco di tempo, volevo stare vicino ad una persona. Sì, e va bene ho fatto un casino, è vero. Mi dispiace, guarda, prendo un aereo, me ne vado, sparisco, non mi vedrai mai più, promesso. Ma voglio dirti che secondo me tu meriti.. Per me tu meriti molto più di quello di cui ti sei accontentata finora. Davvero.. Per me tu meriti che qualcuno si prenda cura di te per una volta. Ne sono convinto".
- Andy.. - le sussurro. Non ce la faccio a vederlo. Sento Andrea sussultare.
- Scusa tesoro - mi dice mentre cambia canale.
- L'hai sentito? - riesco a chiedergli ma non ricevo risposta - Andy. Dimmi la verità - 
- Gli ho detto quello che hai fatto con Jack - 
- E lui? - Silenzio. - Andie, ti prego - 
- Ha detto che... - 
- Non gliene importa nulla, vero? - Di risposta ricevo un bacio sulla fronte da parte di Andrea.
- Non so che dirti Kath. Non riesco a capirlo - 
- Non c'è niente da capire. Ho fatto una stronzata e queste sono le conseguenze - dico mentre mi alzo. Non ho voglia di parlare, non ho voglia di vedere nessuno.
- Io.. vado a letto -
- Kath, ma è il 23 dicembre. Dobbiamo uscire - mi supplica.
- Non mi va - le rispondo e chiudo la porta dietro di me. Sto rompendo una tradizione più che millenaria, lo so. Ma non ho voglia di uscire. Starei con il muso appeso a guardarmi intorno e a chiedermi come si può essere più stupidi di me. E credo che la risposta sia sicuramente che No, non si può essere più stupidi. Chiunque avrebbe capito già da tempo che dovevo lasciarmi andare a James, che quello che mi avrebbe fatto male era Jack. Che quello con cui VOLEVO stare era James, solo James, solamente James. Ma la mia testolina ha fatto un altro ragionamento e la qui presente idiota l'ha ascoltata. Vedevo Andie stare male ogni volta che Robert partiva, la vedevo appendere il muso ogni volta che lui la chiamava per dirle che sarebbe tornato con due o tre giorni di ritardo, ho letto la rabbia e la delusione nei suoi occhi quando sono usciti quei gossip falsi. E forse è stato tutto questo che inconsciamente mi ha fermata, dover combattere con un mondo che non è il mio.. Non sapere se ce l'avrei fatta o meno, anche stringendogli la mano e andando avanti insieme. Non sono stata a pensare però a tutte le volte che Andie è tornata a casa sognante, a tutte le volte che le ho visto amore negli occhi, a quanto fosse felice di avere Robert che gironzolava per casa. Ho visto solo gli attimi di dolore, senza calcolare i periodi di gioia. E come mi ritrovo? Chiusa nella mia camera, sdraiata al buio a fissare il soffitto, la notte del 23 dicembre. Con la mia migliore amica in sala, incazzata perchè non può avere il suo ragazzo accanto per le feste di Natale. E per giunta devo preparare la valigia per l'Italia. Sì, perchè i miei amabili genitori il mese scorso si sono trasferiti dall'altra parte dell'Atlantico, dai miei nonni. Quindi devo passare il Natale in uno sperduto paesino fra le colline abruzzesi, in compagnia di tutta la mia famiglia al completo. Mi rendo conto che l'aereo è domattina presto e che non ce la farò mai a fare tutto. Mi trascino verso l'interruttore e apro la porta. Andrea è ancora sulla poltrona davanti al televisore ma sono sicura che non sta guardando un bel niente.
- Andie - la chiamo sussurrando e si volta verso di me.
- Preparazione valigia? - mi chiede e io annuisco. C'è anche la sua da preparare e quando siamo in due a partire va sempre meglio farla insieme. Prendiamo i due trolley e li lasciamo aperti davanti alle nostre stanze.
- Via? - chiedo sorridendo.
- Vai - mi risponde e ci tuffiamo nelle nostre camere. Una maglia finisce nella mia valigia e una nella sua. Inutile dire che nella mia stanza c'è mezzo suo guardaroba, penso si sia capito che il 95% delle notti dorme nella mia stanza. Infatti sopra la sedia della mia scrivania trovo la sua maxi vestagliona celeste. Un'ora e 740983 urli dopo, abbiamo finalmente finito. Andie però non parte domattina, deve andare semplicemente dall'altra parte di NY, anche lei dai suoi genitori. Si sa, no? Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. E io sono costretta ad andare in quel manicomio italo americano. Io e Andrea ci sdraiamo sul suo letto, già sapendo che poco dopo arriverà Morfeo e crolleremo.
- Kath -
- Mmm - rispondo già a occhi chiusi.
- Secondo te, la storia fra me e Robert durerà? -
- Perchè non dovrebbe? -
- Perchè.. Non lo so, scusa. Paranoia inutile - mi risponde ma non faccio in tempo a sentirla che crollo.

@romina75 : Ecco il seguito, spero ti piaccia. Terrò conto della candeggina.. Mi piace!! Comunque figurati, non la capisco io questa cretina XD Un bacioneee!

@shewolf: Non ti devi preoccupare, cara! Sono malefica lo so, lo so. Adoro farli incasinare terribilmente *__* Dai che le cose quadreranno, spero. AhhuahuHUAHAHUhahU :D Un bacione, spero ti piaccia anche questo!

@Sarè: La visione di Ben ha ispirato, Uh se ha ispirato. Quel ragazzo ispira tanto .. e non ti dico cosa che già lo sai ^^ Grazie per tutto, bellezza. Perchè sopporti le mie pippe mentali portate all'estremo e sei sempre lì con la risposta pronta per tirarmi su e strapparmi un sorriso. Ti Voglio Bene<3 Infinitamente.

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Capitolo 9
*** Too Much Shouts ***


Too Much Shouts

- Come sarebbe a dire, torniamo insieme? - urlo a Robert. Sarà anche una chiamata internazionale ma non si capisce proprio nulla.
- Non hai detto che sei in aeroporto il 29 alle 11:00? - mi chiede e questo riesco a sentirlo.
- Sì, anche tu? -
- Io per le 10:30.. però sai il casino. Ti aspetto al solito posto. Tanto figurati se prima di mezz'ora esco -
- Okay allora, perfetto. Come va? -
- KATHERINEEEEEE! - Il perfetto accento di mio cugino.
- Rob, aspetta un secondo - dico allontanando il telefono dall'orecchio e affacciandomi dentro.
- Dai, manchi solo tu! - mi dicono.
- Arrivo - rispondo in italiano e rimetto il telefono all'orecchio - Rob, la famiglia chiama. Ci sentiamo più tardi? -
- Certo, vai, non ti preoccupare - mi dice.
- Rob, ma chi c'è in camera con te? - gli chiedo dato che per sottofondo c'è il silenzio assoluto.
- Nessuno - mi risponde - ma ora credo che andrò a fare un giro, prima di chiamare Andrea -
- Okay, e cerca di divertirti -
- Anche tu. A dopo -
- A dopo.. Ah, Rob.. -
- Sì? -
- Ti voglio bene -
- Anche io Kath, tanto - e riaggancio pronta ad una sessione estrema di tombola.
Al mio arrivo in aeroporto vedo subito Arthur, l'armadio guardia del corpo di Rob. Mi avvicino sorridente ma non mi aspetto mi riconosca.
- Katherine? - mi dice. Ecco, donna miscredente di poca fede.
- Sì - rispondo con due baci sulle guance.
- Vieni, andiamo che mancano solo Rob e Kellan - mi dice indicandomi la porta alla sua destra. Seguo questo gigante di tre metri e mezzo e mi porta nella stessa stanza dove ero stata la volta precedente.
- Kath! -
- Robert! -  sussurro mentre lo vedo venirmi incontro e abbracciarmi.
- E così.. lei è Andrea - dice Kellan vedendomi. Questo qui dal vivo è molto più figo, tenetemi.
- Katherine - gli dico stringendogli la mano.
- Kellan. E così sei la sua migliore amica -
- Direi di sì - rispondo sorridendo a Robert che mi ricambia il sorriso.
- Bè, dato che non stai con lui sei autorizzata a prenderti il mio numero dal cellulare di Robert - mi dice e ridacchio e rispondendogli che è okay.
- Kellan, tocca a te - sentiamo urlare.
- Devo andare - mi dice e mi prende la mano - Spero a presto, bella Kath - mi sussurra mentre mi bacia la mano e mi fa l'occhiolino.
- Davvero simpatico - dico a Rob una volta che Kellan è andato via e lui ride.
- Fa sempre così, lascia stare - mi dice ancora ridendo - Allora, come sono andate queste vacanze italiane? -
- Al solito. Come le solite feste con la mia famiglia. Pazze ma divertenti -
Non gli chiedo come sono andate a lui. Perché so come sono i suoi viaggi di lavoro.
- Robert! - ci sentiamo chiamare e dopo aver superato un corridoio ci buttano in una macchina con i vetri oscurati. Sto per dire <> ma è meglio stare zitta. La macchina ci lascia esattamente sotto casa mia, per fare una sorpresa ad Andrea che non sa che torniamo oggi insieme. Sicuri di trovarla a casa apro con calma la porta e come sospettavamo la troviamo davanti al computer.
- Sorpresaaa! - urliamo entrando. Lei si gira di scatto e rimane a guardarci senza muoversi.
- Cosa ci fate qui? - sillaba sussurrando.
Io e Robert ci guardiamo sconvolti, non sapendo cosa rispondere. Lui si avvicina e la fa alzare.
- Andie, tesoro, cosa c'è? - le chiede.
- Voi siete tornati insieme senza dirmi nulla - risponde voltandosi verso di me che sono ancora impalata sulla porta.
- Ci siamo sentiti e ci siamo messi d'accordo per tornare a casa insieme dato che arrivavamo a distanza di mezz'ora - le rispondo.
- Potevate farmelo sapere. Perché non sarei dovuta venire? - mi dice avvicinandosi. Sento.. astio, rabbia.
- Non te l'abbiamo detto per farti una sorpresa non perché pensavamo che ti sarebbe pesato - le dico come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Deve esserle per forza successo qualcosa perché tutto questo è.. strano. Poi scuote la testa e sussurra qualcosa.
- Scusate - dice secca, guardando a terra - sono contenta che siete tornati -.
Abbraccia Robert e viene a darmi un bacio sulla guancia. Poi si ferma fra me e lui, immobile.
- Io.. sono stanca. Vado a dormire -. Detto questo, si gira e va dritta in camera. Io rimango a guardare Robert, ancora ferma sulla porta. Non so che fare, che dire, come comportarmi.
- Secondo te cosa ha fatto? - mi chiede.
- Non so, Rob. Ma vorrei saperlo - rispondo. Porto la valigia dentro e chiudo la porta dietro di me per andare in cucina a prendere un goccio d'acqua. Trovo Romeo accoccolato su un cuscino sotto il tavolo. Mi abbasso e lo prendo fra le braccia.
- Ciao piccolo, mi sei mancato - gli sussurro mentre gli accarezzo e lui fa le fusa. Almeno qualcuno che è contento di rivedermi. Sento la porta della camera di Andrea che si chiude e capisco che Robert è riuscito ad entrare. Mi ritrovo a guardare fuori dalla finestra NY che vive, la città che non dorme mai. La adoro e l'ho sempre adorata.. Ti fa sempre sentire al centro del mondo. L'occhio mi cade su un pannello in strada che indica la data di oggi. <<29 DICEMBRE>>. Fra poco più di 48 ore sarà anno nuovo e io mi ritrovo con un gatto in braccio e un bicchiere d'acqua in mano a fare il conto dell'ultimo anno vissuto. Un anno fa ero con Patrick, un calciatore davvero sexy ma interessato solo a fare carriera, in testa non aveva nient'altro. L'ho lasciato il giorno prima di San Valentino, non aveva senso festeggiare una festa del genere con qualcuno per cui non provavo assolutamente nulla, ed è stata una liberazione. A marzo volevo lasciare definitivamente l'Accademia, per colpa di Stroger che non mi dava pace; non l'ho fatto grazie a Sarah. Ed è stato nello stesso periodo che Andrea ha lasciato il suo storico ragazzo, Ewan. Menomale perché non lo sopportavo fin dal liceo! Era sempre stato fin troppo infantile e non riesco ancora a capire come Andie abbia fatto a resistere così tanto con un tipo del genere. Aprile è stato sicuramente il mese migliore.. eravamo particolarmente positive. L'estate siamo state in California, ospiti del fratello maggiore di Andie, Derek.  Da poco laureato in medicina e avevo da sempre una cotta per lui.. Diciamo che in quell'estate mi sono presa quello che tanto anelavo.. Senza obbligo d'acquisto. Poi è arrivato settembre e con lui il ritorno in Accademia. Poi la settimana a Roma.. Jack, Robert .. la storia di Sarah con Orlando. E come dimenticare il primo incontro con James, al ristorante italiano? Ha sempre avuto una .. luce speciale negli occhi, un qualcosa che mi ha attirato dal primo istante. Quanto sono stata stupida a non capire da subito tutto? Completamente ed estremamente cieca. E ora lui è chissà dove, con chissà chi mentre io ho perso solo tempo con chi non lo meritava.
- Sono stata più che stupida, vero Romeo? - chiedo al gatto che struscia la testolina sul mio mento. Lo prendo per un sì e mi siedo mentre continuo ad accarezzarlo.
- Sono qui a parlare con un gatto, senza offesa, quando potrei.. - e mi blocco, non riesco ad andare avanti. Mai piangere sul letto versato Kath. Sarebbero solo inutili lacrime di coccodrillo. Mi alzo e vado in bagno dopo aver lasciato Romeo a terra. Faccio una doccia con la speranza.. con la speranza di cosa, Kath? Di poter cancellare tutto? Di poter tornare indietro e fare la cosa più giusta? Non credo sia possibile. E mi metto a ripensare a quella volta che, come una bambina, mi sono affacciata alla finestra per cercare Evangeline, la stella. L'uomo era arrivato.. In realtà era già arrivato, e io non l'avevo capito.
- Stupida - ripeto di nuovo fra me e me mentre sgozzo la bottiglia di bagno schiuma. La poggio ai miei piedi e cerco di pensare il meno possibile, invano.
- Auguri Katherine! -
- Anche a te, Chloe - dico abbracciandola. Ecco dove si ritrovano le persone, mentre si fa shopping. Chloe è una ragazza che frequentava con me e Sarah il corso con Stroger. Non mi è mai stata troppo simpatica, forse perchè non l'ho mai conosciuta bene. Sarah! Cazzo, le avevo detto che l'avrei richiamata. E' in Inghilterra con Orlando e devo come al solito ricordarmi del fuso orario dato che ieri l'ho chiamata alla tre di notte.
- Honey! - mi dice rispondendo.
- Bellezza! Ora sei sveglia? -
- Ora sì. Scusa ma ieri notte.. -
- Ma che ti scusi? Ero io che dovevo ricordarmi che sei in Europa -
- Allora, stella, cosa succede di bello? - mi chiede.
- Al solito. A parte che Andrea è sin troppo strana da ieri - e le racconto del mio ritorno a casa con Robert.
- Non so che dirti, tesoro. Gelosia? - dice titubante.
- Gelosa di cosa? Di me e Robert? Non è possibile - dico mettendo a posto un vestito che a occhio e croce è una 34. Ma come si fa a essere così magre?
- Sto prendendo in considerazione tutte le possibilità - mi risponde. Gelosa.. Come può? Scuoto la testa come se Sarah potesse vedermi.
- Può anche darsi che è uno dei suoi periodi.. e che le passerà fra poco - propongo.
- Sì, è probabile. Allora, a capodanno? - mi chiede.
- Non lo so ancora.. Sì, lo so che è il 30 ma devo ancora sentire cosa fanno Andie e Robert -
- Neanche noi sappiamo ancora che fare. Scusa tesoro, ma ora devo andare che sono arrivati i genitori di Orlando - mi sussurra.
- In bocca al lupo, allora -
- Ah, ti saluta Orlando. Sono tre ore che mi fa cenno con la mano di salutarti -
- Ricambia. Un bacione a tutti e due. Vi adoro - dico riagganciando. Da questo negozio preferisco uscire o mi viene la depressione. Ma non perchè non entro in vestiti del genere, perchè c'è gente che fa i salti mortali per entrarci. Mah, forse sono io che vengo da un altro secolo e non me lo ricordo. Guardo l'ora, sono uscita da lezione più di un'ora fa ma volevo lasciare Rob e Andie da soli a casa. Qualunque cosa gli era successo pare gli stia passando e allora meglio non stuzzicarla. Però ora fa freddo e ho fame, è ora di tornare a casa. Arrivo alla macchina e mi chiudo nel traffico newyorkese, già sapendo che ci metterò il triplo del tempo che impiego di solito. Mezz'ora dopo sono a casa con una fame da lupi. Stasera posso anche pensare di battere Robert.
- Si può sapere chi? - sento Robert urlare appena entro in casa.
Cosa diavolo è successo?
- Mi dai una spiegazione? Eri fuori con James e poi .. - continua ad urlare lui. Andie, cosa? Non è possibile. Mi precipito come una furia in sala e trovo Andrea che disegna a grandi passi la stanza mentre parla da sola. Robert, in piedi accanto al divano che, immobile, la segue con gli occhi, rosso in volto. Seduto sul divano, James con un sacchetto di ghiaccio istantaneo sulla mano.
- Si può sapere che vi è preso? Vi sentite dalla strada - riesco a dire cercando di non guardare James.
- Se solo lo sapessi - mi dice Robert venendomi incontro - Non vogliono parlare. O perlomeno, quello che non vuole parlare è lui.. e lei vuole che sia lui a spiegare tutto - mi dice tutto d'un fiato. Il mio sguardo cade direttamente su James che non sposta gli occhi dal sacchetto appoggiato alla sua mano.
- Non credere che riuscirai a farmi parlare - mi dice Andrea - è lui che deve raccontare. E se non parla significa che non vuole che si sappia - aggiunge sedendosi accanto a lui sulla poltrona.
- Non fate i bambini e parlate - risponde Robert.
- Non si tratta di fare i bambini - dice James senza muoversi di un millimetro.
- E allora parlate, cazzo! - urla lui.
- Bob, calmati - gli sussurro, sfiorandogli la mano.
- No, non mi calmo. E' mezz'ora che cerco di farli parlare - mi risponde e io sposto lo sguardo su James. E' freddo, rigido .. Non mi sorprenderebbe se lo vedessi trasformarsi in una statua di marmo. Continuo a darmi della stupida mentre cerco di far ragionare Andrea, non ce la faccio a rivolgermi a lui.
- Andie, ma non è meglio se sputi tu il rospo? - le chiedo con calma.
- NO! - mi urla - deve essere lui -
- Cosa diavolo alzi la voce? - le urlo di risposta.
- Non volete capirle le cose e io le urlo allora! -
- Almeno dimmi perchè deve essere lui! - Adesso mi sto incazzando anche io.
- Forse perchè riguarda lui? - mi dice facendomi una smorfia. Mi sta chiedendo di strozzarla? Non la riconosco più.. Sto per risponderle a tono ma suona il campanello. Ancora incazzata mi giro verso la porta e la apro urlando - E adesso chi cazzo è? -
Davanti a me Marco e Helèna, lui con in mano un pacco che sembra una torta.
- Sorpresa? - mi sussurra lei. Resto a guardarli e poi le salto al collo!
- Questa è già un'accoglienza diversa - mi sussurra all'orecchio. Mi sciolgo dall'abbraccio e lei prende la torta dalle mani di Marco e lui mi abbraccia. Non è cambiato per niente dall'ultima volta, i capelli bianchi lo rendono più .. simpatico? Stravagante? A voi il giudizio.
- Possiamo .. entrare? - chiede Helèna.
- Oh, scusate, sì.. è che siamo in una situazione caotica - cerco di dire ma le urla di Robert coprono la mia voce.
- STO PER IMPAZZIRE! -
- Helèna! -
- Andie! -
Le vedo abbracciarsi e salutarsi come se Andie non fosse in preda ad una crisi isterica. Poi le presentazioni e si torna ad urlare, dato che non abbiamo ancora capito cosa è successo. Io naturalmente non rivolgo la parola a James, non ce la faccio .. fino a che non alza lo sguardo su di me. Lì mi sento gelare e riesco a parlargli.
- Mi spieghi perchè non parli? - lui continua a fissarmi senza parlare.. Attorno a noi il silenzio assoluto.
- Vuoi parlare? - dico e lui abbassa di nuovo la testa. Poi toglie il sacchetto del ghiaccio e stringe il pugno mentre si alza e mi viene incontro.
- Proprio non ci arrivi? - mi dice secco.
- Come posso se non dici nulla? Ci stai facendo uscire pazzi! Sono mezz'ora che cerco di convincerti a parlare - dico alzando sempre un pò di più la voce.
- Convincere me? Non mi hai rivolto un attimo la parola! - mi urla.
- Non ce la faccio a parlarti, non ce la faccio! E sai perfettamente il motivo - gli urlo di risposta.
- Vuoi sapere cosa ho fatto? Lo vuoi davvero sapere? - mi urla in faccia a due centimetri dal mio viso. I suoi occhi blu sono puntati nei miei. Non mi hanno mai fatto così tanta paura come ora.
- L'ho picchiato. Ho picchiato Jack. Gli ho tirato un pugno in piena faccia sperando di fargli rientrare il setto nasale. L'abbiamo incontrato e non ha fatto altro che riempirti di parole e .. non ci ho visto più, sono scattato. Sei contenta ora? - il suo urlo risuona per tutta la stanza, continuo a guardarlo negli occhi. Rossi i suoi, pieni di lacrime i miei. Non riesco a rispondere, sono bloccata. L'ha picchiato.. L'ha picchiato e me lo ha urlato in faccia. Senza spiccicare parola e trattenendo le lacrime mi chiudo in camera. Non l'ho mai visto così.. Non avrei mai voluto vederlo così ed è solo colpa mia. Mi stendo sul letto e abbraccio il cuscino, non riuscendo a trattenere le lacrime che scendono abbondanti. Sento bussare alla porta ma non rispondo.
- Kath, sono io - la voce di James. Non urla più. Mi alzo e metto una mano sulla porta, senza aprire.
- Okay, so che non mi aprirai mai ma so che mi stai sentendo. Io.. mi voglio scusare per aver alzato la voce. Non avrei dovuto urlarti in faccia - il suo tono ora è.. addirittura dolce. Appoggio la mano sulla maniglia e sto per aprire quando sento di nuovo la sua voce.
- Ma questo.. non cambia le cose fra di noi, sia chiaro - il suo tono è tornato freddo. Sposto la mano dalla maniglia come se avessi preso la scossa. Resto contro la porta e una nuova lacrima mi riga la guancia. Voglio andare via, via, lontano da qui.


@romina75 Non ti devi scusare perchè parli con la protagonista XD Io il 98% delle volte ho gli scambi di personalità :D Qui mi sono un pò divertita con James .. Lei è proprio una cretina ma che ci vogliamo fare! Mi fa piacere che continui a seguirmi! Spero ti piaccia anche questo capitolo! Un bacione enormeeeee :D


Rak <3

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Capitolo 10
*** Broken ***


Chap 10 - Broken

Broken

Non esco di camera, neanche quando mi arriva la voce di Helèna che mi implora di uscire che James è andato via. Sarei tanto voluta uscire, abbracciarla, parlarle.. ma non ce l'ho fatta. Non appena sento la porta sbattere capisco che Andrea è uscita. Non si è avvicinata alla mia camera, non si è fatta sentire. Vorrei tanto sapere cosa le è preso, cosa le succede.. Perchè non è più la stessa. Trovo Robert steso sulla poltrona con gli occhi spalancati. Appena mi vede scatta in piedi e mi abbraccia.
- Come va? - mi sussurra.
- Meglio - Mento.
- Andrea è uscita - mi dice mentre andiamo in cucina per prendere un caffè - e mi ha detto di parlarti per capodanno -
Annuisco per fargli capire che lo sto ascoltando.
- Lei deve andare dai suoi cugini, Helèna ha detto che deve stare con i suoi genitori perchè a Natale non è tornata in America -
- Sarah è in Inghilterra da Orlando, tu andrai alla festa a casa di James e io starò a casa alla Carrie Bradshaw – (*)
- A parte che alla fine Carrie andava da Miranda, ho deciso che tu verrai con me - 
Lo guardo a bocca aperta mentre lui è intento a riempire due tazzine. Si è abituato al caffè italiano, oramai.
- Non accetto risposte negative -
- Non esiste proprio - diciamo in contemporanea.
- Kath, fidati di me -
- Non è che non mi fido di te - rispondo mentre metto da mangiare a Romeo - è che dopo tutto quello che è successo con James - vorrei continuare ma sento che sto per riprendere a piangere. Le Vuitton che ho sotto gli occhi parlano da sole. Sento le braccia di Robert stringersi attorno a me.
- Io so quello che prova James per te. E so quello che provi tu - mi dice e lì le lacrime iniziano a scendere davvero. Mi sciolgo dall'abbraccio e mi volto verso di lui.
- Rob, tu sai quello che provava prima. Ho fatto fin troppi casini per farlo rimanere della stessa idea - rispondo prima di uscire dalla porta e chiudermi in camera per l'ennesima volta. 
Le suppliche di Robert durano anche il giorno successivo ma sono vane. Poi finalmente si arrende ma mi minaccia che per le otto devo essere pronta. L'anno sta finendo davvero di merda e vorrei rimanere chiusa in camera per sempre. Esco solo per mangiare un boccone e, neanche a dirlo, Andrea mi rivoge a malapena la parola. Ho la vita che va a puttane e dovrei anche andare a fasteggiare l'anno nuovo? Cedo solo perchè non mi va di sentire Robert lamentarsi ancora. Quando esco dalla stanza trovo Rob in giacca e cravatta con il telecomando in mano. Lo smoking che gli ho fatto comprare gli sta davvero bene, lo ammetto. Tossisco e gli dico che sono pronta. Lui spegne il televisore e alza gli occhi su di me.
- Sei.. cavolo, Kath. Sei uno schianto - mi dice sorridendo e tendendomi la mano. In fondo non ho fatto niente di che. Ho tirato su i capelli e ho infilato un vestito che avevo comprato qualche mese fa, mai indossato. Nero, con molta fantasia, e corto sopra il ginocchio.. Abbastanza aderente. Mi sento a mio agio, vestita così. E spero che vada tutto per il meglio stasera. In men che non si dica siamo a casa Marsden, naturalmente in ritardo. La casa è piena di gente e mi fermo un attimo sulla porta. Rob mi prende per mano e mi spinge ad entrare e cercare James. Lo troviamo in mezzo alla sala, accanto a quella che a occhio e croce è Cameron Diaz o una sua copia esatta.
- Jay! - lo saluta Robert e si abbracciano. Vedo James sorridente e già sto meglio vedendolo così.
- Ciao - saluto timidamente e lui subito s'incupisce.
- Ah, ciao - risponde a voce bassa e poi chiede a Robert se può parlargli da solo. Mi guardo intorno spaesata, non conosco nessuno e non ho neanche voglia di conoscere nessuno. Cerco di non sentire la loro conversazione. Ma sento che gli chiede e non riesco a trattenermi. Guadagno la porta ma non appena oltrepasso l'uscita sento una mano sul mio braccio.
- Kath, dove vai? - mi chiede ma sa già la risposta.
- Via - sussurro piangendo - Non mi vuole qui e io .. non ce la faccio -
Mi aspetto che mi spinga a rimanere, che mi trascini a rientrare ma prende le chiavi e mi segue. Una volta a casa rientro in camera ma solo per cambiarmi. Stanotte non ho voglia di restare da sola.. Ho voglia di avere qualcuno vicino. Trovo Robert già in tuta sulla potrona con una vaschetta di gelato in mano e due cucchiai.
- Vieni qua - mi dice e corro ad accoccolarmi fra le sue braccia.
- Vediamo un film? - mi chiede.
- Quale? - 
- Decidi tu. Qualcosa che non abbiamo mai visto -
Con molta fantasia, decidiamo di guardare la televisione perchè non riusciamo a metterci d'accordo. Mi trattengo dal piangere mentre mangio. Non mi voleva, non voleva che Robert mi portasse. Ma allora perchè mi ha detto di fidarmi e andare?
- Robert, posso piangere? - gli chiedo stupidamente con la voce strozzata.
- Kath, non devi chiedermelo - a queste parole mi stringo ancora più forte a lui e inizio a piangere. Ho voglia di chiedergli cosa gli ha chiesto.. In che tono gli ha detto quello parole. Perchè non mi perdona.
- Rob . . - riesco a dire fra le lacrime mentre lui mi accarezza i capelli e mi dà un bacio sulla fronte.
- lui.. - non riesco ad andare avanti ma so che lui capisce cosa voglio sapere.
- Vuoi sapere cosa mi ha detto? - Non serve annuire.
- Mi ha chiesto perchè ti avevo portata.. Come ti avevo convinta a venire. Mi ha confessato che non ancora capiva se era pronto a - lo interrompo con un gesto della mano. Non voglio sentire nient'altro. Ho solo voglia di piangere stanotte, abbracciata al mio migliore amico. Pensando che la mia migliore amica mi odia per non so quale motivo, e l'uomo che amo mi odia perchè sono una grandissima stronza. Robert si interrompe e mi passa il cucchiaio. Sorrido e lo ringrazio. Fino a tre mesi fa lo commentavo in tv e ora sono a piangere fra le sue braccia, accoccolati sul mio divano, la notte di San Silvestro. La vita è strana, ci potete scommettere. Poco dopo smetto di piangere ma il sonno preme sulle palpebre e mi addormento. Mi sveglio quando sento la porta aprirsi, ma mi accorgo che Robert è ancora accanto a me. Leggo sul lettore DVD che sono le due di notte. Chi diavolo è a quest'ora? Davanti a noi, Andrea che rimane a fissarci. Robert scatta subito in piedi, in contemporanea a me.
- Adesso Robert, non dirmi che non è come credo! Perché l'evidenza non si nega! -
Lui le va subito addosso scuotendo la testa.
- Ti dico che non è come credi perché non è come credi! -
- Ma come fai a dire così tante cazzate! - tuona lei scansandolo e venendo verso di me.
- La stronza però sei tu - mi dice- è il mio ragazzo, cazzo. Il MIO! - mi urla.
- Ma di cosa diavolo stai parlando? - riesco a dire. Come cazzo fa a pensare una cosa del genere?
- Come di cosa diavolo sto parlando? Del fatto che ormai scopate come i pazzi voi due. Che sfruttate ogni momento per stare insieme .. che hai fatto una cosa del genere a tua sorella! - le sue parole mi tuonano in testa, mi pugnalano. Come fa a credere una cosa simile?
- Te lo dico perché non riuscivi a scegliere fra James e Jack. Perchè sei sempre stata innamorata di Robert.. da quando siete tornati da Roma. E te ne sei fregata del fatto che stesse con me .. me. Sempre dalla sua parte, sempre a difendere lui. Non riuscivi a sopportare di vedermi col ragazzo per cui eri persa vero? Talmente presa da Robert da non renderti neanche conto di quanto stava male quel povero James. Stronza! - urla. Sono livida per la rabbia.. Non può credere una cosa simile.. Ecco perchè era cambiata così di punto in bianco.
- Andie io non so come fai a credere una cosa del genere. Fra me e Robert.. -
- Fra te e Robert c'è amore, lo vedo. Il confine fra l'amore e l'amicizia fra un uomo e una donna è un confine sottile, gioia -
- Ma che cazzo di confine e confine? Robert è un amico e basta. Che mi riesce a capire con uno sguardo, è vero ma non c'è amore. Non ho mai scopato con il tuo ragazzo e non ci penso neanche. Sei mia sorella, cazzo come potrei! -
- L'hai sempre difeso! -
- L'ho difeso quando aveva ragione. Andie ma perché cerchi in lui tutti i difetti del mondo? Perché cerchi storie che non esistono? Perché non provi ad amarlo e basta? Non riesci a tenerti un ragazzo da quando hai lasciato Ewan e dai la colpa a me? - mi accorgo che sto urlando in faccia ad Andrea che mi fissa senza rispondere. Prendo la giacca appoggiata sul divano e vado via, scansando Robert che cerca di fermarmi. Esco in strada, fa freddo e io sono con il pigiama e le chiavi della macchina. Non so dove andare, poi mi ricordo che Helèna è a casa. Corro da lei a piedi e in lacrime suono al campanello.
- Helèna - supplico sentendo la sua voce e poi il rumore dei tacchi che scendevano le scale.
- Tesoro - dice prima di venirmi ad abbracciare.
- Scusa ma.. Non sapevo dove andare e.. -
Mi zittisce e mi stringe più forte.
- Non ti devi scusare con me, mai - mi risponde mentre continuo a sussultare per i singhiozzi. Voglio che questa notte finisca al più presto, non voglio, non voglio tornare alla mia vita. Basta.

Mi sveglio di scatto. Forse un brutto sogno, non mi ricordo però mi rendo conto che sono in camera di Helèna e lei è seduta ai piedi del letto.
- Meglio? - mi chiede.
- Non lo so - rispondo mettendomi a sedere e passandomi una mano fra i capelli per toglierli da davanti agli occhi.
- Sono le due e venti -
- Di notte?? - le chiedo sconvolta, poi però mi rendo conto che la luce del sole filtra attraverso le tapparelle.
- No, giorno. Di là stanno mangiando. Vieni a prendere un boccone? - la guardo negli occhi. Le ho rovinato la giornata di capodanno, le sono saltata in casa in preda ad una crisi di pianto la notte di San Silvestro. Ecco cosa sono, Brava a combinare casini. Brava a incasinare la vita alla gente. Sono un disastro e basto. Ho incasinato la giornata a Helèna, rovinato l'ultimo mese a James per la troppa stupidità, distrutto la storia fra Andrea e Robert. Un soggiorno in Italia dai miei mi farà solo bene.
- Grazie di tutto Hel, davvero. Ma non disturberò un attimo di più, torno a casa - dico mettendomi in piedi.
- Almeno lasci che ti riaccompagni a casa - mi risponde.
- La riaccompagno io, tesoro - Marco si affaccia nella stanza con un sorriso. Ecco un altro al quale ho rovinato tutto. Questo poverino è venuto a conoscere la famiglia americana della ragazza e si è ritrovato a riportare a casa la migliore amica di lei dopo che ha passato la notte piangendo. Bene. Ho già detto che sono un disastro completo? Marco ci sventola le chiavi della macchina davanti agli occhi e lo ringrazio con un sorriso, poi abbraccio Helèna.
- Grazie Hele.. Cioè, non dovevano andare così queste giornate. Tu sei tornata e doveva essere tutto maledettamente perfetto.. Invece è andato tutto a puttane - ecco che mi rimetto a piangere.
- Devi stare zitta quando dici queste scemate. Io sono qui .. Basta, non conta nient'altro. Chissà le volte che mi hai accolto tu in casa tua piangendo.. Perciò, pensa solo a stare meglio -
- Devo.. parlare con Andie. Solo così starò meglio.. Le devo chiedere scusa per quello che le ho detto. Le devo far capire che si sbaglia su me e Robert - 
Helèna mi dà un bacio sulla guancia e mi infonde un pò di forza in più. Non appena esco fuori casa trovo Marco già pronto e la macchina accesa.
- Mettiamo l'indirizzo nel navigatore? - mi chiede in un inglese un pò trascinato.
- Possiamo parlare in italiano, se vuoi - gli dico nel mio italiano migliore - così io lo rispolvero un pò e tu hai un pò di respiro - mi risponde con un Grazie e con un sorriso. Restiamo per quasi tutto il tragitto in silenzio anche perchè non so cosa dire, sto cercando le parole da dire ad Andie una volta a casa. Mi fa male litigare con lei, un male fisico.
- Pensierosa? - mi chiede
- Abbastanza. Odio ritrovarmi in situazioni del genere -
- Senti, io non so nulla di quello che ti è successo.. Ma ti stai.. posso dire ditruggendo? Non eri così quando sei venuta in Inghilterra -
Colpita e affondata. Da uno sconosciuto.
- Sai cosa mi hanno sempre detto? Che il protagonista della mia vita dovevo essere sempre io .. Non dovevo lasciarmi trascinare dagli eventi. E tu.. non credo che abbia fatto così -
Non sono stata protagonista, è vero. Come in quel film con Jude Law.. L'Amore Non Va In Vacanza. Lei dopo aver visto film su film con donne protagoniste finalmente capisce che deve prendere in mano le redini della propria vita. E allora un applauso a Kath che, come Iris, ha finlamente capito la radice di tutti i suoi errori.
- La protagonista della tua storia sei tu.. e solo tu -
Gli sorrido, mi ha praticamente aperto un mondo e sento che lo sto adorando. Sembra un pazzo con questi capelli bianchi sparati in testa.. Per non parlare del fatto che è praticamente tisico. Ma mi sta facendo dare una svolta alla mia vita. Appena arriviamo sotto casa gli schiocco un bacio sulla guancia con tanto di <> dal cuore. Salgo le scale a tre alla volta pronta per parlare con Andie, che capirà.. Sì, capirà tutta la verità.
- Robert -
- Katherine - diciamo in contemporanea. Davanti ai miei occhi non c'è propriamente la vista che mi aspettavo. Sulla mia porta di casa c'è Robert, seduto a terra e un attimo fa aveva anche le mano fra i capelli.
- Ho provato a chiamarti ma avevi lasciato il cellulare a casa. Io.. ho provato a fermarla -
- Provato a fermare chi? - gli chiedo mentre giro le chiavi nella toppa.
- Lei - mi dice e io spalanco la porta. La casa è a soqquadro, cassetti tirati fuori, vuoti. I suoi cassetti. Mi precipito nella sua camera e.. è andata via. Non c'è più nulla di suo dentro questo appartamento, niente. Le lacrime mi salgono agli occhi per l'ennesima volta in questi giorni.. Non può farmi questo, non può.
- Appena sei andata via ha fatto le valigie. Ho provato a fermarla ma mi sono meritato una gomitata nello stomaco, un calcio alle palle e un morso - mi dice mentre continuo ad andare su e giù per la casa sperando di sbagliarmi. Non c'è neanche Romeo, la mia palla di pelo.
- Rob, non può aver creduto davvero ad una cosa del genere -
Andie, come? Non è più lei, la vecchia Andie non è mai stata così insicura, non avrebbe mai creduto che potessi fare una cosa simile. Mi ferisce solo accusandomi.
- Okay. E' voluta andare via per una cazzata.. Tornerà quando capirà tutto -
Kath, questo non è essere protagonista. Direbbe Marco.
Lo so, ma forse sono troppo abituata a lasciare che gli altri scrivano la sceneggiatura per me. Io scrivo per gli altri. Non sono pronta ad essere protagonista, Marco.. Non ancora.

(*) Carrie Bradshaw al film di Sex And The City. Che è davvero meraviglioso!

Eccomi qua con un altro capitoletto.. Siamo quasi alla fine, gente. Neanche fosse una gravidanza XD Questo capitolo l'ho sudato, davvero. Spero vi piaccia ^ ^ e mi scuso se aggiorno dopo tanto ma sono impegnata anche con un'altra storia pubblicata qui. Mi farebbe piacere se leggeste anche quella  XD *massì, facciamoci pubblicità*

Grazie a voi che recensite .. non sapete quanto mi fate contenta!

@romina75: Tu avresti dovuto vedere i voli che ha fatto Eclipse contro il muro XD e non ti devi giustificare se ti immedesimi nei personaggi, io quando parlo e racconto la storia parlo della protagonista in prima persona XD deformazione professionale ^^ Sono proprio contenta che continui a sopportarmi e seguire questa storia .. siamo quasi arrivate alla finee! Grazie per tutto ( :

@giuggiolina43: Eiii! Mi hai fatto davvero dei complimenti meravigliosi, davvero! Ti ringrazio tanto tanto e spero ti piacerà anche questo ^^ Un bacio!

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Capitolo 11
*** Happy Ever After ***


last

Happy Ever After.

Passo il resto della giornata a mettere a posto il caos.. Invito Robert a dormire comunque a casa. Non mi va di stare da sola, soprattutto in un momento del genere e non mi va di lasciare lui da solo. Neanche a dirlo ci siamo addormentati sulla poltrona come due scemi. Apro gli occhi che il lettore dice che sono le 11:13 di mattina, il televisore è ancora sui canali di cinema. C'è Kate Winslet con Jack Black che .. no, non è possibile. E' L'Amore Non Va In Vacanza e questa scena la so a memoria.


Sì, forse vuole dire qualcosa anche a me. Scanso il braccio di Robert e mi alzo. Non so dove sia Andie in questo momento ma la mia storia può iniziare a rimmettersi a posto anche da un altro punto all'ordine del giorno. James.
- Dove stai andando? - mi chiede Robert ancora addormentato mentre cerca di mettere in ordine quell'ammasso di capelli che si trova in testa.
- Da James - dico decisa mentre mi chiudo in camera per cambiarmi. Da oggi inizia la mia vita, gente. Quest'anno la comando io la mia vita. Un nano secondo dopo sono fuori casa diretta verso casa Marsden, la nuova Kath va a riparare i casini che ha fatto la vecchia.
Busso come una furia contro la porta. Fà che sia a casa, ti prego. Stringo il pugno in tasca e tiro un forte respiro. Ce la posso fare, ce la posso fare.
- Chi .. ah, sei tu - Rimango impalata sulla porta senza riuscire a parlare, con la rabbia che sale. Come può..
- Io non l'ho fatto davvero, tu sì invece, eh? - Odio. 
Queste le prime parole prima di voltarmi e correre verso l'uscita verso la macchina. 
Rabbia. Corro, per quello che si può correre, per tornare a casa. Senza cintura, che mi arrestino pure. No, non è la persona che conosco.. No. Delusione. Rientro a casa come una furia.
- Già fatto? - sento rivolgermi la domanda da un Robert ovviamente sconvolto.
- Ci ha pensato la stronza della tua ragazza a fare tutto - gli urlo.
- A fare cosa? - mi urla in faccia bloccandomi le mani davanti al volto.
- A farsi James. Era a casa sua - Robert mi lascia andare le braccia e io ne approfitto per gettarmi sul letto. In lacrime ancora una volta.

Non ci muoviamo di casa per tutto il giorno, sembriamo due zombie.. Morti. Feriti a morte, davvero. Nessuno ha il coraggio di parlare, di affrontare la questione. I nostri gesti sono meccanici, le parole sono poche. Solo la musica dallo stereo dà un'apparenza di vita. Sono sicura di quello che ho visto, c'era Andie sorridente su quella porta. Ma.. Forse sto cadendo nel suo stesso errore, forse sono comunque gli altri che continuano a guidare la mia vita. Basta, non ho voglia di pensare.
- No, non sta dormendo - a dire queste parole, che mi arrivano ovattate, sono Helèna e Robert, in contemporanea. Vedo lei che si affaccia dalla porta e le alzo la mano per farle capire che sono sveglia.
- Lo sospettavo, ti conosco troppo bene. E anche Robert a quanto pare - dice chiudendosi la porta alle spalle. Mi metto a sedere sul letto e le faccio cenno con la mano di venirsi a sedere accanto a me.
- Ho parlato con Robert e mi ha spiegato tutto.. ma lo vedo un pò sbattuto.. apatico. Mica è sempre così? -
- Non è mai così - preciso. Tutta presa da quello che mi sta succedendo non sono neanche stata vicina a Rob che sta passando la stessa identica situzione - Robert è capace di chiudersi a riccio peggio di me. E tu sai cosa significa - le dico e mi risponde sorridendo. Nessuno mi conosce meglio di lei, nessuno sa guardarmi dentro come lei, nessuno mi capisce con un solo sguardo come lei. Ci hanno scambiato per sorelle, gemelle.. Siamo la prova che la telepatia esiste.
- Hele, ce la farò mai a concludere qualcosa in questa vita di merda? - le chiedo.
- Non dire queste cose. Sei stata per troppo tempo un'ancora di salvezza per gli altri. Hai salvato me, hai salvato Sarah, Robert .. e anche Andie. Hai aiutato gli altri a scrivere le loro storie .. ma non credi sia arrivata ora di scrivere la tua? - Faccio per provare a rispondere ma mi interrompe con un gesto della mano - Lo so che ci hai provato andando a parlare con James ma una volta arrivata lì hai lasciato andare la penna.. Hai chiuso il file appena iniziato. La forza c'è .. la sento. Quella che deve tirarla fuori sei tu - Colpita e affondata un'altra volta. I futuri coniugi Castoldi, se mai si sposeranno, avranno successo anche comi terapisti di gruppo.
La forza c'è.. Devo tirarla fuori. Forza, Masters.. Forza. 

- Stringimi la mano più forte - La stretta si fa più forte, quasi stritolante.
- Pronta per il capitolo 1? -
- Mai stata così pronta -
So che vi state chiedendo cosa diavolo stiamo facendo. Una volta che Helèna è andata via sono andata a parlare con Robert, gli ho raccontato della chiacchierata con lei e ora.. Ora abbiamo deciso di vivere, davanti alla porta di casa Marsden.
- Entro prima io - mi dice e io mi nascondo dietro l'angolo. Lo sento bussare, la porta aprirsi e poi chiudersi. Adesso devo solo aspettare che mi faccia entrare e mi metto davanti alla porta fissando l'orologio. Mi rendo conto che sto per avere un attacco tachicardico per quanto sta battendo veloce il cuore, sono.. non so neanche io cosa sto provando. Voglio scrivere il primo capitolo, oggi. O almeno il prologo.
5 minuti.
10 minuti.
13 minuti.
Ma cosa diavolo stanno facendo? Avvicino l'orecchio alla porta e sento il tintinnio di due bicchieri che sbattono uno contro l'altro.
- Ma che.. - sussurro fra me e me mentre busso. Cazzo, forse non dovevo bussare. Robert si fionda subito fuori.
- Scusa.. è che.. poi ti spiego, vado da Andie - dice mentre mi dà un bacio sulla fronte e scappa via. Mi giro e sulla porta trovo James, in tutto il suo splendore. Non sorride ma negli occhi non c'è rabbia. Indossa un jeans, scalzo, e un maglione a righe orizzontali blu e nere. Neanche a dirlo il blu della maglia mette in risalto il colore dei suoi occhi, quant'è bello.
- Entra - mi sussurra e la porta si chiude dietro di me. Arrivo in cucina e scopro la fonte del tintinnio, due bottiglie di birra aperte sul tavolo.
- Siediti - mi dice indicandomi una sedia. Non ho ancora detto una parola da quando sono arrivata ma ce ne sono troppe che vorrei dire.
- Io.. - diciamo insieme.
- No, James, parlo prima io - dico per zittirlo - Io.. sono stata una stronza, una grandissima stronza soprattutto nei tuoi confronti. Ammetto anche di essere stata stupida nel non accorgermi che fra me e te c'era qualcosa di più, lo so - e gli strappo un sorriso, che mi dà la forza di andare avanti - Me ne sono accorta troppo tardi, mentre Jack combinava solo casini. E poi, come una bambina, ho espresso un desiderio ad una stella, Evangeline, chiedendole l'uomo per me. Non capendo ancora che quello che avevo desiderato era sotto i miei occhi - Adesso ci stiamo guardando e.. i suoi occhi sono tornati quelli del vecchio James, con quella scintilla che è solo sua - Voglio stare con te, James. Io.. credo di amarti - dico tutto d'un fiato e sto meglio. Gli ho detto tutto. Lui si alza e mi abbraccia io mi sento rinascere stretta fra le sue braccia poi ci guardiamo, ci mettiamo a ridere e il bacio che nasce è il più bello che abbia mai ricevuto. Le nostre lingue si incatenano insieme alle nostre mani, nel più bel prologo mai esistito.
- E comunque credo che quella sera abbiamo visto lo stesso programma di astronomia. Proprio non stava facendo niente in tv - mi viene da ridere e lo bacio di nuovo. Fosse per me non smetterei più. Lui mi prende per i fianchi e mi fa sedere sul tavolo.
- E il cazzotto che ho dato a Jack è stato qualcosa di fantastico - Un altro bacio.
- E la notte di Capodanno eri davvero bellissima, più del solito - Un altro bacio.
- E con Andie non c'è stato nulla - Un altro bacio prima di sussurrare - Lo so - L'ho sempre saputo.
Poi.. bè sapete cosa c'è poi. Potete immaginarlo. E' la seconda volta che mi sveglio in questa camera e stavolta non sarà come la precedente anche se in fatto di sesso è stato forse anche migliore. Sono appoggiata al suo petto e gioco con la sua tartaruga perfetta, la sua mano mi accarezza la schiena nuda e potrei rimanere in questo letto per l'eternità.
- Se hai intenzione di dirmi che è stata una cazzata, ripensaci che credo che dopo quello che abbiamo fatto potrei ucciderti - Rido e lo mordo sul petto.
- E' stato fantastico, tutto - gli dico prima di mordergli il labbro inferiore e baciarlo. Mi metto sopra di lui e lo bacio un altro pò.
- Cazzo! - dico.
- E' qui sotto, Kath - mi risponde e mi metto a ridere mentre scendo dal letto e inizio a rivestirmi.
- Scemo, è che mi sono completamente dimenticata che devo andare a parlare con Andie -
Lo sento ridere mentre corro nell'altra stanza a prendere il resto dei miei vestiti. Dieci minuti siamo in macchina a ridere e scherzare mentre mi riporta a casa. Una volta arrivata però gelo.. Robert avrà risolto tutto con lei? Come andrà a finire? Poi guardo James.
- Andrà bene - mi sussurra mentre mi bacia.
- Sì -
Scendiamo dalla macchina e sulla porta di casa trovo Robert e Andie, seduti a terra che si baciano. Il prologo è andato bene ad entrambi a quanto pare. James tossisce ancora ridendo e loro si alzano di scatto.
- E' che.. non avevamo le chiavi - si scusa Robert venendomi incontro con la mano stesa - se ci fai entrare io e   James togliamo il disturbo. Io e Andie volevamo venire da voi ma ..-
- Avete fatto bene - dice James che mi mette le mani in tasca e ne tira fuori le chiavi - Fa la brava - mi sussurra all'orecchio e mi bacia. Vedo loro due entrare e chiudersi la porta alle spalle. Adesso ci siamo solo io e Andie.
- Ho.. buttato la chiave. In un tombino a Times Square, così se mi veniva voglia di tornare non potevo - mi dice e mi avvicino a lei - Ma non avevo capito che dovevo scusarmi con te per quello che ti ho detto. Ti ho accusato di un qualcosa di assurdo, di .. in cuor mio sapevo che non poteva essere ma sono stata accecata da.. forse troppa fortuna. Non credevo possibile che un ragazzo come Robert potesse stare con me e allora cercavo di trovare a lui ogni difetto. Anche quelli che non ha. E .. me la sono presa con te quando dovevo solo esserti grata e.. - ma stavolta la interrompo.
- Non sei solo tu quella che deve chiedere scusa. Io ti hi detto cose che.. non penso che tu non riesca a tenerti un ragazzo dopo Ewan. Credo che .. in questo periodo ci sono stati fin troppi cambiamenti sconvolgenti che ci hanno solo scombussolato. Siamo sorelle, dobbiamo andare avanti. Pace? - le chiedo offrendole il mignolo. Stiamo per fare pace come quando eravamo piccole. Rimango a fissare la mia mano e vedo il suo mignolo incastrarsi al mio.
- Pace, sister - mi dice e l'abbraccio. L'abbraccio più stritolante che abbia mai ricevuto o dato. La porta si apre e Rob e James applaudono.
- Ce l'avete fatta, eh? - guardo quello che adesso è il MIO uomo che mi fa l'occhiolino e gli salto al collo.
- Brava la mia Kath -
- James.. e se ti dicessi che ti amo? - gli chiedo ancora stretta a lui mentre sento il suo cuore battere a sincrono con il mio, fortissimo.
- Ti direi, ripetimelo -
- Ti amo, James Marsden -
Lui mi sposta e punta i suoi occhi nei miei.
- Ti amo, Katherine Mastrers - 
Che bel prologo, eh?

 

Finitooo! Marò, una gravidanza ;) Tutto è bene ciò che finisce bene, no? Siamo arrivati alla fine di questa storia e un pò mi dispiace anche .. l'epilogo e poi sarà finita davvero! Grazie a chi c'è sempre stato, grazie a chi s'è perso, grazie a chi ha letto solo un rigo.

@romina75 come vedi, tutto risolto ^^ Hai guadagnato un posticino in paradiso a seguirmi sempre XD adesso l'epiloguccio e poi c'est finìììì! :(  un bacioo!

@giuggiolina43: è troppo carinoooo *__* e qui sono carini tutti! Questo ti piace? :)

Rak<3

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


EpilogoTMLWKY
Epilogo





- Ma quanta panna ci hai messo? - gli chiedo.
- Ci vuole! Vuoi che diventi una pappa? - mi risponde Marco continuando a girare il contenuto della padella.
- Volete parlare inglese? - risponde stizzita Helèna - inizio a masticarlo l'italiano ma se parlate così veloce non capisco nulla -
Faccio l'occhiolino a Marco mentre vado ad aprire la porta di casa che ormai è devastata da un'invasione barbarica.
- Orlandooo! - urlo una volta aperta e salto al collo di Mr Bloom che mi sorride e mi dà un bacio sulla guancia.
- Auguri, Bellezza! - mi dice.
- Dov'è il mio amore? - gli chiedo.
- Il mio, vorrai dire -
- No, il mio. L'ho conosciuta prima io! - gli rispondo dandogli una pacca sul braccio e mi trovo davanti Sarah.
- Honeeeey - mi urla e abbraccio anche lei, forte forte.
- Non puoi capire quanto sono contenta che tu sia qui - le sussurro dopo averle dato un bacio.
- Io lo sono di più - mi risponde sorridendo - Auguri, Kath. Ti voglio bene -
- Anche io, tesoro - e un altro abbraccio se lo merita prima di entrare a casa. Andrea però aveva sentito le nostre urla e parte un mega triplo abbraccio. Poi entriamo dentro e troviamo Orlando e Robert che ridono e parlano. Che tripudio di splendore i miei cicci, lasciatemelo dire.
- Rob, uomo di casa, fai tu le presentazioni? - gli chiedo.
- Mais oui, madame - mi risponde mandandomi un bacio mentre va a prendere Helèna e Marco in cucina. Nel frattempo vado in camera a chiamare un altro invitato. Segreteria telefonica. Ma dove diavolo è sparito?
Esco dalla camera e mi appoggio allo stipite della porta a guardare la mia sala. Ci sono Helèna, Sarah e Andie.. Poi Marco, Robert e Orlando. Cosa posso volere di più? Da quando ho iniziato a scrivere la mia vita è andato tutto per il meglio, devo ammetterlo. Si è andato tutto risanando, con calma e oggi festeggio finalmente il compleanno in santissima pace, con le persone più importanti della mia vita.
- Ma qui manca qualcuno all'appello! - fa Orlando.
- Il bambino assente ha la segreteria telefonica -
- Gliel'hai detto che non poteva entrare alla seconda? -
- Sì - rispondo fra le risate e corro a parlare con loro. Trovo Sarah intenta a raccontare per l'ennesima volta, stavolta a Marco, la consegna della mia sceneggiatura il mese scorso a Stroger.
- E' stata mitica, lui era a bocca aperta e il commissario fa e Stroger era diventato violaceo e Kath tutte fiera risponde guardando Jack. Poi è partito l'esame vero e proprio.. Il commissario è rimasto colpito e ha detto che non si scorderà cos' facilmente di lei -
- L'ha detto anche a te! - le dico.
- Sì, ma solo a noi due! -
So cosa vi state chiedendo. La storia da consegnare l'ho cambiata all'ultimo, ho riscritto la mia.. Dal viaggio a Roma fino a quando i pezzi sono tornati al loro posto. Il commissario è rimasto colpito e Jack .. Bè, Jack è stato cacciato. Ricordate Chloe? A quanto pare non ero l'unica studentessa ad essere caduta nella sua trappola e poi la mia sceneggiatura è stata anche una specie di ammissione nei suoi confronti.
Sento il rumore del campanello e scatto come una saetta verso la porta. Finalmente è lui, lui. Il mio co protagonista.
- Auguri, Amore - mi dice e lo bacio prendendogli la testa fra le mani mentre le sue scivolano sui suoi fianchi e mi stringono al suo corpo.
- Non è necessario concepire ora! - la voce di Robert arriva chiara e mentre ridiamo, mano nella mano, andiamo in sala. Tra i vari saluti ci mettiamo a mangiare.. Cena tutta rigorosamente italiana by me e Marco.
Poi arrivano i regali, da Orlando e Sarah un bellissimo cordinato da Tiffany. Sì, ci ho messo un pò a connettere dopo aver aperto la scatola. A dire il vero devo ancora riprendermi. Poi mi viene incontro Marco con un bel pacco in mano. Sono davvero curiosa di sapere di cosa si tratta. Nelle mani mi ritrovo un'edizione nera in pelle, con le rilegature d'argento e una scritta "Il mondo come volontà e rappresentazione" Arthur Schopenhauer. E' davvero fantastico, un'edizione praticamente introvabile.
- Grazie, grazie, Grazie - dico stringendomelo al petto.
- Ma non è finita qui - mi dice lei e mi dà in mano un altro pacco.
- Questo è stato scelto dopo molte lotte, sappilo -
Lo sfilo dalla busta e mi trovo fra le mani un qualcosa di fantastico.. Un vinile di Sinatra, Strangers In The Night. Guardo Marco e capisco che lui ci ha messo mano. Li abbraccio entrambi ringraziandoli dal più profondo del cuore. Poi arriva quella pazza di Andrea alla Alice Cullen e mi mette in mano un pezzetto di carta con su scritto " Ciao tesoro, qui Andie e Robert mentre speriamo che dormi ancor un pò e non ci becchi a scrivere. Il nostro regalo.. Diciamo che tarderà e che avrà a che fare con la tua sceneggiatura. Ti adoriamo, Rob e Andie" Alzo il volto verso di loro.
- Ho passato la tua sceneggiatura all Hardwick e ne è rimasta entusiasta. Adesso dobbiamo pensare agli attori.. Io per il mio ruolo pensavo a Johnny Depp - Sonoro schiaffo di Andie.
- Vola basso, ciccio - le dice e poi mi sorride.
- Vi amo, amori miei - dico e li abbraccio insieme. Li adoro, davvero.
- Ma il regalo non finisce qui - e Robert tira fuori un Mac. Portatile.
- Così potrai scrivere il continuo.. e poi mille altri. Fino all'oscar - e mi abbracciano.
Poi arriva il turno di James con una scatoletta che dovrebbe essere o un libro o un dvd, a occhio e croce. Lo scarto velocemente e trovo il dvd de La Principessa e Il Ranocchio con un biglietto attaccato sopra Alzo gli occhi verso di lui e lo vedo sorridere. Apro con delicatezza e trovo dentro due biglietti aerei *Parigi*. Partenza, domani mattina.
- Ma.. -
- No, Kath devi dire -
- Sì, vado a praparare la valigia - gli urlo nell'orecchio mentre gli salto al collo. E' il mio uomo e lo amo ogni attimo di più. Mi guardo intorno, se ora sono serena lo devo ad ogni singola persona presente dentro questa casa. E adesso ho capito tutta la verità.. Devo essere la protagonista ma devo stare a sentire i miei co protagonisti.. Perchè sono le persone attorno che aiutano a costruire passo dopo passo la propria vita. Le scelte sono nostre ma senza questi angeli forse non avrei saputo farle.


Un Parto quasi, ma ce l'ho fatta. Non importa come, ma è finita. Il mio secondogenito *__*
Che dire? Grazie a chiunque ha letto solo una riga, a quelli che l'hanno messa fra le preferite - PAZZI - e chi fra le seguite. Le sante che mi hanno letto fino alla fine (Pochi ma buoni, no?).
Vi adoro, troppo tanto! Ma tanto non vi libererete troppo facilmente di me XD

sarè: Eccola, una delle sante donne. Ti sto ringraziando dovunque ma non mi stancherò mai di farlo, credo. Grazie per tutto quello che hai fatto per me, che fai ogni giorno e che farai ancora. Ti voglio Bene. Ma un bene che non si può esprimere! <3 Un abbraccio, amore.

romina75: Adesso è la fine davvero, tutto è bene quel che finisce bene, no? Mi auguro ti sia piaciuto quest'epilogo :) Grazie anche a te!

Detto ciò, mi ritiro in silenzio stampa. Ancora Graziiieeeee :D

Vostra, Rak ;)

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