Too much love will kill you; di Christine_ (/viewuser.php?uid=79877)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rome: City of Dreams ***
Capitolo 2: *** Appearance can be deceptive ***
Capitolo 3: *** And Then.. We Met. ***
Capitolo 4: *** Want you in my life ***
Capitolo 5: *** Troubles ***
Capitolo 6: *** Bad Romance ***
Capitolo 7: *** Hot 'n' Cold ***
Capitolo 8: *** Evangeline and the Relief ***
Capitolo 9: *** Too Much Shouts ***
Capitolo 10: *** Broken ***
Capitolo 11: *** Happy Ever After ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Rome: City of Dreams ***
Rome
Rome: City of Dreams
- Ed è per questo che andrete a Roma a intervistarli
–
Ho la bocca spalancata
e mi giro a guardare i miei compagni di corso. Sconvolti anche loro.
Ah, scusate. Non vi ho
neanche detto dove ci troviamo. Il continente è
l’America, la città e New York. In modo
particolare negli edifici della New York Film Academy.
E per essere ancora più precisi ci troviamo al nostro
secondo anno.
Venticinquenni con un sogno in comune: entrare nel mondo del cinema.
Ed è anche per questo che continuiamo a guardarci sconvolti.
- Voglio che torniate
con un’idea. E che sia buona. Perché è
da lì che partirà il vostro esame finale -
Nella mia testolina
girano poche parole.
Io, Katherine Masters, Roma.
Roma è sempre stata il mio sogno, fin da piccola. Ho sempre
desiderato poter studiare lì un giorno.. e ora sto per
andarci. Non propriamente per molto tempo.. ma metterò piede
sul suolo romano. Quale americano non sogna di andare in Italia,
d’altronde?
Non appena il professore si gira a guardare nella direzione opposta
alla sua per spiegare meglio il tutto, infilo una mano nella borsa per
cercare il cellulare.
Andrea deve saperlo subito, subito.
Non appena lo tiro fuori, però: - Masters, se mi costringi a
tagliarti le mani, non vedo come potrai diventare una sceneggiatrice un
giorno -
Ma come ha fatto a
vedermi se era di spalle? Mi odia, semplice. Fin dal primo giorno in
cui ho varcato la porta dell’Accademia. Masters qua, Masters
là.
Il mio nome è quello che ricordava meglio. E mi dispiace per
questo comportamento. L’ho sempre ammirato. Ha solo dieci
anni più di me e una passione per quello che fa spaventosa.
Ma perché mi odia? Non gli ho fatto niente di male. Non
farei mai niente di male ad un bell’uomo del genere. Okay,
Kath. Censurati i pensieri.
Il fatto che ho un debole per lui da.. praticamente sempre, non lo sa
nessuno. E cerco di autoconvincermi che non sia vero.
Rimetto il cellulare nella borsa e cerco di concentrarmi sulle parole
di Stroger. Solo sulle sue parole. Non su di lui. Più che
altro cerco di non filmeggiare troppo sul prossimo viaggio a Roma. Ma
filmeggiare è una di quelle cose a cui non si può
mai dire di no. Già mi vedo sulle scale di
Trinità dei Monti. Poi entrare in un negozio Gucci. Poi far
innamorare perdutamente l’erede del più grande
imprenditore italiano, che oltre ad essere pieno di soldi è
anche maledettamente bello e sexy. Alto, scuro e con due diamanti
azzurri al posto degli occhi. E’ normale che lo stia
immaginando come Stroger? No. Poi.. bè, sapete
già come vanno a finire questi film, no?
- Masters, sei pregata
di tornare nel nostro mondo -
No, non finiscono
propriamente così.
- Scusi - dico. Forse
è meglio lasciar stare i film per ora. Ho a disposizione il
viaggio in metro prima di tornare a casa.
E due intere settimane nella città eterna, la
città delle favole. Roma.
- COOOOOSAAA? -
L’urlo di Andrea si è sentito perfettamente anche
al piano di sopra. Dell’edificio di fronte.
- Andy, respira che
non ci credo neanche io - le dico sdraiandomi sulla poltrona.
- Quindi dovete andare
a Roma, tra l’altro con quel figo di professore, intervistare
un macello di attori per farvi venire un’idea? Porca troia
dovevo iscrivermi anch’io.. –
Andrea. Che sparla
mentre va in cucina. Indossa la sua solita vestagliona di pile celeste,
con millemila panda disegnati sopra. Dice che è il suo
orgoglio, ma che nessuno la vedrà mai.
Nessuno oltre la sua
coinquilina, naturalmente. Io e Andrea viviamo insieme da quando
abbiamo deciso di renderci indipendenti. Siamo newyorkesi DOC ma dopo
il liceo abbiamo deciso di andare a vivere insieme, da sole. In fin dei
conti siamo amiche da.. da.. bè, diciamo
un’eternità. In realtà doveva vivere
con noi anche Helèna, l’altra parte del treppiedi.
Ma lei ha scelto un’università più
lontanuccia, Inghilterra per la precisione.
- Mi devi promettere
una cosa - continua Andrea urlando dalla cucina - che se incontri Mr
Depp devi riportarmelo. Vivo e intero e.. -
Sto per provare a
controbattere ma entrambe sappiamo cosa stavo per dire.
- E no, cara. So
già cosa stai per dire. Non lo voglio usato -
Mi scappa una sonora
risata mentre mi alzo dalla poltrona.
- Così
finalmente riuscirai a portarti a letto Stroger.. Jack Stroger -
La solita. –
Andy, finiscila. A è il mio prof e B mi odia -
- Sese - e inizia a
sparlare per i fatti suoi.
Devo assolutamente
andare a fare una doccia. Sono stanca, più che stanca. So
che Andrea mi chiederà di andare a fare un giro stasera, ma
non ho voglia. Allora, meglio infilarsi subito il pigiama
così capisce l’antifona. M’infilo sotto
la doccia e lascio che tutti i pensieri mi scivolino addosso. Fra meno
di una settimana parto per l’Italia.
Per la mia personale mini avventura. E non vedo l’ora.
- Brutta stronza, non
pensare di uscire dalla doccia e infilarti il pigiama. Stasera.
Sì. Esce. -
Lalalalalalalalala.
Cerco di ignorare la voce di Andy. Ma non posso far finta di non aver
sentito. Ecco qual è il contro del vivere con la propria
amica d’infanzia.
Ti conosce fin troppo bene.
- Andrea, ma.. - provo
a protestare.
- Ma è
morto, cara. Susu, che ti porto in un bel posto –
Ecco, adesso ho paura.
- Chi devi presentarmi
stavolta? – chiedo sbuffando mentre m’infilo
l’accappatoio.
Nessuna risposta
dall’altra stanza. Chi tace acconsente, no?
Sarà
sicuramente l’amico del suo nuovo psicologo.
- E’ un
amico di Nate - Bingo.
Mi scappa una risata.
– Ci avrei scommesso qualsiasi cosa – dico.
- Senti, non solo che
ti presento nuova gente! Dovresti essermi grata che cerco di farti
scordare Jack! – mi risponde affacciandosi in bagno. Di tutta
risposta, le tiro un asciugamano in faccia.
- E
cosa pensi dirà il signor Depp quando
saprà che esci con Nate? – le urlo stavolta dalla
camera da letto. Adesso sono immersa nella contemplazione del suo
armadio.
- Mi dirà: Oh Andrea! Mi dispiace di averti
fatto aspettare così tanto.. -
Rido ancora. Credo che
non mi stancherò mai delle sue uscite idiote.
Controvoglia tiro
fuori dal cassetto una maglietta rossa a collo alto, getto un altro
sguardo nell’armadio e tiro fuori i pantaloni neri che ho
comprato due giorni fa.
Che Andrea mi ha obbligato a comprare due giorni fa. La maniaca dello
shopping fra le due, è sicuramente lei.
Nel frattempo la pazza
nell’altra stanza canta Il Fantasma dell’Opera
mentre si trucca.
- Andrea, ma cosa sai
su questo tipo? – le chiedo entrando in sala.
- ..mondo non fu umano con meee..
–
- Andrea –
-
Sììì –
- Dimmi che almeno sai
come si chiama –
- Il nome lo so
– esplode girandosi verso di me – Peter!
– e torna a ritoccare l’ombretto.
- E’
l’ultima volta che ti do ascolto, ricordamelo – le
dico tirandole uno schiaffo dietro la nuca. Da quando ha i capelli
corti è anche meglio.
- Sei manesca, e so
che non è l’ultima volta che lo dirò
–
- Non sono io che sono
manesca, sei tu che sei troppo delicata, muovitiiii! –
- Sei fortunata che
non avevo la boccetta di cianuro dietro. E’ solo per quello
che sei viva. Quel Peter è la persona più noiosa
che esista -
E’ da quando
siamo andate via che non faccio che ripeterle le stesse cose.
- Senti, io non lo
potevo sapere – sbotta Andrea dopo secoli di silenzio. Mi
giro e le faccio uno sguardo truce.
- Okay, okay
– Si è arresa.
Mentre
m’infilo il pigiama Andrea, sempre con la sua vestagliona, si
viene a sdraiare sul MIO letto. Con il cuscino sulla testa.
- Almeno dimmi che
questa cavolo di serata ha un suo perché - mi giro e vedo
che ha ancora il cuscino sulla testa.
- Ci hai fatto sesso
almeno? –
Sento un
“sì” sussurrato.
- Brutta stronza! Non
mi dici nulla? Com’è? -
Finalmente sposta il
cuscino.
- E’.. mi
è piaciuto ma non credo ci sarà
un’altra volta -
Sbarro gli occhi.
Questa è completamente uscita!
- Perché
Andreeeee! -
- Perché
non mi va.. E’ il mio psicologo! -
- Cambia psicologo! -
- Non posso -
Meglio arrendersi.
Conoscendola, la guerra è persa in anticipo.
- Vabè,
però adesso alzi il culo e vai a dormire in camera tua, susu
- dico cercando di farla rotolare giù dal letto. Si regge al
piumone blaterando non so cosa.
- Ringrazia che sono
troppo stanca per prenderti di peso e portarti di là
–
L’infame non
se lo fa ripetere due volte: toglie la vestaglia sexy e si infila sotto
le coperte.
- Buonanotte - le dico
spegnendo la lampada.
- Domani shopping per
il viaggio? - risponde Andrea.
- Sì -
sussurro quasi soffocata dalle coperte.
Andrea si gira e
accende la luce. Non l’avessi mai detto. Ora inizia ad
elencare i 46378 negozi in cui deve portarmi.
- Dormi - la minaccio
ringhiando e spegnendo di nuovo la luce.
Di tutta risposta la
riaccende e ricomincia a parlare. Sto per ucciderla.
- ANDREA - le ringhio
ancora.
- Okay, notte. Ma
domani, cara Kath, usciamo io, tu e la tua carta di credito. Anche la
mia visto che ci sono – e spegne la luce.
Perché ci
metto sempre tre ore a trovare la mia valigia? Eppure dovrebbe essere
qui, cazzo.
- Katherineeeeeee -
sento urlare e mi giro.
Vedo Andrea con la mia
valigia ai piedi e le braccia spalancate. E' una settimana che non la
vedo e un abbraccio stritolante se lo merita.
- Mi sei mancata,
tanto - le sussurrò nell’orecchio.
- Anche tu, Kath - mi
risponde e mi da un bacio sulla guancia.
Sento vibrare il
cellulare nella giacca e mi sciolgo dall’abbraccio.
<
Domani dovrei essere a NY. Spero il viaggio sia andato bene. Ci
sentiamo, un bacio >
Premo
il tasto rosso e alzo gli occhi verso Andrea.
- Voglio. Sapere.
Tutto. - mi intima.
Una volta a casa torno
con la mente a una settimana prima…
- Vi do
un’ora per rimettervi in sesto. Alle sette in sala
conferenze. Il vostro lavoro avrà inizio domani e voglio
che… MASTERS! -
Sento il gomito di
Sarah, mia compagna di corso, sulle costole.
- La sto ascoltando,
professore - sbotto. Ma possibile che abbia tutto quest’odio
nei miei confronti?
A ottobre Roma
è meravigliosa. Io però faccio poco testo
perché per me sarebbe stata meravigliosa comunque.
E’ come se fosse circondata da un’aurea di magia.
Credo sia per questo che la chiamano città eterna. Qui, ogni
mattonella trasuda storia. Per questa strada hanno camminato uomini che
avevano nelle loro mani tutto il mondo conosciuto. Okay, sto divagando.
- Vi spiego in breve
queste due settimane romane. La parola d’ordine è
intervistare. Ad ognuno di voi spetterà un tot di attori e
registi da intervistare. Per i restanti giorni visionate i film
partecipanti al Festival. Naturalmente, dirvi che dovrete recensirli mi
sembra una cosa più che scontata. Voglio però
ricordarvi che dovrete tornare a New York con un’idea che vi
servirò per l’esame finale. Non è una
cosa da niente, chiaro? –
Dopo averci dato le
ultime indicazioni, finalmente ci da la buonanotte.
- Masters, vieni un
attimo qui – La buonanotte a tutti meno che a me.
- Non ho intenzione di
passare le prossime due settimane a richiamarti, chiaro? -
- Certo, professore
–
- Magnifico - dice
voltandosi ma lo fermo.
- Scusi io.. le volevo
chiedere un favore -
Stroger si gira di
scatto senza parlare. Ha degli occhi color ghiaccio. Da lontano
sembrano più scuri.
- Se possibile.. ehm..
come dire.. non vorrei intervistare gente di .. un certo rilievo.
Importanti diciamo. Ho paura di andare nel pallone, bloccarmi -
Stroger sembrava
deluso dalla mia richiesta.
- Vedremo, Masters.
Ora vai a dormire - dicendo queste parole mi volta ancora una volta le
spalle. Era un sì o un no? Mi odia, non finirò
mai di ripeterlo. Ma perché? Cheppalle. E poi solo con me ha
questo atteggiamento. Solo me chiama per cognome. Con gli altri
è simpatico, disponibile. Insomma è giovane,
è ovvio che sia così?
E’ anche piuttosto sexy ma non credo che si comporti con me
in questo modo perché crede che.. Oh, Dio. No, no. Ripeto
che è piuttosto affascinate ma è il mio
professore. Resettando questi pensieri mentre entro in camera decido
che devo parlargli. Domani.
- E infine a Sarah..
Mr Bloom - dice Stroger passandole in mano un pass all-access.
Sta per svenire, me lo
sento. Mi guarda quasi in trance e le faccio un sorrisone a 45 denti.
Poi manda tutti via. E
a me?! Perché vanno tutti via? Gli ho chiesto di non darmi
qualcuno di TROPPO importante, non di lasciarmi senza lavoro!
Mi
avvicino al professore che sta parlando con un tizio che non conosco.
- Mi scusi - cerco di
intromettermi.
- Masters non vedi che
sto parlando? - mi risponde senza neanche voltarsi a guardarmi. Che
novità. Mi allontano sbuffando e lo aspetto qualche metro
più in là a braccia conserte. Dopo pochi minuti
si avvicina.
- Cosa
c’è di tanto importante? - sbotta.
Ehi, un attimo. Qui
quella che dovrebbe essere incazzata sono io!
- Non so, forse il
fatto che mi ha lasciata con le mani in mano? -
Mette la mano in tasca
e tira fuori un all-access per me.
- Volevo dirtelo
più tardi ma a quanto pare.. allora, stamattina
c’è l’anteprima di New Moon, il secondo
episodio della saga di Twilight – Ma và.
– Ti voglio davanti a quello schermo. Il pomeriggio hai
Robert Pattinson. Naturalmente per stasera voglio recensione e articolo
dell’intervista - dice e se ne va. Questo è
totalmente fuori!!
- ROBERT PATTINSON?!!
Le avevo chiesto nessun attore importante! - gli urlo dietro.
- Abbiamo concezioni
diverse del termine “importante” -
Naturalmente mi
risponde mentre è di spalle.
Oh, Dio.
Una settimana così e vado fuori di testa.
Per
riuscire a pubblicare c'è n'è voluto un bel po'.
E lo sanno le due stelle che mi hanno dovuto sopportare mentre le
supplicavo dicendo che non volevo farlo. Ma ora sono qui.
La storia è dedicata a tutte le belle ragazzuole che mi
hanno aiutato in tutto.
In primis, Federica, Saretta e Flavia (anche se non è
propriamente d'accordo sulla fine!).
Non avrei mai pensato di scrivere su Bob, e invece.. Mai dire mai ;)
Sono
pronta a qualsiasi tipo di recensione, don't worry. Siate crudeli,
massacratemi.
Scrivete qualsiasi cosa vi passa per la testa mentre leggete.
Sarò ben felice di leggere tutto.
Un bacio, spero a presto.
Xoxo,
Rachele in arte C.
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Capitolo 2 *** Appearance can be deceptive ***
cc
Appearance
can be deceptive
Sono un fascio di nervi, digiuna per giunta. Per
l’agitazione sto morendo di caldo e ho tolto giacca e
sciarpa. Qui mi guardano tutti storto.
Mr Pattinson è in ritardo di dieci minuti. Muoviti, cavolo!
Nel frattempo guardo il foglio dove dovrei aver scritto le domande da
fargli.. Bianco. Spero in un’illuminazione fulminante in quel
momento.
Sento del chiasso
fuori dalla porta. Sono loro. Ci sono la Stewart, Taylor Lautner, Chris
Weitz e.. ma dove diavolo è quel sant’uomo? Se
entro due minuti non è qui, io..
- Katherine Masters,
della New York Film Academy? –
Mi giro di
scatto e con la mano urto la pancia dell’uomo che mi sta di
fronte. Ora mi tende la mano.
Porca, questo dal vivo
è nettamente migliore.
- Sì,
m-m-mi scusi – farfuglio. Kath, ripigliati.
- Dammi del tu, posso
darti del tu, vero? – dice mentre si siede davanti a me e
sorride.
Nono, non sorridere ti
prego.
- Certo, certo -
- Scusami per il
ritardo –
- Ritardo? Non me ne
ero neanche accorta! – e il naso si allungò.
Adesso in teoria
dovrei fargli delle domande. Cazzo.
- Allora, finalmente
l’uscita del secondo capitolo della saga di Twilight. Come ci
si sente a essere l’idolo di ogni ragazzina? –
Domanda più banale non potevo farla.
Ride, continua a
ridere. Ha un sorriso da togliere il fiato.
- Vuoi sapere la
verità? Non è sempre così
entusiasmante come sembra. E’ bello sentirsi amati in quella
maniera, per carità. Ma quando iniziano a chiamarmi
“Edward” e a chiedermi di morderle diventa alquanto
stressante –
- Robert, mi dispiace.
Io le odio le ragazzette quando fanno così, e.. –
Che. Cosa. Diavolo. Sto. Dicendo. Mi blocco e sorrido.
- Scusa Robert,
è che non ho mai intervistato nessuno in vita mia. Infatti
avevo detto al mio professore di non darmi nessuno di importante
altrimenti avrei fatto una figura del cavolo come sto facendo ora. Non
che non sia contenta di intervistarti, ma.. – Logorroica. Il
mio più grande difetto.
- Calma, calma
Katherine. Non ti preoccupare. Anzi, così mi hai
tranquillizzato. Non dovrò passare i prossimi minuti con una
stronza che mi riempie di domande –
Schietto, insomma.
- Ti sembravo una
stronza? – chiedo ridendo.
- Assolutamente no! Ti
stai tranquillizzando vero? – Ha ragione, sono meno tesa.
– Lo vedo da come ti sei seduta –
- Mi stai
psicanalizzando? –
- Ci sto riuscendo?
–
- Sì, sei
bravo anche a fare lo psicologo – dico sorridendo e lui
risponde al sorriso.
- Stavi dicendo di
quel professore –
- Ah, sì.
Mi odia e non so perché. Poi, per giunta.. Ehi. Qui quella
che deve fare le domande sono io! –
- Era per
chiacchierare. Se ti va –
Strano ma vero, mi sto
divertendo. Abbiamo parlato del mio rapporto controverso con Stroger e
ora stiamo parlando dei mille flirt che gli affibbiano.
- Praticamente mi sono
fatto tutto il mondo femminile eccetto Michelle Obama –
inizia a ridere.
Un uomo gli si
avvicina e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Nel frattempo
mi guardo intorno. Non mi sono accorta che sono usciti tutti e..
è passata un’ora?!
- Katherine io dovrei
andare.. Facciamo una cosa. Ci vediamo stasera qui, okay? Facciamo per
le nove e mezza? Così facciamo
l’intervista vera e propria e riesci a scrivere qualcosa -
Pattinson mi sta dando
un appuntamento. Ma beeeene. Accetto e lo saluto con due baci sulla
guancia.
< Salvare le
modifiche a “New Moon”? >
< Sì
>
Okay. Fortunatamente
ho finito in tempo. Fra meno di mezz’ora Robert
sarà al ristorante dell’Hotel. Devo ammettere che
mi fa particolarmente effetto dirlo. Dice che mi aiuterà a
scrivere l’articolo. Bello, lui.
- Hai finito?
– mi chiede Sarah.
- Siii – le
urlo dall’altra stanza – ora mi preparo –
Mi arriva un cuscino
in faccia.
- Ti ho già
detto che sei una stronza? -
- Io? Sei tu quella
che è stata con Mr Bloom! –
Poi mi chiudo in
camera e la sento urlettare. La valigia l’ho svuotata ieri
sera quindi posso permettermi i miei dieci minuti in contemplazione
dell’armadio. Jeans chiaro e maglione nero con lo scollo a V.
Mi guardo allo specchio dietro la porta. Potrei andare bene. Prendo il
computer, saluto Sarah e chiudo la porta dietro di me. Mentre scendo le
scale penso al fatto che a Andrea ho mandato solo un messaggio.
Vorrà dire che quando rientro in camera la chiamo.. E
sarà una lunga telefonata.
Trovo Robert
già seduto al tavolo. Ha spaccato il minuto.. Eppure lo
credevo un tipo ritardatario. Ecco, Kath. Mai giudicare un libro dalla
copertina, ricordalo. Appena mi vede si alza e mi viene incontro.
- Ciao! Finita la
recensione? – mi dice dandomi due baci sulle guancie.
- Sì,
fortunatamente. Sperando che vada bene – dico sedendomi di
fronte a lui.
- Poi male che va me
la fai leggere, okay? Però prima scriviamo
l’articolo? –
Scrivere
l’articolo? Ma non dovevo intervistarlo? Lo guardo con la
faccia un po’ titubante e lui capisce.
- Tanto vale che
scrivi direttamente l’articolo sennò stasera fai
davvero le ore piccole – mi dice sorridendo.
Perché si preoccupa così tanto? Gli voglio
già bene.
- Grazie,
però qualche domanda devo fartela comunque. Voglio che sia
un articolo.. Colorato, frizzante – dico, accendendo il
computer.
- Devo avere paura?
–
- Naaaaa –
Appena il computer si
accende lo guardo e rido.
- Sei pronto? -
- Vai, sono pronto
–
- Anche a domande
impertinenti? –
- Basta che non mi
chiedi se ho un tatuaggio sull’inguine o piercing nascosti
bene –
- Peccato, quella
doveva essere la mia prima domanda –
Ride. Vi ho
già detto che adoro il suo sorriso?
- Allora, Prima
domanda impertinente. Ad un certo punto del film ho notato qualcosa
che.. non mi quadra.. Diciamo così –
Sbarra gli occhi.
– Cosa? –
- Mi spiego meglio.
Quando Edward è pronto a morire.. Nella piazza.. Mostra un
fisico che.. – e inizia a ridere.
- Già ridi?
Hai capito, eh? Dai, su Rob quella tartaruga da dove è
uscita? –
- Brava osservatrice.
Gli effetti di una buona palestra.. –
Adesso quella che ride
sono io.
- Voglio la
verità - dico fra le risate – non che tu non abbia
un bel fisico ma quella tartaruga.. Daiii -
- Devi smontarmi in
questa maniera? – dice serio. Oh, merde. L’ho
offeso davvero.
- Io, Robert.. Non
volevo. Io credevo fosse una domanda divertente e .. –
Mi guarda e poi
scoppia a ridere nascondendo il viso fra le mani.
- Stronzo! –
gli dico lanciandogli il tovagliolo.
- Non ho resistito
alla tentazione, scusa – dice facendo finta di asciugarsi le
lacrime – Adesso faccio la persona seria –
- Altrimenti faccio
tutto da sola e mi invento ogni parola –
Due ore dopo abbiamo
finalmente finito di scrivere.
- Sono fiero e
orgoglioso del mio primo articolo – dice e di tutta risposta
gli tiro uno schiaffo sul braccio.
- Io scrivo e tu sei
fiero del mio lavoro? –
- Sì.
E’ la prima volta che aiuto a scrivere un articolo su di me
–
Chiudo il computer e
gli sorrido.
- Grazie Robert.
Adesso però devo affrontare Stroger – dico
sbuffando e alzandomi.
- Fammi sapere come
va, tanto ci rivediamo, no? –
Mi ispira proprio
tenerezza. Cioè, in teoria dovrei volergli saltare addosso.
Ma mi viene solo voglia di abbracciarlo. E così faccio.
- Masters! –
Questa voce, la solita voce.
- Non ti ho mai detto
che non bisogna mischiare la vita privata con il lavoro ma mi sembrava
scontato! –
- Prof lei.. Non
capisce – cerco di difendermi.
- Io invece capisco
– dice e come al solito va via. No, stavolta non mi volta le
spalle. Robert mi spinge verso le scale e lo saluto con un cenno della
mano.
Faccio le scale a tre
a tre e al quarto piano lo vedo girare l’angolo. Lo stesso
mio. Rientro in camera per poggiare il computer.
- Kath ma che..
– Sarah in pigiama che non ci sta capendo nulla.
- Poi ti spiego
– le dico e poggio il computer sul letto.
Mi catapulto
contro la sua porta iniziando a bussare furiosa.
- Masters puoi
continuare quanto vuoi. Non voglio sentire le tue scuse –
- Adesso invece lei mi
sta a sentire. Anche se ho una porta davanti. Tanto di solito non parlo
con lei ma con le sue spalle. Non ce la faccio più con
questo atteggiamento da parte sua.. Mi disprezza, lo so. Ma voglio
sapere il perché. E’ simpatico con tutti, eccetto
che con me. Chiama tutti per nome ma io sono solo Masters. Cosa le ho
fatto me lo spiega? – ora mi sento meglio. Gli ho urlato
addosso tutto il veleno che avevo dentro. Vedo la porta aprirsi e lui
furioso.
- Vuoi davvero
saperlo? – mi sussurra quasi con un ringhio buttandomi
addosso gli occhi chiarissimi.
- Sì
– dico decisa.
- Perché
sono attratto da te. Dal primo istante in cui hai attraversato la porta
dell’Accademia. Ma io sono un tuo professore, non potevo fare
nulla. E allora ho iniziato a comportarmi così.. per non
rischiare di peggiorare le cose –
Okay. Adesso sono
sconvolta davvero. Eppure non mi sembra che abbia bevuto, è
lucido.
- Sapevo che non sarei
riuscito ad ignorarti e allora mi comportavo così. Non ho
mai avuto il coraggio di chiamarti Katherine –
Cosa faccio? Cosa
dico? Rimango a fissargli il petto. Non ho il coraggio di guardarlo
negli occhi. Avrei dovuto capirlo? Alzo lo sguardo verso di lui.
E’ davvero.. bello. E non devo dire stronzate a me stessa..
Anche io sono attratta da lui. E non poco. Però non devo
essere impulsiva. Non essere impulsiva. Tre secondi dopo ho le mani
attorno al suo collo e le mie labbra sulle sue. Poi mi prende per la
vita e mi porta in camera. Mentre lo bacio vedo che con la gamba chiude
la porta.
No, non ho il coraggio
di aprire gli occhi. Sto cercando di resettare quello che è
successo. Poi sento il suo braccio che mi stringe la vita. A questo
punto posso anche aprire gli occhi. Non sono mai stata troppo brava a
negare l’evidenza. Allora, ricostruiamo quello che
è successo ieri sera. Ero fuori dalla sua porta ad urlare,
poi lui ha parlato, dieci secondi dopo ero nel suo letto, sotto di lui.
Mi giro a guardarlo. Oh, Dio. E’ proprio bello. E se devo
dire la verità mi è proprio piaciuto ieri sera.
Lo sento mugugnare e poi aprire gli occhi.
- Buongiorno..
Katherine -
Mi fa strano essere
chiamata per nome da lui. Ah, mi fa strano essere chiamata per nome,
mica averci fatto sesso. Sono da rinchiudere.
- Giorno, Jack -
- Credo dovremmo
parlare – mi dice richiudendo gli occhi. Una tentazione in
meno.
- Lo credo anche io
– riesco a dire.
- Dobbiamo.. far finta
che non sia successo nulla. Anche se non posso negare che ieri notte
è stata davvero fantastica. Però.. non sono
pronto a lasciare mia moglie -
Cosa? Ha davvero detto
moglie? Sposto il suo braccio.
- Moglie? Sposato?
– Possibile che non lo sapessi?
Si siede sul letto
mentre io mi alzo cercando qualcosa da mettere addosso.
- In teoria non sono
ancora sposato.. La cerimonia è fra due settimane
– cerca di giustificarsi.
In questo momento ho
solo voglia di urlare. Ma è possibile? Mi vesto il
più velocemente possibile. E vado dritta verso la maniglia
della porta.
- Okay, Professore.
Diciamo che .. Adesso lei mi inizierà a trattare
normalmente. Almeno mi chiamerà per nome.. E io
cercherò di scordare questa serata -.
Dovrei raccontare
tutto a qualcuno. Vado nella mia camera ma Sarah è
già uscita. Devo chiamare Andrea. Faccio il numero ma dopo
il primo squillo penso che ci divide un oceano e che il fuso orario non
è indifferente. Ma io non posso rimanere un attimo di
più in queste condizioni. Prendo le chiavi della camera e
scendo nella Hall. Vorrà dire che stamattina
visiterò Roma, da sola. Sperando di perdermi.
Stringo ancora di
più la sciarpa e decido di andare a sinistra. O forse
destra. Non sono mai stata brava a distinguerle. Adesso devo riordinare
i pensieri. Ho scopato con un uomo che si sposa fra due settimane e
che, tra l’altro, è il mio professore da due anni.
Perché sempre a me? Non mi piace essere trattata
così. Poi perché proprio me? Perché..
Ahio! E adesso chi è questo cret-
- Katherine! -
- Robert? –
Checculo.
- Cosa ci fai
già in giro? – mi chiede.
- io? Tu piuttosto!
–
- Volevo girare Roma
in santa pace –
Ecco spiegato il
motivo del cappellone e dello sciarpone che ha addosso.
- Idem – gli
dico e abbasso la testa.
- Successo qualcosa?
– mi chiede. Fosse una cosa sola. Senza parlare mi prende
sottobraccio e iniziamo a camminare. Nessuno dei due dice una parola,
fino a che, percorsa tutta via Condotti arriviamo a sederci a
Trinità dei Monti. Saranno le undici più o meno..
Ho perso la concezione del tempo.
- Adesso parli
– mi intima sedendosi accanto a me.
- Abbiamo fatto sesso
– dico continuando a guardare un punto vuoto davanti a me.
- Tu e.. –
-Jack. Jack Stroger.
Il mio professore –
Il silenzio di Robert
è piuttosto eloquente.
- Che mi ha anche
detto che fra due settimane si sposa -
Ancora silenzio.
- Ti prego Robert,
parla -
- Ti dà
fastidio perché l’ha fatto lui o
perché.. –
- No, non mi
dà fastidio perché è stato lui. Ma
perché mi succede sempre così..
C’è sempre qualcosa che non va. E grazie a Dio
questa storia è morta prima di nascere –
- Mi dispiace Kath
– Mi abbraccia – Mi dispiace davvero –
Lo stringo
più forte. Ho davvero troppo bisogno di un
abbraccio.
Quando mi allontano,
lo guardo un attimo negli occhi e poi gli sorrido.
- Scusa Robert.. io..
-
- Non ti devi scusare
di nulla. Mi fa piacere starti a sentire –
E’ possibile
voler bene ad una persona dopo così poco tempo?
Cioè, cambio domanda. E’ possibile avere davanti
Robert Pattinson, averlo abbracciato e non volergli saltare addosso? Di
certo sono ancora etero, altrimenti non si spiegherebbe quello che
è successo ieri.
Ridendo e scherzando
torniamo davanti all’hotel e nella hall incontriamo Jack. Lo
vedo e gli volto le spalle.
- Katherine
– sento che mi chiama. Ah, adesso sono Katherine.
- Dica –
- Questa mattina
è venuta Sarah a portarmi i tuoi scritti –
- Mi scusi ma
stamattina non ero dell’umore adatto –
A questa parole se ne
va. Sento sulle spalle una pacca da Robert.
- Ben fatto
– sento che mi sussurra all’orecchio e mi rendo
conto che è bravo a confondersi in mezzo alla gente.
- Adesso mi dici cosa
è successo – pizzicotto infame di Sarah che in un
lampo ha attraversato la hall.
- Sisi, parlo parlo
– le dico – ah, a proposito. Lui è
Robert –
Le stringe la mano
tutta tranquilla. Ammiro la sua calma. Robert ride.
- Ma io questa risata
– e si blocca. Ora l’ha riconosciuto.
- Scusa è
che stamattina quando sono rientrata in camera tu non c’eri
–
- Io ero a lavoro,
ciccia. Ah, a proposito. Ho dato l’intervista e la recensione
a Stroger ma sembrava.. Strano –
Tossisco. E Robert
dietro di me.
- Cosa devi dirmi?
–
Credo che il colore
della mia faccia si avvicini al bordeaux.
- Okay. Katherine ti
lascio al racconto. Ci vediamo – e mi dà un bacio
sulla guancia.
- E’ stato
un piacere conoscerti – dice a Sarah.
Ci vediamo. Eh, certo.
- Ieri sera potevi
anche dirmelo che rimanevi a “dormire” da Robert
– mi dice Sarah ancora in stato catatonico.
- Non sono stata
propriamente con Robert. Ma non mi va di parlarne qui –
Cinque minuti ero in
camera con il vivavoce con Andrea. Doveva sapere. Dopo la prima serie
di “Fottiti, sei una stronza” seguiti dopo il
racconto del pomeriggio e la serata con Robert, arriva il momento.
- Sì, ma tu
sei entrata quasi furiosa in camera e hai sbattuto il computer sul
letto -
Dettaglio
interessante. Perspicace la ragazza.
- Esatto.. Poi io
ecco.. – Stroger mi ha detto di essere attratto da me e
abbiamo fatto sesso. Poi mi ha detto che fra due settimane si sposa.
Tadàààààààà.
No, così non va.
- Sono corsa dietro a
Stroger.. che aveva capito male. E gli ho urlato tutto.. poi ha aperto
la porta e mi ha .. ecco, come dire.. Detto di essere attratto da me
– Gelo. Gelo. Gelo.
La faccia di Sarah
riesco a vederla. Quello di Andrea la immagino.
- E… tu..
– dicono in contemporanea.
Rimango in silenzio.
Suspance.
- Senti Sister. Mi
auguro che tu te lo sia fatto chiaro? – La finezza.
- Gli sono saltata al
collo –
- E si faceva il
professore!! – urla Andrea dal telefono – Sono
fiera di te –
Sarah è
morta.
- Il bello non ancora
arriva. Stamattina mi ha detto di non essere pronto perché..
Fra due settimane si sposa -
Andrea è
morta. Sarah si è alzata dal letto.
- Vi prego non fatemi
sentire un’idiota ancora di più -
- Mi dispiace tesoro
– sento le parole di Andrea dal telefono –
però riportami Robert –
Mi viene da ridere.
– Ti ho fatto stare un po’ meglio almeno?
–
- Sì,
grazie – dico tirando su col naso.
Ma.. Sarah? Vado verso
la porta e la trovo aperta. Ma dove è andata?
- E’
scappata – dico ad Andrea al telefono e le racconto il
pomeriggio con Robert. Poi mi accorgo che sto spendendo l’ira
di Dio e le prometto di chiamarla domani. Come aggancio con Andrea,
Sarah rientra.
- Dove sei stata?
– le chiedo.
- A parlare con
Stroger – dice chiudendo la porta – Quel playboy di
merda se le meritava – e con tutta la tranquillità
di questo mondo si va a sdraiare sul letto.
- Cosa gli hai detto?
– le chiedo sconvolta.
- Che
l’animale deve tirarlo fuori con la moglie o chicchessia
–
Le do un bacio sulla
guancia. – Ti adoro -
- Ah, a proposito. Se
trovi qualcosa di strano sulla sua faccia.. E’ merito mio
– e scompare nell’altra stanza.
- Sarah.. COSA?
–
- vado a fare una
docciaaaa – Paura.
Fortunatamente per il
pomeriggio riesco ad evitarlo, e anche per la sera. Ma la mattina
successiva devo parlargli per forze. Mio malgrado, devo lavorare.
Siamo tutti riuniti
nella sala conferenze ma Jack, ehm, Stroger, non ancora arriva. Quando
però fa la sua entrata in sala per poco non scoppio a
ridere. Adesso capisco a cosa si riferiva Sarah.. e la chiacchierata
che avevano fatto. Jack ha l’occhio destro nero. Mi metto la
mano davanti alla bocca e cerco di non mettermi a ridere clamorosamente
davanti a tutti.
Mi becco una gomitata
da Sarah che non capisce. Quando le indico Jack dice:
- Aaaah. Ma tu non
ancora avevi ammirato la mia operaa! -
- Katherine e Sarah
siete pregate di stare in silenzio – Tornato il Jack di
sempre. A parte il fatto che mi chiama per nome.
- Oggi –
continua – sarete smistasti per delle conferenze. Domani
invece avrete la giornata libera .. voglio vedere i meccanismi attivi
nelle vostre testoline, chiaro? –
Non sono mai stata
brava a farmi venire un’idea su richiesta. Ma ce la devo fare.
- Per quanto riguarda
oggi.. Allora.. – inizia a dire mentre sfoglia un agenda
davanti a lui. Mi giro verso Sarah e la vedo impegnata a leggere un
volantino.
- La conferenza su
Tarantino – continua Stroger. Non che non mi piaccia
Tarantino.. ma non è il mio genere preferito. Non finisco di
formulare questo pensiero che Sarah scatta in piedi e alza la mano.
Questa è scema. Oppure è affetta da
personalità multipla.
- Aggiudicato a Sarah
e.. – e sento una mano che mi afferra il braccio e mi fa
alzare in piedi.
- Katherine -. Scrive
i nostri nomi non so dove e ci dice di andare. Una volta fuori dalla
sala sono pronta ad chiederle, molto pacatamente, cosa diavolo le sia
preso. In men che non si dica però Sarah corre per le scale.
Ma perché se dobbiamo andare via lei scappa in camera? Le
corro dietro chiamandola. Entra nella nostra stanza lasciando la porta
aperta. Quando arrivo sulla soglia ho il fiatone e corro dentro a
cercarla.
- Ma si può
sapere che ti è preso? –
Volete sapere quali
sono le uniche parole che riesco a captare? Hotel, Tarantino, Boom.
- Tarantino
farà esplodere l’hotel e tu pensi a cambiarti?
– le chiedo trovandola con la faccia nella valigia. Farfuglia
qualcosa e si chiude in bagno. Qualcuno o qualcosa mi dia la forza, vi
prego.
- Sarah, mi vuoi
spiegare cha hai fatto? – Lei, di tutta risposta spalanca la
porta del bagno e mi urla, puntandomi lo spazzolino contro.
- Non Boom, scema!
Bloom, Bloom – La guardo stranita. E adesso cosa
c’entra Orlando?
- E questo dovrebbe
illuminarmi sul perché ti sei prenotata con così
tanto entusiasmo per andare ad una conferenza che sappiamo entrambe che
non ci piacerà? – le chiedo.
- Certo! –
risponde e mi fa cenno di aspettare. Rientra in bagno e finisce di
lavarsi i denti mentre io sono sulla porta con le mani sui fianchi.
- L’hotel
dove si tiene la conferenza su Tarantino è l’hotel
dove Mr Bloom riposa le sue stanche membra, chiaro? L’ho
visto mentre parlava con Stroger – Questa ragazza
è diabolica.
Mezz’ora
dopo arriviamo al fatidico hotel. Ha un atrio che è grande
tutto il piano terra del nostro. Questo ha cinque stelle
perché non può averne di più. Sarah si
guarda nervosa a destra e sinistra. Le stringo la mano e le sussurro di
calmarsi. Sento che fa un respiro profondo, poi mostriamo i pass ed
entriamo in sala. Dopo due ore di discussione su violenza positiva e
negativa siamo finalmente fuori. Io però ero stata fin
troppo occupata a far sì che a Sarah non venisse un infarto
ogni volta che si apriva la porta della sala. Non appena mettiamo piede
nell’immensa hall però, vedo i suoi occhi
illuminarsi.
- Cazzo, Orlando
– la sento sussurrare. Mi volto verso il punto che mi ha
indicato con un movimento della testa. Orlando è
dall’altro lato dell’ingresso, alla reception, che
giocherella con le mani e si guarda intorno.
- Vai scema, che
aspetti? – le dico spingendola verso la sua direzione. La
vedo attraversare l’ingresso e arrivare di fronte a lui.
Aspetto la sua reazione.. Sorride. Okay, la lascio in buone mani.
Cerco di pranzare il
più velocemente possibile e alle tre sono davanti al
computer pronta, per modo di dire, a relazionare la conferenza. Cinque
ore e una cioccolata calda dopo posso dire di aver fatto un bel lavoro.
Anche perché nel frattempo c’è stata
una telefonata di un’ora e mezza con Andrea. Dio solo sa
quanto ho speso, ma alla fine è a spese
dell’Accademia e posso darmi alla pazza gioia. Spengo il
computer e guardo il cellulare per vedere se ho notizie di quella
pazza. Nada de nada. Prendo le chiavi della stanza e scendo al piano
terra per cenare.
- Mr Hale le ho detto
che non posso farla salire e che non posso dirle il numero della stanza
– Sento dire da Cesare, l’addetto alla reception,
non appena si aprono le porte dell’ascensore.
Mi avvicino un
po’ e.. Ma io lo conosco!
- Robert –
chiamo titubante avvicinandomi. Lui si gira di scatto e poi si volta di
nuovo verso Cesare.
- Lo vede che la
signorina Masters mi conosce? – dice.
- Ma io che ne potevo
sapere, non potevo darle il numero della camera – mi avvicino
e Cesare si sente in dovere di dovermi spiegare.
- Signorina,
è venuto il Signor Hale –
- Signor? –
lo interrompo.
- Hale.
Perché lo pronuncio male? – chiede guardando
entrambi.
- Nono, avevo capito
male io – gli dico e per poco non mi scappa da ridere.
- Insomma, mi ha
chiesto il suo numero di stanza ma io non potevo darglielo e neanche
potevo fidarmi che la conosceva e .. –
- Non si preoccupi
– lo interrompo – Il signor.. Hale è un
amico. Comunque Grazie – gli dico in italiano e porto Robert
più lontano.
- Non so se sei
più scemo tu a dare un cognome del genere o lui a non
riconoscerti – gli dico dopo avergli dato due baci sulle
guance.
- Senti, è
stato il primo cognome che mi è venuto in mente dopo aver
escluso Cullen –
Mi metto a ridere e
noto che ha un bustone del McDonald’s in mano.
- E quello?
– gli chiedo indicandolo.
- Cena per tre. Io, tu
e Sarah – mi dice tutto sorridente.
- Vorrà
dire che una porzione ce la dividiamo noi due –
- Sarah? –
bella domanda.
- E’.. fuori
– in tutti i sensi.
Lo invito a salire in
camera e una volta dentro ci mettiamo subito a mangiare.
- Forse dovremmo
lasciarle qualcosa – dico lasciandomi pervadere dal senso di
colpa mentre Robert sta.. Trangugiando il suo hamburger.
Inizio a ridere e lui
quasi si strozza cercando di ingoiare.
- Tanto oramai abbiamo
finito tutto – mi dice prima di staccare un altro boccone.
- Robert –
chiamo dopo un attimo di silenzio – posso farti una domanda?
–
- Perché
uno come te, di sabato sera, a Roma preferisce mangiare con due
hamburger in un hotel con una ragazza appena conosciuta invece di..
andarsi a divertire? – La domanda mi sorge spontanea. Lui
sorride, porta il tovagliolo alla bocca e mi dice:
- Da quando Kirsten ha
mollato Michael è sempre più schizzata. Taylor
l’ho perso ieri. Avevo voglia di stare in compagnia.. Ma non
la solita compagnia. E poi cosa ti fa pensare che con te non mi
diverta? Ci conosciamo da pochi giorni ma mi sento a mio agio con te
– fa una pausa – e credevo che per te fosse lo
stesso – mi dice guardandomi negli occhi prima di fare un
sorso alla sua Coca Cola.
Lo guardo stranita
– Se non mi sentissi a mio agio con te, dubito che ti avrei
invitato a salire in camera, no? – gli dico ridendo e
tirandogli uno schiaffetto sulla gamba. Incredibile la confidenza che
c’è tra noi anche se non ci conosciamo quasi per
niente. Eppure sento che a lui posso dire tutto quello che mi passa per
la testa. Finito di mangiare il suo hamburger va diritto verso il
telecomando e accende il televisore. Dopo aver girato tutti i canali,
compresi quelli della Pay Tv, si decide a spegnerla.
- E ora che facciamo?
– mi chiede.
Parecchio tempo dopo.
- Robert, finiscila o
ti picchio, davvero – mi giro e vedo Sarah sulla porta che ci
guarda sconcertata. Probabilmente rimarrei anch’io
così davanti ad una vista del genere. Ci siamo io e Robert
seduti sul letto, lui in tuta e io nel mio maxi pigiamone pesante blu.
Che giochiamo a carte, Briscola per la precisione. Contornati dai
residui della nostra salutare cena.
Robert sorride e le
dice – Non tornavi, il tuo hamburger l’ho mangiato
io –
Venti minuti dopo
stiamo rimettendo in ordine la camera. Più che altro
cerchiamo di non far pensare che ci siano passati gli Unni.
- E
quell’hamburger lo volevo – dice Sarah a Robert
mentre, molto casualmente, gli tira addosso un cuscino.
- Io l’ho
pagato, io l’ho mangiato – le risponde
restituendole, con moooolta delicatezza, il cuscino.
Mentre finisco di
gettare le ultime carte mi rendo conto che questa è
l’ultima notte che passiamo qui. Domani sera alle otto si
riparte per l’America.
- Ehi, che hai fatto?
Sei troppo silenziosa – questo ragazzo sta imparando a
conoscermi.
- Niente, riflettevo
sul fatto che questi cinque giorni sono letteralmente volati..
E’ assurdo -.
Sarah si siede sul
letto e annuisce. Almeno so che non solo per me è passata
così velocemente.
- Perché vi
deprimete allora? Vorrà dire che domani passerete il minor
tempo possibile qui dentro, no? - dice Robert guardandoci.
Alla fine, ha ragione
lui. Abbiamo un’altra giornata.. Che dovrà essere
sfruttata anche per farci venire un’idea.
- E’ la
prima volta che venite a Roma? – ci chiede e annuiamo in
contemporanea.
- Allora domani vi
porto io a spasso per la capitale. Dovrei partire domani mattina per
tornare a Los Angeles.. Ma posso prendere l’aereo anche fra
due giorni volendo – Suona come una minaccia. Però
accettiamo.
Un inglese che vive in
America ci farà da guida a Roma. Magnifico!
Ci diamo appuntamento
per il giorno dopo e lo accompagniamo sulla porta.
- Grazie per la serata
– gli dico.
- Io non ti ringrazio,
mi hai mangiato l’hamburger e non lo scorderò mai
- fa Sarah.
- Io te
l’avevo portato ma tu hai preferito uscire con Orlando
–
- KATH! –
gomitata di Sarah. Ma non si poteva stare zitto questo cretino.
- Ahio! Gli ho detto
solo che ti avevo lasciata con lui anche perché non so
nient’altro! – le dico guardandola e massaggiandomi
la povera costola.
Robert ride
– Vi lascio alle vostre chiacchiere. A domani –
dice e saluta entrambe con due baci sulla guancia.
Appena la porta si
chiude – Raccontami. Tutto. –
- Prima tu -
Tadàà.
Grazie al mio angelo postatore/mio tranquillante (Saretta) ecco un
altro capitolo.
Oramai
i personaggi fanno tutto per i cavoli loro, io scrivo e basta XD Devo
ammettere che la visione di New Moon ha agevolato e ispirato questa
storia. Sister, appena torni.. ASSOLUTAMENTE, CLARO?
Grazie
a tutte per quello che avete scritto.. Sapete però che sono
di lacrimuccia facile^^
A Saretta, la
prima.. Quella che mi ha spinto sempre di più. Grazie
perché mi sopporti interi pomeriggi mentre mi lamento di
qualsiasi cosa, del fatto che non mi piace quello che scrivo.
Come
ti ho già detto la faccia scettica mentre leggevo
l’ho fatta davvero. Ti prometto che cercherò di
aumentare la mia autostima.. GIURO!
A Flavia,
grazie mamiii! E sappi che a Rob quella fine non gliela faccio fare..a
anche se mentre guardavamo il film ne hai dette di tutti i colori -.-
quindi il grazie è doppio perché mi sostieni
anche se vorresti scannare il tizio XD
Alla
mia cuginesia
stupenda. Non dubitavo che ce l’avresti fatta a
iscriverti ^^ Grazie picci, spero che Bob ti piaccia anche in questa
storia ^^
A Miss Egitto
che ormai sarà nera.. Sei consapevole che adesso
sembrerò una Cullen? Mmmm… il che va bene, direi
XD Cavolo, mi manchi da morire. Non vedo l’ora che torni. Un
Grazie più che enorme a te che ci sei sempre stata quando si
trattava di leggere qualche mia schifezza, ehm.. scritto (vedi,
Sarè?). Perché sei stata la prima a consigliarmi
di pubblicare ed è grazie a te se sono qui.
Grazie
a quelli che hanno messo la storia fra le preferite o le seguite. Mi
fate troppo felice ^^
Spero vi piaccia. Recensite, recensite, recensite.
Xoxo,
Rak.
|
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Capitolo 3 *** And Then.. We Met. ***
cc
And Then..
We Met.
Robert sta sbuffando fuori dal negozio da almeno dieci
minuti. Era uscito blaterando che stavamo cercando di scegliere fra due
colori identici. Era stato lui a voler entrare in un negozio di
abbigliamento non sapendo in che guai si stava mettendo. A pranzo,
quando Robert ordina un menu maxi, Sarah dichiara la gara persa in
partenza.
- Dio, Rob. Sei uno pozzo senza fondo! -
- Ma dove metti tutte quelle schifezze che mangi? –
Questi i commenti miei e di Sarah, sia durante il pranzo, sia per le
due ore successive. Davvero! Io pensavo di mangiare parecchio ma dopo
aver visto lui ho cambiato immediatamente idea.
Il pomeriggio ce ne stiamo a passeggiare per via del Corso e via
Condotti. Ad un tratto però, davanti ad un negozio, mi
sembra di vedere Orlando. Prendo Sarah per la giacca e glielo faccio
notare. Avevo visto bene: sta uscendo da Valentino con una busta in
mano. Busta per modo di dire. Lì dentro ci entro
anch’io.
- Và da lui – le dico.
- Non esiste proprio! Ti devo ricordare che ieri sera sono scappata
via? – dice dopo essersi assicurata che Robert non la stesse
ascoltando. Stava fissando la vetrina del negozio di Armani.
- E’ stato un errore andare via e l’hai ammesso
anche tu. Non prendere a calci un’occasione del genere.
Muoviti –
- Ha ragione lei – s’intromette Robert ad un tratto.
- Non so di cosa state parlando, ho sentito solo che si tratta di
perdere un’occasione. E le occasioni vanno sempre afferrate
al volo – aggiunge per ribadire il concetto.
Sarah guarda prima lui, poi me e sembra convincersi.
- Se torno viva, ricordatemi di ringraziarvi – ci dice e dopo
aver fatto un respiro profondo và verso Orlando. Io e Robert
ci dileguiamo molto velocemente verso piazza di Spagna e iniziamo a
passeggiare senza una meta.
- Cosa è successo con Orlando? – mi chiede appena
ci allontaniamo.
In fin dei conti perché non dirglielo? Mi ha aiutato a
convincerla e piano piano stiamo diventando tutti e tre buoni amici.
- Sono stati tutto il giorno insieme ieri e appena lui
s’è addormentato, lei è andata via -
- Perché? –
- Non lo sa neanche lei. Si è pentita. Ecco
perché ho insistito così tanto per farla andare -.
Poi inizio a parlare del mio rapporto con Sarah, del fatto che ci
conosciamo da due anni e che se non ci fosse stata lei durante questi
anni avrei sgozzato Jack.
Della mia amicizia con Helèna e di quanto mi manchi ogni
giorno di più.
Del rapporto con Andrea. Che più che amicizia oramai
è sorellanza.
- Lei sarà la prima persona che devo farti conoscere una
volta tornati in America – ottio, forse è davvero
troppo come frase. Forse una volta tornati in America..
- Non vedo l’ora di conoscerla, sai? – mi risponde
sorridente e mi viene da pensare che in questi cinque giorni
è successo l’inverosimile. Con Jack, per ovvi
motivi. E poi ho trovato un amico in una persona di cui, fino a una
settimana fa, leggevo sui giornali.
A cena cerca di convincermi ad andare a mangiare nel ristorante del suo
hotel ma finisco per persuaderlo a prendere una pizza al volo
perché alle otto devo essere a Fiumicino.
Si offre comunque di riaccompagnarmi in hotel, ma stavolta prendiamo un
taxi che sono costretta a fargli pagare. Appena aperta la porta trovo
una Sarah sorridente, felice. Si ferma e ci dice un
“grazie” sentito, dal cuore. Lo percepisco.
Robert mi dà il suo cellulare e mi chiede il mio. Dopo aver
salvato i nostri numeri mi chiede l’indirizzo di casa.
- Evita di venire a sorpresa – lo avverto – A parte
che probabilmente troveresti la casa sottosopra ma sarei costretta a
organizzare il funerale di Andrea – sorride e mi dice di non
preoccuparmi.
- Tanto ci sentiamo, no? – gli dico e lo abbraccio.
Sento le sue braccia che si stringono al mio corpo e mi sento.. bene.
Quando scioglie l’abbraccio mi dà un bacio sulla
guancia e và ad abbracciare Sarah. Dopo i saluti lo
accompagno sulla porta e lo vedo girare l’angolo, sicura di
rivederlo nella Grande Mela.
< Domani, CASCASSE IL MONDO, me lo presenti. Stronza! >
La delicatezza di Andrea non è una novità.
< Non è colpa mia se oggi devi lavorare! Domani :D
>
Le scrivo prima di mettere la terza e lasciare il cellulare sul sedile
accanto. So che non dovrei scrivere messaggi mentre guido ma
è impossibile fermarsi ogni volta.
Robert mi ha dato indicazioni più che precise per arrivare
al ristorante ma il mio senso dell’orientamento è
andato in vacanza da più o meno 25 anni.
Arrivo davanti al ristorante con un quarto d’ora di ritardo
ma fortunatamente trovo un parcheggio vicino. Robert sta fumando una
sigaretta e appena mi vede la getta a terra e la spegne con il piede.
Non è di buonumore e lo percepisco.
- Scusa per il ritardo ma anche se vivo qui da sempre non
imparerò mai a conoscerla alla perfezione – mi
giustifico.
- Figurati. Dai, entriamo – mi dice senza neanche accennare a
un sorriso. Non è lui. O forse è questo il vero
Robert e io ho imparato a conoscere un’altra parte di lui a
Roma. Mi mette la mano dietro la schiena e mi fa entrare prima di lui.
Il ristorante è italiano perché a detta di
entrambi, dopo una settimana in Italia, ci vuole un po’ per
la disintossicazione. Se così si può chiamare.
Non appena ci sediamo continua a stare in silenzio e gli chiedo come
è andato il viaggio.
- Al solito. Comprese le corse per uscire dall’aeroporto
– mi dice scazzato. Metto la mia mano sulla sua e lui alza lo
sguardo verso di me.
- Scusa, Kath. E’ che stamattina mi sono svegliato con il
piede sbagliato. Poi ieri ci ho messo tre quarti d’ora per
uscire dall’aeroporto e non sai quanto mi dà
fastidio – mi dice accennando ad un sorriso. Ho conosciuto il
vero Robert.
- Su, sex symbol – gli dico – guarda il lato coca
cola della vita: devi fare meno palestra con tutte queste corse ..
Prima o poi ti verrà la tartaruga come a New Moon
– sposta la mano da sotto la mia e ridendo mi sussurra
- Vaffanculo –
- Anche a te, Rob –
Almeno l’ho fatto sorridere un po’.
- Robert – lo chiamo mentre è intento a leggere il
menù – dopo pranzo ti va di venire da me?
Così ti presento Andrea e cerchiamo di farti sparire quel
broncio -
Mi sorride di cuore. Adoro vederlo così.
- Grazie Kath, davvero – mi dice.
Dopo aver ordinato mi alzo per andare in bagno a sciacquarmi le mani.
Al mio ritorno, al tavolo trovo la sedia occupata da qualcun altro.
- Ah – fa Robert quando mi vede tornare – lei
è Katherine -
Il ragazzo seduto al mio posto si volta verso di me e per poco non mi
prende un colpo: due occhi di un celeste glaciale mi stanno fissando.
Gli tendo la mano e lui fa altrettanto.
- James – mi dice. Sto tremando, beeeeene.
- Katherine – ripeto come un’idiota.
Un’idiota sorridente, però. Vedo James rispondere
al sorriso alzandosi – Scusa, ti ho preso il posto
– mi dice.
- Ma figurati – rispondo diventando violacea e a Robert, che
se ne accorge, scappa una risata. Gli faccio uno sguardo truce e lui
dice:
- Ho già chiesto a James di rimanere con noi ma ha appena
finito di pranzare –
- Sarei rimasto volentieri, ma.. – si scusa lui.
- Sarà per un’altra volta. No, Kath? –
chiede Robert con un sorriso degno dello Stregatto.
- C-certo – dico. Miss Masters, la finisce di parlare a
monosillabi?
- Allora ci.. vediamo. Rob, mi ha fatto piacere rivederti –
gli dice abbracciandolo, poi si gira verso di me. Coronarie tenete
forza un altro po’.
- E’ stato un piacere conoscerti – mi dice
tendendomi di nuovo la mano.
Ricambio la stretta e riesco anche a dire – Piacere mio
– Tutto mio. Complimenti, Kath. Facciamo progressi, eh?
Appena esce dal locale tiro uno schiaffo a Robert sul braccio che lo
ritrae e si lamenta del fatto che sono manesca. Non è il
primo che me lo dice e non mi sconvolge.
- Potevi avvertirmi sul fatto che avremmo potuto incontrare gente
tipo.. che ne so.. JAMES MARSDEN! -
- Non potevo mica starti a elencare le persone che frequentano questo
ristorante! – si giustifica ancora ridendo e massaggiandosi
il braccio nel punto in cui l’ho colpito.
- Ma potevi evitare quei sorrisini e quelle battutine – gli
dico e arriva il cameriere con il primo.
- E non credere di esserti salvato – aggiungo.
- Adesso, mi odi? – chiede dopo che il cameriere è
andato via.
- Sì, parecchio – gli dico ma tre secondi dopo
stiamo già ridendo.
Finito il pranzo usciamo fuori e lo vedo sorridere. Almeno un obiettivo
l’ho centrato, non è più in stato
predepressivo.
- Si va da te? – dice sfregandosi le mani dopo essersi alzato
il bavero della giacca.
- Così sembra una proposta indecente – gli dico
iniziando a scavare nella mia borsa, che poi sarebbe anche quella di
Mary Poppins.
- E se fosse una proposta indecente – mi dice avvicinandosi
– non sai cosa farò una volta arrivati a casa tua
– e mi fa uno sguardo ammiccante sfiorandomi il naso con il
suo.
- Sono certa che non farai niente – dico avvicinandomi alla
macchina.
- Davvero? – mi chiede.
- Ci avresti provato a Roma, ciccio. Dai, sali in macchina –
gli dico indicando lo sportello e aprendo il mio.
- Chi te lo dice che non abbia portato la mia? – dice
sedendosi.
- L’hai portata? – e quasi mi rompo un braccio per
allacciare la cintura.
- No –
- Appunto –
Dopo dieci minuti di macchina e la milionesima battuta sulla mia guida,
sto per buttarlo fuori dal finestrino.
- Robert. Muto, ti prego. Mi agiti – lo supplico in preda
alla disperazione. Non sono mai stata un’ottima guidatrice ma
se ci si mette pure lui a fare l’anima in pena finisce che ci
scappa il morto.
- Okay, sto zitto. E’ che di solito guido io –
ammette.
- C’è sempre una prima volta, Bob. Sempre
– dico parcheggiando.
- Bè, è questa è l’ultima
che mi chiami così – ringhia.
- Okay, Bob – e chiudo lo sportello della macchina ridendo.
Lo sento smanettare mentre mi avvio verso la porta. Mi viene da ridere
e la situazione mi sembra paradossale. Mentre infilo le chiavi nella
toppa lo avverto di non spaventarsi se trova casa nel caos
più totale, ma è troppo impegnato ad elencare una
serie di motivi per i quali non vuole che lo chiami Bob.
Giro le chiavi, sicura di trovare la casa in ordine e di non trovare
Andrea. Quando però apro la porta trovo un immagine a me fin
troppo famigliare. Ma Robert..
Restiamo un attimo in silenzio fino a che non riesco a dire.
- Robert, lei è Andrea. Andrea, Robert -
La mia amica fissa l’immagine sulla porta e poi guarda la
solita vestagliona. Quella celeste di pile con i panda. Alice si
avvicina titubante e gli tende la mano.
- Okay, sì, la mia tenuta non è molto elegante,
ma solo perché la mia sorellastra è una stronza e
in effetti quella che indosso è la mia comodissima vestaglia
con i panda che è l’ultima cosa che vorrei
mostrare al mondo ma tant’è, perciò..
Piacere, Andrea -
Robert le fa un sorrisone e le risponde – Sul fatto che Kath
sia una stronza, sono pienamente d’accordo. Robert
–
Ah, adesso sono in due a darmi contro. Forse sto facendo una cavolata a
farli conoscere.
- Vedo che avete già trovato qualcosa su cui siete
d’accordo. Sono contenta perché io devo almeno
buttare giù la scaletta dettagliata della storia per
Stroger. Ancora poco e poi sarà finito il suo corso
– detto questo, togliendomi la giacca, mi defilo fra i due.
Mi metto in cucina con il portatile. A Roma non ho avuto alcun tipo di
ispirazione e vado ad aprire la cartella delle storie che scrivevo
quand’ero al liceo. Serviranno a qualcosa, no?
Sento le voci di Andrea e Robert dall’altra stanza, ridono e
scherzano. Potrebbero essere un’ancora di salvataggio
l’uno per l’altro. Andrea potrebbe togliersi dalla
testa tutti quegli amori sbagliati e Robert potrebbe.. non essere
più solo. Sembra la persona più felice del mondo
ma basta conoscerlo un po’ per capire che si sente solo. E
lui ci sta male, Dio solo sa quanto ci sta male. Un giovane attore
internazionale, ricco e felice non avrebbe mai passato il sabato sera,
a Roma, nella camera d’albergo di una ragazza conosciuta due
giorni prima, giocando a carte, parlando e mangiando schifezze del
McDonald’s. Quello l’ha fatto un ragazzo triste,
che si sente solo. E chi più di lui ha bisogno di affetto
sincero? E voglio darli tutto il bene di cui sono capace. Non so
perché, ma sento che devo aiutarlo ad essere felice. Che il
fatto che mi sia toccato lui da intervistare non è un caso.
Forse possiamo rendere le nostre vite più felici, chi lo sa.
Ottio, sto sproloquiando. Scusate, mi succede sempre quando butto
giù una nuova idea. Mi sento particolarmente ispirata.
- Ti amo – Andrea è entrata alla
velocità della luce in cucina e si è chiusa la
porta alle spalle. Mentre combatte con l’anta per aprirla e
cercare non so cosa, sparla da sola. Quello che riesco a capire
è “E’ fantastico. E’
l’uomo che fa per me” e qualcosa riguardo il fatto
che sono la sorella migliore del mondo ad averglielo presentato.
Poi bofonchia qualcosa del tipo – Dov’è
la cioccolata? – ma non ne sono sicura. Mi sfilo gli occhiali
alla Lina Wertmuller e li poggio sul tavolo.
- Cosa diavolo stai cercando, And? -
- Cioccolata – Allora avevo capito bene.
- Noi siamo patite per la cioccolata. Ne abbiamo di tutti i tipi. Dire
“Cioccolata” è troppo generico
–
Andrea scende dalla sedia sulla quale si era arrampicata per cercare
questa fantomatica cioccolata e mi fa. – Hai ragione. Calda,
cioccolata calda – mi dice facendo un respiro profondo.
Le tendo la mano e la faccio scendere dalla sedia. Apro una mensola in
basso e ci sono quattro confezioni di cioccolata calda. Fondente,
bianca e due classiche.
- Con calma – le sussurro prima di chiamare Robert e farlo
entrare in cucina.
- Scusate, mi hanno chiamato per stasera. Solita cena forzata
– dice entrando. Con il piede gli sposto una sedia e mi
rimetto gli occhiali.
- Con quelli sembri Lina Wertmuller! – E’ da quando
ho comprato questi occhiali che me lo sento dire.
- Ma solo per la montatura! – Dopo aver visto la mia faccia
sconvolta dicono tutti così. Sono abituata. Bè,
se vogliamo mettere i puntini sulle “i”, Lina
Wertmuller è una famosissima registra e sceneggiatrice
italiana. Per giunta, prima donna ad essere candidata
all’oscar come miglior regista. Quindi direi che non
è male. Sorrido e mi rimetto a fissare il computer.
- Quando è in fase d’ispirazione non parla mai,
è normale – dice Andrea mentre inizia a girare la
cioccolata per farla addensare. Mi conosce fin troppo bene.
Dopo un lasso di tempo accettabile Andrea ha finito di preparare la
cioccolata e implora Robert di prendere le tazze alla mensola
più alta. Di solito usufruiamo della sedia, dopo che ne ho
rotte due.
Andrea nel frattempo ammira sfacciatamente il sedere di Robert. Due
minuti dopo mi trovo accanto al computer una tazza di cioccolato caldo
fumante e due braccia che mi stringono attorno al collo. Poi sento due
labbra che mi stampano un bacio sulla guancia. Robert. Gli accarezzo il
braccio e sussurro un “Grazie” mentre con
l’altra mano afferro la tazza di cioccolato.
E’ affettuoso come ragazzo, checché se ne dica.
Vedo che sta leggendo quella schifezza che ha prodotto la mia testolina
in queste due orette.
Quando finisce mi dà un bacio sulla testa e fa –
Sei un genio! E’ fantastica! –
- Non lo pensi davvero, Rob – gli dico sfilandomi gli
occhiali.
- Non ti avrei detto nulla altrimenti! Andrea, leggi e commenta
– dice togliendomi il computer da sotto il muso e dandolo ad
Andrea.
- Ottio ma hai ripreso quella fantastica che avevi iniziato al liceooo
– dice, dopo aver finito di leggere – Sai che adoro
quella storia. Te l’ho detto allora e te lo ripeto –
- Dite che a Stroger piacerà? – chiedo.
- A Jack piace qualsiasi cosa tu faccia, prima cosa. E poi come
può non piacergli questo lavoro? –
- Confermo la tesi di Andrea – fa Robert annuendo e
incrociando le braccia.
- Sicuri? – chiedo titubante.
-
Sìììììì
– mi rispondono all’unisono. Scusate, è
che sono il tipo di persona mai troppo sicura del suo lavoro. Ho
bisogno di un corso accelerato di autostima.
Un’oretta dopo Robert va via. Con la promessa di una
telefonata, ad entrambe.
La prima cosa appena esce di casa è fiondarci sul telefono
per chiamare Helèna, qualunque ore sia.
-
Helèèèèèèna
-
- Ma che cazzo vi chiamate a quest’ora? E’ mezza
notte e mezza – Delicata. E ha ragione.
- Katherine deve raccontarti di Roma –
- E Andrea di Robert –
- Okay, per le prossime due ore, vero? – Perspicace.
Al telefono con Helèna non badiamo a spese. Ci siamo
promesse che l’amicizia non sarebbe mai finita, fanculo la
distanza. E tanto è stato.
- Sono sconvolta. Devo conoscerlo e poi giudico.. Che voi siete troppo
di parte – ci dice Helèna.
- Tu, invece? Che ci racconti? Non dovevi andare a Milano per due, tre
giorni? – fa Andrea. Siamo sdraiate sul mio letto a pancia in
su e il telefono fra le nostre teste.
- Io.. sì sono stata a Milano e.. – scattiamo dal
letto in contemporanea.
- E..?! –
- E.. Ho conosciuto un uomo che è la fine del mondo!
– dice tutta sognante.
I nostri urletti sono una reazione più che normale, non vi
preoccupate.
- E ce lo dici così? Cosa stavi aspettando la richiesta in
carta da bollo? – gli urlo.
- E’ che voi eravate tutto un Robert, qui, Robert
lì –
- Niente giustificazioni. Ora ci racconti anche quante sillabe gli hai
detto – intima Andrea puntando il dito contro il telefono,
come se Helèna potesse vederla.
- E’ un musicista di Milano, lavora anche in televisione. Ma
ci portiamo.. un po’ di anni – dice titubante.
- vabè, Kath si è fatta Stroger. Non ci sconvolge
più nulla- Andrea riesce a scendere dal letto in un lampo e
evitare il mio schiaffo. Infame. Sempre a rinfacciare la mia vita
sessuale in qualsiasi occasione. Prima o poi se ne uscirà
davanti a qualcuno che non dovrebbe sapere, lo so.
- Trentasette – dice tutta fiera.
- Dai suuuu. Mi aspettavo peggio! Almeno è sexy? –
Andrea.
- Direi proprio di sì. Comunque si chiama Marco.. Ma lo
chiamano Morgan –
- Perché? –
- Nome d’arte. Diciamo che.. è un po’
particolare. Un tipo.. Dovete conoscerlo assolutamente! –
Guardo Andrea. – Perché sento che devo avere
paura? –
- Scema, fidati. E’ un uomo intelligente, ha una cultura
spaventosa.. Con lui posso parlare di tutto.. E’ davvero..
speciale – dice con voce sognante. E’ cotta.
- Dobbiamo organizzare una bella gita inglese? – propongo.
- Affermativo, Watson. Ora, se non vi dispiace.. sono le due e domani
ho lavoro –
La salutiamo e ci mettiamo a letto. Naturalmente Andrea è
nel mio.
Mi domando ancora perché abbiamo comprato due letti.
Ah, sì. Meglio non dirlo.
Eccuce qua, ancora una
volta. Questo periodo è davvero stressante per la scuola..
Non vedo davvero l’ora che arrivi luglio per potere
finalmente salutare il mio caro e adorato liceo classico -.-“
Anyway, un po’ di tempo per scrivere lo riesco a trovare
comunque!
Come al solito i
ringraziamenti vanno alle mie due stelle Sara e Federica *__*
Che ancora mi
sopportano.. Alli, è entrata la tua vestaglia sexy.
Preparati XD
Spero questo capitolo vi
piaccia,
xoxo, Rak.
P.s. Recensiteeeeeeeee!
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Capitolo 4 *** Want you in my life ***
cc
Want you in
my life
Due giorni dopo eravamo su un aereo per Londra. Quel Morgan non
è niente male, anzi.
Certo è particolare.. sexy. E poi si vogliono bene. Ed
è quello che conta.
Vederli insieme fa anche un certo effetto. Fra di noi Helèna
è sempre stata quella con la carnagione più
chiara, la prendevamo sempre in giro. Ma lui.. Lui la batte di gran
lunga. Quando ce l’ha presentato, lui si è seduto
e si è intravista la caviglia.
Vi posso giurare che neanche un cadavere ha la pelle di quel colore.
E’ spaventoso! Poi lei ha i capelli chiari, lisci..
Lui invece se li tinge di grigio, bianco e sono tutti scompigliati,
sempre. Insomma, non si può dire che non sia particolare. Ed
è di una simpatia irresistibile. Il tipo giusto per
Helèna, senza ombra di dubbio.
In questa settimana ho ricevuto più volte
telefonate da un numero americano ma non ho mai fatto in tempo a
rispondere.
Solo una volta, ma appena ho detto “Pronto” hanno
riagganciato. Andrea invece è stata al telefono con Robert
24h su 24 e già si sono promessi di uscire seriamente una
volta tornate in America.
E oggi si riparte. Lei quindi ha un valido motivo per voler tornare in
fretta. Io invece so che sto per tornare alla solita vita. E forse non
ne ho più voglia. In questa settimana non ho avuto
granché da fare e mi sono presa il lusso di riflettere sulla
mia vita. Sul fatto che ho 25 anni e sono senza lavoro. Ancora in
accademia. Sul fatto che non riesco a trovarmi un uomo.
Sono brava a fingere, però. Do’ l’idea
di essere forte.. Ma la fragilità che ho dentro forse
neanche Andrea la conosce.
Siamo sedute in aeroporto, con le valigie accanto ai piedi.
Andrea è al telefono con Robert e io, che in questi giorni
sono più muta del solito, sono seduta accanto a lei con un
libro in mano. Ad un tratto me lo vedo sfilare via e Andrea mi mette in
mano il suo cellulare.
- Robert – mi dice, e porto il telefono
all’orecchio.
- Kath! – la voce di Robert.
- Bob – dico sorridendo
- Non aggancio solo perché oggi mi sento buono. Sentito che
lì parlano tutti come me? –
- Rob, non smetterò di prenderti in giro per il tuo accento
– lo rassicuro.
- Lo sospettavo – mi dice e mi metto a ridere.
- Che hai? – mi chiede ad un tratto tutto serio.
- In che senso? –
- Nel senso che questa non è la tua solita risata. Anche
Andy ha detto che in questa settimana sei strana – Rimango in
silenzio. Forse non sono più così brava a
mostrarmi forte.
- Che hai? – ripete.
- Niente – mento spudoratamente.
Andrea si alza e mi fa cenno che va a prendere due caffè.
Annuisco e sento la voce di Robert dire – Non mi prendere per
il culo –
- Senti, Rob è che neanche io so cosa non va –
- O forse non lo vuoi ammettere –
Rimango in silenzio.
- Kath. Non sei tu. Cosa è successo? –
Insisterà fino a che non parlo. Tanto vale farlo ora.
- E’che.. mi sento una fallita – dico con la voce
spezzata – Ho venticinque anni e devono essere ancora i miei
a mandarmi i soldi per l’affitto.. Loro che per giunta mi
pagano anche l’Accademia. Con molte probabilità
non riuscirò neanche a sfondare nel mondo del cinema. Dulcis
in fundo, non riesco neanche a .. – e mi blocco. Forse
perché è questa la cosa che più mi fa
male.
- Kath, ascoltami bene. Non sei una fallita. Sei una ragazza brillante,
capace, con una grande passione per il cinema. Hai tutti i requisiti
per sfondare – sento una lacrima che mi riga la guancia.
- E per l’ultima cosa.. Quella che non hai detto.. Kath,
l’uomo giusto per te c’è. E
sarà un ragazzo fortunato.. a proposito ho dato il tuo
numero ad un mio amico –
Mi asciugo la guancia e faccio un respiro rassegnata. Ora ci si mettono
in due.
- Mi ringrazierai, fidati – mi dice non sentendo risposta.
- Lo so. Mi fido di te – gli dico – Ti conosco da
poco ma sento di poteri dire che ti voglio bene, davvero –
aggiungo sorridendo. E stavolta non fingo.
- Anche io te ne voglio, tanto – mi risponde e si avvicina
Andrea con i caffè.
- Okay, per oggi la lezione è finita. Potete andare
– Grazie al cielo. Queste parole le aspetto da quando
è iniziata la lezione. Oggi Stroger era particolarmente di
cattivo umore e ne abbiamo risentito tutti.
- Mi ha richiamata – mi dice Sarah mentre aspettiamo di
uscire dall’aula.
- COOOSA? – urlo.
- Katherine, puoi evitare? – Stroger. Senza neanche
rispondergli usciamo.
- Ti ha richiamata di nuovo? – le dico sconvolta e facendola
fermare.
- Non solo. Mi ha chiamata per dirmi che era sotto casa mia –
Adesso non mi riprendo più.
- E mi auguro che tu ti sia comportata non da idiota paranoica
– Non mi risponde… Chi tace acconsente.
L’ho già detto, no?
- Andiamo da me – dico.
Nella strada per tornare a casa evito l’argomento Orlando,
tanto davanti ad una bella torta la costringerò a confessare
ogni minima cosa.
- C’è Andrea a casa? E’ tanto tempo che
non la rivedo -
- La vedo poco anche io.. Il lavoro allo Starbucks le prende
più tempo di quello che entrambe pensavamo –
- Quindi è a lavoro? –
- No - dico inserendo la freccia – E’ uscita di
nuovo con Robert, per la terza volta. E poi viene sempre a casa..
– dico sorridendo.
- E non mi avete detto nulla! Mi avrebbe fatto piacere rivedere anche
lui! – mi risponde mentre si slaccia la cintura.
- La riaccompagnerà sicuramente a casa – dico
aprendo lo sportello e scendendo dalla macchina.
Una volta dentro la invito a sedersi in sala e mi siedo accanto a lei.
- Ora dici tutto -
- Io.. Insomma era sotto casa. Sono scesa e lui.. Era bellissimo.
Vabè, lui è sempre bellissimo –
- Sarah.. Stai divagando –
- Giusto. Lui mi ha detto che era riuscito a trovare il mio
indirizzo e che voleva vedermi per parlarmi. Siamo rimasti in
strada e lui mi ha detto che vuole provare davvero a stare con me
–
A questo punto mi alzo in piedi.
- E tu? – quasi urlo.
- Io.. gli ho detto che ci avrei pensato –
- E lui? – Ma perché devo tirargli le parole di
bocca con le tenaglie?
- E’ rimasto a guardarmi. Poi mi ha dato un bacio a stampo
sulle labbra ed è andato via –
Non ancora riesco a crederci, non so cosa dire.
- Kath, ti prego non guardarmi con quella faccia – mi
supplica mettendo la testa fra le mani.
- Orlando mi sta facendo impazzire – sussurra con la voce
rotta dal pianto e vado ad abbracciarla.
- Io.. non so che fare. Lui è.. cavolo, non posso desiderare
di meglio. Ma.. Andiamo, lui è Orlando Bloom. Io sono Sarah
Pearl. Nient’altro che Sarah Pearl –
Mi sciolgo dall’abbraccio e mi alzo in piedi.
- E’ per questo? – le chiedo. – Stai
dicendo no ad Orlando per questo motivo? Perché lui
è Orlando e tu Sarah? Perché non credi di essere
alla sua altezza? – Rimango a fissarla e lei mi guarda senza
dire una parola.
- Alzati – le dico – Tu adesso prendi il telefono e
lo chiami. Ora. Lui ti è venuto a cercare fino a NY..
E’ venuto sotto casa, ti ha chiesto di stare insieme. Non
puoi dire di no perché non ti senti all’altezza..
Non credere di non meritarlo. E’ un uomo come tutti gli
altri.. Il fatto che sia un attore famoso non implica nulla. Guarda
Robert e Andrea. Ti pare che lei si sia fatta qualche scrupolo? Sta
conoscendo Robert come se fosse un ragazzo incontrato al bar ..
–
- Ho paura di soffrire – mi sussurra abbassando la testa.
Mi inginocchio e le prendo la testa fra le mani mentre con le dita le
asciugo le lacrime.
- Se non ci provi potresti negarti tutto. Orlando potrebbe essere
quello giusto e allora ben venga. Se non lo è puoi dire di
averci provato.. Ma se non ci provi, non saprai mai quello che ti
perdi, chiaro? – Tira su con il naso e mi guarda negli occhi.
- Grazie Kath – la abbraccio di nuovo e ci alziamo dalla
poltrona.
Quando ci allontaniamo va dritta verso la sua giacca e, dopo averla
infilata, inizia a cercare qualcosa nella borsa. Quando tira fuori il
cellulare mi sento davvero fiera di lei.
- Fino ad ora ho trovato uomini che mi hanno solo fatto stare male.
E’ colpa loro se adesso ho tutta questa paura di buttarmi
– mi dice – Ma.. Orlando potrebbe essere diverso
– aggiunge decisa.
Proprio su queste parole la porta di casa si apre e ne entrano Robert e
Andrea, mano nella mano.
Sto per mettermi a saltare nella gioia.
- Robert! -
- Sarah! –
- Andrea! –
Iniziano una serie di saluti, abbracci, “come
stai”, “ti trovo bene”.
- Con Orlando? – azzarda Robert.
- Stavo andando giusto da lui – risponde guardandomi.
- Poi mi racconti tutto – la quasi minaccia Andrea.
- Anche tu – le risponde facendole l’occhiolino.
Andrea diventa violacea.
- Robert, scusa puoi fare il caffè? Tanto sai come. Sei di
casa – dico.
- Vado – dice e sparisce in cucina, forse ha capito.
- Scusa più banale? – mi dice Andrea.
- Senti, è la prima che mi è venuta in mente
– mi difendo.
- Allora? – insiste Sarah. Andrea corre verso la porta della
sala che collega alla cucina e si mette di spalle.
- Okay - dice e sussurra qualcosa.
- Eh?! – facciamo in coro io e Sarah.
- Non posso dirlo, mi sente! – dice guardando dal buco della
serratura in cucina.
- Andy, devo ricordarti che devo correre da Orlando? Muoviti
– la minaccia Sarah.
- Ma come ve lo faccio a dire? –
- Magari alza di qualche decibel il tono! – le dico.
E vedo Robert aprire la porta. Cerco di fare cenno ad Andrea ma ormai
è partita.
- Mi ha portata a Central Park e ci siamo messi a parlare e..
è fantastico, davvero – vedo Robert appoggiarsi
alla porta e tutto sorridente incrocia le braccia sul petto.
- E poi è bellissimo.. E insomma poi mi ha comprato una mela
caramellata e.. –
- Ma possibile che voi ragazze per raccontare qualcosa dovete metterci
mille e mille particolari? –
Andrea si gira sconvolta.
- Hai.. Sentito.. Tutto .. – sussurra Andrea a mezza bocca
mentre Robert si avvicina.
- Volevo sentire il racconto che avresti fatto - dice abbracciandola
– Potevi semplicemente dire che ho fatto questo –
prende la testa di Andrea fra le mani e la bacia.
Mi sta venendo voglia di mettermi ad urlare per la gioia. Andrea lo
stringe ancora di più. Non appena le loro labbra si
allontanano rimangono a guardarsi gli occhi e si sorridono.
E’ fantastico. Si allontanano e lui mi guarda e mi sorride.
- Okay – dice Sarah – questa cosa mi ha fatto
ricordare che devo andare a prendermi un bacio anche io –
aggiunge abbracciando Andrea.
- E tu fai il bravo ora – dice a Robert dandogli due baci
sulle guance.
- Anche tu – risponde lui e la vediamo uscire dalla porta
strappandole la promessa di un messaggio o una chiamata. Non appena
esce Robert fa – Adesso arriva quella parte in cui devo
scomparire di nuovo perché lei deve raccontarti anche come
muovo la lingua? – dice sorridendo.
- Quella fase arriva quando porterai il culo fuori da questa casa
perché non mi fido di te – gli dico ridendo.
Uuuuu. Un altro capitolo
è arrivato. So che importa a.. praticamente nessuno, ma fa
niente XD
Capitolo molto “coppiettoso”.. Evviva
L’amore! Sì, l’ho scritto che ero
particolarmente di buon umore! Anche se poi mi diverto troppo anche a
.. vabè, se continuate a leggere la storia capirete!
Ringrazio da morire, sempre e comunque, la mia Sarè
che continua a recensire.. Ci vuole il coraggio tuooo! Ti ringrazio per
la marea di complimenti.. Sai, la mia autostima è
leggermente lievitata ;)
T’Adoro, infinitamente.
E poi a shewolf
altra santa ragazza che mi ha recensito. Non sai quanto mi hai fatto
contenta.. Spero ti piaccia come sta andando avanti la storia. Un bacio.
Cos’altro dire se non .. RECENSITEEE! O la mia autostima ne
risente.. potrei cadere in depressione e poi scegliere un valido modo
per andare via da questo mondo crudele. (Fra le opzioni
c’è anche la morte senecana, mi taglio le vene in
una vasca d’acqua calda che accelera la fuoriuscita del
sangue.. Ottio, che schifo!) Okay, mi fermo che sto dando di matto.
xoxo, Rak.
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Capitolo 5 *** Troubles ***
Chap 4 - Troubles
Troubles
Una settimana dopo, Robert si è praticamente trasferito a
casa
nostra. Ieri sono andata in bagno a lavarmi e l’ho trovato
che
usciva dalla stanza con lo spazzolino in mano.
- E’ finito il dentifricio – mi ha detto e dopo
avermi dato
un pizzicotto sulla guancia si è chiuso in camera.
Ora Andrea è a lavoro e Robert è appena uscito
perché deve preparare un viaggio per nonhocapitodove. E io
sto
cercando di mettere a posto quella che in teoria dovrebbe sembrare una
casa. Appena trasferite qui, i primi due mesi, la casa era uno
specchio. Poi.. Ci viviamo io e Andrea, il che è tutto dire.
Mentre sono in cucina a passare lo straccio, sento il mio cellulare che
squilla. Mi precipito, ma passo tanto di quel tempo a cercarlo che la
chiamata cade. Se è importante, richiamerà. Sono
sicura
che è quel numero che mi chiama da un po’ di
settimane,
mah. Non faccio in tempo a tornare di là che il telefono
riprendere a squillare. Stavolta vado dritta verso il divano, certa di
trovarlo lì. Fortunatamente riesco a prenderlo in tempo e,
sì, è ancora quel numero.
- Pronto? – Se non risponde neanche stavolta, la prossima
volta che chiama, rifiuto.
- Katherine? –
- Sì, sono io –
- Sono James.. Non so se ti ricordi. Ci siamo incontrati una volta a
pranzo. Tu eri con Robert –
Oh, cazzo. E’ Marsden. Katherine, contieniti. Ecco chi era
l’amico a cui Rob aveva dato il mio numero. E aveva ragione,
lo
ringrazio.
- Ah, io.. Sì, ricordo.. come va? - Le domande
più banali sono le mie preferite, si è capito?
- Ehm.. Bene. Tu? Robert mi ha detto che sei stata in Inghilterra
–
- Sì, sono stata a trovare la mia migliore amica che studia
lì –
Suona il campanello. Faccio finta di non sentire.
- Davvero? Divertita? -
- Ogni tanto una rimpatriata ci vuole –
Di nuovo il campanello. Forse è qualcuno che sa che sono a
casa.
- Direi di sì, stacchi anche dalla vita di tutti i giorni -
Ancora il campanello.
- Katherine ma non è il camp -
- Si, sto andando ad aprire – lo interrompo.
Davanti a me tre buste della spesa e Robert dalla fine delle scale che
mi urla qualcosa che non riesco a capire.
- Cosa hai detto? – urlo, dopo aver detto a James di
aspettare un attimo.
Vedo Robert ricomparire dalle scale
– Ti ho detto di non chiudere la porta che ci sono altre due
buste – e riprende a scendere.
- Tutto okay? – mi chiede – credo di non avere
più
la sensibilità all’orecchio destro – e
ride. Ottio,
me lo sto immaginando mentre ride…
- Sì, scusa e che vivo in una casa di pazzi – non
finisco
di dire questa frase, che vedo Robert risalire con altre due buste in
mano.
- Ma non hai portato dentro neanche quelle? – mi dice mentre
entra a casa MIA.
Resto sulla porta con la bocca spalancata.
- Ma non era Robert? – mi chiede James al telefono.
- Sì, e a quanto pare è diventato il mio nuovo
coinquilino – vado spedita verso la cucina con le buste
mentre
reggo il telefono con la spalla. Se mi cade e perdo la chiamata, Robert
si può considerare morto. Anche se ha dato lui il mio numero
a
James.
- James, scusa un attimo – gli dico per l’ennesima
volta.
- Robert, ma cosa hai fatto? –
- Ieri mi sono accorto che il frigo piangeva, e anche la credenza. E
dato che per la partenza di stasera era tutto pronto mi sono fermato a
fare la spesa e.. Ma stai parlando con Andrea? – mi chiede
vedendo il telefono. Divento viola.
- Ehm, no – dico e con le labbra gli sillabo che è
James.
- Aah. Allora vado via, ci vediamo oggi pomeriggio – e mi
schiocca un bacio sulla guancia.
- Scusa, è che non ho più capito chi ci vive qui
dentro – mi giustifico.
- Figurati. Senti, ora devo proprio andare. Se ti va, ci sentiamo
più tardi, okay? –
Mi sta chiedendo di sentirci. Ottio, non fare la voce da sottomessa.
- Okay, a .. più tardi allora -
- Un bacio, Kath – e riaggancia. Resto a guardare il telefono
per
almeno cinque minuti. In estasi. Basta con amicizie con gente famosa,
il mio cuore ne risente.
mi compare in basso a
destra, dopo aver avviato il Messenger.
Robert che mi dice che si annoia, che vuole andare via. Gli rispondo
con una mail abbastanza dolce per i miei gusti, ma ha bisogno di una
dose maggiore d’affetto quando è via. Si sente con
Andrea
di continuo, è vero. Ma a quanto pare va quasi in
depressione
quando non è qui.
- SE NE DEVE ANDARE A FANCULO! – sento urlare Andrea insieme
alla porta che sbatte. Che cosa diavolo è successo?
Vado nell’ingresso ma non finisco di parlare che mi sbatte
davanti al muso due pagine che credo siano state stampate da internet e
un giornale di pettegolezzi. Non faccio in tempo a leggere cosa
c’è scritto che lei è già
chiusa in camera e
sento i singhiozzi.
- Andrea, apri questa porta – la imploro battendo il pugno.
Non sento risposta e vado a vedere i fogli che mi ha buttato in faccia
appena entrata.
C’è Robert, ma quella accanto non è
Andrea. Stronzo infame.
- Andy, apri.. Ti prego tesoro -
- Non voglio vedere nessuno –
Mi siedo con la schiena appoggiata alla porta chiusa.
- Io rimango qui – le dico e mi metto a sfogliare il giornale
che
ha riportato a casa dove sono sicura ci sia un articolo su Robert. Come
sospettavo eccolo qui. Una modella russa dal nome impronunciabile,
comparsa a New Moon. No, non è possibile. Non può
aver
fatto una cosa del genere ad Andrea. Dopo mezz’ora sono
ancora
seduta a terra e dalla camera non sento più alcun rumore,
forse
sta dormendo. Mi alzo e vado in cucina ancora incredula. Devo
chiamarlo, devo parlarci. Mentre formulo questi pensieri sento un urlo.
- Sì che posso lasciarti per telefono invece! Come cazzo
faccio
a crederti? Quella puttana ti sta incollata! Robert non ti voglio
più nella mia vita! Quando torni a New York, non azzardarti
a
mettere piede quiii! – sento il cellulare scaraventato a
terra e
poi di nuovo singhiozzi.
- Andrea, apri questa cazzo di porta. Te ne prego! –
Non sento risposta. Ora inizio a bussare a palla, aprirà per
disperazione.
- Non è uscita dalla camera e non ha detto una parola. Sono
rimasta sulla porta tutta la notte, mi sono addormentata lì
davanti ma stamattina dovevo andare per forza. Ho anche chiamato
Helèna per dirle tutto ma se il rumore che ho sentito ieri
era
quello di un cellulare scaraventato a terra, dubito le sarà
riuscita a parlare.. -
Rispondo a Sarah che stamattina ha letto la notizia.
- Potrei tornare a casa tua. Così magari in due riusciamo a
farla uscire – mi chiede.
Annuisco e torno a guardare Jack. Sempre più bello, lo
ammetto.
Del matrimonio ho sentito che è andato tutto bene. Ma a lui
non
ho chiesto nulla, mi avrebbe fatto troppo male. Grazie a Dio questa
è la penultima lezione con lui, perché poi il suo
corso
finisce. Non so neanche se sono contenta o meno.
- Andrea – dico rientrando a casa –
C’è Sarah! –
Vado verso la sua camera ma la troviamo in cucina che fissa
una
tazza di caffè con il trucco sbavato, tutta stretta nella
sua
vestagliona di pile. Le vado incontro e la abbraccio, schioccandole un
bacio sonoro sulla guancia.
- Mi fidavo di lui – mi sussurra. Al nostro abbraccio si
aggiunge anche Sarah.
- Ho parlato con Helèna stamattina. Gliel’hai
detto tu?
– mi chiede. Annuisco e continuo a stringerle la mano.
E’
distrutta e lo leggo negli occhi, nei comportamenti. Robert non
può aver fatto una cosa simile. Lo devo sentire, adesso.
- Ragazze io.. esco a comprare qualcosa. Faccio più che
subito
– prendo borsa, giacca e chiavi della macchina. Tanto per
fare
finta ancora di più. Non faccio neanche in tempo ad
accendere il
cellulare che mi ritrovo sei messaggi di Robert. Senza neanche
leggerli, compongo a memoria il suo numero e lo chiamo.
- Kath, finalmente! Io.. – ma lo interrompo subito.
- Robert cosa sta succedendo? Dimmi che non è vero
–
- Non è vero, te lo giuro! Andrea non mi ha dato neanche il
tempo di spiegare –
- Sapevo che avresti detto così – dico stringendo
la
giacca. E’ pur sempre novembre.. e decido di chiudermi in
macchina, tanto le chiavi le ho prese.
- Non lo sto dicendo per dire. Kath, non sai il nervoso! Non ho fatto
niente del genere! Quella foto è stata scattata mentre
uscivamo
da una cena con tutto il cast.. Testimoni Kirsten e Taylor che stavano
uscendo proprio dietro di noi! –
- Okay, Rob. Ma non so comunque che fare.. Andy sta male, davvero. E mi
fa male vederla così -
- Pensi che io non ci stia male a sapere che soffre perché
crede una cosa del genere? –
Rimango in silenzio.
- Kath, dimmi che almeno tu mi credi. Sai quanti gossip falsi vanno in
giro.. –
- Sì, lo so – ammetto – Robert, io vado
–
- Kath, dimmi che mi credi –
- Vorrei crederti, perché per quel poco che ti conosco non
riesco a concepire che tu abbia potuto fare una cosa del genere -
- Mi prometti che ci parlerai? –
- Ti prometto che farò del mio meglio. Ci sentiamo - senza
neanche aspettare la sua risposta aggancio e spengo il telefono.
Rimango a fissare il volante. Guai, guai, guai. Sempre guai. Inserisco
le chiavi nel quadrante e accendo la macchina. Devo comunque andare a
comprare qualcosa, Andrea non è così scema.
Continuo a
pensare alla telefonata con Robert. Ovvio che negasse.. ma se avesse
ragione? Torno a casa e trovo Sarah sulla porta di casa.
- Finalmente sei tornata. Allora, Andrea si è ricordata che
doveva andare a lavoro e mi ha appena chiamata Orlando, mi passa a
prendere, quindi.. – l’ultima frase l’ha
detta con
gli occhi a cuore.
- Okay, gioia. Grazie mille.. Poi mi racconti cosa vi siede dette
– le dico dandole due baci sulle guance.
- Non ha detto una parola. Tu sei andata a parlare con Robert, vero?
– Perspicace.
- Sì, e naturalmente mi ha detto che non vero –
dico togliendomi la giacca e appoggiandola sul divano.
- Fossi in te, ci crederei. Sai quante stronzate vanno in giro,
soprattutto su di lui. I giornalisti si appigliano a qualsiasi cosa e
ci creano quello che vogliono.. lo sai –
Altro punto a favore di Robert.
Vedo Sarah andare via e mi sdraio sul divano. Mi fa male la testa, non
so che fare, non so a chi chiedere. Helèna non
l’ha
conosciuto e non può darmi il suo giudizio. Squilla il
telefono
di casa, lo rimango a fissare ma non mi muovo per andare a rispondere.
Ho paura che sia Robert che continua a trovare il cellulare spento e
non mi va di parlargli, ho già abbastanza le idee confuse.
Il
telefono smette di squillare, ma dopo neanche tre secondi il drin
riparte. Lascio che sia la segreteria a parlare al posto mio.
“Segreteria telefonica di Andrea e Katherine. Forse siamo
via,
forse siamo in casa ma non vogliamo sentirvi ed è partita la
segreteria. A ogni modo sapete cosa fare dopo il beep” BEEP.
- Spero tu non sia a casa, non che non voglia sentirmi.. –
James,
cavolo. Salto accanto al telefono e continuo a fissarlo mentre ascolto
la sua voce. Ora ride, sono in coma – ti ho chiamata per..
parlarti di Robert. Ho letto le ultime e posso capire come sta Andrea..
Volevo spiegare che Robert non ha fatto nulla. Chiama appena puoi -
Torno scoraggiata sulla poltrona. Ammetto che speravo volesse parlare
con me. Alla fine dovevo saperlo da subito che un tipo come James non
ci va a provare con la prima che passa. Soprattutto con un tipo come
me.. troppo comune. Ho fatto troppi viaggi mentali e devo capire che
quelli mi servono solo per lavoro. Mi spoglio, mi metto la tuta e mi
vado a sdraiare sul letto sapendo già che fra poco
crollerò. Però ho bisogno di riposo, domani mi
aspetta
l’ultima lezione con Stroger.
- Katherine, Katherine.. Sveglia.. – qualcuno mi sta
sussurrando
vicino al viso. Sono consapevole, ma non mi va di aprire gli occhi. Ad
un certo punto sento un miagolio e faccio un salto di due metri. Mi
ritrovo seduta sul letto e davanti a me Andrea, con un gatto tigrato in
mano.
- Mi hai fatto prendere un colpo.. Cos è quello? –
chiedo
con una mano sul petto. Ho il cuore che batte all’impazzata.
- L’ho trovato sotto casa, mi ha fatto troppa tenerezza
–
dice accarezzandolo – Ti prometto che domani lo porto dal
veterinario a fare tutti i controlli –
- Hai intenzione di tenerlo dentro casa? – le chiedo un
po’
scettica. Abbiamo avuto un pesciolino rosso e un criceto. Morti tutti e
due, Nemo e Remì. Figuriamoci un gatto!
- Certo! Gli ho anche dato un nome.. Romeo! – dice tutta
contenta
mentre prende in braccio il gatto. Alla fine però
è
davvero bello.
- Ah, come gli Aristogatti – la nostra cultura in fatto di
cartoni animati Disney supera la nostra età.
Mi stropiccio gli occhi e mi passo una mano fra i capelli. Non ho idea
di quanto ho dormito, ma a giudicare da quello che vedo dalla finestra
è ormai sera. Dovrei chiamare James. Dovrei. Devo.
Mi trascino fino in sala e lo richiamo sul numero che mi ha lasciato il
messaggio in segreteria, tanto Andrea è in camera sua.
- Sì? – mi risponde. Che voce..
- Sono.. – dai che ce la puoi fare – Katherine
–
- Ah, hai sentito il mio messaggio? – mi chiede.
- Sì.. Per quello che successo con Robert – gli
dico
sedendomi sulla poltrona e prendendo una coperta. Questa casa
è
il set per l’Era Glaciale 4.
- Non ha fatto niente di niente, Kath. In quel ristorante
c’ero
anche io quella sera. Quella lì era seduta con tutti gli
altri..
C’erano tutti. C’era Kristen, Taylor, Ashley, Niki,
Kellan.. Anche Jackson. Te lo posso assicurare! Non so se hai parlato
con lui.. – lo interrompo.
- Sì, oggi pomeriggio. Ma continuo a essere confusa
– gli dico in tutta onestà. Mi piace parlare con
James.
- Senti, io più che dirtelo non so che fare. Poi sta a te
credermi o meno.. –
Sbuffo e, con ancora il telefono appoggiato all’orecchio
appoggio
la testa indietro. Da Robert non mi sarei mai aspettata un
comportamento del genere. E se non fosse vero quello che dicono i
giornali? In fin dei conti ci sono tante di quelle notizie inventate. E
poi perché James dovrebbe mentirmi? A che pro?
- Okay – dico dopo un po’ di silenzio.
- Okay, cosa? – mi chiede.
- Ti credo. Credo che non mi stai mentendo, credo che Robert non ha
tradito Andrea – dico tutto d’un fiato –
Ora non mi
resta che parlarne con Andrea. E magari riaccendere il cellulare dato
che l’ho spento dopo aver chiuso la chiamata in faccia a
Robert
– e mi alzo dalla poltrona.
- Parlo anch’io con Robert – mi dice.
- Ma non credo sarà così facile convincere
Andrea. E’ distrutta, davvero –
- Posso capire. Ma deve sapere la verità –
- Io le parlo.. poi ti faccio sapere – dico. E questo
presuppone una chiamata. Brava, Kath.
- Okay, ci sentiamo allora -
Era una domanda??
- Certo – rispondo sorridendo.
- A presto allora – e riaggancia. Niente film, Kath. Niente
film.
Devo ricordarti che ti ha chiamata per parlare di Robert e Andrea?
Vado davanti alla porta della camera della mia amica e poggio la mano
sulla maniglia. Non ce la faccio a parlarle .. Forse meglio domani. La
notte porta consiglio, e forse mi riesco davvero a convincere che sia
vero quello che mi hanno detto James e Robert.
Tadàààà.
Cavolo, mi scuso per il ritardo immane.. Ma queste
settimane a scuola sono più dure che mai. Perchè
tutti alla fine si
ricordano che hanno bisogno di voti. Non vedo l'ora che arrivino questa
santissime e benedette vacanze perchè un'altro pò
in queste condizioni
e dò davvero di matto. Sono appena tornata da tre ore di
teatro come "Assistente di Scena". Credevo fosse una passeggiata..
invece sono a pezzi -.-" Quello non si chiama Assistente di Scena.. ma
TUTTOFARE. Ora sto sentendo le canzoni di X Factor per
rilassarmi un pò.. Menomale che c'è Mengoniiiii! Scusate,
piccolo
momento di delirio. Forse è meglio che torni a leggere
Baudelaire. Ma prima .. recensioniiii!
shewolf:
Grazie ancora per i complimenti. E comunque James?? Mah, chi lo sa.. Se
sei curiosa, continua a leggere XD Vedremo cosa farà Kath XD
eyruccia:
Ammmore, ma sei venuta a recensire! Tu hai anche l'onore di aver visto
la magica vestaglia.. il che è tutto dire. Bè, tu
questa storia l'hai vista
nascere e crescere ogni giorno.. e ti ringrazio come ho fatto e come
farò sempre. Il tuo commento, positivo o negativo,
è importante per me,
sappilo. Ti voglio bene da qui alla luna e tutt'intorno alle stelle.
sarèèèè:
Visto che ce l'ho fatta senza combinare mille casini? Sono fiera di me
ed è solo grazie a teee! Ti ho già detto che sei
il mio angelo, no?
*__* Capisco che per te c'è meno gusto a leggere dato che
sai già come
va a finire, e ti ringrazio 37682754 volte di più per il
fatto che
continui a leggere e recensire. E poi mi consigli anche, da brava gamba
del trepiedi. Ti adoro, infinitamente<3 ah, per l'harem sono
tutti pronti. Manchi solo tu ;)
romina75:
grazie per avermi scritto. Mi hai fatto davvero contenta, soprattutto
per il commento su Kath e Andy. Sono felice del fatto che ti piacciano
perchè tengo a questi due personaggi in maniera particolare.
Spero
continuerai a leggere, anyway.
Vedo che le minacce di morte
funzionano per farvi recensire. Ma non vi stuzzico per stavolta,
và. Ve
lo ripeto con calma. RECENSITEEEEEEE, che mi fa piacere qualsiasi
commento. Anche se solo mezza parola! Thanks ;)
Un bacio, Yours
Rachele*
|
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Capitolo 6 *** Bad Romance ***
Bad Romance
L’ora è finita. E con questa anche i miei anni
all’Accademia con Stroger. Mi sento strana, davvero. Oggi
è più bello del solito: ha la polo dello stesso
colore dei suoi occhi. Mi alzo e esco dalla classe senza voltarmi a
guardarlo, oggi non c’è neanche Sarah. Devo
correre a casa e parlare con Andrea. E non devo parlare con Jack.
- Katherine! – appunto.
Mi giro e la classe è vuota. Rimango ferma sulla porta senza
parlare, perché se parlo è la fine.
- Appoggia la borsa, parliamo un po’ – mi dice
venendomi incontro e prendendomi la mano. Dire che mi sto sciogliendo
è dire poco. Mi tolgo sciarpa, borsa, giacca e mi siedo su
uno dei banchi mentre lui si siede sulla cattedra.
- Non parli? – mi chiede.
- Non so che dire, Professore –
- Non sono più un tuo professore, sono Jack adesso
–
Ho caldo.
- Jack, io.. – inizio a dire, anche se non so neanche io cosa
sto per dirgli, ma lui m’interrompe.
- Katherine, c’è un motivo per cui ti ho fatta
rimanere qui. E so che entrambi sappiamo qual è –
Io più che altro sto sperando di aver capito male. Non
posso, anche se voglio.
- Noi potremmo .. – continua, ma stavolta sono io a fargli
cenno di stare in silenzio.
- Non c’è nessun noi, Jack. Sei sposato
– gli dico secca, sperando che gli occhi non si riempiano di
lacrime.
- Kath – dice prendendomi la mano e guardandomi negli occhi
– ho fatto una cavolata a sposarmi. Avrei dovuto capirlo
prima -.
Mentre continuo a fissarlo negli occhi mi mordo il labbro. Sono
combattuta, ma combattuta è dire poco. Razionalmente so che
non devo, che mi vado a mettere in un mucchio di casini dicendogli di
sì. Ma ho il cuore che sta per uscire dal petto. Non so se
sono innamorata o meno, ma con lui ci voglio stare. Forse. Ottio non lo
so. Senza rispondergli lo bacio prendendo i suoi capelli fra le mie
mani. Lui mi abbraccia, mi stringe sempre più forte.
Sì, ci sto bene.
Quando ci allontaniamo lui apre gli occhi e mi sorride mentre mi
accarezza la guancia.
- Devo andare – riesco a sussurrare. Quel bacio mi ha tolto
il fiato.
- Ti chiamo – dice prima di darmi un altro bacio.
Il mio cuore resisterà ancora per poco. Mi aiuta a infilarmi
la giacca, mi metto la sciarpa attorno al collo e la borsa sulla
spalla. Sulla porta rimango a fissarlo ancora un altro po’,
è ancora seduto sulla cattedra. Sempre più bello,
ogni attimo che passa.
- Ciao Jack -
- Ciao Katherine – mi volto e esco via dalla stanza.
Metto piede a casa e il primo ad accogliermi è Romeo, che mi
fa le fusa. Lo prendo in braccio e lo accarezzo mentre vado in cucina.
Andrea sta cucinando e non appena mi vede entrare mi sorride. Mi
racconta della visita dal veterinario, del fatto che Romeo sta bene.
Ostenta troppa felicità e sento che c’è
qualcosa che non va. Ha superato la fase cupa e ora maschera il dolore.
Forse è il caso di parlarle e poi le dico di Jack, anche
perché non credo di riuscire a tenere questo segreto ancora
per molto.
- Andrea.. ho parlato con James, e con Robert – le dico a
bassa voce. Lei si ferma ma resta in silenzio.
- Sono sicura che quel gossip è falso – le dico
mentre mi sfilo la giacca e la sciarpa – ti ricordi quante
volte, prima di conoscerlo, gli vedevamo attribuite chissà
quante storie.. e neanche una era vera. Quella sera era con tutto il
cast a cena, poco dopo di loro stavano uscendo Tay e Kris –
le dico e vedo che non accenna a rispondermi.
- Ho sentito il tono di Robert mentre lo diceva. Ho sentito quello di
James. Io mi fido – le dico secca. Lei si volta verso di me e
abbassa la testa. Romeo le si accoccola ai piedi e lei si inginocchia
ad accarezzarlo.
- Forse hai ragione – mi dice – è che
vedere quella accanto a Robert.. Insomma, non stiamo insieme da molto e
la nostra non è neanche una relazione normale, dato il suo
lavoro. Non ci ho visto più – mi dice alzando la
testa – ma deve essere lui a cercarmi e a chiedermi scusa
– aggiunge decisa alzandosi e tornando alla sua pasta. Sono
uno più orgoglioso dell’altro. Spero che no dei
due metta da parte l’orgoglio. E’ l’unica
cosa.
Finalmente accendo il cellulare. L’ho lasciato spento per una
giornata intera. Vengo sommersa da non so quanti messaggi di Robert.
Decido di chiamarlo.
- Ce l’hai fatta! – esordisce.
- Scusa. E’ che non ci stavo capendo nulla.. Ho parlato con
James –
- Ah, ti ha chiamato! –
- Sì, ma per parlare di te. Mi sono convinta che era tutta
cazzata –
- Era ora. E Andrea? Come sta? Che fa? Il telefono? – una
radiolina.
- Calma. Andrea sta.. meglio. Il telefono ha fatto un affascinante volo
contro il muro dopo la vostra ultima conversazione –
- Io torno domani a NY, verrà da me? – Bella
domanda.
- Non credo, Rob. Dice che devi chiederle scusa –
- Io, cosa? E’ lei che deve chiedermi scusa perché
non si è fidata di me! –
Sapevo che mi sarei ritrovata in una situazione del genere.
- Io riferisco. Alla Edwige, hai presente? Anzi, forse non proprio lei,
dato la fine che fa -
- Allora riferisci alla tua coinquilina che non ho intenzione di
chiamarla se prima non lo farà lei –
Sbuffo. – Riferirò -
- Ci sentiamo, Kath. Devo andare. Love you, un bacio – e
riaggancia.
Aiutatemi.
Torno in cucina e spiego la telefonata a Andy.
- Non esiste! Lui doveva dirmi subito di quella cena! Se aspetta che lo
chiamo io proprio non ha capito nulla – e continua a sparlare
sussurrando fra sé e sé.
Devo allentare la tensione.
- Mi sto risentendo con Jack. Ci siamo baciati – dico
velocemente cercando di farmi sentire e capire.
Andrea si gira lentamente e mi punta il mestolo.
- Tu, cosa? – mi chiede incredula
- Hai capito benissimo. Mi ha detto che si è pentito del
matrimonio e che vuole stare con me.. Io, Andy.. Mi piace troppo. Non
sono riuscita a dirgli di no, anche se so che dovevo –
- Spero sia la scelta giusta, anche se non ne sono sicura. Non mi va di
vederti stare male per quello – mi dice rimettendo il mestolo
nella pentola.
Ero consapevole che la reazione sarebbe stata più o meno
questa, so che la mia scelta è totalmente irrazionale. Ma il
cuore mi ha detto di fare così. E allora che altro potevo
fare?
Mangiamo più o meno in silenzio, ognuna immersa nei propri
pensieri. Finita il pranzo, Andy mi dice che deve andare a lavoro e ne
approfitto per chiamare Helèna.
- Kath! Allora, con Rob? -
- Ei! Stanno facendo gli orgogliosi a vicenda –
- Ma alla fine era vera o no quella storia? – mi chiede.
- Era una cavolata ma lei vuole che chiami lui per scusarsi, dato che
doveva dirle lui della cena. E lui vuole che chiami lei per scusarsi
per aver creduto a una cosa del genere –
Sento Helèna ridere. Quanto la vorrei qui con me!
- E tu, invece? Sei strana - mi dice. Quando si tratta di telepatia non
c’è niente da fare, neanche la lontananza
può niente.
- Forse ho fatto una cretinata – Le spiego la mattinata con
Jack, tutto quello che ho provato, tutti i mille pensieri che hanno
attraversato il mio cervello da quel momento ad ora. Mi sto sfogando,
sto buttando via tutto.
- Tesoro, cosa vuoi che ti dica? Io voglio solo che tu sia felice.
Sarà complicata come storia, e so che ne sei consapevole. Ma
se è quello che il tuo cuore vuole, fallo –
Sorrido, so che non può vedermi, ma so anche che lo
può percepire. E io sento che sta facendo lo stesso.
- E tu con Marco? – le chiedo per cambiare discorso.
E’ davvero tanto che non ci sentiamo.
- A gonfie vele. Giusto ieri mi ha chiesto di te.. Poi da quando ho
conosciuto la figlia –
- Da quando cosa? – le chiedo sconvolta.
- Ah, sì. Magari mi sono scordata di dirti che Marco ha una
figlia.. –
Ah, magari si è scordata! Come si fa a dimenticare una cosa
del genere?
- Si chiama Anna. Anna Lou, e ha 8 anni. L’ha avuta con la
sua ex compagna Asia, che l’ha mollato 6 anni fa –
mi racconta – mi ha detto che lei se n’è
andata così, da un momento all’altro, portandosi
via la bambina a cui vuole un bene dell’anima -
Il Marco che ho conosciuto io è strano immaginarlo
papà.
- Quando è con Anna Lou diventa davvero un’altra
persona, dovresti vederlo – aggiunge sognante.
- Mi piacerebbe – le dico.
Chiusa la telefonata con Helèna sono davvero felice. Ha
trovato qualcuno che la ama, un uomo che la sa apprezzare, cosa che i
suoi predecessori non hanno saputo fare. Vorrei che fosse
così anche per tutte le persone a cui voglio bene.. Per
Andrea, per Sarah, per Robert. E loro tre hanno le loro probabili
soluzioni a portata di meno. Anche se quei due idioti non lo vogliono
ammettere.
Sento qualcosa che sale sul mio letto e faccio uno scatto mettendomi
seduta. Non ancora mi abituo alla presenza di Romeo dentro casa. Lo
prendo in braccio e inizio a coccolarlo, mentre mi accorgo che in casa
c’è troppo silenzio.. Andrea deve essere andata a
lavoro. Lascio cadere il gatto a terra e vado in cucina, dove trovo un
post it attaccato al barattolo della Nutella.
“Mr Pattinson ha lasciato un messaggio in segreteria.. chiede
di andarlo a prendere in aeroporto verso le 12:45. Mi auguro tu non ci
vada”
Guardo l’orologio e leggo le dieci. Fra mezzo devo uscire con
Jack.. vorrà dire che mi accompagnerà lui in
aeroporto.
- Questa panchina è gelida! – mi lamento e Jack mi
fa segno di sedermi sulle sue ginocchia. Adoro Central Park, in questo
periodo particolarmente. Mi volto verso di lui che mi sorride, gli
passo una mano dietro la nuca, poi fra i capelli scuri spingendo il suo
volto verso il mio. Sento la sua mano sul mio fianco, le sue braccia
che mi tengono stretta, e mi sento davvero felice. Quando mi sciolgo
dal bacio inizia a sussurrarmi quanto sta bene ora, mentre mi accarezza
la guancia con la mano sinistra. Quando la fede mi sfiora lo zigomo, ho
un sussulto e prendo delicatamente la sua mano fra le mie. Sempre in
silenzio inizio a giocare con le sue dita fissando la striscia dorata
alla base dell’anulare.
- Vedrai quest’anello ancora per poco, piccola – mi
dice prima di mordermi le labbra e baciarmi. Non riesco a rispondergli,
mi lascio abbandonare al bacio e spero capisca cosa provo.
- Kath.. – mi sussurra sfiorando il suo naso con il mio
mentre mi perdo nei suoi occhi – è te che voglio,
non lei. Ti ho già detto che ho sbagliato a sposarmi. E dopo
tutto quello che ho dovuto fare per averti non ti lascerò
andare via così facilmente –
Gli sorrido e lo bacio ancora.
- Soprattutto per Pattinson – aggiunge.
- Dai, non fare il cretino, Ci ho messo due ore ieri per spiegarti
tutto e non venirmi a dire che credi ancora che ci possa essere
qualcosa! –
- Ti credo, ti credo..Ti va una mela caramellata? – mi chiede
e senza neanche rispondergli affermativamente mi giro per vedere se
nelle vicinanze c’è un chioschetto. Nel voltarmi
però trovo un viso che mi inizia a far battere il cuore a
mille. E’ lui, James che mi fissa. Che faccio? Si
è accorto che l’ho visto.
- James! – lo chiamo alzando la mano.
Il suo sorriso è davvero inconfondibile e mano a mano che si
avvicina me ne convinco sempre di più. E’ stretto
nel suo giubbotto blu che si intona perfettamente al colore dei suoi
occhi. Arriva davanti a noi e mi alzo per salutarlo con due baci e
presentargli Jack.
- Andrea e Robert? – mi chiede.
- Due bambini non saprebbero fare di meglio. Verso l’una meno
un quarto vado a prenderlo all’aeroporto ma Andrea non vuole.
Adesso che Rob è tornato in città,
sarà l’inferno – gli dico sconsolata.
- Per qualsiasi cosa ci sono io, lo sai. Se rischi una crisi nervosa
puoi venire a vivere da me – mi dice sorridendo. No, James
non sorridere che non resisto.
- Ci conto – rispondo ridendo.
- No, davvero. Se ti serve una mano con i bambini, chiamami –
mi dice.
- Grazie, lo terrò a mente –
- Ora però devo scappare. Aspetterò una tua
telefonata, conoscendo Robert e il suo orgoglio – mi metto a
ridere.
- Allora ci sentiamo – rispondo salutandolo con due baci
sulla guance prima di vederlo stringere la mano a Jack. Vedo James
andare via e quando sparisce dalla visuale torno sulle ginocchia di
Jack.
- Allora, che ne pensi? – chiedo.
- Che gli piaci – risponde secco. Chi??! Cosaaa?!
- No, Jack. Proprio no –
- Si vede, piccola. Non sono cieco –
- Secondo me ti sbagli – ripeto.
- Ti dico di sì – continua.
- Vabè, cambiamo discorso. Non ho più voglia di
mela caramellata. Tu cosa vuoi? – gli chiedo.
- Te – mi risponde e mi dà un bacio sul collo. Non
resisto più.
- Andiamo a casa mia -
Poco dopo siamo sul pianerottolo di casa e neanche trenta secondi dopo
mi ha presa in braccio e portata in camera mia.
- Non vedevo l’ora di farlo ancora – mi sussurra
mentre mi bacia sul collo.
- Anche io, Jack.. Anche io – sussurro. Poi chiudo gli occhi
e vedo il volto di James. Kath, no. Apro gli occhi e
bacio Jack con più passione.
- Adoro quando fai così – mi dice sfilandomi la
maglia.
Lo bacio ancora. Non devo pensare a James, non devo. E Jack deve essere
l’antidoto perfetto.
La mano di Jack che mi accarezza la schiena nuda, mi tranquillizza.
Sento il suo respiro che mi sposta i capelli e le sue labbra appoggiate
alla mia fronte. Rimarrei così per
l’eternità ma devo andare a prendere Robert
all’aeroporto.
- Jack, devo andare – gli dico dopo avergli dato un bacio.
Lui socchiude gli occhi e mi siedo sul letto ad osservarlo,
è davvero perfetto. Gli passo il dito sulla linea degli
addominali e lui sorride per poi aprire gli occhi.
- Dammi un altro bacio e poi vai via – mi prende per il
braccio e mi tira a sé. Sto per diventare dipendente dal suo
sapore.
- Devi proprio andarci? – dice aprendo gli occhi.
- Sì, Jack. Il ritorno in aeroporto è sempre
tragico per lui e non mi va di lasciarlo solo, voglio stargli vicina
– gli rispondo sorridendo. Mi è mancato davvero
tanto e non vedo l’ora di abbracciarlo di nuovo.
- Mi chiami, piccola? – Jack cerca di trattenermi in macchina
ma riesco e liquidarlo con un bacio e poi corro verso il gate, sono in
un fottutissimo ritardo e spero proprio che nessuno abbia scoperto che
tornava oggi, hanno apposta spostato il volo di due ore, e poi .. Mon
Dieu.
Davanti a me ci sono non so quante ragazzine con foto, cartelli, e
tutte ad urlare “EDWARD”. Ma
dov’è un kalashnikov quando serve?
- Scusa, hai visto Edward? – una voce a non so quanti decibel
mi urla nell’orecchio e una ragazzina che può
avere 12 anni o poco più mi saltella davanti.
- Come scusa? – chiedo.
- Edward Cullen, come fai a non sapere chi è?! – e
si volta verso un’altra sua degna compare che gli sta
accanto. Sto per soffocarle entrambe.
- Non credo che i vampiri esistano davvero, piccola. Né
tantomeno Edward Cullen – dico secca.
- E lui chi sarebbe allora? – la ragazzina sbuffa e mi mostra
un maxi poster di Robert con sotto scritto “EDWARD BITE
ME!”. Okay, adesso lo appallottolo e glielo faccio ingoiare.
Anzi, glielo faccio ingoiare così.
- Senti, ragazzina. Fino a prova contraria, questo tipo si chiama
Robert, R O B E R T, non Edward. E poi dimmi, vuoi davvero essere
morsa? – sto ancora inveendo contro la ragazzina ma sento una
mano che mi prende il braccio e mi trascina via. Quando me ne rendo
conto smetto di urlare e mi accorgo che un bestione di un metro e
novanta mi sta portando non so dove. Inizio a spaventarmi ma non riesco
a sciogliermi dalla presa. Girato l’angolo si blocca e mi si
mette davanti, senza allentare la presa al mio braccio.
- Lei è Katherine Masters? – mi chiede ma non
riesco a rispondere. D’un tratto sento il cellulare vibrare.
Robert, forse si starà chiedendo che fine ho fatto.
- Kath, dove sei? –
- Io.. in aeroporto - dico guardando in basso. Se questo
tizio è un rapitore proprio non ci sa fare.
- Honey, ti sto mandando una mia guardia del corpo. Gli ho descritto il
tuo giubbino e gli ho detto che a occhio e croce stavi inveendo contro
qualche ragazzina. O no? –
Ecco spiegata la presenza dell’armadio a due ante.
- E’ già qui. Credevo mi avesse rapita –
dico guardando finalmente negli occhi Shrek, e lui mi prende il
cellulare dalla mano.
- L’ho riconosciuta perché stava urlando contro
una ragazzina che ti chiamava Edward – gli dice ridendo. Ma
che fa? Prima mi pseudo rapisce e ora mi prende per il culo? Mi
riprendo il telefono e cerco di giustificarmi.
- Sai quanto mi danno fastidio, no? –
- Grazie, Kath. Davvero.. Però adesso segui Arthur che ti
porta all’altra uscita dell’aeroporto. A presto
– e riaggancia.
Il bestione si chiama come il mio filosofo preferito? Bene. Seguo
Arthur senza dire una parola e mi porta per una serie di vicoletti
infiniti fino a che arrivo in una stanza e la prima persona che vedo
è Rob con un berretto in testa seduto sul suo trolley.
Rimango ferma sulla porta e lo chiamo.
– Robert! – lui si gira di scatto e mi viene
incontro. Ci abbracciamo talmente forte che credo stiamo rischiando
entrambi il soffocamento. Mi prende addirittura in braccio e gli stampo
un bacio sulla guancia.
- Mi sei mancata – mi dice una volta avermi rimessa a terra.
- Anche tu, Bob – rispondo e lui ride.
- Non me la prendo solo perché sono appena tornato. Dai
vieni che ti presento gli altri –
La stanzetta che mi sembrava minuscola, in realtà
è parecchio grande. Robert mi presenta Kristen e Taylor,
entrambi molto simpatici per quelle due parole che riesco a scambiarci.
- Le controfigure sono partite e pare sia andato tutto liscio
– dice un tale entrando e tutti tirano un sospiro di sollievo.
- Non ci aspettavamo scoprissero l’orario e in questi casi le
nostre controfigure escono dall’aeroporto prima di noi,
sperando che credano davvero che siamo noi. Non sempre riesce
– mi sussurra Robert all’orecchio e questo tale si
avvicina a noi.
- Lei deve essere Andrea – dice indicandomi e tendendomi la
mano.
- No, lei è Katherine – risponde Robert e io
rispondo alla stretta.
- Aaah. Finalmente ho l’onore di conoscerti.. Sai, non
l’ho mai visto con una faccia così serena e
rilassata in aeroporto. Gli fai bene – mi dice e mi
dà una pacca sul braccio. Robert sorride, quei sorrisi che
lui definisce da psicopatico ma che a me piacciono tanto. Adoro vederlo
felice, ma so che in realtà non è una
felicità completa, che vorrebbe Andrea. Sto imparando a
conoscerlo.
- Robert, tu come al solito rimani per ultimo, chiaro? – gli
chiede e lui annuisce.
- Kris, Tay, seguitemi – ordina ai due che prima vengono a
salutarmi con due baci sulle guance.
Non appena sono usciti tutti, perfino Arthur che mi ha abbracciata
prima di andare via, Robert mi dice che è sempre
così ogni volta.
- Sono contento che sei venuta, non sai quanto sia importante per me -
- Volevo farlo – gli dico accarezzandogli una guancia.
- Senti ma.. Andrea.. –
- Sta come deve stare. Male ma fa finta del contrario.. Non capisco
perché vi ostinate a fare così – sto
per fargli un bel discorsetto quando sento la porta spalancarsi.
- Sapevo che saresti venuta a prenderlo! Ho seguito te e il bestione.
E’ facile darla a bere ad una ragazzina, ma a me no!
– la voce che urla alle mie spalle la riconosco alla
perfezione.
Mi giro mentre sento Robert borbottare.
- Andy, sapevi che l’avrei fatto – rispondo.
- Perché gliel’hai detto? – mi chiede
Robert. Ci ritroviamo in cerchio, io in mezzo a questi due che si
guardano male.
- Io ho sentito il tuo messaggio in segreteria, che vuoi? –
- Sei venuta per chiedermi scusa? – le chiede guardandola in
cagnesco.
- Neanche morta. Quello che deve chiedere scusa sei tu. E smettila di
chiamare Katherine. Lei è la mia migliore amica, la mia
coinquilina. Lei sta dalla mia parte –
- Lei sta dalla mia parte. Lei capisce che sei tu che deve chiedermi
scusa.. Altrimenti perché è venuta a prendermi
anche se tu non volevi? –
- Katherine! – dicono all’unisono guardandomi.
Adesso li faccio fare a testate, sto per avere una crisi di nervi e
rimango in silenzio.
- Da che parte stai? – chiedono ancora insieme mentre mi
fissano. Okay, ora sbotto.
- Con nessuno dei due, okay? Vi state comportando come due bambini se
non peggio!! Vi siete lasciati per una emerita stronzata e avete tanto
di quell’orgoglio da non riuscire ad ammettere dove avete
sbagliato. Tu, Rob, hai sbagliato a non dire a lei di quella stronzata
–
Andrea fa per interrompermi ma la zittisco con gesto della mano.
- E tu, Andy, hai sbagliato a credere a una voce da gossip.
E’ il caso di mettere giù questi cazzo di muri che
avete costruito. E fino a quel momento io continuerò a
vivere con te – dico indicando Andrea – e a vedere
te – dico a Robert – Senza che l’altro si
lamenti inutilmente. Chiaro? – le urla hanno fatto affacciare
nella stanza il tizio di prima ma non mi frega. Se lo meritano. Mi giro
e vado via, lasciandoli dietro di me. Appena riesco a mettere piede
fuori dall’aeroporto, il che ha richiesto almeno dieci minuti
grazie a quella mandria di ormoni impazziti che non trovano Robert,
prendo il telefono e chiamo James. Lo faccio d’impulso, senza
riflettere.. Perché se ci riflettessi non lo farei.
- Pronto? –
- Ciao James sono .. – me lo ricordo come mi chiamo, ce
l’ho sulla punta della lingua.
- Katherine? – dice finendo la frase al posto mio.
- Sì, scusa è che qui c’è un
chiasso assurdo e non riesco a sentirti – Ma che diavolo
c’entra?
- Dimmi – Ah, sì giusto. L’ho chiamato
per parlargli – ho bisogno di aiuto con quei due –
- Sospettavo. Hai già in mente qualcosa? –
- Vaga. E c’è di mezzo del cioccolato.
Precisamente al cocco e nocciolato –
- Sto avendo paura – mi dice ridendo.
- Naaaa. Non sei tu quello che deve averne, ma quei due. La cosa
fondamentale però è che tu devi portare fuori
Andrea. Mi conosce troppo, capirebbe subito che
c’è qualcosa sotto. Comunque mentre torno a casa
elaboro meglio il piano e ti faccio sapere – gli dico
entrando in un taxi.
Finalmente riesco ad aggiornare! Sante vacanzeeee! Non ci voglio
tornare a scuola però -.-" Anyway, meglio non parlare di
scuola quando non c'è ^^ Questa volta mi sono davvero
sbizzarrita con la fic, ahahahah Adoro incasinare il tutto<3
L'odio verso quel tipo di ragazzine è forte. L'ho detto che
voglio che Bob mi prenda come guardia del corpo.. La prima che dice
"Mordimi" la mordo io. Ma le stacco una libbra di pelle. Okay, la
finisco. Ho visto troppe volte Hannibal Lecter, lo ammetto. Ma solo
perchè c'è Gas *__*
sarè: Amour, non sai quanto sono contenta che continui a
recensire quando sai già tutta la storia e la leggi mano a
mano che cresce. Mi fai davvero felice <3 Lo sai che ti farei
leggere se solo scrivessi! Ieri mi sono rivista 27 dresses - La mia
fonte costante d'ispirazione - e tu spera che la mia testolina produca
qualcosa di decente XD
T'adoro, INFINITAMENTE. Cara gamba del Treppiedi<3
Ps non vedo l'ora di conoscere Cecilia ^^
shewolf: Cara! Per James c'è troppa gente in lista.. e credo
che purtroppo la moglie ha la priorità -.-" Che amarezza.
Vabè, per quanto riguarda Bob.. Mah, chi lo sa. Il fucile
tienilo pronto che poi ti servirà per qualcun altro, vedrai
XD Non so fino a che punto ti puoi fidare del mio buon senso XD
Un bacione Grande ;)
Okay, Mi raccomando R E C E N S I T E. Claro? Anyway, Auguri a tutti..
Per Natale, per l'Anno nuovo, per quello che volete. A presto..
Rak*
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Capitolo 7 *** Hot 'n' Cold ***
Men? No, Thanks.. For Now.
Hot 'n' Cold
- Secondo te perché James mi ha chiesto di uscire?
– mi
chiede Andrea mentre si infila gli stivali.
- Te l’ha detto, per vedere come stai, farti uscire
– dico
stringendomi ancora di più nella mia vestaglia.
- Bè, almeno mi svago un po’ e non penso a Robert
– dice
alzandosi e prendendo la giacca.
- Ciao Romeo – dice salutando il gatto che le fa le fusa.
Poi lo lascia a terra e lo prendo in braccio io. Non appena si chiude
la porta
subito mi sfilo la vestaglia. Ero stufa di tenerla addosso per non far
vedere a
Andy che ero vestita e pronta per uscire. Se questo piano non riesce non so che fare. Mentre sono
in camera a mettere
le scarpe entra Romeo.
- Romeo, gioia mia, andrà bene vero? Io non ce la faccio
più
a vederli così – Il mio fantastico gattone viene a
strusciarsi contro le mie
gambe, è una risposta affermativa.
Vado in sala e infilo la giacca giusto in tempo per vedere
il messaggio di Robert che mi dice che è sotto casa. Chiudo
la porta e mi butto
giù per le scale, hoping for the best.
- Allora dove andiamo? – mi chiede, una volta in macchina.
- Ho visto un localino molto bello. Bar e cioccolateria.
Gira.. qui – gli dico indicandogli una stradina alla mia
destra e lui scoppia a
ridere.
- Ancora riesco a credere che non riconosci destra e
sinistra – dice fra le risate.
- Finiscila, Bob – gli dico sorridendo e scandendo
l’ultima
parola. Ride e non risponde. Pari.
Accendo la radio e tiro fuori il cellulare. James . Il piano procede liscio come
l’olio.
- Andrea sapeva che uscivi con me? – e adesso che gli
rispondo?
- Ehm, no.. Anche perché è uscita anche lei. Ma
non so a
fare cosa – mezza verità e mezza bugia.
- Ah, quindi non sai se si sta.. –
- No, Rob. Non si sta vedendo con nessuno – gli dico sapendo
già la domanda che mi avrebbe porto.
- Non che mi interessi, eh – sussurra. Noooo, mica gli
interessa. E’ innamorato.
Cinque minuti dopo siamo
all’entrata di questo fatidico
locale e viro subito a sinistra, come mi ha suggerito James.
- Come mai questo scatto verso sinistra? – mi chiede Robert
una volta seduto. Si è notato così tanto?
- Qui c’è.. più luce – e meno
male che vuoi fare la
sceneggiatrice. Potevi inventarti qualcosa di meglio. Lui
però annuisce e
prende i mano il menù.
Vrrr. Di nuovo un messaggio da James
Sento che andrà tutto a rotoli, sono imbranata a fare queste
cose! Fortuna che c’è James che si sta divertendo
come un pazzo.
- Hai scelto? – mi chiede Robert. In realtà sono
troppo
presa dall’aspettare lo squillo da James ma questo non posso
dirglielo.
- Non saprei.. tu? –
- Sono indeciso fra questo Mokaccino con il cioccolato al
latte e questo con il cioccolato fondente – alla faccia della
dieta. Proprio
sull’ultima parola sento il cellulare in tasca vibrare.
E’ arrivato il momento.
- Robert, hai visto la parete di tavolette di cioccolato
all’ingresso? – gli chiedo.
- Si, è fantastica – mi risponde entusiasta.
Questa doveva
essere la reazione.
- Mi andresti a prendere una barretta di cioccolato al
cocco? – molto disinvolta, complimenti Miss Masters.
- Al cocco? Da quando ti piace al cocco? – colpita e
affondata.
- Rob, a me la cioccolata piace tutta. Oggi preferisco
quella al cocco, che male c’è.. – cerco
di salvarmi, spero con successo.
- E’ il tipo preferito di Andrea, c’entra qualcosa?
–
Noooooo.
- Vabè, Rob se non ti va di alzarti e andarla a prendere
vado io – dico alzandomi mentre prego in tutte le lingue che
mi blocchi e vada
lui. Da qui riesco a vedere la parete di cioccolato ed è
ancora vuota.
- Dai, vado io – Grazie. Mi risiedo e mi godo lo spettacolo
da qui. Neanche a farlo apposta lui e Andrea arrivano in contemporanea
davanti
alla parete. Socchiudo gli occhi, pronta a sentire delle urla che
però non ci
sono. Stanno parlando, senza urlare. Facciamo progressi, ridono e si..
stanno
scambiando le tavolette di cioccolata.
- Sei un genio – Salto di venti centimetri dalla sedia e
seduto al posto di Robert, trovo James, bello più che mai.
Quella camicia è
dello stesso colore degli occhi, un celeste che non ho mai visto in
vita mia.
Sono più profondi di quelli di Jack, questi sono
più.. suoi.
- Pare stia andando bene – rispondo.
- E’ grazie a te. Come ti è venuto in mente?
–
- Illuminazione alla Dottor House. Mi sono ricordata che la
cioccolata preferita di Robert è alla nocciola, mentre
quella di Andrea al cocco.
Poi mi sono ricordata che l’ultima volta che sono stata qui,
Andy mi ha fatto
notare che la sua cioccolata era accanto a quella di Robert. E poi
è venuto
tutto da solo.. Andrea mi aveva già detto che questo posto
la tranquillizza, e
Robert quando si tratta di mangiare è sempre più
trattabile – dico.
- La ricetta perfetta, insomma! – e sorride. Non deve
sorridere, dovrebbe saperlo.
Mi giro e vedo Andrea e Robert vicini, molto vicini. Dai che
ci siamo, e… sìì! Si stanno baciando.
Mi volto trionfante verso James che mi fa
l’occhiolino. Quest’uomo attenta alla mia salute.
- Sei una stronza, dovevo sapere che la mente diabolica eri
tu – voce, più schiaffo dietro la nuca mi
ricollegano ad una sola persona.
Andrea.
- Ce l’avete fatta, eh? – dico sorridendo e
alzandomi. Si
meritano tutti e due un bel bacio.
- Da te non me lo sarei mai aspettato – dice Robert a James.
- Lui? Lui si è divertito da morire – rispondo al
suo posto
e mi giro per vedere il suo sorriso che mi accoglie come al solito con
la naturalezza di sempre.
- Ammetto che mi sono divertito come un pazzo, e poi è anche
servito, quindi.. –
- Kath, credo sia Jack – dice Andrea abbracciata a Robert.
Sulla mia faccia si viene a formare un enorme punto interrogativo e la
mia
amica mi indica il
tavolo. Il mio
cellulare, giusto.
- Jack! –
- Piccola, ci hai messo tempo –
- Scusa è che non l’ho sentito, dimmi –
- Niente, volevo sapere come era andata –
- Alla grande – e sono pronta a raccontargli tutto ma mi
dice di andare sotto scuola.
- Okay, a dopo – e metto giù prima di ricevere lo
sguardo
inceneritore di Robert. Ah, cavolo. A lui non l’ho detto.
- Sei tornata con quello? Mi auguro non si sia sposato –
- Bè, diciamo che si è sposato ma ha promesso di
lasciare la
moglie – dico.
- Sai già cosa sto per dirti, vero? – Certo che lo
so.
- Lo sospetto –
- Sei una cretina – Appunto.
- Sospettavo bene -
- Tu.. – dice sciogliendosi dall’abbraccio con
Andrea –
perché non capisci che potresti avere .. –e si
blocca guardando dietro di me.
Mi giro e vedo solo James.
- Potrei avere cosa, Rob? C’è lui nella mia vita,
ora – gli
rispondo.
- Sei intelligente. Non capisco come fai a non vedere
qualcosa che ti sta davanti agli occhi – mi dice.
- Ragazzi, io vado, scusate – non faccio neanche in tempo a
voltarmi che James è andato via. Ma cosa diavolo sta
prendendo a tutti?
- Vado anche io – dico e vado via, dopo aver stampato un
bacio sulla guancia ad entrambi.
Una volta fuori vedo James
salire in macchina e lo blocco
chiedendogli un passaggio. Mi risponde con un cenno della testa, senza
parlare.
Mi lascia sotto l’Accademia con un ciao di sfuggita e, una
volta scesa, lo vedo
andare via. Non è come penso, non può essere
geloso di Jack, io non posso
piacere a James Marsden. C’è sicuramente
qualcos’altro sotto.
- Kath, cosa ci fai qui? – mi viene incontro Sarah per le
scale.
- Bellezza! – la saluto con un mega abbraccio stritolante
–
Non ho lezione, sono venuta da Jack – le dico e lei sbuffa ma
faccio finta di
non vedere. Sono abituata a questa reazioni da parte di tutti.
- Devo presentarti una persona – mi cinguetta
nell’orecchio
e fa cenno ad un tale dall’altro lato della strada. Sto per
conoscere Orlando
Bloom.. e sono agitata. Certo, ho Pattinson che mi scorrazza per casa,
Marsden
che mi fa da pseudo autista e mi tormento. Okay, calma.
- Orlando, lei è Katherine, Katherine, Orlando –
Lui si sfila gli
occhiali da sole e mi sorride stringendomi la mano. I riccioli neri gli
cadono
delicati a incorniciare il viso pressoché perfetto, il
fisico da statua greca
si può intuire anche se indossa un cappotto nero e una
maglia dello stesso
colore.
- Finalmente ti conosco.. ho saputo che ti devo parecchio -
- Naaa. E’ stato assolutamente un piacere.. L’ho
fatto
perché volevo vedere Sarah felice e ci sono riuscita, eh?
– ridono entrambi e
si guardano negli occhi, vedo che lui le stringe la mano.
- Adesso però fai il bravo, eh! Che sennò mi
pento di tutto
quello che ho fatto – gli dico.
- Puoi stare tranquilla, ci ho messo parecchio per averla,
non la lascerò andare così facilmente –
mi risponde. Questo ragazzo è un amore,
e beata Sarah che ha trovato quello giusto.
- Tesoro, Jack sta uscendo – mi dice Sarah indicando un
punto davanti a noi.
- Visto, grazie. Io vado, allora. Orlando, è stato davvero
un piacere conoscerti. Spero di rivederti – gli dico
tendendogli la mano.
- Il piacere è stato mio – non vedo
però la sua mano che
stringe la mia ma due braccia che mi avvolgono e due baci stampati
sulle
guance. Non me l’aspettavo, dico la verità. Gli
sorrido e faccio l’occhiolino a
Sarah prima di andare incontro a Jack. Ma proprio mentre sto per
saltargli al
collo vedo un’altra persona fare la stessa cosa. Una cascata
di ricci biondi va
a cadere su quel viso che doveva essere fra le mie mani. Non ho le
forza per
muovermi, rimango imbambolata prima di capire che prima che gli andasse
addosso
l’avevo chiamato.
- E’ una tua studentessa? – chiede lei guardandomi.
Jack mi
guarda imbarazzato e poi sussurra un sì.
- Lei è.. Katherine. Ha finito da poco il corso con me
–
dice e vedo la donna tendermi la mano. I suoi due occhi verdi mi
squadrano ma
non c’è cattiveria, non sospetta nulla. Mi sto
sentendo male.
- Lydia, sua moglie – le stringo la mano e mi sale un peso
sullo stomaco. Sono una stronza, sfascia matrimoni. Questo è
il punto, e mi
merito di stare male.
- Katherine, torni con noi? – sento una mano appoggiarsi
sulla mia spalla, alzo gli occhi e trovo gli occhiali da sole di
Orlando.
- Sì, stavo.. giusto arrivando – gli dico prima di
salutare
Jack e sua moglie. Orlando mi accompagna per la strada con una mano
sulla
schiena e, girato l’angolo trovo Sarah.
- Tesoro, ho visto cosa stava succedendo e ho mandato
Orlando. Non potevo venire io –
Gli occhi mi si appannano per le lacrime e un attimo dopo mi
ritrovo fra le braccia di Sarah, singhiozzando. Sento la sua voce che
mi
sussurra all’orecchio, ma non capisco cosa sta dicendo. A
cercare di farmi
calmare, si aggiunge la mano di Orlando che mi accarezza le spalle.
- Ti porto a casa da me -
Non so quanto tempo dopo sono accovacciata sulla poltrona, a
casa di Sarah. Mi sento una merda, una stronza, e chi più ne
ha, più ne metta.
Ho lo sguardo perso nel vuoto, non mi va di parlare, non mi va di fare
niente.
- Va meglio? – mi dice Sarah seduta di fronte a me. Mi
asciugo una lacrima e le faccio cenno di sì con la testa.
Vedo Orlando entrare
nella stanza con un bicchiere d’acqua in mano e mi rendo
conto di aver fatto
uno dei miei soliti casini.
- Scusate, io.. vi ho rovinato la giornata – dico e faccio
per alzarmi ma la mano di Sarah sul mio braccio non me lo permette.
- Bevi un po’ d’acqua e smettila di dire scemenze
– mi dice
Orlando porgendomi il bicchiere e sedendosi davanti a noi. Bevo tutto
d’un sorso
e poi sento che se non sputo fuori almeno un po’ di quello
che mi passa per la
testa, scoppio.
- Io.. non so cosa mi sia preso. Cioè, so che è
sposato, ma
vederlo abbracciato ad un’altra, vedere le sue mani sul volto
di.. E poi sono
una stronza, una grandissima stronza, sfascia matrimoni –
- Kath, finiscila.. con lui, intendo. Ti fa solo male e sono
già stufa di vederti così – mi dice
Sarah.
- So che devo finirla, lo so.. Ma non ce la faccio, non
credere che non ci abbia mai provato –
- Puoi anche parlarci, ma devi lasciarlo. Te lo impongo io..
però devi essere prima tu ad imporlo a te stessa –
mi dice e rimaniamo in
silenzio. A romperlo è Orlando.
- Sono d’accordo con Sarah. Non so tutto quello che
è
successo ma se ti fa stare così non va. Per vedere felice
Sarah hai reso felice
anche me.. quindi te lo devo. Se non lo molli, ti costringo io
– mi dice
sorridendo e mi scappa una risata e un “Grazie” di
vero cuore. In quello stesso
instante mi squilla il cellulare. Deve essere Jack e mi alzo per andare
a
prendere il telefono nella borsa. Bingo, è lui. Premo il
dito sul tasto sul
tasto rosso e guardo Sarah e Orlando che si sono girati verso di me.
- Ben fatto. Sono fiera di te – mi dice lei facendomi un
sorrisone.
- Grazie mille ragazzi, ma ora alzo i tacchi. Vi ho
disturbato fin troppo con le confessioni di una povera disgraziata
– vedo che
stanno per interrompermi e li blocco prima – Non si discute.
Già il tempo che
passate insieme è poco, non sono di certo io a mettermi in
mezzo –
Sarah si alza sorridendo e mi tende la giacca.
- Sei sicura? Per noi non c’è nessun problema..
Chissà le
volte che sei stata a sentirmi quando ero una piattola complessata e
depressa -
- Finiscila, piattola. Sono più che sicurissima. Grazie
ancora non so cosa avrei fatto senza di .. voi –
Mi infilo la giacca e riprendo le mie cose.
- Per qualsiasi cosa, chiama. Lo sai – mi dice e faccio
cenno di sì con la testa. Orlando mi saluta con due baci e
un pizzicotto sulla
guancia.
- Ti conosco da meno di un’ora e ti ho già visto
piangere.
La prossima volta che ti vedo devi avere un sorriso a 32 denti
– Come si fa a
non sorridere di fronte a cotanta fantasticheria?
Poco dopo sono sotto casa
di Sarah in attesa di un taxi ma
mi accorgo che non so dove andare. A casa ci sono sicuramente Rob e
Andy, Off
Limits. Potrei chiamare Jack.. No, non posso. Sfilo il cellulare dalla
tasca.
James? E’ stato fin troppo strano prima. In cioccolateria
l’ho visto sereno,
tranquillo. Poi si è incupito e durante il tragitto in
macchina non ha detto
una parola, non un sorriso. Non è stato il James che conosco
io. Poi, le parole
insensate di Robert “perché non capisci che
potresti avere… Sei intelligente.
Non capisco come fai a non vedere qualcosa che ti sta davanti agli
occhi”.
Avere chi? James? Vedere cosa, poi? Che gli piaccio? Ma neanche in
universo
parallelo potrebbe essere possibile che James Marsden, dico JAMES
MARSDEN,
voglia stare con me. Se quest’universo parallelo esiste, mi
ci butto
volentieri. James è davvero.. fantastico. Quando mi guarda,
quando mi tuffo in
quel celeste glaciale mi sento meglio. Quando mi sta accanto mi
dà un senso di
protezione, sicurezza.. come se con lui accanto non potesse succedermi
nulla.
Ma so che per lui conto come un’amica, alla fine. E allora
perché provarci se
so già che vado a farmi male?
“U don't
have 2 be beautiful
2 turn me on
I just need your body baby”
Ecco Prince, dal cellulare che mi
riporta alla realtà. Ti prego, fa che non sia Jack, fa che
non sia Jack, fa che
non sia Jack. Lupus in fabula, James.
- Kath, dove sei? – mi dice con la
voce affannata.
- Sotto casa di un’amica, perché? –
- Perché ho visto Jack con.. senza di te, e dato che sapevo
che non eri a casa mi sono spaventato e.. – Si è
spaventato. Allora.. Non fare
film.
- Calma, non ti preoccupare. Sto benone.. Sono stata un po’
a casa di quest’amica. E ora.. –
- Ora? –
- A dire il vero non sapevo dove andare – confesso.
- Dimmi dove sei che ti passo a prendere – dice deciso e gli
do le facili indicazioni per arrivare sotto casa di Sarah. Riaggancia e
resto a
fissare il cellulare. Devo raccogliere le idee e rielaborare.. Mi ha
chiamata,
e ho le prove. Mi ha chiesto dov’ero perché era
preoccupato.. ma di questo non
ho le prove. Sono una futura sceneggiatrice, avrei potuto aver
immaginato tutto
in un barlume d’ispirazione accecante. Lo so che la devo
smettere di dire
stronzate, ma è più forte di me. Lo faccio
particolarmente quando sono
agitata.. e ora sono agitata. Ecco, James ha il potere di far
scomparire ogni
tristezza.. In questo momento non m’importa più di
Jack. Speriamo che duri.
Un nanosecondo dopo, o
forse di meno (Okay, forse ho
esagerato un pò) la Audi a4 nera di James è
davanti a me. Apro lo sportello e
entro in macchina, sperando in un sorriso.. o qualcosa di simile.
Fortunatamente lo ottengo, gli è passato
quell’attimo. Mi allaccio la cintura
senza sapere cosa dire.
- Dove ti porto? – mi chiede.
- Decidi tu, tu guidi. Di certo non a casa mia perché credo
che Andy e Robert sono impegnati – sono le uniche cose che
riesco a dire.
- L’unico posto che mi viene in mente è casa mia.
Sono le
cinque ora.. Male che va ceni da me e poi ti riporto a casa –
mi risponde
sorridendo e sento di essere diventata violacea. Annuisco e lui parte.
- Benvenuta a casa Marsden
– mi dice aprendo la porta di un
maxiappartamento in centro, al sesto piano. Davanti ai miei occhi si
apre la
vista di una sala che ho visto solo nei film. E’ davvero
enorme, delicata, dai
colori chiari. Con un enorme divano in pelle e un LCD di dimensioni
gigantesche
davanti. Due librerie e poi quadri alle pareti, ha anche il Bacio di
Klimt.
Fantastico, davvero.
- James, questa casa è.. Wow – Mi sono passati per
la testa
38763287 aggettivi e l’unica cosa che riesco a dire
è Wow. Normale, proprio.
- Grazie mille.. di qua c’è la cucina, vieni
– mi risponde
dopo aver chiuso il portone e essersi tolto la giacca. Mi fa strada
fino ad una
stanza accanto al salone dove vedo un tavolo fisso al centro della
stanza e..
cavolo, la cucina è pulita. Mi sto vergognando davvero. Un
uomo, da solo, tiene
la casa meglio di me e Andrea messe insieme. Tutto dire.
- Cosa ti posso offrire? – mi chiede.
- Posso chiederti un alcolico? – azzardo.
- Puoi –
- Martini, bianco. Se non è un problema – rispondo
sedendomi
attorno al tavolo.
- Ti sorprenderò perché ho anche le olive
– mi risponde e
prepara un bicchiere per entrambi, lasciando la bottiglia sul tavolo.
Ci
mettiamo a parlare del più e del meno.. Del suo lavoro, del
mio studio.
Dell’accademia, senza toccare l’argomento Jack. E
la prima bottiglia va via. Mi
gira la testa ma l’alcool lo reggo bene, e poi la bottiglia
non era piena. Poi
James tira fuori la birra e lì so che andrà a
finire male. Ci spostiamo in sala
con le bottiglie in mano. Non so quanto tempo dopo stiamo sparlando..
Sono
ancora lucida, ma non totalmente in me.
- Scherzi? – dico ridendo.
- Te lo giuro! – mi risponde facendo un altro sorso alla
birra.
- Solo a te possono succedere queste cose – gli rispondo
ridendo ancora.
- Fino ad adesso ho parlato solo io.. dimmi qualcosa –
- Cosa ti devo dire, dai! – e poggio a terra la bottiglia di
birra finita. Adoro la Heineken.
- Dimmi cosa pensi.. di me –
- Prima tu –
- L’ho chiesto prima io – risponde subito e poggia
anche lui
la bottiglia a terra.
- Penso che.. Ah, sai cosa stavo pensando? E’assurdo ma te
lo devo dire. Sono arrivata a pensare che io.. potessi piacerti! Io,
hai
capito? Sì, lo so che è assurdo ma mi piace
inventarmi le cose.. –
Ma che cosa cazzo sto blaterando? Adesso sono brilla. Lucida
e Brilla. Perché altrimenti non mi renderei conto che sto
dicendo una cazzata
mentre la dico, no?
- A me piacerebbe.. Cavolo se piacerebbe stare con te..
Però.. che fantasia, eh? Io piacere a te! – e
scoppio a ridere. Quando alzo lo
sguardo trovo gli occhi di James nei miei e prima che me ne possa
accorgere, la
sua lingua è incatenata alla mia. Mi avvicino sempre di
più a lui passandogli
le mani fra i capelli, ma non riusciamo a staccarci da questo bacio,
non
vogliamo. Quando mi ritrovo praticamente seduta addosso a lui non posso
più
fortunatamente tornare indietro. Sento le sue mani accarezzarmi le
cosce e
salire sempre più su fino a sfilarmi la maglia.
- Kath.. – mi sussurra e lo zittisco con un bacio –
Ti porto
di là – aggiunge e stringendomi si alza. Chiudo le
gambe per tenermi meglio e
le mie braccia vanno a posarsi attorno al suo collo. Un attimo dopo mi
ritrovo
sprofondata tra lenzuola di seta bianche e James inizia a baciarmi il
collo.
Riesco a sfilargli la maglia e rimango incantata davanti a quello che
vedo. Il
fisico come forse neanche Michelangelo sapeva scolpire. Inizio a
baciarlo su
tutto il petto giocando con quei solchi che rendono questi addominali
praticamente perfetti. Poi vedo che lui inizia a litigare con il
bottone dei
miei pantaloni. Sposto le sue mani e sgancio il pantalone per poi farlo
scendere giù e lui fa lo stesso con i suoi. Sento le sue
mani dovunque e il suo
profumo già addosso a me. Quando mi sfila gli slip sposto la
coperta e mi
infilo sotto il piumone, con lui addosso a me. Sono grata a quei
cromosomi che
hanno fatto sì che reggessi l’alcool molto bene:
mi sono dichiarata e non
scoderò questa notte molto facilmente.
Apro gli occhi e mi
accorgo che non sono a casa mia. Okay,
stanotte l’ho sognata quindi se adesso chiudo gli occhi e li
riapro mi ritrovo
a casa mia. Non funziona, sono ancora qui. Sto dormendo su qualcosa che
non è
un cuscino e ci metto poco a scoprire che è il petto di
James. Una sua mano mi
stringe all’altezza del petto che è appoggiato al
suo, le nostre gambe sono
intrecciate. Vorrei restare così in eterno ma se
l’orologio sul comodino va
bene, sono le nove di mattina e mi sembra di non aver dormito per
niente. Forse
perché non ho davvero dormito per niente. Ho perso il conto
di quante volte
l’abbiamo fatto da ieri notte e stamattina. Sono stanca, lo
ammetto, ma ciò non
toglie che rifarei tutto da capo. Fatemelo dire, il sesso con James
Marsden è
.. Wow. Detto con termini miei, che voi potete capire. Ma mi sento
strana..
come se quello che è successo stanotte,
c’è stato a causa di Jack. Come se mi
fossi lasciata andare con James perché stavo male per Jack.
A fatica e
controvoglia riesco ad uscire dal letto e a vestirmi. Proprio quando
sto per
uscire dalla stanza sento che mi chiama, con un sussurro. Mi vado a
sedere al
bordo del letto e gli passo una mano fra i capelli mentre lui si
stiracchia, lo
adoro quando lo fa.
- James.. Io.. volevo dirti che.. – sto per dirgli quanto mi
senta strana ma m’interrompe e si mette a sedere sul letto.
- Anche per me è stato fantastico – mi dice
sorridendomi.
- Sì.. ma.. io volevo dirti che non faccio mai
così – dico
tutto d’un fiato e lui ride.
- Non hai fatto altro che ripeterlo ieri notte. Non faccio
mai così, non faccio mai così, non faccio mai
così – poi s’interrompe e so che
abbiamo pensato tutti e due alla stessa cosa.
- Questa scena mi ricorda qualcosa e dopo c’è uno
schiaffo.
Vuoi mica picchiarmi? – (*)
- No.. però.. sento che.. Non so come dirtelo ma..
–
- C’è qualcosa che non va? – mi chiede e
io mi alzo dal
letto.
- James .. c’è che.. ho paura che quello che
è successo ieri
sia stata una cazzata –
Lui strabuzza gli occhi.
- Io.. ero incazzata con Jack e.. ero ubriaca -
- Eri lucida e lo sai bene. Mi stai dicendo che anche quando
mi hai detto che volevi stare con me era una cazzata? – mi
dice alzandosi e
vestendosi.
- Io.. no, però –
- Però, cosa? – mi interrompe alzando la voce.
- Però non lo so neanche io, capisci? Sono in uno stato di
confusione estrema, già prima di ieri notte e.. –
- Senti, Kath se credi di aver fatto una cazzata puoi anche
andare via – alzo lo sguardo e tengo i miei occhi fissi nei
suoi. Non abbiamo
neanche bisogno di parlarci che lui mi apre la porta della camera e
esco dalla
sua casa.
Riesco a trattenere le
lacrime per le scale, sul taxi e
sulla porta di casa. Lì, una lacrima che proprio ci teneva a
scendere, cade giù
ma la asciugo subito. Faccio fare alle chiavi due giri nella toppa e
entro a
casa che è silenziosa come non mai, a parte rumore di
caffettiera in cucina. Mi
tolgo la giacca e trovo Robert in mutande che carica la caffettiera.
- Nuovo coinquilino, buongiorno – gli dico e lui salta di
almeno 15 centimetri.
- Cavolo, Kath non ti avevo sentito rientra.. Aaah. Abbiamo
dormito fuori, eh? –
- Sì, non volevo tornare a casa a disturbarvi –
dico
alzandomi in punta di piedi per prendere le tazzine per il
caffè.
- Guardami negli occhi e dimmi chi è – mi dice
facendomi
girare e mi trovo la sua faccia a due centimetri dalla mia.
- No – gli sillabo e scappo dalla sua presa. Proprio in quel
momento entra Andrea. Sì, con la sua vestagliona.
- Buong.. oh mio Dio con chi sei stata stanotte? – mi urla
appena entrata.
- Buongiorno anche a te, Andy –
- Rispondi alla mia domanda. Chi è lui? So che non
è Jack e
ne sono contenta – ripete saltellandomi attorno.
- Cosa ti fa pensare che ci sia un uomo sotto? –
- Perché se fossi rimasta a dormire da un’amica ti
avrebbe
passato altri vestiti da mettere -
- Ma non è possibile che sia rimasta a dormire da
un’amica
senza cambiarmi? Che so, Sarah! –
- C’è Orlando –
- Helèna – No, un attimo Helèna non ve
bene come scusa.
- A parte il fatto che Helèna vive dall’altra
parte
dell’Atlantico con Marco. Sono stata al telefono con lei fino
a tre secondi fa
– cazzo.
- Sentite, finitela di snervarmi che sono già fin troppo
incazzata, eh? – dico acida, forse un po’ troppo
acida.
- A ogni modo, non importa con chi sono stata stanotte.
L’importante è che mi sono convinta che
già di casini ne combino troppi da
sola, per cui con gli uomini ho chiuso! –
Poggio le tazzine sul tavolo e esco dalla cucina sbattendo
la porta. Non ce la faccio più con nessuno.
(*) Per chi non l'avesse
visto è una scena di 27 volte in bianco. Film con James
Marsden e Katherine Heigl. Se non l'avete visto vedetelo!
Dopo essermi
stata a scervellare per ore, ho finlamente deciso di aggiornare. Questo
capitolo è sconvolgente, eh? Ammetto che la protagonista
è una delle più IDIOTE che sia mai esistita ma..
si riprenderà. Almeno spero! Tanto ormai hanno vita
propria.. io scrivo soltanto ;) Oggi finlamente vado a vedere
Sherlock.. giusto per non pensare che giovedì devo
tornare a scuola -.-" Okay, basta deprimermi.
shewolf: sono
contenta ti sia piaciuto il pezzo dell'aeroporto.. E' nato nel bel
mezzo di una pallosissima lezione di latino XD Per quanto riguarda
Bob.. credo che solo io lo chiamo in quella maniera anche
perchè mi odiano tutti quando lo chiamo così.
Secondo Sara sembra il nome di un camionista ;) Mah, a me fa pensare a
qualcosa di tenero *__* Annyway, spero ti piaccia anche questo capitolo
^^ Un bacio, a presto!
sarèè:
Io, donna tecnologica?? Aspetta che inizio a litigare con
Twitter e poi vedi -.-" Però, pare che vado meglio, grazie a
te! Ho finalmente conosciuto il quarto componente e.. già ho
capito a quanto possiamo arrivare tutte insieme. Anzi, forse no XD
Cos'altro dire? Non ci sentiamo mai e sono a corto di idee ;) Grazie
per tutto te lo dico sempre, ma te lo continuerò a
ripetere!
T'adoro<3 INFINITAMENTE.
Un altro chap è andato. Adesso sta a voi .. RECENSITEEEEEEEE!
Ah, ringrazio anche tutti quelli che hanno inserito la storia fra i
preferiti ;) GRAZIEEEE!
|
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Capitolo 8 *** Evangeline and the Relief ***
Evangeline and the Relief
Due giorni dopo non ho sentito
né James, né Jack e
cerco di schiarirmi le idee, anche se con pochi risultati. Voglio James
e di
questo sono sicura ma non si è, a ragione, fatto sentire per
niente. Però alla
fine sa che anche io voglio stare con lui, e… Aaaah! In
questi momenti vorrei
tanto qualcuno che mi dicesse qual è la cosa più
giusta da fare. Ieri ero
rimasta a casa da sola, dopo aver convinto i piccioncini che non era la
fine
del mondo se uscivano a cena da soli. In televisione non davano davvero
nulla a
parte un programma sull'astronomia. Sempre meglio di niente. C'era un
signore
sulla cinquantina, grassottello che parlava di come nei tempi gli
antichi
avevano attribuito alle stelle diversi poteri o influssi.
- Molte portavano grandi sfortune, altre invece si diceva potessero fa
avverare
i desideri -
Se, magari.
- E sono state riportate in storie per bambini, addirittura nel nuovo
cartone
Disney "The Princess and The Frog". Guardiamo uno stralcio -
Sullo schermo partì una scena. Una bambina bellissima
affacciata ad una
finestra che chiedeva alla stella di esaudire il suo desiderio, poi
questa
bambina un pò più grande in un fantastico abito a
ripetere la stessa scena. Poi
addirittura un ranocchio .. una lucciola. Evangeline, questo era il
nome della stella.
Finito lo spezzone spensi la tv e andai a guardare fuori dalla
finestra. Sapevo
che era piuttosto infantile come cosa, ma lo feci lo stesso. Purtroppo
vedere
una stella nel cielo di NYC è una bella impresa, ma riuscii
a scovare un punto
piuttosto luminoso. Poteva perfettamente essere un aereo, e ne ero
consapevole.
Ma spesso è bello cullarsi nella fantasia, ti estranea per
un pò da una realtà
che fa male. Restai a guardarla per un pò senza parlare..
poi chiusi la
finestra e mi diedi della stupida per aver fatto davvero una cosa del
genere.
Ma si rimane sempre un pò bambini, vero? E mi promisi che
sarei andata a vedere
quel cartone.
- Ragazzi, sono a casaaa! – urlo entrando in salotto e
sfilandomi la giacca. Si
avvicina Natale e fuori fa sempre più freddo, ma io adoro
New York in questo
periodo. In cucina trovo Robert con un mestolo in mano che bacia Andrea
ancora
in vestaglia. E’ praticamente la seconda pelle.
- Che si mangia oggi, amori miei? – chiedo mentre
do’ un bacio sulla guancia ad
entrambi.
- Spaghetti con il pesto, grazie al ristorante italiano che ha aperto
dietro
l’angolo – mi risponde Robert. Mi sto ancora
chiedendo se abbia una casa oltre
alla nostra. Mi siedo e pranzo con i miei due migliori amici e poi vado
dritta
in camera sdraiandomi sul letto, con il PC.
Poco dopo il cellulare squilla. Controvoglia mi alzo e vado a prenderlo
sul
comodino. Jack. Cosa faccio? Rispondo o non rispondo? Verde.
- Katherine, io.. non speravo più che rispondessi
– ammette.
- Dimmi – rispondo.
- Io ti volevo dire che l’altro giorno.. non sapevo che
venisse Lydia sotto
scuola, io .. –
- Non mi hai chiamata per dirmi questo, vero? – gli chiedo e
chiudo la porta
dopo aver sentito suonare il campanello di casa.
- Colpito e affondato. Io.. volevo chiederti scusa per quello che hai
passato,
perché so che ci sei stata male, e.. – lui
s’interrompe e vedo Andrea che apre
piano la porta della camera. Le faccio cenno di aspettare e le faccio
capire
che è Jack.
- Ti prego, torna con me. Io.. ti prometto che la lascio. Io voglio te,
non
lei.. lo sai e continuo a ripetertelo. Perdonami Kath, ti prego
– e adesso cosa
faccio? Tempo? No, non ho voglia di pensare troppo. James non
c’è e non ci
sarà.
- Okay, Jack ti perdono – gli rispondo.
- Piccola, non sai quanto mi fai felice. Stasera ci vediamo al solito
posto
alla solita ora? – Confermo l’appuntamento e
riaggancio. Apro la porta per far
entrare Andrea e raccontarle tutto e accanto a lei trovo James.. ecco
chi era
al campanello.
- James.. – sussurro. Non può essere, non
può essere.
- Ero venuto e riportarti la sciarpa – mi dice e me la tende.
Io la afferro e
lui fa per andarsene, quando sento la porta sbattere capisco che
è uscito
davvero.
- Cretina, aspetti la richiesta in carta da bollo per corrergli dietro?
– mi
dice Andrea e mi spinge verso la porta. Sulla seconda rampa di scale lo
raggiungo e lo chiamo.
- So che volevi dirmi qualcosa – inizio. Ti prego dimmi
quello che voglio
sentirmi dire e riesco a dire davvero di no a Jack, per sempre.
- Sì, ti volevo dire che avevi ragione tu. E’
stata una cazzata – mi dice e
dandomi le spalle va via. Rientro in casa a rimango per un
po’ con la schiena
contro la porta. Sono un disastro.
- Allora? – mi chiedono in coro i due compari.
- Allora, cosa? – dico cercando di sviare una risposta.
- L’uomo dell’altra notte era lui, e questo si
è capito – mi dice Andrea.
- Ma non serve a nulla ora che sono tornata con Jack – dico
secca e vado verso
il divano preparandomi alla raffica di commenti.
- Sei davvero una cretina – mi dice Robert – la tua
stupidità mi stupisce ogni
giorno di più –
- Non ho parole, Kath, davvero. Ma come cazzo si fa? – urla
Andrea.
- Sentite, a James non frega di me. A Jack pare che qualcosa gliene
freghi..
cosa dovrei fare? – urlo di risposta.
- Ma lo vedi che allora non capisci proprio nulla? E’
l’esatto opposto! E’ a
James che importi non a quell’idiota sposato! – mi
urla Robert – Come fai a non
capirlo? –
- Allora non me lo sa dimostrare, cosa ti devo dire? Ammetto di essere
completamente persa per James e di aver combinato un casino, lo so. Ma
è tardi
per rimettere a posto i pezzi – dico abbassando il tono di
voce. Robert si
inginocchia davanti a me e mi prende la testa fra le mani.
- Voglio solo la tua felicità, chiaro? – mi dice.
Io gli sorrido e lui mi dà un
bacio sul naso. Si rialza e chiedo scusa ad entrambi per aver urlato.
- Ti avverto che se Jack entro Natale non ha mollato la sposina, gli
mollo un
pugno io – aggiunge Robert e Andrea gli dà
manforte.
- Piccola,
c’è qualcosa che non va? Ti vedo strana
–
la voce di Jack mi riporta alla realtà. Siamo in macchina
per andare in un
ristorante dall’altro lato della città. Non riesco
a togliermi dalla testa le
parole di James “Ti volevo dire che avevi ragione tu.
E’ stata una cazzata” Mi
risuona in testa, mi ha marchiata, ce l’ho tatuata addosso.
Mi ricorda i miei
mille casini, il fatto che sono un disastro.
La traduzione è – Tutto okay, sono solo un
po’ stanca – e torno a guardare
fuori dal finestrino. Tutti i gesti sono meccanici, non riesco neanche
a capire
perché ho accettato di uscire con lui.
Perché non ce la faccio a
lasciarlo? Forse perché sono riuscita ad averlo accanto dopo
tanto tempo? Ma
non è questo il rapporto che volevo. Jack poggia la mano sul
mio ginocchio e lo
accarezza. Mi accorgo che non c’è più
quel brivido che c’era prima, e allora
perché non riesco a lasciarlo? Basta, così non
posso andare avanti.
- Jack, mi riporti a casa? Non mi sento troppo bene – dico e
lui accosta la
macchina – ho un mal di testa pazzesco – aggiungo.
- Sicura? – mi chiede e io annuisco. Vedo che controvoglia
cambia il senso di
marcia e andiamo verso casa mia. Una volta arrivati spegne il motore e
io mi
slaccio la cintura e apro lo sportello.
- Scusa se ti ho fatto uscire – dico appoggiando le mie
labbra sulle sue per
poi scendere dalla macchina.
- Non mi fai salire? – mi chiede.
- Ci sono Andrea e Robert –
- E quindi? –
- Jack, non mi va – dico scendendo dalla macchina. Non faccio
in tempo a
chiudere lo sportello che con “ciao” di sfuggita va
via. S’incazzasse pure.
Rientro a casa sbattendo tutte le porte e Rob e Andy mi fissano senza
parlare
fino a che non entro in camera. Continuo ad inveire contro me stessa e
i miei
casini mentre mi cambio e mi infilo il pigiama, mi metto a letto ma il
sonno
non ne vuole sentire nulla di arrivare. Dopo un po’, da fuori
la porta sento i
miei cari coinquilini parlottare.
- Dici che è abbastanza grande? – chiede Rob ad
Andrea.
- E’ matrimoniale, ti ho detto! – gli risponde.
Li chiamo e entrano in camera.
- Sappiamo che non vuoi parlare, però ti stiamo vicino lo
stesso – dice Andrea
e si mettono uno a destra e l’altro a sinistra del letto.
Fanno sul serio?
Quando me li ritrovo dormire accanto capisco di sì.
Rimango chiusa in camera per tre
giorni, non mi
presento in Accademia, non esco e il cellulare rimane spento. Le uniche
persone
con cui parlo, a monosillabi, sono Rob e Andy. Ho deciso che la
prossima volta
che metto piede fuori casa, lo farò sicura delle mie scelte.
Risultato? Dopo
tre giorni non so che fare. Ormai con James è finito anche
quel poco che era
cominciato, seppure voleva stare con me, adesso non più.
- Non dirmi che sei ancora a casa – urla Andrea rientrando
dal lavoro. Sta
sicuramente parlando con me perché Robert è
partito due ore fa per l’Italia e
lei l’ha accompagnato in aeroporto.
- Sì – dico tranquilla e cambio canale. Andrea mi
sfila il telecomando di mano
e mi indica la camera senza parlare, guardo la mia tuta e capisco che
vuole mi
vesta. E poi mi porterà sicuramente fuori.
- Muovi quel culone? – sento Andrea che mi chiama delicatamente
da fuori
la porta. Infilo gli stivali e controvoglia sono costretta ad uscire.
Dopo
l’11esimo negozio di scarpe e il terzo paio comprate mi sento
davvero meglio.
Poi Andrea mi trascina in un negozio di abbigliamento e già
so che non ne
usciremo più. Dopo aver provato quattro paia di jeans e aver
scelto il primo,
come sempre, vedo Andrea venirmi incontro con un vestito super corto,
rosso.
- Lo compro senza provarlo, mi piace troppo – mi dice e le
sorrido, è
incorreggibile. Mentre ci dirigiamo verso la cassa sento una voce che
mi
chiama, mi volto e gli occhi verdi di Lydia mi stanno fissando.
- Oh, Lydia – la saluto
- Come va? – mi chiede.
- Tutto bene, grazie. Un po’ di shopping? –
- Per forza, ho in progetto di ingrassare – mi dice
sorridendo. Okay, non ha
troppo senso, o forse.. l’occhio mi cade sull’abito
che ha in mano. Premaman.
- Jack non ha detto che aspettiamo un bambino? –
Il sangue mi si ghiaccia nelle vene.
- No.. io.. ho finito il corso con il professore – dico secca
– scusa Lydia ma
devo andare. E’ stato un piacere, auguri per tutto
– aggiungo.
- Grazie, anche a te – mi dice stringendomi la mano
– ti saluto Jack –
Ci penso io a salutare Jack, ma stavolta per sempre. Adesso, sono
più che
decisa. Ha finito di prendermi per il culo in questa maniera. Mentre
poggio i
jeans sul primo scaffale guardo l’ora, a giudicare dal giorno
deve essere in
Accademia, e posso arrivarci a piedi.
- Dove stai andando? – mi chiede Andrea rincorrendomi.
- Sai dove sto andando – le ringhio. Dieci minuti di corsa
dopo sono piombata
in Accademia.
- Dov’è il professor Stroger? –
- Aula 47B – mi sussurra la bidella neanche guardandomi in
faccia. Salgo tre
rampe di scale e mi auguro di non aver seminato Andrea nella corsa. Mi
schiarisco la voce, busso e entro con molta calma.
- Oh, ragazzi lei è una mia ex studentessa – dice
lui tutto contento. Aspetto
che parlo e quel sorriso sparisce.
- Sì, e .. professore, sono venuta a trovarla per dirle che
lei è un
grandissimo stronzo – nella classe c’è
il gelo e io mi avvicino a lui – quando
avevi intenzione di dirmi che tua moglie è incinta?
Aspettavi di portarmi a
letto un’altra volta? Che c’è, lei non
scopa bene e ti servo per scaricare le
tue fantasie? – gli urlo – Io mi sono fidata di te
e tu .. vuoi solo stare con
il piede in due staffe. Tu per me sei morto, basta – gli
ringhio guardandolo
gli occhi. Poi guardo la classe e sussurro un Arrivederci prima di
sbattere la
porta dietro di me. Mi appoggio alla porta che ho il fiatone e davanti
a me c’è
Andrea.
- Hai portato dentro anche un po’ della mia delicatezza, eh?
– mi chiede
avvicinandosi.
- Ce l’ho fatta, non ci credo – le sussurro
chiudendo gli occhi e lei mi
abbraccia.
- Sono fiera di te – mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
- E ora a casa – le dico iniziando a scendere le scale.
A cena, il giorno successivo,
invitiamo Sarah e
Orlando e ricevo i complimenti da entrambi per quello che ho fatto.
- Adesso però, davvero niente uomini per un
pò - dico decisa mentre
afferro l'ultimo pezzo di pizza.
- Il punto non dovrebbe essere niente uomini, ma niente uomini
sbagliati - mi
corregge Andrea e so dove vuole andare a parare. James però
non si è fatto
sentire, allora forse quello che c'è stato.. Meglio non
pensarci.
- Però non ti vedo proprio al massimo - mi dice Orlando.
Annuisco e mi
giustifico dicendo che è colpa del poco tempo passato da
quando ho mollato
Jack. Sto prendendo in giro tutti, me stessa in primis. Sia Andy, che
Sarah e
persino Orlando sanno quello che mi passa per la testa. Vorrei parlare
con
James, davvero. Ma ho paura delle conseguenze e come al solito mi
richiudo in
me stessa. Vorrei tanto sapere qual è la strada
più giusta , quella per essere
felice, serena. MEMENTO AUDERE SEMPER. Mia madre me lo ripete sempre
"Ricordati di Osare Sempre". Osare. Ma sono forte abbastanza adesso
per dare ascolto a queste parole? Fra una paranoia e l'altra la mia
vita
riprende il suo corso naturale, prima di Jack, senza James. Lavoro alla
mia
storia per la fine dell'anno, vado in Accademia cercando di evitarlo,
shopping
sfrenato per i regali natalizi. Comprato i regali per tutti..
Primi
quelli per Andy, Bob, Sarah e anche Orlie. L'atmosfera natalizia qui a
NY fa di
sicuro bene.. Mi sento meglio, pronta ad affrontare un anno che
dovrà essere
fantastico. Me lo impongo.
- Cosa significa che non sei a casa per Natale? - sento Andrea dalla
sua
stanza. Sta sicuramente parlando con Robert. Dopo un attimo mi
raggiunge in
sala, davanti al divano.
- Non c'è - mi dice fissando lo schermo - è a LA
fino al 28 - Non le rispondo
perchè so che sta per sfogarsi - Insomma capisco che
è la sua carriera, ma io
vengo sempre dopo. Dopo qualche premiere, dopo qualche viaggio. Mi
dà fastidio,
ecco - Ancora in silenzio appoggio la testa sulla sua spalla e lei
appoggia la
testa sulla mia. Mi sfila il telecomando di mano e inizia a cambiare.
Si ferma
su 27 Dresses. Una delle mie scene preferite.
"Vuoi sapere la vera ragione per cui sono qui, stasera?
Perchè sapevo che
sarebbe stata dura per te. E per la prima volta, da un sacco di tempo,
volevo
stare vicino ad una persona. Sì, e va bene ho fatto un
casino, è vero. Mi
dispiace, guarda, prendo un aereo, me ne vado, sparisco, non mi vedrai
mai più,
promesso. Ma voglio dirti che secondo me tu meriti.. Per me tu meriti
molto più
di quello di cui ti sei accontentata finora. Davvero.. Per me tu meriti
che
qualcuno si prenda cura di te per una volta. Ne sono convinto".
- Andy.. - le sussurro. Non ce la faccio a vederlo. Sento Andrea
sussultare.
- Scusa tesoro - mi dice mentre cambia canale.
- L'hai sentito? - riesco a chiedergli ma non ricevo risposta - Andy.
Dimmi la
verità -
- Gli ho detto quello che hai fatto con Jack -
- E lui? - Silenzio. - Andie, ti prego -
- Ha detto che... -
- Non gliene importa nulla, vero? - Di risposta ricevo un bacio sulla
fronte da
parte di Andrea.
- Non so che dirti Kath. Non riesco a capirlo -
- Non c'è niente da capire. Ho fatto una stronzata e queste
sono le conseguenze
- dico mentre mi alzo. Non ho voglia di parlare, non ho voglia di
vedere
nessuno.
- Io.. vado a letto -
- Kath, ma è il 23 dicembre. Dobbiamo uscire - mi supplica.
- Non mi va - le rispondo e chiudo la porta dietro di me. Sto rompendo
una
tradizione più che millenaria, lo so. Ma non ho voglia di
uscire. Starei con il
muso appeso a guardarmi intorno e a chiedermi come si può
essere più stupidi di
me. E credo che la risposta sia sicuramente che No, non si
può essere più
stupidi. Chiunque avrebbe capito già da tempo che dovevo
lasciarmi andare a
James, che quello che mi avrebbe fatto male era Jack. Che quello con
cui VOLEVO
stare era James, solo James, solamente James. Ma la mia testolina ha
fatto un
altro ragionamento e la qui presente idiota l'ha ascoltata. Vedevo
Andie stare
male ogni volta che Robert partiva, la vedevo appendere il muso ogni
volta che
lui la chiamava per dirle che sarebbe tornato con due o tre giorni di
ritardo,
ho letto la rabbia e la delusione nei suoi occhi quando sono usciti
quei gossip
falsi. E forse è stato tutto questo che inconsciamente mi ha
fermata, dover
combattere con un mondo che non è il mio.. Non sapere se ce
l'avrei fatta o
meno, anche stringendogli la mano e andando avanti insieme. Non sono
stata a
pensare però a tutte le volte che Andie è tornata
a casa sognante, a tutte le
volte che le ho visto amore negli occhi, a quanto fosse felice di avere
Robert
che gironzolava per casa. Ho visto solo gli attimi di dolore, senza
calcolare i
periodi di gioia. E come mi ritrovo? Chiusa nella mia camera, sdraiata
al buio
a fissare il soffitto, la notte del 23 dicembre. Con la mia migliore
amica in
sala, incazzata perchè non può avere il suo
ragazzo accanto per le feste di
Natale. E per giunta devo preparare la valigia per l'Italia.
Sì, perchè i miei
amabili genitori il mese scorso si sono trasferiti dall'altra parte
dell'Atlantico, dai miei nonni. Quindi devo passare il Natale in uno
sperduto
paesino fra le colline abruzzesi, in compagnia di tutta la mia famiglia
al
completo. Mi rendo conto che l'aereo è domattina presto e
che non ce la farò
mai a fare tutto. Mi trascino verso l'interruttore e apro la porta.
Andrea è
ancora sulla poltrona davanti al televisore ma sono sicura che non sta
guardando un bel niente.
- Andie - la chiamo sussurrando e si volta verso di me.
- Preparazione valigia? - mi chiede e io annuisco. C'è anche
la sua da
preparare e quando siamo in due a partire va sempre meglio farla
insieme.
Prendiamo i due trolley e li lasciamo aperti davanti alle nostre stanze.
- Via? - chiedo sorridendo.
- Vai - mi risponde e ci tuffiamo nelle nostre camere. Una maglia
finisce nella
mia valigia e una nella sua. Inutile dire che nella mia stanza
c'è mezzo suo
guardaroba, penso si sia capito che il 95% delle notti dorme nella mia
stanza.
Infatti sopra la sedia della mia scrivania trovo la sua maxi
vestagliona
celeste. Un'ora e 740983 urli dopo, abbiamo finalmente finito. Andie
però non
parte domattina, deve andare semplicemente dall'altra parte di NY,
anche lei
dai suoi genitori. Si sa, no? Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. E
io sono
costretta ad andare in quel manicomio italo americano. Io e Andrea ci
sdraiamo
sul suo letto, già sapendo che poco dopo arriverà
Morfeo e crolleremo.
- Kath -
- Mmm - rispondo già a occhi chiusi.
- Secondo te, la storia fra me e Robert durerà? -
- Perchè non dovrebbe? -
- Perchè.. Non lo so, scusa. Paranoia inutile - mi risponde
ma non faccio in tempo a sentirla che crollo.
@romina75 : Ecco il
seguito, spero ti piaccia. Terrò conto della candeggina.. Mi
piace!! Comunque figurati, non la capisco io questa cretina XD Un
bacioneee!
@shewolf: Non ti
devi preoccupare, cara! Sono malefica lo so, lo so. Adoro farli
incasinare terribilmente *__* Dai che le cose quadreranno, spero.
AhhuahuHUAHAHUhahU :D Un bacione, spero ti piaccia anche questo!
@Sarè: La
visione di Ben ha ispirato, Uh se ha ispirato. Quel ragazzo ispira
tanto .. e non ti dico cosa che già lo sai ^^ Grazie per
tutto, bellezza. Perchè sopporti le mie pippe mentali
portate all'estremo e sei sempre lì con la risposta pronta
per tirarmi su e strapparmi un sorriso. Ti Voglio Bene<3
Infinitamente.
|
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Capitolo 9 *** Too Much Shouts ***
Too Much Shouts
- Come sarebbe a dire, torniamo insieme? - urlo a Robert.
Sarà anche una chiamata internazionale ma non si capisce
proprio nulla.
- Non hai detto che sei in aeroporto il 29 alle 11:00? - mi chiede e
questo riesco a sentirlo.
- Sì, anche tu? -
- Io per le 10:30.. però sai il casino. Ti aspetto al solito
posto. Tanto figurati se prima di mezz'ora esco -
- Okay allora, perfetto. Come va? -
- KATHERINEEEEEE! - Il perfetto accento di mio cugino.
- Rob, aspetta un secondo - dico allontanando il telefono dall'orecchio
e affacciandomi dentro.
- Dai, manchi solo tu! - mi dicono.
- Arrivo - rispondo in italiano e rimetto il telefono all'orecchio -
Rob, la famiglia chiama. Ci sentiamo più tardi? -
- Certo, vai, non ti preoccupare - mi dice.
- Rob, ma chi c'è in camera con te? - gli chiedo dato che
per sottofondo c'è il silenzio assoluto.
- Nessuno - mi risponde - ma ora credo che andrò a fare un
giro, prima di chiamare Andrea -
- Okay, e cerca di divertirti -
- Anche tu. A dopo -
- A dopo.. Ah, Rob.. -
- Sì? -
- Ti voglio bene -
- Anche io Kath, tanto - e riaggancio pronta ad una sessione estrema di
tombola.
Al mio arrivo in aeroporto vedo subito Arthur, l'armadio guardia del
corpo di Rob. Mi avvicino sorridente ma non mi aspetto mi riconosca.
- Katherine? - mi dice. Ecco, donna miscredente di poca fede.
- Sì - rispondo con due baci sulle guance.
- Vieni, andiamo che mancano solo Rob e Kellan - mi dice indicandomi la
porta alla sua destra. Seguo questo gigante di tre metri e mezzo e mi
porta nella stessa stanza dove ero stata la volta precedente.
- Kath! -
- Robert! - sussurro mentre lo vedo venirmi incontro e
abbracciarmi.
- E così.. lei è Andrea - dice Kellan vedendomi.
Questo qui dal vivo è molto più figo, tenetemi.
- Katherine - gli dico stringendogli la mano.
- Kellan. E così sei la sua migliore amica -
- Direi di sì - rispondo sorridendo a Robert che mi ricambia
il sorriso.
- Bè, dato che non stai con lui sei autorizzata a prenderti
il mio numero dal cellulare di Robert - mi dice e ridacchio e
rispondendogli che è okay.
- Kellan, tocca a te - sentiamo urlare.
- Devo andare - mi dice e mi prende la mano - Spero a presto, bella
Kath - mi sussurra mentre mi bacia la mano e mi fa l'occhiolino.
- Davvero simpatico - dico a Rob una volta che Kellan è
andato via e lui ride.
- Fa sempre così, lascia stare - mi dice ancora ridendo -
Allora, come sono andate queste vacanze italiane? -
- Al solito. Come le solite feste con la mia famiglia. Pazze ma
divertenti -
Non gli chiedo come sono andate a lui. Perché so come sono i
suoi viaggi di lavoro.
- Robert! - ci sentiamo chiamare e dopo aver superato un corridoio ci
buttano in una macchina con i vetri oscurati. Sto per dire
<> ma è meglio stare
zitta. La macchina ci lascia esattamente sotto casa mia, per fare una
sorpresa ad Andrea che non sa che torniamo oggi insieme. Sicuri di
trovarla a casa apro con calma la porta e come sospettavamo la troviamo
davanti al computer.
- Sorpresaaa! - urliamo entrando. Lei si gira di scatto e rimane a
guardarci senza muoversi.
- Cosa ci fate qui? - sillaba sussurrando.
Io e Robert ci guardiamo sconvolti, non sapendo cosa rispondere. Lui si
avvicina e la fa alzare.
- Andie, tesoro, cosa c'è? - le chiede.
- Voi siete tornati insieme senza dirmi nulla - risponde voltandosi
verso di me che sono ancora impalata sulla porta.
- Ci siamo sentiti e ci siamo messi d'accordo per tornare a casa
insieme dato che arrivavamo a distanza di mezz'ora - le rispondo.
- Potevate farmelo sapere. Perché non sarei dovuta venire? -
mi dice avvicinandosi. Sento.. astio, rabbia.
- Non te l'abbiamo detto per farti una sorpresa non perché
pensavamo che ti sarebbe pesato - le dico come se fosse la cosa
più ovvia del mondo. Deve esserle per forza successo
qualcosa perché tutto questo è.. strano. Poi
scuote la testa e sussurra qualcosa.
- Scusate - dice secca, guardando a terra - sono contenta che siete
tornati -.
Abbraccia Robert e viene a darmi un bacio sulla guancia. Poi si ferma
fra me e lui, immobile.
- Io.. sono stanca. Vado a dormire -. Detto questo, si gira e va dritta
in camera. Io rimango a guardare Robert, ancora ferma sulla porta. Non
so che fare, che dire, come comportarmi.
- Secondo te cosa ha fatto? - mi chiede.
- Non so, Rob. Ma vorrei saperlo - rispondo. Porto la valigia dentro e
chiudo la porta dietro di me per andare in cucina a prendere un goccio
d'acqua. Trovo Romeo accoccolato su un cuscino sotto il tavolo. Mi
abbasso e lo prendo fra le braccia.
- Ciao piccolo, mi sei mancato - gli sussurro mentre gli accarezzo e
lui fa le fusa. Almeno qualcuno che è contento di rivedermi.
Sento la porta della camera di Andrea che si chiude e capisco che
Robert è riuscito ad entrare. Mi ritrovo a guardare fuori
dalla finestra NY che vive, la città che non dorme mai. La
adoro e l'ho sempre adorata.. Ti fa sempre sentire al centro del mondo.
L'occhio mi cade su un pannello in strada che indica la data di oggi.
<<29 DICEMBRE>>. Fra poco più di
48 ore sarà anno nuovo e io mi ritrovo con un gatto in
braccio e un bicchiere d'acqua in mano a fare il conto dell'ultimo anno
vissuto. Un anno fa ero con Patrick, un calciatore davvero sexy ma
interessato solo a fare carriera, in testa non aveva nient'altro. L'ho
lasciato il giorno prima di San Valentino, non aveva senso festeggiare
una festa del genere con qualcuno per cui non provavo assolutamente
nulla, ed è stata una liberazione. A marzo volevo lasciare
definitivamente l'Accademia, per colpa di Stroger che non mi dava pace;
non l'ho fatto grazie a Sarah. Ed è stato nello stesso
periodo che Andrea ha lasciato il suo storico ragazzo, Ewan. Menomale
perché non lo sopportavo fin dal liceo! Era sempre stato fin
troppo infantile e non riesco ancora a capire come Andie abbia fatto a
resistere così tanto con un tipo del genere. Aprile
è stato sicuramente il mese migliore.. eravamo
particolarmente positive. L'estate siamo state in California, ospiti
del fratello maggiore di Andie, Derek. Da poco laureato in
medicina e avevo da sempre una cotta per lui.. Diciamo che in
quell'estate mi sono presa quello che tanto anelavo.. Senza obbligo
d'acquisto. Poi è arrivato settembre e con lui il ritorno in
Accademia. Poi la settimana a Roma.. Jack, Robert .. la storia di Sarah
con Orlando. E come dimenticare il primo incontro con James, al
ristorante italiano? Ha sempre avuto una .. luce speciale negli occhi,
un qualcosa che mi ha attirato dal primo istante. Quanto sono stata
stupida a non capire da subito tutto? Completamente ed estremamente
cieca. E ora lui è chissà dove, con
chissà chi mentre io ho perso solo tempo con chi non lo
meritava.
- Sono stata più che stupida, vero Romeo? - chiedo al gatto
che struscia la testolina sul mio mento. Lo prendo per un sì
e mi siedo mentre continuo ad accarezzarlo.
- Sono qui a parlare con un gatto, senza offesa, quando potrei.. - e mi
blocco, non riesco ad andare avanti. Mai piangere sul letto versato
Kath. Sarebbero solo inutili lacrime di coccodrillo. Mi alzo e vado in
bagno dopo aver lasciato Romeo a terra. Faccio una doccia con la
speranza.. con la speranza di cosa, Kath? Di poter cancellare tutto? Di
poter tornare indietro e fare la cosa più giusta? Non credo
sia possibile. E mi metto a ripensare a quella volta che, come una
bambina, mi sono affacciata alla finestra per cercare Evangeline, la
stella. L'uomo era arrivato.. In realtà era già
arrivato, e io non l'avevo capito.
- Stupida - ripeto di nuovo fra me e me mentre sgozzo la bottiglia di
bagno schiuma. La poggio ai miei piedi e cerco di pensare il meno
possibile, invano.
- Auguri Katherine! -
- Anche a te, Chloe - dico abbracciandola. Ecco dove si ritrovano le
persone, mentre si fa shopping. Chloe è una ragazza che
frequentava con me e Sarah il corso con Stroger. Non mi è
mai stata troppo simpatica, forse perchè non l'ho mai
conosciuta bene. Sarah! Cazzo, le avevo detto che l'avrei richiamata.
E' in Inghilterra con Orlando e devo come al solito ricordarmi del fuso
orario dato che ieri l'ho chiamata alla tre di notte.
- Honey! - mi dice rispondendo.
- Bellezza! Ora sei sveglia? -
- Ora sì. Scusa ma ieri notte.. -
- Ma che ti scusi? Ero io che dovevo ricordarmi che sei in Europa -
- Allora, stella, cosa succede di bello? - mi chiede.
- Al solito. A parte che Andrea è sin troppo strana da ieri
- e le racconto del mio ritorno a casa con Robert.
- Non so che dirti, tesoro. Gelosia? - dice titubante.
- Gelosa di cosa? Di me e Robert? Non è possibile - dico
mettendo a posto un vestito che a occhio e croce è una 34.
Ma come si fa a essere così magre?
- Sto prendendo in considerazione tutte le possibilità - mi
risponde. Gelosa.. Come può? Scuoto la testa come se Sarah
potesse vedermi.
- Può anche darsi che è uno dei suoi periodi.. e
che le passerà fra poco - propongo.
- Sì, è probabile. Allora, a capodanno? - mi
chiede.
- Non lo so ancora.. Sì, lo so che è il 30 ma
devo ancora sentire cosa fanno Andie e Robert -
- Neanche noi sappiamo ancora che fare. Scusa tesoro, ma ora devo
andare che sono arrivati i genitori di Orlando - mi sussurra.
- In bocca al lupo, allora -
- Ah, ti saluta Orlando. Sono tre ore che mi fa cenno con la mano di
salutarti -
- Ricambia. Un bacione a tutti e due. Vi adoro - dico riagganciando. Da
questo negozio preferisco uscire o mi viene la depressione. Ma non
perchè non entro in vestiti del genere, perchè
c'è gente che fa i salti mortali per entrarci. Mah, forse
sono io che vengo da un altro secolo e non me lo ricordo. Guardo l'ora,
sono uscita da lezione più di un'ora fa ma volevo lasciare
Rob e Andie da soli a casa. Qualunque cosa gli era successo pare gli
stia passando e allora meglio non stuzzicarla. Però ora fa
freddo e ho fame, è ora di tornare a casa. Arrivo alla
macchina e mi chiudo nel traffico newyorkese, già sapendo
che ci metterò il triplo del tempo che impiego di solito.
Mezz'ora dopo sono a casa con una fame da lupi. Stasera posso anche
pensare di battere Robert.
- Si può sapere chi? - sento Robert urlare appena entro in
casa.
Cosa diavolo è successo?
- Mi dai una spiegazione? Eri fuori con James e poi .. - continua ad
urlare lui. Andie, cosa? Non è possibile. Mi precipito come
una furia in sala e trovo Andrea che disegna a grandi passi la stanza
mentre parla da sola. Robert, in piedi accanto al divano che, immobile,
la segue con gli occhi, rosso in volto. Seduto sul divano, James con un
sacchetto di ghiaccio istantaneo sulla mano.
- Si può sapere che vi è preso? Vi sentite dalla
strada - riesco a dire cercando di non guardare James.
- Se solo lo sapessi - mi dice Robert venendomi incontro - Non vogliono
parlare. O perlomeno, quello che non vuole parlare è lui.. e
lei vuole che sia lui a spiegare tutto - mi dice tutto d'un fiato. Il
mio sguardo cade direttamente su James che non sposta gli occhi dal
sacchetto appoggiato alla sua mano.
- Non credere che riuscirai a farmi parlare - mi dice Andrea -
è lui che deve raccontare. E se non parla significa che non
vuole che si sappia - aggiunge sedendosi accanto a lui sulla poltrona.
- Non fate i bambini e parlate - risponde Robert.
- Non si tratta di fare i bambini - dice James senza muoversi di un
millimetro.
- E allora parlate, cazzo! - urla lui.
- Bob, calmati - gli sussurro, sfiorandogli la mano.
- No, non mi calmo. E' mezz'ora che cerco di farli parlare - mi
risponde e io sposto lo sguardo su James. E' freddo, rigido .. Non mi
sorprenderebbe se lo vedessi trasformarsi in una statua di marmo.
Continuo a darmi della stupida mentre cerco di far ragionare Andrea,
non ce la faccio a rivolgermi a lui.
- Andie, ma non è meglio se sputi tu il rospo? - le chiedo
con calma.
- NO! - mi urla - deve essere lui -
- Cosa diavolo alzi la voce? - le urlo di risposta.
- Non volete capirle le cose e io le urlo allora! -
- Almeno dimmi perchè deve essere lui! - Adesso mi sto
incazzando anche io.
- Forse perchè riguarda lui? - mi dice facendomi una
smorfia. Mi sta chiedendo di strozzarla? Non la riconosco
più.. Sto per risponderle a tono ma suona il campanello.
Ancora incazzata mi giro verso la porta e la apro urlando - E adesso
chi cazzo è? -
Davanti a me Marco e Helèna, lui con in mano un pacco che
sembra una torta.
- Sorpresa? - mi sussurra lei. Resto a guardarli e poi le salto al
collo!
- Questa è già un'accoglienza diversa - mi
sussurra all'orecchio. Mi sciolgo dall'abbraccio e lei prende la torta
dalle mani di Marco e lui mi abbraccia. Non è cambiato per
niente dall'ultima volta, i capelli bianchi lo rendono più
.. simpatico? Stravagante? A voi il giudizio.
- Possiamo .. entrare? - chiede Helèna.
- Oh, scusate, sì.. è che siamo in una situazione
caotica - cerco di dire ma le urla di Robert coprono la mia voce.
- STO PER IMPAZZIRE! -
- Helèna! -
- Andie! -
Le vedo abbracciarsi e salutarsi come se Andie non fosse in preda ad
una crisi isterica. Poi le presentazioni e si torna ad urlare, dato che
non abbiamo ancora capito cosa è successo. Io naturalmente
non rivolgo la parola a James, non ce la faccio .. fino a che non alza
lo sguardo su di me. Lì mi sento gelare e riesco a parlargli.
- Mi spieghi perchè non parli? - lui continua a fissarmi
senza parlare.. Attorno a noi il silenzio assoluto.
- Vuoi parlare? - dico e lui abbassa di nuovo la testa. Poi toglie il
sacchetto del ghiaccio e stringe il pugno mentre si alza e mi viene
incontro.
- Proprio non ci arrivi? - mi dice secco.
- Come posso se non dici nulla? Ci stai facendo uscire pazzi! Sono
mezz'ora che cerco di convincerti a parlare - dico alzando sempre un
pò di più la voce.
- Convincere me? Non mi hai rivolto un attimo la parola! - mi urla.
- Non ce la faccio a parlarti, non ce la faccio! E sai perfettamente il
motivo - gli urlo di risposta.
- Vuoi sapere cosa ho fatto? Lo vuoi davvero sapere? - mi urla in
faccia a due centimetri dal mio viso. I suoi occhi blu sono puntati nei
miei. Non mi hanno mai fatto così tanta paura come ora.
- L'ho picchiato. Ho picchiato Jack. Gli ho tirato un pugno in piena
faccia sperando di fargli rientrare il setto nasale. L'abbiamo
incontrato e non ha fatto altro che riempirti di parole e .. non ci ho
visto più, sono scattato. Sei contenta ora? - il suo urlo
risuona per tutta la stanza, continuo a guardarlo negli occhi. Rossi i
suoi, pieni di lacrime i miei. Non riesco a rispondere, sono bloccata.
L'ha picchiato.. L'ha picchiato e me lo ha urlato in faccia. Senza
spiccicare parola e trattenendo le lacrime mi chiudo in camera. Non
l'ho mai visto così.. Non avrei mai voluto vederlo
così ed è solo colpa mia. Mi stendo sul letto e
abbraccio il cuscino, non riuscendo a trattenere le lacrime che
scendono abbondanti. Sento bussare alla porta ma non rispondo.
- Kath, sono io - la voce di James. Non urla più. Mi alzo e
metto una mano sulla porta, senza aprire.
- Okay, so che non mi aprirai mai ma so che mi stai sentendo. Io.. mi
voglio scusare per aver alzato la voce. Non avrei dovuto urlarti in
faccia - il suo tono ora è.. addirittura dolce. Appoggio la
mano sulla maniglia e sto per aprire quando sento di nuovo la sua voce.
- Ma questo.. non cambia le cose fra di noi, sia chiaro - il suo tono
è tornato freddo. Sposto la mano dalla maniglia come se
avessi preso la scossa. Resto contro la porta e una nuova lacrima mi
riga la guancia. Voglio andare via, via, lontano da qui.
@romina75 Non ti devi scusare perchè parli con la
protagonista XD Io il 98% delle volte ho gli scambi di
personalità :D Qui mi sono un pò divertita con
James .. Lei è proprio una cretina ma che ci vogliamo fare!
Mi fa piacere che continui a seguirmi! Spero ti piaccia anche questo
capitolo! Un bacione enormeeeee :D
Rak <3
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Capitolo 10 *** Broken ***
Chap 10 - Broken
Broken
Non esco di camera, neanche
quando mi arriva la voce
di Helèna che mi implora di uscire che James è
andato via. Sarei tanto voluta
uscire, abbracciarla, parlarle.. ma non ce l'ho fatta. Non appena sento
la
porta sbattere capisco che Andrea è uscita. Non si
è avvicinata alla mia
camera, non si è fatta sentire. Vorrei tanto sapere cosa le
è preso, cosa le
succede.. Perchè non è più la stessa.
Trovo Robert steso sulla poltrona con gli
occhi spalancati. Appena mi vede scatta in piedi e mi abbraccia.
- Come va? - mi sussurra.
- Meglio - Mento.
- Andrea è uscita - mi dice mentre andiamo in cucina per
prendere un caffè - e
mi ha detto di parlarti per capodanno -
Annuisco per fargli capire che lo sto ascoltando.
- Lei deve andare dai suoi cugini, Helèna ha detto che deve
stare con i suoi
genitori perchè a Natale non è tornata in America
-
- Sarah è in Inghilterra da Orlando, tu andrai alla festa a
casa di James e io
starò a casa alla Carrie Bradshaw – (*)
- A parte che alla fine Carrie andava da Miranda, ho deciso che tu
verrai con
me -
Lo guardo a bocca aperta mentre lui è intento a riempire due
tazzine. Si è
abituato al caffè italiano, oramai.
- Non accetto risposte negative -
- Non esiste proprio - diciamo in contemporanea.
- Kath, fidati di me -
- Non è che non mi fido di te - rispondo mentre metto da
mangiare a Romeo - è
che dopo tutto quello che è successo con James - vorrei
continuare ma sento che
sto per riprendere a piangere. Le Vuitton che ho sotto gli occhi
parlano da
sole. Sento le braccia di Robert stringersi attorno a me.
- Io so quello che prova James per te. E so quello che provi tu - mi
dice e lì
le lacrime iniziano a scendere davvero. Mi sciolgo dall'abbraccio e mi
volto
verso di lui.
- Rob, tu sai quello che provava prima. Ho fatto fin troppi casini per
farlo
rimanere della stessa idea - rispondo prima di uscire dalla porta e
chiudermi
in camera per l'ennesima volta.
Le suppliche di Robert durano anche il giorno successivo ma sono vane.
Poi
finalmente si arrende ma mi minaccia che per le otto devo essere
pronta. L'anno
sta finendo davvero di merda e vorrei rimanere chiusa in camera per
sempre.
Esco solo per mangiare un boccone e, neanche a dirlo, Andrea mi rivoge
a
malapena la parola. Ho la vita che va a puttane e dovrei anche andare a
fasteggiare l'anno nuovo? Cedo solo perchè non mi va di
sentire Robert
lamentarsi ancora. Quando esco dalla stanza trovo Rob in giacca e
cravatta con
il telecomando in mano. Lo smoking che gli ho fatto comprare gli sta
davvero
bene, lo ammetto. Tossisco e gli dico che sono pronta. Lui spegne il
televisore
e alza gli occhi su di me.
- Sei.. cavolo, Kath. Sei uno schianto - mi dice sorridendo e
tendendomi la
mano. In fondo non ho fatto niente di che. Ho tirato su i capelli e ho
infilato
un vestito che avevo comprato qualche mese fa, mai indossato. Nero, con
molta
fantasia, e corto sopra il ginocchio.. Abbastanza aderente. Mi sento a
mio
agio, vestita così. E spero che vada tutto per il meglio
stasera. In men che
non si dica siamo a casa Marsden, naturalmente in ritardo. La casa
è piena di
gente e mi fermo un attimo sulla porta. Rob mi prende per mano e mi
spinge ad
entrare e cercare James. Lo troviamo in mezzo alla sala, accanto a
quella che a
occhio e croce è Cameron Diaz o una sua copia esatta.
- Jay! - lo saluta Robert e si abbracciano. Vedo James sorridente e
già sto
meglio vedendolo così.
- Ciao - saluto timidamente e lui subito s'incupisce.
- Ah, ciao - risponde a voce bassa e poi chiede a Robert se
può parlargli da
solo. Mi guardo intorno spaesata, non conosco nessuno e non ho neanche
voglia
di conoscere nessuno. Cerco di non sentire la loro conversazione. Ma
sento che
gli chiede e non
riesco a trattenermi. Guadagno
la porta ma non appena oltrepasso l'uscita sento una mano sul mio
braccio.
- Kath, dove vai? - mi chiede ma sa già la risposta.
- Via - sussurro piangendo - Non mi vuole qui e io .. non ce la faccio
-
Mi aspetto che mi spinga a rimanere, che mi trascini a rientrare ma
prende le
chiavi e mi segue. Una volta a casa rientro in camera ma solo per
cambiarmi.
Stanotte non ho voglia di restare da sola.. Ho voglia di avere qualcuno
vicino.
Trovo Robert già in tuta sulla potrona con una vaschetta di
gelato in mano e
due cucchiai.
- Vieni qua - mi dice e corro ad accoccolarmi fra le sue braccia.
- Vediamo un film? - mi chiede.
- Quale? -
- Decidi tu. Qualcosa che non abbiamo mai visto -
Con molta fantasia, decidiamo di guardare la televisione
perchè non riusciamo a
metterci d'accordo. Mi trattengo dal piangere mentre mangio. Non mi
voleva, non
voleva che Robert mi portasse. Ma allora perchè mi ha detto
di fidarmi e
andare?
- Robert, posso piangere? - gli chiedo stupidamente con la voce
strozzata.
- Kath, non devi chiedermelo - a queste parole mi stringo ancora
più forte a
lui e inizio a piangere. Ho voglia di chiedergli cosa gli ha chiesto..
In che
tono gli ha detto quello parole. Perchè non mi perdona.
- Rob . . - riesco a dire fra le lacrime mentre lui mi accarezza i
capelli e mi
dà un bacio sulla fronte.
- lui.. - non riesco ad andare avanti ma so che lui capisce cosa voglio
sapere.
- Vuoi sapere cosa mi ha detto? - Non serve annuire.
- Mi ha chiesto perchè ti avevo portata.. Come ti avevo
convinta a venire. Mi
ha confessato che non ancora capiva se era pronto a - lo interrompo con
un
gesto della mano. Non voglio sentire nient'altro. Ho solo voglia di
piangere
stanotte, abbracciata al mio migliore amico. Pensando che la mia
migliore amica
mi odia per non so quale motivo, e l'uomo che amo mi odia
perchè sono una grandissima
stronza. Robert si interrompe e mi passa il cucchiaio. Sorrido e lo
ringrazio.
Fino a tre mesi fa lo commentavo in tv e ora sono a piangere fra le sue
braccia, accoccolati sul mio divano, la notte di San Silvestro. La vita
è
strana, ci potete scommettere. Poco dopo smetto di piangere ma il sonno
preme
sulle palpebre e mi addormento. Mi sveglio quando sento la porta
aprirsi, ma mi
accorgo che Robert è ancora accanto a me. Leggo sul lettore
DVD che sono le due
di notte. Chi diavolo è a quest'ora? Davanti a noi, Andrea
che rimane a
fissarci. Robert scatta subito in piedi, in contemporanea a me.
- Adesso Robert, non dirmi che non è come credo!
Perché l'evidenza non si nega!
-
Lui le va subito addosso scuotendo la testa.
- Ti dico che non è come credi perché non
è come credi! -
- Ma come fai a dire così tante cazzate! - tuona lei
scansandolo e venendo
verso di me.
- La stronza però sei tu - mi dice- è il mio
ragazzo, cazzo. Il MIO! - mi urla.
- Ma di cosa diavolo stai parlando? - riesco a dire. Come cazzo fa a
pensare una cosa del genere?
- Come di cosa diavolo sto parlando? Del fatto che ormai scopate come i
pazzi
voi due. Che sfruttate ogni momento per stare insieme .. che hai fatto
una cosa
del genere a tua sorella! - le sue parole mi tuonano in testa, mi
pugnalano.
Come fa a credere una cosa simile?
- Te lo dico perché non riuscivi a scegliere fra James e
Jack. Perchè sei
sempre stata innamorata di Robert.. da quando siete tornati da Roma. E
te ne
sei fregata del fatto che stesse con me .. me. Sempre dalla sua parte,
sempre a
difendere lui. Non riuscivi a sopportare di vedermi col ragazzo per cui
eri
persa vero? Talmente presa da Robert da non renderti neanche conto di
quanto
stava male quel povero James. Stronza! - urla. Sono livida per la
rabbia.. Non
può credere una cosa simile.. Ecco perchè era
cambiata così di punto in bianco.
- Andie io non so come fai a credere una cosa del genere. Fra me e
Robert.. -
- Fra te e Robert c'è amore, lo vedo. Il confine fra l'amore
e l'amicizia fra
un uomo e una donna è un confine sottile, gioia -
- Ma che cazzo di confine e confine? Robert è un amico e
basta. Che mi riesce a
capire con uno sguardo, è vero ma non c'è amore.
Non ho mai scopato con il tuo
ragazzo e non ci penso neanche. Sei mia sorella, cazzo come potrei! -
- L'hai sempre difeso! -
- L'ho difeso quando aveva ragione. Andie ma perché cerchi
in lui tutti i
difetti del mondo? Perché cerchi storie che non esistono?
Perché non provi ad
amarlo e basta? Non riesci a tenerti un ragazzo da quando hai lasciato
Ewan e
dai la colpa a me? - mi accorgo che sto urlando in faccia ad Andrea che
mi
fissa senza rispondere. Prendo la giacca appoggiata sul divano e vado
via,
scansando Robert che cerca di fermarmi. Esco in strada, fa freddo e io
sono con
il pigiama e le chiavi della macchina. Non so dove andare, poi mi
ricordo che
Helèna è a casa. Corro da lei a piedi e in
lacrime suono al campanello.
- Helèna - supplico sentendo la sua voce e poi il rumore dei
tacchi che
scendevano le scale.
- Tesoro - dice prima di venirmi ad abbracciare.
- Scusa ma.. Non sapevo dove andare e.. -
Mi zittisce e mi stringe più forte.
- Non ti devi scusare con me, mai - mi risponde mentre continuo a
sussultare
per i singhiozzi. Voglio che questa notte finisca al più
presto, non voglio,
non voglio tornare alla mia vita. Basta.
Mi sveglio di scatto. Forse un
brutto sogno, non mi
ricordo però mi rendo conto che sono in camera di
Helèna e lei è seduta ai
piedi del letto.
- Meglio? - mi chiede.
- Non lo so - rispondo mettendomi a sedere e passandomi una mano fra i
capelli
per toglierli da davanti agli occhi.
- Sono le due e venti -
- Di notte?? - le chiedo sconvolta, poi però mi rendo conto
che la luce del
sole filtra attraverso le tapparelle.
- No, giorno. Di là stanno mangiando. Vieni a prendere un
boccone? - la guardo
negli occhi. Le ho rovinato la giornata di capodanno, le sono saltata
in casa
in preda ad una crisi di pianto la notte di San Silvestro. Ecco cosa
sono,
Brava a combinare casini. Brava a incasinare la vita alla gente. Sono
un
disastro e basto. Ho incasinato la giornata a Helèna,
rovinato l'ultimo mese a
James per la troppa stupidità, distrutto la storia fra
Andrea e Robert. Un
soggiorno in Italia dai miei mi farà solo bene.
- Grazie di tutto Hel, davvero. Ma non disturberò un attimo
di più, torno a
casa - dico mettendomi in piedi.
- Almeno lasci che ti riaccompagni a casa - mi risponde.
- La riaccompagno io, tesoro - Marco si affaccia nella stanza con un
sorriso.
Ecco un altro al quale ho rovinato tutto. Questo poverino è
venuto a conoscere
la famiglia americana della ragazza e si è ritrovato a
riportare a casa la
migliore amica di lei dopo che ha passato la notte piangendo. Bene. Ho
già
detto che sono un disastro completo? Marco ci sventola le chiavi della
macchina
davanti agli occhi e lo ringrazio con un sorriso, poi abbraccio
Helèna.
- Grazie Hele.. Cioè, non dovevano andare così
queste giornate. Tu sei tornata
e doveva essere tutto maledettamente perfetto.. Invece è
andato tutto a puttane
- ecco che mi rimetto a piangere.
- Devi stare zitta quando dici queste scemate. Io sono qui .. Basta,
non conta
nient'altro. Chissà le volte che mi hai accolto tu in casa
tua piangendo..
Perciò, pensa solo a stare meglio -
- Devo.. parlare con Andie. Solo così starò
meglio.. Le devo chiedere scusa per
quello che le ho detto. Le devo far capire che si sbaglia su me e
Robert
-
Helèna mi dà un bacio sulla guancia e mi infonde
un pò di forza in più. Non
appena esco fuori casa trovo Marco già pronto e la macchina
accesa.
- Mettiamo l'indirizzo nel navigatore? - mi chiede in un inglese un
pò
trascinato.
- Possiamo parlare in italiano, se vuoi - gli dico
nel mio italiano
migliore - così io lo rispolvero un pò
e tu hai un pò di respiro - mi
risponde con un Grazie e con un sorriso. Restiamo per quasi tutto il
tragitto
in silenzio anche perchè non so cosa dire, sto cercando le
parole da dire ad
Andie una volta a casa. Mi fa male litigare con lei, un male fisico.
- Pensierosa? - mi chiede
- Abbastanza. Odio ritrovarmi in situazioni del genere -
- Senti, io non so nulla di quello che ti è successo.. Ma ti
stai.. posso dire
ditruggendo? Non eri così quando sei venuta in Inghilterra -
Colpita e
affondata. Da uno sconosciuto.
- Sai cosa mi hanno sempre detto? Che il protagonista della
mia vita dovevo
essere sempre io .. Non dovevo lasciarmi trascinare dagli eventi. E
tu.. non
credo che abbia fatto così -
Non sono stata protagonista, è vero. Come in quel
film con Jude Law..
L'Amore Non Va In Vacanza. Lei dopo aver visto film su film con donne
protagoniste finalmente capisce che deve prendere in mano le redini
della
propria vita. E allora un applauso a Kath che, come Iris, ha finlamente
capito
la radice di tutti i suoi errori.
- La protagonista della tua storia sei tu.. e solo tu -
Gli sorrido, mi ha praticamente aperto un mondo e sento che
lo sto
adorando. Sembra un pazzo con questi capelli bianchi sparati in testa..
Per non
parlare del fatto che è praticamente tisico. Ma mi sta
facendo dare una svolta
alla mia vita. Appena arriviamo sotto casa gli schiocco un bacio sulla
guancia
con tanto di <> dal cuore. Salgo le
scale a tre alla volta
pronta per parlare con Andie, che capirà.. Sì,
capirà tutta la verità.
- Robert -
- Katherine - diciamo in contemporanea. Davanti ai miei occhi non
c'è
propriamente la vista che mi aspettavo. Sulla mia porta di casa
c'è Robert,
seduto a terra e un attimo fa aveva anche le mano fra i capelli.
- Ho provato a chiamarti ma avevi lasciato il cellulare a casa. Io.. ho
provato
a fermarla -
- Provato a fermare chi? - gli chiedo mentre giro le chiavi nella toppa.
- Lei - mi dice e io spalanco la porta. La casa è a
soqquadro, cassetti tirati
fuori, vuoti. I suoi cassetti. Mi precipito nella sua camera e..
è andata via.
Non c'è più nulla di suo dentro questo
appartamento, niente. Le lacrime mi
salgono agli occhi per l'ennesima volta in questi giorni.. Non
può farmi
questo, non può.
- Appena sei andata via ha fatto le valigie. Ho provato a fermarla ma
mi sono
meritato una gomitata nello stomaco, un calcio alle palle e un morso -
mi dice
mentre continuo ad andare su e giù per la casa sperando di
sbagliarmi. Non c'è
neanche Romeo, la mia palla di pelo.
- Rob, non può aver creduto davvero ad una cosa del genere -
Andie, come? Non è più lei, la vecchia Andie non
è mai stata così insicura, non
avrebbe mai creduto che potessi fare una cosa simile. Mi ferisce solo
accusandomi.
- Okay. E' voluta andare via per una cazzata.. Tornerà
quando capirà tutto -
Kath, questo non è essere protagonista. Direbbe
Marco.
Lo so, ma forse sono troppo abituata a lasciare che gli altri scrivano
la
sceneggiatura per me. Io scrivo per gli altri. Non sono pronta ad
essere
protagonista, Marco.. Non ancora.
(*)
Carrie Bradshaw al film di Sex And The City. Che è davvero
meraviglioso!
Eccomi qua con un altro
capitoletto.. Siamo quasi alla fine, gente. Neanche fosse una
gravidanza XD Questo capitolo l'ho sudato, davvero. Spero vi piaccia ^
^ e mi scuso se aggiorno dopo tanto ma sono impegnata anche con
un'altra storia pubblicata qui. Mi farebbe piacere se leggeste anche
quella XD *massì, facciamoci pubblicità*
Grazie a voi che recensite ..
non sapete quanto mi fate contenta!
@romina75:
Tu avresti dovuto vedere i voli che ha fatto Eclipse contro il muro XD
e non ti devi giustificare se ti immedesimi nei personaggi,
io quando parlo e racconto la storia parlo della protagonista
in prima persona XD deformazione professionale ^^ Sono proprio contenta
che continui a sopportarmi e seguire questa storia .. siamo quasi
arrivate alla finee! Grazie per tutto ( :
@giuggiolina43:
Eiii! Mi hai fatto davvero dei complimenti meravigliosi, davvero! Ti
ringrazio tanto tanto e spero ti piacerà anche questo ^^ Un
bacio!
|
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Capitolo 11 *** Happy Ever After ***
last
Happy Ever
After.
Passo il resto della giornata a
mettere a posto il
caos.. Invito Robert a dormire comunque a casa. Non mi va di stare da
sola,
soprattutto in un momento del genere e non mi va di lasciare lui da
solo.
Neanche a dirlo ci siamo addormentati sulla poltrona come due scemi.
Apro gli
occhi che il lettore dice che sono le 11:13 di mattina, il televisore
è ancora
sui canali di cinema. C'è Kate Winslet con Jack Black che ..
no, non è
possibile. E' L'Amore Non Va In Vacanza e questa scena la so a memoria.
Sì, forse vuole dire qualcosa anche a me. Scanso il braccio
di Robert e mi
alzo. Non so dove sia Andie in questo momento ma la mia storia
può iniziare a
rimmettersi a posto anche da un altro punto all'ordine del giorno.
James.
- Dove stai andando? - mi chiede Robert ancora addormentato mentre
cerca di
mettere in ordine quell'ammasso di capelli che si trova in testa.
- Da James - dico decisa mentre mi chiudo in camera per cambiarmi. Da
oggi
inizia la mia vita, gente. Quest'anno la comando io la mia vita. Un
nano
secondo dopo sono fuori casa diretta verso casa Marsden, la nuova Kath
va a
riparare i casini che ha fatto la vecchia.
Busso come una furia contro la porta. Fà che sia a casa, ti
prego. Stringo il
pugno in tasca e tiro un forte respiro. Ce la posso fare, ce la posso
fare.
- Chi .. ah, sei tu - Rimango impalata sulla porta senza riuscire a
parlare,
con la rabbia che sale. Come può..
- Io non l'ho fatto davvero, tu sì invece, eh? -
Odio.
Queste le prime parole prima di voltarmi e correre verso l'uscita verso
la
macchina.
Rabbia. Corro, per quello che si può
correre, per tornare a casa. Senza
cintura, che mi arrestino pure. No, non è la persona che
conosco.. No. Delusione.
Rientro a casa come una furia.
- Già fatto? - sento rivolgermi la domanda da un Robert
ovviamente sconvolto.
- Ci ha pensato la stronza della tua ragazza a fare tutto - gli urlo.
- A fare cosa? - mi urla in faccia bloccandomi le mani davanti al volto.
- A farsi James. Era a casa sua - Robert mi lascia andare le braccia e
io ne
approfitto per gettarmi sul letto. In lacrime ancora una volta.
Non ci muoviamo di casa per tutto
il giorno, sembriamo
due zombie.. Morti. Feriti a morte, davvero. Nessuno ha il coraggio di
parlare,
di affrontare la questione. I nostri gesti sono meccanici, le parole
sono
poche. Solo la musica dallo stereo dà un'apparenza di vita.
Sono sicura di
quello che ho visto, c'era Andie sorridente su quella porta. Ma.. Forse
sto
cadendo nel suo stesso errore, forse sono comunque gli altri che
continuano a
guidare la mia vita. Basta, non ho voglia di pensare.
- No, non sta dormendo - a dire queste parole, che mi arrivano
ovattate, sono
Helèna e Robert, in contemporanea. Vedo lei che si affaccia
dalla porta e le
alzo la mano per farle capire che sono sveglia.
- Lo sospettavo, ti conosco troppo bene. E anche Robert a quanto pare -
dice
chiudendosi la porta alle spalle. Mi metto a sedere sul letto e le
faccio cenno
con la mano di venirsi a sedere accanto a me.
- Ho parlato con Robert e mi ha spiegato tutto.. ma lo vedo un
pò sbattuto..
apatico. Mica è sempre così? -
- Non è mai così - preciso. Tutta presa da quello
che mi sta succedendo non
sono neanche stata vicina a Rob che sta passando la stessa identica
situzione -
Robert è capace di chiudersi a riccio peggio di me. E tu sai
cosa significa -
le dico e mi risponde sorridendo. Nessuno mi conosce meglio di lei,
nessuno sa
guardarmi dentro come lei, nessuno mi capisce con un solo sguardo come
lei. Ci
hanno scambiato per sorelle, gemelle.. Siamo la prova che la telepatia
esiste.
- Hele, ce la farò mai a concludere qualcosa in questa vita
di merda? - le
chiedo.
- Non dire queste cose. Sei stata per troppo tempo un'ancora di
salvezza per
gli altri. Hai salvato me, hai salvato Sarah, Robert .. e anche Andie.
Hai
aiutato gli altri a scrivere le loro storie .. ma non credi sia
arrivata ora di
scrivere la tua? - Faccio per provare a rispondere ma mi interrompe con
un
gesto della mano - Lo so che ci hai provato andando a parlare con James
ma una
volta arrivata lì hai lasciato andare la penna.. Hai chiuso
il file appena
iniziato. La forza c'è .. la sento. Quella che deve tirarla
fuori sei tu -
Colpita e affondata un'altra volta. I futuri coniugi Castoldi, se mai
si sposeranno,
avranno successo anche comi terapisti di gruppo.
La forza c'è.. Devo tirarla fuori. Forza, Masters..
Forza.
- Stringimi la mano
più forte - La stretta si fa più
forte, quasi stritolante.
- Pronta per il capitolo 1? -
- Mai stata così pronta -
So che vi state chiedendo cosa diavolo stiamo facendo. Una volta che
Helèna è
andata via sono andata a parlare con Robert, gli ho raccontato della
chiacchierata con lei e ora.. Ora abbiamo deciso di vivere, davanti
alla porta
di casa Marsden.
- Entro prima io - mi dice e io mi nascondo dietro l'angolo. Lo sento
bussare,
la porta aprirsi e poi chiudersi. Adesso devo solo aspettare che mi
faccia
entrare e mi metto davanti alla porta fissando l'orologio. Mi rendo
conto che
sto per avere un attacco tachicardico per quanto sta battendo veloce il
cuore,
sono.. non so neanche io cosa sto provando. Voglio scrivere il primo
capitolo,
oggi. O almeno il prologo.
5 minuti.
10 minuti.
13 minuti.
Ma cosa diavolo stanno facendo? Avvicino l'orecchio alla porta e sento
il
tintinnio di due bicchieri che sbattono uno contro l'altro.
- Ma che.. - sussurro fra me e me mentre busso. Cazzo, forse non dovevo
bussare. Robert si fionda subito fuori.
- Scusa.. è che.. poi ti spiego, vado da Andie - dice mentre
mi dà un bacio
sulla fronte e scappa via. Mi giro e sulla porta trovo James, in tutto
il suo
splendore. Non sorride ma negli occhi non c'è rabbia.
Indossa un jeans, scalzo,
e un maglione a righe orizzontali blu e nere. Neanche a dirlo il blu
della
maglia mette in risalto il colore dei suoi occhi, quant'è
bello.
- Entra - mi sussurra e la porta si chiude dietro di me. Arrivo in
cucina e
scopro la fonte del tintinnio, due bottiglie di birra aperte
sul tavolo.
- Siediti - mi dice indicandomi una sedia. Non ho ancora detto una
parola da
quando sono arrivata ma ce ne sono troppe che vorrei dire.
- Io.. - diciamo insieme.
- No, James, parlo prima io - dico per zittirlo - Io.. sono stata una
stronza,
una grandissima stronza soprattutto nei tuoi confronti. Ammetto anche
di essere
stata stupida nel non accorgermi che fra me e te c'era qualcosa di
più, lo so -
e gli strappo un sorriso, che mi dà la forza di andare
avanti - Me ne sono
accorta troppo tardi, mentre Jack combinava solo casini. E poi, come
una
bambina, ho espresso un desiderio ad una stella, Evangeline,
chiedendole l'uomo
per me. Non capendo ancora che quello che avevo desiderato era sotto i
miei
occhi - Adesso ci stiamo guardando e.. i suoi occhi sono tornati quelli
del
vecchio James, con quella scintilla che è solo sua - Voglio
stare con te,
James. Io.. credo di amarti - dico tutto d'un fiato e sto meglio. Gli
ho detto
tutto. Lui si alza e mi abbraccia io mi sento rinascere stretta fra le
sue
braccia poi ci guardiamo, ci mettiamo a ridere e il bacio che nasce
è il più
bello che abbia mai ricevuto. Le nostre lingue si incatenano insieme
alle
nostre mani, nel più bel prologo mai esistito.
- E comunque credo che quella sera abbiamo visto lo stesso programma di
astronomia. Proprio non stava facendo niente in tv - mi viene da ridere
e lo
bacio di nuovo. Fosse per me non smetterei più. Lui mi
prende per i fianchi e
mi fa sedere sul tavolo.
- E il cazzotto che ho dato a Jack è stato qualcosa di
fantastico - Un altro
bacio.
- E la notte di Capodanno eri davvero bellissima, più del
solito - Un altro
bacio.
- E con Andie non c'è stato nulla - Un altro bacio prima di
sussurrare - Lo so
- L'ho sempre saputo.
Poi.. bè sapete cosa c'è poi. Potete immaginarlo.
E' la seconda volta che mi
sveglio in questa camera e stavolta non sarà come la
precedente anche se in
fatto di sesso è stato forse anche migliore. Sono appoggiata
al suo petto e
gioco con la sua tartaruga perfetta, la sua mano mi accarezza la
schiena nuda e
potrei rimanere in questo letto per l'eternità.
- Se hai intenzione di dirmi che è stata una cazzata,
ripensaci che credo che
dopo quello che abbiamo fatto potrei ucciderti - Rido e lo mordo sul
petto.
- E' stato fantastico, tutto - gli dico prima di mordergli il labbro
inferiore
e baciarlo. Mi metto sopra di lui e lo bacio un altro pò.
- Cazzo! - dico.
- E' qui sotto, Kath - mi risponde e mi metto a ridere mentre scendo
dal letto
e inizio a rivestirmi.
- Scemo, è che mi sono completamente dimenticata che devo
andare a parlare con
Andie -
Lo sento ridere mentre corro nell'altra stanza a prendere il resto dei
miei
vestiti. Dieci minuti siamo in macchina a ridere e scherzare mentre mi
riporta
a casa. Una volta arrivata però gelo.. Robert
avrà risolto tutto con lei? Come
andrà a finire? Poi guardo James.
- Andrà bene - mi sussurra mentre mi bacia.
- Sì -
Scendiamo dalla macchina e sulla porta di casa trovo Robert e Andie,
seduti a
terra che si baciano. Il prologo è andato bene ad entrambi a
quanto pare. James
tossisce ancora ridendo e loro si alzano di scatto.
- E' che.. non avevamo le chiavi - si scusa Robert venendomi incontro
con la
mano stesa - se ci fai entrare io e James togliamo
il disturbo. Io
e Andie volevamo venire da voi ma ..-
- Avete fatto bene - dice James che mi mette le mani in tasca e ne tira
fuori
le chiavi - Fa la brava - mi sussurra all'orecchio e mi bacia. Vedo
loro due
entrare e chiudersi la porta alle spalle. Adesso ci siamo solo io e
Andie.
- Ho.. buttato la chiave. In un tombino a Times Square, così
se mi veniva
voglia di tornare non potevo - mi dice e mi avvicino a lei - Ma non
avevo
capito che dovevo scusarmi con te per quello che ti ho detto. Ti ho
accusato di
un qualcosa di assurdo, di .. in cuor mio sapevo che non poteva essere
ma sono
stata accecata da.. forse troppa fortuna. Non credevo possibile che un
ragazzo
come Robert potesse stare con me e allora cercavo di trovare a lui ogni
difetto. Anche quelli che non ha. E .. me la sono presa con te quando
dovevo
solo esserti grata e.. - ma stavolta la interrompo.
- Non sei solo tu quella che deve chiedere scusa. Io ti hi detto cose
che.. non
penso che tu non riesca a tenerti un ragazzo dopo Ewan. Credo che .. in
questo
periodo ci sono stati fin troppi cambiamenti sconvolgenti che ci hanno
solo
scombussolato. Siamo sorelle, dobbiamo andare avanti. Pace? -
le chiedo
offrendole il mignolo. Stiamo per fare pace come quando eravamo
piccole.
Rimango a fissare la mia mano e vedo il suo mignolo incastrarsi al mio.
- Pace, sister - mi dice e l'abbraccio. L'abbraccio più
stritolante che abbia
mai ricevuto o dato. La porta si apre e Rob e James applaudono.
- Ce l'avete fatta, eh? - guardo quello che adesso è il MIO
uomo che mi fa
l'occhiolino e gli salto al collo.
- Brava la mia Kath -
- James.. e se ti dicessi che ti amo? - gli chiedo ancora stretta a lui
mentre
sento il suo cuore battere a sincrono con il mio, fortissimo.
- Ti direi, ripetimelo -
- Ti amo, James Marsden -
Lui mi sposta e punta i suoi occhi nei miei.
- Ti amo, Katherine Mastrers -
Che bel prologo, eh?
Finitooo!
Marò, una gravidanza ;)
Tutto è bene ciò che finisce bene, no? Siamo
arrivati
alla fine di questa storia e un pò mi dispiace anche ..
l'epilogo e poi sarà finita davvero! Grazie a chi
c'è
sempre stato, grazie a chi s'è perso, grazie a chi ha letto
solo
un rigo.
@romina75 come vedi, tutto
risolto ^^ Hai
guadagnato un posticino in paradiso a seguirmi sempre XD adesso
l'epiloguccio e poi c'est
finìììì! :(
un bacioo!
@giuggiolina43:
è troppo carinoooo *__* e qui sono carini tutti! Questo ti
piace? :)
Rak<3
|
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Capitolo 12 *** Epilogo ***
EpilogoTMLWKY
Epilogo
- Ma quanta panna ci hai messo?
- gli chiedo.
- Ci vuole! Vuoi che
diventi una pappa? - mi risponde Marco continuando a
girare il contenuto della padella.
- Volete parlare inglese? - risponde stizzita Helèna -
inizio a
masticarlo l'italiano ma se parlate così veloce non capisco
nulla -
Faccio l'occhiolino a Marco mentre vado ad aprire la porta di casa che
ormai è devastata da un'invasione barbarica.
- Orlandooo! - urlo una volta aperta e salto al collo di Mr Bloom che
mi sorride e mi dà un bacio sulla guancia.
- Auguri, Bellezza! - mi dice.
- Dov'è il mio amore? - gli chiedo.
- Il mio, vorrai dire -
- No, il mio. L'ho conosciuta prima io! - gli rispondo dandogli una
pacca sul braccio e mi trovo davanti Sarah.
- Honeeeey - mi urla e abbraccio anche lei, forte forte.
- Non puoi capire quanto sono contenta che tu sia qui - le sussurro
dopo averle dato un bacio.
- Io lo sono di più - mi risponde sorridendo - Auguri, Kath.
Ti voglio bene -
- Anche io, tesoro - e un altro abbraccio se lo merita prima di entrare
a casa. Andrea però aveva sentito le nostre urla e parte un
mega triplo abbraccio. Poi entriamo dentro e troviamo
Orlando e Robert che ridono e parlano. Che tripudio di splendore i miei
cicci, lasciatemelo dire.
- Rob, uomo di casa, fai tu le presentazioni? - gli chiedo.
- Mais oui, madame - mi risponde mandandomi un bacio mentre va a
prendere Helèna e Marco in cucina. Nel frattempo vado in
camera
a chiamare un altro invitato. Segreteria telefonica. Ma dove diavolo
è sparito?
Esco dalla camera e mi appoggio allo stipite della porta a guardare la
mia sala. Ci sono Helèna, Sarah e Andie.. Poi Marco, Robert
e
Orlando. Cosa posso volere di più? Da quando ho iniziato a
scrivere la mia vita è andato tutto per il meglio, devo
ammetterlo. Si è andato tutto risanando, con calma e oggi
festeggio finalmente il compleanno in santissima pace, con le persone
più importanti della mia vita.
- Ma qui manca qualcuno all'appello! - fa Orlando.
- Il bambino assente ha la segreteria telefonica -
- Gliel'hai detto che non poteva entrare alla seconda? -
- Sì - rispondo fra le risate e corro a parlare con loro.
Trovo
Sarah intenta a raccontare per l'ennesima volta, stavolta a Marco, la
consegna della mia sceneggiatura il mese scorso a Stroger.
- E' stata mitica, lui era a bocca aperta e il commissario fa
e Stroger era diventato violaceo e
Kath
tutte fiera risponde
guardando
Jack. Poi è partito l'esame vero e proprio.. Il commissario
è rimasto colpito e ha detto che non si scorderà
cos'
facilmente di lei -
- L'ha detto anche a te! - le dico.
- Sì, ma solo a noi due! -
So cosa vi state chiedendo. La storia da consegnare l'ho cambiata
all'ultimo, ho riscritto la mia.. Dal viaggio a Roma fino a quando i
pezzi sono tornati al loro posto. Il commissario è rimasto
colpito e Jack .. Bè, Jack è stato cacciato.
Ricordate
Chloe? A quanto pare non ero l'unica studentessa ad essere caduta nella
sua trappola e poi la mia sceneggiatura è stata anche una
specie
di ammissione nei suoi confronti.
Sento il rumore del campanello e scatto come una saetta verso la porta.
Finalmente è lui, lui. Il mio co protagonista.
- Auguri, Amore - mi dice e lo bacio prendendogli la testa fra le mani
mentre le sue scivolano sui suoi fianchi e mi stringono al suo corpo.
- Non è necessario concepire ora! - la voce di Robert arriva
chiara e mentre ridiamo, mano nella mano, andiamo in sala. Tra i vari
saluti ci mettiamo a mangiare.. Cena tutta rigorosamente italiana by me
e Marco.
Poi arrivano i regali, da Orlando e Sarah un bellissimo cordinato da
Tiffany. Sì, ci ho messo un pò a connettere dopo
aver
aperto la scatola. A dire il vero devo ancora riprendermi. Poi mi viene
incontro Marco con un bel pacco in mano. Sono davvero curiosa di sapere
di cosa si tratta. Nelle mani mi ritrovo un'edizione nera in pelle, con
le rilegature d'argento e una scritta "Il mondo come volontà
e
rappresentazione" Arthur Schopenhauer. E' davvero fantastico,
un'edizione praticamente introvabile.
- Grazie, grazie, Grazie - dico stringendomelo al petto.
- Ma non è finita qui - mi dice lei e mi dà in
mano un altro pacco.
- Questo è stato scelto dopo molte lotte, sappilo -
Lo sfilo dalla busta e mi trovo fra le mani un qualcosa di fantastico..
Un vinile di Sinatra, Strangers In The Night. Guardo Marco e capisco
che lui ci ha messo mano. Li abbraccio entrambi ringraziandoli dal
più profondo del cuore. Poi arriva quella pazza di Andrea
alla
Alice Cullen e mi mette in mano un pezzetto di carta con su scritto "
Ciao tesoro, qui Andie e Robert mentre speriamo che dormi ancor un
pò e non ci becchi a scrivere. Il nostro regalo.. Diciamo
che
tarderà e che avrà a che fare con la tua
sceneggiatura.
Ti adoriamo, Rob e Andie" Alzo il volto verso di loro.
- Ho passato la tua sceneggiatura all Hardwick e ne è
rimasta
entusiasta. Adesso dobbiamo pensare agli attori.. Io per il mio ruolo
pensavo a Johnny Depp - Sonoro schiaffo di Andie.
- Vola basso, ciccio - le dice e poi mi sorride.
- Vi amo, amori miei - dico e li abbraccio insieme. Li adoro, davvero.
- Ma il regalo non finisce qui - e Robert tira fuori un Mac. Portatile.
- Così potrai scrivere il continuo.. e poi mille altri. Fino
all'oscar - e mi abbracciano.
Poi arriva il turno di James con una scatoletta che dovrebbe essere o
un libro o un dvd, a occhio e croce. Lo scarto velocemente e trovo il
dvd de La Principessa e Il Ranocchio con un biglietto attaccato sopra
Alzo gli occhi verso di lui e lo
vedo
sorridere. Apro con delicatezza e trovo dentro due biglietti aerei
*Parigi*. Partenza, domani mattina.
- Ma.. -
- No, Kath devi dire -
- Sì, vado a praparare la valigia - gli urlo nell'orecchio
mentre gli salto al collo. E' il mio uomo e lo amo ogni attimo di
più. Mi guardo intorno, se ora sono serena lo devo ad ogni
singola persona presente dentro questa casa. E adesso ho capito tutta
la verità.. Devo essere la protagonista ma devo stare a
sentire
i miei co protagonisti.. Perchè sono le persone attorno che
aiutano a costruire passo dopo passo la propria vita. Le scelte sono
nostre ma senza questi angeli forse non avrei saputo farle.
Un Parto quasi, ma ce
l'ho fatta. Non importa come, ma è finita. Il mio
secondogenito *__*
Che dire? Grazie a chiunque ha letto solo una riga, a quelli che
l'hanno messa fra le preferite - PAZZI - e chi fra le seguite. Le sante
che mi hanno letto fino alla fine (Pochi ma buoni, no?).
Vi adoro, troppo tanto! Ma tanto non vi libererete troppo facilmente di
me XD
sarè:
Eccola, una delle
sante donne. Ti sto ringraziando dovunque ma non mi
stancherò
mai di farlo, credo. Grazie per tutto quello che hai fatto per me, che
fai ogni giorno e che farai ancora. Ti voglio Bene. Ma un bene che non
si può esprimere! <3 Un abbraccio, amore.
romina75:
Adesso è la
fine davvero, tutto è bene quel che finisce bene, no? Mi
auguro
ti sia piaciuto quest'epilogo :) Grazie anche a te!
Detto ciò, mi ritiro in silenzio stampa. Ancora Graziiieeeee
:D
Vostra, Rak ;)
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