Death Note: L's Heir

di Terry17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione - 5 novembre 2004 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Kyrie Jordan ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: L'erede di L ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Wammy's House ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Informazioni ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Lo Shinigami ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Arrivo in Giappone ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Famiglia ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: In Memoriam ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Copertura ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Delitto e Castigo ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Relazioni e Reazioni ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Rivelazioni ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Discendenza ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Imprevisto ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Fatalità ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: Ricordi ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: Era mio padre... ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: Dark L ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19: Sostegno ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20: Gratitudine ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21: Indagini ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22: Ronde ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23: Relatività ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24: Fuoco ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25: Verità di una madre ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26: Dubbi ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27: Ultima Lettera ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28: Preparativi ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29: Conflitto Finale ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30: Rinascita ***



Capitolo 1
*** Introduzione - 5 novembre 2004 ***


5 Novembre 2004...


...da qualche parte in Giappone un giovane uomo alto e allampanato avvolti in abiti di almeno un paio di taglie più grandi e i cui occhi erano circondati da preoccupanti occhiaie, avanza verso le persone che lo stanno aiutando in quello che si sta rivelando essere il caso più complicato della sua vita. Al suo passaggio li ignora, quasi come se non esistessero. Si siede nel solito modo in cui è abituato, e spiega il suo piano per incastrare Kira giocherellando con un cucchiaino da tè, come se stesse parlando dei risultati dell'ennesima partita di calcio...


...da qualche parte in America una bambina molto pallida e vestita di nero avanza verso i suoi compagni di scuola che la attendono, festosi e felici come solo i bambini sanno essere. La bambina li guarda, chiedendosi come possano essere così felici mentre lei si sente così malinconica nel giorno del suo settimo compleanno. Si avvicina all'enorme torta di frutta, senza un sorriso, né una parola, vi si mette davanti, in attesa che il direttore dell'orfantrofio accenda le candeline...



...sa che il suo piano potrebbe portare alla cattura di Kira, e l'allarme che sente suonare subito dopo aver rivelato i suoi progetti glielo conferma. È il segnale: il suo collaboratore è appena morto, solo perché lui si è avvicinato troppo alla verità. E sa già che fra pochi secondi lo raggiungerà...


...i bambini cominciarono a cantare "Happy birthday to you..." con un tono che la strana ragazzina trova più simile a una marcia funebre che a una canzoncina gioiosa. Il direttore dell'orfanotrofio posiziona le sette candeline sulla torta della piccola...




...cerca di avvisare le persone che sono con lui del pericolo imminente, ma è troppo tardi: il suo cuore si è appena fermato.


...la bambina guarda le candeline ed esprime un desiderio che nel profondo sa già che non verrà mai realizzato: guarda le candeline e le spegne con un soffio.




La bambina non sapeva che l'ultima persona che le era rimasta era appena morta dall'altra parte del mondo. Morta cercando di difendere la Giustizia
La bambina ancora non sapeva che altre persone avrebbero fatto la stessa fine di L
La bambina ancora non sapeva di poter diventare lei stessa una pedina della scacchiera
La bambina non conosceva ancora la sua storia
Non sapeva di essere parte del gioco





***



Angolo dell'Autrice: è la mia prima fan-fiction (e credo che si veda...). Non so come fare per modificare il testo, quindi dovrete accontentarvi della scrittura di default. Spero che la storia vi prenda almeno un pochino e che vogliate farmi il piacere di commentarla. Ciao dalla vostra Terry!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Kyrie Jordan ***


Era il 17 ottobre 2014. Il taxi giallo sfrecciava lungo le strade di Manhattan, seguendo le indicazioni del passeggero che chiedeva costantemente quanto mancasse all'arrivo alla meta.
-Chi è il conducente fra noi due? Io. Quindi lei si sieda e mi lasci guidare in pace.- urlò l'autista esasperato al passeggero, un uomo di una certa età vestito elegantemente.
-Signore, lei non capisce che dobbiamo arrivare lì al più presto: è una questione di vita o di morte.-
L'autista sghignazzò. -Ormai tutto è una questione di vita o di morte: basta solo fare un piccolo errore, come un paio di chilometri sopra il livello di velocità indicato, o uscire di casa dopo la mezzanotte... una volta non era così. Da quando Kira ha affermato la sua supremazia su L e la polizia questo mondo è andato a scatafasci.- l'autista scosse la testa - Se lo avessero fermato quel giorno, durante quell'incontro segreto alla Yellow Box, probabilmente non sarebbe arrivato a questo punto. Pensa che mio cugino e un suo amico sono stati quasi giustiziati solo perché sono tornati a casa un paio di minuti dopo il coprifuoco. Roba da matti.-
-Capisco...- mormorò l'uomo chiamato Roger Ruvie. Lui riusciva a capirlo: quell'autista era solo uno dei tanti insoddisfatti dal regime istaurato da Kira negli ultimi quattro anni.
Kira dapprima si era limitato solo a punire i criminali che la legge non era riuscita a perseguire; poi era passato ai criminali minori, che per la maggior parte erano solo poveri disperati che non riuscivano a trovare lavoro; poi cominciò a punire chi lavorava in nero e coloro che evadevano le tasse. Nessuno si era lamentato, finché non aveva emesso le leggi sul suo "mondo perfetto", come lo aveva chiamato quando le propagò attraverso il suo messaggero via TV: e ora nessuno può più girare per le strade dopo una certa ora, e con questa impose molte altre leggi assurdamente rigide... e per chi contravveniva questi divieti esistevano due alternative: o un periodo in carcere (pena normalmente riservata agli incensurati), o la morte.
Ovviamente Roger non poteva dire a quell'umile autista di taxi americano che lui stava cercando quella che, secondo la teoria della lettera che aveva trovato fra gli scatoloni contenenti le cose che una volta appartenevano al più grande detective del mondo, poteva essere l'unica persona al mondo in grado di fermare Kira.
-Siamo arrivati.- disse l'autista indicando l'edifico di mattoni bianchi, meta indicata da Roger -Fanno ventisette dollari.-
Roger tirò fuori due banconote da venti dollari. -Tenga pure il resto, signore.-
-Grazie mille!- esultò l'autista, evidentemente non molto abituato a ricevere più di dieci dollari di mancia. -Senta,- mormorò con un tono di voce appena udibile -non dirà a nessuno quello che ci siamo detti, signor Watari?-
-Stia tranquillo, sarò una tomba- assicurò Roger al tassista prima che questo tornasse nel cuore della Grande Mela per svolgere il suo lavoro.
Roger entrò nell'edificio e dopo aver fatto un paio di domande ad un inserviente trovò la segreteria dell'orfanotrofio.
-Salve, sono Quillsh Watari, e vorrei sapere se la signorina Kyrie Jordan ha alloggiato in questa struttura per un periodo di tempo- chiese con la gentilezza tipica degli inglesi.
La donna armeggiò per un minuto al computer, prima di rispondere -Sì, certo. Ha alloggiato qui per un mese nel 1997.-
Roger si sentì sollevato. Aveva trovato la persona che sapeva dove si trovasse la persona il cui QI probabilmente eguagliava quello di L. -E saprebbe dirmi dove posso trovarla?- chiese speranzoso.
La donna gli rivolse un sorrisino triste e gli fece cenno di seguirlo. Roger fu condotto al giardino sul retro dell'orfanotrofio, dove vi erano allineate numerose tombe. Si fermarono davanti a quella che recitava:

Kyrie Jordan N:21/08/1979 - M:05/11/1997

Roger fissò la tomba di Kyrie al massimo dello sbalordimento. Aveva solo diciotto anni...
-Di cosa è morta?- chiese con voce tremante.
-Parto.- rispose -Era incinta quando arrivò qui. Ed era malata quando arrivò il momento di partorire. Sopravvisse solo il tempo necessario per dare un nome a sua figlia.-
Roger fissò la donna sempre più confuso. -Che nome ha dato a sua figlia?-
-Rue Lawliet.- disse.
Roger sbiancò. Lawliet... come quel L Lawliet?!
-Il cognome...?-
-Disse che la figlia meritava di avere almeno il nome di suo padre.- spiegò la donna.
-E...- in quel momento Roger capì. Che L fosse a conoscenza dell'esistenza di sua figlia? Che quella lettera parlasse proprio di lei? -Dov'è ora la ragazza?-
-Stanza 317.- disse la donna -Non ha mai lasciato l'istituto.-
Roger rientrò nell'edificio di mattoni e seguì le indicazioni che lo portarono davanti alla porta di una stanza del secondo piano da cui proveniva la musica di un pianoforte. Bussò.
-Avanti- disse una voce femminile stranamente piatta.
Roger aprì la porta e rimase basito alla vista della stanza. Era tutto, tranne che la camera da letto di una ragazza di quasi diciassette anni: vi erano solo un letto, una tastiera elettronica, una libreria e una scrivania. Dalla poca luce che filtrava dalle persiane abbassate si vedeva che sulle pareti della stanza non vi erano appese decorazioni di alcun genere. Si vedeva la posizione della giovane occupante della stanza solo perché il suo volto era illuminato dalla luce di un notebook che era adagiato a terra. La ragazza alzò la persiana tirando una corda al suo fianco e finalmente Roger poté vederla: la ragazza era più pallida della media, e la sua massa di capelli neri leggermente arruffati, lunghi fino a metà schiena che formavano uno strano ciuffo sugli occhi e i suoi largi abiti dai colori scuri che andavano dal nero al blu scuro non facevano che accentuare quel difetto. Ma la cosa che lo sconvolse di più erano gli occhi: tanto scuri da sembrare neri, circondati da lievi occhiaie, sicuramente meno evidenti di quelle di L, ma comunque marcate. Quando la vide nel complesso non ebbe più dubbi sulla paternità della ragazza.
Sulla mia paternità.
-Sono... sono Quillsh Watari. E mi risulta che lei sia... la signorina Lawliet.- farfugliò.
Fissai lo sconosciuto che era appena entrato in camera mia per abbattersi come un tornado sulla mia vita chiedendomi perché cercasse proprio me.
-L'hanno ben informata.- gli dissi –Sono proprio Rue Lawliet- mi presentai.


***


Angolo dell'Autrice: e con questo capitolo la storia ha ufficialmente inizio! sicuramente ve lo sarete aspettato: la stori si intitola L's Heir ed "erede"="figlio" (o, in questo caso, "figlia"). ora se non altro sapete chi è la bambina che "festeggia" il compleanno mentre Rem uccide L. ditemi cosa ne pensate; anche chi legge e basta è benvenuto. Ciao da Terry17
PS: questa storia è stata concepita dopo che le mie orecchie hanno fatto il pieno di "L's theme A", (da qui parte il talento naturale di Rue per il pianoforte), quindi, anche se non è obbligatorio, sarebbe carino metterlo come sottofondo musicale di questa storia. Grazie per l'attenzione.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: L'erede di L ***


Roger continuava a fissarmi come se avesse appena visto un fantasma. E non gli si poteva dare torto: aveva appena scoperto che in un anonimo orfanotrofio newyorkese era rimasta nascosta, per la bellezza di quasi diciassette anni, l'unica figlia del più grande detective del mondo. E si chiedeva cosa sapesse di preciso la ragazza di fronte a lui delle sue origini.
-Perché non si accomoda?- gli chiesi indicandogli l'unica sedia presente nella stanza.
L'uomo fissò prima me, ancora in piedi di fronte alla finestra appena aperta, e poi la sedia accanto alla scrivania.
-Forse dovresti sederti tu sulla sedia. In fin dei conti è camera tua.- mi rispose, sorpreso che una ragazza della mia età gli chiedesse di accomodarsi così gentilmente.
-È meglio che si sieda lei. Tanto io uso raramente le sedie, preferisco sedermi per terra. E poi, fra noi due, credo che tu ne abbia più bisogno.- dissi sedendomi per terra con le gambe incrociate.
L'uomo si rassegnò e si sedette sulla sedia. -Allora, signorina Law...-
-Rue, per favore. Non mi piacciono molto le formalità. Anzi, gradirei molto che ci dessimo del tu. Che ne dici se ti chiamo semplicemente Watari e tu mi chiami semplicemente Rue? Se non le crea problemi, ovviamente.- dissi. Solo in quel momento Watari notò un dettaglio che sarebbe sfuggito a molti, ma non al direttore della Wammy's House.
-Puoi chiamarmi come vuoi, ma dal canto mio non posso garantirti niente. Però, Rue, mi chiedevo perché mi hai dato subito del lei se tu stessa odi le formalità.-
-E mi chiedi il perché?- chiesi alzando il ginocchio sinistro portandolo all'altezza del petto e tenendo la gamba destra ancora incrociata. -Credevo che voi inglesi foste abituati alle formalità, specialmente i più anziani come te. Senza offesa. Però ho notato che quando ti ho detto di accomodarti mi hai dato del tu e questo mi porta a pensare che hai molto a che fare con i ragazzi della mia età, e questo vuol dire che lavori con i giovani, i bambini e gli adolescenti in particolare, e che quindi ti sei abituato ad usare un linguaggio più colloquiale per farli sentire a loro agio; direi che sei il direttore di un collegio o un orfanotrofio, un insegnate al massimo, ma la tua età, che sicuramente supera i settant'anni, mi porta a pensare alla prima ipotesi. Correggimi se sbaglio.-
Guardai l'uomo davanti a me: come tutti quelli che almeno una volta nella vita hanno parlato con me era rimasto a bocca aperta. Avevo visto giusto.
-Complimenti Rue, sei molto sveglia. Ed è di questo che volevo appunto parlarti.-
-Sentiamo: cosa vorrebbe il direttore di un qualche istituto inglese da un'umile pianista come me?-
Sì, era così che mi definivo all'epoca: un'umile pianista. Avevo solo due amici: un notebook che mi era stato regalato da una persona che non aveva voluto dare la sua identità per il mio quinto compleanno (e che, incredibilmente, dopo quasi dodici anni era ancora perfettamente funzionante) e la mia tastiera elettronica. E la mia vita sociale si limitava solo alla tomba di mia madre. Tutto quello che sapevo di lei erano il suo nome, la data della sua nascita e quella della sua morte. Forse è per il senso di colpa di aver posto fine alla sua vita con la mia nascita che preferivo l'oscurità e l'anonimato di una stanza buia alla luce del sole.
Watari si schiarì la voce -Sono il direttore di un istituto per bambini orfani superdotati chiamato Wammy's House. Secondo...- Roger si bloccò. Non poteva dirmi della lettera di mio padre oppure, molto probabilmente, mi sarei rifiutata di ascoltarlo. Certo, sapere di essere un probabile genio da una lettera in cui mio padre diceva a mia madre di stargli lontano dopo aver saputo che lei era incinta di suo figlio non è proprio il massimo. -...Secondo un documento che è stato trovato di recente, tu eri stata selezionata per un test d'ammissione, ma la lettera che ti era stata inviata è andata persa.- Annuii, ascoltando attentamente ogni parola del suo discorso. L'esitazione con cui aveva parlato del documento che provava la mia ammissione mi disse che c'era dell'altro, ma decisi di non indagare. Per il momento... perché non potevo permettere a una persona qualunque di scoprire il mio segreto.
-Comunque, vorrei vedere se saresti stata ammessa alla Wammy's House. E l'unico modo per saperlo è farti fare questo quiz.- disse tirando fuori da una tasca dell'impermeabile che indossava una busta in cellophan che conteneva numerosi fogli con su scritte domande di ogni tipologia su ogni argomento.
-Chiamami quando hai completato. Se hai bisogno di appuntarti i calcoli più complicati ci sono dei fogli insieme al test.-
Annuii leggermente mentre contemplavo le domande. Sarebbero state difficili, per non dire quasi impossibili per chiunque. Ma io non ero chiunque. Solo che ancora non lo sapevo.

°°°

Finii il test appena in tempo per l'ora di pranzo. Uscii dalla stanza, consegnai i fogli a Watari e andai a mangiare in quell'avvelenatoio che il direttore e gli inservienti cercavano di spacciare per una mensa. Il guaio era che avevo lasciato il mio computer acceso e che non avevo detto a Watari dove fossi.
Infatti, dopo una decina di minuti Watari entrò nella mia stanza e vide il mio computer, ancora appoggiato a terra. Lo sollevò, pensando a tutte le volte che i ragazzini lasciavano i loro computer per terra alla Wammy's House, e così lesse il contenuto del file a cui stavo lavorando poco prima che lui arrivasse.
E nel momento rientrai in camera e lo vidi armeggiare al computer capii di essere stata scoperta. Roger mi guardò sconcertato, pallido in volto.
-Impossibile...- farfugliò.
-Lo è invece... è solo un hobby. Uno stupido hobby, anche se so che rubare informazioni dai database è illegale, ma...-
-È strabiliante. Tu, tutta sola...- Watari sospirò, cercando di ritrovare un contegno, mentre io attendevo di sapere il mio fato.
-Rue, oggi tu hai totalizzato il punteggio più alto che sia mai stato raggiunto al test d'ingresso alla Wammy's House. Solo uno studente prima di te aveva raggiunto questo risultato. Sappi che quello studente era L, colui che il mondo ha conosciuto come il più grande detective del mondo. Finché Kira non lo uccise quel giorno di tanti anni fa.-
-Addirittura?- chiesi, completamente folgorata da quella rivelazione.
-E ora, dopo quello che ho visto sul tuo computer, so che sei tu la persona più adatta per diventare il nuovo successore di L.-
-Successore di L? Ma di cosa stai parlando?- non ci capivo più niente: credevo che si sarebbe messo a urlare che mi avrebbe denunciato alle autorità, e che avrebbe fatto distruggere il mio computer. Perché invece era così calmo?
-Devi sapere una cosa Rue: L non morì il 28 gennaio di quattro anni fa, come il mondo crede; il corpo che fu ritrovato a Yellow Box apparteneva a uno dei due ragazzi che erano stati selezionati da L in persona come i più idonei per essere il suo successore. Quel ragazzo si chiamava Nate River, soprannominato Near secondo la regola della Wammy's House che garantisce tuttora l'incolumità dei suoi allievi. Il vero L morì il 5 novembre di dieci anni fa insieme al primo Watari, dopo aver scoperto il metodo usato da Kira per uccidere le sue vittime...-
-Il Death Note- dissi quasi senza accorgermene.
Watari annuì e continuò la sua spiegazione come se io non lo avessi mai interrotto. -Dopo aver trovato quei documenti che attestavano la tua esistenza decisi di venirti a cercare. Sono qui per farti una proposta, Rue. Sarà sconvolgente in ogni caso, quindi non userò giri di parole inutili. Vuoi diventare il nuovo L e indagare ufficialmente al caso Kira?-
Ebbene sì, quello era il segreto che custodiva il mio computer: vi erano contenuti dei database segreti che tutto il mondo credeva fossero perduti per sempre. Ma in realtà un giorno una ragazzina di appena undici anni trovò un'e-mail che conteneva quei dati. Il mittente era anonimo. Ancora non sapevo perché quei dati fossero giunti proprio a me, ma una cosa la sapevo: da allora il caso Kira aveva preso tutto il mio interesse. E dopo quei lunghi anni passati a prelevare informazioni sul caso Kira dagli archivi della polizia e dai forum che lo riguardavano ero diventata probabilmente l'unica persona al mondo che avrebbe potuto catturarlo.
Avevo sempre disapprovato quell'operato che Kira sosteneva fosse per il bene del genere umano. La verità era che Kira era solo un ragazzino infantile che giocava a fare Dio, con le sue regole e le sue leggi, la cui minima contravvenzione era punita con la morte. Fin dal primo momento in cui sentii parlare di Kira mi venne in mente una domanda: che razza di Dio è un Dio incapace di perdonare?
E quella domanda che mi ero sempre posta dettò la mia risposta.
-Sì, Watari.- risposi -Accetto. Diventerò il nuovo successore di L. E giuro fin da ora che farò qualunque cosa per assicurare Kira alla giustizia.-


***


Angolo dell'Autrice: e fuori 3! già da ora si può vedere che la nostra Rue è proprio figlia di suo padre. Vi sto risparmiando i misteri solo perché siamo ancora all'inizio, ma gà dal prossimo capitolo compariranno le "spalle" (e che spalle! XD); poi arriveranno Light e Co. e la festa avrà ufficialmente inizio (domanda: se Light e Co. sono ancora vivi secondo voi cosa staranno facendo -a parte i bravi Kira?- XD) Grazie ad Amimy, che mi ha messa fra i preferiti e TheDarkWisher che mi ha messa fra le seguite. Spero di non deludervi

Rispota alle Recensioni:
TheDarkWisher: OHMIODIOCHEONOREEEEE! grazie per l'aiuto, ma ora che ho capito come si modificano i caratteri non ne ho più bisogno (ho un computer abbastanza incasinato, non voglio rischiare). se qualcuno ha problemi può sempre zoommare la pagina (funzione di quel rettangolino in basso a destra. funziona, parola!) ed ora passiamo alla risposta vera e propria: è incredibile che sia stata proprio tu la prima a commentare, perché la tua è stata la prima storia dedicata a Death Note che ho letto sul sito (quindi non ti stupire se sei fra i miei preferiti e le seguite!) ebbene, sappi che per ora non ci sono misteri: Rue è figlia di L, ed ha cominciato a lavorare in segreto al caso Kira fin da giovanissima, e anche lei, da brava "Wammy's girl in trasferta" ha le sue stranezze (come sedersi tenendo la gamba destra incrociata sotto la sinistra, o le sue "manie alimentari" che, vi avverto non riguardano i dolci: è la figlia di L, non il suo clone al femminile e voglio che questo sia chiaro). Spero che la storia ti piaccia, nei limiti del possibile (perché la mia è solo lo sclero di una psicopatica, la tua merita di essere inserita come extra nel 13°volume di Death Note)

ciao a tutti e a presto da Terry17!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Wammy's House ***


Lasciai l'orfanotrofio due giorni dopo l'arrivo di Watari, il tempo di prelevare i miei pochi averi e sbrigare tutte le faccende burocratiche. Per giustificare la mia adozione a quasi 17 anni Watari finse di essere un vecchio zio di mia madre che non aveva mai smesso di cercarla e che dopo aver scoperto la mia esistenza aveva deciso di prendersi cura di me in quanto unico parente biologico ancora in vita.
Personalmente la separazione dai miei compagni non fu dolorosa: non ci eravamo mai rivolti la parola, a meno che non fosse strettamente necessario, e le mie stranezze li avevano incoraggiati a cercare di avere a che fare con me il meno possibile. Già, oltre a vestirmi sempre con larghi abiti neri che insieme agli occhi e ai capelli mi facevano sembrare una mezza svitata, a volte manifestavo dei comportamenti ossessivi che infastidivano gli altri. Ad esempio, mi sedevo solo mettendo la gamba destra sotto la sinistra, posizione estremamente sconveniente per chi usa una sedia: infatti, non raramente mi alzavo con la gamba destra completamente addormentata che mi costringeva a muovermi zoppicando o appoggiandomi a qualunque cosa per non cadere per almeno un minuto.
Però, la cosa che gli altri trovavano più inquietante era la mia alimentazione. Infatti, se chiedeste ad uno qualunque dei miei ex compagni di orfanotrofio qual'era il mio cibo preferito vi guarderebbero in modo strano prima di darvi come risposta: lei non ha mai mangiato un cibo solido in tutta la sua vita.
Ovviamente non era del tutto vero; ovviamente mangiavo quando avevo fame, ma ciò capitava solo il giorno tra le quattro e le cinque del pomeriggio e la notte tra le undici e le due, e solo allora mangiavo. Un panino, un pezzo di pizza, uno snack... bastava davvero poco per compensare il mio anormale appetito. Forse ciò era dovuto al fatto che per il resto giornata bevevo solo succhi di frutta multivitaminici come se fossi dispersa nel Sahara sotto il cocente sole di mezzogiorno. Forse sono stati loro a salvarmi dalla denutrizione che normalmente avrebbe dato la mia dieta, ma cosa potevo farci se non avevo fame?
Parlai della mia "dieta" a Watari e lui scoppiò a ridere.
-Si vede proprio che sei la figlia di Kyrie- mi rispose. Scoprii così che mia madre non aveva mangiato nient'altro che frutta e verdura in vita sua. Di cos'altro poteva nutrirsi la sua unica figlia se non molti succhi di frutta multivitamici (anche se comunque pieni di zuccheri)?
-Comunque non sei la sola, tutti nel posto dove stiamo andando hanno una dieta particolare e delle abitudini strane.- mi rassicurò Watari -Forse fra i ragazzi che ti seguiranno nella tua impresa riuscirai a trovarti un amico.-
Sbuffai. Watari non sapeva di stare scherzando col fuoco: non avevo mai avuto in rapporto amichevole con un altro essere umano, o almeno non con un essere umano vivo. In quel momento ripensai alla separazione da mia madre; ai tempi dell'orfanotrofio se non mi trovavo nella mia stanza, era perché ero andata a trovare mia madre. Mi sarebbe tanto piaciuto conoscerla. A volte, quando ero bambina, immaginavo che lei fosse ancora viva e che il mio papà venisse a cercarci un giorno per non lasciarci più e per vivere insieme come una famiglia; ma erano solo le fantasie di una bambina. Mio padre non venne mai a cercarci. E dopo aver passato a tutti i momenti della mia infanzia passati su quella lapide, vi lasciai sopra una pietra bianca, l'ennesima: lo facevo perché l'infermiera dell'orfanotrofio mi aveva detto che mia madre amava i fiori, ma odiava che venissero strappati. Quindi, per evitare di strappare i fiori, lasciavo una piccola pietra bianca come segno del mio passaggio. È comunque il pensiero che conta, no?
-Siamo arrivati, Rue. Questa è la Wammy's House- disse Watari indicandomi l'imponente edificio antico oltre al cancello.
-Sembra una piccola cattedrale...- dissi notando la torre sul tetto da cui si propagava il suono della campana che annunciava le dieci.
-Infatti quella è una cattedrale. Quillsh Wammy la fece edificare personalmente.- spiegò Watari -La Wammy's House vera e propria è quella là dietro- disse indicando un edificio ancora più grande proprio dietro alla cattedrale.
Proprio quando entrammo si sentì la vocina di un bambino.
-È tornato Roger!-
In meno di 3 secondi il mio accompagnatore fu assediato da almeno una cinquantina di ragazzini di età compresa dai 5 ai 13 anni, mentre i più grandi guardavano in disparte.
-Lasciatemi subito piccole pes... Voglio dire, anch'io sono felice di vedervi bambini, ma sarebbe meglio che mi lasciate andare, così posso mostrare la struttura alla nostra ospite.-
I bambini si voltarono a guardarmi e io alzai la mano in segno di saluto. Forse intimoriti dal mio aspetto strano lasciarono andare Watari.
-E così il tuo vero nome è Roger...- mormorai.
-Tutti qui hanno un nome falso per proteggere la loro incolumità. Ora che sei una di noi dovresti trovartene uno anche tu.-
Storsi il naso. Non volevo cambiare nome. Era l'unica cosa che mia madre mi aveva lasciato, basandosi sul nome di mio padre. Avevo fatto delle ricerche e avevo scoperto che in Giappone "Rue" è un nome usato al maschile, un pò come "Ester", nome tipicamente femminile, è maschile in sud America. Ciò significava o che mio padre era giapponese, o lo che lo era almeno in parte, poiché il cognome "Lawliet" non suggeriva origini nipponiche.
-Posso tenermi il mio nome?- chiesi, speranzosa.
Roger fece spallucce -Se proprio ti piace puoi tenertelo e usare solo l'iniziale. Però dovresti almeno cambiare il cognome, per precauzione. È di Kira che stiamo parlando.-
Annuii. Sapevo già che cognome usare.
-D'accordo. Per tutti sarò Rue Jordan fino alla fine del caso Kira.- dissi.
Watari si fermò davanti a una porta. "Vietato l'ingresso ai non addetti ai lavori", recitava la targa.
-Rue Jordan,- mi sorpresi della nonchalance con cui usò il mio nome falso -ti presento gli studenti della Wammy's House che da quattro anni indagano sul caso Kira.-
Watari aprì la porta e cinque paia d'occhi si fermarono a fissarmi.
-Roger!- esclamò il ragazzo che fino a poco prima stava lavorando al computer -Hai trovato il nuovo L?-
-Sì, certo che l'ho trovata, altrimenti non sarei qui.- disse Watari, visibilmente più a suo agio. Deve essere quelle persone che sopportano poco i bambini e la loro irruenza. Forse è riuscito a diventare il direttore di un orfanotrofio come la Wammy's House proprio perché i bambini superdotati normalmente sono più calmi dei bambini normali.
-Signori questa è Rue, la ragazza di cui parlava la lettera. Rue, loro sono Alex,- indicò il ragazzo che lavorava al computer; portava gli occhiali ed era alto, con i capelli castano scuro e gli occhi marrone scuro ed era vestito con una felpa nera con rombi gialli con le maniche tirate fin sopra il gomito e un anonimo paio di jeans. Doveva avere all'incirca la mia età.
-Ezdra,- indicò il ragazzo di circa tredici anni che indossava una semplice camicia bianca, un paio di larghi jeans chiari e delle scarpe da tennis bianche. Aveva due enormi occhi blu, scuri e opachi, e i capelli biondi e ricci.
-Alice,- indicò la ragazza di quindici anni dai corti capelli corvini e dagli occhi ambrati, indubbiamente la persona con l'abbigliamento più eccentrico del gruppo: indossava una maglia a maniche lunghe, aderente e con il cappuccio, verde chiaro fosforescente, con sopra una canottiera giallo canarino, sempre fosforescente, una minigonna di jeans con sotto dei fuseaux neri e ai piedi delle AllStar verdi. La stessa forma di occhi, naso, orecchie e zigomi mi disse che lei e Alex dovevano essere fratelli, o almeno cugini.
-e i gemelli, Matt e Mike.- concluse indicando i più giovani del gruppo, due bambini che dovevano avere almeno sette anni.
-Watari, ma sono un maschio e una femmina- dissi.
-Matt sta per Mattia, Mike per Michael- disse il bambino dai corti capelli ramati e dai profondi occhi blu che indossava un maglioncino a righe bianche e nere con le scritte nere, un paio di jeans chiari e degli stivaletti neri che stava giocando con un vecchio gameboy advance SP. -Secondo nostra madre Mattia doveva essere un nome femminile- spiegò.
-Grazie Mike.-
-Ma sono io Mike!- disse offeso il gemello dai lunghi capelli biondi e dagli occhi verde acqua, vestito con una maglietta nera, dei jeans più scuri persino dei miei e gli stessi stivaletti della gemella (che avevo erroneamente scambiato per il maschio).
-Scusatemi, non pensavo...-
-Fa niente, ormai ci abbiamo fatto l'abitudine,- disse Matt senza staccare gli occhi dal gameboy.
-Tu ci avrai fatto l'abitudine, io no!- sbuffò Mike.
-A volte mi chiedo come tu ed io possiamo essere gemelli.- - ridacchiò Matt. -Perfino il test del DNA dice che abbiamo solo metà dei geni in comune.-
-Come?- chiesi, non riuscendo a seguire l'ultima frase.
-Mike e Matt sono gemelli, ma sono stati concepiti in due momenti diversi da due persone diverse.- spiegò Watari -Capita solo una volta su un milione e in condizioni particolari, ed è quello che è successo a loro. I loro padri avevano una relazione con la stessa donna e per proteggerla da eventuali ripercussioni di Kira l'hanno mandata qui. Erano rispettivamente il secondo e il terzo candidato alla successione di L e si erano coalizzati per catturare Kira prima di Near. Col risultato di farsi ammazzare due giorni prima di Near per aver rapito il messaggero di Kira; quando la loro madre seppe la notizia lasciò qui i bambini e si buttò da un ponte.- spiegò Watari, tenendo la voce bassa quando parlò del suicidio della madre dei piccoli Mike e Matt.
-Poveri piccoli...- mormorai. Mi rivedevo in loro e nella loro situazione, ma almeno loro due insieme potevano ancora formare una famiglia.
-Watari, mi chiedo come puoi dare informazioni così riservate come i nostri veri nomi di battesimo a questa ragazza.- disse Ezdra -Potrebbe essere un emissario di Kira mandato qui con il solo scopo di eliminarci.-
-Sta zitto Ezdra. Se Watari lo ha detto a lei vuol dire che si fida. E poi dobbiamo riabituarci ad usarli per quando saremo in Giappone- disse Alice.
Guardai uno ad uno i miei nuovi compagni, secondo Roger strambi e geniali come me, cercando di riconoscere qualche altro segno particolare riguardante il viaggio in Giappone che avevano in progamma di fare. In effetti da lì era partito il caso Kira.
Mentre stavo riflettendo Alex, il ragazzo più grande del gruppo, mi si avvicinò sorridendo.
-Ti troverai bene qui. La Wammy's House è molto più interessante di quel che sembra.- disse.
-Lo spero.- risposi -Però avevo sentito parlare delle graduatorie per la successione di L. Scommetto che ora il miglior studente mi odia per essere spuntata fuori dal nulla e avergli soffiato il titolo.- dissi con ironia. -Non possiamo saperlo dato che hanno abolito le graduatorie pubbliche dopo che Near, Mello e Matt sono morti. Gli studenti più bravi sono tutti radunati in questa stanza e nessuno ti odia. A parte Mike, ma credo che sia perché lo hai scambiato per una femmina. Ed è normale, quando si vedono i gemelli per la prima volta-
-Ritira subito quello che hai detto!- urlò il diretto interessato.
-Michael...- sibilò la gemella senza staccare gli occhi dal gameboy.
-È sempre così?- gli chiesi guardandomi intorno. Watari stava montando una strana macchina; Ezdra ascoltava qualche conversazione; Alice mi fissava come se stesse meditando di darmi fuoco ai vestiti; Matt giocava con quel vecchio gameboy e Mike aveva preso il posto di Alex al computer.
-Sì, certo. Probabilmente siamo gli unici pazzi che stanno indagando al caso Kira.- disse.
E così questa era la forza con cui Kira avrebbe fatto i conti: un branco di ragazzini. Dei piccoli geni di cui nessuno avrebbe mai sospettato pienamente. Forse questo avrebbe potuto trarre Kira in inganno. Ma Kira aveva già avuto a che fare con L, Near, Matt e Mello; e li aveva sconfitti tutti.
Ma forse noi, loro eredi, saremmo riusciti a fermarlo.


***


Angolo dell'Autrice: Ecco a voi l'elenco delle stranezze più ricorrenti di Rue Lawliet e la presentazione delle spalle (a cui ho dato dei soprannomi che non vengono rivelati subito per ragioni che verranno spiegate nel prossimo capitolo). Per quanto riguarda la storia dei gemelli (Matt e Mike), ho preso spunto da un caso che è stato trattato in una puntata di Grey's Anatomy, in una storia che ho sentito tempo fa al telegiornale, e da ciò che ho letto nel Wikipedia inglese (e se lo dice il Wikipedia inglese ci sono il 99,9% di probabilità che sia vero; lo 0,1% è che sia capitata quando un burlone ha appena modificato la pagina). e poi le storie di Matt e Mello che fanno ménagé-a-trois con una donna spopolano su questo sito (ringrazio gli autori di quelle storie per avermi dato l'ispirazione). Per il nome "Mattia", normalmente maschile, sappiate che in alcuni paesi fuori dall'Italia è usato come forma femminile di "Matteo", e che io stessa conosco una ragazza che porta tale nome. Spero di avervi chiarito i punti che potrebbero dare maggiori perplessità.


Risposta alle Recensioni:
TheDarkWisher: sono lieta che anche tu odi a morte secchiaLight-Pezzo.di.Sterco-Yagami perché lo farò più bastardo che mai. già dal prossimo capitolo vedrai cos'ha combinato negli ultimi quattro anni con Teru e Misa (entrambi ancora vivi) e ovviamente cominceranno i misteri (alleluja! ndFolla-che-vuole-mistero). per rispondere alla tua ipotesi ti faccio solo una domanda: hai per caso spiato secchiaLight dalla finestra del suo salotto? se è così ti faccio i complimenti per lo sprezzo del pericolo. quanto a Rue ti dico che hai proprio azzeccato il nome: dopo una levataccia sul Wikipedia inglese (la chiave della conoscenza assoluta!) ho scoperto che il nome Rue Ryuzaki era lo pseudonimo di BB e che L lo ha "gentilmente preso in prestito" in segno di rispetto. Inoltre viente fatto notare che "Rue" è l'anagramma di "Eru" (L in giapponese), quindi, essendo adatto ad entrambi i sessi, ecco a voi Rue Lawliet. Inoltre "Rue" significa "strada" in francese (che sia un segno del destino? XD). spero inoltre che le spalle siano di tuo gradimento, e sta tranquilla, farò in modo che Rue trovi la lettera incriminata (e a quel punto ne succederanno di cose...)

continuate a seguire e a commentare! ciao e alla prossima,
Terry17

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Informazioni ***


-Ragazzi.- disse Watari che aveva appena finito di montare quella che riconobbi per una macchina per le diapositive -Venite qui, dobbiamo spiegare alla nostra nuova arrivata il punto della situazione.-
Tutti si alzarono e presero posto davanti allo schermo bianco.
-Amber, vuoi venire ad aiutarmi, per cortesia?-
-Subito!- esclamò gioviale Alice mentre si alzava per dare una mano a Watari.
-È il suo nome in codice. Normalmente li usiamo al posto di nome e cognome, ma per i tempi che corrono danno troppo nell'occhio e per questo li usiamo raramente- mi spiegò Alex.
-Anche gli altri ne hanno uno?- chiesi, anche se mi sembrava ovvio che tutti avessero un nome in codice.
-Naturalmente. Ezdra è Zed, Mike è Mel, e Matt è Mail, perché si occupa sempre di intercettare la posta elettronica.- disse -E io sono Axel.-
-E io sono Rue Jordan.- dissi, rivelandogli la mia falsa identità -A differenza di voialtri ho tenuto il mio vero nome di battesimo e ho cambiato solo il cognome. Spero non vi dispiaccia.-
-A dire la verità non importa dato che nei comunicati pubblici ci firmiamo con una lettera. Io sono X, Amber è A, Zed è Z e i gemelli sono M. E tu suppongo che sarai R, dato che Kira pensa di aver messo fuori gioco L e tutto ciò che lo riguarda. Però per lui sarà comunque un brutto segno, dato che in giapponese, R e L sono la stessa lettera- mormorò ridacchiando.
-Se voi due avete finito, laggiù in fondo,- disse Watari -cominciamo con la spiegazione. Rue, sei pregata di prestare la massima attenzione a quello che diremo ora e di tenerlo bene a mente, perché non sarà ripetuto.-
Annuii in segno di assenso. Alice mise la prima diapositiva e iniziò a raccontare.
-Quattro anni fa Near e la sua squadra, l'SPK, si incontrò con la squadra della polizia giapponese che da sette anni indagava sul caso Kira. Secondo la teoria di Near, la morte di L, avvenuta sei anni prima per mano di Kira, era stata tenuta segreta e al suo posto indagava un agente della polizia giapponese abbastanza geniale da reggere il confronto. Dopo qualche mese d'indagine Near e Mello, anche se indagavano separatamente, giunsero alla conclusione che il falso L della polizia giapponese in realtà era Kira.-
-E da quella posizione per lui sarà stato uno scherzo sviare le indagini e contemporaneamente continuare ad uccidere, anche se non lo faceva personalmente- dissi.
-Sei perspicace Rue. Infatti L/Kira in quegli anni era costantemente tenuto d'occhio dai suoi stessi uomini e raramente uccideva personalmente. Infatti era la sua fidanzata, Misa Amane, che giustiziava per lui sotto le sue direttive, finché lui non riuscì a convincerla a cedere la loro arma segreta a un'altra persona. Quella persona era Teru Mikami, un magistrato che era un fermo sostenitore di Kira e del suo operato. Mikami e Kira riuscirono a ideare un piano assolutamente geniale: Mikami creò un quaderno falso e nascose quello vero in un posto sicuro, mentre un'altra persona, Kiyomi Takada, colei che allora era il messaggero di Kira, giustiziava per lui. Normalmente era solito a compilare una pagina del quaderno al giorno, quindi nessuno fece caso a quel dettaglio. Quando Mello e Matt rapirono Takada era nella speranza che Mikami tirasse fuori il vero quaderno per ucciderla, ma lui doveva aver tenuto un frammento per sé da usare in caso d'emergenza e quindi non lo fece. E allora, l'incontro al Yellow Box si trasformò in massacro.-
Tutti i presenti avevano un'aria afflitta, Matt e Mike in particolare; Ezdra invece stringeva impercettibilmente i pugni, mentre il volto non tradiva alcuna emozione. Dalle diapositive si vedevano le somiglianze che suggerivano un certo grado di parentela con gli ormai defunti Matt, Mello e Near.
-Kira e Mikami riuscirono a farsi passare per gli unici superstiti. Dissero che in preda al panico avevano sparato al seguace di Kira, freddandolo prima che potesse scrivere i loro nomi sul quaderno, e che all'improvviso il Yellow Box avesse preso fuoco, forse per un congegno messo in precedenza dal killer.- continuò Alice mostrando le raccapriccianti diapositive dei resti inceneriti di un vecchio magazzino e i di nove cadaveri dilaniati dalle fiamme. -Tre cadaveri erano talmente consumati dalle fiamme da rendere impossibile il riconoscimento. Dalla testimonianza dei superstiti supposero che uno di quei tre corpi appartenesse a X-Kira, come veniva chiamato Mikami dalla polizia. I nomi dei superstiti furono tenuti segreti ai media, per impedire ripercussioni da parte di Kira. Mikami e Kira fuggirono dal Giappone grazie a quegli accorgimenti e, qualche tempo dopo, contattarono Misa dicendogli di raggiungerli. Kira e Misa Amane si sposarono il giorno di San Valentino dell'anno dopo, e nel 2012 nacque il loro unico figlio, Akira.- continuò a raccontare, mostrando nella diapositiva la foto di un tenero bambino di circa due anni con i capelli castani e due teneri occhioni azzurro cielo. Nessuno avrebbe mai detto che quella tenera e innocente creatura fosse figlio dell'assassino più temuto al mondo.
-E ora Rue Jordan...- disse Alice per creare enfasi mentre caricava l'ultima diapositiva -ecco a te Light Yagami...- l'immagine di un bel ragazzo di circa venticinque anni comparve sullo schermo bianco. Aveva degli ordinati capelli castano chiaro e due begli occhi color nocciola, e indossava una camicia bianca, ben stirata, da figlio di papà; mi sarebbe sembrato affidabile, se il sorrisino che esibiva in quella foto non mi fosse sembrato più falso della dentiera di Watari. -...conosciuto dal mondo come Kira.-
Guardai negli occhi l'immagine con crescente disgusto. Sentivo come l'impulso di strangolarlo appena mi si fosse presentato davanti, ma contemporaneamente sapevo di non avere alcuna motivazione valida. Era una sensazione raccapricciante.
-Ora sai tutto, Rue.- disse Watari spegnendo il proiettore -Se non ti dispiace, ora potresti esporci le informazioni che hai raccolto sul caso Kira in questi ultimi sei anni.-
-Cosa?- tutti ci girammo verso Mike, che mi fissava come se avessi commesso un omicidio proprio sotto ai suoi occhi -Tu hai delle informazioni segrete sul caso Kira e non ce ne hai parlato? Ma sei pazza?-
-Mike ora ce ne parlerà. Quindi ora taci e ascolta.- disse Ezdra con la voce piatta che lo caratterizzava. Mike si sedette con le braccia incrociate, sussurrando qualcosa che suonava come "Bastardo di un albino..."
-Non si dicono le parolacce, Michael- disse Matt.
-Ma tu non te li fai mai i fatti tuoi, sorellina?- chiese Mike, mettendo particolare enfasi nell'ultima parola.
-Naturalmente, Miky.-
-Non chiamarmi mai più in quel modo- sibilò Mike con un tono che ben poco si addiceva a un bambino di sette anni. Matt ridacchiò. -Tutto pur di farti felice, fratellone.-
Mike, più rosso dei capelli della sorella, stava per risponderle per le rime quando vennero interrotti da Watari.
-Mike, se sei stato zitto per tutta la durata della proiezione puoi tranquillamente sentire le informazioni della tua nuova collega senza litigare con tutti come il tuo solito.-
Mike sussurrò un "Sissignore" e ricominciò a guardarmi in cagnesco.
-Veramente le informazioni in mio possesso non sono minimamente paragonabili alle vostre. Buona parte mi sono state inviate via e-mail quando avevo undici anni e riguardano il profilo psicologico di Light Yagami che viene confrontato con quello di Kira, e le informazioni su quello che le annotazioni chiamano "il caso Yotsuba". Parla del periodo in cui Kira aveva fatto recapitare in segreto la sua arma segreta ad un impiegato di alta carica della Yotsuba, che oltre a giustiziare i criminali uccideva persone la cui scomparsa avrebbero giovato all'immagine della Yotsuba. Il colpevole, Kyosuke Higuchi, morì d'infarto subito dopo l'arresto, secondo gli esami clinici per la troppa adrenalina in circolo e lo stress. Però, due giorni dopo, le esecuzioni di Kira ripresero, e dopo un'altra settimana di indagini le informazioni si interrompono.- Feci una pausa per vedere le reazioni dei miei compagni. Dalle loro facce capii che loro non sapevano niente di quella storia.
-L'ultima parte del documento parla dell'arma usata da Kira per uccidere le sue vittime, il Death Note. Vi sono elencate tutte le sue regole, più due che secondo l'autore del documento, sarebbero "sospette": la regola secondo cui la distruzione di un Death Note porterebbe alla morte di chi lo ha toccato, e quella secondo cui se qualcuno scrive il nome di una persona sul Death Note e non ne scrive un altro entro tredici giorni quel qualcuno muore. Poi le informazioni si interrompono, e il resto è tutto ciò che ho trovato in anni di ricerche. Sono praticamente le stesse cose che mi avete detto voi, solo meno nel dettaglio- dissi.
-Infatti è stato provato che quelle regole sono false- disse Ezdra.
-Rue, devo farti i miei complimenti.- disse Alex -Sei stata bravissima, hai indagato da sola in tutti questi anni, sei riuscita a non farti scoprire e hai tenuto segreto tutto quello che sapevi. Una persona normale sarebbe crollata, sapendo che per chi è a conoscenza dei segreti di Kira c'è la condanna a morte senza appello. Rue, forse chi ti ha inviato quelle informazioni sapeva che tu saresti stata l'unica che sarebbe riuscita a indagare da sola senza cedere alla pressione psicologica. Sei stata grande.-
Sei grande. Quelle parole riecheggiavano ancora nella mia testa. Nessuno me lo aveva mai detto prima. Pazza, svitata, magari. Ma mai grande. Faceva uno strano effetto.
-Bene ragazzi. Ora che ci siamo adeguatamente presentati e che abbiamo esposto i dati in nostro possesso, potete tornare nelle vostre stanze. Rue la tua è 125, al terzo piano. Tutti i tuoi effetti personali sono stati portati già lì.-
-Grazie Watari- dissi uscendo da quella stanza buia illuminata solo dalla luce dei monitor. Avanzai verso la stanza che mi era stata indicata e notai che in fondo al corridoio c'era una porta la cui targa diceva "Ufficio del Direttore". In quel momento pensai che forse lì dentro vi fossero custoditi i documenti che attestavano la mia esistenza e la presunta ammissione alla Wammy's House e così, colta dalla curiosità, decisi di entrarvi.
La prima cosa che notai fu il pianoforte vicino all'entrata. Per il resto, la stanza era grande, con un tappeto rosso steso sul parquet, illuminata da due grandi finestre che davano sul cortile. Fra le due finestre era adagiata una libreria, e davanti vi era sistemata una scrivania in mogano, piena di libri e fogli, tutti in ordine impeccabile. Tranne un foglio spiegazzato, che aveva l'aria di essere uscito dalla vecchia busta aperta sul tavolo. Il nome del ricevente mi colpì: Kyrie Jordan. Mia madre.
Presi la lettera fra le mani: vi erano scritte solo poche righe scritte a macchina.


Kyrie,
Come devo dirti che devi smetterla di cercarmi? Capisco che tu sia ancora innamorata di me, ma io non cambierò la mia scelta. So che separarti da me ti sembrerà meschino e crudele, ma so anche che è la cosa migliore. Dimenticati di me e fatti una vita, Ky. E se lui dovesse mai chiederti qualcosa di me, digli che sono morto in un incidente, che sono un pericoloso criminale ricercato, che sono condannato all'ergastolo, digli quello che vuoi, basta che non me lo ritrovi davanti un giorno. Anche se avesse il mio stesso quoziente intellettivo (e le possibilità sono del 70%), io non voglio avere niente a che fare con lui. Voglio solo che voi due mi stiate lontani. Non voglio più né vederti, né sentir parlare di te, né tantomeno di lui. Mi sono spiegato?
Distinti saluti,
L Lawliet



Rilessi la lettera almeno cinque volte per assicurarmi che ci fossero scritte quelle parole. Era inaudito: Watari aveva scoperto la mia esistenza da una lettera in cui mio padre (se mai quel bastardo fosse stato degno di quel nome) diceva esplicitamente a mia madre di non amarla più e che non voleva avere niente a che fare con me. Ero ancora così scossa che non mi resi conto che qualcuno era appena entrato nella stanza.
-Rue, cos...?- cercò di chiedere Watari, ma si interruppe quando vide il foglio di carta incriminato fra le mie mani.
-Watari- gli chiesi cercando di mantenere la calma -quando avevi intenzione di dirmi che L era mio padre?-
Lo sguardo di Watari andava da me alla lettera a intervalli regolari. -Ammetto che avrei dovuto dirtelo prima che tu lo scoprissi così. Ma dimmi, tu avresti accettato di ascoltarmi e diventare il successore di L se ti avessi fatto leggere prima la lettera?-
Respirai profondamente. La tentazione di abbandonare quel posto per non farvi mai più ritorno era forte, ma io non dimenticavo che avevo scelto di diventare il successore di L non per riguardi nei suoi confronti, ma perché volevo che il mondo fosse libero dall'oppressione di Kira.
-Probabilmente avresti dovuto aspettare un pò prima che fossi abbastanza calma per parlarne seriamente. Non cambio idea, sarò ancora il successore di L e continuerò a indagare su Kira. Dovrai lavorare per riguadagnarti la mia fiducia, Wataro. Se mi cerchi sono nella mia stanza, ma vorrei restare un pò da sola almeno fino a domattina. Buonanotte.- dissi uscendo dalla camera mentre Watari mi fissava a bocca spalancata. Evidentemente si sarebbe aspettato urla, pianti, crisi isteriche, ma io non ero proprio quel genere di persona.
Entrai in camera mia e la prima cosa che feci fu accendere il computer e mettere il brano al pianoforte che avevo suonato quel lontano saggio di dodici anni fa... quando conobbi lui...
Mi addormentai con le lacrime che mi rigavano le guance e con quella musica nelle orecchie. E nel sonno, nel cuore della notte, ebbi la sensazione che qualcuno che mi osservasse e mi avesse appena messo qualcosa fra le mani.


***


Angolo dell'Autrice: scommetto che non vi sareste mai aspettati una cosa del genere da L (vi capisco... non odiatelo, aveva solo diciotto anni!) Spero che la versione dei fatti di questo AU sia di vostro gradimento (tranquilli fan di L, abbiate pazienza e sarete ricompensati; attenti fan di Light, siete ancora in tempo per andarvene prima che vi faccia venire una crisi di nervi per aver fatto crollare un mito). Sappiate che questo è il "capitolo-miccia" da cui partiranno i piani, i visti e gli imprevisti dei nostri beniamini (come la sensazione di Rue... è stata solo un sogno?) continuate a seguire questa storia e lo saprete! Grazie a Ory_StarDust_95 e a Targul che hanno aggiunto la storia alle seguite (senza dimenticare le mitiche TheDarkWisher -seguite- e Amimy -preferiti-)


Risposta alle Recensioni:
TheDarkWisher: credo che ti piaceranno i personaggi: ognuno di loro ha un ruolo preciso e fondamentale all'interno della squadra, probabilmente senza d loro la storia non avrebbe alcun sapore. le abilità (e le stranezze) di ogni singolo personaggio emergeranno nel corso della storia e a loro tempo. tranquilla, secchiaLight-pezzo.di.sterco-Yagami_detto:Raito.bastardo avrà pane per i suoi denti, te lo assicuro! e mi fa piacere sapere che stai lavorando al nuovo capitolo della tua ff perché sto letteralmente morendo di curiosità! speriamo bene, anche perché questi sono i miei ultimi giorni di libertà(NUOOOOOOOOOOOOOOOO!! X_X) e ci vorrebbe proprio un capitolo di una delle mie storie preferite per tirarmi su di morale

ci sentiamo presto, ultimi giorni di libertà, carcere_minorile-manicomio_criminale-sala_delle_torture o no! ciao da Terry17
PS: i commenti sono graditi, anche se non obbligatori

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Lo Shinigami ***


Sognai di trovarmi dietro le quinte del teatrino del mio vecchio orfanotrofio, con lui. Come quel giorno non lo vedevo bene in volto a causa dell'oscurità, ma vedevo che le sue labbra erano incurvate in un sorriso.
-Sono sicuro che un giorno sarai una grande pianista, Rue.- erano le stesse parole che usò quella volta per congedarsi. Però accadde qualcosa che non mi sarei aspettata.
Lui cominciò a sgretolarsi come se fosse fatto di sabbia davanti ai miei occhi, senza che io potessi fare qualcosa per impedirlo.
-Addio- disse prima di sparire nella polvere.



Qualcuno urlò al mio fianco e mi svegliai di soprassalto.
-Alex, che diavolo ci fai qui?- urlai al disturbatore della quiete pubblica. Quell'urlo poteva aver svegliato mezzo orfanotrofio. -Perché hai...?-
In quel momento notai una specie di quaderno aperto davanti ai suoi piedi, dalla pagina nera con le scritte bianche. Mi sforzai per leggere la prima riga.

L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.

-Alex, ma quello è proprio...?- mormorai al massimo dello sbigottimento. Però vidi la sua faccia, pallida e sconvolta tanto quanto poteva esserlo la mia, e capii che quel quaderno non poteva appartenere a lui. Allora chi...?
In quel momento mi girai e vidi un essere alto quasi due metri comodamente "seduto" sul comodino accanto al mio letto.
La sua faccia era bianca, parzialmente coperta da capelli blu notte che sembravano spuntare solo dalla parte dello scalpo per poi piegarsi naturalmente in fitti ciuffi che sembravano fatti di paglia, coprendo così fronte, orecchie e nuca della creatura e dandogli contemporaneamente un'aria disastrata. Gli occhi, per quello che potei notare, erano neri con le iridi bianche, e le palpebre erano nere e attraversate da una linea nera verticale, che cominciava dal punto dove sarebbero dovute esserci le sopracciglia e finiva sugli zigomi. Aveva due piccole fessure per narici e le labbra non avevano alcuna curvatura ed erano completamente nere, ed in quel momento erano dischiuse e mostravano una lunga fila di dentini di forma triangolare, da squalo. Il vestito, nero metallizzato con sfumature blu notte, sembrava essergli stato cucito addosso, ed era reso ancora più raccapricciante da delle cuciture fatte con del filo viola su diverse pari del corpo: ne contai tre sul petto, due sullo stomaco e quatto o cinque sulla pancia, e probabilmente ve ne erano altrettante sulla schiena, come se avesse avuto delle ferite e se le fosse ricucite da solo dopo essere stato flagellato. Dovevo aver toccato il Death Note aperto per terra per poter vedere quello che, ne ero assolutamente certa, ero lo Shinigami a cui apparteneva.
La prima reazione che ebbi fu quella di urlare, ma lui mi tappò la bocca con la sua mano bianca.
-Shhh!- sibilò portandosi l'indice dell'altra mano alle labbra -Il tuo amico ha urlato abbastanza per entrambi.-
Rimasi sorpresa. Al contrario dell'aspetto, la voce della creatura era calma e limpida, tranquillizzante ma comunque profonda.
-Ora ti lascio andare, ma tu non metterti ad urlare d'accordo?-
Annuii e la grande mano bianca mi lasciò andare.
-Ragazzo, portami qualcosa da mangiare. E mi raccomando, che sia dolce.- sibilò ad Alex, con un tono che non ammetteva repliche -E non parlare a nessuno di me o di questo quaderno. Ubbidisci se non vuoi che ti uccida.-
-S-sis-sissignore!- farfugliò Alex uscendo di corsa dalla stanza. Proprio in quel momento entrò Alice.
-Rue, cos'è successo? Ho sentito mio fratello gridare- disse. Fortunatamente dalla posizione in cui si trovava non poteva vedere il quaderno e, non avendolo toccato, non poteva vedere lo Shinigami.
-No, sono stata io. Ho avuto un incubo.- inventai sul momento mentre tiravo fuori dalla valigia alcune bottigliette di succo di frutta. Scusa patetica, ma accettabile.
-Ah.- disse Alice guardandosi intorno -Però è strano che Alex avesse quell'aria stravolta, sembrava che avesse visto un fantasma.-
"Non era l'espressione di chi ha visto un fantasma, ma di chi ha appena avuto un incontro ravvicinato con un Dio della Morte", ero tentata di dirle.
-Si vede che è preoccupato per me.-, le dissi invece -Infatti sta andando a prendermi qualcosa di dolce da mangiare.-
Alice alzò gli occhi al cielo; evidentemente non doveva essere stata la prima volta che Alex lo faceva. Poi guardò la mise con cui mi ero messa a dormire.
-Rue, ma tu hai mai indossato abiti di un colore diverso dal nero?- mi chiese additando la maglietta nera e i le mutande che avevo indossato per dormire. L'incontro con quello Shinigami mi aveva fatto dimenticare che ero andata a letto mezza nuda e che Alex, essere umano di sesso opposto al mio mi aveva vista. Che figura... Afferrai un paio di jeans e li indossai in fretta.
-Vanno bene il blu scuro e il blu notte?- chiesi rispondendo alla domanda di Alice.
Alice scosse la testa -Sai Rue, mi chiedo come una bella ragazza come te possa sempre vestirsi di scuro. Non sei a un funerale- disse uscendo dalla stanza.
Bella ragazza io? In quel momento pensai che Alice dovesse avere un'idea distorta dell'estetica.
-Complimenti ragazzina, hai dosato calma e innocenza al punto giusto.- trasalii sentendo quella voce profonda.
-Ma si può sapere cosa ci fai ancora qui? Non hai altri umani da tormentare?- gli chiesi, proprio nel preciso istante in cui Alex tornava con un piattino da dolce.
-Va bene torta di mele, signor Shinigami?- chiese Alex, sicuramente più calmo di quando aveva lasciato la stanza.
-Avrei preferito panna e fragole, ma non mi lamento- disse dopo aver divorato la fetta di torta in un sol boccone. -E per rispondere alla domanda di prima, ragazzina, sappi che devo seguire l'umano che ha toccato per primo il quaderno che è finito nel mondo degli umani fino alla sua morte... nella fattispecie, tu.-
-Cosa?- urlai, chiedendomi quando avessi toccato per prima il quaderno.
-Dì la verità, glielo hai messo in mano tu, mentre dormiva.- lo accusò Alex.
-In realtà è caduto nel suo letto e lei lo ha preso in mano per sbaglio.- disse lo Shinigami, guardando Alex come se si trovasse davanti a un pezzo di carne putrefatto -E tu, omuncolo, sei pregato di tacere in mia presenza. Sappi che non sei già finito all'altro mondo solo perché ho pietà di te.-
Alex sbuffò. Come me non riusciva a capire perché quello Shinigami lo avesse preso così in antipatia.
-Il mio nome è Ziryu, e, come avete intuito, sono lo Shinigami a cui appartiene il quaderno che la signorina Rue ha toccato appena è finito nel mondo umano.- si presentò lo Shinigami -Ovviamente la signorina Rue può anche scegliere di rinunciare al quaderno, e io tornerei nel mondo degli Shinigami senza che sia successo niente, oppure potete cominciare ad usarlo per eliminare chi più vi aggrada; fate ciò che volete, io non intralcerò le vostre scelte.-
Raccolsi da terra il quaderno e lo esaminai; era esattamente come i dati in suo possesso lo descrivevano, tranne che per uno strano segno bianco sul retro. Non volevo diventare un'assassina, ma era come se il quaderno mi stesse chiamando: che fosse stato un segno del destino? Avere fra le mani un'arma assolutamente identica a quella di Kira non avrebbe fatto altro che agevolarci le indagini. E se Ziryu avesse accettato di collaborare sarebbe stato a dir poco fantastico!
-Voglio tenere il quaderno.- dissi decisa, mentre Alex mi fissava a bocca aperta -Tenerlo, ma non usarlo. È possibile?-
-Certamente- disse Ziryu.
-E potrei mostrarlo ad altre persone, oltre ad Alex?- chiesi.
-Ma naturalmente. Anzi, direi di organizzare subito una riunione con le persone a cui vorresti mostrare il quaderno.-
Ziryu uscì dalla stanza passando attraverso la porta. Stavo per seguirlo a ruota quando Alex mi prese per un braccio.
-Rue, scusa se te lo dico, ma quel tizio non mi convince per niente.- disse tutto d'un fiato -E se fosse d'accordo con Kira per tenderci una trappola?-
-Ehi,- urlò Ziryu dall'altra parte della porta -guarda che la scomparsa di Kira gioverebbe anche a noi Shinigami, cosa pensi? Ora potete indire la riunione come vi ho detto, o no?-

°°°

-Così tu saresti uno Shinigami...- mormorò Ezdra.
-Esattamente- rispose Ziryu mentre mangiava le fragole con panna che gli aveva fatto portare Watari -E, come spero abbiate capito, il mio quaderno adesso è di proprietà della vostra amica Rue.-
-Lei non è nostra amica.- disse Mike.
-Sta zitto Michael.- disse Matt senza staccare gli occhi dall'onnipresente gameboy.
-Mmh... voi due per caso avete un qualche legame di parentela con Mihael Keehl?- chiese Ziryu ai gemelli.
-Chi?- chiesero i gemelli in coro.
-Mello.-
-Oh, Mello. È il padre di Mike- rispose Matt.
-E non è anche tuo padre? Credevo che foste gemelli...- chiese Ziryu, un pò confuso. Forse non si era accorto del dettaglio perché condividevano il cognome della madre.
-Siamo anche fratellastri. Strano, eh?-
Ziryu non fece commenti sulla bizzarra paternità dei gemelli e continuò da dove Mike lo aveva interrotto. -Come stavo dicendo, anche se tutti voi potete vedermi, la proprietà del quaderno resta di Rue. Quindi, tutte, e con questo intendo proprio tutte le decisioni spettano a Rue. Se volete potete farmi qualunque domanda sugli usi del Death Note.-
Alice fu la prima ad alzare la mano.
-Se la tua domanda è se possibile per me cambiarmi i vestiti, la risposta è no. E se te lo stai chiedendo, quasi tutti gli Shinigami sono vestiti così, e non ci possiamo fare niente.- Alice abbassò la mano e si sedette con le braccia incrociate, probabilmente chiedendosi cosa avesse fatto di male per incontrare delle persone così anticonformiste in fatto di moda.
-Ci sono delle vere domande?- chiese lo Shinigami
Alex alzò la mano, ed essendo l'unico, Ziryu fu costretto a cedergli la parola.
-Prima, quando eravamo solo io e Rue, hai detto che la scomparsa di Kira gioverebbe anche agli Shinigami. E io mi chiedevo in che senso vi gioverebbe?-
Lo shinigami lo guardò storto, come se si fosse aspettato quella domanda -Vedete, gli Shinigami allungano la loro durata vitale scrivendo i nomi degli esseri umani sui loro Death Note. E da quando Kira ha iniziato il suo operato il numero delle persone di cui potevamo...- cercò una parola giusta da usare per non scandalizzarci, per quanto fosse possibile, -...potevamo usufruire ha cominciato a calare. Per la maggior parte erano persone in carcere che avevano buone probabilità di essere condannate a morte, automobilisti incoscienti, tossicodipendenti, malati terminali... tutte persone la cui morte non avrebbe destato sospetti. Kira ha giustiziato prima i carcerati, e poi ha reso impossibile alle altre due categorie di espandersi dopo che lui stesso le ha notevolmente decimate. Restano i malati, ma i loro anni di vita sono molto minori rispetto a quelli che potrebbero avere un pregiudicato, a cui potremmo velocizzare l'esecuzione, o un tossicodipendente, a cui potremmo far venire un attacco di cuore dopo essersi iniettato una dose. Ora capisci perché dico che l'esistenza di Kira è deleteria?-
Il ragionamento di Ziryu non faceva una piega. Sembrava proprio che ciò che Kira stesse facendo al genere umano fosse contro natura in ogni senso.
-Ed è per questo che accetto di aiutarvi nelle indagini; anche se non posso uccidere Kira posso sempre aiutarvi a fermarlo.-
Era vero: le regole del Death Note impedivano a uno Shinigami di scendere sulla terra per uccidere il proprietario umano di un Death Note. E con l'aiuto di Ziryu le nostre possibilità di catturare Kira diventavano sempre più alte.
Ormai ne eravamo certi, il regno del terrore di Light Yagami aveva i giorni contati.


***


Angolo dell'Autrice: e finalmente la squadra è completa! ora ci sono tutti, persino una guida vivente (più o meno...) per l'uso del Death Note. e chissà se non userà la sua conoscenza per creare qualche grana al nostro "re dei Baaastardi (coi savoiardi!XD ndRotellaPartita)" e per il prossimo capitolo allestiremo una festa, perché la nostra squadra investigativa adolescenziale e pre preferita si trasferirà in Giappone e finalmente comincerà la festa. spero che siate sufficentemente festaioli... XD Ringrazio TheDarkWisher, Targul e Ory_StarDust_95, che mi hanno messo fra le seguite, e Amimy, che mi ha messa fra i preferiti.
ciao e a presto da Terry17
PS: non dimeticate di commentare!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Arrivo in Giappone ***


-Il volo 520 diretto a Tokio è in partenza dall'imbarco 5-

Salimmo sull'aereo mentre la voce elettronica dava l'annuncio della partenza del nostro volo.
Sicuramente davamo nell'occhio come passeggeri: eravamo due bambini, quattro adolescenti e un vecchio signore distinto che cercava di trovare i sedili per tutti.
-I nostri posti sono dal 96 al 102; Ezdra, Alice e Matt, andate ai posti 96, 97 e 98; Mike, Alex e Rue, andate ai posti 99, 100 e 101. Io andrò dietro di voi. E Mike, se sento un solo lamento venire dalle tue parti appena atterriamo ti ritroverai con un sedere così dolorante che non potrai sederti per una settimana- disse Roger, assegnandoci i posti.
Presi posto vicino al sedile, mi allacciai la cintura e guardai fuori mentre decollavamo: quello era il secondo aereo che prendevo in meno di un mese. Un record, se si pensa che in diciassette anni di vita non ero mai uscita dai cancelli dell'orfanotrofio di New York in cui sono cresciuta.
-A che pensi?- la voce di Alex mi distrasse dai miei pensieri.
-Che è incredibile come le cose possano cambiare tanto in fretta; prima che cominciasse questa storia non sapevo niente delle mie vere origini, e adesso... è bastata solo una lettera per segnarmi come successore di L. Forse, se Near avesse sconfitto Kira, ora aspetterei i miei diciotto anni per uscire dall'orfanotrofio in cui sono cresciuta, non avrei mai indagato e magari avrei continuato a suonare il pianoforte, facendomi un nome come pianista. E non avrei mai saputo niente della mia famiglia.-
-Forse sarebbe andata così... Però se tutto questo sta succedendo c'è una buona ragione. Forse non proprio tutto quello che succederà sarà orribile.- disse sfiorando inavvertitamente la sua mano alla mia.
-Ehm, ehm!- tossicchiò il terzo incomodo che se ne stava comodamente rannicchiato sul bracciolo che separava il mio sedile da quello di Alex -State invadendo il mio spazio vitale.-
Togliemmo le mani dal bracciolo, mentre Ziryu torceva stranamente le mani.
-Ma perché non abbiamo preso un jet privato? Voglio mangiare le mie fragole con panna in pace- disse guardandosi nervosamente intorno.
-Tranquillo, tre o quattro ore e saremo a Tokio- disse Matt, la voce della ragione, dal posto davanti al mio.
-Non so... non ho mai avuto una crisi d'astinenza, ma non vorrei cominciare proprio oggi- mormorò lo Shinigami cominciando a sudare freddo (se mai sia possibile sudare per uno Shinigami).
-La mancanza di cibo vi provoca una crisi d'astinenza?- chiese Ezdra, ignorando deliberatamente Mike che continuava a ripetere che si sarebbe reso più utile di lui durante le indagini.
-Certo. E anche se sarei invisibile a tutti tranne che a voi troverei piuttosto umiliante fare la verticale o contorcermi come un pupazzetto di gomma- disse Ziryu.
-In quel caso menomale che saresti invisibile a tutti tranne che a noi.- disse Mike -Non deve essere un bello spettacolo vedere un Dio della Morte che si contorce o che balla la macarena.-
-Gli Dei della Morte non ballano la macarena- disse Ziryu fulminandolo con lo sguardo.
-Lascialo perdere, è inutile discutere con lui- disse Matt. Ziryu abbassò gli occhi alla prospettiva di un viaggio senza poter mangiare una fetta della sua torta preferita
-Saremo in due a patire, ho lasciato il gameboy in valigia. Guarda fuori dal finestrino, almeno avrai qualcosa da fare.-


°°°


La casa che Watari aveva scelto non era niente male: a due piani con soffitta, il piano di sopra comprendeva un bagno, uno studio e tre grandi camere da letto che potevano ospitare almeno tre persone, di cui una sarebbe stata adattata a sala dei computer. Roger avrebbe dormito con i ragazzi, e noi ragazze avremmo occupato la seconda camera da letto. Il piano inferiore, composto da cucina, sala da pranzo, soggiorno e due bagni, era ben arredato e da un primo esame sarebbe davvero sembrata la normale casa di una famiglia allargata.
Per giustificare il fatto che fossimo un solo adulto e sei ragazzini, Watari aveva detto che prima vivevamo in America, a New Orleans, e che lui si era preso cura dei suoi tre nipoti (Ezdra, Alex e Alice), figli delle sue due figlie, e che si era assunto la responsabilità di badare ai tre cugini di Ezdra, figli del padre di lui, di cui una (io) che era stata adottata stata adottata prima della nascita dei gemelli, poiché i coniugi erano convinti di non poter avere figli. Una scusa vagamente simile alla trama di una soap, ma che almeno avrebbe giustificato i cognomi diversi ai seguaci di Kira in possesso degli occhi degli Shinigami. Inoltre, per giustificare i cognomi di copertura, avevamo raccontato di essere stati messi sotto protezione dall'FBI per aver assistito ad un omicidio commesso da una gang di gangster, fatto estremamente comune in quella città. Ovviamente non potevamo dirlo apertamente, ma avevamo già in mente un modo per farlo intuire a chi avrebbe fatto domande scomode.
Nel frattempo, però avevamo organizzato un incontro con i nostri nuovi vicini di casa.
-Insomma Roger,- mugugnò Mike -perché non vuoi dirci chi hai invitato?-
-Perché normalmente i grandi non parlano dei loro nuovi vicini di casa con un bambino di sette anni, Mike. Quindi puoi continuare a fare domande, da bravo bambino curioso, con la consapevolezza che io non ti risponderò- rispose Watari mentre tirava fuori dal forno i muffin.
-Non vedo l'ora di incontrarli!- disse Alice mangiando un panino con la maionese; Ezdra invece aveva la reazione contraria: continuava a costruire torri con i biscotti come se non avesse avuto niente di meglio da fare.
-Uff, perché a me nessuno dice mai niente?- chiese Mike sfilando un biscotto al cioccolato dalla torre di Ezdra facendola crollare.
-Perché magari tu sei solo un ragazzino rompiscatole che non sa star zitto tre secondi?- azzardò Ziryu raccogliendo da terra uno dei biscotti di Ezdra per mangiarselo.
Prima che Mike potesse ribattere il suono del campanello riecheggiò per la casa. Watari aprì la porta con un sorriso amichevole e cordiale che ben poco gli si addiceva.
-Salve signore!- esclamò una vocetta più allegra e petulante persino di quella di Alice -Misa-Misa e Akira sono lieti di fare la vostra conoscenza!-


***


Angolo dell'Autrice: questo più che un aggiornamento era un capitolo a scopo informativo: l'azione ora si svolgerà interamente in Giappone. e con dei vicini di casa molto particolari... Gli Yagami! (lo dico per rispetto per quella povera creaturina innocente di Akira... non è colpa sua se ha un padre degenere!) vedremo come si metteranno le cose, con Misa-Misa e pargolo che girano per casa! continuate a seguirmi e lo saprete! ringrazio TheDarkWisher, Targul Ory_StarDust_95 che mi hanno messa fra i seguiti, e Amimy per i preferiti.
Ciao e buon ritorno al carcere di massima sicurezza (per quanto buono possa essere... -_-') ci sentiamo alla prossima! ciao da Terry17

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Famiglia ***


-Benvenuta in casa nostra, signora Yagami- mormorò un imbarazzatissimo Watari, guardando la bella donna bionda e con gli occhi azzurri, con il passeggino blu notte su cui era seduto un tenero bambino con i capelli castani e gli stessi occhi della madre.
-Ma che bel bambino!- esclamò Alice, guardando il bambino al massimo dell'adorazione -Quanti anni ha?-
-Alice, non essere maleducata, la signora è nostra ospite!- sbottò Watari.
-Scusami nonno. Mi scusi tanto signora Yagami- disse Alice.
-Ha quasi due anni. E non ti preoccupare Alice. Hai detto solo la verità, il mio piccolo Aki è tutto suo padre.- disse Misa alzando la voce alle parole "è tutto suo padre" come se fosse qualcosa di cui andare fieri e dando un buffetto al bambino.
-Watari, ha gli occhi.- disse Ziryu a Watari, consapevole che lei non potesse vederlo -Non lasciarti prendere dal panico e continua a seguire il piano come stabilito. Presentale i tuoi nipoti e i gemelli, e accenna alla loro sorella adottiva che al momento è fuori città per andare a trovare un'amica- gli ordinò, prima di raggiungermi nella sala dei computer da dove io stavo assistendo al loro incontro.
-Come fai ad esserne certo?- gli chiesi sorseggiando il mio succo appena attraversò il pavimento.
-La sua durata vitale è più corta di quella di una normale donna di trent'anni, specialmente di una donna per cui due Shinigami si sono sacrificati.- spiegò Ziryu -Quando uno Shinigami scrive spontaneamente il nome di una persona per salvare un suo protetto da morte certa, la vita del protetto si prolunga per l'equivalente degli anni di vita dello Shinigami, mentre lo Shinigami si tramuta in polvere e muore. Secondo i miei calcoli, Misa avrebbe dovuto avere una durata vitale di circa una cinquantina d'anni, invece la sua durata vitale corrisponde a una ventina d'anni in termini umani. L'unica spiegazione è che Misa deve aver nuovamente scambiato gli occhi appena lei e Kira si sono rincontrati.-
-Gli occhi dello Shinigami possono riconoscere il proprietario di un Death Note?- chiesi, cominciando a capire perché aveva detto che io non dovevo partecipare all'incontro.
-Misa Amane non vedrebbe la tua durata vitale, quindi ti riconoscerebbe come proprietaria di un quaderno. E conoscendola direbbe subito a Kira che la sua nuova vicina di casa, oltre ad usare un cognome falso è in possesso di un quaderno, Kira farebbe due più due e non esiterebbe a chiedere a Misa di uccidervi tutti- disse Ziryu.
-Allora cosa dovrei fare secondo te?- gli chiesi.
Ziryu ci pensò un pò su. -Forse dovresti rinunciare formalmente al quaderno; dimenticheresti tutti gli omicidi che ha effettuato tramite il quaderno, cosa di cui tu non hai bisogno, e se lo toccassi di nuovo continueresti a vedermi; per rendere la copertura più efficace potresti strapparne un piccolo frammento e legarlo stretto fra la pelle e il cinturino dell'orologio che porti al posto e sotterrare il quaderno sotto l'albero in giardino prima di rinunciarvi.-
Era un'idea davvero niente male: Ziryu ci avrebbe aiutati nelle indagini e Misa e Light Yagami non si sarebbero accorti di niente; un piano perfetto.
Così strappai un piccolo pezzo dall'ultima pagina del quaderno e lo misi fra il cinturino del vecchio orologio da polso, eredità di mia madre, e il polso per poi stringere il cinturino.
-Fatto- dissi.
-Perfetto. Ora dobbiamo solo aspettare la notte per sotterrare il quaderno.- disse Ziryu prendendo una fragolina sporca di panna e mangiandosela, mentre insieme ci godevamo lo spettacolo.


°°°


-Signor Roger, il suo tè è proprio squisito.- disse Misa dopo aver sorseggiato l'ennesima tazza di tè -Si vede proprio che è inglese.-
-Davvero signorina?- chiese Watari.
Matt fissò Watari, shockata da quella gaffe, mentre Alex gli passò vicino e gli mise un braccio intorno al collo.
-Già, il nostro caro nonnino è proprio un inglese fatto e finito, a differenza de nostri americanissimi padri- disse Alex a mò di presa in giro.
-Ragazzo, non insultare le tue origini. Come dicevo, mi sono trasferito in America molto giovane e lì ho conosciuto la mia cara moglie, che Dio l'abbia in gloria, colei che mi ha dato le madri di queste tre inseparabili pesti- si corresse.
-Lo avevo notato.- disse Misa, leggendo i cognomi di Ezdra, Alice e Alex, completamente diversi dal cognome di nonno Roger -E i due bambini? Credevo che anche loro fossero suoi nipoti.- disse, indicando Matt, troppo impegnata a superare il livello per dare confidenza a chiunque, e Mike, che fissava l'ospite e il suo bambino quasi con odio.
-Vede, i due bambini sono i nipoti di un mio vecchio amico, che era anche il nonno paterno di Ezdra. Sono sempre stati molto uniti, fin da quando erano piccolissimi, e non me la sono sentita di separarli...-
-Parla per te, vecchiaccio.- mormorò Mike prima di ricevere uno scappellotto da Matt.
-Hai detto qualcosa, caro?- chiese innocentemente Misa, che non aveva sentito il commento del ragazzino.
-Quell'imbecille di mio fratello non ha detto niente- disse Matt senza staccare gli occhi dal gameboy.
-Come stavo dicendo, Ezdra, i gemelli e Rue sono assolutamente inseparabili.- riprese subito Watari, sperando che Mike non interrompesse di nuovo.
-Chi è Rue? Un altro nipote?- chiese Misa, incuriosita dal fatto di non vedere nessuna persona che portasse quel nome in giro per casa.
-Rue è la sorella adottiva dei gemelli. I loro genitori credevano di non poter avere figli, così la presero in affidamento qualche anno prima della loro nascita- spiegò rapidamente Watari. E Misa si beveva ogni sua parola, anche se si chiedeva perché il suo nuovo vicino di casa, una persona anziana così gentile e con così tanti nipoti biologici e non di cui occuparsi, usasse un cognome falso.
-Da dove ha detto che venite?- chiese Misa.
-Da New Orleans, un postaccio... non puoi fare un passo senza imbatterti in una gang, o qualcosa del genere. Pensa che Alice e Rue hanno visto...-
-Nonno!- urlò Alice nell'esatto momento in cui avevano programmato di interrompere il racconto. Misa avrebbe creduto che Watari fosse sul punto di dire che avevano assistito a un crimine e che per questo ora tutta la famiglia era sotto protezione; una valida giustificazione per i cognomi falsi.
Ziryu era convinto che sarebbe bastato questo per convincere Misa che i loro nuovi vicini di casa erano assolutamente innocui. In fin dei conti, cosa ci si poteva aspettare da un settantacinquenne e un branco di ragazzini di età compresa fra i sette e i diciassette anni? Sicuramente niente di nocivo per l'operato di Kira.
-Alice cara, ti andrebbe di prendere in braccio Akira?- chiese Misa, diventata d'un tratto diventata l'immagine della cordialità. Non aveva più dubbi sull'innocenza di quella famiglia. E, non sapeva perché, ma aveva l'impressione che lei e Alice sarebbero diventate grandi amiche...
-È stato davvero così semplice, Ziryu?- chiesi, sorpresa da come si fosse risolta in fretta la faccenda.
-Misa era abbastanza ingenua da cascarci, con Kira sarà un altro paio di maniche- disse lo Shinigami. -Abbiamo appena cominciato.-


°°°


-Hai rinunciato al quaderno?!- chiese Alex quando rivelai cosa avevo fatto quella notte.
-Esattamente. Era l'unico modo per non farci scoprire. Se nessuno di noi ha la vera proprietà del quaderno, nessuno dei seguaci di Kira con gli occhi di Shinigami riuscirà ad individuarci come possibili minacce- spiegai.
-E allora cosa ci fa lui ancora qui?- chiese Alice indicando Ziryu.
-Dove sto non ti deve interessare. Comunque, il quaderno è stato nascosto in questa casa, in modo che né Kira, né nessun altro malintenzionato possa impadronirsene- spiegò lo Shinigami spruzzandosi la panna direttamente in bocca.
Ezdra ci fissava a turno, taciturno e impassibile come sempre, mentre Matt mangiava un cornetto alla crema osservando suo fratello, che fissava lo Shinigami con uno sguardo che esprimeva solo disgusto mangiando i suoi adorati biscotti al cioccolato.
Evidentemente lo Shinigami vide che la sua presenza lì non era molto gradita, perché spiccò un alto salto che lo fece volare attraverso il soffitto. Ziryu si sedette sul ramo dell'albero di una casa vicina e cominciò a riflettere della situazione.
Light Yagami doveva essere a conoscenza dell'incontro di sua moglie con i suoi nuovi vicini di casa, e si chiedeva se, dalle parole della moglie, avesse colto un dettaglio che potesse insospettirlo... come un anziano signore chiacchierone, o dei ragazzini che si comportavano in modo molto simile a chi aveva osato sfidarlo in passato... ma forse era lui che si stava preoccupando troppo. Aveva in mente un piano ben preciso... doveva solo vedere se la sua teoria era corretta...
-Ehilà Kazy!- esclamò una voce cavernosa.
-Salve Ryuk- rispose Ziryu, solo per rispettare le formalità, chiedendosi cosa ci facesse lui lì. Finché non si rese conto di essere appollaiato su un melo.
-Sei finalmente sceso nel mondo degli umani. Complimenti, non ti avrei mai creduto capace di farlo, specie dopo tutti i problemi che ti sei posto, kukuku!- disse mangiando la mela che aveva appena raccolto.
-Spero che almeno tu ti stia divertendo, perché io non vedo l'ora che questa storia finisca. Sarai soddisfatto, hai combinato un bel pò di guai lasciando cadere il quaderno quel giorno.- disse a Ryuk con aria di sfida.
-È divertente, però. E poi guardati... Hai sempre desiderato parlare con l'umana che ha trovato il quaderno... non negarlo, Kazy. Dicono tutti che farai la fine di Jealous e Rem. Affezionarsi a un umano non porta altro che guai- disse lo Shinigami addentando un'altra mela.
Ziryu non voleva ascoltarlo. Non voleva sentirsi rinfacciare tutti i suoi errori da quel buffone. Si alzò in piedi e aprì le grandi ali nere e viola.
-Guarda il lato positivo Ryuk. Almeno per un pò non ti mancherà il divertimento- disse lo Shinigami mentre spiccava il volo verso casa.


***


Angolo dell'Autrice: ora cosa succederà secondo voi? cosa faranno Rue e co ora che sono riusciti a convincere Misa della loro innocenza? e qual'è il piano di Ziryu? continuate a seguire questa storia e lo scoprirete! grazie a TheDarkWisher, Targul e Ory_StarDust_95 che hanno messo la storia fra le seguite, e Amimy e Ritsuka96 che l'hanno messa fra i preferiti. Grazie e a presto da Terry17

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: In Memoriam ***


Quella mattina mi svegliai sentendo uno strano gelo nelle ossa, nonostante mi fossi messa un pigiama pesante e mi fossi coperta, cosa che non avevo mai fatto prima. Quando aprii gli occhi mi resi conto che qualcuno mi aveva anche messo un piumone addosso.
Alzai lo sguardo e vidi Ziryu che guardava fuori dalla finestra le foglie secche che volavano, trascinate via dal vento.
-Ziryu!- lo chiamai. Ma lo Shinigami non mi sentì -Ziryu, cosa stai facendo?- gli chiesi avvicinandomi a lui.
-Non sto facendo assolutamente niente- rispose lo Shinigami senza degnarmi di uno sguardo.
-A cosa stai pensando allora?-
-A quanto voi umani siate simili alle foglie- disse aprendo le ali e volando sempre più lontano nel cielo del Giappone.
Ne ero certa, un giorno o l'altro quello Shinigami mi avrebbe fatta diventare matta.
Uscii dalla stanza e mi imbattei in Ezdra, come al solito vestito con camicia e jeans chiari, ma con un'aggiunta: una fascia nera legata al braccio sinistro.
-Buongiorno Ezdra.- lo salutai mentre lui, come al solito, non fece una piega -Dormito bene?-
Il tredicenne si fermò solo per un istante per dire semplicemente -Non c'è male.-
Entrammo insieme in cucina a fare colazione e mi resi conto che tutti portavano la fascia sul braccio.
-Buongiorno Rue!- mi salutò Alex sorseggiando il terzo, e sicuramente non ultimo, caffèlatte della mattinata.
Con il tempo aveva imparato che ognuno di loro aveva, come me, delle attitudini alimentari: per Alex era il caffè, per Alice i panini con le salse (la sua preferita era la maionese), Matt, Mike e Ezdra per i biscotti, rispettivamente alla cannella, al cioccolato e alla vaniglia. E anche Ziryu aveva un'attitudine per i dolci, quelli con panna e fragole in particolare.
-Buongiorno a tutti.- dissi, afferrando il bicchiere pieno di succo di frutta che mi aspettava sul tavolo.
-Come diavolo fate a dire "buongiorno"? Nessuno si ricorda cosa è successo oggi, dieci anni fa?- chiese Mike, sbattendo le mani sul tavolo.
-Cos'è successo dieci anni fa?- chiesi, incuriosita dal fatto che nessuno avesse zittito Mike.
-Tu non puoi saperlo, ma in questo giorno, dieci anni fa, l'L originale è stato ucciso da Kira- disse Alice addentando il suo panino con la salsa rosa.
-Capisco...- mormorai.
-E, dato che è stato sepolto nel cimitero di questa città, oggi andremo a trovarlo. Vuoi venire anche tu Rue?-
In quel momento mi sembro tutto molto strano: loro celebravano la morte del mio padre biologico molto meglio di come avrei fatto io. Forse perché loro non avevano ricevuto una lettera scritta da L in persona in cui lui diceva a tua madre "non voglio avere niente a che fare né con te né con nostro figlio"? Forse se lui non avesse lasciato mia madre in un modo così brutale lei sarebbe sopravvissuta al parto? Nessuno avrebbe mai saputo dirmelo, e lui non avrebbe mai potuto spiegare le sue azioni. Era troppo tardi per tutto.
-Perché no?- dissi -Sarà interessante.-
-Perfetto!- esclamò Mike -Infilati la fascia e andiamo. Roger, prendi la macchina!-
-Prima finiamo tutti di fare colazione, poi andiamo al cimitero- disse Watari.
-Ma Roger...- protesto Mike.
-Non si discute!-


°°°


Un'ora e mezza dopo eravamo davanti ai cancelli del cimitero con quattro mazzi di fiori in mano. Era molto strano trovarsi lì, a trovare persone morte che per me erano completi sconosciuti.
Le prime due tombe erano di due ragazzi:

Mail Jeevas N:01/02/1990 - M:26/01/2010
e
Mihael Keehl N:13/12/1989 - M:26/01/2010;


due ragazzi di appena vent'anni. Se qualcuno che non fosse stato a conoscenza della loro storia avesse visto quelle lapidi avrebbe pensato a una morte accidentale, mai che fossero stati uccisi per ordine di Kira.
-Queste sono le tombe di Matt e Mello- disse Watari, più ai gemelli che a noialtri.
Mike e Matt si inginocchiarono e posarono due mazzi di rose sulle tombe dei loro padri, fissando le lapidi, unico monumento al coraggio di quei due ragazzi.
Ci incamminammo per poi giungere davanti a una terza lapide:


Nate River N:24/08/1991 - M:28/01/2010; Near.


Ezdra, probabilmente per la prima volta in vita sua, chiese di poter deporre lui i fiori sulla tomba.
-Povero Ezdra.- mormorò Watari scuotendo la testa -Non ricorda quasi niente di suo cugino; lo ha lasciato alla Wammy's House che era ancora un'infante, e solo dopo sei anni ha avuto sue notizie, che non erano proprio buone.-
Già da una foto di Near da bambino mostrata nelle diapositive avevo notato una somiglianza con Ezdra; per me non era quindi una novità scoprire che Ezdra e Nate River erano cugini.
Dopo la visita alla tomba di Near ci muovemmo di nuovo, verso il pezzo forte: sentivo gli sguardi di Roger farsi sempre più nervosi, non sapeva se fosse stata una buona idea portarmi lì, davanti alla tomba di mio padre. E francamente, nemmeno io sapevo quale sarebbe stata la mia reazione.
E, infine, nella zona più remota del cimitero, trovammo la tomba che stavamo cercando:


L Lawliet N:31/10/1979 - M:05/11/2004


Finalmente vedevo la tomba di mio padre e, guardando la data di morte, notai un dettaglio a dir poco raccapricciante.
-Non è ironico, Roger?- chiesi depositando l'ultimo mazzo di fiori sulla tomba -Anche mio padre è morto il giorno del mio compleanno.-
-Cosa intendi dire?- chiese Alex inginocchiandosi accanto a me.
Sospirai.-Il mio vero nome è Rue Lawliet, e questa è la tomba di mio padre, morto il giorno del mio settimo compleanno nel 2004, sette anni esatti dal giorno in cui mia madre morì dandomi alla luce; non ti sembra un'ironia?-
-Quindi oggi è il tuo compleanno... e contemporaneamente l'anniversario della morte di entrambi i tuoi genitori?- chiese Ezdra, l'unica persona che non mi stava fissando con l'espressione di chi ha appena visto un fantasma.
-Esattamente- dissi.
-Mi dispiace per te- disse una voce che ormai tutti avevamo imparato a riconoscere.
-Fa niente Ziryu, ci sono abituata da quando sono nata. Watari posso tornare alla macchina?- chiesi. Era la prima volta che chiedevo di rientrare prima da un giro in mezzo alle tombe, ma forse il perché era semplice: anni prima quelle persone si trovavano esattamente nella nostra stessa situazione, e presto le nostre lapidi avrebbero potuto fare compagnia alle loro. Ora capivo cosa diceva Ziryu quella mattina... gli esseri umani sono davvero simili alle foglie.
Mentre io e Ziryu ritornavamo alla macchina vidi passare una figura, distinta e molto, troppo, familiare. L'uomo era vestito con un'elegante giacca marrone e mi fissava con gli occhi sgranati, come se avesse appena visto un fantasma. E io ricambiavo con uno sguardo di disgusto allo stato puro.
Dopo esserci fissati per quella che sembrò un'eternità avanzai verso di lui, mentre Light Yagami continuava a fissarmi, ancora pietrificato dalla sorpresa.
-Preparati Kira.- mormorai il più piano possibile affinché la mia voce non fosse riconoscibile -Presto il genere umano avrà la sua giusta vendetta. Parola di L.-
Detto questo mi incamminai lentamente verso il cancello aperto alle sue spalle.


***

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: grazie per aver commentato. comincio innanzitutto a dire che l'ispirazione per fare i figli di Matt e Mello gemelli mi è venuta dopo aver letto numerosi yaoi e storie in cui loro due "fanno triangolo" con una donna: io mi sono limitata a fondere le cose; inoltre ci avevi visto giusto, Near e Ezdra sono cugini, e inoltre per Ezdra Near era un mito e per questo cerca di emularlo nei limiti del possibile (e non sempre ci riuscirà perfettamente...). Insomma, in questa storia tutti i Wammy's boys sono defunti e in qualche modo dovevo tenerne vivo il ricordo (e spero di star riuscendo nell'intento... almeno stando a quello che hai detto tu ci sto riuscendo) quanto ai tuoi sospetti su Ziryu solo il tempo potrà dirlo se sono fondati o no...
PS: anch'io credevo che Mattia fosse un nome solo maschile prima di incontrare una mia amica che si chiama proprio così. inoltre Wikipedia conferma che in alcuni casi è usato al femminile, quindi mi è sembrato carino metterglielo come nome (che, come nel caso di Michael, fa riferimento al padre -anche se Matt era il soprannome-)

Grazie a chi mi ha messo fra i preferiti e le seguite. Continuate a seguire la storia e non dimenticate di commentare! Ciao e grazie da Terry17

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Copertura ***


-Ok, fammi capire bene... Light Yagami, alias Kira, ti ha vista al cimitero?- chiese Mike, che sembrava sull'orlo di una crisi di nervi -E tu gli hai detto di essere L? MA SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITA?! Quando quella stupida oca, o qualcun altro che lavora per lui ti vedranno la nostra copertura salterà!-
-Lo so. Scusatemi, ma è stato più forte di me.-
-Non ti scusare Rue. Nella tua situazione anch'io lo avrei fatto- disse Alex prendendomi per le spalle.
-Alex ha ragione: non è successo niente di irreparabile, ma ora dovrai evitare di esporti direttamente. Anche perché, se posso dirlo con franchezza, assomigli a tuo padre in una maniera impressionante, tanto che probabilmente, anche se oggi non fosse successo niente, Light Yagami ci avrebbe messo un attimo per individuare il legame fra te e L- disse Watari cercando di rassicurarmi.
-Quindi secondo voi dovrei restarmene nascosta in casa mentre voi affrontate a viso scoperto l'assassino di mio padre?- sibilai -Scordatevelo. Farò di tutto per esserci-
Mi alzai in piedi e corsi nella camera che condividevo con Alice e Matt, una impegnata ad abbinare i vestiti, l'altra a cercare di superare il livello di uno dei suoi innumerevoli videogiochi.
-Per me hanno ragione, per te è troppo rischioso esporti- disse Matt appena entrai nella stanza.
-Non infilare il coltello nella piaga- le dissi.
-Perché non vorrebbero che tu ti faccia vedere? Dubito che sia solo per il tuo incontro ravvicinato con Kira.- disse Alice.
-Watari dice che me lo avrebbero consigliato anche se non fosse successo. Kira ha conosciuto mio padre e io gli assomiglio troppo. Infatti, quando mi ha vista al cimitero, probabilmente era convinto di trovarsi davanti a un fantasma, il bastardo- dissi amareggiata.
Alice mi guardò con gli occhi sgranati -E sarebbe solo questo il problema? Proprio una cosa da nulla!-
-Essere riconosciuta e uccisa da Kira sarebbe una cosa da nulla?- chiese Matt.
-No, se Kira ti ha già vista una volta e non ti riconosce alla seconda.- disse strizzandomi l'occhio -Fidati di me.-


°°°


-Ecco a te la tua salvezza!- disse Alice un paio di giorni dopo quell'episodio tirando fuori una scatolina bianca, dei trucchi e una parrucca -Ora lascia fare a me.-
Lavorò su di me per un paio d'ore e alla fine mi legò i capelli e li nascose sotto la parrucca, che prima aveva provveduto a pettinare.
-Et voilà!-
Mi guardai allo specchio e stentai a riconoscermi: la ragazza davanti a me era davvero molto carina, dai lunghi capelli castani che scendevano fino a metà schiena e che avevano un ciuffo laterale che copriva l'occhio destro. Le occhiaie erano scomparse nel nulla e il pallore cadaverico era nascosto dal fondotinta.
-Wow- fu l'unica parola che riuscii a pronunciare.
-E ora il tocco finale. Tieni gli occhi aperti e non te li strofinare, per nessun motivo- Alice tirando fuori due lunette verde chiaro dalla scatola. Lenti a contatto colorate.
Me le infilai e i miei occhi assunsero una cupa sfumatura verde scuro.
-Ma tu chi sei?- gli chiesi, completamente shockata. Non sembravo nemmeno io.
-Allora Rue, la prossima volta posso procurarti qualche bel vestito la prossima volta? Odio vederti sempre vestita di nero.-
Ci pensai su. -Va bene.- dissi -Però niente colori chiari, paillettes, perline, gonne, gioielli, scarpe con tacco e, soprattutto, niente rosa, fucsia e rossi accesi, chiaro?-
Alice mise il broncio -Ti devi sempre vestire di scuro sempre e comunque, eh?-
-Naturalmente- risposi.
Insieme scendemmo le scale e uscii di casa senza fare rumore. Avevamo stabilito che io sarei uscita prima, senza farmi vedere e che lei mi avrebbe raggiunta con i microfoni da istallare a casa Yagami. E, incredibilmente, anche Ziryu aveva accettato di aiutarci.
-Grazie per aver acconsentito ad aiutarci.-
-Sappi che però sono contrario a quello che stai facendo; che sia la prima e l'ultima volta- rispose lo Shinigami.
Dopo qualche minuto Alice ci raggiunse.
-Il nastro che hai messo con te che suoni la tastiera sta funzionando.- disse -Ma come facevi a sapere quando Watari avrebbe bussato?-
-Sono figlia di mio padre, o no?- risposi, sorridendo.
Dopo un breve tratto arrivammo davanti alla casa degli Yagami, dove Misa ci accolse calorosamente.
-Aliii!- urlò abbracciandola di slancio -Misa-Misa è così felice di vederti!-
Scossi la testa: tanta eccitazione per l'accoglienza della babysitter del proprio figlio non era normale. Ma stavamo parlando di Misa Amane in Yagami...
-Ciao Misa, anch'io sono felice di vederti. E spero che non ti dispiaccia se ho portato anche la mia amica Rue, mi dispiaceva lasciarla a casa da sola- disse Alice, indicandomi. Alzai la mano in segno di saluto.
-Mmh... Tu sei la sorella dei gemelli?- chiese, facendo mente locale sulla nostra famiglia.
-Esattamente- confermai.
-E ti prenderai cura del mio tesorino insieme ad Alice mentre Misa e Light sono fuori?-
-Sarà un piacere- dissi; in realtà avrei istallato i microfoni insieme a Ziryu, mentre Alice si sarebbe occupata di tenere impegnato il bambino. Kira avrebbe potuto notarlo, ma Ziryu mi aveva assicurato che li avrebbe nascosti in modo che non potessero dare nell'occhio. Istallare le telecamere non sarebbe servito, sapevamo già cosa combinava Kira in quella casa.
-È fantastico! Gli amici di Alice sono amici di Misa! Ah, ecco che arriva il mio Lightuccio!- cinguettò quando il suo adorato maritino fece il suo ingresso nel giardino.
-Misa è tardi, dobbiamo andare.- disse semplicemente -Voi siete le babysitter? Non doveva essercene solo una?-
-Colpa mia, avevo un impegno che è stato disdetto, e così Alice mi ha proposto di accompagnarla, per farle compagnia e conoscervi- spiegai, cercando di sembrare il più naturale possibile.
-Niente male- commentò Ziryu.
-Ah, capisco...- mormorò Light, mentre mi squadrava attentamente. Che si fosse accorto di qualcosa? -I numeri che vi servono sono scritti sul foglio sul tavolo della cucina. Torneremo per le sei e mezza.-
-Capito. Stia tranquillo signor Yagami, Akira è in buone mani- disse Alice.
-Non ne dubito. Ci rivediamo, ragazze- disse, mentre saliva in macchina con la moglie.
-Ciao ragazze, ci vediamo dopo!- le salutò Misa.
Noi entrammo in casa, mentre Light fermò la macchina dopo il primo incrocio.
-Cosa fai Light caro?- chiese Misa.
-Misa, dimmi la verità: Quella ragazza si chiama davvero Rue?-
-Sì, certo. Rue Jordan, perché?- disse, usando il cognome falso mio e dei gemelli. La scusa del presunto crimine a cui io e Alice avevano assistito e che avevamo impedito di far raccontare a Watari aveva funzionato alla grande. Con lei...
-Perché quella ragazza mi ricorda qualcuno che conosco. Il colore di occhi e capelli è diverso, ma i lineamenti del viso e il modo in cui tiene le mani in tasca...- Light aveva troppa paura per dire quel nome -Devo controllare una cosa. Torno fra un minuto.-
Light tornò in giardino e osservò le due ragazze dentro casa; Alice aveva tirato fuori i giocattoli di Akira, io invece suonavo il pianoforte.
-Vediamo se sei proprio tu...- mormorò Light mentre guardò il nome scritto sul Death Note tanti anni prima. Aprì il quaderno all'ultima pagina e scrisse un nome:


Rue Lawliet


Kira osservò la ragazza che suonava innocentemente il pianoforte, ignara del proprio destino, contando mentalmente i secondi:
1... 2... 3...
Akira giocava con l'amica di colei che, lui ne era convinto, era la persona che gli aveva lanciato la sfida al cimitero dove era andato a deporre i fiori sulla lapide di sua madre, morta pochi giorni prima, e osservò entrambe le ragazze, dall'apparenza assolutamente normale. Se la ragazza castana fosse rimasta viva sarebbe stata la prova che lui si era sbagliato, e che lei era solo una ragazzina qualunque, e non quella specie di fantasma che gli era apparso al cimitero: l'erede di L.Sua figlia.
38... 39... 40.
Si sentì uno straziante gemito in La. La ragazza castana si paralizzò, mentre Akira e Alice la guardarono, sbigottiti.
-Rue! Cos'è successo?!- chiese la ragazza con i capelli scuri.
La ragazza castana restò immobile, mentre Light guardava la scena dalla finestra. Il Death Note aveva funzionato? Quella ragazza era davvero la figlia di L?
-Rue? Rue mi senti? Dì qualcosa!- disse Alice scuotendola.
La ragazza castana si girò finalmente verso la sua amica, guardando la sua espressione terrorizzata.
-Il tasto del La si è scordato- disse infine.
Alice mi guardò come se fossi impazzita.
-E tu sei caduta in crisi solo per questo?! Per un attimo ho temuto che ti fosse successo qualcosa!- urlò Alice, mentre io mi alzavo dirigendomi verso il ripostiglio per vedere se per caso avessero una corda di ricambio.
Light Yagami se ne andò. Aveva visto abbastanza: quella ragazza non era chi pensava lui.
Intanto, appollaiato sul tetto, Ziryu lo osservò mentre si allontanava, con la penna e il quaderno ancora stretti in pugno.
-Ha funzionato...- mormorò, fissando la pagina del quaderno che riportava un solo nome: il mio. Infatti lo diceva anche la regola n°38 del Death Note:


Se lo stesso nome viene scritto su due Death Note con uno scarto di 0,06 secondi, i due nomi verranno considerati scritti simultaneamente e la vittima designata non morirà


***

Angolo dell'Autrice: confessate, vi ho fatto paura? bene, fare paura ai lettori è la mia specialità! XD (*me sclera con le dita dicendo "Eccellente"*) così, grazie a questa regola realmente esistente (vedi puntata n°20 dell'anime), Ziryu ha salvato Rue e non si è polverizzato dato che tecnicamente voleva uccidere lei! ve lo avevo detto che il nostro Shinigami avrebbe rotto le uova nel paniere a Light... ed è solo l'inizio! cosa potrà combinare? e Light sarà convinto dell'innocenza di Rue? scopritelo alla prossima puntata!


Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Lieta che il capitolo ti sia piaciuto: l'ho scritto come commemorazione dei Wammy's Boys (Perchééééééééééééééé? ç_ç; vabbé, io ho ucciso Near, ma questi sono dettagli! U_U) e per chiarire meglio i legami di parentela. Inoltre il primo incontro fra Rue e Light non poteva accadere in un contesto migliore: mentre la scrivevo con "L's Theme A" in sottofondo mi sono venuti i brividi! e poi ti capisco, anch'io quando ripenso alla morte di L... perché è dovuto sopravvivere solo Near?! ç_ç

Ci vediamo alla prossima, non dimenticate di leggere e commentare. Ciao e alla prossima da Terry17!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Delitto e Castigo ***


Dopo quel giorno cominciammo a monitorare a monitorare la situazione a casa Yagami senza rilevare niente di sospetto. Misa e Light sembravano i classici genitori tutti casa e lavoro, e non due dei tre killer più temuti al mondo.
Ebbene sì, dalle conversazioni che avevamo origliato avevamo scoperto che Light Yagami era in possesso di tre quaderni: uno che aveva affidato a Misa, uno che aveva dato a Mikami e infine il suo Death Note personale, quello con cui giustiziava i criminali. Erano tutti e tre piuttosto prudenti al riguardo, tanto che avevano stabilito minuziosamente giorni e orari in cui usarli, in modo che risultasse impossibile per chiunque li sorvegliasse capire chi stesse usando il quaderno in quel momento: ogni tanto si sentivano parlare fra loro mentre seguivano il telegiornale, e si sentiva la voce del piccolo Akira fare quelle piccole, innocenti domande tipiche della sua età.
-Mamma, papà, cosa state facendo? Perché scrivete i nomi di tutte quelle persone?-
-Misa, puoi portare via Akira?- chiedeva a quel punto Light; evidentemente o gli era rimasta un pò di decenza per non commettere un omicidio davanti al proprio figlio, oppure non voleva crearsi un testimone scomodo: sicuramente il bambino avrebbe notato qualcosa di strano alla lunga, nonostante l'età. Forse, proprio per via della sua età, avrebbe potuto dire che il suo papà era in grado di uccidere solo scrivendo i nomi delle persone.
Inoltre avevamo scoperto che avere cimici e microfoni istallati a casa Yagami non era una novità: infatti molti gruppi si erano formati negli ultimi anni, ma solo pochi si erano rivelati pubblicamente; ovviamente erano trattati come gruppi di terroristi dalla polizia, anche se era sicuro al mille per mille che in realtà almeno la metà degli agenti avrebbero voluto farne parte; il gruppo più famoso era guidato da una giovane di origini giapponesi, Arina Maruko, che però aveva fatto perdere le tracce di se da almeno tre anni. C'era chi diceva che se l'era data a gambe, che si era suicidata, chi pensava che fosse stata uccisa da Kira... però io pensavo semplicemente che non esistesse, e che fosse stato inventato di sana pianta da qualcuno di più grande come specchietto per le allodole.
Per il resto la vita procedeva regolarmente: Mike litigava con tutti, come sempre, Matt calmava il fratello senza staccare gli occhi dal gameboy, Ezdra creava castelli di carte mangiando biscotti, Alice faceva da babysitter al piccolo Akira e ogni tanto le facevo compagnia, e Alex andava in giro per la città, incontrando "casualmente" chiunque avesse un qualche legame con Kira e famiglia: il suo aspetto normale e rassicurante sembrava spingerti a dire tutto quello che lui voleva sapere da te, e questo ci sarebbe tornato molto utile. Light Yagami non avrebbe mai sospettato di un semplice e amichevole ragazzo di diciassette anni, anche se lui stesso era diventato Kira a quell'età.
Nel frattempo Alice e Misa avevano stretto amicizia, ed erano molte le volte in cui andavano a fare shopping; probabilmente l'unica ragione per cui Watari lo permetteva era perché probabilmente sperava che Alice riuscisse ad estorcere a Misa abbastanza informazioni per mettere in scacco Kira e tendergli una trappola. Però, nonostante tutto, lei e Misa mi facevano pena: stavano diventando davvero amiche, ma anche questo loro legame sarebbe andato distrutto una volta scoperta la verità. Sempre per colpa di Kira...
Però non era questo il centro dei miei problemi, ma qualcosa che, ancora non sapevo ma avevo cominciato a intuirlo, sarebbe degenerato in catastrofe.
Ziryu da un pò di tempo si comportava in modo strano: stava sempre nascosto in camera mia, o si guardava intorno con aria sospetta. Aveva cominciato a trasalire ad ogni minimo rumore, come se stesse aspettando che gli accadesse qualcosa di terribile.
-Ziryu?- lo Shinigami trasalì, per poi rilassarsi dopo avermi vista -Ti ho portato qualcosa da mangiare, anche se tecnicamente tu non ne hai bisogno.-
Ziryu squadrò per un attimo la torta panna e fragole che gli avevo portato prima di ingoiarla in un sol boccone.
-Grazie- disse.
-Non ringraziarmi Ziryu. Fra amici ci si aiuta a vicenda, no?- gli dissi sorridendogli -Se c'è un qualche problema puoi dirmelo.-
Ziryu si era bloccato all'incirca alla frase "Fra amici ci si aiuta a vicenda".
-Davvero credi che io e te siamo amici?- mi chiese, esitando.
-Certo. Hai deciso di aiutarmi senza chiedere niente in cambio, e poi ti sei interessato subito a me. Sai, a volte penso che tu ti sia innamorato di me. Ho notato come guardi Alex.-
Ziryu portò il pollice al labbro per un momento, prima di sorridermi -Ti garantisco di non essere innamorato di te. Solo che quel ragazzo, semplicemente non mi piace.-
-Essere gelosi non è un crimine, mi hai detto che gli Shinigami possono avere una particolare predilezione per degli esseri umani in particolare- gli dissi.
-È vero, ma non vuol dire necessariamente che io ti ami in quel senso; per me sei solo una vecchia, cara amica e non potrei mai pensarla diversamente.- disse Ziryu -Ora perché non vai a letto, Rue? Almeno un paio d'ore di sonno devi fartele.-
Anche se non mi sentivo molto stanca non potei fare a meno di pensare che avesse ragione: erano le 3 del mattino, era proprio ora che mi mettessi a letto.
-Credo proprio che lo farò. Buonanotte, Ziryu- dissi, uscendo dalla sala dei computer.
-Buonanotte piccola Rue- mormorò Ziryu quando ormai non potevo più sentirlo. Si accovacciò sulla sedia, aspettando di conoscere il suo fato.
-Kaziryu, quanto tempo.- disse una voce profonda e sgradevole che proveniva da dietro le spalle dello Shinigami.
-Armonia Justin Beyondormason. Quale onore- disse Ziryu riconoscendo il braccio destro del Re degli Shinigami senza, tuttavia, girarsi.
Lo Shinigami appena entrato aveva un aspetto regale e al tempo stesso inquietante: sembrava uno scheletro ricoperto di gioielli e pietre preziose; perfettamente adeguato alla sua alta carica rivestita fra gli Shinigami.
-Ho sentito della tua impresa, e non so come comportarmi: mai nessuno Shinigami fino ad ora ha fatto quello che hai fatto tu. Hai scritto il nome di colei che, teoricamente, avresti voluto uccidere, ma invece la tua presunta vittima è sopravvissuta, perché tu hai intenzionalmente usato la regola della contemporaneità per annullare gli effetti di un altro Death Note; per questo sei ancora in vita, quando normalmente un gesto come il tuo avrebbe comportato la morte. Tuttavia io e Sua Maestà abbiamo motivo di credere che un gesto come il tuo vada punito, per impedire che altri stolti seguano il tuo esempio: il Death Note è uno strumento di morte e come tale deve essere usato- disse lo Shinigami.
-Cosa volete tu e il vecchio da me?- chiese Ziryu, aspettando la sua sentenza.
-La tua pena è molto più leggera rispetto a quella solitamente applicata a un caso come il tuo: devi consegnarmi 60 pagine che ti restano da compilare del tuo Death Note e, nel caso il tuo quaderno finisse, non te ne sarà consegnato uno di ricambio per i prossimi venticinque anni- disse il braccio destro del Re degli Shinigami.
Ziryu eseguì l'ordine e gli consegnò il numero di pagine richiesto; molto più della metà. Gli rimasero solo una trentina di pagine, di cui tredici erano completamente compilate. Aveva solo diciassette pagine bianche da compilare in venticinque anni.
-Spero che ciò ti serva di lezione, Kaziryu.- disse lo Shinigami -E spero anche di non avere sentore di altre azioni del genere da parte tua. Ci vediamo.-
Allora lo Shinigami volò via lasciando Ziryu vivo e con un Death Note privo di molte pagine. Ma a lui non importava. Perché per completare il suo piano a lui ne serviva soltanto una...


***


Angolo dell'Autrice: Mi spiace averlo fatto, ma sono stata costretta a far punire Ziryu: per uno Shinigami è comunque imperdonabile salvare la vita a un essere umano. E ora la domanda: perché a Ziryu serve una pagina di quaderno? Cosa ha intenzione di fare? Se volete finire di leggere qui non lo saprete mai... e voi non volete non saperlo, vero?

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Light non è in crisi: diciamo solo che nonostante i kili di fondotinta, la parrucca e le lenti a contatto colorate aveva riconosciuto i modi di fare della ragazza che aveva visto al cimitero, che a loro volta ricordano un pò troppo quelli di L. Light voleva togliersi il dubbio, quindi quale modo se non scrivere il nome proprio (vero) della ragazza con il cognome della persona che gliene ha fatte passare di cotte e di crude dieci anni prima? Abbiamo visto tutti com'è andata... ebbene sì, Ziryu è un grande! ed ha appena cominciato... Light non sa proprio cosa gli aspetta! ihihih! XD

Grazie a chi ha messo la storia fra i preferiti e le seguite, e spero che anche chi l'ha solo letta vorrà continuare a farlo. Ciao e grazie da Terry17

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Relazioni e Reazioni ***


-Ragazzi, ormai è un mese che ci siamo trasferiti in Giappone per indagare sul caso Kira. Sappiamo chi è, sappiamo come uccide, ma tuttavia non possiamo prenderlo con le mani nel sacco: Light Yagami ha dalla sua parte ben due persone in possesso degli Occhi degli Shinigami, e che quindi potrebbero ucciderci in qualunque momento. È in una botte di ferro, ma noi dobbiamo trovare un modo per incastrarlo- disse Watari durante la cena. O a quella che a degli occhi estranei doveva sembrare una cena.
-Ma deve esserci un modo...- disse Alex, che aveva raccolto più informazioni di chiunque altro. Matt con la sua abilità di Hacker era utile, ma non quanto Alex: lui si esponeva direttamente. Se Light Yagami lo avesse saputo avrebbe potuto insospettirsi: perché mai il fratello della babysitter di suo figlio avrebbe dovuto fare tutte quelle domande?
-L e tutti i suoi successori si sono esposti direttamente e sappiamo come è andata a finire.- disse Ezdra, mescolando un mazzo di carte da gioco -L'unico modo per esporci è fare in modo che Kira non abbia a disposizione un quaderno quando lo metteremo con le spalle al muro.-
Più o meno come aveva cercato di fare Near quando stabilì di incontrarsi con Kira, ma Light aveva previsto le sue mosse e aveva nascosto il quaderno; però noi avevamo una cosa che né Near, né L avevano avuto. Noi ci eravamo esposti, ma avevamo tenuto i nostri obiettivi segreti, e sarebbe stato meglio se fossero rimasti tali fino alla resa dei conti. E finché solo Misa sapeva che i nostri cognomi erano falsi saremmo stati al sicuro.
Però c'era ancora Teru Mikami. Se a Light Yagami sarebbero venuti dei dubbi avrebbe potuto chiedere a lui di dirgli i nostri veri nomi, e sicuramente avrebbe capito tutto nel momento in cui lui gli avrebbe riferito che fra i cognomi c'erano anche "River" e "Lawliet": se "River" era un cognome molto comune in America, la stessa cosa non si poteva dire del mio. Light Yagami mi avrebbe definitivamente riconosciuta come figlia di L come già sospettava, anche se non aveva ancora prove concrete del mio legame di parentela con lui. Lo avevo capito fin dalla prima volta in cui ci eravamo fissati quando ero andata a istallare i microfoni a casa sua. Quelle occhiate non presagivano niente di buono, ma non accadde nulla.
-Ehi gente, venite ad ascoltare!- urlò Matt dal piano di sopra -Light Yagami sta parlando e sembra essere da solo nella stanza!-
Salimmo immediatamente nella sala dei computer, dove la voce di Light risuonava per la stanza.
-Ryuk, esistono delle persone su cui il Death Note non ha effetto?- chiese Light. Si sentì una pausa, poi continuò.
-Quella ragazzina mi ossessiona. I suoi modi di fare, la sua apatia... mi sembra quasi di rivedere Ryuzaki- Ci fu un'altra lunga pausa.
-Lo so che è morto e che non potrà più intralciarmi, ma credimi, ci sono dei momenti in cui quella ragazzina, Rue, mi sembra proprio lui. Appena l'ho vista mi è venuto il sospetto che potesse essere addirittura sua figlia... guarda cos'ho fatto quando l'ho vista per la prima volta- Light fece un'altra pausa.
-Ovviamente è ancora viva. Rue Lawliet... il suo nome con il cognome di L. Chissà cosa mi è saltato in mente- disse ridacchiando.
Sei paia d'occhi mi fissarono sconvolti. Kira aveva scritto il mio nome sul Death Note ed io ero ancora viva.
-Forse lo ha scritto male. Oppure...- mi bloccai ricordando la regola n°39 del Death Note -Ziryu... Ziryu deve aver scritto il mio nome sul Death Note mentre lo faceva anche Light. È la regola della contemporaneità: se lo stesso nome viene scritto contemporaneamente su due Death Note la persona designata non muore! Ziryu! Ziryu vieni subito qui! Ziryu!-
Lo chiamai, ma lo Shinigami non arrivava.
Alex mi abbracciò, cercando di contenere la mia reazione.
-Non è successo niente Rue, non è successo niente... Roger va a preparare del tè. Voialtri andatevene.-
Gli altri uscirono dalla sala, lasciandomi sola con Alex.
-Rue, cerca di calmarti. Non è successo niente...-
Mi sedetti per terra con le gambe incrociate, ancora sotto shock per quella rivelazione.
-Cavolo. Se non ci fosse stato Ziryu Kira mi avrebbe... mi avrebbe...- non avevo il coraggio di pensare a quanto Kira fosse arrivato vicino ad uccidermi e a far saltare la copertura dei miei compagni.
-Guarda il lato positivo: ora Light non sospetterà mai che sei la figlia di L, ha scritto il tuo vero nome sul quaderno e sei sopravvissuta. Probabilmente gli starai antipatica perché gli ricordi L, ma niente di più.-
-Dovevo darvi ascolto, non dovevo farmi vedere- continuai a ripetermi come un mantra.
-Sarà stato irresponsabile da parte tua e di mia sorella l'idea di camuffarti e farti vedere a viso scoperto da Kira, ma avrebbe destato altrettanti sospetti anche chiuderti in casa e non farti vedere. Non è stata colpa tua, non potevi farci niente- cercò di calmarmi Alex.
-Ma Alex...-
Lui mi poggiò l'indice sulle labbra -Ti proibisco di aggiungere altro.-
In quel momento lo guardai negli occhi: non mi ero mai resa conto di quanto fossero grandi e profondi. Avrei potuto perdermici dentro. Sentivo il calore del suo corpo che mi riscaldava. In quel momento realizzai di non aver mai abbracciato nessuno in vita mia, e di non aver mai avuto un vero legame con un altro essere umano.
Alex mi sfiorò appena la guancia e mi sentii avvampare; era una sensazione molto strana, probabilmente era la prima volta che arrossivo in vita mia. E quella sensazione mi piaceva.
-Ehm, ehm!- sentimmo tossicchiare. Ci girammo e vedemmo Ziryu che fissava Alex come se avesse voluto dirgli "Toglile subito le tue sporche manacce di dosso prima che ti riduca in maniera tale che anche tua madre faticherà a riconoscerti!"
-Ho interrotto un momento intimo?- chiese innocentemente lo Shinigami.
-No, non hai interrotto niente- dissi separandomi (a malincuore) da Alex; Alex si separò da me senza staccare gli occhi da Ziryu.
-Sarà meglio che vi lasci soli- sibilò. Era incredibile come Alex cambiasse i toni quando vedeva Ziryu.
Lo Shinigami si accovacciò davanti a me, aspettando la mia reazione.
-Grazie per avermi salvato la vita- gli dissi semplicemente.
-Non ce n'è bisogno. L'ho fatto volentieri, anche se mi è costato l'88% delle vite che avrei potuto prendere in venticinque anni- disse Ziryu.
-Che intendi dire?- chiesi.
-Che dei "pezzi grossi" hanno preteso sessanta pagine bianche del mio Death Note e mi hanno garantito che non mi daranno un altro quaderno per i prossimi venticinque anni. È come se mi avessero chiuso in carcere con scorte limitate di pane e acqua a disposizione. È la punizione per aver usato il Death Note per impedire a un'altra persona di usarlo per uccidere.-
-Mi dispiace, ti sei messo nei guai per colpa mia- mi scusai.
-Non importa. Non avevo intenzione di usare spesso quel quaderno.- disse -Non sono uno di quegli Shinigami a cui importa solo di scrivere nomi per allungarsi la vita. In realtà io scelgo solo persone anziane che ormai non riescono nemmeno più a muoversi, o malati terminali. Tutte persone a cui resta un anno, o pochi mesi al massimo. Forse non oso andare oltre perché sono "nato" da poco.-
-Che intendi con "nato da poco"?- gli chiesi.
Ziryu sorrise. -Mi aspettavo che facessi questa domanda. Neanch'io ricordo molto bene. Ricordo solo che c'era una luce bianca, e che qualcuno mi chiese se volessi andare nell'aldilà o tornare in vita sotto forma di Shinigami. Accettai di diventare Shinigami, e ora eccomi qui.-
-Così una volta eri umano...- mormorai.
-Esattamente. Non chiedermi quale fosse il mio nome perché non lo ricordo.-
-E come mai ora sei... così?- gli chiesi, indicando i colori anormali del suo volto e l'abito nero e blu notte che gli era stato cucito addosso.
Ziryu si guardò gli squarci ricuciti alla meno peggio che lo laceravano. -Perché nella mia vita precedente devo essere stato pazzo e masochista- disse con un tono appena udibile.
Detto questo lo Shinigami si alzò e fece per andarsene.
-Ziryu?- lo chiamai di nuovo.
Lo Shinigami si fermò, per farmi capire che mi aveva sentita e che mi stava ascoltando.
-Perché mi hai salvata quando Light ha scritto il mio nome sul quaderno?- li chiesi. Volevo sapere cosa spingesse Ziryu a fare tutto quello che stava facendo per me.
Ziryu mi guardò per un secondo prima di mormorare la sua risposta. -Forse l'ho fatto perché tu mi ricordi una persona che conoscevo. E dovevo tenere molto a quella persona se la tua sicurezza mi spinge ad andare contro alla mia stessa natura.-
Detto questo lo Shinigami attraversò la parete e scomparve.


***


Angolo dell'Autrice: a parte la narrazione di come nasce uno Shinigami come vi è sembrato il capitolo? che succederà ora? sono l'unica che lo sa, per ora... se volete saperlo anche voi vi conviene leggere! Grazie a TheDarkWisher, Targul, Ory_StarDust_95 e erda che hanno messo la storia fra le seguite, e Amimy e Ritsuka96 che l'hanno messa fra i preferiti.

Ciao e alla prossima!

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Rivelazioni ***


Philadelphia, Stati Uniti. Il detenuto William Jacobson si trovava da solo, nella sua cella. Il suo compagno di cella era appena morto per mano di Kira, e sapeva che, presto o tardi, avrebbe seguito il suo stesso destino. Nel frattempo si rigirava la strana busta che gli era arrivata fra le mani.
Il detenuto aprì la busta, e fissò sgomento il suo contenuto; dopodiché prese la penna contenuta nella busta e, senza sapere cosa stesse facendo, scrisse qualcosa...


°°°

-Misa ti vuoi muovere?- chiamò Light Yagami -Akira non sta per partire in guerra, rimarrà qui a casa con Alice, la sua amica e suo fratello!-
-Lightuccio, aspetta un momento che devo dire ai ragazzi come funziona il nuovo giocattolo di Aki...-
-Non importa signora Yagami, leggeremo le istruzioni che sono scritte sulla scatola- disse Alice, esortando Misa a raggiungere il marito per non fare tardi.
-E se ci saranno problemi Akira potrà fare affidamento su di noi- disse Alex, con l'aria calma e pacata che lo ha sempre caratterizzato.
-Infatti è il motivo per cui siamo qui- dissi, con le mani in tasca e guardando Light come se fosse stato un mucchietto di spazzatura; non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso dal giorno in cui avevo scoperto che aveva scritto il mio vero nome sul Death Note solo per verificare che non fossi figlia di L.
Misa salì in macchina, accanto al marito, sbracciandosi per salutarci.
-Ciao Aki, mi raccomando fai il bravo!- salutò Misa mentre la macchina girò l'angolo.
-Via libera.- disse Ziryu scendendo dal punto dove era appostato per controllare che Light e Misa non tornassero -Ricordate: io e Rue pensiamo ai quaderni, voi pensate al ragazzino.-
Alice prese in braccio Akira, chiedendo ad Alex suggerimenti sui giochi da fare.
Io e Ziryu invece salimmo al piano di sopra, alla ricerca dello studio.
-Se conosco Light Yagami avrà portato con se uno dei quaderni, e avrà escogitato qualcosa per impedirci di prendere il Death Note rimasto, come un doppio fondo, o un qualche congegno che distruggerà il quaderno e che lascerà un segno visibile su chi cercherà di prenderlo. Quindi sarà meglio che cerchi di prenderlo io. Aspettami qui- disse Ziryu attraversando la porta dello studio. Dopo alcuni minuti tornò con un quaderno in mano.
-Aveva messo una telecamera nascosta e innescato una piccola miccia che avrebbe bruciato la pelle di chiunque avesse trovato il quaderno e che avrebbe attivato una fiammata che avrebbe distrutto il quaderno: quando si tratta di queste cose Light non adotta mezze misure.- disse –Ti avverto: Ryuk, lo Shinigami a cui appartiene il quaderno, è alle mie spalle, quindi non ti impressionare.-
Presi in mano il Death Note di Kira e subito dopo si materializzò quello che poteva essere semplicemente descritto come la versione Goth di un clown dalla faccia distorta.
-Kukuku. Salve, figlia di L- disse Ryuk.
-Suppongo che tu sappia che ho un nome, e che il mio nome è Rue.- gli dissi spazientita. La faccenda che tutti mi apostrofassero solo come "figlia di L" stava cominciando a stufarmi -Sei lo Shinigami di Light Yagami?-
-Sì... non sai come mi sono divertito a osservare Light che si affanna per cercare di creare il suo mondo perfetto in tutti questi anni, però devo ammettere che la parte più divertente è stata lo scontro fra lui e tuo padre. Sai, quando Light mi ha mostrato il tuo nome scritto sul Death Note e mi ha detto che eri ancora viva mi sono detto che sarebbe stato uno spasso vedere la sua faccia quando lo avrebbe scoperto. Tu e Ziryu siete una bella squadra per scontrarvi con Light, e ciò non farà che aumentare il mio divertimento- ridacchiò lo Shinigami sgranocchiando una mela rossa; dal canto mio, mi chiesi se il senso del divertimento fosse così distorto in tutti gli Shinigami esistenti.
-Sai Ziryu? Ti è capitato proprio un bel tipo, ti conviene non lasciartela scappare. Sarebbe un peccato separarti dalla tua bella ragazzina, kukuku.-
-Scatta quelle benedette foto al quaderno e riportamelo subito.- disse freddamente Ziryu -Sbrigati.-
Io eseguii l'ordine e andai a scattare le foto in camera da letto (secondo Ziryu lì non c'erano telecamere, al contrario del bagno), mentre lui fissò Ryuk, sconcertato.
-Cos'hai in mente? Credevo che morissi dalla voglia di dirglielo- gli disse.
Ryuk sghignazzò -Sai, inizialmente volevo farlo, ma poi mi sono detto che sarà molto più divertente vederla capire passo dopo passo... kukuku, non oso immaginare quale sarà la sua reazione!-
Lo Shinigami si diresse verso quel melo, in cerca di altre mele mature da mangiare, mentre Rue ritornò con le foto del Death Note -Ecco, ho finito.-
Lui mi guardò, interrogativo -Cos'hai?- mi chiese.
Io cercai fra le foto, finche non la trovai.
-Ecco cosa c'è- dissi, porgendogliela. Era la foto di una pagina del quaderno su cui, fra tanti nomi comuni ne spiccavano due, scritti da una calligrafia diversa, davvero molto insoliti:


Quillsh Wammy
e
L Lawliet


Ziryu guardava me e le foto a intervalli regolari.
-Il quaderno con cui è stato ucciso tuo padre...- mormorò.
Annuii prima di porgergli un'altra foto: il nome che spiccava era il primo della pagina, e stavolta era il mio.
-A distanza di dieci anni ha usato lo stesso quaderno per cercare di uccidere anche me. Se non è una prova questa... Kira non è la giustizia, Kira pretende di essere la giustizia e vuole eliminare chiunque osi contestarlo. Quelli come me e L. Secondo te qualcuno che vuole realmente giustizia farebbe una cosa simile?- chiesi.
Ziryu mi poggiò una mano sulla spalla con fare comprensivo -Scommetto che anche tuo padre la pensava allo stesso modo- disse prima di attraversare la porta dello studio per rimettere il quaderno al suo posto.
Scesi le scale e vidi Akira che mi guardava in modo molto strano.
-Rue- mi chiamò.
-Cosa c'è Aki? Non dovresti essere a letto a quest'ora?- gli chiesi.
-Lo so che devo fare il riposino perché sennò mi stanco troppo la sera, ma posso farti una domanda?-
-Certo che puoi.- gli dissi sedendomi sui primi gradini della scala in modo che potessi guardarlo negli occhi -Dimmi tutto.-
Il piccolo si guardò intorno come se volesse controllare che nessuno stesse ascoltando, prima di farmi la fatidica domanda -Anche tu riesci a vedere i mostri?-
La domanda mi lasciò spiazzata -Di quali mostri parli?-
-C'è una specie di mostro che si aggira per casa, sembra un clown bruttissimo; papà lo chiama Ryuk. E, dato che né l'ho visto seguirti su per le scale e parlare con te, mi chiedevo se anche tu potessi vederli.-
Rimasi spiazzata: Akira poteva vedere gli Shinigami?
-Akira, per caso hai toccato uno strano libriccino nero di recente?- gli chiesi allarmata. Vedere uno Shinigami poteva essere un trauma per un bambino.
-Sì. Papà non mi permetteva di avvicinarmi, ma l'ho preso una volta, solo per curiosità, e da allora l'ho visto.- disse Akira.
-La tua mamma o il tuo papà sanno qualcosa di questa storia?- gli chiesi.
Il bambino scosse la testa -No, non gliel'ho mai detto. Vedo Ryuk, ma ormai mi sono abituato a ignorarlo qualunque cosa faccia, tanto che mamma e papà non sospettano neanche che io riesca a vederlo. Però mamma e papà non vogliono che io racconti le bugie. Rue, se io non dico a mamma e papà che so fare una cosa dico una bugia?- chiese Akira.
-Non credo che lo sia. Perché me lo chiedi?- gli chiesi.
Akira mi guardò intensamente. -Rue, posso rivelarti un segreto?- mi chiese sottovoce?
Mi incuriosii per il cambio dei toni del bambino. -Puoi dirmi tutto quello che vuoi.-
Il bambino respirò profondamente prima di sussurrarmi. -Io posso vedere i nomi delle altre persone fluttuare sopra le loro teste.-
Rimasi stupita: La cosa non era normale, ed esisteva una sola spiegazione logica; ma era impossibile, perché Light non avrebbe mai osato chiedere tanto al suo unico figlio. Aveva già Mikami e... Misa. Akira doveva aver ereditato gli occhi da Misa. Ecco perché Light aveva acconsentito a sposarla, perché sperava che i figli che avrebbe avuto da lei ereditassero quella caratteristica. Quel bastardo di un cane...
-Vedi anche il mio nome, Aki?- chiesi, tremando per le conclusioni a cui ero appena arrivata.
-Sì. Vedo due scritte, il tuo nome, Rue Lawliet, mentre l'altra è una serie di numeri. Invece, quando si tratta di mamma e papà non vedo i numeri. Sai cosa significa? Le vedi anche tu?- continuava a chiedermi Akira, ignaro di quello che potesse anche solo significare una cosa simile. Se Kira lo avesse saputo avrebbe potuto tranquillamente chiedergli i nostri veri nomi, e a quel punto saremmo stati fregati.
-Akira,- dissi guardando intensamente il bambino -non ti voglio dire che quello che fai è sbagliato, ma ti consiglierei di non dirlo al tuo papà o alla tua mamma. Non subito almeno. Potrebbero preoccuparsi per te se gli dicessi di poter vedere i mostri o i nomi galleggiare sulle teste della gente. Hai visto i film, quelli in cui i bambini vedono cose che solo loro riescono a vedere e poi i genitori li mandano dal dottore?-
Akira annuì.
-La tua mamma e il tuo papà potrebbero farlo anche a te se gli dicessi una cosa simile, quindi ti conviene aspettare di essere più grande per dirglielo, non trovi anche tu?- gli chiesi, sperando che abboccasse.
-Sì. Ora ho capito. Grazie Rue- disse abbracciandomi. Povero piccolo, se non avesse i genitori che ha ora non si troverebbe in quella situazione...
-Certo piccolo, se ti serve qualunque cosa, io, Alice e Alex saremo qui. Ora però tu vai a letto o stasera sarai stanco- dissi.
-Certo. Ciao- disse il bambino tornando al suo lettino. Quando si coricò la testa di Ziryu attraversò la parete.
-Rue, non dirmi che è quello che penso che sia...-
-Purtroppo lo è, Ziryu.- dissi guardando il bambino che cercava di addormentarsi -Akira ha gli occhi dello Shinigami.-


***


Angolo dell'Autrice: Che ne pensate? Credevate davvero che avessi messo Akira solo per fare la bella statuina? No, doveva pur fare qualcosa: è il figlio di Light Yagami e Misa Amane non poteva avere sempre un ruolo marginale! E per sua fortuna dal padre ha preso solo la beltade e anche l'intelligenza anche se non l'ha ancora dimostrata: in fondo è solo un bambino di due anni! E sappiate che si avvicina il momento che tutti i fan di Light stanno aspettando... arriva Mikami (BUUUU!!!!!!!) e a quel punto i casini cominceranno a farsi sempre più incasinati. Che gran casino! XD
Se volete saperne di più continuate a seguire la storia. Ciao e grazie a chi ha messo la storia fra i preferiti e le seguite.
PS: chi vuole commentare è libero di farlo

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Discendenza ***


-Mikami, ti ho chiamato per raccontarti dei nostri nuovi vicini di casa.- disse Light al suo fedele servitore qualche giorno dopo -Sono un vecchio e sei ragazzini; fin qui è tutto normale, ma i ragazzini sono davvero inquietanti. Il ragazzo di tredici anni e uno dei due gemelli sono identici a Near e Mello, tanto che potrebbero essere addirittura parenti.-
Mikami guardò fuori dalla finestra e vide il ragazzino con i capelli ramati giocare con il gameboy; per l'angolazione non riusciva a leggerne il nome.
-E poi c'è la ragazza del cimitero, quella ragazza così somigliante a L, che peraltro somiglia incredibilmente all'amica della babysitter di mio figlio. Il suo nome è Rue... l'anagramma di Eru, L. Ci sono delle occasioni in cui è quasi impensabile che non ci sia un legame fra loro due. È brillante, intelligente, e a volte mi guarda come se mi stesse analizzando, quello stesso sguardo inquietante... secondo il vecchio è la sorella adottiva dei gemelli, e secondo Misa è vero dato che legge sulla ragazza un cognome diverso rispetto a quello dei ragazzini. Gli altri, invece, sono i nipoti biologici del vecchio, i figli delle sue due figlie.- spiegò rapidamente Yagami -La storia potrebbe essere credibile, ma invece credo che in realtà non ci siano veri legami di parentela e che stiano cercando di farmi abbassare la guardia. Un'allegra famiglia allargata: chi sospetterebbe mai di loro?-
Mikami ascoltava, guardando ciò che accadeva nella casa accanto: il vecchio (su cui leggeva il nome Roger Ruvie) doveva aver detto al bambino di rientrare in casa, dato che si alzò dalla panchina senza staccare gli occhi dal suo gioco. Pochi minuti dopo scoppiò a piovere.
-Cosa vuole che faccia, Kami?- chiese Mikami.
Light guardò la tazza di caffè vuota -Voglio che tu mi dia i loro nomi. Voglio sapere che quella famiglia non mi riserverà brutte sorprese- disse semplicemente Light Yagami mentre i fulmini si stagliavano in lontananza...


°°°


-Lightuccio, di cosa avete parlato tu e Mikami?- chiese Misa al marito dopo che Mikami uscì di casa.
-Di un affare da sistemare- rispose semplicemente Light.
-Non dirmi che sospetti ancora dei nostri nuovi vicini di casa! Certo che stai diventando paranoico. Sono solo un vecchietto e dei ragazzini, e poi Alice e Rue sono così simpatiche. Come puoi minimamente sospettare di loro?- chiese insistentemente Misa.
-Misa, i più grandi sono Rue e Alex, e hanno entrambi diciassette anni: abbiamo cominciato a purificare il mondo a quell'età, se non ricordi male. E non ti senti strana guardando Rue? Come se ti trovassi davanti al fantasma di Ryuzaki?- chiese Light cercando di far ragionare la moglie.
-No, non mi sento per niente strana. E poi Rue non è affatto simile a Ryuzaki: non mangia mica dolci, e poi non si siede in quel modo strano. Anche se anche lei si mangia le unghie, ma tante persone lo fanno, anche la sorella di Misa-Misa- disse Misa, elencando solo le stranezze di Ryuzaki.
-Rifletti per un secondo: se L avesse avuto un figlio, o comunque un parente, quel figlio o quel parente non avrebbe ereditato quelle stranezze. Se ci pensi bene Rue ha diciassette anni, e se L fosse ancora vivo ne avrebbe trentacinque; non sarebbe così strano se avesse avuto un figlio a diciotto anni e se ne avesse tenuto l'esistenza segreta nel caso gli fosse accaduto qualcosa- disse Light.
-Ma non è possibile che sia Rue!- ripeté Misa.
Light si disse che era meglio finire lì la conversazione: Alice e Rue le stavano simpatiche, e lei non avrebbe mai compreso appieno i suoi sospetti.
-Hai ragione Misa. Scusami, mi sono lasciato trascinare- disse Light, solo per calmare Misa.
-Bravo Light, sapevo che se ci pensavi bene non poteva essere vero!- disse Misa andando a preparare da mangiare ad Akira. Ormai Misa era diventata una casalinga modello, dato che Light non voleva che si prendesse del personale per le faccende domestiche, anche se loro potevano permetterselo: avrebbero potuto notare qualcosa d'insolito che avrebbe potuto incastrarli.
Light guardò fuori dalla finestra e vide la famiglia della casa accanto mettersi a tavola da dietro la tenda chiusa. Non poteva resistere, lui doveva sapere se davvero quelle persone erano chi pensava lui...


°°°


-Lo sapevo che Yagami non ci sarebbe mai cascato- commentò Ezdra sedendosi.
-E ora manderà mr Simpatia a sorvegliarci per scoprire i nostri nomi. Siamo fottuti.-
-Mike, le parolacce- disse Matt senza staccare gli occhi dal Nintendo DS.
-E chi se ne frega delle parolacce? Dato che se tutto andrà come vuole lui morirò a sette anni, dico tutte le parolacce che voglio- disse Mike.
-Mike, non portare scalogna- disse Alice.
-Non porto iella, sono realista. Moriremo tutti.-
-Se non la smetti di dire che moriremo tutti ti ammazzo io; almeno uno di noi muore davvero- disse Matt.
-Sentite ragazzi, so che questo può essere un problema, ma non credo che dovremmo preoccuparci tanto: Mikami vorrà dare tutti i nomi in una volta, quindi abbiamo tempo. Secondo le informazioni sarà probabile vederlo da queste parti solo due volte a settimana, il martedì e il venerdì dalle 17 alle 18.30. Basta che Rue e Ezdra non si facciano vedere in giro per quell'ora e guadagneremo tempo- disse Alex.
-E con i miei travestimenti non sareste riconosciuti nel caso lo incrociate per strada- disse Alice, ammiccando al mio indirizzo.
-Giusto anche questo- disse Alex.
-Vi sbagliate tutti invece!- disse Mike scattando in piedi e entrando nel bagno del bagno di sopra.
Tutti guardammo il ragazzino che scappava al piano di sopra. Decisi di seguirlo, salii le scale ed entrai nel bagno; come al solito aveva dimenticato di chiudere la porta a chiave.
Mike era rannicchiato vicino al gabinetto, e stringeva qualcosa al petto mentre singhiozzava.
-Mike? Stai bene?- chiesi avvicinandomi.
Il bambino cercò di asciugarsi le lacrime di nascosto con l'asciugamano, e nel farlo lasciò cadere l'oggetto che reggeva fra le braccia.
Era una fotografia che ritraeva tre ragazzi di circa diciotto anni, due ragazzi e una ragazza; Il primo dei due ragazzi era biondo, con gli occhi azzurri e vestito di nero ed era schiacciato dagli altri due; la ragazza aveva dei boccoli rossicci e gli occhi verdi, ed era stata involontariamente spinta addosso al biondo dal ragazzo bruno con gli occhi blu oltremare che aveva perso a sua volta l'equilibrio cadendo addosso ai due.
-Dammela!- urlò Mike sfilandomi la vecchia fotografia dalle mani e nascondendosela dietro la schiena. Anche se non lo avesse fatto avrei capito chi erano le persone nella foto: i genitori dei gemelli.
-Mike...- sussurrai.
-Sono morti... tutti... per colpa di Kira.- singhiozzò -Il mio papà... il papà di Matt... la nostra mamma... è stata tutta colpa sua... perché hanno cercato di fermarlo. Rue... moriremo anche noi, me lo sento.-
Abbracciai il piccolo Mike, che singhiozzava fra le mie braccia. Era la prima volta che lo vedevo così fragile: era talmente spavaldo certe volte che ci si dimenticava che era solo un bambino di sette anni.
Alzai lo sguardo e vidi che Matt era entrata nella stanza e che anche lei era in lacrime. Allargai le braccia perché si potesse unire anche lei all'abbraccio.
-Voi non morirete. Farò il possibile perché ciò non accada- sussurrai ai due bambini in lacrime fra le mie braccia. In quel momento sentii una mano fredda accarezzarmi i capelli.
-Mi dispiace...- mormorò lo Shinigami.
Ma Ziryu non aveva nulla di cui dispiacersi: era Light Yagami che doveva vergognarsi. Era troppo impegnato a "salvare il mondo dal male" per rendersi conto che ormai c'è un solo male da estirpare dal mondo.
E quel male si chiama Kira.


***


Risposta alle Recensioni: Ritsuka96: Dato che mi sono dimenticata anch'io di commentare la tua (ho appena letto l'aggiornamento) direi che siamo pari. Ecco le tue risposte:
1) brava, non spoilerare (anche se ormai avrà capito mezzo mondo...)
2) anch'io preferisco le scene comiche o drammatiche, ma un pò di romanticismo non guasta mai (non oso immaginare cosa combinerai quando Ziryu... non lo dico! XP)
3) eh sì, Akira è come Yuki (sono lieta di averti dato un'ispirazione -sperando che sia buona- e non vedo l'ora di leggerla!)
4) se odi Mikami adesso scommetto che salterai di gioia quando vedrai cosa ho in serbo per lui... dehehiho!
5) spero che l'aggiornamento sia stato di tuo gradimento

Un ringraziamento speciale va a TheDarkWisher, Targul, Ory_StarDust_95, erda e Lewaras per aver messo la storia fra le seguite, e amimy e Ritsuka96 per averla messa fra le preferite, e grazie anche a chi legge soltanto. Ciao e a presto!

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Imprevisto ***


-È arrivata la posta!- trillò Alice sventolando le buste che aveva appena ritirato.
-Sarà la solita pubblicità in cassetta- sbuffò Mike, che dopo la crisi dell'altro giorno era tornato ad essere il solito ragazzino arrogante.
-E invece no. Guardate tutti!- disse tirando fuori una busta colorata che fece scorrere sotto il nostro naso di ognuno di noi.
Watari prese la busta, la aprì, e tirò fuori un bigliettino colorato.


Carissimi Amici,
Con questo biglietto siete ufficialmente invitati alla festa di compleanno di Akira Yagami, che si terrà martedì 2 Dicembre dalle 16.00 alle 19.30 a casa Yagami. Siate puntuali e non mancate!



-Misa ci ha invitati alla festa di Akira!- disse Alice tutta eccitata -E io non ho niente da mettermi! Devo rimediare...-
-Tu non hai bisogno di rimediare a niente, Alice, perché nessuno di voi andrà a quella festa- disse Watari.
-Cosa?! Sei impazzito Roger?- chiese Alice -Ma perché?-
-Semplicemente perché Light Yagami sicuramente conterà sulla nostra presenza, e per questo quasi sicuramente Mikami sarà presente- disse Alex dando ragione a Watari.
-E con lui ci sarebbero ben tre persone in possesso degli occhi dello Shinigami a quella festa. Non possiamo rischiare- dissi.
Alice mi guardò incredula -Rue... da te non me lo sarei mai aspettato.-
-La decisione è presa, nessuno andrà a quella festa. Inventatevi una scusa e non riparliamo mai più di questa storia- disse Watari.
-Non è giusto!- urlò Alice salendo al piano di sopra per andare nella camera che divideva con me e Matt.
-Le passerà- disse Alex.
-Quella è tutta matta.- disse Mike scuotendo la testa -Cosa ci vedrà in quella stupida oca senza cervello e in quel mocciosetto bavoso?-
Matt gli tirò una botta in testa -Devi smetterla di dire le parolacce.-


°°°


-Cosa? Perché non potete venire alla festa di Aki?- chiese un'affranta Misa a me e ad Alice.
-Bé, ci dispiace ma la nostra vecchia amica ci ha invitato a una cena proprio quel giorno, e dato che di solito lei è sempre impegnata nessuno sa quando ci ricapiterà di poterci riunire tutti insieme- spiegai rapidamente, mentre Alice mi fulminava con lo sguardo dalle spalle di Misa.
Misa annuì -Capisco... So cosa significa stare lontano da chi si vuole bene per tanto tempo. Quindi siete più che giustificati.-
-Ci dispiace. Spero che almeno voi vi divertiate- dissi, ignorando gli insulti che Alice mi comunicava col labiale.
Alla fine non andare alla festa si stava rivelando una scelta saggia: Infatti Matt e Mike avevano visto Mikami che si aggirava dalle parti della scuola che frequentavano (per copertura, ovviamente), e dal sorrisino che gli rivolse avevano capito che molto probabilmente li aveva visti e che aveva letto i loro veri nomi. Inoltre Mikami aveva fermato Alex e Alice quando erano andati a fare la spesa, chiedendogli le informazioni per raggiungere il supermercato, un pretesto come un altro per non destare sospetti che avrebbe funzionato solo nel caso in cui non avessimo saputo chi era, e soprattutto cosa avesse intenzione di fare.
In sintesi, gli unici nomi che gli mancavano erano il mio, quello di Watari e quello di Ezdra: quelli che avrebbero inesorabilmente segnato la nostra condanna, dato che lui avrebbe riconosciuto il vero cognome di Near e Kira avrebbe riconosciuto il cognome di mio padre. Se li avesse dati a Kira l'epilogo sarebbe stato netto: nessun superstite.


°°°


Era la sera della festa, e casa Yagami era gremita di persone: per la maggior parte erano compagni d'asilo di Akira e ragazze, sicuramente amiche di Misa a giudicare dal look eccentrico che poteva tranquillamente competere con quello di Alice.
Alice guardava dalla finestra le persone che venivano accolte a braccia aperte (anzi, spalancate) da Misa, che ogni tanto si fermava a chiacchierare con qualche ragazza. Infine, dopo un quarto d'ora circa, si disse che era il momento di attuare il suo piano.
-Vado a fare una doccia, se almeno questo mi è concesso- sibilò prendendo degli asciugamani puliti.
-Alice, è solo per garantire la nostra incolumità.- dissi, piazzandomi davanti alla porta -Mi spiace che tu non possa andare alla festa, ma spero che tu capisca che è soltanto per il tuo bene.-
Alice continuò a guardarmi con aria truce -Hai finito? Voglio andare a lavarmi. E sappiate che sarà una cosa molto lunga, se vi serve il bagno andate al piano di sotto.-
La ragazza si chiuse in bagno, riempì la vasca d'acqua, versò al suo interno i sali, e districò l'ammasso degli asciugamani: aveva scelto quelli più grandi affinché raggiungessero terra se annodati fra loro un paio di volte, e al loro interno aveva nascosto un grazioso vestitino verde lungo fino a sopra il ginocchio, con le maniche lunghe di tela tanto sottile da sembrare trasparente, fatta apposta per sembrare uno scaldacuore, con un paio di ballerine e un fiocco da mettere ai capelli abbinati. Aveva già preparato la base per il trucco, si mise un pò di ombretto e un lucidalabbra, ed era già pronta per la festa. Aprì la finestra e lanciò la rudimentale corda, pregando che nessuno la notasse. Si calò rapidamente e una volta arrivata a terra tirò gli asciugamani per farli cadere e li nascose dietro una siepe. Un paio di passi ed era davanti alla porta di casa Yagami.
-Forza e coraggio, Alice- si disse suonando il campanello.
-SORPRESA!- urlò appena Misa aprì la porta.
-ALI!!!!!!!!- urlò Misa vedendola -Che piacevole sorpresa! Come mai sei qui?-
-Sono riuscita a convincere il nonno a lasciarmi venire- mentì rapidamente Alice. Si era detta che sarebbe stato meglio dare una scusa rapida e esauriente fin da subito, in modo da non destare sospetti.
-Ottimo. Ma cosa ci facciamo ancora qua fuori? Entra pure!- disse Misa trascinando Alice per un braccio.
Casa Yagami era addobbata con festoni colorati, e numerosi bambini erano radunati nel salotto dove c'era un pagliaccio che li intratteneva. Nelle vicinanze c'erano le ragazze amiche di Misa, tutte con vestiti più o meno corti dai colori vivaci, che sorseggiavano qualcosa e che parlavano della hit del momento e ridacchiavano. Alice fu portata fino alla cucina dove si trovavano il padrone di casa, una giovane donna di circa un paio d'anni più giovane e l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
-Lightuccio caro, guarda chi è venuto a trovarci- trillò Misa rivolta al marito.
-Ciao- disse timidamente Alice, cominciando a pensare che forse infiltrarsi alla festa non era stata una buona idea.
-Ciao Alice- la salutò Light, per una volta sinceramente sorpreso.
-Ah, mi sono dimenticata di presentarti agli altri. Loro sono Sayu, la sorella di Light,- disse indicando la giovane donna -mentre lui è Teru Mikami, un carissimo amico di famiglia.-
-Piacere di conoscervi- disse Alice porgendo loro la mano. Sayu la fissò senza capire, mentre Mikami la strinse.
-Alice viene dall'America, e da quelle parti si saluta così, Sayu.- spiegò rapidamente Light -È molto giovane, e non ha ancora imparato che da noi si fa l'inchino, anziché dare la mano.-
-È vero, mi perdoni signorina Yagami- disse Alice facendo un lieve inchino.
-Non importa, davvero.- disse Sayu, sorridendo alla ragazzina -Ti sei trasferita da poco, è più che comprensibile. Anzi, mi sorprende la tua pronuncia, è a dir poco perfetta.-
-Io e i miei cugini abbiamo studiato un pò di giapponese prima di trasferirci. Al contrario di quello che si dice in giro, è facile da imparare- mentì Alice.
Sayu e Misa ascoltavano rapite il discorso di Alice sull'America, mentre Light la fissava: aveva capito subito che in realtà era venuta senza dire niente, e che eliminarla lì, mentre era sola in mezzo alla folla. Avrebbe destato sospetti fra i suoi compagni; anzi, in quelle circostanze era meglio che rimanesse in vita, così che i suoi compagni sarebbero venuti a cercarla e magari Mikami li avrebbe visti in volto: gli mancavano solo due nomi, e poi avrebbe potuto eliminarli tutti in una volta. Un piano perfetto... e quell'ingenua ragazzina gli aveva dato un aiuto enorme con il suo gesto avventato.
-Non ha detto a nessuno di essere qui. Forse più tardi qualcuno verrà a prenderla. Tienila d'occhio- sussurrò Kira al suo servitore.
-Sì, Kami- disse Mikami.


°°°


-Alice si è imbucata alla festa? Ne sei sicuro Ziryu?- chiesi mentre mi infilavo la parrucca castana, dopo che lo Shinigami mi aveva dato la notizia.
-Sicuro, l'ho vista con i miei occhi- rispose.
-Avrei dovuto aspettarmelo da mia sorella: quando si tratta di feste diventa peggio di una bambina.- si colpevolizzò Alex -Dovevo tenerla d'occhio.-
-Sì, avresti dovuto. Ora non c'è tempo, dobbiamo recuperarla prima che qualcuno di scomodo la noti- disse Ezdra. Aveva sentito casualmente Ziryu dirci che Alice si era imbucata alla festa degli Yagami e si era offerto di aiutarci a farla ragionare.
Insieme ci dirigemmo a casa Yagami ma, anziché suonare il campanello, entrammo dalla porta di servizio. Appena vedemmo gli invitati ci rendemmo conto che io e Alex stonavamo terribilmente: lui era vestito con un anonimo maglione e dei jeans contro gli altri ragazzi vestiti con giacche aperte e/o camicie, mentre io ero completamente vestita di nero, dalla maglia ai jeans e fino alla punta delle scarpe contro le altre ragazze, che indossavano abitini colorati e decorati con paillettes, perline e chi più ne ha più ne metta.
-Puoi entrare solo tu senza farti notare, Ezdra.- dissi rapidamente -Comportati con nonchalance, e appena vedi Alice portala fuori, con qualunque mezzo. Trascinala via se è necessario.-
-Non è necessario- disse una voce alle mie spalle. Ci voltammo e vedemmo Alice, che aveva un'aria decisamente stravolta.
-Alice!- disse Alex abbracciando la sua sorellina -Non farlo mai più. Non vale la pena correre tanti rischi inutili solo per una festa.-
-Hai ragione fratellone. Scusami. Scusatemi tutti- disse Alice.
-Non ce n'è bisogno. L'importante è che non sia successo niente- dissi.
-Alice Weatherly...- disse una voce alle nostre spalle -Alex Weatherly... Rue Lawliet... Ezdra River.-
Ci girammo di scatto e vedemmo l'uomo distinto con gli occhiali e i lunghi capelli neri che perseguitava i nostri incubi da giorni. Teru Mikami.
-Così Kami aveva ragione... avete davvero a che fare con chi vuole contrastarlo. Soprattutto tu, ragazzino. Near era tuo parente, riconosco il suo cognome. L'ho giustiziato io stesso, per essersi ribellato a Kira. E ora, quando la festa sarà finita, io dirò tutti i vostri nomi al mio Kami, cosicché giustizia possa essere fatta!-
Accadde così rapidamente che nessuno ebbe il tempo di fermarlo. E anche se ce ne fossimo accorti prima non avremmo pensato di fermarlo, perché non credevamo che proprio lui lo avrebbe mai fatto.
Mikami cadde a terra, colpito dal pugno di Ezdra. Il naso cominciò a sanguinargli mentre Ezdra respirava lentamente, con il pugno ancora serrato, cercando di riprendere il controllo.
-Kira_non_sarà_mai_la_giustizia!- sussurrò a denti stretti prima di andarsene. Noi lo seguimmo subito.
Mikami si alzò in piedi e si diresse verso casa per medicare la ferita; più tardi avrebbe telefonato per riferire le informazioni in suo possesso al telefono.
Noi rientrammo in casa, dove trovammo Watari, Matt e Mike ad aspettarci davanti alla porta.
-Alice! Ragazzi! Cosa...?- Watari non fece in tempo a finire di formulare la domanda che Alice lo abbracciò.
-Mikami ci ha scoperti... è solo una questione di tempo... mi spiace...- singhiozzò Alice, ancora abbracciata a Watari.
Mike e Matt ci fissarono allibiti.
-Ha scoperto tutti i nomi, vero?- chiese Matt, per una volta davvero spaventata.
Non potevamo mentirgli.
-È così Matt.- sussurrai -Fra poco raggiungeremo i nostri genitori.-
Detto questo abbracciai i bambini e ci sedemmo tutti per terra, ad aspettare la morte.
"Ho fallito" pensai fra me e me.

°°°


Mikami si guardò allo specchio, toccandosi il naso. Gli faceva ancora male. Maledisse quell'irrispettoso ragazzino, e sorrise pensando che fra poco nessuno di loro sarebbe più stato un problema.
Quando furono le 19.45 alzò la cornetta del telefono; ormai la festa era finita, tutti erano tornati a casa e Mikami doveva fare ciò che il suo Dio gli aveva ordinato di fare.
Quando stava per digitare il numero gli venne un'idea: e se li avesse giustiziati lui? Kira ne sarebbe stato fiero; gli avrebbe risparmiato il lavoro, e quei ragazzini non sarebbero più stati un problema. Sì, era una buona idea.
Si diresse verso la cassaforte e prese il quaderno; si sedette alla scrivania e, presa la penna scrisse sette nomi.

-Eliminato!-
-Eliminato!-
-Eliminato!-
-Eliminato!-
-Eliminato!-
-Eliminato!-
-ELIMINATO! Buhahahahahahahaa!!!!!-

Teru Mikami non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato dopo aver scritto l'ultimo nome, che all'improvviso sentì un forte dolore alla testa. Guardò il Death Note e vide delle gocce scarlatte che lo macchiavano. Sangue. Forse aveva sbagliato a sottovalutare il pugno di quel ragazzino. Ma allora perché gli faceva male la testa?
Teru Mikami si alzò in piedi e si rese conto di essere stranamente debole; la sua vista si appannò quasi subito. Si trascinò fino al telefono, alzò la cornetta e digitò il numero.
-Vivo a... Sbrigatevi, sento un forte dolore alla testa, vertigini... Venite presto...-
Teru Mikami non finì mai quella frase; in quel momento cadde a terra e non si mosse più.


***


Angolo dell'Autrice: Non c'è che dire: stavolta, nonostante l'idea di far scappare un'adolescente di casa per farla imbucare ad una festa sia stata stupida e incredibilmente priva di senso, ho superato me stessa. Quando ho scritto la parte dei Wammy's Kids (grazie a TheDarkWisher per il nome) stavo per mettermi a piangere. Qui ora comincia una reazione a catena che porterà a conseguenze apocalittiche... se ci penso... NUO!!!!!!!!!! *me piange ç_ç*
A parte questo sono felice come una pasqua, ho ricevuto due recensioni!!! *me balla ^_^*, recensioni a cui risponderò subito:

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Sono dispiaciuta quanto te... sniff, poveri Matt e Mello!!!!! *me allaga la stanza*. quanto a Ziryu... non spoilerare!
TheDarkWisher: Fantastico: le ragazze regnano! XD poi, francamente, ho sempre pensato che se Light avesse mai sposato Misa in caso di vittoria contro Near sarebbe stato solo per garantire gli occhi ai figli: avrebbero avuto una lunga vita e avrebbero saputo i nomi delle loro vittime. maledettamente perverso... e efficace. per quanto riguarda l'utilizzo delle regole del Death Note, mi credi se ti dico che le leggo sempre da quando ho cominciato a scrivere la storia? se volevo creare un'enciclopedia vivente del Death Note come Ziryu era il minimo! e ne ho notate un paio davvero niente male, che farò spuntare fuori nei momenti più disparati. quanto a Ziryu (ormai hanno capito tutti chi è...) lo saprai presto!
PS: CONTESTAZIONE ENORME: Fra noi due quella che scrive "cose barocche" sono io, non tu!
PS": grazie per avermi aggiunta anche ai preferiti! ^_^
Alla prossima con un altro "aggiornamento-bomba" (come minimo... cos'è successo a Mikami? e Rue e gli altri sono morti? Kira ha vinto? Ziryu è davvero chi_tutti_sospettano_che_sia?) Ciao ciao da Terry17

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Fatalità ***


Rimanemmo immobili davanti all'ingresso, ancora sconvolti da quello che era appena successo.
-E se cercassimo di fermarlo? Se cancellassimo i nomi che scrive prima che il quaderno...- chiese Watari, che reggeva Alice, che era stata addormentata con un calmante.
-Sarebbe tutto inutile: è chiaramente scritto nelle regole che una volta scritto il nome di una persona la morte non può più essere evitata- dissi adagiando sul divano i gemelli, sedati come Alice e ormai profondamente addormentati. In quel momento li invidiai: da un momento all'altro potevamo morire, e loro non avrebbero sentito niente, assolutamente niente. Guardai l'orologio: erano le 19.44.
Dopo pochi secondi sentii il rumore inconfondibile di ceramica che cade in pezzi. Qualcuno doveva aver fatto cadere la scodella dell'ingresso.
-Ezdra!- urlò Alex. Mikami, o Kira, dovevano essersi messi all'opera. La morte era arrivata: ancora pochi secondi e sarebbe tutto finito.
"Sarai soddisfatto, Kira. Hai vinto di nuovo tu" pensai, mentre sentivo il mio corpo cadere a terra come se fosse manovrato da qualcun altro, e il mondo diventava buio...


°°°


-Cosa è successo?- chiese una Misa completamente sconvolta alla persona dall'altro capo del telefono.
-Non si sa molto bene. Sembra che Mikami abbia avuto un ictus.-
-Un ictus?- chiese Misa per costringere il suo interlocutore a parlare.
-Una delle pareti venose del suo cervello ha ceduto ed ha avuto un'emorragia, se l'ambulanza non avesse rintracciato la chiamata probabilmente adesso sarebbe morto- rispose Light.
-E come sta?- chiese Misa, seriamente preoccupata per la salute del povero Mikami.
-È in coma. Secondo i medici potrebbe non passare la notte... la sua probabilità di sopravvivenza è del 40% e, anche se sopravvivesse, ci sono buone probabilità che sorga un handicap fisico di qualche tipo.- disse Light Yagami.
-Ma è una cosa terribile! Perché è dovuto succedere proprio al nostro Teru, perché?- chiese Misa sull'orlo delle lacrime.
-Misa, non piangere. Forse Mikami starà bene, come se non fosse successo nulla. Stai tranquilla. Ti richiamo quando ci sono novità.- dopodiché riagganciò, ripensando alla bugia che aveva appena rifilato alla moglie; la verità era che le possibilità di recupero per Teru Mikami erano molto basse, se non addirittura nulle.
Era quasi incredibile quello che era accaduto. Persino Light era rimasto sorpreso quando Sayu, che faceva la specializzazione al reparto di neurologia dell'ospedale, gli aveva telefonato per raccontargli del malore del suo fedele braccio destro. Era certo che stesse bene quando era alla festa di compleanno di Akira; non lo vedeva da quando gli aveva ordinato di allontanarsi per seguire quella ragazzina, Alice. Forse aveva cominciato a sentirsi male ed era tornato a casa sua, per poi essere improvvisamente colto dall'ictus.
Quella poteva essere la spiegazione più logica, ma Light Yagami era inquieto; inquieto e, soprattutto, scettico riguardo al fatto che fosse solo una disgraziata fatalità perché, secondo le analisi, qualcuno gli aveva rotto il naso prima che Mikami fosse colto dal malore. Aveva chiesto se l'ictus fosse stato causato proprio dal colpo che gli era stato inferto, ma Sayu lo aveva smentito subito.
-Il colpo è stato forte, ma non al punto da danneggiare anche il cervello.- gli aveva detto -Probabilmente c'era una parete venosa sottile, presente fin dalla nascita, che alla fine ha ceduto senza dare preavviso. È stata una vera disgrazia: se avesse dato qualche segnale avremmo potuto prevenirlo in tempo, e ora non saremmo a questo punto.-
No, non era andata così. Light ne era certo, Mikami era riuscito a scoprire i due nomi mancanti, ed era stato tolto di mezzo prima che potesse riferirglieli; doveva sapere.
Per questo inventò una scusa con Sayu e prese la macchina, diretto al palazzo dove viveva Teru Mikami.
Aprì la porta dell'appartamento con la chiave di riserva che Mikami gli aveva dato, e la prima cosa che vide fu il telefono, che era rimasto a terra per lo svenimento improvviso dell'ultima persona che lo aveva usato; nelle vicinanze vi era una piccola pozza di sangue. Yagami seguì le piccole tracce scarlatte che, come sospettava, lo portarono allo studio, la cui cassaforte era aperta. Mikami stava davvero usando il quaderno.
Ed era lì, ancora aperto sulla scrivania. Light lo prese in mano, incurante del fatto che fosse sporco di sangue. In una calligrafia a malapena leggibile, forse per la troppa fretta, vi erano scritti sette nomi. Dovette sforzarsi un pò per decifrarli, ma alla fine ci riuscì.
E quello che lesse non gli è piacque per niente.
-Ma questo cosa significa?- si chiese leggendo quelle sette scritte a dir poco incomprensibili.


°°°


Quando ripresi conoscenza, ancora prima di aprire gli occhi, fui colpita da un pensiero: io c'ero: esistevo, ed ero sicuramente qualcosa di più di un puro e semplice pensiero disincarnato. Me ne resi conto perché il mio "corpo", o quello che era, era adagiato su una superficie calda e morbida, e che sentivo un lieve un lieve intorpidimento nelle "braccia" e nelle "gambe". Presa dalla curiosità aprii gli occhi, e ciò che vidi mi lasciò completamente strabiliata.
Ero nel salotto di casa, in Giappone. Guardai il divano bianco dove giacevano i gemelli, ancora addormentati; Alice giaceva sull'altro bracciolo del divano; Watari sonnecchiava su una poltrona; Ezdra era addormentato sul tavolo; alzai lo sguardo e vidi Alex, che si era addormentato tenendomi fra le braccia.
-Non ha mai smesso di vegliare su di te- disse una voce familiare alle mie spalle.
-Ziryu!- dissi. Spostai lo sguardo sull'orologio, che segnava le 5.27. Erano passate quasi dieci ore dal disastro combinato da Alice alla festa. E, inesplicabilmente, eravamo tutti ancora vivi e vegeti.
Cominciai a sparare domande a raffica -Ziryu è successo qualcosa? Kira e Mikami hanno fatto qualcosa in queste ultime nove ore e mezza? Perché siamo ancora vivi?...-
-Calmati Rue. Devi sapere che in questo momento né Kira né Mikami sono un problema. Guarda- disse, mostrandomi un Death Note su cui c'erano scritte quelle parole:


Teru Mikami: infarto cerebrale. Viene colto da ictus dopo aver scritto i nomi delle sue sette vittime designate confondendo le R con le L e le E con le I e viceversa, scrivendo le I, le N, le V, le U e le Z al posto delle Y, delle M, delle W, delle A e delle S e tralasciando le H; riuscirà a chiamare l'ambulanza e sarà salvato dai medici, ma rimarrà in coma per poi spegnersi dopo dieci ore di agonia.


Lessi ciò che lo Shinigami aveva scritto sul suo quaderno mentre i brividi correvano lungo la mia schiena.
-Ziryu...- sussurrai.
-Lo so; quando Mikami morirà, fra diciassette minuti circa, lo seguirò dritto nella tomba per avervi salvato la vita. In compenso Light Yagami dovrà lavorare per un bel pò prima di riuscire a districarsi in quei nomi completamente privi di ogni senso apparente - disse semplicemente Ziryu.
-Ma perché lo hai fatto?- gli chiesi, completamente sconvolta.
-Perché è molto meglio che rimaniate voi; te l'ho già detto una volta, io la mia vita l'ho già vissuta.-
-Perché mi stai dicendo questo?- chiesi.
-Perché non voglio andarmene con dei rimpianti inutili. Voglio che tu sappia tutto, e devo essere io a mostrartelo.- disse poggiandomi le mani sulle tempie -Saprai tutto. Non temere, non ti farò del male.-
Detto questo, la stanza, le cose e le persone intorno a me svanirono in un vortice di colori.


***


Angolo dell'Autrice: Buhahahahaa! Teru Mikami crepa, Teru Mikami crepa... (anche Ziryu... NUOOOOOOOOOOOOOO! ç_ç). Ok, nella prossima puntata... voglio tenervi sulle spine! XP vi anticipo che ci sarà un'ospite molto speciale... chissà chi sarà?

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Secondo il Death Note questi saranno gli ultimi 17 minuti di vita di Teru Mikami... Ziryu ha davvero fatto un favore MASTODONTICO al genere umano (anche se purtroppo morirà per averlo fatto ç_ç)... spero sia stato di tuo gradimento! ^_^ quanto ad Alice: non odiarla, saprà farsi perdonare pìù che degnamente
TheDarkWisher: bravissima, hai indovinato! Ziryu ne ha fatte di cose, e la maggior parte salterà fuori nei prossimi aggiornamenti. quanto a Mikami_allegramente_pestato_da_un_13enne, credo proprio che picchiare l'assassino del cugino sia sempre stato il sogno della vita di Ezdra (e poi era il sogno della sottoscritta poterlo fare *_*), quindi... buhahahahaa! e poi, Misa non può più organizzare feste sfarzose dopo aver messo al mondo un figlio (rispondendo alla tua domanda, ora non mangia più dolci per paura di ingrassare), quindi ha organizzato sia la festa di Akira e ha anche invitato le sue care amiche che accettano di venire più che volentieri, limitandosi a ignorare i bambini. e poi le feste di Misa-Misa sono ancora leggendarie (ti ricordi la puntata "Matsuda" dell'anime?) e, hai visto? ho inserito Sayu anche qui! (poverina, lei e la madre non vengono proprio considerate finché Sayu non viene rapita da Mello, povera...) quanto agli aggiornamenti rapidi, a volte mi chiedo anch'io come riesca a farli! O_O

Grazie a chi ha messo la storia fra i preferiti e le seguite (e anche a chi l'ha spostata dalle seguite ai preferiti -tu sai chi sei-) ciao e continuate a seguire la storia!

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: Ricordi ***


Quando il mondo smise di vorticare caddi sul terreno polveroso. Mi rialzai subito, cercando di capire dove mi trovassi; era un posto familiare, ma non riuscivo a capire dove lo avessi visto.
-Ziryu? Dove sia...?- mi bloccai perché mi resi conto di essere completamente sola. Il mio amico Shinigami sembrava essere sparito nel nulla. Dove diavolo ero finita?
All'improvviso notai un bambino di circa otto anni che leggeva un libro seduto sotto una quercia. Sperando che potesse darmi qualche informazione, mi avvicinai a lui.
-Ciao piccolo. Mi chiamo Rue, e vorrei sapere se tu sai dove siamo?- il bambino continuò imperterrito nella lettura, come se non mi avesse sentita. Pensai che forse era sordo. -Piccolo? Riesci a sentirmi? Piccol...-
Rimasi agghiacciata. Avevo provato a scuotere il bambino, ma la mia mano gli era semplicemente passata attraverso, e lui non si era accorto di nulla. Era impossibile. C'erano solo due spiegazioni: o il bambino era un fantasma... o lo ero io.
-Rue, ti ricordi quando ho detto di non ricordare nulla della mia vita precedente?- chiese Ziryu, la cui voce proveniva da tutto e contemporaneamente da nessun luogo -Ho mentito.-
Dopo aver ascoltato quelle parole compresi che ci fossero buone probabilità che quel bambino rannicchiato sotto il salice fosse proprio Ziryu.
Mi avvicinai per guardarlo meglio. Mi fu impossibile guardarlo in volto, poiché esso era completamente coperto da una massa informe di scompigliati capelli neri. Era seduto in una posizione davvero molto strana e allo stesso tempo familiare: aveva la gamba destra incrociata sotto la sinistra, che aveva il ginocchio sollevato. Il libro era poggiato sul ginocchio sinistro ed era tenuto fermo dall'indice e dal pollice della mano sinistra, similmente alla pagina successiva, tenuta ferma dalle stesse dita della mano destra. Era la stessa, identica posizione che usavo io per sedermi per terra.
Improvvisamente si sentì un suono di campane vagamente familiare, e allora il bambino di alzò in piedi, mise il libro in un malandato zainetto di cuoio e s'incammino, procedendo con una bizzarra andatura curva che mi permise di riconoscerlo dalla moltitudine che si formò di lì a poco nel cortile che finalmente riuscii a riconoscere: era il cortile della Wammy's House.
Lo seguii fino a una piccola aula dove si teneva una lezione di matematica avanzata, stando a quello che lessi su uno dei libri poggiati sul tavolo. Il bambino si sedette da solo, in fondo alla classe. Più lo osservavo, più notavo le piccole, strabilianti eguaglianze che accomunavano me e quel bizzarro ragazzino, la cui faccia era sempre nascosta da quei lunghi capelli scompigliati.
-Buongiorno bambini- salutò l'insegnante appena fece il suo ingresso nella stanza.
-Buongiorno signorina maestra- salutò la scolaresca, tranne il bambino che mi ostinavo a tenere d'occhio.
-Ho un annuncio da fare prima di iniziare la lezione. Da oggi avrete una nuova compagna di classe. Prima che entri però dovete sapere che ha subito di recente un forte trauma che l'ha fatta cadere in uno stato di shock da cui non si è ancora ripresa. Non ha ancora ricominciato a parlare e non potrebbe reagire bene vedendo tanti estranei in una volta sola, quindi sarebbe meglio che non cerchiate di avvicinarla subito- spiegò rapidamente la maestra; gli studenti, ricordando lo spaesamento dei primi giorni, annuirono.
-Ok. Entra pure!-
Nella stanza entrò una ragazzina molto pallida dalla folta chioma color mogano e dagli occhi di un marrone talmente scuro da farli sembrare neri. La bambina squadrò con sospetto la maestra e i suoi nuovi compagni di classe, soffermandosi in particolare sulle ultime file.
Sentendosi osservando, il bambino alzò lo sguardo e finalmente potei vedere bene il suo viso rotondo, e gli occhi neri e circondati da lievi occhiaie.
Le fissai, sconcertata: me ne intendevo, quelle non erano occhiaie da malessere fisico: quel bambino aveva semplicemente i capillari della palpebra inferiore più spessi del normale, e quel genere di occhiaie potevano essere ereditarie. Proprio come le mie.
Che quel bambino fosse...?
-Bambini, lei è K. Forza bambini, salutatela.-
-Ciao K!- salutò in coro la scolaresca, tranne il bambino, che sembrava perso nei suoi pensieri.
-Ora dovrai trovare un posto a sedere... ah, c'è un banco vuoto laggiù vicino a L. Vai a sederti, coraggio.-
Così il mio dubbio venne fugato: quel ragazzino era davvero L, mio padre. K si avviò verso il banco vuoto accanto a quello di L, e lui distolse subito lo sguardo, facendo finta di non averla mai fissata da quando aveva fatto il suo ingesso nella stanza.
La lezione proseguì senza intoppi, anche se due giovani allievi non la stavano seguendo; infatti K continuava a disegnare sul foglio, mentre L la osservava in silenzio. Se nel disegno era raffigurato davvero quello che sembrava, allora K aveva tutte le ragioni per essere caduta in stato di shock.
La campana suonò, segnando il cambio dell'ora, e la ragazzina si infilò il disegno in tasca e uscì di corsa dall'aula; continuò a fare le stesse cose fino all'ora di cena, mentre L non smise di osservarla nemmeno per un istante.
La osservò anche durante le ore dei pasti, quando rifiutò entrambi i dessert che le avevano offerto. L aveva notato che K non aveva toccato cibo; forse era per quel motivo che guardava così insistentemente la sua fetta di torta? Il bambino le fece cenno di avvicinarsi e, dopo un pò, K lo raggiunse al suo tavolo, continuando a squadrarlo sospettosa.
-Ciao K. Io sono L.- disse semplicemente guardando la ragazza che girava continuamente gli occhi da L alla torta come se non riuscisse a focalizzare la sua attenzione da nessuna delle due parti -Ho notato che non hai mangiato niente. Perché lo stai facendo?-
K tirò fuori un blocchetto per gli appunti e scrisse qualcosa: Non mi piaceva niente di quello che c'era, e credo che tu sappia cosa voglio dire...
L guardò la sua fetta di torta e capì cosa volesse dire la ragazzina. -E allora cosa vuoi mangiare?-
Non mi piacciono né i dolci né il pesce, e inoltre posso mangiare solo un tipo di pane particolare. scrisse rapidamente la ragazzina.
-Ah, capisco... però la frutta la mangi?- K annuì.
L sorrise, mentre infilzava delicatamente la fragola, stando ben attento a non sporcarla con la panna più di quanto fosse necessario. -Avanti, mangiala. Non hai mangiato niente dall'ora di colazione, devi essere affamata.-
K arrossì, spostando lo sguardo dalla fragola a L, indecisa sul da farsi. Alla fine chiuse gli occhi e mangiò la fragola che L gli stava porgendo.
-Grazie- gli sussurrò impercettibilmente K.
-Ma allora puoi parlare- disse L.
-Sì, posso parlare, ma in questo periodo preferisco non farlo.- ammise la bambina -Potresti non dire a nessuno che ti ho parlato?-
-D'accordo K, se proprio ci tieni...- disse il bambino.
-L?-
-Sì?-
-Chiamami Kyrie- disse la ragazzina.

Per poco non svenni: Ziryu mi aveva detto ch avrei saputo tutto... ma cosa centrava quel tutto di cui lui parlava con i miei genitori? Non ebbi nemmeno il tempo di pormi quella domanda che in quel momento il mondo riprese a vorticare e mi ritrovai in un corridoio familiare, dove un ragazzo di circa sedici anni, alto e molto magro, era in piedi, con la schiena appoggiata al muro accanto alla familiare porta che recava la scritta "Ufficio del Direttore" che si aprì, rivelando la presenza di un'altra persona.
-L, cosa ci fai qui?- chiese l'uomo anziano che era appena uscito dall'ufficio del direttore.
-Niente, Watari. Stavo solo pensando- disse il ragazzo al predecessore dell'attuale Watari.
-Sempre riguardo a quella ragazza, Kyrie?- chiese il vecchio Watari.
L abbassò gli occhi. -È stata ospite in questa struttura per otto anni, e non ha mai parlato con nessuno. Tranne me.-
-Mi stai per caso chiedendo di portarla con noi, L?- chiese Watari sorridendo al ragazzino destinato a diventare il più grande detective del mondo.
L annuì. -Mi dispiacerebbe lasciarla da sola. E quindi, mi chiedevo se...-
-Ci fosse la possibilità di rimandare il viaggio? Mi spiace, ma è impossibile- disse il vecchio Watari.
Il ragazzo abbassò gli occhi, sconsolato.
-Però tu puoi fare una cosa.- disse il vecchio Watari consegnando una busta al ragazzo -Consegnare questi documenti e un bel biglietto aereo alla tua amica e dirle di fare immediatamente le valigie perché domani mattina lei partirà con noi.-
L fissò la busta con gli occhi sgranati. -Ma come...?-
-Avevo immaginato che me lo avresti chiesto. Ormai ti conosco troppo bene, L.-
Il ragazzo sorrideva mentre fissava alternativamente la busta e il vecchio Watari. -Grazie Watari. Sei stato molto utile.- disse prima di dirigersi verso la stanza in fondo al corridoio.
Il vecchio sorrise e scosse la testa.
-Il signorino è proprio cotto a puntino- mormorò.
Ignorai il commento del predecessore di Roger e entrai nella stanza insieme a L.
-Kyrie?- la chiamò L. Mi sembrava così strano vedere i miei genitori parlare fra loro e con altre persone, mentre erano ancora vivi e vegeti, mentre io li avevo solo conosciuti attraverso le loro lapidi.
Kyrie, mia madre, era seduta per terra dietro al letto; si girò, fissando L per un istante per poi voltargli nuovamente le spalle. Aveva uno strano ciuffo di capelli color mogano che le copriva gli occhi, assolutamente identico al mio.
-Ky?- L le si posizionò davanti per impedirle di alzarsi, ma ciò non le impedì di distogliere lo sguardo -Cosa c'è? È dall'ora di cena che ti comporti in modo strano, non hai nemmeno sfiorato la tua macedonia.-
-E tu oseresti chiedermelo? Ho dovuto sapere da un altro che tu e Watari volevate svignarvela senza dire niente a nessuno- ringhiò Kyrie.
L sorrise leggermente e si mise le mani dietro la schiena, per poi mostrarle chiuse a pugno. -Scegli: destra o sinistra?-
-L Lawliet, se tu credi che abbia voglia di fare quello stupido...-
-Destra o sinistra?- ribadì con un tono che non ammetteva repliche.
Kyrie sospirò e toccò la mano sinistra, che L girò, mostrandole che era assolutamente vuota.
-Sentiamo, cosa avrei perso?- chiese seccata Kyrie.
-A dire la verità non hai perso, dato che anche l'altra mano era vuota- disse semplicemente L.
-Allora che senso aveva quello che mi hai fatto fare?-
-Nessuno, ma è servito per attirare la tua attenzione.- disse L tirando fuori la busta -Questa è per te.-
-Carino, mi lasci la...- disse sarcasticamente, per poi bloccarsi alla vista del vero contenuto -Cosa significa?-
-Quello che sembra. Vuoi venire in America con me e Watari?- le chiese L.
Kyrie lo abbracciò di slancio appena ebbe formulato la domanda. L lo prese per un "sì" e ricambiò l'abbraccio della ragazza.
-Grazie! Non mi sarei mai aspettata che me lo chiedessi.-
-Non potevo chiederlo a nessun'altra- disse.
Poco dopo si sentì un lieve bip provenire dalla sveglia poggiata sul comodino.
-Cos'è stato?- chiese.
-Era solo la sveglia. È il 31 ottobre. Buon sedicesimo compleanno L- disse la ragazza baciandolo dolcemente.
Più li guardavo insieme, più mi chiedevo come fosse stato possibile che la loro storia fosse finita con quella lettera. Ma purtroppo era andata così, e io non potevo farci niente. Purtroppo non tutti hanno il loro lieto fine.

Il mondo intorno a me tornò a girare vorticosamente e non caddi a terra solo perché stavo cominciando ad abituarmi ai repentini spostamenti spazio-temporali; stavolta ero in piedi davanti al tavolo dove erano seduti L e Kyrie, che stavano parlando del fascicolo aperto davanti a loro.
-È assurdo...- mormorò la diciassettenne Kyrie.
-Già. Quello psicopatico ha ucciso quelle ragazze solo per trovare la vittima che gli era sfuggita tanti anni prima... Solo per uccidere quella ragazzina.- mormorò L, aggiungendo cinque zollette di zucchero alla volta al caffè -Come se non avesse patito abbastanza. Non era soddisfatto di aver massacrato la sua famiglia sotto ai suoi occhi. Le vittime avevano tutte l'età che avrebbe avuto la bambina in quel momento specifico e i capelli castani, e proprio per questo la polizia non riusciva a ricavare nulla.-
-Siete sicuri che sia proprio morto?- chiese Kyrie, mangiando una ciliegia.
L annuì. -È impossibile che si sia salvato, il magazzino ha preso fuoco subito dopo essere esploso. Il killer era anche a pochi metri dalla bomba, l'esplosione deve averlo disintegrato.- concluse, sorseggiando il caffè.
Kyrie si rigirava la ciliegia fra il pollice e l'indice, fissando la foto del criminale sul fascicolo.
Hayden McNeil: più lo guardava, più le sembrava di averlo già visto da qualche parte, solo che non ricordava dove potesse averlo visto.
-Watari mi ha già contattato per lavorare a un nuovo caso. Oggi pomeriggio dovrò raggiungerlo per discutere i dettagli della partenza.- disse L posando la tazza nel lavandino -Puoi approfittarne per dormire un pò, hai proprio l'aria di una persona che ha bisogno di una bella dormita.-
Kyrie annuì, decisa a seguire il consiglio del suo ragazzo. In effetti non aveva l'aria di stare molto bene.
Dopo qualche ora L uscì di casa, e Kyrie si sdraiò sul letto, senza riuscire a prendere sonno.
All'improvviso si sentì la serratura della porta scattare e la ragazza si alzò in piedi, per andare ad accogliere L, ma appena arrivata rimase raggelata da ciò che vide: Hayden McNeil era davanti a lei in carne ed ossa.
-Tu?!-
Il killer ghignò. -Io. Né è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, vero Kyla?-
La ragazza indietreggiò. -Mi perdoni, ma io non conosco nessuna Kyla...- balbettò.
-Invece sei proprio tu... Kyla Marie Jordan. Ti ho vista fare la spesa con quel signore anziano, e mi erano venuti dei sospetti. Tranquilla, ti avrei uccisa anche se fossero stati solo sospetti, giusto per non rischiare. Ma la conferma della fine della mia ricerca è arrivata quando l'uomo ti ha chiamata Kyrie, come ti chiamava tua madre. Sei tu, sei tu la ragazzina che ho cercato in tutti questi anni.-
Il killer tirò fuori una pistola, mentre Kyrie cercava di elaborare un piano per cercare di uscire da quella situazione senza via d'uscita.
-Mi ero assicurato di aver eliminato ogni prova, dopo aver sgozzato tua madre e squartato tuo padre avevo dato fuoco a ogni cosa; e invece ho sentito al telegiornale che la loro mocciosa aveva visto tutto e che era riuscita a sfuggirmi!- gridò, furioso -Ora però non ripeterò lo stesso errore. Ti ho cercata per anni... ho ucciso molte persone per arrivare fin qui, ma ora tutti i miei sforzi saranno premiati.- il killer tolse la sicura alla pistola -Addio, Kyla Marie.-
Hayden McNeil stava per sparare, quando Kyrie gli tirò addosso una ciotola piena di frutta che colpì il killer in testa, facendogli sparare un colpo che distrusse il lampadario. La ragazza ne approfittò per scappare fuori dalla porta e con un balzo superò la scalinata, per poi correre in mezzo alla strada con il killer alle calcagna.
-Kyrie fermati! Non voglio farti del male, voglio solo ammazzarti!- urlò lo psicopatico, facendosi largo tra la folla.
La ragazza corse a lungo, sperando che l'assassino ci mettesse un pò a capire che stavano facendo il giro dell'isolato; alla fine riuscì a tornare all'appartamentino che divideva con L, dove afferrò il cellulare, chiuse a chiave la porta del bagno e si nascose nello stanzino, lasciando la porta socchiusa.
-Ky, c'è qualche problema?- chiese L dall'altro capo del telefono.
-L, Hayden McNeil è qui.- disse velocemente Kyrie.
-Cosa? Hayden McNeil?- esclamo, stupefatto.
-Sì, lui... è qui e vuole uccidermi. L, vieni subito.- lo implorò.
-Hai chiamato la polizia?- chiese L dall'altro capo del telefono.
Stava per rispondere quando sentì quella sgradevole voce che la chiamava. -Kyrie? Non far finta di non sentire, tanto lo so che sei tornata nella tua casetta. I topi tornano sempre nella fogna!-
Kyrie riagganciò, sperando che il suo piano funzionasse.
-Ah, il bagno, il classico nascondiglio. Sai, ti facevo più furba bambolina, ma non importa dato che l'epilogo era già scritto fin dall'inizio.- Kyrie deglutì sentendo la sicura della pistola scattare -Ci vediamo all'Inferno, Kyla Marie Jordan.-
Subito dopo sentì sei colpi sparati in rapida successione, tutti indirizzati alla porta del bagno.
In quel momento uscì dal ripostiglio brandendo la scopa, e osservò l'assassino ridere come un folle al cospetto della porta del bagno crivellata di colpi. La aprì con un calcio per poi vedere che la stanza in realtà era vuota.
Kyrie ne approfittò per correre verso la porta, quando sentì uno sparo e uno strano bruciore alla spalla sinistra; la ragazza cadde a terra, tenendosi la parte del corpo ferita.
Hayden McNeil ghignò mentre le puntava contro la pistola che aveva tenuto nascosta fino a quel momento. -Non te l'aspettavi, vero ragazzina? è questo il motivo per cui bisogna sempre tenere un'arma di scorta.- il killer le puntò la pistola alla testa -Hai qualcosa da dire?-
-Và all'Inferno.-
-Dopo di te- disse sorridendole dolcemente.
Kyrie sentì uno sparo e vide la pistola del killer atterrare proprio davanti ai suoi occhi. Alzò lo sguardo e vide il vecchio Watari che mirava al braccio dell'uomo con un fucile. -Lascia andare quella ragazza.-
La ragazza prese la pistola con la mano sana e la puntò contro il suo aggressore mentre L la aiutò a rialzarsi. Pochi minuti dopo la polizia arrestò l'uomo, che non oppose alcuna resistenza.
Kyrie fu immediatamente portata all'ospedale, dove le fecero ogni esame di sorta.
-È stata tutta colpa mia Watari.- disse L sedendosi in sala d'attesa -Non avrei mai dovuto lasciarla sola con uno psicopatico che le dava la caccia.-
-Lo credevano tutti morto, e nessuno sapeva che quell'uomo stesse cercando proprio la nostra Kyrie. Non devi fartene una colpa- cercò di rassicurarlo il vecchio.
-Ma se non mi avesse seguito non si sarebbe mai trovata in questa situazione.-
Il vecchio Watari batté la mano sulle spalle di L. -Hai fatto tutto il possibile. Non avresti potuto fare niente comunque.-
Improvvisamente un'infermiera andò da loro. -Signor Lawliet?- chiese, sconcertata dalle stranezze del suo interlocutore.
L si alzò in piedi. -Sono io. Dica pure.-
L'infermiera fece cenno di seguirla, e insieme arrivarono davanti alla porta aperta di una stanza, dove Kyrie giaceva addormentata su un letto.
-L'abbiamo sedata, ora sta dormendo. Doveva proprio riprendersi dopo lo shock subito, anche se la pallottola non ha danneggiato organi vitali- spiegò rapidamente.
L la guardò con aria colpevole. -E ora come sta?-
L'infermiera sorrise. -Stanno benissimo, sia lei che il bambino.-
La faccia di L era diventata l'emblema dello sconvolgimento più puro. -Il bambino?-
-Non lo sapeva ancora? La sua fidanzata è incinta, lo dicono le analisi e l'ecografia lo conferma. Presto sarà padre, congratulazioni.-
L'infermiera se ne andò, lasciando L solo con l'incosciente Kyrie.
-Cosa ho fatto...- mormorò il ragazzo. Rimase lì, immobile, a fissare la giovane ragazza ancora incosciente, finché non tornò dal vecchio Watari.
-L come sta Kyrie?- chiese.
-Bene. Watari, prepara i nostri bagagli, partiremo stasera- disse L.
-L, ma la signorina Kyrie avrà bisogno di rimettersi...-
-Infatti lei rimarrà qui.-
-Cosa? Perché vuoi lasciarla qui?- chiese il vecchio Watari al suo pupillo.
L non rispose. -Firma le carte per farla dimettere, poi vai all'aeroporto e compra due biglietti aerei per Tokio. Ai bagagli ci penserò io- disse avviandosi verso l'uscita.
Il ragazzo camminò fino a casa, e una volta arrivato prese i suoi pochi vestiti e li infilò in uno zaino, mentre infilò i completi del vecchio Watari in una valigia; L, prima di mettere via il computer, scrisse una lettera.

Cara Kyrie,
Mi spiace che tu sia finita all'ospedale, non avrei mai voluto che accadesse. Però quello che è successo mi ha fatto riflettere, e ho capito che è meglio se io e te non ci vediamo più: il lavoro di detective è pieno di rischi e non voglio che tu corra rischi inutili, come è successo oggi. Non mi sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa di male per causa mia. Come vedi ho lasciato la casa a te, e io e Watari non torneremo. Dimenticati di me e della Wammy's House, e non provare a cercarmi: ti ho già procurato abbastanza guai. Ti faccio tanti auguri per il bambino.
L


Quello era il risultato finale dopo numerose correzioni e frasi cancellate. La rilesse numerose volte prima di sigillarla. Prima di andarsene diede un leggero bacio alla lettera, e la poggiò sul tavolo.
-Addio Kyrie Jordan. Ti amo.- mormorò prima di varcare la soglia dell'appartamento per non farne più ritorno mentre le lacrime gli rigavano le guance.


***


Angolo dell'Autrice: Che ve ne pare? Ho cercato di rendere L più IC possibile. Lo so, è venuta fuori un'autentica schifezza, che prende due capitoli, fra l'altro. Il resto arriverà fra tre secondi netti, quindi vedete di non sparire!

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Capitolo 18
*** Capitolo 17: Era mio padre... ***


Ero completamente sconvolta: L aveva lasciato mia madre e me per impedire che cercassero di farci di nuovo del male.
-Allora è così che stanno le cose...- mormorai mentre sentivo una lacrima solcare la mia guancia. Poveri mamma e papà! Se non fosse mai successo niente quel giorno sarebbero rimasti insieme?
Probabilmente no. Prima o poi L si sarebbe reso conto che non poteva prendersi cura di noi senza metterci in pericolo, e ci avrebbe lasciate comunque.
Ma evidentemente il destino voleva che io diventassi come i miei genitori ad ogni costo. E infatti, come loro, sono cresciuta in un orfanotrofio. Da sola.
Quasi senza che me ne rendessi conto, lo scenario cambiò di nuovo: L, poco più alto, magro e con occhiaie molto più marcate del se stesso della precedente "visione", era rannicchiato sul sedile di un taxi, in un giorno di pioggia. Aveva l'aria stravolta, come se stesse per andare al patibolo, ma durò poco: infatti subito dopo riuscì a ricomporre la sua maschera di totale e assoluta indifferenza.
Dopo averlo guardato attentamente notai che aveva in mano un foglietto con su scritto un indirizzo. Quello dell'orfanotrofio in cui sono cresciuta.
Una volta arrivato pagò la tariffa al tassista e si diresse immediatamente verso la segreteria dell'edificio, percorrendo dei corridoi innaturalmente vuoti.
-Posso fare qualcosa per lei, signore?- chiese l'inserviente, leggermente a disagio per lo strano aspetto del suo interlocutore.
-Sì. Sto cercando la signorina Jordan, ho saputo da alcune fonti che è stata qui per un periodo- disse L, mantenendo una maschera di freddezza che fino a poco prima non aveva.
L'uomo cercò per un pò fra gli archivi. -Ci sono ben tre signorine Jordan; quale sta cercando esattamente?-
-Kyla Marie Jordan, anche se preferisce la forma abbreviata Kyrie.-
-Eccola qui. Kyrie Jordan...- l'espressione dell'inserviente cambiò d'un tratto -Lei è il signor L Lawliet?-
L era sbigottito. -Come fa a saperlo?-
L'inserviente gli fece cenno di seguirlo fino al giardino sul retro della struttura, dove si trovava un piccolo cimitero dove erano sepolti i bambini morti... o le madri morte di parto.
-No!-
L cadde in ginocchio davanti alla tomba di mia madre e lì per lì sembrava che stesse per scoppiare a piangere; dopo che riuscì a calmarsi alzò la testa e accarezzò con la mano il nome inciso sulla lapide.
-Questa è per te.- disse l'inserviente porgendogli una busta -L'ha scritta proprio poco prima che morisse.-
L'uomo se ne andò lasciando L da solo sulla tomba dell'amore della sua vita. Corse a ripararsi sotto una tettoia e aprì la busta.


Caro L,
Se stai leggendo questa lettera significa che non sono più in vita. Ultimamente non sono stata bene, e la mia salute è sempre stata cagionevole, e tutto ciò mi porta a pensare che ci sono buone probabilità che io non sopravviva al parto. Ti scrivo perché so bene che un giorno o l'altro verrai a cercarci, e, se questa lettera giungerà fra le tue mani sarà la prova che avevo ragione al riguardo: tu sei ancora innamorato di me, nonostante in quella lettera avessi affermato il contrario, e, soprattutto, ti importa di nostro figlio. Ed è per questo che ci hai abbandonati: non volevi che ci succedesse qualcosa di male a causa del tuo lavoro. Lo hai detto anche tu in quella lettera, "L non può essere padre", e lasciarci deve essere stata la decisione più dolorosa che tu abbia preso in vita tua. Anche se io probabilmente morirò, spero che almeno il nostro bambino si salvi: ormai manca molto poco al parto, lo so perché le false contrazioni non mi stanno dando pace. Scommetto che sarà un bellissimo bambino, tenace e testardo come il suo papà; anche se fosse una femmina, vorrei che ti somigliasse almeno un pò. So che non vorresti leggere queste cose, ma io preferirei che fosse così. Però, anche se fosse la mia fotocopia spiccicata e sputata qualcosa di te l'avrà comunque: indipendentemente dal sesso, il suo nome sarà Rue Lawliet, l'anagramma di L in giapponese con il tuo cognome.
So bene che potrebbero passare anni prima che tu legga queste parole, ma sappi che ti ho sempre pensato in questi mesi di lontananza. Non ti ho mai dimenticato e spero di non dimenticarti nemmeno dopo che me ne sarò andata. Non dimenticarmi nemmeno tu, e parla di me a nostro figlio il giorno in cui vi incontrerete.
Arrivederci L. Ti amerò per sempre,
Kyrie Jordan



Dopo aver letto quelle parole L si strinse la lettera al petto e cominciò a singhiozzare in silenzio, mentre le lacrime si mescolavano alle gocce di pioggia che gli avevano bagnato il viso in precedenza. Si riprese quando ormai era buio, si alzò in piedi e tornò in segreteria.
-Che ne è stato del bambino?- chiese in modo secco ed esauriente.
-È ancora ospite in questa struttura. Potrà vederla al saggio di domani, dato che ha superato l'orario delle visite- disse l'inserviente. -Vederla... è una femmina?- chiese L, come se la risposta fosse di vitale importanza.
-Sì, è una femmina. Si chiama Rue, come nelle volontà della madre. Scusi se sono indiscreto, ma lei è il padre? Perché la povera Kyrie le ha messo come cognome Lawliet, e lei è L Lawliet...-
L fulminò il pover'uomo con lo sguardo. -Non sono tenuto a rivelarglielo.-
Detto questo si raggomitolò su una sedia lì vicino e si addormentò in quella posizione.
Il giorno dopo L si svegliò circondato da una folla di ragazzini che lo fissavano, parlottando fra loro.
-Cosa ci fa qui, signore?- chiese una bambina con le treccine appena L aprì gli occhi.
-Forse è un barbone Annie, stai attenta- disse un bambino con un buffo cappellino.
-Alan potrebbe avere ragione, guarda com'è conciato.-
A L però non importava assolutamente nulla di quello che dicevano i bambini, quando però una vocina si fece sentire nel tumulto.
-Lasciatelo stare. Se è qui ci sarà un motivo.-
I bambini tacquero e io e L dovevamo avere la stessa espressione sconvolta: lui perché vedeva un suo miniclone al femminile con occhiaie meno marcate, mentre io vedevo me stessa a cinque anni come se fosse stata un'altra persona. Una cosa del genere era leggermente inquietante, come se il suo aspetto non fosse già poco rassicurante di per se: i capelli neri e lunghi che le cadevano disordinatamente fino alle spalle, con la maglietta nera e i jeans scuri, creavano un bizzarro contrasto con la pelle pallida della ragazzina, dandole l'aspetto di un cadavere dissotterrato da poco. Ma non fu quello che colpì L.
La cosa che lo colpì maggiormente furono gli occhi: erano neri con delle sfumature color cioccolata. Gli stessi occhi di Kyrie.
La bambina passò oltre e L la seguì fino alla sala di prove situata dietro le quinte del palcoscenico.
Improvvisamente ricordai quel giorno: c'era un saggio, e io avrei suonato il pianoforte. Ero andata lì per provare un'ultima volta, quando dal nulla spuntò un uomo. Però era talmente buio che non riuscii a vederlo bene in faccia.
-Sei brava- disse L.
La ragazzina fece spallucce. -Me la cavo.-
-Non direi che te la cavi e basta. Pensa che c'è gente che darebbe l'anima al diavolo per suonare come te. Io me la cavo a giocare a tennis, ma non sono mai stato capace di distinguere un Mi da un La.-
-Non è poi così difficile. Se vuoi te lo insegno io.-
L sorrise nell'oscurità. -Non importa, piccola. In fondo ognuno ha i suoi campi. Il mio è quello del tennis, e il tuo è il pianoforte.-
-Non direi che il tuo campo è nello sport. Sei alto e cammini curvo, segno evidente che mantieni per la maggior parte del tempo una postura scorretta, e avendo visto come ti siedi, direi che saresti capace di rimanere inchiodato in quella posizione per ore senza sentire malesseri; non sei uno sportivo, hai un lavoro dove non è necessario muoversi troppo.-
L fissò la me del passato, completamente strabiliato: forse aveva fatto male a sottovalutarla. -A quanto pare mi hai beccato. Hai un ottimo spirito d'osservazione... ehm...-
-Rue- disse la ragazzina, ancora ignara che lo sconosciuto sapesse già chi fosse.
-Rue. Un bel nome, ti si addice.-
-È un nome come un altro- commentò la me del passato.
-Sarà anche un nome come un altro, ma ciò non toglie che farai grandi cose. Credimi, sono sicuro che un giorno sarai una grande pianista, Rue.- disse L cominciando ad allontanarsi -Mi spiace solo non esserci quando verrà il tuo momento. Ci vediamo presto Rue, e mi raccomando, dai il meglio di te su quel palco.-
La me del passato si girò verso lo sconosciuto. -Ciao, ehm...-
L si bloccò per un attimo. -Chiamami Ryuzaki-
-Ciao, Ryuzaki. Ci vediamo presto.-
La bambina riprese a suonare il pianoforte, mentre L si fermò ad ascoltare per un attimo.
-Addio, figlia mia.- mormorò prima di uscire da quella stanza... e dalla mia vita.
In quel preciso istante capii tutto e, prima che me ne rendessi conto, ero in una stanza completamente bianca ed L era davanti a me.
-Ryuzaki... L... Kaziryu.- mormorai. Ormai avevo capito tutto: gli atteggiamenti di L, le sue espressioni, persino il suo modo di parlare... erano identici a quelli del mio amico Shinigami.
-Perché non mi hai detto subito di essere mio padre?- gli chiesi.
-Chissà... magari sapevo che non mi avresti ascoltato se te lo avessi detto subito. In fondo sono solo il padre che ti ha abbandonata nonostante sapesse della tua esistenza- disse.
-È vero, avrei potuto non ascoltarti.- ammisi. -Però ciò non toglie il fatto che però sia venuto da me quando avevo bisogno di aiuto, e che ora tu stia per morire di nuovo per aver salvato la vita a me e a miei amici.-
L sorrise. -Vero anche questo.-
-Perché lo hai fatto? Perché mi hai mostrato tutto questo?-
-Avresti potuto darmi del bugiardo se ti avessi detto tutta la verità a parole. Mi avresti creduto se ti avessi raccontato di me e di tua madre quando ero ancora Ziryu lo Shinigami?-
Mi morsi il labbro. Aveva ragione: se mi avesse detto tutto senza darmi prima la prova concreta che lui una volta è stato L probabilmente non gli avrei mai creduto. Forse solo chi lo aveva conosciuto avrebbe potuto riconoscere in lui qualcosa di L, e io non potevo farlo, dato che lo avevo mai visto, né avevo mai sentito parlare delle sue abitudini.
-Non rispondi, eh? Lo supponevo.- disse, avvicinandosi a me. -Sono state davvero poche le persone che mi hanno conosciuto, e ancora meno erano le persone a conoscenza dell'esistenza di una mia figlia biologica. Non credo che loro avrebbero potuto confermarti la mia versione dei fatti.-
-Lo immagino. Il mondo ti ha conosciuto come il grande detective L, non come il padre di Rue Lawliet.-
-Non sono stato un padre modello...- commentò.
-Però sei stato un buon padre quando mi hai lasciata all'orfanotrofio per proteggermi dai pericoli che comporta l'essere la figlia del più grande detective del mondo. E in questo mese e mezzo che abbiamo trascorso insieme, sei stato un padre a dir poco esemplare.- dissi, fermamente convinta di quello che stavo dicendo -Non tutti avrebbero compiuto un'impresa suicida come te per garantire l'incolumità del proprio figlio.-
L mi abbracciò e io ricambiai l'abbraccio.
-Ti voglio bene, piccola- mormorò con le con le lacrime agli occhi.
-Ti voglio bene anch'io, papà.-
La stanza bianca cominciò a sbiadire e io e L, tornato alla sua forma di Shinigami, ci ritrovammo abbracciati in salotto davanti ad Alex, l'unica persona oltre a noi ad essere sveglia.
-Rue, Ziryu, che succede?- chiese, sorpreso come me di essere ancora vivo.
L non disse niente, ma si limitò a guardarlo. -Alex, la affido a te. Prenditi cura di lei oppure troverò il modo di prenderti a calci anche dall'oltretomba.-
-Cosa? Rue? Ziryu qualcuno può...? Oh, cavolo!-
L cominciò a sgretolarsi davanti ai nostri occhi, e le sue ceneri cominciarono ad ammucchiarsi sul pavimento. Tesi la sua mano verso di lui e mio padre fece altrettanto; le nostre dita si strinsero un'ultima volta.
-Se la vedi, saluta mamma- dissi, incapace di aggiungere altro. Mio padre mi sorrise un'ultima volta, mentre le palpebre che si sgretolavano creavano l'illusione che stesse piangendo; ed ero certa che se gli fosse stato possibile lo avrebbe fatto. Alla fine le sue orbite si svuotarono e ciò che rimaneva del suo corpo cadde sul pavimento trasformandosi in cenere all'istante. Il suo Death Note cadde aperto sulle ceneri, mostrando al mondo la sentenza di morte che mio padre aveva firmato per Teru Mikami. E per se stesso.
Caddi in ginocchio e cominciai a piangere in silenzio.
-È... morto?- chiese timidamente Alex.
Annuii. -Sì... per proteggerci... e perché facessimo ciò che lui non era riuscito a fare in vita.- Mi alzai e andai in cucina a prendere un contenitore vuoto. Spazzai le sue ceneri dal pavimento e le versai nel barattolo dello zucchero, sperando che Watari non mi rimproverasse per quello che stavo facendo.
-Cosa stai dicendo? Che intendi con "ciò che non è riuscito a fare in vita"?-
-Il suo nome completo era Kaziryu... l'anagramma di Ryuzaki. Ryuzaki era lo pseudonimo che mio padre cominciò ad usare dalla morte di mia madre- spiegai rapidamente.
Alex capì. -Non è possibile...-
Alzai lo sguardo, stringendo convulsamente il barattolo che conteneva le ceneri dello Shinigami. -Invece lo è, Alex: lui era L. Lui era mio padre.-


***


Angolo dell'Autrice: 17: il mio numero preferito, noto per portare fortuna a me e sfiga a ogni altro essere. XVII, anagramma della parola VIXI, "sono vissuto" in latino. E, in questa litania di capitolo spaccato in due, Ziryu, meglio noto a tutti i fan e non di Death Note come L, muore per la seconda volta. *Si sente un boato assordante provenire da dentro la casa dell'autrice, una giovane ragazza di diciassette anni: NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!! ç_ç* Le regole, purtroppo per me, le ha fatte la Ohba e io le devo rispettare: L era diventato uno Shinigami, e L doveva morire per averli salvati. Ma non siate tristi, perché nonostante questo L farà comunque il mazzo a Light Yagami anche dalla tomba, muhuhahahahahahahahahahahahahahahahahaaaa! Come? state a vedere... :X

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Lieta di averti sorpresa! Tranquilla, non sarà l'ultimo infarto che vi farò venire... XD Ecco, ora sapete ciò che tutti sapevano fin dall'inizio: Ziryu, diminutivo di Kaziryu, anagramma di Ryuzaki, è L!!!!!!!!!!!! (come se non si fosse capito subito! appena arrivato ha chiesto dolci da mangiare, organizzava piani machiavellici persino per usare il Death Note e ogni tanto sparava percentuali: se non era L... ndTutti) E mi spiace di averlo ucciso, ma purtroppo non le ho fatte io le regole. Mi spiace, ma rallegrati: L ha appena cominciato a mazziare Light! Mikami è solo un sassolino... ciò che ha combinato è molto più diabolico. Muhuhahahahahahahaaa!!!!!

Grazie a chi legge e commenta, in particolare ad Amimy, Ritsuka96 e Targul, che hanno messo la storia fra i preferiti, erda, Lewaras e Ory_StarDust_95 che l'hanno messa fra le seguite, e TheDarkWisher, che l'ha messa sia nelle seguite che nei preferiti! Ciao e continuate a seguire questa storia
Terry17

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Capitolo 19
*** Capitolo 18: Dark L ***


-Ora sapete perché siamo ancora vivi.- dissi al termine della mia spiegazione, mentre lo sguardo correva da me alle ceneri di mio padre, che ora troneggiavano dal barattolo dello zucchero appoggiato sulla mensola -L era tornato per aiutarci. Non so cosa faremo adesso che se n'è andato, ma so che lui non avrebbe mai voluto che ci fermassimo qui; quindi ho in mente un piano, e per farlo mi serviranno le abilità informatiche di Matt,- dissi indicando la ragazzina, una volta tanto senza gameboy alla mano, -e la collaborazione di Alex e Ezdra. Alice, tu ovviamente dovrai occuparti dei costumi, come al solito. Tutto dovrà essere pronto fra nove giorni esatti.-
-Ehi, non hai dato un ruolo a me!- sbraitò Mike.
-Anche tu avrai la tua parte. Noi non siamo L, quindi la TV non ci permetterebbe mai di pubblicare una cosa simile. Ma se tu ti fingi un tenero e innocente ragazzino che ha ricevuto l'incarico di consegnarla alla SakuraTV da un ignoto, forse la manderanno in onda per l'edizione della sera, credendolo un comunicato da Kira in persona.-
-Un momento, Rue non vorrai...- Alex aveva capito il mio piano perché era semplicemente sbiancato.
-Invece sì, Alex.- dissi guardando il barattolo che conteneva le ceneri di mio padre -Io sfiderò pubblicamente Kira.-

°°°

Light Yagami era chiuso nello studio da ore ormai, e non faceva altro che analizzare le ultime parole scritte da Teru Mikami: tutto sembravano, fuorché nomi di persone. Analizzando le scritte era giunto alla conclusione che le azioni di Mikami non potevano essere state dettate dal Death Note, poiché anche i suoi primi esperimenti con il Quaderno avevano provato che una persona non poteva scrivere cose di cui non era a conoscenza, o che non rientravano nelle sue abitudini: che fosse stata davvero una tragica fatalità? E allora perché l'ictus gli era venuto subito dopo aver usato il Death Note?
-A cosa stai pensando Light?- chiese lo Shinigami, particolarmente allegro. Forse aveva mangiato una mela particolarmente gustosa.
Light non rispose, non sapendo che pesci prendere. -Ryuk, secondo te, in condizioni particolari, si potrebbe far scrivere qualcosa contro la propria volontà sul Death Note?- chiese alla fine.
-Uh? Non lo so, Light. Sai, da quando hai trovato il Death Note hai scoperto più cose tu di qualunque altro Shinigami. A volte mi chiedo se anche il vecchio sia a conoscenza di tutto quello che si può fare con un Death Note- spiegò lo Shinigami.
Light sbuffò. -Quindi nessuno potrebbe dire se la morte di Mikami è stata omicidio o fatalità.-
-Esattamente- confermò lo Shinigami.
-A meno che io non riesca a riprodurre le modalità della morte di quella determinata persona.- scattò Light, colto da un'illuminazione -Se la morte di Mikami è stata davvero manipolata da qualcuno potrei riuscire a riprodurla fedelmente su un'altra persona.-
Light trafficò nel cassetto e tirò fuori una lista e alcune foto. -Questi criminali fanno proprio al caso mio.-
Detto ciò prese il Quaderno e scrisse le loro sentenze di morte.

°°°

-Grazie per esserti presa cura del mio Aki, Alice. Non sapevo proprio come avrei fatto senza di te.-
-Non importa Misa, per me è sempre un piacere- disse Alice mentre cambiava la tutina al bambino. Ovviamente vi chiederete perché Alice si trovi lì a fare la babysitter se la sua ultima visita è costata la vita a L, nonché il nostro quasi-omicidio da parte di Mikami. Infatti era quello lo scopo: avrebbe dato troppo nell'occhio se Alice, la più propensa a fare amicizia fra noi due, avesse smesso di frequentare Misa e Akira subito dopo quella festa. Kira avrebbe potuto sospettare qualcosa e il che, dopo la morte di Mikami, avrebbe incrementato i sospetti.
Qualcuno suonò alla porta e Misa andò ad aprire per trovarsi davanti alla sottoscritta.
-Ciao Misa, è qui Alice?- chiesi gentilmente.
-Sono qui Rue, il tempo di cambiare la tutina ad Aki e torno a casa- mi chiamò gioviale la mia "complice".
Dal salotto, dove si trovava anche Yagami senior, si sentiva la musichetta del telegiornale, nonostante mancassero sette minuti all'inizio.
-Il telegiornale a quest'ora?- chiese Alice.
-Sarà un'edizione speciale- disse semplicemente Light.
-Interrompiamo i programmi per un'edizione straordinaria del telegiornale. Per una fonte anonima ci è stato recapitato un filmato che potrebbe provenire da Kira in persona, che ora vi mostreremo per la prima volta in anteprima mondiale, secondo la volontà dell'autore.- disse il giornalista, in evidente stato d'agitazione.
Light era sbiancato. Si aspettava tutto, tranne questo. Tutto secondo i piani.
Sullo schermo comparve un filmato disturbato che raffigurava qualcosa che nessuno tranne chi aveva fatto il video sarebbe riuscito ad identificare. Dopo un pò comparve una L in stile gotico bianca su uno sfondo nero. A quella vista Light scattò in piedi, completamente sotto shock.

-Salve, Kira. E salve anche a voi, gentili tecnici della SakuraTV. Perdonatemi se potete, ma vi avverto fin da subito che tutti i vostri tentativi di interrompere la messa in onda del filmato saranno assolutamente inutili, dato che ho appena preso il controllo di tutto il sistema informatico; mi spiace, ma dovrete seguire la mia predica, come sicuramente Kira starà facendo a quest'ora.
Allora Kira, non ti sembra di rivedere il passato? Ti sei trovato in una situazione simile proprio il 12 dicembre di 11 anni fa: anche allora qualcuno osò sfidarti usando la televisione, con questo sfondo e con questa lettera. Il mondo sa qual è stato l'epilogo di quella storia, solo che non sa tutte le tappe. Il 28 gennaio di quattro anni fa hai ucciso Near, il primo nella linea di successione al titolo di L, mentre i due rapitori di Kiyomi Takada morti due giorni prima altri non erano che il terzo e il secondo nella linea di successione, e che l'avevano rapita per spingerti ad uscire allo scoperto. Tentativo inutile, ma coraggioso. Quei tre ragazzi hanno tutta la mia ammirazione, e tu tutto il mio disgusto; se all'inizio potevi essere giustificato per il fatto che stessi "giudicando" ladri, truffatori e assassini, ora non puoi più negare l'evidenza: stai schiavizzando l'umanità, tutti devono seguire il tuo credo oppure tu li ucciderai, come hai fatto con Near, Mello, Matt e molti altri, il cui unico crimine è stato quello di essersi messi contro di te.
E ora, gentile pubblico, vi chiederete: perché c'erano dei successori di L? Cosa sarà mai accaduto? Ve lo dico io: L è morto 10 anni fa, ucciso su ordine di Kira. Gran bel modo di vincere, vero Kira? Lui ti ha sfidato apertamente, mentre tu hai chiesto a un altro di ammazzarlo per te. Oltre ad essere un dittatore bastardo giochi anche sporco: Non credevo fosse possibile cadere ancora più in basso.
Non lo sto facendo per me stessa, ma per il genere umano. Perché tu non faccia ad altri ciò che hai fatto a loro; ciò che hai fatto a me, e ad altre famiglie che hai distrutto per il tuo desiderio di "giustizia": che giustizia c'è in quello che hai fatto in questi anni? Kira, tu non sei la giustizia, e nemmeno Dio: tu sei solo un ragazzino viziato e capriccioso che vuole il mondo ai suoi piedi, e per questo dovresti solo vergognarti.
Io non sono L, e non sono nemmeno uno dei suoi successori: io sono la sua erede, la sua vendetta per il genere umano nata dal suo sangue e dalle sue ceneri, sono la bambina a cui hai fatto come regalo per il suo settimo compleanno la morte di suo padre. Io sono la tua Nemesi, sono colei che segnerà la tua condanna: io sono Dark L.


La linea tornò al giornalista, che fissava il monitor completamente sconvolto, come tutti. Light Yagami era completamente stravolto, mentre Misa, per una volta, sembrava tesa. Anche io e Alice ci fingemmo sconvolte dall'annuncio di Dark L come tutti.
-Wow. Certo che questa Dark L ha fegato- commentò Alice.
-Già, sfidare Kira in quel modo...- mormorò Misa, prendendo in braccio Akira.
-È una folle e Kira la eliminerà! È sicuro.- disse Light Yagami con una fredda sicurezza nella voce. Scommetto che nella sua testa aveva già trovato un minimo collegamento fra me e Dark L, e che per questo avrebbe tentato di eliminarmi. Di nuovo.
-Per me Dark L e Kira se la possono sbrigare da soli. Alice, andiamocene prima di far arrabbiare il nonno- dissi, simulando un totale disinteresse per la faccenda.

°°°

Era notte, e Light Yagami era uscito per buttare la spazzatura. Per lui doveva essere stata una serata molto stressante: Dark L stava cominciando a ossessionarlo, come L fece a suo tempo. E, come avevo previsto, ora cercava eventuali legami fra Rue Jordan, la sua giovane vicina di casa americana, e colei che si era proclamata erede di L e futura carnefice di Kira davanti al mondo intero. Una bella situazione spinosa.
-Ci si rivede, Kira- Light Yagami si voltò, più sconvolto che mai verso il punto da cui proveniva la voce.
-Ti è piaciuta la mia improvvisata alla SakuraTV? Sai, volevo che tutto il mondo sapesse cosa penso del tuo operato... dell'operato dell'assassino di mio padre- dissi, marcando particolarmente le ultime parole.
Light sorrise. -Ragazzina, ti faccio i miei complimenti. Non immaginavo che avresti osato sfidarmi così apertamente. Però c'è una cosa che tu non hai...-
-Prove? Protezioni? Caro Kira, tu conosci solo il mio volto, non il mio nome. E quanto alle prove...- tirai fuori il Death Note di mio padre dalla tasca -...credi che questo sia sufficiente?- chiesi innocentemente, mentre Light mi fissava completamente sconvolto.
-Chi sei tu?-
-Il tuo peggiore incubo- risposi, girando i tacchi e andandomene, mentre passarono per la strada due ragazze, una castana e una dai corti capelli neri.
-Buonasera signor Yagami- lo salutò Alice.
-Buonasera...- mormorò Light Yagami, ancora più confuso nel vedere Rue, Alice e Dark L tutte insieme nello stesso posto. Sorrisi fra me e me: il piano aveva funzionato. Io mi ero presentata a lui "al naturale", mentre Alice e Alex, travestito da ragazza castana, si sarebbero fatti vedere da Light nello stesso posto alla stessa ora: un piano perfetto, che avrebbe depistato tutti i sospetti di Light sull'identità di Dark L e sul nostro gruppo d'indagine.
Io, Alex e Alice tornammo a casa subito dopo, dove trovammo una sorpresa.
Watari, Matt, Mike e Ezdra erano seduti e guardavano una giovane donna dai lunghi capelli corvini seduta sulla poltrona in salotto.
-Tu sei Dark L?- chiese la ragazza, che si alzò in piedi appena entrai nella stanza.
-Puoi dirglielo Rue, possiamo fidarci- disse Watari con l'aria un pò tesa.
-Sì, sono io. E lei chi sarebbe?- chiesi.
La giovane donna respirò profondamente; probabilmente non lo aveva detto neanche agli altri.
-Sono Arina Maruko.- disse infine.


***


Angolo dell'Autrice: che la battaglia fra Rue (diventata Dark L) e Light (che è stato pubbicamente crocifisso dalla sua nuova avversaria -non so voi, ma io ci godo!-), che ora non sa che pesci prendere: e poi entra in scena Arina Maruko, personaggio importante per lo svolgimento della vicenda (e per i piani di L...) scusate se rido, ma devo sfogarmi: muhuhahahahahahahahahahahaa! XD

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: *me porge fazzoletto a Ritsuka* *me mette elmo per prevenire eventuali vendette di Yuki (scusa! ^_^')* L ha appena cominciato a torturarli? direi, Mikami è morto e Light ha appena iniziato il calvario (muhahahahaahahaa! scusami, ma se penso che è l'inizio... non so se lo farò finire prima all'Inferno o al manicomio! XD) comunque, L ha orchestrato un piao di trappoline niente male: Arina è una di queste. lei sarà "l'esecutore materiale" di alcune delle manovre che L stesso aveva preparato prima di morire. Come? si vedrà più in là...

Grazie a chi legge, commenta, e a chi ha messo la storia fra le preferite e/o seguite. Ciao e alla prossima!

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Capitolo 20
*** Capitolo 19: Sostegno ***


-Vuole un altro pò di tè, signorina Maruko?- chiese Watari, esitando, alla nuova arrivata.
-No, grazie.- disse colei che, almeno tre anni fa, entrò nella leggenda.
Arina Maruko era una giovane donna di circa ventidue anni, alta, dai lunghi capelli corvini e dal viso lentigginoso che la facevano sembrare una ragazzina che una donna. Più la guardavo, più mi sembrava impossibile che sia stata proprio lei a sfidare Kira subito dopo la morte di Near. Lo aveva sfidato, ma non si era mai fatta vedere. Infatti, Arina nei suoi messaggi diceva di agire per conto di altre persone, e ciò aveva portato a pensare che facesse parte di un'organizzazione il cui scopo era quello di rovesciare Kira e il suo impero.
Ovviamente per quello che stava facendo, Arina non divenne nota come eroina, ma come terrorista: la polizia, temendo ripercussioni del Dio del Nuovo Mondo, la segnalò come pericolosa criminale ricercata, con una grossa taglia a chi sarebbe riuscito a procurarsi una sua foto, o a chi l'avesse portata davanti alle telecamere, mentre lei cominciò ad aprire gli occhi al mondo sulla vera natura del regno di Kira.
Finché, tre anni fa, Arina scomparve nel nulla, come se non fosse mai esistita. La sua improvvisa scomparsa divenne più popolare di qualsiasi leggenda metropolitana, nonché motivo di dibattito: c'era chi sosteneva che fosse stata uccisa da Kira, chi diceva che fosse andata a cercare alleati, chi, come me fino a un paio di ore prima, pensava non esistesse affatto. Evidentemente era tutto falso, dato che ora Arina Maruko era lì, in carne ed ossa, davanti a sette persone.
-Rue? Ti chiami Rue, vero?- chiese, imbarazzata almeno quanto noialtri -Dov'è L?-
Per poco mi andò il succo di traverso: Arina Maruko sapeva di mio padre?
-Ce l'hai davanti- disse Alex.
-Non lei. L lo Shinigami- precisò la donna.
-Ora basta! Cosa sa lei di questa storia?!- urlò Mike, sbattendo le mani sul tavolo. Maledizione, a volte quel ragazzino è davvero imbarazzante.
Arina sospirò e cominciò a raccontare.
-Il mio nome è Arina Maruko, e sono nata il 9 gennaio 1992 da Janet Sakajo e da Takeshi Maruko. Erano entrambi agenti di polizia molto promettenti, ma mia madre morì in servizio quando avevo tre anni. Da allora rimasi da sola, con mio padre, Takeshi, che fin da piccola mi insegnò ad avere rispetto per la legge, la giustizia e per la vita umana. Era tutto perfetto, finché mio padre ebbe un grave incidente d'auto a causa di un ubriaco. L'uomo al volante morì sul colpo, io ne uscii illesa per miracolo; mio padre perse l'uso delle gambe, ma nonostante questo continuò a lavorare in polizia, passando agli incarichi d'archivio. Il caso Kira scoppiò quando avevo undici anni, e io e mio padre ci schierammo immediatamente dalla parte di L. Seguimmo tutte le vicende del caso giorno dopo giorno, finché non si arrivò a un periodo di pausa, che mio padre intuì fosse provocato dalla morte di L: aveva capito tutto, anche che Kira gli si era sostituito per sviare i sospetti su se stesso, e contemporaneamente continuare nella sua "opera purificatrice". Era un pensiero orribile, ma era anche l'unica spiegazione plausibile.
Un paio di anni dopo, mio padre tornò a casa con uno strano quaderno nero che aveva trovato nell'archivio e, dopo che lesse le regole segnate nella prima pagina, lo nascose fra i libri: era spaventato, perché sapeva di essere entrato casualmente in possesso dell'arma con cui Kira giustiziava le sue vittime. Qualche giorno dopo comparve lo Shinigami a cui apparteneva il Death Note; egli affermò di essere il vero L, e chiese il nostro aiuto per sconfiggere Kira. Voleva che mio padre lo tenesse aggiornato dalla polizia stringendo amicizia con un poliziotto che collaborava al caso Kira, Tota Matsuda. Inoltre, ci chiese di formattare i dati di una chiavetta USB in suo possesso per inviarli a un computer oltre oceano.
-
Qualcosa scattò nella mia memoria. -Che anno era?-
-Era il 2008... 15 aprile 2008- rispose. Rimasi di sasso: era il giorno in cui ricevetti quell'e-mail...
-Continua pure...-
Arina annuì. -L ci teneva informati su tutti gli aggiornamenti del caso, con le mosse di coloro in quel momento stava indagando al posto suo: Near e Mello. Finché non accadde quel ormai tutto il mondo conosce.- Arina fece una pausa per misurare eventuali reazioni dei presenti, ma nessuno osò fiatare -Allora L ci propose di entrare in azione creando "uno specchio per le allodole", una minaccia fantasma. Così cominciai a diffondere i messaggi di L usando il mio nome, Arina Maruko, per dare speranza a chi lottava, e lotta ancora, contro Kira. Feci così per circa un anno, finché mio padre, Takeshi, morì per un tumore al pancreas. Dopo circa un anno riconsegnai il mio Death Note a L, che però mi consigliò di nascondere un frammento in un posto dove sicuramente lo avrei toccato, facendo così in modo che ricordassi tutto. Così, quando toccai il frammento, ricordai il piano di L; dovevo solo aspettare le sue istruzioni e agire di conseguenza. E, circa tre settimane fa, L venne da me con il vostro indirizzo, dicendomi di raggiungervi il prima possibile. Ora sono qui, come mi aveva chiesto, ma non lo vedo: dov'è L?-
Guardai Watari, e lui annuì.
-Arina, L è morto.- dissi, indicando il barattolo dello zucchero che conteneva i suoi resti.
La donna guardò il barattolo, capendo. -È morto? L, pur essendo uno Shinigami, è morto?- domandò, sorpresa.
Annuii. -Un seguace di Kira stava per ucciderci, ma lui è riuscito a manipolarne le azioni in modo che non scrivesse correttamente i nostri nomi sul Death Note- spiegai, mostrandole l'ultima pagina compilata da mio padre.
-Mi aveva accennato una cosa simile,- disse aprendo il barattolo, esponendo le ceneri -ma mai avrei pensato che sarebbe arrivato a tanto.-
-Nemmeno noi. Però allora non sapevamo che lui era L, il padre di Rue- disse Watari.
Arina mi guardò sconvolta. -Rue, sei davvero la figlia di L?-
-Tutti quelli che ho incontrato finora giurano che sono la sua fotocopia, e lui stesso me lo ha confermato prima di morire- dissi.
-Capisco. Lascia che mi congratuli, sfidare pubblicamente Kira come hai fatto tu è stato molto audace per una ragazza della tua età. Ma non sarà rischioso?- chiese.
-Sappiamo quel che facciamo, e inoltre faremo in modo che Kira abbia sempre dubbi sui nostri veri nomi e sulle nostre identità- spiegai.
-Ma ciò non toglie che è rischioso. E se non doveste farcela?-
-Stiamo parlando di Kira, e ognuno in questa sala sa bene quali sono i rischi che comporta la nostra scelta; staremo attenti a non far scoprire a Light Yagami i nostri veri nomi- disse Alex con una determinazione che non gli avevo mai visto.
Arina annuì. -Vedo che avete le idee chiare, e sono completamente d'accordo con voi. Non so perché L mi volesse qui, ma se la mia presenza potrà tornarvi utile in qualche modo, resterò.-
Annuii. -Ottima idea. C'è qualcosa che sai fare in particolare?-
-Conosco il karate e lavoro in polizia. Mi sono fatta trasferire cinque giorni fa e ho affittato un appartamento in centro a un prezzo piuttosto basso, dato che il suo precedente affittuario è...- si bloccò per un istante, colta da un'improvvisa ispirazione. -Rue poi farmi vedere il Death Note di L, per favore?-
Le porsi il quaderno e lei lesse rapidamente il contenuto. -Che coincidenza, anche il precedente affittuario è morto d'ictus. Potrebbe essere Mikami.-
- -Se così fosse potresti perlustrare l'appartamento di Mikami alla ricerca di prove senza destare sospetti- disse piatto Ezdra.
-Sarebbe proprio una bella fortuna, insieme al fatto che sono nel gruppo d'indagine capeggiato proprio da Yagami- disse Arina.
-Certo, sono proprio tante belle coincidenze, ma Kira potrebbe intuire qualcosa: ti sei trasferita appena è comparsa Dark L, vivi nel vecchio appartamento di Teru Mikami, sei nel suo gruppo d'indagine e ti chiami Arina Maruko. Potrebbe insospettirsi e ucciderti.- la avvisò Alice.
Arina le ammiccò. -Ti sbagli: per almeno sette anni io mio padre abbiamo usato nomi falsi, per preservare le nostre identità di versus-Kira: usare il mio vero nome per fare quegli annunci è stato quasi liberatorio. Comunque, per tutti sarò Saeko Kudo, una giovane poliziotta che si è trasferita da Osaka dopo la morte del padre, anch'egli poliziotto, per scacciarne il ricordo e andare avanti. Inoltre non è un crimine far parte della squadra investigativa capeggiata da Light Yagami, e nemmeno l'aver trovato un ottimo appartamento a basso prezzo su Internet.-
-Bene, allora è deciso.- disse Watari -Ti terrai in contatto con noi, ma dovrai stare attenta a non usare telefoni fissi, o il telefono dato in dotazione alla polizia per contattarci: dovrai usare solo il cellulare, preferibilmente con il numero camuffato, e le telefonate non dovranno durare più di un minuto e mezzo. Inoltre, sarà meglio moderare i termini da ora in avanti, perché credo che Yagami ci terrà d'occhio per un pò dopo quello che è successo stasera.-
-Ci stai dicendo che secondo te Yagami la Secchia ci istallerà cimici e telecamere in casa?- chiese Mike.
-Esattamente.- disse Watari -È un rischio che non possiamo correre. Rue, te la senti di dormire con la parrucca?-
-Per prendere Kira questo e altro- dissi.
Quindi acconsentimmo tutti a non parlare del caso Kira dentro le mura domestiche e fingerci una famiglia normale, mentre Arina lo avrebbe sorvegliato dal commissariato. Tutto sembrava volgere in nostro favore, ma per quanto sarebbe durato?


***


Angolo dell'Autrice: Ed ecco a voi Arina, colei che darà un sacco di filo da torcere a Kira. Se non lo ricordate (e sicuramente non lo avrete notato), avevo già accennato a lei già dal capitolo 10 (Cosa?Come?Quando? O_O ndTutti) Cosa succederà ora che è entrata in scena la discepola di L? Continuate a leggere la storia e lo saprete: ne vedrete delle belle, ve lo garantisco!

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Arina è leggenda, il punto di riferimento di tutti i versus-Kira post Near: come poteva non diventarlo se era consigliata da L in persona? XD spero che la narrazione della sua storia ti abbia chiarito qualche dubbio. Quanto al discorso, credo che ciò che ha detto Rue sia tutto quello che pensano quelli che odiano Kira come moi e toi, e lei ha detto proprio quello che pensa moi! quanto a Yuki, sei bravissima, continua così! stendilo, stendilo! massacrala di botte, quella secchia! XD

Grazie a chi ha letto e commentato, e a chi ha messo la storia fra le seguite e fra i preferiti. Ciao e grazie!

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Capitolo 21
*** Capitolo 20: Gratitudine ***


La previsione di Watari si avverò: infatti, i dispositivi elettronici che Matt aveva sistemato segnalarono che erano state istallate cimici e telecamere nascoste in giro per casa, e l'assenza di movimenti umani ci fece capire che probabilmente chi aveva istallato le telecamere non doveva essere umano, bensì uno Shinigami che molto probabilmente si era lasciato corrompere da vagonate di mele. Nella fattispecie, dovevamo stare estremamente attenti a quel che dovevamo dire e fare, non far capire che eravamo un gruppo investigativo costituito da ragazzini provenienti dalla Wammy's House determinati a catturare Kira ad ogni costo, e sperare che non mi cadesse la parrucca, o che il proiettore olografico che aveva trasformato la sala dei computer in un semplice sgabuzzino non si guastasse sul più bello. A parte questo, potevamo considerarci ancora al sicuro: in quel momento l'unica persona in grado di indagare senza destare sospetti era Arina, e il fatto di essere davvero finita a vivere nell'ex-appartamento di Teru Mikami e di essere una sottoposta di Light Yagami sul posto di lavoro le sarebbe stato utile.
Arina (nei panni di Saeko Kudo) però poteva darci informazioni solo quando eravamo a scuola (ovviamente il tutto era una copertura poiché eravamo tutti minorenni) o al lavoro (nel caso di Watari).
-Allora Arina, perché hai fatto chiamare me e Alex così urgentemente?- chiesi ad Arina una mattina a scuola.
-Perché potrebbe esserci un problema: Yagami ha cominciato ad osservare i membri della squadra investigativa.-
-E la copertura?- chiese Alex.
-Non ci sono problemi da quel punto di vista. Però ho sentito Yagami parlare con uno dei miei colleghi, e fra le domande che gli ha fatto ho sentito la parola "operato" e "Kira" almeno un paio di volte. Poi si sono dati appuntamento al bar lì vicino, e io ho pranzato lì sedendomi vicino a loro per ascoltare qualcosa- spiegò.
-Hai sentito qualcosa?- chiesi.
Arina annuì. -Gli ha chiesto cosa pensava di Kira, e lui ha detto di essere completamente d'accordo con le sue idee. E Yagami dopo un pò gli ha detto che lo conosce personalmente e che può metterlo in contatto con lui. Non so se la pensate come me, ma è probabile che stia cercando qualcuno che gli sia fedele per sostituire Mikami.-
Alzai gli occhi al cielo.
-Light Yagami è proprio uno che non molla- commentò Alex.
-E se è abbastanza fortunato, anche questo candidato farà lo Scambio degli Occhi e allora Kira saprà che Arina Maruko è tornata e che è in città per aiutare Dark L.- dissi -Come si chiama il tizio?-
-Il poliziotto si chiama Masahiro Osoreda, ha ventisei anni, ed è dichiaratamente pro-Kira. Light deve averlo tenuto d'occhio per un bel pò per essersi rivolto a lui così presto- disse Arina.
-Sembra che Kira sia sempre un passo davanti a tutto e a tutti.- commentai -Grazie per avercelo detto, Arina. Continua a tenerli d'occhio e facci sapere al più presto.-
-Contaci Rue.-

°°°

Yellow Box. Per i pro-Kira quello era un luogo sacro: era il luogo dove la giustizia di Kira aveva trionfato su coloro che la ostacolavano. Erano passati quasi cinque anni da quel giorno memorabile, e l'umanità ancora ricordava la notizia di apertura dell'edizione della sera di quel giorno. "Le squadre investigative che indagavano sul caso Kira sono state trucidate da un seguace del noto serial killer": quella è stata l'ultima volta in cui le parole "Kira" e "serial killer" comparvero pubblicamente nella stessa frase. I motivi erano ovvi: fedeltà e paura. Le persone che gli erano fedeli lo veneravano, chi invece lo contrastava aveva troppa paura per farsi avanti pubblicamente, e i pochi coraggiosi che osavano farlo sparivano in breve tempo. Arina Maruko durò più a lungo degli altri, ma alla fine la "Giustizia di Kira" si abbatté anche su quella stolta ragazza, così come si sarebbe abbattuta su Dark L. Perché è impossibile sconfiggere Kira.
Questo pensava il giovane ragazzo che camminava nei luoghi dove il suo Dio aveva trionfato. Indossava una semplice giacca di pelle marrone, lunga, con un paio di jeans chiari e una maglietta nera con le scritte rosse. Aveva i capelli marrone scuro e gli occhi, piuttosto grandi per un giapponese, di uno strano color ametista, che scrutavano circospetti il territorio circostante. Era lì che il sovrintendente Yagami, figlio del capo del gruppo d'indagine che collaborò con L per catturare Kira, gli aveva detto di incontrarsi.
-Sai Osoreda, io conosco Kira personalmente, e mi ha detto che vuole incontrarti. Vediamoci domani pomeriggio al magazzino Yellow Box, e lì Kira ti ricompenserà per la tua fedeltà.-
Quando sentì quelle parole Osoreda stentò a crederci: Kira voleva incontrarlo. Voleva incontrare lui! Fra milioni di persone aveva scelto lui! Lui avrebbe avuto l'onore di vedere il Dio del Nuovo Mondo; lui, Masahiro Osoreda, un semplice agente di polizia, avrebbe incontrato Dio, che lo avrebbe ricompensato per la sua fedeltà.
Osoreda scorse una figura in lontananza. Accelerò il ritmo della corsa, finché non si trovò davanti al sovrintendente Light Yagami.
-È venuto davvero!- esclamò Osoreda vedendo il suo superiore.
-Certo Osoreda. Ti avevo detto che Kira voleva incontrarti, e io sono qui per fartelo conoscere- disse Light.
-E lui dov'è?- chiese Osoreda, guardandosi intorno per scorgere altre figure umane nei paragi.
-Ogni cosa a suo tempo Osoreda. Dovrei farti un paio di domande su di te e sulla tua famiglia.-
Un brivido scosse la colonna vertebrale di Masahiro Osoreda: se c'era una cosa di cui non gli andava di parlare era del suo passato. Ma se Kira desiderava che lo facesse...
-Chieda tutto quello che vuole, sovrintendente Yagami- disse il giovane poliziotto.
Light sorrise leggermente. -Dimmi perché sei fedele a Kira. E parlami come se stessi parlando a Kira.-
Osoreda cominciò a tremare. -Quando avevo sei anni mia sorella Aiko, che all'epoca ne aveva quattordici, uccise i nostri genitori e ridusse me in fin di vita. I medici e gli psicologi dicevano da tempo che era malata, e che dovevamo prenderci cura di lei e impedire che avesse altre crisi. Anche se lei non era consapevole di quello che aveva fatto, io non riuscii mai a perdonarla. Dopo altri sei anni Aiko uccise il suo ex-fidanzato che l'aveva lasciata da poco e la sua nuova ragazza, ma lei non ricordava di averlo fatto per la sua malattia: lei si rifiutava di accettare la realtà, e continuava a ripetere che l'avevano condannata ingiustamente.
Aiko aveva una doppia personalità: se normalmente era una ragazza dolce e gentile, in un momento poteva trasformarsi in un mostro, un'assassina a sangue freddo; gli altri la chiamavano "malattia", solo io sapevo cos'aveva davvero mia sorella: Aiko era malvagia, era nata per uccidere, e non si sarebbe fermata davanti a niente per realizzare il suo obiettivo. Sapevo che era solo questione di tempo prima che uccidesse di nuovo, e qualcuno doveva fermarla prima che ciò accadesse. Dopo cinque lunghi anni le mie preghiere vennero esaudite: arrivò Kira, e dopo un anno dalla sua comparsa uccise quel demonio che era mia sorella, e io non potrò mai ringraziarlo abbastanza per quello che ha fatto.-
Osoreda cadde in ginocchio, stremato per aver rivissuto quegli orribili momenti. -La prego sovrintendente Yagami, mi faccia incontrare Kira. Io voglio conoscere chi mi ha liberato da quell'incubo. La scongiuro, la supplico!- cominciò a singhiozzare Osoreda.
Light Yagami si sentì come quando sentì la storia di colei che divenne sua moglie. All'inizio la trovava patetica, sciocca e irritante, ma si era reso conto della sua buona fede e la sua collaborazione gli era tornata utile in numerose situazioni, tanto che alla fine si era comunque affezionato a lei. Masahiro Osoreda era lo stesso: la sua gratitudine nei confronti di Kira era sincera, e questo gli avrebbe assicurato la sua massima fedeltà. Non poteva scegliere un candidato migliore.
-Masahiro Osoreda, Kira è davanti a te- disse Yagami.
Osoreda alzò la testa, come per assicurarsi che fosse stato proprio Light Yagami a pronunciare quelle parole. -Cosa? Lei... lei è Kira, sovrintendente Yagami?- chiese, esitando.
Light Yagami annuì. -Sì Osoreda, io sono Kira. Io sono la Giustizia che ti ha liberato dal tuo supplizio.-
Osoreda gattonò fino ai piedi di Yagami, e gli abbracciò le gambe. -Kira... Kira... Grazie, non potrò mai ripagarti per ciò che hai fatto...- singhiozzò.
Light aspettò che Osoreda si calmasse un pò prima di fargli la proposta. -Osoreda, ti chiederai perché ti ho contattato. Vedi, io in quanto Kira ho bisogno di uccidere in varie ore del giorno, per non destare sospetti nel caso qualche versus-Kira cercasse di scoprire la mia identità. Quello che sto per chiederti è di vitale importanza.-
-Qualunque cosa, io farò qualunque cosa tu ordinerai, mia guida- disse Osoreda.
Light sorrise. -Voglio che tu mi aiuti a purificare il mondo dalla malvagità. Ti darò parte del mio potere, e tu contribuirai a creare il mondo perfetto di Kira- disse, dandogli il Death Note di Teru Mikami.
-L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà... È da questo che deriva il potere di Kira? Argh!- urlò Osoreda vedendo materializzarsi al fianco di Light una figura alta due metri e vestita di nero.
-Esattamente. Non ti spaventare per Ryuk, è innocuo tanto quanto può esserlo un Dio della Morte- disse Light.
-Light, in quanto Dio della Morte sono parecchio pericoloso, questo dovresti dirglielo... certo che questo umano è proprio uno spasso! Kukuku- ridacchiò lo Shinigami.
-Grazie per la puntualizzazione, Ryuk.- disse, per poi tornare ad occuparsi di Osoreda -Allora Osoreda? Accetti o no la mia proposta?-
Lo sguardo di Osoreda passava da Light Yagami, allo Shinigami e al Quaderno stretto fra le sue mani. Era completamente stravolto, tutto ciò che aveva desiderato si stava avverando sotto i suoi occhi. Ora era libero di servire Kira, ed era lui in persona a chiederglielo.
Fu così che Masahiro Osoreda, ancora con le lacrime agli occhi, mormorò la sua prima sentenza. -Accetto.-


***


Angolo dell'Autrice: Light ha trovato un rimpiazzo per Teru Mikami: la battaglia è di nuovo pari. Solo che Arina è ancora in tempo per scoprirlo e perciò fermare la possibile minaccia. Che cosa succederà adesso? Cosa dovremo aspettarci dal successore di Teru Mikami? Credo proprio di essere l'unica a saperlo, per il momento... se volete saperlo anche voi vi conviene continuare a leggere!

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: cosa potevamo aspettarci da L? praticamente qualunque cosa. e poi doveva aver trascorso i dieci anni dalla sua morte da umano da qualche parte, e non poteva restare con le mani in mano mentre Kira conquistava il mondo, perciò ha chiesto "qualche favore" alla famiglia che lo ospitava. e la storia è a questo punto.
concordo pienamente su Light: quando non era Kira era decisamente molto più simpatico, però ho cominciato a odiarlo ufficialmente solo dopo che ha ucciso L (creeeeeeeeeeeeeepa! è_é) e hai ragione, L REGNA, W RUE E L!

Grazie a chi legge e commenta, in particolare ad Amimy, Ritsuka96 e Targul, che hanno messo la storia fra i preferiti, erda, darkroxas92 e Ory_StarDust_95 che l'hanno messa fra le seguite, e TheDarkWisher e Lewaras, che l'hanno messa sia nelle seguite che nei preferiti! Ciao e alla prossima!

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Capitolo 22
*** Capitolo 21: Indagini ***


Masahiro Osoreda continuò a osservare la casa dalla sua postazione: era una bella casa a due piani, con giardino e garage, inutile dato che la famiglia vi abitava non aveva la macchina. Non sapeva perché Kira voleva che sorvegliasse i movimenti dei vari membri della famiglia, ma se quella era la sua volontà lui lo avrebbe fatto.
In quel momento uscirono dal cancello i due gemelli di sette anni, i membri più giovani della famiglia, accompagnati dalla sorella maggiore, una ragazza di circa diciassette anni dalla lunga chioma castana e dagli occhi verde scuro.
-Rue, l'uomo su quella macchina non assomiglia al tipo che è stato contattato da Kira?- chiese Matt, fissando l'auto che da un pò di giorni era parcheggiata davanti all'entrata di casa Yagami.
-Non gli assomiglia, è proprio lui, Matt- dissi, guardando di sottecchi le due gemme color ametista celate dietro le lenti ambrate degli occhiali da sole.
-Perfetto, così oltre alle telecamere ci becchiamo pure la sorveglianza!- sbuffò Mike -Se non ci fossero WakuWaku7 e i biscotti credo che impazzirei.-
-Fratello, per una volta sono d'accordo con te- disse Matt.
-Zitti, e comportatevi normalmente- dissi.
-Ci stiamo comportando normalmente- dissero in coro.
-Sì, come no...- commentai. Perché non era normale vedere Mike e Matt giocare insieme da bravi fratellini senza che Mike bagnasse qualcuno con la sua pistola ad acqua, Ezdra che giocava a scacchi e a carte in compagnia, Watari che cucinava (e si notava che passava poco tempo in cucina in realtà, il cibo che preparava era immangiabile), o io e Alex che parlavamo del caso Kira davanti ai monitor dove ora dopo ora si ammassavano i nomi delle nuove vittime di Kira. E mi mancava passare il tempo in quella sala; stare con le mani in mano, completamente impotente, mentre Kira conquistava il mondo un passo alla volta mi faceva sentire inutile. Mi mancava sapere di stare facendo qualcosa d'importante.
E mi mancava fermarmi per un attimo per guardare Alex. Mi mancava vederlo così assorto nei suoi pensieri, mentre picchiettava sul tavolo con l'indice o con il cucchiaio da caffè, o mentre confrontava dati e relazioni. Ogni tanto mi beccava a fissarlo, ma io riuscivo sempre a trovare una scusa per giustificare i miei sguardi. Era strano, perché nessuno prima di allora mi aveva fatto quell'effetto; Alex mi era rimasto concretamente accanto fin dall'inizio di questa storia, con le sue parole e con i suoi gesti, e mi piaceva quando mi stringeva fra le sue braccia per rassicurarmi. Forse era per questo che mi piaceva così tanto la sua presenza? Era per quel motivo che sentivo un colpo al cuore ogni volta che lo guardavo negli occhi?
-Rue?- mi chiamò una vocina da bambina.
In quel momento mi resi conto di essere arrivata davanti alla scuola dei gemelli. Quando ci eravamo arrivati? Ma se poco fa avevamo svoltato l'angolo...
-Eri sovrappensiero?- chiese Mike.
-Come...?- chiesi, ancora confusa dall'improvviso cambio di ambientazione.
-Stavi pensando a una certa persona, dì la verità- disse Matt, diventata d'un tratto il ritratto della malizia.
Per un attimo ebbi l'impressione che sapesse a cosa stavo pensando. -A cosa ti riferisci?-
-A come guardavi il vuoto con quell'aria assorta... la stessa espressione che hai quando guardi Alex quando pensi che nessuno ti guardi.- disse con leggero sorrisetto -Dì la verità, ti sei presa una sbandata!-
Una sbandata? Per Alex Weatherly? No, era impossibile, assurdo... allora perché mi sentii le guance in fiamme quando Matt mi ha parlato di quella possibilità?
-Innamorata? Rue? Andiamo Matty, non può essere innamorata di Alex. Se lo fosse sarebbe diventata matta come quell'idiota di Misa Amane- disse Mike.
-Sai fratellino, su queste cose sei tremendamente limitato- disse Matt, continuando a sorridere.
-Limitato a chi, brutta impertinente?!- sbraitò Mike.
Li lasciai che bisticciavano come al solito, riflettendo sulle parole di Matt. Era davvero così che stavano le cose? Ero davvero... innamorata? Alla fine mi lasciai cadere su una panchina del parco lì vicino e chiusi gli occhi per ripararli dal sole, mentre quel pensiero continuava ad attraversare il mio cervello. Era possibile che anche una solitaria per natura come me potesse anche solo trovare attraente un proprio coetaneo? Ovvio, per quella cosa piccola e insignificante cosa per cui esistono i sessi opposti chiamata riproduzione. Però la mia non era solo semplice attrazione, ma qualcosa di più intenso e coinvolgente: volevo che lui mi stesse vicino, volevo che mi abbracciasse quando mi sentivo indifesa, volevo Alex. Fino a prima di conoscerlo credevo che l'attrazione fra uomo e donna esistesse soltanto per bieco istinto animale. Non è così: fondamentalmente è così, ma senza quel senso di protezione e conforto che la sola presenza dell'altro ti infonde e rispetto reciproco la cosa non può funzionare; il resto è tutto puramente soggettivo. Ed era esattamente quello che provavo io con Alex: lui mi ha fatto da guida fin dall'inizio, lui mi è rimasto accanto quando nessuno sapeva come consolarmi.
-Cosa ci fa qui una ragazza della tua età? Non dovresti essere a scuola?- chiese una voce sconosciuta.
-Non c'è andato nessuno, ieri hanno trovato una tana di toporagni nel giardino e la disinfestazione è cominciata oggi. Ne avranno per circa una decina di giorni- spiegai rapidamente, continuando a tenere gli occhi chiusi.
-A cosa stai pensando adesso?- continuò a chiedere lo sconosciuto.
-I miei pensieri sono cosa privata. E poi a cosa dovrebbe pensare una ragazza della mia età? Sicuramente non alla morte e al senso della vita- ironizzai. In realtà proprio quelle erano normalmente il centro dei miei pensieri. Chissà se anche Kyrie e L, dietro alla loro corazza di stranezze e falso menefreghismo erano così filosofici...
-Non dirmi che stai pensando al ragazzo che ti piace.-
Mi girai di scatto verso l'inopportuno scocciatore e rimasi di sasso nel notare che si trattava di altri se non di Masahiro Osoreda, colui che ci stava pedinando. Cavolo. -Dalla tua reazione direi che ho fatto centro. Stai pensando al ragazzo che ti piace?- chiese Osoreda, lasciando trapelare una punta di delusione.
-Io non la conosco, e lei non può assolutamente sedersi accanto a me e farmi domande del genere- sibilai, irritata. Se non mi avesse sorpresa mentre pensavo ad Alex probabilmente sarei stata impassibile. Cosa avrebbe detto al suo capo riguardo a quello scatto?
-Sono stato indiscreto. È pura e semplice deformazione professionale, sono un poliziotto e mi occupo degli interrogatori e di solito sono molto bravo nel far parlare gli interrogati- disse Osoreda.
-Buon per lei. Io non sono tenuta a risponderle, non sono una criminale- dissi, anche se secondo il suo credo lo ero.
Osoreda ghignò. -Certo che non lo sei, o Kira si sarebbe interessato a te... e ti avrebbe giustiziata.-
Mi finsi sorpresa. -Kira mi dovrebbe giustiziare? Perché mi dice queste cose?-
-Qualcosa di male devi averla fatta- disse Osoreda.
-Non ho mai fatto niente di male, anche se i miei rapporti con Kira non sono proprio idilliaci: in fondo lui è la principale ragione per cui io sono orfana. Dopo che i miei genitori sono morti nell'incidente provocato dalla morte improvvisa del conducente del taxi su cui viaggiavano, mi hanno data in affidamento a un vecchio amico di mio padre che non era riuscito ad avere figli dalla moglie nonostante le cure per la fertilità, ma negli anni me ne sono fatta una ragione e rispetto Kira e il suo credo, anche se odio il modo in cui agisce. Se Kira non uccidesse sarei completamente d'accordo con lui- dissi, dicendo una mezza verità. Osoreda, soddisfatto, si alzò dalla panchina e se ne andò.
Appena fu abbastanza lontano tirò fuori dalla tasca il cellulare e digitò il numero.
-Qui è Light Yagami- disse la voce dall'altro capo dell'apparecchio.
-Sono Osoreda. Ho interrogato la ragazza.-
-E come ti è sembrata? Potrebbe essere lei Dark L?- chiese Light Yagami, improvvisamente nervoso al telefono.
-Mi è sembrata una normale ragazza di diciassette anni: le piace un ragazzo ma non riesce a dichiararsi, è ironica e l'unica cosa che critica nell'operato di Kira è che uccide le persone, poiché i suoi genitori sono morti in un incidente indirettamente causato da Kira.- raccontò rapidamente Osoreda -Non mi sembra che lei possa essere Dark L. Se fosse stata davvero lei non mi avrebbe detto di come i suoi genitori sono morti.-
-Mi fido di te. Non sorvegliare più quelle persone fino a nuovo ordine.-
-Sì, maestro- disse Osoreda prima di riagganciare.
Light sussultò da dietro la sua scrivania. Di minuto in minuto i sospetti su quella famiglia diminuivano, ma lui non era affatto sicuro della completa innocenza dei suoi membri. Cominciò finalmente a capire come si era sentito L dieci anni prima: lui cercava nuovi metodi per sviare i sospetti del detective su di lui, ma nonostante questo L continuava a sospettare di lui; e ora il gioco si era capovolto, solo che lui era chi cercava di stanare, e la figlia di L era colei che cercava di nascondersi. Sembrava quasi che il destino si stesse prendendo gioco di lui attraverso la figlia del suo grande arcinemico.
-Tranquilla Dark L, scoprirò se tu e quella ragazzina siete davvero la stessa persona. E quando lo farò segnerò la tua condanna a morte, erede di L! Parola di Kira!-


***


Angolo dell'Autrice: E finalmente si posta! Ora finalmente si scopre uno dei grandi dilemmi della storia: A RUE PIACE ALEX! e ora Yagami_il_bastardo smetterà di sorvegliarli (e finalmente! ndTutte.le.ragazze). Cosa accadrà adesso? Rue riuscirà a dichiararsi ad Alex? E Alex ricambia Rue? Continuate a seguire la storia e lo saprete!

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Credo che sia impossibile superare Teru Mikami in fanatismo, su questo non ci piove (quello era felice che gli fosse morta la madre solo perché gli aveva detto di smetterla di litigare con i bulli! O_O). Però tutti i seguaci di Kira hanno 1) una storia particolarmente pietosa alle spalle, 2) sono così fanatici che farebbero tutto pur di piacere a Kira, e la cosa è pazzesca anche perché L è mille volte meglio di Kira (sotto ogni punto di vista)! PS: X Yuki: ma a te piace qualcuno in questa storia?

Grazie mille a chi legge e commenta, in particolare ad Amimy, Ritsuka96 e Targul, che hanno messo la storia fra i preferiti, erda, darkroxas92, Ory_StarDust_95, AngelVirtues, blackygrace e TheCrazyHatter che l'hanno messa fra le seguite (grazie, questo improvviso boom nelle seguite mi ha commossa! ç_ç), e TheDarkWisher e Lewaras, che l'hanno messa sia nelle seguite che nei preferiti! Ciao e alla prossima!

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Capitolo 23
*** Capitolo 22: Ronde ***


-Le telecamere e le cimici sono state disinstallate.- disse Matt, dopo aver trafficato con il dispositivo nascosto dentro a un vaso di fiori -Possiamo di nuovo muoverci liberamente.-
-Grazie al cielo, non ne potevo più di andare in bagno sapendo di essere osservata da quel maniaco!- esclamò Alice infilandosi subito nel bagno.
Ebbene sì, dopo qualche giorno dopo il mio incontro con il successore di Teru Mikami, Yagami aveva fatto disinstallare le telecamere; il che poteva rappresentare una vittoria, ma conoscendo Light Yagami sapevo che per lui io ero ancora la persona che più si avvicinava a Dark L. Per lui scoprire chi ero in realtà rappresentava una sorta di sfida contro se stesso, che lui era stato ben lieto di accettare. Per mia fortuna Watari aveva pagato profumatamente lo staff dell'orfanotrofio che mi ha ospitata affinché distruggesse tutti i dati che legava Rue Lawliet e Kyrie Jordan a quella struttura: Light Yagami sarebbe dovuto andare di persona sulla tomba di mia madre per scoprire che lei si era rifugiata lì durante l'ultimo mese della gravidanza che aveva dato alla luce colei che per il mondo era Dark L, la Nemesi di Kira. Se avesse cercato qualcosa su ognuno di noi avrebbe girato a vuoto: in fin dei conti era giustificabile, eravamo solo una famiglia allargata composta da un vecchio, da quattro adolescenti di cui due prossimi alla maggiore età e da due bambini. In conclusione, eravamo in una botte di ferro.
-Quindi possiamo riprendere a usare la sala computer?-
-Sì Alex. Però dovremo cambiare i turni, per sicurezza- disse Matt.
-Cambiare i turni?- chiese Alex.
-Sì, dovremmo cambiare orari e compagni a seconda dell'occasione.- spiegò Matt -Qualcosa in contrario?-
-Veramente no, ma mi chiedevo se cambiare il compagno...-
-Sia obbligatorio? No, certo che no. Tu e Rue potete continuare a fare squadra, facendo due turni di notte e un pomeriggio con Alice. Come ti sembra come orario?- chiese Matt.
-Ragionevole. Affare fatto- rispose Alex stringendo la mano a quella geniale ragazzina di dieci anni più piccola di lui.


°°°


-È incredibile. Se non lo vedessi con i miei occhi non ci crederei, è su quel quaderno da quattro ore ormai.-
-Quattro e mezzo, per la precisione- lo corressi.
Alex scosse la testa. -Come si fa a stare svegli fino alle due di notte per giustiziare i criminali? Non ha senso.-
-Quando mai quello che ha fatto Kira ha senso? Giustiziare criminali fino a quest'ora... forse è per questo che è così paranoico e fuori di testa- chiesi, sorseggiando l'ennesimo succo di frutta della serata.
Alex annuì. -Trovare quel quaderno è stata la sua rovina. Se non lo avesse trovato, forse adesso sarebbe in competizione con tuo padre per il titolo di miglior detective del mondo. Da quello che ho sentito arrivavano alle stesse conclusioni quando collaboravano al caso Kira e lui aveva rinunciato al quaderno.-
E dopo che ne riprese il possesso riuscì a far uccidere mio padre e chi venne dopo di lui, facendo così valere la sua supremazia. Si dice che il potere dia alla testa, e Light Yagami è l'esempio più azzeccato per tale detto: più tempo passava più calcava la mano, al punto da essere arrivato a mettere il coprifuoco e il divieto di vagabondaggio. Quale sarebbe stato il prossimo, ucciderà chi ha un voto inferiore alla sufficienza a scuola?
-Sono d'accordo con te- dissi.
Alex represse a fatica uno sbadiglio.
-Sei stanco, dovresti andare a letto- gli consigliai.
-No, non è niente... è noioso guardarlo scrivere di continuo- disse.
-Sono le due, non credo che tu sia in grado di reggere questo ritmo.-
-E tu, allora?- mi chiese.
-Posso restare un'altra oretta. Soffro d'insonnia fin da quando ero piccola. Solitamente le persone normali non riescono a reggere con quattro o cinque ore di sonno. Vai a letto, non voglio che ti rovini la salute a causa mia- lo implorai.
-Sto bene- ribadì Alex, chiudendo la questione.
-Contento tu...- dissi, fissando il monitor dove si vedeva Light Yagami che si stiracchiava un attimo prima di riprendere il suo macabro lavoro.


°°°


-Dovresti farti sostituire stanotte. Sembri stanco- dissi la mattina dopo ad Alex.
-Rue, quante volte devo dirti che sto bene?- mi chiese Alex dopo il mio ennesimo tentativo di convincimento.
-Sul serio, dovresti riposare. Hai sbagliato a rimanere sveglio fino a quell'ora- lo implorai.
-Ah. E che prove avresti?- mi chiese incrociando le braccia.
-Sbadigli. E hai bevuto due caffè in più rispetto al solito.-
-Dovrei farmi sostituire per due caffè in più? E tu hai bevuto un'aranciata in meno rispetto a ieri, scommetto che i livelli di vitamine nel tuo sangue saranno scesi sotto il livello di guardia- ironizzò lui.
-Tu controlli quanti succhi di frutta bevo al giorno?-
-In media sono sette di mela, cinque di ananas, quattro misti, cinque di pera e non meno di nove succhi d'arancia al giorno. Probabilmente per una persona normale bere tanti liquidi tutti zuccheri e vitamine sarebbe un suicidio bello e buono, ma tu sei tu- disse Alex.
-Parla quello che assume almeno quindici bevande diverse a base di caffè al giorno. A volte mi chiedo se ti ucciderà prima Kira o la caffeina- risposi, mentre da lontano quattro persone, di cui una seduta sullo spesso cancello in cemento e un'altra impegnata a costruire un castello di carte sul tavolino, ci osservavano.
-Che carini, litigano perché si tengono d'occhio a vicenda!- esclamò una gongolante Alice.
-Che imbecilli, vorrai dire. Fanno venire la nausea solo a guardarli!- disse Mike.
-Insensibile- disse Matt.
-Mike sarà pure insensibile, ma voi siete due impiccione- disse Ezdra aggiungendo una carta al suo già abbastanza alto castello.
-Lo siamo perché è una gioia per il cuore guardare due giovani piccioncini innamorati!- esultarono in coro Matt e Alice.
-Argh, che nausea! Matt, se te lo chiedono il nostro è un caso di omonimia, io non ti conosco.-
-Per me se la dovrebbero sbrigare da soli e senza interferenze- disse pacatamente Ezdra.
-Ciao ragazzi, cosa state guardando con tanto interesse?- chiese la nuova arrivata con pargolo al seguito, altrimenti nota ai più come Misa Amane in Yagami.
-Rue e Alex che bisticciano perché si guardano a vicenda.- disse Alice, spostandosi un pò per far vedere meglio la scena a Misa -Guardali anche tu, non sono carini?-
-È proprio vero, sono carinissimi! Mi ricordano tanto me e il mio Lightuccio durante il nostro primo mese da fidanzati!- disse una Misa molto più gongolante del solito.
-Già, formano proprio una bella coppia- concordò Matt.
-Oh, cielo. Si spiegano queste due oche, ma anche tu, Matt... lo sapevo, i videogiochi "accoppia la coppia" ti hanno fritto il cervello!- esclamò Mike all'apice della disperazione.
-Mike, sono una ragazza e come tale ho un lato romantico anch'io- disse Matt.
Ezdra fece crollare il castello, raccolse le carte e trascinò via il reticente Mike prima che cominciasse a minacciare le povere ragazze con la sua pistola ad acqua.
-Ehi, lasciami! Lasciami! Maledetto bastardo di un albino, mettimi giù!- sbraitò istericamente il ragazzino, mentre si divincolava dalla presa di Ezdra.
-Ti sto trascinando senza sollevarti di peso, quindi non posso metterti giù- precisò freddamente Ezdra.
-È la stessa cosa! Lasciami andare o te ne pentirai amaramente, pubblicità occulta della candeggina!- continuò a urlare Mike, mentre lui e Ezdra passavano oltre a due ragazzi che erano intenti a fissare il terreno, entrambi estremamente imbarazzati.
-Continuate a fare quello che state facendo, a differenza delle galline in fondo al cancello noi vi stavamo ignorando- disse Ezdra, ignorando le minacce di Mike di una morte lenta e dolorosa.
Io e Alex ci girammo simultaneamente verso le tre ragazze che ci guardavano adoranti dal fondo del giardino, e dalla completa trasfigurazione delle loro espressioni ci suggerì che nostre occhiate erano pacifiche tanto quanto gli insulti che Mike stava urlando ad Ezdra in quel momento.
-Ehm...- Alice, che stava già sudando freddo, cercò di inventare una scusa in fretta -Matt, ora che ci penso dovevo proprio andare a comprare... il formaggio! Sì dovevo andare a comprare il formaggio, mi accompagni?-
-Ti seguo a ruota!- disse la ragazzina dai capelli ramati cominciando a correre insieme ad Alice nella direzione opposta rispetto a quella del supermercato, urtando inavvertitamente Akira nella corsa.
-La mia macchinina!- urlò il bambino vedendo il suo giocattolo cadere davanti ai piedi di una giovane donna.
-Tieni piccolo- disse la giovane donna porgendo la macchinina ad Akira.
-Grazie, signorina Arina- disse il bambino alla giovane.
Arina si bloccò sentendo quel bambino chiamarla con il suo vero nome, ma si tranquillizzò subito: Akira Yagami era solo un bambino e non sapeva chi fosse, che male poteva farle?
-Di niente, piccolo- disse la giovane donna continuando la sua strada verso casa.
Misa spostava lo sguardo dalla donna misteriosa al figlio, che continuava a giocare imperterrito con la sua macchinina giocattolo. Arina Maruko, era quello il nome che aveva letto sul volto della ragazza che era appena passata per la strada. Come faceva Akira a conoscerne il nome?
-Akira, chi è quella ragazza? Dove l'hai conosciuta?- chiese Misa a suo figlio.
-È la signorina che mi ha restituito la macchinina, mamma. E l'ho ringraziata, come tu e papà mi dite sempre di fare in questi casi. C'è qualche problema, mamma?-
Misa sorrise per non farsi vedere preoccupata dal figlio. -No angioletto, la mamma non ha nulla. E tu sei stato perfetto e educato, come sempre.-
Il bambino sorrise a sua volta e riprese a giocare con la sua macchinina sotto la scrupolosa sorveglianza di Misa, che rifletteva su ciò a cui aveva appena assistito. Tutto ciò la portò a una sola conclusione, ma scosse subito la testa al pensiero: Come avrebbe fatto Akira ad ottenere gli Occhi dello Shinigami se non aveva mai avuto a che fare né con un Death Note né con uno Shinigami?


***


Angolo dell'Autrice: Ecco a voi il nuovo capitolo, con un piccolo sketch (quasi) comico dei Wammy's Kids (spero che vi siate divertiti a leggerlo tanto quanto mi sono divertita io a scriverlo), dove però è accaduto qualcosa di importante: Misa si è accorta che il proprio figlio ha chiamato una perfetta sconosciuta con il suo vero nome pur non avendola mai vista prima. Misa, essendo intelligente (o almeno, secondo me, in fondo -molto in fondo- lo è anche lei), si è avvicinata alla verità: cosa farà quando scoprirà che suo figlio ha davvero gli Occhi dello Shinigami? E come si evolverà la storia fra Rue e Alex? Lo saprete nella prossima puntata (o meglio, nel prossimo capitolo)!

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: Dev'essere la stagione degli amori sul fandom di Death Note! XD Scherzi a parte, concordo con te, Osoreda è un idiota (e per tua informazione, Mikami nell'anime invece di chiamare Kira "Kami" lo chiama "maestro" -nella versione censurata, in quella non censurata lo chiama "Dio": in questo sono proprio uguali! -_-'-) L è mitico, è grande, lui è il vero e unico grande di Death Note: W L e M Kira!!!!!!!!!!!!!! Per Yuki, sono lieta che ti piaccia Akira, e non vedo l'ora di leggere l'ispirazione di Ritsuka!

Un grazie a tutti, in particolare ad Amimy, Ritsuka96, Targul e Only_Me, che hanno messo la storia fra i preferiti, e erda, darkroxas92, Ory_StarDust_95, AngelVirtues, blackygrace e TheCrazyHatter che l'hanno messa fra le seguite, e TheDarkWisher e Lewaras, che l'hanno messa sia nelle seguite che nei preferiti! Al prossimo aggiornamento!

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Capitolo 24
*** Capitolo 23: Relatività ***


Nel suo studio Light Yagami aspettava con trepidazione l'edizione del telegiornale del mattino. Erano passate più di due settimane da quando aveva segnato le sentenze di morte di quattro criminali per provare che Teru Mikami era stato ucciso da un Death Note. Quando cominciò il telegiornale alzò il volume al massimo, tanto che Matt e Ezdra (che in quel momento lo sorvegliavano) ci chiamarono per assistere alla scena.
-Buongiorno, questa è l'edizione delle 7.30 del telegiornale. Partiamo con la cronaca. Ieri notte, oltre alle esecuzioni di Kira, quattro criminali sono morti accidentalmente in quattro diverse zone del mondo. La cosa incredibile è che prima di morire hanno lasciato tutti un messaggio diverso: prima di morire in un incidente d'auto, il noto mafioso "Smilzo" De Marco ha urlato "Dark L è un'eretica" davanti all'ospedale; la truffatrice inglese Henrietta Lovett è stata colta da un edema cerebrale subito dopo aver scritto sul muro della sua cella "Kira è Dio" col proprio sangue, mentre il falsario Kaito Kakashi ha scritto "Non merito di vivere, prego Kira affinché mi punisca" per poi morire per un'emorragia cerebrale causata da una caduta del giorno precedente. Infine, il pluriomicida catturato tre settimane fa, Adrian Elric, ha scritto su un figlio "Adlean Irlec" prima di essere stroncato da un ictus. Le autorità cercano di capire se queste morti misteriose siano davvero opera di Kira.-
Light Yagami lesse le frasi scritte sul quaderno, sorridendo maleficamente. Ingrandendole leggemmo il loro contenuto:

Paulie De Marco: incidente stradale. Sbanda con la sua auto davanti all'ospedale di Seattle alle ore 9.47 del fusorario di Seattle, battendo violentemente la testa. Prima di entrare nella struttura urlerà "Dark L è un'eretica", per poi essere dichiarato morto dai medici tredici minuti dopo;
Henrietta Lovett: edema cerebrale. Sviene subito dopo aver scritto "Kira è Dio" col sangue sulla parete della propria cella il 19 dicembre alle ore 12.27 del fusorario di Greenwich. Il medico della prigione cercherà di rianimarla, ma lei morirà comunque prima dell'arrivo dei soccorsi;
Kaito Kakashi: emorragia cerebrale causato da trauma cranico. Inciampa e sbatte la testa contro una pietra il 19 dicembre alle 15.07, apparentemente senza riportare danni se non un taglio. Alle 16.13 scriverà una lettera con su scritto "Non merito di vivere, prego Kira affinché mi punisca" per cadere in coma a causa di un'emorragia intracranica cinque ore e due minuti dopo, alle 21.15. Morirà la mattina dopo, alle ore 5.07;
Adrian Elric: infarto cerebrale. Viene colto da ictus dopo aver scritto su un muro della sua cella il proprio nome con le "R" e le "L" invertite e le "I" sostituite con le "E" e viceversa alle ore 2.22 del fusorario di Sydney del 20 dicembre;


-Ora è tutto chiaro... So chi sei, Dark L. Sei Rue Jordan, e su questo non ci sono più dubbi.- disse continuando a sorridere maleficamente -Avevo detto a Mikami di sorvegliare te e la tua "famiglia" prima che lui morisse a causa dell'ictus che gli hai provocando usando il tuo Death Note. Aveva scoperto tutti i nomi, e tu con questa mossa gli hai fatto credere di agire come avrebbe fatto di solito, mentre ha scritto male tutti i vostri nomi senza nemmeno saperlo, dato che la parete venosa del cervello era già scoppiata senza che lui se ne accorgesse. Inoltre, hai fatto in modo che la calligrafia fosse quasi indecifrabile per il tremito e la foga, e così mi hai reso il compito ancora più complicato. E tu non avresti fatto tutto questo se non lo avessi saputo del suo incarico fin dall'inizio. E l'unico modo in cui potresti essere venuta a saperlo... sono le cimici e le telecamere.-
Trasalimmo tutti all'ultima affermazione. Ero certa che sospettasse qualcosa... ma addirittura essere certo di essere osservato...
-Ho controllato la casa, e dopo un'attenta ispezione ho scovato un consistente numero di cimici, e sono sicuro che uno dei tuoi complici abbia preso anche il controllo della telecamera nello studio senza farsi scoprire dal sistema di sicurezza. Sei stata estremamente scaltra, ma non ti è servito a niente, Dark L. Presto scoprirò il tuo vero nome, e quando lo scoprirò tu raggiungerai il tuo adorato paparino nella tomba- disse alzandosi e dirigendosi verso la sala da pranzo per fare colazione.
Alex sbatté il pugno sul tavolo. -Quel maledetto bastardo...-
Io invece sorrisi. -Un pò me l'aspettavo. Non sarebbe stato Light Yagami se non si fosse accorto dei microfoni disseminati in giro per casa e che abbiamo intercettato le immagini delle telecamere con cui tiene d'occhio lo studio per intercettare eventuali ladri del Death Note. Era solo questione di tempo prima che facesse un discorso simile.-
-Cosa faremo adesso?- chiese Matt.
-Niente- risposi semplicemente.
-Come sarebbe a dire che non faremo niente?- chiese Watari.
-Light Yagami era certo che io fossi Dark L fin dal principio. Ha fatto quel discorso solo per spingermi a uscire allo scoperto e non ho intenzione di accontentarlo. Faremo tutto quello abbiamo sempre fatto come se non fosse successo niente.-


°°°


Light Yagami ripensava al discorso che aveva fatto davanti alla telecamera quella mattina: una persona normale sarebbe andata nel panico dopo una scenata simile, avrebbe tagliato immediatamente i contatti e non si sarebbe più fatta vedere. Invece Rue Jordan e Alice Miller erano andate a fare da babysitter al piccolo Akira come sempre, entrando nella tana del lupo che voleva sbranarle ad ogni costo. Cosa significava? Avevano deciso di ignorare il messaggio di Kira?
Il sovrintendente Yagami si massaggiò le tempie mentre i suoi sottoposti discutevano l'ennesimo caso. Sarebbe finita come al solito, avrebbero preso il colpevole, Light avrebbe aspettato pazientemente che la notizia della cattura venisse data e la giustizia di Kira avrebbe fatto il suo corso. Il pensiero di come fosse efficiente la sua infallibile macchina della giustizia fece lo sorridere.
-Stamattina è allegro, signor sovrintendente. È successo qualcosa di bello?- chiese una voce femminile.
Light Yagami alzò lo sguardo e incrociò lo sguardo del recente nuovo acquisto della sua squadra investigativa. Si chiamava Saeko Kudo, ed era una poliziotta molto abile nonostante la giovane età, figlia di due agenti morti in servizio: la madre quando aveva tre anni, il padre appena sette mesi prima. Si era fatta trasferire perché non riusciva più a dedicarsi al suo lavoro con la stessa passione di prima.
-Niente di particolare, signorina Kudo- disse Light Yagami alla giovane poliziotta.
-Era solo curiosità, sovrintendente Yagami. Di solito è sempre così stressato...- disse Arina.
-È così. Però, anche se è estremamente stressante e pericoloso, amo il mio lavoro. Ho sempre sognato di fare il poliziotto e di aiutare la povera gente amministrando la giustizia, come mi ha sempre insegnato mio padre- disse Light Yagami.
Arina trasalì sentendo quelle parole e abbassò lo sguardo. Forse per la prima volta da tanto tempo, Light Yagami era sincero. Credeva davvero di fare del bene al prossimo, ma ciò non toglieva che il suo operato fosse sbagliato e immorale, ma per lui era giusto. È proprio vero quello che dissero i grandi filosofi: oltre a essere la faccia della stessa medaglia, il bene e il male sono assolutamente relativi.
Ma ciò che fece riflettere di più Arina, fu sapere che Light Yagami era cresciuto seguendo le sue stesse, identiche convinzioni: anche lui credeva nella legge e nella giustizia, anche lui, come lei, desiderava aiutare il prossimo. E se avesse trovato lei il quaderno? Probabilmente sarebbe caduta lei nel tranello, sarebbe diventata lei Kira. Lei avrebbe giustiziato i criminali credendo di essere nel giusto. Lei sarebbe diventata la pazza che si era messa in testa di purificare il mondo dalla malvagità, lei avrebbe fatto uccidere L, lei avrebbe finito con l'uccidere il proprio padre per ciò che credeva. Le persone che non avrebbero ceduto alla tentazione probabilmente si contano sulla punta delle dita.
-Scusami, non volevo essere indiscreto.-
-Fa niente. Pensavo che anche mio padre amava il suo lavoro e mi ha insegnato a credere nella giustizia- disse Arina, mostrandosi serena e tranquilla.
-E si vede che credi nel lavoro che fai. Sei uno dei migliori agenti con cui abbia mai collaborato, Kudo. Potresti prendere il mio posto, un giorno- disse il sovrintendente Yagami.
Arina tornò alle pratiche di cui si stava occupando, e quando fu abbastanza lontana ripensò al discorso del sovrintendente. Aveva avuto un assaggio della famosa arte retorica di Light Yagami, quella che aveva messo nel sacco molti dei suoi oppositori e convinto metà del mondo intero a seguire gli ideali di Kira. Arina scosse la testa, pensando che è assolutamente incredibile sapere come proprio le persone come Kira siano dotate di un simile carisma.
-Sovrintendente Yagami, sua moglie e suo figlio la aspettano fuori.- disse un agente che lavorava in quel momento alla segreteria appena entrato nell'ufficio del sovrintendente.
Light Yagami uscì dall'ufficio accompagnato dai mormorii invidiosi dei suoi subalterni, che ancora si chiedevano come una persona tanto seria e impegnata come lui avesse fatto a sposare una idol allegra e pimpante come Misa Amane.
Arina continuò a lavorare sulle sue pratiche, ringraziando che ai familiari degli agenti non fosse permesso entrare: sarebbe stato un bel problema se Misa l'avesse vista e se avesse sentito qualcuno chiamarla con il suo nome falso.
-Signorina Arina!- la chiamò una vocetta infantile all'improvviso.
Arina sobbalzò nel sentire il suo vero nome. Si girò con la sedia e vide alle sue spalle il piccolo Arika Yagami, solo e senza sorveglianza.
-Ciao, piccolo. Cosa ci fai qui?- chiese la giovane donna, fingendo di non sapere che il bambino fosse il figlio del suo capo.
-La mamma è tornata prima dal lavoro, così siamo andati a trovare il mio papà. Non ci hanno fatti entrare, ma io sono entrato di nascosto- disse fieramente il piccolo Akira.
-E sei stato molto coraggioso ad entrare qui dentro, come un vero agente segreto.- disse allegramente Arina -E come dei veri agenti segreti dovremo trovarci dei nomi in codice: tu sarai... Aki! Io invece sarò Saeko: se dovessi raccontare a qualcuno di avermi vista qui, tu mi chiamerai Saeko, e io ti chiamerò 00Aki. Sei d'accordo con me?-
-Sì!- rispose il bambino -Mi piace questo gioco!-
-Ne sono felice. Ora però dovrai tornare dalla tua mamma prima che si preoccupi ma io non posso riaccompagnarti, ho troppo lavoro. Osoreda, puoi venire?-
Masahiro Osoreda si avvicinò ad Arina. -Dimmi.-
-Puoi riaccompagnare il figlio del sovrintendente da sua madre? Lo farei io, se non fossi così impegnata- disse Arina dando il bambino a Osoreda.
-Lo farò di certo- rispose il poliziotto prendendo il bambino in braccio.
-Grazie signore, è molto gentile. Ciao Saeko, spero di rivederti presto- la salutò Akira prima di sparire oltre la soglia.
Arina salutò il bambino agitando la mano per poi lasciarsi scivolare dolcemente sul pavimento respirando di sollievo: stavolta c'era mancato davvero poco che la sua copertura saltasse. Doveva stare più attenta quando entrava in contatto con un membro della famiglia Yagami, o sarebbero stati guai seri.
Akira Yagami era solo un bambino ma, anche se involontariamente, con i suoi poteri avrebbe potuto fare del male a qualcuno. Perché anche l'innocenza di un bambino può essere relativa.


***


Angolo dell'Autrice: Dopo due capitoli di passaggio (che sono fondamentali per la comprensione di alcuni svolgimenti futuri della trama) ritorniamo ai punti di partenza DeathNotiani. Qui si scopre che in realtà Light sapeva già di essere osservato, ma dato che sapeva anche che Dark L sapeva la sua identità fin dall'inizio (e dato che inoltre nessun gruppo di polizia dopo quello che è successo in questo AU oserebbe mai schierarsi contro Kira) se l'è presa comoda e ha rivelato di aver sempre saputo tutto solo dopo aver avuto la conferma che la morte di Mikami è stata un omicidio e che continuerà a indagare sulla nostra Rue (se c'è qualcosa che al bastardo non manca è la fiducia in se stesso). Inoltre si è avuto uno squarcio della vita lavorativa di Yagami e soci (Masahiro Osoreda e Arina Maruko/Saeko Kudo) con un ospite d'eccezzione: Akira Yagami, che ovviamente è all'oscuro della doppia vita di tutti: secondo voi questo sarà un bene o un male? Ormai lo sapete meglio di me che dovete fare per saperlo...

Risposta alla Recensione:
Ritsuka96: Non hai visto l'anime in italiano? Siamo pari, io ho visto l'anime su MTV e l'ho rivisto su youtube un centinaio di volte... e ho letto solo i primi due capitoli del manga (più il tredicesimo volume in inglese)! Ognuno ha le sue "colpe", ma il mondo è bello perché è vario, no? Matt ti ringrazia, così come la "pubblicità occulta della candeggina" e Mikey (per loro è un onore essere paragonati ai loro predecessori). Akira è comparso anche qui, hai visto? Quel bimbo è adorabile! *_* Quanto a Ryuk-kun (che pronuncia... mi piace!) credo che al contrario dei comuni mortali lo trovi molto divertente (umorismo da Shinigami -_-'), ma nonostante tutto è uno dei miei personaggi preferiti (non dimentichiamoci che alla fine è lui che accoppa Light! *_*) ciao e aggiorna presto anche tu!

Grazie a chi legge, commenta, a chi ha inserito la storia fra le seguite, fra i preferiti, fra tutte e due (sapete meglio di me chi siete) e a chi commenta (i commenti fanno sempre piacere). Ciao e alla prossima!

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Capitolo 25
*** Capitolo 24: Fuoco ***


Quella notte Arina Maruko rientrò a casa dalla sua giornata lavorativa un pò prima: pensò che se lo meritasse dopo aver passato tutte quelle interminabili ore dietro alla scrivania e dentro a una volante alla ricerca di criminali minori che tuttavia erano diventati incredibilmente difficili da sorprendere grazie al terrore che provocava loro "il giudizio divino". Era difficile da ammettere, ma le leggi di Kira avevano davvero causato la diminuzione del tasso della criminalità e avevano ridato sicurezza alla gente, ma ciò non toglieva che in realtà l'intera situazione non fosse nient'altro che una maschera: in realtà i mezzi di comunicazione di massa avevano ingigantito una situazione che era sempre stata presente. Se Kira fosse scomparso nel nulla da un giorno all'altro quei tassi sarebbero ritornati ai livelli di partenza come niente, perché la criminalità semplicemente non sarebbe mai scomparsa: l'uomo sarebbe sempre stato diviso tra il bene e il male, come predicato dalla dottrina taoista, e avrebbe commesso gli stessi errori, più o meno gravi, in ogni misura.
Arina si chiuse nel bagno, si spogliò e s'infilò sotto la doccia, lasciando che l'acqua calda le accarezzasse la pelle, stemprandole la tensione provocatale da entrambe le sue vite: la vita di Saeko Kudo, l'impeccabile poliziotta che credeva nella giustizia, e la vita di Arina Maruko, la leggendaria icona dei versus-Kira del Giappone che tramava nell'ombra per rovesciare Kira e il suo operato. E, nel mezzo di quella piccola oasi di pace privata, la giovane donna non si era resa conto del pericolo imminente.
Si cambiò con un maglione color marrone scuro e dei pesanti pantaloni color panna per poi dirigersi in cucina per farsi un buon tè caldo prima dell'ora di cena. Si sedette e cominciò a sfogliare il quotidiano, quando all'improvviso sentì qualcosa di freddo e duro sfiorarle la nuca, qualcosa che Arina riconobbe istintivamente come una pistola.
-Ciao, Saeko Kudo... o forse dovrei chiamarti Dark L?- mormorò l'uomo che puntava l'arma alla testa di Arina.
-Masahiro Osoreda.- mormorò Arina, cercando di mantenere la calma nonostante la pistola puntata alla testa -Come hai fatto a entrare in casa mia?-
-Hai nascosto le chiavi dietro la pianta all'angolo come fanno tutti: non credevo fossi così ingenua. Ma forse lo sei davvero, dato che hai sfidato il grande Kira in tv.- disse Osoreda puntando la pistola alla nuca della ragazza -Era tutto programmato: infatti sei stata assunta dopo la comparsa di Dark L, hai affittato l'appartamento dell'ex-prescelto di Kira e hai usato un nome falso per farti assumere, per impedire al grande Kira di riconoscerti. Vero, Arina?-
Arina sussultò. -Hai sentito me e il bambino parlare oggi pomeriggio, vero?-
-Il figlio di Kira ha riconosciuto il nemico di suo padre, ed è andato da lui per permettere a me di trovarlo! Non sa di essere stato plagiato da te, ma nonostante questo chiamandoti con il tuo vero nome mi ha permesso di trovarti, Dark L. Non so il tuo vero nome per intero, quindi il Death Note è inutile... ma non lo è questa- disse premendo la pistola contro la pelle di Arina.
Arina era in trappola. Quel folle faceva sul serio, ed era solo questione di tempo prima che la ammazzasse. Doveva prendere tempo... o assecondarlo. -Sì, hai ragione Osoreda. Sono io Dark L.- disse Arina, pensando che se Osoreda avesse detto a Yagami di aver ucciso la vera Dark L avrebbe smesso di indagare su me e gli altri, premettendoci così di agire liberamente -Mi sono introdotta nella squadra investigativa di Light Yagami per spiare le mosse di Kira e dei suoi seguaci, ma non avrei mai creduto che il figlio di Kira fosse in grado di sapere il nome di una persona solo guardandola in volto. Se lo avessi saputo probabilmente avrei usato il mio vero nome anche in pubblico, per destare meno sospetti. Si vede che il mio destino era essere sconfitta subito.-
Osoreda sorrise maleficamente. -Brava ragazza, sai riconoscere la sconfitta. Ma prima di ucciderti c'è una cosa di cui dobbiamo discutere.-
-E cosa sarebbe, di grazia?-
-Il tuo quaderno. Dammelo!- sibilò Osoreda premendo ancora di più l'arma contro la testa della sua nemica.
-Di che quaderno parli?- domandò Arina, chiedendosi come facesse Light Yagami a sapere del quaderno che in passato apparteneva a L Lawliet.
-Non fare la finta tonta, ragazzina. Tu stessa hai mostrato il tuo Death Note al grande Kira.- disse Osoreda -Dimmi dov'è!-
Arina ebbe un'improvvisa ispirazione. -Seguimi e ti darò il quaderno.-
Arina si alzò in piedi lentamente e si avviò verso lo studio, seguita da Osoreda che fremeva per l'eccitazione.
-È nella cassaforte- disse Arina indicando il quadro che si trovava dall'altra parte della stanza.
-Che aspetti? Aprila!- le ordinò Osoreda spingendo ancora più forte con la canna della pistola.
Arina obbedì all'ordine e aprì la cassaforte, per poi spostarsi di lato per permettere a Osoreda di vedere il contenuto. L'uomo si sporse per osservarne il contenuto per poi voltarsi, infuriato, verso Arina.
-È vuota!- ringhiò
-Lo è ora!- ribatté Arina elettroshockando Osoreda con l'apparecchio elettrico che aveva tirato fuori senza che lui se ne accorgesse. L'uomo cadde a terra stordito e Arina ne approfittò per frugare nella borsa che aveva portato con se, trovando così il Death Note. Gli prese la pistola e corse in cucina, dove mise il quaderno sulla fiamma accesa per il bollitore, aspettando che si riducesse lentamente in cenere.
-COSA HAI FATTO, STUPIDA!?- urlò Osoreda, vedendo della sospetta cenere nera sul fornello.
-Quello che avrebbe dovuto essere fatto tanto tempo fa: sto impedendo che questo quaderno faccia ancora del male- rispose semplicemente Arina.
-Bastarda... Kira ti ucciderà per questo!- urlò Osoreda -Tu non puoi fermarlo! Lui è la Giustizia!-
-Che giustizia c'è nella dittatura, agente Osoreda?- chiese Arina osservando i resti ardenti del quaderno -La verità è che Kira è solo un ragazzino immaturo che vuole plasmare il mondo a sua immagine e somiglianza, e questi quaderni maledetti sono le peggiori armi mai apparse sulla faccia della Terra. Apri gli occhi Osoreda, Kira non è Dio, è solo un assassino psicopatico!-
-Invece ti sbagli.- disse l'uomo, ormai sull'orlo delle lacrime -E se proprio non vuoi capirlo allora sarò costretto a ucciderti!-
-Agente Oso...-
Arina non poté finire la frase. Prima di entrare in cucina Masahiro Osoreda doveva aver cercato qualcosa con cui difendersi in giro per casa, finendo col trovare la sua pistola nascosta nel cassetto del comodino. Lei lo sapeva perché in quel momento i proiettili dell'arma si conficcarono uno dopo l'altro in sei diversi punti del suo corpo. La poliziotta, colta di sorpresa ma ancora in piedi, raccolse le ultime forze per sollevare la sua pistola mentre il sangue sgorgava abbondantemente dai sei fori che la attraversavano da parte a parte, e con la forza della disperazione premette il grilletto. Il proiettile entrò nel cranio di Osoreda, uccidendolo all'istante.
Arina sorrise per poi accasciarsi sul pavimento, priva di vita. Nella caduta, la sua mano colpì il quaderno ancora in fiamme, che cadde sul tappeto, che prese fuoco quasi all'istante; l'incendio si espanse per tutto l'appartamento, distruggendo le prove degli orrori avvenuti al suo interno.


°°°


-La polizia sta ancora indagando sull'incendio dell'appartamento in cui sono state trovate morte due persone. L'uomo è stato identificato come Masahiro Osoreda, un poliziotto di 26 anni, mentre l'identità della donna che usava il nome falso di Saeko Kudo, la cui età è stata stimata essere di 22 anni, è ancora sconosciuta...-
Spensi la tv, incapace di ascoltare oltre. Eravamo rimasti tutti shockati da quella notizia, non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere. Osoreda non aveva ricevuto nessun ordine, quindi doveva aver notato qualcosa di strano e doveva essere andato a indagare di persona direttamente a casa di Arina, dove si erano scontrati, morendo entrambi.
-Incredibile- mormorò Matt.
-Non credevo che l'avrebbero uccisa...- disse Mike.
-Nemmeno io, Mike. Osoreda doveva aver notato qualcosa di davvero strano per essersi spinto ad andare a casa sua per affrontarla di persona, e le conseguenze sono sotto ai nostri occhi- dissi.
-Per non parlare di Light Yagami, sarà sicuramente furioso dopo aver perso il secondo collaboratore nel giro di un mese.- disse ragionevolmente Alex -A questo punto vorrà sicuramente affrontarci il prima possibile.-
-Hai assolutamente ragione. Dobbiamo...-
Non riuscii a finire la frase che suonarono alla porta. Watari andò ad aprire con la massima cautela.
-Signor Roger...- disse la persona che aveva bussato.
-Signora Yagami! Cosa ci fa fuori con questo tempo? Entri, coraggio- disse spingendo letteralmente Misa dentro casa e sfilandole il soprabito bagnato dalla pioggia.
Noi restammo fermi in salotto, mentre Alice si precipitò dalla sala dei computer all'ingresso per accogliere Misa.
-Misa, cos'è successo? Dov'è Akira?- chiese Alice, visibilmente preoccupata.
-L'ho portato da mia cognata, che abita qui vicino, mentre Light è andato a indagare sull'incendio dell'appartamento. Dopo quello che è successo è letteralmente impazzito- disse Misa, stranamente agitata.
-Perché sei qui?- chiese Alice.
Misa guardò il pavimento, sofferente. -Alice, rispondi sinceramente alla mia domanda: tu e gli altri siete membri di una squadra investiva che indaga su me e mio marito come potenziali Kira?-
Alice spalancò la bocca, sconvolta, mentre Alex si frappose fra lei e Misa. -Non sappiamo di cosa lei stia parlando signorina Amane. Gli affari di Kira e della polizia non ci interessano- disse freddamente.
-Alexander Weatherly, non ti ho chiesto niente. Voglio che sia Alice a dirmi se siete estranei a tutta questa storia o meno- disse Misa, più seria di come sia mai stata in vita sua.
Alice deglutì e abbassò gli occhi.
-Alice, non sei tenuta a rispondere...- disse Ezdra, mettendosi insieme a Mike e a Alex in posizione per bloccare Misa nel caso avesse fatto qualche gesto sospetto.
Alice continuava a guardare il pavimento, sul quale cominciarono a cadere alcune gocce...


***


Angolo dell'Autrice: *in lontananza si sente la musica che viene suonata con la tromba al funerale dei militari* *l'autrice fa il saluto militare per Arina, che muore eroicamente in questo capitolo trascinando quell'imbecille di Osoreda con se nella tomba; dopodiché organizza una festa per festeggiare degnamente la morte del secondo*
Nel frattempo le cose si mettono male per i nostri eroi: Misa è andata da loro decisa a scoprire la verità, e vuole sentirla dall'unica persona del gruppo di cui si fida: Alice. Cosa dirà Alice? Quale sarà la reazione di Misa? Perché è andata a trovarli senza Akira? La cosa si fa ancora più incasinata... ma se non è incasinata non avrebbe senso seguirla, a meno che non sia ingestibile perché troppo incasinata, in quel caso non avrebbe nemmeno senso seguirla senza farsi venire un'emicrania... Qualcuno vuole un calmante? *Tutti quelli che hanno letto lo sproloquio alzano la mano*

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: sì la pronuncia giapponese è a tratti strana e a tratti forte! quanto alla lunghezza dei capitoli, a me sembra che siano tutti più o meno uguali (più o meno tre pagine di Word), senza contare che all'inizio ero tentata di agganciare la parte iniziale del capitolo alla fine di quello di prima (rendendo così questo capitolo lungo mezza pagina scarsa). Comunque, quando si tratta di Death Note (e della sottoscritta) le seghe mentali sono immancabili: solo che c'è chi le fa giuste (come Rue e Light) e chi se le fa sbagliate (come Osoreda ha fatto con Arina, che ha scambiato per Dark L e che per questo è andato ad ammazzarla senza aver detto niente a nessuno commettendo così il fattaccio)
Per il resto, credo sia impossibile odiare Ryuk-kun: è troppo forte! XD

Grazie a chi commenta, a chi ha messo la storia fra le preferite, chi fra le seguite, chi fra entrambe, e anche a chi legge soltanto. ciao e alla prossima!

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Capitolo 26
*** Capitolo 25: Verità di una madre ***


-Alice...- disse Misa, guardando la sua amica che piangeva.
-Sì, Misa. Light aveva ragione a sospettare di noi- disse Alice.
-Alice!- la richiamò Watari.
-Sta zitto Roger, a questo punto la nostra implicazione in questa storia risulterebbe ovvia a chiunque, non ha più senso mentire, non voglio più mentire!- disse la quindicenne, cadendo in ginocchio. -Misa, io ti considero una cara amica nonostante tu sia la moglie di Kira e sua complice, e mi dispiace di averti illusa in questo modo. So che tu sei diversa da Light, che al contrario di lui non faresti del male alle persone a te care nemmeno se costretta. Hai usato il quaderno solo per far piacere a Kira, perché speravi di incontrarlo e magari di farlo innamorare di te: hai commesso degli errori madornali, ma io ti ho perdonata nel momento in cui ti ho conosciuta come persona. Sei gentile e onesta, e sei anche un'ottima madre oltre ad essere una buona amica, ed è stato tremendamente ingiusto che tuo marito si sia approfittato di te in quel modo.-
Gli occhi di Misa si riempirono di lacrime, mentre noialtri assistevamo, allibiti, alla scena. -Perché mi stai dicendo questo, Alice?-
-Perché non è giusto che si tutti si approfittino della tua ingenuità e della tua buona fede in questo modo.- disse Alice rialzandosi in piedi -Guardami, Misa Amane: cosa mi rende diversa da tutte le persone che si sono approfittate di te? Niente! Sono proprio come Light Yagami, sono proprio come tutte le persone che non sono riuscite a vedere oltre la maschera del "secondo Kira" e dei suoi Occhi maledetti! Prima di conoscerti il mio obiettivo era catturare te e tuo marito ad ogni costo, ma ora è diverso, perché ora so che non sei altro che una vittima degli eventi: se avessi avuto il Death Note in un altro momento probabilmente non avresti mai pensato di usarlo, e lo avresti restituito allo Shinigami a cui apparteneva. Invece, spinta dalla tua adorazione per Kira, lo hai usato per giustiziare criminali minori allo scopo di essere notata da lui. Probabilmente si è affezionato un pò a te, ed è per questo che non ti ha uccisa nonostante dal suo punto di vista fossi comunque una specie di criminale, ma la verità è che Light Yagami non ti ha mai amata e che ti ha solo usata per raggiungere i suoi scopi, come ho fatto io in questi due mesi.-
Fissammo Alice, completamente shockati dalla sua reazione. Ma la persona più sconvolta in quella stanza era sicuramente Misa Amane.
-Alice, mi stai dicendo che Light sapeva che i figli che avrebbe avuto da me avrebbero avuto gli Occhi a loro volta?- chiese Misa, in lacrime.
-No, ma probabilmente lo sperava- disse Ezdra, dando voce ai pensieri di tutti.
Misa cadde in ginocchio, singhiozzando ancora più forte. Pianse per alcuni minuti per poi asciugarsi le lacrime.
-Esiste una possibilità di porre fine a tutta questa storia senza conseguenze gravi per me o Light?- chiese la giovane donna.
-Cosa intendi dire, Misa?- chiese Alice.
-Se io e Light rinunciassimo ai quaderni dimenticandoci così di essere stati Kira, ci lascereste vivere la nostra vita in pace con nostro figlio?- chiese Misa, supplichevole.
-No.- disse Ezdra –Non sarebbe possibile: avete scritto quei nomi su quei quaderni con la consapevolezza che quelle persone sarebbero morte, e questo si chiama omicidio volontario. Potreste essere condannati all'ergastolo o alla pena di morte senza appello per questo. Non potete cavarvela semplicemente chiedendo scusa, delle persone, anche se colpevoli di reati più o meno gravi, sono morte a causa vostra.- Misa abbassò gli occhi. -Quindi non possiamo fare niente?- chiese, rassegnata.
-Però, se collaboraste, potreste avere delle attenuanti- le assicurò Alice.
Misa sorrise alla notizia e si alzò in piedi. -So cosa pensate di me: che sono un'assassina, e che Light mi ha mandata da voi per uccidervi. Posso garantirvi che non è così. Sono qui perché ho bisogno del vostro aiuto.-
Sgranammo gli occhi: Misa Amane stava chiedendo il nostro aiuto?
-Cosa hai intenzione di fare, Amane?- chiese Mike, squadrando la donna.
Misa ci guardò negli occhi uno ad uno, prima di annunciare il suo piano. -Dovete aiutarmi a convincere Light a rinunciare al Death Note.-
Nella stanza piombò il silenzio. Ciò che avevamo appena sentito aveva dell'incredibile, e ancora più incredibile era il fatto che quelle parole fossero uscite dalla bocca di Misa Amane.
-Perché lo stai facendo, Misa Amane? Credevo che amassi Light Yagami alla follia, e che per questo avresti fatto di tutto pur di compiacerlo- dissi, rompendo il silenzio che si era creato nella stanza.
-Infatti io amo Light alla follia e farei tutto per lui, ma a tutto c'è un limite, e sono stanca di questa situazione. Forse, se le cose tornassero com'erano nel periodo in cui abbiamo rinunciato ai quaderni dieci anni fa, Light tornerebbe a vedere me e Akira rispettivamente come sua moglie e suo figlio, e non come pedine nelle sue mani. Posso tollerare che usi me, ma non posso permettergli di fare lo stesso con nostro figlio- disse Misa, decisa e determinata come non mai. Cos'era successo, un meteorite le era caduto sulla testa facendole riacquistare il senno perduto?
-Ma così Light dimenticherebbe anche le circostanze in cui vi siete incontrati e anche quelle in cui vi siete sposati: sarà ancora più difficile per te conquistarlo- disse Alice.
-Sarà sempre meglio della situazione attuale.- ribatté Misa -Se vi aiuterò, io e Light saremo liberi e felici e potremo creare una famiglia normale, noi due e Aki! Misa-Misa sarebbe così felice, Light sarebbe felice e Aki sarebbe felicissimo! Saremmo tutti felici e contenti!- trillò Misa, tornando ad essere la solita ragazzina svampita e trasognata che cercava di trasformare il più perfetto degli psicopatici nel principe azzurro. Peccato, quando era nel suo momento di lucidità stava cominciando a starmi simpatica...


°°°


Misa rientrò in casa lentamente, mentre i brividi le correvano lungo la schiena. Erano brividi di freddo e di paura: aveva paura di quello che Light avrebbe potuto farle se avesse scoperto cosa aveva fatto appena una decina di minuti prima. Misa scosse la testa, pensando che fino a una decina di anni prima non si sarebbe mai sognata di chiedere a una squadra investigativa di aiutarla a privare Light della proprietà del Death Note. Però, si sa, la gente cambia e Misa Amane non era da meno; inizialmente considerava Kira come un dio e Light come il suo cavaliere con l'armatura splendente e il cavallo bianco, tanto che quando lo aveva incontrato per la prima volta lo aveva soprannominato "Knight", "cavaliere", perché ne era sicura, lui era il suo principe azzurro, bello, intelligente e affascinante, e lei sarebbe riuscita a conquistarlo, in un modo o nell'altro.
Però da quando lei, la principessa in abiti gotici, aveva sposato il suo cavaliere qualcosa iniziò a incrinarsi, e le differenze fra "Light" e "Kira" divennero di giorno in giorno sempre più marcate: Light, il gran lavoratore e l'affettuoso padre di suo figlio, veniva spesso oscurato da Kira, il giustiziere senza volto che si chiudeva nel buio del suo studio per continuare la sua opera. Ormai lo vedeva solo nelle ore dei pasti, e per il resto era sempre al lavoro o impegnato nelle esecuzioni dei criminali sparsi per il mondo. Spesso il loro piccolo Akira guardava la porta chiusa con l'espressione di chi è sul punto di piangere, e a quel punto lei lo stringeva fra le sue braccia e lo coccolava, ricordandogli che il suo papà gli voleva bene e che lo stava facendo solo per costruire un posto migliore in cui vivere.
Questo finché il piccolo Akira non pronunciò quelle fatidiche parole qualche mese prima. -Ma io non voglio un posto migliore in cui vivere, io voglio il mio papà!-
Nel momento in cui sentì le sagge parole di quel bambino di due anni, Misa Amane capì cosa voleva per se stessa e per suo figlio: capì che Light Yagami stava morendo lentamente, giorno dopo giorno, soffocato da Kira, e per questo Kira doveva sparire. Perché Misa preferiva vedere il mondo dominato dai criminali che vedere suo figlio crescere come se fosse stato orfano di padre: il mondo perfetto non può essere creato al prezzo della felicità di un bambino.
Poi c'era Alice Weatherly, la misteriosa vicina di casa quindicenne apparsa dal nulla sotto il nome falso di Alice Miller. Una ragazzina normale all'apparenza, con la passione della moda e incline ai pettegolezzi che, oltre ad essere uno spirito affine, alla fine si era dimostrata un'amica eccezionale: Light diceva che lei e i membri della sua famiglia erano pericolosi, e che per questo doveva ucciderli, ma per la prima volta nella sua vita decise di opporsi e di non rispettare la volontà di suo marito. Perché lei ne era certa, non era stato Light a chiederle di uccidere Alice ma Kira, e Misa non avrebbe mai più ubbidito a Kira. Lei non avrebbe ucciso una ragazza innocente e la sua famiglia solo per un sospetto infondato.
Dopo tutto quello che accadde dalla loro comparsa nelle loro vite alla fine anche a Misa divenne ovvio che Light aveva ragione: dapprima Misa dubitava che Alice fosse davvero un'agente per via della sua giovane età, ma fu sicura della sua identità solo quando un paio di giorni prima lesse un nome precedentemente scritto su uno dei quaderni di Light. Da quelle scritte capì che Rue Lawliet, questo era il vero nome della migliore amica di Alice, era davvero la figlia di L Lawliet come sosteneva Light; e che era lei Dark L, l'erede del detective che tanto tempo prima aveva cercato di incastrare lei e Light come primo e secondo Kira. Se avesse saputo prima cosa sarebbe successo avrebbe fatto l'impossibile perché Light non riprendesse la proprietà del Death Note e di conseguenza che lei tornasse a uccidere per lui causando indirettamente la morte di L, però lei all'epoca era abbagliata dalla convinzione che Light e Kira fossero la stessa entità, un dio sceso in terra. Dovettero passare nove anni prima che lei capisse che non era così e ammettere che L aveva ragione, per poi trovarsi un anno dopo ad aiutarne la figlia nella sua battaglia contro Kira. Sapeva che il ragazzino biondo aveva ragione, che lei e Light dovevano pagare per quello che avevano fatto in quei dieci anni, ma se quello era il prezzo da pagare per liberare il suo adorato Light dalla prigionia di Kira lei lo avrebbe pagato senza esitare, perché per lei in quel momento non esisteva nulla di più importante che ridare al suo bambino il suo papà.
Lo avrebbe fatto perché Misa sapeva che significava perdere i genitori: lei stessa si era ritrovata improvvisamente orfana a diciotto anni, e aveva pregato ogni giorno Kira perché uccidesse l'uomo che l'aveva resa orfana; ora era il suo bambino che pregava la stessa entità per restituirgli il suo papà, e lei lo avrebbe aiutato per quanto le sarebbe stato possibile. Misa avrebbe distrutto Kira e lo avrebbe fatto per il suo piccolo Akira. E per se stessa.


***


Angolo dell'Autrice (braccata dal Misa-Misa's Fan Club che la vuole morta per un qualche oscuro motivo): Forse stavolta ho un pò esagerato a far schierare Misa con i Wammy's Boys, ma i nostri avevano bisogno di aiuto e io avevo esaurito le idee per un nuovo personaggio che non cadesse nel banale. Quindi, dopo essermi fatta venire in mente questa trovata psicopatica e aver psicanalizzato tutti gli elementi possibili e immaginabili su Misa Amane, sono giunta alla conclusione che solo Akira avrebbe potuto -indirettamente- convincere la madre a schierarsi dalla parte della protagonista facendo mantenere un minimo di IC al personaggio. E poi l'ho fatto anche perché personalmente non credo che Misa sia così stronza e idiota come appare e che anche lei abbia delle qualità positive (cielo, sto parlando così di una modella bionda e con gli occhi azzurri?! Il raffreddore deve avermi dato alla testa! XD) e poi, credo che sia impossibile vedere Light più cornuto e mazziato di così... o forse no! XD

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: A quanto pare Misa era un momento di lucidità... infatti dopo essersi accordata con Rue è tornata ad essere la solita Misa-Misa! So di aver fatto cadere un fulmine a ciel sereno (e che i fan della Misa sadica mi uccideranno... meglio tenermi stretta il nome!), ma questa mossa mi serviva per la fine della storia... come? lo scoprirai a tempo debito...
Poi Alice avrà pure parlato... ma non c'è stata nessuna strage! (domanda impossibile: tutte le volte che Alice ha rischiato di mandare a morire la squadra e non lo ha fatto se l'è cavata per culo o per fortuna sfacciata?) a sua difesa bisogna dire che è una make-up artist invidiabile e che se non fosse stato per lei Misa non si sarebbe mai del tutto fidata dei Wammy's... si vede che fra spiriti affini ci si intende! XD

Per il resto, rigrazio tutte le anime buone e gentili che hanno messo questa "storia" (se così si può chiamare) fra le preferite e/o fra le seguite. Ci vediamo alla prossima!

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Capitolo 27
*** Capitolo 26: Dubbi ***


-Misa, dobbiamo parlare.-
Misa Amane alzò la testa, distogliendo lo sguardo dal bambino addormentato nella culla. Era il 28 dicembre 2014, ed erano passate due settimane dal giorno in cui Misa venne da noi a chiedere il nostro aiuto.
-Di cosa vuoi parlarmi, Light?- chiese la giovane donna bionda mostrandosi felice e sorridente come al solito, dissimulando la sua preoccupazione per quello che suo marito stava per chiederle.
-Del tuo comportamento in questi giorni. Sei strana.- disse il giovane uomo, togliendosi la giacca e la cravatta -Non sorridi più spesso, come facevi un tempo. E non parli più con me del tuo lavoro, e non mi abbracci più come una volta. Che succede, Misa? Vuoi parlarmene?-
Misa distolse lo sguardo dal marito e guardò il piccolo Akira, che sonnecchiava con il volto illuminato dalla luna piena. Più cresceva più assomigliava a suo padre, e Misa non sapeva più se esserne felice o esserne preoccupata. Più tempo passava più suo marito, il suo Light, la luce che illuminava la sua vita, diventava irritabile e a volte non riusciva a controllarsi: la aggrediva verbalmente, le rinfacciava che se lei avesse eseguito l'ordine di uccidere la nuova famiglia arrivata nel quartiere Dark L non sarebbe mai apparsa, e Teru Mikami sarebbe ancora vivo. Era arrabbiato perché, per la prima volta dopo dieci anni, L era tornato a tormentare i suoi incubi attraverso la ragazza che dichiarava di esserne la figlia. Per lui Rue era quella ragazza, e lui le chiedeva ormai da due mesi di ucciderla per lui. Ne era certa, in condizioni normali non l'avrebbe mai trattata così né le avrebbe mai chiesto una cosa simile, e non l'avrebbe considerata solo un inutile giocattolino nelle sue mani. Era Kira a dettare le sue azioni.
-Light, non prendere il mio cambiamento come un segnale negativo. Sai che ti amo e che farei di tutto per rendervi felici... tu e Aki siete la mia vita, senza di voi non sarei niente. Tutto quello che faccio lo faccio per voi- disse Misa, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Odiava mentire al suo amore, ma lei lo stava facendo solo per il suo bene e per il bene di Akira.
-Non lo dubito, tesoro. Però ciò non toglie che ultimamente non stai seguendo i miei ordini. Non hai eliminato quella ragazza, ad esempio, e passi tutto il tuo tempo con la babysitter di nostro figlio.-
Misa simulò uno sbadiglio e si asciugò le lacrime. -Misa e Alice sono grandi amiche e Misa-Misa non uccide gli amici- ribadì.
Light scosse la testa. -Misa, Alice può essere molto pericolosa, e con lei la sua famiglia. Dobbiamo liberarci di loro.-
-Lo vuoi davvero?- chiese Misa alzando la voce -Light, Alice è solo una ragazzina, ed è innocente: né lei né la sua famiglia hanno mai fatto qualcosa di male. Perché dovresti volere le loro morti? Solo per una stupida sicurezza?-
-Voglio le loro morti perché io so che Rue e Dark L sono la stessa persona, e chiunque collabori con Dark L è contro Kira. E chi è contro Kira è sempre e comunque colpevole.-
-Ma tu non hai prove! Sono solo dei ragazzini!- ora Misa stava urlando.
-Anche noi lo eravamo! Mettitelo in testa, sei tu l'unica che può fermarli! Devi eliminarli prima che sia troppo tardi!- urlò Light.
-Ma loro non hanno bisogno di essere fermati!-
-Questo lo dici solo perché sei troppo...!-
Un urlo improvviso fece sussultare i due litiganti. Il piccolo Akira era in piedi sul lettino, appoggiato alle sbarre.
-Mamma... papà... non litigate...- mormorò il bambino in preda alle lacrime. Misa prese Akira in braccio e cominciò a coccolarlo.
-Shh... Tranquillo Aki, non è successo niente...- disse mentre scendeva in cucina con Akira per dargli qualcosa da bere o da mangiare per calmarlo.
Light si sedette sulla cassapanca, sospirando e pensando alla situazione. Dopo più di dieci anni, Misa aveva cominciato a dubitare di lui e della sua missione di giustiziere. Era solo una questione di tempo prima che lei lo tradisse, se non lo aveva già fatto. Il suo istinto omicida gli urlava di metterla a tacere prima che si schierasse con il nemico, però non voleva farle del male; con il tempo si era affezionato a lei, e non voleva ucciderla, anche se quella sarebbe stata la scelta migliore. Poteva causarle un danno cerebrale, obbligandola così a uccidere quegli scomodi vicini di casa senza farle rendere conto di quello che stava effettivamente facendo, ma non trovava il coraggio di farle questo: lei era sua moglie, e la madre di suo figlio.
Suo figlio... Avrebbe voluto che Akira nascesse con gli Occhi dello Shinigami, così che potesse sapere subito i nomi delle sue vittime senza dimezzarsi la vita. Quando però il bambino nacque Light provò un altro sentimento oltre alla gioia: disgusto. Light si faceva schifo da solo per il pensiero del vero motivo per cui quel bambino era venuto al mondo; ma, se da una parte era disgustato, dall'altra era la persona più felice del mondo perché, tutto sommato, anche una persona inutile come Misa era servita a qualcosa. Ora Kira aveva un erede e per questo gli mise nome "Akira": un nome normale, all'apparenza. Ma se suddiviso, il nome diventata "A Kira", in inglese "un Kira", un Dio del Nuovo Mondo che avrebbe regnato una volta morto Light; e se il piano fosse andato in porto, il successore di Kira avrebbe avuto gli Occhi, grazie ai quali avrebbe potuto fermare subito coloro che avrebbero osato opporsi al suo volere. Erano passati due anni dalla nascita del piccolo erede di Kira, ma ancora non aveva dimostrato di avere quegli Occhi; se da una parte Light era furioso per la mancanza del bambino, dall'altra parte era felice che suo figlio ne fosse nato privo. Però forse due anni erano troppo pochi per accorgersi della capacità sovrannaturale del bambino.
A volte si sorprendeva a pensare a questi fatti: era come se in lui vivessero due persone, il vecchio Light che amava la sua famiglia e il suo lavoro sopra ogni cosa, e Kira che non voleva altro che giustiziare criminali. Spesso si chiedeva se quella sorta di sdoppiamento di personalità fosse un effetto collaterale del Death Note, e se davvero tutte le azioni che aveva commesso negli ultimi anni fossero state tutte farina del suo sacco per poi subito dopo dirsi che era solo la stanchezza a fargli pensare quelle cose. In fin dei conti, Light sapeva fin dal principio che eliminare il crimine attraverso il Death Note poteva costargli la salute, sia quella fisica che quella mentale, ma nessun altro poteva svolgere quel compito, nessuno poteva creare quel mondo perfetto che tutti sognavano.
Che però, ormai, più che un sogno era diventato un incubo...


°°°


-Ma è inaudito! Avete visto come ha trattato la povera Misa?- urlò Alice dopo aver assistito a tutta la scena con me, Alex e Ezdra.
-È naturale. Misa ci vuole vivi, mentre invece suo marito freme dalla voglia di eliminarci. Era solo una questione di tempo perché discutessero seriamente della faccenda- disse Ezdra, aggiungendo un mattoncino alla sua torre di biscotti.
-Però non è giusto! Misa sarà pure innamorata di lui, ma Yagami non ha il diritto di trattarla in quel modo!-
-Sorellina, calmati...-
-Come posso calmarmi? Non ce la faccio, non posso lasciare Misa e Akira da soli con quello psicopatico!- urlò Alice.
Io tacqui per tutto il tempo, sorseggiando un succo d'arancia e fissando Light Yagami, affacciato sulla finestra dirimpetto rispetto alla nostra; guardava la luna e il cielo stellato completamente assorto nei suoi pensieri, per poi spostare lo sguardo alla culla dentro a cui Akira aveva riposato finché non era stato svegliato dalle urla dei suoi genitori. E nel guardare quei piccoli gesti notai qualcosa che non avevo mai notato prima: per la prima volta da quando lo vedevo in faccia, Light Yagami mi sembrò diverso... umano. Una persona come tante altre, con i suoi problemi e le sue occupazioni. Non mettevo in dubbio che mi stava estremamente antipatico per avermi privata di un padre per ben due volte, ma ciò non toglieva che in fondo -molto in fondo- anche lui è un essere umano. Quando non era impegnato nel suo secondo lavoro di giustiziere (e quindi ormai di rado) era una persona assolutamente normale: passava del tempo con sua moglie, giocava con suo figlio,... nel momento in cui pensai a quelle cose capii come si sentisse Misa: alla lunga anche lei si era accorta di questo, che la sua doppia identità aveva generato una sorta di sdoppiamento di personalità; lei aveva capito prima di chiunque altro che Light Yagami e Kira ormai non potevano più coesistere. L'unica incognita era l'effettiva consapevolezza che Light aveva della sua stessa situazione mentale.
-Rue? Sei fra noi?- chiese Alex.
-Scusate ragazzi. Stavo solo pensando.- dissi, dirigendomi verso la cassaforte dove avevamo nascosto il Death Note che apparteneva a mio padre -Pensavo a come possa un oggetto così piccolo e insignificante come un quaderno stravolgerti la vita: Grazie a un semplice quaderno nero Light Yagami è diventato l'assassino più temuto al mondo, mentre io ho potuto riabbracciare mio padre, quando normalmente ciò sarebbe stato impossibile. È sconvolgente, non trovate?-
Nessuno rispose. La mia domanda non aveva bisogno di risposte: i fatti legati a quei quaderni parlavano fin troppo chiaramente.
Sfogliai distrattamente le pagine del quaderno nelle mie mani quando cadde improvvisamente un foglietto a terra.
-Cos'è?- chiese Alice vedendo il biglietto a terra davanti ai miei piedi.
Lo raccolsi e leggemmo le poche parole che vi erano scritte:

Da L a R: Yellow Box, sotto il melo, 07 gennaio. Fine.

-Papà...- mormorai. Ne ero certa, era lui il mittente e lo aveva nascosto fra le pagine del Death Note perché lo trovassi. Però quel messaggio mi lasciò perplessa: nella zona dove si trovava il Yellow Box non crescevano meli; e cosa poteva accadere il 7 gennaio?


***


Angolo dell'Autrice: Ed ecco a voi l'ultima follia di Terry: una bella lite coniugale con psicanalisi di Light e l'ultimo messaggio di L per la figlia (ve l'avevo detto che il ruolo di L in questa storia non era ancora finito... XD) che cosa avrà voluto dire L? cosa farà Rue? la storia sta giungendo all'epilogo? (a questa rispondo subito: sì) scopritelo nella prossima punata!

Risposta alle Recensioni:
Ritsuka96: il tuo problema non è isolato: pare che sia l'effetto del tag < /br > nelle recensioni ora che non è più necessario. Mi dispiace che ti si sia fritto il computer, e spero che tu possa tornare al più presto. Ciao e alla prossima.

Grazie a chi legge e a chi ha messo la storia fra le seguite e fra i preferiti. Ciao!

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Capitolo 28
*** Capitolo 27: Ultima Lettera ***


-Yellow Box... sotto il melo... 7 gennaio...-

Rigirai il foglietto fra le mani borbottando quasi maniacalmente il suo contenuto, apparentemente privo di senso. "Apparentemente" perché quelle parole scribacchiate in fretta e furia n realtà dovevano avere un senso: ben nascosto per tutti tranne che per noi sette, i veri destinatari del messaggio. L non voleva che fosse chiaramente comprensibile se fosse finito nelle mani sbagliate.

-Yellow Box... sotto il melo... 7 gennaio...-

Era quella la chiave. L voleva dirci qualcosa, e forse il messaggio era racchiuso proprio in quelle parole. Tradussi mentalmente il testo in inglese, lo lessi da destra a sinistra, dal piè di pagina all'intestazione e viceversa, ma il significato continuava a rimanere un mistero. Ma io dovevo risolverlo, o non avrei più avuto il diritto di farmi chiamare "figlia di mio padre". Non se nemmeno io stessa sarei riuscita a capire cosa volesse dirmi.

-Yellow Box... sotto il melo... 7 gennaio...-

Sembrava che volessi imparare quella scritta a memoria. Se fosse stato necessario lo avrei fatto, ne sarei stata capace se mi avesse aiutata a risolvere il caso Kira dopo undici lunghi anni. Sospirai rigirando il biglietto e solo allora notai gli strani scarabocchi e la scritta in piccolo disegnati in fondo alla pagina:

O V I V X
Roma 50


Come avevo fatto a non notarla prima?! Forse quella era la chiave per risolvere la frase senza senso apparente.
Mi alzai dal letto senza fare rumore per non svegliare Matt e Alice, e mi avviai verso la sala dei computer. Appena aprii la porta mi trovai davanti a una cosa che non avrei mai pensato di vedere.
Alex era addormentato sul computer, ormai entrato in stand-by. Scossi la testa e mi avvicinai a lui per svegliarlo, ma mi persi subito nell'espressione del suo viso da addormentato. Era così dolce e rilassato che sembrava un bambino. Mai come in quel momento lo trovai bello. Era bello anche da sveglio, ma anche da addormentato aveva un fascino particolare. Gli accarezzai leggermente la guancia e lui sussultò, aprendo violentemente gli occhi.
-Sei tu, Rue... Scusa, mi sono addormentato- mormorò con la voce impastata dal sonno.
-Lo vedo. Cosa stavi facendo?-
Alex si sollevò dalla tastiera e si stiracchiò prima di rispondere. -Stavo cercando qualche informazione su Yellow Box e sugli alberi di mele. Forse in passato erano presenti dei meli in quella zona, e L ha nascosto qualcosa lì sotto.-
Annuii in segno di approvazione. -Potrebbe anche essere, ma ho guardato meglio il biglietto e guarda cosa ho trovato.-
Alex lesse la seconda frase e guardò i simboli.
-Ma aspetta un momento. Rue, questi sono...-
Non finì nemmeno la frase che digito sul motore di ricerca "numeri romani" e aprì il primo sito che comparve.
-Visto?- chiese indicando le scritte che comparvero sullo schermo. -Avevo ragione!-
Era proprio così: infatti il sito dava proprio ragione all'intuizione di Alex.

I=1
V=5
X=10
L=50


-Hai ragione... però manca la O- notai, scoraggiata.
-Si, ma gli antichi romani non avevano lo 0. L deve averlo messo per scoraggiare la strada dei numeri romani- mi fece notare.
-Quindi questa scritta sarebbe un numero... 0, 5, 1, 5, 10... non ha senso! A meno che...-
Tirai fuori il messaggio e lessi ad alta voce il messaggio completo del biglietto.
-Da L a R: Yellow Box, sotto il melo, 07 gennaio. Fine. Sono cinque frammenti di frase, come quelle cinque lettere!-
-Giusto- confermò Alex.
-È geniale. Un frammento per lettera: la "O" corrisponde a "Da L a R:"; la "I" a "sotto il melo", la "X" a "Fine", e infine, se unite, la "V" compone una specie di appuntamento: "Yellow Box, 07 gennaio". È la data che voleva che fissassimo per lo scontro finale. Infatti non a caso sono in ordine: punto O, troviamo il messaggio; punto I, cerchiamo sotto il melo; punto V: Yellow Box, 07 gennaio; e infine il punto X: la fine dei giochi.-
-Wow. Non c'è che dire Rue, tuo padre era un genio- disse Alex.
-Non per niente era il miglior detective del mondo- commentai.
-E tu sei la sua degna erede, oltre ad essere molto carina- disse prendendomi la mano. I nostri occhi si incrociarono di nuovo, e io mi persi di nuovo in quegli occhi dal colore del cioccolato al latte. Prima che me ne rendessi concretamente conto i nostri nasi si sfiorarono e lui stava attirando il mio viso pericolosamente vicino al mio... ancora un paio di centimetri e sarebbe successo... e non ero mai stata così agitata in vita mia, tanto che al confronto perfino l'agitazione di affrontare Kira di persona era paragonabile all'agitazione di ammansire un gruppo di scout di parrocchia... ormai i nostri nasi si sfioravano...
-Che cosa state facendo ancora svegli? Sapete che ore sono?-
Quella vocina infantile ci fece trasalire. Ci voltammo lentamente e vedemmo un assonnato Mike che si affacciava alla porta della stanza con gli occhi socchiusi per il sonno e i capelli arruffati.
-Stavamo indagando sul biglietto che abbiamo trovato ieri sera nel Death Note. Forse abbiamo capito di cosa si tratta.- spiegò rapidamente Alex, leggermente in imbarazzo per la situazione particolare in cui eravamo stati beccati.
-E cosa centrava il bacio?- chiese il ragazzino. Lui non aspetto nemmeno la risposta, dato che se ne andò subito dopo aver formulato la domanda.
Io e Alex ci guardammo sconcertati, per poi uscire rapidamente in giardino e scavare nelle vicinanze del melo, dove L tempo prima mi aveva consigliato di nascondere il suo vecchio Death Note prima che lui lo dissotterrasse per uccidere Mikami. All'improvviso la pala di Alex urtò un oggetto duro ed estraemmo dal terreno un piccolo scrigno chiuso in un sacchetto di plastica con una chiave e una busta.
-Direi che abbiamo completato il punto I.- disse Alex –Ma a cosa potrebbe servire questa roba?-


°°°



-Salve Kira. Sono di nuovo io, Dark L. Come ben saprai, ho promesso di catturarti, e ora so di per certo di poterlo fare. Se non lo hai capito siamo agli sgoccioli: è stata una bella battaglia, abbiamo perso uomini da entrambe le parti e potremmo andare avanti così all'infinito, ma credo proprio che sia giunta l'ora di finirla. Incontriamoci il sette gennaio nel luogo che ti indicherò nel momento più opportuno. Ovviamente non lo dirò in pubblico, oppure il posto diventerebbe sicuramente più affollato di Woodstock, e credo che tu sia d'accordo con me nel non voler dare spettacolo. Ci vediamo il sette gennaio, Kira, per stabilire chi di noi due è la vera giustizia.-

Light sbatté i pugni sul tavolo, furibondo. Quella sciocca ragazza aveva superato il limite: chi era lei per decidere la data e il luogo del loro incontro? E perché era sicura della sua vittoria? Gli sembrava incredibile come più tempo passasse, più quella ragazzina gli ricordasse Ryuzaki. Come si suol dire, tale padre, tale figlia.
-Dannata Dark L...- sibilò Light in preda all'ira.
-Light!- chiamò Misa, correndo verso il salotto con una busta senza mittente, ricevente e francobollo. Direttamente infilata nella cassetta delle lettere, evidentemente.
Con mano tremante, Light la prese e la aprì, rivelando il messaggio al suo interno.

7 gennaio, ore 17.45, Yellow Box. Dark L

-È la fine dei giochi, eh Dark L?- sibilò Light -Bene, l'hai voluta tu. Conosci già i fatti, sai che chiunque abbia osato sfidarmi è morto. Anche il tuo paparino.- Light si alzò si scatto, così velocemente da spaventare Misa -E sia! Dark L, sarò presente alla tua sfida. E una volta lì, ti pentirai di aver voluto seguire le orme di tuo padre ad ogni costo! Io vincerò! Kira vincerà! Muhuhuhahahahahahaahahahahahahahaa!-


***


Angolo dell'Autrice (che ha finalmente imparato a modificare i caratteri): Risoluzione del messaggio cifrato di L (alé!), quasi bacio fra Rue e Alex interrotto da Mike (olé!) e infine, Dark L, la nostra Rue, ha lanciato la sfida a Light! (sììììì!) E ora vi starete chiedendo: che cosa ha lasciato L a Rue? Che succederà adesso? Solo due cose possono dirlo: il tempo... e io! muhuhahahahahahahahahaa!
nel frattempo festeggiamo degnamente i tre grandi eventi di oggi: Halloween, il 30esimo compleanno del nostro investigatore preferito *Sììììììììì! ndTuttiIFanDiL* e il primo anniversario della pubblicazione della mia prima storia on-line (woohoo!!)

Come al solito, grazie a chi ha messo questa storia fra le seguite e a chi l'ha messa fra i preferiti, e anche a chi legge e commenta soltanto. Ciao e buon halloween a tutti!

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Capitolo 29
*** Capitolo 28: Preparativi ***


Light fissava il foglio bianco ormai da ore. Erano le 23.54 del 6 gennaio 2015, e mancavano solo 17 ore e 51 minuti allo scontro finale di Kira contro Dark L. Lei aveva detto di avere un'arma per batterlo, un'arma che, lei ne doveva esserne certa per averlo addirittura dichiarato in un comunicato pubblico, lo avrebbe sconfitto. Lui doveva prendere misure precauzionali, ma non aveva la più pallida idea di cosa fare: Dark L era stata estremamente abile nel non lasciar trapelare nulla.
L'unica arma a sua disposizione era Misa: solo i suoi Occhi avrebbero potuto vedere il vero nome dell'erede di L, solo Misa avrebbe potuto ucciderla. Sapevano solo le modalità dell'incontro, ma non chi ne avrebbe preso parte. Le uniche presenze certe erano quella di Dark L, la sua e Misa.
-Ci deve essere un modo...-


°°°


-Roger, è tutto pronto?- chiese Alex a Watari, che stava allestendo gli ultimi preparativi nelle rovine del magazzino Yellow Box. Avevamo ricostruito esattamente le stesse posizioni di chi aveva preso parte all'incontro la prima volta, con l'intenzione di riprenderle fedelmente: Ezdra, come Near fece a suo tempo, si sarebbe fatto trovare al centro della sala intento a costruire un castello di carte, con Alice, Alex, Mike e Matt intorno a lui; tutti avrebbero indossato dei cappelli neri e degli occhiali scuri per rendere difficile la loro identificazione con il favore delle tenebre. Roger sarebbe rimasto nascosto con un cellulare, per chiamare la polizia e l'ambulanza nel caso ci fossero stati problemi; e infine, io sarei saltata fuori dall'oscurità a metà della conversazione, come Teru Mikami fece a suo tempo, rivelando la mia vera identità a Kira. Misa avrebbe finto di scrivere i nostri nomi sul quaderno, fingendo così di averci uccisi tutti. Tutti tranne me, dato che Light, come lei ci aveva rivelato, aveva intenzione di finire Dark L personalmente; perché Kira stavolta voleva avere l'onore che non aveva avuto con mio padre, con Mello e con Near quando ce n'era stata l'occasione.
Vi sembrerà una cosa assolutamente frivola e teatrale, una sceneggiata che sicuramente nessuno dei nostri predecessori avrebbe approvato; ma io volevo fosse così. Quella in scena non era Dark L ma Rue Lawliet, la figlia di L che voleva vendetta nei confronti di suo padre, la ragazza orfana che voleva vedere il terrore di Kira nel rendersi conto di essere circondato dai fantasmi di quelle persone che lui credeva di aver distrutto per sempre. Voleva che anche loro fossero lì in un modo o nell'altro, anche se solo simbolicamente, per assistere alla disfatta di colui che li aveva sconfitti: quello sarebbe stato il giorno della sconfitta di Kira, quella sera sarebbe stata la sera della loro rivalsa.
-Sì Alex. Se i miei calcoli sono esatti, Near e i suoi uomini si trovavano in questo punto al momento dell'incontro.-
Alex annuì e s'infilò il cappello nero, abbastanza grande da nascondergli i capelli e parte del viso, e gli occhiali scuri: su di lui facevano molto effetto agente segreto, oltre a renderlo estremamente attraente...
-Alex, quest'abbigliamento ti sta una favola! Guarda, questo completo scuro sembra ti sia stato cucito addosso!- gioì Alice, felice di aver scelto lei i capi d'abbigliamento (come sempre, del resto).
-Sì Alice, i tuoi gusti stilistici sono impeccabili. Ma il completo mi sta piccolo.-
-Smettila di lamentarti, Michael.-
-Ma perché dovete sempre tirarmi in ballo?!- chiese Mike alzando gli occhi al cielo e puntando una pistola giocattolo alla nuca della sorella, che era troppo impegnata a giocare con il game-boy per dare confidenza a qualcuno.
-Infatti sono Ezdra. E non dovresti essere sorpresa delle mie lamentele, i pantaloni mi stanno almeno tre centimetri sopra le caviglie.-
-Fammi vedere... lo sapevo, te li sei fatti accorciare! Si vede benissimo!- urlò Alice -Perché lo hai fatto?-
-Perché io non voglio questi vestiti neri. Voglio essere vestito come al solito- disse Ezdra abbassando gli occhi sulla porzione annerita del pavimento che Roger stava ispezionando.
-Ma non puoi! Il bianco stonerebbe con il cappello!- protestò Alice.
-E allora procuragli un cappello bianco! Se lui vuole vestirsi di bianco lasciaglielo fare: stiamo per scontrarci con Kira, non stiamo andando a una sfilata di moda!- dissi ad Alice per evitare altre proteste.
Ezdra mi guardò, e da i suoi occhi trasparì un lampo di gratitudine. Anche lui voleva onorare il suo caro estinto, nel suo caso vestendosi come lui, e io non potevo non lasciarglielo fare.
Alice alzò gli occhi al cielo e si allontanò, borbottando qualcosa che suonava vagamente simile a "certa gente non capisce cosa sia lo stile..."
Comunque, stile o non stile, tutto era ormai pronto. Guardammo l'orologio, che ormai segnava le 14.56. Mancavano solo 2 ore e 49 minuti all'ora in cui la giustizia avrebbe trionfato... all'ora in cui noi avremmo vendicato i nostri cari...


°°°


Light e Misa arrivarono davanti ai resti incendiati del magazzino alle 17.44. Si guardarono furtivamente intorno, per assicurarsi che nessuno li avesse seguiti, per poi entrare in quello che ormai era più un cumulo di lamiere e mattoni in fiamme che un magazzino; appena entrati si trovarono davanti al più strano spettacolo a cui hanno assistito in vita loro.
Davanti a loro c'erano cinque persone, quattro delle quali vestite di nero che indossavano un cappello a tesa larga da gangster e occhiali scuri che circondavano la persona vestita di bianco al centro, che oltre al cappello da gangster bianco, indossava una maschera del tutto identica a quella che portava Near in occasione del fatale incontro del 28 gennaio di cinque anni prima. Light sorrise per quel curioso dejà-vu organizzato dai suoi avversari, che era facile riconoscere nonostante gli occhi e i capelli coperti: i due ragazzi dietro lo schieramento erano chiaramente Alice e suo fratello Alex, il ragazzino al centro loro "cugino" Ezdra, e davanti, i due ragazzini gemelli, Matt e Mike.
-Alice.- disse Light spostando lo sguardo su ognuno dei presenti -Alex. Ezdra. Matt. E Mike. Vorrei poter dire che è una spiacevole sorpresa trovarvi qui, ma purtroppo non è così. Avevo già capito chi voi eravate già da molto tempo.-
Ezdra alzò la testa a quella affermazione. Ovviamente Light li aveva riconosciuti tutti subito, e noi sapevamo già che sarebbe successo. E Light sapeva già che mancava solo una persona... -Sapete ragazzi, ammiro molto il vostro coraggio e il vostro ingegno. Avete indagato nonostante foste solo dei ragazzini, sviando così tutti i sospetti su di voi a causa della vostra età; però le vostre somiglianze con i vostri defunti parenti, che avete ostentato come se fossero delle medaglie al valore, vi hanno reso troppo riconoscibili fin da subito. Se avessi avuto subito i vostri veri nomi fin dall'inizio, non avrei esitato ad uccidervi subito dopo esserci incontrati la prima volta. E Misa è stata troppo ingenua per capire subito chi voi foste. Ma non si può biasimare, lei non ha mai avuto a che fare con Near e Mello. Però ora potrà degnamente rimediare.- Light si girò verso la moglie per dare alla moglie l'ordine di agire -Misa!-
Misa stava per sollevare la penna per scrivere i nomi sul Death Note quando una voce la fermò.
-Non così in fretta, Amane!-
Light sussultò a quella voce, mentre una figura varcò la soglia entrando silenziosamente nella sala. Era una ragazza dai capelli castani, che guardò Light Yagami dritto negli occhi durante tutta l'attraversata della sala.
-Light Yagami...- mormorò la ragazza quando finalmente raggiunse il centro, subito prima di afferrare la parrucca con una mano, facendola volare in aria e rivelando così la sua scomposta chioma corvina.
-...Kira...- sibilai, fissando l'espressione determinata comparsa sul volto di Light Yagami alla vista del mio vero volto -Io sono Dark L-



***


Angolo dell'Autrice: Siamo giunti alle battute finali: che dire, ora sapremo tutto. E ovviamente le sorprese non sono ancora finite... non sarò io a dirvi quali però: dovrete leggere il prossimo capitolo per saperlo...

Risposta alle Recensioni:
Lakisha95: New Entry n°1! sono strafelice che finalmente qualcun altro abbia commentato! Grazie mille per i complimenti e tranquilla, manca pochissimo alla fine... solo due o tre capitoli!
amanotsukiko4evr: Altra New Entry (Terry gongola)! Sono felice che la storia ti piaccia, e spero che il resto sia ancora alla sua altezza!

Grazie a: amimy, Lewaras, Only_Me, Ritsuka96, Soruccio, Targul, TheDarkWisher e _Bonnie_ che hanno inserito la storia fa i preferiti, e a: blackygrace, darkroxas92, erda, lain87, Lakisha95, Lewaras, rosi33, tenshifly, TheCrazyHatter, TheDarkWisher e _Bonnie_ che l'hanno inserita fra le seguite. Ci vediamo al prossimo aggiornamento!

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Capitolo 30
*** Capitolo 29: Conflitto Finale ***


-Light Yagami...- mormorò la ragazza quando finalmente raggiunse il centro, subito prima di afferrare la parrucca con una mano, facendola volare in aria e rivelando così la sua scomposta chioma corvina. -...Kira...- sibilai, fissando l'espressione determinata comparsa sul volto di Light Yagami alla vista del mio vero volto -Io sono Dark L.-
-Ben arrivata, Rue.- mi salutò Light, squadrandomi nel mio inusuale abbigliamento: pantaloni chiari molto larghi, con una maglietta bianca a maniche lunghe. Infagottata in quegli abiti così largi e sformati ero davvero la fotocopia vivente di mio padre, L -Mi stavo proprio chiedendo dove fossi. Sarebbe stato da vigliacchi sfidarmi in pubblico per poi mandare i tuoi complici da soli all'incontro. Non sarebbe stato da tuo padre, anche se non sarebbe stato da lui nemmeno riprodurre esattamente le stesse modalità d'incontro di cinque anni fa.-
Sorrisi. –Lo so bene, Light Yagami. Però in questo caso ho voluto fare un'eccezione: mio padre e i suoi successori non saranno qui presenti direttamente, ma meritano anche loro un riconoscimento per la tua disfatta. Diciamo che questa "sceneggiata" è tutta in loro onore... non ti sembra di tornare indietro nel tempo?-
Light sorrise maleficamente. -Molto divertente, ragazzina. Sei molto sentimentale, anche se sei la figlia e l'erede di L. Ma tutto quello che tuo padre e i suoi successori vedranno dall'aldilà sarà la vostra disfatta. Guardati intorno, ho io il coltello dalla parte del manico: basterà che ordini a Misa di scrivere i vostri nomi, e lei lo farà. Guardati intorno, ragazzina, non capisci che per voi è finita?-
-Non cantare vittoria troppo presto, Yagami. Ti ricordo che anch'io ho un Death Note, e che anch'io potrei usarlo, se solo lo volessi- gli ricordai.
I miei compagni mi guardarono, sconvolti per la mia affermazione mentre Light scoppiò a ridere quasi maniacalmente, in una risata talmente folle e malefica da far venire la pelle d'oca. -Muhuhahahahahaa! Tu non lo farai mai. Anche se hai in tuo possesso un quaderno non lo userai mai; sai perché lo so? Perché tu sei identica a tuo padre, Rue, e come lui prima di te neanche tu avrai il coraggio di usare direttamente quel quaderno. È per questo che il Death Note ha scelto me, quel giorno di tanti anni fa: perché solo io posso usarlo per portare giustizia nel mondo! Solo io posso usarlo per sconfiggere definitivamente il crimine, e grazie al suo potere il mondo mi riconoscerà come suo Dio e salvatore! E tutti coloro che mi si opporranno saranno eliminati, come tuo padre a suo tempo, e come accadrà a te fra poco!-
-Non posso credere a quello che sento.- disse Alex scuotendo la testa -Yagami, tu sei pazzo! Nessuno può scegliere chi ha il diritto di vivere, non importa quanto immorale possa essere il comportamento dei colpevoli.-
-Questo è tutto da vedere, ragazzino.- disse un Light completamente spiritato prima di voltarsi verso sua moglie. -Misa! Scrivi i nomi dei compagni di Dark L, e mostra a questi infedeli la potenza del volere di Kira!-
Era il momento: in quegli istanti tutto sarebbe stato deciso.
-Ah, Misa... non usare il tuo quaderno. Usa questo!- disse, tirando fuori dalla tasca un foglio di carta.
-Ma come Light... non ti fidi di me?- chiese Misa, fissando il foglio sicuramente strappato dal Death Note.
-Non è che non mi fidi di te, Misa. Loro sono entrati in casa nostra talmente tante volte che potrebbero aver sostituito delle pagine dai nostri Death Note senza che noi ce ne fossimo resi conto. Ho strappato questa pagina un pò di tempo fa, proprio per questa evenienza,- disse Light senza reprimere un sorrisetto ironico -così saranno sistemati anche se i nostri quaderni fossero stati manomessi in occasione di quest'incontro.-
-Potevi risparmiarti tutte queste cerimonie, Yagami: nessuno di noi qui presenti ha mai manomesso il tuo quaderno- disse Alex.
-Rue,- mormorò Alice a mezza voce -sei proprio sicura di quello che fai?-
Non risposi. In effetti non sapevo più cosa pensare.
Light ghignò prima di dare il segnale. -Misa, adesso!-
Misa abbassò il viso sul foglio e cominciò rapidamente a scrivere cinque nomi, mentre Light tratteneva a fatica le risate.
-Solo quaranta secondi, Dark L.- disse, cominciando a sghignazzare. -Fra quaranta secondi vedrai all'opera il potere del Death Note, e tutti i tuoi compagni moriranno uno dopo l'altro: aspetterò un pò prima di eliminarti, per darti il tempo di pentirti di aver voluto seguire le orme di L ad ogni costo. Dark L, preparati a dichiarare la tua sconfitta e a raggiungere tuo padre!-
Mike, Matt e Alice tremavano sul posto, mentre io, Alex e Ezdra cercavamo di mantenere un contegno. A quel punto cominciai a mettere seriamente in dubbio l'efficacia del piano. E se qualcosa fosse andato storto?
-Ho finito Light- disse Misa.
-Mostragli i nomi.-
Misa girò il foglio, e tutti poterono leggerne il contenuto.

Alex Weatherly
Alice Weatherly
Ezdra River
Michael Sinclair
Mattia Sinclair
Roger Ruvie


Mike urlò. -Lo sapevo che non potevamo fidarci, lo sapevo!-
Alice cadde in ginocchio cominciando a singhiozzare, mentre Matt cominciò a tremare.
-Se volete vi faccio il conto alla rovescia.- disse Light -...29 ...28 ...27 ...26-
La tensione era palpabile. Ezdra deglutì, mentre Alex lanciava occhiate nervose al mio indirizzo.
-...10 ...9 ...8 ...7 ...6 ...5 ...4 ...3 ...2 ...1! Addio ragazzi! Muhuhahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaa!-
Light rise a lungo prima di guardare davanti a se. E quello che vide fece morire la sua risata e sparire il sorriso dal suo volto.
Noi tutti eravamo in piedi, più o meno sconvolti e confusi ma comunque illesi dal punto di vista fisico.
-Che succede?- chiese Light Yagami, confuso e sconvolto quanto gli altri -Perché non morite?! Misa...!-
-Misa non centra assolutamente niente.- dissi –E non sono stata nemmeno io!-
-Di cosa state parlando? Ma allora...- Light ci guardò storto uno ad uno fino a fermarsi a me -...era tutto premeditato, non è così?-
-Non proprio tutto a dir la verità.- dissi.-Lascia che ti sveli un segreto, Light Yagami. Agli esseri umani che muoiono per mano di un Death Note viene proposta una scelta: morire definitivamente, e così riposare in pace ovunque essi siano stati destinati... o diventare Shinigami a loro volta, avendo così la possibilità di vendicarsi di colui o colei che ha posto fine alla sua vita. Dimmi, Light Yagami, chi secondo te, fra tutte le persone che sono morte a causa tua, ha rinunciato al suo eterno riposo per permettermi di sconfiggerti?-
Le pupille di Light si dilatarono a dismisura quando capì il senso delle mie parole. -Non è possibile! L non può essere tornato in vita!-
-Tu dici che non è possibile, ma lui lo ha fatto: è diventato uno Shinigami, e anche allora ha iniziato a lavorare per contrastarti. Ha consigliato Arina Maruko dopo la morte di Near, ha fatto in modo che io avessi a mia disposizione tutti i suoi dati sul caso Kira e infine, quando i tempi sono diventati maturi, ha fatto in modo che Watari mi trovasse, per farmi diventare la nuova L. E una volta diventata L, mio padre mi ha consegnato il suo Death Note, che però io non ho mai usato. Cosa che però non si può dire di lui.-
Light era sconvolto dalle mie rivelazioni, e per questo pendeva dalle mie labbra.
-Sai Light, Il Death Note ha 121 regole in totale, di cui alcune sono completamente inutili e prive di senso... senza offesa per lo Shinigami qui presente, ma francamente non credo sia importante che i Death Note rossi o bianchi abbiano lo stesso effetto dei quaderni neri. Però mio padre ha studiato tutte le regole e le leggi degli Shinigami per trovare tutte le possibili scappatoie per rendere inefficace il tuo Death Note su di noi senza rimetterci le penne, e finché ha potuto ci ha aiutati; finché non è stato costretto ad uccidere Teru Mikami prima che lui potesse ucciderci dopo la festa di Akira. -
Light sussultò sentendo l'ultima parte del discorso. Non poteva credere a quello che stava sentendo.
-È stato obbligato a farlo, ma ha anche fatto in modo che dalla sua morte risultasse qualcosa di buono.- continuai -Ti sei chiesto perché non si sia limitato ad ucciderlo programmando l'ora della morte, anziché fargli scrivere anche i nostri nomi in modo sbagliato?-
Light tacque. Tutti nella sala aspettavano la risposta alle domande che frullavano loro in testa, e solo io potevo dargliele.
-Esistono due regole che determinano delle condizioni in cui il Death Note perde completamente la sua efficacia: una è la regola n°38, detta regola della contemporaneità: mio padre l'ha usata quando hai scritto il mio nome sul Death Note per verificare un mio grado di parentela con L quando ci siamo incontrati per la prima volta.-
Light boccheggiò. -Tu sei davvero Rue Lawliet...-
-La seconda regola è quella su cui ha lavorato più di tutte: era la regola che avrebbe garantito l'immunità totale a tutti noi, se correttamente messa in pratica: sto parlando della regola n°25: Qualora si scriva erroneamente per quattro volte il nome di una determinata persona avendone in mente il volto il Death Note non avrà più efficacia su tale persona. Però questa regola aveva due ostacoli, rappresentati dalle regole n°71 e 72: I nomi non dovevano essere sbagliati intenzionalmente, oppure lui non solo sarebbe morto, ma il quaderno avrebbe continuato ad avere effetto su di noi; quindi elaborò una strategia per fare in modo che la regola avesse comunque effetto anche se non avesse scritto i nomi lui personalmente. Ha fatto recapitare delle buste a tre criminali dietro le sbarre, in modo che ricevessero così le nostre foto con i nostri veri nomi scritti sopra e dei frammenti di quaderno: così, al momento giusto, i detenuti scrivevano i nostri nomi secondo le indicazioni date dal Death Note di L, senza sapere cosa stessero facendo, né capendo di star scrivendo male i nomi, dato che in quel momento stavano subendo tutti un danno cerebrale più o meno grave. Teru Mikami è stato il quarto uomo su cui mio padre ha usato il metodo: stavolta lui aveva davvero intenzione di ucciderci, e ha inconsapevolmente scritto male i nostri nomi: la regola 25 è stata pienamente rispettata, e ora siamo tutti immuni al Death Note. Dimmi, Yagami... come ci si sente ad essere stati fregati dal proprio arcinemico che credevi non rappresentasse più una minaccia?-
Light era rimasto a bocca aperta come tutte le persone lì presenti: solo io e Alex sapevamo del piano di L, poiché avevamo letto il messaggio nascosto nel bauletto sotto il melo e i fogli compilati dai tre criminali al momento della loro morte. Eravamo in una botte di ferro, e Light non poteva usare il Death Note su di noi... anche perché i quaderni in suo possesso erano stati manomessi: prima che mio padre fosse ammonito per avermi salvata con la regola della contemporaneità, lui aveva già scambiato le pagine del Death Note di Light e Misa con delle pagine provenienti direttamente dal suo quaderno; e ovviamente loro non si erano accorti della sostituzione, né avevano motivo per farlo dato che i quaderni avevano continuato a funzionare regolarmente. L lo aveva fatto perché non sapeva se la regola fosse valida solo per il suo Death Note o per i tutti i quaderni esistenti: sapeva che così Light o Misa avrebbero potuto vederlo, ma lui era stato abbastanza abile da non farsi scoprire... permettendo così la disfatta definitiva di Kira.
Light cadde in ginocchio, tremando come una foglia. Ormai era inutile negarlo, ormai era finita: eravamo immuni al Death Note e in superiorità numerica: il regno di terrore di Kira era finito.
Però, dopo poco tempo, Light cominciò a ridere come un folle sotto il nostro sguardo attonito.
-Muhuahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaa! Credi davvero di aver vinto, Rue Lawliet?- disse, alzandosi in piedi e sorridendo al mio indirizzo -Non è affatto così. Sai, avevo previsto una situazione simile... ed è per questo che avevo preso delle precauzioni!-
Infilò rapidamente la mano in tasca e ne estrasse una piccola pistola. Restammo tutti allibiti di fronte a quella sconcertante rivelazione.
-Addio... Dark L.-
-No!- urlò Alex frapponendosi fra me e Kira.
Sentii uno sparo e un fiotto di calore proveniente dal petto. La vista cominciò ad appannarsi. Vidi Alex voltarsi verso Misa e con orrore si accorse che aveva in mano una pistola ancora fumante; la giovane donna barcollò per un momento per poi cadere a terra.
Ma certo... Light doveva aver scritto il nome di Misa sul Death Note per prevenire una cosa simile: avrebbe finto di essere lui a spararmi mentre Misa avrebbe premuto il grilletto dall'altra parte, cogliendomi di sorpresa e cogliendo impreparati me e chiunque avesse tentato di proteggermi. Quel maledetto bastardo...
Sentii una risata quasi demoniaca rimbombare in lontananza, mentre il mio corpo diventava sempre più pesante e precipitava nel vuoto più totale...


***


Angolo dell'Autrice (in lutto per il cinquinnale della morte di L): Questo era il penultimo capitolo della storia di Rue Lawliet. Ora, a parte lo shock del finale... Vi è piaciuto il piano di L? Vi sareste aspettati una cosa simile? E Rue? Che ne sarà dell'eroina di questa storia? Continuate a seguire questa storia e lo saprete... e ricordatevi che la prossima puntata è il GRAN FINALE!

Risposta alle Recensioni:
amanotsukiko4evr: Lieta che il capitolo precedente ti sia piaciuto (anche se piuttosto breve rispetto agli standard), e spero ti sia piaciuto anche questo (anche se piuttosto lungo rispetto agli standard): chi ha vinto? Bé... tu che dici? Si saprà solo alla prossima puntata!

Grazie a tutte le persone che commentano e che hanno messo la storia fra le preferite e/o fra le seguite. Ci vediamo alla prossima (nonché ultima) puntata!

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Capitolo 31
*** Capitolo 30: Rinascita ***


Sapete, quando sei certo di stare per morire ti passa automaticamente tutta la vita davanti agli occhi. Lo so, perché è quello che ho provato io subito dopo essere caduta nell'oblio del sonno senza risveglio a causa del proiettile che Misa aveva mi aveva sparato contro a causa della sentenza di morte firmata dall'uomo che lei amava a tal punto da poter dare l'anima al diavolo pur di compiacerlo. Forse neanche lei credeva che Light l'avrebbe fatto, che sarebbe arrivato a uccidere anche lei pur di eliminare l'ultima minaccia presente sul suo cammino.
Rivivendo tutta la mia vita fino a quell'istante, mi resi conto che gli ultimi mesi erano stati i più belli della mia vita: avevo trovato le mie radici, degli amici sinceri, qualcuno da amare... e soprattutto sapevo cosa fare della mia vita.
Quando il "tuffo nei ricordi" finì, mi trovai sdraiata su una superficie solida; mi guardai rapidamente intorno e mi resi conto di non essere mai stata lì prima: era una strada deserta, che si estendeva all’infinito, cui lungo un lato correva un muro.
-Ma come ci sono arrivata qui?- mi chiesi ad alta voce.
-È una bella domanda, sai?- disse una voce sconosciuta ma allo stesso tempo familiare alle mie spalle. Mi girai e vidi una figura rannicchiata con la schiena pigramente adagiata contro il muro che guardava curiosamente nella mia direzione. Strabuzzai gli occhi appena lo vidi.
-Papà?-
Ebbene sì, L Lawliet in carne ed ossa (più o meno) mi fissava con gli occhi sgranati senza muoversi dalla sua postazione. Cosa ci faceva lì? Eravamo davvero nell'aldilà? E quanto tempo era passato da quanto ero... morta?
-Sì, sono proprio io... o forse no.- disse semplicemente L, giocherellando con una zolletta di zucchero che tirò fuori dalla tasca dei pantaloni -Questo solo tu puoi dirlo.-

-Ma guarda un pò: anche se sei morto non hai smesso di parlare per enigmi- dissi scuotendo la testa in un finto segno di rimprovero. -Anche quando ci siamo incontrati la prima volta ero morto. Una sola volta, ma ero comunque morto- mi fece innocentemente notare. Touché.
-Comunque, che cosa ci fai qui?-
L sorrise. -Aspettavo che me lo chiedessi. Se sono qui può voler dire solo due cose: la prima, e apparentemente la più elementare, e che tu non sei più in vita e che questo è l'aldilà.-
Trasalii. Allora esisteva davvero la possibilità che fossi davvero morta.
-Ma ci sono delle prove che la smontano quasi automaticamente: dov'è la tanto citata luce bianca? Perché è così corporeo per essere un luogo che tecnicamente dovrebbe accogliere migliaia di anime? E soprattutto, perché questo posto è deserto?-
Mi guardai intorno. L aveva ragione: avevo notato anch'io quegli strani dettagli che mi avevano incuriosita fin da subito. Se quello era il Paradiso, l'Inferno, o il Mu citato dalla regola n°120 del Death Note, era un aldilà molto strano.
-Questo dovresti essere tu a dirlo: se questo posto è davvero l'altro mondo tu ci sei da circa un mese, mentre io sono appena arrivata!- protestai.
L sorrise. -Guarda un pò, ti sei detta la seconda teoria da sola.-
Come? In che senso mi ero "detta la seconda teoria da sola"? Quando fa così papà farebbe davvero perdere la pazienza anche a un santo. Comunque sospirai e ripensai attentamente a quello che gli avevo detto, finché la soluzione non arrivò da sola.
-Aspetta... questo posto è davvero l'altro mondo?-
-Brava, ci sei arrivata! E allora la seconda domanda sorge spontaneamente: se questo non è l'aldilà, allora cosa potrebbe essere?- chiese L.
In effetti il ragionamento non faceva una piega. Cominciai a pensarci mentre mi sedetti accanto a mio padre poggiando la schiena al muro.
-Allora la spiegazione può essere una sola.- dissi, quando giunsi alla mia conclusione -Questo posto è nella mia testa, e tu sei la rappresentazione dei miei pensieri.-

L si portò il pollice alla bocca, come soleva fare mentre rifletteva. -Brava, questa è un'idea molto intelligente. Però c'è qualcosa che mi sfugge: se questa è la tua testa, allora cosa ci faccio io qui?-
-Forse perché sentivo il bisogno di parlarti un'ultima volta... per comunicarti la mia decisione.- respirai profondamente, pronta a comunicare la mia decisione davanti a mio padre -Ho deciso di continuare ad essere Dark L anche dopo la fine del caso Kira. Voglio farne la mia missione di vita, proprio come te, papà. Voglio indagare sui casi impossibili che si presenteranno sulla mia strada, proprio come avresti fatto tu. So che il tuo allontanamento da me era mirato proprio ad impedirmi di prendere una decisione del genere, ma credo sia inevitabile: forse anche se tutto questo non fosse mai successo, adesso starei collaborando nell'ombra con la polizia di tutto il mondo sotto un'identità fittizia, un pò come L aveva fatto in precedenza. Sai, penso che il desiderio che la mamma ha espresso sul suo letto di morte si sia avverato: ti assomiglio troppo per prendere una decisione diversa da questa.-
L sospirò. -È proprio vero quel vecchio detto: tale padre, tale figlia. Forse era davvero inevitabile che tu in un modo o nell'altro finissi col diventare il mio successore- detto questo L si alzò in piedi e s'incamminò lungo la strada dritta.
-Papà? Dove stai andando?- gli chiesi mentre lo guardavo andare via. Stavolta non ricevetti risposta.
-L'unica cosa che posso fare a questo punto è augurarti buona fortuna e raccomandarti di non commettere i miei stessi errori. Non ti isolare dagli altri, Rue: ti faresti solo del male inutile- disse semplicemente, continuando a camminare avanti e senza voltarsi indietro.
Mio padre diventava sempre più distante e io mi alzai in piedi giusto un secondo prima che la strada cominciasse a svanire.
-Arrivederci, erede di L.- sentii dire a L, ormai troppo lontano per essere raggiunto -Arrivederci, figlia mia.-

Improvvisamente precipitai nell'oscurità. Quando ripresi i sensi, la prima cosa che sentii fu un misterioso e continuato "bip" che mi fece aprire gli occhi. E allora vidi di essere in una stanza completamente bianca, su un letto un pò scomodo dalle candide lenzuola bianche. Mi sentivo gli arti stranamente pesanti, come se non li avessi mossi da giorni. E forse non era solo una sensazione.
Provai a muovermi, ma sentii tirare stranamente il torace: dovevano avermi messo dei punti per richiudere la ferita del proiettile. Quel maledetto bastardo di Light Yagami...
-Sei sveglia.- disse l'infermiera che stava sistemando i fiori nel vaso sul tavolino vicino al letto -Hai dormito per tre giorni filati. E mi sembra giusto, tuo nonno mi ha raccontato che dormi poco la notte.-
-Cos... Cos'è successo?- chiesi con la voce stranamente impastata. Non ho dormito molto da una la vita intera e improvvisamente mi facevo tre giorni di sonno filati. Era una strana sensazione.
-Cosa ti è successo? Non chiederlo a me! I medici non hanno detto niente a nessuno: sei solo sotto antidolorifici, e nessuno ne sa la ragione.- disse l'infermiera dirigendosi verso la porta -Comunque i tuoi parenti saranno felici di sapere che ti sei svegliata. Non potrai ricevere visite prima di domani mattina, ma sappi che erano tutti molto preoccupati per te, specialmente il ragazzo più grande e sua sorella. -
L'infermiera uscì dalla stanza e io premetti il tasto sul telecomando del letto per far alzare il cuscino: i punti smisero di tirare per la nuova posizione del mio corpo, dandomi un relativo sollievo.
Nella mia testa turbinavano centinaia di domande, ma una mi premeva particolarmente: se io ero all'ospedale, e dalle parole dell'infermiera risultava che anche gli altri erano vivi, allora che ne era stato di Light Yagami? Le mie domande erano destinate ad avere una risposta prima di quanto pensassi, dato che appena l'infermiera uscì, nella stanza entrarono due marmocchi fin troppo familiari, un certo biondino che sembrava una biondina e una certa rossa che sembrava tanto un rosso. Insomma, erano i gemelli, Matt e Mike.
-Ah. Sei viva.- disse Mike.
-Michael, non puoi essere gentile per una volta nella vita?- disse Matt tirando uno scappellotto al fratello.
-Scusa Matt, ma rimango dell'opinione che Rue era meglio quando era in coma.- disse alla sorella come se io non ci fossi stata, o come se non fossi stata in grado di capire quello che stava dicendo -Insomma, almeno non diventava un semaforo in presenza di Alex, e loro non facevano gli smielati! Pensa che l'altro giorno li ho sorpresi mentre si baciavano!-
Mi sentii avvampare, mentre anche il macchinario a cui ero collegata segnalò che il mio cuore saltò un battito.
-COSA?!- Matt si arrampicò sul mio letto con gli occhi che le brillavano -Tu e Alex vi siete baciati?! Amica mia, devi raccontarmi tutto! Com'è stato? Bello? Dolce? Incredibilmente romantico?...-
Matt ormai mi bombardava di domande lanciando in contemporanea gridolini isterici, mentre Mike si batté una mano sulla fronte scuotendo la testa. Improvvisamente l'infermiera entrò nella stanza e guardò prima Mike e poi Matt, che continuava a scuotermi e a chiedermi del mai avvenuto bacio come se fosse stata una pazza isterica posseduta.
-Cosa ci fate qui? Non lo sapete che l'orario delle visite è passato da almeno un'ora e mezza?!- chiese l'infermiera portando via i due ragazzini.
Scossi la testa sospirando, quando all'improvviso la porta si riaprì rivelando un ragazzo castano con gli occhiali fin troppo familiare. A quella vista scattai a sedere mentre il macchinario segnalò una nuova irregolarità nella mia attività cardiaca.
-Alex, cosa ci fai qui?- farfugliai.
-Cosa vuoi che ci faccia qui? Sono venuto a trovarti.- disse sedendosi sulla sedia vicino al mio letto -Se non ti è di disturbo.-
-No.- dissi mentre i "bip" del macchinario si facevano meno insistenti -Nessun disturbo. Anzi, capiti proprio a fagiolo.-
-Già. Immagino che tu abbia parecchie domande a cui rispondere- disse Alex.
Annuii e respirai profondamente prima di fa sganciare la bomba. -Cos'è successo a Yellow Box? Che ne è stato di Yagami? E Misa è davvero...?-
-Ehi calma, non sparare tante domande o finirai col confondere qualcuno!- mi fermò Alex -Vuoi che ti dica tutto quello che è successo dopo che ti hanno sparato, non è così?-
Annuii aspettando impazientemente la risposta. Alex trasse un respiro profondo e cominciò a rievocare gli eventi di quella notte.
-Dopo che Yagami ha dato a Misa il segnale di spararti, lei si è accasciata a terra, morta. Lui ha cominciato a ridere e a schernirci, dicendo che dal momento che tu eri morta noi non avevamo più speranze di provare che lui era Kira, e che ci avrebbe uccisi tutti. Allora Roger è saltato fuori dicendo di aver chiamato la polizia al cellulare e di aver azionato il vivavoce: avevano sentito tutto, e una volta che sarebbero arrivati gli agenti sarebbe scattato automaticamente l'arresto. Light allora è andato fuori di matto, è corso verso il corpo di Misa per recuperare il quaderno e scriverne i nomi di tutti gli agenti con cui era entrato in contatto alla centrale, ma prima che potesse farlo Mike gli è saltato alle gambe facendolo cadere a terra. La pistola gli è sfuggita di mano ed è partito un colpo; Yagami ha iniziato a urlare e a contorcersi, urlava al suo Shinigami di fare qualcosa e di ucciderci tutti prima che arrivasse la polizia. A quel punto un quaderno ha cominciato a volare, e Yagami ha cominciato a ridere per poi morire dopo alcuni secondi. Allora mi sono avvicinato al Death Note volante e ho letto il nome "Light Yagami". Tutto questo putiferio e alla fine Kira è stato ucciso dalla sua stessa arma. Il resto lo sai: sono arrivate la polizia e l'ambulanza e hanno scoperto che tu eri ancora viva.-
Mi rigirai il braccialetto che portavo al polso un pò a disagio: Light aveva assassinato Misa per di arrivare a me; Misa voleva solo vivere una vita normale con la sua famiglia e per farlo si era rivolta all'unica amica sincera che aveva trovato negli ultimi dieci anni. Alice doveva esserci rimasta malissimo: era stata l'unica ad aver visto Misa come una persona anziché come "secondo Kira" da non si sa quanto tempo. Dal momento in cui riuscii a vedere nella sua orbita, quando Misa si trasformò da carnefice a vittima, non potei fare a meno di provare pena per lei. In fondo era una brava ragazza, e nonostante i suoi sbagli non meritava di fare quella fine.
Ma chi ci aveva rimesso più di tutti era stato indubbiamente il piccolo Akira Yagami: per la stupidità di suo padre ora era orfano e con un potere che andava al di là della comprensione umana. Secondo il testamento di Light e Misa, ora la tutrice legale del bambino era la zia paterna, Sayu Yagami. Ovviamente era sconvolta per la rivelazione che suo fratello era in realtà Kira, ma accettò comunque di prendersi cura del nipote. Alex mi disse che proprio il giorno prima Alice era andata a trovare Sayu per raccontarle del potere che Akira aveva ereditato da sua madre e per chiederle di non nascondere al piccolo la verità sui suoi genitori: perché Akira deve sapere perché è orfano, e soprattutto deve capire in tempo che uccidere chi commette il male non è una soluzione, ma è solo fonte di altro dolore. Deve sapere che nonostante tutto il male che hanno fatto e tutto il dolore che hanno causato, i suoi genitori non erano cattivi, ma avevano solo avuto la sfortuna di imbattersi in un potere troppo grande per essere controllato, e che avevano capito troppo tardi che ciò che stavano facendo era sbagliato. Speravo solo che Akira capisse tutto questo, e che un giorno lui riuscisse in qualche modo a riscattare il nome dei suoi genitori attraverso le sue azioni future.
Perché, anche se è stato un bastardo della peggior specie, anche se è stato lui a far uccidere mio padre, anche se ha calpestato la sua stessa famiglia per raggiungere i suoi scopi, non si può negare che Light Yagami sia stato uno dei più grandi personaggi che la storia abbia mai visto.


°°°


Alcuni giorni dopo io e Alex andammo da soli a far visita all'orfanotrofio in cui sono cresciuta. Lui era eccitato, perché era la prima volta che andava in America e fremeva dalla voglia di vedere New York dal vivo. Ammetto che anch'io volevo visitare la città insieme a lui: può sembrare strano detto da una ragazza nata e cresciuta a New York, ma in verità un pò per la mia scarsa voglia di uscire dalla mia stanza, un pò per le grandi dimensioni della città, non ero riuscita a visitare tutta New York in diciassette anni di vita. E poi volevo passare un pò di tempo da sola con lui.
Il direttore dell'orfanotrofio, il vecchio signor Philips, era sorpreso di rivedermi così presto: immaginava che sarebbero passati anni prima che mi facessi di nuovo viva, e invece ero tornata a quella che volta era la mia casa dopo soli quattro mesi.
Sembra incredibile, ma è così: sono passati quattro mesi esatti da quando Watari mi aveva prelevata dall'orfanotrofio seguendo la pista indicatagli da mio padre e scoprendo così l'esistenza della figlia segreta di L. Se penso che prima di allora ero solo una ragazzina qualunque un pò strana, ma comunque abbastanza folle da indagare da sola sul caso più complicato della storia mi viene da sorridere: anche prima ancora di scoprire le mie vere origini ho dimostrato di essere proprio figlia di mio padre fino in fondo.
Ed è proprio per mio padre che tornai a New York; io e Alex aspettammo pazientemente la notte per farlo: riesumammo mia madre, Kyrie Jordan, dopo diciassette anni dalla sua morte. Quando aprimmo la bara fummo sorpresi di averla trovata quasi intatta. Non era molto diversa dalla ragazza della visione che mi aveva mostrato L poco prima che morisse: una ragazza di diciotto anni dal viso pallido e grazioso, dalla folta capigliatura color mogano con uno strano ciuffo aperto sull'occhio sinistro che copriva completamente il destro. A diciassette anni dalla morte, aveva il viso tirato e ancora più pallido e il corpo era sformato, segnando che indubbiamente fosse morta subito dopo un parto travagliato. A quella vista sentii un groppo alla gola.
-Rue, è il momento- mi ricordò Alex. Mi ridestai dallo stato di shock in cui ero caduta e presi l'urna che conteneva le ceneri di mio padre. Sollevai le braccia di Kyrie e posai l'urna sul suo petto per poi incrociare nuovamente le braccia, facendo così in modo che sembrasse che l'abbracciasse.
Non sapevo fino a che punto fosse legale quello che stavo facendo, ma sentivo che era la cosa giusta da fare: L e Kyrie si amavano veramente, ed avevano il diritto di essere uniti nella morte come non erano riusciti a stare uniti in vita. E seppi di aver fatto la cosa giusta proprio un momento prima che la tomba di mia madre fosse nuovamente sigillata: prendetemi per pazza se volete, ma nel momento in cui guardai il viso di Kyrie per l'ultima volta prima che le restituissi l'eterno riposo, mi sembrò che stesse sorridendo come se avesse voluto dirmi "grazie".
Dopo aver gettato l'ultima manciata di terra sulla tomba, presi il pennarello indelebile dello stesso colore della scritta già scolpita nella roccia che mi ero portata dietro e aggiunsi un messaggio alla lapide con la preghiera che non fosse cancellato:

Kyrie Jordan N: 21/08/1979 - M: 05/11/1997
L Lawliet N: 31/10/1979 - M: 03/12/2014

Grazie per avermi permesso di continuare a vivere. Se non fosse stato per voi oggi non sarei qui. Con affetto, vostra figlia.
Rue Philomena Lawliet, 17/01/2015


Posai per l'ultima volta un sasso sulla tomba dei miei genitori e prima di avviarci verso il cancello che era stato lasciato per noi, riuscendo a varcarlo appena un secondo prima ch la guardia notturna lo chiudesse.
-Come ti senti?- chiese Alex mentre ci dirigevamo a piedi verso l'orfanotrofio.
-Come vuoi che mi senta?- gli chiesi in risposta -Qualcuno doveva farlo, e quel qualcuno dovevo essere io: i miei genitori sono morti per darmi la possibilità di vivere, sarebbe stato da ingrati non ricambiare il favore. E poi meritavano di essere di nuovo insieme.-
Alex annuì. -Da come mi hai parlato della visione di L si capisce che lui amava molto tua madre.-
-Già. Al punto che persino il noto detto "finché morte non vi separi" non ha retto con la loro coppia.- sorrisi per l'ironia della sorte -La morte li ha uniti anziché separarli.-
-Io non parlerei di morte, ma più di una figlia eccezionale.-
Sospirai scuotendo la testa. -Sai Alex, mi chiedo come tu possa vedere tanti pregi in me: ogni volta che parli di me sembra quasi che tu stia parlando di una specie di dea scesa in terra.-
-In effetti un difetto ce l'hai: hai poca fiducia nelle tue capacità- disse.
-La fiducia nelle mie capacità non centra: sarò anche colei che ha appena acquisito il titolo di miglior detective del mondo, ma in fondo sono solo una larva asociale che beve litri di succhi di frutta. Fidati Alex, non sono poi questo granché- dissi -Se non fosse stato per te, per Alice, per Ezdra, per Roger e per i due gemelli a quest'ora Kira sarebbe ancora a piede libero. Non importa quanto tu sia dotato, da solo non riuscirai mai a cambiare il mondo. Ma è questo che lo rende un posto così meraviglioso.*-
Non so da dove mi sia uscita una frase così profonda: in quel momento mi sembrò che mio padre l'avesse mormorata nel mio orecchio, come per dare un ultimo insegnamento all'umanità attraverso me.
-Hai proprio ragione, Rue. Però tu potrai cambiare il mondo, perché tu non sei sola. Non lo sei stata contro Light Yagami, non lo sei stata mentre lottavi per vivere in un letto d'ospedale e non lo sarai mai.- Alex mi abbracciò e rimanemmo in quella posizione per quella che mi parve un'eternità.
-Grazie, Alex- mormorai mentre mi staccavo dal mio compagno di avventure.
Ci guardammo negli occhi per un istante infinito, per poi unire le nostre labbra in un bacio caldo e appassionato. Perché, noi ce n'eravamo accorti da tempo, a me e ad Alex non servivano parole per comunicare.
Aveva ragione, anche su quello che aveva detto sul non essere soli: io, Alex e gli altri eravamo una squadra imbattibile, e finché saremmo rimasti uniti avremmo potuto affrontare qualunque sfida.
Papà lo aveva capito troppo tardi, ma ha lottato anche contro la morte per insegnarmelo e per impedirmi di compiere il suo stesso errore di isolasi dai suoi cari per proteggerli. Ed era servito, perché avrei seguito quell'insegnamento fino alla fine dei miei giorni.
Non so se riesci a sentirmi L, ma ti prometto che sarò la tua degna figlia ed erede, e che farò l'impossibile perché tu e la mamma siate fieri di me. Grazie L. Grazie papà.



***

* citazione dal film "Death Note: L Change the WorLd"

Angolo dell'Autrice: E così si concluse la storia di Rue Lawliet. Spero che siate tutti più o meno soddisfatti dal finale (fan di Kira, fan di L e fan della coppia RuexAlex, AlexxRue -non so come si scrivono i pairing, spiacente-). Comunque, sappiate che ho una mezza idea di scrivere una versione della storia seguendo la storyline originale -con Near, il quartier generale e compagnia bella-, ma ancora tutto da definire, e non si sa nemmeno se sarà fattibile una cosa del genere. Le uniche cose certe sono due: 
1) Una fan fiction dedicata a Sonic (chi? ndTutti) alle prime fasi di scrittura già praticamente pronta per essere postata,
2) Un probabile riscrittura della mia PRIMA STORIA ORIGINALE su questo sito (è il primo capitolo di una trilogia originale) per cause di forza maggiore

Nel frattempo vi dico una cosa: "la madrina" di questa storia (colei che mi ha consigliato l'ascolto di L's Theme A che mi ha dato l'ispirazione per tutta questa storia), per le stesse cause del punto 2 sopra citato sta pubblicando il suo capolavoro su questo sito: se volete leggerla, sappiate che è fra le Originali - Noir e che s'intitola "Electra: La Luce Assassina" e che vi piacerà se siete fan di Death Note (la sua fonte d'ispirazione primaria). Purtroppo il rating è Rosso, e per questo non tutti potranno leggerla. -sigh- Leggetevela, ve la consiglio!

Risposta alle Recensioni:
amanotsukiko4evr: perdonami per il ritardo S-P-A-V-E-N-T-O-S-O, ma alla fine ho aggiornato. Spero che la conclusione sia stata di tuo gradimento (visto? alla fine Rue non è morta! ahah! XD)

Inoltre ci terrei a ringraziare: TheDarkWisher e Ritsuka96, che oggi non sono qui per cause di forza maggiore, e gli altri che hanno letto e commentato e inserito la storia fra le preferite e le seguite (_Bonnie_, Targul, TheDarkWisher, Soruccio, Ritsuka96, Only_Me, mizar89, Lewaras, amimy, blackygrace, darkroxas92, lain87, Lakisha95, rosi33, tenshifly, TheCrazyHatter) e tutti quelli che prima facevano parte dell'elenco mai poi si sono "ammutinati", e chi, in un modo o nell'altro mi ha dato qualche ispirazione (TheDarkWisher e Serenetx in primis -oltre ad altri che quasi sicuramente ho dimenticato di ringraziare-).

Inoltre, Death Note e i suoi personaggi NON mi appartengono, ma sono dei mitici Tsugumi Ohba e Takeshi Obata.

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