AN ANGEL UPON MIAMI'S STREETS di JulyAneko (/viewuser.php?uid=22)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Street One ***
Capitolo 2: *** Street Two ***
Capitolo 3: *** Street Three ***
Capitolo 4: *** Street Four ***
Capitolo 5: *** Street Five ***
Capitolo 6: *** Street Six ***
Capitolo 7: *** Street Seven ***
Capitolo 8: *** Street Eight ***
Capitolo 9: *** Street Nine ***
Capitolo 10: *** Street Ten ***
Capitolo 1 *** Street One ***
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INTRO:
Ciao ragazzi!! Volevo presentarvi questa mia piccola storia un po' diversa dalle
altre... perché?! Perché non parla di persone comuni, ma bensì
di ragazzi che hanno alle loro spalle una storia terribile e che tuttora lottano
per la sopravvivenza in un mondo che li ha visti crescere troppo presto...!
Spero di aver illustrato bene tutte le situazioni, i dolori e le gioie e di
non averle lasciate legate al mio cuore... Spero solo vi piaccia... ^^
July*Aneko
LEGENDA:
-dialogo-
/pensiero/
ricordi
storie
altro...
AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
ONE]
Il dolore più grande, è perdere la persona più importatente della propria vita, colui che ti ha salvato, la vita..
Il campanello suonò
ripetutamente, una ragazza mora si affacciò alla finestra di un appartamento
al terzo piano di quel buco che avevano il coraggio di chiamare edificio. A
passi lenti si diresse verso la porta, schiacciò il bottene per aprire
il portone d'entrata, che era un miricolo se funzionava ancora, e poco dopo
si decise ad aprire la porta di casa. Pesantemente tornò a sedersi su
un divanetto, aveva la faccia abbattuta che non lasciava trasparire nessuna
emozione...
Sentì dei passi veloci salire le scale e, finalmente, vide il ragazzo
che aveva suonato: alto, dai capelli mori che gli arrivavano alle spalle e piccoli
occhi neri. Guardò per un attimo la ragazza poi sibillò -Dov'è?-
-E' da due giorni che non esce di camera- disse apaticamente lei indicando una
porta malandata alla sinistra del ragazzo.
-E tu le permetti di comportarsi così?- chiese alzando la voce
-E sentiamo, eroe, cosa dovrei fare?!- disse fra l'ironico e l'amareggiato la
ragazza.
-Uhm- sbuffò lui tirando fuori dalle tasce dei jeans un pacchetto si
sigarette
-No, bello! Qua non si fuma!-
Il ragazzo la guardò male e buttò il pacchetto su un mobiletto
di legno, fece qualche passo entrando definitivamente nell'appartamento e con
un calcio chiuse la porta.
-Vacci piano! Qua cade tutto a pezzi!-
-Lo vedo anche da solo, Annis!-
-Allora vedi di darti un contegno!-
Lui non l'ascoltò neanche e si piazzò davanti alla porta che prima
gli era stata indicata -Apri!- gridò.
Nessuna risposta...
-Ho detto di aprire!-
Nessuna risposta...
-Ma perché caxxo non la lasci in pace?!- sbraitò allora la mora
-Stanne fuori!- si girò verso di lei il ragazzo puntandole l'indice contro,
minaccioso -Sarah, o api questa porta o la sfondo! Non mi ci vuole molto, sai!?-
/Razza di bastardo ipocrita/ pensò la ragazza chiusa dentro quella stanza.
Aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto che le facevano vedere ancora meno i
già piccoli occhi castani. I capelli castani chiari le arrivavano poco
sotto le scapole, erano liscissimi anche se ora non sarebbe sembrato dato che
erano tutti scaruffati! Si alzò dal letto e girò la chiave della
porta, ributtandosi subito sdraiata sul materasso.
Il ragazzo entrò a passi pesanti e la vide sdraiata su un fianco dall'altra
parte rispetto a lui: poteva vederne solo la schiena e il retro delle gambe
piegate e rannicchiate al petto.
-Alzati-
Nessuna risposta...
-Alzati e finiscila, una volta per tutte!-
Nessuna risposta...
-Caxxo Sarah!-
-Cosa vuoi!- gridò lei girandosi e fulminandolo con lo sguardo, così
duramente che quasi gli incusse paura... Lui scosse la testa /Si può
sapere perché diavolo sei l'unica a farmi perdere le staffe?!/ -Finiscila
di comportarti a questo modo!-
-Vattene Austin!- urlò nuovamente lei ritornando nella sua posizione
iniziale.
-Fottiti! Non me ne vado finché non cambierai atteggiamento!-
-Allora perisci qua!!-
/Cosa caxxo devo fare con te, eh?! Me lo spieghi?!/ -Ho detto che devi finirla,
così facendo non lo riporterai certo in vita!-
-Non sono idiota, lo so!-
-E allora perché caxxo fai così?!-
-Sarebbe inutile spiegarti, tanto non capiresti!-
-Cosa non sarei capace di capire, sentiamo!-
-I sentimenti, Austin!- sbraitò alzandosi dal letto -Cosa ne vuoi sapere
tu dell'amore? Eh?!- disse più arrabbiata che mai arrivandogli vicinissimo
per guardare bene i suoi occhi... /Cosa spero, di trovarci qualche segno di
sensibilità? Questo non succederà mai...!/
-Sei una stupida! Tutto questo non ha importanza! Non ti puoi rovinare la vita
perché lui non c'è più!-
-E chi ti dice che mi sto rovinando la vita?-
-Perché lo vedo! Ti stai rovinando con le tue stesse mani! Caxxo, perché
non lo capisci?!-
-Forse perché non lo voglio capire!-
-SMETTETELA!!!- gridò a quel punto la ragazza mora che fin'ora era rimasta
in silenzio ad ascoltare, alzandosi dal divano ed andando di fianco ai due,
dividendoli un poco -Austin ha ragione, non puoi rimanere chiusa in quella camera
a vita! E poi, lo sai, torneranno...-
-Lo so, dannazione lo so!- disse con rabbia piegando la testa da una parte.
-E allora vediamo di non farci trovare impreparati!-
Sarah si direse verso il letto, sedendosi e portando le mani al volto -Lo odio,
quanto lo odio...!- mormorò mentre si sentiva pungere gli occhi dalle
lacrime che non tardarono a scendere sul suo pallido volto.
Il ragazzo le si sedette accanto, passando un braccio dietro la schiena di lei
-Lo so, lo so... è un bastardo, uno stronzo bastardo! Ma... non possiamo
lasciarci andare così, vuoi vendicare la morte di Jose, sì o no?-
-Sì, diavolo sì!- singhiozzò lei
La mora, restata sulla porta della camera, si appoggiò al muro e le sue
labbra si contrassero in un sorriso...
E da ora, dovevano ricominciare...
/Jose... Jose era tutto per me... Era mio padre, mio fratello, mio amico, il
mio ragazzo... era la mia ancora, Jose.../ pensava Sarah. Era seduta sul ciglio
del piatto tetto del suo palazzo. Molte volte si recava là quando doveva
pensare. Da lì poteva vedere gran parte della città, la sua città,
Miami...
Quanto la odiava? Tanto, troppo...
Le aveva portato solo sofferenze, un sacco di sofferenze!
Sì, la odiava! La odiava!
Odiava vedere quelle lussuose ville sul lungomare (o lungo-oceano, dovrei dire?!
^^), tutta quella ricchezza di macchine e quant'altro!
Odiava... odiava vedere quelle ville accanto a palazzine malandate e pericolanti!
Odiava vedere gli occhi felici dei turisti mentre ammiravano quelle ricchezze,
mentre andavano in cerca di qualche famoso vip...
Odiava, odiava tutto questo!
Loro, loro non sapevano quanta sofferenza nascondeva quella città!
Loro non potevano sapere, non potevano sapere che maggior parte delle persone,
là, non possedevano nemmeno una di quelle ricchezze! Loro non potevano
sapere...
/Jose.../
Jose, il suo Jose... Il ragazzo più dolce che avesse mai potuto incontrare!
Ecco l'unica luce della sua vita! Ed ora, ora che lui era morto, anche quella
luce si era spenta...
Se chiudeva gli occhi poteva ancora vedere la sua faccia limpida davanti a sé...
Ricordava ancora come l'aveva conosciuto...
...
-Torna immediatamente qua ragazzina!- stava gridando un
uomo dulla quarantina mentre la rincorreva una ragazza di diciassette anni.
-Diavolo!- correva, correva..
-Per di qua- si sentì dire mentre qualcuno la prendeva per un braccio
e la tirava dietro un piccolo vicolo in uno spazio ristrettissimo.
Ansimando per la corsa alzò lo sguardo e vide un ragazzo di poco più
grande di lei, dai capelli biondi che stava guardando da un angolo se l'uomo
arrivava.
-Chi sei?-
-Sshh!- la zittì lui. Passò qualche minuto e poi il ragazzo si
girò verso di lei -L'uomo se n'è andato, possiamo uscire da qua-
disse tornando nel vicolo, ma visto che la giovane non lo seguiva ritornò
da lei -Che fai, non vieni?- le sorrise
-Chi sei? Cosa vuoi?-
-Ah...- cominciò un po' perplesso -Sono un ragazzo che ti ha appena aiutato,
non voglio nulla da te...-
-Raccontalo a qualcun'altro!-
-Mah...- Lei continuava a guardarlo dritto negli occhi verdissimi, senza un
segno di debolezza -Veramente, io non voglio nulla! Sono un ragazzo come te!-
le sorrise nuovamente, ma un sorriso diverso dal precedente... era sincero e
puro, mai nessuno le aveva sorriso così, mai nessuno si era mostrato
così gentile con lei! -Cosa stava fecendo, ti stava inseguendo perché
hai preso qualcosa nel suo negozio?- chise poi allegro.
Lei si lasciò un po' andare, forse quel ragazzo non era pericoloso, forse
non l'aveva aiutata per portarsela a letto... -Sì, gli avevo chiesto
di poter lavorare nel suo negozio, ma lui ha rifiutato, così prima di
andarmene ho preso qualcosa...-
-Non si fa, signorina- disse lui uscendo da lì, stavolta seguito dalla
ragazza -Ma per fame... sì! Hai un posto dove stare?-
-Uhm?-
-Sì, dove vivi?-
-Ora da nessuna parte, sono scappata- disse quasi senza rendersene conto, sentiva
di potersi fidare di quel ragazzo!
Lui si fece serio -Victor Dalls-
-Sì...- balbettò, come faceva a sapere da chi era scappata? -Come...-
-Come lo so?- l'anticipò lui -Sei una bella ragazza, e lui ha solo merce
buona...- Lei chinò la testa, diavolo se era vero! -Allora, vieni con
noi?-
-Eh?-
-Siamo alcuni amici, abbiamo un posto dove stare, niente di speciale, sia chiaro!
Tiriamo avanti lavorando un po' qui un po' là, per ora non abbiamo fatto
molto lavori sporchi! Se vuoi possiamo provare a trovarti un lavoro-
-Uhm?- mormorò facendo un passo indietro
-Oh, un lavoro normale! Chessò... commessa?-
-Dici sul serio?-
-Sì- le sorrise di nuovo
-E perché?-
-Perché anch'io all'inizio ero finito come te, in un brutto giro, e la
maggior parte di noi-
-Grazie-
-Bene, sono felice che tu abbia accettato! Mi ispiri simpatia!-
Stavolta fu lei a sorridere, mentre si incamminavano verso casa, e, stavolta,
fu lui a rimanerne affascinato... -Come ti chiami?-
-Sarah-
-Sarah, e...?-
-Sarah e basta-
-Non hai un cognome?- domandò lui guardandola di sottecchi
-William-
-Sarah William- ripetè lui -Non ti piace?-
-No-
-Perché?-
-Io non piacevo ai mia, loro non piacciono a me-
-Ti hanno fatto qualcosa di male?- chise preoccupato, era sicuro che quella
ragazza avesse una brutta storia dietro di sé.
-Uhm-
Lui di colpo si fermò -Scusa, io non volevo... Sono un cretino, lo so!
Non voglio farti ricordare cose che possono essere brutte! Scusa, ma sai, io
sono orfano, i miei genitori mi hanno abbandonato e così un po' invidio
chi può aver conosciuto i propri genitori! Sai, anche se ti possono aver
fatto del male sono sempre coloro che ti hanno messo al mondo e ti voglio bene,
magari non se ne rendono conto e...-
-Ma tu non smetti mai di parlare?- lo interruppe lei guardandolo fisso
-Scusami è che...-
-Mia madre forse mi voleva bene, ma è andata via di casa quando io avevo
dieci anni. Mio padre è uno degli scagnozzi di Dalls-
-Oh... ehm... io...- /Sei riuscita a lasciarmi senza parole... strano per me.../
-Come ti chiami, tu?-
-Jose-
-Piacere, Jose-
Lui sorrise e la prese per mano ed insieme si avviarono alla casa...
Sarah si ambientò subito bene là, erano in molto a vivere in quell'appartamentino
ma la ragazza riuscì bene a fare amicizia con chi più e con chi
meno... più passava il tempo e più scopriva che tutti quei ragazzi
avevano una brutta storia dietro di loro, era ragazzi... diventati adulti troppo
presto! Troppo presto dovettero affrontare la vita faccia a faccia!
...
Sarah si passò una mano sugli occhi arrossati dal pianto e dal vento.
Dio come si erano legati fra loro! Gli ricordava tutti e di tutti ne sapeva
la storia...
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Capitolo 2 *** Street Two ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
TWO] Storie
simili e diverse, legate dalla sofferenza... Se non avessi incontrato lui,
forse ora sarebbe tutto diverso!
-Annis,
il mio nome è Annis Garrison-
si presentò così quella ragazzina dai corti
capelli mori dai riflessi rossicci e i grandi occhi nocciola. Dolce e calma,
gentile e un poco timida, per quanto fosse permesso esserlo in quel mondo!
Suo padre non faceva che bere e tornava sempre ubriaco a casa e picchiava la
madre. Un brutto giorno, prima che il marito rientrasse a casa la donna aveva
chiuso nella sua stanza la figlia e aveva aspettato in cucin, davanti al cassetto
delle posate.
Quando l'uomo era rientrato, prima che succedesse qualsiasi cosa, la donna afferrò
un coltello e uccise barbaramente il marito, che ancora più barbaramente
l'aveva sempre picchiata davanti agli occhi spauriti della figlia, e qualche
volta era toccato pure a lei...
La donna poi aveva chiamato la polizia, fu arrestata, e la figlia messa in un
centro di assistenza. Centro di assistenza un caxxo! Quella era una vera prigione
doveva facevano lavorare i ragazzi mattina e sera per i loro loschi scopi!
La fortuna di Annis? Aver incontrato Jose e sua sorella gemella Julia ed essere
scappata assieme a loro da quel posto.
Julia...
Il contrario del fratello...
Fredda, fredda come la pietra, come il ghiaccio... Più fredda della neve!
Era così che si presentava agli occgi di tutti!
Ma, infondo... era uguale al fratello...
Era più sensibile di un fiore, più sensibile del miele... ma non
diceva mai niente e continuava a portare la sua maschera d'indifferenza, mostrandosi...
fredda, freddissima!
Era facile per lei, all'apparenza, nascondersi dietro quegli occhi grigi, mentre
faceva svolazzare quei lunghi capelli biondi leggermente, ma molto poco, ondulati.
Austin...
Austin Tiffald lui sì che era un duro! Era quasi temuto dagli altri,
ed era il miglior amico di Jose.
Ma... ma anche lui aveva il suo passato, che voleva tener nascosto, da tutto
e da tutti...!
Suo padre era un uomo della malavita che sapeva usar bene la pistola... Una
volta portò il figlio, che lui considerava troppo gentile e buonanime,
ad una sua... "missione" e sotto i suoi occhi uccise una decina di
persone.
Uomo più crudele non poteva esistere...
Prese il figlio e lo portò a ridosso di uno di quei ragazzi mezzi sangiunanti,
gli fece impugnare la pistola e... sparare! Gli fece uccidere quel ragazzo,
che lui non sapeva neanche chi fosse e non sapeva neanche quale delitto aveva
commesso per essere stato "giustiziato" in quel modo così feroce...
Austin ne rimase vivamente traumatizzato e scappò di casa, poi conobbe
Jose, Julia e Annis ed insieme acquistarono quell'appartamento.
Il ragazzo, certo, cercava di lasciarsi alle spalle tutto questo e si mostra
forte e aggressivo, proprio come lo voleva il padre, che per lui era pur sempre
stato importante, troppo importante... Era diventato arrogante e privo di sentimenti,
ma lui, lui non era così!
E quanti altri c'erano
in quell'appartamento? Troppi, troppi... ma Sarah ne ricordava uno per uno!
Tutti i loro volti, tutte le loro storie!
Ormai era da tanto tempo che non vedeva alcuni di loro, altri, invece, li frequentava
ancora.
Da due anni lei, Annis e Julia avevano comprato un altro appartamento, con le
loro forze, e vi erano andate a vivere, ma pochi mesi dopo Julia era partita,
andata chissà dove, "A cercare fortuna"
aveva detto "Fortuna che qua non ho incontrato..."
Julia era diventata la miglior amica di Sarah, ed era stato un brutto colpo
vederla andare via... ed ora, ora anche Jose... ma Jose, non lo avrebbe mai
più potuto vedere...
-Piacere,
Samantha Dummer- le
disse una ragazza dai capelli castani scuri e gli occhi verdi. Era la ragazza
del miglior amico di Jose, Tyler, è per questo che era là anche
lei. Fra tutti forse era quella che aveva la storia migliore, per quanto potevano
esser chiamate "migliori" quelle storie... I suoi genitori l'avevano
abbandonata a Miami dopo una vacanza, con la quale, poi, avevano lo scopo di
lasciarla là all'età di quattordici anni. Non erano i veri genitori
quelli, bensì coloro a cui una nota e affascinante modella aveva lasciato
la figlia che le aveva rovinato per nove mesi la sua carriera facendole ingrossare
la pancia e non facendola lavorare per quell'arco di tempo. Samantha era cresciuta
con quei due signori per lei estranei, ma dopo quattordici anni lei era diventata
un problema e così... via, come e peggio di ciò che aveva fatto
la madre. L'avevano abbandonata nell'albergo in cui alloggiavano, il proprietario
la fece per un po' lavorare per lui e poi, visto che cresceva bene, decise di
ricavarcene più soldi e la "vendette" a Victor Dalls, ma prima
che potesse giungere a lui, scappò con l'aiuto di alcuni amici che si
era fatta lavorando nell'albergo.
Tyler, Tyler
Fartain si innamorò subito della piccola Samantha! Era un tipo molto
loquace e simpatico che fece subito sentire a suo agio la ragazza timida e insicura.
Era un tipetto con i capelli un po' ricci castani e stupendi occhi azzurri ed
una manciata di lentiggini che gli circondavano il naso.
Tyler cercava sempre di scherzare, ma nelle situazioni serie e dolorose si mostrava
sempre calmo e ragionevole.
Sua madre morì quando lui era acora bambino, per una grave malattia.
Lei e il figlio vivevano insieme agli zii, lui sapeva che la madre era malata,
così cercava di attirare su di lui l'attenzione dello zio che non esitava
certo a picchiarlo. Sua zia non muoveva un dito, anzi, lo trattava come un servo!
Gli zii pensavano al lavoro e al loro successo e quando rientravano a casa doveva
essere tutto perfetto, compresa la cena! Di certo non compravano le medicine
per la madre di Tyler, che stava ogni giorno peggio e che lui vedeva soffrire,
morire... Ma era forte, lui era forte...
Conobbe Jose, e subito divennero amici, e alla prima occasione lasciò
quella casa per unirsi all'amico.
Catharine
Myloc si era unita al gruppo per ultima, a sedici anni. La sua era una famiglia
povera, con molti bambini, non ce la facevano a mantenerli tutti così
Chatarine fu mandata a lavorare in un negozio dove il proprietario le dava anche
vitto e alloggio, o almeno così aveva detto ai suoi genitori... Sì,
le dava il posto dove vivere, cioè in un angolo del negozio su una brandina,
il cibo quando capitava. Ma la cosa peggiore è che più lei cresceva
e più diventava oggetto del piacere di quell'uomo spregievole!
A salvarla da quel posto, da quell'uomo, fu suo fratello, Garrett, che dopo
averla cercato invano per tutta Miami, l'aveva trovata stanca e pelle e ossa,
ma pur sempre molto carina con quei capelli color sabbia ricci e gli occhi neri.
Garrett
Myloc era un ragazzo alto dai capelli castani chiari e gli occhi scuri. Il più
grande del gruppo, il... "capo", si potrebbe dire! ^^
Era un tipo tosto che si faceva rispettare, che non gli piacevano le ingiustizie
e le malvagità! Era perfetto per dirigere qualla combriccola di giovani
ragazzi. Ora aveva ventisette anni.
L'altro "grande" di venticinque anni era Trevor Stevens un ragazzo
cresciuto per strada che si era fatto le ossa per sopravvivere in quel mondo
insieme ad una banda di teppisti... Era arrogante e face sempre tutto di testa
sua, ma questo soprattutto perché si sentiva in dovere di proteggere
gli altri ragazzi più giovani!!
Dio quanto gli piacevano
i capelli di quel ragazzo...!
Trevor aveva
i capelli a boccoli di un nero brillante che qualche volte sembrava avere dei
riflessi bluastri, li teneva leggermente lunghi, sotto l'orecchio, gli occhi
invece erano di un verde acqua stupendo. Trevor era un tipo che all'apparenza
poteva anche incutere terrore, alto e ben piazzato, era lui che teneva a posto
le cose coi teppistelli di strada che credevano di essere Dio in terra.
Nove, erano in nove a
vivere in quell'appartamento quando Sarah arrivò, con lei facevano dieci.
Poco dopo, prima dell'arrivo di Catharine, arrivò un altro ragazzo, si
chiamava Zachary Nicols.
Zac, un
ragazzetto biondo dai grandi occhi castani, era uscito da poco da un giro di
droga, in realtà lui non voleva neanche cominciare, ma... ma i soldi
mancavano e lui non sopportava di vedere sua madre sudare sette camicie per
procurarsi da mangiare e tenere la casa per lui e i suoi fratelli!
Beh, si era odiato per quello che faceva, soprattutto dopo aver conosciuto Annis,
dolce e gentile, anche con lui, un ragazzo della malavita. Ancora non sapeva
la storia di Annis ma quella ragazza gli piaceva, così iniziò
a fraquentarla e alla fine conobbe tutti del gruppo e decise di uscire da quello
stramaledetto giro di droga e unirsi a quella combriccola... combriccola che
però era riuscita a tirare avanti...
-Nicholas
Fayet- semplice,
schietto, un tantito arrogante, era stato Nico quando le si era presentato.
Quegli occhi di un azzurro cielo l'avevano impressionata, erano gli occhi più
belli che avesse mai visto. Teneva i capelli castani scuri molto corti cosicché
gli occhi si notavano ancora meglio... erano come una calamita, attiravano lo
sguardo su di loro, quegli occhi... Occhi pieni di dolore, però, erano...
Abbandonato, picchiato, lasciato a se stesso, a vedere la violenza che c'era
e poi... quella scelta. Victor Dalls lo voleva con la sé, perché?
Perché Nicholas era diventato furbo, duro, arrogante, nessuno lo batteva
per quanto riguardava i furti! Ma no, lui ci stava, non ci stava a stare al
servizio di un uomo così spregevole per il quale contano solo i soldi
e il piacere! No, lui non ci stava! Nico tentò tutto, scappò,
finché non trovò solidarietà in quei ragazzi...
Ecco, erano questi i
ragazzi che Sarah aveva imparato a conoscere e molte storie simili alle loro
erano all'ordine del giorno, in quella parte di città... in quella Miami
che tutti i turisti sognavano ad occhi aperti! Se solo avessero saputo tutto
ciò...
SARAH WILLIAM,
20 anni, lavora in una gelateria e frequenta la scuola serale
JOSE, morto
a 21 anni, lavorava in un ufficio delle poste
ANNIS GARRIS,
20 anni, lavora in un alimentari, frequenta la scuola serale
JULIA, 21
anni, segretaria in uno studio di architettura a Boston
AUSTIN TIFFALD,
22 anni, lavora in un'officina
SAMANTHA
DUNNER, 18 anni compiuti da poco, in cerca di un qualche lavoro
TYLER FARTAIN,
21 anni, lavora nella cucina di un ristorante, frequenta la scuola serale
CATHARINE
MYLOC, 17 anni, aiuta un'anziana fioraia
GARRETT
MYLOC, 27 anni, lavora in un'azienda automobilistica
TREVOR STEVENS,
25 anni, lavora nella reception di un noto albergo
ZACHARY
NICOLS, 23 anni, lavora in un grande fast food
NICHOLAS
FAYET, 22 anni, guardaspiagge e la sera cameriere in un pub
°°°Continua°°°
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Capitolo 3 *** Street Three ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
THREE] La
persona più importante del gruppo sapeva di doverli lasciare...? Io...io
sentivo che era così...
Quella sera Sarah la passò
sveglia, a rigirarsi nel letto cercando di dormire, ma non vi riusciva... Troppi
ricordi aveva avuto quel giorno, ricordi che le facevano male, che le facevano
male dentro...
Era ancora presto quando decise che era ora di smetterla di rimanere in quel
letto, si alzò e andò verso il frigo, era mezzo vuoto. Prese quel
poco di latte che vi era rimasto e lo mise sul fuoco. Indossava solamente una
maglia a mezze maniche abbastanza larga, grigiolina con sotto solo gli slip.
Si lasciò cadere su una sedia e poco dopo le mani raggiunsero il volto,
ma stavolta non uscì nemmeno una lacrima dei suoi occhi!
-Verrai domani, vero?- si sentì domandare, alzò subito lo sguardo,
Annis, e chi sennò? C'erano solo loro in quell'appartamento. -Co...come?-
biascicò, ma sapeva benissimo a cosa si riferiva l'amica.
-Il funerale... verrai?-
Sarah abbassò nuovamente lo sguardo...
...
-Promettimi una cosa Sarah!-
-Uhm, dipende- accennò facendo finta di pensare, Jose sorrise
-Che se morirò e noi staremo ancora insieme... tu non piangerai-
Lei lo guardò per un attimo titubante -Perché mi dici questo?-
/Premunizione, sesto senso... non lo so.../ -Perché vorrei che fosse
così...-
-Non posso farlo-
-Uhm-
-Mi hai insegnato tu che ai sentimenti bisogna dare libero sfogo... ed io non
posso soffrire senza buttare fuori questa mia sofferenza-
-Non voglio che tu soffra, tutto qua-
-Tu non morirai-
-No, se nel tuo cuore sarà sempre vivo il mio ricordo...-
-Smettila!- urlò la ragazza alzandosi dal letto su cui erano seduti -Non
voglio più sentirti parlare così!-
-Però... però una cosa la vorrei...- continuò lui -Voglio
che tu venga al mio funerale e voglio che sia solo tu a poggiare una rosa, una
rosa rossa, sulla mia bara...-
-Smettila! Ti ho detto di smetterla! Perché devi fare questi pensieri?!
Smettila!-
...
-Sì, verrò...- mormorò poi, dopo quel ricordo così
limpido nella sua mente... /Tu... tu lo sapevi? No, non penso, è stato
tutto così improvviso! Ma... te l'aspettavi, eh amore mio?/
-Sarah...-
-Annis, grazie!- l'anticipò lei, sorridendole -Non ce l'avrei fatta se
tu non mi avessi aiutato-
-Non devi ringraziare me, ma Austin-
-Sì, anche. Ma tu mi sei stata vicino i primi due giorni dopo la morte
di Jose, e sono stati i più tremendi...-
-Anche ora lo è...-
-Sì... sì, dannazione, sì!-
La mora andò verso i fornelli e spense il fuoco, prese due tazze e le
riempì col latte riscaldato, poi una la porse all'amica e una la tenne
per sé e, anche lei, si sedette. -Sarah...- incominciò tenendo
stretta la tazza di latte caldo -Ho... ho paura... Ora ho paura-
La castana tirò subito su lo sguardo sull'amica -Annis, non devi-
-Ma... loro torneranno!-
-Lo so... ma ti giuro che non ti toccheranno nemmeno con un dito!-
-Uhm, lo so come proteggermi, ora-
-Abbiamo imparato un sacco di cose tutti insieme, vero?-
-Sì! Dici che ci saranno tutti al funerale?-
-Lo spero proprio sennò li ammazzo di botte!-
-Ed io ti aiuterò!-
-Già!-
-Sarah...?-
-Uhm?-
-Jose era un ragazzo incredibile, era lui che non ci faceva litigare fra noi,
era lui a tenere alto il morale, era lui che ci rassicurava! Ma... ma io non
ho il diritto di parlare, mi spiace Sarah, forse non posso neanche immaginare
quanto stai soffrendo...-
L'altra rimase stupita dalle parole dell'amica, rimase un attimo a guardare
il vuoto, poi riportò le mani al volto e le ginocchia al petto, appoggiando
i piedi alla sedia e... e le lacrime ricominciarono a scendere copiose sul suo
volto di ragazza -Annis, io... io... io l'amavo!-
Dura, era dura e crudele quella verità. Finalmente aveva imparato ad
amare una persona senza diffidarne minimamente, e questa... questa ora non c'era
più! Odiava, odiava Dalls e i suoi scagnozzi! Jose non aveva fatto nulla,
nulla! E loro... loro lo avevano ucciso barbaramente con un colpo di pistola
al cuore! Il suo cuore... così pieno di sentimenti buoni e onesti...
Jose non odiava nemmeno chi l'aveva tradito, chi l'aveva maltrattato, non li
odiava! Non li odiava! Tutte le volte Sarah si domandava come facesse!
Lei, lei era capace di odiare, era capacissima di odiare! Ora più di
tutti odiava Victor Dalls, il mandante di quell'atroce delitto, l'uomo che l'aveva
usata, che l'aveva picchiata, che l'aveva venduta così tante volte per
ricavarne denaro! Lo odiava, oh quanto lo odiava! E poi... e poi odiava lui,
suo padre! Lui l'aveva messa nelle mani di Dalls, suo padre l'aveva lasciata
a quella vita! Ed era rimasto al servizio di quell'uomo spregevole! Ma la cosa
peggiore non era che li odiava perché le avevano rovinato la vita, maltrattandola,
li odiava perché le avevano portato via la cosa più bella che
potesse avere, che il mondo potesse avere... Jose
Erano quasi le dieci quando
qualcuno suonò alla porta, le due ragazze subito si irrigidirono, Annis
guardò dalla finestra, visto un viso noto aprì. Poco dopo un ragazzo
dal bell'aspetto, biondo, dai magnetici occhi scuri entrò nell'appartamento.
-Com'è?- chiese subito dopo aver chiuso la porta alle sue spalle -Scusate,
stupida domanda- continuò immediatamente dopo.
-Niente Zac- mormorò Sarah stravaccata sul divano a leggere un giornale.
-Ciao- sussurrò l'altra ragazza sfiorandogli con un dito le labbra mentre
lui sorrideva. -So che ieri è passato Austin...-
-Sì, mi ha fatto uscire di camera-
-Ci voleva un tipo come lui...-
-Zachary! Smettila di lasciare in sospeso le frasi! Non aver paura di parlare,
ormai niente può farmi più così male...-
-Scusa Sarah, è che...-
-Niente, niente... Scusa te, non volevo alzare la voce-
-Basta Sarah- intervenne Annis -Basta farsi questi maledettissimi problemi!
Ora pensiamo solo al funerale, a Jose...-
-...e a vendicarlo!- finì la castana per l'amica
-Tu sai chi è stato a sparare?- chise Zachary
-No... Sono sicura che ci stessero inseguendo quelli di Dalls, ma non so di
preciso chi...-
-Uhm- mormorò lui grattandosi il mento
-Sentite...- iniziò Sarah -Domani ci riuniremo tutti, ne sono sicura...-
-Julia e Nicholas non li vediamo da un bel po' di tempo... Trevor, Tyler e Samantha
più o meno si sentono...-
-Ti dico che domani ci saremo tutti, tutti!-
-S...sì...- sussurrò quasi impaurita dall'amica, Annis.
Dopo un attimo di silenzio Sarah ricominciò -Solo io appoggerò
una rosa, una rosa rossa e non bianca, sulla sua bara... così voleva
lui...-
-Certo Sarah, non dovevi nemmeno chiedercelo... non dovevi...- disse con un
filo di voce il ragazzo, trattenendo le lacrime dagli occhi...
...
-Zachary, dimmi una cosa....-
-Sì?- alzò lui gli occhi su quel ragazzo biondo che tanto ammirava,
seduto sul letto, poggiando la schiena al muro.
-Se succedesse qualsiasi cosa tu vorresti che fosse Annis a darti l'ultimo saluto?-
-Uhm?- biascicò sorpreso -Perché questi discorsi?-
-Niente così...-
Dopo un attimmo di silenzio Zac rispose -Beh, penso di sì, se in quel
momento a occupare il mio cuore ci sarà sempre Annis-
-Uhm... già... già, anch'io vorrei fosse così, anch'io
vorrei fosse Sarah...-
...
La giornata passò piatta e asciutta, Sarah non aveva nessuna voglia di
parlare anche se Zac era rimasto sia a pranzo che a cena. Andò a letto
cercando di dormire e riposare per sembrare il più tranquilla possibile
il giorno dopo... Ma come faceva ad essere tranquilla? Lei non era tranquilla!
Non poteva esserlo! Nella stanza accanto sentiva le voci di Annis e Zachary
parlare fra loro, sapeva di farli preoccupare... Sapeva che, con il suo comportamento,
faceva preoccupare tutti! Ma lei non riusciva a comportarsi in altri modi! Non
ci riusciva... non riusciva a tornare la Sarah spensierata e agguerrita di sempre!
Ora il suo cuore provava solo odio, solo rancore!
...
-Come fai ad essere sempre così gentile e altruista?-
chiese Sarah.
Stavano camminando già da un bel po' di tempo, accanto, su quella fine
sabbia... lei e Jose.
Lui alzò le spalle, oh quanto gli piaceva passare il tempo con quella
ragazza! Sì, alla fine si era innamorato di lei! Alla fine? Subito, subito
si era innamorato di lei... -Non so, mi comporto sempre così, mi viene
naturale...!- le sorrise
-Uhm- bofonchiò lei
-Pensi sia stupido questo mio comportamento?-
-Oh no! No, certo che no! Anch'io vorrei tanto riuscirci! Ma... non è
da me... Non riesco a sorridere al mio "nemico", non ci riesco...-
...
E no che non ci riusciva! E poi... se non ci riusciva prima, figuriamoci adesso!
Adesso che lui non c'era più!
Piano piano, persa nei suo ricordi, il braccio di Morfeo la portò nel
mondo dei sogni...
°°°Continua°°°
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Capitolo 4 *** Street Four ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
FOUR] Quanto
può essere duro dire addio ad una persona? Se l'avessi saputo... non
me ne sarei mai andata!
... -Sarah? Sarah?!- chiamò
per l'ennesima volta Annis -Sarah svegliati!-
-Uhm?!- mormorò questa rigirandosi nel letto
/E' da un bel po' che non dormivi per bene, eh?!/ -Su, devi preparati, dobbiamo
andare...-
La castano si passò una mano sugli occhi /Sono riuscita a dormire...
non l'avrei mai immaginato!/ Piano piano si alzò e si preparò.
Quando uscì dal bagno indossava un vestitino nero, leggero, sbracciato
che le arrivava al ginocchio.
Annis la guardò un attimo prima di porgerle una borsetta nera, diavolo
com'era carina! Era carina anche adesso, con gli occhi arrossati e un poco gonfi,
con le guance colorite e i capelli leggermente scaruffati che non trovavo una
piega giusta...
-Sono pronta...- mormorò prendendo la borsetta e accennando un mezzo
sorriso all'amica.
In poco tempo arrivarono alla chiesa, non molto nuovo, dove si sarebbe svolta
la funzione. Si sedettero sulle prime panche e da lì a poco una mano
si posò sulla spalla di Sarah che rimase immobile ad osservare la bara
davanti a lei. -Sarah...- bisbigliò una voce femminile al suo fianco,
della stessa persona che poco prima le aveva poggiato la mano sulla spalla.
-Ciao..- biascicò
-Dispiace a tutti, lo sai...-
Lei scosse leggermente la testa in segno di sì /Dispiace, dispiace...
Mi manchi, Jose.../
La ragazza mora accanto fece spazio alla nuova arrivata che con un braccio circondò
le spalle di Sarah. /Le lacrime, le lacrime... Non riesco a tenerle a freno...
Non ci riesco... No, devo riuscirci, per lui, per il mio Jose.../
Sarah si girò finalmente a guardare la ragazza che ora le stava di fianco,
era bella, molto bella, una bellezza genuina un po' infantile... aveva lunghi
capelli castani lisci e grandi occhi verdi, era ben fatta anche con le sue rotondità...
-Samantha...- a quel sussurrò lei strinse la mano all'amica, sì,
sapeva che stava soffrendo, ma nonostante ciò le sorrideva, cercava di
darle forza! Ora, tutti i suoi amici cercavano di darle forza! A lei, a Sarah
William! Tutto ciò sembrava un paradosso... ma era distrutta... era veramente
distrutta... aveva perso l'unica persona che avrebbe mai amato con tutta se
stessa!
Piano piano si girò e incontrò gli sguardi malinconici di Zachary
e Tyler, in fondo alla chiesa riuscì a intravedere Trevor che si era
intrattenuto a parlare assieme a Austin.
Sentì una presenza, in piedi, di fianco a lei, che la stava guardando,
si girò e prima che potesse capire qualsiasi cosa la figura l'abbraccio
stetta fra le sue esili braccia. Riconobbe subito quell'abbraccio e quei capelli,
l'unica cosa che poteva vedere di quella ragazza! Era Chatarine, era lei...
ancora magra, ma molto meno di come era arrivata con loro, dai capelli color
della sabbia riccioli e i grandi occhi neri che riuscì a vedere quando
questa sciolse l'abbraccio. Dietro di lei potè scorgere Garret, era da
un po' che non gli vedeva, ma ora erano lì... ora erano di nuovo tutti
insieme... sì, sapeva che quello sguardo che sentiva insistente su di
lei apparteneva a Nicholas, sulla destra della chiesa, in piedi con le braccia
conserte al petto, impassibile con quei suoi occhi azzurri... Ma, più
di tutto, più di tutti, sapeva che anche Julia era la vicino! Sì,
lo sentiva! Sapeva, o sperava, che in qualche modo la notizia della morte di
Jose le fosse arrivata, ed ora, sapeva, o sperava, che lei fosse la... la con
loro, la con lei...
...
La cerimonia in chiesa non durò molto, stavano uscendo tutti quando Sarah
si avvicinò alla bara che stava venendo chiusa -Un attimo...- mormorò
poggiando una mano all'estremità della modesta bara. Guardò il
volto bianco e cadaverico di Jose, non, lei non voleva ricordarlo così!
Lei l'avrebbe sempre ricordato come quel ragazzo sempre allegro e gentile che
era! -Ciao... ciao Jose...- gli sorrise con una smorfia in volto. Si portò
una mano alla bocca, baciandola, l'allungò verso il volto del ragazzo
e gli accarezzò una guancia -Ciao amore mio...- Mentre una lacrima le
solcava il volto si fece indietro, per poter far chiudere la bara... Sentì
una grande mano posarsi sulla sua spalla -Vorrei poter portare la bara- disse
un ragazzo dietro di lei che subito si girò incontrando quegli occhi
cristallini che la guardavano severi e impassibili. -Nicholas...-
-Ciao Sarah- biascicò lui
-Anch'io vorrei portar la bara!- disse Austin, sopraggiunto.
-Siamo in quattro- aggiunse Zachary indicando dietro di sé Tyler
-Perché non in sei? Ci siamo anch'io e Trevor!- esclamò, allora,
Garret.
Sarah sorrise leggermente /Di nuovo insieme.../
Mentre i ragazzi portava la bara, tre sulla spalla sinistra e tre sulla spalla
destra, le ragazze li seguivano a piedi, con dietro altre persone... tutti coloro
che Jose aveva aiutato, da tutti coloro che si era fatto "amare"...
era impossibile non voler bene a Jose... era impossibile...
Appena arrivati al luogo della sepoltura, dopo l'altra breve funzione Sarah
si avvicinò alla bara poggianta sul terreno scavato. Strinse il gambo
della rosa rossa che aveva nella mano fino a bucarsi con due spine e farsi uscire
due gocce di sangue... Strinse gli occhi mentre una lacrima le scorreva sul
volto /Non devo piagere/ si impose mentalmente -Ti amo, Jose- mormorò
prima di posare la rosa sulla sua bara...
Tutti stavano assistendo alla scena, silenziosi, solo qualche singhiozzo delle
ragazze rompeva quel silenzio tombale...
Ad un certo punto uno di loro si staccò dal gruppo, tornando sui suoi
passi e, facendo piano, per non far accorgere della sua presenza, andò
alle spalle di una ragazza dai lunghi capelli biondi leggermente ondulati che
stava nascosta guardando la funzione. Indossava un paio di pantaloni di pelle
neri con sopra una maglia a mezze maniche dello stesso colore con sopra una
scritta bianca, il tutto era coperto da un lungo cappotto invernale, nonostante
facesse molto caldo. I piccoli occhi grigi erano nascosti da un paio di occhiali
scuri da sole.
-Pensi di rimanere nascosta qua?-
A quelle parole improvvise e inaspettate la bionda si girò leggermente
allarmata e si trovò davanti un ragazzo alto dai capelli corvini tagliati
alle spalle e piccoli occhi neri.
lei respirò profondamente -Dalls, non è vero?- chiese tornando
a guardare la funzione ormai finita, infatti il parroco se ne stava andando
lasciando un gruppetto di nove ragazzi davanti alla tomba, ancora scoperta dalla
terra, di Jose.
-Sì, uno dei suoi scagnozzi...-
-Maledetto bastardo... Lui non meritava di morire!- dopo un attimo di pausa
continuò -Sarah? Come sta?-
-E' distrutta... e tu?-
-Io...- sibillò
-Allora, hai intenzione di farti vedere dagli altri o no?-
-Ho intenzione di tornare-
-Allora perché non ti sei ancora fatta vedere?-
-Senti Austin, non rompere! Ho voluto fare così! Tornate a casa, da noi,
vi raggiungerò...-
-Cosa caxxo vuoi fare?-
-Niente, niente, non ti preoccupare... Non ho ancora voglia di morire...- disse
girandosi verso il ragazzo /Dio, quanto sei bella! Lo sei sempre stata, bella!/
Austin le sorrise -Allora... allora ti aspetto a casa-
-Sì, a casa...-
Il ragazzo cominciò a tornare dagli altri, ma ad un certo punto si rigirò
-Ehi- incominciò puntandole l'indice contro -Non farti desiderare, Julia...-
Lei accennò un mezzo sorriso -Ormai l'ho fatto per ben due anni...- mormorò.
...
-Non ti capisco-
-Ah, se dovessi stare a capire le persone tutte le volte che non le capisco
sarei già morta e sepolta!-
-Julia... non fare dell'ironia, non è il momento-
-Non è mai il momento di fare dell'ironia nella situazione in cui siamo
nati e in cui tiriamo avanti..!-
-Hai ragione, ma... non capisco l'utilità di andartene!- le ripeté
per l'ennesima volta Jose, seduto sul letto mentre lei era impegnata a fare
la valigia.
-Voglio vedere di trovare un mondo mogliore dove possiamo vivere... Voglio vedere
nuovi posti, dove magari non c'è tutta questa delinquenza, tutta questa
povertà e tutta questa sofferenza!-
Jose abbassò la testa e per quasi un quarto d'ora i due stettero in silenzio,
lei che preparava la borsa e lui che pensava.
-Julia?-
-Uhm-
-Sta attenta... Non ti deve succedere nulla, semai noi siamo qua ad aspettarti!
Ricordalo!-
La ragazza sorrise -Lo so, fratellino- esclamò sedendosi al suo fianco
-Uhm, siamo gemelli... e siamo allo stesso tempo così uguali e così
diversi...-
-Jose, noi ci ritroveremo, io tornerò!-
-Lo so, ora lo so- sorrise lui, stavolta, portando un braccio a circondare le
spalle di lei. -Ti voglio bene, e non mi combinare casini!-
-Sì!- disse decisa poggiando la testa sulla spalla del fratello -Jose?-
-Uhm-
-Anch'io ti voglio bene-
...
Quanti ricordi aveva? Avevano fatto sempre tutto insieme, avevano sempre combattutto
insieme, finché lei non se n'era andata... Ma se sapeva che quell'arrivederci
era un addio... non se ne sarebbe mai andata!
Ormai era rimasta sola in quel cinitero, si avvicinò alla tomba di Jose
e, arrivatagli davanti, si tolse gli occhi lasciando vedere i piccoli occhi
di quel colore così raro e bello... -Mi sei mancato tanto... ora mi mancherai
ancora di più..- mormorò continuando a fissare la bara...
Piano piano fece scorrere le sue pupille da una parte per vedere alla sua destra
senza essere vista... Chi era quell'uomo vestito tutto di nero che la stava
osservando? ...
...
-Julia è tornata-
-Julia hai detto? Anche lei può tornarci utile, ma ora... ora quella
che bramo di più è Sarah! Sarah William! Come ha osato scappare
da me?-
-Victor, ci daranno dei problemi?-
-No, non ce ne devono dare! Perché io sono Victor Dalls! Il padrone di
tutto ciò!- esclamò cominciando a ridere, un uomo sulla quarantina
dai capelli mori leggermente brizzolati e dagli occhi scurissimi.-Dalton, quei
ragazzi non ci devona dare nessun problema!-
-Sì, certo signore!-
°°°Continua°°°
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Capitolo 5 *** Street Five ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
FIVE] Proposta
di vita! Non so se riuscirò ad abbandonare tutto questo...
Tutti i ragazzi si erano
radunati nel piccolo appartamento di Sarah e Annis. La castana era sprofondata
sul divano immersa nei suoi pensieri quando un ragazzo le si sedette accanto
sfiorandole con un dito una guancia. Lei spostò debolmente lo sguardo
su di lui facendo una mezza smorfia con le labbra, che doveva somigliare ad
un sorriso. -Devi andare avanti- sussurrò il ragazzo. Sarah rifece la
solita smorfia, poi, sospirando, cambiò discordo dicendo -Lo sai che
non ti avevo riconosciuto? Ti sei fatto allungare i capelli!- /Sì, ora
li hai come Jose.../ le venne poi da pensare.
-Sì, mi andava di cambiare un po', quei capelli così corti mi
avevano stufato!-
-Già...-
-Senti Sarah...- incominciò lui, ma la ragazza glielo impedì,
posando il freddo dito medio sulle sue labbra e facendolo quasi rabbrividire..
-Nicholas, basta... ti prego, non aggiungere altro. Ora non ne ho la forza...-
Lui scosse la testa in segno di sì /Diavolo! Che fai, con lei fai il
gentile?! Uhm... sei proprio un codardo Nicholas Fayet, lo sai? E' per lei che
te ne sei andato, eh!? Per lei e Jose... e ora che lui non c'è più...
Sei un fottuto bastardo Nicholas!! Mi odio da solo, ora?! Mi faccio da solo
la paternale? Ma cosa caxxo ci devo fare se mi hai sempre fatto questo effetto?
Eh, Sarah?!/
Improvvisamente la porta dell'appartamento si aprì, lasciando vedere,
nella penombra, il corpo di una bella ragazza... di una bellissima ragazza..
alta, slanciata, magra, dalle forme sinuose...
Sarah spalancò gli occhi... quel corpo poteva appartenere solo a lei..
La ragazza sulla porta fece un passo avanti mostrando il suo volto ben marcato...
un viso piccolo e ovale dove si stampavano due piccoli occhi grigi, una sottile
bocca e un nasino dritto, il tutto contornato da una fluente chioma di capelli
del colore del sole, lunghi, molto lunghi e leggermente mossi...
/Bella... bella come sempre... Non sei cambiata affatto, lo sai?!/
-Julia...- mormorò Sarah alzandosi e fermandosi davanti alla nuova arrivata
-Ciao, Sarah... Ciao a tutti...- cercò di sorridere... La sua voce, melodiosa
e raggiante, cupa e autoritaria allo stesso tempo...
-Julia...- sibilò nuovamente la castana prima di buttarsi al collo dell'amica
ritrovata, facendo sgorgare dai suoi occhi quelle lacrime ormai trattenute per
tutto il funerale...
La bionda ricambiò l'abbraccio, ricacciando indietro le lacrime... era
due anni che non si vedevano!
Sarah si scostò un poco dalla ragazza e si passò una mano sul
naso, singhiozzando.
-Sei tornata...!- raggiò Samantha arrivandole accanto e abbracciandola
-Sì, sono tornata!-
...Dopo i vari saluti, la malinconia e la tristezza ripresero a dominare su
quell'appartamento..
-L'hai saputo, vero?- chiese Garrett
-Sì...-
-Per questo sei tornata?-
-Per tante cose, sono tornata... Ma la prima... la prima è assolutamente
questa! Avrei voluto salutarlo un'ultima volta...- mormorò poi girando
la testa da una parte, Julia.
-Il funerale c'è stato oggi...-
-Lo so, c'ero, ma non volevo farmi vedere, ancora-
-Sì, capisco- anticipò la risposta di tutti, Sarah.
-Signori... sono tornata anche per proporvi una cosa..- Dei brusii si alzarono
per la stanza, così Julia decise di continuare... -Voglio vendicare la
morte di mio fratello Jose e le ingiustizie che ci sono state fatte da quell'uomo!-
-Victor Dalls..- biascicò Austin
-Questo era scontato- esclamò dopo un bel po' di silenzio Sarah -Li avrei
ammazzati sul posto subito se avessi avuto con me la pistola e... e se non fossi
stata così in pena per Jose...-
-Tu sei troppo precipitosa! Volevi finirci ammazzata anche te?!- gridò
Nicholas alzandosi in piedi.
-No, sei tu che sei uno smidollato!- gli rimandò lei
-Basta! Ho detto basta, ragazzi! Litigare fra noi non cambierà certo
le cose!- li divise Trevor
-Ha ragione, su, ragioniamo con calma... tanto peggio di così non si
può arrivare...- disse Garrett passandosi una mano sul volto teso.
-Penserò poi come vendicarci- mormorò Julia -Ora... ora devo proporvi
una cosa-
-Ma non era questa?- chiese Catharine
-No... questo era solo l'inizio...!- fece una pausa e poi riprese -Voglio portarvi
via di qua, questa maledetta città non fa per noi, e poi avremmo sempre
gli scagnozzi di Dalls alle costole...-
-Cosa vuoi dire per "portarci via"?- domandò Tyler incuriosito
-Ho girato un po' l'America in questi due anni e ho visto posti molto migliori
di qua... Vorrei portarvi a Boston-
-A... Boston?!-
-Sì, a Boston... là ho trovato delle persone in gamba, mi hanno
anche offerto un lavoro decente e rispettabile... Là ci troveremo bene!-
-Tu stai scherzando! Io non voglio lasciare questa città per darla vinta
a quel maledetto di Dalls!- disse Nicholas
-Ha ragione anche lui... e poi.. è qui che abbiamo iniziato...- lo appoggiò
Zachary
-Fate come volete, potremmo sempre provarci però, no?-
-Dici provare ad andare là in un primo momento, almeno?-
-Sì, all'inizio, quando Dalls e i suoi ci staranno veramente alle costole!
Non so se riusciremo a scamparla tanto facilmente contro di lui!-
-Proviamoci- saltò su Garrett
-Garret, anche tu pensi che sia una buona idea?- chiese Austin
-Sì, almeno in un primo momento, come dice Julia, quando Dalls ci darà
del filo da torcere... Poi ognuno seguirà la sua strada-
Nicholas sorrise -Se le cose stanno così... potremmo anche provarci...-
...
Sarah era seduta sul ciglio del tetto, come sempre, quando aveva bisogno di
pensare...
/Lasciare Miami... lasciare questi posti che mi ricordano te... Lasciare te...
Non so se ce la farò! Lasciare tutti i miei ricordi alle spalle... Lasciarti.../
...
-Oh Sarah, hai una vita davanti!- le sorrise Jose mentre
si sedeva su una panchina all'ombra di un alberello, poco lontani dalla spiaggia
che avevano davanti. -Bella o brutta che sia...- continuò lui mentre
lei gli si assestava accanto -Devi andare avanti nel bene... senza mai farti
fregare... Il mondo lo facciamo noi, siamo noi a dover insegnare ai nostri figli
di vivere sempre nel bene! Sennò... ti immagini se tutti fossero come
Dalls?-
Sarah sorrise amaramente -Molte persone sono come lui, ormai... troppe persone...-
-Sì... ma noi dobbiamo fare sì che queste persone siano sempre
meno! Naturale, il bene e il male non dipenderanno certo da noi! Ma... ma possiamo
contribuire all'avanzata del bene...- sorrise Jose a quei buffi termini con
cui aveva parlato per determinare la delinquenza che c'era nel mondo...
-Lo so, se nessuno si dà mai da fare, tutto rimarrà fermo...-
-Esatto! Lo vedi che l'hai capito?!- disse lui scoccandole leggermente le dita
sulla fronte. Lei, allora, gli prese fra le mani il colletto della camicia,
avvicinando il volto al suo -Avevi qualche dubbio?- gli sussurrò alle
labbra prima di baciarlo teneramente...
...
/Dovrei lasciare tutti i miei ricordi? Io... io non penso di farcela.../
-Sarah...- una mano si posò sulla spalla della ragazza distogliendola
dai suoi pensieri. Subito si girò e sorrise al ragazzo che le stava davanti
e che le si sedette accanto.
Lui bevve un sorso della lattina di birra che aveva in mano e tornò a
guadare l'amica -Cosa ne pensi della proposta di Julia?-
-Beh... non lo so... ci dovrei pensare bene...- mormorò cominciando a
giocare coi capelli di lui, stranamente lasciati sciolti. Le erano sempre piaciuti
tantissimi i capelli di quel ragazzo! Neri e lucenti come la pece, lunghi e
riccioli. -Però... mi sembra che abbiate già deciso voi per tutti,
no?-
-Sarah, Sarah... cosa devi pensare? I tuoi ricordi li avrai sempre con te, dovunque
tu sarai! Questa città sta veramente diventando troppo pericolosa per
noi...-
-Uhm... Sai una cosa? Julia vorrebbe rimanere qua-
-Lo so, e tutti noi lo vorremmo-
-Sì! Ma... cos'è che ha spinto Julia a proporci una cosa simile?-
-Vuole salvarci, ci vuole bene-
-Non vuole vederci finire come Jose...- tramutò, lei, in parole i pensieri
del ragazzo -Trevor? E' la cosa migliore lasciare questo posto-
°°°Continua°°°
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Capitolo 6 *** Street Six ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
SIX] Tornare
come prima... La mia conoscenza, può nuocere... ma non per colpa mia,
e questo non lo sopporto!
Il mattino seguente Sarah
uscì presto per andare un po' a correre lungo i vialetti che contornavano
la spiaggia. Aveva indossato un paio di pantaloncini grigi e una canottiera
lilla, e aveva legato i lisci capelli castani in un'alta coda di cavallo. Ormai
era da un bel po' che stava correndo... forse due orette... stava correndo...
correva... correva... come se volesse liberarsi da tutto e tutti...
Ad un certo punto un pallone le andò fra le gambe, facendola cadere a
terra, ma con una capriola riuscì a rialzarsi poco più là!
Era agile, molto agile! Dopotutto, doveva esserlo se voleva sopravvivere in
quel mondo...
Si scosse i pantaloni con un gesto della mano alzando lo sguardo verso la direzione
dov'era andato il pallone. Un bambino che doveva avere circa tre anni lo stava
riprendendo, quando ce la fece, lo tirò su mostrandolo, come un segno
di vittoria, al ragazzo che gli stava di fronte sorridente -Bravo Micol! Ora
però vieni qua e andiamoci a scusare con quella signorina!- disse girandosi
verso Sarah che era rimasta immobile a guardare la scena. Era un ragazzo non
molto alto, la superava di pochi centimetri, non aveva un fisico esagerato,
anzi, di muscoli ne aveva pochi anche se erano ben marcati sui pettorali, aveva
un viso pulito con un nasino quasi alla francese, un po' più lungo e
sottile, due occhi di un verde che sembrava opaco e che gli conferiva un'aria
quasi sognante, i capelli erano tagliati a caschetto, non molto lunghi, proprio
sopra l'orecchio, ed erano di un castano scuro.
Il ragazzo, dopo aver preso per una mano il piccolo, si diresse verso di lei
sorridente -Scusaci tanto!- esclamò quando le fu davanti -Ma questo ragazzaccio
si diverte un sacco a tirare la palla!- disse ironico guardando il piccolo.
Sarah puntò i suoi piccoli occhi nocciola in quelli di lui, seria, serissima...
-Non fa niente- mugugnò poi in una frazione di secondo. Guardò
per un attimo i due e se ne andò...
/Gentilezza... zero.../ le venne da pensare
...
-Sarah! Smettila di fare l'arrogante!- gli disse Jose
sorridente
-Uhm? Guarda che questo è il mio carattere! Non credere di...- improvvisamente
si bloccò, il ragazzo, che prima la stava abbracciando, aveva cominciato
a baciarle il collo.
Jose tirò su lo sguardo -Non voglio certo cambiarti...- altro bacio,
stavolta a fior di labbra, -Sai, io mi sono innamorato di una certa ragazza
un po' matta, isterica, arrogante, caparbia, screanzata... a volte capricciosa
e gelosa!- La guardò negli occhi e poi le fece socchiudere la bocca e
la baciò facendo scorrere la sua lingua su quella morbida di lei che
contraccambiò quel dolce bacio -Però...- riprese, dopo, lui -Però
io so che questa certa ragazza ha un cuore d'oro... so che sa essere gentile,
affettuosa, carina e tanto tanto dolce...- La guardò sorridente
-Jose...?- sussurrò poi lei
-Uhm?- mormorò lui ribaciandole il collo
-Con chi mi hai tradita?- domandò fra l'ironico e il malizioso mentre
lui scoppiava in una risata e la portava delicatamente sul letto -Quanto sei
stupida!- le sorrise -Sei tu questa ragazza... solo tu puoi essere questa ragazza...-
le sussurrò ad un orecchio
-Jose...?- richiese la sua attenzione, lei.
-Sì?-
-Penso di essermi innamorata...-
-Anch'io...-
...
In un attimo fu riportata al presente, il ragazzo di prima ora le stava davanti,
piegato sulle ginocchia per riprendere fiato -Ma quanto corri? Non mi sentivi,
poi? Ti stavo chiamando!-
-E il bambino dove l'hai messo?- domandò lei sempre un po' stranita dal
suo arrivo improvviso.
-L'ho riportato a sua madre, che poi è anche la mia...-
-E' tuo fratello?-
-Sì! E' un combinaguai, voleva assolutamente giocare a palla con me!-
sorrise
-Uhm, bene-
-Non sei molto loquace, vedo...- arrossì un poco lui
-Senti, non sono in vena di commenti-
-Oh, scusami, io...- arrossi ancora di più lui
Sarah alzò gli occhi al cielo, ma cosa voleva quel ragazzo da lei?! -Quanti
anni ha?-
-Mio fratello?- riuscì a rialzare lo sguardo su di lei -Tre e mezzo..-
-Ma tu sei parecchio più grande, mi pare...-
-Sì, ho diciannove anni! Beh, sedici anni di differenza! Ma... è
perché è il figlio di mia madre e un altro uomo, non mio padre,
i miei genitori sono divorziati...-
-Mi spiace- disse lei con noncuranza
Lui sorrise /Sarà la solita ragazzina viziata a cui tutto è concesso?
Però... non mi dà questa impressione, anzi.../ -Come ti chiami?-
-Sarah, molto piacere! Però ora devo veramente andare a casa!-
-Posso riaccompagnarti?- chiese lui arrossendo
-Eh?!?!- fece lei più sorpresa che mai -Tu come ti chiami?-
-Doran, Dorian Carson! E tu... Sarah e poi?-
La ragazza spalancò gli occhi... /Quella domanda... quella domanda.../
-Qualcosa non va?-
-No... no...- finse lei di sorridere -Sarah William-
Passò qualche minuto dove nessuno dei due disse una parola, lui concentrato
a scrutarla e lei a testa bassa.. /...quella domanda.../
-Senti...- ruppe lui il silenzio -Posso, allora, accompagnarti a casa?-
-Uhm?- alzò lo sguardo su di lui, tornando ad essere seria e composta
-Non ti conviene, non è un bel posto-
-Fa niente... Era per... stare un po' insieme...- mormorò
Sarah lo guardò storto -Se proprio ti va, puoi accompagnarmi, ma... ripeto:
non è un bel posto-
I due si avviarono camminando di fianco. Per quasi tutto il tragitto non parlarono,
solo qualche frase spezzata qua e là...
Appena arrivarono all'edificio, Sarah si fermò mostrando con una mano
la bellezza di dove viveva -Io ti avevo avvertito-
-Ah..- biascicò il ragazzo guardando stupito quell'edificio che sembrava
stesse per cadere da un momento all'altro! /No, non sei la solita ragazzina
viziata.. E... e ciò mi piace molto.../
-Ascolta, è meglio se ti riporto sulla via, può essere pericoloso
stare qua-
-Ma tu non hai paura? Potrebbero fare qualcosa a te!-
Lei sorrise amaramente /Niente che non abbiano già fatto.../ -Non ti
preoccupare..-
-No, invece, mi preoccupo!- gridò, quasi, lui.
/Ma cosa diavolo vuole questo da me?! Però... è carino a preoccuparsi..!/
-Hei, non ci conosciamo nemmeno, come fai ad essere preoccupato per una persona
di cui sai solo il nome?!- chiese sarcastica poggiando la schiena al muro della
palazzina.
-Beh... è che...- arrossì /Che qualcosa dentro di me si sta muovendo
da quando ti ho vista.../
Sarah scosse la testa -Facciamo una cosa, ti accompagno fino all'angolo, quella
è via MailRose- disse indicando il viale trafficato subito dopo l'angolo
della strada in cui erano.
-Ok..- le sorrise lui, cercando di non pensare se non a quanto fosse carina
Sarah... ^^
...
Quando Sarah rientrò in casa si trovò davanti Julia che la guardava
con aria seria -Uhm?-
-Chi era quel ragazzo?-
-L'ho conosciuto oggi, si chiama Dorian, suo fratello mi ha buttato un pallone
fra le gambe fecendomi cadere...-
-Uhm... Sarah, è meglio non coinvolgere altre persone-
-Lo so-
-Potrebbe essere pericoloso per lui...-
-...essere mio amico- finì la castana per l'amica -Lo so-
°°°Continua°°°
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Capitolo 7 *** Street Seven ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
SEVEN] Quando
i luoghi fanno ricordare e le persone vengo allo scoperto.. vecchie ferite ricominciano
a sanguinare..
Sarah uscì anche
nel pomeriggio, andò verso dei piccoli giardini che erano lì nei
paraggi. Stava camminando tranquillamente quando all'improvviso si fermò,
davanti a quella grande quercia, e un improvviso ricordo le venne alla mente...
...
-Dai corri! Corri, Sarah!- le gridava Jose, in uno dei
primi periodi subito dopo che si erano conosciuti, correndole davanti tenendola
per mano.
-Ma dove mi stai portando!?- chiese nella corsa, lei.
-Ora lo vedrai!- poco dopo il ragazzo si fermò e Sarah gli andò
a sbattere contro
-Ahia! Stupido, non ci si ferma così di scatto!- lo brontolò lei
mentre lui le sorrideva, portando un braccio dietro la schiena, ad abbracciarla.
-Guarda!-
-Cosa?- domandò lei alzando lo sguardo... Davanti a lei c'era un'enorme
quercia dal grande tronco, dai mille rami e dalle piccole foglie verdi! Era
nella penombra, con la sua chioma sempreverde faceva passare solo qualche sottile
raggio di sole. L'erba era ricoperta di mille fiori colorati, violetti e bianchi!
-E' bello...- mormomò la ragazza -E' molto bello qua-
-Ti piace? Ne sono felice! Io amo questo posto!- le confessò lui andandosi
a sedere sotto l'albero, poggiando la schiena al tronco.
Sarah lo guardò mentre sorrideva ed il suo volto sembrava veramente felice,
era davvero bello Jose...
-Vieni qua!- la incitò lui a sedersi
La ragazza senza pensarci oltre gli andò davanti e si sedette fra le
gambe di lui, poggiando la schiena sui suoi addominali ben scolpiti... A quel
gesto il ragazzo sorrise... che la pungente ed arrogante Sarah William si stesse
sbarazzando della sua corazza aggressiva con lui?! Sì, era vero...
-Jose? Si sta proprio bene qua...-
...
Sarah batté un piede a terra e scosse la testa /Basta!/ pensò
imponendosi di rimanere tranquilla, ma come poteva riuscirci?!?!
Sentì un braccio circondarle la vita e di scatto girò la testa
verso destra e vide un ragazzo dai ricci capelli castani che le sorrideva. L'avvicinò
a sé e le scoccò un bacio sulla guancia.
Lei sorrise tristemente -Gli piaceva tanto questo posto...-
-Lo so...- mormorò lui guardando la grande quercia davanti a loro.
Sarah si incamminò verso la quercia e si sedette appoggiando la schiena
al tronco di questa, e poco dopo anche il ragazzo la raggiunse.
Dopo un lungo silenzio lei incominciò -Cosa ne pensi di andare a Boston?-
-Non so... però non mi dispiacerebbe l'idea!-
-Uhm-
-Sai, avevo l'idea di trovare un appartamentino per me e Samantha...-
-Ah sì? Siamo già a questi livelli? A quando il matrimonio?- chiese
scherzosa lei
-E dai! Non è una bella idea?- domandò titubante
-Ma certo che sì!- esclamò tirando un leggero pugno, in segno
di amicizia, sulla spalla dell'amico -E... e a Boston sarebbe meglio che qui,
non è vero?-
-Sì... qua abbiamo troppi ricordi brutti e... troppe persone che...-
-...che ci vogliono come oggetti o.. morti!- finì lei.
-Esatto... chi l'avrebbe mai detto? C'è qualcuno che odia Miami!-
-Ce ne sono molte di queste persone...-
-E se non fermiamo Dalls e i suoi... ce ne saranno ancora di più!- disse
serio Tyler
...
Intanto a casa..
-Julia..- mormorò Austin entrando nella stanza della ragazza che era
seduta sulla finestra, con la schiena poggiata allo stipite.
Girò a malapena la testa, sorridendogli di sbieco -Sai...- cominciò
-Solo tu mi hai visto in questo stato...-
-Cioè solo io ho visto la vera Julia? Dolce e sensibile?-
Altro mezzo sorriso
Austin si diresse verso di lei e posò le mani su quella della ragazza
che rimase impassibile..
-Mi manca troppo..-
-Manca a tutti-
-Caxxo, era mio fratello! E.. e non lo vedevo da due anni!-
-Julia... sai arrabbiata con te stessa perché te ne sei andata?-
-Uhm...- mormorò lei prima che lui le si avvicinasse scoccandole un bacio
sui capelli -Ma.. me la pagherà! Quell'uomo deve pagare per tutto il
male che ha fatto!- sbraitò, poi, la ragazza.
-Cosa pensi di fare?- chiese serio Austin
-Non lo so... so solo che i miei occhi vogliono vedere quell'uomo morto!-
-Victor Dalls...-
...
-Dai Tyler, sarà meglio tornare a casa!-
-Ok!- si alzò il ragazzo, porgendo poi una mano a Sarah per aiutarla
a tirarsi su.
Mentre stavano camminando verso casa, chiacchierando fra loro, in una strada
videro un gruppo di ragazzi parlare con un uomo sulla cinquantina dai capelli
scuri e un paio di occhiali da sole a nascondergli gli occhi, su una macchina
decappottabile.
/Quello l'ho già visto.../ pensò Sarah girando in quella via seguita
da uno stupito Tyler a cui la ragazza non aveva dato il tempo di contestare.
All'improvviso si fermò.
Quel naso aquilino, quella bocca sottile e piatta, quella pelle abbronzata ma
scura di suo, quell'atteggiamento strafottente e quel suo lisciarsi i capelli...
-Sarah, lo conosci?- le chiese il ragazzo
-E' mio padre- disse d'un botto, acida, brutale.
Dopo poco l'uomo se ne andò mostrando le capacità della sua macchina
e subito Sarah si diresse verso il gruppo di ragazzi che il padre aveva fermato
-Tu resta qui, semmai intervieni se mi prendono a botte, ma sennò resta
qui!-
-Ehi ragazzi!- alzò una mano verso di loro sorridendo e sculettando.
Quelli si girarono ad ammirarla e qualcuno le fischiò, pure. /Idioti!/
-Ciao bella! Che ci fai a quest'ora in questo posto?-
-Uhm- sbuffò incrociando le mani sul petto -Cosa voleva quell'uomo?-
domandò con finta innocenza cercando di fare l'espressione più
cretina che poteva avere.
-Nulla... è un tipo di qua, perché?!-
-Ah... /Una scusa... una scusa e anche veloce!/ La macchina... ha il suo fascino,
non credete? E' troppo uno schianto!-
-Sì...- mormorò uno di quelli avvicinandosi alla ragazza -Anche
te non sei affatto male...-
/Non provare a toccarmi pezzo di bastardo!/ pensò indietreggiando di
qualche passo
-Che fai, hai paura, ragazzina?-
/Ragazzina?! Ragazzina a chi, avrò più di te!/ -Sentite... perché
non mi dite cosa cercava quell'uomo?-
-Uhm, ma sì, magari lo conosci! Cercava un certo Nicholas Fayet! Lo conosci?-
-Mai... mai sentito dire- sparò tutto d'un fiato /Cosa caxxo centra Nico?!/
-Uh, allora non ci puoi aiutare... magari però puoi darci un contentino...-
/Un contentino? Un bel calcio sui tuoi gioielli di famiglia?!/ pensò
mentre sul suo volto le si disegnava un sorriso beffardo.
Appena il ragazzo le posò, possessivo, una mano sulla spalla, Sarah gli
tirò un pugno nello stomaco facendolo piegare in due dal dolore /Deboluccio
il ragazzo.../
-Puttana!- le gridò a denti stretti mentre altri due dei quattro ragazzi
che erano rimasti un po' in disparte le si avvicinavano.
/Caxxo Sarah! Ma perché riesci sempre a ficcarti nei guai?!/ pensò
Tyler mentre si avvicinava al gruppo.
-Non vi conviene avvicinarvi troppo...- sbottò, strafottente, la ragazza
-E tu non ti conviene provocarci!- esclamò uno di loro avventandosi su
di lei che scansò a meraviglia il colpo tirandogli poi un bel calcio
sugli stinchi e un pugno in volto.
-Oh, mi dispiace, ti ho rovinato il bel faccino?!-
-Sarah, ora basta- le disse Tyler appena le su vicino
-Ok, ok... ma hanno incominciato loro!- brontolò
-Ehi, dove credete di andare?!- domandò il primo ragazzo che si era rialzato
in piedi, guardando i nostri che si stavano allontanando.
-Via, lontano da qui!- urlò la ragazza non girandosi nemmeno indietro
e salutando con una mano. Sarah e Tyler girarono tranquillamente l'angolo per
poi mettersi a correre per sfuggire a quei teppisti che non avevano esitato
a seguirli!
... -Seminati!- esclamò lei appena giunti vicino casa
-Sai, dovresti stare più attenta! Ma lo sai quanti erano?-
-E allora? Sono degli incapaci! Hai visto quanto mi ci è voluto per stendere
due di loro?!-
-Sì, ma può essere pericoloso!- la brontolò il ragazzo
-Potevano benissimo avere dei coltelli se non una pistola!-
-Lo so, lo so... Ma tanto... qui ci giochiamo il tutto per tutto, no?!-
Tyler guardò il volto serio dell'amica e subito dopo abbassò lo
sguardo -Sì-
Dopo un attimo di silenzio il ragazzo cominciò -Ma cosa ti hanno detto?-
-Ah...- all'improvviso il suo viso si incupì -Senti... io devo andare
in un posto... ci vediamo dopo!-
-Eh no!- la fermò Tyler, afferrandola per un braccio -Tu non vai da nessuna
parte! Vuoi farti ammazzare?!-
-Calmati! Devo chiedere una cosa a Nicholas!-
-Uhm, sicura?-
-Certo! Veramente...- disse addolcendo la voce -Non preoccuparti, vado da Nico...-
-Ok.. Non so se mi troverai a casa, pensavo di fare un salto alla scuola-
-Uhm, no, ancora non ci torno, ancora no...-
-Va bene, ci vediamo, allora!-
-Sì, ciao!- lo salutò sorridente, ma appena il ragazzo ebbe girato
l'angolo, Sarah tornò ad essere cupa in volto, mentre il suo animo già
sotto-sopra, era sempre più preoccupato e arrabbiato! /Caxxo Nicholas...
cosa diavolo c'entri tu?!/ Improvvisamente si mise a correre a tutta velocità
verso gli edifici sulla via del lungomare. Arrivata davanti ad un palazzo bianco
a tre piani suonò al nome di "Leigh Ramson", infatti da poco
Nicholas aveva preso alloggio da una sua amica, o così diceva, che lavorava
con lui.
Come un ciclone la ragazza entrò nella casa dove sulla porta c'era l'amico
con indosso solo i jeans, a torso nudo, con una lattina di birra in mano.
-Nicholas!- gridò irrigidendosi tutta e stringendo le mani in due pugni.
-Ehi Sarah, che hai?- chiese lui un po' strafottente... troppo per Sarah che
aveva già perso le staffe di suo.
-Perché caxxo Dalls ti sta cercando? Cos'hai a che fare con lui? Eh,
si può sapere?!-
-Dalls? Ma cosa stai dicendo?-
-Ti servivano soldi e hai ben deciso di accettare il lavoro che ti aveva proposto
quell'uomo?-
-Sarah, calmati!- sbraitò lui passandosi una mano sulla bocca per levare
le gocce di birra che gli erano rimaste sulle labbra.
-Allora? Non rispondi?-
-A cosa!? Hai sparato una serie di frasi alla velocità della luce! Non
ci ho capito nulla!-
-Dalls, lavori per lui?-
-Ma sei impazzita?! Io lavorare per quell'uomo?!- gridò lui inorridito
dalle supposizioni dell'amica.
-Allora perché uno degli scagnozzi di Dalls ti stava cercando?-
-Dici sul serio?-
-L'ho visto parlare con dei ragazzi che poi mi hanno detto che cercavano un
certo "Nicholas Fayet"!!- urlò Sarah quasi in lacrime, non
l'aveva mai vista così...
Dopo un attimo di silenzio, all'improvviso il ragazzo l'attirò fra le
sue forti braccia, stringendola a sé e accarezzandole i capelli con il
tocco leggero della mano...
-Sarah... io non lavoro per quell'uomo... come potrei? Come potrei stare dalla
parte di chi ti ha maltrattato? Però... però c'è dell'altro,
vero?-
-Nicholas...- balbettò lei -Quell'uomo... quell'uomo che ho visto...
lui era, lui era... mio padre...-
Il ragazzo rimase di sale /Tuo padre...?!/ Non riuscì a dire altro se
non a continuare a coccolarla fra le sue braccia...
Dopo un poco Sarah si staccò da lui passandosi una mano sugli occhi leggermente
umidi /Mi fa male il ricordo di mio padre, e di ciò che mi ha fatto...
venduta a Dalls.../
-Oddio Nicholas, non ne posso più!- si sentì una voce provenire
dalle scale e poco dopo apparve sulla soglia di casa una bella ragazza, doveva
avere all'incirca 24 anni. Aveva dei lunghi capelli biondi leggermente ossigenati
e gli occhi di un marrone-verde, indossava un vestitino a fiori aderente che
metteva in risalto il suo fisico atletico, ma soprattutto aveva una mega scollatura
sul suo mega seno... -Scusa, non sapevo fossi in compagnia- disse acida.
Sarah si girò verso di lei, guardandola storto -Me ne stavo andando-
-Allora prego- fece un sorriso beffardo l'altra scansandosi dalla porta.
Intanto Nicholas stava guardando allibito la scena, poi all'improvviso si mosse
frapponendosi fra le due per poterle presentare -Questa è una mia amica,
Sarah William! Mentre lei è una mia collega di lavoro e la padrona di
questa casa, Leigh Ramson!-
-Tanto piacere, ma ora devo proprio andare!- esclamò Sarah correndo via
-Piacere tuo!- mormorò fra i denti l'altra con aria superiore
-Leigh! Ma non la conosci nemmeno...- le disse Nico avendo sentito ciò
che aveva detto
-Uhm- sbuffò la bionda -Non mi piace, se vuoi un consiglio, stalle alla
larga!- finì andando in camera a cambiarsi non lasciandogli neanche il
tempo di replicare...!
°°°Continua°°°
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Capitolo 8 *** Street Eight ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
EIGHT] Ora
è così evidente... ed io sto male! Bisogna pensare al futuro..
non negarle la cultura, la paura passerà!
La
mattina seguente Sarah si alzò presto, si infilò un paio di pantaloni
neri e una canottiera bianca con alcuni fiorellini neri, ed uscì di casa
con in mano uno scatolone vuoto. Arrivò davanti agli uffici postali e
prima di entrarvi tirò un sospiro, come per farsi coraggio.
-Buongiorno!- la salutò subito una giovane donna dietro ad una scrivania
-Posso esserle d'aiuto?-
-Sì... cercavo l'ufficio di Jose Gordon, sono qua per prendere le sue
cose...-
-Oh...- abbassò lo sguardo la donna -Venga, mi segua- disse alzandosi
e conducendo Sarah in una stanza dove si trovavano alcune scrivanie, fra cui
una vuota... e la donna le indicò proprio quella.
Sarah si avvicinò a questa un po' titubante, non vi era mai stata là.
Quando posò lo scatolone sulla scrivania che prima era stata occupata
dal suo Jose, tutti gli sguardi di coloro che si trovavano in quella stanza,
e soprattutto di una ragazzina dai lunghi capelli neri, si posarono su di lei.
Sarah cercò di non farci caso e incominciò a mettere nello scatolone
le poche cose che Jose si era portato in quell'ufficio.
Quando aprì il cassetto della scrivania rimase un po' stupita e le sue
labbra si contrassero in un mezzo sorriso mentre cercava di trattenere le lacrime.
Prese l'unico oggetto che c'era: una cornice di legno con dentro una piccola
foto... vi erano loro due, lei e lui... Sarah era di lato che scoccava un bacio
sulla guancia ad un sorridente Jose... /Dio quanto mi manchi!/
-Sei una sua parente?- la distrasse dai suoi pensieri la voce di un ragazzo
che doveva avere circa trent'anni, seduto alla scrivania di fronte.
-No...- mormorò lei posando la cornice in cima alle altre cose già
sistemate nello scatolone.
-E allora...?- chiese, nuovamente, quella voce.
-Ero la sua ragazza- tagliò corto lei, prendendo lo scatolone fra le
mani
-Condoglianze... era proprio un bravo ragazzo...-
-Lo so...- mormorò Sarah accennando un mezzo sorriso -Arrivederci- salutò
e se ne andò, seguita dallo sguardo triste di una ragazza mora...
... Appena uscì dall'edificio una moto nera le si fermò davanti.
Sarah si irrigidì di colpo, ma quando la persona sulla moto si tolse
il casco lasciando liberi i lunghi capelli biondi, Sarah tornò serena,
per quello che poteva esserlo, e salutò con una mano la ragazza che la
stava guardando interrogativa. Si conoscevano bene, Julia era la sua migliore
amica, ma certe volte, ancora, non riusciva proprio a capirla...
-Anche tu qua..- mormorò Julia
-Sì... le ho prese io le sue cose- disse quasi timidamente, mostrandole
lo scatolone pieno -Non c'erano molte cose- continuò, poi.
-Torniamo?- le chiese l'amica porgendole un casco
-Metto questo nel bauletto dietro- e così, dopo aver sistemato lo scatolone
Sarah salì sulla moto, dietro a Julia che guidava. In un attimo accese
il motore e partirono veloci.
La moto si fermò più o meno davanti alla loro casa e dopo aver
sistemato i caschi e ripreso le cose del loro Jose, salirono nel loro appartamento...
Appena aperta la porta sentirono la voce di Garrett, molto ma molto arrabbiata...
Guardarono nel soggiorno e videro una donna di colore seduta sul divano, in
punta, mentre guardava dei fogli poggiati sul piccolo tavolinetto di legno.
Catharine le sedeva accanto con lo sguardo leggermente impaurito, mentre Annis
le accarezzava i capelli, seduta sul bracciolo del divano. Garrett era in piedi
con le braccia incrociate al petto e lo sguardo gelido fisso sulla giovane donna.
-Lei non può venire qua di punto in bianco e dirmi che non posso badare
a mia sorella!-
-Io non ho detto questo!-
-No, e sentiamo, cosa avr..-
-Garrett!- intervenne Sarah poggiando lo scatolone che aveva in mano sul tavolo
del cucinotto appena accanto alla sala e tornando da lui -Non rivolgerti in
questo modo a chi non conosci!-
-Sarah ma...-
Nuovamente lo interruppe -Cosa sta succedendo? Se non mi sbaglio io sono la
padrona di questa casa, assieme a Julia, e vorremmo sapere cosa sta succedendo-
disse pacatamente -Signora... chi è lei?-
-Sono un'assistente sociale-
/Assistente sociale...?! Catharine!/ la castana spostò subito lo sguardo
sulla ragazza ancora minorenne... -E cosa...-
-Sono qua per Catharine, lei ancora è minorenne e per quasi due anni
si è occupato di lei suo fratello Garrett, correggetemi se sbaglio- fece
una pausa mentre Sarah annuiva con la testa e Julia si sedeva sulla poltrona
posizionata accanto al divano -Ma questo non era "segnalato", cioè
noi non lo sapevamo, pensavamo stesse con il Signor Erm..- cercò di dire
ma Garrett l'anticipò -Non si provi a pronunciare quel nome!-
-Come vuole, signor Myloc. Bene, io non denuncerò questo fatto se mi
promettete che Catharine avrà un giusto insegnamento e quindi andrà
a scuola e avrà una giusta vita-
-Signora...-
-Mi chiamo Diane Gretman-
-Sì, allora Signora Gretman- incominciò Julia -deve sapere che
quando Catharine stava con quell'uomo non aveva una "giusta vita",
come dice lei-
-E Catharine non andrà certo a scuola per fare la stessa fine! E poi
ha quasi diciotto anni!-
-Sì, fra un anno, signor Myloc! E poi? Vuole mandarla a lavorare? E dove?
Lei dovrebbe pensarci! Catharine dovrebbe avere una buona educazione, dovrebbe
studiare!-
-E con quali soldi!-
La giovane donna si ritrasse un poco indietro -Beh... è anche per questo
che la vogliamo aiutare...-
-Aiutare! Quando avete dato il consenso per mandarla da quell'uomo non le avete
certo fatto del bene! Dove eravate voi, signora Gretman, per aiutarla?!- disse
quasi con disprezzo Garrett
Dopo un lungo silenzio la voce di Sarah si sparse lenta per la casa -Però
è vero... sarebbe molto meglio se Catharine avresse l'opportunità
di studiare...-
-E noi gliela stiamo offrendo!-
-Sarah...- sbarrò gli occhi il ragazzo non potendoci credere e nuovamente
il silenzio si impossessò di quello squallido appartamento.
Qualche minuto dopo la donna si alzò raccogliendo i suoi fogli -Aspetto
vostre notizie, sennò tornerò nuovamente- disse dando un bigliettino
da visita a Sarah e andandosene sorridendo -Arrivederci!-
-Sarah... io non posso crederci! Eppure ci sei passata pure tu!-
-Garrett, sta' zitto!!- urlò lei -Catharine avrebbe bisogno di un insegnamento!
Caxxo, è una scuola! Una normale scuola! Non sarà certo delle
migliori ma è pur sempre una scuola! Anche Annis ed io frequentiamo la
scuola serale, che è pure peggio di quella di mattina, no? Eppure non
ci è successo nulla là!-
-E chi può mai dirlo!- le sbraitò lui in faccia andandole davanti
-Non puoi nemmeno impedirle di vivere!- gridò, altrettanto, lei.
-Basta, vi prego...- era la voce di Catharine -Vi prego basta! Non voglio che
litighiate per me!-
-Ma no, non stanno litigando!- la rassicurò Annis mentre Julia scuoteva
la testa da una parte e dall'altra come in segno negativo.
-Senti Catherine, tu cosa vorresti fare?- chiese a bruciapelo la bionda
-Io... beh, a me piacerebbe frequentare la scuola, avere un'educazione! Però...
però ho anche tanta paura!-
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Capitolo 9 *** Street Nine ***
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AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
NINE] L'amare
è ben diverso dal piacere... Basta solo riuscire a capire quand'è
che si ama veramente..
Dopo pranzo Sarah si chiuse in camera, spense la luce e chiuse le serrande alle
finestre per poi lasciarsi cadere pesantemente su una sedia davanti ad un tavolo
che lei preferiva chiamare scrivania. /Caxxo, ed ora? Se Catharine sarà
costretta a frequentare la scuola lei e Garret non potranno più partire
con noi! Ma... noi non possiamo dividerci! Noi siamo una famiglia... Ma... ma
ormai non c'è più Jose a tenerci uniti come una volta!/ sospirò
/Pensare che ho già litigato con tre di loro, di noi... Diamine, Sarah!
Devi fare qualcosa, non può andare tutto a rotoli in questo modo!/ Guardò
davanti a sé e vide il bigliettino che la mattina le aveva dato quella
giovane donna /Un'assistente sociale... Potrei anche provarci... Però
prima devo passare da Nicholas, a scusarmi per il comportamento di ieri... sì,
farò così!/
... Uscì velocemente di casa senza nemmeno cambiarsi il leggero vestitino
bordeaux con disegnati sopra dei fitti e piccoli fiorellini che le arrivava
al ginocchio ed era sbracciato e le lasciava intravedere un poco il seno. era
una bella ragazza, e molto attraente.
/Dovrebbe lavorare alla spiaggia oggi, andrò là!/ pensò,
e così fece. Percorse il lungomare finché non decise di togliersi
i bassi sandali di corda, immergere i piedi nella fine sabbia, riscaldata da
quei caldi raggi solari, e camminare lì, prima delle persone distese
a prendere il sole.
...
Due ragazzi stavano correndo veloci sulla fine sabbia,
rincorrendosi. La ragazza stava davanti girandosi qualche volta a vedere il
ragazzo che la stava inseguendo, per gioco.
-Avanti, Jose, o forse non ce la fai più a correre?-
-Guarda che ti prendo, sai!?!- esclamò lui sorridendole
Dopo qualche altro passo di corsa, finalmente il ragazzo riuscì a raggiungerla
ed a cingerle la vita con le forti braccia. In un batter d'occhio si ritrovarono
distesi sulla sabbia: lei che lo guardava sorridente da sotto di lui. -Ce l'hai
fatta!-
-Ti ho preso!-
-Sì, mi ha preso il cuore... mi hai rubato il cuore...-
Jose le sorrise prima di lasciarle un leggero bacio sulle labbra -E tu hai incatenato
il mio al tuo...-
Stavolta fu Sarah a sorridere -Sei l'unico con cui potrei stare!-
-E... sono anche l'unico di cui ti fidi ciecamente?-
-Sì... è una grande conquista per me fidarmi di qualcuno, dopo
quello che ho passato...-
-E sono onorato di essere questa persona!- disse fra il serio e l'ironico
-Sei tu, che ci sei riuscito!-
-Ti amo, Sarah-
-Anch'io...-
...
-Caxxo...- mormorò Dorian passandosi una mano sui capelli sudati
-Che c'è?- chiese un suo amico.
Dorian era sulla spiaggia assieme a degli amici e stavano giocando a volley,
in quel momento si erano fermati per una breve pausa.
-Allora? Dorian?!?!- lo richiamò alla realtà l'amica passandogli
una mano avanti e indietro davanti agli occhi.
-Oh scusa, mi ero incantato-
-Sì, l'ho notato! E su quale bella ragazza? Oh, ma forse ti devo ricordare
che la ragazza più bella di tutta Miami sta con te?!-
-Molly non è la ragazza più bella di tutta Miami solo perché
piace a te!-
-Però devi ammettere che è davvero una bomba sexy!- esclamò
un altro suo amico
-E' la mia ragazza...-
-Sì, per fortuna tua, cosa ci troverà in te non lo so!- disse
il primo guardando la ragazza: bassina, magrissima con le curve a posto, bionda
grazie ad un bel po' di meches e grandi occhi verdi da cerbiatta.
-Dorian...- gli mormorò il suo migliore amico all'orecchio, per non farsi
sentire dagli altri -Tutto bene?-
-Penso di no...-
-Cosa..-
-Ti ricordi, ti avevo parlato di quella ragazza?-
-Sarah, se non sbaglio-
-Sì, lei...-
-E mi stai dicendo che l'hai appena vista? E' qua? Dove?- chiese curioso
In quel momento la ragazza passò davanti alla rete di pallavolo e Dorian
le andò incontro chiamandola -Sarah!-
Si fermò all'udire il suo nome e vide un ragazzino che la salutava con
la mano e un bel sorriso dipinto in volto poco distante da lei. Lo raggiunse
e gli sorrise a sua volta -Ciao!- sotto gli sguardi curiosi degli amici e gelosi
e stupiti delle ragazze e soprattutto di una in particolare...
-Ciao..!-
-Ma tu sei sempre da queste parti?-
-Potrei domandartelo anch'io...-
-Già... sono venuta per un amico, lavora come guardaspiaggia-
-E' il tuo ragazzo?- domandò senza pensarci /Oh caxxo, ma perché
non penso prima di parlare?!?!/ arrossì immediatamente e balbettò
-Scu...scusami, non era mia intenzione...-
/Il mio ragazzo?! E questa?/ sorrise -No fa niente, comunque no-
-Uhm?!- la guardò stupito
-No, non è il mio ragazzo-
/Ora ti faccio vedere io ragazzina!/ pensò una ragazza saltando in collo
a Dorian da dietro e con un sorriso beffardo stampato in faccia rivolto a Sarah
esclamò -Ehi amore...!-
-Molly!- disse lui quasi scocciato togliendosela di dosso ma comunque lei restò
appigliata al suo braccio -Ah, questa è Sarah, mentre lei è Molly-
-Sì, la sua ragazza!- precisò con la sua voce stridula -Piacere!-
-Piacere...!- /Che strane conoscenze femminili faccio in questi giorni.../ le
venne da pensare così che un sorrisetto le comparì sulle labbra.
-Uhm, come vi siete conosciuti?- chiese la ragazza
-Grazie al mio fratellino, le ha tirato una pallonata addosso!-
-Ah, allora ti avrà fatto male quel piccolo bimbo di tre anni!- disse
ironica
/Ma che simpatica.../ -Sì, ho rischiato di rompermi una gamba- disse
serissima, senza ombra di scherno nella sua voce, così da lasciar senza
parole l'altra che non sapeva come rispondere.
-Ah beh...- interruppe il silenzio che si era creato, Dorian, -Noi stavamo facendo
una partita di pallavolo..-
-Vieni anche tu?- l'interruppe Molly con un sorrisetto diabolico
-Ma io...-
-Forse non ti riesce giocare o... hai paura?-
-In realtà non sono molto brava, ma comunque non ci sono problemi- sorrise
Sarah il più naturale possibile /Ma chi è questa?! E soprattutto,
cosa vuole da me?!/
-Allora... andiamo...- alzò le spalle il ragazzo piazzandosi da una parte
del campo assieme agli altri che si erano già posizionati.
-Vuoi levarti quell'affare di dosso rimanendo in costume come noi?- domandò
prima di andare in campo, Molly. /Ora ti straccio, ragazzina!/
-No, non mi toglierò "quest'affare"- rispose Sarah raccogliendo
i capelli in un'alta coda di cavallo -Dove vado?-
-Vai con loro!- rispose la bionda indicando il campo dov'era Dorian, cioè
l'opposto del suo.
Appena la partita iniziò
tutte le ragazze della squadra di Molly mandarono il pallone, molto, ma mooolto
delicatamente su Sarah che all'inizio non ne prendeva una mentre poi cominciò
ad arrangiarsi e a rispondere ai colpi. Finalmente arrivò il suo turno
per andare nella fila davanti, un ragazzo le fece un bel passaggio per schiacciare
e lei restituì, con gli interessi, tutti i colpi di prima!: fece una
schiacciata precisa e fortissima sulla piccola ragazzina bionda... Molly...
/Vediamo se la prendi.../ che cadde all'indietro senza poter far nulla per prendere
la palla!
-Ops, scusami! Era troppo forte?- disse facendo finta di essere il più
preoccupata possibile.
Molly si tirò su mettendosi a sedere sulla sabbia /Stronza! Non doveva
finire così! Caxxo che schiacciata!/
-Diavolo, Sarah, sei proprio brava con le schiacciate!- si complimentò
Dorian
-Falla finita- le disse duro, poi rivolta a tutti gli altri -Scusate ma si è
fatto tardi, devo proprio andare! Vi ringrazio di avermi fatto giocare con voi!-
/Caxxate!/ disse prendendo la sua borsa che aveva lasciato da una parte del
campo -Ah, una cosa... Sapete mica che torretta ha il guardaspiaggie Nicholas
Fayet?-
-Perché?!- chiese Molly che si era rialzata e le stava davanti
-E' un mio amico-
-Che cosa?!?! E' un tuo amico? Quel fico pazzesco?!- le urlò in faccia
/Ma guarda questa! Forse le dovrei ricordare che qua c'è anche il suo
ragazzo!!/ pensò Sarah lanciando un'occhiata a Dorian che capì
il suo sguardo di disappunto. -Sì, è un mio amico, comunque sai
rispondere alla mia domanda o no?-
-Secondo te dove può essere? Noi non possiamo stare senza vederlo!!-
esclamò sorridendo mentre gli occhi le brillavano -E' a questa torretta!!-
Sarah scosse la testa -Grazie- mormorò prima di andarsene, ma all'improvviso
sentì una mano posarsi sulla sua spalla e si rigirò vedendo il
dolce volto di Dorian
-Scusa per Molly, lei è... è così!-
-Non dovresti permetterle di parlare a quel modo in tua presenza-
-So che mi vuole bene-
-E ti ama?- il ragazzo abbassò lo sguardo arrossendo cosicché
lei continuò -E tu? Tu le vuoi bene? L'ami?- chiese prima di andarsene
lasciandolo nei suoi pensieri.
-Dorian?- lo chiamo il suo migliore amico -Che ti succede? Tutto ok?-
-Non lo so...-
/Forse io sì../ -Molly è bella, ma è anche una grande stronza-
Il ragazzo si girò immediatamente verso l'amico guardandolo negli occhi
-Lo pensi veramente?-
L'amico alzò le spalle sorridendo -Sai cosa ti dico? Quella Sarah è
veramente bella e poi ha fascino e... e carattere!- A quelle parole Dorian sorrise,
lui riusciva sempre a capirlo!
...Intanto Sarah era arrivata alla torretta dei guardaspiaggie, stava salendo
sulla scaletta quando sentì una voce dietro di lei -Mi stavi cercando?-
-Sì...- mormorò trovandosi davanti Nicholas con indosso solo il
costume a pantaloncini rossi dei bagnini. Era veramente molto bello Nico, aveva
un fisico eccezionale... (alla Cody di Baywatch!! *o*) -Io... volevo solo scusarmi
per ieri, sì, insomma, mi sono comportata malissimo, ho dubitato di te...-
-Sarah... eri sconvolta-
-Come?- chiese non capendo
-Stavi male, avevi appena visto tuo padre...-
-Grazie-
-Uhm?- la guardò stranito mentre lei aveva abbassato lo sguardo
-Grazie per avermi consolato-
Lui sorrise e sospirando disse -Io mi devo scusare per il comportamento di Leigh...-
-No!- alzò di scatto la testa lei -Non sei te che ti devi scusare, semmai
è lei!-
Nicholas scosse la testa mentre le sue labbra si contraevano in un bellissimo
sorriso -Non cambierai mai!-
/Non cambierai mai.../
...
-Sarah, tu sei eccezionale...- le disse Jose mentre lei
era seduta sul letto con le gambe incrociate mentre teneva un cuscino stretto
al petto fra le braccia.
-Non è vero! Io non sono brava in nulla! Non riesco a combinare nulla
di buono!-
-Perché menti? Non solo menti agli altri, ma più di tutti menti
a te stessa!- la rimproverò lui sedendosi davanti a lei.
Sarah scosse la testa in segno negativo -Guarda che casino ho combinato!-
-Tu non hai fatto nulla... o comunque nulla che si possa risolvere! E poi perché
dai la colpa a te stessa e basta?-
-Perché è così! Perché non ci riesco! Non riesco
a fare nulla di buono!!!- gridò per poi zittirsi tutto d'un colpo, Jose
le aveva tirato un sonoro schiaffo su una guancia, lei portò una mano
su questa, puntando gli occhi malinconici in quelli di lui, cercando una spiegazione.
-Scusami, ma non sopporto sentire queste brutte menzogne sulla ragazza che amo!
Sull'unica ragazza che potrò mai amare perché lei è...
è speciale!-
La ragazza scostò lo sguardo dagli occhi di lui così da farlo
sorridere e posare la sua mano su quella di lei che ora stava stringendo il
cuscino -Sarah... tu sei una persona meravigliosa, non cambiare mai...-
°°°Continua°°°
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Capitolo 10 *** Street Ten ***
Untitled Document
AN
ANGEL UPON MIAMI'S STREETS
[STREET
TEN] Luoghi
per ricordare... e piangere... Io non ce la faccio a vivere senza di te...
sta andando tutto in rovina...
Finalmente! Ora che aveva
parlato con Nicholas era molto più tranquilla!! /Noi siamo una famiglia...
basta litigare.../ Ora doveva solo andare da quell'assistente sociale, sentiva
di potersi fidare di quella donna... Non era una di quelle che pensava come
fare più soldi possibile con il suo lavoro, sembrava una che ne aveva
passate tante, un po' come loro... sembrava una che voleva veramente aiutare
le persone...
Si stava dirigendo verso lo studio di quella donna quando si accorse di stare
passando davanti al cimitero... Lo guardò tristemente e decise di entrarvi.
Arrivata davanti alla lapide di Jose fece un mezzo sorriso, era dal giorno del
funerale che non vi tornava... Quella lapide era una fra le più semplici,
il nome del ragazzo era scritto con grandi lettere di metallo, così come
la data di nascita e di morte... "Jose Gordon"... Già, Gordon...
quel cognome se lo erano affibbiato lui e sua sorella, non sapendo quale era
il proprio. E poi quelle due date... troppo vicine fra loro per i suoi gusti...
Caxxo, era morto a ventun anni! /No, non si può morire così giovani.../
lacrime di dolore cominciarono a scenderle sul volto /Non è giusto..!!/
-Jose... non so se puoi sentirmi... ormai ho smesso di credere ad un Dio! Vi
avevo ricominciato quando avevo incontrato te, ma ora che lui ti ha portato
via da me... Oddio!- fece un respiro profondo -Non credo di poter più
credere in un Dio dopo tutto quello che ho passato... So che questo non ti farà
piacere, ma io non ci riesco, non ci riesco! Mi capisci, non è vero?-
Singhiozzo -Scusami, lo so, non dovrei piangere, ora smetto, ora smetto...-
passò qualche minuto di silenzio interrotto solo da qualche singhiozzo
di lei che andarono via via a svanire: smise di piangere. -Sai, Julia è
tornata... il suo volto è più triste di prima, è più
abbattuto... avrebbe voluto rivederti, abbracciarti, trasmetterti il suo amore...
eri l'unico con cui si apriva completamente anche se io e Austin siamo sulla
buona strada...- fece una piccola pausa -Ma tu... con te non c'era persona che
non riuscisse ad aprirsi! Hai fatto aprire anche me! Ti ho dato la chiave per
entrare in me, nel mio cuore, nella mia anima... e ci sei riuscito meravigliosamente...!
Già, mi dovrei ritenere fortunata, perché era me che amavi...
sono solo io che ti avuto, ma non solo fisicamente...- Si rifermò, sospirando
-Jose, io non so come andare avanti senza di te! Io non ci riesco, non ci riesco...
capisci? Stiamo andando in scatafascio, noi, la nostra famiglia! Io non so cosa
fare! Io... io non ci riesco! Non riesco ad andare avanti senza di te!- Respirò
il più profondamente possibile per cercare di non far riuscire quelle
lacrime che le stavano facendo pizzicare gli occhi. -Basta... io ci devo riuscire!
Io ne sono capace! Te lo ricordi? Me lo dicesti tu! Ed io mi fidavo, mi fido,
di te! Tu non mi mentivi, non mi menti, mai! Io ce la farò, come hai
detto tu!-
Sarah abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi congiungendo le mani al petto
-Ora vado amore mio... ricordati che ti amo e ti amerò per sempre, qualunque
cosa succeda!-
Riaprì gli occhi, sorrise e si girò come per andarsene, ma si
ritrovò davanti una ragazzina dai lunghi capelli mori e grandi occhi
azzurri con in mano un mazzo di margherite bianche.
-Sarah William, vero?- parlò
-Sì...- mormorò lei non capendo
La ragazza sorrise tristemente e la superò per posare i fiori sulla tomba
di Jose, si mise in ginocchiò e per qualche minuto pregò, osservata
da Sarah che non riusciva ad andarsene senza aver avuto una spiegazione. Quando
la ragazza si rialzò, tornandole davanti le disse -Penso che sia meglio
andare in un altro posto per parlare-
Sarah annuì e le due si avviarono verso il parco che non era molto distante
da dov'erano, quando giunsero là si sedettero su una panchina all'ombra
di un bell'albero.
-Vuoi sapere chi sono?- cominciò la ragazza -Mi chiamo Jude Olsom, e
lavoravo alle poste assieme a Jose, c'ero anche stamani quando sei venuta a
prendere le sue cose...-
-Come... come fai a conoscere il mio nome?-
-La foto-
-Come?- chiese non capendo
-La foto che hai trovato nel cassetto della scrivania di Jose, la vidi e gli
chiesi chi era quella ragazza e lui mi spiegò che eri tu, la sua luce-
-La sua luce?-
-Sì... disse proprio così "Lei è la mia luce, e qualsiasi
cosa io possa dire... non ce la potrò mai fare a stare senza di lei..."-
Sarah sorrise tristemente /Stronzo, perché io ce la posso fare e tu no?/
pensò ironicamente scuotendo la testa in segno negativo mentre un sorrisetto
malinconico le compariva sulle labbra.
-Mi capisci adesso?-
-In che senso? Cosa dovrei capire?- domandò rispostando lo sguardo sulla
ragazza che le stava seduta di fianco.
-Quando mi ha detto in quel modo mi è crollato il mondo addosso! Ma...
ma io dovevo comunque provarci, dovevo comunque svelargli i miei sentimenti...-
-Cosa vuoi arrivare a dirmi?!- chiese un po' alterata Sarah
-Quello che stai pensando...-
-Uhm?-
-Sai, prima ho ascoltato il tuo discorso... e forse posso capire il perché
Jose si fosse innamorato proprio di te! E... sai, hai ragione, tu hai avuto
una grossa fortuna... hai avuto il suo amore, hai avuto l'amore di Jose, negato
a tutte le altre...!-
-A tutte le altre?-
-Jose era molto noto, aiutava tutti, lo sai, no?-
-Sì...-
-Così, tutte le ragazze che ha aiutato, tutte le ragazze che ha conosciuto,
immediatamente, si sono innamorate di lui... certo, anche per il suo fisico
atletico, perché era bello, ma soprattutto per quel suo carattere eccezionale...
quel quello che era...-
-E così, anche tu ti sei innamorata di Jose?-
-Sì... ma ti posso giurare che lui non ti ha mai tradita! Con nessuna!-
/Questo lo so bene... Non importa che tu me lo dica..!/
-Vuoi sapere com'è andata fra noi?-
-Hm...- le diede il consenso
-Eravamo rimasti gli unici all'ufficio, stavamo chiudendo la porta quando gli
caddero le chiavi a terra. Così ne approfittai, mi chinai anch'io e posai
una mano sulla sua. Lui alzò subito lo sguardo su di me e sorrise...
io, io non potetti resistere...- fece una pausa -No, io non potevo resistere
a stargli così vicino... e così mi avvicinai di più baciandolo!-
sospirò
-Lo so che per te è difficile dirmi queste cose, se vuoi...- le disse
dolcemente Sarah
-No! Voglio che tu sappia, è giusto così! ...Così lo baciai,
lui non rispose al mio bacio e piano piano mi scostò da lui. Io non osavo
guardarlo ma quando dovetti, vidi che lui mi stava sorridendo! Mi disse... "Sei
una bella ragazza, Jude, ed hai un bel carattere, ma io non posso darti il mio
amore, perché il mio cuore non mi appartiene più...! Perché
il mio cuore batte vicino a quello di un'altra ragazza! Mi spiace Jude, ma io
non posso amarti! Non esserne triste, tu troverai un ragazzo molto migliore
di me che ti donerà tutto il suo amore come io dono tutto il mio amore
a Sarah!" E' questo quello che mi disse...-
/Jose... Diavolo, Jose! Anch'io ti amo! Se solo tu fossi ancora con me!!/
-Aveva ragione, io ho trovato un bravo ragazzo che mi vuole bene, ma... solo
di una cosa aveva torto: io non potrò mai trovare nessuno migliore di
lui!-
-Jude... è vero, sei una ragazza meravigliosa! Ti ringrazio di avermi
raccontato queste cose...-
-Io dovevo, mi sentivo in dovere di farlo!-
Sarah sorrise -Grazie... Beh, mi farebbe piacere rivederti..!-
-Sì, quando vuoi, tanto sai dove trovarmi!-
-Va bene...-
Si alzarono dalla panchina -Allora arrivederci!-
-Arrivederci!-
Sarah fece qualche passo poi fu richiamata dalla voce di Jude -Sarah, molte
ragazze hanno amato Jose, ma lui ti è sempre rimasto fedele perché
era te che amava /Ed ora posso capirne il motivo../ e... e tu, anche se lui
ora non c'è più, ti devi ritenere fortunata di aver ricevuto l'amore
di un ragazzo come lui...-
-Sì, aver ricevuto l'amore di un angelo...- mormorò Sarah a denti
stretti sorridendo malinconicamente -Ti amo, amore mio...-
°°°Continua°°°
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