Brothers and Sisters

di Maggie_Lullaby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sisters ***
Capitolo 2: *** Brothers ***
Capitolo 3: *** To be a Campbell ***
Capitolo 4: *** To be a Jonas ***
Capitolo 5: *** The Church ***
Capitolo 6: *** To Convince ***
Capitolo 7: *** da Giorgio ***
Capitolo 8: *** Friends ***
Capitolo 9: *** Strain ***
Capitolo 10: *** Maybe I love you ***
Capitolo 11: *** Worry ***
Capitolo 12: *** Goodbyes ***
Capitolo 13: *** I miss you ***
Capitolo 14: *** Love&Hate ***
Capitolo 15: *** Problems ***
Capitolo 16: *** The Party ***
Capitolo 17: *** When You Look Me In The Eyes ***
Capitolo 18: *** The Horror House ***
Capitolo 19: *** Togheter ***
Capitolo 20: *** Decisions ***
Capitolo 21: *** Warning ***
Capitolo 22: *** I Need You ***
Capitolo 23: *** Danger ***
Capitolo 24: *** She's Emma ***
Capitolo 25: *** Check ***
Capitolo 26: *** When The Magic Brokes ***
Capitolo 27: *** The Flood ***
Capitolo 28: *** Forever ***
Capitolo 29: *** Roses ***
Capitolo 30: *** Because ***
Capitolo 31: *** Frankie ***
Capitolo 32: *** Fly with me ***
Capitolo 33: *** The Tour ***
Capitolo 34: *** The Clearing ***
Capitolo 35: *** The Concert ***
Capitolo 36: *** The Hospital ***
Capitolo 37: *** In Love ***
Capitolo 38: *** Brothers and Sisters ***
Capitolo 39: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Sisters ***


Bene sono tornata con questa nuova long dopo “S.O.S.”. Spero vi piaccia, mi è venuta in mente mentre pensavo a come allungare la mia scorsa FF.


Brothers and Sisters


Questa FF è dedicata a tutte

coloro che hanno seguito

S.O.S. e ai Jonas Brothers, che

mi accompagnano sempre quando

scrivo, con la loro fantastica musica

Capitolo 1. Sisters


Avete mai sentito parlare della legge che vieta atti osceni in pubblico?, pensò Lexi incrociando le braccia al petto e guardando con odio la coppia che, da quando era salita sull'autobus, non faceva altro che scambiarsi effusioni che non potevano essere tecnicamente definite “innocenti”.

La ragazza che non faceva altro che baciare il suo ragazzo iniziò a baciargli il collo e lui la strinse a sé cingendola con un braccio intorno alla vita.

Oh ma per favore!, sbottò Lexi.

L'autobus frenò bruscamente e la troia tutta trucco, mini gonna e top si trovò in precario equilibrio a causa dei tacchi a spillo che sfioravano i dieci centimetri.

La ragazza fu costretta a smettere di pomiciare con il ragazzo dai grossi occhiali da sole e cappellino da baseball.

Lexi guardò fuori dalla finestrino del mezzo pubblico e osservò con un cipiglio da saputella le nuvole nere piene di pioggia.

Manco ci fosse il sole!, pensò la ragazza.

Lexi strinse a sé la sua borsa a tracolla e vi cercò un libro da leggere per ignorare la coppietta felice.

La borsa era piena di ogni genere di cosa, dalla carta di una merendina biologica a un volantino di una parata per difendere i panda dall'estinzione.

Cercando un libro che non fosse quello di scuola trovò anche un Cd dei Beatles che credeva di aver perso e una foto di Bob Dylan in bianco e nero.

Alla fine riuscì a trovare una copia di una vecchia edizione di un libro di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani” uno dei suoi libri preferiti oltre a “Eva Luna” di Isabel Allende.

Tirò su il libro fino all'altezza degli occhi per cercare di ignorare la coppietta.

Piuttosto inutile dato che la giovane donna stava emettendo strane risa che fecero girare metà dell'autobus verso di loro.

Ma d'altronde era inutile prendersela con il mondo.

Non era colpa di quella coppietta tutt'altro che invisibile se l'avevano sospesa per la terza volta dall'inizio dell'anno scolastico.

No, la colpa era di quello stupido di preside che non capiva ciò che Lexi voleva, anzi doveva fare. Come quasi ogni volta al mese la ragazza aveva organizzato, insieme al resto del suo gruppo di fedeli volontari, una campagna di protesta contro l'abbattimento della foresta pluviale, che il preside Hanson non aveva apprezzato e di conseguenza ogni studente che si era ritrovato a protestare era stato sospeso per un'intera settimana.

Suo padre non avrebbe apprezzato un altra sospensione, ora le avrebbe vietato di uscire di casa per almeno un mese.

Lexi sospirò, un altra delle sue campagne era miseramente fallita.

Prima quella contro lo sfruttamento di minori, poi quella contro lo scioglimento dei ghiacci perenni e infine l'ultima quella contro l'abbattimento della foresta pluviale.

La coppia continuava a ridere allegra, inutile cercare di concentrarsi.

Lexi chiuse il libro e si alzò per dirigersi verso di loro.


Contemplare un addio

non basterà

il bisogno di un viaggio

è paura e coraggio

(Salutandoti affogo, Tiziano Ferro)


Il rumore delle scarpe da ginnastica di Maggie risuonarono con tonfi sordi nel silenzio naturale dell'atrio della biblioteca quasi del tutto vuoto.

La ragazza si scostò i capelli castani bagnati dal viso e fece per dirigersi verso il suo solito posto nell'angolo più nascosto della stanza per leggersi un libro.

Si distrasse solo quando una voce la chiamò.

- Maggie! - la salutò un'anziana signora dal retro del bancone della direzione.

La ragazza sorrise e si avvicinò con passo silenzioso verso la donna.

- Ciao Theresa! - la salutò la ragazza.

L'anziana signora le fece un sorriso dolce.

- Ciao Maggie, come stai? - chiese.

- Bene – rispose la giovane, - tu come stai, Terry?

- Oh bene, bene – disse Theresa, - domenica ci sarà il battesimo di Oliver.

- Sono contenta – sorrise Maggie.

La bibliotecaria fece un sorriso debole.

- Ecco Maggie, Sarah si è ammalata e non potrà sostituirmi domenica, non è che … che potresti sostituirmi tu? Lo so che è la tua giornata libera, ma non potresti farmi questo favore? - domandò l'anziana.

Maggie si morse il labbro inferiore, domenica era il suo unico giorno libero.

- Non c'è problema Theresa, ti sostituisco volentieri – rispose la ragazza incapace di dire di no.

Terry le fece un sorriso riconoscente.

- Grazie, Maggie sei un amore! - squittì la donna, - mercoledì poi faccio io il tuo turno.

- Non ce né bisogno! - disse subito Maggie.

- Insisto – la supplicò la bibliotecaria, - ora vai, ti ho già lasciato i tuoi libri sul tavolo.

Maggie si voltò e guardò il tavolo pieno di libri di ogni genere, poi seguì con lo sguardo il posto che di solito occupava e si stupì di trovarlo occupato.

Sulla poltrona era seduto un ragazzo con il viso chino su un grosso libro.

- Chi è? - domandò Maggie.

Theresa seguì lo sguardo della giovane.

- Ah, non lo so – rispose, - si è registrato a questa biblioteca via internet, non ho mai parlato con lui. E' venuto qui solo un paio di volte e si è subito messo a leggere, se ne va sempre dopo un paio d'ore.

Rivolse a Maggie un occhiata curiosa.

- Sarà uno di quei soliti ragazzi che vengono in biblioteca per rimorchiare, a quanto pare le ragazze intellettuali piacciono – guardò la giovane negli occhi, - non lasciarti abbindolare da questi ragazzi.

Maggie sorrise imbarazzata.

- Figurati! - disse imbarazzata, - Terry non dire certe cose, non ho mai avuto un ragazzo in sedici anni di vita.

- Certo, fra il volontariato e il lavoro qui in biblioteca è un miracolo che tu sia riuscita a stare con la tua famiglia! - esclamò la bibliotecaria.

Maggie abbassò il viso rosso di vergogna.

- Ora vai! - le ordinò Theresa con un sorriso.

Maggie si morse il labbro inferiore e si diresse verso il tavolo dove si trovavano i suoi libri.


Bella come una mattina

d'acqua cristallina

come una finestra

che mi illumina il cuscino

(Bella, Jovanotti)


Ma perchè diavolo tutto deve essere così maledettamente difficile?, pensò Maryl prendendo la borsa dal banco dell'università.

Perchè aveva scelto legge? Perchè fra tutte le scelte possibili? Ah certo perchè era un idiota.

Maryl si aggiustò la gonna beige e la camicetta di seta bianca per poi infilarsi un golfino di cachemire.

Diede una leggera rassettata ai capelli biondo cenere attentamente stirati per evitare i riccioli che tanto detestava e si diresse fuori dall'aula seguendo i suoi compagni.

Maryl camminò lungo il corridoio gremito di studenti e raggiunse il suo armadietto.

Cercò di darsi un contegno appoggiando in modo elegante gli occhiali sugli occhi e scuotendo la lunga chioma.

Non fu una novità che, come tutti i giorni, alcuni ragazzi si voltarono a guardarla ammirati.

Maryl sorrise compiaciuta e mise i suoi libri nell'armadietto d'acciaio.

- Ehi Maryl! - la chiamò una voce maschile.

Oh non di nuovo!, pensò la ragazza disperata.

- Ciao Matt! - lo salutò Maryl con un sorrisetto falso.

Un ragazzo esile, dai capelli a spazzola e gli occhi coperti da un paio di grossi occhiali alla Harry Potter le stava vicino appoggiandosi disinvolto all'armadietto affianco a quello di Maryl.

- Ehilà bellissima! - disse Matt, - come stai?

Come se ti importasse, rifletté Maryl.

- Bene! - annuì allegra. - Meglio di così!

Matt la guardò con l'aria di chi la sa lunga.

- Davvero? Com'è andato l'esame? - domandò il ragazzo.

- Bene – mentì lei.

- Sul serio? - chiese il giovane uomo.

- Ah, ah – rispose lei distratta.

Matt la guardò curioso.

- Sicura? - chiese.

- Saprò com'è andato il mio esame, Matt – ringhiò Maryl.

- Okay, okay – disse lui alzando le mani in segno de resa, - non ti scaldare!

Maryl lo ignorò e fece per andarsene ma Matt le prese la mano.

- Ehi, aspetta! - disse, - scusa se ti ho offeso, d'altronde tu sei una delle migliori studentesse di questa scuola.

Ero, lo corresse mentalmente la ragazza.

- Si, ehm, grazie Matt – disse Maryl abbassando lo sguardo.

Matt ridacchiò.

Maryl fece di nuovo per andarsene ma fu di nuovo bloccata dal ragazzo.

- Che vuoi Matt? - chiese irritata.

- Ecco mi chiedevo se … - iniziò.

Come mai tutto a un tratto si era fatto timido?

- Ti va di prendere un caffè con me più tardi? - chiese lui cercando di sembrare disinvolto.

No, non di nuovo.

- Matt quante altre volte dobbiamo parlarne? - domandò Maryl stufa.

Era la quarta volta che la invitava per un caffè, in una settimana.

Insomma uno dovrebbe aver capito dopo il terzo rifiuto, no?

- Beh pensavo che avessi cambiato idea – disse lui con un sorriso.

- In un giorno? - chiese Maryl.

Matt rimase zitto.

- Devo andare a casa, ci vediamo a lezione Matt – disse la ragazza, prese il suo cappotto e il suo ombrello per uscire dall'università.


Continua ...

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Capitolo 2
*** Brothers ***


Ciaooo ragazze mie,

come ho già detto voi mi farete venire un infarto, pubblico un capitolo e dico uno e mi ritrovo con otto recensioni, otto capite?

Comunque ecco a voi il seguito, spero vi piaccia.

Ora passiamo ai ringraziamenti:

Ice_Bubble: si, scusa se ho ripetuto spesso il nome “Lexi”, è che avevo paura che utilizzando la parola “ragazza” o “giovane”, vi confondesse con la ragazza che si trova con il nostro sconosciuto. Grazie mille per aver messo questa storia fra i preferiti, mi ha fatto molto piacere! Un bacio!

sbrodolina: sono contenta che ti sia piaciuta e grazie molte per aver messo questa storia fra i preferiti! Un bacio!

jollina la verde: sono molto contenta che questo capitolo ti sia piaciuto e anche che tu l'abbia messo fra i preferiti! Comunque questa, come hai già notato, non è una FF incentrata su un solo Jonas ma su tutti e tre e ovviamente sulle tre ragazze. Un bacio!

EllieGoodman: guarisci presto mi raccomando! E grazie mille per aver messo questa FF fra i preferiti, mi ha fatto molto piacere, buona guarigione! Un bacio!

jeeeeee: grazie per i complimenti tesoro!! Sono molto contenta che ti sia piaciuta! Un bacio amor!

Potterina Weasley: perchè in perfetto ritardo? Non eri in ritardo, anzi, eri puntuale, mica pretendo che la gente recensisca un minuto dopo che io abbia pubblicato! E Maggie assomiglia a te a sedici anni? Guarda Maggie praticamente, anzi senza praticamente, sono io spiaccicata in tutto e per tutto! E comunque tu capisci sempre tutto, ma sempre sempre! Cosa devo fare con te? Hi, hi, comunque grazie mille per aver messo questa storia fra i preferiti ma anche che tu abbia messo me come autrice fra preferiti! Dovevi vedermi, ci ho messo dieci minuti per capire che l'avevi fatto! Grazie! Un bacio!

deerockt94: prima di tutto grazie mille per aver messo questa FF fra i preferiti e sono molto contente che ti sia piaciuta, ma non posso prometterti che non scriverò nulla di quelle cose che tanto detesti, alcune battutine ci saranno, ma cercherò in tutti i modi di evitare di mettere cose che non ti fanno piacere. Comunque non ho una ragazza preferita in questa FF perchè le adoro tutte e tre ma quella per la quale provo un po' più di simpatia è Maggie perchè sono io spiaccicata in tutto e per tutto. E Lexi si lei è una ribelle, ma è una ribelle un po' diversa, capirai leggendo i prossimi capitoli. Un bacio!

DarkViolet92: sono contenta che ti sia piaciuta e che tu abbia messo questa FF tra i preferiti! E comunque i Jonas verranno in contatto con le ragazze in questo stesso capitolo, leggi e capirai. Un bacio!

Capitolo 2. Brothers


Joe strinse a sé la sua ragazza cingendola per la vita allegro mentre lei gli baciava delicatamente il collo.

Sasha rise con la sua solita risata strana, tipo da topo, che l'aveva colpito dalla prima volta che si erano incontrati.

Erano passati solo un paio di mesi dal loro primo incontro.

Joe era stato invitato insieme ai suoi due fratelli, Nick e Kevin, a una festa di beneficenza organizzata da Jordin Sparks dove erano state invitate diverso star della televisione e del mondo della musica oltre a loro, fra cui Britney Spears e Christina Aguilera e lì l'aveva incontrata.

Mentre Joe piuttosto annoiato dalla festa cercava un po' di divertimento parlano a persone mai viste prima aveva sentito quella risata da topino; ed eccola lì Sasha Collins una famosa attrice di Hollywood che stava letteralmente quasi per infilare la testa sotto a un tavolo per cercare di non farsi sentire ma con scarso successo.

Joe le si era avvicinato e avevano iniziato a parlare e dopo quella serata avevano avuto una cena, poi un'altra, e un'altra ancora.

Sasha continuava a ridere, certo l'autobus non era di sicuro il posto migliore in cui mettersi a scambiarsi effusioni dato che sembrava dare fastidio a parecchie persone al suo interno, soprattutto a una ragazza dai capelli ramati che li guardava in cagnesco da quando erano saliti sul mezzo pubblico.

Forse aveva appena rotto con il fidanzato e non le andava di vedere una coppia allegra e felice.

O forse aveva dei problemi personali che Joe non poteva immaginare.

O forse, più semplicemente, Joe si era immaginato tutto e quella ragazza non ce l'aveva con loro ma era solo frutto dell'immaginazione del diciannovenne.

Ma il ragazzo non poté fare a meno di notare che la ragazza aveva trovato un libro nella sua borsa e se l'era tirato su fino agli occhi, forse nel tentativo di non vederli.

Si, Joe ne era sicuro, quella ragazza ce l'aveva con lui o meglio con loro, sia con il ragazzo che con Sasha.

La giovane attrice continuava a ridere spensierata e Joe fu attraversato dal desiderio di dirle di cercare di calmarsi.

- Ehm Sasha, tesoro, ci stanno guardando tutti – disse Joe sicuro che quell'argomento sarebbe bastato per farle chiudere la bocca.

Per Joe e Sasha uscire per le strade di Los Angeles senza essere riconosciuti dai paparazzi o dai fan in generale era una vera e propria impresa; non a caso Joe si era messo il cappellino da baseball e gli occhiali da sole nonostante il tempo schifoso.

Ciò aveva attirato a sé un paio di risatine e un occhiataccia dalla rossa che lo guardava in cagnesco.

Insomma lui era Joe Jonas, uno dei membri dei Jonas Brothers composti anche dai suoi due fratelli Kevin e Nick, uno dei gruppi più famosi in America fra le adolescenti. Certo non erano i nuovi Beatles o Rolling Stones, ma in quanto popolarità potevano quasi essere messi in parità con quest'ultimi. Questo spiegava l'abbigliamento completamente fuori stagione del giovane cantante.

- Oh, scusa Joe – disse Sasha a bassa voce arrossendo, - non volevo.

Il ragazzo la zittì con un bacio.

Un finto colpo di tosse li fece riemergere.

Davanti a Joe e Sasha si trovava la ragazza dai capelli ramati che li aveva osservati per tutto il viaggio.

- Scusate – disse la ragazza con tono seccato, - potreste risparmiare a me e a tutto l'autobus di assistere alle vostre effusioni? Siete una coppia felice, si era capito dal primo momento in cui siete saliti.

Sasha guardò la ragazza, rossa di rabbia e vergogna mentre Joe era letteralmente scioccato.

- E tu chi saresti? - chiese irritato.

La ragazza lo guardò con un sorrisetto.

- Sono Alexandra Campbell – si presentò, - per gli amici Lexi.

- Allora senti Lexi … - iniziò Joe.

- Io non sono tua amica – precisò lei.

- Alexandra allora – disse Joe esasperato, - ciò che facciamo io e la mia ragazza non è affar tuo, chiaro?

- Eh no carino scordatelo, state disturbando la quiete pubblica di questo automezzo, quindi se non volete essere citati per danni vi consiglio di smetterla – ringhiò Lexi.

- Senti ragazzina … - ricominciò Joe ma fu interrotto da Sasha.

- Lasciamo stare Joe, è meglio – disse saggia, - tanto scendiamo fra una fermata.

- La tua ragazza è intelligente – osservò Lexi rivolta a Joe, - al contrario tuo.

Il ragazzo era già lì per ribattere quando l'autobus si fermò e la voce nasale dell'altoparlante annunciò l'arrivo alla fermata della coppia.

- Andiamo Sasha – disse Joe prendendo la sua ragazza per mano.

- E' stato un piacere – commentò sarcastica Lexi.

- Il piacere è tutto mio – ribatté il cantante ironico e scese dal pullman.

Mai più un autobus, mai più.


Respiri piano per non far rumore

ti addormenti di sera e ti risvegli col sole

sei chiara come un' alba

sei fresca come l'aria

(Albachiara, Vasco Rossi)


Nick Jonas era seduto su quella poltrona da quasi un ora, completamente assorto nel mondo de “Il signore degli anelli”, certo quel libro era vecchio come sua nonna, ma quel Tolkien ci sapeva fare eccome con le parole! In quel momento Nick aveva abbandonato la sua vita di cantante famoso per diventare un cavaliere elfico per proteggere la Terra di Mezzo.

Era talmente concentrato che si sarebbe a malapena accorto se fosse scoppiata una bomba al di fuori della biblioteca.

Era stato tutto preparato nei minimi dettagli per accompagnare Nick in quella biblioteca, ogni volta che ci sarebbe voluto andare un'autista l'avrebbe accompagnato poco distante dalla libreria per non dare troppo nell'occhio, dopodiché Nick sarebbe entrato, avrebbe fatto quello che voleva fare, e poi dopo un paio d'ore sarebbe tornato a casa; semplice no?

Ma era stancante.

Ogni volta era un andirivieni di autisti che facevano la fila per scortarlo in biblioteca e una mezza dozzina di guardie del corpo si offrivano di dargli protezione, come se gli potesse accadere qualcosa! Poi a che cosa serviva avere sedici anni, avere la patente e soprattutto un auto? Per fare bella figura con le ragazze? Di sicuro Nick Jonas avrebbe fatto bella figura anche senza una bellissima Mustang tutta sua.

Il ragazzo si stiracchiò le braccia intorpidite e si accorse solo allora della presenza di una ragazza poco distante da lui, seduta su una sedia che leggeva un romanzo che aveva tutta l'aria di essere “Orgoglio e Pregiudizio”.

Che maleducato lui era seduto bello comodo su quella poltrona mentre quella ragazza sedeva su una sedia che sembrava tutto tranne che comoda.

- Ciao! - la salutò Nick.

La ragazza sussultò a quel rumore, probabilmente anche lei era immersa nel mondo di quel libro.

- Scusa se ti disturbo – disse il ragazzo mortificato.

- No, affatto, … ciao – disse la ragazza imbarazzata arrossendo.

Nick fece un sorriso divertito.

- Ti volevo chiedere se ti volevi sedere tu su questa poltrona – disse Nick, - quella sedia non sembra molto comoda.

La ragazza guardò istintivamente l'oggetto in questione facendole cadere i capelli castani sugli occhi.

- Oh, non ti preoccupare – disse, - non è come sembra.

- Sicura? - chiese Nick.

- Si, si – mormorò la ragazza.

- A proposito, io sono Nick – si presentò lui, - Jonas.

Ebbe il terribile presentimento che avesse fatto male a dire il suo cognome, se era una sua fan gli sarebbe saltato al collo.

Ma la giovane non ebbe reazioni.

D'altronde se fosse stata una fan dei Jonas Brothers l'avrebbe riconosciuto subito.

- Maggie Campbell – disse lei con un sorriso imbarazzato.

Nick fece come per stringerle la mano, ma ci ripensò e fece passare quel gesto in un tentativo di prendere un libro sul tavolo davanti al ragazzo.

- Allora – disse Nick, - vieni qui spesso?

Maggie parve aver capito qualcosa, Nick lo capì dal suo sguardo, ma non disse nulla a parte rispondere alla domanda del ragazzo.

- Si, vengo qui a lavorare il lunedì e il mercoledì, mentre gli altri giorni vengo solo a leggere – spiegò.

- Ah – disse Nick.

Silenzio imbarazzante.

- Tu invece? - chiese Maggie curiosa di scoprire di più su quel ragazzo carino e simpatico.

- Cosa? No, io vengo quando posso, non molto spesso quindi, ma mi piace questo posto, è molto rilassante – disse Nick motivando la sua risposta.

- Già, ti isoli assolutamente dal mondo esterno – confermò lei.

Era la prima volta in sedici anni di vita che dicevano una cosa del genere a Nick.

- Vero? - disse lui come per trovare una conferma a una sua affermazione.

- Si, se scoppiasse la terza guerra mondiale e io stessi leggendo non me ne accorgerei nemmeno – disse Maggie annuendo allegra di aver trovato qualcuno con i suoi stessi interessi.

- Lo stesso vale per me – confermò Nick.

Passarono l'ora successiva a chiacchierare. Il giovane cantante scoprì che Maggie aveva letto praticamente tutti i libri della biblioteca, mentre Maggie scoprì l'innato talento di Nick nel canto e nella recitazione.

- Sai che ore sono? - chiese il ragazzo a Maggie.

Lei controllò e rispose:

- Le cinque.

Maledizione, il suo autista sarebbe venuto a prenderlo fra poco!

- Io devo andare – disse lui di fretta, - mi dispiace.

Maggie ci rimase un po' male da quella brusca interruzione della loro conversazione, ma non disse nulla che facesse intendere che portasse rancore.

- Va bene – disse, - nessun problema.

Nick esitò un attimo poi scrisse con una matita il suo numero su un foglio bianco.

- E' il mio numero – spiegò, - se vuoi chiamami, ma se non rispondo è perchè sono occupato.

Maggie annuì confusa e sorpresa.

- D … d'accordo – disse, - allora ci sentiamo Nick.

- Ciao! - disse lui correndo via.

Pochi attimi dopo era già sparito.


A lei che sa capirti come sei

a lei che non tradì

a lei che dice di sì quando vuoi

a lei che spazza via la tua malinconia

(A lei, Anna Oxa)


Ma perchè proprio oggi la pioggia? Perchè proprio oggi fra tutti i giorni possibili?

Kevin Jonas camminava zuppo dalla testa ai piedi cercando di proteggersi la testa con un giubbotto che non poteva essere tecnicamente definito impermeabile.

All'improvviso, non lontano da lui vide una ragazza che cercava di ripararsi con scarso successo dalla pioggia con un ombrello rotto.

- Perchè ce l'hai con me? - gridò la ragazza al cielo come se potesse rivolgersi direttamente a Dio.

Probabilmente nella vita precedente era stata una serial killer oppure aveva rapito un bambino, oppure aveva rapinato una banca.

Qualunque cosa fosse stata Kevin era sicuro che fosse molto grave.

Il ragazzo cercò con lo sguardo un portico o un tunnel per aspettare che la pioggia finisse o almeno per chiamare un taxi o il suo autista per venire a farsi prendere.

D'altronde era questa la fortuna di essere un famoso cantante mondiale, quando aveva bisogno d'aiuto c'era sempre qualcuno disposto a dargli una mano.

Kevin quando trovò un portico fece per raggiungerlo il più velocemente possibile ma molto prima che ci riuscisse si andò a schiantare contro qualcosa, o meglio qualcuno, che era di corsa almeno quanto lui.

La ragazza che fino a poco tempo prima stava urlando al cielo cadde a terra schiantandosi in una pozzanghera e sporcandosi le mani di fango.

- Ma che diavolo! - urlò la giovane. - Maledizione!

Kevin si rialzò con uno scatto.

- Scusa – disse porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.

La ragazza lo ignorò e iniziò a sparare ingiurie contro il mondo in generale.

- Ehi calmati – disse il ragazzo.

La giovane lo guardò negli occhi fulminandolo.

Era una ragazza più o meno della sua età, sui vent'anni, i capelli erano biondo cenere, bagnati dalla pioggia scrosciante.

- Calmarmi? - sibilò la ventenne, - io non posso calmarmi, idiota che non sei altro! Oggi è già stata una giornata schifosa anche senza il tuo prezioso aiuto.

Kevin la ignorò e le porse di nuovo la mano per aiutarla.

La ragazza la guardò per un istante poi la afferrò e si tirò con il suo aiuto.

- Ma no! - urlò la giovane, - non è possibile, mi mancava questa!

- Cosa? - chiese Kevin preoccupato, - ti sei fatta male?

- No! - esclamò lei, - mi si è rotto un tacco!

Il ragazzo trattenne a stento una risata.

- Che cosa c'è? - sibilò.

- Beh è … è solo un tacco – disse Kevin.

La ragazza lo incenerì con lo sguardo.

- Solo un tacco? Solo un tacco?! - gridò. - Non era solo un tacco, era il tacco di una scarpa firmata di Prada!

- Beh allora – commentò a bassa voce il ragazzo, ironico.

- Che cosa hai detto? - ribatté lei.

- Niente – rispose lui.

La ragazza sollevò un sopracciglio ma rimase zitta e iniziò a dirigersi verso il portico che precedentemente avrebbe voluto raggiungere.

- Aspetta! - disse Kevin, - non volevo romperti il tacco, scusami.

- Lasciami stare! - abbaiò.

Il cantante la lasciò ma continuò a seguirla.

- Non seguirmi! - urlò lei.

Isterica, pensò Kevin.

- Per tua informazione quel portico non è una tua esclusiva proprietà, sai? - disse il cantante con un sorrisetto.

La ragazza batté le scarpe per terra e continuò la sua corsa zoppicando.

Kevin la seguì a debita distanza.

Si ripararono sotto il portico mantenendosi l'uno distante dall'altra.

La bionda aveva incrociato le braccia al petto e guardava la vetrina di un negozio di Gucci e osservava una borsa con interesse.

Kevin la osservava e tentava invano di tenere il muso, inutile era negato.

Si avvicinò a lei e le porse una mano.

- Kevin Jonas – si presentò.

La ragazza fece come per ignorarlo, poi si arrese e gli diede la mano.

- Maryl Campbell – disse mantenendo un tono sostenuto e autoritario.

Kevin si allontanò di nuovo e guardò la pioggia che cadeva a catinelle.

- Oh mio Dio! - esclamò Maryl di colpo.

- Cosa? - chiese Kevin voltandosi verso di lei.

- Kevin Jonas hai detto? - gridò lei.

Maledizione, l'aveva riconosciuto, stupido Kevin, stupido!

- Si – disse incerto.

Maryl avanzò verso di lui.

- A qualche festa ho sentito la tua, cioè la vostra musica – aveva un tono un po' abbattuto, - e devo ammettere che non è niente male.

Grazie al cielo non era una di quelle fan sfegatate che spesso lo circondavano tentando in ogni modo di abbracciarlo e baciarlo.

Per carità lui adorava le sue fan, ma spesso esageravano.

Prese il cellulare e mandò un messaggio a suo fratello minore, Nick, e gli chiese di passare a prenderlo mentre tornava a casa dalla biblioteca, che ormai per lui era una specie di droga.

Maryl gli si avvicinò fino a trovarsi davanti a lui.

- Tranquillo – lo rassicurò, - non sono quel tipo di ragazza che salta in braccio alle persone, anche perchè mi si sgualcirebbe la camicetta, peggio di quanto lo sia già.

Kevin fece un debole sorriso.

Una Mercedes ultimo modello si fermò all'improvviso davanti ai due ragazzi prendendo in pieno una pozzanghera che bagnò completamente la gonna di Maryl.

- Mi mancava questa! - gridò la ragazza.

- Scusa – disse Kevin.

La portiera si aprì e vi comparve un ragazzo ricciolino, Nick.

- Ehi Kev, andiamo? - domandò guardando i due.

- Si, okay – disse il ragazzo. - E' stato un piacere conoscerti.

Maryl lo guardò in cagnesco.

- Il piacere non è del tutto stato mio, Jonas – sibilò.

Kevin alzò gli occhi al cielo e salì in macchina.


Continua ...


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Capitolo 3
*** To be a Campbell ***


Bene io morirò d'infarto e dalle risate, la mia fine è scritta nero su bianco, scriverò anche il mio testamento così siamo a posto. Comunque passiamo ai ringraziamenti:

Ice_Bubble: Figurati passare dalla tua FF per me è stato un piacere! E graaazie per i complimenti. Un bacio!

ada12: ma tesoro perchè non vuoi che Maggie (è così che si chiama la ragazza di cui non ti ricordavi il nome) non si metta con Nick? Comunque grazie per i complimenti. Un bacio!

EllieGoodman: sono contenta che tu stia guarendo e grazie per i complimenti, sono daccordo con te comunque Maggie è iper simpatica, ma io sono di parte, sono io due anni più vecchia! Un bacio!

DarkViolet92: si l'incontro fra Maggie e Nick è sicuramente quello andato meglio, comunque anche questo e il prossimo capitolo saranno una specie di presentazione dei personaggi, poi inizierà la storia vera e propria ma spero che tu leggerai anche questi due capitoli. Un bacio!

jeeeeee: ma grazie, grazie, grazie amor! E scoprirai come si rincontreranno i personaggi fra … no non in questo capitolo … non nel prossimo … ah si in quello dopo ancora. Dovrai pazientare un po' ma spero che leggerai e recensirai comunque, un bacio tesoro!

jollina la verde: si sono daccordo l'incontro fra Maggie e Nick è quello andato meglio e passando al fatto che Kevin non ha dato il passaggio a Maryl … beh prima di tutto quei due si detestano e Maryl non avrebbe mai accettato il passaggio di Kevin, lui le ha rotto le sue scarpe firmate! Tragedia! Un bacio!

Potterina Weasley: tu, tu sei la principale causa del mio futuro infarto e squilibrio mentale causato da risate! Giuro che ho letto la prima, e dico la prima, parola della tua recensione e sono scoppiata a ridere! Sarà che sono particolarmente allegra oggi, il motivo è ignoto anche a me dato che domani si va a scuola, ma mi sono realmente rotolata dalle risate! Un bacio!

sbrodolina: Beh mi fa piacere di averti sorpresa! E come vedi eccomi qua a recensire non appena ho potuto, poi aggiornerò … boh non lo so! Un bacio!

Capitolo 3. To be a Campbell


Lexi chiuse la porta di casa sbattendola con forza, imprecando ad alta voce e sporcando il pavimento di acqua e fango.

Con uno sbuffo sonoro ripulì il tutto ed entrò in cucina.

Se non fosse stata contraria a usare la macchina a causa del riscaldamento globale avrebbe giurato e spergiurato che non avrebbe più preso un autobus in vita sua neanche per la pace nel mondo.

Perchè dovevano esistere delle persone come quel certo “qualcuno” che aveva incontrato sul pullman? Non contribuivano assolutamente al bene dell'umanità.

Si passò distrattamente una mano fra i capelli ramati e si guardò per un istante nel grosso specchio del salotto.

Okay Lexi Campbell non aveva paura di niente e nessuno, men che meno di suo padre, ma dopo la terza sospensione incominciava davvero a temere la reazione del genitore.

- Papà, - iniziò Alexandra davanti allo specchio per allenarsi, - è successo che sono stata sospesa un'altra volta, per niente, il preside non ha apprezzato una mia campagna di protesta.

Non avrebbe funzionato e lei lo sapeva meglio di qualunque altro che non aveva chance.

- Papà, - riprovò, - sono stata sospesa che ti piaccia o no per una causa in cui credo e di cui sono fermamente convinta.

Veloce, dritto al punto, di certo non sarebbe stato indolore come togliersi un cerotto, ma non si può di certo avere tutto dalla vita.

Lexi si sedette sul grosso divano e si mise un cuscino sulla faccia, tutto per isolarsi dal mondo esterno.

Con una mano cercò l'i-pod che era sicura di aver lasciato sul tavolino davanti al divano il giorno prima.

Quando lo trovò si infilò le cuffie nelle orecchie e mise una canzone dei Police al massimo volume.

Si mise a cantare ad alta voce la canzone, stonata come sempre, d'altronde la cantante della famiglia era Maggie non Lexi ma a quest'ultima non poteva interessare di meno.

Lei e Maggie avevano due modi completamente diversi di esprimersi anche nel mondo del volontariato: Alexandra era quella rivoluzionaria, ribelle, dalla lingua affilata sempre pronta ad aprirsi, mentre Maggie era quella timida, introversa e innocente che preferiva lavorare in biblioteca, fare volontariato alla mensa dei poveri e cantare nel coro della chiesa piuttosto che gridare nell'atrio della scuola i diritti dell'infanzia.

Lexi si passò una mano sulla maglietta bagnata e fece scorrere un dito fino alla manica, anche il suo gusto nel vestire non era esattamente “fashion” come continuava a ripeterle Maryl, sua sorella maggiore.

Infatti quest'ultima non solo, a parere di Lexi e Maggie, era la più bella delle tre con quei suoi capelli e occhi perfetti, ma era anche la figlia che deteneva il primato di aver speso più soldi in shopping in una settimana. Duemila dollari.

Sarà stato che Maryl era la preferita di papà, sarà stato che era una shopping-dipendente, ma il signor Campbell non si era arrabbiato più di tanto, l'aveva definito: “una sciocchezza che le ventenni erano solite fare”.

Lexi e Maggie non avevano mai realmente perdonato il padre per una cosa del genere.

Il motivo per cui Maryl era la preferita era molto semplice: da brava figlia modello aveva deciso di seguire le orme del padre e si era iscritta a legge.

La sedicenne si stiracchiò sul divano e cambiò canzone per metterne una dei Beatles, lei era una ragazza così, ascoltava solo musica “antica” o perlomeno che le adolescenti di solito non ascoltavano, al contrario di ciò che supponeva la gente vedendo il suo carattere tutto pepe che lasciava intendere che ascoltasse musica rock, havey-metal o cose del genere.

No, Alexandra era una ragazza tuttavia buona e gentile, se per gentile si intendeva che era disposta a salvare la foresta amazzonica ma non ad aiutare il padre ad appendere un chiodo.

Insomma Lexi era una tipa strana, certo, ma con un grande cuore.


Mi alzo e fuori è ancora la luna piena

esco per toccare la mia terra

è un'altra notte da scordare

niente ti fa capire

questa vita poi che senso ha

(E' la mia vita, Albano)


Maggie entrò in casa con i capelli bagnati e i vestiti completamente zuppi.

Lasciò cadere la borsa a tracolla accanto all'ingresso e si tolse le scarpe per non bagnare il pavimento.

- Help! I need somebody

Help! Not just anybody

Help! You know I need someone – gridò cantando Lexi.

- Ciao Lexi! - la salutò Maggie.

- Help! I need somebody! - ripeté la ragazza cantando a squarciagola.

- Lexi! Lexi! - gridò Maggie entrando in salotto e sbracciandosi nel tentativo di farsi vedere dalla sorelle.

Quando finalmente la sorella la vide accennò a un saluto con una mano.

- Ciao Maggie! - gridò.

La ragazza si avvicinò alla sorella e gli tolse le cuffie con una mano.

- Che c'è? - chiese Alexandra.

Maggie la guardò negli occhi con aria severa.

- Papà ti ucciderà, lo sai vero? - domandò retorica.

Lexi sbuffò.

- Si, lo so Maggie, infatti mi sto godendo le mie ultime ore di vita – ribatté.

La sorella scosse la testa, contrariata.

- Non c'è nulla da scherzare, Lexi – spiegò, - è la terza volta che ti sospendono.

L'altra ragazza fece come per ignorarla e tornò ad ascoltare la sua canzone ma Maggie continuò a parlarne.

- Perchè hai dovuto fare quella campagna a scuola? Perchè non hai seguito il mio consiglio e non hai fatto come ti ho detto io? - chiese.

A guardare Lexi e Maggie di primo impatto nessuno avrebbe mai potuto immaginare che le due fossero sorelle, men che meno gemelle.

Alexandra aveva i capelli ramati, Maggie era mora.

Lexi era estroversa fino quasi all'esagerazione, Maggie era introversa come pochi.

L'unica cosa che le accomunava erano gli occhi che entrambe avevano verde muschio.

- Perchè mi sembrava giusto – disse la ribelle.

Maggie alzò gli occhi al cielo.

- A proposito, non è che potresti stare con me mentre lo dico a papà? - chiese Alexandra innocente.

Maggie si morse il labbro inferiore.

No sorellina, puoi scordartelo, pensò ma era completamente e assolutamente negata a dire di no a chicchessia.

Forse quello era uno dei suoi principali difetti e spesso qualcuno se ne approfittava, come Lexi per esempio, chiedendole cose alla quale avrebbe tanto voluto dire di no.

La sorella la guardava supplicante.

- Oh, va bene – mormorò Maggie, - d'accordo.

- Grazie mille, sei un tesoro – disse Alexandra, poi tornò al suo i-pod.

I litigi delle due sorelle si potevano tranquillamente contare sulle dita di una mano nonostante i caratteri completamente diversi. Se c'era una cosa che caratterialmente le accomunava era la capacità di entrambe di ascoltare e di dare consigli.

Ma la cosa che Maggie detestava di più del suo rapporto con la gemella era la loro scarsa comunicazione; loro comunicavano, per carità, parlavano come possono parlare due persone che abitano nella stessa casa e che si vogliono bene. Il problema era che, al contrario di numerose coppie di gemelle, loro non parlavano della loro vita privata, dei loro problemi e delle loro paure.

La loro comunicazione spesso si incentrava sui disastri di Lexi e delle conoscenze di Maggie. Punto.

- Lexi – disse Maggie.

La gemella si voltò verso di lei mentre dalla cuffie risuonava una canzone dei Rolling Stones che arrivava fino alle orecchie dell'altra.

- Forse è meglio che ci sia anche Maryl, ci potrebbe servire.

Ma nonostante questo le voleva un bene dell'anima.


Ti porterò soprattutto

il silenzio e la pazienza.

Percorreremo insieme le vie

che portano all'essenza

(La cura, Franco Battiato)


Maryl sbatte con forza la porta dietro di sé per chiuderla, sporcò il pavimento di acqua e fango, andò a sbattere come suo solito contro il portaombrelli affianco alla porta e quasi inciampò nello zerbino.

Probabilmente c'era qualche Dio lassù che l'aveva presa in antipatia.

La ragazza lasciò cadere a terra la sua borsa firmata e si tolse con delicatezza le scarpe di Prada che Kevin Jonas le aveva rotto.

Sono da buttare, pensò la ragazza guardandole da tutte le angolazioni.

Almeno quel Kevin era servito a qualcosa, ora suo padre le avrebbe sborsato una piccola fortuna per permetterle di comprarne di nuove e da spendere per qualche abito che sarebbe rimasto a prendere polvere nel suo armadio.

Quella era stata una giornata no con la “enne” maiuscola.

Come aveva spessi ripetuto sua madre: “c'è chi nasce con la fortuna, c'è chi nasce senza”.

Maryl sorrise suo malgrado, quella era stata una delle ultime parole di sua madre prima di scappare di casa.

Erano sette anni che Maryl non la vedeva; si ricordava ancora quello che aveva provato quando suo padre gliela aveva detto, credeva di non riuscire a ricordarla.

Scacciò i brutti pensieri dalla testa ed entrò nel salotto già affollato dalle altre sue due sorelle.

Lexi se ne stava distesa sul divano e si tamburellava la pancia seguendo il ritmo della canzone che stava ascoltando, mentre Maggie, come sempre, leggeva un libro.

- Ciao! - le salutò con scarso entusiasmo dopo la sua giornata.

Maggie alzò gli occhi dal suo libro e li sgranò alla vista della sorella.

- Maryl sei … - iniziò incerta mentre anche Lexi si voltava per osservarla.

- Orribile – commentò quest'ultima con sgomento.

Maryl si guardò nello specchio e rabbrividì: aveva i capelli scompigliati e incrostati di fango, la camicetta era sgualcita e sporca mentre la gonna si era addirittura scolorita.

- Ho bisogno di un'estetista – disse la maggiore con fermezza, - sembro un mostro.

- Non stai così male – mentì Maggie, ma si zittì di fronte all'occhiata di Maryl.

La ragazza cercò di aggiustare la camicetta ma peggiorò soltanto la situazione.

- Era una camicetta di Armani – si lamentò, - ora è da buttare.

- Non è da buttare, basta lavarla e stirarla – notò Lexi, - a mano, - precisò.

La maggiore la ignorò deliberatamente.

- E la gonna – disse con uno sbuffo, - era nuova e ora devo buttare anche questa.

- Basta mettere del colorante in lavatrice – disse Maggie, - e tornerà come prima.

Maryl ignorò pure lei e continuò ad osservare i suoi vestiti.

- Mi piaceva tanto questa gonna – continuò. - Ora devo buttare la gonna, la camicetta e le scarpe.

Lexi e Maggie si scambiarono un'occhiata.

- Cos'è che hanno le scarpe? - chiese la prima.

- Si è rotto un tacco – disse Maryl, - erano scarpe di Prada.

Come se questo cambiasse il mondo intero.

- Beh si le scarpe sono da buttare – disse Maggie, - ma il resto no.

Maryl scosse la testa, quelle due non capivano, la moda, i vestiti firmati non erano come i vestiti comuni, erano la sua vita.

All'università venivi giudicato dai vestiti che si indossavano, del livello sociale dei genitori e dai voti che si prendevano.

In poche parole l'aspetto era tutto.

Sarà stato per questo motivo che Maryl era diventata così superficiale negli ultimi due anni.

- Tutta colpa di quella feccia! - esclamò la ventenne guardando ancora una volta il tacco penzolante di quello che restava della scarpa.

- Cioè? - chiese Lexi distratta.

- Kevin Jonas – ringhiò la maggiore, - alias Rompi Scarpe Firmate.

Maggie che fino a quel momento aveva seguito la conversazione con scarso interesse si rianimò subito.

- Jonas hai detto? - chiese.

- Si – sbuffò Maryl, - perchè?

- Oggi ho conosciuto un Jonas -disse lei sovrappensiero.

Lexi guardò la gemella con un'occhiataccia.

- Maggie e io che ti credevo intelligente, hai idea di quanti Jonas esistono al mondo? Io ne ho uno nella mia classe di biologia – disse incredula.

- Si, lo so, probabilmente non lo vedrò più, mi ha dato il suo numero ma non credo che lo chiamerò, forse voleva solo rimorchiare – disse Maggie.

- Sarà così – annuì Maryl sfiorando con attenzione le scarpe manco fossero fatte di cristallo.

Nessuna di loro tre poteva anche lontanamente immaginare quanto si sbagliavano.


Continua ...

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Capitolo 4
*** To be a Jonas ***


Ah la vita è strana a volte, vero? Beh vi dico solo una cosa, sono molto incazzata, all'esagerazione, la causa è la mia prof di arte, la ammazzerai volentieri, a quanto pare io “non mi so rapportare” ma che vada a farsi in culo prof di merda … okay mi rilasso, respiro profondo, comunque prima è meglio se passo ai ringraziamenti altrimenti do di matto:

EllieGoodman: sono contenta che le sorelle Campbell ti stiano simpatiche e soprattutto di averti fatto ridere. Questo è un capitolo sulla famiglia Jonas, spero ti piaccia. Un bacio!

ada12: ma perchè non ti sembra corretto? Maggie, scusami, mi sembra davvero simpatica. Un bacio!
DarkViolet92: sta tranquilla che non appena pubblicherai la tua FF io la leggerò con entusiasmo, solo avvertimi quando la pubblicherai. Un bacio!

Stargirl312: Leti, sono contenta che ti piacciano questi personaggi, e anche che tu abbia messo questa FF nei preferiti , ti voglio bene anche io. Un bacio!

jeeeeee: no problem amor tanto non pensavo di aggiornare prima di oggi, martedì, poi il mio prossimo aggiornamento sarà … venerdì o sabato oppure lunedì. E tu vai in gita? Per quanto, tre giorni? Beata! Io con la mia classe dovevamo andare a Praga per cinque giorni ma “non ci potevano aggregare alle altre classi” come se non potessero aggiungere dieci studenti, perchè nella mia classe siamo solo in dieci, poi dovevamo andare a Strasburgo ma a quanto pare “il Parlamento non è visitabile nei giorni in cui dovremmo andare” quindi la gita forse salta, ma comunque ti sto annoiando. Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, un bacio tesoro!

Ice_Bubble: sono contenta che ti sia piaciuto questo capitolo, e che ti abbia fatto divertire. Un bacio!

erbeeren: hey grazie per essere passata nella mia FF, spero continuerai a leggere anche i prossimi capitoli, ne approfitto di dire, come ti ripeto spesso nelle recensioni che ti lascio, che la tua Ff è fantastica! Un bacio!

jollina la verde: eccomi qui allora che aggiorno, non ho potuto farlo prima, ma spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo. Comunque ti ho lasciato una recensione nella tua FF. Un bacio!

Potterina Weasley: ma tesoro tu mi farai morire dal ridere, fai troppo ridere, mi hai rallegrato in una giornata nera come il carbone, tutta colpa di quella prof di merda … comunque spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacio!

Capitolo 4. To be a Jonas


Era possibile odiare una persona dopo averci scambiato quattro frasi in croce? A quanto pare si.

Joe Jonas era seduto su una sedia della sua camera mentre improvvisava una canzone alla chitarra mettendoci tutto l'odio che provava per Alexandra “Rompiballe” Campbell.

Non poteva esistere una persona così odiosa, non era biologicamente possibile.

Lexi Campbell, Joe era sicuro che quel nome non l'avrebbe mai dimenticato, se in futuro avrebbe trovato un'altra persona così odiosa l'avrebbe chiamata Lexi.

Ma cosa le interessava se lui e Sasha si stavano baciando? Mica avevano usato i megafoni con tanto di insegna luminosa per dire: “Ehi mondo, guarda! Joe Jonas sta con Sasha Collins!”, anzi più passavano inosservati meglio era.

Quasi quasi ci avrebbe scritto una canzone su quella ragazza intitolata semplicemente “I hate”, semplice e diretto, meglio di così!

Già aveva le parole in mente: “Io odio quel tuo modo di sorridere, quella tua faccia da saputella, quel tuo viso ribelle, quel tuo tono arrogante, le tue parole di sfida. Io odio tutto di te.

Un successone, doveva ricordarsi di dirlo a Nick per aiutarlo con le parole.

Okay, probabilmente stava esagerando, ma in quel momento nessuno odiava come Joe Jonas.

Con uno sbuffo appoggiò la chitarra alla parete affianco alle altre e si stese sul letto mentre con una mano accendeva il televisore mettendo un DVD di un film in cui Sasha aveva recitato nel suo primo ruolo di protagonista.

In quel film aveva la parte di un'adolescente timida con il sogno di partecipare alle Olimpiadi di pattinaggio sul ghiaccio nonostante si fosse precedentemente rotta una caviglia e che riusciva a coronare il suo sogno grazie al suo allenatore, nonché fidanzato alla fine della pellicola.

Osservò l'immagine della sua ragazza mentre pattinava e non poteva immaginare essere più bello in tutto il mondo o universo.

L'avrebbe potuto gridare a tutta Los Angeles: “Sasha Collins è fantastica!”

Dopo lo spiacevole incontro con Lexi Sasha aveva insistito per essere riaccompagnata a casa dicendo che “per quel giorno avevano rischiato abbastanza”. Una bugia bella e buona dato che erano usciti solo da pochi minuti.

Joe aveva fatto come gli aveva ordinato Sasha senza riuscire a trattenersi per tutto il viaggio di ritorno di dire imprecazioni e maledizioni contro Alexandra. Alla fine del tragitto la ragazza era di umore nero.

Joe continuò a guardare il film con discreto interesse, ormai avrebbe potuto recitarlo a memoria per tutte le volta che l'aveva visto.

Era arrivato nella parte in cui Sasha, che nel film si chiamava Tina, credeva di non riuscire più a pattinare dato che la caviglia era tornata a farle male e il suo allenatore, Brett, la consolava.

- Non credo di poterlo fare Brett – disse “Tina” con voce lacrimosa.

- No, Tina, io credo in te, hai uno splendido talento, sei capace, elegante, non mandare tutto a monte – ribatté “Brett”.

In effetti quel film non era uno dei migliori che avesse mai visto in vita sua, ma Joe lo apprezzava davvero tanto.

Fu solo quando sentì il rumore della porta che si apriva e la voce dei fratelli che riempiva la casa che spense la televisione e scese per andargli incontro mentre tentava in ogni modo possibile di tenere lontana dalla sua mente l'arroganza di Lexi.


Se io non avessi te

forse mi arrenderei

tu sei la prima che

fa un viaggio dentro me

e poi non molla mai

(Se io non avessi te, Nek)


La prima cosa che Nick vide quando entrò in casa fu Joe che gli veniva incontro con l'espressione di uno che aveva avuto una pessima giornata e che non doveva essere minimamente disturbato.

- Nick – disse il mezzano senza un saluto, - tu mi devi aiutare a scrivere una canzone che parla di odio, ho già alcune strofe in testa, ora tu devi aggiungere il tuo tocco creativo e sarà un successone. La nostra prima canzone che parla di odio.

- Buongiorno anche a te, Joe – disse il minore.

- Non scherzare Nick, sono di pessimo umore, quindi vieni e aiutami subito – ordinò il mezzano.

- Che ti è successo? - domandò Kevin.

Joe guardò il fratello maggiore.

- La domanda più appropriata sarebbe che diavolo è successo a te. Dove ti sei cacciato per ridurti così? - domandò Joe.

Kevin si guardò i pantaloni e la giacca incrostati di fango.

- Ho avuto uno spiacevole incontro con una ragazza isterica – snocciolò, - normale direi.

Nick guardò il fratello maggiore.

- Intendi la ragazza con cui ti trovavi quando siamo passati a prenderti – disse includendo l'autista della Mercedes che aveva schizzato la ragazza.

- Già – borbottò, - Miss Simpatia.

Joe gli diede un'amichevole pacca sulla spalla.

- Siamo in due fratello – disse con aria tetra.

- Perchè? - chiese il maggiore.

- Ho incontrato una ragazza davvero simpatica, più simpatica di lei non ho mai incontrato nessuno – disse ironico.

Nick scosse la testa, probabilmente era l'unico che aveva avuto una bella giornata.

- Sono l'unico che ha incontrato una ragazza simpatica oggi? - chiese.

I due fratelli lo guardarono interessati.

- Una ragazza? - chiese Joe. - Davvero?

Nick annuì.

- In biblioteca.

I due fratelli maggiori si scambiarono un occhiata.

- Come si chiama? - domandò Kevin.

Nick sospirò.

- Maggie Campbell.

Sia Joe che Kevin rabbrividirono.

- Campbell hai detto? - chiese il primo.

- Si, perchè? - domandò il minore incerto.

Joe si scostò il ciuffo stirato dagli occhi.

- Ho conosciuto una certa Lexi Campbell – disse lui.

- E io ho incontrato una ragazza di nome Maryl Campbell – disse Kevin.

I tre fratelli rimasero a guardarsi per qualche istante.

- Strano – disse Joe.

Gli altri due annuirono.

- Nick se Maggie Campbell è una parente di Lexi Campbell ti proibisco in ogni modo di uscire con lei, dovessi morire.

Che cosa? Nick non poteva uscire con Maggie solo perchè a suo fratello non andava a genio questa Lexi?

- Perchè scusa? Se lei mai mi chiamerà e vorremo uscire insieme lo faremo, non ho bisogno del tuo consenso – disse Nick scaldandosi.

- Fai come vuoi – disse Joe scuotendo la testa contrariato.

Kevin sbuffò.

- Sentite ragazzi lasciamo stare questo argomento e passiamo a cosa più importanti, per esempio la canzone che dobbiamo scrivere … e no Joe, non scriveremo una canzone che parla di odio – disse il maggiore anticipando la domanda del fratello che abbassò il capo triste.

Nick scosse la testa, aveva due fratelli davvero scemi.

- Senti fratellino – disse Joe quando Kevin se ne fu andato per farsi una doccia, - per quella canzone di cui ti parlavo lavoriamoci insieme lo stesso, Kevin si dovrà attaccare.

Il minore annuì.

Ma gli voleva un bene nemmeno minimamente immaginabile.


Vivo per lei da quando sai

la prima volta l'ho incontrata

non mi ricordo come ma

mi è entrata dentro e c'è restata

(Vivo per lei, Andrea Boccelli, Giorgia)


Va bene Kevin Jonas odiava Maryl Campbell.

Non poteva dire che il suo era odio profondo, ma di certo la detestava, e tanto anche.

E dire che a un certo punto non le era sembrata neanche così antipatica, certo poi si era ricreduto subito.

Kevin ridacchiò: era davvero buffa quando era caduta, con gli occhiali storti sul naso, i vestiti sporchi di fango e acqua e con il tacco rotto.

Il ventunenne uscì dalla doccia e si rivestì per sentire il rumore di qualcosa che cadeva e si rompeva.

- Nick sei un idiota! Mi hai rotto la chitarra! - urlò Joe.

- Io? E poi si è rotta solo una corda! - ribatté Nick.

- Una corda, tutta la chitarra, è la stessa cosa! - gridò il mezzano, - e poi non è colpa mia.

- Ma se sei tu quello che diceva che dovevo suonare con più brutalità quella tua stupida canzone!

- Che c'entra? Sei tu che suonavi! - disse Joe avendo ovviamente torto.

Kevin sospirò: quei due erano un continuo di litigi e rappacificazioni.

- Ah e così sarebbe colpa mia?

- Già!

- Lascia stare Joe, visto che ti credi tanto bravo suona tu questa canzone! - urlò Nick con rabbia.

Ecco come fare arrabbiare Nick Jonas signore e signori.

- Daccordo, ti insegno io come si fa a suonare una chitarra – disse il mezzano.

Ci fu un breve istante di silenzio, poi il grido esultante di Nick.

- Ecco, te l'avevo detto! Hai rotto anche tu una corda!

- Ma non è vero!

- E' questa che cos'è?

Joe balbettò una serie di scuse patetiche.

Kevin alzò gli occhi al cielo e pregò il buon Dio che quei due non lo coinvolgessero.

Nick e Joe continuarono a litigare, ma con meno enfasi, così il maggiore si rilassò, andò in camera sua e prese la sua chitarra, con tutte le corde integre, e si mise a suonare Love Bug mentre la canticchiava a bassa voce.

A un certo punto smise, non era dell'umore adatto per cantare, forse doveva aiutare Joe e Nick a scrivere quella canzone, ma il suo orgoglio glielo proibì.

Malgrado si sforzasse non riusciva a dimenticare Maryl Campbell … e alla sua antipatia, anzi la sua più che antipatia era arroganza.

Certo era una bella ragazza, i capelli biondo cenere resi più scuri dalla pioggia scrosciante che ancora non accennava a smettere, gli occhi che sfumavano da un castano scuro più all'esterno fino a diventare dorati nella parte più interna, il naso dritto, la pelle diafana … okay sarà stata anche bella ma era vanitosa, superficiale e arrogante.

Insomma aveva fatto una tragedia per un tacco rotto.

Diluvio universale, la fine del mondo, presto chiamate la polizia, i pompieri, l'FBI, la CIA … era un tacco, mamma mia adorata, non una collana di sei carati con tanto di zaffiri, smeraldi, con il diamante più grande del mondo incastonato al centro!

Maryl “Arroganza” Campbell, suonava anche bene.

- Joe, cavolo, guarda che hai combinato! - gridò Nick a squarciagola.

- Io?! - domandò il mezzano.

- Si, tu! Hai rotto la statuetta di mamma e papà che ha regalato la zia per il loro ultimo anniversario! - disse Nick con voce disperata, una pausa, - io questa volta non mi prendo la colpa per una cosa che hai fatto tu!

- E' successo una sola volta … - si difese debolmente il mezzano.

Probabilmente il minore lo stava guardando con un'occhiata penetrante.

- Okay solo un paio di volte ...

- Tre – lo corresse Nick, - la prima volta per il servizio di porcellana della nonna, la seconda quando hai rotto lo specchio in bagno e la terza quando hai spaccato in due il videogioco preferito di Frankie.

- Beh si … dettagli – commentò il mezzano.

- Dettagli un corno, ora tocca a te a prenderti la colpa – disse Nick, - e no io non ti aiuterò, scordatelo.

Joe con ogni probabilità stava facendo gli occhi dolci da cucciolo abbandonato.

- Oh va bene, è inutile litigare con te, vinci sempre tu, mi sa che il detto che dice che chi rompe uno specchio avrà la sfortuna per sette anni è una balla – disse il minore, pensieroso.

Kevin sospirò sarebbe stato meglio andare a calmare le acque, voleva bene a quei due pazzi fratelli con la testa non del tutto a posto.

Il motivo?

- Nick mi hai rotto un'altra corda!

Semplice, erano i suoi fratelli.


Continua ...

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Capitolo 5
*** The Church ***


Hi, hi, hi eccomi qui!!

Finalmente è venerdì e posso aggiornare con calma senza l'ansia dei compiti … passiamo ai ringraziamenti:

Potterina Weasley: Addirittura SEXY?? Mi fa piacere che tu trovi questo capitolo divertente!! E meno male che non è un reato odiare i prof, soprattutto quelli a personalità multipla tipo la mia prof di arte!!! Quella donna è pazza!! Comunque figurati per la recensione se non è “esauriente” come dici tu, ti perdono ECCOME anche perchè non ero affatto arrabbiata!! Un bacio!

EllieGoodman: grazie!! E sono contentissima di averti fatto ridere!!! XD!!! Mi sono divertita troppo a scrivere la parte di Joe e Nick! Un bacio!

_KikyBlonde_: davvero è la prima FF che leggi sui JB e qui scoprirai di più sul personaggio di Lexi dato che ti incuriosisce tanto … Un bacio!

DarkViolet92: eccomi qua!! Si ho visto la tua FF e come hai visto ti ho lasciato subito una recensione!! Attendo con ansia il prossimo aggiornamento!! E anche io ho fatto un personaggio sulla mia descrizione, Maggie sono io in tutto e per tutto. Grazie mille per la mail!!

Ice_Bubble: sono iper mega contenta che ti sia piaciuto questo capitolo!!! E se credi che Kevin sia il più normale dei tre è meglio se leggi questo capitolo … Un bacio!

erbeeren: sono felicissima che questo capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia fatto ridere!! Ecco a te un altro chappy che spero apprezzerai! Un bacio!

jollina la verde: ma si la grammatica a che cosa serve?? Soprattutto nelle recensioni! Ho lasciato una recensione nella tua FF con piacere e continuerò a farlo!!! E comunque non sei in ritardo, perchè dici questo?? Un bacio!


Capitolo 5. The Church


La luce del sole si rifletteva sui vetri colorati della chiesa lanciando colori sgargianti sul volto dei presenti alla messa.

Lexi si riparò gli occhi con una mano, detestava quella luce così accecante, soprattutto quando cercava di trovare un posto in prima fila per guardare Maggie durante la sua esibizione nel coro della chiesa come ogni domenica mattina.

- Permesso, scusate, permesso – disse a tutti i presenti mentre si infilava fra di loro e cercava di appropriarsi di un posto in prima fila accanto a un ragazzo dai capelli scuri a capo chino.

Si sedette con un tonfo sordo e si tolse i capelli dagli occhi mentre guardava con ansia la porta da cui sarebbe uscita Maggie insieme al resto del coro.

Involontariamente mentre guardava la porta e saltellava ansiosa sulla panchina cigolante della chiesa colpì con un gomito il ragazzo di fianco a lui che fece un debole gemito di dolore.

- Scusa – disse Lexi guardandolo mentre il ragazzo alzava gli occhi verso di lei.

Si riconobbero all'istante.

- Ancora tu? - gridarono all'unisono.

Una cinquantina di paia di occhi si voltarono verso di loro intimandogli il silenzio.

Lexi e Joe chinarono il capo.

- Che cosa ci fai tu qui? - sibilò la ragazza.

- Prego, cosa ovvia in una chiesa mi sembra – disse Joe con voce piena d'odio.

Alexandra alzò gli occhi al cielo.

- Che cosa ci fai tu qui, invece? - chiese lui.

- Come hai detto tu siamo in una chiesa, quindi prego, inoltre mia sorella canta nel coro – spiegò lei fra i denti.

- Hai una sorella? Povera ragazza, cosa ha fatto nella vita precedente per meritarsi una cosa del genere? - ghignò Joe.

- Ah, ah, Mr Simpatia – commentò Lexi, ironica.

- E io guarda chi conosco, Miss Odiosità – continuò Joe, sincero

La chiesa, effettivamente, non era il posto più adatto per fare argomenti del genere, insomma dov'era finito il rispetto per i luoghi sacri che esisteva una volta? Sparito nel nulla.

Un uomo di mezza età li intimò al silenzio proprio mentre quindici fra ragazze e ragazzi entravano e si disponevano in silenzio nei propri posti.

Lexi accennò a un saluto con la mano a Maggie che era spaesata, rossa di vergogna e imbarazzo come sempre, la quale le sorrise incerta mentre il prete sorrideva allegro a tutti e iniziava la messa.

- Chi è tua sorella? - domandò Joe talmente piano che quasi Lexi non lo udì.

- Che ti interessa? - sibilò piano la ragazza.

Joe scrollò le spalle.

- E' un Paese libero questo, mi sembra, faccio quello che mi pare e piace – disse mettendo nella sua voce tutto l'odio e il disprezzo che provava per lei.

Lexi guardò davanti a sé fiera ripetendo le parole del prete.

- Prima fila, quinta da destra – rispose con una punta d'orgoglio nella voce.

Il giovane cantante seguì le indicazioni della ragazza e incrociò gli occhi di una ragazza mora, con i capelli lunghi e lisci, il viso arrossato dall'imbarazzo che guardava per terra.

- Ah – disse soltanto.

Lexi fissò la sorella.

- Dov'è la tua ragazza, credevo foste inseparabili – disse con arroganza.

Joe la fulminò con lo sguardo.

- Non è credente e oggi aveva altri impegni – spiegò lui.

- Uh, quindi è una ragazza così impegnata che non riesce a trovare anche solo pochi minuti per andare a pregare? - domandò Lexi.

- Ti ho già detto che non è credente e poi si è una ragazza molto impegnata – disse lui con odio. Insomma era un'attrice per forza era impenata. - E poi uno fa quello che gli pare.

Come si volevano bene! Da uno a dieci? Meno venti mila.

Lexi gli fece il verso e continuò a seguire la messa, si voltò dietro di sé e cercò con lo sguardo il padre e Maryl che si trovavano in fondo, in piedi affianco a una parete.

Maryl bella e elegante come sempre con un vestito bianco e lungo che le arrivava fino ai piedi e dalle maniche lunghe, le braccia incrociate al petto, la montatura degli occhiali bianca e i capelli legati in una coda di cavallo che le faceva ricadere della ciocche sulle spalle.

Peter Campbell, suo padre, era in piedi, anonimo, affianco alla figlia prediletta che seguiva le parole del prete come in una cantilena.

Lexi sospirò suo padre aveva evitato accuratamente di parlarle negli ultimi giorni dopo che la ragazza gli aveva annunciato la sua terza, e di sicuro non ultima, sospensione.

- Chi cerchi? - domandò Joe, la ragazza sussultò si era dimenticata della spiacevole compagnia che le stava accanto.

- Nessuno che ti interessi – rispose lei, brusca.

- A me invece interessa, il tuo ragazzo? - domandò lui sogghignando, - chi è quella povera anima pia? Voglio fargli le mie condoglianze.

- Ah, ah – disse sarcastica la sedicenne con voce dura.

Joe continuò a sogghignare per un tempo che a Lexi parve infinito.

- La vuoi smettere? - domandò lei con voce fin troppo alta e fu subito zittita da molti “shh!” che risuonarono per tutta la stanza.

- Oh, oh Lexi Campbell è nei guai – rise lui.

- Eclissati … - iniziò la ragazza, rendendosi conto all'improvviso di non conoscere il nome di quell'essere sgradevole.

- Joe Jonas – completò lui.

Alexandra lo guardò.

- Chi ti dice che voglio conoscere il tuo nome?

- Tu lo vuoi sapere – disse Joe.

- Non è vero.

- Si che è vero.

- No, non è vero.

- Si invece.

- Porca miseria Jonas non lo voglio sapere! - urlò Lexi.


A un passo dal possibile

a un passo da te,

paura di decidere

paura di me

(Eppure sentire, Elisa)


L'intera sala si voltò per guardare Lexi la quale abbassò il capo, più imbarazzata di quanto non fosse mai stata in vita sua mentre Joe stava trattenendo una crisi d'ilarità.

- Bene – disse Padre Andrew imbarazzato, - passiamo all'esibizione del nostro coro.

Maggie trattenne rumorosamente il fiato, come faceva sempre da quando aveva iniziato a cantare nel coro della chiesa.

I suoi compagni ormai non si voltavano più per controllare se stesse bene, avevano imparato presto che quella era una sua reazione naturale.

La piccola orchestra iniziò a suonare il pianoforte e il coro iniziò a cantare l'Ave Maria, Maggie era terrorizzata, aveva paura di sbagliare la canzone come le era già capitato non una ma cinque volte.

Padre Andrew era sempre stato comprensivo con lei, la consolava dicendole che lei aveva uno straordinario talento, che aveva delle potenziali ma che doveva superare quella sua terribile paura di sbagliare che la faceva, inesorabilmente, sbagliare.

Il prete li incitava con grossi sorrisi e muovendo le mani a mezz'aria seguendo il ritmo della canzone.

Il coro cantava e lui continuava a sorridere.

Quando la prima canzone fu finita il viso di Padre Andrew era talmente tirato in un sorriso che Maggie dubitava sarebbe riuscito a tornare alla normalità.

Dagli spettatori partì un debole applauso, l'unica che non applaudiva era Lexi che teneva ancora il capo chino.

- Bravissimi! - applaudì Padre Andrew con entusiasmo, - bene, ora passiamo alla prossima canone.

Maggie sprofondò, era il turno di Alleluia, la canzone che in assoluto detestava più di tutti, con tutti quegli acuti trita timpani che lei era sicura di essere negata a fare.

Il pianoforte partì e con lui anche il coro, Maggie in ritardo, ma riuscì a recuperare in tempo.

Da lontano un ragazzo con i capelli ricci e mori la osservava curioso, con il viso leggermente inclinato a lato.

Maggie ricambiò lo sguardo curioso, l'aveva già visto quel ragazzo solo non si ricordava quando … dove …

- Nick! - esclamò lei all'improvviso attirando verso di sé diversi sguardi da parte dei suoi compagni che la fissarono severi mentre cantavano.

Maggie riprese a cantare tenendo gli occhi bassi ma con un lieve sorriso sulla labbra; com'era piccolo il mondo, si erano incontrati solo pochi giorni prima e ora eccolo lì nella stessa chiesa in cui lei cantava tutte le domeniche.

Si era domandata tutti i giorni da mercoledì se avesse dovuto chiamare Nick, d'altronde le era sembrato un ragazzo così simpatico e dolce, qualcuno con cui parlare dei suoi interessi e preoccupazioni, sulle sue critiche su un libro.

Lexi si rifiutava categoricamente di ascoltare Maggie quando parlava di libri la quale tentava di convincere la sorella di provare a leggere un libro che non fosse di Isabel Allende o Agatha Christie, come uno di Cornelia Funke oppure di Joanne Kathlenn Rowling, con ogni probabilità era l'unico essere umano con più di dodici anni e mano di trenta che non avesse letto un libro di Harry Potter.

- Maggie! - esclamò Nick vedendo la ragazza con la tunica gialla canarina che aveva abbassato il capo.

- Chi? - chiese Kevin guardando il fratello.

Nick scosse la testa meravigliato.

- No, niente Kev, una ragazza che conosco.

O almeno che aveva iniziato a conoscere.

Il fratello maggiore scosse il capo e lasciò perdere per tornare ad ascoltare il coro ed a osservare Joe che, aveva notato, era stato ripreso parecchie volte insieme alla ragazza che era affianco a lui.

Nick canticchiò a bassa voce la canzone di sottofondo e continuò ad osservare Maggie che aveva rialzato il capo e ora lo fissava rossa in viso, un bel contrasto con il colore sgargiante della tunica che aveva addosso.

Il sedicenne non aveva potuto tornare in biblioteca a causa dei numerosi impegni che aveva, senza contare il fatto che Maggie non l'aveva mai richiamato e credeva,quindi, che non fosse un ospite gradito.

A quanto pareva, però, dalla reazione di Maggie alla sua vista lui non le stava antipatico, anzi, quindi c'erano solo due opzioni.

Opzione numero uno non aveva avuto tempo per chiamarlo.

Opzione numero due non gli stava antipatico ma non voleva chiamarlo; causa: ignota.

- Nick che c'è? - domandò Frankie, il più piccolo della famiglia Jonas, di otto anni a stento e di sicuro quello più sano mentalmente.

- No, niente Bonus, solo che ho visto una mia amica – disse Nick, se è possibile chiamarla così.

- Ah davvero, dove? - chiese guardandosi intorno.

- Lì, la vedi? La ragazza che si trova nel coro, in prima fila, quella mora e rossa in viso – spiegò Nick.

- Ah, si la vedo, che colore strano della pelle, però, è una Pellerossa? Che bello! Un indiana! Io adoro gli indiani, soprattutto i vestiti che indossano sono così colorati e quei copricapi con le piume, quelli enormi! Sono troppo belli! - disse Frankie eccitato.

- No, non è un'indiana – spiegò Nick, paziente.

- Un'indigena?

- No, è come noi.

Frankie lo guardò con un'espressione dura.

- Potevi lasciarmi sognare, però – brontolò offeso.

Nick ridacchiò e tornò a seguire il coro, sicuro che più tardi avrebbe parlato con quella ragazza.


Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi

le tue calzette rosse

e l'innocenza sulle gote tue

due arance ancor più rosse

(La canzone del sole, Lucio Battisti)


Kevin uscì dalla chiesa con passo svelto, il sole gli illuminava il viso e lo accecava tanto che, quasi, non riusciva a vedere dove stava andando. A mala pena si rendeva conto se qualcuno gli stava andando addosso e non si scontrò con nessuno solo per puro miracolo dato che la luce gli impediva di vedere niente che si trovava oltre i due metri di distanza dal suo naso.

- Aspetta papà, io vado a piedi! - gridò una voce femminile che il ragazzo non riconobbe.

- Sicura pulcina? - chiese quello che doveva essere il padre.

- Si, voglio fare quattro passi – disse la voce femminile. - E poi devo prendere Maggie.

- Oh, è vero, allora a dopo pulcina.

- A dopo papino.

Pulcina e papino, caspita si dovevano avere davvero bene.

Quattro passi, esattamente quattro passi, dieci secondi e quattro passi prima dello scontro.

Kevin si schiantò contro qualcuno ed entrambi finirono a terra.

- Ma fantastico! - gridò la ragazza sarcastica.

Kevin non poteva dimenticare quella voce e soprattutto non poteva non riconoscerla da così vicino.

- M ...Maryl? - domandò Kevin.

- Di nuovo tu? - domandò Maryl sorpresa e irritata.

- Questo è ciò che dovrei dire io! Cosa ci fai qui? - chiese il ventunenne cauto.

Maryl lo ignorò e si alzò.

- No! Tutto ma non questo! - ululò la ragazza.

- Cosa? - chiese Kevin alzandosi.

- Tu, tu feccia ignobile, fottutissimo Rompi Scarpe Firmate, tu mi hai rotto un altro tacco! - gridò la ragazza con rabbia.

Kevin era senza parole; due tacchi in cinque giorni, caspita era un record!

- Tu Jonas, tu mi hai rotto un altro tacco! - ripeté la ragazza, basita, - un altro tacco.

Era sotto shock.

- Ehm stai bene? - chiese Kevin seriamente preoccupato.

- Se io sto bene? Io non sto bene, tu mi hai rotto un altro tacco! Questa me la paghi idiota, feccia che non sei altro! Io … io ti denuncio, io non so che ti faccio! - sbraitò Maryl mentre una piccola folla si era radunata affianco a loro.

Fra di loro c'erano Lexi e Joe, a debita distanza che evitavano accuratamente di incrociare i loro sguardi.

- E' un tacco! - ribatté Kevin.

- Eh no Jonas, scordatelo di dire ancora questa tiritera “E' un tacco! - lo scimmiottò la ragazza con urla isteriche. - Mi hai rovinato anche il vestito!

Tacco e vestito, fine del mondo.

- Uh, allora che facciamo, vuoi chiamare i servizi segreti? - domandò Kevin.

- Magari … - ammiccò Maryl.

Si lanciarono occhiate infuocate.

- Io ti odio! - esclamò lei.

- Non quanto io odio te! - disse lui.

In quel preciso istante dalla folla per entrare a far parte della mischia, uno da Kevin, l'altra da Maryl.

- Che cosa vuoi Joe? - domandò con un sibilo Lexi.

- Sto prendendo le parti di mio fratello, Lexi – disse lui.

- Ti ho detto di non chiamarmi Lexi, io sono Alexandra per te – disse lei urlando.

- Vattene! - le ordinò Joe.

- No, sto prendendo le parti di mia sorella – gridò lei.

Capirono tutti e quattro, Kevin, Joe, Maryl e Lexi.

- No, aspetta un attimo che cosa hai detto? - domandarono all'unisono.

- Lei è tua sorella? - domandò Kevin a Maryl indicando Lexi. - Povera ragazza.

- E lui è tuo fratello? - chiese Maryl indicando Joe. - Mi dispiace per te.

- Già sono suo fratello - disse il diciannovenne, - piacere Joe Jonas.

Maryl guardò per un istante la mano che il ragazzo le tendeva.

- Maryl Campbell.

- No! Non potete fare amicizia – disse Lexi.

- Già! - concordò Kevin, - Joe non puoi farmi una cosa del genere.

In quel momento delle risate li distrassero e li fecero voltare verso la fonte di quel rumore in quell'istante così odioso.

Un ragazzo e una ragazza dai capelli mori stavano ridendo allegri mentre uscivano dalla chiesa, ma che si fermarono quando videro i fratelli e le sorelle.

- Joe? Kevin?

- Maryl? Lexi?

- Maggie che stai facendo? - chiese Lexi.

Maggie si voltò verso Nick per poi tornare dalla sorella.

- Sto chiacchierando con un mio amico.

- Quel tuo amico ha un fratello odioso – disse Maryl.

- E quella tua amica ha una sorella rompiscatole – disse Joe.

- E …? - chiese Nick.

Tre ragazzi, tre ragazze, anche se più precisamente erano tre fratelli e tre sorelle il cui loro destino si era unito, inconsapevolmente.


Continua ...

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Capitolo 6
*** To Convince ***


Bene ragazze, eccomi qua!!

Ieri tornei inter-scolastici di calcio, la mia classe (io mi astengo perchè non mi hanno fatto giocare, :( , che palle!) ha perso 21 a 2 una partita e un'altra 15 a 2 . E' già stato un miracolo che ne abbiano fatti 2 di goal per partita, credevamo di non riuscirne a fare neanche uno ...

Passiamo ai ringraziamenti, forse è meglio prima che vi faccia morire di noia:

jeeeeee: grazie per i complimenti tesoro!! Hai centrato in pieno l'odio puro delle coppie Maryl/Kevin, Lexi/Joe, per Maggie/Nick invece tutto bene, un bacio amore!

EllieGoodman: come non hai mai letto un libro di Harry Potter? Ti consiglio di provare a leggere il primo, inizialmente sembra noioso, poi diventa fantastico! Quindi per ora la tua coppia preferita sono Nick e Maggie … anche i miei!! Un bacio!

DarkViolet92: tesoro ho mantenuto la mia promessa, in fondo a questo testo troverai il mio avviso. Un bacio!

ada12: mi dispiace molto che le coppie non ti piacciano :(, ma sono contenta che apprezzi questa storia e spero continuerai a leggerla e a recensirla! Lo farai? Un bacio!

_KikyBlonde_: sono molto contenta che questa storia ti piaccia e soprattutto le mie scelte letterarie di come ho collocato i personaggi. Un bacio!

deerock94: mi dispiace che questa storia ti abbia deluso, ma ti volevo spiegare un paio di cose: quando dici che ho scritto con un italiano poco scritto e molto parlato è stata una scelta tutta mia e assolutamente volontaria. E se dovessi leggere di più mi finirei una libreria della Mondadori all'anno! Nel 2008 ho letto 65 libri e non libricini come “La sovrana lettrice” che ha poco più di 90 parole, ma libri come Hyperversum, tutti gli Harry Potter e l'intera saga di Twilight. Comunque mi dispiace che non ti piaccia questa FF.

Potterina Weasley: amore ma non sei in ritardo figurati!! Come sempre la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere!! Hai ragione sempre su tutto, sempre, sempre!!! Un bacio!

erbeeren: beh come nella realtà i Jonas Brothers sono protestanti e perdonami la mia scarsa istruzione in materia ma i miei non hanno fatto frequentare religione a scuola quindi sono un ignorante in questa categoria, ma dalle mie scarse informazioni essere protestanti e cattolici è uguale (correggimi se sbaglio) solo che nella chiesa protestante posso presenziare anche le donne e i preti possono avere figli. In poche parole i JB in questa FF sono protestanti. Grazie mille per i complimenti! Un bacio!

Ice_Bubble: quindi ami la coppia Kevin/Maryl, hi hi, non sei l'unica! E Frankie è … beh fantastico, d'altronde cosa ci si poteva aspettare quando si ha tre fratelli magnifici come Nick, Joe e Kevin? E al matrimonio fra te e Frankie posso fare da testimone? Un bacio!

Capitolo 6. To Convince


- Io lo odio! - gridò Maryl, - lo detesto!

Maggie alzò gli occhi al cielo.

- Non esagerare – disse la sedicenne, - Kevin è simpatico.

- Si, come una spina nel fianco – disse la maggiore.

- Maryl, mi dispiace dirtelo, ma Maggie ha ragione, Kevin è un ragazzo molto simpatico – concordò Lexi con la sorella.

- Lexi, chiudi quella bocca – disse Maryl, - oppure vuoi che io chiami Joe?

- No, per carità quel ragazzo lasciamolo fuori da questa storia – disse la gemella dai capelli ramati, - quello si che è antipatico.

- No, Joe fa morire dal ridere! - disse Maggie, - è forse il più comico dei tre.

Lexi la fulminò con lo sguardo.

- Stai scherzando vero? Joe Jonas è … è …

- Un egocentrico ragazzo che crede di essere chissà chi quando in realtà non è nessuno – continuò Maryl.

- Esatto! - disse Lexi.

- Per la verità io mi stavo riferendo a Kevin, direi che Joe è un ragazzo davvero comico – disse Maryl.

- Ma fammi il piacere! - disse Lexi.

- Sono l'unica a cui stanno simpatici tutti e tre i fratelli Jonas? - domandò Maggie.

- Si – dissero all'unisono le altre due.

Maggie sbuffò.

Dopo quello che si poteva chiamare intoppo alla fine della messa la famiglia Jonas e la famiglia Campbell avevano avuto il piacere di legare.

Più che altro Maggie aveva legato con Nick, Joe e Kevin e rimaneva l'unica che li potesse sopportare.

Meryl aveva legato con Joe e Nick, tenendosi a debita distanza dalla feccia.

Mentre Lexi aveva legato con Kevin e Nick, evitando accuratamente di guardare negli occhi Joe, che faceva altrettanto.

- Allora, abbiamo un problema – disse Lexi, - io non posso vedere Joe neanche in fotografia, quindi dobbiamo sistemare questa faccenda … è molto semplice, non chiameremo più la famiglia Jonas e saremo tutti e felice e contenti come nelle favole, per sempre.

- Stai scherzando? - domandò la gemella, - puoi anche scordartelo, non ho la minima intenzione di rinunciare a degli amici solo perchè uno di questi non ti va a genio.

Alexandra fulminò Maggie con un'occhiataccia.

- Ascoltami bene Maggie, io Joe non lo posso soffrire, Maryl non può vedere Kevin, mi sembra abbastanza sensato, quindi, smettere di vedere quei tre ragazzi, per quanto simpatici alcuni di essi siano.

La mora scosse il capo con rabbia, Dio quanto detestava essere quella buona di casa! Doveva sempre assecondare le sorelle, sempre.

- Ma … - iniziò.

Maryl, nell'angolo più remoto della stanza, cercava di risistemarsi i capelli in una pettinatura come minimo decente. Ci aveva messo tre ore quella mattina a pettinarsi.

- Io odio quel ragazzo – rettificò la maggiore, - in cinque giorni mi ha rotto due paia di scarpe, e due vestiti firmati! Lexi ha ragione, non li dobbiamo più vedere!

- Ma … - riprovò Maggie.

- Allora daccordo? - chiese Lexi a Maryl.

- Assolutamente – concordò quest'ultima.

- Mi volete ascoltare? - domandò Maggie cercando di attirare l'attenzione delle sorelle.

Sia Alexandra che Maryl la ignorarono ripetutamente, quasi non si accorsero del vano tentativo della sorella di farle ragionare.

- Meglio dimenticarli – disse la maggiore.

- Si, tanto non cambierà nulla, tornerà tutto come prima che le nostre vite incrociassero quella di quei maledetti - concordò Lexi.

- Ma, scusate, mi volete ascoltare per favore? Lexi? Maryl? - Maggie si stava praticamente sbracciando nel tentativo di farsi vedere.

- Che dici, li chiamiamo per dirgli che non li vogliamo più vedere? - propose la maggiore.

- No, non li voglio più sentire in generale – la bocciò la rossa.

- PORCA MISERIA, MI VOLETE ASCOLTARE? - gridò Maggie, finalmente le due sorelle si voltarono verso di lei. - Joe, Nick e Kevin sono tre ragazzi meravigliosi, … tutti e tre! Dovete smetterla di insultarli e io non ho la minima intenzione di smettere di vederli.

Le due sorella la guardavano, meravigliate.

- Maryl tu stessa hai detto che Joe è simpatico e Nick meraviglioso, non lo negare! - continuò la gemella “buona”, - e Lexi, perchè diavolo ti comporti così? Cosa ti ha fatto Joe per meritarsi il tuo odio così profondo? E' un ragazzo divertente. Per di più già adori Kevin e Nick, quindi perchè dovremmo smetterla di vederli?

Maggie, per tutto il suo discorso, a mala pena si rese conto di quello che stava dicendo, quando finalmente capì abbassò il capo, mortificata.

Maryl e Lexi la guardavano stupite.

- Scusate – disse la mora, - non … non volevo – alzò lo sguardo, - ma io ci tengo a vederli ancora … davvero.

Alexandra e Maryl si fissarono per qualche istante, che parvero millenni.

- Beh Maggie non farti passare neanche per l'anticamera del cervello di vedere io e Joseph Adam Jonas a ridere e scherzare insieme – disse Lexi, - ma posso provare ad andarci daccordo, o per lo meno a non cercare di ucciderlo ogni volta che lo vedo, non chiedere di più.

Maggie sorrise riconoscente alla sorella e spostò il suo sguardo da cucciolo abbandonato verso Maryl che si mordeva il labbro superiore con insistenza.

- Maryl … - iniziò la mora.

La ventenne sospirò rassegnata.

- Okay, va bene, frequenterò ancora i fratelli Jonas, o almeno i due terzi perchè non ho voglio assolutamente frequentare Paul Kevin Jonas II, se mi rovina un altro vestito può dichiararsi morto stecchito.

Gli occhi verdi di Maggie si illuminarono.

- Sul serio? Veramente? - domandò raggiante.

- Si – disse la maggiore con un sospiro rassegnato.

Ci volle molta concentrazione, senso di determinazione e orgoglio per impedire a Maggie Campbell di saltare addosso alle sorelle e abbracciarle con una stretta mortale degna di ogni anaconda che si rispetti.

- Grazie – disse soltanto, con la voce velata di una felicità crescente, - vi sono debitrice.

- Direi! - disse Lexi, - dovrai fare tutte le faccende al posto mio per i prossimi due anni.

- Seriamente – disse Maggie, - qualsiasi cosa io sono qui se avrete bisogno.

Maryl sorrise allegra, mentre un'idea le attraversava la mente.

- Io ho bisogno di qualcuno che mi accompagni a fare shopping, devo ricomprare tutto quello che la fec … volevo dire Kevin mi ha rovinato – si corresse, - facciamo sabato prossimo?

Maggie annuì rassegnata ma felice.

- Tu Lexi? - domandò poi alla gemella.

La rossa la fissò.

- Ci devo pensare, Maggie, ci devo pensare.


Dammi solo un minuto

un soffio di fiato

un attimo ancora

(Un attimo ancora, Gemelli Diversi)


I Jonas Brothers, ovvero il gruppo più amato delle adolescenti, sedevano intorno a un tavolo e si fissavano ognuno negli occhi degli altri.

Nick fissava con insistenza Joe, che a sua volta guardava Kevin, che ricambiava lo sguardo puntandolo sul minore.

Joe tossì.

Kevin spostò il suo sguardo su di lui, per poi tornare su Nick.

Il minore si scompigliò i ricci castani e sospirò.

Joe si scostò il ciuffo ribelle dei capelli stirati dagli occhi con un tic nervoso.

Kevin controllò l'orologio per l'ennesima volta.

- Allora – disse Joe, con la voce leggermente roca dopo minuti di silenzio, - direi che la situazione è piuttosto complicata.

Kevin e Nick annuirono.

- Però trovo che, se loro vorranno, potremmo addirittura diventare loro amici, o almeno con due di loro che sono Maggie e Maryl – disse.

- Anche Lexi – disse Kevin, - è simpatica.

Il mezzano sollevo un sopracciglio.

- Stai scherzando, vero? Non puoi dirlo sul serio.

- Dico e sottoscrivo, se vuoi firmo anche un documento – disse Kevin, - quella che è meglio evitare è Maryl, a mio parere quella ragazza ha qualche istinto omicida represso dentro di lei.

Nick sbuffò, perchè toccava sempre a lui essere quello ragionevole.

- Ascoltatemi – iniziò, - possiamo tranquillamente frequentare tutte e tre le sorelle Campbell, sia Maggie – e indicò se stesso – sia Maryl – indicò Kevin – che Lexi – e indicò Joe.

- Perchè? - domandò Joe. - Cosa vi cambia se non frequentiamo più Lexi?

Kevin lo guardò.

- Beh, mi dispiace dirtelo Joe, ma voi due siete, ecco … identici.

- Cosa? - domandò il mezzano offeso. - Io e Alexandra non abbiamo nulla in comune!

Kevin e Nick si guardarono.

- Per la verità caratterialmente vi assomigliate molto – disse Nick, arrischiandosi, - siete entrami dei comici nati.

- Siete entrami testardi peggio dei muli – continuò Kevin.

- E siete tutti e due molto simpatici – concluse il minore.

Joe cercò di trovare qualche scappatoia, qualsiasi.

- Beh solo tre cose, per il resto siamo completamente diversi, per esempio, ecco, … io sono affascinate e lei neanche un po' – disse disperato.

- Joe, ti stai arrampicando sugli spacchi – disse Nick, - e poi Lexi è molto carina.

- Hai dei pessimi gusti Nick, davvero pessimi – disse il mezzano scuotendo la testa, cercando di convincere anche se stesso di quella affermazione. Lexi era sicuramente carina … ma insopportabile.

- Mai avrei creduto che Maggie sia sua sorella, men che mai sua gemella – disse Kevin pensieroso, - sono completamente diverse, sia caratterialmente che fisicamente, cioè Maggie è …

- Simpatica – lo interruppe Nick.

- Si, ma io volevo dire timida e riservata, mentre Lexi è …

- Egocentrica – disse Joe.

- No, è estroversa e molto logorroica.

- Non dimenticarti egocentrica – disse il mezzano in un sussurro.

Kevin lo fissò e fu attraversato dal bisogno improvviso di strozzarlo.

- No, non è egocentrica, lo sei tu, se non lo pianti! - lo minacciò.

- Okay, okay calmati – disse Joe alzando le mani in segno di resa. - Ma mi vuoi spiegare perchè non vuoi che frequentiamo più Maryl?

Kevin appoggiò la schiena allo schienale della sedia.

- Beh, prima di tutto non mi può vedere, e poi è snob, troppo snob e superficiale.

Questa volta toccò e Nick e Joe guardarsi negli occhi.

- Scusa, ma a te non piacevano le ragazze che si vestivano bene? - domandò il minore, prendendo la parola.

- Si, ma che siano simpatica, insomma non mi piacciono le ragazze che si vestono bene e poi sono antipatiche come Maryl – disse balbettando.

Joe alzò gli occhi al cielo.

- E' vero, Maryl è un po' superficiale, ma quello è solo una parte di lei, tu non hai conosciuto la parte migliore di lei – disse il mezzano.

- Si, come diceva quel poeta italiano, Pirandello, che diceva che tutti hanno più maschere, ecco tu hai conosciuto la maschera antipatica di Maryl – continuò Nick con un mezzo sorriso sulle labbra.

Il maggiore sbuffò, era attaccato da due fronti.

- Sentite, a me non frega niente di quello che dice 'sto Pirandello, okay? Per me Maryl resta una ragazza superficiale e antipatica, ma se insistete potrei provare almeno a conoscerla e a sopportarla.

Nick esultò interiormente, la “battaglia” era vinta su un fronte.

Joe guardò il fratello maggiore e quello minore, poi cedette dando un pugno rumoroso al tavolo.

- Va bene maledizione! - gridò, - farò come dite, ma Nick tu mi devi un favore enorme e tu Kevin, tu scordati di poter usare il mio i pod per il resto della tua vita!

- Ma no! - ribatté Kevin, - Joe lo sai che il mio si è rotto, devo ricomprarlo, ma fino ad allora con cosa mi addormenterò la sera?

- Con le soavi russa di Nick, la sua camera è affianco alla tua!

- Ehi! - si offese il minore e incrociò le braccia al petto.

Joe rise spensierato.

- Ti prego Joe, io ho bisogno del tuo i pod, no, veramente io ho bisogno delle canzoni di Celine Dion per addormentarmi.

Il mezzano sorrise, maligno.

- Scordartelo Kev, Celin è tutta mia!

- Tu sei crudele e non hai cuore! - esclamò il maggiore con finto tono melodrammatico.

- Si, lo so – disse Joe.

Nick si teneva lo stomaco dalle risate.

- Nick – lo supplicò Kevin scivolando a terra e scivolando fino al fratello minore, fingendo di essere disperato, - ti prego almeno tu abbi pietà di me e prestami il tuo i pod!

- Mi … mi dispiace … Kev – disse Nick fra una risata e l'altra, - ma … io … io non ho … la Dion nel mio i pod!

- No! - esclamò Kevin sdraiandosi a terra. - La mia fine è segnata, addio fratelli miei, è stato un piacere conoscervi, lascio il mio stereo a te Joe, mentre tutte le mie chitarre a te, Nick, a mamma e papà tutti i miei averi e a Frankie la mia stanza. Addio! - e chiuse gli occhi accasciandosi a terra.

Joe e Nick continuarono a ridere, tanto che Kevin rialzò il viso e chiese con voce arrabbiata, ma velata da un sorriso:

- Insomma, voi dovreste piangermi con tutte le vostre lacrime e iniziare a organizzarmi il funerale, non dovreste ridere!

- Smettila Kev! - rise Nick.

Joe si alzò dalla sedia e si avventò sul fratello maggiore.

- Lotta! - esultò.

Nick si unì a loro ridendo ancora come un pazzo.

Eh si questi sono i Jonas Brothers signore e signori, il gruppo più amate dalle adolescenti americane.


Continua …


ATTENZIONE PER FAVORE, LEGGETE QUI!!


Bene ora che ho la vostra attenzione, o almeno spero, vi vorrei chiedere con tutta me stessa un favore!! Per favore potreste leggere e soprattutto RECENSIRE la FF di DarkViolet92?? Vi chiedo questo favore perchè so che lei ci terrebbe molto a ricevere queste recensioni dato che fino a questo momento sono stata l'unica a farlo. Grazie mille, ragazze.

Vi voglio bene

Maggie



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Capitolo 7
*** da Giorgio ***


Ragazze oggi è stata una giornata molto noiosa, tre ore consecutive di algebra, vi rendete conto? Stavo per morire di noia …

Passiamo ai ringraziamenti, altrimenti morite di noia:

EllieGoodman: sono contenta che questo capitolo ti sia piaciuto!! Mi sono divertita a scrivere la parte della morte apparente di Kevin. Non credo che tu mi abbia mai detto che Maryl assomiglia a Cri, anche io soffro di vuoti di memoria!! Un bacione!

erbeeren: prima di tutto non mi sono assolutamente offesa sulla storia del profilo religioso e grazie per la spiegazione che mi ha riassunto, grazie al cielo, ciò che le mia amiche ci avrebbero messo anni a spiegarmelo. Grazie mille per l'informazione su Hyperversum, io purtroppo devo ancora leggere il secondo. Non è che potresti farmi un riassuntino per favore? Grazie mille! Un bacio!

Melmon: hey grazie per i complimenti cara, spero che anche questo ti piaccia! Un bacio!

_KikyBlonde_: allora spero che questo capitolo ti piaccia, anche a me piace Celine Dion, adoro in modo spropositato “My heart will go on”!! La sovrana lettrice è uno dei libri più orrendi che io abbia mai letto, procedevo a rilento perchè lo detestavo e mi annoiavo. Io i Tokio Hotel proprio non li posso vedere, li detesto (per favore se una fan di questo gruppo leggerà questo ringraziamento non mi uccida!!) e sulla tua FF sui JB puoi stare certa che io la leggerò e se ti serve aiuto in qualsiasi modo con curiosità su di loro non esitare a contattarmi sulla mail e io ti risponderò volentieri! Per la storia della messa e della biblioteca credo che sia realmente così dato che la chiesa è un luogo sacro e la biblioteca non è il primo posto in cui uno decide di andare per passare il tempo, o almeno credo sia così!! Un bacio!

DarkViolet92: figurati è stato un piacere, il nostro piano diabolico ha funzionato?? Beh diabolico no, ma piano si! Un bacio!

_FrancySoffi: figurati per la recensione, mi ha fatto solo piacere scrivertela e non ti preoccupare sul plagio, io non ti denuncerò di certo!! Grazie per aver messo questa storia fra i preferiti! Un bacio!

ada12: allora eccomi qui con un nuovo capitolo!! E ceeeerto che non mi volevo liberare di te, ma scherzi?! Un bacio!

jeeeee: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Grazie mille per avermi detto di essere migliorata nel mio stile di scrittura, mi fa piacere!! Un bacio!

LoveJonasBrothers: mi fa piacere che lo scorso ti sia piaciuto!! Ed eccomi qua che continuo cara e continuerò sempre!! Un bacio!

leo miao: sono contenta che questa idea della mia FF ti piaccia e sulla storia della consulente di coppia se vuoi ci mettiamo in affari insieme, anche a me dicono che dovrei fare quel lavoro!! Comunque non ti preoccupare per le recensioni, all'inizio mentre scrivevo S.O.S ricevevo solo un paio di recensioni per capitolo, poi all'improvviso sono diventate sempre di più fino a raggiungere le dieci per capitolo, vedrai che accadrà anche a te, o almeno spero, comunque io ti seguirò sempre! Un bacio!

jollina la verde: sono felicissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, mi sono divertita molto scrivendolo, spero che anche questo ti piaccia! Un bacio!

Capitolo 7. da Giorgio


- Nick, sei sicuro? Insomma … vuoi davvero che i tuoi fratelli muoiano così presto? - chiese Maggie tenendo in bilico un panino su un piatto, mentre con l'altra reggeva il telefono di casa.

- Dai Maggie, Maryl e Lexi in fondo vogliono bene a Joe e Kevin – disse Nick appoggiando il cellulare su un tavolino mentre metteva il cellulare in viva voce e afferrava la sua chitarra preferita.

Maggie sollevò un sopracciglio rendendosi conto che lui non la poteva vedere.

- Ehm … - esitò la ragazza.

- No, hai ragione si detestano, ma un tentativo per farli incontrare dobbiamo almeno farlo, insomma come possono essere amici senza mai vedersi? Il massimo che potrà accadere è che si uccidano a vicenda … mi porterò dietro qualche guardia del corpo – disse Nick.

- In che senso qualche guardia del corpo? - domandò Maggie.

- Ehm … di questo dobbiamo parlare a voce … allora che ne dici della mia idea? - disse il giovane cantante cambiando bruscamente argomento.

Maggie rimase interdetta per qualche istante, poi riprese la sua conversazione con non chalance.

- D'accordo, per me va bene Nick, ma se i tuoi fratelli rimarranno feriti gravemente per il resto della loro vita, io non mi prendo nessuna responsabilità. Sappilo – disse con un mezzo sorriso.

- Per Joe e Kevin non mi preoccupo, piuttosto per Maryl e Lexi … i miei fratelli sanno essere sadici a volte – disse il ragazzo mentre anche il suo stesso viso si curvava in un sorriso.

- Oh no, fidati Maryl vorrebbe che Kevin morisse e sappi che per colpa vostra dovrò passare un intera giornata a fare shopping in compagnia di mia sorella maggiore, il quale equivale a un suicidio. Mi devi un enorme favore – disse la ragazza.

Il giovane ridacchiò divertito, quella ragazza lo faceva sempre ridere.

- D'accordo, va bene – disse Nick rassegnato, - allora cosa facciamo? Sabato alle otto? - chiese fissando l'appuntamento.

- Si, alle otto davanti a “da Giorgio” - disse Maggie iniziando ad addentare il suo panino.

Era da ore che si stavano accordando per organizzare una cena fra le sorelle Campbell e i fratelli Jonas in una semplice pizzeria per mangiare una semplice pizza … certo cercando di evitare orde di fan impazzite e soprattutto la morte di un membro delle due famiglie a causa di uno dei membri dell'altra famiglia.

- Ci vediamo sabato allora, a presto, ciao Maggie – disse il cantante.

- Okay, ciao Nick – disse la ragazza e riattaccò il telefono.


Vieni qua che ti faccio vedere

dov'è il nostro pezzo di mondo.

Portati dietro un sorriso e un sospiro:

li userai

(Lambrusco e Pop Corn, Luciano Ligabue)


- Puoi anche scordartelo Nick, io non ci vengo, manco morto fratellino, non ci pensare nemmeno – negò Joe scuotendo con forza le testa.

- Joe avevi promesso che avresti fatto uno sforzo – lo canzonò il minore.

- Eccolo il mio sforzo: evitare Alexandra, non ti basta? - chiese il mezzano.

- Kev, convincilo tu, io non ce la faccio – lo pregò Nick voltandosi verso la porta su cui si era appoggiato il maggiore, il quale si avvicinò a Joe minaccioso.

- Ascoltami bene Joseph senza discutere – disse marcando per bene le ultime due parole. - Noi abbiamo accettato, noi manterremo la promessa, chiaro?

- Trasparente – disse Joe facendosi piccolo piccolo. - Ti prego non mi uccidere.

Le labbra di Kevin si curvarono in un sorriso:

- No per ora non lo faccio Joey, ma ribatti ancora una volta e giuro che lo faccio. Non ti preoccupare per la band, troveremo un sostituto – disse minaccioso.

- Già – annuì Nick, - c'è sempre Frankie, non vede l'ora di entrare a far parte del gruppo.

- Voi due, voi due siete i peggiori fratelli che io possa desiderare, io vi detesto quando fate comunella, quando vi comportate come due …

- Fratelli? - chiese Nick interrompendolo, divertito.

Joe lo fulminò con gli occhi.

- Chiudi quella bocca Nicholas – disse.

- Senti Joe, non discutere, usciamo fra mezz'ora quindi muoviti! - gli gridò dietro il maggiore mentre il mezzano schizzava alla velocità della luce al piano superiore.

Nick fece un lungo fischio d'ammirazione.

- Forte! - disse, - non ti avevo visto così deciso Kevin.

- Già è vero, vedi è tutta questione di … ma cosa sto dicendo? Muoviti Nick anche tu ti devi preparare! Muoviti! Come on! Sbrigati! - gli disse il maggiore.

Nick imitò Joe e corse veloce al piano superiore per vestirsi.

Kevin sorrise compiaciuto, ecco qual'era il bello di essere il maggiore e il più alto fra i suoi fratelli.

Bene, pensò allegro, cos'è che dovevo fare adesso? Ah mi devo vestire!

L'intelligenza di Paul Kevin Jonas II.


Adesso vieni qui

e chiudi dolcemente gli occhi tuoi

vedrai che la tristezza passerà

il resto poi chissà,

verrà domani

(Non abbiam bisogno di parole, Ron)


- Non dirmi cose devo fare Lexi! - le gridò Maryl sistemandosi la pettinatura complicata davanti allo specchio.

La ragazza sbuffò stanca.

- Dico solo che è inutile che tu ti vesta elegante – disse osservando il vestito firmato Armani della sorella, il lungo abito scuro, il trucco costoso, la pettinatura complicata.

- Scelgo io come vestirmi Lexi – ribatté la sorella maggiore.

- Va bene, poi se però Kevin ti rovina anche questo vestito non venirti a lamentare da me – rettificò la gemella rossa.

- Se quel ragazzo mi rovinerà un altro vestito può anche iniziare a chiamare le pompe funebri per il suo funerale – disse Maryl indossando delle scarpe blu notte con dei tacchi vertiginosi.

Lexi osservò il suo ben misero abbigliamento completo di jeans neri, maglietta a maniche corte in tinta che aveva approfittato di mettere per quella serata calda dopo giorni di pioggia e freddo.

- Maggie ti muovi? - gridò Maryl lungo le scale.

- Un attimo! - rispose la gemella buona con un grido fioco.

- Muoviti siamo quasi in ritardo! - disse la maggiore.

- E di chi è la colpa? - domandò la mora dalla propria camera.

- Maggie ha ragione – disse Lexi, - non siamo noi due quelle che si sono cambiate dodici volte e che ci hanno messo tre quarti d'ora per scegliere un paio di scarpe.

- Per favore evitiamo commenti inutili, ora io sono pronta è Maggie quella che sta ritardando … muoviti! - le urlò di nuovo.

- Ci sono – disse Maggie scendendo agile le scale vestita semplicemente con dei jeans chiari, un paio di All Star rosse e una maglietta a righe bianche e rosse.

Maryl strabuzzò gli occhi.

- Vuoi dirmi che tu ci hai messo venti minuti per vestirti così semplicemente? - domandò la maggiore.

- No, era al computer stavo controllando gli ordini dei libri della biblioteca, a contrario tuo io lavoro – disse la mora infilandosi un giubbotto di jeans. - Andiamo?

- Si – disse Lexi, - in autobus.

- Oh non di nuovo – la pregò Maryl alzando gli occhi al cielo. - Ti prego Lexi basta, non ancora una volta.

- Sentite volete che i vostri nipoti muoiano a causa del buco dell'ozono? Oppure per il surriscaldamento globale? Noi prendiamo l'autobus! - disse testarda.

Maggie incrociò gli occhi con quelli della maggiore.

- Lexi rifletti, Maryl non può andare in autobus vestita così. La potrebbero arrestare per atti osceni in pubblico credendo che sia una prostituta! - cercò di farle ragionare Maggie.

- No! Ora lei si va a cambiare, io non cambio idea! - disse Alexandra incrociando le braccia al petto.

La maggiore e la gemella mora incrociarono gli occhi: aveva vinto. Di nuovo.


Sai che mi piace

quando muovi quella testa

per seguire la musica,

per trovare la carica

(Io per lei, Pino Daniele)


- Ma dove diavolo sono? - chiese Joe andando avanti e indietro lungo l'entrata del ristorante, il cappuccio legato sulla faccia.

- Le ragazze sono sempre in ritardo, sempre – snocciolò Kevin, appoggiato a un muro, le braccia incrociate al petto.

Nick si abbassò il cappuccio scuro e tenne il viso basso per evitare di farsi riconoscere da un gruppo di ragazze dall'altra parte della strada.

- Sempre – ripeté il minore, - con Sasha non ti è mai capitato?

- No – disse Joe, - cioè un paio di volte, ma è un'attrice di Hollywood, aveva i suoi motivi!

- Ah, ah – disse Kevin appoggiando la testa al muro, annoiato.

Erano quasi le nove, avevano rimandato la prenotazione per cinque volte a causa del ritardo di Lexi, Maggie e Maryl.

- Ma quanto ci mettono? - chiese Joe, spazientito.

Nick guardò prima a destra poi a sinistra per poi guardare a sinistra nella speranza di vederle.

- Chiamale! - gli ordinò il mezzano. - Subito!

- Ho già provato sei volte, non hanno campo! - ribatté il minore.

- I miei piedi! - ululò una voce femminile.

- Ti avevo detto di cambiarti! - replicò un'altra voce di ragazza.

A quel suono tutti e tre i ragazzi Jonas si voltarono verso le voci.

- I miei piedi! - ripeté una ragazza vestita di blu che zoppicava piano mentre cercava di massaggiarsi i piedi.

- Allora non metterti più i tacchi! - la rimproverò Lexi vestita di nero.

- Stai scherzando! I tacchi sono la mia vita – disse la bionda mettendosi ritta con la schiena.

Kevin sorrise divertito a quella scena comica.

- Ragazze per favore camminiamo da quasi un'ora, piantatela! - esclamò Maggie, le braccia incrociate al petto.

Le tre sorelle Campbell, così dissimili nell'aspetto quanto nei modi si avvicinarono sempre di più ai fratelli Jonas.

- Alla buon ora! - esclamò Joe a 'mo di saluto.

- Ragazzi! - li salutò Maggie aumentando il passo per raggiungerli.

- Guarda chi si vede – disse Kevin mentre Maryl si avvicinava. - Miss Eleganza ci degna della sua presenza regale.

- Chiudi quella bocca fec … volevo dire Kevin! - lo fulminò, - ho i piedi a pezzi!

- E di chi è la colpa? - protestò Lexi guardandola arrabbiata, - per colpa tua ci hanno fatto scendere dall'autobus!

- Quel poliziotto non apprezza l'arte della moda nel vestire – disse la maggiore scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.

- Stai scherzando? Ci stavano per arrestare! - disse Maggie che nel frattempo aveva salutato tutti e tre i Jonas con un cenno timido.

- Ma non è successo – si difese la maggiore.

- In compenso ci hanno fatto scendere dall'autobus e abbiamo camminato per un'ora! - disse Alexandra arrabbiata.

Maryl borbottò deboli scuse su come la società umana fosse cambiata, che la moda doveva essere dichiarata un'arte e che l'umanità sarebbe caduta nel caos se neanche una persona avrebbe seguito la moda. Un discorso nel quale Joe, Kevin e Nick si persero nella prima parte, mentre Maggie e Lexi, abituate a discorsi del genere, si fissarono annoiate spostando il peso da un piede a un altro.

- Entriamo per favore? - pregò la gemella dai capelli ramati, - ho fame.

- Sono completamente d'accordo – disse Joe, - per la prima e unica volta nella mia vita con te.

Lexi fece un sorriso da smorfiosa e si voltò verso Nick e Kevin:

- Per favore? - li supplicò.

- Per me va bene – disse Kevin massaggiandosi lo stomaco che brontolava. - Anch'io io fame.

- Schifoso – commentò Maryl, - fanno della buona insalata qui? Io non mangio carboidrati.

Kevin roteò gli occhi verso Maggie:

- Ma fa sempre così? - domandò.

Maggie annuì con aria grave:

- Sempre.

- Poveri noi – disse Joe.

- Che il Signore ci assista – disse Kevin ed entrarono.

Il ristorante “da Giorgio” era italiano e a parere di Joe era il miglior locale in cui si potesse mangiare della pizza nel raggio di chilometri.

E a sorpresa delle sorelle Campbell era completamente vuoto ad eccezione di un pizzaiolo ricoperto di farina e una cameriera a cui luccicavano gli occhi all'entrata delle tre star.

- Signori Jonas – disse con voce tremante a causa dell'emozione, - prego, benvenuti da Giorgio.

- Grazie … Milena – la ringraziò Joe ammiccando dopo aver letto il nome della ragazza dai capelli scuri su un cartellino che teneva sulla camicia bianca.

- Gra … grazie signor Jonas – disse Milena, - prego sedetevi, l'intero ristorante è a vostra completa disposizione – e il suo tono di voce lasciava intendere che soprattutto lei era a loro completa disposizione.

- Si figuri Milena – disse Joe e si accomodò sulla sua sedia, poco galante.

Kevin e Nick incrociarono gli occhi per poi alzarli al cielo in contemporanea.

Nick fece accomodare Maggie mentre Kevin si sforzò di fare il ragazzo gentile e fece sedere Maryl, mentre con Lexi la fece sedere con un sorriso.

- Grazie Kev – lo ringraziò Alexandra, - grazie al cielo due terzi dei Jonas sono sani – e rivolse un'occhiata trucida a Joe che si era scaraventato a mangiare un pacchetto di grissini.

- Vorrai dire tre quarti – la corresse Nick.

- Che cosa un altro Jonas? - domandò Maryl.

- Si Frankie, ha otto anni – spiegò Joe biascicando.

- Ah – disse la bionda, delusa, - scusatemi, vado a incipriarmi il naso. Maggie, Lexi mi accompagnate?

Le due gemelle si alzarono e la seguirono, Maggie rivolse uno sguardo di scusa ai fratelli Jonas:

- Scusate – si scusò, - non può andare in bagno da sola.

- Già – disse Lexi, - sarebbe capace di passare tre ore davanti allo specchio a contemplarsi, è già capitato.

Joe, Kevin e Nick annuirono e seguirono con gli occhi le sorelle finché non sparirono nel bagno.

- Scappiamo finché siamo in tempo – disse Joe voltandosi con un scatto verso i fratelli.

- Stai scherzando? Io non mi muovo da qui – disse Nick.

- Kevin aiutami a trascinarlo via di qui e a portarlo in ospedale, ha una grave sindrome di demenza – disse il mezzano.

Il maggiore fulminò il fratello:

- Ti ricordi il nostro discorso, Joseph? - domandò con voce micidiale.

- Ho la memoria corta – disse Joe giocherellando con uno stuzzicadenti.

- Allora ti rinfresco la memoria … Noi. Non. Ci. Muoviamo. Da. Qui. Ricordi? - chiese il maggiore.

- Come non potrei? - domandò Joe nascondendosi dietro a un Nick divertito.

- Bene, quindi non credo avrai problemi a restare. O sbaglio? - chiese Kevin.

- Quando mai ti sbagli tu, fratellone carissimo? - rettificò il mezzano risedendosi al suo posto. - Ma sappi che mi farai passare una serata orribile.

- Uh, non potrò dormire questa notte allora – disse Kevin.

Joe incrociò le braccia al petto, offeso.

Maryl, Maggie e Lexi tornarono in quel momento, la prima con un'aria leggermente scontenta.

- Che le è successo? - domandò Nick a Lexi accennando a Maryl.

- Aveva un capello fuori posto – disse la ragazza roteando agli occhi, - io e Maggie abbiamo combattuto per portarla qui. Ci siete debitrici.

Nick sorrise e si rivolse a Maggie che era seduta al suo fianco.

- Che te ne pare di questo posto? - chiese.

- Niente male, non c'ero mai stata – disse la ragazza con un sorriso. - Anche se mi chiedo perchè sia vuoto.

Nick fu preso da un violento attacco di tosse dopo aver rischiato di strozzarsi con un grissino che stava mangiando, tanto che Joe dovette dargli delle pacche sulla schiena,

- Ci sei? - chiese la ragazza guardandolo apprensiva.

- Si, si ci sono, tutto okay – disse il sedicenne, - mi hai solo … colto di sorpresa.

- Perchè? - domandò Maggie.

Nick incrociò gli occhi con quelli del fratello al suo fianco.

- Non gliel'hai detto? - chiese in un sussurro il mezzano.

Il giovane sorrise colpevole.

- Diglielo! - ordinò il diciannovenne.

- Maggie – disse Nick voltandosi verso la mora che aveva un'espressione curiosa, - ecco questo ristorante è vuoto perchè l'abbiamo prenotato noi. Tutto.

- Che motivo c'era? - chiese la sedicenne scostandosi una ciocca dagli occhi.

Anche Maryl, Lexi e Kevin si erano voltati verso i due ragazzi. La prima perfettamente conscia del segreto dei tre fratelli.

- Maggie, vedi dobbiamo sempre fare così quando andiamo in un ristorante – spiegò Nick, - anche se di solito siamo accompagnati dal delle guardie del corpo.

- Guardie del corpo, Nick non capisco, cosa siete, degli attori famosi? Una band? - domandò Maggie con un sorriso divertito, credendo che fosse solo uno scherzo, ma l'espressione dei fratelli Jonas glielo congelò sul volto.

- Nick, che cosa stai dicendo? - domandò.

- Maggie … io, noi, siamo i Jonas Brothers – disse il sedicenne con semplicità.

- Che cosa?! - esclamò alzandosi con uno scatto dalla sedia. I Jonas Brothers, l'unico gruppo che si trovava sul suo i-pod e di cui non era mai riuscita a vedere il volto.

- Voi siete cosa?! - disse Lexi avendo la stessa reazione della gemella.

Maryl fu l'unica a rimanere calma e composta al suo posto.

- Si – annuì Kevin, - siamo i Jonas Brothers, un gruppo che ...

- So benissimo chi siete! - disse Maggie con voce stridula.

- D'avvero? - domandò Alexandra sorpresa.

- Si, voi siete … siete l'unico gruppo che ascolto! - esclamò Maggie crollando sulla sedia con uno schianto, mentre Milena correva a vedere cosa stava succedendo dopo aver sentito la voce delle ragazze.

- Mi dispiace Maggie, davvero, mi dispiace – disse Nick scusandosi, - volevo dirtelo, ma non ce né mai stata l'occasione e io non volevo rovinare niente.

Rimasero tutti in silenzio, perfino il pizzaiolo si era fermato dal suo lavoro per osservare la scena.

- Tu lo sapevi? - chiese Lexi a Maryl.

- Si – disse colpevole.

- Perchè non ce l'hai detto? - domandò la rossa.

- Non credevo fosse importante – disse la bionda.

- Non credevi fosse importante? - domandò Lexi con voce calma, forse troppo, - che cose sarebbe importante allora? Sentiamo.

- Non lo so Alexandra – disse Maryl chiamandola con il nome intero, cosa che faceva solo quando era estremamente nervosa.

- Mi dispiace – ripeté Nick.

- Sai Nick a me non importa detto sinceramente – disse Lexi voltandosi verso di lui, - per me potreste anche essere dei membri della Mafia italiana e non me ne potrebbe fregare di meno.

- Che cosa?! - domandarono cinque voci in contemporanea.

- Già, con quello che mi importa, uscire con un gruppo di tre ragazzetti che strimpellano una chitarra e farmi fotografare per finire su Seventeen non è esattamente nelle mia priorità.

Nick e Kevin tirarono un sospiro di sollievo.

- Grazie al cielo.

- Grazie per i complimenti – disse Joe, ironico.

- Figurati Joseph è stato un piacere – disse la ragazza.

- Non chiamarmi Joseph, detesto quando mi chiamano così – disse il diciannovenne.

Nick si voltò verso di Maggie e la osservò supplicante.

- Scusa – mormorò.

La ragazza batte le palpebre più volte del dovuto e si voltò verso di lui.

- Perchè non me l'hai detto? - chiese flebile.

- Avevo paura di rovinare tutto … e poi … e , insomma credevo che … noi, voi, che non voleste – balbettò il ragazzo.

- Nick, calmati, non sono arrabbiata.

- Che cosa? - dissero ancora una volta cinque voci all'unisono.

- Non lo ero, sono solo … sorpresa - disse la mora, - insomma sono a cena con i Jonas Brothers, è una cosa, beh stupenda.

- Che tu sia … mi hai fatto perdere cinque anni di vita! - esclamò sollevato Nick.

Maggie sorrise:

- Beh, te lo sei meritato.

- Su questo sono d'accordo, non farlo mai più! - le ordinò il sedicenne.

La ragazza sorrise.

- E così – disse Lexi a Joe, - tu fai parte di una band, che cosa suoni, il triangolo?

- Spiritosa, per la verità è il tamburello e sono anche bravo – disse il mezzano.

La ragazza inarcò un sopracciglio:

- Tu suoni il tamburello?

Joe annuì con ovvietà.

Lexi scoppiò a ridere divertita.

- Che c'è da ridere? - domandò il ragazzo.

- Tu … tu suoni … il tamburello? - domandò la rossa fra una risata e l'altra.

- E con ciò? - chiese lui, offeso, - e per la verità sono anche il vocalist.

- Ah, allora – disse Lexi divertita.

- Ascoltami bene Alexandra, perchè non mi dici che cosa fai tu invece nella vita? Voglio farmi quattro risate – disse Joe.

- Combatto per i diritti delle persone, cose e animali. Lo trovi divertente? - chiese Lexi con voce piatta.

Joe cercò di trovarci qualcosa di divertente ma non ce la fece e cedette.

- No – disse sincero.

- Ne ero sicura – disse la ragazza e si mise a parlare con la gemella.

- Ti ha stracciato – disse Nick dando una pacca amichevole sulla spalla al fratello.

- Non commentare per favore – disse Joe e aprì un altro pacchetto di grissini.

Dall'altra parte del tavolo Maryl e Kevin erano impegnati in un'altra conversazione.

- Credevo glie l'avessi detto – disse Kevin alla bionda.

- E invece non l'ho fatto, qualche problema? - disse Maryl con una frecciata.

- No, ma credevo l'avessi fatto – disse il maggiore.

- Ordiniamo? - domandò la ragazza tanto per cambiare argomento.

Milena comparve all'improvviso e prese le ordinazioni in un attimo per darle subito al piazzaiolo.

Poco dopo tornò con le bevande che depositò sul tavolo nervosa mentre guardava adorante Joe che le sorrise riconoscente.

Poco mancò che le venisse un colpo.

- Sei patetico Jonas – disse Maryl al mezzano.

- Sto solo dando delle false speranze a una ragazza, è male? - domandò.

- Fammici pensare … si – disse Lexi con finta aria pensierosa.

- Oh ma che divertente – disse il moro.

Maryl tentò di aprire una bottiglia d'acqua, ma con scarso successo.

- Aspetta ti aiuto – si offrì Kevin.

- No, faccio io – disse Maryl, dura.

- Dai lascia stare, faccio io – disse il ragazzo mettendo la sua mano su quella della ragazza per aiutarle.

- Kevin, per favore! - ribatté Maryl.

All'improvviso la bottiglia si aprì e tutto il suo contenuto si rovesciò sul costosissimo vestito della ragazza.

I sei ragazzi si fermarono di botto non appena il liquidò bagnò il vestito della bionda.

- Scusa – disse subito Kevin alzandosi, - mi dispiace Maryl, scusa.

La ventenne si alzò dalla sedia, si osservò il vestito e guardò Kevin con occhio truce.

- Tu. Mi. Hai. Rovinato. Un. Altro. Vestito. - sillabò. - Io. Ti. Disintegro.

Kevin si alzò della sedia e si allontanò.

- Te lo ricompro – promise.

Maryl gli si avvicinò minacciosa.

- Sei morto.

Dopo quelle due semplici parole Nick e Joe si pararono davanti a Kevin mentre Maggie e Lexi trattennero la sorella.

- Io ti ammazzò! - gridò Maryl, - un altro vestito! Puoi considerarti morto Kevin!

Lexi e Maggie la trattennero.

- Ti portiamo a casa – disse la prima.

- Scusa – ripeté Kevin.

- Scusa non basta stronzo! Un altro vestito! - urlò lei.

- Scusate ragazzi – disse Maggie, - credo che la serata sia finita. Ci sentiamo.

- Sei morto Jonas! - strillò la ragazza sempre rivolta a Kevin.

- Va bene! - disse Nick, - ci sentiamo!

Maggie sorrise e trascinò insieme a Alexandra Maryl fuori dal ristorante mentre quest'ultima stava gridando ancora ingiurie.

I tre Jonas rimasero immobili.

- Kev – disse Joe senza guardarlo – l'hai fatto grossa.


Continua ...

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Capitolo 8
*** Friends ***


Ragazzeeee!!

Grazie al cielo oggi è venerdì, non ce la facevo più con la scuola e impegni vari (grazie al cielo la partita che dovevo avere è stata rimandata!!) Vi avverto (molto in ritardo) che io in questa specie di introduzione parlo un po' della mia vita e cose varie, una specie di diario, ma se non volete annoiarvi, cosa che probabilmente farò, andate direttamente ai ringraziamenti!! Ed eccoli a voi:

jeeeeee: amor sono stra felice che questa storia ti piaccia!! Non sai quanto!! Grazie per i complimenti, per seguirmi sempre, per tutto!! Ti voglio bene tesoro!! Un bacio!

Ice_Bubble: mi sembra di capire che quindi ti piaccia Kevin … io lo adoro!! Anche se preferisco Nick, alias il mio futuro marito xD!! Credo rimarrai piacevolmente sorpresa da questo capitolo. Un bacio!

EllieGoodman: Ellie anche io ti amo e lo sai!! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e spero che anche questo ti piaccia, fin ora fra tutti quelli che ho scritto in questa FF è uno dei miei preferiti!! Per quanto riguarda Lexi non sei stata l'unica a trovarla un po' … acida. Comunque vorrei lasciarti un ringraziamento un po' più lungo, ma sono di fretta. Un bacione!!

DarkViolet92: Beh si Maryl è esagerata riguardo ai vestiti, e io sono la prima ad ammetterlo, una certa persona l'ha ispirata … e meno male, si, che l'hanno presa bene per il fatto di essere una band. Un bacio!

LoveJonasBrothers: non sei l'unica ad adorare Maryl e Kevin!! Anche io li adoro *-*. Spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacio!

_KikyBlonde_: Figurati per non aver recensito prima, io non so com'è francese, faccio un'altra lingua altrettanto odiosa: spagnolo. Con una prof adorabile (si certo come no!!) Mi fa molto piacere che lo scorso capitolo ti sia spiaciuto, spero che anche questo ti piaccia. Un bacio!

erbeeren: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto … mamma mia come sono ripetitiva in tutto. A scuola ci stiamo girando “Orgoglio e Pregiudizio” non vedo l'ora di leggerlo!! Non ti preoccupare per Hyperversum, domani devo andare a prendere il regalo di compleanno di mia mamma e “casualmente” spingerò mio padre in una libreria. Un bacio!

jollina la verde: disastro è una minoranza, è andata peggio di disastro, un aggettivo che non mi viene in mente in questo momento. Non ti preoccupare, non c'è bisogno di farti perdonare. Un bacio!

sbrodolina: figurati, sono contenta che tu abbia recensito, ma soprattutto che ti piaccia questo capitolo. Vedrai, vedrai su Maggie e Nick … hi hi! Un bacio!

Potterina Weasley: un'altra volta, e dico un'altra, ho letto la prima parola della tua recensione e sono scoppiata a ridere!! UUUUUUUH non è una parola, ma sai quanto mi interessa da uno a dieci? Zero. Sono contenta che tu abbia recensito, anche da me internet fa le bizze, ma ti giuro che mi stavo realmente preoccupando, se non avessi recensito lo corso capitolo avrei iniziato a cercarti per tutta Napoli, dovessi attraversare tutta l'Italia, da Milano fino a lì da te! Un bacio amore!

annina94: ciaoooo! Sono contenta che questa FF ti piaccia, ed eccomi qui ad aggiornare!! Tranquilla, Kevin non ha fatto apposta a rovinare tutti i vestiti firmati di Maryl, è Joe quello sadico! Un bacio!

Capitolo 8. Friends


Maryl nella sua vita era sempre stata abituata ad avere tutto quello che voleva, era sempre stata la “figlia prediletta” del padre, motivo per il quale non aveva mai realmente capito il motivo.

Dall'età di tredici anni era diventata la figlia preferita del padre, un giorno Peter Campbell amava e adorava tutte e tre le figlie, poi il giorno dopo era tutto cambiato e Maryl era diventata la figlia prediletta.

La cosa più strana era che lei non meritava di essere la figlia preferita e perfetta, a parere della ventenne la ragazza che meritava di essere adorata dal padre era Maggie, dal comportamento impeccabile, dai voti altissimi, che faceva volontariato e aiutava il prossimo.

Maryl aveva scelto il corso di legge solo perchè voleva assecondare il padre e cercare di meritarsi un briciolo della sua approvazione. Anche se i suoi recenti voti indicavano che legge non era esattamente la sua vocazione.

A lei piaceva insegnare, le piaceva stare con i bambini e spiegargli le cose, si nascondeva dietro la sua maschera di ragazza superficiale, che poi era, per dimostrare di essere la ragazza che volevano che fosse.

Prima reginetta del ballo per tre anni consecutivi e attuale bellissima dell'università, era un peso, aveva una reputazione.

Tutti credevano che essere bellissima fosse una passeggiata, per esempio essere invitata a uscire dai ragazzi più belli e popolari della scuola.

Ma non era vero, per tenere alto la propria reputazione di bellissima Maryl era costretta a dover sopportare dei ragazzi come Matt Dowson, altrimenti chiamato Matt “Sciupa femmine” Dowson.

Nonostante la sua aria da sfigato aveva un certo fascino che aveva sfruttato alla meglio; in tutta l'università si era fatto tutte le ragazze carine, certo tutte tranne Maryl che rifiutava i suoi inviti nel modo più educato possibile.

- Ehi bellissima, ci sei? - la chiamò Matt mentre Maryl scuoteva il capo.

- Si, stavo pensando Matt – disse lei rassettandosi la camicia.

- A quanto io sia affascinante? - domandò lui, vanesio.

Certo come no!, pensò sarcastica lei,

- No, a mia sorella Lexi – mentì disinvolta, una delle sue maggiori capacità era mentire senza che nessuno si accorgesse delle sue bugie.

- Quello schianto dai capelli mori? - domandò Matt grattandosi il naso.

- No – sibilò Maryl protettiva, - Lexi ha i capelli ramati.

- Ah, l'altro schianto! - esclamò il ragazzo con un sorrisetto falso.

- Già, lei – borbottò fra i denti Maryl aprendo il suo armadietto.

Matt le impedì di aprirlo appoggiando una mano su esso e guardandola compiaciuto.

- Che cosa vuoi? - domandò la ventenne mettendosi gli occhiali sul naso, quel giorno dalla montatura verde, in sintonia con la camicetta della ragazza.

- Uscire con te bella mia, lo sai – disse il ragazzo appoggiando una spalla all'armadietto della ragazza mentre incrociava le braccia al petto in una maniera che lui credeva tanto figa.

- E tu sai benissimo che io non voglio uscire con te – ripeté forse per la milionesima volta la ragazza.

Matt storse il naso.

- Peccato – commentò, - ci sarebbe stato da divertirsi – e schioccò le labbra come se avesse appena assaporato il vino migliore al mondo.

Maryl rabbrividì.

- Matt, davvero io non voglio uscire con te – disse con la voce improvvisamente acuta.

Il ragazzo fece un passo verso di lei.

- Perchè? - chiese.

Maryl lo fissò dal basso verso l'alto, nonostante indossasse i tacchi Matt era più alto di lei di almeno dieci centimetri.

- Perchè ti sei fatto tutte le ragazze più affascinanti di questa università – disse lei riprendendo coraggio.

- Oh, ma loro erano solo un divertimento – disse lui, - io ti voglio.

Il coraggio che Maryl aveva guadagnato lo porse in un attimo: Matt la voleva.

- Matt … - iniziò lei.

- Mi dispiace, ma lei non può uscire con te perchè sta con me – si intromise una voce maschile alle spalle di Maryl.

La ragazza si voltò di scatto e sussultò quando vide Kevin che la fissava con un mezzo sorriso.

- Maryl – la salutò.

- Kevin! - squittì la ventenne. - Che ci fai qui?

Che cavolo ci faceva lui nella sua università? E soprattutto come osava presentarsi da lei dopo averle rovinato tre vestiti firmati e due paia di scarpe?

- Ma come non ti ricordi? Ti avevo promesso che ti sarei venuto a prenderti – disse Kevin Jonas e la sua espressione la pregava di reggergli il gioco.

Maryl sorrise con un'espressione zuccherosa montata al momento.

- Oh è vero amore – disse, - allora andiamo?

- Certo tesoro – disse mettendole un braccio intorno al collo, - ho la macchina qui fuori.

Matt li fissava sbalordito.

- Stai con … - si strozzò.

- Si, piacere Kevin – disse la pop-star ringraziando silenziosamente il buon Dio che quel ragazzo non conoscesse i Jonas Brothers.

- Matt – disse lo studente con un ringhio che Kevin ignorò.

- Bene andiamo cucciola? - disse voltandosi verso Maryl che guardava la scena, divertita.

- Si – disse e insieme uscirono dall'università.

Camminarono in silenzio per qualche istante, camminavano con passi corti ma veloci, Kevin con il proprio braccio ancora intorno al collo della ragazza.

- In macchina – disse Kevin precedendo la domanda seccata di Maryl, - ti spiegherò tutto lì.

Maryl annuì sbuffando e continuò a camminare al fianco di Kevin.

Il ragazzo la condusse lungo una strada dove, fra numerose Toyota, Fiat e BMW, risplendeva lucido un SUV nero dai vetri oscurati, elegantissimo.

Kevin infilò una mano nella tasca dei jeans che indossava e ne estrasse un paio di chiavi che usò per aprire la macchina.

Maryl salì sul SUV con uno sguardo meravigliato e si allacciò la cintura, mentre il ragazzo si sedeva affianco a lei al posto di guida.

- E' tua? - chiese la ragazza meravigliata.

Kevin fece spallucce.

- Regalo di compleanno – spiegò.

- Wow! - esclamò Maryl, - è bellissima.

All'improvviso si ricordò dell'odio che provava nei suoi confronti.

- Che sei venuto a fare nella mia università? - chiese passando da una voce dolce a una temibile.

- Volevo scusarmi con te … per tutto quello che ti ho fatto – disse Kevin infilando le chiavi nel cruscotto e accendendo la macchina.

- Ah, beh, comunque non sei scusato – disse Maryl voltando il bel viso verso il finestrino, lei poteva vedere tutti ma nessuno poteva vedere lei a causa dei vetri oscurati.

Kevin rise sommessamente.

- Non c'è da ridere – disse la ragazza guardandolo, - io ti odio.

- Non mi sembrava quando ti ho liberata dalle grinfie di quel Matt – disse il ragazzo tenendo gli occhi sulla strada.

- Oh, si, comunque … grazie – sussurrò Maryl.

- Figurati, è il minimo dopo che ti ho rovinato non so più quanti vestiti e scarpe – disse Kevin fermandosi a un semaforo rosso.

- Non me lo ricordare – disse la ventenne con una smorfia.

Kevin la guardò.

- Allora … sono scusato? - chiese, - o dovrò vivere per sempre con il rimorso di averti rovinato quei bellissimi vestiti.

Maryl ricambiò lo sguardo, mentre il suo cervello lavorava a mille.

- Non lo so Jonas – borbottò, - insomma erano scarpe di Prada.

Il sorriso di Kevin si sciolse.

- Non sono scusato? - chiese.

La ragazza continuò a guardarlo con un po' di rimorso.

I successivi sette minuti li passarono in silenzio.

- Beh direi che potrei scusarti – disse all'improvviso Maryl.

La sorpresa di Kevin fu tale che frenò bruscamente ricevendo in cambio un paio di colpi di clacson dall'auto dietro di loro.

- Sul serio? - disse, - insomma lo sai che anche io ti detestavo, ma Joe e Nick mi hanno riempito la testa di tuoi pregi e dopo l'ultimo vestito ho dovuto perdonarti per essere una grande smorfiosa.

- Già – disse Maryl, - e dopo il lungo discorso che mi hanno fatto Maggie e Lexi, dopo averti minacciato di morte e dopo che mi hai salvato da Matt Dowson ti devo perdonare per essere un irrimediabile ragazzo goffissimo.

Kevin sorrise allegro.

- Che ne dici se ricominciamo da zero? - propose tendendo la sua mano verso di lei. - Piacere, Kevin Jonas.

Le labbra di Maryl si inarcarono in un sorriso involontario.

- Piacere, Maryl Campbell.

E si strinsero le mani.


Io un giorno crescerò

e nel cielo della vita volerò

ma un bimbo come fa?

Sempre azzurra non può essere l'età

(Io vagabondo, i Nomadi)


- Ho vinto! - esultò un diciannovenne saltando in piedi, - alla faccia vostra!

Lexi sbuffò.

- Non sai vincere Joe, neanche questo sei capace di fare – disse con un sibilo.

- Io so vincere perfettamente – disse il vocalist facendosi improvvisamente serio per poi scoppiare in una risata fragorosa, - ho vinto! Ho vinto!

Lexi incrociò gli occhi con quella della gemella e si trattenne appena ad alzarli al cielo.

Maggie era sdraiata per terra, fra le mani teneva le regole del gioco a cui stavano partecipando lei, sua sorella gemella, Nick e Joe.

- Nanananana! - le canzonò il ragazzo esibendosi in quella che doveva essere una danza della vittoria.

- Spero per il bene di tutte le ragazze che vengono ai vostri concerti che tu non balli durante gli spettacoli – disse Lexi, con voce acida. - Dovresti essere riconosciuto come pericolo pubblico.

- E invece balla – disse Nick con voce annoiata, - e non sai quante volte cade, non a caso il suo soprannome è Danger.

- Grazie Nick – disse Joe, falso, - mi ci voleva proprio questa tua enorme fiducia in me.

Il sedicenne sorrise divertito.

- Un altra partita – propose, - io e Lexi contro Joe e Maggie.

- Ci sto! - approvò Joe dopo il consenso di Maggie. - Verrete stracciati, soprattutto tu Lexi, ti farò mangiare la polvere.

- Si, certo come no! - esclamò la rossa, - intanto chiudi quella bocca, io e Maggie abbiamo perso solo perchè non ci siamo impegnate, ma vedrete ora!

Maggie ridacchiò.

- Ma l'arma segreta la uso io Lexi – disse.

- Eh no sorellina, scordatelo – disse la rossa. Chiamava spesso Maggie con l'appellativo di sorellina, nonostante era Maggie la maggiore di due minuti rispetto a Lexi. - Io l'ho inventata, io la uso.

- Ma se ho affinato io la tecnica – si ribellò debolmente la mora.

- Maggie, no – disse la sedicenne con un'occhiata fra il severo e il divertito.

La gemella avrebbe tanto voluto ribattere, ma rimase zitta e annuì.

- Bene, iniziamo – disse la rossa.

Diede le carte e iniziarono la partita.

- Sapete – disse Nick dopo una decina di minuti di silenzio, - mi sono stancato.

- Ah, vuoi abbandonare solo perchè state perdendo! - disse Joe.

- Ehm, Joe non vorrei distruggere il tuo sogno – lo interruppe Maggie, - ma sono in vantaggio loro.

- Dettagli Maggie, dettagli insignificanti – disse il diciannovenne allegro. - Abbiamo vinto!

Stai calma Lexi, si disse la rossa mentre tentava in ogni modo di sopprimere l'improvviso pensiero omicida che le aveva attraversato il cervello, è solo uno stupido, idiota, deficiente, cretino, rammollito, vigliacco di un Jonas, rilassati, non devi ucciderlo. Non devi, non ne vale la pena.

Nel frattempo Nick aveva incassato la “sconfitta” e aveva rimesso il gioco a posto, tentando anche lui di non strangolare il fratello.

L'improvviso urlo di Maggie la riportò alla realtà.

- Oh Dio! Sono in ritardo! - esclamò saltando da una parte all'altra del salotto afferrando un mazzo di chiavi, un giubbotto, il portafoglio e un paio di scarpe da uno stanzino.

- Da dove scusa? - chiese la gemella, - oggi non hai niente da fare.

Era domenica, l'unico giorno libero di Maggie.

- Alla biblioteca – disse infilandosi con una mano le scarpe e con l'altra si metteva il giubbotto.

- Ma scusa ci hai già lavorato domenica scorsa, perchè anche oggi? - chiese Lexi incrociando le braccia al petto.

- Lo so, ma Terry oggi accompagna il nipote dalla zia, una specie di riunione di famiglia – disse allo sguardo confuso della sorella e dei due amici.

- Ma questo è sfruttamento minorile! - si lamentò Lexi, - Perchè non hai detto di no?

Si diede della stupida, come poteva dire di no sua sorella?

Maggie non rispose e fece per aprire la porta di casa.

- Aspetta vengo anch'io – disse all'improvviso Nick raggiungendola.

Joe e Lexi lo guardarono stupiti mentre la sedicenne mora gli rivolse un sorriso.

- Grazie Nick, ma davvero, non ce né bisogno – disse diventando rossa in viso.

- Mi fa solo piacere, avevo comunque pensato di andarci oggi – disse lui.

- Oh, va bene … grazie – disse Maggie aprendo la porta di casa e facendolo uscire per primo.

La porta si richiuse dopo che lei uscì.

Lexi e Joe si guardarono per un istante.

- E noi cosa dovremmo fare? - gridò lei alla porta chiusa.

- Arrangiatevi – disse Maggie in un urlo fioco.

La rossa e il moro si fissarono con occhi di fuoco.

- Beh, io vado a casa – disse Lexi, - si sta facendo tardi.

Joe guardò l'orologio che era appeso sul camino del salotto: erano le quattro meno venti.

- Oh è vero, per le persone sotto libertà vigilata c'è il coprifuoco – disse ironico.

- Ma guarda un po' che onore, conosco Joe Jonas, il ragazzo più scemo d'America – commentò lei.

Joe disse qualcosa sottovoce che assomigliavano a delle imprecazioni ma che Lexi non riuscì a capire.

- Senti – disse all'improvviso, - noi ci detestiamo.

- Ma no!

- Ecco, uno dei tuoi principali difetti, metti tutto sul ridere, tutto! - disse Alexandra arrabbiata, - ma riesci a essere serio per un solo misero istante?

- Ehm, direi di no – disse lui con aria da finto tonto.

- Ti detesto! - commentò la ragazza.

- Non quanti io odio te – disse il ragazzo.

Si ringhiarono contro per qualche istante.

- Finiamola qui – disse Lexi, - dirò a Maggie che ci abbiamo provato, o almeno che ci ho provato. Tu non ti sei minimamente sforzato per provare a essere amici.

- Io non mi sono sforzato? Ma se ho fatto i salti mortali per te! - disse Joe. - Ho provato di tutto per esserti amico!

- E essere odioso rientra nei tuoi sforzi? - domandò lei.

- Lasciamo stare, tanto è tutto inutile.

- Sono daccordo.

Lexi fece come per uscire di casa, mise la mano sulla maniglia, poi tornò da lui con passo deciso.

- Ascoltami bene, io non sono una ragazza che si arrende, capito? Non mi sono mai arresa in sedici anni di vita e non inizierò adesso per colpa tua – spiegò con fare ribelle. - Ho fatto una promessa a Maggie in cui le promettevo di tentare di esserti amica. Ma se tu non ti sforzi sarà tutto inutile!

Joe la fissava basito.

- Hai qualcosa da dire? - disse lei.

- Si – affermò il ragazzo, - prima di tutto sono d'accordo e per me va bene, però devi promettermi che non farai più un discorso del genere.

- Potrei sapere il motivo … per favore – si sforzò di essere gentile Lexi.

- Detesto i discorsi lunghi, mi perdo nelle prime due farsi – spiegò.

Come dicevo, l'essere più scemo d'America, pensò Lexi.

- Va bene, basta che tu la pianti con le tue battutine – disse la ragazza.

- Non più di cinquanta al giorno – disse Joe.

- Scordatelo, venti – contrattò la rossa.

- Cinquanta.

- Venti.

- Cinquanta.

- Venti.

- Cinquanta.

- Dieci – disse Lexi con un sorrisetto malefico allungando una mano verso di lui.

- Oh, venti, va bene! - accettò Joe e le strinse la mano.


Continua ...

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Capitolo 9
*** Strain ***


Ciaooo Ragazze,

bene questo è l'ultimo capitolo prima di Pasqua e il mio prossimo aggiornamento sarà, con ogni probabilità, venerdì prossimo. Si lo so, è tardi, ma non posso fare prima.

Questo capitolo è dedicato a tutte le vittime del terremoto che ha distrutto l'Abruzzo.

Buona Pasqua a tutte voi!!

Ecco i ringraziamenti:

sbrodolina: grazie mille per i complimenti!! Joe fa morire anche me, anche se io rimango della mia idea di amore ossessivo nei confronti di Nick!! Un bacio!

Ice_Bubble: eh no cara!! Mio marito non tradisce!!! Sposati Joe o Frankie, Nick è mio!! Dai scherzi a parte (spero non ti sia offesa perchè non era mia intenzione) . Ceeeerto che ho presente i bambini capricciosi, ne ho uno in casa ventiquattro ore su ventiquattro!! Un bacio, sono contenta che questa FF ti piaccia!!

Potterina Weasley: ah lo sai che mi mancava scrivere il tuo nickname?? Coooomunque, volevo chiederti scusa se, dopo aver letto la tua FF, non l'ho aggiunta subito nei preferiti come avevo detto. Il motivo è che ho dovuto fare una cosa (che al momento non mi ricordo) e mi sono dimenticata. Alla fine, però, ho rimediato!! La parola sbrullicciosa la adoro!! Da oggi la userò sempre, comunque condivido a pieno tutto!! Ho visto che non hai fatto tardi, brava!!! Ti voglio bene amore!! Un bacione!!

EllieGoodman: dove le prendo le mie idee?? Dalla mia mente contorta che si scervella tutto il giorno per tirare fuori idee. Immagina a scuola la concentrazione … inesistente!! Sono contenta che lo scorso capitolo ti abbia tirato su di morale, è uno dei miei preferiti!!! Spero che anche questo ti piaccia, anche se a me non molto … Dai ora passo agli altri ringraziamenti, dopo devo fare le valigie. Che palle!! Un bacione!!

jeeeeee: tesoro sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, che ti abbia fatto ridere e che apprezzi il mio modo di scrivere!! Joe rischierà di morire a causa di Lexi, no per la verità non è vero, ma forse posso infilarcelo … scherzi a parte, spero che questo capitolo ti piaccia!! Un bacio!

DarkViolet92: già già, si sono tutti riappacificati, spero ti piaccia anche questo capitolo!! Un bacio!

erbeeren: allora divertiti, anzi spero ti sia divertita dato che la notte è già passata da un po'!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia e vedrai le cosa fra Kevin e Maryl!! Un bacio!!

annina94: si è Joe il sadico, ma di sicuro non quanto Lexi, l'assassina di famiglia!! Un bacio!!

Capitolo 9. Strain

- No signora, le ho già detto che tutte le copie di “Cime Tempestose” sono esaurite – spiegò Maggie per l'ennesima volta a una signora tozza vestita in modo stravagante.

- Ma io l'avevo prenotato! - protestò la donna facendo una faccia offesa.

Maggie alzò gli occhi al cielo.

- Mi può ripetere il suo nome? - chiese cortesemente, mentre l'avrebbe volentieri mandata a quel paese.

- Rose Childe – disse la signora.

La sedicenne controllò nuovamente il suo nome sul computer della biblioteca.

- Mi dispiace signora Childe, ma qui non è segnata alcuna prenotazione – disse con un tono educato.

- Ci deve essere un errore! - brontolò Rose.

- Nessun errore signora, lei non ha prenotato una copia di “Cime Tempestose” - spiegò professionalmente Maggie.

- Ma … - iniziò la signora Childe.

Nick si alzò dalla sedia su cui era seduto e su cui si stava dondolando da una ventina di minuti a causa della noia e si avvicinò alle due donne.

- Signora Childe, se non erro a lei piace il genere romantico – disse il cantante rivolgendosi a Rose sforzandosi di sembrare educato e utilizzando un linguaggio forbito.

- Si – annuì.

- Ha mai provato a leggere un libro d'avventura? - chiese lui mentre Maggie lo guardava curiosa.

- No – disse debolmente Rose, come se stessa ammettendo una grava colpa.

- Le posso consigliare di leggere “Il Signore degli Anelli” di Tolkien? - propose Nick, - c'è anche una storia d'amore.

- Non so … - disse la signora Childe guardando il pavimento.

Maggie roteò gli occhi in contemporanea a Nick.

- E' un libro stupendo – continuò il ragazzo, – ne ho giusto una copia qui – e prese il libro che stava leggendo porgendolo alla donna.

- Oh, beh, grazie, allora prendo questo – disse Rose con un sorriso.

- Perfetto – disse Maggie, le timbrò il libro, segnò il suo prestito sul computer e la congedò con amabili parole.

Quando Rose Childe si chiuse la porta dietro di sé, sia Maggie che Nick sospirarono di sollievo.

- Non ce la facevo più – disse Maggie sedendosi su una sedia.

- Sono d'accordo – disse Nick imitandola, - come diavolo fai a sopportare delle persone del genere? Lexi l'avrebbe già buttata fuori da qui a calci.

La ragazza sorrise immaginandosi la scena.

- Già, comunque è nel mio carattere – spiegò.

- Beata te, io stavo per dare di matto – disse Nick con un sorriso.

Maggie si scostò una ciocca di capelli dagli occhi.

- Beh io ho finito, che ne dici se chiudo tutto e usciamo a fare una passeggiata? - propose.

- Ehm Maggie, i paparazzi – esitò.

- Oh, è vero – disse dandosi una pacca sulla fronte, - mi ero dimenticata, che scema.

Nick la guardò severo.

- Maggie tu non sei scema -disse con un mazzo sorriso, - solo molto distratta.

La ragazza trattenne a malapena una crisi d'ilarità.

- E io cosa dovrei dire Nicholas? - chiese alzandosi, - o anche detto Mr Bugia.

- Ehi guarda che io non ti ho mentito! - disse il ragazzo facendo il finto offeso, - ho solo nascosto la verità.

- Ah beh, allora! - esclamò lei divertita.

Il giovane cantante si alzò, stiracchiandosi.

Guardò la biblioteca vuota, la percorse con lo sguardo fino a raggiungere il punto in cui loro due si erano incontrati la prima volta.

Maggie si alzò e spense il computer.

- A che cosa pensi? - chiese.

Nick si riscosse.

- Niente. Solo al giorno in cui ci siamo conosciuti – disse, - mi sembra passato tanto tempo, invece è poco più di una settimana.

La ragazza rifletté sulle sue parole, pensando la stessa identica cosa.

- Hai ragione – disse afferrando la giacca dalla poltrona su cui l'aveva appoggiata. - Vieni a casa mia, ti va? Magari invita anche Kevin e Joe.

- Ve bene – accettò Nick e prese il cellulare.


Quando ti ho vista arrivare

bella così, come sei

non mi sembrava possibile che

tra tanta gente che tu ti accorgessi di me

(Gino Paoli, Una lunga storia d'amore)


Il telefono di Kevin squillò proprio mentre il ragazzo aveva parcheggiato davanti a casa delle sorelle Campbell, Maryl al suo fianco che sorrideva ancora per la battuta del cantante di poco prima.

- Chi è? - chiese la ragazza mentre il giovane afferrava il cellulare e guardava il numero del mittente.

- Nick – rispose, premette un tasto e avvicinò l'apparecchio all'orecchio. - Ehi Nick!

- Ciao Kev, senti ti disturbo? - chiese, premuroso come sempre.

- No figurati, sono qui con Maryl, facciamo quattro chiacchiere.

Dall'altro capo del telefono si sentì il rumore di qualcosa, o qualcuno, che cadeva e la voce preoccupata di una ragazza.

- Nick stai bene? - chiese Maggie.

- Si, si – rispose il ragazzo, poi disse a Kevin. - Con Maryl?

Kevin capì la sorpresa del fratello minore.

- Beh si, non eri tu quello che voleva che facessi uno sforzo per essergli amico? - chiese confuso.

- Si e sono contento, ma non mi aspettavo che diventasse amici in così poco tempo … scusa, ma lei non ti voleva ammazzare l'ultima volta che ti ha visto?

Kevin voltò il viso verso Maryl che lo osservava con attenzione, come se volesse imparare a memoria tutti i suoi lineamenti.

- Abbiamo risolto – spiegò semplicemente.

- Va bene, poi mi spieghi, comunque Maggie ci ha invitato a casa sua, quindi se volete raggiungeteci, noi arriviamo lì fra poco – disse il sedicenne riferendo l'invito dell'amica.

- Okay, noi siamo qui davanti, vi aspettiamo – disse il fratello.

- Va bene, a dopo.

- A dopo – e chiuse la comunicazione.

Maryl lo stava ancora fissando, curiosa.

- Mi ha detto che Maggie ha invitato me, Nick e Joe a casa vostra. Per te va bene? - chiese.

La ragazza annuì.

- Certo, non c'è problema. Joe e Lexi sono a casa vostra, però – disse.

- Credo che li chiamerà Nick, non mi ha detto di chiamarli – spiegò il maggiore dei Jonas scendendo dall'auto.

Maryl scese dalla macchina e lo seguì in casa, e aprì la porta.

Casa Campbell era vuota, come al solito quando le sorelle non c'erano dato che il signor Campbell era sempre fuori per lavoro.

La ventenne accese la grande luce del salotto dato che il cielo fuori iniziava a farsi buio e si tolse le scarpe costose che depose con delicatezza in uno stanzino nascosto insieme alla giacca di marca.

- Vuoi darmi le scarpe e la giacca? - chiese Maryl educatamente. Provava ancora qualche risentimento verso quel ragazzo a causa di tutti i vestiti che le aveva fatto buttare, ma se si escludeva quello aveva scoperto che era d'avvero un bravo ragazzo.

Kevin glieli passò con una mossa cauta avvicinandosi a lei, credendo che una sua mossa brusca in un posto così vicino a tutte le scarpe firmate di Maryl avrebbe potuto causare una catastrofe.

Maryl rise dei suoi movimenti goffi.

- Non ti mangio, sai? - disse divertita, - se non mi rompi un altro vestito, si intende.

Il ragazzo sorrise, incerto se preoccuparsi o meno.

- Lo so – disse non del tutto sicuro della sua risposta.

Maryl capì il disagio del cantante e sorrise ancora di quella sua reazione, ma da una parte era anche preoccupata: aveva rovinato definitivamente la sua amicizia con Kevin per le sue scenate per i vestiti e le scarpe?

Scacciò quei pensieri con gesto secco della mano, come se stesse allontanando una mosca fastidiosa.

- Va tutto bene? - chiese Kevin.

Maryl annuì pensierosa.

- Si, tutto bene – rispose ancora distratta.

Kevin non le credette del tutto, ma non indagò oltre e osservò la casa per superare quel momento di leggero imbarazzo.

Il salotto era spazioso, le pareti pitturate di un colore caldo, tappezzate di foto piuttosto vecchie che ritraevano spesso una Maryl dodicenne, Maggie e Lexi di otto anni più o meno e una donna che Kevin non aveva mai visto, una versione più vecchia di Maryl.

Kevin suppose che si trattasse della madre delle tre ragazze, Joanna, che Maggie gli aveva spiegato era scappata di casa diversi anni di prima lasciando le figlie e il marito senza farsi più sentire.

Alcune foto ritraevano anche il signor Campbell, più giovane e sempre con il sorriso, che Kevin non gli aveva mai visto in volto.

Come per rispondere alle domande silenziose di Kevin mentre osservava la signora Campbell Maryl sorrise.

- E' mia madre – spiegò, - se ne è andata di casa sette anni fa. Non si è mai fatta sentire, non ci ha mai mandato una lettera, non una chiamata, niente – fece una smorfia, - potrebbe anche essere morta e noi non lo potremmo sapere.

C'erano dei momenti nella vita in cui bisognava tacere, questa lezione Kevin l'aveva imparata nel corso degli anni, e quello era uno di quei momenti.

- Io la odio – disse con semplicità la ragazza, - o almeno credo. Maggie ha sperato in un suo ritorno fino all'anno scorso, spera ancora, ma ha abbandonato le speranze. Per la verità speriamo tutti in un suo ritorno, ma sappiamo che non ritornerà.

Kevin rimase ancora in silenzio incerto.

- Praticamente non ci pensiamo più – concluse Maryl, preoccupata di essersi aperta troppo con un ragazzo che conosceva appena.

Rimasero fermi ai loro posti per qualche minuto.

- Mi dispiace – disse Kevin infine, in un sussurro roco.


Ti ricordi i giorni, chiari dell'estate

quando parlavamo fra le passeggiate

Stammi più vicino, ora che ho paura

perchè in questa fretta tutto si consuma

(Due destini, Tiromancino)


Gli occhi castani di Joe Jonas incontrarono quelli verde muschio di Lexi Campbell con un'aria di sfida.

- Scacco – disse il primo, muovendo una pedina bianca e un sorriso che gli increspava il viso.

La ragazza osservò con attenzione la scacchiera e mosse una pedina a sua volta.

- Scacco – ripeté, compiaciuta.

Joe cercò di non dare a vedere la delusione che l'aveva improvvisamente attraversato.

Si asciugò un rivolo di sudore che gli stava colando lungo la fronte con un dito.

Guardò il campo di gioco, cercando via d'uscita o una possibilità di incastrarla. Non cerano. Non voleva arrendersi però, non voleva far cadere il suo re, indicando la sua “ritirata” dalla “battaglia” che aveva iniziato quasi un'ora prima con la sua quasi nuova amica.

Lexi non si sarebbe mai arresa, avesse dovuto restare tutta la notte sveglia a giocare.

Lo squillo del cellulare del diciannovenne li fece sobbalzare entrambi, dopo aver sentito a lungo solo il suono delle loro voci.

- Pronto? - rispose il ragazzo senza guardare il mittente.

- Ehi Joe! - lo salutò Nick, allegro.

- Ciao Nicky – disse il mezzano. - Tutto bene?

- Si, tu? - chiese il minore.

- Si, sto giocando a scacchi con Alexandra, la sto letteralmente stracciando – si vantò Joe mentre Lexi faceva un verso a metà fra una risata e un grugnito.

- A scacchi? Voi due? Soli? - domandò Nick incredulo.

- Ah, ah – disse Joe, vanesio.

- Ma Joe, tu fai schifo a scacchi, ti sei fatto battere per sei volte consecutive da Frankie - disse Nick.

- Quante volte ti dovrò dire che l'ho fatto vincere? - chiese Joe, spazientito. - Comunque perchè hai chiamato? Ti manco per caso?

- Spiritoso. Ti ho chiamato per dirti di raggiungerci a casa di Maggie, Lexi e Maryl. Io e Maggie arriveremo fra poco, mentre Kevin e Maryl sono già lì – spiegò.

- Maryl e Kevin da soli?! Maryl tenterà di ucciderlo, lo sai vero? - disse Joe e non stava scherzando.

- A quanto pare sono diventati amici – disse Nick, calcando per bene sulla parola amici.

Ci volle qualche secondo prima che Joe capisse la notizia, dopodiché scoppiò in una risata fragorosa che fece sobbalzare Lexi, intenta a osservare la scacchiera con attenzione.

- Maryl e Kevin amici? - domandò incredulo Joe una volta ripresosi, - stai scherzando, vero?

- Ehm, per la verità no. Kev ci spiegherà sta sera, credo – disse Nick.

- Va bene, sono curioso. Ci vediamo fra poco – disse infine il mezzano.

- A dopo, ciao!

- Ciao – disse Joe e mise giù.

Lexi lo fissava con le sopracciglia sollevate.

- Kevin e Maryl, amici? - domandò, anch'essa restia a crederci.

Joe annuì.

- Ora sono diventati amiconi – disse, - beh credo. Dobbiamo andare a casa tua.

Trenta minuti dopo, i quali comportarono un esaurimento nervoso di Lexi a causa del comportamento di Joe e una scenata di quest'ultimo i due giovani si trovavano davanti al portone di casa Campbell.

Nel momento in cui la rossa e il moro entrarono in casa si trovarono davanti a Maggie e Nick, intenti a osservare con preoccupazione e sorpresa Kevin e Maryl, seduti sul divano che conversavano allegri.

Maggie li salutò con un cenno della mano e tornò a osservare la nuova coppia di amici, come se temesse di vedere Maryl aggredire Kevin da un momento all'altro.

Nick li salutò con la mano per poi tornare anche lui a guardare i due.

- Ciao! - li salutò Maryl quando li vide.

Lexi percorse la stanza con passo veloce, salì le scale attirando su se stessa gli occhi di tutti, per poi tornare tenendo in mano una piccola scatoletta di cartono da cui estrasse un aggeggio non ancora identificabile trasparente.

La sedicenne si avvicinò alla sorella maggiore, che la guardava sorpresa, e le fece alzare le braccia con la forza e le mise il termometro sotto un ascella.

- Lexi – disse Maryl irritata e incredula, - che diavolo stai facendo?

- Ti misuro la febbre, stai delirando – disse seria Alexandra .

Joe, Maggie, Nick e Kevin trattennero appena una risata mentre Maryl si sottrasse alla sorella e si alzò imperiosa.

- Ma sei pazza?! - domandò.

- Ehm … non credo, no – disse Lexi. - Sei diventata amica di Kevin, il ragazzo che odiavi, è ovvio che io pensi che tu stia delirando.

- Santo Dio, Lexi sono diventata amica di un ragazzo, non mi sembra di stare delirare! - esclamò la maggiore, irata.

Il diretto interessato, causa della discussione delle due sorelle tentò di farsi piccolo piccolo sul divano su cui era ancora seduto.

- Non ci credo – ammise semplicemente la minore.

La maggiore fece per ribattere quando Maggie intervenne.

- Volete fermarvi per una pizza? - propose ai tre fratelli, che la guardarono riconoscenti.

Lexi e Maryl annuirono.

La tempesta era finita, per il momento.


Continua ...


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Capitolo 10
*** Maybe I love you ***


Ciao ragazze!!

Scusate, scusate, scusate il ritardo, sono tornata dall'Abruzzo Martedì (beh più che tornata sono evacuata dopo l'ennesima scossa) e sono riuscita ad aggiornare solo oggi.

Questo capitolo è stato il più difficile da scrivere fin ora, perchè qui c'è tutto una serie di sentimenti e non sapevo bene come descriverli, quindi non credo mi sia venuto molto bene.

Le recensioni sono leggermente calate, ma pazienza cercherò di non prendermela, comunque un grazie speciale a chi mi segue sempre!!

Vi volevo chiedere un favore mie care lettrici, beh per la verità due:

1. Mercoledì sul mio profilo (ma immagino su quello di tutte) è comparsa una nuova “finestra” se così possiamo chiamarla chiamata “Fanfic seguite” o qualcosa del genere. Sapete che cos'è??

2. Ho scritto una one-shot chiamata “Chocolate”, potreste farci un salto?? Grazie!!

Ora passo ai ringraziamenti:

sbrodolina: brava, brava, brava sponsorizza mi fai solo un piacere XD!! Anche per me Nick è il più carino in tutti i sensi (si era capito??) e sono moooolto contenta che ti piaccia questa storia!! Un bacio!

Potterina Weasley: sai che mi sono basata proprio sull'idea del Far West per scrivere quella scena?? Non è che sei telepatica??? Comunque spero che la visita sia andata bene e non ti preoccupare per la recensione, figurati!! Un bacione tesoro!!

LoveJonasBrothers: tu non rompi mai fidati e sul fatto che scleri … non sei l'unica credimi io sono uguale!! E certo che continuo ci manca altro eeeee evvai le mie coppie (che poi chi dice che saranno così?? Già sono sadica ti voglio tenere sulle spine!!) hanno dei nomi stupendi!! Un bacio!

jeeeeee: sono moooolto contenta di averti fatta ridere tesoro, a me sinceramente l'altro capitolo non mi piaceva molto e non credo che questo mi sia venuto bene *abbasso il capo dispiaciuta*, grazie per essere passata dalla mia one-shot, un bacio amor!

DarkViolet92: ciao eccomi di nuovo qui … hai visto che sono passata da te?? Hi hi poi fammi sapere se funzione la cosa del codice HTML, un bacio!

EllieGoodman: se lo dici tu che è divertente mi fido!! E qui vedrai cosa accadrà a Maggie, Nick, Kevin, Maryl e Lexi … hi hi sono sadica li voglio far dannare questi ragazzi!! Frankie è un mito si e farò un capitolo incentrato sulla famiglia Jonas prima o poi! Grazie per essere passata dalla mia FF sul cioccolato (ovviamente bianco), un bacione!

Capitolo 10. Maybe I love you

La serata fra i fratelli Jonas e le sorelle Campbell andò bene secondo i loro vecchi standard, per qualche miracolo ultraterreno Kevin non sporcò gli abiti di Maryl e la ragazza non ebbe nessuna crisi nevrotica.

Lexi e Joe erano addirittura arrivati a raggiungere una conversazione amabile, durante la quale Kevin, Maryl, Nick e Maggie li avevano guardati basiti.

- Vi va un gelato? - propose la rossa dopo che tutti ebbero concluso di mangiare la propria pizza.

- Io no grazie – disse Nick, - basta zuccheri per oggi.

Il diabete di Nick diventava spesso un blocco per il ragazzo, che però soffriva in silenzio, senza dire nulla a nessuno.

- Io per la verità lo vorrei – ammise Maryl, - lo vado a prendere, Nick tu vuoi qualcos'altro?

- No grazie, sono pieno – disse il sedicenne.

Joe e Kevin incrociarono per un istante gli occhi.

- Aspetta ti accompagno – disse il maggiore, - voglio fare quattro passi.

Maryl gli sorrise amabile e uscì insieme a Kevin.

Lexi sollevò le sopracciglia e fece finta di vomitare.

- Che schifo – commentò, - si vogliono bene.

- Da te è un reato capitale? - chiese Joe guardandola. - Sono amici, tutto qua.

- Solo amici? Quei due sono cotti, te lo dico io – disse la rossa.

Maggie e Nick rimasero in silenzio, pensierosi, cosa sarebbe accaduto se Kevin e Maryl si fossero messi insieme? Se poi si fossero lasciati? La loro amicizia avrebbe resistito?

Il suono di un cellulare che suonava distrasse tutti dai propri pensierosi e si voltarono verso la fonte del rumore, un I-phone suonava incessantemente.

Joe scattò in piedi e lo prese, guardò il numero del mittente e rispose con un sorriso a trentadue denti.

- Ciao amore – disse.

Lexi alzò gli occhi al cielo, di sicuro la persona al telefono era Sasha Collins alias Miss Effusioni in Pubblico.

- Hai finito le riprese? Che bello! - commentò Joe camminando avanti e indietro per la stanza. - Dobbiamo festeggiare!

Alexandra guardò Nick, sembrava completamente a suo agio nel sentire suo fratello che parlava con una troia.

Come faceva? Insomma Joe stava conversando amabilmente con una ragazza che non era di certo adatta a lui, perchè Nick era così tranquillo? E anche Maggie, perchè diavolo continuava a fare battute con il suo nuovo amico? Non sentiva una specie di aura negativa provenire dal telefono?

- Sono a casa di un'amica, Alexandra, te ne avevo parlato, vero? – rispose Joe a una domanda della sua ragazza.

Attese un attimo per sentire cosa diceva Sasha.

- Si, quella dell'autobus, ma ho scoperto che può addirittura essere simpatica!

Non ti preoccupare, pensò Lexi, io non ti sto ascoltando, figurati!

- Ci sono anche Nick e Kevin, anche se adesso Kev è andato a prendere il gelato con Maryl – continuò il mezzano, - aspetta un attimo tesoro.

Si voltò verso Lexi e la guardò supplicante, sbattendo le ciglia con forza.

- Alexandra – iniziò lui.

- No – rispose subito la ragazza.

- Ma non sai neanche cosa voglio dire! - protestò Joe.

- La risposta è sempre e comunque no – disse la rossa incrociando con forza le braccia al petto.

- Lexi! - disse Maggie voltandosi verso la gemella.

- E va bene, cosa vuoi Joseph? - chiese la sedicenne al mezzano.

Joe la ignorò per un istante e si voltò verso Maggie.

- Lo chiederei a te – disse, - ma so già che mi risponderai di si – si rivoltò verso Alexandra, fece un respiro profondo e chiese con voce supplicante. - Posso invitare qui Sasha?

Scordatelo, pensò con odio Lexi, non la voglio qui quella.

Ma Maggie non sembrava della sua stessa opinione.

- Joe invitala pure – disse, - non c'è problema.

Il mezzano le rivolse un sorriso.

- Lo so che per te non è un problema, ma voglio saperlo da Alexandra se va bene oppure no – disse il giovane vocalist. - Allora posso?

La sedicenne dai capelli rossi guardò prima la gemella, poi lo sguardo supplicante di Joe.

- Va bene – grugnì.

Il mezzano si rianimò.

- Grazie! - esclamò, poi riavvicinò il cellulare all'orecchio. - Tesoro, vuoi venire qui a casa di queste mie amiche? Prendiamo il gelato.

Joe annuì mentre ascoltava la risposta della sua ragazza.

- Certo, ti vengo a prendere sul set, arrivo amore! - non fece tempo a mettere giù il telefono che già si stava infilando la giacca per uscire. - Vado e torno!

Nick, Maggie e Lexi osservarono la porta chiusa per qualche istante.

- Caspita – disse quest'ultima, - quando si tratta della sua ragazza è più veloce di un ghepardo.

- Si – annuì Nick passandosi una mano fra i riccioli. - Sasha gli ha cambiato la vita.

La rossa sollevò un sopracciglio.

- Ah di certo gliel'ha cambiata, in peggio – disse.

Nick le rivolse un'occhiata curiosa.

- Per la verità in meglio, Sasha è d'avvero una brava ragazza, non un'attrice che si è montata la testa o cose simili, è rimasta quella di sempre – spiegò.

Maggie guardava la sorella con uno sguardo indagatore.

- Lexi – disse all'improvviso, - mi aiuteresti un attimo?

La rossa la guardò.

- A fare cos... - ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che la gemella l'aveva afferrata e la stava trascinando in cucina.

Solo quando si fu chiusa la porta alle spalle Maggie la lasciò andare.

- Ma che diavolo stai facendo? - chiese la rossa guardando Maggie.

La mora fece un respiro profondo.

- Tu sei cotta di Joe – disse con gli occhi chiusi.

Lexi fece un'espressione strana e scoppiò in una risata.

- Ma figurati! Io cotta di Joe? Stai scherzando? - chiese.

Maggie non rise, il suo viso era una maschera serissima.

- Non sto scherzando – disse. - Ti piace.

- E io sono la nuova first lady! Ma dai Joe non mi piace!

Non può piacermi, aggiunse mentalmente la rossa.

- Ah no? Sei gelosa di Sasha, l'ho notato sai? - continuò Maggie, ora con un lieve sorriso che le increspava le labbra. - Ti piace!

- Non è vero Maggie! - continuò l'altra. - Andiamo, ragiona, io Joe quasi non lo posso vedere, figuriamoci se mi piace!

La mora non aveva intenzione di arrendersi.

- Sei gelosa di Sasha, non sopporti l'idea che lei venga qui insieme a Joe e che si comportino come una coppia normale perchè sei innamorata – spiegò Maggie.

Lexi sbuffò.

- E tutto questo come l'hai scoperto? Con la telepatia fra gemelle? - chiese.

- Sono tua sorella Alexandra – era la prima volta che la chiamava con il nome intero, - e tanto basta.

Lexi scosse la testa e tornò in salotto, ridendo silenziosamente della supposizioni della gemella, Joe non poteva piacerle.

Figuriamoci!, pensò. Io Joe lo odio, quasi.

Allora perchè sentiva che Maggie non aveva torto? Perchè pensava che ancora una volta la gemella non sbagliava?

Sarà perchè lei non sbaglia mai e ormai ci sono abituata, pensò la rossa, al fatto che non si sbaglia.

Eppure sentiva uno strano buco nello stomaco quando pensava a quel pazzo di un diciannovenne e l'unica domanda che le veniva in mente era:

Sono innamorata di Joe?


Ci vorrebbe un amico

per poterti dimenticare

ci vorrebbe un amico

per dimenticare il male

(Ci vorrebbe un amico, Antonello Venditti)


- Dove ci fermiamo? - chiese Maryl guardando le strade piene di vita di Los Angeles.

Kevin indicò con un dito un piccolo negozio illuminato da un'insegna luminosa.

- Là – disse, - fanno un gelato che è la fine del mondo.

- In senso buono spero – disse la ventenne.

- Si in senso buono – disse Kevin, a quella ragazza mancava un po' il senso dell'umorismo.

Il ragazzo parcheggiò davanti alla piccola gelateria, scese dalla macchina e fece per aprire la portiera di Maryl, ma la ragazza la aprì prima e la fece sbattere contro Kevin.

- Oddio scusa! - disse la ragazza mentre il ventunenne si massaggiava il fianco colpito con una smorfia. - Non volevo! Ti sei fatto male?

Beh per lo meno ho ripagato una parte della mia colpa per tutti i vestiti che le ho rovinato, pensò il ragazzo.

- No, non ti preoccupare, tutto bene – disse con una smorfia. - Andiamo?

La gelateria era piena di persone, tutti adolescenti in gruppo che approfittavano di quella serata afosa per indossare magliette striminzite e pantaloncini.

Non appena Kevin vide tutte quelle potenziali fan fece un cenno a Maryl, andò in macchina e tornò dalla ragazza con un paio di occhiali da sole e un cappellino da baseball.

La bionda trattenne una risata quando lo vide.

- Assomigli a una mosca – disse sottovoce, - e andiamo, occhiali da sole di notte?

Kevin scosse la testa, anch'esso divertito.

- Tanto non sapranno mai chi sono io – disse a mo' di spiegazione, poi si mise in fila al bancone dei gelati.

La commessa dietro ai tavoli era quel tipo di ragazza da bellezza da hostess, di quelle che possono indossare una divisa orribile e essere belle sempre e comunque. Teneva i capelli tinti di biondo platino in una crocchia ordinata dietro la testa e continuava a sorridere a tutti i clienti con aria sognante.

Assomiglia a Maryl, si ritrovò a pensare il ragazzo.

Scosse la testa, no Maryl era più bella, si voltò a lato verso di lei e la osservò a lungo, come per metterla a confronto con la bella commessa.

Maryl era sicuramente più bella, i capelli erano del colore del miele, le ciglia lunghe e fitte, gli occhi che sfumavano sul dorato.

- Cosa volete? - chiese la commessa a Kevin e alla sua amica, sempre con un sorriso sognante.

Il cantante si riscosse, non aveva notato che era il loro turno.

- Ehm io direi di farci fare una confezione grande, va bene? - chiese alla ventenne al suo fianco.

- Si, Lexi mangia un casino di gelato e anche Joe mi sembra il tipo – rifletté, - va bene una confezione grande con fragola, melone, banana …

- Solo frutta? Stai scherzando spero! - disse Kevin. - Io alla frutta sono allergico.

- Kevin lo leggo anche io Rolling Stones che credi? So che fai finta di essere allergico alla frutta, quando in realtà non ti piace – disse Maryl con aria da saputella.

- Okay sarà anche così, ma Joe mica mangia tutto 'sto gelato alla frutta! Neanche Lexi e Maggie credo – disse il ventunenne mentre il sorriso della commessa iniziava a sfumare.

- Ma io si – protestò la ventenne.

- Scusa qual'è il tuo gusto preferito? - domandò il chitarrista.

- Fragola.

- Bene, allora prendiamo un po' di fragola, cioccolato, crema, yogurt e nocciola? Va bene? - chiese il maggiore dei Jonas.

Maryl annuì e tirò fuori dalla borsa Prada il portafoglio.

Kevin lo vide e ammiccò.

- Scordatelo – disse.

- Cosa? - chiese la ragazza mentre tirava fuori una banconota da dieci dollari.

- Tu non paghi, faccio io – disse il ragazzo.

Maryl alzò gli occhi al cielo, se la aspettava una sfuriata del genere.

- Kev pago io, non c'è problema – disse lei.

- Per me c'è il problema, mi fai questo piacere e lasci offrire a me? Tanti di soldi ne ho da spendere – disse a mo' di spiegazione.

La ragazzo lo lasciò fare, prese il gelato e si diresse verso il SUV di Kevin.

- Posso farti una domanda? - chiese quest'ultimo poco dopo.

- Dimmi – disse Maryl.

- Stavo pensando a quel giorno all'università e mi chiedevo perchè avessi scelto legge, non mi sembri il tipo di ragazza che fa l'avvocatessa – spiegò Kevin.

In quel caso saresti un'avvocatessa d'avvero molto carina, pensò lui, ma che dici Kevin? Stai diventando un maniaco?

- In effetti io legge la detesto – spiegò lei, fece un sorrisetto divertito, probabilmente per nascondere una smorfia.

- Ah e perchè l'hai scelta? - chiese il ragazzo mentre si fermava a un semaforo rosso.

La ragazza strinse le spalle.

- Per compiacere mio padre – lo disse con un tono che diceva chiaro e tondo che non voleva approfondire la questione.

- Allora cosa ti piacerebbe fare?

Maryl guardò il suo nuovo amico, negli occhi aveva una strana luce di curiosità, le labbra erano curvate in un leggero sorriso.

Dio quanto è bello, pensò la ragazza.

Che cosa, aveva appena pensato che Kevin era … bello? Cioè lo aveva sempre trovato un bel ragazzo, ma non ci aveva mai pensato, insomma non si pensa che un amico è bello, no? Si pensa che sia carino, no? Non bello, bello no.

- Beh pensaci Kev – disse per rispondere alla sua domanda, - qual'è la cosa che amo di più?

Il ragazzo osservò le scarpe firmate, il vestito Dolce&Gabbana, gli occhiali Gucci.

- I vestiti? Insomma la moda? - osò lui.

Maryl annuì.

- Vorrei fare la stilista, ma figurati mio padre non mi pagherebbe mai i corsi, certo sono la sua figlia preferita, ma non accetterebbe mai che io diventassi una stilista – lo disse quasi con disgusto.

L'unica idea che veniva in mente a Kevin, in quel momento, era che gli avrebbe pagato lui i corsi di moda, e anche volentieri.

No Kevin, si disse, non si pagano i corsi di moda agli amici.

E se lui non era una semplice amica?

Maryl lo osservò con attenzione mentre il ragazzo si perdeva nei suoi pensieri, era bello, era dolce, era simpatico, era …

No Maryl, pensò, non devi pensare certe cose di lui, non si pensano certe cose degli amici.

E se per lei non era un semplice amico?


Bello bello e impossibile

con gli occhi neri

e il tuo sapor mediorientale

bello bello e invincibile

con gli occhi neri e la tua bocca da baciare

(Bello e impossibile, Gianna Nannini)


Nick fronteggiava Maggie con occhi di ghiaccio.

- Sei finita Margaret – disse il cantante.

- Io non mi chiamo Margaret, sono solo Maggie – lo corresse lei divertita.

- Sei finita lo stesso – disse lui, - non hai scampo.

Joe si trovava al fianco del fratello e lo incitava con forza, mentre Sasha la cui bellezza oscurava completamente Maggie cercava di aiutarla.

Maggie non era brutta, al contrario era una bella ragazza, i capelli lunghi lisci e mori, i begli occhi verdi e il bel viso, ma di certo non era all'altezza di Sasha, che in passato era stata anche una famosa modella.

Sasha aveva i capelli corvini, lunghi alle spalle, gli occhi color del cielo terso e il viso a forma di cuore; era poco più alta di Joe, era magra, ma prosperosa nei punti giusti.

- A6? - provò Nick.

- Mancata – disse Maggie.- K9?

- Mancato – disse il cantante.

Lexi, seduta sul pavimento freddo del salotto dall'altro capo della stanza sorrise divertita; era da circa mezz'ora, dal malvoluto arrivo di Sasha, che Maggie e Nick si stavano sfidando a una partita di battaglia navale.

- B4? - provò Nick.

Maggie fece una smorfia.

- Colpita – ammise, - F6?

Il sedicenne sorrise.

- Mancato, E5?

- Non c'è gusto a giocare con te – si lamentò Maggie mentre appoggiava sulla superficie lustra del tavolo la nave che Nick le aveva appena affondato, - vinci sempre.

Il ragazzo sorrise fiero.

- Caratteristica dei Jonas – disse mentre batteva un cinque con Joe al suo fianco. - Dovrai farci l'abitudine.

- Di sicuro non sta sera – disse la ragazza alzandosi, - io mi arrendo, sventolo bandiera bianca.

- Ero sicuro che avresti ceduto! – esultò il giovane cantante. - Chi vuole giocare contro di me?

Silenzio di tomba.

- Per favore ragazzi non tutti insieme mi raccomando – disse Joe.

Sasha sorrise alla battuta del proprio ragazzo, fece il giro del tavolo e lo strinse in un abbraccio che finì in un bacio passionale della giovane coppia.

Lexi fece finta di vomitare in un vaso di fronte a quella scena.

Maggie la osservava da lontano, mentre il sorriso che aveva fatto poco prima di scioglieva a quella vista.

Aveva creduto di aver fatto la cosa giusta dicendo alla gemella dei suoi sospetti su quello che provava per Joe, ma solo adesso si rendeva conto che forse aveva sbagliato.

Lexi si comportava come sempre, nascondendosi dietro la maschera di dura e ribelle per nascondere il dolore che provava.

La mora fu presa dall'irrefrenabile desiderio di urlare a Joe e Sasha di smettere di baciarsi, ma come suo solito rimase in silenzio, gridando dentro di sé.

- Vuoi fare una partita contro di me? - chiese il diciannovenne a Sasha, una volta che si fu staccato da lei.

- Va bene – acconsentì la diciottenne.

Nick consegnò le proprie barche a Joe e si mise al suo fianco, nel frattempo Lexi si era avvicinata a Joe e lo guardava di sottecchi.

- Sei pronta? - chiese il mezzano con un mezzo sorriso rivolto alla sua ragazza.

Lei sorrise allegra.

- Prontissima mio principe – disse, - parti quando vuoi.

Joseph incrociò le braccia al petto.

- Bene. I6?

Sasha scosse la testa.

- G5?

- Mancato amore mio – disse Joe.

Quindici minuti dopo Sasha aveva distrutto quasi tutte le barche di Joe, che dal canto suo ne aveva affondata solo una della ragazza.

Lexi fece il giro del tavolo e osservò con attenzione le posizioni delle barche di Sasha poi disse a voce alta.

- Mamma mia che freddo – si avvicinò a un termometro affianco alla finestra, - ci sono solo 10 gradi – fece molta attenzione a calcare con la voce sulle parole “c” e “10”.

Il mezzano le sorrise riconoscente.

- C10? - provò.

- Colpita – disse Sasha voltandosi con una smorfia verso Lexi. - E7?

- Mancato – esultò il diciannovenne.

La sedicenne tornò subito all'attacco.

- Quando arriveranno Maryl e Kevin prenderò una pallina di cioccolato e due alla fragola – disse ad alta voce.

Gli occhi di Joe si illuminarono, quella ragazza sapeva essere fantastica, a volte.

- E2? - provò sicuro.

- Affondata – disse Sasha con una smorfia e si voltò verso Lexi. - Anche io penso di prendere il cioccolato e la fragola, sai?

La ragazza fece un'espressione di finta sorpresa.

- Oh davvero? Bene a me piace molto la fragola – spiegò a denti stretti.

- Io invece preferisco il cioccolato – disse la diciottenne.

Maggie e Nick incrociarono gli occhi.

In quel momento la porta di casa si riaprì e Maryl, accompagnata da Kevin entrarono tenendo in mano una grossa confezione di gelato.

- Ciao Kev! - lo salutò Sasha saltando in piedi e correndo ad abbracciarlo.

Il ragazzo la strinse.

- Ehi Sasha, che ci fai qui?

- Mi ha invitato tuo fratello, mi ha raccontato molto delle vostre amiche e voleva conoscerle. - sorrise forzatamente – sono tutte molto simpatiche.

Lexi alle sue spalle le fece una linguaccia.

- Io sono Maryl – si presentò la ventenne a Sasha.

- Ah si, molto piacere, Sasha -disse lei.

Le due si sorrisero amichevolmente.

Maggie si alzò dalla poltrona su cui si era accomodata e si scostò una ciocca di capelli dagli occhi.

- Vado a preparare le tazze per il gelato, vieni Nick? - chiese.

Il ragazzo la seguì, mentre gli altri continuavano a conversare.

Maggie chiuse la porta quando Nick entrò nella cucina e fece un respiro profondo.

- Non so se sopravviveremo a questa serata – ammise.

Il sedicenne annuì.

- Perchè Lexi ce l'ha così tanto con Sasha? - chiese. - Praticamente neanche si conoscono!

- Vedi – iniziò Maggie in un sussurro, - ho il sospetto che a Lexi piaccia Joe.

Attese che Nick desse segno di aver capito, ma il ragazzo rimase immobile.

- E' una cosa tanto stupida? - domandò la mora. - E' che mi sembra gelosa di Sasha per questo penso che sia gelosa … non mi badare era solo una supposizione.

Era arrossita fino alla punta del naso.

- Beh mi sembra strano, insomma Lexi e Joe ...

- Quasi non si possono vedere – lo interruppe la ragazza.

- Esatto, ma forse Lexi è d'avvero gelosa di Sasha, insomma basta guardare il suo comportamento di adesso nei suoi confronti. Mi dispiace che Joe non ricambi però, lui è completamente innamorato di Sasha – spiegò Nick grattandosi il mento con l'indice della mano destra.

Maggie annuì dispiaciuta.

- Insomma queste scodelle? Il gelato fra poco si scioglie! - urlò una ragazza dall'altra stanza, Lexi probabilmente.

- Arriviamo! - rispose Maggie. - E' meglio se andiamo Nick.

Lui annuì e uscì dalla cucina con lei, reggendo in mano alcune scodelle per i gelati.

La sedicenne appoggiò le altre sul tavolo in legno di quercia in salotto.

- Grazie – li ringraziò Maryl afferrando un cucchiaio in mano e aprendo la confezione. - Bene abbiamo fragola, cioccolato, crema, yogurt e nocciola. Sasha tu che vuoi?

La diciottenne fece un gran sorriso.

- Un po' di fragola e cioccolato – rispose guardando Lexi negli occhi. - Più cioccolato che fragola per favore.

La ventenne la servì piuttosto velocemente e passò a Joe.

- Tu che vuoi?

- Chocolate, please – disse scostandosi il ciuffo dagli occhi con un movimento nervoso. - Grazie – la ringraziò quando la ragazza gli diede ciò che aveva chiesto.

- Nick? - domandò mettendosi in ordine la camicetta. - Ah è vero tu non lo prendi. Allora Kev?

- Yogurt e nocciola – disse avvicinandosi all'amica.

Maryl fece per dargli la ciotola ma si scontrò con Kevin che sorrise divertito.

- Scusa – mormorò lei dandogli la ciotola e facendo qualche passo indietro.

- Figurati – disse lui, - ti sei sporcata.

Si preparò già a correre nel caso di una risposta affermativa.

- No, tranquillo – disse Maryl, si schiarì la gola. - Lexi tu che prendi?

La rossa, che fino a quel momento stava osservando Joe di sottecchi, si voltò verso la sorella maggiore e diede le sue indicazioni.

- Cioccolato con tanta fragola.

La ventenne la servì per poi passare a Maggie, a cui diede una tazza con cioccolato e nocciola.

La mora la ringraziò e si sedette affianco a Nick.

- Non puoi neanche una cucchiaiata? - chiese con voce fine.

Nick fece un'espressione a metà fra un sorriso e una smorfia.

- Non mi tentare – disse.

Maggie abbassò il capo imbarazzata.

- Scusa – mormorò.

- Ma figurati! - disse Nick.

La guardò, il capo chino, il viso rosso, le dita delle mani intrecciate, sembrava tanto piccola e indifesa lì seduta.

Sei bellissima, le avrebbe voluto dire ma rimase in silenzio. Nick, ma che stai facendo, lei è solo una tua amica!

La ragazza alzò il capo ancora rosso.

Sei così simpatico, pensò rivolta all'amico. Cioè sei simpatico come lo può essere un amico, no?

Incrociarono gli occhi, entrami imbarazzati.

Lexi è innamorata di Joe, ma io sono innamorata di Nick?, si chiese Maggie.

Contemporaneamente Nick stava pensando.

Joe è innamorato di Sasha, ma io sono innamorato di Maggie?

La guardò, bella e dolcissima e inconsciamente pensò:

Forse sono innamorato di te.


Continua ...





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Capitolo 11
*** Worry ***


Ciao ragazze!!

Bene ieri sera mi è sorto un dubbio, il nome di Sasha ho sbagliato a scriverlo ma sappiate, se vi interessa ovvio, che si legge Sascia. Okay, ho detto tutto e ora passo ai ringraziamenti:

ada12: non ti preoccupare per la recensione dello scorso capitolo, sono cose che capitano, sono mooolto contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e … che bello la coppia Mick ti piace!! Sono davvero, davvero contenta! Un bacio!

EllieGoodman: la tua andava benissimo come recensione, non sai che risate mi sono fatta leggendola!! Si è ufficiale a noi due serve un biglietto per il manicomio, anche Potterina Weasley si è aggregata a noi, hi hi. Comunque io te l'ho detto di essere sadica quindi non prendertela per questo capitolo che, rullo di tamburi, mi piace!! Poi sempre per restare in argomento con il mio sadismo ho fatto apposta a fare simpatica Sasha … hi hi io essere crudele!! Grazie ancora per le recensioni!! Un bacione!!

Melmon: grazie per le informazione sulle “Fanfic seguite”, proprio non sapevo dove trovare le informazioni per capire cosa sono!! Un bacio!

erbeeren: figurati per aver saltato lo scorso capitolo, non c'è problema e spero che le vacanze siano andate bene!! Lo so che Sasha sa tanto di coccole, l'ho fatto apposta a causa del mio sadismo, si si io sono sadica sappilo!! Devo ammettere che l'idea della battaglia navale e di Lexi che consiglia l'ho presa da una puntata di Hannah Montana … vabbè comunque, un bacio!

jeeeeee: è probabile che mi sia bevuta il cervello dato che non ne ho mai avuto uno … dai lascio stare e sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!!Comunque amor io sto bene per le scosse grazie per l'interessamento :), un bacione tesoro!

Potterina Weasley: ti rendi conto che mi sono commossa quando ho letto la tua recensione?? Ti rendi conto che stavo piangendo dalla felicità?? A parte questo mi hai fatto anche morire dal ridere, non sai quanto. E io ho capito che noi siamo telepatiche si si lo siamo eccome, ti rendi conto che ci hai azzeccato quasi su tutto??!! Comunque va bene per il nostro viaggio a L.A. perfetto io ho già comprato tutte le riviste possibili e immaginabili, tu fai i biglietti e poi ci troviamo … vediamo più o meno a metà strada da Napoli a Milano, quindi Roma? Facciamo che ci vediamo fra una settimana davanti alla fontana di Trevi, va bene?? Ti voglio bene!! Un bacione!

LoveJonasBrothers: ho aggiornato non appena ho potuto, ho finito di scrivere questo capitolo ieri sera e sono riuscita ad aggiornare solo oggi. Eh Sasha si mette in mezzo ai Jexi, vero, ma vedrai vedrai nel prossimo capitolo! Io sono sadica sappilo!! Un bacio!

DarkViolet92: hai ragione lo scorso capitolo era romantico, anche se a me non pareva mi fosse venuto bene … grazie mille per seguirmi sempre!! Un bacione!

Ice_Bubble: il ringraziamento qui riportato non vuole essere un'offesa nei tuoi confronti, bene ti ho detto cosa penso perchè con questo ringraziamento non voglio offenderti assolutamente. Bene prima di tutto, scusami, ma mi pareva abbastanza ovvio fin dai primi capitoli che Maggie si sarebbe messa con Nick, Lexi con Joe e Kevin con Maryl, ma ci saranno alcuni … incidenti di percorso se così possiamo chiamarli. Spero che continuerai a leggere e a recensire e spero vivamente che tu non ti sia offesa!! Un bacio!

Egg___s: sono contenta che questa FF ti piaccia e che tu l'abbia messa nei preferiti!! Ho aggiornato non appena ho potuto dato che ho finito di scrivere questo capitolo. Ti volevo dire, anche qui, che la tua FF è bellissima! Un bacio!

Capitolo 11. Worry

Lexi aveva capito una cosa durante la sua cena con i Jonas Brothers e in seguito con Sasha, la quale era che il suo odio per Joseph non era neanche minimamente immaginabile a quello che provava per Sasha Collins.

La cosa peggiore era che, agli occhi di tutti, era simpatica. Certo lei sapeva chi era, anzi cos'era, un essere diabolico mandato dal profondo dell'inferno per rendere la vita a Lexi impossibile.

La sua simpatia era tutta una tattica per abbindolare le persone che conosceva e tutte erano cadute nella sua trappola, anche Joe purtroppo e lui più di tutti dato che si era fidanzato con lei.

La rossa rabbrividì, non poteva permettere che Joe continuasse a stare con quella, insomma era ovvio che loro due non stavano bene insieme, lui era … simpatico, e lei era …simpatica.

Joe però era anche pazzo e questo non lo poteva negare nessuno e Sasha non era pazza, lei era calma e riflessiva, piuttosto simile a Maggie a dirla tutta.

- Alexandra mi aiuti? - chiese il signor Campbell con voce burbera avvicinandosi alla figlia più piccola cercando di non guardarla.

La ragazza lo guardò con un'occhiataccia e voltò la testa verso la televisione accesa che dava in onda un documentario che parlava della guerra sulla Striscia di Gaza.

- A fare cosa? - chiese lei contrariata.

- Ad apparecchiare la tavola e quando dico che potresti farmi un favore intendo che devi farlo, muoviti e apparecchia – le ordinò Peter Campbell.

Lexi si alzò con uno sbuffo, ma non si diresse verso la cucina, bensì verso la porta d'ingresso e fece per uscire.

- Alexandra Sophie Campbell! - gridò suo padre diventando rosso in faccia mentre la vena sulla tempia pulsava pericolosamente.

- Peter Albert Campbell! - replicò lei aprendo la porta e fissando il padre con odio. Era da anni che i rapporti fra Lexi e Peter erano tesi ed entrambi ci mettevano del loro per complicarli sempre di più: la ragazza da parte sua continuava ad urlare con il padre e a fare cose che non lo rendevano fiero e Peter sgridava la figlia minore per ogni cosa facesse anche se era giusta.

- Allora vattene! - gridò il signor Campbell. - Ma sia chiaro che non ti voglio vedere fino a sta sera!

- Potrei anche non tornare mai più! Non te ne potrebbe fregare di meno! - strillò Lexi.

Maggie comparve all'improvviso, si trovava alle spalle del padre, mezza nascosta dietro a una porta aperta, l'unica cosa che si vedeva di lei era la testa.

Lexi le fece un segno difficile da interpretare che le indicava di restare ferma e di non immischiarsi, era uno dei loro soliti litigi.

Maggie scosse la testa, voleva intervenire e aiutarla.

La rossa la fulminò con lo sguardo e la mora rimase ferma al suo posto, indietreggiando appena.

- Vai via se è ciò che vuoi, ma se non torni entro le dieci di stanotte non tornare mai più perchè non ti farò più entrare in questa casa! - tuonò Peter.

- Bene! - gridò Lexi e sbatté la porta dietro di sé.

Il signor Campbell continuò a urlare imprecazioni alla porta chiusa riferendosi alla figlia.

- Tanto vale che lasci qui te e tua sorella e io me ne vada a lavorare Miami! - borbottò lui sedendosi sul divano e cambiando canale per mettere una partita di baseball.

- Cosa? - chiese Maggie facendosi coraggio e facendosi vedere dal genitore.

Lui si voltò con una smorfia, leggermente addolcita, Maggie non era la sua figlia preferita, vero, ma non era la sua gemella e per questo aveva un rapporto migliore con lei.

- Me ne vado a Miami probabilmente – disse con voce dura, - e Maryl viene con me.

- Cosa? - ripeté la mora. - Lasci me e Lexi qui sole?

- E' la cosa migliore – disse Peter, - e ora fammi vedere la partita.

Ti interesse più la partita che alle tue figlie?, gridò Maggie nella sua testa. Vuoi lasciare qui me e Lexi e portare la nostra sorella maggiore con te?

Maryl non avrebbe mai accettato, era troppo attaccata a loro, non sarebbe mai partita.

Maryl, pensò Maggie prendendo il cellulare di corsa e uscendo di casa.


Non potrò mai smettere

di pensare a quella sera

di tanti anni fa

quando ancora voi per me

non avevate scelto un nome

ed ora son qua

di fronte a queste bugie

e a quegli occhi lucidi

bagnati da colpa che

feriscono solo me

(Addio, Finley)


Maryl era appoggiata al suo banco nell'università e osservava i suoi compagni con aria stanca e annoiata; Matt a pochi banchi di distanza da lei le sorrideva ammiccante, non si era arreso a conquistarla nonostante sapesse che lei era “fidanzata” con Kevin.

- Signorina Campbell – la distolse dai suoi pensieri la professoressa, era affiancata da una delle tante commesse della scuola, - sua sorella Maggie la sta aspettando nell'atrio.

Maryl scattò in piedi in un attimo e si diresse il più velocemente possibile per quanto i tacchi le permettessero verso l'atrio. Maggie non era mai venuta in università se non per casi eccezionali.

Lei la aspettava lì, camminava avanti e indietro nella stanza con gli occhi abbassati.

- Maggie! - esclamò la ventenne correndo verso di lei e abbracciandola. - Cosa è successo? Stanno tutti bene? Dov'è Lexi?

La mora la strinse forte e iniziò a singhiozzare sulla maglietta della sorella, ma in quel momento a Maryl non le importava se le stava bagnando la camicia firmata, era sua sorella e aveva bisogno di lei.

- Shh, calma Maggie, calmati – disse Maryl stringendola.

La mora ci provò ma non le riuscì bene e continuò a piangere.

- Cosa è successo? Lexi sta bene? - chiese la bionda.

Maggie non rispose.

- Ti prego cosa è successo? - domandò Maryl.

- Papà e L ...Lexi hanno litigato – disse la sedicenne con un singhiozzo.

Maryl era perplessa, Lexi e suo padre litigavano sempre, perchè quella volta Maggie era così sconvolta?

- Lexi se n'è andata, non so dove, non risponde al cellulare, ha detto che forse se ne sarebbe per sempre andata di casa e papà … papà ha detto che si sarebbe trasferito a Miami con te lasciando me e Lexi da sole qui a Los Angeles e io … io sono così spaventata, non voglio che tu te ne vada, non voglio! - singhiozzò la mora.

Maryl la prese con forza per le spalle.

- Io non me ne andrò mai Maggie, hai capito? Mai! Resterò con te e Lexi, per sempre – disse seria. - Forza andiamo a cercare nostra sorella.


Sono gocce di memoria

queste lacrime nuove

siamo reduci di una storia

incancellabile

(Gocce di memoria, Giorgia)


- Ciao amore, che stai facendo? - chiese Sasha dall'altro capo del telefono al proprio ragazzo.

- Oh niente, sto suonando un po' la chitarra, tu invece? - chiese Joe appoggiando lo strumento sul suo letto.

- Sto valutando varie proposte di lavoro – rispose la ragazza e come per darne prova Joe udì il suono di fogli che venivano mossi.

- Ah, qualcosa di interessante? - chiese lui.

- No – sbuffò Sasha. - Ci sono tutti ruoli banali, niente di nuovo, mi hanno offerto anche un altro film sul pattinaggio! Ce né uno su una storia d'amore fra due ragazze, io dovrei fare la parte della sorella di una delle due e poi uno su un viaggio in Africa, ma …

- Ma? - chiese il diciannovenne.

- E' tutto troppo semplice, vorrei un ruolo un po' più complicato questa volta, mi sento pronta, vorrei recitare in un film ambientato nell'800, sai che mi sarebbe sempre piaciuto, ma a quanto pare non ci sono film del genere in programma a Hollywood fino al prossimo anno – spiegò l'attrice con una punta di delusione.

- Mi dispiace tesoro, vuoi che venga da te? - chiese Joe speranzoso alzandosi dal letto con uno scatto.

- No mi dispiace ma adesso devo uscire, il mio agente vuole che io faccia un provino per un film in cui non reciterò mai – disse alzando gli occhi al cielo.

- Ah – disse Joe deluso e crollò di nuovo sul suo letto.

- Mi dispiace Joe – disse la ragazza dispiaciuta, - ora devo andare scusa!

- Okay, ciao Sasha, ti amo – sussurrò lui.

- Anche io – mormorò la ragazza, - tanto.

- Ciao, a presto.

- Ciao – e mise giù.

Joe si stese sul suo letto e sbuffò annoiato, era tutto il giorno che non stava facendo niente, Nick e Kevin erano usciti, il primo era andato in biblioteca nella speranza di incontrare Maggie mentre il secondo era uscito con alcuni amici e non sarebbe tornato prima di un paio d'ore.

E come inevitabilmente gli capitava almeno venti volte al giorno si mise a pensare a Sasha, alla sua bellezza, al suo sorriso, alle sue battute, alla sua perfezione.

La amava, poco ma sicuro, la amava con tutto sé stesso, erano perfetti insieme, erano fatti per restare insieme.

Il suono cristallino del campanello di casa lo distrasse dai suoi dolci pensieri e, svogliato, si alzò per dirigersi verso la porta per aprire che a chiunque lo avesse distratto.

- Chi è? - chiese lui alla porta chiusa.

- Alexandra – rispose una voce femminile.

Joe aprì la porta e si ritrovò davanti a Lexi, i capelli racchiusi in una coda alta sulla testa, aveva il respiro affannoso, come se avesse corso e gli occhi erano lucidi, forse aveva pianto, o stava per farlo.

- Alexandra – disse Joe sorpreso, - che ci fai qui?

- Posso stare qui per un po'? - chiese la ragazza prendendo fiato.

Il diciannovenne annuì e la fece entrare, curioso.

- Tutto bene? - chiese lui, - hai una faccia.

Lei lo fulminò con lo sguardo e si sedette con uno schianto sul divano del salotto, passandosi una mano fra i bei capelli.

- Che succede? - chiese Joe, - stai bene? Hai pianto?

- Io non piango Joe – mentì lei seria e si coprì il viso con le mani. - E' successo un casino.

Il ragazzo si sedette sul divano, ma a debita distanza da lei

- Quale? - chiese.

Lexi lo guardò con aria truce, indecisa se parlarne con lui o no, d'altronde lui non era la persona più adatta per parlare di cose serie.

- Io e mio padre abbiamo litigato, di nuovo – incominciò la ragazza, - sciocchezze come al solito, un litigio come altri, ma mio padre ha esagerato praticamente mi ha cacciato di casa!

- E io non so che fare e Maggie ha visto tutto … è la più fragile lei, sarà distrutta e Maryl, lei non sa niente per la miseria, non sa niente e io non so che devo fare! Ho troppa paura di tornare a casa e non so nemmeno se voglio! - continuò la rossa, mise la testa fra le ginocchia. - Che cosa devo fare Joe?

Il ragazzo si avvicinò a lei.

- Io non sono la persona più indicata per chiedere consigli, per quello esiste Kevin – disse, - ma ti posso dire che devi tornare a casa non puoi scappare per questo litigio, le tue sorella hanno bisogno di te.

Lexi alzò la testa verso di lui, non piangeva.

- Grazie Joe – lo ringraziò, - sai essere un amico, a volte.

Il diciannovenne fece una smorfia.

- E tu sai essere umana a volte – replicò.

In quel momento il cellulare di Joe squillò.


Rinunciare a vivere

resta qua se ti va

non pensare, abbracciami

lasciami sognare

(A che serve piangere, Andrea Bocelli)


- In che senso scappata? - chiese Kevin.

Maryl lo guardò, gli occhi gonfi di pianto.

- Nel senso di scappata Kevin non ci sono altri modi di dirtelo, è scomparsa, ha spento il cellulare e tutti posti in cui sarebbe potuta essere non c'è! - spiegò con ansia.

- Avete chiamato la polizia? - domandò il ventunenne.

La ventenne scosse la testa.

- Facciamolo – disse lui prendendo l'I-phon dalla tasca dei pantaloni.

- No, non chiamiamola per ora – disse la bionda. - Lexi finirebbe nei casini per nulla, Maggie mi ha detto che nostro padre le ha detto di tornare sta sera, se non torna allora la chiamerò.

Era spaventata, Kevin sentì l'impulso di consolarla fra le sue braccia.

- Dov'è Maggie? - chiese trattenendosi.

- E' andata con Nick a cercarla in altri posti, la scuola, il centro per anziani, anche un magazzino abbandonato, tutti luoghi che in genere Lexi frequenta – si passò una mano fra i capelli. - Dio, sono così preoccupata.

- Non ti preoccupare la troveremo – disse lui mettendole una mano su una spalla per consolarla, - te lo prometto, dovessi smuovere tutti i giornalisti di Los Angeles, gli dirò che Nick è scappato con una ragazza dai capelli rossi, ribalteranno la città pur di scovarli.

Maryl sorrise.

- Grazie Kevin, sei un amico – e lo abbracciò.


Ti prenderà il cuore

ti vincerà

lei sarà la tua strada

che non puoi lasciare mai

a lei

ti legherai finché vivrai, a lei …

(Nel cuore lei, Andrea Bocelli)


- Risponde? - chiese Maggie per l'ennesima volta a Nick che, attaccato al telefono, stava cercando di rintracciare Joe.

- Non ancora – ammise senza perdersi d'animo, suonava a vuoto da quasi venti secondi.

Finalmente Joe rispose.

- Pronto? - chiese il diciannovenne con voce roca.

- Joe, hai risposto grazie al cielo, Lexi è scomparsa, è con te? - chiese Nick quasi mangiandosi le parole.

- Ehm – esitò il mezzano.

- Joe, Lexi è con te? - ripeté il minore.

- Si.

- E tu che aspettavi a dirmelo?! Dove siete? Lei sta bene? Maggie e Maryl la cercano da ore, sembrava sparita nel nulla! - parlò a raffica Nick.

- Ehi Nick sto bene non preoccuparti – disse la voce di Alexandra prendendo in mano il cellulare.

- Lexi! - esclamò il sedicenne. - Stai bene?

- Ti ho già detto di si, tranquillo, Maggie c'è? - chiese a bassa voce.

- Te la passo – disse in un fiato Nick e porse il cellulare alla mora che stava praticamente saltando di gioia. - Lexi ti vuole parlare.

Maggie afferrò il cellulare.

- Lexi! - iniziò. - Dio sono così contenta! E' successo un casino con papà, ma tu dove sei? Con Joe? Mi hai fatto preoccupare tantissimo, Maryl è disperata! Non sapevamo cosa dovevamo fare eri come sparita e …

- Calma – disse la rossa, - rilassati, respiro profondo, io sto bene, benissimo anzi.

- Sicura? - chiese la gemella, dubbiosa.

- Certo! Ti mentirei su una cosa simile? La mia salute è importantissima, se stessi male avrei già smosso l'intero ospedale per farmi venire a prendere ordinando agli autisti dell'ambulanza di mettere al posto di quella stupida sirena rumorosa, un megafono che urla: “fate spazio, Lexi Campbell deve andare in ospedale! Spazio prego!”

Maggie rise suo malgrado.

- Sicura? - chiese.

- Sicurissima sorellina – disse la rossa. - Solo una cosa.

- Cosa? - domandò la mora, desiderosa di aiutarla.

- Non è che avete avvertito papà, vero? Quello mi ammazza altrimenti – disse Lexi.

Maggie sorrise.

- Non non gli abbiamo detto niente e credo che fra poco nostro padre non sarà più un problema.

- E perchè, di grazia? - chiese la gemella rossa.

- Si trasferisce a Miami – annunciò Maggie e iniziò a raccontare.


Continua ...

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Capitolo 12
*** Goodbyes ***


Ciao ragazze!!

Scusate il ritardo ma non sono riuscita ad aggiornare prima, sono tornata mercoledì sera da una gita di tre giorni a Strasburgo che non consiglio in questi giorni, fa un freddo cane!! Per di più la mia mammina ha avuto la splendida idea di ripartire e non ho portato il computer ... Comunque questo è un altro capitolo un po' triste soprattutto per … no aspettate non vi dico altro, è meglio se leggete. Ho come l'impressione che voi però al posto di essere tristi ve ne rallegrerete …

Ho notato che le recensioni sono ancora calate … vorrei capire il motivo.

Ecco qui i ringraziamenti:

Potterina Weasley: allora siamo daccordo, facciamo giovedì alla fontana di Trevi va bene? Sono curiosa di incontrare tua figlia, allora la nascondiamo sotto i tuoi abiti premam? Perfetto! Spero che il mal di testa ti sia passato presto … un bacione amore!! Ti amo di bene!!

DarkViolet92: sta tranquilla la reazione di Lexi di fronte alla rivelazione di Maggie sulla partenza del padre sarà … è meglio se leggi. Un bacione!

jeeeee: che ti posso dire tesoro?? Joe ha due fette di cetrioli sugli occhi, ma aspetta e vedrai, mi sa che questo capitolo ti piacerà. Un bacione amor!!

EllieGoodman: come ti ho già detto fa niente per la recensione microscopica. Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che anche per questo sia uguale. Un bacione!!

ada12: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che anche per questo sia uguale!! Un bacio!

Capitolo 12. Goodbyes

Lexi non sapeva neanche perchè si trovava lì, in aeroporto, per salutare suo padre che stava partendo per Miami e lasciarle per sempre.

Da due settimane Lexi e Peter si evitavano, a mala pena si incrociavano e le cose erano semplificate dal fatto che il signor Campbell era immerso nel trasloco per Miami.

- Non ci voglio andare! - aveva detto la rossa a Maryl incrociando le braccia al petto, - dovessi incatenarmi a questa sedia per il resto della mia vita – fece come per ripensarci – beh tutta la vita no, magari finché nostro “padre”, se lo si può definire tale, non sparisce e se ne va da questa casa.

La bionda l'aveva guardata di traverso.

- Lexi nonostante il suo comportamento è comunque nostro padre, non devi fare tanto, devi solo accompagnarmi in aeroporto insieme a Maggie, dirgli un semplice “ciao” e poi, se vuoi, abbracciarlo – vide la smorfia della sorella, - ho detto se vuoi.

E così Lexi si era ritrovata nell'aeroporto di Los Angeles davanti a una Maryl fintamente disperata, era sempre stata brava come attrice, che piangeva sommessamente sulla spalla del padre e una Maggie realmente triste che cercava di trattenere le lacrime davanti alla gemella e teneva in mano una delle valigie del genitore, gli occhi gonfi e arrossati.

- Sicura che non vuoi venire con me, pulcina? - chiese Peter stringendo la figlia maggiore, ancora appoggiata alla sua spalla.

- Si … si papino, sono ...sicura, Maggie e Lexi hanno bisogno di me – disse Maryl con risolutezza, trattenendosi appena dal sussultare alle parole “venire con me”.

- Daccordo figlia mia, ti chiamo quando arrivo – la abbracciò, - ti voglio bene.

- Anche io papà, tanto – disse la bionda, sincera. Nonostante tutti i suoi difetti, Peter era sempre suo padre e gli voleva bene, in fondo.

L'uomo si staccò da lei e si avvicinò a Maggie, gli occhi ancora ben abbassati a terra.

- Maggie – disse Peter, - abbracciami.

La ragazza obbedì all'istante e lo strinse forte.

- Ti voglio bene, papà – ammise, - tanto.

- Anche io Maggie – si sciolse da lei, - stammi bene.

Toccava a Lexi, si fissarono guardandosi per qualche secondo, poi Peter si avvicinò alla figlia minore e le diede un leggero buffetto sulla testa.

- A presto Alexandra – borbottò. - Bene ora devo andare, perdo il volo altrimenti.

La rossa ignorò il fatto che mancava ancora un'ora alla partenza dell'aereo per Miami.

- A presto ragazze! - urlò andandosene e confondendosi nell'infinità di persone che stavano prendendo un volo.

Maryl e Maggie osservarono la folla di passeggeri pronti a imbarcarsi, gli sguardi concentrati a trovare il genitore.

- Ehi! - le distrasse Lexi. - Andiamo via, per favore? Non ci tengo a stare ancora nello stesso luogo con nostro padre.

Maggie avrebbe tanto voluto ribattere, dire che voleva ancora stare lì per qualche istante, salutare decentemente il padre e vederlo sorridere nella sua direzione. Ma come al solito rimase in silenzio, incapace di ribellarsi e annuì rigida.

Maryl sbuffò, fissò la sorella dai capelli ramati, si scostò una ciocca di capelli dagli occhi e le appoggiò con delicatezza una mano sulla spalla.

- Va bene, andiamocene, Maggie sei pronta? - chiese avvicinandosi alla mora e stringendola a sé.

- Si, ci sono, perché non dovrei? - chiese con un falso sorriso e si avviò per prima.

Le altra due sorelle la seguirono a poca distanza.

- Finalmente papà se n'è andato – disse Lexi, insensibile, - non ce la facevo più a sopportarlo, gli vorrò anche bene, nel profondo, molto, molto nel profondo, ma è asfissiante come genitore.

Maryl la guardò con un'espressione mista fra incredulità e una smorfia.

- Per noi due sarà ancora così, ma per Maggie no, le ci vorrà del tempo per abituarsi e tu non fare battutine sulla partenza di papà, chiaro? - chiese la bionda, severa.

- Io fare battutine?! - domandò sarcasticamente Lexi. - Come puoi dire che farei una cosa del genere, non sono Joe io … - si perse nei suoi pensieri.

- Lexi, tutto okay? - chiese la maggiore.

-Si, si, andiamo? - e aumentò il passo per uscire dal aeroporto.

La ventenne la seguì con passo svelto e non rallentò finché non raggiunse le due sorelle, che camminavano fianco a fianco a braccetto.

Maryl non ne era certa, ma a suo parere la cose sarebbero cambiate, e in meglio.


Non posso giurare

che ogni giorno sarò

bello, eccezionale, allegro

sensibile, fantastico

ci saranno dei giorni grigi

ma passeranno sai

e spero che tu mi capirai

(Io ci sarò, Max Pezzali)


- Intervista alle undici? Fatto. Meeting con le fan all'una? Fatto. Concerto promozionale per promuovere il nostro nuovo disco alle quattro? Fatto. Bene, sono le cinque e possiamo divertirci, che facciamo? - chiese Joe in camera di Kevin saltando dal letto del fratello maggiore alla scrivania per poi tornare a saltare come un bambino sul materasso.

- Joe ti fermi un momento? Mi fai venire mal di testa – si lamentò Nick appoggiando la testa alla finestra. - Sono esausto.

- Concordo – ammise Kevin, seduto sul tappeto, la schiena appoggiata a una parete. - Non potremmo rilassarci? Solo per qualche ora, giusto il tempo prima del servizio fotografico di questa sera.

- Femminucce – commentò il mezzano. - Io sono pieno di energia!

- Ecco perchè non esci, allora? E lasci dormire noi? - domandò il minore alzandosi barcollando a causa del sonno.

- Bravo Nick, hai ragione, Joe sparisci – ordinò il maggiore.

- Ma … - iniziò Joe.

- No.

- Neanche se …

- No.

- Ma potrei …

- No.

- Che palle che sei Kevin! - borbottò Joe. - E io con chi dovrei uscire?

Nick e Kevin alzarono gli occhi al cielo.

- Sai Joe hanno inventato un nuovo apparecchio chiamato amico. Ne hai mai sentito parlare? Chiama Lexi o Maggie o Maryl o un altro della tua moltitudine di amici e esci con loro, poi tu non avevi una ragazza? - chiese acido Nick.

- Va bene, ho capito, evaporo – si arrese il mezzano.

- Bravo – dissero in coro Nick e Kevin.

- Ecco qual'è il bello di avere dei fratelli – disse Joe uscendo. - Ti cacciano di casa, voglio essere rimborsato per aver passato diciannove anni della mia vita con degli idioti.

Una voce trattenne rumorosamente il fiato, il mezzano si voltò e si ritrovò davanti a Frankie, i capelli spettinati e una mano davanti alla bocca.

Il piccolino indicò il fratello con una mano tremante.

- Hai detto una parolaccia! - lo accusò.

- Idiota non è una parolaccia – si difese lui.

Frankie trasalì nuovamente.

- L'hai detta di nuovo!

Joe sospirò, a volte si chiedeva in che razza di famiglia era cresciuto.

- Non lo dirai alla mamma, vero? - domandò Joe avvicinandosi al fratellino con dei saltelli che fecero sorridere il piccolo Frankie.

Il bambino scosse la testa.

- No.

Il diciannovenne tirò un sospiro di sollievo.

- A una condizione.

Condizione? Condizione?! Da quando esistevano delle condizioni con i propri fratelli?

- E quale sarebbe? - domandò Joe guardandolo con un occhiataccia e si trattenne a mala pena a dire “e quale sarebbe microbo?”.

- Beh – disse Frankie massaggiandosi il mento con aria furbetta. - Potresti accompagnarmi in questo momento da un mio amico.

- No c'è problema – accettò subito Joe, - se non ti spaventa la mia guida.

Era noto a tutti che la guida di Joe non era delle migliori, insomma era lui il ragazzo che aveva rischiato di distruggere il tour-bus quando aveva provato a guidarlo.

- Forse ti voglio chiedere un'altra cosa – aggiunse Frankie, - non lo so.

Il quel momento il cellulare del ragazzo lo salvò, lo afferrò con un movimento fulmineo e rispose senza guardare il numero del mittente.

- Pronto? - rispose.

- Ehi Joe, sono io – disse una voce femminile.

- Sasha amore mio, come stai? - chiese il ragazzo con rinnovato entusiasmo.

- Bene, bene – disse lei frettolosa.

- Mi hai salvato, ti devo un enorme favore, che ne dici se uno di questi giorni ceniamo al Louvre? E' un nuovo ristorante francese, si dice che si mangia benissimo e …

- Joe possiamo parlare? - chiese la ragazza. - E' importante.

Il ragazzo rimase un po' perplesso.

- Va bene ma perchè? - chiese grattandosi la testa.

- Non mi va di parlarne al cellulare, vengo io da te oppure …? - chiese Sasha con voce triste e malinconica, non era mai stata così, non con Joe perlomeno.

- Vengo io da te – disse subito il ragazzo.

- Oh, va bene – sussurrò la diciottenne.

- Sasha, va tutto bene? Sei … strana – notò il mezzano, preoccupato.

- E' una cosa urgente Joe, beh si tratta di noi due – mormorò triste lei, - della nostra relazione, ma, ti prego, non te ne voglio parlare al telefono.

A Joe venne un colpo, sentì la testa girargli all'improvviso e gli occhi pungergli di lacrime, di sicuro ciò di cui la sua ragazza voleva parlargli non era una bella cosa, per lui se non altro.

Ma amici mai

per chi si cerca come noi

non è possibile

odiarsi mai

per chi si ama come noi

basta sorridere

(Amici mai, Antonello Venditti)


- Voglio dormire – biascicò Nick stendendosi sul tappeto della camera del fratello maggiore.

Kevin borbottò qualcosa di indecifrabile e si rigirò nel suo letto in una posizione più comoda.

- Eh? - domandò il sedicenne confuso. - Che hai detto?

- Vai in camera tua a dormire – ripeté Kevin distrutto. - Così stai più comodo.

- Non ho la forza – sentenziò Nick.

Il maggiore grugnì.

- Fa come ti pare, buona notte.

- Ma se è pomeriggio!

- E chissenefrega, dormi Nick – ribatté Kevin.

Il minore chiuse gli occhi e fece per addormentarsi quando un suono cristallino, acuto e in quel momento infinitamente fastidioso suonò.

- Chi diavolo è a quest'ora?! - sbraitò Kevin.

- Kev sono le cinque, potrebbe essere chiunque! - esclamò Nick afferrando il proprio cellulare dalla tasca dei jeans.

- Chiunque sia sta rompendo le scatole! - borbottò il ventunenne coprendosi la testa con un cuscino.

Nick lo ignorò e rispose al telefono con aria scocciata.

- Pronto? - domandò.

- Ehi Nick, ti disturbo? - chiese una voce femminile, perfettamente riconoscibile.

Se fosse stata una persona chiunque, come un vecchio amico, avrebbe risposto che si, stava disturbando e tanti saluti, ma come rispondere così a Maggie?

- No, figurati – disse il ragazzo ancora sdraiato a terra.

- Ah bene, sai oggi mio padre è partito – il ragazzo avvertì una nota di disperazione nella voce della ragazza.

- Oh, cazzo è vero! - Nick scattò in piedi all'istante. - Mi dispiace Maggie, mi sono dimenticato! Come è andata? Tu stai bene?

- Si, sto bene, beh Lexi sta meglio di me di sicuro, ma è ovvio, non vedeva l'ora che partisse. Mi dispiace solo che, beh io e mio padre non abbiamo avuto il nostro lieto fine, sai come nella favole? … Scusa sto parlando a vanvera – lei arrossì imbarazzata.

- No, non stai parlando a vanvera e, ora come ora, potresti dire le più grandi cavolate del pianeta e non mi interesserebbe – rispose Nick uscendo della stanza del maggiore, che lo guardava malevolo.

- Grazie Nick, sei un amico – disse la ragazza.

Lui sorrise.

- Vuoi che venga da te? - domandò. - Ti faccio un po' di compagnia.

- No, voglio stare al telefono, parliamo un po' – consigliò la ragazza.

- Okay – disse Nick entrando nella propria camera e chiudendo la porta a chiave dietro di sé e sedendosi sul grande letto al centro della stanza.

- Che mi racconti? - chiese la ragazza imitando inconsapevolmente Nick e sedendosi sul suo letto avvicinando le gambe al petto.

- Beh non molto, oggi ho avuto un concerto, un incontro con le fans, un'intervista e fra qualche ora ho un servizio fotografico – spiego il cantante.

- Meno male che era non molto – sorrise la ragazza.

- Si, direi che noi due abbiamo due vediamo in modo diverso le cose – rifletté Nick.

- Già – mormorò Maggie. - Io invece fra poco vado in biblioteca per il mio turno, oggi a scuola è stato quasi un suicidio, dico sul serio, mi sa che uno di questi giorni uno dei miei compagni di classe verrà ritrovato morto suicida!

- Ah, e perché? - domandò lui.

- Dai! Ti ho raccontato della mia prof di arte, vero? Quella dalla personalità multipla – spiegò la ragazza.

- Si, mi ero dimenticato, ma perchè che ha fatto?

- La settimana scorsa aveva detto a tutta la mia classe che eravamo un disastro, che eravamo negati a disegnare e che ci voleva bocciare tutti, ha preso il mio disegno e ha detto che è orribile. Oggi, invece, continuava a elogiarci, dicendo che noi siamo i veri Futuristi e che vuole mandare i nostri disegni a una mostra. Questo mi riporta alla teoria della personalità multipla – continuò Maggie.

Nick rise, ridere con lei era facile, semplice come respirare.

- Certo che veniamo da due mondi diversi – notò la sedicenne. - Io ti racconto della mia lezione di arte e della mia prof pazza mentre tu dei tuoi concerti, servizi fotografici e interviste.

- Hai ragione, ma a me non interessa, tu che dici? - domandò il ragazzo.

- No, non mi interessa.


E …

vuoi da bere

vieni qui tu per me

te lo dico sottovoce amo te

come non ho fatto in fondo

con nessuna

resta qui un secondo

(E …, Vasco Rossi)

Joe si sedette sul letto di Sasha e la guardò fissa negli occhi, gli sembrava diversa dal solito, i capelli neri erano raccolti in una coda, non era truccata, vestita semplicemente con una tuta. Non era lei.

- Di cosa volevi parlarmi? - domandò il diciannovenne, da una parte desideroso di sapere e dall'altra nolente nell'apprendere la notizia.

L'attrice sospirò triste e si sedette affianco a lui, attenta a non sfiorarlo neanche con un dito.

- Sasha, per favore che sta succedendo? - chiese Joe.

Lei lo guardò con i suoi occhi color del cielo terso, ma che quel giorno sembravano velati da una strana ombra, il viso era più pallido del solito e aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi come se non avesse dormito per tutta la notte.

Mi ha tradito?, pensò inconsapevolmente il ragazzo ma scacciò quel pensiero dalla testa.

- Volevo parlarti di noi due – disse Sasha, - per una cosa molto urgente che è accaduta in questi giorni.

- Cioè? - domandò il vocalist.

- Prima fammi dire un'altra cosa – lo interruppe la diciottenne, - voglio dirti che noi due stiamo benissimo insieme e che io ti amo Joe.

- Anche io ti amo – disse subito il giovane. - Tantissimo.

Sasha abbassò il capo dispiaciuta.

- Ma si è verificato un problema – disse lei. - E io devo fare una scelta importante e credo di averne già fatta una.

Joe aspettò con ansia la notizia, ma ciò che ricevette fu un debole singhiozzo della ragazza.

- Oh amore! - esclamò lui e cercò di abbracciarla, ma lei si scansò e si alzò dal letto per non farsi avvicinare da lui.

- Non devi chiamarmi amore! - urlò lei. - Io ti sto per spezzare il cuore, lo capisci o no? Dovresti odiarmi per quello che ti sto per fare! - si coprì la faccia con le mani.

- Perchè spezzarmi il cuore? - chiese lui con voce roca mentre centinaia di possibilità iniziarono a vagargli per la testa.

Sasha fece un respiro profondo.

- Mi hanno offerto un ruolo in un famoso film che stanno per girare – alzò la testa verso il ragazzo – come protagonista.

Joe non capiva, era solo contento per lei, un film famoso, un'occasione come protagonista … era tutto quello che Sasha aveva sempre desiderato.

- Qual'è la complicazione? - domandò. - Stai per fare un film famoso, sono contento per te, non vedo problemi.

La diciottenne lo guardò con occhi compassionevoli.

- Non sarà girato a Los Angeles Joe.

- Cosa scusa? - chiede il ragazzo.

Lei fece un respiro profondo, come per prendere forza.

- Si tratta di un film girato nell'800, il mio sogno ti ricordi? Il mio agente ha scoperto di questa nuova realizzazione e mi ha fatto fare un provino come attrice non-protagonista. Qualche giorno fa mi hanno telefonato e mi hanno detto che mi hanno presa come protagonista!

Il cantante restò immobile, senza cambiare l'espressione del bel viso.

- Nella pellicola ci saranno vari attori famosi, come Leo di Caprio, George Clooney, Natalie Portman! E sarà girato in Sudafrica e in Australia – continuò la ragazza con un velo di tristezza mentre pronunciava l'ultima frase.

- Per quanto? - chiese Joe guardandola. - Tre mesi?

Sasha scosse la testa mentre una lacrima solitaria le attraversava il viso.

- Un anno.

- Ah – disse Joe semplicemente.

La diciottenne gli si avvicinò.

- Io non so te, ma non me la sento di avere una relazione a distanza. Si trattasse di pochi mesi, ma è un anno Joe. E' troppo, non riuscirei a tenere fede al mio impegno e lo sai, tu si ma io no – ammise la ragazza.

- Capisco – mormorò il vocalist sotto schock. - Fra quanto dovresti partire?

- Una settimana – sussurrò Sasha.

- Così presto – il ragazzo chiuse gli occhi.

- Non voglio che tu mi accompagni in aeroporto – disse lei. - Non voglio vederti per tutto il tempo che resterò qui, sarebbe troppo duro per entrambi.

- Perciò questo è un addio? - domandò Joe alzandosi e guardandola fissa.

- Si Joe, mi dispiace tanto – e lui capì che era la verità.

- Anche a me – sussurrò il diciannovenne.

Sasha si avvicinò e gli diede un leggero bacio su una guancia.

- Ti vorrò bene per sempre.

- Anche io Sasha, per sempre – si allontanò da lei e si voltò un'ultima volta prima di uscire dalla stanza. - Addio.


Continua ...

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Capitolo 13
*** I miss you ***


Ciao!

Scusate, scusate, scusate il catastrofico ritardo!! Scusate!! Davvero, mi dispiace tanto, ma che vi posso dire? Non mi funzionava internet … quelli della Vodafone sono stupidi.

Coooomunque spero che questo capitolo vi piaccia … a me non molto, ma si sa non mi piacciono i tre quarti dei capitoli che scrivo XD

Ed ecco a voi i ringraziamenti:

jeeeee: ti ringrazio di cuore amor per i complimenti, perchè davvero era una giornata no e mi hai consolato. Grazie!

DarkViolet92: già, povero Joe, sigh, quel povero ragazzo, ma vedrai, vedrai cosa gli combino. Ah, comunque sotto c'è il mio avviso… un bacione!

_KikyBlonde_: allora, prima di tutto mi dispiace che questa storia non ti sia piaciuta e mi voglio scusare io se ti ho fatto perdere tempo leggendo una storia che, a quanto pare, alla fine non ti è piaciuta. Ho capito i motivi per cui questa FF non ti piace e io stessa, prima che tu mi scrivessi, avevo avuto dei ripensamenti su quel capitolo, ma davvero non sapevo come fare altrimenti per fare capire che i personaggi erano innamorati fra di loro. La storia del padre, sarà anche banale, (questa non è un'offesa nei tuoi confronti) ma a me piace e sembra che piaccia anche a tutti gli altri lettori di questa storia. Scusa se ti ho fatto perdere tempo. Un bacio!

Sbranina: grazie mille per avermi lasciato quella stupenda recensione. Quando l'ho letta mi si è davvero riempito il cuore di gioia …mm non sto esagerando però, dico la verità!! Sono contentissima che questa storia ti piaccia, davvero. Vorrei lasciarti un ringraziamento un po' più lungo ma sono di fretta. Ti voglio bene! Un bacione!

Potterina Weasley: si si ormai ti conosco e non mi importa dei tuoi ritardi!! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e anche che ti piacciano i testi delle canzoni che uso, e pensare che io trovo che, a volte, non centrino niente con la storia e li metto solo per inserire una canzone XD Spero che tu ti sia divertita con tua figlia, anche qui a Milano c'è un sole che spacca le pietre!! No, non lo sapevo che aspetti un maschietto, che bello!! Auguri ai figli maschi, anche se di solito questa frase si dice ai matrimoni e io non ho la più pallida idea di quello che significa … Hi hi, come vorreste chiamarlo se non sono troppo indiscreta?? Un bacione! Ti amo.

LoveJonasBrothers: hi hi hi già Sasha se ne è andata e non ritorna più … o almeno tornerà dopo un anno, due mesi, sette giorni, tre ore, dodici minuti e quarantaquattro secondi … vabbè lascia stare la mia pazza pazzia. Vedrai cosa combino al povero Joe … IO ESSERE CRUDELE MHUAAAA!!

Capitolo 13. I miss you

- Difendete i diritti dei polli! - urlò Lexi sventolando dei volantini rossi alla folla di studenti che uscivano dalle proprie classi.

- Anche loro sono esseri viventi! - strillò una ragazzina dai capelli corti, magra a minuta.

- Ben detto, Josie! - si congratulò la rossa dandole un cinque con forza. - Aiutateci a difendere i polli! Donate cinque dollari per un'organizzazione che si occupa della loro difesa.

Diversi ragazzi si misero a ridere.

- Che avete da ridere? - si infiammò subito Lexi. - Se voi foste al posto di quei poveri volatili indifesi non vorreste che qualcuno vi aiutaste?

Il gruppo di adolescenti continuò a ridere.

- Alexandra la Pazza – commentò uno di loro.

La sedicenne lo ignorò, avrebbe tanto voluto ribattere ma decise che era meglio non farlo, non in quel momento per lo meno.

- Ehi Lexi – la chiamò Josie voltandosi verso la ragazza. - Se arriva Hanson che facciamo?

La sedicenne sbuffò, Hanson sempre quello stupido preside di mezzo.

- Coinvolgiamo anche lui, non si sa mai magari anche lui vuole proteggere i polli! - disse cercando di convincere la sua unica amica, e se stessa, di ciò che stava dicendo.

- Oh, va bene – disse Josie e tornò a rivolgersi agli studenti della sua scuola, chiamandoli a gran voce.

- Venite e donate cinque dollari per i polli! - urlò la ragazzina.

- Siate generosi! - la supportò Lexi, gridando alla folla. - Solo cinque dollari, avanti mica chiediamo la luna!

Il ragazzo idiota che prima aveva insultato Alexandra tornò all'attacco e iniziò a sbandierare in aria i suoi quaderni.

- Ehi ragazzi guardatemi! - urlò ai suoi amici, facendo finta di essere la rossa. - Difendete i polli! Avanti! Su! Datemi cinque dollari e vi ripagherò con ben altro – a quel punto schioccò le labbra facendo un verso molto provocante.

Lexi non ce la fece più, non era una ragazza molto paziente lei.

- Ascolta un po' Jimmy – disse severa, - non vuoi proteggere i tuoi simili?

Jimmy arrossì di rabbia e vergogna.

- Ti ha risposto per le rime la tipa! - disse uno degli amici di Jimmy.

- Avrei un nome tipo! - gridò la rossa nella sua direzione.

Il gruppo di deficienti smise di ridere e si allontanò parlando a bassa voce, ma fra tutte le parole che si dissero Lexi ne capì solo tre.

- Quella è matta – sussurrò Jimmy, cercando di non guardarla.

Matta e fiera di esserlo, pensò dura la sedicenne ma decise di non dirlo ad alta voce, aveva ben altro da fare che insultare quegli stupidi, viziati, senza morale figli di papà e poi il fiato le serviva per dire i diritti dei polli, non a insultare cinque deficienti.

In quel momento Lexi vide sua sorella gemella che percorreva tutta l'atrio con passo veloce per raggiungerla.

- Oh mamma – sussurrò la rossa e si nascose sotto il tavolo che aveva “preso in prestito” dall'aula di scienze che aveva avuto il buon senso di ricoprire con una tovaglia.

- Ehm Alexandra – disse Josie guardandola confusa, - che stai facendo?

- Sta arrivando mia sorella e se mi vede qui sono morta, se te lo chiede io non ci sono! - mormorò spiando con un occhio la posizione della sorella da sotto il tavolo.

- Oh, okay … ciao Maggie! - esclamò Josie all'arrivo della mora.

- Ciao Josie, come va? - domandò Maggie sorridendo.

- Bene, bene, stai cercando tua sorella? Perchè non era qui, è in biblioteca a studiare per un test di letteratura! - mentì pessimamente la ragazzina.

Lexi si colpì la fronte con una mano, Josie era sempre stata una pessima attrice.

- Oh davvero? - chiese la gemella mora.

- Si, in biblioteca, alla prossima ora ha un test di letteratura, te l'ho detto – sorrise incerta Josie.

Ma no, Jos!, pensò Lexi, io e Maggie abbiamo storia insieme dopo! Siamo amiche da una vita e non hai imparato neanche il mio orario!

- Ah, ah – snocciolò Maggie, si mise in ginocchio come volesse allacciarsi le Puma che portava e, invece, scostò la tovaglia dal tavolo in cui si era nascosta la gemella.

- Dimmi Alexandra – iniziò la mora, - o mi credi scema oppure sei tonta tu.

- Dai Maggie, non rompere – sbuffò la rossa uscendo dal suo nascondiglio e rimettendosi in piedi.

- Ti ho detto un milione di volte di fare queste benedette manifestazioni fuori da scuola – spiegò per l'ennesima volta Maggie.

- E io la faccio a scuola, qualche problema? - domandò Alexandra.

- Oh io di sicuro non ne ho, ma sei tu che li avrai, Hanson sta arrivando, ho sentito la Livingston che gli diceva che, a quanto pare, “dei matti stanno conquistando la scuola ” - disse Maggie scostandosi il ciuffo castano dagli occhi.

- Caspita, quella è proprio fumata! - esclamò Lexi grattandosi il naso.

- Lasciamo stare gli scleri di quella donna per favore e parliamo del fatto che tu e la qui presente Josie, dovete riportare questo tavolo dove l'avete preso e sparire – disse la mora cercando di assumere una posizione una volta nella vita.

La rossa alzò gli occhi al cielo per la disperazione, voleva bene a Maggie più di qualsiasi persona al mondo, ma quando iniziava a dire cosa dovevano fare gli altri diventava insopportabile e c'era un unica cosa da fare in quei casi: assecondarla.

- Va bene, riporto 'sto coso nell'aula di scienze a farò finta di fare la brava, va bene? - disse la minore alludendo al tavolo.

Maggie sorrise.

- Grazie Lexi – disse, cacciò una mano in taca e tirò fuori dieci dollari. - Difendi quei polli, c'è bisogno che qualcuno aiuti anche loro – e si allontanò con lo zaino dell'Eastpak in spalla.

Le labbra di Alexandra si curvarono in un sorriso, quella era sua sorella.


Fino a te ho aperto i miei occhi e vedo

fino a te

amarti è l'immenso per me

(Amarti è l'immenso per me, Eros Ramazzotti)


A quanto pare Matt è scemo, pensò Maryl appoggiandosi con uno schianto al proprio armadietto mentre Matt Dowson continuava a parlarle della festa che aveva in programma quel sabato e a cui voleva che lei partecipasse. Non ha capito che non mi interessa.

- Verrà un famoso DJ, il cibo verrà preparato da uno chef italiano e ci saranno anche della spogliarelliste! - esclamò lui entusiasta.

- Sai Matt, a meno che non si scopra che io sia omosessuale l'idea delle spogliarelliste non mi attira – disse la bionda guardandolo con aria scocciata.

- Ma dai vieni! O il tuo ragazzo – quasi sputò l'ultima parola, - non vuole che tu venga?

Giusta ora lei doveva fingere di essere la fidanzata di Kevin, anche se il suo cuore sembrava molto contento dell'alternativa ragazzo senza “fingere”.

Calma, si disse Maryl, ho capito Kevin mi piace, ma per la miseria devo calmarmi!

- Kevin si fida di me e mi lascia fare tutto quello che voglio – disse la ventenne, - ma io non voglio venire alla tua stupida festa Matt, per di più quel sabato sono impegnata – e si allontanò ma lui la seguì da bravo rompiscatole che era.

La bionda a malapena trattenne uno sbuffo, Matt era così insopportabilmente insopportabile, la seguiva ovunque, ogni giorno la invitava da qualche parte, si proponeva di fare da baby-sitter a Lexi e Maggie, come se ne avessero bisogno, e si preoccupava molto della media scolastica della bella Maryl.

- Ah, e cosa devi fare? - domandò il ragazzo, curioso.

- Sarebbero fatti miei, Dowson – sibilò Maryl. - Comunque resto a casa con le mie sorelle, ci affittiamo un film e mangiamo pizza e dolci fino a vomitare, contento?

Stupido, idiota, di un Matt Dowson.

- Ehi, calmati dolcezza – sussurrò il ragazzo, - non fa niente, posso annullare la mia festa e venire a casa tua, sono sicuro che le tue sorelle, ehm Betty e Nixi, mi adoreranno.

Già come una spina nel fianco, pensò la ventenne.

- Maggie e Lexi – lo corresse lei. - E no Matt, non annullare la tua festa, tu vacci pure e sappi che nessuno può partecipare al sabato sera della sorella Campbell, nessuno.

- A parte Kevin? - domandò Matt.

- No, neanche Kevin può venire – sbottò la bionda, - ora scusami, ho un'altra lezione – e lo lasciò nel bel mezzo del corridoio a pensare sulle sue parole.

Se fosse stato per Maryl avrebbe tranquillamente preso la sua borsa di Gucci che aveva comprato il giorno prima e sarebbe andata in giro per negozi a fare spese pazze, d'altronde suo padre le ricaricava la carta di credito con più di trecento dollari a settimana. Per ora la carta era stata ricaricata due volte, la prima il giorno dopo che Peter era partito per Miami, la seconda il giorno in cui la ragazza aveva comprato la nuova borsa di Gucci.

Ma la bionda non poteva lasciare la scuola in quel momento, aveva una lezione di Diritto che non poteva perdersi soprattutto perchè doveva recuperare l'orribile voto che aveva preso nell'ultima verifica.

La scuola per Maryl non andava bene, continuava a calare e, anche se i professori continuavano a sperare in un miglioramento, la ragazza sapeva che sarebbe solo peggiorata. Ormai tutte le lezioni le sembravano difficilissime, non riusciva più a seguire una professoressa che spiegava un nuovo argomento per più di dieci minuti.

Non sapeva neanche lei il perchè di quel cambiamento, fino a qualche mese prima era stata l'orgoglio di quella scuola, sempre con ottimi voti e note di merito, e poi era calata improvvisamente; certo qualche mese fa non aveva scoperto che c'era un'università di Moda&Designer a qualche chilometro di distanza da casa sua e ora, ogni volta che ci passava davanti, aveva la tentazione di entrare in quell'istituto e di iscriversi ai corsi lì tenuti.

- Signorina Campbell vuole entrare in classe per favore e onorarci della sua presenza o deve stare sulla soglia di quest'aula fino alla fine dei suoi giorni? - domandò la professoressa Gregory a Maryl, strappandola ai suoi pensieri.

- Certo, mi scusi – disse la ragazza, entrò in aula e si sedette al suo solito posto, in prima fila.

- Bene ora iniziamo la lezione – annunciò la Gregory con un sorrisetto e iniziò a spiegare; come da copione dopo qualche minuto Maryl si perse nei suoi pensieri e non riuscì più a seguire una parola della spiegazione della prof nonostante la sua buona volontà.

La bionda si risvegliò solo al suono della campanella, si alzò e fece per uscire dalla classe.

- Signorina Campbell – la chiamò la Gregory. - venga qui un un minuto.

Maryl si avvicinò alla prof camminando piano.

- Si prof? - domandò con una timidezza degna di Maggie.

La Gregory la guardò attraverso gli occhiali rettangolari.

- Maryl cosa ti sta succedendo? - chiese con voce dolce senza darle del lei come di solito faceva.

- Perchè? - domandò la ragazza piuttosto innocentemente.

- Suvvia, è da mesi che i tuoi voti non fanno che calare, non sei attenta in classe e non segui le lezioni – disse la prof. - E' successo qualcosa?

Maryl sapeva che la fama della Gregory era quella di saper trattare gli studenti come figli suoi, ma credeva fosse solo una leggenda metropolitana.

La bionda alzò le spalle.

- E' un periodo un po' così prof – sussurrò.

La Gregory le sorrise.

- Chiamami Myrtle, Maryl – disse. - Avanti sediamoci qui e spiegami – e si sedette sulla sua sedia mentre la ventenne ne prendeva una da un banco in prima fila e la sistemava davanti alla cattedra.

- Forza, raccontami, perchè è un periodo nero per te? - chiese Myrtle. - Hai dei problemi con il tuo ragazzo?

Maryl ignorò il fatto che una professoressa non dovesse impicciarsi dei problemi personali dei suoi studenti e raccontò con tranquillità.

- No, io non ho un ragazzo – arrossì, per lei dirlo era come confessare un crimine orrendo.

- Oh – disse la Gregory, - mi aspettavo il contrario, ma allora cosa c'è che non va?

La bionda guardò la propria professoressa e le disse ciò che pensava senza peli sulla lingua.

- Odio legge.

Myrtle parve sorpresa.

- Non la posso soffrire – continuò le ventenne, - non mi è mai piaciuta.

- Scusa Maryl, ma allora perchè hai scelto questo indirizzo universitario se legge non ti interessa? - chiese Myrtle.

- Beh l'ho fatto per mio padre – sussurrò lei, - volevo che fosse fiero di me.

La Gragory non volle approfondire l'argomento sulla famiglia e tornò sulla scuola.

- Cosa ti piacerebbe fare, allora?

Maryl la fissò, rossa in viso.

- Vorrei fare la stilista – ecco l'aveva detto, le sembrò di essersi libera di un grosso fardello.

- Oh ma allora è semplice! - esclamò Myrtle. - Ho qualche contatto in qualche università qui vicino che include Moda nei suoi corsi, se mi dai qualche tuo disegno posso farlo vedere ai miei colleghi e, forse, riuscirai a entrare.

Maryl scosse la testa.

- No, grazie, mio padre non approverebbe. Vorrei, davvero, ma no grazie – spiegò la ragazza.

- Non puoi per sempre assecondare i tuoi genitori Maryl – disse saggiamente la Gregory. - Prova a chiedere il permesso a tuo padre. – prese i suoi libri e fece per uscire dalla classe – E poi tentar non nuoce, no? - e uscì.


In una gioia che fa male di più

della malinconia

ed in qualunque sera ti troverai

non ti buttare via

(La vita è adesso, Claudio Baglioni)


- Joe non puoi passare il resto della tua vita nella tua camera – disse Kevin bussando alla porta della stanza del fratello con delicatezza.

- Si invece – rispose la voce del mezzano soffocata contro il cuscino, - la mia vita è finita!

- Non essere così melodrammatico – disse il maggiore.

Da una settimana Joe passava le sue giornate nella sua camera, pretendendo che la cena gli fosse portata davanti alla porta, usciva solo per andare in bagno.

Quel giorno era il peggiore di tutti dato che Sasha era partita quella mattina.

La ragazza aveva mantenuto la sua promessa, non aveva mai chiamato Joe o era andata a fargli visita creando in entrambi un dolore incalcolabile.

- Joe è passata una settimana ormai – provò Nick sapendo perfettamente che una settimana non era abbastanza per superare la fine di una storia d'amore.

Ciò che il sedicenne e il ventunenne ricevettero furono un singhiozzo e un urlo disperato.

- Dai Joe! Così fai stare male tutti! - disse Frankie. - Facciamo così, non ti chiederò più il favore che mi dovevi per la parolaccia che hai detto.

Caro, piccolo, dolce Frankie.

Il diciannovenne non rispose e cacciò la testa sotto il cuscino.

- Quale parolaccia avrebbe detto? - domandò Paul Kevin Jonas Senior ma tutta la famiglia lo ignorò deliberatamente.

- Joseph, tesoro, dai fammi entrare – lo pregò Denise con voce dolce.

Il ragazzo non rispose, ma gemette e ricominciò a frignare.

Tutta la famiglia Jonas sospirò in contemporanea.

- Ti prego, fammi entrare – ritentò Denise.

Joe gemette, dolorante.

- Joseph, figliolo, cosa possiamo fare per farti stare meglio? - chiese Paul Kevin Senior.

- Cancellate quello stupido film di cui Sasha è protagonista e fatela tornare a casa! - esclamò il mezzano.

Kevin alzò gli occhi al cielo.

- Joe, ragiona, come possiamo fare per cancellare un film in programmazione? - gli domandò cercando di farlo ragionare. - Non abbiamo mica tutto questo potere!

- Ma che ne so! Chiamate l'FBI, Barack Obama, fateli scendere da quell'aereo a costo di farlo precipitare! - urlò il diciannovenne.

Frankie trattenne a mala pena un sorriso, Nick e Kevin alzarono gli occhi al cielo e i coniugi Jonas scossero piano la testa.

- Non possiamo far precipitare un areo – disse Paul Kevin Senior.

- Appunto! Come potremmo fare poi? - chiese stupidamente Nick.

Il maggiore lo guardò.

- Vuoi dire che ci avevi pensato? - domandò.

- No – disse il sedicenne senza guardarlo negli occhi. - Come potrei?!

Frankie bussò di nuovo alla porta di Joe.

- Fratellone mi fai entrare? Sono circondato da idioti! - esclamò il piccolino.

- Frankie non si dicono le parolacce! - lo rimproverò Paul Kevin Senior.

- Ma questa parolaccia me l'ha detta Joe! - si difese il bambino.

- Non si dicono comunque – disse Denise per placare le acque.

- Joe vuoi uscire, allora? - domandò Nick, paziente.

- No! - urlò il mezzano.

- Ho capito, devo chiamare i rinforzi! - disse Kevin prendendo il cellulare e componendo un numero.

Le mie mani sono vuote ma

io non nascondo l'amore che sento

da sempre per te

in fondo all'anima non so perchè

io vorrei stringerti

(Non so che darei, Alan Sorrenti)


- Bene la scuola è finita quindi possiamo andare a protestare tranquillamente in giardino, che ne dici Josie, ci stai? - chiese Lexi uscendo da scuola con il sorriso sulle labbra.

- Certo, va bene – annuì non troppo convinta lei guardando a terra. - Solo che ...

- Si? - domandò la rossa.

- Beh avrei un appuntamento con John – sussurrò la ragazza dai capelli scuri arrossendo di botto.

- E tu non me l'hai neanche detto! - esclamò Maggie che camminava a pochi passi di distanza dalle due amiche.

- Beh non è molto importante – mormorò Josie.

- No, non è importante, di più – esclamò Lexi. - Potevi dirmelo che uscivi con lui, però.

Josie arrossì ancora di più e continuò a osservare le sue Nike.

- Ecco, non sapevo come dirtelo – disse la ragazzina, - ma se vuoi non ci esco, non c'è problema – si affrettò ad aggiungere Josie.

- Scherzi? Tu ci esci con lui, vi fate il filo da secoli – le ordinò Alexandra, a volte riusciva a sembrare una ragazza normale.

- Ah, grazie Lexi, sei un'amica – esclamò la ragazzina con il sorriso sulle labbra.

- Modestamente – si vantò la rossa, quando il suo cellulare squillò con il suo solito rumore acuto e penetrante.

La ragazza lo prese a guardò il numero del mittente.

- Chi è? - chiese Maggie alla gemella.

- Kevin – rispose la rossa e rispose al cellulare.

- Chi è Kevin? - domandò Josie.

- Un amico – la liquidò in fretta la mora. - Ora vai a prepararti per quell'appuntamento, muoviti!

Josie non se lo fece ripetere due volte e se ne andò, saltellando.

- Ciao Kev! - lo salutò Alexandra.

- Ehi Lexi, come va? - chiese il ventunenne.

- Bene – rispose la rossa, - da voi? Joe come sta?

- Ehm … non bene purtroppo, è ancora distrutto per la storia di Sasha – spiegò Kevin.

- Oh.

Nell'ultima settimana Lexi era stata l'unica ad essere riuscita a parlare con Joe, sarà stato che l'aveva minacciato di morte, fatto sta che con lei il diciannovenne parlava, e anche tanto.

E nell'ultima settimana Alexandra aveva capito di essere realmente innamorata di Joe, non lo pensava perchè le era stata messa la pulce nell'orecchio da Maggie, ma perchè aveva capito che era impossibile non amare una persona come Joseph Adam Jonas, era troppo dolce per essere odiato.

- Non vuole uscire dalla sua camera, non potresti venire tu? - chiese il maggiore dei Jonas.

- Certo! - esclamò Lexi. - Subito! Immediatamente! Sto già arrivando! - forse era stata un po' troppo entusiasta.

Kevin, infatti, ridacchiò.

- Va bene, ti aspettiamo.

- A fra poco – e lei mise giù. - Maggie a sta sera.

- Dove vai? - chiese la gemella.

- Vado a convincere un deficiente a uscire dalla sua tana! - gridò mentre correva via, andando verso il suo paradiso.

Quindici minuti dopo la sedicenne bussò alla porta di casa Jonas con fare insistente.

- Si, chi è? - chiese una voce dall'interno, una voce femminile.

- Sono Lexi! - rispose la rossa e la porta si aprì mostrando Denise Jonas.

- Ciao Alexandra! - la salutò la signora Jonas con un sorriso.

- Ciao Denise, sono venuta per Joe, è ancora nella sua tana? - chiese la sedicenne.

La signora Jonas aveva capito ben presto, fin dal suo primo incontro con la ragazza, che era una signorina tutta pepe e ne aveva subito apprezzato i pregi per evitare di capire tutti i suoi difetti.

- Si – disse Denise scuotendo la testa. - Si rifiuta di uscire.

- Non preoccuparti, lo faccio uscire io – disse Lexi con un sorriso, senza darle del lei.

La signore Jonas sorrise.

- Sai dov'è la sua stanza.

- Grazie – sorrise Alexandra e salì le scale per arrivare alla porta della camera dell'amico.

- Joe! - esclamò ad alta voce bussando con forza sulla soglia. - Se non mi apri butto giù io la porta e non scherzo! Non ci metterò molto a trovare qualcosa in questa specie di reggia in cui vivi che serve per buttare giù le porte!

Kevin e Nick, che avevano subito riconosciuto la sua “calmissima” voce quando aveva iniziato a bussare alla porta del fratello la raggiunsero.

- Già – annuì Kevin.

- Abbiamo una motosega in cantina - aggiunse Nick.

- Bene, grazie dell'informazione Nick, userò quella motosega per farti tutte le atrocità che si vedono nel film “Non aprire quella porta” e se tu, Joe, hai visto quel film sai di cosa parlo! - continuò a minacciarlo Lexi.

- Okay, ti apro, un attimo – si affrettò a dire il mezzano, aprì la porta e fece entrare Lexi, facendo restare fuori i due fratelli che ne rimasero alquanto offesi.

La camera di Joe era semi buia e completamente distrutta, molti vestiti erano buttati per terra, il letto era totalmente disfatto e nella stanza aleggiava un orribile odore di chiuso.

Senza aspettare il permesso del proprietario della camera si avvicinò alle finestre e le spalancò.

Joe la lasciò fare.

- Ascoltami bene – iniziò Lexi – così ti rovini, te l'ho già detto ieri e l'altro ieri e una settimana fa. Non puoi vivere qui dentro per sempre, devi uscire dal guscio, conoscere gente nuova!

- E io ti ho già detto ieri, l'altro ieri e una settimana fa che non mi interessa conoscere gente nuova, io voglio la mia Sasha – frignò Joe.

- Per la miseria Joe, sveglia, non so come fartelo capire ma lei se n'è andata! Ora si trova in Australia o dove diavolo doveva andare e non è qui con te! So di essere brusca ma è così ed è inutile che tu stia qui a piangerti addosso mentre lei se ne sta su una spiaggia a prendere il sole e a spassarsela con Leonardo di Caprio! - esclamò Lexi. - Devi uscire.

- Non voglio.

- Joe, il mio non era un consiglio, ma un ordine, fatti una doccia, vestiti e ora esci con me, subito! - ordinò la rossa.

- E se io non volessi?

- Non mi importa cosa vuoi e non vuoi, Jonas. Ma con questo tuo stupido comportamento fai stare male tutti i membri della tua famiglia, anche me – ammise Alexandra.

- Sul serio? - chiese Joe dopo essersi soffiato il naso in un fazzoletto tenendo gli occhi bassi.

- Si – arrossì Lexi.

- E con che genere di ragazze dovrei uscire? - chiese il diciannovenne.

- Non lo so – disse la rossa. - Ma forse la ragazza che cerchi è già sotto il tuo naso.

Joe alzò gli occhi e la guardò come se fosse la prima volta. E capì.

E se fosse stata lei la ragazza con cui sarebbe dovuto uscire?


Continua …

AVVISO PER FAVORE LEGGETE QUI!!

Ciao ragazze,

spero di avere la vostra cortese attenzione, ma una mia amica, Darkviolet92, mi ha chiesto di farvi sapere che ultimamente non ha aggiornato la sua FF a causa della scuola e mancanza di ispirazione, ma comunque non appena la scuola finirà si metterà d'impegno per aggiornare almeno tre capitoli.

Grazie ragazze!!

Vi voglio bene,

Maggie

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Capitolo 14
*** Love&Hate ***


Eccomi qui!

Allora passo subito ai ringraziamenti, ma prima volevo ringraziarvi perchè, anche se nello scorso capitolo mi sono dimenticata, ho raggiunto le 100 recensioni!! E ora le ho anche superate, grazie!

Ecco a voi i ringraziamenti:

Melmon: grazie per la recensione!! E' davvero bella! La scena della motosega mi è venuta in mente quando le mie amiche, per il mio compleanno mi hanno fatto vedere “Non aprire quella porta”, insomma era ovvio che il giorno di San Valentino non si possono vedere film romantici … Un bacione!

ada12: grazie mille, dimmi cosa pensi di questo! Un bacione!

Claky: bene spero che tu e Joe vi divertiate!! Come ti ho già scritto nella mail noi due, in poche parole, siamo cognate!! Ciao cognatina!! Grazie per essere passata da me! Un bacione!

DarkViolet92: dai così mi fai arrossire!! Grazie di tutto e figurati dell'avviso, è stato un piacere! Un bacione!

jeeeeee: ciao amor! Spero che anche questo capitolo ti piaccia perchè ne succederanno delle belle … è ufficiale io sono SADICA!! Un bacione tesoro!

_FrancySoffi_: grazie mille per la recensione e figurati anche se era mini … spero che anche questo chappy ti piaccia. Un bacione!
Nyam: grazie per avermi lasciato una recensione … anche io preferisco Nick (mi sa che era ovvio ….), un bacione!

Potterina Weasley: ciao amore! Come ti va? Figurati per il ritardo, e non sai quanto sia felice per il fatto che questa storia ti piaccia tanto *-* mi fai arrossire!! Maryl si sveglierà pian piano, ma molto piano!! E sappi che anche io mi dico tutti i giorni “pazza e fiera di esserlo”. Un bacione! Ti amo

Cry_94: sono iper contente che questa storia ti piaccia!! Davvero mi hai fatto arrossire!! Grazie per i complimenti!! Un bacione


Capitolo 14. Love&Hate

Lexi aspettò Joe in salotto, seduta sul bracciolo del divano e mentre sbirciava con un occhio la partita di basket che il signor Jonas stava guardando, accarezzava distratta la testa di Elvis il cucciolo di golden retriver di Nick.

- Sono davvero contento che Joe ti frequenti, sai Alexandra? - chiese Paul Senior voltandosi verso la ragazza.

- Grazie signor Jonas – rispose la rossa che, al contrario che con Denise, gli dava del lei. - Tengo davvero molto a Joe, è un ragazzo davvero fantastico, a volte.

- Già – disse Paul annuendo, - a volte è insopportabile, per esempio in questo periodo, da quando Sasha l'ha lasciato, ma lo capisco.

Lexi annuì.

- Devo ammettere che quando ho conosciuto Joe, all'inizio non lo sopportavo, non lo potevo vedere! - ammise.

- Davvero?

- Si papà e io non potevo vedere lei – disse il mezzano intromettendosi scendendo le scale due gradini alla volta con una giacca di jeans alla mano e un paio di occhiali da sole nell'altra.

- Oh capisco – tossì Paul Senior, - sono contento che sei uscito dalla tua stanza, tua madre è uscita a fare la spesa, tornerà fra poco.

- Va bene – sussurrò Joe. - Noi usciamo.

- Benissimo – disse il signor Jonas, - divertitevi.

- Lo faremo di sicuro signore – lo salutò Lexi, - arrivederci!

- A presto Alexandra, a dopo Joe – sentirono dire la rossa e il mezzano prima di richiudere la porta dietro di loro.

I due percorsero il vialetto di casa Jonas in totale silenzio, lei camminava guardando Joe di sottecchi e lui teneva gli occhi bassi.

Dopo vari giorni di maltempo il sole era tornato a splendere su Los Angeles, tornando ai suoi soliti trenta o quaranta gradi, ma la pioggia era stata solo un bene, l'aria si era rinfrescata e profumava leggermente di pulito.

- Allora che ti va di fare? - chiese Lexi, cercando un argomento di conversazione.

- Non lo so – disse Joe fissandola, - tu che fai di solito quando esci?

- Vado dove capita con Maggie o Josie, una mia amica – spiegò lei, - non faccio mai niente di preciso, ma la cosa che mi piace di più è andare al parco.

- Bene, andiamo al parco allora – disse Joe avviandosi.

- Daccordo – disse Lexi.

Il tragitto che separava il parco da casa Jonas era di soli dieci minuti ma in quel tempo la ragazza raccontò a Joe della sua giornata, della sua campagna per i polli, e di quanto, a volte, trovasse insopportabile Maggie.

- Tra te, Kevin e Nick invece è tutto diverso, vero? - domandò la rossa. - Insomma si vede che siete proprio uniti.

- Si, lo siamo – annuì Joe, - ma anche te, Maggie e Maryl lo siete.

- Un po' meno – disse Lexi. - Ma comunque ci vogliamo un bene dell'anima.

- Ci mancherebbe altro, altrimenti – commentò lui.

La sedicenne sorrise all'amico/potenziale fidanzato/cantante famoso e continuò a camminare con il sorriso sulle labbra.

- Perchè sorridi? - chiese il diciannovenne guardandola.

- Oh, niente, è una bella giornata – commentò Lexi.

Lui la fissò senza crederle e si infilò gli occhiali da sole e sorrise anche lui.

- Perchè sorridi? - lo scimmiottò Lexi.

- Oh, niente, è una bella giornata – ripeté lui, prendendola in giro.

La rossa scosse la testa.

- Stupido.

- Eh, sono fatto così – commentò il diciannovenne.

- Vedo che hai una grande stima di te stesso, continua così, è essenziale per fare interviste in diretta nazionale! – esclamò ironica Lexi.

Joe la osservò, i capelli al vento, gli occhi che le brillavano, il suo modo di aggiustarsi la chioma ramata con un gesto semplice ed elegante.

- Che mi guardi, maniaco?! - esclamò Alexandra ridendo.

- Scusa, pensavo – mentì Joe.

- Oh! Joe Jonas che pensa? Evento più unico che raro – continuò a ridere lei.

- Ridi ridi tu – disse Joe, - meno male che siamo amici.

Lexi lo guardò con il sorriso sulle labbra e si avvicinò di qualche passo verso di lui.

- Magari potremmo essere più che amici – propose, e lo baciò.

Vorrei un amore non da manuale, amore che fa stare bene
Sentimenti, sensazioni, emozioni e…
l'incontenibile

(Amore Incontenibile; Studio 3)

- Sei passata dal signor Raynolds? Dalla signora Chutman? E ti sei ricordata di inviare gli inviti per il ballo che organizza l'ospedale alla famiglia Backet? Quelli sono pieni di soldi faranno di sicuro qualche donazione – chiese Kelly, una ragazza robusta dai i capelli scuri, a Maggie mentre la ragazza si toglieva il grembiule bianco che indossava.

- Ho già fatto tutto, stai calma Kelly, questo ballo ti farà venire una crisi isterica – disse guardandola con attenzione. - Non ti preoccupare andrà benone!

- Facile a dirlo – biascicò asciutta Kelly, - ho una settimana e sono molto indietro, sarà un miracolo se riesco a sistemare tutto in tempo, il catering non mi richiama e il negozio di fiori ha detto che forse non riuscirà a consegnarci le composizioni che ho richiesto. Devo anche scegliere se comprare una statua di ghiaccio oppure un cespuglio a forma di animale … insomma è tutto un casino!

- Calmati! Ce la farai benissimo, ma se vuoi ti aiuto – disse Maggie, non era capace di negare il proprio aiuto a una persona, anche se non le era stato chiesto.

- No, non ti preoccupare – disse la ragazza scuotendo la corta chioma scura. - Io vado a casa, ci vediamo Maggie.

- Ciao Kelly – la salutò la mora e prese il suo cellulare dal tavolo su cui l'aveva poggiato, per poi infilarselo nella tasca dei pantaloni.

Inevitabilmente i suoi pensieri imboccarono una nuova strada chiamata, chissà perchè, “Nick Jonas”.

Quel ragazzo era senza dubbio fantastico, simpatico, a volte scemo, divertente … lui era perfetto.

Per di più era il primo ragazzo per cui Maggie provasse qualcosa del genere, un sentimento che si poteva chiamare “amore”. Alla mora erano piaciuti un altro paio di ragazzi, anche se non era mai stata con nessuno dei due, ma nessuno in modo così intenso come con Nicholas.

Non poteva ben definire quello che provava quando lo vedeva, sentiva il cuore battere forte, si sentiva arrossire e nella sua testa faceva tante acrobazie; e quando lui non c'era lo pensava continuamente.

- Buongiorno! - urlò una voce dietro di lei facendola sobbalzare e voltare con uno scatto.

- Nick! - gridò Maggie vedendolo dietro di lei, ancora spaventata ma più che altro divertita.

Il cantante fece un grande sorriso e si avvicino all'amico con passo veloce.

- Ti ho spaventata? - chiese.

- No! - mentì Maggie e gli diede le spalle il più velocemente possibile per non fargli notare che arrossiva.

- Ah ah – annuì Nick, senza cascarci.

- Che ci fai qui? - variò il discorso la mora.

Nick sbuffò, come se la sua intenzione dovesse essere ovvia.

- Ti sono venuto a prendere, no? - spiegò il sedicenne.

- Ah, ma io devo passare un attimo in biblioteca, ho dimenticato il mio libro di scienze lì quando studiavo e domani lo devo portare a scuola – disse Maggie mortificata. - Mi dispiace che tu abbia fatto così tanta strada per niente.

- Se consideri tanto un quarto d'ora di cammino – commentò Nick, - e comunque ti accompagno in biblioteca, non ho tanto da fare.

- Nick non ti scomodare! - lo pregò la ragazza.

- Io? Scomodare? Non mi scomodo affatto, mi fa solo piacere – disse il sedicenne.

Maggie lo guardò, incerta.

- Sicuro? - chiese.

- Certo! Forza andiamo – disse lui e insieme si avviarono.

Il ragazzo la fissò mentre lei teneva gli occhi bassi, il viso ancora rosso di vergogna e un sorriso sereno che le si era dipinto sul volto.

Nick sospirò, Maggie gli piaceva troppo, ma non poteva rischiare di rovinare la loro amicizia dicendoglielo.

- Allora, che hai fatto oggi? - gli domandò la ragazza, strappandolo dai propri pensieri.

- Oh, non molto, ho passato la giornata davanti alla porta della camera di Joe nel tentativo di farlo uscire, ma niente. Poco fa è venuta Lexi però, sono andati a fare una passeggiata – spiegò lui.

- Ah, se la passa ancora male, vero? - chiese Maggie a bassa voce.

Nick annuì.

- Poverino – commentò la ragazza.

- Già – sussurrò il ricciolino.

Fecero qualche altro passo in silenzio.

- Credo che a Lexi piaccia Joe – buttò lì Maggie come se niente fosse.

- Cosa?! - domandò Nick stupefatto.

- E' solo una supposizione – si affrettò ad aggiungere la ragazza, - ma conosco mia sorella e non si è mai comportata così da quando conosce Joe.

Nick ci pensò un po' su e provò a trovare qualche atteggiamento strano da parte di Lexi nei confronti di Joe e in effetti, da due settimane a questa parte, la rossa si comportava in modo molto protettivo.

- Non ci avevo mai pensato – ammise infine, - ma hai ragione.

Maggie sorrise, contenta che non la trovasse stupida a pensare una cosa del genere e continuò a camminare con il sorriso sulla faccia.

Solo dopo qualche centinaio di metri si accorse che qualcuno li seguiva a bordo di una macchina a vetri oscurati, con un uomo con un paio di occhiali da sole che gli ricoprivano gran parte del volto, sporto da un finestrino che li fissava e gli scattava delle foto.

Non le ci volle molto per fare due più due e capire chi era.

- Paparazzo a ore cinque – sussurrò a Nick, il quale si voltò di scatto e sorrise al fotografo.

- Mi mancava questa – sbuffò, - vado a parlare un attimo con lui, non ci dovrei mettere molto.

- Ah, okay – bisbigliò la mora, rossa in viso.

Nick le sorrise sardonico.

- Non ti preoccupare – le disse, poi si voltò e salutò il fotografo con un caloroso “Buongiorno”.

La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole

(La costruzione di un amore; Ivano Fossati)


Maryl scosse la lunga chioma bionda e si aggiustò gli occhiali sul naso, sbottonò un bottone della scollatura della maglietta e sorrise provocante allo specchio.

- A volte so essere davvero irresistibile – si disse mentre si infilava una mano nei blue jeans e ne tirava fuori un lucidalabbra.

Se lo passò sulle labbra carnose e lo appoggiò sulla mensola del bagno.

Aspettava quel momento da ore, precisamente da quando Kevin l'aveva chiamata mentre usciva dall'università dicendole che sarebbe venuto a prenderla alle cinque per andare a fare una passeggiata insieme.

Non sarò io a fare il primo passo, pensò con un sorrisetto, ma quando mi vedrà gli verrà subito la voglia di mettersi con me!

In effetti Maryl in quel momento era molto affascinante, più del solito, la maglietta era firmata Chanel e i jeans erano di Levis, vestiti che per comprarli erano costati al signor Campbell un occhio della testa.

Il campanello suonò.

- Arrivo! - trillò Maryl, afferrò una piccola borsa di Gucci e aprì la porta di casa.

Kevin Jonas salutò la sua amica con un'espressione a metà fra quella che ha un pesce lesso e un sorriso.

- Maryl – deglutì lui, - stai benissimo.

La ragazza sorrise vanesia.

- Grazie! Andiamo? - propose e uscì di casa, muovendo il fondo schiena tipo modella.

- Ehm … va bene – disse Kevin e la seguì fino al proprio SUV.

Maryl ridacchiò come una ragazzina alla quale mancava qualche rotella e si sedette sul sedile anteriore, affianco a quello dell'autista.

Kevin la guardò con aria strana e accese la macchina.

- Allora – cinguettò la bionda, - come stai?

- Bene – disse il ventunenne guardando la strada, - tutto bene, grazie.

- Sono contenta! - esclamò con voce seducente.

Kevin la fissò un istante e scosse la testa, contrito.

Con ogni probabilità Maryl aveva avuto una giornata storta, oppure molto felice, o comunque una giornata strana. Non si era mai comportata con quell'aria da ochetta.

- Dove mi porti? - chiese la ragazza sbattendo le folte ciglia.

- Andiamo a fare un giro, magari prendiamo un gelato – disse Kevin.

In caso il tuo comportamento sia a causa di una grande mancanza di zuccheri, aggiunse mentalmente.

- Bene! - trillò lei. - Io prenderò la granadilla, sai è il frutto della passione.

Oh. Mio. Dio, pensò Kevin e fermò la macchina di colpo.

- Che stai facendo? - domandò all'improvviso Maryl con un tono di voce che a Kevin parve così familiare.

- Scopri le carte Maryl, che ti sta succedendo? - chiese lui con fare brusco.

- Io non ho niente! - ribatté lei incrociando le braccia al petto e tornando la ragazza di sempre.

- Ti comporti peggio di un'oca giuliva – spiegò Kevin, - hai avuto una giornata no?

La ventenne lo fissò con aria truce.

Come dirgli che gli stava facendo il filo? Meglio mentire, o perlomeno raccontare una parte di verità.

- Si, è stata una giornata no, l'ennesima – sussurrò la bionda.

- Perchè? Cosa ti è successo? - chiese Kevin apprensivo. - Di nuovo quel Matt? Guarda che se vuoi possiamo tranquillamente fingere di sposarci, così non ti darà più fastidio!

- Ma no, che dici! - disse lei distogliendo lo sguardo da lui. - Matt fa poco o niente, rompe ma è sopportabile. I miei problemi sono con la scuola.

- Oh, va sempre peggio? - domandò il ragazzo con aria comprensiva.

Lei annuì.

- Credo che lascerò legge e mi iscriverò a Moda&Design, è la scelta migliore – disse Maryl con risolutezza.

- Fai bene – disse Kevin, - è la tua vita e devi viverla al meglio.

Maryl annuì felice.

- Allora andiamo? Mi sa che al posto del gelato mi prendo un frappè al cioccolato! - esclamò la ragazza.

- Beh allora io ne prendo uno alla crema!

Maryl sorrise a Kevin, perchè con lui tutto andava meglio.

Aver paura di innamorarsi troppo

non disarmarsi per non sciupare tutto

non dire niente per non tradir la mente

(Aver paura d'innamorarsi troppo; Lucio Battisti)

Joe strinse Lexi alla vita e la baciò con foga, mentre nella sua testa un milione di emozioni gli esplosero in testa: felicità, allegria, confusione, sorpresa, ma soprattutto paura.

E fra tutte era proprio la paura a prevalere: paura di non essere all'altezza di Lexi, paura di farla soffrire … di soffrire, di soffrire come con Sasha.

Paura, anche, perchè Lexi non poteva stare con lui, non poteva!

Con un gesto leggero ma allo stesso tempo brusco la allontanò da sé.

Lexi lo guardò con un sorriso a metà e si avvicinò ancora una volta a lui, porgendogli le sue mani.

- No, no – disse Joe con forza, - ho sbagliato, non dovevo baciarti.

Il sorriso di Lexi le si sciolse sul viso e la sua espressione divenne di puro sbalordimento: come poteva dirle una cosa simile?

- Cosa stai dicendo? - domandò la ragazza cercando di trattenere la rabbia, quello che Joe le stava dicendo doveva essere solo un errore.

- Non dovevo baciarti, scusami – disse Joe abbassando gli occhi sul terreno.

- Scusarti? Perchè non dovevi baciarmi? - chiese la rossa mentre la sua voce saliva di un'ottava.

Il diciannovenne la guardò; come dirle cosa pensava? Come dirle ciò che doveva? Le avrebbe spezzato il cuore.

- Non possiamo stare insieme – riprese il cantante.

- Idiota dimmi perchè! - ordinò lei, più arrabbiata che mai.

- Sono troppo grande per te – spiegò Joe.

Lexi lo fissò, mentre una lacrima di rabbia le rigava il viso e spariva nella maglietta.

- Che scusa cretina! Stronzo! - gridò. - Sei un deficiente!

Joe incassò gli insulti in silenzio, se li meritava tutti.

- Potevi dire una scusa migliore, sei solo un bastardo! - continuò la ragazza mentre un'altra lacrima le colava lungo il viso.

- Lexi …

- Non chiamarmi così! Possono farlo solo i miei amici e tu non lo sei! - abbaiò la ragazza.

- Alexandra, no devi capirmi, abbiamo tre anni di differenza, sono troppi! Se ci mettessimo insieme la nostra storia non potrebbe durare a lungo – si giustificò il ragazzo.

- Balle! Sai dire solo bugie, cretino! - gridò la sedicenne mentre un gruppo di persone bisbigliavano fra di loro indicandoli.

- Per favore, ascoltami possiamo restare amici, ma non possiamo stare insieme, non possiamo – disse Joe scuotendo la testa e cercando di convincere anche se stesso oltre a Lexi.

Il primo schiaffò arrivò veloce, inaspettato e non appena la ragazza allontanò la sua mano dalla faccia del ragazzo, lui se la massaggiò dolorante.

Il secondo Joe lo vide, ma non fece nella per evitarlo e incassò il colpo senza fiatare.

- Ti odio! - sibilò Lexi, poi corse via senza voltarsi.

Questo è amore
Cercare un’anima e trovare un ingranaggio
Certo ci vuol coraggio
Per guardare dentro le cose
È come andare in fondo al mare

(Questo è amore; Simone Cristicchi)

- Ti prometto che non ci metterò molto – disse Maggie voltandosi verso Nick e torcendosi le mani.

- Non ti preoccupare – rispose il sedicenne con un sorriso benevolo, - non ho molto da fare.

Maggie lo fissò e sorrise, perchè lui era tutto ciò che c'era di buono al mondo.

Entrarono nella biblioteca affiancati a pochi centimetri di distanza l'uno dalla dall'altra, entrami rossi in viso, ma gli occhi brillanti di gioia.

- Allora quel giornalista che voleva? - domandò la ragazza, curiosa.

- Il solito – snocciolò lui, - sapere che programmi avevamo in futuro, perchè nell'ultima settimana Joe non si era visto in giro e ...

- Cosa? - domandò Maggie. - Dai! Sono curiosa!

Nick si morse il labbro inferiore con forza e la guardò con attenzione: una ciocca di capelli le aveva coperto un occhio, l'altro brillava, il viso arrossato, e le labbra incurvate in un sorriso dolce, raro.

- E se tu eri la mia ragazza – rispose a fil di voce.

- Oh – disse Maggie, fermandosi sorpresa.

- Ovviamente ho detto di no – chiarì il ragazzo. Anche se avrei tanto voluto rispondere di si, pensò.

Lei scosse la testa, facendole scoprire l'occhio coperto dalla ciocca di capelli.

Non rispose perchè era timorosa di dire cose stupide, e perchè si capiva quando mentiva. Se avesse detto “Grazie”, Nick avrebbe subito capito che lei in realtà intendeva “Che cavolo dovevi dire di si!”

Arrivarono davanti alla segreteria della biblioteca e Maggie lasciò Nick da solo mentre andava a cercare il famoso libro di scienze.

In segreteria, su un tavolo, era seduta una donna anziana, i capelli raccolti in una crocchia dietro la testa e un paio di occhiali rettangolari posati sul naso alla francese.

- Ciao Terry! - la salutò Maggie mentre andava nel retro.

- Ciao Maggie! - rispose al saluto la donna anziana, volse un'occhiata storta a Nick e continuò il suo lavoro al computer.

Il cantante si avvicinò a uno scaffale e iniziò a sfogliare un libro “Almost Blue” di Carlo Lucarelli e vi si immerse.

La biblioteca era vuota e silenziosa come sempre, non c'era nessuno a parte Nick, Maggie e Theresa.

- Che dici giallo o avventura? - chiese all'improvviso Theresa, strappandolo alla sua lettura.

- Cosa scusi? - domandò Nick, confuso.

- Mi consigli di ordinare un libro giallo o d'avventura? Sto facendo i nuovi ordini – spiegò la donna, alzando lo sguardo su di lui.

- Giallo – rispose il ragazzo con voce fioca, - ma è solo un mio parere.

Terry si massaggiò il mento e iniziò a digitare qualche codice sul computer.

Nick aspettò che la donna lo chiamasse di nuovo, ma quando questo non accadde tornò a leggere il libro.

- Sei Nick Jonas, vero? - domandò poi Terry.

Il cantante annuì e appoggiò il libro sullo scaffale.

- Maggie mi ha parlato molto di te – disse la donna. - Come va la tua carriera di cantante?

- Maggie le ha anche detto …? - incominciò lui.

- No, no, ma mia nipote grande, Stephanie, è una vostra grande fan – ridacchiò Theresa. - Dovresti vedere la sua camera, è piena di vostri poster.

- Quindi lei sapeva chi ero anche quando mi sono registrato a questa biblioteca? - domandò Nick.

- Ma certo caro ragazzo! Suvvia ti avrei riconosciuto ovunque! Sei una specie di mito per mia nipote! - esclamò la bibliotecaria.

Lui sorrise senza saperne il motivo, quella donna gli ispirava fiducia.

Fra i due calò di nuovo il silenzio, Terry tornò a scrivere al computer e Nick fu tentato dal riprendere “Almost Blue”.

- E' una cara ragazza, vero? - chiese la donna.

Nick non dovette neanche sapere il nome della persona di cui parlava, sapeva che lei era lì e stava cercando uno stupido libro di una stupida materia.

- Si – sorrise. - Una delle migliori che abbia mai incontrato.

Theresa chiuse gli occhi e appoggiò le mani sulla testa, quasi sembrava stessa dormendo se non fosse che continuava a parlare.

- Devi promettimi una cosa – disse l'anziana.

Nick la guardò inclinando leggermente la testa e si scostò un ricciolo dagli occhi.

- Ditemi.

- Promettimi che non la ferirai, promettimi che la renderai felice – disse Theresa alzando lo sguardo su di lui e trafiggendolo con i suoi grandi occhi chiari.

Il ragazzo era perplesso; lui l'avrebbe resa felice e ferire Maggie era in fondo alle sue priorità, ma perchè Theresa diceva quelle cose proprio a lui?

- Guardi che io non sono il ragazzo di Maggie – disse infine, - siamo solo amici.

Theresa strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.

- Ma come? Mi sembrava ... siete così affiatati, Maggie mi parla sempre di te … E suvvia Nicholas non mi mentire – disse Terry con un cipiglio severo.

- Le posso giurare che io e Maggie non stiamo insieme – ammise Nick.

La bibliotecaria lo squadrò per bene.

- Nick, dai sei anni in cui conosco Maggie lei si è fatta coinvolgere sentimentalmente solo da due ragazzi ed entrambi l'hanno fatta soffrire. Ma prima, quando a lei piacevano ancora quei due ragazzi, mi parlava di loro e ti dico che non mi ha mai parlato mai con così tanta gioia di te.

- Vuole dire che …?

- Tu pensa quello che vuoi, ma promettimi che non la farai soffrire, fallo Nicholas, ti prego. Maggie per me è una seconda figlia – negli occhi di Terry Nick vi lesse la disperazione.

- Lo prometto – disse infine.

- Grazie – sussurrò Theresa e tornò al suo computer.

Nick osservò la donna per qualche istante e aspetò che le disse qualcos'altro, ma proprio in quelo momento Maggie tornò con un libro sottobraccio, sorridente.

- Ce l'ho fatta! - esultò. - Andiamo?

- Si, arrivederci Theresa – salutò Nick e quando la bibliotecaria lo guardò di nuovo promise di nuovo con gli occhi che non avrebbe mai ferito Maggie.

Te lo prometto, Theresa, lo prometto.

Questo è il vento di notte
Che canta piano con me
Questo è il mio cuore che batte
Che batte forte per te

(Se non è amore cos'è; Formula 3)

Maryl e Kevin camminavano uno accanto all'altro, si stuzzicavano come solo i bambini sanno fare … e i fidanzati.

Kevin si era infilato un cappello con visiera e un paio di occhiali da sole a goccia per non farsi notare dai paparazzi che, a suo parere, erano peggio degli avvoltoi.

- Allora lo vuoi un gelato? - propose il ventunenne alla ragazza.

Lei annuì con forza e insieme si diressero verso il bar del parco, un piccolo negozio in cui facevano uno dei migliori gelati nel raggio di chilometri.

I due ragazzi si misero davanti al bancone e aspettarono che il commesso, un uomo sulla quarantina dai baffi a manubrio, li servisse.

- Salve! - li salutò l'uomo con voce burbera.

- Buongiorno! - lo salutò Kevin e Maryl fece un cenno col capo.

- Cosa vi servo? - domandò il commesso aprendo il frigo dei gelati.

- Ehm, io prendo un cono crema e cioccolato. Tu Maryl? - chiese il ventunenne alla ragazza che spiava tutti i gusti con fare indeciso.

- Io prendo un frappè al cioccolato – sorrise, - grazie.

- Bene, sedetevi pure qui fuori vi porterà le vostre ordinazioni mia figlia – disse l'uomo e iniziò a riempire un contenitore d'acciaio di gelato.

I due ragazzi si voltarono, si diressero verso l'uscita del bar e si sedettero in un tavolo non poco distante, all'ombra di una grossa quercia.

Maryl fece un respiro profondo e annusò l'aria, l'odore dello stagno lì distante, ascoltò il rumore dei cigni che nuotavano lì dentro e le sue labbra si curvarono in un sorriso involontario.

Sei bellissima, pensò Kevin guardandola ammirato.

- Che c'è? - domandò lei quando vide che lo fissava.

- Niente – scosse la testa lui.

La ragazza sollevò le spalle con fare indifferente e chiuse gli occhi per ascoltare la natura intorno a sé.

- Bella maglietta – disse Kevin. - Di chi è?

Maryl sorrise sollevata che finalmente il ragazzo si interessasse alla moda.

- Chanel – spiegò lei.

Kevin le sorrise e mise le mani sul tavolo.

- Ecco le vostre ordinazioni – disse la voce di una ragazza dai capelli ricci e gli occhi chiari, probabilmente la figlia del commesso, che teneva un vassoio tra le mani.

Accadde tutto in un attimo.

La ragazza mise male il piede e rovesciò tutto il vassoio sulla costosissima maglietta di Maryl.

Kevin trattenne il fiato e aspettò la reazione della ragazza in un silenzio agghiacciante.

- Mi scusi, mi scusi – disse la ragazza alla ventenne, mortificata. - Non volevo.

- Ci mancherebbe! - ringhiò la bionda.

Oh, oh, pensò il ragazzo.

- Scusi – sussurrò la ragazza.

- Scusa un corno, i miei vestiti! - gridò Maryl, irata.

- Oh mio Dio – sussurrò lui.

Gli ci volle qualche altro istante per prendere in mano la situazione.

- Forza Maryl, ti porto a casa – disse Kevin.

- Era una maglietta di Chanel, cazzo, Chanel! - strillò la bionda mentre tutti nelle vicinanze si erano voltati verso di loro.

- Non dovrete pagare nulla – affermò la figlia della commessa ai due ragazzi.

- Oh noi non pagheremo niente, voi invece mi dovete tanti di quei soldi che neanche immaginate! - sibilò la bionda.

Kevin la prese di peso e la fece allontanare.

- Io vi denuncio! - sbraitò Maryl. - E tu lasciami!

- No – disse lui, semplicemente.

- Stupido – commentò la ventenne.

Kevin non vi fece caso e la trascinò via con sé, il più velocemente possibile.

- Gliel'ha farò pagare – ringhiò la ragazza.

- Intanto pensa a cambiarti, eh? - le consigliò il ventunenne.

Lei incrociò le braccia al petto e si fece portare via.


Continua ...

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Capitolo 15
*** Problems ***


'Giorno a tutte,

ecco a voi un altro capitolo che io chiamo di transizione, dato che da una specie di passaggio fra il capitolo precedente e quello che verrà …

Non vedo l'ora di pubblicare il prossimo capitolo, insomma io non l'ho ancora scritto ma ho certe idee ragazze che mi piacciono moooolto!!
Questo capitolo invece di bello non ha molto, insomma a me non piace però si sa che non mi piacciono moolto dai capitoli che scrivo.

Ah vi volevo chiedere una cosa … ho scritto una missing moment di questa storia intitolata “If you love me”, potreste farci un salto?? Grazie!!

Ora passo ai ringraziamenti:

annina94: anche tu hai letto Hello Beautiful? Io l'adoro!! Comunque non ti preoccupare per Kevin, cioè non preoccuparti troppo … La coppia più normale è senz'altro la Mick. Un bacio!

Sbranina: si sa Joe è un po' (tanto) scemo, ma che ci si può fare? E' nato così poveretto anche se gli metterò le rotelle a posto prima o poi … il nostro Nick è perfetto e a scrivere il discorso con Theresa mi sono quasi commossa, diciamo che è il tipo di discordo che vorrei fosse fatto per me da un ragazzo (hai visto che sogni idioti??) Maryl è miss sfortuna, non ancora ufficialmente (devono ancora fare la premiazione sai com'è) ma lo è!! Purtroppo, cambiando argomento, non riesco a rispondere alla tua mail, c'è un problemino con il Virgilio e non so quale sia... ti risponderò non appena posso. Ti voglio bene, un bacione!

DarkViolet92: già Maryl è un po' esagerata, ma devi capirla, la moda e i vestiti sono tutto per lei!!

jeeeeee: anche io ho visto Joe ballare Single Ladies, quel ragazzo è pazzo sul serio!! Spero che questo capitolo ti piaccia, ma non vedo l'ora che tu legga il prossimo... un bacione!

Claky: hai visto sono sopravvissuta al luna park!! Comunque mi sa che devi fare un bel discorsetto al tuo maritino, non vedo l'ora che tu legga il prossimo capitolo … un bacione!

Cry:94: in effetti già nella vita reale Joe è soprannominato Danger, mentre Kevin Sherlock perchè crede di sapere tutto … comunque sono contenta che questa storia ti piaccia! Un bacione!

Nyam: non mi aspettavo di rivederti a recensire ma mi fa solo piacere!! Credo che il prossimo capitolo ti piacerà … soprattutto se ti piace Maryl!! Un bacio!
jonas_princess: sono contenta che questa storia ti piaccia!! Non preoccuparti n molte vorrebbero tirare uno schiaffo a Joe ultimamente … un bacio!

Capitolo 15. Problems


- Io. La. Odio – sibilò Maryl guardandosi la maglietta con aria truce, - la denuncio, non credere Kevin. Le spellerò così tanti soldi che non potrà più neanche comprarsi dei trucchi nuovi.

Kevin alzò gli occhi al cielo e fermò la macchina davanti a casa Campbell, mentre Maryl continuava a spiegare i dieci modi in cui avrebbe ucciso la ragazza che le aveva rovinato la maglietta firmata.

- Modo numero nove: le passò sopra con un carrarmato … hai presente Tiananmen? Ecco proprio così! - disse.

Il ventunenne la guardò scocciato e aprii la portiera.

- Modo numero dieci: la invito a fare una vacanza su uno yacht, poi la butto in mare in balia degli squali e io scappo, che ne dici? - chiese la bionda, entusiasta.

- E precisamente dove lo prenderesti uno yacht? - domandò lui mentre la faceva uscire dalla macchina.

Lei ci pensò un istante, perplessa.

- Semplice, mi presti il tuo! - esclamò.

- Certo, come no!

Maryl percorse il vialetto di casa affiancata da Kevin, che la seguiva con apprensione, come se la ragazza potesse girarsi di scatto e tornare a vendicarsi della figlia del proprietario di una gelateria al parco che le aveva sporcato la maglietta di Chanel.

La bionda aprì la porta di casa e fece entrare l'amico per poi richiuderla dietro di sé e si lasciò cadere sul divano del salotto.

- Oppure potrei abbandonarla in un'isola popolata dai cannibali! - esclamò poi tirandosi su e fissando Kevin con fare eccitato.

- Vai a farti una doccia – le consigliò il ragazzo, - e cambiati, per favore.

Maryl si alzò sbuffando e fece per eseguire gli ordini del ragazzo quando la porta di casa si aprì con uno schiocco sonoro e un grido nervoso.

- Stronzo! - urlò Lexi, rossa in viso, i capelli scompigliati.

- Non credevo pensassi una cosa del genere su di me – si lamentò Kevin, offeso.

- Non tu! Tuo fratello, quello deficiente: Joe! - sbraitò la rossa.

- Ah, beh io l'ho sempre saputo che era uno scemo – replicò il ragazzo.

Lexi si sedette sul divano e si mise le mani sul volto mentre scoppiava in un pianto sommesso, mentre tentava di trattenere le lacrime.

Maryl accorse dalla sorella e la cinse con un braccio, permettendole di piangerle sulla spalle e di imbrattarle l'ormai sporca maglietta di mascara.

Kevin si sentì il terzo incomodo e si allontanò dalle due sorelle per poi avvicinarsi alla porta e la aprì, guardò un attimo la bionda, la quale le le rivolse un sorriso stirato, dopo di che lui si chiuse la porta dietro di sé, lasciandole sole.

La ventenne non fece domande alla sorella, la lasciò sfogare e solo quando Lexi finì di piangere incominciò a chiederle cosa fosse successo.

- Ehi, va meglio? - chiese la bionda.

Lexi si asciugò le lacrime e scosse la testa, mentre un'altra lacrima scura a causa del mascara sciolto dal pianto le colava lungo una guancia.

- Cosa è successo? - domandò Maryl mentre asciugava il viso della sorella con un dito, con fare quasi materno.

- Joe è uno stronzo – sibilò la rossa.

- Che ti ha fatto? - volle sapere la ventenne, seria.

Lexi scosse la testa, non voleva parlarne.

- Alexandra, dimmi cosa ti ha fatto, cosa è successo? Sai che con me puoi parlare di tutto – disse Maryl.

- Non ora – rispose la rossa, ma quando vide che la sorella stava per ribattere aggiunse – dopo.

In quel momento Maggie varcò la porta di casa, allegra e sorridente.

- Ciao! - disse contenta appoggiando il suo cellulare su un armadio del salotto. - Come va? Io benissimo, una meraviglia … che è successo?

Se dapprima la voce della mora era allegra, ora mostrava dei chiari segni di tensione.

Nessuna delle sue due sorelle rispose.

- Che è successo? Papà … - iniziò mentre sentiva un nodo in gola; se fosse successo qualcosa a suo padre non sapeva come avrebbe fatto.

Maryl scosse la testa e rispose mentre accarezzava la testa di Lexi.

- Nostro bene è vivo e vegeto che se la spassa a Miami, non preoccuparti Maggie.

- Allora che è successo? - chiese la sedicenne, irritata.

La rossa alzò la testa su di lei e la trapassò da parte a parte con i suoi occhi verdi.

- Ho baciato Joe, contenta Maggie?


Le risate tra di noi

mille discussioni e istanti

di follia

(Ricordi; Finley)


Kevin varcò la porta di casa con passo svelto e pesante, doveva parlare con Joe immediatamente, chissà cosa aveva combinato quella volta …

Non appena entrò in casa lo vide seduto a terra, la schiena appoggiata a una parete e gli occhi chiusi, su una guancia era ben visibile il segno di cinque dita.

- Sei un deficiente – commentò il ventunenne, senza preoccuparsi di sapere cosa aveva combinato il fratello.

- Lo so – annuì lui.

Kevin lo guardò con un'espressione stranita e incredula; Joe che non ribatteva ad un insulto? Joe che incassava un offesa in silenzio? La situazione doveva essere più grave di quanto pensasse.

Con un sospiro il ventunenne si sedette affianco al mezzano e lo fissò a lungo senza fare domande; fra loro era sempre stato così, nessuno chiedeva anche perchè poi si dicevano tutto, senza segreti.

- Sono un cretino – si lamentò Joe.

Kevin continuò a fissarlo, senza domandargli niente.

- Ho combinato un disastro - continuò il diciannovenne.

- Cioè? - si arrischiò a domandare Kevin.

Joe aprì gli occhi.

- Lexi mi ha baciato.

Il maggiore per poco non scoppiò a ridere, Lexi che baciava Joe? Non era normale.

- Non scherzare – ridacchiò Kevin.

- Sono serissimo – ribatté Joe, con un'espressione che suo fratello non glia aveva mai visto in volto.

- Okay, continua.

- Mi ha baciato e io ho ricambiato – sospirò il mezzano.

Kevin deglutì.

- Mentre la baciavo mi sentivo … bene, credo, ma ero anche spaventato, terribilmente spaventato e l'ho rifiutata – continuò Joe.

- Ho inventato una scusa stupida sulla nostra differenza di età, ho detto che era troppa, lei non l'ha presa bene e mi ha tirato uno schiaffo. Beh per la verità due – spiegò amaramente.

Il ventunenne guardò il fratello con compassione, lo poteva capire da una parte per la sua paura, ma dall'altra ce l'aveva terribilmente con lui.

- Sei un idiota – commentò infine.

- Lo so – disse Joe affondando la testa nella ginocchia e facendo un verso a metà fra un singhiozzo e un lamento.

Kevin gli diede qualche pacca sulle spalle per tirarlo su di morale.

Rimasero così, in silenzio per tanto tempo, rimasero immobili anche quando i loro genitori e Frankie tornarono a casa, i quali li lasciarono soli immediatamente.

Fu solo quando Nick entrò in casa che cambiarono posizione vedendo la faccia del fratello, un'espressione determinata che gli avevano visto in volto solo e soltanto quando aveva deciso di combattere il diabete.

- Dobbiamo parlare – disse il ricciolino guardandoli con gli occhi illuminati con una luce strana, decisa.

Lo seguirono senza commentare, fino ad arrivare alla stanza di Joe, la loro base, lì dove parlavano sempre di tutto.

- Ho un problema – disse Nick.

- Benvenuto nel club – commentò Joe con tono lugubre.

Kevin gli diede una pacca sulla testa, come lo volesse zittire.

Il sedicenne chiuse gli occhi e disse semplicemente:

- Fratelli, a me piace Maggie.

Joe se l'aspettava, insomma bastava guardare suo fratello minore e la sua migliore amica per capire che i due erano cotti l'uno dell'altra, ma venirlo a sapere in modo così diretto lo spiazzò, tanto che per un attimo si dimenticò di Lexi.

- Ah – disse il mezzano.

- Già – commentò Nick.

- Capito – sussurrò Kevin.

Silenzio.

- A me invece piace Maryl – buttò lì come se niente fosse Kevin.

Nick tossì violentemente e Joe strabuzzò gli occhi, meravigliato.

- Cosa?! - chiese quest'ultimo.

- Beh Joe, tu non puoi proprio dire niente dato che ti piace Lexi – ribatté il maggiore.

- Chi?! - fece il minore guardando prima Joe, poi Kevin, per poi ricominciare da capo.

- E' vero – ammise il mezzano, - sono innamorato di Lexi, lei mi ricambia, ci siamo baciati, ho fatto una cazzata, l'ho rifiutata e lei mi ha picchiato.

- Oh – mormorò Nick.

I Jonas Brothers rimasero in silenzio per qualche istante.

- Perchè il fatto che Maggie ti piaccia è un problema? - domandò Kevin al fratello minore, il quale scrollò le spalle.

- Beh non sarebbe un problema se non fosse che forse non le piaccio, che probabilmente la nostra storia non potrebbe durare a lungo se ci mettessimo insieme e che senza di lei la mia vita sarebbe vuota – spiegò Nick tutto d'un fiato.

Il maggiore annuì, perso nei suoi pensieri.

- Spiegami perchè il fatto che Maryl ti piaccia sia un problema – gli domandò di rimando Nick.

- Per i tuoi stessi identici motivi – snocciolò Kevin. - Ora Joe tocca a te spiegare, perchè hai rifiutato Lexi se lei ti piace?

Il mezzano fissò i suoi due fratelli prima di iniziare, chiuse gli occhi e spiegò.

- Avete visto come ho sofferto per la partenza di Sasha? Non voglio soffrire di nuovo, non in tempi così ravvicinati per lo meno. Lexi è stupenda, ma io e lei non possiamo stare insieme, ho paura.

Nick gli si mise davanti e lo guardò serio, con determinazione e gli domandò:

- Non ti pare l'ora di rischiare?


La porta è chiusa e c'è un doppio dentro me

il mio cuore forse sa la verità

se tu sarai con me sarà più facile …

e il buio che c'è … svanirà

(Grido; Jacopo Sarno)


- In … in che senso hai baciato Joe? - deglutì Maggie fissando la gemella.

Lexi sbuffò.

- In senso unico, dai Maggie l'ho baciato, vuoi che ti faccia lo spelling? - chiese ironica mentre incrociava le braccia al petto e fissava la sorella con rabbia.

La mora abbassò il capo, colpevole; sospettava cosa fosse successo.

- Tu hai baciato Joe? Joe Jonas? Quello che odiavi? - domandò incredula Maryl fissando Lexi.

La rossa annuì mentre guardava la gemella con aria strana.

- Immagino avrai capito che mi ha rifiutata e che la colpa è tua – proseguì lei.

- Che cosa?! - squittì Maryl. - Maggie!

- Colpa mia?! - domandò la mora, sorpresa. - E perchè mai, spiegami.

- Oh fammici pensare, sei stata tua a mettermi la pulce nell'orecchi dicendomi che a me piaceva Joe, mi pare – ribatté la sedicenne.

- Io i ho detto che secondo me ti piaceva Joe, non ti ho mai detto di baciarlo! Come puoi anche solo pensare una cosa simile? Secondo te volevo che tu soffrissi, che lui ti rifiutasse? Beh se credevi una cosa simile significa che non mi conosci affatto! - spiegò Maggie, rossa di rabbia e vergogna.

Lexi parve pentirsi delle sue parole e abbassò il capo, chiudendosi in se stessa e aspettando che fosse una delle sue sorelle a parlare.

- Ti ha rifiutata? - chiese Maryl. - Perchè?

- A quanto pare, testuali parole “Sono troppo grande per lui” - scimmiottò la rossa alzando il capo verso la sorella.

- Che cazzata – commentò la bionda.

- Non dirlo a me – biascicò Lexi scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.

Maggie guardò le sue due sorelle e sussurrò le tre paroline magiche che nessuno si aspettava in un momento del genere.

- Mi piace Nick.

- Cosa?! - esclamarono le sue due sorelle improvvisamente attente a quello che Maggie diceva.

- Mi piace Nick – ripeté imbarazza, - e anche tanto, io … credo di essere innamorata.

- Oh – tossì Lexi mettendosi una mano davanti alla bocca, - tu innamorata di Nick? Nick Jonas? Quello ricciolino che, guarda caso, è il fratello del ragazzo che mi ha rifiutato?!

La ragazza abbassò il capo e si fissò i sandali con attenzione, mentre dentro di sé si scatenavano un centinaio di emozioni diverse.

- Quindi mi stai dicendo che non devo frequentare Nick perchè Joe ti ha rifiutato? - chiese Maggie, sperando che la cosa sembrasse piuttosto strana alla gemella, che si accorgesse della cavolate che in pratica le aveva chiesto.

- Esatto – annuì Lexi.

- No – si intromise Maryl, - Lexi non puoi chiedere una cosa simile a Maggie, non è giusto.

La mora benedisse la bionda in silenzio, grazie al cielo esisteva lei.

La rossa si voltò verso la maggiore e la guardò dura, perchè lei si intrometteva in quella situazione?

- Sentite – disse infine la ventenne, - a me piace Kevin e non ho assolutamente voglia di perderlo per te, Lexi.

- L'ho sempre sospettato – disse poi la rossa con aria truce, - e avete ragione non vi posso impedire di frequentare i ragazzi che vi piacciono ma non contate su di me.

Maggie e Maryl la fissarono, sospettose.

- Io con i Jonas ho chiuso – disse Lexi alzando un po' la voce.


Sento spesso il bisogno di chiudere

gli occhi e capire

se è giusto pensarti, lo stesso

(Sarò sincero; Modà)


Il cellulare di Nick suonò nel momento stesso in cui il ragazzo varcò la porta della sua camera, il suono gli dava un leggero fastidio, ma non appena vide chi era il mittente rispose con il sorriso sulle labbra.

- Ehi Maggie! - la salutò, cercando di metterci un po' più di enfasi rispetto al suo stato d'animo di quel momento.

- Ciao Nick, ti disturbo? - osò lei mentre si allontanava dalle sue sorelle ed entrava nella cucina.

- No, figurati, dimmi tutto – disse lui.

La mora sorrise e si perse un attimo nel filo dei suoi pensieri.

- Maggie ci sei? - chiese Nick.

- Si, si – rispose la ragazza, riprendendosi. - Beh ecco, prima quando ci siamo visti mi sono dimenticata di chiederti se tu, Joe e Kevin volevate venire la settimana prossima a una festa che organizza l'ospedale. Sai solo per divertirci, niente di che … ovviamente non siete minimamente costretti, ma sarebbe stato divertente – spiegò la mora.

- Decidete voi, certo c'è il problema dei paparazzi e quindi forse non potete venire … scusa ho fatto una cavolata ad invitarvi, non dovevo – continuò Maggie.

Nick ridacchiò, l'insicurezza della sua migliore amica lo divertiva, beh più che altro lo divertiva lei e basta.

- Ehi io vengo volentieri! No c'è problema per me, chiedo a Joe e Kev e poi ti richiamo. Però … viene anche Lexi? - domandò Nick, ricordandosi del litigio fra la rossa e suo fratello.

Maggie si sintonizzò sulla sua stessa lunghezza d'onda.

- Non ci avevo pensato! Non lo so, credo che Lexi verrà e se non lo farà la costringerà Maryl. Mi farebbe piacere se venisse anche Joe, però, male che vada entrami ci ritroveremo senza un fratello o una sorella – disse ironica lei.

- Ma si! Tanto nella band può sempre entrare Frankie, le fans lo adoreranno! - rise lui.

- Allora tu ci sarai? - chiese Maggie con il sorriso sulle labbra.

- Non mancherei per nulla al mondo – promise Nick.

- Bene – esultò lei, - ci sentiamo Nick.

- A presto Maggie – disse lui e riagganciò, felice.


Non ti scordar mai di me

della più incantevole

fiaba che abbia mai scritto

(Non ti scordar mai di me; Giusy Ferreri)


- Ehi ora va meglio? - domandò Maryl a Lexi cingendole le spalle.

- Andrà molto meglio non appena ucciderò Joseph Adam Jonas – brontolò la rossa, - che dici lo ammazzo alla “Halloween the Begenning” o alla “It”? Io opto per entrambe!

- Dai, ho capito che sei arrabbiata ma non puoi volere la sua morte – mormorò la bionda alla sorella più piccola.

- Parli tu che hai quasi ammazzato Kevin quando ti ha rotto i vestiti firmati – sbuffò la rossa.

- La mia era una motivazione più che valida – disse Maryl.

Lexi alzò gli occhi al cielo.

- Oh, vero, un cuore infranto è meno importante – biascicò la sedicenne.

Maryl le pettinò i capelli ramati quando all'improvviso il suo cellulare suonò, era loro padre.

- E' papà – disse la bionda, - devo rispondere e chiedergli una cosa, è importante Lexi, scusa.

- Figurati, tu vai, io accendo la tv e guardo un documentario sui carnivori in cui spiegano come fanno i leoni ad uccidere le gazzelle – disse la rossa accendendo la televisione.

Maryl la fissò con espressione spaventata e rispose al telefono mentre con un fazzoletto tentava di pulire alla bel e meglio la maglietta ancora sporca.

- Pronto papino come stai? - disse montando un tono di voce allegro.

- Oh bene pulcina mia, tu? - disse il signor Campbell con voce roca.

- Bene, bene.

- La scuola? - chiese Peter.

Maryl ebbe un tuffo al cuore.

- Ti volevo parlare proprio di questo papà – disse lei.

- Dimmi, dimmi – ridacchiò il signor Campbell.

- Ecco io credo che …

- Forza pulcina dimmi tutto – disse Peter.

- Io credo che legge non faccia per me – sussurrò la ragazza.

- Cosa? - ululò suo padre.

- Ho detto che legge non …

- Ho capito cosa hai detto, sciamannata! Come ho potuto avere tre figlie così? Tu continuerai a fare legge, mi hai capito? - urlò Peter.

- Papà, io non voglio – ribatté Maryl.

- E cosa vorresti fare di grazia? - gridò il signor Campbell.

La bionda fece un respiro profondo.

- Voglio frequentare un corso di Moda&Design – mormorò.

Il padre tacque per poi a scoppiare in una risata calorosa.

- Moda&Design? Stai scherzando spero! - rise.

Maryl non era mai stata più seria in tutta la sua vita.

- No, voglio fare quel corso, con o senza il tuo permesso! - esclamò lei.

- E come pensi di frequentare quella scuola senza soldi? Perchè io non ti darò un centesimo – ringhiò Peter.

- Esistono le borse di studio, per di più posso trovare un lavoro! - sbraitò Maryl attirando su di sé lo sguardo attento di Lexi.

- Tu un lavoro? Maryl tu hai vissuto negli agi, non sai neanche cos'è un lavoro – rise Peter.

- So cavarmela da sola.

Il signor Campbell smise di ridere e tornò serio.

- Purtroppo le tue due sorelle non sono ancora maggiorenni e io devo badare a loro economicamente mandando degli alimenti, ma se vengo a sapere che hai speso anche un solo dollaro per quello stupido corso di Moda&Design giuro che ti vengo a prendere e tu ti trasferisci qui da me a Miami! - urlò Peter.

- Va bene e ti sorprenderai papino sapendo che non sono una nullità come credi! - gridò Maryl e mise giù.

Ora finalmente era libera, libera da suo padre.


Continua ...

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Capitolo 16
*** The Party ***


Buongiorno ragazze,

allora questo è il mio tanto sospirato capitolo, quello che per ora (e dico per ora) preferisco e non vedo l'ora di sapere che ne pensate voi.

Ho scritto questo capitolo il giorno prima del mio esame di spagnolo perchè, ebbene sì, in questi giorni ho avuto gli esami di terza media … il 24 l'orale, aiuto!

In questo capitolo ci sono solo le canzone dei Finley, quindi se siete loro fan spero che vi piacciano i testi che ho scelto.

Bene, passo ai ringraziamenti:

Melmon: di padri schifosi come Peter, purtroppo, ce ne sono molti, ma il signor Campbell è particolarmente scemo, non capisce niente di niente da quando la moglie l'ha lasciato anche perchè prima era un buon padre … Tu sei un genio!! Mi hai appena fatto venire un'idea per una missing moment di questa storia!! Che bello finisco di scrivere i ringraziamenti e vado a scriverla. Grazie! Un bacio!

jonas_princess: grazie mille dei complimenti!! Se Maryl ti sta simpatica aspetta di leggere questo capitolo!! Spero ti piaccia!! Un bacio!

jeeeeee: allora prima di tutto grazie infinite di essere passata a leggere e recensire “If you love me”, grazie! Comunque eccoti accontentata, ho aggiornato non appena ho potuta ma in questi giorni sono stata impegnatissima con gli esami di terza media... spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacio!

EllieGoodman: ah non sai che piacere mi ha dato vedere che eri tornata a recensire!! E dai non sono millenni che non recensisci … solo quattro capitoli, non è tanto! Comunque non vedo l'ora di sapere che ne pensi di questo chappy, ci ho messo l'anima a scriverlo. Purtroppo l'ho dovuto riscrivere due volte dato che la prima volta che l'ho scritto (e mi era venuto meglio modestia a parte) con la mia stupidità non l'ho salvato e … puf, sparito. Ma dai l'ho rifatto alla fine. Un bacione!

merion: che piacere ricevere due delle tue recensioni!! Anche a me piace molto FullMetal Anchemist *-* E se sei una sostenitrice della coppia Karyl (ovvero Kevin/Maryl) questo … no non dico niente, senno ti rivelo tutta la storia fino all'epilogo (che non ho ancora deciso come sarà 0__o) Un bacio!

crazies_cullen123: perdonami gli errori di grammatica, ma io ho diversi difetti con la grammatica che non riesco a risolvere... Comunque sono contenta che la storia ti piaccia, sul serio! Anche io ho 14 anni e amo Nick, lo potrei venerare (ma che dico?! Lo venero di già XD) Un bacio!


Claky: ciao cognatina, scusa se sono passata così tardi nella tua FF, ma non ho potuto fare altrimenti dato che ero da mio padre che non ha internet a casa... Bene, mi raccomando il discorso con Joe, eh? Devi essere dura, inflessibile … poi perdonarlo subito ma mentre gli parli devi essere …
spietata, dai scherzo!! Figurati per la mail e mi dispiace per te che finisci la scuola il 20!! Io l'ho finita il 5 … certo, adesso ho gli esami fino al 24 quindi sei tu la più fortunata! Un bacione!

Capitolo 16. The Party


- Maryl ti vuoi muovere? - chiese Maggie bussando ininterrottamente alla porta del bagno. - Sei chiusa lì dentro da più di un'ora!

La bionda aprì leggermente la porta, quel tanto che bastava per far vedere alla sorella la faccia truccata e una parte del vestito rosso di Dior che aveva comprato per l'occasione.

- Maggie, come puoi dirmi una cosa simile? Un'ora non è sufficiente per essere perfetta! - esclamò arricciandosi con un dito i capelli. - Che dici per questa festa torno al mio look naturale e mi faccio i capelli ricci o li lascio lisci?

La mora fece per rispondere, ma la ventenne si diede una risposta da sola.

- Lisci, molto meglio lisci – e chiuse la porta della toilette.

- Maryl, io mi devo ancora vestire e truccare, e il ballo inizia fra quarantacinque minuti, ciò vuol dire che fra mezz'ora dobbiamo uscire! - esclamò Maggie attirando di nuovo su di sé l'attenzione della sorella maggiore, che riaprì la porta del bagno e la osservò basita.

- Mezz'ora? A me serve come minimo un'ora per completare la mia opera! - ribatté tenendo in mano una scatola piena di gioielli. - E poi tu che ti trucchi? Ma per favore! Il tuo massimo è solo un po' di matita sugli occhi! Io devo mettermi il mascara, il phard, la matita e Dio solo sa che altro!

- Io mi dovrei vestire, Maryl – aggiunse Maggie indicando l'abito che teneva in mano, - e truccare, se non ti è di disturbo.

- Ma Maggie io non ho ancora finito – si difese la bionda.

- Ah, va bene, vorrà dire che mi dovrò andare a vestire in camera mia – disse la sedicenne abbassando il capo, sperando di ricevere la compassione della sorella.

- Si, brava, e già che ci sei dì a Lexi di muoversi a vestirsi, altrimenti facciamo tardi – disse la ventenne richiudendo la porta.

- Parla lei – sussurrò Maggie dirigendosi verso la propria camera, dove si svestì e indossò il vestito che aveva comprato per quella festa; era un abito di Chanel, azzurro caraibico lungo fino a terra. Ai piedi mise un paio di scarpe con un tacco alto un paio di centimetri e si lasciò i capelli sciolti sulle spalle.

Quando finì dì vestirsi scese le scale e raggiunse il salotto dove si trovava uno specchio in cui si sarebbe potuta specchiare per truccarsi, ma prima di scendere l'ultimo gradino vide Lexi sdraiata sul divano che guardava un film horror alla tv.

- Lexi! - esclamò la mora scendendo quel che restava dei gradini per raggiungere la sorella e pararsi fra lei e il televisore.

- Ehi Maggie, stai benissimo! - esclamò allegra. - Ti potresti spostare per favore? Sai l'assassino sta cavando via gli occhi dalle orbite a un personaggio, quindi se non ti dispiace gradirei vedere come continua.

- Lexi, fra poco dobbiamo uscire di casa per andare a questo stra benedettissimo ballo, perchè tu non sei pronta, anzi non ti stai proprio preparando? - chiese la mora a voce alta.

- Mm, mi era sembrato di averti detto che io a questo ballo non ci sarei mai andata – disse la rossa con voce grave.

- Ti prego! Fallo per me! - la pregò Maggie.

Lexi esitò, poi scosse la testa.

- E comunque non ho neanche un vestito adatto all'occasione – disse cercando di osservare quello che stava accadendo nel film.

- Invece ce l'hai – disse una voce dalle scale; Maryl le scese elegantemente, il vestito rosso le scivolava lungo ai fianchi, sembrava una dea e fra le mani teneva un vestito dorato che porse alla sorella dai capelli ramati quando la raggiunse. - Io e Maggie abbiamo avuto l'idea di prendertene uno quando siamo andate a comprare i nostri ieri.

Maggie fece un sorriso e corse al piano superiore.

- Il bagno è occupato! - gridò, poco dopo si sentì una porta che sbatteva.

Lexi e Maryl guardarono il piano di sopra per un istante, poi tornarono a fissarsi.

- Io non ci vado – disse la sedicenne, - non ho alcuna intenzione di vedere anche solo da lontano Joseph Adam Jonas.

- Lexi, ti prego, fallo per me, fallo per Maggie, lo sai che ci tiene molto a questa festa. E' per l'ospedale e io ho già infilato nella borsa una cifra considerevole.

La bionda guardò la rossa con un sorriso supplichevole.

- E va bene, lo farò ma tu mi devi un enorme favore! - sbraitò strappando il vestito dalle mani della sorella e dirigendosi al piano di sopra minacciosa. - Maggie esci da quel bagno!


Non ce la faccio più …

(Adrenalina; Finley)


- Joe muoviti – disse Kevin stancamente mettendosi una cravatta. - Fra poco usciamo.

Il mezzano riemerse da sotto le coperte in cui si era nascosto e lo guardò con aria storta.

- Io non vengo – biascicò, - te l'ho già detto.

- E invece tu ci vieni – disse il maggiore, - dovessi portartici di peso.

- Va bene, ma ti avverto che peso 65 chili – lo sfidò il diciannovenne.

- Vuol dire che mi aiuterà anche Nick – ribatté Kevin.

- Anch'io – strillò Frankie entrando in camera di corsa. - Io porto le gambe!

Nick, dall'angolo più remoto della stanza, ridacchiò.

- Io non ci vengo – ripeté Joe, - non voglio andare lì e fare la figura dell'idiota che se ne sta da solo in un angolo a bere punch fino a star male mentre vedo tu e Nick che ballate con Maggie e Maryl; vi immaginate che figura farei?

Kevin alzò gli occhi al cielo seguito a ruota dal fratello sedicenne.

- Tu pensi alla figura che farai? Tu, Joe Jonas? Gli alieni hanno fatto un tuo clone e l'hanno messo al posto tuo sulla Terra mentre l'originale ora si trova su Marte? Tu non ti sai mai preoccupato di fare una brutta figura! - esclamò Kevin fissando il mezzano.

- Beh ora me ne preoccupo – sussurrò il diciannovenne evitando lo sguardo del fratello maggiore.

- Oh, vallo a raccontare a qualcun'altro! – esclamò Nick infiammandosi e parandosi di fronte al fratello. - Sei un pessimo bugiardo.

I due fratelli maggiori e Frankie lo guardarono sorpresi per la sua improvvisa ribellione.

- Avevi detto che volevi parlare con Lexi, che volevi risolvere, si o no? - iniziò Nick.

- Si, ma … - mormorò Joe.

- Avevi detto che volevi fare pace con lei sta sera, si o no? - continuò il minore, imperterrito.

- Si, ma … – rispose il mezzano.

- Allora muoviti! - disse il sedicenne ad alta voce. - Noi ti aspettiamo di sotto fra venti minuti, se non scendi entro quell'ora ti porto via di peso. Non scherzo Joseph Adam.

- Va bene, Nicholas Jerry – disse calcando sulle ultime due parole.

Venti minuti e quindici secondi dopo Joe si trovava in salotto, vestito da damerino con tanto di giacca elegante e papillon.

- Bah non sono sicuro di volerci andare … ma ormai sono vestito quindi – aggiunse quando vide l'espressione sul viso del fratello minore.

- Bene – disse Kevin abbracciando Frankie, - noi andiamo. Mamma, papà!

Denise e Paul Kevin Senior raggiunsero i figli, armati di macchina fotografica.

- Non possiamo evitare? Per favore – li supplicò Nick cercando di farsi piccolo piccolo.

- No tesori miei, io documento ogni vostra uscita, è sempre stata così e così sarà – asserì la signora Jonas, allegra.

Nick fece una smorfia, nonostante negli ultimi anni avesse passato tutto il tempo a essere ripreso e fotografato non aveva superato la sua repulsione dal farsi fare fotografie.

- Bene ragazzi, divertitevi! - disse Paul Kevin Senior salutando i figli mentre si trovavano sulla soglia di casa.

- Si e fate i bravi – aggiunse Denise mentre prendeva Frankie in braccio. - Vi voglio bene!

- Anche noi – dissero in coro i tre fratelli Jonas maggiori uscendo di casa.

I Jonas Brothers si diressero verso la macchina in un silenzio tombale, interrotto solo dal rumore delle loro scarpe sulla terra e dagli sbuffi di Joe.

Kevin aprì la macchina e si mise al posto di guida, il mezzano si sedette affianco a lui e Nick si mise sul sedile posteriore, tutto sorridente.

Il maggiore accese la macchina, mise in moto e percorse il vialetto per poi uscire dal giardino della propria casa.

- Sarà una serata indimenticabile! - esclamò poi il minore.

- Già – brontolò Joe, - io morirò, che bello!

- Non essere così pessimista – disse Kevin senza staccare gli occhi dalla strada.

- Io non sono pessimista, io sono realista … il che è la stessa cosa – disse Joe citando una frase del film “L'attimo fuggente”.

Gli altri due fratelli non seppero che ribattere e rimasero in silenzio, ascoltando la canzone che dava la radio che Kevin aveva acceso poco dopo essere partito.

- Sta sera è una notte magica – sussurrò lo speaker al microfono della radio, - perchè adesso vi faremo ascoltare la canzone degli innamorati, ecco a tutti Endless Love.

Mentre finiva di parlare la canzone iniziò, una sinfonia lenta, calma.

- Cambia ti prego – disse Joe, - non voglio morire depresso.

Il ventunenne eseguì la richiesta del mezzano e cambiò stazione radio fino a una in cui davano What I've Done dei Linkin Park.

- Esattamente – disse Nick, - cosa vorresti dire a Lexi.

Joe fece un sospiro e si voltò verso il fratello minore, Kevin intanto era tutto orecchi.

- Le chiederò umilmente scusa, la pregherò di perdonarmi, le dirò che sono pazzo di lei … sto pensando di mettermi a cantare una canzone.

- Ah si? Quale? - chiese il sedicenne.

Joe ci pensò su per qualche istante.

- Kevin rimetti Endless Love, la devo imparare a memoria al più presto! - esclamò concitato.

Ancora una volta il maggiore fece quello che il fratello gli chiedeva.

- Vi è piaciuta? - chiese lo speaker mentre la sinfonia della canzone si spegneva – A me di sicuro, ora passiamo a dei ritmi un po' più allegri, ecco a tutti Dancing Queen!

- Ma per la miseria! - esclamò Joe, affranto. - Questa è sfiga!

Il sedicenne da dietro si immaginò quello che avrebbe detto Frankie se avesse sentito il mezzano usare quel linguaggio.

- Troppo tardi fratellino – disse Kevin entrando in un parcheggio pieno di macchine eleganti e luci colorate. - Si va in scena.


Che nonostante le difficoltà

mi avete sempre dato l'anima

oggi sono qui per voi

(Qui per voi; Finley)


Maryl si aggiustò il vestito con un gesto nervoso, non riusciva a togliersi dalla testa l'idea di non essere abbastanza per Kevin.

Insomma lui era Kevin Jonas! Il famoso Kevin Jonas, il chitarrista dei Jonas Brothers, quello bello dagli occhi verdi.

Sarebbe riuscita ad essere alla sua altezza?

Maggie, poco distante dalla sorella maggiore, teneva gli occhi bassi e le mani in grembo in attesa che i fratelli Jonas arrivassero.

Cosa avrebbe fatto con Nick? L'avrebbe trattato come al solito ossia come un migliore amico? E chissà se lui l'avrebbe invitata a ballare, magari un lento.

Lexi, invece, era tutta un'altra storia; aveva le braccia incrociate al petto e il peso appoggiato su una gamba.

Il vestito era di Armani, le sue sorelle avevano pensato bene a comprarle un vestito che costava un occhio della testa, in senso letterale.

Beh sicuramente era stata Maryl a scegliere il suo abito, Maggie aveva gusti più fini. D'altronde la mora le aveva detto in segreto che era stata la ventenne a decidere il vestito anche per lei, fosse dipeso da Maggie avrebbe comprato un abito in un negozio qualunque.

Il vestito di Lexi le donava, il problema ad avere i capelli rossi è che non molti colori le donavano, ma quell'abito dorato, adornato da piccole e lucenti decorazioni le stava d'incanto.

- Beh direi che possiamo tornare a casa – disse a un certo punto la sedicenne dai capelli ramati, - quelli non si vedono da nessuna parte. Oh ma che peccato! - l'ultima parte della frase era piena di sarcasmo.

- Zitta Lexi, e comunque noi non ce ne andiamo neanche se loro non arrivano dato che non siamo qui per loro ma per la festa, hai capito bene? - chiese Maryl guardando la sorelle minore senza l'ombra di un sorriso.

- Si, si – brontolò la rossa con uno sbuffo.

Proprio in quel momento nella sala entrarono tre ragazzi dai capelli scuri, due riccioli e uno dai capelli stirati con la faccia di uno che ha appena assistito al funerale di una persona cara.

Lexi non appena vide Joe si voltò versò Maggie e la guardò con rabbia.

- Tu mi devi un altro enorme favore e siamo già a due sorellina – disse, - non scordarti di quello che mi avevi promesso per cercare di diventare amica di Joseph.

Maggie non le badò e sorrise raggiante a Nick, il quale la raggiunse in un battibaleno.

- Maggie – biascicò il cantante, - sei splendida!

La ragazza arrossì violentemente a abbassò il capo per nascondersi.

- Gra... grazie – mormorò lei.

Maryl raggiunse Kevin, vestito con camicia bianca e giacca nera con tanto di cravatta.

- Sai vestito così sei molto più macho – commentò la bionda.

- Grazie mille Maryl! - esclamò lui con un sorriso. - Tu sei stupenda, che cos'è? Dior? Chanel?

La ventenne sorrise, finalmente quel ragazzo stava imparando a capire la bellezza dei vestiti e dei loro stilisti.

- Si è Dior – annuì Maryl. - Sono contenta che tu l'abbia notato.

Kevin si fece i complimenti da solo per aver dato un'occhiata alle riviste di moda della madre prima di uscire, tanto per essere preparato.

Joe, invece, si avvicinò a Lexi con passo tremante e cercò di richiamare la sua attenzione in ogni modo ma lei non diede segno di averlo notato.

Lui sospirò, aveva ragione ad ignorarlo così, ma non poteva che sentirsi offeso e dispiaciuto di quel rifiuto.

- Lex … ehm Alexandra, possiamo parlare? - chiese lui, a mezza voce.

La sedicenne si allontanò da lui e raggiunse il tavolo dei salatini e ne afferrò uno per mangiarlo con estrema lentezza.

Joe la seguì determinato, le avrebbe parlato quella sera, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.

Da te mi nasconderò,

resterò in silenzio, qui a fissarti immobile

osserverò ogni piccolo gesto che

inconsapevolmente fai

(Ad occhi chiusi; Finley)


Maggie e Nick erano seduti in un angolo da più di un'ora, quando erano fra di loro il tempo volava anche se parlavano delle cose più sceme.

Maggie gli stava raccontando del pomeriggio del giorno prima che aveva passato interamente a fare shopping con Maryl, una specie di tortura.

- Condoglianze vivissime! - disse Nick, divertito.

- Grazie! - disse lei ricambiando il sorriso e guardandolo felice. Doveva ammettere che era pazza del neo che aveva su una guancia.

Il cantante la ammirò con attenzione, non era mai stata così bella. Il vestito era solo una piccola parte di ciò che le dava quello splendido aspetto, ogni parte di lei era stupenda.

- Ti sei truccata - commentò poi lui notando la leggera matita sugli occhi.

La ragazza si passò istintivamente la mano sul viso fino agli occhi dove era riuscita a passarsi un po' di matita prima di essere sfrattata da Lexi.

- Non lo faccio mai – disse, - ho pensato che per questa festa potevo truccarmi.

- Stai molto bene – sussurrò Nick.

Ancora una volta Maggie arrossì.

- Grazie … ancora – mormorò.

Il cantante le sorrise; la scorsa notte l'aveva passata a tormentarsi su quello che avrebbe provato con Maggie quando l'avrebbe vista con la consapevolezza di piacergli.

Credeva che sarebbe stato tutto diverso e invece nulla era cambiato; forse il semplice fatto era che in fondo l'aveva sempre saputo.

La festa non era niente male, certo niente in confronto ai gran galà a cui erano abituati i fratelli Jonas, ma rispetto alle solite feste era più che passabile.

Il DJ era un ragazzo che sapeva il fatto suo nel fatto di gusti di musica, era un tirocinante nell'ospedale che aveva organizzato il party, e metteva canzoni di tutti i generi.

Quando aveva visto Nick, Joe e Kevin era praticamente saltato giù dal palco su cui si trovava e li aveva raggiunti con il fiatone supplicandoli per un autografo per la sua fidanzata che era una loro grande fan. Inutile dire che i Jonas Brothers gliel'avevano firmato subito con tanto di dedica personale.

- Sai Nick, Lexi l'ha presa molto male per come l'ha trattata Joe – ammise Maggie, - è da quando mia madre è scappata di casa che non la vedo così scontrosa e arrabbiata.

- Mi dispiace – commentò il sedicenne, - e anche a Joe, oggi ha detto che vorrebbe fare pace con lei.

La ragazza fece una smorfia.

- Gli organizzerò il funerale – biascicò.

- Sai tu e Joe dovreste fare coppia, avete entrambi una positività ammirevole! - commentò Nick sarcastico e al solo pensiero che ciò che aveva detto si avverasse fu preso da un moto di gelosia.

Maggie ridacchiò divertita.

- Si, certo come no! - esclamò. - Io e Joe insieme, ma da dove ti vengono certe idee?

Senza contare il fatto che, non solo Lexi mi ucciderebbe, ma io sono innamorata di te, pensò la mora.

Nick si fece prendere dall'allegria e si mise a ridere anche lui.

- Bo – disse con il sorriso sulle labbra.

Intanto una bellissima sinfonia aleggiò per tutta la sala.

- Che bella! - commentò la sedicenne senza riuscire a trattenersi.

- Vuoi ballare? - chiese il cantante, ammiccando.

Maggie lo guadò incredula e imbarazzata.

- Sul serio? - chiese.

- Certo – disse lui, - dai vieni.

Maggie afferrò la mano che lui le aveva porgeva e si alzò grazie al suo aiuto, si avvicinarono alla pista così, mano nella mano, ed iniziarono a volteggiare.


Stai benissimo così,

certi sbagli fanno crescere, non fanno male

pochi giorni e tutto tornerà normale

(Ricordi; Finley)


- Alexandra ti prego mi vuoi ascoltare? - chiese Joe esasperato inseguendola.

- Che cosa non capisci della parola “no”? - domandò la rossa con odio, che aveva ripreso a parlare con il ragazzo da pochi minuti e solo per ricoprirlo di insulti.

Lui la ignorò, doveva parlarle.

- Ti prego!

- No, ti ho dato un'occasione e l'hai sprecata, basta! - disse lei voltandosi verso il cantante e fissandolo con disprezzo. Non lo guardava così dal loro primo incontro.

- Alexandra ho fatto uno sbaglio, voglio rimediare e … - iniziò Joe.

- Risparmia il fiato per le tue canzoni Joseph, io non voglio più avere nulla a che fare con te. E poi, chissà, fra le tue fans ci sarà una ragazza abbastanza grande per te – commentò Lexi con tutto l'odio che provava per lui.

- No, ti prego, ho fatto una cavolata! Ho avuto paura, non volevo dire quello che ti ho detto! - si difese lui.

- Non raccontarmi balle, eh! Hai avuto paura? E non hai pensato a me, ai miei sentimenti? - ringhiò la ragazza. - Se avevi paura dovevi pensarci prima di rispondere al bacio!

- Io …

Lei si allontanò imprecando ad alta voce.

- Alexandra io ti voglio spiegare perchè ho fatto quello che ho fatto, voglio fare la pace con te … voglio che torniamo amici, se non qualcosa di più – disse Joe e in quella frase praticamente le rivelò ciò che provava per lei.

Lexi non poté fare a meno di sentirsi leggera e sollevata a sentire quella frase, ma non poteva scusare Joe per quello che aveva fatto.

Si allontanò con passi corti e veloci, non voleva sentire ancora una volta la sua voce.

- Alexandra ti supplico – la pregò Joe con voce roca raggiungendola e prendendole la mano con forza.

Lei cercò di scansarsi ma lui non la lasciò andare.

- Tu … - iniziò il diciannovenne.

- Non dirlo – sussurrò la rossa ad occhi chiusi mentre sentiva la sua mano calda che la teneva.

- Mi … - continuò lui implacabile.

- Stai zitto – disse a mezza voce Lexi, stancamente.

- Piaci – concluse Joe.

- No! - esclamò lei ad alta voce. - Non è vero Joe, io non ti piaccio e se anche fosse io non voglio più stare con te.

- Cosa? - chiese lui in un mormorio roco, lasciandole la mano.

- Hai capito benissimo – disse la ragazza trattenendo le lacrime, - tu non sai quanto ho sofferto per te – poi si allontanò, non aveva più voglia di sentirgli dire scuse patetiche su quello che aveva detto e fatto … era stanca di lui.


Prendimi così

oppure lascia perdere

sono pazzo da rinchiudere

e queste sono le mie regole

(Questo sono io; Finley)


Maryl teneva le braccia stretta intorno al collo di Kevin, lui le cingeva la vita.

Ad occhi estranei potevano sembrare due fidanzati, e in effetti lo erano … quasi.

Il DJ stava mettendo solo canzoni lente, adatte ai balli fra fidanzati, Kevin sospettava che cercasse di fargli un favore. Doveva ricordarsi di ringraziarlo di cuore quando l'avrebbe visto da solo.

- Bella questa canzone – mormorò Maryl guardandolo dal basso verso l'alto; nonostante i tacchi alti era ancora poco più bassa di lui.

- Si – annuì Kevin volteggiando con la ragazza, notò di striscio Maggie e Nick in un angolo che ballavano fissandosi negli occhi. Ora che ci pensava il ventunenne non vedeva il sedicenne così felice da tanto tempo.

All'improvviso la bionda scoppiò a ridere, senza però staccarsi dal ragazzo.

- Che hai da ridere? Dimmi dai che mi voglio divertire – le disse Kevin guardandola.

- No, niente, è che hai idea da quanto tempo stiamo ballando insieme noi due? - domandò con aria divertita.

- Ehm, venti minuti? Quindici? - chiese lui confuso.

Lei scosse la testa, allegra.

- Un'ora – gli rivelò.

- Perdindirindina! - esclamò il ragazzo.

Bastò quella parola per fare venire una nuova crisi d'ilarità a Maryl.

- Perdindirindina? - chiese sorridente. - Andiamo è dai tempi della prima guerra mondiale che nessuno usa più questa parola!

- Sai com'è sono vecchio – rivelò lui, sarcastico.

- Beh questo l'ho sempre saputo – si vantò la bionda.

- Ah ah – disse Kevin, ironico.

- Giuro – disse lei.

Il ragazzo la ignorò e continuò a ballare con lei, confondendosi fra le altre coppie di ballerini.

Molte ragazze guardarono Maryl invidiose, sussurrando improperi.

- Ho come l'impressione che ben presto si verrà a sapere che i Jonas Brothers sono venuti a questa festa sta sera – commentò Kevin. - E sono altrettanto certo che tu, Maggie e Lexi finirete su qualche rivista scandalistica.

- Pazienza – sussurrò lei, - non mi interessa tanto ad essere sincera.

Lui la ammirò, non sapeva se lui avrebbe reagito allo stesso modo nella sua situazione … certo se non fosse stato famoso.

Mentre ancora ballavano finirono davanti ad un ragazzo dai capelli castani che si stava avvicinando alla sua ragazza tenendo in mano due bicchieri colmi di punch rosso sangue; camminava velocemente, non vedeva l'ora di raggiungere la sua fidanzata, e goffamente inciampò nelle scarpe di Kevin versando i due bicchieri sul vestito di Meryl.

- Oh mamma! - esclamò il ragazzo. - Mi scusi signorina, non volevo.

A Kevin parve un flashback di qualche giorno prima, quando lo stesso era accaduto con una ragazza, iniziava a preoccuparsi seriamente di come Maryl avrebbe reagito all'ennesimo vestito sporco.

Maryl fissò la macchia che si estendeva a macchia d'olio sul suo costosissimo vestito e fissò la causa di quel disastro, ma quella volta non c'era tempo per arrabbiarsi, quella volta il sentimento che prevaleva era la tristezza.

- Ehm – si schiarì la gola Kevin, - vai pure – disse al ragazzo, il quale obbedì all'istante allontanandosi immediatamente.

Maryl continuava a fissare la macchia sull'abito, impietrita e mentre sentiva le lacrime che le salivano fino agli occhi, sapeva di essere esagerata ma quel vestito oltre al fatto che era costato una cifra stratosferica, era quasi unico, infatti Dior aveva fatto pochissimi abiti come quelli.

Kevin la prese per un braccio mentre la ragazza iniziava a riprendersi e a far prevalere la rabbia.

- No, tu ora torni qui subito! Tu, essere ingrato, mi hai rovinato un vestito quasi unico nel suo genere! - ringhiò Maryl con odio mentre veniva portata via da Kevin rivolta al ragazzo che l'aveva travolta.

L'istinto di conservazione di quel povero ragazzo gli disse di scappare al più presto, cosa che lui fece immediatamente, portandosi via la sua ragazza.

Kevin portò Maryl sulla terrazza, lontani da sguardi indiscreti.

Lei irradiava rabbia da tutti pori, lui era tranquillissimo.

Una coppia perfetta, no? Si completavano a vicenda.

- Stai bene? - osò il ventunenne dopo qualche minuto di silenzio.

- Dior – disse solo Maryl.

- Dai su, non è così grave – disse Kevin, ma si pentì subito di averlo detto, infatti la bionda lo guardò con odio.

- Cioè è molto, molto grave – si corresse.

- Ecco mi sembrava – biascicò Maryl incrociando le braccia sulla macchia dell'abito.

Kevin la fissò per un istante.

- Vorrei fare qualcosa per te – disse, - ma non so cosa.

- Beh potresti aiutarmi ad uccidere quel ragazzo, vuoi? - chiese lei speranzosa.

Kevin scosse la testa e la ignorò.

- Maryl – disse all'improvviso, - ti volevo dire una cosa.

Lei si fece subito attenta.

- Ti volevo dire che sei una ragazza meravigliosa, la migliore che io abbia mai incontrato, sei stupenda sia dentro che fuori, tu sei fantastica e volevo dirti che mai e poi mai incontrerò un'altra come te e che non smetterò mai di volerti bene – disse Kevin osservandola a lungo.

Lei abbassò gli occhi, felice del discorso che Kevin le aveva appena fatto, i suoi occhi si bagnarono di lacrime che le rigarono le guance.

- Ehi, che fai ti sei commossa? - chiese lui sollevandole il mento con un dito.

- No – singhiozzò Maryl, - è per il vestito!

Kevin sorrise divertito e premette le sue labbra su quelle della ragazza.


Continua ...

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Capitolo 17
*** When You Look Me In The Eyes ***


Ciao ragazze,

bene oggi è giornata di annunci quindi se avete pazienza dovreste leggere tutti gli avvisi che metterò qui sotto, grazie mille:

1. Bene questo è un avviso che è per me una fortuna e per voi, forse, una sfortuna. Vi avverto che molto probabilmente Brothers and Sisters raggiungerà e forse supererà i trenta capitoli, insomma si prospetta a essere una storia molto lunga, spero vi faccia piacere!

2. Le vacanze estive sono arrivate e io ben presto, i primissimi di Luglio, partirò in vacanza e non tornerò per un bel po' di tempo (nove giorni minimo) e quindi non potrò né aggiornare né recensire tutte le storie che di solito recensisco e di questo volevo scusarmi con tutti gli autori di fanficions di questo sito. Perdonatemi!

3. Sempre tornando agli aggiornamenti, durante l'estate quindi pubblicherò i capitoli molto di rado, ogni volta che torno a casa mia a Milano e scusatemi anche per questo. Ma guardate il lato positivo, ho due mesi per inventare nuove vicende per i nostri personaggi! E molto probabilmente questa storia vedrà nascere il 2010 quindi è piuttosto lunga!

4. Ringrazio un milione di miliardi di volte: Sbranina, PrInCeSsMaLfOy, Egg__s, jonas_princess, crazies_cullen123, merion, Giulietta24, jeeeeee per aver recensito “You're Unkink”!! In una shot sola già 11 recensioni, mi avete reso la ragazza più felice della terra!

5. Ringrazio non so più quante milioni di volte: Tappina_5_S, crazies_cullen123, jonas_princess, PrInCeSsMaLfOy, jeeeeee per aver recensito “Before The Storm”! Grazie mille!! Non credevo che una Niley piacesse così tanto! Se volete scriverò ancora su di loro!

Bene finito con gli avvisi, passo ai ringraziamenti:

crazies_cullen123: si lo so, io sono sadica!! E pazza... ma è un dettaglio! Grazie per il buona fortuna degli orali! Probabilmente anche io agli esami farò lo stesso che hai fatto tu con una mia amica! Spero che questo chappy ti piaccia! Un bacio!

merion: come ti ho già detto non ho molto tempo per aggiornare, ma ammettilo ti ho spiazzata aggiornando venerdì al posto di lunedì come ti avevo scritto, eh! Beh, ho deciso di aggiornare oggi dato che ho finito di scrivere questo capitolo ieri alle due di notte... Lexi la vedo anch'io scema, ma dai forse (e sottolineo forse) un giorno capirà la sua cavolata! Intanto ti consiglio di leggere, ho una sorpresa per te! Un bacio!

jonas_princess: in effetti se Joe mi avesse detto una cosa del genere come ha fatto con Lexi sarei svenuta, ma se me l'avesse detta Nick … uh, sarei andata in iperventilazione e sarei collassata fra le sue braccia! Ecco qui un nuovo chappy che spero ti piaccia, soprattutto … no non dico niente! Un bacio!

Giulietta24: grazie mille per i complimenti! Mi fa davvero piacere che questa storia ti piaccia e spero di risentirti su questa FF!! Grazie mille per avermi aiutata con le notizie dei Jonas, mi sei stata davvero utile! Se Lexi ti piace spero che tu gradisca questo capitolo!

Melmon: ciao! La storia che mi hai fatto venire in mente non l'ho ancora scritta, ce l'ho in mente e aspetto di averla un po' più chiara in testa prima di metterla su carta e infine scriverla al computer, comunque grazie ancora di avermi fatto avere l'idea!! Joe si farà perdonare moooolto presto, hi hi un bacio!

jeeeeee: grazie mille per il buona fortuna per gli orali tesoro! Non vedo l'ora di sapere cosa pensi di questo capitolo!! Joe ne combinerà di cotte e di crude!! Un bacio amor!

Niki_Cullen: meno male che non ti sei offesa sul codice html, perchè non era assolutamente mia intenzione! Ti ho contattata e ti ho scritto cosa devi fare per usare il codice, spero di esserti d'aiuto! Un bacio!
PrInCeSsMaLfOy: sono iper contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto!! Spero che anche questo ti piaccia!! Grazie mille per il buona fortuna agli orali … speriamo bene! Un bacio!

Capitolo 17. When You Look Me In The Eyes


- Quindi ... in poche parole … tanto per essere chiari … per essere diretti ... voi stareste, ecco insieme? - chiese Lexi guardando Maryl e Kevin mano nella mano che si guardavano adoranti con sguardi persi, agli occhi della rossa erano rivoltanti.

- Beh si – annuì Maryl stringendo la mano del suo ragazzo, - non sei felice per noi?

- Eh, non si vede? Sprizzo felicità da tutti i pori! - esclamò sarcastica la sedicenne con un sorriso forzato.

Maggie e Nick, dall'altra parte della stanza, passavano con gli occhi da Lexi alla coppietta innamorate e viceversa.

Erano riuniti a casa Campbell da più di un'ora e c'erano proprio tutti, tranne Joe che era tornato a casa a leccarsi le ferite dopo essere stato rifiutato da Lexi, senza contare che quest'ultima non lo voleva vedere neanche da lontano.

Era quasi mezzanotte.

- Kevin credo sia ora di tornare a casa – disse Nick dopo aver guardato l'orologio che teneva al polso. - Mamma e papà ci staranno aspettano.

Senza contare che Joe starà malissimo e voglio e devo sapere come sta e se posso aiutarlo, aggiunse mentalmente.

- Oh – disse Kevin e si voltò verso la sua amata, - devo andare.

Maryl gli strinse forte la mano; ora che finalmente aveva il riccioluto tutto per sé non lo voleva lasciare andare.

- Mi dispiace – aggiunse in un mormorio il ventunenne alla bionda, - sul serio.

La ragazza sorrise.

- Non ti preoccupare sciocchino! - disse. - Mica ti devo avere sempre intorno, ci sentiamo domani però, promesso?

- Promesso – promise Kevin e le diede un bacio come per darle una conferma.

Maryl lo lasciò andare con un sospiro e non appena i due fratelli Jonas si chiusero la porta alle spalle si lasciò cadere fra i morbidi cuscini del divano iniziando a ridere.

- Oh si un vero spasso Maryl – commentò Lexi. - Muoio dalle risate, ti sei appena messa con il fratello di un troglodita, complimenti, ti do la mia benedizione.

Maryl continuò a ridere, spaesata.

- Io inizierei a preoccuparmi – disse Maggie, ancora in abito da sera, avvicinandosi alla gemella. - Quando fa così o è isterica o molto felice, e non la smette più.

- Ah sicuramente è per la prima opzione – disse Lexi con uno sbuffo mentre si toccava nervosa il tessuto dell'abito da sera che indossava, - si è appena resa conto che il fratello del suo ragazzo è un deficiente totale.

- Sono così felice! - esclamò invece la bionda, ridacchiando. - Ho un ragazzo che è la fine del mondo!

Maggie e Lexi scossero la testa incurvando il labbro inferiore in una smorfia, ora si sarebbero dovute sorbire ore e ore dei pregi di Kevin, dei progetti che loro sorella maggiore e il ragazzo avevano deciso di organizzare dall'ora e mezza che stavano insieme, ovvero la promessa di una chiamata per il giorno dopo, e delle bellezze di stare con un Jonas.

- Sarà una notte molto lunga – commentò Lexi.

La gemella mora confermò la sua affermazione con un verso di sconforto.

- Ehi Maggie – sghignazzò Maryl, - ho visto te e Nick sta sera ed eravate favolosi insieme! Lui è cotto di te ne sono più che sicura!

Maggie grugnì, era un verso indecifrabile.

- E tu Lexi – continuò la bionda ridendo come una schizofrenica, - sei una scema, insomma Joe aveva uno sguardo talmente affranto quando tu l'hai lasciato in quel modo! Lui è innamorato e tu gli da un due di picche solo perchè lui ha fatto una cretinata – scosse la testa – a volte mi chiedo se siamo sul serio sorelle.

- Oh beh qui c'è una soluzione semplice, basta fare il test del DNA – commentò Lexi acida salendo le scale con passo pesante, offesa. - Io vado a dormire.

Né Maggie né Maryl udirono altri rumori provenire dal piano superiore.

- L'ho combinata grossa? - chiese la bionda tornando seria.

Maggie la guardò con espressione persa e scosse la testa in modo non molto compromettente.

Si, l'aveva combinata grossa, eccome se l'aveva combinata grossa.

- Scusa – commentò Maryl, - che poi non dovrei nemmeno dirlo a te ma a Lexi. Dio mio che casino, è dura essere una sorella maggiore.

- Forza – disse Maggie, - a tutto c'è un rimedio e sono sicura che Lexi ti avrà già perdonato domani mattina a colazione, ma tanto per esserne certa preparale le frittelle ai mirtilli che le piacciono tanto.

La ventenne sorrise, speranzosa.

- Dovrei andare a parlarle? - chiese.

Maggie scosse la testa.

- Sta sera no, domani forse, ma oggi ... oggi deve sfogarsi da sola per capire che ha fatto una cazzata di dimensioni olimpioniche ad aver lasciato Joe.

- E se ne accorgerà? - domandò Maryl.

- Con un po' di tempo, ma lo capirà, puoi giurarci – annuì Maggie.

E Maryl sperò con tutto il cuore che fosse così.


Perdonami ma non so perdonarti
se è vero che ci sei che puoi vederci
perdonami ma non puoi venirmi a dire
che tutto succede per tua volontà ... per tua volontà

(Perdonami; Enrico Boccadoro)

Joe appoggiò la testa alla parete della sua camera e chiuse gli occhi sconfortato, nella testa gli risuonavano incessantemente le frasi che Lexi gli aveva detto alla festa.

Non è vero Joe, io non ti piaccio e se anche fosse io non voglio più stare con te, rammentò il mezzano, quelle erano quasi le ultime parole che gli aveva detto.

Perchè la vita doveva essere così complicata? Perchè non poteva essere semplice come al solito, perchè esisteva l'amore?

L'amore fa schifo, pensò Joe con rammarico.

Eppure l'amore era anche la cosa più bella al mondo, l'unica cosa che dava la spinta a Joe la mattina per alzarsi, che gli dava la forza di fare il lavoro di cantante fra problemi e mille impegni.

Oh Lexi, pensò il diciannovenne, come vorrei poterti stare accanto in questo momento.

Qualcuno bussò alla porta della sua camera.

- Non ci sono – borbottò il mezzano, - riprovate più tardi.

- Joe sono io – disse Nick dall'altra parte della parete, la mano ancora alzata come se stesse ancora bussando.

Il diciannovenne non ci pensò due volte e diede il permesso a Nick di entrare in casa.

Il sedicenne entrò e si sedette sul letto del fratello, mentre il maggiore si risedeva a terra, ancora vestito da damerino.

- Joe devi reagire – disse Nick, - non puoi continuare così.

- Perchè no? - chiese il mezzano.

- Perchè? Ma ti sei visto? Sembri un cane bastonato, perchè ti riduci così? - chiese il ricciolino.

- Perchè? Nick la ragazza che mi piace mi ha rifiutato e la colpa è mia – disse Joe guardando il fratello.

- Va bene tu hai fatto un piccolo errore … - iniziò il sedicenne, ma si corresse quando vide l'espressione del fratello, - va bene un grosso errore, ma tu le hai chiesto scusa e ora è lei che non ti ha perdonato.

Joe scosse la testa.

- E questo dovrebbe farmi sentire meglio? - domandò il mezzano. - Perchè se è così avvertimi.

Nick abbassò il capo, sconfortato dal comportamento del fratello maggiore, non lo sopportava quando faceva il depresso con tutti i suoi musi lunghi e i suoi sbuffi.

- Beh – iniziò Nick, - potresti fare qualcosa di più per Lexi, chiederle scusa in un altro modo.

- E come, prostrandomi ai suoi piedi? Pregandola in ginocchio? Supplicandola? L'ho già fatto Nick e non ha funzionato, anzi ha peggiorato la situazione e ora non solo Alexandra mi odia, ma non mi vuole neanche vedere – spiegò Joe, con una nota disparata nella voce.

- Oddio Joe, al contrario di quello che molti pensano, sei un ragazzo intelligente, usa le meningi e tira fuori qualcos'altro per chiederle perdono – disse il minore.

- E come? - domandò il mezzano.

- Non te lo posso dire io, deve essere una tua idea Joseph Adam – disse Nicholas calcando bene sul nome completo del fratello e dirigendosi verso la porta per uscire, - d'altronde sei tu il genialoide del gruppo come dici di essere, no?

E con quelle parole si congedò.

Joe rimase fermo un attimo a pensare, lui il genialoide del gruppo? Da quando? Doveva essersi perso qualche passaggio.

La luce della camera di Nick, che si intravedeva da quella del mezzano, si accese e come se nello stesso momento Joe ebbe un'idea.

Il diciannovenne uscì dalla propria camera e raggiunse quella del fratello minore e la spalancò senza bussare, Nick era seduto sul letto e stava suonando la chitarra.

- Buonasera, di nuovo – lo salutò il sedicenne, - di cose hai bisogno oh piccolo genio – nel suo tono filosofico c'era una nota sarcastica.

- Si, certo Nick, senti domani Lexi e Maggie sono a scuola? - domandò Joe, ignorandolo.

- Si – disse il minore, - certo, perchè?

- Oh, no niente – disse Joe con fare misterioso, - sono semplicemente un genio.


E mi sento
diverso da ieri
e tutto questo
mai più dentro di me

(Diverso da ieri; Garretti)


Una Maryl versione casalinga, vestita con solo una semplice tuta e un paio di pantofole, con tanto di grembiule per cucinare, si aggirava per casa Campbell canticchiando allegra e rassettando tutto ciò che era in disordine, dai cuscini ai soprammobili.

- I'm hot, you're cold, you go around like you know – cantava sottovoce una delle canzoni dei Jonas Brothers, il sorriso sulle labbra.

Saltellò fino alla cucina e si mise a preparare le frittelle ai mirtilli per Lexi e dei pancake per Maggie.

- Oh quanto mi piace cucinar, oh si! - canticchiò apparecchiando la tavola della cucina con fare spensierato.

La tavola era imbandita con tutte le prelibatezze che la ventenne era riuscita a trovare in casa: c'erano tre tipi differenti di succhi, biscotti fatti in casa, latte, cereali, frutta di vari tipi e i piatti pronti per ospitare frittelle e pancake.

- Lexi! Maggie! - trillò la bionda chiamandole per le scale. - La colazione!

Dopo pochi minuti le due Campbell minori scesero le scale, assonnate, Lexi con il viso stanco e Maggie con la faccia da zombie.

Non appena entrambe entrarono in cucina entrambe si bloccarono sulla soglia e osservarono la scena che le si parava davanti, stupite.

- Devo essere morta e finita in paradiso – commentò Maggie, guardando la scena meravigliata.

- No, non sei morta Maggie, è Maryl che è impazzita – commentò Lexi, osservando con desiderio le frittelle che si stavano cuocendo a fuoco lento su un fornello – a furia di frequentare Joseph ha perso la testa.

- Buongiorno sorelline! - esclamò Maryl, allegra, - prego, la colazione è servita!

- Che cosa?! - domandò Maggie. - Hai cucinato tutto tu?

- Certo che si! - esclamò la bionda. - Mi sono alzata di buon ora e vi ho preparato una sorpresa, gradita spero.

- Graditissima – affermò Lexi schizzando verso la tavola imbandita e afferrando un biscotto e mangiandolo con gusto. - Uhm buono! Con la cannella?

- Si – disse fiera Maryl, - preparati con le mie mani.

- Sul serio? - chiese Maggie afferrandone uno e assaggiandolo, non era niente male.

- Si – ripeté la bionda. - Ora sedetevi, arrivano le frittelle ai mirtilli e i pancake!

La maggiore spense i fornelli e servì le sorelle con un sorriso compiaciuto dipinto sulle labbra.

Maggie osservò tutte le prelibatezze che la sorella aveva preparato; dopo il discorso del giorno prima si aspettava uno sforzo di Maryl nel preparare la colazione, ma non avrebbe mai pensato a un tale spettacolo.

- Eccovi servite – disse la bionda mettendo a entrambe il cibo nel piatto. - Bene, buon appetito!

Lexi iniziò a mangiare le frittelle con gola.

- Posso sapere a che dobbiamo tutto questo spettacolo? - chiese.

- Beh, dato che pochi giorni fa ho lasciato l'università e non ho ancora avuto il tempo per iscrivermi a quella nuova ho molto tempo libero e ho deciso di prepararvi questa meraviglia! - spiegò Maryl. - Volevo anche scusarmi con te per ieri sera, sono stata molto insensibile, ma il fatto di essere la ragazza di Kevin mi ha totalmente dato alla testa.

Caspita, ha superato un record, pensò Maggie, sono appena le sette di mattina e già pensa al suo ragazzo.

Maryl aveva abbandonato l'università di legge solo tre giorni prima, era andata personalmente a scuola spiegando la sua scelta al preside ed era andata a ringraziare la professoressa Gregory per i consigli.

- Puoi spigarmi il tuo abbigliamento? - chiese Lexi, sorvolando al discorso che aveva appena fatto la sorella a proposito dall'essere perdonata.

- Oh, beh, è piuttosto inutile vestirsi eleganti per stare in casa, - spiegò Maryl con non chalance, - cosa mi metto in tiro a fare se a vedermi siete solo voi due?

- Presto Maggie chiama un'ambulanza! - dichiarò Lexi accorrendo dalla sorella maggiore. - Sta male!

- Cosa? - domandò Maryl confusa.

- Ho già fatto il numero – spiegò Maggie con fretta e furia digitando tre numeri sul telefono di casa.

- Siete pazze? Maggie poggia subito quel telefono e tu Lexi lasciami! - esclamò la bionda cercando di scrollarsi di dosso la sorella che l'abbracciava stretta.

- Maryl hai appena detto che è inutile vestirsi eleganti per stare in casa! - disse la rossa continuando a tenerla. - Avrai sbattuto la testa povera te, o la tua vicinanza con un troglodita ti ha davvero fatto male.

- Ma che dite, io sto benissimo! - disse Maryl che iniziava seriamente ad irritarsi.

- E' quello che vuoi farci credere – disse Lexi con un sorrisetto, - poverina hai perso anche la memoria.

- Stai zitta tu! - abbaiò la bionda. - Possibile che io non possa vivere tranquillamente la mia vita senza che tu e Maggie non commentiate ogni frase che dico?

Maggie ridacchiò e appoggiò il telefono sul tavolo della cucina e Lexi lasciò la sorella.

- Se non vuoi spaventarci vai a cambiarti – disse la mora, - vestiti con Armani o Prada o tutto quello che vuoi ma per favore togliti questa tuta.

- Perchè? - volle sapere la ventenne.

- Tu sei miss moda, Maryl, non puoi metterti una tuta che non so neanche dove puoi averla comprata – spiegò Lexi, seria.

- L'ho presa ai grandi magazzini – disse la bionda.

La rossa trattenne il fiato e Maggie sbatté il palmo di una mano contro la fronte.

- E' peggio di quanto pensassi – disse.

- Smettetela – disse Maryl, brusca.

- Va bene – annuì Lexi tornando a mangiare, seguita dalla gemella.

La bionda sbuffò e uscì dalla cucina.

- Vado a cambiarmi – annunciò, - torno fra circa tre quarti d'ora.

- Daccordo – disse Maggie.

Maryl era già a metà delle scale quando sentì la voce di Lexi.

- Ah, sei perdonata! - le urlò e al suono di quelle parole la ventenne sorrise.


Essere una donna
non vuol dire riempire solo una minigonna
non vuol dire credere a chiunque se ti inganna.
Essere una donna è di più, di più, di più, di più
è sentirsi viva

(Essere una donna; Anna Tatangelo)


- Io sono un genio assoluto! Dovrebbero assegnarmi il premio Nobel per la mia intelligenza, no anzi, dovrebbero dichiararmi Genio Dell'Anno – disse Joe, afferrando la scatola dei cereali e mettendoli nel proprio piatto.

Nick sbuffò e si concentrò sulle sue uova.

- No, sul serio non so come farebbe l'umanità senza di me – continuò il diciannovenne.

- Joe vuoi dirci cos'hai fatto o dobbiamo pregarti in ginocchio? - chiese il sedicenne, curioso suo malgrado.

- La seconda scelta mi alletta assai – ridacchiò il mezzano.

- Oh mamma – borbottò Frankie osservando il fratello maggiore, malevolo – non puoi stare un po' zitto Joe?

Denise Jonas ridacchiò divertita per la frase del suo piccolino.

- Sh Frankie, dovresti cantare le mie lodi e non rimproverarmi – lo rimbeccò il moro dai capelli lisci.

- Le tue lodi, Joe, si possono contare sulla punta delle dita – continuò Frankie, imperterrito.

Nick, Denise e Paul Kevin Jonas Senior scoppiarono in una sonora risata.

- Che avete da ridere? - chiese Joe. - Non è divertente.

- Invece è così te lo assicuro – rise Nick.

Il mezzano sbuffò.

- Bene, io vado a prepararmi per poi andare a compiere il mio piano geniale – disse Joe alzandosi da tavola, - sta sera quando tornerò a casa sarò un uomo più felice.

- Ma che stasera?! Devi essere qui entro le cinque, abbiamo un intervista per People – gli rammentò papà Jonas.

- Giusto, l'intervista – disse il diciannovenne, - in tal caso ci vediamo alle cinque, addio famiglia, ditemi in bocca al lupo.

- Crepa il lupo – sussurrò Nick.

In quel momento in cucina entrò il sesto componente della famiglia, vestito e pettinato con tanto di un sorriso a trentadue denti che gli partiva da un orecchio all'altro.

- Buongiorno famiglia! - esclamò Kevin Jonas. - Non trovata che sia una giornata meravigliosa? Il sole splende, gli uccellini cantano …

- Eccolo il nostro innamorato! - lo salutò il diciannovenne. - Bene io vado.

- Innamorato? - chiese Denise al figlio maggiore.

- Ehm … - iniziò Kevin, ma a quel punto Joe era già uscito di casa per compiere ciò che doveva fare.


Parlami,

come il vento fra gli alberi,

parlami,

come il cielo con la sua terra

(Luce; Elisa)


Quando il cellulare suonò dando come mittente 'Kevin', Maryl era la felicità fatta persona.

- Pronto Kev! - lo salutò allegra, senza perdere tempo.

- Maryl, buongiorno, come stai? - chiese il ventunenne con voce sognante.

- Benissimo, tu? - domandò lei.

- Bene, ora che ho sentito il suono della tua voce – commentò lui.

Maryl squittì dalla felicità.

- Che stai facendo? - chiese la bionda al suo ragazzo.

- Oh, ho appena finito di dire alla mia famiglia della relazione – spiegò Kevin, tranquillo.

- Ah, e come … come l'hanno presa? - mormorò Maryl.

- Bene, non ti preoccupare, ci hanno dato la loro benedizione e tutti i migliori auguri possibili – spiegò il moro.

La bionda fece un sospiro di sollievo, un ostacolo che non aveva mai preso in considerazione nella sua relazione con il chitarrista era superato.

- Ringraziali da parte mia – lo pregò Maryl, - non li deluderò.

- Sperò sia così – disse Kevin, - e anche io non ti deluderò, puoi starne certa.

Rimasero in silenzio per una frazione di secondo, dopo di che si misero a parlare di tutto, come se non si vedessero da anni quando, in realtà, erano solo poche ore.

- Lexi e Maggie sono già a scuola? - domandò lui, dopo aver parlato praticamente ognuno della propria vita, dettaglio per dettaglio, fino a quel momento.

- Si – rispose Maryl, - mi hanno fatto impazzire prima, ma adesso sono a scuola. Credevano fossi pazza.

- Perchè? - chiese Kevin, divertito.

- Perchè mi ero vestita con una tuta comprata ai grandi magazzini e ho detto che non mi importava di vestirmi elegante in casa, si può essere più sceme a credere che io stia male perchè penso una cosa simile? - chiese lei scettica.

- Maryl, tu resta dove sei, capito? Non ti muovere, io sto arrivando da te – disse il ventunenne serio.

- Cosa? Kev che stai dicendo? - chiese la bionda.

- Ti sei sentita male oggi? Anche un leggero mal di testa? Non ti preoccupare adesso ti porto in ospedale e lì ti faranno qualcosa per capire cos'hai avuto, forse uno sbalzo della pressione, comunque non ti muovere che fra poco arrivo – disse Kevin serissimo.

- Anche tu? Io sto benissimo! - esclamò la bionda che iniziava seriamente a spazientirsi. - Ma se vuoi venire io non ti fermerò, sappilo.

Il ventunenne sorrise.

- Oh non ti preoccupare fra poco arrivo.

- Allora ti aspetto – disse Maryl.

- Arrivo amore – le disse Kevin.

- Non vedo l'ora di vederti – confessò la bionda.

- Chiudi gli occhi e immagina che io sia lì con te, quando riaprirai gli occhi io sarò lì da te – mormorò Kevin.

Con un breve saluto la ventenne mise giù e gli obbedì.


Ogni tua parola
ogni tuo gesto
rimangono impressi nella mente
non li scorderò di certo
sono con te
se tu lo vuoi

(Amami; Nek)



- Lexi, non credo sia una buona idea – confessò Josie osservando l'amica mentre stendeva un telo bianco sul tavolo che aveva trasportato fino all'atrio della scuola.

- Perchè? Io la trovo un'idea geniale – disse Lexi, la sua voce rimbombava nei corridoi vuoti della scuola, tutti gli altri studenti stavano facendo lezione.

- Beh se ci beccano questa volta verrai davvero espulsa – rettificò Josie.

- Perchè, tu no? - domandò Lexi squadrandola da capo a piedi.

- No, ho una sospensione in meno della tua, sono stata malata due manifestazioni fa! - esclamò Josie, furente. - Io non mi voglio rovinare la vita per colpa tua! Già con due sospensioni sarà un miracolo se mi ammettono ad Harvard fra qualche anno quando farò l'iscrizione, poi se mi espellono anche posso dire addio all'università!

- E quindi? - chiese Lexi.

- Quindi me ne vado. Ti voglio bene Alexandra, ma non posso e non voglio farmi rovinare la vita da te – disse Josie, prendendo il suo zaino che aveva appoggiato a terra e allontanandosi da lei, - vado a lezione.

Lexi la osservò percorrere il corridoio e svoltare un angolo.

La rossa sbuffò, dopo di che tornò a preparare la tavola per la manifestazione di quel giorno per sostenere il rinoceronte bianco che si stava estinguendo in Africa.

Mancava circa mezz'ora al suono dell'intervallo, orario in cui avrebbe iniziato la sua protesta.

A che le serviva Josie? A cosa le serviva un'amica se poi l'abbandonava nei momenti del bisogno?

- Non mi importa, figurati – sussurrò la sedicenne parlando da sola.

Si abbandonò su una sedia dietro al tavolo e si perse nei suoi pensieri.

Quando trenta minuti la campanella suonò Lexi si riprese dai suoi pensieri e si mise in piedi, aspettando che tutti gli studenti uscissero dalla propria aule.

Fin da quando la prima classe si svuotò la rossa iniziò a urlare.

- Siete mai stati in uno zoo? Si? Avete mai visto un rinoceronte bianco? No e sapete perchè? Ne esistono solo poche centinaia del mondo. Se volete aiutarli donate cinque dollari che invierò in un centro che si preoccupa per la difesa di questa specie di animali! - gridò.

Una gran parte degli alunni si allontanò indifferente dal tavolo di Lexi, per loro era solo l'ennesima dimostrazione inutile, altri invece si avvicinarono e le lasciarono sul tavolo un soldi da lei richiesti.

- Grazie! - li ringraziò Alexandra. - State facendo bene, se volete assicurarvi che i vostri soldi siano stati donati all'associazione per la protezione dei rinoceronti bianchi chiamate questo numero, e nel frattempo dava a chicchessia dei biglietti da visita.

In cambio ricevette qualche ringraziamento e alcuni versacci.

Nella folla che invadeva l'atrio una figura in particolare sembrava impaziente di raggiungere il tavolo delle manifestazioni, ma in particolare la dimostrante.

Joe correva veloce, con passi corti fra l'atrio gremito di gente, infilandosi fra i gruppi di studenti cercando di raggiungere al più presto Lexi.

Non appena le fu davanti la fissò con ammirazione per un istante.

Lexi lo vide e gli fece una smorfia.

- Che cosa vuoi Joseph – sibilò, - sto lavorando.

- Devi ascoltarmi – le ordinò lui.

- Scordatelo, neanche fra un milione di anni – disse la rossa con odio, - a meno che il tuo argomento di conversazione sia il rinoceronte bianco.

- Avevo un'altra idea in mente come discorso – ammise Joe, - ti prego.

- No! - esclamò Lexi ad alta voce.

Il diciannovenne la fissò per un istante, poi con un sospiro rassegnato salì sopra il tavolo della manifestazioni, sussurrando improperi.

- Avrei tanto voluto non farlo – disse il moro mettendosi ritto sul tavolo, attirando su di se numerosi sguardi curiosi. - Bene ti devo parlare e se tu non vuoi ascoltarmi sono costretto ad o obbligarti.

Centinaia di studenti osservarono Joe curioso.

- Oh mio Dio, lui è … - strillò una ragazza senza finire la frase.

- Si, sono Joe Jonas – sorrise il ragazzo, parlando ad alta voce, - e sono qui per parlarti Lexi, in un modo o nell'altro.

- Non mi chiamare … - si lamentò la rossa.

- Io invece ti chiamo come voglio, Lexi, hai capito? - chiese lui, sempre ad alta voce. - Bene, vorrei iniziare dicendoti che io sono un vero idiota e che non ti merito.

- Una cosa l'hai capita almeno – ribatté la rossa, in fondo compiaciuta di quello che stava facendo Joe per lei.

- Ma nonostante ciò tu mi piaci – continuò lui, fiero, - tanto Alexandra Sophie Campbell e io vorrei, anzi voglio essere il tuo ragazzo.

La rossa lo guardò per qualche istante, dopo pochi secondi il cantante fece un respiro profondo e iniziò a cantare con quanto fiato aveva in corpo.

- If the heart is always searchin', can you ever find a home? I've benn lookin' for that someone, I'll never make it on my own – intonò When you look me in the eyes con voce melodiosa, impegnandosi come non mai in vita sua.

- Oh Joe – mormorò Lexi guardandolo affascinata.

- When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find my paradise, when you look me in the eyes – continuò il moro sorridendole e porgendole la mano per aiutarla a salire sul tavolo con lui.

Alexandra dapprima tentennò, dopo di che afferrò la mano del suo amato senza esitazioni e si ritrovò in piedi su un tavolo nel bel mezzo dell'atrio della sua scuola, con un ragazzo meraviglioso che cantava solo ed esclusivamente per lei.

L'intera sala li guardava meravigliati, alcune ragazze erano abbracciate ai propri fidanzati, altri studenti stavano riprendendo la scena con il cellulare per poi metterla su YouTube e una ragazza stava rimproverando il suo ragazzo.

- Anche tu dovresti fare una cosa del genere per me! I cioccolatini e i fiori sono superati ormai – disse la ragazza in questione.

- When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find my paradise, when you look me in the eyes – concluse Joe fissando Lexi negli occhi e sfiorandole il naso con un indice. - Puoi perdonarmi?

Tutti gli alunni, compresi i professori che avevano assistito alla scena, trattennero rumorosamente il fiato.

- Come non potresti, stupido! - esclamò Lexi gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte a se.

Joe le prese il viso con le mani e la baciò sotto gli occhi di tutti.

- Allora sei sicuro di non essere troppo grande per me? - chiese Lexi fra un bacio e l'altro.

- Certo! Senza contare che io fisicamente ho diciannove anni, ma mentalmente ne ho circa dieci, quindi sei tu quella grande! - commentò Joe.

La sedicenne lo ignorò e continuò a baciarlo sotto gli occhi di tutti.

Ma né a Joe, che aveva risposto con entusiasmo al bacio della ragazza, né a Lexi importava, ora contavano solo loro due e nessun altro.


Continua ...

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Capitolo 18
*** The Horror House ***


Buongiorno ragazze mie,

come vi va la vita? Io ho finalmente finito gli esami *esulta*, è andato tutto bene e domani saperò il voto con cui sono uscita, speriamo bene!

Voi mi renderete, anzi no, mi avete reso la ragazza più felice della terra!! 17 recensioni in un solo capitolo! Vi voglio bene ragazze <3

Allora questo è l'ultimo capitolo che pubblico prima della mia partenza, quindi come vi ho già scritto non pubblicherò per un bel pò, per favore perdonatemi!!

Bene vorrei ringraziare anche qui, oltre che nella mia shot Promise, Egg__s per avermi aiutato a mettere i banner nella storie, questi non li inserirò in questa long ma nelle shot e nelle future long (ho già in mente un'altra long per quando finirò questa!).

In questo capitolo a un certo punto c'è una frase della mia prima, e ultima, canzone che ho scritto, spero vi piaccia!

Vorrei ringraziare la mia sìs che, anche se mi ha rotto le scatole, è stata la mia musa per questo capitolo, una specie di angelo custode perchè è stata proprio lei in questo chappy ad avere l'idea di dove ambientarlo e ha anche scritto un dialogo fra Joe e Kevin, io magari ho cancellato la parte che parlava dei calciatori che sputano 0__o ma il resto del dialogo è suo!! Ti voglio bene sìs <3

La parte del dialogo scritto dalla mia sìs, Maty, è contrassegnato da due asterischi, uno all'inizio e uno alla fine.

Ora passiamo ai ringraziamenti di … :

Promise:

jonas_princess: sono contenta che ti piaccia questa shot, e anche che la coppia Karyl ti affascini!! Un bacio!

Giulietta 24: ma certo che sei invitata al mio matrimonio!! Ho appena sentito Nick e mi ha detto che è completamente daccordo e Joe mi ha detto non vede l'ora di conoscerti!! Si ho visto che Joe ha detto praticamente che Nick e Miley stanno insieme, non so come l'abbia presa il mio quasi-maritino … Trace è una roba orribile, non lo posso vedere, ma Demi che gusti ha?? Boh … un bacio!

nes95: sono contenta che ti piaccia questa shot!! Comunque sulla data del 15 Luglio, ti spiego io e Nick avevamo pensato di sposarci il 15 Agosto, ma non potevamo rubare la scena così a Joe dato che è il suo compleanno, allora abbiamo spostato la cerimonia di un mese e … siamo a cavallo! Così abbiamo anche il tempo di tornare dalla luna di miele una settimana prima del ventesimo compleanno di Joe!! Comunque sei invitata! Un bacio!

jeeeeee: beh si che io sono fuori si sa!! Il 15 Luglio, comunque, sei invitata!! Un bacio!

PrInCeSsMaLfOy: ma certo che il 15 Luglio puoi venire alla cerimonia! Se vuoi puoi venire anche alla mia festa di addio al nubilato, sarà il 12 Luglio e Selena Gomez, Demi Lovato, Miley Cyrus, la mia best ed io andiamo a fare shopping dalle 8 di mattina alle 23 di notte facendo le cretine! Che festa di addio al nubilato originale, eh? Un bacio!

merion: figurati il ritardo!! Eh si si questa shot me l'hai ispirata tu e, anche se mi sono dimenticata di scriverlo, ti l'ho dedicata!! Sono contenta che l'immagine ti piaccia, mi sembrava la più adatta a questa shot … ma non so su People, sicuramente fanno delle bellissime liste degli uomini più sexy del mondo, ma certi pettegolezzi non mi vanno proprio giù … o almeno alle sorelle Campbell! Un bacio!

Brothers and Sisters:

crazies_cullen123: eh per Maggie e Nick dovrai aspettare ancora un po', un bel po', sono testardi entrambi. Purtroppo questo è davvero l'ultimo capitolo prima di un bel po' di tempo. Un bacio!

ada12: molte desidererebbero che Joe cantasse When you look me in the eyes, e forse un giorno accadrà *sguardo di chi guarda una cosa irraggiungibile *, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Spero che anche per questo sia lo stesso! Un bacio!

annina94: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Come vedi sono riuscita ad aggiornare prima della mia partenza, ma è l'ultimo per un lungo tempo! Spero che anche questo ti piaccia! Un bacio!

jonas_princess: si, sono assolutamente daccordo, tutti i ragazzi dovrebbero essere come Joe (a parte il mio Nick che è già così!!) Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, spero che anche questo ti piaccia! Un bacio!

_FrancySoffy_: figurati per aver saltato qualche capitolo, figurati!! Sono contenta che la coppia Karyl e Jexi ti piaccia! Sono riuscita ad aggiornare un ultima volta prima di partire, spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacio!

Giulietta 24: When you look me in the eyes è anche la mia preferita, cioè fra le mie preferita fra non so quante dei Jonas Brothers! Spero che questo capitolo ti piaccia, ho sudato sette camicie mentre lo scrivevo! Un bacione!

Claky: tu sei un genio, la tua ramanzina è servita si! Io mi sa che dovrò farne una a Nick e dirgli di baciarmi!! I quadri come sono andati? Figurati per la mail, anch'io non te ne ho più scritte, quando troverò il tempo te ne scriverò un'altra. Un bacione!

PrInCeSsMaLfOy: anche io lo voglio un ragazzo come Joe, non ti preoccupare non sei l'unica … ma che dico?? Io ce l'ho già! E' il mio Nicky!! Per Maggie e Nick dovrai aspettare ancora un po', sono un po' lenti quei due... Un bacione! Ti voglio bene!

streghettathebest: non ho dubbi sul fatto che Joe baci benissimo! Ne sono sicura al 100% d'altronde è parente di Nick che bacia da dio... il mio maritino avrà pur preso qualcosa da suo fratello maggiore, no? Un bacio!

jeeeeee: credo di aver capito che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Mi fa solo piacere!! Non sai che piacere mi da vedere le tue recensioni tesoro, sono sempre una gioia immensa!! Un bacio amor!

merion: la tua recensione dalla prima riga mi ha fatto morire dal ridere, giuro, ho avuto il sorriso sulla labbra per secoli!! Quando scrivi che sono belli i pinguini sono letteralmente schiattata dal ridere!! In questo capitolo, al contrario del precedente Maggie e Nick sono i personaggi portanti . E al posto dello sgabuzzino … no non i dico nulla!! Un bacione!

EllieGoodman: sono contenta che gli scorsi due capitoli ti siano piaciuti!! Mi sono divertita un sacco a scriverli! Spero che anche questo ti piaccia e figurati per la recensione corta! Un bacione!

_Skipper_: sono contenta che la mia storia ti piaccia! E anche che apprezzi la coppia Karyl!! La tua recensione mi ha fatto davvero piacere, non immagini quanto!! E' divertente!! Un bacio!

DarkViolet92: sono stra-mega-iper contentissima di rivederti!! Non sai quanto e mi fa piacere che ti piacciano i miei ultimi capitoli!! Spero che sia lo stesso anche per questo! Un bacione!

noemi__lovelovelove: uh che bello una nuova fan!! Che piacere!! La tua recensione mi ha fatto davvero piacere, poco mancava che mi commuovevo... si lo so sono una ragazza iper sensibile! Un bacio!


Bene ragazze ora vi lascio al capitolo e io vado a mangiare!! Eh già sono le 16:14 e non ho ancora pranzato o__0


Capitolo 18. The Horror House


- Bene, siamo qui in diretta nazionale con gli idoli degli adolescenti dell'ultima generazione, ecco a voi … i Jonas Brothers! - esclamò la conduttrice del programma, Keira, indicando con un gesto elegante della mano i tre fratelli Jonas che scendevano delle scale e si sedevano su un divanetto accanto alla presentatrice.

- Ciao a tutti! - esclamò Kevin.

- Come state gente? - chiese Joe, strizzando un occhio con un sorriso a trentadue denti.

Nick sorrideva a tutti i presenti in sala ovvero una cinquantina di fan scatenate e urlanti.

Keira salutò i tre fratelli con un bacio sulla guancia e rise come una ragazzina.

- Dunque ragazzi, io direi di iniziare subito l'intervista con una domanda che molte fan aspettano da tempo: quando inizierà il vostro tour mondiale? - domandò la donna.

- Per la verità non abbiamo ancora deciso – confessò Nick, che da bravo leader quale era rispose subito alla domanda senza far trapelare l'emozione, - stiamo valutando tutte le città da visitare e quanti concerti fare in ogni Paese. E' un lavoro lungo, ma potremo dire con esattezza quando partiremo fra circa un mese.

- Quindi entro quest'anno si verrà a sapere – disse Keira.

- Assolutamente – annuì Nick.

- Benissimo, quindi le vostre fan dovranno attendere ancora un po' prima di sapere la date di ogni vostro concerto. E' da poco uscito il vostro nuovo album Lines, Vines and Trying Times, qual'è il brano che preferite? - continuò la conduttrice.

- Il mio è senza dubbio Paranoid – disse Joe, - mi è molto piaciuto e tutti e tre ci siamo molto divertiti a girarne il video.

- Purtroppo quella canzone non è stata molto fortunata – notò Keira, - si è posizionata solo 91esima nella top ten delle canzoni più ascoltate su YouTube.

- Si, la canzone non ha avuto molto successo – ammise Kevin, - ma noi l'abbiamo apprezzata tanto, ci è molto piaciuto scriverla.

- Da un po' di tempo è andato anche in onda il vostro nuovo telefilm JONAS, come è stato girare una serie tv tutta vostra? - chiese la presentatrice.

- E' stata fantastico! - esclamò Nick. - Ci siamo divertiti a girare le scene, ma fortunatamente non c'era un pubblico mentre registravamo. Troppa tensione!

- Bene, deduco quindi che vi è molto piaciuto … Voi tre siete dei ragazzi davvero molto impegnati, concerti, serie tv, nuovi album, ma riuscite a trovare dello spazio per la vostra vita privata? - domandò Keira.

Kevin e Joe si scambiarono un'occhiata, mentre Nick rispondeva prontamente alla domanda per non far fraintendere il loro silenzio.

- Certo, passiamo molto tempo con la nostra famiglia e i nostri amici – disse il sedicenne, sudando freddo.

Keira scosse la testa, sembrava quasi delusa.

- Io intendevo se avete il tempo di stare con le vostre ragazze – disse lei.

- Mi dispiace deluderti Keira, ma nessuno di noi è occupato al momento – continuò Nick, - abbiamo delle amiche con cui passiamo molto tempo, ma sono solo amiche.

- Mmm ciò è molto strano – disse lei, - pochi giorni fa su YouTube è stato messo in onda un video in cui Joe cantava una canzone, precisamente la vostra When You Look Me In The Eyes, a una ragazza chiamata Lexi e il tutto si è concluso con un bacio. Come lo spiegate? - in quel momento nel mega schermo dietro di loro si vide il filmato di cui Keira aveva parlato.

Joe arrossì fino alla punta delle orecchie.

- Beh, era solo un bacio affettuoso – si difese, molto debolmente.

- Oh davvero? - chiese Keira, come una finta tonta. - Allora perchè dici a questa Lexi che lei ti piace?

Joe balbettò per qualche istante parole senza senso, imbarazzato.

- Passiamo alla prossima domanda? - chiese Kevin correndo in aiuto del fratello.

La conduttrice sorrise trionfante.

- Chi tace acconsente – dichiarò, - bene passiamo alla prossima domanda e adesso spostandoci dalle questioni di cuore al prossimo video che girerete e di che canzone.

Joe, Nick e Kevin tirarono un respiro di sollievo, era finita … per ora.


Non voglio prendere la mia vita com'è

(Sole insieme a me; Mariadele)


- Che strega! - esclamò Lexi indicando Keira nello schermo della televisione con un dito. - Ma come si è permessa?

Maggie e Maryl, sedute sul divano del loro salotto, scuotevano la testa contrariate.

- Ma io dico – sbraitò la rossa, - chi è quel deficiente che ha messo quel video su internet? Appena torno a scuola lo troverò e avrà pane per i suoi denti! Però ...

- Si? - chiese Maryl, curiosa mentre spegneva la televisione.

- Non è dolcissimo Joe? Oh che bello e che dolce che è stato quando mi ha cantato quella canzone! - cinguettò Lexi in un atteggiamento non da lei.

Maggie e Maryl furono prese da uno scoppio di ilarità, la versione di Lexi-zuccherosa le faceva sempre morire dal ridere.

- Ehi ragazze mie – disse la sedicenne dai capelli rossi saltando sul divano, - sta sera cosa si fa? Ho voglia di uscire, vedere com'è il mondo esterno. Che ne dite di una pizza e poi cinema con i ragazzi?

- Va bene – annuì Maryl ancora ridendo, - daccordo Lexi, quando finisce il programma chiamo Kevin, okay?

- Oui madame – disse la rossa con quelle due parole in croce che sapeva di francese.

- Per me va bene ragazze, basta che non fate le innamorate tutta la sera, non credo che io e Nick possiamo resistere un'intera serata a guardare voi coppiette felici che vi sbaciucchiate – annunciò Maggie, la testa appoggiata sulla spalla di Maryl.

- Beh perchè non ti baci Nick, allora? - chiese Lexi allegra.

- Si certo, come no! - disse la mora con scetticismo. - Lexi il giorno in cui ne avrò il coraggio sarà il giorno in cui ci sarà il diluvio universale.

- Bene, porterò un ombrello – annuì Lexi, questa volta seria, - e poi il cinema è al coperto! … No, aspettate, ho un'ideona!

- Wow, ora crollerà il soffitto – disse Maryl.

- Non sto scherzando Maryl, ho avuto un'idea da premio Nobel! - esclamò la rossa.

- Tale e quale a Joe – mormorò Maggie.

- Sentite, so che danno al cinema Saw 5, potremmo andare a vedere quello così nei momenti di paura tu, Maggie, ti puoi aggrappare a Nick e l'avrai tutto per te per riempirlo di coccole per tutta la durate del film! Sono o non sono un piccolo genio? - propose Lexi, vanesia.

- Oh si un piccolo genio, molto, molto piccolo – disse Maggie.

La rossa sbuffò, contrariata per l'atteggiamento così non collaborativo per le sue idee geniali.

Le tre sorelle Campbell rimasero per qualche istante a ridere e scherzare fra di loro, anche se Lexi cercava di sviare l'argomento su “Nick e Maggie che si devono mettere insieme”.

Qualche minuto dopo che Maryl aveva spento il televisore il cellulare suonò con mittente, ovviamente, Kevin.

La ventenne squittì allegra e rispose alla chiamata.

- Kevin! - esclamò al telefono.

- Maryl, come stai? - domandò Kevin dall'altro capo del telefono.

- Bene, Maggie, Lexi e io abbiamo appena finito di vedere il vostro programma … dimmi quella Keira è sempre così odiosa? - domandò la bionda.

Il ventunenne rise.

- Per nostra sfortuna si, a volte è anche peggio – disse lui.

- Vi compatisco – disse Maryl arricciandosi una ciocca di capelli con un dito.

- Grazie! Ehi ma Lexi come l'ha presa sul fatto del video di YouTube? - chiese il moro.

- Beh all'inizio stava già per scegliere l'arma per uccidere chiunque abbia messo quel video su internet, poi però si è messa a citare come fosse bello e dolce Joe – spiegò Maryl.

- Secondo i suoi soliti standard quindi è andata benone! - sospirò sollevato Kevin.

- Si, credo se l'aspettasse, insomma è la ragazza di una rock star adesso, non poteva pretendere di nascondere la loro storia per sempre – disse lei.

- Oh, lo stesso discorso lo dovremo fare noi due, sai? La stampa non ci metterà molto a capire che stiamo insieme, hanno una fervida immaginazione quei cari giornalisti – spiegò lui.

- Va bene, ma un'altra volta, ora non ho voglia, piuttosto ti volevo chiedere se tu, Joe e Nick vorreste venire con Lexi, Maggie e me a mangiare una pizza e poi al cinema per un film. Una serata fra di noi – propose Maryl.

- A me va bene. Pensa che Joe, Nick e io avevamo pensato la stessa cosa, quasi, solo avevamo pensato di andare al luna park – disse Kevin. - Ma se volete …

- No! Il luna park è perfetto! Veniamo noi oppure ci venite a prendere voi? - chiese lei, entusiasta.

- Benissimo, passiamo da voi fra mezz'ora – disse Kevin.

- Mezz'ora? Stai scherzando Kev, veri? Devi darmi minimo quarantacinque minuti per prepararmi, vediamo ora sono le sette, giusto? Alle otto meno un quarto davanti a casa mia, okay? - disse Maryl rimproverandolo.

- Va bene, ci vediamo presto, mi mancherai – sussurrò lui.

- Oh anche tu a me! - squittì Maryl sciogliendosi. - Ti aspetto – e mise giù.

Fece un respiro profondo poi urlò, in modo tale che si sentisse in tutta la casa la sua voce:

- Cambio di programma ragazze! Si va al luna park e non si accettano obiezioni!


Indimenticabile …

(Indimenticabile; Antonello Venditti)


- Sarà una serata indimenticabile! - esclamò Joe facendo scendere Lexi dall'auto con un gesto elegante.

La ragazza indossava un paio di jeans neri e una maglietta in tinta, i capelli li aveva legati in una coda dietro la testa e sorrideva al suo ragazzo felice come non mai.

- Certo che si! Io voglio fare le montagne russe! - esclamò la ragazza mettendosi a braccetto con Joe.

Maryl, che per l'occasione indossava un paio di pantaloni di jeans bianchi e una maglietta lilla, scese dall'auto stringendo la mano a Kevin.

- Io le montagne russe non le faccio – disse, - mi si scompiglieranno i capelli!

Kevin rise per il comportamento che tanto gli piaceva della sua ragazza e le strinse con più forza la mano.

- Come no? E cosa vorresti fare? - le chiese.

- Non lo so – ammise la bionda, - ma qualcosa mi verrà in mente, vedrai!

Il ventunenne sorrise a aspettò che anche Maggie e Nick li raggiungessero.

I due erano gli unici fra di loro che non si tenevano per mano o a braccetto, il motivo senza ombra di dubbio era che non stavano insieme ma Joe, Kevin, Maryl e Lexi non poterono che rimanere delusi di fronte a quel gesto: dovevano trovare un modo per farli mettere assieme.

Maggie indossava un paio di blue jeans e una maglietta a maniche corte verde speranza.

In compenso i tre fratelli Jonas si erano vestiti nel modo più casual possibile: jeans e maglietta a maniche corte.

Segretamente tutti e sei speravano che nessuna fan accanita e urlante attaccasse i famosi Jonas Brothers rovinando a tutti la serata.

- Da dove iniziamo? - chiese Nick guardando tutte le giostre che c'erano.

- Io direi di partire dal frisbee – disse Joe, - mi è sempre piaciuto quel gioco.

- Va bene, tu fallo ma io non ci salgo sopra neanche morto – disse Kevin.

- Dai, solo perchè l'ultima volta sei stato male per una settimana a causa di quel gioco non significa che devi fare la femminuccia – sbuffò il mezzano rimproverando il fratello maggiore.

- Io mi associo a Kevin – disse Nick.

- Oh mamma, ho due fratelli femminucce … Lexi dimmi che almeno tu mi accompagni – la pregò il mezzano.

La rossa ridacchiò e diede un bacio a fior di labbra al suo ragazzo, quando lei fece per allontanarsi il ragazzo le prese il viso con le mani e la baciò con foga, accarezzandole i capelli con le dita.

Maggie e Nick alzarono gli occhi al cielo, quel comportamento da innamorati sempre e comunque gli dava il voltastomaco; Kevin e Maryl invece si strinsero più forte fra di loro e il ventunenne le cinse la vita con un braccio.

- Possiamo andare per favore? - li pregò il sedicenne osservando la coppia innamorata.

Joe e Lexi si lasciarono di malavoglia e si tennero mano nella mano passeggiando davanti a tutti gli altri.

- Sarà una notte molto lunga – borbottò Nick.

- Molto, molto lunga – aggiunse Maggie e si mise a seguire la coppietta affiancata dal giovane cantante che aveva a suo seguito Maryl e Kevin.

La prima cosa che Joe voleva fare restava sempre e comunque così frisbee, così Maryl, Maggie, Nick e Kevin furono costretti ad accompagnare Lexi e il diciannovenne idiota a quella giostra.

- Sai – disse la sedicenne dai capelli mori osservando la gemella e il suo ragazzo salire sulla giostra , - quasi quasi salgo anch'io, d'altronde non può essere così male, no?

Vedendo le espressioni di puro terrore di Nick e Kevin, però, lasciò stare anche perchè non ci teneva proprio a deluderli.

Quando vide com'erano conciati Lexi e Joe quando scesero dal frisbee si fece i complimenti da sola per aver seguito i consigli di Kevin e Nick e, presa da un impeto di eccitazione, abbracciò quest'ultimo per ringraziarlo.

Quando i loro corpi si strinsero entrambi tremarono e quando Maggie lasciò Nick, rossa come un peperone, sia l'uno che l'altro si sentirono vuoti.

- Chi me l'ha fatto fare? - domandò Lexi barcollando mentre raggiungeva gli altri, seguita da Joe, pallido come un cencio.

La rossa si voltò verso il ragazzo e si aggrappò a lui per evitare di cadere.

- Jonas mi devi non un grande favore, di più! - esclamò con una risatina nervosa.

Il moro annuì soltanto, sembrava sul punto di vomitare.

- E' masochista quel ragazzo – borbottò Kevin afferrando il fratello per un braccio e aiutandolo a camminare verso una panchina per farlo sedere, - dopo aver fatto quella maledetta giostra sta sempre male e lui impara la lezione? No.

Lexi, un po' più ritta sulle gambe, aiutò il maggiore dei Jonas a trasportare il suo ragazzo, il quale teneva gli occhi chiusi e la testa ciondolante.

Quando Kevin e la rossa fecero sedere Joe sulla panchina il mezzano aveva assunto un colore simile al cadaverico.

Nick, Maryl e Maggie si avvicinarono agli altri e li osservarono di sottecchi, in silenzio.

- Ehm non è che dobbiamo riportarlo a casa? - chiese Maryl guardando il mezzano con aria preoccupata.

-Ma no, ora si riprende! - esclamò Nick. - Stai a vedere – si avvicinò al fratello e a Lexi, mise un braccio intorno alla vita della ragazza e le sussurrò in un orecchio con tono malizioso. - Ti ho mai detto che sei stupenda? Perchè tu sei la luce dei miei occhi.

Mentre tutti gli altri, che avevano subito capito il piano del minore dei Jonas Brothers, si stavano trattenendo appena dallo scoppiare a ridere, Joe si fece più colorito e rubò la sua ragazza dalla presa del fratello.

- Nick lei è mia, capito? Mia! - esclamò furioso tenendo Lexi stretta intorno alla vita ma piano piano la sua presa si allentò e scoppiò anche lui a ridere. - Stavi fingendo! Che deficiente che sono!

- Beh questo lo sapevo già! - ridacchiò Nick dando una pacca sulla testa al fratello.

Dopo di che ricominciarono a fare i loro giri; Lexi insistette per fare il Galeone, Nick volle fare il Labirinto degli Specchi, Maryl pretese di fare il Tunnel dell'Amore con Kevin e quest'ultimo fece fare la ruota panoramica.

Quando l'allegra compagnia passò davanti al Toro Meccanico Joe pretese che tutti si fermassero a osservarlo mentre batteva il record di chi riusciva a restare di più in groppa alla macchina.

- Non ce la farai mai – disse Nick sfottendolo.

- Vuoi scommettere? - chiese il mezzano.

- Certo – disse il minore, sicuro di sé.

- Va bene, saliremo entrambe su questo Toro Meccanico, chi cade per primo dovrà … andare nella Casa degli Orrori, va bene? - propose Joe.

- Sicuro – disse Nick stringendo la mano del fratello.

Il diciannovenne con un sorriso da chi la sa lunga salì sulla giostra e diede il via al responsabile del Toro Meccanico per partire.

- Forza Joe! - lo incitò Lexi.

Joe aveva il viso contratto dallo sforzo per rimanere in sella e trentasette secondi dopo cadde sul materasso messo attorno alla giostra, ridendo come un ossesso.

- Fai spazio Joseph – disse Nicholas salendo sul Toro, - lascia spazio ai professionisti.

- Allora scendi Nick che stanno arrivando – disse Joe.

- Ah ah – rise ironicamente il sedicenne.

Purtroppo per lui trenta secondi dopo la giostra si impennò e Nick cadde sul materasso, imprecando.

- Maledizione – sussurrò il sedicenne.

- Ah! Hai perso, hai perso! - esclamò Joe. - La Casa di attende!

- Ma … ma n … non sono costretto, vero? - chiese Nick il più innocentemente possibile.

Joe lo afferrò per un braccio e lo trascinò via, seguiti a ruota da Maggie, Maryl e Kevin che ridevano a crepapelle.

- Certo che sei costretto fratellino, eccome se lo sei – disse il diciannovenne bloccandosi solo quando arrivò davanti alla Casa degli Orrori, una catapecchie scricchiolante a più piani che faceva paura anche solo a guardarla.

Su un lato della casa c'era in bella vista un cartellone su cui c'era scritto a caratteri cubitali: “Non per i deboli di cuore”.

- Oh ma che peccato! - commentò Nick dopo aver letto il messaggio. - Non posso farlo, mi dispiace!

- Nicholas, il diabete a tutto a che fare tranne che con il cuore – disse Joe, malefico.

- Ma forse il mio diabete si evolve e attacca anche il cuore e io mi sentirò male lì dentro, non possiamo correre un simile rischio Joe – lo rimbeccò il sedicenne.

Il diciannovenne scosse la testa energicamente e lo spinse davanti alla porta d'entrata che si sarebbe aperta quando il gruppo precedente fosse uscito.

- Joe, mi mandi da solo? - chiese Nick; in effetti lui sembrava il sole che “voleva” fare quel giro nella la casa degli orrori.

Il fratello mezzano era già lì lì per rispondere, quando Lexi si intromise.

- Ti accompagnerà Maggie, vero sorellina? - propose la rossa alla gemella.

La diretta interessata sbiancò anche solo all'idea, però quanto poteva essere pauroso? In fondo si sarebbe trattato di pochi minuti in cui sarebbe stata sola con Nick, poteva resistere a dieci minuti di paura per lui, no?

- C... certo – balbettò facendo un passo avanti sotto lo sguardo apprensivo di Maryl. - Perchè no?

Nick sbuffò, anche se al pensiero di Maggie accanto si sentiva più tranquillo.

- Maggie non sei assolutamente costretta – disse lui, non ci teneva a vederla star male.

- Ma figurati – disse lei mettendosi al fianco del ragazzo, - ma se ti abbraccio non mi scansare, okay?

Nick ridacchiò, l'idea di Maggie che lo abbracciava gli piaceva non poco.

- Bene, aggiudicato – disse Joe. - Ehi Maryl non vuoi andare anche tu?

- Vai al diavolo Joseph – borbottò Kevin, protettivo.

- Va bene, va bene – disse Joe alzando le mani in segno di resa.

In quel momento il gruppo precedente a Nick e Maggie uscì dalla casa da una porta dall'altra parte della Casa e le loro espressioni lasciavano intendere che non si erano esattamente divertiti.

La porta della Casa, fatta di puro acciaio, si aprì meccanicamente con uno scricchiolio mostrando all'interno solo buio pesto.

- In bocca al lupo! - esclamò Joe, allegro.

- Crepi – sibilò Nick e fece il primo passo per entrare nell'oscurità della Casa degli Orrori, Maggie lo seguì un attimo dopo.

Quando anche la ragazza ebbe varcato la soglia la porta si richiuse con uno schianto lasciando i due giovani al buio.

All'esterno Joe ridacchiò soddisfatto e prese la mano di Lexi.

- A chi va un gelato?


E adesso …

stringimi la mano

ho paura di tutto questo

ti prego, stringimi

(E adesso... ; Maggie_Lullaby)


Maggie e Nick camminavano l'uno stretto all'altra, la Casa era semibuia, illuminata da una debole luce che variava dal rosso al verdognolo e, ogni tanto, da un angolo uscivano dei clown meccanici imbrattati di sangue o dei finti pipistrelli che volavano intorno alla testa dei due ragazzi facendoli urlare.

Maggie aveva già abbracciato Nick due volte, il che ripagava enormemente il sedicenne del suo sforzo di stare lì dentro.

- Io Joe lo ammazzo quando esco di qui – minacciò il ricciolo dopo l'ennesimo spavento scaturito da un finto cadavere che gli era caduto addosso dal soffitto.

- Io ti aiuto – biascicò Maggie, pallida e tremante, con la maglietta sporca di finto sangue dopo che un clown le era spuntato davanti all'improvviso e contro il quale era andata a sbattere.

- Tu stai bene? - chiese Nick.

Bene è una parola grossa, pensò lei, diciamo che me la cavo.

- Sopravviverò – ammise. - Tu?

- Starò molto meglio quando uscirò da questa casa maledetta – disse guardandosi intorno circospetto nell'attesa di altri clown o cadaveri gli cadessero addosso.

Una risata spettrale rimbombò all'interno della Casa degli Orrori, Maggie fece un debole strillo e si aggrappò con forza a Nick, rischiando di graffiargli la spalla a cui si era stretta.

- Poi queste luci odiose – commentò il sedicenne mentre una lampada violetta iniziava a lampeggiare, - mi fanno venire i nervi.

Maggie, incapace di parlare, annuì.

Poco dopo i due raggiungessero le scale.

- Qui non ci dovrebbero essere spaventi – disse Nick, cercando di convincere anche se stesso della propria affermazione, - se c'è un qualcosa che ci spaventa sulle scale e noi cadiamo e ci facciamo male il parco se la passa male. Probabilmente è l'unico luogo in cui non ci spaventeremo.

Maggie grugnì e strinse Nick ancora più forte fino a fargli male, ma lui non si lamentò, era un dolore piacevole.

Non appena i due finirono di salire le scale scricchiolanti la luce saltò all'improvviso lasciandoli completamente al buio; anche la voce di sottofondo, una cantilena spettrale, si spense.

- Che cosa succede? - chiese la mora con una nota di panico nella voce.

- Non ne ho idea – ammise Nick, cercando di non far notare quanto fosse terrorizzato, ma Maggie dovette averlo sentito nella sua voce dato che iniziò a tremare come una foglia.

- Stai calma – cercò di tranquillizzarla lui, - sarà un'altra delle genialità di questo posto, ora la luce torna, sta calma.

Lei annuì e immerse la testa nella spalla del ragazzo.

- Io tuo fratello lo ammazzo veramente – disse lei, - sarà un miracolo se esco di qui senza avere un infarto.

Nick fece una risatina nervosa, tentando di allentare la tensione.

- Magari la luce si riaccenderà quando ci troveremo più avanti – propose lui, - potrebbe essere a sensori o qualcosa del genere – e per provare la sua teoria fece qualche passo avanti, ma Maggie lo bloccò.

- No, Nick e se per caso prendi una buca o qualcosa del genere e cadi e ti fai male? No, c'è qualcosa di strano in questo buio, dura da troppo tempo! - disse lei con voce rotta dal nervosismo tenendogli il braccio stretto.

- Ma non possiamo restare qui per sempre! - insistette il cantante. - Ragiona, magari andando avanti possiamo trovare un'uscita di emergenza o qualcosa del genere!

Maggie cercò qualche motivazione per ribattere su quanto aveva detto il suo migliore amico, ma non trovando nulla da ridire fece qualche passo avanti insieme al ragazzo.

Fu solo quando insieme caddero in una buca e Nick rischiò di slogarsi una caviglia che si bloccò.

- C'è troppo buio da troppo tempo Nick! Secondo me è successo qualcosa, un black-out o qualcosa del genere, dobbiamo chiamare gli altri e dirglielo! - disse facendo sedere a terra Nick e gli massaggiò un po' la caviglia. - Tu stai bene?

- Siamo bloccati in una casa degli orrori, non userei l'aggettivo bene per descrivere il mio stato d'animo in questo momento – disse piuttosto brusco, ma si corresse subito temendo di aver ferito i sentimenti della ragazza. - Scusami, ma sono … preoccupato, non so cosa accadrà adesso e … si, sto bene Maggie.

Maggie gli sorrise, anche se nel buio della casa Nick non lo vide.

- Non ti preoccupare, anch'io provo la stessa cosa – disse lei. - Ce la fai a camminare?

- Si, si – disse il sedicenne e si rialzò.

La mora si aggrappò a lui e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare per chiamare Maryl e pregarla, anzi supplicarla, di farli uscire da lì, ma una brutta sorpresa le si parò davanti agli occhi: non c'era campo.

- Maledizione! - sbraitò la ragazza. - Maledizione!

- Cosa? - chiese Nick voltandosi di scatto verso la ragazza.

- Non c'è campo! Guarda tu per favore sul tuo cellulare – sbraitò lei.

Il sedicenne ubbidì, ma sfortunatamente per lui anche il suo telefono non aveva campo.

- Zero – biascicò lui.

Il terrore iniziò seriamente a impadronirsi di entrambi.

- Che cosa facciamo? - chiese Maggie, con la voce di un ottavo più acuta del solito.

- Ci sarà un'uscita di emergenza, no? - chiese lui.

- E se anche ci fosse come diavolo facciamo a raggiungerla? - chiese lei. - E' buio, non si vede niente!

Questa volta fu Nick a stringerla a sé per lasciarla sfogare, e detto sinceramente aveva bisogno di abbracciarla.

- Calmati Maggie, facciamo così, usiamo i cellulari per farci un po' di luce, non sarà tanta ma almeno sapremo dove stiamo mettendo i piedi – propose lui lasciandola, tirò fuori il cellulare e iniziò ad andare più avanti.

Maggie abbassò il capo, rossa di vergogna, e tirò fuori il cellulare senza però aprirlo.

Un rumore appena dietro di lei la fece voltare di scatto e le fece cadere a terra il telefono.

- Fantastico – mormorò lei, sarcastica mettendosi a carponi per cercarlo a terra, degli altri rumori si udirono dietro di lei, degli scricchiolii inquietanti.

Quando la ragazza trovò il suo telefono si rialzò, un altro rumore la fece voltare di scatto.

- Nick dammi la mano – lo pregò cercando accanto a sé il braccio dell'amico, quando lo trovò sentì che la sua pelle era freddissima.

- Nick hai la mano gelata – notò lei con voce tremante. - Stai bene?

Lui non rispose e Maggie gli strinse più forte la mano, era dura.

- N... Nick? - chiese lei allentando la presa.

- Maggie! - la chiamò il ragazzo qualche metro più avanti a lei, stringendo tra le mani il suo I-Phone.

Terrorizzata la ragazza aprì il suo cellulare e illuminò la figura che stava stringendo: un clown dal viso pallido, i denti aguzzi, un'espressione diabolica dipinta sul viso e una strana sostanza simile a sangue che gli colava giù dalla bocca.

Maggie lo lasciò è urlò.


Con una rosa hai detto

vienimi a cercare

tutta la sera io resterò da sola

ed io per te

muoio per te

(Con una rosa; Vinicio Capossela)


*- Uh chissà come staranno urlando adesso – ridacchiò Joe, immaginandosi le pene dell'inferno che Maggie e Nick stavano parlando. - E adesso! Hi hi!

Lexi rise suo malgrado, lei non era sadica … per lo meno non era sadica come Joe.

- Ma no poverini! - commentò Maryl. - Non oso immaginare cosa staranno patendo adesso … Joe se mia sorella esce da quella casa terrorizzata a vita ti riterrò direttamente responsabile!

- Per la verità a chiedere a Maggie di accompagnare Nick è stata Lexi – disse Joe.

- Ma bravo! Non mi proteggere tu! Ma guarda gli uomini d'oggi – si lamentò Lexi con un mezzo sorriso.

- Ma tesoro tu sai che io non ti accuserei mai di nulla! - disse il mezzano.

- Si si, intanto devi farti perdonare con un bacio – disse la rossa. - Pensi di poterlo fare?

- Oh sopravviverò – disse Joe a mezza voce prendendole la testa con le mani e dandole un bacio passionale.

- Pensate di voler restare attaccati per tutta la sera? - chiese Kevin guardandoli.

- L'idea era quella – rise Joe.

- Bah – commentò il maggiore, - andiamo?

- E dove di grazia? - chiese Joe raggiungendo il fratello che si stava già avviando con Maryl al fianco, tirandosi dietro Lexi.

- A fare un giro – disse Kevin con semplicità, - Nick e Maggie usciranno fra un quarto d'ora credo, intano andiamo a divertirci, no?

- E bravo il mio fratellone! - esclamò il mezzano dandogli una pacca sulla spalla.

L'allegra compagnia percorse “il Viale dell'Amore”, o almeno era chiamato così da tutti quelli che frequentavano quel luna park; non che fosse un vero viale dell'amore, anzi con il romanticismo aveva a che fare poco niente.

Era una strada lunga una cinquantina di metri ai cui lati vi erano numerosi mercatini come quello in cui bisognava sparare alle lattine e vincere dei pupazzi, oppure lanciare delle palle da basket nei canestri disposti a diverse distanze per vincere del denaro contante, o ancora un gioco in cui con delle canne da pesca bisognava pescare nell'acqua di una vasca dei finti pesci di plastica.

- Oh ma che carino! - squittì Maryl vedendo un orsetto di peluche lilla che teneva fra il muso una rosa rossa ovviamente finta in uno scaffale di un gioco in cui bisognava buttare giù delle lattine con delle palline.

- Ti piace? - chiese Kevin.

Maryl annuì con gli occhi luccicanti.

- Mi scusi – disse il maggiore dei Jonas al signore responsabile di quella bancarella, - quanti ne devo buttare giù per l'orso?

L'uomo osservò l'oggetto che Kevin stava indicando e rispose prontamente:

- Sedici signore.

- Oh ci posso provare – disse il ventunenne con un sorriso, - prego, mi dia le palline.

- Ecco a lei – disse il signore consegnando dieci palline a Kevin.

Lui lo ringraziò, si mise in posizione e iniziò a tirare: con il primo colpo buttò giù tre lattine, con il secondo due e via dicendo fino a buttarne due addirittura diciotto.

- Complimenti signore! - si congratulò l'uomo. - Ecco a lei ciò che voleva.

Kevin si ritrovò fra le mani il pupazzo che Maryl tanto desiderava e si voltò verso la sua ragazza, un sorriso che le si estendeva da un orecchio all'altro, e fece per consegnarglielo quando Joe lo interruppe.

- Oh grazie Kevin non dovevi! - esclamò lui, allegro.

- Infatti, questo è per Maryl – disse il maggiore guardandolo con aria storta.

- Ah, ma perchè ora non torni a quella bella bancarella e ne vinci uno anche per me? - domandò il mezzano con aria da cucciolo abbandonato.

- No – disse Kevin semplicemente e stava per dare l'orso alla sua ragazza, la quale si stava tenendo lo stomaco dalle risate, ma Joe lo interruppe di nuovo.

- Ma come?! Magari adesso il mondo finisce oppure non succede ma tutti continuano ad inquinare e quindi, alla fine, finisce comunque e tu non mi avrai mai regalato un orso di peluche – disse Joe con tono melodrammatico, era sempre stato un bravo attore.

- Che ottimismo! Comunque credo che riuscirò a convivere con questo peso, a proposito con questo discorso dove volevi arrivare? - domandò Kevin, impassibile.

- Che voglio anch'io il mio orsetto di peluche! Ti prego! - lo supplicò Joe inginocchiandosi ai piedi di Kevin.

- No – continuò il maggiore e diede il tanto sospirato pupazzo a Maryl mentre Joe gli si attaccava alla gamba, supplicandolo.*

- Ma no, dai tesoro, non fare così – disse Lexi con vocina tutta pucci-pucci gne-gne, di quella che si usa con i bambini piccoli.

La rossa fece tirare su il proprio ragazzo e lui la abbracciò stretto, recitando la parte del “ragazzo a cui ne accadevano di tutti i colori”.

- Me lo dai un bacino? - la supplicò lui.

- Ma certo amore mio! - esclamò lei, più che felice stampandogli un bacio sulle labbra.

Mentre i due piccioncini innamorati si crogiolavano fra moine e simili, Maryl stava abbracciando Kevin.

- Oh grazie! - disse lei felice. - Grazie amore!

- Figurati tesoro mio – disse Kevin dandole un bacio a fior di labbra.

Maryl gli lanciò le braccia al collo e gli diede un altro bacio, più passionale.

- Forse è meglio se andiamo a recuperare Maggie e Nick – disse Lexi all'improvviso. - Il giro sarà finito immagino.

Joe, Kevin e Maryl non trovarono nulla da ribattere e si incamminarono verso la Casa degli Orrori e, al contrario di prima, due uomini armati di casco di protezione stessero cercando di aprire una porta con una specie di motosega.

- Ma che diavolo …? - chiese Kevin osservando la scena.

- Cosa è successo? - domandò Maryl mentre nella sua testa si formavano migliaia di possibilità.

Joe si avvicinò a passo di carica a uno dei due tecnici e gli picchiettò sulla spalla con un dito con fare insistente.

- Ragazzino stiamo lavorando! - lo rimproverò l'uomo.

- Cosa è successo? - chiese Joe.

Il tecnico sbuffò.

- C'è stato un calo di corrente e lì dentro – indicò la casa, - è tutto buio. Le porte si aprono meccanicamente e senza elettricità non si possono aprire, se non ci fosse nessuno faremo questo lavoro domani ma a quanto pare due ragazzi sono rimasti bloccati dentro.

- Beh e quanto ci metterete a farli uscire? - chiese il mezzano.

- Senti ragazzino se vuoi fare 'sto maledetto gioco è meglio se torni domani, okay? - brontolò il tecnico.

- Non mi interessa di questa giostra maledetta! Lì dentro c'è mio fratello e una mia cara amica! - ribatté il diciannovenne

L'uomo lo fissò per un istante in silenzio.

- Ce la stiamo mettendo tutta – disse poi, - deve avere un po' di pazienza.

Come passare dal tu al lei, signore e signori, e dall'indifferenza al rispetto.

- Cosa succede? - chiese Lexi a Joe mentre il ragazzo la raggiungeva.

- Un calo di corrente – snocciolò, - Nick e Maggie sono bloccati dentro, dobbiamo aspettare che li portino fuori.

Maryl, Kevin e Lexi sospirarono e osservarono la Casa, proprio in quel momento un tecnico gridò all'altro.

- Ho aperto una porta!


Dormi, dormi tranquilla

non avere paura

(Non avere paura; Adamo)


- Maggie! - gridò Nick mentre la ragazza urlava.

Armato della poca luce che il cellulare gli forniva le corse incontro e la strinse forte a sé, mentre la ragazza continuava a strillare e a piangere.

Maggie lo abbracciò con forza, poche lacrime le colarono lungo le guance e intanto urlava piano.

- Stai calma, stai calma Maggie, è finita, è finita – disse il sedicenne stringendola.

Lei fece qualche altro debole singhiozzo, poi si lasciò coccolare dal suo migliore amico.

- Voglio uscire da qui – lo pregò, - fammi uscire.

- Ora ci sediamo sulle scale, okay? E aspettiamo – le sussurrò il ragazzo in un orecchio, cingendole le spalle con un braccio e trasportandola un po' di peso fino alle scale sulle quali la fece sedere. - E aspettiamo.

Si sedette accanto a lei senza togliere il braccio dalle sue spalle, un po' perchè sapeva che lei aveva bisogno di sentirlo vicino, un po' perchè lui aveva bisogno di sentirla vicina.

Maggie appoggiò la testa sulla sua spalle e una piccola parte di lei godette di quel contatto, non erano mai stati così vicini fisicamente.

Nick appoggiò la sua testa su quella della ragazza e si mise a canticchiare a bassa voce Fly with me, nella speranza di poterla calmare un po'.

La sedicenne avrebbe tanto voluto dirgli grazie, per averla sopportata, per starle così vicino, per supportarla in quel modo, ma rimase zitta, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo, ma si stargli abbracciata e farsi cantare quella canzone aveva solo quell'occasione.

Una luce di una torcia all'improvviso li illuminò dal basso, scaturendo in Maggie un altro urlo.

- Ehi! - gridò una voce burbera. - Siete rimasti bloccati qui dentro?

Ma no!, pensò Nick, cattivo. Eravamo qui belli seduti a spaventarci perchè siamo masochisti!

- Si – rispose invece, senza utilizzare tutte quelle “gentilissime” parole che gli popolavano la testa.

- Beh, venite giù forza! - li incitò l'uomo. - C'è stato un calo di corrente, il mio collega è riuscito poco fa ad aprire una porta. Su forza! Non ci tengo a restare qui dentro più del tempo necessario!

Questa volta fu Maggie che avrebbe tanto voluto prenderlo a schiaffi, ma si trattenne e accompagnata da Nick scese le scale fino a raggiungere l'uomo.

- State bene voi due? - chiese il tecnico quando notò che Nick zoppicava appena.

Il ragazzo abbassò il capo istintivamente sulla gamba ferita.

- Mi sono storto una caviglia – disse, - leggermente, niente di grave.

- Uhm, comunque c'è tuo fratello qua fuori che ti aspetta – disse l'uomo, - ci penserà lui a fare quello che deve fare.

Nick annuì e sempre stringendo Maggie seguirono il tecnico per le vie buie della Casa degli Orrori, andando a ritroso e senza clown che spuntavano all'improvviso entrambi i ragazzi si resero conto di non aver percorso così tanta strada.

Quando alla fine videro l'uscita e la varcarono; Maggie avrebbe volentieri baciato la terra su cui camminava e Nick si sarebbe potuto sdraiare e incollarsi sull'asfalto.

- Nick! Maggie! - esclamarono sollevati Joe, Kevin, Maryl e Lexi quando li videro.

Il cantante si trattenne appena dal tirare un pugno in faccia al suo fratello diciannovenne e disse a nome anche di Maggie.

- Mai più una cosa del genere.


Continua ...

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Capitolo 19
*** Togheter ***


Okay, a furia di vedermi aggiornare penserete che non parto più dato che continuo ad aggiornare, ma questa è davvero l'ultima volta che lo faccio dato che venerdì me ne vado per non so quante settimane.

Dunque, questo capitolo è un po' più corto degli altri, ma in fondo c'è una sorpresina per tutte voi, ma non nella storia, bensì nell'avviso che troverete alla fine e gradirei tantissimo che voi rispondeste sinceramente.

Questo capitolo è un po' più corto degli altri, però spero vi piaccia lo stesso!

Ragazze voi siete stupende: 15 recensioni in un capitolo, vi voglio beeeeeeeeene <3

Grazie a tutte quelle meravigliose persone che hanno recensito Surprise. Grazie!!

Ecco a voi i ringraziamenti:

nes95: esatto Nick e Maggie sono testardi, insomma lui aspetta che lei faccia la prima mossa e lei aspetta che lui faccia la prima mossa. Comunque sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto *-* Ah, ho risposto alla tua mail, comunque! Un bacio!

Melmon: la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere, soprattutto la parte di Joe che gioca con l'interruttore della corrente!! Mi dispiace che l'ultima parte non sia stata come te l'aspettavi, ma ho in mente ben altro per i Mick! Un bacio!

merion: vedi che sono riuscita ad aggiornare prima?? Eh eh questa è davvero l'ultima volta, però, venerdì sarò a cavalcare nella montagna abruzzese!! Anche la tua recensione mi ha fatto tantissimo ridere, è stupenda *-* per il sole non so se riesco a prenderne anche per te, dato che mi brucio in tre secondi quando cerco di abbronzarmi e il mio habitat naturale è l'ombra!! Un bacione!

ada12: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Sono contenta! Un bacio!
jonas_princess: alla fine sono riuscita ad aggiornare un ultima volta (ma questa è proprio l'ultima) prima di partire. In effetti in una casa degli orrori con un Jonas non deve essere così male, io farei finta di svenire fra le braccia del mio Nick!! Hi hi... un bacio!

DarkViolet92: già poveretti :( ma alla fine è andata bene, no? Tutto è bene ciò che finisce bene... Un bacione!

jeeeeee: sono iper-mega-super contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Mia sorella ti ringrazia infinitamente e grazie anche da parte mia per la canzone, appena posso ti mando il testo (sempre se vuoi) sulla mail con il contatta autore!! Qui c'è una sorpresina tutta dedicata a te... il tuo compito è scoprire quale!! Gli esami sono andati bene, sono uscita con 7, ho peggiorato il voto nello scritto di algebra, ma pazienza, 7 mi va bene!! Un bacio!

noemi__lovelovelove: sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Grazie mille per tutti i complimenti mi fanno tanto piacere *_* spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio!

_FrancySoffi_: grazie per la recensione, ho riso tutto il tempo mentre la leggevo!! E' bellissima!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se non succede nulla di speciale! Un bacio!

_Skipper_: la tua recensione, come l'altra del resto, mi ha fatto morire dalle risate!! Non sai quanto piacere mi ha dato sapere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Per Maggie e Nick ho altri programmi e magari la scena sarà un po'... beh direi irreale ma se a me accadesse … beh sverrei fra le braccia di Nick *-* ma basta stare qui che ti faccio spoiler. Un bacio!

Giulietta 24: ciao! Beh Joe voleva l'orso perchè, si sa, che in fondo (molto, molto in fondo) lui è un romanticone e voleva l'orso tutto per sé!! Un po' egoista, lo so! Grazie per tutti i complimenti, mi fanno tanto piacere *-* Ma certo che Joe non porta la Brutt al matrimonio! Lei è stata espulsa da quella cerimonia!! Un bacio!

LoveJonasBrothers: figurati se non hai commentato gli altri capitoli, non importa! Meglio tardi che mai comunque, no? Per i Mick bisogna aspettare un po', ma pian piano vedrai che le cose … no sto zitta altrimenti ti racconto tutto! Un bacio!

mione94: grazieeeeeeeeee!! La tua recensione mi ha fatto tanto piacere e grazie un milione di miliardi di volte per aver messo questa storia fra le preferite, le seguite e anche me fra gli autori preferiti!! Ho fatto i salti di gioia quando l'ho visto! Un bacio!

Claky: anche io, come sai, sono stata in una casa degli orrori, solo che lì c'erano uomini veri con motoseghe vere!! Sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Spero che anche per questo sia lo stesso anche se non succede nulla di speciale... Un bacione!

coco2: sono passata nella tua storia come forse avrai visto e come sempre la trovo magnifica!! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, spero sia lo stesso anche per questo!! Un bacio!

Addio al Re, Michael Jackson

Buone vacanze a tutte voi!!


Capitolo 19. Togheter


Qualche giorno dopo alla visita di Nick e Maggie alla Casa degli Orrori, o come lo chiamava Joe, “quell'avvenimento così divertente”, i Jonas Brothers si trovavano ospiti in un programma chiamato Good Morning America.

- Salve ragazzi! - li salutò Jessica, la presentatrice del programma che, grazie al cielo, era completamente diversa da Keira. - Come state?

- Bene, grazie Jessica – disse Kevin stringendole educatamente la mano.

- Prego ragazzi sedetevi – li invitò la donna indicando con un gesto distratto della mano le poltrone in pelle nera su cui i tre giovani si sarebbero dovuti sedere.

I Jonas Brothers obbedirono e si lasciarono cadere sui mobili.

- Allora, che dite, iniziamo subito con l'intervista? - chiese Jessica.

- Certo – disse Joe, - siamo qui per questo!

- Bene – sorrise la presentatrice, - vorrei iniziare chiedendovi a nome mio, ma anche di tutte le vostra care fans, se avete finito di fare la lista per le date del vostro tour mondiale.

- Non ancora, ma siamo davvero agli sgoccioli, stiamo aggiungendo qualche altra data e poi

potremo rendere note le date ufficiali del nostro tour – spiegò Nick. Giusto ieri i tre ragazzi erano rimasti svegli fino a tardi in compagnia dei genitori, ma in particolar modo di loro padre, per continuare quel lungo lavoro.

- Benissimo! Mi raccomando ragazzi, tenetemi da parte due biglietti per un concerto qui a Los Angeles! - scherzò Jessica.

- Senz'altro! - rise Kevin.

- Fantastico, continuiamo altrimenti ci fermiamo tutta la durata del programma a parlare di scemenze. Cosa vi aspettate da questo tour? - chiese la donna.

- Non è nostra abitudine aspettarci qualcosa dalle fans – disse il maggiore, - ma speriamo che ci siano parecchie città con il tutto esaurito!

- Non credo sarà un problema raggiungere questo obbiettivo, anche perchè il vostro ultimo album, Lines Vines and Trying Times, si trova già ai vertici delle classifiche mondiali!

- E ciò ci fa solo piacere! - esclamò Nick. - E' fantastico avere delle fan che ci seguono così assiduamente, le adoriamo!

Jessica rise e continuò la sua intervista.

- Ragazzi cosa pensate di fare dopo questo tour? - chiese.

- Beh – iniziò Joe, - continueremo a girare delle puntate di JONAS ovviamente, e inizieremo a preparare un nuovo album.

- Ma non fate mai una vacanza? - chiese la presentatrice, stupita degli impegni di quei tre ragazzi così straordinari.

- Oh, beh al contrario di quanto si pensi vedendo i nostri programmi abbiamo molto tempo libero che passiamo con la nostra famiglia, i nostri amici … - disse Kevin.

- Io riesco a passare tantissimo tempo con la mia ragazza, ad esempio – disse Joe.

La sala si fece improvvisamente silenziosa, se fosse stato un cartone animato si sarebbe vista una balla di fieno che rotolava per terra.

Jessica aveva assunto un colorito che cambiava dal rosso, al violaceo, al verdognolo, per poi tornare rosso e tutte le fan che erano andate a vedere i Jonas Brothers a quel programma ammutolirono.

Joseph Adam Jonas aveva rivelato volontariamente la sua storia con Lexi, l'avevano deciso qualche giorno prima loro due insieme che dovevano rendere nota la loro storia.

- Ah davvero? - chiese Jessica dandosi un contegno davanti al pettegolezzo, per carità lei non era una di quelle presentatrici che scavavano a forza le relazioni dei personaggi famosi, ma venire a sapere una cosa del genere l'aveva comunque scioccata.

- Si, non vi rivelerò il suo nome, ma io esco con una ragazza – disse Joe, orgoglioso.

Kevin e Nick osservarono il fratello stupiti, non avrebbero mai creduto che avrebbe fatto una cosa del genere.

- Ah, daccordo ragazzi, ora pubblicità e poi proseguiremo con il resto dell'intervista – disse Jessica e pochi secondi dopo si alzò e strinse la mano a Joe. - Complimenti!

- Ehm grazie – disse lui ricambiando la stretta.

Jessica sparì nel dietro le quinte e Joe si voltò verso i suoi due fratelli, che lo fissavano con la bocca aperta.

- Che c'è? - chiese lui il più innocentemente possibile afferrando un bignè che un uomo dello staff gli stava porgendo.

Nick e Kevin scossero la testa; non importava.


Per sempre uniti dal cielo,
nessuno in terra, anche se vuole,
può separarlo mai... l'ha detto lui!
Siamo la coppia più bella del mondo

(Adriano Celentano; La coppia più bella del mondo)



- Tu sei pazza! - la accusò Maryl fissandola negli occhi e puntandole un dito contro con aria accusatrice.

Lexi mangiò un altro po' di gelato al cioccolato e si rivolse alla sorella maggiore, facendole gli occhi dolci.

- E perchè, di grazia, pensi ciò sorella mia? - chiese con un linguaggio forbito.

- Perchè Joe ha appena rivelato alla stampa e a tutta l'America che voi due state insieme e tu sei qui a mangiare tranquillamente un gelato, quando in realtà dovresti andare a passo di carica a casa Jonas e fare a pezzi il tuo ragazzo! - spiegò Maryl, incredula di fronte alla reazione della sorella minore.

- Oh ma tesoro mio – disse Lexi, - io non sono arrabbiata con Joe.

La bionda si lasciò cadere sul divano e si appoggiò sulla fronte una mano, mentre con l'altra si toglieva gli occhiali dagli occhi.

- Tu non sei arrabbiata con Joe? - chiese cauta la ventenne.

- Assolutamente – disse la rossa, - sono felice anzi!

Maryl si lasciò cadere ancora di più fra i cuscini morbidi del divano.

- Ho bisogno di stendermi – disse, - prima Maggie che rischia di morirmi d'infarto in una casa degli orrori, poi tu che fai la santa... oddio il mondo si è capovolto!

Lexi fissò la sorella maggiore inclinando leggermente il capo verso destra per osservarla meglio, mentre in bocca teneva ancora il cucchiaio che stava usando per mangiare il gelato.

- Maryl, guarda che io sapevo che Joe l'avrebbe detto al programma, l'abbiamo deciso insieme ieri sera perchè, sinceramente, non ne potevamo più di tutta la stampa che inventava storia su di noi, quindi dicendo che Joe è fidanzato siamo a posto! - spiegò la rossa allegra.

- Ah, ora è tutto più chiaro – disse la bionda tirandosi su, - bene, io vado a vedere altre eventuali università in cui potrei andare – nella sua voce non c'era l'entusiasmo che Lexi si aspettava.

- Ma come? Non eri contenta di andare all'università di Moda&Design? - chiese sorpresa.

- Come fai a sapere che non sono contenta? - chiese Maryl, ma si corresse quando guardò l'espressione dipinta sul volto della sorella. - Beh, stavo pensando di prendermi un anno sabbatico.

Lexi la osservò per un istante, cercando di comprendere ciò che sua sorella le stava dicendo, ma com'era possibile che la secchiona, sempre china sui libri Maryl pensasse di prendersi un anno sabbatico? Kevin l'aveva cambiata fino a quel punto?

- Ti ha convinto Kevin? - chiese poi.

- No – disse Maryl, ed era la verità, Kevin non l'aveva convinta a fare nulla, era stata una sua scelta, il suo ragazzo non ne era nemmeno al corrente.

- Allora perchè? - chiese Lexi.

- Sono confusa, ho bisogno di mettere in ordine le idee. Metti caso che poi mi stufo di Moda&Design, che faccio? Continuo a cambiare? No, meglio prendersi un anno libero in cui mettere in ordine le idee.

- E Kev come l'ha presa? - domandò la rossa.

- Ancora non lo sa, glielo dirò sta sera, quando usciremo insieme – spiegò la bionda. - Ora vado a farmi una doccia, fa un caldo bestiale.

Lexi la vide che le passava davanti e saliva le scale per andare al piano superiore.

Maggie non c'era, era in biblioteca per il suo turno.

La rossa appoggiò il capo su un cuscino del divano e chiuse gli occhi: qualche giorno prima, quando aveva chiesto a Maggie di accompagnare Nick nella Casa degli Orrori, pensava, anzi era certa che loro due si sarebbero messi insieme, magari con un bacio dopo uno spavento o qualcosa di simile, invece tutto ciò che avevano fatto era qualche abbraccio e tante strette di mano, niente baci o confessioni di un amore segreto. Niente.

Tornate a casa Lexi aveva chiesto alla sua gemella perchè non aveva baciato Nick, e lei si era difesa dicendo che non era il momento adatto. Allora quando diavolo ci sarebbe stato questo quel benedetto momento adatto?

Maggie e Nick erano già una coppia perfetta, due pezzi del puzzle che combaciavano alla perfezione, ma entrambi erano testardi fino al midollo: lei sperava che lui facesse il primo passo e lui sperava che fosse lei a fare il primo passo. Insomma un bel casino.

Come potevano mettersi insieme loro due?

Lexi afferrò il cellulare, compose un numero con dita veloci e si mise l'apparecchio all'orecchio, l'intervista era finita da più di un'ora ormai, doveva essere a casa.

- Pronto? - disse lui.

- Nick, niente discussione, niente “ma”, “perchè” o “però”, vieni qui subito ed è un ordine, capito? - disse lei, dura.

- Signor sì … volevo dire, dammi il tempo di prendere la macchina, ma... - iniziò il sedicenne.

- Niente “ma” ho detto, vieni a casa mia appena puoi, e con “appena puoi” intendo immediatamente! - esclamò e mise giù, fiera di lei, doveva iniziare a prendere in considerazione una professione in campo militare.

Il suo piano avrebbe funzionato, forse.

Il suo cellulare suonò di nuovo in quel momento.

- Pronto? - chiese la rossa senza guardare il mittente.

- Ehi tesoro mio adorato – disse Joe dall'altra parte del telefono, - come stai?

- Bene, bene, ho appena sequestrato tuo fratello minore, sai? - disse lei con un sorriso che le increspava le labbra.

- Si, ho notato, Nick è uscito di casa più veloce di una furia, sai? - la informò Joe. - Cosa hai in mente mia diabolica ragazza?

- Eh, sapessi – disse lei, misteriosa.

- Dai tesoro mio! - la pregò il diciannovenne. - Per favore!

- No, no, te lo dirò più tardi – disse Lexi. - Ora ti lascio, a dopo!

- A dopo – brontolò Joe e misero giù entrambi contemporaneamente.

Lexi sorrise orgogliosa di se stessa e, all'improvviso, alla porta qualcuno suonò.

Incredibile quanto poco tempo ci avesse messo Nick a raggiungerla, chissà cosa stava pensando quel povero ragazzo.

Con calma Lexi raggiunse la porta e la aprì, con un sorriso rilassato sul volto.

- Cosa è successo? - domandò Nick piombando in casa. - Chi sta male? Maggie? Maryl?

Lexi sogghignò, si, l'aveva proprio spaventato.

- Cosa c'è da ridere? - chiese il sedicenne, brusco. - Qualcuno sta male?

- No, tranquillo, stiamo tutte bene – disse Lexi. - Ti devo parlare.

Nick alzò un sopracciglio.

- Tu vuoi dirmi che ho quasi fatto un incidente con la Mustang, quasi investito un gatto e preso in pieno la siepe davanti a casa vostra perchè tu mi devi parlare? - chiese con gli occhi chiusi.

- Ah, ah – disse lei annuendo, - parlare di Maggie.

Nick si raddrizzò con la schiena e guardò la rossa con rinnovato interesse.

- Cos'ha? - chiese lui, fingendosi indifferente.

- Non sta bene Nick – disse Lexi.

- Perchè, che cos'ha? Sta male? E' malata? - domandò lui, innervosendosi all'improvviso.

- Sta bene quanto te nel fatto di salute, ma mentalmente ultimamente ha qualche problema – disse Lexi, - non è pazza se è questo che pensi, ma vedi a lei piace uno al quale lei piace, però nessuno dei due vuole fare il primo passo, che fare?

Nick la guardò attentamente per qualche istante, poi rispose con voce cauta:

- Stai parlando di me, vero? - chiese lui.

Lei annuì.

- Mi stai chiedendo di dire a Maggie i sentimenti che provo per lei? - chiese lui.

La rossa annuì nuovamente.

- Non... non posso – disse lui.

- Perchè? - chiese Lexi, curiosa, ma anche desiderosa di aiutarlo.

- Perchè... perchè ho paura. Immagina se poi io a Maggie non piaccio davvero, poi noi due siamo migliori amici, le voglio un bene dell'anima e se ci mettiamo insieme e poi ci lasciamo e di conseguenza non ci rivolgiamo più la parola? Non potrei mai vivere senza di lei, capisci? Mai – spiegò lui ad occhi chiusi.

Lexi lo ascoltò in silenzio, e rimase tale anche quando lui finì; non aveva mai immaginato che nella testa di Nick ci fossero tutte quelle emozioni, tutti quei pensieri negativi.

- Però così soffrite entrambi – disse infine lei. - Dovresti rischiare.

Nick aprì gli occhi e la guardò con uno strano cipiglio.

- Non posso farlo Lexi, scusa.


L'amore non si spiega,

fa girare il mondo e poi,

se poi non c'è diventa tutto inutile

(L'amore non si spiega; Sergio Cammariere)


- Ehi ragazzi tutto bene? - chiese Maryl scendendo le scale, i capelli ancora bagnati dopo la doccia. - Ciao Nick!

Lui rispose con un cenno del capo.

- Io vado a casa tua Nick, vuoi un passaggio? - chiese la bionda.

- No, grazie Maryl, ho la mia macchina e adesso ho voglia di fare un giro – disse lui voltandosi verso di lei. - Ma grazie lo stesso.

Maryl avvertì la tensione fra di loro e uscì di casa dopo aver avvertito Lexi che sarebbe tornata un paio d'ore dopo.

Prese la sua Ipsilon della Lancia e mise in moto, pronta per raggiungere casa Jonas il più presto possibile, avrebbe fatto una sorpresa a Kevin, non ce la faceva ad aspettare fino a quella sera.

Mentre guidava per le strade affollate di Los Angeles vide Maggie che camminava affiancata dalla sua amica Josie.

- Ehi Maggie! Josie! - la salutò la bionda abbassando il finestrino e accostando la macchina accanto al marciapiede dove camminavano le due amiche, solo allora Maryl notò che Josie aveva gli occhi lucidi. - Ehm tutto bene?

- Non ti preoccupare – disse Maggie guardando la sorella mentre Josie si voltava per non farsi osservare il viso. - Ho appena finito il mio turno in biblioteca e sto fuori un po', va bene?

- Daccordo, io sto andando a casa dei ragazzi, vuoi venire? - chiese.

- No, faccio un giro con Josie e poi vado a casa verso le sette, okay? - domandò la mora.

- Va bene sorellina, ci vediamo dopo allora, ti voglio bene! - esclamò mentre si rimetteva in moto.

- Anch'io! - le gridò dietro Maggie, Maryl la seguì con lo sguardo finché non girò una curva con la macchina e non la vide più.

Il tragitto da casa Campbell a casa Jonas fu come al solito, dieci minuti durante i quali la ragazza ascoltava all'infinito le canzoni della band del suo ragazzo, ma in modo particolare metteva spesso BB Good e Warld War III, le sue preferite.

Quando arrivò davanti a casa Jonas rimase come sempre stupita dalla bellezza di quella casa e la contemplò per qualche minuto, mentre parcheggiava nella strada lì davanti.

La casa era circondata da alte mura color mattone, che mostravano appena un enorme giardino pieno di alberi e bei cespugli rigogliosi.

Davanti alla casa erano appostate due guardie del corpo che, anche se fino qualche tempo fa le incutevano timore, ora erano praticamente amici dato che i due erano abituati a vedere Maryl accompagnata da Kevin a braccetto, oppure in altri atteggiamenti romantici e la lasciavano passare senza farsi troppi problemi.

- Rob! Kyle! - li salutò allegra Maryl.

- Signorina – disse Kyle, un uomo alto e grosso inclinando leggermente il capo come in un piccolo inchino.

Maryl sorrise ad entrambi e varcò il cancello del giardino di casa Jonas, osservando tutti gli alberi, i cespugli e i fiori che si trovavano lì.

Non appena percorse tutto il vialetto di ghiaia che portava fino alla casa, Maryl vide che Kevin era sdraiato su una sdraio vicino alla piscina a prendere il sole e leggere un libro che non riconobbe.

- Kevin! - esclamò lei raggiungendolo.

Lui si tirò su di scatto e si voltò verso di lei, sorridendole.

- Tesoro! - esclamò il ventunenne dandole un bacio quando lei si chinò su di lui. - Cosa ci fai qui? Non dovevamo vederci questa sera?

- Si, ma mi mancavi e sono venuta prima, ti dispiace? - chiese la bionda sedendosi sul lettino accanto a lui.

- Come potrebbe? - chiese lui retorico posandole i propri occhiali da sole sul naso.

Maryl si sdraiò affianco a lui e appoggiò la testa nell'incavo del collo del proprio ragazzo e gli baciò l'angolo della bocca.

Rimasero così, fermi e zitti, per alcuni istanti, ascoltando ognuno il respiro dell'altro.

- Kevin – iniziò Maryl.

- Si? - mormorò lui con voce roca dopo minuti di silenzio.

- Voglio prendermi un anno sabbatico – confessò.

Kevin si tirò su e la guardò oltre le lenti scure degli occhiali.

- Davvero? - chiese il ragazzo.

Lei annuì.

- Si, voglio prendere un anno sabbatico per riordinare le idee. Chissà, se riprendessi gli studi adesso con Moda&Design potrei cambiare di nuovo idea e cosa farei? Continuo a cambiare corso? No, voglio prendermi un anno per pensare... ovviamente se tu sei daccordo – spiegò lei, cauta.

- Tesoro mio, io mica devo scegliere per te! E certamente approvo la tua idea, come non potrei? - chiese lui e la baciò.

Maryl rispose al bacio e lo abbracciò.

- Grazie mille Kevin – mormorò nel suo orecchio.

- Figurati, amore.

- C'è di buono che adesso avremo tantissimo tempo da passare insieme! - disse lei.

- Vero – annuì lui e la baciò di nuovo.

Tanto tempo da passare insieme, si decisamente quello era il paradiso.


Continua …


AVVISO, PER FAVORE LEGGETE QUI!!


Ciao ragazze,

scusate se vi rubo altro tempo, ma ho un dubbio che mi assale da tempo e vorrei sapere la vostra più sincera opinione.

Ecco, praticamente, io starei pensandoaBrothersandSisters2, no aspettate che riscrivo meglio: starei pensando a Brothers and Sisters 2. Che ne pensate? Io sono piuttosto indecisa di concludere con Brothers and Sisters e poi continuare con la mia nuova long, ma mi sono affezionata ai personaggi di Maryl, Lexi e Maggie e non vorrei lasciarli.

Voi che ne pensate? Vorreste avere Brothers and Sisters 2? Per favore, se avete anche qualche idea contattatemi privatamente.

Grazie mille!

Vi voglio bene,

Maggie

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Capitolo 20
*** Decisions ***


Ragazzeeeeeee!!

Da quanto non aggiorno? Anni? Secoli? Millenni? Scusatemi, ma mio padre ha aggiunto delle vacanze a quelle già programmate e non sono mai tornata a casa dal 3 Luglio!! Comunque perdonatemi, sul serio! Dunque questo capitolo non è 'sto gran che, però spero vi piaccia! Lo so, lo so, vi ho fatto aspettare così tanto per un capitolo che “non è un gran che”, ma sono pazza?? Sì che lo sono!!

Uh, quasi dimenticavo, a titolo informativo la shot Old, non centra con questa storia, quindi Joe non ha ancora vent'anni, ne compirà poi nel... no, vi ho detto troppo, leggete l'avviso a fine pagine, nella quale svelerò se Brothers and Sisters 2 esisterà...

Grazie a tutte le persone che hanno recensito: Old, The winner is... Elvis e A Night with Joe Jonas!!

Ma prima dei ringraziamenti le mie più sentite congratulazioni a Kevin Jonas e Danielle Deleasa che presto si sposeranno.

Voi che dite, Kev lascerà i Jonas Brothers per restare con la futura signora Jonas o continuerà la sua attività di cantante? Io spero che resti a far parte della band perchè potrei morire se i Jonas si separassero...

Ecco a voi i ringraziamenti, tataratatataaaaaaaaaaaa!

Niki_CuLLen_: eh eh, per vedere Nick e Maggie insieme bisognerà aspettare ancora un po'... sono sadica, lo so! Grazie per i complimenti, mi fanno molto piacere!! Scusa se ultimamente non sono passata nella tua FF, ho avuto pochissimo tempo, ma recupererò, giuro! Un bacio!

mione94: tu non sai il piacere immenso che mi ha dato la tua recensione!! Una cosa formidabile, mi sono quasi commossa, giuro!! I tuoi complimenti mi hanno fatto prendere in gran parte la decisione scritta a fine capitolo! Sei fantastica, adoro le tue recensioni, grazie di tutto!! Un bacione!

_Skipper_: le tue lunghe recensioni mi danni sempre un piacere immenso! Grazie! Eh, sì, signore e signori, oggi ho risposto alla tua mail!! Quindi hai la mia risposta nella tua casella e-mail! Dunque, grazie per tutti i complimenti, ma per vedere Maggie e Nick insieme dovrai pazientare per un po'! Anche per scoprire quello che è successo a Josie vale lo stesso di prima! Sei fantastica! Un bacione!

LoveJonasBrothers: grazie per aver espresso la tua opinione!! Lo so, povero Nick, ma per vederlo insieme a Maggie bisognerà avere tanta pazienza! Un bacio!

merion: come sempre le tue recensioni mi fanno solo piacere!! *.* Diiiiiiiiiio, ti adoro tanto!!! Dunque, eh eh, non sono tornata presto come vedi e non vedo l'ora di risentirti sulla mail, ora tocca a te tornare presto! Un bacione!

jonas_princess: eh eh, infatti, Lexi la generale (o si dice “il” generale anche per le donne? Boh), anch'io ce la vedo bene!! Un bacio e grazie di tutto!

annina94: grazie per aver espresso la tua opinione! La mia scelta, e spiegazione, la troverai a fondo pagina! Grazie di tutto! Un bacio!

noemi_lovelovelove: grazie di tutto!!! La spiegazione al dilemma “esisterà Broth&Sis 2” la trovererai a fine pagina, riguardo a Nick e Maggie pazienta! Un bacio!

DarkViolet92: bene, per la risposta della domanda che ho posto nello scorso capitolo dovrai vedere a fine pagine, nel frattempo spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacio!

jeeeeee: ma prego!! Volevo farti un regalo, dato che tu mi segui sempre! E scuse se non ho risposto alla tua mail, ma non ho ancora avuto il tempo! Perdone! Un bacio tesoro!

Melmon: grazie per aver espresso la tua opinione, la risposta “comune” se ci sarà il seguito di Broth&Sis sarà a fine pagina. Grazie per seguirmi, sei fantastica! Un bacio!

ada12: eh, per Maggie e Nick bisogna avere pazienza! Grazie per i complimenti, mi fai arrossire! Spero che questo chappy ti piaccia! Un bacio!

thislove: oh mamma mia, mi fai arrossire con i tuoi complimenti! Grazie per aver recensito e mi fa molto piacere che questa storia ti piaccia! Grazie grazie grazieeeeeeeeee!! Un bacio!

Giulietta 24: sì ho visto che Danielle e Kevin si sposano e sono solo felice per loro!! Grazie per aver espresso la tua opinione sul seguito di questa storia, la risposta è a fine pagina. Per scoprire quello che è accaduto a Josie, l'amica di Maggie e Lexi, dovrai pazientare qualche capitolo. Un bacio!

PrInCeSsMaLfOy: grazie per aver espresso la tua opinione!! La risposta è a fine pagina!! Per vedere i due timidoni all'attacco dovrai pazientare ancora un po', io sono sadica, ricordatelo!! Un bacio!

coco2: grazie per aver espresso la tua opinione (oddio sembro un registratore, sto riscrivendo le stesse cose all'infinito!), la risposta è a fine pagina! Grazie mille per i complimenti, sei fantastica!! Per Nick, non è che lui non vuole mettersi con Maggie, è che ha paura che la loro storia vada a pezzi se si mettessero insieme e questo non lo potrebbe tollerare! Un bacio!

nes95: eh già, che Nick è carino non lo nega nessuno (e se qualcuno vuole contestare... se ne stia zitto!!) Eh, per i Mick bisogna avere pazienza, sono cocciuti e timidi entrambi e sì, un po' sono anche pazzi dato che non si decidono a confessarsi, ma qualcosa accadrà... prima o poi!! Un bacio!


Capitolo 20. Decisions


- Allora sorelle mie adorate oggi è sabato, cosa si fa? - chiese Maggie. - E' il sabato delle sorelle Campbell avete qualche idea?

Maryl, intenta a guardare la propria immagine riflessa nello specchio del salotto, si voltò verso la sorella e la guardò preoccupata.

- Sabato? - chiese lei, flebile.

- Ma certo che sì, Maryl – disse Lexi scendendo le scale tra gradini alla volta. - Io propongo film horror, pizza alle cipolle e notte in bianco a raccontarci storie dell'orrore, che dite?

- Sabato? - ripeté la bionda.

- Dobbiamo proprio il film dell'orrore? - chiese Maggie alla gemella. - A me è bastato e avanzato lo spiacevole inconveniente di due settimane fa.

- Oh andiamo! Essere chiuse in una casa degli orrori con il ragazzo che ti piace non deve essere stato così male! - ribatté la rossa.

- La prossima volta chiudo te e Joe lì dentro, vediamo come uscite – disse la mora.

- Va bene, però... - iniziò la sedicenne dai capelli ramati.

- Sabato? - disse Maryl a voce alta e acuta.

Le due gemelle si voltarono verso la sorella maggiore e la squadrarono da capo a piedi: vestito viola di Armani, capelli appena stirati dal parrucchiere, mani fresche di manicure, scarpe firmate ai piedi, collana di brillanti al collo.

- Non starai mica uscendo, vero? - chiese Lexi minacciosa.

- I...io? Ma scherzi? Io, uscire il sabato delle sorelle Campbell? – mentì Maryl.

La due gemella la guardarono attente, trafiggendola con i loro occhi verdi.

- Oh sì, va bene? Sì, sto uscendo – ammise Maryl sotto gli sguardi di accusa delle sorelle.

Lexi imprecò a bassa voce e si avvicinò alla sorella, le prese una ciocca di capelli e se la avvicinò al naso.

Maryl la fissò stranita mentre la sorelle le annusava i capelli.

- Oh fantastico – commentò ironica la sedicenne dai capelli ramati, - è Chanel N°5, ci mancava questa. Esci con Kevin – l'ultima parola la sputò.

La bionda la guardò con aria colpevole e fece un sorrisetto a metà.

- Come l'hai capito che esco con lui? - chiese.

Lexi strizzò la faccia e diede le spalle alle sorelle e le rispose con voce brusca.

- Metti sempre il N°5 di Chanel quando esci con lui – brontolò la rossa.

La ventenne le si avvicinò e le sfiorò le spalle.

- Perchè sei arrabbiata con Kevin? - chiese.

Lexi si voltò verso la sorella maggiore.

- Non sono arrabbiata con lui – disse, - ma se esci con Kevin non puoi rimandare dato che è il tuo ragazzo.

La bionda la guardò con i suoi occhi dorati attraverso le lenti degli occhiali che portava sul naso e inclinò leggermente il capo.

- Perchè non esci con Joe? - propose.

Maggie la guardò offesa, e lei chi era, un pezzo del mobilio?

- E mandare in frantumi una tradizione che va avanti da otto anni? Giammai! - esclamò, ma ora si stava anche divertendo a fare l'attrice.

- E io? - si intromise Maggie. - Mica ho un ragazzo con cui uscire!

La bionda si morse il labbro inferiore della bocca e guardò le sue due sorelle, non poteva lasciarle così il loro sabato, ma era anche vero che lei e Kevin dovevano parlare quel giorno, senza contare il fatto che non vedeva il suo ragazzo da trentasei ore dato che per un motivo o per l'altro non avevano avuto il tempo di vedersi neanche per cinque minuti.

- Ragazze io e Kev dovevamo parlare – sussurrò abbassando la testa.

Lexi la osservò, poi guardò la gemella e insieme annuirono.

- Vai dal tuo ragazzo e se torni prima delle undici e trentuno giuro che ti butto di nuovo fuori casa a calci! - esclamò la rossa.

Maryl sorrise e uscì di casa, ancora combattuta dal senso di colpa.

Lexi chiuse la porta con uno schiocco sonoro.

Le due gemelle rimasero zitte a guardarsi negli occhi per qualche istante, poi scoppiarono entrambe in un attacco di riso acuto.

- Poveretta, siamo proprio crudeli! - ridacchiò Maggie non appena recuperò il dono della parola.

- Starà tutta la notte a sentirsi in colpa a causa nostra! - rise Lexi avvicinandosi alla gemella e saltando sul divano sul quale Maggie era seduta e presa da un istinto naturale la abbracciò forte.

Maggie ne rimase stupita, di solito era lei che la abbracciava e cose varie, Lexi non era il tipo.

- Ti voglio bene – sussurrò la rossa. - Tanto.

- Anch'io Lexi – mormorò di rimando la mora.

La serata trascorse come avrebbe dovuto essere se Maryl ci fosse stata, le due gemelle guardarono un film dell'orrore e mangiarono una pizza, Lexi una alle cipolle e Maggie una alle acciughe.

- Lexi posso farti una domanda? - chiese Maggie giocherellando con la sua ultima fetta di pizza, seduta a terra e a gambe incrociate mentre il film andava.

- Certo – annuì la gemella gustandosi la sua cena. - Anche due.

Maggie esitò, poi si buttò.

- Senti com'è... ecco, insomma – balbettò rossa fino alla punta delle orecchie.

- Cosa? - chiese la rossa.

- Com'è baciare un ragazzo? – sussurrò il più velocemente possibile, ma Lexi la udì ugualmente.

La gemella le sorrise maliziosa e annuì con l'aria di chi sa tutto.

- Dai Lexi è già abbastanza imbarazzante anche senza di te che ridi – sbottò Maggie ancora rossa in viso.

- Okay, la smetto, ma perchè vuoi saperlo? - domandò la rossa.

- Lo sai che non ho mai baciato nessuno – disse la mora incrociando le braccia al petto. - Lascia stare!

- No, aspetta è che mi hai lasciato abbastanza sorpresa con questa domanda! Comunque è, non so come spiegarlo, anzi è impossibile spiegarlo... non posso dirtelo Maggie – disse la rossa. - Quando bacerai tu un ragazzo me lo dirai, va bene?

- Aspetta e spera! - borbottò la mora. - Non bacerò mai nessuno.

- Allora tanto vale che tu ti faccia suora! – disse Lexi. - Dai anche tu avrai un ragazzo nella tua vita!

Maggie abbassò il capo e fece a pezzettini la sua fetta di pizza.

- Lexi voglio mettermi con Nick, non ce la faccio più, ogni volta che lo guardo, che lo sento ridere, che lo vedo sorridere o i suoi occhi che mi fissano mi sento male, come se qualcuno mi avesse appena tirato un pugno in pancia – ammise la mora.

Se la situazione non fosse stata così critica Lexi avrebbe fatto una delle sue solite battute, ma non era proprio il caso in quel momento.

In fondo era un bene che Maryl non ci fosse, non sarebbero mai riuscite a fare un discorso simile in sua presenza.

- Allora vaglielo a dire! - disse la rossa ad alta voce.

Maggie scosse la testa, gli occhi lucidi.

- No, non posso farlo. Non posso – e chiuse gli occhi per non guardare l'espressione di Lexi che sicuramente era di accusa, ma in realtà era semplicemente di comprensione.

Passarono diversi minuti prima che una delle due proferisse parola, e a parlare fu proprio Maggie.

- Ah, Lexi – sussurrò.

- Si? - domandò la rossa.

- Parla con Josie, ha bisogno di te.

C'è una sorpresa in agguato per ognuno di noi

che ci fa riconciliare col mondo

(Una sorpresa in agguato; Mariadele)


- Mi vuoi dire dove stiamo andando o devo ti devo pregare in ginocchio? - chiese Maryl, gli occhi coperti dalle mani calde di Kevin.

- Sii un po' più paziente, devi aspettare ancora qualche minuto – disse lui facendole strada dove voleva portarla. - Ti ho detto che sei bellissima?

La ragazza sorrise e annuì con veemenza, mentre sentiva il respiro di Kevin vicino al suo orecchio.

- Sei stupenda – sussurrò lui e le diede un bacio sulla guancia.

- Grazie! - disse Maryl, emozionata.

Nelle viscere si sentiva completamente e assolutamente in colpa per aver lasciato le sue due sorelle sole nel loro sabato, ma dopotutto sentire Kevin che le diceva continuamente complimenti non era male.

- Ecco, ci siamo quasi, attenta al gradino qui davanti... bravissima – disse il ventunenne indicandole la strada. - Okay, pronta? Tre, due, uno...

Non appena Maryl recuperò il dono della vista si portò le mani alla bocca dalla sorpresa a causa di ciò che le si parava davanti: si trovavano in prossimità di una spiaggia, su un vecchio pontile sul quale era stato allestito un tavolino illuminato da una candela e con una rosa rossa in un piccolo vaso, dietro al mobile si vedeva il mare sul quale si rifletteva la luce della luna.

- Kevin... - sussurrò lei.

- Ti piace? - chiese il ragazzo improvvisamente timido.

- Oh, ma è... magnifico! Amore, è la cosa più dolce che chiunque abbia mai fatto per me! - disse lei voltandosi verso di lui e lanciandogli le braccia al collo.

Kevin la baciò e Maryl rispose con trasporto; era tutto così maledettamente perfetto.

Mano nella mano il ventunenne fece strada alla sua bella verso il tavolo, la fece sedere sulla sedia scostandola da sotto il tavolo e le servì l'acqua.

Maryl non si era ancora del tutto ripresa da quella stupenda sorpresa.

E pensare che stiamo insieme solo da un paio di settimane, pensò la ragazza con un sospiro.

Kevin tirò fuori da sotto il tavolo un cesto nel quale si trovava la cena.

- Non ti dispiace se sono tutti piatti freddi? - chiese Kevin, impacciato, sembrava Nick in quel frangente. - Altrimenti c'è un ristorante qui vicino e potrei andare lì a...

Maryl lo zittì poggiando l'indice della mano destra sulle labbra del suo ragazzo.

- Va benissimo e calmati, sembri troppo nervoso – disse lei, allegra.

- Ah, okay – sospirò di sollievo il ventunenne e mise sul tavolo un piatto pieno di pasta fredda con mozzarella e pomodori. - Non sapevo che cucinarti, non sono molto bravo in cucina e ho chiesto a mia madre qualche consiglio e lei mi ha aiutato a preparare un piatto italiano.

Maryl gli sorrise e gli prese la mano sopra il tavolo.

- Va benissimo e fra parentesi adoro il cibo italiano, non lo mangio spesso ma mi piace tantissimo! - esclamò lei rassicurandolo.

- Sei mai stata in Italia? - chiese lui stringendole più forte la mano che lei gli aveva dato.

Maryl scosse la testa.

- Mai, mi piacerebbe andarci, però. Dell'Italia so solo che cucinano bene e fanno bei vestiti – disse lei; - per esempio la tua camicia è di Dolce&Gabbana, roba italiana.

Lui rise.

- Un giorno ti ci porterò, te lo prometto – le disse sicuro.

Maryl si scostò i capelli dagli occhi e gli sorrise in modo dolce.

Iniziarono a mangiare mentre Kevin le spiegava come aveva fatto a cucinare quel piatto, le disse che aveva dei parenti italiani e le raccontò di quello che aveva fatto in quelle trentasei ore in cui non si erano visti.

- Tu invece? - chiese lui imboccandola con una forchettata di spaghetti. - Che hai fatto?

- Oh, beh, non molto a dire la verità. Sono andata a fare un giro, ho disegnato qualche modello di vestiti per divertirmi e sono stata con le mie sorelle, niente di minimamente paragonabile ai tuoi impegni – disse lei, nervosa.

Kevin notò il nervosismo nella sua voce, chissà cosa era successo...

- Hai litigato con Lexi e Maggie? - domandò lui.

- No, cioè sì, beh no, credo di sì... oh non lo so! Insomma sta sera era il sabato delle sorelle Campbell ma io sono uscita con te e loro se la sono presa, credo – balbettò lei. - A essere sincera non lo so, potrebbero aver recitato, sai, conoscendole.

Ora Kevin si sentiva davvero in colpa, per colpa sua Maryl, Maggie e Lexi avevano forse litigato.

- Ti riaccompagno a casa – disse subito lui.

- No! Che senso ha adesso? Godiamoci questa fantastica cena, pensiamo a noi e a quel discorso che dobbiamo fare.

Kevin la fissò negli occhi.

- Sicura? - ci mancava solo che rovinasse i rapporti fra le tre sorelle.

- Certo che sì! Ora, avanti, parliamo di quello che dobbiamo decidere di fare – disse lei sicura, raddrizzandosi la schiena.

Oh certo, il discorso, ovvero dovevano decidere se rendere nota la loro storia oppure no alla stampa.

- Va bene – disse Kevin imitandola, - tu che pensavi di fare?

- Io pensavo di rivelarla, insomma sempre se tu sei daccordo, ma mi sembra la situazione migliore perchè, ecco, così la stampa smetterà di inventare storie su di noi. Tu invece che pensi di fare? - chiese lei, nervosa.

Kevin tirò un sospiro di sollievo.

- E' la stessa cosa che penso io. Quindi la riveliamo, okay? - chiese lui.

Lei annuì.

- Sicura?

Maryl fissò i suoi bellissimi occhi verdi.

- Sicura.


Starei proprio così
come sto adesso
innamorato
se tu apparissi ora
come sei

(Innamorato; Jovanotti)


- Oh Nicholas! Vieni qui giù che dobbiamo decidere una questione di morte o di vita! - cinguettò Joe dal fondo dalle scale al fratello minore.

Il minore dei Jonas Brothers scese le scale e si fermò solo quando fu davanti al fratello maggiore.

- Sì? - chiese con voce piatta.

- Che film si guarda? Io sono indeciso fra Neverland, di nuovo, Lo strano caso di Benjamin Button e Madagascar 2! - elencò il diciannovenne, eccitato.

- Madagascar, Madagascar! - strillò Frankie correndo verso i due fratelli seguito con più calma dai coniugi Jonas.

- Si piccoletto, anch'io vorrei vedere quello! Tu Nick, che vuoi vedere? - domandò Joe dando un buffetto a Bonus.

- Dobbiamo proprio vedere un film? Io stavo componendo – si lamentò Nick passandosi una mano fra i capelli ricci.

- Basta comporre tu! Altrimenti finirai un altro album entro questa notte! Forza, prenditi una pausa da quella benedettissima chitarra che praticamente per te è una moglie e una famiglia e vieni qui a divertirti con noi! - esclamò Joe allegro, per forza lui aveva una ragazza tutta per sé, non come Nick la quale potenziale ragazza, con ogni probabilità, non stava pensando a lui.

- Non sono dell'umore Joseph – disse il sedicenne sbuffando di stanchezza.

- Ultimamente tu non sei mai dell'umore! Avanti, sei da solo e depresso chiuso in camera tua a scrivere una nuova canzone da ore, una pausa non ti uccide! - disse il diciannovenne dandogli una pacca sulla schiena.

Nicholas guardò il fratello, il quale gli sorrideva incoraggiante e annuì.

- Che Madagascar sia – disse con un sospiro.

- Perrrrrfetto! - ridacchiò Joe. - Mamma, papà, forza sedetevi con la vostra progenie, o almeno una parte dato che Paul Kevin Jonas II è andato a fare il romanticone con la sua ragazza, e guardate un film con noi!

- Avere una ragazza non gli fa bene – brontolò Nick.

Paul Kevin Jonas Senior rise, prese Frankie e se lo mise sulle spalle per poi proseguire fino al salotto e si sedette sul divano; Denise invece restò indietro con Nick e gli mise un braccio intorno alle spalle con aria materna.

- Che cos'hai tesoro, sei piuttosto giù di morale ultimamente – disse la signora Jonas, dolcemente.

- Niente mamma, sono innamorato – disse Nick scrollando le spalle, - della sorelle delle ragazze di Kevin e Joe, il ragazzo che dite sia vostro figlio.

- Ehi! - si lamentò il diciannovenne sentendo la loro conversazione.

Denise pettinò i capelli al figlio sedicenne.

- E lei ti piace molto? E' Maggie, vero? - chiese lei.

Lui annuì.

- Da morire – disse a occhi chiusi.

Denise diede un bacio sulla testa al figlio, non le piaceva veder soffrire i suoi bambini, e soprattutto non così.

- Tesoro mio non devi soffrire per lei, okay? Raccontale la verità – gli consigliò.

- Va bene, mamma – mentì lui, non avrebbe detto niente di niente a Maggie... non su quell'argomento se non altro.

- Ehi Nick! Mamma! Inizia! - disse Joe, emozionato quanto al piccolo Frankie al suo fianco che stava praticamente saltellando dalla felicità per vedere quel film.

Nick spostò la testa verso la madre un'ultima volta prima di raggiungere il resto della famiglia.

- Dobbiamo fare seriamente il test del DNA con lui, probabilmente l'hanno scambiato con qualcun altro in ospedale – disse Nick con un mezzo sorriso.

Denise annuì poco convinta e diede un altro bacio al figlio, prima di andarsi a sedere accanto al marito, mentre Nick si accomodava affianco a Joe.

- Uh – disse il diciannovenne guardando le prime scene del film, - sai Nicholas la prossima volta non devo fare un film in cui ballo Single Ladies, ma tutti noi Jonas Brothers dobbiamo cantare “Mi piace se ti muovi”!

- L'importante è crederci Joe – sorrise Nick.

- Appunto! Dai, non puoi negare che sarebbe una figata unica fare un video in cui cantiamo “mi piace se ti muovi”, magari Lexi, Maggie e Maryl potrebbero fare le ballerine dietro di noi! - ridacchiò Joe.

Sorridere e annuire, pensò il sedicenne ed eseguì quello che diceva, suo fratello era davvero pazzo, ma d'altronde era innamorato... come lui.


Continua …


AVVISO PER FAVORE LEGGETE QUI, GRAZIE!

Ciao, ragazze! Dunque, nello scorso capitolo ho ricevuto molte

recensioni a proposito di Brothers and Sisters 2, e per questo

motivo ho deciso che il seguito di questa storia ci sarà!

Su, ragazze, non fate quelle facce mogie mogie, lo so che voi

avreste tanto voluto che non ci fosse il continuo, ma sono sadica, si sa, e

per questo la vostra pena continuerà!! Dai, scherzo, sono pazzerella, come

al solito! Hi hi...

Comunque per chiarire la situazione sul seguito di Brothers and Sisters ecco

a voi le spiegazioni.

Dunque il continuo di questa storia sarà ambientato qualche tempo dopo

la fine di questa storia, senza cambiamenti, quindi non sarà come una nuova

storia, ma con gli stessi personaggi. Sarà esattamente la stessa,

ovviamente con nuove situazioni... *ride diabolica*

Quindi, per dare più spazio capitoli al secondo episodio, questa

storia avrà un po' meno capitoli di quelli che avevo previsto all'inizio,

parlo comunque di 30, 35 capitoli in cui ne capiteranno delle belle!

Nell'epilogo di Brothers and Sisters, il primo, la storia avrà un finale

aperto, così chi si è stancato di leggere questa storia potrà non

leggere il secondo episodio.

Inutile dire che spero che mi seguirete comunque!

Bene, spero di avervi chiarito le idee, ma se avete ancora qualche

dubbio non fatevi problemi a contattarmi!

Grazie dell'attenzione!

Un bacione enorme a tutte!

Vi voglio bene!
Maggie



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Capitolo 21
*** Warning ***


Buongiorno!

Bene, ragazze io vi adoro, ormai è ufficiale, posso anche prendere il brevetto di aeronautica, comprare un jet e fare il giro del mondo in ottanta giorni con uno striscione attaccato sulla coda dell'aereo su cui scriverò “Vi amo ragazze!!”.

Mi... mi onorate di recensioni che mi rendono così felice!! *saltella contenta*

Vi adoro, adoro, adoro, adorooooo!! Vi amoooooo!! Ho raggiunto le 203 recensioni in 20 capitoli!! Io vi prendo e non vi lascio piùùùùùù!! *vi spupazza*

Non vi preoccupate per la mia sanità mentale, e se ve lo state chiedendo, sì sono pazza! Bene, ragazzuole, hi hi, godetevi la più o meno calma di questo capitolo, dato che fra due capitoli farò sudare freddo i nostri protagonisti! Mhuaaaa, già immagino alcune delle vostre recensioni di questo e del prossimo capitolo, ma meglio non fare previsioni azzardate!

Uh, in questo capitolo Joe sarà poco presente, così come è accaduto in quello precedente, ma non vi preoccupate, nel prossimo non sarà presente, ma presentissimo!

Più che altro questo capitolo è incentrato sulle sorelle Campbell, le mie protette, ma spero che vi piaccia comunque...

Ora vi lascio ai ringraziamenti, che vi ho scritto dal più profondo del cuore... GRAZIE!! :

nes95: eh lo so di essere crudele, ma prenditela con i miei genitori, è colpa loro! Dunque, come ti ho già detto tempo al tempo, il che vuol dire un bel po' di tempo *risata malefica*. Comunque sì, Broth&Sìs avrà un seguito, ho già nella mia testolina tutta la storia, l'unico problema è trovare un titolo! Un bacione!

Niki_CuLLen_: per Nick e Maggie pazienza, pensa alle altre coppie nel frattempo che per quei due cocciuti e testardi ci vorrà ancora un bel po', chissà potrei farli mettere insieme anche nel seguito... muahhh, io essere crudele! Un bacio!

DarkViolet92: sì, le vacanze sono passate bene, grazie e sì, ci sarà il seguito! Ci sentiamo, un bacio!

ada12: sì, Joe è una forza, mi sono divertita molto a scrivere la parte di Madagascar! Ed eccomi qui ad aggiornare prima di quanto avessi stabilito, però vabbè, spero che questo chappy ti piaccia! Un bacio!

jonas_princess: perdonami per il ritardo, ma scusa davvero non ho potuto fare altrimenti! Anch'io vorrei vedere il video dei Jonas che ballano “Mi piace se ti muovi”, mmh, quasi quasi glielo consiglio... un bacio!

streghettathebest: sono contenta che tu sia felice che ci sia un seguito! Le vacanze passate bene, grazie, un po' noiose, però. Eh, per Nick e Maggie bisogna pazientare ancora un po'... scusa...! Un bacio!

catchme__: non preoccuparti, più che altro dovrei scusarmi io di non essere passata prima a recensire una delle tue storie, e anche se non ho avuto la forza di recensire “Nick.”, ma proprio non ce la faccio... Sono contenta che questa storia ti piaccia!! Un bacio!

jeeeeee: oh, davvero ti sono mancata?? Mi fa così piacere *.* Sì, approvo a pieno ogni cosa che hai scritto, ma per Maggie e Nick... pazienza. Un bacio!

noemi___lovelovelove: non ti preoccupare, neanche per me la pazienza è un pregio molto presente, più che altro urlo quando mi spazientisco, soprattutto con i miei fratellini. Mi fa piacere che tu sia felice dato che ci sarà un seguito di Broth&Sìs. Un bacio!
Giulietta24: bah, a dire la verità non ci credo che Miley e Demi abbiano litigato per Nick, anche perchè Demi è la migliore amica di Selena, ovvero l'ex di Nick e non credo che Demi voglia fare una cosa simile alla sua amica... Comunque, sono contenta che questa storia ti piace!! Un bacio!

coco2: non ti preoccupare... i genitori sono così, purtroppo. I tuoi complimenti mi fanno molto piacere, sul serio! Grazie di tutto e per Maggie e Nick devi pazientare. Un bacio!

PrInCeSsMaLfOy: Joe non cambierà mai, no no, sempre sciocco e scemotto lui! Eh eh, Nick e Maggie dovranno aspettare! Un bacio!

Melmon: no no, dovrai sopportarmi ancora a lungo!! Ti ho detto che scrivi benissimo? Sono passata da te, ieri, non so se hai visto e sei bravissima! Un bacio!

_Skipper_: ah ah, giuro la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere!! Sei una forza della natura!! Mi dispiace ma non posso cambiare il nome di Maryl, però se vuoi puoi fingere che sia tu!! Sei una forza, ti stimo davvero! Un bacione!

mione94: tesoro, sì eccomi qui! Mi dispiace, ma nemmeno in questo capitolo niente dichiarazione, però accadrà qualcosa di... no, non ti dico troppo! I tuoi complimenti mi fanno davvero onore, ti adoro!! E aggiorna presto, eh? Un bacione!


Capitolo 21. Warning


- Oddio Kevin, muoviti sei chiuso in quel bagno dai secoli dei secoli, non stai andando a sposarti, sai? E io ho ben altro da fare che stare qui ad aspettarti senza contare che anch'io devo andare in bagno, mi devo stirare i miei amatissimi capelli! - esclamò Joseph Adam Jonas camminando avanti e indietro davanti alla porta del bagno.

- Mamma mia adorata, Joe! Non è l'unico bagno in questa casa, sai? Vai nell'altro – gli urlò Kevin pettinandosi i ricci scuri.

- Lo farei ma l'altro nostro fratello è chiuso lì dentro quanto te! - sbottò di rimando il mezzano con uno sbuffo.

- Nick?

- No, Franklin, a quanto pare anche i suoi capelli hanno bisogno di cure quasi quanto i miei – spiegò il diciannovenne.

E pensare che non stavano andando a fare gran che; Kevin, Joe Nick dovevano solo andare a fare la spesa per ordine di loro madre, Denise, ma tutti e tre pensavano, anzi sapevano, che avrebbero incontrato dei paparazzi e il maggiore ne voleva approfittare per annunciare la sua storia con Maryl.

- Fatto! - esclamò Kevin raggiante uscendo dal bagno con camicia bianca e pantaloni di velluto.

- Alla buon ora! - esultò Joe entrando e catapultandosi sulla mensola nella quale era riposta la scatola con la sua piastra. - Amore mio, piastra adorata vieni dal papà!

- Oh mamma – sussurrò Kevin guardandolo di sottecchi mentre il mezzano tirava fuori dalla scatola il suo amore e lo accarezzava con delicatezza.

Nick raggiunse il ventunenne, indossava una delle sue solite camicie a scacchi, jeans e Converse All Star nere.

- Anch'io mi chiedo se è mio fratello, non ti preoccupare – disse dando una pacca sulla schiena a Kevin.

- Lui mi spaventa – mormorò il ventunenne, sarcastico.

Joe scelse quel momento per dare un bacio alla piastra e accenderla per passarsela sui capelli con fare materno.

- Non siamo costretti a portarlo con noi, vero? - chiese Nick.

- No, ci farebbe solo perdere tempo, si fermerà di sicuro al reparto dove vendono tutti gli shampoo e simili – annuì Kevin.

- Andiamo via senza di lui? - domandò il minore.

Il maggiore annuì e insieme si allontanarono in punta di piedi.

Denise osservò li osservò mentre camminavano il più silenziosamente possibile e si avvicinò a loro sorridendo.

- Cosa state facendo? - chiese.

- Shh! - la zittirono piano i due. - Mamma noi andiamo al supermercato, soli.

Denise annuì poco convinta e li salutò con un bacio sulla fronte.

- State attenti e guidate piano – disse.

- Certo mamma, ti vogliamo bene! - esclamò Kevin prima che entrambi varcassero la porta di casa per uscire.

- Fratelli miei sono pronto! - trillò Joe uscendo in quel momento dal bagno. - Kev? Nick?

Denise ridacchiò divertita.

- Sono usciti, caro, perchè tu non pulisci la piscina? Con il retino, grazie tesoro – e si allontanò pure lei con il cesto della biancheria in mano diretta verso la lavanderia per pulire i panni sporchi.

Joe sbuffò, al diavolo i suoi fratelli, e i suoi capelli? Chi ci pensava a loro? E se per caso cadeva nella piscina pulendola? E poveretta la sua capigliatura che si bagnava...

- Jospeh la piscina! - lo richiamò Denise.

- Ora vado mamma, vado! - sbuffò lui. Maledetti fratelli.


Ti confesso a questo punto
con certezza e con paura
che ho cercato un’avventura

(Confessioni; Iva Zanicchi)


- Io non ti capisco – ammise il ventunenne, camminando al fianco di Nick, spingendo un carrello. - Perchè non vuoi dire a Maggie che ti piace?

Il minore lo trafisse con i suoi grandi occhi marroni.

- Senti Kev, non voglio parlarne, okay? - chiese, supplicandolo.

Kevin scosse la capigliatura riccia in un segno di disappunto, ma non insistette e continuò a osservare gli scaffali dei surgelati.

- Con Maryl invece... insomma, come va? - domandò il sedicenne alzando lo sguardo sul fratello.

Il maggiore sorrise, al ricordo della serata del giorno prima, sentì il profumo di Maryl, le sue labbra che cercavano le sue nel buio quando la candela si era spenta, i loro giochi nell'acqua, come lei avesse urlato divertita quando l'aveva presa in braccio e gettata nel mare tiepido, pensò alla sua pelle dal sapore salato dopo il loro bagno di mezzanotte...

- Kevin, stai sbavando – notò Nick, osservando il fratello.

Il ventunenne si riscosse dai suoi pensieri e si asciugò il rivolo di bava che gli era colato lungo il mento.

- Scusa – sussurrò imbarazzato.

Nick scrollò le spalle.

- Allora, dicevi? - continuò, non curante.

- Oh, beh, Maryl è fantastica, mi trovo così bene con lei, così... appagato. Ieri sera, ad esempio, mi sono reso conto che io e lei pensiamo le stesse cose, abbiamo le stessa opinioni e questo è fantastico se penso che usciamo insieme solo da un paio di settimane – spiegò Kevin, raggiante. - Tu non ti sei mai sentito così? Con Miley o Selena...

Nick scosse la testa.

- No, ma credo che con Maggie potrei provare qualcosa di simile... insomma lei è così dolce, così innocente, ogni volta che sento anche la sua voce mi sento bene, perchè so che lei è con me, che è mia amica, ma allo stesso tempo male, perchè lei non è mia, perchè so che non potrò mai prenderla fra le braccia, stringerla, baciarla e dille che lei è una delle cose più belle che mi siano capitate nella vita – spiegò, abbassando il capo.

Kevin gli mise una mano sulla schiena, in segno di comprensione.

- Sono sicuro che prima o poi fra di voi le cose andranno meglio, vi metterete insieme un giorno, Nicholas, lo so per certo – disse.

Nick fece un sorriso amaro.

- Grazie Kev... Ora passiamo ad argomenti più leggeri, che dici? Tipo la spesa.

Il maggiore annuì.

- Okay, allora cosa dobbiamo prendere? Cipolle, insalata, carne, mozzarella e che altro? - chiese Kevin guardando la lista della spesa che loro madre gli aveva affidato.

- Latte, Diet Coke, acqua e... paparazzi! - esclamò Nick.

- Paparazzi? - chiese Kevin e seguì lo sguardo del fratello minore fino a vedere un paparazzo armato di block-notes e macchina fotografica che li salutava con una mano, lo conoscevano, si chiamava Marcus.

- Ehilà Marcus! - esclamò Nick avvicinandosi al giornalista. - Come va?

- Non c'è male Nick, la vita va avanti, e salve anche a te Kevin, come state voi? - chiese lui.

- Oh bene, grazie, come mai da queste parti? - domandò Nick, come se non lo sapesse.

- Lavoro Nicholas, lavoro... a questo proposito ultimamente i pettegolezzi scarseggiano, non avreste qualcosa da rivelarmi? - disse Marcus, curioso, con una strana luce che gli illuminava gli occhi.

- Veramente... - iniziò il sedicenne.

- Si! - si illuminò Kevin. - Esco con una ragazza!

Per Marcus quell'informazione era come annunciare che Dio era sceso sulla Terra, che non esisteva più la guerra e la fame nel mondo e che tutto era perfetto... la sua espressione, se fosse stato un cartone animato, sarebbe stata con la mandibola che toccava il pavimento e gli occhi a forma dei dollari.

- Ah, che meravigliosa notizia! - esclamò il paparazzo tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un registratore. - Potresti ripetere? Per i tuoi fans...

Kevin eseguì con un sorriso a trentadue denti, mentre Marcus stava praticamente sbavando dall'emozione, nel frattempo Nick sorrideva vedendo la felicità del fratello.

- Ma quindi vi sposerete? - domandò il giornalista.

- Mi sembra presto per pensare al matrimonio – disse il ventunenne.

- Bene, ora vi lascio e grazie mille Kevin per l'informazione! - esclamò Marcus e si allontanò praticamente saltellando.

Nick lo osservò ridacchiando, poi si voltò verso il fratello maggiore e gli diede una pacca sulla schiena.

- E bravo il mio fratellone! - esclamò il sedicenne. - Ora hai sistemato anche questo problema, ma ora ne abbiamo uno più grande.

Kevin si voltò verso il fratello.

- E quale sarebbe? - chiese ancora sorridente.

- Compriamo le patatine classiche o all'aceto? - domandò sventolando i due pacchetti di salatini.

Kevin rise divertito.


Ti stupirai della realtà

e avrà tutto più senso

(Lettera dal fronte; Aram Quartet)


Due figure femminili camminavano con passo leggero davanti a una porta di una camera in legno bianco, fissandola con aria incerta per la prima, sicura per la seconda.

- Ma dobbiamo proprio? - domandò la prima figura.

- Sì, è un obbligo, d'altronde ce lo deve – rispose fiera la seconda.

- Ma ieri sera è tornata tardi! Se lo merita un po' di riposo! Questa mattina ci ha anche preparato la colazione...

- E allora? Non gliel'ho chiesto io di farlo, potevo perfettamente prepararmi una tazza di latte e cereali anche senza il suo aiuto – brontolò la seconda.

- Ma dai! E' tornata alle tre, l'abbiamo sentita che è rimasta sveglia fino alle sette, orario in cui ha iniziato a preparare la colazione per noi, poi ha pulito il casino che abbiamo lasciato ieri notte, quando siamo scese, alle dieci, non aveva ancora finito, si è riposata un'oretta mentre leggeva un libro, dopo di che ci ha preparato il pranzo mentre noi facevamo i compiti ed è andata a dormire solo alle due del pomeriggio! - si lamentò la prima.

La seconda sbuffò e passò con lo sguardo sopra la porta.

- E infatti ora sono le sette di sera! E poi lei ieri ci ha lasciato sole, merita una punizione! - riprese per ribattere.

- E non ha ancora pagato abbastanza?

- No!

- Oh, per favore! Quando non dorme è già abbastanza nervosa, se poi aggiungi che la vuoi svegliare quando è stanca allora vuoi proprio giocare col fuoco!

- Non discutere! Ora entriamo e la svegliamo – chiarì la seconda e con un gesto secco aprì la porta di legno.

Nel buio si intravedeva a malapena un corpo di una ragazza, avvolto nelle coperte, i capelli chiari sparsi a ventaglio sul cuscino, l'espressione rilassata.

La prima figura guardò la seconda.

- Dobbiamo...

- Sì – si avvicinò alla ragazza addormentata e, quando le fu vicina, iniziò a gridare.

- Al fuoco! Maryl, la casa va a fuoco! Ahhhhhhh! - strillò Lexi saltellando sul posto.

Maryl si alzò con uno scatto disumano e scese dal letto imprecando.

- Dove? Oddio, Lexi, Maggie! - urlò la ventenne afferrando per un braccio la gemella più vicina e stringendola a sé, mentre correva verso la porta per recuperare l'altra e scappare.

La rossa scoppiò a ridere, mentre la sorella maggiore si fermò all'improvviso, fiutando lo scherzo, e si voltò verso la ragazza che teneva per un braccio.

- Tu! - gridò. - Piccola ingrata! Come hai potuto farmi uno scherzo simile?

Lexi rise, quasi accasciandosi a terra per le risate, mentre Maryl continuava a urlare e a tenerla ferma.

- Mi hai fatto venire un infarto, cretina! - sbraitò la bionda, mentre Maggie si tratteneva appena dal gran ridere, ricordandosi della sua presenza nella camera Maryl se la prese anche con lei. - E tu! - indicò la ragazza mora con un dito accusatore. - Tu eri daccordo! Dio, non si può neanche dormire in pace, ora? Sono costretta a far appostare delle guardie del corpo per poter avere qualche ora di riposo?!

Maggie abbassò il capo, dispiaciuta, mentre Lexi continuava a ridere, incurante.

Maryl la lasciò andare, quasi disgustata.

Come volevasi dimostrare, irritata al massimo.

La ventenne prese un respiro profondo e si passò una mano fra i capelli chiari, per poi lasciarle sul viso, stanca; aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi e la chioma spettinata.

- Scusa – mormorò la mora, mentre Lexi si calmava e si rialzava da terra, cauta.

Maryl sospirò e si mise le mani sui fianchi, stanca.

- Immagino di aver fatto qualcosa di grava per essermi meritata una punizione del genere – disse infine. - Cosa?

La rossa sedicenne inarcò un sopracciglio, squadrandola.

- Davvero non lo sai? - chiese.

La ventenne parve pensarci ancora qualche istante, corrugò la fronte e si toccò il mento con un dito, mentre rifletteva.

Maggie non osò interromperla, ancora presa dai sensi di colpa, mentre Lexi alzò gli occhi al cielo e sbatté un piede a terra, impaziente.

Maryl ci pensò attentamente, cosa poteva aver fatto di male, a meno che Lexi non si stesse riferendo...

- Ce l'avete ancora per il fatto che vi ho dato un bidone ieri sera? Ragazze, già sono stata presa dai rimorsi tutto il tempo...

A parte quando Kevin mi ha fatto fare il bagno di mezzanotte, pensò.

- ...ma dovevate per forza svegliarmi in questo modo?

Maryl si aspettava delle scuse, o perlomeno la promessa che non sarebbe mai capitata una cosa simile, ma rimase delusa.

- Te la sei cercata! - ribatté la rossa. - Ora, perdonami, vado a fare un giro.

- Vai che è meglio! - sbottò la bionda, arrabbiata.

Lexi si chiuse la porta dietro con un gesto secco, mentre Maggie rimase in silenzio, in mezzo a quel litigio.

La mora doveva decidere se andare dalla gemella e dirle di non prendersela per così poco, o restare con la sorella maggiore e chiederle scusa.

- Senti Maryl... - iniziò.

In quel momento il campanello suonò e le scuse di Maggie rimasero appese a mezz'aria.

- Vado io! - gridò la voce scocciata di Lexi dal piano inferiore.

Maryl scosse la testa e fece un gesto con una mano per zittire la sorella.

- Non preoccuparti, Maggie, non ce l'ho con te, e nemmeno con Lexi a dirla tutta – spiegò rassettandosi i capelli, ora mossi dato che non se li stirava da tempo e infilandosi una vestaglia di lino bianca. - Ma dovevo farvela pagare in qualche modo, no?

Il viso di Maggie si illuminò, e sembrava voler dire qualcosa, quando di nuovo fu interrotta dalla voce di Lexi, questa volta incerta.

- Maryl, qualcuno ti vuole, e non è Kevin!


Paura...

(Niente Paura; Ligabue)


Matt Dowson incrociò le braccia possenti al petto, mentre Lexi lo osservava con aria di sfida dal basso verso l'alto, le mani sui fianchi e un cipiglio severo dipinto su tutto il viso.

Il ragazzo la guardò, certo che era proprio bella, alta e sinuosa, gli occhi di quel verde acceso, il petto prosperoso, i capelli lucenti... certo, non era come sua sorella maggiore, Maryl, ma si sarebbe potuto accontentare.

- Lo sai che sei stupenda? - chiese Matt, sorridendo ammiccante.

La rossa inarcò le sopracciglia e lo fissò con aria di superiorità.

- Certo, ma non perchè me lo dici tu! Me lo dice già in continuazione il mio ragazzo, Joe! - sbottò la sedicenne. - E che cosa vuoi da mia sorella? Lei non ti vuole, la disgusti e per di più è felicemente fidanzata con un altro! Lo sai, vero?

Matt la guardò, mentre il sorriso gli si scioglieva sul viso, certo che sapeva che Maryl era fidanzata, con Kevin Jonas, quella stupida star sfigata da quattro soldi.

E naturalmente sapeva che anche Lexi, o Nixi, o come si chiamava, era fidanzata, con Joe, l'altra star sfigata per il quale sua sorella sbavava da tempo, tutto ciò gli metteva ribrezzo.

- Vorrei parlarle – disse infine.

Lexi sbuffò, irritata.

- Sta scendendo – lo informò la ragazza; proprio in quel momento la figura di Maryl scese elegantemente le scale, il suo corpo formoso era avvolto da una vestaglia, i capelli pettinati alla bell'e meglio, ai piedi un paio di pantofole pelose, al suo fianco camminava una ragazza più bassa di lei, mora, dai capelli lisci come la seta, magra e sinuosa, dai tratti dolci e gli occhi dello stesso colore di quelli della gemella rossa.

Matt, però, si concentrò su Maryl, sul suo volto stupito nel vederlo alla sua porta, pensò a quanto gli sarebbe piaciuto prenderla e strapparle i suoi indumenti di dosso, far aderire i loro corpi perfettamente... baciarla nei luoghi che spesso osservava senza che lei vedesse.

- Ehilà, Maryl bella! - la salutò con non chalance.

- M... Matt? - domandò lei, sorpresa negativamente, che ci faceva lui lì?

- Già, mi chiamo così – commentò lui, ammiccando, - come stai?

Maryl lo osservò di sottecchi e alzò gli occhi al cielo, si era messo a seguirla pure fino a casa pur di stare con lei.

- Bene. - disse secca. - Tu?

- Bah, non c'è male, al solito, direi – disse lui, passandosi una mano fra i capelli e aggiustandosi sul naso gli occhiali alla Harry Potter. - Posso entrare?

Lexi lo fissò male, come osava chiederlo?

- No – rispose secca la rossa.

Matt gli fece un sorriso a metà e guardò Maryl negli occhi, nei suoi stupendi occhi dorati.

- Lexi, lascia stare – commentò la bionda. - Certo, entra pure.

Il ragazzo, ventenne, entrò in casa spadroneggiando, mettendo le mani sui fianchi e sfilando con i suoi vestiti firmati davanti alle tre sorelle Campbell.

Maggie, Lexi e Maryl incrociarono gli occhi, ma non proferirono parola, a volte è meglio tacere nella vita.

La bionda fece strada a Matt fino ai divani, e con un cenno della mano lo invitò a sedersi, lui si lasciò cadere sul mobile, mentre Maggie e Lexi, come due cani da guardia, si sedettero ognuna accanto a un fianco della sorella maggiore, squadrando il loro ospite con occhi di fuoco.

Matt sbatté le palpebre, osservandole.

- Potreste andarvene, voi due? - chiese osservando le due gemelle.

- No – risposero in coro e si serrarono ancor di più a Maryl, che le guardò riconoscenti.

L'ospite sgradito sbuffò, accavalcò le gambe e incrociò le braccia al petto, seccato, ci mancavano solo quelle due pesti a rovinare il suo piano.

Maryl, Lexi e Maggie rimasero ad osservare Matt, senza dire una parola, toccava a lui parlare per primo.

Ma Matt non sembrava disposto ad iniziare il suo discorso, cosicché tutti e quattro rimasero ad osservarsi, ostili fra loro.

Alla fine fu Maryl, stanca di quel silenzio, ad interromperlo.

- Volevi qualcosa, Matt? - domandò, con voce che lasciava intendere quanto fosse seccata nell'averlo in casa e quanto desiderasse che se ne andasse, per non tornare più a perseguitarla.

Il ventenne sorrise.

- Sì, dunque, si tratta di un argomento alquanto personale, bellissima, ed è per questo che ho chiesto alle tue sorelle... ehm Bettie e Sally?, di andarsene – disse, sicuro di sé.

- Lexi e Maggie – lo corresse la bionda, ad occhi chiusi.

- Sì, loro. Potreste accontentarmi? - domandò, rivolto alle due gemelle.

- Per l'ennesima volta, no – rispose la rossa, a nome di entrambe.

Matt le maledì in silenzio.

- E comunque, noi non abbiamo segreti – disse Maryl, lasciandosi cadere sui cuscini dietro di lei, - prego inizia pure.

Il ventenne accolse il suo invito senza esitazioni.

- Si tratta di quello che io provo per te, Maryl, di quello che non cambierò mai di provare nei tuoi confronti – iniziò il ragazzo, con finta aria melodrammatica.

La ventenne si trattenne appena dal levare gli occhi al cielo.

E ci risiamo, l'ennesima dichiarazione d'amore, potrei scriverci un'enciclopedia con tutte quelle che mi sono state fatte, pensò la bionda.

Lexi continuava a osservare Matt con odio, quello sciocco presuntuoso.

Come osa presentarsi qui, a casa nostra, per fare una cosa simile a Maryl?, rifletté. Io lo prendo e lo picchio a sangue.

L'unica che, almeno dall'esterno, sembrava rilassata, era Maggie, le gambe accavalcate e un seppur leggerissimo sorriso che le increspava le labbra.

Stava pensando per una parte a Nick, ma anche a come cacciare quel Matt da casa sua.

Così, mentre una parte di lei pensava:

Nick, maledizione Nick, perchè non riesco a trovare il coraggio di dichiararmi?

Con l'altra rifletteva:

Questo essere ignobile come può anche solo pensare di venire qui a dichiararsi a mia sorella?! Brutto bifolco!

Maryl sospirò.

- Matt, ne abbiamo già parlato abbastanza, io non provo per te ciò che tu provi per me – spiegò, calma, - senza contare il fatto che io sono innamorata pazza di un altro ragazzo, lo conosci, lui è...

- Cosa? - scattò il ragazzo, rabbioso. - Cos'è lui? Cosa possiede lui che io non ho? Sono ricco, bello, ho già un posto assicurato nell'azienda multimilionaria di mio padre, cosa non possiedo che quel ragazzo, quella star da strapazzo, ha?

Maryl rimase ferma, irrigidendosi sul posto.

- Kevin è un ragazzo fantastico – disse la bionda, - e a me non mi interessano i beni materiali, io cerco un ragazzo che mi apprezzi così come sono dentro! Non che gli interessi il mio viso, i miei occhi, il mio corpo! La differenza sostanziale fra te e Kevin è che lui è un bravo ragazzo! A te interessa solo la mia bellezza, tu da me vorresti solo una botta e via, vorresti avermi per una sera, al massimo una settimana, poi mi lasceresti per un'altra ragazza, più bella!

Si stava innervosendo.

Matte fece per interromperla, ma lei continuò, imperterrita.

- Io cerco una relazione seria, ho vent'anni per la miseria, basta storie da quattro soldi! La differenza fra te e Kevin è che a lui piaccio davvero, potrei essere brutta, la ragazza più brutta sulla faccia della terra e io gli piacerei comunque! Tu, invece, se fossi orribile non mi guarderesti neppure! Per di più io ti piaccio solo per il mio corpo, sai qual'è il mio colore preferito? Sai quando sono nata? Sai perchè ho lasciato legge? - strillò. - No! Ed è per questo che tu non mi piaci e non mi potrai mai piacere, Dowson!

Matt strinse i pugni, fino a far diventare le nocche bianche.

- Brutta stronza, come osi parlarmi così? - urlò, alzandosi e mostrandosi in tutta la sua altezza.

Maggie e Lexi si strinsero ancor di più alla sorella maggiore, spaventate.

Maryl, terrorizzata dentro di sé, tentò di non darlo a vedere e protesse le due sorelle minori con le mani.

- Vattene da casa mia – gli disse la bionda, - ora!

Matt sbuffò e scosse la testa.

- Vuoi che chiami la polizia? Ne ho il coraggio, sai? E ora sparisci!

- Te ne pentirai, Maryl – la minacciò Matt. - Vorrai non essere mai nata quando mi vendicherò della tua scelta, stanne certa!

Maryl chiuse gli occhi e gli indicò la porta di casa.

- Vattene – ordinò.

Matt, con un ringhio, si diresse verso la porta, buttò a terra un vaso di ceramica, che si ruppe in mille pezzi e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.


Continua...

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Capitolo 22
*** I Need You ***


Ciau!

Bene, ultimo capitolo di “calma”, poi nel prossimo non so quale saranno le vostre reazioni (anche se ne ho una vaga idea: minacce di morte, creazioni di fun club, ecc...). Vabbè, questo è un capitolo un po' triste per uno, anzi due, personaggi, ma alle fine spero di farvi ridere, io non ne sono sicura, ma oggi è stata una giornata piena piena e tutte quelle frasi che ho scritto mi sono venute giù di getto grazie al mio cervellino bacato.

Dunque, in questo capitolo sarà anche presente, se così si può dire dato che c'è per giusto una frase o due, Super Mario, uno dei personaggi di Old, la shot per il compleanno del nostro ormai ventenne Joe (ma il mio Nick è più giovane!).

Grazie per seguirmi sempre, ricevo tantissime recensioni e ne sono incredibilmente felice, grazie!! Uh, e un grazie infinite a nes95, _Skipper_, Hannah_, jonas_princess e catchme_ per aver recensito Gossip Boy, grazie mille!!

Oddio, non so neanch'io cosa ho scritto, tante cazzate (a parte le ultime due frasi, quelle vengono dal cuore ragazze!). Vabbè, vi lascio ai ringraziamenti e... al capitolo!

coco2: non ti preoccupare se diventi ossessiva, sarei anch'io così se la fanfic non fosse mia e sapessi come andrà a finire! Matt è un grande bastardo, è lui il motivo principale di... no, no non dico nulla! Vado, che sennò ti svelo tutta la storia! Un bacio!

nes95: anch'io odio quelli come Matt, fortunatamente non ne ho mai incontrati di simili, però una mia amica ne ha dovuti soffrire più di uno! Mi dispiace ma non ti posso dire quello che accadrà nel prossimo capitolo, pazienta ancora un po', giusto qualche giorno! Ah, non so se hai visto, ma ti ho inviato una mail, beh, per la verità una o due sono vuote, tutta colpa del mio dito mignolo che ha una volontà propria e andava sempre a cliccare “invio”, ogni volta che finivo di scrivere l'oggetto della mail... però una l'ho scritta, hai visto? Vabbè, non mi badare. Grazie di tutto! Un bacione!

_Skipper_: oddio le tue recensioni sempre lunghissime e sempre divertenti mi danno un piacere immenso! Ti stimo, davvero!! Sei fantastica e cerca di pubblicare quella strabenedettissima shot, che senno ti vengo a cercare, Nick non ha ancora reclamato la sua mazza da baseball e io la tengo or ora sotto mano! Hi hi...! Un bacione!

catchme_: Matt a morte! Sì sì, ho deciso che ci fonderò un funclub su chi vuole ammazzarlo! Chi si registra potrà anche decidere come e infine useremo tutte le torture possibili e immaginabili!! Eh, eh... Coooomunque, grazie millissime (non è italiano, lo so, ma è magghese, alias la mia lingua!) per i complimenti. Aww, ti adoro! Un bacione!

mione94: allora, prima di tutto ti supplico di aggiornare presto la tua storia perchè ci sto morendo di crepacuore a voler scoprire cosa succederà. Matt lo odiamo in due, non preoccuparti, io sono con te!! Grazie per i complimenti tesoro, mi fai arrossire! Un bacione!

Giulietta 24: ciò che pensi è vero cara, molto vero, ahimè, ma potrai scoprire esattamente cosa solo nel prossimo capitolo *si ripara da eventuali coltelli che le verranno lanciati addosso*. Ti prego, please, non mi uccidere nel prossimo capitolo, va bene? Mi posso fidare? Un bacione!

Niki_CuLLen_: uh, certo che ti prometto che potrai uccidere Matt! Solo lasciamelo per il prossimo capitolo e poi potrai farne ciò che vuoi quando vuoi! Un bacio!

ada12: mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e hai ragione a vedere guai in vista... e non saranno gli unici!! Sì, sono crudele, lo. Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio!

DarkViolet92: per la prima domanda, sì, ho una vena sadica, per la prima affermazione hai completamente ragione, Matt è uno stronzo! Lui la minaccia perchè per prima cosa è scemo, poi perchè è sadico e molto, molto vendicativo!! Un bacione!

jonas_princess: ohhhhh, okay, ora apro un funclub contro Matt!! Coooomunque, certo che c'è Kevin a proteggere Maryl, però potrebbe non... Maggie zittaaa!! Scusa, ho detto anche tropo!! Grazie per seguirmi sempre! Un bacione!

Melmon: certo che continuerò a seguire la tua pagina! Infatti la mia idea era di postare questo capitolo e poi andare a fare un salto da te! Non ti preoccupare, se vuoi vedere Matt con un occhio nero sarai accontentata, ma purtroppo non solo per lui ci sarà... shhhhh, Maggie silenzio! Ti stavo per rivelare tutto! Un bacione!

Claky: no, tesoro, ti prego non mi ammazzare!! Io ti voglio bene!! Ti ho anche inviato una e-mail in cui ti dicevo che avrei aggiornato oggi più tutte le nostre chiacchierate solite! Non mi ammazzare!! Ti ho anche fatto un regalino, passa nella mia shot Gossip Boy e vedrai qual'è! Lo so che Joe te lo sto trattando come un emerito deficiente incallito, ma non sarà così ancora a lungo! Già in questo capitolo inizierà a dare segni di miglioramento! Comunque, grazie per i complimenti, ti adoro troppo anch'io, perchè sei simpatica, divertente, brava, bella, tutto!! Noi due, prima o poi, se ti va, ovvio, dobbiamo trovare il modo di incontrarci e se penso che forse un giorno ci siamo mancate solo di una settimana mi saltano i nervi! Vabbè, controlla la tua mail, và! Ora ti lascio, che senno continuo solo il tuo ringraziamento e devo fare anche gli altri! Un bacione!!

annina94: eh eh, lo so, stesso sadismo perfido nei confronti di Joe, adesso si scopre che sono sorelle separate alla nascita!! Però (e sì, c'è sempre un però!), non sarà Lexi a prendere a ceffoni Matt, ma... oddio oggi ho già rischiato 3 volte di rivelare il prossimo capitolo! Che nervi! Vabbè vado, e sono contenta che ti piaccia la mia FF. Un bacione!

jeeeeee: sìììììììììì, a morte Matt!! Mi dispiace, devi pazientare ancora un capitolo, poi puoi farne insieme quel che vuoi, però dovrai decidere insieme a Niki_CuLLen che l'ho promesso pure a lei! Per Maggie e Nick, come al solito, pazienta... (lo so che è difficile, io non ci riuscirei!!). Un bacione!


Capitolo 22. I Need You


Lexi aspettò seduta a un tavolo alquanto nascosto di Starbucks, i capelli stretti in una coda dietro la testa e un paio di occhiali da sole scuri posati sugli occhi.

Si grattò il naso con un dito e tornò a scrutare la folla intorno a lei, per poi guardare l'orologio per l'ennesima volta. Ma dov'era finita? Era in ritardo di più di un quarto d'ora, e lei non era mai in ritardo.

Girò con noncuranza il suo ice caffè espresso con una cannuccia e abbassò il capo sul giornale davanti a lei, dandogli un'occhiata nell'attesa.

Lesse di alcune rapine, della borsa e la sua maledetta crisi economica, di alcuni poliziotti della narcotici che avevano arrestato una banda di spacciatori, di un omicidio di una ragazza il giorno prima, la sera tardi e del disboscamento nella foresta pluviale, ancora.

Lexi sbuffò e si appoggiò contro lo schienale della sedia, era da troppo tempo che non faceva una delle sue solite proteste, doveva farne una al più presto, certo senza Josie che l'aiutava la cosa diventava più difficile...

Si guardò ancora in giro, per cercarla, non si vedeva da nessuna parte. Diede un'occhiata al cellulare, nessuna chiamata persa, zero nuovi messaggi.

- Dai, Jos, dove sei? - sussurrò la sedicenne, squadrando la sala.

Nei quindici minuti seguenti Lexi aspettò con calma l'arrivo dell'amica, senza trovarla, ma dov'era finita?

La rossa ordinò un altro caffè freddo e un cornetto al cioccolato, nell'attesa, ma anche dopo averli finiti, Josie non si vedeva da nessuna parte.

Imprecò in tutte le lingue del mondo e si alzò, tanto valeva che se ne tornasse a casa, aveva da fare i compiti per il giorno dopo, poi voleva aiutare Maryl a ridipingere la sua stanza insieme a Maggie.

Già, Maryl, solo al pensiero della sorella maggiore il suo cuore si riempì di preoccupazione, non aveva dimenticato l'episodio del giorno prima, quando quel Matt del cavolo l'aveva minacciata.

Maryl sembrava calma, diceva che non bisognava preoccuparsi, che le parole di Matt erano vuote, dette con rabbia, ma che non si sarebbero mai avverate. Lei e Maggie, però, non la pensavano così e avevano consigliato alla sorella maggiore di confidarsi con Kevin.

La bionda aveva sbuffato e minimizzato il tutto con un gesto della mano, era inutile far preoccupare Kevin per niente, non ne valeva la pena, povero ragazzo, gli sarebbe venuto un infarto.

Lexi, però, aveva ribattuto a lungo, doveva dirglielo, per lo meno perchè aveva il diritto di saperlo, lei l'avrebbe detto a Joe, doveva sfogarsi con qualcuno.

Ora che ci pensava non parlava con Joe dalla mattina prima, l'aveva chiamato quando lui stava pulendo la piscina, nella quale ovviamente era caduto rovinandosi i suoi amati capelli, e non l'aveva più sentito da allora, gli mancava.

Come se avesse letto nella sua mente il cellulare di Lexi squillò, con un suono acuto, che continuò finché la ragazza non rispose, dopo aver letto il mittente della chiamata.

- Joe! - esclamò la rossa.

- Bellezza mia, come stai? - rispose la voce allegra del diciannovenne.

- Bene, stavo pensando a te, sai? - disse lei.

- Scusa, ma quando mai tu non pensi a me? D'altronde sono bello, affascinante, simpatico, divertente...

Lexi lo interruppe, sarebbe stato capace di continuare per qualche ora ad elencare i suoi pregi.

- Hai mai sentito parlare della modestia?

- Ehm, mode-che? - sorrise Joe.

- Sei patetico, Joseph – commentò Lexi.

- Oh, ma tesoro mio, io non sono patetico, io sono fantastico!

- Sì, sì, certo. Senti, hai un minuto? Ti devo parlare – disse la rossa, facendosi improvvisamente seria.

- Certo – annuì il diciannovenne, sentendo la voce che cambiava della ragazza, - dimmi tutto.

Lexi si morse il labbro inferiore e si mise a raccontare quello che era accaduto il giorno prima, con tanto di commenti volgari di sua aggiunta.

Joe imprecò, elencò i cento modi nei quali avrebbe potuto uccidere Matt e infine si diede una calmata.

- Quel bastardo! - gridò come ultimo sfogo. - Quando Kevin lo verrà a sapere...

- No! - gridò la ragazza, attirando su di sé lo sguardo di parecchi curiosi. - No! - ripeté più a bassa voce. - Maryl non glielo vuole dire ed è meglio che si chiariscano fra di loro.

Joe era titubante, fra i fratelli Jonas non c'erano mai stati segreti e mai ci sarebbero stati, non voleva iniziare a mentire proprio adesso.

- Ti prego! - lo supplicò Lexi. - Solo per qualche tempo, finché questa storia non si sarà sgonfiata, ma fino ad allora non dire niente a Kev. Racconta tutto a Nick se vuoi, a meno che non glielo abbia detto Maggie, fra di voi parlatene pure, però con Kevin silenzio assoluto.

Joe sbuffò, ma poi sorrise e riprese il suo discorso:

- Va bene, ne parlerò con Mr Non Chiedo Alla Ragazza Che Mi Piace Di Mettersi Con Me Perchè Ho Paura e vedremo il da farsi – raccontò il diciannovenne, con una punta di sarcasmo nella voce.

Lexi sorrise amara.

- Ancora le cose non si risolvono fra Maggie e Nick, eh?

- Affatto, mi sa che uno di questi giorni lo prendo e lo mando a calci a parlare con Maggie! E' un rifiuto umano in questo periodo, è depresso, se ne sta sempre a comporre in camera sua come un rifiuto della società, io e Kev siamo seriamente preoccupati. Maggie non ha intenzione di dichiararsi? – spiegò il mezzano.

- No. Ne abbiamo parlato, ma ha paura che Nick non corrisponda i suoi sentimenti e che le cose fra di loro non possano funzionare – snocciolò la rossa.

- Scusami, ma quale persona con un cervello sano rifiuterebbe una ragazza dolce come Maggie? Lei è fantastica, se mio fratello la rifiutasse sarebbe proprio cretino, non pensi? - domandò il vocalist.

- Ah, è così, ti piace mia sorella! Però potevi dirmelo, scemo, ora ti devo picchiare – disse Lexi, facendo la finta offesa.

- Ma come potrebbe piacermi tua sorella quando ho te, mio fiore di primavera?

Mio fiore di primavera? Che cos'era quello, un nomignolo?

- Primo non mi chiamare fiore di primavera, mi da il voltastomaco, secondo, in effetti, hai detto che solo delle persone sceme rifiuterebbero Maggie e tu sei scemo!

- Ahi! Guarda che mi offendo, sai? Questa te la faccio pagare! Ti riattacco in faccia! - minacciò Joe.

- Fallo – lo sfidò Lexi.

Joe era titubante.

- No, non lo faccio, sono troppo buono, bene, che fai? Ci possiamo vedere? - domandò.

- Mi farebbe piacere, ma sto aspettando Josie, dobbiamo parlare un po', anche se è in ritardo di più di mezz'ora – spiegò Lexi, dispiaciuta, - ma una di queste sere usciamo insieme, ti va?

- Ovvio! … Ma no, aspetta, ho un'ideona! - esclamò all'improvviso Joe, colto da un lampo di genio.

- Wow, siamo messi male, caro mio. Dimmi, quale genialità ha sfornato il tuo cervellino questa volta? - chiese la sedicenne, curiosa.

- Beh, stavo pensando che forse tu, Maryl e Maggie potreste venire a casa nostra e conoscere i nostri genitori ufficialmente – propose il ragazzo.

Altro che scemo, pazzo!

Tanto per la cronaca Lexi non aveva paura di quasi nulla nella vita, e conoscere i genitori del suo ragazzo non rientrava nei suoi parametri di “pericoloso”, ma proprio non riusciva ad immaginarsi lei, vestita elegantemente, comportandosi come una ragazza a modo e sparando ringraziamenti a destra e a manca ai genitori di Joe, no, proprio non ci pensava!

- Joe, io non mi ci vedo a fare la brava ragazza con i tuoi, - ammise. - Maryl e Maggie ce le vedo benissimo, ma io sarei solo un impiastro.

- Sciocchezze, tutte scuse, non accetto obiezioni, tesoro mio, sta sera alle otto voglio te e le tue sorelle davanti al portone di casa mia, tutto chiaro?

- Joe, scordatelo, io... - si lamentò Lexi, ma il diciannovenne la interruppe.

- A sta sera, ricordati, alle otto! - e riattaccò.

La rossa guardò il cellulare, allibita, poi lo richiuse con un gesto secco, imprecando.

- 'Sto stronzo! - borbottò.

- Lexi? - chiese una voce femminile dietro alla ragazza.

La sedicenne si voltò verso la fonte della voce e si ritrovò davanti a Josie, i capelli corti spettinati e i vestiti stropicciati, aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi e la pelle del viso tirata e pallida.

Lexi quasi si spaventò a vederla in quello stato, lei che era sempre fresca e riposata, sempre in ordine e senza un capello fuori posto.

- Josie! - esclamò la ragazza, vedendola, e si dovette trattenere per non saltarle addosso e abbracciarla, d'altronde il loro litigio non era ancora stato risolto, anche se per lei era già una storia chiusa, archiviata.

Josie le sorrise e si sedette allo stesso tavolo dell'amica, toccandosi nervosamente i capelli sfibrati.

C'era qualcosa che non andava; Lexi lo capì non solo a causa dell'aspetto della ragazza, ma anche dai gesti, solitamente così allegri ed espansivi, ora sembrava un animale in gabbia, braccato.

Josie appena dopo essersi seduta ordinò ad una cameriera un caffè freddo, dopodiché guardò l'amica negli occhi.

- Come stai? - domandò Lexi, osservandola attentamente. - E' da un po' che non ci si sente.

Da quando avevano litigato entrambe si erano evitate accuratamente, almeno finché Maggie non aveva intimato la gemella a parlare con Josie.

- Oh, tutto bene, grazie. Un po' stanca, ma per il resto tutto okay. Tu? - aveva parlato velocemente, quasi mangiandosi le parole.

Era una pessima attrice e una pessima bugiarda, Lexi la conosceva da troppo tempo per non accorgersi delle sue bugie, ma lasciò correre, non voleva iniziare il loro incontro mettendola subito alle strette.

- Oh bene, sì, grazie. Esco con un ragazzo, ultimamente, da un paio di settimane, si chiama...

- Joe Jonas – per la prima volta un vero sorrise illuminò il viso di Josie. - Ho visto la dichiarazione d'amore eterno che ti ha fatto a scuola, sai? E ho visto il programma, che cos'era?, Good Morning America, forse, in cui ha detto che usciva con una ragazza e ho pensato subito a te. - mentre parlava era tutta allegra, e muoveva le mani, concitata. - Sono contenta che tu esca con lui, mi sembra un bravo ragazzo, e diciamocelo, è un gran figo.

Lexi rise, sì, il suo ragazzo era un gran fico.

- Sì, lui, le cose vanno bene, per ora. Sta sera sarò costretta ad incontrate i suoi genitori assieme a Maggie e Maryl. Non ne ho nessuna voglia, diciamocelo. Ma tu che mi dici? Come va la tua storia con John? - domandò Lexi, pronta a recuperare il suo rapporto d'amicizia con Josie.

- Oh – il viso di quest'ultima si fece improvvisamente triste. - Le cose, ecco, non hanno funzionato. Mi ha lasciato la settimana scorsa.

Josie aveva le mani appoggiate sul tavolo e Lexi, a sentire quelle parole, gliele strinse.

- Mi dispiace tanto, Jos, scusa – si scusò.

- Figurati, non lo potevi sapere – minimizzò la ragazza dai capelli corti.

Lexi le sorrise e in quel sorriso racchiuse tutto il suo dolore, la sua allegria, la sua amicizia che provava nei confronti di quella fragile figura di fronte a lei.

- Dai, facciamo così, uno di questi giorni ti presento Joe e gli altri ragazzi, sono dei ragazzi fantastici, magari si viene a sapere che hanno qualche cugino della nostra età e te lo facciamo conoscere! - esclamò la rossa nel tentativo di far tornare il sorriso sulle labbra di Josie; non funzionò, anzi si fece ancora più triste.

Josie abbassò il capo e ritrasse le mani dalla presa di Lexi, per portarsele al grembo e lì rimasero, come lei, ferme, immobili, per parecchi lunghi istanti.

La rossa non intervenne finché non udì un singhiozzo provenire dall'amica, la quale si portò subito le mani agli occhi, per asciugarsi le lacrime che le colavano lungo il volto giovane e pallido.

- Josie! - esclamò la sedicenne, alzandosi con uno scatto per poi accorrere al fianco dell'amica e la abbracciò. - Cosa succede? Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?

La ragazza minuta annuì e si asciugò definitivamente le lacrime, per poi guardare negli occhi l'amica.

- Parto – disse semplicemente.

Lì per lì Lexi non capì cosa intendeva Josie con “parto”, poteva significare tante cose, magari un viaggio, oppure se si voleva andare sul tragico, poteva essere incinta, ma in quel caso avrebbe usato un'altra parola.

- Per dove? Per quanto tempo? Una vacanza, Jos, vai in vacanza? - le domande di Lexi le uscirono dalla bocca a raffica.

Josie scosse la testa.

- No, Lexi, vado via, mi trasferisco.

Ci volle qualche istante prima che la rossa assimilasse la notizia. Non voleva capirla, non poteva credere che la sua unica amica, escludendo le sue sorelle, partisse.

- Vado a San Francisco – continuò Josie.

Lexi rimase in silenzio a lungo, senza parlare, disparata, non poteva essere vero.

- Qu...quando? - chiese dopo un silenzio infinitamente lungo.

- Tra tre giorni – disse Josie. - Mi dispiace, Lexi.

La rossa scosse la testa con forza, poi abbracciò l'amica, scoppiando in un pianto disparato.

Sopo qualche tempo dopo le due amiche trovarono la forza di alzarsi, di pagare le loro ordinazioni e di fermarsi a sedere in un parco.

Tre ore dopo si dovettero salutare, entrambe dovevano tornare a casa, chi per un motivo chi per un altro.

- Così questo è un addio, Josie? - chiese Lexi.

- Sì, Lexi, mi dispiace. - si abbracciarono ancora. - Mi mancherai, ma voglio che tu mi chiami almeno una volta a settimana, okay?

La rossa tentò di fare un mezzo sorriso e annuì.

- Certo, e tu mi devi raccontare per fino e per segno tutte le meraviglie di San Francisco.

- L'estate ci possiamo vedere, non è poi così lontano.

- Assolutamente.

Le loro erano parole e promesse che avrebbero mantenuto, erano due persone leali e quello che dicevano facevano.

- Mi mancherai sul serio, Josie.

- Anche tu Lexi, anche tu.

Si diedero un ultimo abbraccio e si salutarono, ma senza “addio”, quello non era un addio, piuttosto un “arrivederci”.


Ti voglio bene,

nonostante tutte le attenzioni

(Ti voglio bene; Tiziano Ferro)


Maggie girovagava per casa sua, rassettando quel che trovava in disordine mentre ascoltava della musica, al momento nelle sue orecchie rimbombava la canzone Pressure dei Decode e la canticchiava ad alta voce, muovendo qualche passo di danza improvvisato.

Maryl, seduta sullo scalino più alto della scala, la osservava in silenzio, senza che la sorella minore sapesse che lei la stava guardando.

Sulle ginocchia aveva appoggiato un libro aperto, una vecchia copia di Romeo e Giulietta, che aveva trovato quella mattina nel baule della madre che suo padre aveva nascosto nella cantina.

Sorrise mentre ascoltava la voce melodiosa di Maggie, tanto che per qualche istante dimenticò le minacce che aveva ricevuto da Matt il giorno prima.

Non l'aveva dato a vedere alle sue sorelle, ma era terrorizzata, Matt sembrava davvero sicuro quando le aveva detto che le avrebbe fatto pagare il fatto che non aveva scelto lei al posto di Kevin.

Già, Kevin. Maryl non aveva ascoltato Lexi quando le aveva consigliato di rivelare tutto quelle che era accaduto al suo ragazzo, aveva minimizzato dicendo che non voleva farlo preoccupare per delle minacce vuote, il che non era proprio una bugia, era vero che non voleva farlo preoccupare, ma non credeva che quelle di Matt fossero minacce vuote.

Maggie alzò lo sguardo e incrociò quello della sorella maggiore, a quella vista smise di ballare e arrossì copiosamente.

- No, non fermarti, sei così brava – disse la bionda con un sorriso.

Maggie scosse la testa con forza, ancora rossa in viso per l'imbarazzo, mise a posto un cuscino fuori posto e raggiunse la sorella sulle scale, sedendosi accanto a lei.

- Come stai? - le domandò; dal giorno prima non faceva altro che farle quella domanda, perchè lei sapeva che c'era qualcosa che spaventava la sorella, ma non voleva dirglielo.

- Bene – mentì con naturalezza la bionda, scostando una ciocca di capelli dagli occhi della mora, un piccolo sorriso che le illuminava il viso. - Tutto bene.

Maggie chiuse gli occhi, non le credeva affatto.

- Quello che è successo ieri – continuò la ventenne, - non ha conto, Maggie, Matt è un idiota, una persona che dice tanto ma fa poco, non devi preoccuparti per me.

- Io continuo ad essere del parere che tu debba dire tutto a Kevin, è un ragazzo d'oro, capirà tutto e non farà scemate, tipo andare a cercare Matt con una mazza da baseball o simili – spiegò la mora, con dei gesti concitati delle mani.

- Oh, ne sarebbe capace, fidati – sorrise Maryl. - E ora, su, non pensiamo a certe cose, bisogna essere felici, bisogna prendere la vita con un sorriso. - e ne diede una prova sorridendo.

Maggie inarcò un sopracciglio, incredula.

In quel momento il cellulare della bionda suonò con un rumore acuto, tanto da far sobbalzare entrambe le sorelle Campbell.

- Ma chi è? - sussurrò la bionda afferrando il telefono dalla tasca dei jeans che indossava, per poi osservando il nome sul display con sincero stupore. - Ehm, Maggie, potresti iniziare a preparare qualcosa per cena, per favore?

La sedicenne guardò l'orologio che portava al polso e guardò la sorella.

- Ma non sono nemmeno le sei – notò.

- Allora, fai quel che vuoi, io devo rispondere – ribatté la bionda, si alzò e si diresse in camera sua, per poi barricarcisi dentro. Dopodiché aprì il cellulare e se lo appoggiò all'orecchio. - Nick?

- Tu sei pazza! - esclamò la voce del ragazzo dall'altro capo del telefono.

Non ci volle molto perchè Maryl facesse due più due.

- Nick, dai, non è così grave – disse la bionda, toccandosi i capelli nervosamente.

- Non... non è così grave?! Ma sei impazzita, per caso? E come fai ad essere così calma? Io sono nervoso per te, tu dovresti essere terrorizzata!

- E secondo te non lo sono? Sono spaventata, Nicholas, ho una paura matta di quello che è successo. Matt non è uno che fa minacce a vuoto e ho paura ma cosa devo fare, eh? Chiamare la polizia? - esclamò Maryl.

- Potresti parlare a Kevin – consigliò il cantante, con voce più calma.

- Sì, così gli faccio venire un infarto! Non ce né bisogno, Nick, sul serio – disse la bionda.

- Ti posso dare delle guardie del corpo, saresti più al sicuro in questo modo – provò il ricciolino.

Maryl fece una smorfia, non ci pensava neppure a prendersi delle guardie del corpo.

- No! E poi come lo spiego a Kevin? Per di più non mi va affatto di girare per Los Angeles accompagnata da un colosso di centoventi chili, non sono quel genere di ragazza – disse la bionda.

Nick roteò gli occhi, era testarda e odiosa quando faceva così.

- Va bene, fa come vuoi tu – disse il sedicenne, - ma ne riparleremo, non è finita qua.

- Okay, okay – tagliò corto la bionda. - Ci sentiamo.

- Ma come? Non ci ved... - ma Maryl gli riattaccò in faccia, aveva bisogno di riposo.


Sta sera scriverò una canzone

per soffocare dentro l'emozione

(La mia storia fra le dita; Gianluca Grignani )


Maggie rispose al cellulare, il quale suonava come impazzito, mentre lei era sdraiata sul divano, davanti alla televisione, mentre guardava un vecchio episodio di The O.C.

- Pronto? - rispose, senza guardare il nome sul display.

- Tua sorella è pazza! - esclamò una voce perfettamente riconoscibile.

- Sì, lo so – rispose, - anche se ultimamente è peggiorata.

- Non scherzare, Maggie, la questione è molto seria – stava sfiorando l'isterismo.

- Nick, calmati, come mai sei così nervoso? - domandò lei, mentre tentava di ignorare il suo cuore che aveva triplicato i dibattiti.

- Perchè ho appena sentito tua sorella e lei non vuole fare niente per migliorare la situazione attuale!

Maggie sospirò, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.

- Lo so, e anch'io sono preoccupata, ma finché lei non si schiera dalla nostra parte non la possiamo aiutare – spiegò.

Nick sbuffò.

- E se facessi seguire Maryl da Big Rob di nascosto? - propose.

Lei rise, se lo immagina vestito di nero, con cappellino da baseball per nascondersi il viso con tanto di occhiali da sole che seguiva sua sorella da una distanza di sicurezza.

- No, non va bene, se ne accorgerebbe, non è che lui passi proprio inosservato, attira le occhiate di tutti.

- Beh, allora farò in modo che Maryl sia protetta ventiquattro ore al giorno! - esclamò il sedicenne. - Dovessi seguirla personalmente!

Maggie sorrise per tutto quello che Nick stava facendo.

- Grazie, ma no. E comunque, come mai ti sta tanto a cuore questa storia? Non è che ti piace Maryl, vero? - scherzava, ma mica troppo.

Nick strabuzzò gli occhi incredulo.

- Stai scherzando? Oltre al fatto che Kevin mi ucciderebbe, Maryl non mi piace in quel senso, è così... non so come spiegarlo, le voglio tanto bene, davvero tanto, ma come a una sorella non come a una... fidanzata, no quello proprio no! - sembrava quasi disgustato.

- Okay, calma adesso. Cambiamo argomento, che Lexi ed io ne abbiamo già parlato fin troppo con nostra sorella. Che fai? - era incredibile la sua capacità di cambiare da così a così qualsiasi cosa.

- Oh, beh sto scrivendo una nuova canzone... - borbottò Nick, stando al gioco.

Una maledettissima e fottutissima canzone che tento di scrivere da solo Dio sa quanto e che è su di te, ma non mi vengono le parole, proprio come per dirti che mi piaci. E io sono un idiota, pensò il cantante con rabbia.

- Che bello! Di cosa parla?

Oh, fantastico, ci mancava questa!

- Ehm, di una vecchia storia d'amore, ma davvero vecchia, molto vecchia – spiegò.

- Oh, capisco.

Silenzio. Entrami odiavano i silenzi, soprattutto quelli imbarazzanti, come quello.

- Beh, magari uno di questi giorni ci si vede – propose Maggie, - tutti insieme.

Oh Gesù, Giuseppe e Maria, ma era solo lui che aveva capito che quella sera c'era una cena con i suoi genitori?

- Scusa, ma sta sera tu e le tue sorelle non dovreste venire a cena qui da noi per conoscere i nostri genitori ufficialmente?

- Incontrare chi, quando e perchè? - strillò Maggie con voce acuta.

- La cena, sta sera, con i miei – ripeté Nick, cauto.

- Ma... ma quando si è deciso, scusa? - domandò lei, cercando di calmarsi.

- Ehm, oggi, Joe e Lexi, hanno deciso loro.

Maggie rimase in silenzio; Nick credette che fosse o svenuta o stesse assimilando la notizia o decidere come ammazzare la sorella, le opzioni erano quelle.

- Maggie? - osò lui.

- Sì, ci sono, beh, a sta sera allora – disse lei, il tono all'improvviso più allegro. - A che ora?

- Alle otto – spiegò il cantante, - davanti a casa nostra.

- Benissimo, a dopo. Ciao!

- Ciao...

Maggie mise giù, allegra.

D'altronde la prospettiva di conoscere ufficialmente i coniugi Jonas non era così male, soprattutto perchè quella cena le avrebbe permesso di vedere Nick prima di quanto stabilito.

All'improvviso la porta di casa si aprì con uno schianto e un singhiozzo sonoro.

- Vaffanculo! - gridò Lexi irrompendo in salotto e imprecando contro tutto. - Sì, vaffanculo a tutto!

Maggie capì all'istante e corse verso la sorella, fissandolo attentamente.

La rossa aveva i capelli spettinati, il viso pallido, gli occhi rossi e gonfi di pianto.

Da quanto tempo non la vedeva piangere? E quante volte l'aveva vista piangere? Pochissime...

- Lexi – sussurrò Maggie.

La rossa alzò gli occhi sulla gemella e la fissò con attenzione.

- Lo sapevi? - chiese solo.

La mora annuì.

- Volevo dirtelo – iniziò, - ma Josie mi ha pregato di non farlo, voleva dirtelo lei.

La sedicenne annuì e si sedette a terra, stanca.

Maggie si sedette accanto a lei e le permise di piangerle sulla spalla.

- Non credevo sarebbe mai successo – ammise Lexi. - Non ci ho mai pensato.

La mora annuì comprensiva, mentre sentiva una lacrima scivolarle lungo il viso.

- Supereremo anche questo – singhiozzò infine.

Lexi annuì e tirò su la testa, guardando la sorella.

- Sta sera abbiamo anche questa maledettissima cena – sbuffò.

- Se vuoi la annullo, dico tutto a Joe o Nick o Kevin, capiranno – propose la mora, ma la gemella scosse la testa quasi impercettibilmente.

- No, ho bisogno di vedere Joe, è un esigenza fisica quanto psicologica – disse e si mise a ridere istericamente.

Maggie guardò l'orologio che aveva al polso.

- Fra poco saranno le sei – la informò, - fino a quel momento è meglio se imbianchiamo la camera di Maryl, oppure facciamo i compiti. Scegli tu.

- Compiti – biascicò l'altra. - C'è un problema di genetica che non riesco a risolvere e mi devi aiutare. Tu? Bisogno di qualcosa?

Maggie scosse la testa.

- Niente compiti di matematica, la Rowling era ammalata, devo solo fare un testo sul razzismo.

- Ancora il razzismo? Ma dico, cambieranno mai argomenti in quella scuola? O è il razzismo o la pena di morte. Insomma, che si aggiorni, siamo nel ventunesimo secolo!

Maggie fece un piccolo sorriso.


Tu, l'amore, io

insieme, insieme

(Insieme; Mina)


- Oh Nicholas! - trillò Joe dal fondo delle scale. - Vieni ad apparecchiare, su!

- Ma porca... Joe, la smetti di rompere le scatole? Sei diventato odioso – asserì Kevin rivolto al fratello mezzano. - Da quando stai con Lexi sei diventato così insopportabilmente insopportabile!

Joe fece un sorriso a sentire il nome della sua ragazza. Ormai lei era tutto per lui, riempiva ogni suo momento della giornata, anche i più piccoli gesti gliela ricordavano. Non pensava quasi più a Sasha, e se lo faceva era per ricordare quanto l'avesse fatto soffrire, ma che d'altronde era una brava ragazza, l'aveva lasciato per i giusti motivi.

- Ehi, principino, sveglia! - disse Nick, comparendogli davanti all'improvviso. - Cos'è, dopo l'intervista di oggi ti sei stancato?

Sbagliava o Nick era tornato... normale? Senza orribile occhiaie sotto gli occhi, niente faccia da depresso, niente lamentele sul fatto che non bisognava disturbarlo “perchè stava componendo”, era tornato ad essere umano?

- Qual buon vento! Nick, non sei più depresso! - notò Kevin. - Allora i miracoli esistono!

Il minore fece una mezza smorfia.

- Non lo sono mai stato!

- Certo! Come no! L'importante è crederci! - disse Kevin ridendo.

Nick fece un piccolo sorriso.

- Beh, è che oggi viene Maggie e...

- Uh, Nicholas Jerry Jonas è innamorato – cinguettò Joe battendo le mani.

- Ma no! - disse Kevin, perspicace. - Non l'avrei mai immaginato, Joe, sai?

- Ah, ah – gli fece il verso il mezzano. - Su, forza, ho stabilito i turni di quello che dovremo fare prima dell'arrivo delle nostre amate.

Oddio, siamo messi mele, pensò il maggiore.

- Ovvero? - chiese.

- Nick apparecchia, papà ti aiuterà, Kev, tu cucini con mamma e Frankie si metterà in tiro per fare gli onori di casa; benissimo, al lavoro! - esclamò allegro dirigendosi verso il salotto.

Nessuno dei due rimanenti Jonas si mosse, lo fissarono trafiggendolo con gli occhi e aspettarono che Joe si voltasse.

Frankie comparì all'improvviso, dopo aver ascoltato tutta la conversazione, e si rivolse al fratello mezzano, con aria truce.

- E tu cosa pensi di fare, Joe? - chiese, arcigno.

- Devo vedere i nostri ultimi video su MTV, ovvio ragazzi, su! - disse quest'ultimo, paralizzandosi all'improvviso e voltandosi verso i tre fratelli, con aria sorridente ma colpevole.

I tre scossero la testa in sincronia, non ci doveva neanche pensare a fare una cosa simile.

- Sai, Joe, la casa è abbastanza in disordine – notò il piccolo Frankie, le mani incrociate al petto. - Che ne dici di mettere un po' a posto?

Joe lo fissò come se fosse scemo.

- Io? Pulire? Scherzi, vero?

Frankie scosse la testa.

- Non ci penso nemmeno e muoviti! - strillò e se ne andò trotterellando verso la propria camera al piano di sopra.

Il diciannovenne guardò i due fratelli rimasti, con una piccola smorfia e uno strano luccichio negli occhi che gli conferiva un'aria da cane bastonato.

- Non devo farlo, vero?

Nick e Kevin annuirono, implacabili.


Voglio farti un regalo,

qualcosa di dolce,

qualcosa di raro

(Il regalo più grande; Tiziano Ferro)


Maggie zampettava per casa, con una sola scarpa infilata al piede, l'altra in mano mentre cercava dappertutto la collana di brillanti che era sicura di aver riposto nel suo cofanetto in camera sua ma da dove era sparita.

Indossava un abito verde smeraldo lungo poco sopra le ginocchia, dalle spalline sottili, il colore le valorizzava gli occhi e le scarpe erano in tinta, mancava solo quella benedetta collana...

Lexi, da parte sue, sfoggiava un vestito rosso scuro, sotto le ginocchia e senza spalline, ai piedi aveva un paio di scarpe col tacco rosse e tentava davanti al grosso specchio in bagno di farsi un'acconciatura complicata, senza successo.

- Maledizione – borbottò Maggie finendo davanti al bagno, - ma dov'è?

- Cosa? - chiese la rossa, rinunciando ai capelli e sfilandosi gli orecchini per mettersi un paio di grossi cerchi dorati.

- La collana di brillanti, quella che ho comprato a Ibiza due anni fa con te e Maryl durante le vacanze estive – spiegò la mora. - E' sparita, nel mio cofanetto non c'è.

Lexi diede una breve occhiata all'orologio che aveva al polso, erano le sette e mezza, dovevano muoversi, erano praticamente in ritardo.

- Non so dove sia – disse, - se vuoi ti presto la mia, non è uguale ma è abbastanza simile – e così dicendo prese da una scatolina davanti a lei una collana con una catenina in argento e un piccolo diamante incastonato.

Maggie le fece un sorriso e prese il gioiello che la sorella le porgeva con piacere.

La rossa ricambiò il sorriso e chiuse la scatolina, per poi appoggiarla sulla mensola dell'armadietto vicino a lei.

- Bene – disse, - io sono pronta.

- Anch'io – annuì la sedicenne dopo essersi messa la collana al collo. - Maryl?

Lexi scrollò le spalle.

- Non ne ho idea, non l'ho neanche avvertita della cena e se devo essere sincera l'ho vista di sfuggita un'ora fa mentre imbiancava la sua camera.

Un dubbio si impossessò di entrambe le ragazze.

- L'avrà avvertita Kevin, no? Io non l'ho fatto – sperò Maggie con una nota di panico nella voce.

Le due uscirono dal bagno e si diressero a passo di carica verso la camera della sorella maggiore e aprirono la porta con uno schiocco sonoro.

La camera era semibuia e in un angolo, vicino alla finestra, una candela profumata era accesa e brillava allegra.

Maryl, i capelli raccolti in una coda disordinata, indossava una tuta da lavoro macchiata di pittura, armata di pennelli. Al suono della porta che si apriva si voltò e fissò le sorelle con un cipiglio fra il curioso e l'offeso.

- Uscite?

Maggie sarebbe potuta svenire seduta stante e Lexi avrebbe potuto iniziare a chiamare l'FBI, la CIA, la Scotland Yard e chi era possibile che potesse fermare l'imminente catastrofe.

- L'Apocalisse – boccheggiò la rossa.

Maryl le fissava ancora.

- Allora? - domandò.

- Maryl – sussurrò Lexi, - stai calma, ora, non farti prendere dal panico.

E invece bisognava sì farsi prendere dal panico, Maryl Campbell che non aveva iniziato a vestirsi per una cena importante a mezz'ora dall'inizio di questa? Praticamente era un'altra bomba di Yroshima!

- Cosa? - domandò Maryl, scattando all'improvviso. - Che c'è?

Maggie non aveva la forza di parlare, stava ancora decidendo se svenire oppure no, ma di sicuro era diventata cianotica.

- Dobbiamo andare a casa dei ragazzi – iniziò Lexi, non c'era bisogno di specificare quali ragazzi, - fra mezz'ora... tutte e tre.

- COSA?! - strillò la bionda come un'ossessa, infilandosi le mani nei capelli e praticamente strappandoseli dalla testa. - NOI COSA E QUANDO?!

Eccola l'esplosione di una bomba atomica che le due ragazze si aspettavano; a causa del rumore il loro simpatico vicino, il centoduenne, Mario, altrimenti detto Super Mario, alzò la testa dal suo giardino fino alla finestra dalla quale proveniva il suono.

- Stai calma – le sussurrò la rossa.

- Io calma?! Alexandra Lucy Campbell, io dovrei stare calma quando ho mezz'ora per una cena? E cosa dovremmo fare esattamente a casa dei ragazzi? - tentò più o meno inutilmente lei.

- Beh, ci volevano presentare i loro genitori ufficialmente... - borbottò Lexi.

- COSA?! - strillò nuovamente la ventenne, e quella volta a quell'urlo si aggiunse anche la protesta di Mario.

- Insomma, tipa, chiudi quel becco che ritrovi per bocca! Questi sono quei momenti in cui desidererei avere dei problemi d'udito!

- Forza vai a farti la doccia – disse Maggie, una volta recuperato un minimo di colorito. - Noi ti prepariamo i vestiti.

Come una furia la ventenne uscì dalla camera e si fiondò in bagno, ma non prima di aver urlato la parola magica.

- Armani!

Dopodiché fu più o meno un miracolo il fatto che Maryl riuscì a farsi la doccia e ad asciugarsi i capelli nella cifra record di dieci minuti e trentadue secondi, vestirsi in cinque minuti e truccarsi in due, il tutto accompagnato da una buona dose di improperi.

- Ma porca miseria ladra! - sbraitò infine la ragazza mettendosi un'ultima volta la matita sugli occhi. - Andiamo e sappiate che io Kevin l'ammazzo!


Continua...

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Capitolo 23
*** Danger ***


Eccomi qui,

dovevo aggiornare domani ma una certa persona (vero Erica?) mi ha tirato un bidone e ho deciso di aggiornare oggi, mi è venuta l'ansia mentre lo scrivevo!!

Ragazze, 11 recensioni!! Vi voglio beeeeeeeeneeeeee!!

Grazie alle persone che hanno recensito Album, vi adoro!

Ecco a voi i ringraziamenti:

nes95: vabbè, tu il capitolo l'hai già letto e sono contentissima che ti sia piaciuto!! Sai tutto quindi non mi dilungo con te perchè ho poco tempo e devo rispondere a tutte le altre. Perdone, cara. Ti voglio bene! Un bacione!

jonas_princess: eccome se Nick si è svegliato, è sveglissimo!! Ma, ovviamente dato che io sono sadica, ci saranno delle complicazioni. Il record di Maryl l'ho preso da un'esperienza personale, ho fatto le stesse cose che ha fatto lei nello stesso tempo... certo per una sola volta nella vita, ma dettagli! Un bacione!

catchme_: è la prima volta che faccio piangere qualcuno scrivendo e mi dispiace di averti rammentato vecchi ricordi. E ti preeeeeego, ti preeeeeeeego non uccidermi!! Ma per sicurezza, sai, non si sa mai, mi nascondo sotto terra. Un bacione!

Niki_CuLLen: ecco, dopo questo capitolo Matt è tuo, te ne affido i diritti!! E Nick si è svegliato dal suo coma e presto con Maggie, o forse chissà, in questo capitolo, farà qualcosa di compromettente con Maggie e si dichiarerà o quasi, forse... Diiiiiiiio, quanto mi piace essere cattiva! Un bacione!

coco2: non ti preoccupare anch'io sono fuori di testa ultimamente, come del resto negli ultimi miei 14 anni di vita! E davvero sono la numero 1?! Mi fai così felice, sul serio, ti adoro totalmente e incondizionatamente!! Un bacione!

Melmon: allora, primo: per l'occhio nero leggendo questo capitolo sei a posto e per la dichiarazione anche... forse *me sadica*. E non importa se hai scritto quel che accade nel telefilm, sei fantastica comunque!! Un bacione!

DarkViolet92: grazie di tutto!! Sei brava anche tu e non vedo l'ora che aggiorni!! Un bacione!

_Skipper_: ecco qui la cara giovane Skippy, ma lo sai che ti adoro? Sei fantastica!! Pazza al punto giusto e poi mi lasci delle recensioni che sono la fine del mondo!! Ma lo sai che la frase mio fiore di primavera l'ho scritta pensando che l'avresti notata e citata nella recensione? Anche qui ci sarà Super Mario, ma per poco poco, come nello scorso capitolo. Grazie per aver recensito Album, sei fantastica! Un bacione!

jeeeeee: non smetterò mai di ripetertelo, tempo al tempo per i Mick, però quel tempo al tempo potrebbe essere questo capitolo, chissà... Grazie per tutti i complimenti!! Anche tu sei magnifica! Un bacione!

mione94: carrrrrra che sei, io ti adoro!!! Ti adoro perchè scrivi benissimo, perchè mi lasci delle recensioni stupende e perchè mi fai taaaaaaaaanti complimenti che mi fanno arrossire sempre!! Eh sì, questo è l'ultimo capitolo di calma, poi fra un po' le case si stabilizzeranno di nuovo! Un bacione!

Capitolo 23. Danger


Il messaggio di Maggie era stato molto chiaro:

Salvate Kevin dall'attacco omicida di Maryl al nostro arrivo, è furiosa... ah, scusate il ritardo! Baci a tutti!

E Nick non se lo fece ripetere due volte quando il campanello di casa suonò, ad indicare l'arrivo delle sorelle Campbell.

- Kev, tu stai indietro – gli intimò, parandosi davanti al maggiore.

- Eh? - chiese stupito. - Nick, che fai? Hai fatto l'iniezione di insulina oggi, sì?

Nick alzò gli occhi al cielo, dovevano sempre occuparsi di lui? Non poteva per una volta occuparsi lui degli altri?

- Maryl è presa da furia omicida – spiegò, mentre osservava Frankie vestito per bene che si apprestava ad aprire la porta alle sorelle. - Mi ha inviato un messaggio Maggie, dice che è furiosa.

Kevin era più confuso che mai, perchè Maryl doveva essere furiosa con lui? L'ultima volta che si erano visti avevano passato una serata splendida assieme e nei giorni seguenti non avevano litigato, anzi erano tutti pace e amore.

- Perchè? - chiese ancora.

- Che ne so io! Non sono mica il suo ragazzo, sai? Avrai fatto qualcosa di male e lei ora è arrabbiata con te – minimizzò il sedicenne, mentre la porta di casa si apriva grazie a Frankie, sorridente.

Una visione celestiale gli si parò davanti, le tre ragazze era meravigliose, ma fra tutte e tre la bellezza di Maggie risaltava, a suo parere.

Il vestito le cadeva morbido sui fianchi, le guance erano colorate dal loro solito rossore di timidezza, e gli occhi le brillavano.

Stupenda, pensò solo il cantante mentre Joe lo urtava per raggiungere Lexi, anch'essa bellissima, e la prendeva in braccio per farle fare dei giri su loro stessi mentre si baciavano con foga.

Nick li osservò con un sorriso, poi si voltò verso Maryl.

La ragazza bionda era vestita con un abito di Armani, turchese, lungo fino ai piedi con uno strascico lungo fino al ginocchio; i capelli erano leggermente mossi, non si faceva la piastra da troppo tempo ed erano stati raggruppati alla bell'e meglio in una crocchia dietro la testa.

- Maryl – sussurrò Kevin, guardandola ammirato, preso dall'impulso di correrle incontro e baciarla.

La bionda gli rivolse un'occhiata piena d'odio.

- Noi due facciamo i conti dopo – ringhiò, dopodiché trasformò il suo viso in una maschera sorridente e posò per la prima volta un'occhiata a Frankie. - Ciao!

- Ciao, tu sei Maryl, vero? - disse Frankie, compunto.

- Sì bel bambino, e tu sei Frankie, vero?

Il ragazzino annuì.

- Fattelo dire, sei il più carino di tutti – gli sussurrò in un orecchio la bionda, accucciandosi accanto a lui.

- Lo so, è una dote naturale! - esclamò allegro.

Maryl sorrise, aveva la vanità di Joe.

Si rialzò e si guardò intorno; Maggie aveva raggiunto Nick e i due, rossi di imbarazzo, stavano chiacchierando, Joe e Lexi erano ancora attaccati peggio di due sanguisughe e Kevin la osservava con espressione triste e confusa.

Gli diede le spalle come una bambina piccola e aspettò che i coniugi Jonas arrivassero, era furiosa con Kevin.

Loro due si raccontavano tutto, ma proprio tutto! Per esempio quante porzioni di cereali avevano mangiato a colazione, quante pagine di un libro avessero letto in un giorno e cose simile, invece dell'avvenimento epocale dell'incontro ufficiale con i suoi genitori Kevin non aveva proferito parola, niente! Per questo era arrabbiata, ma non tanto perchè non l'avesse avvertita, più che altro perchè per la sua dimenticanza era stata costretta a vestirsi in soli venti minuti quando di solito ci metteva un'ora e più, con un abito che lei non avrebbe scelto per un'occasione simile.

Lexi e Joe si staccarono giusto in tempo per l'arrivo dei signori Jonas.

Denise Jonas, una donna sui quarantacinque anni che non dimostrava affatto, aveva lunghi capelli scuri, come quelli dei figli, e un paio di occhi marroni molto simili a quelli di Joe, era affiancata da suo marito, Paul Kevin Jonas senior, un uomo più o meno della stessa età della moglie, con pochi capelli in testa e un paio di occhiali appoggiati sul naso.

- Buonasera – li salutò educatamente Lexi, seguita a ruota dalle due sue sorelle.

Denise fece un grosso sorriso.

- Buonasera, ragazze – disse, - conoscete già mio marito Paul?

Il signor Jonas fece un cenno del capo e strinse la mano di Maggie, Lexi e Maryl.

- Ho avuto il piacere di conoscere solo Alexandra – spiegò.

La rossa fece un cenno con la mano.

- La prego, signore, mi chiami Lexi, Alexandra mi sa di vecchio – disse con la sua solita spigliatezza.

Il signor Jonas annuì e guardò le altre due ragazze.

- Io sono Maggie – si affrettò a dire la mora.

- Molto piacere – disse Paul Senior.

- Io Maryl – si presentò la ventenne.

- Ah, la ragazza di Kevin – annuì il reverendo.

La bionda fece una mezza smorfia.

- Per ora – e si voltò verso Kevin per osservarne il volto pieno di terrore.

Maryl fece un sorriso soddisfatto quando fu certa che nessuno l'avesse vista; non aveva nessuna intenzione di lasciare Kevin, non le passava nemmeno nell'anticamera del cervello una cosa simile, ma vedere la sua reazione terrorizzata l'appagava a pieno. Così imparava a non avvertirla di cene con i suoi!

Denise strabuzzò leggermente gli occhi, ma poi si voltò verso tutti gli altri ragazzi, che erano calati in un silenzio imbarazzante e cercò di rianimare la serata.

- Allora – disse, - la cena è pronta.

Joe e Nick scortarono le proprie dame, magari anche se non erano ufficiali, nella grande cucina dove era stata apparecchiata una tavola imbandita, mentre Maryl si dimostrò molto felice di prendere la mano di Frankie per accompagnarla, con Kevin che li seguiva a debita distanza, mesto.

Tutti si accomodarono a tavola, sorridenti se non per il maggiore dei Jonas, che sembrava fosse appena tornato dal funerale di una persona cara.

- Allora, ragazze – iniziò la donna. - Come va la scuola?

Chissà perchè tutti gli adulti si devono sempre informare sulle doti scolastiche dei loro figli e non, insomma pietà!

- Bene – disse Maggie, arrossendo, - Lexi ed io stiamo seguendo un corso insieme di filosofia, è molto interessante.

Filosofia e interessante, a parere di Lexi, non erano due parole da accomunare nella stessa frase, ma non c'era motivo di spiegarlo anche ai coniugi Jonas.

- Sì davvero – annuì con finto entusiasmo.

Paul Senior e sua moglie li sorrisero, felici, e voltarono la testa verso Maryl.

- Io ho appena lasciato il corso di legge all'università e mi sto prendendo un anno sabbatico per capire cosa voglio fare davvero nella vita – spiegò, leggermente imbarazzata, chissà cosa dovevano pensare di lei adesso...

A sorpresa, invece, i coniugi Jonas sorrisero comprensivi.

- Sì, bisogna saper scegliere nella vita – disse Denise.

- Hai ragione, tesoro – annuì il signor Jonas.

Frankie, seduto accanto a Maryl, saltellava sulla sedia guardando le candele spente appoggiate sulla tavola.

- Mamma, quando accendiamo le candele? - chiese con la sua voce innocente.

Maryl si irrigidì, folgorata.

La sua camera, il ritardo, la cena, la candela accesa, la finestra aperta... oh merda!

- Oh m...mamma mia! - esclamò la bionda alzandosi di scatto.

Tutti si voltarono a guardarla, curiosi.

- Scusate signori Jonas ma ho dimenticato una candela aperta in camera mia con la finestra aperta e non l'ho richiusa, devo correre – spiegò. - Scusatemi, sul serio.

- Oh, nessun problema, Maryl – annuì Denise, - vai a casa e fai quello che devi fare.

Maryl le sorrise riconoscente.

- Grazie mille, torno fra una mezz'ora al massimo, lo prometto, voi iniziate pure a cenare – disse. - E scusate anncora.

- Sciocchezze, non preoccuparti – disse Paul Senior.

- Vuoi che ti accompagni? - chiese Maggie.

- Ma no, figurati, tempo di andare e tornare, davvero – minimizzò lei.

Kevin si alzò e la guardò negli occhi.

- Ti accompagno io – propose.

- No – disse secca lei. - Ci vediamo dopo e scusate.

Fu accompagnata alla porta da Denise, dopodiché si affrettò verso la sua macchina.


Oggi che non so che fare, libero pure di non penare a come stare,

oggi che mi svuoto la testa, lascio i miei pensieri di ieri niente fretta

(Scappare; Zero Assoluto)


Maryl guidava veloce fra le strade trafficate di Los Angeles, le mani sudate per il nervoso, era stata un'idiota a lasciare quella candela accesa vicina alla finestra e quindi alle tende, un minimo soffio di vento avrebbe potuto far incendiare tutta la casa e allora sì che suo padre, nonostante ora vivesse a Miami, si sarebbe arrabbiato.

- Stupida – mormorò rivolta a se stessa quando parcheggiò davanti a casa sua. Non sembrava incendiata, grazie al cielo, ma meglio non correre il rischio.

Tirò fuori dalla borsa un mazzo di chiavi e aprì la porta di casa con uno scatto, era buia e non c'era odore di fumo, tanto meglio.

Maryl la chiuse, ma non fece scattare la serratura, d'altronde fra soli due minuti sarebbe scese di nuovo, che senso aveva?

Non l'avrebbe pensata allo stesso modo se avesse notato la figura che era appostata fra i cespugli del giardino, una bottiglia di vodka stretta tra le mani, e l'alito che puzzava d'alcol.

Salì le scale dopo aver acceso le luci del salotto e del corridoio e tentò di muoversi senza rischiare di rompere il vestito, okay che non era di carta velina, ma neanche d'acciaio!

Entrò in camera sua e accese la luce.

La candela era dove l'aveva lasciata, così come i pennelli e la vernice, ma ora non era accesa, anzi si era spenta, una folata di vento al posto di far incendiare le tende aveva spento la candela.

Maryl sbuffò, un po' per la sua pessima memoria, un po' perchè aveva fatto un viaggio inutile.

Entrò in camera e mise la candela spenta sul suo comodino, profumava ancora di lavanda e ciò le piaceva moltissimo, adorava quell'odore.

Sorrise e si voltò per uscire, pronta per tornarsene a casa Jonas, aveva fatto una pessima figura andandosene così di fretta, ora doveva rimediare ed essere l'ospite più gentile del mondo, ma non appena si girò rimase senza fiato per lo spavento.

Matt Dowson era davanti a lei, il corpo possente, una maglietta che gli metteva in risalto i pettorali, gli occhiali alla Harry Potter sul naso e le braccia incrociate al petto, in una mano teneva una bottiglia di vodka e un odore di alcol aleggiava attorno a lui.

- Matt – mormorò Maryl, indietreggiando. - Matt, cosa ci fai qui?

Lui la fissò con evidente piacere e scoppiò in una risata senza gioia, era amara e Maryl rabbrividì.

- Sono venuto qui per farti mia – sibilò lui chiudendosi la porta alle spalle, lei sentì il rumore della serratura che girava. - Per sempre.

La bionda trasalì spaventata.

- Matt, ti prego, non farmi del... male – disse con voce rotta dal pianto imminente.

Lui non l'ascoltò, mentre lei indietreggiava lui la seguiva, con un'espressione di piena estasi.

- Sarai mia – disse lui.

- No! - tentò ti strillare la ventenne, ma dalla sua bocca non uscì un suono talmente era spaventata.

Lui le fu addosso in un istante, e Maryl riuscì a fare un piccolo urlo, prima di scansarlo e correre verso la porta della camera.

Matt la inseguì e la cinse con le braccia con forza, mentre lei si dimenava.

- No, no, no, ti prego, farò qualsiasi cosa, Matt, qualsiasi cosa, lo giuro, ma ti prego non farmi del male, ti prego! – singhiozzò la bionda.

- Tu sei mia – sibilò lui vicino alla sua bocca; Maryl per poco non rimise, l'odore così forte di alcol le dava alla testa, strano che Matt non fosse ancora svenuto dopo aver bevuto così tanto.

Con un ultimo strattone la ragazza si liberò di lui e gli tirò un potente schiaffo su una guancia prima di scappare nuovamente verso la porta.

Matt barcollò un istante per la forza di quello schiaffo, si massaggiò la guancia ferita e con un urlo di rabbia le si avventò di nuovo addosso, con forza, questa volta il suo intento non era quello di approfittare di lei, ora voleva farle del male.

La afferrò per un braccio e la tirò a se e le ridiede lo schiaffo con la stessa intensità.

Migliaia di luci esplosero nella testa della ragazza, che barcollò e rimase stordita per qualche istante.

- No, Matt! - strillò ancora una volta, prima che lui le afferrasse la gola con forza e la mandasse a sbattere contro il muro.


Cercami,

non soltanto nel bisogno,

cercami

(Cercami; Renato Zero)


- Dov'è? - chiese Kevin, nervoso, camminando avanti e indietro per la camera, faceva così da tanto tempo che era un miracolo che non si fosse formato un solco sul pavimento.

- Stai calmo – tentò di tranquillizzarlo Joe, - avrà trovato traffico, siamo a Los Angeles non in Alaska.

Kevin non gli badò e continuò a camminare, controllando l'orologio ogni due secondi.

- Le è successo qualcosa, me lo sento – si disse Kevin ad alta voce.

A quell'affermazione Maggie, Lexi, Joe e Nick incrociarono i propri sguardi e questo non sfuggì a Kevin, che li fissò preoccupato.

- Cosa sapete che io non so? - domandò.

- Kev, calmati – iniziò Lexi.

- Non mi dire di stare calmo! – le urlò il ventunenne, perdendo il controllo, e di fronte alla sua reazione anche Joe si mise in mezzo.

- Non parlarle mai più in questo modo! - esclamò, parandosi di fronte alla ragazza, ma che non era minimamente intimorita dal ragazzo alto dagli occhi verdi di fronte a lei.

Denise e Paul fecero per intervenire e placare il litigio, ma il gesto del figlio maggiore li tranquillizzò.

Kevin si mise le mani sulla faccia e prese un respiro profondo.

- Cosa sapete? - chiese nuovamente, più calmo.

Tutti chinarono la testa, spaventati e preoccupati, solo Maggie, dopo qualche attimo di esitazione, gli spiegò tutto.

Per tutto il racconto Kevin rimase immobile come una statua, le mani strette a pugno così forte da far diventare le nocche bianche e le labbra serrate.

Solo quando Maggie finì si mosse, e fu solo per dare un pugno alla parete, preso dall'ira.

- Perchè non me l'avete detto? - domandò con un ringhio, rivolgendosi a Nick e Joe. - Sapevate... sapevate tutto e non mi avete detto niente, ci eravamo promessi di dirci sempre tutto ed è così che lo fate?

Joe e Nick erano chiaramente pentiti, nessuno di loro due, in realtà, voleva tenere segreta quella cosa al loro fratello maggiore, ma dopo tutte le suppliche di Maggie, Lexi e Maryl avevano ceduto.

- Loro non volevano, infatti – disse Lexi a loro discolpa, - li abbiamo supplicati noi.

Kevin la fissò, gli occhi tristi.

- Beh, io vado a casa vostra – disse infine alle due gemelle, - ci vediamo dopo.

- Stai scherzando, spero! - intervenne Nick. - Io vengo con te!

- E anch'io – disse Joe, - mica lo lascio a voi tutto il divertimento!

Lexi, Maggie e i coniugi Jonas impallidirono.

- Joe, non dire sciocchezze – disse Lexi prendendolo per mano, - rischierete di farvi male tutti.

- Nick, ti prego – disse Maggie in un sussurro, - chiamiamo la polizia, loro sapranno cosa fare.

- Maggie ha ragione – disse Denise, - tesori miei, non combinate niente, chiamiamo la polizia e...

- Mamma, non abbiamo nessuna prova concreta di nulla – disse Joe, - dobbiamo andare e se non ricevete nostre notizie entro mezz'ora chiamate la polizia.

- Non potete chiedermi una cosa simile! - replicò Denise, pallida in volto, quasi cianotica. - Siete i miei bambini, non potete!

- Mamma, dobbiamo andare – disse Nick, calmo, guardandola negli occhi, cercando di sembrarle calmo.

Paul Senior scelse quel momento per intervenire.

- Vengo con voi – disse.

- No – ribatterono in coro i tre fratelli Jonas maggiori.

- Siete i miei figli e decido io! - esclamò, nervoso e arrabbiato.

- Ma Kevin ed io siamo maggiorenni – disse – facciamo quello che ci pare.

- No! - esclamarono Lexi e Denise.

- Ma Nick non lo è ancora – cercò di ribattere il signor Jonas, - quindi lui dovrà...

- Papà, non sono più un bambino! Quest'anno compirò diciassette anni, non puoi starmi addosso tutta la vita! - esclamò, furioso.

- Ragazzi, io devo andare – intervenne di nuovo Kevin, - adesso – era pallido, sembrava sul punto di svenire.

Joe e Nick incrociarono ancora una volta gli occhi con i genitori.

- Trenta minuti – commentò il signor Jonas, - poi chiameremo la polizia.

Maggie e Lexi, capendo di aver perso la battaglia, incrociarono gli occhi.

- Veniamo anche noi – esclamò Lexi, - non possiamo non venire.

- No! - urlarono Joe e Nick, non potevano mettere in pericolo le loro vite, un conto era se si facevano del male loro, ma quelle due ragazze... no, non l'avrebbero sopportato.

- E' nostra sorella! - disse Maggie. - Abbiamo tutto il diritto di venire pure noi.

Nick le si mise davanti, il dolore che gli traboccava dagli occhi come un fiume in pena.

- No – le sussurrò, - resta qui con i miei, hanno bisogno di qualcuno.

- Ma io non voglio restare qui – gli occhi di Maggie si fecero lucidi, per la paura per Maryl, per Nick, Joe e Kevin, - non posso...

- Sì che puoi – disse lui a pochi centimetri dal suo viso; la mora sentiva il suo respiro caldo, il suo odore di buono, i suoi occhi color cioccolato... - ti prego.

Maggie annuì con forza e gli baciò una guancia, il viso le si fece più rosso a quel contatto.

- Fai attenzione – gli sussurrò piano.

Nick annuì, ancora scioccato per quel contatto di pochi istanti e si avvicinò al fratello maggiore.

- Io vengo, Joe – stava dicendo Lexi in quello stesso istante, - non ti lascio, sarei costretto a portarmi con te e poi... Maryl è mia sorella, dannazione!

Joe chiuse gli occhi e le poggiò le labbra sulla testa.

- Tesoro mio, resta qui, i miei hanno bisogno della calma di Maggie, ma anche della tua forza. Ti prego, resta qui – mormorò nel suo orecchio.

Presa di slancio Lexi gli lanciò le braccia al collo e lo baciò con foga, senza curarsi dello sguardo dei signori Jonas su di loro.

- Se non mi chiami entro trenta minuti ti vengo a cercare – disse seria, - e non potrai impedirmelo.

Joe annuì, le diede un ultimo breve bacio e uscì di casa, accompagnato dai suoi fratelli.

Il codice della strada, probabilmente, non aveva mai stato infranto così tante volte in una sola sera come in quel caso.

Kevin guidava come un dannato, senza curarsi di vari stop, sensi unici, semafori, strisce pedonali e limiti di velocità.

Imprecava ogni due secondi e continuava a sterzare da ogni parte per evitare di fare incidenti.

Il percorso che di solito percorreva in quindici minuti, quel giorno, lo fece in cinque e sei secondi.

Appena scesi dalla macchina Joe e Nick barcollarono come ubriachi, mentre Kevin proseguiva a passo spedito verso casa Campbell, esattamente davanti a dove aveva parcheggiato.

Nick e Joe lo seguirono a ruota, nonostante i tentennamenti, e tutti e tre entrarono in casa, le orecchie attente a percepire tutti i rumori.

Le luci erano accese e la porta di casa aperta, socchiusa per la precisione.

- Beh, sappiamo che è entrata qui – sussurrò Joe, - o almeno credo.

Kevin lo fulminò con un'occhiataccia, non aveva voglia di sentire Joe Jonas che parlava in quel momento.

All'improvviso dal piano superiore si udì un debole urlo e qualcosa che cadeva pesantemente a terra, poi una voce maschile.

- E' così che mi ripaghi? Eh, è così?

Poi un altro urlo.

Kevin riconobbe la voce delle persona che parlava: Matt.

Oh, quel ragazzo avrebbe avuto vita breve.

Kevin schizzò al piano superiore, Joe e Nick dietro di lui e tutti e tre finirono davanti alla porta della camera di Maryl, dalla quale provenivano i rumori.

Il ventunenne tentò di aprirla, ma scoprì che era chiusa a chiave.

- Maledizione! - urlò e vi si lanciò contro con la spalla, nel tentativo di aprirla.

Né Matt né Maryl sembravano essersi accorti dell'urlo di Kevin dall'altra parte della porta, a pochi passi dall'abbracciare la sua amata e ammazzare quello stronzo di Dowson.

Kevin ci si lanciò ancora una volta e, quando non si aprì, liberò la sua rabbia con un grido liberatorio: perchè non era come nei film polizieschi? Nei quali tiravi un calcio e la porta cadeva?

Il ventunenne tentò di aprirla a calci, ma senza successo.

- Kev! Fermo, Kevin! - strillò Joe, bloccandolo. - Dobbiamo farlo tutti insieme, hai capito?

Una spallata, tutti e tre, doveva funzionare.

- Al mio via – si preparò il mezzano. - Tre...due...uno...via!

Si lanciarono contro la porta e quella cadde sotto il loro peso e la loro forza.

La camera di Maryl era semi distrutta, qua e là il pavimento era cosparso di macchie rosse e la figura imponente di Matt dominava la stanza, ai suoi piedi, sdraiata, c'era Maryl, con gli occhi chiusi.

- Maryl! - gridò Kevin, vedendola.

Matt, alla loro vista, ringhiò.

- Maledetti! - e corse verso di loro; Kevin era pronto, non aspettava altro, e gli tirò un pugno in pancia, facendolo rimanere senza fiato. Joe contribuì tirandogli un pugno sul naso, mentre Nick superava la rissa e raggiunse Maryl, così come aveva deciso Kevin nel loro breve tragitto in macchina.

- Maryl... - sussurrò sedendosi accanto a lei e scuotendola piano. - Sono Nick, Maryl, c'è anche Kevin, Maryl, è venuto a salvarti – ripeteva il suo nome, era sotto shock.

Al suono del nome di Kevin Maryl si mosse a aprì gli occhi di scatto.

- Nick... Kevin... dov'è? - chiese flebile.

In quel momento Matt si era ripreso e aveva tirato un calcio sul ginocchio a Kevin, facendolo scricchiolare e urlare di dolore il ventunenne, Joe tentava di tenere fermo il ventenne ubriaco.

- Kevin! - strillò la bionda, tirandosi su a sedere senza minimo sforzo apparente e cercando di avvicinarsi al suo ragazzo.

Nick notò con piacere che non sembrava ferita, aveva solo un brutto segno violaceo attorno al collo e il viso pallido, ma per il resto stava bene, non le si erano rotti nemmeno gli occhiali.

Lui la guardò, prima con un'occhiata di pura gioia nel vederla, dopo di terrore dato che si stava avvicinando alla rissa.

- Nick! - urlò e indicò la ragazza, prima di tentare di aiutare il mezzano.

Il sedicenne la prese per la vita con le braccia e la tenne stretta a sé, mentre lei si dimenava.

- Lasciami! Nick, lasciami subito! Kevin! - strillava.

Il cantante continuava a tenerla ferma e vicino a lui, ma con evidente sforzo, lei era alta più di lui e in quel momento sembrava avere una forza incredibile.

- No! Maryl, ferma! - gridò e la tenne ancora più vicina a sé, lasciandosi colpire da lei e dai suoi schiaffi.

Matt sembrava essere sopraffatto, un rivolo di sangue le colava giù dal naso fino alle labbra, gonfie per un pugno di Joe.

Kevin si voltò verso Maryl e Nick, mentre il mezzano teneva la situazione sotto stretto controllo, e si avvicinò a loro con passo svelto, dando una leggera e breve pacca sulla schiena a Nick e abbracciando forte la sua ragazza.

- Nick vai ad aiutare Joe – disse, prima di seppellire la testa nei capelli della sua ragazza, che singhiozzava istericamente sulla sua spalla.

Il sedicenne fece come gli aveva detto il fratello maggiore e corse verso Joe, che teneva Matt girato di schiena e con le braccia immobili.

- Ma come diavolo è successo che nessuno abbia sentito tutto questo rumore e non abbia avvertito la polizia, si può sapere? - brontolò il diciannovenne.

Nick fece una mezza risata liberatoria e prese il posto del fratello per tenere ferme le mani di Matt.

In quei pochi decimi di secondo di libertà, durante i quali Joe toglieva le sue mani e Nick metteva le sue, il ventenne decise che non gliela avrebbe data vinta e si liberò con un ringhio dal peso di Joe sopra di lui, fino a tirargli un calcio in faccia, colpendo anche Nick. Il colpo fece perdere l'equilibrio a Joe, che cadde indietro con un grido di dolore, sentì il sapore del sangue in bocca.

- Joe! - urlò Nick, portandosi una mano all'occhio colpito, ci vedeva sfocato.

Il mezzano scosse la testa e riuscì a vedere Nick che stava per accorrere verso di lui e Matt che scappava.

- Nick... prendilo! - urlò sputando sangue; Nick si voltò verso il fuggiasco, corse verso di lui e si buttò a terra, afferrandogli le gambe e facendolo cadere a terra e sbattere la testa contro lo stipite della porta.

Il sedicenne lo guardò terrorizzato e si gli si avvicinò per sentire il polso: il cuore batteva, e anche forte.

Con un sospiro di sollievo si voltò e corse verso Joe, seduto a terra, il sangue che gli usciva da un angolo della bocca.

- Fa vedere – disse preoccupato, ma Joe scosse la testa e indicò Maryl e Kevin dietro di lui, il secondo che aveva assistito alla scena senza riuscire a fare niente.

Kevin si alzò e aiutò Maryl a farlo, ma la ragazza sembrava ben salda sulle gambe e insieme si avvicinarono ai due ragazzi.

- No, Joe, noi stiamo bene – disse la bionda, la presenza di Kevin l'aveva calmata.

Il diciannovenne fece un sospiro di sollievo e gemette per il movimento della bocca.

- Dobbiamo andare in ospedale – notò il ventunenne.

In quel momento in lontananza si udì il rumore di due sirene che suonavano.

- Oh, fantastico – commentò il sedicenne, - proprio come nei film. I buoni combattono mentre aspettano la polizia e quella arriva quando hanno finito, beh grazie tante!

La sua non era ironia, non aveva la forza né la volontà di farla in un momento simile, semplicemente era la verità.

I quattro ragazzi scesero di sotto con passi brevi e lentamente, Nick trascinando da solo il corpo privo di sensi di Matt, dato che né Joe né Kevin se la sentivano.

Quando scesero di sotto una macchina della polizia e un'ambulanza avevano appena parcheggiato.

- Toh! - borbottò Nick lasciando cadere con malagrazia a terra il corpo di Matt. - Che vi dicevo?

Una poliziotta dall'aria professionale e un infermiere li raggiunsero subito.

- State bene? - domandò la poliziotta, mentre Kevin, quasi preso da una crisi isterica, consegnò Maryl nelle mani del medico, nonostante le sue proteste.

- Kevin, maledizione, io sto bene, non mi ha fatto praticamente niente! - borbottò. - E' Joe quello che ha bisogno di aiuto, sanguina!

A sentire l'ultima parola l'infermiere individuò Joe e lo portò dritto filato fino all'ambulanza, dove i suoi colleghi avevano messo una barella su cui lo costrinse a sedersi.

- Ehi, dovete occuparvi anche di lei, è stata aggredita, dannazione! - esclamò il ventunenne, mentre Nick si massaggiava ancora l'occhio, nonostante la vista gli fosse tornata normale e si avvicinava al fratello mezzano, lasciando perdere il maggiore nel suo delirio, in quel momento non l'avrebbe ascoltato.

- Dottore, come sta? - chiese Nick, guardando il fratello e il medico che gli stava toccando la mandibola con fare attento.

Joe sbuffò, quando il medico gli tolse la mano dalla bocca.

- Puoi chiederlo anche a me, sai? Non sono terminale – sbottò.

- Però tu mentiresti – commentò il sedicenne. - Allora?

Il dottore sorrise.

- Niente di grave, può anche non andare in ospedale, davvero, quando ha sbattuto la gengiva si è tagliato tutto lungo il labbro inferiore all'interno e questo spiega la grande quantità di sangue, ma non è niente di grave, si rimetterà in un baleno – commentò allegro. - Lei anche dovrebbe farsi vedere, il suo occhio destro non ha una bell'aspetto signor...

- Jonas, Nicholas Jonas – si presentò stringendogli la mano.

Se il dottore conosceva lui o i suoi fratelli a livello professionale non lo diede a vedere e, dopo aver dato un ultima occhiata a Joe, passò a Nick, guardandogli l'occhio.

Dire che Kevin era frustrato era dir poco, stava impazzendo. La poliziotta continuava a fare domande a lui e a Maryl del genere “sa come si chiama il suo aggressore?”, “lo conosceva?”, “sa dirmi come ha fatto ad entrare in casa?”, “come ha capito che la signorina era in pericolo?”.

Nel frattempo un altro poliziotto ascoltava la deposizione del signor Mario, il vicino delle sorelle Campbell, che, a quanto pare, era stato proprio lui a chiamare la polizia e l'ambulanza.

- C'era un casino pazzesco, davvero, sì! - disse. - Urlavano e gridavano, ma non ci ho fatto molto caso, la tipa bionda urla spesso, ma a un certo punto ho visto quei tre tipi, uh a proposito ascoltate la loro musica? Sono fantastici! Vabbè... che dicevo? Ah sì, lì ho visti che entravano tutti trafelati e ho sentito anche le loro urla e allora vi ho chiamati... Sicuri che non avete mai sentito Paranoid? E' stupenda davvero, sì sì!

Quando il medico congedò anche Nick raccomandandogli di mettersi del ghiaccio non appena tornato a casa, Kevin trascinò Maryl verso di lui.

Il dottore la visitò attentamente, mentre Kevin continuava a fare domande trafelate.

- Allora come sta? Non sta bene, vero? Dottore mi dica la verità, la verità la prego! - sarebbe stata una scena davvero comica se non fosse accaduta in una situazione tanto critica.

Gli altri medici avevano caricato Matt su una barella e l'avevano issato sull'ambulanza mentre aspettavano l'ultima visita prima di partire.

Il medico sembrava innervosito quanto Maryl da quelle domande.

- Sta bene, signore, direi che non si è fatta quasi nulla, signorina, c'è solo quel brutto segno sotto al collo che mi spaventa un po'...

- Oddio, perchè? - chiese Kevin. - Si è fratturata qualcosa?

Maryl sbuffò, quel comportamento del suo ragazzo la innervosiva terribilmente, ma era anche vero che era molto felice di essere così importante per lui.

- Kevin – disse seria, - zittisciti.

Lui le obbedì immediatamente.

- Comunque no – disse il medico, - non si è fratturata nulla, è solo un livido e rimarrà per qualche tempo, ma fra due settimane se non meno dovrebbe essere quasi invisibile.

Maryl sospirò di sollievo, ma Kevin sembrava ancora apprensivo.

- Non deve andare in ospedale? Ma è sicuro, dottore? Lei ha...

- Kevin! - lo riprese ancora la ventenne, poi si rivolse al medico. - Posso tornare a casa?

- Certo – annuì lui, - ma se vuole esse più sicura le consiglio di fare una visita domani in ospedale, chieda del dottor Bennet, mi occuperò personalmente di lei – e con queste parole si congedò, anche se sicuramente per “essere sicura”, intendeva “essere sicuro”, perchè fino a quel momento il più spaventato era Kevin.

Piano piano la strada tornò vuota e anche i curiosi che erano venuti a sbirciare se ne tornarono nelle proprie case.

Maryl, in piedi accanto al suo ragazzo, lo abbracciò forte e lui ricambiò la stretta.

- Temevo di averti persa – rivelò, - credevo...

- Shh, ora sono qui – lo zittì lei, dolce e lo baciò con passione.

Nick e Joe li raggiunsero in quel momento, il secondo stava rimettendo il cellulare in tasca con una smorfia dipinta sul viso.

- Ho chiamato Lexi – spiegò, - era nel panico, diceva che sono passati trenta minuti e sei secondi e sentendo la mia voce un po' roca è diventata isterica, non sa niente ma ci vuole a casa tutti entro dieci minuti.

Nick annuì.

- Guido io – si offrì.

Kevin stava per ribattere, l'occhio nero di Nick lo preoccupava, ma a un'occhiata rassicurante del fratello minore lo lasciò fare e si sedette accanto a Maryl sul sedile posteriore, cingendole le spalle. Joe, invece, si sedette accanto a Nick sul sedile anteriore, mentre continuava a massaggiarsi la mandibola con una smorfia di dolore dipinta sul volto.

Ancora una volta il codice della strada fu infranto in diverse occasioni, ma mai come all'andata e nel tempo stabilito da Lexi varcarono la porta di casa Jonas.

- Cosa è successo? - strillò una voce, non appena entrarono in casa: Maggie li fissava con gli occhi grandi dilatati dalla paura e il viso pallido.

Al suo grido accorsero anche i coniugi Jonas, Frankie e Lexi.

- Oh porca... - sibilò la rossa accorrendo verso Joe, che stava tentando di nascondere il labbro gonfio a sanguinante. - Cosa. E'. Successo?

Joe tentò di prenderle la mano per tranquillizzarla, ma la ragazza lo scansò e continuò a fissarlo terrorizzata.

- Ora, Joseph! - strillò, presa dal panico.

Il mezzano sbuffò e iniziò a raccontare, mentre Denise gli girava intorno preoccupata e Paul Senior faceva altrettanto con Nick e Kevin.

- Lo denuncio! - proferì infine il reverendo, riferendosi a Matt, paonazzo. - Passerà la vita in galera!

Maryl era stata letteralmente assediata dalle sorelle spaventate, che continuavano a domandarle se stesse bene, se avesse bisogno di qualcosa, se voleva che chiamassero qualcuno, qualsiasi cosa, ma si calmarono ben presto vedendo che la sorella stava bene e sorrideva a Kevin, che non le aveva lasciato la mano neanche un'istante.

- Mamma – disse infine questo, - le ragazze possono dormire da noi?

Denise, che si stava affaccendando intorno al diciannovenne, si voltò verso il maggiore e gli fece un seppur piccolo sorriso.

- Certo – annuì, - se per vostro padre non è un problema... - l'attenzione si puntò tutta verso all'uomo, che accettò di buon grado.

- Io quello lo ammazzo! - esclamò felice Frankie riferendosi a Matt, del tutto fuori luogo all'argomento del momento.

- Io ti aiuto – sibilò il maggiore, stringendo ancora più forte la mano della ragazza bionda al suo fianco.

- Non pensateci nemmeno – li rimproverò Denise, per poi rivolgersi alle ragazze Campbell. - Ragazze, abbiamo solo una camera degli ospiti, però, quindi non so come possiamo organizzarci per la notte.

Una luce attraversò gli occhi di Kevin.

- Ma mamma, Maryl può dormire con me!

- Kevin... - si lamentò Paul Senior a sentire la proposta del figlio maggiore, - non mi sembra appropriato che tu dorma con una ragazza e...

- Oh, papà, non sono così debole alla tentazione, sai? E poi intendevo che Maryl può dormire nel mio letto, mentre io se ho sonno dormo sul divano – spiegò il ventunenne.

Alla parola “divano” Maryl intervenne, un conto era se dormiva insieme, un altro se lui rinunciava al suo comodo letto solo per lei!

- Kevin – si intromise, - non è assolutamente necessario.

- Sì, invece – ribatté secco. - Qualcuno ha qualcosa in contrario?

Le gemelle Campbell si scambiarono un'occhiata, figurarsi se loro avevano qualcosa in contrario! Joe sembrava tentato a dire qualcosa, forse che voleva che Lexi dormisse con lui, mentre Nick scosse la testa, osservando Maggie.

I coniugi Jonas sospirarono e scossero la testa.

- Benissimo – annuì il maggiore. - Tesoro, andiamo, hai bisogno di riposo.

Maryl si lasciò trascinare con piacere ed ebbe a malapena il tempo di sentire Denise che diceva che Lexi e Maggie potevano dormire insieme nel lettone nella camera degli ospiti, prima di trovarsi in camera di Kevin.


E ti amo ti amo davvero

ti amo ti amo lo giuro

(Ti amo; Marco Masini)


- Un'irresponsabile, ti dico, irresponsabile! - sbraitò Maggie camminando avanti e indietro per la camera di Nick, mentre lui la guardava da seduto sul suo letto, tenendosi un sacchetto pieno di ghiaccio sull'occhio nero.

- Maggie... - iniziò, per poi zittirsi di fronte all'occhiata della ragazza.

- Come hai potuto farm...volevo dire fare una cosa simile? - chiese lei, correggendosi all'ultimo prima di dire farmi. - Potevi farti male sul serio!

- Ascolta, io...

- Ascolta niente, Nicholas, mi hai fatto perdere vent'anni di vita andando lì in questo modo! - disse lei, paonazza.

Nick la fissò, era così bella quando si arrabbiava, anche se sapeva che in quel momento non era arrabbiata, ma solo preoccupata.

- Dovevo farlo – disse il sedicenne.

- Nessuno ti obbligava! - strillò con voce acuta lei. - Maryl è mia sorella, dovevo andare io!

- No – disse subito Nick, alzandosi, - tu non dovevi andare, assolutamente!

Lei lo fissò stupita, fermandosi all'improvviso, non si aspettava una reazione così brusca.

- Non dire mai più una cosa simile – sussurrò Nick, fissandola. - Ti prego, non farlo, tu non devi mai farti del male, okay?

Maggie annuì con forza circa cinquecento volte, per poi fermarsi dato che le faceva male il collo.

- Comunque continuo a credere che il tuo sia stato un gesto da vero irresponsabile – continuò, quando il cantante si fu fermato. - Insomma avresti potuto farti male sul serio, sei un miracolato! Guarda Joe, anche lui è stato fortunato rispetto a quanto sarebbe potuto succedere!

Nick si trattenne appena dall'alzare gli occhi al cielo, qui non la smetteva più di parlare. Insomma, le aveva ripetuto all'infinito che stava bene, che non doveva preoccuparsi e quel che riceveva in cambio era una ramanzina, ma vi pare giusta la vita?

- Dovevamo chiamare la polizia, sono stupita che questa idea non sia venuta a te, Nicholas – continuò imperterrita. - Avremmo risparmiato occhi neri e labbri rotti a te e a Joe!

Il sedicenne si concentrò sui suoi occhi colore del muschio; avevano una strana luce, soprattutto quando incrociava il suo sguardo: era bella. Tutto qui. Ma era bella in un modo particolare, lo era perchè credeva di non esserlo, perchè era insicura e si muoveva goffa nel mondo, perchè aveva una voce dolce e timida, perchè le sue guance arrossivano quando faceva una domanda che riteneva inopportuna, perchè era lei.

Maggie continuava a parlare e a camminare avanti e indietro per la stanza, quando alla fine si fermò davanti a Nick e disse quelle otto parole che attirarono di nuovo la sua attenzione e che gli rimasero impresse nella mente per il resto della sua vita.

- E poi io come facevo senza di te?

Detto questo arrossì di nuovo, sembrava quasi si volesse rimangiare le parole, e rimase ferma, il viso basso a vergognarsi di quello che aveva detto.

Nick la guardò stupito e la guardò con ancora più attenzione di prima, finché non lasciò sul letto il sacchetto pieno di ghiaccio, si alzò e la abbracciò.

Rimasero in quella posizione per tanto tempo e nessuno dei due seppe mai se per cinque minuti o per un'ora, sapevano solo che erano stretti l'uno all'altra.

Nick sentiva le parole premere per uscirgli dalla bocca e dire tutto quello che provava per lei, era il momento adatto, no? Erano soli, abbracciati, le bocche a pochi centimetri l'uno dall'altra, perchè rimandare?

- Maggie... - iniziò Nick abbassando lo sguardo per fissarla negli occhi.

Lei lo guardò e le loro bocche quasi si sfiorarono, entrambi erano rigidi e sapevano che stava per succedere qualcosa.

Erano ancora stretti nel loro dolce abbraccio, quando Nick riprese a parlare.

- Maggie, io credo che...

La porta si aprì in quell'istante, rivelando una Denise in camicia da notte avvolta in una vestaglia che li fissava stupiti, un piccolo sorriso che le illuminava la faccia e un lieve rossore che le imporporava le guance.

- Oh, scusate – si scusò, - ho interrotto qualcosa?

Ecco, la classica frase da film, certochehaiinterrottoqualcosamanonvedi?!

- Ehm, no! - scattò Maggie staccandosi a malincuore da Nick e rassettandosi il vestito.

Sì sì sì sì sì, pensò invece con rabbia repressa.

Nick stava sopportando in silenzio l'interruzione della madre e si limitava a guardarla facendole gli occhi grandi da cucciolo abbandonato.

- Sono venuta a darti una camicia da notte – spiegò per scusarsi Denise rivolgendosi a Maggie e l'appoggiò sul mobile accanto alla porta. - Beh, buonanotte! - e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

Nick sospirò, ormai la magia era scomparsa, non poteva dire a Maggie i suoi sentimenti.

Lei sembrava pensarla allo stesso modo, perchè si sedette sul letto e prese il ghiaccio fra le mani.

- Forza, vieni qui – disse lei facendolo un lieve sorriso, - te lo metto io il ghiaccio sull'occhio.

Nick le ubbidì e si sedette docile al suo fianco e lei gli misi il sacchetto sull'occhio ferito.

Maggie non toccò neanche la camicia da notte quella sera, rimase tutta la notte seduta sul letto accanto a Nick, a medicarlo, a parlare con lui e ad amarlo, senza che lui lo sapesse.


Ovunque tu stara, ehi, ti starò affianco

(Ti starò affianco; Mondo Marcio)


- Ahi, ahi, ahi, Lexi, Lexi tesoro, mi fai male! - si lamentò Joe fissando la rossa con aria truce.

- Oh, scusa, - disse lei e pigiò un po' meno forte sul labbro gonfio e rosso del ragazzo, sorridendogli. - Sai, sei stato molto coraggioso questa sera.

Joe la fissò con aria perplessa, si aspettava una sfuriata degna di sua madre per la sua irresponsabilità, sulla sua stupidità e che se rifaceva una cosa simile niente baci per una settimana e invece riceveva questo? Mmmh, doveva rischiare la vita più spesso!

- Davvero? - domandò stupito.

- Certo – annuì lei con un sorriso, - hai rischiato i tuoi connotati per mia sorella. E intendo i tuoi amati connotati, considerando quanto è gonfio questo labbro non potrai farti fare foto per le prossime due settimane!

Joe si paralizzò: niente foto per due settimane? Un incubo...

- No! Davvero? Ma non esiste, che so, la chirurgia plastica? - Joe era nel panico.

La rossa gli fece un sorriso.

- Tesoro, la chirurgia plastica per così poco? E comunque, dai, non potrai farti vedere in giro per qualche tempo, non è così grave! - sì, si stava decisamente divertendo.

- Ma... perchè?

- Oh, ma hai idea di quello che faranno le tue fans quando sapranno che sei sfregiato? Insomma, molte ti seguono unicamente per la tua immagine, e una ferita simile – fece una smorfia, - beh, i Jonas Brothers avranno una fine!

Joe la trafisse con i suoi occhi scuri, fiutando lo scherzo.

- Non farmi più prendere infarti simili, potrei morirti – spiegò lui con una smorfia di dolore.

- Altrimenti che fai? - lo sfidò Lexi.

- Beh, potrei farti tante cose, mio fiore di primavera – disse Joe, con un sorrisetto malizioso.

Lexi grugnì, offesa.

- Detesto quando fai così, Joseph.

- Eh, lo so, bocciolo – rise il diciannovenne.

- No, ti prego, tutto ma non chiamarmi come il padre di quella tizia con la faccia da oca in quella serie tivù da strapazzo! - sbraitò lei.

- Miley?

- Non nominare il suo nome – disse tutto d'un fiato la rossa, poggiandogli un indice sulla bocca, - non la sopporto.

Joe annuì di fretta e la sua ragazzo lo lasciò andare, tornando a mettergli il ghiaccio sulla ferita.

- E pensare che dovrebbe essere Maggie ad odiarla – commentò il diciannovenne.

- Beh, invece la odio io, quella oca, ma l'hai vista? Insomma con quella dentatura cavallina e il viso da Miss So Tutto Io, non riesco a credere che sia così adorata – sbuffò la sedicenne.

- Considerando il fatto che Nick ha fatto un tira e molla continuo con lei per due anni direi di conoscerla abbastanza bene, anche se penso che ora si sia un po' montata la testa, pensa che prima era addirittura simpatica! - annuì Joe, solenne.

- Ma fammi il piacere – disse Lexi e un silenzio amichevole calò su di loro.

Joe la fissò con attenzione e ammirò la sua concentrazione mentre tentava di non fargli male, mordendosi il labbro inferiore.

- Allora, dottoressa, dice che vivrò? - chiese lui.

- Oh, non posso esserne sicura – commentò lei, con un sorriso che le increspava le labbra, - direi che posso concederle sei mesi di vita, poi dovrò farle un altro controllo, signorino.

- Come vuole, dottoressa – disse lui, - perchè non prova a fare una nuova terapia? Ho sentito che è molto efficace.

- Ah sì? E quale sarebbe? - chiese lei, posando sul tavolo della cucina il ghiaccio.

- Mmmh, mi dovrebbe dare un bacio.

- Un bacio? Ma non è professionale, signorino – ribatté debolmente ridendo Lexi.

Joe le prese il viso con decisione ma allo stesso tempo con dolcezza.

- Che vada a farsi benedire la professionalità – sussurrò e posò le sue labbra su quelle della ragazza. Lei rispose con passione, premendo forte sulla bocca di Joe, finché non lo sentì gemere.

- Scusa, scusa – disse mordendosi un labbro.

Il vocalist scosse la testa, non curante e le diede un altro rapido bacio come per dirle che non era nulla, poi diede un'occhiata all'orologio al suo polso.

- Si è fatto tardi – constatò – e io sono un po' stanco.

Lexi balzò giù dalla sedia e gli prese la mano.

- Okay, a nanna allora, signorino.

- Oh, la mia dottoressa ora è anche una governante? - chiese lui ricambiando la stretta.

- Certo, più lavori si fanno più si guadagna! - commentò lei, mentre si dirigevano al piano superiore.

Il diciannovenne la fissò divertito, finché non si trovarono davanti alla porta della camera di Kevin, socchiusa.

Senza una parola il diciannovenne si accostò alla soglia e spiò all'interno della stanza: Kevin accarezzava i capelli di Maryl, mentre questa dormiva nel suo letto.


Continua...

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Capitolo 24
*** She's Emma ***


Ragazze,

ieri ho passato una serata fantastica con la mia migliore amica a parlare di cose serie, miracolo! Del genere “dicono che nel 2012 la Terra esploderà!”, “Secondo me i vampiri esistono. E i licantropi per te?”, “Ma no! I licantropi no! Ehi, Sere hai mai sentito parlare dell'Area 51?”. Prenoterò una camera per due nel manicomio più vicino!

Coooomunque, che vi sto ad annoiare? Beh, vi è piaciuto lo scorso capitolo? Non vi preoccupate per i Mick, (che nello scorso capitolo ho fatto dannare!), la vostra pazienza verrà presto ricompensata!

Avverto che questo capitolo non mi piace affatto, ma non sapevo proprio come migliorarlo. Scusate!

nes95: eh eh, già che novità per te lo scorso capitolo. Ma come, non sapevi che il mio adorato ha un cane, il caro dolce Elvis? Mi vergogno di te *scuote la testa contrariata*, dài scherzo! Un bacione!

Niki_CuLLen: ehi, ciao! Certo che farò il seguito, ma lo scorso capitolo, come vedi, non era l'ultimo, ne mancano ancora una decina, credo, alla fine. Ora scoprirai che, dopo Denise, ci saranno altri problemini per i Mick! Un bacione!

ada12: dopo Denise ci saranno altri problemi per i Mick! E sì, sono perfida, ma con precisione sono sadica!! Muahhahahahhaa!! Un bacione!

annina94: se Nick non le ha tirate fuori prima le palle ora non potrà farlo per un po'!! Eh eh, scoprirai tutto leggendo questo capitolo. Io essere crudele! Un bacione!
mione94: oddio mi dispiace che tu non sia riuscita a studiare storia, ma sono felicissima di tutti i tuoi complimenti, del fatto che lo scorso capitolo sia il tuo preferito e che ti sia piaciuto!! Io ti adoro e non vedo l'ora che tu aggiorni la tua fanfic che personalmente amo!! Un bacione!!

coco2: sono onoratissima della tua recensione lunghissima!! Per Nick e Maggie ci siamo quasi, ma ci saranno altre complicazioni. Lo so che continuo a ripeterlo ma tempo al tempo... cavolo, potrei diventare una filosofa! Non vedo l'ora di incontrati, 3 Novembre 4ever!! Un bacione!

Melmon: non ci sono parole per dire quanto adoro le tue recensioni! Sì, Kev è talmente preso da Maryl da non voler farsi vedere il ginocchio, hai notato che era preoccupatissimo per la bionda e insisteva che la controllassero al più presto? Ecco, perchè non si è fatto controllare il ginocchio. Un bacione!

jeeeeee: tu non sai quanto adoro i tuoi complimenti, le tue recensioni... adoro tutto di te!! Sei fantastica!! Eh sì, il mio intento di farti venire un infarto è riuscito! Ci saranno altri problemi per i Mick... Un bacione!

DarkViolet92: grazie di tutto, ti adoro, sul serio! E poi non vedo l'ora che aggiorni la tua fanfic che personalmente adoro. Un bacione!

jonas_princess: grazie di tutto! Sono pienamente daccordo con te, Matt a morte! Ha fatto del male ai nostri adorati!! Un bacione!

MeneguzzinaJonassina: grazie per tutti i complimenti, non sai quanto mi fanno piacere!! Sul serio è una delle poche fanfic che preferisci?? Graaaaaaazie *.* Spero che apprezzerai anche questo capitolo. Un bacione!

Giulietta24: ci hai azzeccato, i guai non sono mica finiti, eh no!! Non ti preoccupare, il viso di Joe tornerà quello che tutti conosciamo. Un bacione!

JonasBrothersFan: prima di tutto sono contenta che questa storia ti piaccia, non sai quanto mi fanno piacere i tuoi complimenti!! Davvero potrei scriverci un libro? Io ne starei già scrivendo uno (e mia zia mi combinerà un incontro con la Mondadori *.*) e spero che me lo pubblicheranno... Cooooomunque, non sono arrabbiata con te, figurati, anche a me a volte capita di non voler recensire una capitolo perchè non ho voglia. Non vedo l'ora di conoscere te ed Eleonora. Un bacione!


Capitolo 24. She's Emma


- Kevin, dio, sto per avere una crisi isterica, mi vuoi lasciare in pace un secondo che dico sia uno? - sbraitò Maryl, scansando il suo ragazzo con una mano.

Il ventunenne la fissò, ferito, non gli aveva mai risposto così da quando stavano insieme e il fatto che l'avesse fatto lo spaventava.

- Voglio solo proteggerti – disse lui, senza tentare di riprenderle la mano.

- So farlo benissimo da sola! - strillò lei. - Kev, ora sto bene, hai capito o no? Sto bene, Matt è in prigione e ci resterà per svariato tempo perchè devi starmi attaccato in questo modo? Amo la tua compagnia, ma quando mi stai così appiccicato mi verrebbe voglia di tirarti uno schiaffo!

Il ragazzo, giusto per precauzione, si allontanò da lei di un passo e continuò a fissarla con i suoi occhi verdi.

- Ma credevo che ti facesse piacere – tentò di difendersi.

Maryl sbuffò e gli si avvicinò, l'espressione più addolcita.

- Tesoro mio, mi piace che tu stia con me, mi fa solo piacere, ma difendermi in questo modo, ovvero minacciare di denuncia per molestia un uomo solo perchè mi ha chiesto che ore sono è una cosa esagerata! - disse lei, accarezzandogli una guancia.

Kevin sospirò, le prese con dolcezza la mano che gli aveva appoggiato sul viso e la baciò, per poi lasciarla andare.

- Sono passati solo quattro giorni – sussurrò lui, come difesa.

Maryl sorrise.

- Beh, pensa che fra dieci giorni esatti sarà il nostro primo anniversario, così è più semplice.

Lui la fissò con una luce nuova negli occhi.

- Hai ragione – sussurrò. - Bene, cosa ti devo fare per dimostrarti che mi fido a lasciarti andare in giro da sola?

La bionda fece come per pensarci su, mordendosi un labbro per la concentrazione, infine la sua bocca si aprì in un largo sorriso e guardò ammiccante il suo ragazzo.

- Shopping! - esclamò.

- Shopping? Tu? Da sola? Per tutta la città? No! - esclamò il ventunenne.

- E dai! Ti giuro che se succede qualcosa mi potrai stare attaccato tutto il tempo che vuoi quando vuoi, ma ti preeeeego – gli fece gli occhi grandi.

Kevin la fissò. Il livido intorno al collo era stato coperto con un foulard rosa e quello sulla guancia era sparito sotto strati e strati di sotto tinta. Per il resto stava bene, anzi l'avvenimento sembrava averla a mala pena toccata, ma lui sapeva che stava mascherando i suoi veri sentimenti.

- Se ti succedesse qualcosa io non saprei cosa... - iniziò, ma la ventenne gli poggiò un dito sulle labbra.

- Shh, non ti preoccupare – e lo baciò.

Kevin rispose al bacio, nervoso, sapeva di aver perso la battaglia.

- Va bene – disse infine, - ti concedo di andare in giro a fare compere.

- Sì! - esultò lei.

- Ma...

Ma? Da quando c'erano dei ma?

- Dovrai chiamarmi una volta ogni trenta minuti e non trentuno, trenta, chiaro? E ti voglio a casa per... che ore sono? Sono le tre, diciamo le sette, orario in cui sarò davanti al portone di casa tua ad attenderti, okay? - spiegò lui, con un lieve sorriso.

Maryl lo fissò con la bocca lievemente aperta e gli occhi fuori dalle orbite. Ma era impazzito?

- Tu sei pazzo! Quattro ore per fare shopping? Io ho bisogno minimo di sei ore buone! Mi devo girare tutta Los Angeles, caro mio, e a piedi, in quattro ore avrò fatto solo un paio di chilometri considerando quanti vestiti provo in un negozio e quanto sto a fissarmi per decidere se prenderli o no! - sbottò.

Kevin le rubò un altro bacio, prima di lasciarla sola.

- Alle sette, tesoro, ti aspetterò! - urlò mentre se ne andava.

- Kevin!


Sincerità,

adesso è tutto così semplice

(Sincerità; Arisa)


- E' in ritardo – constatò Nick, dando una breve occhiata all'orologio posto sopra di lui.

- Lo so – annuì Joe, bevendo l'ennesimo sorso di aranciata.

- Lui non è mai in ritardo – continuò il sedicenne. - Che dici, si sarà perso di nuovo?

Joe scosse la testa e riempì nuovamente il bicchiere con un gesto meccanico, era il secondo litro di aranciata che beveva.

- Nah – disse, - starà seguendo Maryl come una cozza per tutta Los Angeles, sarà qui fra una mezzora se siamo fortunati.

Il sedicenne guardò il fratello diciannovenne e sbuffò. Mezz'ora? Erano a posto...

- E che diciamo al regista? Le riprese dovevano essere iniziate trenta minuti fa! - sbottò. - Glielo vado a dire.

- Okay – annuì il diciannovenne bevendo un altro sorso della bibita. Ma non era pieno?

Il sedicenne tornò poco dopo, un'espressione poco gradevole dipinta sul volto; l'occhio nero si era sbiadito grazie alle cure apprensive di Denise e ora sparito grazie alla truccatrice.

Per Joe il labbro non era più gonfio, ma ancora rosso e con una crosta su tutto il labbro inferiore, anch'essa nascosta dalla truccatrice, che abile che era quella donna!

Nick si passò una mano fra i capelli e diede un'altra breve occhiata all'orologio.

Sospirarono in contemporanea e Joe bevve un altro sorso di aranciata.

- La smetti? - chiese il sedicenne nervoso. - Mi dà sui nervi.

Il diciannovenne lo guardò storto.

- Ti dà fastidio il fatto che io beva dell'aranciata?

- Sì! - esclamò l'altro, irritato.

Joe lo squadrò da capo a piedi e, una volta poggiato su un mobile il bicchiere semi vuoto, lo fece sedere con la forza sulla sedia dietro di lui.

- Che hai? - domandò il mezzano.

Nick lo fissò e scrollò le spalle.

- Niente.

- Certo, e io sono Micheal Jackson!

- Salve Jecko! Ma lei non era morto?

- Nicholas! Sii serio, lo sono io, dovresti esserlo anche tu! - sbraitò Joe. - Avanti racconta.

Il sedicenne lo fissò, dapprima indeciso, poi fece un sospiro.

- Ho quasi detto cosa provo a Maggie – disse.

Joe, che aveva recuperato il bicchiere per un ultimo sorso, si mise a tossire convulso.

- Tucosahaifatto? - disse tutto d'un fiato, prima di tornare a tossire, Nick gli diede una pacca sulla schiena.

- Gliel'ho quasi detto – sussurrò, - le nostre bocche erano così vicine, Joe, talmente vicine. Sentivo il suo profumo ed eravamo abbracciati, ci tenevamo stretti... - il viso di Nick era una maschera pacifica.

- E perchè non l'hai fatto? - chiese il diciannovenne, ripresosi.

- Mamma è entrata in camera – spiegò il minore con una smorfia.

- Nooo! Non ci credo! Ecco perchè in questi ultimi giorni ti tratta come una principe, ha interrotto il grande momento! E Maggie come l'ha presa? - disse Joe.

Nick storse la bocca.

- E' arrossita come al solito, sembrava un peperone, e ha smesso di abbracciarmi.

- E poi?

- Da quando sei così pettegolo?

- Da sempre. Dai, dicevi?

Il sedicenne alzò gli occhi al cielo e continuò la sua storia.

- L'atmosfera era stata ammazzata dall'arrivo di mamma, quindi non le ho detto nulla, però ci siamo seduti sul letto e lei mi ha messo il ghiaccio sull'occhio e abbiamo parlato tutta la notte – sorrise. - E' stato così bello... certo se mamma non fosse entrata sarebbe stata tutta un'altra storia! Ecco perchè sono nervoso, Joe, c'eravamo quasi, c'eravamo quasi!

Il diciannovenne osservò per qualche istante il fratello minore e percepì la sua sofferenza, il suo nervosismo e fece per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma fu interrotto dall'arrivo di Kevin.

- Eccomi! - esclamò il ventunenne, facendo capolinea. - Scusate il ritardo, ho accompagnato Maryl in centro e ho incontrato traffico. - Novità?

- Ti diremo tutto a casa – disse Joe, voltando la testa verso il ritardatario. - Muoviti a cambiarti che il Boss vuole farci conoscere la nostra nuova guest star.

Kevin ubbidì e sparì.

Per i Jonas Brothers il Boss era il regista, non aveva un nome di battesimo, era solo il Boss e questo gli piaceva, a suo parere gli dava un'aria importante.

Poco dopo Kevin fece ritorno, vestito per la scena di Jonas che dovevano girare quel giorno e tutti e tre insieme si diressero verso il set cinematografico.

- Ragazzi! - esclamò il Boss, vedendoli. - Kevin, alla buon ora! Ci hai fatto aspettare troppo, ora dobbiamo recuperare il tempo perso, quindi bando alle ciance, dov'è Emma? Steve! Cercami Emma! Ma dov'è quella benedetta ragazza? Ah, voi avete imparato il copione a memoria, vero? Oggi non possiamo sprecare troppa pellicola e soprattutto tempo. Steve, ti ho detto di trovarmi Emma!

Il Boss non era una persona cattiva, anzi al contrario era buonissimo, ma era un regista e in quanto tale aveva nel DNA il bisogno di organizzazione e puntualità.

Steve, invece, era un ragazzo ventiquattrenne che era stato assunto per fare qualsiasi cosa volesse il regista. Il Boss voleva un cavallo con la criniera color arcobaleno? Steve doveva trovare il cavallo con la criniera arcobaleno.

Poco dopo Steve comparve portandosi dietro una ragazza magra, dai capelli castani e lisci, il viso da bambina e un grosso sorriso sul volto.

- Ragazzi, lei è Emma Roberts – spiegò il Boss.

- Chi?! - chiesero all'unisono i tre ragazzi; Emma Roberts? La nipote di Julia Roberts? Avevano capito bene?

- Emma Roberts, ragazzi, su, sveglia e muovetevi a conoscervi che fra tre minuti si gira! - esclamò il Boss e se ne andò sbraitando a destra e a manca.

Emma lo seguì con lo sguardo fino a un certo punto, poi si voltò verso i Jonas e fece loro un sorriso ampio.

- E così, voi siete i Jonas Brothers – disse. - Piacere, Emma.

I tre ragazzi si presentarono, sorpresi della sua calma.

Si fissarono per un'istante, dopo essersi stretti la mano, poi lei non ce la fece più e li abbracciò uno per uno.

- Non sapete quanto sia felice di conoscervi! - strillò. - Vi adoro! Siete fantastici! Got Me Going Crazy è geniale!

Ora sì che la riconoscevano! Joe, Kevin e Nick sapevano che Emma era una loro fan e si aspettavano una reazione simile.

- Oh, beh, grazie – disse Nick, imbarazzato.

Emma gli sorrise e lo abbracciò di nuovo.

- Oddio, crederete sia pazza – disse, lasciandolo, - scusate è che sono così emozionata! Spero di conoscervi meglio, mi fermo qui un paio di settimane, poi vado in Costa Azzurra per un film che girerò presto, e... - avrebbe continuato volentieri, se non fosse stato che il Boss venne da loro a passo di carica, li afferrò tutti e li spinse verso il set per iniziare le riprese, Chealse Staub, l'ex ragazza di Joe nonché sua attuale amica li stava aspettando lì e li salutò con un gesto della mano concitato.

- Questa è la parte in qui Chelsea presenta la sua nuova amica, Donna, ovvero la nostra Emma. Ragazzi, siate espressivi; Chelsea cara, trasmetti emozioni e Emma recita come solo tu sei fare, okay? Pronti? Tre... due... uno... azione!


Sorprendimi e con carezze proibite

dolcissime amami

(Sorprendimi; Stadio)


Lexi stava mettendo l'ultima carta sul suo fragilissimo castello fatto con le carte da gioco di Uno e fece un respiro profondo, era lì da un'ora a fare quella maledetta cosa, doveva farcela, non fallire, solo farcela.

- Lexi, senti, ho un'idea per il compito di scienze che dobbiamo fare per domani e... - disse Maggie, entrando nella camera della sorella senza bussare, troppo concentrata a leggere i fogli che aveva in mano.

- Non chiudere la... - cercò di dirle la rossa, ma troppo tardi, Maggie aveva già sbattuto la porta dietro di sé e il castello di carte era andato a farsi benedire.

La mora fece un'espressione mortificata e iniziò a sparare scuse a destra e a manca, con anche la promessa di ricostruirlo.

- Lascia stare – sbuffò Lexi, - piuttosto tu mi devi ancora raccontare una cosa.

Maggie alzò lo sguardo sulla sorella.

- Cosa?

- Sai cosa – lo sguardo di Lexi non ammetteva repliche. - La sera in cui abbiamo dormito a casa Jonas tu non sei venuta a letto e il giorno dopo eri svegli per miracolo, avevi certe occhiaie... Cosa hai fatto per tutta la notte? Okay che anch'io ho dormito poco perchè ero preoccupata per Maryl, ma tu proprio non ti sei fatta vedere.

Maggie abbassò il capo, arrossendo fino alla punta delle orecchie e balbettò parole incoerenti che riguardavano “una notte insonne”, “che non era stanca”, “c'era Nick che le stava facendo compagnia” e che, putacaso, “si era quasi baciata con il suddetto cantante.

- Tu COSA? - gridò Lexi balzando in piedi e afferrandole le spalle con forza. - E non me l'hai detto? Ti sei tenuta questo segreto per quattro giorni?

Maggie distolse lo sguardo dalla gemella e sorrise impercettibilmente; certo che non glielo aveva detto e, anche se un po' se ne pentiva, aveva fatto bene, quella splendida notte con Nick era un segreto suo e voleva coccolarselo ancora un po' prima di rivelare il tutto alle due sorelle.

- Maggie, tu hai quasi baciato Nick Jonas? Vuoi dire che si stava dichiarando dopo quanto? Due mesi che ti viene dietro? - disse Lexi e Maggie alzò lo sguardo su di lei, impallidita all'improvviso.

- Cosa hai detto?

- Ho detto che Nicholas Jerry Jonas ti sbava dietro come un San Bernardo da mesi! - sbraitò la rossa.

Ci volle qualche istante perchè la mora apprendesse la notizia, la elaborasse, comprimesse la furia omicida scatenata dentro di lei e rispondesse.

- Come fai a saperlo?

- Oh, avanti, si vede lontano un miglio – sbottò la gemella tutta pepe. - Vuoi dire che non te neri accorta?

Maggie fissò Lexi con rabbia repressa che tentò di ricacciare indietro e, dopo qualche istante, ci riuscì.

- No – mormorò e solo allora comprese tutti i gesti di Nick che lei aveva scambiato solo per amichevoli mentre, allora, erano d'amore. Come quella volta che l'avevo chiamato dopo che suo padre era partito e l'aveva consolata, tutte quelle volte in cui si era dimostrato disponibile per farla piangere sulla sua spalla, i suoi consigli, le sue parole...

Lexi le lasciò le spalle e se ne tornò a sedere, mettendosi a costruire di nuovo il castello di carte con aria da depressa.

- Beh, è così ed è meglio se vi dichiarate al più presto altrimenti vi costringo io e non scherzo! - disse, dopodiché si richiuse nel suo silenzio.

Maggie uscì in silenzio dalla stanza e come un'automa si diresse verso la sua camera illuminata dal sole primaverile.

Si lasciò cadere sul letto e diede una breve occhiata alla sveglia accanto a lei, posta sul comodino.

Erano le tre e mezza, quindi i ragazzi dovevano essere alle riprese di JONAS, ma un messaggio non uccideva nessuno, un messaggino piccolo piccolo.

Estrasse il suo Motorola dalla tasca e scrisse il messaggio.

Ehi Nick, disturbo? Come vanno le prove?

Lo inviò e praticamente si mise in ginocchio a pregare in una risposta, qualunque essa fosse.

Una musichetta preimpostata l'avvertì che le sue preghiere erano state ascoltate.

Figurati, non disturbi, stiamo facendo una pausa di 5 minuti, Joe si è incastrato con la testa nel parapetto della scala che c'è qui e stanno tentando di tirarlo fuori. Tu?

Scoppiò a ridere divertita, povero Joe, capitavano tutte a lui!

Ma dai, povero Joe! Salutamelo! Comunque io tutto bene, stavo studiando fino a poco tempo fa.

Non le ci volle molto che quell'angelo di Nick le rispose.

Cosa?

Ti interessa davvero?

No, ma fa niente, tanto per avere una conversazione.

Sorrise e digitò i tasti con forza, scrivendo e cancellando quando le sue frasi le sembravano troppo smielate.

Scienze. La odio. Dopo ci vediamo?

- Dì di sì, dì di sì – supplicò Maggie ad alta voce.

Non posso, scusa, la nuova guest star ci vuole conoscere meglio e usciamo con lei per “socializzare”, non ne ho affatto voglia... Ti va di raggiungerci?

Notare questa ultima frase con attenzione, Nick ha scritto “ti”, non “vi”, quindi l'intervento di Lexi e Maryl non è stato richiesto.

- Ma certo che sì! - esultò la mora e scrisse la sua risposta con un sorriso che partiva da un orecchio all'altro.

Certo, va bene, dove?

Ti vengo a prendere io davanti a casa tua alle sette. Hanno liberato Joe, devo scappare perchè se il regista mi becca a messaggiare mi trincia e mi dà da mangiare al suo cane, a dopo! Salutami le altre!

Okay, lo farò, a dopo!

Fece un sospiro felice e si strinse il cellulare al petto. Passava lui a prenderla, magari era anche solo e...

Erano le tre, fra quattro ore l'avrebbe incontrato. Si avvicinò con passi lunghi e svelti al proprio armadio e lo aprì per dare un'occhiata.

Jeans, jeans, jeans, tuta, jeans, gonna da nonna, jeans, gonna da mare, jeans... ma non aveva una gonna normale?

Alla fine dalle profondità più oscure dell'armadio estrasse una gonna in, ovviamente, jeans e una camicetta carina di seta rossa.

Quattro ore e l'avrebbe visto.

E consolata da quel pensiero si buttò sotto la doccia.


La gelosia

più la scacci e più l'avrai

(La gelosia; Adriano Celentano)


Maggie era seduta sui gradini del porticato davanti a casa sua, le gambe strette e le braccia incrociate, mentre con gli occhi guardava la strada sperando che comparisse una Mustang scura.

Era seduta lì da dieci minuti e da poco erano le sette, non era lui in ritardo, era lei in anticipo.

Abbassò il capo sul cellulare che aveva appoggiato sulle gambe e gli diede una breve occhiata.

- Maggie? - domandò una voce femminile e la mora alzò gli occhi per vedere Maryl, i capelli stretti in una coda e almeno una decina di sacchetti fra le mani, che la fissava.

- Maryl – disse la sedicenne, scattando in piedi, - sei tornata.

- Già – annuì con una smorfia, - sarei rimasta un altro paio d'ore ma Kevin mi ha ordinato esplicitamente di essere qui entro e non oltre le sette e, ora che lo noto, è in ritardo, cioè, insomma, non è puntuale come al solito, normalmente agli appuntamenti arriva dieci minuti prima dell'orario stabilito – si sedette sulle scale dove prima c'era Maggie e l'altra la imitò.

- Allora, cosa fai sta sera? - domandò la bionda.

- Oh, Nick mi ha chiesto se volevo uscire con lui, Joe, Kev e una nuova entrata di JONAS – spiegò, - secondo me Kevin ti ha chiamato ma non hai visto la telefonata persa.

- Ma no! L'avrei vista di sicuro, io... - la canzone American Idiot dei Green Day partì dal cellulare della ragazza, la quale rispose non appena diede un'occhiata al display. - Ciao Kevin!... cosa? Sì, sono a casa ma perchè tu...? Ah, con Emma Roberts, beh capisco, certo... Maggie è qui accanto a me... sì, okay glielo dico, ovvio, ah ah. Va bene, tesoro, per oggi te lo concedo, staremo Lexi ed io, vedremo un film insieme... cosa mangeremo? Ordinerò cinese... sì, ho capito Kevin non aprirò agli sconosciuti, non sono scema, sai? Sì, anche io ti voglio bene, a domani tesoro, ciao – sbuffò.

Maggie, che aveva seguito la conversazione solo per metà, la guardò perplessa.

- E' diventato iper protettivo – spiegò la ventenne. - Comunque Nick sta arrivando, è leggermente in ritardo.

Maggie annuì, un grosso sorriso che le si tinse sul viso grazioso.

Maryl la fissò e sorrise, per poi prenderle una mano e stringerla amichevolmente e dopodiché la abbracciò, felice.

- Maggie, hai capito di Nick? - osò.

La sedicenne annuì e arrossì copiosamente, abbassò il capo e si guardò la gonna di sbieco, mentre nella sua testa stava cantando di gioia.

- Oh, sono così contenta! - esclamò la bionda e la strinse forte.

- Maryl... non respiro – disse la mora, il fiato mozzo.

Maryl la lasciò andare e continuò a guardarla, gli occhi lucidi dalla commozione.

- No, non ci credo! Stai quasi piangendo – commentò la sedicenne e la sorella maggiore fece un mezzo sorriso, asciugandosi una lacrima solitaria che le stava calando lungo il viso.

- Stai zitta Maggie, - disse, - sono contenta per te. Nick è un bravo ragazzo e voi siete perfetti per stare insieme, vi siete trovati nel momento adatto e siete come... due pezzi di un puzzle e combaciate alla perfezione.

La mora rifletté su quelle parole e alzò lo sguardo sul cielo ancora terso sulla sua testa; le piaceva il cielo, soprattutto di notte, il cielo parlava, a modo suo. Ad esempio le stelle potevano formare delle immagini che rappresentavano il suo futuro. Solo allora fece il collegamento: il giorno prima di incontrare Nick aveva guardato il cielo e aveva visto un ragazzo, insomma la forma di un ragazzo, poco precisa ma chiara... le stelle le avevano predetto il suo incontro con Nick.

Un clacson suonò all'improvviso strappandola ai suoi pensieri; una Mustang scura si era accostata davanti al giardino di casa sua e la aspettava.

- Vado – disse Maggie alla sorella, - a che ora torno?

Maryl le mise a posto una ciocca di capelli e le sorrise allegra.

- Oh, beh, diciamo che il coprifuoco scatta nel momento esatto in cui sarei rientrata in camera – ridacchiò, - hai carta bianca, torna quando vuoi. Vuoi accettare un mio consiglio, però?

La mora annuì, confusa, già in piedi, pronta ad andare.

- La prima mossa falla fare a lui, so che la sta per fare, pazienta – disse la bionda e rientrò in casa senza un'altra parola.

Maggie raggiunse la Mustang con un sorriso sulle labbra, immaginandosi già come sarebbe stato il tragitto con Nick, solo loro due.

Nick scese dalla macchina e non appena i loro sguardi si incrociarono i loro occhi si illuminarono e Maggie abbassò leggermente il capo; da quando lui aveva fatto la sua quasi rivelazione si erano già visti un paio di volte e sempre erano stati più gentili del solito fra di loro, ma con un nuovo imbarazzo.

- Nick – lo salutò con un sorriso.

- Maggie – sospirò lui e le diede due baci sulle guance. La ragazza rimase interdetta per un istante, poi gli sorriso e poggiò le sue labbra su una sua guancia.

Lui sorrise, ma all'improvviso si incupì leggermente.

- Maggie, ti vorrei presentare una persona, Emma Roberts – annunciò e non appena pronunciò quel nome una ragazza abbastanza bassa, con i capelli tinti di un rosso scuro simile al castano e con dei boccoli chiaramente non naturali comparve all'improvviso con un sorriso finto sulle labbra.

Indossava un vestitino rosso talmente corto che più che un abito sembrava una maglietta lunga, il viso pesantemente truccato.

- Tu devi essere Maggie – squittì e anche lei le baciò le guance. - Piacere Emma Roberts, ma chiamami Em se vuoi, va bene così! Come stai? Sei davvero una bella ragazza! Ehi Nicholas, mi hai detto che era una tua amica, non è che per caso non mi hai detto tutto?

Ma cos'era, un vulcano in eruzione? Continuò a parlare per cinque minuti buoni facendo domande su domande e senza aspettare una risposta ricominciava con una nuova raffica di quesiti.

- Andiamo? - propose infine il cantante, interrompendola nel bel mezzo di un'importante domanda di Emma, o Em: le stava bene quel vestito? Non era forse troppo lungo?

- Sì! - esclamò e si sedette comodamente sul posto anteriore, accanto a quello del guidatore.

Sia che Nick e Maggie la fulminarono con lo sguardo, ma poi la ragazza si sedette sul sedile posteriore.

- Allora, Jackie, hai la patente? - chiese Emma.

- Maggie – la corresse Nick con un sibilo infastidito.

- Sì lei.

Maggie la guardò con aria un po' persa, poi rispose senza guardarla negli occhi e allacciandosi la cintura.

- No, la prenderò fra un po', quando avrò tempo – disse.

- Ah e quand'è il tuo compleanno? - continuò quella.

- Il trentun ottobre – spiegò la mora, forzatamente gentile. - Nick, metti un po' di musica, per favore?

Il sedicenne annuì e accese la radio alzando la radio, quasi a coprire la voce di Emma.

- Come sono andate le prove, Nick? - continuò la mora, ignorando l'attrice davanti a lei.

- Oh bene! - rispose Emma, anche se non era stata chiamata in causa. - Davvero bene! Certo, questo è un ruolo che ho deciso di interpretare per occupare il tempo, con i soldi che mi hanno dato mi farò un paio di settimane in un'isola tropicale con tutta la mia famiglia. Sai che poi farò un film in Costa Azzurra? Interpreterò una ragazza, figlia di una scrittrice di successo e di un ex generale di guerra, presa dai problemi degli adolescenti, tipo droga, alcol, sesso... - rise. - Con quanti ragazzi sei stata?

- Cosa?! - chiesero allibiti Nick e Maggie in contemporanea.

- Ah, ho capito, in effetti sei ancora un po' giovane, quanti anni hai? Quattordici, no? Io ho iniziato alla tua età con un ragazzo che si chiamava Lucas, o forse era Robert? Non mi ricordo... Vabbè a Nick non lo chiedo nemmeno – sbuffò, - non l'ho mai capita questa cavolata dell'anello, sai?

Maggie sbuffò e Nick, tanto per non ammazzarla, alzò ancora di più il volume della radio.

Il tragitto fino al ristorante che Nick, Joe e Kevin avevano prenotato fu un inferno. Emma continuava a parlare, tanto che dopo dieci minuti di macchina sia Maggie che Nick avevano un forte mal di testa, ma Emma non parve farci caso e continuò a raccontare della sua vita e dei suoi miracoli.

- Joe! Kevin! - gridò Maggie non appena li scorse e li salutò con la mano concitatamente.

- Ma che ti urli? - strillò Emma, sbuffando, e incrociando le braccia al petto.

Nick parcheggiò davanti ai fratelli e non appena uscì dalla macchina li guardò come per dire che gli dovevano molte cose per l'inferno appena passato.

Maggie sgusciò fuori dalla macchina e andò a salutare Joe e Kevin con un cenno timido della mano, e li guardò persa.

Emma tossicchiò, attirando l'attenzione di tutti.

- Nick – disse non appena gli occhi del ricciolino si posarono su di lei. - Non si apre la portiera a una signora?

Il sedicenne roteò gli occhi e fece come la finta rossa gli aveva chiesto, ed Emma per ringraziarlo gli posò le labbra su una guancia.

- Grazie – sussurrò con voce suadente, poi si avvicinò ai due Jonas maggiori che la guardavano stralunati.

Maggie incrociò le braccia e la fissò con aria omicida, era la prima volta che Nick la vedeva con quell'espressione in volto e in quel momenti decise di intervenire e le si avvicinò, sfiorandole un braccio con una mano.

- Ehi – disse, - tutto okay?

Maggie sospirò e annuì; non doveva dire che era gelosa, non doveva dire che, se avesse potuto, avrebbe strangolato Emma in quel momento, no, non doveva dirlo.

- Dobbiamo parlare, dopo – spiegò il sedicenne in un orecchio della ragazza.

La sedicenne annuì, rabbrividendo a quel contatto e le fu impossibile non arrossire, come ogni volta che lui la sfiorava.

- Nicholas! - trillò Emma. - Vieni su!

Il cantante alzò gli occhi al cielo e prese Maggie per mano, facendole venire un mezzo infarto, e la trascinò dietro di sé, portandola con lui.

Nessuno dei due, per tutta la sera, ebbe la possibilità di palare, Emma rimase attaccata a Nick e non lo lasciò un istante.

Era possibile che, proprio quando le cose sembravano risolversi fra lui e Maggie, tutto ricominciasse a spezzarsi?


Continua...

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Capitolo 25
*** Check ***


Ragazze!!!
Scusate, scusate il ritardo! Perdonatemi, ma la colpa di tutto questo è di internet che si è comportato male in questi giorni e mi ha lasciato nel momento del bisogno *scuote il capo dispiaciuta*.

Comunque, volevo avvertire che ho iniziato il liceo questo 14 Settembre e già dal primo giorno ci hanno caricato come dei muli da soma (caspita che metafora!), quindi il tempo per scrivere si è un po' ridotto, quindi vi chiedo umilmente scusa se aggiornerò un po' meno spesso del solito.

Vorrei dedicare questo capitolo solo e unicamente al mio amore! Il signor Nicholas Jerry Jonas, mio marito caro, che il sedici Settembre ha compiuto i suoi fatidici diciassette anni (amore bello, le candeline da spegnere diventano sempre di più, vero? La prossima volta prendi più fiato, e... ah!, caro, sono ancora un po' arrabbiata con te perchè hai fatto cadere Joe nella torta, hai idea di quanto tempo ci ho messa a farla? Vabbè, amore, noi tanto ci vediamo sta sera. Bacioni!). Sì, dicevo, auguri a lui un po' in ritardo. Nick amore!!

Non mi badate, è che alla festa di compleanno di Nick ne sono successe di tutte i colori!!

Bene, qui passo e chiudo, passo ai ringraziamenti!!

mione94: okay, sì, anch'io odio Emma Roberts, non l'ho mai sopportata, anche se il suo ultimo film l'andrò a vedere di sicuro perchè forse ci sarà Joe Jonas!! Ti adoro; un bacione!

MeneguzzinaJonassina: tu... tu... tu mi onori di recensioni che io amo!! Non riesco a crederci che a te piaccia come scrivo!! Un bacione!!

_Crazy_Dona_: tempo al tempo per Nick e Maggie, lo so che sono ripetitiva, m davvero manca pochissimo al momento fatidico!! Un bacione!

coco2: ho deciso che da oggi, se per te va bene, nei ringraziamenti non scriverò “coco2”, ma Mon Amour, per te va bene?? Tesoro, oggi c'è la prima di JONAS, non vedo l'ora e poi ci sentiamo, eh! Tanto se senti presto Mary saprai cosa accadrà fra Maggie e Nick... uh uh, anche tu acqua in bocca!! Un bacione!

annina94: Noi due abbiamo dei gusti molto differenti, io adoro Selena Gomez, mi sta super simpatica!! Mentre Emma la odio!! Ha detto tante cose cattiva sul mio Nick e poi voleva che loro si mettessero insieme, ma si può?? Vabbè, un bacione!

nes95: ho risposto alla tua mail, quando entri la trovi. Comunque,tanto tu sai tutto, quindi è inutile che mi dilungo... sono alquanto di fretta (devo o non devo recuperare con le recensioni nella tua storia?), quindi vado. Un bacione!

ada12: Emma è cattiva: sì!! Poi devi sapere che combina con Nick!! Ehehe, un bacione!

thislove: bene, per me sarai la mia prima moglie, sappi che Nick è un po' geloso, ma non ti preoccupare, l'ho calmato io! Ma no che non sei scema, anche solo il fatto che tu dica che questa storia mi piaccia nella tua fanfic, che per altro fra poco scappo a commentare, per me è un bellissimo complimento!! Uh, e tu sei brava, non osare dire il contrario, mogliettina!! Eh eh, un bacione!! I love you

Melmon: eh eh, Emma è cattiva, e se sapessi cosa combina con Nick e come reagisce Maggie... dovrai aspettare ancora un poco poco, però. Un bacione!

Giulietta 24: ecco a te il capitolo, non vedo l'ora che tu aggiorni, invece, quale delle due long è uguale, le adoro entrambe!! Scusa, sono un po' di fretta... un bacione!

Niki_CuLLen: solo per curiosità, come hai sistemato Matt? Comunque, fra qualche capitolo, due per la precisione, ti cedo i diritti pure di Emma!! Un bacione!
DarkViolet92: tu dovresti saperlo che sono sadica!! Eh eh, dai, pazienta ancora un po' e poi Nick e Maggie saranno sistemati! Un bacione!

Jeeeeee: no no no, io non ti trattengo affatto dall'ammazzarla!! Il bacio ci sarà presto, aspetta cara, ancora un poco. Ti adoro, amor. Un bacione tesoro!

kiril: sono così contenta che ti piaccia questa storia!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia e scusa se sono così breve, sono un po' di fretta. Un bacione!

JonasBrothersFan: sono così contenta che ti piaccia questa storia e che ti piaccia come scrivo!! Controlla la tua mail, c'è una sorpresa per te che spero tu gradisca!! Un bacione!

jonas_princess: figurati se a Nick interessa Emma, il mio tesoro diciassettenne è troppo intelligente!! Un bacione!!

Scusate la brevità, ma devo recensire tutte le storie che ho lasciato indietro nelle vostre stupende storie e dopo devo vedere la prima di JONAS!!


Capitolo 25. Check


- Io non ce la voglio quella qui, sei pazzo a volerla invitare o hai seriamente sbattuto la testa da qualche parte - sbottò Nick, passandosi nervosamente una mano fra i ricci scuri e fulminando Joe con un'occhiataccia.

Il diciannovenne alzò gli occhi al cielo; più che altro per l'offesa ricevuta dal fratello non per il rifiuto da parte sua, oh!, anche per il fatto che non avesse capito la sua idea geniale.

- Senti, io ti sto facendo un favore e tu mi liquidi in questo modo? - chiese, guardando il fratello fisso negli occhi color cioccolata.

- Da quando volermi morto è un favore? - sbuffò il sedicenne. - Emma non la sopporto! Sai quante volte io e Maggie ci stavamo per baciare da quando lei è arrivata? Due! E quante volte lei è venuta a scassare le scatole? Due!

Joe sbuffò nuovamente; doveva dire che l'acutezza del suo piano non era ancora stata colta.

- Ascoltami bene, sottospecie di babbuino, mi vuoi stare ad ascoltare? - tuonò all'improvviso, facendo zittire il minore. - Tu oggi chiedi a Maggie di uscire e la bacerai e tante care cose, nel frattempo io, che sono un fratello caro e buono, inviterò qui a cena Emma per intrattenerla insieme a Kevin, Maryl e Lexi, tutto chiaro?

Nick annuì frettolosamente, mentre un sorriso a trentadue denti gli appariva sul volto e un lieve rossore gli apparve sulle guance.

- Bene, e già che ci sono durante la serata indagherò su Emma, non si sa mai, magari le strappo perchè è così cotta di te, insomma ma mi ha visto?

Ecco la famosa modestia di Jospeh Adam Jonas, signore e signori, non trovate che sia così poco vanesio?

Quella frase rubò a Nick un altro sorriso, dopodiché il giovane schizzò in piedi e uscì di casa mentre si torturava le mani.

Dunque, doveva invitare fuori a cena Maggie Campbell, la bellissima e dolcissima ragazza di cui era innamorato. Perfetto, ehm se non fosse per un particolare insignificante: come? Miley Cyrus l'aveva invitata cantandole una canzone e con lei il gioco era fatto.

Selena Gomez, a sorpresa, l'aveva invitato lei, con un sorriso, dicendogli che conoscendolo avrebbero avuto le zampe di gallina prima che lui si dichiarasse.

Nick sorrise, quella ragazza era una sua carissima amica, ora, e lo conosceva come pochi e ancora una volta una sua osservazione era esatta.

Bene, bene, come poteva invitarla? Una lettera? Troppo lenta. Un sms? Troppo poco romantico. Eccolo: dopo una serenata! No, non voleva copiare quello che aveva fatto con Miley, rischiava che andasse a finire nello stesso modo.

Fra una riflessione e l'altra non si accorse di essere finito davanti a casa Campbell e, guarda caso, Maggie era in giardino, sdraiata all'ombra di un albero e leggeva un libro.

Indossava un abito leggero viola e bianco, lungo appena sopra le ginocchia, con due spalline sottili che mostravano le spalle bianche e il bel fisico.

Non riuscì a trattenere un sospiro vedendola così, rilassata a fare una delle cose che più amava.

Non voleva interromperla e fu tentato dalla voglia di ritornare più tardi, in un momento più consono, ma ormai era lì, non doveva aspettare.

Il cancelletto di casa era come al solito lasciato aperto durante il giorno, così entrò indisturbato e si avvicinò lentamente alla ragazza, che non si era ancora accorta del suo arrivo.

Ricordò una delle prime frasi che gli aveva detto:

- Se scoppiasse la terza guerra mondiale e stessi leggendo non me ne accorgerei nemmeno.

Aveva proprio ragione.

Si sedette un paio di metri lontano da lei, in silenzio, osservando il suo viso sul quale si era disegnato un piccolo sorriso, gli occhi che brillavano.

Gli occhi di Maggie erano diversi da quelli di Lexi; quelli della seconda brillavano sempre di gioia, si notava che era una ragazza esuberante semplicemente fissandola negli occhi.

Quelli della mora, invece, non erano espressivi come quelli della gemella, erano pensierosi, sempre persi nel loro piccolo mondo. Se qualcuno che la conosceva bene le fissava gli occhi poteva capire che era una ragazza timida, e che anche se il suo corpo era sulla Terra, la sua testa era nel suo mondo, fatto come voleva lei, come nei suoi libri.

Nick inclinò il capo, come per guardarla meglio, e restò a fissarla.

Non gli dispiaceva il fatto che lei non si fosse accorta di lui, la conosceva, e non appena avrebbe capito che lui era lì avrebbe iniziato a scusarsi.

Come se chiamata da quel pensiero Maggie alzò il capo per un istante e vide il ragazzo che era davanti a lei.

- Nick! - esclamò, arrossendo improvvisamente fino alla punta delle orecchie. - Oddio, scusa, non ti avevo visto! Perdonami, non volevo, sul serio, io...

Come previsto. Il sedicenne scosse la testa e si sedette accanto a lei, lasciando la sua frase in sospeso.

- Non ti preoccupare – disse disinvolto. - Ciao.

Lei arrossì di nuovo prima di rispondere: - Ciao.

Teneva ancora il libro fra le mani, non era molto spesso e sembrava nuovo, sulla copertina nera vi era la fotografia di una rosa bianca e gialla, con una scritta in corsivo del medesimo colore: Danze dall'Inferno.

Fra le tante autrici Nick riconobbe Stephanie Meyer.

- E' un bel libro? - chiese interrompendo il loro silenzio.

Maggie sorrise, se si parlava di libri diventava più sicura, quello era il suo campo.

- Oh sì! - rispose entusiasta. - E' bellissimo, te lo consiglio, è un insieme di racconti gotici, sono arrivata all'ultimo, purtroppo, quello scritto da Stephanie Meyer, un po' mi dispiace, è un così bel libro, però c'è di buono che posso iniziare a leggere Zia Mame di Patrick Dennis, me l'ha consigliato Josie prima di partire, dice che è divertente.

Un'ombra calò sui suoi occhi, la partenza dell'amica non era ancora stata superata.

- L'hai sentita da quando è partita? - chiese il ragazzo.

Maggie annuì, voltando il capo verso di lui e solo allora si rese conto di quanto le labbra fossero vicine, bastava avvicinarsi ancora un po' e si sarebbero baciati, per la prima volta.

Deglutì, mentre Nick le prendeva dolcemente una mano e intrecciava le proprie dita con le sue e notò che il ragazzo sembrava, per la prima volta, sicuro di sé.

Il posto era perfetto, romantico, il momento azzeccato, che cosa aspettava?

Si dava l'ordine di inclinare la testa e di baciarlo, ma il suo cervello non rispondeva, lui stava giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.

- Maggie – disse lui all'improvviso, - mi chiedevo se ti andasse di uscire con me sta sera.

Una scossa elettrica la attraversò facendola tornare in sé; l'aveva invitata ad uscire?

- Okay – disse, - con molto piacere, Nick.

Lui sorrise e lasciò la ciocca dei capelli per metterle una mano dietro al collo e l'avvicinò a sé, erano vicini, sempre di più, ormai riusciva a vedere le sue più piccole imperfezioni, i loro nasi si sfioravano...

Il cellulare di Nick prese a suonare come un pazzo, cantando Abracadabra della Steve Miller Band.

Nick si ritrasse imprecando e tirò fuori il cellulare per vedere chi aveva osato chiamarlo in quel momento così fatidico.

Oh, certo, non poteva essere altrimenti.

- Che vuoi, Emma? - rispose brusco, avvicinando l'apparecchio ad un orecchio, mentre Maggie al suo fianco prendeva fiato per quello che era quasi successo.

- Nick tesoro, che fai di bello? - chiese una voce eccitata dall'altra parte del telefono.

- Niente - sbuffò lui, era meglio non fare il nome di Maggie.

- Oh, io sono sul mio yacht privato, ti va di raggiungermi? - chiese lei, ammiccando.

- No, scusa Emma, sono occupato, ci sentiamo eh – fece per mettere giù, ma la voce della ragazza lo costrinse ad avvicinare di nuovo il cellulare all'orecchio.

- Ma non ci vediamo sta sera? - chiese lei, sembrava offesa, forse perchè lui non si era ricordato di quella cena.

- Oh ma certo – disse lui, mentendo, - allora a dopo, ciao.

- Ciao Nick caro. Baci! - trillò per poi riattaccare.

Nick appoggiò il telefono sul prato e tornò a guardare Maggie, ancora seduta al suo fianco, la faccia rossa, gli occhi lucidi.

Sospirò e la strinse a sé, mentre lei lo abbracciò, nascondendo il proprio viso nel suo petto, ma senza piangere, doveva resistere.

- Sta sera alle sette e mezza, okay? - propose infine lei, dopo alcuni minuti di silenzio.

- Certo, ti vengo a prendere io con la macchina – disse lui.

- Possiamo camminare? - chiese la sedicenne.

Nick annuì e le diede un bacio sulla fronte, poi si rialzò e aiutò anche lei a farlo.

- A sta sera, Maggie – la salutò.

Lei sorrise imbarazzata: - Ciao Nick.

Sorella terra, ascolto te
ogni conchiglia oceano è
e poi, ogni foglia è un battito
che sa, vibrare all'unisolo con noi

(Sorella terra; Laura Pausini)

- Joe Jonas, sappi che faccio quello che sto facendo solo per amor di mia sorella! - esclamò Lexi, nella propria camera, mentre il suo ragazzo diciannovenne la mangiava con gli occhi, con un sorrisetto malizioso stampato sulle labbra.

La ragazza indossava un abito viola abbastanza corto, che le lasciava nude le gambe bianche e snelle, le mezze maniche del vestito erano fatte di veli e il trucco le metteva in risalto gli occhi.

I capelli mossi erano stati acconciati in una lunga treccia e tenuta ferma grazie a un fermaglio incastonato di brillanti che variavano dal lilla al viola, preso in prestito da Maryl. Sembrava che quella ragazza per ogni abito avesse un accessorio da abbinare.

- Ma come, non ti fa piacere passare una serata con me? - chiese il mezzano, il più innocentemente possibile.

- Con te sì, e anche con Maryl e Kev, ma con Emma Roberts no! Ma l'hai vista? L'altro giorno è entrata in questa casa come se fosse la regina del mondo! Per di più sta facendo in modo che Maggie e Nick non si mettano insieme e questo non l'aiuta a rendermela più simpatica! - sbuffò, infilandosi un paio di sandali in tinta con il vestito.

Un paio di giorni prima, infatti, Emma aveva deciso di auto-invitarsi ad un appuntamento di Joe e Lexi, presentandosi a casa Campbell come se abitasse lì, togliendosi il soprabito e lasciando cadere a terra senza preoccuparsi di raccoglierlo, servendosi da bere se chiedere nulla a nessuno e fermandosi a vedere un film con la coppia perchè “oh, ma guarda! Quella è mia zia!”.

- La odio – sbuffò la rossa, e Joe si avvicinò a lei per stringerla a sé e cullandola.

- Devi resistere ancora un po' di tempo, fra qualche tempo se ne andrà felicemente in Costa Azzurra e non ci darà più fastidio – la tranquillizzò.

Lexi sorrise e intrecciò le proprie dita con quelle di Joe.

- Ricordati, lo faccio per Maggie – disse.

- E io lo faccio per Nick.

Lexi sorrise e si allontanò dal suo ragazzo per andare ad aprire la porta ed uscì dalla stanza.

Dal piano di sotto sentiva la voce concitata di Maryl e quella calma di Kevin, lei sembrava lo stesse pregando di fare o non fare qualcosa e lui tutto rilassato rispondeva con parole che la rossa non riusciva a capire.

Con passo elegante scese di sotto accompagnata dal fido Joe e vide la bionda, il corpo sinuoso avvolto in un abito dorato, i capelli legati in una coda alta e il viso attentamente truccato.

- Beh, andiamo? - chiese la sedicenne. - Sono quasi le sette e mezza, Maggie si sta cambiando al piano di sopra e Nick sarà qui fra poco, se Emma arriva a casa Jonas e non si vede chissà che combinerà.

Maryl la guardò con un piccolo sorriso e si rivolse di nuovo a Kevin.

- Non ci penso affatto, Kevin, ti voglio bene e sono contenta che tu voglia fare una cosa simile per me, ma no – disse e gli diede un bacio sulla guancia.

- Cosa? - chiese Joe, impicciandosi.

- Parlavamo dell'università – disse il fratello maggiore, - mi sono proposto di pagarle i corsi dell'anno prossimo.

La ventenne sbuffò e si avviò verso la porta e la aprì.

- Andiamo – sbuffò. - Maggie! Noi andiamo!

Un flebile okay risuonò per tutta la casa.

- Divertiti! - gridò a sua volta Lexi, con un sorrisetto malizioso sul volto.

E tutti e quattro uscirono di casa, consolati dal pensiero che forse quella sera era la sera.


Cerco nell'armadio dei vestiti adatti

faccio in fretta perchè ho voglia di vederti

con un sorriso stampato in faccia

è tutto stupendo quando io sto con te

(Ho voglia di vederti; Jacopo Sarno)


Maggie si diede una breve occhiata allo specchio, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi, e sospirò guardando la sua immagine riflessa.

Non si piaceva, non le piaceva la forma del suo viso, le sue labbra, il suo corpo, eppure quella sera si sentiva se non bella perlomeno carina, niente di speciale, solo carina.

Indossava una maglietta color smeraldo che le metteva in risalto gli occhi, un paio di jeans a sigaretta chiari e un paio di scarpe col tacco abbinate alla maglietta.

Fortunatamente le tre sorelle avevano lo stesso numero di scarpe, in modo tale che se e potessero prestare a vicenda, altrimenti casa Campbell sarebbe stata invasa da sandali, scarpe da ginnastica e col tacco.

Vestita com'era quella sera non sembrava nulla di speciale, ma quei colori le donavano in modo tale che sembrasse più carina di quello che credeva di essere.

Si grattò la punta del naso e fece un giro su se stessa un'ultima volta prima di uscire dal bagno.

Era in anticipo, e come sempre non sapeva come occupare il tempo che le restava, così si mise a girare per la casa, cercando di resistere all'impulso di mangiarsi le unghie come suo solito.

Entrò in camera di Maryl, guardò le foto che vi erano appese: una di Lexi e sua all'età di cinque anni, già così diverse a quell'età, la prima che teneva un braccio intorno al collo della seconda e faceva una smorfia buffa, mentre la seconda sorrideva timida, un lieve rossore che le imporporava le guance.

Poi un'altra in cui erano ritratte tutte e tre, scattata l'anno prima, tutte che si abbracciavano e ridevano divertite; quella foto gliel'aveva fatta l'ex ragazzo di Maryl, un ragazzo simpatico con il quale la bionda era stata per quattro mesi, ma dopo vari litigi avevano deciso entrambi di smettere di vedersi e così lui se nera andato a Princeton per studiare.

Un'altra ritraeva l'immagine di una donna tale e quale a Maryl, se non fosse stato per gli occhi verdi e le rughe che iniziavano a comparirle sul volto: Joanna Campbell.

Chiuse gli occhi per un'istante e i pensieri l'avvolsero in un tiepido tepore.

C'è il sole a Los Angeles, la città e assolata e rumorosa come al solito: macchine che suonano il clacson, lavoratori infuriati e bambini festanti.

Ma tutto questo non accade in una villa a due piani, dalle mura di mattone rosso e l'aria accogliente, dove tre bambine stanno giocando nel giardino rincorrendosi e un uomo e una donna si tengono affettuosamente la mano.

La bambina più grande ha nove anni e sta inseguendo due bambine più piccole, una dai capelli rossi e l'altra castani, entrambe dagli occhi di un bel verde muschio.

- Fate attenzione! - le ammonisce Peter Campbell, guardandole apprensivo. - Se cadete vi fate male!

- Suvvia, Pet, lasciale fare nuove esperienze – dice la moglie, Joanna, sorridendo.

Alexandra fa un urlo divertito quando la sorella maggiore l'afferra per la vita e l'abbraccia forte.

- Piccola pulce – ridacchia Maryl, facendole il solletico.

- Io non sono una pulce, ho cinque anni, adesso, sono grande! - ribatte la rossa, piccata, resistendo alle risate.

- Maryl, Maryl! - grida Maggie, sbracciandosi verso la sorella maggiore. - Mi prendi? Eh? Mi prendi?

- Certo, microbo – ride la bionda lasciando con uno scatto la sorella che aveva fra le braccia e correndo verso l'altra, la quale scappa ridendo sulla ghiaia del vialetto.

- Maggie, lì devi fare attenzione – questa volta è Joanna ad intervenire, - se cadi sulla ghiaia sì che ti fai... - senza neanche il tempo di finire la frase la bambina dai capelli come la seta cade sulla ghiaia.

- ...male – conclude la donna, avvicinandosi alla figlia con passi svelti.

Maggie è seduta a terra e piange lacrime silenziose, massaggiandosi il ginocchio sbucciato.

- Mamma – dice fra le lacrime, allungando le braccia verso la madre vicino a lei, - mamma mi sono fatta la bua.

- Oh, amore mio – sorride Joanna, sedendosi accanto alla figlia e prendendole piano la gamba, - ora ti do un bacino e passa tutto, vuoi vedere?

La bimba annuisce, corrucciando le ciglia.

Joanna avvicina le labbra rosee al ginocchio sbucciato della figlia e le dà un bacio affettuoso.

- E' passato? - chiede.

Maggie annuisce, asciugandosi le lacrime con la manica della maglietta.

- Mi prendi in braccio? - chiede innocente.

La donna sorride e issa la bambina fra le sue braccia e le da un bacio sulla guancia.

- Ti voglio bene, mamma – sussurra la bambina, tenendosi stretta al collo della madre.

- Anch'io, tesoro mio bello, tanto tantissimo.

La stessa ragazza dai capelli mori riaprì gli occhi e sospirò, le era sembrato davvero di essere tornata indietro nel tempo fino a quel pomeriggio d'estate.

Quanti ne erano passati uguali a quelli, in cui erano stati tutti felici, quanti prima di quel giorno che non scorderà mai.

Una Maggie e una Lexi dodicenni rientrano a casa quatte quatte, guardandosi intorno nella grande casa; sono state chiamate dal padre dicendogli di tornare subito a casa.

La casa è come al solito, ben arredata e luminosa, eppure sembra manchi qualcosa, ma nessuno delle due sa cosa.

- Papà? - chiede Lexi. - Mamma?

Maggie le fa cenno di stare zitta un attimo e insieme varcano la porta della cucina.

Una Maryl sedicenne, i capelli ricci racchiusi in una coda alta, le guarda con gli occhi pieni di rabbia, le braccia incrociate al petto, arrabbiata, quel giorno doveva vedersi con il suo ragazzo, mentre Peter Campbell fa cenno ad entrambe di sedersi su una sedia, senza una parola.

Le due obbediscono, pazienti, e passano con lo sguardo da Maryl al padre, che si massaggia le mani e cammina avanti e indietro per la stanza, finché non si decide a parlare.

- Ragazze – dice serio, - siete grandi ormai ed è tempo che sappiate quello che sta succedendo con vostra madre.

Maggie rabbrividì, sentendo che c'era qualcosa che non andava.

- E' ormai da tempo, come avete visto, che vostra madre ed io non andiamo molto daccordo.

- State divorziando? - chiede Lexi, gli occhi leggermente arrossati. - Vero?

Peter la guarda duro e le risponde con voce glaciale.

- Silenzio, Alexandra – e la ragazza fa come le è stato detto.

Maryl tiene lo sguardo fisso davanti a sé e trattiene appena le lacrime, ma una cola giù lungo la guancia nonostante tutto.

Maggie si guarda in giro spaesata; cosa è successo?

- La mamma se né andata – dice all'improvviso il signor Campbell, - e non tornerà più.

Quelle parole le suonano vuote nella testa, per poi susseguirsi all'infinito, “non tornerà più, non tornerà più, non tornerà più...”.

E quello fu l'ultima cosa che sentì prima di cadere nel buio.

Maggie scosse la testa, non doveva pensarci, ci era riuscita per tutti quegli anni, non poteva ricordare proprio quella sera così importante.

Il campanello che suonava la riscosse definitivamente dai suoi malinconici pensieri e con passo scattante scese di corsa le scale e aprì la porta.

Nicholas Jerry Jonas l'aspettava in tutto il suo splendore; indossava una camicia bianca e un paio di pantaloni scuri che gli davano un'aria importante.

Si trattenne appena di sospirare quando lo vide; era la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua.

- Ciao – disse Maggie, imbarazzata.

- Ciao Maggie – rispose lui con un grosso sorriso, - stai benissimo.

- Grazie – borbottò la ragazza. - Anche tu.

Nick le sorrise e da dietro la schiena estrasse un mazzo di rose rosse che sembravano essere state appena colte e gliele porse.

- Per me? - chiese lei, stupita.

- Certo – disse il sedicenne, - sono belle come te.

Maggie arrossì fino a diventare dello stesso colore dei fiori.

- Gra...grazie – ripeté.

- E' la pura verità – minimizzò il cantante con un sorriso a trentadue denti.

Si contemplarono per un istante, perdendosi l'uno nei occhi dell'altra.

- Metto questi in un vaso e andiamo – disse infine lei e fece per entrare in casa, ma Nick le prese una mano e l'attrasse verso di sé.

- Aspetto un momento – mormorò e la baciò all'angolo della bocca, per pochi istanti.

Maggie si pietrificò all'istante, smettendo di respirare; quello non era il loro primo bacio, vero, ma presto sarebbe accaduto, forse addirittura quella notte stessa.


Ti odio ti odio

(Ti amo ti odio; Paolo Meneguzzi)


Joe, Kevin, Maryl e Lexi erano seduti sul divano in salotto della casa Jonas, le braccia incrociate, mentre guardavano Emma Roberts, volgare nel suo abito rosa shocking, attillato, che le metteva in risalto le forme mentre si rigirava fra le mani il suo iPhone.

- Allora, rispiegatemi perchè Katie non viene - disse la ragazza con un sorriso allegro stampato sulle labbra truccate con un rossetto rosa brillante.

Alexandra digrignò i denti, arrabbiata e rispose con uno sbuffo sonoro, guardando l'ospite con uno sguardo omicida.

- Si chiama Maggie – ringhiò.

A prendere il comando della situazione fu Joe, che, nonostante anche lui stesse per prendere Emma e sbatterla fuori da casa sua a calci, rispose pronto, parlando stringendo i denti.

- Ha preso un'influenza intestinale, non sta molto bene, ma si rimetterà in un baleno, puoi contarci – quella frase suonava un po' come una minaccia.

Emma annuì, sempre sorridente e si guardò in giro, sbattendo le folte ciglia scure.

- E Nick? E' in ritardo – sbottò. - Non è che per caso non si ricorda di questa cena?

- No, stanne certa, l'ho sentito due minuti prima che tu arrivassi, sta arrivando e si rammarica per il ritardo – spiegò questa volta Kevin, cingendo per le spalle la sua ragazza, che sembrava pronta ad ammazzare Emma.

L'attrice annuì e accavallò le gambe lunghe e magre e tirò fuori dalla borsa una sigaretta che accese senza farsi tanti problemi e aspirò a lungo.

Lexi fece come per saltarle addosso, imbestialita, ma Joe, pronto a tutto, la strinse e le baciò il collo.

- Sta' calma, tesoro – le sussurrò. - Ricordati, lo facciamo per Maggie e Nick.

La rossa annuì, rammaricata e abbassò il capo, stringendosi a Joe, e continuando a guardare la finta rossa con aria truce.

Emma continuò ad aspirare grandi boccate di fumo, mentre i proprietari della casa arricciavano disgustati il naso; fortunatamente avevano mandato Denise, Paul e Frankie fuori a cena, altrimenti sarebbe scoppiato un pandemonio.

- Mmmh, Emma, potresti non fumare, per favore? - chiese Kevin, il più pazientemente possibile.

L'attrice sbuffò e spense la sigaretta contro il tavolino di vetro davanti a lei.

- Siete troppo pallosi, a volte, fatevelo dire – disse stufa, - fate tanto i santerellini...

Joe fece per dirgliene quattro, ma questa volta, stranamente, fu Lexi a fermarlo e con voce fintamente allegra strillò.

- Mangiamo? - e si alzò trascinandosi dietro il suo ragazzo diciannovenne.

- Ma come? Non aspettiamo Nick? - chiese Emma, stranita.

- Maddai, ormai è in ritardo, così impara. Vieni Emma, cara, su! - disse con voce forzatamente smielata; prese anche lei per mano e la trascinò verso la cucina sotto gli sguardi increduli di tutti i presenti.

Mezz'ora dopo erano riunti tutti e cinque a tavola e si guardavano imbarazzati davanti a delle pizze fumanti, mentre Emma faceva la civettuola e parlava, ma guarda un po'!, della sua carriera.

- No, beh, sapete – snocciolò bevendo un sorso di aranciata, - ho iniziato fin da giovanissima a recitare, tutto grazie alla mia adoratissima zia, Julia Roberts, lo sapevate che sono sua nipote, no? Comunque che dicevo? Ah sì, dopo aver recitato una prima volta non ho più smesso. Non trovate che io sia incredibilmente brava?

Tutti assentirono, come se stessero leggendo un elogio funebre; anche Lexi aveva perso il suo finto entusiasmo.

- Beh, lo penso anch'io, ovvio! Anche se ho delle notevoli doti canore preferisco solo recitare, voglio concentrarmi solo su questo; andrò in Costa Azzurra per girare un nuovo film, ve l'ho detto? - cinguettò.

- Almeno trenta volte – asserì Maryl.

- Sarà un film stupendo, potrò farvi avere dei biglietti per l'anteprima – disse, - d'altronde sarò io la star, mi daranno tutto quello che voglio!

- Ah ah, Emma, mi passi la brocca di aranciata, per favore? - chiese la bionda, disinteressata.

L'attrice fece per passargliela, ma invece di appoggiarla sul tavolo erroneamente rovesciò la brocca addosso a Maryl, proprio sul viso, facendole colare il trucco, mentre anche il liquido le sporcava il vestito.

Tutti si irrigidirono all'istante, e la scena si mosse come se fosse al rallentatore.

Gli occhi di Maryl erano cerchiati da due macchie scure, e la matita le colava sul viso come se stesse piangendo.

Kevin, seduto al suo fianco, non sapeva se intervenire o meno.

La bionda fece un respiro profondo, molto profondo, e alzò lo sguardo verso l'attrice seduta davanti a lei, squadrandola: i suoi occhi erano due pozzi dorati pieni d'odio.

Lexi e Kevin scattarono allo stesso istante e, mentre la prima le teneva ferma le mani, il secondo la stringeva forte, intanto Maryl si era scatenata.

- Tu! Brutta bifolca dei miei stivali! Attrice da strapazzo, io ti odio! Hai capito? Ti odio! Sparisci! Non farti più vedere brutta cretina!

Emma fece una faccia offesa e uscì dal salotto senza fare un fiato, poco dopo, sopra le urla di Maryl, Joe udì la televisione accendersi.


Bella, come una mattina

d'acqua cristallina

(Bella; Jovanotti)


Bella, pensò Nick guardando Maggie che gli camminava accanto, la sua mano che sfiorava la sua, le parole che le uscivano fuori dalla bocca come una canzone.

Già si immaginava quello che avrebbe fatto quando sarebbero stati insieme; camminare mano nella mano, baciarla ogni volta che la vedeva, abbracciarla, proteggerla, amarla.

- Nick, dove mi porti? - chiese la sedicenne con un sorriso.

Se potessi in Paradiso, pensò lui.

- A mangiare.

- Grazie, fin qui lo sapevo, ma dove?

- Sorpresa.

- Dai! Ti prego! Sai che le sorprese le adoro, ma mi fanno venire l'ansia – commentò lei, sorridendo.

- Non importa – disse lui, - devi resistere.

Maggie fece una piccola smorfia e infine annuì, continuando a camminare accanto al suo migliore amico, alias il ragazzo che amava.

Parlarono a lungo del più e del meno, raccontandosi piccoli avvenimenti della loro vita e dei loro pensieri: Maggie parlò a cuore aperto a Nick spiegandogli della madre e quanto le mancasse.

- Non sai quanto mi dispiace – disse lui, - non so che farei io se mi capitasse una cosa simile, non riesco neanche a pensarci.

Maggie sospirò e lasciò che Nick l'abbracciasse, appoggiando la testa sulla sua spalla.

- Sei un ragazzo fantastico, Nick – sussurrò Maggie, - il migliore che io abbia mai conosciuto.

Lui sorrise, vagamente compiaciuto.

All'improvviso decise che quello era il momento adatto, sì, perfetto, lasciò Maggie e le prese il viso con le mani, dolcemente.

Sentì che si irrigidiva, ma non oppose resistenza e chiuse gli occhi, mentre Nick avvicinava le proprie labbra alle sue...

Il telefono suonò.

Maggie quasi si mise a bestemmiare. Basta, non avrebbe mai più portato un telefono a un suo appuntamento con Nick in tutta la sua vita!

Lui sembrava anche sul punto di maledire tutti i santi del paradiso.

Maggie estrasse il suo Motorola e rispose con voce scocciata.

- Che c'è?

- Sono Lexi, senti devi venire qui a casa Jonas, Maryl è isterica – dall'altra parte del telefono si sentivano delle urla femminili.

- Emma?

- Emma.

La sedicenne sbuffò e guardò gli occhi scuri del suo accompagnatore, tristi e arrabbiati.

- Arriviamo – sbottò e riattaccò.

Non era ancora il momento, ma presto sarebbe arrivato. Prestissimo.


Continua...


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Capitolo 26
*** When The Magic Brokes ***


Ciaoooo!!

Mamma mia, ho iniziato il liceo classico ed è davvero duro e pesante, ma i prof sono super simpatici (per ora XD)!!
Bene, ragazze, non faccio altro che ripeterlo ma fidatevi questa volta sul serio manca poco per i Mick, ve lo giuro su questa storia che per me è quasi una figlia.

Siamo arrivate al momento clou della storia, spero che il capitolo vi piaccia, ma scusatemi se è un po' corto, ma non potevo perdermi a raccontare dettagli insignificanti quando la vicenda si racconta in queste cinque pagine.

Passiamo ai ringraziamenti!

Niki_CuLLen: si sa che la scuola rimbambisce, ma ahimè bisogna andarci, non ho mai capito il motivo, si può studiare (o far finta, è uguale XD) a casa!! Pf... coooomunque, certo, ci credo che non hai fatto cadere tu Matt in quella vasca di squali *occhiata complice* e chi oserà dire il contrario subirà la mia ira!! Un bacione!

Lilian Malfoy: l'avrei fatto anch'io, però per seguire meglio la storia dovevo prima pubblicare questo capitolo, poi si vedrà, perchè è ovvio che succederà qualcosa mooolto presto *me sadica* Un bacione!!

Melmon: cara, non si tratta più di mesi, ma poco poco poco, a meno che internet non mi lasci nuovamente *spera il contrario*. Bon, la tua FF è meravigliosa *.* aggiorna presto, mi raccomando. Un bacione!

nes95: i cellulari non so chi li ha inventati, a volte vorrei fargli una statua in suo onore altre vorrei ammazzarlo!! Vabbè, cara, tu sai tutto, tanto... mannaggia a te che mi estorci gli spoiler e mannaggia a me che sono troppo buona per dirti di no... Un bacione!!

MeneguzzinaJonassina: i tuoi complimenti sono una mano del cielo (è così che si dice...?), ti adoro sul serio!! Coooomunque, per te ovvio che scriverò un capitolo dedicato solo ai Jexi, dammi solo il tempo e l'occasione per trovare un momento da dedicare solo a loro... mi hai fatto venire un'idea in questo esatto momento!! Dovrai aspettare ancora un po', però ci sarà un capitolo solo Jexi!! Un bacione!!

annina94: ti ho scritto tutto in una mail, ti prego spero che tu non te la sia presa e ti prego leggi questo capitolo, se vuoi non recensirlo, ma leggilo e se vorrai continua, io scrivo per voi lettrici in modo particolare e per me un po' meno, lo so di aver allungato fin troppo questa storia dei Mick, ma fidati se questa volta ti dico “manca poco”... Un bacione!

jeeeeee: tesoro, no, amor cara, io ti voglio bene, non uccidermi!! Fidati, fidati, fidati se ti dico che manca poco!! Come ho scritto sopra siamo arrivati al momento clou fra i Mick!! Ti preeeeeeego perdonami, un bacione!!

ada12: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Spero sia lo stesso anche con questo anche se è un po' corto e mi è venuto una schifezza.

JonasBrothersFan: ma grazie cara per i complimenti!! No, non so di essere brava, anche se sentirmelo dire mi fa taaaaaanto piacere *.* Ma lo sai che io ti adoro? Te e la Ele, siete fantastiche e non vedo l'ora di incontrarvi!! Mancano 42 giorni!! Un bacioneee!!

jonas_princess: oh, come ho detto, manca poco, ma poco poco pocoooooo!!!! Sì, leggendo questo capitolo capirai tutto, ovvio, eh eh. Grazie per il buona fortuna, ne avrò bisogno XD. Un bacione!!

Mon Amour: chissà se avrai capito che questa sei tu... coooooomunque coco2 mia, Ele cara, tu tanto sai cosa accadrà... eh eh... ma spero ti piaccia come l'ho scritto; detto sinceramente a me non piace affatto -.- Perchè lo pubblico? Perchè non so fare di meglio!! Un bacione one one!!!

DarkViolet92: ehm... sai che non so di cosa tu stia parlando? -.- Sarà che sono stanca, ma non me lo ricordo? Me lo scrivi in una mail, please? Cooooomunque, grazie per i complimenti e aggiorna presto!! Un bacione!!

mione94: cara, la uccidiamo in due!! Anche se i diritti di Emma li ho affidati a Niki_CuLLen... vabbè, lasciamo stare, dicevo?? Ah, sì, beh, intanto TU vedi di aggiornare presto, che senno non so che ti faccio!! Sul serio, l'attesa mi sta uccidendo e tu non mi vuoi morta, vero? Per lo meno per sapere come andrà a finire con i Mick o il seguito di Brothers and Siters, no? Un bacione!!

_Crazy_Dona_: ma no, non si capisce ce odi Emma XD. Non ti preoccupare in tal caso non sei l'unica!! La tua storia è magnifica te l'ho mai detto, sì? No? Forse? Bo? Io la amo, sei bravissima e grazie per recensirmi!! Un bacione!!!

Il capitolo 27 è in fase di lavorazione, spero lo gradiate quanto io stia amando scriverlo!! Vi adoro tutte!!
Capitolo 26. When The Magic Brokes


Passarono i giorni e, mentre Maryl si riprendeva dopo l'ennesimo vestito firmato sporco, Lexi iniziava a pensare cosa organizzare per il suo primo mesiverasio con Joe.

Maggie, intanto, era depressa. Non era più riuscita a vedere Nick da sola dopo il loro appuntamento, la sera prima, e tutte le volte in cui si erano sentiti era accompagnato da Emma.

A Maggie non piacevano tante cose, tipo i formaggi stagionati, il cioccolato, i falsi e i serpenti, ma Emma era un'altra cosa; Emma la odiava.

Quindi il suo comportamento scontroso e brusco nei suoi confronti era accattato e addirittura condiviso dalle sue sorelle e dai fratelli Jonas.

Lexi capiva la sorella, anche se al posto suo sarebbe andata da Emma e gliene avrebbe dette quattro, se non otto, ma la sua gemella era troppo buona e questo, spesso, non è un pregio, ma un difetto.

Certo, avrebbe potuto intervenire lei, non le costava nulla incontrare Emma e mandarla a quel paese nel modo più maleducato possibile, ma in questo modo rischiava solo di compromettere le riprese di JONAS e di ricevere la disapprovazione di Maggie, quindi meglio starsene al suo posto zitta e mesta, aspettando che quell'attrice da quattro soldi prendesse il largo per la sua amata Costa Azzurra.

Lexi era una ragazza molto impulsiva, pensava una cosa e la faceva, ma stranamente per quella situazione aveva riflettuto a lungo, pensando a tutto quanto con estrema lentezza.

Maryl, dal canto suo, se una parte di lei pensava ancora ai mille modi più uno per ammazzare Emma, con l'altra rifletteva che il suo primo mesiversario con Kevin era sempre più vicino, esattamente otto giorni dopo.

- Maggie! - la chiamò Lexi dalla sua camera, seduta a terra in mezzo a un mucchio di vestiti e vecchie foto.

La mora uscì dalla sua stanza ed entrò in quella della gemella con passo strisciato e lo sguardo basso.

- Sì? - chiese, mogia.

- Oh, sei arrivata... Dio, che faccia da funerale, chi è morto? - cercò di essere spiritosa la rossa.

- Il mio io interiore – ripose Maggie. - Che c'è?

- Oh, niente, ti volevo parlare, non so, fare qualche chiacchiera – minimizzò Lexi con un gesto della mano. - Propongo pizza e gelato solo noi due!

Maggie la guardò storcendo le labbra e fissandola storta.

Lexi la guardò entusiasta, tanto che la sua gemella, dopo un tentennamento iniziale, annuì.

- Va bene – accettò, - quando?

- Questa sera? - chiese. - No, anzi, facciamo una passeggiata adesso, e poi andiamo a mangiare qualcosa insieme, magari da Giorgio, adoro quel posto! Tanto Maryl sta sera si piazza qui in casa con Kevin a farsi le coccole, non è necessario che noi due assistiamo a quello spettacolo.

- Ma non ti vedi con Joe? - chiese la mora.

- Non devo necessariamente uscire con lui tutte le sere, sai? E poi lui voleva passare un po' di tempo con Frankie, non hai idea di quanto fossero eccitati quei due per questa serata in compagnia. Credo che andranno al cinema... Comunque, sei pronta? Andiamo, io avverto Maryl.

A volte l'entusiasmo di Lexi riusciva a spiazzare chiunque, e Maggie non era da meno, nonostante fosse sua sorella quei suoi cambiamenti d'umore improvvisi la rendeva spaesata sempre.

- Okay – riuscì a mormorare, prima che la rossa uscisse dalla sua stanza quasi saltellando.

Dieci minuti dopo stavano camminando nel parco vicino a casa Campbell e la loro destinazione era il gelataio lì vicino.

- Allora – disse Lexi, squadrando la sorella, - come stai?

- Andrà meglio quando Malefica se ne andrà in Costa Azzurra e lascerà Nick solo a me – sbuffò. - Ieri mi ha dato un bacio.

Lexi si paralizzò e deglutì attentamente.

- Bacio? - biascicò infine.

- Oh, non bacio bacio, solo un bacino all'angolo della bocca – arrossì al ricordo, - è stato così dolce.

La rossa respirò profondamente e prese sottobraccio sua sorella; loro erano più che gemelle, erano migliori amiche.

Non appena arrivarono in gelateria presero un cono per ciascuno e si sedettero all'ombra di una grossa quercia del parco, dimenticando per qualche istante tutti i loro problemi.


Sei il primo mio pensiero che

al mattino mi sveglia

(Max Pezzali; Eccoti)


- Basta, questa cosa deve finire, ora! Emma, non ne posso più di te, lo capisci o no? Sparisci! Non ti voglio più vedere in vita mia, neanche in fotografia! Vattene in Costa Azzurra o dove diavolo te ne devi andare. Vai via! - gridò Nick, camminando avanti e indietro per la stanza.

Joe si mise ad applaudire piano, le sopracciglia inarcate per la sorpresa, mentre il sedicenne si voltava verso di lui, rosso di imbarazzo e rabbia.

- Bravo Nick! Ottimo discorso, ti do un consiglio, però, dillo ad Emma e non alla tua immagine riflessa – beffeggiò, con un piccolo sorriso il diciannovenne.

Nick grugnì, arrabbiato, dando le spalle allo specchio davanti al quale stava facendo pratica.

- Mi stavo esercitando – sbuffò, - oggi dico ad Emma tutto quello che deve sapere.

Joe annuì, comprensivo, e squadrò il fratello minore.

- La inviti a casa o la porti fuori? - domandò.

- Fuori, se sono fortunato qualche paparazzo ci seguirà e vedrà mentre la “lascio”, così non potranno più fare supposizioni sul fatto che noi due stiamo insieme e che io tradisco Emma con Maggie – sbuffò.

Giusto quella mattina Kevin era tornato a casa con la faccia mogia mogia, tenendo in mano un giornale scandalistico a loro sconosciuto, che ritraeva per tutta la copertina Nick e un cuore disegnato nel petto diviso a metà con nella rispettiva parte una foto di Maggie e l'altra di Emma.

Appena l'aveva vista Nick era andato fuori di testa, urlando e strepitando come un matto, e allora aveva deciso che non ne poteva più, che se ne fregava se le riprese di JONAS forse non sarebbero state terminate; ciò che importava era che lui e Maggie sistemassero le loro divergenze e che Emma se ne andasse finalmente una volta per tutte.

- Quando vi vedete? - chiese Joe.

- Abbiamo appuntamento fra mezz'ora da Sturbacks, ci vediamo lì, le offro da bere e le parlo il più civilmente possibile, ma se insiste sarò costretto davvero ad alzare la voce e che vada a farsi benedire la galanteria! - disse Nick. - A questo proposito, io vado.

- In bocca al lupo! - gli augurò il mezzano.

- Crepi – sussurrò il sedicenne, uscendo di casa richiudendo la porta dietro di sé.

L'aria era afosa e faceva caldo, nonostante i meteo dicessero che fra qualche giorno avrebbe piovuto, il che era strano dato che non accadeva da quasi due mesi.

Le strade di Los Angeles erano affollate e trafficate come al solito: i bambini gridavano, i lavoratori strepitavano, gruppi di adolescenti passeggiavano per strada ridendo.

Nick si calò i suoi amati ray ban sugli occhi e fece lo stesso con il cappellino da baseball degli Yankees che teneva sempre con sé, per ogni evenienza.

Sturbacks era a una quindicina di minuti a piedi da casa Jonas e a Nick piaceva camminare, soprattutto se era in buona compagnia o aveva con sé il suo amato iPod.

Si tastò le tasche dei jeans ed estrasse il suo iPod nano, infilandosi le cuffie nelle orecchie e mettendo una canzone a caso della sua playlist.

Millenium di Robbie Williams iniziò a risuonargli nelle orecchie, accompagnandolo per una parte del tragitto.

Nick sospirò, era stanco. Stanco di Emma, stanco di dover nascondere i suoi sentimenti a Maggie, stanco della stampa. Stanco della sua situazione attuale.

Quando arrivò davanti a Starbucks era in anticipo di un quarto d'ora, così si sedette a un tavolo vicino a una finestra e aspettò continuando ad ascoltare la musica e a ripetersi nella testa le parole che aveva scelto di dire a Emma.

Aveva pensato di iniziare con calma, parlandole civilmente e ricordandole che lui aveva una vita propria e che, detto sinceramente, lei non le interessava; ma era anche pronto, in caso di insistenza da parte dell'attrice, di prendere in mano le redini della situazione e di smettere di essere il bravo ragazzo di sempre.

Quando, con dieci minuti buoni di ritardo, Emma si presentò davanti a Nick tutto ciò che il ragazzo voleva fare gli parve impossibile: la ragazza aveva i capelli, quel giorno tinti color rosso fuoco, lasciati sciolti sulle spalle e arricciati, indossava un abito di seta bianca e aveva le labbra truccate con un rossetto color ciliegia, un'espressione fin troppo sicura di sé, forse troppo.

Nick non poteva negare che fosse una bella ragazza, perchè lo era e basta, ma sotto quella sua aria innocente sapeva che si nascondeva il diavolo in persona.

- Ciao Nick! - trillò lei quando lo vide, e gli lanciò le braccia al collo, stringendolo forte. Lui la scansò con un movimento brusco e indicò la sedia davanti a lui, facendole segno di sedersi.

Emma ubbidì con un sorriso e si accomodò accavalcano le gambe, mostrando le gambe magre.

- Fa' un caldo terribile oggi! - commentò. - Non trovi?

- Sì, sì, certo... vuoi qualcosa da bere? - domandò lui, frettoloso.

Emma fece un'espressione maliziosa.

- Non perdi tempo, eh? - sghignazzo. - Perchè no, prendo un caffè freddo.

Nick andò a fare l'ordinazione e tornò con un caffè freddo per Emma e un milck shake per sé.

- Grazie – disse lei e bevve subito un lungo sorso della bevanda. - Mmmh, squisito!

Nick grugnì un già in risposta e bevve anche lui un sorso di milck shake, forse stava sbagliando ad offrire a Emma qualcosa prima di, praticamente, mandarla a quel paese, ma i suoi genitori gli avevano insegnato la galanteria e lui era deciso a rispettare i loro insegnamenti.

- Bene, Emma, il motivo per cui ti volevo parlare è piuttosto complicato – iniziò lui, ma lei lo zittì scoppiando a ridere.

- Tesoro, ma che dici? Io sono un'attrice di successo mentre tu sei un cantante di fama mondiale nonché un mediocre attore, siamo perfetti insieme, dove vedi la complicazione?

Nicholas Jerry Jonas sapeva sopportare tante cose: come i paparazzi troppo invadenti, gossip falsi e addirittura suo fratello Joe, ma Emma non riusciva a sopportarla.

- Emma, no! - disse chiaro, serio. - Stai zitta e ascoltami!

L'attrice diciottenne alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto, guardando il ragazzo davanti a lei.

Se Emma, oltre a Nick vedeva l'entrata del locale, Nick, invece, osservava oltre alla ragazza il paesaggio cittadino di Los Angeles.

E fu allora che lei le vide.

La prima aveva i capelli rossi, Emma non si ricordava neanche il suo nome, sapeva solo che era la fidanzata di Joe, camminava a braccetto con un'altra ragazza, mora.

Maggie. Ricordava il suo nome, non perchè per lei fosse importante, non valeva più di una cicca spiaccicata a suo parere, ma perchè i giornali scandalistici parlavano spesso di lei e della sua quasi storia con Nick.

Emma fece un piccolo sorriso malefico e vide che le due ragazze erano entrate da Sturbacks in quel momento e stavano osservando loro.

- Emma – disse Nick, serio, non aveva visto le sue due amiche dietro di lui. - Tu non mi interessi, è Maggie quella che mi piace e gradirei se...

L'attrice, appena sentite quelle parole, lanciò le braccia verso il collo di Nick e lo strinse forte per poi baciarlo con passione, le loro labbra non si toccarono per molto, solo il tempo che Maggie vedesse quel bacio e che il cantante, ancora preso dalla sorpresa, non la respingesse.

Si staccò da lui e gridò in modo tale che tutto il locale la sentisse: - Sì, anch'io ti amo, tesoro mio!

Dall'altra parte del locale due paia di occhi color muschio osservarono la scena allibiti, osservando come Emma avesse baciato Nick e detto che anche lei lo amava...

- M...Maggie – balbettò Lexi, voltando la testa verso la gemella al suo fianco.

La mora aveva lo sguardo perso dinanzi a sé, gli occhi spiritati e lucidi di lacrime che stavano per colare lungo il suo viso.

- Maggie – ripeté la rossa, ma la sua gemella rimase zitta e immobile, mentre un labbro iniziava a tremarle.

Prima che Lexi la potesse fermare la ragazza si diresse a grandi passi verso il tavolo in cui erano seduti i due piccioncini; Nick stava parlando a bassa voce, ma aveva un'espressione determinata.

La rossa la inseguì, ma Maggie era implacabile, arrivò fino al tavolo dove Nick stava ancora parlando e, a quel punto, urlò.

- Stronzo! - strillò, tirando uno schiaffo potente alla nuca del sedicenne, il quale si voltò verso di lei, un'espressione indecifrabile sul viso mentre guardava gli occhi della ragazza che aveva tanto desiderato riempirsi di lacrime ma pieni di odio.

- Maggie, non è come pensi, io... - Maggie gli tirò uno schiaffo, questa volta in pieno viso, talmente forte che la testa del ragazzo si voltò dall'altra parte, per poi tingersi subito di un rosso violaceo.

- Non dirmi cazzate, brutto stronzo che non sei altro – gridò, irata. - Vaffanculo! Ti odio! - prima che qualcosa o qualcuno la fermasse fece dietrofront e corse fuori dal locale, mentre lacrime calde le bagnavano il viso.

Lexi si avvicinò con fare minaccioso al minore dei Jonas Brothers e lo guardò con odio puro, un odio che aveva provato solo un tempo nei confronti di Joe.

- Sei uno stronzo – disse, ma anche se la sua voce era calma i suoi occhi sprizzavano odio.

- Lexi, non è vero, Emma ed io non.... - ma Nick non riuscì neanche a finire la frase che la ragazza girò sui tacchi e uscì di gran corsa dal locale, gridando il nome delle gemella.

Nicholas fece un respiro profondo e si voltò di nuovo verso Emma, i quali occhi erano allegri, felici.

- Lo sapevi? - domandò, tentando di non urlare.

Emma, in risposta, gli fece una linguaccia.

- Ecco cosa succede quando lasci Emma Roberts – disse, un sorrisetto fastidioso dipinto sul viso.

Nick si alzò con uno scatto e la fissò con gli occhi color cioccolato al latte pieni di odio.

- Va a quel paese, bastarda – dopodiché uscì dal bar urlando, sperando che Maggie fosse ancora lì.

Gli ci erano voluti due ore per conoscerla.

Una per innamorarsi.

Due mesi per potersi quasi dichiarare.

Un minuto per perderla.


Continua...

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Capitolo 27
*** The Flood ***


Non ci sono molte parole per dire come sono felice di essere arrivata fin qui e quanto voi mi rendete appagata...

Ragazze, 20, e dico 20 recensioniiiiiii!!! Siete tutte, tutte fantastiche!!

Non mi perdo in chiacchiere e mi dispiace di non potervi ringraziare tutte a cause del fatto che non ho tantissimo tempo e devo fare scienze :( Ma vi lascio subito al capitolo che, anche se è un po' breve, è il mio preferito *.*

Capitolo 27. The Flood


Ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, le uniche parole che Nick riusciva e pensare erano le ultime che Maggie gli aveva rivolto, tre giorni prima.

Controllò per l'ennesima volta il suo iPhone, sperando in un messaggio, ma rimase ancora una volta deluso e sospirò triste, appoggiando la testa sul cuscino del suo letto.

Emma se nera andata, aveva insistito perchè le riprese di JONAS venissero finite al più presto ed era partita di gran carriera per la Costa Azzurra e quella era l'ultima volta in cui l'aveva vista.

Lo stesso valeva per Maggie.

Da quel fatidico giorno in cui Emma l'aveva baciato Nick non l'aveva più sentita né vista, nonostante l'avesse ricoperta notte e giorno di e-mails, messaggi, chiamate, addirittura MMS, per dirle che dovevano parlare, che lui non stava con Emma e che aveva bisogno di sentire la sua voce.

Qualcuno bussò leggero alla porta, e non entrò finché Nick non diede il suo permesso, dopodiché una figura femminile si presentò indugiando alla porta.

Non appena la vide il sedicenne fece un balzo, ma subito dopo il suo voltò tornò cupo, non era la ragazza che voleva vedere.

- Nick – disse Maryl; aveva la voce calma, triste, quasi tremolante. Non aggiunse nulla oltre al suo nome, ma i suoi occhi dorati dicevano tutto.

- Mi credi? - chiese lui, la voce bassa, il fiato sospeso, finché la testa della bionda non annuì piano. - Almeno tu...

Maryl si sedette sul letto di Nick e continuò a guardarlo con aria un po' circospetta, un po' triste, un po' troppo triste.

- Lexi e Maggie non sanno che sono qui – disse, cupa, - credono che sia fuori con Kevin; sono molte arrabbiate con te, Nick.

- Ma davvero? - chiese lui, perspicace.

- Sì – disse lei, seria. - Nick, Maggie non fa altro che piangere...

Gli occhi color cioccolato al latte del sedicenne incontrarono quelli dorati della ventenne, finché lui non li abbassò, cupo.

- Io le voglio spiegare – disse, - ma non mi richiama, non risponde ai miei messaggi, mails... non fa nulla!

Maryl lo fissò e lo scrutò con attenzione. In tutta la sua vita aveva avuto molte occasioni di vedere un ragazzo che soffriva d'amore o faceva finta ed era sicura che Nicholas Jerry Jonas stesse davvero male per una ragazza, ed era una cosa rara trovarla in un ragazzo.

- E cosa dovrebbe fare? E' convinta che tu stia con Emma dopo che tu l'abbia quasi baciata, ora non può più pensare che non ti piacesse e tu non puoi fare lo stesso con lei... sai com'è fatta! Non parlerà con te se non di sua spontanea volontà – spiegò la bionda.

- Così soffre anche lei, però.

- Non si è mai rifiutata di soffrire per una giusta causa.

- E cosa dovrei fare? - domandò Nick, dopo qualche minuto di silenzio dopo quello che aveva detto Maryl. - Non mi parla, come potrei convincerla ad ascoltarmi?

Maryl lo fulminò con lo sguardo, quasi incenerendolo, si poteva dire tutto su quel ragazzo, ma non che non fosse un vero ingenuo a volte.

- Per l'amor di Dio, Nicholas! - strillò. - Usa quel cervello e rispondi a queste domanda, sinceramente! Maggie ti piace, sì o no?

Nick rimase spiazzato dal cambiamento d'umore della ragazza, poi annuì sicuro si sé.

- Faresti di tutto per lei?

Gli occhi del moro si alzarono sulla maggiore delle sorella Campbell.

- Anche morire.

- E allora va da lei! Santo cielo, vi piacete da una vita, vai da lei e dille quello che provi per lei senza peli sulla lingua, corri il rischio, Nick! - esclamò la bionda, con enfasi.

Nicholas la guardò ancora un istante, poi con un movimento fulmineo si alzò dal letto e corse per la stanza prendendo un paio di scarpe che aveva abbandonato lì qualche tempo prima, forse dal giorno in cui aveva perso Maggie, se le infilò e guardò fuori dalla finestra.

Pioveva.

Tante rapide gocce d'acqua scrosciavano giù dal cielo con forza, il cielo era nero, tanto che i lampioni erano stati accesi in strada e tuoni e lampi brillavano nel cielo accompagnati da rumori poco rassicuranti.

Il diluvio universale.

- Maryl – disse Nick un ultima volta prima di uscire dalla sua stanza. - Grazie.


Non riesco a capire

cosa succede

(Adrenalina; Finley)


Le ferite dello spirito guariscono senza lasciare cicatrici, lesse Maggie sfogliando un libro di citazioni, guardò la frase e chiuse il libro con un gesto secco.

Che bugia. Forse il dolore dello spirito non lasciava cicatrici visibili, ma dentro ogni persona che aveva sofferto era piena di cicatrici.

Un'ennesima lacrima le scivolò lungo il volto, ma prima che potesse arrivare a bagnarle le labbra Maggie l'aveva già cancellata, strofinandosi la guancia con forza eccessiva.

Si doveva obbligare a smettere di piangere, non era possibile che soffrisse per una persona come... come...

Non riusciva nemmeno a pensare il suo nome senza che il suo cuore sentisse una stretta.

Maggie lasciò cadere con malagrazia il libro di citazioni a terra e recuperò Danze dall'Inferno, che aveva appoggiato sul suo comodino, ma non lo aprì.

Guardò la copertina con attenzione, sfiorandola con le sue dita affusolate ma per niente curate, con le unghie mangiate.

Aveva pensato che la copertina avesse un significato di gioia, ma non era così.

Il nero dello sfondo significava l'ignoto, la paura, il dolore, perchè ogni cosa nera è triste, priva di colore e di vita.

Il fiore era bianco con delle striature gialle, un bel fiore, con precisione era una rosa.

Maggie diede una breve occhiata al vaso di rose sulla sua scrivania; nonostante tutto non era riuscita a buttarle, non ci riusciva, ma non le curava neppure, tant'è che stavano appassendo pian piano, proprio in quel momento un petalo rosso ormai appassito cadde sul pavimento di legno della sua stanza.

Tornò a guardare il fiore. Cosa poteva significare la rosa?

Maggie aveva sempre decifrato i libri di Stephanie Meyer, con particolare attenzione rivolta a quelli della saga di Twilight, tranne l'ultimo, Breaking Down: il primo ritraeva sempre lo sfondo nero, per mostrare l'ignoto, il non sapere cosa accadrà, mentre le braccia diafane della protagonista tenevano fra le mani una mela, il frutto proibito, a indicare l'amore proibito di Edward e Bella, i Romeo e Giulietta della nuova generazione.

New Moon aveva sempre lo sfondo nero, per il medesimo significato, ma al posto delle mani o di una mela la copertina ritraeva un fiore che appassiva; per spiegare un amore che pian piano si consumava.

Eclipse, sempre con lo sfondo scuro, mostrava un filo che si stava spezzando, ma con solo due sottile fili che rimanevano uniti: nel libro Edawrd e Bella.

Nella realtà, sperava, Nick e lei.

Ma Nicholas e Maggie erano rimasti a New Moon, all'amore che appassiva, ma quella volta non ci sarebbe stata una riconciliazione fra i due personaggi, no, quella volta solo il loro dolore e basta.

Era finita, doveva ficcarselo bene in testa, ma ad essere sinceri non era nemmeno iniziata; la storia, anzi la quasi storia, fra Maggie e Nick era stata interrotta sempre per un motivo o per l'altro, probabilmente il destino non li voleva insieme.

La sedicenne pianse lacrime amare; non doveva innamorarsi: che senso aveva amare se poi bisognava soffrire?

Si era fatta tante volte quella domanda, quando Larry e Spencer, entrambi i ragazzi di cui si era innamorata nei suoi sedici anni di vita e che entrambi le avevano detto di non voler stare con lei, ma con Nick era un'altra storia.

Mentre con Larry e Spencer era stata male, con Nick quando ci pensava sentiva come un qualcosa graffiarle lo stomaco, le lacrime agli occhi e tanti sentimenti tristi che nemmeno sapeva esprimere.

Teneva ancora fra le mani Danze dall'Inferno, fu presa da uno scatto violento d'ira e lasciò cadere a terra il libro, che si aprì su una pagina.

Maggie si mise le mani sulla faccia e si chinò per raccogliere il libro, ma i suoi occhi caddero sulla pagina sulla quale si era aperto il libro e solo una frase colse la sua attenzione, pensata dalla protagonista del racconto di Stephanie Meyer, Sheba: aveva bisogno di lui.

Le ci volle un attimo per accorgersi di quello che aveva letto e quello che voleva.

Afferrò una felpa e corse fuori dalla stanza, ma non prima di dare un'occhiata al paesaggio fuori dalla finestra.

Pioveva.

- Maggie? - chiese Lexi, vedendola. - Che fai?

- Esco – disse solo, aprendo la porta di casa, una sferzata di vento le scompigliò i capelli.

- Cosa?! Ma c'è il diluvio universale, fuori! - sbottò la rossa.

Maggie incrociò gli occhi con la gemella.

- Infatti – e uscì.


E piove! Madonna come piove!

Sulla tua testa e l'aria si rinfresca

(Piove; Jovanotti)


Nick correva sotto la pioggia gelida, i riccioli appiccicati alla fronte a causa dell'acqua, lunghi brividi gli percorrevano la schiena e le gambe gli imploravano di fermarsi, ma lui non lo fece e continuò a correre, fermandosi solo un istante per prendere fiato e poi ricominciare a correre ancora più veloce di prima.

In testa aveva un solo pensiero fisso: Maggie.

Per continuare a correre pensava al suo sorriso, al suo rossore sulle guance, ai suoi bellissimi occhi color muschio.

Pensava a tutto questo e continuava a correre il più velocemente possibile; ancora non sapeva cosa avrebbe detto a Maggie quando l'avrebbe vista, se l'avesse vista, o perlomeno se fosse riuscita a parlarle.

Quella volta non si sarebbe fermato; non ci sarebbe stato cellulare, uomo, donna o qualsiasi cosa animata o non che gli avrebbe impedito di parlare a Maggie, men che meno quest'ultima.

Stava correndo lungo Washington Street, affondando con le scarpe nelle pozzanghere, ma senza interessarsene.

All'improvviso vide una figura che correva almeno quanto lui, coprendosi la faccia per ripararsi la faccia dalla pioggia.

Nick la guardò e la riconobbe, l'avrebbe riconosciuta fra mille e più, era lei, era la ragione per cui stava correndo, il motivo di tutto.

Non urlò, non disse nulla, semplicemente continuò a correre sentendo nascere dentro si sé la speranza.

Quando erano a pochi metri l'uno dall'altra rallentarono, ognuno dei due ben chiaro di sapere chi aveva davanti, finché non si fermarono l'uno dall'altra, talmente vicini che riuscivano a vedere quasi tutte le più piccole imperfezioni dell'altro.

- Maggie – sussurrò Nick.

Lei lo fissò negli occhi, la pioggia che colava lungo il suo viso, gli occhi che le risplendevano di tristezza e forse di un briciolo di felicità.

- Nick – disse lei con un piccolo sorriso.

Anche lui sorrise mentre la pioggia continuava a colarle sul volto, lungo i riccioli, i vestiti ormai fradici.

Nick cercò le mani di Maggie e lei non oppose resistenza, ma lui la sentiva rigida mentre la toccava.

- Ti devo parlare – disse lui, diventando improvvisamente nervoso. - Ascolta, fra Emma e me non c'è, non c'è mai stato e mai ci sarà niente! Io, insomma, so che può essere sembrato diverso ma è così, Maggie te lo giuro su tutto ciò che io ho più caro al mondo, Emma non mi piace, l'unica persona con la quale...

- Oh stai zitto stupido – mormorò Maggie e lo baciò.

Nello stesso istante in cui le loro labbra si toccarono un tuono scoppiò nel cielo, ma nessuno dei due fece nulla, continuarono a baciarsi, a sfiorarsi fra loro, Nick accarezzò i capelli di Maggie, mentre lei lo stringeva con le braccia.

I loro baci erano dolci, ma allo stesso tempo passionali.

Nick prese il viso di Maggie con delicatezza sempre tenendosela vicina.

- Puoi perdonarmi? - sussurrò piano.

Maggie gli lanciò le braccia al collo e lo baciò con passione; era sufficiente come risposta?


Continua...



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Capitolo 28
*** Forever ***


Io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo [ecc...].

Scusate, scriverei ancora qualche miliardo di vole “vi amo”, ma sono abbastanza di fretta, ho quaranta pagine di esercizi di inglese da fare!

308 recensioni, insomma, sapete che significa?? Ho superato le 300 recensioni!! Siete i miei tesori!! Bene, bene, grazie mille, di cuore!!!

Bene, contente che finalmente la coppia Mick si sia formata? Io sììì!!! *.*

Passiamo ai ringraziamenti:

DarkViolet92: grazie mille!! Aggiorna presto, tu!! Un bacione!

_Crazy_Dona_: chimica, greco e matematica?? *me ti compiange* Sono felicissima che ami questa storia, come io amo la tua!! Grazie di tutto!! Un bacione!

Lilian Malfoy: eh, l'ho fatto apposta a far parlare troppo Nick, così è stata Maggie a baciarlo, alla fine!! Anche tu a soffrire le pene del diritto, eh? Anch'io, sigh!! Un bacione!

mione94: CALMAAAAAAAA!!!! Sono diventata euforica solo a leggere la prima parola della tua recensione!! Sei fantastica ed io ti ADORO!!! Un bacione!

annina94: sììììììì, sono perdonata!!! Alleluia!!! Sì, finalmente si sono baciati Nick e Maggie!! Ad ogni modo, hai visto se ti è arrivata la mail? Altrimenti sono io che sono proprio scema!! Un bacione!

Niki_CuLLen_: cara che sei, tu!! Ti adoro, è ufficiale!! Anyway, sono contenta che lo scorso capitolo sia il tuo preferito! Spero che anche questo ti piaccia!! Un bacione!
MeneguzzinaJonassina: sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto!! Comunque, ritornando al vecchio argomento del capitolo dedicato interamente ai Jexi, ti dico già che sarà fra due capitoli, insomma, non il prossimo, quello dopo, però se intanto vuoi leggere qualcosa tutto su di loro potresti leggere Album, una mia missing moment che trovi nella mia pagina. Un bacione!!

Melmon: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Grazie anche per essere passata nella mia originale Sguardo, grazie davvero!! Un bacione!
Sbranina: tesoro, addirittura
magnifica? Ma io ti adoro al trecento per cento!! Tu mi conosci troppo bene, hai azzeccato, ci saranno delle complicazioni, ma nulla di grave *tossicchia sarcastica* (bugiarda ndr. Tutti!). Sì, ehm, vabbè, ci sentiamo presto, spero. Ti voglio bene! Un bacione!!

jeeeeee: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto!!! Ti adoro!! Grazie per recensirmi sempre!! Un baciooooone!

BENNYY: sono felicissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto!! Certo che continuo, mi dovrete sopportare ancora a lungo! Un bacione!

jonas_princess: davvero ti è piaciuto così tanto lo scorso capitolo? Ma tu mi commuovi troppo!! Ti adoro al massimo! Un bacione!

Mon Amour: tesorooooooooo, ti adoro, ma tu lo sai, vero, sì? I Jonas rimangono sempre i Jonas, i nostri amati, venerati, splendidi Jonas!! La terza puntata è stupenda, vabbè, però ti racconto tutto meglio in una mail! Ti voglio bene! Un bacione!

JonasBrothersFan: sì, lo so, modestamente me la cavo bene in questa fanfic, dài, scherzo, ma io ti adoro al massimo!! Grazie di tutto, ci sentiamo presto! Un bacione!

nes95: eccoti con la tua recensione ufficiale, ma anche quella che mi hai lasciato sul cellulare andava benissimo!! Scusa se non ho risposto subito alla tua mail con il capitolo ma, come sai, ho avuto i miei problemini tecnici.. Un bacione!

Giulietta 24: Davvero mi adori? Ed io adoro te, è ovvio!! Sono felicissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Un bacione!

merion: ciao tesoro, è da un po' che non ci si sente, ma sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto!! Anch'io adoro questa faccina → *.* Non sei l'unica!! Ci sentiamo presto, spero! Un bacione!

Capitolo 28. Forever


Maggie ridacchiò, stringendosi a Nick e baciandogli il collo con dolcezza, mentre lui giocherellava con una ciocca dei suoi capelli, a volte avvicinando la testa a una ciocca, per annusare il suo odore: rose.

Nick intrecciò le dita delle mani con le sue e la tenne vicino a sé, osservandola con passione e amore, con uno sguardo dolce e innamorato.

- Ma come ho fatto? - chiese lui all'improvviso, pensando ad alta voce.

La mora si voltò verso di lui, radiosa, un grosso sorriso sulle labbra.

- Cosa? - chiese, appoggiando la testa alla sua spalla, mentre con una mano accarezzava l'erba del prato su cui erano seduti da ore.

Nick si voltò verso di lei.

- A resistere così tanto senza di te. Senza poter toccare i tuoi capelli – glieli prese con dolcezza per poi lasciarli ricadere di nuovo lungo la schiena, - senza poterti accarezzare le guance – le sfiorò con la punta delle dita – senza poterti baciare – premette le sue labbra contro quelle di lei.

Maggie arrossì fino alla punta delle orecchie e restò accanto a lui, stringendogli con forza le mani.

- Ed io non so come ho fatto a credere che tu ed Emma steste insieme – ammise lei in un sussurro roco. - Lo credevo sul serio, ero così gelosa! Lei era arrivata da pochi giorni e ti aveva già conquistato, mentre io che ti conoscevo da un paio di mesi ero rimasta a bocca asciutta!

Nick rise e si sdraiò sul prato, ammirando il tramonto rosato che stava tingendo il cielo, e Maggie lo imitò poco dopo, sempre tenendo la testa vicino alla sua spalla, mentre con un indice tracciava dei cerchi sul suo braccio.

- Che bello – commentò lei.

Il sedicenne annuì ammirando il sole rosso e il cielo dalla striature rosa e azzurre e pensò che quel tramonto era bello come Maggie.

- Stavo pensando... - riprese lei.

Nick inarcò un sopracciglio e Maggie gli diede una debole gomitata nelle costole, sempre con un sorriso sulle labbra.

- Okay, okay faccio il serio – disse lui, per poi scoppiare a ridere.

La sedicenne si rizzò a sedere e gli sorrise.

- Scemo! - esclamò. - Dài, che sono serissima!

Il cantante annuì e la guardò, prendendola per un braccio e costringendola a rimettersi accanto a lui.

- Dicevo – riprese lei, - che stiamo insieme da una settimana e che, beh, insomma... - arrossì. - No, niente.

Nick la circondò con le braccia e iniziò a farle il solletico.

- Eh no, mia cara, ora sei obbligata a dirmelo, ne và della mia salute mentale!

- Oh, beh, allora!

- Dillo! - disse Nick, continuando a farle il solletico.

Maggie tentò di divincolarsi dalla sua stretta, ridendo come una pazza.

- Nick, dài, per favore!

- Parla! - le intimò lui.

- Va bene, ma è una cosa eccessivamente stupida, insignificante e superficiale, ti avverto!

- Allora è perfetta per me! - esclamò Nick, lasciandola andare e permettendole di sedersi, era già rossa al pensiero di quello che doveva dire.

- Ecco, pensavo che sarebbe bello avere una... - arrossì senza finire la frase e si tappò la bocca con le mani. - Sto correndo troppo, scusa, è che non ho mai avuto un ragazzo, non so come comportarmi!

Nick le prese il volto con le mani, sentendo le sue guance calde e un paio di lacrime di riso che ancora le colavano sul volto.

- A me piace correre, ricordatelo, se non fossi stato così vigliacco staremmo insieme da molto più tempo, quindi voglio correre e recuperare il tempo perduto. Corriamo – sussurrò nel suo orecchio.

Lei annuì e sorrise radiosa, era così dolce il suo ragazzo, sì, era davvero dolce...

- ...una canzone – completò lei, per la frase di poco prima. - Sarebbe bello avere una nostra canzone.

Nick sorrise e la baciò felice; voleva una loro canzone? Avrebbero avuto una loro canzone!


Il problema è che non ci decidiamo mai

(Il problema; 883)


- Lexi! - strillò Maryl, presa dal panico, correndo per tutta la casa, i capelli spettinati e bianca come un cencio.

La rossa uscì dalla sua stanza al suono del suo nome, preoccupata per il tono che aveva usato la sorella nel chiamarla.

Lexi corse giù per le scale e raggiunse la sorella che stava camminando in circolo reggendosi una mano con fare drammatico.

- Cosa è successo? - domandò la sedicenne, girandole attorno concitata.

- Lexi! - esclamò Maryl, gli occhi persi nel vuoto. - E' successa una catastrofe!

- Cosa?

- Proprio ora, oggi, non ci posso credere, no! Oh, mamma mia adorata è terribile, terribile! - urlò la bionda, riprendendo a correre per la stanza.

- Maryl Campbell fermati immediatamente e dimmi cosa accidenti è successo se non vuoi che mi venga una crisi isterica! - ululò la rossa, quasi prendendola a schiaffi.

La bionda si voltò verso di lei e la guardò.

- Mi si è rotta un'unghia!

Sapete quei momenti in cui vorreste uccidere qualcuno a furia di schiaffi? Ecco, quello, per Lexi era uno di quei momento.

- Porca miseriaccia, Maryl, mi hai fatto venire un infarto! - ribatté la rossa, scostandosi da lei.

La bionda la guardò, sbalordita; come poteva sua sorella, colei che aveva il suo stesso sangue e condivideva i suoi stessi geni, non capire la catastrofe che si era imbattuta su di lei in una data così vicino a un giorno molto importante.

- Alexandra! - oddio, l'aveva chiamata senza diminutivo, allora la situazione era peggiore del previsto. - Domani è il mio primo anniversario con Kevin!

- E?

- E? Oddio, come ho fatto ad avere una sorella simile? No, basta, secondo me ti hanno scambiato in ospedale, capita sai e...

- Maryl! - Lexi la fissò paonazza, aveva di meglio da fare che starla ad ascoltare per le sue catastrofi, non è da dimenticare che anche lei e Joe fra due giorni avrebbero festeggiato il loro anniversario di un mese.

- Okay, okay – la bionda chinò il capo e si diresse con passo da funerale fino al bagno, dal quale non riemerse per le due ore successive.

La sedicenne sospirò e tornò in camera sua quasi correndo, fiondandosi di nuovo nella lettura di Come sorprendere un ragazzo, un libro che aveva preso dalla biblioteca nella quale lavorava la sorella gemella a sua insaputa. Si era detta che se doveva stupire Joe per la loro serata speciale, tanto valeva farlo bene.

Aveva selezionato cinque cose da fare per il loro giorno, ovvero: cucinare lei, vestirsi elegante, cosa che non amava particolarmente, tentare di essere amabile, non picchiarlo e stragli incollata peggio di una sanguisuga.

Ma a quello, si disse, ci avrebbe pensato più tardi. Ora che ci pensava era da un po' che lei e Joe non passavano qualche ora assieme, gli ultimi giorni erano stati davvero burrascosi; fra Maggie e Nick che si erano finalmente messi assieme e sperperavano il loro amore ovunque, il lavoro della band che non si era fermata un minuto e le crisi isteriche fin troppo frequenti di Maryl che l'avevano tenuta impegnata a casa si erano visti da soli davvero poche volte.

Beh, pensò, mancano solo due giorni, e sorrise.


Ho cantato certe storie
che facevo sempre mie:
le sconfitte e le vittorie
e le mie poesie

(La canzone della verità; Enrico Ruggieri)


Per Joe Jonas poche cose sono davvero importanti, le quali comprendono la musica, la famiglia, gli amici, la sua ragazza e, ultima ma non meno importante, la sua piastra.

Per lui la piastra non era un oggetto di uso quotidiano, anzi era una divinità che andava pregata la sera, e durante il giorno coccolata e venerata. Una dea.

- Cucciola di papà – sussurrò il diretto interessato alla sua dea, accarezzandola con dolcezza, - amore bello, ma lo sai che tu sei tanto, ma tanto tanto, ma tanto tanto tanto brava? Ma sì, bella mia, fai sempre quello che il tuo babbo ti dice di fare, brava! - e le diede un bacetto con tanto di schiocco, mentre ancora la accarezzava.

Kevin inarcò le sopracciglia a quella vista raccapricciante e fu tentato dal chiamare il telefono verde del centro di igiene mentale più vicino; perchè non era normale che una persona baciasse la sua piastra, anzi! Andava ben oltre i limiti della sanità psichica di un essere umano.

- Che stai facendo? - chiese scettico il ventunenne, sempre con un sopracciglio inarcato.

Il diciannovenne si voltò verso il fratello maggiore e lo guardò allibito; come poteva chiedergli una cosa simile? Non era ovvio?

- Cullo l'amore della mia vita – spiegò chiudendo gli occhi Joseph, per poi riaprirli di scatto e correggersi all'istante, - dopo Lexi, naturalmente.

Kevin annuì, mordendosi il labbro inferiore, trattenendo una risata; nonostante ormai vivesse da diciannove anni con suo fratello non riusciva ad abituarsi alle sue idee geniali, o stupide, dipende dai punti di vista.

Il mezzano ripose la sua divinità nel suo apposito contenitore e raggiunse il fratello, a metà fra lo scocciato e il divertito.

- Emozionato? - chiese.

Kevin lo guardò negli occhi, non c'era bisogno che specificasse il soggetto.

Grugnì un sì in risposta e sospirò, non l'avrebbe mai ammesso neanche sotto giuramento o tortura, ma era terrorizzato all'idea di quello che lo aspettava il giorno dopo.

Non aveva la più pallida idea a quello a cui era abituata Maryl, magari i suoi ex le avevano fatto dei regali speciali e portata in chissà quali posti, lui aveva, invece, organizzato una semplice cenetta in un ristorante appartato fuori città, preso un regalo e aveva pensato di portarla a fare una passeggiata dopo cena, niente di speciale.

- Suvvia, andrà tutto benissimo! - esclamò Joe, dandogli una pacca sulla spalla, un sorriso sornione sul viso. - Maryl ti adora, tu la adori, siete fatti l'una per l'altro, è inutile che tu abbia paura di un vostro normalissimo appuntamento!

Kevin sospirò.

- Primo io non ho paura; secondo se avessi paura non è per il fatto della cena, beh non solo quello, ma soprattutto perchè stiamo insieme da un mese e che la cosa sta diventando seria, cosa che io voglio, ma vai a vedere come è finita con Danielle! Sono stato scaricato quando le ho chiesto di sposarmi! - man mano che parlava aveva alzato sempre più la voce.

Joe annuì arricciando le labbra.

- Beh, ma Maryl non è Danielle! - disse molto semplicemente e spinse il fratello verso la sua camera alla ricerca della cravatta perfetta.


Per sempre tu sarai
La stella che lassù
Da guida mi farà

(Per sempre; Finley)


Maryl era terrorizzata, molto terrorizzata, anzi, dirlo era quasi un eufemismo.

Come le stavano i capelli? Il vestito era a posto? Non si era truccata troppo, vero? Le scarpe non erano troppo alte, non le avrebbero dato fastidio in caso di una passeggiata, no?

Maggie la osservava sognante, la testa appoggiata sul bracciolo del divano, una cuffia del suo iPod infialata in un orecchio, mentre l'altra giaceva inerte lungo il fianco del mobile, dondolando.

Lexi sembrava troppo impegnata a leggere un libro di Stephen King, intitolato Mystic per farle caso, ma in realtà con la coda dell'occhio seguiva ogni suo movimento; chissà, forse avrebbe imparato qualcosa.

- Vado bene così? - domandò la bionda, girando su se stessa. - O sono troppo, non so, troppo qualcosa?

- Ma no! - disse la mora, sorridendo. - Sei un incanto!

Da quando aveva iniziato la sua storia con Nick Maggie aveva ripreso a sorridere, e ora quel sorriso non le lasciava mai le labbra, era sempre lì. Maryl aveva anche notato che sua sorella sembrava un po' più sicura di sé, ma questo era solo un bene, prima era troppo chiusa.

La bionda le sorrise riconoscente, poi spostò il suo sguardo su Lexi.

- Allora? - chiese, la sua opinione era importante per lei.

La rossa la fissò per un istante, poi alzò le spalle.

- E' okay. - disse.

- Okay? - squittì Maryl, preoccupata, doveva cambiarsi, lei non doveva essere okay, doveva essere wow!

Lexi sorrise.

- Ma dài, Maryl, stai benissimo! - ridacchiò. - Una meraviglia!

A quelle parole la bionda si tranquillizzò e annuì convinta.

Per l'occasione aveva indossato un vestito celeste che le arrivava sopra le spalle, una collana di brillanti e un paio di orecchini nei quali erano incastonate due rare pietre azzurre australiane, l'abito era elegante, ma non troppo, con due sottili spalline e fatto di seta. I capelli li aveva raccolti in un elegante crocchia dietro la testa, ma un paio di ciocche erano sfuggite all'elastico con il quale teneva stretti i capelli.

- Bene – disse con un respiro profondo, guardando l'orologio posto sulla parete davanti a lei. - Kevin dovrebbe essere qui fra tre, due, uno... - il campanello di casa Campbell suonò.

- Perfezionista – borbottò Lexi, scuotendo la testa e tornando alla sua lettura.

Maryl scosse la testa, ignorandola e corse ad aprire alla porta.

Il suo Paradiso in Terra era lì proprio davanti a lei, vestito con una camicia bianca, una cravatta nera, niente giacca e un paio di pantaloni in velluto.

Il suo sorriso risplendeva come mille soli e per Maryl significava tutto, significava felicità, la gioia di saperlo suo, l'amore, significava vita.

- Kevin – sospirò la bionda, e il ragazzo le prese dolcemente il viso, per poi stamparle un bacio dolce, ma allo stesso passionale.

Maryl quasi si sciolse e si attaccò al suo collo, rispondendo al bacio con naturalezza.

- Sei bellissima – disse il ventunenne staccandosi da lei di un paio di centimetri.

- Volevo essere perfetta – ammise lei, - per te.

Kevin la baciò ancora, finché la voce di Lexi non li richiamò.

- Per favore, andatevene via – sbottò, - ne ho abbastanza delle vostre smancerie.

La bionda sbuffò, ma senza ulteriori obiezioni uscì dalla casa tenendo per la mano il suo ragazzo ed entrò nel suo SUV senza un lamento.

- E' un po' nervosa – ammise lei, - sai, per domani.

Kevin la guardò perplesso, aggrottando le ciglia.

- Il primo mese insieme suo e di Joe – gli suggerì la ragazza, - lo festeggiano domani.

- Davvero?! - esclamò lui. - Joe non mi ha detto niente!

Maryl alzò le spalle, Joe per lei spesso rappresentava qualcosa di misterioso, nonostante spesso credesse di conoscerlo piuttosto bene.

- Sarà nervoso anche lui, forse non voleva rovinare la sorpresa che probabilmente avrà organizzato per Lexi – provò Maryl. - Ad ogni modo, non voglio pensarci, pensiamo solo a noi due, oggi.

Kevin le sorrise mentre accendeva la macchina e partiva, in direzione sud.

Per tutto il viaggio non fecero altro che ascoltare musica, ridere e scherzare, e, fra un semaforo rosso e l'altro, a baciarsi e abbracciarsi.

Non avrebbero mai volto smettere di stare vicini, mai e poi mai.

Il ristorante nel quale Kevin Jonas aveva prenotato si trattava di una piccola trattoria verso la parte interna della California, ad un'ora di macchina da Los Angeles, che aveva scoperto un giorno che aveva bucato una gomma e nella quale aveva cenato nell'attesa che suo padre lo venisse a prendere. Era un luogo abbastanza appartato, nel quale mangiavano solo viaggiatori di passaggio ed erano rari gli ospiti abitudinari; Kevin faceva parte di quella minoranza.

- Signor Jonas! - esclamò un uomo corpulento non appena il chitarrista fece il suo ingresso nella locanda, mano nella mano con Maryl. - Che piacere rivederla!

- Ehi, Gabe! - disse Kevin, dandogli una calorosa stretta di mano. - Come va? Tutto bene?

- Ah, Kevin, tutto bene, ho appena scoperto che fra poco diventerò nonno – ammise con orgoglio.

- Congratulazioni! - si congratulò il ventunenne.

Gabe minimizzò il tutto con un gesto della mano.

- Tu piuttosto, vedo che te la cavi bene, chi è questa affascinante signorina? - chiese Gabe, guardando Maryl, la quale arrossì leggermente.

- Gabe, lei è la mia ragazza, Maryl – la presentò Kevin con allegria.

- Molto piacere – disse la bionda, stringendo la mano grassoccia che Gabe le aveva offerto.

- Piacere mio, signorina, piacere mio! - ridacchiò l'uomo. - Bene, ho fatto presentare per voi il tavolo migliore del locale – e li mostrò un tavolino apparecchiato per due in un angolo, illuminato da una candela e con un mazzo di viole al centro. - I fiori sono un regalo del signor Jonas, signorina.

Maryl fissò Kevin, meravigliata, e sfiorò con la punta delle dita i petali dei fiori.

- Sono bellissimi, tesoro – disse, - grazie!

Kevin le diede un breve bacio su una guancia e la fece accomodare su una sedia.

- Vi porto i menu – dichiarò Gabe, allontanandosi con la sua camminata ondulata.

Maryl sorrise divertita guardandolo e prese la mano del suo ragazzo sopra al tavolo, mentre lui le accarezzava dolcemente il palmo.

- Non posso crederci – ammise la ragazza, con gli occhi brillanti come due stelle. - Non... non so come ringraziarti, davvero Kev, sei fantastico!

Lui si portò la sua mano alla bocca e le fece un baciamano, mentre la ragazza arrossiva compiaciuta.

- Sei il migliore – sussurrò la bionda.

La serata proseguì piacevolmente; Kevin ordinò tutte le specialità della casa e grazie al fatto che la trattoria fosse sperduta nel nulla non vennero nemmeno disturbati da fotografi o giornalisti avidi di scoop, magari sperando in una rottura improvvisa della coppia o di qualche altro disastro simile.

- Vieni – disse all'improvviso Kevin, alzandosi.

- Ma dove? - chiese lei, sorpresa, mentre il suo ragazzo le tirava la mano.

- Su, vieni, dai!

Maryl alzò gli occhi al cielo e lo seguì, mentre Gabe li faceva un segno di saluto.

Uscirono nell'aria fresca della sera, il rumore dei tacchi a spillo sull'asfalto della strada era l'unico che si udiva mentre camminavano verso un bosco lì vicino.

Entrarono in una rete fitta di alberi, camminando in un sentiero battuto, fra le deboli imprecazioni di Maryl e le risa di Kevin.

- Dove mi porti? Non è che mi vuoi rapire e nascondere in una baracca nel fitto del bosco? - chiese a un certo punto lei.

- Shh, silenzio, siamo arrivati, ancora un attimo – la tranquillizzò lui, finché non le cinse la vita con un braccio e spuntarono in una radura illuminata dalla luna.

- Oh mio... - mormorò Maryl, mettendosi le mani sulla bocca, osservando la scena davanti a lei.

Al centro della radura c'era un masso, sul quale era posato un pacchetto avvolto da una carta argentata.

- Kevin – mormorò lei, - che cosa...?

Il ventunenne si avvicinò alla sua ragazza e la sospinse leggermente verso il masso, prese il pacchetto e glielo porse, mentre le mani gli tremavano dall'emozione.

- Aprilo – le sussurrò nell'orecchio lui.

Con le dita che sussultavano disfò il nastro del pacco e aprì il regalo.

- Oh mio Dio, Kevin... - disse lei a bassa voce.

Nel pacco c'era una collana con una catenina d'argento e un ciondolo a forma di cuore, sulla quale era incisa con una scrittura sottile e leggermente ondulata che scriveva “Forever”.

- E' bellissimo – disse Maryl accarezzandolo, - è semplice, ma... perfetto. Non potevi farmi un regalo migliore! - gli lanciò le braccia al collo e lo baciò dolcemente.

- Sono contento che ti piaccia – disse lui, - lo speravo tanto. - prese la collana dalle mani della sua ragazza e gliela allacciò al collo, mentre il ciondolo freddo premeva sul petto della ragazza.

- Dici sul serio? - chiese lei. - Per sempre?

Kevin annuì e le prese il viso con le mani e le disse tutta la verità:

- Ora e per sempre.


Continua...

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Capitolo 29
*** Roses ***


Eccomi qui!

Dopo non mi ricordo quanto tempo di assenza, credo una settimana, sono tornata con uno schifo di capitolo, lo ammetto, però l'ultima parte, modestia a parte, mi piace!

Ragazze, mi stavo chiedendo, ma davvero vi piace così tanto questa storia? Insomma, davvero? Vi adoro, sappiatelo, mi rendete così appagata: 13 recensioni in un capitolo!

Bene, nel mentre questo capitolo veniva scritto la qui presente ha iniziato un corso di recitazione *-* Faccio pena a recitare, ma pace!

Uh, ragazza, sappiatelo, non ho idea di quanti capitoli avrà questa storia, forse e dico forse circa 45 *si para da eventuali sassi in caso qualcuno la voglia lapidare*, mi dovrete sopportare a lungo, scusate!! Però, dài, dopo ci sarà il seguito, contente? Risposta: Certo, come no!

Un ultima cosa prima di lasciarvi ai ringraziamenti: ma sono davvero così prevedibile?

jonas_princess: oddio, quando ho letto l'inizio della tua recensione mi sono chiesta: “ma cos'ho fatto di male?”, e invece mi avevi tirato un brutto scherzo... sappi che mi vendicherò!! Vabbè, ad ogni modo, grazie mille per i complimenti! Un bacione!

Lilian Malfoy: ecco, la risposta a questa recensione è qui sopra: ma sono davvero così prevedibile? Oddio, povera te, anche latino! Io fra un po' devo andare a fare greco, aiuto! Grazie dei complimenti! Un bacione!

annina94: okay, il tempo di mandarti la mail non l'ho ancora trovato, ma lo farò al più presto, te lo prometto! Comunque, grazie per i complimenti! Un bacione!

_Crazy_Dona_: oddio, mi fai arrossire!! Ti adoro con tutta me stessa!! Davvero ti piace così tanto questa storia? Grazieeeee!! Un bacione!! xoxo

Melmon: ehi, davvero ti è piaciuto così tanto lo scorso capitolo? Looooove, ti adoro, così come adoro la tua storia!! Ed eccomi qua di nuovo ad aggiornare!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacione!

Mon Amour: tesoro mio!!! Oddio, sai che mi sono segnata sul diario i giorni che mangiano al Grande Giorno? Esattamente 22!! Che bello! Per la canzone dovrai aspettare un pochino, anche perchè non so se fare che Nick la compone per Maggie o ne scelgono una già esistente che li identifichi particolarmente... Bah! Un bacione!

MeneguzzionaJonassina: amore!! Eheh, dopo questo capitolo ci sarà il tuo tanto spospirato capitolo con una sorpresina tutta per te!! Sono contenta che ti sia piaciuta Album! E anche che ti piaccia la mia storia!! Tu ne scriverai mai una? Un bacione!
DarkViolet92: eheh, non vedo l'ora!! Sì Kevin è un romanticone, io me lo immagino così anche nella realtà... Un bacione!

jeeeeee: sono contentissima che questa storia ti piaccia! Per la canzone di Maggie e Nick dovrai aspettare un po', ma poco poco, devo trovare il capitolo nella quale la sceglieranno... Un bacione!

Giulietta 24: okay, ho capito, sono troppo prevedibile, o per lo meno lo è Joe!! Vabbè, pace... sono contenta che questa storia ti piaccia *.* Un bacione!

JonasBrothersFan: oddio, calma, calma, aspetta per il matrimonio, stanno insieme solo da un mese! Ma, chissà, forse un giorno... magari nel seguito... ahahahaha, sono crudele e sadica!! Oddio, sono troppo prevedibile... O.o Meno 22 giorni al Grande Giorno!! Un bacione!


merion: oddio, davvero ti è piaciuta così tanto la scena di Kevin e Maryl? Oh, allora non vedo l'ora di sapere che ne pensi di questo capitolo!! Massì, Joe è pazzo, ma d'altronde chi non lo è almeno un pochino? Un bacione!!

nes95: sì, ho visto, ma ero seriamente spaventata, e mi chiedevo ORA COME FACCIO?! Insomma devo leggere un casino di fanfic comprese le tue, non poteva essere stato cancellato!!! Ah, anyway, spero che questo chappy ti piaccia. Un bacione!

Capitolo 29. Roses


- Oddio. Oddio oddio od oddio oddio – commentò Lexi, camminando avanti e indietro per il corridoio. - Oddio oddio oddio oddio oddio.

Maggie e Nick la osservarono attraverso uno spiraglio della porta della camera della mora, confusi. Si voltarono fino a guardarsi negli occhi e si sorrisero fra loro.

- Scommetto dieci dollari che centra Joe – disse Maggie, porgendogli la mano.

- Va bene, ci sto – accettò lui, ricambiando la stretta e dandole un bacio su una guancia. - Però al posto dei soldi, se vinco, voglio tanti, tantissimi baci!

Maggie sorrise.

- Oh, beh, se proprio devo – commentò sarcastica, e riprese a guardare la sua sorella gemella, che continuava a camminare avanti e indietro per il corridoio.

Maggie spalancò del tutto la porta e si avvicinò a Lexi, fino a darle una pacca su una spalla, ma la rossa non sobbalzò e guardò la sorella con gli occhi vuoti.

- Un'ora – articolò infine.

Maggie la fissò stranita e inarcò un sopracciglio, mentre sua sorella riprendeva il suo giro lungo il corridoio, avanti e indietro; a furia di camminare avrebbe fatto un solco nel pavimento.

Anche Nick uscì dalla camera della sua ragazza e la raggiunse, fino a stringerle dolcemente la mano.

- Che succede? - domandò.

Lexi lo fissò con gli occhi spiritati e confusi.

- Arriva fra un'ora – disse. - Io come faccio a fare tutto quello che devo in un'ora?

Maggie iniziò a contare sulle dita della mano che non teneva stretta Nick e fece un rapido calcolo mentale: sua sorella Maryl aveva festeggiato il suo mesiversario giusto il giorno prima e Lexi e Joe si erano messi insieme il giorno dopo di lei quindi...

Oddio.

- Oh porca miseria – sillabò la mora.

A vedere l'espressione della sua ragazza Nick si irrigidì, cosa era successo di così importante di cui lui non era al corrente?

- Cosa? - chiese.

Maggie si voltò a guardarlo e lo trascinò giù dalle scale.

- Tu sai che io ti voglio bene, vero? - chiese mentre lo tirava.

- Credo di sì – disse lui.

- Bene, quindi tesoro scusami se ti caccio, ecco, di casa in questo malo modo, ma c'è un'emergenza stile Campbell – spiegò Maggie, aprì la porta di casa e spinse fuori il suo ragazzo. - Scusami!

Nick minimizzò il tutto con una mano e le diede un ultimo bacio sulle labbra prima di andarsene.

- Pretendo delle scuse esemplari la prossima volta – scherzò infine e se ne andò.

Maggie lo osservò per qualche istante, le guance arrossate e un sorriso felice dipinto sul viso, poi andò al piano di sopra, dove sua sorella continuava a compiangersi addosso.

- Lexi, cavolo, perchè non mi hai detto prima che arrivava Joe? - domandò.

La rossa non rispose e continuò a camminare.

Maggie sbuffò e, a grandi passi, si avvicinò alla camera dove sua sorella maggiore era rinchiusa da quella mattina.

- Maryl! Emergenza! - strillò. Due secondi dopo la porta si aprì e una Maryl ancora in pigiama e un sorriso ebete sul viso apparve.

- Cosa? - chiese la bionda, passandosi una mano fra i capelli.

- Joe arriva fra un'ora per festeggiare il... - Maggie non poté nemmeno finire la frase che la ventenne si catapultò su Lexi e la trascinò nella sua camera, facendola sedere su una sedia davanti al suo enorme specchio.

- Tesoro, sei uno straccio! - commentò. - E abbiamo solo un'ora! Sei pazza a credere che ce la possiamo fare, io faccio magie non miracoli! - osservò la sorella minore con una smorfia di disappunto. - Beh, possiamo provarci.

Maggie osservò la ventenne a metà fra l'ammirato e lo spaventato, non osava immaginare cosa avrebbe combinato.

- Maggie – disse la bionda.

La sedicenne mugugnò una risposta.

- Vai a scegliere l'abito per Lexi, e per scegliere intendo andare a prendere quello viola, di Dolce, quello senza spalline, e poi un paio di scarpe, mmh, quelle col tacco dieci sempre viola, sai quelle che ha indossato per il mio compleanno l'anno scorso? Ecco, quelle, vediamo, Lexi potresti deciderti di farti i capelli con i boccoli, che dici? Però è un'operazione troppo lunga, in effetti... Maggie, che ci fai ancora qui? Vai!

Un vulcano in eruzione! Non si fermò un istante e per i quaranta minuti successivi girò intorno a Lexi, frenetica, circondata da una nuvola di profumo, la collana con il ciondolo a cuore attorno al collo.

Maggie aspettò paziente fuori dalla stanza, mangiandosi le unghie come sua abitudine.

Un bip la riscosse dai suoi pensieri, il cellulare nella sua tasca vibrava.

Lo estrasse e lesse il messaggio che le era arrivato, con ansia.

Mi sento ancora offeso, sappilo, ma ti volevo avvertire che Joe sta arrivando, ora ho capito perchè mi hai cacciato. Comunque, domani io e te da Sturbacks, accetto solo sì come risposta.

Sorrise mentre leggeva il messaggio, non poteva farne a meno, da quando stava insieme a Nick la sua vita era cambiata totalmente ed incondizionatamente. Ora Nick, per lei, era tutto.

Va bene, mi vedo costretta a dirti di sì :) Scherzo, non vedo l'ora, a che ora? Grazie per aver capito, ma quando dici sta arrivando, cosa intendi?

Non ebbe neanche il tempo di inviare il messaggio che il campanello al piano di sotto suonò e in tutta la casa risuonò l'urlo di Lexi.

- Cazzo, il pranzo, l'ho lasciata sul fuoco! Oh merda!

Ecco cos'era quell'odore di bruciato!, pensò Maggie schizzando al piano inferiore, entrando in cucina, un fumo grigio e denso usciva dal forno.

Tappandosi il naso e con un paio di presine estrasse quella che un tempo doveva essere una torta al cioccolato, mentre adesso era qualcosa dal colore carbone dalla forma non ben definita.

Grazie a qualche Dio lassù la pasta non era lessa, sarà stato che il fuoco era al minimo, ma ad ogni modo era un passo avanti.

Alla velocità della luce la mora scolò la pasta, mentre il campanello suonava ancora.

- Un attimo! - urlò, saltellando su un piede dalla fretta e correndo verso la porta d'ingresso.

Joe apparve con un sorriso a trentadue denti, vestito come al solito, e cosa più importante senza mazzo di fiori.

Maggie lo fissò con gli occhi fuori dalle orbite.

- Che cosa hai fatto, niente fiori?! - domandò, con la voce un'ottava più alta del solito.

- Cosa? - chiese lui, entrando in casa e arricciando il naso. - Perchè c'è odore di bruciato?

- Lascia perdere – sbottò la mora, quel ragazzo era un caso perso in partenza.

Joe si guardò intorno, una smorfia sul viso.

Maggie aprì tutte le finestre del soggiorno e si andò a sedere sul divano, incrociando le braccia al petto.

- Maggie, è lui? - urlò dal piano superiore Maryl, con voce trafelata.

- Affermativo! - rispose con un grido la sedicenne e uno strillo fece accapponare la pelle sia a Joe che a Maggie.

- Arriva! - disse Maryl.

Non dovettero aspettare molto che una versione tutta nuova di Lexi apparve in cima alle scale: Joe non l'aveva mai vista così... femminile.

Qualche ciocca di capelli era stata arricciata e i boccoli le ricadevano lungo la schiena con movimenti fluidi, l'abito aderiva perfettamente al suo corpo sinuoso, il viso era panna e rose, la testa circondata da due ciocche rosse attentamente arricciate. Un cerchietto con un fiore finto bianco, un giglio, era posato sulla sua testa e con i tacchi era ormai alta quanto il suo ragazzo.

- Le...Lexi – biascicò il ragazzo, - sei bellissima!

La ragazza sorrise, timida, e con quel sorriso nuovo, che raramente nella sua vita si era dipinto sulle sue labbra, assomigliava, almeno guardandole il viso, terribilmente alla sue gemella.

Maryl sorrideva trionfante dalla cima delle scale, mentre la sua opera le scendeva elegantemente; lei era ancora in pigiama, ma non appena fu certa che Lexi avesse sceso le scale senza cadere schizzò nella sua camera, per indossare qualcosa per poi uscire con Maggie.

Joe baciò la sua ragazza dolcemente, prendendole delicatamente il viso attentamente truccato, ma con quel trucco leggero che la migliorava, ma quasi non si notava.

- Sei bellissima – disse il diciannovenne, - terribilmente bella.

Lexi sorrise felice.

- Mi hai dato solo un'ora per prepararmi, sei un'idiota – commentò la rossa.

- Ma perchè? Insomma, potevi vestirti al solito, non sarebbe cambiato nulla – notò Joe, con disappunto; non riusciva a capire, perchè tutta quella fretta, quell'eleganza?

Se lo sentiva, c'era qualcosa che aveva dimenticato.

Lexi sorrise ugualmente, pensava che il motivo di quella frase fosse che bastavano loro due per un mesiversario perfetto.

- Niente fiori? - chiese a un certo punto.

Ma perchè ce l'avevano tutti con quei stra benedettissimi fiori?

- Ehm, dovevo? - chiese lui.

- Beh, sarebbero stati graditi – disse lei, - ma non fa niente, bastiamo noi due per questo giorno speciale.

Joe fece una faccia perplessa.

Giorno speciale? Ma che giorno era? Oh, no, no, no, no, no, non era il suo compleanno, vero?

- A proposito, auguri – soffiò la rossa, stringendosi delicatamente al suo ragazzo.

- Anche a te, tesoro mio – disse Joe, mentre dentro di sé stava sfogliando il calendario.

Maggie li osservava da lontano, perplessa, se lo sentiva, Joe ne aveva combinata una delle sue.

- Andiamo? - squittì Maryl, comparendo all'improvviso dalla cima delle scale.

- Sì, certo – disse Maggie, alzandosi. - Noi usciamo.

Alexandra annuì, tenendo stretta la mano del suo ragazzo.

- O...okay – disse Joe; ma che giorno era?

- Buona fortuna! - esclamò la mora, riferendosi più al ragazzo che a sua sorella, aveva come l'impressione che ne avrebbe avuto bisogno.

- Divertitevi! - li augurò la bionda, muovendo la mano in gesto di saluto.

- Grazie! - le ringraziò Lexi.

Si richiusero la porta alle spalle e il silenzio calò nella casa, mentre Lexi teneva ancora stretto a sé il suo ragazzo.

- Finalmente solo noi due – soffiò Lexi, mentre Joe rabbrividiva. Okay, era il diciassette febbraio, cosa accadeva il diciassette febbraio?

- Già... - borbottò lui.

Lexi si staccò da Joe e lo penetrò con i suoi profondi occhi verdi.

Il diciannovenne si mise a pregare silenziosamente per sé stesso, conosceva quell'occhiata e non prospettava nulla di buono.

- Joe – disse la rossa, incrociando le braccia al petto. - Sai che giorno è oggi?

- Certo! - disse lui. - Il diciassette febbraio, ovvio!

La ragazza lo guardò ancora, mentre gli occhi si riducevano a due fessure.

- E cosa accade il diciassette febbraio? - domandò, dura.

Il mezzano guardò la sua bella ragazza ed ebbe un fremito, cosa le diceva, ora?

Passarono i secondi, mentre Joe tentava di evitare gli occhi di Lexi e si fissava le scarpe, morendo dalla vergogna.

- Non lo sai – sibilò Lexi, con la voce calma ma micidiale. La sua non era una domanda.

Joe scosse la testa e la alzò su di lei, aveva già perso parte del suo orgoglio, non poteva perderlo del tutto.

- Oggi dovremmo festeggiare il nostro primo mese assieme.

Il vocalist si sentì morire di vergogna e si diede una mano sulla fronte; come aveva potuto dimenticarlo? Lei gliene aveva parlato a lungo per settimane e lui aveva pensato a tutto quello che avrebbe voluto fare in quel giorno speciale.

- Oddio, Lexi, me ne sono dimenticato... - iniziò lui.

- Lo vedo – snocciolò lei, dirigendosi in cucina, con il suo ragazzo che la seguiva a distanza di sicurezza.

- Nella mia testa avevo progettato tutto, te lo giuro! Il regalo, la cena, il vestito... volevo renderti la ragazza più felice della Terra!

- Mi sa che i fatti, a volte, contano più delle parole – era arrabbiata, molto arrabbiata. Buttò la cena nel cestino con un gesto secco. - Joseph, io ho cucinato per te. Mi sono vestita così – si indicò – per te. Ho letto un libro idiota per te, e tu che fai? Ti dimentichi? - man mano che parlava la sua voce si era alzata sempre di più.

Il diciannovenne si pentì, abbassò il capo e sussurrò delle flebili parole di scuse.

- No, le scuse non bastano, Joseph – ringhiò Lexi. - Vai fuori, non ti voglio vedere più per un lungo periodo.

Lui la guardò, gli occhi spiritati, per un lungo periodo? Era troppo...

- Lexi, Lexi scusami – disse cercandola con le mani, ma lei lo scansò e salì al piano di sopra.

Poco dopo si udì il rumore di una porta che sbatteva.


Io ti amo e ti amerò

finché lo vuoi

anche sempre se tu lo vorrai

(Insieme; Mina)


- Non credevo che mio fratello potesse essere tanto stupido – notò Kevin, sorseggiando un sorso di coca cola, mentre teneva un braccio intorno al collo della sua ragazza.

Nick annuì, amareggiato, mentre giocherellava con una ciocca di capelli di Maggie, la quale teneva gli occhi bassi, le guance arrossate.

- E Lexi? - chiese il maggiore. - Come l'ha presa?

- Uno schifo – ammise Maryl. - Si è chiusa in camera sua da tempo e non vuole più uscire, Joe l'ha lasciata sola che saranno quattro ore.

Maggie fece un lungo fischio.

- Che schifo di anniversario – commentò, poi guardò il suo ragazzo con un piccolo sorriso. -Non osare dimenticarti del nostro mesiversario, eh!

Nick sorrise e le stampò un delicato bacio sulle labbra, per poi farla sedere sulle sue gambe e non lasciarla più andare.

Erano seduti a un tavolo di Sturbacks da quasi mezz'ora, dopo che Joe aveva chiamato i suoi fratelli per raccontare la sua ultima cavolata e Lexi aveva telefonato alle due sorella per dire come ci fosse rimasta male, raccontando che il suo ragazzo “non era altro che un fannullone pieno di sé che soffriva di Alzheimer anticipato!”.

- Beh, ma lo perdonerà, no? - chiese Kevin. - Joe sente già la sua mancanza.

- Conoscendola, prima, farà un po' la stronza – disse Maryl, - dalle... secondo te quanto, Maggie? Due settimane?

- Tre – annuì la mora.

- Ecco tre settimane e l'avrà perdonato.

Kevin quasi non soffocò con la sua bevanda a sentire quell'informazione, tre settimane?

- Ma, fra tre settimane avremo già iniziato il tour! A noi Joe serve arzillo e pazzo, non triste e depresso! - disse il maggiore.

Grosso errore.

- Tour? - chiese la bionda, irrigidendosi improvvisamente.

- Tre settimane? - disse Maggie, guardando il suo ragazzo negli occhi, fulminandolo.

Nick deglutì e scoccò un'occhiataccia a Kevin, poi annuì, piano.

- Ve ne avremmo parlato presto – disse, - fra due settimane partiamo per il tour mondiale; per cinque mesi.

Il silenziò calò sul gruppo.

Nessuno fiatava, non diceva nulla, stava in silenzio e aspettava che qualcuno dicesse qualcosa.

- Beh, io vengo con te – disse Maryl, riferendosi al suo ragazzo; - tu qui per cinque mesi non mi lasci, scordatelo!

Maggie annuì con forza alle parole della sorella.

- Anch'io! - disse. - Non me ne frega niente se non mi vuoi, Nicholas, io verrò con te!

Lui fece un debole sorriso triste, l'avrebbe voluto tanto anche lui che lei venisse.

- Hai la scuola – disse. Era quello l'unico problema, altrimenti l'avrebbe portata con sé anche in capo al mondo.

- Non importa! - sbottò lei.

Maryl la fissò con serietà; lei ci teneva all'istruzione, e non perchè a scuola fosse la prima della classe, anche se adesso aveva abbandonato la scuola per riflettere, ma sua sorella minorenne e per di più che non aveva ancora finito il liceo non poteva farlo.

- No, Maggie, tu a scuola ci devi andare! - le ordinò.

- Ma Maryl...

- No!

Kevin tenne stretta la sua ragazza e la coccolò, baciandole il collo.

- Stai calma, tesoro mio, stai calma – con una mano prese delicatamente il ciondolo della collana che le aveva regalato la sera prima. - Per sempre, ricordi?

La bionda alzò gli occhi al cielo e annuì.

- E comunque troveremo una soluzione – disse il ragazzo. - In un modo o nell'altro.

Una suoneria li interruppe tutti, era Poker Face, di Lady Gaga, dal cellulare di Maryl.

- Scusate – disse, e rispose. - Pronto? Ah Joe, che vuoi? Senti, ti passo tuo fratello, sono troppo incazzata con te per parlarti, ciao! - e passò il suo telefono a Kevin.

- Joe – lo salutò il maggiore. - Che succede?

- Ehi, Kev, primo: scusami con Maryl. Secondo: ma lo sapevi che tuo fratello è un genio? - disse il mezzano, la voce eccitata.

- Certo! Lo so che Frankie è un genio, sai? Non c'è bisogno che me lo ricordi! - disse il ventunenne, beffardo.

- A volte credo di odiarti, ad ogni modo, chiama Lexi e tienila fuori casa per un paio d'ore, okay? Chiedi a Maryl dove tiene le chiavi di scorta di casa loro, devo entrare abusivamente.

- Che hai combinato? - domandò il maggiore, passandosi una mano tra i capelli.

- Senti, so come chiedere scusa a Lexi e fare in modo che lei mi perdoni, ma ho bisogno che lei sia fuori casa!

Il maggiore sbuffò, mentre Maryl, Nick e Maggie lo osservavano curiosi, se centrava Joe era sicuramente qualcosa di stupido o interessante, oppure entrambi, dipendeva dai punti di vista.

- Maryl, tesoro, Joe deve chiedere scusa a tua sorella e gli servono le chiavi di casa, dove sono quelle di scorta? - domandò Kevin.

La bionda annuì e si scostò i capelli dagli occhi.

- C'è un vaso di tulipani accanto alla porta d'ingresso, dietro al vaso, attaccate a un chiodo, ci sono le chiavi, ma si può sapere cos'ha in mente?

Lui le mise un dito sulle labbra e riferì al fratello le indicazioni.

- Ma che vuoi fare? - chiese.

- Oh, niente di che – disse il mezzano, trattenendo una risate. - Ora ho bisogno che facciate uscire di casa Lexi. Grazie! - e riagganciò.

Kevin fissò stranito il cellulare per un istante, poi lo restituì alla sua ragazza.

- Quello è tutto matto – articolò infine. - Maggie, convinci Lexi ad uscire di casa, il nostro genio ne deve combinare un'altra delle sue.


Rose rosse per te

ho comprato stasera

e il tuo cuore lo sa

cosa voglio da te

(Rose rosse; Massimo Ranieri)


Come l'avessero convinta ad uscire nemmeno Lexi lo sapeva.

Sua sorella gemella l'aveva chiamata dicendole di raggiungerla perchè così si divertiva, usciva un po' e che, ehi, Joe era un'idiota e non doveva prendersela, tutte parole che raramente aveva detto.

Così, dopo vari ti prego, ti prego, ti preeeeego, aveva deciso che tanto valeva andare a farsi un giro per un'oretta.

Ma il clima che aveva trovato non era esattamente quello che lei trovava divertente; Maggie e Nick non facevano altro che baciarsi e dirsi paroline dolci, mentre Maryl e Kevin erano tutto un amore mio ti adoro!

Ragion per cui, dopo cinquanta minuti di smancerie varie aveva detto ciao ciao a tutti quanti e se nera tornata a casa sua.

Aprì la porta di casa ed entrò sbuffando, togliendosi le Silver e lanciandole in un angolo con un gesto secco.

- Ma vaffanculo! - urlò, riferendosi al suo odioso ragazzo. C'erano dei giorni nei quali avrebbe tanto voluto tornare ai vecchi tempi, quando ancora si odiavano entrambi, ma ormai era troppo tardi, condividevano troppe cose per pensare di poter vivere l'uno senza l'altra.

Con passo pesante salì al piano superiore, aiutandosi con il corrimano delle scale e si diresse verso la sua camera.

Aprì la porta e rimase congelata.

Davanti a lei si paravano centinaia e centinaia di mazzi di rose rosse, erano dappertutto, sul letto, sul pavimento, sull'armadio, probabilmente anche dentro l'armadio, sul davanzale della finestra, sulla scrivania.

La camera era tutto un trionfo di rosso e verde.

Al centro della stanza, con indosso uno smoking nero, cravatta e un altro grosso mazzo di fiori in mano, c'era Joe.

Il ragazzo le sorrise e con un piede schiacciò il tasto play di uno stereo vicino a lui, a terra, e nella stanza si diffusero le prime note di When you look me in the eyes.

- Joe – sussurrò Lexi, portandosi le mani alla bocca e quasi cadendo a terra in ginocchio, non poteva essere vero.

Lui sorrise e attese che lei gli si avvicinasse, barcollante, prima di darle il mazzo di fiori e stringerla a sé.

- Mi hai dato solo un'ora per prepararmi, sei un'idiota – disse lui, con un sorriso, ripetendo le parola che Lexi aveva detto poche ore prima.

Lei lo teneva stretto a sé, un grosso sorriso sulle labbra, gli occhi chiusi.

- Come hai fatto? - domandò a un certo punto. - Sono uscita per un'oretta scarsa.

Joe sorrise e le diede un bacio sulle labbra.

- Ecci i vantaggi di essere una rock star, servono duecentosettantasette mazzi di fiori in mezz'ora? Li avrò in meno di venti minuti – spiegò. - Mi sembra il minimo dopo quello che ho combinato.

Lexi sorrise e lo baciò ancora, e ancora, e ancora, finché non si dovettero fermare per prendere fiato.

Solo allora la ragazza posò gli occhi sul suo letto; in mezzo a una decina di mazzi di rose, scritto con dei petali rossi, c'erano due semplici paroline.

- Ti amo – disse Joe, ripetendo quello che aveva scritto. - Ti amo, Lexi, ora e per sempre.

Lexi si mise una mano sulla bocca, mentre i suoi occhi brillavano come due stelle.

- Oddio, Joe, anch'io ti amo – sussurrò dopo qualche istante di smarrimento, senza esitazioni. - Ti amo!

Il viso di Joe si tramutò in una maschera trionfante e la baciò.

In quel bacio era racchiuso tutto il loro amore.


Continua...

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Capitolo 30
*** Because ***


Ehi,

dopo una settimana di assenza eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole, sì!! Ahahahah!! Oddio, non sono normale, ad ogni modo spero che questo capitolo vi piaccia!!

Come ho già preannunciato a Meneguzzina Jonassina (<3), questo capitolo è tutto incentrato sulla coppia Jexi, ovvero compariranno solo loro.

Un piccolo avviso prima di lasciarvi alla piccolo sorpresina per Susy, ma ci tengo a dirvi che ho fatto un, ehm, errore, e questa storia dovrebbe durare ancora, circa, otto capitoli. Stop! Ferme, potrebbero essere anche nove o dieci, o undici, non so, dipende da come li butto giù...

Ma ragazze, dopo c'è il seguito!! Immagino la vostra felicità! *ma dove la vedi? Ndr. Tutti*

Mi scuso infinitamente per non potervi ringraziare una per una ma sono molto di fretta, ma sappiate che vi adoro infinitamente!

Voglio dedicare questo capitolo solo e unicamente a Susy, o anche detta Meneguzzina Jonassina, per avermi dato l'ispirazione e l'idea, se non me l'avesse chiesto questo chappy non sarebbe mai esistito. Quindi Grazie, Susy, con la “g” maiuscola, perchè sei una grande e perchè i tuoi complimenti sono meravigliosi!

Capitolo 30. Because


- Tu lo sai che io ti odio, vero? - chiese Lexi, mentre Joe le copriva gli occhi con una benda nera.

- Ora sì – disse lui, - ma ti ricordo che ieri mi hai detto che mi amavi, insomma deciditi!

Lexi incrociò le braccia al petto, facendo la finta offesa, e voltando la testa dalla parte opposta a dove si trovava Joe, immergendosi nel sedile del SUV di Kevin che il suo ragazzo aveva preso in prestito, o almeno così aveva detto, al fratello.

Il paesaggio, anche se Lexi non lo poteva vedere, era meraviglioso.

Il sole fra qualche minuto sarebbe tramontato, e i cielo iniziava a tingersi di colori che sfumavano dal rosso al celeste; la macchina stava attraversando una strada affiancata dal mare, e lo scrosciare delle onde che si infrangevano fu l'unica cosa che indicò a Lexi un riferimento a dove si trovassero.

Erano fuori città, lontani dalla trafficata e caotica Los Angeles, lontani da pop star vanitose, da giornalisti invadenti e fratelli asfissianti. Erano solo loro due.

- Io non mi fido di te – disse chiaramente Lexi, - e mai lo farò, conoscendoti, per questo motivo mi vuoi dire dove diavolo siamo diretti? Ti ho mai detto che ho fatto karate? So far perdere i sensi a una persona in tredici modi differenti con e senza l'uso delle mani, e non tutti questi metodi sono, ecco, diciamo indolori.

Joe fece un sorriso a metà fra lo spaventato e il divertito, sapeva che lei, da una parte, scherzava, mentre dall'altra era serissima, tipo la parte del metodi non indolori.

- Non preoccuparti, siamo quasi arrivati – le disse.

- Alla buon ora! Viaggiamo che saranno due ore! - sbuffò la rossa, rivoltando il capo verso il diciannovenne. - E io odio le sorprese, soprattutto se mi devono far aspettare, non sono una persona molto paziente, io.

Joe rise e con una mano le sfiorò le dita, mentre con l'altra continuava a guidare.

- L'avevo capito, sai?

Lexi mugugnò una risposta e voltò di nuovo il capo, cercando a tentoni con una mano il tasto per abbassare il finestrino.

Joe non l'aiutò, sapeva che era una ragazza indipendente e non aveva bisogno di essere aiutata sempre, certe cose non le sopportava.

Non appena trovò il tasto la ragazza lo schiacciò e subito un vento tiepido le frustò il viso, ma per lei era una sensazione piacevole; il sole, non troppo caldo a quell'ora, le riscaldava il viso e i capelli le volteggiavano intorno alla testa.

Joe la osservò con la coda dell'occhio e pensò che la sua ragazza era un vero schianto; non tanto per gli abiti che sua sorella maggiore le faceva indossare, ma per la sua pelle morbida e vellutata come una pesca, i capelli rossi ondulati che le incorniciavano il viso grazioso, i lineamenti ben definiti, meno graziosi della sua gemella ma più maturi.

Un'altra cosa che il ragazzo amava di lei era il suo carattere: nella sua vita era sempre stato con ragazze piuttosto timide, o per lo meno che avevano paura di affrontare gli occhi a viso aperto, mentre Alexandra era diversa, se le stavi antipatico, se non ti sopportava, se odiava quel tuo modo di fare te lo diceva senza farsi tanti problemi.

Il tratto principale del suo carattere, appunto, era l'impulsività.

- So che mi stai fissando – disse Lexi, voltandosi verso di lui, la benda nera sempre calata sugli occhi, - che vuoi, maniaco?

Joe sorrise e scrollò le spalle.

- Niente, pensavo a te – spiegò, - pensavo che sei molto bella.

Anche se Joe non li poteva vedere, sapeva che i suoi occhi brillavano come due fari nella notte, talmente era felice.

- I maschi pensano sempre che le loro ragazze siano bellissime anche se non lo sono – sbuffò lei, - comunque grazie. E non ti preoccupare, sei bello anche tu, altrimenti la band non avrebbe così successo! A proposito di band, per favore metti un po' di musica, per favore? Niente di vostro, ti prego, oltre a When you look me in the eyes continuo a detestare il vostro genere.

Joe ubbidì, bravo come un cagnolino ammaestrato, e mise un canale della radio che dava solo ed esclusivamente, dalla mattina alla sera, la musica degli anni sessanta, l'epoca musicale preferita di Lexi.

In quel momento davano Come Together, dei Beatles e la rossa si mise a tenere il tempo con le mani, sbattendole a ritmo e canticchiando a bassa voce.

Joe si unì a lei e Lexi lo guardò sorridendo, continuando a cantare.

Pian piano entrambi stavano cantando a squarciagola, intonato e stonata, a battere le mani, a tenere il tempo e tenere il volume della radio alzato al massimo.

Mentre cantavano e si sorridevano fra loro, senza che se ne rendessero conto, la macchina iniziò a rallentare.

Joseph guardò il tachimetro della benzina e deglutì, la macchina che continuava a rallentare, tant'è che pure Lexi, sempre bendata, se ne accorse.

- Siamo arrivati? - domandò, ansiosa.

- Ehm... - esitò lui.

Lexi continuò a guardarlo.

- Joe?

- Diciamo che ci sarà una piccola tappa – dichiarò lui e accostò l'auto sul ciglio della strada.

- Eh? - domandò lei. - Joe?

Lui uscì dall'auto e le aprì la portiera, aiutandola ad uscire, mentre temeva la sua reazione.

- Fammi indovinare – sbottò lei, - è successo qualcosa, dammi tre opzioni e scommetto che indovinerò il tuo ultimo disastro.

Joe la guardò allibito, forse lo conosceva troppo bene.

- Uno? - chiese lei.

- Si è bucata una gomma.

- Due? - continuò la ragazza.

- E' finita la benzina.

- Tre? - chiese con uno sbuffo.

- Ci siamo persi.

Lexi si sfilò la benda dagli occhi e fissò Joe con aria di rimprovero.

- E' finita la benzina – disse lei, sicura, - e tu sei un'idiota.

- Probabile – sussurrò Joe.

Lexi era stranamente calma, il che poteva significare due cose differenti; primo: stava scegliendo in che maniera lenta e dolorosa uccidere il suo ragazzo. Secondo: il fatto di essere bloccati solo lui e lei non le dispiaceva più di tanto.

- Capisco – disse lei, chiudendo gli occhi con un sospiro, quando li riaprì ribollivano di rabbia. - Ora mi spieghi come diavolo facciamo? - strillò.

Il povero Joe abbassò gli occhi, poveretto, non ne combinava una giusta! Il giorno prima si era scordato del suo primo mesiversario con Lexi e ora, mentre la portava in un posto segreto per festeggiare, finiva pure la benzina.

- Beh, che vi vuole! - sbottò lui. - Restiamo qui!

Lexi lo fissò, scettica, la gonna che ondulava a causa del vento, dietro di lei il tramonto che stava per arrivare e il mare.

- Restare qui? E che vuoi fare? - gli chiese.

- Oh Lexi, non ti facevo così pessimista! - sbottò lui. - Mi costa molto dirlo, ma credo che per un giorno potrò anche non mangiare, ma questo posto, fammelo dire, è perfetto!

Accanto al ciglio della strada dove avevano parcheggiato c'era un accesso alla spiaggia e il mare si infrangeva sulla sabbia con un rumore ipnotizzante.

Joe prese la sua ragazza per una mano e la strinse a sé con dolcezza.

- Bastiamo noi due per una serata perfetta – sussurrò.

A quelle parole Lexi si strinse ancor di più al suo ragazzo e si lasciò cullare dalle sue mani calde e dal rumore del mare.

Dal bagagliaio della macchina estrassero un paio di teli da spiaggia che Joe si era portato e si diressero verso la spiaggia, tenendosi sempre le mani.

Si sedettero vicino all'acqua, i teli da spiaggia appoggiati uno accanto all'altro e sopra di essi si trovava Lexi, i capelli sparpagliati a ventaglio sul telo, e Joe, sopra di lei, che le baciava dolcemente il collo, per poi risalire fino al mento e infine alle labbra.

Lexi si lasciò trasportare dai baci che Joe le dava, rise mentre le faceva il solletico, e sospirò quando lui si sdraiò e appoggiò la testa sul suo grembo.

- Ti amo – disse lei e subito si rese conto di quel che aveva detto. Lo amava, e tanto anche, non si era mai trovata così bene con un ragazzo in vita sua ed era sicura che non sarebbe mai accaduto.

- Anch'io – rispose Joe, pronto, - e lo sai. - Mise il suo naso vicino al suo collo e respirò profondamente. - Sai di rose – constatò.

Lexi sorrise. Tutte le rose che lui le aveva regalato il giorno prima erano state tutte ammassate in camera sua, spostando principalmente solo i mazzi che si trovavano sul suo letto la sera per dormire.

- E' un bell'odore – continuò Joe, - è sensuale – bacio, - dolce, - bacio, - fresco – bacio.

Lexi con un movimento rapido scambiò le posizioni e si mise sopra di lui, sorridendo e anche lei avvicino il naso al suo collo.

- Tu sai di maschio – disse, con aria quasi sprezzante.

Joe sbuffò.

- Ecco come rompere l'atmosfera – sbottò, - e per inciso di cosa sa l'odore di maschio?

- Muschio, sudore e deodorante – spiegò lei, un sorriso dipinto sulle labbra rosee.

Lui le cinse la vita con una mano e le solleticò i fianchi, facendola dibattere, mentre rideva scatenata.

- No, Joe, smettila! - gridò lei, con delle urla divertite.

- A una condizione – decise il ragazzo, serio.

- Dillo, muoviti Joe, quasi non respiro – ansimò lei, presa sempre da rise convulse.

- Devi dirmi cosa provi quando mi vedi.

Lexi lo fissò, smettendo di ridere, stranita. Non le era mai capitato che qualcuno le rivolgesse una domanda simile, e non ne capiva il senso e nemmeno come spiegarlo.

- Da dove comincio? - domandò, notando solo allora che Joe aveva già smesso di farle il solletico ed era seduto, ad ammirare il cielo che ormai si era tinto di un blu chiaro, stava calando la notte.

Joe non rispose e Lexi si mise davanti a lui e lo guardò, seria.

- Beh, diciamo che ogni volta che ti vedo non capisco più niente – iniziò. - Il mio cuore accelera il battito, lo sento che mi batte forte nel petto, come se volesse uscire; inizio a sentire caldo, a diventare nervosa, quando mi sfiori c'è un qualcosa dentro di me che si attorciglia.

- Oppure quando sento la tua voce, che sia quando canti, o che tu sia davanti a me o lontano mi sento irrimediabilmente felice, anche se abbiamo litigato. Il giorno in cui mi hai respinta quando tentavi di farti perdonare e mi parlavi io mi sentivo felice e volevo correrti incontro e baciarti, era il mio orgoglio a impedirmelo – sorrise. - A volte mi chiedo perchè tu hai scelto me, dopo ragazze come Taylor Swift, Camilla Belle e Sasha credevo che ti saresti messo con l'ennesima attrice o cantante, e invece hai scelto me.

Joe la fissò, fu un'occhiata lunga, intensa, nella quale il ragazzo mise tutto l'amore che provava per quella ragazza dai capelli rossi e testarda davanti a sé e non poté fare a meno di pensare che per tutti i suoi diciannove anni di vita una persone come lei al suo fianco gli era mancata.

- Sai perchè ti amo? - domandò lui. - Perchè ci sei tu, qui, davanti a me, e non qualcun'altra? - senza aspettare risposta riprese a parlare. - Perchè io sono un ragazzo distratto, incostante, a volte pazzo, orgoglioso, testardo e tu tutti questi difetti al posto di rinfacciarmeli, come molte altre prima di te, li apprezzi. Perchè mi sgridi quando è necessario farlo; perchè i tuoi baci, le tue carezze, tutto quel che dici mi rendono la persona più felice della terra. Perchè sei una me versione femminile, perchè sei tu, e basta.

Lexi non si era nemmeno accorta che una lacrima di felicità le era colata lungo il viso, e non appena se ne accorse la asciugò con un gesto della mano.

Joe fece un piccolo sorriso e la strinse al suo petto, le stelle sopra di loro che brillavano.

Si amavano, il che era tutto, si amavano perchè erano loro.


Continua...








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Capitolo 31
*** Frankie ***


Ehi, ehi, ehi, come va, gente?

Eccomi qui, alle 0.04 dopo una magnifica serata passata con la mia best!! Diiiiio, evviva le nostre frasi che contenevano solo “c'è” “insomma” “cioè”, ahahah!!

Uh, uh, capitolo scritto dopo sei ore di studio di storia dell'arte, greco, latino e una telefonata con la Mon Amour (<3), quindi sono abbastanza costernata; ma il mio unico neurone è riuscito ad estrarre dai meandri più oscuri della mia mente bacata questa schifezzuola di capitolo (pure corto!!), e chiamarlo così è un complimento!!

Bene, bene, bene... aggiornamenti nella mia vita? Non ce ne sono molti... oltre al fatto che manca poco pochissimo al concerto dei Jonas Brothers *.* Beeeeeeeeeeeeeello, non vedo l'ora!! Eheh, già mi immagino la scena, Ellie, Mary ed io a gridare a squarciagola i nomi dei nostri amati e a cantare le loro stupende canzoni, mentre mio padre e quello di Ellie ci guardano come se fossimo pazze... sìììììì, che sogno!!
Ehm, che dite, si capisce che sono reduce da dal greco?? Mamma mia, ma chi è il cretino che ha inventato quella stra maledettissima lingua?? E io perchè ho scelto il classico? Cosa avevo bevuto?? *riflette*

Vi lascio ai ringraziamenti (che sono sempre tantissimi, graaaaaaaaazie!! <3) e al “capitolo”... BACII!!! [ce l'ho con i puntini di sospensione oggi... visto?!).

Uh, ultima cosa!! Il capitolo è di, non mi viene la parola, okay, sì, ce l'ho, transizione, altrimenti non lo pubblicherei!! Va bene, ora vi lascio, sul serio, vado a finire di scrivere il trentaduesimo capitolo e il secondo di Vampires! *.*

DarkViolet92: grazie, tesoro! Spero che anche questo capitolo ti piaccia, a me affatto!!! Un bacione!

BENNYY: Davvero ti piacciono i Jexi come coppia? Anch'io li adoro, stranamente mi piace qualcosa di quello che scrivo, miracolo!! Comunque grazie dei complimenti! Un bacio!

jonas_princess: eh già, Joe è davvero dolce, io me lo immagino così nella realtà!! Eheh, un ragazzo perfetto, ma non come il MIO Nick, ovvio!!! Grazie per i complimenti! Un bacione!

Jeeeeee: tesoro! Grazie mille dei complimenti!! Mi sono commossa quando nella scorsa recensione mi ha quasi paragonata a Stephanie Meyer!! Per me è un complimento stupendo!!! Graaaaazie <3!!! Anch'io ti adoro!! Un bacione!
Melmon: yahyah, o come si scrive, i Jexi sono dolcissimi... hanno tanto l'aria di buffoni/insensibili, ma dentro sono dei teneroni (e come aggiungerebbe mia sorella di casa Modena!). Mi dispiace che la tua fanfic stia finendo, spero ne pubblicherai presto un'altra!! Un bacione!
Sbranina: tesoro, davvero ti è piaciuto così tanto lo scorso capitolo?? Ma graaaaazie! Tu sai quanto mi onora il tuo parere!! Mentre leggevo la tua recensione avevo sicuramente un sorriso da ebete dipinto sulle labbra, ne sono sicura!!! Grazie di tutto! Ti voglio bene <3

annina94: chi non lo vorrebbe un ragazzo così? Uno da prendere, ammazzare, ma poi resuscitare a furia di baci! Eheh, però io mi accontento di Nick, ehehe!! Un bacione e grazie di tutto!

_Crazy_Dona_: giàgià, Joe è un pochino smemorato, ma non è da mangiare di baci? Va beh, il MIO Nick è meglio, comunque... grazie di tutto!! Non vedo l'ora che aggiorni!! Un bacione!

Nes95: ehi, anche tu a casa? Oggi pure io! Ahaha, c'è lo sciopero dei pullman, delle insegnanti e la manifestazione contro la Gelmini, quindi se c'era picchetto a scuola e non riuscivo ad entrare dovevo rimanere fino alle 15 a gironzolare per Milano con 'sto freddo, mi sono detta NO! Grazie dei complimenti, non vedo l'ora che aggiorni una delle tue fanfic!! Un bacione!

MeneguzzinaJonassina: ma figurati! Per me è stato un piacere, anzi di più! Adoro le tue recensioni e mi rendi davvero orgogliosa, stranamente, quando mi dici che questa è la tua fanfic perferita in assoluto!!! Sono così contenta, graaaaazie! Un bacione!!

Mon Amour: tesoro mio, mancano nove, nove ti rendi conto???!!! E' poco pochissimo!!! Ah... non vedo l'ora!! Oddio, oddio, oddio che bello!! Va beh, poi noi parliamo, che ti devo chiamare, sta volta non sclererò per greco, lo giuro!! Eheh, un bacione, ti voglio bene <3

Capitolo 31. Frankie


Maggie si passò una mano fra i morbidi capelli mori e incrociò le braccia al petto, il respiro che si faceva sempre più veloce.

Chiunque la conoscesse sapeva che le persone a cui più voleva bene al mondo non erano altro che Lexi, Maryl e quei tre matti dei suoi tre migliori amici, di cui uno era il suo ragazzo.

Ma, ultimamente, le cose erano cambiate.

Se il suo rapporto con Joe, Kevin e Lexi era sempre fantastico e con Nick migliorava di giorno in giorno, con Maryl le cose stavano lentamente precipitando.

Da quando la ventenne aveva chiaramente detto che lei e Lexi non sarebbero assolutamente partite insieme ai Jonas Brothers per seguirli nel loro tour mondiale quasi ogni notte in casa Campbell c'era l'inferno.

Lexi che urlava improperi, Maggie che tentava di persuadere la sorella maggiore e Maryl che sbraitava che lei era la maggiore e lei decideva. Punto.

- Maryl, noi vogliamo andare con i ragazzi, maledizione non ti chiediamo la luna! - gridò Lexi, muovendo le mani, concitata.

- Non mi interessa, Lexi, non ci andate, basta discuterne! - chiarì Maryl, aggiustandosi gli occhiali sul naso.

- Ma perchè? Cosa diavolo c'è di male? - strillò Maggie, perdendo la calma.

- La scuola... - iniziò Maryl, ma le gemelle la zittirono con un gesto secco.

La scuola, tirava fuori sempre quell'argomento quella scusa idiota, dicendo che loro due erano solo al secondo anno e dovevano continuare gli studi, costi quel che costi.

- La scuola un corno! E' una cazzata la tua scusa, tu non vuoi che noi stiamo con i nostri ragazzi, ammettilo! - urlò la rossa. - Ipocrita!

- Ma come fai a dire una cosa simile?! - le chiese la bionda, gli occhi ridotti a due fessure. - Guardate che anche io starò lontana da Kevin per questi mesi, eh! Mica io vado a divertirmi e vi lascio qui!

- Un motivo in più per partire! - si impose Maggie.

- No, capitelo, no e poi no! Voi dovete studiare, farvi una cultura, bisogna saper pensare anche al futuro, non solo al presente! - spiegò Maryl.

Lexi incenerì la sorella maggiore con un'occhiataccia.

- Tu ci odi – disse. La sua non era una domanda, ma una semplice constatazione, le odiava, era ovvio, se li impediva di fare quel che più volevano al mondo quella era l'unica spiegazione plausibile.

Maryl fissò la sedicenne per un'istante, gli occhi dorati persi nel vuoto, prima di iniziare di nuovo a gridare, mentre una lacrima solitaria le scivola lunga una guancia.

- Come fai a dire una cosa simile? Vi ho cresciute io da quando mamma se n'è andata, vi ho sempre accontentato, ho sempre cercato di fare del bene per voi due, vi amo e tu come osi dirmi che io vi odio?! Non è concepibile una cosa simile! Secondo te ho passato gli ultimi quattro anni della mia vita a spezzarmi la schiena per voi così? Perchè ne avevo voglia? Mi annoiavo, secondo te?

- Ora se non mi interesserebbe di voi starei già preparando i bagagli per andare a fare questo maledetto tour, anzi!, sarei a Miami, in questo momento, con papà! - continuò. - Alexandra non osare dirmi che io vi odio, perchè hai detto la più grande cazzata della tua vita! - e con queste parole uscì di casa, sbattendosi la porta alle spalle.

Lexi e Maggie osservarono la porta chiusa per qualche istante, entrambe che si vergognavano delle loro stesse azioni, di quello che avevano appena causato con la sorella maggiore alla quale, nonostante tutto, volevano un bene dell'anima.

- L'ho detta grossa, 'sta volta – disse a mezza voce la rossa.

Maggie, nell'indecisione se rispondere o meno, rimase zitta e continuò a fissare la porta, gli occhi lievemente lucidi.

- Merda... - mormorò la rossa.

La mora annuì, incrociando gli occhi con la gemella.

Non avevano mai litigato così fra di loro, solo una volta vi erano arrivate vicine, ovvero quando Lexi accusava Maggie di averle messo in testa che le piacesse Joe, il giorno in cui lei, tentando di baciarlo, era stata respinta.

- Che si fa? - domandò Lexi.

- Aspettiamo – disse Maggie. - Chiamo i ragazzi?

La prima scosse la testa, socchiudendo gli occhi.

- Ho come l'impressione che ci chiameranno loro.

Non dovettero aspettare molto prima che il cellulare della rosse iniziò a squillare, quasi come impazzito.

Leggendo il nome del mittente la ragazze fece una smorfia e rispose con un borbottio.

- Sì?

- Che avete fatto?! - domandò Kevin, la voce controllata a malapena.

Non c'era bisogno di dire di chi stesse parlando, la risposta era fin troppo ovvia.

- Abbiamo litigato, ovvio – sbuffò la rossa. - E Kev, senza offesa, se litighiamo noi fra sorelle sono fatti nostri, okay?

- Ma diventano fatti miei da quando la mia ragazza viene da me in lacrime, chiaro il concetto? - sbraitò il ventunenne.

Lexi alzò gli occhi al cielo, mentre Maggie la guardava dal divano su cui era seduta.

- E' sempre per la storia del tour, è sempre quella la ragione, Mr Jonas, non cambia – spiegò la rossa.

Quella volta fu Kevin a sbuffare.

- Troveremo una soluzione – disse infine.

- Parlane con Maryl, poi vediamo, quella non vuole farci partire – disse la sedicenne. - Vabbè, senti, possiamo venire da voi Maggie ed io? Qui non c'è niente da fare e così “parliamo” con nostra sorella...

Kevin diede la sua approvazione, un piccolo sorriso e riattaccò.


Con te partirò,

paesi che non ho mai

veduto e vissuto con te

(Con te partirò; Andrea Bocelli)


Nick strinse Maggie a sé, baciandole dolcemente le labbra e accarezzandole i capelli, così lisci da sembrare piastrati.

- Mi sei mancata... - le mormorò.

Maggie lo strinse ancora più forte e gli diede un altro bacio, stringendo la braccia attorno al suo collo.

- A me di più – sussurrò lei.

- Non credi sia possibile – chiarì il ricciolino, - dato che tu, ormai, sei tutta la mia vita.

Maggie arrossì fino alla punta dei capelli, mentre un sorriso da ebete le si dipingeva sulla faccia.

Lexi li guardava con un sopracciglio inarcato, mentre Joe le cingeva la vita da dietro di lei.

- Oddio. - disse la rossa.

Joe mugugnò una risposta di approvazione e la strinse ancora più forte.

- Anche io, però, ho bisogno di coccole – le disse con la vocina da bambino.

Lexi ruotò la chioma rossa e si mise di fronte a lui, baciandolo piano, poi con più passione.

Un colpo di tosse li richiamò tutti e quattro; Maryl e Kevin erano in piedi a pochi metri da loro, lui che le cingeva la vita.

C'era anche Frankie, i capelli castani spettinati e gli occhioni che guardavano i suoi fratelli, curiosi.

Lexi si staccò da Joe, mentre Nick strinse forte la mano di Maggie, che ricambiò la stretta con come se fosse un gesto naturale, istintivo.

- Dobbiamo chiarire – disse Maryl, rompendo il silenzio che si era creato nella stanza.

- Ma no?! - fece Lexi, sarcastica.

Kevin la fulminò con un'occhiataccia.

- Non scherziamo... - disse Maryl, aveva gli occhi arrossati.

Maggie sbuffò.

- Ricapitoliamo – iniziò la bionda. - Voi volete seguire i ragazzi durante questo tour, ma c'è scuola. E poi chissà se i ragazzi ci vogliono...

- Ma che domande fai?! - esclamò Joe. - Certo che vi vogliamo! - e come conferma cinse le spalle della sua ragazza.

- Va bene, va bene, ma c'è sempre questo problema di scuola, io voglio che voi continuiate gli studi, non mi importa se saltate la scuola sole per tre mesi, gradirei che voi continuiate a studiare legalmente – disse Maryl.

- Fossero questi i problemi – ringhiò Lexi. - Diremo ai nostri professori che abbiamo preso la peste e non possiamo venire a scuola! Torneremo a settembre!

- No – disse chiara Maryl.

L'ora successiva proseguì in questo modo, sparando idee per permettere alle sorelle Campbell di studiare ma che la bionda bocciava una dopo l'altra.

- Posso fare una domanda? - fece Frankie, curioso.

- Certo – disse Kevin.

- Perchè vi fate tutti questi problemi? Lexi e Maggie possono studiare privatamente con Nick...

Ci vollero due minuti e trentasei secondi prima che tutti e sei i ragazzi si fossero resi conto di quello che il piccolo Bonus aveva detto.

- Non ho mai sentito un'idea più... - iniziò Kevin.

- Geniale! - lo interruppe Maggie, il viso come una maschera di felicità, che lasciò la mano di Nick e corse verso Frankie, prendendolo in braccio e dandogli un bacio sulle guance.

- Frankie, io ti amo! - esclamò la ragazza, saltellando di gioia.

- Ehi! - protestò Nick, offeso. - Lo dici prima a lui che a me? Non è giusto!

Maggie, per la prima volta a memoria d'uomo, lo ignorò e continuò a baciare sulle guance quel tesoro di bambino che aveva in braccio, il quale non sapeva esserne troppo dispiaciuto.

Lexi, se fosse stato un cartone, avrebbe avuto gli occhi a forma di stelle, e saltellava intorno a Joe, canterellando allegra.

- Sì, sì, sì, sì, sì! - esclamò, abbracciando di slancio Joe.

Maryl guardava Frankie pallida, gli occhi vuoti, un'espressione indecifrabile dipinta sul viso.

Kevin la strinse leggermente e le prese il viso per guardarla negli occhi. Lui era felice, quella situazione gli sembrava a dir poco perfetta, una soluzione al loro problema.

- Che dici? - sussurrò alla sua ragazza.

Maryl lo guardò per un istante, poi un sorriso le increspò le labbra e gli lanciò le braccia al collo.

- Sì!

Se qualcuno avesse camminato fuori da casa Jonas in quel momento avrebbe pensato che fosse esplosa una bomba o simili talmente furono forti le urla che si scatenarono.

Lexi si mise a cantare l'inno nazionale, Joe la seguì a ruota, Maggie iniziò a ballare per il salotto insieme a Frankie, Nick afferrò una chitarra elettrica appoggiata a un muro e fece un assolo spaventoso e in mezzo a tutto questo c'erano Maryl e Kevin che si tenevano stretti, le labbra di uno su quella dell'altra.

- Tour! - strillò Maggie. - Si parte!


Continua...

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Capitolo 32
*** Fly with me ***


Eccomi qui, di nuovo, a rompere a tutte voi di nuove le scatole (con la febbre xD)

Voi siete i miei fiori di primavera, lo sapete, sì? Mie adorate lettrici, io vi AMO!! Ma tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto […], carissime mie!!

Sono tantissime le recensioni!! Siete fantastiche, tutte, nessuna eccezione!!

Bene, ecco a voi un altro capitolo a vostra disposizione, e se volete da stampare, strappare e buttare per la sua infinità schifosità!! Ehehe, parola inventata!! A me piace solo la parte dei Mick!!

Ringraziamenti a tutte voi e a fine capitolo un piccolo avviso!!

BENNYY: sì, Frankie è senza dubbio un amore, carrrrrrro lui!! Grazie mille per i complimenti!! Un bacio!

jonas_princess: eheh, non dirlo a me, anche mio fratello e mia sorella mi svegliano prestissimo la mattina anche se io vorrei dormire!! Allora, l'avvelenamento com'è andato? Mi dai la ricetta? Così la do ai mostri che mi ritrovo per fratelli... Un bacione e grazie di seguirmi sempre!!

Giulietta 24: fai bene ad avere paura, sinceramente mi stupisco dalla mia malvagità *lei che pensa, triste* Frankie 4ever! Un bacione!

annina94: sì, scusami, ma non sono tanto sveglia ultimamente (e già di mio sono messa male). Ahaha, massì, Nick ce lo dividiamo, io tanto me lo tengo sempre di più!! Mhuahahahahahaha!!! Un bacione!

Melmon: tesorooooooooo, ma io ti adoro, lo sai, sì??? Ahahaha, ricordati, Frankie è sempre il più intelligente! Ehehe, un bacione!

thislove: amore miooooo!!! Oddio, ma io quanto ti adoro da uno a un miliardo? Senza dubbio un triliardo!! Eheh, se se, Nick e Maggie a fare “anatomia”, potrei inserirlo in qualche capitolo, oppure nel seguito, mmmh. Uh, che ne pensi di Vampires? Iloveu <3 Un bacione!

Lilian Malfoy: per prima cosa stimo tuo fratello, diglielo pure, adoro le persone che si inventano parole *.* Non mi fanno sentire sooooola!!! Scusa, effetto febbre, cooomunque, Frankie è adorabile, certo! Ma quanto lo adoro? Un bacione!

Mon Amour: amoreeeeee, senti, manca pochissimo al concerto e al nostro incontro (quattro giorniiiiiiiiiiiiiiiii!!!! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!) e io sono malata, ma è possibile -.- ? Ma anche se ho la febbre vengo al concerto, non si discute! Magari Nick, Kev e Joe vedono che sto male e mi aiutano... *si perde nella sue fantasie perverse* Vabbè, ci sentiamo martedì noi due, occhèi? Bacione!!

_Crazy_Dona_: ho rimediato al mio errore e ho recensito l'ultimo capitolo della tua fantastica fanfic... Certo che Frankie è adorabile! Ha preso tutto dai suoi fratelli.. ehehe!! tesoro, sai che mi hai lasciato due recensioni? Un bacione!

Susy: mia adorata, aspetto ancora la risposta della tua mail, la mia ti è arrivata? Conoscendomi sarei capace di averla spedita a chissà chi... Mi dispiace che tu non venga al concerto dei Jonas :( dài, ti racconterò poi io! Un bacione!

jeeeeee: davvero te gusta? Yhuppie!!! Ahahaha, amor non riesco a registrarmi a twitter, ci riprovo non appena il mio cervello si riprende da questa febbre orribile!! Ci sentiamo presto, spero! Un bacione!

DarkViolet92: ehehe, Frankie the best!! E tu aggiorna che sto morendo di curiosità...!!! Un bacione!


Capitolo 32. Fly with me


- In che senso c'è un limite sulle valigie che posso portare? - chiese Maryl a Kevin, davanti a lei. - Scusami, ed io dovrei andare in giro per il mondo con al massimo sette valigie? Stai scherzando, spero!

Kevin fissò la sua ragazza con un sorriso scherzoso, le diede un lieve pizzicotto alle guance e le cinse la vita con le braccia, baciandole i capelli biondi.

- Tesoro, devi capire che il massimo di sette valigie è più che accettabile – disse lui, - senza contare il fatto che non so quanto shopping farai in città come Parigi e Milano.

La ragazza sbuffò, mentre una ciocca di capelli svolazzava in aria per qualche istante e poi le ricadeva sugli occhi dorati.

- E tu invece devi capire che io come minimo ho bisogno di tredici valigie – spiegò, incrociando le braccia al petto. - Non sette!

Il ventunenne alzò gli occhi al cielo, trattenendosi appena dall'imprecare; certe volte essere il ragazzo di Maryl Campbell era un lavoro duro.

- Lexi e Maggie si stanno facendo bastare non più di quattro valigie, mi sembra – disse, - e poi non mi sembra così grave il fatto che non potrai indossare ogni giorno un abito diverso!

Maryl soppresse per grazia divina una serie di imprecazioni che, pronunciate in presenza di un Jonas, non potevano essere chiamate innocenti.

- Ma Lexi e Maryl non sono come me! - ribatté la ragazza. - Se contrattiamo? Diciamo nove valigie!

Kevin scosse la testa, avvicinando la propria testa a quella della sua ragazza.

- Sei antipatico – borbottò la ventenne.

- E tu fantastica.

- Troppo fiscale...

- Bellissima.

- Troppo... troppo...

- Sì?

- Troppo tu! Troppo Paul Kevin Jonas II, ecco! - esclamò lei.

Il ventunenne la guardò divertito; si stava arrampicando sugli specchi, quella ragazza, non aveva la minima idea di quello che stava dicendo.

- Mmh, come vuoi, mi hai scelto tu. Comunque, tesoro, ti ricordo che partiamo fra sei ore, quindi ti conviene sbrigarti, sai com'è, dobbiamo essere a Dublino per domani mattina per un'intervista...

Maryl schizzò per la stanza e aprì il suo armadio, tirandone fuori una quantità esorbitante di gonne, pantaloni, magliette, cinture, capelli, abiti da sera e ancora cinture.

- Bene, Kevin, vammi a prendere le valigie nello scantinato, sono quelle beige, non puoi sbagliare, grazie! - miagolò lei, stampandogli un bacio su una guancia e buttandolo fuori dalla sua camera, dove, a sorpresa, stava Joe.

- Ehi, che combini? - domandò il maggiore, guardando il fratello.

- Mi salvo la vita – disse con un filo di voce il mezzano, incrociando gli occhi con il fratello. - La mia ragazza è improvvisamente impazzita.

- So cosa intendi. - chiarì il ventunenne avvicinandosi a lui.

Entrambi i Jonas sospirarono.

- Lexi dice che non è possibile che la nostra prima tappa sia Dublino – snocciolò il mezzano, - le scombussola il fuso orario e non potrà dormire per le sue solite dieci ore, o per lo meno così mi ha detto.

- Maryl vuole portarsi dietro tredici valigie per il tour, ovviamente non può e mi sta facendo diventare pazzo – Joe l'avrebbe volentieri ascoltato, se non fosse stato che si era bloccato alla parte tredici valigie e non si può.

- Come non si possono portare tredici valigie? Ma no! E io ora come faccio?! - chiese, nel panico, mentre il ventunenne si copriva la faccia con le mani, scuotendo la testa.

In quel momento una porta poco lontana da loro si aprì e vi uscì Nick, i capelli spettinati, che la richiuse con uno schiocco e si mise a fare dei brevi respiri.

- Che Dio mi aiuti – mormorò.

- Che succede? - domandò Joe, con voce pettegola, guardando il sedicenne.

Il ragazzo si voltò verso di lui, gli occhi persi nel vuoto.

- La mia ragazza è pazza – disse.

- Bene, fratelli, mettiamo su un club, lo pubblichiamo su MySpace, okay? - fece il mezzano, ma fu prontamente zittito da Kevin con uno scappellotto.

- Che combina Maggie?

- Le sta venendo una crisi isterica, il motivo mi è ignoto, non mi parla e prepara le valigie quasi ne dipendesse dalla sua stessa vita! - spiegò il minore.

- KEVIN! Dove sono le mie valigie?! - strillò Maryl, facendo accapponare la pelle a tutti e tre i fratelli Jonas.

- Te le porto subito, amore! - disse lui, con aria innocente.

- Sbrigati!

Accompagnato dai fratelli il ragazzo scese fino allo scantinato, prese le valigie e con grosse difficoltà date le dimensioni dei bagagli le portò nella camera della sua ragazza.

- Era ora! - sbottò la ragazza. - Grazie, comunque.

Kevin fece un okay con un dito di una mano e uscì dalla stanza, l'aria affaticata. Se i prossimi mesi fossero stati così non sapeva se avrebbe resistito.


Ti proteggerò, dalle paure delle ipocondrie

dai turbamenti che da oggi

incontrerai sulla tua via

(La Cura; Franco Battiato)


Maggie prese posto sull'elegante sedile di pelle bianca e si allacciò la cintura di sicurezza con fare nervoso, passandosi continuamente una mano fra i capelli e giocherellando con una ciocca, mentre il suo ragazzo prendeva posto accanto a lei, vicino al finestrino.

Scrocchiandosi le dite delle mani Maggie gli sorrise e continuò a giocherellare con i suoi capelli, abbassando spesso gli occhi sulla cintura di sicurezza.

Lexi aveva preso posto davanti a Nick e guardava fuori dal piccolo finestrino, mentre la mano di Joe, seduto al suo fianco, sfiorava la sua.

Maryl e Kevin, invece, si trovavano su altri due sedili e i quattro ragazzi ne udivano i risolini, mentre Denise e Paul Kevin Senior li guardavano felici.

Maggie si riscosse dai suoi pensieri solo quando sentì il respiro caldo di Nick a pochi centimetri dal suo viso.

- Che hai? - chiese lui.

Lei scosse la testa, liquidando la domanda con un piccolo gesto della mano.

- Assolutamente niente – disse lei, la voce improvvisamente acuta- perchè dovrei avere qualcosa? Sono calmissima, io, più calma di così!

Nick le sfiorò il collo, facendola rabbrividire, e glielo baciò con dolcezza.

- Avanti, dimmi la verità – la pregò.

- Sto dicendo la verità! - ribatté lei, nervosa. - Sono solo eccitata, ecco tutto.

Nicholas Jonas guardò Maggie Campbell con occhi grandi di comprensione. Conosceva bene la sua ragazza, e sapeva che lei stava mentendo quando diceva che stava bene.

- L'importante è crederci – disse Nick, sempre accarezzandole il collo. - Avanti, spara.

Maggie sospirò e guardò negli occhi il suo ragazzo.

- Mi è venuto in mente che io, ecco – arrossì copiosamente, - beh, io ho leggermente paura di volare.

- Sono stata un'idiota, quando ho esultato per il fatto che potevo venire con voi in tour non mi è venuta in mente questa cosa, ma ora... - rabbrividì. - Oddio, è dall'undici settembre del duemilauno che ho questa fobia, e allora avevo solo otto anni...

Nick la abbracciò dolcemente, cingendole le spalle e permettendole di appoggiare la testa sulla sua spalla.

- Ehi, ci sono io, Mr Distrazione, per risollevarti il morale! - esclamò lui. - Ad esempio, noi due dobbiamo scegliere la nostra canzone, ancora, rimandiamo da settimane, ormai!

Maggie sorrise e lo strinse forte, accucciandosi il più possibile vicino a lui.

- Vero – annuì. - Qualche idea?

Nick le sorrise.

- Pensavo ad una canzone che ci ha unito particolarmente in un determinato momento, una canzone che ci abbia consolati allo stesso tempo, una canzone dolce.

La sedicenne sorrise, mentre la risposta le saliva alle labbra.

Prese il suo iPod dalla tasca dei pantaloni e porse una cuffia a Nick, mentre l'altra se la infilava in un orecchio.

Cliccò 'playlist' e schiacciò quella intitolata 'le 25 più ascoltate'.

Scelse la prima, quella che ascolta più spesso, quella che la consolava, quella che amava, quella che li aveva uniti in un momento speciale. Nella sua testa già l'immagine di quella serate che li aveva così uniti si formava, quel giorno in cui si erano stretti per avere meno paura: quando erano rimasti bloccati nella Casa degli Orrori.

Mentre le prime note partivano Nick sorrise, pensando che la sua ragazza lo conosceva davvero bene, forse addirittura troppo.

- Fly with me – le mormorò lui, ripetendo anche il nome della canzone.

Maggie sorrise e annuì, felice; non si era nemmeno accorta che ormai l'aereo stava decollando.

- Sì – disse. - Fly with me.


Lasciami dormire ancora

lasciami sognare ancora

(Lasciami dormire; Negrita)


- Lexi – mormorò Joe, giocherellando con una ciocca di capelli della sua ragazza.

Lei mugugnò qualcosa di incomprensibile e si voltò dall'altra parte, dandogli le spalle, tentando di riprendere sonno.

- Lexi – canticchiò lui, - Lexi, Lexi...

Lei non rispose e continuò a provare a dormire, non prima di dare una brevissima occhiata al suo orologio: le due del mattino.

- Amore? Tesoro? Cucciola?

Continuò ad ignorarlo bellamente e serrò gli occhi.

Il diciannovenne sbuffò e continuò a toccarle i capelli.

- E va bene, dovrò usare le maniere forti – disse, - mio fiore di primavera.

Lexi si destò all'istante e provò a tirargli uno schiaffo, irata.

- Non. Mi. Chiamare. In. Quel. Modo – sibilò, - comprendi?

Joe annuì frettoloso.

- Lasciami dormire – riprese lei, passandosi una mano sul viso, - sono stanchissima, e ti ho detto che il fatto che dobbiamo andare a Dublino come tappa non mi rende felice, mi scombussola il fuso orario...

Il vocalist continuò a guardarla mentre lei rendeva più comodo il cuscino e si avvolgeva in una coperta.

Davanti a loro Maggie e Nick dormivano pacificamente, lei con la testa appoggiata sulla spalla di lui, il quale teneva la propria sopra quella della sua ragazza. L'iPod era ancora acceso e le cuffie pendevano lungo le guance dei due innamorati.

- Lexi – ripeté lui.

- Che cavolo vuoi, Joe? - ringhiò lei. - Maledizione, voglio dormire!

- Ma non ti va di parlare?

- No – sbottò lei, tentando di mantenere il tono di voce per non svegliare il resto dei passeggeri.

- Neanche con me?

- Soprattutto con te – sbottò.

Joe fece un'espressione corrucciata e la guardò, spalancando gli occhi marroni e squadrandola con aria triste.

- Ma io non sono il tuo dolce, bellissimo, affascinante, bellissimo ragazzo?

- Evviva la modestia – borbottò lei, - e ricordati, io aggiungerei anche rompiscatole.

Il mezzano incrociò le braccia al petto, offeso e girò la testa.

- Non ti parlerò più – disse.

- Alleluia – sussurrò lei, - buona notte.

Con un sospiro di sollievo poggiò la testa sul cuscino e si strinse nella coperta, poi chiuse gli occhi e sperò di riprendere sonno, almeno per un paio d'ore.

- No, non ce la faccio a tenerti il broncio, ti amo troppo – disse Joe dopo qualche istante di silenzio.

Lexi ringhiò, perdendo totalmente la pazienza, e si voltò verso il suo ragazzo, fulminandolo con un'occhiataccia.

- Porca misera Joseph Adam Jonas, fammi dormire! - strillò. Maggie e Nick, davanti a loro, si destarono seduta stante, sbattendo fra di loro la testa, Denise, che dormiva a pochi sedili di distanza, borbottò qualche parola incoerente, Paul Senior diede un'occhiataccia alla ragazza e a suo figlio diciannovenne, mentre Maryl e Kevin, ancora mezzi addormentati, non badarono molto alla situazione e si rimisero a dormire, pregando silenzio, e l'unico che non fece un verso fu Frankie, ancora profondamente addormentato, la testa appoggiata sulla spalla di Denise.

- Scusate – disse Lexi, poi si rivolse al suo ragazzo; - se non chiudi la tua maledetta boccaccia faccio fare a questo aereo dietro front e mi faccio riportare a Los Angeles, sono stata chiara?

- Cristallina – disse lui, - ma almeno posso tenerti la mano mentre dormi?

Lexi annuì, nascondendo un sorriso compiaciuto, e si riaddormentò, sentendo la mano calda della persona che amava stringere la sua.


Continua...


AVVISO, PER FAVORE LEGGETE!!


Sarò breve, perchè immagino che abbiate di meglio da fare che

sentire tutti i miei scleri; ad ogni modo vi volevo avvertire che mancano

sette capitoli (questo escluso) alla fine di questa storia.

Questa volta sono sicura.

Mi dispiace, a dire la verità, ma dopo c'è sempre il seguito; vi avvertirò

fra qualche capitolo come si chiamerà.

Ho finito, ve lo volevo solo dire.

Grazie di cuore a tutte voi!!

Vi voglio bene!! <3

Maggie

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Capitolo 33
*** The Tour ***


Ciaoooooooooo,

prima di tutto perdonatemi immensamente se non vi posso ringraziare una per una oggi, ma non ho proprio il tempo dato che domani ho una verifica di greco e devo aggiornare pure Vampires. Ma ci tengo comunque a dirvi che siete davvero della lettrici fantastiche, e che vi ringrazio dal profondo dell'anima per questo!

ODDIO IERI SONO ANDATA AL CONCERTO DEI JONAS ED è STATO MERAVIGLIOSOOO!! BELLISSIMO, FANTASTICO! HO INCROCIATO ANCHE GLI OCCHI CON NICK, ALIAS MIO MARITO!!!!

Dopo questo mio piccolo sclero vi lascio al capitolo (che mi fa leggermente schifo xD).

Uh, ragazze, ultima cosa, sapevate che sono scema? Eh già! Ero super convinta che Dublino fosse in Germania, e ho scoperto più tardi che fosse in Irlanda!! Già già, proprio scema!!

Questo capitolo lo vorrei dedicare alla mia Mon Amour e Mary, grazie di tutto!!!!

Capitolo 33. The Tour


- Allora, ragazzi, siete pronti? - chiese Paul Senior osservando i figli che si stavano vestendo per il concerto di quella sera; il primo show del loro primo tour mondiale.

Joe annuì anche a nome degli altri, mentre Nick e Kevin prendevano la propria chitarra, accordandola.

- Carichi? - domandò ancora il signor Jonas. - Avete bisogno di qualcosa? Acqua, cibo, tranquillante... Nick tutto a posto con la glicemia?

Nick annuì distrattamente suonando qualche nota di Poison Ivy e passandosi una mano fra i capelli ricci.

- Kevin la corde della chitarra sono a posto? Non le devo sostituire, no? - si informò Paul I.

- Papà, sei più nervoso di noi, calma – lo tranquillizzò il maggiore. - Noi stiamo bene, ma tu cerca di calmarti e di non farti venire un mezzo infarto, okay?

Il signor Jonas annuì e bevve un sorso d'acqua dalla bottiglietta che teneva in mano, mentre Frankie gli trotterellava attorno, guardando i fratelli, allegro.

- Quando anch'io con la mia band canterò su un palco vi ruberò tutte le fans, quindi godetevela finché potete! - ghignò.

Joe ridacchiò e gli scompigliò i capelli, con aria divertita.

- Che simpatico il nostro ometto! - disse.

In quel momento un membro dello staff arrivò da loro e li informò che mancavano pochi minuti all'inizio dello spettacolo.

I Jonas annuirono, sentendo l'adrenalina nelle vene e pochi istanti dopo che il membro dello staff si era chiuso la porta del camerino dietro di sé quando era uscito entrarono le tre sorelle Campbell.

- Kevin, Kevin, Kevin! - esclamò felice Maryl, che indossava una maglietta rossa che le lasciava la schiena nuda e un paio di jeans a pinocchietto. - Oddio, sono così eccitata! E' fantastico stare qui, con te a Dublino... e adesso vedrò il vostro primo concerto! Oddio!

Lexi, con una canottiera nera elegante ma semplice e un jeans scuro a sigaretta, alzò gli occhi al cielo.

- Abbiamo capito, oggi oddio è la tua parola preferita – sbuffò e si avvicinò con passo felino al suo ragazzo, cingendogli la vita. - E tu, Joseph Adam, ti prego di non fare una cavolata delle tue oggi, va bene?

Joe la guardò, offeso.

- Perchè? Io faccio spesso della cavolate? - tutti evitarono il suo sguardo, compreso suo padre, e si misero a guardare le proprie scarpe, come se ci fosse tracciata sopra una mappa per trovare un tesoro dal valore inestimabile. Tutti tranne Lexi, ovviamente.

- Sì – disse convinta. - Ehi, ho trovato la mia vocazione, la manager!

Maggie nel frattempo si era avvicinata a Nick, il quale la stringeva forte, cingendola con un braccio, mentre con l'altro le accarezzava i capelli.

Indossava una maglietta dorata e un paio di jeans chiari, le guance leggermente arrossate.

- Oddio, il vostro primo concerto a cui vado – commentò a bassa voce, - è un sogno!

Nick la strinse dolcemente, d'istinto, lei ora era la sua vita.

- Ragazzi, dovete andare – disse Paul Senior, e i suoi tre figli maggiori annuirono, lasciando le proprie ragazze.

Mentre l'eccitazione non faceva altro che accrescere la band attraversò i corridoi del back stage e, fra i porta fortuna generali, fecero la loro comparsa sul palco.

Migliaia di ragazzine urlanti esultarono alla loro vista, mettendosi a gridare i nomi dei loro preferiti, iniziando a strillare le loro canzoni, a lanciargli fiori e pupazzi.

- Ehi, gente come va? - chiese Nick, afferrando il proprio microfono e al suono della sua voce in migliaia gridarono, dicendogli che lo amavano e di, ti prego sposami!

Joe fece un gran sorriso.

- Siamo molto contenti di essere qui in Germania per il nostro primo concerto del nostro primo tour mondiale! - annunciò, felice.

Da dietro le quinte Lexi si diede una manata sulla fronte, Nick tentò di nascondersi mettendosi le mani sulla faccia, Kevin lo guardò strano mentre tutte le fans lo fissarono con un'occhiataccia.

- Ignorante, siamo in Irlanda! - sibilò il ventunenne nell'orecchio del fratello mezzano, il quale sbiancò.

- Ma certo, ragazze, scherzavo! Lo so che siamo in Irlanda! - asserì con tono scherzoso,e a quel punto ricominciarono le urla festanti.

- Sì, un vero simpaticone – sbuffò Nick a bassa voce.

- Comunque, da dove iniziamo, gente? - riprese il mezzano.

La band di supporto iniziò a suonare le note di Warld War III e poco dopo i ragazzi iniziarono a cantare, insieme a tutte le fans.


Perdono,

sì quello che è fatto è fatto

io però chiedo scusa

(Perdono; Tiziano Ferro)


- Un altro successo! - esclamò allegro Paul Senior alla fine del concerto, davvero bravi ragazzi!

Denise aveva gli occhi lucidi dall'orgoglio e strinse forte i suoi ragazzi.

- Sono così fiera di voi! - disse.

- Anche se, devo dirtelo, Joe potevi risparmiarti quella tua uscita, all'inizio dello show – sbuffò Lexi, - andiamo, tutti sanno che Dublino è in Irlanda!

Joe la strinse, ridacchiando.

- Ma l'ho fatto apposta, per sdrammatizzare! - mentì con non chalance.

Lexi alzò gli occhi al cielo e si avvicinò a Nick e Maggie, che si guardavano l'uno perso negli occhi dell'altra e viceversa.

- E basta voi due! - disse. - Le vostre occhiatine mi fanno venire il voltastomaco!

- Lexi! - esclamò Maryl, voltandosi verso la sorella minore, allibita.

- Senti, è la verità... - sbuffò rifugiandosi fra le braccia di Joe.

Maryl alzò gli occhi dorati al cielo e tornò a guardare Kevin, ancora grondante di sudore dopo il concerto, e scosse la testa.

- E' dura essere la maggiore – disse, e Kevin le accarezzò il viso, sorridendo.

- Hai tutta la mia approvazione, amore mio – disse. - Ragion per cui abbiamo bisogno di una serata solo noi due.

Maryl sorrise allegra, strizzando un occhio.

- Attento, potrei approfittarne – sentenziò.

- Non credo mi darà fastidio – le sussurrò lui in un orecchio.

La bionda gli diede una lieve spinta scherzosa, proprio quando Denise disse che era ora di tornare in albergo per fare una doccia.

L'hotel era, al contrario di quanto si possa immaginare, non un grattacielo di venticinque piani, ma una tenuta familiare di quattro piani, arredata con tanti tappeti e dalle pareti in legno, ma ad ogni modo le sue cinque stelle erano senza dubbio meritate.

Kevin e Joe dividevano una stanza, Frankie e Nick un'altra, i coniugi alloggiavano in un'altra ancora e Maggie, Lexi e Maryl stavano in un'ultima camera.

- Sono esausta! - si lamentò Lexi lasciandosi cadere sul letto matrimoniale che divideva con Maggie.

- Mi aggrego – sbuffò Maggie accucciandosi accanto alla gemella. - Il fuso mi uccide.

Maryl si era già chiusa in bagno per farsi una doccia, ma ciò non le impediva di ascoltare i discorsi delle sorelle minori e non smetteva di commentarli.

- Pensate i ragazzi – urlò per farsi sentire da sopra il rumore dell'acqua, - hanno cantato tutta la sera...

Quando uscì era avvolta in un accappatoio bianco, con un asciugamano stretto attorno alla testa stringendo i capelli.

- Ragazze, volevo scusarmi con voi per avervi inizialmente impedito di seguire questo tour – disse sedendosi fra le due gemelle, che la guardavano attente; - è stato un mio errore, dovevo ascoltarvi, sono troppo testarda.

Maggie sorrise e la abbracciò.

- Ma certo che ti scusiamo, l'abbiamo già fatto quando hai detto di sì, vero Lexi?

La rossa guardava la stanza, con aria sognante.

- Lexi!

- Sì, che c'è? - domandò, risvegliandosi dai suoi pensieri che puntavano in direzione di Joe e delle sue coccole.

- Vero che hai perdonato Maryl per non aver accettato subito di farci venire in tour? - domandò Maggie, e la sua espressione diceva chiaramente “non dire di no altrimenti qui accade il finimondo”.

- Naturalmente – disse, strizzando un occhio.

Maryl sorrise felice e le abbracciò strette.

- Vi voglio bene, ragazze – sussurrò.

Fra una doccia e l'altra si raccontarono di quella serata, delle loro emozioni, dei loro ragazzi, quel che amavano e odiavano di loro.

Era da mesi, forse, che non parlavano così fra di loro, e quella serata era perfetta.

Mandarono un messaggio ai loro ragazzi scrivendogli che volevano parlare un po' fra di loro e passarono tutta la notte sveglie, ridendo e scherzando e guardandosi un film che si erano fatte portare in camera dalla receptionist, scelto da Lexi, The Grudge.

Quella serata fu la più bella degli ultimi mesi che avevano trascorso solo tra loro le tre ragazze, ma anche se con il corpo erano con le loro sorelle, con la mente erano legate con un filo ognuna a uno dei tre ragazzi che riposavano al piano inferiore.


Io lo so che tu

resterai con me

(Solo con te; Studio 3)


Kevin tesoro, Lexi, Maggie ed io vogliamo passare una serata solo fra noi, è da tanto che non lo facciamo, dispiace a te e a Joe e Nick se non vi raggiungiamo? Bacioni immensi.

Lesse il ventunenne sul suo iPhone, passandosi una mano fra i capelli bagnati d'acqua per la doccia appena fatta.

Era comprensibile che volessero stare solo loro tre per una serata, senza dubbio era vero che non stavano tutte insieme da tempo, dato che quasi tutte le sere una delle due usciva con o lui o Nick o Joe.

Non c'è problema, cucciola, ci vediamo domani mattina dopo che torno con i ragazzi da un'intervista, alle otto nella hall. Ricorda a Lexi e Maggie di preparare la valigia che alle nove dobbiamo ripartire per andare a Shannon. Fai dei sogni bellissimi, angelo mio, sei nei miei pensieri.

Digitò sul cellulare e poi lo inviò.

I ritmi del tour all'inizio sarebbero stati duri per tutti, meno per la famiglia Jonas abituata a un certo ritmo, ma per le sorella Campbell già molto più faticoso a causa dei viaggi continui e gli spostamenti da uno stato all'altro in anche meno ventiquattr'ore; ma pian piano si sarebbero tutti abituati a quel ritmo.

Joe spuntò dal bagno con addosso solo un paio di boxer, i capelli bagnati a gocciolanti sul pavimento di parquet.

- Ehi, fratello, successo pieno 'sta sera, eh? Quanto mi piace essere in tour! Mi sa che l'Irlanda l'abbiamo proprio conquistata... - commentò.

- Diventi ogni giorno più modesto – disse sarcastico Kevin. - Oh, le ragazze non ci raggiungono qui in camera, vogliono passare una serata solo fra loro.

L'espressione del diciannovenne si fece improvvisamente corrucciata, e iniziò a tramargli il labbro inferiore.

- Il mio fiore di primavera mi lascia solo? - disse con tono melodrammatico.

- Sì, tutti si devono prendere una pausa da te ogni tanto, ecco perchè ho deciso con Nicholas che quando torneremo in America per fare il tour starà lui in camera con te, Frankie è meglio – spiegò Kevin, tranquillo.

- Cattivo! - esclamò Joe.

Alla porta d'ingresso bussarono e sulla soglia apparve Nick, con Frankie al seguito.

- Joe, ti si sente per tutto il corridoio – lo avvertì a mo' di saluto. - E da quando chiami quella povera anima pia di Lexi “mio fiore di primavera”?

- Non t'impicciare – sbottò il cantante.

Nick ubbidì e si rivolse a Kevin.

- Allora le ragazze non vengono?

- No, mi ha inviato un messaggio Maryl, vogliono stare sole questa sera, passare un po' di tempo assieme solo fra loro – rispose il ventunenne.

Frankie sghignazzò.

- Spettegoleranno di voi – disse con fare sicuro. - Diranno che io sono il migliore e che vogliono sposare me.

Gli altri tre fratelli lo guardarono straniti.

- E' preoccupante il fatto che sia più vanitoso di te, Joe – constatò il sedicenne.

- Concordo – annuì il chitarrista.

Joe si limitò ad annuire, poi si sedette sul letto.

Come Lexi, Maryl e Maggie anche loro iniziarono a parlare, prendendo in giro Joe e la sua uscita di quella sera, o Nick per come guardasse Maggie come un pesce lesso o Kevin per il suo, a detta dei fratelli minori, esagerato romanticismo, e infine Frankie, per tutti i casini che combinava. Buttarono giù anche qualche strofa per una nuova canzone, che raccontava appunto di una serata fra loro fratelli, ma comunque del fatto di essere con la testa accanto alle loro ragazze.

Perchè erano innamorati. Semplicemente innamorati.


Continua...

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Capitolo 34
*** The Clearing ***


Ehi, ciao...

ragazze, sono depressa, è da due giorni che non faccio altro che piangere e starci male, lo so, ma sono tristissima perchè... Nick mio è malato!!! (Dettagli se sta guarendo) Ciò che più mi fa star male è che è abbastanza grave, vi rendete conto?! Sono nel panico!!!

Quindi voglio dedicare a lui questo capitolo, è tutto per lui.

Stranamente il chappy mi piace (O.o) in parte, per lo meno... comunque è moooolto romantico, quindi se non digerite il romanticismo ultimamente vi consiglio di non leggerlo...

Uhhhhh, mi sono resa conto di una cosa in questo momento!! Il prossimo capitolo (triiiiiste :( ) sarà l'inizio della fine!! Nooooooo!!! Escluso questo capitolo ne mancano 5 alla fine della storia!! :( :-(

Ecco a voi i ringraziamenti, thank you very much!!

annina94: sì, Joe è leggermente (O.o) fuori di testa (ed io con lui, ehehe), ma direi che possiamo perdonarlo, che dici? E' dolce comunque *sbaw* Va beeeene, tu hai i giorni pari, quindi Nick oggi è da me!! Ahaha, lo tratto bene, non ti preoccupare, gli faccio da infermiera perchè è malatino :( Grazie di tutto, un bacione!

jonas_princess: anche tu malata? E' un'epidemia... MORIREMO TUTTI!! Notare il mio ottimismo, cooooomunque spero che tu sia guarita!! Sisi, da Joe bisogna staccare ogni tanto (dillo a me che ce l'ho come cognato *alza gli occhi al cielo*) poi se leggi questo capitolo capirai che quel ragazzo è seriamente malato (per lo meno in questa storia xD). Un bacione!

DarkViolet92: dici sul serio che era bellissimo? Bah, io non lo so... comunque spero che ti piaccia pure questo!!! Un bacione!

_Crazy_Dona_: sì, Joe forever!!Tu hai visto The Grudge? Io in teoria dovevo, ma casualmente *si guarda intorno con finta aria innocente* il lettore DVD si è rotto e non l'ho guardato... ma che peccato!! *mente spudoratamente* Ci si sente presto! Un bacione!

Lilian Malfoy: sai, mi sa che al concerto ti ho intravisto senza sapere che eri tu dato che per tutto il tempo ho seguito con gli occhi Nick, e lui avendoti toccato... va beh, io ero la pazza che gridava come un'isterica con le mani fra i capelli, hai presente...? Grazie di tutto! Un bacione!
Melmon: non ti vanno giù le scene sdolcinate, eh? Ti capisco, ci sono dei giorni in cui vedere le mie amiche che si sbaciucchiano con i loro fidanzati mi dà il voltastomaco, ma credo te ne freghi ben poco O.o Spero questo capitolo ti piaccia (anche se è un po'
tanto romantico -.-). Un bacione!

Mon Amour: tesoro!! Mi sono appena immaginata Frankie che si scatena sul palco durante il concerto, ahahahaha, troppo spassoso!! Grazie a te non sono più troppo depressa... sta notte ho dormito quasi bene (per forza ho sognato Nick *sbava*). Il concerto davvero meraviglioso!! Grazie di tutto!! Un bacione <3!

MeneguzzinaJonassina: ma figurati!! Non c'è problema se non hai recensito lo scorso capitolo, tutte le lettrici, a mio parere, possono recensire quando gli pare! Cooooomunque il concerto è stato davvero bello!! La mia vita, ormai, è basata su quella serata, continuo a fare paragoni con il 3 Novembre!!! Grazie di tutto, un bacione!

jeeeeee: ehehe, anche tu a vedere i Jonas... che meravigliosa esperienza è stata e ho già costretto mia madre a comprarmi i biglietti del loro prossimo concerto qui in Italia (certo, non appena usciranno -.-). Cooooomunque, sono contenta che il chappy ti sia piaciuto :) Un bacione!

mione94: come ti ho già detto no problem se non hai recensito un paio di capitoli, davvero, non c'è problema! Per te vale la stessa risposta che ho dato a MeneguzzinaJonassina, i lettori possono recensire quando gli pare e piace!! E poi, anche se fossi stata minimamente arrabbiata con te, ti sei fatta perdonare con il nuovo chappy di This Infatuation!! E' stupendo!! Un bacione!

Capitolo 34. The Clearing


- Finito! - sospirò Kevin chiudendo finalmente il bagagliaio della jeep che aveva noleggiato e voltandosi verso i suoi fratelli, la sua ragazza e le sue sorelle. - Possiamo andare.

- Fantastico! - disse Maryl, avvicinandosi a lui e cingendogli la vita.

- No, no, aspetta, non ho finito! - gridò Joe, comparendo con due valigie fra le mani e un grosso cappello posato sulla testa.

Il maggiore lo guardò stranito:

- Che diavolo hai portato lì dentro?

- Il primo necessario in caso di bisogno – disse in fretta Joe, - il che comprende cibo, tanto, tanto cibo, la mia adorata piastra e tutto l'occorrente del primo soccorso!

Maggie, Nick e Lexi si voltarono a guardarlo alzando le sopracciglia.

- La piastra? - domandò Nick, perplesso.

- Ovvio! Mi dovrò pur stirare i capelli, no?

- E dove? Infilando la spina in aria?

Joe sembrò pensare a quel problema per un istante.

- Pace – concluse e infilò le valigie nel bagagliaio.

Lexi si sedette sul sedile posteriore vicino al finestrino, Maggie e Nick l'affiancarono, stringendosi quanto potevano per far spazio a un ultima persona.

- Kev, posso guidare? - domandò Joe, facendo gli occhioni grandi e speranzosi.

Il ventunenne lo squadrò un istante.

- Preferirei non dover vagare per tutta la Francia prima che tu trovi la strada giusta, sai com'è – sentenziò.

- Oh dai, ti prego! Mi dici tu dove e quando girare, che strada prendere e tante cose belle ma per favore! - lo pregò facendo gli occhi grandi da cucciolo abbandonato.

Il maggiore si voltò verso gli altri passeggeri in cerca di qualcuno che fosse daccordo o meno con Joe.

- Va bene, Kevin, proviamo, non può essere così terribile – disse Maryl, passandosi una mano tra i capelli.

Gli altri fecero dei piccoli cenni non proprio sicuri; far guidare Joe non era una cosa che di solito le persone con un minimo di buonsenso lasciavano fare.

Era passato esattamente un mese dall'inizio del tour, e mentre anche Nick e Maggie avevano festeggiato il loro primo mese insieme in un ristorantino a Milano, i Jonas Brothers avevano girato metà Europa, l'ultima tappa era, appunto, la Francia. Mancava un altro loro concerto a Parigi dopo averne fatto uno a Nizza e Strasburgo e poi sarebbero partiti alla volta di nuovo degli Stati Uniti.

Quel giorno, stranamente, i Jonas Brothers non avevano interviste, concerti, show, comparse, o qualche altro evento mondano al quale di solito partecipavano, ragion per cui avevano deciso di fare una gita nella campagna parigina insieme alle proprie ragazze, anche se ad essere più sinceri Joe era stato quasi portato di peso e si era entusiasmato solo negli ultimi minuti.

- Grazie! - disse Joe, sedendosi al posto del guidatore sfregandosi le mani allegramente.

Maryl insistette di sedersi sul sedile posteriore accanto a Maggie, e Kevin prese posto affianco al diciannovenne.

- Devi prendere la tangenziale – iniziò il maggiore non appena il fratello accese il motore.

- Calma Kev, un secondo, non mi sono neppure mosso! - sbottò l'altro, iniziando a fare retromarcia per uscire dal parcheggio.

- Io sono calmo – snocciolò. - Sei tu che mi irriti.

- Accade anche a me – annuì Lexi, comprensiva.

- Ma perchè ce l'avete tutti con me? - chiese il mezzano con me. - Questa me la dovete spiegare, un giorno.

Maggie sorrise e Nick le tenne la mano, mentre iniziava a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli.

- Sono entrato nello spirito del viaggio! - esclamò con gioia il diciannovenne. - Cantiamo una canzone?

Lexi lo fulminò con un'occhiataccia.

- Non. Ci. Provare. - sillabò con ira.

- Bene, partiamo tutti con Tonight! - e si mise a cantare a squarciagola la canzone, mentre gli altri passeggeri o pregavano gli alieni di rapirli oppure si chiedevano come una persona così cretina come Jospeh Adam Jonas potesse esistere.

- Dio, dimmi chi ho ucciso nella mia vita precedente per meritarmi una tortura simile, ti prego – supplicò Lexi, unendo le mani e alzando gli occhi al cielo. - Una santa? Doveva essere una santa...

Joe la guardò storto e continuò a proseguire la strada che Kevin gli indicava centimetro per centimetro.

- Devi uscire alla prossima, capito? Metti la freccia, metti la freccia! - strillò il maggiore.

- Sta calmo!

- Io sono calmo! - strillò nervosamente il ventunenne.

Maryl gli posò la mano sulla spalla, accarezzandolo piano; mentre Lexi faceva una faccia alla “l'importante è crederci”.

Joe ubbidì al fratello e uscì all'uscita seguente mettendo quella beneamata freccia tanto richiesta.

Dopo pochi minuti, quando le strade asfaltate diventavano a solo due corsie e gli edifici meno frequenti per far spazio a fattorie e trattorie tutti e sei capirono di essere vicini alla meta.

La campagna era un'immensa pianura verdeggiante, dai mille fiori colorati che la decoravano e un ruscello che costeggiava la strada ormai diventata sterrata.

- Parcheggiamo qui – consigliò Nick, dando un'occhiata fuori dal finestrino, - poi facciamo un tratto a piedi.

Joe parcheggiò, se inchiodare all'improvviso facendo venire un mezzo infarto a tutti gli altri passeggeri si può considerare parcheggiare, e scese dalla macchina respirando a pieni polmoni l'aria campagnola.

- Ah, non sentite l'odore di aria pulita? Di aria fresca? - chiese, le mani appoggiate ai fianchi.

Maggie lo fissò stranita.

- Io sento solo che sto per vomitare – rettificò, appoggiandosi con una mano alla macchina mentre con l'altra si massaggiava attentamente lo stomaco. - Non sai guidare, Joe.

Lexi si passò una mano fra i capelli ramati e dopo aver tirato fuori da una tasca un elastico per capelli se li legò in una lunga coda.

- Quanto hai ragione, Maggie – annuì. - Ma sei sicuro che ti abbiano dato la patente, Joe?

Lui la ignorò deliberatamente e indicò un punto davanti a sé.

- Andiamo da quella parte – disse allegro iniziando ad incamminarsi.

Kevin si schiarì la gola, per attirare l'attenzione del fratello mezzano, mentre poggiava a terra l'ultimo suo bagaglio.

- Non dimentichi qualcosa? - gli domandò il ventunenne.

Il diciannovenne lo guardò stranito, senza capire cosa intendesse dire.

- No. - constatò e continuò la sua strada, mentre Lexi lo fulminava alle spalle.

Due ore dopo, una sfuriata di Lexi nei confronti di Joe, un commento poco carino da parte di quest'ultimo sul fatto che Nick e Maggie stessero sempre incollati e una scappellotto che Kevin diede al fratello mezzano arrivarono tutti e sei in una radura.

Era stupenda.

L'erba era corta e verde, ancora bagnata di rugiada per quella notte, i pini che la circondavano emanavano un buonissimo odore di ambra, cespugli rigogliosi erano sparsi qua e là nella radura e dei mazzetti di occhi di madonna crescevano in mezzo a tutto questo.

- E'... è bellissimo...! - mormorò Maggie lasciando a cadere a terra la valigia di Joe e portandosi le mani alla bocca. - Stupendo!

Nick annuì senza parlare, ma nei suoi pensieri pensava che Maggie lì, in quella radura, era nel suo posto, in un luogo bello quanto lei.

Si avvicinò a lei e le cinse la vita sorprendendola alle spalle e la strinse piano, assaporando l'odore del suo profumo: Madamoiselle di Chanel.

- Come te – sussurrò nel suo orecchio, facendola rabbrividire di piacere.

- Ma non è vero... - mormorò lei di rimando. - Non mi far arrossire, dai, che già lo faccio fin troppo di mio... - infatti un rossore improvviso le aveva arrossato le gote, e gli occhi verdi muschio avevano iniziato a brillare come stelle.

Nick le prese il viso e fece per avvicinarla a sé per baciarla, ma un rumore li fece allontanare di scatto, arrossendo entrambi.

- Bah, smettetela piccioncini – sbottò Lexi.

- Dai, tesoro, si vogliono solo bene – commentò di rimando il suo ragazzo.

- Senti, Joseph, tu non mi parlare che sono già abbastanza incazzata con te – ringhiò lei.

- Ma perchè?

Lexi lasciò cadere a terra una valigia del ragazzo e anche il suo zaino, facendole precipitare pericolosamente vicino ai piedi del diciannovenne.

Il mezzano trattenne rumorosamente il fiato e la indicò con un dito, quasi tremante.

- Tu... tu...

- Sì, Alexandra Campbell, piacere – sbuffò la sedicenne.

- Basta! - intervenne Maryl, decidendo di mettere un fine a quella discussione. - Siamo qui per divertirci e per stare insieme senza litigare, va bene? - prese per le orecchie la coppia, squadrandola con finta aria severa per nascondere il fatto che, in realtà, stava per scoppiare a ridere.

- Va bene – accettò Lexi, e si allontanò dalla sorella e dal suo ragazzo per andare ad aiutare Kevin che nel frattempo stava stendendo una tovaglia a terra per sistemarci sopra il picnic.

La bionda sorrise allegra e si avvicinò alle spalle di Nick e Maggie che si tenevano semplicemente per mano e stavano parlando a bassa voce.

- Piccioncini? - chiese, interrompendoli.

- Ora non stiamo facendo niente! - scattò Maggie, arrossendo ancor più di prima e lasciando la mano di Nick.

La ventenne sorrise e le mise una mano su una spalla.

- Volevo solo dirvi che fra due minuti si mangia – li informò a bassa voce, poi li lasciò di nuovo soli con il loro amore.


A te che sei l'unica al mondo

e l'unica ragione

per arrivare fino in fondo, ad ogni mio respiro

(A te; Jovanotti)


Lexi era sdraiata sulla tovaglia a quadri rossi e bianchi dove fino a una ventina di minuti fa erano seduti lei, le sue sorelle, il suo ragazzo e i suoi fratelli, a ridere, scherzare e mandarsi frecciatine e ora la radura era vuota; c'era solo lei con i suoi pensieri e anche se non lo sapeva pure Joe, che la guardava con un sorriso innamorato a qualche metro di distanza da lei.

Il sole le illuminava il viso, gli occhi chiusi e le mani appoggiate sul grembo. Finalmente riposava, come non riusciva a fare da tempo, e a tranquillizzarla c'era il rumore del vento, del ruscello che passava poco distante, anche se era invisibile da quella posizione, il battito del suo cuore e il ricordò della voce di Joe che le parlava.

Il diciannovenne le si avvicinò piano, gattonando sull'erba fresca e raggiungendo la sua ragazza che non si era ancora accorta di lui e continuava a sonnecchiare.

Quando fu a pochi centimetri da lei le si sdraiò accanto e le appoggiò una mano sul palmo, disegnando dei piccoli cerchi con un dito.

- Mmmh, Joe... - mugugnò la ragazza, stringendosi alla mano di lui.

Joe sorrise e continuò ad accarezzarla dolcemente, ripetendo il suo nome a bassa voce.

- Joe... Joe... ti amo – sussurrò lei, avvicinando la testa al petto di lui, con una certa sorpresa di quest'ultimo.

- Ti amo anch'io, cucciola – sorrise Joe.

Rimasero immobile in quella posizione per un tempo che nessuno dei due seppe mai definire: potevano essere tre ore, così come cinque, o anche dieci minuti.

Quando la sedicenne si destò si trovò con la testa poggiata sul petto del suo ragazzo, che le accarezzava la schiena dolcemente, mentre sussurrava il suo nome.

Sorrise quasi commossa e finse di non essersi svegliata, quel momento era troppo dolce, troppo magico per essere rovinato.

Ma Joe se nera già accorto e la guardava con un nuovo sguardo, dolce, innamorato.

- Ehi, tesoro – commentò.

Lexi si stiracchiò e gli sorrise.

- Ehi...

- Dormito bene? - chiese lui.

Lexi annuì e si strinse ancora di più a lui, baciandogli il petto.

- Soprattutto perchè ero vicino a te – mormorò lei.

- Quindi posso dichiararmi perdonato per essere uno stupido? - domandò il ragazzo.

- Uno stupido scansafatiche, ricordati – borbottò la rossa, di rimando.

Joe la guardò storto.

- Certo, scemo – disse lei. - Ovvio che sei perdonato.

Joe sorrise e le baciò la testa.

- Ma fai un'altra cosa come quella di appioppare a Maggie e me le tue valigie e ti distruggo la piastra, va bene?

Il diciannovenne fece una risatina nervosa e la baciò ancora.

- Dura fino all'ultimo, eh?

- Sì, fino all'ultimo. - poi calò le labbra sulle sue.


L'amore arriverà a resterà

come un'impronta su di me

anche se tu non ci sarai

io appartengo solo a te

(Voglio sole te; Giorgia)


- Nick basta, no, dai, ti prego smettila ti prego! - rise Maggie cercando di sviarsi dalla stretta del suo ragazzo, deciso a farle il solletico.

Il sedicenne sorrise e la lasciò stare, però prendendola per i fianchi e mettendosela sulle sue gambe.

Erano seduti su quel tronco di albero caduto da tempo e giocavano come bambini.

- Tu mi vuoi male! - sbottò la mora, un lieve sorriso sul viso arrossato.

Nicholas si paralizzò e le prese le spalle.

- Non puoi dire una cosa simile – disse lui. - Io ti voglio tanto, tanto bene, Margaret.

Maggie sorrise, riconoscente.

- Lo sai che mi chiamo solo Maggie – lo corresse lei.

- Sì, ma dire un nome più lungo rende il discorso più serio – sorrise il ricciolino.

Lei rise e si strinse a lui, stringendogli le braccia al collo, infilando la testa nell'incavo del suo collo.

- Allora, Nicholas Jerry, io ti dico invece che anch'io ti voglio bene, ma più di te! - esclamò.

- No! Non è possibile! Io ti voglio più bene, non puoi dire il contrario, non è corretto!

- Ma dove la vedi la correttezza?

Nick sbuffò e la strinse forte.

- Non finisce qui, Maggie.

- Possiamo continuare quando vuoi, ma prima voglio un bonus di baci!

- Oh, beh, se proprio devo! - sbottò fingendo lui e le prese il viso baciandola con tutta la dolcezza di questo mondo.

Maggie rispose al bacio, e senza rendersi conto, pian piano, scivolarono fino a terra, senza smettere di accarezzarsi, di baciarsi, fino a sdraiarsi sull'erba fresca.

Nick prese a baciarle il collo, le spalle nude dato che indossava una canottiera rossa; Maggie continuava a passargli le mani fra i capelli.

- Okay, direi che possiamo fermarci ora – disse Maggie a un certo punto, allontanandosi da lui, le gote rosse e i capelli scompigliati.

Nick fece una finta aria offesa.

- Proprio adesso?

- Direi di sì, non mi sento molto... a mio agio – sussurrò lei. - E guarda alla tua mano sinistra, al tuo anulare, ma guarda cosa c'è... Ohhhh, un anello della purezza!

Il sedicenne la fissò per un istante, inarcando le sopracciglia, poi scoppiò a ridere, stringendosi le mani allo stomaco.

- Che vuoi?! - chiese lei, rossa fino alla punta dei capelli.

- Maggie! Siamo in una radura all'aria aperta e abbiamo sedici anni, dai!

La mora si fece ancora più rossa.

- Senza contare il fatto che io voglio mantenere fede al mio impegno – aggiunse lui, poi la guardò preoccupato. - Tu saprai aspettare?

- Cosa? - chiese perplessa.

- Il matrimonio, per... per farlo, insomma – disse lui. - No, niente, è troppo presto per parlare di matrimonio.

Maggie lo fissò un istante, poi calò le sue labbra di nuovo su quelle del suo ragazzo.

- Che è presto è vero – mormorò, - ma nonostante tutto io so che voglio solo te, e stranamente per ora anche tu vuoi me... Intanto però rimandiamo il discorso di almeno quattro anni, che dici?

- Sì, direi che va bene – annuì lui sorridendo, rincuorato a quel pensiero. Quattro anni con lei erano troppo pochi, ma per ora potevano bastare.


E ti amo come se

non avessi amato mai

(Ti amo; Marco Masini)


Maryl Campbell aveva tante cose dalla vita.

Aveva i soldi, tanti soldi, un padre che le avrebbe comprato un'isola solo se glielo avesse chiesto, due sorelle che lei adorava e che ricambiavano l'affetto, aveva talento per la moda e il disegno. Aveva un ragazzo stupendo.

- Kev, posso farti una domanda? - chiese la bionda, incrociando le dita con quelle del suo ragazzo.

- Certo – sorrise lui. - Anche due.

Lei lo guardò attentamente.

- E' una domanda un po'... idiota, anzi è una domanda idiota, direi.

Kevin incrociò con lei gli occhi e la fissò con attenzione.

- Dimmi pure.

Maryl fece un respiro profondo, poi si decise a far uscire le parole che da tempo le premevano contro le labbra.

- Ma tu mi ami?

Il ventunenne rimase spiazzato un istante, poi fece un grosso sorriso.

- Ma certo che sì – annuì lui, sicuro. Ed era vero, era certo di amarla, che quello che provava per lei non era una semplice cotta, era amore, puro amore.

Maryl si sentì leggera, improvvisamente, le sembrò di poter spiccare il volo da un momento all'altro sorvolando il lago davanti al quale erano seduti da ore.

- Anch'io ti amo – mormorò lei.

Kevin si strinse a lei e la baciò.

- Ti amo – disse fra un bacio e l'altro. - Ti amo...

Maryl si strinse a lui ancora di più, la semplicità, la verità che trapelava da quelle parole le sembrava così irreale.

- Non so vivere senza di te – mormorò il ventunenne. - Ora e per sempre ti vorrò accanto.

La bionda lo guardò stranita; possibile che loro due pensassero le stesse cose? Ma c'era una differenza, lui sapeva esprimerle, lei aveva paura.

- Anch'io... - disse a bassa voce.

Il pomeriggio trascorse in questo modo, fra baci, coccole, rivelazioni. Erano una coppia come altre, nonostante tutto, non importava se lui era uno dei cento uomini più sexy del mondo e che lei una semplice ventenne di Los Angeles con la passione per la moda. Erano loro, Kevin e Maryl, e basta.


Continua...

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Capitolo 35
*** The Concert ***


Ehi, ragazze,

ho poco da dirvi, oggi, senonché questo capitolo è davvero, davvero triste (per lo meno per me, mi batteva il cuore a mille mentre lo scrivevo). Sono sadica e masochista o autolesionista, scegliete voi.

Vi dico solo questo oggi, ma voglio aggiungere quanto io vi sia grata per il vostro continuo sostegno morale.

Vi adoro, sul serio, mi riempite di complimenti e ogni volta, anche se alcune di voi dicono di essere ripetitive, io rimango a bocca aperta e con gli occhi lucidi di fronte ai vostri “scrivi benissimo”... Non so cosa dirvi, sono senza parole, vi posso solo urlare a distanza, con tutta la sincerità di questo mondo “grazie di cuore!!!”.

Non posso ringraziarvi una ad una, ahimè questa cosa sta capitando un po' troppo spesso, ma devo studiare un casino e oggi ho pure una partita di pallavolo...

Lo so di aver aggiornato solo lunedì, ma non so quando potrò aggiornare dato che la settimana prossima ho una verifica tutti i giorni, eccetto il mercoledì in cui vado a Torino...

Questo capitolo è dedicato a tutte quelle persone che, per un motivo o per l'altro, oggi hanno pianto. Non chiedetemi il motivo di questa mia dedica, semplicemente mi viene da dentro <3

Capitolo 35. The Concert


- Fatevelo dire, ragazzi, il vostro programma del tour fa davvero schifo – sbottò Lexi, rigirandosi fra le mani il suo telefono, guardando Joe, Kevin e Nick che le sedevano vicino. - Prima siamo andati in Europa, ora torniamo a Los Angeles, poi andiamo a fare un giro qui per gli Stati Uniti e infine andiamo in Sud America? Non era più sensato fare i contrario? No; voi dovete per forza scombussolarmi il fuso orario!

Joe alzò gli occhi al cielo e le cinse le spalle con un braccio.

Erano sul loro jet privato da mezz'ora e stavano lasciando l'Europa per partire verso gli Stati Uniti, più precisamente Los Angeles.

Paul Senior e Denise facevano avanti e indietro fra la cabina di pilotaggio e il sedile su cui era seduto Frankie, che si divertiva a giocare con la sua play station portatile.

Maggie e Maryl erano sedute poco lontano dalla sorella, la prima stava messaggiando con un suo amico di Los Angeles, mentre Maryl aveva un blocco di fogli in mano e stava disegnando mentre aspettava che l'aereo partisse e il suo ragazzo tornasse da lei.

- Lexi, dai, non mi sembra così male come programma... - commentò Nick.

Tutti avevano delle profonde occhiate sotto gli occhi, causate dal fatto che avessero dormito appena quattro ore quella notte; il concerto dei Jonas era finito più tardi del solito, e si erano alzati alle quattro per prepararsi per prendere l'aereo.

A Los Angeles si sarebbero dovuti fermare solo un paio di giorni; quel pomeriggio stesso avevano un'intervista con Seventeen e la sera il concerto. Sarebbero partiti la sera dopo, diretti per il Sud America.

- Fai come vuoi, Nicholas, io penso che ultimamente vorrei solo dormire e stare in uno Stato per almeno una settimana – sbuffò la rossa.

Il sedicenne scosse la testa.

Kevin lasciò la conversazione e si diresse verso la sua ragazza; aveva la testa china sul foglio sul quale stava disegnando da almeno una ventina di minuti, i capelli biondi che le ricadevano sul viso e gli occhiali che le scivolavano lungo il naso, costringendola spasso a doverseli aggiustare.

La fissò, felice. Da quando si erano detti 'ti amo' per la prima volta il loro rapporto, se possibile, era diventato ancora più stretto.

Se prima, anche se avevano dichiarato di stare assieme, in pubblico non si mostravano molto uniti, ultimamente era raro non vederli camminare mano nella mano, oppure stretti l'uno all'altra.

- Ehi... - sussurrò, sedendosi accanto a lei, accarezzandole i capelli.

Maryl alzò gli occhi dorati per guardarlo, poi sorrise.

- Bene – annuì. - Fra quanto si parte?

- Fra poco, immagino – disse.

Lei annuì e disegnò un ultima riga sul disegno che teneva ancora appoggiato sulle ginocchia.

- Posso vedere? - chiese Kevin, mostrando il foglio.

Maryl annuì, esitante e gli porse il foglio.

- E' uno schizzo, fa schifo... - si difese, - ma non sapevo che altro fare.

Kevin fissava il disegno ammirato.

Era un suo ritratto, un suo perfetto ritratto, che lo mostrava con un tramonto dietro di sé. Ciò che era più strano era che il disegno gli assomigliava terribilmente, Maryl aveva disegnato pure tutti i suoi nei, il ricciolo ribelle che ogni tanto gli procurava un certo fastidio, poi il paesaggio simile a quello in cui si erano detti le due parole magiche la prima volta.

Maryl guardò il suo ragazzo.

- Ti piace? - fece.

Kevin annuì, quasi senza parole.

- Sì, amore è... è bellissimo, davvero, non sapevo fossi così brava – ammise il ventunenne, rubandole un bacio.

- Grazie – vaneggiò Maryl, fingendo, poi scoppiò a ridere e appoggiò la testa sulla sua spalla.

Kevin prese ad accarezzarle i capelli e la strinse forte.

Maggie li guardò con un sorriso dolce dipinto sul viso, le piaceva vederli insieme, così come Joe e Lexi, le piaceva l'amore che c'era fra loro. L'amore che c'era anche fra Nick e lei.

Il suo cellulare vibrò e non appena lo fece calò di nuovo gli occhi su quell'oggetto che teneva fra le mani.

Era da un po' che si stava scambiando messaggi con un suo amico di Los Angeles, Luke, che aveva conosciuto facendo volontariato. L'aveva avvertito che stava tornando in città per un paio di giorni e che forse sarebbe riuscita a fare un salto all'ospedale o alla mensa dei poveri dove di solito andava ad aiutare.

Mag, senti ho appena scoperto di avere un impegno 'sta sera, Tif vuole farmi conoscere i suoi (-.-) e non posso mancare; ti prego potresti fare tu il mio turno di volontariato all'ospedale oggi? Il mio turno è dalle dieci e mezzanotte, potresti?

Maggie fece un'espressione corrucciata, quella sera c'era il concerto dei Jonas Brothers, da quando era partita per il tour con loro non ne aveva mai saltato uno e li aveva accompagnati, insieme alle sorelle, alle prove prima dello show e le dispiaceva non poter andare anche a quello. Luke avrebbe potuto trovare qualcun altro, no? Però Luke l'aveva sempre aiutata, doveva pur sdebitarsi in qualche modo.

- Sei sovrappensiero, che hai? - notò Nick, sfiorandole la spalla, facendola sobbalzare. - Scusa, non volevo spaventarti...

Maggie gli sorrise.

- Ma no, figurati, ero io che stavo pensando ad altro – minimizzò; teneva il suo cellulare aperto ancora su quel messaggio.

Nick lo guardò e si sedette sul sedile accanto a lei, toccandole la mano.

- A che pensavi? - chiese.

Maggie si sentì arrossire; perchè ogni volta che lui la toccava il suo cuore sembrava volesse uscirle dal petto?

- No, niente, è che un mio amico mi ha chiesto di sostituirlo in un suo turno del volontariato in ospedale, oggi, la sua ragazza gli presente i suoi – spiegò, - ma oggi c'è il vostro concerto e mi dispiace farvi un torto non venendo.

Nick scosse la testa, ridacchiando, quella ragazza lo stupiva sempre, la sua bontà... possibile che lei fosse davvero così?

- Cucciola, se vuoi aiutare il tuo amico vai pure – disse il sedicenne.

Gli occhi color muschio di Maggie si illuminarono.

- Dici davvero? - chiese.

- Ma certo! Solo perchè sei la mia ragazza non significa che tu debba seguirmi ovunque vada! Sei liberissima di fare quello che vuoi quando vuoi, e poi sei venuta a tutti i concerti della band da quando siamo partiti per il tour, se non vieni a quello di 'sta sera non succede nulla! - spiegò il ragazzo, sincero.

Maggie si morse il labbro inferiore.

- Sicuro? - chiese.

Nick annuì con un sorriso.

- Certo, tesoro mio, a me basta sapere che mi pensi, tu sarai sempre nei miei pensieri – le sussurrò piano in un orecchio.

Maggie sorrise e gli diede un rapido bacio a stampo, prima di rispondere al suo amico.

- Solo una cosa, però – aggiunse Nick.

- Dimmi – disse lei.

- Non devo essere geloso di questo Luke, vero?

Maggie rise e lo abbracciò, se c'era una cosa di cui poteva essere certo era che proprio non doveva essere geloso di nessuno.


Mi piaci tu, mi piaci tu

mi piaci solo tu;

ma come te lo devo dire?

(Whisky; Vasco Rossi)


Lexi scese dall'aereo ed ispirò a pieni polmoni l'aria di Los Angeles. Le era mancato il caldo, i trentacinque gradi standard della California, l'aria di casa.

- Buh! - esclamò Joe, punzecchiandole i fianchi.

Lexi trasalì e si voltò verso di lui, gli occhi pieni di odio.

- Davvero molto maturo, Joseph, davvero – si accigliò.

Il diciannovenne ridacchiò.

- Avanti, un po' di umorismo! Sembri un bradipo, ultimamente...

Lexi inarcò le sopracciglia.

- Tu mi hai appena paragonato ad un bradipo? - chiese con la voce un ottavo più acuta del solito.

Joe fece un'espressione vagamente terrorizzata.

- Ma no, amore, che dici... - mentì. - Oh, ma guarda, Kevin mi chiama, arrivo Kev!

- Joseph!

Maryl rise alla scena, mentre Joe tagliava la corda e Lexi lo seguiva con una faccia da pazza squilibrata.

- Tesoro, scherzavo! - esclamò il diciannovenne, correndo.

- Idiota! Io non sono un bradipo, tu semmai! - sbottò di rimando la rossa.

Anche Paul Senior e Denise si fermarono a guardarli, ridacchiando.

- Mio fiore...

- Non mi chiamare così! - strillò la sedicenne.

Maggie, Kevin e Nick li fissavano straniti.

- Diventa leggermente isterica quando non dorme – spiegò Maryl ai Jonas, avvicinandosi, - scusatela.

Paul Senior rise, con una risata profonda, ma poi si ricompose.

- Basta così, ragazzi! - intimò alla coppietta che si stava inseguendo lungo la pista di atterraggio. - Se i paparazzi vi vedono penseranno a un tentato omicidio...

- Paul, lasciali divertire un po' – rise la moglie, - i giornalisti si arrangeranno.

Kevin e Maryl osservavano il rispettivo fratello o sorella, indecisi se intervenire o meno, valutarono i pro e i contro, ma poi incrociarono gli occhi fra di loro e sorrisero; si potevano arrangiare quei due.

Joe, preso da chissà quale lampo di genio, decise di provare una tecnica di attacco, si girò verso la sua ragazza e si mise a correre verso di lei, sperando magari di spaventarla.

Lexi, invece, continuò a corrergli addosso, senza tentennamenti.

Il risultato fu che entrambi, pochi secondi dopo, si ritrovarono stesi a terra con la testa dolorante.

- Sei un cretino – sbottò la rossa, massaggiandosi la fronte.

Joe si alzò e l'aiutò a tirarsi su.

- Ma come, non sono il tuo dolce amore caro?

- No. - disse lei, seria.

Il diciannovenne si accigliò, offeso; va bene prenderlo in giro, okay fare battutine idiote su di lui, ogni tanto, ma negargli il fatto che lei lo amasse era troppo, a quel punto.

- Se è questo che pensi... - le lasciò le mani e fece per avvicinarsi ai suoi fratelli.

Lexi lo osservò, stranita.

- Non te la sarai mica presa? - chiese lei, standogli dietro.

- Beh, sì, qualche problema?

- Essendo tu il mio ragazzo, certo che c'è il problema... - disse lei.

- Ah, sul serio sono il tuo ragazzo? A volte, per come ti comporti, non sembra proprio! Continui a comportarti come se mi odiassi ancora!

La rossa lo fissò allibita. Pensava davvero quelle cose di lei? Davvero pensava che lei, in realtà, non lo amasse?

Ma allora era totalmente uscito di senno!

La scena, intanto, era stata seguita dall'intera famiglia Jonas e dalle restanti sorelle Campbell, che li fissavano rigidi, quasi senza respirare.

- Joe, fermati! - esclamò la ragazza, afferrandogli una mano e mettendosi davanti a lui. - Come ti può anche solo passare per l'anticamera del cervello che io non ti ami? Come?

Il cantante la guardò, incrociando i suoi bellissimi occhi color muschio, impossibile mentire con quegli occhi davanti.

- Ogni tanto vedo che è così... - disse, - non capisco perchè ti comporti in questo modo. Ti amo per il tuo carattere, Lexi, ma a volte sei terribilmente pesante.

La rossa non era mai stata particolarmente incline a coccole e moine varie, ma vedendo quel bambino diciannovenne, gli occhi marroni grandi di dispiacere non poté trattenersi dallo stringere forte a sé, sussurrando parole di scuse.

Joe la cullò dolcemente, mentre gli altri facevano un sospiro di sollievo.

- Ehm, non vorrei disturbarvi – li interruppe a un certo punto Paul Senior, - ma dobbiamo andare, c'è un concerto da organizzare...

Joe e Lexi si voltarono verso di lui, sorridenti, e si avvicinarono a lui, tenendosi per mano.


Quassù il cielo è mio

mi vedo l'anima, io volo...

[…] salvami!

(Salvami; Sonohra)


- Cucciola, allora per che ora dovresti finire il turno in ospedale? - chiese Nick, appoggiato con la schiena al muro del backstage del concerto, l'iPhone premuto contro un orecchio, al telefono con Maggie. - Mezzanotte? Vuoi che ti venga a prendere? Il concerto dovrebbe finire una mezz'oretta prima... Sicura? Non è pericoloso prendere l'autobus a quell'ora?... Va bene, mi fido, se hai bisogno chiamami, do il mio telefono a mio padre, al limite ti risponderà lui... Okay, ci vediamo domani mattina, allora. Buona notte, amore. Grazie, crepi il lupo, ciao. - riappese e si passò una mano fra i capelli.

Si sentiva stranamente stanco, il che avveniva raramente, soprattutto pochi minuti prima di un concerto, momento in cui l'adrenalina entrava in circolo e si sentiva pieno di energie, pronto a correre da una parte all'altra del palco.

Oggi no, si sentiva strano, più nervoso, quasi irritato.

Sarà che Maggie è lontana da me, pensò Nick, cercando di convincersi. Ad essere sincero era un po' dispiaciuto che lei non fosse lì con lui, in quel momento, ma più che altro si sentiva, forse, un po' geloso di quel Luke, che l'aveva convinta a fare il suo turno.

Rise quasi di sé stesso, non doveva essere geloso, Maggie voleva lui, gliel'aveva detto più di una volta... eppure si sentiva nervoso, irritato.

- Ehi, Presidente, è ora di andare – disse Joe, mettendogli una mano su una spalla, facendolo trasalire. - Ehi, tutto okay?

Il sedicenne annuì, e guardò Maryl e Lexi, a pochi metri di distanza da Joe, che conversavano fra loro, sorridenti.

- Andiamo – disse il diciannovenne e insieme si diressero verso il padre e Kevin, che stavano discutendo un'ultima volta sul programma della serata.

- Bene, ragazzi – disse Paul Senior, fissando tutti e tre i figli maggiori. - Siete stati fantastici fin ora, come sempre del resto, basta che ci credete e anche questa serata andrà bene, daccordo?

I ragazzi annuirono, seri.

- Iniziate fra poco, vi vengo a chiamare quando mancano pochi minuti – disse infine l'uomo prima do congedarsi e si avvicinò alla moglie e a Frankie, sorridendo.

Maryl raggiunse Kevin, baciandolo sulla guancia.

- Buona fortuna, ragazzi, andrà benissimo anche questa serata – sorrise.

Kevin la ringraziò a nome di tutti e tre e la strinse a sé, baciandole il collo per farle il solletico.

La bionda rise divertita e si strinse al collo del suo ragazzo, mentre Lexi, mano nella mano con Joe, guardava Nick.

- Ehi, Nick, tutto okay? - domandò, vedendolo. - Hai un'aria strana.

Il cantante fece un sorriso stanco e annuì, senza pensarci due volte.

- Sì, sono solo sovrappensiero – si inventò in fretta.

- E' che sta pensando a Maggie, non sa stare lontano da lei troppo a lungo... - lo prese in giro il mezzano, ricevendo in cambio una debole gomitata nelle costole da parte di Lexi.

- Smettila – disse lei a mezza voce.

Nick ignorò entrambi e prese la sua chitarra, iniziando a strimpellarla, per passare il tempo e non pensare a suo fratello Joe, che ancora lo prendeva in giro, o Lexi che lo fissava stranita.

- Due minuti! - li informò Paul Senior, sventolando una mano.

Kevin diede un bacio a stampo a Maryl, mentre Joe abbracciava stretto Lexi, che gli sussurrò un buona fortuna.

Nick osservò la scena leggermente dispiaciuto e sospirò, poi sentì un'inaspettata vibrazione dalla tasca destra dei jeans.

Ancora in bocca al lupo, amore, sei nei miei pensieri. Sempre. Ti mando un bacio, anzi di più!

Il sedicenne sorrise leggendo il messaggio della sua ragazza, ora si sentiva pronto per affrontare il concerto. O quasi.

I Jonas Brothers fecero la loro comparsa sul palco, comparendo all'improvviso dal buio dello stadio che ospitava il loro show, migliaia di grida isteriche si levarono dalla folla di ragazzine urlanti, alcune con le mani fra i capelli, altre che alzavano le mani verso di loro, nel tentativo di toccarli.

Joe sorrise sornione vedendole e diede una pacca sulla spalla ad entrambi i suoi fratelli.

- Si comincia – li sussurrò, poi le prime note di Pushin' me away si diffusero nell'aria.

Nick suonava la sua chitarra preferita con maestria, muovendo le mani lungo il manico dello strumento; Joe cantava muovendosi a ritmo, passandosi il microfono da una mano all'altra sorridendo e Kevin eseguiva la canzone con estrema facilità, canticchiandola a bassa voce e facendo alcune delle sue giravolte.

- Buonasera Los Angeles! - gridò il diciannovenne al cellulare, facendo diventare ancora più isteriche le ragazze venute al concerto. - Ah, come ci è mancata la nostra città, voi che dite ragazzi? - si voltò verso i suoi fratelli, ridacchiando.

- Assolutamente! - annuì Kevin. - Ma vi possiamo dire che la Francia è stupenda...

- E che Dublino non è in Germania – aggiunse Nick, divertito, facendo ridere parecchie fans e guadagnandosi qualche occhiataccia da parte di Joe.

- Cercate di capirmi... ero stanco e poi Berlino... Dublino... è uguale! - sbottò il mezzano. Poi insieme proseguirono la canzone, ogni tanto sfiorando le mani delle fans più vicine al palco e mandando baci volanti a quelle che si trovavano fra gli spalti.

Dopo Pushin' me away, proseguirono con Warld War III e ancora la conosciutissima Year 3000.

Per tutto il tempo Nick non smise un attimo di sperare che quel concerto finisse presto.

Non sapeva cosa aveva, sapeva solo che si sentiva stanco, debole.

Lui, debole? Erano due parole che, di solito, non si trovavano nella stessa frase. Nicholas era famoso per la sua forza, la sua voglia di proseguire, era quello attivo del gruppo, l'unico che, probabilmente, avrebbe continuato a suonare per giorni interi un concerto senza mai fermarsi. Ma non quella sera.

Avevano appena terminato Hold On e, fra il delirio generale, il sedicenne si avvicinò a Kevin.

- Ma quanto manca alla fine? - chiese.

Kevin lo fissò stranito per un istante.

- Siamo appena all'inizio, Nick – disse serio. - Abbiamo fatto solo cinque canzoni... Ora dobbiamo fare Poison Ivy, ti ricordi?

Nick annuì.

- Certo, certo – disse con una scrollata di spalle.

Kevin lo fissò con aria preoccupata ancora qualche istante.

- Stai bene? Hai un'aria strana...

- Sì, certo che sì – disse, la voce più ferma possibile, poi si allontanò lentamente da suo fratello maggiore, che lo perseguitava ancora con lo sguardo.

Non ce la posso fare, si disse il sedicenne nella sua testa. Non ci sarebbe riuscito a fare un concerto intero, no, quella sera no.

La band di supporto prese a suonare la prossima canzone, senza lasciare al ragazzo l'opportunità di avvertire i suoi fratelli, chiedendogli una pausa di qualche minuto.

Ancora una canzone, pensò.

Una canzone, poi avrebbe chiesto una pausa, magari qualcosa per calmarsi, era nervoso, irritato, forse preoccupato. Nel casino che c'era nella sua testa non capiva nemmeno cosa provasse.

Con uno sforzo si mise a cantare con più energia, correndo su e giù per il palco, scherzando con i suoi fratelli così come che con la band di supporto.

Poi avvenne.

Non l'avrebbe potuto prevedere nessuno, nemmeno lui.

Era sull'orlo del palco, stava dando la mano alle fans che lo chiamavano a gran voce, magari piangendo per l'eccitazione che lui le stesse guardando.

Poi Nick si sentì improvvisamente vuoto, debole come si era sentito raramente in vita sua, si sentiva mancare.

Una fan aveva incrociato il suo sguardo pallido ed era ammutolita. Forse fu l'unica a capire cosa fosse successo.

Nick si voltò con uno sforzo verso Joe, a pochi metri da lui. Non si era nemmeno accorto che aveva smesso di muoversi, non cantava più, non suonava, la sua mano desta era ancora stretta a quella di una fan ormai vicina al collasso.

Joe lo stava guardando, vide suo fratello minore voltarsi verso di lui, gli occhi spenti, il viso pallido e tirato.

- Nick! - urlò al microfono, ma era troppo tardi.

Quella fu l'ultima cosa che il sedicenne sentì prima di cadere nel buio.


Continua...


P.S. Non so se questo argomento su un malore di Nicholas sia stato utilizzato in altre fanfic (conosco solo quello di stellalilly [a questo proposito spero che tu non considere copiato questo capitolo]), ma se dovesse essere stato utilizzato anche da altre autrici per altre storie vi prego di scusarmi e di non considerare questo capitolo plagio. Grazie! <3

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Capitolo 36
*** The Hospital ***


Ragazzeeeeee,

io sono cattiva, lo so, è inutile che me lo dite, me ne rendo conto da sola! Voi vi chiederete, perchè?, semplice non vi ringrazio una per una da una vita, ma sapete ciò che è peggio? E' che nemmeno oggi posso farlo! Scusate, sul serio, ma la prossima volta giuro che lo faccio, chissene se ho altri impegni!!

Eccomi qui con il trentaseiesimo capitolo... ho scoperto una cosa, beh, insomma, diciamo che alla fine di questa fic non mancano quattro capitoli, ma tre... esultate pure, no problem... quindi dopo questo capitolo ce n'è uno, poi l'ultimo e infine l'epilogooooo!! Nooo!!

Intanto ho il seguito nel mio cervellino bacato e sappiate che sarò molto sadica!!

Va beh, vi lascio al capitolo, ma prima un grazie enorme a tutte quante!! Grazie di tutto!! <3 <3 <3

Uh, avverto le lettrici di Vampires che forse non riuscirò a pubblicare questo mercoledì perchè sono via in gita fino alle 17:30 e non ho ancora finito di scrivere il capitolo... scusate!

Capitolo 36. The Hospital


Joe Jonas aveva sempre odiato gli ospedali. Sempre, fin da bambino, e ancor più da quando Nicholas aveva iniziato a vagarci un po' troppo spesso, per un ragazzo della sua età.

Li trovava orribili, con le pareti bianche, monotone, donne e uomini vestiti del medesimo colore che camminavano fra i corridoi coi pavimenti in linoleum verdognolo, ai piedi delle scarpe ortopediche, che producevano un rumore di gomma ogni volta che la persona che le indossava si muoveva.

Odiava doversi trovare in quelle grosse sale d'aspetto, seduto su una sedia di plastica celeste, circondato da persone in lacrime, o dall'espressione vacua, persa nel vuoto, magari con un tavolino di vetro davanti a sé sul quale erano sparse riviste di gossip e moda che nessuno osava nemmeno guardare.

Vi era stato tante volte nella sua vita; alle volte in circostanze felici, come la nascita di Nick e Frankie, altre più tristi, come quando aveva accompagnato suo fratello ormai sedicenne ad accertarsi che avesse il diabete.

Come quella sera, ad esempio.

Era chino sulle sue ginocchia, la testa fra le mani, gli occhi che guardavano le sue scarpe. Aveva paura; ma non una paura normale, di quelle che ti spaventano e poi ti fanno ridere, no, era una paura vera, che non lo aveva abbandonato nelle ultime due ore.

Due ore.

In quel tempo il suo cuore non aveva smesso per un istante di battere all'impazzata, come se avesse appena fatto la maratona di New York.

Tum, tum, tum, quello era il suo cuore, quell'organo posto nel petto che ora sembrava essere spezzato dal terrore.

Il ricordo, nitido nella sue testa, si fece spazio fra la sua preoccupazione.

- Nick! - urlò Joe al microfono, per poi lasciarlo cadere a terra, con un rumore fastidioso.

Suo fratello aveva già chiuso gli occhi, un'espressione di cupo dolore dipinta sul volto pallido e tirato. Le ginocchia gli cedettero, e inevitabilmente cadde indietro, per sparire giù dal palco.

Era caduto.

Alcune fans gridavano di terrore, altre non si erano nemmeno accorte di quello che era appena successo, altre ancora erano ammutolite, altre piangevano...

Il diciannovenne corse verso il posto dove suo fratello minore era scivolato, mentre sentiva delle urla indistinte dietro di sé, Kevin?, il resto della band di supporto?, forse...

Nick era sdraiato a terra, su un fianco, un braccio abbandonato lungo un fianco e l'altro vicino al viso, aveva ancora gli occhi chiusi.

- Nick! - provò a urlare suo fratello, ma dalla sua bocca uscì un verso strozzato.

Kevin gli era accanto, non se nera neppure accorto, e stava tentando di scendere giù dal palco, per aiutare il fratello in difficoltà, mentre alcune guardie del corpo correvano verso di lui.

C'erano delle fans, vicino a Nick, privo di sensi, e mentre alcune non sembravano volersene curare di vederlo lì a terra e tentavano di saltargli addosso, un gruppo di ragazze volenterose avevano costituito una specie di barriera per impedire alle loro coetanee e non di avvicinarsi a lui.

Kevin era accanto a Nick, gli reggeva la testa, poi alzò lo sguardo su Joe, gli occhi due palle piene di terrore.

- Joe...? - mormorò una voce femminile, destato dai suoi ricordi il diciannovenne alzò la testa verso la voce che l'aveva chiamato: Lexi.

Era stretta in una felpa grigia, pallida, gli occhi lucidi. Era strano vederla in quelle condizioni, lei non piangeva mai. Quasi mai.

Il ragazzo non rispose e si limitò a fissarla, anche lui aveva gli occhi lucidi.

La rossa si asciugò le lacrime che inesorabilmente e involontariamente le scivolavano lungo le guance, il mascara le cerchiava gli occhi di nero.

- Novità? - sussurrò solo il ragazzo, una volta ritrovato il dono della parola. Lexi scosse la testa, dispiaciuta.

Nick era stato soccorso e portato in ospedale il più presto possibile, ma dal momento in cui i dottori l'avevano preso in custodia nessuno fra la famiglia Jonas e due delle sorelle Campbell sapeva nulla sulle condizioni del ragazzo, del motivo per cui era stato male e, cose più importante, come stava in quel momento.

Joe riabbassò il capo, tornando a guardare il pavimento, sentì la sua ragazza che gli si sedeva accanto e gli posava una mano su una spalla. Meglio così, in un momento come quello non sarebbe stato capace di sopportare altri tipi di effusioni.

Maryl e Kevin erano seduti qualche sedia più in là, la ragazza con le mani tremanti e il suo ragazzo con lo sguardo perso nel vuoto, mentre fissava la parete davanti a sé senza vederla davvero.

Paul Senior e Denise, invece, erano seduti su due sedie, Frankie in braccio alla madre con gli occhi grandi da bambino spalancati in un muto segno di paura e terrore.

Denise aveva gli occhi lucidi, la mano destra stretta a quella del marito, dallo sguardo perso, vacuo, di chi non capisce ancora cosa è successo.

Maryl li guardò un istante, poi si alzò dal suo posto e si avvicinò a loro, cauta.

- Denise? - chiese gentilmente.

La donna la guardò per un momento senza vederla, poi i suoi occhi la fissarono.

- Sì? - chiese, con la voce roca di chi ha pianto.

- Vuole darmi Frankie? - domandò la ventenne.

La donna se lo strinse un po' più forte.

- Non vorrei disturbarti – disse.

- Nessun disturbo, solo per farla riposare per un po'... - sussurrò la bionda.

La signora Jonas parve esitare per un istante, poi diede il bambino fra le braccia di Maryl, pronte ad accoglierlo.

Frankie soppresse appena uno sbadiglio, mentre Maryl tornava al suo posto, Kevin che la guardava appena.

- Maryl? - chiese innocentemente Frankie.

- Sì, piccolo, dimmi tutto – disse la ragazza. Nonostante Frankie non fosse più poi così piccolo proprio non riusciva a non vederlo come un cucciolo abbandonato, a cui necessitavano cure.

- Perchè siamo qui? Cos'è successo a Nick? - domandò il ragazzino.

La bionda si irrigidì appena e incrociò lo sguardo con quello del suo ragazzo, rianimatosi quando aveva sentito il nome del fratello minore.

Il ventunenne fece il gesto a Maryl di dargli il fratellino e lei ubbidì senza pensarci.

Il riccio si mise Frankie sulle ginocchia e lo guardò fisso.

- Nicholas sta bene, deve solo fare un piccolo controllo – disse.

- Ma perchè? Per il diabete? - sapeva tutto, lui, anche per la sua giovane età.

Kevin esitò.

- Non lo sappiamo. Però sta bene, non devi preoccuparti, ora devi solo dormire, okay?

Frankie annuì, sbadigliando, poi appoggiò la testa sul petto del fratello, chiudendo gli occhi. Pochi minuti dopo il suo respiro si era fatto più lento. Dormiva.

Anche il ventunenne sbadigliò, passandosi una mano fra i capelli, tenendo con l'altro braccio il fratello vicino a lui.

- Kev, vuoi un caffè? - domandò la ventenne, osservando il suo ragazzo.

Lui le sorrise leggermente e annuì, per poi tornare a guardare Frankie.

Maryl si alzò dalla sua sedia e si avviò verso la macchinetta del caffè in fondo al corridoio.

I suoi tacchi a spillo, in confronto a tutto quel silenzio, risuonavano come bombe in mezzo all'ospedale, dove dottori e dottoresse le rivolgevano occhiate storte.

Lei li ignorò e si avvicinò alla macchinetta del caffè, infilando i soldi necessari per un caffè.

Mentre aspettava che la bevanda fosse pronta si abbandonò con la schiena lungo il muro, mettendosi le mani sulla faccia, sopprimendo un singhiozzo.

Era stanca, da ore non faceva altro che tentare di sopprimere le lacrime, provando a sembrare forte per dare coraggio anche agli altri, ma ora non ce la faceva più.

Sentì il rumore dell'ascensore posto a pochi metri davanti a lei fare un debole squillo e le porte che si aprivano.

- M... Maryl? - domandò una voce allibita.

La ventenne si paralizzò sul posto, le mani ancora sulla faccia, non poteva essere...

Guardò davanti a lei e il viso di Maggie le si parò davanti, roseo, gli occhi che la fissavano straniti e preoccupati.

- Maggie – sussurrò la bionda.

Non era possibile. In quelle due ore nessuno aveva pensato ad avvertire Maggie di quello che era successo, non ci avevano neanche pensato, come nemmeno si erano ricordati che, quella sera, si trovava lì, in quell'ospedale, al piano di sopra. Oh merda.

Il viso della sedicenne era imperscrutabile, la fissava con ansia.

- Maryl che ci fai qui? - chiese, affannata. - Dio, che ci fai in ospedale? Dove sono gli altri? Lexi? Nick? Joe e Kevin? Denise... - si fermò mentre parlava, gli occhi vuoti. - Perchè piangi? Cos'è successo?

La bionda non riuscì ad evitare di singhiozzare, guardando i suoi occhi verdi che la pregavano di dirle qualcosa.

- Maryl?! - disse la mora. Non lo sapeva ancora, ma in fondo al suo cuore sapeva cos'era successo, sapeva chi stava male... solo non voleva crederci.

- Maggie... Maggie mi dispiace – mormorò la sorella maggiore, fra un singhiozzo e l'altro.

- Cosa?! Dimmi cos'è successo!

La bionda la fissò fermando i singhiozzi, prima di riprendere.

- Nick...

Bastò quella parola per fare in modo che il cervello di Maggie Campbell potesse iniziare a pensare alle cose più orribile che potessero essere accadute.

- Cosa? … Nick cosa, Maryl? - domandò, a voce bassa, dopo aver boccheggiato un paio di volte senza essere riuscita ad emettere un suono.

- Si è sentito male, io non...

La mora non volle sentire altro, non le importava se lei non sapeva cos'era successo.

- Da quanto? - chiese, secca, con quel poco coraggio che aveva, mentre sentiva il suo cuore fermarsi e riprendere a battere all'impazzata, il pavimento dondolare sotto di lei.

La ventenne la guardò.

- Due ore... - mormorò.

Maggie la fulminò con un'occhiataccia, mentre un plin!, indicava che il caffè era pronto. La sedicenne fece un respiro profondo, poi esplose.

- CHE COSA?! - strillò, facendo girare verso di lei parecchi dottori dall'aria riprovevole. - LO SAI DA COSI' TANTO TEMPO E NON MI HA DETTO NIENTE?!

La bionda abbassò il capo, mordendosi il labbro inferiore.

- Mi dispiace...

- Cazzo, è il mio ragazzo, Maryl! Il mio ragazzo! E tu... voi me l'avete tenuto nascosto, non mi avete detto che stava male! Sapevate che ero qui sta sera, perchè non siete potuti salire di un piano per dirmelo?!

- Mi dispiace... - ripeté la bionda.

- NO! - gridò Maggie, la carnagione che era diventata cadaverica, poi si diresse a grandi passi verso la sala d'aspetto, dove tutti i presenti la guardarono straniti.

La mora non badò a nessuno degli sconosciuti lì presenti e si avvicinò a Lexi, che la guardava pronta a subire la sua furia.

- Dov'è? - gridò. - Sei mia sorella, Alexandra, la mia migliore amica, avevo il diritto di saperlo! Come... come hai potuto permettere che lo scoprissi così?

La rossa non batté ciglio, sapeva di meritarsela quella sfuriata.

- Non sappiamo nulla – disse solo. - Non ci hanno detto niente da quando siamo arrivati, praticamente.

La gemella mora girò sui tacchi e si avvicinò alla segreteria, dove sedeva una donna dai capelli neri stretti in una crocchia dietro la testa.

- Jennifer, voglio sapere dove si trova Nicholas Jerry Jonas, adesso – calcò bene sull'ultima parola. Lei e Jennifer si conoscevano, quest'ultima non poteva negargli una risposta.

- Maggie, il dottor Bryer si sta occupando di lui – spiegò la segretaria, - non credo che...

- Non me ne fotte un cazzo! Mandami Bryer, ora! - strillò come ultima cosa, cercando di mostrare la propria volontà per una volta nella sua vita, poi tornò verso la famiglia Jonas, lasciandosi cadere su una sedia accanto a Paul Senior.

Denise la fissò, riconoscente.

- Maggie? - la chiamo.

La mora alzò il capo per incrociare i suoi occhi.

- Grazie – disse.


Capisci quant'è il dolore qua dentro

(Dolore dentro; Gel&Metal Carter)


Dolore.

Sentiva, vedeva, percepiva solo dolore, con ogni singola fibra del suo corpo.

Non era aveva mai pensato di poter soffrire così tanto, in una volta sua, eppure era possibile, a quanto pareva.

La testa gli doleva. Era un dolore martellante, continuo, come un ronzio. Sentiva le tempie pulsare e la testa pesante.

No capiva niente, non percepiva altro se non quel dolore acuto che gli spaccava la testa a metà.

Poi, pian piano, iniziò ad udire qualcosa, voci?, probabilmente, ma non sapeva riconoscerle, non credeva di averle mai sentite, e anche se fosse stato, confuso com'era, non l'avrebbe capito.

Iniziò a provare a capire dove si trovasse; era sdraiato, e la sua testa era poggiata su un cuscino troppo alto, per i suoi gusti, il busto leggermente steso in obliquo. Il materasso era duro e freddo, segno che non si doveva trovare lì da molto, o forse sì, solo non riconosceva il luogo dove si trovava, addirittura l'aria non gli era familiare, sapeva di disinfettante. Odiava il disinfettante.

Aveva gli occhi chiusi, notò all'improvviso, perchè teneva gli occhi chiusi? Tentò di aprirli, ma anche solo l'idea lo scoraggiò, il dolore non se nera ancora andato.

E poi poteva riposare ancora un po', no? Era così stanco... da quanto non dormiva decentemente? Almeno un paio di mesi... sì, qualche minuto in più di riposo non avrebbe ammazzato nessuno... o qualche ora.

Si rese improvvisamente conto di avere freddo, la coperta era appoggiata sino ai gomiti, gli sarebbe piaciuto poterla prendere e stringersi un po' di più. Provò a muovere la mani, non doveva fare molto, solo riuscire a muoverle quei pochi centimetri che l'avrebbero accontentato... Una, due, tre volte, non ci riuscì, non mosse un dito neppure di un millimetro.

Ma cosa gli era successo?

La sua mente era confusa dal dolore atroce che gli trafiggeva la testa, non riusciva a concentrarsi per trovare il motivo per cui si trovava... lì. Non era la sua stanza, quello lo sapeva, e neppure quella di Joe, o Kevin, o Frankie, neanche quella dei suoi genitori.

Era sconosciuta, e anche se non la poteva vedere, sapeva che era incolore. Le camere colorate avevano un'aria diversa.

Ancora voci, questa volta più nitide, forse perchè il tono era più alto? Stavano litigando?

- … la famiglia quando vorrò – disse una voce, maschile, probabilmente.

- Aspettano da ore... - protestò qualcun altro.

- E lo faranno ancora – ribatté sempre la voce di prima.

- Dottor Bryer, il ragazzo è un amico di una volontaria...

Volontaria, perchè quella parola gli richiamava alla mente qualcuno?

Ma certo, come aveva potuto dimenticarlo? Maggie... lei, volontaria, bella, buona, dolce...

Per lei avrebbe aperto gli occhi, doveva! Ma ancora non ci riuscì, bloccato dal dolore e dalla debolezza.

Nicholas si rese improvvisamente conto di essere stanco.

E nel momento in cui lo capì fu di nuovo abbracciato dalle tenebre.


Sono qui con te sempre

(Sono qui con te sempre; Paolo Conte)


Maggie guardava il suo ragazzo con le lacrime agli occhi, una mano sulla bocca.

Non avrebbe mai pensato di vederlo in simili condizioni, la sola idea la feriva, e vederlo lì, concreto, pallido, la pelle tirata... le spezzava il cuore.

Con un sospiro rotto dal pianto lo guardò, con gli occhi chiusi, Denise che gli stringeva la mano e Paul Senior che gli accarezzava fraternamente i capelli.

Erano solo loro tre, in quel momento, Joe e Kevin erano già usciti qualche minuto prima, pallidi, per lasciare il posto ai loro genitori e a Maggie.

Lexi e Maryl non erano entrate, e non l'avrebbero fatto, per lo meno per quella sera, erano nel parcheggio dell'ospedale, in quel momento, e aspettavano che i loro ragazzi scendessero per riaccompagnarli a casa insieme a Frankie e Paul Senior.

Denise e Maggie sarebbero rimaste tutta la notte con Nick.

Dopo varie urlate da parte della gemella mora il dottor Bryer, responsabile del cantante sedicenne, aveva spiegato quello che gli era successo.

Era stato molto chiaro, sulle sue condizioni: aveva avuto un calo di zuccheri, probabilmente dovuto alla scarsa attenzione che Nick aveva rivolto al diabete negli ultimi tempi e sul fatto che il suo OmniPod, l'oggetto che da qualche anno Nick usava per controllare i valori della glicemia nel suo sangue, non aveva funzionato a dovere.

Niente di grave, se fosse stato solo per questo, ma c'era dell'altro. Nella caduta Nicholas aveva sbattuto la testa con forza, molta forza, il risultato era un trauma cranico.

I dottori avevano tenuto a precisare che si trattava di un trauma non grave, l'unica cosa da fare era aspettare che Nick si svegliasse, e nel frattempo due persone sarebbero potute restare con lui.

Erano stati i signori Jonas a decidere, insieme a Kevin e Joe, mentre Maggie era andata a litigare con qualche dottore, li era parso la scelta più giusta, e non avevano avuto tentennamenti neanche quando la ragazza era tornata dicendo di far restare qualcun altro.

- E' meglio che vada – disse Paul Senior, a un certo punto, baciando la moglie sulla testa. - Torno domani mattina, se ci sono novità chiamami.

Denise annuì e lo salutò con un sorriso, per poi tornare con lo sguardo sul figlio, la testa fasciata.

Maggie, che fino a quel momento era stata appoggiata allo stipite della porta, entrò e si sedette su una sedia accanto al letto del suo ragazzo, scossa.

Denise la guardò, con aria triste.

- Sta bene – le raccontò, - ha solo bisogno di riposo, si sveglierà quando deciderà lui.

La mora annuì, sopprimendo le lacrime che le colavano sul viso; non doveva piangere, non davanti alla madre del suo ragazzo, cavolo!

- Se penso... se penso – singhiozzò, - dovevo essere con lui, questa sera, ma io ho voluto aiutare il mio amico e... l'ho sentito prima del concerto, dovevo capire che non stava bene...

Denise allungò un po' il braccio per sfiorarle la mano.

- Ehi... shh, shh Maggie, non è colpa tua, nessuno poteva prevedere niente... calmati, su, sai che Nick ti può sentire, adesso? Non vorrai che ti senta piangere, no? Sorridi.

La mora si asciugò il viso con il dorso delle mani.

- Scusa... - mormorò.

- Non è niente, piangere fa bene – disse la donna; ora che ci faceva caso, Maggie notò che anche lei aveva gli occhi lucidi e che delle lacrime le scivolavano sulle guance.

La ragazza fece un respiro profondo, per calmarsi e, tremante, prese la mano del suo ragazzo.

Passarono i minuti, e nessuna delle due donne nella stanza disse nulla. Avevano spento le luci più grosse della camera e acceso solo quella sul comodino, che tracciava strane ombre sulle pareti.

Un'infermiera, ogni tanto, passava a fare un controllo a Nick e a chiedere a Denise e Maggie se necessitavano di qualcosa, per poi uscire.

Denise sospirò e si passò una mano fra i capelli, stiracchiandosi la schiena intorpidita.

- Sai, Maggie, Nick ha avuto tante ragazze, nella sua vita – disse la donna, facendo tornare alla realtà la sedicenne, ormai persa a guardare il suo ragazzo.

- Mmmh, - mugugnò, quella non era una buona notizia.

- Oh, non prenderla come una specie di minaccia, figurati, voglio solo parlarti e, anche se so che questo non è né il momento né il luogo adatto penso che possiamo fare quattro chiacchiere, no?

Dopo aver ricevuto un cenno d'assenso da parte della ragazza proseguì.

- Dicevo, Nick ha avuto molte ragazze, nei suoi sedici anni, non come Joe, questo no, ma un bel numero. Tutte ragazze splendide, Maggie, scelte per il loro carattere e, anche se alcune poi si sono dimostrate delle vere delusioni, altre l'hanno fatto proprio felice.

- Però da... no, stavo per dire da qualche mese, ma il termine più adatto è dire da quando ti ha incontrata lui è diverso. In senso positivo, sia chiaro; non credo di averlo mai visto così felice in tutta la sua vita, neanche quando Miley o Selena erano le sue ragazze era così contento... Paul ed io ci siamo sempre preoccupati che i nostri figli non si montassero la testa, con tutta questa storia della band e della popolarità in crescita, e devo dire che ogni volta che uno di loro usciva con una ragazza del business di celebrità mi sono sempre preoccupata, temendo che diventassero ciò che non vorrei fossero. Poi Nick ha incontrato te. - sorrise dolcemente. - Quando ho saputo di te, e delle tue sorelle, quasi non ci volevo credere, era da quando Kevin è stato lasciato da Danielle che non frequentavano più gente che non fosse una celebrità. Kev ha sofferto tanto, quando Dani l'ha lasciato, ma conoscendoti ho capito che tu non avresti fatto lo stesso a Nick.

Fin dai primi giorni, da quando ho sentito che il tuo nome e quello di Maryl e Lexi che venivano nominati spesso in casa, ho capito che avreste fatto felici i miei ragazzi. Lexi e Joe, beh, loro sono due pesti, ancora bambini, in un certo senso, eppure sono felici e si amano, e non potrei desiderare qualcun'altra per il mio Joey. Kevin e Maryl si sono trovati, non so come, perchè in fondo sono diversi l'uno dall'altra e non posso stare lontani. Poi ci siete tu e Nick – istintivamente gli occhi di entrambe si posarono sul ragazzo fra loro, - e ti posso giurare, Maggie, che non vedrò mai mio figlio felice com'è ora. Voi due siete... siete due pezzi del puzzle e vi siete trovati in questo mondo. Siete stupendi assieme, anzi, perfetti.

Maggie fissò Denise con gli occhi sgranati per qualche istante per la meraviglia e la sorpresa, non si sarebbe mai aspettata un discorso simile.

- Con tutto il rispetto, perchè me l'hai detto? - domandò, timida.

Denise sorrise, piano.

- Perchè ti vedo insicura, cara, quando ti guardo camminare mano nella mano con mio figlio, o anche osservando le foto sui giornali scandalistici di voi due noto che sei sempre... insicura. Guardi Nick come se ti stessi chiedendo perchè lui stia con te, perchè non con qualche famosa stars del mondo dello spettacolo. Lo fissi come se pensassi che potessi perderlo da un momento all'altro. Ma non è così, fidati, voi due siete perfetti, nati per stare assieme, ma, cosa molto importante, tu sei splendida, dentro e fuori, quindi non temere di non essere all'altezza di mio figlio, perchè lo sei.

La sedicenne sorrise timidamente, commossa. Neanche nei suoi sogni aveva mai immaginato Denise Jonas che le faceva un discorso come quello.

- Grazie, davvero – mormorò infine. - Spero di non deluderla. Io voglio tanto, tanto bene a Nick.

- Lo so, tesoro, lo so – annuì la donna, poi tornò a fissare il figlio, sopprimendo qualche sbadiglio.

Il silenziò calo di nuovo nella stanza, rotto solo dal ticchettare di un orologio su una parete.

Pensieri contrastanti vagavano nella testa di Maggie: il discorso di Denise, così pieno di significato e amore; Nick, steso davanti a lei, che non aveva aperto gli occhi e non si era mosso da quando l'aveva visto in quel letto; la litigata con le sue sorelle, ora a casa loro.

Sospirò e si strinse la coperta che aveva chiesto all'infermiera, aveva freddo.

Non voleva cedere al sonno, voleva solo stare con Nick, cosciente per ogni secondo finché non si sarebbe svegliato, non poteva permettersi di chiudere gli occhi e riposare, non quella notte.

Denise teneva la testa appoggiata sullo schienale della poltrona, anche lei che combatteva contro il sonno.

Maggie alzò gli occhi sino l'orologio sulla parete: le tre e mezza.

Teneva la mano di Nick fra le mani e gliela accarezzava dolcemente, guardandolo affettuosamente.

Denise, improvvisamente, si alzò dalla sua poltrona.

- Ho bisogno di un caffè – disse a bassa voce, - ne vuoi uno?

Maggie annuì.

- Doppio – aggiunse con uno sbadiglio.

La donna annuì e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

La mora sospirò e avvicinò la testa all'orecchio di Nick.

- Ehi, Nick, sono io, Maggie – disse con un tono di voce tremolante. - Ci stai facendo venire un infarto a tutti, qui, con questa storia. Sai che se non ti svegli non ti baciò più? E' una promessa – tentò di scherzare, di ridere, ma la sua voce era rotta dal pianto. - Oh, andiamo, noi due dobbiamo ancora farci quel viaggetto a New York, ricordi? Avevi detto che mi avresti portato a Wyckoff, volevi farmi conoscere i tuoi vecchi amici, far vedere dove sei cresciuto...

Un tremolio, della mano destra di Nick. Non se lo poteva essere immaginato, vero?

- Nick? - chiese. - Sei sveglio? - non ci fu risposta. - E io ti devo ancora raccontare di mia madre, mi avevi chiesto di lei, te ne dovevo parlare... Poi pensa ai tuoi genitori, sono disperati per il fatto che stai male, anche Joe, Kevin, Frankie... le mie sorelle... e ci sono pure io, sai? Nick, ti prego, svegliati, perchè ti potrei morire qui, seduta stante, lo so che sono troppo giovane per avere un infarto però è quello che mi sta per venire. Ti prego, ti supplico svegliati, Nicholas... ti prego.

Una scossa, sempre della mano, e un tremolio delle palpebre.

- Sì, Nick, svegliati... - continuò a supplicarlo la ragazza. - Sono qui ad aspettarti...

Passarono i minuti, Denise non tornava e Nick non si svegliava. Però si muoveva, piano, si notavano dei movimenti lievi del suo corpo.

La ragazza scosse il capo e distolse lo sguardo per qualche istante, guardando fuori dalla finestra che dava sulla città.

- ...la mia testa... - sussurrò una voce. La sua voce.

Maggie si voltò verso il suo ragazzo, un sorriso che le partiva da orecchio a orecchio, Nick era sveglio, le mani che si tenevano la testa avvolta fra le bende.

Sveglio.

- Nick! - esclamò la ragazza, quasi stridula, afferrandogli un braccio e stringendolo con forza.

- Maggie... - gemette il sedicenne con una smorfia.

- Oddio, scusa, ma... oddio, sei sveglio! - disse, dandogli un bacio leggero su una guancia. Poi scattò in piedi. - Devo dirlo a tua madre, sarà entusiasta e... sei sveglio!

Nick le fece un debole sorriso misto a dolore.

- Mi sono appena svegliato e tu già te ne vai? - chiese, quasi gemendo.

Maggie gli prese una mano.

- Non me ne andrò mai – sussurrò.

- Era quello che volevo sentire – mormorò Nick, poi le fece cenno di sdraiarsi accanto a lui.

- Ma, tua madre?

- Può aspettare – rispose il ragazzo; Maggie gli ubbidì e si andò a sdraiare accanto a lui, ben attenta a non sfiorargli la testa. Una sensazione di calore, sicurezza la avvolse nel momento stesso in cui sfiorò la sua pelle.

- Sì – annuì Maggie, - può aspettare.


Continua...

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Capitolo 37
*** In Love ***


Et voilà,

eccomi qui con un altro capitolo!! Ragazze, il prossimo sarà l'ultimo mentre quello dopo l'epilogo!! Nooo, sono così affezionata a questa storia!! Va beh, vi dico solo che nella mia testolina il seguito sta prendendo ogni giorno di più (soprattutto durante le ore di greco... mmmh, chissà perchè xD) nuove vicende e personaggi! Ma mi fa tristezza pensare che entro settimana prossima questa storia sarà finita... :(

Ma senza deprimervi... pardòn, voi sarete solo felici che questa fic chiuda i battenti, è più giusto dire deprimermi passo ai ringraziamenti! Eheh, ve l'ho giurato che li avrei fatti e ora eccoli qua! Scusate se sono un po' brevi, ma domani altra verifica di greco! La mia prof è più sadica di me... O.o

Piccola comunicazione: consiglio a tutti di leggere Love on a Red Carpet, di lolly_pop, una fic davvero carina, che purtroppo sta finendo anche lei, ma so che all'autrice farebbe piacere ricevere qualche recensione in più!

Uh, ultima cosa davvero! Volevo dirvi grazie di cuore per essere rimaste con me fino alla fine, nell'ultimo capitolo ho ricevuto ben 13 recensioni!! E, scusate la mia negligenza, grazie grazie grazie per avermi fatto arrivare (e oramai superare) le 400 recensioni! Grazie!! Avrei dovuto dirvelo nello scorso capitolo, ma presa dalla fretta non l'ho fatto scusate!!

Okyoky, ora seriamente i ringraziamenti!!

Melmon: infarto?! No, tu non mi puoi avere un infarto!! Non puoi!! Oh, finalmente trovo una persona obbiettiva! Quando ho letto alle mie amiche che Maggie non avvertiva subito gli altri mi hanno dato della sadica! Spero ti piaccia questo capitolo! Un bacio!

annina94: ah, oggi giorno dispari e Nick tocca a me! Non ti preoccupare, te lo tratto bene *lo spupazza*. Wow, certo che noi fan dei JB siamo proprio sadiche con Nickolino nostro!! E scusa ancora se non mi sono accorta prima della mia fic! Perdonamiiiii!! Un bacio!
jonas_princess: oddio, hai avuto un trauma cranico?! Mi dispiace tanto (okay, forse non l'hai avuto, io lascio intendere un po' troppo quello che leggo/sento, ma sorvoliamo xD)!! Eh sì, tutto è bene ciò che finisce bene! Grazie per recensire ogni capitolo! Un bacione!
Niki_CuLLen_: davvero lo scorso capitolo è uno dei più belli della fic? Grazie, davvero, non ho parole!! Spero che ti piaccia pure questo!! *-* Un bacione!
DarkViolet92: ricorda, io sono sempre sadica, mhuahhahaha!! Sì, non ci sto con la testa (colpa della cioccolata calda che sono stata costretta a bere oggi a causa di una scommessa, non ti preoccupare xD). Grazie di tutto! Un bacione!

Mon Amour: amoreeeee, lo sai che mi mancano le nostre chiaccherate? Okay che mi sto pure deprimendo ascoltando The Gift of a Friend di Demi Lovato che ha un tono così triiiiste!! Va beh, tu sei guarita? Spero di sì!! Io brava?? Scherzi? Sei tu quella brava, capito? Ti voglio tanto tanto tanto […] tanto tanto bene! Un bacione <3

BENNYY: oddio, non era mia intenzione farti piangere, scusa! Eccomi qui con il terzultimo capitolo :( Mi mancherà tanto questa fic.. scusa, sto divagando! Un bacione!

MeneguzzinaJonassina: no, non mi morire! Io ti voglio beeene!! Sìsì, mancano pochissimi capitoli, questo è il terzultimo... :( Ti adoro! Grazie di tutto! Un bacione!
nes95: io, senza di te, sarei davvero davvero persa! Il titolo del seguito l'ho messo in fondo al capitolo... e sappi che sono arrabbiata con te perchè hai fatto finire male
Scommettiamo che mi ami? … No, scherzo! Un bacione, ti voglio bene!

Lilian Malfoy: Ma scherzi? Dai, non può essere vero! Io non posso essere bravissima a scrivere...!! Tu piuttosto, sei bravissima! Sul serio! Comunque sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Spero sia lo stesso anche per questo! Un bacione!

jeeeeee: amor, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Spero ti piaccia anche questo!! Un bacione, tesoro!!

stellalilly: okay, e con questa siamo a due! Non allaghiamo il pianeta, ragazze! Okay, okay, scuuuusa, sono leggermente fuori di testa... Tu, ad ogni modo sei bravissima, e dato che tu hai fatto pubblicità a me io la faccio a te. Consiglio a tutte di leggere Ricominciare a Vivere, una fic davvero bella con protagonisti sempre i nostri amati Jonas!! Un bacio!
mione94: noooo, non mi morire!! Non prima di aver finito
This Infatuation, per lo meno!! Dai dai, scherzo!! Non ti preoccupare, niente più spaventi simili, per lo meno in questa fic, ma nel seguito... mhuahahhahaha!! Sì, sono sadica! Un bacione!

Capitolo 37. In Love


- Mamma, non ti devi preoccupare, sto bene – disse Nick con uno sbuffo, sdraiato sul letto della sua camera, mentre Denise gli girava intorno preoccupata.

La donna lo fulminò con un'occhiataccia.

- L'ultima volta che l'hai detto ti sei dovuto fare due settimane d'ospedale con un trauma cranico – ribatté. - Tu da quel letto non ti muovi finché non te lo dico io.

Il sedicenne alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto.

- E se devo andare in bagno? - chiese, tentando di fare una battuta.

- Non ci vai – disse seria sua madre.

- Ma mamma... - protestò il cantante.

- Niente ma, signorino, finché non avrai il mio permesso scritto e controfirmato tu non ti muovi da quel letto, hai capito bene?

Nick annuì, rassegnato, passandosi una mano fra i riccioli scuri.

- E io cosa dovrei fare, fino a quel sospirato giorno? - chiese.

Come se li avesse chiamati Joe e Kevin fecero il loro ingresso nella stanza, allegri e sorridenti, tenendo in mano due sacchi della pattumiera in mano. Due ciascuno.

- Non ti preoccupare, Presidente, per questo esistiamo noi! - esclamò Joe, dandogli una pacca sulla spalla.

- Allora siamo messi male... - sussurrò il sedicenne.

Kevin appoggiò i propri sacchi sul letto del fratello e li aprì, dopodiché tirò fuori alcuni fogli di carta.

- Lettere delle fans! - esclamò, colpito. - Tutte per te, dalla prima all'ultima, ne sono arrivate a centinaia quando eri in ospedale, alcune le abbiamo letto... ragazze in preda a voglie suicide nel caso che tu non dovessi guarire, preghiere sperando che tu stia meglio, tanti auguri di pronta guarigione... Una cosa incredibile! Allora Joe ed io ci siamo detti che, data la loro eterna ed estrema ammirazione nei tuoi confronti, hanno il diritto di ricevere una tua risposta... e dato che sei bloccato a letto per almeno una settimana mi pare il momento perfetto per farlo, non trovi?

Nick si era ancora fermato alla parte “tutte per te dalla prima all'ultima”, e non si capacitava del fatto che tutte quelle lettere fossero solo per lui. Non era possibile.

- Tutte per me? - sillabò a bassa voce.

Joe ridacchiò.

- Mi sa che la botta in testa ti ha lasciato dei problemi permanenti – scherzò, ricevendo in cambio della madre uno scappellotto sulla testa e un'occhiataccia che avrebbe spaventato anche Attila, prima di uscire dalla stanza.

Il diciannovenne abbassò il capo, dispiaciuto.

Se dall'esterno si poteva pensare che fosse allegro oramai che il pericolo era passato, dentro stava ancora male, molto male. Da quando all'ospedale aveva visto Nick privo di sensi faceva gli incubi tutte le notti, rivivendo il momento in cui era caduto.

Scosse il capo, come per scacciare brutti pensieri.

Nick stava ancora fissando tutte le lettere, allibito.

- Ma... ma... mi verrà la sindrome del tunnel carpale a furia di rispondere a tutte queste lettere! - si lamentò. - Non che non lo farei, ma non posso passare una settimana a scrivere!

- Beh, ci sono sempre io a distrarti, se vuoi! - esclamò una voce femminile. Maggie. - Mi ha fatto entrare Paul...

Entrò nella camera svolazzando con un vestito celeste, i capelli raccolti in uno chinone tenuto con una matita. Teneva in mano un sacchetto di plastica. Ci infilò una mano dentro e ne estrasse un paio di CD.

- Tutto quello che ti serve per rifarti una cultura musicale! Ho portato di tutto! Mozart, Chopin, Bach, i Metallica, gli AC/DC, i White Snake, Michael Jackson, ma pure i Lost...

- I chi? - domandò Kevin, confuso.

- Un gruppo italiano, li ho scoperti da poco, sono fantastici! Comunque dicevo, i Queen, Police, Sting, U2...

Nick sorrise e le fece cenno di avvicinarsi a lui, per poi darle un tenero bacio sulla labbra.

- Lexi e Maryl? - domandò Joe, torturandosi le mani.

Maggie si voltò verso di lui, scoccandogli un'occhiataccia.

Erano passate due settimane dalla loro litigata, e da quel giorno non si erano quasi rivolte la parola, soprattutto perchè Maggie stava quasi sempre fuori casa, da Nick, e quando tornava a casa Lexi e Maryl andavano dai propri ragazzi o da quello della sorella, per fargli un saluto.

- Arriveranno fra un po', credo – disse secca. - Io ho preso l'autobus, non ho idea di quando siano partite.

Kevin e Joe annuirono, mentre Nick guardava dispiaciuto la sua ragazza, tenendogli una mano. Non gli piaceva che lei e le sue sorelle non si parlassero, soprattutto se la colpa, indirettamente, era sua.

- Tesoro, non hai intenzione di...

- Perdonarle? No – disse, seria. - Mi hanno nascosto il fatto che tu stessi male, Nicholas, non le posso perdonare così in fretta...

- Ma anche noi non ti abbiamo detto niente – notò Kevin.

Maggie sospirò.

- Voi avevate i vostri motivi, era vostro fratello a stare male, avevate tutte le ragioni per scordarvi di me, ma loro... sono loro sorella, dovevano dirmelo – disse in fretta, distogliendo lo sguardo dal maggiore dei Jonas Brothers e spostandolo sulla finestra aperta, che dava sul giardino. - Quando pensate riprenderà il tour?

I tre fratelli incrociarono gli occhi.

- Appena mamma si farà passare la fobia che io possa cadere svenuto non appena tocco terra – snocciolò Nick. - E' esagerata

Maggie gli diede un leggero scappellotto su una spalla.

- Ha ragione, non puoi immaginare la paura che ci hai fatto prendere – mormorò, sbiancando solo al ricordo di quella notte infernale.

Nick guardò la sua espressione.

- Sì, scusa...

Lei gli sorrise e gli diede un bacio su una guancia.

Il campanello al piano di sotto suonò e un paio di minuti dopo Lexi e Maryl apparvero sulla porta della stanza.

Lexi teneva i capelli stretti in una coda e, non appena vide il suo ragazzo, si lanciò fra le sue braccia, scambiandosi un bacio appassionato, mentre Maryl, dai capelli sciolti, si diresse verso il suo ragazzo, abbracciandolo e baciandolo dolcemente, con un paio di scarpe dai tacchi vertiginosi.

- Ciao, Nick! - lo salutò Lexi, una volta allontanatasi da Joe. - Come stai?

- Bene, bene – disse. - Tutto okay. Tu?

- Và – disse semplicemente la rossa, prima di incrociare gli occhi per un secondo con la gemella, seduta sul letto accanto al sedicenne.

- Sei confinato in questa stanza? - chiese Maryl, dopo averlo salutato, gioviale.

Nick fece una smorfia, prima di annuire.

- La mia, d'ora in avanti, sarà una vita da recluso – disse con finto tono melodrammatico.

- Oh, beh, Lexi ed io abbiamo pensato di portarti un po' di roba – disse la ventenne. - Una moltitudine di libri allucinante, ti consumerai gli occhi a furia di leggerli.

Nick sospirò, la sua settimana si prevedeva divisa esclusivamente fra lettura, scrittura e ascoltare musica. Bello.

- E che libri, sentiamo? - domandò.

- Romeo e Giulietta, Il mercante di Venezia, Madame Bovarie e tanti altri – elencò la rossa.

Nick sprofondò ancor più nel letto; evidentemente lo volevano morto.

- Da dove vuoi iniziare? - chiese Kevin, guardando il fratello minore.

Il sedicenne sospirò.

- Dalle lettere delle fans – disse, infilando una mano in uno dei sacchetti e tirandone fuori una manciata di pezzi di carta.


Senza averti qui

senza problemi, senza limiti

non è così bello

(Senza averti qui; Max Pezzali)


Lexi aprì il frigo e ne estrasse un paio di bottigliette d'acqua, mentre con una mano si toccava la fronte, con un gesto stanco.

Lei e Maggie avevano litigato decine e decine di volte nella loro vita, ma di litigi seri ne avevano fatti talmente pochi da poter essere contati sulla punta delle dita, ma quello superava di gran lunga quelli avvenuti in precedenza.

Ogni volta che litigavano era abitudine di Maryl prenderle e costringerle a parlare finché non avessero sistemato le loro divergenze; quella volta Maggie non si era nemmeno fatta sfiorare.

Erano da due settimane che a malapena si parlavano, giusto quel che bastava per tre persone che vivevano nella stessa casa.

Lexi sapeva di aver sbagliato, insieme a Maryl, dovevano avvertirla sul fatto che Nick stesse male, ma per quanto fosse incredibile se n'erano dimenticate.

- Oh, Alexandra – disse una voce femminile, alle spalle della rossa. Si voltò, era sua sorella, che la fissava con gli occhi ridotti a fessure.

- Maggie... - disse Lexi.

La mora scosse la testa e fece per uscire dalla cucina, ma fu bloccata dalla gemella, che la rincorse e le prese il braccio, fermandola.

- Dobbiamo parlare – disse la rossa.

- No! - ribatté l'altra. - Se non ti dispiace devo andare dal mio ragazzo, sai, quello che è svenuto durante un concerto e ha battuto la testa procurandosi un trauma cranico, oh, ma ricordiamoci che io non ne sapevo niente perchè le mie sorelle non hanno voluto salire una rampa di scale per dirmelo!

- Maggie ascoltami un attimo, porca miseria! - sbraitò Lexi. - Che cosa ti posso dire, eh? Ero spaventata pure io quella sera, Nick è pure mio amico, scusa se mi sono preoccupata per lui, vuol dire che non lo farò più d'ora in avanti.

Maggie la fulminò con un'occhiataccia.

- Il punto non è questo, tu ti potevi preoccupare quanto volevi per Nick, ma potevi mandarmi un messaggio, non ci voleva molto! Dovevi scrivermi solo “Nick sta male, vieni al secondo piano”, non mi sembra ci voglia il premio Nobel per farlo!

Lexi incrociò gli occhi con i suoi e non li abbassò.

- Ti ho detto già scusa! - ribatté. - Cosa devo fare d'altro?

La sua gemella non rispose.

- Eh? Cosa devo fare? - continuò la rossa. - Dimmelo, perchè ti giuro che altrimenti non so che altro poteri fare per farmi perdonare da te!

- Rifletti, Alexandra, tu mi perdoneresti così in fretta se al posto di Nick ci fosse stato Joe? - chiese con voce glaciale.

La rossa le lasciò il braccio, facendolo cadere a penzoloni lungo il fianco.

- Sarebbe stato diverso – mormorò.

- No, non lo sarebbe stato affatto – ringhiò la mora. - Tu pretendi di essere perdonata per avermi nascosto una delle cose più importanti della mia vita, ma allo stesso tempo sai che, se i posti sarebbero invertiti, non faresti lo stesso. Brava, davvero, complimenti.

Fece per andarsene dalla cucina e tornare al piano di sopra dagli altri, ma la voce di Lexi la fermò di nuovo.

- Quando Nick è stato male – spiegò, - sono stata io a chiamare l'ambulanza, gli altri si stavano occupando di lui, non riuscivo quasi a parlare alla signora al centralino... balbettavo, e tu sai che io non balbetto mai. Durante il tragitto fino all'ospedale ho pensato per tutto il tempo a te, ti dovevo chiamare per dirtelo, ma quando hanno messo Nick sulla barella sono crollata, Maggie, sono svenuta pure io, per un paio di minuti. Quando mi sono svegliata ho visto gli occhi di Joe che mi fissavano, non potrò mai scordare quegli occhi, erano pieni di paura e... ho dimenticato tutto, ho dimenticato di chiamarti, ho dimenticato che tu eri in ospedale, io... - fece un respiro profondo. - Scusa.

Maggie guardò la gemella.

Sentire Alexandra Campbell dire la parola scusa era una specie di miracolo, lo diceva poche volte, preferiva girarci intorno piuttosto che essere diretta.

La rossa fissò la gemella con un'occhiata speranzosa, sperando in un cenno che le dicesse che era stata perdonata.

La mora continuava a guardarla, senza parlare o muoversi.

- Non sapevo fossi stata male – gracchiò con voce strozzata.

- Abbiamo preferito non dirtelo, eri già abbastanza spaventata e poi è stata una cosa da niente in confronto...

Già, in confronto a Nick, pensò Maggie.

Passarono i minuti e nessuna delle due parlava; Paul, che era passato un attimo in cucina, vedendole era arretrato e aveva intimato agli altri di non andarci.

- E' meglio se andiamo di sopra, gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto – disse Maggie, avviandosi, mentre la gemella la guardava con un'espressione di pura tristezza dipinta sul volto.

La mora fece per superarla salendo le scale, ma con sorpresa di Lexi si voltò e la abbracciò forte, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

- Mi sei mancata – mormorò la mora.

Lexi ricambiò la stretta con gioia.

- Anche tu sorellina, anche tu.


Io per lei ho due occhi da bambino

se sei tu il mio destino

allora portami via

(Io per lei; Pino Daniele)


- Uh, sentite questa qui! - esclamò Joe indicando la lettera che teneva in mano, poi si schiarì la gola. - Caro Nick, sono una delle tue più grandi fans, conosco tutte le canzoni dei JoBros a memoria e vi stimo tantissimo! Quando sono venuta a sapere che tu sei stato male ci sono rimasta così male, ma così male che insieme ad altre mie amiche nonché tue fans stiamo organizzando un suicidio di massa nel caso tu dovessi morire! Guarisci presto mi raccomando, bacioni enormissimi! Ti amo! XOXOXO Leslie - fece un fischio. - Cavoli, Nick a questa devi rispondere, per me non scherza...

Maryl sollevò un sopracciglio.

- Per me tutte queste fans sono decisamente esagerate! Andiamo! Suicidarsi solo perchè il proprio idolo è morto! Io non lo farei mai! - sbottò, indicando con un gesto della mano la catasta esorbitante di lettere a cui bisognava assolutamente rispondere.

- Tu non lo faresti per moi? - chiese Kevin, cingendole la vita.

- Chi ti dice che tu sia il mio idolo? - domandò.

- Perchè, non lo sono? - domandò il ventunenne, vagamente offeso.

- Ad essere sincera no! Lo è il mio caro, vecchio Freddy!

- Chi?! - chiese con odio il chitarrista.

- Mercury, tesoro, Freddy Mercury!

- Ma se è morto!

- Appunto, cucciolo, ora non ti devi preoccupare di un mio eventuale suicidio in merito, tanto lui è già andato all'altro mondo! - sorrise lei. - E comunque, certo che morirei se dovesse accadere qualcosa a te, sei o non sei l'amore della mia vita?

- Amore! - sorrise il maggiore.

- Tesoro! - cinguettò di rimando la bionda, per poi baciarlo con allegria.

Joe era indeciso se andare di corsa in bagno per vomitare o rimanere a gustarsi lo spettacolo, mentre Nick li fissava stranito, nemmeno lui con Maggie era così sdolcinato!

- Ma che schifo! - commentò Lexi, come al solito con molto poco tatto, entrando nella stanza accompagnata dalla gemella.

Maryl si staccò dal suo ragazzo.

- Tieni la bocca chiusa, Lexi, parli tu che non appena vedi il tuo ragazzo gli corri incontro e non riemergi più! - sbottò, facendo arrossire Joe, dietro di lei.

La bionda, però, vedendo le sue sorelle minori l'una accanto all'altra, sorridenti e a braccetto sorrise.

- Avete fatto pace! - esclamò con gioia.

Maggie annuì.

- Ho perdonato anche te, Maryl, non preoccuparti – disse.

- Ma io non ero preoccupata! - mentì la ventenne; in realtà nello stomaco sentì sparire un grosso peso e corse ad abbracciare le sorelle.

Quando si staccarono Joe andò incontro alla sua ragazza e la prese per un braccio, portandola fuori dalla stanza.

- Torniamo fra un po' – disse e si chiuse la porta alle spalle.

I presenti osservarono la porta per un'istante, poi Nick si rivolse alla sua ragazza.

- Che dici, aggiungo anche la foto autografata a questa qui? - domandò.

Maggie gli si avvicinò.

- Che cosa ha minacciato? - chiese.

- Mmmh, suicidio di massa – lesse Nick.

La ragazza sollevò un sopracciglio.

- Sì, direi di sì, e non una foto autografata, tante foto autografate.

- Decisamente – si intromise Kevin, annuendo.


Anche se non fossi un angelo

io non ti cambierei

perchè sei così bella...

(Che tesoro che sei; Antonello Venditti)


- Joseph Adam Jonas, sei pazzo?! - sibilò Lexi, mentre seguiva il suo ragazzo che la stava trascinando per tutta casa, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

- Voglio solo farti vedere una cosa, e poi necessito urgentemente di coccole – disse.

- Uno schiaffo conta come coccola? - asserì la rossa, ma Joe la azzittì con un breve bacio a stampo.

Stavano salendo fino alla mansarda, lungo una scala stretta.

- Joe! - ringhiò lei.

- E dai, fidati! Non dire niente e guarda soltanto.

- Cosa dovrei vedere? Le ragnatele? - sbuffò Lexi, ma dopo quella parole si zittì.

Il diciannovenne aprì la porta della mansarda rivelando una stanza tutto sommato piuttosto in ordine e si diresse subito con passo felpato verso l'unica finestra che c'era.

- Ma che...? - iniziò la rossa, ma Joe le chiese di fare silenzio con un cenno del capo.

Aprì la finestra tentando di non farla scricchiolare e, una volta riuscito nel suo intento, lasciò la mano della sua ragazza per mettere un piede sul davanzale e uscire.

- Joe! - esclamò Lexi, spaventata. - Che diavolo fai? Vuoi morire?

- No, sono troppo giovane! Avanti, è meraviglioso qui! - disse allegro.

- Joe... - si lamentò lei.

- Suvvia!

Alzando gli occhi al cielo la ragazza si avvicinò al davanzale, lo scavalcò e, cauta, mise un piede sul tetto obliquo.

- Di qui! - la chiamò Joe; era seduto sul tetto, in una parte dove il pavimento (o sarebbe più giusto dire soffitto) era orizzontale.

Cauta la sedicenne si avvicinò lui, con piccoli passi veloci, per poi lasciarsi cadere al suo fianco.

- Wow – sussurrò. Il sole stava calando e tingeva il cielo di colori come il rosa e il celeste, ma aveva acquisito delle sfumature anche del rosso e dell'arancione. Sotto tutto questo Toluka Lake, il luogo dove i Jonas Brothers vivevano.

- Ti piace? - chiese il diciannovenne, cingendole le spalle e permettendole di appoggiare la testa sulla sua spalla.

- Non dovrebbe? - chiese lei.

Lui non rispose, non ce nera motivo.

- E' bellissimo – mormorò la ragazza.

- Sono contento... vengo qui, quando devo pensare. Non lo conosce nessuno questo posto, solo te – mentre lo diceva aveva preso ad accarezzarle i capelli dolcemente.

Lei gli si strinse contro con dolcezza.

- Grazie, per aver condiviso con me questo luogo speciale.

- E' stato un piacere per me, amore, io con te ormai condivido tutto... - le disse Joe.

Lexi sorrise.

- A quanto pare il tramonto è il nostro momento – disse, - c'era il tramonto quando abbiamo festeggiato il nostro mesiversario, ora c'è il tramonto...

Il diciannovenne annuì.

- Vorrei che il tempo si fermasse – rivelò, - e che tutto si congelasse, a parte noi due, vorrei passare con te tutto il resto della mia vita...

Lexi si paralizzò fra le braccia del suo ragazzo. No, no non poteva essere, non poteva chiederglielo, non in quel momento.

- Joe – disse con voce strozzata.

- Sì, amore?

Lei rabbrividì.

- Sei sicuro di quello che stai dicendo?

- Ma certo! Tu sei l'amore della mia vita, è ovvio che io voglia passare con te il resto della mia vita!

- Ma... ma... non trovi sia un po' presto? Insomma, io ho solo sedici anni, tu solamente diciannove, mi pare un po' azzardato parlarne ora – disse Lexi, balbettando.

Joe la fissò, triste.

- Vuoi dirmi che non vuoi lo stesso anche tu? - chiese, nella sua voce si poteva udire una nota di panico.

- Un giorno, ma non oggi, e nemmeno domani e neanche fra una settimana! Joseph, stiamo insieme solo da due mesi! E' un po' presto per parlare di matrimonio! Io non potrei nemmeno sposarmi, sono minorenne, per cui...

- Lexi, cosa vai blaterando? - domandò lui allibito.

- Non... non mi stavi chiedendo di sposarti?

- No! Assolutamente no! Stavo solo dicendo che un giorno lo farò, perchè ti amo e so che non potrò mai amare così tanto qualcuno come amo te – sorrise lui.

- E questa tua dichiarazione... - iniziò la rossa.

- Sarà fatta dopo i tuoi diciotto anni, tranquilla – sorrise lui.

- Ah, allora va bene! - sorrise lei e si sciolse nuovamente fra le braccia. - E per inciso pensiamo la stessa cosa...

- Vuoi dire che io sia così assurdamente affascinante? - disse lui, sornione.

- Possibile che tu sappia rovinare così velocemente un'atmosfera romantica? - sbottò Lexi. - Dicevo che entrambi pensiamo che siamo perfetti l'uno per l'altra.

Joe la strinse più forte e le baciò la testa. Era vero. Assurdamente vero.


Continua...


AVVISO, PER FAVORE LEGGETE QUI!!

Pere evitare di rubare altro del vostro prezioso tempo

sarò breve. Grazie a Pia (come farei senza di lei?) mi sono ricordata

che vi devo avvertire sul titolo del seguito di questa fanfic.

Il titolo è: Under the Moonlight.

Grazie per il vostro continuo sostegno morale, ragazze!

Vi voglio bene!!

Un bacio <3

Maggie

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Capitolo 38
*** Brothers and Sisters ***


Ehi, ragazze,

devo dire di essere tristissima, perchè ebbene sì, questa storia è finita, il prossimo capitolo sarà l'epilogo e poi basta.

Finita, andata... io sono davvero...triste, Brothers and Sisters è la mia cucciolotta... mi mancherà tantissimo!! Ma Under the Moonlight sta per iniziare, inzio a scrivere il primo capitolo fra poco, appena ho finito qui...

Oggi non ci saranno i ringraziamenti per ogni singola persona, bensì a:

Quei doni del cielo che tengono questa storia fra i preferiti... :

57 persone; 102luna, ABCDEFGHILMaryy, ada12, alexxienne, Alexya379, alice brandon cullen, alix03, annina94, aya chan, BellaCullen88, BENNYY, Claky, coco2, Cristal_Rose, Danger_Dreamer_93, DarkViolet92, Egg__s, EllieGoodman, ffdipendente, Frafry_crazy_friend, Ginnylove, Ice_Bubble, inseparable, Irza93, Ithil_Elendil, jeeeeee, jonas4ever, JonasBrothersFan, jonas_princess, lilistar, MeneguzzinaJonassina, merion, meryj, mione94, MissJonas, MusicObsession, nes95, Niki_CuLLen, NNath_, noemi_lovelove, Notte Nera, Nyam, Potterina Weasley, Sbranina, sbrodolina, Stargirl312, stellalilly, streghettathebest, Sunshin_Shadow, Truelove, Veronica91, virgi_lycanthrope, _Crazy_Dona_, _FrancySoffy_, _Laura_, _Skipper_, _VampirE_CulleN_

Quelle persone che, se potessi, raggiungerei per ringraziarle personalmente che tengono questa storia fra le seguite...:

28 persone; aya chan, BENNYY, blinkina, BlueHinata, catchme_, coco2, crazies_cullen123, DolcePotter, fata93, ffdipendente, Ginnylove, kiril, Lally30, lilistar, MANDiNA, MeneguzzinaJonassina, mione94, Nicketta93, Sbranina, sono_io, streghettathebest, Sunshin_Shadow, sweetchiara, sweet_cullen, thislove, zag, _Crazy_Dona_, _Sunlight_

Chi tiene me come autrice preferita, quei 20 angeli di cui non faccio nome (non so, vedo tutti che non li citano e non vorrei andare contro il regolamento di EFP... comunque sappiate che vi amo tutte <3)

Capitolo 38. Brothers and Sisters


Maryl si strinse il giubbotto addosso, rabbrividendo per il freddo, mentre sbatteva i denti.

Perchè, fra tutti i posti esistenti sulla faccia della terra, i Jonas Brothers avevano deciso di riprendere il loro tour mondiale da Vancouver? Ma chiamarlo anche Qui fa un freddo cane, sarebbe potuto andare bene.

Maryl aveva la schiena appoggiata sulla parete accanto alla finestra, seduta sull'ampio davanzale dell'ennesimo hotel a cinque stelle dove stava alloggiando insieme alle sue sorelle e alla famiglia Jonas.

Sospirò, guardando il cielo scuro; Kevin era a uno show televisivo per un'intervista che, come al solito, al posto che attenersi al CD e al tour sarebbe sviata sul malore di Nicholas e su di lei, e sulle sue sorelle.

Nell'ultima settimana, da quando il tour era ripreso, lei e Kevin non avevano passato molto tempo assieme, giusto ogni tanto la sera, quando si riunivano nell'atrio dell'albergo e parlavano fino a tardi, tenendosi per mano.

Non lo vedeva da quella mattina, e le mancava terribilmente.

A pensarci bene non stavano insieme da molto tempo loro due, avrebbero fatto quattro mesi qualche settimana dopo, ma Maryl era sicura che nella sua vita non aveva mai provato qualcosa di simile a quello che provava per Kevin.

Lui, dagli occhi verdi che la incantavano quando li fissava, dalla battuta facile, dal sorriso perfetto, dalle parole dolci... dai baci che le facevano pensare di essere in paradiso.

Mai le parole “ti amo” furono più perfette per una coppia. E loro erano quella coppia.

Maryl si scostò i capelli dagli occhi, aveva appoggiato gli occhiali sul comodino accanto al suo letto, e continuò a guardare il cielo, canticchiando.

Chiuse gli occhi e appoggiò la testa alla parete, rievocando nella sua mente tutte le giornate che aveva passato con Kevin, anche quelle in cui aveva creduto di odiarlo. Sì, creduto, perchè in fondo sapeva che non l'aveva mai odiato, ma mascherato il suo amore.

Ripensò alla sera in cui aveva capito di essere innamorata, al loro primo bacio, alla prima volta in cui si erano detti “ti amo”...

Sorrise impercettibilmente, quelle immagini non l'avrebbero mai abbandonata per tutta la vita.

Due mani fredde le coprirono gli occhi facendola sobbalzare.

- Indovina chi è, principessa – sorrise una voce maschile. Maryl sorrise, l'avrebbe riconosciuta fra mille.

- Uhm, fammici pensare, sei il barista che ho baciato ieri sera? Quello con i capelli rossi e le lentiggini? - ridacchiò.

Kevin le tolse le mani dal viso e la guardò nei suoi splendidi occhi dorati.

- Non è divertente.

- Oh sì, invece! - annuì lei, poi scese dal davanzale e lo abbracciò stretto. - Mi sei mancato – sussurrò.

Il ventunenne la cullò dolcemente.

- Anche tu, piccola mia. - le mormorò.

Piccola mia, aveva preso a chiamarla così da poco tempo e ogni volta che lo faceva Maryl si sentiva un qualcosa dentro di sé sciogliersi dalla felicità. Era la sua piccola, sua e di nessun altro.

- Com'è andata l'intervista? - domandò lei, continuando a stringerlo.

- Al solito – rispose il ragazzo, - poche domande sui nostri progetti e molte sulla nostra vita sentimentale, una vera routine, direi, ultimamente...

Lei fece una piccola smorfia.

- Ma ora non pensiamoci – continuò Kevin, - ora voglio solo sentirti qui, accanto a me, abbracciarti e non pensare ad altro oltre a noi due, soli in questa stanza.

- Ti ho mai detto che ti amo? - chiese la bionda.

- Mmh, non mi ricordo, potresti rinfrescarmi la memoria? - ridacchiò Kevin.

Maryl sorrise e poggiò le labbra su quelle del ragazzo, una, due, tre volte, e dopo ogni bacio mormorava le due parole magiche.

- Anche io, cucciola, anche io – disse il ventunenne.

Pochi attimi dopo si ritrovarono entrambi stesi sul letto matrimoniale della camera, stretti l'uno all'altra, lui, accanto a lei, che le cingeva la vita e Maryl che gli teneva le mani, sorridendo. L'unica luce che li dava della luce era una bajoure sul comodino, che li illuminava i visi.

- Kevin, mi canti qualcosa? - domandò la bionda, a un certo punto.

Il ragazzo rimase in silenzio un istante, poi, pian piano, iniziò a cantare a bassa voce.

- I get a rep for breakin' hearts. Now I'm done with supertars and all the tears on her guitar – cantò. Come disse la prima parola Maryl riconobbe subito la canzone, Much Better.

- She's much better, you, I wanna fly with you... - proseguì Kevin, più tardi.

Lei, lei era molto meglio. Il suo meglio, il suo paradiso, il suo mondo, la sua vita, il suo dolore, il suo tutto.

Maryl tentò di stringersi ancor più a lui, mentre sentiva una lacrima solitaria di gioia rigarle il viso.

Era tutto perfetto.

Maryl aveva un ragazzo che, ormai, era una delle cose più importanti della sua vita. Due sorelle che nonostante le divergenze non avrebbero mai smesso di volerle bene, e due pazzi nuovi amici che dormivano a qualche stanza di distanza.

Kevin aveva trovato finalmente l'Amore, di quelli con la a maiuscola, di quelli che ti prendono e non ti fanno pensare ad altro, solo ad amare la propria anima gemella. La sua famiglia l'avrebbe sostenuto in ogni sua decisione, lo sapeva, bella o brutta, sconsiderata o meno e i suoi fratelli gli sarebbero per sempre stati accanto.

- Kev... - sussurrò la bionda. - Giuro che qualunque cosa accada resterò accanto a te, capito? Per sempre.

Lui le sorrise e le baciò la testa con dolcezza, per poi prenderle la mano.

- Sì, e lo stesso vale per me, piccola mia. Noi due ora...

- E per sempre – completò Maryl.

Ora e per sempre. Una promessa. Un amore. Loro.


Volevo dirti che ti amo

perchè sei troppo uguale a me

(Volevo dirti che ti amo; Laura Pausini)


Maggie si svegliò di soprassalto, passandosi una mano fra i capelli spettinati e sul viso spaventato.

Aveva ancora fatto un incubo, lo stesso che da settimane la svegliava di notte quasi in lacrime e vicina alle urla.

Appoggiò i piedi nudi al pavimento in moquette e cercò a tentoni nel buio un paio di calze, o per lo meno delle pantofole.

Si infilò due calze spaiate che aveva trovato in fondo al letto e indossò la sua vestaglia preferita, regalo di Maryl per il suo quattordicesimo compleanno, di lino bianco e vi si strinse, tremando per il freddo.

In testa aveva una sola idea: Nick.

Da quando era stato male sentiva lo strano impulso di controllare spesso se stesse bene o meno e faceva incubi che le rievocavano la notte d'inferno passata ad aspettare che lui si svegliasse.

Doveva vederlo.

Con passo felpato uscì dalla sua stanza e si trovò nel corridoio buio e vuoto dell'hotel.

Fece per andare verso la camera del suo ragazzo, al piano superiore, ma si fermò quando sentì all'improvviso nell'aria una canzone, qualcuno stava suonando un pianoforte.

Come in trance scese le scale tenendosi al corrimano in legno e sfiorando con l'altra mano la parete.

Man mano che camminava sentiva la musica farsi più forte.

Conosceva bene quella canzone, l'aveva sentita suonare tante volte negli ultimi mesi: Black Keys. Al piano non poteva che esserci Nick, la sua ragione di vita.

Maggie arrivò all'atrio illuminato, dove un uomo sedeva dietro al bancone della reception, e dopo avergli rivolto un cenno cortese si diresse nella sala da dove proveniva la canzone.

Aprì appena la porta, quel tanto che bastava per vederlo.

Nick le dava le spalle, seduto a un pianoforte bianco a coda, in una stanza ben illuminata e vuota, le cui finestre davano sul magnifico paesaggio canadese.

Il sedicenne muoveva le dita sui tasti con agilità, senza cantare la canzone ad alta voce ma canticchiandola piano.

Maggie sorrise, vedendolo, ma evitò di entrare nella stanza, aveva come l'impressione che desiderasse restare solo in quel momento e rimase sulla soglia.

Nick smise di suonare e si mise i gomiti sulle ginocchia, per poi nascondere la testa tra le mani. Era in quella sala da quando era tornato dallo show a cui aveva partecipato quella sera insieme ai suoi fratelli, stanco.

Il diabete, ancora, gli aveva dato dei problemi. Era stato male per quasi tutta la serata, tant'è che pure i conduttori dello show si erano accorti che era pallido e gli avevano chiesto se stesse bene.

Il sedicenne sbuffò con forza. Perchè in quel periodo doveva stare male? Proprio in quel momento in cui sembrava che tutto andasse bene con il tour e Maggie accanto a lui!

Istintivamente si rimise a suonare, ma questa la volta la canzone era un'altra. Ora che ci pensava l'aveva scritta sempre a Vancouver, quella canzone, per altro in un albergo non lontano da lì.

A little bit longer invase la sala, in un crescendo continuo, e Nick cantava con il cuore in mano, tentando di mettere in ogni singola parola le sue emozioni e sentimenti, poco importasse che, secondo lui, nessuno lo stesse ascoltando in quel momento.

Maggie, invece, era ancora lì, che ascoltava la canzone del suo ragazzo, le mani che stringevano con forza lo stipite della porta, fino a far diventare le nocche bianche. Non riusciva nemmeno lontanamente ad immaginare come si doveva sentire.

Mentre Nick cantava lei ripeteva le sue parole in silenzio, muovendo solo le labbra.

Il sedicenne concluse la canzone e lasciò cadere lungo i fianchi le braccia, per poi passarsi una mano fra i ricci scompigliati.

- Maggie vieni – disse all'improvviso, facendo sobbalzare la sua ragazze e arrossire di botto.

Con passo strisciato si avvicinò a lui, vergognandosi come una ladra.

- Scu... scusa Nick, ti ho sentito cantare e non ho saputo resistere ad ascoltarti... - si scusò, balbettando, ma Nick le stava sorridendo e le fece cenno di sedersi accanto a lui.

- Non devi scusarti di nulla, cucciola, mi fa piacere se tu ascolti le mie canzoni, e poi ho bisogno di coccole, mi sento depresso – le disse con espressione stanca. Maggie non se lo fece ripetere due volte e si tuffò fra le sue braccia, stringendolo.

Lui la cullò con dolcezza, sapeva che con lei accanto avrebbe superato ogni cosa gli si sarebbe parata davanti.

- Maggie – sussurrò Nick, le labbra a poche centimetri da quelle della sua ragazza. - Devo dirti una cosa.

Lei lo guardò, curiosa.

- Sì?

Il sedicenne fece un respirò profondo.

- Ti amo – disse con dolcezza. - Ti amo, Maggie, non posso vivere senza di te.

Gli occhi verdi della ragazza si riempirono di lacrime di gioia; lui le aveva davvero detto ti amo?

- Ti amo anch'io – mormorò con sicurezza. - Dio solo sa quanto ti amo!

Nick sorrise felice e posò le labbra sulle sue, dandole un bacio che nessuno dei due avrebbe mai scordato.

- Ti amo – ripeté ancora lui, incredulo, - ti amo...


Ma c'è qualcosa di grande fra di noi

che non potrai cambiare mai,

nemmeno se lo vuoi

(Qualcosa di grande; Lunapop)


- Credevo saresti tornato più tardi – constatò Lexi, osservando prima l'orologio e poi il suo ragazzo, che le stava accarezzando un braccio. - Mi sarei almeno vestita.

Joe osservò la sua ragazza con il corpo avvolto da un accappatoio dell'albergo, i capelli stretti con un asciugamano e il mascara colato attorno agli occhi, dopo la doccia che aveva fatto.

- Stai benissimo anche così – la rassicurò lui, con un sorriso.

- Come se mi importasse, è che non vorrei scatenare in te chissà quale voglia oscena, conoscendoti... - sorrise la rossa.

Il diciannovenne scosse la testa.

- Direi che posso sopravvivere – commentò, - farò il bravo bambino, promesso!

Lexi sorrise guardando gli occhioni del suo ragazzo con la finta aria da angioletto.

- Ci crederò quando lo vedrò, Joe – disse ridacchiando. - Tu e la parola bravo non siete state inventati per stare nella stessa frase.

Joe le cinse le spalle.

- Suvvia, Lexi, non sono poi così male! - esclamò, poi posò il viso sul quaderno che la sua ragazza stava osservando prima del suo arrivo a sorpresa. - Cos'è?

- Niente – disse secca lei, chiudendo il quaderno e voltandosi verso di lui. - Io vado a dormire, sono piuttosto stanca...

Joe le tirò l'asciugamano che teneva attorno ai capelli, facendo cadere la chioma rossa lungo la schiena.

La sedicenne gli lanciò un'occhiataccia.

- Dai, fammi vedere – la incitò lui, - abbiamo promesso di condividere tutto, ti ricordo!

Lexi storse la bocca in una smorfia malevola, fantastico, il suo ragazzo era pure un ricattatore! Certo che se li andava proprio a cercare...

- E' una sciocchezza, Joseph – si lamentò, - nulla e poi ti faccio vedere quello che voglio io quando lo voglio, hai capito?

Il mezzano annuì, offeso.

- Sei cattiva, - commentò tentando di prenderla per la vita, ma lei sfuggì alla sua stretta.

- Maniaco, fammi andare a mettere un pigiama, poi potremo coccolarci quanto ti pare e piace, va bene? - disse lei, con un mezzo sorriso, prima di sparire in bagno. Quando ne uscì indossava un pigiama celeste e i capelli erano stretti in una coda, ma ancora gocciolavano.

Joe la osservò, un'espressione innamorata dipinta sul viso, nonostante avesse gli occhi cerchiati di trucco sbavato, un pigiama largo e i capelli trasandati la trovava ugualmente bellissima. Non gli importava se lei non fosse bellissima, era lei e spiegava tutto.

- Lexi... - iniziò, - necessito di coccole, ora!

Lei sorrise e si lanciò fra le braccia del suo ragazzo, per poi cadere entrambi sul divano di seta dorata.

Joe le baciò il collo, annusando l'odore del suo bagnoschiuma, al cioccolato, e poi immerse la testa nei suoi capelli, che sapevano di fragola.

La sedicenne mise la mano sotto la maglietta nera del suo ragazzo, sfiorandogli i muscoli scolpiti e sospirando. Davvero lui era suo? Davvero non apparteneva a qualche attrice bellissima di Hollywood ma a lei? Davvero al posto suo non c'era Sasha Collins, ma lei?

- Non capirò mai perchè mi ami – disse la rossa fra un bacio e l'altro. - Mai.

Joe la guardò stranito.

- Hai tutte le ragioni per essere mia, Alexandra – raramente la chiamava così, se non era lei a chiederglielo. - Sei bellissima, e cosa più importante, sotto questa tua aria di maschiaccio, hai un cuore d'oro. Non sei una viziata bambina che crede di avere il mondo ai suoi piedi, ma una ragazza che sa com'è davvero la vita, al di fuori delle persone ricche e degli alberghi a cinque stelle, sai come rendermi felice... sei perfetta.

Lexi sorrise, quelle argomentazioni le sembravano più che valide, in quel momento!

Joe le baciò il collo, facendola ridere e gli passò una mano fra i capelli scuri.

- Sai, per me staresti benissimo anche senza usare la piastra ai capelli, chissà come sono nella realtà... - commentò.

- No, i miei capelli non si toccano! Miei amati! - disse con ansia lui, iniziando a toccarseli. - I miei cuccioli!

La rossa alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo e gli diede una gomitata fra le costole.

- Sei un'idiota, sai?

- Ultimamente me lo sento dire spesso – borbottò lui, massaggiandosi il petto.

La rossa si rifugiò fra le sue braccia e non appena lo fece sentì l'orologio attaccato alla parete di fronte a loro scoccare la mezzanotte, con rintocchi lunghi e cupi.

- E' un nuovo giorno... - sussurrò.

- Da passare insieme, noi due – disse di rimando il diciannovenne, scostandole una ciocca che le era sfuggita dalla coda dagli occhi. - Ti ho mai detto che hai degli occhi bellissimi?

Lei non rispose e gli baciò una guancia, per poi tornare ad abbassare il petto e nasconderlo nel suo petto.

- Joe, perchè ho l'impressione che sia la fine di tutto? - domandò a bassa voce. - Ho come la sensazione che tutto quello che abbiamo fatto insieme stia per finire... perchè?

Il mezzano la cullò dolcemente, baciandole la testa.

- No, amore, non è la fine – spiegò, - piuttosto è l'inizio. L'inizio di tutto.


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Capitolo 39
*** Epilogo ***


E' finita. Mi sono decisa ad aggiornare oggi, altrimenti non l'avrei fatto più.

Trentanovesimo capitolo, la fine di una fanfic, la fine del mio sogno, ma il primo capitolo è in lavorazione, ho già deciso quando posterò il sequel (ma dato che sono cattiva non ve lo dico!!).

Un grazie speciale a tutte le persone che hanno messo questa storia nei preferiti, nelle seguite, chi ha messo me fra i preferiti, chi ha recensito e anche chi ha semplicemente letto, perchè avete sopportato i miei scleri, i miei capitoli schifosi e siete arrivate (o chissà, magari c'è anche qualche arrivato xD) fin qui. Questo capitolo è per voi.

Fanfic dedicata a:

Quelle anime che ho avuto il piacere di conoscere più profondamente: Mon Amour, Marija, Pia, Chiara, Donatella, Elisa, Loredana, Greta, Claudia, Diletta. Grazie <3

La mia playlist, che mi ha salvato dalle crisi da pagina bianca.

Loro. I tre protagonisti di questa storia, quegli angeli, i Jonas Brothers. Sono loro la mia eterna voglia di scrivere e sono sempre loro che mi fanno venire l'ispirazione, per tutto. Grazie di tutto, Jonas 4ever <3

Capitolo 39. Epilogo


- Maryl! Maggie! Siamo in ritardo! Avevamo detto che saremmo state lì per le undici e mezza! - strillò Lexi dal salotto di casa sua, prendendo in mano la sua sacca da mare.

Maggie scese le scale in fretta, un paio di occhiali da sole sulla testa e una borsa in mano piena di asciugamani. Sorrise alla gemella, imbarazzata.

- Scusa – disse, - non trovavo la crema solare...

- Ma se tanto non stai mai al sole e te ne resterai all'ombra a sbaciucchiarti con Nick! - sbottò la rossa, con una scrollata di spalle.

Al solo pensiero la mora sorrise, mentre gli occhi le si illuminavano di gioia.

Lexi scosse la testa, divertita.

- Certo, se Maryl non si muove non arriveremo mai... - sbottò. - Maryl!

- Arrivo! Arrivo! - disse una voce trafelata. - Datemi ancora una mezz'ora, devo decidere quale costume indossare... mi consigliate quello blu o quello rosso?

La rossa fece un verso esasperato.

- Maryl non me ne importa niente del tuo cavolo di costume! Dovevamo già essere dai ragazzi e ci si impiega mezz'ora ad arrivare al porto!

Maggie sbadigliò, mettendosi una mano davanti alla faccia e iniziando ad armeggiare con le chiavi della porta di casa.

La rossa guardava le scale con aria omicida. Avrebbe volentieri ammazzato sua sorella in quel momento.

- Ti lasciamo qui, Maryl, te lo giuro! - urlò.

- Ci sono! - Maryl, in una gonna bianca e una canottiera chiara, comparve alla cime delle scale, un paio di occhiali da sole Gucci in una mano e una borsa nell'altra, le scese con eleganza. - Certo che tu fai venire l'ansia, Lexi...

- E di chi è la colpa se il novantanove percento delle volte che dobbiamo uscire facciamo tardi?

- Dettagli... - sbuffò la bionda, - una di voi ha visto le chiavi della mia auto?

Maggie gliele lanciò e aprì la porta di casa per poi uscire, le labbra incurvate in un sorriso. Nessun ombra di rossore sul suo volto.

Maryl aprì la macchina e vi salì, dandosi un'ultima attenta occhiata nello specchietto retrovisore.

Lexi si accomodò sul sedile posteriore, senza preoccuparsi di allacciarsi la cintura e cercò nella sua borsa da mare il suo cellulare, passandosi una mano fra i capelli.

- Ah, non potevo immaginare che Los Angeles mi potesse mancare così tanto... - commentò stiracchiandosi e appoggiando la testa sulle gambe della gemella, seduta accanto a lei.

Maryl sorrise e annuì e mise in moto il motore, facendo retromarcia e per poi imboccare la strada che portava fino al molo dove la famiglia Jonas le stava aspettando.

- Sapete quale barca dobbiamo cercare? - domandò le ventenne.

Maggie alzò le spalle.

- Nick mi ha detto che la riconosceremo – disse, - e non oso immaginare cosa intendesse con queste parole.

Lexi ridacchiò.

- Quei ragazzi mi spaventano, a volte – commentò. - Ricordatemi perchè abbiamo accettato di andare a fare una gita in barca con loro, per favore.

Maryl le lanciò un'occhiataccia.

- Perchè il tour è finito la settimana scorsa, non siamo riuscite a vederli da allora e questa era una buona occasione – rispose laconica, poi si riprese e iniziò a parlare con rinnovato entusiasmo, - e anche perchè muoio dalla voglia di vedere il loro yacht privato!

Le due gemelle si scambiarono un'occhiataccia prima di alzare gli occhi al cielo pregando tutti i Santi del Paradiso spiegarli perchè loro sorella fosse così.

Los Angeles, come al solito, era affollata e trafficata. Le strade erano piene di auto nuove e costose che passavano dall'ultimo modello della Merecedes a delle Porsche dai tettucci scoperti, con a bordo finte bionde con un chiuauha infilato nella borsa con tanto di vestitino rosa.

Maryl, invece, guidava la sua amata Ipsilon della Lancia, il finestrino abbassato e i capelli al vento, gli occhiali da sole posati sul naso.

- Ah, beneamata Los Angeles – mormorò una volta fermatasi a un semaforo rosso.

Maggie e Lexi sorrisero. Quella città, d'altronde, era stata lo sfondo delle loro crisi esistenziali, primi baci, incontri, odi, e amori sbocciati, le erano affezionate, soprattutto da quasi cinque mesi di assenza durante i quali avevano girato il mondo in un tour mondiale con i loro ragazzi.

- Ho avvertito Joe che siamo in ritardo – disse Lexi, - e non ti preoccupare, Maryl, mi sono premurata di darti la colpa.

La bionda le fece il verso girandosi verso di lei per pochi istanti, ma quando tornò a guardare la strada stava sorridendo, divertita.

Maggie teneva gli occhi bassi, nascosti dalla chioma mora, l'unica che riusciva a vederle il volto era Lexi, ancora stesa sulle sue gambe.

- Ehi, Maggie, che hai? - chiese.

Lei la fissò sorridendo.

- Niente, penso...

Ed eccome se pensava. Aveva passato gli ultimi sette giorni a mandarsi degli sms con il suo ragazzo, organizzando ora e data del loro prossimo incontro. Nick aveva proposto una gita in barca, una piccola festa sullo yacht privato dei Jonas Brothers con le sorelle Campbell e da quando l'aveva detto lui e Maggie non parlavano d'altro.

Mentre si erano sentiti al telefono non facevano altro che parlare di loro, della gita, di quanto mancassero l'uno all'altra, tant'è che avevano fatto venire una mezza crisi isterica a Joe e Lexi.

Dal canto loro il diciannovenne continuava ad insistere che lei gli facesse vedere il quaderno su cui stava scrivendo quella sera di un mese prima, e lei ribatteva che un giorno l'avrebbe fatto, ma che se non avesse smesso di chiederglielo avrebbe fuso la sua piastra nel forno di casa sua. Questo aveva senza ombra di dubbio insegnato a Joseph Adam Jonas di non sfidare mai Alexandra Campbell.

Maryl e Kevin, invece, si erano fatti da parte ai problemi dei fratelli minori e, qualche giorno prima della fine del tour, in un week-end libero della band, avevano fatto i bagagli e avevano passato da soli un paio di giorni a New York, facendosi trovare da fotografi e paparazzi facendo le più enormi cavolate della loro vita, per esempio il bandi jamping che Maryl aveva insistito per fare.

Quando arrivarono al porto girarono per il parcheggio alla disperata ricerca di un posto libero, e quando lo trovarono scesero dalla macchina, guardandosi intorno.

- Io ho quasi paura – disse Lexi. - Ma ho detto quasi, ricordatevelo!

Maggie sorrise e la prese sottobraccio, per poi dirigersi vero il molo, guardando tutte le barche che vi erano armeggiate con apprensione.

- Ma voi avete più o meno idea come sia la loro barca? - chiese Maryl, che camminava accanto alle sorelle.

Non appena finì di parlare uno yacht enorme si parò davanti a loro. Era tirato a lucido e su un fianco era inciso il nome: Living the dream.

Ma ciò che più era incredibile, o spaventoso a detta di Lexi, era un gigantesco striscione di mille colori che vi era appeso con scritto “Benvenute sorelle Campbell!” con tanto di palloncini a forma di cuore.

Sotto di esso vi erano loro.

Nick dietro a una batteria, che la suonava frenetico, Kevin e Joe con una chitarra in mano, che improvvisavano con degli assoli, guardando le loro ragazze con dei sorrisi felici.

Maggie e Maryl avevano la bocca semi aperta e guardavano la scena meravigliate, Lexi invece, osservava i palloncini a forma di cuore.

- Joseph! - strillò, facendo fermare i tre ragazzi e voltare lo sguardo di Denise, Paul Senior e Frankie verso di lei, che fin ora avevano rivolto ai loro figli o fratelli.

- Sì, amore? - domandò lui, vagamente terrorizzato.

- Palloncini a forma di cuore? - chiese sprezzante, ad alta voce per farsi sentire da lui.

Il diciannovenne annuì con la testa velocemente.

Per mezzo di una scaletta la rossa salì sulla barca, attirando su di sé occhiate terrorizzate.

Quando fu davanti al suo ragazzo lo guardò con gli occhi ridotti a fessure, poi con una scrollata di spalle sorrise all'improvviso e gli saltò addosso, abbracciandolo stretto.

- Oh, amore, sono bellissimi! - esclamò con gioia, facendo tirare un sospiro di sollievo al suddetto Jonas e al resto dei presenti.

- Grazie, mio fiore...

- Joe!

- Okay, okay, ci devo ancora lavorare – sorrise, accarezzandole una guancia.

Attraverso la stesse scaletta Maggie e Maryl salirono a bordo, accolte dai propri ragazzi che le presero per mano con estrema dolcezza.

- Non ci posso credere... - mormorò Maggie, una volta trovatasi fra le braccia del suo ragazzo.

Il sedicenne la strinse e le baciò la testa.

- Una sciocchezza – disse, - volevamo farvi una piccola sorpresa.

La ragazza gli sorrise raggiante e gli cinse la vita con un braccio.

- A questo proposito, ho una sorpresa per te – disse lui.

- Per me? - chiese Maggie, allucinata.

Nick annuì con un sorriso ed estrasse dalla tasca posteriore dei suoi jeans un piccolo pacchetto, fine e lungo non più di una quindicina di centimetri.

- Cos'è? - domandò la sedicenne.

- Un pensierino per noi due – commentò lui, vago, - aprilo dai!

Con mani tremanti la ragazza strappò la carta e si ritrovò in mano due biglietti aerei.

- Andiamo a Londra?! - domandò emozionata

Nick annuì, contento.

- Per una settimana, ne ho già parlato con Maryl, ha detto che puoi venire – rispose, - lei e Kevin mi hanno ispirato con il loro week-end e allora mi sono detto che ce la meritiamo pure noi due una pausa soli soletti.

Lei sorrise e si appoggiò a lui con un sorriso.

- Grazie, davvero, non dovevi... - disse.

- Ma volevo – rispose di rimando lui, dopodiché le diede un breve bacio sulle labbra.

Maryl e Kevin li osservavano dall'altra parte del ponte, vicino ai coniugi Jonas, la ventenne con Frankie in braccio.

- Grazie per averci invitato – disse con un mezzo sorriso la ventenne.

Denise minimizzò il tutto con un gesto della mano.

- Figurati, Maryl, per noi è stato un piacere – disse. Teneva una mano intrecciata a quella del marito.

La bionda sorrise. Dovevano stare insieme da almeno ventun anni, eppure ogni giorno sembravano unirsi sempre di più.

Senza volerlo la ventenne si ritrovò a pensare a suo padre. Nonostante tutto un po' le mancava, magari l'avrebbe chiamato più tardi, per fare quattro chiacchiere.

Kevin, una mano appoggiata alla schiena della fidanzata, si allontanò con lei dai genitori e si avvicinò al parapetto per osservare il mare, mentre la barca abbandonava il molo.

Maryl lo guardò a lungo negli occhi, osservandoli con attenzione.

- Mi sei mancato – ammise.

- Piccola mia, pure tu – sussurrò il ventunenne, tenendole la mano con dolcezza. - Questa settimana mi è sembrata lunghissima...

La ragazza annuì, comprensiva. Anche per lei quella settimana sembrava non voler più passare, soprattutto considerando il fatto che l'aveva non solo passata lontana da lui, ma pure a compilare i moduli per l'università di Moda&Design.

- Hai finito di iscriverti all'università? - domandò lui, a un certo punto.

Lei annuì.

- Ho spedito la domanda di ammissione, ma non credo che mi accetteranno, per lo meno a settembre, ho perso tantissime scadenze, vedremo quando mi risponderanno... - disse. - Il problema dei soldi, fortunatamente, non mi si porrà, perchè ho chiesto una borsa di studio.

Il ragazzo sorrise e le sfiorò il viso con dolcezza, mentre lei gli prendeva l'altra.

- Ehi, colombi! - li chiamò Joe, in mezzo alla sua ragazza, Nick e Maggie.

Scuotendo la testa raggiunsero il gruppo, all'ombra di un telo.

Maggie era appoggiata con la schiena alle gambe di Nick, il quale ogni tanto le tirava una ciocca di capelli, facendola voltare con aria riprovevole, ma con sempre un sorriso accennato sulle labbra.

Joe e Lexi giocavano come due bambini, facendosi dei lievi pizzicotti, e ridendo come matti.

- E poi saremmo noi i piccioncini? - chiese Nick sollevando un sopracciglio, rivolto a Maryl e suo fratello maggiore.

Kevin lo zittì con un'occhiataccia.

Joe smise di giocare con la sua ragazza e guardò il cielo, nel quale il sole batteva con forza.

- Ah, ci pensate che io fra un mese e mezzo compirò vent'anni? - domandò, più rivolto a sé stesso che agli altri. - Mmh, devo pensare a come festeggiare...

- Eh no, caro, prima di te c'è Maryl – disse Lexi, dandogli una lieve gomitata nelle costole. - Te ne sei dimenticato?

- Come faccio ad aver dimenticato qualcosa che non ho mai saputo? - sbottò il diciannovenne. - Maryl ci diventa vecchia, eh?

La bionda gli tirò uno scappellotto sulla testa.

- Io so solo che dal tredici Luglio potrò bere alcolici legalmente, mentre tu, invece, non avrai nessun vantaggio a compiere gli anni, se non che invecchi di un anno! - lo rimbeccò, fiera.

Joe incrociò le braccia al petto, offeso.

- 'More – disse con voce lagnosa, rivolto a Lexi - tua sorella maggiore mi offende!

- Sì, cucciolo, e fa bene! - ridacchiò. - Tu te lo ricordi il giorno del compleanno mio e di Maggie, vero? Ricordati che siamo su una nave e non mi ci vuole niente per buttarti giù dalla barca!

Joe fece un'espressione terrorizzata, poi deglutì e rispose, sicuro.

- Ma certo! Non a caso da oggi in poi inizierò a chiamarti Streghetta! Sei nata il trentun ottobre!

Lexi fece un breve applauso, prima di avvicinare la testa a quella del ragazzo finché a separarli non ci furono che pochi centimetri.

- Prova a chiamarmi Streghetta e io ti torturo con le mie mani, sono stata chiara?

- Trasparente... - iniziò lui, - streghetta!

Lexi gli diede uno scappellotto prima di lanciargli un'occhiataccia.

- Idiota...

- Amore! - disse invece lui.

La rossa alzò gli occhi al cielo prima di riprendergli la mano.

- Uh, fratelli, Maggie ed io fra un paio di settimane ci assenteremo per un po'... - disse Nick, facendo arrossire la sua ragazza.

I due Jonas maggiori lo guardarono curiosi.

- Londra ci chiama – sorrise Maggie.

Lexi e Maryl, che ne erano già a conoscenza, sorrisero allegre, spiando il rossore della sorella e il sorriso innamorato che Nick le rivolgeva.

- Piccioncini... - li accusò Joe, beffardo.

Nick e Maggie gli rivolsero un'occhiataccia, per poi scuotere la testa.

Kevin. Joe. Nick. Maryl. Maggie. Lexi.

Sei ragazzi, dai sogni differenti, opinioni diverse, le loro vedute del mondo, i loro pensieri, i loro sentimenti ed emozioni.

Però prima di essere sei ragazzi erano tre fratelli e tre sorelle, figli di famiglie unite o divise, ma che avevano una cosa in comune: avevano imparato ad amare.

- Quando sarete tu e Lexi a fare un viaggio insieme avrò la mia vendetta – lo minacciò il sedicenne.

- Oh, beh, abbiamo tempo, Nicholas... – rispose Joe con un gesto semplice della mano.

- Tutta una vita! - annuì Lexi, sorridendo, appoggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo.

D'altronde c'è sempre tempo per amare, no?


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