Brothers and Sisters di Maggie_Lullaby (/viewuser.php?uid=64424)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sisters ***
Capitolo 2: *** Brothers ***
Capitolo 3: *** To be a Campbell ***
Capitolo 4: *** To be a Jonas ***
Capitolo 5: *** The Church ***
Capitolo 6: *** To Convince ***
Capitolo 7: *** da Giorgio ***
Capitolo 8: *** Friends ***
Capitolo 9: *** Strain ***
Capitolo 10: *** Maybe I love you ***
Capitolo 11: *** Worry ***
Capitolo 12: *** Goodbyes ***
Capitolo 13: *** I miss you ***
Capitolo 14: *** Love&Hate ***
Capitolo 15: *** Problems ***
Capitolo 16: *** The Party ***
Capitolo 17: *** When You Look Me In The Eyes ***
Capitolo 18: *** The Horror House ***
Capitolo 19: *** Togheter ***
Capitolo 20: *** Decisions ***
Capitolo 21: *** Warning ***
Capitolo 22: *** I Need You ***
Capitolo 23: *** Danger ***
Capitolo 24: *** She's Emma ***
Capitolo 25: *** Check ***
Capitolo 26: *** When The Magic Brokes ***
Capitolo 27: *** The Flood ***
Capitolo 28: *** Forever ***
Capitolo 29: *** Roses ***
Capitolo 30: *** Because ***
Capitolo 31: *** Frankie ***
Capitolo 32: *** Fly with me ***
Capitolo 33: *** The Tour ***
Capitolo 34: *** The Clearing ***
Capitolo 35: *** The Concert ***
Capitolo 36: *** The Hospital ***
Capitolo 37: *** In Love ***
Capitolo 38: *** Brothers and Sisters ***
Capitolo 39: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Sisters ***
Bene
sono tornata con questa nuova long dopo “S.O.S.”. Spero
vi piaccia, mi è venuta in mente mentre pensavo a come
allungare la mia scorsa FF.
Brothers
and Sisters
Questa
FF è dedicata a tutte
coloro
che hanno seguito
S.O.S.
e ai Jonas Brothers, che
mi
accompagnano sempre quando
scrivo,
con la loro fantastica musica
Capitolo
1. Sisters
Avete
mai sentito parlare della legge che vieta atti osceni in pubblico?,
pensò Lexi incrociando le
braccia al petto e guardando con odio la coppia che, da quando era
salita sull'autobus, non faceva altro che scambiarsi effusioni che
non potevano essere tecnicamente definite “innocenti”.
La
ragazza che non faceva altro che baciare il suo ragazzo iniziò
a baciargli il collo e lui la strinse a sé cingendola con un
braccio intorno alla vita.
Oh
ma per favore!, sbottò
Lexi.
L'autobus
frenò bruscamente e la troia tutta trucco, mini gonna e top si
trovò in precario equilibrio a causa dei tacchi a spillo che
sfioravano i dieci centimetri.
La
ragazza fu costretta a smettere di pomiciare con il ragazzo dai
grossi occhiali da sole e cappellino da baseball.
Lexi
guardò fuori dalla finestrino del mezzo pubblico e osservò
con un cipiglio da saputella le nuvole nere piene di pioggia.
Manco
ci fosse il sole!, pensò
la ragazza.
Lexi
strinse a sé la sua borsa a tracolla e vi cercò un
libro da leggere per ignorare la coppietta felice.
La
borsa era piena di ogni genere di cosa, dalla carta di una merendina
biologica a un volantino di una parata per difendere i panda
dall'estinzione.
Cercando
un libro che non fosse quello di scuola trovò anche un Cd dei
Beatles che credeva di aver perso e una foto di Bob Dylan in bianco e
nero.
Alla
fine riuscì a trovare una copia di una vecchia edizione di un
libro di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani” uno dei
suoi libri preferiti oltre a “Eva Luna” di Isabel
Allende.
Tirò
su il libro fino all'altezza degli occhi per cercare di ignorare la
coppietta.
Piuttosto
inutile dato che la giovane donna stava emettendo strane risa che
fecero girare metà dell'autobus verso di loro.
Ma
d'altronde era inutile prendersela con il mondo.
Non
era colpa di quella coppietta tutt'altro che invisibile se l'avevano
sospesa per la terza volta dall'inizio dell'anno scolastico.
No,
la colpa era di quello stupido di preside che non capiva ciò
che Lexi voleva, anzi doveva
fare. Come quasi ogni volta al mese la ragazza aveva organizzato,
insieme al resto del suo gruppo di fedeli volontari, una campagna di
protesta contro l'abbattimento della foresta pluviale, che il preside
Hanson non aveva apprezzato e di conseguenza ogni studente che si era
ritrovato a protestare era stato sospeso per un'intera settimana.
Suo
padre non avrebbe apprezzato un altra sospensione, ora le avrebbe
vietato di uscire di casa per almeno un mese.
Lexi
sospirò, un altra delle sue campagne era miseramente fallita.
Prima
quella contro lo sfruttamento di minori, poi quella contro lo
scioglimento dei ghiacci perenni e infine l'ultima quella contro
l'abbattimento della foresta pluviale.
La
coppia continuava a ridere allegra, inutile cercare di concentrarsi.
Lexi
chiuse il libro e si alzò per dirigersi verso di loro.
Contemplare
un addio
non
basterà
il
bisogno di un viaggio
è
paura e coraggio
(Salutandoti
affogo, Tiziano Ferro)
Il
rumore delle scarpe da ginnastica di Maggie risuonarono con tonfi
sordi nel silenzio naturale dell'atrio della biblioteca quasi del
tutto vuoto.
La
ragazza si scostò i capelli castani bagnati dal viso e fece
per dirigersi verso il suo solito posto nell'angolo più
nascosto della stanza per leggersi un libro.
Si
distrasse solo quando una voce la chiamò.
-
Maggie! - la salutò un'anziana signora dal retro del bancone
della direzione.
La
ragazza sorrise e si avvicinò con passo silenzioso verso la
donna.
-
Ciao Theresa! - la salutò la ragazza.
L'anziana
signora le fece un sorriso dolce.
-
Ciao Maggie, come stai? - chiese.
-
Bene – rispose la giovane, - tu come stai, Terry?
-
Oh bene, bene – disse Theresa, - domenica ci sarà il
battesimo di Oliver.
-
Sono contenta – sorrise Maggie.
La
bibliotecaria fece un sorriso debole.
-
Ecco Maggie, Sarah si è ammalata e non potrà
sostituirmi domenica, non è che … che potresti
sostituirmi tu? Lo so che è la tua giornata libera, ma non
potresti farmi questo favore? - domandò l'anziana.
Maggie
si morse il labbro inferiore, domenica era il suo unico giorno
libero.
-
Non c'è problema Theresa, ti sostituisco volentieri –
rispose la ragazza incapace di dire di no.
Terry
le fece un sorriso riconoscente.
-
Grazie, Maggie sei un amore! - squittì la donna, - mercoledì
poi faccio io il tuo turno.
-
Non ce né bisogno! - disse subito Maggie.
-
Insisto – la supplicò la bibliotecaria, - ora vai, ti ho
già lasciato i tuoi libri sul tavolo.
Maggie
si voltò e guardò il tavolo pieno di libri di ogni
genere, poi seguì con lo sguardo il posto che di solito
occupava e si stupì di trovarlo occupato.
Sulla
poltrona era seduto un ragazzo con il viso chino su un grosso libro.
-
Chi è? - domandò Maggie.
Theresa
seguì lo sguardo della giovane.
-
Ah, non lo so – rispose, - si è registrato a questa
biblioteca via internet, non ho mai parlato con lui. E' venuto qui
solo un paio di volte e si è subito messo a leggere, se ne va
sempre dopo un paio d'ore.
Rivolse
a Maggie un occhiata curiosa.
-
Sarà uno di quei soliti ragazzi che vengono in biblioteca per
rimorchiare, a quanto pare le ragazze intellettuali piacciono –
guardò la giovane negli occhi, - non lasciarti abbindolare da
questi ragazzi.
Maggie
sorrise imbarazzata.
-
Figurati! - disse imbarazzata, - Terry non dire certe cose, non ho
mai avuto un ragazzo in sedici anni di vita.
-
Certo, fra il volontariato e il lavoro qui in biblioteca è un
miracolo che tu sia riuscita a stare con la tua famiglia! - esclamò
la bibliotecaria.
Maggie
abbassò il viso rosso di vergogna.
-
Ora vai! - le ordinò Theresa con un sorriso.
Maggie
si morse il labbro inferiore e si diresse verso il tavolo dove si
trovavano i suoi libri.
Bella
come una mattina
d'acqua
cristallina
come
una finestra
che
mi illumina il cuscino
(Bella,
Jovanotti)
Ma
perchè diavolo tutto deve essere così maledettamente
difficile?, pensò Maryl
prendendo la borsa dal banco dell'università.
Perchè
aveva scelto legge? Perchè fra tutte le scelte possibili? Ah
certo perchè era un idiota.
Maryl
si aggiustò la gonna beige e la camicetta di seta bianca per
poi infilarsi un golfino di cachemire.
Diede
una leggera rassettata ai capelli biondo cenere attentamente stirati
per evitare i riccioli che tanto detestava e si diresse fuori
dall'aula seguendo i suoi compagni.
Maryl
camminò lungo il corridoio gremito di studenti e raggiunse il
suo armadietto.
Cercò
di darsi un contegno appoggiando in modo elegante gli occhiali sugli
occhi e scuotendo la lunga chioma.
Non
fu una novità che, come tutti i giorni, alcuni ragazzi si
voltarono a guardarla ammirati.
Maryl
sorrise compiaciuta e mise i suoi libri nell'armadietto d'acciaio.
-
Ehi Maryl! - la chiamò una voce maschile.
Oh
non di nuovo!, pensò la
ragazza disperata.
-
Ciao Matt! - lo salutò Maryl con un sorrisetto falso.
Un
ragazzo esile, dai capelli a spazzola e gli occhi coperti da un paio
di grossi occhiali alla Harry Potter le stava vicino appoggiandosi
disinvolto all'armadietto affianco a quello di Maryl.
-
Ehilà bellissima! - disse Matt, - come stai?
Come
se ti importasse, rifletté
Maryl.
-
Bene! - annuì allegra. - Meglio di così!
Matt
la guardò con l'aria di chi la sa lunga.
-
Davvero? Com'è andato l'esame? - domandò il ragazzo.
-
Bene – mentì lei.
-
Sul serio? - chiese il giovane uomo.
-
Ah, ah – rispose lei distratta.
Matt
la guardò curioso.
-
Sicura? - chiese.
-
Saprò com'è andato il mio esame, Matt – ringhiò
Maryl.
-
Okay, okay – disse lui alzando le mani in segno de resa, - non
ti scaldare!
Maryl
lo ignorò e fece per andarsene ma Matt le prese la mano.
-
Ehi, aspetta! - disse, - scusa se ti ho offeso, d'altronde tu sei una
delle migliori studentesse di questa scuola.
Ero,
lo corresse mentalmente la
ragazza.
-
Si, ehm, grazie Matt – disse Maryl abbassando lo sguardo.
Matt
ridacchiò.
Maryl
fece di nuovo per andarsene ma fu di nuovo bloccata dal ragazzo.
-
Che vuoi Matt? - chiese irritata.
-
Ecco mi chiedevo se … - iniziò.
Come
mai tutto a un tratto si era fatto timido?
-
Ti va di prendere un caffè con me più tardi? - chiese
lui cercando di sembrare disinvolto.
No,
non di nuovo.
-
Matt quante altre volte dobbiamo parlarne? - domandò Maryl
stufa.
Era
la quarta volta che la invitava per un caffè, in una
settimana.
Insomma
uno dovrebbe aver capito dopo il terzo rifiuto, no?
-
Beh pensavo che avessi cambiato idea – disse lui con un
sorriso.
-
In un giorno? - chiese Maryl.
Matt
rimase zitto.
-
Devo andare a casa, ci vediamo a lezione Matt – disse la
ragazza, prese il suo cappotto e il suo ombrello per uscire
dall'università.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Brothers ***
Ciaooo
ragazze mie,
come
ho già detto voi mi farete venire un infarto, pubblico un
capitolo e dico uno e mi ritrovo con otto recensioni, otto capite?
Comunque
ecco a voi il seguito, spero vi piaccia.
Ora
passiamo ai ringraziamenti:
Ice_Bubble:
si, scusa se ho ripetuto spesso il nome “Lexi”, è
che avevo paura che utilizzando la parola “ragazza” o
“giovane”, vi confondesse con la ragazza che si trova con
il nostro sconosciuto. Grazie mille per aver messo questa storia fra
i preferiti, mi ha fatto molto piacere! Un bacio!
sbrodolina:
sono contenta che ti sia piaciuta e grazie molte per aver messo
questa storia fra i preferiti! Un bacio!
jollina
la verde: sono molto contenta che questo capitolo ti sia piaciuto e
anche che tu l'abbia messo fra i preferiti! Comunque questa, come hai
già notato, non è una FF incentrata su un solo Jonas ma
su tutti e tre e ovviamente sulle tre ragazze. Un bacio!
EllieGoodman:
guarisci presto mi raccomando! E grazie mille per aver messo questa
FF fra i preferiti, mi ha fatto molto piacere, buona guarigione! Un
bacio!
jeeeeee:
grazie per i complimenti tesoro!! Sono molto contenta che ti sia
piaciuta! Un bacio amor!
Potterina
Weasley: perchè in perfetto ritardo? Non eri in ritardo, anzi,
eri puntuale, mica pretendo che la gente recensisca un minuto dopo
che io abbia pubblicato! E Maggie assomiglia a te a sedici anni?
Guarda Maggie praticamente, anzi senza praticamente, sono io
spiaccicata in tutto e per tutto! E comunque tu capisci sempre tutto,
ma sempre sempre! Cosa devo fare con te? Hi, hi, comunque grazie
mille per aver messo questa storia fra i preferiti ma anche che tu
abbia messo me come autrice fra preferiti! Dovevi vedermi, ci ho
messo dieci minuti per capire che l'avevi fatto! Grazie! Un bacio!
deerockt94:
prima di tutto grazie mille per aver messo questa FF fra i preferiti
e sono molto contente che ti sia piaciuta, ma non posso prometterti
che non scriverò nulla di quelle cose che tanto detesti,
alcune battutine ci saranno, ma cercherò in tutti i modi di
evitare di mettere cose che non ti fanno piacere. Comunque non ho una
ragazza preferita in questa FF perchè le adoro tutte e tre ma
quella per la quale provo un po' più di simpatia è
Maggie perchè sono io spiaccicata in tutto e per tutto. E Lexi
si lei è una ribelle, ma è una ribelle un po' diversa,
capirai leggendo i prossimi capitoli. Un bacio!
DarkViolet92:
sono contenta che ti sia piaciuta e che tu abbia messo questa FF tra
i preferiti! E comunque i Jonas verranno in contatto con le ragazze
in questo stesso capitolo, leggi e capirai. Un bacio!
Capitolo
2. Brothers
Joe
strinse a sé la sua ragazza cingendola per la vita allegro
mentre lei gli baciava delicatamente il collo.
Sasha
rise con la sua solita risata strana, tipo da topo, che l'aveva
colpito dalla prima volta che si erano incontrati.
Erano
passati solo un paio di mesi dal loro primo incontro.
Joe
era stato invitato insieme ai suoi due fratelli, Nick e Kevin, a una
festa di beneficenza organizzata da Jordin Sparks dove erano state
invitate diverso star della televisione e del mondo della musica
oltre a loro, fra cui Britney Spears e Christina Aguilera e lì
l'aveva incontrata.
Mentre
Joe piuttosto annoiato dalla festa cercava un po' di divertimento
parlano a persone mai viste prima aveva sentito quella risata da
topino; ed eccola lì Sasha Collins una famosa attrice di
Hollywood che stava letteralmente quasi per infilare la testa sotto a
un tavolo per cercare di non farsi sentire ma con scarso successo.
Joe
le si era avvicinato e avevano iniziato a parlare e dopo quella
serata avevano avuto una cena, poi un'altra, e un'altra ancora.
Sasha
continuava a ridere, certo l'autobus non era di sicuro il posto
migliore in cui mettersi a scambiarsi effusioni dato che sembrava
dare fastidio a parecchie persone al suo interno, soprattutto a una
ragazza dai capelli ramati che li guardava in cagnesco da quando
erano saliti sul mezzo pubblico.
Forse
aveva appena rotto con il fidanzato e non le andava di vedere una
coppia allegra e felice.
O
forse aveva dei problemi personali che Joe non poteva immaginare.
O
forse, più semplicemente, Joe si era immaginato tutto e quella
ragazza non ce l'aveva con loro ma era solo frutto dell'immaginazione
del diciannovenne.
Ma
il ragazzo non poté fare a meno di notare che la ragazza aveva
trovato un libro nella sua borsa e se l'era tirato su fino agli
occhi, forse nel tentativo di non vederli.
Si,
Joe ne era sicuro, quella ragazza ce l'aveva con lui o meglio con
loro, sia con il ragazzo che con Sasha.
La
giovane attrice continuava a ridere spensierata e Joe fu attraversato
dal desiderio di dirle di cercare di calmarsi.
-
Ehm Sasha, tesoro, ci stanno guardando tutti – disse Joe sicuro
che quell'argomento sarebbe bastato per farle chiudere la bocca.
Per
Joe e Sasha uscire per le strade di Los Angeles senza essere
riconosciuti dai paparazzi o dai fan in generale era una vera e
propria impresa; non a caso Joe si era messo il cappellino da
baseball e gli occhiali da sole nonostante il tempo schifoso.
Ciò
aveva attirato a sé un paio di risatine e un occhiataccia
dalla rossa che lo guardava in cagnesco.
Insomma
lui era Joe Jonas, uno dei membri dei Jonas Brothers composti anche
dai suoi due fratelli Kevin e Nick, uno dei gruppi più famosi
in America fra le adolescenti. Certo non erano i nuovi Beatles o
Rolling Stones, ma in quanto popolarità potevano quasi essere
messi in parità con quest'ultimi. Questo spiegava
l'abbigliamento completamente fuori stagione del giovane cantante.
-
Oh, scusa Joe – disse Sasha a bassa voce arrossendo, - non
volevo.
Il
ragazzo la zittì con un bacio.
Un
finto colpo di tosse li fece riemergere.
Davanti
a Joe e Sasha si trovava la ragazza dai capelli ramati che li aveva
osservati per tutto il viaggio.
-
Scusate – disse la ragazza con tono seccato, - potreste
risparmiare a me e a tutto l'autobus di assistere alle vostre
effusioni? Siete una coppia felice, si era capito dal primo momento
in cui siete saliti.
Sasha
guardò la ragazza, rossa di rabbia e vergogna mentre Joe era
letteralmente scioccato.
-
E tu chi saresti? - chiese irritato.
La
ragazza lo guardò con un sorrisetto.
-
Sono Alexandra Campbell – si presentò, - per gli amici
Lexi.
-
Allora senti Lexi … - iniziò Joe.
-
Io non sono tua amica – precisò lei.
-
Alexandra allora – disse Joe esasperato, - ciò che
facciamo io e la mia ragazza non è affar tuo, chiaro?
-
Eh no carino scordatelo, state disturbando la quiete pubblica di
questo automezzo, quindi se non volete essere citati per danni vi
consiglio di smetterla – ringhiò Lexi.
-
Senti ragazzina … - ricominciò Joe ma fu interrotto da
Sasha.
-
Lasciamo stare Joe, è meglio – disse saggia, - tanto
scendiamo fra una fermata.
-
La tua ragazza è intelligente – osservò Lexi
rivolta a Joe, - al contrario tuo.
Il
ragazzo era già lì per ribattere quando l'autobus si
fermò e la voce nasale dell'altoparlante annunciò
l'arrivo alla fermata della coppia.
-
Andiamo Sasha – disse Joe prendendo la sua ragazza per mano.
-
E' stato un piacere – commentò sarcastica Lexi.
-
Il piacere è tutto mio – ribatté il cantante
ironico e scese dal pullman.
Mai
più un autobus, mai più.
Respiri
piano per non far rumore
ti
addormenti di sera e ti risvegli col sole
sei
chiara come un' alba
sei
fresca come l'aria
(Albachiara,
Vasco Rossi)
Nick
Jonas era seduto su quella poltrona da quasi un ora, completamente
assorto nel mondo de “Il signore degli anelli”, certo
quel libro era vecchio come sua nonna, ma quel Tolkien ci sapeva fare
eccome con le parole! In quel momento Nick aveva abbandonato la sua
vita di cantante famoso per diventare un cavaliere elfico per
proteggere la Terra di Mezzo.
Era
talmente concentrato che si sarebbe a malapena accorto se fosse
scoppiata una bomba al di fuori della biblioteca.
Era
stato tutto preparato nei minimi dettagli per accompagnare Nick in
quella biblioteca, ogni volta che ci sarebbe voluto andare un'autista
l'avrebbe accompagnato poco distante dalla libreria per non dare
troppo nell'occhio, dopodiché Nick sarebbe entrato, avrebbe
fatto quello che voleva fare, e poi dopo un paio d'ore sarebbe
tornato a casa; semplice no?
Ma
era stancante.
Ogni
volta era un andirivieni di autisti che facevano la fila per
scortarlo in biblioteca e una mezza dozzina di guardie del corpo si
offrivano di dargli protezione, come se gli potesse accadere
qualcosa! Poi a che cosa serviva avere sedici anni, avere la patente
e soprattutto un auto? Per fare bella figura con le ragazze? Di
sicuro Nick Jonas avrebbe fatto bella figura anche senza una
bellissima Mustang tutta sua.
Il
ragazzo si stiracchiò le braccia intorpidite e si accorse solo
allora della presenza di una ragazza poco distante da lui, seduta su
una sedia che leggeva un romanzo che aveva tutta l'aria
di essere “Orgoglio e Pregiudizio”.
Che
maleducato lui era seduto bello comodo su quella poltrona mentre
quella ragazza sedeva su una sedia che sembrava tutto tranne che
comoda.
-
Ciao! - la salutò Nick.
La
ragazza sussultò a quel rumore, probabilmente anche lei era
immersa nel mondo di quel libro.
-
Scusa se ti disturbo – disse il ragazzo mortificato.
-
No, affatto, … ciao – disse la ragazza imbarazzata
arrossendo.
Nick
fece un sorriso divertito.
-
Ti volevo chiedere se ti volevi sedere tu su questa poltrona –
disse Nick, - quella sedia non sembra molto comoda.
La
ragazza guardò istintivamente l'oggetto in questione facendole
cadere i capelli castani sugli occhi.
-
Oh, non ti preoccupare – disse, - non è come sembra.
-
Sicura? - chiese Nick.
-
Si, si – mormorò la ragazza.
-
A proposito, io sono Nick – si presentò lui, - Jonas.
Ebbe
il terribile presentimento che avesse fatto male a dire il suo
cognome, se era una sua fan gli sarebbe saltato al collo.
Ma
la giovane non ebbe reazioni.
D'altronde
se fosse stata una fan dei Jonas Brothers l'avrebbe riconosciuto
subito.
-
Maggie Campbell – disse lei con un sorriso imbarazzato.
Nick
fece come per stringerle la mano, ma ci ripensò e fece passare
quel gesto in un tentativo di prendere un libro sul tavolo davanti al
ragazzo.
-
Allora – disse Nick, - vieni qui spesso?
Maggie
parve aver capito qualcosa, Nick lo capì dal suo sguardo, ma
non disse nulla a parte rispondere alla domanda del ragazzo.
-
Si, vengo qui a lavorare il lunedì e il mercoledì,
mentre gli altri giorni vengo solo a leggere – spiegò.
-
Ah – disse Nick.
Silenzio
imbarazzante.
-
Tu invece? - chiese Maggie curiosa di scoprire di più su quel
ragazzo carino e simpatico.
-
Cosa? No, io vengo quando posso, non molto spesso quindi, ma mi piace
questo posto, è molto rilassante – disse Nick motivando
la sua risposta.
-
Già, ti isoli assolutamente dal mondo esterno – confermò
lei.
Era
la prima volta in sedici anni di vita che dicevano una cosa del
genere a Nick.
-
Vero? - disse lui come per trovare una conferma a una sua
affermazione.
-
Si, se scoppiasse la terza guerra mondiale e io stessi leggendo non
me ne accorgerei nemmeno – disse Maggie annuendo allegra di
aver trovato qualcuno con i suoi stessi interessi.
-
Lo stesso vale per me – confermò Nick.
Passarono
l'ora successiva a chiacchierare. Il giovane cantante scoprì
che Maggie aveva letto praticamente tutti i libri della biblioteca,
mentre Maggie scoprì l'innato talento di Nick nel canto e
nella recitazione.
-
Sai che ore sono? - chiese il ragazzo a Maggie.
Lei
controllò e rispose:
-
Le cinque.
Maledizione,
il suo autista sarebbe venuto a prenderlo fra poco!
-
Io devo andare – disse lui di fretta, - mi dispiace.
Maggie
ci rimase un po' male da quella brusca interruzione della loro
conversazione, ma non disse nulla che facesse intendere che portasse
rancore.
-
Va bene – disse, - nessun problema.
Nick
esitò un attimo poi scrisse con una matita il suo numero su un
foglio bianco.
-
E' il mio numero – spiegò, - se vuoi chiamami, ma se non
rispondo è perchè sono occupato.
Maggie
annuì confusa e sorpresa.
-
D … d'accordo – disse, - allora ci sentiamo Nick.
-
Ciao! - disse lui correndo via.
Pochi
attimi dopo era già sparito.
A
lei che sa capirti come sei
a
lei che non tradì
a
lei che dice di sì quando vuoi
a
lei che spazza via la tua malinconia
(A
lei, Anna Oxa)
Ma
perchè proprio oggi la pioggia? Perchè proprio oggi fra
tutti i giorni possibili?
Kevin
Jonas camminava zuppo dalla testa ai piedi cercando di proteggersi la
testa con un giubbotto che non poteva essere tecnicamente definito
impermeabile.
All'improvviso,
non lontano da lui vide una ragazza che cercava di ripararsi con
scarso successo dalla pioggia con un ombrello rotto.
-
Perchè ce l'hai con me? - gridò la ragazza al cielo
come se potesse rivolgersi direttamente a Dio.
Probabilmente
nella vita precedente era stata una serial killer oppure aveva rapito
un bambino, oppure aveva rapinato una banca.
Qualunque
cosa fosse stata Kevin era sicuro che fosse molto grave.
Il
ragazzo cercò con lo sguardo un portico o un tunnel per
aspettare che la pioggia finisse o almeno per chiamare un taxi o il
suo autista per venire a farsi prendere.
D'altronde
era questa la fortuna di essere un famoso cantante mondiale, quando
aveva bisogno d'aiuto c'era sempre qualcuno disposto a dargli una
mano.
Kevin
quando trovò un portico fece per raggiungerlo il più
velocemente possibile ma molto prima che ci riuscisse si andò
a schiantare contro qualcosa, o meglio qualcuno, che era di corsa
almeno quanto lui.
La
ragazza che fino a poco tempo prima stava urlando al cielo cadde a
terra schiantandosi in una pozzanghera e sporcandosi le mani di
fango.
-
Ma che diavolo! - urlò la giovane. - Maledizione!
Kevin
si rialzò con uno scatto.
-
Scusa – disse porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
La
ragazza lo ignorò e iniziò a sparare ingiurie contro il
mondo in generale.
-
Ehi calmati – disse il ragazzo.
La
giovane lo guardò negli occhi fulminandolo.
Era
una ragazza più o meno della sua età, sui vent'anni, i
capelli erano biondo cenere, bagnati dalla pioggia scrosciante.
-
Calmarmi? - sibilò la ventenne, - io non posso
calmarmi, idiota che non sei altro! Oggi è già stata
una giornata schifosa anche senza il tuo prezioso aiuto.
Kevin
la ignorò e le porse di nuovo la mano per aiutarla.
La
ragazza la guardò per un istante poi la afferrò e si
tirò con il suo aiuto.
-
Ma no! - urlò la giovane, - non è possibile, mi mancava
questa!
-
Cosa? - chiese Kevin preoccupato, - ti sei fatta male?
-
No! - esclamò lei, - mi si è rotto un tacco!
Il
ragazzo trattenne a stento una risata.
-
Che cosa c'è? - sibilò.
-
Beh è … è solo un tacco – disse Kevin.
La
ragazza lo incenerì con lo sguardo.
-
Solo un tacco? Solo un tacco?! - gridò. - Non era solo un
tacco, era il tacco di una scarpa firmata di Prada!
-
Beh allora – commentò a bassa voce il ragazzo, ironico.
-
Che cosa hai detto? - ribatté lei.
-
Niente – rispose lui.
La
ragazza sollevò un sopracciglio ma rimase zitta e iniziò
a dirigersi verso il portico che precedentemente avrebbe voluto
raggiungere.
-
Aspetta! - disse Kevin, - non volevo romperti il tacco, scusami.
-
Lasciami stare! - abbaiò.
Il
cantante la lasciò ma continuò a seguirla.
-
Non seguirmi! - urlò lei.
Isterica,
pensò Kevin.
-
Per tua informazione quel portico non è una tua esclusiva
proprietà, sai? - disse il cantante con un sorrisetto.
La
ragazza batté le scarpe per terra e continuò la sua
corsa zoppicando.
Kevin
la seguì a debita distanza.
Si
ripararono sotto il portico mantenendosi l'uno distante dall'altra.
La
bionda aveva incrociato le braccia al petto e guardava la vetrina di
un negozio di Gucci e osservava una borsa con interesse.
Kevin
la osservava e tentava invano di tenere il muso, inutile era negato.
Si
avvicinò a lei e le porse una mano.
-
Kevin Jonas – si presentò.
La
ragazza fece come per ignorarlo, poi si arrese e gli diede la mano.
-
Maryl Campbell – disse mantenendo un tono sostenuto e
autoritario.
Kevin
si allontanò di nuovo e guardò la pioggia che cadeva a
catinelle.
-
Oh mio Dio! - esclamò Maryl di colpo.
-
Cosa? - chiese Kevin voltandosi verso di lei.
-
Kevin Jonas hai detto? - gridò lei.
Maledizione,
l'aveva riconosciuto, stupido Kevin, stupido!
-
Si – disse incerto.
Maryl
avanzò verso di lui.
-
A qualche festa ho sentito la tua, cioè la vostra musica –
aveva un tono un po' abbattuto, - e devo ammettere che non è
niente male.
Grazie
al cielo non era una di quelle fan sfegatate che spesso lo
circondavano tentando in ogni modo di abbracciarlo e baciarlo.
Per
carità lui adorava le sue fan, ma spesso esageravano.
Prese
il cellulare e mandò un messaggio a suo fratello minore, Nick,
e gli chiese di passare a prenderlo mentre tornava a casa dalla
biblioteca, che ormai per lui era una specie di droga.
Maryl
gli si avvicinò fino a trovarsi davanti a lui.
-
Tranquillo – lo rassicurò, - non sono quel tipo di
ragazza che salta in braccio alle persone, anche perchè mi si
sgualcirebbe la camicetta, peggio di quanto lo sia già.
Kevin
fece un debole sorriso.
Una
Mercedes ultimo modello si fermò all'improvviso davanti ai due
ragazzi prendendo in pieno una pozzanghera che bagnò
completamente la gonna di Maryl.
-
Mi mancava questa! - gridò la ragazza.
-
Scusa – disse Kevin.
La
portiera si aprì e vi comparve un ragazzo ricciolino, Nick.
-
Ehi Kev, andiamo? - domandò guardando i due.
-
Si, okay – disse il ragazzo. - E' stato un piacere conoscerti.
Maryl
lo guardò in cagnesco.
-
Il piacere non è del tutto stato mio, Jonas – sibilò.
Kevin
alzò gli occhi al cielo e salì in macchina.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** To be a Campbell ***
Bene
io morirò d'infarto e dalle risate, la mia fine è
scritta nero su bianco, scriverò anche il mio testamento così
siamo a posto. Comunque passiamo ai ringraziamenti:
Ice_Bubble:
Figurati passare dalla tua FF per me è stato un piacere! E
graaazie per i complimenti. Un bacio!
ada12:
ma tesoro perchè non vuoi che Maggie (è così che
si chiama la ragazza di cui non ti ricordavi il nome) non si metta
con Nick? Comunque grazie per i complimenti. Un bacio!
EllieGoodman:
sono contenta che tu stia guarendo e grazie per i complimenti, sono
daccordo con te comunque Maggie è iper simpatica, ma io sono
di parte, sono io due anni più vecchia! Un bacio!
DarkViolet92:
si l'incontro fra Maggie e Nick è sicuramente quello andato
meglio, comunque anche questo e il prossimo capitolo saranno una
specie di presentazione dei personaggi, poi inizierà la storia
vera e propria ma spero che tu leggerai anche questi due capitoli. Un
bacio!
jeeeeee:
ma grazie, grazie, grazie amor! E scoprirai come si rincontreranno i
personaggi fra … no non in questo capitolo … non nel
prossimo … ah si in quello dopo ancora. Dovrai pazientare un
po' ma spero che leggerai e recensirai comunque, un bacio tesoro!
jollina
la verde: si sono daccordo l'incontro fra Maggie e Nick è
quello andato meglio e passando al fatto che Kevin non ha dato il
passaggio a Maryl … beh prima di tutto quei due si detestano e
Maryl non avrebbe mai accettato il passaggio di Kevin, lui le ha
rotto le sue scarpe firmate! Tragedia! Un bacio!
Potterina
Weasley: tu, tu sei la principale causa del mio futuro infarto e
squilibrio mentale causato da risate! Giuro che ho letto la prima, e
dico la prima, parola della tua recensione e sono scoppiata a ridere!
Sarà che sono particolarmente allegra oggi, il motivo è
ignoto anche a me dato che domani si va a scuola, ma mi sono
realmente rotolata dalle risate! Un bacio!
sbrodolina:
Beh mi fa piacere di averti sorpresa! E come vedi eccomi qua a
recensire non appena ho potuto, poi aggiornerò … boh
non lo so! Un bacio!
Capitolo
3. To be a Campbell
Lexi
chiuse la porta di casa sbattendola con forza, imprecando ad alta
voce e sporcando il pavimento di acqua e fango.
Con
uno sbuffo sonoro ripulì il tutto ed entrò in cucina.
Se
non fosse stata contraria a usare la macchina a causa del
riscaldamento globale avrebbe giurato e spergiurato che non avrebbe
più preso un autobus in vita sua neanche per la pace nel
mondo.
Perchè
dovevano esistere delle persone come quel certo “qualcuno”
che aveva incontrato sul pullman? Non contribuivano assolutamente al
bene dell'umanità.
Si
passò distrattamente una mano fra i capelli ramati e si guardò
per un istante nel grosso specchio del salotto.
Okay
Lexi Campbell non aveva paura di niente e nessuno, men che meno di
suo padre, ma dopo la terza sospensione incominciava davvero a temere
la reazione del genitore.
-
Papà, - iniziò Alexandra davanti allo specchio per
allenarsi, - è successo che sono stata sospesa un'altra volta,
per niente, il preside non ha apprezzato una mia campagna di
protesta.
Non
avrebbe funzionato e lei lo sapeva meglio di qualunque altro che non
aveva chance.
-
Papà, - riprovò, - sono stata sospesa che ti piaccia o
no per una causa in cui credo e di cui sono fermamente convinta.
Veloce,
dritto al punto, di certo non sarebbe stato indolore come togliersi
un cerotto, ma non si può di certo avere tutto dalla vita.
Lexi
si sedette sul grosso divano e si mise un cuscino sulla faccia, tutto
per isolarsi dal mondo esterno.
Con
una mano cercò l'i-pod che era sicura di aver lasciato sul
tavolino davanti al divano il giorno prima.
Quando
lo trovò si infilò le cuffie nelle orecchie e mise una
canzone dei Police al massimo volume.
Si
mise a cantare ad alta voce la canzone, stonata come sempre,
d'altronde la cantante della famiglia era Maggie non Lexi ma a
quest'ultima non poteva interessare di meno.
Lei
e Maggie avevano due modi completamente diversi di esprimersi anche
nel mondo del volontariato: Alexandra era quella rivoluzionaria,
ribelle, dalla lingua affilata sempre pronta ad aprirsi, mentre
Maggie era quella timida, introversa e innocente che preferiva
lavorare in biblioteca, fare volontariato alla mensa dei poveri e
cantare nel coro della chiesa piuttosto che gridare nell'atrio della
scuola i diritti dell'infanzia.
Lexi
si passò una mano sulla maglietta bagnata e fece scorrere un
dito fino alla manica, anche il suo gusto nel vestire non era
esattamente “fashion” come continuava a ripeterle Maryl,
sua sorella maggiore.
Infatti
quest'ultima non solo, a parere di Lexi e Maggie, era la più
bella delle tre con quei suoi capelli e occhi perfetti, ma era anche
la figlia che deteneva il primato di aver speso più soldi in
shopping in una settimana. Duemila dollari.
Sarà
stato che Maryl era la preferita di papà, sarà stato
che era una shopping-dipendente, ma il signor Campbell non si era
arrabbiato più di tanto, l'aveva definito: “una
sciocchezza che le ventenni erano solite fare”.
Lexi
e Maggie non avevano mai realmente perdonato il padre per una cosa
del genere.
Il
motivo per cui Maryl era la preferita era molto semplice: da brava
figlia modello aveva deciso di seguire le orme del padre e si era
iscritta a legge.
La
sedicenne si stiracchiò sul divano e cambiò canzone per
metterne una dei Beatles, lei era una ragazza così, ascoltava
solo musica “antica” o perlomeno che le adolescenti di
solito non ascoltavano, al contrario di ciò che supponeva la
gente vedendo il suo carattere tutto pepe che lasciava intendere che
ascoltasse musica rock, havey-metal o cose del genere.
No,
Alexandra era una ragazza tuttavia buona e gentile, se per gentile si
intendeva che era disposta a salvare la foresta amazzonica ma non ad
aiutare il padre ad appendere un chiodo.
Insomma
Lexi era una tipa strana, certo, ma con un grande cuore.
Mi
alzo e fuori è ancora la luna piena
esco
per toccare la mia terra
è
un'altra notte da scordare
niente
ti fa capire
questa
vita poi che senso ha
(E'
la mia vita, Albano)
Maggie
entrò in casa con i capelli bagnati e i vestiti completamente
zuppi.
Lasciò
cadere la borsa a tracolla accanto all'ingresso e si tolse le scarpe
per non bagnare il pavimento.
-
Help! I need somebody
Help!
Not just anybody
Help!
You know I need someone – gridò
cantando Lexi.
-
Ciao Lexi! - la salutò Maggie.
-
Help! I need somebody! - ripeté
la ragazza cantando a squarciagola.
-
Lexi! Lexi! - gridò Maggie entrando in salotto e sbracciandosi
nel tentativo di farsi vedere dalla sorelle.
Quando
finalmente la sorella la vide accennò a un saluto con una
mano.
-
Ciao Maggie! - gridò.
La
ragazza si avvicinò alla sorella e gli tolse le cuffie con una
mano.
-
Che c'è? - chiese Alexandra.
Maggie
la guardò negli occhi con aria severa.
-
Papà ti ucciderà, lo sai vero? - domandò
retorica.
Lexi
sbuffò.
-
Si, lo so Maggie, infatti mi sto godendo le mie ultime ore di vita –
ribatté.
La
sorella scosse la testa, contrariata.
-
Non c'è nulla da scherzare, Lexi – spiegò, - è
la terza volta che ti sospendono.
L'altra
ragazza fece come per ignorarla e tornò ad ascoltare la sua
canzone ma Maggie continuò a parlarne.
-
Perchè hai dovuto fare quella campagna a scuola? Perchè
non hai seguito il mio consiglio e non hai fatto come ti ho detto io?
- chiese.
A
guardare Lexi e Maggie di primo impatto nessuno avrebbe mai potuto
immaginare che le due fossero sorelle, men che meno gemelle.
Alexandra
aveva i capelli ramati, Maggie era mora.
Lexi
era estroversa fino quasi all'esagerazione, Maggie era introversa
come pochi.
L'unica
cosa che le accomunava erano gli occhi che entrambe avevano verde
muschio.
-
Perchè mi sembrava giusto – disse la ribelle.
Maggie
alzò gli occhi al cielo.
-
A proposito, non è che potresti stare con me mentre lo dico a
papà? - chiese Alexandra innocente.
Maggie
si morse il labbro inferiore.
No
sorellina, puoi scordartelo, pensò
ma era completamente e assolutamente negata a dire di no a
chicchessia.
Forse
quello era uno dei suoi principali difetti e spesso qualcuno se ne
approfittava, come Lexi per esempio, chiedendole cose alla quale
avrebbe tanto voluto dire di no.
La
sorella la guardava supplicante.
-
Oh, va bene – mormorò Maggie, - d'accordo.
-
Grazie mille, sei un tesoro – disse Alexandra, poi tornò
al suo i-pod.
I
litigi delle due sorelle si potevano tranquillamente contare sulle
dita di una mano nonostante i caratteri completamente diversi. Se
c'era una cosa che caratterialmente le accomunava era la capacità
di entrambe di ascoltare e di dare consigli.
Ma
la cosa che Maggie detestava di più del suo rapporto con la
gemella era la loro scarsa comunicazione; loro comunicavano, per
carità, parlavano come possono parlare due persone che abitano
nella stessa casa e che si vogliono bene. Il problema era che, al
contrario di numerose coppie di gemelle, loro non parlavano della
loro vita privata, dei loro problemi e delle loro paure.
La
loro comunicazione spesso si incentrava sui disastri di Lexi e delle
conoscenze di Maggie. Punto.
-
Lexi – disse Maggie.
La
gemella si voltò verso di lei mentre dalla cuffie risuonava
una canzone dei Rolling Stones che arrivava fino alle orecchie
dell'altra.
-
Forse è meglio che ci sia anche Maryl, ci potrebbe servire.
Ma
nonostante questo le voleva un bene dell'anima.
Ti
porterò soprattutto
il
silenzio e la pazienza.
Percorreremo
insieme le vie
che
portano all'essenza
(La
cura, Franco Battiato)
Maryl
sbatte con forza la porta dietro di sé per chiuderla, sporcò
il pavimento di acqua e fango, andò a sbattere come suo solito
contro il portaombrelli affianco alla porta e quasi inciampò
nello zerbino.
Probabilmente
c'era qualche Dio lassù che l'aveva presa in antipatia.
La
ragazza lasciò cadere a terra la sua borsa firmata e si tolse
con delicatezza le scarpe di Prada che Kevin Jonas le aveva rotto.
Sono
da buttare, pensò la
ragazza guardandole da tutte le angolazioni.
Almeno
quel Kevin era servito a qualcosa, ora suo padre le avrebbe sborsato
una piccola fortuna per permetterle di comprarne di nuove e da
spendere per qualche abito che sarebbe rimasto a prendere polvere nel
suo armadio.
Quella
era stata una giornata no con la “enne” maiuscola.
Come
aveva spessi ripetuto sua madre: “c'è chi nasce con la
fortuna, c'è chi nasce senza”.
Maryl
sorrise suo malgrado, quella era stata una delle ultime parole di sua
madre prima di scappare di casa.
Erano
sette anni che Maryl non la vedeva; si ricordava ancora quello che
aveva provato quando suo padre gliela aveva detto, credeva di non
riuscire a ricordarla.
Scacciò
i brutti pensieri dalla testa ed entrò nel salotto già
affollato dalle altre sue due sorelle.
Lexi
se ne stava distesa sul divano e si tamburellava la pancia seguendo
il ritmo della canzone che
stava ascoltando, mentre Maggie, come sempre, leggeva un libro.
-
Ciao! - le salutò con scarso entusiasmo dopo la sua giornata.
Maggie
alzò gli occhi dal suo libro e li sgranò alla vista
della sorella.
-
Maryl sei … - iniziò incerta mentre anche Lexi si
voltava per osservarla.
-
Orribile – commentò quest'ultima con sgomento.
Maryl
si guardò nello specchio e rabbrividì: aveva i capelli
scompigliati e incrostati di fango, la camicetta era sgualcita e
sporca mentre la gonna si era addirittura scolorita.
-
Ho bisogno di un'estetista – disse la maggiore con fermezza, -
sembro un mostro.
-
Non stai così male – mentì Maggie, ma si zittì
di fronte all'occhiata di Maryl.
La
ragazza cercò di aggiustare la camicetta ma peggiorò
soltanto la situazione.
-
Era una camicetta di Armani – si lamentò, - ora è
da buttare.
-
Non è da buttare, basta lavarla e stirarla – notò
Lexi, - a mano, - precisò.
La
maggiore la ignorò deliberatamente.
-
E la gonna – disse con uno sbuffo, - era nuova e ora devo
buttare anche questa.
-
Basta mettere del colorante in lavatrice – disse Maggie, - e
tornerà come prima.
Maryl
ignorò pure lei e continuò ad osservare i suoi vestiti.
-
Mi piaceva tanto questa gonna – continuò. - Ora devo
buttare la gonna, la camicetta e le scarpe.
Lexi
e Maggie si scambiarono un'occhiata.
-
Cos'è che hanno le scarpe? - chiese la prima.
-
Si è rotto un tacco – disse Maryl, - erano scarpe di
Prada.
Come
se questo cambiasse il mondo intero.
-
Beh si le scarpe sono da buttare – disse Maggie, - ma il resto
no.
Maryl
scosse la testa, quelle due non capivano, la moda, i vestiti firmati
non erano come i vestiti comuni, erano la sua vita.
All'università
venivi giudicato dai vestiti che si indossavano, del livello sociale
dei genitori e dai voti che si prendevano.
In
poche parole l'aspetto era tutto.
Sarà
stato per questo motivo che Maryl era diventata così
superficiale negli ultimi due anni.
-
Tutta colpa di quella feccia! - esclamò la ventenne guardando
ancora una volta il tacco penzolante di quello che restava della
scarpa.
-
Cioè? - chiese Lexi distratta.
-
Kevin Jonas – ringhiò la maggiore, - alias Rompi Scarpe
Firmate.
Maggie
che fino a quel momento aveva seguito la conversazione con scarso
interesse si rianimò subito.
-
Jonas hai detto? - chiese.
-
Si – sbuffò Maryl, - perchè?
-
Oggi ho conosciuto un Jonas -disse lei sovrappensiero.
Lexi
guardò la gemella con un'occhiataccia.
-
Maggie e io che ti credevo intelligente, hai idea di quanti Jonas
esistono al mondo? Io ne ho uno nella mia classe di biologia –
disse incredula.
-
Si, lo so, probabilmente non lo vedrò più, mi ha dato
il suo numero ma non credo che lo chiamerò, forse voleva solo
rimorchiare – disse Maggie.
-
Sarà così – annuì Maryl sfiorando con
attenzione le scarpe manco fossero fatte di cristallo.
Nessuna
di loro tre poteva anche lontanamente immaginare quanto si
sbagliavano.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** To be a Jonas ***
Ah
la vita è strana a volte, vero? Beh vi dico solo una cosa,
sono molto incazzata, all'esagerazione, la causa è la mia prof
di arte, la ammazzerai volentieri, a quanto pare io “non mi so
rapportare” ma che vada a farsi in culo prof di merda …
okay mi rilasso, respiro profondo, comunque prima è meglio se
passo ai ringraziamenti altrimenti do di matto:
EllieGoodman:
sono contenta che le sorelle Campbell ti stiano simpatiche e
soprattutto di averti fatto ridere. Questo è un capitolo sulla
famiglia Jonas, spero ti piaccia. Un bacio!
ada12:
ma perchè non ti sembra corretto? Maggie, scusami, mi sembra
davvero simpatica. Un bacio! DarkViolet92: sta tranquilla che
non appena pubblicherai la tua FF io la leggerò con
entusiasmo, solo avvertimi quando la pubblicherai. Un bacio!
Stargirl312:
Leti, sono contenta che ti piacciano questi personaggi, e anche che
tu abbia messo questa FF nei preferiti , ti voglio bene anche io. Un
bacio!
jeeeeee:
no problem amor tanto non pensavo di aggiornare prima di oggi,
martedì, poi il mio prossimo aggiornamento sarà …
venerdì o sabato oppure lunedì. E tu vai in gita? Per
quanto, tre giorni? Beata! Io con la mia classe dovevamo andare a
Praga per cinque giorni ma “non ci potevano aggregare alle
altre classi” come se non potessero aggiungere dieci studenti,
perchè nella mia classe siamo solo in dieci, poi dovevamo
andare a Strasburgo ma a quanto pare “il Parlamento non è
visitabile nei giorni in cui dovremmo andare” quindi la gita
forse salta, ma comunque ti sto annoiando. Sono contenta che ti sia
piaciuto lo scorso capitolo, un bacio tesoro!
Ice_Bubble:
sono contenta che ti sia piaciuto questo capitolo, e che ti abbia
fatto divertire. Un bacio!
erbeeren:
hey grazie per essere passata nella mia FF, spero continuerai a
leggere anche i prossimi capitoli, ne approfitto di dire, come ti
ripeto spesso nelle recensioni che ti lascio, che la tua Ff è
fantastica! Un bacio!
jollina
la verde: eccomi qui allora che aggiorno, non ho potuto farlo prima,
ma spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo. Comunque ti ho
lasciato una recensione nella tua FF. Un bacio!
Potterina
Weasley: ma tesoro tu mi farai morire dal ridere, fai troppo ridere,
mi hai rallegrato in una giornata nera come il carbone, tutta colpa
di quella prof di merda … comunque spero che questo capitolo
ti piaccia. Un bacio!
Capitolo
4. To be a Jonas
Era
possibile odiare una persona dopo averci scambiato quattro frasi in
croce? A quanto pare si.
Joe
Jonas era seduto su una sedia della sua camera mentre improvvisava
una canzone alla chitarra mettendoci tutto l'odio che provava per
Alexandra “Rompiballe” Campbell.
Non
poteva esistere una persona così odiosa, non era
biologicamente possibile.
Lexi
Campbell, Joe era sicuro che quel nome non l'avrebbe mai dimenticato,
se in futuro avrebbe trovato un'altra persona così odiosa
l'avrebbe chiamata Lexi.
Ma
cosa le interessava se lui e Sasha si stavano baciando? Mica avevano
usato i megafoni con tanto di insegna luminosa per dire: “Ehi
mondo, guarda! Joe Jonas sta con Sasha Collins!”, anzi più
passavano inosservati meglio era.
Quasi
quasi ci avrebbe scritto una canzone su quella ragazza intitolata
semplicemente “I hate”, semplice e diretto, meglio di
così!
Già
aveva le parole in mente: “Io odio quel tuo modo di
sorridere, quella tua faccia da saputella, quel tuo viso ribelle,
quel tuo tono arrogante, le tue parole di sfida. Io odio tutto di te.
Un
successone, doveva ricordarsi di dirlo a Nick per aiutarlo con le
parole.
Okay,
probabilmente stava esagerando, ma in quel momento nessuno odiava
come Joe Jonas.
Con
uno sbuffo appoggiò la chitarra alla parete affianco alle
altre e si stese sul letto mentre con una mano accendeva il
televisore mettendo un DVD di un film in cui Sasha aveva recitato nel
suo primo ruolo di protagonista.
In
quel film aveva la parte di un'adolescente timida con il sogno di
partecipare alle Olimpiadi di pattinaggio sul ghiaccio nonostante si
fosse precedentemente rotta una caviglia e che riusciva a coronare il
suo sogno grazie al suo allenatore, nonché fidanzato alla fine
della pellicola.
Osservò
l'immagine della sua ragazza mentre pattinava e non poteva immaginare
essere più bello in tutto il mondo o universo.
L'avrebbe
potuto gridare a tutta Los Angeles: “Sasha Collins è
fantastica!”
Dopo
lo spiacevole incontro con Lexi Sasha aveva insistito per essere
riaccompagnata a casa dicendo che “per quel giorno avevano
rischiato abbastanza”. Una bugia bella e buona dato che erano
usciti solo da pochi minuti.
Joe
aveva fatto come gli aveva ordinato Sasha senza riuscire a
trattenersi per tutto il viaggio di ritorno di dire imprecazioni e
maledizioni contro Alexandra. Alla fine del tragitto la ragazza era
di umore nero.
Joe
continuò a guardare il film con discreto interesse, ormai
avrebbe potuto recitarlo a memoria per tutte le volta che l'aveva
visto.
Era
arrivato nella parte in cui Sasha, che nel film si chiamava Tina,
credeva di non riuscire più a pattinare dato che la caviglia
era tornata a farle male e il suo allenatore, Brett, la consolava.
-
Non credo di poterlo fare Brett – disse
“Tina” con voce lacrimosa.
-
No, Tina, io credo in te, hai uno splendido talento, sei
capace, elegante, non mandare tutto a monte – ribatté
“Brett”.
In
effetti quel film non era uno dei migliori che avesse mai visto in
vita sua, ma Joe lo apprezzava davvero tanto.
Fu
solo quando sentì il rumore della porta che si apriva e la
voce dei fratelli che riempiva la casa che spense la televisione e
scese per andargli incontro mentre tentava in ogni modo possibile
di tenere lontana dalla sua mente l'arroganza di Lexi.
Se
io non avessi te
forse
mi arrenderei
tu
sei la prima che
fa
un viaggio dentro me
e
poi non molla mai
(Se
io non avessi te, Nek)
La
prima cosa che Nick vide quando entrò in casa fu Joe che gli
veniva incontro con l'espressione di uno che aveva avuto una pessima
giornata e che non doveva essere minimamente disturbato.
-
Nick – disse il mezzano senza un saluto, - tu mi devi aiutare a
scrivere una canzone che parla di odio, ho già alcune strofe
in testa, ora tu devi aggiungere il tuo tocco creativo e sarà
un successone. La nostra prima canzone che parla di odio.
-
Buongiorno anche a te, Joe – disse il minore.
-
Non scherzare Nick, sono di pessimo umore, quindi vieni e aiutami
subito – ordinò il mezzano.
-
Che ti è successo? - domandò Kevin.
Joe
guardò il fratello maggiore.
-
La domanda più appropriata sarebbe che diavolo è
successo a te. Dove ti sei cacciato per ridurti così? -
domandò Joe.
Kevin
si guardò i pantaloni e la giacca incrostati di fango.
-
Ho avuto uno spiacevole incontro con una ragazza isterica –
snocciolò, - normale direi.
Nick
guardò il fratello maggiore.
-
Intendi la ragazza con cui ti trovavi quando siamo passati a
prenderti – disse includendo l'autista della Mercedes che aveva
schizzato la ragazza.
-
Già – borbottò, - Miss Simpatia.
Joe
gli diede un'amichevole pacca sulla spalla.
-
Siamo in due fratello – disse con aria tetra.
-
Perchè? - chiese il maggiore.
-
Ho incontrato una ragazza davvero simpatica, più simpatica di
lei non ho mai incontrato nessuno – disse ironico.
Nick
scosse la testa, probabilmente era l'unico che aveva avuto una bella
giornata.
-
Sono l'unico che ha incontrato una ragazza simpatica oggi? - chiese.
I
due fratelli lo guardarono interessati.
-
Una ragazza? - chiese Joe. - Davvero?
Nick
annuì.
-
In biblioteca.
I
due fratelli maggiori si scambiarono un occhiata.
-
Come si chiama? - domandò Kevin.
Nick
sospirò.
-
Maggie Campbell.
Sia
Joe che Kevin rabbrividirono.
-
Campbell hai detto? - chiese il primo.
-
Si, perchè? - domandò il minore incerto.
Joe
si scostò il ciuffo stirato dagli occhi.
-
Ho conosciuto una certa Lexi Campbell – disse lui.
-
E io ho incontrato una ragazza di nome Maryl Campbell – disse
Kevin.
I
tre fratelli rimasero a guardarsi per qualche istante.
-
Strano – disse Joe.
Gli
altri due annuirono.
-
Nick se Maggie Campbell è una parente di Lexi Campbell ti
proibisco in ogni modo di uscire con lei, dovessi morire.
Che
cosa? Nick non poteva uscire con Maggie solo perchè a suo
fratello non andava a genio questa Lexi?
-
Perchè scusa? Se lei mai mi chiamerà e vorremo uscire
insieme lo faremo, non ho bisogno del tuo consenso – disse Nick
scaldandosi.
-
Fai come vuoi – disse Joe scuotendo la testa contrariato.
Kevin
sbuffò.
-
Sentite ragazzi lasciamo stare questo argomento e passiamo a cosa più
importanti, per esempio la canzone che dobbiamo scrivere … e
no Joe, non scriveremo una canzone che parla di odio – disse il
maggiore anticipando la domanda del fratello che abbassò il
capo triste.
Nick
scosse la testa, aveva due fratelli davvero scemi.
-
Senti fratellino – disse Joe quando Kevin se ne fu andato per
farsi una doccia, - per quella canzone di cui ti parlavo lavoriamoci
insieme lo stesso, Kevin si dovrà attaccare.
Il
minore annuì.
Ma
gli voleva un bene nemmeno minimamente immaginabile.
Vivo
per lei da quando sai
la
prima volta l'ho incontrata
non
mi ricordo come ma
mi
è entrata dentro e c'è restata
(Vivo
per lei, Andrea Boccelli, Giorgia)
Va
bene Kevin Jonas odiava Maryl Campbell.
Non
poteva dire che il suo era odio profondo, ma di certo la detestava, e
tanto anche.
E
dire che a un certo punto non le era sembrata neanche così
antipatica, certo poi si era ricreduto subito.
Kevin
ridacchiò: era davvero buffa quando era caduta, con gli
occhiali storti sul naso, i vestiti sporchi di fango e acqua e con
il tacco rotto.
Il
ventunenne uscì dalla doccia e si rivestì per sentire
il rumore di qualcosa che cadeva e si rompeva.
-
Nick sei un idiota! Mi hai rotto la chitarra! - urlò Joe.
-
Io? E poi si è rotta solo una corda! - ribatté Nick.
-
Una corda, tutta la chitarra, è la stessa cosa! - gridò
il mezzano, - e poi non è colpa mia.
-
Ma se sei tu quello che diceva che dovevo suonare con più
brutalità quella tua stupida canzone!
-
Che c'entra? Sei tu che suonavi! - disse Joe avendo ovviamente torto.
Kevin
sospirò: quei due erano un continuo di litigi e
rappacificazioni.
-
Ah e così sarebbe colpa mia?
-
Già!
-
Lascia stare Joe, visto che ti credi tanto bravo suona tu questa
canzone! - urlò Nick con rabbia.
Ecco
come fare arrabbiare Nick Jonas signore e signori.
-
Daccordo, ti insegno io come si fa a suonare una chitarra –
disse il mezzano.
Ci
fu un breve istante di silenzio, poi il grido esultante di Nick.
-
Ecco, te l'avevo detto! Hai rotto anche tu una corda!
-
Ma non è vero!
-
E' questa che cos'è?
Joe
balbettò una serie di scuse patetiche.
Kevin
alzò gli occhi al cielo e pregò il buon Dio che quei
due non lo coinvolgessero.
Nick
e Joe continuarono a litigare, ma con meno enfasi, così il
maggiore si rilassò, andò in camera sua e prese la sua
chitarra, con tutte le corde integre, e si mise a suonare Love Bug
mentre la canticchiava a bassa voce.
A
un certo punto smise, non era dell'umore adatto per cantare, forse
doveva aiutare Joe e Nick a scrivere quella canzone, ma il suo
orgoglio glielo proibì.
Malgrado
si sforzasse non riusciva a dimenticare Maryl Campbell … e
alla sua antipatia, anzi la sua più che antipatia era
arroganza.
Certo
era una bella ragazza, i capelli biondo cenere resi più scuri
dalla pioggia scrosciante che ancora non accennava a smettere, gli
occhi che sfumavano da un castano scuro più all'esterno fino a
diventare dorati nella parte più interna, il naso dritto, la
pelle diafana … okay sarà stata anche bella ma era
vanitosa, superficiale e arrogante.
Insomma
aveva fatto una tragedia per un tacco rotto.
Diluvio
universale, la fine del mondo, presto chiamate la polizia, i
pompieri, l'FBI, la CIA … era un tacco, mamma mia adorata,
non una collana di sei carati con tanto di zaffiri, smeraldi, con il
diamante più grande del mondo incastonato al centro!
Maryl
“Arroganza” Campbell, suonava anche bene.
-
Joe, cavolo, guarda che hai combinato! - gridò Nick a
squarciagola.
-
Io?! - domandò il mezzano.
-
Si, tu! Hai rotto la statuetta di mamma e papà che ha regalato
la zia per il loro ultimo anniversario! - disse Nick con voce
disperata, una pausa, - io questa volta non mi prendo la colpa per
una cosa che hai fatto tu!
-
E' successo una sola volta … - si difese debolmente il
mezzano.
Probabilmente
il minore lo stava guardando con un'occhiata penetrante.
-
Okay solo un paio di volte ...
-
Tre – lo corresse Nick, - la prima volta per il servizio di
porcellana della nonna, la seconda quando hai rotto lo specchio in
bagno e la terza quando hai spaccato in due il videogioco preferito
di Frankie.
-
Beh si … dettagli – commentò il mezzano.
-
Dettagli un corno, ora tocca a te a prenderti la colpa – disse
Nick, - e no io non ti aiuterò, scordatelo.
Joe
con ogni probabilità stava facendo gli occhi dolci da cucciolo
abbandonato.
-
Oh va bene, è inutile litigare con te, vinci sempre tu, mi sa
che il detto che dice che chi rompe uno specchio avrà la
sfortuna per sette anni è una balla – disse il minore,
pensieroso.
Kevin
sospirò sarebbe stato meglio andare a calmare le acque, voleva
bene a quei due pazzi fratelli con la testa non del tutto a posto.
Il
motivo?
-
Nick mi hai rotto un'altra corda!
Semplice,
erano i suoi fratelli.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** The Church ***
Hi,
hi, hi eccomi qui!!
Finalmente
è venerdì e posso aggiornare con calma senza l'ansia
dei compiti … passiamo ai ringraziamenti:
Potterina
Weasley: Addirittura SEXY?? Mi fa piacere che tu trovi questo
capitolo divertente!! E meno male che non è un reato odiare i
prof, soprattutto quelli a personalità multipla tipo la mia
prof di arte!!! Quella donna è pazza!! Comunque figurati per
la recensione se non è “esauriente” come dici tu,
ti perdono ECCOME anche perchè non ero affatto arrabbiata!! Un
bacio!
EllieGoodman:
grazie!! E sono contentissima di averti fatto ridere!!! XD!!! Mi sono
divertita troppo a scrivere la parte di Joe e Nick! Un bacio!
_KikyBlonde_:
davvero è la prima FF che leggi sui JB e qui scoprirai di più
sul personaggio di Lexi dato che ti incuriosisce tanto … Un
bacio!
DarkViolet92:
eccomi qua!! Si ho visto la tua FF e come hai visto ti ho lasciato
subito una recensione!! Attendo con ansia il prossimo aggiornamento!!
E anche io ho fatto un personaggio sulla mia descrizione, Maggie sono
io in tutto e per tutto. Grazie mille per la mail!!
Ice_Bubble:
sono iper mega contenta che ti sia piaciuto questo capitolo!!! E se
credi che Kevin sia il più normale dei tre è meglio se
leggi questo capitolo … Un bacio!
erbeeren:
sono felicissima che questo capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia
fatto ridere!! Ecco a te un altro chappy che spero apprezzerai! Un
bacio!
jollina
la verde: ma si la grammatica a che cosa serve?? Soprattutto nelle
recensioni! Ho lasciato una recensione nella tua FF con piacere e
continuerò a farlo!!! E comunque non sei in ritardo, perchè
dici questo?? Un bacio!
Capitolo
5. The Church
La
luce del sole si rifletteva sui vetri colorati della chiesa lanciando
colori sgargianti sul volto dei presenti alla messa.
Lexi
si riparò gli occhi con una mano, detestava quella luce così
accecante, soprattutto quando cercava di trovare un posto in prima
fila per guardare Maggie durante la sua esibizione nel coro della
chiesa come ogni domenica mattina.
-
Permesso, scusate, permesso – disse a tutti i presenti mentre
si infilava fra di loro e cercava di appropriarsi di un posto in
prima fila accanto a un ragazzo dai capelli scuri a capo chino.
Si
sedette con un tonfo sordo e si tolse i capelli dagli occhi mentre
guardava con ansia la porta da cui sarebbe uscita Maggie insieme al
resto del coro.
Involontariamente
mentre guardava la porta e saltellava ansiosa sulla panchina
cigolante della chiesa colpì con un gomito il ragazzo di
fianco a lui che fece un debole gemito di dolore.
-
Scusa – disse Lexi guardandolo mentre il ragazzo alzava gli
occhi verso di lei.
Si
riconobbero all'istante.
-
Ancora tu? - gridarono all'unisono.
Una
cinquantina di paia di occhi si voltarono verso di loro intimandogli
il silenzio.
Lexi
e Joe chinarono il capo.
-
Che cosa ci fai tu qui? - sibilò la ragazza.
-
Prego, cosa ovvia in una chiesa mi sembra – disse Joe con voce
piena d'odio.
Alexandra
alzò gli occhi al cielo.
-
Che cosa ci fai tu qui, invece? - chiese lui.
-
Come hai detto tu siamo in una chiesa, quindi prego, inoltre mia
sorella canta nel coro – spiegò lei fra i denti.
-
Hai una sorella? Povera ragazza, cosa ha fatto nella vita precedente
per meritarsi una cosa del genere? - ghignò Joe.
-
Ah, ah, Mr Simpatia – commentò Lexi, ironica.
-
E io guarda chi conosco, Miss Odiosità – continuò
Joe, sincero
La
chiesa, effettivamente, non era il posto più adatto per fare
argomenti del genere, insomma dov'era finito il rispetto per i luoghi
sacri che esisteva una volta? Sparito nel nulla.
Un
uomo di mezza età li intimò al silenzio proprio mentre
quindici fra ragazze e ragazzi entravano e si disponevano in silenzio
nei propri posti.
Lexi
accennò a un saluto con la mano a Maggie che era spaesata,
rossa di vergogna e imbarazzo come sempre, la quale le sorrise
incerta mentre il prete sorrideva allegro a tutti e iniziava la
messa.
-
Chi è tua sorella? - domandò Joe talmente piano che
quasi Lexi non lo udì.
-
Che ti interessa? - sibilò piano la ragazza.
Joe
scrollò le spalle.
-
E' un Paese libero questo, mi sembra, faccio quello che mi pare e
piace – disse mettendo nella sua voce tutto l'odio e il
disprezzo che provava per lei.
Lexi
guardò davanti a sé fiera ripetendo le parole del
prete.
-
Prima fila, quinta da destra – rispose con una punta d'orgoglio
nella voce.
Il
giovane cantante seguì le indicazioni della ragazza e incrociò
gli occhi di una ragazza mora, con i capelli lunghi e lisci, il viso
arrossato dall'imbarazzo che guardava per terra.
-
Ah – disse soltanto.
Lexi
fissò la sorella.
-
Dov'è la tua ragazza, credevo foste inseparabili – disse
con arroganza.
Joe
la fulminò con lo sguardo.
-
Non è credente e oggi aveva altri impegni – spiegò
lui.
-
Uh, quindi è una ragazza così impegnata che non riesce
a trovare anche solo pochi minuti per andare a pregare? - domandò
Lexi.
-
Ti ho già detto che non è credente e poi si è
una ragazza molto impegnata – disse lui con odio. Insomma era
un'attrice per forza era impenata. - E poi uno fa quello che gli
pare.
Come
si volevano bene! Da uno a dieci? Meno venti mila.
Lexi
gli fece il verso e continuò a seguire la messa, si voltò
dietro di sé e cercò con lo sguardo il padre e Maryl
che si trovavano in fondo, in piedi affianco a una parete.
Maryl
bella e elegante come sempre con un vestito bianco e lungo che le
arrivava fino ai piedi e dalle maniche lunghe, le braccia incrociate
al petto, la montatura degli occhiali bianca e i capelli legati in
una coda di cavallo che le faceva ricadere della ciocche sulle
spalle.
Peter
Campbell, suo padre, era in piedi, anonimo, affianco alla figlia
prediletta che seguiva le parole del prete come in una cantilena.
Lexi
sospirò suo padre aveva evitato accuratamente di parlarle
negli ultimi giorni dopo che la ragazza gli aveva annunciato la sua
terza, e di sicuro non ultima, sospensione.
-
Chi cerchi? - domandò Joe, la ragazza sussultò si era
dimenticata della spiacevole compagnia che le stava accanto.
-
Nessuno che ti interessi – rispose lei, brusca.
-
A me invece interessa, il tuo ragazzo? - domandò lui
sogghignando, - chi è quella povera anima pia? Voglio fargli
le mie condoglianze.
-
Ah, ah – disse sarcastica la sedicenne con voce dura.
Joe
continuò a sogghignare per un tempo che a Lexi parve infinito.
-
La vuoi smettere? - domandò lei con voce fin troppo alta e fu
subito zittita da molti “shh!” che risuonarono per tutta
la stanza.
-
Oh, oh Lexi Campbell è nei guai – rise lui.
-
Eclissati … - iniziò la ragazza, rendendosi conto
all'improvviso di non conoscere il nome di quell'essere sgradevole.
-
Joe Jonas – completò lui.
Alexandra
lo guardò.
-
Chi ti dice che voglio conoscere il tuo nome?
-
Tu lo vuoi sapere – disse Joe.
-
Non è vero.
-
Si che è vero.
-
No, non è vero.
-
Si invece.
-
Porca miseria Jonas non lo voglio sapere! - urlò Lexi.
A
un passo dal possibile
a
un passo da te,
paura
di decidere
paura
di me
(Eppure
sentire, Elisa)
L'intera
sala si voltò per guardare Lexi la quale abbassò il
capo, più imbarazzata di quanto non fosse mai stata in vita
sua mentre Joe stava trattenendo una crisi d'ilarità.
-
Bene – disse Padre Andrew imbarazzato, - passiamo
all'esibizione del nostro coro.
Maggie
trattenne rumorosamente il fiato, come faceva sempre da quando aveva
iniziato a cantare nel coro della chiesa.
I
suoi compagni ormai non si voltavano più per controllare se
stesse bene, avevano imparato presto che quella era una sua reazione
naturale.
La
piccola orchestra iniziò a suonare il pianoforte e il coro
iniziò a cantare l'Ave Maria, Maggie era terrorizzata,
aveva paura di sbagliare la canzone come le era già capitato
non una ma cinque volte.
Padre
Andrew era sempre stato comprensivo con lei, la consolava dicendole
che lei aveva uno straordinario talento, che aveva delle potenziali
ma che doveva superare quella sua terribile paura di sbagliare che la
faceva, inesorabilmente, sbagliare.
Il
prete li incitava con grossi sorrisi e muovendo le mani a mezz'aria
seguendo il ritmo della canzone.
Il
coro cantava e lui continuava a sorridere.
Quando
la prima canzone fu finita il viso di Padre Andrew era talmente
tirato in un sorriso che Maggie dubitava sarebbe riuscito a tornare
alla normalità.
Dagli
spettatori partì un debole applauso, l'unica che non
applaudiva era Lexi che teneva ancora il capo chino.
-
Bravissimi! - applaudì Padre Andrew con entusiasmo, - bene,
ora passiamo alla prossima canone.
Maggie
sprofondò, era il turno di Alleluia, la canzone che in
assoluto detestava più di tutti, con tutti quegli acuti trita
timpani che lei era sicura di essere negata a fare.
Il
pianoforte partì e con lui anche il coro, Maggie in ritardo,
ma riuscì a recuperare in tempo.
Da
lontano un ragazzo con i capelli ricci e mori la osservava curioso,
con il viso leggermente inclinato a lato.
Maggie
ricambiò lo sguardo curioso, l'aveva già visto quel
ragazzo solo non si ricordava quando … dove …
-
Nick! - esclamò lei all'improvviso attirando verso di sé
diversi sguardi da parte dei suoi compagni che la fissarono severi
mentre cantavano.
Maggie
riprese a cantare tenendo gli occhi bassi ma con un lieve sorriso
sulla labbra; com'era piccolo il mondo, si erano incontrati solo
pochi giorni prima e ora eccolo lì nella stessa chiesa in cui
lei cantava tutte le domeniche.
Si
era domandata tutti i giorni da mercoledì se avesse dovuto
chiamare Nick, d'altronde le era sembrato un ragazzo così
simpatico e dolce, qualcuno con cui parlare dei suoi interessi e
preoccupazioni, sulle sue critiche su un libro.
Lexi
si rifiutava categoricamente di ascoltare Maggie quando parlava di
libri la quale tentava di convincere la sorella di provare a
leggere un libro che non fosse di Isabel Allende o Agatha Christie,
come uno di Cornelia Funke oppure di Joanne Kathlenn Rowling, con
ogni probabilità era l'unico essere umano con più di
dodici anni e mano di trenta che non avesse letto un libro di Harry
Potter.
-
Maggie! - esclamò Nick vedendo la ragazza con la tunica gialla
canarina che aveva abbassato il capo.
-
Chi? - chiese Kevin guardando il fratello.
Nick
scosse la testa meravigliato.
-
No, niente Kev, una ragazza che conosco.
O
almeno che aveva iniziato a conoscere.
Il
fratello maggiore scosse il capo e lasciò perdere per tornare
ad ascoltare il coro ed a osservare Joe che, aveva notato, era stato
ripreso parecchie volte insieme alla ragazza che era affianco a lui.
Nick
canticchiò a bassa voce la canzone di sottofondo e continuò
ad osservare Maggie che aveva rialzato il capo e ora lo fissava rossa
in viso, un bel contrasto con il colore sgargiante della tunica che
aveva addosso.
Il
sedicenne non aveva potuto tornare in biblioteca a causa dei numerosi
impegni che aveva, senza contare il fatto che Maggie non l'aveva mai
richiamato e credeva,quindi, che non fosse un ospite gradito.
A
quanto pareva, però, dalla reazione di Maggie alla sua vista
lui non le stava antipatico, anzi, quindi c'erano solo due opzioni.
Opzione
numero uno non aveva avuto tempo per chiamarlo.
Opzione
numero due non gli stava antipatico ma non voleva chiamarlo; causa:
ignota.
-
Nick che c'è? - domandò Frankie, il più piccolo
della famiglia Jonas, di otto anni a stento e di sicuro quello più
sano mentalmente.
-
No, niente Bonus, solo che ho visto una mia amica – disse Nick,
se è possibile chiamarla così.
-
Ah davvero, dove? - chiese guardandosi intorno.
-
Lì, la vedi? La ragazza che si trova nel coro, in prima fila,
quella mora e rossa in viso – spiegò Nick.
-
Ah, si la vedo, che colore strano della pelle, però, è
una Pellerossa? Che bello! Un indiana! Io adoro gli indiani,
soprattutto i vestiti che indossano sono così colorati e quei
copricapi con le piume, quelli enormi! Sono troppo belli! - disse
Frankie eccitato.
-
No, non è un'indiana – spiegò Nick, paziente.
-
Un'indigena?
-
No, è come noi.
Frankie
lo guardò con un'espressione dura.
-
Potevi lasciarmi sognare, però – brontolò offeso.
Nick
ridacchiò e tornò a seguire il coro, sicuro che più
tardi avrebbe parlato con quella ragazza.
Le
bionde trecce, gli occhi azzurri e poi
le
tue calzette rosse
e
l'innocenza sulle gote tue
due
arance ancor più rosse
(La
canzone del sole, Lucio Battisti)
Kevin
uscì dalla chiesa con passo svelto, il sole gli illuminava il
viso e lo accecava tanto che, quasi, non riusciva a vedere dove stava
andando. A mala pena si rendeva conto se qualcuno gli stava andando
addosso e non si scontrò con nessuno solo per puro miracolo
dato che la luce gli impediva di vedere niente che si trovava oltre i
due metri di distanza dal suo naso.
-
Aspetta papà, io vado a piedi! - gridò una voce
femminile che il ragazzo non riconobbe.
-
Sicura pulcina? - chiese quello che doveva essere il padre.
-
Si, voglio fare quattro passi – disse la voce femminile. - E
poi devo prendere Maggie.
-
Oh, è vero, allora a dopo pulcina.
-
A dopo papino.
Pulcina
e papino, caspita si dovevano avere davvero bene.
Quattro
passi, esattamente quattro passi, dieci secondi e quattro passi prima
dello scontro.
Kevin
si schiantò contro qualcuno ed entrambi finirono a terra.
-
Ma fantastico! - gridò la ragazza sarcastica.
Kevin
non poteva dimenticare quella voce e soprattutto non poteva non
riconoscerla da così vicino.
-
M ...Maryl? - domandò Kevin.
-
Di nuovo tu? - domandò Maryl sorpresa e irritata.
-
Questo è ciò che dovrei dire io! Cosa ci fai qui? -
chiese il ventunenne cauto.
Maryl
lo ignorò e si alzò.
-
No! Tutto ma non questo! - ululò la ragazza.
-
Cosa? - chiese Kevin alzandosi.
-
Tu, tu feccia ignobile, fottutissimo Rompi Scarpe Firmate, tu
mi hai rotto un altro tacco! - gridò la ragazza con
rabbia.
Kevin
era senza parole; due tacchi in cinque giorni, caspita era un record!
-
Tu Jonas, tu mi hai rotto un altro tacco! - ripeté la ragazza,
basita, - un altro tacco.
Era
sotto shock.
-
Ehm stai bene? - chiese Kevin seriamente preoccupato.
-
Se io sto bene? Io non sto bene, tu mi hai rotto un altro
tacco! Questa me la paghi idiota, feccia che non sei altro! Io …
io ti denuncio, io non so che ti faccio! - sbraitò Maryl
mentre una piccola folla si era radunata affianco a loro.
Fra
di loro c'erano Lexi e Joe, a debita distanza che evitavano
accuratamente di incrociare i loro sguardi.
-
E' un tacco! - ribatté Kevin.
-
Eh no Jonas, scordatelo di dire ancora questa tiritera “E' un
tacco! - lo scimmiottò la ragazza con urla isteriche. - Mi hai
rovinato anche il vestito!
Tacco
e vestito, fine del mondo.
-
Uh, allora che facciamo, vuoi chiamare i servizi segreti? - domandò
Kevin.
-
Magari … - ammiccò Maryl.
Si
lanciarono occhiate infuocate.
-
Io ti odio! - esclamò lei.
-
Non quanto io odio te! - disse lui.
In
quel preciso istante dalla folla per entrare a far parte della
mischia, uno da Kevin, l'altra da Maryl.
-
Che cosa vuoi Joe? - domandò con un sibilo Lexi.
-
Sto prendendo le parti di mio fratello, Lexi – disse lui.
-
Ti ho detto di non chiamarmi Lexi, io sono Alexandra per te –
disse lei urlando.
-
Vattene! - le ordinò Joe.
-
No, sto prendendo le parti di mia sorella – gridò lei.
Capirono
tutti e quattro, Kevin, Joe, Maryl e Lexi.
-
No, aspetta un attimo che cosa hai detto? - domandarono all'unisono.
-
Lei è tua sorella? - domandò Kevin a Maryl indicando
Lexi. - Povera ragazza.
-
E lui è tuo fratello? - chiese Maryl indicando Joe. - Mi
dispiace per te.
-
Già sono suo fratello - disse il diciannovenne, - piacere Joe
Jonas.
Maryl
guardò per un istante la mano che il ragazzo le tendeva.
-
Maryl Campbell.
-
No! Non potete fare amicizia – disse Lexi.
-
Già! - concordò Kevin, - Joe non puoi farmi una cosa
del genere.
In
quel momento delle risate li distrassero e li fecero voltare verso la
fonte di quel rumore in quell'istante così odioso.
Un
ragazzo e una ragazza dai capelli mori stavano ridendo allegri mentre
uscivano dalla chiesa, ma che si fermarono quando videro i fratelli e
le sorelle.
-
Joe? Kevin?
-
Maryl? Lexi?
-
Maggie che stai facendo? - chiese Lexi.
Maggie
si voltò verso Nick per poi tornare dalla sorella.
-
Sto chiacchierando con un mio amico.
-
Quel tuo amico ha un fratello odioso – disse Maryl.
-
E quella tua amica ha una sorella rompiscatole – disse Joe.
-
E …? - chiese Nick.
Tre
ragazzi, tre ragazze, anche se più precisamente erano tre
fratelli e tre sorelle il cui loro destino si era unito,
inconsapevolmente.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** To Convince ***
Bene
ragazze, eccomi qua!!
Ieri
tornei inter-scolastici di calcio, la mia classe (io mi astengo
perchè non mi hanno fatto giocare, :( , che palle!) ha perso
21 a 2 una partita e un'altra 15 a 2 . E' già stato un
miracolo che ne abbiano fatti 2 di goal per partita, credevamo di non
riuscirne a fare neanche uno ...
Passiamo
ai ringraziamenti, forse è meglio prima che vi faccia morire
di noia:
jeeeeee:
grazie per i complimenti tesoro!! Hai centrato in pieno l'odio puro
delle coppie Maryl/Kevin, Lexi/Joe, per Maggie/Nick invece tutto
bene, un bacio amore!
EllieGoodman:
come non hai mai letto un libro di Harry Potter? Ti consiglio di
provare a leggere il primo, inizialmente sembra noioso, poi diventa
fantastico! Quindi per ora la tua coppia preferita sono Nick e Maggie
… anche i miei!! Un bacio!
DarkViolet92:
tesoro ho mantenuto la mia promessa, in fondo a questo testo troverai
il mio avviso. Un bacio!
ada12:
mi dispiace molto che le coppie non ti piacciano :(, ma sono contenta
che apprezzi questa storia e spero continuerai a leggerla e a
recensirla! Lo farai? Un bacio!
_KikyBlonde_:
sono molto contenta che questa storia ti piaccia e soprattutto le mie
scelte letterarie di come ho collocato i personaggi. Un bacio!
deerock94:
mi dispiace che questa storia ti abbia deluso, ma ti volevo spiegare
un paio di cose: quando dici che ho scritto con un italiano poco
scritto e molto parlato è stata una scelta tutta mia e
assolutamente volontaria.
E se dovessi leggere di più mi finirei una libreria della
Mondadori all'anno! Nel 2008 ho letto 65 libri e non libricini come
“La sovrana lettrice” che ha poco più di 90
parole, ma libri come Hyperversum, tutti gli Harry Potter e l'intera
saga di Twilight. Comunque mi dispiace che non ti piaccia questa FF.
Potterina
Weasley: amore ma non sei in ritardo figurati!! Come sempre la tua
recensione mi ha fatto morire dal ridere!! Hai ragione sempre su
tutto, sempre, sempre!!! Un bacio!
erbeeren:
beh come nella realtà i Jonas Brothers sono protestanti e
perdonami la mia scarsa istruzione in materia ma i miei non hanno
fatto frequentare religione a scuola quindi sono un ignorante in
questa categoria, ma dalle mie scarse informazioni essere protestanti
e cattolici è uguale (correggimi se sbaglio) solo che nella
chiesa protestante posso presenziare anche le donne e i preti possono
avere figli. In poche parole i JB in questa FF sono protestanti.
Grazie mille per i complimenti! Un bacio!
Ice_Bubble:
quindi ami la coppia Kevin/Maryl, hi hi, non sei l'unica! E Frankie è
… beh fantastico, d'altronde cosa ci si poteva aspettare
quando si ha tre fratelli magnifici come Nick, Joe e Kevin? E al
matrimonio fra te e Frankie posso fare da testimone? Un bacio!
Capitolo
6. To Convince
-
Io lo odio! - gridò Maryl, - lo detesto!
Maggie
alzò gli occhi al cielo.
-
Non esagerare – disse la sedicenne, - Kevin è simpatico.
-
Si, come una spina nel fianco – disse la maggiore.
-
Maryl, mi dispiace dirtelo, ma Maggie ha ragione, Kevin è un
ragazzo molto simpatico – concordò Lexi con la sorella.
-
Lexi, chiudi quella bocca – disse Maryl, - oppure vuoi che io
chiami Joe?
-
No, per carità quel ragazzo lasciamolo fuori da questa storia
– disse la gemella dai capelli ramati, - quello si che è
antipatico.
-
No, Joe fa morire dal ridere! - disse Maggie, - è forse il più
comico dei tre.
Lexi
la fulminò con lo sguardo.
-
Stai scherzando vero? Joe Jonas è … è …
-
Un egocentrico ragazzo che crede di essere chissà chi quando
in realtà non è nessuno – continuò Maryl.
-
Esatto! - disse Lexi.
-
Per la verità io mi stavo riferendo a Kevin, direi che Joe è
un ragazzo davvero comico – disse Maryl.
-
Ma fammi il piacere! - disse Lexi.
-
Sono l'unica a cui stanno simpatici tutti e tre i fratelli Jonas? -
domandò Maggie.
-
Si – dissero all'unisono le altre due.
Maggie
sbuffò.
Dopo
quello che si poteva chiamare intoppo alla fine della messa la
famiglia Jonas e la famiglia Campbell avevano avuto il piacere di
legare.
Più
che altro Maggie aveva legato con Nick, Joe e Kevin e rimaneva
l'unica che li potesse sopportare.
Meryl
aveva legato con Joe e Nick, tenendosi a debita distanza dalla
feccia.
Mentre
Lexi aveva legato con Kevin e Nick, evitando accuratamente di
guardare negli occhi Joe, che faceva altrettanto.
-
Allora, abbiamo un problema – disse Lexi, - io non posso
vedere Joe neanche in fotografia, quindi dobbiamo sistemare questa
faccenda … è molto semplice, non chiameremo più
la famiglia Jonas e saremo tutti e felice e contenti come nelle
favole, per sempre.
-
Stai scherzando? - domandò la gemella, - puoi anche
scordartelo, non ho la minima intenzione di rinunciare a degli amici
solo perchè uno di questi non ti va a genio.
Alexandra
fulminò Maggie con un'occhiataccia.
-
Ascoltami bene Maggie, io Joe non lo posso soffrire, Maryl non può
vedere Kevin, mi sembra abbastanza sensato, quindi, smettere di
vedere quei tre ragazzi, per quanto simpatici alcuni di essi siano.
La
mora scosse il capo con rabbia, Dio quanto detestava essere quella
buona di casa! Doveva sempre assecondare
le sorelle, sempre.
-
Ma … - iniziò.
Maryl,
nell'angolo più remoto della stanza, cercava di risistemarsi i
capelli in una pettinatura come minimo decente. Ci aveva messo tre
ore quella mattina a pettinarsi.
-
Io odio quel ragazzo –
rettificò la maggiore, - in cinque giorni mi ha rotto due
paia di scarpe, e due
vestiti firmati! Lexi ha
ragione, non li dobbiamo più vedere!
-
Ma … - riprovò Maggie.
-
Allora daccordo? - chiese Lexi a Maryl.
-
Assolutamente – concordò quest'ultima.
-
Mi volete ascoltare? - domandò Maggie cercando di attirare
l'attenzione delle sorelle.
Sia
Alexandra che Maryl la ignorarono ripetutamente, quasi non si
accorsero del vano tentativo della sorella di farle ragionare.
-
Meglio dimenticarli – disse la maggiore.
-
Si, tanto non cambierà nulla, tornerà tutto come prima
che le nostre vite incrociassero quella di quei maledetti - concordò
Lexi.
-
Ma, scusate, mi volete ascoltare per favore? Lexi? Maryl? - Maggie si
stava praticamente sbracciando nel tentativo di farsi vedere.
-
Che dici, li chiamiamo per dirgli che non li vogliamo più
vedere? - propose la maggiore.
-
No, non li voglio più sentire in generale – la bocciò
la rossa.
-
PORCA MISERIA, MI VOLETE ASCOLTARE? - gridò Maggie, finalmente
le due sorelle si voltarono verso di lei. - Joe, Nick e Kevin sono
tre ragazzi meravigliosi, … tutti e tre! Dovete smetterla di
insultarli e io non ho
la minima intenzione di smettere di vederli.
Le
due sorella la guardavano, meravigliate.
-
Maryl tu stessa hai detto che Joe è simpatico e Nick
meraviglioso, non lo negare! - continuò la gemella “buona”,
- e Lexi, perchè diavolo ti comporti così? Cosa ti ha
fatto Joe per meritarsi il tuo odio così profondo? E' un
ragazzo divertente. Per di più già adori Kevin e Nick,
quindi perchè dovremmo smetterla di vederli?
Maggie,
per tutto il suo discorso, a mala pena si rese conto di quello che
stava dicendo, quando finalmente capì abbassò il capo,
mortificata.
Maryl
e Lexi la guardavano stupite.
-
Scusate – disse la mora, - non … non volevo – alzò
lo sguardo, - ma io ci tengo a vederli ancora … davvero.
Alexandra
e Maryl si fissarono per qualche istante, che parvero millenni.
-
Beh Maggie non farti passare neanche per l'anticamera del cervello di
vedere io e Joseph Adam Jonas a ridere e scherzare insieme
– disse Lexi, - ma posso
provare ad andarci
daccordo, o per lo meno a non cercare di ucciderlo ogni volta che lo
vedo, non chiedere di più.
Maggie
sorrise riconoscente alla sorella e spostò il suo sguardo da
cucciolo abbandonato verso Maryl che si mordeva il labbro superiore
con insistenza.
-
Maryl … - iniziò la mora.
La
ventenne sospirò rassegnata.
-
Okay, va bene, frequenterò ancora i fratelli Jonas, o almeno i
due terzi perchè non ho voglio assolutamente frequentare Paul
Kevin Jonas II,
se
mi rovina un altro vestito può dichiararsi morto stecchito.
Gli
occhi verdi di Maggie si illuminarono.
-
Sul serio? Veramente? - domandò raggiante.
-
Si – disse la maggiore con un sospiro rassegnato.
Ci
volle molta concentrazione, senso di determinazione e orgoglio per
impedire a Maggie Campbell di saltare addosso alle sorelle e
abbracciarle con una stretta mortale degna di ogni anaconda che si
rispetti.
-
Grazie – disse soltanto, con la voce velata di una felicità
crescente, - vi sono debitrice.
-
Direi! - disse Lexi, - dovrai fare tutte le faccende al posto mio per
i prossimi due anni.
-
Seriamente – disse Maggie, - qualsiasi cosa io sono qui se
avrete bisogno.
Maryl
sorrise allegra, mentre un'idea le attraversava la mente.
-
Io ho bisogno di qualcuno che mi accompagni a fare shopping, devo
ricomprare tutto quello che la fec
… volevo dire Kevin mi ha rovinato – si corresse, -
facciamo sabato prossimo?
Maggie
annuì rassegnata ma felice.
-
Tu Lexi? - domandò poi alla gemella.
La
rossa la fissò.
-
Ci devo pensare, Maggie, ci devo pensare.
Dammi
solo un minuto
un
soffio di fiato
un
attimo ancora
(Un
attimo ancora, Gemelli Diversi)
I
Jonas Brothers, ovvero il gruppo più amato delle adolescenti,
sedevano intorno a un tavolo e si fissavano ognuno negli occhi degli
altri.
Nick
fissava con insistenza Joe, che a sua volta guardava Kevin, che
ricambiava lo sguardo puntandolo sul minore.
Joe
tossì.
Kevin
spostò il suo sguardo su di lui, per poi tornare su Nick.
Il
minore si scompigliò i ricci castani e sospirò.
Joe
si scostò il ciuffo ribelle dei capelli stirati dagli occhi
con un tic nervoso.
Kevin
controllò l'orologio per l'ennesima volta.
-
Allora – disse Joe, con la voce leggermente roca dopo minuti di
silenzio, - direi che la situazione è piuttosto complicata.
Kevin
e Nick annuirono.
-
Però trovo che, se loro vorranno, potremmo addirittura
diventare loro amici, o almeno con due di loro che sono Maggie e
Maryl – disse.
-
Anche Lexi – disse Kevin, - è simpatica.
Il
mezzano sollevo un sopracciglio.
-
Stai scherzando, vero? Non puoi dirlo sul serio.
-
Dico e sottoscrivo, se vuoi firmo anche un documento – disse
Kevin, - quella che è meglio evitare è Maryl, a mio
parere quella ragazza ha qualche istinto omicida represso dentro di
lei.
Nick
sbuffò, perchè toccava sempre a lui essere quello
ragionevole.
-
Ascoltatemi – iniziò, - possiamo tranquillamente
frequentare tutte e tre le
sorelle Campbell, sia Maggie – e indicò se stesso –
sia Maryl – indicò Kevin – che Lexi – e
indicò Joe.
-
Perchè? - domandò Joe. - Cosa vi cambia se non
frequentiamo più Lexi?
Kevin
lo guardò.
-
Beh, mi dispiace dirtelo Joe, ma voi due siete, ecco …
identici.
-
Cosa? - domandò il mezzano offeso. - Io e Alexandra non
abbiamo nulla in
comune!
Kevin
e Nick si guardarono.
-
Per la verità caratterialmente vi assomigliate molto –
disse Nick, arrischiandosi, - siete entrami dei comici nati.
-
Siete entrami testardi peggio dei muli – continuò Kevin.
-
E siete tutti e due molto simpatici – concluse il minore.
Joe
cercò di trovare qualche scappatoia, qualsiasi.
-
Beh solo tre cose, per il resto siamo completamente diversi, per
esempio, ecco, … io sono affascinate e lei neanche un po' –
disse disperato.
-
Joe, ti stai arrampicando sugli spacchi – disse Nick, - e poi
Lexi è molto carina.
-
Hai dei pessimi gusti Nick, davvero pessimi – disse il mezzano
scuotendo la testa, cercando di convincere anche se stesso di quella
affermazione. Lexi era sicuramente carina … ma insopportabile.
-
Mai avrei creduto che Maggie sia sua sorella, men che mai sua gemella
– disse Kevin pensieroso, - sono completamente diverse, sia
caratterialmente che fisicamente, cioè Maggie è …
-
Simpatica – lo interruppe Nick.
-
Si, ma io volevo dire timida e riservata, mentre Lexi è …
-
Egocentrica – disse Joe.
-
No, è estroversa e molto logorroica.
-
Non dimenticarti egocentrica – disse il mezzano in un sussurro.
Kevin
lo fissò e fu attraversato dal bisogno improvviso di
strozzarlo.
-
No, non è egocentrica, lo sei tu, se non lo pianti! - lo
minacciò.
-
Okay, okay calmati – disse Joe alzando le mani in segno di
resa. - Ma mi vuoi spiegare perchè non vuoi che frequentiamo
più Maryl?
Kevin
appoggiò la schiena allo schienale della sedia.
-
Beh, prima di tutto non mi può vedere, e poi è snob,
troppo snob e superficiale.
Questa
volta toccò e Nick e Joe guardarsi negli occhi.
-
Scusa, ma a te non piacevano le ragazze che si vestivano bene? -
domandò il minore, prendendo la parola.
-
Si, ma che siano simpatica, insomma non mi piacciono le ragazze che
si vestono bene e poi sono antipatiche come Maryl – disse
balbettando.
Joe
alzò gli occhi al cielo.
-
E' vero, Maryl è un po' superficiale, ma quello è solo
una parte di lei, tu non hai conosciuto la parte migliore di lei –
disse il mezzano.
-
Si, come diceva quel poeta italiano, Pirandello, che diceva che tutti
hanno più maschere, ecco tu hai conosciuto la maschera
antipatica di Maryl – continuò Nick con un mezzo sorriso
sulle labbra.
Il
maggiore sbuffò, era attaccato da due fronti.
-
Sentite, a me non frega niente di quello che dice 'sto Pirandello,
okay? Per me Maryl resta una ragazza superficiale e antipatica, ma se
insistete potrei provare almeno a conoscerla e a sopportarla.
Nick
esultò interiormente, la “battaglia” era vinta su
un fronte.
Joe
guardò il fratello maggiore e quello minore, poi cedette dando
un pugno rumoroso al tavolo.
-
Va bene maledizione! - gridò, - farò come dite, ma Nick
tu mi devi un favore enorme e tu Kevin, tu scordati di poter usare il
mio i pod per il resto della tua vita!
-
Ma no! - ribatté Kevin, - Joe lo sai che il mio si è
rotto, devo ricomprarlo, ma fino ad allora con cosa mi addormenterò
la sera?
-
Con le soavi russa di Nick, la sua camera è affianco alla tua!
-
Ehi! - si offese il minore e incrociò le braccia al petto.
Joe
rise spensierato.
-
Ti prego Joe, io ho bisogno del
tuo i pod, no, veramente io ho bisogno delle canzoni di Celine
Dion per addormentarmi.
Il
mezzano sorrise, maligno.
-
Scordartelo Kev, Celin è tutta mia!
-
Tu sei crudele e non hai cuore! - esclamò il maggiore con
finto tono melodrammatico.
-
Si, lo so – disse Joe.
Nick
si teneva lo stomaco dalle risate.
-
Nick – lo supplicò Kevin scivolando a terra e scivolando
fino al fratello minore, fingendo di essere disperato, - ti prego
almeno tu abbi pietà di me e prestami il tuo i pod!
-
Mi … mi dispiace … Kev – disse Nick fra una
risata e l'altra, - ma … io … io non ho … la
Dion nel mio i pod!
-
No! - esclamò Kevin sdraiandosi a terra. - La mia fine è
segnata, addio fratelli miei, è stato un piacere conoscervi,
lascio il mio stereo a te Joe, mentre tutte le mie chitarre a te,
Nick, a mamma e papà tutti i miei averi e a Frankie la mia
stanza. Addio! - e chiuse gli occhi accasciandosi a terra.
Joe
e Nick continuarono a ridere, tanto che Kevin rialzò il viso e
chiese con voce arrabbiata, ma velata da un sorriso:
-
Insomma, voi dovreste
piangermi con tutte le vostre lacrime e iniziare a organizzarmi il
funerale, non dovreste ridere!
-
Smettila Kev! - rise Nick.
Joe
si alzò dalla sedia e si avventò sul fratello maggiore.
-
Lotta! - esultò.
Nick
si unì a loro ridendo ancora come un pazzo.
Eh
si questi sono i Jonas Brothers signore e signori, il gruppo più
amate dalle adolescenti americane.
Continua
…
ATTENZIONE
PER FAVORE, LEGGETE QUI!!
Bene
ora che ho la vostra attenzione, o almeno spero, vi vorrei chiedere
con tutta me stessa un favore!! Per favore potreste leggere e
soprattutto RECENSIRE la FF di DarkViolet92?? Vi chiedo questo
favore perchè so che lei ci terrebbe molto a ricevere queste
recensioni dato che fino a questo momento sono stata l'unica a farlo.
Grazie mille, ragazze.
Vi
voglio bene
Maggie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** da Giorgio ***
Ragazze
oggi è stata una giornata molto noiosa, tre ore consecutive di
algebra, vi rendete conto? Stavo per morire di noia …
Passiamo
ai ringraziamenti, altrimenti morite di noia:
EllieGoodman:
sono contenta che questo capitolo ti sia piaciuto!! Mi sono divertita
a scrivere la parte della morte apparente di Kevin. Non credo che tu
mi abbia mai detto che Maryl assomiglia a Cri, anche io soffro di
vuoti di memoria!! Un bacione!
erbeeren:
prima di tutto non mi sono assolutamente offesa sulla storia del
profilo religioso e grazie per la spiegazione che mi ha riassunto,
grazie al cielo, ciò che le mia amiche ci avrebbero messo anni
a spiegarmelo. Grazie mille per l'informazione su Hyperversum, io
purtroppo devo ancora leggere il secondo. Non è che potresti
farmi un riassuntino per favore? Grazie mille! Un bacio!
Melmon:
hey grazie per i complimenti cara, spero che anche questo ti piaccia!
Un bacio!
_KikyBlonde_:
allora spero che questo capitolo ti piaccia, anche a me piace Celine
Dion, adoro in modo spropositato “My heart will go on”!!
La sovrana lettrice è uno dei libri più orrendi che io
abbia mai letto, procedevo a rilento perchè lo detestavo e mi
annoiavo. Io i Tokio Hotel proprio non li posso vedere, li detesto
(per favore se una fan di questo gruppo leggerà questo
ringraziamento non mi uccida!!) e sulla tua FF sui JB puoi stare
certa che io la leggerò e se ti serve aiuto in qualsiasi modo
con curiosità su di loro non esitare a contattarmi sulla mail
e io ti risponderò volentieri! Per la storia della messa e
della biblioteca credo che sia realmente così dato che la
chiesa è un luogo sacro e la biblioteca non è il primo
posto in cui uno decide di andare per passare il tempo, o almeno
credo sia così!! Un bacio!
DarkViolet92:
figurati è stato un piacere, il nostro piano diabolico ha
funzionato?? Beh diabolico no, ma piano si! Un bacio!
_FrancySoffi:
figurati per la recensione, mi ha fatto solo piacere scrivertela e
non ti preoccupare sul plagio, io non ti denuncerò di certo!!
Grazie per aver messo questa storia fra i preferiti! Un bacio!
ada12:
allora eccomi qui con un nuovo capitolo!! E ceeeerto che non mi
volevo liberare di te, ma scherzi?! Un bacio!
jeeeee:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Grazie mille
per avermi detto di essere migliorata nel mio stile di scrittura, mi
fa piacere!! Un bacio!
LoveJonasBrothers:
mi fa piacere che lo scorso ti sia piaciuto!! Ed eccomi qua che
continuo cara e continuerò sempre!! Un bacio!
leo
miao: sono contenta che questa idea della mia FF ti piaccia e sulla
storia della consulente di coppia se vuoi ci mettiamo in affari
insieme, anche a me dicono che dovrei fare quel lavoro!! Comunque non
ti preoccupare per le recensioni, all'inizio mentre scrivevo S.O.S
ricevevo solo un paio di recensioni per capitolo, poi all'improvviso
sono diventate sempre di più fino a raggiungere le dieci per
capitolo, vedrai che accadrà anche a te, o almeno spero,
comunque io ti seguirò sempre! Un bacio!
jollina
la verde: sono felicissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, mi
sono divertita molto scrivendolo, spero che anche questo ti piaccia!
Un bacio!
Capitolo
7. da Giorgio
-
Nick, sei sicuro? Insomma … vuoi davvero che i tuoi fratelli
muoiano così presto? - chiese Maggie tenendo in bilico un
panino su un piatto, mentre con l'altra reggeva il telefono di casa.
-
Dai Maggie, Maryl e Lexi in fondo vogliono bene a Joe e Kevin –
disse Nick appoggiando il cellulare su un tavolino mentre metteva il
cellulare in viva voce e afferrava la sua chitarra preferita.
Maggie
sollevò un sopracciglio rendendosi conto che lui non la poteva
vedere.
-
Ehm … - esitò la ragazza.
-
No, hai ragione si detestano, ma un tentativo per farli incontrare
dobbiamo almeno farlo, insomma come possono essere amici senza mai
vedersi? Il massimo che potrà accadere è che si
uccidano a vicenda … mi porterò dietro qualche guardia
del corpo – disse Nick.
-
In che senso qualche guardia del corpo? - domandò Maggie.
-
Ehm … di questo dobbiamo parlare a voce … allora che ne
dici della mia idea? - disse il giovane cantante cambiando
bruscamente argomento.
Maggie
rimase interdetta per qualche istante, poi riprese la sua
conversazione con non chalance.
-
D'accordo, per me va bene Nick, ma se i tuoi fratelli rimarranno
feriti gravemente per il resto della loro vita, io non mi prendo
nessuna responsabilità. Sappilo – disse con un mezzo
sorriso.
-
Per Joe e Kevin non mi preoccupo, piuttosto per Maryl e Lexi …
i miei fratelli sanno essere sadici a volte – disse il ragazzo
mentre anche il suo stesso viso si curvava in un sorriso.
-
Oh no, fidati Maryl vorrebbe che Kevin morisse e sappi che per colpa
vostra dovrò passare un intera giornata a fare shopping in
compagnia di mia sorella maggiore, il quale equivale a un suicidio.
Mi devi un enorme favore – disse la ragazza.
Il
giovane ridacchiò divertito, quella ragazza lo faceva sempre
ridere.
-
D'accordo, va bene – disse Nick rassegnato, - allora cosa
facciamo? Sabato alle otto? - chiese fissando l'appuntamento.
-
Si, alle otto davanti a “da Giorgio” - disse Maggie
iniziando ad addentare il suo panino.
Era
da ore che si stavano accordando per organizzare una cena fra le
sorelle Campbell e i fratelli Jonas in una semplice pizzeria per
mangiare una semplice pizza … certo cercando di evitare orde
di fan impazzite e soprattutto la morte di un membro delle due
famiglie a causa di uno dei membri dell'altra famiglia.
-
Ci vediamo sabato allora, a presto, ciao Maggie – disse il
cantante.
-
Okay, ciao Nick – disse la ragazza e riattaccò il
telefono.
Vieni
qua che ti faccio vedere
dov'è
il nostro pezzo di mondo.
Portati
dietro un sorriso e un sospiro:
li
userai
(Lambrusco
e Pop Corn, Luciano Ligabue)
-
Puoi anche scordartelo Nick, io non ci vengo, manco morto fratellino,
non ci pensare nemmeno – negò Joe scuotendo con forza le
testa.
-
Joe avevi promesso che avresti fatto uno sforzo – lo canzonò
il minore.
-
Eccolo il mio sforzo: evitare Alexandra, non ti basta? - chiese il
mezzano.
-
Kev, convincilo tu, io non ce la faccio – lo pregò Nick
voltandosi verso la porta su cui si era appoggiato il maggiore, il
quale si avvicinò a Joe minaccioso.
-
Ascoltami bene Joseph senza discutere – disse marcando per bene
le ultime due parole. - Noi abbiamo accettato, noi manterremo la
promessa, chiaro?
-
Trasparente – disse Joe facendosi piccolo piccolo. - Ti prego
non mi uccidere.
Le
labbra di Kevin si curvarono in un sorriso:
-
No per ora non lo faccio Joey, ma ribatti ancora una volta e giuro
che lo faccio. Non ti preoccupare per la band, troveremo un sostituto
– disse minaccioso.
-
Già – annuì Nick, - c'è sempre Frankie,
non vede l'ora di entrare a far parte del gruppo.
-
Voi due, voi due siete i peggiori fratelli che io possa desiderare,
io vi detesto quando fate comunella, quando vi comportate come due …
-
Fratelli? - chiese Nick interrompendolo, divertito.
Joe
lo fulminò con gli occhi.
-
Chiudi quella bocca Nicholas – disse.
-
Senti Joe, non discutere, usciamo fra mezz'ora quindi muoviti! - gli
gridò dietro il maggiore mentre il mezzano schizzava alla
velocità della luce al piano superiore.
Nick
fece un lungo fischio d'ammirazione.
-
Forte! - disse, - non ti avevo visto così deciso Kevin.
-
Già è vero, vedi è tutta questione di …
ma cosa sto dicendo? Muoviti Nick anche tu ti devi preparare!
Muoviti! Come on! Sbrigati! - gli disse il maggiore.
Nick
imitò Joe e corse veloce al piano superiore per vestirsi.
Kevin
sorrise compiaciuto, ecco qual'era il bello di essere il maggiore e
il più alto fra i suoi fratelli.
Bene,
pensò allegro, cos'è che dovevo fare adesso? Ah
mi devo vestire!
L'intelligenza
di Paul Kevin Jonas II.
Adesso
vieni qui
e
chiudi dolcemente gli occhi tuoi
vedrai
che la tristezza passerà
il
resto poi chissà,
verrà
domani
(Non
abbiam bisogno di parole, Ron)
-
Non dirmi cose devo fare Lexi! - le gridò Maryl sistemandosi
la pettinatura complicata davanti allo specchio.
La
ragazza sbuffò stanca.
-
Dico solo che è inutile che tu ti vesta elegante – disse
osservando il vestito firmato Armani della sorella, il lungo abito
scuro, il trucco costoso, la pettinatura complicata.
-
Scelgo io come vestirmi Lexi – ribatté la sorella
maggiore.
-
Va bene, poi se però Kevin ti rovina anche questo vestito non
venirti a lamentare da me – rettificò la gemella rossa.
-
Se quel ragazzo mi rovinerà un altro vestito può anche
iniziare a chiamare le pompe funebri per il suo funerale –
disse Maryl indossando delle scarpe blu notte con dei tacchi
vertiginosi.
Lexi
osservò il suo ben misero abbigliamento completo di jeans
neri, maglietta a maniche corte in tinta che aveva approfittato di
mettere per quella serata calda dopo giorni di pioggia e freddo.
-
Maggie ti muovi? - gridò Maryl lungo le scale.
-
Un attimo! - rispose la gemella buona con un grido fioco.
-
Muoviti siamo quasi in ritardo! - disse la maggiore.
-
E di chi è la colpa? - domandò la mora dalla propria
camera.
-
Maggie ha ragione – disse Lexi, - non siamo noi due quelle che
si sono cambiate dodici volte e che ci hanno messo tre quarti d'ora
per scegliere un paio di scarpe.
-
Per favore evitiamo commenti inutili, ora io sono pronta è
Maggie quella che sta ritardando … muoviti! - le urlò
di nuovo.
-
Ci sono – disse Maggie scendendo agile le scale vestita
semplicemente con dei jeans chiari, un paio di All Star rosse e una
maglietta a righe bianche e rosse.
Maryl
strabuzzò gli occhi.
-
Vuoi dirmi che tu ci hai messo venti minuti per vestirti così
semplicemente? - domandò la maggiore.
-
No, era al computer stavo controllando gli ordini dei libri della
biblioteca, a contrario tuo io lavoro – disse la mora
infilandosi un giubbotto di jeans. - Andiamo?
-
Si – disse Lexi, - in autobus.
-
Oh non di nuovo – la pregò Maryl alzando gli occhi al
cielo. - Ti prego Lexi basta, non ancora una volta.
-
Sentite volete che i vostri nipoti muoiano a causa del buco
dell'ozono? Oppure per il surriscaldamento globale? Noi prendiamo
l'autobus! - disse testarda.
Maggie
incrociò gli occhi con quelli della maggiore.
-
Lexi rifletti, Maryl non può andare in autobus vestita così.
La potrebbero arrestare per atti osceni in pubblico credendo che sia
una prostituta! - cercò di farle ragionare Maggie.
-
No! Ora lei si va a cambiare, io non cambio idea! - disse Alexandra
incrociando le braccia al petto.
La
maggiore e la gemella mora incrociarono gli occhi: aveva vinto. Di
nuovo.
Sai
che mi piace
quando
muovi quella testa
per
seguire la musica,
per
trovare la carica
(Io
per lei, Pino Daniele)
-
Ma dove diavolo sono? - chiese Joe andando avanti e indietro lungo
l'entrata del ristorante, il cappuccio legato sulla faccia.
-
Le ragazze sono sempre in ritardo, sempre – snocciolò
Kevin, appoggiato a un muro, le braccia incrociate al petto.
Nick
si abbassò il cappuccio scuro e tenne il viso basso per
evitare di farsi riconoscere da un gruppo di ragazze dall'altra parte
della strada.
-
Sempre – ripeté il minore, - con Sasha non ti è
mai capitato?
-
No – disse Joe, - cioè un paio di volte, ma è
un'attrice di Hollywood, aveva i suoi motivi!
-
Ah, ah – disse Kevin appoggiando la testa al muro, annoiato.
Erano
quasi le nove, avevano rimandato la prenotazione per cinque volte a
causa del ritardo di Lexi, Maggie e Maryl.
-
Ma quanto ci mettono? - chiese Joe, spazientito.
Nick
guardò prima a destra poi a sinistra per poi guardare a
sinistra nella speranza di vederle.
-
Chiamale! - gli ordinò il mezzano. - Subito!
-
Ho già provato sei volte, non hanno campo! - ribatté il
minore.
-
I miei piedi! - ululò una voce femminile.
-
Ti avevo detto di cambiarti! - replicò un'altra voce di
ragazza.
A
quel suono tutti e tre i ragazzi Jonas si voltarono verso le voci.
-
I miei piedi! - ripeté una ragazza vestita di blu che
zoppicava piano mentre cercava di massaggiarsi i piedi.
-
Allora non metterti più i tacchi! - la rimproverò Lexi
vestita di nero.
-
Stai scherzando! I tacchi sono la mia vita – disse la
bionda mettendosi ritta con la schiena.
Kevin
sorrise divertito a quella scena comica.
-
Ragazze per favore camminiamo da quasi un'ora, piantatela! - esclamò
Maggie, le braccia incrociate al petto.
Le
tre sorelle Campbell, così dissimili nell'aspetto quanto nei
modi si avvicinarono sempre di più ai fratelli Jonas.
-
Alla buon ora! - esclamò Joe a 'mo di saluto.
-
Ragazzi! - li salutò Maggie aumentando il passo per
raggiungerli.
-
Guarda chi si vede – disse Kevin mentre Maryl si avvicinava. -
Miss Eleganza ci degna della sua presenza regale.
-
Chiudi quella bocca fec … volevo dire Kevin! - lo
fulminò, - ho i piedi a pezzi!
-
E di chi è la colpa? - protestò Lexi guardandola
arrabbiata, - per colpa tua ci hanno fatto scendere dall'autobus!
-
Quel poliziotto non apprezza l'arte della moda nel vestire –
disse la maggiore scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.
-
Stai scherzando? Ci stavano per arrestare! - disse Maggie che nel
frattempo aveva salutato tutti e tre i Jonas con un cenno timido.
-
Ma non è successo – si difese la maggiore.
-
In compenso ci hanno fatto scendere dall'autobus e abbiamo camminato
per un'ora! - disse Alexandra arrabbiata.
Maryl
borbottò deboli scuse su come la società umana fosse
cambiata, che la moda doveva essere dichiarata un'arte e che
l'umanità sarebbe caduta nel caos se neanche una persona
avrebbe seguito la moda. Un discorso nel quale Joe, Kevin e Nick si
persero nella prima parte, mentre Maggie e Lexi, abituate a discorsi
del genere, si fissarono annoiate spostando il peso da un piede a un
altro.
-
Entriamo per favore? - pregò la gemella dai capelli ramati, -
ho fame.
-
Sono completamente d'accordo – disse Joe, - per la prima e
unica volta nella mia vita con te.
Lexi
fece un sorriso da smorfiosa e si voltò verso Nick e Kevin:
-
Per favore? - li supplicò.
-
Per me va bene – disse Kevin massaggiandosi lo stomaco che
brontolava. - Anch'io io fame.
-
Schifoso – commentò Maryl, - fanno della buona insalata
qui? Io non mangio carboidrati.
Kevin
roteò gli occhi verso Maggie:
-
Ma fa sempre così? - domandò.
Maggie
annuì con aria grave:
-
Sempre.
-
Poveri noi – disse Joe.
-
Che il Signore ci assista – disse Kevin ed entrarono.
Il
ristorante “da Giorgio” era italiano e a parere di Joe
era il miglior locale in cui si potesse mangiare della pizza nel
raggio di chilometri.
E
a sorpresa delle sorelle Campbell era completamente vuoto ad
eccezione di un pizzaiolo ricoperto di farina e una cameriera a cui
luccicavano gli occhi all'entrata delle tre star.
-
Signori Jonas – disse con voce tremante a causa dell'emozione,
- prego, benvenuti da Giorgio.
-
Grazie … Milena – la ringraziò Joe ammiccando
dopo aver letto il nome della ragazza dai capelli scuri su un
cartellino che teneva sulla camicia bianca.
-
Gra … grazie signor Jonas – disse Milena, - prego
sedetevi, l'intero ristorante è a vostra completa disposizione
– e il suo tono di voce lasciava intendere che soprattutto lei
era a loro completa disposizione.
-
Si figuri Milena – disse Joe e si accomodò sulla sua
sedia, poco galante.
Kevin
e Nick incrociarono gli occhi per poi alzarli al cielo in
contemporanea.
Nick
fece accomodare Maggie mentre Kevin si sforzò di fare il
ragazzo gentile e fece sedere Maryl, mentre con Lexi la fece sedere
con un sorriso.
-
Grazie Kev – lo ringraziò Alexandra, - grazie al cielo
due terzi dei Jonas sono sani – e rivolse un'occhiata trucida a
Joe che si era scaraventato a mangiare un pacchetto di grissini.
-
Vorrai dire tre quarti – la corresse Nick.
-
Che cosa un altro Jonas? - domandò Maryl.
-
Si Frankie, ha otto anni – spiegò Joe biascicando.
-
Ah – disse la bionda, delusa, - scusatemi, vado a incipriarmi
il naso. Maggie, Lexi mi accompagnate?
Le
due gemelle si alzarono e la seguirono, Maggie rivolse uno sguardo di
scusa ai fratelli Jonas:
-
Scusate – si scusò, - non può andare in bagno da
sola.
-
Già – disse Lexi, - sarebbe capace di passare tre ore
davanti allo specchio a contemplarsi, è già capitato.
Joe,
Kevin e Nick annuirono e seguirono con gli occhi le sorelle finché
non sparirono nel bagno.
-
Scappiamo finché siamo in tempo – disse Joe voltandosi
con un scatto verso i fratelli.
-
Stai scherzando? Io non mi muovo da qui – disse Nick.
-
Kevin aiutami a trascinarlo via di qui e a portarlo in ospedale, ha
una grave sindrome di demenza – disse il mezzano.
Il
maggiore fulminò il fratello:
-
Ti ricordi il nostro discorso, Joseph? - domandò con voce
micidiale.
-
Ho la memoria corta – disse Joe giocherellando con uno
stuzzicadenti.
-
Allora ti rinfresco la memoria … Noi. Non. Ci. Muoviamo. Da.
Qui. Ricordi? - chiese il maggiore.
-
Come non potrei? - domandò Joe nascondendosi dietro a un Nick
divertito.
-
Bene, quindi non credo avrai problemi a restare. O sbaglio? - chiese
Kevin.
-
Quando mai ti sbagli tu, fratellone carissimo? - rettificò il
mezzano risedendosi al suo posto. - Ma sappi che mi farai passare una
serata orribile.
-
Uh, non potrò dormire questa notte allora – disse Kevin.
Joe
incrociò le braccia al petto, offeso.
Maryl,
Maggie e Lexi tornarono in quel momento, la prima con un'aria
leggermente scontenta.
-
Che le è successo? - domandò Nick a Lexi accennando a
Maryl.
-
Aveva un capello fuori posto – disse la ragazza roteando agli
occhi, - io e Maggie abbiamo combattuto per portarla qui. Ci siete
debitrici.
Nick
sorrise e si rivolse a Maggie che era seduta al suo fianco.
-
Che te ne pare di questo posto? - chiese.
-
Niente male, non c'ero mai stata – disse la ragazza con un
sorriso. - Anche se mi chiedo perchè sia vuoto.
Nick
fu preso da un violento attacco di tosse dopo aver rischiato di
strozzarsi con un grissino che stava mangiando, tanto che Joe dovette
dargli delle pacche sulla schiena,
-
Ci sei? - chiese la ragazza guardandolo apprensiva.
-
Si, si ci sono, tutto okay – disse il sedicenne, - mi hai solo
… colto di sorpresa.
-
Perchè? - domandò Maggie.
Nick
incrociò gli occhi con quelli del fratello al suo fianco.
-
Non gliel'hai detto? - chiese in un sussurro il mezzano.
Il
giovane sorrise colpevole.
-
Diglielo! - ordinò il diciannovenne.
-
Maggie – disse Nick voltandosi verso la mora che aveva
un'espressione curiosa, - ecco questo ristorante è vuoto
perchè l'abbiamo prenotato noi. Tutto.
-
Che motivo c'era? - chiese la sedicenne scostandosi una ciocca dagli
occhi.
Anche
Maryl, Lexi e Kevin si erano voltati verso i due ragazzi. La prima
perfettamente conscia del segreto dei tre fratelli.
-
Maggie, vedi dobbiamo sempre fare così quando andiamo in un
ristorante – spiegò Nick, - anche se di solito siamo
accompagnati dal delle guardie del corpo.
-
Guardie del corpo, Nick non capisco, cosa siete, degli attori famosi?
Una band? - domandò Maggie con un sorriso divertito, credendo
che fosse solo uno scherzo, ma l'espressione dei fratelli Jonas
glielo congelò sul volto.
-
Nick, che cosa stai dicendo? - domandò.
-
Maggie … io, noi, siamo i Jonas Brothers – disse il
sedicenne con semplicità.
-
Che cosa?! - esclamò alzandosi con uno scatto dalla sedia. I
Jonas Brothers, l'unico gruppo che si trovava sul suo i-pod e di cui
non era mai riuscita a vedere il volto.
-
Voi siete cosa?! - disse Lexi avendo la stessa reazione della
gemella.
Maryl
fu l'unica a rimanere calma e composta al suo posto.
-
Si – annuì Kevin, - siamo i Jonas Brothers, un gruppo
che ...
-
So benissimo chi siete! - disse Maggie con voce stridula.
-
D'avvero? - domandò Alexandra sorpresa.
-
Si, voi siete … siete l'unico gruppo che ascolto! - esclamò
Maggie crollando sulla sedia con uno schianto, mentre Milena correva
a vedere cosa stava succedendo dopo aver sentito la voce delle
ragazze.
-
Mi dispiace Maggie, davvero, mi dispiace – disse Nick
scusandosi, - volevo dirtelo, ma non ce né mai stata
l'occasione e io non volevo rovinare niente.
Rimasero
tutti in silenzio, perfino il pizzaiolo si era fermato dal suo lavoro
per osservare la scena.
-
Tu lo sapevi? - chiese Lexi a Maryl.
-
Si – disse colpevole.
-
Perchè non ce l'hai detto? - domandò la rossa.
-
Non credevo fosse importante – disse la bionda.
-
Non credevi fosse importante? - domandò Lexi con voce calma,
forse troppo, - che cose sarebbe importante allora? Sentiamo.
-
Non lo so Alexandra – disse Maryl chiamandola con il nome
intero, cosa che faceva solo quando era estremamente nervosa.
-
Mi dispiace – ripeté Nick.
-
Sai Nick a me non importa detto sinceramente – disse Lexi
voltandosi verso di lui, - per me potreste anche essere dei membri
della Mafia italiana e non me ne potrebbe fregare di meno.
-
Che cosa?! - domandarono cinque voci in contemporanea.
-
Già, con quello che mi importa, uscire con un gruppo di tre
ragazzetti che strimpellano una chitarra e farmi fotografare per
finire su Seventeen non è esattamente nelle mia
priorità.
Nick
e Kevin tirarono un sospiro di sollievo.
-
Grazie al cielo.
-
Grazie per i complimenti – disse Joe, ironico.
-
Figurati Joseph è stato un piacere – disse la ragazza.
-
Non chiamarmi Joseph, detesto quando mi chiamano così –
disse il diciannovenne.
Nick
si voltò verso di Maggie e la osservò supplicante.
-
Scusa – mormorò.
La
ragazza batte le palpebre più volte del dovuto e si voltò
verso di lui.
-
Perchè non me l'hai detto? - chiese flebile.
-
Avevo paura di rovinare tutto … e poi … e , insomma
credevo che … noi, voi, che non voleste – balbettò
il ragazzo.
-
Nick, calmati, non sono arrabbiata.
-
Che cosa? - dissero ancora una volta cinque voci all'unisono.
-
Non lo ero, sono solo … sorpresa - disse la mora, - insomma
sono a cena con i Jonas Brothers, è una cosa, beh stupenda.
-
Che tu sia … mi hai fatto perdere cinque anni di vita! -
esclamò sollevato Nick.
Maggie
sorrise:
-
Beh, te lo sei meritato.
-
Su questo sono d'accordo, non farlo mai più! - le ordinò
il sedicenne.
La
ragazza sorrise.
-
E così – disse Lexi a Joe, - tu fai parte di una band,
che cosa suoni, il triangolo?
-
Spiritosa, per la verità è il tamburello e sono anche
bravo – disse il mezzano.
La
ragazza inarcò un sopracciglio:
-
Tu suoni il tamburello?
Joe
annuì con ovvietà.
Lexi
scoppiò a ridere divertita.
-
Che c'è da ridere? - domandò il ragazzo.
-
Tu … tu suoni … il tamburello? - domandò la
rossa fra una risata e l'altra.
-
E con ciò? - chiese lui, offeso, - e per la verità sono
anche il vocalist.
-
Ah, allora – disse Lexi divertita.
-
Ascoltami bene Alexandra, perchè non mi dici che cosa fai tu
invece nella vita? Voglio farmi quattro risate – disse Joe.
-
Combatto per i diritti delle persone, cose e animali. Lo trovi
divertente? - chiese Lexi con voce piatta.
Joe
cercò di trovarci qualcosa di divertente ma non ce la fece e
cedette.
-
No – disse sincero.
-
Ne ero sicura – disse la ragazza e si mise a parlare con la
gemella.
-
Ti ha stracciato – disse Nick dando una pacca amichevole sulla
spalla al fratello.
-
Non commentare per favore – disse Joe e aprì un altro
pacchetto di grissini.
Dall'altra
parte del tavolo Maryl e Kevin erano impegnati in un'altra
conversazione.
-
Credevo glie l'avessi detto – disse Kevin alla bionda.
-
E invece non l'ho fatto, qualche problema? - disse Maryl con una
frecciata.
-
No, ma credevo l'avessi fatto – disse il maggiore.
-
Ordiniamo? - domandò la ragazza tanto per cambiare argomento.
Milena
comparve all'improvviso e prese le ordinazioni in un attimo per darle
subito al piazzaiolo.
Poco
dopo tornò con le bevande che depositò sul tavolo
nervosa mentre guardava adorante Joe che le sorrise riconoscente.
Poco
mancò che le venisse un colpo.
-
Sei patetico Jonas – disse Maryl al mezzano.
-
Sto solo dando delle false speranze a una ragazza, è male? -
domandò.
-
Fammici pensare … si – disse Lexi con finta aria
pensierosa.
-
Oh ma che divertente – disse il moro.
Maryl
tentò di aprire una bottiglia d'acqua, ma con scarso successo.
-
Aspetta ti aiuto – si offrì Kevin.
-
No, faccio io – disse Maryl, dura.
-
Dai lascia stare, faccio io – disse il ragazzo mettendo la sua
mano su quella della ragazza per aiutarle.
-
Kevin, per favore! - ribatté Maryl.
All'improvviso
la bottiglia si aprì e tutto il suo contenuto si rovesciò
sul costosissimo vestito della ragazza.
I
sei ragazzi si fermarono di botto non appena il liquidò bagnò
il vestito della bionda.
-
Scusa – disse subito Kevin alzandosi, - mi dispiace Maryl,
scusa.
La
ventenne si alzò dalla sedia, si osservò il vestito e
guardò Kevin con occhio truce.
-
Tu. Mi. Hai. Rovinato. Un. Altro. Vestito. - sillabò. - Io.
Ti. Disintegro.
Kevin
si alzò della sedia e si allontanò.
-
Te lo ricompro – promise.
Maryl
gli si avvicinò minacciosa.
-
Sei morto.
Dopo
quelle due semplici parole Nick e Joe si pararono davanti a Kevin
mentre Maggie e Lexi trattennero la sorella.
-
Io ti ammazzò! - gridò Maryl, - un altro vestito! Puoi
considerarti morto Kevin!
Lexi
e Maggie la trattennero.
-
Ti portiamo a casa – disse la prima.
-
Scusa – ripeté Kevin.
-
Scusa non basta stronzo! Un altro vestito! - urlò lei.
-
Scusate ragazzi – disse Maggie, - credo che la serata sia
finita. Ci sentiamo.
-
Sei morto Jonas! - strillò la ragazza sempre rivolta a Kevin.
-
Va bene! - disse Nick, - ci sentiamo!
Maggie
sorrise e trascinò insieme a Alexandra Maryl fuori dal
ristorante mentre quest'ultima stava gridando ancora ingiurie.
I
tre Jonas rimasero immobili.
-
Kev – disse Joe senza guardarlo – l'hai fatto grossa.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Friends ***
Ragazzeeee!!
Grazie
al cielo oggi è venerdì, non ce la facevo più
con la scuola e impegni vari (grazie al cielo la partita che dovevo
avere è stata rimandata!!) Vi avverto (molto in ritardo) che
io in questa specie di introduzione parlo un po' della mia vita e
cose varie, una specie di diario, ma se non volete annoiarvi, cosa
che probabilmente farò, andate direttamente ai
ringraziamenti!! Ed eccoli a voi:
jeeeeee:
amor sono stra felice che questa storia ti piaccia!! Non sai quanto!!
Grazie per i complimenti, per seguirmi sempre, per tutto!! Ti voglio
bene tesoro!! Un bacio!
Ice_Bubble:
mi sembra di capire che quindi ti piaccia Kevin … io lo
adoro!! Anche se preferisco Nick, alias il mio futuro marito xD!!
Credo rimarrai piacevolmente sorpresa da questo capitolo. Un bacio!
EllieGoodman:
Ellie anche io ti amo e lo sai!! Sono contenta che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto, e spero che anche questo ti piaccia, fin ora fra
tutti quelli che ho scritto in questa FF è uno dei miei
preferiti!! Per quanto riguarda Lexi non sei stata l'unica a trovarla
un po' … acida. Comunque vorrei lasciarti un ringraziamento un
po' più lungo, ma sono di fretta. Un bacione!!
DarkViolet92:
Beh si Maryl è esagerata riguardo ai vestiti, e io sono la
prima ad ammetterlo, una certa persona l'ha ispirata … e meno
male, si, che l'hanno presa bene per il fatto di essere una band. Un
bacio!
LoveJonasBrothers:
non sei l'unica ad adorare Maryl e Kevin!! Anche io li adoro *-*.
Spero che questo capitolo ti piaccia. Un bacio!
_KikyBlonde_:
Figurati per non aver recensito prima, io non so com'è
francese, faccio un'altra lingua altrettanto odiosa: spagnolo. Con
una prof adorabile (si certo come no!!) Mi fa molto piacere che lo
scorso capitolo ti sia spiaciuto, spero che anche questo ti piaccia.
Un bacio!
erbeeren:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto … mamma
mia come sono ripetitiva in tutto. A scuola ci stiamo girando
“Orgoglio e Pregiudizio” non vedo l'ora di leggerlo!! Non
ti preoccupare per Hyperversum, domani devo andare a prendere il
regalo di compleanno di mia mamma e “casualmente”
spingerò mio padre in una libreria. Un bacio!
jollina
la verde: disastro è una minoranza, è andata peggio di
disastro, un aggettivo che non mi viene in mente in questo momento.
Non ti preoccupare, non c'è bisogno di farti perdonare. Un
bacio!
sbrodolina:
figurati, sono contenta che tu abbia recensito, ma soprattutto che ti
piaccia questo capitolo. Vedrai, vedrai su Maggie e Nick … hi
hi! Un bacio!
Potterina
Weasley: un'altra volta, e dico un'altra, ho letto la prima parola
della tua recensione e sono scoppiata a ridere!! UUUUUUUH non è
una parola, ma sai quanto mi interessa da uno a dieci? Zero. Sono
contenta che tu abbia recensito, anche da me internet fa le bizze, ma
ti giuro che mi stavo realmente preoccupando, se non avessi recensito
lo corso capitolo avrei iniziato a cercarti per tutta Napoli, dovessi
attraversare tutta l'Italia, da Milano fino a lì da te! Un
bacio amore!
annina94:
ciaoooo! Sono contenta che questa FF ti piaccia, ed eccomi qui ad
aggiornare!! Tranquilla, Kevin non ha fatto apposta a rovinare tutti
i vestiti firmati di Maryl, è Joe quello sadico! Un bacio!
Capitolo
8. Friends
Maryl
nella sua vita era sempre stata abituata ad avere tutto quello che
voleva, era sempre stata la “figlia prediletta” del
padre, motivo per il quale non aveva mai realmente capito il motivo.
Dall'età
di tredici anni era diventata la figlia preferita del padre, un
giorno Peter Campbell amava e adorava tutte e tre le figlie, poi il
giorno dopo era tutto cambiato e Maryl era diventata la figlia
prediletta.
La
cosa più strana era che lei non meritava di essere la figlia
preferita e perfetta, a parere della ventenne la ragazza che meritava
di essere adorata dal padre era Maggie, dal comportamento
impeccabile, dai voti altissimi, che faceva volontariato e aiutava il
prossimo.
Maryl
aveva scelto il corso di legge solo perchè voleva assecondare
il padre e cercare di meritarsi un briciolo della sua approvazione.
Anche se i suoi recenti voti indicavano che legge non era esattamente
la sua vocazione.
A
lei piaceva insegnare, le piaceva stare con i bambini e spiegargli le
cose, si nascondeva dietro la sua maschera di ragazza superficiale,
che poi era, per dimostrare di essere la ragazza che volevano che
fosse.
Prima
reginetta del ballo per tre anni consecutivi e attuale bellissima
dell'università, era un peso, aveva una reputazione.
Tutti
credevano che essere bellissima fosse una passeggiata, per esempio
essere invitata a uscire dai ragazzi più belli e popolari
della scuola.
Ma
non era vero, per tenere alto la propria reputazione di bellissima
Maryl era costretta a dover sopportare dei ragazzi come Matt Dowson,
altrimenti chiamato Matt “Sciupa femmine” Dowson.
Nonostante
la sua aria da sfigato aveva un certo fascino che aveva sfruttato
alla meglio; in tutta l'università si era fatto tutte le
ragazze carine, certo tutte tranne Maryl che rifiutava i suoi inviti
nel modo più educato possibile.
-
Ehi bellissima, ci sei? - la chiamò Matt mentre Maryl scuoteva
il capo.
-
Si, stavo pensando Matt – disse lei rassettandosi la camicia.
-
A quanto io sia affascinante? - domandò lui, vanesio.
Certo
come no!, pensò
sarcastica lei,
-
No, a mia sorella Lexi – mentì disinvolta, una delle sue
maggiori capacità era mentire senza che nessuno si accorgesse
delle sue bugie.
-
Quello schianto dai capelli mori? - domandò Matt grattandosi
il naso.
-
No – sibilò Maryl protettiva, - Lexi ha i capelli
ramati.
-
Ah, l'altro schianto! - esclamò il ragazzo con un sorrisetto
falso.
-
Già, lei – borbottò fra i denti Maryl aprendo il
suo armadietto.
Matt
le impedì di aprirlo appoggiando una mano su esso e
guardandola compiaciuto.
-
Che cosa vuoi? - domandò la ventenne mettendosi gli occhiali
sul naso, quel giorno dalla montatura verde, in sintonia con la
camicetta della ragazza.
-
Uscire con te bella mia, lo sai – disse il ragazzo appoggiando
una spalla all'armadietto della ragazza mentre incrociava le braccia
al petto in una maniera che lui credeva tanto figa.
-
E tu sai benissimo che io non voglio uscire con te – ripeté
forse per la milionesima volta la ragazza.
Matt
storse il naso.
-
Peccato – commentò, - ci sarebbe stato da divertirsi –
e schioccò le labbra come se avesse appena assaporato il vino
migliore al mondo.
Maryl
rabbrividì.
-
Matt, davvero io non voglio uscire con te – disse con la voce
improvvisamente acuta.
Il
ragazzo fece un passo verso di lei.
-
Perchè? - chiese.
Maryl
lo fissò dal basso verso l'alto, nonostante indossasse i
tacchi Matt era più alto di lei di almeno dieci centimetri.
-
Perchè ti sei fatto tutte le ragazze più affascinanti
di questa università – disse lei riprendendo coraggio.
-
Oh, ma loro erano solo un divertimento – disse lui, - io ti
voglio.
Il
coraggio che Maryl aveva guadagnato lo porse in un attimo: Matt la
voleva.
-
Matt … - iniziò lei.
-
Mi dispiace, ma lei non può uscire con te perchè sta
con me – si intromise una voce maschile alle spalle di Maryl.
La
ragazza si voltò di scatto e sussultò quando vide Kevin
che la fissava con un mezzo sorriso.
-
Maryl – la salutò.
-
Kevin! - squittì la ventenne. - Che ci fai qui?
Che
cavolo ci faceva lui nella sua università? E soprattutto come
osava presentarsi da lei dopo averle rovinato tre vestiti
firmati e due paia di scarpe?
-
Ma come non ti ricordi? Ti avevo promesso che ti sarei venuto a
prenderti – disse Kevin Jonas e la sua espressione la pregava
di reggergli il gioco.
Maryl
sorrise con un'espressione zuccherosa montata al momento.
-
Oh è vero amore – disse, - allora andiamo?
-
Certo tesoro – disse mettendole un braccio intorno al collo, -
ho la macchina qui fuori.
Matt
li fissava sbalordito.
-
Stai con … - si strozzò.
-
Si, piacere Kevin – disse la pop-star ringraziando
silenziosamente il buon Dio che quel ragazzo non conoscesse i Jonas
Brothers.
-
Matt – disse lo studente con un ringhio che Kevin ignorò.
-
Bene andiamo cucciola? - disse voltandosi verso Maryl che guardava la
scena, divertita.
-
Si – disse e insieme uscirono dall'università.
Camminarono
in silenzio per qualche istante, camminavano con passi corti ma
veloci, Kevin con il proprio braccio ancora intorno al collo della
ragazza.
-
In macchina – disse Kevin precedendo la domanda seccata di
Maryl, - ti spiegherò tutto lì.
Maryl
annuì sbuffando e continuò a camminare al fianco di
Kevin.
Il
ragazzo la condusse lungo una strada dove, fra numerose Toyota, Fiat
e BMW, risplendeva lucido un SUV nero dai vetri oscurati,
elegantissimo.
Kevin
infilò una mano nella tasca dei jeans che indossava e ne
estrasse un paio di chiavi che usò per aprire la macchina.
Maryl
salì sul SUV con uno sguardo meravigliato e si allacciò
la cintura, mentre il ragazzo si sedeva affianco a lei al posto di
guida.
-
E' tua? - chiese la ragazza meravigliata.
Kevin
fece spallucce.
-
Regalo di compleanno – spiegò.
-
Wow! - esclamò Maryl, - è bellissima.
All'improvviso
si ricordò dell'odio che provava nei suoi confronti.
-
Che sei venuto a fare nella mia università? - chiese passando
da una voce dolce a una temibile.
-
Volevo scusarmi con te … per tutto quello che ti ho fatto –
disse Kevin infilando le chiavi nel cruscotto e accendendo la
macchina.
-
Ah, beh, comunque non sei scusato – disse Maryl voltando il bel
viso verso il finestrino, lei poteva vedere tutti ma nessuno poteva
vedere lei a causa dei vetri oscurati.
Kevin
rise sommessamente.
-
Non c'è da ridere – disse la ragazza guardandolo, - io
ti odio.
-
Non mi sembrava quando ti ho liberata dalle grinfie di quel Matt –
disse il ragazzo tenendo gli occhi sulla strada.
-
Oh, si, comunque … grazie – sussurrò Maryl.
-
Figurati, è il minimo dopo che ti ho rovinato non so più
quanti vestiti e scarpe – disse Kevin fermandosi a un semaforo
rosso.
-
Non me lo ricordare – disse la ventenne con una smorfia.
Kevin
la guardò.
-
Allora … sono scusato? - chiese, - o dovrò vivere per
sempre con il rimorso di averti rovinato quei bellissimi vestiti.
Maryl
ricambiò lo sguardo, mentre il suo cervello lavorava a mille.
-
Non lo so Jonas – borbottò, - insomma erano scarpe di
Prada.
Il
sorriso di Kevin si sciolse.
-
Non sono scusato? - chiese.
La
ragazza continuò a guardarlo con un po' di rimorso.
I
successivi sette minuti li passarono in silenzio.
-
Beh direi che potrei scusarti – disse all'improvviso Maryl.
La
sorpresa di Kevin fu tale che frenò bruscamente ricevendo in
cambio un paio di colpi di clacson dall'auto dietro di loro.
-
Sul serio? - disse, - insomma lo sai che anche io ti detestavo, ma
Joe e Nick mi hanno riempito la testa di tuoi pregi e dopo l'ultimo
vestito ho dovuto perdonarti per essere una grande smorfiosa.
-
Già – disse Maryl, - e dopo il lungo discorso che mi
hanno fatto Maggie e Lexi, dopo averti minacciato di morte e dopo che
mi hai salvato da Matt Dowson ti devo perdonare per essere un
irrimediabile ragazzo goffissimo.
Kevin
sorrise allegro.
-
Che ne dici se ricominciamo da zero? - propose tendendo la sua mano
verso di lei. - Piacere, Kevin Jonas.
Le
labbra di Maryl si inarcarono in un sorriso involontario.
-
Piacere, Maryl Campbell.
E
si strinsero le mani.
Io
un giorno crescerò
e
nel cielo della vita volerò
ma
un bimbo come fa?
Sempre
azzurra non può essere l'età
(Io
vagabondo, i Nomadi)
-
Ho vinto! - esultò un diciannovenne saltando in piedi, - alla
faccia vostra!
Lexi
sbuffò.
-
Non sai vincere Joe, neanche questo sei capace di fare – disse
con un sibilo.
-
Io so vincere perfettamente – disse il vocalist facendosi
improvvisamente serio per poi scoppiare in una risata fragorosa, - ho
vinto! Ho vinto!
Lexi
incrociò gli occhi con quella della gemella e si trattenne
appena ad alzarli al cielo.
Maggie
era sdraiata per terra, fra le mani teneva le regole del gioco a cui
stavano partecipando lei, sua sorella gemella, Nick e Joe.
-
Nanananana! - le canzonò il ragazzo esibendosi in quella che
doveva essere una danza della vittoria.
-
Spero per il bene di tutte le ragazze che vengono ai vostri concerti
che tu non balli durante gli spettacoli – disse Lexi, con voce
acida. - Dovresti essere riconosciuto come pericolo pubblico.
-
E invece balla – disse Nick con voce annoiata, - e non sai
quante volte cade, non a caso il suo soprannome è Danger.
-
Grazie Nick – disse Joe, falso, - mi ci voleva proprio questa
tua enorme fiducia in me.
Il
sedicenne sorrise divertito.
-
Un altra partita – propose, - io e Lexi contro Joe e Maggie.
-
Ci sto! - approvò Joe dopo il consenso di Maggie. - Verrete
stracciati, soprattutto tu Lexi, ti farò mangiare la polvere.
-
Si, certo come no! - esclamò la rossa, - intanto chiudi quella
bocca, io e Maggie abbiamo perso solo perchè non ci siamo
impegnate, ma vedrete ora!
Maggie
ridacchiò.
-
Ma l'arma segreta la uso io Lexi – disse.
-
Eh no sorellina, scordatelo – disse la rossa. Chiamava spesso
Maggie con l'appellativo di sorellina, nonostante era Maggie la
maggiore di due minuti rispetto a Lexi. - Io l'ho inventata, io la
uso.
-
Ma se ho affinato io la tecnica – si ribellò debolmente
la mora.
-
Maggie, no – disse la sedicenne con un'occhiata fra il severo e
il divertito.
La
gemella avrebbe tanto voluto ribattere, ma rimase zitta e annuì.
-
Bene, iniziamo – disse la rossa.
Diede
le carte e iniziarono la partita.
-
Sapete – disse Nick dopo una decina di minuti di silenzio, - mi
sono stancato.
-
Ah, vuoi abbandonare solo perchè state perdendo! - disse Joe.
-
Ehm, Joe non vorrei distruggere il tuo sogno – lo interruppe
Maggie, - ma sono in vantaggio loro.
-
Dettagli Maggie, dettagli insignificanti – disse il
diciannovenne allegro. - Abbiamo vinto!
Stai
calma Lexi, si disse la rossa
mentre tentava in ogni modo di sopprimere l'improvviso pensiero
omicida che le aveva attraversato il cervello, è
solo uno stupido, idiota, deficiente, cretino, rammollito, vigliacco
di un Jonas, rilassati, non devi ucciderlo. Non devi, non ne vale la
pena.
Nel
frattempo Nick aveva incassato la “sconfitta” e aveva
rimesso il gioco a posto, tentando anche lui di non strangolare il
fratello.
L'improvviso
urlo di Maggie la riportò alla realtà.
-
Oh Dio! Sono in ritardo! - esclamò saltando da una parte
all'altra del salotto afferrando un mazzo di chiavi, un giubbotto, il
portafoglio e un paio di scarpe da uno stanzino.
-
Da dove scusa? - chiese la gemella, - oggi non hai niente da fare.
Era
domenica, l'unico giorno libero di Maggie.
-
Alla biblioteca – disse infilandosi con una mano le scarpe e
con l'altra si metteva il giubbotto.
-
Ma scusa ci hai già lavorato domenica scorsa, perchè
anche oggi? - chiese Lexi incrociando le braccia al petto.
-
Lo so, ma Terry oggi accompagna il nipote dalla zia, una specie di
riunione di famiglia – disse allo sguardo confuso della sorella
e dei due amici.
-
Ma questo è sfruttamento minorile! - si lamentò Lexi, -
Perchè non hai detto di no?
Si
diede della stupida, come poteva dire di no sua sorella?
Maggie
non rispose e fece per aprire la porta di casa.
-
Aspetta vengo anch'io – disse all'improvviso Nick
raggiungendola.
Joe
e Lexi lo guardarono stupiti mentre la sedicenne mora gli rivolse un
sorriso.
-
Grazie Nick, ma davvero, non ce né bisogno – disse
diventando rossa in viso.
-
Mi fa solo piacere, avevo comunque pensato di andarci oggi –
disse lui.
-
Oh, va bene … grazie – disse Maggie aprendo la porta di
casa e facendolo uscire per primo.
La
porta si richiuse dopo che lei uscì.
Lexi
e Joe si guardarono per un istante.
-
E noi cosa dovremmo fare? - gridò lei alla porta chiusa.
-
Arrangiatevi – disse Maggie in un urlo fioco.
La
rossa e il moro si fissarono con occhi di fuoco.
-
Beh, io vado a casa – disse Lexi, - si sta facendo tardi.
Joe
guardò l'orologio che era appeso sul camino del salotto: erano
le quattro meno venti.
-
Oh è vero, per le persone sotto libertà vigilata c'è
il coprifuoco – disse ironico.
-
Ma guarda un po' che onore, conosco Joe Jonas, il ragazzo più
scemo d'America – commentò lei.
Joe
disse qualcosa sottovoce che assomigliavano a delle imprecazioni ma
che Lexi non riuscì a capire.
-
Senti – disse all'improvviso, - noi ci detestiamo.
-
Ma no!
-
Ecco, uno dei tuoi principali difetti, metti tutto sul ridere, tutto!
- disse Alexandra arrabbiata, - ma riesci a essere serio per un solo
misero istante?
-
Ehm, direi di no – disse lui con aria da finto tonto.
-
Ti detesto! - commentò la ragazza.
-
Non quanti io odio te – disse il ragazzo.
Si
ringhiarono contro per qualche istante.
-
Finiamola qui – disse Lexi, - dirò a Maggie che ci
abbiamo provato, o almeno che ci ho provato. Tu non ti sei
minimamente sforzato per provare a essere amici.
-
Io non mi sono sforzato? Ma se ho fatto i salti mortali per te! -
disse Joe. - Ho provato di tutto per esserti amico!
-
E essere odioso rientra nei tuoi sforzi? - domandò lei.
-
Lasciamo stare, tanto è tutto inutile.
-
Sono daccordo.
Lexi
fece come per uscire di casa, mise la mano sulla maniglia, poi tornò
da lui con passo deciso.
-
Ascoltami bene, io non sono una ragazza che si arrende, capito? Non
mi sono mai arresa in sedici anni di vita e non inizierò
adesso per colpa tua – spiegò con fare ribelle. - Ho
fatto una promessa a Maggie in cui le promettevo di tentare di
esserti amica. Ma se tu non ti sforzi sarà tutto inutile!
Joe
la fissava basito.
-
Hai qualcosa da dire? - disse lei.
-
Si – affermò il ragazzo, - prima di tutto sono d'accordo
e per me va bene, però devi promettermi che non farai più
un discorso del genere.
-
Potrei sapere il motivo … per favore – si sforzò
di essere gentile Lexi.
-
Detesto i discorsi lunghi, mi perdo nelle prime due farsi –
spiegò.
Come
dicevo, l'essere più scemo d'America, pensò
Lexi.
-
Va bene, basta che tu la pianti con le tue battutine – disse la
ragazza.
-
Non più di cinquanta al giorno – disse Joe.
-
Scordatelo, venti – contrattò la rossa.
-
Cinquanta.
-
Venti.
-
Cinquanta.
-
Venti.
-
Cinquanta.
-
Dieci – disse Lexi con un sorrisetto malefico allungando una
mano verso di lui.
-
Oh, venti, va bene! - accettò Joe e le strinse la mano.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Strain ***
Ciaooo
Ragazze,
bene
questo è l'ultimo capitolo prima di Pasqua e il mio prossimo
aggiornamento sarà, con ogni probabilità, venerdì
prossimo. Si lo so, è tardi, ma non posso fare prima.
Questo
capitolo è dedicato a tutte le vittime del terremoto che ha
distrutto l'Abruzzo.
Buona
Pasqua a tutte voi!!
Ecco
i ringraziamenti:
sbrodolina:
grazie mille per i complimenti!! Joe fa morire anche me, anche se io
rimango della mia idea di amore ossessivo nei confronti di Nick!! Un
bacio!
Ice_Bubble:
eh no cara!! Mio marito non
tradisce!!! Sposati Joe o Frankie, Nick è mio!! Dai scherzi a
parte (spero non ti sia offesa perchè non era mia intenzione)
. Ceeeerto che ho presente i bambini capricciosi, ne ho uno in casa
ventiquattro ore su ventiquattro!! Un bacio, sono contenta che questa
FF ti piaccia!!
Potterina
Weasley: ah lo sai che mi mancava scrivere il tuo nickname??
Coooomunque, volevo chiederti scusa se, dopo aver letto la tua FF,
non l'ho aggiunta subito nei preferiti come avevo detto. Il motivo è
che ho dovuto fare una cosa (che al momento non mi ricordo) e mi sono
dimenticata. Alla fine, però, ho rimediato!! La parola
sbrullicciosa la adoro!! Da oggi la userò sempre, comunque
condivido a pieno tutto!! Ho visto che non hai fatto tardi, brava!!!
Ti voglio bene amore!! Un bacione!!
EllieGoodman:
dove le prendo le mie idee?? Dalla mia mente contorta che si
scervella tutto il giorno per tirare fuori idee. Immagina a scuola la
concentrazione … inesistente!! Sono contenta che lo scorso
capitolo ti abbia tirato su di morale, è uno dei miei
preferiti!!! Spero che anche questo ti piaccia, anche se a me non
molto … Dai ora passo agli altri ringraziamenti, dopo devo
fare le valigie. Che palle!! Un bacione!!
jeeeeee:
tesoro sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, che ti
abbia fatto ridere e che apprezzi il mio modo di scrivere!! Joe
rischierà di morire a causa di Lexi, no per la verità
non è vero, ma forse posso infilarcelo … scherzi a
parte, spero che questo capitolo ti piaccia!! Un bacio!
DarkViolet92:
già già, si sono tutti riappacificati, spero ti piaccia
anche questo capitolo!! Un bacio!
erbeeren:
allora divertiti, anzi spero ti sia divertita dato che la notte è
già passata da un po'!! Spero che anche questo capitolo ti
piaccia e vedrai le cosa fra Kevin e Maryl!! Un bacio!!
annina94:
si è Joe il sadico, ma di sicuro non quanto Lexi, l'assassina
di famiglia!! Un bacio!!
Capitolo
9. Strain
-
No signora, le ho già detto che tutte le copie di “Cime
Tempestose” sono esaurite – spiegò Maggie per
l'ennesima volta a una signora tozza vestita in modo stravagante.
-
Ma io l'avevo prenotato! - protestò la donna facendo una
faccia offesa.
Maggie
alzò gli occhi al cielo.
-
Mi può ripetere il suo nome? - chiese cortesemente, mentre
l'avrebbe volentieri mandata a quel paese.
-
Rose Childe – disse la signora.
La
sedicenne controllò nuovamente il suo nome sul computer della
biblioteca.
-
Mi dispiace signora Childe, ma qui non è segnata alcuna
prenotazione – disse con un tono educato.
-
Ci deve essere un errore! - brontolò Rose.
-
Nessun errore signora, lei non ha prenotato una copia di “Cime
Tempestose” - spiegò professionalmente Maggie.
-
Ma … - iniziò la signora Childe.
Nick
si alzò dalla sedia su cui era seduto e su cui si stava
dondolando da una ventina di minuti a causa della noia e si avvicinò
alle due donne.
-
Signora Childe, se non erro a lei piace il genere romantico –
disse il cantante rivolgendosi a Rose sforzandosi di sembrare educato
e utilizzando un linguaggio forbito.
-
Si – annuì.
-
Ha mai provato a leggere un libro d'avventura? - chiese lui mentre
Maggie lo guardava curiosa.
-
No – disse debolmente Rose, come se stessa ammettendo una grava
colpa.
-
Le posso consigliare di leggere “Il Signore degli Anelli”
di Tolkien? - propose Nick, - c'è anche una storia d'amore.
-
Non so … - disse la signora Childe guardando il pavimento.
Maggie
roteò gli occhi in contemporanea a Nick.
-
E' un libro stupendo – continuò il ragazzo, – ne
ho giusto una copia qui – e prese il libro che stava leggendo
porgendolo alla donna.
-
Oh, beh, grazie, allora prendo questo – disse Rose con un
sorriso.
-
Perfetto – disse Maggie, le timbrò il libro, segnò
il suo prestito sul computer e la congedò con amabili parole.
Quando
Rose Childe si chiuse la porta dietro di sé, sia Maggie che
Nick sospirarono di sollievo.
-
Non ce la facevo più – disse Maggie sedendosi su una
sedia.
-
Sono d'accordo – disse Nick imitandola, - come diavolo fai a
sopportare delle persone del genere? Lexi l'avrebbe già
buttata fuori da qui a calci.
La
ragazza sorrise immaginandosi la scena.
-
Già, comunque è nel mio carattere – spiegò.
-
Beata te, io stavo per dare di matto – disse Nick con un
sorriso.
Maggie
si scostò una ciocca di capelli dagli occhi.
-
Beh io ho finito, che ne dici se chiudo tutto e usciamo a fare una
passeggiata? - propose.
-
Ehm Maggie, i paparazzi – esitò.
-
Oh, è vero – disse dandosi una pacca sulla fronte, - mi
ero dimenticata, che scema.
Nick
la guardò severo.
-
Maggie tu non sei scema -disse con un mazzo sorriso, - solo molto
distratta.
La
ragazza trattenne a malapena una crisi d'ilarità.
-
E io cosa dovrei dire Nicholas? - chiese alzandosi, - o anche detto
Mr Bugia.
-
Ehi guarda che io non ti ho mentito! - disse il ragazzo facendo il
finto offeso, - ho solo nascosto la verità.
-
Ah beh, allora! - esclamò lei divertita.
Il
giovane cantante si alzò, stiracchiandosi.
Guardò
la biblioteca vuota, la percorse con lo sguardo fino a raggiungere il
punto in cui loro due si erano incontrati la prima volta.
Maggie
si alzò e spense il computer.
-
A che cosa pensi? - chiese.
Nick
si riscosse.
-
Niente. Solo al giorno in cui ci siamo conosciuti – disse, - mi
sembra passato tanto tempo, invece è poco più di una
settimana.
La
ragazza rifletté sulle sue parole, pensando la stessa identica
cosa.
-
Hai ragione – disse afferrando la giacca dalla poltrona su cui
l'aveva appoggiata. - Vieni a casa mia, ti va? Magari invita anche
Kevin e Joe.
-
Ve bene – accettò Nick e prese il cellulare.
Quando
ti ho vista arrivare
bella
così, come sei
non
mi sembrava possibile che
tra
tanta gente che tu ti accorgessi di me
(Gino
Paoli, Una lunga storia d'amore)
Il
telefono di Kevin squillò proprio mentre il ragazzo aveva
parcheggiato davanti a casa delle sorelle Campbell, Maryl al suo
fianco che sorrideva ancora per la battuta del cantante di poco
prima.
-
Chi è? - chiese la ragazza mentre il giovane afferrava il
cellulare e guardava il numero del mittente.
-
Nick – rispose, premette un tasto e avvicinò
l'apparecchio all'orecchio. - Ehi Nick!
-
Ciao Kev, senti ti disturbo? - chiese, premuroso come sempre.
-
No figurati, sono qui con Maryl, facciamo quattro chiacchiere.
Dall'altro
capo del telefono si sentì il rumore di qualcosa, o qualcuno,
che cadeva e la voce preoccupata di una ragazza.
-
Nick stai bene? - chiese Maggie.
-
Si, si – rispose il ragazzo, poi disse a Kevin. - Con Maryl?
Kevin
capì la sorpresa del fratello minore.
-
Beh si, non eri tu quello che voleva che facessi uno sforzo per
essergli amico? - chiese confuso.
-
Si e sono contento, ma non mi aspettavo che diventasse amici in così
poco tempo … scusa, ma lei non ti voleva ammazzare l'ultima
volta che ti ha visto?
Kevin
voltò il viso verso Maryl che lo osservava con attenzione,
come se volesse imparare a memoria tutti i suoi lineamenti.
-
Abbiamo risolto – spiegò semplicemente.
-
Va bene, poi mi spieghi, comunque Maggie ci ha invitato a casa sua,
quindi se volete raggiungeteci, noi arriviamo lì fra poco –
disse il sedicenne riferendo l'invito dell'amica.
-
Okay, noi siamo qui davanti, vi aspettiamo – disse il fratello.
-
Va bene, a dopo.
-
A dopo – e chiuse la comunicazione.
Maryl
lo stava ancora fissando, curiosa.
-
Mi ha detto che Maggie ha invitato me, Nick e Joe a casa vostra. Per
te va bene? - chiese.
La
ragazza annuì.
-
Certo, non c'è problema. Joe e Lexi sono a casa vostra, però
– disse.
-
Credo che li chiamerà Nick, non mi ha detto di chiamarli –
spiegò il maggiore dei Jonas scendendo dall'auto.
Maryl
scese dalla macchina e lo seguì in casa, e aprì la
porta.
Casa
Campbell era vuota, come al solito quando le sorelle non c'erano dato
che il signor Campbell era sempre fuori per lavoro.
La
ventenne accese la grande luce del salotto dato che il cielo fuori
iniziava a farsi buio e si tolse le scarpe costose che depose con
delicatezza in uno stanzino nascosto insieme alla giacca di marca.
-
Vuoi darmi le scarpe e la giacca? - chiese Maryl educatamente.
Provava ancora qualche risentimento verso quel ragazzo a causa di
tutti i vestiti che le aveva fatto buttare, ma se si escludeva quello
aveva scoperto che era d'avvero un bravo ragazzo.
Kevin
glieli passò con una mossa cauta avvicinandosi a lei, credendo
che una sua mossa brusca in un posto così vicino a tutte le
scarpe firmate di Maryl avrebbe potuto causare una catastrofe.
Maryl
rise dei suoi movimenti goffi.
-
Non ti mangio, sai? - disse divertita, - se non mi rompi un altro
vestito, si intende.
Il
ragazzo sorrise, incerto se preoccuparsi o meno.
-
Lo so – disse non del tutto sicuro della sua risposta.
Maryl
capì il disagio del cantante e sorrise ancora di quella sua
reazione, ma da una parte era anche preoccupata: aveva rovinato
definitivamente la sua amicizia con Kevin per le sue scenate per i
vestiti e le scarpe?
Scacciò
quei pensieri con gesto secco della mano, come se stesse allontanando
una mosca fastidiosa.
-
Va tutto bene? - chiese Kevin.
Maryl
annuì pensierosa.
-
Si, tutto bene – rispose ancora distratta.
Kevin
non le credette del tutto, ma non indagò oltre e osservò
la casa per superare quel momento di leggero imbarazzo.
Il
salotto era spazioso, le pareti pitturate di un colore caldo,
tappezzate di foto piuttosto vecchie che ritraevano spesso una Maryl
dodicenne, Maggie e Lexi di otto anni più o meno e una donna
che Kevin non aveva mai visto, una versione più vecchia di
Maryl.
Kevin
suppose che si trattasse della madre delle tre ragazze, Joanna, che
Maggie gli aveva spiegato era scappata di casa diversi anni di prima
lasciando le figlie e il marito senza farsi più sentire.
Alcune
foto ritraevano anche il signor Campbell, più giovane e sempre
con il sorriso, che Kevin non gli aveva mai visto in volto.
Come
per rispondere alle domande silenziose di Kevin mentre osservava la
signora Campbell Maryl sorrise.
-
E' mia madre – spiegò, - se ne è andata di casa
sette anni fa. Non si è mai fatta sentire, non ci ha mai
mandato una lettera, non una chiamata, niente – fece una
smorfia, - potrebbe anche essere morta e noi non lo potremmo sapere.
C'erano
dei momenti nella vita in cui bisognava tacere, questa lezione Kevin
l'aveva imparata nel corso degli anni, e quello era uno di quei
momenti.
-
Io la odio – disse con semplicità la ragazza, - o almeno
credo. Maggie ha sperato in un suo ritorno fino all'anno scorso,
spera ancora, ma ha abbandonato le speranze. Per la verità
speriamo tutti in un suo ritorno, ma sappiamo che non ritornerà.
Kevin
rimase ancora in silenzio incerto.
-
Praticamente non ci pensiamo più – concluse Maryl,
preoccupata di essersi aperta troppo con un ragazzo che conosceva
appena.
Rimasero
fermi ai loro posti per qualche minuto.
-
Mi dispiace – disse Kevin infine, in un sussurro roco.
Ti
ricordi i giorni, chiari dell'estate
quando
parlavamo fra le passeggiate
Stammi
più vicino, ora che ho paura
perchè
in questa fretta tutto si consuma
(Due
destini, Tiromancino)
Gli
occhi castani di Joe Jonas incontrarono quelli verde muschio di Lexi
Campbell con un'aria di sfida.
-
Scacco – disse il primo, muovendo una pedina bianca e un
sorriso che gli increspava il viso.
La
ragazza osservò con attenzione la scacchiera e mosse una
pedina a sua volta.
-
Scacco – ripeté, compiaciuta.
Joe
cercò di non dare a vedere la delusione che l'aveva
improvvisamente attraversato.
Si
asciugò un rivolo di sudore che gli stava colando lungo la
fronte con un dito.
Guardò
il campo di gioco, cercando via d'uscita o una possibilità di
incastrarla. Non cerano. Non voleva arrendersi però, non
voleva far cadere il suo re, indicando la sua “ritirata”
dalla “battaglia” che aveva iniziato quasi un'ora prima
con la sua quasi nuova amica.
Lexi
non si sarebbe mai arresa, avesse dovuto restare tutta la notte
sveglia a giocare.
Lo
squillo del cellulare del diciannovenne li fece sobbalzare entrambi,
dopo aver sentito a lungo solo il suono delle loro voci.
-
Pronto? - rispose il ragazzo senza guardare il mittente.
-
Ehi Joe! - lo salutò Nick, allegro.
-
Ciao Nicky – disse il mezzano. - Tutto bene?
-
Si, tu? - chiese il minore.
-
Si, sto giocando a scacchi con Alexandra, la sto letteralmente
stracciando – si vantò Joe mentre Lexi faceva un verso a
metà fra una risata e un grugnito.
-
A scacchi? Voi due? Soli? - domandò Nick incredulo.
-
Ah, ah – disse Joe, vanesio.
-
Ma Joe, tu fai schifo a scacchi, ti sei fatto battere per sei volte
consecutive da Frankie - disse Nick.
-
Quante volte ti dovrò dire che l'ho fatto vincere? - chiese
Joe, spazientito. - Comunque perchè hai chiamato? Ti manco per
caso?
-
Spiritoso. Ti ho chiamato per dirti di raggiungerci a casa di Maggie,
Lexi e Maryl. Io e Maggie arriveremo fra poco, mentre Kevin e Maryl
sono già lì – spiegò.
-
Maryl e Kevin da soli?! Maryl tenterà di ucciderlo, lo sai
vero? - disse Joe e non stava scherzando.
-
A quanto pare sono diventati amici –
disse Nick, calcando per bene sulla parola amici.
Ci
volle qualche secondo prima che Joe capisse la notizia, dopodiché
scoppiò in una risata fragorosa che fece sobbalzare Lexi,
intenta a osservare la scacchiera con attenzione.
-
Maryl e Kevin amici? - domandò incredulo Joe una volta
ripresosi, - stai scherzando, vero?
-
Ehm, per la verità no. Kev ci spiegherà sta sera, credo
– disse Nick.
-
Va bene, sono curioso. Ci vediamo fra poco – disse infine il
mezzano.
-
A dopo, ciao!
-
Ciao – disse Joe e mise giù.
Lexi
lo fissava con le sopracciglia sollevate.
-
Kevin e Maryl, amici? - domandò, anch'essa restia a crederci.
Joe
annuì.
-
Ora sono diventati amiconi – disse, - beh credo. Dobbiamo
andare a casa tua.
Trenta
minuti dopo, i quali comportarono un esaurimento nervoso di Lexi a
causa del comportamento di Joe e una scenata di quest'ultimo i due
giovani si trovavano davanti al portone di casa Campbell.
Nel
momento in cui la rossa e il moro entrarono in casa si trovarono
davanti a Maggie e Nick, intenti a osservare con preoccupazione e
sorpresa Kevin e Maryl, seduti sul divano che conversavano allegri.
Maggie
li salutò con un cenno della mano e tornò a osservare
la nuova coppia di amici, come se temesse di vedere Maryl aggredire
Kevin da un momento all'altro.
Nick
li salutò con la mano per poi tornare anche lui a guardare i
due.
-
Ciao! - li salutò Maryl quando li vide.
Lexi
percorse la stanza con passo veloce, salì le scale attirando
su se stessa gli occhi di tutti, per poi tornare tenendo in mano una
piccola scatoletta di cartono da cui estrasse un aggeggio non ancora
identificabile trasparente.
La
sedicenne si avvicinò alla sorella maggiore, che la guardava
sorpresa, e le fece alzare le braccia con la forza e le mise il
termometro sotto un ascella.
-
Lexi – disse Maryl irritata e incredula, - che diavolo stai
facendo?
-
Ti misuro la febbre, stai delirando – disse seria Alexandra .
Joe,
Maggie, Nick e Kevin trattennero appena una risata mentre Maryl si
sottrasse alla sorella e si alzò imperiosa.
-
Ma sei pazza?! - domandò.
-
Ehm … non credo, no – disse Lexi. - Sei diventata amica
di Kevin, il ragazzo che odiavi, è ovvio che io pensi che tu
stia delirando.
-
Santo Dio, Lexi sono diventata amica di un ragazzo, non mi sembra di
stare delirare! - esclamò la maggiore, irata.
Il
diretto interessato, causa della discussione delle due sorelle tentò
di farsi piccolo piccolo sul divano su cui era ancora seduto.
-
Non ci credo – ammise semplicemente la minore.
La
maggiore fece per ribattere quando Maggie intervenne.
-
Volete fermarvi per una pizza? - propose ai tre fratelli, che la
guardarono riconoscenti.
Lexi
e Maryl annuirono.
La
tempesta era finita, per il momento.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Maybe I love you ***
Ciao
ragazze!!
Scusate,
scusate, scusate il ritardo, sono tornata dall'Abruzzo Martedì
(beh più che tornata sono evacuata dopo l'ennesima scossa) e
sono riuscita ad aggiornare solo oggi.
Questo
capitolo è stato il più difficile da scrivere fin ora,
perchè qui c'è tutto una serie di sentimenti e non
sapevo bene come descriverli, quindi non credo mi sia venuto molto
bene.
Le
recensioni sono leggermente calate, ma pazienza cercherò di
non prendermela, comunque un grazie speciale a chi mi segue sempre!!
Vi
volevo chiedere un favore mie care lettrici, beh per la verità
due:
1.
Mercoledì sul mio profilo (ma immagino su quello di tutte) è
comparsa una nuova “finestra” se così possiamo
chiamarla chiamata “Fanfic seguite” o qualcosa del
genere. Sapete che cos'è??
2.
Ho scritto una one-shot chiamata “Chocolate”, potreste
farci un salto?? Grazie!!
Ora
passo ai ringraziamenti:
sbrodolina:
brava, brava, brava sponsorizza mi fai solo un piacere XD!! Anche per
me Nick è il più carino in tutti i sensi (si era
capito??) e sono moooolto contenta che ti piaccia questa storia!! Un
bacio!
Potterina
Weasley: sai che mi sono basata proprio sull'idea del Far West per
scrivere quella scena?? Non è che sei telepatica??? Comunque
spero che la visita sia andata bene e non ti preoccupare per la
recensione, figurati!! Un bacione tesoro!!
LoveJonasBrothers:
tu non rompi mai fidati e
sul fatto che scleri … non sei l'unica credimi io sono
uguale!! E certo che continuo ci manca altro eeeee evvai le mie
coppie (che poi chi dice che saranno così?? Già sono
sadica ti voglio tenere sulle spine!!) hanno dei nomi stupendi!! Un
bacio!
jeeeeee:
sono moooolto contenta di averti fatta ridere tesoro, a me
sinceramente l'altro capitolo non mi piaceva molto e non credo che
questo mi sia venuto bene *abbasso
il capo dispiaciuta*, grazie per essere passata dalla mia one-shot,
un bacio amor!
DarkViolet92:
ciao eccomi di nuovo qui … hai visto che sono passata da te??
Hi hi poi fammi sapere se funzione la cosa del codice HTML, un bacio!
EllieGoodman:
se lo dici tu che è divertente mi fido!! E qui vedrai cosa
accadrà a Maggie, Nick, Kevin, Maryl e Lexi … hi hi
sono sadica li voglio far dannare questi ragazzi!! Frankie è
un mito si e farò un capitolo incentrato sulla famiglia Jonas
prima o poi! Grazie per essere passata dalla mia FF sul cioccolato
(ovviamente bianco), un bacione!
Capitolo
10. Maybe I love you
La
serata fra i fratelli Jonas e le sorelle Campbell andò bene
secondo i loro vecchi standard, per qualche miracolo ultraterreno
Kevin non sporcò gli abiti di Maryl e la ragazza non ebbe
nessuna crisi nevrotica.
Lexi
e Joe erano addirittura arrivati a raggiungere una conversazione
amabile, durante la quale Kevin, Maryl, Nick e Maggie li avevano
guardati basiti.
-
Vi va un gelato? - propose la rossa dopo che tutti ebbero concluso di
mangiare la propria pizza.
-
Io no grazie – disse Nick, - basta zuccheri per oggi.
Il
diabete di Nick diventava spesso un blocco per il ragazzo, che però
soffriva in silenzio, senza dire nulla a nessuno.
-
Io per la verità lo vorrei – ammise Maryl, - lo vado a
prendere, Nick tu vuoi qualcos'altro?
-
No grazie, sono pieno – disse il sedicenne.
Joe
e Kevin incrociarono per un istante gli occhi.
-
Aspetta ti accompagno – disse il maggiore, - voglio fare
quattro passi.
Maryl
gli sorrise amabile e uscì insieme a Kevin.
Lexi
sollevò le sopracciglia e fece finta di vomitare.
-
Che schifo – commentò, - si vogliono bene.
-
Da te è un reato capitale? - chiese Joe guardandola. - Sono
amici, tutto qua.
-
Solo amici? Quei due sono cotti, te lo dico io – disse la
rossa.
Maggie
e Nick rimasero in silenzio, pensierosi, cosa sarebbe accaduto se
Kevin e Maryl si fossero messi insieme? Se poi si fossero lasciati?
La loro amicizia avrebbe resistito?
Il
suono di un cellulare che suonava distrasse tutti dai propri
pensierosi e si voltarono verso la fonte del rumore, un I-phone
suonava incessantemente.
Joe
scattò in piedi e lo prese, guardò il numero del
mittente e rispose con un sorriso a trentadue denti.
-
Ciao amore – disse.
Lexi
alzò gli occhi al cielo, di sicuro la persona al telefono era
Sasha Collins alias Miss Effusioni in Pubblico.
-
Hai finito le riprese? Che bello! - commentò Joe camminando
avanti e indietro per la stanza. - Dobbiamo festeggiare!
Alexandra
guardò Nick, sembrava completamente a suo agio nel sentire suo
fratello che parlava con una troia.
Come
faceva? Insomma Joe stava conversando amabilmente con una ragazza che
non era di certo adatta a lui, perchè Nick era così
tranquillo? E anche Maggie, perchè diavolo continuava a fare
battute con il suo nuovo amico? Non sentiva una specie di aura
negativa provenire dal telefono?
-
Sono a casa di un'amica, Alexandra, te ne avevo parlato, vero? –
rispose Joe a una domanda della sua ragazza.
Attese
un attimo per sentire cosa diceva Sasha.
-
Si, quella dell'autobus, ma ho scoperto che può addirittura
essere simpatica!
Non
ti preoccupare, pensò
Lexi, io non ti sto ascoltando, figurati!
-
Ci sono anche Nick e Kevin, anche se adesso Kev è andato a
prendere il gelato con Maryl – continuò il mezzano, -
aspetta un attimo tesoro.
Si
voltò verso Lexi e la guardò supplicante, sbattendo le
ciglia con forza.
-
Alexandra – iniziò lui.
-
No – rispose subito la ragazza.
-
Ma non sai neanche cosa voglio dire! - protestò Joe.
-
La risposta è sempre e comunque no – disse la rossa
incrociando con forza le braccia al petto.
-
Lexi! - disse Maggie voltandosi verso la gemella.
-
E va bene, cosa vuoi Joseph? - chiese la sedicenne al mezzano.
Joe
la ignorò per un istante e si voltò verso Maggie.
-
Lo chiederei a te – disse, - ma so già che mi
risponderai di si – si rivoltò verso Alexandra, fece un
respiro profondo e chiese con voce supplicante. - Posso invitare qui
Sasha?
Scordatelo,
pensò con odio Lexi, non
la voglio qui quella.
Ma
Maggie non sembrava della sua stessa opinione.
-
Joe invitala pure – disse, - non c'è problema.
Il
mezzano le rivolse un sorriso.
-
Lo so che per te non è un problema, ma voglio saperlo da
Alexandra se va bene oppure no – disse il giovane vocalist. -
Allora posso?
La
sedicenne dai capelli rossi guardò prima la gemella, poi lo
sguardo supplicante di Joe.
-
Va bene – grugnì.
Il
mezzano si rianimò.
-
Grazie! - esclamò, poi riavvicinò il cellulare
all'orecchio. - Tesoro, vuoi venire qui a casa di queste mie amiche?
Prendiamo il gelato.
Joe
annuì mentre ascoltava la risposta della sua ragazza.
-
Certo, ti vengo a prendere sul set, arrivo amore! - non fece tempo a
mettere giù il telefono che già si stava infilando la
giacca per uscire. - Vado e torno!
Nick,
Maggie e Lexi osservarono la porta chiusa per qualche istante.
-
Caspita – disse quest'ultima, - quando si tratta della sua
ragazza è più veloce di un ghepardo.
-
Si – annuì Nick passandosi una mano fra i riccioli. -
Sasha gli ha cambiato la vita.
La
rossa sollevò un sopracciglio.
-
Ah di certo gliel'ha cambiata, in peggio – disse.
Nick
le rivolse un'occhiata curiosa.
-
Per la verità in meglio, Sasha è d'avvero una brava
ragazza, non un'attrice che si è montata la testa o cose
simili, è rimasta quella di sempre – spiegò.
Maggie
guardava la sorella con uno sguardo indagatore.
-
Lexi – disse all'improvviso, - mi aiuteresti un attimo?
La
rossa la guardò.
-
A fare cos... - ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che
la gemella l'aveva afferrata e la stava trascinando in cucina.
Solo
quando si fu chiusa la porta alle spalle Maggie la lasciò
andare.
-
Ma che diavolo stai facendo? - chiese la rossa guardando Maggie.
La
mora fece un respiro profondo.
-
Tu sei cotta di Joe – disse con gli occhi chiusi.
Lexi
fece un'espressione strana e scoppiò in una risata.
-
Ma figurati! Io cotta di Joe? Stai scherzando? - chiese.
Maggie
non rise, il suo viso era una maschera serissima.
-
Non sto scherzando – disse. - Ti piace.
-
E io sono la nuova first lady! Ma dai Joe non mi piace!
Non
può piacermi, aggiunse
mentalmente la rossa.
-
Ah no? Sei gelosa di Sasha, l'ho notato sai? - continuò
Maggie, ora con un lieve sorriso che le increspava le labbra. - Ti
piace!
-
Non è vero Maggie! - continuò l'altra. - Andiamo,
ragiona, io Joe quasi non lo posso vedere,
figuriamoci se mi piace!
La
mora non aveva intenzione di arrendersi.
-
Sei gelosa di Sasha, non sopporti l'idea che lei venga qui insieme a
Joe e che si comportino come una coppia normale perchè sei
innamorata – spiegò Maggie.
Lexi
sbuffò.
-
E tutto questo come l'hai scoperto? Con la telepatia fra gemelle? -
chiese.
-
Sono tua sorella Alexandra – era la prima volta che la chiamava
con il nome intero, - e tanto basta.
Lexi
scosse la testa e tornò in salotto, ridendo silenziosamente
della supposizioni della gemella, Joe non poteva piacerle.
Figuriamoci!,
pensò. Io Joe
lo odio, quasi.
Allora
perchè sentiva che Maggie non aveva torto? Perchè
pensava che ancora una volta la gemella non sbagliava?
Sarà
perchè lei non sbaglia mai e ormai ci sono abituata, pensò
la rossa, al fatto che non si sbaglia.
Eppure
sentiva uno strano buco nello stomaco quando pensava a quel pazzo di
un diciannovenne e l'unica domanda che le veniva in mente era:
Sono
innamorata di Joe?
Ci
vorrebbe un amico
per
poterti dimenticare
ci
vorrebbe un amico
per
dimenticare il male
(Ci
vorrebbe un amico, Antonello Venditti)
-
Dove ci fermiamo? - chiese Maryl guardando le strade piene di vita di
Los Angeles.
Kevin
indicò con un dito un piccolo negozio illuminato da un'insegna
luminosa.
-
Là – disse, - fanno un gelato che è la fine del
mondo.
-
In senso buono spero – disse la ventenne.
-
Si in senso buono – disse Kevin, a quella ragazza mancava un
po' il senso dell'umorismo.
Il
ragazzo parcheggiò davanti alla piccola gelateria, scese dalla
macchina e fece per aprire la portiera di Maryl, ma la ragazza la
aprì prima e la fece sbattere contro Kevin.
-
Oddio scusa! - disse la ragazza mentre il ventunenne si massaggiava
il fianco colpito con una smorfia. - Non volevo! Ti sei fatto male?
Beh
per lo meno ho ripagato una parte della mia colpa per tutti i vestiti
che le ho rovinato, pensò
il ragazzo.
-
No, non ti preoccupare, tutto bene – disse con una smorfia. -
Andiamo?
La
gelateria era piena di persone, tutti adolescenti in gruppo che
approfittavano di quella serata afosa per indossare magliette
striminzite e pantaloncini.
Non
appena Kevin vide tutte quelle potenziali fan fece un cenno a Maryl,
andò in macchina e tornò dalla ragazza con un paio di
occhiali da sole e un cappellino da baseball.
La
bionda trattenne una risata quando lo vide.
-
Assomigli a una mosca – disse sottovoce, - e andiamo, occhiali
da sole di notte?
Kevin
scosse la testa, anch'esso divertito.
-
Tanto non sapranno mai chi sono io – disse a mo' di
spiegazione, poi si mise in fila al bancone dei gelati.
La
commessa dietro ai tavoli era quel tipo di ragazza da bellezza da
hostess, di quelle che possono indossare una divisa orribile e essere
belle sempre e comunque. Teneva i capelli tinti di biondo platino in
una crocchia ordinata dietro la testa e continuava a sorridere a
tutti i clienti con aria sognante.
Assomiglia
a Maryl, si ritrovò a pensare il ragazzo.
Scosse
la testa, no Maryl era più bella, si voltò a lato verso
di lei e la osservò a lungo, come per metterla a confronto con
la bella commessa.
Maryl
era sicuramente più bella, i capelli erano del colore del
miele, le ciglia lunghe e fitte, gli occhi che sfumavano sul dorato.
-
Cosa volete? - chiese la commessa a Kevin e alla sua amica, sempre
con un sorriso sognante.
Il
cantante si riscosse, non aveva notato che era il loro turno.
-
Ehm io direi di farci fare una confezione grande, va bene? - chiese
alla ventenne al suo fianco.
-
Si, Lexi mangia un casino di gelato e anche Joe mi sembra il tipo –
rifletté, - va bene una confezione grande con fragola, melone,
banana …
-
Solo frutta? Stai scherzando spero! - disse Kevin. - Io alla frutta
sono allergico.
-
Kevin lo leggo anche io Rolling Stones che credi? So che fai
finta di essere allergico alla frutta, quando in realtà non ti
piace – disse Maryl con aria da saputella.
-
Okay sarà anche così, ma Joe mica mangia tutto 'sto
gelato alla frutta! Neanche Lexi e Maggie credo – disse il
ventunenne mentre il sorriso della commessa iniziava a sfumare.
-
Ma io si – protestò la ventenne.
-
Scusa qual'è il tuo gusto preferito? - domandò il
chitarrista.
-
Fragola.
-
Bene, allora prendiamo un po' di fragola, cioccolato, crema, yogurt e
nocciola? Va bene? - chiese il maggiore dei Jonas.
Maryl
annuì e tirò fuori dalla borsa Prada il portafoglio.
Kevin
lo vide e ammiccò.
-
Scordatelo – disse.
-
Cosa? - chiese la ragazza mentre tirava fuori una banconota da dieci
dollari.
-
Tu non paghi, faccio io – disse il ragazzo.
Maryl
alzò gli occhi al cielo, se la aspettava una sfuriata del
genere.
-
Kev pago io, non c'è problema – disse lei.
-
Per me c'è il problema, mi fai questo piacere e lasci offrire
a me? Tanti di soldi ne ho da spendere – disse a mo' di
spiegazione.
La
ragazzo lo lasciò fare, prese il gelato e si diresse verso il
SUV di Kevin.
-
Posso farti una domanda? - chiese quest'ultimo poco dopo.
-
Dimmi – disse Maryl.
-
Stavo pensando a quel giorno all'università e mi chiedevo
perchè avessi scelto legge, non mi sembri il tipo di ragazza
che fa l'avvocatessa – spiegò Kevin.
In
quel caso saresti un'avvocatessa d'avvero molto carina, pensò
lui, ma che dici Kevin? Stai diventando un maniaco?
-
In effetti io legge la detesto – spiegò lei, fece un
sorrisetto divertito, probabilmente per nascondere una smorfia.
-
Ah e perchè l'hai scelta? - chiese il ragazzo mentre si
fermava a un semaforo rosso.
La
ragazza strinse le spalle.
-
Per compiacere mio padre – lo disse con un tono che diceva
chiaro e tondo che non voleva approfondire la questione.
-
Allora cosa ti piacerebbe fare?
Maryl
guardò il suo nuovo amico, negli occhi aveva una strana luce
di curiosità, le labbra erano curvate in un leggero sorriso.
Dio
quanto è bello, pensò
la ragazza.
Che
cosa, aveva appena pensato che Kevin era … bello? Cioè
lo aveva sempre trovato un bel ragazzo, ma non ci aveva mai pensato,
insomma non si pensa che un amico è bello, no? Si pensa che
sia carino, no? Non bello, bello no.
-
Beh pensaci Kev – disse per rispondere alla sua domanda, -
qual'è la cosa che amo di più?
Il
ragazzo osservò le scarpe firmate, il vestito Dolce&Gabbana,
gli occhiali Gucci.
-
I vestiti? Insomma la moda? - osò lui.
Maryl
annuì.
-
Vorrei fare la stilista, ma figurati mio padre non mi pagherebbe mai
i corsi, certo sono la sua figlia preferita, ma non accetterebbe mai
che io diventassi una stilista – lo disse quasi con disgusto.
L'unica
idea che veniva in mente a Kevin, in quel momento, era che gli
avrebbe pagato lui i corsi di moda, e anche volentieri.
No
Kevin, si disse, non
si pagano i corsi di moda agli amici.
E
se lui non era una semplice amica?
Maryl
lo osservò con attenzione mentre il ragazzo si perdeva nei
suoi pensieri, era bello, era dolce, era simpatico, era …
No
Maryl, pensò, non
devi pensare certe cose di lui, non si pensano certe cose degli
amici.
E
se per lei non era un semplice amico?
Bello
bello e impossibile
con
gli occhi neri
e
il tuo sapor mediorientale
bello
bello e invincibile
con
gli occhi neri e la tua bocca da baciare
(Bello
e impossibile, Gianna Nannini)
Nick
fronteggiava Maggie con occhi di ghiaccio.
-
Sei finita Margaret – disse il cantante.
-
Io non mi chiamo Margaret, sono solo Maggie – lo corresse lei
divertita.
-
Sei finita lo stesso – disse lui, - non hai scampo.
Joe
si trovava al fianco del fratello e lo incitava con forza, mentre
Sasha la cui bellezza oscurava completamente Maggie cercava di
aiutarla.
Maggie
non era brutta, al contrario era una bella ragazza, i capelli lunghi
lisci e mori, i begli occhi verdi e il bel viso, ma di certo non era
all'altezza di Sasha, che in passato era stata anche una famosa
modella.
Sasha
aveva i capelli corvini, lunghi alle spalle, gli occhi color del
cielo terso e il viso a forma di cuore; era poco più alta di
Joe, era magra, ma prosperosa nei punti giusti.
-
A6? - provò Nick.
-
Mancata – disse Maggie.- K9?
-
Mancato – disse il cantante.
Lexi,
seduta sul pavimento freddo del salotto dall'altro capo della stanza
sorrise divertita; era da circa mezz'ora, dal malvoluto arrivo di
Sasha, che Maggie e Nick si stavano sfidando a una partita di
battaglia navale.
-
B4? - provò Nick.
Maggie
fece una smorfia.
-
Colpita – ammise, - F6?
Il
sedicenne sorrise.
-
Mancato, E5?
-
Non c'è gusto a giocare con te – si lamentò
Maggie mentre appoggiava sulla superficie lustra del tavolo la nave
che Nick le aveva appena affondato, - vinci sempre.
Il
ragazzo sorrise fiero.
-
Caratteristica dei Jonas – disse mentre batteva un cinque con
Joe al suo fianco. - Dovrai farci l'abitudine.
-
Di sicuro non sta sera – disse la ragazza alzandosi, - io mi
arrendo, sventolo bandiera bianca.
-
Ero sicuro che avresti ceduto! – esultò il giovane
cantante. - Chi vuole giocare contro di me?
Silenzio
di tomba.
-
Per favore ragazzi non tutti insieme mi raccomando – disse Joe.
Sasha
sorrise alla battuta del proprio ragazzo, fece il giro del tavolo e
lo strinse in un abbraccio che finì in un bacio passionale
della giovane coppia.
Lexi
fece finta di vomitare in un vaso di fronte a quella scena.
Maggie
la osservava da lontano, mentre il sorriso che aveva fatto poco prima
di scioglieva a quella vista.
Aveva
creduto di aver fatto la cosa giusta dicendo alla gemella dei suoi
sospetti su quello che provava per Joe, ma solo adesso si rendeva
conto che forse aveva sbagliato.
Lexi
si comportava come sempre, nascondendosi dietro la maschera di dura e
ribelle per nascondere il dolore che provava.
La
mora fu presa dall'irrefrenabile desiderio di urlare a Joe e Sasha di
smettere di baciarsi, ma come suo solito rimase in silenzio, gridando
dentro di sé.
-
Vuoi fare una partita contro di me? - chiese il diciannovenne a
Sasha, una volta che si fu staccato da lei.
-
Va bene – acconsentì la diciottenne.
Nick
consegnò le proprie barche a Joe e si mise al suo fianco, nel
frattempo Lexi si era avvicinata a Joe e lo guardava di sottecchi.
-
Sei pronta? - chiese il mezzano con un mezzo sorriso rivolto alla sua
ragazza.
Lei
sorrise allegra.
-
Prontissima mio principe – disse, - parti quando vuoi.
Joseph
incrociò le braccia al petto.
-
Bene. I6?
Sasha
scosse la testa.
-
G5?
-
Mancato amore mio – disse Joe.
Quindici
minuti dopo Sasha aveva distrutto quasi tutte le barche di Joe, che
dal canto suo ne aveva affondata solo una della ragazza.
Lexi
fece il giro del tavolo e osservò con attenzione le posizioni
delle barche di Sasha poi disse a voce alta.
-
Mamma mia che freddo – si avvicinò a un termometro
affianco alla finestra, - ci sono solo 10 gradi –
fece molta attenzione a calcare con la voce sulle parole “c”
e “10”.
Il
mezzano le sorrise riconoscente.
-
C10? - provò.
-
Colpita – disse Sasha voltandosi con una smorfia verso Lexi. -
E7?
-
Mancato – esultò il diciannovenne.
La
sedicenne tornò subito all'attacco.
-
Quando arriveranno Maryl e Kevin prenderò una pallina di
cioccolato e due alla fragola – disse ad alta voce.
Gli
occhi di Joe si illuminarono, quella ragazza sapeva essere
fantastica, a volte.
-
E2? - provò sicuro.
-
Affondata – disse Sasha con una smorfia e si voltò verso
Lexi. - Anche io penso di prendere il cioccolato e la fragola, sai?
La
ragazza fece un'espressione di finta sorpresa.
-
Oh davvero? Bene a me piace molto la fragola – spiegò a
denti stretti.
-
Io invece preferisco il cioccolato – disse la diciottenne.
Maggie
e Nick incrociarono gli occhi.
In
quel momento la porta di casa si riaprì e Maryl, accompagnata
da Kevin entrarono tenendo in mano una grossa confezione di gelato.
-
Ciao Kev! - lo salutò Sasha saltando in piedi e correndo ad
abbracciarlo.
Il
ragazzo la strinse.
-
Ehi Sasha, che ci fai qui?
-
Mi ha invitato tuo fratello, mi ha raccontato molto delle vostre
amiche e voleva conoscerle. - sorrise forzatamente – sono tutte
molto simpatiche.
Lexi
alle sue spalle le fece una linguaccia.
-
Io sono Maryl – si presentò la ventenne a Sasha.
-
Ah si, molto piacere, Sasha -disse lei.
Le
due si sorrisero amichevolmente.
Maggie
si alzò dalla poltrona su cui si era accomodata e si scostò
una ciocca di capelli dagli occhi.
-
Vado a preparare le tazze per il gelato, vieni Nick? - chiese.
Il
ragazzo la seguì, mentre gli altri continuavano a conversare.
Maggie
chiuse la porta quando Nick entrò nella cucina e fece un
respiro profondo.
-
Non so se sopravviveremo a questa serata – ammise.
Il
sedicenne annuì.
-
Perchè Lexi ce l'ha così tanto con Sasha? - chiese. -
Praticamente neanche si conoscono!
-
Vedi – iniziò Maggie in un sussurro, - ho il sospetto
che a Lexi piaccia Joe.
Attese
che Nick desse segno di aver capito, ma il ragazzo rimase immobile.
-
E' una cosa tanto stupida? - domandò la mora. - E' che mi
sembra gelosa di Sasha per questo penso che sia gelosa … non
mi badare era solo una supposizione.
Era
arrossita fino alla punta del naso.
-
Beh mi sembra strano, insomma Lexi e Joe ...
-
Quasi non si possono vedere – lo interruppe la ragazza.
-
Esatto, ma forse Lexi è d'avvero gelosa di Sasha, insomma
basta guardare il suo comportamento di adesso nei suoi confronti. Mi
dispiace che Joe non ricambi però, lui è completamente
innamorato di Sasha – spiegò Nick grattandosi il mento
con l'indice della mano destra.
Maggie
annuì dispiaciuta.
-
Insomma queste scodelle? Il gelato fra poco si scioglie! - urlò
una ragazza dall'altra stanza, Lexi probabilmente.
-
Arriviamo! - rispose Maggie. - E' meglio se andiamo Nick.
Lui
annuì e uscì dalla cucina con lei, reggendo in mano
alcune scodelle per i gelati.
La
sedicenne appoggiò le altre sul tavolo in legno di quercia in
salotto.
-
Grazie – li ringraziò Maryl afferrando un cucchiaio in
mano e aprendo la confezione. - Bene abbiamo fragola, cioccolato,
crema, yogurt e nocciola. Sasha tu che vuoi?
La
diciottenne fece un gran sorriso.
-
Un po' di fragola e cioccolato – rispose guardando Lexi negli
occhi. - Più cioccolato che fragola per favore.
La
ventenne la servì piuttosto velocemente e passò a Joe.
-
Tu che vuoi?
-
Chocolate, please – disse scostandosi il ciuffo dagli
occhi con un movimento nervoso. - Grazie – la ringraziò
quando la ragazza gli diede ciò che aveva chiesto.
-
Nick? - domandò mettendosi in ordine la camicetta. - Ah è
vero tu non lo prendi. Allora Kev?
-
Yogurt e nocciola – disse avvicinandosi all'amica.
Maryl
fece per dargli la ciotola ma si scontrò con Kevin che sorrise
divertito.
-
Scusa – mormorò lei dandogli la ciotola e facendo
qualche passo indietro.
-
Figurati – disse lui, - ti sei sporcata.
Si
preparò già a correre nel caso di una risposta
affermativa.
-
No, tranquillo – disse Maryl, si schiarì la gola. - Lexi
tu che prendi?
La
rossa, che fino a quel momento stava osservando Joe di sottecchi, si
voltò verso la sorella maggiore e diede le sue indicazioni.
-
Cioccolato con tanta fragola.
La
ventenne la servì per poi passare a Maggie, a cui diede una
tazza con cioccolato e nocciola.
La
mora la ringraziò e si sedette affianco a Nick.
-
Non puoi neanche una cucchiaiata? - chiese con voce fine.
Nick
fece un'espressione a metà fra un sorriso e una smorfia.
-
Non mi tentare – disse.
Maggie
abbassò il capo imbarazzata.
-
Scusa – mormorò.
-
Ma figurati! - disse Nick.
La
guardò, il capo chino, il viso rosso, le dita delle mani
intrecciate, sembrava tanto piccola e indifesa lì seduta.
Sei
bellissima, le avrebbe voluto dire ma rimase in silenzio.
Nick, ma che stai facendo, lei è solo una tua amica!
La
ragazza alzò il capo ancora rosso.
Sei
così simpatico, pensò rivolta all'amico. Cioè
sei simpatico come lo può essere un amico, no?
Incrociarono
gli occhi, entrami imbarazzati.
Lexi
è innamorata di Joe, ma io sono innamorata di Nick?, si
chiese Maggie.
Contemporaneamente
Nick stava pensando.
Joe
è innamorato di Sasha, ma io sono innamorato di Maggie?
La
guardò, bella e dolcissima e inconsciamente pensò:
Forse
sono innamorato di te.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Worry ***
Ciao
ragazze!!
Bene
ieri sera mi è sorto un dubbio, il nome di Sasha ho sbagliato
a scriverlo ma sappiate, se vi interessa ovvio, che si legge Sascia.
Okay, ho detto tutto e ora passo ai ringraziamenti:
ada12:
non ti preoccupare per la recensione dello scorso capitolo, sono cose
che capitano, sono mooolto contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto e … che bello la coppia Mick ti piace!! Sono davvero,
davvero contenta! Un bacio!
EllieGoodman:
la tua andava benissimo come recensione, non sai che risate mi sono
fatta leggendola!! Si è ufficiale a noi due serve un biglietto
per il manicomio, anche Potterina Weasley si è aggregata a
noi, hi hi. Comunque io te l'ho detto di essere sadica quindi non
prendertela per questo capitolo che, rullo di tamburi, mi piace!! Poi
sempre per restare in argomento con il mio sadismo ho fatto apposta a
fare simpatica Sasha … hi hi io essere crudele!! Grazie ancora
per le recensioni!! Un bacione!!
Melmon:
grazie per le informazione sulle “Fanfic seguite”,
proprio non sapevo dove trovare le informazioni per capire cosa
sono!! Un bacio!
erbeeren:
figurati per aver saltato lo scorso capitolo, non c'è problema
e spero che le vacanze siano andate bene!! Lo so che Sasha sa tanto
di coccole, l'ho fatto apposta a causa del mio sadismo, si si io sono
sadica sappilo!! Devo ammettere che l'idea della battaglia navale e
di Lexi che consiglia l'ho presa da una puntata di Hannah Montana …
vabbè comunque, un bacio!
jeeeeee:
è probabile che mi sia bevuta il cervello dato che non ne ho
mai avuto uno … dai lascio stare e sono contenta che lo scorso
capitolo ti sia piaciuto!!Comunque amor io sto bene per le scosse
grazie per l'interessamento :), un bacione tesoro!
Potterina
Weasley: ti rendi conto che mi sono commossa quando ho letto la tua
recensione?? Ti rendi conto che stavo piangendo dalla felicità??
A parte questo mi hai fatto anche morire dal ridere, non sai quanto.
E io ho capito che noi siamo telepatiche si si lo siamo eccome, ti
rendi conto che ci hai azzeccato quasi su tutto??!! Comunque va bene
per il nostro viaggio a L.A. perfetto io ho già comprato tutte
le riviste possibili e immaginabili, tu fai i biglietti e poi ci
troviamo … vediamo più o meno a metà strada da
Napoli a Milano, quindi Roma? Facciamo che ci vediamo fra una
settimana davanti alla fontana di Trevi, va bene?? Ti voglio bene!!
Un bacione!
LoveJonasBrothers:
ho aggiornato non appena ho potuto, ho finito di scrivere questo
capitolo ieri sera e sono riuscita ad aggiornare solo oggi. Eh Sasha
si mette in mezzo ai Jexi, vero, ma vedrai vedrai nel prossimo
capitolo! Io sono sadica sappilo!! Un bacio!
DarkViolet92:
hai ragione lo scorso capitolo era romantico, anche se a me non
pareva mi fosse venuto bene … grazie mille per seguirmi
sempre!! Un bacione!
Ice_Bubble:
il ringraziamento qui riportato non vuole essere un'offesa
nei tuoi confronti,
bene ti ho detto cosa penso perchè con questo ringraziamento
non voglio offenderti assolutamente. Bene prima di tutto, scusami, ma
mi pareva abbastanza ovvio fin dai primi capitoli che Maggie si
sarebbe messa con Nick, Lexi con Joe e Kevin con Maryl, ma ci saranno
alcuni … incidenti di percorso se così possiamo
chiamarli. Spero che continuerai a leggere e a recensire e spero
vivamente che tu non ti sia offesa!! Un bacio!
Egg___s:
sono contenta che questa FF ti piaccia e che tu l'abbia messa nei
preferiti!! Ho aggiornato non appena ho potuto dato che ho finito di
scrivere questo capitolo. Ti volevo dire, anche qui, che la tua FF è
bellissima! Un bacio!
Capitolo
11. Worry
Lexi
aveva capito una cosa durante la sua cena con i Jonas Brothers e in
seguito con Sasha, la quale
era che il suo odio per Joseph non era neanche minimamente
immaginabile a quello che provava per Sasha Collins.
La
cosa peggiore era che, agli occhi di tutti, era simpatica.
Certo lei sapeva chi era, anzi cos'era, un essere diabolico mandato
dal profondo dell'inferno per rendere la vita a Lexi impossibile.
La
sua simpatia era tutta una tattica per abbindolare le persone che
conosceva e tutte erano cadute nella sua trappola, anche Joe
purtroppo e lui più di tutti dato che si era fidanzato con
lei.
La
rossa rabbrividì, non poteva permettere che Joe continuasse a
stare con quella, insomma era ovvio che loro due non stavano
bene insieme, lui era … simpatico, e lei era …simpatica.
Joe
però era anche pazzo e questo non lo poteva negare nessuno e
Sasha non era pazza, lei era calma e riflessiva, piuttosto simile a
Maggie a dirla tutta.
-
Alexandra mi aiuti? - chiese il signor Campbell con voce burbera
avvicinandosi alla figlia più piccola cercando di non
guardarla.
La
ragazza lo guardò con un'occhiataccia e voltò la testa
verso la televisione accesa che dava in onda un documentario che
parlava della guerra sulla Striscia di Gaza.
-
A fare cosa? - chiese lei contrariata.
-
Ad apparecchiare la tavola e quando dico che potresti farmi un
favore intendo che devi farlo, muoviti e apparecchia –
le ordinò Peter Campbell.
Lexi
si alzò con uno sbuffo, ma non si diresse verso la cucina,
bensì verso la porta d'ingresso e fece per uscire.
-
Alexandra Sophie Campbell! - gridò suo padre diventando rosso
in faccia mentre la vena sulla tempia pulsava pericolosamente.
-
Peter Albert Campbell! - replicò lei aprendo la porta e
fissando il padre con odio. Era da anni che i rapporti fra Lexi e
Peter erano tesi ed entrambi ci mettevano del loro per complicarli
sempre di più: la ragazza da parte sua continuava ad urlare
con il padre e a fare cose che non lo rendevano fiero e Peter
sgridava la figlia minore per ogni cosa facesse anche se era giusta.
-
Allora vattene! - gridò il signor Campbell. - Ma sia chiaro
che non ti voglio vedere fino a sta sera!
-
Potrei anche non tornare mai più! Non te ne potrebbe fregare
di meno! - strillò Lexi.
Maggie
comparve all'improvviso, si trovava alle spalle del padre, mezza
nascosta dietro a una porta aperta, l'unica cosa che si vedeva di lei
era la testa.
Lexi
le fece un segno difficile da interpretare che le indicava di restare
ferma e di non immischiarsi, era uno dei loro soliti litigi.
Maggie
scosse la testa, voleva intervenire e aiutarla.
La
rossa la fulminò con lo sguardo e la mora rimase ferma al suo
posto, indietreggiando appena.
-
Vai via se è ciò che vuoi, ma se non torni entro le
dieci di stanotte non tornare mai più perchè non ti
farò più entrare in questa casa! - tuonò Peter.
-
Bene! - gridò Lexi e sbatté la porta dietro di sé.
Il
signor Campbell continuò a urlare imprecazioni alla porta
chiusa riferendosi alla figlia.
-
Tanto vale che lasci qui te e tua sorella e io me ne vada a lavorare
Miami! - borbottò lui sedendosi sul divano e cambiando canale
per mettere una partita di baseball.
-
Cosa? - chiese Maggie facendosi coraggio e facendosi vedere dal
genitore.
Lui
si voltò con una smorfia, leggermente addolcita, Maggie non
era la sua figlia preferita, vero, ma non era la sua gemella e per
questo aveva un rapporto migliore con lei.
-
Me ne vado a Miami probabilmente – disse con voce dura, - e
Maryl viene con me.
-
Cosa? - ripeté la mora. - Lasci me e Lexi qui sole?
-
E' la cosa migliore – disse Peter, - e ora fammi vedere la
partita.
Ti
interesse più la partita che alle tue figlie?, gridò
Maggie nella sua testa. Vuoi lasciare qui me e Lexi e portare la
nostra sorella maggiore con te?
Maryl
non avrebbe mai accettato, era troppo attaccata a loro, non sarebbe
mai partita.
Maryl,
pensò Maggie prendendo il cellulare di corsa e uscendo di
casa.
Non
potrò mai smettere
di
pensare a quella sera
di
tanti anni fa
quando
ancora voi per me
non
avevate scelto un nome
ed
ora son qua
di
fronte a queste bugie
e
a quegli occhi lucidi
bagnati
da colpa che
feriscono
solo me
(Addio,
Finley)
Maryl
era appoggiata al suo banco nell'università e osservava i suoi
compagni con aria stanca e annoiata; Matt a pochi banchi di distanza
da lei le sorrideva ammiccante, non si era arreso a conquistarla
nonostante sapesse che lei era “fidanzata” con Kevin.
-
Signorina Campbell – la distolse dai suoi pensieri la
professoressa, era affiancata da una delle tante commesse della
scuola, - sua sorella Maggie la sta aspettando nell'atrio.
Maryl
scattò in piedi in un attimo e si diresse il più
velocemente possibile per quanto i tacchi le permettessero verso
l'atrio. Maggie non era mai venuta in università se non per
casi eccezionali.
Lei
la aspettava lì, camminava avanti e indietro nella stanza con
gli occhi abbassati.
-
Maggie! - esclamò la ventenne correndo verso di lei e
abbracciandola. - Cosa è successo? Stanno tutti bene? Dov'è
Lexi?
La
mora la strinse forte e iniziò a singhiozzare sulla maglietta
della sorella, ma in quel momento a Maryl non le importava se le
stava bagnando la camicia firmata, era sua sorella e aveva bisogno di
lei.
-
Shh, calma Maggie, calmati – disse Maryl stringendola.
La
mora ci provò ma non le riuscì bene e continuò a
piangere.
-
Cosa è successo? Lexi sta bene? - chiese la bionda.
Maggie
non rispose.
-
Ti prego cosa è successo? - domandò Maryl.
-
Papà e L ...Lexi hanno litigato – disse la sedicenne con
un singhiozzo.
Maryl
era perplessa, Lexi e suo padre litigavano sempre, perchè
quella volta Maggie era così sconvolta?
-
Lexi se n'è andata, non so dove, non risponde al cellulare, ha
detto che forse se ne sarebbe per sempre andata di casa e papà
… papà ha detto che si sarebbe trasferito a Miami con
te lasciando me e Lexi da sole qui a Los Angeles e io … io
sono così spaventata, non voglio che tu te ne vada, non
voglio! - singhiozzò la mora.
Maryl
la prese con forza per le spalle.
-
Io non me ne andrò mai Maggie, hai capito? Mai! Resterò
con te e Lexi, per sempre – disse seria. - Forza andiamo a
cercare nostra sorella.
Sono
gocce di memoria
queste
lacrime nuove
siamo
reduci di una storia
incancellabile
(Gocce
di memoria, Giorgia)
-
Ciao amore, che stai facendo? - chiese Sasha dall'altro capo del
telefono al proprio ragazzo.
-
Oh niente, sto suonando un po' la chitarra, tu invece? - chiese Joe
appoggiando lo strumento sul suo letto.
-
Sto valutando varie proposte di lavoro – rispose la ragazza e
come per darne prova Joe udì il suono di fogli che venivano
mossi.
-
Ah, qualcosa di interessante? - chiese lui.
-
No – sbuffò Sasha. - Ci sono tutti ruoli banali, niente
di nuovo, mi hanno offerto anche un altro film sul pattinaggio! Ce né
uno su una storia d'amore fra due ragazze, io dovrei fare la parte
della sorella di una delle due e poi uno su un viaggio in Africa, ma
…
-
Ma? - chiese il diciannovenne.
-
E' tutto troppo semplice, vorrei un ruolo un po' più
complicato questa volta, mi sento pronta, vorrei recitare in un film
ambientato nell'800, sai che mi sarebbe sempre piaciuto, ma a quanto
pare non ci sono film del genere in programma a Hollywood fino al
prossimo anno – spiegò l'attrice con una punta di
delusione.
-
Mi dispiace tesoro, vuoi che venga da te? - chiese Joe speranzoso
alzandosi dal letto con uno scatto.
-
No mi dispiace ma adesso devo uscire, il mio agente vuole che io
faccia un provino per un film in cui non reciterò mai –
disse alzando gli occhi al cielo.
-
Ah – disse Joe deluso e crollò di nuovo sul suo letto.
-
Mi dispiace Joe – disse la ragazza dispiaciuta, - ora devo
andare scusa!
-
Okay, ciao Sasha, ti amo – sussurrò lui.
-
Anche io – mormorò la ragazza, - tanto.
-
Ciao, a presto.
-
Ciao – e mise giù.
Joe
si stese sul suo letto e sbuffò annoiato, era tutto il giorno
che non stava facendo niente, Nick e Kevin erano usciti, il primo era
andato in biblioteca nella speranza di incontrare Maggie mentre il
secondo era uscito con alcuni amici e non sarebbe tornato prima di un
paio d'ore.
E
come inevitabilmente gli capitava almeno venti volte al giorno si
mise a pensare a Sasha, alla sua bellezza, al suo sorriso, alle sue
battute, alla sua perfezione.
La
amava, poco ma sicuro, la amava con tutto sé stesso, erano
perfetti insieme, erano fatti per restare insieme.
Il
suono cristallino del campanello di casa lo distrasse dai suoi dolci
pensieri e, svogliato, si alzò per dirigersi verso la porta
per aprire che a chiunque lo avesse distratto.
-
Chi è? - chiese lui alla porta chiusa.
-
Alexandra – rispose una voce femminile.
Joe
aprì la porta e si ritrovò davanti a Lexi, i capelli
racchiusi in una coda alta sulla testa, aveva il respiro affannoso,
come se avesse corso e gli occhi erano lucidi, forse aveva pianto, o
stava per farlo.
-
Alexandra – disse Joe sorpreso, - che ci fai qui?
-
Posso stare qui per un po'? - chiese la ragazza prendendo fiato.
Il
diciannovenne annuì e la fece entrare, curioso.
-
Tutto bene? - chiese lui, - hai una faccia.
Lei
lo fulminò con lo sguardo e si sedette con uno schianto sul
divano del salotto, passandosi una mano fra i bei capelli.
-
Che succede? - chiese Joe, - stai bene? Hai pianto?
-
Io non piango Joe – mentì lei seria e si coprì
il viso con le mani. - E' successo un casino.
Il
ragazzo si sedette sul divano, ma a debita distanza da lei
-
Quale? - chiese.
Lexi
lo guardò con aria truce, indecisa se parlarne con lui o no,
d'altronde lui non era la persona più adatta per parlare di
cose serie.
-
Io e mio padre abbiamo litigato, di nuovo – incominciò
la ragazza, - sciocchezze come al solito, un litigio come altri, ma
mio padre ha esagerato praticamente mi ha cacciato di casa!
-
E io non so che fare e Maggie ha visto tutto … è la più
fragile lei, sarà distrutta e Maryl, lei non sa niente per la
miseria, non sa niente e io non so che devo fare! Ho troppa paura di
tornare a casa e non so nemmeno se voglio! - continuò la
rossa, mise la testa fra le ginocchia. - Che cosa devo fare Joe?
Il
ragazzo si avvicinò a lei.
-
Io non sono la persona più indicata per chiedere consigli, per
quello esiste Kevin – disse, - ma ti posso dire che devi
tornare a casa non puoi scappare per questo litigio, le tue sorella
hanno bisogno di te.
Lexi
alzò la testa verso di lui, non piangeva.
-
Grazie Joe – lo ringraziò, - sai essere un amico, a
volte.
Il
diciannovenne fece una smorfia.
-
E tu sai essere umana a volte – replicò.
In
quel momento il cellulare di Joe squillò.
Rinunciare
a vivere
resta
qua se ti va
non
pensare, abbracciami
lasciami
sognare
(A
che serve piangere, Andrea Bocelli)
-
In che senso scappata? - chiese Kevin.
Maryl
lo guardò, gli occhi gonfi di pianto.
-
Nel senso di scappata Kevin non ci sono altri modi di dirtelo, è
scomparsa, ha spento il cellulare e tutti posti in cui sarebbe potuta
essere non c'è! - spiegò con ansia.
-
Avete chiamato la polizia? - domandò il ventunenne.
La
ventenne scosse la testa.
-
Facciamolo – disse lui prendendo l'I-phon
dalla tasca dei pantaloni.
-
No, non chiamiamola per ora – disse la bionda. - Lexi finirebbe
nei casini per nulla, Maggie mi ha detto che nostro padre le ha detto
di tornare sta sera, se non torna allora la chiamerò.
Era
spaventata, Kevin sentì l'impulso di consolarla fra le sue
braccia.
-
Dov'è Maggie? - chiese trattenendosi.
-
E' andata con Nick a cercarla in altri posti, la scuola, il centro
per anziani, anche un magazzino abbandonato, tutti luoghi che in
genere Lexi frequenta – si passò una mano fra i capelli.
- Dio, sono così preoccupata.
-
Non ti preoccupare la troveremo – disse lui mettendole una mano
su una spalla per consolarla, - te lo prometto, dovessi smuovere
tutti i giornalisti di Los Angeles, gli dirò che Nick è
scappato con una ragazza dai capelli rossi, ribalteranno la città
pur di scovarli.
Maryl
sorrise.
-
Grazie Kevin, sei un amico – e lo abbracciò.
Ti
prenderà il cuore
ti
vincerà
lei
sarà la tua strada
che
non puoi lasciare mai
a
lei
ti
legherai finché vivrai, a lei …
(Nel
cuore lei, Andrea Bocelli)
-
Risponde? - chiese Maggie per l'ennesima volta a Nick che, attaccato
al telefono, stava cercando di rintracciare Joe.
-
Non ancora – ammise senza perdersi d'animo, suonava a vuoto da
quasi venti secondi.
Finalmente
Joe rispose.
-
Pronto? - chiese il diciannovenne con voce roca.
-
Joe, hai risposto grazie al cielo, Lexi è scomparsa, è
con te? - chiese Nick quasi mangiandosi le parole.
-
Ehm – esitò il mezzano.
-
Joe, Lexi è con te? - ripeté il minore.
-
Si.
-
E tu che aspettavi a dirmelo?! Dove siete? Lei sta bene? Maggie e
Maryl la cercano da ore, sembrava sparita nel nulla! - parlò a
raffica Nick.
-
Ehi Nick sto bene non preoccuparti – disse la voce di Alexandra
prendendo in mano il cellulare.
-
Lexi! - esclamò il sedicenne. - Stai bene?
-
Ti ho già detto di si, tranquillo, Maggie c'è? - chiese
a bassa voce.
-
Te la passo – disse in un fiato Nick e porse il cellulare alla
mora che stava praticamente saltando di gioia. - Lexi ti vuole
parlare.
Maggie
afferrò il cellulare.
-
Lexi! - iniziò. - Dio sono così contenta! E' successo
un casino con papà, ma tu dove sei? Con Joe? Mi hai fatto
preoccupare tantissimo, Maryl è disperata! Non sapevamo cosa
dovevamo fare eri come sparita e …
-
Calma – disse la rossa, - rilassati, respiro profondo, io sto
bene, benissimo anzi.
-
Sicura? - chiese la gemella, dubbiosa.
-
Certo! Ti mentirei su una cosa simile? La mia salute è
importantissima, se stessi male avrei già smosso l'intero
ospedale per farmi venire a prendere ordinando agli autisti
dell'ambulanza di mettere al posto di quella stupida sirena rumorosa,
un megafono che urla: “fate spazio, Lexi Campbell deve andare
in ospedale! Spazio prego!”
Maggie
rise suo malgrado.
-
Sicura? - chiese.
-
Sicurissima sorellina – disse la rossa. - Solo una cosa.
-
Cosa? - domandò la mora, desiderosa di aiutarla.
-
Non è che avete avvertito papà, vero? Quello mi ammazza
altrimenti – disse Lexi.
Maggie
sorrise.
-
Non non gli abbiamo detto niente e credo che fra poco nostro padre
non sarà più un problema.
-
E perchè, di grazia? - chiese la gemella rossa.
-
Si trasferisce a Miami – annunciò Maggie e iniziò
a raccontare.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Goodbyes ***
Ciao
ragazze!!
Scusate
il ritardo ma non sono riuscita ad aggiornare prima, sono tornata
mercoledì sera da una gita di tre giorni a Strasburgo che non
consiglio in questi giorni, fa
un freddo cane!! Per di più la mia mammina ha avuto la
splendida idea di ripartire e non ho portato il computer ... Comunque
questo è un altro capitolo un po' triste soprattutto per …
no aspettate non vi dico altro, è meglio se leggete. Ho come
l'impressione che voi però al posto di essere tristi ve ne
rallegrerete …
Ho
notato che le recensioni sono ancora calate … vorrei capire il
motivo.
Ecco
qui i ringraziamenti:
Potterina
Weasley: allora siamo daccordo, facciamo giovedì alla fontana
di Trevi va bene? Sono curiosa di incontrare tua figlia, allora la
nascondiamo sotto i tuoi abiti premam? Perfetto! Spero che il mal di
testa ti sia passato presto … un bacione amore!! Ti amo di
bene!!
DarkViolet92:
sta tranquilla la reazione di Lexi di fronte alla rivelazione di
Maggie sulla partenza del padre sarà … è meglio
se leggi. Un bacione!
jeeeee:
che ti posso dire tesoro?? Joe ha due fette di cetrioli sugli occhi,
ma aspetta e vedrai, mi sa che questo capitolo ti piacerà. Un
bacione amor!!
EllieGoodman:
come ti ho già detto fa niente per la recensione microscopica.
Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che
anche per questo sia uguale. Un bacione!!
ada12:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che
anche per questo sia uguale!! Un bacio!
Capitolo
12. Goodbyes
Lexi
non sapeva neanche perchè si trovava lì, in aeroporto,
per salutare suo padre che stava partendo per Miami e lasciarle per
sempre.
Da
due settimane Lexi e Peter si evitavano, a mala pena si incrociavano
e le cose erano semplificate dal fatto che il signor Campbell era
immerso nel trasloco per Miami.
-
Non ci voglio andare! - aveva detto la rossa a Maryl incrociando le
braccia al petto, - dovessi incatenarmi a questa sedia per il resto
della mia vita – fece come per ripensarci – beh tutta la
vita no, magari finché nostro “padre”, se lo si
può definire tale, non sparisce e se ne va da questa casa.
La
bionda l'aveva guardata di traverso.
-
Lexi nonostante il suo comportamento è comunque nostro padre,
non devi fare tanto, devi solo accompagnarmi in aeroporto insieme a
Maggie, dirgli un semplice “ciao” e poi, se vuoi,
abbracciarlo – vide la smorfia della sorella, - ho detto se
vuoi.
E
così Lexi si era ritrovata nell'aeroporto di Los Angeles
davanti a una Maryl fintamente disperata, era sempre stata brava come
attrice, che piangeva sommessamente sulla spalla del padre e una
Maggie realmente triste che cercava di trattenere le lacrime davanti
alla gemella e teneva in mano una delle valigie del genitore, gli
occhi gonfi e arrossati.
-
Sicura che non vuoi venire con me, pulcina? - chiese Peter stringendo
la figlia maggiore, ancora appoggiata alla sua spalla.
-
Si … si papino, sono ...sicura, Maggie e Lexi hanno bisogno di
me – disse Maryl con risolutezza, trattenendosi appena dal
sussultare alle parole “venire con me”.
-
Daccordo figlia mia, ti chiamo quando arrivo – la abbracciò,
- ti voglio bene.
-
Anche io papà, tanto – disse la bionda, sincera.
Nonostante tutti i suoi difetti, Peter era sempre suo padre e gli
voleva bene, in fondo.
L'uomo
si staccò da lei e si avvicinò a Maggie, gli occhi
ancora ben abbassati a terra.
-
Maggie – disse Peter, - abbracciami.
La
ragazza obbedì all'istante e lo strinse forte.
-
Ti voglio bene, papà – ammise, - tanto.
-
Anche io Maggie – si sciolse da lei, - stammi bene.
Toccava
a Lexi, si fissarono guardandosi per qualche secondo, poi Peter si
avvicinò alla figlia minore e le diede un leggero buffetto
sulla testa.
-
A presto Alexandra – borbottò. - Bene ora devo andare,
perdo il volo altrimenti.
La
rossa ignorò il fatto che mancava ancora un'ora alla partenza
dell'aereo per Miami.
-
A presto ragazze! - urlò andandosene e confondendosi
nell'infinità di persone che stavano prendendo un volo.
Maryl
e Maggie osservarono la folla di passeggeri pronti a imbarcarsi, gli
sguardi concentrati a trovare il genitore.
-
Ehi! - le distrasse Lexi. - Andiamo via, per favore? Non ci tengo a
stare ancora nello stesso luogo con nostro padre.
Maggie
avrebbe tanto voluto ribattere, dire che voleva ancora stare lì
per qualche istante, salutare decentemente il padre e vederlo
sorridere nella sua direzione. Ma come al solito rimase in silenzio,
incapace di ribellarsi e annuì rigida.
Maryl
sbuffò, fissò la sorella dai capelli ramati, si scostò
una ciocca di capelli dagli occhi e le appoggiò con
delicatezza una mano sulla spalla.
-
Va bene, andiamocene, Maggie sei pronta? - chiese avvicinandosi alla
mora e stringendola a sé.
-
Si, ci sono, perché non dovrei? - chiese con un falso sorriso
e si avviò per prima.
Le
altra due sorelle la seguirono a poca distanza.
-
Finalmente papà se n'è andato – disse Lexi,
insensibile, - non ce la facevo più a sopportarlo, gli vorrò
anche bene, nel profondo, molto, molto nel profondo, ma è
asfissiante come genitore.
Maryl
la guardò con un'espressione mista fra incredulità e
una smorfia.
-
Per noi due sarà ancora così, ma per Maggie no, le ci
vorrà del tempo per abituarsi e tu non fare battutine sulla
partenza di papà, chiaro? - chiese la bionda, severa.
-
Io fare battutine?! - domandò sarcasticamente Lexi. - Come
puoi dire che farei una cosa del genere, non sono Joe io … -
si perse nei suoi pensieri.
-
Lexi, tutto okay? - chiese la maggiore.
-Si,
si, andiamo? - e aumentò il passo per uscire dal aeroporto.
La
ventenne la seguì con passo svelto e non rallentò
finché non raggiunse le due sorelle, che camminavano fianco a
fianco a braccetto.
Maryl
non ne era certa, ma a suo parere la cose sarebbero cambiate, e in
meglio.
Non
posso giurare
che
ogni giorno sarò
bello,
eccezionale, allegro
sensibile,
fantastico
ci
saranno dei giorni grigi
ma
passeranno sai
e
spero che tu mi capirai
(Io
ci sarò, Max Pezzali)
-
Intervista alle undici? Fatto. Meeting con le fan all'una? Fatto.
Concerto promozionale per promuovere il nostro nuovo disco alle
quattro? Fatto. Bene, sono le cinque e possiamo divertirci, che
facciamo? - chiese Joe in camera di Kevin saltando dal letto del
fratello maggiore alla scrivania per poi tornare a saltare come un
bambino sul materasso.
-
Joe ti fermi un momento? Mi fai venire mal di testa – si
lamentò Nick appoggiando la testa alla finestra. - Sono
esausto.
-
Concordo – ammise Kevin, seduto sul tappeto, la schiena
appoggiata a una parete. - Non potremmo rilassarci? Solo per qualche
ora, giusto il tempo prima del servizio fotografico di questa sera.
-
Femminucce – commentò il mezzano. - Io sono pieno di
energia!
-
Ecco perchè non esci, allora? E lasci dormire noi? - domandò
il minore alzandosi barcollando a causa del sonno.
-
Bravo Nick, hai ragione, Joe sparisci – ordinò il
maggiore.
-
Ma … - iniziò Joe.
-
No.
-
Neanche se …
-
No.
-
Ma potrei …
-
No.
-
Che palle che sei Kevin! - borbottò Joe. - E io con chi dovrei
uscire?
Nick
e Kevin alzarono gli occhi al cielo.
-
Sai Joe hanno inventato un nuovo apparecchio chiamato amico. Ne hai
mai sentito parlare? Chiama Lexi o Maggie o Maryl o un altro della
tua moltitudine di amici e esci con loro, poi tu non avevi una
ragazza? - chiese acido Nick.
-
Va bene, ho capito, evaporo – si arrese il mezzano.
-
Bravo – dissero in coro Nick e Kevin.
-
Ecco qual'è il bello di avere dei fratelli – disse Joe
uscendo. - Ti cacciano di casa, voglio essere rimborsato per aver
passato diciannove anni della mia vita con degli idioti.
Una
voce trattenne rumorosamente il fiato, il mezzano si voltò e
si ritrovò davanti a Frankie, i capelli spettinati e una mano
davanti alla bocca.
Il
piccolino indicò il fratello con una mano tremante.
-
Hai detto una parolaccia! - lo accusò.
-
Idiota non è una parolaccia – si difese lui.
Frankie
trasalì nuovamente.
-
L'hai detta di nuovo!
Joe
sospirò, a volte si chiedeva in che razza di famiglia era
cresciuto.
-
Non lo dirai alla mamma, vero? - domandò Joe avvicinandosi al
fratellino con dei saltelli che fecero sorridere il piccolo Frankie.
Il
bambino scosse la testa.
-
No.
Il
diciannovenne tirò un sospiro di sollievo.
-
A una condizione.
Condizione?
Condizione?! Da quando esistevano delle condizioni con i propri
fratelli?
-
E quale sarebbe? - domandò Joe guardandolo con un occhiataccia
e si trattenne a mala pena a dire “e quale sarebbe microbo?”.
-
Beh – disse Frankie massaggiandosi il mento con aria furbetta.
- Potresti accompagnarmi in questo momento da un mio amico.
-
No c'è problema – accettò subito Joe, - se non ti
spaventa la mia guida.
Era
noto a tutti che la guida di Joe non era delle migliori, insomma era
lui il ragazzo che aveva rischiato di distruggere il tour-bus quando
aveva provato a guidarlo.
-
Forse ti voglio chiedere un'altra cosa – aggiunse Frankie, -
non lo so.
Il
quel momento il cellulare del ragazzo lo salvò, lo afferrò
con un movimento fulmineo e rispose senza guardare il numero del
mittente.
-
Pronto? - rispose.
-
Ehi Joe, sono io – disse una voce femminile.
-
Sasha amore mio, come stai? - chiese il ragazzo con rinnovato
entusiasmo.
-
Bene, bene – disse lei frettolosa.
-
Mi hai salvato, ti devo un enorme favore, che ne dici se uno di
questi giorni ceniamo al Louvre? E' un nuovo ristorante francese, si
dice che si mangia benissimo e …
-
Joe possiamo parlare? - chiese la ragazza. - E' importante.
Il
ragazzo rimase un po' perplesso.
-
Va bene ma perchè? - chiese grattandosi la testa.
-
Non mi va di parlarne al cellulare, vengo io da te oppure …? -
chiese Sasha con voce triste e malinconica, non era mai stata così,
non con Joe perlomeno.
-
Vengo io da te – disse subito il ragazzo.
-
Oh, va bene – sussurrò la diciottenne.
-
Sasha, va tutto bene? Sei … strana – notò il
mezzano, preoccupato.
-
E' una cosa urgente Joe, beh si tratta di noi due – mormorò
triste lei, - della nostra relazione, ma, ti prego, non te ne voglio
parlare al telefono.
A
Joe venne un colpo, sentì la testa girargli all'improvviso e
gli occhi pungergli di lacrime, di sicuro ciò di cui la sua
ragazza voleva parlargli non era una bella cosa, per lui se non
altro.
Ma
amici mai
per
chi si cerca come noi
non
è possibile
odiarsi
mai
per
chi si ama come noi
basta
sorridere
(Amici
mai, Antonello Venditti)
-
Voglio dormire – biascicò Nick stendendosi sul tappeto
della camera del fratello maggiore.
Kevin
borbottò qualcosa di indecifrabile e si rigirò nel suo
letto in una posizione più comoda.
-
Eh? - domandò il sedicenne confuso. - Che hai detto?
-
Vai in camera tua a dormire – ripeté Kevin distrutto. -
Così stai più comodo.
-
Non ho la forza – sentenziò Nick.
Il
maggiore grugnì.
-
Fa come ti pare, buona notte.
-
Ma se è pomeriggio!
-
E chissenefrega, dormi Nick – ribatté Kevin.
Il
minore chiuse gli occhi e fece per addormentarsi quando un suono
cristallino, acuto e in quel momento infinitamente fastidioso suonò.
-
Chi diavolo è a quest'ora?! - sbraitò Kevin.
-
Kev sono le cinque, potrebbe essere chiunque! - esclamò Nick
afferrando il proprio cellulare dalla tasca dei jeans.
-
Chiunque sia sta rompendo le scatole! - borbottò il ventunenne
coprendosi la testa con un cuscino.
Nick
lo ignorò e rispose al telefono con aria scocciata.
-
Pronto? - domandò.
-
Ehi Nick, ti disturbo? - chiese una voce femminile, perfettamente
riconoscibile.
Se
fosse stata una persona chiunque, come un vecchio amico, avrebbe
risposto che si, stava disturbando e tanti saluti, ma come rispondere
così a Maggie?
-
No, figurati – disse il ragazzo ancora sdraiato a terra.
-
Ah bene, sai oggi mio padre è partito – il ragazzo
avvertì una nota di disperazione nella voce della ragazza.
-
Oh, cazzo è
vero! - Nick scattò in piedi all'istante. - Mi dispiace
Maggie, mi sono dimenticato! Come è andata? Tu stai bene?
-
Si, sto bene, beh Lexi sta meglio di me di sicuro, ma è ovvio,
non vedeva l'ora che partisse. Mi dispiace solo che, beh io e mio
padre non abbiamo avuto il nostro lieto fine, sai come nella favole?
… Scusa sto parlando a vanvera – lei arrossì
imbarazzata.
-
No, non stai parlando a vanvera e, ora come ora, potresti dire le più
grandi cavolate del pianeta e non mi interesserebbe – rispose
Nick uscendo della stanza del maggiore, che lo guardava malevolo.
-
Grazie Nick, sei un amico – disse la ragazza.
Lui
sorrise.
-
Vuoi che venga da te? - domandò. - Ti faccio un po' di
compagnia.
-
No, voglio stare al telefono, parliamo un po' – consigliò
la ragazza.
-
Okay – disse Nick entrando nella propria camera e chiudendo la
porta a chiave dietro di sé e sedendosi sul grande letto al
centro della stanza.
-
Che mi racconti? - chiese la ragazza imitando inconsapevolmente Nick
e sedendosi sul suo letto avvicinando le gambe al petto.
-
Beh non molto, oggi ho avuto un concerto, un incontro con le fans,
un'intervista e fra qualche ora ho un servizio fotografico –
spiego il cantante.
-
Meno male che era non molto – sorrise la ragazza.
-
Si, direi che noi due abbiamo due vediamo in modo diverso le cose –
rifletté Nick.
-
Già – mormorò Maggie. - Io invece fra poco vado
in biblioteca per il mio turno, oggi a scuola è stato quasi un
suicidio, dico sul serio, mi sa che uno di questi giorni uno dei miei
compagni di classe verrà ritrovato morto suicida!
-
Ah, e perché? - domandò lui.
-
Dai! Ti ho raccontato della mia prof di arte, vero? Quella dalla
personalità multipla – spiegò la ragazza.
-
Si, mi ero dimenticato, ma perchè che ha fatto?
-
La settimana scorsa aveva detto a tutta la mia classe che eravamo un
disastro, che eravamo negati a disegnare e che ci voleva bocciare
tutti, ha preso il mio disegno e ha detto che è orribile.
Oggi, invece, continuava a elogiarci, dicendo che noi siamo i veri
Futuristi e che vuole mandare i nostri disegni a una mostra. Questo
mi riporta alla teoria della personalità multipla –
continuò Maggie.
Nick
rise, ridere con lei era facile, semplice come respirare.
-
Certo che veniamo da due mondi diversi – notò la
sedicenne. - Io ti racconto della mia lezione di arte e della mia
prof pazza mentre tu dei tuoi concerti, servizi fotografici e
interviste.
-
Hai ragione, ma a me non interessa, tu che dici? - domandò il
ragazzo.
-
No, non mi interessa.
E
…
vuoi
da bere
vieni
qui tu per me
te
lo dico sottovoce amo te
come
non ho fatto in fondo
con
nessuna
resta
qui un secondo
(E
…, Vasco Rossi)
Joe
si sedette sul letto di Sasha e la guardò fissa negli occhi,
gli sembrava diversa dal solito, i capelli neri erano raccolti in una
coda, non era truccata, vestita semplicemente con una tuta. Non era
lei.
-
Di cosa volevi parlarmi? - domandò il diciannovenne, da una
parte desideroso di sapere e dall'altra nolente nell'apprendere la
notizia.
L'attrice
sospirò triste e si sedette affianco a lui, attenta a non
sfiorarlo neanche con un dito.
-
Sasha, per favore che sta succedendo? - chiese Joe.
Lei
lo guardò con i suoi occhi color del cielo terso, ma che quel
giorno sembravano velati da una strana ombra, il viso era più
pallido del solito e aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi
come se non avesse dormito per tutta la notte.
Mi
ha tradito?, pensò
inconsapevolmente il ragazzo ma scacciò quel pensiero dalla
testa.
-
Volevo parlarti di noi due – disse Sasha, - per una cosa molto
urgente che è accaduta in questi giorni.
-
Cioè? - domandò il vocalist.
-
Prima fammi dire un'altra cosa – lo interruppe la diciottenne,
- voglio dirti che noi due stiamo benissimo insieme e che io ti amo
Joe.
-
Anche io ti amo – disse subito il giovane. - Tantissimo.
Sasha
abbassò il capo dispiaciuta.
-
Ma si è verificato un problema – disse lei. - E io devo
fare una scelta importante e credo di averne già fatta una.
Joe
aspettò con ansia la notizia, ma ciò che ricevette fu
un debole singhiozzo della ragazza.
-
Oh amore! - esclamò lui e cercò di abbracciarla, ma lei
si scansò e si alzò dal letto per non farsi avvicinare
da lui.
-
Non devi chiamarmi amore! - urlò lei. - Io ti sto per spezzare
il cuore, lo capisci o no? Dovresti odiarmi per quello che ti sto per
fare! - si coprì la faccia con le mani.
-
Perchè spezzarmi il cuore? - chiese lui con voce roca mentre
centinaia di possibilità iniziarono a vagargli per la testa.
Sasha
fece un respiro profondo.
-
Mi hanno offerto un ruolo in un famoso film che stanno per girare –
alzò la testa verso il ragazzo – come protagonista.
Joe
non capiva, era solo contento per lei, un film famoso, un'occasione
come protagonista … era tutto quello che Sasha aveva sempre
desiderato.
-
Qual'è la complicazione? - domandò. - Stai per fare un
film famoso, sono contento per te, non vedo problemi.
La
diciottenne lo guardò con occhi compassionevoli.
-
Non sarà girato a Los Angeles Joe.
-
Cosa scusa? - chiede il ragazzo.
Lei
fece un respiro profondo, come per prendere forza.
-
Si tratta di un film girato nell'800, il mio sogno ti ricordi? Il mio
agente ha scoperto di questa nuova realizzazione e mi ha fatto fare
un provino come attrice non-protagonista. Qualche giorno fa mi hanno
telefonato e mi hanno detto che mi hanno presa come protagonista!
Il
cantante restò immobile, senza cambiare l'espressione del bel
viso.
-
Nella pellicola ci saranno vari attori famosi, come Leo di Caprio,
George Clooney, Natalie Portman! E sarà girato in Sudafrica e
in Australia – continuò la ragazza con un velo di
tristezza mentre pronunciava l'ultima frase.
-
Per quanto? - chiese Joe guardandola. - Tre mesi?
Sasha
scosse la testa mentre una lacrima solitaria le attraversava il viso.
-
Un anno.
-
Ah – disse Joe semplicemente.
La
diciottenne gli si avvicinò.
-
Io non so te, ma non me la sento di avere una relazione a distanza.
Si trattasse di pochi mesi, ma è un anno Joe. E' troppo, non
riuscirei a tenere fede al mio impegno e lo sai, tu si ma io no –
ammise la ragazza.
-
Capisco – mormorò il vocalist sotto schock. - Fra quanto
dovresti partire?
-
Una settimana – sussurrò Sasha.
-
Così presto – il ragazzo chiuse gli occhi.
-
Non voglio che tu mi accompagni in aeroporto – disse lei. - Non
voglio vederti per tutto il tempo che resterò qui, sarebbe
troppo duro per entrambi.
-
Perciò questo è un addio? - domandò Joe
alzandosi e guardandola fissa.
-
Si Joe, mi dispiace tanto – e lui capì che era la
verità.
-
Anche a me – sussurrò il diciannovenne.
Sasha
si avvicinò e gli diede un leggero bacio su una guancia.
-
Ti vorrò bene per sempre.
-
Anche io Sasha, per sempre – si allontanò da lei e si
voltò un'ultima volta prima di uscire dalla stanza. - Addio.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** I miss you ***
Ciao!
Scusate,
scusate, scusate il catastrofico ritardo!! Scusate!! Davvero, mi
dispiace tanto, ma che vi posso dire? Non mi funzionava internet …
quelli della Vodafone sono stupidi.
Coooomunque
spero che questo capitolo vi piaccia … a me non molto, ma si
sa non mi piacciono i tre quarti dei capitoli che scrivo XD
Ed
ecco a voi i ringraziamenti:
jeeeee:
ti ringrazio di cuore amor per i complimenti, perchè davvero
era una giornata no e mi hai consolato. Grazie!
DarkViolet92:
già, povero Joe, sigh, quel povero ragazzo, ma vedrai, vedrai
cosa gli combino. Ah, comunque sotto c'è il mio avviso…
un bacione!
_KikyBlonde_:
allora, prima di tutto mi dispiace che questa storia non ti sia
piaciuta e mi voglio scusare io se ti ho fatto perdere tempo leggendo
una storia che, a quanto pare, alla fine non ti è piaciuta. Ho
capito i motivi per cui questa FF non ti piace e io stessa, prima che
tu mi scrivessi, avevo avuto dei ripensamenti su quel capitolo, ma
davvero non sapevo come fare altrimenti per fare capire che i
personaggi erano innamorati fra di loro. La storia del padre, sarà
anche banale, (questa non è
un'offesa nei tuoi confronti)
ma a me piace e sembra che piaccia anche a tutti gli altri lettori di
questa storia. Scusa se ti ho fatto perdere tempo. Un bacio!
Sbranina:
grazie mille per avermi lasciato quella stupenda recensione. Quando
l'ho letta mi si è davvero riempito il cuore di gioia …mm
non sto esagerando però, dico la verità!! Sono
contentissima che questa storia ti piaccia, davvero. Vorrei lasciarti
un ringraziamento un po' più lungo ma sono di fretta. Ti
voglio bene! Un bacione!
Potterina
Weasley: si si ormai ti conosco e non mi importa dei tuoi ritardi!!
Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e anche che ti
piacciano i testi delle canzoni che uso, e pensare che io trovo che,
a volte, non centrino niente con la storia e li metto solo per
inserire una canzone XD Spero che tu ti sia divertita con tua figlia,
anche qui a Milano c'è un sole che spacca le pietre!! No, non
lo sapevo che aspetti un maschietto, che bello!! Auguri ai figli
maschi, anche se di solito questa frase si dice ai matrimoni e io non
ho la più pallida idea di quello che significa … Hi hi,
come vorreste chiamarlo se non sono troppo indiscreta?? Un bacione!
Ti amo.
LoveJonasBrothers:
hi hi hi già Sasha se ne è andata e non ritorna più
… o almeno tornerà dopo un anno, due mesi, sette
giorni, tre ore, dodici minuti e quarantaquattro secondi …
vabbè lascia stare la mia pazza pazzia. Vedrai cosa combino al
povero Joe … IO ESSERE CRUDELE MHUAAAA!!
Capitolo
13. I miss you
-
Difendete i diritti dei polli! - urlò Lexi sventolando dei
volantini rossi alla folla di studenti che uscivano dalle proprie
classi.
-
Anche loro sono esseri viventi! - strillò una ragazzina dai
capelli corti, magra a minuta.
-
Ben detto, Josie! - si congratulò la rossa dandole un cinque
con forza. - Aiutateci a difendere i polli! Donate cinque dollari per
un'organizzazione che si occupa della loro difesa.
Diversi
ragazzi si misero a ridere.
-
Che avete da ridere? - si infiammò subito Lexi. - Se voi foste
al posto di quei poveri volatili indifesi non vorreste che qualcuno
vi aiutaste?
Il
gruppo di adolescenti continuò a ridere.
-
Alexandra la Pazza – commentò uno di loro.
La
sedicenne lo ignorò, avrebbe tanto voluto ribattere ma decise
che era meglio non farlo, non in quel momento per lo meno.
-
Ehi Lexi – la chiamò Josie voltandosi verso la ragazza.
- Se arriva Hanson che facciamo?
La
sedicenne sbuffò, Hanson sempre quello stupido preside di
mezzo.
-
Coinvolgiamo anche lui, non si sa mai magari anche lui vuole
proteggere i polli! - disse cercando di convincere la sua unica
amica, e se stessa, di ciò che stava dicendo.
-
Oh, va bene – disse Josie e tornò a rivolgersi agli
studenti della sua scuola, chiamandoli a gran voce.
-
Venite e donate cinque dollari per i polli! - urlò la
ragazzina.
-
Siate generosi! - la supportò Lexi, gridando alla folla. -
Solo cinque dollari, avanti mica chiediamo la luna!
Il
ragazzo idiota che prima aveva insultato Alexandra tornò
all'attacco e iniziò a sbandierare in aria i suoi quaderni.
-
Ehi ragazzi guardatemi! - urlò ai suoi amici, facendo finta di
essere la rossa. - Difendete i polli! Avanti! Su! Datemi cinque
dollari e vi ripagherò con ben altro – a quel punto
schioccò le labbra facendo un verso molto provocante.
Lexi
non ce la fece più, non era una ragazza molto paziente lei.
-
Ascolta un po' Jimmy – disse severa, - non vuoi proteggere i
tuoi simili?
Jimmy
arrossì di rabbia e vergogna.
-
Ti ha risposto per le rime la tipa! - disse uno degli amici di Jimmy.
-
Avrei un nome tipo! - gridò
la rossa nella sua direzione.
Il
gruppo di deficienti smise di ridere e si allontanò parlando a
bassa voce, ma fra tutte le parole che si dissero Lexi ne capì
solo tre.
-
Quella è matta – sussurrò Jimmy, cercando di non
guardarla.
Matta
e fiera di esserlo,
pensò dura la sedicenne ma decise di non dirlo ad alta voce,
aveva ben altro da fare che insultare quegli stupidi, viziati, senza
morale figli di papà e poi il fiato le serviva per dire i
diritti dei polli, non a insultare cinque deficienti.
In
quel momento Lexi vide sua sorella gemella che percorreva tutta
l'atrio con passo veloce per raggiungerla.
-
Oh mamma – sussurrò la rossa e si nascose sotto il
tavolo che aveva “preso in prestito”
dall'aula
di scienze che aveva avuto il buon senso di ricoprire con una
tovaglia.
-
Ehm Alexandra – disse Josie guardandola confusa, - che stai
facendo?
-
Sta arrivando mia sorella e se mi vede qui sono morta, se te lo
chiede io non ci sono! - mormorò spiando con un occhio la
posizione della sorella da sotto il tavolo.
-
Oh, okay … ciao Maggie! - esclamò Josie all'arrivo
della mora.
-
Ciao Josie, come va? - domandò Maggie sorridendo.
-
Bene, bene, stai cercando tua sorella? Perchè non era qui, è
in biblioteca a studiare per un test di letteratura! - mentì
pessimamente la ragazzina.
Lexi
si colpì la fronte con una mano, Josie era sempre stata una
pessima attrice.
-
Oh davvero? - chiese la gemella mora.
-
Si, in biblioteca, alla prossima ora ha un test di letteratura, te
l'ho detto – sorrise incerta Josie.
Ma
no, Jos!, pensò Lexi, io
e Maggie abbiamo storia insieme dopo! Siamo amiche da una vita
e non hai imparato neanche il mio orario!
-
Ah, ah – snocciolò Maggie, si mise in ginocchio come
volesse allacciarsi le Puma che portava e, invece, scostò la
tovaglia dal tavolo in cui si era nascosta la gemella.
-
Dimmi Alexandra – iniziò la mora, - o mi credi scema
oppure sei tonta tu.
-
Dai Maggie, non rompere – sbuffò la rossa uscendo dal
suo nascondiglio e rimettendosi in piedi.
-
Ti ho detto un milione di volte di fare queste benedette
manifestazioni fuori da scuola – spiegò per l'ennesima
volta Maggie.
-
E io la faccio a scuola, qualche problema? - domandò
Alexandra.
-
Oh io di sicuro non ne ho, ma sei tu che li avrai, Hanson sta
arrivando, ho sentito la Livingston che gli diceva che, a quanto
pare, “dei matti stanno conquistando la scuola ” - disse
Maggie scostandosi il ciuffo castano dagli occhi.
-
Caspita, quella è proprio fumata! - esclamò Lexi
grattandosi il naso.
-
Lasciamo stare gli scleri di quella donna per favore e parliamo del
fatto che tu e la qui presente Josie, dovete riportare questo tavolo
dove l'avete preso e sparire – disse la mora cercando di
assumere una posizione una volta nella vita.
La
rossa alzò gli occhi al cielo per la disperazione, voleva bene
a Maggie più di qualsiasi persona al mondo, ma quando iniziava
a dire cosa dovevano fare gli altri diventava insopportabile e c'era
un unica cosa da fare in quei casi: assecondarla.
-
Va bene, riporto 'sto coso nell'aula di scienze a farò finta
di fare la brava, va bene? - disse la minore alludendo al tavolo.
Maggie
sorrise.
-
Grazie Lexi – disse, cacciò una mano in taca e tirò
fuori dieci dollari. - Difendi quei polli, c'è bisogno che
qualcuno aiuti anche loro – e si allontanò con lo zaino
dell'Eastpak in spalla.
Le
labbra di Alexandra si curvarono in un sorriso, quella era sua
sorella.
Fino
a te ho aperto i miei occhi e vedo
fino
a te
amarti
è l'immenso per me
(Amarti
è l'immenso per me, Eros Ramazzotti)
A
quanto pare Matt è scemo, pensò
Maryl appoggiandosi con uno schianto al proprio armadietto
mentre Matt Dowson continuava a parlarle della festa che aveva in
programma quel sabato e a cui voleva che lei partecipasse. Non
ha capito che non mi interessa.
-
Verrà un famoso DJ, il cibo verrà preparato da uno chef
italiano e ci saranno anche della spogliarelliste! - esclamò
lui entusiasta.
-
Sai Matt, a meno che non si scopra che io sia omosessuale l'idea
delle spogliarelliste non mi attira – disse la bionda
guardandolo con aria scocciata.
-
Ma dai vieni! O il tuo ragazzo – quasi
sputò l'ultima parola, - non vuole che tu venga?
Giusta
ora lei doveva fingere di essere la fidanzata di Kevin, anche se il
suo cuore sembrava molto contento dell'alternativa ragazzo
senza “fingere”.
Calma,
si disse Maryl, ho capito Kevin mi piace, ma per la miseria
devo calmarmi!
-
Kevin si fida di me e mi lascia fare tutto quello che voglio –
disse la ventenne, - ma io non voglio venire alla tua stupida festa
Matt, per di più quel sabato sono impegnata – e si
allontanò ma lui la seguì da bravo rompiscatole che
era.
La
bionda a malapena trattenne uno sbuffo, Matt era così
insopportabilmente insopportabile, la seguiva ovunque, ogni giorno la
invitava da qualche parte, si proponeva di fare da baby-sitter a Lexi
e Maggie, come se ne avessero bisogno, e si preoccupava molto della
media scolastica della bella Maryl.
-
Ah, e cosa devi fare? - domandò il ragazzo, curioso.
-
Sarebbero fatti miei, Dowson – sibilò Maryl. - Comunque
resto a casa con le mie sorelle, ci affittiamo un film e mangiamo
pizza e dolci fino a vomitare, contento?
Stupido,
idiota, di un Matt Dowson.
-
Ehi, calmati dolcezza – sussurrò il ragazzo, - non fa
niente, posso annullare la mia festa e venire a casa tua, sono sicuro
che le tue sorelle, ehm Betty e Nixi, mi adoreranno.
Già
come una spina nel fianco, pensò
la ventenne.
-
Maggie e Lexi – lo corresse lei. - E no Matt, non annullare la
tua festa, tu vacci pure e sappi che nessuno può partecipare
al sabato sera della sorella Campbell, nessuno.
-
A parte Kevin? - domandò Matt.
-
No, neanche Kevin può venire – sbottò la bionda,
- ora scusami, ho un'altra lezione – e lo lasciò nel bel
mezzo del corridoio a pensare sulle sue parole.
Se
fosse stato per Maryl avrebbe tranquillamente preso la sua borsa di
Gucci che aveva comprato il giorno prima e sarebbe andata in giro per
negozi a fare spese pazze, d'altronde suo padre le ricaricava la
carta di credito con più di trecento dollari a settimana. Per
ora la carta era stata ricaricata due volte, la prima il giorno dopo
che Peter era partito per Miami, la seconda il giorno in cui la
ragazza aveva comprato la nuova borsa di Gucci.
Ma
la bionda non poteva lasciare la scuola in quel momento, aveva una
lezione di Diritto che non poteva perdersi soprattutto perchè
doveva recuperare l'orribile voto che aveva preso nell'ultima
verifica.
La
scuola per Maryl non andava bene, continuava a calare e, anche se i
professori continuavano a sperare in un miglioramento, la ragazza
sapeva che sarebbe solo peggiorata. Ormai tutte le lezioni le
sembravano difficilissime, non riusciva più a seguire una
professoressa che spiegava un nuovo argomento per più di dieci
minuti.
Non
sapeva neanche lei il perchè di quel cambiamento, fino a
qualche mese prima era stata l'orgoglio di quella scuola, sempre con
ottimi voti e note di merito, e poi era calata improvvisamente; certo
qualche mese fa non aveva scoperto che c'era un'università di
Moda&Designer a qualche chilometro di distanza da casa sua e ora,
ogni volta che ci passava davanti, aveva la tentazione di entrare in
quell'istituto e di iscriversi ai corsi lì tenuti.
-
Signorina Campbell vuole entrare in classe per favore e onorarci
della sua presenza o deve stare sulla soglia di quest'aula fino alla
fine dei suoi giorni? - domandò la professoressa Gregory a
Maryl, strappandola ai suoi pensieri.
-
Certo, mi scusi – disse la ragazza, entrò in aula e si
sedette al suo solito posto, in prima fila.
-
Bene ora iniziamo la lezione – annunciò la Gregory con
un sorrisetto e iniziò a spiegare; come da copione dopo
qualche minuto Maryl si perse nei suoi pensieri e non riuscì
più a seguire una parola della spiegazione della prof
nonostante la sua buona volontà.
La
bionda si risvegliò solo al suono della campanella, si alzò
e fece per uscire dalla classe.
-
Signorina Campbell – la chiamò la Gregory. - venga qui
un un minuto.
Maryl
si avvicinò alla prof camminando piano.
-
Si prof? - domandò con una timidezza degna di Maggie.
La
Gregory la guardò attraverso gli occhiali rettangolari.
-
Maryl cosa ti sta succedendo? - chiese con voce dolce senza darle del
lei come di solito faceva.
-
Perchè? - domandò la ragazza piuttosto innocentemente.
-
Suvvia, è da mesi che i tuoi voti non fanno che calare, non
sei attenta in classe e non segui le lezioni – disse la prof. -
E' successo qualcosa?
Maryl
sapeva che la fama della Gregory era quella di saper trattare gli
studenti come figli suoi, ma credeva fosse solo una leggenda
metropolitana.
La
bionda alzò le spalle.
-
E' un periodo un po' così prof – sussurrò.
La
Gregory le sorrise.
-
Chiamami Myrtle, Maryl – disse. - Avanti sediamoci qui e
spiegami – e si sedette sulla sua sedia mentre la ventenne ne
prendeva una da un banco in prima fila e la sistemava davanti alla
cattedra.
-
Forza, raccontami, perchè è un periodo nero per te? -
chiese Myrtle. - Hai dei problemi con il tuo ragazzo?
Maryl
ignorò il fatto che una professoressa non dovesse impicciarsi
dei problemi personali dei suoi studenti e raccontò con
tranquillità.
-
No, io non ho un ragazzo – arrossì, per lei dirlo era
come confessare un crimine orrendo.
-
Oh – disse la Gregory, - mi aspettavo il contrario, ma allora
cosa c'è che non va?
La
bionda guardò la propria professoressa e le disse ciò
che pensava senza peli sulla lingua.
-
Odio legge.
Myrtle
parve sorpresa.
-
Non la posso soffrire – continuò le ventenne, - non mi è
mai piaciuta.
-
Scusa Maryl, ma allora perchè hai scelto questo indirizzo
universitario se legge non ti interessa? - chiese Myrtle.
-
Beh l'ho fatto per mio padre – sussurrò lei, - volevo
che fosse fiero di me.
La
Gragory non volle approfondire l'argomento sulla famiglia e tornò
sulla scuola.
-
Cosa ti piacerebbe fare, allora?
Maryl
la fissò, rossa in viso.
-
Vorrei fare la stilista – ecco l'aveva detto, le sembrò
di essersi libera di un grosso fardello.
-
Oh ma allora è semplice! - esclamò Myrtle. - Ho qualche
contatto in qualche università qui vicino che include Moda nei
suoi corsi, se mi dai qualche tuo disegno posso farlo vedere ai miei
colleghi e, forse, riuscirai a entrare.
Maryl
scosse la testa.
-
No, grazie, mio padre non approverebbe. Vorrei, davvero, ma no grazie
– spiegò la ragazza.
-
Non puoi per sempre assecondare i tuoi genitori Maryl – disse
saggiamente la Gregory. - Prova a chiedere il permesso a tuo padre. –
prese i suoi libri e fece per uscire dalla classe – E poi
tentar non nuoce, no? - e uscì.
In
una gioia che fa male di più
della
malinconia
ed
in qualunque sera ti troverai
non
ti buttare via
(La
vita è adesso, Claudio Baglioni)
-
Joe non puoi passare il resto della tua vita nella tua camera –
disse Kevin bussando alla porta della stanza del fratello con
delicatezza.
-
Si invece – rispose la voce del mezzano soffocata contro il
cuscino, - la mia vita è finita!
-
Non essere così melodrammatico – disse il maggiore.
Da
una settimana Joe passava le sue giornate nella sua camera,
pretendendo che la cena gli fosse portata davanti alla porta, usciva
solo per andare in bagno.
Quel
giorno era il peggiore di tutti dato che Sasha era partita quella
mattina.
La
ragazza aveva mantenuto la sua promessa, non aveva mai chiamato Joe o
era andata a fargli visita creando in entrambi un dolore
incalcolabile.
-
Joe è passata una settimana ormai – provò Nick
sapendo perfettamente che una settimana non era abbastanza per
superare la fine di una storia d'amore.
Ciò
che il sedicenne e il ventunenne ricevettero furono un singhiozzo e
un urlo disperato.
-
Dai Joe! Così fai stare male tutti! - disse Frankie. -
Facciamo così, non ti chiederò più il favore che
mi dovevi per la parolaccia che hai detto.
Caro,
piccolo, dolce Frankie.
Il
diciannovenne non rispose e cacciò la testa sotto il cuscino.
-
Quale parolaccia avrebbe detto? - domandò Paul Kevin Jonas
Senior ma tutta la famiglia lo ignorò deliberatamente.
-
Joseph, tesoro, dai fammi entrare – lo pregò Denise con
voce dolce.
Il
ragazzo non rispose, ma gemette e ricominciò a frignare.
Tutta
la famiglia Jonas sospirò in contemporanea.
-
Ti prego, fammi entrare – ritentò Denise.
Joe
gemette, dolorante.
-
Joseph, figliolo, cosa possiamo fare per farti stare meglio? - chiese
Paul Kevin Senior.
-
Cancellate quello stupido film di cui Sasha è protagonista e
fatela tornare a casa! - esclamò il mezzano.
Kevin
alzò gli occhi al cielo.
-
Joe, ragiona, come possiamo fare per cancellare un film in
programmazione? - gli domandò cercando di farlo ragionare. -
Non abbiamo mica tutto questo potere!
-
Ma che ne so! Chiamate l'FBI, Barack Obama, fateli scendere da
quell'aereo a costo di farlo precipitare! - urlò il
diciannovenne.
Frankie
trattenne a mala pena un sorriso, Nick e Kevin alzarono gli occhi al
cielo e i coniugi Jonas scossero piano la testa.
-
Non possiamo far precipitare un areo – disse Paul Kevin Senior.
-
Appunto! Come potremmo fare poi? - chiese stupidamente Nick.
Il
maggiore lo guardò.
-
Vuoi dire che ci avevi pensato? - domandò.
-
No – disse il sedicenne senza guardarlo negli occhi. - Come
potrei?!
Frankie
bussò di nuovo alla porta di Joe.
-
Fratellone mi fai entrare? Sono circondato da idioti! - esclamò
il piccolino.
-
Frankie non si dicono le parolacce! - lo rimproverò Paul Kevin
Senior.
-
Ma questa parolaccia me l'ha detta Joe! - si difese il bambino.
-
Non si dicono comunque – disse Denise per placare le acque.
-
Joe vuoi uscire, allora? - domandò Nick, paziente.
-
No! - urlò il mezzano.
-
Ho capito, devo chiamare i rinforzi! - disse Kevin prendendo il
cellulare e componendo un numero.
Le
mie mani sono vuote ma
io
non nascondo l'amore che sento
da
sempre per te
in
fondo all'anima non so perchè
io
vorrei stringerti
(Non
so che darei, Alan Sorrenti)
-
Bene la scuola è finita quindi possiamo andare a protestare
tranquillamente in giardino, che ne dici Josie, ci stai? - chiese
Lexi uscendo da scuola con il sorriso sulle labbra.
-
Certo, va bene – annuì non troppo convinta lei guardando
a terra. - Solo che ...
-
Si? - domandò la rossa.
-
Beh avrei un appuntamento con John – sussurrò la ragazza
dai capelli scuri arrossendo di botto.
-
E tu non me l'hai neanche detto! - esclamò Maggie che
camminava a pochi passi di distanza dalle due amiche.
-
Beh non è molto importante – mormorò Josie.
-
No, non è importante, di più – esclamò
Lexi. - Potevi dirmelo che uscivi con lui, però.
Josie
arrossì ancora di più e continuò a osservare le
sue Nike.
-
Ecco, non sapevo come dirtelo – disse la ragazzina, - ma se
vuoi non ci esco, non c'è problema – si affrettò
ad aggiungere Josie.
-
Scherzi? Tu ci esci con lui, vi fate il filo da secoli – le
ordinò Alexandra, a volte riusciva a sembrare una ragazza
normale.
-
Ah, grazie Lexi, sei un'amica – esclamò la ragazzina con
il sorriso sulle labbra.
-
Modestamente – si vantò la rossa, quando il suo
cellulare squillò con il suo solito rumore acuto e penetrante.
La
ragazza lo prese a guardò il numero del mittente.
-
Chi è? - chiese Maggie alla gemella.
-
Kevin – rispose la rossa e rispose al cellulare.
-
Chi è Kevin? - domandò Josie.
-
Un amico – la liquidò in fretta la mora. - Ora vai a
prepararti per quell'appuntamento, muoviti!
Josie
non se lo fece ripetere due volte e se ne andò, saltellando.
-
Ciao Kev! - lo salutò Alexandra.
-
Ehi Lexi, come va? - chiese il ventunenne.
-
Bene – rispose la rossa, - da voi? Joe come sta?
-
Ehm … non bene purtroppo, è ancora distrutto per la
storia di Sasha – spiegò Kevin.
-
Oh.
Nell'ultima
settimana Lexi era stata l'unica ad essere riuscita a parlare con
Joe, sarà stato che l'aveva minacciato di morte, fatto sta che
con lei il diciannovenne parlava, e anche tanto.
E
nell'ultima settimana Alexandra aveva capito di essere realmente
innamorata di Joe, non lo pensava perchè le era stata messa la
pulce nell'orecchio da Maggie, ma perchè
aveva capito che era impossibile non amare una persona come Joseph
Adam Jonas, era troppo dolce per essere odiato.
-
Non vuole uscire dalla sua camera, non potresti venire tu? - chiese
il maggiore dei Jonas.
-
Certo! - esclamò Lexi. - Subito! Immediatamente! Sto già
arrivando! - forse era stata un po' troppo entusiasta.
Kevin,
infatti, ridacchiò.
-
Va bene, ti aspettiamo.
-
A fra poco – e lei mise giù. - Maggie a sta sera.
-
Dove vai? - chiese la gemella.
-
Vado a convincere un deficiente a uscire dalla sua tana! - gridò
mentre correva via, andando verso il suo paradiso.
Quindici
minuti dopo la sedicenne bussò alla porta di casa Jonas con
fare insistente.
-
Si, chi è? - chiese una voce dall'interno, una voce femminile.
-
Sono Lexi! - rispose la rossa e la porta si aprì mostrando
Denise Jonas.
-
Ciao Alexandra! - la salutò la signora Jonas con un sorriso.
-
Ciao Denise, sono venuta per Joe, è ancora nella sua tana? -
chiese la sedicenne.
La
signora Jonas aveva capito ben presto, fin dal suo primo incontro con
la ragazza, che era una signorina tutta pepe e ne aveva subito
apprezzato i pregi per evitare di capire tutti i suoi difetti.
-
Si – disse Denise scuotendo la testa. - Si rifiuta di uscire.
-
Non preoccuparti, lo faccio uscire io – disse Lexi con un
sorriso, senza darle del lei.
La
signore Jonas sorrise.
-
Sai dov'è la sua stanza.
-
Grazie – sorrise Alexandra e salì le scale per arrivare
alla porta della camera dell'amico.
-
Joe! - esclamò ad alta voce bussando con forza sulla soglia. -
Se non mi apri butto giù io la porta e non scherzo! Non ci
metterò molto a trovare qualcosa in questa specie di reggia in
cui vivi che serve per buttare giù le porte!
Kevin
e Nick, che avevano subito riconosciuto la sua “calmissima”
voce quando aveva iniziato a bussare alla porta del fratello la
raggiunsero.
-
Già – annuì Kevin.
-
Abbiamo una motosega in cantina - aggiunse Nick.
-
Bene, grazie dell'informazione Nick, userò quella motosega per
farti tutte le atrocità che si vedono nel film “Non
aprire quella porta” e se tu, Joe, hai visto quel film sai di
cosa parlo! - continuò a minacciarlo Lexi.
-
Okay, ti apro, un attimo – si affrettò a dire il
mezzano, aprì la porta e fece entrare Lexi, facendo restare
fuori i due fratelli che ne rimasero alquanto offesi.
La
camera di Joe era semi buia e completamente distrutta, molti vestiti
erano buttati per terra, il letto era totalmente disfatto e nella
stanza aleggiava un orribile odore di chiuso.
Senza
aspettare il permesso del proprietario della camera si avvicinò
alle finestre e le spalancò.
Joe
la lasciò fare.
-
Ascoltami bene – iniziò Lexi – così ti
rovini, te l'ho già detto ieri e l'altro ieri e una settimana
fa. Non puoi vivere qui dentro per sempre, devi uscire dal guscio,
conoscere gente nuova!
-
E io ti ho già detto ieri, l'altro ieri e una settimana fa che
non mi interessa conoscere gente nuova, io voglio la mia Sasha –
frignò Joe.
-
Per la miseria Joe, sveglia, non so come fartelo capire ma lei
se n'è andata! Ora si
trova in Australia o dove diavolo doveva andare e non è qui
con te! So di essere brusca ma è così ed è
inutile che tu stia qui a piangerti addosso mentre lei se ne sta su
una spiaggia a prendere il sole e a spassarsela con Leonardo di
Caprio! - esclamò Lexi. - Devi uscire.
-
Non voglio.
-
Joe, il mio non era un consiglio, ma un ordine, fatti una doccia,
vestiti e ora esci con me, subito! - ordinò la rossa.
-
E se io non volessi?
-
Non mi importa cosa vuoi e non vuoi, Jonas. Ma con questo tuo stupido
comportamento fai stare male tutti i membri della tua famiglia, anche
me – ammise Alexandra.
-
Sul serio? - chiese Joe dopo essersi soffiato il naso in un
fazzoletto tenendo gli occhi bassi.
-
Si – arrossì Lexi.
-
E con che genere di ragazze dovrei uscire? - chiese il diciannovenne.
-
Non lo so – disse la rossa. - Ma forse la ragazza che cerchi è
già sotto il tuo naso.
Joe
alzò gli occhi e la guardò come se fosse la prima
volta. E capì.
E
se fosse stata lei la ragazza con cui sarebbe dovuto uscire?
Continua
…
AVVISO
PER FAVORE LEGGETE QUI!!
Ciao
ragazze,
spero
di avere la vostra cortese attenzione, ma una mia amica,
Darkviolet92, mi ha chiesto di farvi sapere che ultimamente non ha
aggiornato la sua FF a causa della scuola e mancanza di ispirazione,
ma comunque non appena la scuola finirà si metterà
d'impegno per aggiornare almeno tre capitoli.
Grazie
ragazze!!
Vi
voglio bene,
Maggie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Love&Hate ***
Eccomi
qui!
Allora
passo subito ai ringraziamenti, ma prima volevo ringraziarvi perchè,
anche se nello scorso capitolo mi sono dimenticata, ho raggiunto le
100 recensioni!! E ora le ho anche superate, grazie!
Ecco
a voi i ringraziamenti:
Melmon:
grazie per la recensione!! E' davvero bella! La scena della motosega
mi è venuta in mente quando le mie amiche, per il mio
compleanno mi hanno fatto vedere “Non aprire quella porta”,
insomma era ovvio che il giorno di San Valentino non si possono
vedere film romantici … Un bacione!
ada12:
grazie mille, dimmi cosa pensi di questo! Un bacione!
Claky:
bene spero che tu e Joe vi divertiate!! Come ti ho già scritto
nella mail noi due, in poche parole, siamo cognate!! Ciao cognatina!!
Grazie per essere passata da me! Un bacione!
DarkViolet92:
dai così mi fai arrossire!! Grazie di tutto e figurati
dell'avviso, è stato un piacere! Un bacione!
jeeeeee:
ciao amor! Spero che anche questo capitolo ti piaccia perchè
ne succederanno delle belle … è ufficiale io sono
SADICA!! Un bacione tesoro!
_FrancySoffi_:
grazie mille per la recensione e figurati anche se era mini …
spero che anche questo chappy ti piaccia. Un bacione! Nyam: grazie
per avermi lasciato una recensione … anche io preferisco Nick
(mi sa che era ovvio ….), un bacione!
Potterina
Weasley: ciao amore! Come ti va? Figurati per il ritardo, e non sai
quanto sia felice per il fatto che questa storia ti piaccia tanto *-*
mi fai arrossire!! Maryl si sveglierà pian piano, ma molto
piano!! E sappi che anche io mi dico tutti i giorni “pazza e
fiera di esserlo”. Un bacione! Ti amo
Cry_94:
sono iper contente che questa storia ti piaccia!! Davvero mi hai
fatto arrossire!! Grazie per i complimenti!! Un bacione
Capitolo
14. Love&Hate
Lexi
aspettò Joe in salotto, seduta sul bracciolo del divano e
mentre sbirciava con un occhio la partita di basket che il signor
Jonas stava guardando, accarezzava distratta la testa di Elvis il
cucciolo di golden retriver di Nick.
-
Sono davvero contento che Joe ti frequenti, sai Alexandra? - chiese
Paul Senior voltandosi verso la ragazza.
-
Grazie signor Jonas – rispose la rossa che, al contrario che
con Denise, gli dava del lei. - Tengo davvero molto a Joe, è
un ragazzo davvero fantastico, a volte.
-
Già – disse Paul annuendo, - a volte è
insopportabile, per esempio in questo periodo, da quando Sasha l'ha
lasciato, ma lo capisco.
Lexi
annuì.
-
Devo ammettere che quando ho conosciuto Joe, all'inizio non lo
sopportavo, non lo potevo vedere! - ammise.
-
Davvero?
-
Si papà e io non potevo vedere lei – disse il mezzano
intromettendosi scendendo le scale due gradini alla volta con una
giacca di jeans alla mano e un paio di occhiali da sole nell'altra.
-
Oh capisco – tossì Paul Senior, - sono contento che sei
uscito dalla tua stanza, tua madre è uscita a fare la spesa,
tornerà fra poco.
-
Va bene – sussurrò Joe. - Noi usciamo.
-
Benissimo – disse il signor Jonas, - divertitevi.
-
Lo faremo di sicuro signore – lo salutò Lexi, -
arrivederci!
-
A presto Alexandra, a dopo Joe – sentirono dire la rossa e il
mezzano prima di richiudere la porta dietro di loro.
I
due percorsero il vialetto di casa Jonas in totale silenzio, lei
camminava guardando Joe di sottecchi e lui teneva gli occhi bassi.
Dopo
vari giorni di maltempo il sole era tornato a splendere su Los
Angeles, tornando ai suoi soliti trenta o quaranta gradi, ma la
pioggia era stata solo un bene, l'aria si era rinfrescata e profumava
leggermente di pulito.
-
Allora che ti va di fare? - chiese Lexi, cercando un argomento di
conversazione.
-
Non lo so – disse Joe fissandola, - tu che fai di solito quando
esci?
-
Vado dove capita con Maggie o Josie, una mia amica – spiegò
lei, - non faccio mai niente di preciso, ma la cosa che mi piace di
più è andare al parco.
-
Bene, andiamo al parco allora – disse Joe avviandosi.
-
Daccordo – disse Lexi.
Il
tragitto che separava il parco da casa Jonas era di soli dieci minuti
ma in quel tempo la ragazza raccontò a Joe della sua giornata,
della sua campagna per i polli, e di quanto, a volte, trovasse
insopportabile Maggie.
-
Tra te, Kevin e Nick invece è tutto diverso, vero? - domandò
la rossa. - Insomma si vede che siete proprio uniti.
-
Si, lo siamo – annuì Joe, - ma anche te, Maggie e Maryl
lo siete.
-
Un po' meno – disse Lexi. - Ma comunque ci vogliamo un bene
dell'anima.
-
Ci mancherebbe altro, altrimenti – commentò lui.
La
sedicenne sorrise all'amico/potenziale fidanzato/cantante famoso e
continuò a camminare con il sorriso sulle labbra.
-
Perchè sorridi? - chiese il diciannovenne guardandola.
-
Oh, niente, è una bella giornata – commentò Lexi.
Lui
la fissò senza crederle e si infilò gli occhiali da
sole e sorrise anche lui.
-
Perchè sorridi? - lo scimmiottò Lexi.
-
Oh, niente, è una bella giornata – ripeté lui,
prendendola in giro.
La
rossa scosse la testa.
-
Stupido.
-
Eh, sono fatto così – commentò il diciannovenne.
-
Vedo che hai una grande stima di te stesso, continua così, è
essenziale per fare interviste in diretta nazionale! – esclamò
ironica Lexi.
Joe
la osservò, i capelli al vento, gli occhi che le brillavano,
il suo modo di aggiustarsi la chioma ramata con un gesto semplice ed
elegante.
-
Che mi guardi, maniaco?! - esclamò Alexandra ridendo.
-
Scusa, pensavo – mentì Joe.
-
Oh! Joe Jonas che pensa? Evento più unico che raro –
continuò a ridere lei.
-
Ridi ridi tu – disse Joe, - meno male che siamo amici.
Lexi
lo guardò con il sorriso sulle labbra e si avvicinò di
qualche passo verso di lui.
-
Magari potremmo essere più che amici – propose, e lo
baciò.
Vorrei
un amore non da manuale, amore che fa stare bene Sentimenti,
sensazioni, emozioni e… l'incontenibile
(Amore
Incontenibile; Studio 3)
-
Sei passata dal signor Raynolds? Dalla signora Chutman? E ti sei
ricordata di inviare gli inviti per il ballo che organizza l'ospedale
alla famiglia Backet? Quelli sono pieni di soldi faranno di sicuro
qualche donazione – chiese Kelly, una ragazza robusta dai i
capelli scuri, a Maggie mentre la ragazza si toglieva il grembiule
bianco che indossava.
-
Ho già fatto tutto, stai calma Kelly, questo ballo ti farà
venire una crisi isterica – disse guardandola con attenzione. -
Non ti preoccupare andrà benone!
-
Facile a dirlo – biascicò asciutta Kelly, - ho una
settimana e sono molto indietro, sarà un miracolo se riesco a
sistemare tutto in tempo, il catering non
mi richiama e il negozio di fiori ha detto che forse non riuscirà
a consegnarci le composizioni che ho richiesto. Devo anche scegliere
se comprare una statua di ghiaccio oppure un cespuglio a forma di
animale … insomma è tutto un casino!
-
Calmati! Ce la farai benissimo, ma se vuoi ti aiuto – disse
Maggie, non era capace di negare il proprio aiuto a una persona,
anche se non le era stato chiesto.
-
No, non ti preoccupare – disse la ragazza scuotendo la corta
chioma scura. - Io vado a casa, ci vediamo Maggie.
-
Ciao Kelly – la salutò la mora e prese il suo cellulare
dal tavolo su cui l'aveva poggiato, per poi infilarselo nella tasca
dei pantaloni.
Inevitabilmente
i suoi pensieri imboccarono una nuova strada chiamata, chissà
perchè, “Nick Jonas”.
Quel
ragazzo era senza dubbio fantastico, simpatico, a volte scemo,
divertente … lui era perfetto.
Per
di più era il primo ragazzo per cui Maggie provasse qualcosa
del genere, un sentimento che si poteva chiamare “amore”.
Alla mora erano piaciuti un altro paio di ragazzi, anche se non era
mai stata con nessuno dei due, ma nessuno in modo così intenso
come con Nicholas.
Non
poteva ben definire quello che provava quando lo vedeva, sentiva il
cuore battere forte, si sentiva arrossire e nella sua testa faceva
tante acrobazie; e quando lui non c'era lo pensava continuamente.
-
Buongiorno! - urlò una voce dietro di lei facendola sobbalzare
e voltare con uno scatto.
-
Nick! - gridò Maggie vedendolo dietro di lei, ancora
spaventata ma più che altro divertita.
Il
cantante fece un grande sorriso e si avvicino all'amico con passo
veloce.
-
Ti ho spaventata? - chiese.
-
No! - mentì Maggie e gli diede le spalle il più
velocemente possibile per non fargli notare che arrossiva.
-
Ah ah – annuì Nick, senza cascarci.
-
Che ci fai qui? - variò il discorso la mora.
Nick
sbuffò, come se la sua intenzione dovesse essere ovvia.
-
Ti sono venuto a prendere, no? - spiegò il sedicenne.
-
Ah, ma io devo passare un attimo in biblioteca, ho dimenticato il mio
libro di scienze lì quando studiavo e domani lo devo portare a
scuola – disse Maggie mortificata. - Mi dispiace che tu abbia
fatto così tanta strada per niente.
-
Se consideri tanto un quarto d'ora di cammino – commentò
Nick, - e comunque ti accompagno in biblioteca, non ho tanto da fare.
-
Nick non ti scomodare! - lo pregò la ragazza.
-
Io? Scomodare? Non mi scomodo affatto, mi fa solo piacere –
disse il sedicenne.
Maggie
lo guardò, incerta.
-
Sicuro? - chiese.
-
Certo! Forza andiamo – disse lui e insieme si avviarono.
Il
ragazzo la fissò mentre lei teneva gli occhi bassi, il viso
ancora rosso di vergogna e un sorriso sereno che le si era dipinto
sul volto.
Nick
sospirò, Maggie gli piaceva troppo, ma non poteva rischiare di
rovinare la loro amicizia dicendoglielo.
-
Allora, che hai fatto oggi? - gli domandò la ragazza,
strappandolo dai propri pensieri.
-
Oh, non molto, ho passato la giornata davanti alla porta della camera
di Joe nel tentativo di farlo uscire, ma niente. Poco fa è
venuta Lexi però, sono andati a fare una passeggiata –
spiegò lui.
-
Ah, se la passa ancora male, vero? - chiese Maggie a bassa voce.
Nick
annuì.
-
Poverino – commentò la ragazza.
-
Già – sussurrò il ricciolino.
Fecero
qualche altro passo in silenzio.
-
Credo che a Lexi piaccia Joe – buttò lì Maggie
come se niente fosse.
-
Cosa?! - domandò Nick stupefatto.
-
E' solo una supposizione – si affrettò ad aggiungere la
ragazza, - ma conosco mia sorella e non si è mai comportata
così da quando conosce Joe.
Nick
ci pensò un po' su e provò a trovare qualche
atteggiamento strano da parte di Lexi nei confronti di Joe e in
effetti, da due settimane a questa parte, la rossa si comportava in
modo molto protettivo.
-
Non ci avevo mai pensato – ammise infine, - ma hai ragione.
Maggie
sorrise, contenta che non la trovasse stupida a pensare una cosa del
genere e continuò a camminare con il sorriso sulla faccia.
Solo
dopo qualche centinaio di metri si accorse che qualcuno li seguiva a
bordo di una macchina a vetri oscurati, con un uomo con un paio di
occhiali da sole che gli ricoprivano gran parte del volto, sporto da
un finestrino che li fissava e gli scattava delle foto.
Non
le ci volle molto per fare due più due e capire chi era.
-
Paparazzo a ore cinque – sussurrò a Nick, il quale si
voltò di scatto e sorrise al fotografo.
-
Mi mancava questa – sbuffò, - vado a parlare un attimo
con lui, non ci dovrei mettere molto.
-
Ah, okay – bisbigliò la mora, rossa in viso.
Nick
le sorrise sardonico.
-
Non ti preoccupare – le disse, poi si voltò e salutò
il fotografo con un caloroso “Buongiorno”.
La
costruzione del mio amore mi piace guardarla salire come un
grattacielo di cento piani o come un girasole
(La
costruzione di un amore; Ivano Fossati)
Maryl
scosse la lunga chioma bionda e si aggiustò gli occhiali sul
naso, sbottonò un bottone della scollatura della maglietta e
sorrise provocante allo specchio.
-
A volte so essere davvero irresistibile – si disse mentre si
infilava una mano nei blue jeans e ne tirava fuori un lucidalabbra.
Se
lo passò sulle labbra carnose e lo appoggiò sulla
mensola del bagno.
Aspettava
quel momento da ore, precisamente da quando Kevin l'aveva chiamata
mentre usciva dall'università dicendole che sarebbe venuto a
prenderla alle cinque per andare a fare una passeggiata insieme.
Non
sarò io a fare il primo passo, pensò con un
sorrisetto, ma quando mi vedrà gli verrà subito
la voglia di mettersi con me!
In
effetti Maryl in quel momento era molto affascinante, più del
solito, la maglietta era firmata Chanel e i jeans erano di Levis,
vestiti che per comprarli erano costati al signor Campbell un occhio
della testa.
Il
campanello suonò.
-
Arrivo! - trillò Maryl, afferrò una piccola borsa di
Gucci e aprì la porta di casa.
Kevin
Jonas salutò la sua amica con un'espressione a metà fra
quella che ha un pesce lesso e un sorriso.
-
Maryl – deglutì lui, - stai benissimo.
La
ragazza sorrise vanesia.
-
Grazie! Andiamo? - propose e uscì di casa, muovendo il fondo
schiena tipo modella.
-
Ehm … va bene – disse Kevin e la seguì fino al
proprio SUV.
Maryl
ridacchiò come una ragazzina alla quale mancava qualche
rotella e si sedette sul sedile anteriore, affianco a quello
dell'autista.
Kevin
la guardò con aria strana e accese la macchina.
-
Allora – cinguettò la bionda, - come stai?
-
Bene – disse il ventunenne guardando la strada, - tutto bene,
grazie.
-
Sono contenta! - esclamò con voce seducente.
Kevin
la fissò un istante e scosse la testa, contrito.
Con
ogni probabilità Maryl aveva avuto una giornata storta, oppure
molto felice, o comunque una giornata strana. Non si era mai
comportata con quell'aria da ochetta.
-
Dove mi porti? - chiese la ragazza sbattendo le folte ciglia.
-
Andiamo a fare un giro, magari prendiamo un gelato – disse
Kevin.
In
caso il tuo comportamento sia a causa di una grande mancanza di
zuccheri, aggiunse mentalmente.
-
Bene! - trillò lei. - Io prenderò la granadilla, sai è
il frutto della passione.
Oh.
Mio. Dio, pensò Kevin e fermò la macchina di colpo.
-
Che stai facendo? - domandò all'improvviso Maryl con un tono
di voce che a Kevin parve così familiare.
-
Scopri le carte Maryl, che ti sta succedendo? - chiese lui con fare
brusco.
-
Io non ho niente! - ribatté lei incrociando le braccia al
petto e tornando la ragazza di sempre.
-
Ti comporti peggio di un'oca giuliva – spiegò Kevin, -
hai avuto una giornata no?
La
ventenne lo fissò con aria truce.
Come
dirgli che gli stava facendo il filo? Meglio mentire, o perlomeno
raccontare una parte di verità.
-
Si, è stata una giornata no, l'ennesima – sussurrò
la bionda.
-
Perchè? Cosa ti è successo? - chiese Kevin apprensivo.
- Di nuovo quel Matt? Guarda che se vuoi possiamo tranquillamente
fingere di sposarci, così non ti darà più
fastidio!
-
Ma no, che dici! - disse lei distogliendo lo sguardo da lui. - Matt
fa poco o niente, rompe ma è sopportabile. I miei problemi
sono con la scuola.
-
Oh, va sempre peggio? - domandò il ragazzo con aria
comprensiva.
Lei
annuì.
-
Credo che lascerò legge e mi iscriverò a Moda&Design,
è la scelta migliore – disse Maryl con risolutezza.
-
Fai bene – disse Kevin, - è la tua vita e devi viverla
al meglio.
Maryl
annuì felice.
-
Allora andiamo? Mi sa che al posto del gelato mi prendo un frappè
al cioccolato! - esclamò la ragazza.
-
Beh allora io ne prendo uno alla crema!
Maryl
sorrise a Kevin, perchè con lui tutto andava meglio.
Aver
paura di innamorarsi troppo
non
disarmarsi per non sciupare tutto
non
dire niente per non tradir la mente
(Aver
paura d'innamorarsi troppo; Lucio Battisti)
Joe
strinse Lexi alla vita e la baciò con foga, mentre nella sua
testa un milione di emozioni gli esplosero in testa: felicità,
allegria, confusione, sorpresa, ma soprattutto paura.
E
fra tutte era proprio la paura a prevalere: paura di non essere
all'altezza di Lexi, paura di farla soffrire … di soffrire, di
soffrire come con Sasha.
Paura,
anche, perchè Lexi non poteva stare con lui, non poteva!
Con
un gesto leggero ma allo stesso tempo brusco la allontanò da
sé.
Lexi
lo guardò con un sorriso a metà e si avvicinò
ancora una volta a lui, porgendogli le sue mani.
-
No, no – disse Joe con forza, - ho sbagliato, non dovevo
baciarti.
Il
sorriso di Lexi le si sciolse sul viso e la sua espressione divenne
di puro sbalordimento: come poteva dirle una cosa simile?
-
Cosa stai dicendo? - domandò la ragazza cercando di trattenere
la rabbia, quello che Joe le stava dicendo doveva essere solo un
errore.
-
Non dovevo baciarti, scusami – disse Joe abbassando gli occhi
sul terreno.
-
Scusarti? Perchè non dovevi baciarmi? - chiese la rossa mentre
la sua voce saliva di un'ottava.
Il
diciannovenne la guardò; come dirle cosa pensava? Come dirle
ciò che doveva? Le avrebbe spezzato il cuore.
-
Non possiamo stare insieme – riprese il cantante.
-
Idiota dimmi perchè! - ordinò lei, più
arrabbiata che mai.
-
Sono troppo grande per te – spiegò Joe.
Lexi
lo fissò, mentre una lacrima di rabbia le rigava il viso e
spariva nella maglietta.
-
Che scusa cretina! Stronzo! - gridò. - Sei un deficiente!
Joe
incassò gli insulti in silenzio, se li meritava tutti.
-
Potevi dire una scusa migliore, sei solo un bastardo! - continuò
la ragazza mentre un'altra lacrima le colava lungo il viso.
-
Lexi …
-
Non chiamarmi così! Possono farlo solo i miei amici e tu non
lo sei! - abbaiò la ragazza.
-
Alexandra, no devi capirmi, abbiamo tre anni di differenza, sono
troppi! Se ci mettessimo insieme la nostra storia non potrebbe durare
a lungo – si giustificò il ragazzo.
-
Balle! Sai dire solo bugie, cretino! - gridò la sedicenne
mentre un gruppo di persone bisbigliavano fra di loro indicandoli.
-
Per favore, ascoltami possiamo restare amici, ma non possiamo stare
insieme, non possiamo – disse Joe scuotendo la testa e cercando
di convincere anche se stesso oltre a Lexi.
Il
primo schiaffò arrivò veloce, inaspettato e non appena
la ragazza allontanò la sua mano dalla faccia del ragazzo, lui
se la massaggiò dolorante.
Il
secondo Joe lo vide, ma non fece nella per evitarlo e incassò
il colpo senza fiatare.
-
Ti odio! - sibilò Lexi, poi corse via senza voltarsi.
Questo
è amore Cercare un’anima e trovare un ingranaggio
Certo ci vuol coraggio Per guardare dentro le cose È
come andare in fondo al mare
(Questo
è amore; Simone Cristicchi)
-
Ti prometto che non ci metterò molto – disse Maggie
voltandosi verso Nick e torcendosi le mani.
-
Non ti preoccupare – rispose il sedicenne con un sorriso
benevolo, - non ho molto da fare.
Maggie
lo fissò e sorrise, perchè lui era tutto ciò che
c'era di buono al mondo.
Entrarono
nella biblioteca affiancati a pochi centimetri di distanza l'uno
dalla dall'altra, entrami rossi in viso, ma gli occhi brillanti di
gioia.
-
Allora quel giornalista che voleva? - domandò la ragazza,
curiosa.
-
Il solito – snocciolò lui, - sapere che programmi
avevamo in futuro, perchè nell'ultima settimana Joe non si era
visto in giro e ...
-
Cosa? - domandò Maggie. - Dai! Sono curiosa!
Nick
si morse il labbro inferiore con forza e la guardò con
attenzione: una ciocca di capelli le aveva coperto un occhio, l'altro
brillava, il viso arrossato, e le labbra incurvate in un sorriso
dolce, raro.
-
E se tu eri la mia ragazza – rispose a fil di voce.
-
Oh – disse Maggie, fermandosi sorpresa.
-
Ovviamente ho detto di no – chiarì il ragazzo. Anche
se avrei tanto voluto rispondere di si, pensò.
Lei
scosse la testa, facendole scoprire l'occhio coperto dalla ciocca di
capelli.
Non
rispose perchè era timorosa di dire cose stupide, e perchè
si capiva quando mentiva. Se avesse detto “Grazie”, Nick
avrebbe subito capito che lei in realtà intendeva “Che
cavolo dovevi dire di si!”
Arrivarono
davanti alla segreteria della biblioteca e Maggie lasciò Nick
da solo mentre andava a cercare il famoso libro di scienze.
In
segreteria, su un tavolo, era seduta una donna anziana, i capelli
raccolti in una crocchia dietro la testa e un paio di occhiali
rettangolari posati sul naso alla francese.
-
Ciao Terry! - la salutò Maggie mentre andava nel retro.
-
Ciao Maggie! - rispose al saluto la donna anziana, volse un'occhiata
storta a Nick e continuò il suo lavoro al computer.
Il
cantante si avvicinò a uno scaffale e iniziò a
sfogliare un libro “Almost Blue” di Carlo Lucarelli e vi
si immerse.
La
biblioteca era vuota e silenziosa come sempre, non c'era nessuno a
parte Nick, Maggie e Theresa.
-
Che dici giallo o avventura? - chiese all'improvviso Theresa,
strappandolo alla sua lettura.
-
Cosa scusi? - domandò Nick, confuso.
-
Mi consigli di ordinare un libro giallo o d'avventura? Sto facendo i
nuovi ordini – spiegò la donna, alzando lo sguardo su di
lui.
-
Giallo – rispose il ragazzo con voce fioca, - ma è solo
un mio parere.
Terry
si massaggiò il mento e iniziò a digitare qualche
codice sul computer.
Nick
aspettò che la donna lo chiamasse di nuovo, ma quando questo
non accadde tornò a leggere il libro.
-
Sei Nick Jonas, vero? - domandò poi Terry.
Il
cantante annuì e appoggiò il libro sullo scaffale.
-
Maggie mi ha parlato molto di te – disse la donna. - Come va la
tua carriera di cantante?
-
Maggie le ha anche detto …? - incominciò lui.
-
No, no, ma mia nipote grande, Stephanie, è una vostra grande
fan – ridacchiò Theresa. - Dovresti vedere la sua
camera, è piena di vostri poster.
-
Quindi lei sapeva chi ero anche quando mi sono registrato a questa
biblioteca? - domandò Nick.
-
Ma certo caro ragazzo! Suvvia ti avrei riconosciuto ovunque! Sei una
specie di mito per mia nipote! - esclamò la bibliotecaria.
Lui
sorrise senza saperne il motivo, quella donna gli ispirava fiducia.
Fra
i due calò di nuovo il silenzio, Terry tornò a scrivere
al computer e Nick fu tentato dal riprendere “Almost Blue”.
-
E' una cara ragazza, vero? - chiese la donna.
Nick
non dovette neanche sapere il nome della persona di cui parlava,
sapeva che lei era lì e stava cercando uno stupido libro di
una stupida materia.
-
Si – sorrise. - Una delle migliori che abbia mai incontrato.
Theresa
chiuse gli occhi e appoggiò le mani sulla testa, quasi
sembrava stessa dormendo se non fosse che continuava a parlare.
-
Devi promettimi una cosa – disse l'anziana.
Nick
la guardò inclinando leggermente la testa e si scostò
un ricciolo dagli occhi.
-
Ditemi.
-
Promettimi che non la ferirai, promettimi che la renderai felice –
disse Theresa alzando lo sguardo su di lui e trafiggendolo con i suoi
grandi occhi chiari.
Il
ragazzo era perplesso; lui l'avrebbe resa felice e ferire Maggie era
in fondo alle sue priorità, ma perchè Theresa diceva
quelle cose proprio a lui?
-
Guardi che io non sono il ragazzo di Maggie – disse infine, -
siamo solo amici.
Theresa
strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.
-
Ma come? Mi sembrava ... siete così affiatati, Maggie mi parla
sempre di te … E suvvia Nicholas non mi mentire – disse
Terry con un cipiglio severo.
-
Le posso giurare che io e Maggie non stiamo insieme – ammise
Nick.
La
bibliotecaria lo squadrò per bene.
-
Nick, dai sei anni in cui conosco Maggie lei si è fatta
coinvolgere sentimentalmente solo da due ragazzi ed entrambi l'hanno
fatta soffrire. Ma prima, quando a lei piacevano ancora quei due
ragazzi, mi parlava di loro e ti dico che non mi ha mai parlato mai
con così tanta gioia di te.
-
Vuole dire che …?
-
Tu pensa quello che vuoi, ma promettimi che non la farai soffrire,
fallo Nicholas, ti prego. Maggie per me è una seconda figlia –
negli occhi di Terry Nick vi lesse la disperazione.
-
Lo prometto – disse infine.
-
Grazie – sussurrò Theresa e tornò al suo
computer.
Nick
osservò la donna per qualche istante e aspetò che le
disse qualcos'altro, ma proprio in quelo momento Maggie tornò
con un libro sottobraccio, sorridente.
-
Ce l'ho fatta! - esultò. - Andiamo?
-
Si, arrivederci Theresa – salutò Nick e quando la
bibliotecaria lo guardò di nuovo promise di nuovo con gli
occhi che non avrebbe mai ferito Maggie.
Te
lo prometto, Theresa, lo prometto.
Questo
è il vento di notte Che canta piano con me Questo è
il mio cuore che batte Che batte forte per te
(Se
non è amore cos'è; Formula 3)
Maryl
e Kevin camminavano uno accanto all'altro, si stuzzicavano come
solo i bambini sanno fare … e i fidanzati.
Kevin
si era infilato un cappello con visiera e un paio di occhiali da
sole a goccia per non farsi notare dai paparazzi che, a suo
parere, erano peggio degli avvoltoi.
-
Allora lo vuoi un gelato? - propose il ventunenne alla ragazza.
Lei
annuì con forza e insieme si diressero verso il bar del
parco, un piccolo negozio in cui facevano uno dei migliori gelati
nel raggio di chilometri.
I
due ragazzi si misero davanti al bancone e aspettarono che il
commesso, un uomo sulla quarantina dai baffi a manubrio, li
servisse.
-
Salve! - li salutò l'uomo con voce burbera.
-
Buongiorno! - lo salutò Kevin e Maryl fece un cenno col
capo.
-
Cosa vi servo? - domandò il commesso aprendo il frigo dei
gelati.
-
Ehm, io prendo un cono crema e cioccolato. Tu Maryl? - chiese il
ventunenne alla ragazza che spiava tutti i gusti con fare
indeciso.
-
Io prendo un frappè al cioccolato – sorrise, -
grazie.
-
Bene, sedetevi pure qui fuori vi porterà le vostre
ordinazioni mia figlia – disse l'uomo e iniziò a
riempire un contenitore d'acciaio di gelato.
I
due ragazzi si voltarono, si diressero verso l'uscita del bar e si
sedettero in un tavolo non poco distante, all'ombra di una grossa
quercia.
Maryl
fece un respiro profondo e annusò l'aria, l'odore dello
stagno lì distante, ascoltò il rumore dei cigni che
nuotavano lì dentro e le sue labbra si curvarono in un
sorriso involontario.
Sei
bellissima, pensò
Kevin guardandola ammirato.
-
Che c'è? - domandò lei quando vide che lo fissava.
-
Niente – scosse la testa lui.
La
ragazza sollevò le spalle con fare indifferente e chiuse
gli occhi per ascoltare la natura intorno a sé.
-
Bella maglietta – disse Kevin. - Di chi è?
Maryl
sorrise sollevata che finalmente il ragazzo si interessasse alla
moda.
-
Chanel – spiegò lei.
Kevin
le sorrise e mise le mani sul tavolo.
-
Ecco le vostre ordinazioni – disse la voce di una ragazza
dai capelli ricci e gli occhi chiari, probabilmente la figlia del
commesso, che teneva un vassoio tra le mani.
Accadde
tutto in un attimo.
La
ragazza mise male il piede e rovesciò tutto il vassoio
sulla costosissima maglietta di Maryl.
Kevin
trattenne il fiato e aspettò la reazione della ragazza in
un silenzio agghiacciante.
-
Mi scusi, mi scusi – disse la ragazza alla ventenne,
mortificata. - Non volevo.
-
Ci mancherebbe! - ringhiò la bionda.
Oh,
oh, pensò il ragazzo.
-
Scusi – sussurrò la ragazza.
-
Scusa un corno, i miei vestiti! - gridò Maryl, irata.
-
Oh mio Dio – sussurrò lui.
Gli
ci volle qualche altro istante per prendere in mano la situazione.
-
Forza Maryl, ti porto a casa – disse Kevin.
-
Era una maglietta di Chanel, cazzo,
Chanel! - strillò la bionda mentre tutti nelle vicinanze si
erano voltati verso di loro.
-
Non dovrete pagare nulla – affermò la figlia della
commessa ai due ragazzi.
-
Oh noi non pagheremo niente, voi invece mi dovete tanti di quei
soldi che neanche immaginate! - sibilò la bionda.
Kevin
la prese di peso e la fece allontanare.
-
Io vi denuncio! - sbraitò Maryl. - E tu lasciami!
-
No – disse lui, semplicemente.
-
Stupido – commentò la ventenne.
Kevin
non vi fece caso e la trascinò via con sé, il più
velocemente possibile.
-
Gliel'ha farò pagare – ringhiò la ragazza.
-
Intanto pensa a cambiarti, eh? - le consigliò il
ventunenne.
Lei
incrociò le braccia al petto e si fece portare via.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Problems ***
'Giorno
a tutte,
ecco
a voi un altro capitolo che io chiamo di transizione, dato che da
una specie di passaggio fra il capitolo precedente e quello che verrà
…
Non
vedo l'ora di pubblicare il prossimo capitolo, insomma io non l'ho
ancora scritto ma ho certe idee ragazze che mi piacciono
moooolto!! Questo capitolo invece di bello non ha molto, insomma a
me non piace però si sa che non mi piacciono moolto dai
capitoli che scrivo.
Ah
vi volevo chiedere una cosa … ho scritto una missing moment di
questa storia intitolata “If you love me”, potreste farci
un salto?? Grazie!!
Ora
passo ai ringraziamenti:
annina94:
anche tu hai letto Hello Beautiful? Io l'adoro!! Comunque non ti
preoccupare per Kevin, cioè non preoccuparti troppo …
La coppia più normale è senz'altro la Mick. Un bacio!
Sbranina:
si sa Joe è un po' (tanto) scemo, ma che ci si può
fare? E' nato così poveretto anche se gli metterò le
rotelle a posto prima o poi … il nostro Nick è perfetto
e a scrivere il discorso con Theresa mi sono quasi commossa, diciamo
che è il tipo di discordo che vorrei fosse fatto per me da un
ragazzo (hai visto che sogni idioti??) Maryl è miss sfortuna,
non ancora ufficialmente (devono ancora fare la premiazione sai
com'è) ma lo è!! Purtroppo, cambiando argomento, non
riesco a rispondere alla tua mail, c'è un problemino con il
Virgilio e non so quale sia... ti risponderò non appena posso.
Ti voglio bene, un bacione!
DarkViolet92:
già Maryl è un po' esagerata, ma devi capirla, la moda
e i vestiti sono tutto per lei!!
jeeeeee:
anche io ho visto Joe ballare Single Ladies, quel ragazzo è
pazzo sul serio!! Spero che questo capitolo ti piaccia, ma non vedo
l'ora che tu legga il prossimo... un bacione!
Claky:
hai visto sono sopravvissuta al luna park!! Comunque mi sa che devi
fare un bel discorsetto al tuo maritino, non vedo l'ora che tu legga
il prossimo capitolo … un bacione!
Cry:94:
in effetti già nella vita reale Joe è soprannominato
Danger, mentre Kevin Sherlock perchè crede di sapere tutto …
comunque sono contenta che questa storia ti piaccia! Un bacione!
Nyam:
non mi aspettavo di rivederti a recensire ma mi fa solo piacere!!
Credo che il prossimo capitolo ti piacerà … soprattutto
se ti piace Maryl!! Un bacio! jonas_princess: sono contenta che
questa storia ti piaccia!! Non preoccuparti n molte vorrebbero tirare
uno schiaffo a Joe ultimamente … un bacio!
Capitolo
15. Problems
-
Io. La. Odio – sibilò Maryl guardandosi la maglietta con
aria truce, - la denuncio, non credere Kevin. Le spellerò così
tanti soldi che non potrà più neanche comprarsi dei
trucchi nuovi.
Kevin
alzò gli occhi al cielo e fermò la macchina davanti a
casa Campbell, mentre Maryl continuava a spiegare i dieci modi in cui
avrebbe ucciso la ragazza che le aveva rovinato la maglietta firmata.
-
Modo numero nove: le passò sopra con un carrarmato …
hai presente Tiananmen? Ecco proprio così! - disse.
Il
ventunenne la guardò scocciato e aprii la portiera.
-
Modo numero dieci: la invito a fare una vacanza su uno yacht, poi la
butto in mare in balia degli squali e io scappo, che ne dici? -
chiese la bionda, entusiasta.
-
E precisamente dove lo prenderesti uno yacht? - domandò lui
mentre la faceva uscire dalla macchina.
Lei
ci pensò un istante, perplessa.
-
Semplice, mi presti il tuo! - esclamò.
-
Certo, come no!
Maryl
percorse il vialetto di casa affiancata da Kevin, che la seguiva con
apprensione, come se la ragazza potesse girarsi di scatto e tornare a
vendicarsi della figlia del proprietario di una gelateria al parco
che le aveva sporcato la maglietta di Chanel.
La
bionda aprì la porta di casa e fece entrare l'amico per poi
richiuderla dietro di sé e si lasciò cadere sul divano
del salotto.
-
Oppure potrei abbandonarla in un'isola popolata dai cannibali! -
esclamò poi tirandosi su e fissando Kevin con fare eccitato.
-
Vai a farti una doccia – le consigliò il ragazzo, - e
cambiati, per favore.
Maryl
si alzò sbuffando e fece per eseguire gli ordini del ragazzo
quando la porta di casa si aprì con uno schiocco sonoro e un
grido nervoso.
-
Stronzo! - urlò Lexi, rossa in viso, i capelli scompigliati.
-
Non credevo pensassi una cosa del genere su di me – si lamentò
Kevin, offeso.
-
Non tu! Tuo fratello, quello deficiente: Joe! - sbraitò la
rossa.
-
Ah, beh io l'ho sempre saputo che era uno scemo – replicò
il ragazzo.
Lexi
si sedette sul divano e si mise le mani sul volto mentre scoppiava in
un pianto sommesso, mentre tentava di trattenere le lacrime.
Maryl
accorse dalla sorella e la cinse con un braccio, permettendole di
piangerle sulla spalle e di imbrattarle l'ormai sporca maglietta di
mascara.
Kevin
si sentì il terzo incomodo e si allontanò dalle due
sorelle per poi avvicinarsi alla porta e la aprì, guardò
un attimo la bionda, la quale le le rivolse un sorriso stirato, dopo
di che lui si chiuse la porta dietro di sé, lasciandole sole.
La
ventenne non fece domande alla sorella, la lasciò sfogare e
solo quando Lexi finì di piangere incominciò a
chiederle cosa fosse successo.
-
Ehi, va meglio? - chiese la bionda.
Lexi
si asciugò le lacrime e scosse la testa, mentre un'altra
lacrima scura a causa del mascara sciolto dal pianto le colava lungo
una guancia.
-
Cosa è successo? - domandò Maryl mentre asciugava il
viso della sorella con un dito, con fare quasi materno.
-
Joe è uno stronzo – sibilò la rossa.
-
Che ti ha fatto? - volle sapere la ventenne, seria.
Lexi
scosse la testa, non voleva parlarne.
-
Alexandra, dimmi cosa ti ha fatto, cosa è successo? Sai che
con me puoi parlare di tutto – disse Maryl.
-
Non ora – rispose la rossa, ma quando vide che la sorella stava
per ribattere aggiunse – dopo.
In
quel momento Maggie varcò la porta di casa, allegra e
sorridente.
-
Ciao! - disse contenta appoggiando il suo cellulare su un armadio del
salotto. - Come va? Io benissimo, una meraviglia … che è
successo?
Se
dapprima la voce della mora era allegra, ora mostrava dei chiari
segni di tensione.
Nessuna
delle sue due sorelle rispose.
-
Che è successo? Papà … - iniziò mentre
sentiva un nodo in gola; se fosse successo qualcosa a suo padre non
sapeva come avrebbe fatto.
Maryl
scosse la testa e rispose mentre accarezzava la testa di Lexi.
-
Nostro bene è vivo e vegeto che se la spassa a Miami, non
preoccuparti Maggie.
-
Allora che è successo? - chiese la sedicenne, irritata.
La
rossa alzò la testa su di lei e la trapassò da parte a
parte con i suoi occhi verdi.
-
Ho baciato Joe, contenta Maggie?
Le
risate tra di noi
mille
discussioni e istanti
di
follia
(Ricordi;
Finley)
Kevin
varcò la porta di casa con passo svelto e pesante, doveva
parlare con Joe immediatamente, chissà cosa aveva combinato
quella volta …
Non
appena entrò in casa lo vide seduto a terra, la schiena
appoggiata a una parete e gli occhi chiusi, su una guancia era ben
visibile il segno di cinque dita.
-
Sei un deficiente – commentò il ventunenne, senza
preoccuparsi di sapere cosa aveva combinato il fratello.
-
Lo so – annuì lui.
Kevin
lo guardò con un'espressione stranita e incredula; Joe che non
ribatteva ad un insulto? Joe che incassava un offesa in silenzio? La
situazione doveva essere più grave di quanto pensasse.
Con
un sospiro il ventunenne si sedette affianco al mezzano e lo fissò
a lungo senza fare domande; fra loro era sempre stato così,
nessuno chiedeva anche perchè poi si dicevano tutto, senza
segreti.
-
Sono un cretino – si lamentò Joe.
Kevin
continuò a fissarlo, senza domandargli niente.
-
Ho combinato un disastro - continuò il diciannovenne.
-
Cioè? - si arrischiò a domandare Kevin.
Joe
aprì gli occhi.
-
Lexi mi ha baciato.
Il
maggiore per poco non scoppiò a ridere, Lexi che baciava Joe?
Non era normale.
-
Non scherzare – ridacchiò Kevin.
-
Sono serissimo – ribatté Joe, con un'espressione che suo
fratello non glia aveva mai visto in volto.
-
Okay, continua.
-
Mi ha baciato e io ho ricambiato – sospirò il mezzano.
Kevin
deglutì.
-
Mentre la baciavo mi sentivo … bene, credo, ma ero anche
spaventato, terribilmente spaventato e l'ho rifiutata –
continuò Joe.
-
Ho inventato una scusa stupida sulla nostra differenza di età,
ho detto che era troppa, lei non l'ha presa bene e mi ha tirato uno
schiaffo. Beh per la verità due – spiegò
amaramente.
Il
ventunenne guardò il fratello con compassione, lo poteva
capire da una parte per la sua paura, ma dall'altra ce l'aveva
terribilmente con lui.
-
Sei un idiota – commentò infine.
-
Lo so – disse Joe affondando la testa nella ginocchia e facendo
un verso a metà fra un singhiozzo e un lamento.
Kevin
gli diede qualche pacca sulle spalle per tirarlo su di morale.
Rimasero
così, in silenzio per tanto tempo, rimasero immobili anche
quando i loro genitori e Frankie tornarono a casa, i quali li
lasciarono soli immediatamente.
Fu
solo quando Nick entrò in casa che cambiarono posizione
vedendo la faccia del fratello, un'espressione determinata che gli
avevano visto in volto solo e soltanto quando aveva deciso di
combattere il diabete.
-
Dobbiamo parlare – disse il ricciolino guardandoli con gli
occhi illuminati con una luce strana, decisa.
Lo
seguirono senza commentare, fino ad arrivare alla stanza di Joe, la
loro base, lì dove parlavano sempre di tutto.
-
Ho un problema – disse Nick.
-
Benvenuto nel club – commentò Joe con tono lugubre.
Kevin
gli diede una pacca sulla testa, come lo volesse zittire.
Il
sedicenne chiuse gli occhi e disse semplicemente:
-
Fratelli, a me piace Maggie.
Joe
se l'aspettava, insomma bastava guardare suo fratello minore e la sua
migliore amica per capire che i due erano cotti l'uno dell'altra, ma
venirlo a sapere in modo così diretto lo spiazzò, tanto
che per un attimo si dimenticò di Lexi.
-
Ah – disse il mezzano.
-
Già – commentò Nick.
-
Capito – sussurrò Kevin.
Silenzio.
-
A me invece piace Maryl – buttò lì come se niente
fosse Kevin.
Nick
tossì violentemente e Joe strabuzzò gli occhi,
meravigliato.
-
Cosa?! - chiese quest'ultimo.
-
Beh Joe, tu non puoi proprio dire niente dato che ti piace Lexi –
ribatté il maggiore.
-
Chi?! - fece il minore guardando prima Joe, poi Kevin, per poi
ricominciare da capo.
-
E' vero – ammise il mezzano, - sono innamorato di Lexi, lei mi
ricambia, ci siamo baciati, ho fatto una cazzata, l'ho rifiutata e
lei mi ha picchiato.
-
Oh – mormorò Nick.
I
Jonas Brothers rimasero in silenzio per qualche istante.
-
Perchè il fatto che Maggie ti piaccia è un problema? -
domandò Kevin al fratello minore, il quale scrollò le
spalle.
-
Beh non sarebbe un problema se non fosse che forse non le piaccio,
che probabilmente la nostra storia non potrebbe durare a lungo se ci
mettessimo insieme e che senza di lei la mia vita sarebbe vuota –
spiegò Nick tutto d'un fiato.
Il
maggiore annuì, perso nei suoi pensieri.
-
Spiegami perchè il fatto che Maryl ti piaccia sia un problema
– gli domandò di rimando Nick.
-
Per i tuoi stessi identici motivi – snocciolò Kevin. -
Ora Joe tocca a te spiegare, perchè hai rifiutato Lexi se lei
ti piace?
Il
mezzano fissò i suoi due fratelli prima di iniziare, chiuse
gli occhi e spiegò.
-
Avete visto come ho sofferto per la partenza di Sasha? Non voglio
soffrire di nuovo, non in tempi così ravvicinati per lo meno.
Lexi è stupenda, ma io e lei non possiamo stare insieme, ho
paura.
Nick
gli si mise davanti e lo guardò serio, con determinazione e
gli domandò:
-
Non ti pare l'ora di rischiare?
La
porta è chiusa e c'è un doppio dentro me
il
mio cuore forse sa la verità
se
tu sarai con me sarà più facile …
e
il buio che c'è … svanirà
(Grido;
Jacopo Sarno)
-
In … in che senso hai baciato Joe? - deglutì Maggie
fissando la gemella.
Lexi
sbuffò.
-
In senso unico, dai Maggie l'ho baciato, vuoi che ti faccia lo
spelling? - chiese ironica mentre incrociava le braccia al petto e
fissava la sorella con rabbia.
La
mora abbassò il capo, colpevole; sospettava cosa fosse
successo.
-
Tu hai baciato Joe? Joe Jonas? Quello che odiavi? - domandò
incredula Maryl fissando Lexi.
La
rossa annuì mentre guardava la gemella con aria strana.
-
Immagino avrai capito che mi ha rifiutata e che la colpa è tua
– proseguì lei.
-
Che cosa?! - squittì Maryl. - Maggie!
-
Colpa mia?! - domandò la mora, sorpresa. - E perchè
mai, spiegami.
-
Oh fammici pensare, sei stata tua a mettermi la pulce nell'orecchi
dicendomi che a me piaceva Joe, mi pare – ribatté la
sedicenne.
-
Io i ho detto che secondo me ti piaceva Joe, non ti ho mai detto di
baciarlo! Come puoi anche solo pensare una cosa simile? Secondo te
volevo che tu soffrissi, che lui ti rifiutasse? Beh se credevi una
cosa simile significa che non mi conosci affatto! - spiegò
Maggie, rossa di rabbia e vergogna.
Lexi
parve pentirsi delle sue parole e abbassò il capo, chiudendosi
in se stessa e aspettando che fosse una delle sue sorelle a parlare.
-
Ti ha rifiutata? - chiese Maryl. - Perchè?
-
A quanto pare, testuali parole “Sono troppo grande per lui”
- scimmiottò la rossa alzando il capo verso la sorella.
-
Che cazzata – commentò
la bionda.
-
Non dirlo a me – biascicò Lexi scostandosi una ciocca di
capelli dagli occhi.
Maggie
guardò le sue due sorelle e sussurrò le tre paroline
magiche che nessuno si aspettava in un momento del genere.
-
Mi piace Nick.
-
Cosa?! - esclamarono le sue due sorelle improvvisamente attente a
quello che Maggie diceva.
-
Mi piace Nick – ripeté imbarazza, - e anche tanto, io …
credo di essere innamorata.
-
Oh – tossì Lexi mettendosi una mano davanti alla bocca,
- tu innamorata di Nick? Nick Jonas? Quello ricciolino che, guarda
caso, è il fratello del ragazzo che mi ha rifiutato?!
La
ragazza abbassò il capo e si fissò i sandali con
attenzione, mentre dentro di sé si scatenavano un centinaio di
emozioni diverse.
-
Quindi mi stai dicendo che non devo frequentare Nick perchè
Joe ti ha rifiutato? - chiese Maggie, sperando che la cosa sembrasse
piuttosto strana alla gemella, che si accorgesse della cavolate che
in pratica le aveva chiesto.
-
Esatto – annuì Lexi.
-
No – si intromise Maryl, - Lexi non puoi chiedere una cosa
simile a Maggie, non è giusto.
La
mora benedisse la bionda in silenzio, grazie al cielo esisteva lei.
La
rossa si voltò verso la maggiore e la guardò dura,
perchè lei si intrometteva in quella situazione?
-
Sentite – disse infine la ventenne, - a me piace Kevin e non ho
assolutamente voglia di perderlo per te, Lexi.
-
L'ho sempre sospettato – disse poi la rossa con aria truce, - e
avete ragione non vi posso impedire di frequentare i ragazzi che vi
piacciono ma non contate su di me.
Maggie
e Maryl la fissarono, sospettose.
-
Io con i Jonas ho chiuso – disse Lexi alzando un po' la voce.
Sento
spesso il bisogno di chiudere
gli
occhi e capire
se
è giusto pensarti, lo stesso
(Sarò
sincero; Modà)
Il
cellulare di Nick suonò nel momento stesso in cui il ragazzo
varcò la porta della sua camera, il suono gli dava un leggero
fastidio, ma non appena vide chi era il mittente rispose con il
sorriso sulle labbra.
-
Ehi Maggie! - la salutò, cercando di metterci un po' più
di enfasi rispetto al suo stato d'animo di quel momento.
-
Ciao Nick, ti disturbo? - osò lei mentre si allontanava dalle
sue sorelle ed entrava nella cucina.
-
No, figurati, dimmi tutto – disse lui.
La
mora sorrise e si perse un attimo nel filo dei suoi pensieri.
-
Maggie ci sei? - chiese Nick.
-
Si, si – rispose la ragazza, riprendendosi. - Beh ecco, prima
quando ci siamo visti mi sono dimenticata di chiederti se tu, Joe e
Kevin volevate venire la settimana prossima a una festa che organizza
l'ospedale. Sai solo per divertirci, niente di che …
ovviamente non siete minimamente costretti, ma sarebbe stato
divertente – spiegò la mora.
-
Decidete voi, certo c'è il problema dei paparazzi e quindi
forse non potete venire … scusa ho fatto una cavolata ad
invitarvi, non dovevo – continuò Maggie.
Nick
ridacchiò, l'insicurezza della sua migliore amica lo
divertiva, beh più che altro lo divertiva lei e basta.
-
Ehi io vengo volentieri! No c'è problema per me, chiedo a Joe
e Kev e poi ti richiamo. Però … viene anche Lexi? -
domandò Nick, ricordandosi del litigio fra la rossa e suo
fratello.
Maggie
si sintonizzò sulla sua stessa lunghezza d'onda.
-
Non ci avevo pensato! Non lo so, credo che Lexi verrà e se non
lo farà la costringerà Maryl. Mi farebbe piacere se
venisse anche Joe, però, male che vada entrami ci ritroveremo
senza un fratello o una sorella – disse ironica lei.
-
Ma si! Tanto nella band può sempre entrare Frankie, le fans lo
adoreranno! - rise lui.
-
Allora tu ci sarai? - chiese Maggie con il sorriso sulle labbra.
-
Non mancherei per nulla al mondo – promise Nick.
-
Bene – esultò lei, - ci sentiamo Nick.
-
A presto Maggie – disse lui e riagganciò, felice.
Non
ti scordar mai di me
della
più incantevole
fiaba
che abbia mai scritto
(Non
ti scordar mai di me; Giusy Ferreri)
-
Ehi ora va meglio? - domandò Maryl a Lexi cingendole le
spalle.
-
Andrà molto meglio non appena ucciderò Joseph Adam
Jonas – brontolò la rossa, - che dici lo ammazzo alla
“Halloween the Begenning” o alla “It”? Io
opto per entrambe!
-
Dai, ho capito che sei arrabbiata ma non puoi volere la sua morte –
mormorò la bionda alla sorella più piccola.
-
Parli tu che hai quasi ammazzato Kevin quando ti ha rotto i vestiti
firmati – sbuffò la rossa.
-
La mia era una motivazione più che valida – disse Maryl.
Lexi
alzò gli occhi al cielo.
-
Oh, vero, un cuore infranto è meno importante – biascicò
la sedicenne.
Maryl
le pettinò i capelli ramati quando all'improvviso il suo
cellulare suonò, era loro padre.
-
E' papà – disse la bionda, - devo rispondere e
chiedergli una cosa, è importante Lexi, scusa.
-
Figurati, tu vai, io accendo la tv e guardo un documentario sui
carnivori in cui spiegano come fanno i leoni ad uccidere le gazzelle
– disse la rossa accendendo la televisione.
Maryl
la fissò con espressione spaventata e rispose al telefono
mentre con un fazzoletto tentava di pulire alla bel e meglio la
maglietta ancora sporca.
-
Pronto papino come stai? - disse montando un tono di voce allegro.
-
Oh bene pulcina mia, tu? - disse il signor Campbell con voce roca.
-
Bene, bene.
-
La scuola? - chiese Peter.
Maryl
ebbe un tuffo al cuore.
-
Ti volevo parlare proprio di questo papà – disse lei.
-
Dimmi, dimmi – ridacchiò il signor Campbell.
-
Ecco io credo che …
-
Forza pulcina dimmi tutto – disse Peter.
-
Io credo che legge non faccia per me – sussurrò la
ragazza.
-
Cosa? - ululò suo padre.
-
Ho detto che legge non …
-
Ho capito cosa hai detto, sciamannata! Come ho potuto avere tre
figlie così? Tu continuerai a fare legge, mi hai capito? -
urlò Peter.
-
Papà, io non voglio – ribatté Maryl.
-
E cosa vorresti fare di grazia? - gridò il signor Campbell.
La
bionda fece un respiro profondo.
-
Voglio frequentare un corso di Moda&Design – mormorò.
Il
padre tacque per poi a scoppiare in una risata calorosa.
-
Moda&Design? Stai scherzando spero! - rise.
Maryl
non era mai stata più seria in tutta la sua vita.
-
No, voglio fare quel corso, con o senza il tuo permesso! - esclamò
lei.
-
E come pensi di frequentare quella scuola senza soldi? Perchè
io non ti darò un centesimo – ringhiò Peter.
-
Esistono le borse di studio, per di più posso trovare un
lavoro! - sbraitò Maryl attirando su di sé lo sguardo
attento di Lexi.
-
Tu un lavoro? Maryl tu hai vissuto negli agi, non sai neanche cos'è
un lavoro – rise Peter.
-
So cavarmela da sola.
Il
signor Campbell smise di ridere e tornò serio.
-
Purtroppo le tue due sorelle non sono ancora maggiorenni e io devo
badare a loro economicamente mandando degli alimenti, ma se vengo a
sapere che hai speso anche un solo dollaro per quello stupido corso
di Moda&Design giuro che ti vengo a prendere e tu ti trasferisci
qui da me a Miami! - urlò Peter.
-
Va bene e ti sorprenderai papino sapendo che non sono una nullità
come credi! - gridò Maryl e mise giù.
Ora
finalmente era libera, libera da suo padre.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** The Party ***
Buongiorno
ragazze,
allora
questo è il mio tanto sospirato capitolo, quello che per ora
(e dico per ora) preferisco e non vedo l'ora di sapere che ne pensate
voi.
Ho
scritto questo capitolo il giorno prima del mio esame di spagnolo
perchè, ebbene sì, in questi giorni ho avuto gli esami
di terza media … il 24 l'orale, aiuto!
In
questo capitolo ci sono solo le canzone dei Finley, quindi se siete
loro fan spero che vi piacciano i testi che ho scelto.
Bene,
passo ai ringraziamenti:
Melmon:
di padri schifosi come Peter, purtroppo, ce ne sono molti, ma il
signor Campbell è particolarmente scemo, non capisce niente di
niente da quando la moglie l'ha lasciato anche perchè prima
era un buon padre … Tu sei un genio!! Mi hai appena fatto
venire un'idea per una missing moment di questa storia!! Che bello
finisco di scrivere i ringraziamenti e vado a scriverla. Grazie! Un
bacio!
jonas_princess:
grazie mille dei complimenti!! Se Maryl ti sta simpatica aspetta di
leggere questo capitolo!! Spero ti piaccia!! Un bacio!
jeeeeee:
allora prima di tutto grazie infinite di essere passata a leggere e
recensire “If you love me”, grazie! Comunque eccoti
accontentata, ho aggiornato non appena ho potuta ma in questi giorni
sono stata impegnatissima con gli esami di terza media... spero che
questo capitolo ti piaccia! Un bacio!
EllieGoodman:
ah non sai che piacere mi ha dato vedere che eri tornata a
recensire!! E dai non sono millenni che non recensisci … solo
quattro capitoli, non è tanto! Comunque non vedo l'ora di
sapere che ne pensi di questo chappy, ci ho messo l'anima a
scriverlo. Purtroppo l'ho dovuto riscrivere due volte
dato che la prima volta che l'ho scritto (e mi era venuto meglio
modestia a parte) con la mia stupidità non l'ho salvato e …
puf, sparito. Ma dai l'ho rifatto alla fine. Un bacione!
merion:
che piacere ricevere due delle tue recensioni!! Anche a me piace
molto FullMetal Anchemist *-* E se sei una sostenitrice della coppia
Karyl (ovvero Kevin/Maryl) questo … no non dico niente, senno
ti rivelo tutta la storia fino all'epilogo (che non ho ancora deciso
come sarà 0__o) Un bacio!
crazies_cullen123:
perdonami gli errori di grammatica, ma io ho diversi difetti con la
grammatica che non riesco a risolvere... Comunque sono contenta che
la storia ti piaccia, sul serio! Anche io ho 14 anni e amo Nick, lo
potrei venerare (ma che dico?! Lo venero di già XD) Un bacio!
Claky:
ciao cognatina, scusa se sono passata così tardi nella tua FF,
ma non ho potuto fare altrimenti dato che ero da mio padre che non ha
internet a casa... Bene, mi raccomando il discorso con Joe, eh? Devi
essere dura, inflessibile … poi perdonarlo subito ma mentre
gli parli devi essere … spietata,
dai scherzo!! Figurati per la mail e mi dispiace per te che finisci
la scuola il 20!! Io l'ho finita il 5 … certo, adesso ho gli
esami fino al 24 quindi sei tu la più fortunata! Un bacione!
Capitolo
16. The Party
-
Maryl ti vuoi muovere? - chiese Maggie bussando ininterrottamente
alla porta del bagno. - Sei chiusa lì dentro da più di
un'ora!
La
bionda aprì leggermente la porta, quel tanto che bastava per
far vedere alla sorella la faccia truccata e una parte del vestito
rosso di Dior che aveva comprato per l'occasione.
-
Maggie, come puoi dirmi una cosa simile? Un'ora non è
sufficiente per essere perfetta! - esclamò arricciandosi con
un dito i capelli. - Che dici per questa festa torno al mio look
naturale e mi faccio i capelli ricci o li lascio lisci?
La
mora fece per rispondere, ma la ventenne si diede una risposta da
sola.
-
Lisci, molto meglio lisci – e chiuse la porta della toilette.
-
Maryl, io mi devo ancora vestire e truccare, e il ballo inizia fra
quarantacinque minuti, ciò vuol dire che fra mezz'ora dobbiamo
uscire! - esclamò Maggie attirando di nuovo su di sé
l'attenzione della sorella maggiore, che riaprì la porta del
bagno e la osservò basita.
-
Mezz'ora? A me serve come minimo un'ora per completare la mia opera!
- ribatté tenendo in mano una scatola piena di gioielli. - E
poi tu che ti trucchi? Ma per favore! Il tuo massimo è solo un
po' di matita sugli occhi! Io devo mettermi il mascara, il phard, la
matita e Dio solo sa che altro!
-
Io mi dovrei vestire, Maryl – aggiunse Maggie indicando l'abito
che teneva in mano, - e truccare, se non ti è di disturbo.
-
Ma Maggie io non ho ancora finito – si difese la bionda.
-
Ah, va bene, vorrà dire che mi dovrò andare a vestire
in camera mia – disse la sedicenne abbassando il capo, sperando
di ricevere la compassione della sorella.
-
Si, brava, e già che ci sei dì a Lexi di muoversi a
vestirsi, altrimenti facciamo tardi – disse la ventenne
richiudendo la porta.
-
Parla lei – sussurrò Maggie dirigendosi verso la propria
camera, dove si svestì e indossò il vestito che aveva
comprato per quella festa; era un abito di Chanel, azzurro caraibico
lungo fino a terra. Ai piedi mise un paio di scarpe con un tacco alto
un paio di centimetri e si lasciò i capelli sciolti sulle
spalle.
Quando
finì dì vestirsi scese le scale e raggiunse il salotto
dove si trovava uno specchio in cui si sarebbe potuta specchiare per
truccarsi, ma prima di scendere l'ultimo gradino vide Lexi sdraiata
sul divano che guardava un film horror alla tv.
-
Lexi! - esclamò la mora scendendo quel che restava dei gradini
per raggiungere la sorella e pararsi fra lei e il televisore.
-
Ehi Maggie, stai benissimo! - esclamò allegra. - Ti potresti
spostare per favore? Sai l'assassino sta cavando via gli occhi dalle
orbite a un personaggio, quindi se non ti dispiace gradirei vedere
come continua.
-
Lexi, fra poco dobbiamo uscire di casa per andare a questo stra
benedettissimo ballo, perchè tu non sei pronta, anzi non ti
stai proprio preparando? - chiese la mora a voce alta.
-
Mm, mi era sembrato di averti detto che io a questo ballo non
ci sarei mai andata –
disse la rossa con voce
grave.
-
Ti prego! Fallo per me! - la pregò Maggie.
Lexi
esitò, poi scosse la testa.
-
E comunque non ho neanche un vestito adatto all'occasione –
disse cercando di osservare quello che stava accadendo nel film.
-
Invece ce l'hai – disse una voce dalle scale; Maryl le scese
elegantemente, il vestito rosso le scivolava lungo ai fianchi,
sembrava una dea e fra le mani teneva un vestito dorato che porse
alla sorella dai capelli ramati quando la raggiunse. - Io e Maggie
abbiamo avuto l'idea di prendertene uno quando siamo andate a
comprare i nostri ieri.
Maggie
fece un sorriso e corse al piano superiore.
-
Il bagno è occupato! - gridò, poco dopo si sentì
una porta che sbatteva.
Lexi
e Maryl guardarono il piano di sopra per un istante, poi tornarono a
fissarsi.
-
Io non ci vado – disse la sedicenne, - non ho alcuna intenzione
di vedere anche solo da lontano Joseph Adam Jonas.
-
Lexi, ti prego, fallo per me, fallo per Maggie, lo sai che ci tiene
molto a questa festa. E' per l'ospedale e io ho già infilato
nella borsa una cifra considerevole.
La
bionda guardò la rossa con un sorriso supplichevole.
-
E va bene, lo farò ma tu mi devi un enorme favore! - sbraitò
strappando il vestito dalle mani della sorella e dirigendosi al piano
di sopra minacciosa. - Maggie esci da quel bagno!
Non
ce la faccio più …
(Adrenalina;
Finley)
-
Joe muoviti – disse Kevin stancamente mettendosi una cravatta.
- Fra poco usciamo.
Il
mezzano riemerse da sotto le coperte in cui si era nascosto e lo
guardò con aria storta.
-
Io non vengo – biascicò, - te l'ho già detto.
-
E invece tu ci vieni – disse il maggiore, - dovessi portartici
di peso.
-
Va bene, ma ti avverto che peso 65 chili – lo sfidò il
diciannovenne.
-
Vuol dire che mi aiuterà anche Nick – ribatté
Kevin.
-
Anch'io – strillò Frankie entrando in camera di corsa. -
Io porto le gambe!
Nick,
dall'angolo più remoto della stanza, ridacchiò.
-
Io non ci vengo – ripeté Joe, - non voglio andare lì
e fare la figura dell'idiota che se ne sta da solo in un angolo a
bere punch fino a star male mentre vedo tu e Nick che ballate con
Maggie e Maryl; vi immaginate che figura farei?
Kevin
alzò gli occhi al cielo seguito a ruota dal fratello
sedicenne.
-
Tu pensi alla figura che farai? Tu, Joe Jonas? Gli alieni hanno fatto
un tuo clone e l'hanno messo al posto tuo sulla Terra mentre
l'originale ora si trova su Marte? Tu non ti sai mai preoccupato di
fare una brutta figura! - esclamò Kevin fissando il mezzano.
-
Beh ora me ne preoccupo – sussurrò il diciannovenne
evitando lo sguardo del fratello maggiore.
-
Oh, vallo a raccontare a qualcun'altro! – esclamò Nick
infiammandosi e parandosi di fronte al fratello. - Sei un pessimo
bugiardo.
I
due fratelli maggiori e Frankie lo guardarono sorpresi per la sua
improvvisa ribellione.
-
Avevi detto che volevi parlare con Lexi, che volevi risolvere, si o
no? - iniziò Nick.
-
Si, ma … - mormorò Joe.
-
Avevi detto che volevi fare pace con lei sta sera, si o no? -
continuò il minore, imperterrito.
-
Si, ma … – rispose il mezzano.
-
Allora muoviti! - disse il sedicenne ad alta voce. - Noi ti
aspettiamo di sotto fra venti minuti, se non scendi entro quell'ora
ti porto via di peso. Non scherzo Joseph Adam.
-
Va bene, Nicholas Jerry – disse calcando sulle ultime
due parole.
Venti
minuti e quindici secondi dopo Joe si trovava in salotto, vestito da
damerino con tanto di giacca elegante e papillon.
-
Bah non sono sicuro di volerci andare … ma ormai sono vestito
quindi – aggiunse quando vide l'espressione sul viso del
fratello minore.
-
Bene – disse Kevin abbracciando Frankie, - noi andiamo. Mamma,
papà!
Denise
e Paul Kevin Senior raggiunsero i figli, armati di macchina
fotografica.
-
Non possiamo evitare? Per favore – li supplicò Nick
cercando di farsi piccolo piccolo.
-
No tesori miei, io documento ogni vostra uscita, è sempre
stata così e così sarà – asserì la
signora Jonas, allegra.
Nick
fece una smorfia, nonostante negli ultimi anni avesse passato tutto
il tempo a essere ripreso e fotografato non aveva superato la sua
repulsione dal farsi fare fotografie.
-
Bene ragazzi, divertitevi! - disse Paul Kevin Senior salutando i
figli mentre si trovavano sulla soglia di casa.
-
Si e fate i bravi – aggiunse Denise mentre prendeva Frankie in
braccio. - Vi voglio bene!
-
Anche noi – dissero in coro i tre fratelli Jonas maggiori
uscendo di casa.
I
Jonas Brothers si diressero verso la macchina in un silenzio tombale,
interrotto solo dal rumore delle loro scarpe sulla terra e dagli
sbuffi di Joe.
Kevin
aprì la macchina e si mise al posto di guida, il mezzano si
sedette affianco a lui e Nick si mise sul sedile posteriore, tutto
sorridente.
Il
maggiore accese la macchina, mise in moto e percorse il vialetto per
poi uscire dal giardino della propria casa.
-
Sarà una serata indimenticabile! - esclamò poi il
minore.
-
Già – brontolò Joe, - io morirò, che
bello!
-
Non essere così pessimista – disse Kevin senza staccare
gli occhi dalla strada.
-
Io non sono pessimista, io sono realista … il che è la
stessa cosa – disse Joe citando una frase del film “L'attimo
fuggente”.
Gli
altri due fratelli non seppero che ribattere e rimasero in silenzio,
ascoltando la canzone che dava la radio che Kevin aveva acceso poco
dopo essere partito.
-
Sta sera è una notte magica – sussurrò lo
speaker al microfono della radio, - perchè adesso vi faremo
ascoltare la canzone degli innamorati, ecco a tutti Endless Love.
Mentre
finiva di parlare la canzone iniziò, una sinfonia lenta,
calma.
-
Cambia ti prego – disse Joe, - non voglio morire depresso.
Il
ventunenne eseguì la richiesta del mezzano e cambiò
stazione radio fino a una in cui davano What I've Done dei
Linkin Park.
-
Esattamente – disse Nick, - cosa vorresti dire a Lexi.
Joe
fece un sospiro e si voltò verso il fratello minore, Kevin
intanto era tutto orecchi.
-
Le chiederò umilmente scusa, la pregherò di perdonarmi,
le dirò che sono pazzo di lei … sto pensando di
mettermi a cantare una canzone.
-
Ah si? Quale? - chiese il sedicenne.
Joe
ci pensò su per qualche istante.
-
Kevin rimetti Endless Love, la devo imparare a memoria al più
presto! - esclamò concitato.
Ancora
una volta il maggiore fece quello che il fratello gli chiedeva.
-
Vi è piaciuta? - chiese lo speaker mentre la sinfonia
della canzone si spegneva – A me di sicuro, ora passiamo a
dei ritmi un po' più allegri, ecco a tutti Dancing Queen!
-
Ma per la miseria! - esclamò Joe, affranto. - Questa è
sfiga!
Il
sedicenne da dietro si immaginò quello che avrebbe detto
Frankie se avesse sentito il mezzano usare quel linguaggio.
-
Troppo tardi fratellino – disse Kevin entrando in un parcheggio
pieno di macchine eleganti e luci colorate. - Si va in scena.
Che
nonostante le difficoltà
mi
avete sempre dato l'anima
oggi
sono qui per voi
(Qui
per voi; Finley)
Maryl
si aggiustò il vestito con un gesto nervoso, non riusciva a
togliersi dalla testa l'idea di non essere abbastanza per Kevin.
Insomma
lui era Kevin Jonas! Il famoso Kevin Jonas, il chitarrista dei Jonas
Brothers, quello bello dagli occhi verdi.
Sarebbe
riuscita ad essere alla sua altezza?
Maggie,
poco distante dalla sorella maggiore, teneva gli occhi bassi e le
mani in grembo in attesa che i fratelli Jonas arrivassero.
Cosa
avrebbe fatto con Nick? L'avrebbe trattato come al solito ossia come
un migliore amico? E chissà se lui l'avrebbe invitata a
ballare, magari un lento.
Lexi,
invece, era tutta un'altra storia; aveva le braccia incrociate al
petto e il peso appoggiato su una gamba.
Il
vestito era di Armani, le sue sorelle avevano pensato bene a
comprarle un vestito che costava un occhio della testa, in senso
letterale.
Beh
sicuramente era stata Maryl a scegliere il suo abito, Maggie aveva
gusti più fini. D'altronde la mora le aveva detto in segreto
che era stata la ventenne a decidere il vestito anche per lei, fosse
dipeso da Maggie avrebbe comprato un abito in un negozio qualunque.
Il
vestito di Lexi le donava, il problema ad avere i capelli rossi è
che non molti colori le donavano, ma quell'abito dorato, adornato da
piccole e lucenti decorazioni le stava d'incanto.
-
Beh direi che possiamo tornare a casa – disse a un certo punto
la sedicenne dai capelli ramati, - quelli non si vedono da nessuna
parte. Oh ma che peccato! - l'ultima parte della frase era piena di
sarcasmo.
-
Zitta Lexi, e comunque noi non ce ne andiamo neanche se loro non
arrivano dato che non siamo qui per loro ma per la festa, hai capito
bene? - chiese Maryl guardando la sorelle minore senza l'ombra di un
sorriso.
-
Si, si – brontolò la rossa con uno sbuffo.
Proprio
in quel momento nella sala entrarono tre ragazzi dai capelli scuri,
due riccioli e uno dai capelli stirati con la faccia di uno che ha
appena assistito al funerale di una persona cara.
Lexi
non appena vide Joe si voltò versò Maggie e la guardò
con rabbia.
-
Tu mi devi un altro enorme favore e siamo già a due sorellina
– disse, - non scordarti di quello che mi avevi promesso per
cercare di diventare amica di Joseph.
Maggie
non le badò e sorrise raggiante a Nick, il quale la raggiunse
in un battibaleno.
-
Maggie – biascicò il cantante, - sei splendida!
La
ragazza arrossì violentemente a abbassò il capo per
nascondersi.
-
Gra... grazie – mormorò lei.
Maryl
raggiunse Kevin, vestito con camicia bianca e giacca nera con tanto
di cravatta.
-
Sai vestito così sei molto più macho – commentò
la bionda.
-
Grazie mille Maryl! - esclamò lui con un sorriso. - Tu sei
stupenda, che cos'è? Dior? Chanel?
La
ventenne sorrise, finalmente quel ragazzo stava imparando a capire la
bellezza dei vestiti e dei loro stilisti.
-
Si è Dior – annuì Maryl. - Sono contenta che tu
l'abbia notato.
Kevin
si fece i complimenti da solo per aver dato un'occhiata alle riviste
di moda della madre prima di uscire, tanto per essere preparato.
Joe,
invece, si avvicinò a Lexi con passo tremante e cercò
di richiamare la sua attenzione in ogni modo ma lei non diede segno
di averlo notato.
Lui
sospirò, aveva ragione ad ignorarlo così, ma non poteva
che sentirsi offeso e dispiaciuto di quel rifiuto.
-
Lex … ehm Alexandra, possiamo parlare? - chiese lui, a mezza
voce.
La
sedicenne si allontanò da lui e raggiunse il tavolo dei
salatini e ne afferrò uno per mangiarlo con estrema lentezza.
Joe
la seguì determinato, le avrebbe parlato quella sera, fosse
stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.
Da
te mi nasconderò,
resterò
in silenzio, qui a fissarti immobile
osserverò
ogni piccolo gesto che
inconsapevolmente
fai
(Ad
occhi chiusi; Finley)
Maggie
e Nick erano seduti in un angolo da più di un'ora, quando
erano fra di loro il tempo volava anche se parlavano delle cose più
sceme.
Maggie
gli stava raccontando del pomeriggio del giorno prima che aveva
passato interamente a fare shopping con Maryl, una specie di tortura.
-
Condoglianze vivissime! - disse Nick, divertito.
-
Grazie! - disse lei ricambiando il sorriso e guardandolo felice.
Doveva ammettere che era pazza del neo che aveva su una guancia.
Il
cantante la ammirò con attenzione, non era mai stata così
bella. Il vestito era solo una piccola parte di ciò che le
dava quello splendido aspetto, ogni parte di lei era stupenda.
-
Ti sei truccata - commentò poi lui notando la leggera matita
sugli occhi.
La
ragazza si passò istintivamente la mano sul viso fino agli
occhi dove era riuscita a passarsi un po' di matita prima di essere
sfrattata da Lexi.
-
Non lo faccio mai – disse, - ho pensato che per questa festa
potevo truccarmi.
-
Stai molto bene – sussurrò Nick.
Ancora
una volta Maggie arrossì.
-
Grazie … ancora – mormorò.
Il
cantante le sorrise; la scorsa notte l'aveva passata a tormentarsi su
quello che avrebbe provato con Maggie quando l'avrebbe vista con la
consapevolezza di piacergli.
Credeva
che sarebbe stato tutto diverso e invece nulla era cambiato; forse il
semplice fatto era che in fondo l'aveva sempre saputo.
La
festa non era niente male, certo niente in confronto ai gran galà
a cui erano abituati i fratelli Jonas, ma rispetto alle solite feste
era più che passabile.
Il
DJ era un ragazzo che sapeva il fatto suo nel fatto di gusti di
musica, era un tirocinante nell'ospedale che aveva organizzato il
party, e metteva canzoni di tutti i generi.
Quando
aveva visto Nick, Joe e Kevin era praticamente saltato giù dal
palco su cui si trovava e li aveva raggiunti con il fiatone
supplicandoli per un autografo per la sua fidanzata che era una loro
grande fan. Inutile dire che i Jonas Brothers gliel'avevano firmato
subito con tanto di dedica personale.
-
Sai Nick, Lexi l'ha presa molto male per come l'ha trattata Joe –
ammise Maggie, - è da quando mia madre è scappata di
casa che non la vedo così scontrosa e arrabbiata.
-
Mi dispiace – commentò il sedicenne, - e anche a Joe,
oggi ha detto che vorrebbe fare pace con lei.
La
ragazza fece una smorfia.
-
Gli organizzerò il funerale – biascicò.
-
Sai tu e Joe dovreste fare coppia, avete entrambi una positività
ammirevole! - commentò Nick sarcastico e al solo pensiero che
ciò che aveva detto si avverasse fu preso da un moto di
gelosia.
Maggie
ridacchiò divertita.
-
Si, certo come no! - esclamò. - Io e Joe insieme, ma da dove
ti vengono certe idee?
Senza
contare il fatto che, non solo Lexi mi ucciderebbe, ma io sono
innamorata di te, pensò
la mora.
Nick
si fece prendere dall'allegria e si mise a ridere anche lui.
-
Bo – disse con il sorriso sulle labbra.
Intanto
una bellissima sinfonia aleggiò per tutta la sala.
-
Che bella! - commentò la sedicenne senza riuscire a
trattenersi.
-
Vuoi ballare? - chiese il cantante, ammiccando.
Maggie
lo guadò incredula e imbarazzata.
-
Sul serio? - chiese.
-
Certo – disse lui, - dai vieni.
Maggie
afferrò la mano che lui le aveva porgeva e si alzò
grazie al suo aiuto, si avvicinarono alla pista così, mano
nella mano, ed iniziarono a volteggiare.
Stai
benissimo così,
certi
sbagli fanno crescere, non fanno male
pochi
giorni e tutto tornerà normale
(Ricordi;
Finley)
-
Alexandra ti prego mi vuoi ascoltare? - chiese Joe esasperato
inseguendola.
-
Che cosa non capisci della parola “no”? - domandò
la rossa con odio, che aveva ripreso a parlare con il ragazzo da
pochi minuti e solo per ricoprirlo di insulti.
Lui
la ignorò, doveva parlarle.
-
Ti prego!
-
No, ti ho dato un'occasione e l'hai sprecata, basta! - disse lei
voltandosi verso il cantante e fissandolo con disprezzo. Non lo
guardava così dal loro primo incontro.
-
Alexandra ho fatto uno sbaglio, voglio rimediare e … - iniziò
Joe.
-
Risparmia il fiato per le tue canzoni Joseph,
io non voglio più avere nulla a che fare con te. E poi,
chissà, fra le tue fans ci sarà una ragazza abbastanza
grande per te – commentò Lexi con tutto l'odio che
provava per lui.
-
No, ti prego, ho fatto una cavolata! Ho avuto paura, non volevo dire
quello che ti ho detto! - si difese lui.
-
Non raccontarmi balle, eh! Hai avuto paura? E non hai pensato a me,
ai miei sentimenti? - ringhiò la ragazza. - Se avevi paura
dovevi pensarci prima di rispondere al bacio!
-
Io …
Lei
si allontanò imprecando ad alta voce.
-
Alexandra io ti voglio spiegare perchè ho fatto quello che ho
fatto, voglio fare la pace con te … voglio che torniamo
amici, se non qualcosa di più – disse Joe e in quella
frase praticamente le rivelò ciò che provava per lei.
Lexi
non poté fare a meno di sentirsi leggera e sollevata a sentire
quella frase, ma non poteva scusare Joe per quello che aveva fatto.
Si
allontanò con passi corti e veloci, non voleva sentire ancora
una volta la sua voce.
-
Alexandra ti supplico – la pregò Joe con voce roca
raggiungendola e prendendole la mano con forza.
Lei
cercò di scansarsi ma lui non la lasciò andare.
-
Tu … - iniziò il diciannovenne.
-
Non dirlo – sussurrò la rossa ad occhi chiusi mentre
sentiva la sua mano calda che la teneva.
-
Mi … - continuò lui implacabile.
-
Stai zitto – disse a mezza voce Lexi, stancamente.
-
Piaci – concluse Joe.
-
No! - esclamò lei ad alta voce. - Non è vero Joe, io
non ti piaccio e se anche fosse io non voglio più stare con
te.
-
Cosa? - chiese lui in un mormorio roco, lasciandole la mano.
-
Hai capito benissimo – disse la ragazza trattenendo le lacrime,
- tu non sai quanto ho sofferto per te – poi si allontanò,
non aveva più voglia di sentirgli dire scuse patetiche su
quello che aveva detto e fatto … era stanca di lui.
Prendimi
così
oppure
lascia perdere
sono
pazzo da rinchiudere
e
queste sono le mie regole
(Questo
sono io; Finley)
Maryl
teneva le braccia stretta intorno al collo di Kevin, lui le cingeva
la vita.
Ad
occhi estranei potevano sembrare due fidanzati, e in effetti lo erano
… quasi.
Il
DJ stava mettendo solo canzoni lente, adatte ai balli fra fidanzati,
Kevin sospettava che cercasse di fargli un favore. Doveva ricordarsi
di ringraziarlo di cuore quando l'avrebbe visto da solo.
-
Bella questa canzone – mormorò Maryl guardandolo dal
basso verso l'alto; nonostante i tacchi alti era ancora poco più
bassa di lui.
-
Si – annuì Kevin volteggiando con la ragazza, notò
di striscio Maggie e Nick in un angolo che ballavano fissandosi negli
occhi. Ora che ci pensava il ventunenne non vedeva il sedicenne così
felice da tanto tempo.
All'improvviso
la bionda scoppiò a ridere, senza però staccarsi dal
ragazzo.
-
Che hai da ridere? Dimmi dai che mi voglio divertire – le disse
Kevin guardandola.
-
No, niente, è che hai idea da quanto tempo stiamo ballando
insieme noi due? - domandò con aria divertita.
-
Ehm, venti minuti? Quindici? - chiese lui confuso.
Lei
scosse la testa, allegra.
-
Un'ora – gli rivelò.
-
Perdindirindina! - esclamò il ragazzo.
Bastò
quella parola per fare venire una nuova crisi d'ilarità a
Maryl.
-
Perdindirindina? - chiese sorridente. - Andiamo è dai tempi
della prima guerra mondiale che nessuno usa più questa parola!
-
Sai com'è sono vecchio – rivelò lui, sarcastico.
-
Beh questo l'ho sempre saputo – si vantò la bionda.
-
Ah ah – disse Kevin, ironico.
-
Giuro – disse lei.
Il
ragazzo la ignorò e continuò a ballare con lei,
confondendosi fra le altre coppie di ballerini.
Molte
ragazze guardarono Maryl invidiose, sussurrando improperi.
-
Ho come l'impressione che ben presto si verrà a sapere che i
Jonas Brothers sono venuti a questa festa sta sera – commentò
Kevin. - E sono altrettanto certo che tu, Maggie e Lexi finirete su
qualche rivista scandalistica.
-
Pazienza – sussurrò lei, - non mi interessa tanto ad
essere sincera.
Lui
la ammirò, non sapeva se lui avrebbe reagito allo stesso modo
nella sua situazione … certo se non fosse stato famoso.
Mentre
ancora ballavano finirono davanti ad un ragazzo dai capelli castani
che si stava avvicinando alla sua ragazza tenendo in mano due
bicchieri colmi di punch rosso sangue; camminava velocemente, non
vedeva l'ora di raggiungere la sua fidanzata, e goffamente inciampò
nelle scarpe di Kevin versando i due bicchieri sul vestito di Meryl.
-
Oh mamma! - esclamò il ragazzo. - Mi scusi signorina, non
volevo.
A
Kevin parve un flashback di qualche giorno prima, quando lo stesso
era accaduto con una ragazza, iniziava a preoccuparsi seriamente
di come Maryl avrebbe reagito all'ennesimo vestito sporco.
Maryl
fissò la macchia che si estendeva a macchia d'olio sul suo
costosissimo vestito e fissò la causa di quel disastro,
ma quella volta non c'era tempo per arrabbiarsi, quella volta il
sentimento che prevaleva era la tristezza.
-
Ehm – si schiarì la gola Kevin, - vai pure – disse
al ragazzo, il quale obbedì all'istante allontanandosi
immediatamente.
Maryl
continuava a fissare la macchia sull'abito, impietrita e mentre
sentiva le lacrime che le salivano fino agli occhi, sapeva di essere
esagerata ma quel vestito oltre al fatto che era costato una cifra
stratosferica, era quasi unico, infatti Dior aveva fatto pochissimi
abiti come quelli.
Kevin
la prese per un braccio mentre la ragazza iniziava a riprendersi e a
far prevalere la rabbia.
-
No, tu ora torni qui subito! Tu, essere ingrato, mi hai
rovinato un vestito quasi unico nel suo genere! - ringhiò
Maryl con odio mentre veniva portata via da Kevin rivolta al ragazzo
che l'aveva travolta.
L'istinto
di conservazione di quel povero ragazzo gli disse di scappare al più
presto, cosa che lui fece immediatamente, portandosi via la sua
ragazza.
Kevin
portò Maryl sulla terrazza, lontani da sguardi indiscreti.
Lei
irradiava rabbia da tutti pori, lui era tranquillissimo.
Una
coppia perfetta, no? Si completavano a vicenda.
-
Stai bene? - osò il ventunenne dopo qualche minuto di
silenzio.
-
Dior – disse solo Maryl.
-
Dai su, non è così grave – disse Kevin, ma si
pentì subito di averlo detto, infatti la bionda lo guardò
con odio.
-
Cioè è molto, molto grave – si corresse.
-
Ecco mi sembrava – biascicò Maryl incrociando le braccia
sulla macchia dell'abito.
Kevin
la fissò per un istante.
-
Vorrei fare qualcosa per te – disse, - ma non so cosa.
-
Beh potresti aiutarmi ad uccidere quel ragazzo, vuoi? - chiese lei
speranzosa.
Kevin
scosse la testa e la ignorò.
-
Maryl – disse all'improvviso, - ti volevo dire una cosa.
Lei
si fece subito attenta.
-
Ti volevo dire che sei una ragazza meravigliosa, la migliore che io
abbia mai incontrato, sei stupenda sia dentro che fuori, tu sei
fantastica e volevo dirti che mai e poi mai incontrerò
un'altra come te e che non smetterò mai di volerti bene –
disse Kevin osservandola a lungo.
Lei
abbassò gli occhi, felice del discorso che Kevin le aveva
appena fatto, i suoi occhi si bagnarono di lacrime che le rigarono le
guance.
-
Ehi, che fai ti sei commossa? - chiese lui sollevandole il mento con
un dito.
-
No – singhiozzò Maryl, - è per il vestito!
Kevin
sorrise divertito e premette le sue labbra su quelle della ragazza.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** When You Look Me In The Eyes ***
Ciao
ragazze,
bene
oggi è giornata di annunci quindi se avete pazienza dovreste
leggere tutti gli avvisi che metterò qui sotto, grazie mille:
1.
Bene questo è un avviso che è per me una fortuna e per
voi, forse, una sfortuna. Vi avverto che molto probabilmente Brothers
and Sisters raggiungerà e
forse supererà i trenta capitoli, insomma si prospetta a
essere una storia molto lunga, spero vi faccia piacere!
2.
Le vacanze estive sono arrivate e io ben presto, i primissimi di
Luglio, partirò in vacanza e non tornerò per un bel po'
di tempo (nove giorni minimo) e quindi non potrò né
aggiornare né recensire tutte le storie che di solito
recensisco e di questo volevo scusarmi con tutti gli autori di
fanficions di questo sito. Perdonatemi!
3.
Sempre tornando agli aggiornamenti, durante l'estate quindi
pubblicherò i capitoli molto di rado, ogni volta che torno a
casa mia a Milano e scusatemi anche per questo. Ma guardate il lato
positivo, ho due mesi per inventare nuove vicende per i nostri
personaggi! E molto probabilmente questa storia vedrà nascere
il 2010 quindi è piuttosto lunga!
4.
Ringrazio un milione di miliardi di volte: Sbranina, PrInCeSsMaLfOy,
Egg__s, jonas_princess, crazies_cullen123, merion, Giulietta24,
jeeeeee
per aver recensito “You're Unkink”!! In una shot sola già
11 recensioni, mi avete reso la ragazza più felice della
terra!
5.
Ringrazio non so più quante milioni di volte: Tappina_5_S,
crazies_cullen123, jonas_princess, PrInCeSsMaLfOy, jeeeeee per aver
recensito “Before The Storm”! Grazie mille!! Non credevo
che una Niley piacesse così tanto! Se volete scriverò
ancora su di loro!
Bene
finito con gli avvisi, passo ai ringraziamenti:
crazies_cullen123:
si lo so, io sono sadica!! E pazza... ma è un dettaglio!
Grazie per il buona fortuna degli orali! Probabilmente anche io agli
esami farò lo stesso che hai fatto tu con una mia amica! Spero
che questo chappy ti piaccia! Un bacio!
merion:
come ti ho già detto non ho molto tempo per aggiornare, ma
ammettilo ti ho spiazzata aggiornando venerdì al posto di
lunedì come ti avevo scritto, eh! Beh, ho deciso di aggiornare
oggi dato che ho finito di scrivere questo capitolo ieri alle due di
notte... Lexi la vedo anch'io scema, ma dai forse (e sottolineo
forse) un giorno capirà la sua cavolata! Intanto ti consiglio
di leggere, ho una sorpresa per te! Un bacio!
jonas_princess:
in effetti se Joe mi avesse detto una cosa del genere come ha fatto
con Lexi sarei svenuta, ma se me l'avesse detta Nick … uh,
sarei andata in iperventilazione e sarei collassata fra le sue
braccia! Ecco qui un nuovo chappy che spero ti piaccia, soprattutto …
no non dico niente! Un bacio!
Giulietta24:
grazie mille per i complimenti! Mi fa davvero piacere che questa
storia ti piaccia e spero di risentirti su questa FF!! Grazie mille
per avermi aiutata con le notizie dei Jonas, mi sei stata davvero
utile! Se Lexi ti piace spero che tu gradisca questo capitolo!
Melmon:
ciao! La storia che mi hai fatto venire in mente non l'ho ancora
scritta, ce l'ho in mente e aspetto di averla un po' più
chiara in testa prima di metterla su carta e infine scriverla al
computer, comunque grazie ancora di avermi fatto avere l'idea!! Joe
si farà perdonare moooolto presto, hi hi un bacio!
jeeeeee:
grazie mille per il buona fortuna per gli orali tesoro! Non vedo
l'ora di sapere cosa pensi di questo capitolo!! Joe ne combinerà
di cotte e di crude!! Un bacio amor!
Niki_Cullen:
meno male che non ti sei offesa sul codice html, perchè non
era assolutamente mia intenzione! Ti ho contattata e ti ho scritto
cosa devi fare per usare il codice, spero di esserti d'aiuto! Un
bacio! PrInCeSsMaLfOy: sono iper contenta che lo scorso chappy ti
sia piaciuto!! Spero che anche questo ti piaccia!! Grazie mille per
il buona fortuna agli orali … speriamo bene! Un bacio!
Capitolo
17. When You Look Me In The Eyes
-
Quindi ... in poche parole … tanto per essere chiari …
per essere diretti ... voi stareste, ecco insieme? - chiese Lexi
guardando Maryl e Kevin mano nella mano che si guardavano adoranti
con sguardi persi, agli occhi della rossa erano rivoltanti.
-
Beh si – annuì Maryl stringendo la mano del suo ragazzo,
- non sei felice per noi?
-
Eh, non si vede? Sprizzo felicità da tutti i pori! - esclamò
sarcastica la sedicenne con un sorriso forzato.
Maggie
e Nick, dall'altra parte della stanza, passavano con gli occhi da
Lexi alla coppietta innamorate e viceversa.
Erano
riuniti a casa Campbell da più di un'ora e c'erano proprio
tutti, tranne Joe che era tornato a casa a leccarsi le ferite dopo
essere stato rifiutato da Lexi, senza contare che quest'ultima non lo
voleva vedere neanche da lontano.
Era
quasi mezzanotte.
-
Kevin credo sia ora di tornare a casa – disse Nick dopo aver
guardato l'orologio che teneva al polso. - Mamma e papà ci
staranno aspettano.
Senza
contare che Joe starà malissimo e voglio e devo sapere come
sta e se posso aiutarlo,
aggiunse mentalmente.
-
Oh – disse Kevin e si voltò verso la sua amata, - devo
andare.
Maryl
gli strinse forte la mano; ora che finalmente aveva il riccioluto
tutto per sé non lo voleva lasciare andare.
-
Mi dispiace – aggiunse in un mormorio il ventunenne alla
bionda, - sul serio.
La
ragazza sorrise.
-
Non ti preoccupare sciocchino! - disse. - Mica ti devo avere sempre
intorno, ci sentiamo domani però, promesso?
-
Promesso – promise Kevin e le diede un bacio come per darle una
conferma.
Maryl
lo lasciò andare con un sospiro e non appena i due fratelli
Jonas si chiusero la porta alle spalle si lasciò cadere fra i
morbidi cuscini del divano iniziando a ridere.
-
Oh si un vero spasso Maryl – commentò Lexi. - Muoio
dalle risate, ti sei appena messa con il fratello di un troglodita,
complimenti, ti do la mia benedizione.
Maryl
continuò a ridere, spaesata.
-
Io inizierei a preoccuparmi – disse Maggie, ancora in abito da
sera, avvicinandosi alla gemella. - Quando fa così o è
isterica o molto felice, e non la smette più.
-
Ah sicuramente è per la prima opzione – disse Lexi con
uno sbuffo mentre si toccava nervosa il tessuto dell'abito da sera
che indossava, - si è appena resa conto che il fratello del
suo ragazzo è un deficiente totale.
-
Sono così felice! - esclamò invece la bionda,
ridacchiando. - Ho un ragazzo che è la fine del mondo!
Maggie
e Lexi scossero la testa incurvando il labbro inferiore in una
smorfia, ora si sarebbero dovute sorbire ore e ore dei pregi di
Kevin, dei progetti che loro sorella maggiore e il ragazzo avevano
deciso di organizzare dall'ora e mezza che stavano insieme, ovvero la
promessa di una chiamata per il giorno dopo, e delle bellezze di
stare con un Jonas.
-
Sarà una notte molto lunga – commentò Lexi.
La
gemella mora confermò la sua affermazione con un verso di
sconforto.
-
Ehi Maggie – sghignazzò Maryl, - ho visto te e Nick sta
sera ed eravate favolosi
insieme! Lui è cotto di te ne sono più che sicura!
Maggie
grugnì, era un verso indecifrabile.
-
E tu Lexi – continuò la bionda ridendo come una
schizofrenica, - sei una scema, insomma Joe
aveva uno sguardo talmente affranto quando tu l'hai lasciato in quel
modo! Lui è innamorato
e tu gli da un due di picche solo perchè lui ha fatto una
cretinata – scosse la testa – a volte mi chiedo se siamo
sul serio sorelle.
-
Oh beh qui c'è una soluzione semplice, basta fare il test del
DNA – commentò Lexi acida salendo le scale con passo
pesante, offesa. - Io vado a dormire.
Né
Maggie né Maryl udirono altri rumori provenire dal piano
superiore.
-
L'ho combinata grossa? - chiese la bionda tornando seria.
Maggie
la guardò con espressione persa e scosse la testa in modo non
molto compromettente.
Si,
l'aveva combinata grossa, eccome se l'aveva combinata grossa.
-
Scusa – commentò Maryl, - che poi non dovrei nemmeno
dirlo a te ma a Lexi. Dio mio che casino, è dura essere una
sorella maggiore.
-
Forza – disse Maggie, - a tutto c'è un rimedio e sono
sicura che Lexi ti avrà già perdonato domani mattina a
colazione, ma tanto per esserne certa preparale le frittelle ai
mirtilli che le piacciono tanto.
La
ventenne sorrise, speranzosa.
-
Dovrei andare a parlarle? - chiese.
Maggie
scosse la testa.
-
Sta sera no, domani forse, ma oggi ... oggi deve sfogarsi da sola per
capire che ha fatto una cazzata di
dimensioni olimpioniche ad aver lasciato Joe.
-
E se ne accorgerà? - domandò Maryl.
-
Con un po' di tempo, ma lo capirà, puoi giurarci – annuì
Maggie.
E
Maryl sperò con tutto il cuore che fosse così.
Perdonami
ma non so perdonarti se è vero che ci sei che puoi
vederci perdonami ma non puoi venirmi a dire che tutto
succede per tua volontà ... per tua volontà
(Perdonami;
Enrico Boccadoro)
Joe
appoggiò la testa alla parete della sua camera e chiuse gli
occhi sconfortato, nella testa gli risuonavano incessantemente le
frasi che Lexi gli aveva detto alla festa.
Non
è vero Joe, io non ti piaccio e se anche fosse io non voglio
più stare con te, rammentò
il mezzano, quelle erano quasi le ultime parole che gli aveva detto.
Perchè
la vita doveva essere così complicata? Perchè non
poteva essere semplice come al solito, perchè esisteva
l'amore?
L'amore
fa schifo, pensò Joe con
rammarico.
Eppure
l'amore era anche la cosa più bella al mondo, l'unica cosa che
dava la spinta a Joe la mattina per alzarsi, che gli dava la forza di
fare il lavoro di cantante fra problemi e mille impegni.
Oh
Lexi, pensò il
diciannovenne, come vorrei poterti stare accanto in questo
momento.
Qualcuno
bussò alla porta della sua camera.
-
Non ci sono – borbottò il mezzano, - riprovate più
tardi.
-
Joe sono io – disse Nick dall'altra parte della parete, la mano
ancora alzata come se stesse ancora bussando.
Il
diciannovenne non ci pensò due volte e diede il permesso a
Nick di entrare in casa.
Il
sedicenne entrò e si sedette sul letto del fratello, mentre il
maggiore si risedeva a terra, ancora vestito da damerino.
-
Joe devi reagire – disse Nick, - non puoi continuare così.
-
Perchè no? - chiese il mezzano.
-
Perchè? Ma ti sei visto? Sembri un cane bastonato, perchè
ti riduci così? - chiese il ricciolino.
-
Perchè? Nick la ragazza che mi piace mi ha rifiutato e la
colpa è mia – disse Joe guardando il fratello.
-
Va bene tu hai fatto un piccolo errore … - iniziò il
sedicenne, ma si corresse quando vide l'espressione del fratello, -
va bene un grosso errore, ma tu le hai chiesto scusa e ora è
lei che non ti ha perdonato.
Joe
scosse la testa.
-
E questo dovrebbe farmi sentire meglio? - domandò il mezzano.
- Perchè se è così avvertimi.
Nick
abbassò il capo, sconfortato dal comportamento del fratello
maggiore, non lo sopportava quando faceva il depresso con tutti i
suoi musi lunghi e i suoi sbuffi.
-
Beh – iniziò Nick, - potresti fare qualcosa di più
per Lexi, chiederle scusa in un altro modo.
-
E come, prostrandomi ai suoi piedi? Pregandola in ginocchio?
Supplicandola? L'ho già fatto Nick e non ha funzionato, anzi
ha peggiorato la situazione e ora non solo Alexandra mi odia, ma non
mi vuole neanche vedere – spiegò Joe, con una nota
disparata nella voce.
-
Oddio Joe, al contrario di quello che molti pensano, sei un ragazzo
intelligente, usa le meningi e tira fuori qualcos'altro per chiederle
perdono – disse il minore.
-
E come? - domandò il mezzano.
-
Non te lo posso dire io, deve essere una tua idea Joseph Adam –
disse Nicholas calcando bene sul nome completo del fratello e
dirigendosi verso la porta per uscire, - d'altronde sei tu il
genialoide del gruppo come dici di essere, no?
E
con quelle parole si congedò.
Joe
rimase fermo un attimo a pensare, lui il genialoide del gruppo? Da
quando? Doveva essersi perso qualche passaggio.
La
luce della camera di Nick, che si intravedeva da quella del mezzano,
si accese e come se nello stesso momento Joe ebbe un'idea.
Il
diciannovenne uscì dalla propria camera e raggiunse quella del
fratello minore e la spalancò senza bussare, Nick era seduto
sul letto e stava suonando la chitarra.
-
Buonasera, di nuovo – lo salutò il sedicenne, - di cose
hai bisogno oh piccolo genio – nel suo tono filosofico c'era
una nota sarcastica.
-
Si, certo Nick, senti domani Lexi e Maggie sono a scuola? - domandò
Joe, ignorandolo.
-
Si – disse il minore, - certo, perchè?
-
Oh, no niente – disse Joe con fare misterioso, - sono
semplicemente un genio.
E
mi sento diverso da ieri e tutto questo mai più
dentro di me
(Diverso
da ieri; Garretti)
Una
Maryl versione casalinga, vestita con solo una semplice tuta e
un paio di pantofole, con tanto di grembiule per cucinare,
si aggirava per casa Campbell canticchiando allegra e rassettando
tutto ciò che era in disordine, dai cuscini ai soprammobili.
-
I'm hot, you're cold, you go around like you know –
cantava sottovoce una delle canzoni dei Jonas Brothers, il sorriso
sulle labbra.
Saltellò
fino alla cucina e si mise a preparare le frittelle ai mirtilli per
Lexi e dei pancake per Maggie.
-
Oh quanto mi piace cucinar, oh si! - canticchiò apparecchiando
la tavola della cucina con fare spensierato.
La
tavola era imbandita con tutte le prelibatezze che la ventenne era
riuscita a trovare in casa: c'erano tre tipi differenti di succhi,
biscotti fatti in casa, latte, cereali, frutta di vari tipi e i
piatti pronti per ospitare frittelle e pancake.
-
Lexi! Maggie! - trillò la bionda chiamandole per le scale. -
La colazione!
Dopo
pochi minuti le due Campbell minori scesero le scale, assonnate, Lexi
con il viso stanco e Maggie con la faccia da zombie.
Non
appena entrambe entrarono in cucina entrambe si bloccarono sulla
soglia e osservarono la scena che le si parava davanti, stupite.
-
Devo essere morta e finita in paradiso – commentò
Maggie, guardando la scena meravigliata.
-
No, non sei morta Maggie, è Maryl che è impazzita –
commentò Lexi, osservando con desiderio le frittelle che si
stavano cuocendo a fuoco lento su un fornello – a furia di
frequentare Joseph ha perso la testa.
-
Buongiorno sorelline! - esclamò Maryl, allegra, - prego, la
colazione è servita!
-
Che cosa?! - domandò Maggie. - Hai cucinato tutto tu?
-
Certo che si! - esclamò la bionda. - Mi sono alzata di buon
ora e vi ho preparato una sorpresa, gradita spero.
-
Graditissima – affermò Lexi schizzando verso la tavola
imbandita e afferrando un biscotto e mangiandolo con gusto. - Uhm
buono! Con la cannella?
-
Si – disse fiera Maryl, - preparati con le mie mani.
-
Sul serio? - chiese Maggie afferrandone uno e assaggiandolo, non era
niente male.
-
Si – ripeté la bionda. - Ora sedetevi, arrivano le
frittelle ai mirtilli e i pancake!
La
maggiore spense i fornelli e servì le sorelle con un sorriso
compiaciuto dipinto sulle labbra.
Maggie
osservò tutte le prelibatezze che la sorella aveva preparato;
dopo il discorso del giorno prima si aspettava uno sforzo di Maryl
nel preparare la colazione, ma non avrebbe mai pensato a un tale
spettacolo.
-
Eccovi servite – disse la bionda mettendo a entrambe il cibo
nel piatto. - Bene, buon appetito!
Lexi
iniziò a mangiare le frittelle con gola.
-
Posso sapere a che dobbiamo tutto questo spettacolo? - chiese.
-
Beh, dato che pochi giorni fa ho lasciato l'università e non
ho ancora avuto il tempo per iscrivermi a quella nuova ho molto tempo
libero e ho deciso di prepararvi questa meraviglia! - spiegò
Maryl. - Volevo anche scusarmi con te per ieri sera, sono stata molto
insensibile, ma il fatto di essere la ragazza di Kevin mi ha
totalmente dato alla testa.
Caspita,
ha superato un record, pensò
Maggie, sono appena le sette di mattina e già pensa
al suo ragazzo.
Maryl
aveva abbandonato l'università di legge solo tre giorni prima,
era andata personalmente a scuola spiegando la sua scelta al preside
ed era andata a ringraziare la professoressa Gregory per i consigli.
-
Puoi spigarmi il tuo abbigliamento? - chiese Lexi, sorvolando al
discorso che aveva appena fatto la sorella a proposito dall'essere
perdonata.
-
Oh, beh, è piuttosto inutile vestirsi eleganti per stare in
casa, - spiegò Maryl con non chalance, - cosa mi metto in tiro
a fare se a vedermi siete solo voi due?
-
Presto Maggie chiama un'ambulanza! - dichiarò Lexi accorrendo
dalla sorella maggiore. - Sta male!
-
Cosa? - domandò Maryl confusa.
-
Ho già fatto il numero – spiegò Maggie con fretta
e furia digitando tre numeri sul telefono di casa.
-
Siete pazze? Maggie poggia subito quel telefono e tu Lexi lasciami! -
esclamò la bionda cercando di scrollarsi di dosso la sorella
che l'abbracciava stretta.
-
Maryl hai appena detto che è inutile vestirsi
eleganti per stare in casa! -
disse la rossa continuando a tenerla. - Avrai sbattuto la testa
povera te, o la tua vicinanza con un troglodita ti ha davvero fatto
male.
-
Ma che dite, io sto benissimo! - disse Maryl che iniziava seriamente
ad irritarsi.
-
E' quello che vuoi farci credere – disse Lexi con un
sorrisetto, - poverina hai perso anche la memoria.
-
Stai zitta tu! - abbaiò la bionda. - Possibile che io non
possa vivere tranquillamente la mia vita senza che tu e Maggie non
commentiate ogni frase che dico?
Maggie
ridacchiò e appoggiò il telefono sul tavolo della
cucina e Lexi lasciò la sorella.
-
Se non vuoi spaventarci vai a cambiarti – disse la mora, -
vestiti con Armani o Prada o tutto quello che vuoi ma per favore
togliti questa tuta.
-
Perchè? - volle sapere la ventenne.
-
Tu sei miss moda, Maryl, non puoi metterti una tuta che non so
neanche dove puoi averla comprata – spiegò Lexi, seria.
-
L'ho presa ai grandi magazzini – disse la bionda.
La
rossa trattenne il fiato e Maggie sbatté il palmo di una mano
contro la fronte.
-
E' peggio di quanto pensassi – disse.
-
Smettetela – disse Maryl, brusca.
-
Va bene – annuì Lexi tornando a mangiare, seguita dalla
gemella.
La
bionda sbuffò e uscì dalla cucina.
-
Vado a cambiarmi – annunciò, - torno fra circa tre
quarti d'ora.
-
Daccordo – disse Maggie.
Maryl
era già a metà delle scale quando sentì la voce
di Lexi.
-
Ah, sei perdonata! - le urlò e al suono di quelle parole la
ventenne sorrise.
Essere
una donna non vuol dire riempire solo una minigonna non vuol
dire credere a chiunque se ti inganna. Essere una donna è
di più, di più, di più, di più è
sentirsi viva
(Essere
una donna; Anna Tatangelo)
-
Io sono un genio assoluto! Dovrebbero assegnarmi il premio Nobel per
la mia intelligenza, no anzi, dovrebbero dichiararmi Genio Dell'Anno
– disse Joe, afferrando la scatola dei cereali e mettendoli nel
proprio piatto.
Nick
sbuffò e si concentrò sulle sue uova.
-
No, sul serio non so come farebbe l'umanità senza di me –
continuò il diciannovenne.
-
Joe vuoi dirci cos'hai fatto o dobbiamo pregarti in ginocchio? -
chiese il sedicenne, curioso suo malgrado.
-
La seconda scelta mi alletta assai – ridacchiò il
mezzano.
-
Oh mamma – borbottò Frankie osservando il fratello
maggiore, malevolo – non puoi stare un po' zitto Joe?
Denise
Jonas ridacchiò divertita per la frase del suo piccolino.
-
Sh Frankie, dovresti cantare le mie lodi e non rimproverarmi –
lo rimbeccò il moro dai capelli lisci.
-
Le tue lodi, Joe, si possono contare sulla punta delle dita –
continuò Frankie, imperterrito.
Nick,
Denise e Paul Kevin Jonas Senior scoppiarono in una sonora risata.
-
Che avete da ridere? - chiese Joe. - Non è divertente.
-
Invece è così te lo assicuro – rise Nick.
Il
mezzano sbuffò.
-
Bene, io vado a prepararmi per poi andare a compiere il mio piano
geniale – disse Joe alzandosi da tavola, - sta sera quando
tornerò a casa sarò un uomo più felice.
-
Ma che stasera?! Devi essere qui entro le cinque, abbiamo un
intervista per People
– gli rammentò papà Jonas.
-
Giusto, l'intervista – disse il diciannovenne, - in tal caso ci
vediamo alle cinque, addio famiglia, ditemi in bocca al lupo.
-
Crepa il lupo – sussurrò Nick.
In
quel momento in cucina entrò il sesto componente della
famiglia, vestito e pettinato con tanto di un sorriso a trentadue
denti che gli partiva da un orecchio all'altro.
-
Buongiorno famiglia! - esclamò Kevin Jonas. - Non trovata che
sia una giornata meravigliosa? Il sole splende, gli uccellini cantano
…
-
Eccolo il nostro innamorato! - lo salutò il diciannovenne. -
Bene io vado.
-
Innamorato? - chiese Denise al figlio maggiore.
-
Ehm … - iniziò Kevin, ma a quel punto Joe era già
uscito di casa per compiere ciò che doveva fare.
Parlami,
come
il vento fra gli alberi,
parlami,
come
il cielo con la sua terra
(Luce;
Elisa)
Quando
il cellulare suonò dando come mittente 'Kevin', Maryl era la
felicità fatta persona.
-
Pronto Kev! - lo salutò allegra, senza perdere tempo.
-
Maryl, buongiorno, come stai? - chiese il ventunenne con voce
sognante.
-
Benissimo, tu? - domandò lei.
-
Bene, ora che ho sentito il suono della tua voce – commentò
lui.
Maryl
squittì dalla felicità.
-
Che stai facendo? - chiese la bionda al suo ragazzo.
-
Oh, ho appena finito di dire alla mia famiglia della relazione –
spiegò Kevin, tranquillo.
-
Ah, e come … come l'hanno presa? - mormorò Maryl.
-
Bene, non ti preoccupare, ci hanno dato la loro benedizione e tutti i
migliori auguri possibili – spiegò il moro.
La
bionda fece un sospiro di sollievo, un ostacolo che non aveva mai
preso in considerazione nella sua relazione con il chitarrista era
superato.
-
Ringraziali da parte mia – lo pregò Maryl, - non li
deluderò.
-
Sperò sia così – disse Kevin, - e anche io non ti
deluderò, puoi starne certa.
Rimasero
in silenzio per una frazione di secondo, dopo di che si misero a
parlare di tutto, come se non si vedessero da anni quando, in realtà,
erano solo poche ore.
-
Lexi e Maggie sono già a scuola? - domandò lui, dopo
aver parlato praticamente ognuno della propria vita, dettaglio per
dettaglio, fino a quel momento.
-
Si – rispose Maryl, - mi hanno fatto impazzire prima, ma adesso
sono a scuola. Credevano fossi pazza.
-
Perchè? - chiese Kevin, divertito.
-
Perchè mi ero vestita con una tuta comprata ai grandi
magazzini e ho detto che non mi importava di vestirmi elegante in
casa, si può essere più sceme a credere che io stia
male perchè penso una cosa simile? - chiese lei scettica.
-
Maryl, tu resta dove sei, capito? Non ti muovere, io sto arrivando da
te – disse il ventunenne serio.
-
Cosa? Kev che stai dicendo? - chiese la bionda.
-
Ti sei sentita male oggi? Anche un leggero mal di testa? Non ti
preoccupare adesso ti porto in ospedale e lì ti faranno
qualcosa per capire cos'hai avuto, forse uno sbalzo della pressione,
comunque non ti muovere che fra poco arrivo – disse Kevin
serissimo.
-
Anche tu? Io sto benissimo! - esclamò la bionda che iniziava
seriamente a spazientirsi. - Ma se vuoi venire io non ti fermerò,
sappilo.
Il
ventunenne sorrise.
-
Oh non ti preoccupare fra poco arrivo.
-
Allora ti aspetto – disse Maryl.
-
Arrivo amore – le disse Kevin.
-
Non vedo l'ora di vederti – confessò la bionda.
-
Chiudi gli occhi e immagina che io sia lì con te, quando
riaprirai gli occhi io sarò lì da te – mormorò
Kevin.
Con
un breve saluto la ventenne mise giù e gli obbedì.
Ogni
tua parola ogni tuo gesto rimangono impressi nella mente non
li scorderò di certo sono con te se tu lo vuoi
(Amami;
Nek)
-
Lexi, non credo sia una buona idea – confessò Josie
osservando l'amica mentre stendeva un telo bianco sul tavolo che
aveva trasportato fino all'atrio della scuola.
-
Perchè? Io la trovo un'idea geniale – disse Lexi, la sua
voce rimbombava nei corridoi vuoti della scuola, tutti gli altri
studenti stavano facendo lezione.
-
Beh se ci beccano questa volta verrai davvero espulsa –
rettificò Josie.
-
Perchè, tu no? - domandò Lexi squadrandola da capo a
piedi.
-
No, ho una sospensione in meno della tua, sono stata malata due
manifestazioni fa! - esclamò Josie, furente. - Io non mi
voglio rovinare la vita per colpa tua! Già con due sospensioni
sarà un miracolo se mi ammettono ad Harvard fra qualche anno
quando farò l'iscrizione, poi se mi espellono anche posso dire
addio all'università!
-
E quindi? - chiese Lexi.
-
Quindi me ne vado. Ti voglio bene Alexandra, ma non posso e non
voglio farmi rovinare la vita da te – disse Josie, prendendo il
suo zaino che aveva appoggiato a terra e allontanandosi da lei, -
vado a lezione.
Lexi
la osservò percorrere il corridoio e svoltare un angolo.
La
rossa sbuffò, dopo di che tornò a preparare la tavola
per la manifestazione di quel giorno per sostenere il rinoceronte
bianco che si stava estinguendo in Africa.
Mancava
circa mezz'ora al suono dell'intervallo, orario in cui avrebbe
iniziato la sua protesta.
A
che le serviva Josie? A cosa le serviva un'amica se poi l'abbandonava
nei momenti del bisogno?
-
Non mi importa, figurati – sussurrò la sedicenne
parlando da sola.
Si
abbandonò su una sedia dietro al tavolo e si perse nei suoi
pensieri.
Quando
trenta minuti la campanella suonò Lexi si riprese dai suoi
pensieri e si mise in piedi, aspettando che tutti gli studenti
uscissero dalla propria aule.
Fin
da quando la prima classe si svuotò la rossa iniziò a
urlare.
-
Siete mai stati in uno zoo? Si? Avete mai visto un rinoceronte
bianco? No e sapete perchè? Ne esistono solo poche centinaia
del mondo. Se volete aiutarli donate cinque dollari che invierò
in un centro che si preoccupa per la difesa di questa specie di
animali! - gridò.
Una
gran parte degli alunni si allontanò indifferente dal tavolo
di Lexi, per loro era solo l'ennesima dimostrazione inutile, altri
invece si avvicinarono e le lasciarono sul tavolo un soldi da lei
richiesti.
-
Grazie! - li ringraziò Alexandra. - State facendo bene, se
volete assicurarvi che i vostri soldi siano stati donati
all'associazione per la protezione dei rinoceronti bianchi chiamate
questo numero, e nel frattempo dava a chicchessia dei biglietti da
visita.
In
cambio ricevette qualche ringraziamento e alcuni versacci.
Nella
folla che invadeva l'atrio una figura in particolare sembrava
impaziente di raggiungere il tavolo delle manifestazioni, ma in
particolare la dimostrante.
Joe
correva veloce, con passi corti fra l'atrio gremito di gente,
infilandosi fra i gruppi di studenti cercando di raggiungere al più
presto Lexi.
Non
appena le fu davanti la fissò con ammirazione per un istante.
Lexi
lo vide e gli fece una smorfia.
-
Che cosa vuoi Joseph – sibilò, - sto lavorando.
-
Devi ascoltarmi – le ordinò lui.
-
Scordatelo, neanche fra un milione di anni – disse la rossa con
odio, - a meno che il tuo argomento di conversazione sia il
rinoceronte bianco.
-
Avevo un'altra idea in mente come discorso – ammise Joe, - ti
prego.
-
No! - esclamò Lexi ad alta voce.
Il
diciannovenne la fissò per un istante, poi con un sospiro
rassegnato salì sopra il tavolo della manifestazioni,
sussurrando improperi.
-
Avrei tanto voluto non farlo – disse il moro mettendosi ritto
sul tavolo, attirando su di se numerosi sguardi curiosi. - Bene ti
devo parlare e se tu non vuoi ascoltarmi sono costretto ad o
obbligarti.
Centinaia
di studenti osservarono Joe curioso.
-
Oh mio Dio, lui è … - strillò una ragazza senza
finire la frase.
-
Si, sono Joe Jonas – sorrise il ragazzo, parlando ad alta voce,
- e sono qui per parlarti Lexi, in un modo o nell'altro.
-
Non mi chiamare … - si lamentò la rossa.
-
Io invece ti chiamo come voglio, Lexi, hai capito? - chiese
lui, sempre ad alta voce. - Bene, vorrei iniziare dicendoti che io
sono un vero idiota e che non ti merito.
-
Una cosa l'hai capita almeno – ribatté la rossa, in
fondo compiaciuta di quello che stava facendo Joe per lei.
-
Ma nonostante ciò tu mi piaci – continuò lui,
fiero, - tanto Alexandra Sophie Campbell e io vorrei, anzi voglio
essere il tuo ragazzo.
La
rossa lo guardò per qualche istante, dopo pochi secondi il
cantante fece un respiro profondo e iniziò a cantare con
quanto fiato aveva in corpo.
-
If the heart is always searchin', can you ever find a home? I've
benn lookin' for that someone, I'll never make it on my own –
intonò When you look me in the eyes con voce melodiosa,
impegnandosi come non mai in vita sua.
-
Oh Joe – mormorò Lexi guardandolo affascinata.
-
When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find
my paradise, when you look me in the eyes – continuò
il moro sorridendole e porgendole la mano per aiutarla a salire sul
tavolo con lui.
Alexandra
dapprima tentennò, dopo di che afferrò la mano del suo
amato senza esitazioni e si ritrovò in piedi su un tavolo nel
bel mezzo dell'atrio della sua scuola, con un ragazzo meraviglioso
che cantava solo ed esclusivamente per lei.
L'intera
sala li guardava meravigliati, alcune ragazze erano abbracciate ai
propri fidanzati, altri studenti stavano riprendendo la scena con il
cellulare per poi metterla su YouTube e una ragazza stava
rimproverando il suo ragazzo.
-
Anche tu dovresti fare una cosa del genere per me! I cioccolatini e i
fiori sono superati ormai – disse la ragazza in questione.
-
When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find
my paradise, when you look me in the eyes – concluse Joe
fissando Lexi negli occhi e sfiorandole il naso con un indice. - Puoi
perdonarmi?
Tutti
gli alunni, compresi i professori che avevano assistito alla scena,
trattennero rumorosamente il fiato.
-
Come non potresti, stupido! - esclamò Lexi gettandogli le
braccia al collo e stringendolo forte a se.
Joe
le prese il viso con le mani e la baciò sotto gli occhi di
tutti.
-
Allora sei sicuro di non essere troppo grande per me? - chiese Lexi
fra un bacio e l'altro.
-
Certo! Senza contare che io fisicamente ho diciannove anni, ma
mentalmente ne ho circa dieci, quindi sei tu quella grande! -
commentò Joe.
La
sedicenne lo ignorò e continuò a baciarlo sotto gli
occhi di tutti.
Ma
né a Joe, che aveva risposto con entusiasmo al bacio della
ragazza, né a Lexi importava, ora contavano solo loro due e
nessun altro.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** The Horror House ***
Buongiorno
ragazze mie,
come
vi va la vita? Io ho finalmente finito gli esami *esulta*,
è andato tutto bene e domani saperò il voto con cui
sono uscita, speriamo bene!
Voi
mi renderete, anzi no, mi avete reso la ragazza più felice
della terra!! 17 recensioni in un solo capitolo! Vi voglio bene
ragazze <3
Allora
questo è l'ultimo capitolo che pubblico prima della mia
partenza, quindi come vi ho già scritto non pubblicherò
per un bel pò, per favore perdonatemi!!
Bene
vorrei ringraziare anche qui, oltre che nella mia shot Promise,
Egg__s per avermi aiutato a mettere i banner nella storie, questi non
li inserirò in questa long ma nelle shot e nelle future long
(ho già in mente un'altra long per quando finirò
questa!).
In
questo capitolo a un certo punto c'è una frase della mia
prima, e ultima, canzone che ho scritto, spero vi piaccia!
Vorrei
ringraziare la mia sìs che, anche se mi ha rotto le scatole, è
stata la mia musa per questo capitolo, una specie di angelo custode
perchè è stata proprio lei in questo chappy ad avere
l'idea di dove ambientarlo e ha anche scritto un dialogo fra Joe e
Kevin, io magari ho cancellato la parte che parlava dei calciatori
che sputano 0__o ma il resto del dialogo è suo!! Ti voglio
bene sìs <3
La
parte del dialogo scritto dalla mia sìs, Maty, è
contrassegnato da due asterischi, uno all'inizio e uno alla fine.
Ora
passiamo ai ringraziamenti di … :
Promise:
jonas_princess:
sono contenta che ti piaccia questa shot, e anche che la coppia Karyl
ti affascini!! Un bacio!
Giulietta
24: ma certo che sei invitata al mio matrimonio!! Ho appena sentito
Nick e mi ha detto che è completamente daccordo e Joe mi ha
detto non vede l'ora di conoscerti!! Si ho visto che Joe ha detto
praticamente che Nick e Miley stanno insieme, non so come l'abbia
presa il mio quasi-maritino … Trace è una roba
orribile, non lo posso vedere, ma Demi che gusti ha?? Boh … un
bacio!
nes95:
sono contenta che ti piaccia questa shot!! Comunque sulla data del 15
Luglio, ti spiego io e Nick avevamo pensato di sposarci il 15 Agosto,
ma non potevamo rubare la scena così a Joe dato che è
il suo compleanno, allora abbiamo spostato la cerimonia di un mese e
… siamo a cavallo! Così abbiamo anche il tempo di
tornare dalla luna di miele una settimana prima del ventesimo
compleanno di Joe!! Comunque sei invitata! Un bacio!
jeeeeee:
beh si che io sono fuori si sa!! Il 15 Luglio, comunque, sei
invitata!! Un bacio!
PrInCeSsMaLfOy:
ma certo che il 15 Luglio puoi venire alla cerimonia! Se vuoi puoi
venire anche alla mia festa di addio al nubilato, sarà il 12
Luglio e Selena Gomez, Demi Lovato, Miley Cyrus, la mia best ed io
andiamo a fare shopping dalle 8 di mattina alle 23 di notte facendo
le cretine! Che festa di addio al nubilato originale, eh? Un bacio!
merion:
figurati il ritardo!! Eh si si questa shot me l'hai ispirata tu e,
anche se mi sono dimenticata di scriverlo, ti l'ho dedicata!! Sono
contenta che l'immagine ti piaccia, mi sembrava la più adatta
a questa shot … ma non so su People, sicuramente fanno
delle bellissime liste degli uomini più sexy del mondo, ma
certi pettegolezzi non mi vanno proprio giù … o almeno
alle sorelle Campbell! Un bacio!
Brothers
and Sisters:
crazies_cullen123:
eh per Maggie e Nick dovrai aspettare ancora un po', un bel po', sono
testardi entrambi. Purtroppo questo è davvero l'ultimo
capitolo prima di un bel po' di tempo. Un bacio!
ada12:
molte desidererebbero che Joe cantasse When you look me in the
eyes, e forse un giorno accadrà *sguardo di chi guarda una
cosa irraggiungibile *, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto! Spero che anche per questo sia lo stesso! Un bacio!
annina94:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Come vedi sono
riuscita ad aggiornare prima della mia partenza, ma è l'ultimo
per un lungo tempo! Spero che anche questo ti piaccia! Un bacio!
jonas_princess:
si, sono assolutamente daccordo, tutti i ragazzi dovrebbero essere
come Joe (a parte il mio Nick che è già così!!)
Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, spero che anche
questo ti piaccia! Un bacio!
_FrancySoffy_:
figurati per aver saltato qualche capitolo, figurati!! Sono contenta
che la coppia Karyl e Jexi ti piaccia! Sono riuscita ad aggiornare un
ultima volta prima di partire, spero che questo capitolo ti piaccia!
Un bacio!
Giulietta
24: When you look me in the eyes è anche la mia
preferita, cioè fra le mie preferita fra non so quante dei
Jonas Brothers! Spero che questo capitolo ti piaccia, ho sudato sette
camicie mentre lo scrivevo! Un bacione!
Claky:
tu sei un genio, la tua ramanzina è servita si! Io mi sa che
dovrò farne una a Nick e dirgli di baciarmi!! I quadri come
sono andati? Figurati per la mail, anch'io non te ne ho più
scritte, quando troverò il tempo te ne scriverò
un'altra. Un bacione!
PrInCeSsMaLfOy:
anche io lo voglio un ragazzo come Joe, non ti preoccupare non sei
l'unica … ma che dico?? Io ce l'ho già! E' il mio
Nicky!! Per Maggie e Nick dovrai aspettare ancora un po', sono un po'
lenti quei due... Un bacione! Ti voglio bene!
streghettathebest:
non ho dubbi sul fatto che Joe baci benissimo! Ne sono sicura al 100%
d'altronde è parente di Nick che bacia da dio... il mio
maritino avrà pur preso qualcosa da suo fratello maggiore, no?
Un bacio!
jeeeeee:
credo di aver capito che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Mi fa
solo piacere!! Non sai che piacere mi da vedere le tue recensioni
tesoro, sono sempre una gioia immensa!! Un bacio amor!
merion:
la tua recensione dalla prima riga mi ha fatto morire dal ridere,
giuro, ho avuto il sorriso sulla labbra per secoli!! Quando scrivi
che sono belli i pinguini sono letteralmente schiattata dal ridere!!
In questo capitolo, al contrario del precedente Maggie e Nick sono i
personaggi portanti . E al posto dello sgabuzzino … no non i
dico nulla!! Un bacione!
EllieGoodman:
sono contenta che gli scorsi due capitoli ti siano piaciuti!! Mi sono
divertita un sacco a scriverli! Spero che anche questo ti piaccia e
figurati per la recensione corta! Un bacione!
_Skipper_:
sono contenta che la mia storia ti piaccia! E anche che apprezzi la
coppia Karyl!! La tua recensione mi ha fatto davvero piacere, non
immagini quanto!! E' divertente!! Un bacio!
DarkViolet92:
sono stra-mega-iper contentissima di rivederti!! Non sai quanto e mi
fa piacere che ti piacciano i miei ultimi capitoli!! Spero che sia lo
stesso anche per questo! Un bacione!
noemi__lovelovelove:
uh che bello una nuova fan!! Che piacere!! La tua recensione mi ha
fatto davvero piacere, poco mancava che mi commuovevo... si lo so
sono una ragazza iper sensibile! Un bacio!
Bene
ragazze ora vi lascio al capitolo e io vado a mangiare!! Eh già
sono le 16:14 e non ho ancora pranzato o__0
Capitolo
18. The Horror House
-
Bene, siamo qui in diretta nazionale con gli idoli degli adolescenti
dell'ultima generazione, ecco a voi … i Jonas Brothers! -
esclamò la conduttrice del programma, Keira, indicando con un
gesto elegante della mano i tre fratelli Jonas che scendevano delle
scale e si sedevano su un divanetto accanto alla presentatrice.
-
Ciao a tutti! - esclamò Kevin.
-
Come state gente? - chiese Joe, strizzando un occhio con un sorriso a
trentadue denti.
Nick
sorrideva a tutti i presenti in sala ovvero una cinquantina di fan
scatenate e urlanti.
Keira
salutò i tre fratelli con un bacio sulla guancia e rise come
una ragazzina.
-
Dunque ragazzi, io direi di iniziare subito l'intervista con una
domanda che molte fan aspettano da tempo: quando inizierà il
vostro tour mondiale? - domandò la donna.
-
Per la verità non abbiamo ancora deciso – confessò
Nick, che da bravo leader quale era rispose subito alla domanda senza
far trapelare l'emozione, - stiamo valutando tutte le città da
visitare e quanti concerti fare in ogni Paese. E' un lavoro lungo, ma
potremo dire con esattezza quando partiremo fra circa un mese.
-
Quindi entro quest'anno si verrà a sapere – disse Keira.
-
Assolutamente – annuì Nick.
-
Benissimo, quindi le vostre fan dovranno attendere ancora un po'
prima di sapere la date di ogni vostro concerto. E' da poco uscito il
vostro nuovo album Lines, Vines and Trying Times,
qual'è il brano che preferite? - continuò la
conduttrice.
-
Il mio è senza dubbio Paranoid –
disse Joe, - mi è molto piaciuto e tutti e tre ci siamo molto
divertiti a girarne il video.
-
Purtroppo quella canzone non è stata molto fortunata –
notò Keira, - si è posizionata solo 91esima nella top
ten delle canzoni più ascoltate su YouTube.
-
Si, la canzone non ha avuto molto successo – ammise Kevin, - ma
noi l'abbiamo apprezzata tanto, ci è molto piaciuto scriverla.
-
Da un po' di tempo è andato anche in onda il vostro nuovo
telefilm JONAS, come è
stato girare una serie tv tutta vostra? - chiese la presentatrice.
-
E' stata fantastico! - esclamò Nick. - Ci siamo divertiti a
girare le scene, ma fortunatamente non c'era un pubblico mentre
registravamo. Troppa tensione!
-
Bene, deduco quindi che vi è molto piaciuto … Voi tre
siete dei ragazzi davvero molto impegnati, concerti, serie tv, nuovi
album, ma riuscite a trovare dello spazio per la vostra vita privata?
- domandò Keira.
Kevin
e Joe si scambiarono un'occhiata, mentre Nick rispondeva prontamente
alla domanda per non far fraintendere il loro silenzio.
-
Certo, passiamo molto tempo con la nostra famiglia e i nostri amici –
disse il sedicenne, sudando freddo.
Keira
scosse la testa, sembrava quasi delusa.
-
Io intendevo se avete il tempo di stare con le vostre ragazze –
disse lei.
-
Mi dispiace deluderti Keira, ma nessuno di noi è occupato al
momento – continuò Nick, - abbiamo delle amiche con cui
passiamo molto tempo, ma sono solo amiche.
-
Mmm ciò è molto
strano – disse lei, - pochi giorni fa su YouTube è stato
messo in onda un video in cui Joe cantava una canzone, precisamente
la vostra When You Look Me In The Eyes,
a una ragazza chiamata Lexi e il tutto si è concluso con un
bacio. Come lo spiegate? - in quel momento nel mega schermo dietro di
loro si vide il filmato di cui Keira aveva parlato.
Joe
arrossì fino alla punta delle orecchie.
-
Beh, era solo un bacio affettuoso – si difese, molto
debolmente.
-
Oh davvero? - chiese Keira, come una finta tonta. - Allora perchè
dici a questa Lexi che lei ti piace?
Joe
balbettò per qualche istante parole senza senso, imbarazzato.
-
Passiamo alla prossima domanda? - chiese Kevin correndo in aiuto del
fratello.
La
conduttrice sorrise trionfante.
-
Chi tace acconsente – dichiarò, - bene passiamo alla
prossima domanda e adesso spostandoci dalle questioni di cuore al
prossimo video che girerete e di che canzone.
Joe,
Nick e Kevin tirarono un respiro di sollievo, era finita … per
ora.
Non
voglio prendere la mia vita com'è
(Sole
insieme a me; Mariadele)
-
Che strega! - esclamò Lexi indicando Keira nello schermo della
televisione con un dito. - Ma come si è permessa?
Maggie
e Maryl, sedute sul divano del loro salotto, scuotevano la testa
contrariate.
-
Ma io dico – sbraitò la rossa, - chi è quel
deficiente che ha
messo quel video su internet? Appena torno a scuola lo troverò
e avrà pane per i suoi denti! Però ...
-
Si? - chiese Maryl, curiosa mentre spegneva la televisione.
-
Non è dolcissimo Joe? Oh che bello e che dolce che è
stato quando mi ha cantato quella canzone! - cinguettò Lexi in
un atteggiamento non da lei.
Maggie
e Maryl furono prese da uno scoppio di ilarità, la versione di
Lexi-zuccherosa le faceva sempre morire dal ridere.
-
Ehi ragazze mie – disse la sedicenne dai capelli rossi saltando
sul divano, - sta sera cosa si fa? Ho voglia di uscire, vedere com'è
il mondo esterno. Che ne dite di una pizza e poi cinema con i
ragazzi?
-
Va bene – annuì Maryl ancora ridendo, - daccordo Lexi,
quando finisce il programma chiamo Kevin, okay?
-
Oui madame – disse la rossa con quelle due parole in
croce che sapeva di francese.
-
Per me va bene ragazze, basta che non fate le innamorate tutta la
sera, non credo che io e Nick possiamo resistere un'intera serata a
guardare voi coppiette felici che vi sbaciucchiate – annunciò
Maggie, la testa appoggiata sulla spalla di Maryl.
-
Beh perchè non ti baci Nick, allora? - chiese Lexi allegra.
-
Si certo, come no! - disse la mora con scetticismo. - Lexi il giorno
in cui ne avrò il coraggio sarà il giorno in cui ci
sarà il diluvio universale.
-
Bene, porterò un ombrello – annuì Lexi, questa
volta seria, - e poi il cinema è al coperto! … No,
aspettate, ho un'ideona!
-
Wow, ora crollerà il soffitto – disse Maryl.
-
Non sto scherzando Maryl, ho avuto un'idea da premio Nobel! - esclamò
la rossa.
-
Tale e quale a Joe – mormorò Maggie.
-
Sentite, so che danno al cinema Saw 5, potremmo andare
a vedere quello così nei momenti di paura tu, Maggie, ti puoi
aggrappare a Nick e l'avrai tutto per te per riempirlo di coccole per
tutta la durate del film! Sono o non sono un piccolo genio? - propose
Lexi, vanesia.
-
Oh si un piccolo genio, molto, molto piccolo – disse Maggie.
La
rossa sbuffò, contrariata per l'atteggiamento così non
collaborativo per le sue idee geniali.
Le
tre sorelle Campbell rimasero per qualche istante a ridere e
scherzare fra di loro, anche se Lexi cercava di sviare l'argomento su
“Nick e Maggie che si devono mettere insieme”.
Qualche
minuto dopo che Maryl aveva spento il televisore il cellulare suonò
con mittente, ovviamente, Kevin.
La
ventenne squittì allegra e rispose alla chiamata.
-
Kevin! - esclamò al telefono.
-
Maryl, come stai? - domandò Kevin dall'altro capo del
telefono.
-
Bene, Maggie, Lexi e io abbiamo appena finito di vedere il vostro
programma … dimmi quella Keira è sempre così
odiosa? - domandò la bionda.
Il
ventunenne rise.
-
Per nostra sfortuna si, a volte è anche peggio – disse
lui.
-
Vi compatisco – disse Maryl arricciandosi una ciocca di capelli
con un dito.
-
Grazie! Ehi ma Lexi come l'ha presa sul fatto del video di YouTube? -
chiese il moro.
-
Beh all'inizio stava già per scegliere l'arma per uccidere
chiunque abbia messo quel video su internet, poi però si è
messa a citare come fosse bello e dolce Joe – spiegò
Maryl.
-
Secondo i suoi soliti standard quindi è andata benone! -
sospirò sollevato Kevin.
-
Si, credo se l'aspettasse, insomma è la ragazza di una rock
star adesso, non poteva pretendere di nascondere la loro storia per
sempre – disse lei.
-
Oh, lo stesso discorso lo dovremo fare noi due, sai? La stampa non ci
metterà molto a capire che stiamo insieme, hanno una fervida
immaginazione quei cari giornalisti – spiegò lui.
-
Va bene, ma un'altra volta, ora non ho voglia, piuttosto ti volevo
chiedere se tu, Joe e Nick vorreste venire con Lexi, Maggie e me a
mangiare una pizza e poi al cinema per un film. Una serata fra di noi
– propose Maryl.
-
A me va bene. Pensa che Joe, Nick e io avevamo pensato la stessa
cosa, quasi, solo avevamo pensato di andare al luna park –
disse Kevin. - Ma se volete …
-
No! Il luna park è perfetto! Veniamo noi oppure ci venite a
prendere voi? - chiese lei, entusiasta.
-
Benissimo, passiamo da voi fra mezz'ora – disse Kevin.
-
Mezz'ora? Stai scherzando Kev, veri? Devi darmi minimo quarantacinque
minuti per prepararmi, vediamo ora sono le sette, giusto? Alle otto
meno un quarto davanti a casa mia, okay? - disse Maryl
rimproverandolo.
-
Va bene, ci vediamo presto, mi mancherai – sussurrò lui.
-
Oh anche tu a me! - squittì Maryl sciogliendosi. - Ti aspetto
– e mise giù.
Fece
un respiro profondo poi urlò, in modo tale che si sentisse in
tutta la casa la sua voce:
-
Cambio di programma ragazze! Si va al luna park e non si accettano
obiezioni!
Indimenticabile
…
(Indimenticabile;
Antonello Venditti)
-
Sarà una serata indimenticabile! - esclamò Joe facendo
scendere Lexi dall'auto con un gesto elegante.
La
ragazza indossava un paio di jeans neri e una maglietta in tinta, i
capelli li aveva legati in una coda dietro la testa e sorrideva al
suo ragazzo felice come non mai.
-
Certo che si! Io voglio fare le montagne russe! - esclamò la
ragazza mettendosi a braccetto con Joe.
Maryl,
che per l'occasione indossava un paio di pantaloni di jeans bianchi e
una maglietta lilla, scese dall'auto stringendo la mano a Kevin.
-
Io le montagne russe non le faccio – disse, - mi si
scompiglieranno i capelli!
Kevin
rise per il comportamento che tanto gli piaceva della sua ragazza e
le strinse con più forza la mano.
-
Come no? E cosa vorresti fare? - le chiese.
-
Non lo so – ammise la bionda, - ma qualcosa mi verrà in
mente, vedrai!
Il
ventunenne sorrise a aspettò che anche Maggie e Nick li
raggiungessero.
I
due erano gli unici fra di loro che non si tenevano per mano o a
braccetto, il motivo senza ombra di dubbio era che non stavano
insieme ma Joe, Kevin, Maryl e Lexi non poterono che rimanere delusi
di fronte a quel gesto: dovevano trovare un modo per farli mettere
assieme.
Maggie
indossava un paio di blue jeans e una maglietta a maniche corte verde
speranza.
In
compenso i tre fratelli Jonas si erano vestiti nel modo più
casual possibile: jeans e maglietta a maniche corte.
Segretamente
tutti e sei speravano che nessuna fan accanita e urlante attaccasse i
famosi Jonas Brothers rovinando a tutti la serata.
-
Da dove iniziamo? - chiese Nick guardando tutte le giostre che
c'erano.
-
Io direi di partire dal frisbee – disse Joe, - mi è
sempre piaciuto quel gioco.
-
Va bene, tu fallo ma io non ci salgo sopra neanche morto –
disse Kevin.
-
Dai, solo perchè l'ultima volta sei stato male per una
settimana a causa di quel gioco non significa che devi fare la
femminuccia – sbuffò il mezzano rimproverando il
fratello maggiore.
-
Io mi associo a Kevin – disse Nick.
-
Oh mamma, ho due fratelli femminucce … Lexi dimmi che almeno
tu mi accompagni – la pregò il mezzano.
La
rossa ridacchiò e diede un bacio a fior di labbra al suo
ragazzo, quando lei fece per allontanarsi il ragazzo le prese il viso
con le mani e la baciò con foga, accarezzandole i capelli con
le dita.
Maggie
e Nick alzarono gli occhi al cielo, quel comportamento da innamorati
sempre e comunque gli dava il voltastomaco; Kevin e Maryl invece
si strinsero più forte fra di loro e il ventunenne le cinse la
vita con un braccio.
-
Possiamo andare per favore? - li pregò il sedicenne osservando
la coppia innamorata.
Joe
e Lexi si lasciarono di malavoglia e si tennero mano nella mano
passeggiando davanti a tutti gli altri.
-
Sarà una notte molto lunga – borbottò Nick.
-
Molto, molto lunga – aggiunse Maggie e si mise a seguire la
coppietta affiancata dal giovane cantante che aveva a suo seguito
Maryl e Kevin.
La
prima cosa che Joe voleva fare restava sempre e comunque così
frisbee, così Maryl, Maggie, Nick e Kevin furono costretti ad
accompagnare Lexi e il diciannovenne idiota a quella giostra.
-
Sai – disse la sedicenne dai capelli mori osservando la gemella
e il suo ragazzo salire sulla giostra , - quasi quasi salgo anch'io,
d'altronde non può essere così male, no?
Vedendo
le espressioni di puro terrore di Nick e Kevin, però, lasciò
stare anche perchè non ci teneva proprio a deluderli.
Quando
vide com'erano conciati Lexi e Joe quando scesero dal frisbee si fece
i complimenti da sola per aver seguito i consigli di Kevin e Nick e,
presa da un impeto di eccitazione, abbracciò quest'ultimo per
ringraziarlo.
Quando
i loro corpi si strinsero entrambi tremarono e quando Maggie lasciò
Nick, rossa come un peperone, sia l'uno che l'altro si sentirono
vuoti.
-
Chi me l'ha fatto fare? - domandò Lexi barcollando mentre
raggiungeva gli altri, seguita da Joe, pallido come un cencio.
La
rossa si voltò verso il ragazzo e si aggrappò a lui per
evitare di cadere.
-
Jonas mi devi non un grande favore, di più! - esclamò
con una risatina nervosa.
Il
moro annuì soltanto, sembrava sul punto di vomitare.
-
E' masochista quel ragazzo – borbottò Kevin afferrando
il fratello per un braccio e aiutandolo a camminare verso una
panchina per farlo sedere, - dopo aver fatto quella maledetta giostra
sta sempre male e lui impara la lezione? No.
Lexi,
un po' più ritta sulle gambe, aiutò il maggiore dei
Jonas a trasportare il suo ragazzo, il quale teneva gli occhi chiusi
e la testa ciondolante.
Quando
Kevin e la rossa fecero sedere Joe sulla panchina il mezzano aveva
assunto un colore simile al cadaverico.
Nick,
Maryl e Maggie si avvicinarono agli altri e li osservarono di
sottecchi, in silenzio.
-
Ehm non è che dobbiamo riportarlo a casa? - chiese Maryl
guardando il mezzano con aria preoccupata.
-Ma
no, ora si riprende! - esclamò Nick. - Stai a vedere –
si avvicinò al fratello e a Lexi, mise un braccio intorno alla
vita della ragazza e le sussurrò in un orecchio con tono
malizioso. - Ti ho mai detto che sei stupenda? Perchè tu sei
la luce dei miei occhi.
Mentre
tutti gli altri, che avevano subito capito il piano del minore dei
Jonas Brothers, si stavano trattenendo appena dallo scoppiare a
ridere, Joe si fece più colorito e rubò la sua ragazza
dalla presa del fratello.
-
Nick lei è mia, capito? Mia! - esclamò
furioso tenendo Lexi stretta intorno alla vita ma piano piano la sua
presa si allentò e scoppiò anche lui a ridere. - Stavi
fingendo! Che deficiente che sono!
-
Beh questo lo sapevo già! - ridacchiò Nick dando una
pacca sulla testa al fratello.
Dopo
di che ricominciarono a fare i loro giri; Lexi insistette per fare il
Galeone, Nick volle fare il Labirinto degli Specchi, Maryl pretese di
fare il Tunnel dell'Amore con Kevin e quest'ultimo fece fare la ruota
panoramica.
Quando
l'allegra compagnia passò davanti al Toro Meccanico Joe
pretese che tutti si fermassero a osservarlo mentre batteva il record
di chi riusciva a restare di più in groppa alla macchina.
-
Non ce la farai mai – disse Nick sfottendolo.
-
Vuoi scommettere? - chiese il mezzano.
-
Certo – disse il minore, sicuro di sé.
-
Va bene, saliremo entrambe su questo Toro Meccanico, chi cade per
primo dovrà … andare nella Casa degli Orrori, va bene?
- propose Joe.
-
Sicuro – disse Nick stringendo la mano del fratello.
Il
diciannovenne con un sorriso da chi la sa lunga salì sulla
giostra e diede il via al responsabile del Toro Meccanico per
partire.
-
Forza Joe! - lo incitò Lexi.
Joe
aveva il viso contratto dallo sforzo per rimanere in sella e
trentasette secondi dopo cadde sul materasso messo attorno alla
giostra, ridendo come un ossesso.
-
Fai spazio Joseph – disse Nicholas salendo sul Toro, - lascia
spazio ai professionisti.
-
Allora scendi Nick che stanno arrivando – disse Joe.
-
Ah ah – rise ironicamente il sedicenne.
Purtroppo
per lui trenta secondi dopo la giostra si impennò e Nick cadde
sul materasso, imprecando.
-
Maledizione – sussurrò il sedicenne.
-
Ah! Hai perso, hai perso! - esclamò Joe. - La Casa di attende!
-
Ma … ma n … non sono costretto, vero? - chiese Nick il
più innocentemente possibile.
Joe
lo afferrò per un braccio e lo trascinò via, seguiti a
ruota da Maggie, Maryl e Kevin che ridevano a crepapelle.
-
Certo che sei costretto fratellino, eccome se lo sei – disse il
diciannovenne bloccandosi solo quando arrivò davanti alla Casa
degli Orrori, una catapecchie scricchiolante a più piani che
faceva paura anche solo a guardarla.
Su
un lato della casa c'era in bella vista un cartellone su cui c'era
scritto a caratteri cubitali: “Non per i deboli di cuore”.
-
Oh ma che peccato! - commentò Nick dopo aver letto il
messaggio. - Non posso farlo, mi dispiace!
-
Nicholas, il diabete a tutto a che fare tranne che con il cuore –
disse Joe, malefico.
-
Ma forse il mio diabete si evolve e attacca anche il cuore e io mi
sentirò male lì dentro, non possiamo correre un simile
rischio Joe – lo rimbeccò il sedicenne.
Il
diciannovenne scosse la testa energicamente e lo spinse davanti alla
porta d'entrata che si sarebbe aperta quando il gruppo precedente
fosse uscito.
-
Joe, mi mandi da solo? - chiese Nick; in effetti lui sembrava il sole
che “voleva” fare quel giro nella la casa degli orrori.
Il
fratello mezzano era già lì lì per rispondere,
quando Lexi si intromise.
-
Ti accompagnerà Maggie, vero sorellina? - propose la rossa
alla gemella.
La
diretta interessata sbiancò anche solo all'idea, però
quanto poteva essere pauroso? In fondo si sarebbe trattato di pochi
minuti in cui sarebbe stata sola con Nick, poteva resistere a dieci
minuti di paura per lui, no?
-
C... certo – balbettò facendo un passo avanti sotto lo
sguardo apprensivo di Maryl. - Perchè no?
Nick
sbuffò, anche se al pensiero di Maggie accanto si sentiva più
tranquillo.
-
Maggie non sei assolutamente costretta – disse lui, non ci
teneva a vederla star male.
-
Ma figurati – disse lei mettendosi al fianco del ragazzo, - ma
se ti abbraccio non mi scansare, okay?
Nick
ridacchiò, l'idea di Maggie che lo abbracciava gli piaceva non
poco.
-
Bene, aggiudicato – disse Joe. - Ehi Maryl non vuoi andare
anche tu?
-
Vai al diavolo Joseph – borbottò Kevin, protettivo.
-
Va bene, va bene – disse Joe alzando le mani in segno di resa.
In
quel momento il gruppo precedente a Nick e Maggie uscì dalla
casa da una porta dall'altra parte della Casa e le loro espressioni
lasciavano intendere che non si erano esattamente divertiti.
La
porta della Casa, fatta di puro acciaio, si aprì
meccanicamente con uno scricchiolio mostrando all'interno solo buio
pesto.
-
In bocca al lupo! - esclamò Joe, allegro.
-
Crepi – sibilò Nick e fece il primo passo per entrare
nell'oscurità della Casa degli Orrori, Maggie lo seguì
un attimo dopo.
Quando
anche la ragazza ebbe varcato la soglia la porta si richiuse con uno
schianto lasciando i due giovani al buio.
All'esterno
Joe ridacchiò soddisfatto e prese la mano di Lexi.
-
A chi va un gelato?
E
adesso …
stringimi
la mano
ho
paura di tutto questo
ti
prego, stringimi
(E
adesso... ; Maggie_Lullaby)
Maggie
e Nick camminavano l'uno stretto all'altra, la Casa era semibuia,
illuminata da una debole luce che variava dal rosso al verdognolo e,
ogni tanto, da un angolo uscivano dei clown meccanici imbrattati di
sangue o dei finti pipistrelli che volavano intorno alla testa dei
due ragazzi facendoli urlare.
Maggie
aveva già abbracciato Nick due volte, il che ripagava
enormemente il sedicenne del suo sforzo di stare lì dentro.
-
Io Joe lo ammazzo quando esco di qui – minacciò il
ricciolo dopo l'ennesimo spavento scaturito da un finto cadavere che
gli era caduto addosso dal soffitto.
-
Io ti aiuto – biascicò Maggie, pallida e tremante, con
la maglietta sporca di finto sangue dopo che un clown le era spuntato
davanti all'improvviso e contro il quale era andata a sbattere.
-
Tu stai bene? - chiese Nick.
Bene
è una parola grossa, pensò lei, diciamo che me
la cavo.
-
Sopravviverò – ammise. - Tu?
-
Starò molto meglio quando uscirò da questa casa
maledetta – disse guardandosi intorno circospetto nell'attesa
di altri clown o cadaveri gli cadessero addosso.
Una
risata spettrale rimbombò all'interno della Casa degli Orrori,
Maggie fece un debole strillo e si aggrappò con forza a Nick,
rischiando di graffiargli la spalla a cui si era stretta.
-
Poi queste luci odiose – commentò il sedicenne mentre
una lampada violetta iniziava a lampeggiare, - mi fanno venire i
nervi.
Maggie,
incapace di parlare, annuì.
Poco
dopo i due raggiungessero le scale.
-
Qui non ci dovrebbero essere spaventi – disse Nick, cercando di
convincere anche se stesso della propria affermazione, - se c'è
un qualcosa che ci spaventa sulle scale e noi cadiamo e ci facciamo
male il parco se la passa male. Probabilmente è l'unico luogo
in cui non ci spaventeremo.
Maggie
grugnì e strinse Nick ancora più forte fino a fargli
male, ma lui non si lamentò, era un dolore piacevole.
Non
appena i due finirono di salire le scale scricchiolanti la luce saltò
all'improvviso lasciandoli completamente al buio; anche la voce di
sottofondo, una cantilena spettrale, si spense.
-
Che cosa succede? - chiese la mora con una nota di panico nella voce.
-
Non ne ho idea – ammise Nick, cercando di non far notare quanto
fosse terrorizzato, ma Maggie dovette averlo sentito nella sua voce
dato che iniziò a tremare come una foglia.
-
Stai calma – cercò di tranquillizzarla lui, - sarà
un'altra delle genialità di questo posto, ora la luce torna,
sta calma.
Lei
annuì e immerse la testa nella spalla del ragazzo.
-
Io tuo fratello lo ammazzo veramente – disse lei, - sarà
un miracolo se esco di qui senza avere un infarto.
Nick
fece una risatina nervosa, tentando di allentare la tensione.
-
Magari la luce si riaccenderà quando ci troveremo più
avanti – propose lui, - potrebbe essere a sensori o qualcosa
del genere – e per provare la sua teoria fece qualche passo
avanti, ma Maggie lo bloccò.
-
No, Nick e se per caso prendi una buca o qualcosa del genere e cadi e
ti fai male? No, c'è qualcosa di strano in questo buio, dura
da troppo tempo! - disse lei con voce rotta dal nervosismo tenendogli
il braccio stretto.
-
Ma non possiamo restare qui per sempre! - insistette il cantante. -
Ragiona, magari andando avanti possiamo trovare un'uscita di
emergenza o qualcosa del genere!
Maggie
cercò qualche motivazione per ribattere su quanto aveva detto
il suo migliore amico, ma non trovando nulla da ridire fece qualche
passo avanti insieme al ragazzo.
Fu
solo quando insieme caddero in una buca e Nick rischiò di
slogarsi una caviglia che si bloccò.
-
C'è troppo buio da troppo tempo Nick! Secondo me è
successo qualcosa, un black-out o qualcosa del genere, dobbiamo
chiamare gli altri e dirglielo! - disse facendo sedere a terra Nick e
gli massaggiò un po' la caviglia. - Tu stai bene?
-
Siamo bloccati in una casa degli orrori, non userei l'aggettivo bene
per descrivere il mio stato d'animo in questo momento – disse
piuttosto brusco, ma si corresse subito temendo di aver ferito i
sentimenti della ragazza. - Scusami, ma sono … preoccupato,
non so cosa accadrà adesso e … si, sto bene Maggie.
Maggie
gli sorrise, anche se nel buio della casa Nick non lo vide.
-
Non ti preoccupare, anch'io provo la stessa cosa – disse lei. -
Ce la fai a camminare?
-
Si, si – disse il sedicenne e si rialzò.
La
mora si aggrappò a lui e tirò fuori dalla tasca dei
pantaloni il suo cellulare per chiamare Maryl e pregarla, anzi
supplicarla, di farli uscire da lì, ma una brutta sorpresa le
si parò davanti agli occhi: non c'era campo.
-
Maledizione! - sbraitò la ragazza. - Maledizione!
-
Cosa? - chiese Nick voltandosi di scatto verso la ragazza.
-
Non c'è campo! Guarda tu per favore sul tuo cellulare –
sbraitò lei.
Il
sedicenne ubbidì, ma sfortunatamente per lui anche il suo
telefono non aveva campo.
-
Zero – biascicò lui.
Il
terrore iniziò seriamente a impadronirsi di entrambi.
-
Che cosa facciamo? - chiese Maggie, con la voce di un ottavo più
acuta del solito.
-
Ci sarà un'uscita di emergenza, no? - chiese lui.
-
E se anche ci fosse come diavolo facciamo a raggiungerla? -
chiese lei. - E' buio, non si vede niente!
Questa
volta fu Nick a stringerla a sé per lasciarla sfogare, e detto
sinceramente aveva bisogno di abbracciarla.
-
Calmati Maggie, facciamo così, usiamo i cellulari per farci un
po' di luce, non sarà tanta ma almeno sapremo dove stiamo
mettendo i piedi – propose lui lasciandola, tirò fuori
il cellulare e iniziò ad andare più avanti.
Maggie
abbassò il capo, rossa di vergogna, e tirò fuori il
cellulare senza però aprirlo.
Un
rumore appena dietro di lei la fece voltare di scatto e le fece
cadere a terra il telefono.
-
Fantastico – mormorò lei, sarcastica mettendosi a
carponi per cercarlo a terra, degli altri rumori si udirono dietro di
lei, degli scricchiolii inquietanti.
Quando
la ragazza trovò il suo telefono si rialzò, un altro
rumore la fece voltare di scatto.
-
Nick dammi la mano – lo pregò cercando accanto a sé
il braccio dell'amico, quando lo trovò sentì che la sua
pelle era freddissima.
-
Nick hai la mano gelata – notò lei con voce tremante. -
Stai bene?
Lui
non rispose e Maggie gli strinse più forte la mano, era dura.
-
N... Nick? - chiese lei allentando la presa.
-
Maggie! - la chiamò il ragazzo qualche metro più avanti
a lei, stringendo tra le mani il suo I-Phone.
Terrorizzata
la ragazza aprì il suo cellulare e illuminò la figura
che stava stringendo: un clown dal viso pallido, i denti aguzzi,
un'espressione diabolica dipinta sul viso e una strana sostanza
simile a sangue che gli colava giù dalla bocca.
Maggie
lo lasciò è urlò.
Con
una rosa hai detto
vienimi
a cercare
tutta
la sera io resterò da sola
ed
io per te
muoio
per te
(Con
una rosa; Vinicio Capossela)
*-
Uh chissà come staranno urlando adesso – ridacchiò
Joe, immaginandosi le pene dell'inferno che Maggie e Nick stavano
parlando. - E adesso! Hi hi!
Lexi
rise suo malgrado, lei non era sadica … per lo meno non era
sadica come Joe.
-
Ma no poverini! - commentò Maryl. - Non oso immaginare cosa
staranno patendo adesso … Joe se mia sorella esce da quella
casa terrorizzata a vita ti riterrò direttamente responsabile!
-
Per la verità a chiedere a Maggie di accompagnare Nick è
stata Lexi – disse Joe.
-
Ma bravo! Non mi proteggere tu! Ma guarda gli uomini d'oggi –
si lamentò Lexi con un mezzo sorriso.
-
Ma tesoro tu sai che io non ti accuserei mai di nulla! - disse il
mezzano.
-
Si si, intanto devi farti perdonare con un bacio – disse la
rossa. - Pensi di poterlo fare?
-
Oh sopravviverò – disse Joe a mezza voce prendendole la
testa con le mani e dandole un bacio passionale.
-
Pensate di voler restare attaccati per tutta la sera? - chiese Kevin
guardandoli.
-
L'idea era quella – rise Joe.
-
Bah – commentò il maggiore, - andiamo?
-
E dove di grazia? - chiese Joe raggiungendo il fratello che si stava
già avviando con Maryl al fianco, tirandosi dietro Lexi.
-
A fare un giro – disse Kevin con semplicità, - Nick e
Maggie usciranno fra un quarto d'ora credo, intano andiamo a
divertirci, no?
-
E bravo il mio fratellone! - esclamò il mezzano dandogli una
pacca sulla spalla.
L'allegra
compagnia percorse “il Viale dell'Amore”, o almeno era
chiamato così da tutti quelli che frequentavano quel luna
park; non che fosse un vero viale dell'amore, anzi con il
romanticismo aveva a che fare poco niente.
Era
una strada lunga una cinquantina di metri ai cui lati vi erano
numerosi mercatini come quello in cui bisognava sparare alle lattine
e vincere dei pupazzi, oppure lanciare delle palle da basket nei
canestri disposti a diverse distanze per vincere del denaro contante,
o ancora un gioco in cui con delle canne da pesca bisognava pescare
nell'acqua di una vasca dei finti pesci di plastica.
-
Oh ma che carino! - squittì Maryl vedendo un orsetto di
peluche lilla che teneva fra il muso una rosa rossa ovviamente finta
in uno scaffale di un gioco in cui bisognava buttare giù delle
lattine con delle palline.
-
Ti piace? - chiese Kevin.
Maryl
annuì con gli occhi luccicanti.
-
Mi scusi – disse il maggiore dei Jonas al signore responsabile
di quella bancarella, - quanti ne devo buttare giù per l'orso?
L'uomo
osservò l'oggetto che Kevin stava indicando e rispose
prontamente:
-
Sedici signore.
-
Oh ci posso provare – disse il ventunenne con un sorriso, -
prego, mi dia le palline.
-
Ecco a lei – disse il signore consegnando dieci palline a
Kevin.
Lui
lo ringraziò, si mise in posizione e iniziò a tirare:
con il primo colpo buttò giù tre lattine, con il
secondo due e via dicendo fino a buttarne due addirittura diciotto.
-
Complimenti signore! - si congratulò l'uomo. - Ecco a lei ciò
che voleva.
Kevin
si ritrovò fra le mani il pupazzo che Maryl tanto desiderava e
si voltò verso la sua ragazza, un sorriso che le si estendeva
da un orecchio all'altro, e fece per consegnarglielo quando Joe lo
interruppe.
-
Oh grazie Kevin non dovevi! - esclamò lui, allegro.
-
Infatti, questo è per Maryl – disse il maggiore
guardandolo con aria storta.
-
Ah, ma perchè ora non torni a quella bella bancarella e ne
vinci uno anche per me? - domandò il mezzano con aria da
cucciolo abbandonato.
-
No – disse Kevin semplicemente e stava per dare l'orso alla sua
ragazza, la quale si stava tenendo lo stomaco dalle risate, ma Joe lo
interruppe di nuovo.
-
Ma come?! Magari adesso il mondo finisce oppure non succede ma tutti
continuano ad inquinare e quindi, alla fine, finisce comunque e tu
non mi avrai mai regalato un orso di peluche – disse Joe con
tono melodrammatico, era sempre stato un bravo attore.
-
Che ottimismo! Comunque credo che riuscirò a convivere con
questo peso, a proposito con questo discorso dove volevi arrivare? -
domandò Kevin, impassibile.
-
Che voglio anch'io il mio orsetto di peluche! Ti prego! - lo supplicò
Joe inginocchiandosi ai piedi di Kevin.
-
No – continuò il maggiore e diede il tanto sospirato
pupazzo a Maryl mentre Joe gli si attaccava alla gamba,
supplicandolo.*
-
Ma no, dai tesoro, non fare così – disse Lexi con vocina
tutta pucci-pucci gne-gne, di quella che si usa con i bambini
piccoli.
La
rossa fece tirare su il proprio ragazzo e lui la abbracciò
stretto, recitando la parte del “ragazzo a cui ne accadevano di
tutti i colori”.
-
Me lo dai un bacino? - la supplicò lui.
-
Ma certo amore mio! - esclamò lei, più che felice
stampandogli un bacio sulle labbra.
Mentre
i due piccioncini innamorati si crogiolavano fra moine e simili,
Maryl stava abbracciando Kevin.
-
Oh grazie! - disse lei felice. - Grazie amore!
-
Figurati tesoro mio – disse Kevin dandole un bacio a fior di
labbra.
Maryl
gli lanciò le braccia al collo e gli diede un altro bacio, più
passionale.
-
Forse è meglio se andiamo a recuperare Maggie e Nick –
disse Lexi all'improvviso. - Il giro sarà finito immagino.
Joe,
Kevin e Maryl non trovarono nulla da ribattere e si incamminarono
verso la Casa degli Orrori e, al contrario di prima, due uomini
armati di casco di protezione stessero cercando di aprire una porta
con una specie di motosega.
-
Ma che diavolo …? - chiese Kevin osservando la scena.
-
Cosa è successo? - domandò Maryl mentre nella sua testa
si formavano migliaia di possibilità.
Joe
si avvicinò a passo di carica a uno dei due tecnici e gli
picchiettò sulla spalla con un dito con fare insistente.
-
Ragazzino stiamo lavorando! - lo rimproverò l'uomo.
-
Cosa è successo? - chiese Joe.
Il
tecnico sbuffò.
-
C'è stato un calo di corrente e lì dentro –
indicò la casa, - è tutto buio. Le porte si aprono
meccanicamente e senza elettricità non si possono aprire, se
non ci fosse nessuno faremo questo lavoro domani ma a quanto pare due
ragazzi sono rimasti bloccati dentro.
-
Beh e quanto ci metterete a farli uscire? - chiese il mezzano.
-
Senti ragazzino se vuoi fare 'sto maledetto gioco è meglio se
torni domani, okay? - brontolò il tecnico.
-
Non mi interessa di questa giostra maledetta! Lì dentro c'è
mio fratello e una mia cara amica! - ribatté il diciannovenne
L'uomo
lo fissò per un istante in silenzio.
-
Ce la stiamo mettendo tutta – disse poi, - deve avere un po' di
pazienza.
Come
passare dal tu al lei, signore e signori, e dall'indifferenza al
rispetto.
-
Cosa succede? - chiese Lexi a Joe mentre il ragazzo la raggiungeva.
-
Un calo di corrente – snocciolò, - Nick e Maggie sono
bloccati dentro, dobbiamo aspettare che li portino fuori.
Maryl,
Kevin e Lexi sospirarono e osservarono la Casa, proprio in quel
momento un tecnico gridò all'altro.
-
Ho aperto una porta!
Dormi,
dormi tranquilla
non
avere paura
(Non
avere paura; Adamo)
-
Maggie! - gridò Nick mentre la ragazza urlava.
Armato
della poca luce che il cellulare gli forniva le corse incontro e la
strinse forte a sé, mentre la ragazza continuava a strillare e
a piangere.
Maggie
lo abbracciò con forza, poche lacrime le colarono lungo le
guance e intanto urlava piano.
-
Stai calma, stai calma Maggie, è finita, è finita –
disse il sedicenne stringendola.
Lei
fece qualche altro debole singhiozzo, poi si lasciò coccolare
dal suo migliore amico.
-
Voglio uscire da qui – lo pregò, - fammi uscire.
-
Ora ci sediamo sulle scale, okay? E aspettiamo – le sussurrò
il ragazzo in un orecchio, cingendole le spalle con un braccio e
trasportandola un po' di peso fino alle scale sulle quali la fece
sedere. - E aspettiamo.
Si
sedette accanto a lei senza togliere il braccio dalle sue spalle, un
po' perchè sapeva che lei aveva bisogno di sentirlo vicino, un
po' perchè lui aveva bisogno di sentirla vicina.
Maggie
appoggiò la testa sulla sua spalle e una piccola parte di lei
godette di quel contatto, non erano mai stati così vicini
fisicamente.
Nick
appoggiò la sua testa su quella della ragazza e si mise a
canticchiare a bassa voce Fly with me, nella speranza di
poterla calmare un po'.
La
sedicenne avrebbe tanto voluto dirgli grazie, per averla sopportata,
per starle così vicino, per supportarla in quel modo, ma
rimase zitta, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo, ma si stargli
abbracciata e farsi cantare quella canzone aveva solo
quell'occasione.
Una
luce di una torcia all'improvviso li illuminò dal basso,
scaturendo in Maggie un altro urlo.
-
Ehi! - gridò una voce burbera. - Siete rimasti bloccati qui
dentro?
Ma
no!, pensò Nick, cattivo.
Eravamo qui belli seduti a spaventarci perchè siamo
masochisti!
-
Si – rispose invece, senza utilizzare tutte quelle
“gentilissime” parole che gli popolavano la testa.
-
Beh, venite giù forza! - li incitò l'uomo. - C'è
stato un calo di corrente, il mio collega è riuscito poco fa
ad aprire una porta. Su forza! Non ci tengo a restare qui dentro più
del tempo necessario!
Questa
volta fu Maggie che avrebbe tanto voluto prenderlo a schiaffi, ma si
trattenne e accompagnata da Nick scese le scale fino a raggiungere
l'uomo.
-
State bene voi due? - chiese il tecnico quando notò che Nick
zoppicava appena.
Il
ragazzo abbassò il capo istintivamente sulla gamba ferita.
-
Mi sono storto una caviglia – disse, - leggermente, niente di
grave.
-
Uhm, comunque c'è tuo fratello qua fuori che ti aspetta –
disse l'uomo, - ci penserà lui a fare quello che deve fare.
Nick
annuì e sempre stringendo Maggie seguirono il tecnico per le
vie buie della Casa degli Orrori, andando a ritroso e senza clown che
spuntavano all'improvviso entrambi i ragazzi si resero conto di non
aver percorso così tanta strada.
Quando
alla fine videro l'uscita e la varcarono; Maggie avrebbe volentieri
baciato la terra su cui camminava e Nick si sarebbe potuto sdraiare e
incollarsi sull'asfalto.
-
Nick! Maggie! - esclamarono sollevati Joe, Kevin, Maryl e Lexi quando
li videro.
Il
cantante si trattenne appena dal tirare un pugno in faccia al suo
fratello diciannovenne e disse a nome anche di Maggie.
-
Mai più una cosa del genere.
Continua
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Togheter ***
Okay,
a furia di vedermi aggiornare penserete che non parto più dato
che continuo ad aggiornare, ma questa è davvero l'ultima volta
che lo faccio dato che venerdì me ne vado per non so quante
settimane.
Dunque,
questo capitolo è un po' più corto degli altri, ma in
fondo c'è una sorpresina per tutte voi, ma non nella storia,
bensì nell'avviso che troverete alla fine e gradirei
tantissimo che voi rispondeste sinceramente.
Questo
capitolo è un po' più corto degli altri, però
spero vi piaccia lo stesso!
Ragazze
voi siete stupende: 15 recensioni in un capitolo, vi voglio
beeeeeeeeene <3
Grazie
a tutte quelle meravigliose persone che hanno recensito Surprise.
Grazie!!
Ecco
a voi i ringraziamenti:
nes95:
esatto Nick e Maggie sono testardi, insomma lui aspetta che lei
faccia la prima mossa e lei aspetta che lui faccia la prima mossa.
Comunque sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto *-* Ah,
ho risposto alla tua mail, comunque! Un bacio!
Melmon:
la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere, soprattutto la parte
di Joe che gioca con l'interruttore della corrente!! Mi dispiace che
l'ultima parte non sia stata come te l'aspettavi, ma ho in mente ben
altro per i Mick! Un bacio!
merion:
vedi che sono riuscita ad aggiornare prima?? Eh eh questa è
davvero l'ultima volta, però, venerdì sarò a
cavalcare nella montagna abruzzese!! Anche la tua recensione mi ha
fatto tantissimo ridere, è stupenda *-* per il sole non so se
riesco a prenderne anche per te, dato che mi brucio in tre secondi
quando cerco di abbronzarmi e il mio habitat naturale è
l'ombra!! Un bacione!
ada12:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Sono contenta!
Un bacio! jonas_princess: alla fine sono riuscita ad aggiornare un
ultima volta (ma questa è proprio l'ultima) prima di partire.
In effetti in una casa degli orrori con un Jonas non deve essere così
male, io farei finta di svenire fra le braccia del mio Nick!! Hi
hi... un bacio!
DarkViolet92:
già poveretti :( ma alla fine è andata bene, no? Tutto
è bene ciò che finisce bene... Un bacione!
jeeeeee:
sono iper-mega-super contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto!! Mia sorella ti ringrazia infinitamente e grazie anche da
parte mia per la canzone, appena posso ti mando il testo (sempre se
vuoi) sulla mail con il contatta autore!! Qui c'è una
sorpresina tutta dedicata a te... il tuo compito è scoprire
quale!! Gli esami sono andati bene, sono uscita con 7, ho peggiorato
il voto nello scritto di algebra, ma pazienza, 7 mi va bene!! Un
bacio!
noemi__lovelovelove:
sono contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Grazie
mille per tutti i complimenti mi fanno tanto piacere *_* spero che
anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio!
_FrancySoffi_:
grazie per la recensione, ho riso tutto il tempo mentre la leggevo!!
E' bellissima!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia, anche se
non succede nulla di speciale! Un bacio!
_Skipper_:
la tua recensione, come l'altra del resto, mi ha fatto morire dalle
risate!! Non sai quanto piacere mi ha dato sapere che lo scorso
capitolo ti sia piaciuto!! Per Maggie e Nick ho altri programmi e
magari la scena sarà un po'... beh direi irreale ma se a me
accadesse … beh sverrei fra le braccia di Nick *-* ma basta
stare qui che ti faccio spoiler. Un bacio!
Giulietta
24: ciao! Beh Joe voleva l'orso perchè, si sa, che in fondo
(molto, molto in fondo) lui è un romanticone e voleva l'orso
tutto per sé!! Un po' egoista, lo so! Grazie per tutti i
complimenti, mi fanno tanto piacere *-* Ma certo che Joe non porta la
Brutt al matrimonio! Lei è stata espulsa da quella cerimonia!!
Un bacio!
LoveJonasBrothers:
figurati se non hai commentato gli altri capitoli, non importa!
Meglio tardi che mai comunque, no? Per i Mick bisogna aspettare un
po', ma pian piano vedrai che le cose … no sto zitta
altrimenti ti racconto tutto! Un bacio!
mione94:
grazieeeeeeeeee!! La tua recensione mi ha fatto tanto piacere e
grazie un milione di miliardi di volte per aver messo questa storia
fra le preferite, le seguite e anche me fra gli autori preferiti!! Ho
fatto i salti di gioia quando l'ho visto! Un bacio!
Claky:
anche io, come sai, sono stata in una casa degli orrori, solo che lì
c'erano uomini veri con motoseghe vere!! Sono contentissima che lo
scorso capitolo ti sia piaciuto!! Spero che anche per questo sia lo
stesso anche se non succede nulla di speciale... Un bacione!
coco2:
sono passata nella tua storia come forse avrai visto e come sempre la
trovo magnifica!! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto, spero sia lo stesso anche per questo!! Un bacio!
Addio
al Re, Michael Jackson
Buone
vacanze a tutte voi!!
Capitolo
19. Togheter
Qualche
giorno dopo alla visita di Nick e Maggie alla Casa degli Orrori, o
come lo chiamava Joe, “quell'avvenimento così
divertente”, i Jonas Brothers si trovavano ospiti in un
programma chiamato Good Morning America.
-
Salve ragazzi! - li salutò Jessica, la presentatrice del
programma che, grazie al cielo, era completamente diversa da Keira. -
Come state?
-
Bene, grazie Jessica – disse Kevin stringendole educatamente la
mano.
-
Prego ragazzi sedetevi – li invitò la donna indicando
con un gesto distratto della mano le poltrone in pelle nera su cui i
tre giovani si sarebbero dovuti sedere.
I
Jonas Brothers obbedirono e si lasciarono cadere sui mobili.
-
Allora, che dite, iniziamo subito con l'intervista? - chiese Jessica.
-
Certo – disse Joe, - siamo qui per questo!
-
Bene – sorrise la presentatrice, - vorrei iniziare chiedendovi
a nome mio, ma anche di tutte le vostra care fans, se avete finito di
fare la lista per le date del vostro tour mondiale.
-
Non ancora, ma siamo davvero agli sgoccioli, stiamo aggiungendo
qualche altra data e poi
potremo
rendere note le date ufficiali del nostro tour – spiegò
Nick. Giusto ieri i tre ragazzi erano rimasti svegli fino a tardi in
compagnia dei genitori, ma in particolar modo di loro padre, per
continuare quel lungo lavoro.
-
Benissimo! Mi raccomando ragazzi, tenetemi da parte due biglietti per
un concerto qui a Los Angeles! - scherzò Jessica.
-
Senz'altro! - rise Kevin.
-
Fantastico, continuiamo altrimenti ci fermiamo tutta la durata del
programma a parlare di scemenze. Cosa vi aspettate da questo tour? -
chiese la donna.
-
Non è nostra abitudine aspettarci qualcosa dalle fans –
disse il maggiore, - ma speriamo che ci siano parecchie città
con il tutto esaurito!
-
Non credo sarà un problema raggiungere questo obbiettivo,
anche perchè il vostro ultimo album, Lines Vines and
Trying Times, si trova già
ai vertici delle classifiche mondiali!
-
E ciò ci fa solo piacere! - esclamò Nick. - E'
fantastico avere delle fan che ci seguono così assiduamente,
le adoriamo!
Jessica
rise e continuò la sua intervista.
-
Ragazzi cosa pensate di fare dopo questo tour? - chiese.
-
Beh – iniziò Joe, - continueremo a girare delle puntate
di JONAS ovviamente, e inizieremo a preparare un nuovo album.
-
Ma non fate mai una vacanza? - chiese la presentatrice, stupita degli
impegni di quei tre ragazzi così straordinari.
-
Oh, beh al contrario di quanto si pensi vedendo i nostri programmi
abbiamo molto tempo libero che passiamo con la nostra famiglia, i
nostri amici … - disse Kevin.
-
Io riesco a passare tantissimo tempo con la mia ragazza, ad esempio –
disse Joe.
La
sala si fece improvvisamente silenziosa, se fosse stato un cartone
animato si sarebbe vista una balla di fieno che rotolava per terra.
Jessica
aveva assunto un colorito che cambiava dal rosso, al violaceo, al
verdognolo, per poi tornare rosso e tutte le fan che erano andate a
vedere i Jonas Brothers a quel programma ammutolirono.
Joseph
Adam Jonas aveva rivelato volontariamente la sua storia con Lexi,
l'avevano deciso qualche giorno prima loro due insieme che dovevano
rendere nota la loro storia.
-
Ah davvero? - chiese Jessica dandosi un contegno davanti al
pettegolezzo, per carità lei non era una di quelle
presentatrici che scavavano a forza le relazioni dei personaggi
famosi, ma venire a sapere una cosa del genere l'aveva comunque
scioccata.
-
Si, non vi rivelerò il suo nome, ma io esco con una ragazza –
disse Joe, orgoglioso.
Kevin
e Nick osservarono il fratello stupiti, non avrebbero mai creduto che
avrebbe fatto una cosa del genere.
-
Ah, daccordo ragazzi, ora pubblicità e poi proseguiremo con il
resto dell'intervista – disse Jessica e pochi secondi dopo si
alzò e strinse la mano a Joe. - Complimenti!
-
Ehm grazie – disse lui ricambiando la stretta.
Jessica
sparì nel dietro le quinte e Joe si voltò verso i suoi
due fratelli, che lo fissavano con la bocca aperta.
-
Che c'è? - chiese lui il più innocentemente possibile
afferrando un bignè che un uomo dello staff gli stava
porgendo.
Nick
e Kevin scossero la testa; non importava.
Per
sempre uniti dal cielo, nessuno in terra, anche se vuole,
può separarlo mai... l'ha detto lui! Siamo la
coppia più bella del mondo
(Adriano
Celentano; La coppia più bella del mondo)
|
|
-
Tu sei pazza! - la accusò Maryl fissandola negli occhi e
puntandole un dito contro con aria accusatrice.
Lexi
mangiò un altro po' di gelato al cioccolato e si rivolse alla
sorella maggiore, facendole gli occhi dolci.
-
E perchè, di grazia, pensi ciò sorella mia? - chiese
con un linguaggio forbito.
-
Perchè Joe ha appena rivelato alla stampa e a tutta l'America
che voi due state insieme e tu sei qui a mangiare tranquillamente un
gelato, quando in realtà dovresti andare a passo di carica a
casa Jonas e fare a pezzi il tuo ragazzo! - spiegò Maryl,
incredula di fronte alla reazione della sorella minore.
-
Oh ma tesoro mio – disse Lexi, - io non sono arrabbiata con
Joe.
La
bionda si lasciò cadere sul divano e si appoggiò sulla
fronte una mano, mentre con l'altra si toglieva gli occhiali dagli
occhi.
-
Tu non sei arrabbiata con Joe? - chiese cauta la ventenne.
-
Assolutamente – disse la rossa, - sono felice anzi!
Maryl
si lasciò cadere ancora di più fra i cuscini morbidi
del divano.
-
Ho bisogno di stendermi – disse, - prima Maggie che rischia di
morirmi d'infarto in una casa degli orrori, poi tu che fai la
santa... oddio il mondo si è capovolto!
Lexi
fissò la sorella maggiore inclinando leggermente il capo verso
destra per osservarla meglio, mentre in bocca teneva ancora il
cucchiaio che stava usando per mangiare il gelato.
-
Maryl, guarda che io sapevo che Joe l'avrebbe detto al programma,
l'abbiamo deciso insieme ieri sera perchè, sinceramente, non
ne potevamo più di tutta la stampa che inventava storia su di
noi, quindi dicendo che Joe è fidanzato siamo a posto! -
spiegò la rossa allegra.
-
Ah, ora è tutto più chiaro – disse la bionda
tirandosi su, - bene, io vado a vedere altre eventuali università
in cui potrei andare – nella sua voce non c'era l'entusiasmo
che Lexi si aspettava.
-
Ma come? Non eri contenta di andare all'università di
Moda&Design? - chiese sorpresa.
-
Come fai a sapere che non sono contenta? - chiese Maryl, ma si
corresse quando guardò l'espressione dipinta sul volto della
sorella. - Beh, stavo pensando di prendermi un anno sabbatico.
Lexi
la osservò per un istante, cercando di comprendere ciò
che sua sorella le stava dicendo, ma com'era possibile che la
secchiona, sempre china sui libri Maryl pensasse di prendersi un anno
sabbatico? Kevin l'aveva cambiata fino a quel punto?
-
Ti ha convinto Kevin? - chiese poi.
-
No – disse Maryl, ed era la verità, Kevin non l'aveva
convinta a fare nulla, era stata una sua scelta, il suo ragazzo non
ne era nemmeno al corrente.
-
Allora perchè? - chiese Lexi.
-
Sono confusa, ho bisogno di mettere in ordine le idee. Metti caso che
poi mi stufo di Moda&Design, che faccio? Continuo a cambiare? No,
meglio prendersi un anno libero in cui mettere in ordine le idee.
-
E Kev come l'ha presa? - domandò la rossa.
-
Ancora non lo sa, glielo dirò sta sera, quando usciremo
insieme – spiegò la bionda. - Ora vado a farmi una
doccia, fa un caldo bestiale.
Lexi
la vide che le passava davanti e saliva le scale per andare al piano
superiore.
Maggie
non c'era, era in biblioteca per il suo turno.
La
rossa appoggiò il capo su un cuscino del divano e chiuse gli
occhi: qualche giorno prima, quando aveva chiesto a Maggie di
accompagnare Nick nella Casa degli Orrori, pensava, anzi era certa
che loro due si sarebbero messi insieme, magari con un bacio dopo
uno spavento o qualcosa di simile, invece tutto ciò che
avevano fatto era qualche abbraccio e tante strette di mano, niente
baci o confessioni di un amore segreto. Niente.
Tornate
a casa Lexi aveva chiesto alla sua gemella perchè non aveva
baciato Nick, e lei si era difesa dicendo che non era il momento
adatto. Allora quando diavolo ci sarebbe stato questo quel benedetto
momento adatto?
Maggie
e Nick erano già una coppia perfetta, due pezzi del puzzle che
combaciavano alla perfezione, ma entrambi erano testardi fino al
midollo: lei sperava che lui facesse il primo passo e lui
sperava che fosse lei a fare il primo passo. Insomma un bel
casino.
Come
potevano mettersi insieme loro due?
Lexi
afferrò il cellulare, compose un numero con dita veloci e si
mise l'apparecchio all'orecchio, l'intervista era finita da più
di un'ora ormai, doveva essere a casa.
-
Pronto? - disse lui.
-
Nick, niente discussione, niente “ma”, “perchè”
o “però”, vieni qui subito ed è un
ordine, capito? - disse lei, dura.
-
Signor sì … volevo dire, dammi il tempo di prendere la
macchina, ma... - iniziò il sedicenne.
-
Niente “ma” ho detto, vieni a casa mia appena puoi, e con
“appena puoi” intendo immediatamente! - esclamò
e mise giù, fiera di lei, doveva iniziare a prendere in
considerazione una professione in campo militare.
Il
suo piano avrebbe funzionato, forse.
Il
suo cellulare suonò di nuovo in quel momento.
-
Pronto? - chiese la rossa senza guardare il mittente.
-
Ehi tesoro mio adorato – disse Joe dall'altra parte del
telefono, - come stai?
-
Bene, bene, ho appena sequestrato tuo fratello minore, sai? - disse
lei con un sorriso che le increspava le labbra.
-
Si, ho notato, Nick è uscito di casa più veloce di una
furia, sai? - la informò Joe. - Cosa hai in mente mia
diabolica ragazza?
-
Eh, sapessi – disse lei, misteriosa.
-
Dai tesoro mio! - la pregò il diciannovenne. - Per favore!
-
No, no, te lo dirò più tardi – disse Lexi. - Ora
ti lascio, a dopo!
-
A dopo – brontolò Joe e misero giù entrambi
contemporaneamente.
Lexi
sorrise orgogliosa di se stessa e, all'improvviso, alla porta
qualcuno suonò.
Incredibile
quanto poco tempo ci avesse messo Nick a raggiungerla, chissà
cosa stava pensando quel povero ragazzo.
Con
calma Lexi raggiunse la porta e la aprì, con un sorriso
rilassato sul volto.
-
Cosa è successo? - domandò Nick piombando in casa. -
Chi sta male? Maggie? Maryl?
Lexi
sogghignò, si, l'aveva proprio spaventato.
-
Cosa c'è da ridere? - chiese il sedicenne, brusco. - Qualcuno
sta male?
-
No, tranquillo, stiamo tutte bene – disse Lexi. - Ti devo
parlare.
Nick
alzò un sopracciglio.
-
Tu vuoi dirmi che ho quasi fatto un incidente con la Mustang,
quasi investito un gatto e preso in pieno la siepe davanti a casa
vostra perchè tu mi devi parlare? - chiese con gli
occhi chiusi.
-
Ah, ah – disse lei annuendo, - parlare di Maggie.
Nick
si raddrizzò con la schiena e guardò la rossa con
rinnovato interesse.
-
Cos'ha? - chiese lui, fingendosi indifferente.
-
Non sta bene Nick – disse Lexi.
-
Perchè, che cos'ha? Sta male? E' malata? - domandò lui,
innervosendosi all'improvviso.
-
Sta bene quanto te nel fatto di salute, ma mentalmente ultimamente ha
qualche problema – disse Lexi, - non è pazza se è
questo che pensi, ma vedi a lei piace uno al quale lei piace, però
nessuno dei due vuole fare il primo passo, che fare?
Nick
la guardò attentamente per qualche istante, poi rispose con
voce cauta:
-
Stai parlando di me, vero? - chiese lui.
Lei
annuì.
-
Mi stai chiedendo di dire a Maggie i sentimenti che provo per lei? -
chiese lui.
La
rossa annuì nuovamente.
-
Non... non posso – disse lui.
-
Perchè? - chiese Lexi, curiosa, ma anche desiderosa di
aiutarlo.
-
Perchè... perchè ho paura. Immagina se poi io a Maggie
non piaccio davvero, poi noi due siamo migliori amici, le voglio un
bene dell'anima e se ci mettiamo insieme e poi ci lasciamo e di
conseguenza non ci rivolgiamo più la parola? Non potrei mai
vivere senza di lei, capisci? Mai – spiegò lui ad occhi
chiusi.
Lexi
lo ascoltò in silenzio, e rimase tale anche quando lui finì;
non aveva mai immaginato che nella testa di Nick ci fossero tutte
quelle emozioni, tutti quei pensieri negativi.
-
Però così soffrite entrambi – disse infine lei. -
Dovresti rischiare.
Nick
aprì gli occhi e la guardò con uno strano cipiglio.
-
Non posso farlo Lexi, scusa.
L'amore
non si spiega,
fa
girare il mondo e poi,
se
poi non c'è diventa tutto inutile
(L'amore
non si spiega; Sergio Cammariere)
-
Ehi ragazzi tutto bene? - chiese Maryl scendendo le scale, i capelli
ancora bagnati dopo la doccia. - Ciao Nick!
Lui
rispose con un cenno del capo.
-
Io vado a casa tua Nick, vuoi un passaggio? - chiese la bionda.
-
No, grazie Maryl, ho la mia macchina e adesso ho voglia di fare un
giro – disse lui voltandosi verso di lei. - Ma grazie lo
stesso.
Maryl
avvertì la tensione fra di loro e uscì di casa dopo
aver avvertito Lexi che sarebbe tornata un paio d'ore dopo.
Prese
la sua Ipsilon della Lancia e mise in moto, pronta per
raggiungere casa Jonas il più presto possibile, avrebbe fatto
una sorpresa a Kevin, non ce la faceva ad aspettare fino a quella
sera.
Mentre
guidava per le strade affollate di Los Angeles vide Maggie che
camminava affiancata dalla sua amica Josie.
-
Ehi Maggie! Josie! - la salutò la bionda abbassando il
finestrino e accostando la macchina accanto al marciapiede dove
camminavano le due amiche, solo allora Maryl notò che Josie
aveva gli occhi lucidi. - Ehm tutto bene?
-
Non ti preoccupare – disse Maggie guardando la sorella mentre
Josie si voltava per non farsi osservare il viso. - Ho appena finito
il mio turno in biblioteca e sto fuori un po', va bene?
-
Daccordo, io sto andando a casa dei ragazzi, vuoi venire? - chiese.
-
No, faccio un giro con Josie e poi vado a casa verso le sette, okay?
- domandò la mora.
-
Va bene sorellina, ci vediamo dopo allora, ti voglio bene! - esclamò
mentre si rimetteva in moto.
-
Anch'io! - le gridò dietro Maggie, Maryl la seguì con
lo sguardo finché non girò una curva con la macchina e
non la vide più.
Il
tragitto da casa Campbell a casa Jonas fu come al solito, dieci
minuti durante i quali la ragazza ascoltava all'infinito le canzoni
della band del suo ragazzo, ma in modo particolare metteva spesso BB
Good e Warld War III, le sue preferite.
Quando
arrivò davanti a casa Jonas rimase come sempre stupita dalla
bellezza di quella casa e la contemplò per qualche minuto,
mentre parcheggiava nella strada lì davanti.
La
casa era circondata da alte mura color mattone, che mostravano appena
un enorme giardino pieno di alberi e bei cespugli rigogliosi.
Davanti
alla casa erano appostate due guardie del corpo che, anche se fino
qualche tempo fa le incutevano timore, ora erano praticamente amici
dato che i due erano abituati a vedere Maryl accompagnata da Kevin a
braccetto, oppure in altri atteggiamenti romantici e la lasciavano
passare senza farsi troppi problemi.
-
Rob! Kyle! - li salutò allegra Maryl.
-
Signorina – disse Kyle, un uomo alto e grosso inclinando
leggermente il capo come in un piccolo inchino.
Maryl
sorrise ad entrambi e varcò il cancello del giardino di casa
Jonas, osservando tutti gli alberi, i cespugli e i fiori che si
trovavano lì.
Non
appena percorse tutto il vialetto di ghiaia che portava fino alla
casa, Maryl vide che Kevin era sdraiato su una sdraio vicino alla
piscina a prendere il sole e leggere un libro che non riconobbe.
-
Kevin! - esclamò lei raggiungendolo.
Lui
si tirò su di scatto e si voltò verso di lei,
sorridendole.
-
Tesoro! - esclamò il ventunenne dandole un bacio quando lei si
chinò su di lui. - Cosa ci fai qui? Non dovevamo vederci
questa sera?
-
Si, ma mi mancavi e sono venuta prima, ti dispiace? - chiese la
bionda sedendosi sul lettino accanto a lui.
-
Come potrebbe? - chiese lui retorico posandole i propri occhiali da
sole sul naso.
Maryl
si sdraiò affianco a lui e appoggiò la testa
nell'incavo del collo del proprio ragazzo e gli baciò l'angolo
della bocca.
Rimasero
così, fermi e zitti, per alcuni istanti, ascoltando ognuno il
respiro dell'altro.
-
Kevin – iniziò Maryl.
-
Si? - mormorò lui con voce roca dopo minuti di silenzio.
-
Voglio prendermi un anno sabbatico – confessò.
Kevin
si tirò su e la guardò oltre le lenti scure degli
occhiali.
-
Davvero? - chiese il ragazzo.
Lei
annuì.
-
Si, voglio prendere un anno sabbatico per riordinare le idee. Chissà,
se riprendessi gli studi adesso con Moda&Design potrei cambiare
di nuovo idea
e cosa farei? Continuo a cambiare corso? No, voglio prendermi un anno
per pensare... ovviamente se tu sei daccordo – spiegò
lei, cauta.
-
Tesoro mio, io mica devo scegliere per te! E certamente approvo la
tua idea, come non potrei? - chiese lui e la baciò.
Maryl
rispose al bacio e lo abbracciò.
-
Grazie mille Kevin – mormorò nel suo orecchio.
-
Figurati, amore.
-
C'è di buono che adesso avremo tantissimo tempo da passare
insieme! - disse lei.
-
Vero – annuì lui e la baciò di nuovo.
Tanto
tempo da passare insieme, si decisamente quello era il paradiso.
Continua
…
AVVISO,
PER FAVORE LEGGETE QUI!!
Ciao
ragazze,
scusate
se vi rubo altro tempo, ma ho un dubbio che mi assale da tempo e
vorrei sapere la vostra più sincera opinione.
Ecco,
praticamente, io starei pensandoaBrothersandSisters2, no aspettate
che riscrivo meglio: starei pensando a Brothers
and Sisters 2.
Che ne pensate? Io sono piuttosto indecisa di concludere con Brothers
and Sisters e poi continuare con la mia nuova long, ma mi
sono affezionata ai personaggi di Maryl, Lexi e Maggie e non vorrei
lasciarli.
Voi
che ne pensate? Vorreste avere Brothers
and Sisters 2? Per favore, se avete anche qualche idea
contattatemi privatamente.
Grazie
mille!
Vi
voglio bene,
Maggie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Decisions ***
Ragazzeeeeeee!!
Da
quanto non aggiorno? Anni? Secoli? Millenni? Scusatemi, ma mio padre
ha aggiunto delle vacanze a quelle già programmate e non sono
mai tornata a casa dal 3 Luglio!! Comunque perdonatemi, sul serio!
Dunque questo capitolo non è 'sto gran che, però spero
vi piaccia! Lo so, lo so, vi ho fatto aspettare così tanto per
un capitolo che “non è un gran che”, ma sono
pazza?? Sì che lo sono!!
Uh,
quasi dimenticavo, a titolo informativo la shot Old,
non centra con questa storia, quindi Joe non ha ancora vent'anni, ne
compirà poi nel... no, vi ho detto troppo, leggete l'avviso a
fine pagine, nella quale svelerò se Brothers and
Sisters 2 esisterà...
Grazie
a tutte le persone che hanno recensito: Old, The winner
is... Elvis e A Night with Joe Jonas!!
Ma
prima dei ringraziamenti le mie più sentite congratulazioni a
Kevin Jonas e Danielle Deleasa che presto si sposeranno.
Voi
che dite, Kev lascerà i Jonas Brothers per restare con la
futura signora Jonas o continuerà la sua attività di
cantante? Io spero che resti a far parte della band perchè
potrei morire se i Jonas si separassero...
Ecco
a voi i ringraziamenti, tataratatataaaaaaaaaaaa!
Niki_CuLLen_:
eh eh, per vedere Nick e Maggie insieme bisognerà aspettare
ancora un po'... sono sadica, lo so! Grazie per i complimenti, mi
fanno molto piacere!! Scusa se ultimamente non sono passata nella tua
FF, ho avuto pochissimo tempo, ma recupererò, giuro! Un bacio!
mione94:
tu non sai il piacere immenso che mi ha dato la tua recensione!! Una
cosa formidabile, mi sono quasi commossa, giuro!! I tuoi complimenti
mi hanno fatto prendere in gran parte la decisione scritta a fine
capitolo! Sei fantastica, adoro le tue recensioni, grazie di tutto!!
Un bacione!
_Skipper_:
le tue lunghe recensioni mi danni sempre un piacere immenso! Grazie!
Eh, sì, signore e signori, oggi ho risposto alla tua mail!!
Quindi hai la mia risposta nella tua casella e-mail! Dunque, grazie
per tutti i complimenti, ma per vedere Maggie e Nick insieme dovrai
pazientare per un po'! Anche per scoprire quello che è
successo a Josie vale lo stesso di prima! Sei fantastica! Un bacione!
LoveJonasBrothers:
grazie per aver espresso la tua opinione!! Lo so, povero Nick, ma per
vederlo insieme a Maggie bisognerà avere tanta pazienza! Un
bacio!
merion:
come sempre le tue recensioni mi fanno solo piacere!! *.*
Diiiiiiiiiio, ti adoro tanto!!! Dunque, eh eh, non sono tornata
presto come vedi e non vedo l'ora di risentirti sulla mail, ora tocca
a te tornare presto! Un bacione!
jonas_princess:
eh eh, infatti, Lexi la generale (o si dice “il” generale
anche per le donne? Boh), anch'io ce la vedo bene!! Un bacio e grazie
di tutto!
annina94:
grazie per aver espresso la tua opinione! La mia scelta, e
spiegazione, la troverai a fondo pagina! Grazie di tutto! Un bacio!
noemi_lovelovelove:
grazie di tutto!!! La spiegazione al dilemma “esisterà
Broth&Sis 2” la trovererai a fine pagina, riguardo a Nick e
Maggie pazienta! Un bacio!
DarkViolet92:
bene, per la risposta della domanda che ho posto nello scorso
capitolo dovrai vedere a fine pagine, nel frattempo spero che questo
capitolo ti piaccia! Un bacio!
jeeeeee:
ma prego!! Volevo farti un regalo, dato che tu mi segui sempre! E
scuse se non ho risposto alla tua mail, ma non ho ancora avuto il
tempo! Perdone! Un bacio tesoro!
Melmon:
grazie per aver espresso la tua opinione, la risposta “comune”
se ci sarà il seguito di Broth&Sis sarà a fine
pagina. Grazie per seguirmi, sei fantastica! Un bacio!
ada12:
eh, per Maggie e Nick bisogna avere pazienza! Grazie per i
complimenti, mi fai arrossire! Spero che questo chappy ti piaccia! Un
bacio!
thislove:
oh mamma mia, mi fai arrossire con i tuoi complimenti! Grazie per
aver recensito e mi fa molto piacere che questa storia ti piaccia!
Grazie grazie grazieeeeeeeeee!! Un bacio!
Giulietta
24: sì ho visto che Danielle e Kevin si sposano e sono solo
felice per loro!! Grazie per aver espresso la tua opinione sul
seguito di questa storia, la risposta è a fine pagina. Per
scoprire quello che è accaduto a Josie, l'amica di Maggie e
Lexi, dovrai pazientare qualche capitolo. Un bacio!
PrInCeSsMaLfOy:
grazie per aver espresso la tua opinione!! La risposta è a
fine pagina!! Per vedere i due timidoni all'attacco dovrai pazientare
ancora un po', io sono sadica, ricordatelo!! Un bacio!
coco2:
grazie per aver espresso la tua opinione (oddio sembro un
registratore, sto riscrivendo le stesse cose all'infinito!), la
risposta è a fine pagina! Grazie mille per i complimenti, sei
fantastica!! Per Nick, non è che lui non vuole mettersi con
Maggie, è che ha paura che la loro storia vada a pezzi se si
mettessero insieme e questo non lo potrebbe tollerare! Un bacio!
nes95:
eh già, che Nick è carino non lo nega nessuno (e se
qualcuno vuole contestare... se ne stia zitto!!) Eh, per i Mick
bisogna avere pazienza, sono cocciuti e timidi entrambi e sì,
un po' sono anche pazzi dato che non si decidono a confessarsi, ma
qualcosa accadrà... prima o poi!! Un bacio!
Capitolo
20. Decisions
-
Allora sorelle mie adorate oggi è sabato, cosa si fa? - chiese
Maggie. - E' il sabato delle sorelle Campbell avete qualche idea?
Maryl,
intenta a guardare la propria immagine riflessa nello specchio del
salotto, si voltò verso la sorella e la guardò
preoccupata.
-
Sabato? - chiese lei, flebile.
-
Ma certo che sì, Maryl – disse Lexi scendendo le scale
tra gradini alla volta. - Io propongo film horror, pizza alle cipolle
e notte in bianco a raccontarci storie dell'orrore, che dite?
-
Sabato? - ripeté la bionda.
-
Dobbiamo proprio il film dell'orrore? - chiese Maggie alla gemella. -
A me è bastato e avanzato lo spiacevole inconveniente di due
settimane fa.
-
Oh andiamo! Essere chiuse in una casa degli orrori con il ragazzo che
ti piace non deve essere stato così male! - ribatté la
rossa.
-
La prossima volta chiudo te e Joe lì dentro, vediamo come
uscite – disse la mora.
-
Va bene, però... - iniziò la sedicenne dai capelli
ramati.
-
Sabato? - disse Maryl a voce alta e acuta.
Le
due gemelle si voltarono verso la sorella maggiore e la squadrarono
da capo a piedi: vestito viola di Armani, capelli appena stirati dal
parrucchiere, mani fresche di manicure, scarpe firmate ai piedi,
collana di brillanti al collo.
-
Non starai mica uscendo, vero? - chiese Lexi minacciosa.
-
I...io? Ma scherzi? Io, uscire il sabato delle sorelle Campbell? –
mentì Maryl.
La
due gemella la guardarono attente, trafiggendola con i loro occhi
verdi.
-
Oh sì, va bene? Sì, sto uscendo – ammise Maryl
sotto gli sguardi di accusa delle sorelle.
Lexi
imprecò a bassa voce e si avvicinò alla sorella, le
prese una ciocca di capelli e se la avvicinò al naso.
Maryl
la fissò stranita mentre la sorelle le annusava i capelli.
-
Oh fantastico – commentò ironica la sedicenne dai
capelli ramati, - è Chanel N°5, ci mancava questa. Esci
con Kevin – l'ultima
parola la sputò.
La
bionda la guardò con aria colpevole e fece un sorrisetto a
metà.
-
Come l'hai capito che esco con lui? - chiese.
Lexi
strizzò la faccia e diede le spalle alle sorelle e le rispose
con voce brusca.
-
Metti sempre il N°5 di Chanel quando esci con lui –
brontolò la rossa.
La
ventenne le si avvicinò e le sfiorò le spalle.
-
Perchè sei arrabbiata con Kevin? - chiese.
Lexi
si voltò verso la sorella maggiore.
-
Non sono arrabbiata con lui – disse, - ma se esci con Kevin non
puoi rimandare dato che è il tuo ragazzo.
La
bionda la guardò con i suoi occhi dorati attraverso le lenti
degli occhiali che portava sul naso e inclinò leggermente il
capo.
-
Perchè non esci con Joe? - propose.
Maggie
la guardò offesa, e lei chi era, un pezzo del mobilio?
-
E mandare in frantumi una tradizione che va avanti da otto anni?
Giammai! - esclamò, ma ora si stava anche divertendo a fare
l'attrice.
-
E io? - si intromise Maggie. - Mica ho un ragazzo con cui uscire!
La
bionda si morse il labbro inferiore della bocca e guardò le
sue due sorelle, non poteva lasciarle così il loro sabato, ma
era anche vero che lei e Kevin dovevano parlare quel giorno, senza
contare il fatto che non vedeva il suo ragazzo da trentasei ore dato
che per un motivo o per
l'altro non avevano avuto il tempo di vedersi neanche per cinque
minuti.
-
Ragazze io e Kev dovevamo parlare – sussurrò abbassando
la testa.
Lexi
la osservò, poi guardò la gemella e insieme annuirono.
-
Vai dal tuo ragazzo e se torni prima delle undici e trentuno giuro
che ti butto di nuovo fuori casa a calci! - esclamò la rossa.
Maryl
sorrise e uscì di casa, ancora combattuta dal senso di colpa.
Lexi
chiuse la porta con uno schiocco sonoro.
Le
due gemelle rimasero zitte a guardarsi negli occhi per qualche
istante, poi scoppiarono entrambe in un attacco di riso acuto.
-
Poveretta, siamo proprio crudeli! - ridacchiò Maggie non
appena recuperò il dono della parola.
-
Starà tutta la notte a sentirsi in colpa a causa nostra! -
rise Lexi avvicinandosi alla gemella e saltando sul divano sul quale
Maggie era seduta e presa da un istinto naturale la abbracciò
forte.
Maggie
ne rimase stupita, di solito era lei che la abbracciava e cose varie,
Lexi non era il tipo.
-
Ti voglio bene – sussurrò la rossa. - Tanto.
-
Anch'io Lexi – mormorò di rimando la mora.
La
serata trascorse come avrebbe dovuto essere se Maryl ci fosse stata,
le due gemelle guardarono un film dell'orrore e mangiarono una pizza,
Lexi una alle cipolle e Maggie una alle acciughe.
-
Lexi posso farti una domanda? - chiese Maggie giocherellando con la
sua ultima fetta di pizza, seduta a terra e a gambe incrociate mentre
il film andava.
-
Certo – annuì la gemella gustandosi la sua cena. - Anche
due.
Maggie
esitò, poi si buttò.
-
Senti com'è... ecco, insomma – balbettò rossa
fino alla punta delle orecchie.
-
Cosa? - chiese la rossa.
-
Com'è baciare un ragazzo? – sussurrò il più
velocemente possibile, ma Lexi la udì ugualmente.
La
gemella le sorrise maliziosa e annuì con l'aria di chi sa
tutto.
-
Dai Lexi è già abbastanza imbarazzante anche senza di
te che ridi – sbottò Maggie ancora rossa in viso.
-
Okay, la smetto, ma perchè vuoi saperlo? - domandò la
rossa.
-
Lo sai che non ho mai baciato nessuno – disse la mora
incrociando le braccia al petto. - Lascia stare!
-
No, aspetta è che mi hai lasciato abbastanza sorpresa con
questa domanda! Comunque è, non
so come spiegarlo, anzi è
impossibile spiegarlo... non posso dirtelo Maggie – disse la
rossa. - Quando bacerai tu un
ragazzo me lo dirai, va bene?
-
Aspetta e spera! - borbottò la mora. - Non bacerò mai
nessuno.
-
Allora tanto vale che tu ti faccia suora! – disse Lexi. - Dai
anche tu avrai un ragazzo nella tua vita!
Maggie
abbassò il capo e fece a pezzettini la sua fetta di pizza.
-
Lexi voglio mettermi con Nick, non ce la faccio più, ogni
volta che lo guardo, che lo sento ridere, che lo vedo sorridere o i
suoi occhi che mi fissano mi sento male, come se qualcuno mi avesse
appena tirato un pugno in pancia – ammise la mora.
Se
la situazione non fosse stata così critica Lexi avrebbe fatto
una delle sue solite battute, ma non era proprio il caso in quel
momento.
In
fondo era un bene che Maryl non ci fosse, non sarebbero mai riuscite
a fare un discorso simile in
sua presenza.
-
Allora vaglielo a dire! - disse la rossa ad alta voce.
Maggie
scosse la testa, gli occhi lucidi.
-
No, non posso farlo. Non posso – e chiuse gli occhi per non
guardare l'espressione di Lexi che sicuramente era di accusa, ma in
realtà era semplicemente di comprensione.
Passarono
diversi minuti prima che una delle due proferisse parola, e a parlare
fu proprio Maggie.
-
Ah, Lexi – sussurrò.
-
Si? - domandò la rossa.
-
Parla con Josie, ha bisogno di te.
C'è
una sorpresa in agguato per ognuno di noi
che
ci fa riconciliare col mondo
(Una
sorpresa in agguato; Mariadele)
-
Mi vuoi dire dove stiamo andando o devo ti devo pregare in ginocchio?
- chiese Maryl, gli occhi coperti dalle mani calde di Kevin.
-
Sii un po' più paziente, devi aspettare ancora qualche minuto
– disse lui facendole strada dove voleva portarla. - Ti ho
detto che sei bellissima?
La
ragazza sorrise e annuì con veemenza, mentre sentiva il
respiro di Kevin vicino al suo orecchio.
-
Sei stupenda – sussurrò lui e le diede un bacio sulla
guancia.
-
Grazie! - disse Maryl, emozionata.
Nelle
viscere si sentiva completamente e assolutamente in colpa per aver
lasciato le sue due sorelle sole nel loro sabato, ma dopotutto
sentire Kevin che le diceva continuamente complimenti non era male.
-
Ecco, ci siamo quasi, attenta al gradino qui davanti... bravissima –
disse il ventunenne indicandole la strada. - Okay, pronta? Tre, due,
uno...
Non
appena Maryl recuperò il dono della vista si portò le
mani alla bocca dalla sorpresa a causa di ciò che le si parava
davanti: si trovavano in prossimità di una spiaggia, su un
vecchio pontile sul quale era stato allestito un tavolino illuminato
da una candela e con una rosa rossa in un piccolo vaso, dietro al
mobile si vedeva il mare sul quale si rifletteva la luce della luna.
-
Kevin... - sussurrò lei.
-
Ti piace? - chiese il ragazzo improvvisamente timido.
-
Oh, ma è... magnifico! Amore, è la cosa più
dolce che chiunque abbia mai fatto per me! - disse lei voltandosi
verso di lui e lanciandogli le braccia al collo.
Kevin
la baciò e Maryl rispose con trasporto; era tutto così
maledettamente perfetto.
Mano
nella mano il ventunenne fece strada alla sua bella verso il tavolo,
la fece sedere sulla sedia scostandola da sotto il tavolo e le servì
l'acqua.
Maryl
non si era ancora del tutto ripresa da quella stupenda sorpresa.
E
pensare che stiamo insieme solo da un paio di settimane,
pensò la ragazza con un sospiro.
Kevin
tirò fuori da sotto il tavolo un cesto nel quale si trovava la
cena.
-
Non ti dispiace se sono tutti piatti freddi? - chiese Kevin,
impacciato, sembrava Nick in quel frangente. - Altrimenti c'è
un ristorante qui vicino e potrei andare lì a...
Maryl
lo zittì poggiando l'indice della mano destra sulle labbra del
suo ragazzo.
-
Va benissimo e calmati, sembri troppo nervoso – disse lei,
allegra.
-
Ah, okay – sospirò di sollievo il ventunenne e mise sul
tavolo un piatto pieno di pasta fredda con mozzarella e pomodori. -
Non sapevo che cucinarti, non sono molto bravo in cucina e ho chiesto
a mia madre qualche consiglio e lei mi ha aiutato a preparare un
piatto italiano.
Maryl
gli sorrise e gli prese la mano sopra il tavolo.
-
Va benissimo e fra parentesi adoro il cibo italiano, non lo
mangio spesso ma mi piace tantissimo! - esclamò lei
rassicurandolo.
-
Sei mai stata in Italia? - chiese lui stringendole più forte
la mano che lei gli aveva dato.
Maryl
scosse la testa.
-
Mai, mi piacerebbe andarci, però. Dell'Italia so solo che
cucinano bene e fanno bei vestiti – disse lei; - per esempio la
tua camicia è di Dolce&Gabbana, roba italiana.
Lui
rise.
-
Un giorno ti ci porterò, te lo prometto – le disse
sicuro.
Maryl
si scostò i capelli dagli occhi e gli sorrise in modo dolce.
Iniziarono
a mangiare mentre Kevin le spiegava come aveva fatto a cucinare quel
piatto, le disse che aveva dei parenti italiani e le raccontò
di quello che aveva fatto in quelle trentasei ore in cui non si erano
visti.
-
Tu invece? - chiese lui imboccandola con una forchettata di
spaghetti. - Che hai fatto?
-
Oh, beh, non molto a dire la verità. Sono andata a fare un
giro, ho disegnato qualche modello di vestiti per divertirmi e sono
stata con le mie sorelle, niente di minimamente paragonabile ai tuoi
impegni – disse lei, nervosa.
Kevin
notò il nervosismo nella sua voce, chissà cosa era
successo...
-
Hai litigato con Lexi e Maggie? - domandò lui.
-
No, cioè sì, beh no, credo di sì... oh non lo
so! Insomma sta sera era il sabato delle sorelle Campbell ma io sono
uscita con te e loro se la sono presa, credo – balbettò
lei. - A essere sincera non lo so, potrebbero aver recitato, sai,
conoscendole.
Ora
Kevin si sentiva davvero in colpa, per colpa sua Maryl, Maggie e Lexi
avevano forse litigato.
-
Ti riaccompagno a casa – disse subito lui.
-
No! Che senso ha adesso? Godiamoci questa fantastica cena, pensiamo a
noi e a quel discorso che dobbiamo fare.
Kevin
la fissò negli occhi.
-
Sicura? - ci mancava solo che rovinasse i rapporti fra le tre
sorelle.
-
Certo che sì! Ora, avanti, parliamo di quello che dobbiamo
decidere di fare – disse lei sicura, raddrizzandosi la schiena.
Oh
certo, il discorso, ovvero dovevano decidere se rendere nota
la loro storia oppure no alla stampa.
-
Va bene – disse Kevin imitandola, - tu che pensavi di fare?
-
Io pensavo di rivelarla, insomma sempre se tu sei daccordo, ma mi
sembra la situazione migliore perchè, ecco, così la
stampa smetterà di inventare storie su di noi. Tu invece che
pensi di fare? - chiese lei, nervosa.
Kevin
tirò un sospiro di sollievo.
-
E' la stessa cosa che penso io. Quindi la riveliamo, okay? - chiese
lui.
Lei
annuì.
-
Sicura?
Maryl
fissò i suoi bellissimi occhi verdi.
-
Sicura.
Starei
proprio così come sto adesso innamorato se tu
apparissi ora come sei
(Innamorato;
Jovanotti)
-
Oh Nicholas! Vieni qui giù che dobbiamo decidere una questione
di morte o di vita! - cinguettò Joe dal fondo dalle scale al
fratello minore.
Il
minore dei Jonas Brothers scese le scale e si fermò solo
quando fu davanti al fratello maggiore.
-
Sì? - chiese con voce piatta.
-
Che film si guarda? Io sono indeciso fra Neverland, di nuovo,
Lo strano caso di Benjamin Button e Madagascar 2! -
elencò il diciannovenne, eccitato.
-
Madagascar, Madagascar! - strillò Frankie correndo
verso i due fratelli seguito con più calma dai coniugi Jonas.
-
Si piccoletto, anch'io vorrei vedere quello! Tu Nick, che vuoi
vedere? - domandò Joe dando un buffetto a Bonus.
-
Dobbiamo proprio vedere un film? Io stavo componendo – si
lamentò Nick passandosi una mano fra i capelli ricci.
-
Basta comporre tu! Altrimenti finirai un altro album entro questa
notte! Forza, prenditi una pausa da quella benedettissima chitarra
che praticamente per te è una moglie e una famiglia e vieni
qui a divertirti con noi! - esclamò Joe allegro, per forza lui
aveva una ragazza tutta per sé, non come Nick la quale
potenziale ragazza, con ogni probabilità, non stava pensando a
lui.
-
Non sono dell'umore Joseph – disse il sedicenne sbuffando di
stanchezza.
-
Ultimamente tu non sei mai dell'umore! Avanti, sei da solo e
depresso chiuso in camera tua a scrivere una nuova canzone da ore,
una pausa non ti uccide! - disse il diciannovenne dandogli una pacca
sulla schiena.
Nicholas
guardò il fratello, il quale gli sorrideva incoraggiante e
annuì.
-
Che Madagascar sia – disse con un sospiro.
-
Perrrrrfetto! - ridacchiò Joe. - Mamma, papà,
forza sedetevi con la vostra progenie, o almeno una parte dato che
Paul Kevin Jonas II è andato a fare il romanticone con la sua
ragazza, e guardate un film con noi!
-
Avere una ragazza non gli fa bene – brontolò Nick.
Paul
Kevin Jonas Senior rise, prese Frankie e se lo mise sulle spalle per
poi proseguire fino al salotto e si sedette sul divano; Denise invece
restò indietro con Nick e gli mise un braccio intorno alle
spalle con aria materna.
-
Che cos'hai tesoro, sei piuttosto giù di morale ultimamente –
disse la signora Jonas, dolcemente.
-
Niente mamma, sono innamorato – disse Nick scrollando le
spalle, - della sorelle delle ragazze di Kevin e Joe, il ragazzo che
dite sia vostro figlio.
-
Ehi! - si lamentò il diciannovenne sentendo la loro
conversazione.
Denise
pettinò i capelli al figlio sedicenne.
-
E lei ti piace molto? E' Maggie, vero? - chiese lei.
Lui
annuì.
-
Da morire – disse a occhi chiusi.
Denise
diede un bacio sulla testa al figlio, non le piaceva veder soffrire i
suoi bambini, e soprattutto non così.
-
Tesoro mio non devi soffrire per lei, okay? Raccontale la verità
– gli consigliò.
-
Va bene, mamma – mentì lui, non avrebbe detto niente di
niente a Maggie... non su quell'argomento se non altro.
-
Ehi Nick! Mamma! Inizia! - disse Joe, emozionato quanto al piccolo
Frankie al suo fianco che stava praticamente saltellando dalla
felicità per vedere quel film.
Nick
spostò la testa verso la madre un'ultima volta prima di
raggiungere il resto della famiglia.
-
Dobbiamo fare seriamente il test del DNA con lui, probabilmente
l'hanno scambiato con qualcun altro in ospedale – disse Nick
con un mezzo sorriso.
Denise
annuì poco convinta e diede un altro bacio al figlio, prima di
andarsi a sedere accanto al marito, mentre Nick si accomodava
affianco a Joe.
-
Uh – disse il diciannovenne guardando le prime scene del film,
- sai Nicholas la prossima volta non devo fare un film in cui ballo
Single Ladies, ma tutti noi Jonas Brothers dobbiamo cantare “Mi
piace se ti muovi”!
-
L'importante è crederci Joe – sorrise Nick.
-
Appunto! Dai, non puoi negare che sarebbe una figata unica fare un
video in cui cantiamo “mi piace se ti muovi”, magari
Lexi, Maggie e Maryl potrebbero fare le ballerine dietro di noi! -
ridacchiò Joe.
Sorridere
e annuire, pensò il
sedicenne ed eseguì quello che diceva, suo fratello era
davvero pazzo, ma d'altronde era innamorato... come lui.
Continua
…
AVVISO
PER FAVORE LEGGETE QUI, GRAZIE!
Ciao,
ragazze! Dunque, nello scorso capitolo ho ricevuto molte
recensioni
a proposito di Brothers and
Sisters 2, e per questo
motivo
ho deciso che il seguito di questa storia ci sarà!
Su,
ragazze, non fate quelle facce mogie mogie, lo so che voi
avreste
tanto voluto che non ci fosse il continuo, ma sono sadica, si sa, e
per
questo la vostra pena continuerà!! Dai, scherzo, sono
pazzerella, come
al
solito! Hi hi...
Comunque
per chiarire la situazione sul seguito di Brothers
and Sisters ecco
a
voi le spiegazioni.
Dunque
il continuo di questa storia sarà ambientato qualche tempo
dopo
la
fine di questa storia, senza cambiamenti, quindi non sarà come
una nuova
storia,
ma con gli stessi personaggi. Sarà esattamente la stessa,
ovviamente
con nuove situazioni... *ride diabolica*
Quindi,
per dare più spazio capitoli al secondo episodio, questa
storia
avrà un po' meno capitoli di quelli che avevo previsto
all'inizio,
parlo
comunque di 30, 35 capitoli in cui ne capiteranno delle belle!
Nell'epilogo
di Brothers and Sisters,
il primo, la storia avrà un finale
aperto,
così chi si è stancato di leggere questa storia potrà
non
leggere
il secondo episodio.
Inutile
dire che spero che mi seguirete comunque!
Bene,
spero di avervi chiarito le idee, ma se avete ancora qualche
dubbio
non fatevi problemi a contattarmi!
Grazie
dell'attenzione!
Un
bacione enorme a tutte!
Vi
voglio bene! Maggie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Warning ***
Buongiorno!
Bene,
ragazze io vi adoro, ormai è ufficiale, posso anche prendere
il brevetto di aeronautica, comprare un jet e fare il giro del mondo
in ottanta giorni con uno striscione attaccato sulla coda dell'aereo
su cui scriverò “Vi amo ragazze!!”.
Mi...
mi onorate di recensioni che
mi rendono così felice!!
*saltella contenta*
Vi
adoro, adoro, adoro, adorooooo!! Vi amoooooo!! Ho raggiunto le 203
recensioni in 20
capitoli!! Io vi prendo e non vi lascio piùùùùùù!!
*vi spupazza*
Non
vi preoccupate per la mia sanità mentale, e se ve lo state
chiedendo, sì sono pazza! Bene, ragazzuole, hi hi, godetevi la
più o meno calma di questo capitolo, dato che fra due capitoli
farò sudare freddo i nostri protagonisti! Mhuaaaa, già
immagino alcune delle vostre recensioni di questo e del prossimo
capitolo, ma meglio non fare previsioni azzardate!
Uh,
in questo capitolo Joe sarà poco presente, così come è
accaduto in quello precedente, ma non vi preoccupate, nel prossimo
non sarà presente, ma presentissimo!
Più
che altro questo capitolo è incentrato sulle sorelle Campbell,
le mie protette, ma spero che vi piaccia comunque...
Ora
vi lascio ai ringraziamenti, che vi ho scritto dal più
profondo del cuore... GRAZIE!! :
nes95:
eh lo so di essere crudele, ma prenditela con i miei genitori, è
colpa loro! Dunque, come ti ho già detto tempo al tempo, il
che vuol dire un bel po' di tempo *risata malefica*. Comunque sì,
Broth&Sìs avrà un seguito, ho già nella mia
testolina tutta la storia, l'unico problema è trovare un
titolo! Un bacione!
Niki_CuLLen_:
per Nick e Maggie pazienza, pensa alle altre coppie nel frattempo che
per quei due cocciuti e testardi ci vorrà ancora un bel po',
chissà potrei farli mettere insieme anche nel seguito...
muahhh, io essere crudele! Un bacio!
DarkViolet92:
sì, le vacanze sono passate bene, grazie e sì, ci sarà
il seguito! Ci sentiamo, un bacio!
ada12:
sì, Joe è una forza, mi sono divertita molto a scrivere
la parte di Madagascar! Ed eccomi qui ad aggiornare prima di quanto
avessi stabilito, però vabbè, spero che questo chappy
ti piaccia! Un bacio!
jonas_princess:
perdonami per il ritardo, ma scusa davvero non ho potuto fare
altrimenti! Anch'io vorrei vedere il video dei Jonas che ballano “Mi
piace se ti muovi”, mmh, quasi quasi glielo consiglio... un
bacio!
streghettathebest:
sono contenta che tu sia felice che ci sia un seguito! Le vacanze
passate bene, grazie, un po' noiose, però. Eh, per Nick e
Maggie bisogna pazientare ancora un po'... scusa...! Un bacio!
catchme__:
non preoccuparti, più che altro dovrei scusarmi io di non
essere passata prima a recensire una delle tue storie, e anche se non
ho avuto la forza di recensire “Nick.”, ma proprio non ce
la faccio... Sono contenta che questa storia ti piaccia!! Un bacio!
jeeeeee:
oh, davvero ti sono mancata?? Mi fa così piacere *.* Sì,
approvo a pieno ogni cosa che hai scritto, ma per Maggie e Nick...
pazienza. Un bacio!
noemi___lovelovelove:
non ti preoccupare, neanche per me la pazienza è un pregio
molto presente, più che altro urlo quando mi spazientisco,
soprattutto con i miei fratellini. Mi fa piacere che tu sia felice
dato che ci sarà un seguito di Broth&Sìs. Un
bacio! Giulietta24: bah, a dire la verità non ci credo che
Miley e Demi abbiano litigato per Nick, anche perchè Demi è
la migliore amica di Selena, ovvero l'ex di Nick e non credo che Demi
voglia fare una cosa simile alla sua amica... Comunque, sono contenta
che questa storia ti piace!! Un bacio!
coco2:
non ti preoccupare... i genitori sono così, purtroppo. I tuoi
complimenti mi fanno molto piacere, sul serio! Grazie di tutto e per
Maggie e Nick devi pazientare. Un bacio!
PrInCeSsMaLfOy:
Joe non cambierà mai, no no, sempre sciocco e scemotto lui! Eh
eh, Nick e Maggie dovranno aspettare! Un bacio!
Melmon:
no no, dovrai sopportarmi ancora a lungo!! Ti ho detto che scrivi
benissimo? Sono passata da te, ieri, non so se hai visto e sei
bravissima! Un bacio!
_Skipper_:
ah ah, giuro la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere!! Sei
una forza della natura!! Mi dispiace ma non posso cambiare il nome di
Maryl, però se vuoi puoi fingere che sia tu!! Sei una forza,
ti stimo davvero! Un bacione!
mione94:
tesoro, sì eccomi qui! Mi dispiace, ma nemmeno in questo
capitolo niente dichiarazione, però accadrà qualcosa
di... no, non ti dico troppo! I tuoi complimenti mi fanno davvero
onore, ti adoro!! E aggiorna presto, eh? Un bacione!
Capitolo
21. Warning
-
Oddio Kevin, muoviti sei chiuso in quel bagno dai secoli dei secoli,
non stai andando a sposarti, sai? E io ho ben altro da fare che stare
qui ad aspettarti senza contare che anch'io devo andare in bagno, mi
devo stirare i miei amatissimi capelli! - esclamò Joseph Adam
Jonas camminando avanti e indietro davanti alla porta del bagno.
-
Mamma mia adorata, Joe! Non è l'unico bagno in questa casa,
sai? Vai nell'altro – gli urlò Kevin pettinandosi i
ricci scuri.
-
Lo farei ma l'altro nostro fratello è chiuso lì dentro
quanto te! - sbottò di rimando il mezzano con uno sbuffo.
-
Nick?
-
No, Franklin, a quanto pare anche i suoi capelli hanno bisogno di
cure quasi quanto i miei – spiegò il diciannovenne.
E
pensare che non stavano andando a fare gran che; Kevin, Joe Nick
dovevano solo andare a fare la spesa per ordine di loro madre,
Denise, ma tutti e tre pensavano, anzi sapevano, che avrebbero
incontrato dei paparazzi e il maggiore ne voleva approfittare per
annunciare la sua storia con Maryl.
-
Fatto! - esclamò Kevin raggiante uscendo dal bagno con camicia
bianca e pantaloni di velluto.
-
Alla buon ora! - esultò Joe entrando e catapultandosi sulla
mensola nella quale era riposta la scatola con la sua piastra. -
Amore mio, piastra adorata vieni dal papà!
-
Oh mamma – sussurrò Kevin guardandolo di sottecchi
mentre il mezzano tirava fuori dalla scatola il suo amore e lo
accarezzava con delicatezza.
Nick
raggiunse il ventunenne, indossava una delle sue solite camicie a
scacchi, jeans e Converse All Star nere.
-
Anch'io mi chiedo se è mio fratello, non ti preoccupare –
disse dando una pacca sulla schiena a Kevin.
-
Lui mi spaventa – mormorò il ventunenne,
sarcastico.
Joe
scelse quel momento per dare un bacio alla piastra e
accenderla per passarsela sui capelli con fare materno.
-
Non siamo costretti a portarlo con noi, vero? - chiese Nick.
-
No, ci farebbe solo perdere tempo, si fermerà di sicuro al
reparto dove vendono tutti gli shampoo e simili – annuì
Kevin.
-
Andiamo via senza di lui? - domandò il minore.
Il
maggiore annuì e insieme si allontanarono in punta di piedi.
Denise
osservò li osservò mentre camminavano il più
silenziosamente possibile e si avvicinò a loro sorridendo.
-
Cosa state facendo? - chiese.
-
Shh! - la zittirono piano i due. - Mamma noi andiamo al supermercato,
soli.
Denise
annuì poco convinta e li salutò con un bacio sulla
fronte.
-
State attenti e guidate piano – disse.
-
Certo mamma, ti vogliamo bene! - esclamò Kevin prima che
entrambi varcassero la porta di casa per uscire.
-
Fratelli miei sono pronto! - trillò Joe uscendo in quel
momento dal bagno. - Kev? Nick?
Denise
ridacchiò divertita.
-
Sono usciti, caro, perchè tu non pulisci la piscina? Con il
retino, grazie tesoro – e si allontanò pure lei con il
cesto della biancheria in mano diretta verso la lavanderia per pulire
i panni sporchi.
Joe
sbuffò, al diavolo i suoi fratelli, e i suoi capelli? Chi ci
pensava a loro? E se per caso cadeva nella piscina pulendola? E
poveretta la sua capigliatura che si bagnava...
-
Jospeh la piscina! - lo richiamò Denise.
-
Ora vado mamma, vado! - sbuffò lui. Maledetti fratelli.
Ti
confesso a questo punto con certezza e con paura che ho
cercato un’avventura
(Confessioni;
Iva Zanicchi)
-
Io non ti capisco – ammise il ventunenne, camminando al fianco
di Nick, spingendo un carrello. - Perchè non vuoi dire a
Maggie che ti piace?
Il
minore lo trafisse con i suoi grandi occhi marroni.
-
Senti Kev, non voglio parlarne, okay? - chiese, supplicandolo.
Kevin
scosse la capigliatura riccia in un segno di disappunto, ma non
insistette e continuò a osservare gli scaffali dei surgelati.
-
Con Maryl invece... insomma, come va? - domandò il sedicenne
alzando lo sguardo sul fratello.
Il
maggiore sorrise, al ricordo della serata del giorno prima, sentì
il profumo di Maryl, le sue labbra che cercavano le sue nel buio
quando la candela si era spenta, i loro giochi nell'acqua, come lei
avesse urlato divertita quando l'aveva presa in braccio e gettata nel
mare tiepido, pensò alla sua pelle dal sapore salato dopo il
loro bagno di mezzanotte...
-
Kevin, stai sbavando – notò Nick, osservando il
fratello.
Il
ventunenne si riscosse dai suoi pensieri e si asciugò il
rivolo di bava che gli era colato lungo il mento.
-
Scusa – sussurrò imbarazzato.
Nick
scrollò le spalle.
-
Allora, dicevi? - continuò, non curante.
-
Oh, beh, Maryl è fantastica, mi trovo così bene con
lei, così... appagato. Ieri sera, ad esempio, mi sono reso
conto che io e lei pensiamo le stesse cose, abbiamo le stessa
opinioni e questo è fantastico se penso che usciamo insieme
solo da un paio di settimane – spiegò Kevin, raggiante.
- Tu non ti sei mai sentito così? Con Miley o Selena...
Nick
scosse la testa.
-
No, ma credo che con Maggie potrei provare qualcosa di simile...
insomma lei è così dolce, così innocente, ogni
volta che sento anche la sua voce mi sento bene, perchè so che
lei è con me, che è mia amica, ma allo stesso tempo
male, perchè lei non è mia, perchè so che non
potrò mai prenderla fra le braccia, stringerla, baciarla e
dille che lei è una delle cose più belle che mi siano
capitate nella vita – spiegò, abbassando il capo.
Kevin
gli mise una mano sulla schiena, in segno di comprensione.
-
Sono sicuro che prima o poi fra di voi le cose andranno meglio, vi
metterete insieme un giorno, Nicholas, lo so per certo – disse.
Nick
fece un sorriso amaro.
-
Grazie Kev... Ora passiamo ad argomenti più leggeri, che dici?
Tipo la spesa.
Il
maggiore annuì.
-
Okay, allora cosa dobbiamo prendere? Cipolle, insalata, carne,
mozzarella e che altro? - chiese Kevin guardando la lista della spesa
che loro madre gli aveva affidato.
-
Latte, Diet Coke, acqua e... paparazzi! - esclamò Nick.
-
Paparazzi? - chiese Kevin e seguì lo sguardo del fratello
minore fino a vedere un paparazzo armato di block-notes e macchina
fotografica che li salutava con una mano, lo conoscevano, si chiamava
Marcus.
-
Ehilà Marcus! - esclamò Nick avvicinandosi al
giornalista. - Come va?
-
Non c'è male Nick, la vita va avanti, e salve anche a te
Kevin, come state voi? - chiese lui.
-
Oh bene, grazie, come mai da queste parti? - domandò Nick,
come se non lo sapesse.
-
Lavoro Nicholas, lavoro... a questo proposito ultimamente i
pettegolezzi scarseggiano, non avreste qualcosa da rivelarmi? - disse
Marcus, curioso, con una strana luce che gli illuminava gli occhi.
-
Veramente... - iniziò il sedicenne.
-
Si! - si illuminò Kevin. - Esco con una ragazza!
Per
Marcus quell'informazione era come annunciare che Dio era sceso sulla
Terra, che non esisteva più la guerra e la fame nel mondo e
che tutto era perfetto... la sua espressione, se fosse stato un
cartone animato, sarebbe stata con la mandibola che toccava il
pavimento e gli occhi a forma dei dollari.
-
Ah, che meravigliosa notizia! - esclamò il paparazzo tirando
fuori dalla tasca dei pantaloni un registratore. - Potresti ripetere?
Per i tuoi fans...
Kevin
eseguì con un sorriso a trentadue denti, mentre Marcus stava
praticamente sbavando dall'emozione, nel frattempo Nick sorrideva
vedendo la felicità del fratello.
-
Ma quindi vi sposerete? - domandò il giornalista.
-
Mi sembra presto per pensare al matrimonio – disse il
ventunenne.
-
Bene, ora vi lascio e grazie mille Kevin per l'informazione! -
esclamò Marcus e si allontanò praticamente saltellando.
Nick
lo osservò ridacchiando, poi si voltò verso il fratello
maggiore e gli diede una pacca sulla schiena.
-
E bravo il mio fratellone! - esclamò il sedicenne. - Ora hai
sistemato anche questo problema, ma ora ne abbiamo uno più
grande.
Kevin
si voltò verso il fratello.
-
E quale sarebbe? - chiese ancora sorridente.
-
Compriamo le patatine classiche o all'aceto? - domandò
sventolando i due pacchetti di salatini.
Kevin
rise divertito.
Ti
stupirai della realtà
e
avrà tutto più senso
(Lettera
dal fronte; Aram Quartet)
Due
figure femminili camminavano con passo leggero davanti a una porta di
una camera in legno bianco, fissandola con aria incerta per la prima,
sicura per la seconda.
-
Ma dobbiamo proprio? - domandò la prima figura.
-
Sì, è un obbligo, d'altronde ce lo deve – rispose
fiera la seconda.
-
Ma ieri sera è tornata tardi! Se lo merita un po' di riposo!
Questa mattina ci ha anche preparato la colazione...
-
E allora? Non gliel'ho chiesto io di farlo, potevo perfettamente
prepararmi una tazza di latte e cereali anche senza il suo aiuto –
brontolò la seconda.
-
Ma dai! E' tornata alle tre, l'abbiamo sentita che è rimasta
sveglia fino alle sette, orario in cui ha iniziato a preparare la
colazione per noi, poi ha pulito il casino che abbiamo lasciato ieri
notte, quando siamo scese, alle dieci, non aveva ancora finito, si è
riposata un'oretta mentre leggeva un libro, dopo di che ci ha
preparato il pranzo mentre noi facevamo i compiti ed è andata
a dormire solo alle due del pomeriggio! - si lamentò la prima.
La
seconda sbuffò e passò con lo sguardo sopra la porta.
-
E infatti ora sono le sette di sera! E poi lei ieri ci ha lasciato
sole, merita una punizione! - riprese per ribattere.
-
E non ha ancora pagato abbastanza?
-
No!
-
Oh, per favore! Quando non dorme è già abbastanza
nervosa, se poi aggiungi che la vuoi svegliare quando è stanca
allora vuoi proprio giocare col fuoco!
-
Non discutere! Ora entriamo e la svegliamo – chiarì la
seconda e con un gesto secco aprì la porta di legno.
Nel
buio si intravedeva a malapena un corpo di una ragazza, avvolto nelle
coperte, i capelli chiari sparsi a ventaglio sul cuscino,
l'espressione rilassata.
La
prima figura guardò la seconda.
-
Dobbiamo...
-
Sì – si avvicinò alla ragazza addormentata e,
quando le fu vicina, iniziò a gridare.
-
Al fuoco! Maryl, la casa va a fuoco! Ahhhhhhh! - strillò Lexi
saltellando sul posto.
Maryl
si alzò con uno scatto disumano e scese dal letto imprecando.
-
Dove? Oddio, Lexi, Maggie! - urlò la ventenne afferrando per
un braccio la gemella più vicina e stringendola a sé,
mentre correva verso la porta per recuperare l'altra e scappare.
La
rossa scoppiò a ridere, mentre la sorella maggiore si fermò
all'improvviso, fiutando lo scherzo, e si voltò verso la
ragazza che teneva per un braccio.
-
Tu! - gridò. - Piccola ingrata! Come hai potuto farmi uno
scherzo simile?
Lexi
rise, quasi accasciandosi a terra per le risate, mentre Maryl
continuava a urlare e a tenerla ferma.
-
Mi hai fatto venire un infarto, cretina!
- sbraitò la bionda, mentre Maggie si tratteneva appena dal
gran ridere, ricordandosi della sua presenza nella camera Maryl se la
prese anche con lei. - E tu!
- indicò la ragazza mora con un dito accusatore. - Tu eri
daccordo! Dio, non si può neanche dormire in pace, ora? Sono
costretta a far appostare delle guardie del corpo per poter avere
qualche ora di riposo?!
Maggie
abbassò il capo, dispiaciuta, mentre Lexi continuava a ridere,
incurante.
Maryl
la lasciò andare, quasi disgustata.
Come
volevasi dimostrare, irritata al massimo.
La
ventenne prese un respiro profondo e si passò una mano fra i
capelli chiari, per poi lasciarle sul viso, stanca; aveva delle
profonde occhiaie sotto gli occhi e la chioma spettinata.
-
Scusa – mormorò la mora, mentre Lexi si calmava e si
rialzava da terra, cauta.
Maryl
sospirò e si mise le mani sui fianchi, stanca.
-
Immagino di aver fatto qualcosa di grava per essermi meritata una
punizione del genere – disse infine. - Cosa?
La
rossa sedicenne inarcò un sopracciglio, squadrandola.
-
Davvero non lo sai? - chiese.
La
ventenne parve pensarci ancora qualche istante, corrugò la
fronte e si toccò il mento con un dito, mentre rifletteva.
Maggie
non osò interromperla, ancora presa dai sensi di colpa, mentre
Lexi alzò gli occhi al cielo e sbatté un piede a terra,
impaziente.
Maryl
ci pensò attentamente, cosa poteva aver fatto di male, a meno
che Lexi non si stesse riferendo...
-
Ce l'avete ancora per il fatto che vi ho dato un bidone ieri sera?
Ragazze, già sono stata presa dai rimorsi tutto il tempo...
A
parte quando Kevin mi ha fatto fare il bagno di mezzanotte,
pensò.
-
...ma dovevate per forza svegliarmi in questo modo?
Maryl
si aspettava delle scuse, o perlomeno la promessa che non sarebbe mai
capitata una cosa simile, ma rimase delusa.
-
Te la sei cercata! - ribatté la rossa. - Ora, perdonami, vado
a fare un giro.
-
Vai che è meglio! - sbottò la bionda, arrabbiata.
Lexi
si chiuse la porta dietro con un gesto secco, mentre Maggie rimase in
silenzio, in mezzo a quel litigio.
La
mora doveva decidere se andare dalla gemella e dirle di non
prendersela per così poco, o restare con la sorella maggiore e
chiederle scusa.
-
Senti Maryl... - iniziò.
In
quel momento il campanello suonò e le scuse di Maggie rimasero
appese a mezz'aria.
-
Vado io! - gridò la voce scocciata di Lexi dal piano
inferiore.
Maryl
scosse la testa e fece un gesto con una mano per zittire la sorella.
-
Non preoccuparti, Maggie, non ce l'ho con te, e nemmeno con Lexi a
dirla tutta – spiegò rassettandosi i capelli, ora mossi
dato che non se li stirava da tempo e infilandosi una vestaglia di
lino bianca. - Ma dovevo farvela pagare in qualche modo, no?
Il
viso di Maggie si illuminò, e sembrava voler dire qualcosa,
quando di nuovo fu interrotta dalla voce di Lexi, questa volta
incerta.
-
Maryl, qualcuno ti vuole, e non è Kevin!
Paura...
(Niente
Paura; Ligabue)
Matt
Dowson incrociò le braccia possenti al petto, mentre Lexi lo
osservava con aria di sfida dal basso verso l'alto, le mani sui
fianchi e un cipiglio severo dipinto su tutto il viso.
Il
ragazzo la guardò, certo che era proprio bella, alta e
sinuosa, gli occhi di quel verde acceso, il petto prosperoso, i
capelli lucenti... certo, non era come sua sorella maggiore, Maryl,
ma si sarebbe potuto accontentare.
-
Lo sai che sei stupenda? - chiese Matt, sorridendo ammiccante.
La
rossa inarcò le sopracciglia e lo fissò con aria di
superiorità.
-
Certo, ma non perchè me lo dici tu! Me lo dice già in
continuazione il mio ragazzo, Joe! - sbottò la sedicenne. - E
che cosa vuoi da mia sorella? Lei non ti vuole, la disgusti e per di
più è felicemente fidanzata con un altro! Lo sai, vero?
Matt
la guardò, mentre il sorriso gli si scioglieva sul viso, certo
che sapeva che Maryl era fidanzata, con Kevin Jonas, quella stupida
star sfigata da quattro soldi.
E
naturalmente sapeva che anche Lexi, o Nixi, o come si chiamava, era
fidanzata, con Joe, l'altra star sfigata per il quale sua sorella
sbavava da tempo, tutto ciò gli metteva ribrezzo.
-
Vorrei parlarle – disse infine.
Lexi
sbuffò, irritata.
-
Sta scendendo – lo informò la ragazza; proprio in quel
momento la figura di Maryl scese elegantemente le scale, il suo corpo
formoso era avvolto da una vestaglia, i capelli pettinati alla bell'e
meglio, ai piedi un paio di pantofole pelose, al suo fianco camminava
una ragazza più bassa di lei, mora, dai capelli lisci come la
seta, magra e sinuosa, dai tratti dolci e gli occhi dello stesso
colore di quelli della gemella rossa.
Matt,
però, si concentrò su Maryl, sul suo volto stupito nel
vederlo alla sua porta, pensò a quanto gli sarebbe piaciuto
prenderla e strapparle i suoi indumenti di dosso, far aderire i loro
corpi perfettamente... baciarla nei luoghi che spesso osservava senza
che lei vedesse.
-
Ehilà, Maryl bella! - la salutò con non chalance.
-
M... Matt? - domandò lei, sorpresa negativamente, che ci
faceva lui lì?
-
Già, mi chiamo così – commentò lui,
ammiccando, - come stai?
Maryl
lo osservò di sottecchi e alzò gli occhi al cielo, si
era messo a seguirla pure fino a casa pur di stare con lei.
-
Bene. - disse secca. - Tu?
-
Bah, non c'è male, al solito, direi – disse lui,
passandosi una mano fra i capelli e aggiustandosi sul naso gli
occhiali alla Harry Potter. - Posso entrare?
Lexi
lo fissò male, come osava chiederlo?
-
No – rispose secca la rossa.
Matt
gli fece un sorriso a metà e guardò Maryl negli occhi,
nei suoi stupendi occhi dorati.
-
Lexi, lascia stare – commentò la bionda. - Certo, entra
pure.
Il
ragazzo, ventenne, entrò in casa spadroneggiando, mettendo le
mani sui fianchi e sfilando con i suoi vestiti firmati davanti alle
tre sorelle Campbell.
Maggie,
Lexi e Maryl incrociarono gli occhi, ma non proferirono parola, a
volte è meglio tacere nella vita.
La
bionda fece strada a Matt fino ai divani, e con un cenno della mano
lo invitò a sedersi, lui si lasciò cadere sul mobile,
mentre Maggie e Lexi, come due cani da guardia, si sedettero ognuna
accanto a un fianco della sorella maggiore, squadrando il loro ospite
con occhi di fuoco.
Matt
sbatté le palpebre, osservandole.
-
Potreste andarvene, voi due? - chiese osservando le due gemelle.
-
No – risposero in coro e si serrarono ancor di più a
Maryl, che le guardò riconoscenti.
L'ospite
sgradito sbuffò, accavalcò le gambe e incrociò
le braccia al petto, seccato, ci mancavano solo quelle due pesti a
rovinare il suo piano.
Maryl,
Lexi e Maggie rimasero ad osservare Matt, senza dire una parola,
toccava a lui parlare per primo.
Ma
Matt non sembrava disposto ad iniziare il suo discorso, cosicché
tutti e quattro rimasero ad osservarsi, ostili fra loro.
Alla
fine fu Maryl, stanca di quel silenzio, ad interromperlo.
-
Volevi qualcosa, Matt? - domandò, con voce che lasciava
intendere quanto fosse seccata nell'averlo in casa e quanto
desiderasse che se ne andasse, per non tornare più a
perseguitarla.
Il
ventenne sorrise.
-
Sì, dunque, si tratta di un argomento alquanto personale,
bellissima, ed è per questo che ho chiesto alle tue sorelle...
ehm Bettie e Sally?, di andarsene – disse, sicuro di sé.
-
Lexi e Maggie – lo corresse la bionda, ad occhi chiusi.
-
Sì, loro. Potreste accontentarmi? - domandò, rivolto
alle due gemelle.
-
Per l'ennesima volta, no – rispose la rossa, a nome di
entrambe.
Matt
le maledì in silenzio.
-
E comunque, noi non abbiamo segreti – disse Maryl, lasciandosi
cadere sui cuscini dietro di lei, - prego inizia pure.
Il
ventenne accolse il suo invito senza esitazioni.
-
Si tratta di quello che io provo per te, Maryl, di quello che non
cambierò mai di provare nei tuoi confronti – iniziò
il ragazzo, con finta aria melodrammatica.
La
ventenne si trattenne appena dal levare gli occhi al cielo.
E
ci risiamo, l'ennesima dichiarazione d'amore, potrei scriverci
un'enciclopedia con tutte quelle che mi sono state fatte,
pensò la bionda.
Lexi
continuava a osservare Matt con odio, quello sciocco presuntuoso.
Come
osa presentarsi qui, a
casa nostra, per fare una cosa simile a Maryl?, rifletté.
Io lo prendo e lo picchio a sangue.
L'unica
che, almeno dall'esterno, sembrava rilassata, era Maggie, le gambe
accavalcate e un seppur leggerissimo sorriso che le increspava le
labbra.
Stava
pensando per una parte a Nick, ma anche a come cacciare quel Matt da
casa sua.
Così,
mentre una parte di lei pensava:
Nick,
maledizione Nick, perchè non riesco a trovare il coraggio di
dichiararmi?
Con
l'altra rifletteva:
Questo
essere ignobile come può anche solo pensare di venire qui a
dichiararsi a mia sorella?! Brutto bifolco!
Maryl
sospirò.
-
Matt, ne abbiamo già parlato abbastanza, io non provo per te
ciò che tu provi per me – spiegò, calma, - senza
contare il fatto che io sono innamorata pazza di un altro ragazzo, lo
conosci, lui è...
-
Cosa? - scattò il ragazzo, rabbioso. - Cos'è lui? Cosa
possiede lui che io non ho? Sono ricco, bello, ho già un posto
assicurato nell'azienda multimilionaria di mio padre, cosa non
possiedo che quel ragazzo, quella star da strapazzo, ha?
Maryl
rimase ferma, irrigidendosi sul posto.
-
Kevin è un ragazzo fantastico – disse la bionda, - e a
me non mi interessano i beni materiali, io cerco un ragazzo che mi
apprezzi così come sono dentro! Non che gli interessi
il mio viso, i miei occhi, il mio corpo! La differenza sostanziale
fra te e Kevin è che lui è un bravo ragazzo! A
te interessa solo la mia bellezza, tu da me vorresti solo una botta e
via, vorresti avermi per una sera, al massimo una settimana, poi mi
lasceresti per un'altra ragazza, più bella!
Si
stava innervosendo.
Matte
fece per interromperla, ma lei continuò, imperterrita.
-
Io cerco una relazione seria, ho vent'anni per la miseria, basta
storie da quattro soldi! La differenza fra te e Kevin è che a
lui piaccio davvero, potrei essere brutta, la ragazza più
brutta sulla faccia della terra e io gli piacerei comunque! Tu,
invece, se fossi orribile non mi guarderesti neppure! Per di più
io ti piaccio solo per il mio corpo, sai qual'è il mio colore
preferito? Sai quando sono nata? Sai perchè ho lasciato legge?
- strillò. - No! Ed è per questo che tu non mi
piaci e non mi potrai mai piacere, Dowson!
Matt
strinse i pugni, fino a far diventare le nocche bianche.
-
Brutta stronza, come osi parlarmi così? - urlò,
alzandosi e mostrandosi in tutta la sua altezza.
Maggie
e Lexi si strinsero ancor di più alla sorella maggiore,
spaventate.
Maryl,
terrorizzata dentro di sé, tentò di non darlo a vedere
e protesse le due sorelle minori con le mani.
-
Vattene da casa mia – gli disse la bionda, - ora!
Matt
sbuffò e scosse la testa.
-
Vuoi che chiami la polizia? Ne ho il coraggio, sai? E ora sparisci!
-
Te ne pentirai, Maryl – la minacciò Matt. - Vorrai non
essere mai nata quando mi vendicherò della tua scelta, stanne
certa!
Maryl
chiuse gli occhi e gli indicò la porta di casa.
-
Vattene – ordinò.
Matt,
con un ringhio, si diresse verso la porta, buttò a terra un
vaso di ceramica, che si ruppe in mille pezzi e se ne andò,
chiudendosi la porta alle spalle.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** I Need You ***
Ciau!
Bene,
ultimo capitolo di “calma”, poi nel prossimo non so quale
saranno le vostre reazioni (anche se ne ho una vaga idea: minacce di
morte, creazioni di fun club, ecc...). Vabbè, questo è
un capitolo un po' triste per uno, anzi due, personaggi, ma alle fine
spero di farvi ridere, io non ne sono sicura, ma oggi è stata
una giornata piena piena e tutte quelle frasi che ho scritto mi sono
venute giù di getto grazie al mio cervellino bacato.
Dunque,
in questo capitolo sarà anche presente, se così si può
dire dato che c'è per giusto una frase o due, Super Mario, uno
dei personaggi di Old, la
shot per il compleanno del nostro ormai ventenne Joe (ma il mio Nick
è più giovane!).
Grazie
per seguirmi sempre, ricevo tantissime recensioni e ne sono
incredibilmente felice, grazie!!
Uh, e un grazie infinite a nes95, _Skipper_, Hannah_, jonas_princess
e catchme_ per aver recensito Gossip
Boy,
grazie mille!!
Oddio,
non so neanch'io cosa ho scritto, tante cazzate (a parte le ultime
due frasi, quelle vengono dal cuore ragazze!). Vabbè, vi
lascio ai ringraziamenti e... al capitolo!
coco2:
non ti preoccupare se diventi ossessiva, sarei anch'io così se
la fanfic non fosse mia e sapessi come andrà a finire! Matt è
un grande bastardo, è lui il motivo principale di... no, no
non dico nulla! Vado, che sennò ti svelo tutta la storia! Un
bacio!
nes95:
anch'io odio quelli come Matt, fortunatamente non ne ho mai
incontrati di simili, però una mia amica ne ha dovuti soffrire
più di uno! Mi dispiace ma non ti posso dire quello che
accadrà nel prossimo capitolo, pazienta ancora un po', giusto
qualche giorno! Ah, non so se hai visto, ma ti ho inviato una mail,
beh, per la verità una o due sono vuote, tutta colpa del mio
dito mignolo che ha una volontà propria e andava sempre a
cliccare “invio”, ogni volta che finivo di scrivere
l'oggetto della mail... però una l'ho scritta, hai visto?
Vabbè, non mi badare. Grazie di tutto! Un bacione!
_Skipper_:
oddio le tue recensioni sempre lunghissime e sempre divertenti mi
danno un piacere immenso! Ti stimo, davvero!! Sei fantastica e cerca
di pubblicare quella strabenedettissima shot, che senno ti vengo a
cercare, Nick non ha ancora reclamato la sua mazza da baseball e io
la tengo or ora sotto mano! Hi hi...! Un bacione!
catchme_:
Matt a morte! Sì sì, ho deciso che ci fonderò un
funclub su chi vuole ammazzarlo! Chi si registra potrà anche
decidere come e infine useremo tutte le torture possibili e
immaginabili!! Eh, eh... Coooomunque, grazie millissime (non è
italiano, lo so, ma è magghese, alias la mia lingua!) per i
complimenti. Aww, ti adoro! Un bacione!
mione94:
allora, prima di tutto ti supplico di aggiornare presto la tua storia
perchè ci sto morendo di crepacuore a voler scoprire cosa
succederà. Matt lo odiamo in due, non preoccuparti, io sono
con te!! Grazie per i complimenti tesoro, mi fai arrossire! Un
bacione!
Giulietta
24: ciò che pensi è vero cara, molto vero, ahimè,
ma potrai scoprire esattamente cosa solo nel prossimo capitolo *si
ripara da eventuali coltelli che le verranno lanciati addosso*. Ti
prego, please, non mi uccidere nel prossimo capitolo, va bene? Mi
posso fidare? Un bacione!
Niki_CuLLen_:
uh, certo che ti prometto che potrai uccidere Matt! Solo lasciamelo
per il prossimo capitolo e poi potrai farne ciò che vuoi
quando vuoi! Un bacio!
ada12:
mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto e hai ragione a vedere
guai in vista... e non saranno gli unici!! Sì, sono crudele,
lo. Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio!
DarkViolet92:
per la prima domanda, sì, ho una vena sadica, per la prima
affermazione hai completamente ragione, Matt è uno stronzo!
Lui la minaccia perchè per prima cosa è scemo, poi
perchè è sadico e molto, molto vendicativo!! Un
bacione!
jonas_princess:
ohhhhh, okay, ora apro un funclub contro Matt!! Coooomunque, certo
che c'è Kevin a proteggere Maryl, però potrebbe non...
Maggie zittaaa!! Scusa, ho detto anche tropo!! Grazie per seguirmi
sempre! Un bacione!
Melmon:
certo che continuerò a seguire la tua pagina! Infatti la mia
idea era di postare questo capitolo e poi andare a fare un salto da
te! Non ti preoccupare, se vuoi vedere Matt con un occhio nero sarai
accontentata, ma purtroppo non solo per lui ci sarà... shhhhh,
Maggie silenzio! Ti stavo per rivelare tutto! Un bacione!
Claky:
no, tesoro, ti prego non mi ammazzare!! Io ti voglio bene!! Ti ho
anche inviato una e-mail in cui ti dicevo che avrei aggiornato oggi
più tutte le nostre chiacchierate solite! Non mi ammazzare!!
Ti ho anche fatto un regalino, passa nella mia shot Gossip Boy e
vedrai qual'è! Lo so che Joe te lo sto trattando come un
emerito deficiente incallito, ma non sarà così ancora a
lungo! Già in questo capitolo inizierà a dare segni di
miglioramento! Comunque, grazie per i complimenti, ti adoro troppo
anch'io, perchè sei simpatica, divertente, brava, bella,
tutto!! Noi due, prima o poi, se ti va, ovvio, dobbiamo trovare il
modo di incontrarci e se penso che forse un giorno ci siamo mancate
solo di una settimana mi saltano i nervi! Vabbè, controlla la
tua mail, và! Ora ti lascio, che senno continuo solo il tuo
ringraziamento e devo fare anche gli altri! Un bacione!!
annina94:
eh eh, lo so, stesso sadismo perfido nei confronti di Joe, adesso si
scopre che sono sorelle separate alla nascita!! Però (e sì,
c'è sempre un però!), non sarà Lexi a prendere a
ceffoni Matt, ma... oddio oggi ho già rischiato 3 volte di
rivelare il prossimo capitolo! Che nervi! Vabbè vado, e sono
contenta che ti piaccia la mia FF. Un bacione!
jeeeeee:
sìììììììììì,
a morte Matt!! Mi dispiace, devi pazientare ancora un capitolo, poi
puoi farne insieme quel che vuoi, però dovrai decidere insieme
a Niki_CuLLen che l'ho promesso pure a lei! Per Maggie e Nick, come
al solito, pazienta... (lo so che è difficile, io non ci
riuscirei!!). Un bacione!
Capitolo
22. I Need You
Lexi
aspettò seduta a un tavolo alquanto nascosto di Starbucks,
i capelli stretti in una coda dietro la testa e un paio di occhiali
da sole scuri posati sugli occhi.
Si
grattò il naso con un dito e tornò a scrutare la folla
intorno a lei, per poi guardare l'orologio per l'ennesima volta. Ma
dov'era finita? Era in ritardo di più di un quarto d'ora, e
lei non era mai in
ritardo.
Girò
con noncuranza il suo ice caffè espresso
con una cannuccia e abbassò il capo sul giornale davanti a
lei, dandogli un'occhiata nell'attesa.
Lesse
di alcune rapine, della borsa e la sua maledetta crisi economica, di
alcuni poliziotti della narcotici che avevano arrestato una banda di
spacciatori, di un omicidio di una ragazza il giorno prima, la sera
tardi e del disboscamento nella foresta pluviale, ancora.
Lexi
sbuffò e si appoggiò contro lo schienale della sedia,
era da troppo tempo che non faceva una delle sue solite proteste,
doveva farne una al più presto, certo senza Josie che
l'aiutava la cosa diventava più difficile...
Si
guardò ancora in giro, per cercarla, non si vedeva da nessuna
parte. Diede un'occhiata al cellulare, nessuna chiamata persa, zero
nuovi messaggi.
-
Dai, Jos, dove sei? - sussurrò la sedicenne, squadrando la
sala.
Nei
quindici minuti seguenti Lexi aspettò con calma l'arrivo
dell'amica, senza trovarla, ma dov'era finita?
La
rossa ordinò un altro caffè freddo e un cornetto al
cioccolato, nell'attesa, ma anche dopo averli finiti, Josie non si
vedeva da nessuna parte.
Imprecò
in tutte le lingue del mondo e si alzò, tanto valeva che se ne
tornasse a casa, aveva da fare i compiti per il giorno dopo, poi
voleva aiutare Maryl a ridipingere la sua stanza insieme a Maggie.
Già,
Maryl, solo al pensiero della sorella maggiore il suo cuore si riempì
di preoccupazione, non aveva dimenticato l'episodio del giorno prima,
quando quel Matt del cavolo l'aveva minacciata.
Maryl
sembrava calma, diceva che non bisognava preoccuparsi, che le parole
di Matt erano vuote, dette con rabbia, ma che non si sarebbero mai
avverate. Lei e Maggie, però, non la pensavano così e
avevano consigliato alla sorella maggiore di confidarsi con Kevin.
La
bionda aveva sbuffato e minimizzato il tutto con un gesto della mano,
era inutile far preoccupare Kevin per niente, non ne valeva la pena,
povero ragazzo, gli sarebbe venuto un infarto.
Lexi,
però, aveva ribattuto a lungo, doveva dirglielo, per lo meno
perchè aveva il diritto di saperlo, lei l'avrebbe detto a Joe,
doveva sfogarsi con qualcuno.
Ora
che ci pensava non parlava con Joe dalla mattina prima, l'aveva
chiamato quando lui stava pulendo la piscina, nella quale ovviamente
era caduto rovinandosi i suoi amati capelli, e non l'aveva più
sentito da allora, gli mancava.
Come
se avesse letto nella sua mente il cellulare di Lexi squillò,
con un suono acuto, che continuò finché la ragazza non
rispose, dopo aver letto il mittente della chiamata.
-
Joe! - esclamò la rossa.
-
Bellezza mia, come stai? - rispose la voce allegra del diciannovenne.
-
Bene, stavo pensando a te, sai? - disse lei.
-
Scusa, ma quando mai tu non pensi a me? D'altronde sono bello,
affascinante, simpatico, divertente...
Lexi
lo interruppe, sarebbe stato capace di continuare per qualche ora ad
elencare i suoi pregi.
-
Hai mai sentito parlare della modestia?
-
Ehm, mode-che? - sorrise Joe.
-
Sei patetico, Joseph – commentò Lexi.
-
Oh, ma tesoro mio, io non sono patetico, io sono fantastico!
-
Sì, sì, certo. Senti, hai un minuto? Ti devo parlare –
disse la rossa, facendosi improvvisamente seria.
-
Certo – annuì il diciannovenne, sentendo la voce che
cambiava della ragazza, - dimmi tutto.
Lexi
si morse il labbro inferiore e si mise a raccontare quello che era
accaduto il giorno prima, con tanto di commenti volgari di sua
aggiunta.
Joe
imprecò, elencò i cento modi nei quali avrebbe potuto
uccidere Matt e infine si diede una calmata.
-
Quel bastardo! - gridò come ultimo sfogo. - Quando
Kevin lo verrà a sapere...
-
No! - gridò la ragazza, attirando su di sé lo sguardo
di parecchi curiosi. - No! - ripeté più a bassa voce. -
Maryl non glielo vuole dire ed è meglio che si chiariscano fra
di loro.
Joe
era titubante, fra i fratelli Jonas non c'erano mai stati segreti e
mai ci sarebbero stati, non voleva iniziare a mentire proprio adesso.
-
Ti prego! - lo supplicò Lexi. - Solo per qualche tempo, finché
questa storia non si sarà sgonfiata, ma fino ad allora non
dire niente a Kev. Racconta tutto a Nick se vuoi, a meno che non
glielo abbia detto Maggie, fra di voi parlatene pure, però con
Kevin silenzio assoluto.
Joe
sbuffò, ma poi sorrise e riprese il suo discorso:
-
Va bene, ne parlerò con Mr Non Chiedo Alla Ragazza Che Mi
Piace Di Mettersi Con Me Perchè Ho Paura e vedremo il da farsi
– raccontò il diciannovenne, con una punta di sarcasmo
nella voce.
Lexi
sorrise amara.
-
Ancora le cose non si risolvono fra Maggie e Nick, eh?
-
Affatto, mi sa che uno di questi giorni lo prendo e lo mando a calci
a parlare con Maggie! E' un rifiuto umano in questo periodo, è
depresso, se ne sta sempre a comporre in camera sua come un rifiuto
della società, io e Kev siamo seriamente preoccupati. Maggie
non ha intenzione di dichiararsi? – spiegò il mezzano.
-
No. Ne abbiamo parlato, ma ha paura che Nick non corrisponda i suoi
sentimenti e che le cose fra di loro non possano funzionare –
snocciolò la rossa.
-
Scusami, ma quale persona con un cervello sano rifiuterebbe una
ragazza dolce come Maggie? Lei è fantastica, se mio fratello
la rifiutasse sarebbe proprio cretino, non pensi? - domandò il
vocalist.
-
Ah, è così, ti piace mia sorella! Però potevi
dirmelo, scemo, ora ti devo picchiare – disse Lexi, facendo la
finta offesa.
-
Ma come potrebbe piacermi tua sorella quando ho te, mio fiore
di primavera?
Mio
fiore di primavera? Che cos'era quello, un nomignolo?
-
Primo non mi chiamare fiore di primavera, mi da il voltastomaco,
secondo, in effetti, hai detto che solo delle persone sceme
rifiuterebbero Maggie e tu sei scemo!
-
Ahi! Guarda che mi offendo, sai? Questa te la faccio pagare! Ti
riattacco in faccia! - minacciò Joe.
-
Fallo – lo sfidò Lexi.
Joe
era titubante.
-
No, non lo faccio, sono troppo buono, bene, che fai? Ci possiamo
vedere? - domandò.
-
Mi farebbe piacere, ma sto aspettando Josie, dobbiamo parlare un po',
anche se è in ritardo di più di mezz'ora – spiegò
Lexi, dispiaciuta, - ma una di queste sere usciamo insieme, ti va?
-
Ovvio! … Ma no, aspetta, ho un'ideona! - esclamò
all'improvviso Joe, colto da un lampo di genio.
-
Wow, siamo messi male, caro mio. Dimmi, quale genialità ha
sfornato il tuo cervellino questa volta? - chiese la sedicenne,
curiosa.
-
Beh, stavo pensando che forse tu, Maryl e Maggie potreste venire a
casa nostra e conoscere i nostri genitori ufficialmente –
propose il ragazzo.
Altro
che scemo, pazzo!
Tanto
per la cronaca Lexi non aveva paura di quasi nulla nella vita, e
conoscere i genitori del suo ragazzo non rientrava nei suoi parametri
di “pericoloso”, ma proprio non riusciva ad immaginarsi
lei, vestita elegantemente, comportandosi come una ragazza a modo e
sparando ringraziamenti a destra e a manca ai genitori di Joe, no,
proprio non ci pensava!
-
Joe, io non mi ci vedo a fare la brava ragazza con i tuoi, - ammise.
- Maryl e Maggie ce le vedo benissimo, ma io sarei solo un impiastro.
-
Sciocchezze, tutte scuse, non accetto obiezioni, tesoro mio, sta sera
alle otto voglio te e le tue sorelle davanti al portone di casa mia,
tutto chiaro?
-
Joe, scordatelo, io... - si lamentò Lexi, ma il diciannovenne
la interruppe.
-
A sta sera, ricordati, alle otto! - e riattaccò.
La
rossa guardò il cellulare, allibita, poi lo richiuse con un
gesto secco, imprecando.
-
'Sto stronzo! - borbottò.
-
Lexi? - chiese una voce femminile dietro alla ragazza.
La
sedicenne si voltò verso la fonte della voce e si ritrovò
davanti a Josie, i capelli corti spettinati e i vestiti stropicciati,
aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi e la pelle del viso
tirata e pallida.
Lexi
quasi si spaventò a vederla in quello stato, lei che era
sempre fresca e riposata, sempre in ordine e senza un capello fuori
posto.
-
Josie! - esclamò la ragazza, vedendola, e si dovette
trattenere per non saltarle addosso e abbracciarla, d'altronde il
loro litigio non era ancora stato risolto, anche se per lei era già
una storia chiusa, archiviata.
Josie
le sorrise e si sedette allo stesso tavolo dell'amica, toccandosi
nervosamente i capelli sfibrati.
C'era
qualcosa che non andava; Lexi lo capì non solo a causa
dell'aspetto della ragazza, ma anche dai gesti, solitamente così
allegri ed espansivi, ora sembrava un animale in gabbia, braccato.
Josie
appena dopo essersi seduta ordinò ad una cameriera un caffè
freddo, dopodiché guardò l'amica negli occhi.
-
Come stai? - domandò Lexi, osservandola attentamente. - E' da
un po' che non ci si sente.
Da
quando avevano litigato entrambe si erano evitate accuratamente,
almeno finché Maggie non aveva intimato la gemella a parlare
con Josie.
-
Oh, tutto bene, grazie. Un po' stanca, ma per il resto tutto okay.
Tu? - aveva parlato velocemente, quasi mangiandosi le parole.
Era
una pessima attrice e una pessima bugiarda, Lexi la conosceva da
troppo tempo per non accorgersi delle sue bugie, ma lasciò
correre, non voleva iniziare il loro incontro mettendola subito alle
strette.
-
Oh bene, sì, grazie. Esco con un ragazzo, ultimamente, da un
paio di settimane, si chiama...
-
Joe Jonas – per la prima volta un vero sorrise illuminò
il viso di Josie. - Ho visto la dichiarazione d'amore eterno che ti
ha fatto a scuola, sai? E ho visto il programma, che cos'era?, Good
Morning America, forse, in cui ha detto che usciva con una
ragazza e ho pensato subito a te. - mentre parlava era tutta allegra,
e muoveva le mani, concitata. - Sono contenta che tu esca con lui, mi
sembra un bravo ragazzo, e diciamocelo, è un gran figo.
Lexi
rise, sì, il suo ragazzo era un gran fico.
-
Sì, lui, le cose vanno bene, per ora. Sta sera sarò
costretta ad incontrate i suoi genitori assieme a Maggie e Maryl. Non
ne ho nessuna voglia, diciamocelo. Ma tu che mi dici? Come va la tua
storia con John? - domandò Lexi, pronta a recuperare il suo
rapporto d'amicizia con Josie.
-
Oh – il viso di quest'ultima si fece improvvisamente triste. -
Le cose, ecco, non hanno funzionato. Mi ha lasciato la settimana
scorsa.
Josie
aveva le mani appoggiate sul tavolo e Lexi, a sentire quelle parole,
gliele strinse.
-
Mi dispiace tanto, Jos, scusa – si scusò.
-
Figurati, non lo potevi sapere – minimizzò la ragazza
dai capelli corti.
Lexi
le sorrise e in quel sorriso racchiuse tutto il suo dolore, la sua
allegria, la sua amicizia che provava nei confronti di quella fragile
figura di fronte a lei.
-
Dai, facciamo così, uno di questi giorni ti presento Joe e gli
altri ragazzi, sono dei ragazzi fantastici, magari si viene a sapere
che hanno qualche cugino della nostra età e te lo facciamo
conoscere! - esclamò la rossa nel tentativo di far tornare il
sorriso sulle labbra di Josie; non funzionò, anzi si fece
ancora più triste.
Josie
abbassò il capo e ritrasse le mani dalla presa di Lexi, per
portarsele al grembo e lì rimasero, come lei, ferme, immobili,
per parecchi lunghi istanti.
La
rossa non intervenne finché non udì un singhiozzo
provenire dall'amica, la quale si portò subito le mani agli
occhi, per asciugarsi le lacrime che le colavano lungo il volto
giovane e pallido.
-
Josie! - esclamò la sedicenne, alzandosi con uno scatto per
poi accorrere al fianco dell'amica e la abbracciò. - Cosa
succede? Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?
La
ragazza minuta annuì e si asciugò definitivamente le
lacrime, per poi guardare negli occhi l'amica.
-
Parto – disse semplicemente.
Lì
per lì Lexi non capì cosa intendeva Josie con “parto”,
poteva significare tante cose, magari un viaggio, oppure se si voleva
andare sul tragico, poteva essere incinta, ma in quel caso avrebbe
usato un'altra parola.
-
Per dove? Per quanto tempo? Una vacanza, Jos, vai in vacanza? - le
domande di Lexi le uscirono dalla bocca a raffica.
Josie
scosse la testa.
-
No, Lexi, vado via, mi trasferisco.
Ci
volle qualche istante prima che la rossa assimilasse la notizia. Non
voleva capirla, non poteva credere che la sua unica amica, escludendo
le sue sorelle, partisse.
-
Vado a San Francisco – continuò Josie.
Lexi
rimase in silenzio a lungo, senza parlare, disparata, non poteva
essere vero.
-
Qu...quando? - chiese dopo un silenzio infinitamente lungo.
-
Tra tre giorni – disse Josie. - Mi dispiace, Lexi.
La
rossa scosse la testa con forza, poi abbracciò l'amica,
scoppiando in un pianto disparato.
Sopo
qualche tempo dopo le due amiche trovarono la forza di alzarsi, di
pagare le loro ordinazioni e di fermarsi a sedere in un parco.
Tre
ore dopo si dovettero salutare, entrambe dovevano tornare a casa, chi
per un motivo chi per un altro.
-
Così questo è un addio, Josie? - chiese Lexi.
-
Sì, Lexi, mi dispiace. - si abbracciarono ancora. - Mi
mancherai, ma voglio che tu mi chiami almeno una volta a settimana,
okay?
La
rossa tentò di fare un mezzo sorriso e annuì.
-
Certo, e tu mi devi raccontare per fino e per segno tutte le
meraviglie di San Francisco.
-
L'estate ci possiamo vedere, non è poi così lontano.
-
Assolutamente.
Le
loro erano parole e promesse che avrebbero mantenuto, erano due
persone leali e quello che dicevano facevano.
-
Mi mancherai sul serio, Josie.
-
Anche tu Lexi, anche tu.
Si
diedero un ultimo abbraccio e si salutarono, ma senza “addio”,
quello non era un addio, piuttosto un “arrivederci”.
Ti
voglio bene,
nonostante
tutte le attenzioni
(Ti
voglio bene; Tiziano Ferro)
Maggie
girovagava per casa sua, rassettando quel che trovava in disordine
mentre ascoltava della musica, al momento nelle sue orecchie
rimbombava la canzone Pressure dei Decode e la canticchiava ad
alta voce, muovendo qualche passo di danza improvvisato.
Maryl,
seduta sullo scalino più alto della scala, la osservava in
silenzio, senza che la sorella minore sapesse che lei la stava
guardando.
Sulle
ginocchia aveva appoggiato un libro aperto, una vecchia copia di
Romeo e Giulietta, che aveva trovato quella mattina nel baule
della madre che suo padre aveva nascosto nella cantina.
Sorrise
mentre ascoltava la voce melodiosa di Maggie, tanto che per qualche
istante dimenticò le minacce che aveva ricevuto da Matt il
giorno prima.
Non
l'aveva dato a vedere alle sue sorelle, ma era terrorizzata, Matt
sembrava davvero sicuro quando le aveva detto che le avrebbe fatto
pagare il fatto che non aveva scelto lei al posto di Kevin.
Già,
Kevin. Maryl non aveva ascoltato Lexi quando le aveva consigliato di
rivelare tutto quelle che era accaduto al suo ragazzo, aveva
minimizzato dicendo che non voleva farlo preoccupare per delle
minacce vuote, il che non era proprio una bugia, era vero che non
voleva farlo preoccupare, ma non credeva che quelle di Matt fossero
minacce vuote.
Maggie
alzò lo sguardo e incrociò quello della sorella
maggiore, a quella vista smise di ballare e arrossì
copiosamente.
-
No, non fermarti, sei così brava – disse la bionda con
un sorriso.
Maggie
scosse la testa con forza, ancora rossa in viso per l'imbarazzo, mise
a posto un cuscino fuori posto e raggiunse la sorella sulle scale,
sedendosi accanto a lei.
-
Come stai? - le domandò; dal giorno prima non faceva altro che
farle quella domanda, perchè lei sapeva che c'era
qualcosa che spaventava la sorella, ma non voleva dirglielo.
-
Bene – mentì con naturalezza la bionda, scostando una
ciocca di capelli dagli occhi della mora, un piccolo sorriso che le
illuminava il viso. - Tutto bene.
Maggie
chiuse gli occhi, non le credeva affatto.
-
Quello che è successo ieri – continuò la
ventenne, - non ha conto, Maggie, Matt è un idiota, una
persona che dice tanto ma fa poco, non devi preoccuparti per me.
-
Io continuo ad essere del parere che tu debba dire tutto a Kevin, è
un ragazzo d'oro, capirà tutto e non farà scemate, tipo
andare a cercare Matt con una mazza da baseball o simili –
spiegò la mora, con dei gesti concitati delle mani.
-
Oh, ne sarebbe capace, fidati – sorrise Maryl. - E ora, su, non
pensiamo a certe cose, bisogna essere felici, bisogna prendere la
vita con un sorriso. - e ne diede una prova sorridendo.
Maggie
inarcò un sopracciglio, incredula.
In
quel momento il cellulare della bionda suonò con un rumore
acuto, tanto da far sobbalzare entrambe le sorelle Campbell.
-
Ma chi è? - sussurrò la bionda afferrando il telefono
dalla tasca dei jeans che indossava, per poi osservando il nome sul
display con sincero stupore. - Ehm, Maggie, potresti iniziare a
preparare qualcosa per cena, per favore?
La
sedicenne guardò l'orologio che portava al polso e guardò
la sorella.
-
Ma non sono nemmeno le sei – notò.
-
Allora, fai quel che vuoi, io devo rispondere – ribatté
la bionda, si alzò e si diresse in camera sua, per poi
barricarcisi dentro. Dopodiché aprì il cellulare e se
lo appoggiò all'orecchio. - Nick?
-
Tu sei pazza! - esclamò la voce del ragazzo dall'altro capo
del telefono.
Non
ci volle molto perchè Maryl facesse due più due.
-
Nick, dai, non è così grave – disse la bionda,
toccandosi i capelli nervosamente.
-
Non... non è così grave?! Ma sei impazzita, per caso? E
come fai ad essere così calma? Io sono nervoso per te, tu
dovresti essere terrorizzata!
-
E secondo te non lo sono? Sono spaventata, Nicholas, ho una paura
matta di quello che è successo. Matt non è uno che fa
minacce a vuoto e ho paura ma cosa devo fare, eh? Chiamare la
polizia? - esclamò Maryl.
-
Potresti parlare a Kevin – consigliò il cantante, con
voce più calma.
-
Sì, così gli faccio venire un infarto! Non ce né
bisogno, Nick, sul serio – disse la bionda.
-
Ti posso dare delle guardie del corpo, saresti più al sicuro
in questo modo – provò il ricciolino.
Maryl
fece una smorfia, non ci pensava neppure a prendersi delle guardie
del corpo.
-
No! E poi come lo spiego a Kevin? Per di più non mi va affatto
di girare per Los Angeles accompagnata da un colosso di centoventi
chili, non sono quel genere di ragazza – disse la bionda.
Nick
roteò gli occhi, era testarda e odiosa quando faceva così.
-
Va bene, fa come vuoi tu – disse il sedicenne, - ma ne
riparleremo, non è finita qua.
-
Okay, okay – tagliò corto la bionda. - Ci sentiamo.
-
Ma come? Non ci ved... - ma Maryl gli riattaccò in faccia,
aveva bisogno di riposo.
Sta
sera scriverò una canzone
per
soffocare dentro l'emozione
(La
mia storia fra le dita; Gianluca Grignani )
Maggie
rispose al cellulare, il quale suonava come impazzito, mentre lei era
sdraiata sul divano, davanti alla televisione, mentre guardava un
vecchio episodio di The O.C.
-
Pronto? - rispose, senza guardare il nome sul display.
-
Tua sorella è pazza! - esclamò una voce perfettamente
riconoscibile.
-
Sì, lo so – rispose, - anche se ultimamente è
peggiorata.
-
Non scherzare, Maggie, la questione è molto seria –
stava sfiorando l'isterismo.
-
Nick, calmati, come mai sei così nervoso? - domandò
lei, mentre tentava di ignorare il suo cuore che aveva triplicato i
dibattiti.
-
Perchè ho appena sentito tua sorella e lei non vuole fare
niente per migliorare la situazione attuale!
Maggie
sospirò, scostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.
-
Lo so, e anch'io sono preoccupata, ma finché lei non si
schiera dalla nostra parte non la possiamo aiutare – spiegò.
Nick
sbuffò.
-
E se facessi seguire Maryl da Big Rob di nascosto? - propose.
Lei
rise, se lo immagina vestito di nero, con cappellino da baseball per
nascondersi il viso con tanto di occhiali da sole che seguiva sua
sorella da una distanza di sicurezza.
-
No, non va bene, se ne accorgerebbe, non è che lui passi
proprio inosservato, attira le occhiate di tutti.
-
Beh, allora farò in modo che Maryl sia protetta ventiquattro
ore al giorno! - esclamò il sedicenne. - Dovessi seguirla
personalmente!
Maggie
sorrise per tutto quello che Nick stava facendo.
-
Grazie, ma no. E comunque, come mai ti sta tanto a cuore questa
storia? Non è che ti piace Maryl, vero? - scherzava, ma mica
troppo.
Nick
strabuzzò gli occhi incredulo.
-
Stai scherzando? Oltre al fatto che Kevin mi ucciderebbe, Maryl non
mi piace in quel senso, è così... non so come
spiegarlo, le voglio tanto bene, davvero tanto, ma come a una sorella
non come a una... fidanzata, no quello proprio no! - sembrava quasi
disgustato.
-
Okay, calma adesso. Cambiamo argomento, che Lexi ed io ne abbiamo già
parlato fin troppo con nostra sorella. Che fai? - era incredibile la
sua capacità di cambiare da così a così
qualsiasi cosa.
-
Oh, beh sto scrivendo una nuova canzone... - borbottò Nick,
stando al gioco.
Una
maledettissima e fottutissima canzone che tento di scrivere da solo
Dio sa quanto e che è su di te, ma non mi vengono le parole,
proprio come per dirti che mi piaci. E io sono un idiota,
pensò il cantante con rabbia.
-
Che bello! Di cosa parla?
Oh,
fantastico, ci mancava questa!
-
Ehm, di una vecchia storia d'amore, ma davvero vecchia, molto vecchia
– spiegò.
-
Oh, capisco.
Silenzio.
Entrami odiavano i silenzi, soprattutto quelli imbarazzanti, come
quello.
-
Beh, magari uno di questi giorni ci si vede – propose Maggie, -
tutti insieme.
Oh
Gesù, Giuseppe e Maria, ma era solo lui che aveva capito che
quella sera c'era una cena con i suoi genitori?
-
Scusa, ma sta sera tu e le tue sorelle non dovreste venire a cena qui
da noi per conoscere i nostri genitori ufficialmente?
-
Incontrare chi, quando e perchè? - strillò Maggie con
voce acuta.
-
La cena, sta sera, con i miei – ripeté Nick, cauto.
-
Ma... ma quando si è deciso, scusa? - domandò lei,
cercando di calmarsi.
-
Ehm, oggi, Joe e Lexi, hanno deciso loro.
Maggie
rimase in silenzio; Nick credette che fosse o svenuta o stesse
assimilando la notizia o decidere come ammazzare la sorella, le
opzioni erano quelle.
-
Maggie? - osò lui.
-
Sì, ci sono, beh, a sta sera allora – disse lei, il tono
all'improvviso più allegro. - A che ora?
-
Alle otto – spiegò il cantante, - davanti a casa nostra.
-
Benissimo, a dopo. Ciao!
-
Ciao...
Maggie
mise giù, allegra.
D'altronde
la prospettiva di conoscere ufficialmente i coniugi Jonas non era
così male, soprattutto perchè quella cena le avrebbe
permesso di vedere Nick prima di quanto stabilito.
All'improvviso
la porta di casa si aprì con uno schianto e un singhiozzo
sonoro.
-
Vaffanculo! - gridò Lexi irrompendo in salotto e imprecando
contro tutto. - Sì, vaffanculo a tutto!
Maggie
capì all'istante e corse verso la sorella, fissandolo
attentamente.
La
rossa aveva i capelli spettinati, il viso pallido, gli occhi rossi e
gonfi di pianto.
Da
quanto tempo non la vedeva piangere? E quante volte l'aveva vista
piangere? Pochissime...
-
Lexi – sussurrò Maggie.
La
rossa alzò gli occhi sulla gemella e la fissò con
attenzione.
-
Lo sapevi? - chiese solo.
La
mora annuì.
-
Volevo dirtelo – iniziò, - ma Josie mi ha pregato di non
farlo, voleva dirtelo lei.
La
sedicenne annuì e si sedette a terra, stanca.
Maggie
si sedette accanto a lei e le permise di piangerle sulla spalla.
-
Non credevo sarebbe mai successo – ammise Lexi. - Non ci ho mai
pensato.
La
mora annuì comprensiva, mentre sentiva una lacrima scivolarle
lungo il viso.
-
Supereremo anche questo – singhiozzò infine.
Lexi
annuì e tirò su la testa, guardando la sorella.
-
Sta sera abbiamo anche questa maledettissima cena – sbuffò.
-
Se vuoi la annullo, dico tutto a Joe o Nick o Kevin, capiranno –
propose la mora, ma la gemella scosse la testa quasi
impercettibilmente.
-
No, ho bisogno di vedere Joe, è un esigenza fisica
quanto psicologica – disse e si mise a ridere istericamente.
Maggie
guardò l'orologio che aveva al polso.
-
Fra poco saranno le sei – la informò, - fino a quel
momento è meglio se imbianchiamo la camera di Maryl, oppure
facciamo i compiti. Scegli tu.
-
Compiti – biascicò l'altra. - C'è un problema di
genetica che non riesco a risolvere e mi devi aiutare. Tu? Bisogno di
qualcosa?
Maggie
scosse la testa.
-
Niente compiti di matematica, la Rowling era ammalata, devo solo fare
un testo sul razzismo.
-
Ancora il razzismo? Ma dico, cambieranno mai argomenti in quella
scuola? O è il razzismo o la pena di morte. Insomma, che si
aggiorni, siamo nel ventunesimo secolo!
Maggie
fece un piccolo sorriso.
Tu,
l'amore, io
insieme,
insieme
(Insieme;
Mina)
-
Oh Nicholas! - trillò Joe dal fondo delle scale. - Vieni ad
apparecchiare, su!
-
Ma porca... Joe, la smetti di rompere le scatole? Sei diventato
odioso – asserì Kevin rivolto al fratello mezzano. - Da
quando stai con Lexi sei diventato così insopportabilmente
insopportabile!
Joe
fece un sorriso a sentire il nome della sua ragazza. Ormai lei era
tutto per lui, riempiva ogni suo momento della giornata, anche i più
piccoli gesti gliela ricordavano. Non pensava quasi più a
Sasha, e se lo faceva era per ricordare quanto l'avesse fatto
soffrire, ma che d'altronde era una brava ragazza, l'aveva lasciato
per i giusti motivi.
-
Ehi, principino, sveglia! - disse Nick, comparendogli davanti
all'improvviso. - Cos'è, dopo l'intervista di oggi ti sei
stancato?
Sbagliava
o Nick era tornato... normale? Senza orribile occhiaie sotto gli
occhi, niente faccia da depresso, niente lamentele sul fatto che non
bisognava disturbarlo “perchè stava componendo”,
era tornato ad essere umano?
-
Qual buon vento! Nick, non sei più depresso! - notò
Kevin. - Allora i miracoli esistono!
Il
minore fece una mezza smorfia.
-
Non lo sono mai stato!
-
Certo! Come no! L'importante è crederci! - disse Kevin
ridendo.
Nick
fece un piccolo sorriso.
-
Beh, è che oggi viene Maggie e...
-
Uh, Nicholas Jerry Jonas è innamorato – cinguettò
Joe battendo le mani.
-
Ma no! - disse Kevin, perspicace. - Non l'avrei mai immaginato, Joe,
sai?
-
Ah, ah – gli fece il verso il mezzano. - Su, forza, ho
stabilito i turni di quello che dovremo fare prima dell'arrivo delle
nostre amate.
Oddio,
siamo messi mele, pensò
il maggiore.
-
Ovvero? - chiese.
-
Nick apparecchia, papà ti aiuterà, Kev, tu cucini con
mamma e Frankie si metterà in tiro per fare gli onori di casa;
benissimo, al lavoro! - esclamò allegro dirigendosi verso il
salotto.
Nessuno
dei due rimanenti Jonas si mosse, lo fissarono trafiggendolo con gli
occhi e aspettarono che Joe si voltasse.
Frankie
comparì all'improvviso, dopo aver ascoltato tutta la
conversazione, e si rivolse al fratello mezzano, con aria truce.
-
E tu cosa pensi di fare, Joe? - chiese, arcigno.
-
Devo vedere i nostri ultimi video su MTV, ovvio ragazzi, su! - disse
quest'ultimo, paralizzandosi all'improvviso e voltandosi verso i tre
fratelli, con aria sorridente ma colpevole.
I
tre scossero la testa in sincronia, non ci doveva neanche pensare a
fare una cosa simile.
-
Sai, Joe, la casa è abbastanza in disordine – notò
il piccolo Frankie, le mani incrociate al petto. - Che ne dici di
mettere un po' a posto?
Joe
lo fissò come se fosse scemo.
-
Io? Pulire? Scherzi, vero?
Frankie
scosse la testa.
-
Non ci penso nemmeno e muoviti! - strillò e se ne andò
trotterellando verso la propria camera al piano di sopra.
Il
diciannovenne guardò i due fratelli rimasti, con una piccola
smorfia e uno strano luccichio negli occhi che gli conferiva un'aria
da cane bastonato.
-
Non devo farlo, vero?
Nick
e Kevin annuirono, implacabili.
Voglio
farti un regalo,
qualcosa
di dolce,
qualcosa
di raro
(Il
regalo più grande; Tiziano Ferro)
Maggie
zampettava per casa, con una sola scarpa infilata al piede, l'altra
in mano mentre cercava dappertutto la collana di brillanti che era
sicura di aver riposto
nel suo cofanetto in camera sua ma da dove era sparita.
Indossava
un abito verde smeraldo lungo poco sopra le ginocchia, dalle spalline
sottili, il colore le valorizzava gli occhi e le scarpe erano in
tinta, mancava solo quella benedetta collana...
Lexi,
da parte sue, sfoggiava un vestito rosso scuro, sotto le ginocchia e
senza spalline, ai piedi
aveva un paio di scarpe col tacco rosse e tentava davanti al grosso
specchio in bagno di farsi un'acconciatura complicata, senza
successo.
-
Maledizione – borbottò Maggie finendo davanti al bagno,
- ma dov'è?
-
Cosa? - chiese la rossa, rinunciando ai capelli e sfilandosi gli
orecchini per mettersi un paio di grossi cerchi dorati.
-
La collana di brillanti, quella che ho comprato a Ibiza due anni fa
con te e Maryl durante le vacanze estive – spiegò la
mora. - E' sparita, nel mio cofanetto non c'è.
Lexi
diede una breve occhiata all'orologio che aveva al polso, erano le
sette e mezza, dovevano muoversi, erano praticamente in ritardo.
-
Non so dove sia – disse, - se vuoi ti presto la mia, non è
uguale ma è abbastanza simile – e così dicendo
prese da una scatolina davanti a lei una collana con una catenina in
argento e un piccolo diamante incastonato.
Maggie
le fece un sorriso e prese il gioiello che la sorella le porgeva con
piacere.
La
rossa ricambiò il sorriso e chiuse la scatolina, per poi
appoggiarla sulla mensola dell'armadietto vicino a lei.
-
Bene – disse, - io sono pronta.
-
Anch'io – annuì la sedicenne dopo essersi messa la
collana al collo. - Maryl?
Lexi
scrollò le spalle.
-
Non ne ho idea, non l'ho neanche avvertita della cena e se devo
essere sincera l'ho vista di sfuggita un'ora fa mentre imbiancava la
sua camera.
Un
dubbio si impossessò di entrambe le ragazze.
-
L'avrà avvertita Kevin, no? Io non l'ho fatto – sperò
Maggie con una nota di panico nella voce.
Le
due uscirono dal bagno e si diressero a passo di carica verso la
camera della sorella maggiore e aprirono la porta con uno schiocco
sonoro.
La
camera era semibuia e in un angolo, vicino alla finestra, una candela
profumata era accesa e brillava allegra.
Maryl,
i capelli raccolti in una coda disordinata, indossava una tuta
da lavoro macchiata di pittura,
armata di pennelli. Al suono della porta che si apriva si voltò
e fissò le sorelle con un cipiglio fra il curioso e l'offeso.
-
Uscite?
Maggie
sarebbe potuta svenire seduta stante e Lexi avrebbe potuto iniziare a
chiamare l'FBI, la CIA, la Scotland Yard e chi era possibile che
potesse fermare l'imminente catastrofe.
-
L'Apocalisse – boccheggiò la rossa.
Maryl
le fissava ancora.
-
Allora? - domandò.
-
Maryl – sussurrò Lexi, - stai calma, ora, non farti
prendere dal panico.
E
invece bisognava sì farsi prendere dal panico, Maryl Campbell
che non aveva iniziato a vestirsi per una cena importante a mezz'ora
dall'inizio di questa? Praticamente era un'altra bomba di Yroshima!
-
Cosa? - domandò Maryl, scattando all'improvviso. - Che c'è?
Maggie
non aveva la forza di parlare, stava ancora decidendo se svenire
oppure no, ma di sicuro era diventata cianotica.
-
Dobbiamo andare a casa dei ragazzi – iniziò Lexi, non
c'era bisogno di specificare quali ragazzi, - fra mezz'ora... tutte e
tre.
-
COSA?! - strillò la bionda come un'ossessa, infilandosi le
mani nei capelli e praticamente strappandoseli dalla testa. - NOI
COSA E QUANDO?!
Eccola
l'esplosione di una bomba atomica che le due ragazze si aspettavano;
a causa del rumore il loro simpatico vicino, il centoduenne, Mario,
altrimenti detto Super Mario, alzò la testa dal suo giardino
fino alla finestra dalla quale proveniva il suono.
-
Stai calma – le sussurrò la rossa.
-
Io calma?! Alexandra Lucy Campbell, io dovrei stare calma quando ho
mezz'ora per una cena? E cosa dovremmo fare esattamente a casa dei
ragazzi? - tentò più o meno inutilmente lei.
-
Beh, ci volevano presentare i loro genitori ufficialmente... -
borbottò Lexi.
-
COSA?! - strillò nuovamente la ventenne, e quella volta a
quell'urlo si aggiunse anche la protesta di Mario.
-
Insomma, tipa, chiudi quel becco che ritrovi per bocca! Questi
sono quei momenti in cui desidererei avere dei problemi d'udito!
-
Forza vai a farti la doccia – disse Maggie, una volta
recuperato un minimo di colorito. - Noi ti prepariamo i vestiti.
Come
una furia la ventenne uscì dalla camera e si fiondò in
bagno, ma non prima di aver urlato la parola magica.
-
Armani!
Dopodiché
fu più o meno un miracolo il fatto che Maryl riuscì a
farsi la doccia e ad asciugarsi i capelli nella cifra record di dieci
minuti e trentadue secondi, vestirsi in cinque minuti e truccarsi in
due, il tutto accompagnato da una buona dose di improperi.
-
Ma porca miseria ladra! - sbraitò infine la ragazza mettendosi
un'ultima volta la matita sugli occhi. - Andiamo e sappiate che io
Kevin l'ammazzo!
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Danger ***
Eccomi
qui,
dovevo
aggiornare domani ma una certa persona (vero Erica?) mi ha tirato un
bidone e ho deciso di aggiornare oggi, mi è venuta l'ansia
mentre lo scrivevo!!
Ragazze,
11 recensioni!! Vi voglio beeeeeeeeneeeeee!!
Grazie
alle persone che hanno recensito Album,
vi adoro!
Ecco
a voi i ringraziamenti:
nes95:
vabbè, tu il capitolo l'hai già letto e sono
contentissima che ti sia piaciuto!! Sai tutto quindi non mi dilungo
con te perchè ho poco tempo e devo rispondere a tutte le
altre. Perdone, cara. Ti voglio bene! Un bacione!
jonas_princess:
eccome se Nick si è svegliato, è sveglissimo!! Ma,
ovviamente dato che io sono sadica, ci saranno delle complicazioni.
Il record di Maryl l'ho preso da un'esperienza personale, ho fatto le
stesse cose che ha fatto lei nello stesso tempo... certo per una sola
volta nella vita, ma dettagli! Un bacione!
catchme_:
è la prima volta che faccio piangere qualcuno scrivendo e mi
dispiace di averti rammentato vecchi ricordi. E ti preeeeeego, ti
preeeeeeeego non uccidermi!! Ma per sicurezza, sai, non si sa mai, mi
nascondo sotto terra. Un bacione!
Niki_CuLLen:
ecco, dopo questo capitolo Matt è tuo, te ne affido i
diritti!! E Nick si è svegliato dal suo coma e presto con
Maggie, o forse chissà, in questo capitolo, farà
qualcosa di compromettente con Maggie e si dichiarerà o
quasi, forse... Diiiiiiiio, quanto mi piace essere cattiva! Un
bacione!
coco2:
non ti preoccupare anch'io sono fuori di testa ultimamente, come del
resto negli ultimi miei 14 anni di vita! E davvero sono la numero
1?!
Mi fai così felice, sul serio, ti adoro totalmente e
incondizionatamente!! Un bacione!
Melmon:
allora, primo: per l'occhio nero leggendo questo capitolo sei a posto
e per la dichiarazione anche... forse *me sadica*. E non importa se
hai scritto quel che accade nel telefilm, sei fantastica comunque!!
Un bacione!
DarkViolet92:
grazie di tutto!! Sei brava anche tu e non vedo l'ora che aggiorni!!
Un bacione!
_Skipper_:
ecco qui la cara giovane Skippy, ma lo sai che ti adoro? Sei
fantastica!! Pazza al punto giusto e poi mi lasci delle recensioni
che sono la fine del mondo!! Ma lo sai che la frase mio
fiore di primavera
l'ho scritta pensando che l'avresti notata e citata nella recensione?
Anche qui ci sarà Super Mario, ma per poco poco, come nello
scorso capitolo. Grazie per aver recensito Album,
sei fantastica! Un bacione!
jeeeeee:
non smetterò mai di ripetertelo, tempo al tempo per i Mick,
però quel tempo al tempo potrebbe essere questo capitolo,
chissà... Grazie per tutti i complimenti!! Anche tu sei
magnifica! Un bacione!
mione94:
carrrrrra che sei, io ti adoro!!! Ti adoro perchè scrivi
benissimo, perchè mi lasci delle recensioni stupende e perchè
mi fai taaaaaaaaanti complimenti che mi fanno arrossire sempre!! Eh
sì, questo è l'ultimo capitolo di calma, poi fra un po'
le case si stabilizzeranno di nuovo! Un bacione!
Capitolo
23. Danger
Il
messaggio di Maggie era stato molto chiaro:
Salvate
Kevin dall'attacco omicida di Maryl al nostro arrivo, è
furiosa... ah, scusate il ritardo! Baci a tutti!
E
Nick non se lo fece ripetere due volte quando il campanello di casa
suonò, ad indicare l'arrivo delle sorelle Campbell.
-
Kev, tu stai indietro – gli intimò, parandosi davanti al
maggiore.
-
Eh? - chiese stupito. - Nick, che fai? Hai fatto l'iniezione di
insulina oggi, sì?
Nick
alzò gli occhi al cielo, dovevano sempre occuparsi di lui? Non
poteva per una volta occuparsi lui degli altri?
-
Maryl è presa da furia omicida – spiegò, mentre
osservava Frankie vestito per bene che si apprestava ad aprire la
porta alle sorelle. - Mi ha inviato un messaggio Maggie, dice che è
furiosa.
Kevin
era più confuso che mai, perchè Maryl doveva essere
furiosa con lui? L'ultima volta che si erano visti avevano passato
una serata splendida assieme e nei giorni seguenti non avevano
litigato, anzi erano tutti pace e amore.
-
Perchè? - chiese ancora.
-
Che ne so io! Non sono mica il suo ragazzo, sai? Avrai fatto qualcosa
di male e lei ora è arrabbiata con te – minimizzò
il sedicenne, mentre la porta di casa si apriva grazie a Frankie,
sorridente.
Una
visione celestiale gli si parò davanti, le tre ragazze era
meravigliose, ma fra tutte e tre la bellezza di Maggie risaltava, a
suo parere.
Il
vestito le cadeva morbido sui fianchi, le guance erano colorate dal
loro solito rossore di timidezza, e gli occhi le brillavano.
Stupenda,
pensò solo il cantante mentre Joe lo urtava per raggiungere
Lexi, anch'essa bellissima, e la prendeva in braccio per farle fare
dei giri su loro stessi mentre si baciavano con foga.
Nick
li osservò con un sorriso, poi si voltò verso Maryl.
La
ragazza bionda era vestita con un abito di Armani, turchese, lungo
fino ai piedi con uno strascico lungo fino al ginocchio; i capelli
erano leggermente mossi, non si faceva la piastra da troppo tempo ed
erano stati raggruppati alla bell'e meglio in una crocchia dietro la
testa.
-
Maryl – sussurrò Kevin, guardandola ammirato, preso
dall'impulso di correrle incontro e baciarla.
La
bionda gli rivolse un'occhiata piena d'odio.
-
Noi due facciamo i conti dopo – ringhiò, dopodiché
trasformò il suo viso in una maschera sorridente e posò
per la prima volta un'occhiata a Frankie. - Ciao!
-
Ciao, tu sei Maryl, vero? - disse Frankie, compunto.
-
Sì bel bambino, e tu sei Frankie, vero?
Il
ragazzino annuì.
-
Fattelo dire, sei il più carino di tutti – gli sussurrò
in un orecchio la bionda, accucciandosi accanto a lui.
-
Lo so, è una dote naturale! - esclamò allegro.
Maryl
sorrise, aveva la vanità di Joe.
Si
rialzò e si guardò intorno; Maggie aveva raggiunto Nick
e i due, rossi di imbarazzo, stavano chiacchierando, Joe e Lexi erano
ancora attaccati peggio di due sanguisughe e Kevin la osservava con
espressione triste e confusa.
Gli
diede le spalle come una bambina piccola e aspettò che i
coniugi Jonas arrivassero, era furiosa con Kevin.
Loro
due si raccontavano tutto, ma proprio tutto! Per esempio
quante porzioni di cereali avevano mangiato a colazione, quante
pagine di un libro avessero letto in un giorno e cose simile, invece
dell'avvenimento epocale dell'incontro ufficiale con i suoi genitori
Kevin non aveva proferito parola, niente! Per questo era arrabbiata,
ma non tanto perchè non l'avesse avvertita, più che
altro perchè per la sua dimenticanza era stata costretta a
vestirsi in soli venti minuti quando di solito ci metteva
un'ora e più, con un abito che lei non avrebbe scelto per
un'occasione simile.
Lexi
e Joe si staccarono giusto in tempo per l'arrivo dei signori Jonas.
Denise
Jonas, una donna sui quarantacinque anni che non dimostrava affatto,
aveva lunghi capelli scuri, come quelli dei figli, e un paio di occhi
marroni molto simili a quelli di Joe, era affiancata da suo marito,
Paul Kevin Jonas senior, un uomo più o meno della stessa età
della moglie, con pochi capelli in testa e un paio di occhiali
appoggiati sul naso.
-
Buonasera – li salutò educatamente Lexi, seguita a ruota
dalle due sue sorelle.
Denise
fece un grosso sorriso.
-
Buonasera, ragazze – disse, - conoscete già mio marito
Paul?
Il
signor Jonas fece un cenno del capo e strinse la mano di Maggie, Lexi
e Maryl.
-
Ho avuto il piacere di conoscere solo Alexandra – spiegò.
La
rossa fece un cenno con la mano.
-
La prego, signore, mi chiami Lexi, Alexandra mi sa di vecchio –
disse con la sua solita spigliatezza.
Il
signor Jonas annuì e guardò le altre due ragazze.
-
Io sono Maggie – si affrettò a dire la mora.
-
Molto piacere – disse Paul Senior.
-
Io Maryl – si presentò la ventenne.
-
Ah, la ragazza di Kevin – annuì il reverendo.
La
bionda fece una mezza smorfia.
-
Per ora – e si voltò verso Kevin per osservarne il volto
pieno di terrore.
Maryl
fece un sorriso soddisfatto quando fu certa che nessuno l'avesse
vista; non aveva nessuna intenzione di lasciare Kevin, non le passava
nemmeno nell'anticamera del cervello una cosa simile, ma vedere la
sua reazione terrorizzata l'appagava a pieno. Così imparava a
non avvertirla di cene con i suoi!
Denise
strabuzzò leggermente gli occhi, ma poi si voltò verso
tutti gli altri ragazzi, che erano calati in un silenzio imbarazzante
e cercò di rianimare la serata.
-
Allora – disse, - la cena è pronta.
Joe
e Nick scortarono le proprie dame, magari anche se non erano
ufficiali, nella grande cucina dove era stata apparecchiata una
tavola imbandita, mentre Maryl si dimostrò molto felice di
prendere la mano di Frankie per accompagnarla, con Kevin che li
seguiva a debita distanza, mesto.
Tutti
si accomodarono a tavola, sorridenti se non per il maggiore dei
Jonas, che sembrava fosse appena tornato dal funerale di una persona
cara.
-
Allora, ragazze – iniziò la donna. - Come va la scuola?
Chissà
perchè tutti gli adulti si devono sempre informare sulle doti
scolastiche dei loro figli e non, insomma pietà!
-
Bene – disse Maggie, arrossendo, - Lexi ed io stiamo seguendo
un corso insieme di filosofia, è molto interessante.
Filosofia
e interessante, a parere di Lexi, non erano due parole da accomunare
nella stessa frase, ma non c'era motivo di spiegarlo anche ai coniugi
Jonas.
-
Sì davvero – annuì con finto entusiasmo.
Paul
Senior e sua moglie li sorrisero, felici, e voltarono la testa verso
Maryl.
-
Io ho appena lasciato il corso di legge all'università e mi
sto prendendo un anno sabbatico per capire cosa voglio fare davvero
nella vita – spiegò, leggermente imbarazzata, chissà
cosa dovevano pensare di lei adesso...
A
sorpresa, invece, i coniugi Jonas sorrisero comprensivi.
-
Sì, bisogna saper scegliere nella vita – disse Denise.
-
Hai ragione, tesoro – annuì il signor Jonas.
Frankie,
seduto accanto a Maryl, saltellava sulla sedia guardando le candele
spente appoggiate sulla tavola.
-
Mamma, quando accendiamo le candele? - chiese con la sua voce
innocente.
Maryl
si irrigidì, folgorata.
La
sua camera, il ritardo, la cena, la candela accesa, la finestra
aperta... oh merda!
-
Oh m...mamma mia! - esclamò la bionda alzandosi di scatto.
Tutti
si voltarono a guardarla, curiosi.
-
Scusate signori Jonas ma ho dimenticato una candela aperta in camera
mia con la finestra aperta e non l'ho richiusa, devo correre –
spiegò. - Scusatemi, sul serio.
-
Oh, nessun problema, Maryl – annuì Denise, - vai a casa
e fai quello che devi fare.
Maryl
le sorrise riconoscente.
-
Grazie mille, torno fra una mezz'ora al massimo, lo prometto, voi
iniziate pure a cenare – disse. - E scusate anncora.
-
Sciocchezze, non preoccuparti – disse Paul Senior.
-
Vuoi che ti accompagni? - chiese Maggie.
-
Ma no, figurati, tempo di andare e tornare, davvero – minimizzò
lei.
Kevin
si alzò e la guardò negli occhi.
-
Ti accompagno io – propose.
-
No – disse secca lei. - Ci vediamo dopo e scusate.
Fu
accompagnata alla porta da Denise, dopodiché si affrettò
verso la sua macchina.
Oggi
che non so che fare, libero pure di non penare a come stare,
oggi
che mi svuoto la testa, lascio i miei pensieri di ieri niente fretta
(Scappare;
Zero Assoluto)
Maryl
guidava veloce fra le strade trafficate di Los Angeles, le mani
sudate per il nervoso, era stata un'idiota a lasciare quella candela
accesa vicina alla finestra e quindi alle tende, un minimo soffio di
vento avrebbe potuto far incendiare tutta la casa e allora sì
che suo padre, nonostante ora vivesse a Miami, si sarebbe arrabbiato.
-
Stupida – mormorò rivolta a se stessa quando parcheggiò
davanti a casa sua. Non sembrava incendiata, grazie al cielo, ma
meglio non correre il rischio.
Tirò
fuori dalla borsa un mazzo di chiavi e aprì la porta di casa
con uno scatto, era buia e non c'era odore di fumo, tanto meglio.
Maryl
la chiuse, ma non fece scattare la serratura, d'altronde fra soli due
minuti sarebbe scese di nuovo, che senso aveva?
Non
l'avrebbe pensata allo stesso modo se avesse notato la figura che era
appostata fra i cespugli del giardino, una bottiglia di vodka stretta
tra le mani, e l'alito che puzzava d'alcol.
Salì
le scale dopo aver acceso le luci del salotto e del corridoio e tentò
di muoversi senza rischiare di rompere il vestito, okay che non era
di carta velina, ma neanche d'acciaio!
Entrò
in camera sua e accese la luce.
La
candela era dove l'aveva lasciata, così come i pennelli e la
vernice, ma ora non era accesa, anzi si era spenta, una folata di
vento al posto di far incendiare le tende aveva spento la candela.
Maryl
sbuffò, un po' per la sua pessima memoria, un po' perchè
aveva fatto un viaggio inutile.
Entrò
in camera e mise la candela spenta sul suo comodino, profumava ancora
di lavanda e ciò le piaceva moltissimo, adorava quell'odore.
Sorrise
e si voltò per uscire, pronta per tornarsene a casa Jonas,
aveva fatto una pessima figura andandosene così di fretta, ora
doveva rimediare ed essere l'ospite più gentile del mondo, ma
non appena si girò rimase senza fiato per lo spavento.
Matt
Dowson era davanti a lei, il corpo possente, una maglietta che gli
metteva in risalto i pettorali, gli occhiali alla Harry Potter sul
naso e le braccia incrociate al petto, in una mano teneva una
bottiglia di vodka e un odore di alcol aleggiava attorno a lui.
-
Matt – mormorò Maryl, indietreggiando. - Matt, cosa ci
fai qui?
Lui
la fissò con evidente piacere e scoppiò in una risata
senza gioia, era amara e Maryl rabbrividì.
-
Sono venuto qui per farti mia – sibilò lui chiudendosi
la porta alle spalle, lei sentì il rumore della serratura che
girava. - Per sempre.
La
bionda trasalì spaventata.
-
Matt, ti prego, non farmi del... male – disse con voce rotta
dal pianto imminente.
Lui
non l'ascoltò, mentre lei indietreggiava lui la seguiva, con
un'espressione di piena estasi.
-
Sarai mia – disse lui.
-
No! - tentò ti strillare la ventenne, ma dalla sua bocca non
uscì un suono talmente era spaventata.
Lui
le fu addosso in un istante, e Maryl riuscì a fare un piccolo
urlo, prima di scansarlo e correre verso la porta della camera.
Matt
la inseguì e la cinse con le braccia con forza, mentre lei si
dimenava.
-
No, no, no, ti prego, farò qualsiasi cosa, Matt, qualsiasi
cosa, lo giuro, ma ti prego non farmi del male, ti prego! –
singhiozzò la bionda.
-
Tu sei mia – sibilò lui vicino alla sua bocca; Maryl per
poco non rimise, l'odore così forte di alcol le dava alla
testa, strano che Matt non fosse ancora svenuto dopo aver bevuto così
tanto.
Con
un ultimo strattone la ragazza si liberò di lui e gli tirò
un potente schiaffo su una guancia prima di scappare nuovamente verso
la porta.
Matt
barcollò un istante per la forza di quello schiaffo, si
massaggiò la guancia ferita e con un urlo di rabbia le si
avventò di nuovo addosso, con forza, questa volta il suo
intento non era quello di approfittare di lei, ora voleva farle del
male.
La
afferrò per un braccio e la tirò a se e le ridiede lo
schiaffo con la stessa intensità.
Migliaia
di luci esplosero nella testa della ragazza, che barcollò e
rimase stordita per qualche istante.
-
No, Matt! - strillò ancora una volta, prima che lui le
afferrasse la gola con forza e la mandasse a sbattere contro il muro.
Cercami,
non
soltanto nel bisogno,
cercami
(Cercami;
Renato Zero)
-
Dov'è? - chiese Kevin, nervoso, camminando avanti e indietro
per la camera, faceva così da tanto tempo che era un miracolo
che non si fosse formato un solco sul pavimento.
-
Stai calmo – tentò di tranquillizzarlo Joe, - avrà
trovato traffico, siamo a Los Angeles non in Alaska.
Kevin
non gli badò e continuò a camminare, controllando
l'orologio ogni due secondi.
-
Le è successo qualcosa, me lo sento – si disse Kevin ad
alta voce.
A
quell'affermazione Maggie, Lexi, Joe e Nick incrociarono i propri
sguardi e questo non sfuggì a Kevin, che li fissò
preoccupato.
-
Cosa sapete che io non so? - domandò.
-
Kev, calmati – iniziò Lexi.
-
Non mi dire di stare calmo! – le urlò il ventunenne,
perdendo il controllo, e di fronte alla sua reazione anche Joe si
mise in mezzo.
-
Non parlarle mai più in questo modo! - esclamò,
parandosi di fronte alla ragazza, ma che non era minimamente
intimorita dal ragazzo alto dagli occhi verdi di fronte a lei.
Denise
e Paul fecero per intervenire e placare il litigio, ma il gesto del
figlio maggiore li tranquillizzò.
Kevin
si mise le mani sulla faccia e prese un respiro profondo.
-
Cosa sapete? - chiese nuovamente, più calmo.
Tutti
chinarono la testa, spaventati e preoccupati, solo Maggie, dopo
qualche attimo di esitazione, gli spiegò tutto.
Per
tutto il racconto Kevin rimase immobile come una statua, le mani
strette a pugno così forte da far diventare le nocche bianche
e le labbra serrate.
Solo
quando Maggie finì si mosse, e fu solo per dare un pugno alla
parete, preso dall'ira.
-
Perchè non me l'avete detto? - domandò con un ringhio,
rivolgendosi a Nick e Joe. - Sapevate... sapevate tutto e non mi
avete detto niente, ci eravamo promessi di dirci sempre tutto
ed è così che lo fate?
Joe
e Nick erano chiaramente pentiti, nessuno di loro due, in realtà,
voleva tenere segreta quella cosa al loro fratello maggiore, ma dopo
tutte le suppliche di Maggie, Lexi e Maryl avevano ceduto.
-
Loro non volevano, infatti – disse Lexi a loro discolpa, - li
abbiamo supplicati noi.
Kevin
la fissò, gli occhi tristi.
-
Beh, io vado a casa vostra – disse infine alle due gemelle, -
ci vediamo dopo.
-
Stai scherzando, spero! - intervenne Nick. - Io vengo con te!
-
E anch'io – disse Joe, - mica lo lascio a voi tutto il
divertimento!
Lexi,
Maggie e i coniugi Jonas impallidirono.
-
Joe, non dire sciocchezze – disse Lexi prendendolo per mano, -
rischierete di farvi male tutti.
-
Nick, ti prego – disse Maggie in un sussurro, - chiamiamo la
polizia, loro sapranno cosa fare.
-
Maggie ha ragione – disse Denise, - tesori miei, non combinate
niente, chiamiamo la polizia e...
-
Mamma, non abbiamo nessuna prova concreta di nulla – disse Joe,
- dobbiamo andare e se non ricevete nostre notizie entro mezz'ora
chiamate la polizia.
-
Non potete chiedermi una cosa simile! - replicò Denise,
pallida in volto, quasi cianotica. - Siete i miei bambini, non
potete!
-
Mamma, dobbiamo andare – disse Nick, calmo, guardandola negli
occhi, cercando di sembrarle calmo.
Paul
Senior scelse quel momento per intervenire.
-
Vengo con voi – disse.
-
No – ribatterono in coro i tre fratelli Jonas maggiori.
-
Siete i miei figli e decido io! - esclamò, nervoso e
arrabbiato.
-
Ma Kevin ed io siamo maggiorenni – disse – facciamo
quello che ci pare.
-
No! - esclamarono Lexi e Denise.
-
Ma Nick non lo è ancora – cercò di ribattere il
signor Jonas, - quindi lui dovrà...
-
Papà, non sono più un bambino! Quest'anno compirò
diciassette anni, non puoi starmi addosso tutta la vita! - esclamò,
furioso.
-
Ragazzi, io devo andare – intervenne di nuovo Kevin, - adesso –
era pallido, sembrava sul punto di svenire.
Joe
e Nick incrociarono ancora una volta gli occhi con i genitori.
-
Trenta minuti – commentò il signor Jonas, - poi
chiameremo la polizia.
Maggie
e Lexi, capendo di aver perso la battaglia, incrociarono gli occhi.
-
Veniamo anche noi – esclamò Lexi, - non possiamo non
venire.
-
No! - urlarono Joe e Nick, non potevano mettere in pericolo le loro
vite, un conto era se si facevano del male loro, ma quelle due
ragazze... no, non l'avrebbero sopportato.
-
E' nostra sorella! - disse Maggie. - Abbiamo tutto il diritto di
venire pure noi.
Nick
le si mise davanti, il dolore che gli traboccava dagli occhi come un
fiume in pena.
-
No – le sussurrò, - resta qui con i miei, hanno bisogno
di qualcuno.
-
Ma io non voglio restare qui – gli occhi di Maggie si fecero
lucidi, per la paura per Maryl, per Nick, Joe e Kevin, - non posso...
-
Sì che puoi – disse lui a pochi centimetri dal suo viso;
la mora sentiva il suo respiro caldo, il suo odore di buono, i suoi
occhi color cioccolato... - ti prego.
Maggie
annuì con forza e gli baciò una guancia, il viso le si
fece più rosso a quel contatto.
-
Fai attenzione – gli sussurrò piano.
Nick
annuì, ancora scioccato per quel contatto di pochi istanti e
si avvicinò al fratello maggiore.
-
Io vengo, Joe – stava dicendo Lexi in quello stesso istante, -
non ti lascio, sarei costretto a portarmi con te e poi... Maryl è
mia sorella, dannazione!
Joe
chiuse gli occhi e le poggiò le labbra sulla testa.
-
Tesoro mio, resta qui, i miei hanno bisogno della calma di Maggie, ma
anche della tua forza. Ti prego, resta qui – mormorò nel
suo orecchio.
Presa
di slancio Lexi gli lanciò le braccia al collo e lo baciò
con foga, senza curarsi dello sguardo dei signori Jonas su di loro.
-
Se non mi chiami entro trenta minuti ti vengo a cercare – disse
seria, - e non potrai impedirmelo.
Joe
annuì, le diede un ultimo breve bacio e uscì di casa,
accompagnato dai suoi fratelli.
Il
codice della strada, probabilmente, non aveva mai stato infranto così
tante volte in una sola sera come in quel caso.
Kevin
guidava come un dannato, senza curarsi di vari stop, sensi unici,
semafori, strisce pedonali e limiti di velocità.
Imprecava
ogni due secondi e continuava a sterzare da ogni parte per evitare di
fare incidenti.
Il
percorso che di solito percorreva in quindici minuti, quel giorno, lo
fece in cinque e sei secondi.
Appena
scesi dalla macchina Joe e Nick barcollarono come ubriachi, mentre
Kevin proseguiva a passo spedito verso casa Campbell, esattamente
davanti a dove aveva parcheggiato.
Nick
e Joe lo seguirono a ruota, nonostante i tentennamenti, e tutti e tre
entrarono in casa, le orecchie attente a percepire tutti i rumori.
Le
luci erano accese e la porta di casa aperta, socchiusa per la
precisione.
-
Beh, sappiamo che è entrata qui – sussurrò Joe, -
o almeno credo.
Kevin
lo fulminò con un'occhiataccia, non aveva voglia di sentire
Joe Jonas che parlava in quel momento.
All'improvviso
dal piano superiore si udì un debole urlo e qualcosa che
cadeva pesantemente a terra, poi una voce maschile.
-
E' così che mi ripaghi? Eh, è così?
Poi
un altro urlo.
Kevin
riconobbe la voce delle persona che parlava: Matt.
Oh,
quel ragazzo avrebbe avuto vita breve.
Kevin
schizzò al piano superiore, Joe e Nick dietro di lui e tutti e
tre finirono davanti alla porta della camera di Maryl, dalla quale
provenivano i rumori.
Il
ventunenne tentò di aprirla, ma scoprì che era chiusa a
chiave.
-
Maledizione! - urlò e vi si lanciò contro con la
spalla, nel tentativo di aprirla.
Né
Matt né Maryl sembravano essersi accorti dell'urlo di Kevin
dall'altra parte della porta, a pochi passi dall'abbracciare la sua
amata e ammazzare quello stronzo di Dowson.
Kevin
ci si lanciò ancora una volta e, quando non si aprì,
liberò la sua rabbia con un grido liberatorio: perchè
non era come nei film polizieschi? Nei quali tiravi un calcio e la
porta cadeva?
Il
ventunenne tentò di aprirla a calci, ma senza successo.
-
Kev! Fermo, Kevin! - strillò Joe, bloccandolo. - Dobbiamo
farlo tutti insieme, hai capito?
Una
spallata, tutti e tre, doveva funzionare.
-
Al mio via – si preparò il mezzano. -
Tre...due...uno...via!
Si
lanciarono contro la porta e quella cadde sotto il loro peso e la
loro forza.
La
camera di Maryl era semi distrutta, qua e là il pavimento era
cosparso di macchie rosse e la figura imponente di Matt dominava la
stanza, ai suoi piedi, sdraiata, c'era Maryl, con gli occhi chiusi.
-
Maryl! - gridò Kevin, vedendola.
Matt,
alla loro vista, ringhiò.
-
Maledetti! - e corse verso di loro; Kevin era pronto, non aspettava
altro, e gli tirò un pugno in pancia, facendolo rimanere senza
fiato. Joe contribuì tirandogli un pugno sul naso, mentre Nick
superava la rissa e raggiunse Maryl, così come aveva deciso
Kevin nel loro breve tragitto in macchina.
-
Maryl... - sussurrò sedendosi accanto a lei e scuotendola
piano. - Sono Nick, Maryl, c'è anche Kevin, Maryl, è
venuto a salvarti – ripeteva il suo nome, era sotto shock.
Al
suono del nome di Kevin Maryl si mosse a aprì gli occhi di
scatto.
-
Nick... Kevin... dov'è? - chiese flebile.
In
quel momento Matt si era ripreso e aveva tirato un calcio sul
ginocchio a Kevin, facendolo scricchiolare e urlare di dolore il
ventunenne, Joe tentava di tenere fermo il ventenne ubriaco.
-
Kevin! - strillò la bionda, tirandosi su a sedere senza minimo
sforzo apparente e cercando di avvicinarsi al suo ragazzo.
Nick
notò con piacere che non sembrava ferita, aveva solo un brutto
segno violaceo attorno al collo e il viso pallido, ma per il resto
stava bene, non le si erano rotti nemmeno gli occhiali.
Lui
la guardò, prima con un'occhiata di pura gioia nel vederla,
dopo di terrore dato che si stava avvicinando alla rissa.
-
Nick! - urlò e indicò la ragazza, prima di tentare di
aiutare il mezzano.
Il
sedicenne la prese per la vita con le braccia e la tenne stretta a
sé, mentre lei si dimenava.
-
Lasciami! Nick, lasciami subito! Kevin! - strillava.
Il
cantante continuava a tenerla ferma e vicino a lui, ma con evidente
sforzo, lei era alta più di lui e in quel momento sembrava
avere una forza incredibile.
-
No! Maryl, ferma! - gridò e la tenne ancora più vicina
a sé, lasciandosi colpire da lei e dai suoi schiaffi.
Matt
sembrava essere sopraffatto, un rivolo di sangue le colava giù
dal naso fino alle labbra, gonfie per un pugno di Joe.
Kevin
si voltò verso Maryl e Nick, mentre il mezzano teneva la
situazione sotto stretto controllo, e si avvicinò a loro con
passo svelto, dando una leggera e breve pacca sulla schiena a Nick e
abbracciando forte la sua ragazza.
-
Nick vai ad aiutare Joe – disse, prima di seppellire la testa
nei capelli della sua ragazza, che singhiozzava istericamente sulla
sua spalla.
Il
sedicenne fece come gli aveva detto il fratello maggiore e corse
verso Joe, che teneva Matt girato di schiena e con le braccia
immobili.
-
Ma come diavolo è successo che nessuno abbia sentito
tutto questo rumore e non abbia avvertito la polizia, si può
sapere? - brontolò il diciannovenne.
Nick
fece una mezza risata liberatoria e prese il posto del fratello per
tenere ferme le mani di Matt.
In
quei pochi decimi di secondo di libertà, durante i quali Joe
toglieva le sue mani e Nick metteva le sue, il ventenne decise che
non gliela avrebbe data vinta e si liberò con un ringhio dal
peso di Joe sopra di lui, fino a tirargli un calcio in faccia,
colpendo anche Nick. Il colpo fece perdere l'equilibrio a Joe, che
cadde indietro con un grido di dolore, sentì il sapore del
sangue in bocca.
-
Joe! - urlò Nick, portandosi una mano all'occhio colpito, ci
vedeva sfocato.
Il
mezzano scosse la testa e riuscì a vedere Nick che stava per
accorrere verso di lui e Matt che scappava.
-
Nick... prendilo! - urlò sputando sangue; Nick si voltò
verso il fuggiasco, corse verso di lui e si buttò a terra,
afferrandogli le gambe e facendolo cadere a terra e sbattere la testa
contro lo stipite della porta.
Il
sedicenne lo guardò terrorizzato e si gli si avvicinò
per sentire il polso: il cuore batteva, e anche forte.
Con
un sospiro di sollievo si voltò e corse verso Joe, seduto a
terra, il sangue che gli usciva da un angolo della bocca.
-
Fa vedere – disse preoccupato, ma Joe scosse la testa e indicò
Maryl e Kevin dietro di lui, il secondo che aveva assistito alla
scena senza riuscire a fare niente.
Kevin
si alzò e aiutò Maryl a farlo, ma la ragazza sembrava
ben salda sulle gambe e insieme si avvicinarono ai due ragazzi.
-
No, Joe, noi stiamo bene – disse la bionda, la presenza di
Kevin l'aveva calmata.
Il
diciannovenne fece un sospiro di sollievo e gemette per il movimento
della bocca.
-
Dobbiamo andare in ospedale – notò il ventunenne.
In
quel momento in lontananza si udì il rumore di due sirene che
suonavano.
-
Oh, fantastico – commentò il sedicenne, - proprio come
nei film. I buoni combattono mentre aspettano la polizia e quella
arriva quando hanno finito, beh grazie tante!
La
sua non era ironia, non aveva la forza né la volontà di
farla in un momento simile, semplicemente era la verità.
I
quattro ragazzi scesero di sotto con passi brevi e lentamente, Nick
trascinando da solo il corpo privo di sensi di Matt, dato che né
Joe né Kevin se la sentivano.
Quando
scesero di sotto una macchina della polizia e un'ambulanza avevano
appena parcheggiato.
-
Toh! - borbottò Nick lasciando cadere con malagrazia a terra
il corpo di Matt. - Che vi dicevo?
Una
poliziotta dall'aria professionale e un infermiere li raggiunsero
subito.
-
State bene? - domandò la poliziotta, mentre Kevin, quasi preso
da una crisi isterica, consegnò Maryl nelle mani del medico,
nonostante le sue proteste.
-
Kevin, maledizione, io sto bene, non mi ha fatto praticamente niente!
- borbottò. - E' Joe quello che ha bisogno di aiuto, sanguina!
A
sentire l'ultima parola l'infermiere individuò Joe e lo portò
dritto filato fino all'ambulanza, dove i suoi colleghi avevano messo
una barella su cui lo costrinse a sedersi.
-
Ehi, dovete occuparvi anche di lei, è stata aggredita,
dannazione! - esclamò il ventunenne, mentre Nick si
massaggiava ancora l'occhio, nonostante la vista gli fosse tornata
normale e si avvicinava al fratello mezzano, lasciando perdere il
maggiore nel suo delirio, in quel momento non l'avrebbe ascoltato.
-
Dottore, come sta? - chiese Nick, guardando il fratello e il medico
che gli stava toccando la mandibola con fare attento.
Joe
sbuffò, quando il medico gli tolse la mano dalla bocca.
-
Puoi chiederlo anche a me, sai? Non sono terminale – sbottò.
-
Però tu mentiresti – commentò il sedicenne. -
Allora?
Il
dottore sorrise.
-
Niente di grave, può anche non andare in ospedale, davvero,
quando ha sbattuto la gengiva si è tagliato tutto lungo il
labbro inferiore all'interno e questo spiega la grande quantità
di sangue, ma non è niente di grave, si rimetterà in un
baleno – commentò allegro. - Lei anche dovrebbe farsi
vedere, il suo occhio destro non ha una bell'aspetto signor...
-
Jonas, Nicholas Jonas – si presentò stringendogli la
mano.
Se
il dottore conosceva lui o i suoi fratelli a livello professionale
non lo diede a vedere e, dopo aver dato un ultima occhiata a Joe,
passò a Nick, guardandogli l'occhio.
Dire
che Kevin era frustrato era dir poco, stava impazzendo. La poliziotta
continuava a fare domande a lui e a Maryl del genere “sa come
si chiama il suo aggressore?”, “lo conosceva?”, “sa
dirmi come ha fatto ad entrare in casa?”, “come ha capito
che la signorina era in pericolo?”.
Nel
frattempo un altro poliziotto ascoltava la deposizione del signor
Mario, il vicino delle sorelle Campbell, che, a quanto pare, era
stato proprio lui a chiamare la polizia e l'ambulanza.
-
C'era un casino pazzesco, davvero, sì! - disse. - Urlavano e
gridavano, ma non ci ho fatto molto caso, la tipa bionda urla
spesso, ma a un certo punto ho visto quei tre tipi, uh a
proposito ascoltate la loro musica? Sono fantastici! Vabbè...
che dicevo? Ah sì, lì ho visti che entravano tutti
trafelati e ho sentito anche le loro urla e allora vi ho chiamati...
Sicuri che non avete mai sentito Paranoid? E' stupenda
davvero, sì sì!
Quando
il medico congedò anche Nick raccomandandogli di mettersi del
ghiaccio non appena tornato a casa, Kevin trascinò Maryl verso
di lui.
Il
dottore la visitò attentamente, mentre Kevin continuava a fare
domande trafelate.
-
Allora come sta? Non sta bene, vero? Dottore mi dica la verità,
la verità la prego! - sarebbe stata una scena davvero comica
se non fosse accaduta in una situazione tanto critica.
Gli
altri medici avevano caricato Matt su una barella e l'avevano issato
sull'ambulanza mentre aspettavano l'ultima visita prima di partire.
Il
medico sembrava innervosito quanto Maryl da quelle domande.
-
Sta bene, signore, direi che non si è fatta quasi nulla,
signorina, c'è solo quel brutto segno sotto al collo che mi
spaventa un po'...
-
Oddio, perchè? - chiese Kevin. - Si è fratturata
qualcosa?
Maryl
sbuffò, quel comportamento del suo ragazzo la innervosiva
terribilmente, ma era anche vero che era molto felice di essere così
importante per lui.
-
Kevin – disse seria, - zittisciti.
Lui
le obbedì immediatamente.
-
Comunque no – disse il medico, - non si è fratturata
nulla, è solo un livido e rimarrà per qualche tempo, ma
fra due settimane se non meno dovrebbe essere quasi invisibile.
Maryl
sospirò di sollievo, ma Kevin sembrava ancora apprensivo.
-
Non deve andare in ospedale? Ma è sicuro, dottore? Lei ha...
-
Kevin! - lo riprese ancora la ventenne, poi si rivolse al medico. -
Posso tornare a casa?
-
Certo – annuì lui, - ma se vuole esse più sicura
le consiglio di fare una visita domani in ospedale, chieda del dottor
Bennet, mi occuperò personalmente di lei – e con queste
parole si congedò, anche se sicuramente per “essere
sicura”, intendeva “essere sicuro”, perchè
fino a quel momento il più spaventato era Kevin.
Piano
piano la strada tornò vuota e anche i curiosi che erano venuti
a sbirciare se ne tornarono nelle proprie case.
Maryl,
in piedi accanto al suo ragazzo, lo abbracciò forte e lui
ricambiò la stretta.
-
Temevo di averti persa – rivelò, - credevo...
-
Shh, ora sono qui – lo zittì lei, dolce e lo baciò
con passione.
Nick
e Joe li raggiunsero in quel momento, il secondo stava rimettendo il
cellulare in tasca con una smorfia dipinta sul viso.
-
Ho chiamato Lexi – spiegò, - era nel panico, diceva che
sono passati trenta minuti e sei secondi e sentendo la mia voce un
po' roca è diventata isterica, non sa niente ma ci vuole a
casa tutti entro dieci minuti.
Nick
annuì.
-
Guido io – si offrì.
Kevin
stava per ribattere, l'occhio nero di Nick lo preoccupava, ma a
un'occhiata rassicurante del fratello minore lo lasciò fare e
si sedette accanto a Maryl sul sedile posteriore, cingendole le
spalle. Joe, invece, si sedette accanto a Nick sul sedile anteriore,
mentre continuava a massaggiarsi la mandibola con una smorfia di
dolore dipinta sul volto.
Ancora
una volta il codice della strada fu infranto in diverse occasioni, ma
mai come all'andata e nel tempo stabilito da Lexi varcarono la porta
di casa Jonas.
-
Cosa è successo? - strillò una voce, non appena
entrarono in casa: Maggie li fissava con gli occhi grandi dilatati
dalla paura e il viso pallido.
Al
suo grido accorsero anche i coniugi Jonas, Frankie e Lexi.
-
Oh porca... - sibilò la rossa accorrendo verso Joe, che stava
tentando di nascondere il labbro gonfio a sanguinante. - Cosa. E'.
Successo?
Joe
tentò di prenderle la mano per tranquillizzarla, ma la ragazza
lo scansò e continuò a fissarlo terrorizzata.
-
Ora, Joseph! - strillò, presa dal panico.
Il
mezzano sbuffò e iniziò a raccontare, mentre Denise gli
girava intorno preoccupata e Paul Senior faceva altrettanto con Nick
e Kevin.
-
Lo denuncio! - proferì infine il reverendo, riferendosi a
Matt, paonazzo. - Passerà la vita in galera!
Maryl
era stata letteralmente assediata dalle sorelle spaventate, che
continuavano a domandarle se stesse bene, se avesse bisogno di
qualcosa, se voleva che chiamassero qualcuno, qualsiasi cosa, ma si
calmarono ben presto vedendo che la sorella stava bene e sorrideva a
Kevin, che non le aveva lasciato la mano neanche un'istante.
-
Mamma – disse infine questo, - le ragazze possono dormire da
noi?
Denise,
che si stava affaccendando intorno al diciannovenne, si voltò
verso il maggiore e gli fece un seppur piccolo sorriso.
-
Certo – annuì, - se per vostro padre non è un
problema... - l'attenzione si puntò tutta verso all'uomo, che
accettò di buon grado.
-
Io quello lo ammazzo! - esclamò felice Frankie riferendosi a
Matt, del tutto fuori luogo all'argomento del momento.
-
Io ti aiuto – sibilò il maggiore, stringendo ancora più
forte la mano della ragazza bionda al suo fianco.
-
Non pensateci nemmeno – li rimproverò Denise, per poi
rivolgersi alle ragazze Campbell. - Ragazze, abbiamo solo una camera
degli ospiti, però, quindi non so come possiamo organizzarci
per la notte.
Una
luce attraversò gli occhi di Kevin.
-
Ma mamma, Maryl può dormire con me!
-
Kevin... - si lamentò Paul Senior a sentire la proposta del
figlio maggiore, - non mi sembra appropriato che tu dorma con una
ragazza e...
-
Oh, papà, non sono così debole alla tentazione, sai? E
poi intendevo che Maryl può dormire nel mio letto, mentre io
se ho sonno dormo sul divano – spiegò il ventunenne.
Alla
parola “divano” Maryl intervenne, un conto era se dormiva
insieme, un altro se lui rinunciava al suo comodo letto solo per lei!
-
Kevin – si intromise, - non è assolutamente necessario.
-
Sì, invece – ribatté secco. - Qualcuno ha
qualcosa in contrario?
Le
gemelle Campbell si scambiarono un'occhiata, figurarsi se loro
avevano qualcosa in contrario! Joe sembrava tentato a dire qualcosa,
forse che voleva che Lexi dormisse con lui, mentre Nick scosse la
testa, osservando Maggie.
I
coniugi Jonas sospirarono e scossero la testa.
-
Benissimo – annuì il maggiore. - Tesoro, andiamo, hai
bisogno di riposo.
Maryl
si lasciò trascinare con piacere ed ebbe a malapena il tempo
di sentire Denise che diceva che Lexi e Maggie potevano dormire
insieme nel lettone nella camera degli ospiti, prima di trovarsi in
camera di Kevin.
E
ti amo ti amo davvero
ti
amo ti amo lo giuro
(Ti
amo; Marco Masini)
-
Un'irresponsabile, ti dico, irresponsabile! - sbraitò Maggie
camminando avanti e indietro per la camera di Nick, mentre lui la
guardava da seduto sul suo letto, tenendosi un sacchetto pieno di
ghiaccio sull'occhio nero.
-
Maggie... - iniziò, per poi zittirsi di fronte all'occhiata
della ragazza.
-
Come hai potuto farm...volevo dire fare una cosa simile? -
chiese lei, correggendosi all'ultimo prima di dire farmi. - Potevi
farti male sul serio!
-
Ascolta, io...
-
Ascolta niente, Nicholas, mi hai fatto perdere vent'anni di vita
andando lì in questo modo! - disse lei, paonazza.
Nick
la fissò, era così bella quando si arrabbiava, anche se
sapeva che in quel momento non era arrabbiata, ma solo preoccupata.
-
Dovevo farlo – disse il sedicenne.
-
Nessuno ti obbligava! - strillò con voce acuta lei. - Maryl è
mia sorella, dovevo andare io!
-
No – disse subito Nick, alzandosi, - tu non dovevi andare,
assolutamente!
Lei
lo fissò stupita, fermandosi all'improvviso, non si aspettava
una reazione così brusca.
-
Non dire mai più una cosa simile – sussurrò Nick,
fissandola. - Ti prego, non farlo, tu non devi mai farti del male,
okay?
Maggie
annuì con forza circa cinquecento volte, per poi fermarsi dato
che le faceva male il collo.
-
Comunque continuo a credere che il tuo sia stato un gesto da vero
irresponsabile – continuò, quando il cantante si fu
fermato. - Insomma avresti potuto farti male sul serio, sei un
miracolato! Guarda Joe, anche lui è stato fortunato rispetto a
quanto sarebbe potuto succedere!
Nick
si trattenne appena dall'alzare gli occhi al cielo, qui non la
smetteva più di parlare. Insomma, le aveva ripetuto
all'infinito che stava bene, che non doveva preoccuparsi e quel che
riceveva in cambio era una ramanzina, ma vi pare giusta la vita?
-
Dovevamo chiamare la polizia, sono stupita che questa idea non sia
venuta a te, Nicholas – continuò imperterrita. - Avremmo
risparmiato occhi neri e labbri rotti a te e a Joe!
Il
sedicenne si concentrò sui suoi occhi colore del muschio;
avevano una strana luce, soprattutto quando incrociava il suo
sguardo: era bella. Tutto qui. Ma era bella in un modo particolare,
lo era perchè credeva di non esserlo, perchè era
insicura e si muoveva goffa nel mondo, perchè aveva una voce
dolce e timida, perchè le sue guance arrossivano quando faceva
una domanda che riteneva inopportuna, perchè era lei.
Maggie
continuava a parlare e a camminare avanti e indietro per la stanza,
quando alla fine si fermò davanti a Nick e disse quelle otto
parole che attirarono di nuovo la sua attenzione e che gli rimasero
impresse nella mente per il resto della sua vita.
-
E poi io come facevo senza di te?
Detto
questo arrossì di nuovo, sembrava quasi si volesse rimangiare
le parole, e rimase ferma, il viso basso a vergognarsi di quello che
aveva detto.
Nick
la guardò stupito e la guardò con ancora più
attenzione di prima, finché non lasciò sul letto il
sacchetto pieno di ghiaccio, si alzò e la abbracciò.
Rimasero
in quella posizione per tanto tempo e nessuno dei due seppe mai se
per cinque minuti o per un'ora, sapevano solo che erano stretti l'uno
all'altra.
Nick
sentiva le parole premere per uscirgli dalla bocca e dire tutto
quello che provava per lei, era il momento adatto, no? Erano soli,
abbracciati, le bocche a pochi centimetri l'uno dall'altra, perchè
rimandare?
-
Maggie... - iniziò Nick abbassando lo sguardo per fissarla
negli occhi.
Lei
lo guardò e le loro bocche quasi si sfiorarono, entrambi erano
rigidi e sapevano che stava per succedere qualcosa.
Erano
ancora stretti nel loro dolce abbraccio, quando Nick riprese a
parlare.
-
Maggie, io credo che...
La
porta si aprì in quell'istante, rivelando una Denise in
camicia da notte avvolta in una vestaglia che li fissava stupiti, un
piccolo sorriso che le illuminava la faccia e un lieve rossore che le
imporporava le guance.
-
Oh, scusate – si scusò, - ho interrotto qualcosa?
Ecco,
la classica frase da film, certochehaiinterrottoqualcosamanonvedi?!
-
Ehm, no! - scattò Maggie staccandosi a malincuore da Nick e
rassettandosi il vestito.
Sì
sì sì sì sì, pensò
invece con rabbia repressa.
Nick
stava sopportando in silenzio l'interruzione della madre e si
limitava a guardarla facendole gli occhi grandi da cucciolo
abbandonato.
-
Sono venuta a darti una camicia da notte – spiegò per
scusarsi Denise rivolgendosi a Maggie e l'appoggiò sul mobile
accanto alla porta. - Beh, buonanotte! - e se ne andò
chiudendosi la porta alle spalle.
Nick
sospirò, ormai la magia era scomparsa, non poteva dire a
Maggie i suoi sentimenti.
Lei
sembrava pensarla allo stesso modo, perchè si sedette sul
letto e prese il ghiaccio fra le mani.
-
Forza, vieni qui – disse lei facendolo un lieve sorriso, - te
lo metto io il ghiaccio sull'occhio.
Nick
le ubbidì e si sedette docile al suo fianco e lei gli misi il
sacchetto sull'occhio ferito.
Maggie
non toccò neanche la camicia da notte quella sera, rimase
tutta la notte seduta sul letto accanto a Nick, a medicarlo, a
parlare con lui e ad amarlo, senza che lui lo sapesse.
Ovunque
tu stara, ehi, ti starò affianco
(Ti
starò affianco; Mondo Marcio)
-
Ahi, ahi, ahi, Lexi, Lexi tesoro, mi fai male! - si lamentò
Joe fissando la rossa con aria truce.
-
Oh, scusa, - disse lei e pigiò un po' meno forte sul labbro
gonfio e rosso del ragazzo, sorridendogli. - Sai, sei stato molto
coraggioso questa sera.
Joe
la fissò con aria perplessa, si aspettava una sfuriata degna
di sua madre per la sua irresponsabilità, sulla sua stupidità
e che se rifaceva una cosa simile niente baci per una settimana e
invece riceveva questo? Mmmh, doveva rischiare la vita più
spesso!
-
Davvero? - domandò stupito.
-
Certo – annuì lei con un sorriso, - hai rischiato i tuoi
connotati per mia sorella. E intendo i tuoi amati connotati,
considerando quanto è gonfio questo labbro non potrai farti
fare foto per le prossime due settimane!
Joe
si paralizzò: niente foto per due settimane? Un incubo...
-
No! Davvero? Ma non esiste, che so, la chirurgia plastica? - Joe era
nel panico.
La
rossa gli fece un sorriso.
-
Tesoro, la chirurgia plastica per così poco? E comunque, dai,
non potrai farti vedere in giro per qualche tempo, non è così
grave! - sì, si stava decisamente divertendo.
-
Ma... perchè?
-
Oh, ma hai idea di quello che faranno le tue fans quando sapranno che
sei sfregiato? Insomma, molte ti seguono unicamente per la tua
immagine, e una ferita simile – fece una smorfia, - beh, i
Jonas Brothers avranno una fine!
Joe
la trafisse con i suoi occhi scuri, fiutando lo scherzo.
-
Non farmi più prendere infarti simili, potrei morirti –
spiegò lui con una smorfia di dolore.
-
Altrimenti che fai? - lo sfidò Lexi.
-
Beh, potrei farti tante cose, mio fiore di primavera –
disse Joe, con un sorrisetto malizioso.
Lexi
grugnì, offesa.
-
Detesto quando fai così, Joseph.
-
Eh, lo so, bocciolo – rise il diciannovenne.
-
No, ti prego, tutto ma non chiamarmi come il padre di quella tizia
con la faccia da oca in quella serie tivù da strapazzo! -
sbraitò lei.
-
Miley?
-
Non nominare il suo nome – disse tutto d'un fiato la rossa,
poggiandogli un indice sulla bocca, - non la sopporto.
Joe
annuì di fretta e la sua ragazzo lo lasciò andare,
tornando a mettergli il ghiaccio sulla ferita.
-
E pensare che dovrebbe essere Maggie ad odiarla – commentò
il diciannovenne.
-
Beh, invece la odio io, quella oca, ma l'hai vista? Insomma con
quella dentatura cavallina e il viso da Miss So Tutto Io, non riesco
a credere che sia così adorata – sbuffò la
sedicenne.
-
Considerando il fatto che Nick ha fatto un tira e molla continuo con
lei per due anni direi di conoscerla abbastanza bene, anche se penso
che ora si sia un po' montata la testa, pensa che prima era
addirittura simpatica! - annuì Joe, solenne.
-
Ma fammi il piacere – disse Lexi e un silenzio amichevole calò
su di loro.
Joe
la fissò con attenzione e ammirò la sua concentrazione
mentre tentava di non fargli male, mordendosi il labbro inferiore.
-
Allora, dottoressa, dice che vivrò? - chiese lui.
-
Oh, non posso esserne sicura – commentò lei, con un
sorriso che le increspava le labbra, - direi che posso concederle sei
mesi di vita, poi dovrò farle un altro controllo, signorino.
-
Come vuole, dottoressa – disse lui, - perchè non prova a
fare una nuova terapia? Ho sentito che è molto efficace.
-
Ah sì? E quale sarebbe? - chiese lei, posando sul tavolo della
cucina il ghiaccio.
-
Mmmh, mi dovrebbe dare un bacio.
-
Un bacio? Ma non è professionale, signorino – ribatté
debolmente ridendo Lexi.
Joe
le prese il viso con decisione ma allo stesso tempo con dolcezza.
-
Che vada a farsi benedire la professionalità – sussurrò
e posò le sue labbra su quelle della ragazza. Lei rispose con
passione, premendo forte sulla bocca di Joe, finché non lo
sentì gemere.
-
Scusa, scusa – disse mordendosi un labbro.
Il
vocalist scosse la testa, non curante e le diede un altro rapido
bacio come per dirle che non era nulla, poi diede un'occhiata
all'orologio al suo polso.
-
Si è fatto tardi – constatò – e io sono un
po' stanco.
Lexi
balzò giù dalla sedia e gli prese la mano.
-
Okay, a nanna allora, signorino.
-
Oh, la mia dottoressa ora è anche una governante? - chiese lui
ricambiando la stretta.
-
Certo, più lavori si fanno più si guadagna! - commentò
lei, mentre si dirigevano al piano superiore.
Il
diciannovenne la fissò divertito, finché non si
trovarono davanti alla porta della camera di Kevin, socchiusa.
Senza
una parola il diciannovenne si accostò alla soglia e spiò
all'interno della stanza: Kevin accarezzava i capelli di Maryl,
mentre questa dormiva nel suo letto.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** She's Emma ***
Ragazze,
ieri
ho passato una serata fantastica con la mia migliore amica a parlare
di cose serie, miracolo! Del genere “dicono che nel 2012 la
Terra esploderà!”, “Secondo me i vampiri esistono.
E i licantropi per te?”, “Ma no! I licantropi no! Ehi,
Sere hai mai sentito parlare dell'Area 51?”. Prenoterò
una camera per due nel manicomio più vicino!
Coooomunque,
che vi sto ad annoiare? Beh, vi è piaciuto lo scorso capitolo?
Non vi preoccupate per i Mick, (che nello scorso capitolo ho fatto
dannare!), la vostra pazienza verrà presto ricompensata!
Avverto
che questo capitolo non mi piace affatto, ma non sapevo proprio come
migliorarlo. Scusate!
nes95:
eh eh, già che novità per te lo scorso capitolo. Ma
come, non sapevi che il mio adorato
ha un cane, il caro dolce Elvis? Mi vergogno di te *scuote la testa
contrariata*, dài scherzo! Un bacione!
Niki_CuLLen:
ehi, ciao! Certo che farò il seguito, ma lo scorso capitolo,
come vedi, non era l'ultimo, ne mancano ancora una decina, credo,
alla fine. Ora scoprirai che, dopo Denise, ci saranno altri
problemini per i Mick! Un bacione!
ada12:
dopo Denise ci saranno altri problemi per i Mick! E sì, sono
perfida, ma con precisione sono sadica!! Muahhahahahhaa!! Un bacione!
annina94:
se Nick non le ha tirate fuori prima le palle ora non potrà
farlo per un po'!! Eh eh, scoprirai tutto leggendo questo capitolo.
Io essere crudele! Un bacione! mione94: oddio mi dispiace che tu
non sia riuscita a studiare storia, ma sono felicissima di tutti i
tuoi complimenti, del fatto che lo scorso capitolo sia il tuo
preferito e che ti sia piaciuto!! Io ti adoro e non vedo l'ora che tu
aggiorni la tua fanfic che personalmente amo!! Un bacione!!
coco2:
sono onoratissima della tua recensione lunghissima!! Per Nick e
Maggie ci siamo quasi, ma ci saranno altre complicazioni. Lo so che
continuo a ripeterlo ma tempo al tempo... cavolo, potrei diventare
una filosofa! Non vedo l'ora di incontrati, 3 Novembre 4ever!! Un
bacione!
Melmon:
non ci sono parole per dire quanto adoro le tue recensioni! Sì,
Kev è talmente preso da Maryl da non voler farsi vedere il
ginocchio, hai notato che era preoccupatissimo per la bionda e
insisteva che la controllassero al più presto? Ecco, perchè
non si è fatto controllare il ginocchio. Un bacione!
jeeeeee:
tu non sai quanto adoro i tuoi complimenti, le tue recensioni...
adoro tutto di te!! Sei fantastica!! Eh sì, il mio intento di
farti venire un infarto è riuscito! Ci saranno altri problemi
per i Mick... Un bacione!
DarkViolet92:
grazie di tutto, ti adoro, sul serio! E poi non vedo l'ora che
aggiorni la tua fanfic che personalmente adoro. Un bacione!
jonas_princess:
grazie di tutto! Sono pienamente daccordo con te, Matt a morte! Ha
fatto del male ai nostri adorati!! Un bacione!
MeneguzzinaJonassina:
grazie per tutti i complimenti, non sai quanto mi fanno piacere!! Sul
serio è una delle poche fanfic che preferisci?? Graaaaaaazie
*.* Spero che apprezzerai anche questo capitolo. Un bacione!
Giulietta24:
ci hai azzeccato, i guai non sono mica finiti, eh no!! Non ti
preoccupare, il viso di Joe tornerà quello che tutti
conosciamo. Un bacione!
JonasBrothersFan:
prima di tutto sono contenta che questa storia ti piaccia, non sai
quanto mi fanno piacere i tuoi complimenti!! Davvero potrei scriverci
un libro? Io ne starei già scrivendo uno (e mia zia mi
combinerà un incontro con la Mondadori *.*) e spero che me lo
pubblicheranno... Cooooomunque, non sono arrabbiata con te, figurati,
anche a me a volte capita di non voler recensire una capitolo perchè
non ho voglia. Non vedo l'ora di conoscere te ed Eleonora. Un
bacione!
Capitolo
24. She's Emma
-
Kevin, dio, sto per avere una crisi isterica, mi vuoi lasciare in
pace un secondo che dico sia uno? - sbraitò Maryl, scansando
il suo ragazzo con una mano.
Il
ventunenne la fissò, ferito, non gli aveva mai risposto così
da quando stavano insieme e il fatto che l'avesse fatto lo
spaventava.
-
Voglio solo proteggerti – disse lui, senza tentare di
riprenderle la mano.
-
So farlo benissimo da sola! - strillò lei. - Kev, ora sto
bene, hai capito o no? Sto bene, Matt è in prigione e ci
resterà per svariato tempo perchè devi
starmi attaccato in questo modo? Amo la tua compagnia, ma quando mi
stai così appiccicato mi verrebbe voglia di tirarti uno
schiaffo!
Il
ragazzo, giusto per precauzione, si allontanò da lei di un
passo e continuò a fissarla con i suoi occhi verdi.
-
Ma credevo che ti facesse piacere – tentò di difendersi.
Maryl
sbuffò e gli si avvicinò, l'espressione più
addolcita.
-
Tesoro mio, mi piace che tu stia con me, mi fa solo piacere, ma
difendermi in questo modo, ovvero minacciare di denuncia per molestia
un uomo solo perchè mi ha chiesto che ore sono è una
cosa esagerata! - disse lei, accarezzandogli una guancia.
Kevin
sospirò, le prese con dolcezza la mano che gli aveva
appoggiato sul viso e la baciò, per poi lasciarla andare.
-
Sono passati solo quattro giorni – sussurrò lui, come
difesa.
Maryl
sorrise.
-
Beh, pensa che fra dieci giorni esatti sarà il nostro primo
anniversario, così è più semplice.
Lui
la fissò con una luce nuova negli occhi.
-
Hai ragione – sussurrò. - Bene, cosa ti devo fare per
dimostrarti che mi fido a lasciarti andare in giro da sola?
La
bionda fece come per pensarci su, mordendosi un labbro per la
concentrazione, infine la sua bocca si aprì in un largo
sorriso e guardò ammiccante il suo ragazzo.
-
Shopping! - esclamò.
-
Shopping? Tu? Da sola? Per tutta la città? No! - esclamò
il ventunenne.
-
E dai! Ti giuro che se succede qualcosa mi potrai stare attaccato
tutto il tempo che vuoi quando vuoi, ma ti preeeeego – gli fece
gli occhi grandi.
Kevin
la fissò. Il livido intorno al collo era stato coperto con un
foulard rosa e quello sulla guancia era sparito sotto strati e strati
di sotto tinta. Per il resto stava bene, anzi l'avvenimento sembrava
averla a mala pena toccata, ma lui sapeva che stava mascherando i
suoi veri sentimenti.
-
Se ti succedesse qualcosa io non saprei cosa... - iniziò, ma
la ventenne gli poggiò un dito sulle labbra.
-
Shh, non ti preoccupare – e lo baciò.
Kevin
rispose al bacio, nervoso, sapeva di aver perso la battaglia.
-
Va bene – disse infine, - ti concedo di andare in giro a fare
compere.
-
Sì! - esultò lei.
-
Ma...
Ma?
Da quando c'erano dei ma?
-
Dovrai chiamarmi una volta ogni trenta minuti e non trentuno, trenta,
chiaro? E ti voglio a casa per... che ore sono? Sono le tre, diciamo
le sette, orario in cui sarò davanti al portone di casa tua ad
attenderti, okay? - spiegò lui, con un lieve sorriso.
Maryl
lo fissò con la bocca lievemente aperta e gli occhi fuori
dalle orbite. Ma era impazzito?
-
Tu sei pazzo! Quattro ore per fare shopping? Io ho bisogno minimo di
sei ore buone! Mi devo girare tutta Los Angeles, caro mio, e a piedi,
in quattro ore avrò fatto solo un paio di chilometri
considerando quanti vestiti provo in un negozio e quanto sto a
fissarmi per decidere se prenderli o no! - sbottò.
Kevin
le rubò un altro bacio, prima di lasciarla sola.
-
Alle sette, tesoro, ti aspetterò! - urlò mentre se ne
andava.
-
Kevin!
Sincerità,
adesso
è tutto così semplice
(Sincerità;
Arisa)
-
E' in ritardo – constatò Nick, dando una breve occhiata
all'orologio posto sopra di lui.
-
Lo so – annuì Joe, bevendo l'ennesimo sorso di
aranciata.
-
Lui non è mai in ritardo – continuò il sedicenne.
- Che dici, si sarà perso di nuovo?
Joe
scosse la testa e riempì nuovamente il bicchiere con un gesto
meccanico, era il secondo litro di aranciata che beveva.
-
Nah – disse, - starà seguendo Maryl come una cozza per
tutta Los Angeles, sarà qui fra una mezzora se siamo
fortunati.
Il
sedicenne guardò il fratello diciannovenne e sbuffò.
Mezz'ora? Erano a posto...
-
E che diciamo al regista? Le riprese dovevano essere iniziate trenta
minuti fa! - sbottò. - Glielo vado a dire.
-
Okay – annuì il diciannovenne bevendo un altro sorso
della bibita. Ma non era pieno?
Il
sedicenne tornò poco dopo, un'espressione poco gradevole
dipinta sul volto; l'occhio nero si era sbiadito grazie alle cure
apprensive di Denise e ora sparito grazie alla truccatrice.
Per
Joe il labbro non era più gonfio, ma ancora rosso e con una
crosta su tutto il labbro inferiore, anch'essa nascosta dalla
truccatrice, che abile che era quella donna!
Nick
si passò una mano fra i capelli e diede un'altra breve
occhiata all'orologio.
Sospirarono
in contemporanea e Joe bevve un altro sorso di aranciata.
-
La smetti? - chiese il sedicenne nervoso. - Mi dà sui nervi.
Il
diciannovenne lo guardò storto.
-
Ti dà fastidio il fatto che io beva dell'aranciata?
-
Sì! - esclamò l'altro, irritato.
Joe
lo squadrò da capo a piedi e, una volta poggiato su un mobile
il bicchiere semi vuoto, lo fece sedere con la forza sulla sedia
dietro di lui.
-
Che hai? - domandò il mezzano.
Nick
lo fissò e scrollò le spalle.
-
Niente.
-
Certo, e io sono Micheal Jackson!
-
Salve Jecko! Ma lei non era morto?
-
Nicholas! Sii serio, lo sono io, dovresti esserlo anche tu! - sbraitò
Joe. - Avanti racconta.
Il
sedicenne lo fissò, dapprima indeciso, poi fece un sospiro.
-
Ho quasi detto cosa provo a Maggie – disse.
Joe,
che aveva recuperato il bicchiere per un ultimo sorso, si mise a
tossire convulso.
-
Tucosahaifatto? - disse tutto d'un fiato, prima di tornare a tossire,
Nick gli diede una pacca sulla schiena.
-
Gliel'ho quasi detto – sussurrò, - le nostre bocche
erano così vicine, Joe, talmente vicine. Sentivo il suo
profumo ed eravamo abbracciati, ci tenevamo stretti... - il viso di
Nick era una maschera pacifica.
-
E perchè non l'hai fatto? - chiese il diciannovenne,
ripresosi.
-
Mamma è entrata in camera – spiegò il minore con
una smorfia.
-
Nooo! Non ci credo! Ecco perchè in questi ultimi giorni ti
tratta come una principe, ha interrotto il grande momento! E Maggie
come l'ha presa? - disse Joe.
Nick
storse la bocca.
-
E' arrossita come al solito, sembrava un peperone, e ha smesso di
abbracciarmi.
-
E poi?
-
Da quando sei così pettegolo?
-
Da sempre. Dai, dicevi?
Il
sedicenne alzò gli occhi al cielo e continuò la sua
storia.
-
L'atmosfera era stata ammazzata dall'arrivo di mamma, quindi non le
ho detto nulla, però ci siamo seduti sul letto e lei mi ha
messo il ghiaccio sull'occhio e abbiamo parlato tutta la notte –
sorrise. - E' stato così bello... certo se mamma non fosse
entrata sarebbe stata tutta un'altra storia! Ecco perchè sono
nervoso, Joe, c'eravamo quasi, c'eravamo quasi!
Il
diciannovenne osservò per qualche istante il fratello minore e
percepì la sua sofferenza, il suo nervosismo e fece per dire
qualcosa, qualsiasi cosa, ma fu interrotto dall'arrivo di Kevin.
-
Eccomi! - esclamò il ventunenne, facendo capolinea. - Scusate
il ritardo, ho accompagnato Maryl in centro e ho incontrato traffico.
- Novità?
-
Ti diremo tutto a casa – disse Joe, voltando la testa verso il
ritardatario. - Muoviti a cambiarti che il Boss vuole farci conoscere
la nostra nuova guest star.
Kevin
ubbidì e sparì.
Per
i Jonas Brothers il Boss era il regista, non aveva un nome di
battesimo, era solo il Boss e questo gli piaceva, a suo parere gli
dava un'aria importante.
Poco
dopo Kevin fece ritorno, vestito per la scena di Jonas
che dovevano girare quel giorno e tutti e tre insieme si diressero
verso il set cinematografico.
-
Ragazzi! - esclamò il Boss, vedendoli. - Kevin, alla buon ora!
Ci hai fatto aspettare troppo, ora dobbiamo recuperare il tempo
perso, quindi bando alle ciance, dov'è Emma? Steve! Cercami
Emma! Ma dov'è quella benedetta ragazza? Ah, voi avete
imparato il copione a memoria, vero? Oggi non possiamo sprecare
troppa pellicola e soprattutto tempo. Steve, ti ho detto di trovarmi
Emma!
Il
Boss non era una persona cattiva, anzi al contrario era buonissimo,
ma era un regista e in quanto tale aveva nel DNA il bisogno di
organizzazione e puntualità.
Steve,
invece, era un ragazzo ventiquattrenne che era stato assunto per fare
qualsiasi cosa volesse il regista. Il Boss voleva un cavallo con la
criniera color arcobaleno? Steve doveva trovare il cavallo con la
criniera arcobaleno.
Poco
dopo Steve comparve portandosi dietro una ragazza magra, dai capelli
castani e lisci, il viso da bambina e un grosso sorriso sul volto.
-
Ragazzi, lei è Emma Roberts – spiegò il Boss.
-
Chi?! - chiesero all'unisono i tre ragazzi; Emma Roberts? La nipote
di Julia Roberts? Avevano capito bene?
-
Emma Roberts, ragazzi, su, sveglia e muovetevi a conoscervi che fra
tre minuti si gira! - esclamò il Boss e se ne andò
sbraitando a destra e a manca.
Emma
lo seguì con lo sguardo fino a un certo punto, poi si voltò
verso i Jonas e fece loro un sorriso ampio.
-
E così, voi siete i Jonas Brothers – disse. - Piacere,
Emma.
I
tre ragazzi si presentarono, sorpresi della sua calma.
Si
fissarono per un'istante, dopo essersi stretti la mano, poi lei non
ce la fece più e li abbracciò uno per uno.
-
Non sapete quanto sia felice di conoscervi! - strillò. - Vi
adoro! Siete fantastici! Got Me Going Crazy è
geniale!
Ora
sì che la riconoscevano! Joe, Kevin e Nick sapevano che Emma
era una loro fan e si aspettavano una reazione simile.
-
Oh, beh, grazie – disse Nick, imbarazzato.
Emma
gli sorrise e lo abbracciò di nuovo.
-
Oddio, crederete sia pazza – disse, lasciandolo, - scusate è
che sono così emozionata! Spero di conoscervi meglio, mi fermo
qui un paio di settimane, poi vado in Costa Azzurra per un film che
girerò presto, e... - avrebbe continuato volentieri, se non
fosse stato che il Boss venne da loro a passo di carica, li afferrò
tutti e li spinse verso il set per iniziare le riprese, Chealse
Staub, l'ex ragazza di Joe nonché sua attuale amica li stava
aspettando lì e li salutò con un gesto della mano
concitato.
-
Questa è la parte in qui Chelsea presenta la sua nuova amica,
Donna, ovvero la nostra Emma. Ragazzi, siate espressivi; Chelsea
cara, trasmetti emozioni e Emma recita come solo tu sei fare, okay?
Pronti? Tre... due... uno... azione!
Sorprendimi
e con carezze proibite
dolcissime
amami
(Sorprendimi;
Stadio)
Lexi
stava mettendo l'ultima carta sul suo fragilissimo castello fatto con
le carte da gioco di Uno e fece un respiro profondo, era lì da
un'ora a fare quella maledetta cosa, doveva farcela, non fallire,
solo farcela.
-
Lexi, senti, ho un'idea per il compito di scienze che dobbiamo fare
per domani e... - disse Maggie, entrando nella camera della sorella
senza bussare, troppo concentrata a leggere i fogli che aveva in
mano.
-
Non chiudere la... - cercò di dirle la rossa, ma troppo tardi,
Maggie aveva già sbattuto la porta dietro di sé e il
castello di carte era andato a farsi benedire.
La
mora fece un'espressione mortificata e iniziò a sparare scuse
a destra e a manca, con anche la promessa di ricostruirlo.
-
Lascia stare – sbuffò Lexi, - piuttosto tu mi devi
ancora raccontare una cosa.
Maggie
alzò lo sguardo sulla sorella.
-
Cosa?
-
Sai cosa – lo sguardo di Lexi non ammetteva repliche. - La sera
in cui abbiamo dormito a casa Jonas tu non sei venuta a letto e il
giorno dopo eri svegli per miracolo, avevi certe occhiaie... Cosa hai
fatto per tutta la notte? Okay che anch'io ho dormito poco perchè
ero preoccupata per Maryl, ma tu proprio non ti sei fatta vedere.
Maggie
abbassò il capo, arrossendo fino alla punta delle orecchie e
balbettò parole incoerenti che riguardavano “una notte
insonne”, “che non era stanca”, “c'era Nick
che le stava facendo compagnia” e che, putacaso, “si era
quasi baciata con il suddetto cantante.
-
Tu COSA? - gridò Lexi balzando in piedi e afferrandole le
spalle con forza. - E non me l'hai detto? Ti sei tenuta questo
segreto per quattro giorni?
Maggie
distolse lo sguardo dalla gemella e sorrise impercettibilmente; certo
che non glielo aveva detto e, anche se un po' se ne pentiva, aveva
fatto bene, quella splendida notte con Nick era un segreto suo e
voleva coccolarselo ancora un po' prima di rivelare il tutto alle due
sorelle.
-
Maggie, tu hai quasi baciato Nick Jonas? Vuoi dire che si stava
dichiarando dopo quanto? Due mesi che ti viene dietro? - disse Lexi e
Maggie alzò lo sguardo su di lei, impallidita all'improvviso.
-
Cosa hai detto?
-
Ho detto che Nicholas Jerry Jonas ti sbava dietro come un San
Bernardo da mesi! - sbraitò la rossa.
Ci
volle qualche istante perchè la mora apprendesse la notizia,
la elaborasse, comprimesse la furia omicida scatenata dentro di lei e
rispondesse.
-
Come fai a saperlo?
-
Oh, avanti, si vede lontano un miglio – sbottò la
gemella tutta pepe. - Vuoi dire che non te neri accorta?
Maggie
fissò Lexi con rabbia repressa che tentò di ricacciare
indietro e, dopo qualche istante, ci riuscì.
-
No – mormorò e solo allora comprese tutti i gesti di
Nick che lei aveva scambiato solo per amichevoli mentre, allora,
erano d'amore. Come quella volta che l'avevo chiamato dopo che suo
padre era partito e l'aveva consolata, tutte quelle volte in cui si
era dimostrato disponibile per farla piangere sulla sua spalla, i
suoi consigli, le sue parole...
Lexi
le lasciò le spalle e se ne tornò a sedere, mettendosi
a costruire di nuovo il castello di carte con aria da depressa.
-
Beh, è così ed è meglio se vi dichiarate al più
presto altrimenti vi costringo io e non scherzo! - disse, dopodiché
si richiuse nel suo silenzio.
Maggie
uscì in silenzio dalla stanza e come un'automa si diresse
verso la sua camera illuminata dal sole primaverile.
Si
lasciò cadere sul letto e diede una breve occhiata alla
sveglia accanto a lei, posta sul comodino.
Erano
le tre e mezza, quindi i ragazzi dovevano essere alle riprese di
JONAS, ma un messaggio non uccideva nessuno, un messaggino
piccolo piccolo.
Estrasse
il suo Motorola dalla tasca e scrisse il messaggio.
Ehi
Nick, disturbo? Come vanno le prove?
Lo
inviò e praticamente si mise in ginocchio a pregare in una
risposta, qualunque essa fosse.
Una
musichetta preimpostata l'avvertì che le sue preghiere erano
state ascoltate.
Figurati,
non disturbi, stiamo facendo una pausa di 5 minuti, Joe si è
incastrato con la testa nel parapetto della scala che c'è qui
e stanno tentando di tirarlo fuori. Tu?
Scoppiò
a ridere divertita, povero Joe, capitavano tutte a lui!
Ma
dai, povero Joe! Salutamelo! Comunque io tutto bene, stavo studiando
fino a poco tempo fa.
Non
le ci volle molto che quell'angelo di Nick le rispose.
Cosa?
Ti
interessa davvero?
No,
ma fa niente, tanto per avere una conversazione.
Sorrise
e digitò i tasti con forza, scrivendo e cancellando quando le
sue frasi le sembravano troppo smielate.
Scienze.
La odio. Dopo ci vediamo?
-
Dì di sì, dì di sì – supplicò
Maggie ad alta voce.
Non
posso, scusa, la nuova guest star ci vuole conoscere meglio e usciamo
con lei per “socializzare”, non ne ho affatto voglia...
Ti va di raggiungerci?
Notare
questa ultima frase con attenzione, Nick ha scritto “ti”,
non “vi”, quindi l'intervento di Lexi e Maryl non è
stato richiesto.
-
Ma certo che sì! - esultò la mora e scrisse la sua
risposta con un sorriso che partiva da un orecchio all'altro.
Certo,
va bene, dove?
Ti
vengo a prendere io davanti a casa tua alle sette. Hanno liberato
Joe, devo scappare perchè se il regista mi becca a messaggiare
mi trincia e mi dà da mangiare al suo cane, a dopo! Salutami
le altre!
Okay,
lo farò, a dopo!
Fece
un sospiro felice e si strinse il cellulare al petto. Passava lui
a prenderla, magari era anche solo e...
Erano
le tre, fra quattro ore l'avrebbe incontrato. Si avvicinò con
passi lunghi e svelti al proprio armadio e lo aprì per dare
un'occhiata.
Jeans,
jeans, jeans, tuta, jeans, gonna da nonna, jeans, gonna da mare,
jeans... ma non aveva una gonna normale?
Alla
fine dalle profondità più oscure dell'armadio estrasse
una gonna in, ovviamente, jeans e una camicetta carina di seta rossa.
Quattro
ore e l'avrebbe visto.
E
consolata da quel pensiero si buttò sotto la doccia.
La
gelosia
più
la scacci e più l'avrai
(La
gelosia; Adriano Celentano)
Maggie
era seduta sui gradini del porticato davanti a casa sua, le gambe
strette e le braccia incrociate, mentre con gli occhi guardava la
strada sperando che comparisse una Mustang scura.
Era
seduta lì da dieci minuti e da poco erano le sette, non era
lui in ritardo, era lei in anticipo.
Abbassò
il capo sul cellulare che aveva appoggiato sulle gambe e gli diede
una breve occhiata.
-
Maggie? - domandò una voce femminile e la mora alzò gli
occhi per vedere Maryl, i capelli stretti in una coda e almeno una
decina di sacchetti fra le mani, che la fissava.
-
Maryl – disse la sedicenne, scattando in piedi, - sei tornata.
-
Già – annuì con una smorfia, - sarei rimasta un
altro paio d'ore ma Kevin mi ha ordinato esplicitamente di essere qui
entro e non oltre le sette e, ora che lo noto, è in ritardo,
cioè, insomma, non è puntuale come al solito,
normalmente agli appuntamenti arriva dieci minuti prima dell'orario
stabilito – si sedette sulle scale dove prima c'era Maggie e
l'altra la imitò.
-
Allora, cosa fai sta sera? - domandò la bionda.
-
Oh, Nick mi ha chiesto se volevo uscire con lui, Joe, Kev e una nuova
entrata di JONAS – spiegò, - secondo me Kevin ti
ha chiamato ma non hai visto la telefonata persa.
-
Ma no! L'avrei vista di sicuro, io... - la canzone American Idiot
dei Green Day partì dal cellulare della ragazza, la quale
rispose non appena diede un'occhiata al display. - Ciao Kevin!...
cosa? Sì, sono a casa ma perchè tu...? Ah, con Emma
Roberts, beh capisco, certo... Maggie è qui accanto a me...
sì, okay glielo dico, ovvio, ah ah. Va bene, tesoro, per oggi
te lo concedo, staremo Lexi ed io, vedremo un film insieme... cosa
mangeremo? Ordinerò cinese... sì, ho capito Kevin non
aprirò agli sconosciuti, non sono scema, sai? Sì, anche
io ti voglio bene, a domani tesoro, ciao – sbuffò.
Maggie,
che aveva seguito la conversazione solo per metà, la guardò
perplessa.
-
E' diventato iper protettivo – spiegò la ventenne. -
Comunque Nick sta arrivando, è leggermente in ritardo.
Maggie
annuì, un grosso sorriso che le si tinse sul viso grazioso.
Maryl
la fissò e sorrise, per poi prenderle una mano e stringerla
amichevolmente e dopodiché la abbracciò, felice.
-
Maggie, hai capito di Nick? - osò.
La
sedicenne annuì e arrossì copiosamente, abbassò
il capo e si guardò la gonna di sbieco, mentre nella sua testa
stava cantando di gioia.
-
Oh, sono così contenta! - esclamò la bionda e la
strinse forte.
-
Maryl... non respiro – disse la mora, il fiato mozzo.
Maryl
la lasciò andare e continuò a guardarla, gli occhi
lucidi dalla commozione.
-
No, non ci credo! Stai quasi piangendo – commentò la
sedicenne e la sorella maggiore fece un mezzo sorriso, asciugandosi
una lacrima solitaria che le stava calando lungo il viso.
-
Stai zitta Maggie, - disse, - sono contenta per te. Nick è un
bravo ragazzo e voi siete perfetti per stare insieme, vi siete
trovati nel momento adatto e siete come... due pezzi di un puzzle e
combaciate alla perfezione.
La
mora rifletté su quelle parole e alzò lo sguardo sul
cielo ancora terso sulla sua testa; le piaceva il cielo, soprattutto
di notte, il cielo parlava, a modo suo. Ad esempio le stelle potevano
formare delle immagini che rappresentavano il suo futuro. Solo allora
fece il collegamento: il giorno prima di incontrare Nick aveva
guardato il cielo e aveva visto un ragazzo, insomma la forma di un
ragazzo, poco precisa ma chiara... le stelle le avevano predetto il
suo incontro con Nick.
Un
clacson suonò all'improvviso strappandola ai suoi pensieri;
una Mustang scura si era accostata davanti al giardino di casa sua e
la aspettava.
-
Vado – disse Maggie alla sorella, - a che ora torno?
Maryl
le mise a posto una ciocca di capelli e le sorrise allegra.
-
Oh, beh, diciamo che il coprifuoco scatta nel momento esatto in cui
sarei rientrata in camera – ridacchiò, - hai carta
bianca, torna quando vuoi. Vuoi accettare un mio consiglio, però?
La
mora annuì, confusa, già in piedi, pronta ad andare.
-
La prima mossa falla fare a lui, so che la sta per fare, pazienta –
disse la bionda e rientrò in casa senza un'altra parola.
Maggie
raggiunse la Mustang con un sorriso sulle labbra,
immaginandosi già come sarebbe stato il tragitto con Nick,
solo loro due.
Nick
scese dalla macchina e non appena i loro sguardi si incrociarono i
loro occhi si illuminarono e Maggie abbassò leggermente il
capo; da quando lui aveva fatto la sua quasi rivelazione si erano già
visti un paio di volte e sempre erano stati più gentili del
solito fra di loro, ma con un nuovo imbarazzo.
-
Nick – lo salutò con un sorriso.
-
Maggie – sospirò lui e le diede due baci sulle guance.
La ragazza rimase interdetta per un istante, poi gli sorriso e poggiò
le sue labbra su una sua guancia.
Lui
sorrise, ma all'improvviso si incupì leggermente.
-
Maggie, ti vorrei presentare una persona, Emma Roberts –
annunciò e non appena pronunciò quel nome una ragazza
abbastanza bassa, con i capelli tinti di un rosso scuro simile al
castano e con dei boccoli chiaramente non naturali comparve
all'improvviso con un sorriso finto sulle labbra.
Indossava
un vestitino rosso talmente corto che più che un abito
sembrava una maglietta lunga, il viso pesantemente truccato.
-
Tu devi essere Maggie – squittì e anche lei le baciò
le guance. - Piacere Emma Roberts, ma chiamami Em se vuoi, va bene
così! Come stai? Sei davvero una bella ragazza! Ehi Nicholas,
mi hai detto che era una tua amica, non è che per caso non mi
hai detto tutto?
Ma
cos'era, un vulcano in eruzione? Continuò a parlare per cinque
minuti buoni facendo domande su domande e senza aspettare una
risposta ricominciava con una nuova raffica di quesiti.
-
Andiamo? - propose infine il cantante, interrompendola nel bel mezzo
di un'importante domanda di Emma, o Em: le stava bene quel vestito?
Non era forse troppo lungo?
-
Sì! - esclamò e si sedette comodamente sul posto
anteriore, accanto a quello del guidatore.
Sia
che Nick e Maggie la fulminarono con lo sguardo, ma poi la ragazza si
sedette sul sedile posteriore.
-
Allora, Jackie, hai la patente? - chiese Emma.
-
Maggie – la corresse Nick con un sibilo infastidito.
-
Sì lei.
Maggie
la guardò con aria un po' persa, poi rispose senza guardarla
negli occhi e allacciandosi la cintura.
-
No, la prenderò fra un po', quando avrò tempo –
disse.
-
Ah e quand'è il tuo compleanno? - continuò quella.
-
Il trentun ottobre – spiegò la mora, forzatamente
gentile. - Nick, metti un po' di musica, per favore?
Il
sedicenne annuì e accese la radio alzando la radio, quasi a
coprire la voce di Emma.
-
Come sono andate le prove, Nick? - continuò la mora, ignorando
l'attrice davanti a lei.
-
Oh bene! - rispose Emma, anche se non era stata chiamata in causa. -
Davvero bene! Certo, questo è un ruolo che ho deciso di
interpretare per occupare il tempo, con i soldi che mi hanno dato mi
farò un paio di settimane in un'isola tropicale con tutta la
mia famiglia. Sai che poi farò un film in Costa Azzurra?
Interpreterò una ragazza, figlia di una scrittrice di successo
e di un ex generale di guerra, presa dai problemi degli adolescenti,
tipo droga, alcol, sesso... - rise. - Con quanti ragazzi sei stata?
-
Cosa?! - chiesero allibiti Nick e Maggie in contemporanea.
-
Ah, ho capito, in effetti sei ancora un po' giovane, quanti anni hai?
Quattordici, no? Io ho iniziato alla tua età con un ragazzo
che si chiamava Lucas, o forse era Robert? Non mi ricordo... Vabbè
a Nick non lo chiedo nemmeno – sbuffò, - non l'ho mai
capita questa cavolata dell'anello, sai?
Maggie
sbuffò e Nick, tanto per non ammazzarla, alzò ancora di
più il volume della radio.
Il
tragitto fino al ristorante che Nick, Joe e Kevin avevano prenotato
fu un inferno. Emma continuava a parlare, tanto che dopo dieci minuti
di macchina sia Maggie che Nick avevano un forte mal di testa, ma
Emma non parve farci caso e continuò a raccontare della sua
vita e dei suoi miracoli.
-
Joe! Kevin! - gridò Maggie non appena li scorse e li salutò
con la mano concitatamente.
-
Ma che ti urli? - strillò Emma, sbuffando, e incrociando le
braccia al petto.
Nick
parcheggiò davanti ai fratelli e non appena uscì dalla
macchina li guardò come per dire che gli dovevano molte cose
per l'inferno appena passato.
Maggie
sgusciò fuori dalla macchina e andò a salutare Joe e
Kevin con un cenno timido della mano, e li guardò persa.
Emma
tossicchiò, attirando l'attenzione di tutti.
-
Nick – disse non appena gli occhi del ricciolino si posarono su
di lei. - Non si apre la portiera a una signora?
Il
sedicenne roteò gli occhi e fece come la finta rossa gli aveva
chiesto, ed Emma per ringraziarlo gli posò le labbra su una
guancia.
-
Grazie – sussurrò con voce suadente, poi si avvicinò
ai due Jonas maggiori che la guardavano stralunati.
Maggie
incrociò le braccia e la fissò con aria omicida, era la
prima volta che Nick la vedeva con quell'espressione in volto e in
quel momenti decise di intervenire e le si avvicinò,
sfiorandole un braccio con una mano.
-
Ehi – disse, - tutto okay?
Maggie
sospirò e annuì; non doveva dire che era gelosa, non
doveva dire che, se avesse potuto, avrebbe strangolato Emma in quel
momento, no, non doveva dirlo.
-
Dobbiamo parlare, dopo – spiegò il sedicenne in un
orecchio della ragazza.
La
sedicenne annuì, rabbrividendo a quel contatto e le fu
impossibile non arrossire, come ogni volta che lui la sfiorava.
-
Nicholas! - trillò Emma. - Vieni su!
Il
cantante alzò gli occhi al cielo e prese Maggie per mano,
facendole venire un mezzo infarto, e la trascinò dietro di sé,
portandola con lui.
Nessuno
dei due, per tutta la sera, ebbe la possibilità di palare,
Emma rimase attaccata a Nick e non lo lasciò un istante.
Era
possibile che, proprio quando le cose sembravano risolversi fra lui e
Maggie, tutto ricominciasse a spezzarsi?
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Check ***
Ragazze!!! Scusate,
scusate il ritardo! Perdonatemi, ma la colpa di tutto questo è
di internet che si è comportato male in questi giorni e mi ha
lasciato nel momento del bisogno *scuote il capo dispiaciuta*.
Comunque,
volevo avvertire che ho iniziato il liceo questo 14 Settembre e già
dal primo giorno ci hanno caricato come dei muli da soma (caspita che
metafora!), quindi il tempo per scrivere si è un po' ridotto,
quindi vi chiedo umilmente scusa se aggiornerò un po' meno
spesso del solito.
Vorrei
dedicare questo capitolo solo e unicamente al mio amore! Il signor
Nicholas Jerry Jonas, mio marito caro, che il sedici Settembre ha
compiuto i suoi fatidici diciassette anni (amore bello, le candeline
da spegnere diventano sempre di più, vero? La prossima volta
prendi più fiato, e... ah!, caro, sono ancora un po'
arrabbiata con te perchè hai fatto cadere Joe nella torta, hai
idea di quanto tempo ci ho messa a farla? Vabbè, amore, noi
tanto ci vediamo sta sera. Bacioni!). Sì, dicevo, auguri a lui
un po' in ritardo. Nick amore!!
Non
mi badate, è che alla festa di compleanno di Nick ne sono
successe di tutte i colori!!
Bene,
qui passo e chiudo, passo ai ringraziamenti!!
mione94:
okay, sì, anch'io odio Emma Roberts, non l'ho mai sopportata,
anche se il suo ultimo film l'andrò a vedere di sicuro perchè
forse ci sarà Joe Jonas!! Ti adoro; un bacione!
MeneguzzinaJonassina:
tu... tu... tu mi onori di recensioni che io amo!! Non
riesco a crederci che a te piaccia come scrivo!! Un bacione!!
_Crazy_Dona_:
tempo al tempo per Nick e Maggie, lo so che sono ripetitiva, m
davvero manca pochissimo al momento fatidico!! Un bacione!
coco2:
ho deciso che da oggi, se per te va bene, nei ringraziamenti non
scriverò “coco2”, ma Mon Amour, per te va bene??
Tesoro, oggi c'è la prima di JONAS, non vedo l'ora e poi ci
sentiamo, eh! Tanto se senti presto Mary saprai cosa accadrà
fra Maggie e Nick... uh uh, anche tu acqua in bocca!! Un bacione!
annina94:
Noi due abbiamo dei gusti molto differenti, io adoro Selena Gomez, mi
sta super simpatica!! Mentre Emma la odio!! Ha detto tante cose
cattiva sul mio Nick e poi voleva che loro si mettessero insieme, ma
si può?? Vabbè, un bacione!
nes95:
ho risposto alla tua mail, quando entri la trovi. Comunque,tanto tu
sai tutto, quindi è inutile che mi dilungo... sono alquanto di
fretta (devo o non devo recuperare con le recensioni nella tua
storia?), quindi vado. Un bacione!
ada12:
Emma è cattiva: sì!! Poi devi sapere che combina con
Nick!! Ehehe, un bacione!
thislove:
bene, per me sarai la mia prima moglie, sappi che Nick è
un po' geloso, ma non ti preoccupare, l'ho calmato io! Ma no che non
sei scema, anche solo il fatto che tu dica che questa storia mi
piaccia nella tua fanfic, che per altro fra poco scappo a commentare,
per me è un bellissimo complimento!! Uh, e tu sei brava,
non osare dire il contrario, mogliettina!! Eh eh, un bacione!! I love
you
Melmon:
eh eh, Emma è cattiva, e se sapessi cosa combina con Nick e
come reagisce Maggie... dovrai aspettare ancora un poco poco, però.
Un bacione!
Giulietta
24: ecco a te il capitolo, non vedo l'ora che tu aggiorni, invece,
quale delle due long è uguale, le adoro entrambe!! Scusa, sono
un po' di fretta... un bacione!
Niki_CuLLen:
solo per curiosità, come hai sistemato Matt? Comunque, fra
qualche capitolo, due per la precisione, ti cedo i diritti pure di
Emma!! Un bacione! DarkViolet92: tu dovresti saperlo che sono
sadica!! Eh eh, dai, pazienta ancora un po' e poi Nick e Maggie
saranno sistemati! Un bacione!
Jeeeeee:
no no no, io non ti trattengo affatto dall'ammazzarla!! Il bacio ci
sarà presto, aspetta cara, ancora un poco. Ti adoro, amor. Un
bacione tesoro!
kiril:
sono così contenta che ti piaccia questa storia!! Spero che
anche questo capitolo ti piaccia e scusa se sono così breve,
sono un po' di fretta. Un bacione!
JonasBrothersFan:
sono così contenta che ti piaccia questa storia e che ti
piaccia come scrivo!! Controlla la tua mail, c'è una sorpresa
per te che spero tu gradisca!! Un bacione!
jonas_princess:
figurati se a Nick interessa Emma, il mio tesoro diciassettenne è
troppo intelligente!! Un bacione!!
Scusate
la brevità, ma devo recensire tutte le storie che ho lasciato
indietro nelle vostre stupende storie e dopo devo vedere la prima di
JONAS!!
Capitolo
25. Check
-
Io non ce la voglio quella qui,
sei pazzo a volerla invitare o hai seriamente sbattuto la testa da
qualche parte - sbottò Nick, passandosi nervosamente una mano
fra i ricci scuri e fulminando Joe con un'occhiataccia.
Il
diciannovenne alzò gli occhi al cielo; più che altro
per l'offesa ricevuta dal fratello non per il rifiuto da parte sua,
oh!, anche per il fatto che non avesse capito la sua idea geniale.
-
Senti, io ti sto facendo un favore e tu mi liquidi in questo modo? -
chiese, guardando il fratello fisso negli occhi color cioccolata.
-
Da quando volermi morto è un favore? - sbuffò il
sedicenne. - Emma non la sopporto! Sai quante volte io e Maggie ci
stavamo per baciare da quando lei è arrivata? Due! E quante
volte lei è venuta a scassare le scatole? Due!
Joe
sbuffò nuovamente; doveva dire che l'acutezza del suo piano
non era ancora stata colta.
-
Ascoltami bene, sottospecie di babbuino, mi vuoi stare ad ascoltare?
- tuonò all'improvviso, facendo zittire il minore. - Tu oggi
chiedi a Maggie di uscire e la bacerai e tante care cose, nel
frattempo io, che sono un fratello caro e buono, inviterò qui
a cena Emma per intrattenerla insieme a Kevin, Maryl e Lexi, tutto
chiaro?
Nick
annuì frettolosamente, mentre un sorriso a trentadue denti gli
appariva sul volto e un lieve rossore gli apparve sulle guance.
-
Bene, e già che ci sono durante la serata indagherò su
Emma, non si sa mai, magari le strappo perchè è così
cotta di te, insomma ma mi ha visto?
Ecco
la famosa modestia di Jospeh Adam Jonas, signore e signori, non
trovate che sia così poco vanesio?
Quella
frase rubò a Nick un altro sorriso, dopodiché il
giovane schizzò in piedi e uscì di casa mentre si
torturava le mani.
Dunque,
doveva invitare fuori a cena Maggie Campbell, la bellissima e
dolcissima ragazza di cui era innamorato. Perfetto, ehm se non fosse
per un particolare insignificante: come? Miley Cyrus l'aveva invitata
cantandole una canzone e con lei il gioco era fatto.
Selena
Gomez, a sorpresa, l'aveva invitato lei, con un sorriso, dicendogli
che conoscendolo avrebbero avuto le zampe di gallina prima che lui si
dichiarasse.
Nick
sorrise, quella ragazza era una sua carissima amica, ora, e lo
conosceva come pochi e ancora una volta una sua osservazione era
esatta.
Bene,
bene, come poteva invitarla? Una lettera? Troppo lenta. Un sms?
Troppo poco romantico. Eccolo: dopo una serenata! No, non voleva
copiare quello che aveva fatto con Miley, rischiava che andasse a
finire nello stesso modo.
Fra
una riflessione e l'altra non si accorse di essere finito davanti a
casa Campbell e, guarda caso, Maggie era in giardino, sdraiata
all'ombra di un albero e leggeva un libro.
Indossava
un abito leggero viola e bianco, lungo appena sopra le ginocchia, con
due spalline sottili che mostravano le spalle bianche e il bel
fisico.
Non
riuscì a trattenere un sospiro vedendola così,
rilassata a fare una delle cose che più amava.
Non
voleva interromperla e fu tentato dalla voglia di ritornare più
tardi, in un momento più consono, ma ormai era lì, non
doveva aspettare.
Il
cancelletto di casa era come al solito lasciato aperto durante il
giorno, così entrò indisturbato e si avvicinò
lentamente alla ragazza, che non si era ancora accorta del suo
arrivo.
Ricordò
una delle prime frasi che gli aveva detto:
-
Se scoppiasse la terza guerra mondiale e stessi leggendo non me ne
accorgerei nemmeno.
Aveva
proprio ragione.
Si
sedette un paio di metri lontano da lei, in silenzio, osservando il
suo viso sul quale si era disegnato un piccolo sorriso, gli occhi che
brillavano.
Gli
occhi di Maggie erano diversi da quelli di Lexi; quelli della seconda
brillavano sempre di gioia, si notava che era una ragazza esuberante
semplicemente fissandola negli occhi.
Quelli
della mora, invece, non erano espressivi come quelli della gemella,
erano pensierosi, sempre persi nel loro piccolo mondo. Se qualcuno
che la conosceva bene le fissava gli occhi poteva capire che era una
ragazza timida, e che anche se il suo corpo era sulla Terra, la sua
testa era nel suo mondo, fatto come voleva lei, come nei suoi libri.
Nick
inclinò il capo, come per guardarla meglio, e restò a
fissarla.
Non
gli dispiaceva il fatto che lei non si fosse accorta di lui, la
conosceva, e non appena avrebbe capito che lui era lì avrebbe
iniziato a scusarsi.
Come
se chiamata da quel pensiero Maggie alzò il capo per un
istante e vide il ragazzo che era davanti a lei.
-
Nick! - esclamò, arrossendo improvvisamente fino alla punta
delle orecchie. - Oddio, scusa, non ti avevo visto! Perdonami, non
volevo, sul serio, io...
Come
previsto. Il sedicenne scosse la testa e si sedette accanto a lei,
lasciando la sua frase in sospeso.
-
Non ti preoccupare – disse disinvolto. - Ciao.
Lei
arrossì di nuovo prima di rispondere: - Ciao.
Teneva
ancora il libro fra le mani, non era molto spesso e sembrava nuovo,
sulla copertina nera vi era la fotografia di una rosa bianca e
gialla, con una scritta in corsivo del medesimo colore:
Danze dall'Inferno.
Fra
le tante autrici Nick riconobbe Stephanie Meyer.
-
E' un bel libro? - chiese interrompendo il loro silenzio.
Maggie
sorrise, se si parlava di libri diventava più sicura, quello
era il suo campo.
-
Oh sì! - rispose entusiasta. - E' bellissimo, te lo consiglio,
è un insieme di racconti gotici, sono arrivata all'ultimo,
purtroppo, quello scritto da Stephanie Meyer, un po' mi dispiace, è
un così bel libro, però c'è di buono che posso
iniziare a leggere Zia Mame
di Patrick Dennis, me l'ha consigliato Josie prima di partire, dice
che è divertente.
Un'ombra
calò sui suoi occhi, la partenza dell'amica non era ancora
stata superata.
-
L'hai sentita da quando è partita? - chiese il ragazzo.
Maggie
annuì, voltando il capo verso di lui e solo allora si rese
conto di quanto le labbra fossero vicine, bastava avvicinarsi ancora
un po' e si sarebbero baciati, per la prima volta.
Deglutì,
mentre Nick le prendeva dolcemente una mano e intrecciava le proprie
dita con le sue e notò che il ragazzo sembrava, per la prima
volta, sicuro di sé.
Il
posto era perfetto, romantico, il momento azzeccato, che cosa
aspettava?
Si
dava l'ordine di inclinare la testa e di baciarlo, ma il suo cervello
non rispondeva, lui stava giocherellando con una ciocca dei suoi
capelli.
-
Maggie – disse lui all'improvviso, - mi chiedevo se ti andasse
di uscire con me sta sera.
Una
scossa elettrica la attraversò facendola tornare in sé;
l'aveva invitata ad uscire?
-
Okay – disse, - con molto piacere, Nick.
Lui
sorrise e lasciò la ciocca dei capelli per metterle una mano
dietro al collo e l'avvicinò a sé, erano vicini, sempre
di più, ormai riusciva a vedere le sue più piccole
imperfezioni, i loro nasi si sfioravano...
Il
cellulare di Nick prese a suonare come un pazzo, cantando Abracadabra
della Steve Miller Band.
Nick
si ritrasse imprecando e tirò fuori il cellulare per vedere
chi aveva osato chiamarlo in quel
momento così fatidico.
Oh,
certo, non poteva essere altrimenti.
-
Che vuoi, Emma? - rispose brusco, avvicinando l'apparecchio ad un
orecchio, mentre Maggie al suo fianco prendeva fiato per quello che
era quasi successo.
-
Nick tesoro, che fai di bello? - chiese una voce eccitata dall'altra
parte del telefono.
-
Niente - sbuffò lui, era meglio non fare il nome di Maggie.
-
Oh, io sono sul mio yacht privato, ti va di raggiungermi? - chiese
lei, ammiccando.
-
No, scusa Emma, sono occupato, ci sentiamo eh – fece per
mettere giù, ma la voce della ragazza lo costrinse ad
avvicinare di nuovo il cellulare all'orecchio.
-
Ma non ci vediamo sta sera? - chiese lei, sembrava offesa, forse
perchè lui non si era ricordato di quella cena.
-
Oh ma certo – disse lui, mentendo, - allora a dopo, ciao.
-
Ciao Nick caro. Baci! - trillò per poi riattaccare.
Nick
appoggiò il telefono sul prato e tornò a guardare
Maggie, ancora seduta al suo fianco, la faccia rossa, gli occhi
lucidi.
Sospirò
e la strinse a sé, mentre lei lo abbracciò, nascondendo
il proprio viso nel suo petto, ma senza piangere, doveva resistere.
-
Sta sera alle sette e mezza, okay? - propose infine lei, dopo alcuni
minuti di silenzio.
-
Certo, ti vengo a prendere io con la macchina – disse lui.
-
Possiamo camminare? - chiese la sedicenne.
Nick
annuì e le diede un bacio sulla fronte, poi si rialzò e
aiutò anche lei a farlo.
-
A sta sera, Maggie – la salutò.
Lei
sorrise imbarazzata: - Ciao Nick.
Sorella
terra, ascolto te ogni conchiglia oceano è e poi, ogni
foglia è un battito che sa, vibrare all'unisolo con noi
(Sorella
terra; Laura Pausini)
-
Joe Jonas, sappi che faccio quello che sto facendo solo per amor di
mia sorella! - esclamò Lexi, nella propria camera, mentre il
suo ragazzo diciannovenne la mangiava con gli occhi, con un
sorrisetto malizioso stampato sulle labbra.
La
ragazza indossava un abito viola abbastanza corto, che le lasciava
nude le gambe bianche e snelle, le mezze maniche del vestito erano
fatte di veli e il trucco le metteva in risalto gli occhi.
I
capelli mossi erano stati acconciati in una lunga treccia e tenuta
ferma grazie a un fermaglio incastonato di brillanti che variavano
dal lilla al viola, preso in prestito da Maryl. Sembrava che quella
ragazza per ogni abito avesse un accessorio da abbinare.
-
Ma come, non ti fa piacere passare una serata con me? - chiese il
mezzano, il più innocentemente possibile.
-
Con te sì, e anche con Maryl e Kev, ma con Emma Roberts no! Ma
l'hai vista? L'altro giorno è entrata in questa casa come se
fosse la regina del mondo! Per di più sta facendo in modo che
Maggie e Nick non si mettano insieme e questo non l'aiuta a
rendermela più simpatica! - sbuffò, infilandosi un paio
di sandali in tinta con il vestito.
Un
paio di giorni prima, infatti, Emma aveva deciso di auto-invitarsi ad
un appuntamento di Joe e Lexi, presentandosi a casa Campbell come se
abitasse lì, togliendosi il soprabito e lasciando cadere a
terra senza preoccuparsi di raccoglierlo, servendosi da bere se
chiedere nulla a nessuno e fermandosi a vedere un film con la coppia
perchè “oh, ma guarda! Quella è mia zia!”.
-
La odio – sbuffò la rossa, e Joe si avvicinò a
lei per stringerla a sé e cullandola.
-
Devi resistere ancora un po' di tempo, fra qualche tempo se ne andrà
felicemente in Costa Azzurra e non ci darà più fastidio
– la tranquillizzò.
Lexi
sorrise e intrecciò le proprie dita con quelle di Joe.
-
Ricordati, lo faccio per Maggie – disse.
-
E io lo faccio per Nick.
Lexi
sorrise e si allontanò dal suo ragazzo per andare ad aprire la
porta ed uscì dalla stanza.
Dal
piano di sotto sentiva la voce concitata di Maryl e quella calma di
Kevin, lei sembrava lo stesse pregando di fare o non fare qualcosa e
lui tutto rilassato rispondeva con parole che la rossa non riusciva a
capire.
Con
passo elegante scese di sotto accompagnata dal fido Joe e vide la
bionda, il corpo sinuoso avvolto in un abito dorato, i capelli legati
in una coda alta e il viso attentamente truccato.
-
Beh, andiamo? - chiese la sedicenne. - Sono quasi le sette e mezza,
Maggie si sta cambiando al piano di sopra e Nick sarà qui fra
poco, se Emma arriva a casa Jonas e non si vede chissà che
combinerà.
Maryl
la guardò con un piccolo sorriso e si rivolse di nuovo a
Kevin.
-
Non ci penso affatto, Kevin, ti voglio bene e sono contenta che tu
voglia fare una cosa simile per me, ma no – disse e gli diede
un bacio sulla guancia.
-
Cosa? - chiese Joe, impicciandosi.
-
Parlavamo dell'università – disse il fratello maggiore,
- mi sono proposto di pagarle i corsi dell'anno prossimo.
La
ventenne sbuffò e si avviò verso la porta e la aprì.
-
Andiamo – sbuffò. - Maggie! Noi andiamo!
Un
flebile okay risuonò per tutta la casa.
-
Divertiti! - gridò a sua volta Lexi, con un sorrisetto
malizioso sul volto.
E
tutti e quattro uscirono di casa, consolati dal pensiero che forse
quella sera era la sera.
Cerco
nell'armadio dei vestiti adatti
faccio
in fretta perchè ho voglia di vederti
con
un sorriso stampato in faccia
è
tutto stupendo quando io sto con te
(Ho
voglia di vederti; Jacopo Sarno)
Maggie
si diede una breve occhiata allo specchio, scostandosi una ciocca di
capelli dagli occhi, e sospirò guardando la sua immagine
riflessa.
Non
si piaceva, non le piaceva la forma del suo viso, le sue labbra, il
suo corpo, eppure quella sera si sentiva se non bella perlomeno
carina, niente di speciale, solo carina.
Indossava
una maglietta color smeraldo che le metteva in risalto gli occhi, un
paio di jeans a sigaretta chiari e un paio di scarpe col tacco
abbinate alla maglietta.
Fortunatamente
le tre sorelle avevano lo stesso numero di scarpe, in modo tale che
se e potessero prestare a vicenda, altrimenti casa Campbell sarebbe
stata invasa da sandali, scarpe da ginnastica e col tacco.
Vestita
com'era quella sera non sembrava nulla di speciale, ma quei colori le
donavano in modo tale che sembrasse più carina di quello che
credeva di essere.
Si
grattò la punta del naso e fece un giro su se stessa un'ultima
volta prima di uscire dal bagno.
Era
in anticipo, e come sempre non sapeva come occupare il tempo che le
restava, così si mise a girare per la casa, cercando di
resistere all'impulso di mangiarsi le unghie come suo solito.
Entrò
in camera di Maryl, guardò le foto che vi erano appese: una di
Lexi e sua all'età di cinque anni, già così
diverse a quell'età, la prima che teneva un braccio intorno al
collo della seconda e faceva una smorfia buffa, mentre la seconda
sorrideva timida, un lieve rossore che le imporporava le guance.
Poi
un'altra in cui erano ritratte tutte e tre, scattata l'anno prima,
tutte che si abbracciavano e ridevano divertite; quella foto
gliel'aveva fatta l'ex ragazzo di Maryl, un ragazzo simpatico con il
quale la bionda era stata per quattro mesi, ma dopo vari litigi
avevano deciso entrambi di smettere di vedersi e così lui se
nera andato a Princeton per studiare.
Un'altra
ritraeva l'immagine di una donna tale e quale a Maryl, se non fosse
stato per gli occhi verdi e le rughe che iniziavano a comparirle sul
volto: Joanna Campbell.
Chiuse
gli occhi per un'istante e i pensieri l'avvolsero in un tiepido
tepore.
C'è
il sole a Los Angeles, la città e assolata e rumorosa come al
solito: macchine che suonano il clacson, lavoratori infuriati e
bambini festanti.
Ma
tutto questo non accade in una villa a due piani, dalle mura di
mattone rosso e l'aria accogliente, dove tre bambine stanno giocando
nel giardino rincorrendosi e un uomo e una donna si tengono
affettuosamente la mano.
La
bambina più grande ha nove anni e sta inseguendo due bambine
più piccole, una dai capelli rossi e l'altra castani, entrambe
dagli occhi di un bel verde muschio.
-
Fate attenzione! - le ammonisce Peter Campbell, guardandole
apprensivo. - Se cadete vi fate male!
-
Suvvia, Pet, lasciale fare nuove esperienze – dice la moglie,
Joanna, sorridendo.
Alexandra
fa un urlo divertito quando la sorella maggiore l'afferra per la vita
e l'abbraccia forte.
-
Piccola pulce – ridacchia Maryl, facendole il solletico.
-
Io non sono una pulce, ho cinque anni, adesso, sono grande! - ribatte
la rossa, piccata, resistendo alle risate.
-
Maryl, Maryl! - grida Maggie, sbracciandosi verso la sorella
maggiore. - Mi prendi? Eh? Mi prendi?
-
Certo, microbo – ride la bionda lasciando con uno scatto la
sorella che aveva fra le braccia e correndo verso l'altra, la quale
scappa ridendo sulla ghiaia del vialetto.
-
Maggie, lì devi fare attenzione – questa volta è
Joanna ad intervenire, - se cadi sulla ghiaia sì che ti fai...
- senza neanche il tempo di finire la frase la bambina dai capelli
come la seta cade sulla ghiaia.
-
...male – conclude la donna, avvicinandosi alla figlia con
passi svelti.
Maggie
è seduta a terra e piange lacrime silenziose, massaggiandosi
il ginocchio sbucciato.
-
Mamma – dice fra le lacrime, allungando le braccia verso la
madre vicino a lei, - mamma mi sono fatta la bua.
-
Oh, amore mio – sorride Joanna, sedendosi accanto alla figlia e
prendendole piano la gamba, - ora ti do un bacino e passa tutto, vuoi
vedere?
La
bimba annuisce, corrucciando le ciglia.
Joanna
avvicina le labbra rosee al ginocchio sbucciato della figlia e le dà
un bacio affettuoso.
-
E' passato? - chiede.
Maggie
annuisce, asciugandosi le lacrime con la manica della maglietta.
-
Mi prendi in braccio? - chiede innocente.
La
donna sorride e issa la bambina fra le sue braccia e le da un bacio
sulla guancia.
-
Ti voglio bene, mamma – sussurra la bambina, tenendosi stretta
al collo della madre.
-
Anch'io, tesoro mio bello, tanto tantissimo.
La
stessa ragazza dai capelli mori riaprì gli occhi e sospirò,
le era sembrato davvero di essere tornata indietro nel tempo fino a
quel pomeriggio d'estate.
Quanti
ne erano passati uguali a quelli, in cui erano stati tutti felici,
quanti prima di quel giorno che non scorderà mai.
Una
Maggie e una Lexi dodicenni rientrano a casa quatte quatte,
guardandosi intorno nella grande casa; sono state chiamate dal padre
dicendogli di tornare subito a casa.
La
casa è come al solito, ben arredata e luminosa, eppure sembra
manchi qualcosa, ma nessuno delle due sa cosa.
-
Papà? - chiede Lexi. - Mamma?
Maggie
le fa cenno di stare zitta un attimo e insieme varcano la porta della
cucina.
Una
Maryl sedicenne, i capelli ricci racchiusi in una coda alta, le
guarda con gli occhi pieni di rabbia, le braccia incrociate al petto,
arrabbiata, quel giorno doveva vedersi con il suo ragazzo, mentre
Peter Campbell fa cenno ad entrambe di sedersi su una sedia, senza
una parola.
Le
due obbediscono, pazienti, e passano con lo sguardo da Maryl al
padre, che si massaggia le mani e cammina avanti e indietro per la
stanza, finché non si decide a parlare.
-
Ragazze – dice serio, - siete grandi ormai ed è tempo
che sappiate quello che sta succedendo con vostra madre.
Maggie
rabbrividì, sentendo che c'era qualcosa che non andava.
-
E' ormai da tempo, come avete visto, che vostra madre ed io non
andiamo molto daccordo.
-
State divorziando? - chiede Lexi, gli occhi leggermente arrossati. -
Vero?
Peter
la guarda duro e le risponde con voce glaciale.
-
Silenzio, Alexandra – e la ragazza fa come le è stato
detto.
Maryl
tiene lo sguardo fisso davanti a sé e trattiene appena le
lacrime, ma una cola giù lungo la guancia nonostante tutto.
Maggie
si guarda in giro spaesata; cosa è successo?
-
La mamma se né andata – dice all'improvviso il signor
Campbell, - e non tornerà più.
Quelle
parole le suonano vuote nella testa, per poi susseguirsi
all'infinito, “non tornerà più, non tornerà
più, non tornerà più...”.
E
quello fu l'ultima cosa che sentì prima di cadere nel buio.
Maggie
scosse la testa, non doveva pensarci, ci era riuscita per tutti
quegli anni, non poteva ricordare proprio quella sera così
importante.
Il
campanello che suonava la riscosse definitivamente dai suoi
malinconici pensieri e con passo scattante scese di corsa le scale e
aprì la porta.
Nicholas
Jerry Jonas l'aspettava in tutto il suo splendore; indossava una
camicia bianca e un paio di pantaloni scuri che gli davano un'aria
importante.
Si
trattenne appena di sospirare quando lo vide; era la cosa più
bella che avesse mai visto in vita sua.
-
Ciao – disse Maggie, imbarazzata.
-
Ciao Maggie – rispose lui con un grosso sorriso, - stai
benissimo.
-
Grazie – borbottò la ragazza. - Anche tu.
Nick
le sorrise e da dietro la schiena estrasse un mazzo di rose rosse che
sembravano essere state appena colte e gliele porse.
-
Per me? - chiese lei, stupita.
-
Certo – disse il sedicenne, - sono belle come te.
Maggie
arrossì fino a diventare dello stesso colore dei fiori.
-
Gra...grazie – ripeté.
-
E' la pura verità – minimizzò il cantante con un
sorriso a trentadue denti.
Si
contemplarono per un istante, perdendosi l'uno nei occhi dell'altra.
-
Metto questi in un vaso e andiamo – disse infine lei e fece per
entrare in casa, ma Nick le prese una mano e l'attrasse verso di sé.
-
Aspetto un momento – mormorò e la baciò
all'angolo della bocca, per pochi istanti.
Maggie
si pietrificò all'istante, smettendo di respirare; quello non
era il loro primo bacio, vero, ma presto sarebbe accaduto, forse
addirittura quella notte stessa.
Ti
odio ti odio
(Ti
amo ti odio; Paolo Meneguzzi)
Joe,
Kevin, Maryl e Lexi erano seduti sul divano in salotto della casa
Jonas, le braccia incrociate, mentre guardavano Emma Roberts, volgare
nel suo abito rosa shocking, attillato, che le metteva in risalto le
forme mentre si rigirava fra le mani il suo iPhone.
-
Allora, rispiegatemi perchè Katie non viene - disse la ragazza
con un sorriso allegro stampato sulle labbra truccate con un rossetto
rosa brillante.
Alexandra
digrignò i denti, arrabbiata e rispose con uno sbuffo sonoro,
guardando l'ospite con uno sguardo omicida.
-
Si chiama Maggie – ringhiò.
A
prendere il comando della situazione fu Joe, che, nonostante anche
lui stesse per prendere Emma e sbatterla fuori da casa sua a calci,
rispose pronto, parlando stringendo i denti.
-
Ha preso un'influenza intestinale, non sta molto bene, ma si
rimetterà in un baleno, puoi contarci – quella frase
suonava un po' come una minaccia.
Emma
annuì, sempre sorridente e si guardò in giro, sbattendo
le folte ciglia scure.
-
E Nick? E' in ritardo – sbottò. - Non è che per
caso non si ricorda di questa cena?
-
No, stanne certa, l'ho sentito due minuti prima che tu arrivassi, sta
arrivando e si rammarica per il ritardo – spiegò questa
volta Kevin, cingendo per le spalle la sua ragazza, che sembrava
pronta ad ammazzare Emma.
L'attrice
annuì e accavallò le gambe lunghe e magre e tirò
fuori dalla borsa una sigaretta che accese senza farsi tanti problemi
e aspirò a lungo.
Lexi
fece come per saltarle addosso, imbestialita, ma Joe, pronto a tutto,
la strinse e le baciò il collo.
-
Sta' calma, tesoro – le sussurrò. - Ricordati, lo
facciamo per Maggie e Nick.
La
rossa annuì, rammaricata e abbassò il capo,
stringendosi a Joe, e continuando a guardare la finta rossa con aria
truce.
Emma
continuò ad aspirare grandi boccate di fumo, mentre i
proprietari della casa arricciavano disgustati il naso;
fortunatamente avevano mandato Denise, Paul e Frankie fuori a cena,
altrimenti sarebbe scoppiato un pandemonio.
-
Mmmh, Emma, potresti non fumare, per favore? - chiese Kevin, il più
pazientemente possibile.
L'attrice
sbuffò e spense la sigaretta contro il tavolino di vetro
davanti a lei.
-
Siete troppo pallosi, a volte, fatevelo dire – disse stufa, -
fate tanto i santerellini...
Joe
fece per dirgliene quattro, ma questa volta, stranamente, fu Lexi a
fermarlo e con voce fintamente allegra strillò.
-
Mangiamo? - e si alzò trascinandosi dietro il suo ragazzo
diciannovenne.
-
Ma come? Non aspettiamo Nick? - chiese Emma, stranita.
-
Maddai, ormai è in ritardo, così impara. Vieni Emma,
cara, su! - disse con voce forzatamente smielata; prese anche lei per
mano e la trascinò verso la cucina sotto gli sguardi increduli
di tutti i presenti.
Mezz'ora
dopo erano riunti tutti e cinque a tavola e si guardavano imbarazzati
davanti a delle pizze fumanti, mentre Emma faceva la civettuola e
parlava, ma guarda un po'!, della sua carriera.
-
No, beh, sapete – snocciolò bevendo un sorso di
aranciata, - ho iniziato fin da giovanissima a recitare, tutto grazie
alla mia adoratissima zia, Julia Roberts, lo sapevate che sono
sua nipote, no? Comunque che dicevo? Ah sì, dopo aver recitato
una prima volta non ho più smesso. Non trovate che io sia
incredibilmente brava?
Tutti
assentirono, come se stessero leggendo un elogio funebre; anche Lexi
aveva perso il suo finto entusiasmo.
-
Beh, lo penso anch'io, ovvio! Anche se ho delle notevoli doti canore
preferisco solo recitare, voglio concentrarmi solo su questo; andrò
in Costa Azzurra per girare un nuovo film, ve l'ho detto? -
cinguettò.
-
Almeno trenta volte – asserì Maryl.
-
Sarà un film stupendo, potrò farvi avere dei biglietti
per l'anteprima – disse, - d'altronde sarò io la
star, mi daranno tutto quello che voglio!
-
Ah ah, Emma, mi passi la brocca di aranciata, per favore? - chiese la
bionda, disinteressata.
L'attrice
fece per passargliela, ma invece di appoggiarla sul tavolo
erroneamente rovesciò la brocca addosso a Maryl, proprio sul
viso, facendole colare il trucco, mentre anche il liquido le sporcava
il vestito.
Tutti
si irrigidirono all'istante, e la scena si mosse come se fosse al
rallentatore.
Gli
occhi di Maryl erano cerchiati da due macchie scure, e la matita le
colava sul viso come se stesse piangendo.
Kevin,
seduto al suo fianco, non sapeva se intervenire o meno.
La
bionda fece un respiro profondo, molto profondo, e alzò lo
sguardo verso l'attrice seduta davanti a lei, squadrandola: i suoi
occhi erano due pozzi dorati pieni d'odio.
Lexi
e Kevin scattarono allo stesso istante e, mentre la prima le teneva
ferma le mani, il secondo la stringeva forte, intanto Maryl si era
scatenata.
-
Tu! Brutta bifolca dei miei stivali! Attrice da strapazzo, io ti
odio! Hai capito? Ti odio! Sparisci! Non farti più vedere
brutta cretina!
Emma
fece una faccia offesa e uscì dal salotto senza fare un fiato,
poco dopo, sopra le urla di Maryl, Joe udì la televisione
accendersi.
Bella,
come una mattina
d'acqua
cristallina
(Bella;
Jovanotti)
Bella,
pensò Nick guardando
Maggie che gli camminava accanto, la sua mano che sfiorava la sua, le
parole che le uscivano fuori dalla bocca come una canzone.
Già
si immaginava quello che avrebbe fatto quando sarebbero stati
insieme; camminare mano nella mano, baciarla ogni volta che la
vedeva, abbracciarla, proteggerla, amarla.
-
Nick, dove mi porti? - chiese la sedicenne con un sorriso.
Se
potessi in Paradiso, pensò
lui.
-
A mangiare.
-
Grazie, fin qui lo sapevo, ma dove?
-
Sorpresa.
-
Dai! Ti prego! Sai che le sorprese le adoro, ma mi fanno venire
l'ansia – commentò lei, sorridendo.
-
Non importa – disse lui, - devi resistere.
Maggie
fece una piccola smorfia e infine annuì, continuando a
camminare accanto al suo migliore amico, alias il ragazzo che amava.
Parlarono
a lungo del più e del meno, raccontandosi piccoli avvenimenti
della loro vita e dei loro pensieri: Maggie parlò a cuore
aperto a Nick spiegandogli della madre e quanto le mancasse.
-
Non sai quanto mi dispiace – disse lui, - non so che farei io
se mi capitasse una cosa simile, non riesco neanche a pensarci.
Maggie
sospirò e lasciò che Nick l'abbracciasse, appoggiando
la testa sulla sua spalla.
-
Sei un ragazzo fantastico, Nick – sussurrò Maggie, - il
migliore che io abbia mai conosciuto.
Lui
sorrise, vagamente compiaciuto.
All'improvviso
decise che quello era il momento adatto, sì, perfetto, lasciò
Maggie e le prese il viso con le mani, dolcemente.
Sentì
che si irrigidiva, ma non oppose resistenza e chiuse gli occhi,
mentre Nick avvicinava le proprie labbra alle sue...
Il
telefono suonò.
Maggie
quasi si mise a bestemmiare. Basta, non avrebbe mai più
portato un telefono a un suo appuntamento con Nick in tutta la sua
vita!
Lui
sembrava anche sul punto di maledire tutti i santi del paradiso.
Maggie
estrasse il suo Motorola e rispose con voce scocciata.
-
Che c'è?
-
Sono Lexi, senti devi venire qui a casa Jonas, Maryl è
isterica – dall'altra parte del telefono si sentivano delle
urla femminili.
-
Emma?
-
Emma.
La
sedicenne sbuffò e guardò gli occhi scuri del suo
accompagnatore, tristi e arrabbiati.
-
Arriviamo – sbottò e riattaccò.
Non
era ancora il momento, ma presto sarebbe arrivato. Prestissimo.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** When The Magic Brokes ***
Ciaoooo!!
Mamma
mia, ho iniziato il liceo classico ed è davvero duro e
pesante, ma i prof sono super simpatici (per ora XD)!!
Bene, ragazze, non faccio altro che ripeterlo ma
fidatevi questa volta sul serio manca
poco per i Mick, ve lo giuro su questa storia che per me è
quasi una figlia.
Siamo
arrivate al momento clou
della storia, spero che il capitolo vi piaccia, ma scusatemi se è
un po' corto, ma non potevo perdermi a raccontare dettagli
insignificanti quando la vicenda si racconta in queste cinque pagine.
Passiamo
ai ringraziamenti!
Niki_CuLLen:
si sa che la scuola rimbambisce, ma ahimè bisogna andarci, non
ho mai capito il motivo, si può studiare (o far finta, è
uguale XD) a casa!! Pf... coooomunque, certo, ci credo che non hai
fatto cadere tu Matt in quella vasca di squali *occhiata complice* e
chi oserà dire il contrario subirà la mia ira!! Un
bacione!
Lilian
Malfoy: l'avrei fatto anch'io, però per seguire meglio la
storia dovevo prima pubblicare questo capitolo, poi si vedrà,
perchè è ovvio che succederà qualcosa mooolto
presto *me sadica* Un bacione!!
Melmon:
cara, non si tratta più di mesi, ma poco poco poco, a meno che
internet non mi lasci nuovamente *spera il contrario*. Bon, la tua FF
è meravigliosa *.* aggiorna presto, mi raccomando. Un bacione!
nes95:
i cellulari non so chi li ha inventati, a volte vorrei fargli una
statua in suo onore altre vorrei ammazzarlo!! Vabbè, cara, tu
sai tutto, tanto... mannaggia a te che mi estorci gli spoiler e
mannaggia a me che sono troppo buona per dirti di no... Un bacione!!
MeneguzzinaJonassina:
i tuoi complimenti sono una mano del cielo (è così che
si dice...?), ti adoro sul serio!! Coooomunque, per te ovvio che
scriverò un capitolo dedicato solo ai Jexi, dammi solo il
tempo e l'occasione per trovare un momento da dedicare solo a loro...
mi hai fatto venire un'idea in questo esatto momento!! Dovrai
aspettare ancora un po', però ci sarà un capitolo solo
Jexi!! Un bacione!!
annina94:
ti ho scritto tutto in una mail, ti prego spero che tu non te la sia
presa e ti prego leggi questo capitolo, se vuoi non recensirlo, ma
leggilo e se vorrai continua, io scrivo per voi lettrici in modo
particolare e per me un po' meno, lo so di aver allungato fin troppo
questa storia dei Mick, ma fidati se questa volta ti dico “manca
poco”... Un bacione!
jeeeeee:
tesoro, no, amor cara, io ti voglio bene, non uccidermi!! Fidati,
fidati, fidati se ti dico che manca poco!! Come ho scritto sopra
siamo arrivati al momento clou fra i Mick!! Ti preeeeeeego perdonami,
un bacione!!
ada12:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Spero sia lo
stesso anche con questo anche se è un po' corto e mi è
venuto una schifezza.
JonasBrothersFan:
ma grazie cara per i complimenti!! No, non so di essere brava, anche
se sentirmelo dire mi fa taaaaaanto piacere *.* Ma lo sai che io ti
adoro? Te e la Ele, siete fantastiche e non vedo l'ora di
incontrarvi!! Mancano 42 giorni!! Un bacioneee!!
jonas_princess:
oh, come ho detto, manca poco, ma poco poco pocoooooo!!!! Sì,
leggendo questo capitolo capirai tutto, ovvio, eh eh. Grazie per il
buona fortuna, ne avrò bisogno XD. Un bacione!!
Mon
Amour: chissà se avrai capito che questa sei tu...
coooooomunque coco2 mia, Ele cara, tu tanto sai cosa accadrà...
eh eh... ma spero ti piaccia come l'ho scritto; detto sinceramente a
me non piace affatto -.- Perchè lo pubblico? Perchè non
so fare di meglio!! Un bacione one one!!!
DarkViolet92:
ehm... sai che non so di cosa tu stia parlando? -.- Sarà che
sono stanca, ma non me lo ricordo? Me lo scrivi in una mail, please?
Cooooomunque, grazie per i complimenti e aggiorna presto!! Un
bacione!!
mione94:
cara, la uccidiamo in due!! Anche se i diritti di Emma li ho affidati
a Niki_CuLLen... vabbè, lasciamo stare, dicevo?? Ah, sì,
beh, intanto TU vedi di aggiornare presto, che senno non so che ti
faccio!! Sul serio, l'attesa mi sta uccidendo e tu non mi vuoi morta,
vero? Per lo meno per sapere come andrà a finire con i Mick o
il seguito di Brothers and Siters, no? Un bacione!!
_Crazy_Dona_:
ma no, non si capisce ce odi Emma XD. Non ti preoccupare in
tal caso non sei l'unica!! La
tua storia è magnifica te l'ho mai detto, sì? No?
Forse? Bo? Io la amo, sei bravissima e grazie per recensirmi!! Un
bacione!!!
Il
capitolo 27 è in fase di lavorazione, spero lo gradiate quanto
io stia amando scriverlo!! Vi adoro tutte!! Capitolo
26. When The Magic Brokes
Passarono
i giorni e, mentre Maryl si riprendeva dopo l'ennesimo vestito
firmato sporco, Lexi iniziava a pensare cosa organizzare per il suo
primo mesiverasio con Joe.
Maggie,
intanto, era depressa. Non era più riuscita a vedere Nick da
sola dopo il loro appuntamento, la sera prima, e tutte le volte in
cui si erano sentiti era accompagnato da Emma.
A
Maggie non piacevano tante cose, tipo i formaggi stagionati, il
cioccolato, i falsi e i serpenti, ma Emma era un'altra cosa; Emma la
odiava.
Quindi
il suo comportamento scontroso e brusco nei suoi confronti era
accattato e addirittura condiviso dalle sue sorelle e dai fratelli
Jonas.
Lexi
capiva la sorella, anche se al posto suo sarebbe andata da Emma e
gliene avrebbe dette quattro, se non otto, ma la sua gemella era
troppo buona e questo, spesso, non è un pregio, ma un difetto.
Certo,
avrebbe potuto intervenire lei, non le costava nulla incontrare Emma
e mandarla a quel paese nel modo più maleducato possibile, ma
in questo modo rischiava solo di compromettere le riprese di JONAS
e di ricevere la disapprovazione di Maggie, quindi meglio starsene al
suo posto zitta e mesta, aspettando che quell'attrice da quattro
soldi prendesse il largo per la sua amata Costa Azzurra.
Lexi
era una ragazza molto impulsiva, pensava una cosa e la faceva, ma
stranamente per quella situazione aveva riflettuto a lungo, pensando
a tutto quanto con estrema lentezza.
Maryl,
dal canto suo, se una parte di lei pensava ancora ai mille modi più
uno per ammazzare Emma, con l'altra rifletteva che il suo primo
mesiversario con Kevin era sempre più vicino, esattamente otto
giorni dopo.
-
Maggie! - la chiamò Lexi dalla sua camera, seduta a terra in
mezzo a un mucchio di vestiti e vecchie foto.
La
mora uscì dalla sua stanza ed entrò in quella della
gemella con passo strisciato e lo sguardo basso.
-
Sì? - chiese, mogia.
-
Oh, sei arrivata... Dio, che faccia da funerale, chi è morto?
- cercò di essere spiritosa la rossa.
-
Il mio io interiore – ripose Maggie. - Che c'è?
-
Oh, niente, ti volevo parlare, non so, fare qualche chiacchiera –
minimizzò Lexi con un gesto della mano. - Propongo pizza e
gelato solo noi due!
Maggie
la guardò storcendo le labbra e fissandola storta.
Lexi
la guardò entusiasta, tanto che la sua gemella, dopo un
tentennamento iniziale, annuì.
-
Va bene – accettò, - quando?
-
Questa sera? - chiese. - No, anzi, facciamo una passeggiata adesso, e
poi andiamo a mangiare qualcosa insieme, magari da Giorgio, adoro
quel posto! Tanto Maryl sta sera si piazza qui in casa con Kevin a
farsi le coccole, non è necessario che noi due assistiamo a
quello spettacolo.
-
Ma non ti vedi con Joe? - chiese la mora.
-
Non devo necessariamente uscire con lui tutte le sere, sai? E poi lui
voleva passare un po' di tempo con Frankie, non hai idea di quanto
fossero eccitati quei due per questa serata in compagnia. Credo che
andranno al cinema... Comunque, sei pronta? Andiamo, io avverto
Maryl.
A
volte l'entusiasmo di Lexi riusciva a spiazzare chiunque, e Maggie
non era da meno, nonostante fosse sua sorella quei suoi cambiamenti
d'umore improvvisi la rendeva spaesata sempre.
-
Okay – riuscì a mormorare, prima che la rossa uscisse
dalla sua stanza quasi saltellando.
Dieci
minuti dopo stavano camminando nel parco vicino a casa Campbell e la
loro destinazione era il gelataio lì vicino.
-
Allora – disse Lexi, squadrando la sorella, - come stai?
-
Andrà meglio quando Malefica
se ne andrà in Costa Azzurra e lascerà Nick solo a me –
sbuffò. - Ieri mi ha dato un bacio.
Lexi
si paralizzò e deglutì attentamente.
-
Bacio? - biascicò infine.
-
Oh, non bacio bacio, solo un bacino all'angolo della bocca –
arrossì al ricordo, - è stato così dolce.
La
rossa respirò profondamente e prese sottobraccio sua sorella;
loro erano più che gemelle, erano migliori amiche.
Non
appena arrivarono in gelateria presero un cono per ciascuno e si
sedettero all'ombra di una grossa quercia del parco, dimenticando per
qualche istante tutti i loro problemi.
Sei
il primo mio pensiero che
al
mattino mi sveglia
(Max
Pezzali; Eccoti)
-
Basta, questa cosa deve finire, ora! Emma, non ne posso più di
te, lo capisci o no? Sparisci! Non ti voglio più vedere in
vita mia, neanche in fotografia! Vattene in Costa Azzurra o dove
diavolo te ne devi andare. Vai via! - gridò Nick, camminando
avanti e indietro per la stanza.
Joe
si mise ad applaudire piano, le sopracciglia inarcate per la
sorpresa, mentre il sedicenne si voltava verso di lui, rosso di
imbarazzo e rabbia.
-
Bravo Nick! Ottimo discorso, ti do un consiglio, però, dillo
ad Emma e non alla tua immagine riflessa – beffeggiò,
con un piccolo sorriso il diciannovenne.
Nick
grugnì, arrabbiato, dando le spalle allo specchio davanti al
quale stava facendo pratica.
-
Mi stavo esercitando – sbuffò, - oggi dico ad Emma tutto
quello che deve sapere.
Joe
annuì, comprensivo, e squadrò il fratello minore.
-
La inviti a casa o la porti fuori? - domandò.
-
Fuori, se sono fortunato qualche paparazzo ci seguirà e vedrà
mentre la “lascio”, così non potranno più
fare supposizioni sul fatto che noi due stiamo insieme e che io
tradisco Emma con Maggie – sbuffò.
Giusto
quella mattina Kevin era tornato a casa con la faccia mogia mogia,
tenendo in mano un giornale scandalistico a loro sconosciuto, che
ritraeva per tutta la copertina Nick e un cuore disegnato nel petto
diviso a metà con nella rispettiva parte una foto di Maggie e
l'altra di Emma.
Appena
l'aveva vista Nick era andato fuori di testa, urlando e strepitando
come un matto, e allora aveva deciso che non ne poteva più,
che se ne fregava se le riprese di JONAS forse non sarebbero
state terminate; ciò che importava era che lui e Maggie
sistemassero le loro divergenze e che Emma se ne andasse finalmente
una volta per tutte.
-
Quando vi vedete? - chiese Joe.
-
Abbiamo appuntamento fra mezz'ora da Sturbacks, ci vediamo lì,
le offro da bere e le parlo il più civilmente possibile, ma se
insiste sarò costretto davvero ad alzare la voce e che
vada a farsi benedire la galanteria! - disse Nick. - A questo
proposito, io vado.
-
In bocca al lupo! - gli augurò il mezzano.
-
Crepi – sussurrò il sedicenne, uscendo di casa
richiudendo la porta dietro di sé.
L'aria
era afosa e faceva caldo, nonostante i meteo dicessero che fra
qualche giorno avrebbe piovuto, il che era strano dato che non
accadeva da quasi due mesi.
Le
strade di Los Angeles erano affollate e trafficate come al solito: i
bambini gridavano, i lavoratori strepitavano, gruppi di adolescenti
passeggiavano per strada ridendo.
Nick
si calò i suoi amati ray ban sugli occhi e fece lo
stesso con il cappellino da baseball degli Yankees che teneva sempre
con sé, per ogni evenienza.
Sturbacks
era a una quindicina di minuti a
piedi da casa Jonas e a Nick piaceva camminare, soprattutto se era in
buona compagnia o aveva con sé il suo amato iPod.
Si
tastò le tasche dei jeans ed estrasse il suo iPod nano,
infilandosi le cuffie nelle orecchie e mettendo una canzone a caso
della sua playlist.
Millenium
di Robbie Williams iniziò
a risuonargli nelle orecchie, accompagnandolo per una parte del
tragitto.
Nick
sospirò, era stanco. Stanco di Emma, stanco di dover
nascondere i suoi sentimenti a Maggie, stanco della stampa. Stanco
della sua situazione attuale.
Quando
arrivò davanti a Starbucks
era in anticipo di un quarto d'ora, così si sedette a un
tavolo vicino a una finestra
e aspettò continuando ad ascoltare la musica e a ripetersi
nella testa le parole che aveva scelto di dire a Emma.
Aveva
pensato di iniziare con calma, parlandole civilmente e ricordandole
che lui aveva una vita propria e che, detto sinceramente, lei non le
interessava; ma era anche pronto, in caso di insistenza da parte
dell'attrice, di prendere in mano le redini della situazione e di
smettere di essere il bravo ragazzo di sempre.
Quando,
con dieci minuti buoni di ritardo, Emma si presentò davanti a
Nick tutto ciò che il ragazzo voleva fare gli parve
impossibile: la ragazza aveva i capelli, quel giorno tinti color
rosso fuoco, lasciati sciolti sulle spalle e arricciati, indossava un
abito di seta bianca e aveva le labbra truccate con un rossetto color
ciliegia, un'espressione fin troppo sicura di sé, forse
troppo.
Nick
non poteva negare che fosse una bella ragazza, perchè lo era e
basta, ma sotto quella sua aria innocente sapeva che si nascondeva il
diavolo in persona.
-
Ciao Nick! - trillò lei quando lo vide, e gli lanciò le
braccia al collo, stringendolo forte. Lui la scansò con un
movimento brusco e indicò la sedia davanti a lui, facendole
segno di sedersi.
Emma
ubbidì con un sorriso e si accomodò accavalcano le
gambe, mostrando le gambe magre.
-
Fa' un caldo terribile oggi! - commentò. - Non trovi?
-
Sì, sì, certo... vuoi qualcosa da bere? - domandò
lui, frettoloso.
Emma
fece un'espressione maliziosa.
-
Non perdi tempo, eh? - sghignazzo. - Perchè no, prendo un
caffè freddo.
Nick
andò a fare l'ordinazione e tornò con un caffè
freddo per Emma e un milck shake per sé.
-
Grazie – disse lei e bevve subito un lungo sorso della bevanda.
- Mmmh, squisito!
Nick
grugnì un già in risposta e bevve anche lui un sorso di
milck shake, forse stava sbagliando ad offrire a Emma qualcosa
prima di, praticamente, mandarla a quel paese, ma i suoi genitori gli
avevano insegnato la galanteria e lui era deciso a rispettare i loro
insegnamenti.
-
Bene, Emma, il motivo per cui ti volevo parlare è piuttosto
complicato – iniziò lui, ma lei lo zittì
scoppiando a ridere.
-
Tesoro, ma che dici? Io sono un'attrice di successo mentre tu sei un
cantante di fama mondiale nonché un mediocre attore, siamo
perfetti insieme, dove vedi la complicazione?
Nicholas
Jerry Jonas sapeva sopportare tante cose: come i paparazzi troppo
invadenti, gossip falsi e addirittura suo fratello Joe, ma Emma non
riusciva a sopportarla.
-
Emma, no! - disse chiaro, serio. - Stai zitta e ascoltami!
L'attrice
diciottenne alzò gli occhi al cielo e incrociò le
braccia al petto, guardando il ragazzo davanti a lei.
Se
Emma, oltre a Nick vedeva l'entrata del locale, Nick, invece,
osservava oltre alla ragazza il paesaggio cittadino di Los Angeles.
E
fu allora che lei le vide.
La
prima aveva i capelli rossi, Emma non si ricordava neanche il suo
nome, sapeva solo che era la fidanzata di Joe, camminava a braccetto
con un'altra ragazza, mora.
Maggie.
Ricordava il suo nome, non perchè per lei fosse importante,
non valeva più di una cicca spiaccicata a suo parere, ma
perchè i giornali scandalistici parlavano spesso di lei e
della sua quasi storia con Nick.
Emma
fece un piccolo sorriso malefico e vide che le due ragazze erano
entrate da Sturbacks in quel momento e stavano osservando
loro.
-
Emma – disse Nick, serio, non aveva visto le sue due amiche
dietro di lui. - Tu non mi interessi, è Maggie quella che mi
piace e gradirei se...
L'attrice,
appena sentite quelle parole, lanciò le braccia verso il collo
di Nick e lo strinse forte per poi baciarlo con passione, le loro
labbra non si toccarono per molto, solo il tempo che Maggie vedesse
quel bacio e che il cantante, ancora preso dalla sorpresa, non la
respingesse.
Si
staccò da lui e gridò in modo tale che tutto il locale
la sentisse: - Sì, anch'io ti amo, tesoro mio!
Dall'altra
parte del locale due paia di occhi color muschio osservarono la scena
allibiti, osservando come Emma avesse baciato Nick e detto che anche
lei lo amava...
-
M...Maggie – balbettò Lexi, voltando la testa verso la
gemella al suo fianco.
La
mora aveva lo sguardo perso dinanzi a sé, gli occhi spiritati
e lucidi di lacrime che stavano per colare lungo il suo viso.
-
Maggie – ripeté la rossa, ma la sua gemella rimase zitta
e immobile, mentre un labbro iniziava a tremarle.
Prima
che Lexi la potesse fermare la ragazza si diresse a grandi passi
verso il tavolo in cui erano seduti i due piccioncini; Nick
stava parlando a bassa voce, ma aveva un'espressione determinata.
La
rossa la inseguì, ma Maggie era implacabile, arrivò
fino al tavolo dove Nick stava ancora parlando e, a quel punto, urlò.
-
Stronzo! - strillò, tirando uno schiaffo potente alla nuca del
sedicenne, il quale si voltò verso di lei, un'espressione
indecifrabile sul viso mentre guardava gli occhi della ragazza che
aveva tanto desiderato riempirsi di lacrime ma pieni di odio.
-
Maggie, non è come pensi, io... - Maggie gli tirò uno
schiaffo, questa volta in pieno viso, talmente forte che la testa del
ragazzo si voltò dall'altra parte, per poi tingersi subito di
un rosso violaceo.
-
Non dirmi cazzate, brutto stronzo che non sei altro – gridò,
irata. - Vaffanculo! Ti odio! - prima che qualcosa o qualcuno la
fermasse fece dietrofront e corse fuori dal locale, mentre lacrime
calde le bagnavano il viso.
Lexi
si avvicinò con fare minaccioso al minore dei Jonas Brothers e
lo guardò con odio puro, un odio che aveva provato solo un
tempo nei confronti di Joe.
-
Sei uno stronzo – disse, ma anche se la sua voce era calma i
suoi occhi sprizzavano odio.
-
Lexi, non è vero, Emma ed io non.... - ma Nick non riuscì
neanche a finire la frase che la ragazza girò sui tacchi e
uscì di gran corsa dal locale, gridando il nome delle gemella.
Nicholas
fece un respiro profondo e si voltò di nuovo verso Emma, i
quali occhi erano allegri, felici.
-
Lo sapevi? - domandò, tentando di non urlare.
Emma,
in risposta, gli fece una linguaccia.
-
Ecco cosa succede quando lasci Emma Roberts – disse, un
sorrisetto fastidioso dipinto sul viso.
Nick
si alzò con uno scatto e la fissò con gli occhi color
cioccolato al latte pieni di odio.
-
Va a quel paese, bastarda – dopodiché uscì dal
bar urlando, sperando che Maggie fosse ancora lì.
Gli
ci erano voluti due ore per conoscerla.
Una
per innamorarsi.
Due
mesi per potersi quasi dichiarare.
Un
minuto per perderla.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** The Flood ***
Non
ci sono molte parole per dire come sono felice di essere arrivata fin
qui e quanto voi mi rendete appagata...
Ragazze,
20, e dico 20
recensioniiiiiii!!! Siete
tutte, tutte fantastiche!!
Non
mi perdo in chiacchiere e mi dispiace di non potervi ringraziare
tutte a cause del fatto che non ho tantissimo tempo e devo fare
scienze :( Ma vi lascio subito al capitolo che, anche se è un
po' breve, è il mio preferito *.*
Capitolo
27. The Flood
Ti
odio, ti odio, ti odio, ti odio, ti odio, le
uniche parole che Nick riusciva e pensare erano le ultime che Maggie
gli aveva rivolto, tre giorni prima.
Controllò
per l'ennesima volta il suo iPhone, sperando in un messaggio, ma
rimase ancora una volta deluso e sospirò triste, appoggiando
la testa sul cuscino del suo letto.
Emma
se nera andata, aveva insistito perchè le riprese di JONAS
venissero finite al più
presto ed era partita di gran carriera per la Costa Azzurra e quella
era l'ultima volta in cui l'aveva vista.
Lo
stesso valeva per Maggie.
Da
quel fatidico giorno in cui Emma l'aveva baciato Nick non l'aveva più
sentita né vista, nonostante l'avesse ricoperta notte e giorno
di e-mails, messaggi, chiamate, addirittura MMS, per dirle che
dovevano parlare, che lui non stava con Emma e che aveva
bisogno di sentire la sua voce.
Qualcuno
bussò leggero alla porta, e non entrò finché
Nick non diede il suo permesso, dopodiché una figura femminile
si presentò indugiando alla porta.
Non
appena la vide il sedicenne fece un balzo, ma subito dopo il suo
voltò tornò cupo, non era la ragazza che voleva vedere.
-
Nick – disse Maryl; aveva la voce calma, triste, quasi
tremolante. Non aggiunse nulla oltre al suo nome, ma i suoi occhi
dorati dicevano tutto.
-
Mi credi? - chiese lui, la voce bassa, il fiato sospeso, finché
la testa della bionda non annuì piano. - Almeno tu...
Maryl
si sedette sul letto di Nick e continuò a guardarlo con aria
un po' circospetta, un po' triste, un po' troppo triste.
-
Lexi e Maggie non sanno che sono qui – disse, cupa, - credono
che sia fuori con Kevin; sono molte arrabbiate con te, Nick.
-
Ma davvero? - chiese lui, perspicace.
-
Sì – disse lei, seria. - Nick, Maggie non fa altro che
piangere...
Gli
occhi color cioccolato al latte del sedicenne incontrarono quelli
dorati della ventenne, finché lui non li abbassò, cupo.
-
Io le voglio spiegare – disse, - ma non mi richiama, non
risponde ai miei messaggi, mails... non fa nulla!
Maryl
lo fissò e lo scrutò con attenzione. In tutta la sua
vita aveva avuto molte occasioni di vedere un ragazzo che soffriva
d'amore o faceva finta ed era sicura che Nicholas Jerry Jonas stesse
davvero male per una ragazza, ed era una cosa rara trovarla in un
ragazzo.
-
E cosa dovrebbe fare? E' convinta che tu stia con Emma dopo che tu
l'abbia quasi baciata, ora non può più pensare che non
ti piacesse e tu non puoi fare lo stesso con lei... sai com'è
fatta! Non parlerà con te se non di sua spontanea volontà
– spiegò la bionda.
-
Così soffre anche lei, però.
-
Non si è mai rifiutata di soffrire per una giusta causa.
-
E cosa dovrei fare? - domandò Nick, dopo qualche minuto di
silenzio dopo quello che aveva detto Maryl. - Non mi parla, come
potrei convincerla ad ascoltarmi?
Maryl
lo fulminò con lo sguardo, quasi incenerendolo, si poteva dire
tutto su quel ragazzo, ma non che non fosse un vero ingenuo a volte.
-
Per l'amor di Dio, Nicholas! - strillò. - Usa quel cervello e
rispondi a queste domanda, sinceramente! Maggie ti piace, sì o
no?
Nick
rimase spiazzato dal cambiamento d'umore della ragazza, poi annuì
sicuro si sé.
-
Faresti di tutto per lei?
Gli
occhi del moro si alzarono sulla maggiore delle sorella Campbell.
-
Anche morire.
-
E allora va da lei! Santo cielo, vi piacete da una vita, vai da lei e
dille quello che provi per lei senza peli sulla lingua, corri il
rischio, Nick! - esclamò la bionda, con enfasi.
Nicholas
la guardò ancora un istante, poi con un movimento fulmineo si
alzò dal letto e corse per la stanza prendendo un paio di
scarpe che aveva abbandonato lì qualche tempo prima, forse dal
giorno in cui aveva perso Maggie, se le infilò e guardò
fuori dalla finestra.
Pioveva.
Tante
rapide gocce d'acqua scrosciavano giù dal cielo con forza, il
cielo era nero, tanto che i lampioni erano stati accesi in strada e
tuoni e lampi brillavano nel cielo accompagnati da rumori poco
rassicuranti.
Il
diluvio universale.
-
Maryl – disse Nick un ultima volta prima di uscire dalla sua
stanza. - Grazie.
Non
riesco a capire
cosa
succede
(Adrenalina;
Finley)
Le
ferite dello spirito guariscono senza lasciare cicatrici,
lesse Maggie sfogliando un libro di citazioni, guardò la frase
e chiuse il libro con un gesto secco.
Che
bugia. Forse il dolore dello spirito non lasciava cicatrici visibili,
ma dentro ogni persona che aveva sofferto era piena di
cicatrici.
Un'ennesima
lacrima le scivolò lungo il volto, ma prima che potesse
arrivare a bagnarle le labbra Maggie l'aveva già cancellata,
strofinandosi la guancia con forza eccessiva.
Si
doveva obbligare a smettere di piangere, non era possibile che
soffrisse per una persona come... come...
Non
riusciva nemmeno a pensare il suo nome senza che il suo cuore
sentisse una stretta.
Maggie
lasciò cadere con malagrazia il libro di citazioni a terra e
recuperò Danze dall'Inferno,
che aveva appoggiato sul suo comodino, ma non lo aprì.
Guardò
la copertina con attenzione, sfiorandola con le sue dita affusolate
ma per niente curate, con le unghie mangiate.
Aveva
pensato che la copertina avesse un significato di gioia, ma non era
così.
Il
nero dello sfondo significava l'ignoto, la paura, il dolore, perchè
ogni cosa nera è triste, priva di colore e di vita.
Il
fiore era bianco con delle striature gialle, un bel fiore, con
precisione era una rosa.
Maggie
diede una breve occhiata al vaso di rose sulla sua scrivania;
nonostante tutto non era riuscita a buttarle, non ci riusciva, ma non
le curava neppure, tant'è che stavano appassendo pian piano,
proprio in quel momento un petalo rosso ormai appassito cadde sul
pavimento di legno della sua stanza.
Tornò
a guardare il fiore. Cosa poteva significare la rosa?
Maggie
aveva sempre decifrato i libri di Stephanie Meyer, con particolare
attenzione rivolta a quelli della saga di Twilight, tranne
l'ultimo, Breaking Down:
il primo ritraeva sempre lo sfondo
nero, per mostrare l'ignoto, il non sapere cosa accadrà,
mentre le braccia diafane della protagonista tenevano fra le mani una
mela, il frutto proibito, a indicare l'amore proibito
di Edward e Bella, i Romeo e Giulietta della nuova generazione.
New
Moon aveva sempre lo sfondo
nero, per il medesimo significato, ma al posto delle mani o di una
mela la copertina ritraeva un fiore che appassiva; per spiegare un
amore che pian piano si consumava.
Eclipse,
sempre con lo sfondo scuro, mostrava un filo che si stava spezzando,
ma con solo due sottile fili che rimanevano uniti: nel libro Edawrd e
Bella.
Nella
realtà, sperava, Nick e lei.
Ma
Nicholas e Maggie erano rimasti a New Moon,
all'amore che appassiva, ma quella volta non
ci sarebbe stata una riconciliazione fra i due personaggi, no, quella
volta solo il loro dolore e basta.
Era
finita, doveva ficcarselo bene in testa, ma ad essere sinceri non era
nemmeno iniziata; la storia, anzi la quasi storia, fra Maggie e Nick
era stata interrotta sempre per un motivo o per l'altro,
probabilmente il destino non li voleva insieme.
La
sedicenne pianse lacrime amare; non doveva innamorarsi: che senso
aveva amare se poi bisognava soffrire?
Si
era fatta tante volte quella domanda, quando Larry e Spencer,
entrambi i ragazzi di cui si era innamorata nei suoi sedici anni di
vita e che entrambi le avevano detto di non voler stare con lei, ma
con Nick era un'altra storia.
Mentre
con Larry e Spencer era stata male, con Nick quando ci pensava
sentiva come un qualcosa graffiarle lo stomaco, le lacrime agli occhi
e tanti sentimenti tristi che nemmeno sapeva esprimere.
Teneva
ancora fra le mani Danze dall'Inferno, fu presa da uno scatto
violento d'ira e lasciò cadere a terra il libro, che si aprì
su una pagina.
Maggie
si mise le mani sulla faccia e si chinò per raccogliere il
libro, ma i suoi occhi caddero sulla pagina sulla quale si era aperto
il libro e solo una frase colse la sua attenzione, pensata dalla
protagonista del racconto di Stephanie Meyer, Sheba: aveva bisogno
di lui.
Le
ci volle un attimo per accorgersi di quello che aveva letto e quello
che voleva.
Afferrò
una felpa e corse fuori dalla stanza, ma non prima di dare
un'occhiata al paesaggio fuori dalla finestra.
Pioveva.
-
Maggie? - chiese Lexi, vedendola. - Che fai?
-
Esco – disse solo, aprendo la porta di casa, una sferzata di
vento le scompigliò i capelli.
-
Cosa?! Ma c'è il diluvio universale, fuori! - sbottò la
rossa.
Maggie
incrociò gli occhi con la gemella.
-
Infatti – e uscì.
E
piove! Madonna come piove!
Sulla
tua testa e l'aria si rinfresca
(Piove;
Jovanotti)
Nick
correva sotto la pioggia gelida, i riccioli appiccicati alla fronte a
causa dell'acqua, lunghi brividi gli percorrevano la schiena e le
gambe gli imploravano di fermarsi, ma lui non lo fece e continuò
a correre, fermandosi solo un istante per prendere fiato e poi
ricominciare a correre ancora più veloce di prima.
In
testa aveva un solo pensiero fisso: Maggie.
Per
continuare a correre pensava al suo sorriso, al suo rossore sulle
guance, ai suoi bellissimi occhi color muschio.
Pensava
a tutto questo e continuava a correre il più velocemente
possibile; ancora non sapeva cosa avrebbe detto a Maggie quando
l'avrebbe vista, se l'avesse vista, o perlomeno se fosse
riuscita a parlarle.
Quella
volta non si sarebbe fermato; non ci sarebbe stato cellulare, uomo,
donna o qualsiasi cosa animata o non che gli avrebbe impedito di
parlare a Maggie, men che meno quest'ultima.
Stava
correndo lungo Washington Street, affondando con le scarpe nelle
pozzanghere, ma senza interessarsene.
All'improvviso
vide una figura che correva almeno quanto lui, coprendosi la faccia
per ripararsi la faccia dalla pioggia.
Nick
la guardò e la riconobbe, l'avrebbe riconosciuta fra mille e
più, era lei, era la ragione per cui stava correndo, il
motivo di tutto.
Non
urlò, non disse nulla, semplicemente continuò a correre
sentendo nascere dentro si sé la speranza.
Quando
erano a pochi metri l'uno dall'altra rallentarono, ognuno dei due ben
chiaro di sapere chi aveva davanti, finché non si fermarono
l'uno dall'altra, talmente vicini che riuscivano a vedere quasi tutte
le più piccole imperfezioni dell'altro.
-
Maggie – sussurrò Nick.
Lei
lo fissò negli occhi, la pioggia che colava lungo il suo viso,
gli occhi che le risplendevano di tristezza e forse di un briciolo di
felicità.
-
Nick – disse lei con un piccolo sorriso.
Anche
lui sorrise mentre la pioggia continuava a colarle sul volto, lungo i
riccioli, i vestiti ormai fradici.
Nick
cercò le mani di Maggie e lei non oppose resistenza, ma lui la
sentiva rigida mentre la toccava.
-
Ti devo parlare – disse lui, diventando improvvisamente
nervoso. - Ascolta, fra Emma e me non c'è, non c'è mai
stato e mai ci sarà niente! Io, insomma, so che può
essere sembrato diverso ma è così, Maggie te lo giuro
su tutto ciò che io ho più caro al mondo, Emma non mi
piace, l'unica persona con la quale...
-
Oh stai zitto stupido – mormorò Maggie e lo baciò.
Nello
stesso istante in cui le loro labbra si toccarono un tuono scoppiò
nel cielo, ma nessuno dei due fece nulla, continuarono a baciarsi, a
sfiorarsi fra loro, Nick accarezzò i capelli di Maggie, mentre
lei lo stringeva con le braccia.
I
loro baci erano dolci, ma allo stesso tempo passionali.
Nick
prese il viso di Maggie con delicatezza sempre tenendosela vicina.
-
Puoi perdonarmi? - sussurrò piano.
Maggie
gli lanciò le braccia al collo e lo baciò con passione;
era sufficiente come risposta?
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Forever ***
Io
vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo, io vi
amo, io vi amo, io vi amo, io vi amo [ecc...].
Scusate,
scriverei ancora qualche miliardo di vole “vi amo”, ma
sono abbastanza di fretta, ho quaranta pagine di esercizi di inglese
da fare!
308
recensioni, insomma, sapete che significa?? Ho superato le 300
recensioni!! Siete i miei tesori!! Bene, bene, grazie mille, di
cuore!!!
Bene,
contente che finalmente la coppia Mick si sia formata? Io sììì!!!
*.*
Passiamo
ai ringraziamenti:
DarkViolet92:
grazie mille!! Aggiorna presto, tu!! Un bacione!
_Crazy_Dona_:
chimica, greco e matematica?? *me ti compiange* Sono felicissima che
ami questa storia, come io amo la tua!! Grazie di tutto!! Un bacione!
Lilian
Malfoy: eh, l'ho fatto apposta a far parlare troppo Nick, così
è stata Maggie a baciarlo, alla fine!! Anche tu a soffrire le
pene del diritto, eh? Anch'io, sigh!! Un bacione!
mione94:
CALMAAAAAAAA!!!! Sono diventata euforica solo a leggere la prima
parola della tua recensione!! Sei fantastica ed io ti ADORO!!! Un
bacione!
annina94:
sììììììì, sono
perdonata!!! Alleluia!!! Sì, finalmente si sono baciati Nick e
Maggie!! Ad ogni modo, hai visto se ti è arrivata la mail?
Altrimenti sono io che sono proprio scema!! Un bacione!
Niki_CuLLen_:
cara che sei, tu!! Ti adoro, è ufficiale!! Anyway, sono
contenta che lo scorso capitolo sia il tuo preferito! Spero che anche
questo ti piaccia!! Un bacione! MeneguzzinaJonassina: sono
contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così
tanto!! Comunque, ritornando al vecchio argomento del capitolo
dedicato interamente ai Jexi, ti dico già che sarà fra
due capitoli, insomma, non il prossimo, quello dopo, però se
intanto vuoi leggere qualcosa tutto su di loro potresti leggere
Album, una mia missing moment
che trovi nella mia pagina. Un bacione!!
Melmon:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Grazie anche
per essere passata nella mia originale Sguardo,
grazie davvero!! Un bacione! Sbranina: tesoro, addirittura
magnifica? Ma io ti
adoro al trecento per cento!! Tu mi conosci troppo bene, hai
azzeccato, ci saranno delle complicazioni, ma nulla di grave
*tossicchia sarcastica* (bugiarda ndr. Tutti!). Sì, ehm,
vabbè, ci sentiamo presto, spero. Ti voglio bene! Un bacione!!
jeeeeee:
sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così
tanto!!! Ti adoro!! Grazie per recensirmi sempre!! Un baciooooone!
BENNYY:
sono felicissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così
tanto!! Certo che continuo, mi dovrete sopportare ancora a lungo! Un
bacione!
jonas_princess:
davvero ti è piaciuto così tanto lo scorso capitolo? Ma
tu mi commuovi troppo!! Ti adoro al massimo! Un bacione!
Mon
Amour: tesorooooooooo, ti adoro, ma tu lo sai, vero, sì? I
Jonas rimangono sempre i Jonas, i nostri amati, venerati, splendidi
Jonas!! La terza puntata è stupenda, vabbè, però
ti racconto tutto meglio in una mail! Ti voglio bene! Un bacione!
JonasBrothersFan:
sì, lo so, modestamente me la cavo bene in questa fanfic, dài,
scherzo, ma io ti adoro al massimo!! Grazie di tutto, ci sentiamo
presto! Un bacione!
nes95:
eccoti con la tua recensione ufficiale, ma anche quella che mi hai
lasciato sul cellulare andava benissimo!! Scusa se non ho risposto
subito alla tua mail con il capitolo ma, come sai, ho avuto i miei
problemini tecnici.. Un bacione!
Giulietta
24: Davvero mi adori? Ed io adoro te,
è ovvio!! Sono felicissima che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto!! Un bacione!
merion:
ciao tesoro, è da un po' che non ci si sente, ma sono contenta
che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto!! Anch'io
adoro questa faccina → *.* Non sei l'unica!! Ci sentiamo presto,
spero! Un bacione!
Capitolo
28. Forever
Maggie
ridacchiò, stringendosi a Nick e baciandogli il collo con
dolcezza, mentre lui giocherellava con una ciocca dei suoi capelli, a
volte avvicinando la testa a una ciocca, per annusare il suo odore:
rose.
Nick
intrecciò le dita delle mani con le sue e la tenne vicino a
sé, osservandola con passione e amore, con uno sguardo dolce e
innamorato.
-
Ma come ho fatto? - chiese lui all'improvviso, pensando ad alta voce.
La
mora si voltò verso di lui, radiosa, un grosso sorriso sulle
labbra.
-
Cosa? - chiese, appoggiando la testa alla sua spalla, mentre con una
mano accarezzava l'erba del prato su cui erano seduti da ore.
Nick
si voltò verso di lei.
-
A resistere così tanto senza di te. Senza poter toccare i tuoi
capelli – glieli prese con dolcezza per poi lasciarli ricadere
di nuovo lungo la schiena, - senza poterti accarezzare le guance –
le sfiorò con la punta delle dita – senza poterti
baciare – premette le sue labbra contro quelle di lei.
Maggie
arrossì fino alla punta delle orecchie e restò accanto
a lui, stringendogli con forza le mani.
-
Ed io non so come ho fatto a credere che tu ed Emma steste insieme –
ammise lei in un sussurro roco. - Lo credevo sul serio, ero così
gelosa! Lei era arrivata da pochi giorni e ti aveva già
conquistato, mentre io che ti conoscevo da un paio di mesi ero
rimasta a bocca asciutta!
Nick
rise e si sdraiò sul prato, ammirando il tramonto rosato che
stava tingendo il cielo, e Maggie lo imitò poco dopo, sempre
tenendo la testa vicino alla sua spalla, mentre con un indice
tracciava dei cerchi sul suo braccio.
-
Che bello – commentò lei.
Il
sedicenne annuì ammirando il sole rosso e il cielo dalla
striature rosa e azzurre e pensò che quel tramonto era bello
come Maggie.
-
Stavo pensando... - riprese lei.
Nick
inarcò un sopracciglio e Maggie gli diede una debole gomitata
nelle costole, sempre con un sorriso sulle labbra.
-
Okay, okay faccio il serio – disse lui, per poi scoppiare a
ridere.
La
sedicenne si rizzò a sedere e gli sorrise.
-
Scemo! - esclamò. - Dài, che sono serissima!
Il
cantante annuì e la guardò, prendendola per un braccio
e costringendola a rimettersi accanto a lui.
-
Dicevo – riprese lei, - che stiamo insieme da una settimana e
che, beh, insomma... - arrossì. - No, niente.
Nick
la circondò con le braccia e iniziò a farle il
solletico.
-
Eh no, mia cara, ora sei obbligata a
dirmelo, ne và della mia salute mentale!
-
Oh, beh, allora!
-
Dillo! - disse Nick, continuando a farle il solletico.
Maggie
tentò di divincolarsi dalla sua stretta, ridendo come una
pazza.
-
Nick, dài, per favore!
-
Parla! - le intimò lui.
-
Va bene, ma è una cosa eccessivamente stupida, insignificante
e superficiale, ti avverto!
-
Allora è perfetta per me! - esclamò Nick, lasciandola
andare e permettendole di sedersi, era già rossa al pensiero
di quello che doveva dire.
-
Ecco, pensavo che sarebbe bello avere una... - arrossì senza
finire la frase e si tappò la bocca con le mani. - Sto
correndo troppo, scusa, è che non ho mai avuto un ragazzo, non
so come comportarmi!
Nick
le prese il volto con le mani, sentendo le sue guance calde e un paio
di lacrime di riso che ancora le colavano sul volto.
-
A me piace correre, ricordatelo, se non fossi stato così
vigliacco staremmo insieme da
molto più tempo, quindi voglio correre e recuperare il tempo
perduto. Corriamo – sussurrò nel suo orecchio.
Lei
annuì e sorrise radiosa, era così dolce il suo ragazzo,
sì, era davvero dolce...
-
...una canzone – completò lei, per la frase di poco
prima. - Sarebbe bello avere una nostra canzone.
Nick
sorrise e la baciò felice; voleva una loro canzone? Avrebbero
avuto una loro canzone!
Il
problema è che non ci decidiamo mai
(Il
problema; 883)
-
Lexi! - strillò Maryl, presa dal panico, correndo per tutta la
casa, i capelli spettinati e bianca come un cencio.
La
rossa uscì dalla sua stanza al suono del suo nome, preoccupata
per il tono che aveva usato la sorella nel chiamarla.
Lexi
corse giù per le scale e raggiunse la sorella che stava
camminando in circolo reggendosi una mano con fare drammatico.
-
Cosa è successo? - domandò la sedicenne, girandole
attorno concitata.
-
Lexi! - esclamò Maryl, gli occhi persi nel vuoto. - E'
successa una catastrofe!
-
Cosa?
-
Proprio ora, oggi, non ci posso credere, no! Oh, mamma mia adorata è
terribile, terribile! - urlò la bionda, riprendendo a correre
per la stanza.
-
Maryl Campbell fermati immediatamente e dimmi cosa accidenti è
successo se non vuoi che mi venga una crisi isterica! - ululò
la rossa, quasi prendendola a schiaffi.
La
bionda si voltò verso di lei e la guardò.
-
Mi si è rotta un'unghia!
Sapete
quei momenti in cui vorreste uccidere qualcuno a furia di schiaffi?
Ecco, quello, per Lexi era uno di quei momento.
-
Porca miseriaccia, Maryl, mi hai fatto venire un infarto! - ribatté
la rossa, scostandosi da lei.
La
bionda la guardò, sbalordita; come poteva sua sorella, colei
che aveva il suo stesso sangue e condivideva i suoi stessi geni, non
capire la catastrofe che si era imbattuta su di lei in una data così
vicino a un giorno molto importante.
-
Alexandra! - oddio, l'aveva chiamata senza diminutivo, allora la
situazione era peggiore del previsto. - Domani è il mio primo
anniversario con Kevin!
-
E?
-
E? Oddio, come ho fatto ad avere una sorella simile? No, basta,
secondo me ti hanno scambiato in ospedale, capita sai e...
-
Maryl! - Lexi la fissò paonazza, aveva di meglio da fare che
starla ad ascoltare per le sue catastrofi, non è da
dimenticare che anche lei e Joe fra due giorni avrebbero festeggiato
il loro anniversario di un mese.
-
Okay, okay – la bionda chinò il capo e si diresse con
passo da funerale fino al bagno, dal quale non riemerse per le due
ore successive.
La
sedicenne sospirò e tornò in camera sua quasi correndo,
fiondandosi di nuovo nella lettura di Come sorprendere un ragazzo,
un libro che aveva preso dalla
biblioteca nella quale lavorava la sorella gemella a sua insaputa. Si
era detta che se doveva stupire Joe per la loro
serata speciale, tanto valeva farlo bene.
Aveva
selezionato cinque cose da fare per il loro giorno, ovvero: cucinare
lei, vestirsi elegante, cosa che non amava particolarmente, tentare
di essere amabile, non picchiarlo e stragli incollata peggio di una
sanguisuga.
Ma
a quello, si disse, ci avrebbe pensato più tardi. Ora che ci
pensava era da un po' che lei e Joe non passavano qualche ora
assieme, gli ultimi giorni erano stati davvero burrascosi; fra Maggie
e Nick che si erano finalmente messi assieme e sperperavano il loro
amore ovunque, il lavoro della band che non si era fermata un minuto
e le crisi isteriche fin troppo frequenti di Maryl che l'avevano
tenuta impegnata a casa si erano visti da soli davvero poche volte.
Beh,
pensò, mancano solo due giorni,
e sorrise.
Ho
cantato certe storie che facevo sempre mie: le sconfitte e
le vittorie e le mie poesie
(La
canzone della verità; Enrico Ruggieri)
Per
Joe Jonas poche cose sono davvero importanti, le quali comprendono la
musica, la famiglia, gli amici, la sua ragazza e, ultima ma non meno
importante, la sua piastra.
Per
lui la piastra non era un oggetto di uso quotidiano, anzi era una
divinità che andava pregata la sera, e durante il giorno
coccolata e venerata. Una dea.
-
Cucciola di papà – sussurrò il diretto
interessato alla sua dea, accarezzandola con dolcezza, - amore bello,
ma lo sai che tu sei tanto, ma tanto tanto, ma tanto tanto tanto
brava? Ma sì, bella mia, fai sempre quello che il tuo babbo ti
dice di fare, brava! - e le diede un bacetto con tanto di schiocco,
mentre ancora la accarezzava.
Kevin
inarcò le sopracciglia a quella vista raccapricciante e fu
tentato dal chiamare il telefono verde del centro di igiene mentale
più vicino; perchè non era
normale che una persona baciasse la sua piastra, anzi! Andava ben
oltre i limiti della sanità psichica di un essere umano.
-
Che stai facendo? - chiese
scettico il ventunenne, sempre con un sopracciglio inarcato.
Il
diciannovenne si voltò verso il fratello maggiore e lo guardò
allibito; come poteva chiedergli una cosa simile? Non era ovvio?
-
Cullo l'amore della mia vita – spiegò chiudendo gli
occhi Joseph, per poi riaprirli di scatto e correggersi all'istante,
- dopo Lexi, naturalmente.
Kevin
annuì, mordendosi il labbro inferiore, trattenendo una risata;
nonostante ormai vivesse da diciannove anni con suo fratello non
riusciva ad abituarsi alle sue idee geniali, o stupide, dipende dai
punti di vista.
Il
mezzano ripose la sua divinità nel suo apposito contenitore e
raggiunse il fratello, a metà fra lo scocciato e il divertito.
-
Emozionato? - chiese.
Kevin
lo guardò negli occhi, non c'era bisogno che specificasse il
soggetto.
Grugnì
un sì in risposta e sospirò, non l'avrebbe mai ammesso
neanche sotto giuramento o tortura, ma era terrorizzato all'idea di
quello che lo aspettava il giorno dopo.
Non
aveva la più pallida idea a quello a cui era abituata Maryl,
magari i suoi ex le avevano fatto dei regali speciali e portata in
chissà quali posti, lui aveva, invece, organizzato una
semplice cenetta in un ristorante appartato fuori città, preso
un regalo e aveva pensato di portarla a fare una passeggiata dopo
cena, niente di speciale.
-
Suvvia, andrà tutto benissimo! - esclamò Joe, dandogli
una pacca sulla spalla, un sorriso sornione sul viso. - Maryl ti
adora, tu la adori, siete fatti l'una per l'altro, è inutile
che tu abbia paura di un vostro normalissimo appuntamento!
Kevin
sospirò.
-
Primo io non ho paura; secondo se avessi paura non è per il
fatto della cena, beh non solo quello, ma soprattutto perchè
stiamo insieme da un mese e che la cosa sta diventando seria, cosa
che io voglio, ma vai a vedere come è finita con Danielle!
Sono stato scaricato quando le ho chiesto di sposarmi! - man mano che
parlava aveva alzato sempre più la voce.
Joe
annuì arricciando le labbra.
-
Beh, ma Maryl non è Danielle! - disse molto semplicemente e
spinse il fratello verso la sua camera alla ricerca della cravatta
perfetta.
Per
sempre tu sarai La stella che lassù Da guida mi
farà
(Per
sempre; Finley)
|
|
Maryl
era terrorizzata, molto terrorizzata, anzi, dirlo era quasi un
eufemismo.
Come
le stavano i capelli? Il vestito era a posto? Non si era truccata
troppo, vero? Le scarpe non erano troppo alte, non le avrebbero dato
fastidio in caso di una passeggiata, no?
Maggie
la osservava sognante, la testa appoggiata sul bracciolo del divano,
una cuffia del suo iPod infialata in un orecchio, mentre l'altra
giaceva inerte lungo il fianco del mobile, dondolando.
Lexi
sembrava troppo impegnata a leggere un libro di Stephen King,
intitolato Mystic per farle
caso, ma in realtà con la coda dell'occhio seguiva ogni suo
movimento; chissà, forse avrebbe imparato qualcosa.
-
Vado bene così? - domandò la bionda, girando su se
stessa. - O sono troppo, non so, troppo qualcosa?
-
Ma no! - disse la mora, sorridendo. - Sei un incanto!
Da
quando aveva iniziato la sua storia con Nick Maggie aveva ripreso a
sorridere, e ora quel sorriso non le lasciava mai le labbra, era
sempre lì. Maryl aveva anche notato che sua sorella sembrava
un po' più sicura di sé, ma questo era solo un bene,
prima era troppo chiusa.
La
bionda le sorrise riconoscente, poi spostò il suo sguardo su
Lexi.
-
Allora? - chiese, la sua opinione era importante per lei.
La
rossa la fissò per un istante, poi alzò le spalle.
-
E' okay. - disse.
-
Okay? - squittì Maryl, preoccupata, doveva cambiarsi, lei non
doveva essere okay, doveva essere wow!
Lexi
sorrise.
-
Ma dài, Maryl, stai benissimo! - ridacchiò. - Una
meraviglia!
A
quelle parole la bionda si tranquillizzò e annuì
convinta.
Per
l'occasione aveva indossato un vestito celeste che le arrivava sopra
le spalle, una collana di brillanti e un paio di orecchini nei quali
erano incastonate due rare pietre azzurre australiane, l'abito era
elegante, ma non troppo, con due sottili spalline e fatto di seta. I
capelli li aveva raccolti in un elegante crocchia dietro la testa, ma
un paio di ciocche erano sfuggite all'elastico con il quale teneva
stretti i capelli.
-
Bene – disse con un respiro profondo, guardando l'orologio
posto sulla parete davanti a lei. - Kevin dovrebbe essere qui fra
tre, due, uno... - il campanello di casa Campbell suonò.
-
Perfezionista – borbottò Lexi, scuotendo la testa e
tornando alla sua lettura.
Maryl
scosse la testa, ignorandola e corse ad aprire alla porta.
Il
suo Paradiso in Terra era lì proprio davanti a lei, vestito
con una camicia bianca, una cravatta nera, niente giacca e un paio di
pantaloni in velluto.
Il
suo sorriso risplendeva come mille soli e per Maryl significava
tutto, significava felicità,
la gioia di saperlo suo,
l'amore, significava vita.
-
Kevin – sospirò la bionda, e il ragazzo le prese
dolcemente il viso, per poi stamparle un bacio dolce, ma allo stesso
passionale.
Maryl
quasi si sciolse e si attaccò al suo collo, rispondendo al
bacio con naturalezza.
-
Sei bellissima – disse il ventunenne staccandosi da lei di un
paio di centimetri.
-
Volevo essere perfetta – ammise lei, - per te.
Kevin
la baciò ancora, finché la voce di Lexi non li
richiamò.
-
Per favore, andatevene via – sbottò, - ne ho abbastanza
delle vostre smancerie.
La
bionda sbuffò, ma senza ulteriori obiezioni uscì dalla
casa tenendo per la mano il suo ragazzo ed entrò nel suo SUV
senza un lamento.
-
E' un po' nervosa – ammise lei, - sai, per domani.
Kevin
la guardò perplesso, aggrottando le ciglia.
-
Il primo mese insieme suo e di Joe – gli suggerì la
ragazza, - lo festeggiano domani.
-
Davvero?! - esclamò lui. - Joe non mi ha detto niente!
Maryl
alzò le spalle, Joe per lei spesso rappresentava qualcosa di
misterioso, nonostante spesso credesse di conoscerlo piuttosto bene.
-
Sarà nervoso anche lui, forse non voleva rovinare la sorpresa
che probabilmente avrà organizzato per Lexi – provò
Maryl. - Ad ogni modo, non voglio pensarci, pensiamo solo a noi due,
oggi.
Kevin
le sorrise mentre accendeva la macchina e partiva, in direzione sud.
Per
tutto il viaggio non fecero altro che ascoltare musica, ridere e
scherzare, e, fra un semaforo rosso e l'altro, a baciarsi e
abbracciarsi.
Non
avrebbero mai volto smettere di stare vicini, mai e poi mai.
Il
ristorante nel quale Kevin Jonas aveva prenotato si trattava di una
piccola trattoria verso la parte interna della California, ad un'ora
di macchina da Los Angeles, che aveva scoperto un giorno che aveva
bucato una gomma e nella quale aveva cenato nell'attesa che suo padre
lo venisse a prendere. Era un luogo abbastanza appartato, nel quale
mangiavano solo viaggiatori di passaggio ed erano rari gli ospiti
abitudinari; Kevin faceva parte di quella minoranza.
-
Signor Jonas! - esclamò un uomo corpulento non appena il
chitarrista fece il suo ingresso nella locanda, mano nella mano con
Maryl. - Che piacere rivederla!
-
Ehi, Gabe! - disse Kevin, dandogli una calorosa stretta di mano. -
Come va? Tutto bene?
-
Ah, Kevin, tutto bene, ho appena scoperto che fra poco diventerò
nonno – ammise con orgoglio.
-
Congratulazioni! - si congratulò il ventunenne.
Gabe
minimizzò il tutto con un gesto della mano.
-
Tu piuttosto, vedo che te la cavi bene, chi è questa
affascinante signorina? - chiese Gabe, guardando Maryl, la quale
arrossì leggermente.
-
Gabe, lei è la mia ragazza, Maryl – la presentò
Kevin con allegria.
-
Molto piacere – disse la bionda, stringendo la mano grassoccia
che Gabe le aveva offerto.
-
Piacere mio, signorina, piacere mio! - ridacchiò l'uomo. -
Bene, ho fatto presentare per voi il tavolo migliore del locale –
e li mostrò un tavolino apparecchiato per due in un angolo,
illuminato da una candela e con un mazzo di viole al centro. - I
fiori sono un regalo del signor Jonas, signorina.
Maryl
fissò Kevin, meravigliata, e sfiorò con la punta delle
dita i petali dei fiori.
-
Sono bellissimi, tesoro – disse, - grazie!
Kevin
le diede un breve bacio su una guancia e la fece accomodare su una
sedia.
-
Vi porto i menu – dichiarò Gabe, allontanandosi con la
sua camminata ondulata.
Maryl
sorrise divertita guardandolo e prese la mano del suo ragazzo sopra
al tavolo, mentre lui le accarezzava dolcemente il palmo.
-
Non posso crederci – ammise la ragazza, con gli occhi brillanti
come due stelle. - Non... non so come ringraziarti, davvero Kev, sei
fantastico!
Lui
si portò la sua mano alla bocca e le fece un baciamano, mentre
la ragazza arrossiva compiaciuta.
-
Sei il migliore – sussurrò la bionda.
La
serata proseguì piacevolmente; Kevin ordinò tutte le
specialità della casa e grazie al fatto che la trattoria fosse
sperduta nel nulla non vennero nemmeno disturbati da fotografi o
giornalisti avidi di scoop, magari sperando in una rottura improvvisa
della coppia o di qualche altro disastro simile.
-
Vieni – disse all'improvviso Kevin, alzandosi.
-
Ma dove? - chiese lei, sorpresa, mentre il suo ragazzo le tirava la
mano.
-
Su, vieni, dai!
Maryl
alzò gli occhi al cielo e lo seguì, mentre Gabe li
faceva un segno di saluto.
Uscirono
nell'aria fresca della sera, il rumore dei tacchi a spillo
sull'asfalto della strada era l'unico che si udiva mentre camminavano
verso un bosco lì vicino.
Entrarono
in una rete fitta di alberi, camminando in un sentiero battuto, fra
le deboli imprecazioni di Maryl e le risa di Kevin.
-
Dove mi porti? Non è che mi vuoi rapire e nascondere in una
baracca nel fitto del bosco? - chiese a un certo punto lei.
-
Shh, silenzio, siamo arrivati, ancora un attimo – la
tranquillizzò lui, finché non le cinse la vita con un
braccio e spuntarono in una radura illuminata dalla luna.
-
Oh mio... - mormorò Maryl, mettendosi le mani sulla bocca,
osservando la scena davanti a lei.
Al
centro della radura c'era un masso, sul quale era posato un pacchetto
avvolto da una carta argentata.
-
Kevin – mormorò lei, - che cosa...?
Il
ventunenne si avvicinò alla sua ragazza e la sospinse
leggermente verso il masso, prese il pacchetto e glielo porse, mentre
le mani gli tremavano dall'emozione.
-
Aprilo – le sussurrò nell'orecchio lui.
Con
le dita che sussultavano disfò il nastro del pacco e aprì
il regalo.
-
Oh mio Dio, Kevin... - disse lei a bassa voce.
Nel
pacco c'era una collana con una catenina d'argento e un ciondolo a
forma di cuore, sulla quale era incisa con una scrittura sottile e
leggermente ondulata che scriveva “Forever”.
-
E' bellissimo – disse Maryl accarezzandolo, - è
semplice, ma... perfetto. Non potevi farmi un regalo migliore! - gli
lanciò le braccia al collo e lo baciò dolcemente.
-
Sono contento che ti piaccia – disse lui, - lo speravo tanto. -
prese la collana dalle mani della sua ragazza e gliela allacciò
al collo, mentre il ciondolo freddo premeva sul petto della ragazza.
-
Dici sul serio? - chiese lei. - Per sempre?
Kevin
annuì e le prese il viso con le mani e le disse tutta la
verità:
-
Ora e per sempre.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Roses ***
Eccomi
qui!
Dopo
non mi ricordo quanto tempo di assenza, credo una settimana, sono
tornata con uno schifo di capitolo, lo ammetto, però l'ultima
parte, modestia a parte, mi piace!
Ragazze,
mi stavo chiedendo, ma davvero vi
piace così tanto questa storia? Insomma, davvero? Vi adoro,
sappiatelo, mi rendete così appagata: 13 recensioni in un
capitolo!
Bene,
nel mentre questo capitolo veniva scritto la qui presente ha iniziato
un corso di recitazione *-* Faccio pena a recitare, ma pace!
Uh,
ragazza, sappiatelo, non ho idea di quanti capitoli avrà
questa storia, forse e dico forse
circa
45 *si para da eventuali sassi in caso qualcuno la voglia lapidare*,
mi dovrete sopportare a lungo, scusate!! Però, dài,
dopo ci sarà il seguito, contente? Risposta: Certo, come no!
Un
ultima cosa prima di lasciarvi ai ringraziamenti: ma sono davvero
così prevedibile?
jonas_princess:
oddio, quando ho letto l'inizio della tua recensione mi sono chiesta:
“ma cos'ho fatto di male?”, e invece mi avevi tirato un
brutto scherzo... sappi che mi vendicherò!! Vabbè, ad
ogni modo, grazie mille per i complimenti! Un bacione!
Lilian
Malfoy: ecco, la risposta a questa recensione è qui sopra: ma
sono davvero così prevedibile? Oddio, povera te, anche latino!
Io fra un po' devo andare a fare greco, aiuto! Grazie dei
complimenti! Un bacione!
annina94:
okay, il tempo di mandarti la mail non l'ho ancora trovato, ma lo
farò al più presto, te lo prometto! Comunque, grazie
per i complimenti! Un bacione!
_Crazy_Dona_:
oddio, mi fai arrossire!! Ti adoro con tutta me stessa!! Davvero ti
piace così tanto questa storia? Grazieeeee!! Un bacione!! xoxo
Melmon:
ehi, davvero ti è piaciuto così tanto lo scorso
capitolo? Looooove, ti adoro, così come adoro la tua storia!!
Ed eccomi qua di nuovo ad aggiornare!! Spero che anche questo
capitolo ti piaccia! Un bacione!
Mon
Amour: tesoro mio!!! Oddio, sai che mi sono segnata sul diario i
giorni che mangiano al Grande Giorno? Esattamente 22!! Che bello! Per
la canzone dovrai aspettare un pochino, anche perchè non so se
fare che Nick la compone per Maggie o ne scelgono una già
esistente che li identifichi particolarmente... Bah! Un bacione!
MeneguzzionaJonassina:
amore!! Eheh, dopo questo capitolo ci sarà il tuo tanto
spospirato capitolo con una sorpresina tutta per te!! Sono contenta
che ti sia piaciuta Album! E anche che ti piaccia la mia
storia!! Tu ne scriverai mai una? Un bacione! DarkViolet92: eheh,
non vedo l'ora!! Sì Kevin è un romanticone, io me lo
immagino così anche nella realtà... Un bacione!
jeeeeee:
sono contentissima che questa storia ti piaccia! Per la canzone di
Maggie e Nick dovrai aspettare un po', ma poco poco, devo trovare il
capitolo nella quale la sceglieranno... Un bacione!
Giulietta
24: okay, ho capito, sono troppo prevedibile, o per lo meno lo
è Joe!! Vabbè, pace... sono contenta che questa storia
ti piaccia *.* Un bacione!
JonasBrothersFan:
oddio, calma, calma, aspetta per il matrimonio, stanno insieme solo
da un mese! Ma, chissà, forse un giorno... magari nel
seguito... ahahahaha, sono crudele e sadica!! Oddio, sono troppo
prevedibile... O.o Meno 22 giorni al Grande Giorno!! Un bacione!
merion:
oddio, davvero ti è piaciuta così tanto la scena di
Kevin e Maryl? Oh, allora non vedo l'ora di sapere che ne pensi di
questo capitolo!! Massì, Joe è pazzo, ma d'altronde
chi non lo è almeno un pochino? Un bacione!!
nes95:
sì, ho visto, ma ero seriamente spaventata, e mi chiedevo ORA
COME FACCIO?! Insomma devo leggere un casino di fanfic comprese le
tue, non poteva essere stato cancellato!!! Ah, anyway, spero che
questo chappy ti piaccia. Un bacione!
Capitolo
29. Roses
-
Oddio. Oddio oddio od oddio oddio – commentò Lexi,
camminando avanti e indietro per il corridoio. - Oddio oddio oddio
oddio oddio.
Maggie
e Nick la osservarono attraverso uno spiraglio della porta della
camera della mora, confusi. Si voltarono fino a guardarsi negli occhi
e si sorrisero fra loro.
-
Scommetto dieci dollari che centra Joe – disse Maggie,
porgendogli la mano.
-
Va bene, ci sto – accettò lui, ricambiando la stretta e
dandole un bacio su una guancia. - Però al posto dei soldi, se
vinco, voglio tanti, tantissimi baci!
Maggie
sorrise.
-
Oh, beh, se proprio devo – commentò sarcastica, e
riprese a guardare la sua sorella gemella, che continuava a camminare
avanti e indietro per il corridoio.
Maggie
spalancò del tutto la porta e si avvicinò a Lexi, fino
a darle una pacca su una spalla, ma la rossa non sobbalzò e
guardò la sorella con gli occhi vuoti.
-
Un'ora – articolò infine.
Maggie
la fissò stranita e inarcò un sopracciglio, mentre sua
sorella riprendeva il suo giro lungo il corridoio, avanti e indietro;
a furia di camminare avrebbe fatto un solco nel pavimento.
Anche
Nick uscì dalla camera della sua ragazza e la raggiunse, fino
a stringerle dolcemente la mano.
-
Che succede? - domandò.
Lexi
lo fissò con gli occhi spiritati e confusi.
-
Arriva fra un'ora – disse. - Io come faccio a fare tutto quello
che devo in un'ora?
Maggie
iniziò a contare sulle dita della mano che non teneva stretta
Nick e fece un rapido calcolo mentale: sua sorella Maryl aveva
festeggiato il suo mesiversario giusto il giorno prima e Lexi e Joe
si erano messi insieme il giorno dopo di lei quindi...
Oddio.
-
Oh porca miseria – sillabò la mora.
A
vedere l'espressione della sua ragazza Nick si irrigidì, cosa
era successo di così
importante di cui lui non era al corrente?
-
Cosa? - chiese.
Maggie
si voltò a guardarlo e lo trascinò giù dalle
scale.
-
Tu sai che io ti voglio bene, vero? - chiese mentre lo tirava.
-
Credo di sì – disse lui.
-
Bene, quindi tesoro scusami se ti caccio, ecco, di casa in questo
malo modo, ma c'è un'emergenza stile Campbell – spiegò
Maggie, aprì la porta di casa e spinse fuori il suo ragazzo. -
Scusami!
Nick
minimizzò il tutto con una mano e le diede un ultimo bacio
sulle labbra prima di andarsene.
-
Pretendo delle scuse esemplari la prossima volta – scherzò
infine e se ne andò.
Maggie
lo osservò per qualche istante, le guance arrossate e un
sorriso felice dipinto sul viso, poi andò al piano di sopra,
dove sua sorella continuava a compiangersi addosso.
-
Lexi, cavolo, perchè non mi hai detto prima che arrivava Joe?
- domandò.
La
rossa non rispose e continuò a camminare.
Maggie
sbuffò e, a grandi passi, si avvicinò alla camera dove
sua sorella maggiore era rinchiusa da quella mattina.
-
Maryl! Emergenza! - strillò. Due secondi dopo la porta si aprì
e una Maryl ancora in pigiama e un sorriso ebete sul viso apparve.
-
Cosa? - chiese la bionda, passandosi una mano fra i capelli.
-
Joe arriva fra un'ora per festeggiare il... - Maggie non poté
nemmeno finire la frase che la ventenne si catapultò su Lexi e
la trascinò nella sua camera, facendola sedere su una sedia
davanti al suo enorme specchio.
-
Tesoro, sei uno straccio! - commentò. - E abbiamo solo un'ora!
Sei pazza a credere che ce la possiamo fare, io faccio magie non
miracoli! - osservò la sorella minore con una smorfia di
disappunto. - Beh, possiamo provarci.
Maggie
osservò la ventenne a metà fra l'ammirato e lo
spaventato, non osava immaginare
cosa avrebbe combinato.
-
Maggie – disse la bionda.
La
sedicenne mugugnò una risposta.
-
Vai a scegliere l'abito per Lexi, e per scegliere intendo andare a
prendere quello viola, di Dolce, quello senza spalline, e poi un paio
di scarpe, mmh, quelle col tacco dieci sempre viola, sai quelle che
ha indossato per il mio compleanno l'anno scorso? Ecco, quelle,
vediamo, Lexi potresti deciderti di farti i capelli con i boccoli,
che dici? Però è un'operazione troppo lunga, in
effetti... Maggie, che ci fai ancora qui? Vai!
Un
vulcano in eruzione! Non si fermò un istante e per i quaranta
minuti successivi girò intorno a Lexi, frenetica, circondata
da una nuvola di profumo, la collana
con il ciondolo a cuore attorno al collo.
Maggie
aspettò paziente fuori dalla stanza, mangiandosi le unghie
come sua abitudine.
Un
bip la riscosse dai suoi
pensieri, il cellulare nella sua tasca vibrava.
Lo
estrasse e lesse il messaggio che le era arrivato, con ansia.
Mi
sento ancora offeso, sappilo, ma ti volevo avvertire che Joe sta
arrivando, ora ho capito perchè mi hai cacciato. Comunque,
domani io e te da Sturbacks, accetto solo sì come risposta.
Sorrise
mentre leggeva il messaggio, non poteva farne a meno, da quando stava
insieme a Nick la sua vita era cambiata totalmente ed
incondizionatamente. Ora Nick, per lei, era tutto.
Va
bene, mi vedo costretta a dirti di sì :) Scherzo, non vedo
l'ora, a che ora? Grazie per aver capito, ma quando dici sta
arrivando, cosa intendi?
Non
ebbe neanche il tempo di inviare il messaggio che il campanello al
piano di sotto suonò e in tutta la casa risuonò l'urlo
di Lexi.
-
Cazzo, il pranzo, l'ho lasciata sul fuoco! Oh merda!
Ecco
cos'era quell'odore di bruciato!, pensò Maggie schizzando
al piano inferiore, entrando in cucina, un fumo grigio e denso usciva
dal forno.
Tappandosi
il naso e con un paio di presine estrasse quella che un tempo doveva
essere una torta al cioccolato, mentre adesso era qualcosa dal colore
carbone dalla forma non ben definita.
Grazie
a qualche Dio lassù la pasta non era lessa, sarà stato
che il fuoco era al minimo, ma ad ogni modo era un passo avanti.
Alla
velocità della luce la mora scolò la pasta, mentre il
campanello suonava ancora.
-
Un attimo! - urlò, saltellando su un piede dalla fretta e
correndo verso la porta d'ingresso.
Joe
apparve con un sorriso a trentadue denti, vestito come al solito, e
cosa più importante senza mazzo
di fiori.
Maggie
lo fissò con gli occhi fuori dalle orbite.
-
Che cosa hai fatto, niente fiori?!
- domandò, con la voce un'ottava più alta del solito.
-
Cosa? - chiese lui, entrando in casa e arricciando il naso. - Perchè
c'è odore di bruciato?
-
Lascia perdere – sbottò la mora, quel ragazzo era un
caso perso in partenza.
Joe
si guardò intorno, una smorfia sul viso.
Maggie
aprì tutte le finestre del soggiorno e si andò a sedere
sul divano, incrociando le braccia al petto.
-
Maggie, è lui? - urlò dal piano superiore Maryl, con
voce trafelata.
-
Affermativo! - rispose con un grido la sedicenne e uno strillo fece
accapponare la pelle sia a Joe che a Maggie.
-
Arriva! - disse Maryl.
Non
dovettero aspettare molto che una versione tutta nuova di Lexi
apparve in cima alle scale: Joe non l'aveva mai vista così...
femminile.
Qualche
ciocca di capelli era stata arricciata e i boccoli le ricadevano
lungo la schiena con movimenti fluidi, l'abito aderiva perfettamente
al suo corpo sinuoso, il viso era panna e rose, la testa circondata
da due ciocche rosse attentamente arricciate. Un cerchietto con un
fiore finto bianco, un giglio, era posato sulla sua testa e con i
tacchi era ormai alta quanto il suo ragazzo.
-
Le...Lexi – biascicò il ragazzo, - sei bellissima!
La
ragazza sorrise, timida, e con quel sorriso nuovo, che raramente
nella sua vita si era dipinto sulle sue labbra, assomigliava, almeno
guardandole il viso, terribilmente alla sue gemella.
Maryl
sorrideva trionfante dalla cima delle scale, mentre la sua opera le
scendeva elegantemente; lei era ancora in pigiama, ma non appena fu
certa che Lexi avesse sceso le scale senza cadere schizzò
nella sua camera, per indossare qualcosa per poi uscire con Maggie.
Joe
baciò la sua ragazza dolcemente, prendendole delicatamente il
viso attentamente truccato, ma con quel trucco leggero che la
migliorava, ma quasi non si notava.
-
Sei bellissima – disse il diciannovenne, - terribilmente bella.
Lexi
sorrise felice.
-
Mi hai dato solo un'ora per prepararmi, sei un'idiota –
commentò la rossa.
-
Ma perchè? Insomma, potevi vestirti al solito, non sarebbe
cambiato nulla – notò Joe, con disappunto; non riusciva
a capire, perchè tutta quella fretta, quell'eleganza?
Se
lo sentiva, c'era qualcosa che aveva dimenticato.
Lexi
sorrise ugualmente, pensava che il motivo di quella frase fosse che
bastavano loro due per un mesiversario perfetto.
-
Niente fiori? - chiese a un certo punto.
Ma
perchè ce l'avevano tutti con quei stra benedettissimi fiori?
-
Ehm, dovevo? - chiese lui.
-
Beh, sarebbero stati graditi – disse lei, - ma non fa niente,
bastiamo noi due per questo giorno speciale.
Joe
fece una faccia perplessa.
Giorno
speciale? Ma che giorno era? Oh, no, no, no, no, no, non era il suo
compleanno, vero?
-
A proposito, auguri – soffiò la rossa, stringendosi
delicatamente al suo ragazzo.
-
Anche a te, tesoro mio – disse Joe, mentre dentro di sé
stava sfogliando il calendario.
Maggie
li osservava da lontano, perplessa, se lo sentiva, Joe ne aveva
combinata una delle sue.
-
Andiamo? - squittì Maryl, comparendo all'improvviso dalla cima
delle scale.
-
Sì, certo – disse Maggie, alzandosi. - Noi usciamo.
Alexandra
annuì, tenendo stretta la mano del suo ragazzo.
-
O...okay – disse Joe; ma che giorno era?
-
Buona fortuna! - esclamò la mora, riferendosi più al
ragazzo che a sua sorella, aveva come l'impressione che ne avrebbe
avuto bisogno.
-
Divertitevi! - li augurò la bionda, muovendo la mano in gesto
di saluto.
-
Grazie! - le ringraziò Lexi.
Si
richiusero la porta alle spalle e il silenzio calò nella casa,
mentre Lexi teneva ancora stretto a sé il suo ragazzo.
-
Finalmente solo noi due – soffiò Lexi, mentre Joe
rabbrividiva. Okay, era il diciassette febbraio, cosa accadeva
il diciassette febbraio?
-
Già... - borbottò lui.
Lexi
si staccò da Joe e lo penetrò con i suoi profondi occhi
verdi.
Il
diciannovenne si mise a pregare silenziosamente per sé stesso,
conosceva quell'occhiata e non prospettava nulla di buono.
-
Joe – disse la rossa, incrociando le braccia al petto. - Sai
che giorno è oggi?
-
Certo! - disse lui. - Il diciassette febbraio, ovvio!
La
ragazza lo guardò ancora, mentre gli occhi si riducevano a due
fessure.
-
E cosa accade il diciassette
febbraio? - domandò, dura.
Il
mezzano guardò la sua bella ragazza ed ebbe un fremito, cosa
le diceva, ora?
Passarono
i secondi, mentre Joe tentava di evitare gli occhi di Lexi e si
fissava le scarpe, morendo dalla vergogna.
-
Non lo sai – sibilò Lexi, con la voce calma ma
micidiale. La sua non era una domanda.
Joe
scosse la testa e la alzò su di lei, aveva già perso
parte del suo orgoglio, non poteva perderlo del tutto.
-
Oggi dovremmo festeggiare il nostro primo mese
assieme.
Il
vocalist si sentì morire di vergogna e si diede una mano sulla
fronte; come aveva potuto dimenticarlo? Lei gliene aveva parlato a
lungo per settimane e lui aveva pensato a tutto quello che avrebbe
voluto fare in quel giorno speciale.
-
Oddio, Lexi, me ne sono dimenticato... - iniziò lui.
-
Lo vedo – snocciolò lei, dirigendosi in cucina, con il
suo ragazzo che la seguiva a distanza di sicurezza.
-
Nella mia testa avevo progettato tutto, te lo giuro! Il regalo, la
cena, il vestito... volevo renderti la ragazza più felice
della Terra!
-
Mi sa che i fatti, a volte, contano più delle parole –
era arrabbiata, molto arrabbiata. Buttò la cena nel cestino
con un gesto secco. - Joseph, io ho cucinato
per te. Mi sono vestita così – si indicò –
per te. Ho letto un libro idiota per te,
e tu che fai? Ti dimentichi?
- man mano che parlava la sua voce si era alzata sempre di più.
Il
diciannovenne si pentì, abbassò il capo e sussurrò
delle flebili parole di scuse.
-
No, le scuse non bastano, Joseph – ringhiò Lexi. - Vai
fuori, non ti voglio vedere più per un lungo periodo.
Lui
la guardò, gli occhi spiritati, per un lungo periodo?
Era troppo...
-
Lexi, Lexi scusami – disse cercandola con le mani, ma lei lo
scansò e salì al piano di sopra.
Poco
dopo si udì il rumore di una porta che sbatteva.
Io
ti amo e ti amerò
finché
lo vuoi
anche
sempre se tu lo vorrai
(Insieme;
Mina)
-
Non credevo che mio fratello potesse essere tanto stupido –
notò Kevin, sorseggiando un sorso di coca cola, mentre teneva
un braccio intorno al collo della sua ragazza.
Nick
annuì, amareggiato, mentre giocherellava con una ciocca di
capelli di Maggie, la quale teneva gli occhi bassi, le guance
arrossate.
-
E Lexi? - chiese il maggiore. - Come l'ha presa?
-
Uno schifo – ammise Maryl. - Si è chiusa in camera sua
da tempo e non vuole più uscire, Joe l'ha lasciata sola che
saranno quattro ore.
Maggie
fece un lungo fischio.
-
Che schifo di anniversario – commentò, poi guardò
il suo ragazzo con un piccolo sorriso. -Non osare dimenticarti del
nostro mesiversario, eh!
Nick
sorrise e le stampò un delicato bacio sulle labbra, per poi
farla sedere sulle sue gambe e non lasciarla più andare.
Erano
seduti a un tavolo di Sturbacks da
quasi mezz'ora, dopo che Joe aveva chiamato i suoi fratelli per
raccontare la sua ultima cavolata e Lexi aveva telefonato alle due
sorella per dire come ci fosse rimasta male, raccontando che il suo
ragazzo “non era altro che un fannullone pieno di sé
che soffriva di Alzheimer anticipato!”.
-
Beh, ma lo perdonerà, no? - chiese Kevin. - Joe sente già
la sua mancanza.
-
Conoscendola, prima, farà un po' la stronza – disse
Maryl, - dalle... secondo te quanto, Maggie? Due settimane?
-
Tre – annuì la mora.
-
Ecco tre settimane e l'avrà perdonato.
Kevin
quasi non soffocò con la sua bevanda a sentire
quell'informazione, tre settimane?
-
Ma, fra tre settimane avremo già iniziato il tour! A noi Joe
serve arzillo e pazzo, non triste e depresso! - disse il maggiore.
Grosso
errore.
-
Tour? - chiese la bionda, irrigidendosi improvvisamente.
-
Tre settimane? - disse Maggie, guardando il suo ragazzo negli occhi,
fulminandolo.
Nick
deglutì e scoccò un'occhiataccia a Kevin, poi annuì,
piano.
-
Ve ne avremmo parlato presto – disse, - fra due settimane
partiamo per il tour mondiale; per cinque mesi.
Il
silenziò calò sul gruppo.
Nessuno
fiatava, non diceva nulla, stava in silenzio e aspettava che qualcuno
dicesse qualcosa.
-
Beh, io vengo con te – disse Maryl, riferendosi al suo ragazzo;
- tu qui per cinque mesi non mi lasci, scordatelo!
Maggie
annuì con forza alle parole della sorella.
-
Anch'io! - disse. - Non me ne frega niente se non mi vuoi, Nicholas,
io verrò con te!
Lui
fece un debole sorriso triste, l'avrebbe voluto tanto anche lui che
lei venisse.
-
Hai la scuola – disse. Era quello l'unico problema, altrimenti
l'avrebbe portata con sé anche in capo al mondo.
-
Non importa! - sbottò lei.
Maryl
la fissò con serietà; lei ci teneva all'istruzione, e
non perchè a scuola fosse la prima della classe, anche se
adesso aveva abbandonato la scuola per riflettere, ma sua sorella
minorenne e per di più che non aveva ancora finito il liceo
non poteva farlo.
-
No, Maggie, tu a scuola ci devi andare! - le ordinò.
-
Ma Maryl...
-
No!
Kevin
tenne stretta la sua ragazza e la coccolò, baciandole il
collo.
-
Stai calma, tesoro mio, stai calma – con una mano prese
delicatamente il ciondolo della collana che le aveva regalato la sera
prima. - Per sempre, ricordi?
La
bionda alzò gli occhi al cielo e annuì.
-
E comunque troveremo una soluzione – disse il ragazzo. - In un
modo o nell'altro.
Una
suoneria li interruppe tutti, era Poker Face, di
Lady Gaga, dal cellulare di Maryl.
-
Scusate – disse, e rispose. - Pronto? Ah Joe, che vuoi? Senti,
ti passo tuo fratello, sono troppo incazzata con te per parlarti,
ciao! - e passò il suo telefono a Kevin.
-
Joe – lo salutò il maggiore. - Che succede?
-
Ehi, Kev, primo: scusami con Maryl. Secondo: ma lo sapevi che tuo
fratello è un genio? - disse il mezzano, la voce eccitata.
-
Certo! Lo so che Frankie è un genio, sai? Non c'è
bisogno che me lo ricordi! - disse il ventunenne, beffardo.
-
A volte credo di odiarti, ad ogni modo, chiama Lexi e tienila fuori
casa per un paio d'ore, okay? Chiedi a Maryl dove tiene le chiavi di
scorta di casa loro, devo entrare abusivamente.
-
Che hai combinato? - domandò il maggiore, passandosi una mano
tra i capelli.
-
Senti, so come chiedere scusa
a Lexi e fare in modo che lei mi perdoni, ma ho bisogno che lei sia
fuori casa!
Il
maggiore sbuffò, mentre Maryl, Nick e Maggie lo osservavano
curiosi, se centrava Joe era sicuramente qualcosa di stupido o
interessante, oppure entrambi, dipendeva dai punti di vista.
-
Maryl, tesoro, Joe deve chiedere scusa a tua sorella e gli servono le
chiavi di casa, dove sono quelle di scorta? - domandò Kevin.
La
bionda annuì e si scostò i capelli dagli occhi.
-
C'è un vaso di tulipani accanto alla porta d'ingresso, dietro
al vaso, attaccate a un chiodo, ci sono le chiavi, ma si può
sapere cos'ha in mente?
Lui
le mise un dito sulle labbra e riferì al fratello le
indicazioni.
-
Ma che vuoi fare? - chiese.
-
Oh, niente di che – disse il mezzano, trattenendo una risate. -
Ora ho bisogno che facciate uscire di casa Lexi. Grazie! - e
riagganciò.
Kevin
fissò stranito il cellulare per un istante, poi lo restituì
alla sua ragazza.
-
Quello è tutto matto – articolò infine. - Maggie,
convinci Lexi ad uscire di casa, il nostro genio ne deve combinare
un'altra delle sue.
Rose
rosse per te
ho
comprato stasera
e
il tuo cuore lo sa
cosa
voglio da te
(Rose
rosse; Massimo Ranieri)
Come
l'avessero convinta ad uscire nemmeno Lexi lo sapeva.
Sua
sorella gemella l'aveva chiamata dicendole di raggiungerla perchè
così
si divertiva, usciva un po' e che, ehi, Joe era un'idiota e non
doveva prendersela, tutte parole che raramente aveva detto.
Così,
dopo vari ti prego, ti prego, ti preeeeego, aveva deciso che tanto
valeva andare a farsi un giro per un'oretta.
Ma
il clima che aveva trovato non era esattamente quello che lei trovava
divertente; Maggie e Nick non facevano altro che baciarsi e dirsi
paroline dolci, mentre Maryl e Kevin erano tutto un amore mio ti
adoro!
Ragion
per cui, dopo cinquanta minuti di smancerie varie aveva detto ciao
ciao a tutti quanti e se nera tornata a casa sua.
Aprì
la porta di casa ed entrò sbuffando, togliendosi le Silver
e lanciandole in un angolo con un gesto secco.
-
Ma vaffanculo! - urlò, riferendosi al suo odioso ragazzo.
C'erano dei giorni nei quali avrebbe tanto voluto tornare ai vecchi
tempi, quando ancora si odiavano entrambi, ma ormai era troppo tardi,
condividevano troppe cose per pensare di poter vivere l'uno senza
l'altra.
Con
passo pesante salì al piano superiore, aiutandosi con il
corrimano delle scale e si diresse verso la sua camera.
Aprì
la porta e rimase congelata.
Davanti
a lei si paravano centinaia e centinaia di mazzi di rose rosse, erano
dappertutto, sul letto, sul pavimento, sull'armadio, probabilmente
anche dentro l'armadio, sul davanzale della finestra, sulla
scrivania.
La
camera era tutto un trionfo di rosso e verde.
Al
centro della stanza, con indosso uno smoking nero, cravatta e un
altro grosso mazzo di fiori in mano, c'era Joe.
Il
ragazzo le sorrise e con un piede schiacciò il tasto play di
uno stereo vicino a lui, a terra, e nella stanza si diffusero le
prime note di When you look me in the eyes.
-
Joe – sussurrò Lexi, portandosi le mani alla bocca e
quasi cadendo a terra in ginocchio, non poteva essere vero.
Lui
sorrise e attese che lei gli si avvicinasse, barcollante, prima di
darle il mazzo di fiori e stringerla a sé.
-
Mi hai dato solo un'ora per prepararmi, sei un'idiota – disse
lui, con un sorriso, ripetendo le parola che Lexi aveva detto poche
ore prima.
Lei
lo teneva stretto a sé, un grosso sorriso sulle labbra, gli
occhi chiusi.
-
Come hai fatto? - domandò a un certo punto. - Sono uscita per
un'oretta scarsa.
Joe
sorrise e le diede un bacio sulle labbra.
-
Ecci i vantaggi di essere una rock star, servono
duecentosettantasette mazzi di fiori in mezz'ora? Li avrò in
meno di venti minuti – spiegò. - Mi sembra il minimo
dopo quello che ho combinato.
Lexi
sorrise e lo baciò ancora, e ancora, e ancora, finché
non si dovettero fermare per prendere fiato.
Solo
allora la ragazza posò gli occhi sul suo letto; in mezzo a una
decina di mazzi di rose, scritto con dei petali rossi, c'erano due
semplici paroline.
-
Ti amo – disse Joe, ripetendo quello che aveva scritto. - Ti
amo, Lexi, ora e per sempre.
Lexi
si mise una mano sulla bocca, mentre i suoi occhi brillavano come due
stelle.
-
Oddio, Joe, anch'io ti amo – sussurrò dopo qualche
istante di smarrimento, senza esitazioni. - Ti amo!
Il
viso di Joe si tramutò in una maschera trionfante e la baciò.
In
quel bacio era racchiuso tutto il loro amore.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Because ***
Ehi,
dopo
una settimana di assenza eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole,
sì!! Ahahahah!! Oddio, non sono normale, ad ogni modo spero
che questo capitolo vi piaccia!!
Come
ho già preannunciato a Meneguzzina Jonassina (<3), questo
capitolo è tutto incentrato sulla coppia Jexi, ovvero
compariranno solo loro.
Un
piccolo avviso prima di lasciarvi alla piccolo sorpresina per Susy,
ma ci tengo a dirvi che ho fatto un, ehm, errore, e questa storia
dovrebbe durare ancora, circa, otto capitoli. Stop! Ferme, potrebbero
essere anche nove o dieci, o undici, non so, dipende da come li butto
giù...
Ma
ragazze, dopo c'è il seguito!! Immagino la vostra felicità!
*ma dove la vedi? Ndr. Tutti*
Mi
scuso infinitamente per non potervi ringraziare una per una ma sono
molto di fretta, ma sappiate che vi adoro infinitamente!
Voglio
dedicare questo capitolo solo e unicamente a Susy, o anche detta
Meneguzzina Jonassina, per avermi dato l'ispirazione e l'idea, se non
me l'avesse chiesto questo chappy non sarebbe mai esistito. Quindi
Grazie, Susy, con la “g” maiuscola, perchè sei una
grande e perchè i tuoi complimenti sono meravigliosi!
Capitolo
30. Because
-
Tu lo sai che io ti odio, vero? - chiese Lexi, mentre Joe le copriva
gli occhi con una benda nera.
-
Ora sì – disse lui, - ma ti ricordo che ieri mi hai
detto che mi amavi, insomma deciditi!
Lexi
incrociò le braccia al petto, facendo la finta offesa, e
voltando la testa dalla parte opposta a dove si trovava Joe,
immergendosi nel sedile del SUV di Kevin che il suo ragazzo aveva
preso in prestito, o almeno così aveva detto, al fratello.
Il
paesaggio, anche se Lexi non lo poteva vedere, era meraviglioso.
Il
sole fra qualche minuto sarebbe tramontato, e i cielo iniziava a
tingersi di colori che sfumavano dal rosso al celeste; la macchina
stava attraversando una strada affiancata dal mare, e lo scrosciare
delle onde che si infrangevano fu l'unica cosa che indicò a
Lexi un riferimento a dove si trovassero.
Erano
fuori città, lontani dalla trafficata e caotica Los Angeles,
lontani da pop star vanitose, da giornalisti invadenti e fratelli
asfissianti. Erano solo loro due.
-
Io non mi fido di te – disse chiaramente Lexi, - e mai lo farò,
conoscendoti, per questo motivo mi vuoi dire dove diavolo siamo
diretti? Ti ho mai detto che ho fatto karate? So far perdere i sensi
a una persona in tredici modi differenti con e senza l'uso delle
mani, e non tutti questi metodi sono, ecco, diciamo indolori.
Joe
fece un sorriso a metà fra lo spaventato e il divertito,
sapeva che lei, da una parte, scherzava, mentre dall'altra era
serissima, tipo la parte del metodi non indolori.
-
Non preoccuparti, siamo quasi arrivati – le disse.
-
Alla buon ora! Viaggiamo che saranno due ore! - sbuffò la
rossa, rivoltando il capo verso il diciannovenne. - E io odio le
sorprese, soprattutto se mi devono far aspettare, non sono una
persona molto paziente, io.
Joe
rise e con una mano le sfiorò le dita, mentre con l'altra
continuava a guidare.
-
L'avevo capito, sai?
Lexi
mugugnò una risposta e voltò di nuovo il capo, cercando
a tentoni con una mano il tasto per abbassare il finestrino.
Joe
non l'aiutò, sapeva che era una ragazza indipendente e non
aveva bisogno di essere aiutata sempre, certe cose non le sopportava.
Non
appena trovò il tasto la ragazza lo schiacciò e subito
un vento tiepido le frustò il viso, ma per lei era una
sensazione piacevole; il sole, non troppo caldo a quell'ora, le
riscaldava il viso e i capelli le volteggiavano intorno alla testa.
Joe
la osservò con la coda dell'occhio e pensò che la sua
ragazza era un vero schianto; non tanto per gli abiti che sua sorella
maggiore le faceva indossare, ma per la sua pelle morbida e vellutata
come una pesca, i capelli rossi ondulati che le incorniciavano il
viso grazioso, i lineamenti ben definiti, meno graziosi della sua
gemella ma più maturi.
Un'altra
cosa che il ragazzo amava di lei era il suo carattere: nella sua vita
era sempre stato con ragazze piuttosto timide, o per lo meno che
avevano paura di affrontare gli occhi a viso aperto, mentre Alexandra
era diversa, se le stavi antipatico, se non ti sopportava, se odiava
quel tuo modo di fare te lo diceva senza farsi tanti problemi.
Il
tratto principale del suo carattere, appunto, era l'impulsività.
-
So che mi stai fissando – disse Lexi, voltandosi verso di lui,
la benda nera sempre calata sugli occhi, - che vuoi, maniaco?
Joe
sorrise e scrollò le spalle.
-
Niente, pensavo a te – spiegò, - pensavo che sei molto
bella.
Anche
se Joe non li poteva vedere, sapeva che i suoi occhi brillavano come
due fari nella notte, talmente era felice.
-
I maschi pensano sempre che le loro ragazze siano bellissime anche se
non lo sono – sbuffò lei, - comunque grazie. E non ti
preoccupare, sei bello anche tu, altrimenti la band non avrebbe così
successo! A proposito di band, per favore metti un po' di musica, per
favore? Niente di vostro, ti prego, oltre a When you look me in
the eyes continuo a detestare il
vostro genere.
Joe
ubbidì, bravo come un cagnolino ammaestrato, e mise un canale
della radio che dava solo ed esclusivamente, dalla mattina alla sera,
la musica degli anni sessanta, l'epoca musicale preferita di Lexi.
In
quel momento davano Come Together, dei
Beatles e la rossa si mise a tenere il tempo con le mani, sbattendole
a ritmo e canticchiando a bassa voce.
Joe
si unì a lei e Lexi lo guardò sorridendo, continuando a
cantare.
Pian
piano entrambi stavano cantando a squarciagola, intonato e stonata, a
battere le mani, a tenere il tempo e tenere il volume della radio
alzato al massimo.
Mentre
cantavano e si sorridevano fra loro, senza che se ne rendessero
conto, la macchina iniziò a rallentare.
Joseph
guardò il tachimetro della benzina e deglutì, la
macchina che continuava a rallentare, tant'è che pure Lexi,
sempre bendata, se ne accorse.
-
Siamo arrivati? - domandò, ansiosa.
-
Ehm... - esitò lui.
Lexi
continuò a guardarlo.
-
Joe?
-
Diciamo che ci sarà una piccola tappa – dichiarò
lui e accostò l'auto sul ciglio della strada.
-
Eh? - domandò lei. - Joe?
Lui
uscì dall'auto e le aprì la portiera, aiutandola ad
uscire, mentre temeva la sua reazione.
-
Fammi indovinare – sbottò lei, - è successo
qualcosa, dammi tre opzioni e scommetto che indovinerò il tuo
ultimo disastro.
Joe
la guardò allibito, forse lo conosceva troppo bene.
-
Uno? - chiese lei.
-
Si è bucata una gomma.
-
Due? - continuò la ragazza.
-
E' finita la benzina.
-
Tre? - chiese con uno sbuffo.
-
Ci siamo persi.
Lexi
si sfilò la benda dagli occhi e fissò Joe con aria di
rimprovero.
-
E' finita la benzina – disse lei, sicura, - e tu sei un'idiota.
-
Probabile – sussurrò Joe.
Lexi
era stranamente calma, il che poteva significare due cose differenti;
primo: stava scegliendo in che maniera lenta e dolorosa uccidere il
suo ragazzo. Secondo: il fatto di essere bloccati solo lui e lei non
le dispiaceva più di tanto.
-
Capisco – disse lei, chiudendo gli occhi con un sospiro, quando
li riaprì ribollivano di rabbia. - Ora mi spieghi come diavolo
facciamo? - strillò.
Il
povero Joe abbassò gli occhi, poveretto, non ne combinava una
giusta! Il giorno prima si era scordato del suo primo mesiversario
con Lexi e ora, mentre la portava in un posto segreto per
festeggiare, finiva pure la benzina.
-
Beh, che vi vuole! - sbottò lui. - Restiamo qui!
Lexi
lo fissò, scettica, la gonna che ondulava a causa del vento,
dietro di lei il tramonto che stava per arrivare e il mare.
-
Restare qui? E che vuoi fare? - gli chiese.
-
Oh Lexi, non ti facevo così pessimista! - sbottò lui. -
Mi costa molto dirlo, ma credo che per un giorno potrò anche
non mangiare, ma questo
posto, fammelo dire, è perfetto!
Accanto
al ciglio della strada dove avevano parcheggiato c'era un accesso
alla spiaggia e il mare si infrangeva sulla sabbia con un rumore
ipnotizzante.
Joe
prese la sua ragazza per una mano e la strinse a sé con
dolcezza.
-
Bastiamo noi due per una serata perfetta – sussurrò.
A
quelle parole Lexi si strinse ancor di più al suo ragazzo e si
lasciò cullare dalle sue mani calde e dal rumore del mare.
Dal
bagagliaio della macchina estrassero un paio di teli da spiaggia che
Joe si era portato e si diressero verso la spiaggia, tenendosi sempre
le mani.
Si
sedettero vicino all'acqua, i teli da spiaggia appoggiati uno accanto
all'altro e sopra di essi si trovava Lexi, i capelli sparpagliati a
ventaglio sul telo, e Joe, sopra di lei, che le baciava dolcemente il
collo, per poi risalire fino al mento e infine alle labbra.
Lexi
si lasciò trasportare dai baci che Joe le dava, rise mentre le
faceva il solletico, e sospirò quando lui si sdraiò e
appoggiò la testa sul suo grembo.
-
Ti amo – disse lei e subito si rese conto di quel che aveva
detto. Lo amava, e tanto anche, non si era mai trovata così
bene con un ragazzo in vita sua ed era sicura che non sarebbe mai
accaduto.
-
Anch'io – rispose Joe, pronto, - e lo sai. - Mise il suo naso
vicino al suo collo e respirò profondamente. - Sai di rose –
constatò.
Lexi
sorrise. Tutte le rose che lui le aveva regalato il giorno prima
erano state tutte ammassate in camera sua, spostando principalmente
solo i mazzi che si trovavano sul suo letto la sera per dormire.
-
E' un bell'odore – continuò Joe, - è sensuale –
bacio, - dolce, - bacio, - fresco – bacio.
Lexi
con un movimento rapido scambiò le posizioni e si mise sopra
di lui, sorridendo e anche lei avvicino il naso al suo collo.
-
Tu sai di maschio – disse, con aria quasi sprezzante.
Joe
sbuffò.
-
Ecco come rompere l'atmosfera – sbottò, - e per inciso
di cosa sa l'odore di maschio?
-
Muschio, sudore e deodorante – spiegò lei, un sorriso
dipinto sulle labbra rosee.
Lui
le cinse la vita con una mano e le solleticò i fianchi,
facendola dibattere, mentre rideva scatenata.
-
No, Joe, smettila! - gridò lei, con delle urla divertite.
-
A una condizione – decise il ragazzo, serio.
-
Dillo, muoviti Joe, quasi non respiro – ansimò lei,
presa sempre da rise convulse.
-
Devi dirmi cosa provi quando mi vedi.
Lexi
lo fissò, smettendo di ridere, stranita. Non le era mai
capitato che qualcuno le rivolgesse una domanda simile, e non ne
capiva il senso e nemmeno come spiegarlo.
-
Da dove comincio? - domandò, notando solo allora che Joe aveva
già smesso di farle il solletico ed era seduto, ad ammirare il
cielo che ormai si era tinto di un blu chiaro, stava calando la
notte.
Joe
non rispose e Lexi si mise davanti a lui e lo guardò, seria.
-
Beh, diciamo che ogni volta che ti vedo non capisco più niente
– iniziò. - Il mio cuore accelera il battito, lo sento
che mi batte forte nel petto, come se volesse uscire; inizio a
sentire caldo, a diventare nervosa, quando mi sfiori c'è un
qualcosa dentro di me che si attorciglia.
-
Oppure quando sento la tua voce, che sia quando canti, o che tu sia
davanti a me o lontano mi sento irrimediabilmente felice, anche se
abbiamo litigato. Il giorno in cui mi hai respinta quando tentavi di
farti perdonare e mi parlavi io mi sentivo felice e volevo correrti
incontro e baciarti, era il mio orgoglio a impedirmelo –
sorrise. - A volte mi chiedo perchè tu
hai scelto me, dopo ragazze come Taylor Swift, Camilla Belle e Sasha
credevo che ti saresti messo con l'ennesima attrice o cantante, e
invece hai scelto me.
Joe
la fissò, fu un'occhiata lunga, intensa, nella quale il
ragazzo mise tutto l'amore che provava per quella ragazza dai capelli
rossi e testarda davanti a sé e non poté fare a meno di
pensare che per tutti i suoi diciannove anni di vita una persone come
lei al suo fianco gli era mancata.
-
Sai perchè ti amo? - domandò lui. - Perchè ci
sei tu, qui, davanti a me, e non qualcun'altra? - senza aspettare
risposta riprese a parlare. - Perchè io sono un ragazzo
distratto, incostante, a volte pazzo, orgoglioso, testardo e tu tutti
questi difetti al posto di rinfacciarmeli, come molte altre prima di
te, li apprezzi. Perchè mi sgridi quando è necessario
farlo; perchè i tuoi baci, le tue carezze, tutto quel che dici
mi rendono la persona più felice della terra. Perchè
sei una me versione femminile, perchè sei tu,
e basta.
Lexi
non si era nemmeno accorta che una lacrima di felicità le era
colata lungo il viso, e non appena se ne accorse la asciugò
con un gesto della mano.
Joe
fece un piccolo sorriso e la strinse al suo petto, le stelle sopra di
loro che brillavano.
Si
amavano, il che era tutto, si amavano perchè erano loro.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** Frankie ***
Ehi,
ehi, ehi, come va, gente?
Eccomi
qui, alle 0.04 dopo una magnifica serata passata con la mia best!!
Diiiiio, evviva le nostre frasi che contenevano solo “c'è”
“insomma” “cioè”, ahahah!!
Uh,
uh, capitolo scritto dopo sei ore di studio di storia dell'arte,
greco, latino e una telefonata con la Mon Amour (<3), quindi sono
abbastanza costernata; ma il mio unico neurone è riuscito ad
estrarre dai meandri più oscuri della mia mente bacata questa
schifezzuola di capitolo (pure corto!!), e chiamarlo così è
un complimento!!
Bene,
bene, bene... aggiornamenti nella mia vita? Non ce ne sono molti...
oltre al fatto che manca poco pochissimo al concerto dei Jonas
Brothers *.* Beeeeeeeeeeeeeello, non vedo l'ora!! Eheh, già mi
immagino la scena, Ellie, Mary ed io a gridare a squarciagola i nomi
dei nostri amati e a cantare le loro stupende canzoni, mentre mio
padre e quello di Ellie ci guardano come se fossimo pazze... sìììììì,
che sogno!! Ehm, che dite, si capisce che sono reduce da dal
greco?? Mamma mia, ma chi è il cretino che ha inventato quella
stra maledettissima lingua?? E io perchè ho scelto il
classico? Cosa avevo bevuto?? *riflette*
Vi
lascio ai ringraziamenti (che sono sempre tantissimi,
graaaaaaaaazie!! <3) e al “capitolo”... BACII!!! [ce
l'ho con i puntini di sospensione oggi... visto?!).
Uh,
ultima cosa!! Il capitolo è di, non mi viene la parola, okay,
sì, ce l'ho, transizione, altrimenti non lo pubblicherei!! Va
bene, ora vi lascio, sul serio, vado a finire di scrivere il
trentaduesimo capitolo e il secondo di Vampires! *.*
DarkViolet92:
grazie, tesoro! Spero che anche questo capitolo ti piaccia, a me
affatto!!! Un bacione!
BENNYY:
Davvero ti piacciono i Jexi come coppia? Anch'io li adoro,
stranamente mi piace qualcosa di quello che scrivo, miracolo!!
Comunque grazie dei complimenti! Un bacio!
jonas_princess:
eh già, Joe è davvero dolce, io me lo immagino così
nella realtà!! Eheh, un ragazzo perfetto, ma non come il MIO
Nick, ovvio!!! Grazie per i complimenti! Un bacione!
Jeeeeee:
tesoro! Grazie mille dei complimenti!! Mi sono commossa quando nella
scorsa recensione mi ha quasi paragonata a Stephanie Meyer!! Per me è
un complimento stupendo!!! Graaaaazie <3!!! Anch'io ti adoro!! Un
bacione! Melmon: yahyah, o come si scrive, i Jexi sono
dolcissimi... hanno tanto l'aria di buffoni/insensibili, ma dentro
sono dei teneroni (e come aggiungerebbe mia sorella di casa Modena!).
Mi dispiace che la tua fanfic stia finendo, spero ne pubblicherai
presto un'altra!! Un bacione! Sbranina: tesoro, davvero ti è
piaciuto così tanto lo scorso capitolo?? Ma graaaaazie! Tu sai
quanto mi onora il tuo parere!! Mentre leggevo la tua recensione
avevo sicuramente un sorriso
da ebete dipinto sulle labbra, ne sono sicura!!! Grazie di tutto! Ti
voglio bene <3
annina94:
chi non lo vorrebbe un ragazzo così? Uno da prendere,
ammazzare, ma poi resuscitare a furia di baci! Eheh, però io
mi accontento di Nick, ehehe!! Un bacione e grazie di tutto!
_Crazy_Dona_:
giàgià, Joe è un pochino
smemorato,
ma non è da mangiare di baci? Va beh, il MIO Nick è
meglio, comunque... grazie di tutto!! Non vedo l'ora che aggiorni!!
Un bacione!
Nes95:
ehi, anche tu a casa? Oggi pure io! Ahaha, c'è lo sciopero dei
pullman, delle insegnanti
e la manifestazione contro la Gelmini, quindi se c'era picchetto a
scuola e non riuscivo ad entrare dovevo rimanere fino alle 15 a
gironzolare per Milano con 'sto freddo, mi sono detta NO! Grazie dei
complimenti, non vedo l'ora che aggiorni una delle tue fanfic!! Un
bacione!
MeneguzzinaJonassina:
ma figurati! Per me è stato un piacere, anzi di più!
Adoro le tue recensioni e mi rendi davvero orgogliosa, stranamente,
quando mi dici che questa è la tua fanfic perferita in
assoluto!!! Sono così contenta, graaaaazie! Un bacione!!
Mon
Amour: tesoro mio, mancano nove, nove ti rendi conto???!!! E'
poco pochissimo!!! Ah... non vedo l'ora!! Oddio, oddio, oddio che
bello!! Va beh, poi noi parliamo, che ti devo chiamare, sta volta non
sclererò per greco, lo giuro!! Eheh, un bacione, ti voglio
bene <3
Capitolo
31. Frankie
Maggie
si passò una mano fra i morbidi capelli mori e incrociò
le braccia al petto, il respiro che si faceva sempre più
veloce.
Chiunque
la conoscesse sapeva che le persone a cui più voleva bene al
mondo non erano altro che Lexi, Maryl e quei tre matti dei suoi tre
migliori amici, di cui uno era il suo ragazzo.
Ma,
ultimamente, le cose erano cambiate.
Se
il suo rapporto con Joe, Kevin e Lexi era sempre fantastico e con
Nick migliorava di giorno in giorno, con Maryl le cose stavano
lentamente precipitando.
Da
quando la ventenne aveva chiaramente detto che lei e Lexi non
sarebbero assolutamente partite insieme ai Jonas Brothers per
seguirli nel loro tour mondiale quasi ogni notte in casa Campbell
c'era l'inferno.
Lexi
che urlava improperi, Maggie che tentava di persuadere la sorella
maggiore e Maryl che sbraitava che lei era la maggiore e lei
decideva. Punto.
-
Maryl, noi vogliamo andare
con i ragazzi, maledizione non ti chiediamo la luna! - gridò
Lexi, muovendo le mani, concitata.
-
Non mi interessa, Lexi, non ci andate, basta discuterne! - chiarì
Maryl, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-
Ma perchè? Cosa
diavolo c'è di male? - strillò Maggie, perdendo la
calma.
-
La scuola... - iniziò Maryl, ma le gemelle la zittirono con un
gesto secco.
La
scuola, tirava fuori sempre quell'argomento quella scusa idiota,
dicendo che loro due erano solo al secondo anno e dovevano continuare
gli studi, costi quel che costi.
-
La scuola un corno! E' una cazzata la tua scusa, tu non vuoi che noi
stiamo con i nostri ragazzi, ammettilo! - urlò la rossa. -
Ipocrita!
-
Ma come fai a dire una cosa simile?! - le chiese la bionda, gli occhi
ridotti a due fessure. - Guardate che anche io starò lontana
da Kevin per questi mesi, eh! Mica io vado a divertirmi e vi lascio
qui!
-
Un motivo in più per partire! - si impose Maggie.
-
No, capitelo, no e poi no! Voi dovete studiare, farvi una cultura,
bisogna saper pensare anche al futuro, non solo al presente! - spiegò
Maryl.
Lexi
incenerì la sorella maggiore con un'occhiataccia.
-
Tu ci odi – disse. La sua non era una domanda, ma una semplice
constatazione, le odiava, era ovvio, se li impediva di fare quel che
più volevano al mondo quella era l'unica spiegazione
plausibile.
Maryl
fissò la sedicenne per un'istante, gli occhi dorati persi nel
vuoto, prima di iniziare di nuovo a gridare, mentre una lacrima
solitaria le scivola lunga una guancia.
-
Come fai a dire una cosa simile? Vi ho cresciute io da quando mamma
se n'è andata, vi ho sempre accontentato, ho sempre cercato di
fare del bene per voi due, vi amo e tu come osi dirmi
che io vi odio?! Non è concepibile una cosa simile! Secondo te
ho passato gli ultimi quattro anni della mia vita a spezzarmi la
schiena per voi così? Perchè ne avevo voglia? Mi
annoiavo, secondo te?
-
Ora se non mi interesserebbe di voi starei già preparando i
bagagli per andare a fare questo maledetto tour, anzi!, sarei a
Miami, in questo momento, con papà! - continuò. -
Alexandra non osare dirmi che io vi odio, perchè hai detto la
più grande cazzata della tua vita! - e con queste parole uscì
di casa, sbattendosi la porta alle spalle.
Lexi
e Maggie osservarono la porta chiusa per qualche istante, entrambe
che si vergognavano delle loro stesse azioni, di quello che avevano
appena causato con la sorella maggiore alla quale, nonostante tutto,
volevano un bene dell'anima.
-
L'ho detta grossa, 'sta volta – disse a mezza voce la rossa.
Maggie,
nell'indecisione se rispondere o meno, rimase zitta e continuò
a fissare la porta, gli occhi lievemente lucidi.
-
Merda... - mormorò la rossa.
La
mora annuì, incrociando gli occhi con la gemella.
Non
avevano mai litigato così fra di loro, solo una volta vi erano
arrivate vicine, ovvero quando Lexi accusava Maggie di averle messo
in testa che le piacesse Joe, il giorno in cui lei, tentando di
baciarlo, era stata respinta.
-
Che si fa? - domandò Lexi.
-
Aspettiamo – disse Maggie. - Chiamo i ragazzi?
La
prima scosse la testa, socchiudendo gli occhi.
-
Ho come l'impressione che ci chiameranno loro.
Non
dovettero aspettare molto prima che il cellulare della rosse iniziò
a squillare, quasi come impazzito.
Leggendo
il nome del mittente la ragazze fece una smorfia e rispose con un
borbottio.
-
Sì?
-
Che avete fatto?! - domandò Kevin, la voce controllata a
malapena.
Non
c'era bisogno di dire di chi stesse parlando, la risposta era fin
troppo ovvia.
-
Abbiamo litigato, ovvio – sbuffò la rossa. - E Kev,
senza offesa, se litighiamo noi fra sorelle sono
fatti nostri, okay?
-
Ma diventano fatti miei
da quando la mia ragazza
viene da me in lacrime, chiaro il concetto? - sbraitò il
ventunenne.
Lexi
alzò gli occhi al cielo, mentre Maggie la guardava dal divano
su cui era seduta.
-
E' sempre per la storia del tour, è sempre quella la ragione,
Mr Jonas, non cambia – spiegò la rossa.
Quella
volta fu Kevin a sbuffare.
-
Troveremo una soluzione – disse infine.
-
Parlane con Maryl, poi vediamo, quella non vuole farci partire –
disse la sedicenne. - Vabbè, senti, possiamo venire da voi
Maggie ed io? Qui non c'è niente da fare e così
“parliamo” con nostra sorella...
Kevin
diede la sua approvazione, un piccolo sorriso e riattaccò.
Con
te partirò,
paesi
che non ho mai
veduto
e vissuto con te
(Con
te partirò; Andrea Bocelli)
Nick
strinse Maggie a sé, baciandole dolcemente le labbra e
accarezzandole i capelli, così lisci
da sembrare piastrati.
-
Mi sei mancata... - le mormorò.
Maggie
lo strinse ancora più forte e gli diede un altro bacio,
stringendo la braccia attorno al suo collo.
-
A me di più – sussurrò lei.
-
Non credi sia possibile – chiarì il ricciolino, - dato
che tu, ormai, sei tutta la mia vita.
Maggie
arrossì fino alla punta dei capelli, mentre un sorriso da
ebete le si dipingeva sulla faccia.
Lexi
li guardava con un sopracciglio inarcato, mentre Joe le cingeva la
vita da dietro di lei.
-
Oddio. - disse la rossa.
Joe
mugugnò una risposta di approvazione e la strinse ancora più
forte.
-
Anche io, però, ho bisogno di coccole – le disse con la
vocina da bambino.
Lexi
ruotò la chioma rossa e si mise di fronte a lui, baciandolo
piano, poi con più passione.
Un
colpo di tosse li richiamò tutti e quattro; Maryl e Kevin
erano in piedi a pochi metri da loro, lui che le cingeva la vita.
C'era
anche Frankie, i capelli castani spettinati e gli occhioni che
guardavano i suoi fratelli, curiosi.
Lexi
si staccò da Joe, mentre Nick strinse forte la mano di Maggie,
che ricambiò la stretta con come se fosse un gesto naturale,
istintivo.
-
Dobbiamo chiarire – disse Maryl, rompendo il silenzio che si
era creato nella stanza.
-
Ma no?! - fece Lexi, sarcastica.
Kevin
la fulminò con un'occhiataccia.
-
Non scherziamo... - disse Maryl, aveva gli occhi arrossati.
Maggie
sbuffò.
-
Ricapitoliamo – iniziò la bionda. - Voi volete seguire i
ragazzi durante questo tour, ma c'è scuola. E poi chissà
se i ragazzi ci vogliono...
-
Ma che domande fai?! - esclamò Joe. - Certo che vi vogliamo! -
e come conferma cinse le spalle della sua ragazza.
-
Va bene, va bene, ma c'è sempre questo problema di scuola, io
voglio che voi
continuiate gli studi, non mi importa se saltate la scuola sole per
tre mesi, gradirei che voi continuiate a studiare legalmente –
disse Maryl.
-
Fossero questi i problemi – ringhiò Lexi. - Diremo ai
nostri professori che abbiamo preso la peste e non possiamo venire a
scuola! Torneremo a settembre!
-
No – disse chiara Maryl.
L'ora
successiva proseguì in questo modo, sparando idee per
permettere alle sorelle Campbell di studiare ma che la bionda
bocciava una dopo l'altra.
-
Posso fare una domanda? - fece Frankie, curioso.
-
Certo – disse Kevin.
-
Perchè vi fate tutti questi problemi? Lexi e Maggie possono
studiare privatamente con Nick...
Ci
vollero due minuti e trentasei secondi prima che tutti e sei i
ragazzi si fossero resi conto di quello che il piccolo Bonus aveva
detto.
-
Non ho mai sentito un'idea più... - iniziò Kevin.
-
Geniale! - lo interruppe Maggie, il viso come una maschera di
felicità, che lasciò la mano di Nick e corse verso
Frankie, prendendolo in braccio e dandogli un bacio sulle guance.
-
Frankie, io ti amo! - esclamò la ragazza, saltellando di
gioia.
-
Ehi! - protestò Nick, offeso. - Lo dici prima a lui che a me?
Non è giusto!
Maggie,
per la prima volta a memoria d'uomo, lo ignorò e
continuò a baciare sulle guance quel tesoro di bambino che
aveva in braccio, il quale non sapeva esserne troppo dispiaciuto.
Lexi,
se fosse stato un cartone, avrebbe avuto gli occhi a forma di stelle,
e saltellava intorno a Joe, canterellando allegra.
-
Sì, sì, sì, sì, sì! - esclamò,
abbracciando di slancio Joe.
Maryl
guardava Frankie pallida, gli occhi vuoti, un'espressione
indecifrabile dipinta sul viso.
Kevin
la strinse leggermente e le prese il viso per guardarla negli occhi.
Lui era felice, quella situazione gli sembrava a dir poco perfetta,
una soluzione al loro problema.
-
Che dici? - sussurrò alla sua ragazza.
Maryl
lo guardò per un istante, poi un sorriso le increspò le
labbra e gli lanciò le braccia al collo.
-
Sì!
Se
qualcuno avesse camminato fuori da casa Jonas in quel momento avrebbe
pensato che fosse esplosa una bomba o simili talmente furono forti le
urla che si scatenarono.
Lexi
si mise a cantare l'inno nazionale, Joe la seguì a ruota,
Maggie iniziò a ballare per il salotto insieme a Frankie, Nick
afferrò una chitarra elettrica appoggiata a un muro e fece un
assolo spaventoso e in mezzo a tutto questo c'erano Maryl e Kevin che
si tenevano stretti, le labbra di uno su quella dell'altra.
-
Tour! - strillò Maggie. - Si parte!
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** Fly with me ***
Eccomi
qui, di nuovo, a rompere a tutte voi di nuove le scatole (con la
febbre xD)
Voi
siete i miei fiori di primavera,
lo sapete, sì? Mie adorate lettrici, io vi AMO!! Ma tanto
tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto […],
carissime mie!!
Sono
tantissime le recensioni!! Siete fantastiche, tutte, nessuna
eccezione!!
Bene,
ecco a voi un altro
capitolo
a vostra disposizione, e se volete da stampare, strappare e buttare
per la sua infinità schifosità!! Ehehe, parola
inventata!! A me piace solo la parte dei Mick!!
Ringraziamenti
a tutte voi e a fine capitolo un piccolo avviso!!
BENNYY:
sì, Frankie è senza dubbio un amore, carrrrrrro lui!!
Grazie mille per i complimenti!! Un bacio!
jonas_princess:
eheh, non dirlo a me, anche mio fratello e mia sorella mi svegliano
prestissimo la mattina anche se io vorrei dormire!! Allora,
l'avvelenamento com'è andato? Mi dai la ricetta? Così
la do ai mostri che mi ritrovo per fratelli... Un bacione e grazie di
seguirmi sempre!!
Giulietta
24: fai bene ad avere paura, sinceramente mi stupisco dalla mia
malvagità *lei che pensa, triste* Frankie 4ever! Un bacione!
annina94:
sì, scusami, ma non sono tanto sveglia ultimamente (e già
di mio sono messa male). Ahaha, massì, Nick ce lo dividiamo,
io tanto me lo tengo sempre di più!! Mhuahahahahahaha!!! Un
bacione!
Melmon:
tesorooooooooo, ma io ti adoro, lo sai, sì??? Ahahaha,
ricordati, Frankie è sempre il più intelligente! Ehehe,
un bacione!
thislove:
amore miooooo!!! Oddio, ma io quanto ti adoro da uno a un miliardo?
Senza dubbio un triliardo!! Eheh, se se, Nick e Maggie a fare
“anatomia”, potrei inserirlo in qualche capitolo, oppure
nel seguito, mmmh. Uh, che ne pensi di Vampires? Iloveu <3
Un bacione!
Lilian
Malfoy: per prima cosa stimo tuo fratello, diglielo pure, adoro le
persone che si inventano parole *.* Non mi fanno sentire sooooola!!!
Scusa, effetto febbre, cooomunque, Frankie è adorabile, certo!
Ma quanto lo adoro? Un bacione!
Mon
Amour: amoreeeeee, senti, manca pochissimo al concerto e al nostro
incontro (quattro giorniiiiiiiiiiiiiiiii!!!!
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!) e io sono malata, ma è
possibile -.- ? Ma anche se ho la febbre vengo al concerto, non si
discute! Magari Nick, Kev e Joe vedono che sto male e mi aiutano...
*si perde nella sue fantasie perverse* Vabbè, ci sentiamo
martedì noi due, occhèi? Bacione!!
_Crazy_Dona_:
ho rimediato al mio errore e ho recensito l'ultimo capitolo della tua
fantastica fanfic... Certo che Frankie è adorabile! Ha preso
tutto dai suoi fratelli.. ehehe!! tesoro, sai che mi hai lasciato due
recensioni? Un bacione!
Susy:
mia adorata, aspetto ancora la risposta della tua mail, la mia ti è
arrivata? Conoscendomi sarei capace di averla spedita a chissà
chi... Mi dispiace che tu non venga al concerto dei Jonas :( dài,
ti racconterò poi io! Un bacione!
jeeeeee:
davvero te gusta? Yhuppie!!! Ahahaha, amor non riesco a registrarmi a
twitter, ci riprovo non appena il mio cervello si riprende da questa
febbre orribile!! Ci sentiamo presto, spero! Un bacione!
DarkViolet92:
ehehe, Frankie the best!! E tu aggiorna che sto morendo di
curiosità...!!! Un bacione!
Capitolo
32. Fly with me
-
In che senso c'è un limite sulle valigie che posso portare? -
chiese Maryl a Kevin, davanti a lei. - Scusami, ed io dovrei andare
in giro per il mondo con al massimo sette valigie? Stai scherzando,
spero!
Kevin
fissò la sua ragazza con un sorriso scherzoso, le diede un
lieve pizzicotto alle guance e le cinse la vita con le braccia,
baciandole i capelli biondi.
-
Tesoro, devi capire che il massimo di sette valigie è più
che accettabile – disse lui, - senza contare il fatto che non
so quanto shopping farai in città come Parigi e Milano.
La
ragazza sbuffò, mentre una ciocca di capelli svolazzava in
aria per qualche istante e poi le ricadeva sugli occhi dorati.
-
E tu invece devi capire che io come minimo ho bisogno di tredici
valigie – spiegò, incrociando le braccia al petto. - Non
sette!
Il
ventunenne alzò gli occhi al cielo, trattenendosi appena
dall'imprecare; certe volte essere il ragazzo di Maryl Campbell era
un lavoro duro.
-
Lexi e Maggie si stanno facendo bastare non più di quattro
valigie, mi sembra – disse, - e poi non mi sembra così
grave il fatto che non potrai indossare ogni giorno un abito diverso!
Maryl
soppresse per grazia divina una serie di imprecazioni che,
pronunciate in presenza di un Jonas, non potevano essere chiamate
innocenti.
-
Ma Lexi e Maryl non sono come me! - ribatté la ragazza. - Se
contrattiamo? Diciamo nove valigie!
Kevin
scosse la testa, avvicinando la propria testa a quella della sua
ragazza.
-
Sei antipatico – borbottò la ventenne.
-
E tu fantastica.
-
Troppo fiscale...
-
Bellissima.
-
Troppo... troppo...
-
Sì?
-
Troppo tu! Troppo Paul Kevin Jonas II, ecco! - esclamò lei.
Il
ventunenne la guardò divertito; si stava arrampicando sugli
specchi, quella ragazza, non aveva la minima idea di quello che stava
dicendo.
-
Mmh, come vuoi, mi hai scelto tu. Comunque, tesoro, ti ricordo che
partiamo fra sei ore, quindi ti conviene sbrigarti, sai com'è,
dobbiamo essere a Dublino per domani mattina per un'intervista...
Maryl
schizzò per la stanza e aprì il suo armadio, tirandone
fuori una quantità esorbitante di gonne, pantaloni, magliette,
cinture, capelli, abiti da sera e ancora cinture.
-
Bene, Kevin, vammi a prendere le valigie nello scantinato, sono
quelle beige, non puoi sbagliare, grazie! - miagolò lei,
stampandogli un bacio su una guancia e buttandolo fuori dalla sua
camera, dove, a sorpresa, stava Joe.
-
Ehi, che combini? - domandò il maggiore, guardando il
fratello.
-
Mi salvo la vita – disse con un filo di voce il mezzano,
incrociando gli occhi con il fratello. - La mia ragazza è
improvvisamente impazzita.
-
So cosa intendi. - chiarì il ventunenne avvicinandosi a lui.
Entrambi
i Jonas sospirarono.
-
Lexi dice che non è possibile che la nostra prima tappa sia
Dublino – snocciolò il mezzano, - le scombussola il fuso
orario e non potrà dormire per le sue solite dieci ore, o per
lo meno così mi ha detto.
-
Maryl vuole portarsi dietro tredici valigie per il tour, ovviamente
non può e mi sta facendo diventare pazzo – Joe l'avrebbe
volentieri ascoltato, se non fosse stato che si era bloccato alla
parte tredici valigie e non si può.
-
Come non si possono portare tredici valigie? Ma no! E io ora come
faccio?! - chiese, nel panico, mentre il ventunenne si copriva la
faccia con le mani, scuotendo la testa.
In
quel momento una porta poco lontana da loro si aprì e vi uscì
Nick, i capelli spettinati, che la richiuse con uno schiocco e si
mise a fare dei brevi respiri.
-
Che Dio mi aiuti – mormorò.
-
Che succede? - domandò Joe, con voce pettegola, guardando il
sedicenne.
Il
ragazzo si voltò verso di lui, gli occhi persi nel vuoto.
-
La mia ragazza è pazza
– disse.
-
Bene, fratelli, mettiamo su un club, lo pubblichiamo su MySpace,
okay? - fece il mezzano, ma fu prontamente zittito da Kevin con uno
scappellotto.
-
Che combina Maggie?
-
Le sta venendo una crisi isterica, il motivo mi è ignoto, non
mi parla e prepara le valigie quasi ne dipendesse dalla sua stessa
vita! - spiegò il minore.
-
KEVIN! Dove sono le mie valigie?! - strillò Maryl, facendo
accapponare la pelle a tutti e tre i fratelli Jonas.
-
Te le porto subito, amore! - disse lui, con aria innocente.
-
Sbrigati!
Accompagnato
dai fratelli il ragazzo scese fino allo scantinato, prese le valigie
e con grosse difficoltà date le dimensioni dei bagagli le
portò nella camera della sua ragazza.
-
Era ora! - sbottò la ragazza. - Grazie, comunque.
Kevin
fece un okay con un dito di una mano e uscì dalla stanza,
l'aria affaticata. Se i prossimi mesi fossero stati così non
sapeva se avrebbe resistito.
Ti
proteggerò, dalle paure delle ipocondrie
dai
turbamenti che da oggi
incontrerai
sulla tua via
(La
Cura; Franco Battiato)
Maggie
prese posto sull'elegante sedile di pelle bianca e si allacciò
la cintura di sicurezza con fare nervoso, passandosi continuamente
una mano fra i capelli e giocherellando con una ciocca, mentre il suo
ragazzo prendeva posto accanto a lei, vicino al finestrino.
Scrocchiandosi
le dite delle mani Maggie gli sorrise e continuò a
giocherellare con i suoi capelli, abbassando spesso gli occhi sulla
cintura di sicurezza.
Lexi
aveva preso posto davanti a Nick e guardava fuori dal piccolo
finestrino, mentre la mano di Joe, seduto al suo fianco, sfiorava la
sua.
Maryl
e Kevin, invece, si trovavano su altri due sedili e i quattro ragazzi
ne udivano i risolini, mentre Denise e Paul Kevin Senior li
guardavano felici.
Maggie
si riscosse dai suoi pensieri solo quando sentì il respiro
caldo di Nick a pochi centimetri dal suo viso.
-
Che hai? - chiese lui.
Lei
scosse la testa, liquidando la domanda con un piccolo gesto della
mano.
-
Assolutamente niente – disse lei, la voce improvvisamente
acuta- perchè dovrei avere qualcosa? Sono calmissima, io, più
calma di così!
Nick
le sfiorò il collo, facendola rabbrividire, e glielo baciò
con dolcezza.
-
Avanti, dimmi la verità – la pregò.
-
Sto dicendo la verità! - ribatté lei, nervosa. - Sono
solo eccitata, ecco tutto.
Nicholas
Jonas guardò Maggie Campbell con occhi grandi di comprensione.
Conosceva bene la sua ragazza, e sapeva che lei stava mentendo quando
diceva che stava bene.
-
L'importante è crederci – disse Nick, sempre
accarezzandole il collo. - Avanti, spara.
Maggie
sospirò e guardò negli occhi il suo ragazzo.
-
Mi è venuto in mente che io, ecco – arrossì
copiosamente, - beh, io ho leggermente paura
di volare.
-
Sono stata un'idiota, quando ho esultato per il fatto che potevo
venire con voi in tour non mi è venuta in mente questa cosa,
ma ora... - rabbrividì. - Oddio, è dall'undici
settembre del duemilauno che ho questa fobia, e allora avevo solo
otto anni...
Nick
la abbracciò dolcemente, cingendole le spalle e permettendole
di appoggiare la testa sulla sua spalla.
-
Ehi, ci sono io, Mr Distrazione, per risollevarti il morale! -
esclamò lui. - Ad esempio, noi due dobbiamo scegliere la
nostra canzone, ancora, rimandiamo da settimane, ormai!
Maggie
sorrise e lo strinse forte, accucciandosi il più possibile
vicino a lui.
-
Vero – annuì. - Qualche idea?
Nick
le sorrise.
-
Pensavo ad una canzone che ci ha unito particolarmente in un
determinato momento, una canzone che ci abbia consolati allo stesso
tempo, una canzone dolce.
La
sedicenne sorrise, mentre la risposta le saliva alle labbra.
Prese
il suo iPod dalla tasca dei pantaloni e porse una cuffia a Nick,
mentre l'altra se la infilava in un orecchio.
Cliccò
'playlist' e schiacciò quella intitolata 'le 25 più
ascoltate'.
Scelse
la prima, quella che ascolta più spesso, quella che la
consolava, quella che amava, quella che li aveva uniti in un momento
speciale. Nella sua testa già l'immagine di quella serate che
li aveva così uniti si formava, quel giorno in cui si erano
stretti per avere meno paura: quando erano rimasti bloccati nella
Casa degli Orrori.
Mentre
le prime note partivano Nick sorrise, pensando che la sua ragazza lo
conosceva davvero bene, forse addirittura troppo.
-
Fly with me – le
mormorò lui, ripetendo anche il nome della canzone.
Maggie
sorrise e annuì, felice; non si era nemmeno accorta che ormai
l'aereo stava decollando.
-
Sì – disse. - Fly with me.
Lasciami
dormire ancora
lasciami
sognare ancora
(Lasciami
dormire; Negrita)
-
Lexi – mormorò Joe, giocherellando con una ciocca di
capelli della sua ragazza.
Lei
mugugnò qualcosa di incomprensibile e si voltò
dall'altra parte, dandogli le spalle, tentando di riprendere sonno.
-
Lexi – canticchiò lui, - Lexi, Lexi...
Lei
non rispose e continuò a provare a dormire, non prima di dare
una brevissima occhiata al suo orologio: le due del mattino.
-
Amore? Tesoro? Cucciola?
Continuò
ad ignorarlo bellamente e serrò gli occhi.
Il
diciannovenne sbuffò e continuò a toccarle i capelli.
-
E va bene, dovrò usare le maniere forti – disse, - mio
fiore di primavera.
Lexi
si destò all'istante e provò a tirargli uno schiaffo,
irata.
-
Non. Mi. Chiamare. In. Quel. Modo – sibilò, - comprendi?
Joe
annuì frettoloso.
-
Lasciami dormire – riprese lei, passandosi una mano sul viso, -
sono stanchissima, e ti ho detto che il fatto che dobbiamo andare a
Dublino come tappa non mi rende felice, mi scombussola il fuso
orario...
Il
vocalist continuò a guardarla mentre lei rendeva più
comodo il cuscino e si avvolgeva in una coperta.
Davanti
a loro Maggie e Nick dormivano pacificamente, lei con la testa
appoggiata sulla spalla di lui, il quale teneva la propria sopra
quella della sua ragazza. L'iPod era ancora acceso e le cuffie
pendevano lungo le guance dei due innamorati.
-
Lexi – ripeté lui.
-
Che cavolo vuoi, Joe? - ringhiò lei. - Maledizione, voglio
dormire!
-
Ma non ti va di parlare?
-
No – sbottò lei, tentando di mantenere il tono di voce
per non svegliare il resto dei passeggeri.
-
Neanche con me?
-
Soprattutto con te – sbottò.
Joe
fece un'espressione corrucciata e la guardò, spalancando gli
occhi marroni e squadrandola con aria triste.
-
Ma io non sono il tuo dolce, bellissimo, affascinante, bellissimo
ragazzo?
-
Evviva la modestia – borbottò lei, - e ricordati, io
aggiungerei anche rompiscatole.
Il
mezzano incrociò le braccia al petto, offeso e girò la
testa.
-
Non ti parlerò più – disse.
-
Alleluia – sussurrò lei, - buona notte.
Con
un sospiro di sollievo poggiò la testa sul cuscino e si
strinse nella coperta, poi chiuse gli occhi e sperò di
riprendere sonno, almeno per un paio d'ore.
-
No, non ce la faccio a tenerti il broncio, ti amo troppo –
disse Joe dopo qualche istante di silenzio.
Lexi
ringhiò, perdendo totalmente la pazienza, e si voltò
verso il suo ragazzo, fulminandolo con un'occhiataccia.
-
Porca misera Joseph Adam Jonas, fammi dormire! - strillò.
Maggie e Nick, davanti a loro, si destarono seduta stante, sbattendo
fra di loro la testa, Denise, che dormiva a pochi sedili di distanza,
borbottò qualche parola incoerente, Paul Senior diede
un'occhiataccia alla ragazza e a suo figlio diciannovenne, mentre
Maryl e Kevin, ancora mezzi addormentati, non badarono molto alla
situazione e si rimisero a dormire, pregando silenzio, e l'unico che
non fece un verso fu Frankie, ancora profondamente addormentato, la
testa appoggiata sulla spalla di Denise.
-
Scusate – disse Lexi, poi si rivolse al suo ragazzo; - se non
chiudi la tua maledetta boccaccia faccio fare a questo aereo dietro
front e mi faccio riportare a Los Angeles, sono stata chiara?
-
Cristallina – disse lui, - ma almeno posso tenerti la mano
mentre dormi?
Lexi
annuì, nascondendo un sorriso compiaciuto, e si riaddormentò,
sentendo la mano calda della persona che amava stringere la sua.
Continua...
AVVISO,
PER FAVORE LEGGETE!!
Sarò
breve, perchè immagino che abbiate di meglio da fare che
sentire
tutti i miei scleri; ad ogni modo vi volevo avvertire che mancano
sette
capitoli (questo escluso) alla fine di questa storia.
Questa
volta sono sicura.
Mi
dispiace, a dire la verità, ma dopo c'è sempre il
seguito; vi avvertirò
fra
qualche capitolo come si chiamerà.
Ho
finito, ve lo volevo solo dire.
Grazie
di cuore a tutte voi!!
Vi
voglio bene!! <3
Maggie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** The Tour ***
Ciaoooooooooo,
prima
di tutto perdonatemi immensamente se non vi posso ringraziare una per
una oggi, ma non ho proprio il tempo dato che domani ho una verifica
di greco e devo aggiornare pure Vampires. Ma ci tengo comunque
a dirvi che siete davvero della lettrici fantastiche, e che vi
ringrazio dal profondo dell'anima per questo!
ODDIO
IERI SONO ANDATA AL CONCERTO DEI JONAS ED è STATO
MERAVIGLIOSOOO!! BELLISSIMO, FANTASTICO! HO INCROCIATO ANCHE GLI
OCCHI CON NICK, ALIAS MIO MARITO!!!!
Dopo
questo mio piccolo sclero vi lascio al capitolo (che mi fa
leggermente schifo xD).
Uh,
ragazze, ultima cosa, sapevate che sono scema? Eh già! Ero
super convinta che Dublino fosse in Germania, e ho scoperto più
tardi che fosse in Irlanda!! Già già, proprio scema!!
Questo
capitolo lo vorrei dedicare alla mia Mon Amour e
Mary, grazie di
tutto!!!!
Capitolo
33. The Tour
-
Allora, ragazzi, siete pronti? - chiese Paul Senior osservando i
figli che si stavano vestendo per il concerto di quella sera; il
primo show del loro primo tour mondiale.
Joe
annuì anche a nome degli altri, mentre Nick e Kevin prendevano
la propria chitarra, accordandola.
-
Carichi? - domandò ancora il signor Jonas. - Avete bisogno di
qualcosa? Acqua, cibo, tranquillante... Nick tutto a posto con la
glicemia?
Nick
annuì distrattamente suonando qualche nota di Poison Ivy
e passandosi una mano fra i capelli ricci.
-
Kevin la corde della chitarra sono a posto? Non le devo sostituire,
no? - si informò Paul I.
-
Papà, sei più nervoso di noi, calma – lo
tranquillizzò il maggiore. - Noi stiamo bene, ma tu cerca di
calmarti e di non farti venire un mezzo infarto, okay?
Il
signor Jonas annuì e bevve un sorso d'acqua dalla bottiglietta
che teneva in mano, mentre Frankie gli trotterellava attorno,
guardando i fratelli, allegro.
-
Quando anch'io con la mia band canterò su un palco vi ruberò
tutte le fans, quindi godetevela finché potete! - ghignò.
Joe
ridacchiò e gli scompigliò i capelli, con aria
divertita.
-
Che simpatico il nostro ometto! - disse.
In
quel momento un membro dello staff arrivò da loro e li informò
che mancavano pochi minuti all'inizio dello spettacolo.
I
Jonas annuirono, sentendo l'adrenalina nelle vene e pochi istanti
dopo che il membro dello staff si era chiuso la porta del camerino
dietro di sé quando era uscito entrarono le tre sorelle
Campbell.
-
Kevin, Kevin, Kevin! - esclamò felice Maryl, che indossava una
maglietta rossa che le lasciava la schiena nuda e un paio di jeans a
pinocchietto. - Oddio, sono così eccitata! E' fantastico stare
qui, con te a Dublino... e adesso vedrò il vostro primo
concerto! Oddio!
Lexi,
con una canottiera nera elegante ma semplice e un jeans scuro a
sigaretta, alzò gli occhi al cielo.
-
Abbiamo capito, oggi oddio è la tua parola preferita –
sbuffò e si avvicinò con passo felino al suo ragazzo,
cingendogli la vita. - E tu, Joseph Adam, ti prego di non fare una
cavolata delle tue oggi, va bene?
Joe
la guardò, offeso.
-
Perchè? Io faccio spesso della cavolate? - tutti evitarono il
suo sguardo, compreso suo padre, e si misero a guardare le proprie
scarpe, come se ci fosse tracciata sopra una mappa per trovare un
tesoro dal valore inestimabile. Tutti tranne Lexi, ovviamente.
-
Sì – disse convinta. - Ehi, ho trovato la mia vocazione,
la manager!
Maggie
nel frattempo si era avvicinata a Nick, il quale la stringeva forte,
cingendola con un braccio, mentre con l'altro le accarezzava i
capelli.
Indossava
una maglietta dorata e un paio di jeans chiari, le guance leggermente
arrossate.
-
Oddio, il vostro primo concerto a cui vado – commentò a
bassa voce, - è un sogno!
Nick
la strinse dolcemente, d'istinto, lei ora era la sua vita.
-
Ragazzi, dovete andare – disse Paul Senior, e i suoi tre figli
maggiori annuirono, lasciando le proprie ragazze.
Mentre
l'eccitazione non faceva altro che accrescere la band attraversò
i corridoi del back stage e, fra i porta fortuna generali, fecero la
loro comparsa sul palco.
Migliaia
di ragazzine urlanti esultarono alla loro vista, mettendosi a gridare
i nomi dei loro preferiti, iniziando a strillare le loro canzoni, a
lanciargli fiori e pupazzi.
-
Ehi, gente come va? - chiese Nick, afferrando il proprio microfono e
al suono della sua voce in migliaia gridarono, dicendogli che lo
amavano e di, ti prego sposami!
Joe
fece un gran sorriso.
-
Siamo molto contenti di essere qui in Germania per il nostro primo
concerto del nostro primo tour mondiale! - annunciò, felice.
Da
dietro le quinte Lexi si diede una manata sulla fronte, Nick tentò
di nascondersi mettendosi le mani sulla faccia, Kevin lo guardò
strano mentre tutte le fans lo fissarono con un'occhiataccia.
-
Ignorante, siamo in Irlanda! - sibilò il ventunenne
nell'orecchio del fratello mezzano, il quale sbiancò.
-
Ma certo, ragazze, scherzavo! Lo so che siamo in Irlanda! - asserì
con tono scherzoso,e a quel punto ricominciarono le urla festanti.
-
Sì, un vero simpaticone – sbuffò Nick a bassa
voce.
-
Comunque, da dove iniziamo, gente? - riprese il mezzano.
La
band di supporto iniziò a suonare le note di Warld War III
e poco dopo i ragazzi iniziarono a cantare, insieme a tutte le fans.
Perdono,
sì
quello che è fatto è fatto
io
però chiedo scusa
(Perdono;
Tiziano Ferro)
-
Un altro successo! - esclamò allegro Paul Senior alla fine del
concerto, davvero bravi ragazzi!
Denise
aveva gli occhi lucidi dall'orgoglio e strinse forte i suoi ragazzi.
-
Sono così fiera di voi! - disse.
-
Anche se, devo dirtelo, Joe potevi risparmiarti quella tua uscita,
all'inizio dello show – sbuffò Lexi, - andiamo, tutti
sanno che Dublino è in
Irlanda!
Joe
la strinse, ridacchiando.
-
Ma l'ho fatto apposta, per sdrammatizzare! - mentì con non
chalance.
Lexi
alzò gli occhi al cielo e si avvicinò a Nick e Maggie,
che si guardavano l'uno perso negli occhi dell'altra e viceversa.
-
E basta voi due! - disse. - Le vostre occhiatine mi fanno venire il
voltastomaco!
-
Lexi! - esclamò Maryl, voltandosi verso la sorella minore,
allibita.
-
Senti, è la verità... - sbuffò rifugiandosi fra
le braccia di Joe.
Maryl
alzò gli occhi dorati al cielo e tornò a guardare
Kevin, ancora grondante di sudore dopo il concerto, e scosse la
testa.
-
E' dura essere la maggiore – disse, e Kevin le accarezzò
il viso, sorridendo.
-
Hai tutta la mia approvazione, amore mio – disse. - Ragion per
cui abbiamo bisogno di una serata solo noi due.
Maryl
sorrise allegra, strizzando un occhio.
-
Attento, potrei approfittarne – sentenziò.
-
Non credo mi darà fastidio – le sussurrò lui in
un orecchio.
La
bionda gli diede una lieve spinta scherzosa, proprio quando Denise
disse che era ora di tornare in albergo per fare una doccia.
L'hotel
era, al contrario di quanto si possa immaginare, non un grattacielo
di venticinque piani, ma una tenuta familiare di quattro piani,
arredata con tanti tappeti e dalle pareti in legno, ma ad ogni modo
le sue cinque stelle erano senza dubbio meritate.
Kevin
e Joe dividevano una stanza, Frankie e Nick un'altra, i coniugi
alloggiavano in un'altra ancora e Maggie, Lexi e Maryl stavano in
un'ultima camera.
-
Sono esausta! - si lamentò Lexi lasciandosi cadere sul letto
matrimoniale che divideva con Maggie.
-
Mi aggrego – sbuffò Maggie accucciandosi accanto alla
gemella. - Il fuso mi uccide.
Maryl
si era già chiusa in bagno per farsi una doccia, ma ciò
non le impediva di ascoltare i discorsi delle sorelle minori e non
smetteva di commentarli.
-
Pensate i ragazzi – urlò per farsi sentire da sopra il
rumore dell'acqua, - hanno cantato tutta la sera...
Quando
uscì era avvolta in un accappatoio bianco, con un asciugamano
stretto attorno alla testa stringendo i capelli.
-
Ragazze, volevo scusarmi con voi per avervi inizialmente impedito di
seguire questo tour – disse sedendosi fra le due gemelle, che
la guardavano attente; - è stato un mio errore, dovevo
ascoltarvi, sono troppo testarda.
Maggie
sorrise e la abbracciò.
-
Ma certo che ti scusiamo, l'abbiamo già fatto quando hai detto
di sì, vero Lexi?
La
rossa guardava la stanza, con aria sognante.
-
Lexi!
-
Sì, che c'è? - domandò, risvegliandosi dai suoi
pensieri che puntavano in direzione di Joe e delle sue coccole.
-
Vero che hai perdonato Maryl per non aver accettato subito di farci
venire in tour? - domandò Maggie, e la sua espressione diceva
chiaramente “non dire di no altrimenti qui accade il
finimondo”.
-
Naturalmente – disse, strizzando un occhio.
Maryl
sorrise felice e le abbracciò strette.
-
Vi voglio bene, ragazze – sussurrò.
Fra
una doccia e l'altra si raccontarono di quella serata, delle loro
emozioni, dei loro ragazzi, quel che amavano e odiavano di loro.
Era
da mesi, forse, che non parlavano così fra di loro, e quella
serata era perfetta.
Mandarono
un messaggio ai loro ragazzi scrivendogli che volevano parlare un po'
fra di loro e passarono tutta la notte sveglie, ridendo e scherzando
e guardandosi un film che si erano fatte portare in camera dalla
receptionist, scelto da Lexi, The Grudge.
Quella
serata fu la più bella degli ultimi mesi che avevano trascorso
solo tra loro le tre ragazze, ma anche se con il corpo erano con le
loro sorelle, con la mente erano legate con un filo ognuna a uno dei
tre ragazzi che riposavano al piano inferiore.
Io
lo so che tu
resterai
con me
(Solo
con te; Studio 3)
Kevin
tesoro, Lexi, Maggie ed io vogliamo passare una serata solo fra noi,
è da tanto che non lo facciamo, dispiace a te e a Joe e Nick
se non vi raggiungiamo? Bacioni immensi.
Lesse
il ventunenne sul suo iPhone, passandosi una mano fra i capelli
bagnati d'acqua per la doccia appena fatta.
Era
comprensibile che volessero stare solo loro tre per una serata, senza
dubbio era vero che non stavano tutte insieme da tempo, dato che
quasi tutte le sere una delle due usciva con o lui o Nick o Joe.
Non
c'è problema, cucciola, ci vediamo domani mattina dopo che
torno con i ragazzi da un'intervista, alle otto nella hall. Ricorda a
Lexi e Maggie di preparare la valigia che alle nove dobbiamo
ripartire per andare a Shannon. Fai dei sogni bellissimi, angelo mio,
sei nei miei pensieri.
Digitò
sul cellulare e poi lo inviò.
I
ritmi del tour all'inizio sarebbero stati duri per tutti, meno per la
famiglia Jonas abituata a un certo ritmo, ma per le sorella Campbell
già molto più faticoso a causa dei viaggi continui e
gli spostamenti da uno stato all'altro in anche meno ventiquattr'ore;
ma pian piano si sarebbero tutti abituati a quel ritmo.
Joe
spuntò dal bagno con addosso solo un paio di boxer, i capelli
bagnati a gocciolanti sul pavimento di parquet.
-
Ehi, fratello, successo pieno 'sta sera, eh? Quanto mi piace essere
in tour! Mi sa che l'Irlanda l'abbiamo proprio conquistata... -
commentò.
-
Diventi ogni giorno più modesto – disse sarcastico
Kevin. - Oh, le ragazze non ci raggiungono qui in camera, vogliono
passare una serata solo fra loro.
L'espressione
del diciannovenne si fece improvvisamente corrucciata, e iniziò
a tramargli il labbro inferiore.
-
Il mio fiore di primavera mi lascia solo? - disse con tono
melodrammatico.
-
Sì, tutti si devono prendere una pausa da te ogni tanto, ecco
perchè ho deciso con Nicholas che quando torneremo in America
per fare il tour starà lui in camera con te, Frankie è
meglio – spiegò Kevin, tranquillo.
-
Cattivo! - esclamò Joe.
Alla
porta d'ingresso bussarono e sulla soglia apparve Nick, con Frankie
al seguito.
-
Joe, ti si sente per tutto il corridoio – lo avvertì a
mo' di saluto. - E da quando chiami quella povera anima pia di Lexi
“mio fiore di primavera”?
-
Non t'impicciare – sbottò il cantante.
Nick
ubbidì e si rivolse a Kevin.
-
Allora le ragazze non vengono?
-
No, mi ha inviato un messaggio Maryl, vogliono stare sole questa
sera, passare un po' di tempo assieme solo fra loro – rispose
il ventunenne.
Frankie
sghignazzò.
-
Spettegoleranno di voi – disse con fare sicuro. - Diranno che
io sono il migliore e che vogliono sposare me.
Gli
altri tre fratelli lo guardarono straniti.
-
E' preoccupante il fatto che sia più vanitoso di te, Joe –
constatò il sedicenne.
-
Concordo – annuì il chitarrista.
Joe
si limitò ad annuire, poi si sedette sul letto.
Come
Lexi, Maryl e Maggie anche loro iniziarono a parlare, prendendo in
giro Joe e la sua uscita di quella sera, o Nick per come guardasse
Maggie come un pesce lesso o Kevin per il suo, a detta dei fratelli
minori, esagerato romanticismo, e infine Frankie, per tutti i casini
che combinava. Buttarono giù anche qualche strofa per una
nuova canzone, che raccontava appunto di una serata fra loro
fratelli, ma comunque del fatto di essere con la testa accanto alle
loro ragazze.
Perchè
erano innamorati. Semplicemente innamorati.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** The Clearing ***
Ehi,
ciao...
ragazze,
sono depressa, è da due giorni che non faccio altro che
piangere e starci male, lo so, ma sono tristissima perchè...
Nick mio è malato!!!
(Dettagli se sta guarendo) Ciò che più mi fa star male
è che è abbastanza
grave,
vi rendete conto?! Sono nel panico!!!
Quindi
voglio dedicare a lui questo capitolo, è tutto
per
lui.
Stranamente
il chappy mi piace (O.o) in parte, per lo meno... comunque è
moooolto romantico, quindi se non digerite il romanticismo
ultimamente vi consiglio di non leggerlo...
Uhhhhh,
mi sono resa conto di una cosa in questo momento!! Il prossimo
capitolo (triiiiiste :( ) sarà l'inizio della fine!!
Nooooooo!!! Escluso questo capitolo ne mancano 5 alla fine della
storia!! :( :-(
Ecco
a voi i ringraziamenti, thank
you very much!!
annina94:
sì, Joe è leggermente (O.o) fuori di testa (ed io con
lui, ehehe), ma direi che possiamo perdonarlo, che dici? E' dolce
comunque *sbaw* Va beeeene, tu hai i giorni pari, quindi Nick oggi è
da me!! Ahaha, lo tratto bene, non ti preoccupare, gli faccio da
infermiera perchè è malatino :( Grazie di tutto, un
bacione!
jonas_princess:
anche tu malata? E' un'epidemia... MORIREMO TUTTI!! Notare il mio
ottimismo, cooooomunque spero che tu sia guarita!! Sisi, da Joe
bisogna staccare ogni tanto (dillo a me che ce l'ho come cognato
*alza gli occhi al cielo*) poi se leggi questo capitolo capirai che
quel ragazzo è seriamente malato (per lo meno in questa storia
xD). Un bacione!
DarkViolet92:
dici sul serio che era bellissimo? Bah, io non lo so... comunque
spero che ti piaccia pure questo!!! Un bacione!
_Crazy_Dona_:
sì, Joe forever!!Tu hai visto The
Grudge? Io in teoria
dovevo,
ma casualmente *si guarda intorno con finta aria innocente* il
lettore DVD si è rotto e non l'ho guardato... ma che peccato!!
*mente spudoratamente* Ci si sente presto! Un bacione!
Lilian
Malfoy: sai, mi sa che al concerto ti ho intravisto senza sapere che
eri tu dato che per tutto
il tempo ho seguito con
gli occhi Nick, e lui avendoti toccato... va beh, io ero la pazza che
gridava come un'isterica con le mani fra i capelli, hai presente...?
Grazie di tutto! Un bacione! Melmon: non ti vanno giù le
scene sdolcinate, eh? Ti capisco, ci sono dei giorni in cui vedere le
mie amiche che si sbaciucchiano con i loro fidanzati mi dà il
voltastomaco, ma credo te ne freghi ben poco O.o Spero questo
capitolo ti piaccia (anche se è un po' tanto
romantico -.-). Un
bacione!
Mon
Amour: tesoro!! Mi sono appena immaginata Frankie che si scatena sul
palco durante il concerto, ahahahaha, troppo spassoso!! Grazie a te
non sono più troppo
depressa... sta notte ho
dormito quasi bene (per forza ho sognato Nick *sbava*). Il concerto
davvero meraviglioso!! Grazie di tutto!! Un bacione <3!
MeneguzzinaJonassina:
ma figurati!! Non c'è problema se non hai recensito lo scorso
capitolo, tutte le lettrici, a mio parere, possono recensire quando
gli pare! Cooooomunque il concerto è stato davvero bello!! La
mia vita, ormai, è basata su quella serata, continuo a fare
paragoni con il 3 Novembre!!! Grazie di tutto, un bacione!
jeeeeee:
ehehe, anche tu a vedere i Jonas... che meravigliosa esperienza è
stata e ho già costretto mia madre a comprarmi i biglietti del
loro prossimo concerto qui in Italia (certo, non appena usciranno
-.-). Cooooomunque, sono contenta che il chappy ti sia piaciuto :) Un
bacione!
mione94:
come ti ho già detto no
problem se non hai
recensito un paio di capitoli, davvero, non c'è problema! Per
te vale la stessa risposta che ho dato a MeneguzzinaJonassina, i
lettori possono recensire quando gli pare e piace!! E poi, anche se
fossi stata minimamente arrabbiata con te, ti sei fatta perdonare con
il nuovo chappy di This
Infatuation!! E'
stupendo!! Un bacione!
Capitolo
34. The Clearing
-
Finito! - sospirò Kevin chiudendo finalmente il bagagliaio
della jeep che aveva noleggiato e voltandosi verso i suoi fratelli,
la sua ragazza e le sue sorelle. - Possiamo andare.
-
Fantastico! - disse Maryl, avvicinandosi a lui e cingendogli la vita.
-
No, no, aspetta, non ho finito! - gridò Joe, comparendo con
due valigie fra le mani e un grosso cappello posato sulla testa.
Il
maggiore lo guardò stranito:
-
Che diavolo hai portato lì dentro?
-
Il primo necessario in caso di bisogno – disse in fretta Joe, -
il che comprende cibo, tanto, tanto cibo, la mia adorata piastra e
tutto l'occorrente del primo soccorso!
Maggie,
Nick e Lexi si voltarono a guardarlo alzando le sopracciglia.
-
La piastra? - domandò Nick, perplesso.
-
Ovvio! Mi dovrò pur stirare i capelli, no?
-
E dove? Infilando la spina in aria?
Joe
sembrò pensare a quel problema per un istante.
-
Pace – concluse e infilò le valigie nel bagagliaio.
Lexi
si sedette sul sedile posteriore vicino al finestrino, Maggie e Nick
l'affiancarono, stringendosi quanto potevano per far spazio a un
ultima persona.
-
Kev, posso guidare? - domandò Joe, facendo gli occhioni grandi
e speranzosi.
Il
ventunenne lo squadrò un istante.
-
Preferirei non dover vagare per tutta la Francia prima che tu trovi
la strada giusta, sai com'è – sentenziò.
-
Oh dai, ti prego! Mi dici tu dove e quando girare, che strada
prendere e tante cose belle ma per favore! - lo pregò facendo
gli occhi grandi da cucciolo abbandonato.
Il
maggiore si voltò verso gli altri passeggeri in cerca di
qualcuno che fosse daccordo o meno con Joe.
-
Va bene, Kevin, proviamo, non può essere così terribile
– disse Maryl, passandosi una mano tra i capelli.
Gli
altri fecero dei piccoli cenni non proprio sicuri; far guidare Joe
non era una cosa che di solito le persone con un minimo di buonsenso
lasciavano fare.
Era
passato esattamente un mese dall'inizio del tour, e mentre anche Nick
e Maggie avevano festeggiato il loro primo mese insieme in un
ristorantino a Milano, i Jonas Brothers avevano girato metà
Europa, l'ultima tappa era, appunto, la Francia. Mancava un altro
loro concerto a Parigi dopo averne fatto uno a Nizza e Strasburgo e
poi sarebbero partiti alla volta di nuovo degli Stati Uniti.
Quel
giorno, stranamente, i Jonas Brothers non avevano interviste,
concerti, show, comparse, o qualche altro evento mondano al quale di
solito partecipavano, ragion per cui avevano deciso di fare una gita
nella campagna parigina insieme alle proprie ragazze, anche se ad
essere più sinceri Joe era stato quasi portato di peso e si
era entusiasmato solo negli ultimi minuti.
-
Grazie! - disse Joe, sedendosi al posto del guidatore sfregandosi le
mani allegramente.
Maryl
insistette di sedersi sul sedile posteriore accanto a Maggie, e Kevin
prese posto affianco al diciannovenne.
-
Devi prendere la tangenziale – iniziò il maggiore non
appena il fratello accese il motore.
-
Calma Kev, un secondo, non mi sono neppure mosso! - sbottò
l'altro, iniziando a fare retromarcia per uscire dal parcheggio.
-
Io sono calmo –
snocciolò. - Sei tu che
mi irriti.
-
Accade anche a me – annuì Lexi, comprensiva.
-
Ma perchè ce
l'avete tutti con me? - chiese il mezzano con me. - Questa me la
dovete spiegare, un giorno.
Maggie
sorrise e Nick le tenne la mano, mentre iniziava a giocherellare con
una ciocca dei suoi capelli.
-
Sono entrato nello spirito del viaggio! - esclamò con gioia il
diciannovenne. - Cantiamo una canzone?
Lexi
lo fulminò con un'occhiataccia.
-
Non. Ci. Provare. - sillabò con ira.
-
Bene, partiamo tutti con Tonight!
- e si mise a cantare a squarciagola la canzone, mentre gli altri
passeggeri o pregavano gli alieni di rapirli oppure si chiedevano
come una persona così cretina come
Jospeh Adam Jonas potesse esistere.
-
Dio, dimmi chi ho ucciso nella mia vita precedente per meritarmi una
tortura simile, ti prego – supplicò Lexi, unendo le mani
e alzando gli occhi al cielo. - Una santa? Doveva essere una santa...
Joe
la guardò storto e continuò a proseguire la strada che
Kevin gli indicava centimetro per centimetro.
-
Devi uscire alla prossima, capito? Metti la freccia, metti la
freccia! - strillò il maggiore.
-
Sta calmo!
-
Io sono calmo! - strillò
nervosamente il ventunenne.
Maryl
gli posò la mano sulla spalla, accarezzandolo piano; mentre
Lexi faceva una faccia alla “l'importante è crederci”.
Joe
ubbidì al fratello e uscì all'uscita seguente mettendo
quella beneamata freccia tanto richiesta.
Dopo
pochi minuti, quando le strade asfaltate diventavano a solo due
corsie e gli edifici meno frequenti per far spazio a fattorie e
trattorie tutti e sei capirono di essere vicini alla meta.
La
campagna era un'immensa pianura verdeggiante, dai mille fiori
colorati che la decoravano e un ruscello che costeggiava la strada
ormai diventata sterrata.
-
Parcheggiamo qui – consigliò Nick, dando un'occhiata
fuori dal finestrino, - poi facciamo un tratto a piedi.
Joe
parcheggiò, se inchiodare all'improvviso facendo venire un
mezzo infarto a tutti gli altri passeggeri si può considerare
parcheggiare, e scese dalla macchina respirando a pieni polmoni
l'aria campagnola.
-
Ah, non sentite l'odore di aria pulita? Di aria fresca? - chiese, le
mani appoggiate ai fianchi.
Maggie
lo fissò stranita.
-
Io sento solo che sto per vomitare – rettificò,
appoggiandosi con una mano alla macchina mentre con l'altra si
massaggiava attentamente lo stomaco. - Non sai
guidare, Joe.
Lexi
si passò una mano fra i capelli ramati e dopo aver tirato
fuori da una tasca un elastico per capelli se li legò in una
lunga coda.
-
Quanto hai ragione, Maggie – annuì. - Ma sei sicuro
che ti abbiano dato la patente,
Joe?
Lui
la ignorò deliberatamente e indicò un punto davanti a
sé.
-
Andiamo da quella parte – disse allegro iniziando ad
incamminarsi.
Kevin
si schiarì la gola, per attirare l'attenzione del fratello
mezzano, mentre poggiava a terra l'ultimo suo bagaglio.
-
Non dimentichi qualcosa? - gli domandò il ventunenne.
Il
diciannovenne lo guardò stranito, senza capire cosa intendesse
dire.
-
No. - constatò e continuò la sua strada, mentre Lexi lo
fulminava alle spalle.
Due
ore dopo, una sfuriata di Lexi nei confronti di Joe, un commento poco
carino da parte di quest'ultimo sul fatto che Nick e Maggie stessero
sempre incollati e una scappellotto che Kevin diede al fratello
mezzano arrivarono tutti e sei in una radura.
Era
stupenda.
L'erba
era corta e verde, ancora bagnata di rugiada per quella notte, i pini
che la circondavano emanavano un buonissimo odore di ambra, cespugli
rigogliosi erano sparsi qua e là nella radura e dei mazzetti
di occhi di madonna crescevano in mezzo a tutto questo.
-
E'... è bellissimo...! - mormorò Maggie lasciando a
cadere a terra la valigia di Joe e portandosi le mani alla bocca. -
Stupendo!
Nick
annuì senza parlare, ma nei suoi pensieri pensava che Maggie
lì, in quella radura, era nel suo posto, in un luogo bello
quanto lei.
Si
avvicinò a lei e le cinse la vita sorprendendola alle spalle e
la strinse piano, assaporando l'odore del suo profumo: Madamoiselle
di Chanel.
-
Come te – sussurrò nel suo orecchio, facendola
rabbrividire di piacere.
-
Ma non è vero... - mormorò lei di rimando. - Non mi far
arrossire, dai, che già lo faccio fin troppo di mio... -
infatti un rossore improvviso le aveva arrossato le gote, e gli occhi
verdi muschio avevano iniziato a brillare come stelle.
Nick
le prese il viso e fece per avvicinarla a sé per baciarla, ma
un rumore li fece allontanare di scatto, arrossendo entrambi.
-
Bah, smettetela piccioncini –
sbottò Lexi.
-
Dai, tesoro, si vogliono solo bene – commentò di rimando
il suo ragazzo.
-
Senti, Joseph, tu non mi parlare che sono già abbastanza
incazzata con te – ringhiò lei.
-
Ma perchè?
Lexi
lasciò cadere a terra una valigia del ragazzo e anche il suo
zaino, facendole precipitare pericolosamente vicino ai piedi del
diciannovenne.
Il
mezzano trattenne rumorosamente il fiato e la indicò con un
dito, quasi tremante.
-
Tu... tu...
-
Sì, Alexandra Campbell, piacere – sbuffò la
sedicenne.
-
Basta! - intervenne Maryl, decidendo di mettere un fine a quella
discussione. - Siamo qui per divertirci e per stare insieme senza
litigare, va bene? - prese per
le orecchie la coppia, squadrandola con finta aria severa per
nascondere il fatto che, in realtà, stava per scoppiare a
ridere.
-
Va bene – accettò Lexi, e si allontanò dalla
sorella e dal suo ragazzo per andare ad aiutare Kevin che nel
frattempo stava stendendo una tovaglia a terra per sistemarci sopra
il picnic.
La
bionda sorrise allegra e si avvicinò alle spalle di Nick e
Maggie che si tenevano semplicemente per mano e stavano parlando a
bassa voce.
-
Piccioncini? - chiese, interrompendoli.
-
Ora non stiamo facendo niente!
- scattò Maggie, arrossendo ancor più di prima e
lasciando la mano di Nick.
La
ventenne sorrise e le mise una mano su una spalla.
-
Volevo solo dirvi che fra due minuti si mangia – li informò
a bassa voce, poi li lasciò di nuovo soli con il loro amore.
A
te che sei l'unica al mondo
e
l'unica ragione
per
arrivare fino in fondo, ad ogni mio respiro
(A
te; Jovanotti)
Lexi
era sdraiata sulla tovaglia a quadri rossi e bianchi dove fino a una
ventina di minuti fa erano seduti lei, le sue sorelle, il suo ragazzo
e i suoi fratelli, a ridere, scherzare e mandarsi frecciatine e ora
la radura era vuota; c'era solo lei con i suoi pensieri e anche se
non lo sapeva pure Joe, che la guardava con un sorriso innamorato a
qualche metro di distanza da lei.
Il
sole le illuminava il viso, gli occhi chiusi e le mani appoggiate sul
grembo. Finalmente riposava, come non riusciva a fare da tempo, e a
tranquillizzarla c'era il rumore del vento, del ruscello che passava
poco distante, anche se era invisibile da quella posizione, il
battito del suo cuore e il ricordò della voce di Joe che le
parlava.
Il
diciannovenne le si avvicinò piano, gattonando sull'erba
fresca e raggiungendo la sua ragazza che non si era ancora accorta di
lui e continuava a sonnecchiare.
Quando
fu a pochi centimetri da lei le si sdraiò accanto e le
appoggiò una mano sul palmo, disegnando dei piccoli cerchi con
un dito.
-
Mmmh, Joe... - mugugnò la ragazza, stringendosi alla mano di
lui.
Joe
sorrise e continuò ad accarezzarla dolcemente, ripetendo il
suo nome a bassa voce.
-
Joe... Joe... ti amo – sussurrò lei, avvicinando la
testa al petto di lui, con una certa sorpresa di quest'ultimo.
-
Ti amo anch'io, cucciola – sorrise Joe.
Rimasero
immobile in quella posizione per un tempo che nessuno dei due seppe
mai definire: potevano essere tre ore, così come cinque, o
anche dieci minuti.
Quando
la sedicenne si destò si trovò con la testa poggiata
sul petto del suo ragazzo, che le accarezzava la schiena dolcemente,
mentre sussurrava il suo nome.
Sorrise
quasi commossa e finse di non essersi svegliata, quel momento era
troppo dolce, troppo magico per essere rovinato.
Ma
Joe se nera già accorto e la guardava con un nuovo sguardo,
dolce, innamorato.
-
Ehi, tesoro – commentò.
Lexi
si stiracchiò e gli sorrise.
-
Ehi...
-
Dormito bene? - chiese lui.
Lexi
annuì e si strinse ancora di più a lui, baciandogli il
petto.
-
Soprattutto perchè ero vicino a te – mormorò lei.
-
Quindi posso dichiararmi perdonato per essere uno stupido? - domandò
il ragazzo.
-
Uno stupido scansafatiche, ricordati – borbottò la
rossa, di rimando.
Joe
la guardò storto.
-
Certo, scemo – disse lei. - Ovvio che sei perdonato.
Joe
sorrise e le baciò la testa.
-
Ma fai un'altra cosa come quella di appioppare a Maggie e me le tue
valigie e ti distruggo la piastra, va bene?
Il
diciannovenne fece una risatina nervosa e la baciò ancora.
-
Dura fino all'ultimo, eh?
-
Sì, fino all'ultimo. - poi calò le labbra sulle sue.
L'amore
arriverà a resterà
come
un'impronta su di me
anche
se tu non ci sarai
io
appartengo solo a te
(Voglio
sole te; Giorgia)
-
Nick basta, no, dai, ti prego smettila ti prego! - rise Maggie
cercando di sviarsi dalla stretta del suo ragazzo, deciso a farle il
solletico.
Il
sedicenne sorrise e la lasciò stare, però prendendola
per i fianchi e mettendosela sulle sue gambe.
Erano
seduti su quel tronco di albero caduto da tempo e giocavano come
bambini.
-
Tu mi vuoi male! - sbottò la mora, un lieve sorriso sul viso
arrossato.
Nicholas
si paralizzò e le prese le spalle.
-
Non puoi dire una cosa simile – disse lui. - Io ti voglio
tanto, tanto bene, Margaret.
Maggie
sorrise, riconoscente.
-
Lo sai che mi chiamo solo Maggie – lo corresse lei.
-
Sì, ma dire un nome più lungo rende il discorso più
serio – sorrise il ricciolino.
Lei
rise e si strinse a lui, stringendogli le braccia al collo, infilando
la testa nell'incavo del suo collo.
-
Allora, Nicholas Jerry, io ti dico invece che anch'io ti voglio bene,
ma più di te! - esclamò.
-
No! Non è possibile! Io ti voglio più bene, non
puoi dire il contrario, non è corretto!
-
Ma dove la vedi la correttezza?
Nick
sbuffò e la strinse forte.
-
Non finisce qui, Maggie.
-
Possiamo continuare quando vuoi, ma prima voglio un bonus di baci!
-
Oh, beh, se proprio devo! - sbottò fingendo lui e le prese il
viso baciandola con tutta la dolcezza di questo mondo.
Maggie
rispose al bacio, e senza rendersi conto, pian piano, scivolarono
fino a terra, senza smettere di accarezzarsi, di baciarsi, fino a
sdraiarsi sull'erba fresca.
Nick
prese a baciarle il collo, le spalle nude dato che indossava una
canottiera rossa; Maggie continuava a passargli le mani fra i
capelli.
-
Okay, direi che possiamo fermarci ora – disse Maggie a un certo
punto, allontanandosi da lui, le gote rosse e i capelli scompigliati.
Nick
fece una finta aria offesa.
-
Proprio adesso?
-
Direi di sì, non mi sento molto... a mio agio – sussurrò
lei. - E guarda alla tua mano sinistra, al tuo anulare, ma guarda
cosa c'è... Ohhhh, un anello della purezza!
Il
sedicenne la fissò per un istante, inarcando le sopracciglia,
poi scoppiò a ridere, stringendosi le mani allo stomaco.
-
Che vuoi?! - chiese lei, rossa fino alla punta dei capelli.
-
Maggie! Siamo in una radura all'aria aperta e abbiamo sedici anni,
dai!
La
mora si fece ancora più rossa.
-
Senza contare il fatto che io voglio mantenere fede al mio impegno –
aggiunse lui, poi la guardò preoccupato. - Tu saprai
aspettare?
-
Cosa? - chiese perplessa.
-
Il matrimonio, per... per farlo, insomma – disse lui. - No,
niente, è troppo presto per parlare di matrimonio.
Maggie
lo fissò un istante, poi calò le sue labbra di nuovo su
quelle del suo ragazzo.
-
Che è presto è vero – mormorò, - ma
nonostante tutto io so che voglio solo te, e stranamente per ora
anche tu vuoi me... Intanto però rimandiamo il discorso di
almeno quattro anni, che dici?
-
Sì, direi che va bene – annuì lui sorridendo,
rincuorato a quel pensiero. Quattro anni con lei erano troppo pochi,
ma per ora potevano bastare.
E
ti amo come se
non
avessi amato mai
(Ti
amo; Marco Masini)
Maryl
Campbell aveva tante cose dalla vita.
Aveva
i soldi, tanti soldi, un padre che le avrebbe comprato un'isola solo
se glielo avesse chiesto, due sorelle che lei adorava e che
ricambiavano l'affetto, aveva talento per la moda e il disegno. Aveva
un ragazzo stupendo.
-
Kev, posso farti una domanda? - chiese la bionda, incrociando le dita
con quelle del suo ragazzo.
-
Certo – sorrise lui. - Anche due.
Lei
lo guardò attentamente.
-
E' una domanda un po'... idiota, anzi è una domanda
idiota, direi.
Kevin
incrociò con lei gli occhi e la fissò con attenzione.
-
Dimmi pure.
Maryl
fece un respiro profondo, poi si decise a far uscire le parole che da
tempo le premevano contro le labbra.
-
Ma tu mi ami?
Il
ventunenne rimase spiazzato un istante, poi fece un grosso sorriso.
-
Ma certo che sì – annuì lui, sicuro. Ed era vero,
era certo di amarla, che quello che provava per lei non era una
semplice cotta, era amore, puro amore.
Maryl
si sentì leggera, improvvisamente, le sembrò di poter
spiccare il volo da un momento all'altro sorvolando il lago davanti
al quale erano seduti da ore.
-
Anch'io ti amo – mormorò lei.
Kevin
si strinse a lei e la baciò.
-
Ti amo – disse fra un bacio e l'altro. - Ti amo...
Maryl
si strinse a lui ancora di più, la semplicità, la
verità che trapelava da quelle parole le sembrava così
irreale.
-
Non so vivere senza di te – mormorò il ventunenne. - Ora
e per sempre ti vorrò accanto.
La
bionda lo guardò stranita; possibile che loro due pensassero
le stesse cose? Ma c'era una differenza, lui sapeva esprimerle, lei
aveva paura.
-
Anch'io... - disse a bassa voce.
Il
pomeriggio trascorse in questo modo, fra baci, coccole, rivelazioni.
Erano una coppia come altre, nonostante tutto, non importava se lui
era uno dei cento uomini più sexy del mondo e che lei una
semplice ventenne di Los Angeles con la passione per la moda. Erano
loro, Kevin e Maryl, e basta.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** The Concert ***
Ehi,
ragazze,
ho
poco da dirvi, oggi, senonché questo capitolo è
davvero, davvero triste (per lo meno per me, mi batteva il cuore a
mille mentre lo scrivevo). Sono sadica e masochista o autolesionista,
scegliete voi.
Vi
dico solo questo oggi, ma voglio aggiungere quanto io vi sia grata
per il vostro continuo sostegno morale.
Vi
adoro, sul serio, mi riempite di complimenti e ogni volta, anche se
alcune di voi dicono di essere ripetitive, io rimango a bocca aperta
e con gli occhi lucidi di fronte ai vostri “scrivi
benissimo”... Non so cosa dirvi, sono senza parole, vi posso
solo urlare a distanza, con tutta la sincerità di questo mondo
“grazie di cuore!!!”.
Non
posso ringraziarvi una ad una, ahimè questa cosa sta capitando
un po' troppo spesso, ma devo studiare un casino e oggi ho pure una
partita di pallavolo...
Lo
so di aver aggiornato solo lunedì, ma non so quando potrò
aggiornare dato che la settimana prossima ho una verifica tutti i
giorni, eccetto il mercoledì in cui vado a Torino...
Questo
capitolo è dedicato a tutte quelle persone che, per un motivo
o per l'altro, oggi hanno pianto. Non chiedetemi il motivo di questa
mia dedica, semplicemente mi viene da dentro <3
Capitolo
35. The Concert
-
Fatevelo dire, ragazzi, il vostro programma del tour fa davvero
schifo – sbottò Lexi, rigirandosi fra le mani il suo
telefono, guardando Joe, Kevin e Nick che le sedevano vicino. - Prima
siamo andati in Europa, ora torniamo a Los Angeles, poi andiamo a
fare un giro qui per gli Stati Uniti e infine andiamo in Sud America?
Non era più sensato fare i contrario? No; voi dovete per
forza scombussolarmi il fuso
orario!
Joe
alzò gli occhi al cielo e le cinse le spalle con un braccio.
Erano
sul loro jet privato da mezz'ora e stavano lasciando l'Europa per
partire verso gli Stati Uniti, più precisamente Los Angeles.
Paul
Senior e Denise facevano avanti e indietro fra la cabina di
pilotaggio e il sedile su cui era seduto Frankie, che si divertiva a
giocare con la sua play station portatile.
Maggie
e Maryl erano sedute poco lontano dalla sorella, la prima stava
messaggiando con un suo amico di Los Angeles, mentre Maryl aveva un
blocco di fogli in mano e stava disegnando mentre aspettava che
l'aereo partisse e il suo ragazzo tornasse da lei.
-
Lexi, dai, non mi sembra così male come programma... -
commentò Nick.
Tutti
avevano delle profonde occhiate sotto gli occhi, causate dal fatto
che avessero dormito appena quattro ore quella notte; il concerto dei
Jonas era finito più tardi del solito, e si erano alzati alle
quattro per prepararsi per prendere l'aereo.
A
Los Angeles si sarebbero dovuti fermare solo un paio di giorni; quel
pomeriggio stesso avevano un'intervista con Seventeen e
la sera il concerto. Sarebbero partiti la sera dopo, diretti per il
Sud America.
-
Fai come vuoi, Nicholas, io penso che ultimamente vorrei solo dormire
e stare in uno Stato per almeno una settimana – sbuffò
la rossa.
Il
sedicenne scosse la testa.
Kevin
lasciò la conversazione e si diresse verso la sua ragazza;
aveva la testa china sul foglio sul quale stava disegnando da almeno
una ventina di minuti, i capelli biondi che le ricadevano sul viso e
gli occhiali che le scivolavano lungo il naso, costringendola spasso
a doverseli aggiustare.
La
fissò, felice. Da quando si erano detti 'ti amo' per la prima
volta il loro rapporto, se possibile, era diventato ancora più
stretto.
Se
prima, anche se avevano dichiarato di stare assieme, in pubblico non
si mostravano molto uniti, ultimamente era raro non vederli camminare
mano nella mano, oppure stretti l'uno all'altra.
-
Ehi... - sussurrò, sedendosi accanto a lei, accarezzandole i
capelli.
Maryl
alzò gli occhi dorati per guardarlo, poi sorrise.
-
Bene – annuì. - Fra quanto si parte?
-
Fra poco, immagino – disse.
Lei
annuì e disegnò un ultima riga sul disegno che teneva
ancora appoggiato sulle ginocchia.
-
Posso vedere? - chiese Kevin, mostrando il foglio.
Maryl
annuì, esitante e gli porse il foglio.
-
E' uno schizzo, fa schifo... - si difese, - ma non sapevo che altro
fare.
Kevin
fissava il disegno ammirato.
Era
un suo ritratto, un suo perfetto ritratto, che lo mostrava con un
tramonto dietro di sé. Ciò che era più strano
era che il disegno gli assomigliava terribilmente, Maryl aveva
disegnato pure tutti i suoi nei, il ricciolo ribelle che ogni tanto
gli procurava un certo fastidio, poi il paesaggio simile a quello in
cui si erano detti le due parole magiche la prima volta.
Maryl
guardò il suo ragazzo.
-
Ti piace? - fece.
Kevin
annuì, quasi senza parole.
-
Sì, amore è... è bellissimo, davvero, non sapevo
fossi così brava – ammise il ventunenne, rubandole un
bacio.
-
Grazie – vaneggiò Maryl, fingendo, poi scoppiò a
ridere e appoggiò la testa sulla sua spalla.
Kevin
prese ad accarezzarle i capelli e la strinse forte.
Maggie
li guardò con un sorriso dolce dipinto sul viso, le piaceva
vederli insieme, così come Joe e Lexi, le piaceva l'amore che
c'era fra loro. L'amore che c'era anche fra Nick e lei.
Il
suo cellulare vibrò e non appena lo fece calò di nuovo
gli occhi su quell'oggetto che teneva fra le mani.
Era
da un po' che si stava scambiando messaggi con un suo amico di Los
Angeles, Luke, che aveva conosciuto facendo volontariato. L'aveva
avvertito che stava tornando in città per un paio di giorni e
che forse sarebbe riuscita a fare un salto all'ospedale o alla mensa
dei poveri dove di solito andava ad aiutare.
Mag,
senti ho appena scoperto di avere un impegno 'sta sera, Tif vuole
farmi conoscere i suoi (-.-) e non posso mancare; ti prego potresti
fare tu il mio turno di volontariato all'ospedale oggi? Il mio turno
è dalle dieci e mezzanotte, potresti?
Maggie
fece un'espressione corrucciata, quella sera c'era il concerto dei
Jonas Brothers, da quando era partita per il tour con loro non ne
aveva mai saltato uno e li aveva accompagnati, insieme alle sorelle,
alle prove prima dello show e le dispiaceva non poter andare anche a
quello. Luke avrebbe potuto trovare qualcun altro, no? Però
Luke l'aveva sempre aiutata, doveva pur sdebitarsi in qualche modo.
-
Sei sovrappensiero, che hai? - notò Nick, sfiorandole la
spalla, facendola sobbalzare. - Scusa, non volevo spaventarti...
Maggie
gli sorrise.
-
Ma no, figurati, ero io che stavo pensando ad altro –
minimizzò; teneva il suo cellulare aperto ancora su quel
messaggio.
Nick
lo guardò e si sedette sul sedile accanto a lei, toccandole la
mano.
-
A che pensavi? - chiese.
Maggie
si sentì arrossire; perchè ogni volta che lui la
toccava il suo cuore sembrava volesse uscirle dal petto?
-
No, niente, è che un mio amico mi ha chiesto di sostituirlo in
un suo turno del volontariato in ospedale, oggi, la sua ragazza gli
presente i suoi – spiegò, - ma oggi c'è il vostro
concerto e mi dispiace farvi un torto non venendo.
Nick
scosse la testa, ridacchiando, quella ragazza lo stupiva sempre, la
sua bontà... possibile che lei fosse davvero così?
-
Cucciola, se vuoi aiutare il tuo amico vai pure – disse il
sedicenne.
Gli
occhi color muschio di Maggie si illuminarono.
-
Dici davvero? - chiese.
-
Ma certo! Solo perchè sei la mia ragazza non significa che tu
debba seguirmi ovunque vada! Sei liberissima di fare quello che vuoi
quando vuoi, e poi sei venuta a tutti i concerti della band da quando
siamo partiti per il tour, se non vieni a quello di 'sta sera non
succede nulla! - spiegò il ragazzo, sincero.
Maggie
si morse il labbro inferiore.
-
Sicuro? - chiese.
Nick
annuì con un sorriso.
-
Certo, tesoro mio, a me basta sapere che mi pensi, tu sarai sempre
nei miei pensieri – le sussurrò piano in un orecchio.
Maggie
sorrise e gli diede un rapido bacio a stampo, prima di rispondere al
suo amico.
-
Solo una cosa, però – aggiunse Nick.
-
Dimmi – disse lei.
-
Non devo essere geloso di questo Luke, vero?
Maggie
rise e lo abbracciò, se c'era una cosa di cui poteva essere
certo era che proprio non doveva essere geloso di nessuno.
Mi
piaci tu, mi piaci tu
mi
piaci solo tu;
ma
come te lo devo dire?
(Whisky;
Vasco Rossi)
Lexi
scese dall'aereo ed ispirò a pieni polmoni l'aria di Los
Angeles. Le era mancato il caldo, i trentacinque gradi standard della
California, l'aria di casa.
-
Buh! - esclamò Joe, punzecchiandole i fianchi.
Lexi
trasalì e si voltò verso di lui, gli occhi pieni di
odio.
-
Davvero molto maturo, Joseph, davvero – si accigliò.
Il
diciannovenne ridacchiò.
-
Avanti, un po' di umorismo! Sembri un bradipo, ultimamente...
Lexi
inarcò le sopracciglia.
-
Tu mi hai appena paragonato ad un bradipo?
- chiese con la voce un ottavo più acuta del solito.
Joe
fece un'espressione vagamente terrorizzata.
-
Ma no, amore, che dici... - mentì. - Oh, ma guarda, Kevin mi
chiama, arrivo Kev!
-
Joseph!
Maryl
rise alla scena, mentre Joe tagliava la corda e Lexi lo seguiva con
una faccia da pazza squilibrata.
-
Tesoro, scherzavo! - esclamò il diciannovenne, correndo.
-
Idiota! Io non sono un
bradipo, tu semmai! -
sbottò di rimando la rossa.
Anche
Paul Senior e Denise si fermarono a guardarli, ridacchiando.
-
Mio fiore...
-
Non mi chiamare così! - strillò la sedicenne.
Maggie,
Kevin e Nick li fissavano straniti.
-
Diventa leggermente isterica quando non dorme – spiegò
Maryl ai Jonas, avvicinandosi, - scusatela.
Paul
Senior rise, con una risata profonda, ma poi si ricompose.
-
Basta così, ragazzi! - intimò alla coppietta che si
stava inseguendo lungo la pista di atterraggio. - Se i paparazzi vi
vedono penseranno a un tentato omicidio...
-
Paul, lasciali divertire un po' – rise la moglie, - i
giornalisti si arrangeranno.
Kevin
e Maryl osservavano il rispettivo fratello o sorella, indecisi se
intervenire o meno, valutarono i pro e i contro, ma poi incrociarono
gli occhi fra di loro e sorrisero; si potevano arrangiare quei due.
Joe,
preso da chissà quale lampo di genio, decise di provare una
tecnica di attacco, si girò verso la sua ragazza e si mise a
correre verso di lei, sperando magari di spaventarla.
Lexi,
invece, continuò a corrergli addosso, senza tentennamenti.
Il
risultato fu che entrambi, pochi secondi dopo, si ritrovarono stesi a
terra con la testa dolorante.
-
Sei un cretino – sbottò la rossa, massaggiandosi la
fronte.
Joe
si alzò e l'aiutò a tirarsi su.
-
Ma come, non sono il tuo dolce amore caro?
-
No. - disse lei, seria.
Il
diciannovenne si accigliò, offeso; va bene prenderlo in giro,
okay fare battutine idiote su di lui, ogni tanto, ma negargli il
fatto che lei lo amasse era troppo, a quel punto.
-
Se è questo che pensi... - le lasciò le mani e fece per
avvicinarsi ai suoi fratelli.
Lexi
lo osservò, stranita.
-
Non te la sarai mica presa? - chiese lei, standogli dietro.
-
Beh, sì, qualche problema?
-
Essendo tu il mio ragazzo, certo che c'è il problema... -
disse lei.
-
Ah, sul serio sono il tuo ragazzo? A volte, per come ti comporti, non
sembra proprio! Continui a comportarti come se mi odiassi ancora!
La
rossa lo fissò allibita. Pensava davvero quelle cose di lei?
Davvero pensava che lei, in realtà, non lo amasse?
Ma
allora era totalmente uscito di senno!
La
scena, intanto, era stata seguita dall'intera famiglia Jonas e dalle
restanti sorelle Campbell, che li fissavano rigidi, quasi senza
respirare.
-
Joe, fermati! - esclamò la ragazza, afferrandogli una mano e
mettendosi davanti a lui. - Come ti può anche solo passare per
l'anticamera del cervello che io non ti ami? Come?
Il
cantante la guardò, incrociando i suoi bellissimi occhi color
muschio, impossibile mentire con quegli occhi davanti.
-
Ogni tanto vedo che è così... - disse, - non capisco
perchè ti comporti in questo modo. Ti amo per il tuo
carattere, Lexi, ma a volte sei terribilmente pesante.
La
rossa non era mai stata particolarmente incline a coccole e moine
varie, ma vedendo quel bambino diciannovenne, gli occhi marroni
grandi di dispiacere non poté trattenersi dallo stringere
forte a sé, sussurrando parole di scuse.
Joe
la cullò dolcemente, mentre gli altri facevano un sospiro di
sollievo.
-
Ehm, non vorrei disturbarvi – li interruppe a un certo punto
Paul Senior, - ma dobbiamo andare, c'è un concerto da
organizzare...
Joe
e Lexi si voltarono verso di lui, sorridenti, e si avvicinarono a
lui, tenendosi per mano.
Quassù
il cielo è mio
mi
vedo l'anima, io volo...
[…]
salvami!
(Salvami;
Sonohra)
-
Cucciola, allora per che ora dovresti finire il turno in ospedale? -
chiese Nick, appoggiato con la schiena al muro del backstage del
concerto, l'iPhone premuto contro un orecchio, al telefono con
Maggie. - Mezzanotte? Vuoi che ti venga a prendere? Il concerto
dovrebbe finire una mezz'oretta prima... Sicura? Non è
pericoloso prendere l'autobus a quell'ora?... Va bene, mi fido, se
hai bisogno chiamami, do il mio telefono a mio padre, al limite ti
risponderà lui... Okay, ci vediamo domani mattina, allora.
Buona notte, amore. Grazie, crepi il lupo, ciao. - riappese e si
passò una mano fra i capelli.
Si
sentiva stranamente stanco, il che avveniva raramente, soprattutto
pochi minuti prima di un concerto, momento in cui l'adrenalina
entrava in circolo e si sentiva pieno di energie, pronto a correre da
una parte all'altra del palco.
Oggi
no, si sentiva strano, più nervoso, quasi irritato.
Sarà
che Maggie è lontana da me,
pensò Nick, cercando di convincersi. Ad essere sincero era un
po' dispiaciuto che lei non fosse lì con lui, in quel momento,
ma più che altro si sentiva, forse, un po' geloso di quel
Luke, che l'aveva convinta a fare il suo turno.
Rise
quasi di sé stesso, non doveva essere geloso, Maggie voleva
lui, gliel'aveva detto più di una volta... eppure si sentiva
nervoso, irritato.
-
Ehi, Presidente, è ora di andare – disse Joe,
mettendogli una mano su una spalla, facendolo trasalire. - Ehi, tutto
okay?
Il
sedicenne annuì, e guardò Maryl e Lexi, a pochi metri
di distanza da Joe, che conversavano fra loro, sorridenti.
-
Andiamo – disse il diciannovenne e insieme si diressero verso
il padre e Kevin, che stavano discutendo un'ultima volta sul
programma della serata.
-
Bene, ragazzi – disse Paul Senior, fissando tutti e tre i figli
maggiori. - Siete stati fantastici fin ora, come sempre del resto,
basta che ci credete e anche questa serata andrà bene,
daccordo?
I
ragazzi annuirono, seri.
-
Iniziate fra poco, vi vengo a chiamare quando mancano pochi minuti –
disse infine l'uomo prima do congedarsi e si avvicinò alla
moglie e a Frankie, sorridendo.
Maryl
raggiunse Kevin, baciandolo sulla guancia.
-
Buona fortuna, ragazzi, andrà benissimo anche questa serata –
sorrise.
Kevin
la ringraziò a nome di tutti e tre e la strinse a sé,
baciandole il collo per farle il solletico.
La
bionda rise divertita e si strinse al collo del suo ragazzo, mentre
Lexi, mano nella mano con Joe, guardava Nick.
-
Ehi, Nick, tutto okay? - domandò, vedendolo. - Hai un'aria
strana.
Il
cantante fece un sorriso stanco e annuì, senza pensarci due
volte.
-
Sì, sono solo sovrappensiero – si inventò in
fretta.
-
E' che sta pensando a Maggie, non sa stare lontano da lei troppo a
lungo... - lo prese in giro il mezzano, ricevendo in cambio una
debole gomitata nelle costole da parte di Lexi.
-
Smettila – disse lei a mezza voce.
Nick
ignorò entrambi e prese la sua chitarra, iniziando a
strimpellarla, per passare il tempo e non pensare a suo fratello Joe,
che ancora lo prendeva in giro, o Lexi che lo fissava stranita.
-
Due minuti! - li informò Paul Senior, sventolando una mano.
Kevin
diede un bacio a stampo a Maryl, mentre Joe abbracciava stretto Lexi,
che gli sussurrò un buona fortuna.
Nick
osservò la scena leggermente dispiaciuto e sospirò, poi
sentì un'inaspettata vibrazione dalla tasca destra dei jeans.
Ancora
in bocca al lupo, amore, sei nei miei pensieri. Sempre. Ti mando un
bacio, anzi di più!
Il
sedicenne sorrise leggendo il messaggio della sua ragazza, ora si
sentiva pronto per affrontare il concerto. O quasi.
I
Jonas Brothers fecero la loro comparsa sul palco, comparendo
all'improvviso dal buio dello stadio che ospitava il loro show,
migliaia di grida isteriche si levarono dalla folla di ragazzine
urlanti, alcune con le mani fra i capelli, altre che alzavano le mani
verso di loro, nel tentativo di toccarli.
Joe
sorrise sornione vedendole e diede una pacca sulla spalla ad entrambi
i suoi fratelli.
-
Si comincia – li sussurrò, poi le prime note di Pushin'
me away si diffusero nell'aria.
Nick
suonava la sua chitarra preferita con maestria, muovendo le mani
lungo il manico dello strumento; Joe cantava muovendosi a ritmo,
passandosi il microfono da una mano all'altra sorridendo e Kevin
eseguiva la canzone con estrema facilità, canticchiandola a
bassa voce e facendo alcune delle sue giravolte.
-
Buonasera Los Angeles! - gridò il diciannovenne al cellulare,
facendo diventare ancora più isteriche le ragazze venute al
concerto. - Ah, come ci è mancata la nostra città, voi
che dite ragazzi? - si voltò verso i suoi fratelli,
ridacchiando.
-
Assolutamente! - annuì Kevin. - Ma vi possiamo dire che la
Francia è stupenda...
-
E che Dublino non è in Germania – aggiunse Nick,
divertito, facendo ridere parecchie fans e guadagnandosi qualche
occhiataccia da parte di Joe.
-
Cercate di capirmi... ero stanco e poi Berlino... Dublino... è
uguale! - sbottò il mezzano. Poi insieme proseguirono la
canzone, ogni tanto sfiorando le mani delle fans più vicine al
palco e mandando baci volanti a quelle che si trovavano fra gli
spalti.
Dopo
Pushin' me away, proseguirono con Warld War III e
ancora la conosciutissima Year 3000.
Per
tutto il tempo Nick non smise un attimo di sperare che quel concerto
finisse presto.
Non
sapeva cosa aveva, sapeva solo che si sentiva stanco, debole.
Lui,
debole? Erano due parole che, di solito, non si trovavano nella
stessa frase. Nicholas era famoso per la sua forza, la sua voglia di
proseguire, era quello attivo del gruppo, l'unico che, probabilmente,
avrebbe continuato a suonare per giorni interi un concerto senza mai
fermarsi. Ma non quella sera.
Avevano
appena terminato Hold On e, fra il delirio generale, il
sedicenne si avvicinò a Kevin.
-
Ma quanto manca alla fine? - chiese.
Kevin
lo fissò stranito per un istante.
-
Siamo appena all'inizio, Nick – disse serio. - Abbiamo fatto
solo cinque canzoni... Ora dobbiamo fare Poison Ivy, ti
ricordi?
Nick
annuì.
-
Certo, certo – disse con una scrollata di spalle.
Kevin
lo fissò con aria preoccupata ancora qualche istante.
-
Stai bene? Hai un'aria strana...
-
Sì, certo che sì – disse, la voce più
ferma possibile, poi si allontanò lentamente da suo fratello
maggiore, che lo perseguitava ancora con lo sguardo.
Non
ce la posso fare, si disse il
sedicenne nella sua testa. Non ci sarebbe riuscito a fare un concerto
intero, no, quella sera no.
La
band di supporto prese a suonare la prossima canzone, senza lasciare
al ragazzo l'opportunità di avvertire i suoi fratelli,
chiedendogli una pausa di qualche minuto.
Ancora
una canzone, pensò.
Una
canzone, poi avrebbe chiesto una pausa, magari qualcosa per calmarsi,
era nervoso, irritato, forse preoccupato. Nel casino che c'era
nella sua testa non capiva nemmeno cosa provasse.
Con
uno sforzo si mise a cantare con più energia, correndo su e
giù per il palco, scherzando con i suoi fratelli così
come che con la band di supporto.
Poi
avvenne.
Non
l'avrebbe potuto prevedere nessuno, nemmeno lui.
Era
sull'orlo del palco, stava dando la mano alle fans che lo chiamavano
a gran voce, magari piangendo per l'eccitazione che lui le
stesse guardando.
Poi
Nick si sentì improvvisamente vuoto, debole come si era
sentito raramente in vita sua, si sentiva mancare.
Una
fan aveva incrociato il suo sguardo pallido ed era ammutolita. Forse
fu l'unica a capire cosa fosse successo.
Nick
si voltò con uno sforzo verso Joe, a pochi metri da lui. Non
si era nemmeno accorto che aveva smesso di muoversi, non cantava più,
non suonava, la sua mano desta era ancora stretta a quella di una fan
ormai vicina al collasso.
Joe
lo stava guardando, vide suo fratello minore voltarsi verso di lui,
gli occhi spenti, il viso pallido e tirato.
-
Nick! - urlò al microfono, ma era troppo tardi.
Quella
fu l'ultima cosa che il sedicenne sentì prima di cadere nel
buio.
Continua...
P.S.
Non so se questo argomento su un malore di Nicholas sia stato
utilizzato in altre fanfic (conosco solo quello di stellalilly [a
questo proposito spero che tu non considere copiato questo
capitolo]), ma se dovesse essere stato utilizzato anche da altre
autrici per altre storie vi prego di scusarmi e di non considerare
questo capitolo plagio. Grazie! <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** The Hospital ***
Ragazzeeeeee,
io
sono cattiva, lo so, è inutile che me lo dite, me ne rendo
conto da sola! Voi vi chiederete, perchè?, semplice non vi
ringrazio una per una da una vita, ma sapete ciò che è
peggio? E' che nemmeno oggi posso farlo! Scusate, sul serio, ma la
prossima volta giuro che lo faccio, chissene se ho altri impegni!!
Eccomi
qui con il trentaseiesimo capitolo... ho scoperto una cosa, beh,
insomma, diciamo che alla fine di questa fic non mancano quattro
capitoli, ma tre... esultate
pure, no problem... quindi dopo questo capitolo ce n'è uno,
poi l'ultimo e infine l'epilogooooo!! Nooo!!
Intanto
ho il seguito nel mio cervellino bacato e sappiate che sarò
molto sadica!!
Va
beh, vi lascio al capitolo, ma prima un grazie enorme a
tutte quante!! Grazie di
tutto!! <3 <3 <3
Uh,
avverto le lettrici di Vampires
che
forse non riuscirò a pubblicare questo mercoledì perchè
sono via in gita fino alle 17:30 e non ho ancora finito di scrivere
il capitolo... scusate!
Capitolo
36. The Hospital
Joe
Jonas aveva sempre odiato gli ospedali. Sempre, fin da bambino, e
ancor più da quando Nicholas aveva iniziato a vagarci un po'
troppo spesso, per un ragazzo della sua età.
Li
trovava orribili, con le pareti bianche, monotone, donne e uomini
vestiti del medesimo colore che camminavano fra i corridoi coi
pavimenti in linoleum verdognolo, ai piedi delle scarpe ortopediche,
che producevano un rumore di gomma ogni volta che la persona che le
indossava si muoveva.
Odiava
doversi trovare in quelle grosse sale d'aspetto, seduto su una sedia
di plastica celeste, circondato da persone in lacrime, o
dall'espressione vacua, persa nel vuoto, magari con un tavolino di
vetro davanti a sé sul quale erano sparse riviste di gossip e
moda che nessuno osava nemmeno guardare.
Vi
era stato tante volte nella sua vita; alle volte in circostanze
felici, come la nascita di Nick e Frankie, altre più tristi,
come quando aveva accompagnato suo fratello ormai sedicenne ad
accertarsi che avesse il diabete.
Come
quella sera, ad esempio.
Era
chino sulle sue ginocchia, la testa fra le mani, gli occhi che
guardavano le sue scarpe. Aveva paura; ma non una paura normale, di
quelle che ti spaventano e poi ti fanno ridere, no, era una paura
vera, che non lo aveva abbandonato nelle ultime due ore.
Due
ore.
In
quel tempo il suo cuore non aveva smesso per un istante di battere
all'impazzata, come se avesse appena fatto la maratona di New York.
Tum,
tum, tum, quello era il suo
cuore, quell'organo posto nel petto che ora sembrava essere spezzato
dal terrore.
Il
ricordo, nitido nella sue testa, si fece spazio fra la sua
preoccupazione.
-
Nick! - urlò Joe al microfono, per poi lasciarlo cadere a
terra, con un rumore fastidioso.
Suo
fratello aveva già chiuso gli occhi, un'espressione di cupo
dolore dipinta sul volto pallido e tirato. Le ginocchia gli
cedettero, e inevitabilmente cadde indietro, per sparire giù
dal palco.
Era
caduto.
Alcune
fans gridavano di terrore, altre non si erano nemmeno accorte di
quello che era appena successo, altre ancora erano ammutolite, altre
piangevano...
Il
diciannovenne corse verso il posto dove suo fratello minore era
scivolato, mentre sentiva delle urla indistinte dietro di sé,
Kevin?, il resto della band di supporto?, forse...
Nick
era sdraiato a terra, su un fianco, un braccio abbandonato lungo un
fianco e l'altro vicino al viso, aveva ancora gli occhi chiusi.
-
Nick! - provò a urlare suo fratello, ma dalla sua bocca uscì
un verso strozzato.
Kevin
gli era accanto, non se nera neppure accorto, e stava tentando di
scendere giù dal palco, per aiutare il fratello in difficoltà,
mentre alcune guardie del corpo correvano verso di lui.
C'erano
delle fans, vicino a Nick, privo di sensi, e mentre alcune non
sembravano volersene curare di vederlo lì a terra e tentavano
di saltargli addosso, un gruppo di ragazze volenterose avevano
costituito una specie di barriera per impedire alle loro coetanee e
non di avvicinarsi a lui.
Kevin
era accanto a Nick, gli reggeva la testa, poi alzò lo sguardo
su Joe, gli occhi due palle piene di terrore.
-
Joe...? - mormorò una voce femminile, destato dai suoi ricordi
il diciannovenne alzò la testa verso la voce che l'aveva
chiamato: Lexi.
Era
stretta in una felpa grigia, pallida, gli occhi lucidi. Era strano
vederla in quelle condizioni, lei non piangeva mai. Quasi mai.
Il
ragazzo non rispose e si limitò a fissarla, anche lui aveva
gli occhi lucidi.
La
rossa si asciugò le lacrime che inesorabilmente e
involontariamente le scivolavano lungo le guance, il mascara le
cerchiava gli occhi di nero.
-
Novità? - sussurrò solo il ragazzo, una volta ritrovato
il dono della parola. Lexi scosse la testa, dispiaciuta.
Nick
era stato soccorso e portato in ospedale il più presto
possibile, ma dal momento in cui i dottori l'avevano preso in
custodia nessuno fra la famiglia Jonas e due delle sorelle Campbell
sapeva nulla sulle condizioni del ragazzo, del motivo per cui era
stato male e, cose più importante, come stava in quel momento.
Joe
riabbassò il capo, tornando a guardare il pavimento, sentì
la sua ragazza che gli si sedeva accanto e gli posava una mano su una
spalla. Meglio così, in un momento come quello non sarebbe
stato capace di sopportare altri tipi di effusioni.
Maryl
e Kevin erano seduti qualche sedia più in là, la
ragazza con le mani tremanti e il suo ragazzo con lo sguardo perso
nel vuoto, mentre fissava la parete davanti a sé senza vederla
davvero.
Paul
Senior e Denise, invece, erano seduti su due sedie, Frankie in
braccio alla madre con gli occhi grandi da bambino spalancati in un
muto segno di paura e terrore.
Denise
aveva gli occhi lucidi, la mano destra stretta a quella del marito,
dallo sguardo perso, vacuo, di chi non capisce ancora cosa è
successo.
Maryl
li guardò un istante, poi si alzò dal suo posto e si
avvicinò a loro, cauta.
-
Denise? - chiese gentilmente.
La
donna la guardò per un momento senza vederla, poi i suoi occhi
la fissarono.
-
Sì? - chiese, con la voce roca di chi ha pianto.
-
Vuole darmi Frankie? - domandò la ventenne.
La
donna se lo strinse un po' più forte.
-
Non vorrei disturbarti – disse.
-
Nessun disturbo, solo per farla riposare per un po'... - sussurrò
la bionda.
La
signora Jonas parve esitare per un istante, poi diede il bambino fra
le braccia di Maryl, pronte ad accoglierlo.
Frankie
soppresse appena uno sbadiglio, mentre Maryl tornava al suo posto,
Kevin che la guardava appena.
-
Maryl? - chiese innocentemente Frankie.
-
Sì, piccolo, dimmi tutto – disse la ragazza. Nonostante
Frankie non fosse più poi così piccolo
proprio non riusciva a non vederlo come un cucciolo abbandonato, a
cui necessitavano cure.
-
Perchè siamo qui? Cos'è successo a Nick? - domandò
il ragazzino.
La
bionda si irrigidì appena e incrociò lo sguardo con
quello del suo ragazzo, rianimatosi quando aveva sentito il nome del
fratello minore.
Il
ventunenne fece il gesto a Maryl di dargli il fratellino e lei ubbidì
senza pensarci.
Il
riccio si mise Frankie sulle ginocchia e lo guardò fisso.
-
Nicholas sta bene, deve solo fare un piccolo controllo – disse.
-
Ma perchè? Per il diabete? - sapeva tutto, lui, anche per la
sua giovane età.
Kevin
esitò.
-
Non lo sappiamo. Però sta bene, non devi preoccuparti, ora
devi solo dormire, okay?
Frankie
annuì, sbadigliando, poi appoggiò la testa sul petto
del fratello, chiudendo gli occhi. Pochi minuti dopo il suo respiro
si era fatto più lento. Dormiva.
Anche
il ventunenne sbadigliò, passandosi una mano fra i capelli,
tenendo con l'altro braccio il fratello vicino a lui.
-
Kev, vuoi un caffè? - domandò la ventenne, osservando
il suo ragazzo.
Lui
le sorrise leggermente e annuì, per poi tornare a guardare
Frankie.
Maryl
si alzò dalla sua sedia e si avviò verso la macchinetta
del caffè in fondo al corridoio.
I
suoi tacchi a spillo, in confronto a tutto quel silenzio, risuonavano
come bombe in mezzo all'ospedale, dove dottori e dottoresse le
rivolgevano occhiate storte.
Lei
li ignorò e si avvicinò alla macchinetta del caffè,
infilando i soldi necessari per un caffè.
Mentre
aspettava che la bevanda fosse pronta si abbandonò con la
schiena lungo il muro, mettendosi le mani sulla faccia, sopprimendo
un singhiozzo.
Era
stanca, da ore non faceva altro che tentare di sopprimere le lacrime,
provando a sembrare forte per dare coraggio anche agli altri, ma ora
non ce la faceva più.
Sentì
il rumore dell'ascensore posto a pochi metri davanti a lei fare un
debole squillo e le porte che si aprivano.
-
M... Maryl? - domandò una voce allibita.
La
ventenne si paralizzò sul posto, le mani ancora sulla faccia,
non poteva essere...
Guardò
davanti a lei e il viso di Maggie le si parò davanti, roseo,
gli occhi che la fissavano straniti e preoccupati.
-
Maggie – sussurrò la bionda.
Non
era possibile. In quelle due ore nessuno aveva pensato ad avvertire
Maggie di quello che era successo, non ci avevano neanche pensato,
come nemmeno si erano ricordati che, quella sera, si trovava lì,
in quell'ospedale, al piano di sopra. Oh merda.
Il
viso della sedicenne era imperscrutabile, la fissava con ansia.
-
Maryl che ci fai qui? - chiese, affannata. - Dio, che ci fai in
ospedale? Dove sono gli
altri? Lexi? Nick? Joe e Kevin? Denise... - si fermò mentre
parlava, gli occhi vuoti. - Perchè piangi? Cos'è
successo?
La
bionda non riuscì ad evitare di singhiozzare, guardando i suoi
occhi verdi che la pregavano di dirle qualcosa.
-
Maryl?! - disse la mora. Non
lo sapeva ancora, ma in fondo al suo cuore sapeva cos'era successo,
sapeva chi stava male... solo non voleva crederci.
-
Maggie... Maggie mi dispiace – mormorò la sorella
maggiore, fra un singhiozzo e l'altro.
-
Cosa?! Dimmi cos'è successo!
La
bionda la fissò fermando i singhiozzi, prima di riprendere.
-
Nick...
Bastò
quella parola per fare in modo che il cervello di Maggie Campbell
potesse iniziare a pensare alle cose più orribile che
potessero essere accadute.
-
Cosa? … Nick cosa, Maryl? - domandò, a voce bassa, dopo
aver boccheggiato un paio di volte senza essere riuscita ad emettere
un suono.
-
Si è sentito male, io non...
La
mora non volle sentire altro, non le importava se lei non sapeva
cos'era successo.
-
Da quanto? - chiese, secca, con quel poco coraggio che aveva, mentre
sentiva il suo cuore fermarsi e riprendere a battere all'impazzata,
il pavimento dondolare sotto di lei.
La
ventenne la guardò.
-
Due ore... - mormorò.
Maggie
la fulminò con un'occhiataccia, mentre un plin!,
indicava che il caffè era pronto. La sedicenne fece un respiro
profondo, poi esplose.
-
CHE COSA?! - strillò, facendo girare verso di lei parecchi
dottori dall'aria riprovevole. - LO SAI DA COSI' TANTO TEMPO E NON MI
HA DETTO NIENTE?!
La
bionda abbassò il capo, mordendosi il labbro inferiore.
-
Mi dispiace...
-
Cazzo, è il mio ragazzo, Maryl! Il mio ragazzo! E tu... voi
me l'avete tenuto nascosto, non
mi avete detto che stava male! Sapevate che ero qui sta sera, perchè
non siete potuti salire di un
piano per dirmelo?!
-
Mi dispiace... - ripeté la bionda.
-
NO! - gridò Maggie, la carnagione che era diventata
cadaverica, poi si diresse a grandi passi verso la sala d'aspetto,
dove tutti i presenti la guardarono straniti.
La
mora non badò a nessuno degli sconosciuti lì presenti e
si avvicinò a Lexi, che la guardava pronta a subire la sua
furia.
-
Dov'è? - gridò. - Sei mia sorella, Alexandra, la mia
migliore amica, avevo il diritto di
saperlo! Come... come hai potuto permettere che lo scoprissi così?
La
rossa non batté ciglio, sapeva di meritarsela quella sfuriata.
-
Non sappiamo nulla – disse solo. - Non ci hanno detto niente da
quando siamo arrivati, praticamente.
La
gemella mora girò sui tacchi e si avvicinò alla
segreteria, dove sedeva una donna dai capelli neri stretti in una
crocchia dietro la testa.
-
Jennifer, voglio sapere dove si trova Nicholas Jerry Jonas, adesso
– calcò bene sull'ultima parola. Lei e Jennifer si
conoscevano, quest'ultima non poteva negargli una risposta.
-
Maggie, il dottor Bryer si sta occupando di lui – spiegò
la segretaria, - non credo che...
-
Non me ne fotte un cazzo! Mandami Bryer, ora!
- strillò come ultima cosa, cercando di mostrare la propria
volontà per una volta nella sua vita, poi tornò verso
la famiglia Jonas, lasciandosi cadere su una sedia accanto a Paul
Senior.
Denise
la fissò, riconoscente.
-
Maggie? - la chiamo.
La
mora alzò il capo per incrociare i suoi occhi.
-
Grazie – disse.
Capisci
quant'è il dolore qua dentro
(Dolore
dentro; Gel&Metal Carter)
Dolore.
Sentiva,
vedeva, percepiva solo dolore, con ogni singola fibra del suo corpo.
Non
era aveva mai pensato di poter soffrire così tanto, in una
volta sua, eppure era possibile, a quanto pareva.
La
testa gli doleva. Era un dolore martellante, continuo, come un
ronzio. Sentiva le tempie pulsare e la testa pesante.
No
capiva niente, non percepiva altro se non quel dolore acuto che gli
spaccava la testa a metà.
Poi,
pian piano, iniziò ad udire qualcosa, voci?, probabilmente, ma
non sapeva riconoscerle, non credeva di averle mai sentite, e anche
se fosse stato, confuso com'era, non l'avrebbe capito.
Iniziò
a provare a capire dove si trovasse; era sdraiato, e la sua testa era
poggiata su un cuscino troppo alto, per i suoi gusti, il busto
leggermente steso in obliquo. Il materasso era duro e freddo, segno
che non si doveva trovare lì da molto, o forse sì, solo
non riconosceva il luogo dove si trovava, addirittura l'aria non
gli era familiare, sapeva di disinfettante. Odiava il disinfettante.
Aveva
gli occhi chiusi, notò all'improvviso, perchè teneva
gli occhi chiusi? Tentò di aprirli, ma anche solo l'idea lo
scoraggiò, il dolore non se nera ancora andato.
E
poi poteva riposare ancora un po', no? Era così stanco... da
quanto non dormiva decentemente? Almeno un paio di mesi... sì,
qualche minuto in più di riposo non avrebbe ammazzato
nessuno... o qualche ora.
Si
rese improvvisamente conto di avere freddo, la coperta era appoggiata
sino ai gomiti, gli sarebbe piaciuto poterla prendere e stringersi un
po' di più. Provò a muovere la mani, non doveva fare
molto, solo riuscire a muoverle quei pochi centimetri che l'avrebbero
accontentato... Una, due, tre volte, non ci riuscì, non mosse
un dito neppure di un millimetro.
Ma
cosa gli era successo?
La
sua mente era confusa dal dolore atroce che gli trafiggeva la testa,
non riusciva a concentrarsi per trovare il motivo per cui si
trovava... lì. Non era la sua stanza, quello lo sapeva, e
neppure quella di Joe, o Kevin, o Frankie, neanche quella dei suoi
genitori.
Era
sconosciuta, e anche se non la poteva vedere, sapeva che era
incolore. Le camere
colorate avevano un'aria diversa.
Ancora
voci, questa volta più nitide, forse perchè il tono era
più alto? Stavano litigando?
-
… la famiglia quando vorrò – disse una voce,
maschile, probabilmente.
-
Aspettano da ore... - protestò qualcun altro.
-
E lo faranno ancora – ribatté sempre la voce di prima.
-
Dottor Bryer, il ragazzo è un amico di una volontaria...
Volontaria,
perchè quella parola gli richiamava alla mente qualcuno?
…Ma
certo, come aveva potuto dimenticarlo? Maggie... lei, volontaria,
bella, buona, dolce...
Per
lei avrebbe aperto gli occhi, doveva!
Ma ancora non ci riuscì, bloccato dal dolore e dalla
debolezza.
Nicholas
si rese improvvisamente conto di essere stanco.
E
nel momento in cui lo capì fu di nuovo abbracciato dalle
tenebre.
Sono
qui con te sempre
(Sono
qui con te sempre; Paolo Conte)
Maggie
guardava il suo ragazzo con le lacrime agli occhi, una mano sulla
bocca.
Non
avrebbe mai pensato di vederlo in simili condizioni, la sola idea la
feriva, e vederlo lì, concreto, pallido, la pelle tirata... le
spezzava il cuore.
Con
un sospiro rotto dal pianto lo guardò, con gli occhi chiusi,
Denise che gli stringeva la mano e Paul Senior che gli accarezzava
fraternamente i capelli.
Erano
solo loro tre, in quel momento, Joe e Kevin erano già usciti
qualche minuto prima, pallidi, per lasciare il posto ai loro genitori
e a Maggie.
Lexi
e Maryl non erano entrate, e non l'avrebbero fatto, per lo meno per
quella sera, erano nel parcheggio dell'ospedale, in quel momento, e
aspettavano che i loro ragazzi scendessero per riaccompagnarli a casa
insieme a Frankie e Paul Senior.
Denise
e Maggie sarebbero rimaste tutta la notte con Nick.
Dopo
varie urlate da parte della gemella mora il dottor Bryer,
responsabile del cantante sedicenne, aveva spiegato quello che gli
era successo.
Era
stato molto chiaro, sulle sue condizioni: aveva avuto un calo di
zuccheri, probabilmente dovuto alla scarsa attenzione che Nick aveva
rivolto al diabete negli ultimi tempi e sul fatto che il suo OmniPod,
l'oggetto che da qualche anno Nick usava per controllare i valori
della glicemia nel suo sangue, non aveva funzionato a dovere.
Niente
di grave, se fosse stato solo per questo, ma c'era dell'altro. Nella
caduta Nicholas aveva sbattuto la testa con forza, molta forza, il
risultato era un trauma cranico.
I
dottori avevano tenuto a precisare che si trattava di un trauma non
grave, l'unica cosa da fare era aspettare che Nick si svegliasse, e
nel frattempo due persone sarebbero potute restare con lui.
Erano
stati i signori Jonas a decidere, insieme a Kevin e Joe, mentre
Maggie era andata a litigare con qualche dottore, li era parso la
scelta più giusta, e non avevano avuto tentennamenti neanche
quando la ragazza era tornata dicendo di far restare qualcun altro.
-
E' meglio che vada – disse Paul Senior, a un certo punto,
baciando la moglie sulla testa. - Torno domani mattina, se ci sono
novità chiamami.
Denise
annuì e lo salutò con un sorriso, per poi tornare con
lo sguardo sul figlio, la testa fasciata.
Maggie,
che fino a quel momento era stata appoggiata allo stipite della
porta, entrò e si sedette su una sedia accanto al letto del
suo ragazzo, scossa.
Denise
la guardò, con aria triste.
-
Sta bene – le raccontò, - ha solo bisogno di riposo, si
sveglierà quando deciderà lui.
La
mora annuì, sopprimendo le lacrime che le colavano sul viso;
non doveva piangere, non davanti alla madre del suo ragazzo, cavolo!
-
Se penso... se penso – singhiozzò, - dovevo essere con
lui, questa sera, ma io ho voluto aiutare il mio amico e... l'ho
sentito prima del concerto, dovevo capire che non stava bene...
Denise
allungò un po' il braccio per sfiorarle la mano.
-
Ehi... shh, shh Maggie, non è colpa tua, nessuno poteva
prevedere niente... calmati, su, sai che Nick ti può sentire,
adesso? Non vorrai che ti senta piangere, no? Sorridi.
La
mora si asciugò il viso con il dorso delle mani.
-
Scusa... - mormorò.
-
Non è niente, piangere fa bene – disse la donna; ora che
ci faceva caso, Maggie notò che anche lei aveva gli occhi
lucidi e che delle lacrime le scivolavano sulle guance.
La
ragazza fece un respiro profondo, per calmarsi e, tremante, prese la
mano del suo ragazzo.
Passarono
i minuti, e nessuna delle due donne nella stanza disse nulla. Avevano
spento le luci più grosse della camera e acceso solo quella
sul comodino, che tracciava strane ombre sulle pareti.
Un'infermiera,
ogni tanto, passava a fare un controllo a Nick e a chiedere a Denise
e Maggie se necessitavano di qualcosa, per poi uscire.
Denise
sospirò e si passò una mano fra i capelli,
stiracchiandosi la schiena intorpidita.
-
Sai, Maggie, Nick ha avuto tante ragazze, nella sua vita –
disse la donna, facendo tornare alla realtà la sedicenne,
ormai persa a guardare il suo ragazzo.
-
Mmmh, - mugugnò, quella non era una buona notizia.
-
Oh, non prenderla come una specie di minaccia, figurati, voglio solo
parlarti e, anche se so che questo non è né il momento
né il luogo adatto penso che possiamo fare quattro
chiacchiere, no?
Dopo
aver ricevuto un cenno d'assenso da parte della ragazza proseguì.
-
Dicevo, Nick ha avuto molte ragazze, nei suoi sedici anni, non come
Joe, questo no, ma un bel numero. Tutte ragazze splendide, Maggie,
scelte per il loro carattere e, anche se alcune poi si sono
dimostrate delle vere delusioni, altre l'hanno fatto proprio felice.
-
Però da... no, stavo per dire da qualche mese, ma il termine
più adatto è dire da quando ti ha incontrata lui è
diverso. In senso positivo, sia chiaro; non credo di averlo mai visto
così felice in tutta la sua vita, neanche quando Miley o
Selena erano le sue ragazze era così contento... Paul ed io ci
siamo sempre preoccupati che i nostri figli non si montassero la
testa, con tutta questa storia della band e della popolarità
in crescita, e devo dire che ogni volta che uno di loro usciva con
una ragazza del business di celebrità mi sono sempre
preoccupata, temendo che diventassero ciò che non vorrei
fossero. Poi Nick ha incontrato te. - sorrise dolcemente. - Quando
ho saputo di te, e delle tue sorelle, quasi non ci volevo credere,
era da quando Kevin è stato lasciato da Danielle che non
frequentavano più gente che non fosse una celebrità.
Kev ha sofferto tanto, quando Dani l'ha lasciato, ma conoscendoti ho
capito che tu non avresti fatto lo stesso a Nick.
Fin
dai primi giorni, da quando ho sentito che il tuo nome e quello di
Maryl e Lexi che venivano nominati spesso in casa, ho capito che
avreste fatto felici i miei ragazzi. Lexi e Joe, beh, loro sono due
pesti, ancora bambini, in un certo senso, eppure sono felici e si
amano, e non potrei desiderare qualcun'altra per il mio Joey. Kevin e
Maryl si sono trovati, non so come, perchè in fondo sono
diversi l'uno dall'altra e non posso stare lontani. Poi ci siete tu e
Nick – istintivamente gli occhi di entrambe si posarono sul
ragazzo fra loro, - e ti posso giurare, Maggie, che non vedrò
mai mio figlio felice com'è ora. Voi due siete... siete due
pezzi del puzzle e vi siete trovati in questo mondo. Siete stupendi
assieme, anzi, perfetti.
Maggie
fissò Denise con gli occhi sgranati per qualche istante per la
meraviglia e la sorpresa, non si sarebbe mai aspettata un discorso
simile.
-
Con tutto il rispetto, perchè me l'hai detto? - domandò,
timida.
Denise
sorrise, piano.
-
Perchè ti vedo insicura, cara, quando ti guardo camminare mano
nella mano con mio figlio, o anche osservando le foto sui giornali
scandalistici di voi due noto che sei sempre... insicura. Guardi Nick
come se ti stessi chiedendo perchè lui stia con te,
perchè non con qualche famosa stars del mondo dello
spettacolo. Lo fissi come se pensassi che potessi perderlo da un
momento all'altro. Ma non è così, fidati, voi due siete
perfetti, nati per stare assieme, ma, cosa molto importante, tu
sei splendida, dentro e fuori, quindi non temere di non essere
all'altezza di mio figlio, perchè lo sei.
La
sedicenne sorrise timidamente, commossa. Neanche nei suoi sogni aveva
mai immaginato Denise Jonas che le faceva un discorso come quello.
-
Grazie, davvero – mormorò infine. - Spero di non
deluderla. Io voglio tanto, tanto bene a Nick.
-
Lo so, tesoro, lo so – annuì la donna, poi tornò
a fissare il figlio, sopprimendo qualche sbadiglio.
Il
silenziò calo di nuovo nella stanza, rotto solo dal
ticchettare di un orologio su una parete.
Pensieri
contrastanti vagavano nella testa di Maggie: il discorso di Denise,
così pieno di significato e amore; Nick, steso davanti a lei,
che non aveva aperto gli occhi e non si era mosso da quando l'aveva
visto in quel letto; la litigata con le sue sorelle, ora a casa loro.
Sospirò
e si strinse la coperta che aveva chiesto all'infermiera, aveva
freddo.
Non
voleva cedere al sonno, voleva solo stare con Nick, cosciente per
ogni secondo finché non si sarebbe svegliato, non poteva
permettersi di chiudere gli occhi e riposare, non quella notte.
Denise
teneva la testa appoggiata sullo schienale della poltrona, anche lei
che combatteva contro il sonno.
Maggie
alzò gli occhi sino l'orologio sulla parete: le tre e mezza.
Teneva
la mano di Nick fra le mani e gliela accarezzava dolcemente,
guardandolo affettuosamente.
Denise,
improvvisamente, si alzò dalla sua poltrona.
-
Ho bisogno di un caffè – disse a bassa voce, - ne vuoi
uno?
Maggie
annuì.
-
Doppio – aggiunse con uno sbadiglio.
La
donna annuì e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
La
mora sospirò e avvicinò la testa all'orecchio di Nick.
-
Ehi, Nick, sono io, Maggie – disse con un tono di voce
tremolante. - Ci stai facendo venire un infarto a tutti, qui, con
questa storia. Sai che se non ti svegli non ti baciò più?
E' una promessa – tentò di scherzare, di ridere, ma la
sua voce era rotta dal pianto. - Oh, andiamo, noi due dobbiamo ancora
farci quel viaggetto a New York, ricordi? Avevi detto che mi avresti
portato a Wyckoff, volevi farmi conoscere i tuoi vecchi amici, far
vedere dove sei cresciuto...
Un
tremolio, della mano destra di Nick. Non se lo poteva essere
immaginato, vero?
-
Nick? - chiese. - Sei sveglio? - non ci fu risposta. - E io ti devo
ancora raccontare di mia madre, mi avevi chiesto di lei, te ne dovevo
parlare... Poi pensa ai tuoi genitori, sono disperati per il fatto
che stai male, anche Joe, Kevin, Frankie... le mie sorelle... e ci
sono pure io, sai? Nick, ti prego, svegliati, perchè ti potrei
morire qui, seduta stante, lo so che sono troppo giovane per avere un
infarto però è quello che mi sta per venire. Ti prego,
ti supplico svegliati, Nicholas... ti prego.
Una
scossa, sempre della mano, e un tremolio delle palpebre.
-
Sì, Nick, svegliati... - continuò a supplicarlo la
ragazza. - Sono qui ad aspettarti...
Passarono
i minuti, Denise non tornava e Nick non si svegliava. Però si
muoveva, piano, si notavano dei movimenti lievi del suo corpo.
La
ragazza scosse il capo e distolse lo sguardo per qualche istante,
guardando fuori dalla finestra che dava sulla città.
-
...la mia testa... - sussurrò una voce. La sua voce.
Maggie
si voltò verso il suo ragazzo, un sorriso che le partiva da
orecchio a orecchio, Nick era sveglio, le mani che si tenevano la
testa avvolta fra le bende.
Sveglio.
-
Nick! - esclamò la ragazza, quasi stridula, afferrandogli un
braccio e stringendolo con forza.
-
Maggie... - gemette il sedicenne con una smorfia.
-
Oddio, scusa, ma... oddio, sei sveglio! - disse, dandogli un bacio
leggero su una guancia. Poi scattò in piedi. - Devo dirlo a
tua madre, sarà entusiasta e... sei sveglio!
Nick
le fece un debole sorriso misto a dolore.
-
Mi sono appena svegliato e tu già te ne vai? - chiese, quasi
gemendo.
Maggie
gli prese una mano.
-
Non me ne andrò mai – sussurrò.
-
Era quello che volevo sentire – mormorò Nick, poi le
fece cenno di sdraiarsi accanto a lui.
-
Ma, tua madre?
-
Può aspettare – rispose il ragazzo; Maggie gli ubbidì
e si andò a sdraiare accanto a lui, ben attenta a non
sfiorargli la testa. Una sensazione di calore, sicurezza la avvolse
nel momento stesso in cui sfiorò la sua pelle.
-
Sì – annuì Maggie, - può aspettare.
Continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** In Love ***
Et
voilà,
eccomi
qui con un altro capitolo!! Ragazze, il prossimo sarà l'ultimo
mentre quello dopo l'epilogo!! Nooo, sono così affezionata a
questa storia!! Va beh, vi dico solo che nella mia testolina il
seguito sta prendendo ogni giorno di più (soprattutto durante
le ore di greco... mmmh, chissà perchè xD) nuove
vicende e personaggi! Ma mi fa tristezza pensare che entro settimana
prossima questa storia sarà finita... :(
Ma
senza deprimervi... pardòn, voi sarete solo felici che questa
fic chiuda i battenti, è più giusto dire deprimermi
passo ai ringraziamenti! Eheh, ve l'ho giurato che li avrei fatti e
ora eccoli qua! Scusate se sono un po' brevi, ma domani altra
verifica
di greco! La mia prof è più sadica di me... O.o
Piccola
comunicazione:
consiglio a tutti di leggere Love
on a Red Carpet,
di lolly_pop, una fic davvero carina, che purtroppo sta finendo anche
lei, ma so che all'autrice farebbe piacere ricevere qualche
recensione in più!
Uh,
ultima cosa davvero! Volevo dirvi grazie
di cuore
per essere rimaste con me fino alla fine, nell'ultimo capitolo ho
ricevuto ben 13
recensioni!!
E, scusate la mia negligenza, grazie grazie grazie per avermi fatto
arrivare (e oramai superare) le 400
recensioni!
Grazie!! Avrei dovuto dirvelo nello scorso capitolo, ma presa dalla
fretta non l'ho fatto scusate!!
Okyoky,
ora seriamente i ringraziamenti!!
Melmon:
infarto?! No, tu non mi puoi avere un infarto!! Non puoi!! Oh,
finalmente trovo una persona obbiettiva! Quando ho letto alle mie
amiche che Maggie non avvertiva subito gli altri mi hanno dato della
sadica! Spero ti piaccia questo capitolo! Un bacio!
annina94:
ah, oggi giorno dispari e Nick tocca a me! Non ti preoccupare, te lo
tratto bene *lo spupazza*. Wow, certo che noi fan dei JB siamo
proprio sadiche con Nickolino nostro!! E scusa ancora se non mi sono
accorta prima della mia fic! Perdonamiiiii!! Un
bacio! jonas_princess: oddio, hai avuto un trauma cranico?! Mi
dispiace tanto (okay, forse non l'hai avuto, io lascio intendere un
po' troppo quello che leggo/sento, ma sorvoliamo xD)!! Eh sì,
tutto è bene ciò che finisce bene! Grazie per recensire
ogni capitolo! Un bacione! Niki_CuLLen_: davvero lo scorso
capitolo è uno dei più belli della fic? Grazie,
davvero, non ho parole!! Spero che ti piaccia pure questo!! *-* Un
bacione! DarkViolet92: ricorda, io sono sempre sadica,
mhuahhahaha!! Sì, non ci sto con la testa (colpa della
cioccolata calda che sono stata costretta a bere oggi a causa di una
scommessa, non ti preoccupare xD). Grazie di tutto! Un bacione!
Mon
Amour: amoreeeee, lo sai che mi mancano le nostre chiaccherate? Okay
che mi sto pure deprimendo ascoltando The Gift of a Friend di
Demi Lovato che ha un tono così triiiiste!! Va beh, tu sei
guarita? Spero di sì!! Io brava??
Scherzi? Sei tu quella
brava, capito? Ti voglio tanto tanto tanto […] tanto tanto
bene! Un bacione <3
BENNYY:
oddio, non era mia intenzione farti piangere, scusa! Eccomi qui con
il terzultimo capitolo :( Mi mancherà tanto questa fic..
scusa, sto divagando! Un bacione!
MeneguzzinaJonassina:
no, non mi morire! Io ti voglio beeene!! Sìsì, mancano
pochissimi capitoli, questo è il terzultimo... :( Ti adoro!
Grazie di tutto! Un bacione! nes95: io, senza di te, sarei davvero
davvero persa! Il titolo del seguito l'ho messo in fondo al
capitolo... e sappi che sono arrabbiata con te perchè hai
fatto finire male Scommettiamo
che mi ami? … No,
scherzo! Un bacione, ti voglio bene!
Lilian
Malfoy: Ma scherzi? Dai, non può essere vero! Io non
posso
essere bravissima a scrivere...!! Tu piuttosto, sei bravissima! Sul
serio! Comunque sono contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto!! Spero sia lo stesso anche per questo! Un bacione!
jeeeeee:
amor, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!! Spero ti
piaccia anche questo!! Un bacione, tesoro!!
stellalilly:
okay, e con questa siamo a due! Non allaghiamo il pianeta, ragazze!
Okay, okay, scuuuusa, sono leggermente fuori di testa... Tu, ad ogni
modo sei bravissima, e dato che tu hai fatto pubblicità a me
io la faccio a te. Consiglio a tutte di leggere Ricominciare
a Vivere,
una fic davvero bella con protagonisti sempre i nostri amati Jonas!!
Un bacio! mione94: noooo, non mi morire!! Non prima di aver finito
This Infatuation,
per lo meno!! Dai dai, scherzo!! Non ti preoccupare, niente più
spaventi simili, per lo meno in questa fic, ma nel seguito...
mhuahahhahaha!! Sì, sono sadica! Un bacione!
Capitolo
37. In Love
-
Mamma, non ti devi preoccupare, sto bene – disse Nick con uno
sbuffo, sdraiato sul letto della sua camera, mentre Denise gli girava
intorno preoccupata.
La
donna lo fulminò con un'occhiataccia.
-
L'ultima volta che l'hai detto ti sei dovuto fare due settimane
d'ospedale con un trauma cranico – ribatté. - Tu da quel
letto non ti muovi finché non te lo dico io.
Il
sedicenne alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al
petto.
-
E se devo andare in bagno? - chiese, tentando di fare una battuta.
-
Non ci vai – disse seria sua madre.
-
Ma mamma... - protestò il cantante.
-
Niente ma, signorino, finché non avrai il mio permesso scritto
e controfirmato tu non ti muovi da quel letto, hai capito bene?
Nick
annuì, rassegnato, passandosi una mano fra i riccioli scuri.
-
E io cosa dovrei fare, fino a quel sospirato giorno? - chiese.
Come
se li avesse chiamati Joe e Kevin fecero il loro ingresso nella
stanza, allegri e sorridenti, tenendo in mano due sacchi della
pattumiera in mano. Due ciascuno.
-
Non ti preoccupare, Presidente, per questo esistiamo noi! - esclamò
Joe, dandogli una pacca sulla spalla.
-
Allora siamo messi male... - sussurrò il sedicenne.
Kevin
appoggiò i propri sacchi sul letto del fratello e li aprì,
dopodiché tirò fuori alcuni fogli di carta.
-
Lettere delle fans! - esclamò, colpito. - Tutte per te, dalla
prima all'ultima, ne sono arrivate a centinaia quando eri in
ospedale, alcune le abbiamo letto... ragazze in preda a voglie
suicide nel caso che tu non dovessi guarire, preghiere sperando che
tu stia meglio, tanti auguri di pronta guarigione... Una cosa
incredibile! Allora Joe ed io ci siamo detti che, data la loro eterna
ed estrema ammirazione nei tuoi confronti, hanno il diritto di
ricevere una tua risposta... e dato che sei bloccato a letto per
almeno una settimana mi pare il momento perfetto per farlo, non
trovi?
Nick
si era ancora fermato alla parte “tutte per te dalla prima
all'ultima”, e non si capacitava del fatto che tutte quelle
lettere fossero solo per lui. Non era
possibile.
-
Tutte per me? - sillabò a bassa voce.
Joe
ridacchiò.
-
Mi sa che la botta in testa ti ha lasciato dei problemi permanenti –
scherzò, ricevendo in cambio della madre uno scappellotto
sulla testa e un'occhiataccia che avrebbe spaventato anche Attila,
prima di uscire dalla stanza.
Il
diciannovenne abbassò il capo, dispiaciuto.
Se
dall'esterno si poteva pensare che fosse allegro oramai che il
pericolo era passato, dentro stava ancora male, molto male. Da quando
all'ospedale aveva visto Nick privo di sensi faceva gli incubi tutte
le notti, rivivendo il momento in cui era caduto.
Scosse
il capo, come per scacciare brutti pensieri.
Nick
stava ancora fissando tutte le lettere, allibito.
-
Ma... ma... mi verrà la sindrome del tunnel carpale a furia di
rispondere a tutte queste lettere! - si lamentò. - Non che non
lo farei, ma non posso passare una settimana a scrivere!
-
Beh, ci sono sempre io a distrarti, se vuoi! - esclamò una
voce femminile. Maggie. - Mi ha fatto entrare Paul...
Entrò
nella camera svolazzando con un vestito celeste, i capelli raccolti
in uno chinone tenuto con una matita. Teneva in mano un sacchetto di
plastica. Ci infilò una mano dentro e ne estrasse un paio di
CD.
-
Tutto quello che ti serve per rifarti una cultura musicale! Ho
portato di tutto! Mozart, Chopin, Bach, i Metallica, gli AC/DC, i
White Snake, Michael Jackson, ma pure i Lost...
-
I chi? - domandò Kevin, confuso.
-
Un gruppo italiano, li ho scoperti da poco, sono fantastici! Comunque
dicevo, i Queen, Police, Sting, U2...
Nick
sorrise e le fece cenno di avvicinarsi a lui, per poi darle un tenero
bacio sulla labbra.
-
Lexi e Maryl? - domandò Joe, torturandosi le mani.
Maggie
si voltò verso di lui, scoccandogli un'occhiataccia.
Erano
passate due settimane dalla loro litigata, e da quel giorno non si
erano quasi rivolte la parola, soprattutto perchè Maggie stava
quasi sempre fuori casa, da Nick, e quando tornava a casa Lexi e
Maryl andavano dai propri ragazzi o da quello della sorella, per
fargli un saluto.
-
Arriveranno fra un po', credo – disse secca. - Io ho preso
l'autobus, non ho idea di quando siano partite.
Kevin
e Joe annuirono, mentre Nick guardava dispiaciuto la sua ragazza,
tenendogli una mano. Non gli piaceva che lei e le sue sorelle non si
parlassero, soprattutto se la colpa, indirettamente, era sua.
-
Tesoro, non hai intenzione di...
-
Perdonarle? No – disse, seria. - Mi hanno nascosto il fatto che
tu stessi male, Nicholas, non le posso perdonare così in
fretta...
-
Ma anche noi non ti abbiamo detto niente – notò Kevin.
Maggie
sospirò.
-
Voi avevate i vostri motivi, era vostro fratello a stare male,
avevate tutte le ragioni per scordarvi di me, ma loro... sono loro
sorella, dovevano dirmelo – disse in fretta, distogliendo lo
sguardo dal maggiore dei Jonas Brothers e spostandolo sulla finestra
aperta, che dava sul giardino. - Quando pensate riprenderà il
tour?
I
tre fratelli incrociarono gli occhi.
-
Appena mamma si farà passare la fobia che io possa cadere
svenuto non appena tocco terra – snocciolò Nick. - E'
esagerata
Maggie
gli diede un leggero scappellotto su una spalla.
-
Ha ragione, non puoi immaginare la paura che ci hai fatto prendere –
mormorò, sbiancando solo al ricordo di quella notte infernale.
Nick
guardò la sua espressione.
-
Sì, scusa...
Lei
gli sorrise e gli diede un bacio su una guancia.
Il
campanello al piano di sotto suonò e un paio di minuti dopo
Lexi e Maryl apparvero sulla porta della stanza.
Lexi
teneva i capelli stretti in una coda e, non appena vide il suo
ragazzo, si lanciò fra le sue braccia, scambiandosi un bacio
appassionato, mentre Maryl, dai capelli sciolti, si diresse verso il
suo ragazzo, abbracciandolo e baciandolo dolcemente, con un paio di
scarpe dai tacchi vertiginosi.
-
Ciao, Nick! - lo salutò Lexi, una volta allontanatasi da Joe.
- Come stai?
-
Bene, bene – disse. - Tutto okay. Tu?
-
Và – disse semplicemente la rossa, prima di incrociare
gli occhi per un secondo con la gemella, seduta sul letto accanto al
sedicenne.
-
Sei confinato in questa stanza? - chiese Maryl, dopo averlo salutato,
gioviale.
Nick
fece una smorfia, prima di annuire.
-
La mia, d'ora in avanti, sarà una vita da recluso –
disse con finto tono melodrammatico.
-
Oh, beh, Lexi ed io abbiamo pensato di portarti un po' di roba –
disse la ventenne. - Una moltitudine di libri allucinante, ti
consumerai gli occhi a furia di leggerli.
Nick
sospirò, la sua settimana si prevedeva divisa esclusivamente
fra lettura, scrittura e ascoltare musica. Bello.
-
E che libri, sentiamo? - domandò.
-
Romeo e Giulietta, Il mercante di Venezia, Madame Bovarie
e tanti altri – elencò la rossa.
Nick
sprofondò ancor più nel letto; evidentemente lo
volevano morto.
-
Da dove vuoi iniziare? - chiese Kevin, guardando il fratello minore.
Il
sedicenne sospirò.
-
Dalle lettere delle fans – disse, infilando una mano in uno dei
sacchetti e tirandone fuori una manciata di pezzi di carta.
Senza
averti qui
senza
problemi, senza limiti
non
è così bello
(Senza
averti qui; Max Pezzali)
Lexi
aprì il frigo e ne estrasse un paio di bottigliette d'acqua,
mentre con una mano si toccava la fronte, con un gesto stanco.
Lei
e Maggie avevano litigato decine e decine di volte nella loro vita,
ma di litigi seri ne avevano fatti talmente pochi da poter essere
contati sulla punta delle dita, ma quello superava di gran lunga
quelli avvenuti in precedenza.
Ogni
volta che litigavano era abitudine di Maryl prenderle e costringerle
a parlare finché non avessero sistemato le loro divergenze;
quella volta Maggie non si era nemmeno fatta sfiorare.
Erano
da due settimane che a malapena si parlavano, giusto quel che bastava
per tre persone che vivevano nella stessa casa.
Lexi
sapeva di aver sbagliato, insieme a Maryl, dovevano avvertirla sul
fatto che Nick stesse male, ma per quanto fosse incredibile se
n'erano dimenticate.
-
Oh, Alexandra – disse una voce femminile, alle spalle della
rossa. Si voltò, era sua sorella, che la fissava con gli occhi
ridotti a fessure.
-
Maggie... - disse Lexi.
La
mora scosse la testa e fece per uscire dalla cucina, ma fu bloccata
dalla gemella, che la rincorse e le prese il braccio, fermandola.
-
Dobbiamo parlare – disse la rossa.
-
No! - ribatté l'altra. - Se non ti dispiace devo andare dal
mio ragazzo, sai, quello che
è svenuto durante un concerto e ha battuto la testa
procurandosi un trauma cranico, oh, ma ricordiamoci che io non ne
sapevo niente perchè le mie sorelle non hanno voluto salire
una rampa di scale per dirmelo!
-
Maggie ascoltami un attimo, porca miseria! - sbraitò Lexi. -
Che cosa ti posso dire, eh? Ero spaventata pure io quella sera, Nick
è pure mio amico,
scusa se mi sono preoccupata per lui, vuol dire che non lo farò
più d'ora in avanti.
Maggie
la fulminò con un'occhiataccia.
-
Il punto non è questo, tu ti potevi preoccupare quanto volevi
per Nick, ma potevi mandarmi un messaggio, non ci voleva molto!
Dovevi scrivermi solo “Nick sta male, vieni al secondo piano”,
non mi sembra ci voglia il premio Nobel per farlo!
Lexi
incrociò gli occhi con i suoi e non li abbassò.
-
Ti ho detto già scusa!
- ribatté. - Cosa devo fare d'altro?
La
sua gemella non rispose.
-
Eh? Cosa devo fare? - continuò la rossa. - Dimmelo, perchè
ti giuro che altrimenti non so che altro poteri fare per farmi
perdonare da te!
-
Rifletti, Alexandra, tu mi perdoneresti così in fretta se al
posto di Nick ci fosse stato Joe? - chiese con voce glaciale.
La
rossa le lasciò il braccio, facendolo cadere a penzoloni lungo
il fianco.
-
Sarebbe stato diverso – mormorò.
-
No, non lo sarebbe stato affatto – ringhiò la mora. - Tu
pretendi di essere perdonata per avermi nascosto una delle cose più
importanti della mia vita, ma allo stesso tempo sai che, se i posti
sarebbero invertiti, non faresti lo stesso. Brava, davvero,
complimenti.
Fece
per andarsene dalla cucina e tornare al piano di sopra dagli altri,
ma la voce di Lexi la fermò di nuovo.
-
Quando Nick è stato male – spiegò, - sono stata
io a chiamare l'ambulanza, gli altri si stavano occupando di lui, non
riuscivo quasi a parlare alla signora al centralino... balbettavo, e
tu sai che io non balbetto mai.
Durante il tragitto fino all'ospedale ho pensato per tutto il tempo a
te, ti dovevo chiamare per dirtelo, ma quando hanno messo Nick sulla
barella sono crollata, Maggie, sono svenuta pure io, per un paio di
minuti. Quando mi sono svegliata ho visto gli occhi di Joe che mi
fissavano, non potrò mai scordare quegli occhi, erano pieni di
paura e... ho dimenticato tutto,
ho dimenticato di chiamarti, ho dimenticato che tu eri in ospedale,
io... - fece un respiro profondo. - Scusa.
Maggie
guardò la gemella.
Sentire
Alexandra Campbell dire la parola scusa era una specie di miracolo,
lo diceva poche volte, preferiva girarci intorno piuttosto che essere
diretta.
La
rossa fissò la gemella con un'occhiata speranzosa, sperando in
un cenno che le dicesse che era stata perdonata.
La
mora continuava a guardarla, senza parlare o muoversi.
-
Non sapevo fossi stata male – gracchiò con voce
strozzata.
-
Abbiamo preferito non dirtelo, eri già abbastanza spaventata e
poi è stata una cosa da niente in confronto...
Già,
in confronto a Nick, pensò
Maggie.
Passarono
i minuti e nessuna delle due parlava; Paul, che era passato un attimo
in cucina, vedendole era arretrato e aveva intimato agli altri di non
andarci.
-
E' meglio se andiamo di sopra, gli altri si staranno chiedendo che
fine abbiamo fatto – disse Maggie, avviandosi, mentre la
gemella la guardava con un'espressione di pura tristezza dipinta sul
volto.
La
mora fece per superarla salendo le scale, ma con sorpresa di Lexi si
voltò e la abbracciò forte, nascondendo la testa
nell'incavo del suo collo.
-
Mi sei mancata – mormorò la mora.
Lexi
ricambiò la stretta con gioia.
-
Anche tu sorellina, anche tu.
Io
per lei ho due occhi da bambino
se
sei tu il mio destino
allora
portami via
(Io
per lei; Pino Daniele)
-
Uh, sentite questa qui! - esclamò Joe indicando la lettera che
teneva in mano, poi si schiarì la gola. - Caro
Nick, sono una delle tue più grandi fans, conosco tutte le
canzoni dei JoBros a memoria e vi stimo tantissimo! Quando sono
venuta a sapere che tu sei stato male ci sono rimasta così
male, ma così male che insieme ad altre mie amiche nonché
tue fans stiamo organizzando un suicidio di massa nel caso tu dovessi
morire! Guarisci presto mi raccomando, bacioni enormissimi! Ti amo!
XOXOXO Leslie - fece
un fischio.
- Cavoli, Nick a questa devi
rispondere,
per me non scherza...
Maryl
sollevò un sopracciglio.
-
Per me tutte queste fans sono decisamente esagerate! Andiamo!
Suicidarsi solo perchè il proprio idolo è morto! Io non
lo farei mai! - sbottò, indicando con un gesto della mano la
catasta esorbitante di lettere a cui bisognava assolutamente
rispondere.
-
Tu non lo faresti per moi?
- chiese Kevin, cingendole la vita.
-
Chi ti dice che tu sia il mio idolo? - domandò.
-
Perchè, non lo sono? - domandò il ventunenne, vagamente
offeso.
-
Ad essere sincera no! Lo è il mio caro, vecchio Freddy!
-
Chi?! - chiese con odio il chitarrista.
-
Mercury, tesoro, Freddy Mercury!
-
Ma se è morto!
-
Appunto, cucciolo, ora non ti devi preoccupare di un mio eventuale
suicidio in merito, tanto lui è già andato all'altro
mondo! - sorrise lei. - E comunque, certo che morirei se dovesse
accadere qualcosa a te,
sei o non sei l'amore della mia vita?
-
Amore! - sorrise il maggiore.
-
Tesoro! - cinguettò di rimando la bionda, per poi baciarlo con
allegria.
Joe
era indeciso se andare di corsa in bagno per vomitare o rimanere a
gustarsi lo spettacolo, mentre Nick li fissava stranito, nemmeno
lui
con Maggie era così sdolcinato!
-
Ma che schifo! - commentò Lexi, come al solito con molto poco
tatto, entrando nella stanza accompagnata dalla gemella.
Maryl
si staccò dal suo ragazzo.
-
Tieni la bocca chiusa, Lexi, parli tu che non appena vedi il tuo
ragazzo gli corri incontro e non riemergi più! - sbottò,
facendo arrossire Joe, dietro di lei.
La
bionda, però, vedendo le sue sorelle minori l'una accanto
all'altra, sorridenti e a braccetto sorrise.
-
Avete fatto pace! - esclamò con gioia.
Maggie
annuì.
-
Ho perdonato anche te, Maryl, non preoccuparti – disse.
-
Ma io non ero preoccupata! - mentì la ventenne; in realtà
nello stomaco sentì sparire un grosso peso e corse ad
abbracciare le sorelle.
Quando
si staccarono Joe andò incontro alla sua ragazza e la prese
per un braccio, portandola fuori dalla stanza.
-
Torniamo fra un po' – disse e si chiuse la porta alle spalle.
I
presenti osservarono la porta per un'istante, poi Nick si rivolse
alla sua ragazza.
-
Che dici, aggiungo anche la foto autografata a questa qui? - domandò.
Maggie
gli si avvicinò.
-
Che cosa ha minacciato? - chiese.
-
Mmmh, suicidio di massa – lesse Nick.
La
ragazza sollevò un sopracciglio.
-
Sì, direi di sì, e non una foto autografata, tante foto
autografate.
-
Decisamente – si intromise Kevin, annuendo.
Anche
se non fossi un angelo
io
non ti cambierei
perchè
sei così bella...
(Che
tesoro che sei; Antonello Venditti)
-
Joseph Adam Jonas, sei pazzo?! - sibilò Lexi, mentre seguiva
il suo ragazzo che la stava trascinando per tutta casa, con un
sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
-
Voglio solo farti vedere una cosa, e poi necessito urgentemente di
coccole – disse.
-
Uno schiaffo conta come coccola? - asserì la rossa, ma Joe la
azzittì con un breve bacio a stampo.
Stavano
salendo fino alla mansarda, lungo una scala stretta.
-
Joe! - ringhiò lei.
-
E dai, fidati! Non dire niente e guarda soltanto.
-
Cosa dovrei vedere? Le ragnatele? - sbuffò Lexi, ma dopo
quella parole si zittì.
Il
diciannovenne aprì la porta della mansarda rivelando una
stanza tutto sommato piuttosto in
ordine e si diresse subito con passo felpato verso l'unica finestra
che c'era.
-
Ma che...? - iniziò la rossa, ma Joe le chiese di fare
silenzio con un cenno del capo.
Aprì
la finestra tentando di non farla scricchiolare e, una volta riuscito
nel suo intento, lasciò la mano della sua ragazza per mettere
un piede sul davanzale e uscire.
-
Joe! - esclamò Lexi, spaventata. - Che diavolo fai? Vuoi
morire?
-
No, sono troppo giovane! Avanti, è meraviglioso qui! - disse
allegro.
-
Joe... - si lamentò lei.
-
Suvvia!
Alzando
gli occhi al cielo la ragazza si avvicinò al davanzale, lo
scavalcò e, cauta, mise un piede sul tetto obliquo.
-
Di qui! - la chiamò Joe; era seduto sul tetto, in una parte
dove il pavimento (o sarebbe più giusto dire soffitto) era
orizzontale.
Cauta
la sedicenne si avvicinò lui, con piccoli passi veloci, per
poi lasciarsi cadere al suo fianco.
-
Wow – sussurrò. Il sole stava calando e tingeva il cielo
di colori come il rosa e il celeste, ma aveva acquisito delle
sfumature anche del rosso e dell'arancione. Sotto tutto questo Toluka
Lake, il luogo dove i Jonas Brothers vivevano.
-
Ti piace? - chiese il diciannovenne, cingendole le spalle e
permettendole di appoggiare la testa sulla sua spalla.
-
Non dovrebbe? - chiese lei.
Lui
non rispose, non ce nera motivo.
-
E' bellissimo – mormorò la ragazza.
-
Sono contento... vengo qui, quando devo pensare. Non lo conosce
nessuno questo posto, solo te – mentre lo diceva aveva preso ad
accarezzarle i capelli dolcemente.
Lei
gli si strinse contro con dolcezza.
-
Grazie, per aver condiviso con me questo luogo speciale.
-
E' stato un piacere per me, amore, io con te ormai condivido tutto...
- le disse Joe.
Lexi
sorrise.
-
A quanto pare il tramonto è il nostro momento – disse, -
c'era il tramonto quando abbiamo festeggiato il nostro mesiversario,
ora c'è il tramonto...
Il
diciannovenne annuì.
-
Vorrei che il tempo si fermasse – rivelò, - e che tutto
si congelasse, a parte noi due, vorrei passare con te tutto il resto
della mia vita...
Lexi
si paralizzò fra le braccia del suo ragazzo. No, no non poteva
essere, non poteva chiederglielo, non in quel momento.
-
Joe – disse con voce strozzata.
-
Sì, amore?
Lei
rabbrividì.
-
Sei sicuro di quello che stai dicendo?
-
Ma certo! Tu sei
l'amore della mia vita, è ovvio che io voglia passare con te
il resto della mia vita!
-
Ma... ma... non trovi sia un po' presto? Insomma, io ho solo sedici
anni, tu solamente diciannove, mi pare un po' azzardato parlarne ora
– disse Lexi, balbettando.
Joe
la fissò, triste.
-
Vuoi dirmi che non vuoi lo stesso anche tu? - chiese, nella sua voce
si poteva udire una nota di panico.
-
Un giorno, ma non oggi, e nemmeno domani e neanche fra una settimana!
Joseph, stiamo insieme solo da due mesi! E' un po' presto per parlare
di matrimonio! Io non potrei nemmeno
sposarmi, sono minorenne, per cui...
-
Lexi, cosa vai blaterando? - domandò lui allibito.
-
Non... non mi stavi chiedendo di sposarti?
-
No! Assolutamente no! Stavo solo dicendo che un giorno lo farò,
perchè ti amo e so che non potrò mai amare così
tanto qualcuno come amo te – sorrise lui.
-
E questa tua dichiarazione... - iniziò la rossa.
-
Sarà fatta dopo i tuoi diciotto anni, tranquilla –
sorrise lui.
-
Ah, allora va bene! - sorrise lei e si sciolse nuovamente fra le
braccia. - E per inciso pensiamo la stessa cosa...
-
Vuoi dire che io sia così assurdamente affascinante? - disse
lui, sornione.
-
Possibile che tu sappia rovinare così velocemente un'atmosfera
romantica? - sbottò Lexi. - Dicevo che entrambi pensiamo che
siamo perfetti l'uno per l'altra.
Joe
la strinse più forte e le baciò la testa. Era vero.
Assurdamente vero.
Continua...
AVVISO,
PER FAVORE LEGGETE QUI!!
Pere
evitare di rubare altro del vostro prezioso tempo
sarò
breve. Grazie a Pia (come farei senza di lei?) mi sono
ricordata
che
vi devo avvertire sul titolo del seguito di questa fanfic.
Il
titolo è: Under the Moonlight.
Grazie
per il vostro continuo sostegno morale, ragazze!
Vi
voglio bene!!
Un
bacio <3
Maggie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** Brothers and Sisters ***
Ehi,
ragazze,
devo
dire di essere tristissima, perchè ebbene sì, questa
storia è finita, il prossimo capitolo sarà l'epilogo e
poi basta.
Finita,
andata... io sono davvero...triste,
Brothers and Sisters è la mia cucciolotta... mi mancherà
tantissimo!! Ma Under the
Moonlight sta
per iniziare, inzio a scrivere il primo capitolo fra poco, appena ho
finito qui...
Oggi
non ci saranno i ringraziamenti per ogni singola persona, bensì
a:
Quei
doni del cielo che tengono questa storia fra i preferiti... :
57
persone;
102luna, ABCDEFGHILMaryy, ada12, alexxienne, Alexya379, alice brandon
cullen, alix03, annina94, aya chan, BellaCullen88, BENNYY, Claky,
coco2, Cristal_Rose, Danger_Dreamer_93, DarkViolet92, Egg__s,
EllieGoodman, ffdipendente, Frafry_crazy_friend, Ginnylove,
Ice_Bubble, inseparable, Irza93, Ithil_Elendil, jeeeeee, jonas4ever,
JonasBrothersFan, jonas_princess, lilistar, MeneguzzinaJonassina,
merion, meryj, mione94, MissJonas, MusicObsession, nes95,
Niki_CuLLen, NNath_, noemi_lovelove, Notte Nera, Nyam, Potterina
Weasley, Sbranina, sbrodolina, Stargirl312, stellalilly,
streghettathebest, Sunshin_Shadow, Truelove, Veronica91,
virgi_lycanthrope, _Crazy_Dona_, _FrancySoffy_, _Laura_, _Skipper_,
_VampirE_CulleN_
Quelle
persone che, se potessi, raggiungerei per ringraziarle personalmente
che tengono questa storia fra le seguite...:
28
persone; aya
chan, BENNYY, blinkina, BlueHinata, catchme_, coco2,
crazies_cullen123, DolcePotter, fata93, ffdipendente, Ginnylove,
kiril, Lally30, lilistar, MANDiNA, MeneguzzinaJonassina, mione94,
Nicketta93, Sbranina, sono_io, streghettathebest, Sunshin_Shadow,
sweetchiara, sweet_cullen, thislove, zag, _Crazy_Dona_, _Sunlight_
Chi
tiene me come autrice preferita, quei 20 angeli di cui non faccio
nome (non so, vedo tutti che non li citano e non vorrei andare contro
il regolamento di EFP... comunque sappiate che vi amo tutte <3)
Capitolo
38. Brothers and Sisters
Maryl
si strinse il giubbotto addosso, rabbrividendo per il freddo, mentre
sbatteva i denti.
Perchè,
fra tutti i posti esistenti sulla faccia della terra, i Jonas
Brothers avevano deciso di riprendere il loro tour mondiale da
Vancouver? Ma chiamarlo anche
Qui fa un freddo cane,
sarebbe potuto andare bene.
Maryl
aveva la schiena appoggiata sulla parete accanto alla finestra,
seduta sull'ampio davanzale dell'ennesimo hotel a cinque stelle dove
stava alloggiando insieme alle sue sorelle e alla famiglia Jonas.
Sospirò,
guardando il cielo scuro; Kevin era a uno show televisivo per
un'intervista che, come al solito, al posto che attenersi al CD e al
tour sarebbe sviata sul malore di Nicholas e su di lei, e sulle sue
sorelle.
Nell'ultima
settimana, da quando il tour era ripreso, lei e Kevin non avevano
passato molto tempo assieme, giusto ogni tanto la sera, quando si
riunivano nell'atrio dell'albergo e parlavano fino a tardi, tenendosi
per mano.
Non
lo vedeva da quella mattina, e le mancava terribilmente.
A
pensarci bene non stavano insieme da molto tempo loro due, avrebbero
fatto quattro mesi qualche settimana dopo, ma Maryl era sicura che
nella sua vita non aveva mai provato qualcosa di simile a quello che
provava per Kevin.
Lui,
dagli occhi verdi che la incantavano quando li fissava, dalla battuta
facile, dal sorriso perfetto, dalle parole dolci... dai baci che le
facevano pensare di essere in paradiso.
Mai
le parole “ti amo” furono più perfette per una
coppia. E loro erano quella coppia.
Maryl
si scostò i capelli dagli occhi, aveva appoggiato gli occhiali
sul comodino accanto al suo letto, e continuò a guardare il
cielo, canticchiando.
Chiuse
gli occhi e appoggiò la testa alla parete, rievocando nella
sua mente tutte le giornate che aveva passato con Kevin, anche quelle
in cui aveva creduto di odiarlo. Sì, creduto, perchè in
fondo sapeva che non l'aveva mai odiato, ma mascherato il suo amore.
Ripensò
alla sera in cui aveva capito di essere innamorata, al loro primo
bacio, alla prima volta in cui si erano detti “ti amo”...
Sorrise
impercettibilmente, quelle immagini non l'avrebbero mai abbandonata
per tutta la vita.
Due
mani fredde le coprirono gli occhi facendola sobbalzare.
-
Indovina chi è, principessa – sorrise una voce maschile.
Maryl sorrise, l'avrebbe riconosciuta fra mille.
-
Uhm, fammici pensare, sei il barista che ho baciato ieri sera? Quello
con i capelli rossi e le lentiggini? - ridacchiò.
Kevin
le tolse le mani dal viso e la guardò nei suoi splendidi occhi
dorati.
-
Non è divertente.
-
Oh sì, invece! - annuì lei, poi scese dal davanzale e
lo abbracciò stretto. - Mi sei mancato – sussurrò.
Il
ventunenne la cullò dolcemente.
-
Anche tu, piccola mia. - le mormorò.
Piccola
mia, aveva preso a chiamarla
così da poco tempo e ogni volta che lo faceva Maryl si sentiva
un qualcosa dentro di
sé sciogliersi dalla felicità. Era la sua
piccola, sua e di nessun altro.
-
Com'è andata l'intervista? - domandò lei, continuando a
stringerlo.
-
Al solito – rispose il ragazzo, - poche domande sui nostri
progetti e molte sulla nostra vita sentimentale, una vera routine,
direi, ultimamente...
Lei
fece una piccola smorfia.
-
Ma ora non pensiamoci – continuò Kevin, - ora voglio
solo sentirti qui, accanto a me, abbracciarti e non pensare ad altro
oltre a noi due, soli in questa stanza.
-
Ti ho mai detto che ti amo? - chiese la bionda.
-
Mmh, non mi ricordo, potresti rinfrescarmi la memoria? - ridacchiò
Kevin.
Maryl
sorrise e poggiò le labbra su quelle del ragazzo, una, due,
tre volte, e dopo ogni bacio mormorava le due parole magiche.
-
Anche io, cucciola, anche io – disse il ventunenne.
Pochi
attimi dopo si ritrovarono entrambi stesi sul letto matrimoniale
della camera, stretti l'uno all'altra, lui, accanto a lei, che le
cingeva la vita e Maryl che gli teneva le mani, sorridendo. L'unica
luce che li dava della luce era una bajoure sul comodino, che li
illuminava i visi.
-
Kevin, mi canti qualcosa? - domandò la bionda, a un certo
punto.
Il
ragazzo rimase in silenzio un istante, poi, pian piano, iniziò
a cantare a bassa voce.
-
I get a rep for breakin' hearts. Now I'm done with supertars and
all the tears on her guitar – cantò. Come disse la
prima parola Maryl riconobbe subito la canzone, Much Better.
-
She's much better, you, I wanna fly with you...
- proseguì Kevin, più tardi.
Lei,
lei era molto meglio. Il suo meglio, il suo paradiso, il suo
mondo, la sua vita, il suo dolore, il suo tutto.
Maryl
tentò di stringersi ancor più a lui, mentre sentiva una
lacrima solitaria di gioia rigarle il viso.
Era
tutto perfetto.
Maryl
aveva un ragazzo che, ormai, era una delle cose più importanti
della sua vita. Due sorelle che nonostante le divergenze non
avrebbero mai smesso di volerle bene, e due pazzi nuovi amici che
dormivano a qualche stanza di distanza.
Kevin
aveva trovato finalmente l'Amore, di quelli con la a
maiuscola, di quelli che ti prendono e non ti fanno pensare ad altro,
solo ad amare la propria anima gemella. La sua famiglia l'avrebbe
sostenuto in ogni sua decisione, lo sapeva, bella o brutta,
sconsiderata o meno e i suoi fratelli gli sarebbero per sempre stati
accanto.
-
Kev... - sussurrò la bionda. - Giuro che qualunque cosa accada
resterò accanto a te, capito? Per sempre.
Lui
le sorrise e le baciò la testa con dolcezza, per poi prenderle
la mano.
-
Sì, e lo stesso vale per me, piccola mia. Noi due ora...
-
E per sempre – completò Maryl.
Ora
e per sempre. Una promessa. Un amore. Loro.
Volevo
dirti che ti amo
perchè
sei troppo uguale a me
(Volevo
dirti che ti amo; Laura Pausini)
Maggie
si svegliò di soprassalto, passandosi una mano fra i capelli
spettinati e sul viso spaventato.
Aveva
ancora fatto un incubo, lo stesso che da settimane la svegliava di
notte quasi in lacrime e vicina alle urla.
Appoggiò
i piedi nudi al pavimento in moquette e cercò a tentoni nel
buio un paio di calze, o per lo meno delle pantofole.
Si
infilò due calze spaiate che aveva trovato in fondo al letto e
indossò la sua vestaglia preferita, regalo di Maryl per il suo
quattordicesimo compleanno, di lino bianco e vi si strinse, tremando
per il freddo.
In
testa aveva una sola idea: Nick.
Da
quando era stato male sentiva lo strano impulso di controllare spesso
se stesse bene o meno e faceva incubi che le rievocavano la notte
d'inferno passata ad aspettare che lui si svegliasse.
Doveva
vederlo.
Con
passo felpato uscì dalla sua stanza e si trovò nel
corridoio buio e vuoto dell'hotel.
Fece
per andare verso la camera del suo ragazzo, al piano superiore, ma si
fermò quando sentì all'improvviso nell'aria una
canzone, qualcuno stava suonando un pianoforte.
Come
in trance scese le scale tenendosi al corrimano in legno e sfiorando
con l'altra mano la parete.
Man
mano che camminava sentiva la musica farsi più forte.
Conosceva
bene quella canzone, l'aveva sentita suonare tante volte negli ultimi
mesi: Black Keys. Al piano non poteva che esserci Nick, la sua
ragione di vita.
Maggie
arrivò all'atrio illuminato, dove un uomo sedeva dietro al
bancone della reception, e dopo avergli rivolto un cenno cortese si
diresse nella sala da dove proveniva la canzone.
Aprì
appena la porta, quel tanto che bastava per vederlo.
Nick
le dava le spalle, seduto a un pianoforte bianco a coda, in una
stanza ben illuminata e vuota, le cui finestre davano sul magnifico
paesaggio canadese.
Il
sedicenne muoveva le dita sui tasti con agilità, senza cantare
la canzone ad alta voce ma canticchiandola piano.
Maggie
sorrise, vedendolo, ma evitò di entrare nella stanza, aveva
come l'impressione che desiderasse restare solo in quel momento e
rimase sulla soglia.
Nick
smise di suonare e si mise i gomiti sulle ginocchia, per poi
nascondere la testa tra le mani. Era in quella sala da quando era
tornato dallo show a cui aveva partecipato quella sera insieme ai
suoi fratelli, stanco.
Il
diabete, ancora, gli aveva dato dei problemi. Era stato male per
quasi tutta la serata, tant'è che pure i conduttori dello show
si erano accorti che era pallido e gli avevano chiesto se stesse
bene.
Il
sedicenne sbuffò con forza. Perchè in quel
periodo doveva stare male? Proprio in quel momento in cui sembrava
che tutto andasse bene con il tour e Maggie accanto a lui!
Istintivamente
si rimise a suonare, ma questa la volta la canzone era un'altra. Ora
che ci pensava l'aveva scritta sempre a Vancouver, quella canzone,
per altro in un albergo non lontano da lì.
A
little bit longer invase la
sala, in un crescendo continuo, e Nick cantava con il cuore in mano,
tentando di mettere in ogni singola parola le sue emozioni e
sentimenti, poco importasse che, secondo lui, nessuno lo stesse
ascoltando in quel momento.
Maggie,
invece, era ancora lì, che ascoltava la canzone del suo
ragazzo, le mani che stringevano con forza lo stipite della porta,
fino a far diventare le nocche bianche. Non riusciva nemmeno
lontanamente ad immaginare come si doveva sentire.
Mentre
Nick cantava lei ripeteva le sue parole in silenzio, muovendo solo le
labbra.
Il
sedicenne concluse la canzone e lasciò cadere lungo i fianchi
le braccia, per poi passarsi una mano fra i ricci scompigliati.
-
Maggie vieni – disse all'improvviso, facendo sobbalzare la sua
ragazze e arrossire di botto.
Con
passo strisciato si avvicinò a lui, vergognandosi come una
ladra.
-
Scu... scusa Nick, ti ho sentito cantare e non ho saputo resistere ad
ascoltarti... - si scusò, balbettando, ma Nick le stava
sorridendo e le fece cenno di sedersi accanto a lui.
-
Non devi scusarti di nulla, cucciola, mi fa piacere se tu ascolti le
mie canzoni, e poi ho bisogno di coccole, mi sento depresso –
le disse con espressione stanca. Maggie non se lo fece ripetere due
volte e si tuffò fra le sue braccia, stringendolo.
Lui
la cullò con dolcezza, sapeva che con lei accanto avrebbe
superato ogni cosa gli si sarebbe parata davanti.
-
Maggie – sussurrò Nick, le labbra a poche centimetri da
quelle della sua ragazza. - Devo dirti una cosa.
Lei
lo guardò, curiosa.
-
Sì?
Il
sedicenne fece un respirò profondo.
-
Ti amo – disse con dolcezza. - Ti amo, Maggie, non posso vivere
senza di te.
Gli
occhi verdi della ragazza si riempirono di lacrime di gioia; lui le
aveva davvero detto ti amo?
-
Ti amo anch'io – mormorò con sicurezza. - Dio solo sa
quanto ti amo!
Nick
sorrise felice e posò le labbra sulle sue, dandole un bacio
che nessuno dei due avrebbe mai scordato.
-
Ti amo – ripeté ancora lui, incredulo, - ti amo...
Ma
c'è qualcosa di grande fra di noi
che
non potrai cambiare mai,
nemmeno
se lo vuoi
(Qualcosa
di grande; Lunapop)
-
Credevo saresti tornato più tardi – constatò
Lexi, osservando prima l'orologio e poi il suo ragazzo, che le stava
accarezzando un braccio. - Mi sarei almeno vestita.
Joe
osservò la sua ragazza con il corpo avvolto da un accappatoio
dell'albergo, i capelli stretti con un asciugamano e il mascara
colato attorno agli occhi, dopo la doccia che aveva fatto.
-
Stai benissimo anche così – la rassicurò lui, con
un sorriso.
-
Come se mi importasse, è che non vorrei scatenare in te chissà
quale voglia oscena, conoscendoti... - sorrise la rossa.
Il
diciannovenne scosse la testa.
-
Direi che posso sopravvivere – commentò, - farò
il bravo bambino, promesso!
Lexi
sorrise guardando gli occhioni del suo ragazzo con la finta aria da
angioletto.
-
Ci crederò quando lo vedrò, Joe – disse
ridacchiando. - Tu e la parola bravo non siete state inventati per
stare nella stessa frase.
Joe
le cinse le spalle.
-
Suvvia, Lexi, non sono poi così male! - esclamò, poi
posò il viso sul quaderno che la sua ragazza stava osservando
prima del suo arrivo a sorpresa. - Cos'è?
-
Niente – disse secca lei, chiudendo il quaderno e voltandosi
verso di lui. - Io vado a dormire, sono piuttosto stanca...
Joe
le tirò l'asciugamano che teneva attorno ai capelli, facendo
cadere la chioma rossa lungo la schiena.
La
sedicenne gli lanciò un'occhiataccia.
-
Dai, fammi vedere – la incitò lui, - abbiamo promesso di
condividere tutto, ti ricordo!
Lexi
storse la bocca in una smorfia malevola, fantastico, il suo ragazzo
era pure un ricattatore! Certo che se li andava proprio a cercare...
-
E' una sciocchezza, Joseph – si lamentò, - nulla e poi
ti faccio vedere quello che voglio io quando lo voglio, hai capito?
Il
mezzano annuì, offeso.
-
Sei cattiva, - commentò tentando di prenderla per la vita, ma
lei sfuggì alla sua stretta.
-
Maniaco, fammi andare a mettere un pigiama, poi potremo coccolarci
quanto ti pare e piace, va bene? - disse lei, con un mezzo sorriso,
prima di sparire in bagno. Quando ne uscì indossava un pigiama
celeste e i capelli erano stretti in una coda, ma ancora
gocciolavano.
Joe
la osservò, un'espressione innamorata dipinta sul viso,
nonostante avesse gli occhi cerchiati di trucco sbavato, un pigiama
largo e i capelli trasandati la trovava ugualmente bellissima. Non
gli importava se lei non fosse bellissima, era lei e spiegava tutto.
-
Lexi... - iniziò, - necessito di coccole, ora!
Lei
sorrise e si lanciò fra le braccia del suo ragazzo, per poi
cadere entrambi sul divano di seta dorata.
Joe
le baciò il collo, annusando l'odore del suo bagnoschiuma, al
cioccolato, e poi immerse la testa nei suoi capelli, che sapevano di
fragola.
La
sedicenne mise la mano sotto la maglietta nera del suo ragazzo,
sfiorandogli i muscoli scolpiti e sospirando. Davvero lui era suo?
Davvero non apparteneva a qualche attrice bellissima di Hollywood ma
a lei? Davvero al posto suo non c'era Sasha Collins, ma lei?
-
Non capirò mai perchè mi ami – disse la rossa fra
un bacio e l'altro. - Mai.
Joe
la guardò stranito.
-
Hai tutte le ragioni per essere mia, Alexandra – raramente la
chiamava così, se non era lei a chiederglielo. - Sei
bellissima, e cosa più importante, sotto questa tua aria di
maschiaccio, hai un cuore d'oro. Non sei una viziata bambina che
crede di avere il mondo ai suoi piedi, ma una ragazza che sa
com'è davvero la vita, al di fuori delle persone ricche e
degli alberghi a cinque stelle, sai come rendermi felice... sei
perfetta.
Lexi
sorrise, quelle argomentazioni le sembravano più che valide,
in quel momento!
Joe
le baciò il collo, facendola ridere e gli passò una
mano fra i capelli scuri.
-
Sai, per me staresti benissimo anche senza usare la piastra ai
capelli, chissà come sono nella realtà... - commentò.
-
No, i miei capelli non si toccano! Miei amati! - disse con ansia lui,
iniziando a toccarseli. - I miei cuccioli!
La
rossa alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo e gli diede una
gomitata fra le costole.
-
Sei un'idiota, sai?
-
Ultimamente me lo sento dire spesso – borbottò lui,
massaggiandosi il petto.
La
rossa si rifugiò fra le sue braccia e non appena lo fece sentì
l'orologio attaccato alla parete di fronte a loro scoccare la
mezzanotte, con rintocchi lunghi e cupi.
-
E' un nuovo giorno... - sussurrò.
-
Da passare insieme, noi due – disse di rimando il
diciannovenne, scostandole una ciocca che le era sfuggita dalla coda
dagli occhi. - Ti ho mai detto che hai degli occhi bellissimi?
Lei
non rispose e gli baciò una guancia, per poi tornare ad
abbassare il petto e nasconderlo nel suo petto.
-
Joe, perchè ho l'impressione che sia la fine di tutto? -
domandò a bassa voce. - Ho come la sensazione che tutto quello
che abbiamo fatto insieme stia per finire... perchè?
Il
mezzano la cullò dolcemente, baciandole la testa.
-
No, amore, non è la fine – spiegò, - piuttosto è
l'inizio. L'inizio di tutto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** Epilogo ***
E'
finita. Mi sono decisa ad aggiornare oggi, altrimenti non l'avrei
fatto più.
Trentanovesimo
capitolo, la fine di una fanfic, la fine del mio sogno, ma il primo
capitolo è in lavorazione, ho già deciso quando posterò
il sequel (ma dato che sono cattiva non ve lo dico!!).
Un
grazie speciale a tutte le
persone che hanno messo questa storia nei preferiti, nelle seguite,
chi ha messo me fra i preferiti, chi ha recensito e anche chi ha
semplicemente letto, perchè avete sopportato i miei scleri, i
miei capitoli schifosi e siete arrivate (o chissà, magari c'è
anche qualche arrivato xD) fin qui. Questo capitolo è per voi.
Fanfic
dedicata a:
Quelle
anime che ho avuto il piacere di conoscere più profondamente:
Mon Amour, Marija, Pia, Chiara, Donatella, Elisa, Loredana, Greta,
Claudia, Diletta. Grazie <3
La
mia playlist, che mi ha salvato dalle crisi da pagina bianca.
Loro.
I tre protagonisti di questa storia, quegli angeli, i Jonas Brothers.
Sono loro la mia eterna voglia di scrivere e sono sempre loro che mi
fanno venire l'ispirazione, per tutto. Grazie di tutto, Jonas 4ever
<3
Capitolo
39. Epilogo
-
Maryl! Maggie! Siamo in ritardo! Avevamo detto che saremmo state lì
per le undici e mezza! - strillò Lexi dal salotto di casa sua,
prendendo in mano la sua sacca da mare.
Maggie
scese le scale in fretta, un paio di occhiali da sole sulla testa e
una borsa in mano piena di asciugamani. Sorrise alla gemella,
imbarazzata.
-
Scusa – disse, - non trovavo la crema solare...
-
Ma se tanto non stai mai al sole e te ne resterai all'ombra a
sbaciucchiarti con Nick! - sbottò la rossa, con una scrollata
di spalle.
Al
solo pensiero la mora sorrise, mentre gli occhi le si illuminavano di
gioia.
Lexi
scosse la testa, divertita.
-
Certo, se Maryl non si muove non arriveremo mai... - sbottò. -
Maryl!
-
Arrivo! Arrivo! - disse una voce trafelata. - Datemi ancora una
mezz'ora, devo decidere quale costume indossare... mi consigliate
quello blu o quello rosso?
La
rossa fece un verso esasperato.
-
Maryl non me ne importa niente del tuo cavolo di costume! Dovevamo
già essere dai ragazzi e ci si impiega mezz'ora ad arrivare al
porto!
Maggie
sbadigliò, mettendosi una mano davanti alla faccia e iniziando
ad armeggiare con le chiavi della porta di casa.
La
rossa guardava le scale con aria omicida. Avrebbe volentieri
ammazzato sua sorella in quel
momento.
-
Ti lasciamo qui, Maryl, te lo giuro! - urlò.
-
Ci sono! - Maryl, in una gonna bianca e una canottiera chiara,
comparve alla cime delle scale, un paio di occhiali da sole Gucci in
una mano e una borsa nell'altra, le scese con eleganza. - Certo che
tu fai venire l'ansia, Lexi...
-
E di chi è la colpa se il novantanove percento delle volte che
dobbiamo uscire facciamo tardi?
-
Dettagli... - sbuffò la bionda, - una di voi ha visto le
chiavi della mia auto?
Maggie
gliele lanciò e aprì la porta di casa per poi uscire,
le labbra incurvate in un sorriso. Nessun ombra di rossore sul suo
volto.
Maryl
aprì la macchina e vi salì, dandosi un'ultima attenta
occhiata nello specchietto retrovisore.
Lexi
si accomodò sul sedile posteriore, senza preoccuparsi di
allacciarsi la cintura e cercò nella sua borsa da mare il suo
cellulare, passandosi una mano fra i capelli.
-
Ah, non potevo immaginare che Los Angeles mi potesse mancare così
tanto... - commentò stiracchiandosi e appoggiando la testa
sulle gambe della gemella, seduta accanto a lei.
Maryl
sorrise e annuì e mise in moto il motore, facendo retromarcia
e per poi imboccare la strada che portava fino al molo dove la
famiglia Jonas le stava aspettando.
-
Sapete quale barca dobbiamo cercare? - domandò le ventenne.
Maggie
alzò le spalle.
-
Nick mi ha detto che la riconosceremo – disse, - e non oso
immaginare cosa intendesse con queste parole.
Lexi
ridacchiò.
-
Quei ragazzi mi spaventano, a volte – commentò. -
Ricordatemi perchè abbiamo accettato di andare a fare una gita
in barca con loro, per favore.
Maryl
le lanciò un'occhiataccia.
-
Perchè il tour è finito la settimana scorsa, non siamo
riuscite a vederli da allora e questa era una buona occasione –
rispose laconica, poi si riprese e iniziò a parlare con
rinnovato entusiasmo, - e anche perchè muoio dalla voglia di
vedere il loro yacht privato!
Le
due gemelle si scambiarono un'occhiataccia prima di alzare gli occhi
al cielo pregando tutti i Santi del Paradiso spiegarli perchè
loro sorella fosse così.
Los
Angeles, come al solito, era affollata e trafficata. Le strade erano
piene di auto nuove e costose che passavano dall'ultimo modello della
Merecedes a delle Porsche dai tettucci scoperti, con a bordo finte
bionde con un chiuauha infilato nella borsa con tanto di vestitino
rosa.
Maryl,
invece, guidava la sua amata Ipsilon della
Lancia, il finestrino abbassato e i capelli al vento, gli occhiali da
sole posati sul naso.
-
Ah, beneamata Los Angeles – mormorò una volta fermatasi
a un semaforo rosso.
Maggie
e Lexi sorrisero. Quella città, d'altronde, era stata lo
sfondo delle loro crisi esistenziali, primi baci, incontri, odi, e
amori sbocciati, le erano affezionate, soprattutto da quasi cinque
mesi di assenza durante i quali avevano girato il mondo in un tour
mondiale con i loro ragazzi.
-
Ho avvertito Joe che siamo in ritardo – disse Lexi, - e non ti
preoccupare, Maryl, mi sono premurata di darti la colpa.
La
bionda le fece il verso girandosi verso di lei per pochi istanti, ma
quando tornò a guardare la strada stava sorridendo, divertita.
Maggie
teneva gli occhi bassi, nascosti dalla chioma mora, l'unica che
riusciva a vederle il volto era Lexi, ancora stesa sulle sue gambe.
-
Ehi, Maggie, che hai? - chiese.
Lei
la fissò sorridendo.
-
Niente, penso...
Ed
eccome se pensava. Aveva passato gli ultimi sette giorni a mandarsi
degli sms con il suo ragazzo, organizzando ora e data del loro
prossimo incontro. Nick aveva proposto una gita in barca, una piccola
festa sullo yacht privato dei Jonas Brothers con le sorelle Campbell
e da quando l'aveva detto lui e Maggie non parlavano d'altro.
Mentre
si erano sentiti al telefono non facevano altro che parlare di loro,
della gita, di quanto mancassero l'uno all'altra, tant'è che
avevano fatto venire una mezza crisi isterica a Joe e Lexi.
Dal
canto loro il diciannovenne continuava ad insistere che lei gli
facesse vedere il quaderno su cui stava scrivendo quella sera di un
mese prima, e lei ribatteva che un giorno l'avrebbe fatto, ma che se
non avesse smesso di chiederglielo avrebbe fuso la sua piastra nel
forno di casa sua. Questo aveva senza ombra di dubbio insegnato a
Joseph Adam Jonas di non sfidare
mai Alexandra Campbell.
Maryl
e Kevin, invece, si erano fatti da parte ai problemi dei fratelli
minori e, qualche giorno prima della fine del tour, in un week-end
libero della band, avevano fatto i bagagli e avevano passato da soli
un paio di giorni a New York, facendosi trovare da fotografi e
paparazzi facendo le più enormi cavolate della loro vita, per
esempio il bandi jamping che Maryl aveva insistito per fare.
Quando
arrivarono al porto girarono per il parcheggio alla disperata ricerca
di un posto libero, e quando lo trovarono scesero dalla macchina,
guardandosi intorno.
-
Io ho quasi paura – disse Lexi. - Ma ho detto quasi,
ricordatevelo!
Maggie
sorrise e la prese sottobraccio, per poi dirigersi vero il molo,
guardando tutte le barche che vi erano armeggiate con apprensione.
-
Ma voi avete più o meno idea come sia la loro barca? - chiese
Maryl, che camminava accanto alle sorelle.
Non
appena finì di parlare uno yacht enorme si parò davanti
a loro. Era tirato a lucido e su un fianco era inciso il nome: Living
the dream.
Ma
ciò che più era incredibile, o spaventoso a detta di
Lexi, era un gigantesco striscione di mille colori che vi era appeso
con scritto “Benvenute sorelle Campbell!”
con tanto di palloncini a forma di cuore.
Sotto
di esso vi erano loro.
Nick
dietro a una batteria, che la suonava frenetico, Kevin e Joe con una
chitarra in mano, che improvvisavano con degli assoli, guardando le
loro ragazze con dei sorrisi felici.
Maggie
e Maryl avevano la bocca semi aperta e guardavano la scena
meravigliate, Lexi invece, osservava i palloncini a forma di cuore.
-
Joseph! - strillò, facendo fermare i tre ragazzi e voltare lo
sguardo di Denise, Paul Senior e Frankie verso di lei, che fin ora
avevano rivolto ai loro figli o fratelli.
-
Sì, amore? - domandò lui, vagamente terrorizzato.
-
Palloncini a forma di cuore? - chiese sprezzante, ad alta voce per
farsi sentire da lui.
Il
diciannovenne annuì con la testa velocemente.
Per
mezzo di una scaletta la rossa salì sulla barca, attirando su
di sé occhiate terrorizzate.
Quando
fu davanti al suo ragazzo lo guardò con gli occhi ridotti a
fessure, poi con una scrollata di spalle sorrise all'improvviso e gli
saltò addosso, abbracciandolo stretto.
-
Oh, amore, sono bellissimi! - esclamò con gioia, facendo
tirare un sospiro di sollievo al suddetto Jonas e al resto dei
presenti.
-
Grazie, mio fiore...
-
Joe!
-
Okay, okay, ci devo ancora lavorare – sorrise, accarezzandole
una guancia.
Attraverso
la stesse scaletta Maggie e Maryl salirono a bordo, accolte dai
propri ragazzi che le presero per mano con estrema dolcezza.
-
Non ci posso credere... - mormorò Maggie, una volta trovatasi
fra le braccia del suo ragazzo.
Il
sedicenne la strinse e le baciò la testa.
-
Una sciocchezza – disse, - volevamo farvi una piccola sorpresa.
La
ragazza gli sorrise raggiante e gli cinse la vita con un braccio.
-
A questo proposito, ho una sorpresa per te – disse lui.
-
Per me? - chiese Maggie,
allucinata.
Nick
annuì con un sorriso ed estrasse dalla tasca posteriore dei
suoi jeans un piccolo pacchetto, fine e lungo non più di una
quindicina di centimetri.
-
Cos'è? - domandò la sedicenne.
-
Un pensierino per noi due – commentò lui, vago, - aprilo
dai!
Con
mani tremanti la ragazza strappò la carta e si ritrovò
in mano due biglietti aerei.
-
Andiamo a Londra?! - domandò emozionata
Nick
annuì, contento.
-
Per una settimana, ne ho già parlato con Maryl, ha detto che
puoi venire – rispose, - lei e Kevin mi hanno ispirato con il
loro week-end e allora mi sono detto che ce la meritiamo pure noi due
una pausa soli soletti.
Lei
sorrise e si appoggiò a lui con un sorriso.
-
Grazie, davvero, non dovevi... - disse.
-
Ma volevo – rispose di rimando lui, dopodiché le diede
un breve bacio sulle labbra.
Maryl
e Kevin li osservavano dall'altra parte del ponte, vicino ai coniugi
Jonas, la ventenne con Frankie in braccio.
-
Grazie per averci invitato – disse con un mezzo sorriso la
ventenne.
Denise
minimizzò il tutto con un gesto della mano.
-
Figurati, Maryl, per noi è stato un piacere – disse.
Teneva una mano intrecciata a quella del marito.
La
bionda sorrise. Dovevano stare insieme da almeno ventun anni, eppure
ogni giorno sembravano unirsi sempre di più.
Senza
volerlo la ventenne si ritrovò a pensare a suo padre.
Nonostante tutto un po' le mancava, magari l'avrebbe chiamato più
tardi, per fare quattro chiacchiere.
Kevin,
una mano appoggiata alla schiena della fidanzata, si allontanò
con lei dai genitori e si avvicinò al parapetto per osservare
il mare, mentre la barca abbandonava il molo.
Maryl
lo guardò a lungo negli occhi, osservandoli con attenzione.
-
Mi sei mancato – ammise.
-
Piccola mia, pure tu – sussurrò il ventunenne, tenendole
la mano con dolcezza. - Questa settimana mi è sembrata
lunghissima...
La
ragazza annuì, comprensiva. Anche per lei quella settimana
sembrava non voler più passare, soprattutto considerando il
fatto che l'aveva non solo passata lontana da lui, ma pure a
compilare i moduli per l'università di Moda&Design.
-
Hai finito di iscriverti all'università? - domandò lui,
a un certo punto.
Lei
annuì.
-
Ho spedito la domanda di ammissione, ma non credo che mi
accetteranno, per lo meno a settembre, ho perso tantissime scadenze,
vedremo quando mi risponderanno... - disse. - Il problema dei soldi,
fortunatamente, non mi si porrà, perchè ho chiesto una
borsa di studio.
Il
ragazzo sorrise e le sfiorò il viso con dolcezza, mentre lei
gli prendeva l'altra.
-
Ehi, colombi! - li chiamò Joe, in mezzo alla sua ragazza, Nick
e Maggie.
Scuotendo
la testa raggiunsero il gruppo, all'ombra di un telo.
Maggie
era appoggiata con la schiena alle gambe di Nick, il quale ogni tanto
le tirava una ciocca di capelli, facendola voltare con aria
riprovevole, ma con sempre un sorriso accennato sulle labbra.
Joe
e Lexi giocavano come due bambini, facendosi dei lievi pizzicotti, e
ridendo come matti.
-
E poi saremmo noi i
piccioncini? - chiese Nick sollevando un sopracciglio, rivolto a
Maryl e suo fratello maggiore.
Kevin
lo zittì con un'occhiataccia.
Joe
smise di giocare con la sua ragazza e guardò il cielo, nel
quale il sole batteva con forza.
-
Ah, ci pensate che io fra un mese e mezzo compirò vent'anni? -
domandò, più rivolto a sé stesso che agli altri.
- Mmh, devo pensare a come festeggiare...
-
Eh no, caro, prima di te c'è Maryl – disse Lexi,
dandogli una lieve gomitata nelle costole. - Te ne sei dimenticato?
-
Come faccio ad aver dimenticato qualcosa che non ho mai saputo? -
sbottò il diciannovenne. - Maryl ci diventa vecchia, eh?
La
bionda gli tirò uno scappellotto sulla testa.
-
Io so solo che dal tredici Luglio potrò bere alcolici
legalmente, mentre tu, invece, non avrai nessun vantaggio a compiere
gli anni, se non che invecchi di un anno! - lo rimbeccò,
fiera.
Joe
incrociò le braccia al petto, offeso.
-
'More – disse con voce lagnosa, rivolto a Lexi - tua sorella
maggiore mi offende!
-
Sì, cucciolo, e fa bene! - ridacchiò. - Tu te lo
ricordi il giorno del compleanno mio e di Maggie, vero? Ricordati che
siamo su una nave e non mi ci vuole niente
per buttarti giù dalla barca!
Joe
fece un'espressione terrorizzata, poi deglutì e rispose,
sicuro.
-
Ma certo! Non a caso da oggi in poi inizierò a chiamarti
Streghetta! Sei nata il trentun ottobre!
Lexi
fece un breve applauso, prima di avvicinare la testa a quella del
ragazzo finché a separarli non ci furono che pochi centimetri.
-
Prova a chiamarmi Streghetta e io ti torturo con le mie mani, sono
stata chiara?
-
Trasparente... - iniziò lui, - streghetta!
Lexi
gli diede uno scappellotto prima di lanciargli un'occhiataccia.
-
Idiota...
-
Amore! - disse invece lui.
La
rossa alzò gli occhi al cielo prima di riprendergli la mano.
-
Uh, fratelli, Maggie ed io fra un paio di settimane ci assenteremo
per un po'... - disse Nick, facendo arrossire la sua ragazza.
I
due Jonas maggiori lo guardarono curiosi.
-
Londra ci chiama – sorrise Maggie.
Lexi
e Maryl, che ne erano già a conoscenza, sorrisero allegre,
spiando il rossore della sorella e il sorriso innamorato che Nick le
rivolgeva.
-
Piccioncini... - li accusò
Joe, beffardo.
Nick
e Maggie gli rivolsero un'occhiataccia, per poi scuotere la testa.
Kevin.
Joe. Nick. Maryl. Maggie. Lexi.
Sei
ragazzi, dai sogni differenti, opinioni diverse, le loro vedute del
mondo, i loro pensieri, i loro sentimenti ed emozioni.
Però
prima di essere sei ragazzi erano tre fratelli e tre sorelle, figli
di famiglie unite o divise, ma che avevano una cosa in comune:
avevano imparato ad amare.
-
Quando sarete tu e Lexi a fare un viaggio insieme avrò la mia
vendetta – lo minacciò il sedicenne.
-
Oh, beh, abbiamo tempo, Nicholas... – rispose Joe con un gesto
semplice della mano.
-
Tutta una vita! - annuì Lexi, sorridendo, appoggiando la testa
sulla spalla del suo ragazzo.
D'altronde
c'è sempre tempo per amare, no?
Inizio
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=335719
|