Un teme alla disperata conquista di un dobe

di Quiyu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sasuke alle prese con la gelosia: versione uno ***
Capitolo 3: *** Sasuke alle prese con la gelosia: infarto multiplo ***
Capitolo 4: *** Pioggia ***
Capitolo 5: *** Due Uchiha sotto shock ***
Capitolo 6: *** La stagione della caccia è aperta ***
Capitolo 7: *** Visti e imprevisti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Un teme alla disperata conquista di un dobe

 

Prologo

 

 

L’estate se né era andata da qualche settimana, lasciando il posto al fresco autunno e alle sue piogge.

Le strade della città ed i suoi grandi parchi andavano tingendosi dei colori caldi di quella stagione.

Lentamente, giorno dopo giorno le foglie degli alberi perdevano il loro solito verde brillante, per lasciare posto al   rosso e al giallo.

Colori così vivaci che creavano un’atmosfera magica, come a voler trasportare chiunque osservasse il magnifico paesaggio in un mondo popolato da fate e folletti, o almeno era quello che pensava un ragazzo dai ribelli capelli dorati mentre tranquillamente passeggiava per i vicoli, diretto verso il luogo dove avrebbe incontrato il suo appuntamento.

Naruto, questo il suo nome, camminava tranquillamente per i silenziosi sentieri del grande parco di Konoha, le iridi cristalline che non si perdevano nulla di quel meraviglioso spettacolo che la natura gli stava offrendo.

Amava il susseguirsi delle stagioni fin da quando era un bambino, e ogni volta né rimaneva incantato.

Rimaneva incantato da come la natura fosse in grado di creare quegli spettacoli meravigliosi, paesaggi che nessun pittore avrebbe mai saputo ricreare.

Paesaggi ai quali nessuna foto, avrebbe mai potuto rendere giustizia.

Quel giorno però non riusciva a godersi appieno il magnifico panorama che gli si stagliava davanti, la sua mente era altrove.

Era rimasta ferma al momento in cui Itachi, dopo la fine della riunione con gli azionisti delle aziende Uchiha lo aveva chiamato in disparte e gli aveva posto quella domanda:

 

“Pensi di essere solamente un amico per lui?”

 

Il giovane scosse la testa esasperato, ma che razza di domande gli andava a fare anche Itachi.

Ovvio che lui e il teme fossero amici, che altro sarebbero dovuti essere?

La sua mente volò a Sasuke, ricordava perfettamente quando si erano conosciuti, o meglio sapeva che il più giovane dei fratelli Uchiha era sempre stato nella sua vita.

Una presenza costante, fin da quando erano piccoli.

I loro padri erano amici, Fugaku Uchiha era il presidente nonché proprietario delle grandi industrie Uchiha, mentre suo padre Minato Namikaze era un famoso avvocato, nonché avvocato della famiglia del teme.

I due ragazzi erano cresciuti insieme, frequentato le stesse scuole, ed anche se in due facoltà differenti la migliore università del paese.

Fin da bambini erano stati inseparabili, anche se caratterialmente erano agli antipodi.

Un sorriso illuminò il volto del giovane al pensiero di quando ancora erano bambini; ricordava perfettamente l’amicizia e la rivalità che lo legava al suo migliore amico.

Le continue liti e le zuffe in cui si cacciavano, quante volte le loro madri avevano dovuto separarli perché una parola di troppo di Sasuke, una presa in giro aveva fatto scattare quell’uragano biondo.

Eppure, fra le loro differenze, fra i loro bisticci,  il loro legame con il passare degli anni si era rafforzato di giorno in giorno.

Divenendo un’amicizia meravigliosa, preziosa per entrambi.

Loro erano amici, migliori amici.

Questo era il pensiero di Naruto sul suo rapporto con il teme.

 

Agli occhi del fratello maggiore di Sasuke, Itachi, le cose erano andate diversamente.

Sin da quando si erano visti per la prima volta, il suo otooto era rimasto talmente affascinato da quel bambino così differente da lui, una piccola stella luminosa dalle iridi cristalline, tanto che da bravo Uchiha lo aveva decretato di sua proprietà. E in tutti quegli anni non aveva fatto né tanto né quanto di sorvegliare quello che aveva scelto come compagno per la vita.

Sì ovviamente, la gelosia e l’attaccamento che provava quando erano ancora due bambini non si poteva definire amore, ma Itachi lo aveva osservato bene, ed essendo un genio, già sapeva che con il tempo quel ragazzo testardo e imbronciato che era suo fratello si sarebbe reso conto dei suo reali sentimenti verso il suo migliore amico.

Difatti come aveva profetizzato anni addietro le cose erano andate come aveva predetto, con un'unica differenza.

Un piccolo particolare che gli era sfuggito, ovvero l’ingenuità di Naruto, che con il passare degli anni era rimasto tale e quale a quando né aveva quattordici, almeno per la sua purezza e la sua allegria.

Qualsiasi ragazza o ragazzo sarebbe stato felice di essere considerato proprietà privata di un membro del prestigioso clan, chiunque non fosse Naruto Uzumaki, che  in tutti quegli anni non si era nemmeno reso conto di ciò che provava Sasuke nei suoi confronti.

Non si era mai reso conto degli sguardi taglienti, come a voler incenerire qualcuno, che il fratello lanciava a chiunque si prendeva qualche confidenza di troppo con il suo migliore amico.

Tanto meno si era reso conto di come l’altro lo osservasse in continuazione, con bramosia, ossessività, ed uno strano luccichio negli occhi. Il brillare maligno delle iridi scure del minore degli Uchiha poi non passava di certo inosservato, anche uno stupido avrebbe capito cosa stava a significare, e più degli altri lo sapeva Itachi.

 Ogni volta che il suo otooto osservava Naruto con uno sguardo di tale intensità la sua intenzione era una sola: voleva legarlo eternamente a se, e questo per non addentrarsi nei pensieri più profondi della mente del più piccolo, perché Itachi sapeva cosa Sasuke avrebbe voluto fare con Naruto, e il tutto consistevano in loro due rinchiusi dentro una stanza,  un letto e il suddetto biondino legato al di sopra citato letto.

E ancor meno Naruto si era accorto delle scenate di gelosia che il suo otooto gli faceva in continuazione, mascherandole abilmente in prese in giro, né tanto meno delle esplicite avance che oramai erano all’ordine del giorno.

In quei momenti il genio degli Uchiha pensava sul serio che Sasuke facesse bene a chiamare l’Uzumaki dobe.

 

Itachi sempre più divertito da tutta la situazione, si domandava, come fosse possibile che l’ingenuità di Naruto arrivasse a tanto; non voleva credere che il giovane pensasse che tutti i migliori amici si comportavano come Sasuke faceva con lui.

Persino quando lo palpava o quando erano a casa e il suo fratellino tentava in tutti i modi di convincerlo a farsi la doccia insieme, sembrava che nella mente dell’Uzumaki non balenasse minimamente l’idea che potesse esserci un secondo fine.

Non che permettesse a Sasuke di entrare in bagno con lui, ma considerava tutto quello come degli stupidi scherzi.

Come se il più piccolo degli Uchiha avesse senso dell’umorismo e fosse in grado di scherzare.

Ogni volta che pensava a quei momenti, Itachi, non poteva far altro che scuotere la testa sconsolato e rammaricarsi per il fratello, almeno fino ad un certo punto.  Ma la sua solidarietà fraterna svaniva non appena pensava alle scommesse di Kakuzo, e a quanto si sarebbe divertito ancora, o almeno fino a quando Naruto non avrebbe riattaccato il cervello.

 

Per tutti quegli anni il comportamento dei due aveva movimentato e rallegrato le sue giornate; osservare i tentativi di suo fratello per conquistare Naruto, e quest’ultimo non rendersi conto assolutamente di nulla era stato un vero e proprio spasso.

Molti dei suoi amici avevano accettato anche le quote pazzesche che Kakuzo aveva imposto quando aveva messo su un giro di scommesse proprio su i due ragazzi.

Difatti, in molti in città, si domandavano quando Sasuke Uchiha sarebbe riuscito a portarsi a letto Naruto Uzumaki, o se quest’ultimo avrebbe continuato a vivere nel suo mondo immaginario per il resto della vita.

Tutti loro non aspettavano altro di scoprire come sarebbe andata a finire, soprattutto ora che sembrava che Naruto avesse uno spasimante, qualcuno del tutto immune agli sguardi furiosi e alle minacce di morte del suo otooto.

Si quell’autunno si pregustava decisamente movimentato, e lui si sarebbe divertito un mondo a stuzzicare il suo fratellino; ma prima di tutto doveva scoprire chi fosse il temerario che aveva sfidato la sorte provandoci con Naruto.

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

Mentre il sole pigro cominciava la sua discesa, chiuso nel suo studio all’interno dell’edificio in cui lavorava, Sasuke osservava tranquillo, attraverso le grandi vetrate, il vento muovere le foglie degli alberi nel parco poco distante.
Di lavorare non se ne parlava per quel giorno, la mente troppo persa nell’analizzare i fatti degli ultimi giorni, qualcuno aveva puntato il suo Naruto e lui doveva assolutamente provvedere alla sua dolorosa e ovvia eliminazione, peccato solo che il tipo in questione sembrasse immune a tutti i suoi attacchi.
Strinse con forza i braccioli della sedia sulla quale era seduto, la rabbia che provava in quel momento era molta, fino ad allora nessuno aveva mai osato interferire nel suo personale rapporto con il dobe, aveva provveduto personalmente ad allontanare chiunque si avvicinasse troppo a lui, facendo ben capire al mondo a chi appartenesse Naruto Uzumaki.

Peccato che proprio lo stesso Naruto sembrava non volerlo capire. Quello era uno dei tanti motivi per cui lo chiamava dobe, perché era inconcepibile che non si fosse ancora accorto ,dopo tutti quegli anni, del reale interesse che nutriva nei suoi confronti, delle sue occhiate maliziose o possessive, del suo comportamento verso di lui; insomma, bisognava veramente essere ciechi per non accorgersene.

Sospirò, l’ironia della sorte stava proprio nel fatto che tutti se ne fossero accorti, suo fratello Itachi compreso, il che non era un bene, almeno per lui.

 

Da quando aveva memoria, Itachi e il suo branco di amici psicopatici si erano sempre divertiti a mettergli i bastoni tra le ruote con Naruto.

Giocavano sulla tremenda ingenuità di quest’ultimo, e approfittavano delle varie situazioni che venivano a crearsi per scommettere su di loro.

Ma di questo non doveva preoccuparsi a lungo, ghignò, aveva già in mente un bel modo per farla pagare al suo adorato aniki, avrebbe giocato anche lui con il rapporto che Itachi aveva con Gaara.

Certo, restava ancora il problema della signora Kushina, madre di Naruto, la quale in collaborazione con Itachi (e in varie occasioni anche con sua madre Mikoto) si divertiva a rovinargli sul più bello le situazioni romantiche che si venivano a creare con il dobe, situazioni di cui ovviamente tutti tranne il dobe si accorgevano… ma a questo avrebbe pensato in seguito, un problema alla volta.

 

Spostò lo sguardo dagli alberi del parco allo stemma della sua famiglia, gli Uchiha, che sventolava fiero su uno dei pennoni posti lungo il viale d’ingresso.

La sua mente gli riportò subito l’immagine austera di suo padre, grande uomo d’affari, genio dell’economia, fiero ed orgoglioso come solo gli Uchiha sanno essere, ma tremendamente inopportuno a volte.

Da quando aveva scoperto, come gli altri, della sua attrazione verso Naruto, figlio del suo migliore amico ed avvocato di famiglia Minato Namikaze, aveva cominciato ad assillarlo, e non perché lo lasciasse stare, il contrario. Fugaku pretendeva che lui conquistasse nel minor tempo possibile il dobe, così da onorare il credo di famiglia secondo il quale –tutto ciò che un Uchiha vuole, un Uchiha ottiene-. Lo avrebbe volentieri ucciso quando glielo ricordava.

Che credeva, che lui non volesse fare subito suo quel dobe? Ma era con un dobe infondo con cui aveva a che fare lui! Senza contare la mandria di psicotici che si divertivano alle sue spalle. Fosse stato per lui, Naruto sarebbe già stato preso e legato al suo letto, da anni.

 

Girò lo sguardo, individuando l’orologio da parete, che con le sue eleganti lancette gli ricordava che anche per quel giorno aveva finito di lavorare.

Stancamente si alzò dalla sedia, recuperò il soprabito e dopo averlo indossato prese la sua valigetta e si diresse spedito verso l’uscita.

Doveva escogitare un modo per far capire a Naruto quali fossero i suoi reali sentimenti.

E doveva essere un modo a prova di dobe. Sospirò, premendo il bottone per richiamare l’ascensore, la sua non era cattiveria, infondo a quel dobe lo amava, però doveva ammettere che la sua ingenuità e la sua stupidità a volte lo disarmavano completamente.

Ricordava benissimo la prima volta che gli si era dichiarato. Aveva preso il coraggio a due mani, e da fiero Uchiha era andato dritto al punto, senza giri di parole, e mentre aspettava trepidante la risposta di Naruto, quello era scoppiato a ridere, dicendogli che non credeva possibile che lui avesse un tale senso dell’umorismo, ma che non doveva scherzare troppo su queste cose altrimenti qualcuno avrebbe potuto fraintendere… DOBE!

Pigiò con forza il tasto del pianoterra, dopo essere salito sull’ascensore.

Quel dannato cretino aveva osato credere che lui, Sasuke Uchiha, il ghiacciolo per antonomasia, stesse scherzando! Ma per chi lo aveva preso?

Doveva fargli capire che lui era serissimo, e non scherzava affatto.

 

Uscito dall’ascensore percorse veloce la hall, salutando distrattamente le persone alla reception. Arrivato al parcheggio esterno, raggiunse svelto la sua macchina, una nera porche decappottabile, ed una volta al suo interno posò le mani sul volante cercò di calmarsi, facendo profondi respiri.

Doveva far sbollire la rabbia, sia quella verso il suo ottuso ‘migliore amico, sia quella verso quell’ameba del suo nuovo spasimante.

 

Quella sera c’era un ricevimento a casa sua, sarebbero stati presenti molti importanti azionisti e soci delle aziende Uchiha, per cui doveva recuperare la calma, o non avrebbe saputo svolgere al meglio il suo lavoro di Pr.

 

Ancora gli veniva da ridere pensando all’incarico che gli era stato affidato all’interno della società.
Lui, così asociale, poco incline alle conversazioni e non amante dei luoghi affollati e dei rapporti con il prossimo, era l’addetto alle pubbliche relazioni.

Sorrise beffardo, ingranando la retromarcia ed uscendo definitivamente dal parcheggio.

Infondo, però, era un bravo manipolatore, sempre capace di raggiungere accordi impossibili anche con soci ostici o diffidenti.

Ma infondo era scontato, visto che lui era un genio, il migliore tra gli Uchiha, anche se in molti continuavano ad insistere sul fatto che il migliore fosse Itachi, cosa assolutamente impossibile secondo lui.

 

Ringraziando il poco e quasi inesistente traffico serale, riuscì a raggiungere la sua residenza in meno di mezz’ora. Aveva tutto il tempo di prepararsi a dovere per la serata.

 

Non aveva smesso un attimo di pensare ad un modo per conquistare Naruto ed eliminare il suo rivale.

Un ghigno maligno gli ornò le labbra, mentre l’acqua della doccia gli scendeva lenta sul corpo, rilassandolo.

Quella sera poteva essere il primo passo da fare per far capire a Naruto i suoi sentimenti, e per far capire al mondo ancora una volta, che Naruto Uzumaki era una sua esclusiva proprietà.

 

Finita la doccia si diresse nell’enorme armadio a muro che custodiva ogni suo abito ed oggetto. Doveva prepararsi al meglio, quella sera avrebbe fatto una strage, ed anche Naruto non sarebbe potuto restare indifferente dinnanzi a lui ed al suo fascino. Sì, gli sarebbe ovviamente e giustamente caduto tra le braccia! Era un piano a dir poco geniale, semplice e senza controindicazioni del caso.

Quella sera, Naruto sarebbe stato suo. Per sempre.

 

 

Avendo visto rientrare il suo otooto con quell’aria omicida ad avvolgerlo,  Itachi aveva pensato bene di stargli alla larga per un po’. Era meglio non finire nelle mani di Sasuke, quando era arrabbiato, non che avesse paura ovvio, ma si era appena sistemato per la serata, e non aveva alcuna voglia di sciupare il vestito nuovo o la sua fluente chioma appena acconciata.

Con rinnovata allegria si diresse in salone, tanto che c’era avrebbe aiutato la madre a finire di sistemare con i domestici gli ultimi ritocchi prima del ricevimento.

Quella sera, lui e i suoi amici si sarebbero divertiti come matti nell’ammirare le mirabolanti imprese di Sasuke per conquistare Naruto, se lo sentiva.

Ampliò il ghigno che gli era salito alle labbra alla prospettiva di divertirsi alle spalle del suo otooto, non appena individuò suo madre. Quella santa donna che con la sua migliore amica, la madre di Naruto, si divertiva come lui ed i suoi amici a complicare l’esistenza di Sasuke.

Ma ora non aveva tempo da perdere a rimuginare su queste cose, doveva chiedere alla madre se avesse in programma qualche scherzetto in combutta con la signora Kushina, chissà, magari lui ed i suoi amici avrebbero potuto dar loro una mano…

 

 

 

 

-       Angolo delle pazze squilibrate –

-        

Come avete letto nell'introduzione siamo Yuko chan e Quistis18..

Il nick è l'unione delle prime sillabe dei nostri, che all'inizio sembrava una geniale idea

ma rivedendolo sembra tanto un nome di un uccello raro, non so, dopo che si è tornati da un viaggio in Australia, si sentono le persone dire, ho visto i canguri, gli struzzi, i kiwi ed anche i Quiyu... non puoi capire come sono carini, con tutte quelle piume colorate...

Finiamola qui che sto degenerando…

In ultimo, vi avvertiamo che le parti scritte da Yuko saranno quelle con il punto di vista di Naruto

mentre quelle scritte da Quistis saranno quelle dal punto di vista di Sasuke.

Gli altri personaggi verranno gestiti man mano da entrambe.

Ed ora vi lasciamo alla lettura, fateci sapere se vi piace!!!

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Capitolo 2
*** Sasuke alle prese con la gelosia: versione uno ***


Un teme alla disperata conquista di un dobe

 

 

Sasuke alle prese con la gelosia: versione uno

 

 

Era pronto. Quella sera, ne era sicuro, avrebbe conquistato il suo dobe una volta per tutte!

Aveva passato l’ultima mezz’ora a decidere se mettersi o meno la cravatta, optando infine per il portarla lenta. Infondo avrebbero partecipato i vari soci degli Uchiha, era bene che facesse bella figura.

Poi avrebbe sempre potuto usarla per legare il dobe alla tastiera del letto, si disse, ghignando maliziosamente mentre si apprestava a scendere al piano di sotto per raggiungere il salone.

Camminava lentamente, la mente proiettata sulla sua prossima conquista, ma non fece in tempo a raggiungere il salone, perchè si bloccò sull’ultimo gradino, quando una voce a lui fin troppo nota e fin troppo odiata gli giunse alle orecchie. La voce del suo rivale, la voce di colui che da qualche tempo a quella parte osava insidiare il suo dobe, la voce di Sai.

Preparandosi mentalmente allo scontro, assunse l’espressione più decisa che possedeva, varcando poi la soglia del salone.

Al suo arrivo, gli ospiti si bloccarono, girandosi a guardarlo, in molti gli si avvicinarono per salutarlo, mentre in un angolo, andavano raggruppandosi diverse ragazze, tutte intente a fissarlo con uno sguardo che Sasuke classificò come –decisamente inquietante-.

Mentre scambiava saluti e convenevoli con i vari ospiti che lo avvicinavano, prese a guardarsi furtivamente intorno al solo scopo di individuare il suo dobe e colui che avrebbe presto ridotto a mero cadavere.

Indurì lo sguardo, come in un angolo appartato vide i due, certo non erano soli, con loro allegra e gioviale vi era anche Sakura. Ma quello che lo infastidì oltremodo, era la mano che Sai aveva tranquillamente appoggiato sulla spalla del SUO dobe. Gliel’avrebbe volentieri  staccata a morsi…

Si impose la calma con un profondo respiro. Non poteva di certo perdere il controllo davanti a tutti quegli invitati, no di certo, avrebbe solo fatto il gioco di quel viscido di Sai facendo una brutta figura davanti a Naruto. E questo non poteva assolutamente permetterselo, non quella sera, la sera in cui avrebbe sicuramente conquistato il suo sogno proibito.

 

La serata procedeva tranquillamente.

Gli ospiti si divertivano, e sua madre si divertiva a torturare lui, cercando di rifilargli quelle odiose tartine al caviale che a lui davano tanto il  voltastomaco, cominciò anche a chiedersi se la donna non lo stesse facendo apposta, e dal sorriso che aveva sulle labbra, non poteva escludere che fosse proprio così.

La sola nota storta, era stato il fatto di non riuscire a trovare il modo per avvicinare e soprattutto restare da solo con Naruto. Sembrava sempre che cercassero di dividerli, e non gli sarebbe sembrato neanche strano, se a farlo fossero stati suo fratello o i suoi assurdi amici, invece a farlo erano involontariamente gli altri ospiti. C’era chi si avvicinava per parlare con lui di varie questioni finanziarie, o chi si avvicinava a Naruto per parlare di leggi e di qualunque cosa potessero parlare gli avvocati. Insomma, sembrava che anche il destino ce l’avesse con lui, una congiura.

Guardò nuovamente nella direzione di Naruto, sperando di trovarlo da solo e abbordabile, ma con suo sommo dispiacere e crescente rabbia lo vide ancora in compagnia del ladro di dobe altrui, Sai. Guardò bene in giro, ma sembrava che Sakura li avesse lasciati da soli per andare a parlare con Ino, dannata, una volta che gli era utile non ne combinava una giusta! Non doveva lasciarli soli, assolutamente no!

Furioso, prese ad avvicinarsi ai due, con il chiaro intento di mettere fine a quella diatriba, voleva il dobe e lo avrebbe avuto.

Con sua somma sfortuna, il destino aveva in mente altri piani per lui.

La mandria di ragazze che lo aveva mangiato con gli occhi per tutta la sera si avvicinò a lui con fare che dal loro punto di vista probabilmente risultava seducente ma che a Sasuke parve solo terrificante.

In un attimo, si ritrovò a scappare elegantemente per la sala, dribblando con classe tavolini e sedie varie, persone e quant’altro si mettesse sulla sua strada, tutto pur di sfuggire a quelle pazze assatanate.

Si premurò di avvicinarsi, zigzagando, al dobe.

Ma Sai fu più furbo di lui, e non appena lo vide arrivare, si abbassò sussurrando qualcosa all’orecchio di Naruto, attirando così la sua curiosità su altro che fosse il teme in fuga.

Inutile dire che come vide gli occhi di Naruto, prima puntati su di lui, cambiare destinatario, la sua rabbia nei confronti di Sai crebbe a dismisura.

Negli anni aveva imparto cosa fosse la gelosia. Per colpa di quel dobe l’aveva sperimentata più volte, ma col tempo aveva imparato a convogliarla in sguardi omicidi e gelidi, riuscendo man mano a creare intorno al dobe una specie di cortina invisibile ed invalicabile, che gli permetteva di averlo tutto per sé. Cortina abilmente valicata da Sai, orrido individuo immune ai suoi sguardi e fonte di tutti i suoi guai e della sua ritrovata gelosia.

Ma, purtroppo, non aveva tempo di pensarci ora, un solo errore di distrazione, e quelle pazze lo avrebbero preso.

 

Itachi, seduto ad un tavolo in compagnia dei suoi amici, osservava tranquillamente divertito il suo otouto scappare dalle sue pazze inseguitrici. Era divertente vedere come aveva imparato a correre simulando una camminata elegante, davvero divertente.

Girò lo sguardo verso i suoi amici, un branco di pazzi ora intenti a scommettere su quanto tempo sarebbe passato prima che Sasuke fosse agguantato dalle sue fan. La sua solidarietà fraterna durò circa un minuto, prima che decidesse di puntare anche lui, scommettendo che entro la fine della serata lo avrebbero preso. Certo, il suo otouto era un  ottimo atleta, ma la sua gelosia lo rendeva prevedibile e presto anche le sue fan avrebbero capito qual’era il suo obbiettivo, e lo avrebbero anticipato… povero piccolo otouto, ghignò. Ovviamente, poi sarebbe andato a salvarlo da bravo fratello maggiore, infondo Sasuke gli serviva vivo, se no come lo avrebbero passato il tempo loro? Non c’era qualcun altro così di vertente e sfigato al tempo stesso su cui poter imbastire così tante scommesse insieme, eh no, il suo fratellino era unico... anche se probabilmente Sasuke non avrebbe preso la cosa come un complimento.

“Che hai da ridacchiare Itachi?” gli chiese curioso Pain.

“Oh, niente di che. Riflettevo sull’unicità di mio fratello…”

Diverse risatine si alzarono dal tavolo, tra di loro bastava poco per capirsi.

“Hai ragione Ita-chan! Senza di lui ci annoieremmo a morte!”

“Deidara, quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?”

“Troppe eheh!” rispose allegro, suscitando lo sconforto di Itachi e le risate di Hidan.

“Oh, sembra che fosse quasi riuscito a raggiungere Naruto, invece è stato fermato da tuo padre” osservò tranquilla Konan.

“Hai ragione, chissà che vuole tou-san da lui. Sembra gli stia facendo un discorso serio” osservò i due parlare concitatamente in un angolo, o almeno Fugaku parlava, Sasuke sembrava sul punto di fare una carneficina. Scrollò le spalle “bhè, sembra che il mio otouto abbia comunque guadagnato una tregua. Le fan si sono fermate a debita distanza. Probabilmente attendono il momento buono per riprendere l’inseguimento”

“Qualcuno di voi ha visto Naruto?” chiese ad un tratto Hidan, che si stava osservando intorno curioso, non riuscendo però a trovare il biondino da nessuna parte.

“Oh eccolo là!” urlò Deidara, indicando un punto imprecisato della pista da ballo.

“Oddio, ora sì che la posta si alza!”

“Già, se lo vede Sasuke come minimo stavolta implode” ghignò divertito Sasori.

“Povero otouto” commentò Itachi, per poi sorridere allegramente girandosi verso Kakuzu e chiedendogli “ora a quanto sale la scommessa?”

“Bhè” gli rispose pratico quello, osservando con occhio critico i due ballerini a centro pista “direi che come minimo raddoppia” e ghignò alla prospettiva di facili guadagni futuri.

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

La musica riecheggiava allegra per il grande salone di Villa Uchiha, il chiacchiericcio degli ospiti la copriva solo lievemente, ma per lui continuava a rimanere una splendida serata. Si stava divertendo, ed era in ottima compagnia.

Sai era un accompagnatore premuroso e gentile, sarebbe stato perfetto se ogni tanto non gli fossero uscite le solite battute indecenti, ma nulla su cui non potesse sorvolare almeno per quella sera; a loro poi si era anche unita una Sakura raggiante e più bella che mai, che con i suoi modi un po’ maneschi riusciva a tenere a freno la lingua velenosa di Sai.

Si stavano divertendo un mondo, chiacchieravano e osservavano i vari ospiti che quella sera erano riuniti nella grande sala della magione degli Uchiha; ma quelli che attiravano di più la sua attenzione erano i folli amici d’Itachi, nonché soci dell’azienda; per tutta la sera non avevano fatto altro che parlottare fra loro e sghignazzare, soprattutto quando guardavano lui.

Chissà che cosa avevano da ridere…  

Non riusciva a capirne il motivo, ma il loro atteggiamento non preannunciava nulla di buono.

Lì conosceva bene, fin troppo.

Anche alle superiori e all’università né combinavano di tutti i colori, e caso strano il buon novanta percento delle volte il loro obbiettivo era Sasuke.

Adoravano prenderlo di mira e fargli tremendi scherzi, ovviamente sotto il beneplacito appoggio d’Itachi, che mai aveva ammesso di essere loro complice, ma a ben pensarci, non lo aveva neanche mai negato.

E così da anni il loro divertimento più grande era mettere il teme in situazioni imbarazzanti, o prenderlo in giro fino a quando quest’ultimo non perdeva totalmente il controllo e cominciava a blaterare di vendette e torture.

Faceva impressione quando i suoi occhi diventavano completamente rossi dalla rabbia.

Non che non fosse divertente vederlo nelle situazioni più assurde, ma poi sapeva come sarebbe andata a finire; come ogni volta si sarebbe dovuto sorbire per giorni il suo pessimo umore e le sue lamentele su quanto fossero stupidi e infantili gli amici di suo fratello.

Quanto odiasse il fratello in persona perché non si faceva mai gli affari suoi e via dicendo.

Quando erano ancora bambini, Naruto rimaneva ad ascoltare il suo migliore amico per ore, anche giorni. Poi crescendo aveva imparato a disconnettere il cervello, annuendo nei momenti giusti senza correre il rischio di essere scoperto dall’altro.

Alla fine anche se gli scherzi cambiavano, le lamentele di Sasuke erano sempre le stesse, così con il passare degli anni sapeva perfettamente quando annuire o fare la faccia scandalizzata al suo racconto.

Non che non gli interessassero realmente le sue disavventure, ma dopo un po’ le sue mire di vendetta, rivolte sempre verso Itachi, iniziavano a risultare noiose.

Molte volte si era soffermato a pensare che questo essere completamente preso di mira dal gruppetto di folli lo avesse portato alla completa follia, ecco perché il suo comportamento era sempre scorbutico e astioso, soprattutto verso tutte le nuove persone che tentavano di fare amicizia, e non solo con l’Uchiha ma anche con lui.

Ogni volta che gli si avvicinava un ragazzo o una ragazza, Sasuke ringhiava neanche fosse un mastino da guardia.

Quel comportamento lentamente lo stava portando all’esasperazione, gli Uchiha erano veramente tutti strani.

Diverse volte si era domandato se quegli strani attacchi di megalomania e il bisogno costante si stare al centro dell’attenzione non sarebbero potuti essere curati da un bravo psicologo. No perché obiettivamente non si poteva andare avanti a quel modo.

A proposito del teme, chissà dove era andato a cacciarsi, pensò fra sé e sé.

Posò lo sguardo in ogni angolo della sala da ballo, alla ricerca del suo migliore amico, stupendosi che non fosse puntuale come al solito.

Strano, eppure una delle milioni di doti che caratterizzavano gli Uchiha era proprio la puntualità.

Fin da quando era un bambino quante volte aveva sentito dire a Fugaku-san che gli Uchiha erano sempre puntuali, più di un orologio svizzero!

Un miliardo e forse più.

 

Tornò a volgere lo sguardo sull’intera sala, quando improvvisamente tutt’intorno a lui il silenzio calò, persino Sai e Sakura avevano smesso di chiacchierare per volgere la loro attenzione al nuovo entrato.

Lentamente, posò lo sguardo dove erano voltati tutti quelli degli ospiti, compresi quelli delle ragazze, che tentavano in ogni modo di evitare di sbavare.

All’entrata della sala c’era il teme, completamente in tiro, che aveva attirato l’attenzione della fauna femminile che popolava per quella sera casa sua.

Naruto decisamente sconsolato, scosse la testa sbuffando.

Tale atteggiamento attirò l’attenzione di Sai, che con un sorriso birichino stampato in volto cominciò a stuzzicarlo:

 

“Non sarai mica geloso Naru-chan? Sappiamo tutti che Sasuke-kun ha questo effetto su ogni donna che incontra, non devi abbatterti in questo modo.”

 

Naruto fissò quasi incredulo Sai, mentre le sue iridi si spalancavano dalla sorpresa alle parole che l’altro gli aveva rivolto. Non riusciva a capire perché tutti sé né uscivano con frasi tanto ambigue, lui e Sasuke erano amici, nulla di più.

Scacciò dalla mente quei pensieri, poi sorridendo e scrollando le spalle affermò:

 

“Non sono affatto geloso. Però lui è veramente un baka-teme. So perfettamente come andrà a finire, si mette in tiro perché è un egocentrico vanesio, e alla fine verrà a chiedere aiuto a me per salvarlo da quelle pazze squilibrate che cercheranno in tutti i modi di saltargli addosso.” Il biondo scosse la testa, mentre dalle sue labbra fuoriusciva un sospiro sconsolato ed un brivido di terrore percorreva la sua schiera, quelle pazze a volte mordevano anche.

Gettò un ultima occhiata al suo migliore amico, prima di riprendere a conversare con Sai, per quel momento la situazione sembrava ancora calma e non c’era bisogno del suo intervento.

 

La serata procedeva bene.

La musica era bella, allegra, non la solita monotonia di ogni festa. Questa volta sua madre e Mikoto-san si erano occupate personalmente del galà, facendo risultare quella serata una delle più eleganti e divertenti degli ultimi anni.

Anche il cibo era ottimo, ma come al solito non avevano fatto scorte di ramen.

Sinceramente, non capiva perché ad un galà di lusso non si poteva mangiare quel cibo divino, quale era il ramen. Chi lo aveva proibito?

In fondo per lui il ramen, era come l’ambrosia per le divinità greche.

Già era proprio così, il ramen era il cibo degli dei!

Dove era scritto che non fosse un piatto rinomato, adatto ad una serata di lusso?  A quel pensiero sul suo volto comparve un adorabile broncio.

 

Mentre nella sua testa di formulavano decine di domande inutile sul perché il ramen non fosse mai menzionato nei menù delle grandi cene importanti, il suo sguardo si volgeva sull’intera sala.

Per tutta la sera non era riuscito a parlare con Sasuke nemmeno una volta.

Quando provava a cercarlo lo vedeva intento  a chiacchierare con qualche ospite, di solito soci di Fugaku-san e via dicendo. Altre volte invece tentava di scappare, da un’infervorata Mikoto, che in tutti i modi tentava di fargli mangiare le tartine al caviale che aveva preparato con tanto amore.

Non era proprio cambiato il teme, in tutti quegli anni ancora non riusciva a mangiare quelle strane palline nere… ghignò divertito, in fondo rimaneva il solito ragazzino imbronciato che aveva conosciuto molti anni addietro.

 

Tornò a cercare con lo sguardo il moro, questa volta era stato bloccato da Fugaku in persona, chissà cosa mai doveva digli di così importante, ma dalla faccia del teme sembrava che non né fosse così contento.

Sinceramente poteva anche capire del perché non volesse che il capo clan degli Uchiha lo fermasse per fargli qualche tipo di discorso. Una delle ultime volte che per sbaglio aveva ascoltato una delle loro conversazioni, o meglio un discorso a senso unico di Fugaku che non permetteva al figlio minore di spiccicare parola, il maggiore degli Uchiha stava parlando di come la api impollinavano i fiori e via dicendo.

La faccia di Sasuke  non l’avrebbe mai dimenticata,  era sconvolta, mentre per lui tutto quel discorso non aveva avuto né capo né cosa.

Ci aveva rimuginato per giorni cercando di capire, per quale oscuro motivo i due stessero parlando di api e impollinazione, alla fine con un sorriso sulle labbra era giunto all’unica conclusione possibile: Fugaku voleva che Sasuke si occupasse della nuova ditta che stavano per aprire interamente dedicata all’apicoltura. Come in un cartone animato gli si era creata in testa una versione del teme, vestito con una tuta bianca, un grande cappello con la retina che conversava con uno sciame di api… sembrava però che la cosa non fosse andata in porto, perché Sasuke occupava ancora il suo vecchio posto, mentre al suo studio non erano arrivati i documenti riguardanti la nuova attività.

Mentre la sua mente oramai vagava, mischiando i suoi pensieri a strane fantasie, storie che si era creato con il passare degli anni, la sua attenzione fu attirata da un’orda di giovani donne, che con sguardo famelico e bava alla bocca fissavano un punto impreciso della sala.

Sbuffò. Sapeva cosa stava per accadere. Lo sapeva fin troppo bene.

Da lì a pochi minuti si sarebbe dovuto mettere in mezzo, come muro fra il teme e quell’orda di pazze assatanate.  Mentre con lo sguardo cercava di individuare Sasuke, la sua testa formulava il pensiero che non sarebbe stato male che il più piccolo degli Uchiha facesse l’apicoltore, con una tuta bianca e un retino davanti agli occhi sarebbe risultato molto meno affascinante agli occhi delle sue ammiratrici.

E lui avrebbe evitato morsi e graffi da parte delle fan.

Era quasi pronto a farsi sbranare da quelle tipe, quando la voce di Sai non lo ricosse dai suoi pensieri.

 

Gli occhi scuri del giovane pittore lo scrutavano intensamente, attendeva una risposta alla domanda che gli aveva appena posto; mente nella sua testa si facevano largo le parole che gli aveva detto.

Ballare! Il ragazzo gli aveva chiesto di ballare con lui.

Un lieve rossore andò a imporporare le sue gote, mentre completamente dimentico di Sasuke che fuggiva dalle sue inseguitrici, accettava l’invito.

In fondo lui adorava ballare, ed era da molto tempo che nessuno lo invitava, e non riusciva a capirne il motivo. In fondo frequentava quei noiosissimi parti solo per ballare con qualcuno, ma per qualche oscuro motivo nessuno gli si avvicinava. Sì quella sera avrebbe ballato.

Al teme avrebbe pensato più tardi.

 

 

 

 

*****

 

 

 

Sakura aveva osservato per tutta la sera i vari pedoni di quello strambo gioco, e bisognava dirlo, si stava divertendo un mondo.

Aveva visto come Sasuke fuggiva disperato dalle sue inseguitrici.

Come un’Itachi divertito più che mai prima di andarlo a salvare ci aveva pensato su un bel po’.

Ma di sicuro la cosa che risultava più divertente era quel preciso momento, in cui lei, e i due fratelli Uchiha osservavano Naruto danzare con Sai.

Gli occhi scuri del pittore che fissavano intensamente le iridi cristalline del suo compagno di ballo.

 

“Sai sono veramente una bella coppia. Non credi Sasuke-kun?” domandò con voce sognate Sakura, mentre le sue iridi smeraldine brillavano maligne. Adorava prendere in giro l’Uchiha, forse la sua era una forma di vendetta per averla rifiutata per un sacco di anni quando erano alle superiori.

Non aveva importanza che l’Uchiha non avesse mai tenuto nascosta la sua preferenza sessuale, lei si divertiva un mondo a stuzzicarlo e farlo arrabbiare, e aveva trovato in Sai e in Itachi dei validi alleati.

 

“Ha ragione lei otouto, non vedi come sono carini, e poi le mani di Sai posate sui fianchi di Naruto, sembra siano fatti apposta per stare insieme.” Incalzò Itachi sempre più divertito, mentre lanciava uno sguardo complice all’affascinante ragazza dai capelli rosa, che continuò:

 

“Anche come sono vestiti, due lati della stessa medaglia, Sai completamente vestito di nero, mentre Naruto in quello splendido smoking bianco, che non lascia nulla all’immaginazione, penso che se non fosse venuto accompagnato questa sera in molti avrebbero voluto ballare con lui, almeno metà delle ragazze che ti stava inseguendo ti avrebbe snobbato per lui.”

 

I due continuavano a parlare divertiti,mentre da un angolo Pein, Konan e compagnia li osservavano sbalorditi.

Osservavano i due che chiacchieravano, insinuando quanto Sai e Naruto stessero bene insieme. Di quanto fossero carini, mentre accanto a loro un Sasuke sempre più verde dalla rabbia, a stento riusciva a reprimere quella gelosia che man mano si faceva strada in lui.

 

I due capirono di aver giunto l’apice quando videro un piccolo Uchiha furioso, attraversare la sala a grandi falcate ed abbandonare la festa.

 

“Mi sa che abbiamo un tantino esagerato.” Affermò Sakura mangiando una tartina al caviale.

 

“No assolutamente no, questo era niente rispetto a quello che gli faccio di solito. Tra un paio di giorni gli sarà passata.” Rispose Itachi mentre rilassato assaporava il costoso champagne che i camerieri servivano in eleganti flute di cristallo.

 

“Tanto per curiosità Itachi-san a quanto ammontano le scommesse? Sai stavo quasi pensando di buttare qualche yen anche io, in fondo tuo fratello è troppo divertente da prendere in giro.”

 

“Oh dopo questo ballo, Kakuzo ha raddoppiato le poste, se qualcuno riuscirà veramente a capire cosa accadrà fra quel dobe, e il mio otouto diventerà milionario.”

 

“Sinceramente” continuò Sakura “io spero che nessuno vinca mai una di quelle scommesse, in fondo tutta questa situazione è il massimo del divertimento.” Affermò divertita prima di allontanarsi verso il centro della festa, dove alcuni suoi amici la stavano aspettando.

 

Itachi la osservò allontanarsi fasciata nel suo elegante vestito rosso, mentre ripensava alle parole che la giovane gli aveva appena rivolto.

Ghignò malefico, in fondo capiva perfettamente quella ragazza, far terminare quel passatempo, quel divertimento sarebbe stato veramente troppo deprimente per tutti loro.

Osservare Sasuke alle prese con centinaia di emozioni differenti.

Che giorno dopo giorno scopriva la gelosia e come non tutto fosse così semplice nella vita, era un vero e proprio spettacolo.

Ed era anche una fonte inesauribile di divertimento.

Un giorno quei due si sarebbero potuti anche mettere insieme, quando Naruto si sarebbe reso conto che i sentimenti di Sasuke erano sinceri, ma fino ad allora lui e il suo gruppetto di amici avrebbero continuato a divertirsi un mondo.

 

 

 

 

 

 

-       Angolo delle pazze squilibrate –

 

Ed ecco a voi il primo vero capitolo di questa ff.

Speriamo che sia di vostro gradimento, e che ci lasciate tanti commenti come nel prologo.

A una cosa solamente, questo capitolo è stato scritto appositamente per questo periodo natalizio, diciamo come regalo di Buon Natale, gli aggiornamenti, per quanto ci rammarichi non saranno così veloci, anche perché entrambe abbiamo delle ff da portare a termine e pochissimo tempo per scrivere. Quindi speriamo che attendiate con impazienza i nuovi capitoli che cercheranno di essere il più puntuali possibili, uno ogni mese.

Un grandissimo bacio, ciaooo Yuko e Quistis.

 

 

Risposta ai commenti:

 

Grazie siamo felicissime che il prologo vi sia piaciuto, e che vi faccia piacere leggere una storia scritta da noi due insieme.

Grazie per i complimenti e..un grandissimo bacio ad ognuna di voi, e ci scusiamo per non poter rispondere

ad ogni singolo commento ma il tempo scarseggia.

Un grande bacio a tutte le persone che hanno messo la storia fra le seguite e le preferite.

Veramente ci fa immensamente piacere, e nel prossimo capitolo cercheremo di rispondere ai commenti singolarmente.

Ciaooooo Quistis e Yuko.

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Capitolo 3
*** Sasuke alle prese con la gelosia: infarto multiplo ***


Un teme alla disperata conquista di un dobe

 

 

Sasuke alle prese con la gelosia: infarto multiplo

 

 

La musica riecheggiava nel grande salone, rimbalzava di stanza in stanza, portando con sé le voci allegre degli ospiti in ogni angolo di Villa Uchiha.

Da diverse ore il pendolo che troneggiava nel grande salone illuminato a festa aveva rintoccato la mezzanotte. Molti invitati se né erano andati già da diverso tempo, ma la festa proseguiva indisturbata, frizzante.

Altri al contrario, continuavano a ballare e chiacchierare in ogni angolo della grande magione, nei saloni allestiti per le danze, o nei grandi giardini illuminati a giorno, dove giovani coppie passeggiavano mano nella mano, ed anziani uomini d’affari fumavano i loro sigari prima di riprendere i loro discorsi di affari.

Dall’alto delle balconate che circondavano la casa, due giovani osservavano in silenzio il via vai di gente che a quell’ora di notte continuava a popolare l’abitazione, in silenzio sorseggiando l’ennesimo bicchiere di champagne, l’ultimo prima di accingersi a raggiungere i molti ospiti che si stavano accomiatando dai padroni di casa.

Da diverso tempo Sai sarebbe voluto tornare a casa, abbandonare quel ricevimento dove si sentiva tanto fuori posto, Naruto era sparito nel nulla, ed anche la sua fonte di divertimento; difatti del più piccolo degli Uchiha non se erano più avute tracce, forse quella sera sia lui che Sakura, ma anche Itachi, avevano un tantino esagerato, non che gli dispiacesse, ma era sicuro che tutto questo si sarebbe potuto ripercuotere sul biondo suo amico.

Tutti infatti conoscevano il pessimo carattere di Sasuke e la sua gelosia.

Sì, sarebbe voluto tornare a casa già da diverse ore, ma Sakura si era ostinata a voler cercare i due ragazzi, la sparizione di Sasuke ed in seguito quella di Naruto avevano messo in apprensione la ragazza, ergo la giovane dai capelli rosa aveva insistito a voler rimanere a Villa Uchiha finché i due non fossero ricomparsi.

Sicuramente uno dei due avrebbe avuto bisogno di un medico, gli aveva detto convinta.

Lì conosceva fin da bambini e i loro battibecchi finivano sempre allo stesso modo, con i due che se le davano di santa ragione.

Sakura scosse la testa sconsolata, molte volte pensava che quei due non fossero cresciuti per niente, solo apparentemente erano due uomini adulti, ma di testa erano rimasti i due bambini di sei anni con i quali aveva giocato.

Improvvisamente la giovane ruppe il silenzio che si era creato fra di loro:

-Non mi sembri affatto preoccupato per quei due . – sbottò irritata, rivolgendosi al ragazzo accanto a lei, -capisco che di Sasuke non ti interessi nulla, ma almeno per Naruto potresti mostrare un minimo di interesse, è tuo amico o sbaglio?-

 

-Guarda che Naruto sta più che bene, te lo posso assicurare .- affermò pacatamente Sai, mentre un ghigno malizioso andava ad ornargli il volto, come se sapesse un qualche segreto che alla sua ragazza non era dato sapere. –Ed ora andiamo a casa, loro sono abbastanza grandi per potersela cavare da soli.- Poi per cambiare discorso buttò lì: -sai non ti facevo così gelosa, ho visto le occhiate che mi lanciavi mentre ballavo con Nacchan, eppure io mi stavo divertendo un mondo a far arrabbiare Sasuke kun .-

Le gote di Sakura si imporporarono leggermente a quella affermazione, da quando il suo ragazzo era diventato così intuitivo da capire che genere di emozioni passavano per la mente di un’altra persona?

Sì, si era divertita un mondo a vedere Sasuke verde dalla rabbia, però quando aveva visto Naruto e Sai ballare, qualcosa di molto simile alla gelosia si era smosso dentro di lei, in quel momento aveva capito cosa provasse ogni volta il più piccolo degli Uchiha quando qualcuno si avvicinava all’Uzumaki.

Respirò profondamente per regolarizzare il respiro, poi tornò a posare le iridi smeraldine, severe , sul suo fidanzato:

-Non pensare di sviarmi così facilmente, e non cambiare discorso, se non sei preoccupato per Naruto, significa che sai dove si trova e con chi, perché ovviamente da quello che mi hai detto non è con Sasuke kun. Cosa sai che io non so? Dimmi dove è andato a cacciarsi quel baka.-

Un sorriso andò ad ornare il volto del giovane pittore:

-Su Sakura chan non ti allarmare, il nostro Naruchan è in dolce compagnia, lui, al contrario di noi starà passando un piacevole dopo festa .-

Le iridi scure come la notte di Sai andarono ad immergersi in quelle chiare di lei, dopodiché scrutò attentamente il volto allibito della sua compagna, che sconvolta dalle sue affermazioni, ancora incredula lo fissava.

Una risata sincera squarciò il silenzio che nuovamente si era creato fra i due.

Una risata allegra, una delle poche che Sai avesse mai fatto in tutta la sua vita. Non aveva resistito a rimanere serio nel vedere l’aria della giovane donna tanto shokkata :

-Ah ah ah, non dirmi che su questo verso sei come l’Uchiha - affermò sempre più divertito il ragazzo – non dirmi che anche tu credi che alla sua tenera età Naruto sia ancora casto e puro?-

Nuovamente le gote della ragazza si imporporarono, decisamente odiava passare per stupida, eppure in tutti quegli anni non aveva mai pensato seriamente che Naruto potesse essere stato con qualcuno. Che quel ragazzo così allegro, e a prima vista ingenuo potesse avere un compagno, o una compagna.

Allegro e vitale, ma in alcuni atteggiamenti era ancora un bambino, non riusciva ad immaginarlo in una storia di coppia.

Ma non era solo questo, anche se in quel momento sembrava strano anche a lei, non riusciva ad immaginarlo con qualcuno che non fosse Sasuke.

Non sapeva se sarebbero stati bene insieme, ma la determinazione e i sentimenti dell’Uchiha verso il dobe erano sinceri, e forse per questo anche lei si era convinta che si appartenevano.

Ma a tutti capita di sbagliarsi, e sembrava che molti lati del carattere di Naruto non fossero sfuggiti solo a lei.

Poi ebbe l’illuminazione, mentre centinaia di pensieri vorticavano come un fiume in piena nella sua mente.

Lei non si era mai accorta di nulla, aveva sempre visto il biondo come un eterno bambino, e da come si comportava Sasuke, anche lui doveva essere all’oscuro di tutto. Ma Sai, il suo fidanzato da anni,  lo doveva sapere da diverso tempo.

Sicuramente il suo intuito lo aveva guidato nella direzione giusta, ma il diretto interessato doveva avergli dato la conferma delle sue supposizioni, e molto probabilmente gli aveva detto anche chi fosse questa persona misteriosa.

In quel momento la curiosità di Sakura si fece strada prepotentemente, la rosa poi non osava immaginare cosa sarebbe accaduto quando questa relazione fosse stata scoperta, e non solo da Sasuke, ma anche da Itachi e la sua combriccola di matti.

Ma la rivelazione più limpida e chiara, quella che la fece irritare più di ogni altra fu il fatto che Naruto, il suo migliore amico, non si fosse confidato con lei; peggio, quella carogna del suo fidanzato, il ragazzo che affermava di amarla, non gli aveva raccontato nulla.

Gli aveva tenuto nascosto lo scoop del secolo.

Mentre un nervo pulsava minacciosamente sulla sua fronte, già aveva deciso che entrambi l’avrebbero pagata a caro prezzo, non solo gli Uchiha erano esperti in vendette. Parola di Sakura Haruno.

Prima di tutto però doveva estorcere il nome del temerario che sarebbe incorso nelle ire del più piccolo degli Uchiha.

E subito dopo tutta la storia nei minimi particolari:

-TU, TU… non so neanche come definirti razza di traditore infame, ora mi racconti tutto per filo e per segno. Dico come ha potuto tenermi nascosto tutto quanto, voglio sapere chi è questo spasimante misterioso e da quanto tempo si frequentano .- affermò con voce indignata la rosa, le iridi che fiammeggiavano, pronta a sbranare chiunque avesse osato contraddirla.

Il pittore gemette sconsolato, dannata la sua linguaccia che a volte non riusciva a tenere a freno, quell’informazione se la sarebbe dovuta tenere per sé, ora la sua ragazza non lo avrebbe lasciato in pace finché non gli avesse raccontato tutto.

E non far sapere nulla in giro era il desiderio di Naruto, lui conosceva Sakura, sapeva perfettamente che non sarebbe riuscita a tenere il segreto a lungo, ne avrebbe parlato con Ino, e le due insieme avrebbero assillato il ragazzo fino all’esasperazione.

Si domandava come la sua fidanzata si potesse trasformare in quel modo, sicuramente soffriva di personalità multipla, a volte era dolce e allegra, poi cambiava improvvisamente e diventava un vero e proprio maschiaccio.

Ma il lato del suo carattere che lo terrorizzava di più era quello curioso e invadente, quando voleva sapere qualcosa poteva diventare stressante quasi quanto Naruto.

-Ora basta Sakura chan, quando sarà il momento te ne parlerà direttamente Naruto, fino ad allora io non ti dirò nulla – detto questo diede per concluso il discorso, sperando che la giovane per una volta gli desse ascolto; poi come nulla fosse la prese per mano e la condusse nuovamente all’interno della sala da ballo: -E’ ora di andare a salutare i padroni di casa, si è fatto tardi.-

I due ragazzi passeggiavano nella notte, mano nella mano, mentre cristalline gocce di pioggia cadevano dal cielo.

In silenzio si dirigevano verso la loro macchina, ognuno immerso nei proprio pensieri, poi in un sussurro Sakura affermò:

-Non pensare che ti perdoni tanto facilmente .- ma il suo volto era ornato da un sorriso birichino, e vedendolo Sai capì che almeno per quella notte non gli avrebbe fatto più domande. Il giorno seguente sarebbe ripartita alla carica, ma almeno quella sera sarebbe terminata tranquillamente.

La giovane continuò:

-Presto o tardi dovrai raccontarmi tutto, io non demordo tanto.-

Un sorriso sincero comparve sul volto del moro, la sua compagna era veramente testarda quando si impegnava, ma forse era proprio per quello che ne era perdutamente innamorato.

 

***

 

La pioggia era aumentata, da lievi gocce che cadevano, si era trasformata in un vero e proprio temporale, erano diversi minuti che vagava per il giardino che circondava Villa Uchiha e di Sasuke neanche l’ombra.

Sinceramente non riusciva proprio a capire cosa passasse per la testa di quel teme.

Molte volte non lo lasciava da solo nemmeno per un minuto, alcuni giorni invece non si degnava neanche di salutarlo.

Aveva decisamente ragione suo padre, Minato affermava che gli Uchiha erano tutti schizofrenici.

E di sicuro, fra quelli che conosceva lui, nessuno si salvava.

Borbottando fra sé e sé della stupidità di certi amici d’infanzia, venne riportato alla realtà da due voci familiari che percorrevano uno dei vialetti del parco.

Gettò uno sguardo e vide Sakura e Sai dirigersi verso la macchina che li attendeva per riportarli a casa, camminavano mano nella mano chiacchierando allegramente.

Un sorriso ornò il suo volto, quei due stavano veramente bene insieme pensò.

Osservare i due allontanarsi gli fece venire in mente che anche per lui era ora di andare,  doveva incontrarsi con una persona e se fosse rimasto ancora lì, sarebbe arrivato in ritardo.

La sua mente volò a lui, non sapeva per quale motivo fosse tornato, forse per rinsaldare un vecchio rapporto, o per dirsi addio definitivamente.

Neanche lui era certo di quello che realmente voleva, ma l’unico modo per fare chiarezza era incontrarsi e parlare.

Prima di allontanarsi gettò un ultimo sguardo alla tenuta, con il teme si sarebbero incontrati il lunedì seguente, probabilmente in quel momento si era imboscato con qualcuna delle sue conquiste.

Con la mente affollata da mille pensieri si diresse verso la sua limousine, mentre l’autista avviava l’auto, concentrato rispondeva ad un messaggio appena giuntogli sul cellulare. Un lieve rossore d’imbarazzo tingeva le sue gote, fra sé e sé pensava che in fondo quel maniaco non sarebbe mai cambiato; ma forse era proprio quella parte del suo carattere, ed anche per il suo essere terribilmente affascinante, che molti anni addietro aveva perso la testa per lui.

Entrò con passo felpato nel suo appartamento, senza neanche accendere le luci si dirigeva spedito di camera in camera.

Si sarebbe cambiato e lavato, poi con calma avrebbe atteso l’arrivo del suo ospite.

Ancora al buio, lentamente aveva iniziato a togliersi il completo oramai zuppo di pioggia. Delle luci non ce n’era bisogno, conosceva quella casa come le sue tasche, unico capriccio di tutta la sua vita, l’aveva voluta sì perché era più vicina all’università, ma anche per incontrarsi indisturbato con lui.

I suo genitori conoscevano le sue preferenze sessuali, che per lui non facevano differenza se fossero uomini o donne i suoi amanti, erano molto liberali; d’altronde sapeva che suo padre non avrebbe mai accettato di buon grado la sua relazione con il suo socio in affari, né all’epoca, tanto meno adesso.

Da piccolo ricordava perfettamente i discorsi che faceva Minato su di lui, affermava che Kakashi fosse un grande avvocato, ma per quanto fosse un genio era fin troppo libertino, instaurava relazioni con chiunque, dai soci ai suoi clienti e questo era decisamente poco professionale.

Lui lo sapeva di quel carattere, della sua incapacità di essere fedele, lo sapeva sin dalla prima volta, ma non gli era interessato, conscio che l’altro non era decisamente un puritano, ma a lui andava bene così.

Era felice.

Un tuono rimbombò per le strade della città, leggermente più forte fece tremare le vetrate della grande finestra, trasalì leggermente mentre un brivido percorreva il suo corpo.

In lontananza, dove lo sguardo si perdeva, i fulmini illuminavano il cielo sopra la città.

Gli occhi cerulei del giovane fissavano incantati il paesaggio, le forze della natura che si scatenavano potenti, abbattendosi su Konoha.

Perso nei suoi pensieri solo quando oramai due braccia forti lo stringevano avvertì la presenza della persona dietro di lui.

Quel profumo, quelle braccia che lo avvolgevano possessive le conosceva bene. Quelle mani che vagavano sul suo corpo esperte, smaniose di togliergli i vestiti. Il respiro caldo dell’uomo dietro al suo orecchio, poche parole sussurrate, quasi impercettibili.

Poi uno dopo l’altro baci umidi, possessivi, ardenti, lungo il collo, sulla sua mascella fino ad impossessarsi delle sue labbra.

Era una danza, un gioco di lingue, un volersi fondere l’uno all’altro. Fra un bacio e l’altro, un gemito e l’altro, prima che la passione prendesse del tutto il sopravvento il biondo riuscì a sussurrare:

-Mi avevi detto che dovevamo solo parlare .-  La frase gli era costata uno sforzo disumano, ad ogni carezza dell’amante il suo corpo veniva percorso da brividi di piacere, ben presto la sua mente sarebbe stata annebbiata totalmente dal piacere.

Avvertì una mano dell’uomo dai capelli argentati percorrere il suo torace,lentamente sbottonare uno dopo l’altro i bottoni della sua camicia, giocare intorno al suo ombelico per poi scendere ancora, più giù posandosi sul cavallo dei suoi pantaloni.

Lo sfiorava delicatamente, mentre leggeri sospiri uscivano da quelle labbra peccaminose:

-Dopo parleremo quanto vuoi, ora abbiamo altro da fare.-

Tentò una leggera protesta, poco convinta, che venne bloccata sul nascere dalla bocca di Kakashi che catturava la sua.

In seguito furono solo gemiti e ansimi di piacere che riempirono ogni angolo del piccolo appartamento.

Più volte i due si fusero insieme come fossero un unico essere.

 

***

 

Si sentiva come un leone in gabbia, anzi no, i leoni quando volevano una leonessa se la prendevano senza tante cerimonie, a lui non era concesso perché lui non aveva a che fare con una brava leonessa consapevole del suo ruolo, noo lui aveva a che fare con un emerito dobe imbecille!

Stufo della situazione in cui si trovava, e deciso a mettere fine alla storia e a prendersi una volta per tutte il suo Naruto, Sasuke uscì di corsa dalla biblioteca di famiglia nella quale si era rifugiato per dirigersi a casa di Naruto. Mentre passava attraverso il passaggio segreto, uno dei tanti presenti in quella villa, Sasuke si chiese se per caso in passato il suo fosse stato un casato di assassini, ma era più probabile che tutti quei passaggi e stanze segrete fossero dovuti ad uno dei tanti, strani, hobby di sua madre.

Raggiunto il giardino si fiondò verso il garage, ed una volta recuperata la sua auto non perse tempo a pensare o avvisare la sua famiglia della sua uscita, ci avrebbe pensato sicuramente il suo adorato fratello a coprirlo, infondo dopo quella serata glielo doveva!

Al diavolo il salutare gli ospiti alla fine del ricevimento, aveva di meglio da fare lui!

Imprecando contro tutti i semafori rossi, sicuramente alleati del dobe, riuscì a raggiungere l’appartamento del biondino trenta minuti dopo, decisamente più furibondo di quando era partito.

Con malagrazia parcheggiò e scese dall’auto, correndo direttamente nell’atrio.

Dopo cinque minuti buoni riuscì a raggiungere la porta dell’appartamento, e ringraziando sé stesso per la provvidenza di essersi fatto una copia delle chiavi, entrò senza tante cerimonie … e fu allora che il suo cuore cessò di battere.

Davanti a lui, sul divano, un uomo adulto non ben identificato stava abusando del suo amato dobe. Dobe che ricambiava però l’uomo emettendo gemiti celestiali.

In un altro momento avrebbe anche potuto eccitarsi e trovarlo divino, ma non adesso.

Furibondo eppur shockato, tutto ciò che riuscì a fare fu pronunciare un flebile -D- dobe?-

Inutile dire che i due sul divano scattarono all’unisono voltando le loro teste verso l’intruso.

-Teme?- chiese Naruto osservandolo stupito, per poi ricordarsi in che posizione si trovasse ed arrossire furiosamente strepitando -CHE DIAVOLO CI FAI IN CASA MIA TEME MANIACO?! ESCI SUBITO!-

L’uomo che era con lui invece si limitò a lanciargli un’occhiata d’apprezzamento.

Le emozioni che vorticavano dentro l’Uchiha erano troppe, e troppo forti anche solo per sperare di pensare lucidamente.

Per cui, con l’autocontrollo ormai fuori uso, per la prima volta in vita sua, anche Sasuke si ritrovò ad urlare -FUORI? IO? E’ LUI CHE DEVE ANDARSENE DOBE!- sbraitò, indicando con il dito l’uomo che nel frattempo si era accomodato, sedendosi meglio sul divano ed accavallando le gambe, divertito -Che diavolo combini? Tu sei puro ed innocente! Un bambino è più malizioso di te! Che diavolo stai facendo?!- ormai incoerente, Sasuke prese a sbraitare tutto quello che gli passava per la testa.

Alle sue accuse, le risposte di Naruto lo shoccarono.

IL biondo lo informò che non era più ‘puro’ da anni ormai, e che l’uomo che era ora  con lui si chiamava Kakashi ed un tempo, tra loro, c’era anche stata una storia.  E tanto per dargli il colpo di grazia, gli fece presente che era stato proprio Kakashi a prendersi la sua verginità.

Fu troppo per Sasuke, che ormai svuotato si diresse come un automa fuori dall’appartamento ignorando i richiami arrabbiati di Naruto, raggiunse la sua auto e per miracolo riuscì a tornare a casa senza fare incidenti, per infine raggiungere il rifugio sicuro che era la sua camera.

La sua mente ci mise quattro ore buone ad elaborare le informazioni che aveva ricevuto.

Al suo essere sconvolto si sostituì il suo essere furioso.

Quel dannato uomo albino aveva sicuramente approfittato dell’ingenuità tipica del dobe! Doveva essere andata così! Era impossibile che quel dobe, checché ne dicesse, si fosse buttato spontaneamente tra le braccia di quel libertino! Eh sì, perché era quello che era Kakashi, ne era certo. Insomma, l’aveva beccato nudo a fare sesso con il suo dobe, e l’unica cosa che il tipo era riuscito a fare era stato lanciargli uno sguardo d’apprezzamento ed osservarlo divertito, con in faccia un’espressione del tipo ‘se ti vuoi unire a noi, accomodati che di certo io non mi lamento. Dannato!

Solo dopo aver bestemmiato in tutte le lingue che conosceva, ed erano molte, si calmò un po’, riacquisendo così parte del suo autocontrollo e della sua lucidità. Doveva riflettere, riflettere ed indagare, si impose.

Passò due ore davanti al pc, per scoprire tutto ciò che internet sapeva riguardo l’individuo approfittatore di dobe altrui denominato -Kakashi-.

Certo, non era stupido, lui era un genio infondo, per cui era andato subito a controllare tra gli archivi in rete delle aziende Uchiha e dello studio legale Namikaze. Ed era proprio lì che aveva fatto centro, riuscendo a scoprire così che Kakashi, all’anagrafe Kakashi Hatake, non era altro che un vecchio socio del padre di Naruto, e che aveva conosciuto così il dobe, sul lavoro.

Purtroppo, attraverso il computer non poteva sapere cosa esattamente fosse successa tra i due, o meglio, come si fossero svolte esattamente le cose.

L’unica cosa da fare, era aspettare mattino dopo e recarsi allo studio legale Namikaze, dove avrebbe interrogato uno per uno tutti i vecchi dipendenti, ed infine lo stesso Minato. Infondo, lui di sicuro sapeva cosa fosse successo tra suo figlio ed il suo socio no?

 

Inutile dire che la mattina arrivò lentamente per lui, che ovviamente non aveva dormito per niente.

Ogni volta  che chiudeva gli occhi, maligna la sua mente gli riproponeva l’immagine del dobe intento a far sesso con qualcuno che non fosse lui, inconcepibile!

Ci aveva pensato a lungo, che diavolo aveva quel vecchio che lui non possedeva? Era un Uchiha, quindi sicuramente più ricco di quell’Hatake, era bello intelligente e ci sapeva fare a letto. Quindi perché diavolo Naruto non aveva scelto subito lui? Perché si era concesso a quell’individuo inferiore? Dannazione, era veramente un dobe! Sbuffò stizzito.

Le sue indagini allo studio legale non andarono di certo a migliorare il suo pessimo umore.

Dai pettegolezzi degli impiegati capì, sconcertato, che era stato proprio il ragazzo, sedicenne, a corteggiare l’allora socio Kakashi.

La conferma gliela diede lo stesso Minato, tra il divertito e lo scocciato.

Non aveva accettato, in passato, che Kakashi stesse con suo figlio, ma anche se non aveva mai chiesto a Naruto una conferma, in quanto genitore non gli era stato difficile capire che alla fine suo figlio aveva fatto come voleva, disubbidendogli. Però, gli disse, che ormai era una storia vecchia, e che lo stesso Kakashi si era da tempo trasferito in un’altra città.

Dunque, rifletté Sasuke tornando a casa, perché diavolo era ricomparso questo tizio? Se la storia era finita… e l’avrebbe pagata per aver toccato il dobe, questo era certo… perché diavolo si era rifatto vivo? Che cosa voleva? Rivoleva indietro Naruto? Oh in quel caso se lo poteva scordare!

Il biondo era suo di diritto! E presto lo avrebbe capito anche lui.

Con l’umore nero e ad avvolgerlo l’aura più omicida che il suo repertorio possedesse, Sasuke arrivò nella sua stanza. Doveva meditare e trovare il modo per eliminare una volta per tutte la minaccia Hatake.

 

                                             ****                                    

 

Itachi, dopo che il suo otouto se ne era andato, si era leggermente preoccupato. Forse, si ripeteva, aveva esagerato quella sera.

La conferma gli arrivò come  vide Sasuke, decisamente di pessimo umore, varcare la soglia di casa il pomeriggio successivo. A dirla tutta non lo aveva neanche visto uscire quella mattina. Ma non se ne preoccupò, infondo era normale che a volte sparisse, soprattutto quando doveva sbollire la rabbia.

Rabbia che evidentemente non era riuscito a sbollire questa volta.

Preoccupato, decise di fare per una volta il bravo fratello maggiore ed andare ad appurarsi cosa fosse successo al suo fratellino, sperando che non ce l’avesse con lui.

Tutto si era aspettato, dopo aver bussato alla sua stanza ed essere entrato, tranne che Sasuke prendesse a sclerare davanti a lui.

Aveva letto, una volta, che quando uno si tiene tutto dentro, a volte esplode.

E’ una necessità, non può farne a meno, serve a sfogarsi. Probabilmente era quello che stava succedendo a Sasuke.

Concentrato, ascoltò paziente tutto lo sfogo. Rimanendo sconcertato nell’apprendere fatti relativi a Naruto che mai si sarebbe aspettato.

Ghignò, e così il piccolo Naruto non era tanto puro ed ingenuo, questa sì che era una bella scoperta, già immaginava le scommesse salire a livelli stratosferici. Già, perché questo voleva dire che il fatto che Naruto non corrispondesse Sasuke non era dovuto ad una mancanza di malizia, ma a cecità mista a disinteresse! Questo cambiava decisamente le cose!

Man mano che Sasuke continuava il suo racconto, lui non poteva far altro che trattenere le risate.

Si immaginava il suo otouto che rimaneva congelato vedendo Naruto fare sesso con uno che non era lui, per non parlare delle sue indagini poi!

Chissà come aveva fatto a farsi raccontare tutto dagli impiegati e dallo stesso Minato senza destare sospetti!

Doveva essere stata una scena impagabile.

Per tutto lo sfogo di Sasuke, Itachi si era trattenuto, ma una volta che il più piccolo degli Uchiha aveva finito di sbraitare passeggiando avanti ed indietro per la camera, Itachi semplicemente non ce l’aveva fatta più.

Si era piegato in due dalle risate, con tanto di lacrime agli occhi e pugno che batteva per terra, mentre ripeteva divertito frasi come –non ci credo- o –dimmi che una telecamera di sorveglianza ti ha ripreso, per favore!-.

Davanti a lui, Sasuke era sul punto di saltargli alla gola, indignato ed arrabbiato, quando invece si fermò, ghignando.

 

-Ti stai divertendo Itachi?-

Una voce bassa e fredda aveva interrotto di colpo le risate del maggiore dei fratelli Uchiha, provocando il ghigno compiaciuto di Sasuke.

Molto lentamente, Itachi si girò.

Dietro di lui si stagliava la figura di un bel ragazzo dagli sfavillanti capelli rossi e gli occhi acquamarina, che in quel momento lo fissava dall’alto in basso, essendo lui ancora accovacciato al suolo.

Con una calma che non possedeva affatto in quel momento, Itachi si tirò in piedi, fronteggiando il suo ragazzo -Ecco, sì..- cominciò, per poi osservare come lo sguardo di ghiaccio di Gaara si fosse indurito -cioè no, certo che no! Insomma, perché dovrei trovare divertente che Naruto non è vergine e mio fratello..- ma si interruppe, capendo che era meglio cambiare discorso, ed alla svelta. Purtroppo per lui, Gaara era un grande amico di Naruto, e non aveva mai approvato le scommesse che gli amici di Itachi avevano tirato su alle sue spalle.

 

 

***

 

Non sapeva ancora come, ma quella dannata sera era riuscito a far uscire Gaara dalla stanza di Sasuke e a cambiare discorso. Quello che non aveva previsto, purtroppo, era stata la vendetta di Sasuke stesso.

Il suo caro fratellino, volendogliela far pagare per tutto, risate incluse, aveva combinato gli appuntamenti di Gaara, suo socio in affari, facendo sì che non combaciassero mai con i suoi, impedendogli in questo modo di potersi incontrare. Dannato otouto!

Le aveva provate tutte, ma Sasuke era stato irremovibile e Gaara non aveva di certo fatto niente per migliorare la situazione, anzi, sembrava quasi volesse collaborare con l'altro!

Disperato e depresso, fece ritorno a casa, trovandola invasa dai suoi amici, e stranamente anche da Sakura e Sai.

-Ho saputo-esordì felice la rosa, non appena lo vide arrivare.Al suo sguardo interrogativo, aggiunse-Di Naruto e Kakashi!- sembrava che la cosa la divertisse.

Vedendolo poco partecipe, decise di aggiornarlo sulle ultime novità, infatti, da brava migliore amica, lei dopo aver tartassato Sai era andata direttamente a tartassare Naruto stesso, scoprendo così tante cose.

Itachi sospirò, se Sasuke lo scopriva, era morto.

Notò poi lo sguardo a forma di yen di Kakuzu e si corresse: erano morti, perché Sasuke non si sarebbe limitato ad eliminare lui, ne era certo.

Una cosa in quegli anni l’aveva imparata,  un Sasuke arrabbiato era un Sasuke che non ragionava, ed un Sasuke che non ragiona lucidamente è un Sasuke portatore guai.

Di sicuro, ne stavano per succedere di tutti i colori. Soprattutto, ghignò ritrovando un po’ di buon umore, non osava immaginare cosa sarebbe successo non appena a scoprirlo fossero state sua madre Mikoto e la signora Kushina!

Deciso a scacciare la malasorte, ed a sfogarsi per la vendetta di Sasuke che non gli permetteva di farsi Gaara come doveva, Itachi si unì al gruppo di squinternati riuniti nel suo salotto, progettando scommesse future in cui era calcolato il pericolo Kakashi!

 

_continua_

 

 

 

- Angolo delle pazze squilibrate –

-

Hola bella gente, ed ecco a voi il nuovo capitolo.

Spero che non ci linciate per come ha preso piega la storia, ma come avete capito ci divertiamo un mondo a torturare il teme… abbiamo scoperto che è uno dei nostri passatempi preferiti.

Ora vi lasciamo alle risposte ai commenti, e ringraziamo tantissimo tutti quelli che leggono, commentano e hanno messe la storia fra le seguite e le preferite, veramente ci fa immensamente piacere, un grandissimo bacio e al prossimo capitolo, ciaoooo Quistis e Yuko.

 

Lucylu: Ci hai preso alla grande, Sasuke corre dietro a Naruto,

ma da come hai potuto leggere nel capitolo lo torturiamo ancora di più ^^

in fondo mica può averle sempre tutte vinte...

Per quanto riguarda Naruto lui non si accorge di niente proprio perchè è un dobe e noi non

siamo assolutamente perfide con i lettori, nu nu U_U

Grazie per lo splendido commento, sperando che anche questo capitolo sia di tuo gradimento,

un bacio Quistis e Yuko.

 

 damis: anche a te dispiace per Sasuke, tra un pò quel teme ci dovrà un enorme favore,

noi lo tortureremo anche, ma grazie a questa storia le sue fan aumentano, nelle altre storie, al

contrario vogliono tutte la sua testa ih ih.

Per quanto riguarda far ingelosire Naruto è un pò impossibile, almeno secondo il nostro punto di vista, ci sono due ragioni fondamentali: la prima perchè Nacchan non se né accorgerebbe di sicuro, neanche se glie lo facessero notare. La seconda perchè in fondo in fondo torturare il teme è un passatempo divertente. Vedila così queste sono le leggi del karma, c'è chi nelle sua storie maltratta Naruto, lo fa picchiare, stuprare e soffrire, noi al contrario ci divertiamo a torturare Sasuke, mandandolo in bianco e soprattutto facendogli rodere il fegato dalla gelosia.

Grazie per il commento, al prossimo capitolo, con la speranza che anche questo sia di tuo gradimento, baci Quistis e Yuko.

 

 Ninja767: Qui chan è grande, la storia degli apicoltori è la sua, il discorso di Fugaku invece è stata una mia idea.

Una vera e propria lezione di vita, quelle attenzioni che ogni figlio maschio vuole ricevere dal padre ^^, quelle che Sasuke ha sempre desiderato momenti padre figlio, senza il fratello di torno ih ih, peccato però che forse non erano proprio queste le attenzioni che voleva, ma in fondo mica può pretendere troppo...

Grazie per il commento, e al prossimo capitolo, baciiiiiiiii

 

 ryanforever: Ohhhh Sasuke in questa ff soffrirà, si dispererà ed avrà un gruppetto di pazzi che si divertirà un mondo alle sue spalle. Dopotutto non può scappare con un serpente maniaco e passarla liscia, bisogna che in qualche modo qualcuno lo punisca, ergo, in questa ff soffrirà e noi ci divertiremo un mondo a scriverla.

Ciaooooo e grazie per il commento, al prossimo capitolo, baci Quistis e Yuko.

 

una tenera ragazza morta: ho la vaga idea che se vuoi iniziare a scommettere farai la gioia di Kakuzo.

Per le scommesse, le quote e tutte le informazioni devi rivolgerti direttamente a lui, se né occupa personalmente

e non vuole affidare a nessun altro l'incarico ^^ però un consiglio stai attenta a quanto punti, perchè i pazzi amici d'Itachi sono ricchi e giocano cifre stratosferiche...

Grazie per il commento, ed anche perchè stai in adorazione, quando abbiamo letto il commento ci sentivamo un pò Jashiin, a parte gli scherzi grazie ancora, siamo felicissime che la storia ti piaccia, e ancora non hai letto nulla, in questo nuovo capitolo fa la sua entrata un nuovo personaggio che stravolge tutto, hai tifato per Sai, ora forse metterai su un fan club...

Ciao e al prossimo capitolo, Yuko E Quistis.

 

 marynana89: abbiamo Kakuzo che zompetta in salotto, è felicissimo perchè sa che farà i miliardi sono con le vostre scommesse, però se vuoi proprio rischiare contro di lui devi andare sul suo sito personale ed immettere il numero della tua carta di credito e le coordinate bancarie, in caso di vincita se sei fortunata e se qualcuno riesce a convincere Kakuzo a sborsare i soldi ve li spedirà direttamente lì.

Passando a Naruto, non è lui che deve crescere di cervello, o almeno non solo lui, anche il teme deve capire che il biondo non è più un bambino e la purezza fatta persone.

Grazi per il commento, un bacione Yuko e Quistis.

 

 ilarione: mamma mia hai scritto un capitolo tu su come vorresti che andasse la storia ^^, però se Sasuke commetteva un strage, picchiato tutti, ucciso Sai e si sarebbe preso il dobe con la forza noi come la continuavamo la storia??? @_@

Però devo dire che la parte in cui Sasuke fa vestire Naruto da fiore è geniale come il gioco dell'impollinazione ih ih, stavamo morendo dalle risate mentre leggevamo il commento, c'è un unico piccolo insignificante problema, pare che Naruto abbia già impollinato con qualcun'altro, il teme dovrà combattere un pochino prima di vincere la sua battaglia alla conquista del dobe, sempre che noi siamo magnanime e glie la facciamo vincere, potremmo entrare nella modalità perfidia e mandarlo in bianco per l'eternità...

Grazie per lo splendido e divertentissimo commento, speriamo che anche questo capitolo ti piaccia, un bacio, Yuko e Quistis.

 

lady moon: mi sa che molte delle tue curiosità sono state colmate con questo capitolo, ed hai scoperto

molte cose anche su Naruto, pare che non sia così ingenuo come sembra ...

Grazie per il commento, e al prossimo capitolo, baci Quichan e Yuko.

 

MissyMary:Mamma mia povero Sai, lo hai insultato in maniera atroce, capiamo che a primo impatto se lo meriterebbe, ma

lui poverino voleva farsi solo quattro risate alle spalle di Sasuke, come tutti gli altri del resto, in fondo sembra che

non è il pittore la persona di cui si deve preoccupare il teme, ma ben altra persona...

Per quanto riguarda Sakura, sé nel capitolo precedente ti stava quasi simpatica, forse in questo l'adorerai ^^

Grazie per il commento, e non ti arrabbiare troppo per il capitolo appena letto, è ai fini della storia.

Un bacio Yuko e Quistis.

 

act: mi sa che dobbiamo deluderti, Sakura non sta con Itachi ma con Sai.

Itachi ha la sua dolce metà con cui si diverte un mondo e che fondamentalmente lo tiene in riga, come avrai letto

in questo capitolo ha fatto la sua comparsa il bello, affascinante e gelido Gaara, come non può perdere la testa per lui

il maggiore degli Uchiha.

Grazie per il commento, al prossimo capitolo Quistis e Yuko.

 

 Ocatarinetabelasciscix: finalmente qualcuno a cui piace vedere il teme soffrire, benvenuta nel club ^^

ultimamente siamo rimaste veramente in poche, sono tutti dispiaciuti pe Sasuke.

Poi hai anche pensato agli akatsukini, ed hai ragione sono fantastici anche loro.

Grazie per il commento e speriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, baci Yuko e Quistis.

 

crazyapple: Ciaoooo, siamo felicissime che la storia ti piaccia, e sei anche gentilissima, apprezzi entrambi come scrittrici, postatrici di ff... speriamo che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Un grandissimo bacio, Yuko e Quistis.

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Capitolo 4
*** Pioggia ***


Un Teme alla disperata conquista del suo dobe

 

Pioggia

 

 

 

 

Pioveva.

Da giorni, fredde gocce di pioggia non facevano altro che cadere.

Incessantemente.

Cadevano sull’intera città, facendola diventare cupa, grigia.

Due iridi cristalline scrutavano attentamente il paesaggio dalla grande finestra del suo appartamento, la mente lontana.

Intenta ad osservare quelle gocce di pioggia, che come un pianto triste inondavano Konoha.

Naruto era distratto, la sua mente altrove, mentre con le labbra sorseggiava come se non né avvertisse il sapore, la cioccolata calda che Sai aveva preparato per loro.

Per una merenda in compagnia, scambiando quattro chiacchiere proprio come quando erano più piccoli.

Nemmeno le voci dei due ragazzi che quella mattina di una domenica invernale lo erano andati a trovare, raggiungevano la sua mente, almeno finché la voce alterata di Gaara che lo riscuoteva dai suoi pensieri non gli giunse alle orecchie:

 

-…ruto, Naruto. Insomma mi stai ascoltando?- domandò un giovane dai folti capelli rossi, iridi acqua marina e il volto decisamente scocciato.

 

-Scusami Gaara, ero con la mente altrove .- affermò un biondino con un sorriso sghembo, e l’aria da cucciolo bisognoso di coccole, che fece scemare il malumore del ragazzo.

 

-Che eri distratto ce né eravamo accorti .- affermò Sai divertito, una luce maligna negli occhi.

Una luce che fece preoccupare non poco Naruto, sapeva che quando il suo amico aveva quello sguardo lui avrebbe passato un sacco di guai.

-Non starai mica pensando ad un’affascinate uomo dalla chioma argentata?

-Uomo con il quale sei stato scoperto in flagrante in piacevoli attività fisiche .- continuò Gaara ghignando; ghigno che si ampliò quando vide il volto dell’amico diventare rosso come il sole al tramonto.

 

-Non stavo affatto pensando a Kakashi, se proprio lo volete sapere, e tanto meno al fatto che quel maledetto di un teme lo abbia raccontanto a destra e a sinistra, non lo facevo tanto pettegolo. Ma in fondo il farsi gli affari degli altri deve essere una dote che hanno tutti i miei amici, se così non fosse non avrei passato un intero fine settimana a tentare di depistare Sakura e le sue domande imbarazzanti. Domande che tra l’altro non mi sarebbero state poste se una persona di mia conoscenza si fosse fatta gli affari suoi? Non è vero Sai? E non sghignazzare a quel modo .- sbuffò spazientito il ragazzo.

 

-Guarda che io non gli ho detto assolutamente nulla .- affermò con aria fintamente offesa il ragazzo dai capelli scuri, -se lo avessi fatto posso assicurarti che non sarebbe venuta ad assillare te .- un sorriso birichino andava ad ornare il volto solitamente impassibile.

 

Naruto sbuffò nuovamente prima di riprendere a parlare stizzito: -Ho l’impressione che voi vi divertiate a vedermi in certe situazioni imbarazzanti. Non mi sorprenderebbe se fosse stato uno di voi a dare la copia delle mie chiavi di casa al teme. Mamma mia che imbarazzo quando è piombato in soggiorno: ma poi la cosa più inverosimile, mi domando chi gli abbia messo in testa tutte quelle assurdità sul mio conto? Affermò più a se stesso che agli altri il giovane dai capelli dorati.

 

-Che genere di assurdità? Domandò Gaara curioso.

Con Sai erano andati a trovare Naruto, subito dopo aver scoperto che Sasuke era piombato a casa sua, scoprendolo in flagrante a spassarsela con il suo ex amante, ma i due giovani non avevano indagato su cosa il moro avesse detto o fatto chiedendolo direttamente all’Uchiha, avevano atteso di incontrare Naruto.

Di certo non volevano aiutare Itachi, Sakura, e tutta la compagnia degli scalmanati a imbastire ancora più scommesse di quanto non avessero già fatto fino a quel momento, così avevano pazientato fino alla domenica, per poi parlare con il diretto interessato.

Anche se i loro volti non lo davano a vedere, entrambi i ragazzi erano curiosissimi di scoprire cosa avesse combinato il più piccolo degli Uchiha, quanto fuori di matto avesse dato, e se aveva tentato di uccidere Kakashi non appena lo aveva scoperto con Naruto.

 

Le iridi cristalline del ragazzo scrutarono attentamente i volti dei suoi due amici; sapeva perfettamente che anche se non lo davano a vedere, i due erano curiosissimi di sapere cosa fosse accaduto quando Sasuke era piombato come una furia nel suo soggiorno.

Sapeva perfettamente che non vedevano l’ora in cui gli raccontasse tutto.

Poteva avere degli amici tanto curiosi? Gettò un ultimo sguardo ai due, che in trepidante attesa aspettavano che parlasse, poi sconsolato si rispose di si.

 

-Siete veramente allucinanti, non capisco perché non vi siate fatti raccontare tutto dal teme?-

 

-Perché non ci avrebbe detto nulla .- rispose serafico Gaara –ed ora raccontaci cosa è in grado di fare il genio Uchiha, sono fidanzato con uno di loro devo essere preparato a tutto .-

 

 

 

Naruto guardava allibito i due ragazzi.

Dove era andata a finire la loro compostezza, il loro sguardo freddo e indifferente a tutto.

Quelli che aveva di fronte piegati in due dalle risate e le lacrime agli occhi, non erano di certo i suoi vecchi amici.

Poi cosa ci trovassero tanto da ridere sulle disavventure altrui, non appena aveva terminato di raccontare loro il piccolo intermezzo con l’Uchiha che piombava in casa sua mentre dava un caloroso bentornato a Kakashi, e lo stesso teme che dava in escandescenza, blaterando cose strane, sul fatto che lui fosse ingenuo e puro, e che perfino un bambino sarebbe stato più malizioso di lui, sembrava che li facesse sbellicare dalle risate.

 

Con le lacrime agli occhi, mentre tentava di ricomporsi, Gaara blaterava sul fatto che fosse impossibile che l’Uchiha si fosse convinto di quella storia.

-Non posso credere che credeva veramente che tu fossi casto e puro. Mi domando se in questi anni abbiamo conosciuto la stessa persona che conosciamo noi, sé non ricordo male, sei tu quello che ci ha provato spudoratamente con il socio di tuo padre, o sbaglio?-

 

Un lieve rossore tinse nuovamente le guance del biondo:

-Questo cosa centra ora?- domandò –è successo un sacco di tempo fa .-

 

-Si ma mi sa che quel lato del tuo carattere, quello sbarazzino e decisamente sensuale lo devi aver nascosto bene con Sasuke e Sakura .- affermò Sai. –entrambi erano convinti che vivessi ancora nel mondo della favole .-

 

Lo sguardo completamente sconcertato del biondo fece scoppiare a ridere nuovamente i due ragazzi.

Di certo era una vita che non si divertivano tanto.

 

-Non oso immaginare se dovessero venire a sapere delle nostre serate in discoteca quando eravamo più giovani, di certo non andavamo lì per ballare .- affermò Gaara. –Come minimo a Sasuke prenderebbe un colpo.-

 

-Non solo a Sasuke in questo caso .- ribatté serio Naruto –Ho la vaga idea che anche Itachi non prenderebbe bene l’idea che prima che ti mettessi con lui avevi decine di spasimanti . Sarebbe capacissimo di iniziare una caccia all’uomo per sterminarli tutti .-

 

-Lo so è per questo che ho sempre evitato l’argomento .- affermò serio Gaara, -ma ribadisco la faccia di Sasuke alla scoperta  che non sei l’angelo che crede lui sarebbe impagabile .-

 

Naruto sbuffò spazientito, a volte Gaara era veramente diabolico, metteva i brividi quando avevo quel ghigno stampato in faccia. Però in fondo non aveva tutti i torti, sarebbe stato divertente vedere la faccia del teme a quella scoperta.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 Itachi era seduto al bancone del bar di uno dei più grandi alberghi di Konoha, irritato, era al suo terzo drink.

Neanche quella sera aveva potuto incontrarsi con Gaara, il ragazzo, il suo fidanzato non era rintracciabile, sparito nel nulla.

O meglio volutamente non gli rispondeva, insieme a Sai erano andati a trovare Naruto quel pomeriggio e per diverse ore non lo aveva sentito.

Voleva fargliela pagare per aver imbastito nuove scommesse su Naruto. Quella sera neanche si sarebbero potuti incontrare, e questo per colpa del suo otooto che aveva organizzato un incontro di lavoro con i dirigenti di una società che le ditte Uchiha avrebbero dovuto assorbire. Anche il suo otooto voleva vendicarsi.

Ce l’avevano tutti con lui. A quel pensiero ordinò un nuovo drink.

Era da una settimana che non riusciva a passare del tempo con il suo fidanzato, fidanzato che tra l’altro non gli rivolgeva la parola, visto che  incitava i pazzi dei suoi amici a organizzare scommesse su Naruto e Sasuke.

Ma cosa ci poteva fare se quei due ragazzi che lo volessero o meno erano una fonte inesauribile di divertimento.

Con un solo colpo mandò giù l’ennesimo drink, poi come fosse un martire si preparò a raggiungere suo fratello e suo padre al tavolo delle trattative.

Non c’era nulla di più noioso che le riunioni di affari.

 

Incurante delle occhiate di apprezzamento che gli venivano rivolte, in fondo era un Uchiha, era lui il cacciatore e non gli altri, si diresse a passo lento verso il tavolo dove sedevano compostamente Sasuke e Fugaku.

Incurante della melodia di sottofondo che riecheggiava leggiera per il locale e delle voci di tutti coloro che lo circondavano, la sua mente persa nei suoi pensieri, fino a quando una risata cristallina non lo riportò alla realtà.

Le iridi scure percorsero l’intero locale, fino a quando non si posarono su colui che stava cercando.

Non si era sbagliato, quella risata, quell’allegria erano inconfondibili, sperava solo che suo fratello non se né accorgesse.

Seduto ad un tavolo appartato, chiacchierando allegramente, c’erano Naruto ed un uomo dalla folta chioma argentata, più grande del ragazzo, ma decisamente molto affascinante.

Itachi rimase diversi minuti ad osservarli, vedeva gli sguardi complici che si lanciavano, le mani intrecciate sul tavolo, ed i sorrisi che il più giovane rivolgeva all’uomo.

Sorrisi teneri che ogni volta facevano perdere il fiato al suo interlocutore.

Poi un’illuminazione passò nella mente del maggiore degli Uchiha, se Sasuke si fosse accorto dei due, avrebbe sicuramente dato di matto.

Come minimo infuriato sarebbe saltato addosso all’uomo che lentamente stava allontanando Naruto da lui, per scuoiarlo vivo..

Non che il ragazzo fosse dispiaciuto del fatto, dagli sguardi che si lanciavano i due, che la loro storia fosse finita o meno, dovevano essersi amati veramente molto.

Scacciò dalla mente quel pensiero, ora la cosa più importante era fare in modo che suo fratello non si accorgesse dei due.

Non per molto, da quello che aveva notato, aspettavano il conto, ma quelle risate che ogni tanto si sentivano riecheggiare nella sala erano inconfondibili, presto il suo fratellino si sarebbe accorto della loro presenza.

 

Attese paziente ancora pochi minuti, poi quando i due si alzarono per andarsene si avviò verso il suo tavolo, peccato che proprio in quel momento Sasuke si fosse alzato per andarlo a cercare.

Itachi lo fissò attentamente, mentre il volto del suo fratellino si irrigidiva e una vena omicida cominciava a pulsare sulla sua fronte.

Le iridi lentamente da scure sembravano divenire quasi rosse dalla rabbia.

Era accaduto ciò che temeva, Sasuke si era accorto dei due, che incuranti del mondo intorno a loro uscivano dal locale, allegri e felici come non mai.

Itachi non riuscì a fermare il più giovane, come un fulmine, senza neanche prendere la sua giacca si era buttato sotto la pioggia, all’inseguimento di Naruto.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

L’acqua imperterrita continuava a cadere.

Gocce gelide come fossero centinaia di aghi di cristallo cadevano su Konoha.

Un freddo vento soffiava da nord, eppure sembrava che tutto questo non desse affatto fastidio al cucciolo che lo aveva trascinato nel grande parco cittadino.

Gli occhi scuri dell’uomo si posarono sul suo compagno, lo fissarono attentamente, con gli anni Naruto era divenuto ancora più bello.

Splendido, un angelo tentatore, eppure non aveva perso quel sorriso o quella lieve ingenuità che lo rendevano adorabile.

Mano nella mano passeggiavano, mentre la pioggia continuava a cadere imperterrita.

Fu un attimo, il tuono rimbombò ed in seguito un lampo violetto si delineò in cielo.

Avvertì il brivido di paura che attraversò il corpo del compagno.

Neanche quello era cambiato, amava la pioggia, ma al tempo stesso i temporali, i tuoni lo inquietavano.

In quei frangenti sembrava veramente un cucciolo spaventato bisognoso di coccole.

Si fermò sotto un ciliegio, lo stesso che era stato testimone di molti loro incontri, poi con delicatezza strinse a sé il compagno.

Le loro labbra si unirono in un dolce bacio, mentre con le mani carezzava quel corpo che lo mandava fuori di testa.

In quel momento si chiese come aveva fatto in quegli anni a rimanere senza si lui.

 

Incuranti della pioggia i due continuarono a baciarsi per lunghi attimi.

Incuranti del vento gelido che soffiava da nord, stretti l’uno all’altro ebbri del calore che si donavano reciprocamente.

Incuranti di due iridi scure che rabbiose li fissavano, persi nel loro mondo i due consumavano il loro attimo di felicità.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Era stata una pessima giornata, iniziata male e finita peggio.

Decisamente, quel giorno Sasuke pensava non potesse andargli peggio di così. Ma non sapeva che si sbagliava, le cose quando vanno male di solito poi tendono a peggiorare prima che a migliorare, ammesso poi che migliorassero chiaro.

Quella mattina si era svegliato di cattivo umore, visto anche che la maggior parte della notte l’aveva trascorsa sveglio a rimuginare. Non si capacitava di come le cose si fossero evolute: il giorno prima pensi che la persona che ami sia pura e innocente, e il giorno dopo scopri che alle tue spalle chissà da quanti si è fatto toccare. Ok, forse era ingiusto e di certo non voleva dare a Naruto della troia, ma era arrabbiato.

Arrabbiato con il suo –presunto- migliore amico.

Al di fuori del fatto che lo amasse, rimaneva comunque questa verità: loro era cresciuti insieme, erano amici, migliori amici! E Naruto che faceva? Non si confidava con lui, forse gli mentiva anche. O meglio, di sicuro gli aveva mentito tutte le volte che era uscito di nascosto con quell’Hatake. Ora molte cose quadravano, tutto sembrava avere un senso. Forse tutte le volte che lui lo aveva invitato ad uscire come amici e Naruto si era rifiutato dicendo di avere da fare, era perché doveva vedersi con Kakashi, logico.

Dannazione! Imprecò. Possibile che Naruto non si fidasse di lui a tal punto? Se avesse saputo che gli piaceva poteva anche capire, gli avrebbe nascosto la sua relazione per non farlo soffrire; ma Naruto non sapeva di piacergli per cui il fatto che non l’avesse messo a corrente di niente implicava necessariamente che il biondo non si fidava di lui.

Naruto Uzumaki non si fidava di Sasuke Uchiha.

Scosse la testa, distrutto. Che aveva fatto di male per far si che Naruto non si fidasse di lui? Cosa? Non era mai stato invadente, ok  forse aveva apertamente manifestato la sua possessione e gelosia verso il biondo ma mai, mai una volta si era intromesso con i fatti nei suoi affari, mai una volta lo aveva tradito, mai una volta aveva parlato alle sue spalle, mai. Non aveva mai fatto niente che potesse ferire o mettere nei guai Naruto, eppure, nonostante tutto, il suo migliore amico non si fidava di lui. Perfetto, poteva suicidarsi ora? Tanto forse non gli sarebbe neanche importato di questo.

A Naruto non importava niente di lui cazzo! Niente! E lui che lo amava con tutto sé stesso! Che coglione! Era stato cieco e stupido, si era esposto dimostrando di tenere a lui ed era stato ricambiato con un cumulo di bugie e tradimenti! Che fesso, chi lo aveva detto che era un genio lui? Lui non era un genio, era solo un idiota, un idiota innamorato.

Si prese la testa tra le mani, imponendo almeno a sé stesso di non mettersi a piangere. Non voleva cadere ancora più in basso di così, non voleva dar via anche la sua dignità per Naruto, per una persona che non si fidava di lui e a cui probabilmente di lui non importava niente.

Afferrò il suo drink e lo scolò in un sol sorso, per poi riempirlo nuovamente con dello scotch.

Prese a fissare intensamente il liquido ambrato che brillava nel bicchiere, creando strani giochi di luce. Prima di posarlo sul tavolino, afferrare la bottiglia, e decidere di scolarsi direttamente quella.

Così si era svegliato la mattina dopo, di cattivo umore, e con un bel mal di testa da sbronza. Niente di meglio per cominciare la giornata.

Il resto del giorno poi, era stato anche peggio. Si era diretto dal suo secondo migliore amico, Neji Hyuga. Gli aveva raccontato tutto, dalle sue scoperte, alla sua sfuriata, per finire con la rivelazione della sera precedente. Ma secondo Neji stava esagerando.

Esagerando? Certo, il tuo migliore amico ti nasconde quello che probabilmente è stato il suo primo amore nonché prima scopata e secondo lui stava esagerando!

Cazzo, innamorati  o no di solito con un amico si parla di certe cose no? Se ti innamori chi è la prima persona a cui lo racconti? Il tuo migliore amico, appunto!

Lui non stava esagerando, era serio e ci credeva veramente. Naruto non si fidava di lui, e di lui niente gli importava.

Non era arrabbiato solo perché era innamorato di Naruto, che poi era ciò che affermava Neji, era arrabbiato anche come amico. Si sentiva tradito.

Ok, forse non tutti gli amici ti raccontano quando fanno sesso per la prima volta,poteva anche capirlo questo, anche se ovviamente non poteva accettarlo visto che avrebbe voluto essere lui il primo per Naruto. Il punto era un altro. Naruto non si era confidato con lui. Non gli aveva raccontato della sua cotta, di come si sentisse, chissà magari in quel periodo era su di giri per quell’infatuazione! Ma a lui non aveva detto niente, aveva preferito mentire e tenerlo all’oscuro di tutto piuttosto che confidarsi .

Era così –pessimo- come amico, da non meritare la fiducia di Naruto? Aveva fatto qualcosa che aveva portato il biondo a credere che lui non fosse degno della sua fiducia? No. Era sempre stato leale.

Per questo non capiva e non accettava, per questo era arrabbiato prima di tutto.

Perché Naruto, nonostante tutto ciò che lui aveva fatto come suo amico, non lo ritenesse comunque degno della sua fiducia.

Come invece probabilmente riteneva  degni Gaara e Sai. Perché non era stupido, se ne era accorto che gli unici a non mostrare stupore alla scoperta di Kakashi Hatake e della sua passata storia con Naruto fossero stati proprio quei due. E questo volva dire solo una cosa, con loro Naruto si era confidato, con loro aveva parlato, si era aperto.

Con lui non lo aveva fatto, mai. E pensare che come un idiota, invece, lui lo aveva sempre fatto, sempre. Si era sempre confidato con Naruto, ritenendolo il suo migliore amico, oltre che persona amata.

La giornata poi era finita anche peggio.

Seduto al tavolo delle trattative con suo padre, aveva aspettato paziente l’arrivo del fratello, sperando così di poter concludere quella già di per sé disastrosa giornata.

Quando Itachi aveva tardato, lui si era alzato per andarlo a cercare, gli ci mancava solo che suo padre si arrabbiasse, non aveva proprio voglia di starlo a sentire quel giorno.

Ma non aveva fatto in tempo a fare molta strada, che due persone avevano attirato il suo sguardo. Due persone ben note, Naruto e Kakashi, insieme.

Si era irrigidito, ed incavolato li aveva seguiti sotto la pioggia. Ma non era preparato a vederli insieme in atteggiamenti intimi, o meglio, dolci. Certo li aveva sorpresi a letto insieme ma quello infondo era solo un atto carnale, un bisogno fisico, il bacio era tutta un’altra cosa. Il bacio era qualcosa di speciale, di unico. Non vai in giro a baciare tutti, no. Eppure proprio davanti ai suoi occhi, Naruto lo tradiva ancora.

Aveva pensato che sarebbe esploso, che avrebbe fatto una scenata, ed invece niente. Si era sentito come –vuoto-. Così aveva semplicemente girato i tacchi e se ne era tornato a casa.

Ed ora era lì, nel suo letto, pronto a dormire. La mente stanca di pensare, lui era stanco di tutto. Si sentiva svuotato, come se fino a quel momento avesse trattenuto il respiro sott’acqua, e poi improvvisamente fosse tornato l’ossigeno e lui non era abituato a quell’improvviso cambio, aveva annaspato, finché non era stato sopraffatto, ed ora era semplicemente esausto.

Ma una decisione quella notte l’aveva presa. Naruto non si era fidato di lui, lo aveva tradito; bene, da quel momento in poi anche il biondo avrebbe conosciuto il freddo ed insensibile Sasuke. Pensava che fosse dolce e comprensivo con tutti? Si sbagliava, lo faceva solo con lui, perché lo amava. Ma ora basta, Naruto aveva voluto la guerra, e lui aveva accettato la sfida. Il suo ex - migliore amico avrebbe rimpianto il vecchio e da lui conosciuto Sasuke Uchiha. Avrebbe fatto capire al

biondo quanto Sasuke e non quel Kakashi, fosse speciale per lui. Avrebbe fatto sentire a Naruto la sua mancanza, ed alla fine, ne era certo, sarebbe stato Naruto stesso a tornare da lui, a scusarsi e magari anche a capire che era lui che amava e nessun altro.

 

***

 

Itachi osservava preoccupato suo fratello. Quella mattina Sasuke era ancora più glaciale del solito, sembrava quasi di vederla la bufera di neve che lo circondava, per non parlare del giacchio nei suoi occhi. Veniva freddo solo a vederlo. Sorrise per la sua stessa battuta, prima di tornare serio. Era di sicuro successo qualcosa.

Cercò di pensare a quale fosse il problema, e fu così che gli tornò in mente la sera precedente. Che avesse visto Naruto e Kakashi fare qualcosa di –compromettente- dopo che li aveva seguiti? Vedendolo, la risposta non poteva che essere –sì-. Ma allora perché invece di essere arrabbiato e sclerare, era così calmo? Glaciale?

Dov’era suo fratello e chi era quello che aveva davanti?!

Lo osservò avvicinarsi a Naruto, quel giorno lì per lavoro, e consegnarli dei fogli.

Il tutto guardandolo con occhi di ghiaccio, e non il solito sguardo allupato, rivolgendosi a lui in modo formale e professionale e non il solito arrogante e superiore, per concludere in bellezza chiamandolo Uzumaki e non Naruto ed andarsene senza aver spogliato con gli occhi il biondo o aver tentato di trascinarlo con sé in qualche sgabuzzino! Ok, o lo avevano rapito gli alieni, forse aveva preso una botta in testa, o si era drogato. In ogni caso, quello non era Sasuke, e a giudicare dagli sguardi sconvolti di tutti gli impiegati dell’ufficio non era il solo a pensarla così.

Vide Naruto voltarsi a guardalo con un enorme punto interrogativo stampato in faccia, ma purtroppo non poté dargli nessuna risposta sensata visto che neanche lui sapeva cosa aveva il suo otouto.

L’unica soluzione era parlare con lui, o provarci, sempre ammesso che non lo avrebbe ridotto ad un ghiacciolo prima.

L’occasione si presentò alla pausa pranzo. Visto il suo strano comportamento della mattina non si era stupito di trovarlo ancora nel suo ufficio e non in quello di Naruto. Per cui si avvicinò alla scrivania cercando di mantenere un’aria tranquilla e cordiale, ma suo fratello anticipò qualunque sua domanda.

-Non sto male, non sono drogato, non mi hanno rapito gli alieni e niente delle cavolate che sicuramente ti saranno frullate nella testa bacata che ti ritrovi è plausibile né vera-

Ok, pensò Itachi, 1 a 0 per Sasuke.

Sospirò prima di parlare –e allora cos’ hai oggi otouto? Non hai molestato Naruto neanche un po’ ed hai un aspetto più glaciale del solito, a confronto con te si potrebbe pensare che la dama delle nevi lavori ai Carabi - ironizzò.

Sasuke lo fulminò con lo sguardo, insomma lo aveva paragonato ad una femmina!

Anche se probabilmente non era quello il senso della frase, ciò non toglieva che la dama delle nevi fosse donna!

-Non ho niente, semplicemente ho deciso che mi sono stufato. Correre dietro ad uno stupido dobe solo per far divertire te e la tua banda di strani amici, facendo sempre la figura del fesso, mi ha stancato. Tutto qui- Non c’era bisogno che Itachi sapesse che quella era la sua nuova strategia di conquista, anzi, se suo fratello avesse sparso la voce sarebbe stato meglio. Infondo, voleva solo dimostrare a Naruto che era Sasuke la persona per lui importante, e non Kakashi.

 

Itachi lo fissò sconvolto, con tanto di bocca spalancata e corpo ridotto ad un ammasso rigido di carne.

Aveva sentito bene? Il suo otouto voleva rinunciare all’amore della sua vita?

Alla persone a cui correva dietro da quando aveva imparto a camminare? E cosa gli avrebbero detto ora, che il mondo finiva domani?! No, di sicuro c’era qualcosa sotto, doveva esserci! Il regno delle scommesse di Kakuzu non poteva crollare così! Cioè, si corresse, suo fratello non poteva rinunciare così al suo amore! Ecco questo si disse, faceva molto più –pensiero da fratello maggiore-.

Dopo essersi complimentato con sé stesso per il suo bel pensiero, tornò al punto principale: le scommess… cioè la felicità di suo fratello.

Doveva indagare, scoprire che era successo e far rinsavire Sasuke, e anche svegliare Naruto facendolo innamorare di suo fratello e poi trovare un rimedio alla fame nel mondo tanto che c’era.

No, da solo non poteva fare niente, gli servivano alleati, gli servivano i suoi amici, gli amici di Naruto e la signora Kushina ed i suoi genitori. Doveva mobilitarsi tutti, perché qui la questione era grossa, c’erano in gioco gli interessi finanziari di un sacco di gente, e la felicità di suo fratello e del biondino anche, cioè ovviamente.

Con sguardo nuovamente determinato, si congedò da Sasuke e si diresse a passo di carica fuori dall’ufficio. Aveva tanta gente da contattare e riunire, e un piano di battaglia da preparare!

 

 

 

_continua_

 

 

 

 

-       Angolino delle pazze squilibrate –

 

Ciaoooo, puntuali come un orologio svizzero, postiamo il nuovo capitolo, e ci scusiamo immensamente per non poter rispondere ai commenti, ma in questo ultimo mese non abbiamo veramente avuto tempo neanche per parlare del prossimo capitolo, tanti sono stati i nostri impegni.

Quindi ci scusiamo e cercheremo di rimediare nel prossimo capitolo, per adesso un grandissimo grazie a tutti coloro che hanno letto, commentato e messo la storia nei preferiti, seguiti e tutte quelle altre opzioni che hanno aggiunto ultimamente ^____^.

Un bacione Quistis e Yuko.

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Capitolo 5
*** Due Uchiha sotto shock ***


Un teme alla disperata conquista di un dobe

 

 

Due Uchiha sotto shock ^^

 

 

Pioveva.

L’inverno quell’anno non aveva dato nemmeno un giorno di tregua, o il gelo si insinuava nel corpo degli ignari abitanti di Konoha, oppure la pioggia cadeva incessantemente.

Anche quel pomeriggio pioveva, fredde gocce cristalline, che come tante lacrime ricadevano su Konoha, lo mettevano di pessimo umore.

Odiava il freddo, ma più del freddo odiava l’umidità, difatti per lui la giornata era iniziata malissimo, abituato al caldo della sua città natale, quando vedeva che il tempo era cattivo, il cielo scuro, anche il suo umore si rabbuiava.

Ma sinceramente, in quel preciso istante, il tempo era l’ultimo dei suoi problemi.

Seduto nel salotto del suo appartamento, mentre piccole gocce d’acqua ticchettavano contro la grande finestra che troneggiava sul centro della città, una sigaretta fra le labbra, osservava perplesso e scocciato due ragazzi molto simili fra loro con lo sguardo perso nel vuoto in evidente stato di shock, mentre un terzo giovane, biondo come il grano, armeggiava in cucina preparando un tè caldo.

Gaara scosse la testa irritato, sapeva che tutta quella storia non avrebbe portato nulla di buono, ma alla fine cosa poteva farci, non riusciva mai a dire di no a Naruto.

Così quando il biondo era piombato a casa sua, interrompendo il suo pranzo romantico con Itachi, non era riuscito a cacciarlo via, né lui né tanto meno l’altro Uchiha imbronciato che si era portato dietro, ovviamente il suo compagno non l’aveva presa altrettanto bene, ma osservandolo in quel preciso istante, con lo sguardo perso nel vuoto e una venetta che pulsava incontrollata per la rabbia che lentamente stava affiorando, supponeva che i propositi di vendetta e tortura che voleva rivolgere al suo otooto e a Naruto fossero passati in secondo piano.

Attento continuava a scrutare i due rampolli Uchiha davanti a lui, cercando in ogni maniera di riuscire a capire cosa le loro menti malate stessero elaborando in quel preciso istante. Ma in fondo quei due erano tutto tranne che geni, più che altro due mentecatti, ergo non riuscì a decifrare quegli sguardi persi nel vuoto, così, facendo passare in secondo piano lo stato mentale dei due ragazzi tornò a soffermarsi sugli avvenimenti di quel giorno, chiedendosi cosa fosse passato nella mente bacata di Naruto.

Chiedendosi dove avesse la testa l’Uzumaki, eppure era un ragazzo intelligente, come era possibile che non si fosse reso conto dello strano comportamento di Sasuke, e  che questo gli moriva dietro da anni, ma cosa più importante come gli era passato di raccontare alcuni avvenimenti della loro adolescenza a quei due? La gelosia Uchiha era rinomata, ed anche il loro lato vendicativo.

Gaara sapeva perfettamente che le settimane a seguire sarebbero state un inferno per tutti, con molta probabilità Itachi avrebbe convinto quegli squinternati dei suoi amici a dedicarsi alla caccia, non osava immaginare quanto panico avrebbero creato in città.

Perso nei suoi pensieri, venne riscosso dal rumore di un cucchiaino che dolcemente andava sbattendo sulle fini tazze da tè dell’antico servizio che sua sorella aveva voluto a tutti i costi comprargli; la voce di Naruto che lo raggiungeva:

 

-Sono ancora in questo stato pietoso?- chiese il biondo, scrutando attentamente i volti dei due ragazzi.

 

Gaara sbuffò, poi con noncuranza rispose: -Come minimo staranno elaborando qualche strano e folle piano di distruzione di massa, o qualcosa di simile, gli Uchiha sono decisamente megalomani quando s’impegnano.-

 

Le iridi cristalline di Naruto s’incupirono lievemente, in fondo un po’ gli dispiaceva, soprattutto per Gaara, sapeva che il suo colpo di testa lo avrebbe portato a discutere con Itachi, ma obiettivamente non aveva avuto nessun’altra idea per riuscire a capire che cosa fosse accaduto al teme.

Con uno sguardo da cucciolo abbandonato si voltò verso Gaara, poi con una vocina flebile sussurrò: -Mi spiace tanto per quello che è successo Gaacchan, so che quello che ho combinato ti farà discutere con Itachi, non volevo che accadesse.-

 

Gli occhi acquamarina si posarono sul giovane dalle iridi cristalline, poi come se nulla fosse, un gesto della mano come a voler scacciare quelle parole, come se quello, tutto quello che era avvenuto quel pomeriggio non fosse realmente importante.

 

-Va bene così- affermò sovrappensiero Gaara, -quello che ho fatto in passato, dico tutto, sia nel bene che nel male, non lo rimpiango, e Itachi non può mettervi bocca, ancora non stavamo insieme, forse neanche ci conoscevamo.- Poi su quel volto di solito impassibile, comparve un lieve stirarsi di labbra, -non preoccuparti e non scusarti, tu non hai fatto nulla di male, sono gli Uchiha che hanno l’idiozia come gene fondamentale nel loro DNA.-

 

La risata cristallina che inondò la camera a quelle parole, fece ghignare divertito anche il giovane dai capelli color del fuoco.

Quando il silenzio calò nuovamente nella sala, Gaara si alzò e si diresse verso la cucina, girandosi leggermente verso Naruto disse: -non preoccuparti per quei due, si riprenderanno abbastanza in fretta, almeno credo, ora aiutami a preparare la cena, non vorrai che gli eredi di una delle famiglie più influenti del paese muoiano di fame? Già abbiamo fatto parecchi danni facendoli cadere in quello stato.-

 

Nuovamente una risata allegra andò a riecheggiare per l’appartamento, Gaara sorrise interiomente per far tornare il buon umore a Naruto ci voleva veramente poco.

 

La cena era passata tranquilla, anche se in silenzio, persino Itachi e Sasuke avevano mangiato, ed ora sempre imbronciati erano seduti sul divano a rimuginare e borbottare fra loro. Si era decisamente rifiutato di sapere cosa stessero complottando, meno né sapeva meno si sarebbe infuriato in seguito; così in silenzio lavava i piatti che avevano usato quella sera, mentre avvertiva il canticchiare di Naruto, allegro come non mai, intento a finire di ripulire la cucina.

Gaara si domandava se fosse il pensiero di Kakashi a rendere l’amico così vispo quella sera. In tal caso fosse stato così, ebbe l’impressione di essere tornato in dietro nel tempo, quando erano ancora due ragazzini tanto differenti, ma che avevano legato subito, entrambi amavano vivere la notte e divertirsi, così anche con Sai, uscivano per darsi alla bella vita.

Osservava l’acqua calda scorrere sui tegami ammonticchiati nel lavello, come ipnotizzato, mentre la sua mente volava al passato, da quando era solo un’adolescente, fino a poche ore prima.

Gli ci volle un attimo per rivivere quel momento, l’attimo in cui Naruto era piombato come un uragano nel suo appartamento riportando alla luce una vita che sembrava così lontana.

 

 

Il biondo che lo pregava di farlo entrare con gli occhi azzurri luminosi e il labbro tremolante, tanto che nemmeno un inferocito Itachi era riuscito a dirgli di no.

Ora si domandava se avesse fatto bene, dalla reazione dei due Uchiha, non avevano preso bene il loro racconto.

Ma ripensandoci era tutta colpa di quell’idiota di Sasuke e della sua nuova strategia per conquistare Naruto, come gli era passato per la mente che ignorarlo fosse la cosa più saggia da fare? Tanto che quel baka del biondo si era reso conto del cambiamento di atteggiamento del suo migliore amico solo dopo due settimane.

Scosse la testa sconsolato domandandosi cosa lo avesse portato in quella città di matti, quando nella sua Suna viveva tanto tranquillamente.

 

Finito di sistemare la cucina i due giovani si diressero a preparare le camere da letto, o meglio la camera che avrebbero diviso Naruto e Sasuke, sperando che non si uccidessero a vicenda. Di comune accordo i due ragazzi erano giunti alla conclusione che non era il caso di mandare in giro da soli i due Uchiha in quelle condizioni, non sapevano se si sarebbero potuti ammazzare alla guida delle loro auto, o peggio ammazzare qualcuno solo per sfogarsi, dopotutto quel giorno erano venuti a conoscenza che i ragazzi di cui erano innamorati non erano sempre stati devoti solo a loro, ma avevano avuto altre storie, anche se obiettivamente Naruto ancora non si era reso conto di quello che Sasuke provava per lui, e tecnicamente non stavano insieme, ma in fondo per la mente dei due questo era solo un dettaglio irrilevante; ma tali scoperte avevano minato in fondo il loro orgoglio e probabilmente anche la loro sanità mentale.

Sbuffò spazientito, mai che si potesse avere una giornata tranquilla, poi gettò uno sguardo ai due dementi, stavano ancora confabulando fra di loro, li osservò per qualche minuto, preferendo poi lasciarli cuocere ancora un po’ nel loro brodo.

 

 

***

 

 

Sbuffò, osservando un punto fisso nella stanza.
Da poco era venuto a conoscenza del passato del suo amato rossino ed ancora non se ne capacitava. Come aveva fatto a non accorgersene in tutti quegli anni? Ok, non si conoscevano da sempre come Sasuke e Naruto, però era ormai da qualche anno che Gaara era entrato nella sua vita ed in seguito era diventato il suo ragazzo, per cui come era potuto sfuggire alle sue accurate indagini tutto ciò? Aveva accuratamente scandagliato il passato del rossino alla ricerca di possibili rivali la prima volta che lo aveva conosciuto, ma non ne aveva trovati per cui si era tranquillizzato, partendo poi subito alla sua conquista, ovviamente riuscita. Ma di tutti gli amanti che Gaara aveva avuto, bhè lui non ne aveva mai trovato traccia. Assurdo.

 

Continuava a fissare in stato catatonico la camera nella quale si trovava con suo fratello, che attualmente versava in condizioni peggiori delle sue.

Gli lanciò uno sguardo veloce, constatando che in effetti era messo decisamente male.

Certo, lui ora avrebbe sguinzagliato la sua banda di amici alla ricerca dei disgraziati che si erano fatti il suo rossino, perché meritavano una punizione esemplare, ma il suo otouto non aveva simile fortuna.  Infondo con chi poteva realmente prendersela lui, visto che con Naruto in effetti non ci stava insieme? Appunto.

Bhè, più tardi avrebbe pensato a come aiutarlo. Infondo doveva pur salvare l’economia nazionale basata sulle scommesse no? E rendere felice suo fratello, ovviamente.

 

Il suono della risata di Naruto lo fece lentamente tornare con la mente al presente ed al suo attuale problema.

Quanti omicidi potevano coprire i suoi soldi? E quanti casi del genere i suoi avvocati potevano far insabbiare? Erano dati che gli serviva avere al più presto, in modo da poter cominciare la sua caccia senza problemi.

Certo, sapeva che non era stato il primo con cui il rosso era andato a letto, non era stupido come il suo otouto lui. Però da qui a pensare che Gaara fosse un tale libertino ce ne passava!

Non riusciva proprio a figurarselo in versione sciupa ragazzi! Andiamo, con quello sguardo di ghiaccio, la parlantina a zero e l’indifferenza che lo circondavano come diavolo aveva fatto ad adescarne tanti? Di solito uno così intimorisce no? Certo, non intimorisce un Uchiha ovvio, ma tutti gli altri comuni ragazzi non erano certo Uchiha! Quindi come aveva fatto? E perché lui non ne sapeva niente?

Ecco, questo era un altro punto che gli dava oltremodo fastidio: l’esserne stato all’oscuro fino a quel momento.

Se Naruto non avesse voluto vuotare il sacco nella vana speranza di riconciliarsi con Sasuke, Gaara gli avrebbe mai rivelato niente?

Probabilmente no.

Sbuffò, appoggiandosi con la schiena al muro ed ascoltando il chiacchiericcio di sottofondo prodotto da Naruto e Gaara in cucina.

-Otouto..-

La voce flebile di suo fratello lo riscosse dai suoi pensieri, portandolo a girarsi verso di lui. Non appena lo fece, si ritrovò a specchiarsi in occhi simili ai suoi e pieni di rassegnazione. Sbiancò, rassegnazione negli occhi di Sasuke? Ecco, un altro dei segni dell’apocalisse era giunto! Ed ora cosa avrebbe scoperto, che un tempo Gaara era etero e si era fatto tante ragazze? Ok, questo era impossibile, forse, ma non centrava comunque niente al momento.

Riportando l’attenzione su suo fratello gli rispose sussurrando –dimmi-.

-Non ho alcuna speranza con Naruto vero?- sospirò, -come ho fatto a non accorgermi di niente? Eppure lo ho osservato così tanto e così a lungo. Alla fine l’ingenuo sono io eh, ironico.-

Gli fece male sentire l’orgoglioso Sasuke parlare così, scommesse a parte ci teneva davvero a lui e sperava che un giorno sarebbe davvero riuscito a conquistare Naruto.

Risoluto si voltò verso di lui, non poteva permettere che si buttasse giù così –No Sas’ke, ti sbagli. Innanzitutto, nessuno di noi si era accorto di niente lo sai, credevamo tutti che Naruto fosse puro ed ingenuo. Secondo, tu non sei affatto ingenuo- sorrise- se tu lo fossi veramente allora  gli iceberg sarebbero fatti di polistirolo! E’ una cosa impossibile fratellino- gli scompigliò i capelli riuscendo a farlo sorridere lievemente.

 

Purtroppo lo stato di alleggerimento mentale durò poco, bastò loro sentire le risate provenienti dalla cucina per tornare a deprimersi. Infondo, il punto non era cambiato, i loro amori avevano un passato che a loro era stato sconosciuto fino a poche ore prima, un passato pieno di ragazzi che non erano loro e che avevano osavano toccare qualcosa che gli apparteneva di diritto.

 

Itachi riportò la sua mente alla caccia che avrebbe dovuto organizzare.

Era necessario mandare Zetsu a cercare informazioni sugli obiettivi, poi lasciare le spese per armi e tutto il necessario a Kakuzu, e discutere con gli altri le strategie da adottare. Doveva trovare e far fuori tutti coloro che avevano osato sfiorare il SUO Gaara!

Un pensiero improvviso lo bloccò. Il suo rossino non lo aveva specificato, ma nelle sue relazioni passate era stato uke o seme? 

Un nuovo istinto omicida nacque in lui al pensiero che qualcuno avesse sfiorato in profondità il suo ragazzo. Ok che sapeva di non essere stato il primo, ma che in troppi  avessero osato profanarlo era inaccettabile! Sperò vivamente per loro che fossero tutti uke, e che il seme fosse stato sempre e solo Gaara. O la sua famiglia si sarebbe ridotta sul lastrico per evitargli la sedia elettrica..

 

Fu solo qualche ora dopo mangiato che il suo umore cominciò a dare segni di ripresa.

E ciò avvenne alla notizia che suo fratello e Naruto avrebbero dormito nella stessa stanza. Si rallegrò, sperando in una nottata/mattinata divertente.

Comunque per ora era meglio fingere di essere ancora in stato catatonico come Sasuke, sia mai che a Gaara venisse voglia di coccolarlo nel letto per farlo riprendere uhuh.

 

Si voltò verso suo fratello giusto per consigliargli di non saltare addosso a Naruto durante la notte, perché sarebbe stato decisamente controproducente.

Poi con la mente divisa tra la curiosità di sapere cosa sarebbe successo tra quei due durante la notte, e la voglia di eliminare i vecchi amanti di Gaara che ancora cresceva in lui, si decise a seguire ubbidiente il suo ragazzo nella sua stanza.

Si preannunciava una notte decisamente interessante!

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Naruto osservava attentamente il teme sdraiato sul letto che quella notte avrebbero condiviso. Era decisamente agitato, non che il dormire con Sasuke fosse un problema, troppe volte lo avevano fatto, sia da bambini che dopo, ma in quei giorni il suo migliore amico era decisamente strano, probabilmente sarebbe stato capacissimo di strangolarlo nel sonno. Ma sorvolando sul fatto che avrebbe potuto eliminarlo, pensò alle ultime settimane, anche se aveva fatto finta di nulla, non era uno stupido, si era reso conto fin da subito che c’era qualcosa che non andava, il comportamento di Sasuke era cambiato da un giorno all’altro, e sinceramente non riusciva  a capirne il motivo.

Un paio di volte aveva anche provato a chiedere delucidazioni al diretto interessato, ma questo con lo sguardo gelido lo squadrava per qualche istante, per poi allontanarsi mormorando un freddo tsk fra le labbra, senza dargli una risposta.

Che l’Uchiha fosse lunatico lo sapeva, che aveva dei seri problemi caratteriali e non fosse in grado di relazionarsi con il prossimo anche, ma non credeva che arrivasse al punto di non voler parlare neanche più con lui che era il suo migliore amico.

Forse stava impazzendo completamente!

 

Paziente, aveva aspettato due settimane, facendo finta di nulla, con la speranza che il teme tornasse in sé, ma alla fine visto che si era impuntato su quello strano atteggiamento era andato nel suo studio ad affrontarlo, con l’intenzione di non accettare uno sbuffo o un tsk come risposta, a costo di prenderlo a pugni.

 

Quella mattina, senza troppe cerimonie si era presentato nello studio del più piccolo degli Uchiha, aveva congedato le segretarie di Sasuke, e poi dopo aver chiuso la porta aveva affermato che non se né sarebbe andato finché non gli avesse dato una spiegazione plausibile sul suo repentino cambio di carattere, e la schizzofrenia non era una scusa accettabile, visto che sapeva perfettamente che non vi soffriva.

Ovviamente quel teme aveva cercato in tutti i modi di ignorarlo, ma improvvisamente quando stava per desistere rassegnato, affermando che avrebbe fatto tardi ad un appuntamento con Kakashi, Sasuke aveva finalmente deciso di rivolgergli la parola.

Era rimasto letteralmente basito alle parole che gli aveva rivolto il moro, e mai avrebbe pensato che si fosse sentito escluso dalla sua vita perché non gli aveva mai parlato di Kakashi. In un attimo aveva preso la sua decisione, dopotutto arrivati a quel punto poteva anche raccontargli tutto. Così, di punto in bianco lo aveva preso e trascinato da Gaara, gli serviva qualcuno che confermasse la sua storia e che lo spalleggiasse in un certo qual modo. Inoltre il rosso era l’unica persona  che poteva far capire  a quel teme che non era per cattiveria o mancanza di fiducia che non gli aveva mai raccontato della sua relazione con Kakashi, o di qualche sua altra vecchia fiamma, solamente non aveva mai trovato l’occasione giusta.

Erano così piombati a casa del rosso, del tutto incuranti delle proteste d’Itachi, e nel bel mezzo dei fulmini che il maggiore degli Uchiha lanciava dagli occhi, con la speranza di incenerirli all’istante, aveva iniziato il suo racconto; di come da ragazzi lui, Gaara e Sai uscissero spesso insieme, andavano in discoteca, o in svariati locali notturni, si divertivano non solo ballando, avevano avuto diverse avventure, mai storie serie, solo una notte e poi dimenticavano anche il nome del loro amante occasionale.

Molte volte aveva provato a chiedere al teme di uscire con loro, ma lui si era sempre rifiutato, affermando che odiava i posti troppo rumorosi e troppo affollati, così dopo un po’ aveva rinunciato, sapendo che avrebbero avuto altre occasioni per passare del tempo insieme.

Ricordava perfettamente la sera in cui aveva conosciuto Kakashi, era quasi un anno che facevano quella vita, e lo aveva incontrato al Kiuuby uno dei locali più in di Konoha, all’epoca aveva 16 anni, quello che sarebbe divenuto il suo amante dieci di più.

Lo aveva individuato in mezzo alla folla, riconoscendolo come uno dei soci più giovani di suo padre, un ragazzo affascinante che aveva intravisto solo alcune volte nello studio di Minato.

La sua intenzione era solo quella di salutarlo, niente di più, nella più classica delle buone maniere, mai avrebbe pensato che solamente incrociando lo sguardo di quell’uomo lo avrebbe designato come sua nuova preda. Già, perché all’inizio lo intrigava, voleva solo sedurlo, giocare con lui, magari più di una notte, ma col il tempo, dopo che lo aveva conosciuto la loro era divenuta una relazione seria. Poi per ovvi motivi gli unici a conoscenza della storia erano Gaara, Sai e qualche amico di Kakashi, di certo non avrebbe voluto far scoppiare una tragedia, conosceva suo padre, Minato tutt’oggi lo considera ancora un bambino, figuriamoci quando aveva solo sedici anni; e poi c’era il teme, lui e le sue manie, come Minato, Sasuke era iperprotettivo, e gelosissimo della loro amicizia, forse era per questo che non lo aveva mai informato dei suoi amanti.

Dopo che si erano lasciati, quando l’albino aveva accettato un incarico in un’altra città la loro relazione era finita, Naruto all’epoca doveva ancora terminare l’università, e per quanto fosse legato al suo compagno, e i tre anni trascorsi insieme fossero stati magnifici, aveva preferito rimanere a Konoha, anche se l’uomo gli aveva proposto di seguirlo.

Dopo ovviamente, aveva ripreso la sua vita, e pian piano, le sue uscite insieme ai suoi due amici, queste erano andate avanti finché i due non si erano ufficialmente fidanzati.

 

Scosse la testa, per poi tornare a fissare fuori dalla finestra la pioggia che non aveva nessuna intenzione di smettere di cadere.

Il cielo scuro e il cattivo tempo gli mettevano malinconia.

Abbandonando la visuale fuori della finestra tornò a posare le sue iridi cristalline sul suo migliore amico. Chissà se poteva definirlo ancora a quel modo? Improvvisamente nella testa gli rimbombò una domanda, la stessa che gli aveva fatto Itachi diverse settimane addietro: “Cosa è per te Sasuke?”

Il suo migliore amico, ma mentre si rispondeva una nuova domanda gli affiorò alla mente: “Ed io cosa sono per il teme?”

 

Con un gesto brusco della testa scacciò via quei pensieri, più in là forse avrebbe provato a dargli una risposta, ma ora la cosa più importante era riuscire a chiarirsi con Sasuke.

 

Mentre centinaia di pensieri vorticavano nella sua mente, uno sbadiglio affiorò alle sue labbra, era stanco, decisamente stanco.

Aveva bisogno di una lunga notte di sonno, poi il giorno seguente avrebbe ripreso la conversazione con l’Uchiha.

Silenzioso, si spogliò, e rimanendo solo con i boxer indosso, si infilò sotto le coperte, ma la voce del teme lo riscosse dai suoi mille pensieri:

 

-Dimmi dobe che diamine hai intenzione di fare?- chiese il moro osservando con sguardo famelico il corpo del suo migliore amico infilarsi sotto le coperte, seminudo.

 

Iridi cristalline si immersero in due pozzi scuri, lo scrutavano come se il loro proprietario fosse impazzito del tutto, poi con uno sbuffò rispose:

 

-Secondo te teme, vado a dormire. E’ tardi, ho sonno e non posso di certo continuare a fare da balia a te che sei caduto in uno stato catatonico.-

 

-Innanzitutto non ti ho chiesto nulla, e poi dobe, non sono caduto in uno stato catatonico come dici tu, ma stavo solo riflettendo.- affermò stizzito il moro, mentre i suoi occhi si affilavano come lame taglienti.

 

-Si, si come dici tu, ma ora lasciami dormire.-

 

-E’ questo il punto, non puoi dormire qui.-

 

-Dimmi teme sei impazzito? Dove dovrei andare a dormire secondo te?-

 

-Sul divano.- rispose serio Sasuke.

 

-Vacci tu a dormire sul divano, io questa notte la voglio passare in un letto.-

 

-E io ti dico che non puoi.- ma le proteste del moro terminarono lì, visto che Naruto, del tutto incurante delle sue strilla e dei suoi strepitii si era infilato sotto le coperte.

 

 

Il silenzio era calato nella camera da alcuni minuti, con gli occhi chiusi, Naruto tentava di addormentarsi, la stanchezza era molta, e quella appena trascorsa era stata una giornata estenuante. Ma qualcosa non gli permetteva di rilassarsi, avvertiva il respiro di Sasuke accanto a lui, e gli occhi scuri che ogni tanto si soffermavano a fissarlo.

 

Lentamente con lo scorrere del tempo, e con il rumore della pioggia che faceva da sottofondo, il sonno cominciò a prendere il sopravvento, quando ormai era quasi nel mondo dei sogni, diede voce ad una domanda che premeva per uscire da tutta la sera:

 

-Dimmi teme io e te siamo ancora amici?-

 

Scivolò fra le braccia di Morfeo ancor prima di sentire la risposta di Sasuke, che immobile nel grande letto matrimoniale continuava a fissarlo incantato.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Sasuke continuava a fissare da ore il soffitto con la vana speranza di riuscire prima o poi a prendere sonno.

La domanda che Naruto gli aveva posto prima di addormentarsi lo aveva colpito, e la sua risposta aveva oscillato tra un bel –sì- ed un –non lo siamo mai stati-, che per fortuna il biondo addormentandosi non aveva sentito.

Amici? Si può essere amici della persona che si ama? Alcuni direbbero di sì, ma –alcuni- non sono Sasuke Uchiha.

Lui si sentiva ancora ferito dal comportamento di Naruto, per cui rispondere ora ad una domanda del genere per lui era tutt’altro che facile. Anzi.

Amici. Non riusciva a togliersi questa parola dalla mente, e più ci pensava più il sonno sembrava non volerlo avvolgere tra le sue spire.

 

Mentre la sua mente era ancora concentrata su quella parola sentì un improvviso calore avvolgergli il petto.

Sorpreso abbassò lo sguardo riuscendo ad intravedere, grazie agli occhi ormai abituati al buio, un braccio. Incredulo voltò lo sguardo notando solo allora che Naruto lo aveva abbracciato nel sonno.

Il suo cuore prese a martellare veloce in petto. Il suo sogno erotico di una vita era abbracciato a lui in un letto e seminudo!

Ora voleva proprio sapere quanti uomini razionali sarebbero riusciti a mantenere il sangue freddo in una circostanza simile. Appunto. Era in casi come questo che ringraziava di essere un Uchiha.

Se fosse saltato addosso a Naruto ora, di sicuro avrebbe rovinato tutto. Non era stupido lui, lo sapeva.

Naruto era una persona semplice, ingenua. Di sicuro avrebbe frainteso o si sarebbe spaventato e di conseguenze, anche se non con cattiveria, lo avrebbe allontanato. E questo lui non poteva permetterlo.

Anche se ferito e depresso, e sconcertato dalle scoperte sul suo passato, non si sentiva ancora pronto per rinunciare a lui, per perderlo. No, perché gli Uchiha sono possessivi, e Naruto che dir si voglia, in un certo qual senso, era Suo.

 

Per distrarsi riportò la mente alla giornata appena trascorsa, rievocando immagini e sensazioni nella speranza che esse potessero distrarlo da quel momento. Anche se era un impresa difficile.

 

La sua mente lo riportò a come quella strana giornata era iniziata. Con il dobe che faceva irruzione sul suo posto di lavoro e pretendeva spiegazioni per il suo comportamento. E poi c’era gente che ancora si chiedeva perché lo chiamasse dobe, tsk.

A volte raggiungeva livelli di stupidità troppo alti anche per lui! Come aveva fatto in quelle due settimane a non capirlo? A non capire che ce l’aveva con lui perché si era sentito ferito e tradito da quello che considerava il suo migliore amico?

Comunque, alla fine aveva ceduto. Ma proprio non ce l’aveva fatta a resistere quando lo aveva sentito dire che avrebbe fatto tardi ad un appuntamento con Kakashi. Così aveva scelto l’unico modo per trattenerlo e farlo restare con lui: confessargli quanto fosse ferito.

Non era stato neanche così umiliante come credeva, anzi. Era stato quasi liberatorio. Come togliersi un peso.

Alla fine però era riuscito ad ottenere il suo scopo, trattenere il dobe. Peccato che non aveva previsto il resto.

Suddetto dobe lo aveva trascinato a casa del rosso dove avevano beccato anche Itachi, ed ignorando bellamente le occhiate omicide di quest’ultimo Naruto aveva cominciato a raccontare il loro passato.

 

Ora non sapeva se sentirsi peggio o meglio.

Da un lato era contento che Naruto si fosse aperto con lui finalmente, dall’altro era deluso perché al biondo c’erano voluti anni ed il suo comportamento glaciale degli ultimi giorni per aprirsi con lui. Quindi come gioirne ora?

Era confuso, indubbiamente.

Lui e Naruto avevano sempre avuto uno strano rapporto. Di sicuro non era mai stato normale, ma nessuno dei due si lamentava di ciò, anzi era bello condividere qualcosa di unico. Poi c’era stata la scoperta del lato nascosto della vita del biondo, infine la confessione di quest’ultimo.

Bene ed ora? Naruto pretendeva che tutto tornasse come prima? Cosa si aspettava da lui, che dimenticasse che lo aveva ferito e gli aveva mentito? Non poteva farlo. Assolutamente. Infondo un’altra –bella- dote degli Uchiha non era la testardaggine unita al loro smisurato orgoglio? Bhè, lui era un perfetto Uchiha quindi …

 

Non sapeva cosa fare, come comportarsi. Avrebbe dovuto continuare a fare il glaciale anche il giorno dopo, oppure avrebbe dovuto far buon viso a cattivo gioco ed assecondare il dobe nella sua illusione di aver sistemato le cose? Bella domanda, sperò quasi che qualcuno gli desse anche una bella risposta prima dell’alba però. Peccato non si potesse avere tutto dalla vita.

 

Immerso nelle sue elucubrazioni mentali quasi cacciò un urlo di paura sentendo tutto il peso del biondo rovinargli improvvisamente addosso.

E mentre lui prendeva a recitare un sutra per calmare, o almeno provarci, i suoi bassi istinti, Naruto parlò:

 

-Teme, mi compri una fabbrica di ramen? Mhh…-

 

Dire che dopo aver sentito quel lamento strascicato fosse rimasto congelato, sarebbe stato un eufemismo.

Ramen, una fabbrica di ramen, era questo che c’era nei sogni di quella testa bacata solo poche ore dopo avergli svelato il suo scabroso passato e mentre dormiva con lui? Del fottutissimo ramen?!?

 

Fu tentato di picchiarlo o soffocarlo nel sonno, ma la posizione equivoca, l’averlo totalmente sopra di sé, lo aiutarono a distendere un po’ i nervi.

E mentre la tensione aiutava il sonno ad arrivare, complice la stanchezza sia fisica che mentale e la notevole quantità di stress accumulato, Sasuke si ritrovò a rispondere –Dobe, dopo questa puoi giurarci che le tue dannate fabbriche di ramen le rado al suolo- prima di cedere finalmente ad un meritato sonno ristoratore.

 

 

 

 

Angolino delle pazze:

Ciao bella gente, siamo tornate con il nuovo capitolo, speriamo che sia di vostro gradimento, e ringraziamo tutti coloro che leggono, commentano e mettono la storia fra le preferite e via dicendo a tutti gli altri elenchi che si sono aggiunti ^^, ci sentiamo a fine mese prossimo con il nuovo capitolo, e lasciateci tanti commenti, un bacio Yuko e Quistis.

 

 

 

Ryanforever: Ciaoooo, lo sappiamo anche per noi è decisamente un periodo stressante, ti capiamo benissimo… serve a tutti un periodo di relax, lunghi mesi di letargo ^^, ma passiamo alla storia, e così sei d’accordo con la strategia di Sasuke, che secondo noi fa un po’ acqua da tutte le parti, in fondo per conquistare una persona non puoi ignorarla, si sis ente escluso dalla vita del suo migliore amico, ma potrebbe essere anche il suo brutto carattere, sempre scostante ad aver portato Naruto a prendere quella decisione… Vabbene carissima, ti ringraziamo tanto per lo splendido commento, e che anche questo capitolo sia di tuo gradimento, un bacio.

 

Krikka86: Innazitutto benvenuta, e secondo grazie per il commento e per i complimenti, siamo felicissime che la storia ti piaccia. Per quanto riguarda il comportamente di Sasuke, stiamo notando che in parecchie siete dalla sua parte (nonva affatto bene ^^) a parte gli scherzi, non c’è un motivo particolare, o forse ce né più di uno per il quale Naruto non si è confidato con il suo migliore amico, migliore amico che non si è accorto tra l’altro che il biondo era innamorato, certe cose non c’è bisogno di dirle. Comunque scoprirai nei prossimi capitoli se Naruto lo ha fatto per qualche motivo recondito, o se non ci ha proprio pensato, conoscendolo sarebbe da lui, baci e alla prossima.

 

Act: grazie per i complimenti, siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto ^^, per quanto riguarda Itachi anche noi lo troviamo favoloso, lui e le sue brillanti idee, è il fratello che ogni ragazza vorrebbe avere. Grazie ancora per il commento, e al prossimo capitolo, baci Yuko e Quistis.

 

Crazyapple: da un certo punto di vista la pensi come noi, è vero che entrambi hanno sbagliato, Naruto nel non confidarsi con il suo migliore amico, e Sasuke perché pur conoscendolo da una vita non si è accorto dei cambiamenti che l’amore ha avuto sul suo migliore amico, ma per quanto entrambi abbiano commesso degli errori, mai e poi mai devi sentirti in pena per il teme, tanto prima o poi tornerà a comportarsi come tale. Ti ringraziamo per il commento, e per la premura, cercheremo di stressarci il meno possibile, anche se la vediamo decisamente dura. Un bacio e al prossimo capitolo, ciao ciao.

 

Any Ikisy:  il ragionamento, seppur contorto lo abbiamo capito perfettamente, anche se Yuko chan non è affatto a favore di ciò che dici, lei non vede il motivo per cui Sasuke dovrebbe sentirsi tradito, come amico potrebbe passare, ma per quanto riguarda il fronte amore, loro non stanno insieme, ma rimane sempre il fatto che non si è obbligati a dire tutta alle persone che ci sono accanto, magari non per cattiveria, ma solo per evitare di farle star male, o non litigarci. Ma andiamo oltre, ti ringraziamo per lo splendido commento, e non preoccuparti cercheremo in tutti i modi di riguardarci il più possibile, grazie e al prossimo capitolo. Ciaooooo, un bacione.

 

Antowill: hai perfettamente ragione al riguardo, il comportamento di entrambi è stato sbagliato da un certo punto di vista, ma alla fine sono entrambi testardi ed orgogliosi, e Naruto è decisamente svagato, quindi non li si può rimproverare troppo. Per quanto riguarda il loro rapporto, ci vorrà un po’ prima che si risistemi tutto, entrambi devono cambiare i loro atteggiamenti e crescere un po’ prima di rendersi conto dei reali sentimenti che provano l’uno per l’altro. Ti ringraziamo per lo splendido commento e non è affatto misero, ci piacciono tutti in egual modo, al prossimo capitolo, baci Yuko e Quistis.

 

Miyabi: grazie per lo splendido commento, siamo felice che la storia ti piaccia, e speriamo che continuerai a seguirci, per quanto riguarda il teme, non preoccuparti troppo per lui, alla fine è un teme. Baci.

 

1 tenera ragazza morta: su su, non ti preoccupare, deve essere un virus che gira, e che fa impazzire le persone che improvvisamente iniziano a provare pena per il teme, nulla di grave una settimana di riposo e passa tutto. Anche noi adoriamo Itachi, in fin dei conti le scommesse e la vita sentimentale di Sasuke sono tutti nelle sue mani, a detta di Quichan la cosa è preoccupante, ma in fondo l’Uchiha è un genio no??? La tattica di Sasuke non era un granchè di fatti ha appena deciso di cambiare metodo di conquista, ancora se non sa perfettamente qual è. Grazie per il commento, baci e al prossimo capitolo.

 

Damis: Anche noi adoriamo Itachi, e lui non è solo preoccupato per le scommesse, è un bravo fratello maggiore, che si preoccupa sia delle scommesse che del suo otouto, in fondo in fondo a Sasuke gli vuole bene. La strategia di Sasuke è un po’ un utopia, quindi probabilmente la cambierà, chissà che non gli andrà meglio con il dobe. Grazie per lo splendido commento, al prossimo capitolo, Baciiii.

 

 Ocatarinetabelasciscix: Ohhh Itachi da un certo punto di vista è un pessimo fratello, ma da un altro di preoccupa per il suo otouto, quindi diventa unmagnifico principe azzurro ^^ di cui siamo innamorate anche noi. Però in questo capitolo ti icrederai, si preoccuperà molo per Sasuke, in fondo è un bravo ragazzo ^^.

Ti ringraziamo tantissimo per lo splendido commento, spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento, un bacio Quichan e Yuko.

 

Lady moon: grazie per il commento, ma dobbiamo deluderti, in questo capitolo Itachi ancora non entra in azione, ci spiace ma anche lui è incorso in un momento di shock ^^, speriamo che si riprenda meglio del fratello. Grazie per lo splendido commento e speriamo che ti piaccia questo capitolo, baciiii.

 

Mikkabon: si non sei la sola che è rimasta basita dalla coppia Kakashi Naruto, ma obiettivamente non ce ne sono molte in giro, e noi volevamo lasciare di stucco i lettori, con qualcuno fuori dai canoni, insomma Sasuke non ha potere su Kakashi, non lo spaventa e via dicendo… passando a Itachi e compagnia, non sono poi così infami, alla fine sono solo un po’ annoiati e trovano un modo come un altro per divertirsi ^^.

Grazie per il commento e per i complimenti, addirittura divino, potremmo montarci la testa, un grandissimo bacio e al prossimo capitolo.

 

Maynana89: bè bisogna dire che ti sei immedesimata con il teme, e ciò che ha provato, ma non sei assolutamente una teme anche tu, solamente che ognuno di noi regisce al dolre in maniera differente, tutto qui. Per quanto riguarda Itachi, forse farà qualcosa lui per aiutare il fratello, ma dovrai attendere i prossimi capitoli per vedere come si evolgono i fatti ^^.

Grazie infinite per lo splendido commento e per tutti i complimenti che ci hai fatto, un bacione al prossimo capitolo, ciaooo.

 

Ilarione: non ti devi preoccupare troppo per il teme, e soprattutto non devi confidare troppo in Itachi. Anche se è un mito è pur sempre un Uchiha! Siamo contente che la storia ti sia piaciuta e ti abbia anche divertito, ti ringraziamo per il commento ed i complimenti.

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** La stagione della caccia è aperta ***


La Stagione della Caccia è Aperta

 

 

Si rigirò nel letto ancora una volta, non aveva nessuna voglia di aprire gli occhi. Avrebbe dormito ancora cinque minuti, non sarebbe stato di certo quel raggio di sole dispettoso a riportarlo alla realtà, si stava troppo bene fra le coperte, sarebbe ricaduto nel mondo dei sogni avvolto in quel caldo abbraccio che lo avvolgeva.

Già un caldo abbraccio. Mugolò soddisfatto, mentre si stringeva ancora di più alla sua fonte di calore decisamente incurante di chi mai potesse essere.

Ma le cose non vanno mai come ci si aspetta, e lentamente, anche se avrebbe di gran lunga preferito rimanere addormentato in quel caldo letto, totalmente ignaro di ciò che lo circondava, la sua mente prese a uscire dalle nebbie della notte,da quel mondo di sogni che gli aveva tenuto compagnia fino a quel momento. Minuto dopo minuto tornava lucido.

Si forse sarebbe stato sicuramente meglio tornare a dormire, ora non era più sereno come pochi istanti prima, l’agitazione aveva invaso il suo intero essere. Contro voglia si fece coraggio e decise di aprire gli occhi, due iridi cristalline osservavano spaesate tutt’intorno a loro, anche se sforzava la mente non riusciva a ricordare dove si trovasse, ma la cosa che lo metteva più in agitazione era il corpo tonico a cui era avvinghiato, un bel corpo da quello che poteva sentire, ma non ricordava di chi fosse; sicuramente doveva esserci una ragione precisa sul perché si trovasse in una camera che non era la sua, con uno sconosciuto, si assolutamente doveva fare mente locale e ricordare cosa avesse fatto la sera precedente.

Sbuffò irritato, accadeva sempre così al mattino, ci volevano diversi minuti per riprendersi del tutto e riuscire a ragionare a mente lucida, sicuramente al secondo caffè e dopo due o tre ciotole di ramen, tutto sarebbe stato più chiaro, ma sicuramente in quel momento in una casa a lui sconosciuta, di certo non avrebbe trovato del ramen, del caffè forse sì, quindi prima di tutto avrebbe dovuto svegliare il suo compagno di letto, in seguito scoprire chi era, anche perché non riusciva a vederlo in volto, per quanto fossero avvinghiati l’uno a l’altro, in una strana posizione che batteva tutte le leggi della fisica, il suo viso era nascosto da un soffice cuscino.

Tentò in tutti i modi di districarsi facendo il meno rumore possibile, ma era contro la sua natura riuscire a rimanere calmo per più di cinque minuti, così quando si ritrovò a cadere pesantemente sull’altro ragazzo, le loro gambe ancora intrecciate, una voce che sembrava essere appena giunta dall’oltretomba gli giunse alle orecchie:

-Insomma dobe, spiegami che cosa stai combinando, ora non sei più neanche capace di alzarti dal letto?-

Dobe? Decisamente quella voce irritata la conosceva più che bene, e poi c’era solo una persona al mondo che insisteva e persisteva a chiamarlo dobe, lentamente, si girò verso il giovane steso accanto a lui, e con sguardo perplesso chiese:

-Teme cosa ci stai facendo nel mio letto, o meglio perché siamo in questa posizione alquanto sconveniente?

Iridi scure come la notte fulminarono il proprietario di quella voce squillante che lo aveva riportato dal mondo dei sogni alla realtà in maniera tanto brusca, -Dimmi dobe, non ti ricordi nulla della notte scorsa? Di cosa è accaduto e del perché entrambi siamo nella camera degli ospiti a casa di Gaara?-

Gaara, camera degli ospiti, lentamente il sonno stava scivolando via dalla mente di Naruto per riportare alla luce i ricordi e gli avvenimenti della giornata precedente, lui che andava da Sasuke lo trascinava a casa di Gaara e poi tutto il discorso, e lo stato di shock dei due Uchiha, infine gli ultimi battibecchi con il teme prima di andare a dormire.

-Ovvio che mi ricordo perché siamo qui, che domande fai-affermò indignato, -però non hai risposto al perché siamo in questa posizione alquanto sconveniente, non è che mi hai fatto qualcosa mentre dormivo eh teme?-

Il volto del più giovane degli Uchiha si imporporò lievemente, con tutto l’autocontrollo che possedeva cercava di dissimulare il suo imbarazzo, ovviamente non aveva fatto nulla a quello stupido del suo migliore amico, ma quando se lo era ritrovato completamente avvinghiato a dosso mezzo nudo un centinaio di immagini differenti e tutte decisamente poco caste erano passate per la sua mente, al ricordo il volto si fece ancora più rosso. Dentro di se sperava che il suo biondo  amico non se ne accorgesse, in quel preciso istante non era in grado di dargli una spiegazione convincente, -Ovvio che non abbiamo fatto nulla, come potrei fare qualcosa con un pazzo che mi si avvinghia addosso e mi sbava pensando che io sia una ciotola di ramen.- buttò giù lì, sperando di distogliere l’attenzione del ragazzo sul perché fossero avvinghiati insieme, e soprattutto dal suo evidente imbarazzo.

Naruto stava per rispondergli indignato che lui non sbavava sulle persone, quando la sua attenzione venne attirata dal suono di un cellulare, perplesso domandandosi chi mai potesse chiamarlo a quell’ora del mattino si precipitò sui suoi vestiti alla ricerca dell’oggetto. Quando finalmente lo ebbe trovato, con un sorriso stampato in faccia si apprestò a rispondere.

Sasuke dal canto suo continuava ad osservare il ragazzo, un po’ perché non gli sarebbe ricapitata tanto presto l’occasione per ammirare il dobe seminudo, secondo era curioso di sapere chi potesse essere la persona che lo aveva chiamato, anche se un’idea in mente l’aveva di sicuro, un nome che lo mandava su tutte le furie al solo pensarlo. Improvvisamente la voce di Naruto lo riscosse dai suoi pensieri, ancora intento a parlare con il suo interlocutore:

 

-Ma come è già così tardi?Pensavo fosse molto prima, non mi ero reso conto di aver dormito tanto, ma non preoccuparti arrivo subito, tempo mezz’ora e sono da te.- Detto questo riagganciò il telefono e si precipitò in bagno, mentre una frase giunse alle orecchie di Sasuke: -con te finiamo di parlare dopo, ancora non mi hai spiegato perché eravamo in quella situazione ambigua.-

Sul volto dell’Uchiha comparve un’espressione decisamente scocciata, possibile che quel dobe si dovesse impuntare sulle cretinate, si lamentava per una posizione ambigua, lui che cosa avrebbe dovuto dire visto che quello che era il suo dobe si era portato a letto tutta la fauna maschile che popolava Konoha, escluso Sasuke stesso ovviamente.

 

Venne riportato alla realtà da un Naruto bagnato, avvolto solo da un piccolo asciugamano, che frugava curioso negli armadi di Gaara domandandosi se il rosso avesse qualcosa di carino da prestargli per quel giorno.

 

-Cosa devi farci con qualcosa di carino, ti ricordo che oggi è domenica e non lavori .-

 

-So perfettamente che giorno è oggi teme, solo che mi devo vedere con Kakashi alla stazione, non posso di certo andare con quei vestiti sfatti e umidi.-

 

-Hai un appuntamento con lui oggi?- domandò il moro cercando di nascondere l’irritazione.

 

-Non proprio, devo solo salutarlo.- rispose soprappensiero Naruto, poi gettò uno sguardo alla sveglia sopra uno dei comodini e sbiancò –devo solo salutarlo e sono terribilmente in ritardo non arriverò mai alla stazione fra mezz’ora.-

 

Sasuke in quel momento non seppe perché lo avesse fatto, forse per rimanere ancora un po’ con il dobe, forse per una sua vena masochistica, o forse per lanciare sguardi assassini su quel ladro di dobe che era Kakashi, ma mentre sentiva il biondo affermare che sarebbe arrivato in ritardo, esclamò : -ti accompagno io con la macchina, ieri la tua è rimasta in azienda e siamo venuti con la mia, se vai a piedi non arriverai mai in tempo .- 

 

Il sorriso che il biondo gli rivolse lo mandò letteralmente in confusione, era il più bello e dolce che il biondo gli avesse mai rivolto.

Forse lo aveva fatto anche per ricevere uno di quei sorrisi.

 

 

 

Il viaggio in macchina verso la stazione dei treni fu veloce e silenzioso, unico rumore ad intaccare quella strana armonia che si era creata fra i due ragazzi era la radio accesa e le parole di una vecchia ballata irlandese che riecheggiavano per l’abitacolo.

Giunti alla stazione, Sasuke si era offerto di aspettarlo per poi riaccompagnarlo a casa di Gaara. Nuovamente come ricompensa un sorriso e un grazie sussurrato, prima che il giovane sfrecciasse fuori dalla macchine per raggiungere il suo amante.

 

 

Con le iridi scure il giovane Uchiha seguiva ogni mossa del dobe, forse non avrebbe dovuto vederli, spiarli mentre si incontravano, ma non aveva potuto farci nulla, anche se faceva male al cuore doveva riuscire a capire cosa avesse attirato tanto Naruto verso quell’uomo, non poteva essere solo la differenza di età, il fascino di uscire con un uomo maturo; doveva esserci sicuramente dell’altro.

Osservò Naruto raggiungere l’uomo dalla folta chioma argentata, abbracciarlo e sorridergli, poi le loro labbra si erano sfiorate in un dolce bacio, infine un ultimo saluto prima che il capotreno annunciasse la partenza.

Osservava attentamente il dobe salutare con un sorriso leggermente malinconico il suo compagno, e rimanere sulla banchina della stazione finché l’ultimo vagone del treno non era svanito oltre l’orizzonte.

 

Quando si accorse che il biondo si stava dirigendo fuori della stazione, si allontanò velocemente per non essere visto, preferiva farsi trovare nella sua auto, sicuramente non avrebbe saputo come giustificare la sua presenza lì, a spiarli in quello che doveva essere un momento intimo solo fra lui e Kakashi.

 

Il viaggio di ritorno verso l’abitazione di Gaara fu più lungo del previsto, come fossero spuntate dal nulla centinaia di macchine avevano procurato ingorghi e traffico in ogni via conosciuta della città.

Entrambi i ragazzi erano ancora in silenzio mentre la radio mandava una dopo l’altra vecchie canzoni rock degli anni settanta.

Con sguardo malinconico Naruto osservava il paesaggio scorrere lento fuori dal finestrino, una mano a sorreggere il bel volto ambrato. Se non fosse stato costretto a rimanere concentrato nella guida, Sasuke avrebbe passato ore ad osservarlo per quanto era bello, poi come se una forza s’impossessasse di lui, contro la sua volontà domandò:

 

-Tornerà presto?-

 

Lentamente, iridi cristalline si posarono sul moro, perfettamente consapevoli a chi si stesse riferendo l’Uchiha:

 

-Dipende, bisogna vedere se mio padre avrà ancora bisogno del suo aiuto, se no rimarrà ad Oto a gestire lo studio che abbiamo lì .-

 

-Deve essere difficile gestire una relazione a distanza .- affermò l’Uchiha -il non potervi vedere tutti i giorni, è vero che ci sono i telefoni e i social network, ma il contatto fisico è un’altra cosa, un bacio, una carezza ...-

 

Una risata allegra interruppe improvvisamente il discorso di Sasuke:

-Hai ragione teme, una volta sarebbe stato un problema, ma ora no, anche perché io e Kakashi non stiamo più insieme da anni, da quando lui si è trasferito a Oto, siamo rimasti molto legati, molto amici, ma l’amore quello non c’è più, né da parte mia né da parte sua .-

 

Non stavano insieme? Una venetta sulla tempia dell’Uchiha prese a pulsare pericolosamente, e lui aveva sofferto come un cane in quei giorni per poi scoprire che il dobe e quel tizio non stavano insieme, sinceramente in quel momento non sapeva cosa fare se esultare perché non aveva più un rivale pericoloso, o buttare Naruto giù dalla macchina in corsa, sperando che un camion lo investisse.

Scosse la testa sconsolato domandandosi come aveva fatto ad innamorarsi perdutamente di un dobe del genere, ma nuovamente venne riportato alla realtà da Naruto, visto che erano giunti a destinazione,  gli domandava curioso:

 

-Ehi teme ma quelli che stanno entrando dentro casa di Gaara non sono gli amici folli di tuo fratello? E spiegami perché Deidara ha una scorta di bombe a mano .-

Un brivido percorse la schiena del minore degli Uchiha, in un attimo l’irritazione che aveva provato nei confronti del biondo era svanita per lasciare posto alla preoccupazione e all’ansia, sembrava che suo fratello avesse preso decisamente male le rivelazioni di Gaara e Naruto la sera precedente.

Sasuke in cuor suo sperava sinceramente che non creassero troppi problemi in città, se non chi lo stava poi a sentire suo padre, lui e le sue tiritere su l’orgoglio e il buon nome della famiglia.

 

 

 

 

***

-Mappa?-

-Presa-

-Bussola?-

-Presa-

-Navigatore satellitare?-

-Percorsi installati-

-Armi?-

-Prese e cariche-

-Piano d’azione?-

-Che cazz..? Okok , imparato-

-Ripeti-

-Vai, trova, colpisci, nascondi prove, e torna-

-Perfetto! Direi che è tutto pronto ragazzi, possiamo andare-

-Solo una domanda Itachi-

-Dimmi-

-Che cazzo ti sei messo addosso?!-

-Il mio abito migliore perché? Devono capire con chi hanno a che fare quei miserabili!-

-Sì ok.. ma sembri un boss della mafia italo americana vestito così...-

-Meglio! Incuterò loro paura e terrore! Capiranno che enorme sbaglio hanno fatto a mettersi sulla mia strada! Hahahahahah!-

 

Lo sguardo che ricevette in risposta non riuscì a demoralizzare il suo spirito.

Era pronto, avrebbe trovato ed eliminato tutti quei miserabili che avevano anche solo osato sfiorare il SUO Gaara! Parola di Itachi Uchiha.

 

-Aniki, che diavolo stai combinando?-

Sasuke lo aveva raggiunto dopo averlo visto fuggire dall’appartamento di Gaara diretto al parcheggio con i suoi folli amici. Sembravano pronti per andare in guerra.

 

-Otouto! Giusto in tempo! Ti va di unirti a noi? Stiamo andando in spedizione punitiva-

-Prego?-

-Hai capito benissimo! Che fai? Ti arruoli?-

 

Ci pensò un po’ su, veramente poco ad essere sinceri, prima di asserire ghignando -passa qua il fucile!- e saltare con gli altri su una delle jeep preparate per l’occasione.

 

-Bene!- sorrise allegro, posizionandosi in piedi sul sedile e rivolgendo un dito alla strada -ora che anche Sas’ke si è unito a noi siamo pronti! Che la caccia abbia inizio!!!- urlò.

 

Kakuzu diede gas, ghignando mentre vedeva Itachi cappottarsi sul sedile borbottando frasi indistinte. Colpa sua che se ne stava in piedi come un cretino, si disse, aumentando la velocità.

Poco dietro la jeep che ospitava Itachi Kakuzu, Hidan e Kisame vi era quella che ospitava Sasuke Deidara Sasori e Zetsu.

 

Dalla finestra Gaara e Naruto osservarono il gruppo partire tra risate e vaneggiamenti vari, e sbuffando decisero di ignorarli categoricamente. Se la polizia fosse venuta da loro per chiedergli qualcosa, loro avrebbero tranquillamente fatto finta di non conoscere quella mandria di svitati miliardari.

 

-Gaara, capisco Itachi che ormai è andato fuori di testa, ma secondo te perché anche Sasuke l’ha seguito? Non pensavo fosse così solidale con il fratello- borbottò sovrappensiero Naruto, mentre si dirigeva in cucina a preparare un tea, a volte quel teme non lo capiva proprio.

 

Gaara fissò la schiena del suo amico biondo con uno sguardo compassionevole. Possibile che quel baka non ci fosse ancora arrivato? Anche uno stupido avrebbe capito che Sasuke non aveva seguito Itachi per aiutarlo, bensì per lo stesso scopo che animava il fratello. Ma infondo quelli non erano problemi suoi, che ci pensasse il piccolo Uchiha a far aprire gli occhi a Naruto.

-Non so. Ma infondo gli Uchiha sono tutti degli idioti integrali, meglio non cercare di capirli troppo-

-Mhh, hai ragione-

 

***

 

-Ho detto destra! Sicuro che il tunnel fosse quello? A me sembra che stiamo girando intorno così!-

-Deidara, taci- sibilò Sasori –lascia che ci pensi Sasuke a leggere il navigatore e Zetsu a guidare, se fosse per te a quest’ora saremmo in Cina-

-Dici?- sorrise contento il biondino, mentre il suo ragazzo si schiaffava una mano in faccia sempre più stressato.

Sasuke li stava ignorando bellamente, troppo intento a leggere il navigatore. Non voleva sapere come quel folle di Itachi fosse riuscito ad entrare in possesso degli indirizzi di alcuni degli ex di Gaara, ma doveva assolutamente sapere se aveva trovato anche quelli degli ex di Naruto. Aveva proprio bisogno di sfogarsi infondo. Dopo aver penato tanto per una storia che neanche esisteva, se ci ripensava gli veniva un nervoso!

 

-Siamo arrivati! Accosta!- gridò contento Itachi. Finalmente avevano raggiunto il loro primo obbiettivo.

 

Sceso dalla jeep venne subito raggiunto da suo fratello, ma lo bloccò prima ancora che aprisse bocca, infondo sapeva già cosa voleva chiedergli –tranquillo otouto, facciamo un ex a testa! Il prossimo a cui daremo la caccia sarà uno degli ex di Naruto, poi uno degli ex di Gaara e via di seguito finché non li elimineremo tutti!-

Sasuke sorrise compiaciuto, ora sì che si cominciava a ragionare!

 

Braccare il povero sventurato, costringerlo ad uscire allo scoperto ed infine inseguirlo e catturarlo fu un gioco da ragazzi per gli Akatsuki.

-Bene bene bene- sibilò contento Itachi fissando il suo obbiettivo e scrocchiandosi le dita nel frattempo –hai qualcosa da dire in tua discolpa, mhh?-

 

Il poveretto lo fissò impaurito, passando lo sguardo dal rasoio che aveva in mano Itachi ad Itachi stesso, prima di dire l’unica cosa sbagliata che lo condannò definitivamente –ma fu Gaara a sedurmi!-.

Il ghigno che aumentò sinistro sul volto dell’Uchiha non prometteva nulla di buono. E difatti l’unica cosa che seguì quella sbagliata confessione furono le urla del poveretto che chiedeva pietà.

 

-E questa è fatta! Andiamo dal prossimo!- disse allegro, mentre dava fuoco ai capelli tagliati della sua vittima. Ora, pelato, di sicuro nessuno avrebbe più guardato quel tipo. Certo, lui avrebbe voluto fargli di peggio, ma l’idea era stata di Sasori e a detta del rosso era un buon modo di vendicarsi e non finire in prigione. Ed infondo, non aveva tutti i torti!

 

La giornata passò allegra per la combriccola, un po’ meno per le vittime.
Arrivata l’ora di cena, mentre si apprestavano ad andare a mangiare, Hidan disse che gli avrebbe raggiunti al più presto ma doveva prima fare una cosa. Anche se un po’ sospettosi, decisero di precederlo.

 

Con passo furtivo, l’albino si avvicinò al navigatore satellitare nella jeep dove viaggiava Itachi. Su quello erano segnati gli indirizzi degli amanti di Gaara, mentre sul navigatore della jeep dove viaggiava Sasuke vi erano quelli di Naruto. Ma a lui erano proprio gli amanti di Gaara ad interessare.

Velocemente lo attivò, cominciando poi a scorrere la lista finché non raggiunse il suo obbiettivo, un indirizzo che conosceva fin troppo bene: il suo!

Anni addietro aveva incontrato Gaara in una discoteca e non ci aveva pensato due volte ad andarci a letto. Era stata una bella nottata, una delle classiche da una botta e via certo, ma chi se lo aspettava che in un futuro prossimo questo avrebbe segnato la sua vita? Perché ne era certo, se Kakuzu ed Itachi lo avessero scoperto, di sicuro non si sarebbero limitati a tagliargli la chioma.. noo, visto che lui non era stato uke, bensì quella volta ad esserlo fu proprio il rossino. E questo, era meglio che l’Uchiha non lo non venisse mai a scoprire!

 

-E’ inutile che cancelli gli indirizzi, li ho imparati tutti a memoria- sibilò la voce di Itachi alle sue spalle, facendolo gelare sul posto.

-Ecco.. i-io.. non è come sembra!-

-Quando ho letto il tuo indirizzo, Hidan, ho pensato che forse era stato l’inquilino che lo abitava prima di te a farsi il mio Gaara.. ma visto con quanto accanimento ti sei messo a cancellarlo, devo dedurne che mi sbagliavo-

A quel punto, per Hidan fu chiaro che tentare di inventare scuse fosse inutile, e che in quel momento neanche chiedere scusa sarebbe servito. Era morto.

 

-E così sei andato a letto con Gaara-

 

 Rettificava, ora era morto. Gelò, osservando Kakuzu comparire alle spalle dell’Uchiha, mentre faceva sinistramente cadere le monetine da una mano all’altra e teneva gli occhi gelidi fissi nei suoi.

 

Se i suoi capelli non fossero stati così chiari, quasi bianchi, di sicuro lo sarebbero diventati in quel momento dalla paura!

Colto con le mani nella classica marmellata, e con le spalle al muro (o alla jeep, che dir si voglia), fece l’unica cosa che potesse fare in quel momento. Sussurrò un -ops- prima di darsi alla fuga.

-Tanto non ci scappi!- gli urlò dietro Itachi, mentre con il tirchio saltava a bordo della jeep.

 

Hidan correva con quanto più fiato avesse in corpo, ora capiva cosa provavano quelli che dicevano di correre come se avessero il diavolo alle calcagna: lui ne aveva due di diavoli!

Ma a nulla valse la sua folle corsa, perché la jeep era sicuramente più veloce delle sue misere gambe.

 

-Preso- ghignò maligno l’Uchiha, tirandolo a bordo della jeep mentre Kakuzu si infilava in un vicolo buio.

 

Era giunta la sua ora, lo sapeva! Ma cercò lo stesso di ribellarsi. Di dare calci e pugni. Di implorare vergognosamente pietà.

A nulla valsero i suoi tentativi di salvarsi, ed alla fine dovette arrendersi, mentre nel buio della notte risuonavano le sue grida di aiuto, prima che il silenzio ritornasse a farla da padrone indiscusso.

 

Sasuke, tranquillamente seduto al tavolino della tavola calda in compagnia degli altri Akatsuki, avvertì l’eco delle urla di Hidan cessare  di colpo, per cui curioso, mentre afferrava un altro pezzo di pizza, chiese –secondo voi gli hanno davvero tagliato i capelli? E che altro possono avergli combinato?-

Sasori scrollò le spalle, lanciando un’occhiataccia al suo ragazzo che tentava in tutti i modi di rubargli l’ultimo pezzo di pizza con i peperoni -mah, non credo. A Kakuzu piace molto la pettinatura del suo ragazzo dubito permetta ad Itachi di tagliarla. Ma di sicuro gli faranno vedere l’inferno quei due-

-E come?- era sempre più curioso. Nel mentre afferrò l’ultimo pezzo di pizza con i pomodori, pizza che aveva difeso da tutti a quel tavolino, visto che gli spettava di diritto!

-Ti assicuro, non vuoi veramente saperlo- e gli lanciò un’occhiata penetrante, mentre con la forchetta infilzava la mano di Deidara senza neanche guardarlo.

E mentre il biondo urlava il suo dolore, lamentandosi nel contempo dell’insensibilità del suo ragazzo, Sasuke annuì convinto. Certe cose infondo, è meglio non saperle.

 

***

Nel suo appartamento, mentre si apprestava ad andare a dormire, Gaara sembrò essere colpito da un fulmine a ciel sereno. Si paralizzò al centro del corridoio, colto da un ricordo improvviso.

Hidan. Si era dimenticato di essere andato a letto anche con lui, forse doveva avvertirlo? Infondo sarebbe diventato il bersaglio di quei folli di Kakuzu ed Itachi.

Scrollò le spalle, ripensandoci. Infondo non era un problema suo.

Di sicuro l’albino era perfettamente in grado di darsi alla fuga da solo, e se non ci fosse riuscito pazienza, lui aveva già troppi problemi personali per permettersi di pensare anche a quelli di qualcun altro.

Per cui, deciso a non mettersi in mezzo ed ad ignorare quanto il suo ragazzo stesse facendo in quel momento, riprese a camminare dirigendosi nella sua stanza.

Quello era stato decisamente un giorno impegnativo, e non vedeva l’ora di mettersi a riposare. A tutto il resto avrebbe pensato l’indomani.

 

_Continua_

 

 

 

 

 

Angolino delle pazze:

 

Ci scusiamo immensamente per il clamoroso ritardo ed anche per non riuscire a rispondere ai commenti, ma riuscire a sentirci per scrivere e parlare della storia sta decisamente diventando difficile, quindi non preoccupatevi anche se con ritardo clamoroso arriveremo fino in fondo a questo delirio…

Speriamo che questo capitolo sia di vostro gradimento e i commenti sono graditissimi, ci invogliano a scrivere ^^

Inoltre un ringraziamento a tutti coloro che leggono, commentano, e hanno messo la storia fra le preferite, seguite da ricordare…

Un bacio grandissimo Quistis e Yuko.

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Capitolo 7
*** Visti e imprevisti ***


prova

Visti e imprevisti

 

 

-Mhh, sicuro che siano tutti Aniki?- domandò serio, continuando a spulciare il fascicolo che aveva davanti.

-Sì otouto. Ormai quelli della lista li abbiamo puniti tutti, dobbiamo trovare gli altri per poter riprendere la caccia!- sbuffò, senza smettere mai di fissare lo schermo del pc.

La caccia agli ex fidanzati aveva subito un brutto arresto dovuto a cause di forza maggiore: avevano finito di punire coloro che si trovavano sulla loro lista. Ed ora i due Uchiha si stavano dando da fare per cercare di trovarne altri, perché ne erano sicuri, ce ne dovevano essere per forza altri nascosti. Altri subdoli esseri indegni di vivere ancora, che con inganno e spirito suicida avevano osato toccare ciò che non era loro! Ahh, ma loro li avrebbero trovati, e a quel punto quei dannati l’avrebbero pagata cara!

O almeno questo era il piano iniziale. Peccato solo che, passata una settimana, non avessero ancora trovato nessuno da rasare. Nessun nuovo nome saltato fuori dal nulla. Niente di niente. I mitici Uchiha si erano arenati, come continuava a sostenere (a rischio continuo della sua vita) Deidara.

Ma colui che non riusciva davvero a sopportare tutta quella situazione era il padrone di casa.

 

Gaara fissò, cercando di ghiacciarli sul posto, i due ospiti indesiderati che da troppi giorni ormai avevano scambiato la sua dimora per una base militare segreta, o un ricovero per pazzi a suo dire.

Non bastava averli avuti intorno depressi, e aver dovuto poi sopportare i loro deliri quando avevano iniziato questa assurda caccia. No, ora doveva anche subirsi la loro presenza ventiquattro ore su ventiquattro mentre cercavano su internet altri dementi da pelare!  E, come se non bastassero loro due, ogni tre per due doveva subirsi anche tutta l’allegra brigata di pazzi che erano gli Akatsuki, mentre elaboravano piani assurdi per far avvicinare Sasuke e Naruto, piani che finivano poi ovviamente per fallire miseramente. E allora il ciclo si ripeteva da capo, inesorabilmente.

 

Lui era sempre stato un tipo calmo e paziente, ma tutti hanno un limite, e due Uchiha farebbero superare quel limite anche al Dalai Lama in persona!

Fu quando vide Sasuke uscire dal suo appartamento con aria depressa seguito a ruota da un determinato Itachi, che decise.

Si alzò da divano sul quale si era rifugiato e afferrò la cornetta. Pochi minuti ed una voce cristallina lo salutò dall’altra parte.

-Vieni subito a casa mia Naruto, dobbiamo parlare- e detto questo riattaccò, senza dare al biondo la possibilità di replicare.

Si era stufato di tutta quella situazione, era ora che qualcuno aprisse gli occhi a Naruto, e se a farlo non ci riusciva Sasuke allora ci avrebbe pensato lui.

 

Nel frattempo, Itachi si era attaccato al telefono spedendo messaggi a tutti. Dovevano incontrarsi, dovevano mettere in atto la loro strategia numero uno di riappacificazione teme-dobe! Sì, avrebbero aiutato suo fratello a conquistare il suo biondino! Perché lui era un bravo fratello maggiore infondo, e perché il regno delle scommesse non poteva crollare così! E su questo erano stati tutti d’accordo con lui, all’ultima riunione, ovviamente lo erano stati anche sul riunire Sasuke e Naruto, ma gli affari sono affari, come si sul dire!

Ghignando come uno scemo, si avviò alla sua auto. Doveva incontrare gli altri e preparare la cena a sorpresa.

Ora che ci pensava, se n’era andato senza salutare Gaara. Accidenti, sperava solo che il suo amore non se la fosse presa con lui! Bhè, si disse, finita la cena a sorpresa sarebbe andato di corsa da lui a farsi perdonare, eheh, ed aveva già una mezza idea di come fare, uhuh.

 

***

 

-Scusa, puoi ripetere?- domandò scioccato, Naruto, continuando a fissare Gaara come se fosse un alieno con due teste.

 

-Hai capito bene. Ho detto che Sasuke ti ama da anni, e che tu finora sei stato l’unico a non accorgertene- sbuffò, rigirandosi la tazza di tea tra le mani. Era passata un’ora, una lunghissima ora in cui aveva dapprima cercato di far sì che Naruto arrivasse da solo all’ovvia conclusione, parlando per metafore e frasi in sospeso aveva sperato capisse da solo, collegando i punti. Poi si era reso conto che forse Sasuke non aveva tutti i torti a chiamarlo dobe. Per cui, visto che la sua pazienza era già stata duramente logorata dai due Uchiha, aveva deciso di essere più diretto e crudo, arrivando subito al punto.

Aveva cominciato a raccontare ciò che per tutti era ovvio da anni. Tutti i fatti più salienti che avrebbero fatto capire anche ad un cieco, ma non a Naruto Uzumaki evidentemente, che Sasuke Uchiha era stracotto di lui. Non aveva tralasciato niente, partendo da quando avevano il pannolone fino ad arrivare ai tempi più recenti.

Aveva visto crescere stupore ed incredulità sul volto del suo migliore amico. Ovviamente scoprire di essere sempre stato amato dal suo migliore amico e di essere sempre stato l’unico a non capirlo lo aveva sconvolto, ma almeno ora sapeva, e forse sarebbe riuscito a togliergli di torno i due dementi. Ed anche a coronare il sogno d’amore con il piccolo Uchiha ovviamente.

 

Una risata cristallina e tremendamente divertita invase l’ambiente circostante.

Naruto si stava piegando in due dalle risate.

Non  riusciva a credere a quello che Gaara gli aveva raccontato. Certo, era stato dettagliato e preciso ma, andiamo, il teme innamorato di lui?! Non sapeva che il rosso avesse un così grande senso dell’umorismo! Perché quello era assolutamente impossibile! Se Sasuke si fosse innamorato di lui, lui di sicuro se ne sarebbe accorto.. vero?

 

-Smettila di ridere. Sono serio Naruto.- lo fulminò con lo sguardo. Insomma, lui mica aveva parlato per un’ora filata, stabilendo il suo nuovo record personale di parole messe in fila in un discorso, solo per prenderlo in giro. Come poteva crederlo?

 

-Cioè, stai dicendo che sul serio, Io, ma proprio Io piaccio al teme?- domandò, per l’ennesima volta, indicandosi ad ogni IO ripetuto.

 

Gaara quasi bestemmiò in cinese, e diviso a metà tra la voglia di buttarlo giù dal balcone o spaccargli la testa contro il muro, si decise a rispondere per la centesima volta, ribadendo l’ovvio.

-Sì! E non gli piaci, ma ti ama. Diavolo, è un Uchiha, quelli non hanno vie di mezzo lo sai, o amano o odiano. E sto con uno di loro, per cui fidati, è così-

 

-Ma, ma non ha senso! Perché non me lo avrebbe detto? E poi come ho fatto a non accorgermene? Sei sicuro di quello che dici?- si buttò a peso morto sul divano, spiazzato e ancora confuso ed incredulo –ora le scommesse di quei pazzi degli amici di Itachi acquistano un altro senso e.. oddio che vergogna!- sbottò, coprendosi la faccia con le mani –ma davvero la città scommette su quando andremo a letto insieme io e Sasuke?!-

 

Si limitò ad annuire, riprendendo a sorseggiare il suo tea. Aveva parlato anche troppo per i suoi gusti. Ma sapeva che non aveva ancora finito.

-Senti, so che ti è difficile da credere, ma le cose stanno davvero così. Se vuoi puoi verificarlo da te. Chiedilo a Sasuke, Itachi oppure analizza il comportamento di Sasuke quando state insieme. Lo conosci in fondo- si fermò un attimo, fissandolo negli occhi –ma dovrai mettere da parte i tuoi pregiudizi. Cerca di capire se quello che dico è vero, ma non pensare con la tua testa basandoti sulle tue convinzioni. Resetta la mente, quando state insieme, e analizza tutto guardandolo con occhi nuovi. Vedrai che ti sarà tutto più chiaro.- e sperò di non dover parlare ancora a lungo, già sentiva la gola iniziare a dolergli terribilmente.

Ma di una cosa era certo, se quei due non si fossero messi insieme dopo che lui aveva sprecato tanto fiato per aprire gli occhi a Naruto, allora li avrebbe scorticati vivi con le sue mani, questo era poco ma sicuro!

 

Naruto annuì, debolmente. Quello che diceva Gaara era giusto, se non si era accorto di nulla in tutti quegli anni, non se ne sarebbe accorto neanche ora. Per cui l’unica soluzione era guardare tutto con occhi nuovi. Doveva verificare che il fatto che Sasuke lo amava fosse vero, credeva a Gaara e sapeva che non gli avrebbe mai mentito ma per lui era difficile accettare questa nuova realtà. Quindi avrebbe verificato con i suoi occhi, poi avrebbe deciso cosa fare.

 

***

 

 

I giorni trascorrevano uno dietro l’altro, monotoni. Naruto si alzava, faceva colazione con il suo adorato ramen, poi andava a lavoro, come tutti i giorni da molti anni a quella parte.

Ma qualcosa era cambiato, la sua mente era altrove. Persino il suo sorriso solare che rivolgeva a tutti, colleghi, segretarie, collaboratori esterni era svanito, per lasciar spazio ad un volto pensieroso, a volte triste.

Minato da giorni osservava suo figlio preoccupato, dove era finito quell’uragano tanto somigliante a sua moglie che per anni lo aveva fatto impazzire con le sue marachelle? Persino adulto e laureato, dopo che aveva iniziato a lavorare nel suo studio non mancava giorno che non gli facesse qualche scherzo, qualche battuta, portandolo quasi all’esasperazione.

Nell’ultima settimana però non era accaduto nulla, silenzioso suo figlio arrivava, mogio salutava per poi rinchiudersi nel suo studio, alla sera terminato il lavoro, tornava a casa, non un sorriso, uno scherzo, una bambinata che lo contraddistingueva da tutti gli altri.

Anche la sera in cui aveva cenato con lui e sua moglie, per quanto tentasse di mantenere viva la conversazione, qualcosa lo portava a perdersi nei suoi pensieri, a posare le iridi cristalline come le sue fuori dalla finestra e perdersi in chissà quali pensieri, decisamente Minato cominciava a preoccuparsi, che fosse accaduto qualcosa di terribile al suo bambino?

Né aveva parlato con Kushina la stessa sera della cena, dopo che Naruto li aveva salutati per tornare a casa, anche sua moglie era preoccupata.

Il giorno seguente aveva telefonato a Mikoto per sapere se fosse accaduto qualcosa fra suo figlio e Sasuke, ma oltre alle ultime informazioni passategli da Itachi, cioè la strana tattica di conquista che l’Uchiha aveva messo in atto, ovvero ignorare suo figlio, non era accaduto nulla fra i due, i due geni Uchiha erano stati troppo intenti a dare la caccia agli ex di Gaara e Naruto per occuparsi di altro.

Minato scrollò le spalle, poi sconfitto si concentrò sulle carte che aveva in mano, per quanto considerasse Naruto ancora un bambino, sapeva che suo figlio era grande e sapeva cavarsela da solo, se avesse avuto un problema insormontabile sarebbe andato da solo a parlare e a chiedere consiglio ai suoi genitori; così seppur controvoglia tornò a concentrarsi sul suo lavoro.

 

 

Di pensiero contrario a quello di suo marito era Kushina, che si anche per affetto materno, ma più per curiosità, voleva assolutamente scoprire cosa fosse accaduto al suo bambino. Così non appena suo marito era uscito di casa aveva alzato la cornetta del telefono e aveva convocato Itachi e la sua combriccola a casa sua, per interrogarli e nel caso escogitare un piano definitivo per far avvicinare suo figlio e l’idiota minore di casa Uchiha.

Sinceramente parlando, escludendo Itachi che le stava particolarmente simpatico, molto simile a sua madre, più che a quel broccolo di Fugaku, Kushina si era sempre domandata come la sua migliore amica si potesse essere innamorata di un concentrato di orgoglio, privo di senso dell’umorismo, quale era l’attuale capo clan degli Uchiha. La cosa più tragica era che stava spingendo suo figlio fra le braccia del più piccolo degli Uchiha, fotocopia sputata del padre, almeno per quanto riguardava il carattere. Ma in fondo sapeva che Sasuke sarebbe stato il ragazzo ideale per il suo bambino, con il suo carattere freddo e pacato avrebbe smorzato un pochino l’esuberanza di Naruto, tale e quale a quella di Minato.

Anche ora che erano adulti entrambi, a volte le sembrava di avere a che fare con due bambini delle elementari, rumorosi, pestiferi e giocosi.

La donna sorrise fra se e sé mentre ricordava la faccia di suo marito quando Naruto era andato a vivere da solo, per l’uomo era stato un vero e proprio colpo, in poche settimane non aveva visto andar via suo figlio, ma partire il suo compagno di giochi, una vera tragedia per l’uomo.

Venne riportata alla realtà dal campanello di casa che scampanellava insistente, i suoi ospiti erano arrivati, era ora di scoprire cosa fosse accaduto fra i due ragazzi.

 

Il vapore fuoriusciva dalle tazzine da tè, annebbiava la sua visuale, ma non troppo per non notare lo sguardo serio di Kushina Uzumaki davanti a lui.  I ragazzi dell’Akatsuki erano arrivati rumorosi a casa Uzumaki poche ore prima, e dopo aver parlato amabilmente con la signora Kushina, lui aveva preso la parola per raccontare gli ultimi avvenimenti, ma obiettivamente non sapeva cosa potesse essere accaduto a Naruto, tanto da farlo impensierire per un’intera settimana.

Le iridi scure continuavano a fissare la donna dai capelli color delle fiamme, poteva vederle le rotelle del suo cervello muoversi ed escogitare qualcosa, un piano per far riavvicinare i due pargoli delle rispettive famiglie.

In cuor suo avrebbe preferito che continuassero a rincorrersi per parecchio tempo ancora, ma in fondo un cuore lo aveva anche lui, gli dispiaceva vedere suo fratello con quell’aria afflitta da cane bastonato che non gli si addiceva proprio.

Avrebbe trovato un altro modo per divertirsi e far passare il tempo più velocemente, e per quanto riguardava le scommesse, Kakuzo se né sarebbe fatto una ragione, trovando un’altra forma di guadagno, magari far prostituire quella serpe del suo compagno, un ghigno gli comparve sul volto ripensando alla sua punizione, anche se lo avrebbe torturato ancora un pochino, se proprio il suo amico tirchio non lo avesse fermato, affermando che gli serviva ancora.

Scacciò dalla mente quei pensieri, per tornare ad osservare la donna

 di fronte a lui, lo sguardo prima assente ora era vivo e luminoso, probabilmente un’idea si era formata nella sua mente.

 

Geniale, così semplice eppur geniale, era questo quello che stava pensando Itachi mentre il telefono di suo fratello squillava aspettando che questo rispondesse, lui e i suoi amici per farli avvicinare avevano progettato i piani più assurdi, ed invece quella donna in meno di dieci minuti aveva creato la cosa più semplice e geniale del pianta.

Una cena, una semplice cena, un incontro al buio, spacciato per un’incontro di lavoro, in cui i due ragazzi si sarebbero potuti  chiarire, parlare tranquillamente, e chissà che finalmente non sarebbe nato qualcosa, forse Naruto si sarebbe reso conto di cosa provasse suo fratello per lui.

La voce di Sasuke seria rispose al telefono riportandolo alla realtà:

 

-Il fatto che tu faccia finta di lavorare non significa che io non prenda sul serio il mio lavoro, oggi ho provato a chiamarti in ufficio, e mi hanno detto che non ti sei presentato a lavoro. Quindi sbrigati a dirmi cosa vuoi Itachi. -

 

Le iridi scure d’Itachi si alzarono verso il cielo, in quei momenti non era poi così sicuro di voler affidare quella croce che era suo fratello a Naruto, quel povero ragazzo si sarebbe suicidato prima di raggiungere i trent’anni.

 

-Dai Sasuke non essere così ligio al dovere, e non rimproverarmi, sono ancora giovane, ogni tanto anche io ho bisogno di un po’ di svago. - un sorriso malefico sul bel volto, tanto suo fratello non poteva vederlo. Sé avesse saputo quali erano i suoi svaghi non sarebbe stato troppo contento, soprattutto le scommesse su di lui e il bel biondino.

 

-Comunque Itachi perché mi hai chiamato, ho veramente molto lavoro da portare a termine. –

 

-Si è proprio una questione di lavoro, mi ha chiamato nostro padre, e mi ha chiesto di presenziare ad una cena di lavoro, ma questa sera proprio non posso, ho promesso a Gaara di passare la sera con lui, non credo che prederebbe molto bene un mio impegno improvviso. Quindi ci andrai tu, e non voglio proteste. Detto questo fratellino ti saluto, fammi sapere come è andata. – Senza attendere una risposta riagganciò il telefono e si voltò verso Kushina intenta in una telefonata molto simile alla sua.

 

 

***

 

 

 Naruto si gettò sul letto, le iridi cristalline fissavano il soffitto della sua camera, non ci voleva proprio quell’impegno improvviso, quella cena di lavoro. Avrebbe volentieri passato la serata a riflettere su quello che gli aveva detto Gaara. Possibile che non si fosse mai accorto di nulla in tutti quegli anni? Possibile che le parole di Sasuke, i suo comportamenti strani fossero dovuto all’attrazione che provava per lui?

Non si era mai reso conto di nulla. Chissà quanto aveva sofferto il teme!

Sbuffò, quella sera avrebbe volentieri voluto rimanere a casa e pensare a come comportarsi con Sasuke, ma il lavoro era importante, se non fosse stata una cosa seria sicuramente suo padre avrebbe rimandato la cena, così di malavoglia iniziò a prepararsi, nel frattempo sul cellulare componeva il numero di Sai, avrebbe chiesto all’artista di accompagnarlo, magari finita la serata avrebbe potuto parlare con lui e chiedergli qualche consiglio su come comportarsi, seppur maniaco, il giovane artista era un buon osservatore, forse lui avrebbe potuto consigliargli come comportarsi con il teme.

 

 

***

 

 

Sasuke si avviava verso il ristorante, lo sguardo oscurato, una vena di disappunto che pulsava sulla sua fronte, sia per quell’uscita non programmata, sia per il ragazzo seduto accanto a lui che non faceva altro che cianciare di cose inutili.

Ancora si chiedeva perché avesse chiesto a Suigetsu di accompagnarlo, in fondo una cena di lavoro era qualcosa di cui si sarebbe potuto sbrigare anche da solo, ma qualcosa lo aveva spinto a chiamare quello che poteva ritenere uno dei suoi più cari amici. Per quanto esuberante e chiassoso, Suigetsu aveva un ottimo intuito, ed aveva sempre saputo dargli degli buoni consigli, che lui testardo ed orgoglioso non aveva mai seguito, ma a mente lucida, in seguito, si era sempre reso conto di  quanto fossero giusto, sempre troppo tardi.

Forse dopo la cena avrebbero potuto parlare, o meglio le chiacchiere continue di Suigetsu lo avrebbero distratto dal continuo pensare al suo migliore amico. Da quegli occhi luminosi. Dal suo sorriso raggiante che lo faceva sciogliere come neve al sole.

Quando si ridestò dai suoi pensieri erano finalmente giunti davanti al ristorante, con sguardo serio lasciò la macchina al parcheggiatore, e si diresse verso il tavolo che era stato prenotato.

 

I minuti erano trascorsi, la rabbia che lentamente cresceva, insieme al ghigno del suo amico seduto al suo stesso tavolo, venti minuti di ritardo, chiunque fossero i soci con cui doveva concludere l’affare, sicuramente li avrebbe uccisi con le sue stesse mani, odiava i ritardatari, più di ogni altra cosa.

Furente era quasi pronto per andarsene quando vide avvicinarsi al suo tavolo il cameriere con due persone.

Due ragazzi che conosceva bene.

 

Lo sguardo sgomento che si rivolsero Sasuke e Naruto stava facendo sbellicare dalle risate Suigetsu, che non aveva mai visto il biondo di persona, ma dalle descrizioni che gli aveva fatto l’Uchiha, aveva immaginato subito fosse lui.

E dal volto dei due ragazzi aveva immaginato che in quello strano incontro ci fosse di mezzo Itachi, il maggiore dei fratelli Uchiha probabilmente solo per divertimento o perché realmente preoccupato per il suo otooto aveva organizzato quella cena che doveva essere intima.

I due invece chissà per quale oscuro motivo avevano portato due ospiti, che in quel momento risultavano decisamente indesiderati, almeno per Sasuke.

Il silenzio era calato fra di loro, lui seduto in un angolo continuava a fissarli divertito mentre mille emozioni passavano sui volti dei due. Naruto indeciso su cosa fare, un’irritazione che cresceva verso sua madre per quello scherzetto, stava quasi per scappare, quando Sai aveva preso l’iniziativa e si era messo seduto di fronte a Sasuke trascinando il biondo con se.

 

-Sembra che la cena di lavoro sia sfumata. – affermò allegro. –Ma a quanto pare ce né una fra vecchi amici e nuove conoscenze. –

 

Il silenzio li circondava ancora, ma sembrava che le parole del pittore avessero leggermente rotto il ghiaccio, vedeva il biondo rilassarsi, mentre la faccia scocciata e furiosa di Sasuke riprendeva la sua solita compostezza.

 

-Io mi chiamo Sai. – si presentò il moro seduto di fronte a Sasuke –sono un vecchio compagno di scuola sia di Naruto che di Sasuke. –

 

-Piacere mio, io sono Suigetsu, un amico di Sasuke. –

 

Un ghigno che si andava formando sui visi di entrambi, pregustandosi la serata che si preannunciava molto divertente, almeno per loro.

 

Naruto maledì dentro di se sia sua madre che Sai, sua madre per quella cena improvvisa, in cui non sapeva come comportarsi con il teme, Sai per non avergli permesso di andarsene, visto che non era una cena di lavoro. Con una scusa forse avrebbe trovato il modo di defilarsi, ora al contrario si trovava seduto davanti a quel ragazzo dagli strani capelli celesti, che lo fissava con sguardo intenso, un sorriso che non riusciva a definire sul suo volto. Sicuramente però era simpatico, in meno di dieci minuti era riuscito a rompere il ghiaccio, chiacchierando amabilmente con lui e con Sai, mentre il teme li fissava sempre più di pessimo umore e con sguardo duro fulminava Suigetsu.

Piano piano che il tempo passava, nella sua mente si stava formulando un pensiero, il modo di scoprire se realmente le parole di Gaara fossero veritiere. Forse tentare di far ingelosire il teme non sarebbe stata una cattiva idea, e quel ragazzo seduto di fronte a lui sarebbe stato un alleato prezioso per quella serata. Da come ghignava osservando Sasuke, si sarebbe divertito molto nell’aiutarlo, sperava solo che il teme non perdesse il controllo come suo solito e meditasse vendetta contro quel povero ragazzo.

 

 

***

 

 

Il tempo sembrava essersi fermato.

La serata era volata, tra chiacchiere e risate, degli altri ovviamente. Lui aveva risposto a monosillabi, l’irritazione che cresceva di minuto in minuto, quanto la complicità fra Suigetsu e Naruto.

Le risate dei due, le battute che il ragazzo dai capelli celesti faceva al biondo, doppi sensi, e frasi sussurrate sotto voce.

A stento riusciva a trattenere il suo istinto omicida verso l’amico, ma di una cosa era sicuro, lo avrebbe fatto a pezzi.

Il vento soffiava gelido e lui scrutava la strada buia dove fra le risate erano scomparsi Suigetsu e Naruto. Una passeggiata, Naruto voleva fare una passeggiata fino a casa, aveva bisogno di un po’ di aria fresca, e l’altro aveva colto la palla al balzo, offrendosi di accompagnarlo, visto vivevano nella stessa parte della città.

Sai sorridendo si era preso la macchina del biondo, affermando che glie l’avrebbe riportata il giorno seguente, e sghignazzando dopo averlo osservato un’ultima volta era partito fischiettando.

Lui da solo era rimasto lì ad osservare il suo biondino svanire nella notte, con qualcuno che non era lui, una rabbia sempre più grande che cresceva dentro di lui.

La consapevolezza di essersi fatto sfuggire l’ennesima occasione.

 

 

***

 

 

Le due di notte.

Tardissimo, fortunatamente il giorno seguente non sarebbe andato a lavoro, il sabato si dormiva, e lui aveva bisogno di riposo, molto riposo e di pensare seriamente.

Con Suigetsu si era divertito un mondo, soprattutto quando il ragazzo era stato al gioco, flirtando con lui, per dargli l’opportunità di osservare la reazione dell’Uchiha. Allo sguardo ferito e furente del teme si era sentito in colpa, ma non poteva fare altro, doveva essere sicuro delle parole di Gaara.

Ora il problema, era capire quali fossero i suoi sentimenti per Sasuke, per tutta la sua vita lo aveva visto come un amico, come suo fratello.

L’amore e la passione li aveva provati per una sola persona fino a quel momento, che la sua storia con Kakashi era stata solo un’illusione?

Non lo sapeva, sfinito si era gettato sul letto la mente più confusa di prima, non sapeva cosa fare, come comportarsi.

Chiuse gli occhi pensando a Sasuke, non sapeva cosa provasse realmente per il teme.

Più confuso di prima lasciò che il sonno e la stanchezza prendessero il sopravvento, portandolo nel mondo dei sogni, il giorno seguente avrebbe affrontato tutti i suoi problemi, ora aveva solo bisogno di riposarsi.

 

 

 

Angolino del delirio:

 

Chiediamo umilmente perdono, veramente per il ritardo, ma impegni vari di entrambe hanno fatto in modo che non potessimo postare il capitolo. Ringraziamo tutti coloro che seguono la storia, ringraziandole immensamente, speriamo continuerete a seguirci anche se con questi imperdonabili ritardi, risponderemo ai commenti non appena il tempo a nostra disposizione ce lo permetterà, per ora non possiamo fare altro che ringraziare chi legge la storia, la commenta e l’ha messa fra le preferite,seguite, e ricordate.

Un bacione.

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