Dexter

di Argentine
(/viewuser.php?uid=74045)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Robert Turner ***
Capitolo 2: *** Luna ***
Capitolo 3: *** Lame ***
Capitolo 4: *** Nemico ***
Capitolo 5: *** Nuova vittima ***
Capitolo 6: *** Larry Long ***



Capitolo 1
*** Robert Turner ***


Il suo nome era Robert Turner. Era il genere di persona che gli ingenui di questo mondo avrebbero definito perbene, ma io non sono un ingenuo, non faccio nemmeno parte di quelle schiere. Mi era bastato indagare un poco sulla morte di sua figlia e la figura di Turner era stata come avvolta da una nebbia fitta. Nascondeva qualcosa, e io, Dexter, avevo scoperto come mai Turner era così misterioso. Non puoi andare in giro per Miami a uccidere indiscriminatamente innocenti e assassini senza che qualcuno non se ne accorga. Sua figlia, Miriam, aveva pagato il prezzo per aver scoperto che papà si divertiva a far a pezzi la gente, quando non era a casa a recitare la parte del padre premuroso. Che delusione.  Capivo Robert Turner, io e lui eravamo fatti della stessa pasta, ma stava trasgredendo alle regole. Il codice di Harry. Harry era mio padre, un poliziotto, un eroe, che aveva avuto la sfortuna di adottare uno come me. Non sono umano. Non sono un mostro. Sono Dexter. L'unica copia originale di me stesso. Molti di voi apprezzerebbero le mie regole. Non tutte hanno lo scopo di preservare il mio operato, altre vi riguardano da vicino. Io Dexter uccido solo i cattivi, gli assassini, gli stupratori, i ladri. La buona gente come voi non ha nulla da temere da un essere come me, che ogni volta che la luna si diverte a occupare il cielo stellato, che ride, richiama in me un istinto primordiale che mi costringe a vagare per Miami in cerca di una vittima. Harry diceva che in me qualcosa era entrato troppo presto, e questa cosa era presente e lo sarebbe sempre stata, combatterla era inutile, l’unica cosa che potevo fare era farle fare un giro ogni mese. Il sangue la placava e ritornava a dormire. Avevo fatto le ricerche più accurate su Robert Turner, sapevo che era stato lui a uccidere la figlia e molti altri cittadini di Miami, e adesso era arrivato il momento di placare il passeggero oscuro. Ero nascosto dietro un cespuglio di casa sua e solo in quel momento mi resi conto di aver aspettato troppo. Il passeggero oscuro ululava dalla gioia ma era più irrequieto delle altre volte, come se la sua sete fosse stata più insopportabile che mai. Fu solo grazie al mio autocontrollo che non balzai addosso a Robert quando uscì di casa. Attesi che raggiungesse la macchina. Respirai profondamente, e poi mi preparai ad aggredirlo:

“… Robert”

Sua moglie aprì la porta di casa e gli portò il portafoglio. Credeva che suo marito stesse andando con i suoi amici al bowling. Ma solo io conoscevo la verità. Robert, quanto sei crudele per ingannarla in quel modo? Il passeggero oscuro osservava la scena divertito:

“ Cosa c’è di divertente?” gli chiesi.

Non mi diede risposta continuando a sogghignare. Appena la moglie fu rientrata. La luce della luna mi colpì in viso e mentre il desiderio si faceva più impellente balzai fuori dal nascondiglio. Prima che Turner si rendesse conto della mia presenza gli infilzai l’ago della siringa nel collo. Spinsi facendo penetrare il sonnifero nel suo corpo. Si addormentò fra le mie braccia. Un urlo di giubilo giunse da dentro di me dalla bocca del passeggero oscuro. Stava per iniziare il divertimento.

Salve. Questa è la mia prima fan fic. Mi raccomando lasciate commenti per aiutarmi a migliorare, non sono molto esperta ^^ Questa è solo una parte iniziale per dare un pò l'idea di come è il personaggio di Dexter, visto che questa è la prima fan fic di lui e voglio permettere a persone che non l'hanno mai sentito di poter capire la storia. Cercherò di aggiornare più presto possibile. Grazie per averla letta.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Luna ***


Guidai per circa mezzora verso la periferia di Miami. Non ci crederete, ma lì ci sono dei posti perfetti per la gente come me. Isolati, discreti e sicuri. Harry era sempre stato molto chiaro al riguardo. Legai Robert al tavolo che avevo precedentemente portato. La piccola casetta che avevo scelto era stata abbandonata da qualcuno anni addietro. Forse perché quel tratto di palude non era più navigabile, o forse era colpa degli alligatori che infestavano la zona, ma non era un mio problema, a me importava poterla usare. Il passeggero oscuro rimase in attesa aspettando che io gli lasciassi il volante per potergli lasciar fare quello per cui era nato. Avevo incellofanato l’interno della casetta già giorni prima e i miei attrezzi attendevano pazientemente di essere usati. Alzai il bisturi per potermi specchiare. Era lucente, come piaceva a me. Sono un mostro pulito. Non lascio sangue nei miei luoghi di divertimento. Mi porto via ogni traccia con il cellofan macchiato. E mi vesto anche per l’occasione. Qualcuno avrebbe da ridire se tornassi a casa con i vestiti coperti di liquido rosso, non so se fingendo sia sugo riuscirei a cavarmela, il sangue ha un odore particolare. Avevo il grembiule, gli strumenti, la vittima e la luna che brillava nel cielo. Era tutto pronto, mancava solo una cosa. Robert si mosse sotto il nastro adesivo, poi mise a fuoco la situazione, ma non vidi la paura nei suoi occhi, non era una vittima qualsiasi. Dopotutto lui era come me. Ma non era un mostro pulito, detesto i mostri disordinati:

“ Parla” dicemmo insieme io e il passeggero oscuro mentre gli toglievamo il nastro adesivo dalla bocca.

Lasciai totalmente il controllo a lui, mentre insieme guardavamo la scena:

“ Non capisco” ammise Robert.

“ Non capisci?... Miriam Turner” tirammo fuori una foto di sua figlia e gliela mostrammo “ Lucia Logan, Lucy Niguera, Lucas Harrison …”

Così una dopo l’altra Robert incrociò di nuovo lo sguardo con le sue vittime. Dava segno di non provare alcun rimorso, come se non provasse nulla. Come me:

“ Hai ucciso anche tua figlia. Una bambina” gli ricordammo.

“ Aveva sedici anni. Non era più una bambina” disse Robert.

Era calmo, troppo calmo per i miei gusti. Mi irritano le vittime che cominciano a urlare tentando invano di liberarsi, ma in quel momento scoprii che una vittima che non si pentiva davanti a me, il distruttore, era inconcepibile:

“ Confessi?” dicemmo stanchi di aspettare.

Mi mancava solo una cosa. La confessione. E di solito riesco sempre ad ottenerla. Quando le mie vittime capiscono di non avere via di fuga, scaricano su di me tutti i loro peccati. Sono il loro confessore e punitore. La loro salvezza. Robert Turner non poteva trasgredire a quella regola:

“ Cosa dovrei confessare? Erano solo …” cominciò a dire.

Lo colpimmo in viso:

“ Tua figlia non era solo … solo cosa? Un essere umano?”

Ero sul serio arrabbiato in quel momento. Il passeggero oscuro, che si nutriva di quel sentimento, rimase per poco tranquillo:

“ Si. Solo esseri umani”

Robert mi omaggiò con un sorriso pazzo, e io in quel momento sperai di non diventare mai come lui. Gli coprimmo di nuovo la bocca e poi ci preparammo a iniziare. Mi basta come confessione, ed era ovvio fosse stato lui. Lascia il bisturi sul tavolo e presi un grosso coltello, in modo che il lavoro sarebbe durato di meno. Detestavo Robert Turner sempre di più, prima moriva, prima avrei potuto liberare il mondo da una bestia del genere. Era caduto nella mia trappola e il cacciatore aveva diritto alla sua preda. Alzammo il coltello e il passeggero oscuro urlò.

“ Chi c’è?”

Una voce. Il passeggero non la sentì neppure. Con uno sforzo enorme riacquistai il controllo capendo la gravità della situazione e misi via il coltello. Chiusi la borsa che conteneva i miei attrezzi e aprii la finestra sul retro della casetta.  Per mantenere il controllo cercai di non guardare Robert e mi concentrai sul codice di Harry. Era chiaro, dovevo scappare. Per un attimo, prima di uscire attraverso la finestrella ,pensai di aggredire il nuovo arrivato e di uccidere anche lui, ma mi vergognai di questo pensiero. Non sapevo niente della persona lì fuori, solo Robert Turner meritava di morire. Il passeggero oscuro si dibatteva, deluso e frustrato, ma non avevo tempo da perdere per pensare a lui. Dovevo andarmene. I miei piedi toccarono il suolo ghiaioso e mi voltai per raggiungere la macchina. Un uomo armato di pistola mi si parò davanti, inspiegabilmente il passeggero oscuro sogghignò.  

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Lame ***


Non è da me essere spaventato e solitamente non lo sono, ma quella strana situazione mi stava facendo agitare. Il passeggero era irrequieto e ululava rivolto verso il nuovo arrivato ostacolando i miei pensieri. Dovevo fuggire, questo era ovvio. Ma se hai la macchina di fronte a te ed è difesa di un uomo armato, le altre possibilità di fuga si fanno pericolose. Pensai che forse era il caso di dire qualcosa, dopotutto non mi ero ancora presentato: “ Salve, il mio nome è Dexter,  uccido la gente a causa di qualcosa che è entrato in me troppo presto. Ma me ne stavo giusta andando. Bello il tempo, eh?” La pistola del mio futuro aggressore era ancora leggermente piegata, e questo mi faceva pensare ad una certa indecisione. Appena  considerai quella possibilità il mio nuovo amico di giochi la alzò di scatto portandola ad altezza d’uomo. Mi scansai velocemente e il proiettile colpì la parete della casetta dietro di cui mi ero riparato. Il passeggero oscuro sogghignò. Non avevo tempo.  Sentii i passi del mio aggressore che si allontanavano. Era intenzionato a mettermi in trappola e sfortunatamente il mio buon padre Harry ha dimenticato di mettere nel suo codice anche le più semplici regole per la fuga. Si deve fuggire. E’ quello l’importante:

“ Non devi farti prendere, hai capito?” sentii la voce di Harry nella mia testa.

“ Si” risposi.

“ Bravo ragazzo”

Non era importante il come. Dovevo farlo e basta. Mi allontanai dalla casetta dalla parte opposta dalla macchina. Da quella parte c’era solo il fiume, che in questo caso era fondo come un canale che si rispetti, ma melmoso come uno stagno. Non mi feci intimorire. Anche Harry l’aveva detto, il come non era importante. Tenni i miei attrezzi sopra la mia testa e mi inoltrai nelle acque. In quel momento mi dispiacque non aver scelto un posto dove sarei potuto venire con la mia barca. Avevo comprato quella barca per due motivi, il primo era potermi sbarazzare dei cadaveri nel mare di Miami e l’altro era di potermi spostare per i canali, ma naturalmente avendo scelto quel posto, avevo dovuto rinunciare ad usarla. Ed ecco come ero finito a camminare con la melma fino al petto per portarmi via da una situazione rischiosa:

“ Non ti muovere” mi intimò una voce autoritaria.

Naturalmente mi fermai, e anche quando cercai di girarmi verso di lui la voce tuonò:

“ Non muoverti!”

Ero calmo. Il passeggero oscuro era in ascolto attendendo che io e il mio rivale ci confrontassimo. Non avevo idee ed ero nettamente in svantaggio, ma non sono il genere di persona che davanti alla morte si spaventa. Fu allora che il mio aggressore sparò. Sentii il colpo, ma non mi arrivò il dolore. Pessima mira. Andai sott’acqua sperando che il canale fosse abbastanza fondo per impedire alle pallottole di ferirmi. Mentre cercavo di raggiungere l’altra sponda, i miei attrezzi si impigliarono sul fondo. Erano pesanti e io, anche se sono atletico, non avevo abbastanza forza per riuscire a trascinarli. Solitamente uso i guanti quando maneggio i miei attrezzi, ma alcune volte, quando non riesco a dormire oppure prima di uccidere una vittima che mi ha fatto particolarmente penare, ne osservo la punta lucente conscio che pochi minuti dopo sarà sporca facendo ruotare il polso. Su quelle lame c’erano le mie impronte, ed ero pronto a scommettere che un qualsiasi idiota che lavora con me alla scientifica sarebbe potuto risalire a me. Cercai inutilmente di staccarli dal fondo, ma sapevo di star aspettando troppo. Lasciai andare la mia borsa. Quando riemersi dall’acqua sull’altro lato del canale il passeggero oscuro ringhiò. Il mio aggressore era scomparso, ma ero pronto a scommettere che se non mi fossi sbrigato l’avrei incontrato di nuovo:

“ Non devi farti prendere,capito Dexter?” mi ricordò Harry.

Emersi dall’acqua scappai. Non avevo altra scelta.

Ecco qui l'attesissimo nuovo capitolo! Debb arriva nel prossimo, non ti preoccupare ;) Grazie per il tuo sostegno, nell'attessa che sul sito attivi qualche fan di Dexter ... se non mi avessi incoraggiato non sarei mai andata avanti. Ho visto adesso che mi è sfuggito (come al solito) qualche errore grammaticale. Vedrò di sistemare i capitoli precedenti. Grazie XD

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Nemico ***


Per pochi minuti, mentre correvo per la palude con solo in mente il codice di Harry pensai sul serio di poter raggiungere Miami a piedi. Appena ripresi un po’ di lucidità mi fermai, cosciente del fatto di aver un problema da risolvere. Avrei potuto impiegare tutta la notte per arrivare a casa e forse una buona parte della mattina. La cosa che più mi preoccupava era non presentarmi al lavoro senza avvertire nessuno. Il cellulare era nella borsa. La borsa era in fondo a quel maledetto canale. E, i miei attrezzi con sopra le mie impronte erano intrappolati lì. Il cellulare, anche se avesse funzionato dopo il bagno, non era la cosa più importante a cui pensare. Le mie lame coperte d’impronte erano la cosa di cui avrei dovuto preoccuparmi. Tornare a casa in tempo era un altro fattore di cui mi sarei occupato dopo. Dovevo recuperare la mia borsa. La sicurezza andava prima di tutto. Harry era stato chiaro. Non dovevo farmi prendere. Mentre me ne stavo tra le canne a pensare, la mia adrenalina svanì e il passeggero oscuro riprese ad ululare alla luna e a chiedere una preda che ormai non avevo più. Il mio cuore si mise a battere più velocemente del solito riconoscendo che per gli standard ero sul serio nei guai. L’uomo con la pistola era al capanno e io ero disarmato, non potevo tornare indietro.
Poi mi venne l’idea. Era indiscutibile, non potevo toccare l’uomo innocente ma Robert invece si. Avevo tramortito uomini molto più alti e forti di me usando il sonnifero e non avevo mai necessitato di usare le mani nude, ma quel uomo non mi lasciava altra scelta. Dopo tutto non avevo sempre agito usando come arma principale l’effetto a sorpresa? Mi sarei sbarazzato del salvatore capitato per caso e poi avrei sistemato Turner una volta per tutte. Tornai indietro con cautela, cercando di nascondermi dietro il fogliame, ma quando finalmente intravidi il capanno capii che era troppo tardi. La mia auto non c’era più. Il canale era proprio di fronte a me. Incurante del freddo mi ci tuffai dentro e raggiunsi il fondo. Passai interminabili minuti risalendo e tastando le alghe, ma ben presto mi resi conto che quello che cercavo non c’era più. Qualcuno aveva preso la borsa e quel qualcuno mi aveva anche rubato l’auto.

“ Porca troia Dexter ci può sapere cosa ci facevi così lontano da Miami?” brontolò Debbie, la mia sorellina, esattamente un ora dopo che riuscii a trovare una cabina telefonica e a chiamarla.
“ Te l’ho detto. Stavo facendo una passeggiata notturna”
Debbie sa sempre quando scherzo, ma a causa dell’ora non accolse molto bene la mia battuta:
“ Una passeggiata notturna a dieci chilometri dalla tua abitazione?!”
“ Che ci vuoi fare … sono un tipo che sceglie molto accuratamente il posto dove farla. Altrimenti non riesco a dormire”
Mi lanciò un’occhiataccia:
“ Va bene. Non dirmi perché eri li. Ma almeno protesti ringraziarmi visto che sono le due di notte”
“ Grazie” dissi in un modo poco convincente.
Se la prese come se le avessi sparato:
“ Sei il solito idiota” disse stringendo i denti.
Arrivammo a casa velocemente, e per rincarare la mia dose di simpatia la salutai con la mano fino a che non sparì dal parcheggio davanti al mio appartamento. Quando però fui in casa mia mi resi conto che i miei guai non erano finiti. Il passeggero oscuro era inquieto, scontento di come era andata la serata. E non potevo dargli torto. Era passato tanto tempo dalla nostra ultima vittima. Troppo tempo, e io non avevo nessuno da dargli in pasto. Non avevo il tempo di prendere tutte le precauzioni possibili e scegliere una nuova vittima. E poi, non sapevo se lasciare in libertà un tipo come Robert avrebbe fatto Harry felice. Contando il fatto che aveva i miei attrezzi e non sapevo come li avrebbe usati, lo rendeva una vittima ancora più appetibile. Dovevo difendere la mia identità, e non ci sarei riuscito se la mia borsa sarebbe stata data alla scientifica.
Robert Turner, aveva commesso un madornale errore. Si era messo contro di me.

Ecco qui il nuovo capitolo. Mi scuso per aver aspettato così tanto tempo, ma sono stata via per un po’. Spero di metterci meno tempo la prossima volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Nuova vittima ***


Se c’è una cosa che nel tempo ho imparato è essere previdente. Sono un mostro ordinato, pulito e per rimanere come tale e tenere dentro di me un mostro come il passeggero oscuro ho imparato diversi modi per riuscire a controllarlo. Larry Long era sulla mia lista da mesi, in attesa di un emergenza. Era uno spacciatore senza alcuno scrupoli che una volta, troppo fatto delle sue sostanze per rendersi conto di cosa stesse accadendo, aveva investito e ucciso un bambino mentre giocava davanti a casa sua. Era un pesce piccolo, ma era uno di quei tipi, che una volta commesso un omicidio non andavano a nascondersi o lasciavano il paese. Vedendo che la polizia brancolava nel buio era rimasto ingenuamente a Miami a svolgere ancora le sue attività pensando che nessuno sapesse il suo segreto. Ma qualcuno c’era ed aveva in mente per lui una fine cruenta e terribile. Sorrisi:
“ Dexter, verresti stasera con me al compleanno di Anita?”
Il piccolo Cody interruppe il mio discorso mentale, mentre mi guardava con la sua solita aria malinconica. Stavo per chiedere chi fosse Anita quando Rita si intromise e lo fermò:
“ Mi dispiace Cody te l’ho detto che Dexter non può venire. Verrà al prossimo” cercò di consolarlo.
Il bambino si voltò deluso e andò dall’altra parte della stanza. Rita mi rivolse uno sguardo triste. Rita è la mia ragazza. E’ la donna perfetta per me, la sua scarsa attrazione per il lato sessuale di una relazione rispecchia la mia e non è il tipo di persona in grado di imporre qualcosa a qualcuno. Rita ha un passato sfortunato, fatto di un ex-marito drogato, litigi e un divorzio. Io sono il suo nuovo bravo ragazzo, in grado di aspettare che lei superi le sue difficoltà e darle tutto il supporto che vuole. L’ex-marito era un drogato e il suo nuovo ragazzo un serial killer. Sembra difficile non esserne offesi:
“ Quand’è il compleanno? Posso venire” dissi.
Per una volta non lo feci perché volevo sembrare gentile, ma non fraintendetemi, io non provo sentimenti, quindi non provavo amore né per Rita né per i suoi due sfortunati figli, Cody e Astor. Devo ammettere che però con i bambini ho un rapporto speciale. Sono l’unica cosa che veramente m’importa. Andare ad un compleanno mi sembrò una cosa carina da fare nei confronti di Cody:
“ E’ stasera. Lo so, mi hai già detto che devi andare via presto, ma lui…ci tiene tanto” mi spiegò Rita.
Le cose cambiavano. Il passeggero oscuro non si era ancora placato e io avevo passato una giornata di lavoro con la testa che freneticamente pensava a quel momento in cui io avrei affondato il coltello nel cuore di Larry Long per fermarlo per sempre. Non potevo aspettare molto. Ma forse qualche ora in più si:
“ Non durerà molto, vero? In quel caso posso anche rimanere” dissi.
“ No, non devi farlo se non ti va. Cody è sempre così testardo…ci vado a parlare io” disse mentre il bambino usciva sul retro.
“ No. Sul serio. Non fa niente, ritarderò il mio impegno di qualche ora”
Rita mi guardò e poi disse:
“ Grazie Dexter, è importante per lui”

La festa di compleanno riuscì a distruggere il mio umore eccitato per la serata. C’erano bambini che schiamazzavano, correvano, piangevano, gridavano e genitori che li rimproveravano quasi imitandoli. Quando una bambina mi schiacciò il piede mentre correva tutta la mia irritazione crebbe:
“ Non ti stai divertendo, vero?” chiese Rita sedendosi vicino a me.
“ No, non è questo” cercai di ritrovare la mia aria simpatica “ Stavo solo pensando al mio lavoro”
Ed in effetti era così. Poche ore dopo avrei ucciso un uomo che aveva ucciso un bambino. Ironico trovarcisi in mezzo:
“ Problemi?” chiese.
“ Forse” risposi “ Quando arriva la torta?”
“ Tra poco. Se devi andare vai pure. Vado a chiedere alla mamma di Anita”
Si alzò e se ne andò via lasciandomi solo sulla seggiola. Il passeggero oscuro era più tranquillo e se ne rimaneva accanto a me assaporando la venuta del momento tanto sospirato. Una donna si avvicinò a me:
“ Bella festa, vero?” chiese.
Non l’avevo mai vista prima di quel momento. Era alta con dei corti capelli neri, la cosa che mi fece più impressione fu il suo vestito rosso. Rosso sangue:
“ Si, bellissima” risposi.
“ Quel’è il suo bambino?”
“ No, non ho figli. Ma sono qui con la madre di quel bambino” dissi indicando il figlio di Rita.
“ Il piccolo Cody” disse sorridendo.
“ E invece tu?” chiesi.
Ci mise un po’ a capire a cosa mi riferissi:
“ Oh, è quella bambina là che gioca con la sabbia. E’ Anna, Cody e lei sono il classe insieme. E’ stata un’idea carina quella di invitare tutti i compagni di classe della festeggiata”
Rita arrivò in quel momento con un’aria dispiaciuta:
“ La torta la tagliano tra un’ora” mi disse.
“ Devo andare in questo caso. Grazie per la chiacchierata” dissi all’altra madre.
Salutai tutte e due e poi per ultimo Cody che mi rivolse uno dei suoi sguardi delusi e poi pronunciò poche parole per salutarmi. Astor invece, che stava giocando sullo scivolo, mi salutò con la mano.

Per tutto il tragitto ebbi la strana sensazione che qualcuno mi stesse seguendo e per questo motivo, non mi azzardai a lasciare il controllo al passeggero oscuro che protestava per la mia decisione. Mi fermai davanti a casa della mia vittima e attesi. Avevo preparato la stanza per me e lei nella pausa pranzo, avevo con me i miei attrezzi e potevo vedere Larry Long sdraiato sul divano a mangiare pizza. Era tutto pronto. O forse no? Mi sentivo irrequieto, spiato. Mi guardai per l’ennesima volta attorno. Non c’era nessuno. Il passeggero oscuro cominciò ad agitarsi seriamente bramando quel momento da molto più tempo del dovuto. Non avendo scelta gli lasciai il controllo. Le mie paranoie avrebbero aspettato.

Mi dispiace infinitamente per averci messo così tanto tempo. Ho deciso che adesso la finirò e la aggiornerò in ogni caso, non mi piace lasciare le cose iniziate senza finirle. Ringrazio NG per i suoi complimenti, ho cercato di renderlo più simile possibile :). La settimana prossima metterò già il prossimo capitolo. Promesso.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Larry Long ***


Larry Long si trovava disteso davanti a me legato al tavolo del suo stesso soggiorno, si era appena svegliato e noi lo stavamo guardando con i nostri attrezzi in mano. Era andato tutto bene. Long non era un tipo, né sveglio né furbo e sorprenderlo non era stato un problema. Il passeggero oscuro stava finalmente per saziarsi. Ma non riuscivo ancora ad essere calmo. La sensazione di essere osservato non si era placata nemmeno quando avevamo preparato il soggiorno di Terry per il nostro lavoro e nemmeno vedermelo davanti inerme riusciva a tranquillizzarmi. Il passeggero oscuro avanzava imperterrito, quasi frettoloso, ma cercando di essere preciso. Questa volta non mi sentivo in sintonia con lui. Quasi fossimo due persone completamente diverse. Non stavo accompagnando il suo operato quella volta.
Il passeggero oscuro non perse tempo a conversare con la vittima, e io gli lasciai fare. Sapevo  che Larry Long era colpevole. Alzò la mano e lo colpì. Un po’ troppo forte per i miei gusti. Uno schizzo di sangue ci venne addosso e Larry cercando di urlare morì.
Un disastro.
Avevo il sangue ovunque. Non era stata una mossa controllata come tutte le altre. Nemmeno il passeggero oscuro era completamente soddisfatto, ma continuava a fissare il corpo sempre più compiaciuto. Io ero arrabbiato. Sapevo che nemmeno se avessi voluto avrei potuto fermare la sua follia, ma il disastro che aveva combinato mi irritava.
Il sangue era su di me. Sulle pareti. Sul mio coltello.
Non c’era stata nessuna instaurazione di un rapporto colla vittima. Avevo solo ucciso.
Il passeggero oscuro, dopo aver assaporato cosa aveva fatto finalmente si placò del tutto e lo sentii come scivolare via. C’ero di nuovo solo io, Dexter. Con una smorfia mi guardai attorno senza riuscire a non pensare al caos intorno a me. Fui più veloce di tutte le altre volte a ripulire la scena, ma cercai di essere il più ordinato possibile. Gli omicidi servono per fare pulizia, e io sarei stato ordinato almeno nello sbarazzarmi del cadavere. Feci a pezzi Larry Long senza guardare lo squarcio che aveva nel petto, dettato dall’impazienza del passeggero oscuro e misi tutto nel soliti sacchi che avrei buttato nel mare. E’ il posto perfetto per sbarazzarmi di loro. Le correnti sono forti e portano i resti molto lontano, anche se qualcuno un giorno li avesse trovati non c’era modo di poter risalire a me. Nessuna scena del crimine. Nessun corpo. Quindi nessun omicidio. Ero rassicurato, anche se il passeggero oscuro aveva reso una parte del mio rituale insensato e caotico, quell’ultima parte aveva come ristabilito l’equilibrio.
Dovevo solo portare tutto in macchina. Di solito in questa parte faccio piuttosto attenzione. Insomma agendo di notte sono piuttosto coperto, ma c’è sempre chi non dorme in quelle ore. Non avrei mai permesso che qualcuno mi notasse, sarebbe stato pericoloso se i vicini si sarebbero posti domande come: Ma che fa quel signore che sta portando fuori la spazzatura alle due di notte? Oh, ma guarda non la butta e la mette in macchina. Non l’ho mai visto da queste parti. Caro, per caso ti ricordi se abbiamo un vicino nuovo?
Naturalmente quello che faccio ha sempre dei rischi, ma io cerco sempre di limitarli. Per questo motivo, porto sempre due sacchi per mano muovendomi nell’ombra e controllo tutto il vicinato. Non vidi nessuno e mi rassicurai. La sensazione di essere spiato era lontana. Anche i serial killer hanno le loro paranoie. Misi i primi due sacchi in macchina e chiusi lo sportello. Vidi la strada attraverso il riflesso del vetro. Un uomo era dietro di me. Avvertii qualcosa sfiorarmi l’orecchio e con uno scatto mi buttai a terra. Mi rialzai immediatamente e lo guardai. Aveva un passamontagna e un bastone in mano, sembrava quasi che avesse improvvisato quell’aggressione. Il passeggero oscuro si agitò dentro di me e ululò verso di lui come per mandargli un messaggio. Allora capii di avere davanti lo sconosciuto di pochi giorno prima, quello che aveva fatto scappare Robert Turner. Era venuto a trovare il suo nuovo amico Dexter, e lo aveva trovato pronto a giocare.
Rimanemmo per pochi secondi a fissarci. Come aveva fatto a trovarmi? Cosa voleva? E perché la preda era andata a cercare il predatore? Il passeggero oscuro face un altro ululato senza cercare di prendere il controllo e combattere con me, stava solo aspettando che l’altro si muovesse, come se fosse stato uno spettatore. Mi mossi per primo e cercai di colpirlo, mi tenni lontano dal bastone colpendolo sul suo lato indifeso. Per un attimo pensai di averlo in pugno visto che non si mosse immediatamente per contrattaccare, ma non potevo cogliere la sua espressione. Aveva il volto coperto e portava gli occhiali da sole. Tirò fuori con la mano libera dalla tasca qualcosa e mi colpii. Poi fu solo buio.

Dovevo aver preso una bella scossa perché quando mi risvegliai ero parecchio stordito. Il passeggero oscuro rideva della mia stupidità, mentre io, troppo frastornato mi muovevo a terra cercando di capire dove mi trovavo. Doveva essere mattina, perché la luce del sole inondava ogni cosa. Finalmente quando riuscii a vedere cosa c’era intorno a me vidi che ero steso vicino alla mia macchina. Mi alzai con fatica sapendo che doveva essere tardi, ovvero molto presto e che a quell’ora il vicinato si sarebbe svegliato per andare al lavoro. Senza perdere tempo andai dietro la mia auto per controllare che fosse tutto ancora a posto, ma sapevo che probabilmente non era così. Il passeggero sicuro rideva ancora, convinto che le mie paure fossero fondate. Quando vidi che i due sacchi con i resti di Larry Long erano spariti, la sua risata si trasformò in un boato. Sono stata di parola almeno. ^__^ Ho finito aggiunto questo capitolo in tempo, anche se la scuola purtroppo continua a mangiare tutto il mio tempo libero, cioè tempo che potrei dedicare a scrivere storie come queste. Alla prossima settimana.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=363699