Cyborg e Beast Boy. Chi sceglierà Corvina?

di Raven_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1, la tristezza di Cyborg ***
Capitolo 2: *** Riappacificazione, appuntamento ***
Capitolo 3: *** Preparativi, ansia ***
Capitolo 4: *** appuntamento, guerra ***
Capitolo 5: *** Colazione, domanda ***
Capitolo 6: *** Sfuriata ***
Capitolo 7: *** Lite, preparativi, domande ***
Capitolo 8: *** Rapimenti... ***
Capitolo 9: *** Pigiama party ***
Capitolo 10: *** Incubi ***
Capitolo 11: *** Decisioni ***
Capitolo 12: *** Parole ***
Capitolo 13: *** Inizio ***
Capitolo 14: *** Angoscia ***
Capitolo 15: *** Niente ***
Capitolo 16: *** Inganni, battaglia ***
Capitolo 17: *** Fine ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1, la tristezza di Cyborg ***


Notte.

Seduta sul suo letto Corvina leggeva un libro.

Come al solito. Però stavolta era turbata, non riusciva a concentrarsi, qualcosa non andava.

Cercò di capire cosa c'era.

Come se non lo sapesse.

 

Fuori dalla stanza della sua lei, B.B cammina avanti e indietro.

E' agitato.

- Cosa vuoi mostriciattolo verde? Mi deconcentri!

Il "mostriciattolo" sobbalzò.

l'aveva sentito camminare.

Bussò.

- Posso entrare Corvina?

- Se non hai altro da fare...

Prese questo come un sì.

Si chiuse la porta alle spalle e avanzò nel buio della stanza.

- Allora?

Corvina aveva una strana espressione.

Era una delle prime volte che Beast Boy entrava nella sua stanza, ed era eccitata e tesa.

In fondo le piaceva.

- Corvina, volevo chiederti....

- Siii....?

- Ecco se.... se tu....

- Cosa

- Setiandavadivenirealcinemaconmeunadiquestesere!

- Come?

- Se ti andava di venire al cinema con me una di queste sere

Corvina rimase colpita.

Silenzio.

Imbarazzo.

Corvina, col cappuccio ben calato sul volto, per mascherare la sua espressione attonita e le sue guance, completamente rosse, disse un Si molto, molto silenzioso.

-siiiiiiiiiiiiii evvai, così si fa B.B!!!

un misto di urla e di cori di Alleluia si sentirono fuori dalla stanza.

Robin e Stella stavano perfino facendo il trenino con in testa dei cappelli da festa e soffiavano stelle filanti.

Corvina, con gli occhi fiammeggianti, aprì la porta e, in maniera mooolto pacata, cosa che la faceva sembrare ancora più spaventosa, disse ai due :

- tornatevene nelle vostre camere... ALL'ISTANTE! (le ultime due parole le urlò)

Stella e Robin si fecero piccoli piccoli, avevano paura, e corsero dritti dritti nelle loro camere, come lei aveva loro consigliato di fare.

- Be, forse è meglio che me ne vada anch'io, ormai è tardi. A domani.

disse Beast Boy e, detto questo le scoccò un bacino sulla guancia, senza pensarci. Lei aprì la bocca e spalancò gli occhi, cosa che fece anche lui appena si rese conto di quello che aveva fatto.

Cominciò a balbettare scuse muovendo freneticamente le mani, e lei chiuse la porta, ancora con quell'espressione stupita in volto.

 

Non avete notato nulla?

Ora torno a qualche riga fa

 

 

-siiiiiiiiiiiiii evvai così si fa B.B!!!

un misto di urla e di cori di Alleluia si sentirono fuori dalla stanza.

Robin e Stella stavano perfino facendo il trenino con in testa dei cappelli da festa e soffiavano stelle filanti.

 

 

Ancora nulla?

 

Robin e Stella stavano perfino facendo...

 

ROBIN E STELLA!!!

e Cyborg?

Cyborg aveva assistito a tutta la scena, ma non esultava.

Andò in palestra e cominciò ad esercitarsi

Continuava a pensare a quel bacio. Sapeva che non era nulla, era un minuscolo, quasi insignificante bacio sulla guancia, ma era un bacio sulla guancia di CORVINA, non di una persona qualunque, ma di CORVINA, della SUA CORVINA.

Non riusciva a concentrarsi su altro.

Mollò l'esercizio a metà e andò sul tetto.

Guardò la luna, quante volte era stato lassù con lei?

Tante, ma non abbastanza.

Lui era innamorato di lei.

Lei no.

Forse no.

Forse.

Tornò nella sua camera e cercò di dormire.

La sognò.

 

La mattina dopo, quando andò in cucina, tutto sembrava normale.

L'unica cosa un po' strana era che Robin e Stella se ne stavano vicini vicini, e, tra un bisbiglio e l'altro, alzavano la testa in direzione di Corvina o di B.B e ridacchiavano.

Quando lo videro gli fecero cenno di avvicinarsi.

- non ti sembrano una bella coppia?

esordì Stella

- già sono così carini insieme!

continuò Robin

- La Bella e la Bestia

Ridacchiò Stella.

Poi presero a ridere entrambi.

L'espressione di Cyborg si fece cupa.

Sbatté una mano sul tavolo e a denti stretti tornò sul tetto.

Corvina, che aveva assistito alla scena lo seguì.

Arrivata sul tetto lo trovò seduto a gambe incrociate nel centro della "piazza".

Gli si sedette accanto e gli posò una mano sul braccio. Lui si girò e la guardò.

-Cosa c'è? - gli chiese lei premurosa. Cyborg era l'unica persona con la quale Corvina si mostrava dolce e gentile.

- C'è che .... ohhhh... nulla. - concluse lui sconfortato.

- Nulla non esiste - disse lei con un mezzo sorriso

- Non ho voglia di parlarne.

- Oh, va bene.

Era rimasta un po' delusa dal comportamento di Cyborg, con lui si era sempre sentita protetta e sentiva che lui non l'avrebbe mai lasciata sola, ma ora si sentiva respinta.

Tornò in cucina col muso lungo.

Vide B.B che si stava infilando la panna vegetale su per il naso, e, stranamente rise.

Rise, e di gusto,

Robin e Stella, dopo un attimo di sgomento, si guardarono con un sorriso complice sul viso.

Cyborg la sentì ridere.

- Io non l'ho mai fatta ridere.

Si strinse le braccia.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Riappacificazione, appuntamento ***


Corvina era seduta sul divano e leggeva, ancora, si.

Che ci posso fare io se me la immagino solo mentre legge?

Comunque era arrabbiata e leggeva senza capirci un tubo, non era attenta.

Stava ripensando al comportamento di Cyborg, perché si era comportato così? Con lei poi!

Era inaccettabile!

Lei e lui avevano un patto di reciproca alleanza!

Si raccontavano tutto quello che non andava, perché lui l'aveva chiusa fuori dalla sua vita?

Perché?


Mentre si poneva questi quesiti, Cyborg saltellava da un piede all'altro dietro di lei.

Ad un tratto lei sente i salti , tutt'altro che silenziosi, del ragazzo e chiude di scatto il libro.

- Cosa vuoi? - gli chiede senza voltarsi, non vuole guardarlo in faccia, non ancora.

Ahi, pensò Cyborg, se mi parla in maniera tanto acida non è di certo di buon umore.

Inghiottì a vuoto e, pregando tutte le divinità del cielo e del sottosuolo più tutti i santi, disse:

- Io... ehm (si allargò il colletto della maglietta) volevo fare... pace con te.


Washhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

Silenzio

Uno di quei rotoli di rovi (di quelli da film West) rotolò appunto in mezzo alla stanza.

Cyborg, se possibile, si terrorizzò ancora di più sentendo quel silenzio: avrebbe preferito di gran lunga una di quelle sfuriate da pelle d'oca a quel silenzio anormale.

Poi, finalmente, Corvina parlò


- Perché mi hai respinto in quella maniera stamane? - si girò

Aveva negli occhi un'espressione afflitta, da cucciolo abbandonato, che spezzò il cuore di Cyborg

- Non ti va più la mia compagnia?

A queste parole Cyborg le si sedette affianco prendendole la mano e le disse un dolcissimo e semplice : mi dispiace.

Lei guardando le loro mani unite rispose:

- non mandarmi via, mai più.

- non lo farò.

Sorrise

- che ne dici di una partita a videogames?

- mi sembra un'ottima idea! - disse lui sinceramente rincuorato dall'aver finalmente ristabiliti i rapporti con Corvina.


C'è chi penserà che, volendo far giocare Corvina ai videogiochi, io stia creando uno sfascio nello spaziotempo, una crepa nella struttura cosmica, il principio alla FINE DEL MONDO!!!

Bé, a loro io rispondo : questa è la MIA storia, quindi la nostra cara Corvina farà quello che le dirò.


Torniamo alla storia.


Poco dopo entrarono Robin e Stella, per mano.

Il primo, non appena vide i due giocare chiese a Corvina di cedergli il posto, che fu veramente contenta di bloccare quella serie ininterrotte di sconfitte (visto? non è il preludio all'apocalisse : grazie al nostro eroe Robin si è ristabilito l'ordine naturale delle cose) e la seconda portò Corvina nella loro camera.

Loro

LORO!!!!

Sì, esatto, Robin e Stella stavano già insieme e avevano addirittura unito le loro stanze.

Comunque, Stella portò Corvina nella camera e la fece sedere sull'enorme letto matrimoniale (ihihih)


- Allora, carissima, quando vi vedete con B.B?

- Tutti i giorni, perché? - rispose serissima

- Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahah! Come sei spiritosa! No dai sul serio, quando vi vedrete per l'appuntamento?

- Non l'abbiamo ancora stabilito.

Stella rimase a bocca aperta

- Carina, non siamo tutti come te e il tuo fidanzato perfetto, per alcuni ci vuole tempo!

- si, ma mi sembra che siate andati abbastanza in fretta  ieri sera, no?

- Cosa intendi?

- B.B e Corvina, stretti stretti, sotto la luna, si danno bacetti!!!! - e poi riprodusse il rumore di un bacino

Corvina s'incendiò: Stella era andata un tantino troppo oltre.


Azarath Metrion Zinthos

Una piccola bomba atomica esplose nella stanza.

Stella tossì una piccola nuvola di fumo


- Non farlo mai più. Capito?

- Chiarissimo! - disse Stella, per non incappare nuovamente nell'ira di Corvina.

- Bene.

Corvina si tirò su il cappuccio e, uscendo dalla porta, si scontrò con B.B

- Ehi! oh ciao Corvina!

- Ciao!


Dalla stanza si sentì risuonare una canzoncina: B.B e Corvina, stretti stretti, sotto la luna, si danno bacetti

- STELLA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! - durante l'urlo le era perfino scivolato il cappuccio

silenzio più assoluto

B.B era, oltre che imbarazzato dalla canzoncina, spaventato dall'urlo di Corvina.

- Mi volevi dire qualcosa ?

- Si.

- Cosa?

- Ecco, se ti andava bene domani alle 9:00 Pm per il cinema.

 

Corvina spiazzata, rimase a bocca aperta.

- Oh, non ti va bene, e se allora

- No, no, no, domani alle 9:00 Pm è perfetto! - disse sfoderando un sorriso timido e dolce

Vedendola lui si sciolse, divenne tutto rosso e, con espressione da ebete, disse :

- Allora a domani.

 

 

 


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Capitolo 3
*** Preparativi, ansia ***


Le 7:30 P.M

Corvina era davanti alla camera di Robin e Stella.

Si tormentava le mani.

Non sapeva cosa fare.

Decise.

Bussò alla porta.

Stella aprì con un sorriso enigmatico sul volto.

- Entra, ti stavo aspettando. -disse con un tono da chiromante del circo.

Corvina si fece largo tra i cuscini rossi sparsi sul pavimento e le rose.

- Avete avuto un incontro ravvicinato tu e Rob?

Chiese maliziosamente Corvina, sinceramente colpita dall'atmosfera soffusa e calda della stanza.

- Sì, ed è stato molto estenuante, lui mi ha...

- Non voglio sapere i particolari della vostra vita "romantica". Sono qui per un consulto.

 

Vorrei aprire una parentesi : i Teen Titans, ora, di Teen hanno molto poco, dato che hanno tutti all'incirca 20 anni.

Quindi pregherei tutti quelli che mi hanno presa per una pervertita di ricredersi.

 

Proseguiamo.

 

- Che genere di consulto?

- ...

- Ohhhhh, non ti sembra di affrettare troppo la ituazione, al primo appuntamento...

- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! - Corvina aveva l'espressione talmente imbarazzata che sarebbe impossibile paragonarla a qualsiasi cosa - Non intendevo quel genere di consiglio!

- Ahhhhhhhhhhhhhh, una mano per trucco e parrucco!

- Ehm... si

 

L'espressione di Stella si fece diabolica.

Corvina, per la prima volta, ne ebbe paura (di solito era il contrario).

- Vieni cara, ti sistemo io.

 

Fuori dalla porta si udirono urla agghiaccianti e richieste di soccorso, ma nessuno aiutò la povera cavia dell'aliena.

 

Nel frattempo, B.B stava chiedendo aiuto a Robin.

Erano nella camera del "mostriciattolo verde" e lui stava camminando avanti e indietro, facendo saltare i nervi al povero Rob che era seduto sulla scrivania.

- Allora, cosa faccio? E se poi, dopo la serata, dicesse che le faccio schifo?

- Te lo dice quasi tutti i giorni, B.B

-  Si, ma non dopo che mi sono messo tutto in tiro e che l'ho invitata a fare qualcosa fuori!

- Effettivamente... - commentò saltando giù dalla "sedia"

- E se poi non mi volesse più vedere? E se poi mi odiasse?

- Corvina non ti potrà mai odiare : non potrei mai disgustarla più di quanto tu non abbia già fatto in tutti questi anni!! e poi sarà costretta a vederti tutti i giorni! - disse Robin volgendo gli occhi (anzi la mascherina) al cielo

- Perfino peggio!!!!!!!

Robin diede un sospirone

- Vuoi calmarti? Andrà tutto a posto. - continuò sistemandogli la cravatta

- La fai presto tu, hai già la ragazza, non ti devi preoccupare!! Io invece sono agli inizi e Corvina è una delle mie prime ragazze!!!!

- Anche tu sei uno dei suoi primi ragazzi.

 

B.B ci pensò su.- Sì, ma potrei farle una cattiva impressione lo stesso!

- Ti sei proprio cotto vero?

- S.... Ehi!

- Ahahahahahahahah!

Beast Boy gli tirò un mucchio appallottolato di magliette, mutande e calzini sporchi in faccia, al che robin cominciò a prenderlo in giro dicendo : B.B è cotto di Corvina!  B.B è cotto di Corvina! B.B è cotto di Corvina! B.B è cotto di Corvina!

- Ohhhhhhhhhhhh smettila!!!

Risata da parte del diabolico ragazzetto dai capelli neri (qualcosa del tipo : Mwahahahahahahah!)

 

Le 9:00 P.M

Stanza di Stella.

- Oh, sei bellissima così corvina! Stai un'incanto!

 

Stanza di B.B

- Ormai è giunta la tua ora!

- Gulp!

 

Con Stella che spingeva Corvina e Robin che spingeva Beast Boy, i due si incontrarono a metà casa.

Arrivò anche Cyborg.

Quando i ragazzi videro Corvina (tutti i ragazzi, compreso il fidanzatissimo Rob.) spalancarono la bocca.

 

La ragazza indossava un cortissimo e scollatissimo abito nero di seta, dei guantini neri di pizzo, logicamente senza dita, delle ballerine in vernice e delle calze autoreggenti in rizzo nero, che arrivavano un po' più in sotto della fine del vestito, per lasciare spazio all'immaginazione.

I capelli erano raccolti all'indietro in una semicoda fermata con un nastro di zaffiri.

Sulle labbra aveva un rossetto rosso-mattone e L'eyeliner nero accentuava la bellezza dei suoi occhi.

 

Stella si accostò a Robin, gli tirò una gomitata per farlo tornare al pianeta terra, e gli disse:

- Non è bellissima?

- Sì, lo è - rispose B.B porgendole il braccio, ancora incantato.

Lei sorrise e arrossì un po' accentuando la delicatezza del suo viso da bambola.

- Non aspettateci! - disse il ragazzino verde uscendo dalla porta - Faremo tardi!

 

A queste parole Cyborg, che era sulle scale tutto il tempo, strinse il tubetto del dentifricio (si stava andando a lavare i denti) che aveva in mano tanto forte da farlo schizzare un po' dappertutto.

Salì nuovamente le scale per andare in camera sua e, non appena entrò, getto sul letto l'asciugamano che aveva al collo (doveva anche farsi la doccia) e si chiuse in camera.

Frustrato

 

 

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Capitolo 4
*** appuntamento, guerra ***


Il cinema.

Le 9:30 P.M.

Il film stava per iniziare.

Beast Boy si avviò con nochalance alla biglietteria quando...

- E' sold Out!!!! Non ci sono più biglietti!!

B.B è avvilito, aveva sognato questa serata da mesi, e ora stava già cominciando ad andare a rotoli.

- Stai tranquillo, non è la fine del mondo - replicò Corvina prendendolo a braccetto.

Questo contatto lo fece già sentire meglio e, con nuovo coraggio entrò nel multisala cercando un altro film.

 

" se vedessimo un film Horror lei, spaventata, si aggrapperebbe a me e la potrei consolare!" si disse fra sé e sé il ragazzo verde.

Trovò quello che cercava : la pianura della morte sanguinaria.

 

Si avviò alla biglietteria.

Fila lunga un chilometro.

- Corvina, aspettami qui, io vado a fare i biglietti

- Ok

 

Si fece tutta la fila, una distesa infinita di anime che non trovavano pace, e quando arrivò in cima.....

NON TROVO' I SOLDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

- Che fine hanno fatto? Dove gli ho messi? - si chiese agitato

Arrivò alla conclusione che li aveva lasciati a casa.

- Oh noooooooooooooooooo, e adesso come faccio?

- Tesoro, no soldi, no party! - disse con voce da cornacchia la cassiera

- Ah ah, molto spiritosa! La prego faccia un'eccezione, per me - e fece gli occhi dolci, stile gatto con gli stivale di Shrek

- Cocchino, con me non attacca- disse lei, stroncando così la sua autostima.

 

- Se vuoi li pago io

Corvina era arrivata poco prima.

- Oh, ma mi dispiace che tu paghi un'uscita alla quale ti avevo invitato io...

- Fa niente.

- Allora, grazie - disse lui imbronciato.

 

Logicamente Corvina dovette anche comprare pop corn e alimenti vari.

 

Entrarono nella sala.

Si sedettero nelle file più distanti (ihihih)

 

Cominciò il film.

 

Già dopo i primi minuti si udirono i primi urli... DA PARTE DI B.B!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E sì, il ragazzo-bestia era attaccato al braccio di Corvina e lanciava certi strilli che neanche le ragazze!!!

 

Dopo 20 minuti dovettero uscire, altrimenti gli sarebbe venuto un infarto.

 

 

- Mi dispiace di non averti fatto finire di vedere il film... - disse lui. La serata stava andando di bene in meglio

- No, tranquillo, non mi attirava un gran che come film. Non ci siamo persi nulla.

- Mhh - mugugnò lui.

 

Il ristorante.

Le 10:20 P.M

 

- Ordinazione a nome Bibi. (si, lo so, non sembra molto realistico, ma un ragazzo VERDE, che può diventare un qualsiasi animale LO E'? NO)

- Subito signore.

 

Li fecero sedere nel tavolo migliore della sala e servirono loro un pasto totalmente vegetariano (anche Corvina mangiò solo vegetali, non voleva dispiacere a B.B)

Il cameriere che doveva servirli era un ragazzo di sedici anni, tutto brufoloso e maldestro.

Rovesciò il passato di verdure (e chi comincia a pensare a quelle battute idiote della seria Io verdurai, tut verdurasti ecc. lo ammazzo) sull'abito di seta di Corvina.

- O Corvina, sono così dispiaciuto!

- No, tranquillo.

Lei mise entrambe le mani sull'abito  e in un secondo la macchia se ne era andata.

- Ma come?

- Secondo te la magia serve solo a sconfiggere i mostri? Si può utilizzare in tanti modi!

Lui ne rimase veramente colpito.

 

 

Ora, domanda cruciale, chi pagò?

Risposta, aveva pagato lui sei mesi prima quando ordinò il tavolo.

 

Ritorno

 

B.B e Corvina erano davanti alla porta della ragazza.

Lei si tormentava le mani.

Lui, con un braccio dietro la testa e una mano in tasca, disse :

- Ehm... Allora...

- Grazie per la serata - disse lei

- Scusa: la serata è stata un disastro, ma io de l'ho messa tutta per rendere la serata perfetta, ma prima i biglietti esauriti, poi tu che dovevi pagari i biglietti ecc., l'abito macchiato! La serata è stata un disastro, quindi non ti biasimo se non vorrai mai più uscire con me.

 

Corvina rimase un po' in silenzio.

- E' stata una serata indimenticabile, forse non perfetta, ma io non cerco la perfezione nelle persone. - replicò lei sorridendo.

Quando sorrideva era ancora più bella.

Bibi rimase a bocca aperta, scioccato dal suo discorso.

 

Lei gli si avvicinò e gli scoccò un bacio sulla guancia, lasciando il segno del rossetto.

Vedendolo rise e, con un fazzoletto nero con ricamata sopra una rosa bianca, lo ripulì.

 

- Buonanotte- gli augurò chiudendosi in camera.

- Buonanotte- rispose poco dopo lui, ancora a bocca aperta con in mano il suo fazzoletto.

 

Una porta.

 

Da una parte una ragazza scivolava sul muro con lo sguardo rivolto verso l'alto, si mordeva il labbro pensando a un ragazzo.

Lo stesso ragazzo che dall'altra parte della stessa porta esultava in silenzio per ciò che era accaduto : un angelo gli aveva dato un bacio.

 

Bibi, troppo agitato ed eccitato per andare a dormire, salì sul tetto e trovò, come ad aspettarlo, Cyborg.

Il ragazzo verde era felicissimo di vedere il suo migliore amico, e per calmarsi gli raccontò tutta la serata.

 

Cyborg soffriva in silenzio, sentendo il racconto di Bibi si rese conto di essere geloso e invidioso del suo migliore amico, e ciò lo faceva stare anche peggio.

Quando Bibi arrivò al punto del bacio Cyborg crollò.

- Basta, non me ne parlare più, ti prego.

- Perché?

- Perché............

- Perché tu la ami, non è vero?

Cyborg rimase in silenzio.

- E'così. Sono stato uno stupido.

- Perché?

- Perché speravo di non dover competere con te, non per lei.

 

Ancora silenzio.

 

Bibi se ne andò quando fu sulle scale disse:

- Comunque, anche se sei il mio migliore amico, io non te la cederò. Combatterò per lei. Spero solo che la nostra amicizia non finisca qui.

Quando Bibi fu in fondo alle scale Cyborg replicò:

- Neanche io mi darò per vinto. La lascerò scegliere, certo, ma solo dopo che mi avrà potuto conoscere meglio.

 

 

Nelle loro stanze, il robot e il mutaforma, sognarono la stessa cosa : una ragazza dai capelli scuri che li proteggeva e che si faceva proteggere da loro.

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Capitolo 5
*** Colazione, domanda ***


Mattina.

 

Non appena Corvina entrò in cucina fu assalita da un delizioso profumo di frittelle con sciroppo d'acero, thé, latte al cioccolato e caffè all'italiana (quello all'americana fa veramente schifo).

- Mh, cos'è questo odorino?

- La tua colazione - le rispose Cyborg

Aveva preparato tutto lui, sperando di addolcirla.

Corvina si sedette al tavolo-balcone vicino ai fornelli, dove era posato un piatto con minimo 10 frittelle grondanti di sciroppo d'acero, un bicchiere di latte e dei biscotti al cioccolato.

- Tutto per me?

- Già, il cattivone non ce ne ha fatto assaggiare nemmeno un po'! - risposero insieme Robin e Stella che erano abbracciati stretti stretti sul divano.

Cyborg, rosso fino alle orecchie, disse:

- sì, anche perché per voi un pezzetto equivale a tutto!

Riprese a cucinare, stava preparando delle uova strapazzate.

 

Corvina prese un biscotto e gli diede un morsetto.

- Ma è squisito!! - esclamò

- Grazie - rispose lui sorridendo.

Assaggiò una frittella 

- Ottima, è così dolce! si scioglie in bocca, ma non è acquosa è..... perfetta!!!!

 

Così dicendo fece venire ancora di più l'acquolina in bocca ai due fidanzatini.

 

Cyborg, vedendoli così disperati, disse :

- le sto facendo anche per voi, tranquilli!

- Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! lo sapevo che non eri un cattivone! - dissero in coro.

 

Avevano 20 anni solo per l'aspetto... per il resto erano ancora molto bambini.

 

Corvina cominciò a bere il latte.

- Senti, Corvina...

Cyborg attese un suo cenno

Corvina inghiottì un sorso di latte e disse

- continua - riprendendo a bere

- volevo chiederti.... se ...... ti andava di uscire inseme, una di queste sere.... - concluse lui.

 

Corvina, che si stava strozzando col latte, lo sputò e si trattenne a stento dall'urlare - COSA????? -

Rimase invece in silenzio.

 

I due fidanzatini rimasero scioccati dalla domanda.

 

Il ragazzo verde, invece, che era sempre stato in un tavolino un po' in disparte, rimase impassibile

 

Cyborg sudava freddo : il silenzio era peggio di un rifiuto, era così in bilico!

Terribile.

 

Proprio quando stava per cedere allo sconforto Corvina disse:

- Sì.

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Capitolo 6
*** Sfuriata ***


Eravamo rimasti alla risposta di Corvina : - Sì.

 

Robin e Stella si guardarono attoniti.

Cosa avevano fatto quei due?

Erano impazziti per caso?

 

Bibi spezzò la matita che stava usando.

Era sempre nell'angolo più remoto della stanza.

Nessuno gli faceva caso.

 

 

Robin e Stella, che stavano insieme da quasi 7 anni, avevano sviluppato una forma di telepatia

 

 

..::: Inizio Conversazione :::..

- Ma cosa stanno combinando?- disse Rob

- Si sono resi conto che così spezzeranno il cuore di Bibi ( e guardarono in direzione del diretto interessato)

- Bisogna farli rinsavire.

- Già, dobbiamo andare in fondo a questa storia cucciolotto.

- Giusto principessina (bleah) tu prendi Corvina, io mi occupo di quella testa di latta Cyborg

..::: Fine Conversazione :::..

 

 

 

Cyborg era al 7° cielo.

Gli aveva detto sì!

Lo aveva accettato!

Era più che felice, era .... non ci sono parole che possano descrivere il suo stato d'animo in quel momento.

 

- Allora, a quando l'uscita - gli chiese sorridendo lei

- Domani alle 7:30? Ti consiglio di mettere un abito lungo.

- Ok Silenzio. Imbarazzo.

 

 

..::: Inizio conversazione :::..

- E' ora.

- All'attacco

..::: Fine Conversazione :::..

 

 

- Corvina, puoi venire con me un momento?  

Non voleva essere una domanda se ne rese conto Corvina quando Stella Rubia la prese sottobraccio trascinandola verso camera sua.

 

- Cyborg, dovrei parlarti.

Stessa scena, con protagonisti questa volta Cyborg e Robin

 

 

 

- Ti rendi conto di cosa hai fatto?

  Potresti aver spezzato il cuore al povero Bibi!

  Perché metti il piede in due staffe?

 

Corvina era seduta sul letto della camera dei due fidanzatini

Stella la stava demoralizzando ancora di più, e lei si sentiva già uno schifo.

Non era riuscita a dire di no a Cyborg, anzi, quando lui le aveva chiesto di uscire con lui si era sentita felice, col cuore tanto leggero che aveva paura che le volasse via.

 

 

- Non sono riuscita a dirgli di no

Rispose all'aliena dai capelli rossi

 

 

- Perché no?

Chiese l'aliena alla maga dai capelli blu

 

- ... Perchè a me ...

Prese un gran respiro.

Scese dal letto e prese la mano di Stella Rubia

 

- Perché a me piacciono entrambi, ma non so se quello che provo è amore o no

 

Mise l'latra mano sul cuore e guardando per terra disse:

- Devo capirlo, per non illudere loro e me stessa.

 

 

Stella la guardò e lesse lo sconforto nel volto di Corvina.

L'abbracciò.

 

Dopo un attimo di attonita incertezza, la ragazza ricambiò l'abbraccio

 

Rimasero così per un po', poi, la principessa aliena, staccandosi dall'abbraccio, disse:

- Ti va se ti do una mano per vestirti domani?

- Mi farebbe piacere - rispose l'altra con un gran sorriso.

 

Si riabbracciarono.

 

 

 

 

- Cos'hai fatto???????

  Ti rendi conto che stavi fregando la ragazza del tuo migliore amico?

- Non è la sua ragazza - ribatté Cyborg.

 

Robin tirò un sospirone.

 

- Sai che gli hai spezzato il cuore??

  Lui ama Corvina - Urlò Robin

- La amo anch'io - Urlò Cyborg a sua volta, lasciando il piccolo aiutante di Batman a bocca aperta.

 

 

- Questo non ti dà il diritto di portargliela via! E' il tuo migliore amico!

- Mi ha dato lui l'Ok - Urlò nuovamente Cyborg

 

Robin rimase senza parole.

 

Le ritrovò

- Te l'ha ceduta? - chiese incredulo Rob

- No, ma mi ha dato il "permesso" di frequentarla. Sarà lei a scegliere fra noi, ma solo dopo che avrà conosciuto entrambi.

 

Il ragazzo-robot si buttò sul letto.

Una mano sul cuore.

 

- Io la amo.

 

Questo pose la parola fine ai loro conflitti.

 

 

Pace per loro due.

 

Guerra per Cyborg e Beast Boy.

 

 

 

 

Il ragazzo verde era sul tetto.

Guardava il tramonto.

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Capitolo 7
*** Lite, preparativi, domande ***


Camera di Corvina.

Le 9:30 del mattino.

La ragazza si svegliò.

Era inquieta.

Quel giorno sarebbe uscita con Cyborg.


Si vestì e andò a fare colazione.


Appena entrata in cucina venne schiacciata da una nube di negatività che aleggiava nell'aria.


- Ahi -  pensò lei - sarà una giornata durissima... -


La cosa che più la inquietava era la faccia dei presenti : sorridenti.


Sorridenti.


Tutti SORRIDENTI!!


Ed erano sorrisi tirati, tanto che si potevano notare delle piccole crepe nella pelle.


- Ciao Corvina, ti va di assaggiare la mia specialità? Budino di menta!! - le chiese il ragazzo verde

- Forse preferisci le mie frittelle ai frutti di bosco - s'intromise Cyborg

- No, il mio budino

- Frittelle

- Budino

- Frittelle

- Budino



C'è bisogno di dire quello che accadde dopo?

Sì?


Cominciarono a volare cibarie d'ogni genere.

Suonò una sirena.

- Forza, forza, forza, tutti nei bunker anti atomici, correre, correre, correre!!!! - Urlò Robin in tuta mimetica con in mano un microfono della 2° guerra mondiale

Lui e Stella si rifugiarono dietro un divano.....



E intanto volavano frittelle, salsine ai frutti di bosco, pastine di cioccolato e budini di menta.



- BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! - Urlò Corvina volando al centro della stanza e bloccando il tutto con la sua magia.


I due litiganti si calmarono all'istante.


Lei scese a terra e, indignata, voltò loro le spalle alla stanza e tornò in camera sua.

- Corvina - disse Beast Boy allungando il braccio.

Lei si voltò e ringhiò loro contro.

Bibi tirò subito indietro il braccio.

Quindi si diresse nuovamente in camera sua.


Si buttò sul letto.

Cominciò a pensare.


Qualcuno bussò alla porta.


- Bibi, ora non ne ho proprio voglia, vai via. - disse

- Non sono Bibi - rispose Stella  - Posso entrare io?

- Sì, scusa.


Dietro Stella c'erano i due colpevoli del massacro in cucina.

Quando si aprì la porta tentarono di seguire l'aliena, ma la porta si chiuse loro in faccia.


Corvina, seduta a gambe incrociate sul letto, si chiedeva cosa mai volesse fare Stella.


- Allora? - le chiese impaziente

Stella sorrise - Volevo solo sapere se uscivi ancora con Cyborg stasera.


Corvina ci pensò un po' su.


- Sì, in fondo la scena in cucina, per quanto caotica e snervante, è stata esilarante.


Si sentì un Sì da fuori dalla stanza.


- Cyborg è contento di saperlo - commentò l'aliena

- Già, ma LUI E IL MOSTRICIATTOLO VERDE NON DOVREBBERO ORIGLIARE.... O NO???


I due ragazzi filarono dritti in camera loro.


- Sono due cari ragazzi

- Come se non lo sapessi... per questo è così dura decidere...

- ...


Silenzio


- Senti, sai già cosa mettere per stasera?

- Ho solo un abito lungo, non c'è molta scelta.

- Dai fammelo vedere - disse Stella saltando sul letto.


Corvina si diresse verso l'armadio. Dopo qualche minuto passato a rovistarci dentro, tirò fuori l'abito che stava cercando.


- Allora che ne pensi? - Chiese Corvina

- Ehm... insomma.. non credo che sia proprio adatto per questa occasione...


L'abito era bianco, lungo fino ai piedi, con le maniche a sbuffo sulle spalle e strette fino al polso, un bustino strettissimo nero e bianco e il collo alto rigido con i bottoni.


- So che non è il massimo, ma non ho mai amato gli abiti lunghi e questo è l'unico che ho...

- Be si può sistemare, se vuoi lo modernizzo!

- A sì? E da quando sei una maga del cucito?

- Eh eh ...

- Ok, mi .... fido di .... - inghiottì a vuoto - te.

- Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh - fece un salto e abbracciò stretta Corvina - Mi fai così felice! Fidati di me, per le 7:00 sarà pronto.

- mmmmm.......


Le 7:00


Corvina bussò alla porta di Stella.

- Avanti


Corvina entrò titubante.

- A, sei tu! Il  vestito è pronto.

- Bene.

- Però dobbiamo sistemare i capelli e il trucco...

- Ma veramente...

- Andiamo, sono parrucchiera ed estetista perfetta, per l'appuntamento con Bibi non ti sei lamentata, no?


Corvina avvertì una fitta al cuore.

Stava facendo la cosa giusta? Aveva fatto bene ad accettare l'invito di Cyborg? Aveva spezzato il cuore di Bibi?


Mentre lei pensava Stella l'aveva già fatta sedere su una sedia girevole davanti ad uno specchio.


Dopo mezz'ora di trucco e parrucco, Corvina si specchiò.


Aveva i capelli ricci tirati dietro le orecchie, e un trucco molto sobrio metteva in risalto il suo incarnato cinereo.


- Ora il vestito.


Era sempre stato sotto gli occhi della maga, ma lei non l'aveva riconosciuto : al posto del collo alto una scollatura delicata si apriva su davanti, le maniche erano state sostituite da due bretelline in metallo dorato e uno spacco si apriva da mezza coscia.


- Provatelo!


Quando Corvina uscì dall'enorme cabina armadio in cui era entrata per cambiarsi,  a Stella brillarono gli occhi

- Se non fossi una etero fidanzata ti chiederei di uscire con me.


Corvina si guardò allo specchio.

Era veramente bellissima.


- Non credi che in questo modo sembrerebbe che io dia più importanza a questo appuntamento con Cyborg che non a quello con B.B?

- No, anche per quello eri uno schianto!

- Se lo dici tu....


Qualcuno bussò alla porta.


- Avanti - disse Stella


Entrò Robin.

Vide la scollatura che mostrava le esili e delicate spalle di Corvina, e, quando lei si girò, rimase affascinato.


- Corvina, stai benissimo - disse diventando tutto rosso

Si meritò una gomitata da parte della sua fidanzata nelle costole.

- Grazie - rispose Corvina sorridendo

- Bé, è ora che tu vada all'appuntamento, no? - le chiese la principessa aliena - io e il mio Robin approfitteremo della casa libera per...

- Non mi interessa sapere quello che farete nelle prossime ore, perché libera?

- Bibi ha detto che farà un giro fuori...

- Ohh....


Il suo volto assunse un'espressione dispiaciuta, ma solo per un momento, poi si diresse verso l'uscita della "casa" e trovò ad aspettarla i due contendenti.


Quando entrambi la video stentavano a credere ai loro occhi : la scollatura era morbida, e il bustino risaltava le sue forme perfette, inoltre le spalle scoperte e la gamba che si intravedeva dallo spacco la rendevano una donna adulta eppure indifesa, da proteggere, ai loro occhi.


Cyborg le porse il braccio :

- Andiamo?

Lei glielo prese

- Dove?

- Sorpresa


Bibi rimase pietrificato.


Aspettò di sentire il rumore della macchina di Cyborg che se ne andava prima di scendere.

Era distrutto.

Capii quello che aveva provato Cyborg quando lui era fuori con Corvina.

Il terrore di perderla era fortissimo.

Lo annientava.


Cyborg accompagnò Corvina in un ristorante molto famoso, e chiacchierarono amabilmente per tutta la serata.

Si divertirono.

Andò tutto alla perfezione.

Cyborg fu un vero gentiluomo.

Corvina non pensò neanche una volta a Beast Boy.


Tornarono a casa.

Sulla porta della sua camera Corvina salutò Cyborg.

Non gli diede un bacio, nè un abbraccio, solo un 

- Grazie per la bella serata - e a lui bastò.


Si chiuse in camera e si buttò sul letto.

Abbraccio il suo cuscino ripensando alla serata e immaginando che fosse Cyborg.

Poi, a chiaro di luna, vide che il cuscino era verde.

Le venne in mente Bibi, e da lì fu tutto un andare in discesa.

Cosa stava facendo?

Dove era?

Ma, soprattutto, con CHI era?

Le tornarono in mente i dolcissimi momenti passati con lui al primo appuntamento, che si mischiarono con quelli dell'appuntamento di quella sera.


- Io non so chi amo di più! - disse al colmo dell'incredulità e della tristezza.

Strinse forte il cuscino e pianse.



Bibi era in giro.

Non faceva nulla di particolare.

Era solo.

Pensava a lei, a quello che poteva stare facendo e gli venne la nausea.

Si vedeva che teneva di più a quell'appuntamento, era tutta vestita in maniera strana, aveva cambiato il suo look!

Pochissime volte si era vestita di bianco, e una di quello volte era stata proprio per amore.

Prese a calci una lattina.



Cyborg pensava felice alla serata appena passata.

Era relativamente sereno.

Un grazie gli era bastato ma... forse lei mentiva.

No, lei non gli avrebbe mai mentito!

Non a lui...

No


Tre cuori erano inquieti quella sera.

Cercavano delle risposte.

Non le avrebbero avute quella notte.

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Capitolo 8
*** Rapimenti... ***


 

Corvina non aveva dormito quella notte.
Era sdraiata sul suo letto, abbracciata a quel cuscino ormai zuppo di lacrime.
Era sconfortata : Cyborg e Beast Boy erano le persone più importanti per lei, erano sempre stati un trio inseparabile, e ora lei stava gettando non una, ma bensì due amicizie nel cesso.
Si sentiva a pezzi.
Odiava se stessa per quello che aveva fatto, ma lei li amava, e tanto, ma non sapeva chi di più.
Cyborg era stata una specie di figura paterna/fraterna, cosa che lei non aveva mai avuto, e Beast Boy, be lui... era qualcosa di speciale, che non sapeva spiegare, anzi, in realtà lei non sapeva nemmeno cosa l'attraeva in lui (oltre a suo fisico che era... )
Cosa doveva fare?
Cosa?
Decise di vestirsi, innanzitutto.
Non il solito body nero e il mantello blu.
Questa volta aveva optato per qualcosa di più sobrio.
Quando entrò in cucina tutti la guardarono e rimasero a bocca aperta:
Indossava un paio di Jeans stretti, un maglione color mattone a collo alto e un basco nero.
- Corvina, ma cosa ti sei messa? - le chiese Stella.
- Perché, mi sta male?
- No, assolutamente no, anzi, è solo che... è qualcosa di così.... Normale....
- Volevo cambiare look...
Discussione chiusa.
Beast Boy stava cucinando pasta al prosciutto (logicamente prosciutto di soia).
La mise in un piatto.
Corvina gli si avvicinò.
- Guarda la pasta, Corvina, guarda il prosciutto, si muooove... - disse con voce da racconto Horror
Lei, con aria di sufficienza, lo guardò e disse:
- Perché dovrebbe muoversi??
Lui prese una torcia che mise sotto il mento, la accese e disse, con voce ancora più tenebrosa:
- Perché è .... (e qua con faccia da beota assoluto) 4 salti in padella. *
Scapaccione sulla nuca da parte della ragazza.
- Ahi, era per farti ridere un po', oggi sembri più tenebrosa del solito! - si lamentò
Lei spalancò gli occhi : come se ne era accorto, nessun altro l'aveva notato, si era calmata, non singhiozzava era tranquilla, era perfino vestita normalmente!!!!
Lui le prese la mano e la trascinò fuori dicendo :
- Ora esci con me!!!
- Ma come.. non... o, va bene.
Le disse:
- Salimi in groppa!
Lei arrossì tutta e disse 
- Cosa?
- Dai
Apro una piccola parentesi sul cambiamento di aspetto avvenuto nei due ragazzi :
Lei era un po' più alta, con in fianchi più dolci e il "petto" più sviluppato, lui era diventato molto, ma molto più alto (circa 180 cm), con un fisico scolpito e un viso più adulto.
Lei gli salì in spalla e lui si trasformò in un bellissimo stallone
- Questo cosa significa??? - chiese lei allarmata aggrappandosi alla criniera, mentre lui partiva al galoppo
- Vedrai!!! (logicamente lo nitrì, quindi lei non capì un ..... vabbè, non capì niente)
Arrivarono in città molto velocemente.
Beast Boy si ritrasformò in uomo e Corvina gli cadde tra le braccia.
Aveva un aspetto sconvolto (era la sua prima cavalcata) quindi lui decise di farla sedere.
- Va meglio così?
- Un po'....
- Ti va un gelato?
- Sì
- Vuoi che ti porti di nuovo in groppa?
- Non se ne parla neanche - rispose lei,che non aveva capito che era una battuta.
Quando si alzò gli cadde addosso.
- Scusa, capogiro - disse lei, totalmente rossa, ma mai quanto il ragazzo.
- No, fa niente, ti tengo.
Decisero che lui l'avrebbe tenuta stretta per evitare di farla cadere di nuovo.
Così, tutti abbracciati, andarono alla gelateria più vicina.
Quando il gelataio (al quale la frase "fatti i fatti tuoi" non rappresenta niente) disse:
- Oh, ma che bella coppia siete, volete che vi faccia un unico gelato per due?
- Ma noi non siamo una coppia - dissero insieme, diventando rossi.
- Ma se siete tutti abbracciati - continuò il tipo che la parola "Privacy" non l'aveva mai sentita nominare
- Perché io ho capogiro - disse lei
- O, ma allora state per diventare dei genitori, evviva!!! - urlò, tant'è che tutti nella gelateria fecero un brindisi alla "coppietta" e loro due si persero d'animo ancora di più, tant'è che a un certo punto, Beast boy, che non ne poteva più, disse :
- Già, ci siamo sposati da poco, e ci sta per arrivare un piccolo bambino che girerà per casa e ci farà saltare i nervi, ma io sono felice, perché... (e qua guardò negli occhi Corvina ) perché passerò il resto della mia vita con questa bellissima donna, che amo e amerò per sempre.
Lei rimase senza parole.
Continuò a guardarlo negli occhi respirando affannosamente, leggendo la sincerità negli occhi del "ragazzo bestia".
- Allora questo mega gelato lo offre la casa! - arrivò a interromperli il gelataio, mettendo fra i due un'enorme coppa gelato all'amarena, fragola e limone.
- Grazie - disse il mostriciattolo verde, uscendo dalla gelateria.
Andarono al parco davanti al locale e si sedettero in una panchina, iniziando a mangiare il gelato.
Non riparlarono dell'episodio, anche se entrambi morivano dalla voglia di ripassarci : una per sapere se quello che l'altro diceva era sul serio, e l'altro per confermare la dichiarazione.
Ma essendo entrambi troppo timidi, nessuno disse niente.
Finirono il gelato.
- Che ora è? - chiese Corvina
- Le 11:30, perché, vuoi già andare via? - le chiese lui triste.
- No, volevo solo tenere sotto controllo il tempo, anche se so che è impossibile.
Lui la guardò e notò ancora una volta quanto quella ragazza, quella donna, fosse meravigliosa.
Gli venne in mente un'idea.
- Vieni con me! - disse mettendosi in piedi sulla panchina e tendendo la mano verso di lei.
- Perché? - gli chiese lei sorridendo.
- Ti fidi di me?
Silenzio
- Sì - rispose lei mettendo la sua mano su quella di lui alzandosi sulla panchina e finendo dritta dritta fra le sue braccia.
Lui le cinse la vita con un braccio e lui lo fece volare.
Volarono sui tetti della città, ridendo e scherzando, sentendosi ancora un po' bambini, ancora liberi.
Ora lei sapeva cos'era che la attraeva in Bibi : quell'aria di eterno bambino, quell'infantilità che la faceva sentire nuovamente bambina, ma una bambuna felice, che non doveva preoccupasi di maledizioni o altro.
Lui le dava un'infanzia.
A un certo punto le disse, indicando per terra:
- Andiamo lì!
Erano le 12:00
Lei ci si diresse velocemente e atterrarono davanti alla porta di un ristorante italiano.
- Dopo di lei, signorina,  - disse lui facendo un inchino aprendo la porta
- Che galante - rispose lei sorridendo.
Lui tornò in posizione eretta e la seguì.
- Antonio un tavolo per due - disse l'eterno bambino.
- Certo Bibi, il tavolo migliore della sala, quello vicino alla finestra - disse il proprietario del ristorante, che aveva un " po' " di accento napoletano.
Li portò al tavolo, che effettivamente era il migliore della sala.
Pose loro il menù e li lasciò decidere.
- Quante cose buone - disse lei leggendo il menù.
- Già, ma io ti consiglio questo - disse lui indicando una scritta.
- Sembra invitante, ma come fai a consigliarmelo se tu sei
- Antonio sa farla come piace a me - l'interruppe lui.
Come se avesse sentito di essere chiamato, Antonio arrivò al tavolo e chiese loro:
- Avete già scelto?
- Sì, due di questo, per la signorina normale però.
- Benissimo Bibi - disse l'italiano portando via il menù.
Qualche minuto dopo tornò e portò un vino rosso.
- Questo è per l'attesa.
- Grazie Antonio - ringraziò sorridendo amabilmente Corvina
Antonio si avvicinò a Beast Boy e, tirandogli una gomitata, gli disse:
- Questa è un gioiello, se te la lasci scappare non ti farò più entrare nel mio ristorante.
- Farò del mio meglio per non farmela sfuggire
Corvina sorrise nuovamente.
Antonio se ne andò.
- Che uomo simpatico! Sembra conoscerti alla perfezione! Vieni qui spesso Bibi?
- Sì, ogni tanto, quando mi va di stare solo... lui mi consola sempre.
- Oh - disse lei un po' delus, avrebbe preferito consolarlo lei... 
Tornò Antonio.
Cacciò dalla mente quel pensiero.
Il ristoratore portava con sé due piatti di spaghetti con polpette fumanti.
- Ecco a voi la specialità della casa - disse lui.
- Ha un'ottimo profumino! - disse Corvina sorridente.
Antonio diede un'altra gomitata a Bibi, per ricoradrgli quello che aveva detto.
- Buon appetito.
Cominciarono a mangiare.
- Ma è veramente squisito! - disse lei
- Cosa ti aspettavi? - rispose lui.
Ripresero a mangiare.
- Ma Antonio va sempre al tavolo di tutti o è particolarmente affezionato a te?
- Bé, io spesso lo aiutavo a portare le portate ai tavoli, quando c'erano pochi camerieri, quindi immagino che mi voglia semplicemente bene. - rispose lui.
-E' veramente un brav'uomo.
A un certo punto B.B mise nel piatto di Corvina una polpettina di soia.
Lei arrossì e sorrise.
L'assaggiò.
- Ottima, grazie.
Anche Beast Boy sorrise.
Finirono di mangiare, e ordinarono anche il doce, una crostata alla pesca.
Semplicemente divina.
Ringraziarono l'omone e quando fecero per pagare, lui glielo impedì.
Disse che ormai Bibi era come un figlio per lui, quindi di non preoccuparsi.
Lo ringraziarono nuovamente e tornarono verso casa.
- Vuoi fare come all'andata? - chiese lui
- Vuoi vedermi vomitare? - rispose lei
Lui rise, adorabile risata.
Passeggiarono amabilmente verso casa.
Sulla porta di casa Bibi le prese la mano fermandola.
- Vorrei darti un regalo.
- Bibi, questa giornata è stata un regalo fantastico, a me basta. - disse lei sentendosi in imbarazzo.
- Ma io voglio dartelo lo stesso.
Tirò fuori dalla tasca un collarino di velluto nero con un rubino violaceo che pendeva al centro.
Lei rimase senza fiato.
Lui glielo mise al collo, mentre lei  abbassava il collo alto della maglietta.
Prese in mano il pendente  e, dopo averlo guardato incredula, abbracciò Beast Boy.
Erano le 3:00
Entrarono in casa.
Appena entrata Corvina venne "rapita" da Cyborg che disse:
- Adesso tocca a me!
La portò in macchina e le chiese:
- Ti va di uscire?
- Ho altra scelta? - chiese lei per scherzo
- Certo, ma
- Stavo scherzando - disse lei tornando seria
- Oh, allora...
Mise in moto.
La portò in città.
Parcheggiò davanti a un'antiquarato.
- Perchè mi hai portato qui? - gli chiede curiosa.
- Vedrai - rispose lui sorridendo.
Aprì la porta.
Un campanello risuonò.
Nella penombra del locale Corvina scorse milioni e milioni di libri.
Strinse la mano di Cyborg e sussurrò:
- Libri di magia...
- Già, li ho trovati qualche giorno fa facendo un giro della città... - disse lui
Corvina si mise in punta di piedi e gli diede un bacino sulla guancia
- E' un regalo stupendo Cyborg! - urlò
- Prego - disse lui toccandosi la guancia.
Lei volteggiò nel negozio e prese qualche libro lesse i titoli
- Ma queti sono libri di incredibile valore! Come fanno ad essere qui? Si credeva fossero perduti!!
Era al colmo della felicità.
Dopo qualche ora che erano lì e che lei aveva usato per leggere a Cyborg e spiegare alcuni libri di magia, Corvina scorse un libro particolare.
Aveva la coperina rigida e bianca, e le scritte in nero era caratteri utilizzati dai maghi di Azarath.
Non poteva crederci.
Lo prese e con deferenza lo mise sul bancone.
Arrivò un vecchietto dall'aria un po' smorta e le chiese:
- Lo vuole comprare?
- Sì.
- Ma Corvina, te lo pago io - cominciò a dire Cyborg
- No, questo lo voglio pagare io.
Diede i soldi al vecchietto e prese il libro.
Lo strinse forte a sé.
Andò in macchina con Cyborg.
Si erano fatte le 7:30
- Ti va di cenare? - le chiese lui.
- Sì, mi piacerebbe - rispose lei.
Cyborg mise in moto.
Si allontanarono dalla città e andarono sulla cima di una collina.
- Perché siamo qui?
- Cena/pic-nic
- Oh - disse lei felice : Cyborg era un ottimo cuoco.
Il ragazzone stese una coperta sul prato e al centro mise una tovaglia a quadri rossi e binchi e un cestino da Pic-Nic
Cominciarono a mangiare.
C'era pollo a rosto, patate al forno, pomodori freschi, gelato amarena limone e fragola.
Quando Cyborg glielo mise nella coppetta le venne in mente la mattinata passata con Bibi.
Scacciò il pensiero, voleva godersi la serata con lui.
Finirono di cenare che erano le 9:00.
- Ce ne dici di tornare a casa? - le chiese lui.
- Va bene. - 
Arrivarono a casa in men che non si dica.
- Grazie Cyborg - gli disse la ragazza con tra le braccia il lobro bianco.
- Prego, ma ti vorrei dare qualcosa.
A Corvina vennero i sudori freddi.
Cyborg prese il braccio di Corvina e le mise al polso un braccialetto in oro bianco, con un pndente a forma di stellina.
- Grazie, non so cosa dire 
- Quel grazie è stto più che sufficiente.
- Bé, allora, di nuovo grazie.
Corvina si chiuse in camera.
Accese la luce.
Venne sommersa da un putiferio di rosa e fucsia, nastrini, tulle e pizzi.
Chiuse gli occhi sperando in un incubo
Li riaprì.
Era tutto ancora rosa, fucsia, pieno di nastrini e cuscini di piume a forma di cuore.
E, al centro di tutto, c'era Stella.
Aveva le codette e un pigiama rosa con pizzi e merletti sulla scollatura e nelle finiture.
Corvina urlò
- Che significa tutto questo???????
- Pigiama party - spiegò semplicemente Stella.
- No, ti prego no
- Oh sì - disse Stella con un ghigno malefico.
In questo episodio ci sono molti riferimenti a film della Disney.
NON VOLEVO PLAGIARE NIENTE E NESSUNO, volevo solo rendere le scene più simpatiche.
 
* Questa idea me l'hanno data due mie compagne di scuola che devo ringraziare per tante cose, quindi:
GRAZIE!!

Corvina non aveva dormito quella notte.
Era sdraiata sul suo letto, abbracciata a quel cuscino ormai zuppo di lacrime.
Era sconfortata : Cyborg e Beast Boy erano le persone più importanti per lei, erano sempre stati un trio inseparabile, e ora lei stava gettando non una, ma bensì due amicizie nel cesso.
Si sentiva a pezzi.
Odiava se stessa per quello che aveva fatto, ma lei li amava, e tanto, ma non sapeva chi di più.
Cyborg era stata una specie di figura paterna/fraterna, cosa che lei non aveva mai avuto, e Beast Boy, be lui... era qualcosa di speciale, che non sapeva spiegare, anzi, in realtà lei non sapeva nemmeno cosa l'attraeva in lui (oltre a suo fisico che era... )


Cosa doveva fare?
Cosa?


Decise di vestirsi, innanzitutto.
Non il solito body nero e il mantello blu.
Questa volta aveva optato per qualcosa di più sobrio.


Quando entrò in cucina tutti la guardarono e rimasero a bocca aperta:
Indossava un paio di Jeans stretti, un maglione color mattone a collo alto e un basco nero.


- Corvina, ma cosa ti sei messa? - le chiese Stella.
- Perché, mi sta male?
- No, assolutamente no, anzi, è solo che... è qualcosa di così.... Normale....
- Volevo cambiare look...


Discussione chiusa.


Beast Boy stava cucinando pasta al prosciutto (logicamente prosciutto di soia).
La mise in un piatto.
Corvina gli si avvicinò.


- Guarda la pasta, Corvina, guarda il prosciutto, si muooove... - disse con voce da racconto Horror
Lei, con aria di sufficienza, lo guardò e disse:
- Perché dovrebbe muoversi??


Lui prese una torcia che mise sotto il mento, la accese e disse, con voce ancora più tenebrosa:
- Perché è .... (e qua con faccia da beota assoluto) 4 salti in padella. *


Scapaccione sulla nuca da parte della ragazza.


- Ahi, era per farti ridere un po', oggi sembri più tenebrosa del solito! - si lamentò


Lei spalancò gli occhi : come se ne era accorto, nessun altro l'aveva notato, si era calmata, non singhiozzava era tranquilla, era perfino vestita normalmente!!!!


Lui le prese la mano e la trascinò fuori dicendo :
- Ora esci con me!!!
- Ma come.. non... o, va bene.


Le disse:
- Salimi in groppa!
Lei arrossì tutta e disse 
- Cosa?
- Dai


Apro una piccola parentesi sul cambiamento di aspetto avvenuto nei due ragazzi :
Lei era un po' più alta, con in fianchi più dolci e il "petto" più sviluppato, lui era diventato molto, ma molto più alto (circa 180 cm), con un fisico scolpito e un viso più adulto.


Lei gli salì in spalla e lui si trasformò in un bellissimo stallone


- Questo cosa significa??? - chiese lei allarmata aggrappandosi alla criniera, mentre lui partiva al galoppo
- Vedrai!!! (logicamente lo nitrì, quindi lei non capì un ..... vabbè, non capì niente)


Arrivarono in città molto velocemente.
Beast Boy si ritrasformò in uomo e Corvina gli cadde tra le braccia.
Aveva un aspetto sconvolto (era la sua prima cavalcata) quindi lui decise di farla sedere.


- Va meglio così?
- Un po'....
- Ti va un gelato?
- Sì
- Vuoi che ti porti di nuovo in groppa?
- Non se ne parla neanche - rispose lei,che non aveva capito che era una battuta.


Quando si alzò gli cadde addosso.
- Scusa, capogiro - disse lei, totalmente rossa, ma mai quanto il ragazzo.
- No, fa niente, ti tengo.
Decisero che lui l'avrebbe tenuta stretta per evitare di farla cadere di nuovo.


Così, tutti abbracciati, andarono alla gelateria più vicina.
Quando il gelataio (al quale la frase "fatti i fatti tuoi" non rappresenta niente) disse:
- Oh, ma che bella coppia siete, volete che vi faccia un unico gelato per due?
- Ma noi non siamo una coppia - dissero insieme, diventando rossi.
- Ma se siete tutti abbracciati - continuò il tipo che la parola "Privacy" non l'aveva mai sentita nominare
- Perché io ho capogiro - disse lei
- O, ma allora state per diventare dei genitori, evviva!!! - urlò, tant'è che tutti nella gelateria fecero un brindisi alla "coppietta" e loro due si persero d'animo ancora di più, tant'è che a un certo punto, Beast boy, che non ne poteva più, disse :
- Già, ci siamo sposati da poco, e ci sta per arrivare un piccolo bambino che girerà per casa e ci farà saltare i nervi, ma io sono felice, perché... (e qua guardò negli occhi Corvina ) perché passerò il resto della mia vita con questa bellissima donna, che amo e amerò per sempre.


Lei rimase senza parole.
Continuò a guardarlo negli occhi respirando affannosamente, leggendo la sincerità negli occhi del "ragazzo bestia".


- Allora questo mega gelato lo offre la casa! - arrivò a interromperli il gelataio, mettendo fra i due un'enorme coppa gelato all'amarena, fragola e limone.


- Grazie - disse il mostriciattolo verde, uscendo dalla gelateria.




Andarono al parco davanti al locale e si sedettero in una panchina, iniziando a mangiare il gelato.
Non riparlarono dell'episodio, anche se entrambi morivano dalla voglia di ripassarci : una per sapere se quello che l'altro diceva era sul serio, e l'altro per confermare la dichiarazione.
Ma essendo entrambi troppo timidi, nessuno disse niente.
Finirono il gelato.


- Che ora è? - chiese Corvina
- Le 11:30, perché, vuoi già andare via? - le chiese lui triste.
- No, volevo solo tenere sotto controllo il tempo, anche se so che è impossibile.


Lui la guardò e notò ancora una volta quanto quella ragazza, quella donna, fosse meravigliosa.
Gli venne in mente un'idea.


- Vieni con me! - disse mettendosi in piedi sulla panchina e tendendo la mano verso di lei.
- Perché? - gli chiese lei sorridendo.
- Ti fidi di me?


Silenzio


- Sì - rispose lei mettendo la sua mano su quella di lui alzandosi sulla panchina e finendo dritta dritta fra le sue braccia.


Lui le cinse la vita con un braccio e lui lo fece volare.


Volarono sui tetti della città, ridendo e scherzando, sentendosi ancora un po' bambini, ancora liberi.


Ora lei sapeva cos'era che la attraeva in Bibi : quell'aria di eterno bambino, quell'infantilità che la faceva sentire nuovamente bambina, ma una bambuna felice, che non doveva preoccupasi di maledizioni o altro.
Lui le dava un'infanzia.


A un certo punto le disse, indicando per terra:
- Andiamo lì!
Erano le 12:00
Lei ci si diresse velocemente e atterrarono davanti alla porta di un ristorante italiano.
- Dopo di lei, signorina,  - disse lui facendo un inchino aprendo la porta
- Che galante - rispose lei sorridendo.


Lui tornò in posizione eretta e la seguì.


- Antonio un tavolo per due - disse l'eterno bambino.
- Certo Bibi, il tavolo migliore della sala, quello vicino alla finestra - disse il proprietario del ristorante, che aveva un " po' " di accento napoletano.


Li portò al tavolo, che effettivamente era il migliore della sala.
Pose loro il menù e li lasciò decidere.


- Quante cose buone - disse lei leggendo il menù.
- Già, ma io ti consiglio questo - disse lui indicando una scritta.
- Sembra invitante, ma come fai a consigliarmelo se tu sei
- Antonio sa farla come piace a me - l'interruppe lui.


Come se avesse sentito di essere chiamato, Antonio arrivò al tavolo e chiese loro:
- Avete già scelto?
- Sì, due di questo, per la signorina normale però.
- Benissimo Bibi - disse l'italiano portando via il menù.


Qualche minuto dopo tornò e portò un vino rosso.
- Questo è per l'attesa.
- Grazie Antonio - ringraziò sorridendo amabilmente Corvina
Antonio si avvicinò a Beast Boy e, tirandogli una gomitata, gli disse:
- Questa è un gioiello, se te la lasci scappare non ti farò più entrare nel mio ristorante.
- Farò del mio meglio per non farmela sfuggire
Corvina sorrise nuovamente.
Antonio se ne andò.


- Che uomo simpatico! Sembra conoscerti alla perfezione! Vieni qui spesso Bibi?
- Sì, ogni tanto, quando mi va di stare solo... lui mi consola sempre.
- Oh - disse lei un po' delus, avrebbe preferito consolarlo lei... 
Tornò Antonio.
Cacciò dalla mente quel pensiero.


Il ristoratore portava con sé due piatti di spaghetti con polpette fumanti.


- Ecco a voi la specialità della casa - disse lui.
- Ha un'ottimo profumino! - disse Corvina sorridente.

Antonio diede un'altra gomitata a Bibi, per ricoradrgli quello che aveva detto.

- Buon appetito.

Cominciarono a mangiare.

- Ma è veramente squisito! - disse lei

- Cosa ti aspettavi? - rispose lui.

 

Ripresero a mangiare.

 

- Ma Antonio va sempre al tavolo di tutti o è particolarmente affezionato a te?

- Bé, io spesso lo aiutavo a portare le portate ai tavoli, quando c'erano pochi camerieri, quindi immagino che mi voglia semplicemente bene. - rispose lui.

-E' veramente un brav'uomo.

 

A un certo punto B.B mise nel piatto di Corvina una polpettina di soia.

Lei arrossì e sorrise.L'assaggiò.

- Ottima, grazie.

Anche Beast Boy sorrise.

 

Finirono di mangiare, e ordinarono anche il doce, una crostata alla pesca.

Semplicemente divina.
Ringraziarono l'omone e quando fecero per pagare, lui glielo impedì.

Disse che ormai Bibi era come un figlio per lui, quindi di non preoccuparsi.

Lo ringraziarono nuovamente e tornarono verso casa.

 

- Vuoi fare come all'andata? - chiese lui

- Vuoi vedermi vomitare? - rispose lei

Lui rise, adorabile risata.

 

 

Passeggiarono amabilmente verso casa.

Sulla porta di casa Bibi le prese la mano fermandola.

- Vorrei darti un regalo.

- Bibi, questa giornata è stata un regalo fantastico, a me basta. - disse lei sentendosi in imbarazzo.

- Ma io voglio dartelo lo stesso.

Tirò fuori dalla tasca un collarino di velluto nero con un rubino violaceo che pendeva al centro.

Lei rimase senza fiato.
Lui glielo mise al collo, mentre lei  abbassava il collo alto della maglietta.

 

Prese in mano il pendente  e, dopo averlo guardato incredula, abbracciò Beast Boy.

 

Erano le 3:00

 

Entrarono in casa.

Appena entrata Corvina venne "rapita" da Cyborg che disse:- Adesso tocca a me!

 

La portò in macchina e le chiese:- Ti va di uscire?

- Ho altra scelta? - chiese lei per scherzo

- Certo, ma..

- Stavo scherzando - disse lei tornando seria

- Oh, allora...

 

Mise in moto.

La portò in città.

Parcheggiò davanti a un'antiquarato.

 

- Perché mi hai portato qui? - gli chiede curiosa.

- Vedrai - rispose lui sorridendo.

 

Aprì la porta.

Un campanello risuonò.

 

Nella penombra del locale Corvina scorse milioni e milioni di libri.
Strinse la mano di Cyborg e sussurrò:

- Libri di magia...

- Già, li ho trovati qualche giorno fa facendo un giro della città... - disse lui

Corvina si mise in punta di piedi e gli diede un bacino sulla guancia

- E' un regalo stupendo Cyborg! - urlò

- Prego - disse lui toccandosi la guancia.

Lei volteggiò nel negozio e prese qualche libro lesse i titoli

- Ma queti sono libri di incredibile valore! Come fanno ad essere qui? Si credeva fossero perduti!!

 

Era al colmo della felicità.

Dopo qualche ora che erano lì e che lei aveva usato per leggere a Cyborg e spiegare alcuni libri di magia, Corvina scorse un libro particolare.

Aveva la coperina rigida e bianca, e le scritte in nero era caratteri utilizzati dai maghi di Azarath.
Non poteva crederci.

Lo prese e con deferenza lo mise sul bancone.

Arrivò un vecchietto dall'aria un po' smorta e le chiese:

- Lo vuole comprare?

- Sì.

- Ma Corvina, te lo pago io - cominciò a dire Cyborg

- No, questo lo voglio pagare io.

Diede i soldi al vecchietto e prese il libro.

Lo strinse forte a sé.

 

Andò in macchina con Cyborg.

Si erano fatte le 7:30

 

- Ti va di cenare? - le chiese lui.

- Sì, mi piacerebbe - rispose lei.

 

Cyborg mise in moto.Si allontanarono dalla città e andarono sulla cima di una collina.

- Perché siamo qui?

- Cena/pic-nic

- Oh - disse lei felice : Cyborg era un ottimo cuoco.

 

Il ragazzone stese una coperta sul prato e al centro mise una tovaglia a quadri rossi e binchi e un cestino da Pic-Nic

 

Cominciarono a mangiare.

C'era pollo a rosto, patate al forno, pomodori freschi, gelato amarena limone e fragola.

Quando Cyborg glielo mise nella coppetta le venne in mente la mattinata passata con Bibi.Scacciò il pensiero, voleva godersi la serata con lui.

 

Finirono di cenare che erano le 9:00.

 

- Che ne dici di tornare a casa? - le chiese lui.

- Va bene. - 

 

Arrivarono a casa in men che non si dica.

- Grazie Cyborg - gli disse la ragazza con tra le braccia il lobro bianco.

- Prego, ma ti vorrei dare qualcosa.

 

A Corvina vennero i sudori freddi.

 

Cyborg prese il braccio di Corvina e le mise al polso un braccialetto in oro bianco, con un pndente a forma di stellina.

- Grazie, non so cosa dire 

- Quel grazie è stto più che sufficiente.

- Bé, allora, di nuovo grazie.

 

Corvina si chiuse in camera.

Accese la luce.

 

Venne sommersa da un putiferio di rosa e fucsia, nastrini, tulle e pizzi.

Chiuse gli occhi sperando in un incubo

Li riaprì.

 

Era tutto ancora rosa, fucsia, pieno di nastrini e cuscini di piume a forma di cuore.

E, al centro di tutto, c'era Stella.

Aveva le codette e un pigiama rosa con pizzi e merletti sulla scollatura e nelle finiture.

Corvina urlò

 

- Che significa tutto questo???????

 

- Pigiama party - spiegò semplicemente Stella.

 

- No, ti prego no

 

- Oh sì - disse Stella con un ghigno malefico.























In questo episodio ci sono molti riferimenti a film della Disney.  NON VOLEVO PLAGIARE NIENTE E NESSUNO, volevo solo rendere le scene più simpatiche. 












* Questa idea me l'hanno data due mie compagne di scuola che devo ringraziare per tante cose, quindi:
GRAZIE!!

 

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Capitolo 9
*** Pigiama party ***


 

- Nonononono!!! Ti prego no!
- Oh sìsìsìsìsìsìsìsì! Andiamo, ti prego!
   Voglio sapere cos'hai fatto oggi, non ti si è vista tutto il giorno!
- Ero fuori con Bibi e Cyborg
- Ma và? A questo ci arrivavo anch'io, volevo sapere cos'avete fatto!
- Oh, quello.
Corvina non sapeva se parlarlene o no, però aveva anche un bisogno disperato di consigli.
Decise per un sì.
- Va bene, ti racconterò tutto, ma almeno fammi cambiare.
Messasi il pigiama cominciò a parlare.
Le disse tutto, perfino l'episodio col gelataio.
Le spiegò quello che aveva provato durante la dichiarazione di Bibi, tutta la felicità e la contentezza che l'aveva colta, e tutta la sorpresa quando lui le mise al collo il collarino.
Glielo mostrò, e Stella rimase senza parole dalla bellezza del gioiello.
Le parlò anche della magnifica serata con Cyborg, della libreria e del romantico pic-nic sulla collina.
Infine le mostrò anche il braccialetto in oro bianco.
Anche lì Stella rimase senza parole.
- Allora il loro è vero amore.
- Sì, immagino di sì, ma...
- Non sai se il tuo lo è - completò per lei Stella accarezzandole il volto e i capelli.
Corvina era seduta a gambe incrociate sul grambo di Stella e si lasciava coccolare.
- Ti va di fare lo spuntino di mezzanotte? - disse Stella
- Volentieri - rispose Corvina
Si diressero furtive in cucina.
La maga aprì il frigorifero e con la telecinesi trasportò 2 barattoli di Nutella, 1 bottiglia di Coca-cola, una di Fanta e una di Sprite in camera sua, mentre l'aliena prendeva pane, salatini, patatine e bicchieri.
Infine commisero l'atto più "grave": portarono nella camera di Corvina anche il megatelevisore del soggiorno.
Passarono il resto della nottata tra film romantici, d'azione e commedie, il tutto condito da più bicchieri di bibite gassate , Nutella e varie cibarie salate.
Si addormentarono abbracciate, dopo aver rimesso tutto quel che restava a posto.
Stella per Corvina era la sorella che non aveva mai avuto, e per Stella Corvina era altrettanto, dato che la sua sorella di sangue la odiava e aveva tentato di metterla in prigione.
Quando Corvina si svegliò trovò la sua camera come era sempre stata (cioè senza pizzi o merletti vari)
Sentì un urlo terribile.
Si diresse in cucina.
C'era Bibi inginocchiato davanti davanti al frigo che piangeva, anzi frignava, come un bambino.
Corvina si diresse verso di lui, lottando contro se stessa per non ridere vedendo un uomo adulto comportarsi come un ragazzino, e gli chiese, a metà tra il preoccupato e il divertito
- Cos'è successo?
- Ci hanno rapinato! - rispose lui, al che lei si fece seriamente preoccupata, ma tutto svanì quando - ci hanno portato via la nutella, la coca-cola, la fanta, la sprite, tutti i salatini e le patatine, se le sono mangiate, e poi hanno portato gli avanzi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Corvina sorrise, ma non confessò, disse al contrario:
- Tranquillo, adesso vado a fare la spesa, ricompro tutto
Lui la guardò con quello sguardo così dolce, da bambino il giorno di Natale, e, tutto sorridente, l'abbracciò e disse:
- Grazie Corvina!
"Non c'è di che" pensò Corvina stretta tra le sue braccia.

- Nonononono!!! Ti prego no!

- Oh sìsìsìsìsìsìsìsì!

  Andiamo, ti prego!  

  Voglio sapere cos'hai fatto oggi, non ti si è vista tutto il giorno!

- Ero fuori con Bibi e Cyborg

- Ma và? A questo ci arrivavo anch'io, volevo sapere cos'avete fatto!

- Oh, quello.

 

Corvina non sapeva se parlarlene o no, però aveva anche un bisogno disperato di consigli.

Decise per un sì.

 

- Va bene, ti racconterò tutto, ma almeno fammi cambiare.

 

Messasi il pigiama cominciò a parlare.

Le disse tutto, perfino l'episodio col gelataio

.Le spiegò quello che aveva provato durante la dichiarazione di Bibi, tutta la felicità e la contentezza che l'aveva colta, e tutta la sorpresa quando lui le mise al collo il collarino.

Glielo mostrò, e Stella rimase senza parole dalla bellezza del gioiello.

Le parlò anche della magnifica serata con Cyborg, della libreria e del romantico pic-nic sulla collina.

Infine le mostrò anche il braccialetto in oro bianco.

Anche lì Stella rimase senza parole.

 

- Allora il loro è vero amore

.- Sì, immagino di sì, ma...

- Non sai se il tuo lo è - completò per lei Stella accarezzandole il volto e i capelli.

Corvina era seduta a gambe incrociate sul grambo di Stella e si lasciava coccolare.

 

 

- Ti va di fare lo spuntino di mezzanotte? - disse Stella

- Volentieri - rispose Corvina

Si diressero furtive in cucina.

La maga aprì il frigorifero e con la telecinesi trasportò 2 barattoli di Nutella, 1 bottiglia di Coca-cola, una di Fanta e una di Sprite in camera sua, mentre l'aliena prendeva pane, salatini, patatine e bicchieri.

Infine commisero l'atto più "grave": portarono nella camera di Corvina anche il megatelevisore del soggiorno.

Passarono il resto della nottata tra film romantici, d'azione e commedie, il tutto condito da più bicchieri di bibite gassate , Nutella e varie cibarie salate.

Si addormentarono abbracciate, dopo aver rimesso tutto quel che restava a posto.

Stella per Corvina era la sorella che non aveva mai avuto, e per Stella Corvina era altrettanto, dato che la sua sorella di sangue la odiava e aveva tentato di metterla in prigione.

Quando Corvina si svegliò trovò la sua camera come era sempre stata (cioè senza pizzi o merletti vari)

Sentì un urlo terribile.

Si diresse in cucina.

C'era Bibi inginocchiato davanti davanti al frigo che piangeva, anzi frignava, come un bambino.
Corvina si diresse verso di lui, lottando contro se stessa per non ridere vedendo un uomo adulto comportarsi come un ragazzino, e gli chiese, a metà tra il preoccupato e il divertito

- Cos'è successo?

- Ci hanno rapinato! - rispose lui, al che lei si fece seriamente preoccupata, ma tutto svanì quando

- ci hanno portato via la nutella, la coca-cola, la fanta, la sprite, tutti i salatini e le patatine, se le sono mangiate, e poi hanno portato gli avanzi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Corvina sorrise, ma non confessò, disse al contrario:

- Tranquillo, adesso vado a fare la spesa, ricompro tutto

 

Lui la guardò con quello sguardo così dolce, da bambino il giorno di Natale, e, tutto sorridente, l'abbracciò e disse:

- Grazie Corvina!

 

"Non c'è di che" pensò Corvina stretta tra le sue braccia.

 

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Capitolo 10
*** Incubi ***


 

Il giorno dopo, quando andò a fare colazione sembrava un cadavere.
Prese una tazza di caffé.
B.B le si avvicinò con una torta di mele in mano.
- Non preferiresti questa? - le chiese invitante
- No, grazie - gli rispose acidamente lei
- Oh, ma è quella che ti piace di più! - continuò lui, anche se sapeva che l'avrebbe solo fatta arrabbiare
- Ho detto : No grazie
- Ma...
- NOOOOOOOOOO - urlò lei con uno sguardo atroce nei 4 occhi
Tutti la guardarono terrorizzati: capirono che lui era vivo e dentro di lei.
Corvina levitò nella stanza.
Si muoveva convulsamente, come in preda a una crisi epilettica.
Svenne.
Cadde tra le braccia di Beast Boy e di Cyborg.
Chiamarono un dottore.
Disse loro di non preoccuparsi, si sarebbe svegliata da li a poche ore.
Si tranquillizzarono, ma solo per un po'.
Se  era tornato, sarebbe stato un pericolo per tutti.
Come si poteva elimnare snza fare del male a Corvina?
Si riunirono.
- Dobbiamo distruggerlo. - disse senza tanti preamboli Robin
- Ma in quel modo distruggeremo anche Corvina! - protestò B.B
- Non c'è altro modo - sussurrò Stella guarando il pavimento. Era distrutta:  sata per dare la sua migliore amica in pasto ai lupi...
- Così faremo solo il suo gioco - urlò Cyborg
- No, non è vero. Lui sa fin troppo bene che non orceremmo un capello a Corvina. - disse Robin - Però è anche vero che bobbiamo distruggerlo!
- Io conosco il modo
Fece la sua entrata Corvina, sempre più pallida e smunta.
- Come possiamo fare? - le chiese Robin
- Dovrei morire
- NO - urlarono 
- Ma solo per metà: l'unico momento in cui siamo in contatto e lui non mette in pericolo nessuno è durante il mio sonno. Lì lo affronterò.
- E' troppo pericoloso - disse Cyborg andandole incontro e prendendole le mani guardandola in volto
- Ma è l'unico modo - disse lei schivando il suo sguardo.
- Io mi fido di te - disse Beast Boy dall'altro capo della sala - non sono per niente d'accordo, ma se è lunico modo e se tu sei veramente disposta a farlo, allora sono con te.
- Ma stai scherzando? C'è in gioco la sua vita, te ne rendi conto? - gli domandò esterrefatto Cyborg.
- Sì, è in ballo la SUA vita. Io non sarò mai d'accordo, ma sa che io ci sarò sempre per lei. - Concluse.
- Allora quanto sono d'accordo con Corvina? - domandò Robin
Lui e B.B alzarono la mano.
Dopo un po' anche Stella, che subito scoppiò a piangere.
Vedendola in quello stato Corvina apoggiò la testa della ragazza sul suo seno accarezzandole i capelli.
Cyborg li guardò come se fossero tutti dei pazzi e con quello sguardo stupito e arrabbiato se ne andò.
Era

Era notte.

Corvina dormiva.

Sognava, ma non sogni, Incubi.

 

Era in un edificio in fiamme.

Sola.

In trappola.

Provava a usare il teletrasporto per andarsene, ma non padroneggiava i suoi poteri.

Era sconfortata.

Debole.

Indifesa.

Provò nuovamente a usare i suoi poteri.

- Oh, la tua magia qui non funziona, tesoro.

 

"Questa voce... Non è possibile.... lui è morto, l'ho finito io stesso!"

 

- ... Trigon

Un sussurro, forse solo un pensiero, ma lui l'aveva sentita.

- Sì, tesoro, il tuo caro papà è tornato, più forte e in forma che mai!

- No, non è possibile - disse lei, più che altro per convincere se stessa.

Sperava fosse solo un sogno, ma sapeva che non era così.

 

- Oh, ma cara, non capisci che è tutto reale? Se così si può definire la tua mente. Sai, io sono rimasto qui per tutto il tempo, da quel fatidico giorno, in silenzio, acquattato, nell'ombra, in attesa di risalire un giorno e finalmente distruggerti! - la voce non si era fatta aspra, anzi era rimasta dolce per tutto il tempo.

Lei aveva gli occhi strabuzzati, gonfi di lacrime per il fumo e per la sua rabbia e la sua frustrazione.

 

 

Si svegliò nel suo letto.

A conferma che non era stato tutto un sogno, i simboli scarlatti le si erano nuovamente rivelati.

Si odiò.

Ora erano nuovamente tutti in pericolo per causa sua...

 

Prese il libro bianco che aveva comprato il giorno prima.

Era il libro degli incantesimi Mastri.

Sentiva che le sarebbe servito.

Il suo sesto senso non sbagliava mai.

Sperava con tutto il cuore che lì ci fosse l'incantesimo adatto a distruggere quel parassita che da anni viveva dentro di lei.

Lo trovò.

Era pericoloso, ma fattibile.

Avrebbe avuto bisogno di aiuto.

 

 

Non voleva riaddormentarsi, aveva paura di un nuovo incubo.

Studiò il libro degli incantesimi.

 

 

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Capitolo 11
*** Decisioni ***


 

Il giorno dopo, quando andò a fare colazione sembrava un cadavere.
Prese una tazza di caffé.
B.B le si avvicinò con una torta di mele in mano.
- Non preferiresti questa? - le chiese invitante
- No, grazie - gli rispose acidamente lei
- Oh, ma è quella che ti piace di più! - continuò lui, anche se sapeva che l'avrebbe solo fatta arrabbiare
- Ho detto : No grazie
- Ma...
- NOOOOOOOOOO - urlò lei con uno sguardo atroce nei 4 occhi
Tutti la guardarono terrorizzati: capirono che lui era vivo e dentro di lei.
Corvina levitò nella stanza.
Si muoveva convulsamente, come in preda a una crisi epilettica.
Svenne.
Cadde tra le braccia di Beast Boy e di Cyborg.
Chiamarono un dottore.
Disse loro di non preoccuparsi, si sarebbe svegliata da li a poche ore.
Si tranquillizzarono, ma solo per un po'.
Se  era tornato, sarebbe stato un pericolo per tutti.
Come si poteva elimnare snza fare del male a Corvina?
Si riunirono.
- Dobbiamo distruggerlo. - disse senza tanti preamboli Robin
- Ma in quel modo distruggeremo anche Corvina! - protestò B.B
- Non c'è altro modo - sussurrò Stella guarando il pavimento. Era distrutta:  sata per dare la sua migliore amica in pasto ai lupi...
- Così faremo solo il suo gioco - urlò Cyborg
- No, non è vero. Lui sa fin troppo bene che non orceremmo un capello a Corvina. - disse Robin - Però è anche vero che bobbiamo distruggerlo!
- Io conosco il modo
Fece la sua entrata Corvina, sempre più pallida e smunta.
- Come possiamo fare? - le chiese Robin
- Dovrei morire
- NO - urlarono 
- Ma solo per metà: l'unico momento in cui siamo in contatto e lui non mette in pericolo nessuno è durante il mio sonno. Lì lo affronterò.
- E' troppo pericoloso - disse Cyborg andandole incontro e prendendole le mani guardandola in volto
- Ma è l'unico modo - disse lei schivando il suo sguardo.
- Io mi fido di te - disse Beast Boy dall'altro capo della sala - non sono per niente d'accordo, ma se è lunico modo e se tu sei veramente disposta a farlo, allora sono con te.
- Ma stai scherzando? C'è in gioco la sua vita, te ne rendi conto? - gli domandò esterrefatto Cyborg.
- Sì, è in ballo la SUA vita. Io non sarò mai d'accordo, ma sa che io ci sarò sempre per lei. - Concluse.
- Allora quanto sono d'accordo con Corvina? - domandò Robin
Lui e B.B alzarono la mano.
Dopo un po' anche Stella, che subito scoppiò a piangere.
Vedendola in quello stato Corvina apoggiò la testa della ragazza sul suo seno accarezzandole i capelli.
Cyborg li guardò come se fossero tutti dei pazzi e con quello sguardo stupito e arrabbiato se ne andò.


Il giorno dopo, quando andò a fare colazione sembrava un cadavere.

Aveva studiato tutta la notte, il timore del sonno la uccideva.

Prese una tazza di caffé, aveva bisogno di restare sveglia.

B.B le si avvicinò con una torta di mele in mano.

- Non preferiresti questa? - le chiese invitante

- No, grazie - gli rispose acidamente lei. Cercava di mantenere la Calma, ma non ci riusciva. La rabbia di Trigon la stava lacerando, ma se avesse ceduto sarebbe stata sua

- Oh, ma è quella che ti piace di più! - continuò lui, anche se sapeva che l'avrebbe solo fatta arrabbiare

- Ho detto : No grazie - inspirò a fondo. La rabbia cresceva

- Ma...

- NOOOOOOOOOO - urlò lei con uno sguardo atroce nei 4 occhi


Tutti la guardarono terrorizzati: capirono che suo padre era vivo e dentro di lei.


Corvina levitò nella stanza.

Si muoveva convulsamente, come in preda a una crisi epilettica.

Trigon cercava di prendere controllo del suo corpo.

- Non fare resistenza bambina mia, sai di non potermi battere - disse il corpo di corvina con voce gutturale

- Mai - rispose lei

Urlò.

Svenne.

Cadde tra le braccia di Beast Boy e di Cyborg.

I due avevano un colorito cinereo.

 

Chiamarono un dottore che disse loro di non preoccuparsi, si sarebbe svegliata da li a poche ore.

Si tranquillizzarono, ma solo per un po'.

Se era tornato, sarebbe stato un pericolo per tutti.

Come si poteva elimnare snza fare del male a Corvina?

Si riunirono.

 

 

- Dobbiamo distruggerlo. - disse senza tanti preamboli Robin, non era famoso per il suo tatto

- Ma in quel modo distruggeremo anche Corvina! - protestò B.B

- Non c'è altro modo - sussurrò Stella guarando il pavimento. Era distrutta:  stava per dare la sua migliore amica in pasto ai lupi...

- Così faremo solo il suo gioco - urlò Cyborg battendo una mano sul tavolo

- No, non è vero. Lui sa fin troppo bene che non orceremmo un capello a Corvina. - disse Robin - Però è anche vero che bobbiamo distruggerlo!

- Io conosco il modo

Fece la sua entrata Corvina, sempre più pallida e smunta.

- Come possiamo fare? - le chiese Robin

- Dovrei morire

- NO - urlarono 

-  Solo per metà: l'unico momento in cui siamo in contatto e lui non mette in pericolo nessuno è durante il mio sonno. Lì lo affronterò.

- E' troppo pericoloso - disse Cyborg andandole incontro prendendole le mani e guardandola in volto

- Ma è l'unico modo - disse lei schivando il suo sguardo.

Silenzio

- Io mi fido di te - disse Beast Boy dall'altro capo della sala - non sono per niente d'accordo, ma se è lunico modo e se tu sei veramente disposta a farlo, allora sono con te.

Corvina sorrise felice nella sua direzione.

Cyborg guardò prima lei poi lui.

Le lasciò le mani

- Ma stai scherzando? C'è in gioco la sua vita, te ne rendi conto? - gli domandò esterrefatto

- Sì, è in ballo la SUA vita. Io non sarò mai d'accordo, ma sa che io ci sarò sempre per lei. - Concluse.

- Allora quanto sono d'accordo con Corvina? - domandò Robin

Lui e B.B alzarono la mano.

Dopo un po' anche Stella, che subito scoppiò a piangere.

Vedendola in quello stato Corvina apoggiò la testa della ragazza sul suo seno accarezzandole i capelli.

Cyborg li guardò come se fossero tutti dei pazzi e con quello sguardo stupito e arrabbiato se ne andò, sbattendo la porta dietro di sé. 

 

 

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Capitolo 12
*** Parole ***


 

Corvina lo raggiunse.
- Cosa c'è?
- E me lo chiedi?
- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è dapazzi, tanto più se si è soli.
- Ma tu non sei sola, e lo sai!
- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere 24 ore su 24, neanche volendo.
Cyborg rimase in silezio.
Era seduto con le braccia che stringevano le gambe.
Corvina gli mise una mano sulla spalla.
Sorrise, un sorriso mesto e triste, e se ne andò.

Corvina disse

- Alle 15:00 in camera mia.

Poi corse fuori dalla porta.

Doveva raggiungere Cyborg.

Senza di lui non ce l'avrebbe mai fatta.

Doveva sostenerla anche lui, o almeno starle accanto.

 

Lo trovò seduto con le ginocchia strette tra le braccia sulla terrazza.

Lo sguardo perso nel vuoto.

 

- Cosa c'è? - gli chiese

- E me lo chiedi? - le rispose, senza  volgere lo sguardo.

- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è da pazzi, tanto più se si è soli.

Si prese la spalla.

Una lacrima le scivolò sul viso.

Lui si alzò in piedi stringendo i pugno, volgendole ancora le spalle.

- Ma tu non sei sola, e lo sai! - protestò

- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere dai miei incubi e da tutte le mie fiere, neanche volendo. - disse lei cercando di fargli capire quanto ci stesse male.

Cyborg rimase in silenzio.

Non la guardava.

Non voleva.

Strinse ancora di più i pugni.

Corvina gli mise una mano sulla spalla.

Sorrise, un sorriso mesto e triste, e fece per andarsene.

Si fermò un attimo.

Si girò.

- Il rito comincerà alle 15:00. Vorrei che tu fossi presente.

Tornò a camminare.

 

Lui si voltò per parlarle, ma lei ormai se ne era andata.

Sospirò.

 

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Capitolo 13
*** Inizio ***


 

Corvina lo raggiunse.
- Cosa c'è?
- E me lo chiedi?
- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è dapazzi, tanto più se si è soli.
- Ma tu non sei sola, e lo sai!
- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere 24 ore su 24, neanche volendo.
Cyborg rimase in silezio.
Era seduto con le braccia che stringevano le gambe.
Corvina gli mise una mano sulla spalla.
Sorrise, un sorriso mesto e triste, e se ne andò.

Erano tutti nella stanza di Corvina.

Tutti meno Cyborg.

Corvina era triste, ma era decisa ad andare avanti.

Lei era seduta sul suo letto.

Stella aveva messo 9 candele in cerchio attorno a lei.

Corvina si mise in piedi di scatto e prese il libro.

 

- La cosa più importante e che non mi tocchiate, durante il rito in tutto il tempo in cui io sarò incosciente non dovrete nemmeno sfiorarmi, altrimenti sarebbe tutto nullo.

  Non importa cosa dovesse accadere

La porta si aprì.

Entrò Cyborg.

La maga sorrise 

- Sei venuto!

- Non ti avrei mai lasciata da sola.

Prese posto accanto a Bibi.

 

Corvina lesse a voce alta.

Le parole divennero musica.

Nessuno capiva ciò che diceva, ma tutti ne rimasero incantati

Quando ebbe finito tre candele si spensero, e lei cadde nel letto, addormentata.

Cyborg fece per prenderla al volo, ma gli altri lo fermarono.

 

"3 candele per il sonno"

 

Subito dopo, altre tre seguirono le prime.

 

"3 candele pe il sogno"

 

Le ultime rimasero accese.

 

"3 candele per il risveglio"

 

 Corvina cominciò ad agitarsi, gli occhi aperti totalmente neri anche nel bulbo.

Cyborg fece per allungare una mano, ma venne nuovamente bloccato, stavolta da Beast Boy.

- Tu le hai fatto questo, come osi fermarmi? - gli chiese con uno sguardo assassino, dando uno strappo alla mano.

 

Beast Boy incassò il colpo abbassando la testa.

 

Uscirono tutti, tranne lui e Robin.

Il ragazzo gli mise una mano sulla spalla

- Hai fatto la cosa giusta. - gli disse per rassicuarlo.

"E' facile per te dirlo"

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Angoscia ***


 

Corvina lo raggiunse.
- Cosa c'è?
- E me lo chiedi?
- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è dapazzi, tanto più se si è soli.
- Ma tu non sei sola, e lo sai!
- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere 24 ore su 24, neanche volendo.
Cyborg rimase in silezio.
Era seduto con le braccia che stringevano le gambe.
Corvina gli mise una mano sulla spalla.
Sorrise, un sorriso mesto e triste, e se ne andò.

 

B.B era seduto in camera di Corvina ,  più possibile vicino alla ragazza.

Non poteva carezzarla, abbracciarla o semplicemente sfiorarla.

Allora le parlava.

Le diceva quanto le volesse bene, quanto desiderasse il suo ritorno.

Quanto sperava in un suo risveglio.

 

Era angosciato.

Erano passati 2 giorni da quando lei si era addormentata, e continuava a muoversi in preda a convulsioni.

 

Lui le aveva dato l'OK.

Come aveva potuto?

Lei magari stava per morire e lu non l'avrebbe potuta salvare.

Era stato un idiota.

E ora se ne rimaneva lì, giorno e notte.

A  vegliarla.

A parlarle.

A guardarla

Sperando nel suo risveglio.

 

Non mangiava più, non dormiva più.

Stava lì.

Immobile.

 

Le tre candele erano rimaste esattamente come all'inizio del rituale, la cera non colava nemmeno.

 

Chissà per quanto sarebbero rimaste accese...

 

Lui l'avrebbe aspettata.

Sempre.

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Niente ***


 

Corvina lo raggiunse.
- Cosa c'è?
- E me lo chiedi?
- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è dapazzi, tanto più se si è soli.
- Ma tu non sei sola, e lo sai!
- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere 24 ore su 24, neanche volendo.
Cyborg rimase in silezio.
Era seduto con le braccia che stringevano le gambe.
Corvina gli mise una mano sulla spalla.
Sorrise, un sorriso mesto e triste, e se ne andò.

Dove mi trovo?

Corvina era sommersa dal nulla.

Sola.

Non era impaurita, arrabbiata o semplicemente spaventata,non era niente

Il limbo grigio che la circondava le era "entrato dentro".

Però il niente non è sinonimo di calma.

Anzi, lei era agitata e impaziente.

E apettava.

La fine.

La fine di quell'incubo che l'aveva persegiutata dalla nascita, la fine di suo padre, la fine di quel silenzio, la fine e basta.

 

Era ormai nel suo limbo personale da non so quanto tempo.....

Era seduta a gambe incrociate sospesa nel vuoto.

I suoi nervi erano a pezzi.

E lei attendeva.

Ormai non distingueva il sogno dalla realtà: pensava di essere ora al mondo e che quello che aveva vissuto fino ad allora fosse solo un sogno, una sua fantasia.

 

Questo la faceva stare anche peggio.

Se era tutta finzione i suoi amici, il suo amore, non erano mai esistiti!

 

No, no poteva essere possibile.

 

- FORZA, VIENI CODARDO! BATTITI! UCCIDIMI SE TI FA PIACERE, MA SMETTI DI FARMI QUESTO!!!

 

Sapeva che non l'avrebbe ascoltata.

Sapeva che lui l'avrebbe lasciata lì finché lei non fosse stata abbastanza debole.

 

Urlò.

Urlò con quanto fiato aveva in gola.

Si prese la testa fra le mani.

 

Basta, BASTA!

 

 

 

B.B era in camera sua quando Corvina cominciò a urlare.

La guardò.

Voleva abbracciarla, stringerla a se, svegliarla e consolarla.

Baciarla.

Dirle che era tutto Ok, che ora c'era lui, che non l'avrebbe più abbandonata, che...

 

Ma non poteva.

Costretto dall'amore che nutriva per lei

Strinse i pugni.

 

 

Anche Cyborg udì l'urlo, ma non si avvicinò alla camera, memore delle parole della ragazza: se le si fosse avvicinato non avrebbe reistito all'impulso di salvarladai suoi demoni, e l'avrebbe solo uccisa.

Meglio stare qui.

Immobile.

A soffrire.

 

 

Quando Stella la udì, Robin la strinse forte tra le braccia, accarezzandole i capelli, maentre veniva scossa da violenti singhiozzi.

Si sentiva un verme.

Non voleva vederla in quello stato, e questo la faceva stare peggio: bella amica era, che, nel momento del bisogno si ritraeva, spaventata.

Continuò a piangere.

 

 

Robin era triste.

Per lui Corvina era un'amica, nient'altro, eppure le voleva un bene dell'anima.

E non poteva fare a meno di sentirsi male perchè non poteva aiutarla

 

Nessuno si poteva muovere.

Nessuno.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Inganni, battaglia ***


Smise di gridare.

Non serviva a niente.

Ma non si arrendeva.

Anche se quello che aveva passato fino ad allora, le persone che aveva conosciuto, i luoghi che aveva visto, i sentimenti che aveva provato, fossero stati tutto un sogno, lei non li avrebbe rinnegati, non avrebbe fatto distruggere tutto a suo padre, non si sarebbe arresa, MAI.

 

Si rannicchiò su se stessa.

Era infreddolita.

Sentiva dolore al petto

Era stanca.

Ma non poteva fare niente.

 

Una serpe rossa le si avvicinò.

Lei la vide.

Saltò in piedi.

La uccise.

- Ho ucciso Trigon! - si disse

 

Il nulla intorno a lei cominciò ad acquistare una forma.

Corvina era nella sua camera.

Sdraiata.

Le candele ancora accese.

Sola.

 

Si era svegliata!!

 

Uscì dalla sua camera e cominciò acorrere felice per la sua casa.

- Cyborg! B.B! Stella! Robin! Sono a casa!

Nessuna risposta.

 

Andò nella camera di Stella e Robin

- Ragazzi, sono tor... - la frase rimase sospesa.

La camera era distrutta.

Robin e Stella le si avvicinarono minacciosi.

- Che ci fai qui? Vattene, non devi stare con noi. Ti uccideremo! Ti odiamo! Lasciaci stare! Non tornare mai più!!!

 

Lei urlò.

Loro la afferrarono e la immobilizzarono, ma lei riuscì a tramortirli, senza far loro veramente male.

Uscì allarmata, chiuse la porta, la sigillò e si diresse in camera di B.B

Nessuno.

Timorosa entrò in quella di Cyborg.

Lui era seduto sulla sua sedia girevole davanti al computer.

- Oh, grazie a Dio ci sei tu! Cyborg che succede, perché Stella e Rob mi si sono avventati contro?

Lui girò la sedia.

- Ciao Corvina, che ci fai qui?

- Come, sono appena tornata... cosa? Cyborg?

- Oh, no, io non sono Cyborg - le disse alzandosi dalla sedia - io sono il tuo peggiore incubuo!

Le si avventò contro tirandole un pugno fortissimo allo stomaco.

Sputò sangue, gli occhi fuori dalle orbite.

Non poteva essere vero, non Cyborg, non il suo fratellone!

Lei provò a volare, a scappare, ma lui l'aveva bloccata a terra.

"Maledizione"

Lui la prese nuovamente a pugni.

La ragazza era sbigottita e, si, provava dolore fisico, ma soprattutto il suo cuore le si stava lacerando.

Piangeva, le sue lacrime erano come fuoco sulla sua pelle.

Corvina riuscì con la telecinesi e controllare una spranga di ferro e ad abbattergliela sul cranio.

Lui la lasciò andare un momento, ma poi le si abbattè contro con nuova selvaggia ferocia.

Ma lei ora poteva librarsi in aria.

Il corpo di Corvina agì per lei.

La sua magia voleva preservarla.

Anche a costo di fare del male a lui.

E Corvina non poteva farci niente, non poteva controllarsi.

Ormai completamente sotto controllo dei suoi poteri, agì in trance, e, con molto sforzo, riuscì a ucciderlo.

Tornò a terra e, quando riebbe pieno controllo di sé, vide Cyborg sul pavimento, in posizione innaturale, con sangue che gli colava dappertutto.

Si mise una mano davanti alla bocca : stava per vomitare.

Distolse lo sguardo.

Una lacrima le scivolò lungo la guancia.

Quando tornò a vederlo, il suo corpo si muoveva, cambiava forma.

Si alzò, lei era a bocca aperta per lo stupore.

Era Beast Boy.

Il ragazzo bestia le si avventò contro, realmente bestiale, con la schiuma alla bocca.

Se prima il suo istinto di sopravvivenza, la sua voglia di vivere, i suoi poteri, avevano cercato di tenerla in vita, anche a costo di fare del male al suo vecchio amico, ora era completamente sprovvista di quell'istinto, di quella forza.

La mordeva, graffiava, picchiava, ma lei non reagiva.

Sembrava che lui aveste perso ogni traccia di umanità.

E lei rimaneva lì, immobile.

Non capiva che era tutto nella sua mente, non sapeva che era ancora sotto l'effetto dell'incantesimo e non le sarebbe importato: non avrebbe mai ucciso l'uomo che amava.

Lui strinse le sue mani attorno al collo di lei, soffocandola.

Lei quasi perse conoscenza e, nel momento in cui stava per svenire, vide il corpo di lui deformarsi.

Era diventato Trigon.

E rideva, sì, RIDEVA!

Era folle dalla gioia!

L' aveva sconfitta!

Finalmente ce l'aveva fatta!

La sua unica potenziale nemica era ormai finita.

E rise.

Rise con cattiveria.

Strinse ancora di più le sue mani intorno al suo collo

- Sai, cara, l'amore fa male

Ghignò della sua stessa battuta...

 

Corvina si riebbe.

Lui l'aveva fatta impazzire!

Lui le aveva fatto credere che le persone che più amava si fossero unite contro di lei!

La sua rabbia alimentava i poteri.

Ormai era una furia.

Le mani erano circondate di potere nero.

Lo indirizzò verso il ventre del padre e sprigionò la sua forza, spingendolo lontano, facendogli mollare la presa dal suo collo.

Lui cadde sullo sfondo.

Fu come se tutto ciò che era intorno ai due fosse sempre stata solo la coreografia di carta di un teatrino e lui, cadendoci dentro, la strappò, precipitandoli entrambi nel nulla.

 

- Tu non solo mi hai rovinato l'infanzia, ma poco fa stavi cercando di rovinare la cosa più bella che mi fosse mai capitata! Questo non te lo perdonerò mai! - disse completamente fuori di sè

 

Dopo un attimo dincertezza lui cominciò a ridere.

 

- Ahahahahahahahahahahahahahah! Oh, mia Corvina, ma non capisci? Io e te siamo una cosa sola! Seguimi, avremo tutti i mondi ai nostri piedi! - le disse

- Non voglio ascoltarti!!!!

 

Corvina si lanciò contro suo padre, lui contro di lei.

 

Cominciò la battaglia.

Corvina lo raggiunse.
- Cosa c'è?
- E me lo chiedi?
- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è dapazzi, tanto più se si è soli.
- Ma tu non sei sola, e lo sai!
- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere 24 ore su 24, neanche volendo.
Cyborg rimase in silezio.
Era seduto con le braccia che stringevano le gambe.
Corvina gli mise una mano sulla spalla.
Sorrise, un sorriso mesto e triste, e se ne andò

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Capitolo 17
*** Fine ***


 

 

Il demone lanciava sfere di fuoco e Corvina le inglobava nel suo schermo nero, rimandandogliele con forza.

Ma nessuno dei due era ancora stato ferito.

E lei era stanca.

Non ce la faceva quasi più.

 

- Saremo le potenze più forti! Se mi donerai i tuoi poteri saremo invincibili. - cercava di convincerla.

Ma lei non lo ascoltva.

Sentiva solo il battito del suo cuore e il rumore dell'aria smossa dall'energia della loro magia.

Nessuno dei due riusciva ad avere la meglio sull'altro.

Però la ragazza sapeva che era solo questione di tempo.

Uno dei due doveva morire.

Per forza.

Una palla centrò in pieno petto Corvina che cadde all'indietro.

Era rannicchiata su se stessa, il demone che la sovrastava.

Suo padre esultò pensando di averla finta.

Anche lei ormai la pensava così.

Il fuoco l'aveva colpita in pieno, non poteva salvarsi.

Eppure...

eppure non sentiva niente, né dolore, né bruciore, né nient'altro...

Si rialzò, praticamente incolume.

Una luce bianca e rossa l'aveva protetta.

Si guardò incredula le mani.

Era completamente vestita di bianco.

Sentiva una forza crescerle nel petto e premere per uscire.

 

Si alzò in volo e disse a suo padre

- Sai, un tempo la pensavo come te: l'amore fa male, anzi, a volte può perfino uccidere, ma oggi so che l'amore può anche salvarti la vita!

Lo sommerse di magia pura e lui ne fu distrutto.

Ora era veramente finita.

 

Un Lupo verde le si avvicinò.

 

Svenne.

 

 

 

 

Corvina lo raggiunse.
- Cosa c'è?
- E me lo chiedi?
- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è dapazzi, tanto più se si è soli.
- Ma tu non sei sola, e lo sai!
- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere 24 ore su 24, neanche volendo.
Cyborg rimase in silezio.
Era seduto con le braccia che stringevano le gambe.
Corvina gli mise una mano sulla spalla.
Sorrise, un sorriso mesto e triste, e se ne andò

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


 

 

 

Si risvegliò.

Sul suo letto c'era addormentato Cyborg.

Lei gli posò una mano sulla spalla.

Lui si svegliò.

Quando la vide si trattenne a malapena dall'urlare a tutto il mondo la sua felicità.

Disse solo

- Corvina!

Lei lo abbracciò

- Come stai? - le chiese lui apprensivo

- Bene, e devo dirti una cosa.

 

Gli spiegò che lui per lei sarebbe sempre stato il migliore amico di sempre, un fratello, un padre, ma mai un amante.

 

- Credo che questo non appartenga più a me - disse togliendosi il braccialtto e mettendoglielo in mano.

- No, io voglio che tu lo tenga, è tuo e per sempre tale rimarrà. Ti servirà a ricordarti di me. - rispose lui rimettendoglielo al polso.

Lei andò per abbracciarlo, ma lui la baciò, veramente e intensamente.

Non gli importava se lei dopo lo avrebbe schiaffeggiato o non gli avrebbe mai più rivolto la parola, lui voleva quel bacio, dopotutto, se lo meritava, anche se non era corrisposto.

Lui la prese alla sprovvista, ma il bacio era così dolce...

Lei lo lasciò fare.

Ora era felice, un bacio che male poteva fare?

...

L'avrebbe scoperto presto.

 

In quel preciso momento aprì la porta Bibi.

Quando li vide baciarsi si sentì distrutto e corse sul tetto.

Corvina l'aveva notato.

Si staccò da Cy 

- Vai da lui - le rispose lui.

- Grazie - gli disse lei.

Seguì il suo consiglio.

 

Corse sul tetto, ma Bibi non c'era, o meglio, si era appena trasformato in un corvo ed era volato via.

Lei corse fino all'estremità più lontana del tetto e urlò

- Garfild Logan! Ti prego torna qui! Garfild! Per favore!

Non aveva usato i suoi poteri perchè non voleva costringerlo, ma sapeva che chiamandolo così lui sarebbe tornato.

Bibi, sentendosi chiamare col suo vero nome arrstò il suo volo e si guardò indietro.

Non veniva chiamato così da anni.

Tornò sulla terrazza, affianco a Corvina.

 

- Perchè mi hai chiamato così?

- Perchè è il tuo nome, e io voglio chiamarti così. - rispose semplicemente

Lui sorrise, ma poi ricordandosi del precedente episodio disse

- Spero che tu e Cy siate felici insieme - aveva la voce affranta

- Ma tra me e lui non c'è mai stato più di quel bacio d'addio che hai visto tu! Io non lo amo, amo... un altro - disse lei tra il riso e le lacrime

Lui la guardò in volto, quel volto che aveva così tanto sognato, che ora era solcato da un'unica piccola lacrima che risplendeva come un diamante sulla sua pelle (troppo smielato? NON MI IMPORTA).

Glielo prese fra le mani.

Asciugò la goccia d'acqua salata col pollice e lentamente avvicinò il viso di Corvina al suo.

La baciò.

Corvina non aveva baciato molti ragazzi nella sua vita, ma non aveva mai provati nulla di simile, nemmeno nel bacio di Cyborg, che era stato uno dei più dolci che avesse mai ricevuto

Sentiva una grande euforia ed energia in tutto il corpo, qualcosa di magico, che magico non era.

Le labbra di lui era dolci, morbide e combaciavano perfettamente con le sue.

Gli prese la mano.

Anche i loro palmi combaciavano alla perfezione.

Era lui quello giusto.

Ora lo sapeva.

Allora lei si abbandonò a lui e gli strinse le braccia intorno al collo.

Piangeva ancora, ma ora per la felicità, per l'amore che le era toccato.

 

Quando si sciolsero lui canticchiò:

- I was made for loving you, baby, and you was made for loving me...

Lei rise e gli dette una gomitata tra le costole.

Lui sorrise e l'abbracciò da dietro.

Le sussurrò, con la bocca sulla sua spalla e gli occhi socchiusi:

- Ora sono felice... con te

Allora fu la volta di Corvina, che canticchiò

- How wonderful life is, now you're in the world...

Lui la girò prendendola per le braccia e, guardandola negli occhi le chiese

- Davvero?

- Sì.

Sorrise, col sorriso più meraviglioso che avesse mai fatto e la baciò nuovamente.

 

 

 

 

Cyborg era sulle scale di casa.

Seduto.

si rigirava fra le mani un anellino con un ambra color miele al centro.

Sarebbe dovuto essere di Corvina, ma...

Ma aveva perso, forse non era lei che doveva avere, forse...

Venne presto allontanato dai suoi pensieri.

- Ehi ragazzone! - disse una voce allegra.

- Come?

- Oh, sono qui! - gli disse Bubble Bee.

- Oh ciao - le rispose lui con voce grave

- Cos'hai? - chiese lei preoccupata.

- Niente. - teneva ancora il capo chino.

- Ti conosco come le mie tasche, so che c'è qualcosa che non va! - insistette lei.

Lui alzò lo sguardo per rimproverarla,  per dirle di farsi gli affari suoi, per chiederle "gentilmente" di lasciarlo in pace,  ma non appena notò i suoi occhi rimase a bocca aperta.

Di Corvina la prima cosa che l'aveva fatto innamorare erano i suoi occhi, e a chi non potevano piacere?

Erano neri, due pozzi oscuri e profondi, nei quali erano nascosti chissà quali mostruosità e lui, col suo animo cavalleresco, desiderava ardentemente liberarla dai suoi demoni, ma quelli di Bubble Bee castani con sfumature color miele, così diversi dai desolati e tristi labirinti neri di Corvina, erano così profondi e dolci... Desiderava farsi cullar dal suo sguardo per l'eternità.

- Hey, mi rispondi si o no? - gli chiese sventolandogli una mano davanti alla faccia

- Lo voglio! - disse lui.

Un giorno, avrebbero entrambi risposto ad una particolare domanda posta da un sacerdote in questa maniera, ma fino ad allora....

 

 

 

 

Ora vorrei seriamente ringraziare due mie compagne di scuola che mi sono state di grande aiuto per realizzare questa Funfiction.

GRAZIE! Senza di voi non ce l'avrei mai fatta!

 

 

Spero che vi sia piaciuto il mio lavoro.

A mia discolpa và detto che è la prima volta che scrivo qualcosa di così lungo, ma c'ho veramente messo l'anima.

Spero che vi siate divertiti.

Alla prossima Funfiction

 

 

Corvina lo raggiunse.
- Cosa c'è?
- E me lo chiedi?
- Non puoi capire Cy, vivere una vita nella paura costante e il sonno nel dolore di qualcosa che esiste solo nella tua mente è impossibile, è dapazzi, tanto più se si è soli.
- Ma tu non sei sola, e lo sai!
- Hai ragione, ma nessuno di voi mi può proteggere 24 ore su 24, neanche volendo.
Cyborg rimase in silezio.
Era seduto con le braccia che stringevano le gambe.
Corvina gli mise una mano sulla spalla.
Sorrise, un sorriso mesto e triste, e se ne andò

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