Castelli di carta

di Bel Riose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo caso per Kogoro ***
Capitolo 2: *** Conrad McAndrew ***
Capitolo 3: *** Visite inaspettate ***
Capitolo 4: *** Riunione di famiglia ***
Capitolo 5: *** Una sgradita sorpresa ***
Capitolo 6: *** Attacco alla torre ***
Capitolo 7: *** Fuori controllo ***
Capitolo 8: *** Il vero volto ***
Capitolo 9: *** Fuga ***
Capitolo 10: *** Inseguimento ***
Capitolo 11: *** Trappola mortale ***
Capitolo 12: *** In mare ***
Capitolo 13: *** Un nuovo mondo ***
Capitolo 14: *** L'ultimo attacco ***
Capitolo 15: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 16: *** La fine di un sogno ***



Capitolo 1
*** Nuovo caso per Kogoro ***


L'ennesima mattinata dell'ennesima, noiosa giornata estiva era sul punto di finire. Kogoro Mori era seduto davanti alla sua scrivania intento, come sua abitudine, ad un pisolino che durava ormai da quasi due ore, il quotidiano del giorno prima ancora aperto, sulle pagine sportive.
Ran era in vacanza con Sonoko e Conan, terribilmente annoiato, non aveva trovato nulla di meglio da fare che dedicarsi ad un pò di sana lettura.
Ma il tempo di leggere era finito, dato che ormai si avvicinava l'ora del pranzo, ed il ragazzino ritenne opportuno di dover svegliare il pigro detective e costringerlo ad organizzarsi per il pasto.
Così, si avvicinò alla sedia ed iniziò a dare delle leggere gomitate a Kogoro. Ci volle del tempo, tuttavia, prima che questi si decidesse ad aprire gli occhi, all'inizio guardando dritto davanti a se, quasi stesse ancora sognando.
Poi, d'un tratto, balzò sulla sedia con uno scatto improvviso, tanto che fece cadere il quotidiano sul pavimento, e, guardandosi attorno ancora a metà strada tra il sogno e la realtà, esclamò:- Ehi, dove sei finita Miyako?-
Conan, al vedere Kogoro, scosse il capo e disse:- Non ti starai riferendo all'attrice Miyako Suna, quella che hai visto ieri in televisione, vero?-
Kogoro, accortosi solo ora della presenza del ragazzino e finalmente destatosi del tutto, lo guardò torvo:- Ma cosa vai dicendo? Non ho nominato nessuna Miyako. Te lo sarai immaginato.-
Al'udire la risposta tanto banale del detective, Conan replicò:- Dì la verità, Kogoro: stavi sognando di essere nella piacevole compagnia di Miyako Suna.-
-Quello che sogno non sono fatti tuoi moccioso!-urlò Mori.
Ma Conan non fece caso alla solita escandescenza del detective, invece venne attratto con la coda dell'occhio dal giornale che poco prima gli era caduto accanto. Era aperto alla seconda pagina, e si vedeva campeggiare il titolo di un lungo articolo:"Conrad McAndrew atterra in Giappone".
Conan prese in mano il quotidiano ed iniziò a scorrere rapidamente l'articolo.
Ma venne bruscamente interrotto dall'improvviso bussare alla porta.
Automaticamente, Kogoro assunse l'aspetto più formale che poteva e, precedendo le parole con un leggero colpo di tosse per schiarirsi la voce, disse:- Avanti.-
Entrarono due uomini, entrambi vestiti molto elegantemente; il primo che entrò era leggermente più basso dell'altro e portava un paio di spessi occhiali da vista.
Dopo un leggero inchino, si rivolse a Kogoro:- Lei è il famoso detective Mori?-
All'udire l'aggettivo "famoso" Kogoro sorrise, mentre Conan faceva una leggera smorfia:- Si, sono io.-
L'uomo annuì:- Io sono Minato Hayame, direttore della filiale nipponica delle McAndrew's Enterprises, e questo- indicò il suo accompagnatore:- è Mikami, il mio segretari. Siamo qui perchè vorremmo assumerla per risolvere uno spiacevole problema.-
- McAndrew ha detto?- domandò Kogoro, mentre il sorriso si allargava.
- Esatto.-
- Prego, allora, accomodatevi pure e spiegatemi tutto.-indicò due sedie.
I due si sedettero, ed Hayame iniziò:- Da quando, ieri mattina, il signor McAndrew è atterrato a Tokyo, ha ricevuto quattro bigliettini contenenti chiare minacce di morte.- il tono era serissimo.
Kogoro annuì:- Suppongo quindi che il mio compito sia di scoprirne l'autore.-
- Precisamente.- intervenne Mikami.
- Li avete con voi, ora?- chiese il detective, ma l'interlocutore scosse il capo. - No- rispose:- in effetti, detective, noi siamo qui solo per assumerla e metterci d'accordo sulla ricompensa. I dettagli il signor McAndrew glieli spiegherà di persona, su sua espressa richiesta.-
Conan li squadrò attraverso le lenti degli occhiali; Kogoro, invece, aveva assunto una espressione quasi da ebete:- Quanto sareste disposti a pagare?- chiese.
- Voi quanto vorreste?- fu la replica perentoria del direttore Hayame.
Kogoro non stava più nella pelle, e si vedeva: possibile che avesse realmente trovato un cliente cui non importava di sborsare qualunque somma? No, non era possibile, sicuramente stava ancora sognando. Eppure era tutto reale.
Conan, dal canto suo, rimaneva impassibile: qualcosa lo turbava. Qualcosa non quadrava come doveva.
- Allora?- incalzò Hayame.
Kogoro era indeciso.
- Che ne direste di venti milioni di yen?- intervenne nuovamente Mikami.
Ora il detectivesembrava davvero sul punto di svenire, o di urlare dalla gioia:- V-venti milioni?- balbettò.
Conan osservò Hayame annuire sorridente. Cosa c'era sotto? Perchè qualcosa c'era, lo sentiva.
Due erano le cose: o McAndrew prendeva quelle minacce davvero sul serio, oppure nascondeva qualche sorpresa.
Kogoro non esitò ad acettare la generosa offerta:- Affare fatto, signori.-
I due uomini si alzarono, Hayame era visibilmente soddisfatto:- Benissimo, detective Mori, il signor McAndrew sarà felicissimo nell'apprendere che ha accettato l'incarico. Comunque, ci aveva dato precise istruzioni per questa eventualità: se lei non ha nulla in contrario, domattina sul presto manderemo un auto a prelevarla dal suo ufficio per portarla alla sede principale. Lì, lui vi spiegherà tutto nei dettagli, anzi, vi prega di accettare anche l'invito a dormire nelle suite del suo hotel fino a caso risolto.-
Questo era davvero troppo per Kogoro; sembrava sul punto di mettersi a saltare di gioia per tutto l'edificio. Di sicuro, l'espressione si fece molto più stupida:- Accetto molto volentieri, signori.-
-Un'ultima cosa, detective: il signor McAndrew ci tiene a dirle che può portare con lei chiunque lei voglia, senza nessun problema.-
Conan lo guardò intensamente: ora la faccenda diventava ancora più strana.

Poco dopo i due uomini salivano su di una elegante berlina grigio scuro, allontanandosi per la strada semi-deserta.
Immediatamente, Conan chiamò a casa del professor Agasa, e spiegò a questi e ad Ai la situazione.
La ragazzina si mostrò sospettosa quanto lui, se non di più; entrambi accettarono di andare con lui da McAndrew.
Quando Conan abbassò la cornetta del telefono, rimase per un pò immobile, a riflettere: riprese in mano il quotidiano su cui aveva letto dell'arrivo di McAndrew e rilesse l'articolo con maggiore attenzione.
Era quasi giunto alla fine, quando il suo sguardo fu attirato da un nome: Tokiwa.
La società di Mio Tokiwa era sussudiaria delle McAndrew's Enterprises.
E mentre strappava velocemente la pagina dell'articolo, ripiegandola accuratamente e mettendosela in tasca, un dubbio balenò nella mente di Shinichi.

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Capitolo 2
*** Conrad McAndrew ***


Quando l'elegante Bentley Arnage nera si fermò davanti la sede della Mori Investigazioni, sotto una incessante pioggia che aveva sostituito il sole quasi insopportabile del giorno precedente, ad aspettarla c'erano già Kogoro, Conan ed Ai. Il professor Agasa, aveva preso l'improvvisa decisione di non andare, invece.
Dal posto accanto l'autista scese il signor Mikami, che salutò il gruppetto con un inchino e li invitò a salire.
Le valigie per la notte, ovviamente, le autista le mise velocemente nel portabagagli dell'auto.
Kogoro era estasiato all'idea di viaggiare a bordo di una auto tanto lussuosa, mentre Conan e Ai, a parte una veloce occhiata se ne curarono poco o nulla: erano più che altro concentrati sul dopo.
Mentre la Bentley sfrecciava per le strade di Tokyo diretta alla zona di Shinjuku, dove si trovava la sede principale, e Kogoro intraprendeva una conversazione futile e stupida come solo lui sapeva fare con Mikami, i due ragazzini iniziarono a parlare sommessamente tra loro.
Conan cacciò dalla tasca l'articolo di giornale letto il giorno prima e lo mostrò alla ragazza, che lesse con estrema attenzione, soffermandosi anche lei in particolare sulla relazione intercorrente tra McAndrew e Tokiwa.
Quando finì di leggere disse a Conan:- Comunque, non è certo un collegamento con l'Organizzazione quello che hai trovato; non dimenticare che la Tokiwa come società non aveva nulla a che vedere con gli Uomini in Nero, ma solo il programmatore aveva contatti con loro.-
Conan annuì:- Vero, ma la faccenda non mi convince.-
Ai sorrise:- Tu vedi l'Organizzazione ovunque, Shinichi.-
Il ragazzino la guardò, serio:- Ma a te non sembra strano che un miliardario di tale calibro offra una così ingente somma di denaro ad un detective solo per dei bigliettini di minacce, che gli offra una suite per tutta la durata dell'indagine e- aggiunse facendo una breve pausa, per dare maggiore enfasi alla cosa:- Lo inviti a portare con se chiunque lui voglia?-
- McAndrew è famoso per la sua generosità, in America- osservò la ragazzina:- Lo dice l'articolo, ed anche la televeisione, e lo sapresti, se guardassi programmi intelligenti. E comunque, si tratta pur sempre di minacce di morte, no?-
Conan si strinse nelle spalle:- Sai quante minacce può ricevere un miliardario ccome lui? E di sicuro il suo è un servizio di sicurezza di prim'ordine.-
- Questo te lo concedo, Shinichi- rispose Ai, poi aggiunse, abbassando di più la voce:- Pensi che McAndrew faccia parte dell'Organizzazione e che abbia chiamato Mori perchè sa di noi? In altre parole, che ci ha preparato una trappola?-
- Può essere- rispose Conan-ma non ne sono sicuro, e comunque, ne sapremo di più una volta giunti sul posto.-
La ragazzina annuì, quindi Conan decise di rivolgere le sue attenzioni a Kogoro, assumendo la sua tipica espressione da bambino curioso:- Kogoro, ma tu conoscevi già il signor McAndrew?- chiese.
Mikami e Kogoro si voltarono, quest'ultimo, come sempre quando Conan gli faceva una domanda da lui reputata stupida, leggermente stizzito, e chiese di risposta:- Perchè me lo chiedi, moccioso?-
- Beh, quando ieri mattina il signor Hayame ha detto di lavorare per McAndrew tu gli hai sorriso e hai ripetuto il nome per conferma. Sembrava che il nome ti fosse familiare.-
Mikami si voltò verso Kogoro sorridente:- E' vero, detective.-
Mori sbuffò, poi rispose a Conan, mentre Ai si mise a guardarli cercando di capire quali erano le vere intenzioni di Shinichi:- Naturalmente lo conosco, stupido, come lo conosce chiunque, come me, sia un appassionato ed esperto di corse di cavalli.-
"Appassionato forse" pensò tra se Conan "Ma l'unica cosa in cui è esperto Kogoro è il perdere, con i cavalli".
Il detective continuò:- McAndrew possiede una grande collezione di stalloni purosangue, ed i suoi cavalli hanno vinto moltissime corse, specie in Europa.-
Mikami annuì, e quasi per confermare quel che aveva detto Kogoro, aggiunse:- Si, il signor McAndrew è un grande appassionato di ippica.-

La sede principale delle McAndrew's Enterprises di Tokyo altro non era che un enorme grattacielo multi-funzione, con tanto di elegantissimo albergo all'interno, e persino Conan ed Ai, quando scesero dalla Bentley, rimasero per qualche fugace attimo con la testa all'insù, per ammirare l'altezza dell'edificio.
Subito, mentre le loro cose venivano portate nelle camere, Kogoro ed i due ragazzini vennero accompagnati da una segretaria molto carina(che ovviamente Kogoro ammirò quasi sbavando per tutto il percorso), su di un ascensore panoramico molto spazioso, diretti allo studio personale di McAndrew, posto al 50esimo piano di quell'altissimo edifico.
A parte i continui, patetici, falliti tentativi di inivitare a cena la loro accompagantrice da parte di Kogoro, non avvennero conversazioni nell'ascensore.
Infine, quando le porte di quest'ultimo si aprirono, finalmente, il gruppo venne introdotto nello studio, dopodichè la segretaria, con suo grande sollievo, se ne andò, tornando alle sue occupazioni.
Lo studio di McAndrew era enorme, come tutto in quel grattacielo: la parete prospicente l'entrata era completamente occupata da una immensa vetrata, oltre la quale si stendeva la vista mozzafiato di Tokyo in tutto il suo splendore. Il mobilio, elegante e moderno allo stesso tempo, era costituito da diverse poltrone e sedie, da mensole su cui poggiavano voluminosi libri, la maggior parte romanzi di scrittori russi del XIX secolo, e da una grande scrivania di vetro,dietro la quale vi era una poltrona di pelle nera. Ed in effetti, tutto lo studio era caratterizzato, in un certo senso, dal contrasto di tonalità nera e bianca, dal pavimento alle pareti, alle suddette poltrone.
Conrad McAndrew era in piedi, le mani incrociate dietro la schiena, le spalle all'entrata, intento ad ammirare il paesaggio.
All'annuncio, da parte delle segretaria, dell'arrivo di Mori rispose con un semplice gesto della mano per congedarla, e solo quando se ne fu andata si voltò verso i nuovi ospiti.
Vestiva un elegante completo nero, con cravatta azzurra ed un fazzolettino rosso nel taschino; era di capelli castani con gli occhi grigio-azzurri che avevano, nonostante il sorriso che in quel momento rivolgeva ai tre, un che di freddo e di impenetrabile.
Conan ed Ai, ovviamente, lo squadrarono ben benino dalla testa ai piedi. Nel frattempo, l'uomo invitò Mori a sedersi davanti a lui con un gesto della mano.
Solo allora sembrò accorgersi anche della presenza dei due ragazzini:- Figli suoi?-chiese sempre sorridendo a Mori.
Il detective rispose leggermente imbarazzato:- Oh,no, signor McAndrew, sono entrambi filgi di amici. Non si preoccupi, non daranno alcun fastidio,ma ci tenevano molto a venire.-
Mentre parlava, lanciò un'occhiata torva ai due.
- Si sa come sono i bambini, sempre curiosi, alla ricerca di nuove avventure.- disse McAndrew, poi, rivolgendosi a Conan ed Ai:- Prego, sedetevi.-
Mentre i ragazzini, appena titubanti, si sedevano sulle poltroncine dinanzi la scrivania, anche McAndrew prese posto sulla sua poltrona, ed assumendo una espressione improvvisamente seria e distaccata parlò nuovamente a Mori:- Detective, credo che le abbiano già detto il perchè ho deciso di assumerla.-
Kogoro annuì.
McAndrew d'un tratto fece una smorfia, come chi si è appena dimenticato qualcosa di molto importante, quindi porse la mano a Mori:-Oh, detective, mi scusi, sono proprio un maleducato: Conrad McAndrew. E' un onore per me.-
Kogoro era sinceramente emozionato, mentre stringeva la mano:- L'onore è mio, signor McAndrew.-
Conan assisteva alla scena impassibile, analizzando minuziosamente il comportamento dell'americano, ed effettivamente potè notare una cosa: tutta quella cordialità ed i sorrisi non erano "normali", tutto in McAndrew era impregnato di un che di glaciale.
McAndrew proseguì, dopo aver ritirato la mano:- Bene, tolti i convenevoli, procederei con l'esporvi la situazione, se lei è d'accordo detective.-
Ancora una volta, Mori annuì, e McAndrew potè iniziare la spiegazione, con un tono distaccato che strideva con il suo effettivo coinvolgimento nella storia:- Dunque, due giorni fa, poco dopo il mio arrivo all'aeroporto di Narita, mi è stata recapitata una busta: conteneva due bigliettini recanti frasi non proprio piacevoli.-
- Me li può mostrare?- chiese Kogoro.
- Ma certo, volentieri.- fu la risposta di McAndrew, che subito dopo prese da un cassetto della scrivania una piccola busta per lettere, e la porse a Mori.
Questi l'aprì, ne trasse fuori due bigliettini e li lesse velocemente a mente, poi ad alta voce:- "Per te è arrivato il giorno della vendetta, assassino" e l'altro recita "Madre natura ti fermerà".-
Ci fu un attimo di silenzio, mentre Conan ed Ai si lanciavano una veloce occhiata di intesa, poi Kogoro riprese:- Il signor Hayame mi ha parlato di quattro biglietti.-
-Esatto. Sempre l'altro ieri, verso sera, mi è stata recapitata un'altra busta, contentenente altri due biglietti di molto simili- quindi porse un'altra busta al detective:- ovviamente, come potrà notare, non sono firmate, nè vi sono altre tracce che possano far risalire all'autore.-
Per la seconda volta, Kogoro aprì la busta e lesse il contenuto dei due biglietti; stavlta entrambi recitavano la stessa cosa: "Muori".

Il colloquio tra McAndrew e Kogoro durò all'incirca un'oretta, durante la quale il ricco americano spiegò al detective come aveva ricevuto le buste nei minimi particolari, e come avesse deciso di rivolgersi a lui per risolvere in mistero in quanto suo grande ammiratore, dato che aveva sentito delle sue imprese da molte parti, finanche in America.
Quando, infine, McAndrew li ebbe congedati, ed il gruppo si fu sistemato nelle proprie camere, Conan ed Ai iniziarono a passeggiare per la hall dell'albergo, mentre Kogoro passava il tempo al bar spendendo in alcolici e sognando a tutto quello che avrebbe avuto di lì a poco grazie alla ricompensa offertagli, senza capire che prima di riceverla però avrebbe dovuto risolvere il caso.
Mentre camminavano, Conan sussurrò ad Ai:- Shiho, quando hai sentito il testo di quei biglietti hai pensato anche tu la stessa cosa che ho pensato io?-
La ragazzina annuì:- Quei biglietti sono spudoratamente dei falsi.- disse, con tono grave.

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Capitolo 3
*** Visite inaspettate ***


McAndrew era comodamente seduto, quasi sprofondato, nella sua poltrona, le mani incrociate dietro la testa, leggermente reclinata, quasi stesse guardando il soffitto dello studio semi-avvolto nell'oscurità della notte ormai inoltrata e solo leggermente rischiarato dalla luce della lampada posta sulla scrivania.
Ridacchiava, McAndrew.
Dall'altro lato della scrivania, il suo interlocutore era invece impeturbabile:- Non vedo cosa ci sia da ridere.- diceva.
- Perchè non hai senso dell'umorismo.- l'americano si drizzò sulla sedia, e lo sguardo glaciale si andò a posare sull'altro presente:- Comunque, posso sapere perchè sei qui, nel mio grattacielo?-.
Il tono ora era chiaramente ostile.
- Credevo fosse chiaro, poco fa.- replicò l'altro.
- Ed io credevo di averti detto che non me ne importa un accidente, mi pare.- respirò profondamente:- Non riesco a capire questa tua mancanza di fiducia sai?-
- Non si tratta di fiducia. Questo è un azzardo bello e buono.-
McAndrew scattò sulla poltrona:- Secondo te. Ma non ricordo di aver chiesto il tuo parere, o sbaglio?-gli occhi sembravano in procinto di voler fulminare il suo interlocuatore.
Questi sbuffò:- E va bene, fa come meglio ritieni.- aggiunse, infine.
All'udire queste parole, McAndrew sembrò calmarsi. Si alzò, aggirò agilmente la scrivania e gli si mise di fronte.
- Su, ora non ti rattristare.-sussurrò, con un tono stranamente dolce, mentre accarezzava la chioma dorata della donna:- Vedrai che alla fine ti dimostrerò ancora una volta che la mia è stata la scelta giusta. Non è sempre stato così, forse, Vermouth?-
La donna annuì, mentre sorrideva: - Si, sempre.-
- Bene. Quindi, ora che abbiamo chiarito, perchè non ci riposiamo un pò?- continuava a sussurrare, mentre si faceva sempre più vicino, gli occhi penetranti sempre fissi sui suoi.
- Perchè no?-

La mattina seguente Conan si svegliò relativamente presto e mentre Kogoro rimaneva in braccio a Morfeo russando placidamente, raggiunse il ristorante del lussuoso albergo insieme ad Ai per la prima colazione.
Il ristorante occupava due piani, e più precisamente il penultimo e l'ultimo, ed ovviamente era dotato di una splendida visuale della città, grazie soprattutto alle grandi vetrate di cristallo. Inutile dire che era assai elegante, come posto.
La colazione era a buffet, così Shinichi e Shiho, dopo aver prelevato rapidamente (il ristorante era semi deserto, dato che era molto presto) un pò di tutto si sedettero ad un tavolo vicino le vetrate. Non mangiarono molto, tuttavia, concentrati com'erano sul cercare di capire di più sull'insolita situazione e, soprattutto, sul pensare a come investigare su McAndrew.
La ragazzina, mentre agguantava un cornetto imbottito tipicamente italiano, chiese:- Shinichi, posso farti una domanda? Perchè ieri in auto hai chiesto a Kogoro se conosceva già McAndrew?-
Shinichi non esitò a rispondere:- Volevo sincerarmi che effettivamente tra i due non ci fosse stato nessun contatto in passato. Inoltre, ti confesserò che neppure quello che hanno detto Kogoro e Mikami mi convince molto.-
- Ti riferisci alle corse di cavalli?-
Il ragazzino annuì:- Non so perchè, ma ho come l'impressione che dietro si nasconda qualcos'altro, di ben altra levatura.-
- In altre parole, farebbe tutto parte di una copertura creata ad arte, secondo te.- concluse Shiho:- Comunque, quando facevo parte dell'Organizzazione, non ho mai sentito nominare McAndrew, per nessun motivo.-
Shinichi la guardò:- Questo potrebbe essere un punto a suo favore, se non ci fossero di mezzo quei bigliettini. il fatto che siano falsi è fin troppo evidente, lo hai detto anche tu.-
Shiho annuì:- Però questo più che renderla più chiara la complica la situazione, a mio parere: davvero un membro dell'Organizzazione sarebbe così ingenuo e stupido da pensare che si possa credere all'autenticità di simili cose?- scosse il capo:- Io non credo proprio.-
- Quindi- osservò Shinichi:- ci sono diverse possibilità a questo punto: o McAndrew non c'entra nulla con l'Organizzazione, ed in tal caso resta il problema dei biglietti, oppure lui fa parte dell'Organizzazione. Da quest'ultima ipotesi, si diramano altre opzioni: o il nostro miliardario è solo una pedina che sta eseguendo un compito alquanto maldestramente, ed io sinceramente ci credo poco, oppure....- si era fatto incredibilemente pensieroso, ma il discorso venne interrotto dall'entrata in sala di un uomo di mezza età, capelli e grandi baffi grigi.
Conan rimase quasi scioccato nel vederlo, e restò ad osservarlo per un pò, mentre era intento a conversare con il maitre: no, non era possibile, pensò tra se.
L'uomo, conslusa la conversazione, si accomodò anche lui ad un tavolo vicino le vetrate, di poco distante da quello di Conan ed Ai, apparentemente senza fare caso ai due ragazzini.
Ai, notando la reazione di Conan, si volse anche lei a guardarlo per un pò, poi tornò sull'amico:- Ma quello non è, per caso...-
Ci pensò il ragazzino a terminare la frase, cupo:- ....James Black, il capo dell'FBI in Giappone.-

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Capitolo 4
*** Riunione di famiglia ***


Non ci volle molto prima che James Black notasse la presenza di Conan nel ristorante.
Appena lo vide, leggeremente stupito, si alzò e raggiunse il tavolo del ragazzino:- Cosa ci fai qui?- chiese.
- Vorrei farle la stessa domanda, signor Black.- fu la risposta di Conan.
- Dici? Beh, tutto a suo tempo. Per ora rispondimi tu.- - Il signor McAndrew ha assunto il detective Mori per risolvere il caso di alcuni bigliettini di minacce pervenutigli qui in Giappone.-
Black si fece serissimo, sia nell'espressione del volto che nella voce:- Capisco. Io ora me ne vado, signor Kudo: alle quattro davanti il Palazzo del Governo.-
Shinichi annuì, poi, mentre Black scompariva velocemente all'uscita, tornò sull'amica:- Tu cosa ne pensi?-
- Il suo comportamento è strano: sembra che non si aspettasse la presenza di Mori, e nostra, qui.- rispose Shiho.
- Si, ho avuto anch'io la stessa impressione. Era molto sorpreso.-
- Fatto sta che la sua presenza qui può significare soltanto una cosa.-
Shinichi annuì di nuovo:- L'FBI sta indagando su McAndrew, quindi....-
-....i nostri sospetti su di lui erano fondati.- concluse Shiho.

La mattinata trascorse fin troppo velocemente, il pranzo fu rapidissimo, dopodichè, verso le tre e trenta, Conan ed Ai uscirono dalle loro camere, scesero al piano terra ed uscirono dall'immenso edificio che fungeva da sede delle McAndrew's Enterprises.
A passo rapido, percorsero la distanza che li separava dal luogo dove si ergeva un altro, grande edificio: il Palazzo del governo metropolitano di Tokyo.
Lì rimasero ad attendere, con circospezione, che Black si facesse vivo.
Tuttavia, durante l'attesa, Conan non ebbe difficoltà a notare che erano osservati da una berlina nera parcheggiata dall'altra parte della strada. Lo disse sottovoce ad Ai, di modo che nessuno se ne accorgesse.
La ragazzina annuì:- Cosa facciamo?.- chiese mentre lanciava una velocissima occhiata in direzione dell'auto.
- Non facciamo capire loro che li abbiamo scoperti, e rimaniamo qui, per ora. Ci sono troppe persone, e chiunque essi siano, e qualunque intenzione abbiano, non possono certo farlo così all'aperto.-
- Pensi che siano loro, l'Organizzazione.-
- Probabilmente. Non mi stupirei affatto se qualcuno avesse avvertito McAndrew che eravamo usciti dall'albergo e questi avesse ordinato di farci pedinare.-
- Ok, questo si. Ma non pensi che l'incontro possa compromettere il signor Bl...- Ai non fece in tempo a finire la frase che alle sue spalle si udì una voce:- Buon pomeriggio ragazzi. Siete stati puntualissimi!-
Ai si voltò con Conan:- Salve professoressa.- fu la riposta dei due, stupefatti, al vedere Jodie Staring.
La donna si avvicinò:- James arriverà tra un attimo.-
Conan la guardò cupo:- Professoressa, c'è un auto che ci sta spiando, credo ci abbia seguito fin qui dall'albergo.-
Staring si guardò attorno con attenzione ,senza darlo però a vedere, si soffermò per un attimo sulla berlina nera, poi tornò sui ragazzi, annuendo:- Si, lo so. L'ha mandata McAndrew.-
I due ragazzini la fissarono intensamente. - Forse sarebbe meglio depistarli, prima di incontrarci, non crede?- fu la naturale obiezione di Ai.
Staring indicò un bar lì vicino:- Entriamo dentro.-
Lentamente, senza farsense accorgere, i tre entrarono nel bar e si sedettero ad un tavolo. Circa cinque minuti più tardi, alle quattro precise, vennero raggiunti da James Black e Shuichi Akai, che subito si sedettero con loro.
Black stava già per iniziare a parlare, quando intervenne Conan:- Signor Black, siamo tenuto sotto osservazione da...-
L'uomo non lo lasciò finire:- ...un'auto di McAndrew.-
Il ragazzino tacque improvvisamente. Non aggiunse altro: era evidente che l'FBI sapeva già tutto.
Black potè proseguire:- Non ti devi preoccupare, Kudo, ti spiegheremo tutto quando sarà il momento. Prima, voglio chiedervi una cosa: cosa sapete sul conto di Conrad McAndrew?-
Conan scosse il capo:- Non molto. Praticamente solo quello che stava scritto sull'articolo del quotidiano dell'altro ieri.-
A questo punto intervenne Ai:- E' uno degli uomini più ricchi del mondo. Nato a Boston, negli Stati Uniti, ha ereditato l'azienda paterna e l'ha trasformata in poco tempo in una multinazionale con un fatturato annuo di miliardi di dollari. Famoso per la sua passione per i cavalli e per il suo interessamento in attività filantropiche. Le McAndrew's Enterprises hanno diramazioni in praticamente ogni campo, dai trasporti alla ricerca scientifica.-
I tre agenti dell'FBI sorrisero all'esposizione di Ai, mentre Conan le sussurrava, con tono ironico:- Sai sempre tutto, eh? Perchè queste cose non me le hai dette prima di farmi fare una figuraccia?-
La ragazzin si voltò verso Conan:- Non sono poi chissà cosa. Anzi, queste informazioni non valgono un bel niente, mi sa.- poi tornò sugli altri tre.
Staring prese la parola:- Bene, è già qualcosa. Quello che non sapete, e che sicuramente vi starete chiedendo, è il perchè l'FBI sia interessata a lui, oltre alla CIA.-
- La CIA?- chiesero in coro i due ragazzini.
La donna annuì:- Si. Rena Mizunashi, che entrambi conoscete, ha ricevuto da Langley l'ordine di tenere sott'occhio McAndrew, o meglio, di mettersi in contatto con lui. Stasera si recherà anche lei nella sede delle Enterprises, con la copertura del congresso che vi si terrà.
Conan ed Ai rimasero esterrefatti: qui, allora, si trattava di un re, altro che di una pedina.
Black riprese:- Come avrete intuito, McAndrew non è un pezzo da poco, in questa storia.-
- In cosa è coinvolto, esattamente?- chiese allora Conan.
Questa volta toccò ad Akai rispondere:- Ti ricordi il caso del serial killer giapponese a New York?-
Conan lo fissò, annuendo: altrochè se lo ricordava, ed ancora non riusciva a vederci chiaro, in quella storia.
- Ebbene- riprese Akai- Il suddetto serial killer lavorava per McAndrew, prima di darsi alla macchia: era uno dei membri del dipartimento ricerca e sviluppo, in pratica uno scienziato.-
Il silenzio più totale accolse le parole dell'agente, che proseguì indisturbato:- Dovete sapere che McAndrew si è spesso occupato di ricerche in campo militare per conto della maggior parte dei Paesi della NATO, in special modo, ovviamente, per gli Stati Uniti. Sono state le sue aziende a dare avvio al progetto dell'APTX4869.-
Ai lo guardò, mentre continuava:- McAndrew stipulò un contratto con l'esercito per la creazione dell'APTX,e incaricò del progetto un brillante scienziato, suo amico ai tempi dell'Università, ad Harvard. Il suo nome era Atsushi Miyano.-
Conan si voltò di scatto verso Ai, che sembrava a dir poco scioccata:- Cosa significa?- chiese.
Black intervenne:- Significa che tuo padre conosceva molto bene McAndrew, e che iniziò a lavorare sull'APTX con il suo aiuto. Tuttavia, come ben sappiamo, i tuoi genitori entrarono nell'Organizzazione, o probabilmente vnnero costretti, e portarono con se gran parte della ricerca. McAndrew li credette morti, ed affidò ciò che restava ad un collega di tuo padre, il professor Genko. Questi proseguì fino a quando, senza nessuna apparente ragione, impazzì e divenne un serial killer: quello che aveva sviluppato scomparve misteriosamente. Alla morte di Genko capimmo che in realtà era anche lui passato dalla parte dell'Organizzazione e aveva venduto loro la sua ricerca, ma il perchè sia impazzito non siamo ancora riusciti a capirlo. Da allora, ovviamente, ci concentrammo molto su McAndrew e fu grazie alla sua collaborazione che siamo arrivati qui in Giappone.-
I due ragazzini erano senza parole; Ai era quantomai confusa, mentre Conan squadrò ad uno ad uno i tre agenti, per poi soffermarsi su Black:- Quindi lei mi sta dicendo...-
- Si- lo interruppe Staring:- Ed ecco perchè non ci siamo curati più di tanto dell'auto là fuori. Perchè in effetti non è lì per spiarci ma per proteggerci...McAndrew lavora per l'FBI, è lui che tila le fila di tutta l'operazione, in realtà.-
- Non solo- intervenne Akai:- Ma prima ancora di collaborare con l'FBI, McAndrew fa parte della CIA.-

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Capitolo 5
*** Una sgradita sorpresa ***


- McAndrew è uno dei vostri?- Conan ed Ai erano semplicemente sbalorditi.
Black sorrise:- Assolutamente si.-
- Ma perchè allora ha voluto che ci recassimo nel suo grattacielo?- incalzò Conan.
Intervenne Staring:- Vi siete chiesti come mai sia venuto in Giappone?-
- L'articolo parlava di diverse importanti questioni finanziarie, nonchè di un importante convegno, che sarebbe quello di stasera cui terrà parte anche Rena Mizunashi.- rispose Conan. Ai era ancora visibilmente scioccata dalla rivelazione di Black sul padre, e fissava in silenzio un punto nel vuoto davanti a lei.
- Si, questa è la motivazione ufficiale.- disse Black:- Ma la verità è che McAndrew si trova qui per una questione molto più delicata, collegata all'attentato alle torri di Tokiwa.-
Conan lo scrutò attraverso gli occhiali:- Che faccenda?- chiese.
Black riprese:- Poco dopo l'attentato, il computer centrale delle McAndrew's Enterprises ha subito un sabotaggio. Dalle indagini successive si è potuto appurare che il signor Hara, il programmatore della Tokiwa che lavorava per l'Organizzazione, oltre a trasferire i suoi dati nel computer centrale della Tokiwa stessa, ne aveva trasmesso una copia in America, alla sede centrale delle Enterprises. Evidentemente, l'Organizzazione è venuta a saperlo ed è intervenuta, distruggendo anche le copie. Questo ovviamente non è piaciuto al signor McAndrew, che ha deciso di aver subito troppo da quei criminali. Quindi, è venuto qui. Come vi abbiamo detto poco fa. è lui in effetti che sta dietro a gran parte dell'operazione, e lui ritiene che tra poco l'Organizzazione commetterà un errore fatale, se non lo ha già commesso.-
- E quindi ha ritenuto opportuno occuparsene di persona.- osservò Conan.
Gli altri annuirono, mentre finalmente Ai si destava dai suoi pensieri:- Resta il fatto che ha chiamato Kogoro, però, e voi non ve lo aspettavate, dico bene?- disse, infine.
Black la fissò, grave:- Si, è vero, non ce lo aspettavamo. Ma sappiate che McAndrew sa tutto di voi, per cui in un certo senso ce lo saremmo dovuti aspettare.- sospirò:- Questo è quanto. Ora sapete anche voi.-

Quando tornarono in albergo, accompagnati da Black, Conan ed Ai rimasero per un pezzo seduti ad un tavolo del bar per assimilare le informazioni che avevano ricevuto poco prima.
- Alla fine, dunque ,tutti i nostri ragionamenti, tutti i nostri sospetti si sono rivelati infondati.- disse Ai d'un tratto.
Conan annuì:- Sembrerebbe proprio di si.- era visibilmente pensieroso.
- Cosa stai pensando?- chiese la ragazzina.
- Al motivo della nostra venuta qui; mi è venuta in mente un'idea.-
- E sarebbe?-
- Comincio a pensare che l'Organizzazione abbia scoperto la nostre vere identità, e che McAndrew lo sia venuto a sapere.-
- Quindi, secondo te, ci ha fatto venire qui per proteggerci?- chiese ancora Ai.
Conan annuì per la seconda volta:- Così penso. Ma c'è anche qualcos'altro, sotto.-
Non potè andare oltre, giacchè i due vennero raggiunti da Kogoro, che prese Conan per il colletto della camicia e inziò ad urlargli addosso:- Si può sapere dove ti eri andato a cacciare, mocciosetto?-
Ai sorrise divertita al vedere la scenetta, mentre Conan, sorpreso per l'improvvisa apparizione del detective, metteva le mani davanti:- Calma Kogoro, io ed Ai eravamo solo andati a fare un giro per l'edificio.- si scusò.
Kogoro sembrò calmarsi:- Ah, si?- disse:- Beh, cerca di non andare troppo in giro, c'è gente che, come me, ha un caso da risolevere....e comunque, stasera siamo stati invitati al convegno che si terrà qui, quindi cerca di non farmi fare brutte figure, capito?-
"Brutte figure, io?" pensò Conan mentre si risistemava la camicia, dopo essere sfuggito alla presa di Kogoro "Semmai è lui che le fa fare a me".
Alla fine disse al detective:- Certo, Kogoro.- con simulata accondiscendenza.
Mori si allontanò, visibilmente soddisfatto di aver potuto fare una bella ramanzina al ragazzino senza il tipico intervento di Ran in sua difesa, mentre Conan tornava su Ai:- Su cosa verte il convegno, Shiho?- le chiese.
La ragazzina, ancora sorrdente, rispose:- Allargamento dei mercati finanziari, prossimi piani delle Enterprises, e l'acquisto da parte delle stesse di una casa di produzione cinematografica di Hollywood.-
Conan si strinse nelle spalle:- Tutto nella norma insomma...ma allora perchè mai avrà voluto invitare anche noi.-
Ai scosse impercettibilmente la testa:- E chi lo può sapere? Sembra che McAndrew agisca sempre seguendo una propria esclusiva logica.-
Conan sorrise:- Già.-
E mentre i due riprendevano i loro ragionamenti, all'esterno dell'edificio dopo una brusca frenata una Porsche 356A nera parcheggiava dall'altro lato della strada, seminascosta da un basso muro.

Il convegno si teneva in una apposita sala posta un piano più in basso rispetto al ristorante dell'albergo, con il quale comunicava mediante un'ampia scalinata, dato che spesso e volentieri subito dopo le conferenze veniva allestito un rinfresco nel locale del piano superiore.
Quando Conan, Ai e Kogoro vi entrarono, la sala era già abbastanza affolata, con McAndrew intento a distribuire saluti a destra e a manca.
Poco tempo passò, che l'americano raggiunse la cattedra dei conferenzieri, portò il microfono alla bocca, e schiaritosi la voce iniziò:- Buonasera, signori e signore, e benvenuto al McAndrew's Shinjuku Hotel. Prego, prendete posto.-
Dopo che tutti i presenti si furono seduti, con Conan ed Ai che si distaccarono da Kogoro, seduto verso la fine della sala, per mettersi più in avanti, McAndrew riprese:- Tutti voi sapete bene il motivo di questa breve conferenza. Le McAndrew's Enterprises, di cui voi tutti qui presenti siete soci, sono ormai al primo posto in tutto il mondo; il sogno che inseguivamo da giovani è finalmente diventato realtà.- gli occhi azzurro ghiaccio si mossero velocemente su tutta la sala, si soffermarono brevemente sui due ragazzini, poi continuò:- Ma se l'uomo si contentasse di quello che ha, foss'anche il più ricco e potente del mondo, perderebbe la cosa più importante he ha: la capacità di sognare. Quindi, cari amici, per venire al punto, ho deciso di intraprendere nuove imprese per allargare sempre più le Enterprises. E la prima di queste,'è l'acquisto di una casa di produzione hollywoodiana,la Black Lion Studios.-
Ci furono attimi di silenzio. Conan ed Ai si guardarono velocemente attorno, e videro Black seduto poco distante da loro. Per il resto, nessuno di loro conscenza.
McAndrew riattaccò:- Per cominciare, è giusto che vi presenti una persona che mi sta particolarmente a cuore, e che mi ha permesso di condurre in porto questo importante affare, sancendo l'entrata delle nostre imprese nel vasto mercato del cinema. Signori, date il benvenuto all'attrice Chris Vineyard.-
Conan ed Ai vennero quasi fulminati da quelle parole. Di scatto, si voltarono verso la scalinata che dava al ristorante, dove ora stava la donna, vestita di un abito blu notte, lungo, e che sorrideva alla folla applaudente. Subito, Vineyard scese e si affiancò a McAndrew, sotto lo sguardo inorridito dei due ragazzini e quello a dir poco confuso di James Black.

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Capitolo 6
*** Attacco alla torre ***


La conferenza fu stranamente breve e, come previsto, venne seguita da un abbondante buffet nella sala ristorante.
Non appena tutti gli ospiti si furono spostati, Conan, Ai e Black, rimasti nella sala congressi visibilmente scossi, cercacavano di capire cosa stava succedendo.
- Quella donna fa parte dell'Organizzazione, il suo nome in codice è Vermouth- disse Ai.
Le rispose Black:- Si, lo so bene. Ti ha dato la caccia per un bel pò. Ma se è così perchè McAndrew l'ha fatta venire?.-
- Partiamo dal presupposto che McAndrew sappia chi è veramente.- osservò Conan:- Potrebbe anche essere stato ingannato.-
Black scosse il capo:- Ingannato, lui? Non è possibile. Come vi ho già detto, lui sa tutto di voi, e quindi anche di Vermouth. L'ho informato io personalmente.-
- Se le cose stanno così, quali possono essere le sue intenzioni?- chiese Ai.
- Non saprei proprio.- fu la risposta di Black.
- Dovremo chiederglielo di persona, allora.- disse poi Conan.
Gli altri due lo guardarono leggermente stupiti:- Vuoi andare da lui e chiedere perchè una pericolosissima assassina si trova nel suo grattacielo come sua ospite di onore?- fu la reazione di Ai.
Conan annuì:- Avete qualche altra idea?-
Poco dopo che ebbe pronunciato queste parole, vennero raggiunti dal signor Hayame:- Buonasera. Il signor McAndrew desidererebbe vedervi nel suo ufficio.-disse.
I tre si guardarono l'un l'altro:- Sembra che ci abbia preceduti.- fu l'osservazione di Ai, dopodichè dissero ad Hayame di accettare l'invito, e lo seguirono fino all'ufficio, dove il direttore li lasciò, tornando al ristorante.
McAndrew e Vineyard erano in piedi, vicino la scrivania, in attesa del loro arrivo.
Quando li vide, l'americano sorrise, come sempre gelido, e gli si fece incontro:- Bene bene, accomodatevi.- disse.
I tre si sedettero, mentre non distoglievano per un attimo gli occhi dall'attrice, che li ricambiò con un sorrisetto.
McAndrew si portò dietro la scrivania, ma rimase in piedi mentre parlava:- So quello che state pensando e vi comprendo perfettamente. Ma lasciate che vi spieghi come stanno le cose.-
Immediatamente, l'attenzione dei tre si concentrò su di lui, anche se non perdevano occasione per lanciare di tanto in tanto qualche occhiata a Vineyard, come per sincerarsi che non stesse cercando di ucciderli mentre erano distratti.
McAndrew riprese:- Signori, la qui presente Chris Vineyard, o Vermouth, come preferite- si poteva udire distintamente quella nota di glaciale freddezza che tanto contraddistingueva McAndrew:- è una mia conoscenza da molto tempo, ormai, fin da prima che assumesse questa identità. Ora, Akai mi ha riferito che vi è stato spiegato chi sono io, e qual'è il mio ruolo in tutta questa complicata faccenda dell'Organizzazione, per cui mi sembra più che comprensibile la vostra sorpresa nel vedermi in compagnia di costei. Ma ora vi svelerò un piccolo segreto.-
Nessuno mosse un muscolo, non volò una mosca, nella breve pausa che seguì queste parole:- Vermouth in realtà lavora per me, contro l'Organizzazione.-

Seduto al posto del guidatore, come sempre, nella sua bella Porsche nera, Gin diede una veloce occhiata al suo orologio:- E' l'ora.- disse, con estrema tranquillità a Vodka, quindi prese il cellulare, digitò velocemente sulla tastiera, attese un attimo, poi parlò:- Korn, Chianti, state pronti.-
Dall'altra parte si udì un semplice:- D'accordo.- poi Gin ripose il cellulare, prese con se una valigetta e scese dall'auto, dirigendosi all'entrata del grattacielo di McAndrew.

McAndrew attese che le sue parole facessero effetto.
Ai e Conan si guardarono l'un l'altra, stupefatti, mentre Black assunse un'aria attenta.
L'americano continuò, e Vermouth prese finalmente anche lei posto su una delle poltrone:- Dunque, Vermouth è stata per tutto questo tempo il mio contatto nell'organizzazione.- fissò Conan ed Ai con i suoi occhi di ghiaccio:- Vi siete mai chiesti perchè siete ancora vivi, voi due? O credevate che era solo per la vostra abilità nel nascondervi? Vermouth conosce da molto la vostra vera identità, ma ha sempre fatto in modo di depistare l'Organizzazione ogniqualvolta anch'essa ci andava vicino. E tutto per ordine mio, ovviamente.-
I due ragazzini erano sbalorditi; continuavano a guardare ora McAndrew ora Vermouth.

Tranquillamente appostati sul tetto del palazzo, Korn e Chianti si tenevano pronti, i fucili puntati verso l'ultimo piano del grattacielo, sondando con i mirini di precisione i vari invitati, alla ricerca dei loro bersagli, le dita che sfioravano appena il grilletto, in paziente attesa.

Una volta che ebbe finito di spiegare come Vermouth aveva lavorato per lui in tutto quel tempo, McAndrew guardò per un attimo il suo orologio da polso d'oro e sul volto si vide abbozzare un sorriso malizioso:- Signori, questa è l'ora.- disse.
I tre lo guardarono stupiti:- L'ora di cosa?- chiese Conan.
- L'ora in cui l'Organizzazione attaccherà questo edifcio.- fu la risposta di un McAndrew più freddo che mai.

Gin avanzò senza problemi nella hall dell'albergo, dopo aver freddato le poche guardie che aveva incontrato all'ingresso.
"La sicurezza è stranamente poca, questa sera" osservò, mentre prendeva le scale di sicurezza per accedere ai piani superiori.
Quando fu giunto al terzo piano, si infilò nella sala della manutenzione, uccise i due addetti che vi trovò e pose la valigetta sul pavimento, quindi la aprì e ne trasse fuori una piccola bomboletta, che piazzò accuratamente nel condotto di areazione principale, dopodichè richiuse la valigetta, la riprese, uscì e salì su di un ascensore.

Rena Mizunashi era intenta a parlottare con due impreditori, mentre sorseggiava un drink con lo scopo di digerire il pasto compiuto poco prima.
Si guardò attorno per qualche attimo; era ormai la quinta volta che lo faceva, e sempre con lo stesso risultato: non vedeva in giro nè Black nè i due ragazzini.
Finalmente, si congedò dai due uomini e decise di raggiungere l'ufficio di McAndrew, dove sapeva che erano stati convocati i tre. Cosa stava accadendo? Prima la comparsa di Vermouth, poi la convocazione dei tre ,che ancora non tornavano. Per Mizunashi, una strana aria aleggiava su tutta la storia.

McAndrew fissò intensamente Conan e Black:- L'Organizzazione sta per attaccare l'edificio. In questo preciso momento Korn e Chianti, due tiratori scelti, sono appostati sul palazzo difronte con l'obiettivo di eliminarvi tutti, voi dell'FBI ed i due ragazzini, nonchè ovviamente la signorina Mizunashi della CIA.-
Black era come impietrito, Conan guardava McAndrew con aria grave:- Suppongo che sia stata Vermouth a darle queste informazioni, vero?- chiese.
- Esattamente.- poi si volse verso Black:- Cosa aspettate? Questa è l'occasione che aspettavamo, i tuoi uomini sono lì fuori. E' arrivato il momento di fermarli, non credete?-
Black e Conan si alzarono immediatamente e si precipitarono fuori, mentre l'uomo, attraverso una ricetrasmittente, dava gli ordini agli altri agenti.
Anche Ai fece per andarsene, ma venne bruscamente fermata da McAndrew:- No, signorina Miyano. Lei resta qui.- le disse.

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Capitolo 7
*** Fuori controllo ***


Ai si voltò quasi di scatto verso McAndrew, mentre questi premeva un pulsante posto sulla sua scrivania, provocando l'immediata chiusura della porta dell'ufficio:- Vuoi esporti in questo modo?- le chiese, mentre si sedeva sulla poltrona di pelle nera, incrociando le braccia dietro la testa, come in attesa.
Ai tornò a sedersi:- E gli invitati? Non sarebbe meglio farli uscire?-
McAndrew sospirò:- Perchè allarmarli, quando c'è l'FBI a proteggerci.- disse, velatamente sarcastico.
La ragazzina lo squadrò. C'era qualcosa che non andava. Automaticamente, si voltò a guardare per un brevissimo istante Vermouth: la donna era tranquillamente seduta, le gambe incrociate, le labbra inarcate a formare un leggero sorriso.
McAndrew guardò per la secona volta il suo orologio:- Bene, non dovremo aspettare molto.-
Ai lo guardò, serissima:- Cosa sta succedendo, esattamente?- chiese.
McAndrew ricambiò lo sguardo con degli occhi ancor più freddi del solito, quasi ostili:- Aspetta e vedrai.- fu la sua risposta.

Conan e Black si erano precipitati all'ingresso il più velocemente possibile, mentre già gli altri agenti dell'FBI entravano nel palazzo posto di fronte al grattacielo. Nel frattempo, Shuichi Akai e Staring stavano per incontrarsi con i due.
Tuttavia, quando questi uscirono dall'ascensore panoramico, ritrovandosi nell'ingresso del grattacielo lo trovarono stranamente deserto: nessuna guardia, niente.
Conan iniziò ad insospettirsi, ed a guardarsi attorno, mentre, proprio in quel momento Akai e Staring entravano nell'edificio, avvicinandosi a Black:- Davvero stanno per attaccare il grattacielo?- chiese immediatamente la donna.
Black annuì:- McAndrew ne è sicurissimo, ed ha una fonte di alto livello.- rispose, evidentemente contrariato nella voce.
E mentre il loro capo li metteva al corrente di quello che aveva appreso poco prima sul rapporto tra McAndrew e Vermouth, Conan puntò lo sguardo su uno dei condotti di areazione del vasto salone di ingresso, e digrignò i denti, urlando agli altri tre:- Abbiamo un grosso problema.-

Korn e Chianti stavano quasi diventando impazienti: Gin non si era più fatto sentire, mentre non riuscivano a vedere da nessuna parte i loro bersagli.
Se non fosse stato Gin stesso a dire che erano lì, non ci avrebbero creduto.
Diversi piani più in basso, circa cinque agenti dell'FBI cercavano di raggiungere il più velocemente possibile il tetto, pronti a catturare finalmente i due membri dell'Organizzazione.

McAndrew ormai aveva atteso abbastanza.
Quasi di scatto, si alzò dalla poltrona, si sistemò la cravatta dell'elegantissimo completo italiano, aggiustò l'onnipresente fazzolettino nel taschino, e respirò profondamente:- Oramai dovrebbero essere già nel palazzo, quelli dell'FBI, non credete?- disse, rivolto a Vermouth ed Ai.
La prima chinò leggermente il capo, assentendo, mentre la seconda continuò a guardarlo senza risponderlo.
- Bene, allora procediamo.- continuò l'americano. Estrasse da una tasca un piccolo telecomando, e premette uno dei pulsanti.
Immediatamente, tutto iniziò a tremare, come durante un terremoto, per un breve istante, mentre si udiva il fragoroso suono di un'esplosione molto vicina.

Nè Conan, nè tantomeno Black, Akai e Staring ebbero il tempo di muovere un solo muscolo dopo che il ragazzino ebbe urlato, che il palazzo di fronte, proprio dove si trovavano Korn, Chianti e gli altri agenti dell'FBI, esplose completamente, e lo spostamento d'aria distrusse le grandi vetrate dell'ingresso, travolgendo poi in pieno i quattro, che caddero a terra frastornati e colpiti da innumerevoli schegge di vetro.
Conan fu il primo a riprendersi, e rimase per un pò a guardarsi attorno, enormemente confuso, con un fastidioso mal di testa provocato dall'esplosione.
Ma fu solo un attimo, e subito si rimise pienamente in sesto, aiutando anche gli altri tre ad alzarsi.
- Cosa diavolo è successo?- chiese Akai.
- Il palazzo di fronte è esploso.- rispose Conan.
I tre impallidirono:- I miei uomini erano lì dentro.- sussurrò Black.
- Era tutta una trappola.- fu l'osservazione di Conan.

Ai era quasi sconvolta. Aveva capito perfettamente quello che era appena accaduto:- Ma cosa stai facendo?- fu l'unica cosa che riuscì a dire a McAndrew.
Questi cacciò dalla giacca una Beretta90two e la puntò subito contro Ai:- Mi spiace molto, Shiho, ma era necessario togliere di mezzo quel rompiscatole del tuo amichetto ed il resto dell'FBI. Ormai, non servivano più a nulla.
Proprio mentre pronunciava queste parole, da una porta secondaria entrava Gin:- Finalmente sei arrivato.- gli disse McAndrew.
Gin gli si avvicinò, posando la valigetta sulla scrivania:- Tutto è pronto.- disse.

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Capitolo 8
*** Il vero volto ***


McAndrew ridacchiava gelidamente, mentre manteneva la pistola puntata contro Ai:- Sei alquanto confusa, non è vero Shiho?-
Ai non rispose: guardava Gin e McAndrew con lo sguardo più truce possibile.
L'americano si volse verso Gin:- Hai piazzato la bombola?- chiese.
L'uomo annuì:- Il gas a quest'ora starà già diffondendosi. Non ci vorrà molto prima che giunga al ristorante.-
La risata di McAndrew si fece più forte:- Bel lavoro, Gin.- poi tornò sulla ragazzina:- Davvero ritengo che il nostro amico Gin sia il miglior collaboratore che mi sia capitato finora di incontrare.-
Ai rimase muta, dando l'opportunità a Gin di rivolgersi a McAndrew:- L'affare è concluso. Quella persona sarà più che soddisfatta di sapere che tutto è andato come previsto.-
McAndrew si girò a guardare Gin, lo sguardo di chi ha appena sentito una stupidaggine:- Ti riferisci al tuo capo, supppongo.-
Gin annuì, mentre Ai si decideva a parlare:- Come, McAndrew, non è lei il suo capo, il capo di tutta l'Organizzazione?-
McAndrew continuò nella sua risata, mentre Gin si voltava verso la rgazzina:- Cara Sherry.....finalmente ci rivediamo. No, non è lui i nostro capo, lui è solo una persona con cui facciamo affari.-
- Affari?- Ai lo guardò torva:- Cosa vuol dire?-
Stavolta rispose McAndrew:- Significa che io finanzio l'Organizzazione in cambio del loro aiuto. Loro guadagnano denaro sporco, io lo riciclo per loro, e lo restituisco insieme ad una mia quota, ed in cambio l'Organizzazione si occupa di risolvere i miei problemi.-
Ai tornò a posare lo sguardo su McAndrew:- E l'APTX? Loro te lo hanno rubato, ed hanno sabotato anche il computer centrale delle Enterprises.- disse.
McAndrew sembrava divertito, ma di un divertimento ben poco sano:- Rubato? Nossignore, loro non hanno rubato proprio nulla. Sono stato io a rubarlo ai miei laboratori e a darlo a loro.-
Ai ammutolì: cosa significava?
McAndrew continuò:- Credo che abbiamo ancora del tempo, quindi ti spiegherò come stanno veramente le cose, cara Shiho.-

Conan ed i tre membri dell'FBI si erano appena ripresi del tutto dallo shock dell'esplosone, che il ragazzino subito gridò:- Dobbiamo andarcene di qui.-
Black lo squadrò, ancora scosso per quel che era successo:- Cosa stai dicendo?-
Conan, per tutta risposta, indicò i condotti di areazione:- Qualcuno ha diffuso un gas per i condotti. Non so se è letale oppure no, ma di sicuro non è qualcosa di buono.-
Istintivamente, i tre agenti si voltarono a guardare i condotti, e poterono scorgere del fumo, o qualcosa di simile uscire di lì.
Black annuì:- Si, d'accordo. Usciam...- non ebbe il tempo di terminare la frase: il gas li aveva già avvolti, e lentamente, tutti e quattro iniziarono ad accasciarsi a terra, privi di sensi. Conan fece appena in tempo ad accorgersi che si trattava di ub gas stordente o soporifero, fece per cercare di uscire, ma alla fine cadde anche lui, svenuto.
Nel contempo, la stessa scena si ripeteva per tutto il grattacielo, e nella sala ristorante uno ad uno tutti gli invitati svennero.
Rena Mizunashi, che aveva appena raggiunto la porta dell'ufficio di McAndrew non se ne accorse neppure, e si accasciò.
Era troppo tardi.

McAndrew tamburellava con le dita sulla superficie di vetro della scrivania, la pistola sempre puntata su Ai, mentre parlava:- Vedi, Shiho, tutto iniziò quando venni incaricato dall'Esercito degli Stati Uniti del progetto dell'APTX4869. Ti hanno già raccontato come assunsi tuo padre e tua madre, quindi tralascerò di ripetertelo. Quello che non ti hanno detto, e che non sanno, è ciò che accadde durante le ricerche. Come saprai, io e tuo padre eravamo amici fin dai tempi dell'università, e quando iniziammo le ricerche lui mi teneva costantemente aggiornato. Durante una delle sue tante analisi, un giorno, tuttavia scoprimmo qualcosa sull'apotoxina che ci lasciò a dir poco di stucco, qualcosa che andava ben al di là delle intenzioni dell'esercito o di chiunque altro: scoprimmo che l'APTX non era solo un'arma di distruzione. Essa dava la vita. Capimmo che l'apotoxina era capace di riportare indietro la vita, e di ridarla, nel caso fosse assente. Qualcosa di incredibile, di tanto grande che ritenni opportuno tenere per me. Suvvia, sono l'uomo più potente del mondo, il più ricco, non esiste Paese che io non possa controllare. L'unica cosa che mi manca, è la vita eterna. E grazie alla ricerca di tuo padre, ormai era a portata di mano. Ma l'esercito ci teneva costantemente sotto controllo, premeva affinchè gli dessimo la tanto sospirata arma di distruzione di massa. Sciocchi. Non capivano quello che avevano davanti. Così, decisi di continuare il progetto in segreto, facendo scomparire l'APTX. Ovviamente tuo padre si rifiutò di partecipare. Ma fece un errore: tornò nella sua patria, qui in Giappone. Fu inseguendolo che venni in contatto con l'Organizzazione, e compresi quanto poteva essermi utile. Così, costrinsi i tuoi genitori ed entrarvi ed a continuare clandestinamente la ricerca, mentre l'Organizzazione mi affidava i soldi che guadagnava con i suoi affari illeciti: io li prendevo, e li riciclavo usando come copertura le corse di cavalli e le mie attività filantropiche, dopodichè glieli ridavo con gli interessi, mentre loro si sbarazzavano di tutti quegli eventuali nemici che potevano infastdirmi.-
McAndrew fece una breve pausa, prima di riprendere:- Ma i veri nemici erano interni: tuo padre e tua madre non accettarono mai la nuova situazione, e pensarono bene di cercare di scappare con le loro figlie ed informare chi di dovere.- sorrise:- Dovetti eliminarli. E' stato un vero peccato, erano due menti davvero geniali. Ma ho scoperto con piacere che hanno partorito una intelligenza ancora superiore. Nel frattempo, la ricerca ufficialmente era continuata sotto l'egida del fu professor Genko. Quando questi per sbaglio si iniettò una dose di APTX modificata ed impazzì, fui costretto ad ordinare la sua soppressione.- scosse il capo:- che spreco di menti. Tuttavia, anche in quel caso ottenni un vantaggio: fu allora che conobbi Vermouth. E fu allora che decisi di prendere tutta la faccenda nelle mie mani. Approfittando della mia appartenenza alla CIA fin da quando ero giovanissimo ,convinsi l'Agenzia e l'FBI a pormi a capo dell'operazione contro la nuova minaccia dell'Organizzazione. Grazie a Vermouth, poi, trovai il capo della stessa Organizzazione, lo eliminai e ne presi il posto, di nascosto, senza che nessuno, neppure i suoi membri lo sapessero.-
A questo punto voltò al pistola contro Gin, mentre Vermouth puntava contro Ai, per tenerla sotto controllo.
Gin era sorpreso, forse per la prima volta nella sua vita era confuso.
McAndrew lo guardò glaciale:- Si, caro amico, la ragazzina aveva ragione. Io sono stato a darvi gli ordini per tutto questo tempo, con lo scopo di servirmi dell'Organizzazione per portare a compimento i miei piani. Ma ora che mi hai consegnato l'apotoxina, completata- indicò la valigette, mentre anche Ai le posava lo sguardo sopra:- Non credo di aver più bisogno di voi.-
Con l'altra mano, prese nuovamente il telecomando con ui aveva fatto saltare in aria l'edificio dove erano appostati Korn e Chianti, e premette un altro pulsante. Si udì un'altra esplosione, più piccola. - La tua bella Porsche ha fatto bum, Gin, insieme al caro Vodka. E' un vero peccato: era un gran bella auto, sai?- detto questo, sparò un colpo dritto in fronte a Gin con la sua Beretta.
Ai era come paralizzata: davvero questa era la verità? Davvero Gin, l'Organizzazione, altro non erano che misere pedine di un gioco ancor più grande di loro, pedine che una volta persa la loro utilità erano state semplicemente eliminate?
La ragazzina stentava a crederci.
McAndrew si aggiustò sospirando la manica della sua giacca, si sistemò meglio la cravatta, poi tornò su Ai, lo sguardo che non esprimeva nulla, vuoto:- Che resti tra noi, ma poi non era nulla di granchè, Gin....insomma, se non fosse stato per la sua incompetenza, non avrei dovuto orchestrare tutto questo con il solo scopo di riprendermi ciò che già era mio, l'APTX e..-puntò la pistola verso di lei- Te, Shiho.

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Capitolo 9
*** Fuga ***


McAndrew sorrise, poi si rivolse a Vermouth:- Direi che abbiamo già perso abbastanza tempo. Andiamocene di qui.-
La donna annuì:- Ormai il gas si è disperso.-
- Bene, allora procediamo.-
Vermouth aprì la porta dell'ufficio, prese Ai e la trascinò con se, seguita da McAndrew.
Mentre si dirigevano all'ascensore, passarono accanto a Rena Mizunashi priva di sensi. McAndrew la indicò a Vermouth:- Prendiamola- le disse:- Potrà tornarci utile.-

Nella hall del grattacielo, Conan riaprì lentamente gli occhi e si guardò brevemente attorno, poi guardò il suo orologio: bene, pensò, il suo piano aveva funzionato.
Poco dopo di lui, anche gli altri tre iniziarono a guardarsi attorno e tutti si alzarono.
Black fu il primo a parlare, rivolto a Conan:- Sembra che sia filato tutto a dovere.- disse.
Il ragazzino annuì: era stata una ottima idea, anche se presa all'ultimo istante, la sua. Quando aveva capito che non ce l'avrebbero fatta ad uscire in tempo, aveva deciso di giocare d'azzardo: aveva usato i suoi aghi soporiferi, regolati al minimo per la durata, su tutti e tre, sperando che in tal modo il gas non avrebbe avuto effetto su di loro.
Ed aveva funzionato, incredibilmente.
Ora restava da capire cosa fare. Staring parlò:- MA allora si può sapere cosa sta succedendo?-
Conan la guardò:- C'è una sola spiegazione logica a tutto quello che è accaduto qui stasera.- tacque per un istante, prima di riprendere:- McAndrew ci ha traditi, ci ha tesi una trappola e noi ci siamo caduti.-
I tre lo guardarono con espressione grave:- Sai quello che stai dicendo, vero?- disse Black.
Il ragazzino annuì:- Lo so perfettamente. Ma ragionate: chi ci ha fatti venire qui stasera, chi ci ha detto dove si trovavano Korn e Chianti, suggerendoci di prenderli?-
- Forse c'è un'altra possibilità.- obiettò Starin:- L'Organizzazione potrebbe essere venuta a sapere del nostro raid ed aver deciso di togliere di mezzo i suoi uomini prima che cadessero nelle nostre mani.-
- Impossibile- fu la risposta di Conan:- Ogni volta che membri dell'Organizzazione erano sul punto di essere presi, si suicidivano da se. E' assai improbabile che l'Organizzazione, per evitare l'arresto di due suoi membri, si sia esposta così tanto, facendo esplodere un intero edificio.-
- Ed il gas nel grattacielo?- chiese Akai.
Conan si voltò a guardarlo:- McAndrew deve averlo fatto rilasciare in modo da prepararsi la fuga.-
- La fuga?- chiesero in coro i tre.
Conan annuì:- Probabilmente, pensava di averci eliminati tutti nell'esplosione, non immaginava che ci saremmo attardati ad osservare la hall stranamente deserta. Ma avrà voluto ugualmente evitare brutte sorprese. Comunque, questo ci porta anche a sospettare un'altra cosa: qualcun'altro è entrato in questo edificio, qualcuno che deve aver eliminato le guardie all'ingresso. Alcune tracce di sangue che si possono vedere ne sono la prova.-
I tre si guardarono attorno, ed effettivamente notarono delle piccolissime tracce di sangue.
Conan continuò:- Qualcuno dell'Organizzazione è stato qui,e probabilmente so anche di chi si tratta.-
Staring lo guardò:- Gin.-
- Esatto. E sono quasi sicuro che si sarà recato nell'ufficio di McAndrew, dove si trova anche Ai.- ora era visibilmente nervoso:- McAndrew l'ha trattenuta lì. Dobbiamo prenderli, subito.-
Iniziò a correre verso l'ascensore, seguito a ruota dagli altri.

Quando giunsero all'ufficio di McAndrew e vi furono entrati, il gruppo rimase a dir poco di stucco vedendo Gin a terra. Conan corse a controllare: si chinò e controllo se era ancora presente battito. Scosse il capo.
- McAndrew lo ha eliminato con un colpo dritto alla fronte.- osservò poi.
- Si è praticamente sbarazzato di tutta l'Organizzazione a quanto sembra, non mi stupirebbe scoprire che anche Vodka è morto.- disse Staring.
- E Vineyard?- chiese Black.
- Qui non c'è- rispose Conan:- Pertanto è da presumere che sia ancora viva. Probabilmente, ma è solo una supposizione, lei è complice di McAndrew in tutto questo.- fece una breve pausa:- Ma dove sono andati, dove ha portato Ai?-
Black rispose:- McAndrew ha un elicottero sul tetto del grattacielo: è probabile che abbia deciso di usarlo per scappare.-
Staring lo guardò, annuendo:- Per lui è il mezzo ideale, direi, gli permetterebe di dileguarsi in fretta.-
- Allora saliamo sul tetto. Non c'è più tempo.- disse Black.
I tre iniziarono a correre verso l'ascensore più vicino, mentre Conan rimaneva ancora qualche attimo pensoso: aveva uno strano presentimento.
Poi seguì gli altri.

Sul tetto dell'immenso grattacielo, l'elicottero di McAndrew aveva già il motore attivato, e le eliche giravano vorticosamente; mancavano pochi attimi al decollo, ormai.
Non appena uscirono dall'ascensore che li aveva portati fin lassù, gli agenti dell'FBI, seguiti da Conan, si avvicinarono all'elicottero, le pistole puntate:- Spegni il motore ed esci con le mani in alto, McAndrew!- urlò Black con tutta la voce che aveva in corpo, nel tentativo di sovrastare il rumore delle eliche.
Non si mosse nulla.
Conan esaminò attentamente l'elicottero: i vetri erano oscurati, non riusciva a vedere l'interno.
E d'un tratto, capì la situazione. Urlò ai tre agenti:- Tutti giù!-
Proprio come prima, nella hall, fu questione di attimi: il gruppo ebbe giusto il tempo di buttarsi a terra, che l'elicottero esplose.
Centodieci piani più in basso, dal garage sotterraneo dell'edificio, una Maserati Quattroporte nera si immise nell'ampio viale di Shinjuku pieno delle macerie dell'esplosione dell'altro palazzo, e sfrecciò via, con alla guida McAndrew.

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Capitolo 10
*** Inseguimento ***


I quattro sul tetto si rialzarono prontamente, ancora leggermente scossi.
Conan scuoteva il capo:- McAndrew ce l'ha fatta, alla fine. Ci ha ingannati per la seconda volta.-
Intervenne Staring:- Dove è andato, allora?-
Conan si ricordò improvvisamente dei suoi occhiali e del radar: perchè non ci aveva pensato prima? Lo accese, e potè vedere il segnale di Ai sulle strade di Shinjuku.
- Sembra che abbia preso un'auto.- disse, poi.
Subito, tutti si precipitarono al pian terreno, e salirono sull'auto di Black, nel garage sotterraneo.
Già la polizia ed i pompieri stavano invedendo il viale, quando l'auto si lanciò all'inseguimento di McAndrew.
Stranamente, non ci volle molto prima che la Maserati nera fosse in vista.

McAndrew, alla guida della sua splendida auto, guardò nel finestrino retrovisore:- Ci hanno messo poco tempo, anche se leggermente di più di quello che pensavo. Devono essere cascati nel trucchetto dell'elicottero.-
Rise, freddamente come sempre.
Vermouth era seduta accanto a lui:- Ci divertiremo un pò, allora.-
McAndrew annuì:- Si, un pochino.-
Ai li guardava, legata sul sedile posteriore dell'auto, con evidente disprezzo:- Siete due pazzi, voi.- disse.
- Davvero credi questo, cara Shiho?- chiese McAndrew.
Ai non rispose.
- Mi deludi. Dovresti sapere che il genio spesso è scambiato per follia, da chi non sa riconoscerlo. E credo che tu sia una di queste persone.- aggiunse poi McAndrew:- Non commettere gli stessi errori dei tuoi genitori, Shiho: io non ho alcuna intenzione di ucciderti, tu sei per me più preziosa di quanto non credi. Ma se mi costringerai, non esiterò a mostrare il mio lato più crudele.-

Black poteva ora vedere davanti a loro la Maserati di McAndrew e la indicò a Conan, seduto accanto a luui:- Eccolo. Deve essere lui. Riconosco l'auto.-
Conan, che era seduto sul sedile anteriore dell’auto, guardò la Maserati e digrignò i denti: sapeva che McAndrew non era tipo farsi prendere tanto facilmente.
Dopo aver sperimentato a proprio danno le trappole che quell’uomo era riuscito ad escogitare per metterli in una situazione tanto difficile, il giovane detective non si faceva certo illusioni di sorta; McAndrew aveva sicuramente qualcos’altro in serbo per loro. Ma cosa?
- Credi ci abbia visti?- Black interruppe il flusso di pensieri nella mente di Conan.
Il ragazzino lo guardò: - Non saprei, ma sinceramente non mi stupirebbe…-
Intervenne Staring:- Potrebbe anche pensare di averci tolto di mezzo con l’esplosione dell’elicottero.-
Conan scosse la testa:- Davvero credi che uno come McAndrew si adagi così sugli allori? A mio parere, l’esplosione dell’elicottero era solo un paraocchi…un trucchetto atto non ad eliminarci, ma a farci perdere tempo prezioso..pertanto, è logico pensare che abbia previsto in anticipo il nostro inseguimento.-
- Cosa dobbiamo aspettarci?- chiese Black.
- Non ne ho idea…- fu la risposta di Conan.

McAndrew guidava con ostentata tranquillità; anche Vermouth non mostrava alcun segno apparente di nervosismo, intenta a guardare ora la strada davanti, ora l’auto di Black nel finestrino retrovisore.
Ai, dal canto suo, guardava i due senza tradire il timore che, in realtà, covava dentro.
Cosa voleva in realtà McAndrew da lei? Perché lei sapeva, lo intuiva chiaramente da come le parlava, che quell’uomo voleva qualcosa di preciso da lei.
Non era certo l’affetto che lo muoveva a non ucciderla.
McAndrew lanciò un ultimo sguardo all'auto di Black, quindi si rivolse a Vermouth:- Il gioco è bello quando dura poco...credo sia giunto il momento di metterli definitivamente fuori gioco, cara Vermouth.-
La donna lo guardò, ed annuì:- Provvedo subito.-

Black, Conan, Staring ed Akai continuavano a ragionare sul da farsi; non bastava certo solo pedinare, dovevano agire.
- Non possiamo permetterci il lusso di concedere a McAndrew la prima mossa.- commentò d'un tratto Akai.
- No, infatti.- confermò Conan, poi si rivolse a Black:- Dobbiamo fermarlo ora.-
- Qualche idea sul come fare?- chiese Staring.
- Nulla in particolare...-
- Potremmo tentare di speronarlo.- propose Akai.
- Speronarlo?- intervenne Black:- Credi davvero che potrebbe funzionare? La sua auto non è di certo un catorcio da quattro soldi.-
- Si, è vero- disse Conan:- Ma in effetti non è che abbiamo molte alternative. Quindi tanto vale tentare.-
Conan non aveva neppure terminato la frase, che già Black iniziò a premere sull'acceleratore, diretto verso la Maserati.

McAndrew si accorse immediatamente della brusca accelerazione di Black.
Sorrise.
- Vedo che hanno deciso di aprire loro le danze.- commentò, dopodichè accelerò anche lui, ed iniziò a fare slalom nell'intenso traffico con estrema naturalezza.
Vermouth, nel frattempo, prese il suo cellulare, compose velocemente un numero e disse una breve frase, sottovoce, quindi terminò la chiamata e lo ripose.
- Arriveranno entro poco...erano già in posizione.- disse poi a McAndrew.
L'uomo annuì.
- Non credi sia un pò esagerato?- chiese Vermouth.
McAndrew la guardò per un attimo con i freddissimo occhi:- Tu dici? Forse lo è pure, esagerato, ma se non fosse così dove sarebbe tutto il divertimento? Voglio che muoiano avendo un altro piccolo assaggio di quello di cui sono capace.-
Ai lo guardò quasi istintivamente: cosa diamine stava architettando quel mostro?

Black era concentrato al massimo sulla strada, e soprattutto sulle auto da scansare.
Conan guardò la Maserati di McAndrew mentre si destreggiava nel traffico:- Come previsto, ci aveva individuati. Sa che lo stiamo inseguendo.- disse.
- Quella è una Maserati- osservò Staring:- Sinceramente dubito che la prenderemo mai.-
- Il traffico potrebbe giocare a nostro favore, però.- replicò Akai.
- Oppure essere una enorme trappola mortale.- concluse Conan.
I presenti(ad eccezione di Black, che ovviamente non si concedeva la minima distrazione in quel frangente) lo guardarono con sguardo preoccupato:- A cosa ti stai riferendo?-
Conan guardò l'esterno, quindi indicò con un dito due piccole luci, una rossa ad intermittenza, ed una bianca, che si facevano sempre più vicine:- Cosa sono secondo voi?-
Staring le osservò per un pò:- Si tratta indubbiamente di un velivolo.-
- Un elicottero- precisò Akai, aggiungendo:- Non c'è nulla che lasci intuire però che sia di McAndrew.
- A parte il fatto che vola stranamente basso e punta dritto su di noi.- osservò Conan.

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Capitolo 11
*** Trappola mortale ***


Vermouth indicò l'elicottero a McAdrew:- Ci hanno messo poco...-
- Perfettamente in orario. Come da previsione, d'altronde.- fu la risposta dell'americano.
Ai guardò anche lei quelle due luci avvicinarsi velocemente: era dunque questa la sorpresa che McAndrew aveva in serbo per Conan e l'FBI?Un elicottero?L'unico motivo, ovvio, per cui McAndrew poteva averlo fatto chiamare era che si trattava di un elicottero armato, che avrebbe dovuto distruggere i loro inseguitori. Ma tutto sarebbe accaduto in piena città...non era un pò troppo rischioso? D'altronde, McAndrew aveva fatto esplodere persino il suo nuovo grattacielo...non si sarebbe certo fatto scrupoli di sorta.
- Ora non ci resta che aspettare.- disse Vermouth.
- Non sono d'accordo- replicò McAndrew:- Ora viene il vero divertimento.-
Ridacchiò, quindi accelerò bruscamente, ed iniziò a fare manovre a dir poco azzardate nel traffico, ricevendo non pochi clacson di autisti infastiditi.

Black guardò stupefatto la nuova guida adottata da McAndrew e cercò immediatamente, e non senza difficoltà di adeguardi.
I passeggeri iniziarono ad ondeggiare a destra e a sinistra ad ogni virata.
Conan continuava ad osservare l'elicottero mentre si avvicinava: ora poteva iniziare a distinguerne la sagoma.
- Non mi piace affatto.- disse Akai, che stava anch'egli osservando il velivolo in avvicinamento:- Scommetto che è armato.-
- Si, lo penso anch'io.- disse Conan, poi si volse verso Black:- Come possiamo evitarlo?-
- Non ne ho idea.- fu la risposta.
L'elicottero era ormai ben visibile, così come divennero visibili due mitragliatrici che portava ai lati della fusoliera.
- Infatti.-disse Staring, allarmata:- McAndrew non scherza affatto.-
Black continuava a guardare la strada, cercando di concentrarsi il più possibile sulle manovre:- Qualche idea?- disse.
Conan fissò l'elicottero, ormai fin troppo vicino:- L'unica cosa che potremmo fare è cercare di raggiungere il più in fretta possibile i grattacieli...lì potremo confonderlo e far perdere le nostre tracce..- guardò rapidamente davanti a se: erano ancora a metà del ponte, ed il traffico non aiutava di sicuro.
Non sarebbe stato per nulla facile.
L'elicottero, nel frattempo, si abbassò appena di quota, e pochi attimi dopo le due mitragliatrici aprirono il fuoco sul ponte.
"Siamo stati fortunati", pensò Conan mentre l'elicottero li superava e si preparava a fare un altro giro: pochi proiettili avevano colpito la carrozzeria dell'auto, perlopiù non provocando danni.
Peggio era andato a due auto vicine, che erano state abbondantemente colpite: si fermarono di colpo sul ponte, provocando tutta una serie di tamponamenti a catena.
- La prossima volta credo non commetterannno lo stesso errore- commentò ad alta voce Akai, che aveva pensato la stessa cosa di Conan, che annuì.
D'un tratto, mentre vedeva l'elicottero virare, una idea balenò nella mente di Conan: forse un modo per salvarsi c'era.
Black, nel contempo, per nulla intimorito dai proiettili, aveva accelerato ancora di più, e due o tre volte rischiò lo scontro con un'auto.
La fine del ponte era vicina, e con essa una maggiore speranza di sfuggire all'ennesimo trucchetto di McAndrew.
L'elicottero si curvò leggermente in avanti, ed una luce sinistra sembrò balenare dalla cabina; quindi, si avvicinò velocemente al'auto di Black, proprio nel momento in cui questa usciva dal ponte.
Altra scarica micidiale.
Un furgone e tre auto vennero colpite: una di queste uscì fuori strada e si schiantò contro la vetrina di un negozio vicino, mentre gli altri due veicoli vicini si schiantarono tra loro, proprio dietro il vero obiettivo dei colpi.
Black accelerò ancora un attimo, prima di rallentare e di iniziare nuovamente a fare slalom nel traffico, stavolta confidando nella copertura offerta dai grattacieli.
Conan guardava insistentemente all'esterno, e nello specchieto retrovisore poteva scorgere l'eliccotero che non demordeva nell'inseguimento.
- Ci sono alle calcagna-osservò.
Black annuì, sempre estremamente concentrato, lo sguardo fisso sulla Maserati di McAndrew che, nonostante tutto, ancora riusciva a seguire.
L'elicottero aumentò la velocità ed iniziò ad avvicinarsi pericolosamente, curvandosi nuovamente in avanti.
Pochi attimi dopo, riprese a sparare all'impazzata.
Fu il caos: la gente sui marciapiedi iniziò a sciamare in ogni direzione, le macchine sembrarono come impazzite, e si poteva finanche vedere qualche autista scendere di corsa dal suo veicolo e scappare a gambe levate.
Molte auto vennero letteralmente crivellate dalle mitragliatrici, ma quella di Black fu solo colpita di striscia.
L'elicottero si alzò appena di quota, accelerò bruscamente e superò l'auto; poi, quando fu giunto a distanza sufficiente si voltò bruscamente, e puntò al suo obiettivo, stavolta avanzando più lentamente.
Conan lo guardò, fessurando appena gli occhi: i loro avversari non si importavano più di tanto dei grattacieli, ed ora loro erano in trappola. Non potevano fuggire da nessuna parte, ed entro pochissimo sarebbero stati inondati da una pioggia di proiettili.
A meno che....
Una idea iniziò a farsi strada nella mente di Conan. Una idea che, se avesse funzionato avrebbe costituito per loro una ottima chance di salvezza.
Il ragazzino guardò l'interno dell'auto, ed il suo sguardo si soffermò sul tettuccio dell'auto.
D'un tratto, fulmineo come sempre, si slacciò la cintura di sicurezza e si fiondò nella parte posteriore dell'auto.
Staring lo guardò:- Cosa vuoi fare?-
Conan non rispose.
Al contrario, aprì il tettuccio ed attraverso di esso salì sull'auto, digrignando appena i denti.
Fissò per un attimo l'elicottero: ormia era vicinissimo, questione di secondi.
Attivò la sua cintura spara-palloni, ne trasse fuori uno, quindi attivò le sue scarpe aumenta-forza, prese la mira, e diede un calcio al pallone, diretto verso l'elicottero.
Ci volle un istante, prima che il colpo andasse a segno: la cabina dell'elicottero si frantumò, e l'elicottero inziò a roteare su se stesso.
Conan tornò velocemente dentro l'auto, al suo posto, mentre Black cercava in tutti i modi possibili di evitare che la carcassa dell'elicottero finisse proprio addosso a loro.
Ed in effetti il velivolo precipitò poco dopo, e solo per miracolo Black riuscì ad evitare di finirgli contro.
Quando lo ebbe superato, l'uomo guardò Conan:- Ottimo lavoro, ma ora abbiamo un problema..-
Conan guardò davanti a sè: la Maserati di McAndrew era scomparsa.
Attivò i suoi occhiali, nel tentativo di rintracciare il segnale di Ai: nulla.
Loro erano salvi, ma McAndrew er sparito nel nulla.

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Capitolo 12
*** In mare ***


La Maserati nera di McAndrew sfrecciava per le strade di Tokyo a velocità quasi proibitive, ma il guidatore ostentava una calma ed una tranquillità quasi inumane.
Vermouth sorrideva divertita.
Ai, al contraio, stava cercando di fare mente locale della situazione.
Innanzitutto, dove stavano andando?
Non all'aeroporto, dato che ormai si trovavano nella parte opposta della città; ma allora, dove?
Ai fessurò per un attimo lo sguardo: era fuor di dubbio che McAndrew volesse lasciare la città...e c'era solo un altro mezzo, esclusa la via aerea, che poteva usare.
Il porto.
Ed in effetti, guardando fuori dai finestrini dell'auto, Ai poteva iniziare a vedere proprio il complesso portuale.
Pochi minuti dopo, la Maserati entrò nel porto vero e proprio e si diresse verso le banchine.
Pochi minuti dopo, la Maserati entrò nel porto vero e proprio e si diresse verso le banchine.
Non ci volle molto, prima che davanti agli occhi di Ai comparisse la loro destinazione finale: il lussuosissimo yacht privato di McAndrew, una vera e proprio nave da crociera in miniatura.
Anzi, a dire il vero, neppure tanto in miniatura, date le sue effettive dimensioni.
La nave era ormeggiata con la poppa rivolta alla banchina. All’interno, infatti, vi era un magazzino che svolgeva anche la funzione di parcheggio per due auto sportive decappottabili.
La Maserati entrò senza alcun problema all’interno, e McAndrew la parcheggiò con una solo manovra secca, dopodichè scese dall’auto, seguito a ruota da Vermouth che, pistola in mano, aprì lo sportello anche ad Ai, facendole cenno di procedere.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte: scese, e seguì McAndrew, mentre questi si avviava ad un ascensore. Entrarono, e dopo che McAndrew ebbe selezionato il piano l’ascensore vibrò impercettibilmente, mentre saliva i vari ponti dello yacht.
Poi, l’ascensore si fermò, McAndrew uscì, ed il trio si ritrovò all’interno di una vista sala semi avvolta dall’oscurità.
Non appena l’americano avanzò di qualche passo, le luci si accesero automaticamente, mostrando il contenuto della sala: diversi, grandi schermi occupavano una delle pareti, quella più lontana dall’ascensore, alla sua destra.
Inoltre, tutta una serie di computer all’apparenza estremamente moderni erano disposti tutt’attorno.
Al centro, un grande tavolo di legno pregiato, e numerose poltrone.
La sala era decorata in maniera estremamente elegante, come tutto, su quella nave.
McAndrew si voltò verso Ai:- Che te ne pare, Shiho?- sorrideva, con la solita espressione fredda.
Ai non si mosse, lanciò una veloce occhiata all’ambiente, quindi fissò l’americano:- Cos’è questo posto, una sorta di centro di comando?-
- Precisamente. Qui è da dove posso dirigere tutte le mie operazioni quando mi trovo in mare.-
Ai non replicò. Rimase a fissare il suo interlocutore.
McAndrew indicò una grande scala posta dalla parte opposta della sala, rispetto agli schermi.
Vermouth spinse Ai sulla scala, seguendola, insieme a McAndrew.
I tre salirono la rampa e si ritrovarono in un elegantissimo salone, pieno di poltrone, divani, un pianoforte, e tutte le comodità possibili ed immaginabili. Le pareti erano quasi interamente occupate da delle vetrate, al momento oscurate.
- Questa nave è un prodigio della moderna tecnologia, mia cara Shiho.- riprese McAndrew, andandosi a sedere su di una poltrona ed indicando le vetrate con le mani:- Il mio rifugio dal mondo. Può portare un massimo di duemila persone, ed è il massimo del lusso e del comfort. Non è una meraviglia?-
- Cosa hai intenzione di fare?- domandò Ai, non celando una nota di ostilità nella voce.
Il sorriso di McAndrew scomparve:- Mi sembra giusto che tu sappia a cosa stai per andare incontro, Shiho.- la voce era ancora più fredda del solito:- Quindi credo sia venuto il momento di svelarti i retroscena.-
Ai rimase impassibile.
- Ti sei mai chiesta quale sia il vero scopo dell’APTX? Tu ci hai lavorato per anni, ma hai mai ragionato realmente sul suo effettivo potenziale?-
- Lo scopo mi sembra ovvio- replicò Ai:- so che ti fu commissionato dall’esercito americano. È un’arma batteriologica.-
- Un’arma batteriologica?- McAndrew sembrava deluso:- Oh, no, mia cara. L’APTX è qualcosa di più di una banale arma batteriologica. Si, è vero, fu l’esercito a commissionarmi l’operazione. Ma loro non riuscirono a vedere oltre la semplice arma. Io, al contrario, ci riuscii, così come tuo padre.-
- E il professor Genko.- concluse Ai.
McAndrew annuì:- Si, anche lui. Ma alla fin dei conti, persino due menti eccezionali come le loro, come quella di tua madre, anche, non riuscirono ad andare fino in fondo. Non riuscirono a comprendere appieno le possibilità che ci si aprivano davanti.-
- La possibilità di uccidere milioni di persone?- ora Ai era visibilmente furiosa. Il tergiversare di McAndrew la stava snervando.
L’americano non rispose subito.
D’un tratto, infatti, entrò un uomo, probabilmente un ufficiale, e sussurrò qualcosa nell’orecchio del miliardario. Questi fece un cenno con la mano, quindi l’uomo tornò da dove era venuto.
Poco dopo, delle vibrazioni, ed il rumore di sottofondo del motore indicarono che la nave era in movimento.
Vermouth si sedette su di una poltrona accanto a McAndrew.
- No, Shiho. Tu credi di sapere tutto su di me, ma ti sbagli.- continuò poi l’americano:- Non uccidere milioni di persone. Ma salvarle.-

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Capitolo 13
*** Un nuovo mondo ***


Ai non riuscì a nascondere del tutto il moto di stupore che la pervase al sentire le ultime parole di McAndrew.
- Sei stupefatta, Shiho?- le chiese l’americano.
La ragazza non rispose.
- Ebbene, sono sicuro che sarai curiosissima di sapere tutto, a questo punto. Quindi, continuerò il mio racconto. Come sai perfettamente l’APTX ha una straordinaria capacità: quella di rigenerare a livello cellulare i tessuti, e quindi di far ringiovanire le persone. Inizialmente, sia io, che l’esercito eravamo totalmente all’oscuro di questa cosa. Quando tuo padre la scoprì, tuttavia, fu chiaro a tutti la portata della scoperta. Fu allora che decisi di sviluppare di nascosto l’APTX, orchestrando la messa in scena del furto e tutto il resto. Il tutto, per far si che esso non finisse nelle mani sbagliate, nelle mani di coloro che non avrebbero saputo farne un uso corretto.-
- E quale sarebbe questo uso corretto?- fece Ai, ora ripresasi.
- Lasciami finire, e tutto ti sarà ovvio.-
Fece una breve pausa, quindi riprese.
- Grazie a questa sua proprietà, l’APTX è potenzialmente in grado di sradicare ogni malattia esistente sulla faccia della Terra, semplicemente eliminandone gli effetti sull’organismo umano, quindi, neutralizzandole a tutti gli effetti. Non solo. Qualunque ferito, potrà essere guarito in pochissimo tempo. Le vittime delle guerre, della fame ,della povertà, si ridurranno drasticamente. L’APTX è qualcosa di troppo potente per essere compreso appieno. Ma è, soprattutto, la chiave che aspettavo da tanti anni, fin da quando fondai le McAndrew’s Enterprises. La chiave per ottenere finalmente quello che voglio. Non lo sterminio di milioni di persone, cara Shiho, ma un nuovo mondo. Ci saranno vittime, è vero, ma i risultati compenseranno abbondantemente.-

Conan ed il gruppo degli agenti dell’FBI era seduto ad una tavolino, in un piccolo bar appartato.
Erano scuri in volto, e silenziosi.
Da quando avevano perso le tracce di McAndrew, circa un quarto d’ora prima, Conan aveva cercato di capire dove quel diabolico uomo dai mille volti avrebbe cercato di andare. Era quasi sicuro che avrebbe lasciato il Giappone, ma non sapeva con che mezzo, ed in fondo poteva fare solo supposizioni. Black aveva perso gran parte dei suoi uomini, ed i pochi rimasti erano tutt’altro che sufficienti per controllare i due unici posti da dove l’americano sarebbe potuto partire, l’aeroporto ed il porto. Non potevano neppure chiamare la polizia e farsi aiutare da loro, ovviamente: l’FBI era in incognito, ed inoltre, dopo tutto quello che era successo, i poliziotti avrebbero fatto troppe domande. Per non parlare della possibilità, niente affatto remota, che McAndrew avesse numerosi infiltrati nelle forze dell’ordine.
Conan stava così rimuginando, il capo chino.
A rompere il silenzio ci pensò Akai:- Ci deve pur essere qualcosa che possiamo fare…-disse.
Black lo guardò:- Certo, possiamo tirare una monetina e scegliere quale dei due posti controllare.- fece una breve pausa:- Non possiamo fare nulla. Un solo, piccolo errore, e chissà cosa potrebbe succedere. Abbiamo visto di cosa è capace McAndrew. L’unico vantaggio che abbiamo, al momento, è che molto probabilmente ci ritiene morti insieme al suo elicottero, pertanto credo possiamo contare sul fattore sorpresa, in parte.-
- Io non ci conterei.- Conan intervenne:- McAndrew ha dimostrato di saper prevedere ogni eventualità, e dubito che dopo aver appreso della distruzione dell’elicottero incaricato di ucciderci, sia tanto ingenuo da darsi la sicurezza della nostra dipartita.- scosse il capo:- No,in ogni caso, starà allerta. La verità è che non abbiamo nessun tipo di vantaggio su di lui. McAndrew ci ha battuti.-
- Conrad McAndrew?- una voce femminile alle spalle di Conan quasi lo fece trasalire. Il ragazzino si voltò di scatto, seguito a ruota dagli altri.
- Rena??- disse Starling, stupefatta.
Mizunashi Rena annuì impercettibilmente, abbozzando un sorriso:- È un piacere rivedervi.-
Conan la fissò:- Ma non capisco, cosa ci fa lei qui?-
- Lavoro.- il sorriso della donna si allargò, mentre mostrava un microfono che aveva in mano:- Insomma, un elicottero che precipita sulla strada dopo aver sparato alle auto… una manna per una giornalista, non trovate?-
Conan annuì:- Capisco…ma perché è venuta da noi?-
- Credevo sapessi del mio nuovo incarico…l’FBI lo sa. Non ti hanno avvertito?-
- Lo hanno fatto, si.- replicò Conan:- Quindi, lei era a conoscenza delle trame di McAndrew?-
- No.- Mizunashi si avvicinò di più al tavolino:- Non ero a conoscenza, nonostante la nostra sorveglianza. McAndrew sa come coprire le proprie tracce, in ogni campo. E non potevamo certo stringere troppo attorno a lui: ha un potere immenso, conosce quasi ogni singolo capo di stato del pianeta, non c’è senatore, negli USA che non sia in qualche modo collegato a lui. Quindi, diverse teste sarebbero saltate, se avessimo insistito troppo.-
Lo sguardo di Conan on si mosse dalla donna:- Non ha risposto alla mia domanda, comunque. Perché è venuta da noi?-
- Semplice. Da quel che ho saputo, avete pestato i piedi a McAndrew in maniera piuttosto pesantuccia.- Mizunashi tornò a sorridere, per un attimo, dopodichè si fece serissima:- E so anche che ha rapito la ragazzina, Shiho Miyano.-
- E allora, cosa ha intenzione di fare?- questa volta fu Black ad intervenire.
- Darvi una mano, in via non ufficiale, si intende. La CIA non si può immischiare più di tanto, come vi ho già detto. Però io posso darvi qualche dritta.-

McAndrew lasciò che trascorresse qualche secondo dalle sue ultime parole, prima di riprendere. Gli effetti teatrali gli erano sempre piaciuti.
- In parole povere, Shiho, io, e l'APTX, creeremo un nuovo mondo, un nuovo ordine e, perchè no, una nuova umanità. Sarà la più grande rivoluzione della storia umana.-
- Vuoi distribuire l'apotoxina a tutto il mondo?.- nel tono di Ai permaneva una evidente nota di ostilità.
- In un certo senso...ma con la dovuta preparazione. Come tutti sanno, il campo principale in cui mi sono trovato ad operare maggiormente negli ultimi tempi è stato quello batteriologico e farmaceutico. Ora creavo armi per l'esercito, ora mi occupavo di creare i più svariati vaccini per le più svariate malattie. Sostanzialmente, le McAndrew's Enterprises sono la più grande casa farmaceutica del mondo. Di conseguenza, possiedo non solo i vaccini, ma anche piccole porzioni delle malattie contro le quali sono stati creati: vaiolo, AIDS, persino la lebbra, per non parlare della cara vecchia ebola. E questi sono solo pochi nomi. Il mio piano è molto semplice, cara Shiho: inonderò il pianeta Terra dei morbi più letali, più devastanti. Ma gradualmente, in maniera controllata, senza provocare inutili stragi ma in maniera sufficiente a creare il panico più totale in tutto il mondo. Con l'economia che crollerà e gli sconvolgimenti politici, i governi di tutto il mondo si rivolgeranno all'unica persona che potrà fornire loro un aiuto concreto. E cioè, io. L'APTX, come avrai ben capito, permetterà di sconfiggere una ad una tutte le malattie. Ed io, ovviamente, non esiterò a dimostrarmi magnanimo e generoso. Darò l'apotoxina a tutti. Ma in misura minima, di modo che si avrà bisogno di iniezioni regolari per far si che i virus non tornino alla ribalta. Così, senza che neppure se ne accorgano, i governi di tutto il mondo finiranno per essere completamente al mio servizio: io nominerò i capi di stato, io deciderò le loro strategie, perchè senza di me loro verrebbero annientati in pochissimo tempo. Farò in mondo di unificare questo pianeta sotto un unico governo, e alla fine io ne prenderò le redini. Finalmente, Shiho, sul pianeta Terra regnerà una pace eterna.-

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Capitolo 14
*** L'ultimo attacco ***


Mizunashi prese una sedia e si sedette vicino Conan:- Ammetto di non avere idea di quello che McAndrew abbia intenzione di fare, tuttavia...-
Fu Black ad interromperla:- Ha sterminato tutti i membri dell'Organizzazione...e fatto esplodere un intero grattacielo...ed ora sta fuggendo dal Giappone per dirigersi chissà dove...-
- Si, ma non con un aereo- rispose la ragazza:- Bensì con il suo yacht privato.-
- Il suo yacht?- Conan continuava a guardarla.
Mizunashi annuì:- Lo ha fatto venire qui prima dell'inaugurazione.-
- Previdente, come al solito.- osservò Staring.
- Dunque ora è sullo yacht- riprese Black:- E alla CIA sanno dove è diretto? Potete rintracciarlo?-
- Certo che possiamo...in questo momento, si sta dirigendo verso le Marianne.-
- Come facciamo ad intervenire?- chiese Akai.
- Come vi ho detto prima, la CIA non può immischiarsi, neppure dopo tutto quello che è successo. Tuttavia, la speranza è l'ultima a morire. Perciò, c'è un aereo che vi aspetta in un aeroporto privato alla periferia della città. Vi darò le coordinate attuali dello yacht e potrete raggiungerlo. Però vi avverto: non si tratta di una semplice nave. McAndrew sa come difendersi in ogni situazione ed in ogni ambiente, e credo che voi lo abbiate capito anche fin troppo bene. Quella nave ha un sistema radar estremamente sofisticato, quindi non aspettatevi di giungere inaspettati.-
Conan si immerse nelle sue riflessioni: dunque McAndrew era sì riuscito ad ingannarli, però alla fin dei conti si era svelato ugualmente. Eppure, non poteva essere tutto tanto facile. McAndrew era dotato di una intelligenza tanto brillante quanto diabolica, e dopo tutto quello che aveva visto, per Conan era praticamente impossibile che quell'americano non avesse previsto anche quel passo. - Lo yacht è dotato di un qualunque tipo di armamento?- chiese, quasi concitato, a Mizunashi.
La ragazza sgranò gli occhi:- Beh, ovviamente a bordo sono presenti numerose guardie, e un deposito di armi per la difesa. Questo in via ufficiale...più effettivamente, sono imbarcati anche dei lanciarazzi.-
- Quindi potrebbero abbatterci..-osservò Staring.
- In effetti, vi è questa possibilità.-ammise Mizunashi.
-..per nulla remota.-concluse Akai.
Conan tornò a riflettere per qualche attimo:- Vorrà dire che sbarcherò solo io.-
I presenti fissarono gli occhi su di lui:- Come, scusa? Vorresti davvero andare da solo su di una nave piena di guardie armate fino ai denti e con dentro uno psicopatico pericolosissimo con tanto di ostaggio?- disse Black.
- E' precisamente quello che ho intenzione di fare...vi spiegherò tutto.- ribattè Conan.

Ai era impassibile, anche se qualcosa nei suoi occhi tradiva il nervosismo e la rabbia:- Quindi è a questo che punti? E' questo il motivo per cui hai ucciso tante persone innocenti, ora come in passato? E' per questo che hai ucciso i miei genitori?-
- Suvvia, Shiho...non è da te fare tante prediche. In fondo, ho soltanto sacrificato relativamente poche vite per salvare tutta la nostra razza.- fu la risposta, secca, di McAndrew.
- Salvare tutta la nostra razza?- il tono di Ai era ora quasi sarcastico, e questo sembrò infastidire leggermente il suo interlocutore.
- Esatto. Io salverò il genere umano.-
- Instaurando una tua dittatura personale?-
- Instaurando un nuovo ordine fatto di pace e ordine.-
- Pace e ordine?-
- Precisamente. Immagina per un attimo un mondo dove non vi siano più guerre, dove non c'è più criminalità, nè violenza. Perchè grazie all'APTX io posso fare tutto ciò. Se qualcuno mi si ribellasse, rimarrebbe in balia di quello che sai.-
- Dunque, in parole povere, tu comanderesti su masse di esseri umani come si trattasse di automi, negando loro ogni libertà.-
- Certo che no. Avranno maggiore libertà, invece: la libertà di poter passeggiare ovunque, a qualunque orario, senza rischiare di essere aggrediti o peggio, per esempio. Oppure, la libertà di poter professare liberamente la proprio religione, senza temere gli attacchi dell'etnia avversaria, e la lista è lunga.-
- E la libertà di parola? O quella di espressione?-
- Ci saranno, ovviamente.-
- E se qualcuno parlasse contro di te, le tue idee, e le tue azioni?- ora Shiho fessurò gli occhi su McAndrew.
- Impossibile. Nessuno metterebbe in dubbio la positività di quello che farò.-
- Io lo sto facendo adesso.-
McAndrew rimase per qualche attimo in silenzio prima di riprendere:- Chiunque contrasti i miei piani evidentemente non vuole la salvezza del genere umano...e in virtù di questa considerazione, perde ogni diritto.- disse, accennando un sorrisetto.
- Quindi lo toglierai di mezzo...-
- Per il bene di tutti, si.-
- Eliminerai anche me?-
McAndrew parve quasi offeso:- Certo che no! Ma per chi mi hai preso? Nossignore, Shiho, tu sei troppo importante per me, soprattutto ora, che Conan ed il resto della banda sono ancora vivi e possono ancora minacciarmi. E poi, anche dopo, sarebbe un peccato sprecare una mente come la tua. Comunque, l'imperativo è eliminare il caro Shinichi.-
- E come farai?- Ai era ora visibilmente nervosa. La calma serafica e l'atteggiamento quasi scherzoso dell'americano la stavano quasi frustrando.
- Oh...l'occasione me la darà lui stesso. E anche tra non molto tempo. Creado che a quest'ora si stiano già predisponendo per raggiungerci.-
E mentre pronunciava queste ultime parole il sorriso di McAndrew si allargò.

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Capitolo 15
*** Faccia a faccia ***


L'aereo era un piccolo velivolo privato bimotore, ma abbastanza grande per ospitare Conan e gli agenti dell'FBI. Mizunashi Rena era rimasta a terra, dopo aver fornito le necessarie istruzioni a Black sulla posizione dello yacht e la sua direzione, dato che non poteva rischiare di compromettersi ulteriormente.
Stranamente, non ci volle molto per raggiungere l'enorme vascello di McAndrew.
Akai, che faceva funzione di pilota, si tenne ben alla larga da esso, ma a distanza sufficiente acchè fosse visible come un minuscolo puntino bianco sulla distesa dell'oceano.
- Sei sicuro di volerlo fare?- chiese Staring a Conan, che si trovava nella parte posteriore del velivolo.
Il ragazzino annuì:- E' la nostra unica possibilità.- disse.
Black lo guardò:- Fammi capire bene: tu vorresti davvero buttarti giù da questo aereo e cadere su quella nave grazie ad un aggeggio che ti ha dato il dottor..come si chiama?-
- Agasa, il dottor Agasa.- disse Conan, appena seccato, quindi indicò un piccol oggetto nero che aveva in mano:- E questo non è un semplice aggeggio, come le ho già detto. E' un rampino modificato per essere più elastico, resistente, e lungo del normale. Tra poco sarà sera. Quando calerà il buio, voleremo a quota più bassa con le luci spente, di modo che non ci individueranno, quindi io aggancerò la nave col rampino e mi catapuletrò fuori. Qualche attimo prima di raggiungerla, userò la mia cintura spara-palloni per crearne uno che mi faccia da cuscino, ed il gioco sarà fatto.-
Black si strinse nelle spalle:- Spero solo tu abbia fatto bene i tuoi calcoli.-
- Non si preoccupi, signor Black. Raggiungerò quella nave, e sistemerò questa faccenda una volta per tutte, può starne certo.-

Ed in effetti la sera calò rapidamente.
Mentre si preparava, Conan ripensò ancora uan volta a quello che stava per fare. Era improbabile che in mezz'ora che erano in vista dello yacht, i radar non li avessero captati. E inoltre, intuiva che McAndrew li stava aspettando.
O forse, in effetti, aspettava solo lui.
Conan aveva una strana sensazione in proposito, e questo lo turbava. Ma non lo diede a vedere, mentre apriva il portellone dell'aereo, che Akai aveva portato a quota inferiore prima di avvicinarsi.
Per un pò, i radar non li avrebbero captati. Ma era questione di attimi.
Conan guardò un'ultima volta i suoi compagni di viaggio, quindi prese il rampino e lo lanciò verso lo scafo della nave.
Quindi, si lanciò fuori.
La distanza non era molta, ma Conan provò un brivido terrificante, prima di attivare la sua cintura, mentre vedeva la nave farsi sempre più vicina, pericolosamente vicina.
In pochi secondi, che a lui parvero eterni, si gonfiò un enorme pallone, giusto in tempo, prima che Conan si ritrovasse catapultato su di un ponte inferiore della nave.
Rimise il pallone al suo posto, ritirò il rampino, quindi si acquattò, prima di cercare un ingresso.
Lo trovò, quindi entrò, attentissimo a non fare il minimo rumore e ad evitare quanto più possibile ogni guardia presente.
Ma ora sorgeva il problema di dove andare: dov'era McAndrew? E, soprattutto, dov'era Ai?
Conan decise che la cosa migliore da fare, anche se estremamente rischiosa, era andare sui ponti superiori.
E così fece.
Rapidamente, con la consueta agilità, il ragazzino riuscì a raggiungere i primi ponti.
Ora aveva bisogno di indizi che lo portassero nel posto giusto.
Non ebbe bisogno di attendere molto. Mentre rifletteva acquattato nella penombra di un angolo, vide Vermouth uscire da una porta, probabilmente un bagno, per dirigersi verso un lussuoso salotto.
La seguì, con la massima cautela, senza farsene accorgere.
Quando lei fu entrata, si avvicinò all'uscio, rimasto aperto, e riuscì a vedere Ai, seduta su di una poltrona.
McAndrew, apparentemente non c'era.
Vermouth si sedette accanto alla ragazzina, sorseggiando del vino rosso in un bicchiere.
Era il momento di agire.
Conan caricò lo spara-aghi, e prese la mira, verso la donna.
Il dito si mosse verso il grilletto.

- Buonasera, Shinichi.-
La voce di McAndrew alle sue spalle ebbe l'effetto di pietrificare Conan, ancor più del sinistro rumore metallico prodotto dal caricamento del proiettile nel carrello della Beretta 90-two dell'americano.
Conan venne spinto violentemente nel salotto, dopodichè entrò anche McAndrew, prima di chidersi la porta alle spalle.
Vermouth, per nulla stupita, guardava il ragazzino immobile.
- Sono felice di averti a bordo, anche se sei salito in maniera non esattamente "convenzionale".- proseguì McAndrew.
Conan si voltò a guardarlo:- Quindi sapevi della mia venuta...-
- Si, lo immaginavo. Quando ho saputo che il mio elicottero era stato distrutto, ho capito che eri vivo, e che non avresti mai mollato la presa, dato che io ho lei.- disse, indicando Ai, sempre impassibile, ma con lo sguardo pieno di odio.
- Comunque- riprese l'americano:- Sono felice che tu sia qui. Giusto in tempo per vedere l'inizio di una nuova era-
- Una nuova era?- ripetè Conan:- Ti riferisci al tuo dominio incontrastato sul mondo grazie all'APTX?-
McAndrew parve piacevolmente sopreso:- Vedo che hai intuito i miei piani. Bravo. Ma dovevo aspettarmelo da uno come te.-
- Non ci vuole uno come me per capire dove vuole arrivare una mentre malata come la tua, McAndrew.- fu la secca risposta del ragazzino.
Ma McAndrew non si scompose minimamente:- In fondo la follia non è che l'espressione più alta del genio. Quindi, personalmente interpreto il tuo insulto come un complimento. Oh...ma vedo che ho dimenticato le buone maniere- indicò un'altra poltrona vicina:- Prego, accomodati.-
Conan si sedette, senza distogliere per un attimo gli occhi da McAndrew.- Suppongo che tu avessi previsto tutto...sapevi tutto. E sapevi dell'aereo.-
- Certo che sapevo. I miei radar vi hanno sempre tenuti sott'occhio.-
- E allora perchè non ci hai abbattuti?-
- Perchè volevo che tu venissi qui. Da me.- fece un breve pausa:- Sei una delle persone più intelligenti che abbia mai incontrato, se non la più intelligente in assoluto. Ho sempre apprezzato questa qualità, e rispettata nei miei nemici. In realtà, la mente umana è la cosa più preziosa che ci sia al mondo. La ragione, e l'intelligenza, permettono all'umanità di elevarsi dal resto degli animali, e al singolo individuo di ergersi sopra i suoi simili. Tu e Shiho, come me, incarnate perfettamente questa cosa. E la mente umana trionferà, una volta che avrò portato a compimento il mio piano. Finalmente pace e ordine regneranno, come comanda la ragione.-
Fece un'altra pausa, prima di riprendere:- Quindi, data la tua mente eccezionale, volevo che tu fossi qui, che assistessi personalmente alla mia vittoria sull'irrazionalità delle passioni umane che distruggono questo mondo. Ed è un gran bene che tu sia venuto da solo. Gli altri tuoi amici, quelli dell'FBI, come tutti gli altri, non hanno l'intelligenza sufficiente per capire. Per questo, una volta che sei venuto qui, ho permesso che se ne andassero. Sono pedine completamente inutili.-
- E' così che consideri gli esseri umani, McAndrew? Pedine?-
- Solo quelli che non hanno la mente giusta per essere dei pezzi più importanti, caro Shinichi.-






Nota: prima di procedere con il nuovo capitolo ho aggiornato sia "Un nuovo mondo" che "L'ultimo attacco", quindi date un'occhiata se non lo avete già fatto. Inoltre vorrei ringraziare tutti quelli che mi seguono e mi hanno recensito finora, sperando di continuare a piacervi.

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Capitolo 16
*** La fine di un sogno ***


- Quindi il tuo "mondo perfetto" altro non sarebbe che un mondo dove quelli che tu ritieni maggiormente intelligenti e dotati di raziocinio possono governare ed usare a proprio piacimento tutti gli altri?- Conan manteneva una calma quasi serafica.
- A dirla così sembra davvero qualcosa di orribile.- replicò McAndrew, altrettanto calmo:- Ma possibile che ti sfugga, Shinichi, il vero senso di quello che sto cercando di realizzare? Un mondo dove regni la ragione, dove l'intelletto trionfi su tutto e tutti. Questa è perfezione.-
- Non è perfezione, McAndrew, è follia. L'uomo non è solo ragione.-
- Infatti, ed è per questo che si ostina tanto ad autodistruggersi e a calpestare i propri simili...ma tutto questo finirà molto presto.-
Conan fessurò lo sguardo, penetrante, sull'americano:- Perchè?- disse.
- Perchè cosa? PErchè faccio tutto ciò?- chiese McAndrew:- Qual'è il vero motivo, vuoi dire?-
- Esatto.-
McAndrew si fece improvvisamente cupo:- Perchè io ho visto di persona, l'ho vissuto sulla mia pelle, la crudeltà di cui è capace l'essere umano. Io ho visto come persone che non avevano un decimo della mia intelligenza mi superavano in virtù della forza fisica, o dei soldi...Ho visto come il mondo è destinato ad appartenere a loro, com'è sempre stato, finora.-
- MA ora è cambiata la situazione...tu sei diventato l'uomo più ricco, e forse anche più potente, del mondo. Perchè continuare? Non hai forse già dimostrato la tua superiorità?-
McAndrew ridacchiò:- Si, è vero. Ma io sono solo un mortale. Un giorno morirò anch'io, come tutti. Non si sfugge alla morte. E quando morirò il simbolo che io sono morirà con me, e tutto tornerà come prima. No, non posso accettarlo. Io cambierò l'ordine su cui si regge questo mondo, assicurando per sempre a me, e a quelli come me, il dominio su tutto, e la giustizia.-
McAndrew sembrava si stesse infiammando mentre pronunciava le sue parole. Puntò nuovamente la pistola verso Shinichi:- Tu assisterai, e non potrai fermarmi. E' un vero peccato che uno come te debba perdere il suo tempo, e la sua vita, e difendere gli inferiori.-
Conan non mutò il tono della voce, nè l'espressione del viso, e continuò a fissare il suo interlocutore:- Allora dimmi una cosa, McAndrew...la qui presente Vermouth, non è forse una inferiore? Non è forse vero che non raggiunge il tuo livello di intelligenza?-
McAndrew non proferì parola, mentre la donna si voltò a guardarlo.
- E quello che provi per lei non è forse qualcosa di completamente irrazionale? Che sia passione, o amore, o qualcos'altro...- riprese Conan.
McAndrew ridacchiò:- Bel tentativo, Shinichi. Davvero. Ma Vermouth sa qual'è il suo posto. Mi dispiace, ma la tua è una partita persa in partenza.-
Conan guardò per un attimo il suo orologio, quindi tornò sull'americano:- Io non ne sarei così sicuro.- disse.
- Cosa vuoi dire?-
- Voglio dire- riprese il ragazzino:- Che la tua nave è stata appena dirottata, ed in questo momento sta andando a massima velocità a schiantarsi contro un isolotto qui vicino.-
McAndrew lo fissò:- Cosa vai farneticando? Come può essere una cosa del genere?-
- E' semplice, caro McAndrew..vedi, dipende tutto da quegli "inferiori", come li chiami tu. Mentre noi stavamo qui a parlare comodamente, l'aereo con a bordo gli agenti dell'FBI è tornato, e Shuiichi Akai, dopo aver lasciato i comandi al signor Black, si è paracadutato qui. Sbaglio o avevi dato l'ordine ai tuoi di non badare all'aereo? E inoltre, hai persino diminuito la sorveglianza, nella tua arroganza.-
McAndrew si stava innervosendo:- Un uomo non basterebbe mai a fermare questa nave, anche con equipaggio ridotto.-
- Sicuramente..ma è per questo che Akai ha diffuso nei ponti inferiori un gas e poi è entrato sul ponte comando, prendendo il timone della nave e bloccandolo. Ormai, secondo i miei calcoli, è questione di minuti.-
- Stai mentendo!- urlò l'americano.
- Controlla tu stesso, allora.-
McAndrew si avvicinò ad un interfono, la pistola sempre puntata su Conan, e tentò di mettersi in contatto con il ponte: nessuna risposta.
Ritentò più volte, ma con lo stesso risultato. - Credi che basti questo a fermarmi, Shinichi? Al contrario...ma ora, con questo giochetto, ti sei giocato la vita, ed anche quella di Shiho.- quindi punò la pistola su Ai.
- Mi dispiace, Shiho- disse McAndrew:- Sei così graziosa ed intelligente che mi si spezza il cuore, ma è necessario. Salutami i tuoi genitori. Addio.-
Uno sparo.
Ai sbarrò gli occhi, mentre Conan rimase per qualche attimo come intontito, confuso.
McAndrew ebbe un fremito, mentre si portava la mano libera al petto sanguinante, voltandosi verso Vermouth.
La donna aveva la sua pistola in mano, puntata verso di lui; singhiozzava:- Dunque tu non mi hai mai amata, veramente, Conrad...mi hai solo usata per raggiungere i tuoi scopi...non significavo nulla per te...- disse.
McAndrew la guardò per un attimo:- Tu...- disse, mentre prendeva la mira e sparava a sua volta.
Anche Vermouth sparò.
La donna sia accasciò sulla poltrona, colpita alla testa.
McAndrew cadde a terra.
Conan, ancora stordito, si avvicinò, e controllò le pulsazioni. Guardò Ai:- E' morto.-
La ragazzina annuì:- E anche Vermouth...-
Conan scosse il capo:- E' possibile una cosa del genere? E' possibile che davvero sia finita in questo modo?-
Ai gli si fece accanto:- E' la fine più giusta per uno come McAndrew: aveva dedicato tutto alla ragione, credendo fosse l'unica, vera via per la sopravvivenza dell'umanità. Lui credeva veramente a quello che diceva. Ma non aveva capito la lezione più importante...-
- Quale sarebbe?-
- Tu dovresti saperlo più degli altri, Shinichi. Sono i sentimenti a mandare avanti il mondo, e la nostra vita.-
- Ucciso dalla sua arroganza, e dalla fede nella ragione, quindi.-
- Già....era intelligente,ma troppo chiuso nei suoi orizzonti. Non avrebbe mai potuto pensare anche solo un momento alla reazione di Vermouth. Per lui era tutto semplicemente logico.-
Conan non rispose. Rimase a guardare per un pò il corpo senza vita di Conrad McAndrew.
- Toglimi una curiosità, Shinichi. Akai non si è mai paracadutato a bordo, vero?-
- Vedo che avevi indovinato. Si, in effetti era tutto un bluff per guadagnare tempo. Ho modificato il mio modulatore di voce acchè emetesse della scariche elettrostatiche che interrompevano le comunicazioni nella stanza. Un trucchetto elementare, ma che mi ha permesso di far credere veramente a McAndrew che la nave fosse stata dirottata.-
- E' morto credendo di essere stato intralciato e forse fermato da quegli "inferiori" che odiava tanto.-
- Un'ultima beffa per uno che si era sempre beffato degli altri.- concluse Conan.-





Ed eccoci arrivati alla fine. Spero vi sia piaciuta, essendo questa la mia prima FF. Grazie a tutti quelli che l'hanno letta e la leggeranno, e a tutti coloro che la recensiranno, dandomi modo di migliorarmi sempre più.
P.S.: una nota speciale di ringraziamento a sara85, per avermi seguito con assiduità, ed anzi mi scuso con lei per i lunghi tempi di attesa.

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