If you love something, let it go, right?

di twy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** See how the other half live ***
Capitolo 2: *** Tears don't fall ***
Capitolo 3: *** Back to the streets where we began ***



Capitolo 1
*** See how the other half live ***


Personaggi: Panic at the disco, Jon/Spencer, Ryan/Brendon. [Possibile subtext Jon/Brendon]
Genere: Romantico, triste.
Rating: Verde (R)
Avvertimenti: Slash, flashfic.
Disclaimer: Tutti i personaggi sono realmente esistenti e quindi sono © di loro stessi, questa fic non intende dare rappresentazione veritiera di eventi/caratteri/ orientamenti sessuali.
Words: 353
Note: Ecco un'altra cosa sul bandom, incredibilmente. Pian piano posto, è che bisogna essere in vena per certe cose. XD Questa è una sorta di raccolta, ovvero, è composta da 4 flash-fic che affrontano le reazioni di ogni membro dei Panic alla rottura. Non avevo intenzione di scriverla, le mani si sono mosse da sole, lo giuro. Mi sono basata sul prompt 'Well, it had to happen sometime. If you love something, let it go, right?' [cit. di Brendon, una frase detta a proposito della rottura] Il titolo di questo chap è altresì tratto da un post su twitter di Jon /0/ Gli altri due capitoli traggono il titolo da 'Tears don't fall - Bullet for my Valentine' e 'Nine in the afternoon - Panic at the disco'. Comunque, queste sono abbastanza recenti (risalenti alla rottura, logicamente XD) quindi mi preoccupano. XD Fra l'altro, la lunghezza è nonsense. Si orientano tutte sulle 300 parole, quindi flashfic moolto magre, o tripledrabble. XDD Enjoy **


See how the other half live

Questo non è quello che Jon dovrebbe provare. Non è sicuro di cosa dovrebbe provare in ogni caso, ma non crede sia questo. O almeno, non quanto Ryan, semplicemente: lui ha creato la band, è cresciuto con loro ed era una cosa che gli apparteneva, il suo sogno, e lui non può neanche pensare di provare quello che provato Ryan quando li ha lasciati. Quando ha visto Brendon guardarlo con quell’aria ferita come se l’avessero lacerato e non ha potuto fare niente per guarirlo.
Lui non ha visto nascere la band quindi questo è solo un nuovo sviluppo della sua carriera, e chiunque lo pensi è un’idiota. Lui ha quasi provato a pensarlo per i primi tempi, a pensare alla musica e passare ore in sala registrazione e non mostrare di stare troppo male, perché Ryan aveva bisogno di qualcuno che gli dimostrasse che avevano fatto la scelta migliore e che prima o poi non avrebbero più provato dolore.
E’ assurdo che sia Jon a dovergli dimostrare questo quando è certo che qualcosa si sia rotto dentro di lui per sempre. Potrà essere la scelta giusta o qualsiasi altra cosa, ma ha visto quell’insieme di cui ha desiderato far parte per mesi distruggersi, e solo dopo che si è spezzato si è reso conto che vi era ormai legato a doppio filo.
E lo respirava e lo sentiva quando Brendon diceva qualcosa di sciocco, o Ryan gli mostrava un testo, o Spencer sorrideva – ma è assurdo averlo compreso solo con i sogni confusi di quella stanza stranamente calda dove hanno reso la cosa ufficiale, comprenderlo solo con le foto scattate nel loro van che ora sono le ultime.
Vorrebbe poter aiutare gli altri a superarlo, prima di superarlo lui stesso, forse perché sta con Ryan continuamente e deve stargli accanto in un modo che non è sicuro di conoscere, che potrebbe solo chi hanno lasciato, o forse perché ricorda gli occhi disperati di Brendon ed ha paura di lasciarlo affrontare la cosa senza di loro. O forse, perché quando se ne sono andati, Spencer non l’ha neanche guardato.

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Capitolo 2
*** Tears don't fall ***



Tears don’t fall

Spencer ha promesso a Brendon di non dire a nessuno che quella notte ha pianto. Quando gliel’ha chiesto si stava già asciugando gli occhi e lui l’ha stretto un po’ più forte a sé, ed in quel momento lo ha invidiato. Lui non ne sarebbe mai stato capace. Anche se avesse voluto, non avrebbe avuto il coraggio di lasciarsi stringere da qualcuno, anche se ne avesse avuto bisogno. In questo Brendon era sempre stato il più forte fra loro. Ma ora quel loro non esiste più, e perciò non ha alcun senso cercare di stringere i denti e fare i conti con ciò che vede.
Allora Spencer chiude gli occhi e non si volta a guardare.
Brendon può piangere sulla sua spalla ma lui non vuole sapere come stiano gli altri, non vuole sentire la nuova canzone che ha un titolo di una leggerezza che non avrebbero dovuto permettersi e non vuole immaginare un nuovo ‘loro’ che non comprende lui. E conosce Ryan e sa che quei due stanno giocando col fuoco come al solito, ed è una sciocchezza perché continuano con le loro ripicche anche ora che non si vedono più ogni giorno – e allora, se non si possono vedere, come fanno a sapere cosa provano davvero dietro i sorrisi bugiardi?
Quando Brendon alla fine andrà a litigare con Ryan fino a quando non finiranno a letto, il modo in cui da mesi sembrano cercare di risolvere ogni loro problema e che ha sempre migliorato le cose nonostante tutto, lui non parlerà con Jon. E’ una cosa diversa.
Perché se Jon sta bene – se non è uno dei giocatori, ma solo uno spettatore delle loro vite che si è portato via una parte di lui senza farci neanche caso – allora non vuole permettergli di leggere nulla nei suoi occhi.

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Capitolo 3
*** Back to the streets where we began ***


Back to the streets where we began

E’ qualcosa che ha imparato fin da quando era al liceo. C’è modo e modo di mostrare alla gente ciò che hai dentro. Così può mentire col sorriso e sentirsi morire comunque, non perché sia una bugia, perché è solo una mezza verità in realtà. Lui non è mai stato un abile bugiardo, è per questo che si è allenato a concedere parole che non danno risposta alle domande scomode, parole su parole che riempiono la mancanza di significato quando non è disposto a concederlo.
Il punto è che non è come se lui avesse avuto scelta. E’ stato uno sprofondare, sono stati mesi di discussioni in cui ce l’ha messa tutta per evitare questo, per evitare addirittura di pensarci, ed alla fine non avrebbe potuto decidere di arrendersi. Quindi quella è solo una delle tante sciocchezze che ha detto riguardo loro due. Non è un bravo poeta, è Ryan che sa dire esattamente ciò che lui prova in modo del tutto incomprensibile per chiunque altro, tranne per loro; lui può solo mascherare la realtà con scherzi e leggerezza perché questo è il suo modo di affrontare le cose.
E' per questo che continua con queste ripicche sciocche, cercando di raggiungerlo come può - è così infantile sperare che anche lui rimpianga ciò che ha perso? Se lo è, vuole poter avere speranze da bambino, e sperare che decida di tornare, e tutto questo sia stato solo un brutto sogno.
Poi torna alla realtà, e sa che Ryan non cederà mai all'orgoglio. Sa che è per sempre.
E allora può permettersi di crollare, ogni tanto. Di passare ore a rigirarsi nel letto, ed alzarsi ed uscire nel cuore della notte e poi arrivare fin sotto casa sua, fino al portone e all'ascensore ed alla porta, fino a fermarsi di fronte ad una porta di legno che potrebbe essere una qualunque. Basta che non la oltrepassi.
Ryan ha deciso di lasciarli, ha deciso di dimenticarsi di loro due, e quindi lui non gli permetterà di ricordarlo.
Ma ha bisogno di sentirlo vicino, anche se questo rischia di spezzarlo.

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