Completeness di Artemisia89 (/viewuser.php?uid=16204)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Elsewhere [Matsumoto/Gin] ***
Capitolo 2: *** Broken moons [Ulquiorra/Orihime] ***
Capitolo 1 *** Elsewhere [Matsumoto/Gin] ***
Chiara
If I should die this very
moment I wouldn't fear for I've never known completeness like being
here.
(Gorecki; Lamb)
completeness
~
#1.
Elsewhere
«Ma tu mi
hai sorriso, quella volta, mi hai sorriso davvero. »
« Hanno
tutti i propri piccoli difetti, Rangiku. »
Che quella
volta, poi, fosse stata proprio la sua morte, (la sua, di morte, davvero?) che importava? Rangiku sapeva
che esistevano cose destinate ad essere per una sola volta, una sola (magari in un’altra vita). E quando lo
vide scendere verso di lei e sorridere (dov’erano i suoi occhi, quei mondi nascosti,
dove li aveva messi?) qualcosa dentro di sé le impartì ordini di morte e la
sua spada si scosse contro il suo fianco impietrito: sapeva che da qualche parte attorno a
lei gli altri stavano combattendo, e che qualcuno stava morendo, ma c’era un dio d’argento che le veniva incontro e
la fine della sua morte era dietro l’angolo, dietro le sue spalle, dietro il suo
cuore e premeva per uscire e forzava e cantava una promessa di altrove, di una vita diversa, di un mondo migliore.
Matsumoto
sapeva qual era stato l’errore di tutti quelli come lei: era il ricordo
dell’umanità. C’era stato un tempo
(un’altra vita, Rangiku?) in cui
avevano avuto una vita umana (o forse il
ricordo, era solo un ricordo) e quel tempo era passato, perché cos’erano per
loro quei pochi anni se non niente? Gli umani iniziano con la vita, per questo
sono lieti nel momento della morte: loro
nascevano con la morte, per questo credevano, di finire con la vita.
Lui le disse
qualcosa, lei rispose, ma non sentirono nessuna parola, c’era troppo rumore.
Cosa stava dicendo? Di che stava parlando? Di un’altra possibilità? Matsumoto non pensò
nemmeno per un istante che le stesse facendo un ultimo scherzo. Prese la spada
che le porgeva e fece quello che doveva fare e occorse un attimo, perché era quello il suo destino irripetibile,
dargli morte in tutte le vite che avrebbero mai vissuto, dargli la morte, e
liberarlo da se stesso (e imprigionarlo a
lei stessa) e sussurrargli che forse la prossima volta non avrebbero sprecato
quell’opportunità, che forse sarebbero rinati come due semplici umani di carne e
sangue e che forse non avrebbero mai più pensato di rimandare tutto ad un’altra vita, Rangiku, un’altra
vita.
***
Se siete arrivati alla fine e avete letto questa Cosa,
stop, fermatevi, andate sul Tubo, cercatevi questa canzone e rileggete la
suddetta Cosa. Ve lo chiedo come favore personale - nonché
spudoratissimo tentativo di confondere il vostro giudizio sulla qualità della
già citata Cosa. Completeness avrebbe dovuto
attendersi molto di più alla parola da cui prende il proprio nome, perché qui
mancano totalmente i giochetti logici di rimandi al tema e dipende tutto,
semplicemente, dalla mia incapacità ed inesperienza. Sono ancora da troppo poco
nel Bleachverse per capire davvero e comunque, l'impressione
che non ci scriverò mai sopra di buono, resta fortissima come sempre. But, well,
here i am.
Queste storie traggono grandissima ispirazione da quelle della
mia Papera, che sono perfette ed inattaccabili quanto Bleach (leggi: che mi
fanno star male e bene come quando leggo Bleach), quindi, filate nella sua
pagina e rifatevi gli occhi.
Clèr
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Capitolo 2 *** Broken moons [Ulquiorra/Orihime] ***
Chiara
#2
Broken moons
«Perché se qui è sempre
notte la luna si è rotta Matsumoto-san? La luna, la luna! Si è rotta! C’è troppa
polvere Matsumoto-san, la sto respirand- la sto…si è rotta, Matsumoto-san,
rotta, rotta! »
E davvero sopra di lei quella luna perpetua cadeva in pezzi: ne
vedeva il pallore sgretolarsi (vedeva il
suo candore sgretolarsi) e cadere
già dal cielo come una neve di ferro e avorio e ricoprirla. Tutto del suo mondo andava in pezzi, tranne il mondo
stesso e il cielo era sempre profondo ma ora vuoto come un buco in mezzo al
petto. Non era triste per avergli donato il suo cuore, quanto per l’illusione
che lui aveva di averglielo rapito: nessuno era stato più delicato e innocente di lui. Anche
quando le sue parole erano state dure e lei aveva opposto la bugia del coraggio
ai suoi occhi verdi, non le aveva mai fatto del male, mai, perché lui conosceva la vacuità
della violenza più di ogni altro, perché il vuoto era il centro del suo universo
(si è rotta la luna nel suo petto) :
ma ciò che lei aveva fatto (aveva scritto) su di lui andava oltre il
vuoto e la pienezza, oltre i fantasmi delle solitudini. Somigliava al suono di
qualcosa che era andato apposto, un clack! esatto, perfetto, impossibile, irripetibile.
E davvero sopra di lui quella piccola luna andava in pezzi:
sembrava che le ali dei suoi spiriti
avessero cozzato l’una contro l’altra e combattuto per il possesso di qualcosa, e avessero perso una vita per
ottenere un segreto da svelare solo alla fine (la fine, quella vera davvero). Ed è una
calma immensa quella che sente
Ulquiorra, mentre si sbriciola insieme alla luna, mentre la sua polvere nera
diventa cenere grigia e si scontra con il pallore delle sue mani (ogni giorno, ora mangerò polvere ogni
giorno), sfaldandosi in tutto quell’amore, quel tepore, quel senso di
riposo, di un luogo che non può ricordare, che non vivrà mai, che non riuscirà
mai nemmeno a toccare.
E davvero ora sopra di
loro molte lune si stanno rompendo e non c’è rabbia né il rimpianto, ma la
tranquillità e la gratitudine per una fine sopraggiunta nel momento più perfetto: Ulquiorra e Orihime cadono
insieme, senza sfiorarsi, senza tradirsi, cadono insieme al cielo e all’aria e
ai loro mondi che non li ascoltano, e Ulquiorra (prima le sue mani poi le sue gambe e poi le
ali e poi restano gli occhi) aspetta, aspetta finché lei non dice basta basta ora è tuo tuo per sempre
- ma è soltanto quando
l’ultimo pezzo di luna è finalmente
caduto che Orihime tira un sospiro di sollievo, e lo lascia andare.
<< Perché si è rotta
la luna, Matsumoto-san, perché? >>
<< Perché non è
rimasto più nessuno che abbia bisogno della sua luce, ora.>> dice
chiudendo gli occhi.
***
Secondo studio sull'incompletezza, anche
se, di base, non c'è nessuno più completo di questi due. il loro ultimo capitolo
(perché sì, sì e sì, c'è una Orihime che è morta lì, in quelle
pagine e non rivedremo più) è quanto di più inattaccabile esista in Bleach. Tu
stai lì, leggi, vai in pezzi ed è tutto perfetto. Spero di riuscire
a...completare la raccolta in tempi brevi. ;P
Sinceramente vostra.
Clèr
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