Sailor Moon, la Luna splende

di semplicementeme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


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Sailor Moon, la Luna splende

 

Capitolo I

 

       - È finita.

       - Non capisco, che significa.

       - Che non voglio più stare con te.

       - Continuo a non capire. Cosa è successo.

   Cercava dentro i suoi occhi una spiegazione. Una motivazione, ma non vi trovava nulla. Vi leggeva solo il vuoto.

   Erano seduti in una panchina del parco. Il vento della primavera soffiava leggero portando con sé il profumo dei ciliegi in fiore. Un petalo cadde sul palmo della sua mano. Chiuse il pugno con rabbia e, quando lo riaprì, della bellezza di quel petalo non restava più nulla se non un vago ricordo.

   Il silenzio era caduto tra loro. Un silenzio diverso dagli altri. Un silenzio pesante, carico di domande, privo di risposte.

       - È stato un errore. Un mio errore. Mi dispiace.

   Aveva parlato. La sua voce di solito calda adesso era fredda, lontana.

       - Voglio la verità.

   Non si poteva arrendere. Era impossibile. Loro si amavano. Era sempre stato così. Cosa era cambiato allora? Perché adesso non era più così?

       - La verità? La verità è che non possiamo restare legati al passato.

   Aveva parlato di nuovo, con voce lieve ma lontana. Come era possibile? Fino ad una settimana prima era tutto così… bello, ed adesso, era tutto finito. Si portò una mano tra i capelli come se, con quel gesto, potesse allontanare tutto quello che stava accadendo. Chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò ancora lì, in quel parco. Non era un sogno. Era tutto vero.

   Era la fine della loro storia.

   Si voltò nella sua direzione ma il posto era vuoto. Se ne stava andando senza spiegazioni. No, non sarebbe finita così. Era suo diritto sapere.

       - Fermati. Tu non puoi andartene così. Mi devi una spiegazione.

   Impossibile. Era questa la parola che risuonava nella sua testa. Non poteva essere vero. Era un incubo.

       - Una spiegazione?

   Ancora la sua voce, lieve, lontana, stavolta beffarda.

       - Sì, una spiegazione.

   Non si poteva arrendere. Avevano lottato per quell’amore. Lei, era quasi morta per quell’amore, non poteva essere vero. No.

       - Non ti amo.

   Quelle tre parole furono una doccia gelata che strappò via le ultime speranze.

       - Non possiamo restare legati al passato. Sono trascorsi mille anni. Siamo cambiati. Non siamo più Serenity ed Endymion. Siamo solo Usagi e Mamoru.

   Aveva parlato con tranquillità e serenità, come se quello che stava dicendo non stava distruggendo la sua vita.

       - Non ti credo.

   Non era vero. Era solo un incubo. Non poteva essere vero. Presto avrebbe riaperto gli occhi per ritrovarsi nella sua stanza. Non era vero.

       - Mamoru, non rendere tutto più difficile. Io non ti amo.

   E dopo quella condanna era andata via.

 

   Salve gente. Sì, uccidetemi pure. So perfettamente di avere ancora molte altre fanfic in corso ma sapete, non ho resistito. È stato più forte di me ed è successo tutto stamattina ascoltando una canzone che odio… il potere dell’odio hai visto cosa ci fa fare? Quale canzone odio? “Non riesco a farti innamorare” di Sal da Vinci, da me ribattezzato Gigi D’Alessio2 (non me ne vogliano le ammiratrici di Sal e di Gigi!)!

   Questo è il primo capitolo… diciamo che è solo un prologo. La storia vera e propria partirà tra un po’. Mi terrò legata, a grandi linee, a quella che è la storia originale, naturalmente cambierà qualcosa, ma non so di preciso cosa (a parte questa sconvolgente verità del primo capitolo!).

   Per quel che riguarda gli aggiornamenti… non so quando aggiornerò. La storia è già tracciata nella mia testolina, ma sta a vedere gli impegni che ho preso e la disponibilità del pc, non so davvero darvi una data precisa.

   Per quel che riguarda l’altra fanfic, Sailor Moon, sono ferma al XXXVI capitolo e credo che la fic resterà lì ancora per un po’… ho un blocco totale e non so come proseguire, ma non temete… riuscirò a portarla al termine!

   Adesso vi saluto. A presto!

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


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Capitolo II

 

  Un incubo.

   Ancora lo stesso.

   Si mise a sedere sul bordo del letto. Poggiò i piedi a terra ed il freddo del parquet gli donò, per pochi secondi, un senso di refrigerio. Faceva caldo, nonostante fosse aprile, faceva maledettamente caldo.

   Guardò la radiosveglia: erano solo le cinque del mattino. Decise di alzarsi. Era inutile restare ancora a letto, tanto non avrebbe ripreso il sonno e, francamente, era meglio così. Non aveva intenzione di rivivere, ancora una volta, la stessa angoscia e quello stesso tormento. Aveva bisogno di pensare.

   Si alzò stiracchiandosi, i muscoli erano ancora intorpiditi dal sonno. Vagò al buio per la stanza, scansando con facilità i mobili. Si diresse in bagno e, senza accendere la luce ma semplicemente tirando la tenda per dare quel minimo di luminosità, aprì le manopole dell’acqua. Necessitava di una doccia per rilassare i muscoli e schiarire la mente.

   Si spogliò senza fretta. Aveva tutto il tempo del mondo. Già, non aveva nulla che riempisse la sua vita. Aprì le ante della doccia e controllò la temperatura dell’acqua. Tiepida, piacevolmente tiepida, era questo quello di cui aveva bisogno. Entrò e cercò di lasciare fuori da quella cabina tutti i suoi problemi ed i suoi dolori.

   L’acqua scendeva lungo il suo corpo regalando una nuova tonicità ai muscoli delineati ma non troppo scolpiti. Portò le mani tra i capelli e li massaggiò appena. Era inutile. Si sforzava, ma non ci riusciva. Poggiò la fronte sulla superficie tiepida delle piastrelle e chiuse gli occhi. Il getto d’acqua ancora scorreva sul suo corpo. Iniziò a battere il pugno contro la parete e mordersi le labbra per trattenere i singhiozzi. No. Non doveva piangere. Alzò la testa di scatto.

       - Basta!

   Chiuse l’acqua ed uscì dalla cabina. Avvolse il corpo in un telo e si decise ad accendere la luce per poter, finalmente, fissare il suo riflesso nello specchio. L’espressione rigida dei muscoli facciali donava a quel viso molti più anni di quelli che effettivamente possedeva.

   Stanchezza.

   Incredulità.

   Dolore.

   Leggeva tutto questo nei suoi occhi. Chinò il capo e lo rialzò. Provò a sorridere. I muscoli adesso erano più rilassati. Avevano lasciato la loro rigidità e si erano piegati in un sorriso sereno. Lo stesso che mostrava tutti i giorni. Gli anni in più erano svaniti per lasciar posto a quella che era effettivamente la sua età. Ma poi… poi era tutto come sempre.

   Stanchezza.

   Incredulità.

   Dolore.

   E la falsità…

   Era tutto lì, chiaro come il sole. La falsità. Però si consolava: tutti, chi più chi meno, erano costretti a vivere fingendo che tutto vada per il meglio quando, l’unica cosa che si desidera era poter fuggire lontani da tutti.

   Uscì da quel bagno e si diresse verso la sua stanza. Non gli interessava l’acqua che gocciolava dal suo corpo; il telo troppo piccolo riusciva a coprire solo pochi centimetri di pelle.

   Si chiuse la porta alle spalle, come se stesse fuggendo da qualcuno, come se si stesse nascondendo.

   Fuggendo da chi?

   Nascondendo da cosa?

   Fuggiva dai suoi incubi. Si nascondeva dai suoi occhi.

   Poggiò il capo contro lo stipite della porta e chiuse gli occhi. Il cuore batteva veloce nel suo petto. Correva, galoppava. Sembrava un cavallo libero di correre nelle praterie. Si portò una mano proprio lì, dove lo sentiva battere. Chiuse gli occhi e li contò i suoi battiti. Regolari. Sincroni. Per un attimo sperò che si fermassero per sempre, così da potersi donare la stessa libertà di quel cavallo che correva nelle praterie.

       - Basta! Dannazione basta!  

   Aprì gli occhi di scatto ed accese la luce che, per un attimo, ferì i suoi occhi. Si diresse verso l’armadio e lo aprì con violenza. Si vestì velocemente senza prestare attenzione a cosa stesse indossando. Mise le scarpe e prese le chiavi di casa. Guardò l’orologio: le 5 e 30.

   Uscì di corsa. Aveva tempo, ma non voleva perderne. Corse per le vie della città ancora addormentata. Si fermò al parco e si guardò attorno. Non c’era anima viva. Tutto immobile. Tutto immerso nella tranquillità del mattino appena nato.

   Si fermò per cinque minuti, giusto il tempo di riprendere fiato.

   Quiete.

   Calma.

   Pace.

   A cosa serviva tutto ciò se non poteva goderne? A cosa era servito lottare se adesso non poteva coglierne i frutti? A nulla. Si guardò ancora attorno e vide un passero che fissava, con i suoi occhi neri, la sua figura. Furono solo pochi secondi perché questo subito aprì le sue ali e si librò in volo. Anche lui libero.

   Riprese la sua corsa. Attraversò il parco e poi la città che iniziava a svegliarsi. Correva senza fermarsi per prendere fiato. In apnea. Correva. Verso la sua meta. Non poteva perdere tempo.

   Si fermò dopo parecchio tempo. Il respiro affannato. Il corpo sudato. Si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato. I polmoni stavano per collassare. Non riusciva più a respirare. Si alzò lentamente ed iniziò ad inspirare profondamente, cercando di tornare ad un ritmo normale. Ci riuscì solo dopo pochi minuti. Guardò l’orologio: le 6 e 20. Aveva impiegato quasi un’ora per raggiungere la sua meta, ma era ancora troppo presto. Decise di riposare. Poggiò le spalle contro il muro di cinta della casa. Aveva ancora tempo, troppo. Come avrebbe fatto ad attendere tanto? La sua domanda ricevette presto una risposta.

       - Vattene.

   Una voce, la sua voce. Alzò il capo e la vide. Lì, davanti a lui. Bella come la ricordava. Dopotutto erano passati solo pochi giorni da quando si erano lasciati ma, a lui, erano sembrati secoli.

       - No.

   No, non se ne sarebbe andato. Aveva il diritto di sapere. Non poteva credere che tutto si fosse dissolto come una bolla di sapone. Come un castello di sabbia distrutto da un’onda. No. Non si sarebbe arreso. Avrebbe lottato per riaverla perché lei lo amava. Ne era sicuro.

   Se fosse stato il contrario… bhè se lei non lo avesse amato allora… allora l’avrebbe lasciata andare, ma prima voleva sapere cosa era cambiato. Perché si ostinava ad affermare che non lo amava più?

       - Ti rendi conto? Non sono neanche le sette e tu sei qui. E se ti vedesse qualcuno?

       - Non mi importa della gente. Che parli pure.

       - Importa a me. Qui io ci vivo. Ed adesso vattene e non farti più vedere.

   Ancora una volta se ne stava andando via. Ancora una volta gli aveva voltato le spalle senza dargli una spiegazione. Ancora una volta lo stava abbandonando.

   No. Non glielo avrebbe permesso. Non ancora per lo meno. Fu un attimo.

   Non riuscì a capire come, ma la vide con le spalle al muro. Il suo polso, piccolo e delicato, imprigionato nella sua mano, grande e forte. La presa era salda, decisa, dolorosa, ma lei non tradiva nessuna emozione. Sapeva di farle male - e solo Dio sapeva quanto gliene voleva fare in quel momento – ma lei non diceva nulla. Lo fissava, beffarda, negli occhi.

       - Mamoru, lasciami andare immediatamente. 

       - Tu dimmi perché è finita.

   Stavolta il suo tono tradiva tutta la sua rabbia. Il suo dolore. La sua frustrazione. Lei doveva dirgli la verità o sarebbe impazzito.

       - Non. Ti. Amo. Non ti ho mai amato. Contento? Stai meglio? Adesso lasciami andare.

   Ancora quel tono imperioso. Ancora quella voce fredda. No. Non l’avrebbe lasciata andare. Non stavolta. La presa si fece più forte ma Usagi non mutò la sua espressione. Se stava soffrendo, lo mascherava perfettamente.

   Mamoru avvicinò il suo viso a quello di lei. Usagi si scansò: non voleva contatti con lui, quello era già tanto, troppo.

       - Perché?

   Un flebile sussurrò che lei percepì ma che non la scosse. Approfittando di quell’attimo di debolezza da parte di Mamoru, riuscì a liberarsi dalla sua presa e si fece da parte. Poi, senza guardarlo in faccia, per la prima volta da quando tutto era iniziato, rispose alla sua domanda.

       - Perché non si può obbligare qualcuno ad amare. Ci ho provato ma mi spiace, non ci sono riuscita.

   Poi se ne andò e fu solo quando restò solo che Mamoru si inginocchiò in terra con il capo chino.

 

L’angolo dell’autrice

 

   Salve a tutti! Sono tornata presto ma non fateci l’abitudine.

   In questo capitolo non accade, in pratica, nulla solo che ho cercato di delineare, al meglio, il senso d’abbandono e di vuoto avvertito da Mamoru dopo che Usagi l’ha lasciato.

   A dire il vero, scrivere questo capitolo è stato semplice ma contemporaneamente ero indecisa su chi incentrarlo, se Mamoru o Usagi. Se notate, ancora una volta, in gran parte della storia non ho dato un soggetto specifico; se ci fosse stato un soggetto neutro (un po’ come per gli aggettivi latini che presentano tre forme) avrei utilizzato quello! Alla fine, ho deciso di dare libero sfogo alla mia creatività ed è stato proprio in conclusione del capitolo che si è capito chi era il soggetto.

   Non mi sono per nulla pentita di aver descritto Mamoru così fragile, piangente se vogliamo. Anzi, ne sono soddisfatta. Io credo che quando si ama qualcuno, non importa se si è uomini o donne, se abbiamo voglia di piangere è giusto dare la libertà d’espressione ai nostri sentimenti e poi… un uomo che piange per amore è, forse, l’espressione più aulica dell’amore stesso! E poi lo cantava anche Battisti…

   A parte questo, come molti di voi avranno notato, i capitoli sono decisamente più corti rispetto ai miei soliti standard, bene, è tutto voluto. Mi sono resa conto che con capitoli brevi per me che scrivo, e per voi che leggete, è più semplice tenere il passo con la fanfiction. In futuro, forse, ci saranno capitoli più lunghi ma per il momento non aspettatevi nulla di più tre o quattro pagine di Word. Se vi ho delusi vi chiedo scusa, ma solo così riesco a prestare la giusta attenzione ai dettagli e cercare di aggiornare con una certa frequenza!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

-         MIKAYLA: ciao. Prima di tutto ti ringrazio per aver commentato. Se non sbaglio, se così fosse ti chiedo scusa, è la prima volta che recensisci un mio elaborato e di questo te ne sono grata anche perché sei una delle mie autrici preferite! Per quel che riguarda questo racconto è un’idea che mi frulla già da un paio di anni per la testa. Ho solo deciso di mettere nero su bianco quello che ho sempre immaginato. Se ricordi, già ai tempi della tua fanfiction “Casi della vita”, ti avevo detto che non mi era piaciuto il modo in cui veniva presentato il rapporto tra Usagi e Chibiusa, in questa mia rivisitazione della serie cercherò di modificare anche questo, nulla di drastico, ma darò maggiore rilievo a quello che Usagi prova per la piccola Chibiusa. Sono contenta che il primo capitolo – prologo – ti piaccia, spero che questo non ti deluda;

-         ELLEPHEDRE: Ciao anche a te. Ti ringrazio per quel che mi hai scritto nella recensione. La punteggiatura è il mio tallone d’Achille, non che nel resto io sia eccelsa, ma con i segni grafici della punteggiatura… è una lotta continua. Ci provo, leggo e rileggo, e forse l’errore è proprio questo: rileggere troppe volte ciò che scriviamo fa saltare fuori sempre orrori nuovi! Se vorrai, e se avrai tempo, io sono sempre pronta ad accettare qualsiasi forma di aiuto, dalle correzioni ai consigli, non si smette mai di imparare. Immagino che anche qui la punteggiatura abbia fatto di testa sua quindi, se hai altri suggerimenti, spara pure;

-         NEPTUNE87: ciao Cri! Sono felice che la rivoluzione che ho apportato sia di tuo gradimento. Mi chiedo cosa penserai di questo capitolo dove si scopre un Mamoru molto più uomo ed una Usagi molto più st***za! Mi censuro da sola! Adesso vado dalle altre, un bacio;

-         HATORI: Tania allora ti ho sorpresa? Ho scritto una nuova storia e non ti ho detto niente! Hai visto? Adesso però io mi aspetto lo stesso da te, stupiscimi, non ti chiedo altro! E poi… chi si vuole liberare di te? Come faccio io poi su Faccia di Libro (meglio noto come FaceBook), con chi parlo? Con chi scambio i quiz che mi fanno sentire bellissima anche se non lo sono? Tania non abbandonarmi! Mi chiedi cosa è successo? Ma secondo te, posso risponderti? Certo che no altrimenti poi finisce che non segui più la fanfiction. In questo capitolo non succede praticamente nulla se non uno spiraglio su quello che è lo stato d’animo di Mamoru, mi dirai cosa ne pensi? Spero proprio di sì;

-         DOLCEBUNNY: secondo te è possibile che mi possa dimenticare di una delle mie lettrici più assidue? È impossibile! Come stai? È da tanto che non ti vedo bazzicare per il sito! Guarda, se serve a tranquillizzarti, al momento l’altra mia long – Sailor Moon – è ferma ai box perché non so come continuarla, ma non ho certo intenzione di lasciarla lì in eterno! Ti faccio i complimenti perché tra tutte quelle che hanno commentato, sei stata la sola ad essere arrivata a questa assurda conclusione, dimmi un po’, ma si intuiva qualcosa da ciò che ho scritto? Mi fai arrossire con tutti questi complimenti: non scrivo cose banali… bhè se lo dici tu ti credo! Qui hai avuto la risposta a parte delle tue domande, visto come reagisce il nostro Mamoru? È umano e, a mio modo di vedere, incredibilmente romantico, forse troppo. Tu cosa ne pensi? Spero possa trovare il tempo di lasciare ancora una recensione, altrimenti, spero tu possa continuare a leggere, un bacio alla prossima;

-         MARYUSA: ciao! La scelta di cambiare i ruoli, Mamoru lasciato ed Usagi che lascia, nasce dal mio essere femminista fino al midollo come mi ripete tutti i giorni il mio ragazzo. Sono contenta che la storia ti piaccia e spero che ti piaccia anche questo, seppur piccolo, capitolo;

-         JAJ984: adesso ti farò una domanda che certamente ti sconvolgerà! Ma sei la mia Ily di Facebook? Il mio intuito mi porta a pensare di sì (anche perché ho dato una sbirciatina al tuo profilo qui su EFP!)… a parte questo… bhè stavolta non è colpa d Gigi, ma del suo clone, la canzone è sua, anche se… già, è stata scritta proprio da lui! Comunque, a parte questo, la fanfic non ha nulla a che vedere con il testo della canzone, questo è un punto che tengo a precisare! Per quel che riguarda questo elaborato (mi sono fissata con questo sostantivo, sarà difficile centellinarne l’uso!) hai detto bene: sarà Usagi a dettare le regole, cosa che puntualmente avviene in tutte le mie fic dove per protagonista ci sono sempre e solo le donne! Girls Power…

-         LUISINA: grazie per i complimenti, sono sempre bene accetti. Francamente, sarà che sono molto autocritica nei miei confronti, ma io questi miglioramenti, purtroppo, non li vedo. Anzi, ad essere sincera, credo di aver avuto un’impennata ma verso il basso. Non riesco ad esprimermi come vorrei e le similitudini, ho come la sensazione, che siano sempre le stesse… trite e ritrite… ma le tue parole mi incoraggiano. Grazie! Per quel che riguarda Gigi D’Alessio… ti do perfettamente ragione e poi… com’è che tratta sempre lo stesso tema nelle canzoni? Sempre la stessa melodia? Sempre la stessa intonazione? Cambia ti prego! Per quel che riguarda il capitolo… non so con esattezza cosa accadrà in seguito, ho cambiato idea anche sul perché Usagi abbia lasciato Mamoru… vedremo cosa mi verrà in mente, magari ascolterò qualche canzone di Anna Tatangelo, che ne sai può essere che mi venga in testa qualcosa di nuovo! Aspetto un tuo commento, alla prossima;

-         ISA1983: hai usato la frase che più mi terrorizza… già letta… ho il terrore di scrivere qualcosa di prevedibile e scontato oltre che… letto! Per questa ragione, gli aggiornamenti saranno sporadici, ho intenzione di stare attenta a ciò che scriverò perché non voglio risultare ripetitiva. Vanità? Presunzione? Forse, ma lo faccio anche per chi legge, evito di propinargli sempre le stesse storie! Per quel che riguarda questo capitolo, spero di essere stata all’altezza delle tue aspettative. Grazie per aver lasciato una recensione, alla prossima!

 

   Con questo ho finito i ringraziamenti per le recensioni ma non ho ringraziato chi ha inserito la fanfiction tra le seguite, a questo punto devo dire grazie a:

 

-         ELLEPHEDRE;

-         HATORI;

-         JAJ984;

-         LUCIADOM (spero di poter leggere anche una tua recensione);

-         MARY85; (stesso discorso fatto a Luciadom, spero di poter leggere anche una tua recensione);

-         MIKAYKA.

 

   Ultimo ringraziamento all’unica persona che ha inserito la fanfiction tra le preferite, _ MADDY _ come per Luciadom e Mary85 mi auguro, un giorno, di poter leggere anche una tua recensione! Ancora un grazie, e stavolta è l’ultimo, alle 236 anime pie che hanno letto il primo capitolo. Grazie di cuore. Al prossimo aggiornamento che non so proprio quando sarà!

 

P.S. la canzone che ha ispirato il primo capitolo di questa fanfiction è “Non riesco a farti innamorarecantata da Sal da Vinci da me ribattezzato Gigi D’Alessio2. Questa è una precisazione perché ho letto che molte criticano Gigi D’Alessio, non vorrei aver fatto un po’ di confusione, a meno che… dite la verità, siete tutte ammiratrice sfegatate di Sal Da Vinci, vi ho scoperto, vero? Comunque adesso vi lascio davvero, alla prossima!

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


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Capitolo III

 

  Era finita.

   Avevano vinto.

   Il Dark Kingdom era stato annientato.

   Adesso desiderava per sé, e per tutte le persone a lei care, una vita normale.

   Solo la normalità.

 

§§§§§

 

       - Ho voglia di un gelato. Un enorme gelato con tanta panna montata e le scaglie di cioccolato… e poi anche il cioccolato fuso. Una coppa enorme.

       - E di grazia, mia dolce principessa, di che gusto vuole il suo gelato?

       - Non saprei… cioccolato… no, no, meglio fragola. Sì, fragola. Un’enorme coppa fragola, panna, scaglie di cioccolato e cioccolato fuso…

   Mamoru tratteneva con difficoltà le risate. Era bello vedere Usagi così piena di vita. Così felice, eppure… eppure aveva rischiato di perderla.

   Il potere del Dark Kingdom lo aveva soggiogato a tal punto da levare la sua spada contro quella ragazza all’apparenza così fragile ma che dentro di sé, nel profondo del suo animo, nascondeva un potere incredibile. Come aveva potuto? Il potere di Beryl lo aveva stregato, manipolato, ammaliato.

       - Terra chiama Mamoru. Terra chiama Mamoru… ci sei? 

   Il tocco lieve di Usagi servì a farlo tornare al presente, troppo spesso i ricordi del passato lo tormentavano senza dargli tregua.

       - Non farlo mai più.

   La voce di Odango aveva perso la sua naturale tonalità allegra per acquistarne una più dura, più matura. Forse, fin troppo matura per quella semplice diciottenne.

       - Non permettere al passato di interferire con il presente.

   La guardava senza riuscire a parlare. Come spesso capitava era riuscita a comprendere cosa turbava il suo animo. Era riuscita a comprendere cosa effettivamente lo tormentava, solo guardandolo.

       - Non accadrà più, non temere mia dolce Odango.

   Il sorriso che illuminò il viso di Usagi fu il regalo più bello che Mamoru potesse desiderare.

       - Bene… ed adesso andiamo a prendere questa coppa gelato altrimenti svengo!

   Tirando Mamoru per un braccio lo trascinò verso il bar in cui lavorava Motoki e poi… poi un’esplosione proveniente proprio dal parco dove erano stati fino a pochi minuti prima.

   Senza perdere tempo, senza neanche chiedersi se era il caso di intervenire, iniziarono a correre in direzione del parco da dove una colonna di fumo nero si levava alto verso il cielo.

 

   Non poteva essere.

   Non era possibile.

   Non ancora.

   Lei voleva una vita normale.

   Erano questi i pensieri che affollavano la sua mente nella corsa che la portava sempre più vicina al centro dell’esplosione. Ogni tanto lanciava delle rapide occhiate a Mamoru senza farsi vedere. Cercava di capire cosa pensasse il giovane ma il suo viso non tradiva nessuna emozione. Era concentrato, forse anche lui si chiedeva cosa voleva dire quella esplosione.

   Non poteva essere un nuovo nemico.

   No. Non poteva lottare ancora.

   Non avrebbe retto. 

   Lei non voleva più lottare. Mai più.

   Arrivarono presto al parco. Il respiro corto ed il sangue che pulsava veloce nelle vene. Si guardarono attorno ma non videro nulla, a parte la devastazione provocata dall’esplosione. Poi fu un attimo, come un sibilo. Il tempo di mettersi uno accanto all’altra. Il tempo di tentare un’estrema difesa. Il tempo di sfiorarsi le mani, ed ecco una nuova esplosione.

 

   Quando riprese controllo del suo corpo non capì esattamente cosa fosse accaduto. Ricordava di essere in centro con Mamoru dopo una passeggiata al parco. Erano diretti da Motoki e poi? Lentamente, con uno sforzo enorme, riuscì ad aprire gli occhi. Era indolenzita. I muscoli facevano un male atroce. La testa le stava scoppiando.

   Un peso gravava sul suo corpo, cercò di alzarsi ma con scarsi risultati. Ritentò una seconda volta e stavolta, con grande sforzo, riuscì nel suo tentativo scansando quel qualcosa che le impediva i movimenti. Si guardò attorno e, in quel momento, preferì non averlo mai fatto.

   Voleva tornare nel suo letto.

   Voleva non essersi svegliata.

   Voleva chiudere gli occhi e tornare a dormire.

   Non era possibile. Non di nuovo.

   Alla sua destra giaceva il corpo di Mamoru. Trattenendosi dallo scoppiare in lacrime, si avvicinò al corpo del ragazzo e lo mosse leggermente senza ottenere risultati. Ritentò ancora con più forza ma, nuovamente, non ottenne nessun movimento. Tra le mani del ragazzo un bocciolo di rosa, rossa,  come il sangue versato da Mamoru.

   Usagi prese il fiore e lo portò al petto, lo strinse forte pungendosi con una delle spine. Il suo sangue si andò a mischiare a quello di Mamoru. Si chinò sul corpo del suo principe e lo chiamò.

       - Mamoru… Mamoru… svegliati, non farmi questi scherzi. Non mi piacciono. Mamoru apri gli occhi. Adesso basta.

   Scuoteva il corpo immobile di Mamoru ed intanto le lacrime uscivano senza freni, non era riuscita a trattenerle.

   Una risata squarciò l’aria.

   Una risata aspra.

   Una risata cattiva.

   Una risata crudele.

   Alzò il viso rigato di lacrime e si guardò attorno spaesata. Si alzò tremante stringendo tra le mani la sua spilla di trasformazione e la rosa di Mamoru. La risata continuava a riempire l’aria ma non si capiva da dove provenisse.

       - Dove sei! Fatti avanti!

   Urlava con tutto il fiato che aveva in gola, la voce arrochita dal pianto. Un’altra esplosione, poi di nuovo il buio.

 

   Aprire gli occhi stavolta fu meno faticoso.

   Non sentiva più nulla.

   Nessun dolore.

   Solo la pace che regnava in quel luogo.

   Un luogo privo di spazio, un luogo privo di tempo.

   Attorno a lei il nulla.

   Un nulla fatto di oscurità. Silenzio. Staticità.

       - È finita.

   Fu questo il suo primo pensiero. Il suo corpo fluttuava leggero in quella dimensione a lei ignota. Portò le braccia al petto e si strinse in un abbraccio. Piegò le gambe sulle cosce ed iniziò a dondolarsi in quella che era la posizione che assumevano i bambini nell’utero materno. Iniziò a piangere tutte le sue lacrime. Era finita. Non era riuscita a proteggere Mamoru. Aveva abbandonato le sue amiche. Non era riuscita in nulla.

       - Serenity…

   Una voce leggera, lontana, lieve che riusciva a far vibrare le corde della sua anima.

   Una voce che illuminava il buio di quella dimensione.

   Una voce che riempiva il silenzio di quel luogo.

   Una voce che riusciva a spezzare  la staticità di quel posto.

   Alzò il capo e si guardò attorno. Il nulla era ancora attorno a lei, dentro di lei.

       - Sailor Moon…

   Ancora quella voce. Lontana eppure vicina.

   Sconosciuta ma allo stesso tempo familiare. 

       - Chi sei?

   Un flebile lamento che non mutò l’ambiente attorno a lei.

       - Non importa chi sono.

       - Chi sei?

   Stavolta la sua voce si propagò con la sua eco per tutto lo spazio circostante. I pugni stretti, le lacrime rapprese sul viso.

       - Usagi…

       - Dimmi chi sei?

   L’urlo di Usagi fu simile al ruggito di una belva ferita. Un ruggito seguito da un’esplosione di energia partita proprio dal suo esile corpo . Solo quando il respiro si fu regolarizzato la voce tornò a parlare.

       - Io sono te…

   La ragazza non si mosse. Non un muscolo. Rimase immobile in attesa che la voce continuasse a parlare.

       - Sono Usagi. Sono Sailor Moon. Sono Serenity.

   Usagi rimase immobile stordita dalle parola di quella che si dichiarava essere se stessa.

       - Parla, ti ascolto.

   La sua voce adesso era incerta. Aveva perso quel tono adirato che aveva avuto poco prima dell’esplosione di luce. Sembrava… incuriosita.

       - Combatti.

       - Cosa vuoi dire. 

   La sua voce si perse nell’infinità di quel luogo. Si guardò a destra ed a sinistra ma non trovò nulla. Nessun punto di riferimento. Nulla che le facesse comprendere dove si trovasse. Era solo il buio, vasto, sconfinato, illimitato, oscuro.

   Provò a richiamare ancora la voce ma senza risultati. Poi un dolore improvviso la costrinse a piegarsi su se stessa.

   Si sentiva trascinare via da una forza lontana. Si sentiva portare via da quel luogo che, nonostante le tinte cupe, le dava un senso di protezione. Chiuse gli occhi e cercò di aggrapparsi alla voglia di restare lì ma non servì.

   Solo quando si rese conto che resistere non faceva altro che contribuire ad aumentare il dolore, decise di lasciarsi andare. Chiuse gli occhi e restò ferma. Prima di perdere nuovamente il contatto con quella realtà sentì ancora una volta la voce.

       - Combatti per Mamoru. Non arrenderti mai.

 

   Quando riaprì gli occhi si trovava nel suo letto.

   Era stato un incubo.

   Si mise a sedere respirando profondamente.

   Solo allora si accorse della rosa che stringeva al petto.

   La rosa rossa in cui il suo sangue e quello di Mamoru si erano saldati in un unico colore.

 

L’angolo dell’autrice

 

   Dopo molto tempo torno ad aggiornare questa fanfic. Lo avevo detto che gli aggiornamenti sarebbero stati sporadici, lo studio in questo momento ha la priorità considerando il fatto che tra otto giorni avrò un importantissimo esame…

   Passiamo alla storia che stavolta sembra essere davvero iniziata.

   Finalmente si è capito cosa è successo. Un nuovo nemico. Chi è? Non si sa… ma si è capito che è molto potente.

   Non so se ve ne siete accorti ma ho deciso di seguire quello che è il manga originale dove di Ali ed Ann non si fa alcun riferimento. Il Dark Kingdom è stato sconfitto e tutti hanno mantenuto inalterati i propri ricordi.

   Per quel che riguarda Usagi, se avete notato, ho mutato la sua età rendendola maggiorenne. Questo vuol dire che Mamoru avrà vent’anni e sarà iscritto al college mentre Usagi, e con lei tutte le altre, sarà impegnata con l’ultimo anno delle scuole medie superiori. Perché tutto questo? Dato che non so se nella storia aggiungerò delle scene a sfondo sessuale, e non volendo correre il rischio di venir meno al regolamento, cambio l’età dei personaggio et voilà, il gioco è fatto!

   Passo rapidamente ai ringraziamenti che sono davvero tanti!

 

RINGRAZIMENTI:

 

- JORDY KLEIN: grazie per i complimenti, sei la prima a dirmi che ho talento. La cosa non può che rendermi felice. Spero, però, che questo terzo capitolo non faccia precipitare le mie quotazioni. Alla prossima!

 

- NEPTUNE 87: ciao Cri! Cavolo, non volevo farti piangere, non era mia intenzione ma non nego che questo non mi faccia piacere; questo vuol dire o che tu ti sei immedesimata sino a tal punto nel personaggio di Mamoru tanto da rendere tue le sue sofferenze, oppure sono stata io a far trasparire la sua sofferenza e a fartela percepire… in entrambi i casi, un po’ di merito mio c’è! Usagi più st***za del solito è necessario altrimenti come fa a lasciare Mamoru? In questo capitolo si è capito cosa ha spinto la nostra eroina ad un passo simile, mi auguro che questo non ti abbia fatto perdere l’entusiasmo dei primi due capitoli. Adesso chiudo! Un bacio alla prossima e speriamo di beccarci in chat!

 

- ISA 1983: ciao. Tranquilla, era solo un modo dire, non preoccuparti. Per quel che riguarda l’originalità… lasciamo perdere. Come hai potuto vedere Usagi lascia Mamoru per proteggerlo e non per altre ragioni! Non lo dice chiaramente ma si intuisce. Per quel che riguarda Usagi, in questo capitolo, non ho reso i suoi sentimenti come ho fatto per Mamoru. Ho intenzione di farlo in un capitolo a parte. Un capitolo tutto per lei, un po’ come ho fatto per Mamoru. Spero solo che adesso che sai cosa ha spinto Usagi a mollare il suo principe tu, di conseguenza, non sarai tu a decidere di mollare la storia… dai scherzo (o forse no) anche adesso. Alla prossima!

 

- LUCIADOM: non preoccuparti. Capisco quello che vuoi dire e non hai nulla di cui tu debba scusarti. Lo studio viene prima di tutto, qui si viene solo per stare insieme in allegria, nulla di più. Io sono per il proverbio “prima il dovere e dopo il piacere” e dato che scrivere è un piacere lo faccio solo quando posso! Per quel che riguarda invertire i ruoli ed il motivo, finalmente, in questo capitolo è stato svelato il mistero. Nulla di diverso dall’originale, a parte ciò che capiterà nei capitoli a venire. La punteggiatura è una spina nel fianco, non una pecca. A volte non mi fa dormire la notte, o per meglio dire, quando lo studio non mi fa chiudere occhio allora, girandomi e rigirandomi nel mio letto, penso alla punteggiatura… sto impazzendo. Sclero a parte, se non ricordo male, in una delle risposte alle recensioni a “Sailor Moon” ti avevo ringraziato per aver commentato, se così non fosse lo faccio adesso. Grazie per aver trovato un po’ di tempo anche per le vecchie fanfiction! Adesso ti saluto e se hai tempo, ma solo se ne hai, commenta anche questo. Alla prossima!

 

- JAJ984: Ili cara che piacere rivederti e ribeccarti. Come detto a Tanya su FB ormai latito da un po’, per meglio dire ci sono ma non intervengo più di tanto… sei stata la sola a percepire un po’ del dolore di Usagi, credevo di non esserci riuscita ed invece tu l’hai beccata, quella frase, la sola che fosse scritta riferita ad Usagi ( Mamoru avvicinò il suo viso a quello di lei. Usagi si scansò, non voleva contatti con lui, quello era già tanto, troppo…)! Almeno non sono così penosa come credevo! Per quel che riguarda Mamoru… uomini del genere sono rari io credo di averlo trovato e me lo tengo stretto. Parlando del motivo che ha spinto Usagi a lasciare Mamoru mi spiace averti delusa, ma è lo stesso. Lo vuole salvare, ma qui c’è una piccola differenza, vediamo se la si capisce (dai è scritta nel capitolo stesso).

   Per quel che riguarda Sal da Vinci non lo conoscevo prima di Sanremo, non lo conosco neanche dopo, devo documentarmi. Con questo chiudo anch’io l’argomento. Adesso ti saluto. Un bacio alla prossima!

 

 

- MARYUSA: mi sa che questa storia non dovevo intitolarla Sailor Moon la luna splende, ma La rivincita di Usagi… detto tra noi, anch’io ho scritto questa storia per far riscattare Usagi! Per quel che riguarda la sofferenza di Mamoru non posso prometterti nulla, abbiamo visto come è cambiata Usagi quindi ci possiamo aspettare di tutto da lei. Adesso ti saluto, alla prossima!

 

- HATORI: Tanya cara, visto che regalino. Non ti dico niente e puff… aggiorno la mia storia. Sorpresa? Un pochino? Dai scherzi a parte, in questo periodo ci siamo beccate poco anche perché sono stata poco al pc. Oggi però è domenica e mi posso prendere un paio di ore per me! E poi chi è che si vuole sbarazzare di una sanguisuga (ed ingenua come dice il nostro amico FacciaDiLibro, per chi non capisse parlo di Facebook) dolce come te? I capitoli sono più corti, ma ti giuro ci metto lo stesso impegno cercando di renderli il più veri possibile! Guarda, in questo momento, faccio soffrire Mamoru perché lui ha fatto soffrire Usagi, se lo merita così capisce cosa vuol dire tenere nascosta la verità… torniamo serie… è necessario che Mamoru soffra altrimenti come faccio a incuriosire le lettrici come te? Con Mamoru non ho esagerato perché non mi sembrava giusto e poi non potevo certamente farlo piangere come un bimbetto dell’asilo… ha vent’anni, non dimentichiamolo. Ho cercato di rendere la sua sofferenza umana, vera. Io credo che quando si ami davvero non ci si debba vergognare di capire e chiedere il perché la persona che ci sta al fianco abbia deciso, dall’oggi al domani, di lasciarci. È un nostro diretto sapere. Non è così? Spero che questo capitolo ti abbia soddisfatta tanto quanto i precedenti. Adesso ti mando un grosso bacio, alla prossima…

 

- MIKAYLA: ciao! Visto, la volta scorsa ho aggiornato in fretta mentre per questo terzo capitolo ti ho fatto penare un po’ di più. Hai ragione tu, hai commentato No sense, è la mia memoria che perde colpi. Per quel che riguarda il rapporto Usagi-Chibiusa, hai azzeccato il mio intento: voglio modificare il loro rapporto ma non solo quello. Voglio che Usagi si comporti un po’ più da madre, un po’ meno da sorella gelosa. Ho intenzione di mantenere inalterato il carattere di Chibiusa che è pur sempre una bambina di sei anni, ma allo stesso tempo la voglio meno antipatica… secondo me, la trasposizione manga-anime ha reso Chibiusa una piccola peste antipatica ai più! Finalmente la storia decolla. Un nuovo nemico, molto potente ha attaccato. Usagi e Mamoru non hanno avuto neanche il tempo per intervenire che già erano stati messi k.o. Per quel che riguarda Usagi, nel prossimo capitolo, finalmente, scopriremo (mi metto anch’io tra i lettori) come sta la nostra Odango… sono, in ogni modo, felice che il capitolo ti sia piaciuto e spero che questo possa piacerti quanto il precedente. Alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: ti ringrazio per la mail, quanto prima andrò a correggere gli Orrori di punteggiatura (domandone, riuscirò mai a capire come utilizzare le virgole i punti e compagnia bella? Ai posteri l’ardua sentenza!)… per quel che riguarda me, io credo di non aver mai avuto un buon rapporto con i segni della punteggiatura. Devi sapere che appena finisco di scrivere una frase la prima cosa che faccio è salvarla e rileggerla cercando di correggere laddove vedo qualche errore, ma credimi, la punteggiatura… mi fa tremare! Non ci riesco! Per quel che riguarda la terza persona… ho sempre scritto le mie storie utilizzando la prima persona, la scelta della terza persona è stata una sfida che mi sono lanciata da sola, un modo per valutare le mie vere capacità. Il  motivo per cui ho deciso di descrivere in modo particolareggiato l’ambiente che circonda Mamoru, come già ho spiegato a Luisina, è voluto. È come se Mamoru, concentrandosi sull’ambiente intorno a lui, cercasse di riempire il vuoto lasciato da Usagi, ma a quanto pare non sono riuscita a far trasparire queste mie intenzioni. Vorrà dire che mi impegnerò maggiormente la prossima volta! Lo sviluppo della trama è arrivato, anzi, è iniziato. Da qui, scherzi del mio cervello a parte, dovrei riuscire a portare avanti la storia! Spero che questo capitolo, Orrori a parte, sia di tuo gradimento, quanto prima (leggasi oggi pomeriggio) cercherò di commentare il tuo nuovo capitolo, che tanto nuovo non è più! Alla prossima!

 

- LUISINA: ti ringrazio per i complimenti non posso che esserne felice… il parere di voi lettori è molto importante per me, mi permette di capire dove sbaglio ed in cosa mi posso migliorare. Per quel che riguarda la tua recensione, hai centrato in pieno il contenuto del pensiero. Il vuoto che Usagi ha lasciato, o se vogliamo ha creato, nella vita di Mamoru. La decisione di non concentrarmi sui sentimenti ma solo sull’ambiente è stata voluta sin dal principio. È come se Mamoru, concentrandosi sull’ambiente intorno a lui, cercasse di riempire il vuoto lasciato da Usagi. I pensieri di Usagi non sono in questo capitolo, probabilmente saranno nel prossimo capitolo, ma non ne sono sicura. L’idea di partenza sta mutando man mano che scrivo i capitoli. Ho reso Usagi con un carattere diverso dopo che ha lasciato Mamoru ma, come puoi aver intuito in questo capitolo, ho cercato di renderla, almeno prima dell’esplosione la stessa Usagi che abbiamo sempre letto nei manga. Solare, allegra, dolce e comprensiva. Spero solo che, con quelle semplici battute, di essere riuscita a rendere giustizia al suo personaggio. Dopo che lascia Mamoru cambia, in peggio se vogliamo, ma credo che questo sia necessario. Come può lasciare Mamoru e mostrarsi con lui sempre la stessa? Il suo mutamento è stato una naturale conseguenza. Spero di averti incuriosito con questo nuovo capitolo, alla prossima!

 

Credo di aver detto tutto ringrazio le 10 persone che mi hanno inserito tra i preferiti:

 

- ANGELINA93;

- BELLA95;

- BIMBASTUPENDA;

- CHICHILINA;

- FEFERICA;

- ILARY;

- JORDY KLEIN;

- ROMANTICGIRL;

- STELLA93MER;

- _MADDY_.

 

 

A queste devo aggiungere le otto persone che hanno inserito la fanfic tra le seguite:

 

-         ELLEPHEDRE;

-         HATORI;

-         JAJ984;

-         LUCIADOM;

-         LUISINA;

-         MARY85 (spero di poter leggere anche una tua recensione);

-         MIKAYKA;

-         SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE (spero di poter leggere anche una tua recensione).

Alla prossima!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Nuova pagina 1

Capitolo IV

 

   Dopo essersi resa conto della rosa, non poté fare altro che iniziare a piangere. Le immagini del corpo senza vita di Mamoru erano impresse a fuoco nella sua mente. Sentiva l’aria mancarle. No, non poteva essere. Era solo un incubo.

   Era stato un incubo.

   Doveva necessariamente essere un incubo.

   Quella rosa sicuramente era un regalo di Mamoru. Un regalo che Mamoru le aveva portato mentre lei dormiva. Sì, era certamente così.

   Si voltò in direzione di Luna che dormiva ancora. La micia non aveva sentito i suoi movimenti, meglio così, non voleva parlare con nessuno in quel momento. Aveva bisogno di un bicchiere di acqua, quell’incubo l’aveva scossa parecchio. Doveva riordinare le idee.

   Teneva ancora la rosa in mano quando si alzò dal suo letto. La prima cosa che avvertì, appena i piedi toccarono terra, fu uno strano formicolio al fianco sinistro.

       - Una puntura di insetto…  

   Si portò davanti lo specchio della sua stanza ed alzò l’orlo del pigiama e… rimase sconvolta.

   Era quasi riuscita a convincesi del fatto che si trattasse di un incubo adesso, però, si vide costretta a ricredersi. La rosa che stringeva in mano ma, più di ogni altra cosa, la cicatrice che le attraversava il fianco la costrinsero a rivedere le proprie idee. Non si trattava di un incubo.

   Nel suo sogno ricordava nitidamente quella ferita. Era uno squarcio grondante sangue che le attraversava il fianco, da sotto il seno sino all’inguine.

   Cosa stava succedendo? Come era possibile? Era certa che prima di coricarsi non aveva nulla di simile.

       - Usagi come mai già sveglia?

   La voce di Luna la fece sussultare. Immediatamente si coprì il fianco impedendo alla micia di vedere lo sfregio che le era apparso nella notte.

   Si girò verso la gatta cercando di apparire il più normale possibile. Almeno per il momento, non voleva far preoccupare nessuno. Doveva capire cosa significava quell’incubo anche se, con il passare dei minuti, era sempre meno convinta di aver sognato tutto.

       - Niente di particolare. Ho avuto un incubo, mi sono immaginata brutta e grassa e sai… la paura mi ha svegliata.

   Non era certo originale come scusa ma Luna sembrava averla bevuta.

       - Benedetta ragazza… se mangiassi un po’ di meno questi incubi…

   Ma non riuscì a finire la frase perché Usagi era uscita di corsa dalla stanza diretta in bagno. Aveva bisogno di osservare quella cicatrice.

   Doveva studiarla.

   Doveva comprenderla.

   Soprattutto, doveva dimostrare che era impossibile che fosse ricollegata al suo incubo.

   Incubo.

   Incubo.

   Incubo.

   Quello era solo un incubo.

   Niente di più.

   Lei aveva sognato tutto.

   Quella cicatrice, quello sfregio, era solo suggestione.

   Dopo un bagno non avrebbe avuto più nulla. Nulla di nulla.

 

 

 

   Era sotto il getto dell’acqua già da un pezzo. Strofinava energicamente il fianco nella speranza che la cicatrice sparisse. Più strofinava e più il segno rosso diventava evidente, come a volerle dimostrare che era vero.

   Reale.

   Ma lei non poteva arrendersi in quella maniera.

   Continuava imperterrita, la pelle circostante arrossata a causa dello sfregamento della spugna.

   Gli occhi fissi sul segno.

       - Perché non sparisci…

   La voce roca per via delle lacrime che stava trattenendo.

   Solo dopo altri interminabili minuti, e dopo altro sfregare, lasciò cadere la spugna in terra e, con essa, tutte le sue speranze. Quella cicatrice era reale. Il suo incubo… non era stato un incubo.

   Si piegò sulle ginocchia e si accucciò sulla piattaforma della doccia. L’acqua calda continuava a colpirla con il suo getto.

   Non piangeva.

   Non voleva farlo.

   Non doveva farlo.

   Doveva essere forte.

   Doveva trovare una soluzione.

   Ma le lacrime ebbero, ugualmente, libero corso.

 

 §§§§§

 

   Era una giornata splendida. L’estate era ormai alle porte. I ciliegi in fiore profumavano l’aria tiepida. Il tempo dei maglioni di lana era passato. I vestiti diventavano leggeri e colorati. Nell’aria si respirava già la vitalità regalata dalla bella stagione.

   Ma non per tutti era così.

   Usagi si dirigeva, a passo lento, verso il parco dove avrebbe incontrato Mamoru. Doveva necessariamente parlarne con lui. Era l’unica cosa da fare. Dovevano capire, insieme, cosa era accaduto. Come era possibile che un incubo le lasciasse addosso delle cicatrici così evidenti. Forse Mamoru aveva la soluzione a tutti i suoi problemi. Doveva essere necessariamente così.

 

   Arrivò sul luogo dell’appuntamento con dieci minuti di anticipo ma non si stupì di trovarvi Mamoru. Sorrise al ragazzo e percorse gli ultimi metri che li separavano di corsa. Non voleva fare altro che stringerlo, sorprendendo non poco il ragazzo.

       - A cosa devo tutto questo slancio?

   Mamoru, come risposta, ricevette un altro abbraccio.

       - Adesso sì che mi preoccupo! 

   Il ragazzo spostò Usagi quel tanto che gli permettesse di guardarla negli occhi. Occhi che la ragazza si ostinava a tenere fissi sul terreno.

       - Odango cosa c’è?

       - Possiamo andare da qualche parte più… isolata?

   Mamoru sollevò un sopracciglio perplesso. Cosa era accaduto?

       - Certo, se vuoi possiamo andare verso il laghetto. Lì è più ritirato.

       - No. Preferirei… preferirei casa tua.

   Mamoru si irrigidì. Usagi non gli aveva mai chiesto di andare a casa sua e lui non aveva mai fatto pressioni perché questo avvenisse ma adesso, come doveva comportarsi?

   Osservò il viso teso di Usagi e comprese che qualcosa di importante turbava la bionda. Qualcosa che andava al di là dei soliti problemi che una qualsiasi diciottenne potesse avere. Strinse la sua mano cercando, con quel semplice gesto, di trasmettere tutto il suo amore.

       - Certo. Andiamo.

 

 §§§§§

 

   L’appartamento di Mamoru era molto luminoso, fu questo il primo pensiero di Usagi. Quell’abitazione le dava un senso di protezione e sicurezza anche se era la prima volta che vi metteva piede. Lungo la strada che dal parco li conduceva all’abitazione, l’unico pensiero della bionda era stato come spiegare a Mamoru ciò che le era accaduto ma adesso… adesso che si trovava lì, si sentiva parecchio imbarazzata e, per il suo ragazzo, non era diverso.

       - Posso offrirti qualcosa da bere?

   Mamoru si era avvicinato ad Usagi che era scattata come un fulmine raggiungendo il lato opposto della stanza. Era imbarazzante, dannatamente imbarazzante.

   Si trovava a casa del suo ragazzo. Per la prima volta in vita sua si trovava sola, davvero sola, con Mamoru. Aveva sognato mille volte quel momento ma non si aspettava certo che fosse quello il motivo che li avrebbe spinti a ritrovarsi in quella situazione.

       - No, grazie… posso sedermi?

       - Certo. Fai come se fossi a casa tua.

   Quella risposta invece di calmarla le aveva messo addosso altra ansia. Così non sarebbero andati da nessuna parte. Lei aveva bisogno di parlare con Mamoru. Aveva bisogno di sentirsi rassicurata.

   Si mise a sedere e cercò di radunare tutto il suo coraggio. Tutto d’un tratto non sembrava poi così geniale l’idea di andare a casa di Mamoru. Dovevano restare al parco e parlarne lì però, presto, le immagini di ciò che era capitato in quel giardino le tornarono in mente. Scacciò quei ricordi e prendendo a due mani il suo coraggio, iniziò a sbottonarsi la camicia.

       - Usagi cosa… aspetta… io…

   Mamoru si trovò colto alla sprovvista. Non poteva essere. Usagi non si stava spogliando davanti a lui. Non era così. Amava la sua ragazza ma sapeva che per lei era presto, troppo presto, per compiere un passo simile.

       - Ti prego Mamo-chan. È già abbastanza imbarazzante di suo… non complicare ulteriormente le cose.

   Il ragazzo si alzò e, in due falcate, la raggiunse. Posò le sue mani su quelle di lei e con voce bassa, forse a causa dell’imbarazzo oppure del desiderio, le chiese di fermarsi.

   Usagi arrossì non appena ebbe capito cosa aveva inteso Mamoru.

       - No! Cosa hai capito!

   Lo aveva quasi urlato ed istintivamente aveva portato le mani sui due lembi di camicia, ormai sbottonata, cercando di coprirsi.

       - Come? Scusa ti stai spogliando! Cosa avrei dovuto capire?

       - Io… oddio. Se non fosse perché ho troppa angoscia, mi metterei pure a ridere.

       - Ecco perché ti sto dicendo che possiamo aspettare. Quando io… tu… bhè quando… accidenti! Possiamo aspettare, non dobbiamo fare nulla che tu non vuoi!

   Mamoru appena finì di parlare sentì il cuore più leggero. Cercò gli occhi di Usagi e li trovò lucidi per via delle lacrime. Dopo pochi secondi si ritrovò a stringere, con un leggero imbarazzo, il corpo di lei scosso dai singhiozzi.

       - Calmati. È tutto passato. Non fare così!

   Stretta da Mamoru, Usagi continuava a piangere scotendo la testa in senso negativo. Nulla era finito. Erano all’inizio di una nuova guerra, lo sentiva.

   Solo quando si fu calmata riuscì a parlare.

       - Mamoru io… dovrei farti vedere una cosa. Ti pregherei di non interrompermi e, soprattutto, non fraintendermi... mettila così, vorrei un tuo parere medico.

       - Così mi preoccupi.

   La ragazza cercò di sorridere, ma con scarsi risultati. Chiuse gli occhi e, dopo un profondo respiro, tolse la camicia che aveva lasciato sbottonata.

   Mamoru si irrigidì ma solo per alcuni secondi. Usagi indossava quello che era un top, decisamente aderente, ma che  per fortuna copriva totalmente i suoi seni. Ciò non gli impedì, in ogni caso, di osservare attentamente il corpo della sua ragazza. Ragazza che, invece, restava ferma immobile nella sua posizione.

       - Ecco… io… vedi… non so…

   Usagi non riusciva ad articolare una frase di senso compiuto. L’imbarazzo era padrone del suo corpo. Strinse i pugni e cercò lo sguardo di Mamoru, solo quando lo trovò ritentò nuovamente. Doveva spiegare a Mamoru cosa le era preso altrimenti il ragazzo l’avrebbe reputata una pazza.

       - Vorrei che tu guardassi questa.

   Così dicendo, Usagi sollevò il braccio sinistro e lo portò sopra la testa mostrando, al futuro medico, il fianco dove si trovava la sua cicatrice.

   Gli occhi di Mamoru furono calamitati subito dalla linea bianca che solcava il fianco di Usagi. Un tratto verticale che partiva da sotto il seno per fermarsi all’inguine, almeno così credeva dato che la cintura della gonna gli impediva di vedere dove si fermava quella... cicatrice. Una cicatrice. Cercando di mantenere la voce ferma, Mamoru rispose.

       - È una cicatrice. Cosa c’è che non va?

   Guardò negli occhi Usagi aspettando la risposta.

       - C’è che ieri sera, prima di andare a dormire, non avevo nulla di simile.

       - Usagi è impossibile. Questa è una cicatrice vecchia. Non so con precisione quanto tempo…

       - Mamoru ti sto dicendo che ieri sera non c’era. Vuoi che non mi ricordi di una cosa tanto… vistosa?

   Sull’ultima parola Mamoru aveva avvertito tutta l’esasperazione della giovane. Usagi era sicura di ciò che diceva e non sembrava propensa ad accettare una risposta che mettesse in discussione ciò in cui credeva.

   Amava anche quel suo essere terribilmente cocciuta e, mentre si perdeva in queste congetture, la sua bocca parlò prima che il suo cervello realizzasse ciò che stava per dire.

       - Posso toccarla?

   Si morse la lingua non appena chiuse la bocca. Cosa diavolo gli era saltato in mente? Adesso cosa avrebbe pensato Usagi? Che voleva approfittare della situazione? No. Non era così, lui voleva toccare la cicatrice solo a scopo medico.

   Il cenno di assenso che ricevette da parte della giovane lo costrinse a mettere da parte tutti i suoi dubbi. Con la mano tremante sfiorò il fianco della sua ragazza.

   La superficie della cicatrice era liscia e la cute circostante era fresca. Non c’erano segni di infiammazione e nulla che potesse far pensare che quella cicatrice fosse recente.

   Nulla a parte l’espressione convinta di Usagi.

       - Cosa ne pensi?

   La voce incerta della sua ragazza lo fece distrarre dalle sue riflessioni.

       - Usagi non c’è nulla che confermi la tua idea.

       - E quindi?

   Quindi? Non ne aveva la più pallida idea.

       - Non lo so.

   Presa dalla stizza, la ragazza infilò velocemente la camicia ed iniziò ad abbottonarla senza far caso a nulla.

       - Perfetto! Ho capito! Grazie tante. Sono stata davvero una stupida a pensare che tu avresti potuto…

   Parlava talmente velocemente e si muoveva con talmente tanta foga da non far caso a nulla. Era già pronta ad andare se non fosse stato per Mamoru che le cinse le spalle con un braccio.

       - Usagi calmati, non ho detto che non ti credo!

       - Ed allora cosa vuol dire non lo so?

       - Che non so cosa pensare.

   A quelle parole Usagi sembrò calmarsi. Mamoru riprese a parlare notando la calma apparente della bionda.

       - Te la sei ritrovata così, dall’oggi al domani?

   Ed adesso veniva la parte difficile…

       - Sì, però… sediamoci così potrò spiegarti tutto con più calma.

   Si misero a sedere nello stesso divano. Usagi prima di parlare guardò fuori come se trovasse la risposta a tutte le sue domande solo dalla panoramica di Tokyo.

       - Stanotte ho fatto un sogno…

  

 

L’angolo dell’autrice

 

   Bene gente! Aggiorno a neanche una settimana dall’ultimo capitolo, sto migliorando… no, in realtà hanno spostato il mio esame di una settimana e dato che non mi sembrava giusto lasciarvi anche con questa fic in sospeso per molto tempo, ho cercato di aggiornare il più in fretta possibile. Passo direttamente ai ringraziamenti:

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- LUCIADOM: ciao! Capisco cosa voglia dire essere stanche a causa dello studio ma sta serena. Se studi con costanza riuscirai ad arrivare agli esami con la mente serena. L’ansia resterà perché è giusto che sia così. Lo studio, qualunque indirizzo si scelga, oltre ad essere un diritto è un dovere. Non si può essere iscritti all’università solo perché non si sa cosa si vuole dalla vita. Io personalmente mi impegno nel dare il massimo soprattutto per i miei genitori che fanno sacrifici per farmi studiare. Ma adesso basta con le mie paturnie altrimenti mi crederai una vecchia bavosa! Per quel che riguarda il manga, purtroppo, neanche io sono riuscita a leggerlo e, come te, mi sono documentata. Quelle che io riporto come differenze tra manga e anime le ho prese da un sito [questo è il link: http://www.sailormoon.it/] quindi non preoccuparti se non hai letto il manga, siamo sulla stessa barca. Riguardo alla punteggiatura non devi preoccuparti. Io non mi sono assolutamente offesa. Ho detto che è “una spina nel fianco” per farti capire che è proprio un dramma. Non credo che ci sia da offendersi quando si ricevono delle critiche – naturalmente queste devono essere scritte in modo garbato e non devono insultare l’autore, i lettori, i recensisti o altro – che, anzi, sono il pane quotidiano per ogni autore. Io, quando ricevo delle critiche, le analizzo per bene e cerco di trarre il massimo dalle parole che mi sono rivolte. Cerco di capire cosa vuole dirmi chi mi ha scritto e, soprattutto, cerco di applicare i consigli che mi vengono dati. In riferimento alla frase da te citata ti do ragione. Anche lì la punteggiatura deve essere modificata, i punti esclamativi danno enfasi, così come i punti di sospensione fanno intendere che il pensiero è frammentario, o per meglio dire, poco chiaro. Spero che questo capitolo, che è un salto indietro nel tempo come avrai notato, sia di tuo gradimento! Alla prossima ed in bocca al lupo per gli esami!

 

- SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE: benvenuta! I tuoi complimenti non possono che rendermi felice. Sei davvero gentile, spero che questo capitolo, dove ho cercato di essere anche un po’ più divertente, sia di tuo gradimento! Grazie ancora alla prossima…

 

- FEFERICA: ciao! Ti ringrazio per ciò che hai detto. Vorrei scrivere capitoli più lunghi ma credimi, preferisco spezzettarli almeno così posso aggiornare con maggiore frequenza e non lasciarvi più del dovuto con la storia in sospeso. I tempi si sono ridotti drasticamente e devo cercare di scrivere, studiare, andare ai diversi tirocini ed ogni tanto – molto spesso – dedicarmi alla mia famiglia ed al mio ragazzo altrimenti finisce che esaurisco! Grazie per i complimenti che non credo di meritare poi così tanto, non credo di fare chissà cosa, anzi questa fanfic mi sembra meno importante di altre che ho scritto! Immagino che se prima avevi qualche idea riguardo al perché Usagi abbia lasciato Mamoru adesso, dopo questo aggiornamento, ti ho messo nuovamente in confusione ma non temere. Il tempo di un altro capitolo, al massimo due, e alcuni misteri saranno svelati! Adesso ti saluto, scappo a rispondere alle altre così da cercare di aggiornare prima di domani!

 

- MARYUSA: ed eccoci arrivate al IV capitolo di questa fanfic che per me e per te, da oggi in poi, si intitolerà La rivincita di Usagi! Ed eccoti l’incubo che ha spinto Usagi a lasciare Mamoru. Che ne dici? Ti piace? È di tuo gradimento? Sono stata abbastanza realistica? Spero che il mio salto nel passato ti sia piaciuto, scappo dalle altre. Un bacio alla prossima!

 

- JAJ84: ciao Ily, ma quante supposizioni interessanti… è la Serenity del futuro a far fare questi incubi ad Usagi? Non lo so anche perché mi sto attenendo al manga ed, in questo, era Wiseman a provocare gli incubi di Mamoru. Vista in quest’ottica, tra l’altro, ha tutto più senso anche perché, se Mamoru lascia Usagi come fanno nel futuro ad avere Chibiusa? Certo che gli adattamenti italiani tengono poco conto di quella che è la logicità degli eventi! Chibiusa arriverà tra due o tre capitoli, ma forse è già arrivata e non ce ne siamo accorte!

   E poi mia cara sei sempre così gentile con me e con tutti questi complimenti, sai che rischio di montarmi la testa? Ti è piaciuto il mio sogno? Ma sei sicura che è un sogno? Il capitolo è arrivato prima degli esami e spero che porti bene… per quel che riguarda l’età dei personaggi, so che negli USA si è maggiorenni a 21 anni (non lo sapevo che era lo stesso in Giappone) ma qui siamo in Italia ed il regolamento è basato su quella che è la maggiore età nel nostro paese, tira un po’ tu le somme… un bacio ed alla prossima!

 

- M00NLIGHT: ciao e benvenuta anche a te! Sei davvero gentilissima ed i tuoi complimenti non possono che farmi piacere. Accetto con piacere la tua critica e ti do perfettamente ragione. In alcuni tratti non si capisce bene il punto di vista del protagonista e questo è dovuto al fatto che, puntualmente, mi scordo che voi lettori non siete nella mia testa e non sapete quello che voglio dire! In questo capitolo ho provato a migliorare la cosa, spero di esserci riuscita! E comunque, puoi darmi tutte le dritte che vuoi! Alla prossima!

 

- NEPTUNE87: ma cosa fai Cri? Tutti questi complimenti mi danno alla testa! Sono felice che la storia continui ad essere di tuo gradimento anche se adesso si capisce ancora meno di prima! Vedremo cosa pensi di questo nuovo capitolo dove ho cercato di mettere anche un po’ di umorismo che non guasta mai, ma ci sarò riuscita? Vedremo e poi… adesso non è più facile immedesimarti in Usagi che si spoglia davanti a Mamoru? Adesso ti saluto, un bacio alla prossima!

 

- HATORI: se ti dicessi che ho atteso il tuo commento per pubblicare il nuovo capitolo tu cosa mi rispondi? Allora se con il III capitolo eri tranquilla per un po’, con il IV per quanto sarai serena? Un mese? No, dai cercherò di far passare meno tempo tra un aggiornamento e l’altro! Ma altra domandina… ti ho messo in confusione con questo capitolo? Sì o no? Dai è chiaro e lampante cosa è accaduto alla nostra eroina, non è così difficile da intuire! E, comunque, tu non sei mai monotona ricordalo! Adesso ti saluto davvero, un bacio alla prossima!

 

Credo di aver detto tutto ringrazio le 12 persone che mi hanno inserito tra i preferiti:

- ANGELINA93;

- BELLA95;

- BIMBASTUPENDA;

- CHICHILINA;

- FANTASY_MARY88;

- FEFERICA;

- ILARY;

- KORDY KLEYN;

- M00NLIGHT;

- ROMANTICGIRL;

- STELLA93MER;

- _ MADDY_.

 

Ed un grazie ai 10 che mi hanno inserito tra i seguiti:

 

- DRAGON85;

- ELLEPPHEDRE;

- HATORI;

- JAJ84;

- LUCIADOM;

- LUISINA;

- MARY85;

- MIKAYLA;

- SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;

- STELLA93MER.

 

Grazie ancora ed alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Nuova pagina 1

Capitolo V

 

  Quando ebbe finito di raccontare il suo incubo, il cuore di Usagi era più leggero; sicuramente, con Mamoru avrebbe trovato una spiegazione razionale per quel che le era successo. Osservò il viso del suo compagno in attesa di una risposta… di una parola di conforto. Aveva bisogno di essere rassicurata. Non era pronta ad un’altra battaglia. Lei non era fatta per combattere. Non voleva lottare neanche quando si era vista costretta ad affrontare il Dark Kingdom…

       -   Non so che dire. Dovremmo parlarne con le altre. 

       - Cosa?

   Usagi era scattata. Coinvolgere le sue amiche, no… non era possibile e, in ogni modo, loro non comparivano nel suo incubo. No. Non poteva chieder loro di tornare a combattere. Mentre era immersa in queste riflessioni, Mamoru continuò il suo discorso.

       - Forse Ami potrebbe analizzare la tua ferita. Magari si tratta di…

       - No. Non se ne parla. Le ragazze non devono essere al corrente di quanto sta capitando.

   Il suo tono di voce non ammetteva repliche e questo Mamoru lo aveva capito ma stavolta era diverso. Le altre Senshi avevano il diritto, il dovere, di sapere. Dovevano difendere la loro Principessa nel caso in cui lui…

       - Il loro compito è difendere questo pianeta.

       Il loro compito è difendere te quando io sarò morto.

Ma questo preferì non aggiungerlo. Usagi era già abbastanza scossa, se avesse detto qualcosa di inappropriato, sicuramente sarebbe esplosa.

       - Aspettiamo. Non per forza devono sapere tutto… subito. Prima cerchiamo di capirci qualcosa. Magari si tratta solo di un incubo senza alcun significato. Forse non ho superato lo shock per quel che è successo contro Beryl e Metallia.

   Inconsapevolmente si era aggrappata al braccio di Mamoru e lo fissava implorante. Gli occhi lucidi, le lacrime pronte a bagnarle il viso. Era sempre difficile ricordare cosa era successo.

   Mamoru, nonostante la disperazione di Usagi, non aveva cambiato idea. Prese il viso della giovane tra le mani e cercherò di sorriderle. Era difficile anche per lui. Se ciò che aveva sognato Usagi era vero, bhè era inutile negarlo, stava per morire.

       - Sai perfettamente che non è così altrimenti non me ne avresti parlato e poi non dobbiamo dimenticare quella cicatrice.

   A quelle parole le lacrime di Usagi trovarono finalmente una via d’uscita e la ragazza si buttò tra le braccia di Mamoru che, impreparato, l’accolse con qualche imbarazzo. Imbarazzo scomparso non appena si rese conto della sofferenza della sua Odango.

   Anche lei era giunta alla sua stessa conclusione: se quel sogno era tale sarebbe morto a breve.

 

§§§§§

 

   Il tempio di Rei era circondato da un immenso parco. Si trovava in cima ad una scalinata che contava più di sessanta gradini e per Usagi, ogni volta, era una faticaccia giungere in cima. Ma quel giorno era diverso.

   Stretta al braccio di Mamoru, a capo chino, saliva silenziosa quegli scalini. Ogni passo corrispondeva all’avvicinarsi della fine. Già, se lo sentiva. Non appena le sue amiche – le sue Guardiane come le chiamava Mamoru – avessero conosciuto ciò che stava per succedere, tutto sarebbe cambiato… inevitabilmente.

       - Usako… Usako, siamo arrivati.

   Come se si trovasse in un’altra dimensione, Usagi trasalì non appena sentì la voce di Mamoru chiamarla. Cercò di scacciare dal viso l’espressione triste per far spazio ad un mesto sorriso.

       - Ma come sono carini i nostri piccioncini. Prima ci dicono che hanno qualcosa di urgente da dirci e poi si fanno aspettare. Ditemi voi se si fa così!

   La voce allegra e squillante di Minako spezzò il silenzio che era calato tra i due giovani. Usagi cercò di ridere alla battuta dell’amica ma, ciò che uscì dalle sue labbra, somigliò più che altro ad un singulto.

   Minako si accorse immediatamente della reazione dell’amica e le fu subito accanto, posizionandosi a lato opposto di Mamoru.

       - Cosa è successo?

   Aveva parlato diretta a Mamoru.

       - Le altre sono già arrivate?

   Al segno affermativo di Minako, i tre si incamminarono verso gli alloggi privati del santuario.

 

   Seduti nella camera di Rei, quattro paia di occhi attendevano impazienti di sapere il perché, gli eredi al trono di due regni scomparsi molti secoli prima, erano lì. Avevano bisogno di sapere, soprattutto, perché Usagi versava in uno stato talmente pietoso.

       - Basta! Non ce la faccio più.

   Rei aveva perso la pazienza. Sbatté una mano sul tavolo con talmente tanta forza da farsi, lei stessa, male. Quella reazione però, in qualche modo, era riuscita a far tornare Usagi al presente.

   La giovane osservava gli occhi scuri dell’amica cercando di trovare in essi la forza di cui aveva bisogno. Si soffermò sul volto di ognuna delle sue amiche cercando di trovare in esse la forza che sentiva perduta.

   Era assurdo.

   Quella mattina si era svegliata piena di forze ed energie. Era pronta ad affrontare qualsiasi nemico pur di difendere Mamoru ma adesso… ora che finalmente si era resa conto della gravità della situazione, si sentiva impotente.

   Svuotata.

   Morta.

   Strinse l’orlo della gonna e chiudendo gli occhi e ricacciando indietro le lacrime che prepotenti volevano uscire, si schiarì la voce ed iniziò a raccontare tutto.

 

   Raccontò del suo sogno.

   Raccontò della passeggiata al parco con Mamoru.

   Raccontò dell’attacco improvviso.

   Raccontò di come avevano provato, lei e Mamoru, a difendersi.

   Raccontò di come si era svegliata accanto al corpo privo di vita del suo Principe.

   Raccontò dell’incontro-scontro con l’altra se stessa.

   Raccontò della cicatrice che si era ritrovata al risveglio.

 

   Quello che non raccontò fu la paura.

   L’angoscia.

   Il rimorso.

   La rabbia.

   La solitudine.

   Il dolore.

   L’abbandono.

  

   Questo non lo raccontò. Non occorreva. Lo si capiva da ogni parola. Da ogni gesto. Da ogni pausa. Traspariva tutto dai suoi occhi, dai suoi sospiri, dai singhiozzi trattenuti.

  

   Erano rimasti in silenzio. Avevano ascoltato tutto ed adesso non riuscivano ad esprimere nessun concetto. Un nuovo nemico. Difendere Usagi e Mamoru. Era questo il pensiero comune. Impedire che Mamoru perdesse la vita. Salvare Mamoru per salvare la loro Usagi.

 

       - Ami… potresti analizzare la ferita di Usagi per capire di cosa si tratta?

   L’unico membro maschile del gruppo aveva spezzato quel silenzio fastidioso. Più fastidioso di una ressa di gente. Quando si diceva che il silenzio uccide… era il loro caso. Quel silenzio stava uccidendo ognuno di loro. Quel silenzio stava portando via le loro speranze. Quel silenzio… no! Era arrivato il momento di tornare con i piedi per terra. Lui non era ancora morto. Era lì.

   Respirava.

   Camminava.

   Parlava.

   Mangiava.

   Vedeva.

   Sentiva.

   Sentiva il dolore di Usagi… e questa era l’unica cosa che odiava dell’essere vivo.

       - E comunque, toglietevi dalla faccia quelle espressioni abbattute. Io sono vivo ed ho intenzione di esserlo ancora per molto tempo.

   Aveva parlato con una sicurezza che non aveva mai provato prima.

   Aveva parlato come si parla ad un esercito.

   Aveva parlato riferendosi soprattutto ad una persona.

   Adesso spettava ad Usagi liberarsi da quell’apatia di cui era caduta vittima.

   Conscio dei risultati ottenuti – forse sperati – si rivolse a Rei.

       - Rei consulta il Fuoco Sacro e cerca di scoprire qualcosa su questi nemici. Chi sono. Se e quando attaccheranno. Ami, tu sai già cosa fare. Makoto, Minako… voi prendetevi cura di Usagi mentre io sarò assente.

   A quelle parole la giovane si riscosse.

       - Come? Cosa hai intenzione di fare?

   La voce di Usagi aveva riacquistato parte del suo solito tono vivo.

       - Ho bisogno di fare un giro per schiarirmi le idee.

       - Sei impazzito? Vuoi andare da solo? Hai dimenticato il mio incubo?

   Si era alzata dal letto di Rei ed adesso affrontava a muso duro Mamoru puntando i suoi occhi azzurri, ancora lucidi ed arrossati per le lacrime versate durante il giorno, in quelli scuri dell’altro.

   Era assurdo, era questo il pensiero di Usagi. Mamoru non poteva parlare seriamente. Non poteva andarsene come se nulla fosse a fare un giro. Era assurdo. Durante il tragitto da casa del giovane al santuario, lei non aveva fatto altro che stare in allerta cercando di captare ogni minima fonte di potere. Cercando nei passanti una possibile minaccia. Ed ora lui pretendeva di andare in giro per la città come se nulla fosse? Era impossibile!

       - Usagi ragiona. Nel tuo sogno eravamo insieme al parco. Basta evitare di uscire insieme e di andare al parco. Stai tranquilla. Non succederà nulla.

       - Non se ne parla nemmeno. Tu non ti muovi da qui.

       - Usagi forse Mamoru ha ragione.

   La bionda si voltò verso Rei e la fulminò con gli occhi. Era impazzita pure lei, non c’era altra spiegazione.

       - Voi statene fuori. È una questione tra me e Mamoru.

   Così dicendo aveva preso Mamoru per il braccio e lo aveva trascinato fuori dalla stanza. Quasi correva per i corridoi dell’appartamento che Rei, suo nonno ed Yuichiro avevano all’interno del santuario.

   Uscirono e si diressero, con Mamoru ancora trascinato da una Usagi che aveva recuperato parte delle sue energie, verso il parco che adornava il santuario.

   Appena furono lontani da occhi ed orecchie indiscrete Usagi si fermò ed iniziò a fissare Mamoru dritto in faccia. Il piede tamburellava nervoso in terra segno dell’irritazione della giovane. Braccia conserte e viso tirato, Usagi attendeva che Mamoru iniziasse a parlare. Quando il giovane comprese le intenzioni dell’altra si trovò in difficoltà: non aveva idea di cosa dirle.

       - Usagi ascolta…

   Quelle poche parole, quel tono, quell’espressione sul viso di Mamoru le fecero perdere quel po’ di calma che aveva riacquistato. Era impossibile: lui non capiva. Lui non poteva capire. No. Lui non aveva provato quello che aveva provato lei!

       - No! Ascolta tu! Cosa ti è saltato in testa? Andartene come se nulla fosse? Sei impazzito. Ho visto la tua morte. Ho vissuto la tua morte. Cosa credi? Che io sia disposta a farlo ancora? No. Io… non ci riesco. Non ancora. Non di nuovo. Non so se riuscirei…

   Mamoru osservava il volto di Usagi tirato. Si capiva che lottava con tutte le sue forze per non dare, ancora, libero sfogo alle lacrime. Stringeva i pugni e si mordeva il labbro inferiore. Era decisamente provata.

       - Non riusciresti in cosa?

   Usagi si era fermata a quel “non so se riuscirei…” e non era andata oltre. Fissava un punto imprecisato ma Mamoru sapeva che nella sua mente stava rivivendo ancora una volta le immagini del suo sogno... ed a quelle si sovrapponevano quelle della battaglia contro il Dark Kingdom.

       - A riportare in vita te… e le altre. Io non so come ci sono riuscita. Non lo so. Non ne ho idea e temo… temo di non esserne nuovamente capace. Io… è stato un miracolo.

   Aveva sussurrato quelle parole. Erano uscite a forza dalla sua bocca. Era stato un peso che si era tolta dal cuore. Tutti, Mamoru, le sue amiche, Luna ed Artemis, avevano esaltato le sue capacità dicendo che solo una grande Regina era in grado di utilizzare a pieno il potere dello Ginzuishou ma la verità era un’altra: lei non aveva idea di come era riuscita a riportare tutti, lei compresa, in vita. Aveva pregato e puff! La sua preghiera era stata esaudita. 

   Le mani di Mamoru si erano posate sulle sue spalle e lei, immediatamente, aveva sollevato il capo per fissare il viso del giovane che sorrideva cercando di rincuorarla.

       - Nessuno pretende da te nulla. Nessuno ti chiede di resuscitare le persone, quello… quello è un potere divino che né io né tu possediamo. Usagi quello che è successo contro il Dark Kingdom è un miracolo. Qualcuno lassù ha ascoltato le tue preghiere. Non caricarti di pesi che non esistono. Fallo per me.

   Le parole del giovane erano state una sorta di balsamo per le ferite di Usagi che, per la prima volta in quella giornata, sentiva nuovamente la vita scorrere dentro di lei.

   Non capì come, e francamente non le interessava certo capire, ma le sue labbra furono raggiunte da quelle di Mamoru. Era un bacio dolce. Delicato. Un bacio che racchiudeva tutto il bisogno del giovane di trasmettere un po’ di forza e fiducia all’amata. Un bacio che presto si trasformò in qualcosa di più profondo quando la mano di lei si poggiò sul torace di lui coperto solo da una camicia.

   Forse fu percepire il calore dei loro corpi.

   Forse furono le emozioni vissute in quella giornata.

   O semplicemente l’amore che legava i due.

   Ma il bacio si intensificò.

   Mamoru strinse a sé il corpo di Usagi che pronta portò le braccia attorno al collo di lui.

   Le mani di lui risalirono lungo la schiena della ragazza. Arrivarono alla nuca di lei e la piegarono a suo piacere così da avere un maggiore e più facile accesso alla bocca. Aveva sempre sognato di baciarla così ma non aveva mai osato. Non sapeva come avrebbe reagito lei… ed adesso. Se era un sogno non voleva svegliarsi per nessuna ragione al mondo, stava sin troppo bene stringendo lei tra le braccia.

   E lei… lei era completamente succube delle emozioni intense che quel bacio le stava regalando. Un semplice bacio. Semplice per modo di dire dato che era la prima volta… era la prima volta che la stava baciando a quella maniera: come un uomo bacia una donna.

   Presto però il bisogno d’aria fu impellente ed i due si separarono.

   La prima cosa che riuscì a vedere Mamoru furono le guance arrossate di lei.

   La prima cosa che riuscì a vedere Usagi furono i capelli scompigliati di lui.

   Nessuno dei due parlava. Restavano fermi nelle loro posizioni. Uno nelle braccia dell’altro. In quel momento… adesso che erano così vicini… ora che le loro anime si erano intrecciate… nulla aveva senso.

 

  L’angolo dell’autrice

   Dopo una lunghissima assenza sono tornata… perdonatemi ma sapete… ho avuto esami – il mese scorso ma questo è un piccolo dettaglio – e questi non sono finiti. Giovedì prossimo ho Neurologia e se ci penso mi viene da piangere! Ma meglio cambiare discorso!

   Domandone… ma siamo nel presente o nel passato? Chi sa rispondere? Io mi sono persa un po’… come potete vedere non è successo nulla di eclatante in questo capitolo se non un’analisi su quelle che sono le emozioni di Usagi – specie per quel che riguarda il post-Dark Kingdom – e poi c’è stata una piccola evoluzione nel rapporto tra i nostri due eroi. Fatemi sapere che ne pensato. Passo rapidamente ai ringraziamenti perché ho davvero i minuti contati!

RINGRAZIAMENTI:

- LUCIADOM: ciao! Grazie per i complimenti non credo di aver fatto qualcosa di davvero speciale. È stato un capitolo che è uscito discretamente bene punteggiatura a parte (stavolta sono soddisfatta!). Per quel che riguarda la tua riflessione sull’università io non ho nulla da aggiungere mi trovi d’accordo con te al 100% se ci fosse un per mille scriverei anche quello. Visto che il periodo di esami prosegue io ti rinnovo l’imbocca al lupo (CREPI!) e rispondo a quello precedente con un CREPI!

- HATORI: Tania ci sei? Ormai non ci becchiamo più né su msn né su Facebook! Colpa mia che sto poco al pc ma cerca di capirmi cara… è un periodo stressante (veramente per me sono stressanti 12 mesi su 12!) spero che lo scorso capitolo ti abbia tenuta buona fino adesso e questo faccia lo stesso fino al prossimo! Meno male che avevi capito e comunque forse come mi ha fatto notare Ellephedre (togliamo pure il forse) ho calcato un po’ troppo la mano con certe battute ed il capitolo ha perso di intensità ed ecco perché in questo sono tornata a toni più cupi! Adesso ti saluto e passo alle altre, un bacio alla prossima!

- JAJ984: Ily carissima come va? Hai visto come sono carine le faccine di Facebook dedicate a Sailor Moon? Ma questo che cosa centra con il nostro discorso? (si scrive centra oppure c’entra? I grandi perché della vita, sai darmi una risposta?) per quel che riguarda chi ha torto e chi no… io sono sempre dell’idea che i doppiaggi italiani fanno pena e se poi parliamo di censure… meglio calare un velo pietoso. Secondo te l’incubo non è incubo? E perché mai? Per il momento ancora non sappiamo perché Mamoru ed Usagi si sono lasciati ma stai calma, tra due, al massimo tre capitoli si capirà tutto e forse, dico forse, rivedremo Chibiusa… ancora non so come e quando farla entrare in scena, ci vuole l’effetto sorpresa, non credi? Adesso vado… ps. Odio la censura italiana! Ai telegiornali fanno vedere di peggio!

- NEPTUNE_87: ciao Cri, come va? Piaciuto il capitolo scorso? Sono contenta anche perché in questo non si va per nulla avanti. È solo introspettivo e cerco di analizzare i pensieri di Usagi e le paure di Mamoru, che poi sono per entrambi uguali! Spero che il prossimo capitolo faccia capire qualcosa in più rispetto a questo ma sai… lo studio mi sta distruggendo. Oggi sono stata tutto il giorno all’università. Sono tornata tardi, il tempo di una doccia ed eccomi qui a leggere e correggere il capitolo che era stato scritto a singhiozzo ed aggiungo anche le risposte alle vostre recensioni. Sono stanchissima. Se ci fosse qualche orrore ortografico ti prego fammi notare che provvedo subito a correggere. Adesso vado, un bacio!

- MARYUSA: ciao! La differenza c’è e come… gioco proprio su questa. Parto dal principio che Usagi, almeno all’inizio della storia, è IC, legata a quello che è il carattere originario, saranno gli eventi che la porteranno a cambiare… sì, ma quali eventi? Adesso ti saluto e ti ringrazio per le recensioni che lascia. Alla prossima!

- LAGADEMA: prima di tutto crepi il lupo per l’uni. Se tu frequenti qualche facoltà, se quest’anno hai esami, maturità, licenza media o elementare allora in bocca al lupo anche a te! Per quel che riguarda la mia fanfic… a dire il vero era partita come un “rifacimento” ma, come spesso accade, la storia ha preso il via da sola ed adesso mi ritrovo a doverle chiedere pietà se non riesco a starle dietro come vorrei. Spero di poter leggere presto un altro commento, alla prossima!

- ELLEPHEDRE: mi trovi pienamente d’accordo. Ho calcato troppo la mano e certe frasi sono state fuori luogo… la mia intenzione era rendere il capitolo meno cupo e soprattutto volevo cimentarmi con un genere che non mi appartiene: la commedia. Si vede che ancora è presto, o forse ho scelto i tempi sbagliati. Se hai notato in questo capitolo, che non porta avanti la storia, sono tornata ad essere molto più pessimista, se non nella parte finale quando non sono riuscita a trattenermi ed ho buttato lì una battutina piccola piccola! Spero che non stoni troppo con l’intero capitolo! Le tue critiche, soprattutto le negative, sono sempre bene accette perché mi fanno capire in cosa sbaglio, grazie di cuore. Adesso ti saluto… il tempo vola! Alla prossima!

- LUISINA: ho capito! Hai deciso di farmi montare la testa, come se già non fossi montata… guarda che la panna se monta troppo poi si affloscia! Scherzi a parte. Come ho detto anche ad Ellephedre il mio era un esperimento, mal riuscito. Non accadrà più. In questo capitolo sono tornata ad utilizzare le tinte cupe di sempre rendendo Usagi una vera lagna, frigna di continuo, non la sopporto manco io che, in un certo senso, l’ho creata! Perdonatemi!

- FEFERICA: carissima, non ti scusare. Capisco perfettamente quello che dici, anch’io sono super-mega-stra-impegnata ed i miei aggiornamenti ne risentono parecchio. Siamo sulla stessa barca, conviene remare di comune accordo non credi? Io aggiorno quando posso, tu commenti quando sei libera! Immagino che dopo questo capitolo, dove non accade niente, la tua confusione persista, vero? Stai tranquilla presto tutto sarà svelato e capirai cosa ha spinto Usagi a lasciare Mamoru… abbi pazienza!

 

   Come al solito i ringraziamenti hanno occupato più spazio, o quasi, rispetto al capitolo ma non è colpa mia se siete così gentilissime da commentarmi (mmm…. Sia chiaro, io voglio che continuiate a commentare!). Ho finito! Ho detto tutto, vi do appuntamento al prossimo capitolo che non so quando sarà. Prima di chiudere però…

… ringrazio le 14 persone che mi hanno inserito tra i preferiti:

- ANGELINA93;

- BELLA95;

- BIMBASTUPENDA;

- CHICHILINA;

- CRISTA 85;

- FANTASY_MARY88;

- FEFERICA;

- ILARY;

- KORDY KLEYN;

- M00NLIGHT;

-  MELI_MAO;

- ROMANTICGIRL;

- STELLA93MER;

- _ MADDY_.

 

Ed un grazie ai 10 che mi hanno inserito tra i seguiti:

 

- DRAGON85;

- ELLEPPHEDRE;

- HATORI;

- JAJ84;

- LUCIADOM;

- LUISINA;

- MARY85;

- MIKAYLA;

- SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;

- STELLA93MER.

 

Grazie ancora ed alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


 

Capitolo VI

 

   Separarsi fu difficile, forse, imbarazzante. Non erano mai stati così vicini. Non erano stati mai così intimi. Sì, intimi era il termine corretto.

   Quando incrociò gli occhi blu scuro di Mamoru, le gote di Usagi si tinsero ancora di più di rosso. Anche le guance del giovane uomo erano leggermente rosee prova, probabilmente, dell’agitazione che tormentava anche lui.

   Si guardavano senza parlare. Era difficile spiegare cosa era accaduto.

   Era difficile dire quello che avevano percepito. Il toccare l’anima dell’altro. Immergersi in essa e renderla propria. Era stato tutto questo un semplice bacio. Un bacio.

   C’era chi lo aveva definito “un apostrofo rosa tra le parole Ti e Amo”(*), ma per loro non era così.

   Quel bacio era stato una promessa. La promessa di una vita. Nulla li avrebbe più separati.

   Nessun nemico.

   Nessuna minaccia.

   Avrebbero lottato uno al fianco dell’altra.

   Insieme.

   Perché insieme erano più forti.

   Perché insieme erano vivi.

       - Usagi… ops! Scusate, non volevo interrompervi…

   La voce di Luna ruppe la magica atmosfera di quel momento. I due giovani si girarono verso la gatta ed i loro cuori poterono, finalmente, tornare a battere normalmente; il rossore sulle guance di Usagi era rimasto come prova di quello che era accaduto: unico segno tangibile di ciò che la giovane aveva desiderato in trepidante attesa per tanto tempo.

       - Luna non preoccuparti… io adesso vado.

       - Mamoru aspetta…

   Il richiamo di Usagi era suonato come una preghiera. Una tacita richiesta: resta con me. Per Mamoru voltarsi e guardare negli occhi Usagi fu assai difficile. Non voleva allontanarsi da lei ma era necessario.

       - Usagi… fidati di me.

   Così dicendo, e baciando delicatamente la fronte dell’amata, il giovane si diresse verso le scale del tempio. Si girò solo una volta verso di lei e le regalò un sorriso rassicurante.

   Rassicurante per lui ma non per lei che lo guardava andar via e temeva di non vederlo più tornare. Si impose di non piangere. No, doveva fidarsi. Non poteva fare diversamente.

   Rimaste sole, Luna, provò a rimediare al suo inopportuno tempismo.

       - Usagi io non volevo interrompervi, mi dispiace.

       - Fa niente Luna, anzi, ci hai tolti dall’imbarazzo.

   La giovane cercò di sorridere e  prese la gatta tra le braccia dirigendosi, al contrario di Mamoru, verso l’interno del tempio. Il suo pensiero era fisso sul ragazzo. Temeva per lui ma doveva fidarsi.

  

   Una volta entrata nella stanza di Rei quattro paia di occhi si concentrarono sulla sua persona. Solo Ami, che era troppo occupata a digitare sulla tastiera del suo mini-computer, non si curò di lei. Usagi fece scendere Luna che prese immediatamente posto accanto ad Artemis, mentre lei si mise a sedere fra Minako ed Ami che continuava a lavorare alacremente.

       - Di cosa dovevate parlarmi?

   La sua voce era suonata leggermente stanca e tremante.

       - Usagi tutto bene?

   Makoto fu la prima a percepire la sofferenza dell’amica e diede voce alla sua preoccupazione.

       - Nulla di grave Makoto. Sono solo nervosa per Mamoru.

       - Mamoru sa badare a se stesso, non mi preoccuperei se fossi al posto tuo… e poi sa difendersi da solo. Di certo non è come una ragazzina di nostra conoscenza.

       - Già, hai ragione tu Rei.

   La Guerriera di Marte rimase sorpresa dalla risposta dell’amica. L’aveva stuzzicata proprio per strapparla da quella specie di stato di scoraggiamento di cui era caduta vittima ed invece… invece, non aveva accettato il guanto di sfida.

       - Usagi dico sul serio: Mamoru è forte.  Saprà difendersi semmai dovessero attaccarlo.

   Usagi cercò di sorridere anche se non sembrava molto convinta dalle parole di Rei. Aveva perso Mamoru già in passato e non era pronta per affrontare ancora lo stesso supplizio. Non avrebbe retto, non stavolta. Ne era certa.

       - E poi adesso c’è il vostro amore a rendervi più forti. Non devi temere nulla.

   Anche Minako cercò di rendere più lieve la pena dell’amica ma, pure lei, non ottenne i risultati sperati.

       - Bene, sono pronta!

   L’attenzione di tutti si concentrò sulla figura della giovane guerriera di Mercurio.

       - Oh, vedo che sei arrivata anche tu Usagi. Manca Mamoru ma possiamo iniziare anche senza di lui…

   Adesso era Ami ad essere al centro dell’attenzione.

       - Ma che avete tutti da fissarmi così?

       - Niente Ami. Niente di importante.

   A parlare era stata nuovamente Makoto che si stupiva di come la sua amica potesse immergersi a tal punto nelle sue ricerche. Quando si trovava a lavorare su quell’aggeggio, che solo lei riusciva a far funzionare, era sempre in un’altra dimensione! In quei momenti comunicare con lei diventava quasi impossibile.

   Rei intanto aveva fatto cenno ad Ami di iniziare con la sua spiegazione.

       - Allora ho fatto una ricerca analizzando la cicatrice di Usagi come mi aveva chiesto Mamoru. Bhè devo dire che ho scoperto qualcosa di molto interessante. Quel taglio non è stato provocato da nulla di magico se così possiamo dire. Analizzando i dati a mia disposizione, lo stato della cicatrice, le sue dimensioni, il calore della cute…

       - Ami…

       - I suoi bordi…

       - Ami per favore…

       - Lo stato della cute circostante…

       - Ami per piacere…

       - I parametri…

       - Ami arriva al sodo!

   La voce di Rei, che aveva superato in decibel quella delle altre guerriere, era riuscita ad interrompere il monologo della giovane facendola sussultare e questo fu un chiaro segno che i precedenti richiami non erano stati per nulla sentiti.

       - Va bene. Usagi ciò che ti ha ferito era un corpo affilato, una lama dalla superficie liscia: molto probabilmente un foglio di lamiera. Un oggetto terrestre che non era dotato di nessun potere. C’era qualcosa nel parco da te sognato che possa corrispondere a grandi linee alla descrizione di questo oggetto?

       - Sì, effettivamente adesso che ci penso vicino al punto dove siamo stati attaccati c’era un chiosco ma era chiuso. Può essere stato un qualche pezzo della serranda abbassata ad avermi ferito?

       - Sì potrebbe, ma c’è dell’altro.

       - Quando fai così mi fai paura.

       - Piantala Minako e falla continuare.

       - Ehi scusami tanto!

       - Non far caso a lei e continua pure.

   Makoto cercò di placare la disputa nata tra Minako e Rei. Mentre le uniche a rimanere in silenzio, oltre i gatti, erano state Usagi ed Ami che si scambiavano sguardi pieni di apprensione da parte della prima e di confusione da parte della seconda. Alla fine Ami, dopo aver preso un respiro profondo, riprese il suo discorso.

       - La ferita si è rimarginata così rapidamente perché aiutata dal potere dello Ginzuishou.

   Lo aveva detto, almeno in parte aveva detto ciò che la turbava.

       - Non capisco cosa ci sia di così sorprendente in questo. È normale che lo Ginzuishou rimargini le ferite di Usagi. È sempre stato così. È successo anche nell’ultima battaglia contro il Dark Kingdom. Cosa c’è di strano?

   Luna aveva dato voce a quella che era la domanda che ronzava nella testa di tutti i presenti. Però, se Ami diceva che in ciò c’era qualcosa di sorprendente doveva essere così anche se, al momento, non c’era nulla che potesse dare conferma alle sue parole.

       - Lo so che vi sembrerà impossibile, e credetemi anche io fatico ancora a crederci, ma non è lo stesso Ginzuishou che conosciamo noi. Sembra molto più… potente.

   Silenzio. All’interno della stanza era calato il silenzio. Adesso, lo sguardo di tutti era puntato sulla figura di Usagi che invece osservava le sue mani incrociate sul grembo.

       - Cosa vorresti dire? Spiegati meglio!

   Artemis era stato il primo a riprendersi dallo stupore in cui si trovavano le altre.

       - I dati non sono sufficienti a fornirmi una corretta valutazione del potenziale di questo Ginzuishou ma, senza dubbio, non è quello che consociamo noi. Ha la stessa intensità, la stessa frequenza ma potenza e risonanza sono nettamente superiori a quelli posseduti dal cristallo di Usagi.

       - Cosa intendi per frequenza, intensità e risonanza?

   Rei cercava di stare dietro al discorso di Ami ma era difficile. Non riusciva a capire cosa volesse dire la ragazza. Come era possibile che esistesse un altro Ginzuishou e, per di più, come era possibile che questo fosse più potente di quello di Usagi?

       - Lo Ginzuishou non è solo un cristallo dotato di un immensa energia. È come se fosse una rappresentazione dello stato d’animo e di salute di Usagi… è come se rappresentasse il cuore, l’essenza stessa di Usagi. Se Usagi è in pericolo di vita l’intensità del suo potere aumenta o si riduce a seconda della gravità della minaccia e delle energie residue in possesso della stessa Usagi. Per quel che riguarda la frequenza è differente. Fate conto che lo Ginzuishou sia una radio che trasmetta su determinate onde che solo noi possiamo percepire perché dotate di un potere planetario e questo potere, inoltre, è sintonizzato sulla stessa frequenza di quello di Usagi: è tramite questa capacità che sappiamo quando Usagi è in pericolo ed è sempre tramite questa che, Usagi, riesce a sapere dove si trova, in ogni momento della giornata, ognuna di noi. Invece per quel che riguarda la risonanza provate a  sostituire il termine risonanza con amplificatore. Lo Ginzuishou amplifica i nostri poteri e noi, viceversa, riusciamo ad amplificare i poteri dello Ginzuishou come è accaduto nella battaglia contro il Dark Kingdom.

   Ami aveva finito. La sua spiegazione era stata accolta, ancora una volta, dal silenzio. Ognuno cercava di metabolizzare a proprio modo le informazioni raccolte. Ognuno cercava di immagazzinare le nozioni appena apprese. Ognuno cercava di capire come era possibile tutto ciò.

       - Quindi il cristallo che ha curato Usagi oltre ad essere più potente è capace di aumentare anche i nostri poteri. Ma se è vero tutto quello che stai dicendo allora, tramite la frequenza di questo potere, Usagi potrebbe individuarlo.

   Makoto cercava di stare dietro al ragionamento dell’amica anche se era impossibile da accettare l’esistenza di uno Ginzuishou con un potere più grande del cristallo in possesso di Usagi. Loro tutte avevano avvertito quel potere e ne erano rimaste sconvolte.

   Le aveva protette e cullate nel corso dell’ultima battaglia contro Metallia e le aveva riportate nuovamente in vita… come era possibile che esistesse un cristallo più potente di quello?

       - Non è possibile. Quel cristallo non si trova qui. Non è sulla Terra altrimenti ne avvertirei la presenza.

   Le parole di Usagi spensero immediatamente l’entusiasmo di Makoto. Usagi era troppo sicura per sbagliarsi. Rei la osservava silenziosa e cercava di capire cosa potesse passare per la testa dell'amica in quei momenti. Usagi era certa di ciò che diceva e poi il suo tono di voce… era così diverso da quello a cui era abituata. In quella voce era racchiusa una forza ed una saggezza che Usagi raramente mostrava di possedere. Il timore di perdere Mamoru, unito alle battaglie combattute in passato, avevano fatto maturare parecchio rapidamente la piccola Odango.
La doccia fredda arrivò con le parole di Ami che spensero, definitivamente, le ultime speranze del gruppo.

       - Usagi ha ragione. Ho analizzato tutti i dati un’infinità di volta ma il risultato è sempre lo stesso: l’unico Ginzuishou presente sulla Terra è quello di Usagi.

   Nuovamente il silenzio che lasciava tutti immersi nelle proprie riflessioni. Un altro Ginzuishou ben più potente di quello di Usagi. Se fosse finito nelle mani del nuovo nemico sarebbe stata la fine.

   Usagi rifletteva, chiusa in un mutismo che non le apparteneva, analizzava i fatti. Era difficile restare lì ferma a ragionare. Dovevano agire in fretta. Mamoru doveva essere protetto. Non potevano perdere tempo dovevano ritrovare quel cristallo tanto simile al suo ma allo stesso tempo così diverso.

   Lei lo aveva avvertito il potere di quel cristallo. Aveva riconosciuto quel potere ma allo stesso tempo lo aveva respinto senza capirne la vera potenza, la vera pericolosità. Questo, probabilmente, era stato l’errore più grande che avesse mai commesso. Se si fosse lasciata guidare da quella energia adesso, forse, sarebbe stata sufficientemente forte per affrontare e battere il nemico.

   La voce di Minako e delle altre la strappò ai suoi ragionamenti. Si fermò ad ascoltare le parole delle amiche cercando di trovare, tramite esse, una spiegazione plausibile a ciò che aveva detto Ami.

       - E se provenisse dal futuro?

       - Non dire sciocchezze Minako, come è possibile che provenga dal futuro.

       - Scusa perché? È possibilissimo.

       - Peccato che mai nessuno è riuscito a viaggiare nel tempo.

       - Bhè se è per questo mai nessuno ha visto dei gatti parlare eppure Artemis e Luna parlano.

       - Adesso perché tirate in ballo noi.

   Usagi si alzò infastidita da tutte quelle voci. Minako aveva detto che lo Ginzuishou poteva provenire dal futuro ma come era possibile? Eppure quelle parole non le sembravano così assurde. Poteva anche essere vero. Forse era stata la se stessa del futuro a salvarla ma perché, se era così potente come credeva, non era intervenuta lei stessa ed aveva definitivamente sconfitto il nemico? E comunque la battaglia nel parco era avvenuta realmente o era stato solo un sogno? Magari era un modo per metterla in guardia?

   Erano diversi i dubbi che attanagliavano Usagi in quel momento ma su tutti il pensiero di Mamoru: era al sicuro?

 

§§§§§

 

    Una volta uscito dal tempio Mamoru iniziò a scendere le scale con una certa urgenza. Perché non ci aveva pensato prima. Perché non aveva ricordato.

   Era da quando, a casa sua, aveva ascoltato il racconto di Usagi che dentro la sua testa era scattata una scintilla. Sì, era come se un molla fosse scattata ed avesse messo in moto degli ingranaggi ormai fermi da tempo.

   Sapeva che c’era qualcosa che doveva necessariamente ricordare ma non sapeva cosa e poi al tempio… l’illuminazione. Mentre Usagi raccontava alle altre del suo sogno aveva capito cosa lo tormentava, ma adesso doveva esserne sicuro.

   Ancora non poteva dire nulla ad Usagi. Doveva prima controllare e poi… poi sarebbe tornato da lei e le avrebbe detto ogni cosa.

   Correva come se qualcuno lo inseguisse. Il pensiero del nemico, in quegli istanti, non lo sfiorava. Aveva una certa fretta di tornare a casa e prendere la moto. Doveva fare in fretta. Doveva sapere se era stato un sogno o no.

   Quando raggiunse casa ormai era quasi in ipossia. Aveva corso senza fermarsi neanche un momento. Salì le scale di corsa nonostante il fiato corto. Non poteva perdere tempo, non ora che aveva una traccia. Cercò le chiavi e le tirò fuori quando ancora mancava una rampa di scale a dividerlo dal suo appartamento. Arrivò al suo piano che quasi incespicava sui suoi piedi tanta era la stanchezza. Aprì la porta e si precipitò dentro senza neanche richiuderla. Prese le chiavi al volo e si fermò, piegato in due dalla corsa, per riprendere fiato.

       - Tutto bene caro?

   Sulla soglia della porta la signora Nibutaka lo guardava preoccupata. Non era abituata a vedere quel giovane, sempre molto elegante ed educato, così trasandato. Cosa poteva averlo ridotto in quello stato?

       - Nulla di grave signora Nibutaka, sono solo in ritardo. Due minuti il tempo di riprendere fiato e poi esco di nuovo.

       - Fa attenzione.

       - Certamente.

   E così come era arrivata la vecchina era tornata nel suo appartamento.

   Ripreso il fiato Mamoru prese il casco che era posto proprio all’ingresso, nel mobile basso. Guardò il suo riflesso nella visiera del casco modulare e dopo un profondo respiro si rimise in posizione eretta e strinse le chiavi in mano In quei momenti la sua mente era concentrata su un unico obiettivo: correre alla radura a strapiombo sul mare.

   Uscì di casa e scese le scale, ancora a piedi. Raggiunse i locali adibiti a garage e si diresse a passo sicuro nel suo box. Alzò la saracinesca e subito, senza perdere tempo, mise in moto la sua Kawasaki.

 

   In moto. Correre e cercare di scaricare così la sua tensione. Era da tempo che non lo faceva, per la precisione da quando Usagi era entrata a far parte della sua vita. Già, ancora prima che scoprisse che la Testolina Buffa che incontrava da Motoki era parte del suo passato… e del suo presente. Usagi, nel bene e nel male, era sempre riuscita a stemperare le sue tensioni. In passato con i loro battibecchi, adesso con la sua allegria. Era bello averla nella sua vita. Ecco perché doveva fare attenzione, per lei.

   Non sarebbe morto.

   Non lo avrebbero ucciso.

   Non tanto per sé ma per lei.

   Non poteva procurarle un dolore così grande.

   Per lo meno, non di nuovo.

   Immerso come era nei suoi pensieri, non si accorse di essere giunto alla radura meta della sua folle corsa.

   Spense il motore e scese dalla moto. Tolse il casco ed inspirò profondamente. L’aria tiepida dell’estate ormai alle porte non riuscì a farlo riprendere come sperava. Sentiva ancora caldo. La gola era arida. Il sudore scendeva lento lungo la linea marcata del mento. Portò una mano sugli occhi a coprirli dai raggi del sole ormai caldo.

   Lasciò il casco sul manubrio e stirò le spalle. Aveva guidato per oltre un’ora a folle velocità, curvando e sterzando come un pazzo. Se Usagi fosse stata presente gliele avrebbe dette di tutti i colori senza contare tutti i pizzicotti e pugni che avrebbe ricevuto nel corso della loro corsa.

   Folle corsa.

   Correndo aveva scaricato tutta la tensione.

   Era rimasta solo la paura.

   Paura.

   Di lasciarla da sola.

   Chiuse gli occhi. Inspirò profondamente e poi, tenendo le braccia immobili lungo i fianchi, pronunciò quelle parole che, da quando aveva ricordato, si ripeteva in testa di continuo, come un mantra.

       - Apritevi porte di Elysion è il vostro sovrano che ve lo ordina.

   E dopo aver pronunciato queste parole scomparve in un raggio di luce.

 

(*) Spudoratamente copiato dal Cyrano de Bergerac, atto III scena IX.

 

   L’angolo dell’autrice

 

Non ci credete vero? Bhè, non ci credo neanche io! Sono tornata con un nuovo capitolo. Siamo sempre fermi, non sappiamo chi è il nuovo nemico ma Mamoru ha capito qualcosa ed Ami, invece, è riuscita a capire che lo Ginzuishou ha un fratello più potente.

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- MARYUSA: ciao! Guarda ancora non posso dirti nulla di preciso ma da questo capitolo dovresti aver intuito qualcosina, non credi? Dai, non è difficile… pensaci su… e ti dirò il momento di Chibiusa si avvicina. Il prossimo sarà il suo! Ho iniziato con un’Usagi completamente diversa ma per tre capitoli è stata la stessa di sempre. Dai non fare così presto capirai cosa ha portato Usagi a lasciare Mamoru e vedremo cosa mi dirai!             Sono felice che il capitolo introspettivo ti sia piaciuto. Spero che lo stesso valga anche per questo!

- LUCIADOM: O.O questa è stata la mia espressione quando ho letto la tua recensione anche perché, credimi, questo capitolo non è venuto come avrei voluto io. Manca di quel pathos che mi serviva, spero solo di essermi rifatta con questo. Sul fatto che sono autocritica…. Verissimo. Questo lato del mio carattere è il mio punto di forza, mi spinge a dare sempre il massimo, ma allo stesso tempo è il mio tallone di Achille, non sono mai soddisfatta dei miei risultati e per questo non riesco mai a rilassarmi totalmente. Per quel che riguarda gli esami… stendiamo un velo pietoso. Lo scorso capitolo è stato pubblicato a sei giorni dall’esame di Neurologia che è andato bene, per fortuna! Per quel che riguarda il capitolo scorso, la scelta di volermi fermare a quel punto è stata dettata dal bisogno di scrivere qualcosa di totalmente diverso dalle altre mie fanfic dove Mamoru rispetta sì Usagi solo che questo non è mai esplicito e quindi Usagi che si sente felice perché Mamoru la bacia come si fa con una donna mi è  sembrato il modo più pratico per evidenziare questo aspetto del loro legame. Spero di essere stata chiara nel mio intento. Adesso ti saluto, alla prossima e speriamo che, entrambe, saremo libere da esami!

- LAGADEMA: spero che questo rifacimento non sia così pessimo, io mi impegno, spero solo di riuscire a non annoiare nessuno. Più i capitoli vanno avanti e più mi rendo conto che è lontanissimo dall’originale. Forse non si tratta più di un rifacimento, ma di una storia originale! In bocca al lupo per settembre e grazie per aver incrociato le dita anche per me, gli esami sono andati alla grande. Vado avanti e continuo con le altre recensioni. A presto!

- LUISINA: non mi hai per nulla offesa (detto tra noi, non ricordo più a cosa ti riferisci e questo conferma ciò che ti ho detto non sono per nulla offesa!). Per quel che riguarda l’essere nel passato o nel presente… mi cucio la bocca e non dico nulla. Questo capitolo, personalmente, non mi entusiasma per nulla. Credo che sia dovuto al fatto che ho ripreso la storia dopo tanto e riuscire a capire che cosa vogliono i personaggi è davvero difficile. Spero, però, che a te piaccia!

- NEPTUNE 87: grazie, grazie, grazie… tutti questi complimenti rischiano di farmi montare la testa! Davvero, non credevo che questa storia potesse prendere fino a questo punto, sono soddisfatta dei risultati anche se questo capitolo non è proprio il top! Per quel che riguarda i capitoli… ormai non succede nulla di che anche in questo. Siamo ancora in un punto morto, o no? Siamo nel presente o nel passato? Quanti interrogativi ci sono in questa storia? Quanti ce ne saranno? Io ancora non lo so, la storia è ancora in fase di elaborazione nella mia mente e si sta sviluppando in modo totalmente diverso da quello che avevo pensato! Mamoru sarà sicuro di sé oppure lo fa tanto per non far spezzare Usagi? Chi lo sa! Adesso però scappo devo continuare le altre recensioni!

- HATORI: Taniuzza bedda (che tradotto in lingua italiana è Tania bella)… il capitolo passato è stato triste e questo? Come lo hai trovato? Ho tentato di mettere un pizzico di ironia nel momento del colloquio tra le diverse Inner ma tu che ne pensi? Mia cara sanguisuga ancora non mi hai detto cosa ne pensi davvero di questa storia e questo mi preoccupa. Vedremo se questo capitolo riuscirà a farti sbottonare maggiormente!

- FEFERICA: di poche parole ma soprattutto tutti complimenti, mi fai arrossire! Mamoru ed Usagi sono carini insieme? Ed adesso che sono separati? Anzi, che ne pensi dei primi capitoli? Come lo vedevi il loro rapporto? Amoroso-scontroso? Io sì, tanto. Mi piace metterli su piani diversi e farli scontrare e poi farli riappacificare! Come vedi in questo capitolo non succede praticamente nulla a parte scoprire l’esistenza di un’altra copia dello Ginzuishou. Adesso ti lascio, finisco le recensioni!

- ELLEPHEDRE: iniziando dall’esame sono lieta di dirti – se può interessarti – che l’esame è andato benone, meglio del previsto! Ricordi poi i miei problemi con la punteggiatura? Ecco, credo che in questo capitolo i problemi sono tornati a galla! Non sono molto convinta di come sia stata utilizzata, tu che ne pensi? Per quel che riguarda le precisioni che mi hai fatto notare il “tale” non è inteso come vero ma fa un riferimento proprio alla parole “sogno” si dovrebbe intendere come “ se quel sogno era davvero un sogno…” per quel che riguarda il bisogno di Mamoru di fare un giro credo che in questo capitolo si sia svelato il perché del bisogno di “schiarirsi le idee”. Un’illuminazione divina se così possiamo definirla, che ne pensi? Per quel che riguarda questo capitolo… una parte che non digerisco riguarda la spiegazione che dà Ami in riferimento allo Ginzuishou, credo che questa sia forzata e priva di logicità ma è stata scritta e riscritta tante di quelle volte che alla fine ho detto basta! Per quel che riguarda l’essere nel presente o nel passato ancora non posso dirti nulla, dovrai avere ancora un po’ di pazienza, spero che non ti dispiaccia! In questo capitolo ho cercato di nuovo di cimentarmi con la commedia facendo leva sul rapporto che hanno tra loro le diverse Inner, spero che questa volta abbia azzeccato i tempi narrativi. Spero di aver risposto ai tuoi quesiti e se ne avrai di altri sarò lieta di rispondere. Ancora non sono riuscita a leggere il nuovo capitolo, appena lo farò cercherò di commentare.

- JAJ984: ed infatti quella di Usagi è una ferita vera e propria. Ok, nella scorsa recensione abbiamo parlato di tubi e faccine. Che ne dici se in questa mi dici cosa ne pensi della mia fanfic, sai che sono curiosa di conoscere il tuo parere dato che sei anche una delle mie più “anziane” lettrici ed è importante conoscere il tuo parere!

  

   Sono stata di parola. Ho finito i ringraziamenti e li pubblico nella stessa serata. Non vi ho fatto aspettare molto. Adesso vi saluto. Come al solito i ringraziamenti hanno occupato più spazio, o quasi, rispetto al capitolo ma non è colpa mia se siete così gentilissime da commentarmi (mmm…. Sia chiaro, io voglio che continuiate a commentare!). Ho finito! Ho detto tutto, vi do appuntamento al prossimo capitolo che non so quando sarà. Prima di chiudere però…

… ringrazio le 16 persone che mi hanno inserito tra i preferiti:

 

- ANGELINA93;

- BELLA95;

- BIMBASTUPENDA;

- CHICHILINA;

- CRISTA 85;

- ENIGMA;

- FANTASY_MARY88;

- FEFERICA;

- ILARY;

- JORDY KLEYN;

- M00NLIGHT;

-  MELI_MAO;

- MYLA_CHAN;

- ROMANTICGIRL;

- STELLA93MER;

- _ MADDY_.

 

Ed un grazie ai 16 che mi hanno inserito tra i seguiti:

 

- DRAGON85;

- ELIE191;

- ELLEPPHEDRE;

- HATORI;

- JAJ84;

- KAGOME_86;

- LUCIADOM;

- LUISINA;

- MARY85;

- MARYANGEL;

- MIKAYLA;

- MYLA_CHAN;

- PIKKY91;

- POTTER92;

- SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;

- STELLA93MER.

 

Grazie ancora ed alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Nuova pagina 1

Capitolo VII

 

   Usagi stava impazzendo.

   Lo attendeva ormai da ore.

   Era preoccupata, terribilmente preoccupata.

   Aveva chiamato casa ed aveva detto alla madre che avrebbe passato l’intera giornata da Rei ma era quasi sera e di Mamoru, ancora, non sapeva nulla. Cosa era accaduto? Perché non era ancora rientrato?

   Una volta terminata la riunione, lei e le ragazze erano rimaste ad attendere l’arrivo di Mamoru ma senza alcun esito.

   Dopo pranzo, stanca di fingere una sicurezza che non possedeva, aveva deciso di andare via. Aveva chiesto a Rei di continuare a coprirla nel caso in cui la madre l’avesse cercata, non voleva certo far preoccupare Ikuko.

   Con lei erano andati via anche Luna ed Artemis che si erano diretti al parco in cerca di qualche pista da seguire. Lei aveva deciso di evitare, almeno per un paio di secoli, quel luogo che le portava alla mente solo ricordi assai dolorosi.

   Alla fine aveva iniziato a vagare per le strade di Tokyo e, senza neanche essersene accorta, era giunta proprio sotto al palazzo in cui abitava Mamoru e così si trovava da più di due ore seduta su di una scomoda panchina.

   Improvvisamente il rumore di un tuono le fece alzare di scatto la testa. Il cielo si era coperto di nuvole grigie e la gente si affrettava per le strade del centro per evitare l’imminente pioggia. Un temporale si stava avvicinando. Lei non si era accorta di nulla troppo immersa nelle sue riflessioni.

   La mente era stata totalmente rapita da ciò che le stava accadendo.

       Combatti per Mamoru. Non arrenderti mai.

   Quelle parole… quelle parole se le era ripetute di continuo da quando si era seduta su quella panchina… quelle parole le aveva assimilate, le aveva rese parte di sé. Si era fusa con esse ed aveva tagliato fuori dal mondo tutto il resto, fino a che… fino a che una goccia di pioggia non le accarezzo una guancia. Poi un’altra, ed un’altra ancora.

   In pochi minuti, forse pochi istanti, una pioggia fittissima si era rovesciata sul quartiere di Shibuya. Usagi non era riuscita a muoversi da quella panchina. Era rimasta ferma, seduta.

   Lasciava che la pioggia la ricoprisse.

   Sperava che portasse via le sue paure, il suo dolore.

   Rimase lì seduta per diversi minuti.

   Gli occhi chiusi ed un sorriso triste, spento, sulle labbra.

   Poi la pioggia terminò. Aprì lentamente gli occhi e si rese conto di essere coperta da un ombrello, voltò il capo alla sua sinistra e la riconobbe: Rei.

   La sua amica era seduta al suo fianco e copriva entrambe con il suo ombrello rosso.

       - Se restavi ancora un altro po’ sotto la pioggia rischiavi di prenderti un raffreddore!

   Il sorriso caldo di Rei fece scattare Usagi che buttò le braccia al collo dell’amica ed incurante di tutto, della pioggia, dei passanti, del tempo, iniziò a piangere tutte le sue lacrime.

   Solo quando riuscì a bloccare i singulti del pianto, Usagi alzò il capo e fissò i suoi occhi azzurri in quelli color onice di Rei.

       - Mi spiace Rei. Mi spiace essere scoppiata a piangere come una bambina.

       - Non dire sciocchezze. Nessuno ti chiede di essere ciò che non sei. Ero preoccupata, terribilmente preoccupata. Mi chiedevo quanto impiegassi prima che esplodessi, o peggio, implodessi.

   Rei la strinse maggiormente in quell’abbraccio che procurò ad Usagi il sollievo di cui necessitava. Fragile come non le accadeva da tanto, Usagi poggiò il capo sulla spalla dell’amica e chiuse gli occhi. Tra tutte le Senshi, Rei era quella che la comprendeva maggiormente, più di Minako con la quale aveva maggiori affinità caratteriali.

   Il carattere deciso, ma allo stesso tempo dolce e comprensivo della guerriera di Marte, era quello di cui necessitava Usagi in quel momento. Aveva bisogno della forza e della determinazione di Rei, soprattutto in quel momento.

       - Ascoltami stupida. Adesso asciuga questi lacrimoni e ricaccia fuori il tuo caratteraccio. Noi abbiamo bisogno della tua sbadataggine, della tua goffaggine e di tutti i tuoi difetti.

   Rei aveva detto quelle parole con il sorriso sulle labbra, con il sorriso di chi, Usagi lo sapeva, voleva spronarla ad andare avanti. Le aveva parlato in quel modo per tirare fuori la grinta che era, momentaneamente, sparita.

       - Rei tu sai come far sentire una persona speciale.

       - Bhè si grazie. So perfettamente di possedere una dialettica fuori dal comune.

   Lo aveva detto assumendo la solita espressione di superiorità che la caratterizzava ogni volta che voleva essere – voleva fingere di essere – presuntuosa e arrogante.

   In realtà Rei non era così, probabilmente non lo era mai stata.

   Era sempre stata una ragazza sola che mascherava il dolore per quella solitudine allontanando gli altri prima che gli altri allontanassero lei.

   Usagi questo lo sapeva bene, ricordava il bisogno di compagnia, di affetto, che aveva avvertito la prima volta che aveva incontrato la sacerdotessa. La stessa sacerdotessa che adesso la guardava con gli occhi di chi non ammette debolezze.

      - Usagi io ti ho lasciato Mamoru perché… perché ho capito che con te non c’era partita. Anche se Mamoru non dava alcun segno di interesse nei tuoi confronti io sapevo, percepivo, che non ero io quella che voleva al suo fianco. Adesso ti chiedo di non farmi pentire della mia scelta. Adesso devi dimostrarmi che non ho commesso un errore lasciandoti campo libero.

       - Rei…

   Si era fermata. Non sapeva cosa dirle. Non avevano mai affrontato quel discorso. Non avevano mai parlato di quando Mamoru e Rei si frequentavano. Non ne aveva mai parlato con Rei, con Mamoru o con una delle ragazze. Non avevano mai parlato di quel periodo perché lo riteneva inutile, superfluo ed adesso… adesso aveva capito perché Rei aveva tirato fuori – da un cilindro senza fondo – quella vecchia storia… vecchia per modo dire dato che risaliva a meno di sei mesi prima.

       - Rei, tesoro, se Mamoru mi ha scelto è perché ha visto in me tutta quella dolcezza, tenerezza, bellezza e romanticismo che in una violenta come te non esistono e non potranno mai esistere. Anzi, mi chiedo cosa possa aver spinto il mio povero Mamo-chan a frequentarti!

       - Ingrata.

       - Violenta.

       - Balena.

       - Invidiosa.

       - Bambina frignona.

       - Hentai.

       - Cosa stai blaterando?

       - Ho visto quei manga nel cassetto della tua scrivania!

       - No, Usagi hai frainteso!

       - Cosa? Vuoi dirmi che tu… tu… hai davvero nel cassetto della tua scrivania un manga di quel genere? Non ci posso credere! Io stavo scherzando!

   Il rossore sulle guance di Rei presto fu accompagnato da quello di Usagi che tutto si immaginava tranne ciò che aveva scoperto.

       - Aspetta, ti posso spiegare!

       - No, non voglio sentire! Non voglio sentire! Non voglio sentire!

   Usagi aveva messo le mani a coprirsi le orecchie e spostava la testa a destra e sinistra ripetendo di continuo la frase “Non voglio sentire!”, Rei esasperata – ma soprattutto imbarazzata dallo spettacolo che stava dando l’amica – le afferrò i polsi e bloccò il movimento oscillatorio della testa solo con un’occhiata.

       - Adesso ascoltami bene: quel manga non è mio. L’ho sequestrato a… mio nonno.

   Usagi restò immobile alcuni secondi poi scoppiò in una risata divertita. Rei la guardava senza capire ma, alla fine contagiata dall’ilarità dell’amica, si unì alla sua risata. Solo dopo alcuni minuti le due ragazze tornarono padrone del proprio corpo. Usagi asciugò una lacrima – stavolta dovuta al troppo ridere – e prese tra le mani quella dell’amica.

       - Grazie Rei. Grazie di cuore.

      

§§§§§

 

       - Sei sicuro di ciò che dici?

       - Sì, ne sono certo.

       - Non c’è margine di errore?

       - Nessuno, mi spiace.

   Mamoru aveva sperato.

   Aveva pregato di trovare su Elysion la soluzione ai suoi problemi ma si era sbagliato. Il ragazzo che gli stava davanti aveva escluso quella possibilità.

       - Maestà…

       - Helios, secondo te cosa può esserle successo?

   Il custode dei sogni chiuse gli occhi e cercò di mettere in ordine le informazioni che gli aveva fornito il suo Principe.

       - Mi duole dirlo ma… non so cosa pensare. La Principessa Serenity è convinta che si sia trattato di un sogno, voi ne siete sicuro, ma vi posso assicurare che non è vero, non è possibile. Se la Principessa si fosse ferita nel corso di un sogno… sarebbe rimasta una traccia qui su Elysion ma come potete notare nulla è fuori posto. I cristalli sono intatti, puri. Lo avete visto anche voi.

       - Lo so Helios, lo so. Non si tratta neanche di un sogno premonitore?

       - Non credo. I sogni premonitori sono caratteristica della Famiglia Reale del Gold Kingdom. Mi spiace.

   Mamoru sospirò rumorosamente e fissò Helios negli occhi.

   Le speranze che aveva riversato su Elysion erano state deluse. Non era giunto a capo di niente ed adesso si ritrovava più vuoto di prima.

   Non era il pensiero del pericolo che stava correndo.

   Non si trattava del nemico che aveva minacciato direttamente la sua persona.

   Erano gli occhi di Usagi che aveva paura di affrontare, che aveva paura di deludere.

   Si girò un’ultima volta ad osservare la sala circolare in cui si trovava: il cuore pulsante di Elysion.

   Un’infinità di rose di cristallo incorniciavano quella stanza, quelli erano i sogni del genere umano. Ogni sogno aveva una rosa cristallina, ogni rosa un colore.

   Il concetto di spazio su Elysion era differente da quello che vigeva sulla Terra. Non esisteva il comune spazio visibile agli occhi degli uomini. Su Elysion era… diverso. Esistevano tasche dimensionali all’interno delle quali si aprivano altri luoghi, altre aeree; queste tasche erano controllate da Helios – il custode di Elysion – e da Mamoru stesso, ultimo erede del Gold Kingdom. Ecco perché i sogni di più di sei miliardi di terrestri si trovavano in quella stanza.

   Si avvicinò ancora una volta ai sogni di Usagi ed il bianco di quelle rose lo colpì come una stilettata al cuore. Tante, infinite rose bianche, solo una rossa.

   Perché? Perché erano bianche e non nere, bordeaux, grigie? Una tonalità scura, qualcosa che indicasse il suo animo tormentato. No, le sue rose erano bianche, segno di purezza, di serenità, di tranquillità. Fino al giorno prima Usagi non era turbata. Le sue rose bianche ne erano testimoni. Non aveva avuto incubi.

   Poi si concentrò sull’unica rosa rossa. Una rosa rossa, solo una rosa rossa tra tutte quelle candide. E sapeva cosa indicava quella singola, rara, sola, rosa rossa. Quella rosa racchiudeva i sogni, gli incubi, legati al periodo in cui lui si trovava soggiogato dal potere di Beryl, dal volere di Metallia.

   Chiuse gli occhi e richiamò a sé quel cristallo rosso.

   Una volta materializzato nella sua mano la strinse. Strinse con tutta la sua forza ma il fiore restò intatto. Intatto in tutta la sua crudele bellezza.

   Improvvisamente fu avvolto da un’ondata di… disperazione. Come un flash vide il suo corpo cadere tra le braccia di Usagi, colpito a tradimento. La risata di Zoicite. Il dolore di Usagi. No Sailor Moon. Serenity. La disperazione per averlo perso. Per vederlo morente tra le sue braccia. Quello era l’incubo di Usagi, quell’incubo ricorrente che l’aveva accompagnata per tutto il periodo in cui lui era rimasto in mano del nemico.

   Finita quella visione Mamoru si sentì stordito. Il cuore correva veloce, troppo veloce. Chiuse gli occhi perché un’altra emozione lo investì in pieno: dolore. Un dolore violento al centro del petto, lì dove batteva il cuore. Ma non era il suo cuore a soffrire, no. Era Usagi. Ed altre immagini lo investirono in pieno. Lui, nelle vesti del Principe Endymion, e Sailor Moon. Uno contro l’altro. Gli occhi di Usagi pieni di lacrime nel vano tentativo di fargli riaffiorare un ricordo di loro ma nulla. Urlò in preda all’angoscia nel momento in cui la sua spada colpì il fianco della guerriera della Luna. Si ritrovò inginocchiato in terra con la rosa ancora stretta in mano e gli occhi pieni di lacrime.

   Poi ancora un vortice di emozioni, l’ultima, la più terrificante. L’abbandono. L’abbandono dei sensi, della vita, della voglia di combattere, di reagire. Vide Usagi precipitare in un baratro senza fondo. Provò a chiamarla. Urlò il suo nome ma senza risultati, dalla sua bocca non usciva nessun suono. Solo il silenzio, lo stesso silenzio che aveva avvertito nella mente di Usagi.

   Finì improvvisamente, così come tutto era iniziato. Si ritrovò seduto in terra con le mani a coprirgli gli occhi. Le lacrime prepotentemente trattenute.

       - Maestà non dovevate farlo. I sogni di una persona sono qualcosa di intimo e privato. Voi non avete il diritto di insinuarvi in essi.

       - Helios… io… sono stato uno sciocco. Non ho mai capito il dolore di Usagi, mai. Ho sempre pensato al mio senso di colpa ma non mi sono mai soffermato a riflettere sui suoi sentimenti.

   Era stato uno stupido egoista. Ecco cosa. Aveva pensato al suo senso di colpa, al suo onore macchiato.

   Si era chiesto più di una volta cosa avesse provato Usagi nel periodo della sua prigionia, aveva tentato di parlarne con lei ma senza risultati. Usagi aveva sempre risposto che non era importante perché tutto era passato, perché lui era tornato. Era stato uno sciocco ed anche cieco.

       - Principe Endymion… credo che sia tempo di tornare sulla Terra. Mancate già da diverse ore.

   Era arrivato il momento di lasciare quella dimensione e tornare nel suo tempo. Sorrise ad Helios, un sorriso privo di felicità, un sorriso mesto. Chiuse gli occhi e nello stesso bagliore di luce che lo aveva portato ad Elysion, nel medesimo modo, fece ritorno sulla raduna dalla quale era partito.

   Il sole era tramontato, il cielo era coperto da nuvole grigie ed un temporale stava per colpire la città. Doveva fare in fretta se non voleva trovarsi a guidare sotto la pioggia.

 

§§§§§

 

       - Allora?

       - Siamo pronti signore.

       - Bene, stavolta cercate di non fallire.

       - Non la deluderemo mio padrone!

   L’uomo sparì nel nulla lasciandolo da solo. Bevve parte del vino contenuto nel bicchiere di cristallo nero, lo stesso cristallo di cui era fatto il suo scranno. Si voltò verso la donna imprigionata nella gabbia di energia e le sorrise arrogante.

       - Come interverrai stavolta?

       - A costo di morire ti impedirò di portare avanti il tuo piano! Non ucciderai Endymion, non te lo permetterò.

   Il bicchiere di cristallo si infranse contro la barriera rompendosi in mille schegge impazzite. Alcune ferirono le braccia ed il volto della donna imprigionata. Il vino aveva macchiato l’abito candido di lei. Il volto di lei, nonostante la brutalità del gesto, nonostante le ferite subite, nonostante la stanchezza provata, rimaneva impassibile.

   Quell’espressione così indifferente fece ulteriormente infuriare il giovane che scattò in sua direzione afferrandola per i capelli, passando attraverso le sbarre di energie come se nulla fosse. Afferrò per il collo da cigno la donna imprigionata e strinse la sua presa con tutta la forza di cui disponeva.

   Gli occhi di lei rimasero immobili, come se non stesse soffocando.

   E poi la lasciò. Lasciò la presa e si ritrasse indietro con un ghigno sulle labbra che, per la prima volta, la fece vacillare.

       - Non sarà così semplice. Serenity la morte non ti libererà di me.

 

 

 

 

  L’angolo dell’autrice

 

Catania, il 10 settembre 2009

Ore 21:57

   

   Buona sera. Ho aggiornato a poco più di 24 ore rispetto al primo post. Lo capirete leggendo i ringraziamenti a fine pagina.

   Bene, ho visto che nessuno ha fatto riferimento ad Elysion nelle recensioni, mi chiedo se avevate capito o meno che facevo riferimento ad Illusion eppure… cavolo credo di no. Sappiate che Elysion, secondo ciò che ho reperito su Wikipedia, è il nome originale di Illusion. Per quel che riguarda i sogni e le rose di cristallo… è stata un’idea venuta dal nulla. Ho deciso di dare la forma di rosa per fare un piccolo omaggio a Mamoru ed al suo modo di attaccare sotto le sembianze di Tuxedo Kamen mentre il cristallo… il cristallo perché mi dà l’idea di purezza ed il sogno, a mio modo di vedere, è il modo più puro per esprimere la nostra fantasia ed il nostro stato d’animo.

   Tornando alla storia: Mamoru non ha scoperto nulla di nuovo se non che quello di Usagi non è stato un sogno e che la nostra Odango non è capace di avere sogni premonitori.

   Il nemico, finalmente, si è fatto vedere anche se non ha attaccato e spero che vi sia piaciuto il modo in cui ho deciso di presentare il cattivo di turno. Adesso vi lascio ai ringraziamenti…

 

Catania, il 9 settembre 2009

Ore 10:23  

 

   Stavolta rivoluziono il tutto, prima scrivo i ringraziamenti e poi il capitolo quindi non so cosa accadrà e le risposte alle vostre recensioni per alcuni versi potranno sembrare inappropriate, vi ricordo, quindi di pensare che quello che segue è un’anticipazione al capitolo vero e proprio.

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- FEFERICA: buongiorno (è mattina anche se probabilmente aggiornerò di sera e non so di preciso quando)! Spero tanto che anche adesso tu abbia pensato alla mia storia… et voilà il capitolo nuovo. Mi spiace averti fatto attendere tanto ma purtroppo tra estate, tirocinio, studio e mancanza di voglia di fare l’aggiornamento è andato un po’ per le lunghe. Al momento non rispondo alle tue domande (ti ricordo che ancora non ho scritto il capitolo ma mi porto avanti con le recensioni così da potervi dare lo spazio che voi anime pie meritate!) ma di sicuro posso ringraziarti per i complimenti che, come sempre, mi fanno arrossire. Spero di averti reso ancora entusiasta con il nuovo capitolo, alla prossima!

 

- LUCIADOM: buondì! Grazie per i complimenti ma hai pienamente ragione sul dire che non essere mai “pienamente soddisfatti” di ciò che si fa è un male. Ti porta via parecchio tempo che potresti impiegare per portarti avanti con altre materie ma purtroppo sono pignola e ne piango le conseguenze… la perfezione, con il passare degli anni, ho compreso che è mera illusione, un qualcosa che rincorriamo che non ci accorgiamo di possedere già… la macchina uomo è perfezione, una giornata di sole è perfezione, l’amore delle persone che abbiamo accanto sono la perfezione… ma meglio fermarmi altrimenti rischio di essere moooolto noiosa. Sono felice che anche i tuoi esami siano andati bene io, purtroppo o per fortuna, non ho staccato per nulla, il pomeriggio l’ho comunque dedicato ai libri ed almeno non ho perso il ritmo. A quanto pare ragazze, appena accendete il pc avete subito sott’occhio la mia storia e quindi le opzioni sono due: 1) o sono io che vi rompo le uova nel paniere con i miei aggiornamenti; 2) o non aggiorna più nessuno… un dilemma! Che cosa abbia trovato Mamoru si è già capito, almeno credo (ti ricordo che sto rispondendo a questa recensione senza aver ancora scritto un bel niente!) e le ragazze, bhè valli a mettere d’accordo 5 cervelli (7 se aggiungiamo Luna ed Artemis!), essere in tanti può essere un bene, ma a volte è deleterio! Adesso ti saluto perché devo passare agli altri aggiornamenti ed attendo anche un po’ di ispirazione… alla prossima!

 

- LAGADEMA: sai gli originali sono più facili da gestire, non devi rimanere legata alla storia e puoi modificarla a tuo piacimento come ho fatto io in questo caso!

 

- CHICHILINA: ti prego non deprimerti per così poco. Se non hai recensito avrai avuto i tuoi buoni motivi e quindi non devi sentirti colpevole, l’importante è che reputi la fanfic degna di un minimo di attenzione… tanto per premiare questa povera anima in pena (che sarei io!)…

 

- NEPTUNE 87: cosa accadrà ancora non lo so con preciso purtroppo nella mia testa nulla va come dovrebbe. Le idee sono un continuo divenire e non posso rispondere a questo tuo quesito, quel che è certo è che Mamoru ha intuito a chi potersi rivolgere e questa persona… non ha risposto come avevate sperato tutte, mica posso darvi la soluzione a tutto! Sono felice che la scena tra le ragazze sia stata di tuo gradimento, ogni volta che ci sono diversi personaggi nella stessa scena ho paura di non far comprendere chi parla… ma a quanto pare, stavolta almeno, sono riuscita ad essere chiara… mi dedico un attimo a te perché ancora non sono riuscita a commentarti e così approfitto del mio spazio per porti una domanda relativa alla tua fanfic “Cosa fai Rei”: ma cosa mi combina Rei? È davvero sicura di aver fatto qualcosa con Mamoru? Io non ci credo!

 

- MARYUSA: ciao! Tranquilla non sei tu ad essere lenta di comprendonio, sono io ad essere stata, volutamente(?), poco chiara! La domanda è: cosa avrà intuito Mamoru o cosa avrà ricordato? È su questo che si è basato il capitolo VI e se tu non ci sei arrivata dipende molto dal fatto che io sono stata poco chiara… grazie per i complimenti. La parte iniziale del capitolo è stata difficile perché non volevo che si partisse direttamente con la scena delle ragazze che si riuniscono, dovevo spiegare cosa aveva in mente Mamoru e perché se ne doveva andare ma potevo benissimo farlo dire ad Usagi in un altro contesto… invece, invece ho preferito spiegare le sensazioni di quel bacio e spero di esserci riuscita. Presto arriverà Chibiusa, presto non so quando con precisione… bhè rendertela simpatica… ma se ti dicessi che ho scritto questa fic per due ragioni: 1) far vendicare Usagi, non è stato carino da parte di Mamoru far soffrire tanto la piccola Odango nel corso della seconda serie; 2) proporre una nuova Chibiusa meno antipatica e saccente rispetto a quella presentata proprio nella versione anime della seconda serie. Spero tanto di poterti accontentare. Adesso ti lasci, passo alle altre recensioni.

 

- JAJ984: Ily tesoro ho scritto questa fic proprio per compiere la vendetta di Usagi e, come ho detto a Maryusa, per rendere accettabile il ruolo di Chibiusa… quindi non si tratta di semplice rivalsa, no, è proprio vendetta nei confronti di Mamoru e degli adattatori italiani! Il mondo è proprio strano, mi leggevi ma non sapevi chi io fossi quando in realtà ero proprio io… se questo non è destino, mi manca un po’ manganet ma ho la necessità, almeno per il momento, di staccarmi da Ryo e Kaori e concentrarmi su altro. Kaori mi ha dato tanto, tantissimo, ma adesso voglio attingere anche da altri personaggi! Per quel che riguarda Mamoru ed Usagi i loro animi sono legati, lo erano in passato e lo saranno nel futuro, perché non debbono esserlo anche nel presente. Io credo che due persone che si amino, nella realtà, sono due anime che sono legate e che non si separano neanche se costrette, questo è quello che cerco di far trasparire da questi due personaggi!

 

- ELLEPHEDRE: meno male, pericolo punteggiatura superato! Migliorata mi sembra eccessivo, forse, semplicemente, inizio a capire che non ha senso buttare qua e là virgole e punti ed è meglio ragionarci su. Per quel che riguarda le interrogative dirette/indirette ci devo lavorare su, ed anche per tanto e tanto tempo. Purtroppo sono il mio debole e non so come migliorarmi. Il fatto è che mentre scrivo non mi rendo conto di farlo. Io scrivo e mentre lo faccio do già l’impostazione, nella mia mente malata, alla mia voce che poi legge la frase come se fosse una domanda, anche se, effettivamente, non c’è il punto di domanda. Dovrei ricordarmi che chi legge non è nella mia testa e forse riuscirò a migliorarmi. Per quel che riguarda lo stile distaccato hai pienamente ragione solo che, utilizzando il punto di vista esterno, mi risulta difficile essere meno lontana dalla narrazione dei fatti. Tendo a ripetere il soggetto, a volte utilizzando sinonimi idioti, per paura di non riuscire ad esprimere esattamente chi è che parla e con chi. Se a tal proposito hai qualche suggerimento ti sarò riconoscente a vita! Mamoru e il suo giro… bhè sono stata volutamente vaga proprio perché il personaggio di Mamoru è sempre sfuggente, non si sa mai cosa pensa e cosa fa, rimane avvolto nel mistero e non dà una spiegazione alle ragazze per non dar loro false speranze e perché, effettivamente, lui stesso non è molto sicuro di aver ricordato davvero qualcosa di reale. Era meglio esprimere questi concetti all’interno del capitolo, me ne sono resa conto solo dopo aver letto la tua recensione! La spiegazione di Ami mi ha tolto il sonno la notte. Ho cercato di essere chiara ma allo stesso tempo di non essere banale. Da dove tira fuori le informazioni? La maggior parte delle volte le tira fuori dalla mia mente ma stavolta le ha tirate fuori dal confronto  tra lo Ginzuishou di Usagi ed i residui di potere che ha trovato proprio nella ferita di quest’ultima. La nostra Ami è la cervellona del gruppo se non ci arriva lei a queste conclusioni chi può farlo? (speriamo, almeno stavolta, di aver azzeccato l’interrogativa diretta/indiretta…) . Minako ed il futuro… credo che tu ti sia data la risposta da sola, hanno compiuto un viaggio nel passato, cosa impedisce alla guerriera di Venere di ipotizzare un viaggio nel futuro? Ma sempre se ci sarà questo viaggio nel futuro… per quel che riguarda la parte del discorso di Rei e dei suoi interventi… lì ho trovato le maggiori difficoltà perché temevo che non si capiva chi parlava ed a chi si rivolgeva ma sono felice di sapere di essere stata chiara, almeno stavolta. Ti ringrazio per trovare sempre il tempo per recensire e se hai qualche altro consiglio sono ben lieta di accettarlo, non sai quanto mi aiuti!

 

… ringrazio le 17 persone che mi hanno inserito tra i preferiti, ultima ad essersi aggiunta è Neptune 87:

 

- ANGELINA93;

- BELLA95;

- BIMBASTUPENDA;

- CHICHILINA;

- CRISTA 85;

- ENIGMA;

- FANTASY_MARY88;

- FEFERICA;

- ILARY;

- JORDY KLEYN;

- M00NLIGHT;

-  MELI_MAO;

- MYLA_CHAN;

- NEPTUNE 87;

- ROMANTICGIRL;

- STELLA93MER;

- _ MADDY_.

 

Ed un grazie ai 18 che mi hanno inserito tra i seguiti, anche in questo caso grazie a Chichilina e Shalya che sono le nuove arrivate:

 

- CHICHILINA;

- DRAGON85;

- ELIE191;

- ELLEPPHEDRE;

- HATORI;

- JAJ84;

- KAGOME_86;

- LUCIADOM;

- LUISINA;

- MARY85;

- MARYANGEL;

- MIKAYLA;

- MYLA_CHAN;

- PIKKY91;

- POTTER92;

- SHALYA;

- SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;

- STELLA93MER.

 

Grazie ancora ed alla prossima!

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Nuova pagina 1

Capitolo VIII

 

   La pioggia continuava a scendere sulla città di Tokyo mentre le due ragazze erano sedute sulla panchina ad attendere il ritorno di Mamoru. Dopo il tentativo di Rei di alleviare la tensione di Usagi, erano cadute nuovamente nel silenzio più assoluto. Ognuna era persa nelle proprie riflessioni ma, in ogni modo, quei pensieri conducevano in un’unica direzione: quello di Usagi era stato davvero un sogno?

   Il rombo del motore di una moto fece sollevare di scatto la testa di Usagi e quel movimento destò Rei immersa nei suoi pensieri.

       - Usagi cosa…

       - Rei è lui!

   Rei non ebbe modo di bloccarla perché Usagi si lanciò verso il portone del palazzo in cui abitava Mamoru, senza darle neanche il tempo di formulare una qualche protesta. La guerriera di Marte sorrise un po’ più serena e se ne andò lasciando soli i due innamorati.

 

   Usagi saliva quelle scale a perdifiato; come poche ore prima aveva fatto Mamoru, anche lei non aveva atteso l’ascensore, era troppo il bisogno di vederlo, di parlargli, di sentirlo. Arrancava come se avesse il diavolo alle calcagna. Saliva gli scalini due a due cercando di non inciampare nei suoi stessi passi.

   Mamoru era vicino, sentiva la sua presenza, poteva percepire il calore della sua anima. Arrivata all’appartamento di lui stava per bussare quando le porte dell’ascensore si aprirono. Non seppe neanche lei spiegarsi il perché, ma girò la testa di novanta gradi e lo vide con il casco in mano e lo sguardo fisso sui suoi piedi. Non disse nulla, semplicemente si mise a correre verso di lui, riempiendo con pochi passi i metri che li separavano. Lo slancio con cui l’abbracciò, fece barcollare Mamoru che andò ad appoggiarsi con la schiena alle porte, adesso chiuse, dell’ascensore.

       - Usako…

   Le braccia di Usagi si strinsero maggiormente attorno al torace di Mamoru e le lacrime spingevano per uscire ma lei riuscì a trattenerle.

       - Mi sentivo morire… non sapevo dove cercarti… non sapevo se stavi bene… non sapevo nulla! Ti prego non farlo più! Non sparire più senza dirmi niente!

   La voce le tremava forse per le lacrime oppure per il freddo che improvvisamente sentiva, non sapeva spiegarselo neanche lei. Mamoru non la lasciò andare, anche lui aveva sentito la sua mancanza, anche se per poche ore, anche lui non riusciva più a resistere senza saperla costantemente al suo fianco.

       - Perdonami Usako… non credevo di farti preoccupare tanto!

   Lasciò un bacio tra i capelli biondi di lei che, a quel lieve contatto, sollevò finalmente la testa per incontrare i suoi occhi; sorrise debolmente e cercò subito le sue mani: aveva bisogno di un contatto costante.

 

§§§§§

 

   Era bloccata in quella dimensione senza spazio e senza tempo. All’interno di una teca di cristallo che le impediva di comunicare con il mondo esterno. Non sapeva nulla di ciò che era accaduto al suo regno, non sapeva se i suoi cari fossero al sicuro, sani e salvi, non sapeva nulla di nulla e non poteva fare altro che aspettare... e pregare.

   Provò ancora una volta, l’ennesima, a fuggire da quella prigione. Senza curarsi del dolore che avrebbe provato da lì a pochi istanti, poggiò le mani sul cristallo concentrando nei palmi ciò che rimaneva del suo potere. La scarica elettrica che la colpì fu talmente intensa da strapparle un gemito di dolore. Interruppe quel contatto ed osservò le ustioni che si era provocata; ferite provocate dall’intenso potere che era stato sprigionato da quella parete che non riusciva a scalfire, figurarsi a distruggere.

       - Ancora non hai capito che da qui non potrai fuggire?

   Quella voce, bassa e sibilante, le fece ghiacciare il sangue nelle vene. Era una voce che proveniva dal nulla, ma lei sapeva che non era così, sapeva che Lui era lì a gioire della sua sofferenza.

       - Wiseman ancora non hai capito che non mi arrenderò? Non riuscirai nel tuo intento, mai!  

   Wiseman comparve proprio davanti alla teca, il volto celato dal cappuccio del mantello nero. La sua mano ossuta si levò a toccare la teca, senza risentire del minimo effetto.

       - Sei sempre stata così battagliera… ma dimmi, adesso che sei mia prigioniera, come riuscirai a salvare i tuoi cari ed il tuo amato pianeta?

       - Non provarci, o dovrai vedertela con me…

   Era una minaccia la sua… lo stava minacciando proprio lei che mai lo aveva fatto.

       - Serenity cara, non sei nelle condizioni per minacciare…

   Lei chiuse gli occhi sapendo che Wiseman aveva ragione ma non poteva darsi per vinta, non voleva credere che tutto sarebbe finito per mano di quel vecchio folle.

       - Demand prima o poi si accorgerà di come lo stai sfruttando!

       - Quando ciò accadrà il Principe Demand farà la fine che merita!

   A quelle parole, Serenity strinse i pugni dimenticandosi delle sue ferite. Il sangue macchiò ulteriormente il suo abito un tempo candido.

       - No! Mai!

       - Ed invece sì. Ti ritroverai a scegliere se salvare la sua vita o la tua...

 

§§§§§

 

      - Posso sapere dove sei stato per tutto il pomeriggio?

   Era seduta sul divano, le mani attorno ad una tazza di tea caldo, i vestiti sul termosifone in camera di Mamoru ad asciugare; vestita solo del suo intimo, era avvolta semplicemente in una coperta. Accanto a lei sedeva Mamoru. Anche lui teneva in mano una tazza di tea ed indossava una comoda tuta.

       - Ad Elysion.

       - Elysion…

   Quel nome non le era nuovo, lo aveva già sentito, ma non ricordava dove… quando… e poi un altro nome si affacciò nella sua mente e le sue labbra inconsciamente diedero voce a quel ricordo lontano e sbiadito dal tempo.

       - Helios…

   Mamoru la osservò concentrata nel tentare di ricordare a chi appartenesse quel nome, nell’associargli un volto, un significato, ma vedeva perfettamente che i tentativi di Usagi erano infruttuosi.

       - Ricordi qualcos’altro?

   Cercò tra i suoi ricordi del passato ma non ottenne il successo sperato. Ricordava solo quei due nomi: Elysion ed Helios e si sentì una buona a nulla. Mamoru aveva provato a seguire una pista mentre lei era rimasta senza far nulla, anzi peggio: aveva piagnucolato senza provare a capire a ricordare qualcosa che l’aiutasse a capire il significato di quel sogno… sempre se poteva definirsi tale.

       - Non ricordo nulla. So che dovrei ma non ci riesco… mi spiace…

   Mamoru posò la sua tazza sul tavolino basso che gli stava davanti.

       - Non devi scusarti. Anch’io ho ricordato solo oggi. Credo che sia normale, ci vorrà del tempo prima che i nostri ricordi tornino a galla.

       - Mamoru è tutto avvolto nel buio più totale. Non ricordo nulla della nostra vita passata, mi sforzo di ricordare ma è inutile, non riesco.

   Usagi strinse con più forza la tazza di porcellana. Non solo quel giorno ma anche altre volte, aveva provato a ricordare ma era sempre stato un buco nell’acqua. Un fitto banco di nebbia avvolgeva i suoi ricordi legati al Silver Millennium. Ricordava solo di Endymion e delle sue Guerriere, poi il resto era un buco nero.

   Non ricordava il viso di sua madre; non ricordava la stanza che occupava a palazzo; non ricordava la vita che conduceva nel suo regno. A volte si chiedeva se effettivamente esistesse un passato o semplicemente si trattava di uno scherzo della sua mente. Era triste vivere senza ricordare nulla di ciò che si era stato.

       - Non devi preoccuparti di nulla, i ricordi ritorneranno quando meno te lo aspetti, come è accaduto a me stamattina...

   Poteva capire il disagio di Usagi anche lui ne era stato vittima quando non ricordava chi fosse e non sapeva chi o cosa cercare. Aveva solo un sogno da inseguire e nient’altro, doveva fidarsi delle sue intuizioni, non aveva avuto altra scelta.

       - Parlami di Elysion…

   Parlarle di Elysion fu facile, le parole gli uscirono direttamente dal cuore. Gli raccontò di Helios e dei sogni dell’umanità. Di come era possibile raggiungere la dimensione onirica e di come fosse splendida. Gli raccontò della stanza dei sogni e delle rose di cristallo e lei rimase per tutto il tempo in silenzio guardandolo parlare ed ascoltandolo.

   Non aveva scoperto nulla riguardo il suo sogno, anzi, aveva scoperto che non aveva proprio sognato quella notte e questo gettava altri misteri su quella ferita che attraversava il suo fianco, ma non era questo che al momento le interessava, non in quel momento che vedeva Mamoru così felice di aver ritrovato un pezzo del suo passato… che aveva ritrovato un frammetto di Endymion,  mentre lei… non faceva altro che rincorrere un ricordo sbiadito dal tempo. Senza neanche rendersene conto la domanda che la tormentava da quando aveva saputo di Elysion era stata formulata senza tanti giri di parole.

   - Tu… come hai fatto?

   Quella domanda era stata a malapena sussurrata; Mamoru, che le sedeva accanto, aveva faticato a sentire quelle parole.

       - A ricordare?

       - No, come hai fatto a vivere sapendo che c’era qualcosa che dovevi necessariamente ricordare ma che non riuscivi a farlo. Io… mi sento derubata della mia anima!

   Mamoru guardò Usagi e la vide china su se stessa, sotto il peso di quelle responsabilità che non era ancora pronta ad affrontare: una nuova guerra stava per iniziare quando ancora si doveva completamente riprendere da quella conclusasi da poco. A questo si sommava il fatto che i ricordi tardavano ad arrivare e lei si sentiva incompleta senza di essi, poteva capirla perché anche lui, al principio, quando aveva scoperto che esisteva qualcosa che andava al di là di quella vita, si era sentito come lei: defraudato della sua anima. Non era difficile immaginare la sofferenza di Usagi perché quella era stata anche sua. Come aveva fatto a vivere sapendo che doveva ricordare qualcosa d’importante? La risposta era semplice, molto più semplice di ciò che credeva Usagi.

       - Io… litigavo con te…

   Usagi sollevò la testa e lo guardò perplessa. I suoi occhi azzurri gli chiedevano di continuare perché, ancora una volta, era stato troppo machiavellico per lei.

       - Non guardarmi così, è la verità. Il fatto di non ricordare mi demoralizzava parecchio, mi svuotava di tutte le forze… fino a quando non sei entrata tu nella mia vita, anzi ad essere corretti, fino a quando il tuo compito d’inglese non è finito appallottolato sulla mia testa!

   Mamoru non era riuscito a trattenere il sorriso che era nato sulle sue labbra al ricordo di quel pomeriggio di fine novembre quando aveva (ri)incontrato Usagi per la prima volta. Un modo davvero originale se si considerava che lei lo aveva colpito, accidentalmente, con il compito andato male. Quello che era seguito a quell’incontro-scontro era stato uno scambio di battute che ricordava ancora, dopo più di sei mesi.

       - Ah, Mamo-chan sei il solito! Io parlo seriamente e tu ti prendi gioco di me!

   Usagi era risentita per la risposta che le aveva dato Mamoru. Lei parlava di qualcosa che era davvero importante e lui le rispondeva prendendosi gioco di lei e dei suoi sentimenti. Poggiò la tazza sul tavolino, accanto a quella di Mamoru, e si voltò verso la grande portafinestra che dava sulla città di Tokyo.

   Improvvisamente si ritrovò sdraiata sul torace di Mamoru che la strinse a sé come mai aveva fatto.

       - Non sto scherzando Usako, è la verità. Dopo i nostri battibecchi mi sentivo rigenerato, come tornato a vita nuova. Sei stata tu in quei mesi ad avermi dato la forza necessaria per affrontare il buio che riguardava il mio passato. Oggi non m’interessa più ricordare, adesso per me è sufficiente averti accanto per sentirmi ancora vivo, come allora… è solo questo che mi interessa, il resto perde di importanza…

   Quelle parole erano state sussurrate vicino al suo orecchio e stavolta non riuscì a trattenere le lacrime che scesero lungo le sue guance. Si girò quel tanto che le permise di nascondersi nell’incavo del collo di Mamoru; lì inspirò la sua fragranza, la sua essenza e comprese le sue parole: anche per lei non contava il passato adesso che lo aveva vicino.

   Si separò di poco, giusto il minimo indispensabile per poterlo guardare negli occhi e sorridergli radiosa: Mamoru era la sua medicina contro la tristezza.

       - Grazie Mamo-chan…

       - Grazie a te Odango…

  Il bacio che seguì fu la giusta conclusione di quella dichiarazione perché, quella di Mamoru, non poteva essere altro che una dolcissima dichiarazione.

   Le labbra di lui cercarono quelle di Usagi con lo stesso bisogno di quella mattina, stavolta con la consapevolezza che dopo sarebbe stato tutto più difficile, ma allo stesso tempo più bello.

   Usagi, dal canto suo, si strinse maggiormente al torace di Mamoru e cercò subito i suoi capelli. Adorava la loro morbidezza… erano il suo unico legame con il presente giacché quel bacio la stava portando in paradiso.

   Le braccia di Mamoru si strinsero attorno all’esile corpo di Usagi, coperta solo da quella coperta che improvvisamente le causava solo un fastidiosissimo calore; lei tremava nuovamente, proprio come pochi minuti prima, ma stavolta non era né il freddo né le lacrime trattenute: adesso era il desiderio impellente di lui.

       - Usako…

   Usagi si strinse maggiormente a Mamoru quando sentì il modo in cui il ragazzo l’aveva chiamata. Iniziò a baciare titubante il collo di lui mentre le sue mani cercavano di intrufolarsi sotto la felpa.

   Non voleva fermarsi né tanto meno guardarlo, se lo avesse fatto era certa di non poter continuare ciò che era appena iniziato.

   Aveva paura di ciò che le stava accadendo, aveva paura ma non voleva fermarsi, doveva necessariamente andare avanti, Mamoru era la sua aria… era la sua vita.

       - Usako aspetta… ti prego, fermati!

   Lui le bloccò i polsi e, a malincuore, cercò di allontanarsi dalle labbra della sua Odango. E lei non comprese il perché di quella interruzione.

       - Mamoru… oddio io…

   Era entrata nel panico più totale, si dava mentalmente della stupida per essersi fatta trascinare dalla foga di quel bacio e per essere saltata – al solito suo – a delle conclusioni affrettate, troppo affrettate.

       - Va tutto bene… non preoccuparti.

   Mamoru si era ritrovato costretto a cercare i suoi occhi e per far ciò le aveva sollevato con l’indice il mento. L’imbarazzo che lesse negli occhi azzurri di lei lo fecero sentire in colpa per il modo in cui aveva interrotto il susseguirsi degli eventi, ma era necessario. Lui doveva parlarle. Doveva farle capire che non pretendeva nulla e che avrebbe rispettato i suoi tempi…

       - Io… mi sento una stupida…

       - Ma non lo sei…

       - Invece sì! Ti sono saltata addosso come una… oddio che imbarazzo!

   Si era alzata di scatto scordandosi della coperta che era solo adagiata sul suo corpo e quella scivolò lasciandola con solo l’intimo, di semplice cotone bianco, indosso. Le sue gote divennero subito scarlatte mentre Mamoru sbiancò. Cercò di riprendere la coperta ma inciampò nei suoi stessi passi e finì addosso a Mamoru che per istinto la afferrò per i fianchi. Restarono così fermi ed in silenzio. I cuori pronti ad esplodere ed uscire fuori dal petto. Il primo a riprendersi fu Mamoru che le portò una ciocca bionda dietro l’orecchio.

       - Tu… attenti al mio autocontrollo…

   Così dicendo sfiorò con le sue dita il collo di Usagi che come una gatta iniziò a fare le fusa.

       - Usako… sei sicura di voler andare fino in fondo?

   Era sicura? No, non lo era, ma aveva bisogno di lui. L’incubo di quella notte le aveva fatto comprendere che non aveva tempo, che la vita era breve, troppo breve per aspettare… e lei aveva atteso più di mille anni.

       - Guardami, ti prego…

   Mamoru le aveva parlato con quella voce capace di farle perdere la ragione… e lui questo lo sapeva, stava giocando sporco il principe del Gold Kingdom…

       - Ho paura… ma… sì sono sicura.

       - Non voglio costringerti in nessun modo…

       - No! Non mi sento costretta… io…

   Adesso veniva la parte difficile del discorso.

       - Io… io… ecco vedi… il fatto è che io…

       - Calmati Usako. Non devi fare nulla che tu non voglia…

   Ma perché Mamoru doveva sempre interromperla? Era di per sé difficile affrontare quel discorso, con Mamoru che la bloccava ogni due secondi diventava impossibile! Chiuse gli occhi, inspirò ed espirò, e sempre ad occhi chiusi riprese a parlare.

       - Mamoru io voglio… lo voglio tantissimo solo che… per me è la prima volta… io…

   Mamoru sorrise davanti alla paura di lei… sorrise di cuore, la strinse al suo torace ed iniziò ad accarezzarle la schiena. Se solo lei avesse saputo…

       - Cosa ci trovi di così divertente?

   Si sentì chiedere da lei. Il sorriso presto si trasformò in risata visto la piega che stava prendendo quella discussione. Cercando di tornare serio tentò di rispondere ad Usagi che stava perdendo la pazienza.

       - Scusa… non volevo…

   Ma era davvero difficile davanti al viso imbronciato di Usagi…

       - Scusami tu!

   Così dicendo, e stringendo a sé la coperta, Usagi si alzò dal divano e si diresse a passo spedito verso la camera di Mamoru dove avrebbe trovato i suoi vestiti ormai asciutti. Il suo polso presto fu bloccato dalla mano di Mamoru che lo avvolse in una presa sicura, salda, indolore.

       - Scusami… ti prego… solo che… anche per me è la prima volta.

   Usagi si ritrovò a boccheggiare per la sorpresa inaspettata. Lei era certa che Mamoru, vista la sua bellezza e la sua prestanza fisica, avesse già prima di lei… il sorriso stavolta comparve sulle sue labbra.

       - Anche tu…

       - Sì, anch’io…

   Il sorriso presto, come pochi minuti prima era capitato a Mamoru, si trasformò in un attacco di risa stavolta più fragoroso di quello che aveva avuto Mamoru solo pochi minuti prima.

       - Adesso io dovrei sentirmi offeso…

       - Siamo due casi senza speranza…

       - Potremmo sempre recuperare…

   Forse fu il tono di voce di Mamoru, oppure il modo in cui aveva parlato, o ancora il significato nascosto di quelle parole, ma Usagi si sentì improvvisamente avvampare. Le braccia di Mamoru adesso erano strette attorno ai suoi fianchi, ma lui non si muoveva, attendeva una risposta da parte di lei… lei che sorrise e parlò con calma ritrovata…

       - Recuperiamo allora…

   Ripresero da dove si erano interrotti. Le mani di Usagi a cercare l’orlo della felpa di Mamoru e le mani di Mamoru a cercare di superare la barriera data dalla coperta. Le loro labbra unite in un bacio nuovo; un bacio che preludeva a qualcosa di più…

   Quando le mani di Usagi entrarono in contatto con la pelle del torace di Mamoru si sentì attraversata da scariche d’adrenalina. Era tutto nuovo e stava per scoprire quel mondo sconosciuto con Mamoru quando improvvisamente…

   Si fermò lasciando la presa attorno al torace di lui e spalancando gli occhi come colpita a tradimento. Mamoru avvertendo l’irrigidirsi di lei si fermò a sua volta cercando il viso di lei e trovandolo deformato in un’espressione di… disagio.

       - Usako…

   Provò a chiamarla ma senza ottenere risultati. Poggiò le mani sulle sue spalle e provò a scuoterla ma Usagi era sempre immobile, come se il tempo attorno a lei si fosse fermato.

       - Usagi cosa succede?

   Il bip del sailorphone la riportò al presente. Senza rispondere a Mamoru si precipitò in cucina, dove lo aveva lasciato appena entrata.

   Il viso serio di Ami le confermò ciò che aveva avvertito pochi minuti prima: un attacco del nuovo nemico.

 

§§§§§

 

 

       - Ho paura…

       - Non devi, sei una Principessa e le Principesse sono coraggiose!

       - Sì ma io…

       - Ti fidi di me?

       - Sì!

       - Ed allora vai!

       - Va bene…

       - Fa attenzione…

       - Ti voglio bene Pù!

       - Anch’io piccola mia!

  

 

 

   L’angolo dell’autrice

 

Catania, l’11 ottobre 2009

  

   Buona domenica a tutte voi! Ho deciso di adottare la stessa tecnica del mese scorso, prima rispondo alle vostre recensioni e poi provo a scrivere il capitolo. Le idee ci sono ma ad essere latitante è l’ispirazione, non trovo il modo giusto per mettere insieme le parole! Spero tanto che con il vostro aiuto – leggasi come: rispondendo alle vostre recensioni – io riesca a superare questo periodo che ormai va avanti da tanto!

 

Catania, il 28 ottobre 2009

 

   Buon pomeriggio gente. Purtroppo vi ho fatto attendere parecchio con questo aggiornamento ma non è stata solo colpa mia. Dopo un iniziale momento di blocco dovuto ad una stanchezza disumana è subentrato un problema di linea che mi ha lasciata per ben 15  giorni senza ADSL… adesso il capitolo è pronto per essere pubblicato, spero il prima possibile… tecnici permettendo dato che ancora oggi il problema sussiste!

   Come avrete notato in questo capitolo ho provato ad essere leggermente meno pesante e rendere l’atmosfera tra Usagi e Mamoru più leggera anche se non mi soddisfa pienamente, spero solo di non essere accusata di plagio ma al momento sto scrivendo senza potermi collegare al sito e leggere le altre fic e vedere se alcune situazioni sono simili a quelle descritte in altre fic.

   Per quel che riguarda i personaggi come avrete capito, e se così non fosse ve lo dico io, sta per fare il suo ingresso la Piccola Peste, altro che Piccola Lady! Adesso non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo, a presto… ADSL permettendo!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- HATORI: Tania ciao tesoro, lo so, in questo periodo sono assente ma non farmene una colpa tra studio, tirocinio e fidanzato ho davvero poco tempo da passare al pc! Guarda non so se effettivamente è stato merito della pioggia, ma il capitolo scorso è uscito discretamente bene. Per quel che riguarda questo spero a questo punto di fare altrettanto, sono solo curiosa di sapere cosa hai intuito… un bacio e scusami ancora se sono stata pochissimo al pc (N.B. Se ti va di leggere ho aggiornato anche l’altra fic, L’ultimo Bacio!)…

- LUCIADOM: tranquilla, non hai fatto nessun tipo di gaffe ed hai scritto il nome corretto: Elysion. Lo studio ci uccide non solo fisicamente, uccide – per quel che mi riguarda – anche la fantasia e le storie ne risentono! La parte riguardante i sogni è stata una sorpresa anche per me che non speravo di riuscire ad esprimere così semplicemente il concetto che mi frullava per la testa (ogni tanto sono soddisfatta dei miei capitoli, in questo caso di una parte di essi!). Effettivamente il fetentone di turno è proprio Demando, ma sai non ci voleva poi molto a capirlo dato che ho deciso di riscrivere la seconda serie, anche se la sto trasformando in una AU altro che What if? Passo alle altre, ricambio il tuo “in bocca al lupo” e spero di riuscire ad aggiornare presto!

- MARYUSA: le rose di cristallo a quanto pare sono piaciute a tante persone, meno male. L’idea mi è venuta per caso, inizialmente ero perplessa, non volevo sembrare troppo romantica o scontata ma poi, alla fine quando il pezzo era scritto sono rimasta soddisfatta ed ho deciso di non cambiarlo assolutamente. Presto farà riferimento la peste è vero, ma da qui a rendertela simpatica… io ci provo, non ti assicuro niente però! Per quel che riguarda la rottura tra Usagi e Mamoru credo che dovrai attendere ancora qualche capitolo se l’ispirazione arriva presto! Adesso ti saluto e passo alle altre!

- NEPTUNE 87: ciao Cri, mi spiace che lo studio ti stia uccidendo ma se ti può consolare non sei la sola, anzi siamo in tante, tantissime! Sono lieta di sapere che anche a te la parte dedicata alle rose sia piaciuta, ripeto, è stato un fulmine a ciel sereno che, a quanto pare, ha fatto un miracolo dato che è piaciuto a tutte! Per quel che riguarda Rei ed Usagi… diciamo che sto cercando di rendere il loro rapporto quanto di più simile a quello che ho sempre immaginato io. Rei rispetta Usagi non perché sia la Principessa Serenity o Sailor Moon, Rei rispetta Usagi semplicemente perché è sua amica e la vede come la sorella che non ha mai avuto. Per quel che riguarda il cattivo di turno diciamo che questa presentazione l’ho sognata dal primo istante, questa fic è nata immaginando proprio la sua entrata in scena… non vedo l’ora di leggere il seguito di quello che combina Rei nella tua fic, sempre pc permettendo! Adesso ti saluto a presto!

- ELLEPHEDRE: i tuoi complimenti mi fanno arrossire e sicuramente, in questo capitolo, farò qualcosa per farti ricredere, mi conosco, io sono come il gambero: un passo avanti e due indietro. Comunque, al momento, mi godo questi complimenti! Per evitare le ripetizioni che tanto temo cercherò d’ora in poi di usare periodi un po’ più lunghi e soprattutto di utilizzare le frasi correlative, cercando di non fare sfracelli!  ^^ Per quel che riguarda Rei ed Usagi ho usato i dialoghi che ci sono tra me e la mia migliore amica dove lei di solito è quella hentai ed io sono la povera verginella e devo dire di essere soddisfatta del risultato. Sono felice di leggere che anche per te l’accostarsi della rosa ai sogni sia stata una scelta azzeccata, non mi sono sforzata più di tanto per questa similitudine che è nata da sé e che, a quanto pare, conferma la mia ipotesi: le cose scritte di getto sono quelle che risultano meglio! Per quel che riguarda la confusione data dalla presentazione del nemico diciamo che è stata voluta, almeno in parte, spero che con il procedere dei capitoli la nebbia si possa diradare! Alla prossima e scusa se non ho commentato affatto ma purtroppo ho avuto il pc ko!

- LAGADEMA: ciao, se ti sei persa dimmi dove e cercherò di farti un riassuntino, sempre se riuscirò ad essere chiara. Per quel che riguarda l’utilizzo della similutidine rosa-sogno puoi usarla tranquillamente, ma se non ricordo male ti avevo già accordato il permesso per mail. Alla prossima!

- PULCINAELE87: benvenuta! Sono felice di sapere che la storia ti piaccia, spero di poter trovare altre recensioni, alla prossima!

 

Catania, il 10 dicembre 2009

 

   Mi scuso per questo immenso ritardo ma non è dipeso da me. Sono stata priva di linea ADSL per ben 15 giorni (cioè fino al 5 novembre 2009) successivamente, tornata la linea, dal giorno 6 novembre mi si è rotto l’alimentatore del pc e non ho potuto aggiornare prima perché ho atteso per quasi un mese, fino al 3 dicembre… poi dal 3 dicembre ad oggi… vi dirò la verità, non ho avuto il tempo per aggiornare. Spero possiate scusarmi. Il capitolo era pronto da tantissimo tempo, ho aggiornato la storia originale (per chi la volesse leggere si intitola L’ultimo bacio

) ma poi sono stata di corsa. Adesso finalmente mi sono presa 5 minuti per rileggere il capitolo (pronto dal 28 ottobre) e rispondere alle ultime due recensioni!

 

… ringrazio le 19 persone che mi hanno inserito tra i preferiti, ultime ad essersi aggiunte sono Fasana e Pulcinaele87:

 

1. ANGELINA93;

2. BELLA95;

3. BIMBASTUPENDA;

4. CHICHILINA;

5. CRISTA 85;

6. ENIGMA;

7. FANTASY_MARY88;

8. FASANA;

9. FEFERICA;

10. ILARY;

11. JORDY KLEYN;

12. M00NLIGHT;

13. MELI_MAO;

14. MYLA_CHAN;

15. NEPTUNE 87;

16. PULCINAELE87;

17. ROMANTICGIRL;

18. STELLA93MER;

19. _ MADDY_.

 

Ed un grazie ai 20 che mi hanno inserito tra i seguiti:

 

1. CHICHILINA;

2. DRAGON85;

3. ELIE191;

4. ELLEPPHEDRE;

5. HATORI;

6. JAJ84;

7. KAGOME_86;

8. LEILANI;

9. LUCIADOM;

10. LUISINA;

11. MARY85;

12. MIKAYLA;

13. MORGANAB83;

14 MYLA_CHAN;

15. PIKKY91;

16. POTTER92;

17. PULCINAELE87;

18. SHALYA;

19. SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;

20. STELLA93MER.

 

Do un benvenuto a Leilani, Morganab83 e Pulcinaele87. Mi spiace aver perso Mary Angel, spero di non averla delusa per via dei tempi biblici tra un aggiornamento e l’altro…

Grazie ancora ed alla prossima!

 

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