Un'eternità tra i banchi di scuola

di DolceGiuggy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Prsentazioni ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Cosa ci faccio qui? ***
Capitolo 3: *** Prime Apparizioni... ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4-Ombra ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5-Amici ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Prsentazioni ***


Salve a tutti,diciamo che questa è la mia pirma FF lunga...o almeno che ho intenzione di scrivere lunga!

Inizio a postare questo primo capitolo per vedere come va...avrei intenzione di continuarlo,ma prima voglio il vostro parere!

Beh...basta con le chiacchiere...buona lettura! ;)


Capitolo-1-Presentazioni

 

Ed eccomi qui a girovagare per le aule,soliti prof,soliti alunni,in poche parole soliti e monotoni giorni. Mentre vago per i corridoi il mio occhio si va a posare sulla IIG,la mia ex classe…che ricordi meravigliosi di quell’anno,ma è meglio non pensare troppo al passato è dura ricordare cosa c’è stato e cosa,purtroppo,è venuto a mancare.

Beh,forse è giunta l’ora delle presentazioni…chi sono io?

Piacere il mio nome è MariaVittoria,Mavi per gli amici. Ho 17 anni,o almeno è quella l’età in cui ho abbandonato il mio corpicino magro e snello. La mia storia è una cosa un po’ difficile da spiegare,da molti vengo definita un fantasma…solo una leggenda dicono,ha…stupidi umani! In realtà sono un’anima…si esatto,sono l’anima del mio vecchio corpo,che dopo il mio incidente si è ritrovata e bloccata qui per sempre. Correva l’anno 2001 era una notte fra amiche,avevamo bevuto,tutte euforiche all’idea di iniziare l’ultimo anno di liceo e poi finalmente libere! Ma quella sera alla guida c’ero io..io che non avrei dovuto bere e guidare,io che avrei dovuto fermarmi a quel semaforo rosso,io che ero troppo giovane per capire quant’ero stupida. Ebbene sì quella notte,la notte del 12 giugno 2001,io e le mie migliori amiche siamo morte a quell’incrocio. Gli ultimi rumori che mi ricordo di aver sentito furono state le urla di mia madre e il suono dell’ambulanza,poi il nulla…il silenzio,ho aperto gli occhi e mi sono ritrovata sola di notte nella mia scuola al mio banco. Di Jenny,Silvia e Laura nessuna traccia…ero sola. Cercai di uscire ma c’era qualcosa,come un muro,che me lo impediva. Iniziai a piangere ma dai miei occhi non scendevano lacrime,era tutto così strano,così corsi in bagno…e mi vidi in quel piccolo specchietto. Ero sempre io,ma con dei colori più sbiaditi,poco chiari. Quella notte decisi di capire cosa mi stava succedendo,cercai mille spiegazioni possibili,ma nessuna poteva spiegare il motivo della mia presenza lì,così decisi di aspettare il giorno seguente. Ovviamente la scuola era finita,nella scuola c’erano solo le bidelle e alcuni prof che stavano organizzando i corsi per gli esami di riparazione. In quella circostanza decisi di mettermi alla prova, corsi dalla bidella Antonella,detta Nella,la salutai ma lei non mi rispose,gridai ma lei non mi sentì. Non riuscii a crederci così andai in presidenza per incontrare qualcun altro e vidi il prof di lettere,salutai anche lui ma non mi rispose…anzi,mi attraversò come se io non occupassi realmente quello spazio. Da lì capii,ero un fantasma,non so come,non so perché ma mi abituai a stare lì,nei mesi seguenti di vacanze cercai di costruire tutta la mia storia con un filo logico,ma in quelle circostanze niente aveva senso. Secondo la mia esperienza di film fantastici e soprannaturali,decisi che l’unica possibile spiegazione era quella che fossi diventata un’anima vacante in cerca di una missione da compiere,sì…ma quale?

E così sono arrivata fino ad oggi 15 dicembre 2009,ancora qui,intrappolata senza un perché,senza un come e senza un dove…solo io e i miei dubbi eravamo partecipi di tutto ciò. Speravo che qualcuno,come nei film,avesse quel dono di vedermi ma nessuno ne era capace. Così di anno in anno vago per questa scuola cercando di trovare delle soluzioni per uscire da qui.

Intanto mi incammino per i corridoi,oggi finalmente una novità,un nuovo studente. Dovrebbe essere nella classe II E,arrivo in presidenza e lo vedo. Sta seduto sulla panca,è carino occhi celesti come il cielo,capelli ricci e nero corvini,pelle abbastanza scura,un corpo abbastanza muscoloso,magro,alto all’incirca 1’78…(sapete com’è…la pratica ormai!). Sta aspettando il preside Ricillo,non sembra agitato,anzi. Per cercare di capire meglio le sue espressioni del volto mi avvicino,ma appena mi siedo vicino a lui vedo che guarda nella mia direzione,quasi mi vedesse. Che stupida impressione…ma che belle labbra! Così per avere una prova certa del fatto che non mi vede mi sposto dal lato opposto,ma vedo ke lui mi segue con lo sguardo. Non è possibile,non è assolutamente possibile,ripeto fra me e me…come può essere?

-Lorenzi venga- la vice preside Filandri lo chiama per andare e io li seguo. Arrivati davanti alla II E vedo che tutti guardano il ragazzo,soprattutto le ragazze che a quanto pare si danno da fare per mostrare le loro forme,ma il ragazzo non sembra interessato. Il professor Tonini lo presenta alla classe e poi si va a sedere vicino a quello che tutti chiamano Spruzzo,non chiedetemi il perché. Io sempre più incuriosita dalla sua presenza mi siedo sul davanzale affianco a lui e inizio a studiarlo nei minimi particolari. Com’è possibile che mi veda?...Beh meglio indagare al meglio no?!

-Hey!- chiamo io a bassa voce,ma tanto chi è che non mi deve sentire?!

Lui gira subito la testa verso di me e dice:-Come mai sei sul davanzale?...il prof non ti vede?-

Spruzzo che a quanto pare non ha sentito nulla continua a dormire sul banco.

-T…tu riesc…i a vederm…i?- la mia voce trema,è quasi un sussurro per la troppa gioia

-certo,ma non sarebbe meglio che tu scenda di lì?- mi guarda come se fossi una pazza,ma a quanto pare se lo sentissero i suoi compagni penserebbero che lui è il pazzo che adesso sta parlando con la finestra.

-chiedi al prof se puoi andare in bagno- sperando che non faccia troppe domande

-ma non devo andare in bagno- ribatte lui

-tu vai e poi vediamo quello che si deve fare!- e mentre dico questo mi incammino verso la cattedra aspettando che lui mi segua e chieda al prof quello che gli ho chiesto. Tonini lo accontenta e il ragazzo esce.

-vieni qui- e gli faccio strada nello stanzino che la bidella non usa mai

-Allora…io e te dobbiamo parlare sai?...come fai a vedermi?...come fai a sentirmi?...come mai non hai paura?- dico io in preda all’ansia

-Beh innanzitutto io inizierei da ‘piacere mi chiamo Sebastiano e ho 17 anni vengo da Milano’ tu chi sei? E perché non dovrei vederti?- ecco di nuovo quell’aria da ragazzo sconvolto che parla con una pazza

-Il mio nome è MariaVittoria,chiamami Mavi…ma non ti sei chiesto perché gli altri non mi hanno notata sul davanzale?-

-mmh veramente no!-

-Beh la prossima volta facci caso sai…-

Una leggera risatina esce dalle sue labbra perfette- e con questo cosa vorresti dirmi…che sei un fantasma? Cos’è un giochetto che fanno ai nuovi arrivati?-

-Ho l’aria di una ragazza che scherza?- lo guardo seria

-Ok direi di no…beh,dato che non ci sto capendo niente e devo tornare in classe che ne pensi di spiegarmi tutto dopo le lezioni fuori da scuola?-propone lui

-Beh caro Sebastiano…ci sono delle cose che non posso fare e che dovrò spiegarti oggi al termine delle lezioni,tu fatti trovare nella tua aula sarò io a farmi viva…e adesso và prima che Tonini si arrabbi.-

-Ok ciao Mavi…ah e chiamami Seb-

-Ok Seb,a dopo- che strano…la mia prima conversazione con qualcuno dopo la notte dell’incidente,incredibile! E poi…che sensazione strana che ho avuto quando ha pronunciato il mio nome,mi si è mosso qualcosa dentro…

Uscii dallo stanzino quando ormai Sebastiano era già andato via,la sua voce era qualcosa di rassicurante,di dolce,di leggero…

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Cosa ci faccio qui? ***


Wow ragazzi,non pensavo vi sarebbe piaciuto! Sono felice del contrario...ringrazio tutti quelli che hanno commentato,quelli che hanno aggiunto in preferiti e seguiti questa storia,a quelli che l'hanno commentata e a quelli che semplicemente hanno aperto la pagina! Grazie...ma non perdiamoci in chiacchiere,ecco a voi il secondo capitolo da parte di Sebastiano...spero vi piaccia! ^__^

Capitolo-2-Cosa ci faccio qui?

Sebastiano POV

 

Pioggia. Lentamente ogni goccia cade sul finestrino,quasi a formare una gara. Cielo grigo,nuvoloso,cupo,come il mio umore. Ebbene sì,è l’ennesima volta che partiamo,da quando sono nato non sono mai restato in un posto fisso. Quando facevo amicizia con qualcuno il giorno dopo la solita storia “Seb dobbiamo andare”…solite parole,solite promesse non mantenute…”sarà l’ultima volta…”. Bugie. Io e lui,un padre assente,un padre che promette troppo e che non da mai nulla,un padre che viene chiamato così solo all’anagrafe,per me è Gianni.

Non volevo partire,eravamo appena arrivati,solo 2 mesi,e poi tutti a fare le valige. Da quando la mamma se n’è andata via ha sempre cercato di fare sia da mamma che da padre,non è mai riuscito nel suo ruolo di padre,figuriamoci in quello di madre. Mi comprava sempre tutto quello che volevo,chiedevo qualcosa? Il giorno dopo la stavo usando. Questo poteva bastare quando ero piccolo,ma quando i bulli mi picchiavano lui dov’era? Quando diventai adolescente con i miei problemi,lui dov’era? Ho dubbi anche sul fatto che sia stato presente alla mia nascita. Ormai non si può fare più nulla,eppure tentai quella notte,due giorni dopo che mamma se ne andò…Era il periodo di Natale,non chiesi regali,non mi sembrava il caso. Avevo solo 10 anni per la miseria! Avevo bisogno d’affetto e così gli scrissi un semplice bigliettino “Questo natale voglio solo il tuo affetto”…lo lesse con espressione impassibile,lo mise in tasca ed uscì. Tornò 20 minuti dopo con un aereoplanino da montare,ma a me non interessava nulla. Peccato che non l’abbia mai capito…

-Vedrai ti piacerà- il suo tono “gioioso” irruppe i miei pensieri.

-si…come al solito no? Immagino che sarà l’ultima volta- dissi io scettico

-caro senti io lo faccio per te…e poi vedrai ti piacerà Roma. Farai nuove amicizie e magari ci scapperà qualche ragazza no?- mi disse facendomi una sorta di sorriso malizioso.

Questa cosa mi fece pensare che l’unico motivo per cui potevo ringraziare Gianni era per il fatto di non aver mai “sostituito” la mamma. Infondo non era male come uomo,ancora giovane per i suoi 45 anni. Eppure a volte mi chiedo…ma quest’uomo di ghiaccio ha un cuore? Ha mai amato una persona? Ma soprattutto…ha mai amato la mamma?

Chissà forse è per questo motivo che non ha mai avuto altre donne,perché la mamma gli mancava troppo. Infondo come dimenticare un tipo esplosivo come mia madre?! Cecilia Fortunato bocciata 3 volte al liceo, super-ribelle e trasgressiva…cosa mai avrà trovato in mio padre che è perfettamente l’opposto? Infatti alla fine se n’è andata con un sms dicendo “ci vediamo preso,baci.” Neanche una chiamata. Non la sento da Natale scorso,cioè un anno fa più o meno. Eppure non riesco ad odiarla,infondo mi ha donato la vita no?...ma allora perché mi ha abbandonato?

-Ehi,siamo arrivati,su scendi dalla macchina musone-

Ci trovammo di fronte ad una sorta di villetta. Un piccolo giardino ed un porticato in legno,era questa l’immagine che mi si sarebbe presentata ogni giorno per almeno un mesetto. Prendo le valige e le porto sul tappetino di casa. Per fortuna ha smesso di piovere,ma il vialetto è tutto bagnato. Gianni mi raggiunge alla porta,la apre e davanti a noi si presenta una sorta di regia. Un atrio con uno specchio gigante sulla destra riflette il vaso di fiori appoggiato su un comò. Mi incammino verso destra dove trovo il salone con un divano bianco al centro e due poltrone nere,di fronte a queste c’è un televisore 85 pollici,o giù di lì. Per terra c’è un parquet lucido,nuovo. Torno indietro ma stavolta vado a sinistra dove mi ritrovo nella sala da pranzo. A questa sala è unita la cucina,ma senza un muro. Giusto un piano d’appoggio funge da divisore tra angolo cottura e sala da pranzo.

-che te ne pare?bella eh?- mi padre si guarda intorno con una faccia soddisfatta,crede che basti questo per farmi dimenticare gli altri 20 traslochi di prima? Non penso proprio..

-si…carina- dico io senza troppo entusiasmo

-carina? Figliolo ma hai visto?! Su dai ti faccio vedere dov’è camera tua,seguimi.- mi incammino dietro di lui superando la cucina e arrivando alle scale. Mentre salgo mi accorgo di come questa casa sia grande,scale in legno,marmo lungo il passamano,roba d’alta classe. Peccato che a me queste cose non interessino…

-questa è la tua nuova stanza- mi si presenta davanti una porta in legno,apro la maniglia d’orata e la prima cosa che mi salta all’occhio è il mio terrazzo. Per quanto riguarda l’interno della stanza sul muro a sinistra c’è un letto a baldacchino blu,dall’altra parte una scrivania con un computer con sopra la televisione,perfetta da guardare dal letto.

-bella.- sono le uniche parole che escono dalla mia bocca,è bellissima non bella,ma a me tutto ciò non serve…

-su figliolo va a riposarti che domani hai scuola.- e così dicendo esce dalla mia camera. Ma quale riposare? sono le 7 di sera! Cercando di trovare qualcosa da fare prendo l’i-pod nella tasca,mi butto sul letto e senza neanche aver mangiato,dopo non so quanto tempo,mi addormento.

 

Stamattina la testa inizia a girare,io ancora vestito guardo la sveglia: le 6.30. Non mi ero mai svegliato così presto,così mi trascino fuori dal letto e mi butto sotto la doccia. Inizio a prepararmi,adesso sono le 7.00,saluto mio padre che tutto indaffarato beve il caffè e legge il giornale. Prendo anche io una tazza di caffè con un cornetto ed esco. L’aria di dicembre a Roma è molto più ‘calda’ rispetto a quella di Milano,il cielo è limpido,il sole è nascosto fra le nubi e la strada è quasi libera. Prendo il motorino e parto per il mio primo giorno di scuola,speriamo bene,povero me!

Arrivato davanti all’istituto, un liceo classico, ci sono migliaia di ragazzi che aspettano di entrare,molti mi guardano,altri mi ignorano. Per fortuna suona la campanella,mi incammino per le scale cercando di trovare la presidenza,percorro un lungo corridoio ed eccola. La scuola è abbastanza curata,molto antica,sembra abbia una storia da raccontare,ci sono molti muri con targhe di persone.

Busso ad una porta vecchiotta,sembra cadere a pezzi.

-Avanti- questo deve essere il preside

-Buongiorno,sono il nuovo studente…Sebastiano Lorenzi.-

-Ah si,Lorenzi si accomodii,benvenuto nel nostro istituto,si troverà bene,aspetti le chiamo la vice preside- e così dicendo esce dalla stanza lasciandomi da solo. Posso dire che dall’apparenza mi sembra un uomo molto curato,capelli grigi,non molto anziano e un fisico un po’ robusto.

Nell’attesa mi guardo intorno,poi noto una ragazza. L’immagine è sfocata,ha i capelli castano ramati,gli occhi neri e le labbra carnose,è magra e sembra abbastanza alta,deve avere la mia età. Indossa un vestito,all’apparenza troppo leggero per il mese di dicembre;ma possibile che stia ancora dormendo,come faccio a vedere certe cose?! Noto che mi osserva,poi si sposta e mi guarda con uno sguardo meravigliato,mentre sto per dirle ‘ciao’ la vice preside viene a chiamarmi e lei scompare. Sto andando proprio bene,la mia prima allucinazione già alle 8 di mattina,che record!

Arrivo in classe,gli occhi dei miei nuovi compagni mi scrutano con attenzione,soprattutto le ragazze. Mi presento al professore e alla classe e vado a sedere vicino ad un ragazzo che,stavolta non sto scherzando,sta letteralmente dormendo. Mi siedo vicino a lui,faccio rumore,ma nonostante tutto continua a dormire,è un po’ grassoccio con i capelli rossi. Mentre scruto la classe la rivedo,lei,la ragazza di prima,stavolta è seduta sul davanzale della finestra…ma come è possibile? Giro la testa verso il prof,penso di essere impazzito.

-Hey- una voce nella direzione della finestra mi chiama,non ho dubbi,è lei. Giro subito la testa nella sua direzione e stavolta riesco a parlarle: - Come mai sei sul davanzale?...il prof non ti vede?- ma che domande idiote che faccio,tanto sarà frutto di una mia immaginazione,come al solito.

- T…tu riesc…i a vederm…i?- la sua voce è un sussurro non so neanche come faccio a sentirla,ha l’aria di una voce da angelo…ma cosa sto dicendo?!

-certo,ma non sarebbe meglio che tu scenda di lì?- le dico. Ma è pazza lei o sono pazzo io?

-chiedi al prof se puoi andare in bagno- mi dice con urgenza

-ma non devo andare in bagno- ribatto io senza pensarci troppo

-tu vai e poi vediamo quello che si deve fare!- e mentre dice questo si incammina verso la cattedra aspettando che io la segua,la raggiungo e chiedo al prof di uscire.

-vieni qui-sento la sua voce provenire da una stanza

-Allora…io e te dobbiamo parlare sai?...come fai a vedermi?...come fai a sentirmi?...come mai non hai paura?- ok…è ufficiale,è pazza lei!

-Beh innanzitutto io inizierei da ‘piacere mi chiamo Sebastiano e ho 17 anni vengo da Milano’ tu chi sei? E perché non dovrei vederti?- sento le mie sopracciglia corrugarsi cercando di avere un discorso di senso compiuto con questa ragazza

-Il mio nome è MariaVittoria,chiamami Mavi…ma non ti sei chiesto perché gli altri non mi hanno notata sul davanzale?-

-mmh veramente no!- dico senza pensarci troppo

-Beh la prossima volta facci caso sai…-

Una leggera risatina esce dalle mie labbra,sto impazzendo- e con questo cosa vorresti dirmi…che sei un fantasma? Cos’è un giochetto che fanno ai nuovi arrivati?-

-Ho l’aria di una ragazza che scherza?- mi guarda seria…ok forse non sta scherzando,ma che senso ha tutto questo?

-Ok direi di no…beh,dato che non ci sto capendo niente e devo tornare in classe che ne pensi di spiegarmi tutto dopo le lezioni fuori da scuola?-propongo sperando che accetti

 -Beh caro Sebastiano…ci sono delle cose che non posso fare e che dovrò spiegarti oggi al termine delle lezioni,tu fatti trovare nella tua aula sarò io a farmi viva…e adesso và prima che Tonini si arrabbi.- acconsento sperando di capire qualcosa dopo

-Ok ciao Mavi…ah e chiamami Seb- dico uscendo con la testa più confusa di prima

-Ok Seb,a dopo- sento la sua voce. Ok,devo essere impazzito,ma quella ragazza ha qualcosa che mi intriga…

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Capitolo 3
*** Prime Apparizioni... ***


Ragazzi e ragazze vi chiedo umilmente perdono per tutto il tempo che ho fatto passare,scusate!!!

Per farmi perdonare vi dico che sto scrivendo anche un'altra storia,che non so quando posterò.Spero vi piaccia.

Intanto fatemi sapere cosa ne pensate di questa storiaaaa,vi prego non so se vi piace e vorrei tanto saperlo!

Ah,e auguri in ritardo! xD


Capitolo 3 Prime apparizioni

MariaVittoria POV

 

Ma dove diavolo è finito?? L’ansia si è impossessata di me,ho bisogno di parlargli,ho bisogno di capire.

-scusa eccomi- una figura con il fiatone entra dirompente nell’aula,lui.

-Hey,tutto bene?- che brutta cera che aveva

-sisi,ho fatto solo una corsa…ma arriviamo a noi,di cosa volevi parlarmi?-si siede vicino a me, ecco in quel momento non sapevo se fidarmi di lui o meno,sarei riuscita a raccontargli tutto? Sarei riuscita a non sentirmi ridicola? Ma soprattutto…sarei riuscita a capire il perché di tutto questo?

Alla fine con mille incertezze e dubbi inizio a raccontargli della mia storia dalla notte dell’incidente fino ad oggi,ogni minimo particolare pensavo fosse importante per capire il tutto. Il bello di tutto questo era che lui non rideva di me,mi guardava con occhi affascinati non come uno che pensa “ma cosa vuole questa pazza,ho paura”! Mano mano che iniziavo a raccontargli tutto era più facile proseguire,è stato bello poter parlare liberamente con qualcuno sfogandosi…anche se correvo il rischio di sembrare logorroica.

-A..allora?- chiesi con titubanza sperando che non mi desse della pazza o se ne scappasse via urlando.

-Wow,cioè io…non..beh..si insomma…chi se lo immaginava,sai com’è di solito sono cose da film!- sembrava confuso,beh figuratevi come potevo esserlo io dopo tutto questo.

-Insomma io vorrei capire il perché tu riesci a vedermi e gli altri no,ma soprattutto il perché sono qui,mi aiuterai vero?- chiesi con un filo di voce,quasi pregandolo,non avrei saputo accettare un no.

-Si…beh insomma,certo,sarà interessante capire il perché di tutto questo…- disse lui ancora incerto.

-Beh dai…adesso raccontami qualcosa di te…non posso sempre parlare io!- e così dicendo lo invogliai a parlarmi di lui,di quello che si nascondeva sotto la sua maschera da ragazzo misterioso. Rimasi affascinata da tutto quello che mi raccontò e rimasi un po’ sorpresa della facilità con cui me ne parlava e si confidava. Mi sono sentita bene,era da tanto che non parlavo con un amico. Diciamo che la sua vita è stata troppo movimentata per i suoi gusti,mi ha raccontato del padre,un rapporto molto freddo li lega e questo sembra lasciarlo indifferente,ma lui continua a parlare di tutto…e io ad ascoltarlo.

Giro la testa verso l’orologio e vedo che sono le 16:30.

-Mamma mia come si è fatto tardi! Scusa per averti trattenuto- dico io ricordandomi che lui ha anche una vita.

-oh..no figurati,anzi è stato bello poter rimanere e parlare. Io vado,ciao Mavi- e dicendo questo mi da un bacio sulla guancia e se ne va. Sento un qualcosa dentro che si agita,il cuore battere forte e il respiro diventare corto e veloce…tutto questo per un semplice bacio sulla guancia. Era da un sacco che la mia pelle non veniva toccata da altre labbra,nemmeno sfiorata.

-ciao Seb…- ma ormai era già andato via.

Diciamo che questo pomeriggio mi ha aiutato a ricordarmi un po’ della mia parte umana,ma la cosa che mi ha sorpresa di più è stato il fatto che quando gli ho spiegato di essere un’anima lui non ha battuto ciglio,è rimasto in silenzio aspettando che aggiungessi altro…una reazione insolita,non gli avevo mica detto “sono del capricorno”…eppure lui l’ha presa come una notizia normale e ci è passato sopra. Devo capirlo meglio questo ragazzo…ma intanto devo iniziare le mie ricerche,così mi reco nella biblioteca della scuola,che in pochi conoscono.

Che ricordi anche di questo posto. Io e le mie best avevamo “Il tavolo” non era un tavolo comune,era il nostro,quello lontano da tutti e vicino alla finestra. Era lì che ci davamo appuntamenti,era lì dove incidevamo le nostre cose importanti da ricordare,era lì dove era nata la nostra amicizia. Ogni volta che vengo qui mi metto sulla mia sedia al nostro tavolo e penso a tutte le cavolate combinate in compagnia e in quel momento mi scende una lacrima,ogni volta. Mi mancano troppo i vecchi tempi,mi mancano troppo le mie migliori amiche,dove saranno?

Per dare una risposta a questa domanda mi ricordo che devo iniziare le mie ricerche.

 L’unica cosa buona di questa scuola è sempre stata la biblioteca grande con milioni di libri. Percorro una corsia ,i libri sono impolverati e ingialliti. Sono nella sezione “mitologia”…prendo alcuni libri e mi dirigo al tavolo.

Inizio a leggere di tutto,dai libri che non c’entrano nulla a quelli più somiglianti al mio caso…ogni minimo particolare può essere importante. Mi inizia a prendere la mano leggo tutto con foga,ma,con mia grande delusione,mi accorgo che questa sezione non è fatta per quello che sto cercando io; così metto a posto i libri e vado in un’altra sezione: “fantascienza,sovrannaturale,veggenza…”. Questa sezione è quella più desertica,nessun ragazzo legge questa roba. Prendo qualche titolo interessate e mi dirigo di nuovo alla mia postazione. Alla fine la foga mi prende anche qui,ma stavolta le mie ricerche sono andate a buon fine. Mentre chiudo i libri e li riordino sul tavolo sento una finestra che sbatte,mi guardo intorno ma tutte le finestre a me visibili sono ben chiuse,così faccio il giro e noto che dalla parte opposta rispetto alla mia postazione,vicino alla macchinetta del caffè,c’è quella finestra,la chiudo,ma mentre sto per tornare al mio tavolo sento delle grida,dei lamenti molto forti…è la voce di una donna. Sembra la voce di Silvia,ma mentre cerco di capire da dove possano venire,i lamenti cessano e la finestra si apre di nuovo. Stavolta la mia mano,intenta a chiudere la finestra,trema dalla paura. Sento un brivido percorrermi tutto il corpo,ma alla fine mi tranquillizzo e penso che è stata solo la mia immaginazione. Sì esatto,mi sono suggestionata da quelle letture. Così pensando mi avvio al tavolo per prendere i libri per poi posarli. Quando torno al tavolo noto una scritta nuova,una scritta che non c’era prima...”Guarda oltre..”. Quella scrittura avrei saputo riconoscerla ovunque,era la scrittura di Jenny,lei che aveva quel modo di fare le “a” unico. Fissavo la scritta ero spaventata,molto,troppo…così correndo decisi di allontanarmi dalla biblioteca e passare,come consueto,le mie nottate a modificare i voti nei registri dei prof. Questo andava raccontato a Seb,eccome se andava raccontato!

Mentre esco dalla sala professori girovago per la scuola,come sempre. Ad un tratto una sagoma sfocata,alta e,sembrerebbe,bionda mi fa segno con la mano di seguirla,sono sicura è Laura. Quella chioma la riconoscerei ad occhi chiusi,così inizio a seguirla,ma mi rendo conto che sono troppo lenta,così inizio a correre ma non c’è niente da fare,lei scompare nel nulla. Inizio a guardarmi intorno sperando di rivederla ma nulla,sento la paura pulsarmi nelle vene,ma non mi importa,voglio vedere…voglio capire. Poi ad un tratto davanti agli occhi mi riappare quella scritta “Guarda oltre”,cosa voleva significare? Allora anche le urla…non le stavo immaginando? Così pensierosa,piena di dubbi e di paure vado nella mia ex classe. Lì trovo una nuova scritta “Perché non riesci a v..” e poi quel segno della “v” con uno scippo di fianco sembra quasi come se qualcuno avesse impedito di proseguire. Cosa vuole significare tutto questo?

Passa la notte troppo lentamente,arriva il giorno. Devo cercare Sebastiano e raccontargli tutto. Aspetto che si faccia ricreazione per andarlo a cercare,d’altronde questo ragazzo deve farsi pure degli amici o no? Appena suona la campanella mi precipito in classe sua e lo invito a venire nel solito posto: lo sgabuzzino abbandonato della bidella. Gli racconto tutti gli accaduti, lui mi guarda molto incuriosito.

-Dici davvero?- sibila lui

-No,per finta! Ma dai,ho la faccia di una che scherza?!-

-Giusto…si scusa.-

-Figurati,comunque ti va di venire qua…stasera?-chiedo titubante aspettandomi un no

-Di sera? Qui…con te?- dice anche lui con un tono indeciso

-Si…per le ricerche,magari mi aiuti a capire,sai ho letto delle cose nei libri e vorrei parlartene,magari ci possono servire…sempre se ti va- dico sperando che dica di sì

-Sì ok,vengo…a che ora? Per le 8 va bene?-

-Sì,perfetto. Ah e porta una candela e un accendino- e così dicendo me ne vado evitando che faccia troppe domande.



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Capitolo 4
*** Capitolo 4-Ombra ***


Ragazze e ragazzi scusate l'attesa,ecco il mio chappy! Spero che vi piaccia,vi prego fatemelo sapere..non perdiamoci in chiacchiere,ecco il capitolo!


Capitolo 4  Ombra

MariaVittoria POV

 

L’orologio sul muro segna le 19:30. Non posso essere così in ansia,eppure lo sono. Sono spaventata da quello che è successo l’altra notte,da quello che potrebbe succedere stanotte. La cosa di cui ho più paura però è il fallimento,non posso fallire,devo scoprire cosa sta accandendo; ma ho paura…e se poi succedesse qualcosa a Sebastiano? No,non posso permetterlo. Eppure fra poco sarà qui,è così dolce quel ragazzo,non so come mi stia ancora dietro,io al suo posto non so proprio cosa avrei fatto. Lui è così disponibile,così gentile,così fiducioso,così…

-Ehi,sei qui?- eccolo,bello come il sole

-Ciao,si sono qui!- dico io con una voce fin troppo allegra

-Si…lo so,sono in anticipo,ma avevo voglia di scoprire cosa sta accadendo…e poi mi dispiaceva lasciarti qui da sola- dice farfugliando,che gentile che è.

Sono consapevole che sul mio viso è comparso un mega sorriso,spero non dia troppo nell’occhio!

-No,figurati..è stato gentile da parte tua-

Silenzio,un imbarazzatissimo silenzio.

-Che ne pensi se iniziamo quello che dobbiamo fare stasera?-

-Sisi,raccontami sono tutto orecchie-

-Ieri notte,in questo libro ho trovato una cosa stupida,ma che forse ci può servire. Qui c’è scritto <anticamente le donne che tentavano di mettersi in contatto con gli spiriti dei parenti defunti praticavano vari riti>-

Lo sguardo di Sebastiano sembra rapito,interessato,così continuo a leggere.

-<uno di quelli più usato era quello del cerchio di Less.>-

-Less…cos’è?- mi chiede Sebastiano

-Ieri notte mi sono informata,era una donna che nell’antico Medioevo,in Asia,aveva provato a fare questo rito così si è tramandato fino a comparire nei libri-

Continuo a leggere, -<per praticare questo rito,due o più persone devono mettersi in cerchio,posizionare all’interno di questo una candela e pensare intensamente a chi e a cosa vedere>-

Così dicendo Seb prende in mano la candela che aveva portato e l’accende. Mi prende per mano come a voler aiutare a sedermi e in quel momento sento che sto bruciando,il fuoco sulla mia pelle inizia a prendere piede fino ad arrivare alla mia spalla causandomi brividi,bellissimi brividi. Lo guardo,ma per poco,così imbarazzata abbasso lo sguardo e mi siedo.

-Gr..azie- dico tremante

-P-prego- mi regala il suo meraviglioso sorriso. Meraviglioso sorriso? Ma cosa sto dicendo!

-Allora…lo facciamo?- mi chiede lui titubante e visibilmente rosso

-C…cosa?- sento le mie guancie diventare viola

-Il….il…cerc-hio!- dice lui altrettanto imbarazzato

-Oh,certo certo…- ma che cretina che sono,a cosa stavo pensando?! Maledetta la mia malizia,anche da morta non mi abbandona!

Così dicendo lui prende la mia mano e riecco il fuoco che si espande su tutto il mio corpo,i brividi e quel sospiro che esce contemporaneamente dalle nostre labbra.

-Mi raccomando pensa intensamente a quello che ti ho raccontato stamattina,io penserò alle mie amiche-

Inizio a viaggiare con la mente concentrandomi,anche se risulta abbastanza difficile dato che sono abbastanza in soggezione. Mi faccio coraggio,penso e ripenso a tutti i momenti passati con loro due,le rivedo,mi viene da piangere ma mi trattengo. Ogni singolo istante che avrei voluto rivivere passa davanti ai miei occhi fino a ieri sera. Penso intensamente ad ogni dettaglio,ad ogni scritta…

-Mavi,mi vedi? Riesci a Sentirmi? Maviiiiiiiii- La voce di Jenny,apro gli occhi e la vedo che tenta ti toccarmi ma mentre allunga la mano si gira di lato come se stesse venendo qualcuno.

-NO!-  all’improvviso dalla direzione in cui stava guardando un ombra nera trascina Jenny via,non riesco a muovermi,non riesco a fare niente. L’unica cosa che riesco a fare è osservare,osservare come la mia migliore amica dai capelli neri e gli occhi nocciola viene trascinata via e poi scompare nel nulla. Di scatto mi stacco dalle mani di Seb che non aveva nè visto né sentito niente.

-Cosa è successo? Hai visto qualcosa?- chiede preoccupato vista la mia reazione e la mia faccia.

-Mavi rispondimi! Tutto bene?-

-S..si- ma il mio sguardo è rivolto altrove,sul muro vicino a dove era appoggiata Jenny c’è una scritta: “Ci sono cose che non conosci,è tutto troppo pericoloso”

Seb compare al mio fianco,vede che sto toccando il muro e cerca di capire: -Ma cosa è successo? Perché tocchi il muro?-chiede confuso

-Ma come,tu non vedi? Non vedi cosa c’è scritto?-

-No- e mi guarda come se fossi pazza

-Tu non puoi immaginare cos’ho visto!- e gli racconto tutto quello che era accaduto pochi minuti fa.

-Non posso crederci Mavi,ma cosa sta succedendo? Cos’era quell’ombra?-

-Vorrei tanto saperlo Seb..-dico con tono affranto

Intanto guardo il vecchio orologio sulla parete segna le 22:30

-Seb si è fatto tardi,sarebbe meglio che tu andassi,ho bisogno di stare da sola ma non preoccuparti per me ci vediamo domani.- dico con un finto sorriso

-Ok a domani Mavi- e dicendo ciò mi stampa un bacio sulle labbra. In quel momento quel fuoco che di solito sentivo sulla pelle si era spostato sulle mie labbra,volevo che quell’attimo non potesse mai finire,volevo senitre il bruciore,i brividi..ma lui si staccò da me troppo presto,mi guardò con quegli occhi intensi come il mare e se ne andò lasciandomi lì,in balia dei miei pensieri,delle mie sensazioni e con mille dubbi. Uno su questi prevaleva: cos’avrà voluto dire quel bacio? Ma soprattutto poteva un’anima come me innamorarsi di un mortale?



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Capitolo 5
*** Capitolo 5-Amici ***


Ciao ragazzi e ragazze...vi chiedo umilmente scusa per il ritardo ma ho avuto moooooolto da fare. Ecco qui il nuovo aggiornamento,ringrazio tutti gli angioletti che mi seguono. Quando potete lasciate un commentino ;)

Baci G.

Capitolo 5- Amici

Sebastiano POV

 

Che serata quella di ieri,ogni giorno si scoprono cose nuove. Non so se questo sia un bene,l’unica cosa che so è che questo è l’inizio di scuola più assurdo del mondo! E la cazzata più assurda l’ho fatta ieri sera baciandola. Mi sono pentito,baciare lei...ma come mi è venuto in mente?! Come ho fatto a baciarla? Sì,è una bella ragazza ma…ma è un’anima! Ok,tutto questo non ha senso meglio tornare in classe.

In questi giorni ho stretto amicizia con Nicola e Alessandro,due miei compagni di classe. Mi sono spostato e mi sono seduto vicino a Nicola,tipo molto simpatico e solare,biondino occhi verdi…un mostro a giocare a calcio. Mentre Alessandro capelli neri occhi verdi,un ragazzo molto sicuro di sé,determinato…forte praticamente in tutto,soprattutto nella lotta.

-Ehi,Seb…novità?- Nicola è appena entrato in classe,ha il fiatone.

-No,Nick…tu?-

-Io? Novità? Dai,sai che non ne ho.-

-Dopo partita di calcio?-

-Si…oh arriva la prof-

-Mamma mia e che palle,ma questa viene tutti i giorni?!-e così durante tutta la lezione sto in silenzio ripensando al bacio di ieri sera,e un po’ mi sento in colpa. Perché l’ho fatto? Perché proprio in quel momento che era il più sbagliato di tutti? Ma soprattutto,come mi dovrò comportare adesso con lei? La tecnica dell’indifferenza non ha mai funzionato,almeno con me. Cosa devo fare? Beh qualcosa la inventerò.

Suona la campanella e scendiamo in cortile per l’ora di educazione fisica,giochiamo a calcio e mentre sto per segnare vedo Mavi vicino alla porta e mi concentro su di lei per capire meglio la sua espressione,ma sbaglio il tiro.

-Seb ma a cosa pensi? Attacco su,forza!- mi incita Alessandro

Mi giro di nuovo verso la porta ma lei non c’è,eppure ero sicuro di averla vista. Forse non mi vuole più vedere,sono stato così egoista oggi,non ho pensato minimamente che lei potesse essere turbata per altro che per il mio stupido bacio. Maledizione Sebastiano,ma cos’hai in questa testa?! Così faccio cambio,esco e al mio posto entra Sergio,il peggior giocatore di calcio della nostra classe e ,penso,dell’istituto.

-Ma dove vai?- Urla Nicola

-Vengo subito voi continuate pure.-

-Fai presto qui Sergio se la fa sotto!- urla Alessandro

Corro via,corro e non so dove sto andando. Mi ritrovo al mio piano così vado nello sgabuzzino del bidello,entro,ma lei non c’è. Provo a chiamarla ma è tutto inutile,non vuole vedermi. Mentre esco sbatto contro un ragazzo.

-Scusa- dice lui

-No,scusa tu stavo pensando ad altro-

-Ehi,ma tu sei nuovo di qui giusto? Non ti ho mai visto da queste parti-

-Sì,in effetti sono nuovo. Mi chiamo Sebastiano.-

-Piacere,Marco,sono uno dei rappresentati d’istituto,sto in III D- Ed è lì che lo noto,capelli castano scuro,occhi simili al ghiaccio,alto,fisico muscoloso ma non troppo…insomma il tipo per cui tutte le ragazze sbavano.

-Piacere mio,io sto in II E.-

-Sì,lo so. Comunque scusa ma io adesso vado in classe,ci si vede in giro.-

E così alle 13.02 suona quella maledetta campanella,segno di libertà per ogni alunno. Di Mavi neanche l’ombra,probabilmente non vorrà più vedermi. Dicendo questo metto in moto e parto verso casa e nel viaggio penso non solo a MariaVittoria,ma anche a Marco. E’ strano quel ragazzo mi ha colpito,da quando sono qui nessun ragazzo mi si è mai avvicinato per presentarsi pure sapendo che sono nuovo.

Arrivo a casa e miracolosamente trovo mio padre ai fornelli.

-Papà che è successo?-

-Oh figliolo sei tu,che c’è di strano,sto preparando la cena-

-Papà non prepari una cena da circa 10 anni!-

-Si ma stasera vengono la nostra vicina e la figlia a mangiare da noi. La figlia si chiama Silvia ha la tua stessa età,ma è al liceo scientifico.-

-Ah…una donna a cena…un’accoppiata terribile per un uomo. Devi essere interessato eh?!-

-Su Sebastiano,non esagerare è solo una cena per presentarci alla nostra vicina e magari potresti sfruttarla come occasione per trovarti una ragazza-

-Si e tu una nuova moglie- ma mentre mio padre sta per replicare bussano alla porta,sono loro.

Vado ad aprire e mi ritrovo davanti due figure femminili.

La signora,che suppongo sia la mamma,hai i capelli un po’ rossicci,gli occhi verdi e un fisico abbastanza magro,la figlia,invece, ha i capelli di un rosso acceso,le lentiggini e gli occhi verdi,peccato porti gli occhiali da vista.

-Che fai lì impalato alla porta,su…falle entrare!- urla mio padre dalla cucina

-Oh si scusate,prego entrate pure,mi chiamo Sebastiano,piacere.-

-Oh Sebastiano tuo padre mi ha tanto parlato di te,io mi chiamo Caterina e questa è mia figlia Silvia.-

-Piacere-

-Piacere-

-Buona sera signore- mio padre entra in salone e inizia a parlare subito con le due ospiti,ma soprattutto con Caterina. Noto che Silvia è molto timida,infatti parla poco e niente.

Dopo circa un’ora ci alziamo da tavola e ci accomodiamo in salone ad ascoltare la musica e in quel momento i miei pensieri vanno a Mavi. Mi manca,mi manca terribilmente.

-Tu fai qualche sport?- Caterina mi distoglie dai miei pensieri

-Si,faccio piscina,anche se mi piace molto giocare a calcio,e tu Silvia?-vediamo di far parlare anche un po’ lei

-I…io…faccio danza- dice con un soffio di voce,vorrei quasi dirle “non aver paura,non mangio mica!” Beh,almeno conosco una persona in più in questa strana città.

-Scusate ma ora è tardi,è tempo di andare che domani devo,anzi,dobbiamo alzarci presto- dice Caterina

-Si,benissimo a domani allora,grazie per essere venute- dice mio padre

-Grazie a voi per la splendida serata,buona notte-

-Buona notte-

La porta si chiude.

-Simpatiche vero?- esordisce mio padre soddisfatto

-Si,molto anche se Silvia è un po’ timida…-

-Già,beh vedrai che col tempo sarà più estroversa. Sai,penso che tu le piaccia-

-Ma papà,non ci conosciamo nemmeno-

-Si,ma vedrai che ho ragione io-

-Si,ok papà…buona notte-

-Notte figliolo-

Così salgo in camera mia,mi metto in pigiama e mi butto nel letto con l’i-pod sperando che il volume della musica super quello dei miei pensieri,ma uno si fa sentire fra tutti: domani la rivedrò?

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