Undisclosed Desires

di VidelB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'll make you feel pure ***
Capitolo 2: *** Tease me ***
Capitolo 3: *** Show me how it's done ***



Capitolo 1
*** I'll make you feel pure ***


I’ll make you feel pure

Non mi appartengono né la canzone ‘Undisclosed desires’ (dei Muse), né i personaggi di One Piece. Buona lettura!

I know you’ve suffered
But I don’t want you to hide
It’s cold and loveless
I won’t let you be denied

Soothing
I’ll make you feel pure
Trust me
You can be sure

I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognise your beauty’s not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

Era pomeriggio inoltrato sulla Thousand Sunny e ognuno passava il tempo come meglio credeva: chi dormendo, chi leggendo, chi suonando, chi costruendo, chi giocando o… non facendo assolutamente nulla! Per quanto riguarda Nami, lei se ne stava seduta alla propria scrivania, intenta a disegnare da circa un’ora.

La navigatrice tracciò un’ultima linea con la squadra e sospirò soddisfatta: non le mancava ancora molto per completare la mappa dell’ultima isola e nessuno l’aveva interrotta… almeno finora. La ragazza a questo pensiero si stiracchiò, alzandosi in piedi per aprire la finestra e respirare l’aria salmastra. Un sorriso sereno le increspava il viso, mentre una sensazione di leggerezza la invadeva. Si sentiva così… bene, libera… in una parola Felice. E sapeva chi dover ringraziare per tutto questo: non solo sé stessa, per essere stata in grado di reagire alla fine; non solo sua sorella, gli abitanti del suo villaggio e i compagni fedeli che aveva sulla nave, ma anche e soprattutto lui.

Perché era stato lui a portarla via da quel posto di ricordi, sebbene con la promessa di farla tornare sana e salva dopo aver realizzato il suo e i loro.. i sogni di tutti. L’aveva liberata da quella semi-schiavitù, ma non per farla sua, bensì per aiutarla, senza avere la certezza che lei avrebbe accettato di entrare veramente a far parte della sua ciurma.

All’inizio non poteva crederci, non riusciva neanche ad accettare che esistesse una persona così… capace di far crollare da un momento all’altro la maschera di finta sicurezza che si era costruita in anni; capace di trasformare lentamente ma inesorabilmente il freddo, la solitudine e l’odio che riempivano la sua mente in libertà, fiducia, affetto e am…  

TOC TOC

La ragazza trasalì e si voltò verso la porta spaesata. Ma il bussare si trasformò quasi immediatamente in una tempesta di pugni contro la porta della stanza e Nami fece appena in tempo a fare due passi che la porta si spalancò “da sola”. Come non detto, il momento tranquillità era finito, e immaginava già chi fosse il responsabile...

- Nami!- esclamò Rufy appena la vide, appena prima di ricevere un pugno sulla testa- Ahiaahia!!- si portò le mani sul punto colpito.

- E impara l’educazione una buona volta!- gli disse lei per nulla impietosita dalle lamentele, e gli avrebbe richiuso la porta in faccia senza neanche guardarlo se lui non l’avesse bloccata per il polso.

- Ti prego Nami, dai fammi entrare!! Due minuti e me ne vado!- disse impaziente, defilandosi all’interno della stanza senza darle modo di rispondere e richiudendo lui stesso la porta, per poi nascondersi dietro il letto.

La ragazza era rimasta fino a quel momento senza parole, ma si riprese presto:

- Ruf…!!!- stava per urlare furiosa quando si ritrovò una mano sulla bocca e vide il capitano poggiare l’altra sulla proprie labbra, facendole segno di non fare rumore. A questo punto Nami decise di accontentarlo, ma si diresse con sguardo ben poco amichevole verso la figura accovacciata vicino al letto, mentre lui ritirava il braccio:

- Si può sapere cosa sta succedendo?- gli sussurrò con aria minacciosa, pizzicandogli le guance per attirare la sua attenzione. Rufy parve indeciso per qualche secondo, ma poi allargò la bocca in un sorriso e tirò fuori una fetta di carne cruda dalla tasca dei pantaloni.

Nami appena la vide si mise istintivamente una mano davanti la bocca per trattenere un conato di vomito.

- L’ho rubata dal cestino in cucina mentre Sanji era occupato, ma probabilmente adesso se n’è accorto e mi starà cercando!- spiegò allegramente, sventolando la povera bistecca come una bandiera sopra la sua testa.

- Buttala subito via!- gli intimò Nami indicando la finestra.

- C-cosa?- fece lui incredulo mentre il sorriso svaniva per fare posto a un broncio infantile- Ma… non si butta via il cibo! In effetti non capisco proprio perché si trovasse lì nel cestino, che spreco!

La ragazza a quel punto riprese a urlare:

- E’ carne andata a male, altro che spreco!! Nella mia stanza non voglio questa roba in giro! Per come l’hai trattata poi, non credo che sarebbe stata più commestibile comunque!- finì, additando schifata lo strato di sporcizia che copriva la carne.

Rufy si girò a guardare con più attenzione e le avrebbe dato ragione se Nami non lo avesse spinto contro la finestra e gli avesse fatto lasciare immediatamente la presa con uno strattone. Il ragazzo si rese conto della situazione solo quando udì un tonfo secco, sentì qualcosa di gelatinoso cadergli sulle mani e vide l’espressione soddisfatta della navigatrice, mentre gli sfregava le mani con un disinfettante.

- Namiiii!!!!! Perché l’hai fattoooo!!!- iniziò a protestare prendendola per le spalle e scuotendola avanti e indietro.

- Te l’ho detto già, e ringrazia se non ho usato l’acido muriatico per pulirti.

- E’ un sacrilegio!!! Cos’hai fatto… era carne, capisci?! Carneee!- continuò ad agitarsi con le lacrime agli occhi, mentre la ragazza cercava di spingerlo via, ma era talmente afflitto da non farci caso, anzi, dondolava talmente tanto avanti e indietro che a un certo punto perse l’equilibrio andandole addosso. Nami spalancò gli occhi capendo che non sarebbe riuscita ad evitare una caduta di schiena e stava già preparandosi al colpo quando invece si ritrovò a rimbalzare su qualcosa di morbido. In effetti avrebbe tirato un sospiro di sollievo se una frazione di secondo dopo Rubber non l’avesse schiacciata del tutto contro il materasso, facendola piuttosto gemere di sorpresa.

- Scusa Nami, credo di aver esagerato…- sentì ridacchiare dopo qualche secondo.

Lei riaprì gli occhi disorientata e bastò guardarlo in viso per imbarazzarsi: era a meno di 20 cm dal suo, gli occhi neri brillavano di puro divertimento e le loro gambe erano intrecciate. Sembrava così a proprio agio, come se non fossero l’uno sopra all’altra; come se non fossero un ragazzo e una ragazza adolescenti l’uno sull’altra.

Che per lui questo particolare davvero non contasse niente? Oppure era lei a farsi troppi problemi? Dopotutto si conoscevano da tanto e sapeva che in lui non poteva esserci malizia, per cui vergognarsi o arrabbiarsi era ridicolo. Eppure… non poteva farne a meno, era più forte di lei.

Nami continuò a riflettere finché il capitano non cambiò espressione.

- Ehi… hai… hai gli occhi lucidi e il viso rosso… Nami…- ripeté addolcendo il tono, quindi si inginocchiò e le posò un palmo sulla fronte, concentrandosi un attimo- Uhmm… no, non mi sembra che tu abbia la febbre, ma sei calda comunque. Come ti senti??- le chiese sollevandole leggermente la testa.

La navigatrice si voltò bruscamente da un lato abbassando lo sguardo:

- Sto bene.

Rufy la osservò per niente convinto:

- Nono. E’ già successo una volta, se stai male non devi nasconderlo. Ti ricordi com’è peggiorato quel raffreddore? Ora ti accompagno da Chopper, ci penserà lui.- decise annuendo a sé stesso mentre la tirava su a sedere, tirandola per le braccia; scese dal letto e la invitò a seguirlo. Lei, però, si  liberò con uno strattone:

- Ti ho detto che sto bene!

- Non voglio che la mia navigatrice si trascuri, sono o non sono il capitano?- insistette convinto.

Nami scoraggiata si alzò in piedi.

- Rufy…- iniziò prendendolo per le guance- … guardami negli occhi, provo a spiegartelo in modo chiaro: s-t-o b-e-n-e! Non sto mentendo, ok? Perciò finiscila.- sobbalzò quando lui posò i palmi sul dorso delle sue mani e iniziò a fissarla serio, dritta negli occhi.

- Nami…uhm…- mormorò sovrappensiero, cercando di scavare il più possibile dentro di lei, ma il silenzio prese il sopravvento e presto fu possibile udire solo il respiro regolare del ragazzo. La navigatrice infatti stava trattenendo involontariamente il proprio; se ne accorse quando le mancò l’aria, ma non riusciva a reagire, si sentiva svuotata dell’agitazione e come “nuda” ad essere guardata in quel modo. Riprese a respirare e il ragazzo fece un piccolo sorriso:

- Ok, ho capito. Scusa il disturbo, ora vado, Sanji si sarà stancato di cercarmi ormai.- riprese a sghignazzare, mentre si staccava da lei con una strana fretta.

La ragazza si riscosse, dandosi un tono:

- Ma io non sono stata tua complice, che rimanga chiaro.

- Complice? Sei tu che hai affogato la carne, io non c’entro niente!- rise e cacciò la lingua prima di fuggire fuori dalla stanza.

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Capitolo 2
*** Tease me ***


Tease me

You trick your lovers
That you’re wicked and divine
You may be a sinner
But your innocence is mine

Please me
Show me how it’s done
Tease me
You are the one

I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognize your beauty’s not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

- La cena è pronta!!!- urlò Sanji suonando la campanella. L’intera ciurma si ritrovò nella sala da pranzo nel giro di qualche minuto mostrando espressioni più o meno affamate e ognuno si sedette al proprio posto.

- Cosa c’è da mangiare?- domandò Rufy con entusiasmo, afferrando le posate con l’acquolina in bocca. Tutti si voltarono a guardare il cuoco, il quale sorridendo orgoglioso iniziò a elencare i piatti:

- Per primo minestra, come secondo carne alla griglia e…- si interruppe d’un tratto, come se si fosse ricordato qualcosa d’importante e si rivolse al capitano con sospetto- … Rufy, non sarai stato mica tu a prendere quella carne avariata?

- Ah, io…- balbettò l’interessato, colto alla sprovvista e smettendo di fare rumore con le posate. Anche gli altri si zittirono e scese il silenzio. Nami in particolare si fece scappare un sorrisetto diabolico e scosse lievemente la testa divertita “Alla fine ti ha scoperto, eh?”. Robin e Usopp, che erano accanto a lei, notarono tutto ciò ma si astennero dal commentare, confusi.

- Rufy, rispondi!- tuonò Sanji accigliandosi- Non l’hai mangiata, vero?

- N-no, non l’ho mangiata.- rispose grattandosi la testa- A dire la verità mi è caduta in acqua! Ma non è colpa mia!- esclamò sulla difensiva- Vero Nami?- si rivolse subito dopo alla navigatrice, guardandola risentito.

Improvvisamente la ragazza avvertì di essere al centro dell’attenzione, ma voleva tirarsi fuori dal discorso il più in fretta possibile; non sapeva esattamente perché, ma la innervosiva il fatto che gli altri sapessero di quei pochi minuti che aveva passato da sola con Rufy.

- Ora non dare la colpa a me!- rispose impulsivamente alzandosi in piedi- Sei arrivato in camera mia e hai tirato quella cosa fuori da pantaloni… che avrei dovuto fare?

Sanji, Usopp e Chopper rimasero a bocca aperta, Franky sollevò gli occhiali da sole e Zoro alzò un sopracciglio, mentre Robin tratteneva a stento una risata.

La navigatrice si guardò confusa intorno, perché quelle facce? Improvvisamente udì un piatto infrangersi a terra e Sanji le si inginocchiò davanti prendendole le mani.

- Oh Nami, mia adorata, cosa ha osato farti?! Non avrà approfittato della tua purezza e debolezza quel.. quel depravato!!- incespicò nelle parole, voltandosi per guardare con odio il capitano. Quest’ultimo da parte sua si limitava a guardarli ancora imbronciato, mentre si sentì borbottare un ‘Senti chi parla!’ dalla porta opposta del tavolo.

- Che c’è, ne vuoi anche tu testa di muschio?!- lo avvertì alzandosi in piedi, togliendosi il grembiule e riboccandosi minacciosamente le maniche della camicia.

- Provaci e credo proprio che sarai tu a prenderle.- lo avvisò Zoro degnandolo appena di un’occhiata. I due continuarono a imbeccarsi così per altri due minuti, finché non decisero di uscire sul ponte per sfidarsi a duello. Robin notò immediatamente il silenzio e l’imbarazzo di Nami e con molta naturalezza si offrì di controllare la situazione in cucina, trascinandosi dietro l’altra ragazza.

Appena furono uscite dalla stanza anche loro, Usopp, che guardava con circospezione Rufy da un po’, non poté più trattenersi e gli si avvicinò:

- R-rufy, sei sul serio entrato nella camera di Nami?

Il capitano annuì tranquillo, senza capire tutta quell’agitazione:

- Sì, e allora? Che voleva Sanji?

- Ma come! Ti sembra normale entrare nella stanza di una ragazza, così di punto in bianco, e fare certe cose?- chiese Franky sconcertato.

- Eh? Che c’è di male? Volevo solo farle vedere perché ero andato lì da lei. E’ stata lei a chiedermelo.

Dai nasi dei presenti uscì qualche goccia di sangue.

- E’…- si interruppe Usopp cercando di fermare l’emorragia- …è stata lei a chiedertelo?? Non è possibile!

- Perché no? Ti sembra una cosa tanto strana?- si grattò la testa pensieroso.

- Certo che sì!- risposero in coro il suo interlocutore, Chopper e Franky con gli occhi fuori dalle orbite.

- Mah, sarà… comunque ho fame, vado in cucina.- concluse alzandosi dal suo posto con aria annoiata e lasciandoli senza parole.

Quando Rufy entrò in cucina, trovò le due ragazze intente a parlare a bassa voce. Notò subito che Nami tremava, mentre Robin cercava di sostenerla incoraggiante. Entrambe tacquero appena si accorsero della sua presenza e la navigatrice arrossì vistosamente. Il capitano si precipitò nella loro direzione e cercò di avvicinarsi alla navigatrice, ma prima che potesse farlo Robin lo ammonì con lo sguardo.

- Ci penso io agli altri. Ora vi lascio soli, te la senti?- chiese rivolgendosi all’amica.

Nami rimase in silenzio ma annuì a sguardo basso. Rufy avrebbe voluto chiedere spiegazioni a Robin, ma prima che potesse farlo quest’ultima scosse la testa e gli indicò la navigatrice, facendogli l’occhiolino. Quindi uscì, lasciandolo disorientato e preoccupato.

Notando come tremasse ancora un po’, le si avvicinò titubante, cercando di guardarla negli occhi. Lei alzò lo sguardo e indietreggiò appoggiandosi con la schiena alla parete, senza dire nulla.

- Nami, cosa c’è che non va?- domandò sinceramente preoccupato, fissandola negli occhi lucidi ma senza avere il coraggio di toccarla… sembrava così fragile… anche se quelle mani, quelle gambe, quel… corpo erano in grado di fargli del male, lo sapeva fin troppo bene. … Ma cosa stava facendo, perché nonostante tutto si sentiva attratto da un forza invisibile verso di lei? E perché aveva improvvisamente così caldo? Provò a ignorare quelle strane sensazioni.

- Nami…- insistette iniziando a spazientirsi-… se non mi spieghi tutto non posso aiutarti. E finché non lo farai non ti muoverai da qui.- concluse con un ghigno che voleva infondere sicurezza, parandosi davanti a lei in modo da bloccarla al muro.

- Non posso spiegarti nulla, non insistere…- sospirò quando le si avvicinò ulteriormente con sguardo curioso, arrivando a solleticarle le guance col suo respiro-… per favore.- mise una mano sul suo torace cercando di allontanarlo senza convinzione.

- Perché?- domandò lui accigliandosi- Sei parte della mia ciurma Nami, voglio sapere tutto di te. Uno dei compiti del capitano è questo, non lo sapevi? Non devi nascondermi nulla, altrimenti… altrimenti…- tentennò, avvertendo l’accelerare dei loro battiti e il seccarsi della propria gola. Si erano avvicinati ancora di più e nemmeno se ne era accorto: la stava comprimendo delicatamente alla parete col proprio corpo, mentre lei aveva ancora le mani aperte contro il suo petto e le loro labbra si erano sfiorate mentre pronunciava l’ultima parola.

Rufy si rese conto in quell’istante di non riuscire più a parlare, mentre il cuore al contrario pulsava così veloce da sconvolgerlo. Ormai vedeva solo i suoi occhi stupiti, le labbra socchiuse, le guance arrossate, i capelli arancioni che incorniciavano il tutto… e ogni pensiero coerente svanì nel nulla come una bolla di sapone. “La mia navigatrice è… davvero.. bellissima…” riuscì a formulare appena prima di abbandonarsi sul suo viso. Nel momento in cui le loro bocche si unirono del tutto pensò che era tanto morbida e assaporandola, proprio in quell’istante, decise che era anche dolce, quasi come una caramella, anzi di più. Era proprio buona. E profumava, aveva un odore invitante… come aveva fatto a non accorgersene prima? Sarebbe stato tentato di mangiarla tante di quelle volte! Pensando questo il ragazzo si staccò da lei con un sorriso compiaciuto. Nami dal canto suo, nel momento in cui si allontanarono, sembrò uscire da uno stato di trance e si aggrappò forte alla sua camicia aperta, guardandolo meravigliata e incredula allo stesso tempo. Cosa era successo? Si erano baciati e per giunta era la prima volta che concedeva un bacio del genere… e a chi... a Rufy!! Le gambe della ragazza non ressero e si poggiarono lentamente sul pavimento mentre lei prendeva sempre più consapevolezza di quanto accaduto.

- Aaaaaaah!!!!!- urlò sconvolta, richiamando l’attenzione di tutti quelli che si trovavano sulla nave.

 

***

Grazie a Neko e BlackRaven per i loro commenti, anche se brevi li ho apprezzati! Fatemi sapere cosa pensate del nuovo e… penultimo capitolo, mi raccomando! Ditemi in cosa posso migliorare e lo farò!

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Capitolo 3
*** Show me how it's done ***


Show me how it’s done

Please me
Show me how it’s done
Tease me
You are the one

I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognize your beauty’s not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart

Vedendo la sua navigatrice accasciarsi a terra, Rufy la seguì inginocchiandosi, ma dovette tapparsi le orecchie all’urlo che seguì.

- Nami!- la chiamò spaventato dalla reazione, ancor di più accorgendosi che la ragazza era sul punto di scoppiare in lacrime. Non era da lei mostrarsi così indifesa… e probabilmente la colpa era… solo sua. Avrebbe voluto abbracciarla ma non lo fece: immaginava che in quel momento, qualsiasi cosa avesse fatto, avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione.

Rufy strinse i pugni, improvvisamente angosciato. Non aveva capito bene cos’era appena successo, ma evidentemente non era stata una cosa piacevole per lei. Aveva agito d’impulso e le aveva fatto male, come aveva potuto? Proprio lui, altro che capitano! Invece di proteggerla come promesso, ecco cosa era riuscito a fare…

Si tolse silenziosamente il cappello di paglia e lo poggiò a terra.

- Mi dispiace davvero tanto Nami...sul serio… picchiami pure. - disse con voce atona, fissando il pavimento in attesa di un pugno, un calcio o qualsiasi altra cosa dolorosa. Qualche lacrima era scivolata lungo il volto dell’interessata, ma lei le asciugò velocemente. Ebbe un tuffo al cuore e si pentì per come si era comportata quando notò il cappello abbandonato; quindi lo raccolse con delicatezza, portandoselo al petto mentre si rialzava in piedi.

- 10,000 Berry e questo.- disse in un sospiro.

Rufy la guardò sconcertato e inclinò la testa da un lato; doveva aver capito male.

- Cosa…?

- Mi devi 10,000 Berry più questo, per il bacio.- si spiegò meglio, accarezzando il copricapo e accennando un sorriso. Il capitano rimase a bocca aperta, senza neanche capire le parole, ma semplicemente per altro: non c’era traccia di disprezzo nel suo sguardo o nella sua voce, piuttosto sembrava che nulla fosse successo.

D’un tratto i due ragazzi sentirono un rumore assordante di passi. Nami immediatamente fece segno a Rufy di rimanere in silenzio, lo afferrò per una mano e lo trascinò fuori dalla cucina attraverso la porta secondaria, ritrovandosi sul ponte; quindi aprì una botola e lo spinse lungo la scaletta. Si affacciò dall’oblò della porta, giusto in tempo per vedere il resto della ciurma fare irruzione in cucina. In quell’istante sentì qualcuno toccarle una spalla e sobbalzò trattenendo un grido di stupore.

- Rufy!- sussurrò arrabbiata appena si rese conto che era lui. Il ragazzo indicò il cappello ancora fra le sue mani e tese le braccia per riaverlo indietro.

Lei per tutta risposta lo rispinse con più forza giù per la botola e lo seguì, richiudendo con la sicura quest’ultima dietro di sé. Scese le scale a pioli e arrivò in una grande stanza con tante piccole finestre.

- Dove siamo?- si sentì finalmente libero di chiedere il capitano, mentre si alzava dal punto in cui era caduto e si guardava attorno disorientato.

- Nella stiva.- rispose la ragazza, mentre si accomodava su uno scatolone.

- E perché siamo scappati dagli altri?

- Perché dobbiamo concludere un affare e non voglio che ci disturbino.- replicò Nami con tono professionale, ma facendo vagare lo sguardo verso il soffitto.

Rufy le si avvicinò, fissando intensamente il suo cappello.

- Me lo ridai adesso?

La navigatrice lo guardò seria.

- Ti ho già detto che fa parte del prezzo da pagare.

-… Eh?- abbandonò le braccia lungo i fianchi.

- E non scordarti i 10,000 Berry, intesi?

- M-ma… Nami, non dirai sul serio… non puoi… il mio cappello no!- esclamò, prendendo atto solo allora delle minacce della navigatrice. Quest’ultima per tutta risposta accavallò le gambe e strinse possessivamente l’oggetto contro i seni, sogghignando.

- Se proprio insisti… potremmo trovare un accordo.

- Cioè?- fece Rufy impaziente, diviso fra l’urgenza di riavere il suo tesoro e il senso di colpa per quanto accaduto pochi minuti prima.

- Ti riconsegnerò il cappello se mi restituirai il bacio.- disse con chiarezza- Era… il primo per me, perciò vale molto, non credi?

Rufy si grattò la testa confuso:

- E come faccio??

Nami cercò di mantenere la calma per non picchiarlo… che lo facesse apposta? Lo scrutò per un attimo e sospirò: purtroppo no, decisamente no. Ma vedi cosa le toccava fare per… la ragazza si riscosse accorgendosi che, mentre era distratta, il capitano le si era avvicinato di parecchio: ora era a meno di mezzo metro da lei.

- Non so bene cos’è successo prima; se veramente ti ho baciata potrei anche… rifarlo… per me è stato bello. Ma tu non sembravi felice.- ammise con tristezza, toccando il cappello sul suo petto.

Lei abbassò lo sguardo imbarazzata e scosse appena la testa:

- Ero sorpresa, ma non vuol dire che mi sia dispiaciuto. Anzi, è il contrario.

Rufy spalancò gli occhi incredulo e sentì un calore piacevole invaderlo a quelle parole.

- Perché piangevi allora?- insistette perplesso, sfiorandole le dita.

- Non lo so, ma non stavo piangendo di tristezza né di rabbia.- affermò stringendogli la mano.

- Davvero?- chiese, chinandosi pericolosamente sul suo viso.

- Davvero.- annuì.

Il ragazzo le regalò uno dei suoi sorrisi più felici e si rimpossessò del cappello a tradimento. Ma prima che la navigatrice potesse protestare, glielo sistemò con cura sulla testa.

- Ti sta bene.- rifletté osservandola attentamente- Anche perché un po’ assomigli a Shanks!- ridacchiò divertito, meritandosi un calcio sul fianco.

- Io assomiglierei a un uomo?!- urlò Nami di nuovo fumante di collera.

- Sì, un po’ per la forza…- rispose l’altro schivando un pugno- … un po’ per i capelli che hanno un colore simile…- le bloccò i polsi con fermezza, senza distogliere lo sguardo-… ma soprattutto, anche tu rischieresti la vita per me.

La ragazza si immobilizzò, arrossendo senza parole.

-… Però ho promesso che nessuno ti farà del male e così sarà!- continuò a sorridere- Sei troppo preziosa.

- Perché sarei preziosa?- domandò incredula.

- Se la mia nakama. E’ mio dovere prendermi cura di te.- affermò solenne, ma di nuovo quel calore inspiegabile lo invase, più forte di prima, e sentì il volto andargli in fiamme.

- E se mi baciassi di nuovo sarei ancora la tua nakama?

Rufy la scrutò sorpreso:

- Certo! Non ti abbandonerò Nami, almeno finché non avrai realizzato il tuo sogno… e neanche dopo se vorrai.- concluse distogliendo lo sguardo.

- Rufy?

- Uhm?… Mmmmh?!- cercò di esclamare il povero ragazzo, preso alla sprovvista quando Nami si spinse verso di lui. Dopo lo slancio iniziale la ragazza iniziò a baciarlo con delicatezza e, gradualmente, lo sentì rilassarsi, finché non ricambiò abbracciandola. Passò qualche minuto di pesante silenzio, finché Rufy non poté più resistere al suo profumo e si abbassò ad annusarla felice sul collo. La navigatrice fu attraversata da un brivido caldo e gli accarezzò dolcemente i capelli neri.

- Nami…- sussurrò lui con voce soffocata.

- Sì?- deglutì nervosa.

- Insegnami come si fa.

- Cosa?

- A farti tremare ancora così, mi piace!- disse sorridendo, con una strana luce negli occhi.

 

***

E con questo capitolo, eccoci arrivati alla fine! Commenti? Consigli? Siete sempre in tempo per mandarmeli ;)! Ovviamente ringrazio di cuore chi l’ha già fatto, anche per i complimenti :)

Baci a tutti e alla prossima!

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