Canto di Natale

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Strofa - Blaise? ***
Capitolo 2: *** Seconda strofa - Il Fantasma dei Natali Passati ***
Capitolo 3: *** Terza Strofa - Il Fantasma del Natale Presente ***
Capitolo 4: *** Quarta strofa - Il Fantasma dei Natali futuri ***
Capitolo 5: *** Quinta strofa - Natale a Casa Malfoy ***



Capitolo 1
*** Prima Strofa - Blaise? ***


Canto di Natale









Nei sotterranei dell'immenso castello di Hogwarts risiedevano gli studenti di due delle quattro Case dell'antica scuola di magia, i Serpeverde e i Tassorosso, e i ragazzi non sarebbero potuti essere più diversi fra loro. I Tassorosso, considerati “i buoni” della scuola, erano costanti nello studio, partecipavano ad ogni iniziativa senza esserne realmente parte, non davano mai alcun problema ai professori o al Preside, e in fondo non vi era alcuno studente di quella casata – eccetto forse il capitano della squadra di Quidditch – ad essere conosciuto al di fuori delle mura giallo-nere; i Serpeverde, invece, erano tutto il contrario: quasi tutti ricchissimi e viziati, ritenevano di essere padroni del mondo e, in quanto tali, di poter comandare l'intero mondo a bacchetta. Gran parte degli studenti di Serpeverde si faceva riconoscere per un comportamento non proprio idilliaco, che faceva sì che gran parte dei grattacapi cui doveva pensare il Preside fosse colpa di qualcuno di loro, ma alla fine dell'anno – grazie all'intelligenza donata a qualcuno di loro e in gran parte ai meriti sportivi – erano sempre in lotta per la Coppa delle Case. E ovviamente erano una cerchia ristretta, quasi una società segreta, che raramente aveva contatti superiori alle lezioni in comune con gli altri studenti della scuola. Forse proprio tale comportamento da belli e dannati, irraggiungibili per ricchezza e per impossibilità di unirsi al loro gruppo, rendeva i Serpeverde i ragazzi più conosciuti della scuola.
Fra tutti quelli che risiedevano nelle fredde mura verde-argento dei sotterranei, vi erano due studenti che nessuno ad Hogwarts poteva dire di non conoscere. Quando se ne parlava i loro nomi erano detti quasi sempre in coppia, le punizioni li colpivano entrambi, le ragazze volevano conquistare tutti e due, quasi come se avessero fondato una società – la Malfoy&Zabini. E in effetti i due ragazzi erano cresciuti insieme, legati ancor prima di nascere dall'amicizia che legava le due madri. I privilegi di uno erano i privilegi dell'altro, se si chiamava uno si girava anche l'altro ed era raro vederli passeggiare per la scuola senza la controparte.
Fino a qualche settimana prima di Natale, quando misteriosamente avevano smesso di vivere in simbiosi, non si parlavano nemmeno più. I più informati sostenevano che Zabini avesse fatto una scenata all'amico dopo averlo trovato ad insultare uno studente del secondo anno e che, sotto richiesta di spiegazioni, Malfoy avesse addotto come scusante il solo fatto che il ragazzino si fosse trovato sul suo percorso e non si fosse spostato al suo passaggio. Da allora i due non si rivolgevano più la parola, era come se fossero morti l'uno per l'altro.
Tutti ad Hogwarts si erano sorpresi per la separazione, nessuno se lo aspettava realmente, anche se le malelingue sostenevano che era solamente questione di tempo: i due erano decisamente troppo diversi perché potessero convivere in maniera idilliaca. Blaise Zabini in fondo aveva un animo buono, se era stato smistato a Serpeverde era principalmente per la grande determinazione che lo caratterizzava e per la capacità di usare tutti i mezzi in suo possesso per raggiungere un obiettivo. Draco Malfoy era del tutto diverso. Ultimo erede di due delle più importanti famiglie del mondo magico, era da sempre stato abituato a ricevere tutto il desiderato solamente aprendo bocca e ad avere decine di elfi domestici a sua unica disposizione; era molto duro di carattere, spesso acido e graffiante con chi capitava sul suo cammino, ben poco incline alla generosità. Era freddo con quasi tutte le persone che entravano a contatto con lui, salvo ben poche eccezioni, e quella sua caratteristica si riscontrava paradossalmente anche nei suoi colori: pallidissimo di carnagione, capelli di un biondo talmente chiaro da sembrare bianco, occhi grigi. Non vestiva mai colori caldi, anche quando non indossava il verde e l'argento della divisa prediligeva il nero ed il grigio. Molti dicevano che il ragazzo sguazzasse nella sua freddezza, che la portasse con orgoglio tanto da diffonderlo nell'aria al suo passaggio, quasi fosse un Dissennatore. Per Draco Malfoy che facesse caldo o freddo aveva ben poca importanza: nessun grado in più sul termometro poteva sciogliere quel suo cuore di ghiaccio, nessun grado in meno avrebbe potuto renderlo più freddo. Nessun vento turbinoso era più aspro di lui nei suoi momenti “migliori”, nessuna pioggia insistente più condiscendente alle suppliche, nulla riusciva a smuoverlo.
Se a Blaise venivano elargiti sorrisi radiosi non solo da ragazze che avrebbero voluto vantare un giorno il titolo di signora Zabini ma anche da persone che lo ritenevano una bella persona, a Draco erano rivolti solo sguardi languidi o sguardi di disprezzo puro. Nessuno lo fermava mai chiedendo informazioni, nessuno osava nemmeno chiedergli l'ora, un po' perché temevano l'alone di freddezza e un po' perché era già rimasto vittima della poca cordialità del ragazzo. É importante sottolineare, però, che Malfoy nulla faceva per evitare che girassero giudizi malevoli sul suo conto, anzi. Spesso aveva detto a Zabini che gli faceva piacere che le persone si spostassero al suo passaggio, che gli liberassero la strada. Un buon modo per non rimanere bloccati nel traffico, gli aveva detto.
Tutti ad Hogwarts si chiedevano come facesse Blaise a vivere così a stretto contatto con quel ghiacciolo umano, ma mai nessuno aveva trovato una risposta che andasse al di là del “sono cresciuti insieme, sarà abituato”. Nonostante ciò, però, nel momento in cui i due avevano smesso di parlarsi non furono poche le persone sorprese. Da quel giorno Blaise aveva iniziato a frequentare maggiormente la cerchia di Theodore Nott e Daphne Greengrass, mentre Draco si ritrovava oggetto delle attenzioni di Vincent Tiger e di Gregory Goyle, i cui genitori vedevano in quell'amicizia un'occasione per acquisire maggiore importanza nel mondo magico: tutti quelli che contavano erano in qualche modo legati ai Malfoy. Da parte sua Draco avrebbe preferito trascorrere il suo tempo da solo piuttosto che perennemente circondato da quei due, per tal motivo si ritrovava spesso a rifugiarsi in biblioteca, luogo in cui certamente Tiger e Goyle non avrebbero mai messo piede.
Un giorno, che gran parte del mondo considera fra i più belli dell'anno – la Vigilia di Natale, Draco Malfoy passò gran parte del suo tempo in biblioteca. Non che volesse realmente rimanere fra quelle antiche mura anche quando aveva la possibilità di tornare nel suo tanto amato maniero, ma non voleva inventarsi una scusa da propinare alla madre per non invitare i Zabini il giorno di Natale. Non voleva parlare a Narcissa del litigio, avrebbe risposto con qualcuna delle sue perle su quanto sia importante tenere i rapporti con le persone che si amano, soprattutto a Natale, e bla bla bla. Draco storse istintivamente il naso al pensiero della predica che gli avrebbe fatto sua madre nel sentire che aveva smesso di parlare con il suo migliore amico per il suo brutto carattere, gli avrebbe detto – come ogni volta – che aveva preso tutto dal padre, che avrebbe dovuto raddolcirsi un po' se voleva trovare persone che volessero stare con lui. Lo sguardo gelido del ragazzo era fisso nel vuoto al pensiero della propria casa e della famiglia, sul volto un'espressione disgustata al pensiero di se stesso vestito da Babbo Natale che distribuiva bastoncini di zucchero per trovarsi degli amici. Narcissa ne sarebbe stata contenta, sicuramente, ma lui no. Fu proprio in quel momento che la porta della biblioteca si aprì scricchiolando, facendo spazio ad una montagna di libri che camminava. A quella vista Draco si riscosse – un po' spaventato, anche se non lo avrebbe mai ammesso – e fu solo dopo qualche istante che riuscì a capire che quei libri non camminavano da soli, cosa che non capitava nemmeno in una scuola di magia, ma che dietro di essi si celava la figura di una delle persone che più detestava ad Hogwarts.
- Granger – bofonchiò disprezzante, più per constatazione che per salutare la ragazza, che si voltò di scatto verso l'origine della voce.
- Malfoy – gli rispose, un sopracciglio alzato alla vista delle gambe del ragazzo comodamente adagiate sul tavolo e della cravatta allentata – Che ci fai qui a Natale? Credevo andassi sempre a casa. -
- Non credo siano affari tuoi, Mezzosangue – snocciolò l'insulto con tranquillità, senza nemmeno metterci la dose di disgusto necessaria a far innervosire la ragazza.
- Andiamo, Malfoy, è Natale! A Natale sono tutti più buoni, non lo sai? - gli disse sorridendo, segno che quel giorno la sua freddezza poco avrebbe potuto fare contro l'allegria che la pervadeva. Hermione Granger semplicemente amava il Natale.
- Più buoni? Sciocchezze, è un giorno come un altro! Che motivo hai di essere così contenta, Granger? Non sei abbastanza povera da passare il tuo tempo a piangerti addosso? -
- E tu non sei abbastanza ricco da poterti permettere di essere di buon umore almeno una volta all'anno? - ribatté Hermione con lo stesso tono di sfida usato dal ragazzo. Draco rimase un attimo in silenzio, forse toccato in parte dalle parole della ragazza.
- Bah! E poi, in fondo, che cos'è il Natale? Solo una stupida scusa per spendere un po' di soldi, far finta che tutto sia perfetto quando invece è marcio nel profondo! E di cosa dovrei essere contento? Di vivere in un mondo di idioti che credono ancora alla favoletta di Babbo Natale con le renne? - Hermione mostrò un sorriso che parve molto strano a Draco, gli sembrò quasi che lo stesse... compatendo.
- Esistono tante cose belle al mondo, Malfoy, anche se non credo che la tua testa malata possa arrivarci. E il Natale è una di queste, è un giorno di gioia e di allegria, da passare davanti al fuoco con i propri cari... -
- E come mai tu lo passi qui, Granger? - la interruppe il ragazzo – Come mai lo passi a scuola e non a casa tua? Nessuno ti vuole, Mezzosangue? Nessuno vuole passare con te il Natale? - concluse con un sorrisetto sadico, compiaciuto delle sue parole.
- Pensala come vuoi – rispose secca la Granger – Passa un buon Natale, Malfoy. -
- Sai che ho ragione, Mezzosangue, sei sola quanto me! - urlò Malfoy mentre la ragazza usciva dalla biblioteca senza nemmeno rivolgergli uno sguardo. Malfoy rimase per un attimo a fissare il vuoto, un'espressione truce in volto e molta voglia di cruciare chiunque gli fosse capitato a tiro.
Nello stesso istante in cui formulava quel pensiero dalla porta entrarono due ragazzi molto giovani dall'aspetto simpatico e dei cappelli da Babbo Natale in testa.
- Signor Malfoy, buongiorno! - lo salutarono cortesemente, mentre Draco li guardava disgustato. Sapeva perfettamente chi erano, due di quei rompiscatole che sotto Natale affollavano Hogwarts chiedendo agli studenti delle offerte per il mantenimento di maghi e creature magiche in difficoltà economiche. Draco li aveva sempre disprezzati, convinto com'era che un uomo fosse responsabile della sua povertà, ma fin dall'inizio della sua permanenza ad Hogwarts Blaise aveva sempre fatto loro delle generose offerte. Probabilmente quei due adoravano Zabini, sicuramente era per la sua vicinanza al ragazzo che conoscevano il suo nome.
- Ci è stato detto che il signor Zabini non è presente al castello! - continuarono, prendendo il silenzio di Malfoy come incoraggiamento.
- No, infatti. É tornato a casa per le feste. - rispose gelido Draco, cercando di far capire ai due quanto indesiderata fosse la loro visita.
- Poco male, siamo certi che lei sarà generoso tanto quanto il suo amico! - risposero ridenti i due, facendo comparire con la bacchetta un cappello da Babbo Natale già contenente del denaro. Istintivamente Malfoy alzò un sopracciglio. - In questi giorni di felicità è sempre bene pensare ai meno fortunati, a coloro che non dispongono delle stesse gioie che noi abbiamo a disposizione. A migliaia di persone manca il necessario per vivere, e a Natale la cosa pesa ancora di più, molti cercano aiuto nel furto. -
- Per questo esiste Azkaban – rispose gelido Malfoy.
- Ma, signor Malfoy, Azkaban è una prigione! - rispose sconvolto uno dei due uomini.
- Esattamente, è lì che vanno i criminali. -
- Ma non sarebbero delinquenti se qualcuno li aiutasse a star lontani dai guai e a sopravvivere lontano dall'illegalità! -
- Perdete il vostro tempo con me, signori. Non sono interessato ad essere coinvolto dalla vostra causa. -
Così dicendo il ragazzo, soddisfatto di se stesso e di come aveva liquidato quell'irritante questione, uscì dalla biblioteca ed attraversò i gelidi corridoi di Hogwarts, fino ad arrivare alla Sala Grande. Si sedette da solo, in un angolo dell'immenso tavolo dei Serpeverde che era quasi del tutto vuoto, salvo qualche studente del terzo anno. Mangiò con tranquillità e sorseggiò del vino senza dar peso alla chiasso che giungeva dalla tavolata dei Grifondoro, ben più occupata della sua, e quando ebbe finito andò direttamente nei sotterranei. In un attimo giunse davanti alla porta della sua stanza e, senza realmente sapere per quale motivo, si fermò un attimo ad osservarla. Era diversa dalle porte delle altre camere per la presenza di un batacchio, che aveva appeso tre anni prima insieme a Blaise, con cui aveva condiviso la stanza fino al giorno del litigio. Si ritrovò per un attimo a sorridere amaramente a quel ricordo, prima di scuotere la testa per allontanare il ricordo ed aprire la porta con un Alohomora.
Fu in quel momento che accadde. Mentre apriva la porta lo sguardo di Draco cadde nuovamente sul batacchio, che sotto i suoi occhi si trasformò nel volto di Blaise. A quella vista Malfoy sussultò, ma quando tornò ad osservare l'oggetto notò che era tornato il solito, banale batacchio.
Al diavolo il vino!, pensò, mentre entrava titubante nella stanza. Senza volerlo gettò un'occhiata alle sue spalle, aspettandosi di vedere Blaise e dandosi dello stupido un attimo dopo.
La visione – che Draco attribuì alla stanchezza e all'eccesso di vino bevuto a cena – lo aveva turbato non poco, quindi si cambiò in fretta e si mise rapidamente a letto. Non gli era mai successo di far fatica a prendere sonno, eppure quella sera i suoi occhi parevano non aver intenzione di chiudersi per lasciarlo andare fra le braccia di Morfeo. A Malfoy pareva di sentire rumori di ogni sorta, dai versi degli uccelli a canti a – persino – catene trascinate. Agitato ma desideroso di addormentarsi al più presto, si voltò fra le lenzuola e quasi si mise ad urlare quando lo vide.
Blaise Zabini era comodamente seduto – o, per meglio dire, sdraiato – sulla poltrona verde posizionata accanto al suo letto. Ma non era semplicemente Blaise, non si sarebbe messo ad urlare nel vedere quello che per anni era stato quasi un fratello, bensì un Zabini in versione opalescente, sembrava quasi un fantasma. Non poteva essere Blaise, non era reale, era frutto della sua fantasia.
- C-c-chi sei? - balbettò a voce bassissima.
- Sai chi sono, Dra, sono Blaise. - Malfoy guardò la presenza dubbioso – Tu non credi in me. - affermò nuovamente quella che era convinto essere un'allucinazione.
- No. -
- Che prova vuoi del fatto che io sia qui, oltre a quella fornita dai tuoi occhi? -
- N-n-non lo so. - Draco non balbettava mai, mai si mostrava poco sicuro di sé, eppure quella presenza gli incuteva un terrore che non aveva mai provato, neppure quando si trovava davanti alla zia Bellatrix, tanto nota per le sue cruciatus e per la poca pazienza.
- Perché dubiti della tua vista? -
- Mah, non lo so, forse perché sei un'allucinazione dovuta al troppo vino? Dovrò convertirmi alla Burrobirra di questo passo! - cercò di scherzare, altra cosa che non caratterizzava affatto Draco Malfoy in condizioni normali, ma quella decisamente non era una condizione normale.
Blaise si alzò in piedi, raggiungendo il letto e costringendo Draco, spaventato, ad avvicinarsi sempre più alla testata di questo.
- Che cosa sei? - chiese ad un tratto.
- Sono la tua coscienza, Draco Lucius Malfoy. -
- La mia... coscienza? - ripeté a bassa voce Draco, non molto certo di aver capito bene.
- Sembrerà strano ma anche tu ne hai una. Sono venuto per avvertirti, Draco. Riceverai la visita di tre spiriti nelle prossime tre notti. -
- T-tre spiriti? - Malfoy tornò a balbettare – Grazie, ma ne farei volentieri a meno... - immediatamente Blaise lo fissò con un'espressione tale da costringerlo al silenzio.
- Non puoi nulla contro la loro venuta, sono stato io stesso a far sì che avvenisse. Ti saranno d'aiuto. Arrivederci, Draco, e buona fortuna. -
Così dicendo, senza neppure dar tempo a Malfoy di ribattere, la presenza girò su se stessa e scomparve, come se si fosse smaterializzato.
Draco si trovò a sospirare profondamente, come per togliersi un peso, ma l'inquietudine non pareva volersene andare. Si sdraiò nuovamente e si coprì fin sopra le orecchie, ma il gelo che lo pervadeva sembrava sempre più insistente.
L'idea di ricevere la visita di tre spiriti non lo affascinava affatto.
Avrebbe voluto dirsi che era solo una sciocchezza, che non avrebbe dovuto bere vino per un po', ma non ci riuscì. Si sentiva stanco, spossato per quella chiacchierata non richiesta, così distrutto che l'unica cosa che in quel momento desiderava era chiudere gli occhi ed abbandonarsi all'incoscienza.



















Buonasera!
Questa fic - come avrete capito - è ispirata al libro "Canto di Natale" di Charles Dickens, che adoro nonostante il mio poco amore verso l'autore in questione. Esistono un sacco di versioni di questa storia, personalmente credo che la più bella sia la versione Disney XD Zio Paperone è semplicemente fantastico come Scrooge! Quindi se non l'avete vista guardatela u_u Si intitola "Il Canto di Natale di Topolino" e dura veramente pochissimo, circa mezz'ora!
Passando a cose più serie, ci tengo a dire che questa fiction è dedicata a Julie, come regalo di Buon Natale e anche un po' per farmi perdonare...! Ti dovevo qualcosa con protagonista lui! ♥
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito, per quanto possa incuriosire una storia trita e ritrita! Fatemi sapere cosa ne pensate ^^
Ah, nel caso vi fosse piaciuta ma voleste leggere qualcosa di più "natalizio" - per intendersi alberi accesi, pandoro e taaanta felicità - qualche giorno fa ho scritto una shottina, Luce Blu, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!

Ringrazio chiunque abbia letto la fic, chi vorrà recensire, chi deciderà di leggere anche i prossimi capitoli e anche chi pensa che questa storia faccia schifo!
Silvia

ps - aggiornerò, se riesco, una volta ogni due giorni, così che - se ho fatto i conti giusti! - l'ultimo capitolo cada proprio a Natale!

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Capitolo 2
*** Seconda strofa - Il Fantasma dei Natali Passati ***


La visita di quella presenza – Draco si ostinava a non chiamarla Blaise – aveva turbato non poco il giovane Malfoy, tanto che prima di decidersi a dormire tirò le tende attorno al suo letto a baldacchino, cosa che non faceva mai.
- É assurdo. Draco, non essere sciocco, non hai visto nessuno, hai solo bevuto troppo! - continuava a ripetersi come un mantra, ma allo stesso tempo l'idea di essere in qualche modo protetto dal mondo esterno lo faceva sentire più al sicuro. Non che quelle tende potessero salvaguardarlo realmente, ma si sa che a volte alla mente umana basta poco per illudersi. Forse fu quel semplice gesto, o forse la stanchezza che gli attaccava le ossa, ma Draco si addormentò rapidamente.

~ ¤ ~


Quando Draco si svegliò gli parve di aver dormito per due giorni di fila, eppure l'orologio che teneva accanto al cuscino lo informava che era quasi l'una di notte, aveva riposato solamente un'ora.
Immediatamente gli tornò in mente l'incontro avvenuto quella sera e di nuovo una sorta di inquietudine lo avvolse. Non era mai stato una persona coraggiosa, ricordava ancora quando al primo anno era stato costretto ad avventurarsi nella Foresta Proibita di notte per una punizione... non aveva certo fatto una bella figura scappando a gambe levate ed urlando come una femminuccia. A sua discolpa, però, c'era da dire che si era trovato di fronte il Signore Oscuro, anche se in quel momento non lo avrebbe mai sospettato.
Proprio mentre ripensava a quei giorni ormai lontani, ricordando con un sorriso amaro quanto Blaise lo avesse deriso quando aveva sentito da Potter della sua fuga, la pendola in Sala Comune suonò l'una, riportandolo alla realtà. Scosse la testa e si rimise sdraiato, determinato a dormire e a scacciare i continui ricordi che gli affollavano la mente, ma subito fu costretto ad alzarsi di scatto e a cercare con la mano la bacchetta.
Davanti a lui una mano dalle dita lunghe e sottili stava aprendo la tenda del letto. Inutile nascondere quanto Malfoy fosse spaventato, forse in condizioni normali avrebbe semplicemente schiantato il possessore di quell'arto, ma in quel momento provava solamente un'immensa voglia di smaterializzarsi a Malfoy Manor e allontanarsi da chiunque fosse oltre quella tenda.
Dannato Zabini, pensò arrabbiato, attribuendo all'incontro di quella sera la vigliaccheria ancor maggiore del solito che lo stava pervadendo.
In un attimo le tende si spalancarono e per un attimo Malfoy pensò di essere ancora nel mondo dei sogni, non avrebbe potuto spiegare quella visione in altro modo.
- D-dobby? - balbettò, riconoscendo nella figura davanti a sé quella del suo vecchio elfo domestico.
Maledetto Sfregiato, pensò con disprezzo notando che l'elfo non era vestito con una federa malconcia – come abitualmente girava a Malfoy Manor – ma indossava una lunga tunica bianca, legata in vita da una cintura che ad ogni movimento di Dobby emanava splendidi riflessi in ogni direzione. Draco notò che nella mano che non aveva aperto la tenda teneva un piccolo bastoncino di agrifoglio appena tagliato – quasi a ricordargli come in quel giorno di festa fosse relegato ad Hogwarts, lontano dalla sua famiglia. Ma la cosa che più colpì Malfoy fu lo strano raggio di luce che si propagava dalla sua testa, talmente forte da illuminare tutta la stanza; Draco non ricordava di aver mai visto quella luce nei tempi in cui Dobby serviva i suoi genitori, forse era una prerogativa degli elfi liberi, pensò nuovamente con disprezzo.
- Non sono Dobby, signore – la piccola creatura interruppe il corso dei pensieri di Draco – Ho solo assunto le sue sembianze per somigliare a qualcuno che il signore conosce, signore – Malfoy trattenne a stento un sorrisetto di superiorità, dunque alla fine il buon vecchio Dobby era tornato a dare del “signore” ad un Malfoy, alla faccia di Potter. Poco importava che quello non fosse realmente l'elfo in questione, il succo della faccenda era quello.
- E saresti uno di quei tre spiriti di cui parlava B... la mia coscienza? -
- Sì, sono io. - rispose semplicemente l'elfo, senza aggiungere nessuna informazione circa la sua reale identità o sul perché della sua presenza all'una di notte in quella stanza.
- E, di grazia, mi è possibile sapere chi, o cosa, sei? - sbottò Draco spazientito, maledicendo nuovamente Blaise – o chiunque fosse la presenza incontrata qualche ora prima.
- Sono il fantasma dei Natali passati – rispose con semplicità l'elfo, come se le parole appena pronunciate fossero la cosa più semplice ed evidente del mondo.
- Passati da molto tempo? - domandò Malfoy alzando un sopracciglio. Qualche strano processo nella sua mente, probabilmente dettato dal sonno e dalla stranezza di quella situazione, aveva associato la piccola statura dell'elfo a qualcosa di lontano nel tempo, forse era lì per parlargli dei Natali della sua infanzia.
- No, i tuoi ultimi -
- Ah – Draco era perplesso, non riusciva a capire per quale motivo un elfo domestico vestito come non gli si confaceva – di tutto punto e con accessori, come la cintura, certamente da migliaia di galeoni – dovesse parlargli di Natali normalissimi, passati insieme alla sua famiglia, a Blaise e a sua madre – E potrei sapere che cosa vuoi da me, signor fantasma dei Natali passati? - domandò poi, dopo essersi fatto coraggio.
- Sono qui per il benessere del signore, signore -
A sentire le parole di Dobby Malfoy non poté fare a meno di pensare che una notte di riposo ininterrotto, magari senza sogni, sarebbe stata certamente di maggiore aiuto per il suo benessere che la comparsa di tre fantasmi e della sua coscienza.
- La conversione del signore, allora – disse ancora Dobby, forse intuendo i pensieri di Draco. Prima che questo potesse ribattere lo afferrò per un braccio e, con una forza che Malfoy non osava neanche sospettare, lo trascinò fuori dal letto.
- Il signore si alza e cammina con me adesso, signore – continuò, senza realmente aspettare una risposta e trascinando il ragazzo verso la porta che dava sulla Sala Comune.
- Lascia almeno che mi vesta, così congelerò! - obiettò Draco, ricordandosi ad un tratto di indossare soltanto un leggero pigiama in seta verde. Pagato un sacco di galeoni, certo, ma poco utile se si vuole girare Hogwarts nella notte della Vigilia di Natale, una broncopolmonite non gliel'avrebbe tolta nessuno.
- Al signore non servono vestiti, signore. Se Dobby appoggia una mano qui – e si alzò sulle punte fino ad appoggiare le cinque dita all'altezza del cuore di Malfoy – il signore riuscirà a sopportare molto più del freddo -
Crack.
Senza che Malfoy se ne rendesse conto i due si smaterializzarono. Draco stava per obiettare che non ci si poteva smaterializzare entro le mura di Hogwarts, l'aveva sentito dire tante di quelle volte dalla Granger, quando gli venne in mente che le regole per gli elfi erano molto meno selettive che per i maghi. Si guardò intorno, ogni singolo centimetro del posto dove si trovava era illuminato dal raggio di luce in testa a Dobby.
- Ma è il parco di Hogwarts! - disse dopo qualche istante, mentre riconosceva il suo albero preferito, il campo di Quidditch dove aveva dato per la prima volta della Mezzosangue alla Granger, l'angolo della Foresta Proibita che era stato costretto a visitare con Potter...
Il fantasma lo guardò con un mezzo sorriso, era certo che il suo tocco fosse stato molto leggero eppure esso era bastato a risvegliare la sensibilità e i ricordi di Malfoy. Percepiva nello sguardo del ragazzo le memorie che tornavano alla luce, ricordi che erano stati nascosti per anni, e con esse tutte le emozioni che aveva provato nel viverle. Emozioni e sentimenti che da tempo non provava più, sostituiti da quella perenne freddezza che lo aveva caratterizzato negli ultimi due-tre anni.
- Le labbra del signore tremano, signore. - Draco fece un gesto con la mano come per allontanare una mosca, quindi chiese al fantasma di condurlo dove voleva.
- Riconosci questo sentiero? - domandò l'elfo, indicando con le dita sottili una stradina che si intravedeva appena sotto la neve e sembrava condurre alla Foresta Proibita.
- Se lo conosco! - rispose Malfoy – Durante i primi anni venivamo sempre qui io, Blaise e gli altri. Potrei percorrerlo ad occhi chiusi! -
- Strano che il signore l'abbia dimenticata – osservò il fantasma, iniziando a percorrere la stradina.
Man mano che avanzavano Draco si accorgeva di riconoscere ogni paletto della staccionata costruita da Hagrid, ogni cespuglio di piante, ogni deviazione del percorso. Il fantasma aveva ragione, l'aveva dimenticata: erano almeno due anni che non visitava quella parte del parco, preferendo – quelle rare volte che metteva piede fuori dal castello – fare qualche volo a bordo della sua Nimbus 2001.
Ad un tratto sentì una voce totalmente diversa da quella del fantasma che lo accompagnava ed alzò lo sguardo, fino a quel momento fisso sul terreno onde evitare una caduta in poco stile Malfoy. In quel momento vide i muretti dove erano soliti trovarsi i ragazzi di Serpeverde, dove probabilmente continuavano a ritrovarsi anche senza la sua presenza. Notò che non solo c'era Pansy Parkinson, la cui voce poco prima l'aveva costretto ad alzare lo sguardo, ma anche Theodore Nott, Tiger e Goyle, Daphne Greengrass, persino Blaise.
- Sono soltanto le ombre delle cose che furono – disse il fantasma – Non possono accorgersi di noi. -
Draco osservò quelli che un tempo erano i suoi più cari amici ridere e scherzare, rincorrersi e lanciarsi palle di neve. Nel riconoscerli provò un moto di felicità, quasi come se non li vedesse da anni, e sussurrò i nomi di tutti a voce bassa. Notò che continuavano ad augurarsi un buon Natale, cos'aveva poi di lieto il Natale non l'aveva mai capito, che bene aveva mai portato? Aveva fatto scomparire l'Oscuro Signore? No. Gli aveva tolto di dosso il marchio di figlio di Mangiamorte? No. Anzi, a Natale gli pareva di essere giudicato maggiormente.
- La scuola non è ancora deserta – disse ad un tratto il fantasma, facendolo sussultare – É rimasto un bambino dentro, da solo. -
Draco annuì, come per dire che lo sapeva, e come un automa seguì il fantasma fino all'antico castello, quindi giù per le scale che conducevano ai Sotterranei di Serpeverde. Nella Sala Comune, abbandonato su uno dei divanetti verdi, un bambino biondo era immerso nella lettura delle Fiabe di Beda il Bardo. Lo spirito toccò al braccio a Malfoy ed indicò il piccolo, nel quale Draco aveva già riconosciuto se stesso ad undici anni. Il silenzio che regnava nei Sotterranei – o più generalmente nella scuola, abbandonata da tutti gli studenti che probabilmente erano nel parco a giocare con la neve – e la solitudine del bambino biondo ebbero l'effetto di intaccare il cuore di Malfoy, che si lasciò andare a qualche lacrima, subito asciugata con la manica del pigiama.
- Che c'è? - domandò il fantasma, notando l'espressione dispiaciuta del ragazzo.
- Niente. Ieri sera ho cacciato un ragazzino dalla Sala Comune solo per il gusto di farlo. Vorrei non averlo fatto, ora ricordo cosa si prova a voler stare da soli davanti al fuoco piuttosto che da soli in camera. -
Il fantasma sorrise ed agitò le mani. - Vediamo un altro Natale – disse poi.
Draco percepì nuovamente la sensazione della smaterializzazione e si ritrovò ancora in un luogo ben conosciuto, l'ufficio di Severus Piton. Lo vide seduto alla sua scrivania, intendo a scrivere con attenzione, forse qualche nuova pozione da lui stesso inventata. Ad un tratto guardò il vecchio orologio appeso al muro e sorrise – o per lo meno Malfoy interpretò come sorriso la smorfia che piegò all'insù le labbra del professore.
- Draco! Blaise! - chiamò, mentre due ragazzini di circa quindici anni entravano nello studio dalla stanza accanto. Malfoy ricordava benissimo quella situazione, lui e Blaise erano in punizione e Piton li aveva costretti a rimanere a scuola almeno fino alla sera della Vigilia di Natale per completare i loro compiti.
- Basta lavoro, questa sera, è la Vigilia di Natale. Raggiungete pure i vostri compagni. - disse Piton con un tono di voce piatto, ma nel quale sia Draco che Blaise avevano colto quella punta di gentilezza ed affetto che solo loro riuscivano a percepire, forse perché solo a loro era diretta.
Senza farselo ripetere due volte, i due corsero nella loro Sala Comune dove gran parte degli studenti era rimasta per l'incredibile festa di quella sera. Theodore Nott aveva, infatti, deciso di rallegrare la punizione dei due amici allestendo un ballo per la loro Casa proprio per quella sera, e Draco e Blaise si erano precipitati lì appunto per dargli una mano nella preparazione.
Malfoy osservò tutta la scena, dall'allestimento della pista da ballo al termine della festa, in silenzio e rivivendo tutte le emozioni di quella sera. Ricordava la felicità che aveva provato, le risate, la gratitudine verso Piton che aveva permesso loro di festeggiare... più che permesso, aveva chiuso entrambi gli occhi.
- Nessuno l'ha mai apprezzato molto, ma Piton è un grande uomo. - borbottò fra sé e sé Draco, mentre la luce sopra la testa dell'elfo aumentava di intensità.
- Dobbiamo andare, signore, il mio tempo sta per scadere. - disse il fantasma mentre prendeva per un braccio Draco e la scena davanti a loro mutava ulteriormente.
Quando tutti i dettagli apparvero chiari davanti ai due Malfoy fu in grado di capire immediatamente che non si trovavano più ad Hogwarts, ma nel parco di casa sua, Malfoy Manor.
Notò subito i due ragazzi seduti su una panchina, poco lontano da loro, intenti a guardare il piccolo laghetto ghiacciato. Li riconobbe all'istante, lui poco più giovane della realtà e lei nel suo cappotto nero. Non si avvicinò ulteriormente, ricordava fin troppo bene la scena per doverla rivivere a fondo, era accaduta solo l'anno prima.
- Non importa – disse lei fra le lacrime – E certamente a te importa ancor meno. So che sono stata sostituita nel tuo cuore, spero che chi ha preso il mio posto sia in grado di rallegrarti e confortarti come ho cercato di fare io. -
- Non essere idiota, Pansy, sai che non c'è nessun'altra – borbottò Draco con espressione fredda.
- Oh sì che c'è, Draco, è la tua rabbia. Il tuo voler far finta che nulla ti tocca ma allo stesso tempo voler distruggere chiunque osi fare un commento su di te. -
- Oh, Merlino! - gridò ad un tratto Malfoy – Dovrei far finta che sono contento se mi chiamano Mangiamorte? Se mi dicono che sono un assassino? -
- Tu hai troppa paura dell'opinione del mondo – rispose lei, con gentilezza, ignorando lo scatto di rabbia del ragazzo – Tu hai sacrificato tutto sperando di tenere il mondo e le sue critiche lontane da te. Ti conosco da sempre, Draco, e ho visto tutti i tuoi sogni e desideri cadere sotto questa rabbia, che alla fine si è impossessata di te. Non è forse vero, Dra? -
- E con questo?! - nuovamente Malfoy stava alzando la voce – Sono cambiato con il mondo, non sono cambiato con te. - Pansy scosse la testa – Lo sono? -
- Te l'ho detto, ci conosciamo da quando eravamo bambini, il nostro legame è vecchio. Ci siamo messi insieme al terzo anno, allora non eri così schiavo della tua rabbia, ti bastava insultare un po' Potter ed eri a posto. Sei cambiato, Draco, ora vuoi quasi distruggere le persone... e a me non va bene, io non sono cambiata, sono rimasta la stessa. É per questo che ti rendo la tua libertà -
- Te l'ho mai chiesta, Pansy? Dimmelo, ti ho mai chiesto di ridarmi la mia libertà? -
- Non a parole, certo, e infatti sono io a lasciarti. Ma non sono stupida, l'ho capito dai tuoi gesti, dal tuo umore variabile, dal tuo essere sempre più freddo. Ora siamo troppo diversi l'uno dall'altro da quando ci siamo messi insieme, e se tu fossi libero non sceglieresti più me. -
- Sei tu a dirlo, non certo io -
- Oh, credimi, sarei più che felice di credere il contrario. Lo credevo, fino a poco tempo fa, quando mi sono arresa ad un'evidenza troppo forte da poter essere messa a tacere. Per questo ti sto lasciando, per darti modo di trovare qualcuna più adatta al tuo nuovo modo di essere... Non dirmi che ti mancherò, ti prego, evita – disse, interrompendo sul nascere l'obiezione che Draco stava per fare – Può darsi che nei primi tempi qualcosa sentirai, ma durerà ben poco, poi sarai contento di non avermi più fra i piedi. Addio, Draco, sii felice. -
Il Draco accompagnato dal fantasma rimase a fissare Pansy che dava un bacio sulla fronte all'altro Draco e si allontanava. Aveva avuto ragione, come sempre. Era stato male la prima settimana, più per la rabbia di esser stato lasciato che per vera sofferenza, e poi aveva cominciato ad accompagnarsi ogni notte con una ragazza diversa, ben lieto di non dover essere più costretto ad una sola compagna.
- Basta, non voglio vedere altro – disse ad un tratto Draco al fantasma – Portami via, non voglio vedere altri ricordi. Riportami nella mia stanza. Perché ti diverti a torturarmi? -
La luce sulla testa di Dobby divenne sempre più intensa, tanto che Draco fu costretto a coprirsi gli occhi con la mano, e un attimo dopo era nel suo letto.



















Il primo dei tre fantasmi nella versione Disney era il Grillo Parlante, io ho voluto inserire Dobby perché in fondo ho sempre pensato, leggendo la storia, ad un fantasma dei Natali Passati molto simile ad un folletto, quindi Dobby mi pareva il personaggio più adatto a ricoprire questo ruolo. E poi, in fondo, il Grillo Parlante di Draco è Blaise ;)
Nello scorso capitolo non ho precisato una cosa, quindi è bene farlo ora: questa storia ripercorre passo passo il libro di Dickens, tutte le vicende sono un riadattamento di quelle narrate nella storia originale salvo poche ideate del tutto da me, ho cercato di rimanere fedele in tutto e per tutto alle descrizioni fornite da Dickens per le ambientazioni, quindi si possono ritrovare passi uguali quasi parola per parola al libro. Spero che tutto questo non venga inteso come plagio, la mia intenzione era - ed è tuttora - rendere omaggio ad un'opera che ritengo eccezionale trasportandola nel mondo di un'altra opera che apprezzo decisamente moltissimo. Spero che ciò fosse già chiaro, ma è sempre meglio abbondare in spiegazioni che mancarne :D

Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo e chi ha inserito la storia fra i preferiti o le seguite, spero che abbiate apprezzato anche questo e che vogliate lasciare qualche parolina di commento.
In particolare grazie a:
malfoy__: ihih, mi fa piacere che tu abbia apprezzato! Volevo inserirti nelle dediche di Luce Blu, ma dato che avevo in mente di scrivere questa storia ho pensato che ti sarebbe piaciuto di più ricevere una fic su Dracuccio nostro come "regalo" :) Per essere più fighi di zio Paperone ce ne vuole, è vero, ma Draco per lo meno lo raggiunge ^^ Le ricchezze le ha, ihih, gli manca solo una monetina numero 1! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!
_slytherin: ciao amica-di-Julie ^^ Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, spero che questo non sia stato da meno! Grazie per aver recensito!

Al prossimo capitolo :)

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Capitolo 3
*** Terza Strofa - Il Fantasma del Natale Presente ***


A Draco pareva che fossero passati solamente pochi minuti da quando era tornato sano e salvo nel suo letto, eppure il solito orologio segnava le tre. Qualcosa non andava, avrebbe dovuto farlo guardare da qualche buon esperto, certamente suo padre ne conosceva qualcuno.
Il pensiero del padre gli fece tornare in mente Malfoy e Manor, la festa di Natale, Blaise... Blaise, e con lui il ricordo ben chiaro della chiacchierata di qualche ora prima, la visita dei tre fantasmi. Tre, e lui ne aveva visto solamente uno.
Immediatamente Draco capì che la seconda visita era il motivo per cui si era svegliato nuovamente, ormai gli pareva anche inutile ribellarsi a quello scherzo di così poco gusto, e si preparò all'incontro. Si mise a sedere al centro esatto del letto, incrociò le gambe e con la bacchetta appellò la vestaglia, quindi aspettò. Passarono due, tre, quattro minuti... e il fantasma non si vedeva. Draco Malfoy, si sa, non era mai stato una persona paziente e non lo fu nemmeno quella sera: stanco di aspettare, scostò lui stesso tutte le tende del letto, aspettandosi di trovarsi di fronte ad un altro elfo domestico, ma la stanza era vuota. O peggio, era come in balia di qualche strano incantesimo: una strana luce rossastra aleggiava attorno al suo letto, come se quello fosse il centro esatto di un enorme fuoco. La luce era di per sé molto più inquietante di tutta la vicenda, tanto che un brivido scorse lungo la spina dorsale di Malfoy, che era quasi certo di poter provare meno paura di fronte a una dozzina di fantasmi. Fantasmi veri, non i bonaccioni che giravano per Hogwarts. Passarono i minuti e Draco era sempre bloccato a letto, bacchetta alla mano, terrorizzato all'idea di muovere anche solo un muscolo, finché un sospetto si insinuò pian piano nella sua testa: stava forse dando origine a un fenomeno di combustione spontanea senza accorgersene? Dandosi mentalmente del cretino per aver anche solo pensato ad un'ipotesi del genere, si decise ad alzarsi, intuendo all'improvviso che molto probabilmente l'origine della strana atmosfera non era altro che una luce molto più potente nella Sala Comune.
Combustione spontanea, idiota!, pensò scuotendo la testa, compiendo lentamente quei due-tre passi che separavano il suo letto dalla porta d'ingresso alla sua camera. Purtroppo per lui nemmeno nel mondo dei maghi si poteva compiere un metro e mezzo in più di cinque minuti, quindi in un attimo di trovò con la maniglia fra le dita, leggermente tremanti.
Quando spalancò la porta si trovò davanti uno spettacolo che mai si sarebbe immaginato.
Di sicuro quella era la Sala Comune, non vi era alcun dubbio, ma le pareti – solitamente ricoperte di stendardi di Serpeverde, foto degli studenti e dei simboli delle Casate più in vista del mondo magico – erano interamente decorate con rami verdi, quasi un boschetto. In tutta quella vegetazione Draco poteva facilmente distinguere rami di agrifoglio, edera e vischio, che riflettevano la luce come se fossero stati degli specchi. Notò che il camino era accesso e che in esso ruggivano potenti delle fiamme che il camino di Serpeverde mai aveva conosciuto da quando lui era studente, probabilmente era quella stessa luce che si infiltrava nella sua stanza da sotto la porta. Dai muri, lo sguardo di Draco si abbassò al pavimento, dove erano accatastate cibarie di ogni genere: da tacchini a mandarini e frutta di stagione, ogni ben di Merlino si trovava in quella stanza. Notò immediatamente che, in mezzo a tutti quei piatti, si trovavano due piedi enormi. Spaventato, Draco fece un passo all'indietro, come se volesse tornare al sicuro nella sua stanza, e lentamente alzò lo sguardo su quel gigante che occupava tre quarti della sua Sala Comune; indossava dei pantaloni ed un mantello verde bosco, il cui bordo era contornato da morbida pelliccia bianca, mentre i piedi erano nudi. Rimase sorpreso dall'identità del gigante, non si aspettava certo di trovarsi Rubeus Hagrid ad insegnargli il significato del Natale.
- Tu non sei davvero Hagrid, vero? Hai solo assunto le sue sembianze – gli disse, ricordando le parole dello spirito visto precedentemente. Inoltre Hagrid non era così grande, in fondo era gigante solo per metà.
- Esatto, Malfoy! - rispose ridendo il gigante – Sono il fantasma del Natale presente -
Fantastico, eccoci pronti alla predica sul Natale da passare in famiglia con le persone care... tutto molto Granger, pensò Draco, non con il giusto disprezzo che avrebbe voluto.
- E va bene, spirito – sospirò arrendendosi – Mostrami quello che vuoi -
Prima iniziamo, prima finirà.
- Tocca il mio manto – disse semplicemente Hagrid, mentre Malfoy obbediva, solamente desideroso di tornare a letto.
In un attimo fuoco, agrifoglio, cibarie e vischio sparirono nel nulla, sostituiti da una distesa di bianco interrotta solamente da alberi, anch'essi carichi di neve. Draco non riconobbe il luogo, gli pareva di essere finito in mezzo al nulla, e guardò Hagrid con uno sguardo interrogativo.
- Capirai, Malfoy. Cammina ora, seguimi! - il gigante si mosse sicuro nella neve, lasciando delle enormi impronte nel manto fino ad allora immacolato. Malfoy lo seguì un po' più lentamente, impacciato nelle sue pantofole da camera – doveva ricordarsi di indossare delle scarpe per l'ultimo fantasma, fino ad un piccolo paesino. Notò il susseguirsi di case tutte identiche, grigie e cupe, dalle cui finestre si poteva intravedere la luce del camino acceso, in qualcuna notò degli alberi decorati.
- Ma è Natale? - chiese ad un tratto Draco.
- Già. Giorno felice, il Natale – rispose il fantasma, continuando il suo cammino senza fermarsi.
I due passarono davanti ad altri paesi, ad altre case, a bambini che facevano pupazzi di neve e a famiglie che si recavano in chiesa per la messa di Natale... Draco non notò nulla di particolare per cui lo spirito potesse averlo portato in quel luogo, ma percepiva la tranquillità e l'allegria che aleggiavano nell'aria, non riusciva a rimanerne immune.
Provò a porre qualche domanda ad Hagrid, come il motivo della visita o se vi fosse una meta precisa, ma quello continuava a rispondere ad enigmi, motivo per cui ad un tratto Malfoy decise di non porre più domande e di godersi i vari spettacoli che lo spirito gli offriva.
Quando vi arrivarono quasi non lo riconobbe, non lo aveva mai visto da quella prospettiva, il retro. Il fantasma gli mostrò dapprima le cucine, dove decine di elfi domestici erano intenti a preparare pietanze di ogni genere, quindi la stanza della servitù, dove le cameriere stavano sistemando i piatti da portare in tavola. Il tavolo della sala era apparecchiato come tutti i giorni di festa, al centro della tavola un vaso di Stelle di Natale faceva bella mostra di sé, come per tradizione.
Malfoy Manor era splendida, come in tutti i giorni di Natale, come sempre.
- Casa... - sussurrò Draco con un nodo alla gola. Lo spirito rimase in silenzio, non disturbò il ragazzo mentre osservava la scena e tutti i suoi dettagli, non gli rivolse parola mentre il suo sguardo cadeva sull'albero decorato in un angolo. Sul suo volto un semplice sorriso ad esprimere la propria soddisfazione.
Lo sguardo di Draco accarezzò ogni millimetro della sala, mentre le labbra si piegavano nell'osservare le decorazioni appese all'albero, molte di quelle erano state realizzate proprio da lui quando era bambino e frequentava la Scuola per Giovani Maghi. Non voleva affrontare la tavolata, aveva il timore di leggere la tristezza negli occhi della madre, ma alla fine – non dopo un lungo sospiro – si decise a voltare la testa in quella direzione.
- M-ma... Spirito, dov'è Blaise? - domandò turbato, notando che non vi era solo il suo posto vuoto, ma anche quello dell'amico. Hagrid si limitò a prenderlo per il colletto della vestaglia, con non poco disappunto del ragazzo, e ad avvicinarlo maggiormente ai commensali.
- É un peccato che neanche Blaise sia qui – stava dicendo sua madre alla signora Zabini, Draco non poté fare a meno di notare con quanta malinconia Narcissa avesse detto “neanche”. Si morse la lingua, non avrebbe mai dovuto rinunciare a quella festa, se non altro per sua madre.
- Dispiace anche a me, Cissy. Blaise ha insistito, ha detto che non avrebbe avuto senso festeggiare senza Draco. - rispose la donna, alzando le spalle e scuotendo la testa. Non avrebbe avuto bisogno di altre parole, come lui e Blaise anche le madri erano in grado di capirsi con un semplice sguardo o una frase lasciata a metà. - Vorrà dire che quando si decideranno a fare pace festeggeremo nuovamente il Natale! - continuò ridacchiando.
Draco sorrise istintivamente, la madre di Blaise era sempre stata una donna con un profondo amore per le risate, oltre che per i mariti ricchi. Solo in un secondo momento notò che la donna, che considerava quasi una seconda madre, aveva indicato un angolo della sala, dove un albero molto più decorato di quello che aveva visto faceva bella mostra di sé.
- Cos'è? - chiese spaesato al fantasma, il quale per risposta lo riprese per il colletto e lo posizionò proprio davanti all'albero.
- Loro non possono vederti – disse poi.
Leggermente rincuorato dalle parole del fantasma, Malfoy si chinò ad osservare la marea di pacchetti sotto l'albero. Ci mise solo una manciata di secondi a vedere che i destinatari di tutti quei pacchetti erano solo due persone: lui e Blaise.
- Loro... - sussurrò – Loro stanno male di questa situazione, vero? -
Il fantasma annuì. - Sì. Siete cresciuti insieme, Malfoy, siete come un'unica famiglia, è logico che ci stiano male. Non vi parlate da settimane ormai, non è per nulla semplice assistere ad un litigio così forte senza intervenire. -
Draco annuì, consapevole di quanto fossero vere le parole dello spirito. Si rifiutava di chiamarlo Hagrid, così diverso dal vero guardaboschi di Hogwarts sia nelle dimensioni che nel modo di parlare, decisamente troppo corretto per essere quello di Hagrid.
- Andiamo, spirito. Mostrami qualcos'altro. - Malfoy si alzò da terra, in parte turbato dalla vista della sua famiglia, non voleva più vedere gli occhi lucidi della madre. Il fantasma annuì e, nello stesso istante in cui Draco toccò il mantello di Hagrid la scena si dissolse, rivelando un altro paesaggio innevato.
Malfoy si guardò intorno, cercando di riconoscere quell'ambiente che supponeva di aver già visto qualche volta durante la sua vita, ma nulla gli tornò in mente. A quanto ricordava, non aveva mai visto quelle colline deserte con una casa di tanto in tanto, né quel boschetto in lontananza.
- Spirito, dove siamo? - chiese, sconcertato. Non credeva che il fantasma del Natale presente lo avrebbe portato in posti mai visti, non avrebbe avuto senso, eppure l'impressione era quella.
- Ora vedrai, Malfoy – il fantasma prese nuovamente Draco per il colletto della vestaglia e si mise a camminare, senza dire una parola circa la destinazione nonostante le urla di protesta di Malfoy, che si sentiva sempre più una marionetta.
- Eccoci, siamo arrivati – disse ad un tratto Hagrid, lasciando andare Draco proprio sopra una montagna di neve.
- Grazie, molto molto gentile! - rispose lui acidamente, rialzandosi e notando l'abitazione di fronte a loro – La casa dei Weasley? -
- Esatto. Vieni, Malfoy -
Un po' controvoglia il ragazzo seguì il fantasma fino alle finestre di quella che lui riteneva una catapecchia – come diavolo faceva a viverci una famiglia così numerosa? - e, in particolare, alla cucina. Guardò dubbioso Hagrid, che in tutta risposta si sedette a terra e gli indicò nuovamente le finestre. Rassegnato a capirci sempre meno, Draco si avvicinò maggiormente e osservò l'interno della casa, che era meno povero di quanto si aspettasse, e i suoi occupanti. Vide immediatamente i due gemelli, Fred e George, in un angolo della stanza a confabulare fra loro – probabilmente erano intenti ad organizzare chissà quale scherzo – ma il suo sguardo cadde quasi subito sulle due persone in piedi accanto al tavolo. La Granger e Ginny Weasley erano intente ad ammorbidire un impasto, probabilmente per dei biscotti viste le formine appoggiate poco lontano da dov'erano loro, e ridevano come mai le aveva viste a scuola. Certo, non poteva dire di averle viste sempre serie e ligie al loro dovere ed era a conoscenza dello stretto legame che le univa, ma mai avrebbe pensato di vederle un giorno intente a preparare dei dolci.
- Ma ieri la Granger era a scuola! - si ricordò ad un tratto.
- Sono partiti questa mattina. - rispose semplicemente il fantasma. Draco annuì, e ripensando alle parole che le aveva detto circa il suo essere sola a Natale percepì un nodo allo stomaco: lei non sarebbe stata sola, lei sarebbe stata circondata dall'affetto di amici e di persone che considerava parenti, lei avrebbe aperto dei regali davanti al camino... lui no. Osservò le due ragazze che ridevano e ad un tratto riuscì a sentire anche le loro parole, probabilmente per intervento dello spirito.
- Ahahah! Te lo giuro, Ginny! - rideva la Granger – Diceva che “il Natale è solo una scusa per spendere un po' di soldi”! E ci credeva anche! - Draco sussultò non appena capì che il centro del discorso altri non era che lui e il loro incontro del giorno prima.
- Bella vergogna per lui, Hermione, davvero. Con tutti i soldi che ha dovrebbe passare un Natale coi fiocchi! - ribatté Ginny.
- E con questo? É pieno di galeoni e non fa altro che spenderne in cavolate... gli serviranno a qualcosa le camicie in seta fatte su misura quando sarà solo al mondo, Gin? Non fa del bene a nessuno e non è assolutamente in grado di capire che per avere una bella vita bisogna lavorarci, non pretendere che ci venga servita su un piatto d'argento solo perché si ha qualche galeone in più degli altri -
- É per questo che non lo sopporto! Non lo posso proprio soffrire Malfoy, è troppo pieno di sé – Draco fece una smorfia di disprezzo nel sentire le parole della Weasley, per lo meno tutto quello che diceva era reciproco.
- Oh, io sì invece – Malfoy sussultò nuovamente, mai si sarebbe aspettato che quelle parole uscissero dalla bocca della Mezzosangue – Mi fa solo tanta pena, mi dispiace per come si comporta. Un tempo non lo sopportavo nemmeno io, ma alla fine ci ho fatto il callo e ho capito anche qualcosina in più. Pensaci, Gin, chi soffre delle sue parole e delle sue malefatte ora come ora? Lui, sempre lui. La gente ha capito com'è e gli sta alla larga, è sempre solo... ora nemmeno Zabini vuole più la sua compagnia! -
- In effetti forse hai ragione. Stare soli il giorno di Natale dev'essere tremendamente triste! - osservò Ginny, che probabilmente non era mai stata sola in vita sua.
- Già, poi credo che sia stata una sua scelta. Peggio per lui, a causa della sua antipatia si perde momenti piacevoli che non gli farebbero male di certo! Alla fine penso che stia anche bene con la sua famiglia, sono un po' strani – certo – però sono molto uniti, o almeno così dice Harry. Peggio per lui! -
Draco rimase sorpreso dalle parole della Granger, sia perché erano state dette da lei che per i ragionamenti, non credeva che sapesse così tanto di lui. Sentendola parlare si rese conto di quanto fosse vero tutto, di quanto tenesse alla sua famiglia e alle loro tradizioni, fra cui anche quella di Natale.
- Portami via, spirito, ho capito la lezione – disse dopo qualche attimo di silenzio, osservando Hagrid dritto negli occhi.
- Prima voglio mostrarti una cosa, Malfoy – in un attimo la scena cambiò nuovamente, ma questa volta non si trovarono di fronte a nessun manto candido. Era la Londra babbana, Draco riconobbe quegli strani oggetti che chiamavano “automobili” e la confusione che aveva visto qualche volta durante le sue visite nella città. La neve c'era, come nelle due precedenti visioni, ma era totalmente diversa: non era un manto candido e quasi intatto, ma era marrone, simile ad un pantano, stipata ai lati delle strade e schiacciata dalla gente che passava. Quando alzò lo sguardo da terra notò un enorme edificio scuro, tetro ed enorme.
- Cos'è? - chiese d'istinto allo spirito.
- Un orfanotrofio. Qui vivono i figli delle vittime della Guerra Magica, figli di Mezzosangue e di Mangiamorte, insieme. -
- Perché fra i babbani? - domandò sbigottito Draco, che fino ad allora era sempre stato convinto che i bambini venissero dati in adozione.
- Perché in quelli magici non c'è più posto e il Ministero non fornisce fondi, confidando sui privati -
La rivelazione piombò addosso a Malfoy come un enorme macigno. Per quello gli erano stati chiesti soldi il giorno precedente, per i bambini che si trovavano all'interno di quella struttura orribile.
Avrebbe voluto porgere molte altre domande allo spirito del Natale presente, chiedergli come fosse possibile che tanti bambini non avessero nessuno che si occupasse di loro, perché non venisse precisato che i fondi richiesti servivano per quel motivo... ma quando si voltò verso il fantasma egli non c'era più, la scena era cambiata del tutto: niente più Londra o neve schiacciata, solo il suo letto a baldacchino e la poltrona accanto. Osservandola Draco si ricordò immediatamente di Blaise e del racconto: tre fantasmi, ne mancava uno solo.
Si voltò di scatto, uno solenne spettro drappeggiato e incappucciato strisciava lungo il suolo come nebbia, si stava avvicinando a lui.



















Questo capitolo è scritto molto peggio dei due precedenti perché è stato scritto a pezzi... spero non faccia totalmente schifo!
Dopo aver visto la versione dei Looney Tunes e della Barbie del Canto di Natale posso confermare che quella Disney è la più bella XD A tal proposito, in quella versione lo Spirito del Natale Presente era Willie il Gigante, personaggio non molto conosciuto ma tanto paciocco! :)

lady lilithcullen: sono contenta che ti sia piaciuto! Questo capitolo non mi piace quanto l'altro, ma spero che comunque non ti abbia fatto schifo. Nel libro mi sembra che ci fosse un altro episodio, o forse due, ma non riuscivo proprio ad adattarlo a Malfoy! Spero di ricevere un tuo commento anche per questo capitolo ^^
malfoy__: io non sono una grandissima fan di Dobby, faccio il tifo per Kreacher XD Però ci sono rimasta male anch'io quando è morto! Sniff, altra vittima della Rowling :'( Draco che legge le fiabe è fantastico, secondo me, non ce lo vedo affatto e proprio per questo mi piace un sacco! XD Tra l'altro le fiabe di Beda il Bardo sono fantastiche, se riesco nel prossimo capitolo inserisco un rimando ^^ Temevo il tuo responso per Pansy, sai? So che sei sua fan quanto me e non ero sicura di averla resa al meglio! Son contenta di aver passato la prova *.* E sì, il fantasma spaventoso era quello dei Natali futuri, ma comunque ti eri già risposta guardando il film XD E anche nel capitolo si capisce abbastanza... accettasi scommesse sull'identità di questo fantasma!

Ora corro a vedere quanti centimetri di neve ci son giù, al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Quarta strofa - Il Fantasma dei Natali futuri ***


Lo spettro avanzava lento verso il letto, il silenzio che accompagnava i suoi movimenti era irreale, pesante, quel tipo di silenzio che fa venir voglia di urlare. Non appena Draco lo vide piegò la testa verso il basso, non per rispetto verso il fantasma ma per il terrore che gli aveva fatto nascere.
Dissennatore. Il fantasma dei Natali futuri era un dissennatore. Poco natalizio, in effetti.
Non ne aveva più visti dal terzo anno, quando erano di guardia ad Hogwarts per cercare di catturare Sirius Black, ma la sensazione di vicinanza ad un dissennatore era bene impressa nella mente di Malfoy nonostante il trascorrere degli anni. Ricordava bene il freddo che attanagliava le viscere, la sensazione di non poter essere più felici nella vita, i brutti ricordi che tornavano alla mente... Draco era consapevole che il fantasma non fosse un reale dissennatore, anche senza i due precedenti incontri lo avrebbe capito dal fatto che non era realmente triste o disperato come in presenza di un reale guardiano di Azkaban, eppure non poteva smettere di tremare per il terrore e per il senso di freddo che la figura gli ispirava.
Il fantasma era, come ogni dissennatore, avvolto in un pesante mantello che copriva ogni centimetro del suo corpo, eccetto la mano. Draco non aveva mai visto la mano di un dissennatore e ricordava benissimo di aver riso di Potter quando aveva raccontato la sua esperienza: è solo una mano!, gli aveva detto fra le risate. Forse lo Sfregiato non aveva avuto tutti i torti, forse sarebbe svenuto anche lui a vedere la mano di un vero dissennatore: l'arto era semplicemente ripugnante, grigiastra e scintillante, simile a qualcosa di morto lasciato troppo tempo nell'acqua.
- S-s-sei il fantasma dei Natali futuri? - balbettò Draco. Voleva sentirsi rassicurato, essere certo che quella figura non fosse un reale dissennatore, sebbene ne fosse quasi certo. Lo spettro non rispose alla domanda, limitandosi ad abbassare la mano scheletrica verso il basso.
- E mi mostrerai i Natali futuri come i tuoi predecessori hanno fatto con quelli passati e presente? - nuovamente lo spettro non rispose a parole, ma il cappuccio del mantello si mosse come se il dissennatore avesse annuito.
Inutile nascondere quanto Draco fosse terrorizzato. Non provava più lo stesso timore che aveva sentito alla presenza di Blaise o del primo fantasma, ormai si era come assuefatto alla presenza degli spiriti, quella che provava era paura. Malfoy era certo che gran parte di quella sensazione era dovuta alle fattezze dello spirito – un dissennatore avrebbe fatto paura a chiunque – eppure allo stesso tempo sentiva che aveva a che fare con la missione stessa di quel fantasma, in fondo se aveva assunto le sembianze di qualcosa in grado di terrorizzarlo a tal punto doveva esserci un motivo più che valido.
- Ok, immagino che questo viaggio sarà un monologo. - disse Draco, cercando di togliersi di dosso l'inquietudine con un po' di ironia, riuscendoci ben poco – Andiamo, spirito, sono pronto. Guidami dove vuoi, mostrami quello che vuoi -
Questa volta il fantasma non rispose nemmeno a gesti, diede le spalle a Malfoy e si mosse nella stessa direzione da cui era venuto. Draco si affrettò a seguirlo, rimanendo sempre nell'ombra nel mantello e avendo quasi l'impressione di essere trasportato proprio da tale ombra. A differenza delle esperienze vissute con gli altri due spiriti, non si rese conto del cambiamento di ambiente: un secondo prima erano nella Sala Comune di Serpeverde, un secondo dopo nelle vie di Diagon Alley.
Osservando la scena che si svolgeva attorno a loro Malfoy poté notare parecchia confusione, maghi e streghe di ogni età correvano da un negozio all'altro carichi di sacchetti, Draco riuscì persino a riconoscere gran parte delle persone che vide. I due rimasero qualche istante al centro della strada, quindi il fantasma indicò un gruppetto di persone e Malfoy vi si avvicinò per udirne i discorsi.
- No – stava dicendo un uomo piuttosto in carne, che dopo un attimo di incertezza venne identificato da Draco come Neville Paciock – Non so molto, so solamente che è morto. -
- E quando? - domandò Dean Thomas accanto a lui.
Fantastico, una riunione di Grifondoro, pensò Draco.
Ieri notte, credo. - rispose Paciock.
- E cosa gli è successo? - domandò Seamus Finnigan, accendendosi una sigaretta con la bacchetta – Pensavo che non fosse in grado di morire! Ho sempre pensato che avesse stretto un patto col diavolo o qualcosa del genere! -
- Non saprei, davvero. Ho solamente sentito dire che è morto – rispose nuovamente Paciock, che probabilmente con le sue poche nozioni era quello più informato sull'argomento.
- E di tutti i suoi soldi cosa ne ha fatto? - disse ad un tratto Ron – il Re – Weasley. Strano che parlasse di soldi – pensò Draco – probabilmente non sapeva nemmeno quale fosse il loro reale aspetto.
- Non so nulla – disse di nuovo Paciock – Di certo non li ho ereditati io! -
La battuta di Paciock, che Malfoy reputò tremendamente triste, venne invece accolta con una risata.
- Probabilmente al funerale non andrà nessuno! - continuò Neville – Non riesco davvero a pensare a qualcuno che pianga per la sua perdita. Potremmo andare tutti noi in gruppo! -
- A me non importa affatto di andarci – rispose Ron – Ma accetto purché ci sia un pranzo funebre ben fornito! In fondo potrei anche pensare di esser stato il suo migliore amico, ogni tanto ci si fermava a parlare! - concluse sghignazzando e facendo ridere nuovamente tutti gli altri, che finirono per salutarsi e disperdersi.
Draco non credeva alle sue orecchie: dei Grifondoro che parlavano in un modo così maligno di una persona morta? Si addiceva molto più a dei Serpeverde. Fissò il fantasma come per chiedere spiegazioni, anche se vi sperava ben poco, ed infatti lo spirito non fece altro che indicargli una via laterale, dove altri due uomini erano impegnati a parlottare. Malfoy li riconobbe all'istante: Tiger e Goyle.
- E così il vecchio sbruffone ha avuto la sua finalmente! - stava dicendo Tiger.
- Così mi hanno detto – rispose Goyle atono.
- Fa molto freddo, non trovi? Partirai per Natale? -
- No, credo che resterò a casa. Arrivederci, Vince! - salutò Goyle, allontanandosi dall'altro e chiudendo il discorso sul deceduto con qualche semplice parola detta senza alcun sentimento.
Draco non rimase realmente sorpreso dalle parole dei due, non erano mai stati tipi da molte parole o da lacrime per la perdita di qualcuno, ciò che in quel momento lo turbava particolarmente era il non sapere a chi alludessero. Era certo di conoscere, anche solamente di vista, il pover'uomo che era mancato, probabilmente era nel suo anno ad Hogwarts dato che lo conoscevano sia i due scimmioni che i Grifondoro. Cercando di rispondere a quella domanda silenziosa si guardò intorno alla ricerca di volti conosciuti, riconoscendo alcuni passati e sorprendendosi di non vedere la sua figura. Per quale motivo lo spirito lo aveva portato lì?
- Non c'è nessuno che sia triste per quest'uomo? - chiese ad un tratto al fantasma, sperando in cuor suo di ricevere una risposta affermativa. Temeva che la sorte capitata al deceduto potesse, un giorno, essere anche la sua... morire solo, senza nessuno al proprio capezzale a versare qualche lacrima per la morte. Provò quasi un moto di gioia quando la mano del fantasma si abbassò e la scena cambiò del tutto, rivelando un cottage di campagna modesto ma delizioso nell'insieme. Draco era certo di non aver mai visto quell'abitazione prima di allora, fu ancor più sorpreso di vedere le persone al suo interno.
- Pensavo che ti avrebbe fatto piacere un po' di conforto, so che ci tenevi molto – stava dicendo Hermione Granger a una donna dai capelli scuri, il cui volto era ancora nascosto dalle mani che asciugavano le lacrime.
- Perché sei qui? Non siamo mai state amiche – rispose la donna. Draco sussultò, riconoscendo la voce di Pansy e avendo la conferma dell'identità della ragazza quando quella si tolse le mani dal viso.
- Perché non ci sarebbe stato nessun altro, e credo che in fondo non lo meritasse. -
- Cosa ne sai tu di quello che si meritava? Nemmeno lo conoscevi – rispose Pansy disprezzante, come spesso Draco le aveva visto fare nei momenti di sofferenza.
- Ma tu sì, ed eri una delle poche, e ora sei sola. Non mi sembra giusto, ecco. -
- Oooh, Hermione Granger la grande paladina della giustizia è tornata! Fantastico... -
- Non credere che non mi sia costato nulla venire qui. Ma alla fine siamo tutti uguali di fronte alla morte, Pansy, non esistono più Mezzosangue e Purosangue, lo sai. Ed è sempre peggio per chi resta, e per lui sei rimasta quasi solo tu. -
Quando Pansy scoppiò nuovamente a piangere Draco si allontanò dalla finestra, non era più in grado di sopportare quella vista, non soltanto perché vedere le lacrime di Pansy lo aveva destabilizzato non poco ma anche perché voleva sinceramente conoscere l'identità della persona di cui parlavano tutti. Ormai era praticamente certo di conoscerlo, e probabilmente era anche una persona molto vicina a lui vista la reazione di Pansy.
- Spirito, dimmi, chi è morto? - Draco non sapeva per quale motivo si ostinasse a porre domande al fantasma, ormai sapeva che l'unica risposta che avrebbe ottenuto era solo un cenno della mano. Avrebbe potuto semplicemente ordinare al fantasma di portarlo nei luoghi desiderati, eppure sentiva di dover essere cortese con la figura sinistra, e non soltanto perché ne provava un sanno terrore.
Anche quella volta lo spirito non rispose verbalmente, ma si incamminò nella direzione da cui erano arrivati, Draco lo seguì e un attimo dopo erano nuovamente a Diagon Alley. Il fantasma non sembrava volersi fermare e Malfoy continuò a seguirlo, domandandosi ogni secondo di più quale fosse la meta del loro viaggio. Camminarono per diverso tempo, allontanandosi da Diagon Alley e dalla stessa Londra e avventurandosi nelle campagne che circondavano la città, finché il dissennatore si fermò senza alcun preavviso, fu solo per i rapidi riflessi che aveva che Malfoy non finì contro quella figura inquietante.
- Il cimitero? - la voce di Draco era strozzata, la vista del luogo dove riposavano i maghi gli aveva sempre fatto un certo effetto. Vi si recava raramente, ma anche quelle poche volte che vedeva le lapidi veniva preso da un terribile senso di inquietudine.
Senza preoccuparsi delle sensazioni del ragazzo il fantasma indicò il cancello del cimitero e, muovendosi, continuò ad indicare a Malfoy una serie di tombe più pulite delle altre, probabilmente dove riposavano le ultime persone ad aver lasciato il mondo dei vivi.
- Prima che io venga lì e veda il nome, ti prego, rispondimi. Quello che mi hai mostrato è ciò che sicuramente sarà o ciò che potrebbe essere? - domandò Draco ma il fantasma, incurante delle sue parole, continuava ad indicare imperterrito una lapide.
- Ti prego, spirito, rispondi. Tutto ciò non è già stabilito, vero? In fondo se ci si pone un obiettivo e si combatte per raggiungerlo il nostro futuro sarà in un certo modo, ma se non si combatte più il futuro cambia. Dipende tutto dalle nostre scelte e dal nostro comportamento. Non è forse così, spirito? -
Il dissennatore continuava ad ignorare Draco e a focalizzare la propria attenzione sulla lapide, in nessun modo Malfoy avrebbe potuto ottenere una risposta da lui. Arrendendosi all'evidenza Draco fece un respiro profondo e, facendosi coraggio per mettere a tacere il sempre più forte terrore che lo invadeva, si avvicinò alla lapide indicata dal fantasma. Seguì la direzione del dito del dissennatore e quasi svenne nel leggere il nome: su quella semplice lastra di pietra vi era inciso in caratteri ben leggibili DRACO LUCIUS MALFOY.
- Oh Merlino. Quindi sono io la persona di cui parlavano Paciock e compagnia... - dopo l'iniziale shock Draco si era immobilizzato sul posto, come vittima di un Petrificus Totalus, mentre il dito del dissennatore continuava ad indicare alternativamente la lapide e Malfoy stesso.
- ...e Tiger e Goyle, molto dispiaciuti devo dire... e la Granger! Pansy... Oh no, spirito, ti prego, dimmi che tutto questo potrà cambiare! - il peso della rivelazione fece cadere Draco in ginocchio di fronte alla sua stessa lapide. Avrebbe voluto scappare, urlare, rivoltarsi contro quel destino tremendo a cui lui stesso era andato incontro, ma era bloccato a terra da quel dito che continuava a fare la spola fra lui e la tomba. D'un tratto si sentì pervadere da uno strano sentimento, un misto fra rabbia e speranza, non voleva arrendersi a quella situazione.
- Spirito, non può essere così! Io non sono più quello che ero grazie a voi tre fantasmi! - urlò d'un tratto, aggrappandosi con forza al mantello del fantasma – Non lo sono più! Tutto questo può essere cambiato, non è vero? Perché mostrarmi tutto questo se è già definito e deciso! Non avrebbe senso! -
Per la prima volta da quando erano insieme la mano del dissennatore tentennò, il suo indicare la lapide non era più così deciso e marcato come in precedenza.
- Ti prego, spirito, dimmi che non sarà così! Intercedi per me! Dimmi che, cambiando vita, posso ancora modificare questa situazione! -
Ancora una volta la mano del fantasma tremò, Draco lo interpretò come un segno positivo.
- Prometto che festeggerò il Natale come si conviene, con lo spirito giusto! E manterrò questo stato d'animo per tutto l'anno, come se fosse sempre Natale! E non vi dimenticherò, giuro, vivrò sempre nel ricordo di voi tre fantasmi e degli insegnamenti che mi avete dato! Nulla di quello che mi avete detto andrà perso, lo giuro! Però ti prego, spirito, dimmi che sono ancora in tempo per mutare questa situazione! -
Preso dall'angoscia e senza realmente pensare al suo gesto, Draco si afferrò con forza alla mano del dissennatore, il quale non parve molto contento della mossa e cercò in ogni modo di liberarsi. Malfoy si scoprì possessore di una forza che nemmeno immaginava, la classica forza della disperazione, grazie alla quale si afferrò sempre più forte alla mano spettrale dello spirito, che dopo qualche minuto di lotta riuscì a respingerlo.
Alzando per un'ultima volta le mani verso lo spirito per pregarlo di intercedere per lui, Draco poté notare qualcosa di strano nel cappuccio e nel mantello del dissennatore: si stavano rimpicciolendo, rattrappendo, la loro forma assomigliava sempre più a quella della colonna del suo letto.



















Penultimo capitolo di questa fiction, il prossimo - che verrà postato il giorno di Natale - sarà conclusivo ^_^
Non so cosa ne pensiate di un dissennatore in versione Spirito di Natale, ma dato che nella versione originale si parla di un fantasma il cui corpo è interamente - eccetto la mano - coperto da un mantello scuro ho pensato che fosse perfetto! Inoltre lo spirito deve fare paura, e chi meglio di un dissennatore? Nella versione disney era Gambadilegno ^_^
Scusate il fatto che questo capitolo è più corto degli altri, ma ho tagliato una grossa fetta del capitolo originale: onestamente non volevo inserire personaggi che rubassero oggetti al defunto Malfoy e li rivendessero prima ancora che lui fosse stato sepolto, magari a Nocturn Alley!

chocco: ti ringrazio! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto ^_^
__malfoy: ehm... "mi rifiuto di pensare che sia un Dissennatore" taaaac! XD Dai, ammetti che è perfetto! In origine avevo pensato a Voldie, ti dirò, ma quando ho riletto il libro ho avuto proprio la visione del dissennatore che compare nella camera di Draco! Ero certa che avresti apprezzato Hermione e il rimando a lei, come penso che ti sia piaciuta la sua ricomparsa in questo capitolo insieme a Pansy, in fondo io sono una L&L convinta, non potevo mettere un'Hermione diversa! Avevo anche pensato di farlo correre fra le sue braccia alla fine, però poi ho cambiato idea... ho in mente qualcos'altro à.à Tranquilla per Draco e Blaise, in fondo tutto è bene quel che finisce bene...! A Christmas Carol, uhuh! Poi mi dici com'è... sinceramente mi inquieta un pochino dal trailer *toccamento di indici*
gio_dy: innanzitutto grazie per la recensione ^_^ Sono contenta di trovare qualcun altro "fissato" come me con il Canto di Natale, cercherò al più presto la versione dei Muppets! Onestamente non so come mi sia venuta l'idea di un Draco versione Scrooge, ma mentre rileggevo il libro - cosa che faccio ogni anno in questo periodo, è una sorta di rito - trovavo sempre più similitudini fra i due e non potevo non scrivere la storia! :) Spero di ricevere un altro tuo commento!
lady lilithcullen: beh dai, guarda il lato positivo delle parole di Hermione, non è acciecata dalla rabbia nei suoi confronti come invece sono gli altri. Ha capito com'è lui in realtà, le sue parole lo dimostrano... nel libro sono pronunciate dal nipote di Scrooge, quindi una persona molto vicina a lui, sinceramente - sarà per il mio amore per le Draco/Hermione - ho pensato che fosse la persona più adatta a pronunciarle ^_^ Il futuro purtroppo non è molto roseo, almeno quello che gli è stato mostrato, ma sono certa che lo farà diventare mooolto più bello! Per quanto riguarda Hagrid, ti dico sinceramente che è il personaggio di cui sono meno convinta. Il punto è che mentre per gli altri due fantasmi mentre leggevo il libro mi sono "apparsi" chiaramente Dobby e il dissennatore, per il fantasma del Natale presente ci ho messo un po' a trovarlo... nel libro è un gigante bonaccione, ma sappiamo che i giganti della Rowling non sono certo brillanti ed intelligenti come invece è lo spirito! In origine avevo pensato a Grop, ma appunto per quanto detto prima non mi convinceva, quindi alla fine sono andata su Hagrid, che almeno è un mezzogigante, piuttosto che cambiare totalmente personaggio o inserirne uno del tutto estraneo alla saga.

Ci sentiamo a Natale ^_^

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Capitolo 5
*** Quinta strofa - Natale a Casa Malfoy ***


Per quanto tutto paresse tremendamente assurdo su una cosa non si era sbagliato: quella che aveva davanti era realmente la colonnina del suo letto. Non c'era nessun fantasma, nessun cimitero e nessuna lapide, era sano e salvo in camera sua. Con un rapido balzo Draco saltò giù dal letto, correndo a toccare con mano la tenda attorno al baldacchino e ogni oggetto gli capitasse a tiro. Non era morto né stava per farlo, aveva davanti a sé tutto il tempo per correggere l'andamento della sua vita e fare in modo che non si verificassero gli eventi che il dissennatore gli aveva mostrato.
- Quanto avevi ragione, Blaise, come sempre! - si disse fra sé, mentre cercava di levarsi il pigiama; era talmente fuori di sé che sembrava che non si fosse mai vestito prima di quel momento: indossava gli abiti alla rovescia, li infilava al contrario, li faceva cadere e li calpestava senza realmente pensare alla stravaganza dei suoi gesti.
Vestito alla bell'e meglio si precipitò nella Sala Comune, faticando a riconoscerla senza enormi tacchini sul pavimento e rami di agrifoglio alla pareti. Si soffermò più di un minuto ad osservare il batacchio sulla propria parte, ridendo fra sé al pensiero di ciò che avrebbe detto Blaise quando gli avrebbe raccontato tutta la storia. Dietro di lui i pochi studenti di Serpeverde che erano rimasti a scuola lo fissavano come se fosse uno Snaso, ma Draco non se ne curava, pensava soltanto alla felicità che provava in quell'istante e a quanto desiderasse condividerla con i propri cari.
- Un momento, ma oggi che giorno è? - borbottò fra sé, le continue interruzioni del sonno gli avevano fatto perdere il senso del tempo.
- Ehi, tu! - si voltò di scatto, indicando un ragazzino seduto sul divano, il quale non appena capì che il temibile Malfoy si stava rivolgendo a lui sembrò sul punto di scoppiare a piangere – Che giorno è oggi? -
- É... il venticinque dicembre! - non aveva avuto il coraggio di dire che era Natale, nei Sotterranei si vociferava che Malfoy detestasse quella festività e non era di certo il caso di farlo irritare.
- Ma allora sono ancora in tempo! Grazie, grazie mille! E auguri! - sentendo le parole di Malfoy, e soprattutto vedendolo correre come un disperato verso l'uscita della Sala Comune, il ragazzino pensò di essere ancora nel mondo dei sogni, la situazione era decisamente troppo assurda.
Dal canto suo Malfoy non vedeva l'ora di tornare a casa, ma prima avrebbe dovuto fare qualche sosta. Non diede nemmeno il tempo a Piton di rispondergli quando gli disse che sarebbe tornato a casa: un attimo prima era nell'ufficio del responsabile di Serpeverde, un attimo dopo era già nel Parco diretto verso Hogsmeade.
- Non c'è un minuto da perdere, devo essere a casa il prima possibile! - continuava a ripetersi.
Non appena arrivò a Hogsmeade si smaterializzò a Diagon Alley, di fronte ad un negozio di gastronomia con in vetrina piatti da far venire l'acquolina in bocca a chiunque. Prima di entrare Draco si soffermò ad osservare tutte le specialità esposte, la cui varietà era incredibile: dal tacchino ripieno alle lasagne, dal classico pudding inglese al panettone italiano.
- Buongiorno a tutti, e buon Natale! - disse allegro una volta entrato nel negozio, un comportamento talmente insolito per appartenere a lui che le commesse si guardarono dubbiose.
- Signor Malfoy? - domandò una, timorosa che l'individuo davanti a sé fosse qualcuno sotto Polisucco.
- Sì, quello è il mio nome! - rispose Draco con un sorriso – Vorrei il tacchino che avete esposto in vetrina! -
- Vostra madre ha già ordinato il pranzo di Natale, signor Malfoy – gli fece notare l'altra commessa. In una situazione normale non avrebbe mai osato rivolgere la parola al figlio di Lucius Malfoy, ma il sorriso del ragazzo l'aveva incoraggiata.
- Oh, ne ero certo, ma non è per noi. Ecco, tenete anche il resto! - ridendo gioioso Draco buttò sul bancone un sacchetto di monetine dorate. Le due ragazze strabuzzarono gli occhi, probabilmente quel semplice sacchettino di cuoio conteneva un sacco di galeoni – molto più del reale valore del tacchino, ma quando stavano per farlo notare al ragazzo lo videro smaterializzarsi davanti ai loro occhi con il tacchino.
- Sai, Cassie, credo che quel ragazzo sia sulla buona strada per diventare come sua zia Bellatrix... - disse sconvolta una delle due commesse.
- Assassino? -
- No, pazzo da legare! -
Dal canto suo, invece, Draco si sentiva più in sé di quanto non fosse mai stato in tutta la sua vita. La visita dei tre fantasmi gli aveva dato parecchio su cui riflettere e gli aveva fatto comprendere quanto le parole che Blaise gli aveva rivolto durante il loro litigio fossero vere. Si stava allontanando da tutte le persone che gli volevano bene, dall'affetto e dalla gioia di vivere, si stava isolando. Doveva ammettere a se stesso che probabilmente non avrebbe cambiato molto della sua vita senza la visita del terzo fantasma: forse sarebbe tornato a casa per il Natale, forse avrebbe tentato di ricucire il rapporto con Blaise, ma non avrebbe desiderato un totale cambiamento di vita. Il dissennatore, invece, aveva avuto la forza di mettergli paura; e, in fondo, il terrore era l'unica cosa che avrebbe potuto spingere Draco Malfoy a scendere dal suo piedistallo di ghiaccio per rimettersi al livello dei suoi simili.
Si smaterializzò in quel luogo che aveva visto soltanto la notte precedente con uno dei tre fantasmi, e senza quella visita certamente non vi ci sarebbe mai recato. Si fece strada a fatica nella neve, che a causa della capacità dei maghi di potersi muovere da un luogo all'altro senza dover far uso di auto non era stata minimamente spalata, facendo levitare il tacchino sopra la propria testa con la bacchetta. Era impaziente di giungere alla meta, aveva tante di quelle cose da fare prima di mezzogiorno!
Quando giunse alla porta notò che non vi era alcun batacchio, ma un aggeggio babbano chiamato campanello. Storse istintivamente il naso mentre lo pigiava, anche se doveva ammettere che era molto più utile di un batacchio non aveva di certo lo stesso fascino.
- Malfoy? - la ragazza che gli aprì era decisamente molto sorpresa di vederlo lì, probabilmente era l'ultima persona che si aspettava di trovarsi alla porta di casa nel giorno di Natale.
- Piccola Lenticchia... - salutò Draco, non riuscendo ad evitare di utilizzare quel soprannome che in fondo riteneva anche carino – C'è la Granger? -
- E cosa vorresti da Hermione tu? - Ginny non aveva per nulla l'aria di una persona incline alla conversazione pacifica, o per lo meno non con lui.
- Non credo che questi siano affari tuoi. -
- É casa mia, qui tutto è affar mio! - ribatté Ginny.
- Lascia stare, Gin, è tutto a posto – intervenne la Granger, che nel frattempo era comparsa alle spalle della rossa – Vai in cucina, Harry ha bisogno di una mano col dolce. -
Ginny annuì distrattamente e si diresse verso quella che doveva essere la cucina, a giudicare dai rumori che ne provenivano e dai ricordi che Draco aveva dalla notte precedente.
- Non sapevo più cosa risponderle! - disse Malfoy, interrompendo quel silenzio carico di tensione che era nato da quando Ginny era scomparsa dalla visuale.
- Cosa vuoi, Malfoy? -
- Solamente dirti che avevi ragione, Mezzosangue – pronunciò il soprannome con un sorriso, senza alcun disprezzo – Natale va passato con i propri cari, non nei Sotterranei di Hogwarts. E tu non sei sola, come non lo sono io... non credo neanche che tu possa esserlo mai, visto il numero di componenti di questa famiglia! -
Hermione fissava il ragazzo sorpresa: come per Ginny lui era l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere, in più le parole che stava pronunciando non erano per niente da lui.
- Quando mi hai chiamata per la prima volta Mezzosangue? - disse ad un tratto, interrompendo il discorso di Draco.
- Al secondo anno al campo di Quidditch – rispose lui alzando un sopracciglio – Perché? -
- Cercavo di capire se fossi qualcun altro sotto Polisucco – rispose lei sinceramente – Invece sei davvero lo stesso Draco Malfoy che ieri diceva che il Natale era solo una sciocchezza -
- So che sembra assurdo visto che è passata solamente una notte – sorrise il ragazzo – ma sono cambiato. Ho capito cosa voleva dirmi Blaise, cosa volevi dire te... e lo terrò bene a mente. So che non siamo mai andati d'accordo, Granger, ma qualcosa mi dice che se morissi domani tu non ti metteresti a ballare sulla mia tomba, e di questo ti sono grato -
- Malfoy, stai bene? Hai la febbre per caso? - Hermione non era più solamente sorpresa, era seriamente preoccupata per il comportamento di Malfoy. Certo, aveva ragione, non sarebbe mai stata contenta per la sua morte, ma quello non toglieva il fatto che il ragazzo fosse improvvisamente impazzito.
- Sto benissimo! Vorrei che accettassi questo... - con un gesto della bacchetta, che fino a quel momento aveva tenuto nascosta dietro la schiena, abbassò il tacchino che era rimasto in volo molto più in alto di loro fino ad allora – se tutte le bocche della famiglia Weasley sono come il tuo amato Re Lenticchia vi servirà! -
- Ma, Malfoy, io non... - balbettò la ragazza, ma venne interrotta da Draco.
- Puoi, Hermione, puoi. Grazie, e buon Natale! - prima che la ragazza potesse rispondere si era già smaterializzato.
Non appena il paesaggio si fece nitido attorno a lui si mise a correre, non aveva nemmeno un minuto da perdere. A differenza della Tana, conosceva praticamente centimetro per centimetro ogni angolo di quella tenuta, quasi quanto casa sua. Si mosse sicuro fra gli alberi del boschetto in cui era entrato per arrivare più rapidamente alla casa, in cui potevano smaterializzarsi solo i residenti, e rapidamente arrivò davanti all'immensa porta di legno scuro, che venne aperta quasi subito da un elfo domestico.
- Il signore desidera? - domandò cortese, osservando quell'individuo che non aveva mai visto nei sei mesi in cui era stato a servizio in quella famiglia.
- É in casa la figlia dei padroni? -
- Sì, signore. La padroncina è in camera sua a prepararsi, signore. Il signore vuole che lo annunci? -
- No, grazie, le farò una sorpresa -
- Il signore vuole che lo accompagni? -
- No, conosco la strada. - Draco spostò il piccolo elfo con poca fatica e si mise a correre sulla scalinata d'ingresso, incurante dei rimproveri che gli lanciavano tutti i membri della servitù che incrociava. Pochi minuti dopo era davanti ad una porta in legno di palissandro, a cui bussò delicatamente.
- Avanti – sentendo la voce della ragazza Draco si sentì mancare la terra sotto i piedi, non aveva alcuna idea di quali sarebbero state le reazioni. Spinse la porta con delicatezza ed entrò nella stanza senza fare alcun rumore. Lei era alla finestra, ammirava la bellezza del parco di casa sua ricoperto di neve.
- Pan – la vide sussultare al suono della sua voce, forse anche per lei era l'ultima persona aspettata quel giorno.
- Draco – rispose senza voltarsi. Il suo tono era appena udibile, la voce meno sciolta di quanto fosse solita essere.
- Pan, guardami – lei si voltò il giusto per poter vedere Draco in volto – Mi dispiace. Mi dispiace davvero per quello che ti ho fatto passare -
- Non credi che almeno oggi dovresti evitare di dire balle, Draco? - Malfoy sapeva che per lei quel giorno non era semplicemente Natale, ma era la ricorrenza della loro rottura, e sapeva anche quanto lei fosse ancora profondamente legata a lui.
- Non sono balle, Pan. Ho capito, finalmente ho capito cosa volevi dirmi un anno fa, su cosa Blaise volesse farmi ragionare... So di essere stato uno stronzo, come so che tu eri l'ultima persona che si meritasse un tale comportamento da parte mia. Mi dispiace davvero, non sto scherzando. So che non basta, so che hai tutto il diritto di rifarti una vita lontana da me... ma volevo dirtelo. Non so se vorrai perdonarmi, e non ti biasimerei se non lo facessi, ma nel caso tu decida di farlo io sarò dai miei, ti aspetterò. Mi manchi, Pansy – nel pronunciare tutto il discorso Draco si era avvicinato lentamente alla ragazza, timoroso di essere respinto e allo stesso tempo in attesa di qualche gesto di lei che lo fermasse.
- Draco, io... -
- Shh, non dire niente. Promettimi solo che ci penserai su... buon Natale, Pan – Draco la salutò con un bacio sulla fronte ed un sorriso, e senza nemmeno permetterle di rispondere si allontanò. Non voleva che lei gli desse risposte affrettate, non era giusto, aveva ogni diritto di pensare se voleva tornare con lui o cruciarlo. Si disse mentalmente che avrebbe accettato entrambe le ipotesi, in fondo si meritava di essere odiato da lei, ma in cuor suo la speranza si alimentava ogni momento di più.
Il suo viaggio era quasi al termine, ormai, e mentre usciva da Casa Parkinson non faceva altro che pensare alla penultima tappa. Si immaginava discorsi, parole di scusa, abbracci e pacche sulle spalle, ma quando si smaterializzò nella camera di Zabini non poté far altro che sedersi sulla poltrona dell'amico ed aspettarlo, senza andare a cercarlo per ogni stanza della casa, prima o poi sarebbe arrivato lì.
Quando Blaise entrò nella propria stanza vide immediatamente quello che considerava ancora il suo migliore amico comodamente seduto sulla poltrona, una gamba piegata sull'altra e quell'espressione da ragazzo pentito che Blaise non vedeva da anni negli occhi di Malfoy.
- Draco – lo salutò semplicemente, recuperando una cravatta abbandonata sulla maniglia della porta.
- Blaise, io... - cominciò a dire Draco, ma si interruppe quasi subito. Parlare con la Granger e con Pansy era stato relativamente semplice: aiutato dall'effetto sorpresa era bastato parlare loro come un fiume in piena, rivelare ogni cosa senza permettere loro di rispondere. Ma con Blaise era tutto diverso, partendo dal fatto che l'aveva salutato come se trovarselo in camera senza averlo invitato dopo settimane di silenzio fra loro fosse del tutto normale.
- Lo so, Draco, lo so – sorrise incoraggiante. Con Blaise era sempre stato così, non c'era mai stato bisogno di grandi discorsi, erano in grado di leggersi nel profondo semplicemente guardandosi negli occhi.
- No, Blaise. Stavolta è diverso, non è la nostra solita bisticciata che si risolve con una bottiglia di Firewhisky. Avevi ragione, Zab, avevi ragione su tutta la linea: ero diventato un grandissimo stronzo! E mi dispiace per averti trattato malissimo, come al solito cercavi di farmi ragionare e io non ho voluto ascoltarti. Scusa, Blaise -
- Non importa, Dra, davvero. Da adesso in poi tornerò a farti da coscienza! - rispose Blaise, tirando una pacca sulla spalla di Malfoy.
- Già... non sai quanto è vero! - sorrise Draco. La sua coscienza, esattamente come l'aveva definita la presenza con cui aveva parlato la notte precedente, da cui non si sarebbe più separato con tanta leggerezza.
Quando i due arrivarono a Malfoy Manor vennero accolti con abbracci da parte delle due madri, che con le lacrime agli occhi non potevano fare a meno di continuare a baciare in fronte quei due ragazzi che, come qualsiasi coppia di fratelli, dopo una litigata era tornata a lanciarsi frecciatine con la consapevolezza di esserci sempre per l'uno e per l'altro. La giornata di Natale a casa Malfoy passò in quel modo, nel clima gioioso che la festa porta in qualsiasi famiglia molto unita. Draco non smetteva un attimo di ridere, e anche quando il pensiero del passato gli tornava alla mente gli bastava guardare sua madre – così felice del ritorno del suo unico figlio – per fargli tornare il sorriso.
Una nuova epoca si apriva davanti a lui, un nuovo Draco Malfoy stava per mostrarsi al mondo.




- Fine -



















Innanzitutto mi voglio scusare per il ritardo di questo capitolo: avevo detto che sarebbe arrivato a Natale e invece è passato pure Santo Stefano! Avevo in mente di scriverlo alla Vigilia ma sono stata rapita da mia mamma XD
Per quanto riguarda questo capitolo... in realtà non ho molte precisazioni da fare ^_^ Probabilmente è quello in cui ho dato maggiormente sfogo alla mia fantasia, nel senso che i richiami al libro sono pochini rispetto agli altri capitoli. Spero che vi sia piaciuto comunque! Inutile dire che è la Fiera dell'OOC XD
Per quanto riguarda Pansy e il dialogo con Draco... non ho inserito volutamente una fine alla loro vicenda, che fosse un ritorno della loro storia piuttosto che una Pansy che manda allegramente a quel paese Malfoy, semplicemente per il fatto che penso che sia un lato della storia in cui è bello avere una propria opinione. Diciamo che in questo modo siete liberi di pensare che i due siano tornati insieme, piuttosto che - sulla base della minestra riscaldata che non è mai buona - Draco si sia buttato fra le braccia di Astoria o, perché no, di Hermione... Conosco qualcuno che preferirebbe quest'ultima scelta :p

gio_dy: geniale addirittura? Ahah! Son contenta che ti sia piaciuto! Mi faceva un po' senso scrivere di Draco che si aggrappa alla mano di quel coso, per il resto mi pareva perfetto come figura! La versione Deejay l'avevo vista! Ahah, geniali anche loro! Poi da quando ho visto quel film ho una fissa spaventosa per la canzone "Natale allo zenzero" di Elio e le Storie Tese, per me non è Natale se non l'ascolto! :D Grazie per le recensioni e auguri!!
chocco: O_O piangere addirittura? Non volevo :( Spero che se ci dovessero essere lacrime in questo capitolo siano di gioia! che dire, non posso far altro che ringraziarti davvero davvero di cuore *.* "Ottima scrittrice" *.* Grazie, davvero tanto! E grazie anche per le recensioni! Auguri!!
__malfoy: ciao carissima! (E' appena partita Time Well Spent!!) Per quanto riguarda il "finale almeno accennato L&L" penso che un pochino ci sia, no? Certo, forse è più evidente il finale Pansy/Draco, ma tutto è possibile! Già il fatto che l'ha chiamata Hermione à.à Ronald - e uso volutamente il nome completo - è odioooooso! Pensa che in sti giorni sto giocando col gioco della wii dell'Ordine della Fenice ed è ancora più odioso che nei libri! Roba che se potessi ucciderei il suo personaggio invece che duellare contro Draco :( Oddio, ballare sulla tomba del Re Lenticchia sarebbe assurdo! Con bottiglia di Firewhisky annessa! Conclusione, spero che il tuo regalo di Natale ti sia piaciuto ^_^ Auguri!!
lady lilithcullen: in effetti non avevo pensato alla cosa di Dobby presente nell'infanzia di Draco... Però teoricamente Hagrid, essendo un professore, è presente nel suo presente (scusa il gioco di parole) e un dissennatore poteva essere presente nel suo futuro. Sì, mi sto arrampicando sugli specchi XD Grazie per le recensioni! Auguri!!

Infine ringrazio chi ha messo questa storia fra i preferiti o le seguite e quelle anime pie che hanno messo me fra i preferiti!

Per gli auguri di Natale sono notevolmente in ritardo, quindi non mi resta che augurarvi un BUON ANNO!!!









Disclaimer: questa storia non è stata scritta a fini di lucro ma per solo divertimento. Tutti i diritti sono riservati a J.K.Rowling e a chiunque possegga i diritti de "Il Canto di Natale" di Charles Dickens.

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