Under the Moonlight di Maggie_Lullaby (/viewuser.php?uid=64424)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The New Year ***
Capitolo 2: *** Surprise ***
Capitolo 3: *** Crazy ***
Capitolo 4: *** The Gift of a Friend ***
Capitolo 5: *** Disappointment ***
Capitolo 6: *** Mistake ***
Capitolo 7: *** Angel&Devil ***
Capitolo 8: *** Don't Worry ***
Capitolo 9: *** Lie To Me ***
Capitolo 10: *** Live To Party ***
Capitolo 11: *** Can't Have You ***
Capitolo 12: *** Men Do Not Cry ***
Capitolo 13: *** Here We Go Again ***
Capitolo 14: *** We Were Brothers ***
Capitolo 15: *** The Moon ***
Capitolo 16: *** Fall In Love ***
Capitolo 17: *** Goodnight and Goodbye ***
Capitolo 18: *** See You Later ***
Capitolo 19: *** I Promise ***
Capitolo 20: *** Miami ***
Capitolo 21: *** Remember The Time ***
Capitolo 22: *** Litigation ***
Capitolo 23: *** Wait ***
Capitolo 24: *** Don't Forget ***
Capitolo 25: *** Love Is On Its Way ***
Capitolo 26: *** Endless Love ***
Capitolo 27: *** I'm Your Angel ***
Capitolo 28: *** The Side Effects Of Dreams ***
Capitolo 29: *** Tokyo ***
Capitolo 30: *** Decisions ***
Capitolo 31: *** Under The Moonlight ***
Capitolo 32: *** Epilogo. ***
Capitolo 33: *** Ringraziamenti. ***
Capitolo 1 *** The New Year ***
Under
the Moonlight
Capitolo
1. The New Year
-
Tre... due... uno... Buon anno! - strillò Lexi, stampando un
veloce bacio a stampo a Joe Jonas, il suo ragazzo ventenne, e
battendo le mani entusiasta, prima di prendere un bicchiere colmo di
coca-cola e di berlo in un solo sorso, mentre intorno a lei centinaia
di palloncini esplodevano e un trionfo di coriandoli colorati la
circondava.
Joseph
Adam Jonas, o più universalmente conosciuto come Joe Jonas, un
ventenne dai capelli mori e la battuta facile, la avvicinò a
sé baciandole il collo con dolcezza.
-
Buon anno, streghetta! - sorrise.
Lexi
sbuffò, odiava con ogni singola particella del suo corpo quel
soprannome che quello stinco di santo del suo ragazzo le aveva
affibbiato, ma per lo meno era meglio del suo primo nomignolo, a
causa del quale Joe aveva perso la sua amatissima e veneratissima
piastra buttata casualmente giù
dagli studi di TRL Los Angeles da una certa ragazza dai capelli
ramati facilmente riconoscibile con il nome di Alexandra Lucy
Campbell.
-
Anche a te, Joseph –
sorrise malefica la rossa, stringendosi a lui, mentre il ragazzo
faceva una smorfia. Detestava essere chiamato così, in modo
particolare da lei, gli ricordava gli amari giorni in cui a malapena
si sopportavano.
-
Divertente, tesoro, davvero – sbottò lui, passandosi una
mano fra i ricci ribelli.
Se
un tempo i capelli lisci erano un ossessione per lui da quando la sua
piastra aveva fatto una brutta fine, su insistenza di Lexi, si era
fatto arricciare i capelli che, strano a dirsi, gli donavano meglio
di prima. Sembrava quasi maturo.
Lexi,
diciassettenne dal trentun Ottobre, i capelli ramati che ormai le
arrivavano a metà schiena e due stupendi occhi color smeraldo,
era un concentrato di pepe, peperoncino e dal rimprovero sempre
pronto sulla punta lingua, ed era esattamente il tipo di ragazza che
Joe Jonas non si sarebbe mai aspettato
di innamorarsi, e invece condividevano insieme una storia d'amore da
quasi un anno e dire che insieme stessero bene era un eufemismo. Non
stavano bene, stavano benissimo.
-
Buon anno, Denise... Paul, lo stesso vale per te! - esclamò
con un sorriso la ragazza, abbracciando i coniugi Jonas, i genitori
del suo ragazzo.
-
Buon anno anche a voi – sorrise la donna, i capelli mori e
ricci acconciati in un'elegante acconciatura dietro la testa, mentre
intorno al piccolo gruppo gli amici che avevano invitato urlavano
alzando la musica al massimo volume.
La
rossa sorrise. Modestamente quella festa era stata messa su da lei
sola, mentre le sue sorelle erano troppo impegnata a sbaciucchiare i
loro ragazzi per fare altro.
Lexi
aveva due sorelle per le quale avrebbe volentieri dato la vita: Maryl
e Maggie.
La
prima era la classica ragazza per il quale l'aggettivo bella era
stato inventato. Dai capelli biondi sempre costantemente stirati, gli
occhi color oro e i lineamenti morbidi, Maryl era una bellissima
ventenne dalla “b” maiuscolo, fidanzata con
nientepopodimeno che Kevin Jonas, altro membro dei Jonas Brothers, e
considerato uno dei cento ragazzi più sexy del mondo.
Maggie,
invece, era la gemella di Lexi e la ragazza più timida e
riservata che la rossa avesse mai incontrato nella sua vita. Aveva
una bellezza acqua e sapone, i capelli mori lunghi e lisci come seta,
il bel fisico e i lineamenti dolci, gli occhi uguale a quelli della
sua gemella.
Da
dieci mesi aveva una splendida storia d'amore con Nicholas Jerry
Jonas, o più conosciuto come Nick, un diciassettenne dal viso
da angelo e i capelli ricci e mori che facevano impazzire la sua
ragazza.
-
Maryl e Kevin? - domandò Joe ad alta voce, per farsi sentire
sopra la musica.
Paul
accennò con una mano a un angolo, dove si scorgevano due
persone strette in un abbraccio mozzafiato.
Lexi
inarcò le sopracciglia, prese per mano il suo ragazzo e li
raggiunse facendosi spazio fra la folla scatenata.
Maryl,
un abito rosso passione che le avvolgeva il corpo magro, aveva la
testa quasi interamente nascosta nell'incavo del collo di Kevin, il
quale le accarezzava la schiena e le dava dei brevi baci sul collo.
-
Andate in camera, voi due! - sbottò Lexi, a mo' di saluto,
sedendosi poco carinamente in mezzo ai due innamorati, che la
squadrarono con rabbia.
-
Oh, sì Lexi, buon anno anche a te! Se disturbi? Ma no, non ti
preoccupare! - disse scettica la bionda, alzandosi e andandosi a
sedere sulla gambe del suo ragazzo.
La
rossa fece un sorriso malizioso.
-
Ma che simpatica! Ogni anno diventi più isterica, Maryl cara,
fattelo dire! - disse la diciassettenne.
La
ventunenne le mostrò la lingua, in segno di ripicca, mentre
cingeva con un braccio il collo del suo ragazzo.
-
Un altro anno è iniziato – commentò con una lieve
nota di amarezza nella voce. - Dio, divento sempre più
vecchia!
Lexi,
Joe e Kevin alzarono gli occhi al cielo. L'argomento età non
era fra i preferiti di Maryl nell'ultimo periodo e il fatto che Joe
continuasse a commentare che ormai aveva ventun anni e che era quasi
adulta la faceva diventare
facilmente irritabile.
-
Non è vero, piccola mia – commentò Kevin.
-
Ma la tua opinione non vale! Sei più vecchio di me!
Joe
rise divertito, cercando la mano di Lexi per stringerla.
-
Dai, Maryl, tu sai che scherzo quando dico che stai invecchiando,
vero? - sorrise il ventenne.
-
Certo che no! - sbottò la bionda, passandosi una mano fra i
capelli, scatenando l'ilarità generale.
-
Ehi ragazzi! - li interruppe un ragazzo dai capelli corti e mori,
tenendo in mano un bicchiere di champagne.
-
David! - gli sorrisero Lexi e Maryl.
David
Henrie le salutò con un cenno e si rivolse ai due Jonas
maggiori, che lo squadravano con aria omicida; avevano scoperto
troppo tardi che tutte e tre le sorelle Campbell avevano una cotta
per lui, a quanto pare l'idea che dava in televisione del ragazzo
timido e goffo piaceva.
-
Sapete dov'è Nick? - chiese, ignorando le occhiate dei due
fratelli. - Aveva detto che avrebbe fatto un discorso di inizio anno,
tipo, non ho ben capito...
-
Oh, probabilmente sarà nascosto da qualche parte insieme a
Maggie – disse il maggiore dei Jonas.
-
In camera da letto, probabilmente – annuì Lexi
socchiudendo gli occhioni verdi.
-
Lexi!
-
Che c'è? Non me ne stupirei! Sono entrambi perfettamente
maturi e responsabili per fare quel passo! - sbottò
lei, sotto lo sguardo divertito di David.
-
Dimentichi cosa porta Nick, così come Kev e me? - domandò
Joe.
-
Come potrei? So solo che Nick ultimamente ogni volta che guarda
Maggie si rigira l'anello al dito!
Joe
e Kevin si diedero un'occhiata preoccupati.
-
Non lo farebbe mai, ragazzi, su! E' troppo responsabile
per fare una cosa simile! Soprattutto non vuole deludere i vostri
genitori! - intervenne Maryl, con fare diplomatico. - E poi Lexi è
famosa per la sua fervida immaginazione...
La
rossa le lanciò una finta occhiataccia offesa.
-
Mi ritengo offesa – disse.
-
Bene! - esclamò la bionda divertita.
David
sorrise e, dopo aver salutato tutti quanti e ringraziati per
l'ennesima volta per averlo invitato a quella festa, si allontanò
per avvicinarsi alla sua ragazza nuova di zecca, Selena Gomez.
Maryl
e Lexi gli sorrisero mentre si dirigeva verso di lei, attirando
numerose occhiatacce da parte di due suddetti Jonas.
-
Non dovevamo invitarlo – grugnì Joe.
Kevin
asserì con un verso a metà fra un ringhio e un
imprecazione, mentre teneva stretta alla vita la sua ragazza.
-
Ma ragazzi, mica penserete che lui ci piaccia davvero?
- sbottò la rossa, dando uno scappellotto a Joe.
Lui
annuì, massaggiandosi la parte colpita.
-
E' solo il nostro amore platonico! - sorrise Maryl rassicurante,
dando un tenero bacio sulla guancia a Kevin. - Adoriamo quando fa le
figure da deficiente in tv, ma...
-
Ma nella realtà è totalmente diverso! - completò
Lexi. - Indi per cui, se Joe non smetti di fare il geloso ti picchio,
capito? Anche perchè non ce n'è ragione!
Il
ventenne annuì e la costrinse a sedersi sulle sue ginocchia,
massaggiandole poi la schiena.
-
Ah, Joe, dovresti aprire un centro estetico, le tue mani fanno
miracoli... - miagolò la rossa gustandosi con piacere il
massaggio.
Il
ventenne le diede un bacio sulla testa, per poi riprendere con la sua
occupazione.
Maryl
e Kevin guardavano la scena con un sorriso luminoso sulle labbra di
entrambi. Avevano sempre temuto che prima o poi Joe e Lexi si
sarebbero lasciati, soprattutto nei primi mesi, a causa dei loro
piccoli bisticci quotidiani, ma col tempo avevano capito che quei
litigi non facevano altro che parte della loro routine e avevano ben
presto imparato a non temerli come una minaccia, anzi.
Nel
frattempo Demi Lovato era salita sul piccolo palco che era stato
allestito nel salotto, con in mano un microfono e un sorriso che le
partiva da orecchio a orecchio.
I
Jonas Brothers avevano affittato per le vacanze natalizie una
splendida villa a tre piani nella provincia di Ottawa, in Canada, per
festeggiare poi con una grande festa con amici e parenti il
Capodanno.
Se
le altre stanze non erano poi di grandi dimensioni il salotto era
immenso. Occupava gran parte del piano terra della casa, ad eccezione
che di un piccolo bagno e uno stanzino. Il pavimento era di parquet
color legno ciliegio, e le pareti di un bel rosso, che rendeva la
stanza allegra e luminosa, mentre gran parte del lato est del salotto
era, invece, una vetrata che dava sul paesaggio canadese innevato.
In
tutto a quella festa non dovevano essere più che settanta
persone, limitate dalle sorelle Campbell perchè se fosse
dipeso dai Jonas avrebbero invitato all'incirca metà
Hollywood, compresi Bard Pitt e Angelina Jolie con tutti i loro
bambini, e vi stavano comodamente.
-
Buon anno a tutti! - esclamò al microfono la ragazza
scatenando urla allegre dalla folla. - Scusate questa mia
apparizione, giuro che ora scendo e vi lascio stare, ma volevo
ringraziare a nome mio, ma immagino anche di tutti gli altri, la
famiglia Jonas per averci ospitato qui e aver organizzato questa
splendida festa; grazie di cuore!
La
sala levò un urlo generale.
-
Aggiungo anche a Nick, Joe e Kevin un grazie generale per esserci
sempre ed essere degli amici fantastici, siete mitici, Bros!
-
Amen sorella! - esclamò
Joe, facendo ridacchiare qualcuno qua e là.
Demi
gli sorrise e scese dal palco, accolta con numerosi applausi e andò
ad abbracciare Selena e a salutare Jordan Priutt, comparsa da un
angolo in cui era rimasta per gran parte del tempo.
-
Ehi, è strano che Nick si sia perso il conto alla rovescia,
ora che ci penso – commentò il ventenne, attirando su di
sé l'occhiata sbalordita di Lexi.
-
Oh mio Dio, tu pensi, Joe?
Che il cielo ci salvi!
Joe
la guardò storto.
-
Guarda che io te l'ho detto! Lo troverai in camera in compagnia di
Maggie – sorrise la diciassettenne. - Ecco, magari prima di
entrare bussa, non vorrei che mi rimanessi traumatizzato alla vista
di posizioni oscene...
-
Lexi, non ti facevo così maniaca! - disse Kevin.
-
E' una cosa che cresce col tempo, cognato. - ridacchiò la
rossa, facendo sorridere Maryl. - Oh, però è vero che
Nick non si vede, e nemmeno Maggie... ma dove sono finiti?
With
my princess by my side
dressed
in the colours of the night
[…]
under eternal stars
(Under
eternal stars; Green Carnation)
Il
freddo stava facendo intorpidendo le mani di Nick, ma a lui non
importava.
Sapeva
che stava per perdersi il conto alla rovescia per l'anno nuovo e le
risa dentro la sala che Lexi aveva allestito per la festa
rimbombavano fino a lui, sulla terrazza.
Si
strinse nella sua felpa con scritto New York e
si avvicinò alla ragione per cui aveva lasciato i
festeggiamenti.
Era
girata di spalle, la testa rivolta verso l'alto a scrutare il cielo,
incurante di ciò che la circondava.
Nick
sorrise vedendola e le si avvicinò, sfiorandole con un dito un
braccio per non spaventala e avvertirla della sue presenza.
Maggie
si girò di scatto verso di lui e quando lo vide sorrise
allegra, sciolta.
-
Nick... - mormorò. Aveva le braccia strette al petto,
probabilmente per ripararsi meglio dal freddo e le labbra screpolate.
- Che ci fai qui?
-
Sono venuto a cercarti, sei sparita – spiegò il
diciassettenne, scostandole una ciocca di capelli dagli occhi.
-
Sì, scusa, avevo bisogno di una pausa da tutto quel
festeggiare – spiegò a bassa voce. Il suo profilo era
illuminato dalla luna, che brillava in alto nel cielo, in tutto il
suo splendore.
-
Stai bene? - domandò Nick.
-
Sì, ero un po'... scossa da tutto quel casino, tutto okay
davvero. Guardavo la luna – sorrise.
Nick
sorrise a sua volta, poi notò il tremito che le scuoteva il
corpo.
-
Hai freddo...
-
Ti ricordo che sono mezza nuda – disse lei, tremando. In
effetti indossava soltanto una canottiera color smeraldo e una gonna
di jeans, con dei pantacollant.
Nick
la guardò un istante, poi si tolse la felpa e gliale mise
sulle spalle.
-
No, Nick, avrai freddo... - cercò di scoraggiarlo lei.
-
Sto bene così – mentì lui. - Mettitela.
Maggie
lo ringrazio con un sorriso e si infilò la felpa, le stava
larga, ma la adorava comunque, era calda, e poi sapeva di lui.
Nick
le cinse le spalle, immergendo la testa nei suoi capelli profumati,
poi tornò a guardare la luna, come Maggie.
-
E' molto bella – sussurrò la diciassettenne, parlando
quasi fra sé.
Nick
rimase in silenzio, abbassando lo sguardo su Maggie.
-
Ti sei mai chiesto quanto sia bella la luna, Nick? - domandò
Maggie, gli occhi verdi rivolti verso il cielo. - Io, oramai, la
guardo tutte le sere, ed è incredibile le cose che possono
succedere semplicemente guardandola.
Il
ragazzo non proferì parola, e nel silenzio le strinse la mano
con dolcezza.
-
E' incredibile pensare cose possa succedere quando guardo te
– disse poi, - delle sensazioni così potenti che non
potrò mai esprimere in parole.
Lei
sorrise, e ricambiò la stretta.
Un
urlo in particolare spiccò fra quelli provenienti nella sala
gremita di gente.
-
Tre... due... uno... Buon anno!
Nick
prese il viso di Maggie e la baciò a lungo, con tenerezza.
-
Buon anno, amore – sussurrò.
-
Buon anno, tesoro.
Continua...
***
Ehilà,
ecco a voi il primo capitolo di Under The Moonlight!! Voglio
ringraziare tutte voi per le recensioni, i preferiti e le seguite che
ho raggiunto in Brothers and Sisters e le 24 persone
che mi tengono fra le autrici preferite!
Per
chi volesse ho finalmente trovato le immagini di Maggie, Maryl e
Lexi, se qualcuno volesse eccole!!
Maggie:
http://static.reelmovienews.com/images/gallery/anne-hathaway-image.jpg
Lexi:
http://www.distileedimoda.com/dsdm/wp-content/uploads/2009/04/capelli-rossi.jpg
Maryl:
http://imworld.aufeminin.com/dossiers/D20080730/Sans-titre-1-141233_L.jpg
Ahimè
trovare le protagoniste perfette identiche che nella storia è
molto difficile quindi ecco a voi delle precisazioni in più
dei personaggi (occhi e occhiali):
Maggie
e Lexi occhi:
http://lancaster.altervista.org/_altervista_ht/okkio-786085.jpg
Maryl
occhi:
http://digilander.libero.it/il_mio_futuro_sei_tu/occhi3.jpg
Maryl
occhiali: http://www.lakelandeyecare.com/images/photos/CK1.jpg
Ammetto
di essere stata tentata di aggiornare il 7 Gennaio, ma ho voluto
farvi (o farmi dipende dai
punti di vista) un regalo di Natale anticipato!
Non
so se riuscirò aggiornare prima di Gennaio, ma nel frattempo
tanti auguri di Natale, di Felice Anno Nuovo e buona
Epifania!!
|
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Capitolo 2 *** Surprise ***
Eccomi
di nuovo, questa volta davvero è l'ultima prima di Natale, ma
ho voluto farvi o farmi (dipende sempre dai punti di vista xD) un
regalo di Natale anticipato.
Già
in questo capitolo le cose si fanno difficili... possiamo dire che
questo è il vero primo capitolo e l'altro una specie di
proloogo.
Sono
davvero davvero contenta per tutte le recensioni che mi avete
lasciato!! *-* 11 in un solo
capitolo, 10 preferiti
e 3 seguite, grazie
mille!!
Passo
subito ai ringraziamenti e vi lascio al capitolo, e ancora grazie!!
lolly_pop:
ehi, non ti preoccupare, ti
capisco perfettamente! Ci sentiamo e grazie per i complimenti!! Un
bacio!
KikiNovacaine:
davvero immaginavi così
Lexi?? Meno male, credevo che non fosse come l'ho descritta fin ora
dato che non ho mai accennato alle sue lentiggini... O.o Grazie per i
complimenti!! Più sotto un avviso che spero ti faccia piacere
anche se non me l'hai chiesto, se vuoi lo cancello, basta che me lo
dici! Un bacio!
stellalilly:
anche da te nevica? Evvai, non
sono l'unica bloccata in casa dal gelo!! :) :) sono contenta di
averti fatta felice, davvero!! E ti sprono anche qui ad aggiornare
presto la tua fic perchè qui sto avendo un attacco di panico!!
Un bacio!
BENNYY:
oddio grazie per tutti i tuoi
splendidi complimenti *-* Grazie, mi fai felicissima!!! Come vedi ho
aggiornato abbastanza presto... spero ti abbia fatto piacere! Un
bacio!
nes95:
uhm, dammi il tempo di fare la
valigia, arrivoooo!!! xD xD allora ti è piaciuto questo
capitolo che ti ho mandato in anteprima?? Volevo spiegarti meglio la
situazione, ma facebook è impazzito... O.O Un bacione!
jonas_princess:
Lexi certo che è andata fuori di testa, naturale! Come me del
resto xD Non ti preoccupare, e Buon Natale anche a te!! Un bacio!
_Crazy_Dona_:
graaaazie, mi fai arrossire,
davvero!! Mi sta colando anche una lacrima di emozione! Sono così
felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Spero sia lo stesso
anche per questo!! Un bacione!
MeneguzzinaJonassina:
ancora mi devo abituare al
fatto che io sia
la tua scrittrice preferita, davvero, non riesco a capire il motivo!
Ma grazie, grazie grazie grazie grazie grazie di tutto!! Per i
complimenti, per il sostegno... grazie!! Un bacione!
Danger_Dreamer_93:
che
bello una nuova recensitrice (se si dice così e sempre se
esista questa parola!)!! Grazie per tutti i complimenti e per aver
messo questa fic fra i preferiti *__* Non ti preoccupare se non
commenti sempre, ti capisco perfettamente! Un bacio!
Melmon:
e
come vedi eccomi qui prima di Gennaio! Grazie di tutto, al solito,
davvero!! Un bacio!
annina94:
sìsìsìsì
se aggiorni Hey
Baby prima
di Natale vengo da te e nemmeno so che ti faccio dalla gioia!!! Ti
voglio bene anche io!!! Un bacione!
Scusate
la brevità ma mia madre alle 11 del mattino ha deciso che devo
scegliere il menù di Natale e devo passare la giornata a
decidere fra due cose fondamentali: meglio la carne o il pesce?
Questo è il dilemma! Seriamente, avete qualche consiglio??
Grazie!
Capitolo
2. Surprise
-
Taxi! - urlò Lexi, cercando di attirare l'attenzione di un
veicolo giallo che sostava accanto a un marciapiede, sporgendosi
verso di lui e muovendo frenetica le braccia. Quello non la notò
nemmeno e rimase al suo posto. - Ma com'è possibile che il
servizio dei mezzi di trasporto di questa città sia così
scadente? - sbottò la rossa, rivolta alle sue sorelle,
appoggiata alla loro moltitudine di bagagli.
Maryl
alzò le spalle, scostandosi i capelli dagli occhi.
-
So solo che sono stanca – sbadigliò, mettendosi una mano
davanti alla bocca.
Maggie
annuì, come in trance, mentre giocherellava con una catenina
stretta al collo, regalo che le aveva fatto Nick quando erano stati
una settimana a Londra, da soli.
Lexi,
le raggiunse, prendendo il suo bagaglio e portandolo vicino all'orlo
del marciapiede, per poi mettersi a strepitare verso l'ennesimo taxi
che passava e la ignorava bellamente.
-
Lascia fare a me – disse la ventunenne, avvicinandosi a lei e
trasportando con sé una delle sue tante valige, poi fece un
cenno a un taxi che stava passando lì poco distante,
schioccando le dita.
Neanche
a dirlo quello si fermò subito davanti a lei, facendone uscire
un autista robusto e calvo, con una barba folta e la maglietta
sudaticcia.
-
Posso aiutarla, signorina? - chiese accennando a un sorriso.
La
bionda sorrise raggiante e gli indicò con un gesto di
sufficienza i bagagli dietro di lei.
-
Prego, potrebbe metterli lei a bordo, sono un po' pesanti –
disse con voce angelica e sbattendo le ciglia folte più volte.
Il
tassista annuì frastornato e ubbidì, mentre le tre
sorelle salivano a bordo, Maggie e Lexi che osservavano Maryl quasi
fosse una strana creatura pericolosa.
-
Che c'è? - chiese la bionda, accorgendosi delle loro occhiate.
-
Come hai fatto? - disse Lexi, puntellandola con l'indice di una mano.
- Sembrava una classica scena da film di serie B.
Maryl
ridacchiò allegra.
-
Oh, è una cosa che si impara nel tempo – sorrise, - il
segreto è fare gli occhi da cucciolo abbandonato.
Maggie
sbatté le palpebre, ancora più perplessa, poi si lasciò
cadere con la schiena sul sedile del taxi, passandosi una mano sulla
faccia.
-
Sono stanca... - si lamentò.
Quella
mattina tutte e tre le sorelle Campbell si erano svegliate alle
cinque del mattino, per salutare la famiglia Jonas che sarebbe
partita dal Canada qualche ora prima di loro a causa di un servizio
fotografico che li avrebbe impegnati nel primo pomeriggio.
Maryl
le passò un braccio intorno alla vita e le baciò i
capelli maternamente.
-
Forse è meglio che appena siamo a casa andiamo a dormire,
tutte quante – accennò
a Lexi che stava guardando fuori dal finestrino.
-
Ho capito, ho capito, niente Deep Purple sparati
al massimo volume in salotto, va bene – accettò con una
smorfia.
Il
tassista risalì a bordo e, dopo aver ricevuto le indicazione
dategli da Maryl, partì alla volta di casa Campbell.
Mentre
la maggiore conversava con l'autista a proposito del tempo e del
Canada, Maggie si era appisolata, la testa appoggiata contro il
finestrino dell'auto e Lexi guardava il paesaggio a lei così
familiare.
Erano
state in Canada per qualche giorno, dal ventisei Dicembre sino al tre
Gennaio, mentre il Natale era stato festeggiato ognuno per conto
proprio su insistenza delle sorelle Campbell; sapevano che quella
festività era molto importante per la famiglia Jonas, da
festeggiare solo in famiglia, e non se la sentivano di spezzare
quella tradizione, così avevano passato il Natale fra di loro
come una volta, giocando a lanciarsi i popcorn e fare a lotta con i
cuscini.
-
Eccoci arrivati! - disse il tassista a un certo punto, parcheggiando
al lato di una strada, davanti a una grande villa a due piani: casa
Campbell. - Sono diciotto dollari, signorina.
Maryl
estrasse la cifra richiesta dal portafoglio, e Lexi scosse piano la
gemella ancora addormentata.
-
Maggie, ehi, siamo arrivati... - disse a bassa voce, con dolcezza.
La
mora grugnì e si destò piano, ancora assonnata.
-
Di già?
Lexi
annuì e con un lamento la diciassettenne uscì dal taxi,
passandosi una mano fra i capelli.
Il
tassista aiutò Maryl a scaricare le valige, che ci tenne a
precisare pesavano sicuramente più del taxi, e le salutò
con una mano, prima di ripartire alla volta dell'aeroporto.
Le
tre sorelle si diressero verso casa, portando ognuna almeno un paio
di bagagli, finché non furono davanti alla porta.
La
bionda cercò in tasca le chiavi di casa, un mazzo
scherzosamente decorato da un portachiavi peloso enorme, e le infilò
nella serratura.
-
Ma che cosa...? - chiese la ventunenne, guardando il salotto di casa
completamente diverso da come l'aveva lasciato quando era partita. Un
paio di valige erano lasciate aperte nel bel mezzo della stanza e
degli abiti né suoi né
delle sue sorelle erano appesi
all'attaccapanni.
-
Che diavolo è successo qui? - sbottò Lexi, osservando
il salotto.
Maggie
si guardava intorno completamente stupita.
-
Oh, voi dovete essere Maryl, Alexandra e Maggie! - esclamò una
voce femminile, proveniente dalle scale.
Le
tre sorelle si voltarono verso la voce in questione; una donna sui
trent'anni dal bel viso a forma di cuore e un paio di occhi celesti
le osservava sorridendo.
Indossava
una vestaglia di seta bianca e ai piedi portava delle pantofole.
Le
ragazze incrociarono gli occhi fra loro, sbigottite.
-
Lei chi è? - tentò di dire educatamente Maggie, nello
stesso momento in cui Lexi esclamava: - Che ci fa in casa nostra?!
La
donna fece un sorriso ancora più raggiante.
-
Oddio, perdonatemi, non mi sono presentata, piacere, sono Emily –
si presentò, arrivando ai piedi delle scale, sperando in un
cenno più amichevole delle ragazza. Sperò invano.
-
Senta, lei potrebbe essere anche Jacqueline Kennedy per quel che me
ne importa, ma che ci fai in casa nostra? -
sbottò la rossa.
Emily
fece un sorriso tirato.
-
Avete tutto il diritto di essere adirate, scusate se mi trovate in
simili condizioni, se avessi saputo del vostro arrivo mi sarei resa
presentabile... - commentò.
Saputo
del nostro arrivo? Ma se neanche la conosciamo!,
strillò nella sua testa Lexi.
-
Beh, io sono...
-
Emily! - esclamò un'altra voce, dalla cucina.
Maggie
si voltò verso di essa e rimase pietrificata al suo posto.
-
Oh. Mio. Dio.
One
thing I know
you
never come back
(Never
Come Back; Steve Kilbey)
Paul
Senior guardava il suo orologio al polso con ansia, picchettandoci
sopra con le dita.
-
Oh Signore, ma dove si sono cacciati? - sbottò, rivolto alla
moglie.
-
Papà, posso sempre andare io in televisione, vero? Posso
rispondere al posto loro a quelle domande,
tante sono sempre le stesse! - saltò su Frankie, allegro.
-
Figliolo, fidati che se i tuoi fratelli non si presentano entro i
prossimi trenta secondi farò così – disse,
sincero, passando una mano fra i capelli del minore.
Denise
cinse la vita del marito con dolcezza.
-
Caro, non ti preoccupare, staranno arrivando – gli disse, -
saranno un po' nervosi tutto qui, e poi sono stanchi, si sono
svegliati presto questa mattina...
Paul
annuì con stanchezza, ma non appena vide i figli maggiori
correre verso di lui si rianimò.
-
Sbrigatevi! Stanno aspettando solo voi! - li incitò.
-
Scusa, scusa! - esclamarono insieme, prendendo fiato, poi mediante
una porta nascosta fecero il loro ingresso al programma TV che li
aveva come ospiti quel giorno, Good Morning America,
per la seconda volta in un paio d'anni.
Paul
Senior e Denise fecero un sospiro di sollievo, mentre Frankie
incrociava le braccia al petto, offeso.
Il
conduttore era cambiato rispetto alla scorsa volta in cui erano stati
lì i Jonas Brothers, ora era un uomo chiamato John.
-
Buongiorno, ragazzi! - esclamò con gioia John, con evidente
sollievo negli occhi, evidentemente non ce la faceva più a
intrattenere la folla che li aspettava.
-
Buongiorno – lo salutò cortesemente Nick, a nome anche
dei fratelli, stringendogli la mano.
-
Prego sedetevi – li invitò il conduttore, indicando le
poltrone vicine a loro. - Come state?
-
Bene grazie, tu? - chiese Joe, con un bel sorriso. Sapeva che Lexi lo
stava guardando da casa,
voleva fare un sorriso per lei.
-
Bene, bene, avete passato delle belle vacanze? - si informò
John, partendo subito in quarta con l'intervista, con non
chalance.
-
Sì, grazie, siamo stati in Canada per il Capodanno, con amici
e parenti – spiegò invece Kevin. - Abbiamo organizzato
una festa a Ottawa, il Canada in inverno è davvero bellissimo!
John
sorrise e fece loro qualche domanda sulla festa, chiedendo cosa
avessero fatto, ma soprattutto chi avessero
invitato.
-
Con voi a festeggiare il Capodanno c'erano anche le vostre tre belle?
Maryl, Lexi e Maggie? - domandò curioso.
Kevin
annuì.
-
Sì, insieme a molti altri amici – meglio rimanere sul
generico, anche se oramai tutti sapevano
che i Jonas Brothers erano felicemente accoppiati con le tre sorelle
Campbell.
-
Bene, bene, e ditemi: i vostri genitori approvano le vostre relazioni
con le vostre ragazze?
-
Certo, altrimenti non usciremmo con loro, ascoltiamo sempre la loro
opinione riguardanti alle nostre relazioni – disse Joe, serio.
Il
conduttore riprese a parlare, questa volta spostando l'attenzione del
pubblico sui loro futuri progetti lavorativi, come album, film e
serie TV.
I
Jonas furono ben felici di rispondere a queste domande, dicendo le
loro opinioni e ricordando con un sorriso degli aneddoti avvenuti sul
set di Camp Rock 2.
In
un momento di silenzio all'improvviso dalla tasca dei pantaloni di
Kevin partì una suoneria, Much Better.
John
inarcò un sopracciglio.
-
Scusate – disse il ventiduenne, sentendosi arrossire ed
estraendo in fretta e furia il suo iPhone per metterlo in silenzioso,
ma si fermò quando vide il nome del mittente del messaggio che
gli era arrivato.
-
Oh merda –
gracchiò leggendo.
John
lo fissò sbigottito, Paul Senior si sarebbe volentieri scavato
la fossa da solo, mentre Denise si diede una manata in fronte.
Joe
e Nick si irrigidirono. Loro fratello non avrebbe detto niente di
simile se non fosse stato qualcosa di grave.
-
Che succede? - chiese Nick, ansioso.
Gli
occhi verdi del maggiore incrociarono quelli castani del
diciassettenne.
-
E' Lexi – disse, facendo venire un mezzo infarto al mezzano. -
Sono a casa e... e con loro c'è il padre.
Stay
away from my friends
[…]
stay away from me
(Stay
away; Rooney)
-
P...papà? - disse Maggie con la voce un'ottava più
acuta del solito.
Peter
Campbell osservava le tre figlie sorpreso, già vestito con gli
abiti da lavoro.
-
Ragazze – disse, - come mai qui?
Come
mai qui?! Ci abitiamo, cretino!,
urlò Lexi nella sua testa, fulminandolo con un'occhiataccia.
-
Siamo tornate dalle vacanze di Natale – disse seria Maryl,
appena ripresosi dallo shock. - Tu non dovresti essere a Miami?
Peter
fece un sorriso e incrociò gli occhi con quelli della donna.
Le
tre ragazze non ci misero molto a fare due più due.
L'uomo
non rispose.
-
Vedo che avete già fatto la conoscenza di Emily – disse
con un sorriso felice.
-
Sì, abbiamo già avuto questo piacere
– grugnì ironica Lexi, linciando con lo sguardo la
donna.
-
Oh bene, beh, volete sedervi dobbiamo dirvi un paio di cose –
disse Peter.
Maggie
trascinò di peso Lexi sino al divano, mentre Maryl lo
raggiunse con finta calma e si lasciò cadere su una poltrona,
incrociando le braccia al petto.
L'uomo
sospirò, mentre Emily gli sorrideva incoraggiante.
-
Bene, figliole, è giusto dirvi che da quando mi sono
trasferito a Miami ho fatto la conoscenza di Emily, - iniziò.
- E' stata molto gentile, mi ha aiutato con il trasloco e, beh,
inutile che vi raccontiamo i dettagli, fatto sta' che abbiamo
iniziato a convivere qualche mese fa.
La
donna sembrava stesse per saltare di gioia, Maryl vedeva l'adorazione
che provava nei confronti di suo
padre.
-
Vuoi continuare tu, Mily? - le propose Peter.
-
Oh, beh, va bene – si schiarì la gola, - poco tempo fa
ho scoperto di essere incinta e vostro padre ed io abbiamo deciso di
sposarci.
Convivere.
Incinta. Matrimonio. Queste erano le parole che rimbombavano nella
testa di Maggie, Maryl e Lexi, gli occhi persi nel vuoto.
-
Ci sposiamo fra un mese – aggiunse Peter, - a Miami.
Un
mese.
-
Perdona la franchezza, “papà”
- disse Lexi facendo con le mani il segno delle virgolette alla
parola 'papà', - ma a noi cosa può importare?
Peter
la fissò, mentre il sorriso gli si scioglieva in viso.
-
Vedo che non sei cambiata poi più di tanto, Alexandra –
commentò amaramente, - ve l'ho detto perchè siete le
mie figlie e perchè siete ovviamente invitate
al matrimonio!
-
Ah, ora ti ricordi di avere delle figlie, un anno dopo esserti
trasferito quasi dall'altra parte degli Stati Uniti e senza mai fare
una chiamata che fosse per Maggie o me,
bravo! - le parole di Lexi erano piene di veleno. Odio e veleno.
-
Alexandra! - protestò il padre.
-
Vaffanculo! - urlò
la rossa senza degnarlo di un'altra occhiata e scappando al piano
superiore; poco dopo sì
udì una porta che sbatteva che fece tremare il lampadario
appeso al soffitto.
Emily
sospirò, abbassando il capo sulle pantofole che portava ai
piedi, scostandosi i capelli dagli occhi.
Peter
sospirò e le cinse le spalle con dolcezza.
-
Non ti preoccupare, Mily, le passerà... - disse, poi con la
mano scivolò lungo il ventre della donna, - e nostro figlio
sarà diverso da lei.
Maryl
e Maggie osservarono la scena sbigottite, e con odio. Odio nei
confronti del padre, odio nei confronti di quella donna, che in dieci
minuti era riuscita a spezzare la perfetta armonia della vita delle
tre sorelle.
Maggie
guardò la mano del padre posata sul ventre della donna, gli
occhi luminosi di pura gioia.
Un
figlio. Quindi loro avrebbero avuto un fratello o una sorella? I
Campbell sarebbero diventati quattro?
Si
alzò e come un'automa salì le scale per andare in
camera sua, mentre una lacrima le solcava il viso.
Possibile
che suo padre avesse fatto una cosa simile?
Continua...
|
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Capitolo 3 *** Crazy ***
Sono
tornata (con un giorno di anticipo)! Primo capitolo dell'anno,
ragazze, e a questo proposito vi voglio augurare ancora una volta
FELICE 2010!!
Beeeene,
in questo capitolo non succederà granché, le cose si
faranno più scottanti dal sesto capitolo, ma anche nel
prossimo qualcuno potrebbe iniziare a capire qualcosa... sì,
mi
piace tenervi sulle spine, sono cattiva!
Grazie
mille alle 7 persona che hanno commentato Our Promise –
forget me e Fluffy,
vi adoro!! <3 <3 <3
Grazie
anche alle già 17
persone che hanno messo questa storia fra le preferite, le 9
fra le seguite e le 25
che mi tengono fra gli autori preferiti, graaazie! *__* :) ;) <3
Senza
disturbarvi oltre passo ai ringraziamenti:
Melmon:
concordo con te,
assolutamente!! Grazie per il consiglio, l'ho seguito, abbiamo
mangiato carne!! Come ti ho scritto nella recensione l'ultimo
capitolo di Nick e Jean:
vuoi sposarmi? è
bellissimo!! Lo consiglio a chiunque legga questa recensione!! Un
bacione!
lea194:
benvenuta!! Sono contenta che
la storia, fin da ora, ti piaccia, davvero!!! Eheh, un'altra fan di
Lexi, che bello!!! :) Un bacio!
jeeeeee:
tesoro, calmati, espira e
inspira, va bene? E hai capito, questo sconvolgerà... mmh,
qualcosa,
vedi nel prossimo capitolo e soprattutto dal numero 6, mhuahahhaa,
sono crudele!!Ti voglio bene! Un bacione, amor!
Damned_girl:
okay, devo premettere che adoro
incondizionatamente il tuo nickname :) Eheh, grazie mille per tutti i
complimenti che mi fai, davvero!! E comunque tu sei
brava, e anche tanto, fidati!!! Vorrei correggerti solo una cosa
nella recensione, che spero non prenderai come un'offesa poiché
non è nelle mie intenzioni e mi stai simpatica, ma il nome del
mio personaggio è Lexi, non Trix, scusa se te lo dico, è
che vorrei creare un distacco fra le due fic... spero tu non ti sia
offesa e in tal caso perdonami!!!! Un bacione!
nes95:
bellissima!
Allora, ti avverto che la sottoscritta ha scoperto per grazia divina
come si fa ad avere i messaggi gratis nel cellulare, quindi uno di
questi giorni mi faccio la carica e mi faccio sentire!! Grazie di
tutto, sempre! Un bacione, ti voglio bene <3
stellalilly:
mi
scuso anche qui di non aver recensito l'ultimo capitolo di
Ricominciare
a Vivere,
scusa davvero!!! :( Non vedo l'ora che posti il seguito, però
(qui io ti sto morendo) e recensirò Non
è possibile vivere per sempre
domani, giuro!! Peter l'avremmo ucciso insieme, non preoccuparti! Un
bacione!
KikiNovacaine:
scusa,
l'altra volta alla fine l'avviso mi sono dimenticata di scriverlo -.-
sorry! Ma l'ho fatto alla fine di questo, e al solito se vuoi lo
cancello! Io l'ho scritto per farti un piacere, poi non so se ha
funzionato o meno!! Grazie mille per i complimenti, davvero!! Un
bacio!
_Crazy_Dona_:
anche tu sei bravissima, e l'ultimo capitolo di A
Never Ending Dream,
insieme a tutta la storia, lo dimostra!! Grazie di tutto, davvero, ti
voglio bene <3
_3november:
nuova
lettrice, che bello! Benvenuta!! Grazie mille per tutti i
complimenti, sul serio!! Un bacio!!
mione94:
no
problemo, cara, davvero, credevo che i tuoi non ti avessero ancora
ridato il computer perchè non aggiornavi neanche più...
comunque non preoccuparti, davvero!!! E la tua recensione mi ha fatto
davvero piacere!!Anche tu impazzisci per David Henrie? Io lo trovo un
ragazzo così puccioso!!! :) Un bacione!
Mon
Amour:
oui, madamoiselle, il padre è tornato!! Eh, spero anche io che
il seguito sia bello, io non lo so... sono riuscita a scrivere solo
fino al settimo capitolo durante queste vacanze, cavolo! Va beh,
lasciami perdere, mi sono vista la foto del matrimonio,
mi dispiace dirtelo ma Danielle, sì... ecco... è venuta
bene...-.- ti prego non mi uccidereeeeee!!! Ti voglio tanto tanto […]
tanto bene! <3
kimartwins18:
ehi,
nuova recensitrice, benvenuta!! Sono contenta che la storia ti
piaccia, davvero, così come per Brothers
and Sisters!!
Grazie mille per tutti i complimenti, sei molto gentile :) Figurati
se hai recensito solo ora, no problem xD Un bacio!!
jonas_princess:
eccomi qui che aggiorno!! Figurati se hai recensito in ritardo, anche
io non mi accorgo di molte fic che vengono aggiornate... però
di solito non riesco mai a recensirle... -.- Va beh, scusami, non ci
sono con la testa xD Un bacio!!
Capitolo
3. Crazy
-
Amore fammi entrare, dai – disse Joe, bussando piano alla porta
in legno della camera della sua ragazza, barricata lì dentro
da ore.
Lei
non rispose, la testa sepolta sotto il suo cuscino di piume, e
alzando al massimo il volume del suo iPod che ormai ripeteva da due
ore la stessa identica canzone, Hurricane,
di Bob Dylan.
Voleva
stare da sola, possibile che il suo ragazzo non lo capisse? Non aveva
voglia di vedere nessuno, nemmeno lui, non ora.
L'unica
cosa che aveva per la testa era l'immagine di suo “padre”
che sorrideva a Emily, la sua
nuova compagna, la sua quasi mogliettina, pure incinta.
Non
capiva perchè suo padre avesse avuto la necessità di
trovarsi una nuova moglie e metterla pure incinta, poi! Non
dimenticava la sua ex moglie, Joanna, la donna che aveva amato,
sposato e con la quale aveva avuto tre figlie?
Soppresse
un urlo sotto il cuscino, facendone trapelare sotto un verso
sommesso, si tolse le cuffie dalle orecchie e sbatté l'iPod
sul comodino, con un gesto secco.
Erano
le sue figlie, avevano il diritto di
sapere che lui si stava sposando, magari un po' prima di trovarselo
in casa con la nuova fidanzata!
-
La odio! - strillò, accucciandosi a terra, la schiena
appoggiata al letto, la testa nascosta fra le ginocchia.
Joe
chiuse gli occhi, sentendola gridare, non poteva immaginare come si
sentisse, ne aveva solo una piccolissima idea, per lui era già
dura immaginare il fatto che sua madre fosse scappata e che Lexi
avesse un così pessimo rapporto con il padre, ma pensare che
lui non le aveva detto che presto avrebbero avuto un fratello o una
sorella non riusciva neanche a concepirlo.
Si
sedette a terra, appoggiandosi alla parete davanti alla camera della
sua ragazza. Lei non voleva vederlo, per ora, ma a un certo punto
l'avrebbe cercato, e lui sarebbe stato lì.
Le
note di I Remember di Keyshia
Cole riecheggiavano per tutto il corridoio dalla camera di Maggie,
seduta sul letto, gli occhi coperti dai capelli. Nick era seduto di
fronte a lei e la guardava, non osava nemmeno scostarle i capelli dal
viso, era lì solo per stare con lei e non lasciarla sola in
quel momento.
Appena
finita l'intervista a Good Morning America,
durata per altro meno del previsto, i Jonas Brothers senza nemmeno
cambiarsi avevano preso il SUV di Kevin ed erano accorsi a casa
Campbell, nella quale li aspettava Maryl, un'espressione di totale
stupore impresso da ore sul suo viso.
Li
aveva raccontato la situazione con calma, quasi sotto shock, dicendo
a Joe e Nick che Lexi e Maggie erano al piano superiore, mentre Peter
e Emily erano usciti.
-
Sai cosa mi fa più rabbia? - disse all'improvviso Maggie,
rompendo il silenzio che da troppo tempo dominava nella camera. - Il
fatto che lui non ci abbia mai rese partecipi di questa storia, del
matrimonio, del figlio... niente. Ci ha fatto gli auguri a Natale, a
Lexi e me un messaggio mentre a Maryl una telefonata, e non ci ha
detto che sarebbe venuto qui o che si stava per sposare! E avrà
un figlio, dannazione, avrò un fratello
e lui non ha detto niente fin
ora! - la voce era bassa, ma Nick, oltre alla rabbia, percepì
l'agitazione, si stava trattenendo dall'urlare.
Si
sentiva tradita.
Nick
la fissava senza sapere che dire, ogni parola che gli girava per la
testa gli sembrava sbagliata in quel momento.
-
Mi dispiace – articolò infine.
-
Sì, anche a me – sussurrò lei, stringendosi a
lui.
'Cause
you're crazy
you're
fuckin' crazy
(You're
crazy; Guns 'n Roses)
-
Avrò un fratello, ti rendi conto? Un fratello
o una sorella, magari
pure entrambi, non si sa mai, potrebbero essere gemelli, che ne
sappiamo noi? E' incredibile, e poi quella faccia-da-topo-demente
si è pure permessa di atteggiarsi in casa nostra
come se le appartenesse! -
sbraitò Maryl, camminando avanti e indietro lungo il salotto,
muovendo le mani concitata e torturandosi fra le mani la collanina
che Kevin le aveva regalato per il loro primo mese insieme.
-
E mio padre, poi, si è permesso di venire qui e trattare me,
Maggie e Lexi come se gli fossimo mancate tanto! Ma per favore! Prima
di Natale non ci siamo quasi sentiti e se l'abbiamo fatto è
stato solo per litigare! - continuò. - Non posso andare
all'università a causa sua,
perchè non mi paga gli studi!... No, Kevin, non ti permetterò
di farlo tu al mio posto o al suo posto.
Il
ventiduenne le fece un sorriso triste.
-
Maryl, lo so che è una situazione difficile, ma devi superarla
– iniziò.
-
Ma...
-
Shh, non interrompermi, ascoltami un attimo, devi cercare di
sopportare tuo padre per qualche tempo, un mese e si sposa, quindi
non lo vedrete più per un bel po', tanto se ne ritorna a Miami
e per l'università ti ho detto che ti posso aiutare io... -
spiegò il ragazzo, ma la bionda non lo guardava, fissava fuori
dalla finestra.
Kevin
si voltò e vide quello che doveva essere il padre di Maryl,
una versione più vecchia delle foto sparse in casa Campbell, e
una donna bionda, sulla trentina, che si tenevano per mano e si
baciavano, come una qualsiasi coppia.
-
Cazzo se mio padre ti vede
qui siamo fregati! - disse la ventunenne, passandosi una mano tra i
capelli e accorrendo verso il suo ragazzo, per poi spingerlo verso la
porta sul retro.
Il
riccio la guardava stranito.
-
Perchè se tuo padre ci vede siamo fregati? - chiese il più
innocentemente possibile.
-
Perchè lui non sa che esco con una rock star e non credo che
lui apprezzi dato che mi ha sempre voluto sposata con un avvocato
come lui – sbottò la ragazza. - Ci sono pure i tuoi
fratelli di sopra, maledizione!
Kevin
si lasciò spingere, confuso.
-
Non vuoi presentarmelo? - domandò.
-
Ci tengo alla tua vita, sai com'è, e anche alla nostra
relazione, se mio padre ne verrà a conoscenza posso dire addio
ad entrambe!
Il
ventiduenne la guardò, un po' intenerito.
-
Piccola mia, non mi devi proteggere...
-
Oh, invece sì, fidati, se non ci fossi io chissà dove
saresti adesso! Magari accoppiato di nuovo con Danielle
– sputò l'ultima parola.
-
Danielle lasciala perdere, storia vecchia, vita vecchia
- ribatté secco lui.
La
bionda sbatté gli occhioni oro.
-
Devi andare – disse infine, - mio padre non ti deve vedere...
-
Nick e Joe?
-
Falli scendere dalla finestra!
-
Che?
-
Dalla finestra! Ora vai! - buttò fuori il ragazzo e poi si
girò, nel momento stesso in cui suo padre e la sua fidanzata
facevano il loro ingresso nel salotto.
-
Maryl! - esclamò sorpreso Peter, mentre la ventunenne
accennava a un sorriso tirato che stava chiaramente ad indicare che
non aveva voglia di parlare con nessuno, in particolare con lui.
Emily,
teneva una mano appoggiata sulla pancia ancora piatta, e l'altra
intrecciata a quella del fidanzato, mentre rivolgeva alla maggiore
delle sorelle Campbell un sorriso felice, rassicurante.
-
Possiamo parlare? - domandò Peter alla figlia, accennando con
un gesto al divano vicino a Maryl, dove la ragazza si sedette,
sopprimendo uno sbuffo.
-
Allora, come va qui a Los Angeles? - iniziò l'uomo.
Maryl
sbatté le palpebre prima di rispondere.
-
Bene, grazie – la sua voce era fredda, glaciale.
-
Mmmh, gli studi di Alexandra e Maggie? - continuò il signor
Campbell.
-
Al solito, Lexi è nella media e Maggie fra le prime della
classe – Maryl voleva parlare il meno possibile con lui, almeno
per il momento.
Peter
rivolse un'occhiata a Emily, che gli sorrise incoraggiante.
-
I tuoi, invece?
-
Oh, beh, papà, ho lasciato legge come sai e ora non frequento
l'università, avevo inviato una domanda a Moda&Design
chiedendo una borsa di studio, ma non mi hanno presa. Dovrei pagare
come tutti per farlo – sbottò la bionda, acida. Con suo
padre era sempre stata dolce, carina, affettuosa, per essere la
figlia perfetta, ma da quando aveva avuto l'intenzione di partire
solo con lei a Miami lasciando Maggie e Lexi sole a Los Angeles non
lo sopportava.
Al
pensiero dell'università Maryl strinse i pugni.
Aveva
inviato la domanda in estate, sperando che l'accademia di Moda&Design
l'accettasse con una borsa di studio. Niente di più sbagliato.
La richiesta della borsa di studio era stata rifiutata e senza i
soldi del padre, che le erano stati proibiti utilizzare per quella
scuola, non poteva pagare la retta scolastica.
-
Oh, a questo c'è una soluzione – disse Peter, con un
sorriso. Maryl lo fissò curiosa. - Vedi, ho avuto modo di
riflettere su questa storia dell'università di Moda&Design
in questi ultimi mesi e ho capito che se è davvero quello
che vuoi non ti impedirò di frequentarla.
La
bionda lo fissò con la bocca aperta per lo stupore. Suo padre
che ammetteva di avere torto
e che le lasciava fare quello che voleva lei?
Evidentemente l'avevano rapito gli alieni!
-
Chi... ehm, cosa ti ha fatto cambiare idea? - domandò cauta.
Il
viso del padre si illuminò in un sorriso.
-
Emily! - per la prima volta Maryl la
guardò con un sorriso, cosa che sembrò piacere molto
alla donna, che ricambiò. - Vedi, pulcina, Emily lavora come
giornalista nella rivista Vogue
e quando le ho espresso il mio dissenso per la tua scelta mi ha fatto
cambiare idea!
Il
sorriso di Maryl, già di per sé largo, lo si fece
ancora di più.
-
Davvero? - chiese trattenendo
appena la calma.
Peter
annuì, ridacchiando.
-
Ma ti dirò di più: so che non sei riuscita ad entrare a
settembre in università e, beh, grazie a un amico sono
riuscito a farti ammettere iniziando i corsi da questo gennaio –
mentre parlava la ragazza sentì il suo cuore farsi più
leggero – inizierai il sette.
Il
sette? Fra quattro giorni?
-
Dici, dici sul serio? - chiese ancora allibita la bionda.
L'uomo
annuì, stringendo la mano della sua fidanzata.
-
E' ora di cominciare una nuova vita.
E
se ora provi a chiudere gli occhi
vedrai
la notte e dopo il mare
le
stelle del tramonto
oltre
le nuvole passare
(Sorella
mia; Sergio Cammeriere)
Maggie
aveva osservato con ansia scendere il suo ragazzo dalla finestra al
messaggio del fratello maggiore, aiutandolo come poteva e
consigliandogli dove appoggiare i piedi nella discese e, una volta
resasi conto che era andato tutto per il meglio, si era avvicinata
alla sua scrivania, accendendo il suo computer portatile.
Aveva
imparato da poco ad apprezzare la scrittura; era sempre stata una
ragazza brava a scrivere e le piaceva senza dubbio leggere molto, ma
non aveva mai scoperto fino a quel momento il piacere e la pace che
le dava sedersi al computer e scrivere, anche per ore, immaginandosi
scene, personaggi, luoghi nuovi, sepolti nella sua testa fino a quel
momento.
Mordicchiando
il beccuccio di una penna riprese a scrivere una parte di racconto
che aveva lasciato in sospeso prima di partire per il Canada.
Sophie
alzò gli occhi fino ad incrociare quelli del ragazzo davanti a
lei, quello sconosciuto dagli occhi marroni, dalla voce angelica, che
l'aveva chiamata. Gli sorrise, chiudendo il libro che aveva fra le
mani e appoggiandolo sulle ginocchia. Lui le parlava, ma lei non lo
stava ascoltando, era incantata dai suoi occhi. Occhi marroni come
il...
-
Maggie? - disse una voce alle spalle della diciassettenne, facendola
sobbalzare. Si girò con uno scatto e si trovò davanti a
Lexi, i capelli stretti in una coda lunga.
-
Lexi – sospirò, rilassandosi. - Come va?
-
Va – disse semplicemente la rossa, andandosi a sedere sul letto
della gemella. Maggie salvò il documento e spense il computer,
raggiungendola con passi corti e veloci.
Sorelle.
Gemelle. Migliori amiche. Confidenti. Protettrici. Erano questo, loro
due, ragazze che avevano imparato ad apprezzare l'altra, per i pregi,
i difetti, tutto ciò che faceva parte di loro.
-
Faccio fatica a crederci – mormorò Lexi. - Avremo una
matrigna e un fratello, ti rendi conto?
Maggie
annuì stancamente.
-
Cioè, ma papà non ha mai pensato di dirci qualcosa?
Avvertirci, per lo meno, cavolo! Non mi sembra che ci voglia una
laurea! Dirci che stava frequentando una persona, che era una cosa
seria... ma no! Lui deve sempre fare ciò che gli pare, sempre!
- e quasi Lexi gridava a dire quelle parole che avrebbe tanto voluto
dire al suo ragazzo, ma che aveva voluto tenere per sé.
Maggie
la abbracciò stretta, seppellendo la testa fra i suoi capelli.
L'altra rimase rigida per qualche istante, poi si lasciò
andare e ricambiò la stretta.
Rimasero
immobili per minuti, confortate della presenza della sorella per
rimanere serene, dimenticando che al di fuori della porta di quella
stanza li aspettavano centinaia di problemi, che partivano dalla
scuola, i loro ragazzi, loro padre, la quasi-matrigna e il fratello o
sorella non ancora nato.
-
Maggie, lo sai che ti voglio bene, vero? - domandò la rossa a
bassa voce.
L'altra
annuì con forza.
-
Anche io, Lexi, davvero.
Lo
sapevano tutte e due; l'altra ci sarebbe stata per ogni motivo, e si
sarebbero appoggiate nel bene o nel male.
-
Usciremo insieme da questa storia – continuò la mora, -
in un modo o nell'altro.
There
is no place I cannot go
my
mind is muddy but
my
heart is heavy does it show
(Same
mistake; James Blunt)
Nick,
Joe e Kevin erano scossi, a dir poco, ma tutto era da decidere: se
fosse per il fatto che i primi due avevano dovuto scalare un albero
rischiando l'osso del collo per scendere da casa delle sorelle
Campbell o il fatto che il padre delle loro ragazze fosse tornato
scatenando un isterismo generale fra le tre.
-
Beh, devo ammettere che la cosa mi ha scioccato – borbottò
Joe bevendo un sorso di caffè, dondolandosi sulla sedia della
cucina su cui era seduto a riposare, a detta sua, “dal fatto
che stava per rischiare di rovinarsi i suoi amatissimi e
veneratissimi connotati”.
Nick
annuì a conferma, passandosi una mano fra i riccioli.
-
Non credo usciremo vivi da questa storia – disse a bassa voce.
-
Sono daccordo – annuì il maggiore, una mano appoggiata
sulla spalle di Frankie, seduto accanto a lui.
-
Perchè? - chiese il ragazzino, confuso. - Non li piacciono i
matrimoni?
I
tre fratelli maggiori sorrisero, avrebbero tanto voluto essere anche
loro bambini, ogni tanto, completamente estranei ai problemi degli
adulti.
-
No, è che non vanno molto daccordo con il padre, Bonus –
spiegò pazientemente il ventiduenne.
-
Ah, capito! - sorrise Frankie. - Uh, le invitiamo a vivere da noi?
Voglio giocare alla Wii con Lexi, è fantastica!
Ancora
una volta la sua innocenza fece sorridere.
-
Magari! - fu il commento di Joe, appoggiando la tazza del caffè
sul tavolo. - Per il momento, però, sappiamo che Lexi sta
avendo una crisi isterica; Maggie sta entrando in depressione e Maryl
una crisi emotiva, siamo a posto!
Nick
e Kevin lo guardarono male.
-
Idiota – sussurrarono in coro.
Frankie
ridacchiò.
-
Dobbiamo stare vicini alle ragazze, finché possiamo, ma senza
oltrepassare i limiti che loto tracceranno, vero Joseph? - chiese
Kevin, voltandosi verso il secondogenito.
-
Che c'è? Io non sono così ossessivo nei confronti di
Lexi! - sbottò. Gli altri tre lo guardarono male per qualche
istante. - Va bene, va bene, forse un pochino – ammise infine.
-
Bravo – commentò il maggiore.
-
Beh, in tutta questa storia una cosa è certa – disse
Nick, stanco. - Fratelli, l'apocalisse è iniziata.
Continua...
Consiglio:
Bene,
inizio fin da ora con gli avvisi, ma questo più che altro,
come ho scritto qui sopra, non è che un consiglio; infatti
vorrei consigliare a tutte voi di leggere e magari recensire la
storia di KikiNovacaine, è davvero bellissima, ne vale
la pena!
Un
bacione, vi voglio bene,
Maggie
|
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Capitolo 4 *** The Gift of a Friend ***
Scusate,
scusate scusate scusate scusate scusaaaate se non ho aggiornato per
sei giorni, ma ad essere sincera mi sono dimenticata!! E credevo
anche di aver aggiornato venerdì allora mi sono detta “ma
no, aspettiamo un po'...” ma mi è venuto il dubbio e...
*picchia la testa contro a un muro*
Vorrei
anche scusarmi se non vi posso ringraziare una per una, ma devo
andare a pallavolo.
Vorrei
scusarmi (sono tutto uno scusa oggi!) con annina94, Mon Amour,
jonas_princess, ladyme, abilailw13 se
non ho recensito oggi le loro storie come avevo detto ad alcune e
pensato di fare per altre, ma il mio computer è impazzito -.-
e ho provato a scrivere ad ognuna di voi una recensione e questo coso
me la cancellava, pf!! Quindi scusate, rimedierò venerdì!
Grazie
millissime (dettagli se non esiste questa parola) per tutto!! 16
recensioni in un solo capitolo è davvero un traguardo che non
mi sarei mai
aspettata
di raggiungere, grazie!!! <3
Capitolo
4. The Gift of a Friend
-
Una macchina? - chiese con
gli occhi spalancati Maggie, mentre il padre le mostrava con un
sorriso a trentadue denti il suo regalo di Natale un-po-in-ritardo.
-
Certo! - sorrise, passando una mano sul cofano della Mini rossa. -
Per farmi perdonate per come vi ho trattato in questi ultimi mesi, e
poi vale anche come regalo di compleanno!
La
mora la guardò sospettosa.
Era
da quando suo padre era tornato che si comportava in modo strano,
quasi paterno, facendo sorrisi a tutte le sue figlie e dando
regali in continuazione. Le alternative a quei miracoli erano che o
avesse sbattuto la testa o che seriamente Emily l'avesse cambiato.
-
Ma... papà io non ho la patente! - disse poi la mora,
abbassando gli occhi.
-
A questo si rimedia facilmente, farai il corso, su Maggie, non c'è
questo grande problema!
Lei
fece un sorrisetto e volse gli occhi al cielo, prima di allontanarsi
dal padre con mille ringraziamenti.
Non
appena mise piede in casa sbuffò; non poteva negare che quel
regalo le avesse fatto piacere, aveva sempre sognato di prendere
l'auto, ma per motivi fortuiti non l'aveva mai fatto, e questi
comprendevano sua sorella Lexi.
Sorrise
immaginandosi di essere alla guida della Mini che aveva appena
trovato nel garage, con Nick seduto al suo fianco che le sorrideva e
la stuzzicava, ma lei lo avrebbe ignorato con un piccolo sorriso.
Eppure
dentro di sé sentiva una strana sensazione estranea. No, il
nuovo comportamento del padre non la convinceva affatto.
-Allora,
qual'è il regalo di oggi? - domandò una voce, facendo
girare la mora di scatto. - Un viaggio in qualche isola tropicale? Un
nuovo iPod?
-
Un auto – disse Maggie alla gemella, nascondendo un piccolo
sorriso.
La
rossa strabuzzò gli occhi per qualche istante, poi si
ricompose.
-
Ah, ovvio.
La
diciassettenne le fece un piccolo sorriso.
-
Vedi di non farti comprare – la ammonì l'altra, - come
Maryl, ad esempio.
Da
quando aveva scoperto che avrebbe frequentato l'accademia di
Moda&Design Maryl era diventata la cocca di papà,
tutta cinguettii allegri e esclamazioni di assenso a ogni parola del
padre. Lexi la schifava; non riusciva a concepire che sua sorella
maggiore avesse ceduto così facilmente alle moine del
padre, e il pezzo forte ora era che lei adorava Emily come se
fosse una Dea in terra.
-
Non preoccuparti – disse con un sorriso la mora. - Ora vado,
esco con Nick, mi deve portare in un posto.
-
Dove? - chiese la rossa.
L'altra
alzò le spalle, perplessa.
-
Non ne ho idea, ha detto che voleva farmi vedere un posto... Sai
com'è fatto, se non mi tiene all'oscure delle cose non è
contento! - il suo viso si illuminò quando iniziò a
parlare del suo ragazzo.
Diede
un breve bacio sulla guancia alla sorella, presa dall'euforia e uscì,
sbattendo la porta una volta uscita.
Lexi
la guardò uscire con un'ombra negli occhi, mascherando il suo
stato d'animo. Perchè aveva la strana sensazione che stesse
per perdere sua sorella?
Once
upon a time,
I
belive it was a Tuesday
when
I caught your eye
(Forever&Always;
Taylor Swft)
-
Dobbiamo uscire per festeggiare – aveva detto Kevin con una
risata, alla notizia della fidanzata che, come suo sogno, l'aveva
avvertito avrebbe iniziato l'università di Moda&Design.
Maryl
guardò entusiasta la tavola che aveva imbandito il suo ragazzo
per quella cena, sorridendogli.
-
Amore, è bellissimo, non dovevi... - disse felice,
appoggiandosi a lui.
Il
ventiduenne le scompigliò i capelli biondi, scuotendo la
testa.
-
Sì, invece, volevo farlo. - le baciò la fronte. -
All'inizio avevo pensato di fare una festa, per festeggiare la
notizia, ma ho pensato che una cena fra noi due potesse bastare... ho
voglia di passare un po' di tempo con te, piccola mia, non riusciremo
più a vederci come un tempo – fece il finto offeso.
Maryl
gli sorrise e lo strinse, per poi spingerlo dolcemente verso il
tavolo e lasciandolo sedere, per poi imitarlo subito dopo.
Kevin
le versò mezzo bicchiere di vino rosso e le servì un
po' di insalata, guardandola negli occhi, perso in quel color giallo
dorato che l'aveva incantato fin da subito, dalla prima volta che si
erano visti.
La
fiammella della candela al centro del tavolo ondeggiava dolcemente,
cullata dalle parole dolci mormorate dalla coppia di innamorati.
-
Sai Maryl, stavo pensando a quello che mi hai detto l'altro giorno –
disse lui. - Su tuo padre, del fatto che non me lo vuoi presentare –
aggiunse allo sguardo confuso della sua ragazza. - E ho solo una
domanda: perchè?
-
Kev – iniziò la ventunenne in un sussurro, - io ci tengo
alla nostra relazione, come immagino tu sappia e non voglio vederla
sfasciarsi a causa di mio padre. Lo conosco, fidati, non gli
piaceresti e mi impedirebbe di vederti, ed io non voglio che
questo accada.
Lui
scrollò le spalle.
-
Ma non lo faresti neanche in vista di un lungo futuro di fronte a
noi? - chiese. - Magari, come il matrimonio?
Maryl
si paralizzò; matrimonio? No, non le piaceva la piega che
stava prendendo quell'argomento.
-
Kevin – lo rimproverò dolcemente, - il nostro matrimonio
è ancora lontano, lo sai questo, vero?
-
Certo, ma mi chiedo... come sai, come ne abbiamo parlato in queste
ultime settimane, io ti voglio sposare un giorno – calcò
bene sulle ultime due parole, - e non so perchè tu non voglia
presentarmi tuo padre, d'altronde diventerò suo cognato, un
giorno!
La
bionda rise, suo malgrado.
-
Questo sta a indicare che me lo presenterai? - chiese speranzoso il
ragazzo.
-
Ma hai così fretta di morire tu? - domandò Maryl con
uno sbuffo divertito. - Sta a indicare che ci penserò,
comunque.
-
Okay – sorrise Kevin, - nel frattempo però dobbiamo fare
altro.
-
E cioè?
Lui
si alzò dalla sedia e a sorpresa la prese in braccio,
facendole emettere un debole strillo e la baciò con dolcezza
mentre la portava in salotto.
Si
sedettero sul divano, passando la serata a tenersi stretti, a
coccolarsi a raccontare fatti e avvenimenti che probabilmente avevano
già detto centinaia di volte, ma ogni volta con una voglia
nuova dell'altro di ascoltare.
Era
questo quello che loro chiamavano amore.
Canto,
la
vita intera canto
la
primavera canto
la
mia preghiera canto
per
chi mi ascolterà
(Io
canto; Laura Pausini)
-
Tu mi spaventi – dichiarò Maggie, seria, seduta sul
sedile anteriore della Mustung di Nick, accanto a lui. - Dove
mi stai portando?
-
Eh, sapessi! - ridacchiò il diciassettenne.
-
Nick – sbuffò lei, - dai, lo sai che detesto stare sulle
spine!
Nick
si voltò verso di lei, sorridendo.
-
Abbi pazienza – le disse.
Maggie
incrociò le braccia al petto, fingendosi offesa, e guardò
fuori dal finestrino, osservando la costa che stavano costeggiando.
Passarono
i minuti in silenzio, mentre Nick sfiorava il braccio della sua
ragazza e lei faceva da dj mettendo le canzoni durante il loro
tragitto.
-
Siamo arrivati – annunciò Nick all'improvviso,
parcheggiando in un piccolo parcheggio davanti a un bar, il Country
Bar.
Maggie
inarcò un sopracciglio.
-
Cosa vuol dire questo posto? - chiese.
-
Lo scoprirai presto – commentò Joe enigmatico,
prendendola per mano e trascinandola dolcemente dietro di lei.
Il
bar era poco affollato, ma forse dipendeva dal fatto che fosse solo
pomeriggio, verso sera si sarebbe riempito.
Nick
si fermò e Maggie si appoggiò a lui, stancamente.
-
Nick...
-
Un attimo, amore – disse lui, senza guardarla, ma cercando con
gli occhi qualcuno nel locale. - Ah, eccolo lì, Steve!
Un
uomo sulla cinquantina si voltò sentendosi chiamare e sorrise
quando vide Nicholas.
-
Ragazzo, quanto tempo! - commentò con un sorriso, battendogli
una mano su una spalla in gesto di saluto. - Come stai?
-
Bene, grazie. Vorrei presentarti la mia ragazza, Maggie –
sorrise il diciassettenne.
Steve
la guardò con attenzione.
-
E così lei è la famosa Maggie che mi volevi presentare!
-
Sì.
La
ragazza non ci stava capendo più niente. Perchè Nick
l'aveva portata lì? Perchè voleva presentarla a quello
Steve? Cosa girava per la testa al suo ragazzo?
-
Bene, direi che può iniziare a provare subito! - disse l'uomo
con un sorriso. - Posso dire a mio figlio di accendere il microfono,
allora. Torno subito – disse e si diresse verso una porta che
probabilmente conduceva alle cucine.
Maggie
trafisse Nick con gli occhi.
-
Che stai combinando? - domandò.
Lui
fece un'espressione colpevole.
-
So che hai lasciato il lavoro in biblioteca e il volontariato per
stare più tempo con me e questa cosa mi dispiace.
Maggie
seguì il suo discorso senza dire una parola.
-
Un giorno sono venuto qui per salutare Steve, un vecchio amico di
famiglia, e ho letto questo – le indicò un volantino
giallo.
Lei
lo lesse con attenzione, e man mano che leggeva un'espressione di
puro terrore le si dipinse in faccia.
-
Sei pazzo! - lo accusò. - Non posso farlo!
Nick
sbuffò.
-
Ma lo vuoi fare, ammettilo.
-
Che centra? Non posso farlo! Lo sai benissimo, quasi mi vergogno a
cantare in casa da sola, figurati in un bar pieno di gente che mi
ascolta!
-
Solo due sere...
-
Non importa! Nick, sul serio, grazie, ma mi vergogno!
-
Cosa ti costa provare? E non è neanche detto che ti prendano!
Fai una prova, poi se non te la senti giuro che ce ne andiamo subito!
- disse lui, mettendosi la mano sul cuore.
Steve
tornò in quell'istante.
-
Pronta? - le chiese.
Maggie
fece un'espressione di puro terrore, ma poi annuì debolmente e
seguì Steve, che la stava portando verso un piccolo palco
allestito nel locale.
-
E' molto semplice, tu canti una canzone a tua scelta e poi sarà
il pubblico qui presente a decidere se avrai il lavoro o meno –
le spiegò il proprietario del locale.
Maggie
rabbrividì. Le piaceva cantare, ovvio, e le dicevano pure che
era brava, anche se lo dubitava altamente, e mai nella sua vita si
sarebbe immaginata di trovarsi in un locale per fare una prova per
avere un lavoro come cantante. Per causa del suo ragazzo, oltre
tutto.
Nick
le fece un sorriso.
-
Non... non ho la base musicale – tentò di trovare una
scusa lei.
-
Ma sai suonare la chitarra – la rimproverò il suo
ragazzo.
Maggie
lo fulminò.
Steve
scomparve per poi ritornare con una chitarra classica fra le mani.
-
Ecco a te – sorrise.
Lei
lo ringraziò, suo malgrado, e accarezzò le corde dello
strumento.
Oddio,
che cosa doveva cantare? Quale canzone sarebbe stata adatta?
Nella
sua mente emerse il titolo della canzone che stava ascoltando quella
mattina sul suo iPod, una canzone che personalmente amava,
apprezzava, anche perchè la cantante ormai era una sua amica.
Iniziò
a suonare, mettendoci l'anima, poi a cantare.
-
Sometimes you'll think you'll be find by yorself
'cause
a dream is a wish you make all alone
It's
easy to feel like you don't need help -
Chiuse
gli occhi, non voleva vedere le facce del suo ragazzo o dell'uomo che
le aveva dato la possibilità di quel lavoro.
-
You'll change inside
when
you relize
the
worl comes to life
and
everything alright
from
begenning to end -
Le
parole scorrevano libere dalla sua bocca, non vedeva, non voleva
vedere quello che la circondava, solo sentire le parole e la musica.
-
When you have a friend
by
your side
that
helps you to find
The
beauty of all
When
you'll open your heart and
belive
in the gift of a friend
The
gift of a friend -
Maggie
smise di suonare, chiuse la bocca e aprì gli occhi: Nick e
Steve la guardavano sbalorditi.
-
Sì, ecco, questa è The Gift of a Friend di Demi
Lovato – balbettò imbarazzata facendo per scendere dal
palco, ma Steve le fece cenno di restare dov'era, poi si rivolse
verso i clienti del locale.
-
Cosa ne pensate? - chiese.
I
clienti iniziarono ad applaudire e a fare cenni d'approvazione.
-
Bis! - gridò qualcuno.
La
diciassettenne si sarebbe volentieri scavata la fossa da sola:
significava che aveva il lavoro?
Nick
le porse una mano e l'aiutò a scendere, mentre la sua ragazza
lo fulminava con gli occhi.
-
Ti detesto – bisbigliò lei, - che figura!
-
Amore non è vero, sei stata bravissima! - esclamò lui
dandole un bacio.
-
Approvo a pieno! - disse una voce maschile sconosciuta. - Ehi, Nick!
Il
ragazzo si voltò verso la voce.
-
Blake, non ci si vede da una vita! - disse sorpreso, dando al suo
amico una pacca amichevole sulla spalla.
Aveva
i capelli neri e la pelle ambrata, un bel sorriso regolare e bianco.
Era senza dubbio molto più alto di Nick, doveva essere un
metro e ottantacinque.
-
Già, quanto è? Quasi un anno?
Nick
annuì, felice.
-
Come ti va? - continuò il diciassettenne. - Suzanne?
Blake
fece una smorfia di disapprovazione.
-
Abbiamo rotto un paio di mesi fa – spiegò, - mi tradiva
con Bill...
-
Quello del campeggio?
-
Esatto.
Maggie
seguiva la conversazione confusamente, ancora shockata per quello che
aveva fatto poco prima.
-
Mi dispiace... - si scusò Nick.
-
Bah, lascia stare, storia vecchia... Dimmi invece, lei è?
Maggie
arrossì quando gli occhi neri di Blake si posarono su di lei.
-
Maggie – si presentò lei.
-
La mia ragazza – aggiunse Nick con una punta d'orgoglio nella
voce.
Blake
sorrise a entrambi.
-
Beh, Maggie, hai davvero una bella voce, complimenti! - si congratulò
Blake.
-
Gra... grazie – sussurrò lei, arrossendo ancora di più
e stringendosi a Nick.
-
Va beh, Nick, io devo andare, ho l'allenamento di nuoto –
spiegò Blake. - Ci vediamo... e immagino anche presto –
fece un occhiolino e se ne andò.
Maggie
e Nick lo seguirono con lo sguardo finché non uscì dal
locale, poi lui le sorrise.
-
Sai che significa? - chiese emozionato.
-
No – ammise lei, - cosa?
-
Che probabilmente avrai il posto! - e la baciò ancora.
-
Ha ragione! - disse con un sorriso Steve, comparendo nuovamente. -
Congratulazioni, Maggie, il posto è tuo, se lo accetti.
La
diciassettenne deglutì.
-
Davvero? - chiese strabiliata.
-
Certo! - sbottò questa volta Nick.
Lei
sorrise.
-
Non so... - guardò l'espressione speranzosa del suo ragazzo. -
Posso provarci...
-
Perfetto! - disse Steve con un sorriso. - Fantastico, davvero,
parleremo al telefono della paga e tutto il resto. Presentati qui
mercoledì sera alle venti e trenta, cominci quel giorno, e
portati magari i demo di almeno una decina di canzoni... finisci alle
ventidue. Comunque ci sentiamo al telefono... Ora scusate devo
andare. Ci vediamo! - salutò Nick e Maggie e si allontanò
velocemente.
Il
diciassettenne guardò la sua ragazza con un sorriso.
-
Sei contenta? - domandò.
Maggie
lo fissò.
-
Sì – disse. Ed era la verità.
Continua...
***
*-*
devo ammettere di essere innamorata di questa canzone di Demi
Lovato... così come di molte altre sue...
Per
chi volesse qui c'è il link con il video ufficiale della
canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=VE0xYz2CUJs
|
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Capitolo 5 *** Disappointment ***
Eccomi
di nuovo!!
Bene,
vita monotona, niente da scrivere... passiamo ai ringraziamenti??
Melmon:
oddio è vero!! Mi sono distratta... scusa!! Guarda, questo
padre è strano forte, ma qui non sarà presente, nel
prossimo invece... ehmehm, un bacione!
nes95:
ehhh, se sei delusa ora dal comportamento di Maryl nel 7/8 farai
escandescenze!! Ma anche Kevin... no, non ti dico niente!! Anche
perchè al limite mi estorci tutto al telefono!! Ti voglio
bene, sweetness!! Un bacione!
annina94:
identiche xD Ehhhhh, Nicholas, Nicholas... vedremo se avrai ragione o
meno ahaha, ricordati il mio sadismo, però!! Un bacione!
Star711:
sì, è vero... mi sono distratta -.-” sono un caso
disperato...!! Peter non sarà presente in questo capitolo, nel
prossimo invece... Un bacioooone!
jeeeee:
a chi lo dici che io invece ci vivo insieme!! Awwwww, pensa che
ddolcioso che mi verrà a vedere allo spettacolo di
recitazione!!! Ahhhhh, un bacione!
jonas_princess:
ciaoooo!!! Non vedo l'ora di
leggere il tuo prossimo capitoloooo!!! :))) Mah, se mio padre fosse
come Peter (e grazie al cielo è tutto il contrario) e mi
regalasse un auto potrei anche fingere di volergli bene.., xD xD che
pessima persona che sono... ! Un bacione!
_Crazy_Dona_:
no problem, don't worry be happy!! Tu quando aggiorni?? Oddio, ho u
dubbio... ma io ho recensito il tuo ultimo capitolo?? Scappo a
vedere!! Un bacione!! Ti voglio bene <3
Mon
Amour: tesoooooooro!!!! Primo: domani corro a leggere il
tuo capitolo perchè ho visto che hai aggiornato (ora non posso
perchè devo uscire). Due: ti adoro. Tre: mi manchiiiii!!! Non
possiamo scappare a LA insieme a Mary?? Essuuuuuuuuu!!!!! Scusa se
non aggiorno da un casino Forever&Always ma è un capitolo
difficile da scrivere e sono a un punto morto!!! Ti voglio
beeeeeeeeeene, ma tanto tanto tanto […] tanto tanto!!!! <3
<3 <3
Capitolo
5. Disappointment
Lexi
si appoggiò stancamente all'armadietto in metallo con uno
sbuffo.
Maggie
la guardò, inarcando un sopracciglio.
-
Che succede? - domandò la mora, prendendo i libri dal proprio
armadietto e chiudendolo con uno schiocco secco.
-
Succede che mi sento depressa, - disse la rossa. - Sai com'è,
nostro “padre” si sposa, la sua fidanzatina è
incinta e senza contare il fatto che oggi è ricominciata la
scuola. Che vita schifosa.
-
Viva l'allegria! - esclamò sarcastica. - Ma dai, non è
poi così grave... - incrociò gli occhi della gemella -
… la scuola, intendo.
Lexi
alzò gli occhi al cielo e diede un'occhiata al suo orario.
-
Ho pure arte ora, fantastico, ci vediamo Maggie, prega per me –
disse con tono melodrammatico l'altra, salutandola con una mano e
allontanandosi tenendo lo sguardo alto.
Maggie
la guardò allontanarsi, per poi abbassare lo sguardo e
guardare il suo cellulare, appoggiato in bilico fra i vari libri di
letteratura, filosofia e biologia, sorridendo alla vista di un nuovo
messaggio del suo ragazzo.
Amore
mio buon giorno, spero che questo messaggio ti tenga compagnia per
tutta la giornata dato che sarò chiuso tutta la giornata in
studio di registrazione... Però 'sta sera ti posso
accompagnare al lavoro! Che dici? Passo alle otto. Ti amo.
Il
suo sorriso divenne improvvisamente ancor più largo di quanto
era prima, la prospettiva del lavoro era diventata di giorno in
giorno sempre più accettabile, soprattutto considerando il
fatto che il suo bellissimo e dolcissimo ragazzo l'aveva aiutata a
scegliere le canzoni e fatto fare degli esercizi vocali.
D'accordo,
tesoro, ci vediamo più tardi! Ti amo anch'io.
Rispose e ripose il cellulare nella tasca, dirigendosi verso la sua
prossima ora: scrittura creativa.
Il
terzo anno nella sua scuola era forse uno dei più belli di
tutto il percorso scolastico nelle superiori, da una parte perchè
se si era arrivati al terzo anno senza essere stati bocciati era un
fantastico traguardo, dall'altra perchè finalmente si potevano
abbandonare delle materie per poi sceglierne altre di maggior
gradimento o più utili in una futura professione.
Lexi
aveva lasciato biologia per dedicarsi, seppur di malavoglia, ad arte,
mentre Maggie aveva abbandonato matematica e iniziato, appunto,
scrittura creativa.
Con
un sorriso si diresse verso la propria aula, salutando timidamente i
nuovi compagni con un cenno non appena fu entrata.
Si
sedette in terza fila, in uno dei pochi banchi rimasti liberi,
attaccata alla parete, e tirò fuori dalla borsa a tracolla il
suo libro e un quaderno.
Pochi
minuti dopo un uomo semi calvo, un paio di occhiali cerchiati e
un'aria simpatica entrò nell'aula, chiedendo il silenzio.
-
Senza perderci in convenevoli, sappiate che il mio nome è
Arnold Butcher, sono il vostro professore di scrittura creativa e
ora, per iniziare con il piede giusto, prendete un foglio protocollo
e iniziate a scrivere un tema a vostra scelta. Buon lavoro! - esclamò
sbrigativo il professore, poi si sedette e iniziò a correggere
una pila di verifiche.
Gli
studenti sbuffarono e iniziarono a scrivere di malavoglia, meno che
Maggie, che da quando Butcher aveva finito di parlare aveva già
strappato un foglio protocollo dal quaderno e aveva iniziato a
scrivere, facendo fluire le parole sulla pagina, nero su bianco.
Maryl
si arrotolò nervosamente una ciocca di capelli attorno a un
dito, picchettando le dita dell'altra mano sul banco dell'università.
Primo giorno.
Seduta
su uno degli innumerevoli tavoli disposti in cerchio dell'aula la
ventenne si guardava intorno, osservando i nuovi compagni e dando
brevi occhiate ai libri di testo, ai quali non aveva avuto molto
tempo di dedicare attenzione.
Abbassò
il capo guardando il banco in legno, leggermente imbarazzata dagli
sguardi sbalorditi che compagne e compagni le rivolgevano. Era da un
anno che non metteva più piede in una scuola, specialmente
come studentessa, e aveva dimenticato cosa significasse essere la
fonte di attenzione di un'intera classe, o tutta la scuola.
Alzò
lo sguardo su una ragazza da corti capelli bruni e due grandi occhi
blu che la guardava sorridendo.
-
Ciao – la salutò la ventunenne.
-
Ehi! - replicò l'altra, avvicinandosi.
La
bionda fece un piccolo sorriso nervoso.
-
Primo giorno, eh? - le domandò la bruna.
-
Già – annuì Maryl, - vengo da Legge, un inferno,
qui si respira un'aria decisamente più... rilassata.
La
ragazza sorrise.
-
Oh, scusa, comunque il mio nome è Grace; Grace Sullivan.
-
Maryl Campbell – si presentò la bionda. - Dimmi, tu
studi qui da settembre?
-
Sì, contro il parere dei miei genitori, ma sì.
-
Anche i tuoi sono contrari, eh? - disse Maryl.
-
Ovvio, fosse stato per loro sarei dovuta diventare chirurgo. La
professione perfetta per chi soffre alla vista del sangue! - sbottò
Grace. - I tuoi invece?
-
Ah, niente, sono convinta che mia madre non avrebbe fatto repliche,
ma lei... beh... lei non c'è, quindi mi sono ritrovata fra le
mani di mio padre, che vuole diventi avvocato come lui... anzi voleva
– rifletté – da quando si è fidanzato ha
deciso che posso diventare quel che cavolo mi pare! Un vero miracolo,
aggiungerei.
Grace
fece un sorriso amaro.
-
Sei messa meglio di me, fidati. Mio padre è un dottore che
vuole che io diventi chirurgo e mia madre è la figlia di un
proprietario di giacimenti di petrolio che passa la sua vita a
conquistare il suo allenatore di tennis... Mia sorella è già
sposata e con un figlio e secondo i miei io sono l'unica speranza per
la famiglia Sullivan di mantenere il suo buon nome! Nemmeno fossimo
nell'ottocento! - sbottò la ragazza, distolse lo sguardo e
vide entrare un uomo da una porta in legno. - Uh, è arrivata
la prof! - le fece un cenno di saluto e tornò a sedersi al suo
posto, accanto a un'altra ragazza coi capelli tinti di biondo
platino.
La
professoressa entrò e salutò tutti con un sorriso.
Maryl
sospirò; quello era un nuovo inizio.
-
Bene, ho deciso, conoscerai mio padre! - esclamò Maryl,
facendo dare di traverso a Kevin l'acqua che stava bevendo.
-
D'... d'avvero? - domandò sbalordito, massaggiandosi la gola.
- Non stai scherzando?
-
No! - trillò la bionda sorridendogli. - Dopo questa giornata
mi sento euforica, e poi hai ragione, mio padre lo dovrai conoscere
un giorno, perchè non... diciamo... domani sera alle otto?
Il
ventiduenne sbatté le palpebre un paio di volte, stupito.
-
Non è una candid camera, vero? - chiese, guardandosi
intorno. Maryl gli mise le braccia attorno al collo.
-
Assolutamente no. Sono seria.
Il
chitarrista sorrise e le diede un bacio a stampo sulla labbra.
-
Alle otto hai detto? - fece.
-
Alle otto – confermò lei.
-
Oh mio Dio, Maryl come fai a presentare Kevin a papà? Che ti
ha fatto questo povero ragazzo per meritarsi una simile disgrazia? -
chiese Lexi, con una smorfia, abbracciando con aria tragica il
fidanzato della sorella bionda. - Sappi, Kevin, che mi mancherai.
La
ventunenne le diede un debole scappellotto sulla testa.
-
Trovo sia giusto – disse, incrociando le braccia al petto.
-
Trovi sia giusto far ammazzare il tuo ragazzo? - chiese sarcastica la
rossa.
Maryl
alzò gli occhi al cielo e con un risolino la diciassettenne
tornò a sedersi sulle gambe del suo ragazzo, comodamente
sdraiato sulla poltrona di Nick.
-
Sul serio, papà è sempre stato protettivo nei confronti
di Maryl quando si trattava di ragazzi, non credo che gli piacerai
Kev, senza offesa – proseguì sempre lei. - L'unico
ragazzo che credo abbia approvato sia stato... ehm... James?
-
No, credo fosse Bill – si intromise Maggie, seduta sul tappeto
a terra.
-
Ah no, era John! - esclamò Lexi.
-
Mmh, John non l'ha mai potuto vedere... forse era Vincent –
rifletté la bionda sotto lo sguardo attonito di Kevin a
sentirsi nominare i nomi degli ex della sua ragazza.
-
Uh, ci sono, Stephen!
-
Nah, era sicuramente Taylor...
-
Ma che dici! Quando ha conosciuto Tay ha voluto che non ci vedessimo
più! Era Harry, decisamente.
-
Non credo... per me era Andrew, o forse Rupert... - pensò ad
alta voce Alexandra.
-
Okay, adesso basta! - esclamò Kevin, rosso in volto per la
rabbia. Tutte e tre le sorelle Campbell si fermarono e si voltarono
verso di lui.
-
Amore, sei geloso? - chiese la bionda, sfiorandogli una mano.
-
Io? Geloso? - chiese con finta aria innocente scoppiando a ridere. -
Sì!
Lexi
alzò gli occhi al cielo.
-
Ma tesoro, loro sono stati solo dei ragazzi così, diciamo, per
intrattenimento!
-
Beh, Kayle no, con lui avevi pensato di sposarti – si intromise
Lexi.
-
Alexandra! - la rimproverò la sorella maggiore osservando
l'espressione del suo ragazzo. - Non devi starla a sentire, non ci
sta con la testa ultimamente.
-
E non solo! - esclamò Joe, meritandosi un'occhiataccia da
parte della sua ragazza. - Okay, scusa amore!
Lei
grugnì e tornò a rivolgersi verso le sue sorelle, dando
un'occhiata di traverso alla gemella.
-
Maggie, ma Nick dov'è? - le chiese, sedendosi accanto a lei.
La
mora alzò le spalle, con un sospiro.
-
Aveva da fare, delle cose per il disco e non so che altro... -
rispose.
-
E perchè voi due non lo aiutate? - sbottò l'altra verso
Joe e Kevin.
Il
ventenne si indicò con un dito.
-
Io?! - chiese stupito.
-
No, Babbo Natale! - ribatté la rossa.
-
Oh, comunque è lui che se ne intende di certe cose... Sta
discutendo con nostro padre per scegliere meeting con i fan,
interviste e burocrazie simili – sbuffò il ragazzo. - Il
Presidente ha quel nome per un degno motivo!
Maggie
lo fissò con aria stranita e inarcò un sopracciglio.
-
Comunque ha detto che mi porterà lui al bar oggi –
aggiunse la mora con un sorriso sollevato.
-
Oddio, è vero che è il tuo primo giorno! - esclamò
la bionda allegra. - Possiamo venire a vederti, ti prego!
Maggie
scosse la testa in fretta, diventando improvvisamente pallida.
-
No, ti prego, già morirò di vergogna perchè ci
sarà Nick, ti prego non rendermi le cose più difficili!
- la supplicò, variando il colorito per diventare rossa.
Maryl
arricciò il labbro inferiore e sbatté gli occhi dorati.
-
Per favore, ti prego ti prego ti prego! - continuò la bionda.
-
Maryl no! - ripeté Maggie, ancora più rossa.
La
ventunenne sospirò e tornò al suo posto a testa bassa.
-
Mi ritengo offesa – replicò.
-
Ma dai, facciamo che la prossima volta potete venire, va bene? -.
Maryl annuì, con un nuovo sorriso sul bel viso.
Maggie
sbuffò, battendo a terra il piede, dando un'occhiata ogni
pochi secondi all'orologio che teneva al polso.
Tirò
fuori dalla tasca dei jeans il cellulare e digitò il numero
che ormai conosceva a memoria da molto tempo, se lo portò
all'orecchio e aspettò nervosa.
-
Pronto? - domandò la sua voce.
-
Nick dove sei? Sono le otto e mezza! Farò tardi al lavoro! -
disse lei spedita.
-
Oddio, scusa tesoro, mi sono dimenticato... - si scusò Nick,
mortificato.
-
Come ti sei dimenticato?! Nicholas, devo iniziare fra mezz'ora ed è
il mio primo giorno! - continuò Maggie, sentendo un peso
formarsi nello stomaco.
-
Scusa, d'avvero, mi è passato dalla testa... Tra dieci minuti
al massimo sono da te! - promise il ragazzo.
-
Nick.
-
Sì?
-
Veloce – e riappese, riponendo il telefono nuovamente in tasca
e mettendosi a posto una ciocca dietro all'orecchio, controllandosi
la camicetta di lino bianca indossata per l'occasione.
Non
poteva credere che stesse per cantare davanti a un bar pieno di gente
per lavoro; cantare in pubblico era sempre stata in assoluto una
delle cose che più la terrorizzava nel corso dei suoi
diciassette anni di vita. D'avvero stare con Nick l'aveva cambiata a
tal punto? Seriamente stare con un ragazzo come lui, una rock star
che cantava settimanalmente davanti a migliaia di persone, l'aveva
trasformata in una ragazza più sicura di sé? Non che
ciò le dispiacesse, aveva sempre pensato che dovesse diventare
più estroversa, più sicura di sé, ma un po' la
cosa la spaventava.
Inevitabilmente
i suoi pensieri passarono a pensare alla causa, o al merito, del suo
cambiamento, quell'adorabile ricciolino i quali nei componevano la
costellazione dell'Orsa Minore.
Sapeva
che era un ragazzo impegnato, pieno di problemi che variavano da
concerti a interviste, però le dava fastidio che si fosse
dimenticato della sua prima serata di lavoro, soprattutto
quando si era preso l'impegno di accompagnarla lui.
Scacciò
quei pensieri non appena vide una Mustang nera parcheggiare
davanti a lei; a bordo sedeva Nick, con un paio di ray ban a specchio
che la fecero deglutire per l'emozione.
-
Maggie! - le sorrise il diciassettenne. - Scusa, davvero, sono
mortificato.
-
Non c'è problema – minimizzò lei sedendosi
accanto a lui e baciandolo brevemente sulle labbra. - Andiamo, siamo
in ritardo.
Lui
annuì e fece ripartire la macchina con un rombo sordo,
guidando con prudenza ma più velocemente di quanto facesse
solitamente.
-
Fra quanto dovresti iniziare? - le domandò Nick, concentrato
sulla strada.
Maggie
diede un'altra occhiata all'orologio.
-
Venti minuti – rispose a bassa voce. - Non ce la faremo mai!
-
Sicura? - se non ci fossero stati gli occhiali a specchio Maggie era
sicura che avrebbe visto un luccichio sinistro negli occhi del suo
ragazzo. Prima che lei potesse replicare premette il piede
sull'acceleratore. - Tu intanto accendi la radio e riscaldati la
voce, fidati su certe cose sono un vero maestro!
La
ragazza gli sorrise e accese la radio e le note di Welcome to my
life dei Simple Plan si sprigionarono nell'abitacolo della
macchina. Un altro sorriso di felicità le si dipinse sul viso,
era una canzone che aveva deciso di cantare quella sera stessa.
Si
voltò verso il suo ragazzo, mordendosi il labbro inferiore.
-
Canteresti con me? - domandò.
Nick
le sfiorò il dorso della mano e iniziò a cantare, poco
dopo anche Maggie si unì a lui, riconoscente.
Passò
qualche minuto prima che Nick accostasse nel parcheggio del locale,
il Country Bar.
-
Corri, io cerco un parcheggio – le disse con un sorriso.
Maggie
annuì e uscì dall'auto, correndo e spalancò le
porte del bar. Si fermò un istante per cercare Steve, oppure
anche Blake. Appena individuò il primo si precipitò da
lui, il fiato grosso.
-
Steve! - lo chiamò.
L'uomo
si voltò e la guardò con un'espressione di sollievo.
-
Grazie al cielo, Maggie credevo non arrivasti più! Balke sta
cercando di intrattenere il pubblico da dieci minuti! - giusto in
quel momento la ragazza notò che il ragazzo era sul palco e
stava suonando alla batteria, canticchiando a bassa voce in un
microfono.
-
Cavolo, è... è proprio bravo – commentò.
-
Già... ma non perdiamoci in chiacchiere. Ti prego dimmi che ti
sei scaldata la voce! - disse Steve.
-
Sì – annuì lei. - Sono pronta -. Più o
meno, aggiunse mentalmente.
-
Perfetto – si avvicinò al palco e fece un cenno al
figlio di scendere dal palco. Blake si guardò in giro e non
appena incrociò gli occhi di Maggie le fece un sorriso. Lei
ricambiò e si avvicinò al palco.
Steve
si era messo davanti al microfono.
-
Bene, ora vorrei presentarvi la nuova cantante del Country Bar,
Maggie Campbell! - annunciò. Qualche applauso risuonò
per la sala.
Maggie
salì sul palco con l'aiuto di Steve e con un sorriso tirato
afferrò la chitarra e si mise davanti al microfono.
-
Ehm, buona sera – disse sentendosi avvampare – è
per me un grande piacere essere qui oggi, vorrei ringraziare Steve,
il proprietario di questo locale, per l'occasione e il mio ragazzo,
Nick, per il sostegno – lo cercò fra la folla, ma non lo
vide. - Bene, questa prima canzone credo la conosciate tutti. I
belive I can fly di R. Kelly – e iniziò a cantare
proprio nel momento in cui Nick varcava la porta del locale.
Continua...
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Capitolo 6 *** Mistake ***
Buongiorno!!
Sappiate
che mi siete debitrici!! Ho dovuto litigare con mio padre a costo di
postare questo capitolo!!
Scherzo...
sul fatto che mi siete debitrici, ovvio :)
Beeene,
quali saranno le vostre reazioni a fine capitolo? Dovrò vedere
domani... Lo ammetto, ho un pochiiiino di paura... O.o
Ringraziamenti?
Sì!
Lilian
Malfoy: tesoro, ma che ti sei fatta? Fasciature varie... che hai
combinato?? Cerca di rimetterti presto, okay? Non preoccuparti se non
recensisci, va bene? Un bacione!
annina94:
non ti preoccupare, lo tengo ancora stretto a me dopo che ha tentato
la fuga... chiariamoci, non che mi dispiaccia :) Ahah, spero ti
piaccia anche questo capitolo! Un bacione!
Melmon:
ehi... sì, mi sono dimenticata di mettere i testi delle
canzoni, ero di fretta... appena ho tempo lo correggo! Qui ci sono...
anzi, c'è, perchè è solo una... Va beh, non
divaghiamo! Ahah, “padre dell'anno”, questa posso usarla
ogni tanto nella storia? È stupenda!! :) Un bacione!
Sweetness:
amooooore! Ma lo sai che noi ci meritiamo due premi? Il primo perchè
stiamo messaggiando ininterrottamente da più di una settimana,
se escludiamo la notte; il secondo per tutte le cavolate che abbiamo
sparato ieri sera nella nostra telefonata di 50 minuti e... non mi
ricordo i secondi, ma dettagli! Well, tanto fra tre secondi ti mando
un messaggio e ti dico che ho aggiornato, quindi.... vado! Bacione,
sweetness, I love you! <3
MeneguzzinaJonassina:
davvero?? Ma lo resterò
anche dopo questo capitolo?? Ti prego non mi uccidere! Oh my Golf
(ebbene sì, non si dice più Gosh o God, bensì
Golf!) e questo non è neanche il peggiore... God save me
please!! Un bacione!! <3
kimartwins18:
oh, cara, goditelo questo tempo
che passi alle medie, e anche tanto!! Il liceo è...
*rabbrividisce* Non mi ricordo se ho risposto alla tua nota di
London., me lo dici in questa recensione se recensirai?? Grazie
mille! Un bacione!
jeeeeee:
awwww, tesoro, aspetta di leggere questo capitolo prima di dare un
giudizio! Spero ti piaccia, però... un bacione!
Star711:
stesso discorso che per Melmon,
sono una testa bacata, che messa sotto pressione si dimentica di
scrivere le cose, per questo mancavano i testi nell'altro capitolo...
appena posso correggo!! :) Ora vado a leggere il tuo capitolo e a
recensire, ovvio Pezzo di Deficente farà il bravo, veeero?? Un
bacione!
BENNYY:
stop, stop, stop! Ti prego, sto
arrossendo come non so che cosa :) Grazie per tutti i complimenti,
sono tantissimi e bellissimi grazie mille!! <3 Non so come
dirtelo... graziegraziegraziegraziegrazie!!! <3 Un bacione!
Mon
Amour: amorrrrrre, mi sei
guarita, nevvero?? Non puoi starmi male, te lo proibisco!! xD a parte
gli scherzi guarisci presto e stai calma per tutto, okay?? Ahah,
Forever&Always lo aggiorno oggi, o al limite domani, prometto!!
:) Okay, non so che dirti, se non che mi manchi tanto!! Salutami
Mary, eh!! Un bacione! Ti voglio tanto tanto tanto […] tanto
tanto bene!! <3
stellalilly:
grazie mille!! Non vedo l'ora di leggere il seguito di Ricominciare
a Vivere!!
Sono troppo curiosa!! Grazie di tutto!! Un bacione!
_Crazy_Dona_:
ehiehi,
smettila!! :) Non c'è problema, davvero!! Pure io sono in
ritardo per la tua fic, se hai aggiornato, non mi ricordo... anche
perchè non ho visto... O.o sono un caso disperato! Un bacione!
<3
Valeria_Alessia_Giuliana_:
eccomi!!!
Grazie davvero!! Eccomi con un altro capitolo, spero vi piaccia!! Un
bacione!
Capitolo
6. Mistake
-
Okay, se te lo chiede sei laureato in
Ingegneria, i tuoi genitori sono dei legali, come lui del resto, e la
musica è solo un passatempo che intendi terminare non appena
potrai... Non ordinare le verdure, pensa siano da gay e digli che gli
piace la sua cravatta! Ama le cravatte, dice che sono il suo punto di
forza... Va bene, perfetto, hai capito tutto? -. Maryl stava
istruendo Kevin su come comportarsi con suo padre, mentre gli
sistemava la camicia bianca e si lisciava nervosamente l'abito di
Valentino color panna comprato per l'occasione.
-
Piccola mia, vorrei presentarmi a mio padre per quello che sono, non
per quello che vorrebbe che io fossi – le disse ragionevolmente
il ventiduenne, passandosi una mano fra i capelli.
-
Ah sì? E cosa diresti a un avvocato milionario ateo
completamente innamorato del suo lavoro e che disprezza qualsiasi
altra forma di professione? Che sei un chitarrista di una boy band,
che se dipendesse da te canteresti fino alla fine dei tuoi giorni,
che tuo padre è un pastore protestante e che ami le verdure? -
chiese lei, isterica, smettendo di toccarlo. - Kevin! Tu sei
esattamente l'incarnazione di ciò che più mio padre
odia! Voi due siete il Diavolo e l'acqua santa, esattamente non
compatibili! Vorrei che alla
fine di questa cena per lo meno mio padre ti possa di nuovo vedere
senza ammazzarti con una mitragliatrice.
Kevin
scosse la testa e le accarezzò il viso, con un sorriso stanco.
-
Non hai dormito molto 'sta notte, vero? - chiese.
-
Sì... ma che c'entra? Siamo in ritardo... Dio, lui detesta i
ritardatari! Muoviti, Kev! Perchè ho deciso di presentartelo?
- sbottò la bionda, quasi parlottando fra sé e sé,
afferrandolo per una mano e chiudendo la sua Ipsilon con
le chiavi.
Peter
aveva accettato piuttosto svogliatamente di conoscere il ragazzo
della sua figlia preferita, la sua pulcina, ma aveva ugualmente
deciso di prenotare tre posti al meraviglioso, costosissimo e
prestigiosissimo ristorante HollyWood,
ai piedi della collina da cui aveva preso il nome. Tre posti, non
quattro, perchè a detta di Peter la sua Emily doveva riposare,
e poi doveva decidere il colore dei tovaglioli per la cerimonia,
un'attività assolutamente importante e non si poteva rifiutare
di svolgerla! Quando Lexi aveva sentito quella parole era scoppiata
poco carinamente a ridere.
Mano
nella mano la coppia entrò nel locale, e la vista di Maryl
attirò gli sguardi non esattamente discreti di parecchi
camerieri.
-
Avete prenotato? - chiese uno di questi, mangiandosela con gli occhi.
Kevin
lo fissò, trattenendosi dal spaccargli la faccia in
quell'istante.
-
Sì, ci aspetta Peter Campbell – ringhiò,
lasciando la mano della sua ragazza e cingendole la vita.
Il
cameriere annuì di sbieco e li indicò un tavolo in un
angolo ben illuminato, dove Peter stava aspettando, lo sguardo posato
sul menù.
Maryl
lo ringraziò, sgusciò via dalla stretta di Kevin e gli
prese di nuovo la mano, trascinandolo dolcemente dietro di lei.
-
Ciao papà – disse con un sorriso bianco e perfetto.
L'uomo
alzò lo sguardo e sorrise alla figlia, alzandosi e baciandole
le guance.
-
Cara, ben arrivata – disse allegramente.
-
Scusa il ritardo... - aggiunse lei. - Abbiamo trovato traffico.
Peter
fece un cenno con la mano, come ad indicare che non c'era nessun
problema.
Kevin
tossicchiò, portandosi una mano alla bocca.
-
Oh, sì, papà, lui è Paul Kevin, il mio ragazzo –
lo presentò Maryl, iniziando a sudare freddo.
-
Molto lieto, signor Campbell – disse Kevin, stringendogli la
mano.
-
Mmh, sì, prego accomodatevi... Paul Kevin, saresti così
gentile da sederti qui sotto la luce? Grazie – ordinò
l'uomo.
-
Certo, signore – annuì il ventiduenne, lanciando alla
sua ragazza un'espressione di puro smarrimento, mentre lei alzava le
spalle, confusa.
Kevin
detestava essere chiamato con il suo nome completo. Per il mondo lui
era Kevin, per i suoi genitori ogni tanto Paul, e proprio quando
erano arrabbiati Paul Kevin, ma nessuno l'aveva mai chiamato così
se non per dichiarargli guerra aperta. Peter Campbell l'aveva appena
fatto.
-
Ecco il menù, pulcina – sorrise l'avvocato, porgendone
uno alla figlia.
-
Grazie papà – lo ringraziò lei, poggiandolo sul
tavolo in modo tale che anche il suo ragazzo lo potesse vedere. -
Mmh, buono, qui fanno le lasagne, Kev amore tu che prendi?
-
Non lo so, tesoro, ora vedo – le rispose lui, sorridendole
sotto lo sguardo schifato del padre di lei.
-
Bene, Paul Kevin, più tardi mi spiegherai come hai fatto a
conquistare il cuore della mia bellissima figlia, ma ora parlami un
po' di te – disse Peter, sgranocchiando un grissino.
-
Certo, signore, beh come credo le abbia già detto Maryl sono
un chitarrista in una famosa band, non credo ne abbia sentito
parlare, i Jonas Brothers – iniziò, sentendo la sua
ragazza irrigidirsi accanto a lui.
-
No, mai sentiti, cosa fate? Punk? Hard rock? - nella voce del signor
Campbell c'era una vaga vena di divertimento.
-
Beh, per la verità pop-rock...
-
E l'università? - incalzò l'uomo.
-
Mai frequentata, signore, mi basta la mia musica.
-
Kevin! - strillò Maryl, la voce un'ottava più alta del
normale.
Sia
il ragazzo che l'uomo si voltarono verso di lei.
-
Sì, piccola mia?
La
bionda lo fulminò con un'occhiataccia, ma scosse la testa e
abbassò lo sguardo, ascoltando il suo ragazzo che mandava a
monte la loro relazione.
Il
ventiduenne la guardò per qualche istante, combattuto fra il
senso di colpa e la voglia di mostrarsi all'avvocato Campbell chi era
veramente. Sapeva che Maryl non avrebbe apprezzato, ma valeva fare un
tentativo. Uno solo.
-
La musica non ti darà un lavoro per sempre, lo sai? - chiese
Peter, continuando il suo terzo grado.
-
Beh, considerando il fatto che i miei fratelli ed io guadagniamo
diversi milioni di dollari all'anno direi che quando, e se, dovessimo
smettere di suonare nell'immediato futuro potrei frequentare
l'università senza lavorare e poi iniziare un lavoro –
spiegò il chitarrista, vagamente compiaciuto.
-
E i tuoi fratelli? Quanti anni hanno?
-
Joseph venti, signore, mentre Nicholas diciassette, sono due bravi
ragazzi, sono sicuro che le piacerebbero! - proseguì Kevin,
mentre Maryl sembrava stesse contemplando il suicidio.
Un
cameriere si avvicinò a loro e li chiese se volessero
ordinare, una volta dato le loro ordinazioni se ne andò, ma
non prima di aver dato una seconda occhiata a Maryl.
-
I tuoi genitori che professione fanno? - domandò Peter,
ricominciando.
-
Mia madre era un insegnante, mentre ora è la manager mia e dei
miei fratelli, mio padre invece è un pastore protestante e
anche lui il nostro manager.
Maryl
fissò ancora una volta il suo ragazzo con un'occhiata di
traverso; perchè voleva rovinare la loro relazione? Perchè?
La
cena proseguì in questo modo, con tante domande, risposte poco
apprezzate e un silenzio carico di rabbia repressa da parte di Maryl,
che quasi non toccò cibo.
Quando
finirono di cenare uscirono dal ristorante e Maryl, che sarebbe
tornata a casa con il padre, non salutò nemmeno Kevin, che la
osservò finché non salì in macchina e non sparì
con la Lamborghini del padre
dietro a una curva.
-
Non c'è bisogno che io ti dica nulla, Maryl – disse
secco Peter, ripartendo ad un semaforo verde.
-
Lo so – rispose lei, voltando il capo e guardando fuori dal
finestrino, nascondendo una lacrima. - Lo so.
Promises
made for convenience
aren't
necessarily
what
we need
truth
is a ward
(Lie
to me, Depeche Mode)
-
Grazie per avermi chiesto di uscire, oggi – disse Lexi con un
sorriso, sedendosi a tavola sulla sedia che Joe le aveva gentilmente
scostato. - Non ce l'avrei fatta a passare delle ore con Perfidia a
decidere il colore delle tovaglie della cerimonia.
Il
ventenne sorrise, ma non rispose e si sedette a sua volta davanti a
Lexi, prendendole la mano che aveva poggiato sul tavolo.
-
Non ti pare di esagerare? Solo un pochino – aggiunse allo
sguardo della rossa.
-
Assolutamente no – disse secca. - Quella vipera è
entrate nella vita mia e delle mie sorelle senza dirci nulla, e ora
pretende pure che noi la trattiamo come se fosse la nostra vera
madre!
-
Lexi, sai che odio darti torto, ma se devo essere sincero non mi
sembra che Emily stia obbligando te, Maryl e Maggie a volerle bene o
altro, per quel poco che ho visto è una persona... carina –
osò il ventenne. Quella sera era venuto lui a prendere la sua
ragazza a casa, e malauguratamente aveva incrociato la presunta
Perfidia, come la chiamava Lexi, e mentre quest'ultima era in bagno
lui e Emily avevano avuto l'occasione di scambiare quattro
chiacchiere, almeno finché la rossa diciassettenne non era
comparsa ed era uscita senza nemmeno salutare.
-
Carina un corno! E' una strega! Mio padre e lei sono una coppia
perfetta, decisamente. Insomma, questa qui arriva a casa nostra, si
pavoneggia come se ne fosse la padrona e ci dice senza neanche
prepararci che è incinta!
Io non ho nulla contro questo bambino, sono contenta che avrò
un fratellino o una sorellina, ma so già come andrà a
finire: mio padre e lei saranno troppo impegnati per occuparsi di lui
e se ne dovrà occupare o qualche governante oppure, chissà,
ci chiederanno di occuparcene le mie sorelle ed io! No Joe, una
persona carina, come dici tu, non si comporta in questo modo -. Joe
ascoltò il suo sfogo senza fiatare e quando poi ebbe finito le
fece un altro sorriso, stringendole ancor di più la mano.
-
Non ci pensare – sussurrò. - Ora ci siamo solo noi due,
niente fratellini in arrivo e matrimoni da organizzare o simili, va
bene?
Lexi
annuì e sfogliò il menù, coprendosi gli occhi
con una mano quando qualche fotografo nascosto fece qualche scatto
con i flash.
-
Non si stancano mai, eh? - fece. - Avevano smesso di perseguitarci,
mi pare.
-
Sì, ma forse sono a corto di notizie, e la foto del bellissimo
Joe Jonas con la sua ancor più bella ragazza in copertina
vende parecchie copie di giornali scandalistici – disse lui,
cercando con lo sguardo l'appostamento dei fotografi. - Mmh, ho come
l'impressione che la settimana prossima saremo su Seventeen.
Lexi
ridacchiò sentendo il complimento del ventenne; non succedeva
spesso che lui paragonasse la propria bellezza con la sua, e non in
quel modo.
Ordinarono
entrambi una bistecca e una Coca Cola, passando la serata a parlare e
un po' ad insultarsi, come loro solito.
Non
avevano ancora finito quando molti altri scatti li obbligarono a
voltarsi.
-
Mio Dio, stiamo cenando non sposando! - sbottò Lexi, irritata.
Intorno
a loro si stavano alzando vari brusii e ancor più scatti,
tutti che si guardavano intorno eccitati.
La
rossa alzò gli occhi al cielo, giocando con la fetta di torta
al cioccolato che stava dividendo con Joe.
-
Finiamo qui e andiamo, okay? - gli chiese, quasi supplicandolo.
-
Certo – annuì lui, tirando già fuori il
portafoglio.
I
brusii continuavano e la sopportazione di Alexandra ormai era al
limite.
-
Commetterò un omicidio, 'sta sera – grugnì
irritata, poggiando la forchetta sul piatto. - Andiamo?
Joe
non fece nemmeno a tempo di annuire che una voce femminile lo congelò
sulla sedia, facendolo sbiancare.
-
Oh mio Dio... Joe! - esclamò stupita la voce.
Lexi
era paralizzata sul posto, mentre Joe si voltava pian piano.
-
S...Sasha?
Continua...
|
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Capitolo 7 *** Angel&Devil ***
Buona
sera!!
Allora,
a parte il fatto che sono stanca morta e per questo non vi ringrazio
una ad una, ho deciso di aggiornare sta sera *-*
Ma
che meraviglia! Penserete sarcasticamente voi!! Ahahaha :) Va beh,
lasciatemi perdere, sono fusa... -.-”
Scusate
se non vi ringrazio tutte, ma sono davvero stanca e mi scusò
in anticipo per il prossimo capitolo, in cui non accade niente di
niente ed è pure corto!! -.-”
Va
beh, comunque se vi interessasse mi sono appena fatta MSN, per chi
volesse aggiunermi il mio contatto è sweetness.95@hotmail.it
Capitolo
7. Angel&Devil
-
S...Sasha? - boccheggiò Joe, strabuzzando gli occhi, mente un
peso gli si formava nello stomaco.
La
ragazza sorrise e si avvicinò a lui, il corpo fasciato in un
abito rosso passione.
-
Oh mio Dio, non mi aspettavo di vederti! - esclamò, gli occhi
che le brillavano.
-
N...neanche io – ammise il ventenne, alzandosi e baciandole le
guance. - Come stai? Quando sei tornata?
-
Bene, grazie, sono molto rilassata – ammise, tranquilla. - Sono
tornata un paio di giorni fa dall'Australia, le riprese sono finite
prima del previsto. Tu, invece, come te la cavi? Ti vedo bene. I tuoi
capelli, poi!, sembri maturato, Joe, davvero.
-
Grazie. Sei cambiata anche tu – disse lui. Era vero, quando si
erano lasciati quasi un anno prima Sasha aveva i capelli corvini
lunghi sotto le orecchie, mentre ora li aveva lunghi sin sotto le
spalle, il suo fisico, prima più acerbo, era maturato, era
anche diventata più magra di prima, ma non le stava male
quella magrezza. Era diventata un bellissima giovane donna.
Lexi
si alzò, sentendo dentro di sé una sensazione che aveva
già conosciuto quasi un anno prima: la gelosia.
-
Alexandra! - disse Sasha Collins, accennando a un sorriso. -
Immaginavo di vederti qui, come stai?
-
Bene – rispose cupa la diciassettenne, avvicinandosi al suo
ragazzo. - Tu ti sei divertita con Leonardo?
La
ragazza dai capelli corvini fece un'espressione confusa, una ruga di
concentrazione le di dipinse sulla fronte, poi il suo viso si distese
in un sorriso.
-
È una persona molto divertente, se è questo che
intendevi, e un grande attore – spiegò, ma nella sua
voce non vi era la minima traccia di rabbia o di qualche sentimento
di rancore. - Invece vedo che voi due, beh, formate una bellissima
coppia...
Joe,
in quel momento, si vergognò, cosa che avveniva talmente
raramente che non riconobbe subito ciò che gli stava
accadendo.
-
Già – rispose Lexi. - Invece tu? Quanti spasimanti hai
ai piedi? - non tentò nemmeno di nascondere l'acidità
nella sua voce.
-
Per quel che ne so nessuno. Ho avuto una breve storia con un ragazzo
conosciuto in Australia, ma niente di serio, è durata poco
tempo – rispose Sasha, avvertendo il rancore che le portava
quella rossa ribelle dagli occhi verdi che sembrava volesse
fulminarla.
Joe
non sapeva che fare, si trovava in una situazione che non sapeva
minimamente gestire, e il fatto che la sua ex, una delle ragazze che
più aveva amato in vita sua fosse ricomparsa all'improvviso
durante una cena con la ragazza che era sicuro amava più di
ogni altra cosa non lo aiutava minimamente.
-
Credo di aver interrotto qualcosa – notò improvvisamente
la diciannovenne. - Vi lascio soli, ci vediamo, Joe. Lexi, è
stato un piacere.
-
Anche per me – rispose fra i denti lei.
-
No, Sasha, non preoccuparti, possiamo andare tutti insieme a fare un
giro, che dite? - propose il ventenne, sotto lo sguardo allibito di
Lexi, che se avesse potuto l'avrebbe picchiato seduta stante e quello
dispiaciuto di Sasha.
-
Grazie Danger, ma sono un po'
stanca, devo ancora riabituarmi al fuso orario, vado a casa. Passate
una buona serata, buona notte! - e con queste parole si allontanò,
seguita dall'uomo e dalla donna che erano a cena con lei. Joe
riconobbe i genitori della ragazza.
Si
voltò verso Lexi, che stava prendendo il suo giubbotto e
uscendo dal locale, un'espressione di pura rabbia dipinta sul viso.
-
Lexi! - disse, lasciando sul tavolo il conto e inseguendo la sua
ragazza, che non sembrava avere la minima voglia di voltarsi verso il
suo ragazzo. - Lexi!
-
Che vuoi Joe? - sbottò lei, girandosi e guardandolo con
rabbia.
-
Ma che diavolo hai? - domandò lui, prendendole un braccio.
-
Niente, ora lasciami andare, Joseph – soffiò lei, acida.
-
No! Prima mi dici cosa ho combinato questa volta! Ora non posso
nemmeno vedere delle mie amiche?
-
Se si tratta delle tue ex direi di sì! Ma l'hai vista? Faceva
tutta l'oca giuliva, con sorrisini e finta timidezza! - ringhiò
la rossa.
-
L'hai visto solo tu, Lexi. Non ci vediamo da un anno...
-
Perchè lei ti ha lasciato.
Joe
la ignorò e proseguì.
-
...e ci siamo solo salutati! Va bene, lei mi ha lasciato, mi ha fatto
soffrire come un cane, ma non mi sembra che questa storia abbia
portato brutte notizie per te, se non sbaglio ci siamo messi insieme!
-
Che cosa intendi dire con questo? Che non sei contento che ci siamo
messi insieme? Perchè per come lo dici sembra proprio così!
- lo accusò la diciassettenne ad alta voce.
-
Ma come ti salta in mente di anche solo pensare una cosa simile?! -
si infervorò il ventenne, lasciandola. - Lo sai che ti amo!
La
rossa abbassò il capo e annuì, mordendosi il labbro;
certo che lo sapeva.
-
Sì, scusa – disse, a bassa voce. - È che quando
l'ho vista non ci ho visto più! Con quel vestito... e poi è
diventata molto più carina di prima...
Il
ventenne fece un mezzo sorriso divertito.
-
Gelosa?
-
No! - sbottò lei. - Assolutamente no!
-
Certo, naturale – annuì poco convinto lui.
-
Lascia perdere – sbuffò la diciassettenne. - Sono
stanca, mi porti a casa per favore?
Joe
annuì senza dire niente e la portò alla macchina
mettendole una mano dietro la schiena.
Je
suis désolée
Lo
siento
Ik
ben droevig
Sono
spiacente
Perdòname
(Sorry;
Madonna)
“Ci
sono due nuovi messaggi”,
recitò con voce meccanica la segreteria telefonica del
telefono di casa. Maryl premette un tasto per ascoltarli, togliendosi
le scarpe e massaggiandosi per un istante i piedi doloranti.
“Maryl,
amore, ti prego richiamami e se sei lì rispondimi. Dobbiamo
parlare. Per favore, ci sto malissimo per questa storia... Ti amo”,
recitava il primo. La bionda lo ascoltò portandosi le mani al
viso. La cena era finita da nemmeno un'ora che già Kevin aveva
iniziato a chiamarla e a chiederle scusa.
-
Chi era? - domandò suo padre, mettendole una mano sulla
spalla, facendola sobbalzare.
-
Nessuno, solo un'amica – rispose lei, a bassa voce.
Peter
le diede un bacio sui capelli.
-
Ti passerà, vedrai pulcina, quel ragazzo non è fatto
per te – le disse. - Vado a dormire, buona notte.
-
'Notte papà – disse laconica la ragazza, vedendolo
allontanarsi. Quando fu certa che non fosse a portata di orecchio
ascoltò anche il secondo messaggio.
“Piccola
mia so che sei arrabbiata, ho fatto un terribile errore, ma non
chiudermi la porta in faccia. Appena vorrai chiamami, io sarò
sempre pronto ad aspettarti”, diceva il secondo messaggio,
sempre da parte di Kevin.
La
bionda si scostò i capelli dal viso e li cancellò
entrambi, se suo padre li avesse ascoltati non sapeva nemmeno che
cosa avrebbe fatto.
-
Maryl? - chiese Maggie, vedendo la gemella.
-
Ehi, Maggie – la salutò l'altra con un piccolo sorriso
triste, - come va?
-
Mmh, sono stata meglio, questo è sicuro. Tu? Papà e
Kevin... - lasciò cadere la frase in sospeso.
-
È andata come aveva previsto Lexi – ammise la bionda, -
e lo immaginavo pure io, prima della cena. Papà odia Kevin,
non vuole che lo veda più.
La
mora strabuzzò gli occhi e fece cenno alla sorella maggiore di
seguirla; quindici minuti dopo erano entrambe sedute su un divano in
salotto, una cioccolata calda stretta fra le mani.
-
Non penserai mica di lasciarlo, vero? - chiese la diciassettenne,
cauta.
-
No! Io lo amo! - esclamò la bionda, ansiosa. - Ma papà...
ho paura di lui, di quello che potrebbe fare se ci vedesse di nuovo
insieme.
-
Ma scusa, tanto Emily e lui si sposano fra un mese a Miami e poi
resteranno lì, tu e Kevin non potete vedervi di nascosto per
questo lasso di tempo e poi tornare alla luce del sole? Tanto, anche
se papà vi scoprisse, a quel punto, sarebbe comunque
dall'altra parte degli Stati Uniti – rifletté Maggie. -
E comunque tu sei grande a vaccinata, papà non può
decidere per te!
La
bionda bevve un sorso di cioccolata, senza rispondere, mentre nella
sua testa pensava.
-
Potrei anche fare così... - ammise. - Ma per ora con Kev non
ci voglio parlare, gli avevo detto di mentire a papà su chi
era veramente, per renderglielo per lo meno simpatico, ma non l'ha
fatto e siamo in questa situazione per colpa sua. Gli parlerò,
ma direi che per 'sta sera lo posso lasciare crogiolare nel rimorso –
fece un sorrisetto perfido.
-
Caspita Maryl non ti facevo così sadica – replicò
Maggie, leggermente divertita.
-
Chiamami pure Malefica –
sorrise la bionda. - Tu invece perchè sei a casa e non con
Nick? Il gruppo non aveva impegni, questa sera.
Maggie
scrollò le spalle, abbassando il capo, dispiaciuta. Nemmeno
lei, quasi, lo sapeva perchè il suo ragazzo non aveva più
tempo per stare con lei.
-
Mi ha detto che stava scrivendo una canzone – spiegò a
bassa voce.
-
Scusa, non potevi raggiungerlo? Secondo me gli avrebbe fatto solo
piacere – disse Maryl, accigliata.
-
Non me l'ha chiesto e non ho voluto chiederglielo, se mi avesse
voluta mi avrebbe domandato se volevo raggiungerlo – replicò
l'altra.
-
Cosa vuoi dire con questo? - si allarmò la ventunenne. - Tu e
Nick non vi sarete mica...
-
No, certo che no! - quasi strillò Maggie, poi fece un respiro
profondo e riprese. - Non ci siamo lasciati, ci mancherebbe altro,
solo che per ora siamo un po'... distanti. E' molto impegnato, in
questo periodo, e non ci vediamo spesso... Ti ho detto che ieri quasi
mi faceva saltare il primo giorno di lavoro?
La
bionda scosse la testa, dispiaciuta.
La
mora, sorseggiando di tanto in tanto la cioccolata, spiegò
quello che era successo il giorno prima, del ritardo di Nick.
-
Se non ci fosse stato Blake a guadagnare tempo avrei perso il lavoro
ancor prima di iniziare – disse amareggiata. - E non l'ho
ancora ringraziato a dovere! Dovrò farlo uno di questo
giorni...
La
ventunenne la guardò attraverso le lenti degli occhiali per un
istante.
-
E tu che pensi di questo Blake?
Maggie
arrossì, mentre iniziava a pensarci.
-
Assomiglia a Taylor Lautner in New Moon – ammise.
-
Maggie!
-
Ehi, è vero – sbottò divertita. - Comunque non lo
conosco molto, davvero! So solo che è un vecchio amico di Nick
e che è il figlio del proprietario del locale, basta.
Maryl
stava per parlare, quando entrambe udirono la voce di Lexi e quella
di Joe.
-
Joe ti ho già detto che io non sono
gelosa – disse la voce di Lexi. - Buona notte.
-
Buona notte – replicò invece la voce di Joe.
Pochi
istanti dopo Lexi apparve sulla soglia del salotto, rossa in viso e
con gli occhi che lanciavano lampi.
-
Non ditemi niente, è stata una serata nera
– ringhiò prima che una delle due sorelle potesse dire
qualcosa, togliendosi le scarpe, lanciandole in un angolo e facendo
lo stesso con la giacca.
Sia
Maryl che Maggie la guardarono inarcando un sopracciglio, mentre la
rossa lanciava imprecazioni contro ogni oggetto che si trovava
davanti al suo cammino.
-
Gelosa io? Perchè
dovrei essere gelosa, non c'è n'è motivo! Non devo
essere gelosa di un'oca giuliva, figuriamoci! - sbottò, senza
che nessuno le dicesse nulla.
-
Ehm, Lexi, tutto okay? - chiese Maryl, titubante.
-
Oh certo Maryl, una meraviglia! - replicò l'altra, lasciandosi
cadere sul divano. - Certo Sasha Collins, l'attrice, la modella, è
tornata a Los Angeles e ha già iniziato a corteggiare Joe, ma
sto benissimo, davvero!
-
Cosa?! - chiesero in coro le due sorelle, sgranando gli occhi.
-
Esattamente, ma guardate un po' che fortuna! - disse ironica.
-
Ma non era in Australia fino da aprile? - chiese Maggie, perplessa.
-
Cambio di programma – rispose acida la rossa.
-
In che senso ha iniziato a corteggiare Joe? - si informò
Maryl.
-
L'ha salutato e sicuramente fingeva di essere sorpresa e Joe preso
dal momento le ha dato addirittura due baci
sulle guance! Devo ammettere una cosa, è una brava attrice...
Odiosa! - si lamentò Lexi.
-
E?
-
E cosa, Maryl? Ha finto tutto il tempo, di sicuro! La parte in cui
più mi ha stupito è stata quella in cui, quando Joe
l'ha invitata a fare una passeggiata con noi lei ha detto che era
stanca, oh povera! - disse,
sarcastica.
Maggie
e Maryl incrociarono gli sguardi.
-
Lexi, ad essere sincera non mi sembra tanto
che Sasha abbia tentato di corteggiare Joe – ammise la mora,
procurandosi uno sguardo carico di rabbia repressa da parte della
gemella. All'improvviso la sua espressione si fece triste e abbassò
il capo, stringendo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
-
Sasha ed io siamo l'Angelo e il Diavolo – disse a bassa voce. -
E sapete cosa è peggio? In tutta questa storia l'Angelo non
sono io.
Continua...
|
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Capitolo 8 *** Don't Worry ***
Questa
volta sono sicura, è questo il
capitolo più brutto che io abbia mai scritto, quindi non
commento oltre. Non lo dico tanto per dire, è seriamente
schifoso, oltre ad essere corto e dove non succede niente
di niente,
ma sono in crisi dello “scrittore” (se potete definirmi
tale xD) e il mio cervello non ha partorito niente di meglio.
Scusate, davvero!! :(
Sarò
breve, ma ci tengo a ringraziarvi tutti. Il prossimo aggiornamento
sarà lunedì o al massimo martedì.
BENNYY:
bene, ciò vuol dire che ammazzerai Joe in questo capitolo e
nell'ehm... undicesimo? Non ricordo O.o comprensibile al momento
poiché non sono al massimo della forma... ad ogni modo grazie
dei complimenti, davvero! Un bacione!
stellalilly:
beh, tu questo l'hai già letto! :) okay, non so che
scrivere... ti dico semplicemente grazie :) Un bacione!
kimartwins18:
grazie davvero *-* Beh, la reazione di Lexi è comprensibile,
dopotutto Sasha è stata una delle ragazze più
importanti per Joe, nonostante la loro piuttosto breve relazione... è
una ragazza che non si dimentica facilmente xD Un bacione!
Melmon:
sì, Joe è masochista! Comprendilo, è stato quasi
per un anno con una ragazza come Lexi e non ha ancora capito come
comportarsi *scuote la testa sconsolata* è un caso disperato
quasi peggio di me! Un bacione!
Mon
Amour:
tesoro eccomi qui!! Scusa la brevità ma come ti ho già
detto non sto tanto bene -.-” maledetta nausea dei miei
stivali! Forever&Always
lo
aggiornerò, credo, lunedì, e scusami se sono così
lenta a scrivere!! Ma come ho scritto sopra sono in crisi dello
scrittore O.o” ti voglio tanto bene, amore, davvero tanto <3
Un bacione!
jonas_princess:
ehhhhh, tempo al tempo, anche se noto che molte di voi – te
compresa - quasi inconsciamente avete capito un bel po' di cose di
questa fic... xD spero solo non mi uccidiate alla fine! Okay, sclero
-.-” un bacione!
Valeria_Alessia_Giuliana_:
ahhaha, grazie mille!! :) Un bacio!
Sweetness:
come sto scrivendo spesso in... non dico altro, don't
worry be hippie
xD xD bene, sarò breve anche con te perchè mi stai
linciando dalla Puglia per questo capitolo quindi... ci sentiamo
appena posto <3 Un bacione! Danger_Dreamer_93:
ma figurati xD non c'è assolutamente problema!! Hai quasi
azzeccato
quel che succede, ma non sono così sadica... anche se
all'inizio il piano originale era quello O.O Ahah, ti ho mai detto
che adoro il tuo nickname?? xD un bacione!
Star711:
ecco a voi, signore e signori, colei che ha indovinato quasi
tutto
di questa fic... CHIARA!! *applausi fragorosi* Ooookay, non ci sto
con la testa, ma dettagli... ù.ù aspetta il prossimo
capitolo per Blake *me sadica* Ho visto la recensione di London.
grazie
davvero è stupenda *-* Un bacione!
_Crazy_Dona_:
ahahahha, ed ecco a voi la seconda che ha azzeccato quasi tutto di
questa fic... DONATELLA!! :) Ahahah, lo ammetto sto impazzendo... ma
questo lo sai già, no?? Uh, io ti devo ancora dare il mio
numero, così ti stresso la vita via messaggio!! Ahahha *me
cattiva* Va buono, grazie dei complimenti!! Un bacione!
Capitolo
dedicato a: Mon Amour, Sweetness, Donatella, Chiara, grazie di cuore
<3
Capitolo
8. Don't Worry
-
Devo ammetterlo, Joe, la tua chiamata mi ha davvero sorpresa –
sorrise Sasha, i capelli stretti in una crocchia dietro la testa, il
viso a forma di cuore ben truccato, sorseggiando un po' del caffè
che il ventenne le aveva offerto.
-
Beh, a me ha sorpreso il tuo ritorno – ammiccò lui con
un sorriso. - Volevo fare quattro chiacchiere con te, come amici.
-
Certo – annuì Sasha, poggiando la tazzina sul tavolino
rotondo in mezzo a lei e il cantante. - Beh... come hai passato
questi mesi? Ho saputo di quello che è successo a Nick, mi è
dispiaciuto tanto, volevo chiamarvi ma non ho mai... avuto la
possibilità.
Joe
fece un cenno con le mani, come ad indicare che non importava.
-
Non c'è problema, è andato tutto bene, è questo
che conta... Devo ammettere che quest'anno è stato uno dei
migliori della mia vita, davvero, se non fosse che... beh... tu... -
si azzittì bevendo il suo cappuccino.
-
Me ne sono andata – concluse lei, con una smorfia, abbassando
il capo.
Avrebbero
voluto dirsi tante cose, ma nessuno dei due disse niente, lasciando
che calasse un silenzio imbarazzante.
-
Lexi come sta? - chiese Sasha, all'improvviso, facendo alzare
gli occhi al ragazzo.
-
Bene – le rispose incerto, - molto bene.
La
ragazza fece un piccolo sorriso.
-
Sai, forse non dovrei dirtelo, ma ho sempre pensato che foste fatti
l'uno per l'altra; da come ne parlavi, come ripetessi il suo nome...-
sospirò – forse è stato uno dei motivi per cui
sono partita. Vi siete messi insieme quanto tempo dopo? Un mese?
Forse meno...
-
Sasha – la interruppe Joe, - non devi pensare che io ti abbia
tradita con Lexi.
-
Non lo penso – affermò lei, - affatto, sei sincero Joe,
di questo sono sicura, e non porto rancore né vero di te, né
verso Lexi, dico solo che è stato anche un bene la mia
partenza, per te – lo guardò fisso negli occhi. - È
una ragazza fortunata, se ha trovato te.
Joe
fece un mezzo sorriso, spaventato e sorpreso. Non ci capiva più
niente, la sua ex ragazza che diceva che non provava rancore verso la
sua attuale ragazza con la quale, per di più, aveva sempre
avuto un rapporto di sentimenti contrastanti?
-
Cambiamo argomento? - la supplicò lui, incapace di dire altro.
Sasha
annuì, e prese a chiede un viaggio, anche solo per un paio di
settimane, in Australia, nelle vacanze dei Jonas Brothers che si
concedevano all'anno, senza genitori, niente hotel a cinque stelle,
sono uno zaino, una tenda e la natura.
-
Ahah, Joe, tu non sopravviveresti! - ridacchiò lei,
puntandogli un dietro sul petto. - Non riesci a vivere un giorno
senza cellulare, figurati stare all'aria aperta, in un luogo privo di
campo per i telefoni e centinaia di zanzare.
-
Ehi! - si lamentò Joe. - Non è vero, sono perfettamente
capace... di vivere un giorno senza cellulare, ma questi sono
dettagli...rgli del tour mondiale, di Frankie, del progetto solista
di Nick, di come stesse e gli parlò dell'Australia, di quel
Paese stupendo di cui si era innamorata.
-
Non ci sono parole per descriverla – spiegò lei, una
luce strana negli occhi celesti, - è semplicemente unica, il
posto migliore in cui io sia mai stata. Se non fosse che tutta la mia
vita è qui a Los Angeles mi trasferirei lì, anche
subito.
Fu
facile per entrambi pensare di organizzare un viaggio in quella terra
sconosciuta, lontani da tutto e tutti.
La
diciannovenne fece ancora qualche sorriso, poi mentre entrambi si
stavano alzando, pronti per cominciare una nuova giornata di lavoro,
il telefono di Joe squillò.
Il
ventenne lo prese fra le mani e diede una breve occhiata al numero
del mittente, e rispondendo con un sorriso.
-
Ehi, amore! - esclamò allegro. - Dove sei?
-
Non ti deve interessare dove sono io, ma dove sei tu!
Genio incompreso, hai dimenticato che dovevamo vederci per colazione?
- sbuffò Lexi, senza un saluto o altro.
-
Lexi, guarda che è domani – le spiegò lui, dando
una breve occhiata all'agenda del telefono cellulare.
-
E che centra? Dove sei? - insistette lei.
Il
ventenne scosse la testa, strabiliato.
-
Fuori.
-
Ah davvero? E con chi?
-
Ti interessa?
-
Se te l'ho chiesto evidentemente sì! - sbuffò la rossa.
-
Con Sasha, amore, non ci vediamo da tanto e stiamo facendo quattro
chiacchiere... Ora devo andare, ci vediamo domani a colazione,
tesoro, ti chiamo questa sera
– chiarì Joe, per poi riappendere con uno sbadiglio. -
Andiamo? - propose a Sasha, che nel frattempo aveva aspettato in
silenzio, ricevendo subito in cambio un sorriso affermativo.
La
gelosia
più
la scacci e più l'avrai
[…]
ma che gran valore ha
la
sincerità
(La
gelosia; Adriano Celentano)
-
Ciao Maryl, sono di nuovo io – disse laconico Kevin alla
segreteria silenziosa della sua ragazza, - ti prego, è la
ventesima volta che ti chiamo in quindici minuti, rispondi, o per lo
meno richiamami appena puoi, ci sto malissimo per questa storia, non
sai quanto... Ti aspetto.
Riappese
e si passò una mano fra i capelli ricci, tamburellando
nervosamente le dita contro la sua gamba.
-
Ehi, Kev, che succede? - chiese Nick, entrando nella camera del
fratello maggiore, vedendolo seduto sul letto con le mani nei
capelli.
-
Sono un emerito cretino – sillabò lui, scuotendo la
testa. - Dimmelo, ti prego.
Il
diciassettenne inarcò un sopracciglio.
-
Se questo ti rende felice... Paul Kevin Jonas II sei un emerito
cretino! - esclamò, facendo un tono allegro, nella speranza di
far sorridere il fratello. Senza successo. - Oh, ma che ti succede?
-
Ho, più o meno litigato, con Maryl, insomma lei mi aveva detto
di fare il ragazzo responsabile con suo padre, e io cosa faccio?
Tutto il contrario! E lei non mi rivolge la parola da ieri sera, le
ho lasciato una moltitudine di messaggi! Non so che fare... -
biascicò come un ubriaco, seppellendo la testa di nuovo fra le
mani.
Nick
gli si sedette accanto e gli posò una mano sulla spalla,
rimanendo in silenzio assoluto.
-
Sai dov'è Joe? - chiese poi il ventiduenne, alzando la testa.
Nick
annuì distrattamente.
-
È tornata Sasha – spiegò, - è uscito con
lei per colazione...
-
Sasha?! - quasi urlò Kevin.
-
Sh! Comunque sì, Sasha – fece una smorfia. - Ho sentito
Lexi poco fa, per quanto ne so non l'ha presa molto bene...
-
E ci credo – sbottò l'altro. - Ma non doveva tornare ad
aprile?
-
Per quanto mi ha detto Joe hanno finito prima – spiegò,
alzandosi e stiracchiandosi la schiena.
-
Dove vai? - fece Kevin.
-
Studio di registrazione, poi pranzo con John per decidere le date di
un tour per i The Administration
e infine... dormita, sono stanco morto – disse con una mezza
smorfia.
-
Ah... e Maggie? - continuò il chitarrista.
-
Forse la vedo 'sta sera, non sono affatto sicuro, deve scegliere le
canzoni per il prossimo spettacolo al bar. L'altra volta è
stata fantastica, d'avvero, non me lo aspettavo ad essere sincero.
Sono rimasti tutti piacevolmente sorpresi, devo dire, me compreso –
fece un'espressione pacifica. - Okay, sto divagando e sono in
ritardo, a dopo Kevin, e rilassati, Maryl è solo orgogliosa,
chiamerà quando vorrà!
Con
quelle parole uscì dalla camera e si richiuse la porta alle
spalle, lasciando sulle labbra di Kevin un sorriso.
I
don't know why I tought that you could make me happy
[…]
I know you're gonna take your love and run
[…]
I know you're gonna turn around and say goodbye
I
know it
(I
want you; Madonna)
-
Era con Sasha, ti rendi conto, Maggie? Sasha! Stupida attricetta da
quattro soldi! - ringhiò Lexi, a braccetto con la sorella,
mentre uscivano insieme da scuola.
-
Sì, Lexi, lo stai ripetendo da questa mattina – annuì
stancamente la mora.
L'altra
non le badò e continuò a parlare di quell'odiosa
starletta sgallettata e di come Joe, quell'idiota, si fosse fatto
abbindolare così facilmente.
-
Non la sopporto! - ripeté per l'ennesima volta la ragazza.
-
Questo si era capito – annuì Maggie, scuotendo il capo e
dirigendosi verso la fermata dell'autobus.
Uno
squillo fece zittire Lexi per un'istante, prese in mano il suo
cellulare e gli diede una breve occhiata, il tempo per vedere di chi
era il messaggio.
Tu.
Io. Domani. Ore otto. Da G.S.T. Non si accettano
rifiuti/offese/insulti/sbuffi/grida/simili. Ci vediamo, non tardare!
Ti amo, eh!
Joe,
ovvio.
Lexi
scosse la testa, esausta. Quel ragazzo la voleva far morire.
Continua...
|
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Capitolo 9 *** Lie To Me ***
Arrieccola!
Che sarebbe arrieccolami!
XD
xD Beeeene, mi sento realizzata, ho visto Paranormal Actuvity
e non sono morta!! Miracolo!! *ringrazia il cielo*
Spero
di essermi fatta perdonare di quello schifo di scorso capitolo con
questo che stranamente mi piace! Insomma credo di averlo scritto
bene!!! :) Da questo capitolo si possono capire un bel po' di cose
sulle coppie Mick e Jexi, Kevin e Maryl non ci sono in questo, ma nel
prossimo credo di sì... -.-” ammetto di non
ricordarmelo!! O.o sì, sono un caso disperato!!!!
A
chi interessasse ho due nuove long in corso:
1.
On The Line: scritta a due mani e mezzo (sarebbero quattro ma Pia non
è daccordo xD [luuuuunga storia]) con nes95, ovvero sì,
Pia!! <3
2.
Per gli amanti di Criminal Minds (se non sapete cos'è vi tolgo
il saluto! xD) una long intitolata How Did I Forget? Che trovate nel
mio account o ovviamente nel reparto dedicato alla serie TV di
Criminal Minds.
Ringraziamenti?
No! Mi dispiace ma devo andare a ripetizioni di latino -.-” e
se non prendo il pullman il prossimo è troppo tardi e non ci
posso andare! Scusate, ma la terza declinazione chiama *fa' finta di
festeggiare*
Scusate!!
Rimedierò!!!!
9.
Lie To Me
-
Mi sembra abbastanza ovvio quello che sto facendo! - ringhiò
Lexi a Nick e Kevin, che la guardavano con un sopracciglio inarcato,
mentre lei teneva le braccia incrociate al petto, i capelli
spettinati. - Spio Joe!
Nick
scosse la testa, disperato, mentre Kevin la fissava stranito.
-
E ti pare una cosa normale? - chiese quest'ultimo.
-
Ovviamente no! - sbottò la rossa. - Ma è l'unico modo
sapere se l'Oca sta flirtando con il mio
ragazzo!
-
Chi?! - chiese il ventiduenne confuso.
-
Sasha – spiegò nervoso Nick, prendendo Lexi per le
spalle. - Lexi, sei uscita di senno, te l'hanno mai detto?
-
Ovviamente sì, pure Maggie quando ha saputo quello che stavo
per venire a fare qui, ma ciò non toglie che quello che sto
facendo non sia intelligente! Ho tutto il diritto di sapere se Miss
Sono Tornata In Anticipo e Joe “Idiota” Jonas stanno
combinando qualcosa di cui io non sono al corrente! - ringhiò
la diciassettenne. - Quindi, Nick, mi lasceresti? Vai da Maggie, che
è sola soletta a casa a deprimersi sul libro di matematica,
sciò!
Il
riccio non si mosse e la tenne salda per le spalle, mentre la schiena
della ragazza urtava un cespuglio del giardino di casa Jonas.
Si
era nascosta lì dopo scuola, dietro a un cespuglio, contro il
volere di Maggie e Maryl, osservando Sasha che faceva la casca morta
con il suo ragazzo,
Si
vedeva lontano un miglio che l'attrice provava ancora qualcosa per
Joe, Lexi l'aveva notato dalla prima volta che l'aveva rivista. Quel
luccichio negli occhi che aveva visto solo un'altra volta nella sua
vita. Nei suoi. Ogni volta che vedeva Joe.
-
Dopo – ribatté lui. - Perchè non entri per vedere
quello che stanno facendo?
-
E far saltare la mia copertura? Giammai! - esclamò la rossa,
vagamente divertita da quella situazione, seppur fosse il suo
Joe quello che stava per essere
abbindolato da un'Oca.
-
Lexi... - la rimproverò dolcemente Kevin.
Fra
lei e Kevin negli ultimi mesi era nato un legame speciale, che andava
ben oltre all'essere semplicemente amici. Avevano sempre avuto buoni
rapporti, senza mai avere
particolari discussioni, ma avevano scoperto di essere l'uno per
l'altra un qualcuno
disposto ad ascoltare e a dare consigli, senza giudizi affrettati,
niente segreti. No, non si sarebbero mai potuti piacere, complici
sicuramente il fatto che sia Maryl che Joe li avrebbero uccisi con
delle morti lenti e molto dolorose, ma anche che la sola idea li dava
ribrezzo. Sarebbe stato come baciare un fratello o una sorella.
La
rossa annuì, senza dire altro, e si avviò a capo chino
verso l'uscita dalla proprietà di casa Jonas, mentre Kevin e
Nick la osservavano scuotendo la testa. Quella ragazza era
incredibile.
Lexi
ormai conosceva la strada che divideva casa Jonas dalla sua come le
sue tasche, e la percorreva senza esitazioni, come se fosse un
fattore automatico uscire dalla proprietà dei ragazzi e girare
a sinistra, ignorando il cartello sbagliato che contrariamente
indicava di andare dritto.
Si
infilò le cuffie dell'iPod nelle orecchie e fece partire i
brani casuali: Till we ain't strangers anymore,
di James Morrison e LeeAnn.
Muovendo
le labbra seguendo il testo della canzone attraversò varie
strade e parchi, di canzone in canzone, osservando gli abitanti della
sua città.
Sì,
forse era fin troppo patriottica quella ragazza, ma non ci poteva far
nulla. Amava la sua
città, il suo casino, le canzoni al massimo volume delle feste
del sabato sera a cui lei raramente
partecipava, il traffico, il
sole, il caldo, il mare... Amava stare lì. Amava Los Angeles.
Con
uno sbadiglio attraversò un incrocio mentre nelle sue orecchie
risuonava No Women, no cry,
di Bob Marley.
Percorse
ancora qualche metro finché davanti a lei non si stagliò
la figura di una villa a due piani, il giardino curato e una ragazza
mora china su dei libri su un tavolo nel portico.
Sorridendo
tolse il catenaccio e fece scattare la serratura, di nuovo a casa
sua.
All
my dreams are built around your face
and
this place
all
the times of starting at the sun
you're
the one
(L.A.;
Amy McDonald)
-
Ci vediamo mercoledì, ciao ragazzi! - salutò con un
sorriso Maggie, sventolando una mano in direzione di Steve e Blake,
uscendo dal Country Bar.
Sorrise,
orgogliosa. Si sentiva tranquilla, aveva provato nelle ultime due ore
le canzoni che aveva scelto per lo spettacolo di due giorni dopo, la
maggior parte consigliate da Maryl, Joe e Nick.
Le
prove erano andate bene, specialmente per l'aria rilassata che si
respirava. Blake non faceva altro che fare una battuta fra una
canzone e l'altra, così alla fine avevano fatto più
risate che prove, con l'iniziale sconforto di Steve e poi la sua
partecipazione.
Tirò
fuori il suo cellulare dalla tasca e mandò un messaggio a
Nick, che sarebbe venuto a prenderla per portarla a casa, sarebbero
usciti più tardi, dopo che lei si fosse fatta una doccia.
Con
uno sbadiglio si legò i capelli in una coda e osservò
il sole che stava tramontando dietro una collina.
Il
cellulare suonò come impazzito e la ragazza rispose con un
sorriso alla vista del mittente.
-
Ehi!
-
Maggie, ciao! - disse Nick, incerto.
-
Come stai?
-
Ehm... bene, bene... tu?
-
Tutto okay – prese a giocare con una ciocca di capelli sfuggita
alla coda. - Stai arrivando?
-
Ecco è di questo che volevo parlarti... Non posso venire...
-
Cosa?! - chiese Maggie allibita. - Perchè? È successo
qualcosa? Stai bene?
-
Sì, sì, Maggie è che mi hanno trattenuto agli
studi e non abbiamo ancora finito... ho approfittato di una pausa per
chiamarti...
-
Ma Nick, e ora come faccio? Maryl è in università e non
può venire! - spiegò irritata. Cosa prendeva a quel
ragazzo in quell'ultimo periodo?
-
Mi dispiace... Mi farò perdonare, giuro! - provò il
ragazzo.
-
Nicholas a me non importa se ti fai perdonare! A me importa che sono
bloccata qui! Quando dovreste finire?
-
Fra un'ora o due...
Maggie
emise un suono a metà fra una risata e un verso senza gioia.
-
Ah, fantastico! Non potevi dirmelo prima? - ringhiò.
-
Posso mandare qualcuno.
-
Lascia perdere, buon lavoro Nick – sbuffò prima di
riappendergli il telefono in faccia. Rimise il cellulare in tasca e
si sedette sul marciapiede, nascondendo il viso fra le mani.
Non
la reggeva più quella situazione. Maryl all'università
che litigava con Kevin, il ritorno di Sasha, le crisi di gelosia di
Lexi, il suo ragazzo che non c'era mai.
-
Maggie, che ci fai ancora qui? - domandò Blake, posandole una
mano su una spalla.
La
mora alzò lo sguardo e incrociò gli occhi con quelli
neri del ragazzo.
-
Ciao Blake – grugnì lei, - Nick mi ha lasciato qui.
-
E perchè? - chiese il ragazzo, sedendosi accanto a lei.
-
Deve lavorare – spiegò con una smorfia di disappunto.
Il
ragazzo ridacchiò.
-
Che ridi? - chiese la diciassettenne.
-
Sei buffa quando ti arrabbi – spiegò con un mezzo
sorriso, - si vede che lo fai raramente.
Maggie
incrociò le braccia al petto e nascose un mezzo sorriso.
-
Lascia perdere! - disse.
-
Beh, se hai bisogno ti un passaggio ti posso portare io –
propose Blake.
La
mora alzò il capo di colpo.
-
Dici davvero?! - chiese speranzosa.
-
Certo – rise lui, annuendo, poi le porse una mano per aiutarla
ad alzarsi. - Vieni, dai!
La
ragazza accettò la mano e si alzò, lasciandola non
appena fu in piedi e si mise a seguire il diciottenne, che proseguiva
con una smorfia allegra verso il retro del locale.
-
Maggie, ti presento Abby, Abby, lei è Maggie – disse
teatralmente indicando una moto bianca Yamaha.
La
ragazza scoppiò a ridere, lanciando la testa indietro.
-
Blake, io su quella non ci salgo... l'equilibrio su due ruote
è troppo precario a mio parere – disse con disappunto.
-
Oh andiamo! Monta in sella! - e come conferma fece ruggire il motore
che aveva appena acceso.
-
Blake...
-
Preferisci aspettare qui per ore Nick? Io non aspetto! - la minacciò
il ragazzo sfoderando un sorriso incantatore.
Ecco,
sotto molti aspetti Blake era esattamente il contrario di Nick.
Mentre quest'ultimo l'avrebbe incitata con parole dolci,
assicurandole che era un mezzo di trasporto sicuro e che non sarebbe
andato veloce, Blake non prometteva nulla, andava dritto al punto.
Sotto certi aspetti non era un male una cosa simile.
Incerta
la ragazza si avvicinò alla moto e si sedette dietro al
diciottenne, che aveva un sorriso di trionfo dipinto sul viso.
-
Te la farò pagare, Blake, sappilo! - lo minacciò la
diciassettenne.
-
Credo di poter sopravvivere alle minacce di una ragazzina! - rise lui
porgendole un casco.
-
Ragazzina?! - fece Maggie indignata. - Ehi, guarda che ho solo
un anno meno di te!
-
Ah ah, zitta e muta che partiamo! - ridacchiò lui infilandosi
anch'esso un casco, prima di rivolgerle un'occhiata. - Sembri una
mosca!
Lei
non rispose ma pensò solo ad aggrapparsi alla moto per
reggersi non appena Blake mosse la moto, prima che potesse dire una
parola erano già in strada che sfrecciavano ad una velocità
notevole.
-
Non stai andando un po' troppo veloce? - chiese lei ad alta voce
avvicinando la testa all'orecchio di Blake.
-
Beh – le rispose, - secondo il codice della strada sì,
ma secondo me no! Anzi, sto andando quasi piano quindi non
lamentarti!
-
Sei dannatamente testardo, te l'hanno mai detto? - fece Maggie.
-
Tutti i giorni! Per mio padre dirmelo è una routine!
Man
mano che proseguivano Maggie si rilassò un po' e divenne meno
rigida, iniziando a guardarsi intorno per capire dove si trovavano,
mentre il cielo si faceva man mano sempre più scuro e i
lampioni in strada si accendevano.
-
Da quanto tempo hai la moto? - chiese a un certo punto a Blake.
Il
ragazzo scrollò le spalle.
-
È un regalo per i diciott'anni – spiegò, - mio
padre me l'ha regalata sei mesi fa. Il regalo più bello che mi
potesse mai fare!
Maggie
percepì un entusiasmo sincero nella sua voce.
-
E dimmi, quante ragazze ci hai portato sopra? - chiese
maliziosamente, arrossendo subito dopo per quello che aveva detto.
A
sorpresa, invece, Blake scoppiò a ridere divertito.
-
Ritieniti orgogliosa di te stessa! - rispose. - Sei la seconda, la
prima è stata la mia ex ragazza, Suzanne...
-
Grazie! - sorrise Maggie. - Ne sono fiera! Me lo segnerò sul
calendario! - commentò ironica.
-
Ah ah – la beffeggiò Blake.
Maggie
tolse una mano dalla parte del sedile a cui si era aggrappata per
scostarsi una ciocca di capelli dal viso ma una buca nella strada le
fece perdere l'equilibrio e si aggrappò con uno scatto alle
spalle del ragazzo davanti a lei, che a quel tocco si irrigidì.
-
Ehm, scusa – sussurrò Maggie, - ho perso l'equilibrio...
-
Non c'è problema – rispose lui.
La
diciassettenne tolse la mano e tornò a tenersi al sedile,
mentre le case intorno a loro si facevano sempre più
familiari.
-
Devi girare alla prossima a sinistra – spiegò, - e poi
proseguire avanti, abito al numero C/17...
Blake
annuì e diede ancora un po' di gas, sfrecciando fra le
macchine costose che stavano tornando a casa come loro.
Non
passarono nemmeno tre minuti che la moto si era fermata davanti a
casa Campbell, da dove proveniva una musica ad alto volume ed erano
accese poche luci in casa.
Maggie
scese un po' traballante sulle gambe e consegnò il casco a
Blake, scostandosi ancora i capelli dagli occhi.
-
Grazie mille, Blake – fece lei, - davvero, se non fosse stato
per te sarei ancora lì ad aspettare Nick.
-
Figurati – rispose lui, - è stato un piacere.
Lei
gli sorrise felice.
-
Ci vediamo dopodomani, allora? - chiese timidamente.
-
Ovvio – annuì lui. - Se hai ancora bisogno di un
passaggio sono disponibile, tanto quel giorno sono a fare le prove
della band qui vicino e non mi costa nulla fermarmi qui.
-
Ah, grazie mille! Non sapevo avessi una band! - commentò lei
ammirata.
Blake
scrollò le spalle.
-
Non è propriamente mia, è di un mio amico, Todd, siamo
solo in quattro: lui voce e chitarra, Samuel basso e voce, Jack piano
mentre io voce e batteria. Niente di speciale, ma è un bel
modo per passare il tempo... mi piace la musica – ammise con un
sorriso. - Ci chiamiamo, nome idiota, Soul Music. Scelto con i
bigliettini, dai la colpa al destino per questo nome!
Maggie
scoppiò a ridere e si appoggiò alla moto con una mano.
-
Ma perchè? È carino!
-
Sì, nei tuoi sogni! - fece lui con una smorfia di
disapprovazione. - E comunque non diventeremo mai come, ad esempio,
Nick, Joe e Kevin, abbiamo altri progetti.
-
Posso chiederti quali sono? - chiese Maggie, arrotolando una ciocca
di capelli intorno a un dito.
-
Beh, Abby ed io andremo lontano – iniziò Blake battendo
affettuosamente sulla sua moto. - Vorrei diventare pilota, sai com'è,
mi piace la velocità.
Maggie
lo ascoltò assorta.
-
Samuel e gli altri... la musica è qualcosa che li piace ma non
vivranno mai solo di quella. Hanno altri progetti... che ad essere
sinceri nemmeno loro sanno – spiegò ridendo.
Nessuno
dei due seppe quanto tempo passarono a parlare davanti a casa di lei,
pochi minuti così come due ore, seppero solo che smisero di
parlare solo quando il telefono di Blake suonò: suo padre lo
stava aspettando.
-
Ci vediamo presto, Mags – le sorrise Blake, accese la moto e
prima di allontanarsi le baciò una guancia, sparendo poi lungo
la strada poco stranamente affollata.
La
diciassettenne si passò una mano sulla guancia, poi scuotendo
il capo tornò a casa, senza però riuscire a nascondere
un piccolo sorriso che le increspava le labbra.
I
want your love
You
know that I want you
and
you know that I need you
(Bed
Romance; Lady Gaga)
Joe
incrociò le dita con quelle della sua ragazza, sorridendole
dolcemente mentre Lexi lo guardava rigidamente.
-
Ci voleva una serata solo per noi due – ammise il ragazzo. -
Sei bellissima.
Lexi
annuì appena e scostò il capo, guardando la propria
mano intrecciata con la sua sopra la tovaglia del ristorante.
Il
ventenne le tirò su il mento con l'altra mano e la guardò
negli occhi.
-
Qualcosa non va, tesoro? - chiese lui.
Lexi
scosse la testa.
-
Ordiniamo? - disse senza rispondere togliendo la mano dal tavolo e
prendendo a sfogliare il menù. - Ho voglia di carne, oggi.
Joe
annuì appena e la imitò, lanciandole un'occhiata ogni
tanto.
Rimasero
in silenzio per qualche minuto, mentre un gruppo di ragazze sui
quattordici anni li fissavano sbalordite e bisbigliavano eccitate.
Il
cantante chiuse il menù di scatto e lo poggiò sul
tavolo, con uno sbuffo.
-
Non capisco cos'hai, me lo vuoi dire, Lexi? - chiese il ragazzo
nervosamente. - Lo sai che con me puoi parlare di tutto, no? Abbiamo
sempre fatto così!
La
rossa lo fulminò.
-
Non ho niente – ringhiò. - Solo fame.
-
Non è vero.
-
Lo saprò meglio io, no?
-
Lexi.
-
Joe? - chiese una delle ragazzine in gruppo della tavolata lì
vicino, una lunga treccia scura lunga fino alla vita. - Scusate se vi
interrompo.
Joe
scosse il capo e dipinse un sorriso sul volto.
-
Non c'è problema. Vuoi qualcosa? - le domandò
incantatore.
La
ragazzina arrossì felice.
-
Un autografo... per favore – chiese imbarazzata porgendogli un
quadernetto bianco e una penna.
-
Benissimo – sorrise Joe. - Come ti chiami?
-
Annie Kelthon – rispose a bassa voce la ragazzina e una volta
che Joe gli firmò l'autografo e le diede un veloce bacio su
una guancia si allontanò fra le risate emozionate delle
amiche.
-
Scusa – mormorò il ragazzo.
Lexi
scosse il capo.
-
Le fan non mi danno fastidio, lo sai – disse seria, accennando
a un sorriso di comprensione ad Annie che li guardava ancora tenendo
stretto al petto il quadernetto.
-
Cosa ti dà fastidio, allora? - domandò Joe esausto.
-
Lo sai – ringhiò la rossa.
Il
ventenne la fissò qualche istante sbattendo le palpebre, poi
scosse il capo stremato.
-
Ancora Sasha? - fece con uno sbuffo. - Lexi...
-
No, niente Lexi, ascoltami, vi ho visti oggi a casa tua –
sbottò la diciassettenne.
-
Ti dà fastidio che riveda una mia amica?
-
Lei non è una tua amica, è la tua ex ragazza,
Joseph – continuò imperterrita. - Perchè devi
sempre vederla? Avete passato quasi tutta la giornata assieme, oggi a
pranzo e pure questo pomeriggio!
-
Mi hai spiato?
-
E se anche fosse?
-
Sei incredibile! - esclamò Joe, proprio mentre il suo
cellulare prendeva a squillare. Il ventenne lo prese dalla tasca dei
pantaloni e guardò il mittente per un secondo.
-
Non rispondi? - fece Lexi rabbiosa.
-
No – rispose Joe rifiutando la chiamata. - Vado in bagno –
la informò appoggiando il telefono sul tavolo e dirigendosi
verso i servizi degli uomini.
La
rossa incrociò le braccia al petto, seguendolo con lo sguardo
finché non varcò la porta della toilette, poi lo spostò
sul cellulare.
Era
sbagliato. Terribilmente sbagliato, non l'aveva mai fatto e non aveva
mai avuto intenzione di farlo, fino a quel momento. Ognuno aveva il
diritto di avere la propria privacy...
Guardò
l'iPhone sul tavolo.
...al
diavolo la privacy!
Prese
il cellulare e sfogliò le chiamate perse. Sasha Collins.
Con
un sospiro di rabbia la ragazza appoggiò di nuovo il telefono
sul tavolo quasi lanciandolo e riprese il suo giubbotto, proprio
mentre Joe ritornava.
-
Che stai facendo? - chiese. - Dove vai?
-
A casa – rispose lei.
-
Ma perchè?
-
Era Sasha! - sbottò la rossa puntandogli un dito addosso
attirando così l'attenzione di parecchie persone lì
presenti.
-
Cosa?!
-
Al telefono – disse lei a bassa voce. - Non voglio fare
scenate, me ne vado a casa e tu non mi devi seguire, hai capito?
-
Hai guardato il mio telefono?! Ma come hai...
-
Allo stesso modo in cui tu hai potuto nascondermi quello che sta
accadendo fra Sasha e te – sbottò lei.
-
Sasha ed io non stiamo insieme, noi ti sto tradendo! - esclamò
Joe mantenendo appena la voce bassa.
-
Non ancora – ribatté lei prima di uscire dal locale.
Continua...
Consigli:
Eccomi
di nuovo a consigliare due splendide storie!! Ve le consiglio
davvero!!!
A
Never Ending Dream, di
_Crazy_Dona_
I'll
Be There For You, di nes95
Semplicemente
stupende!! <3
|
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Capitolo 10 *** Live To Party ***
Buon
pomeriggio!!
Okay,
scusate ma sono di fretta perchè, ebbene sì, domani
compio 15 anni (la metà di 30 >.<) e ho la mia festa
alle 15 e devo fare ancora... beh... TUTTO! Spero di essere scusata!!
Mi
odierete nel prossimo capitolo o quello dopo?? Chissà...
Vado
e scusate per tutto!!!
Un
bacione,
Maggie
p.s.
Mi sono presa una piccola licenza: Il David Letterman Show al posto
che essere ambientato a New York sarà girato a Los Angeles...
Capitolo
10. Live to Party
Era
passata esattamente una settimana da quando Sasha aveva fatto di
nuovo la sua comparsa nella vita di Joe Jonas e Maryl e Kevin non si
parlavano e la situazione, se possibile, era decisamente peggiorata.
Mentre
da una parte c'erano Sasha a Joe che stavano riprendendo a risentirsi
regolarmente sotto lo sguardo allibito, arrabbiato e deluso di Lexi,
dall'altra Maryl si divertiva a far crogiolare a fuoco lento il suo
ragazzo nel rimorso. Di buono, per lo meno, c'era che aveva ripreso a
parlargli, se stare per trenta secondi al telefono in cui lei diceva
solo monosillabi e parole d'assenso si può considerare tale.
Nick
a Maggie erano gli unici normali in
quella storia di intrecci e parole negate, anche se il tempo che
passavano insieme si era decisamente dimezzato e Maggie non l'aveva
presa bene, anche se aveva deciso di perdonarlo per il fatto che
pochi giorni prima non era venuta a prenderla al lavoro come
promesso. Nicholas aveva iniziato la sua carriera anche come cantante
solista, oltre ai Jonas Brothers, con Nick Jonas and the
Administration sotto lo sguardo
orgoglioso di amici e parenti, compresa Maggie, ma se da una parte
era felice per lui dall'altra lo vedeva sempre più
allontanarsi, non perchè non le rivolgesse più la
parola, ma semplicemente perchè il tempo di stare insieme si
era dimezzato.
Quella
sera Nick era al David Letterman Show
insieme alla sua nuova band per mostrare il suo nuovo singolo
chiamato Rose Garden e
Maggie era intenzionata a fargli una sorpresa.
Prese
il suo cellulare e scrisse velocemente sui tasti.
Quando
esci non tornare con la limousine, gira a destra. Buona Fortuna per
lo show! <3
E
lo inviò, spegnendo il motore della sua Mini.
Suo
padre quel pomeriggio, appena tornata da scuola, l'aveva portata
fuori a pranzo e poi a fare l'esame per prendere la patente, sotto lo
sguardo allibito della figlia diciassettenne. Suo padre le aveva
detto che sempre grazie a qualche amico fra le qualche migliaia che
aveva gli aveva permesso di far fare alla figlia l'esame di guida in
anticipo rispetto al tempo che in teoria avrebbe dovuto aspettare.
Così,
esattamente da un'ora e venti minuti, Maggie Campbell possedeva una
macchina e la patente per guidarla, motivo per cui aveva
deciso di andare a prendere lei Nick.
Nell'attesa
infilò un CD nel lettore e lo ascoltò, poggiando la
testa e la schiena sul sedile e chiudendo gli occhi.
Il
CD era di Nick, una versione integrale del suo nuovo progetto solista
che sarebbe dovuto uscire a febbraio ma che lui le aveva fatto avere
in anteprima, intitolato Who I Am.
Rispetto
alle canzoni dei Jonas Brothers era un genere completamente diverso,
con più acuti e ritmi decisamente più tranquilli.
Una
delle sue canzoni preferite, forse, era Rose Garden che le
ricordava un po' il viaggio a Londra con Nick, la sorpresa della
prima notte e quando la canzone iniziò sorrise e prese a
canticchiarla a sottovoce.
Uno
squillo del cellulare la riscosse dai suoi pensieri: era Nick.
Perchè?
Cos'hai in mente? Che hai combinato? Non farvi preoccupare ti prego
che ho la tentazione di vedere cosa stai facendo quando mancano
cinquanta secondi al turno dei ragazzi e il mio...
La
mora ridacchiò divertita.
Sorpresa
:)
Non
si aspettava una risposta, di sicuro Nick stava per iniziare a
cantare e non aveva più il tempo per leggere il messaggio né
tanto meno risponderle, quindi riprese ad ascoltare la canzone con un
lieve sorriso sulle labbra, chiudendo gli occhi...
...Delle
dita che picchettavano contro il vetro la svegliarono a malavoglia;
si passò una mano sul viso stancamente e guardò chi
l'aveva svegliata. Wow, era addirittura riuscita ad addormentarsi,
doveva essere proprio stanca.
Nick
picchettava con le dita contro il vetro del finestrino del posto
accanto a quello dell'autista, metà sorridente e metà
perplesso.
Maggie
gli sorrise e gli aprì la portiera, facendogli cenno di
entrare.
-
Ehi, amore, com'è andata? - gli chiese dopo averlo baciato
dolcemente.
-
Bene, David è sempre il solito, ma è andato bene –
ammise sollevato Nick. - Tu puoi spiegarmi perchè sei qui con
questa auto?
-
È la mia nuova auto! - spiegò tranquillamente lei,
sorridente. Non gli aveva detto del regalo del padre, era
intenzionata a farglielo vedere una volta presa la patente, come quel
giorno.
-
E quando l'hai comprata? - chiese sospettoso, inarcando un
sopracciglio.
Lei
scrollò le spalle.
-
Regalo di papà – disse, - ho preso oggi la patente, ti
porto a casa io, se vuoi!
Nick
la guardò di traverso e scosse la testa.
-
Guido io.
-
Perchè? - si lamentò lei. - Non ti fidi?
-
Non mi fido degli altri, amore, hai idea di quanti incidenti
avvengono ogni giorno qui in California? Metti caso che un ubriaco ci
viene addosso, potresti farti male anche se non è colpa tua! -
spiegò Nick, tenendo il tono di voce basso.
Maggie
lo guardò scettica, inarcando un sopracciglio.
-
Forza, andiamo – disse senza spostarsi e accendendo il motore.
Ansioso
Nick salì e mi tenne d'occhio per tutto il tragitto,
alternando lo sguardo fra la strada e me.
-
Mi farai venire un infarto – asserì mentre parcheggiavo.
Sorrise
divertita.
-
Nicholas, rilassati – gli disse posando una mano sulla sua
gamba e avvicinando il viso a lui.
Lui
annuì e le mise le braccia al collo, accarezzandole la schiena
mentre un brivido di piacere percorreva entrambi.
Le
loro bocche si sfiorarono in un timido bacio, le labbra di Maggie
fremevano, non avevano sentito quel contatto da giorni, ormai.
Il
cellulare di Nick prese a squillare, facendoli mugugnare entrambi.
-
Non siamo mai stati fortunati con i cellulari noi due – asserì
Maggie, mentre il rossore che le si era dipinto in viso iniziava a
scomparire.
Nick
annuì ed estrasse il cellulare a malavoglia e guardava il
mittente.
-
È Joe – disse, chiudendo la chiamata senza nemmeno
rispondere.
-
Non rispondi? - domandò lei.
-
No, ora entro – spiegò, poi voltò la testa verso
di lei. - Vado, 'sta sera vieni, no?
-
Certo – annuì lei vagamente dispiaciuta. - Alle otto,
vero?
-
Sì – annuì Nick aprendo la portiera, fece per
uscire ma si voltò e le diede un ultimo bacio, passionale. - A
'sta sera...
-
Ciao – disse Maggie annuendo, lo osservò chiudere la
portiera e dirigersi verso casa e quando entrò accese di nuovo
la macchina e partì, con un sospiro.
Ganna
live to party
gatta
bust your love
everyones
in the groove.
Tell
the dj to play my song
are
you ready to rock n' roll?
(Live
to party; Jonas Brothers)
-
Ah ah! Non hai scampo! - ridacchiò Joe, tenendo in mano delle
carte da gioco. - Perderai, stanne certa!
Sasha
ridacchiò, inarcando un sopracciglio.
-
Joe, io non perdo mai – sorrise, tenendo anche lei delle carte
fra le mani ben curate. - Non l'hai ancora imparato dopo tutto il
tempo che siamo stati insieme?
-
Evidentemente – disse il ventenne, guardandola negli occhi. -
Bene, rilancio di sei biscotti e pesco una carta.
-
Come vuoi, tanto non hai scampo – ribatté la
diciannovenne, passandosi una mano fra i capelli scuri.
Denise
entrò in salotto, sorridendo alla vista del figlio e della sua
amica.
-
Sasha cara, vuoi qualcosa da bere? - domandò, interrompendo il
gioco per qualche istante.
-
No, grazie signora, sono a posto così – scosse la testa
sempre sorridente.
La
donna annuì e raggiunse il marito in salotto, intento a vedere
una partita di baseball insieme a Frankie e un Kevin mogio.
Sasha
era una ragazza di cui aveva sempre lodato i modi gentili, il sorriso
dolce e le buone maniere, tutto il contrario di Lexi, quasi, ma
doveva ammettere che il fatto che il figlio mezzano giocasse a poker
con la sua ex ragazza mentre la sua attuale ragazza non c'era un po'
la inquietava. Forse aveva capito quello che molti altri si
rifiutavano di vedere.
Sentì
una serratura nella porta girare e Nick fare il suo ingresso in casa,
con aria stanca.
-
Amore! - lo salutò, avvicinandosi a lui apprensiva e dandogli
un bacio sulle guance. - Come stai? Com'è andato il programma?
Il
diciassettenne semplicemente la guardò negli occhi e annuì.
-
Maggie mi ucciderà – disse scuotendo il capo lentamente.
-
Cosa? - chiese Denise perplessa.
-
La patente, ci mancava che prendesse la patente, ora come faccio ad
assicurarmi che stia bene ventiquattr'ore su ventiquattro? - chiese
parlando quasi fra sé e dirigendosi verso la cucina
parlottando.
Denise
scosse la testa, piacevolmente sorpresa che il suo bambino fosse così
protettivo e dolce nei confronti della sua ragazza.
-
Ah! Ti ho battuta, Jonas! Full! Pagare prego! - rise Sasha, nel
mentre Nick entrava ancora scosso e Joe abbassava il capo sconfitto.
-
Hai barato, Collins, non vale! - ribatté piccato,
incrociando le braccia al petto.
-
Eh no, mi dispiace caro, mi devi cinque biscotti al cioccolato e tre
con le gocce fondenti! - rise lei, tenendosi lo stomaco dalle risa.
-
Ma tu non dovresti non mangiare dolci? - domandò con voce
odiosa il diciannovenne.
Sasha
gli fece una smorfia.
-
È da un anno che sono a dieta per entrare in quei cavolo di
corsetti strettissimi, ora posso anche avere il piacere di ingrassare
un po'! - disse. - Sono alta un metro e settantacinque e peso
quarantotto chili, arrivare ai cinquanta non mi farà male.
Joe
annuì, offeso e le porse i biscotti.
-
Questa me la paghi.
-
Non ho paura, Joe – rispose lei di rimando facendogli una
linguaccia, alzandosi e dando un'occhiata all'orologio. - È
meglio che vada se voglio arrivare alla festa in tempo...
-
Festa? Che festa? Con chi? Dove? Quando? Dove? Ma soprattutto, perché
non sono stato invitato? - domandò a raffica il moro alzandosi
di scatto.
Sasha
scosse la testa, divertita.
-
È una festa di Dakota Fanning... - accennò, - ha
partecipato anche lei alle riprese del film, quest'anno, e ha
organizzato questa festa per festeggiare... - il suo viso si illuminò
– volete venire anche voi? È una festa libera, posso
invitare chi voglio!
Joe
incrociò gli occhi con Nick, intento a bere un sorso di Diet
Coke e scrollarono le spalle contemporaneamente.
-
Okay, a me va bene – annuì il ventenne. - Nick?
-
Io ho un appuntamento con Maggie – disse il diciassettenne con
un mezzo sorriso.
-
Può venire anche lei! - propose Sasha. - E ovviamente anche
Lexi e Maryl, se vorranno, oltre Kevin, si intende.
-
Sento Maggie e poi vi dico – si affrettò a dire
Nicholas, prendendo il suo iPhone e componendo il numero che
conosceva a memoria.
-
Io invece chiedo a Kev – lo seguì Joe. - Aspetta un
attimo, Sasha.
La
ragazza annuì, portandosi le mani al grembo e mordendosi un
labbro, mentre una ciocca di capelli le copriva un occhio.
Kevin
era seduto su una poltrona e seguiva annoiato la partita di baseball
che stava guardando con i genitori e Frankie.
-
Mammina, papino, lo sapevate che io vi voglio bene, vero? - chiese
sbattendo gli occhioni e facendo una faccia da angioletto caduto dal
cielo.
-
Mmh, sì Joseph, cosa vuoi? - chiese Paul Senior, guardandolo.
-
Ma niente! Cosa te lo fa pensare? - chiese sbattendo le ciglia, poi
vide lo sguardo della madre. - Oggi c'è una festa, noi ci
andiamo, va bene, vero? Bene, Kevin, preparati anche tu!
-
Aspetta un attimo, giovanotto – lo richiamò il padre. -
Di chi sarebbe 'sta festa?
-
Dakota Fanning...
-
Conoscete Dakota? - domandò confuso Paul Senior.
-
No, ma Sasha sì e dato che è una festa libera ha
invitato anche noi! Avanti, Kevin, sbrigati!
Il
ventiduenne scosse la testa.
-
Non ho voglia di festeggiare – chiarì.
-
Suvvia! - lo incitò il mezzano. - Sembri morto da una
settimana a questa parte!
-
Joe, un attimo, vengono anche Lexi, Maggie e Maryl? - indagò
Denise all'improvviso, presa da un dubbio.
-
Boh, è Nick che le sta sentendo...
In
quel momento il diciassettenne fece il suo ingresso tenendo ancora in
mano il suo cellulare e seguito da Sasha.
-
Maggie ha detto che va bene... Kevin, viene pure Maryl.
Preso
da un impeto di gioia il ragazzo si alzò dal divano e corse al
piano superiore prima che chiunque gli potesse dire qualcosa.
-
Immagino che questo significhi che viene – chiarì il
mezzano. - Vado a prepararmi anche io. Sasha, dov'è questa
festa?
La
ragazza prese la sua borse a cercò con una mano all'interno
qualcosa ai ragazzi lì presenti sconosciuto, poco dopo lei
diede a Joe un foglio bianco con una scritta elegante in nero.
-
È l'indirizzo – spiegò con un sorriso. - La festa
inizia alle otto, ci vediamo dopo.
Con
un saluto ai coniugi Jonas e un bacio sulla testa a Frankie uscì
di casa, sorridendo dolcemente a Joe.
Il
ventenne contraccambiò il sorriso e chiuse la porta a chiave
una volta che vista Sasha salire sulla sua macchina e salutarlo
ancora con una mano.
Joe
si passò una mano fra i capelli, confuso, mentre strani
pensieri gli tormentavano il cervello. La cosa peggiore che riuscì
a pensare fu che Sasha, forse, a volte era meglio di Lexi.
Continua...
|
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Capitolo 11 *** Can't Have You ***
Non
dico niente a parte questo: so già che mi odierete :(
Ringraziamenti:
Mon
Amour: grazie mille per gli auguri, tesoro :) Ti
pregotipregotiprego vero che non mi ucciderai a fine capitolo?? Ti
supplico!! Ti adoro! Un bacione!
stellalilly:
tremo. Se odiavi Sasha nello scorso capitolo... in questo mi vieni a
cercare munita di motosega! *si nasconde in un bunker*
BENNYY:
lo stesso vale per te... Pleeeese non mi ammazzare!!
Tipregotipregotipreeego!!! ;) Beh, per lo meno per Maryl e Kevin non
mi ucciderai, vero?? Un bacione!
_Crazy_Dona_:
*si nasconde* Tesoro, comunque tu sai come va a finire questa fic
quindi non devo rischiare nel tuo tentato omicidio nei miei
confronti, veero? Ahah, noi dobbiamo organizzarci per la nostra fic
altrimenti non postiamo più!! Un bacione!
kimartwins18:
grazie mille per gli auguri!!! *scrive il suo testamento* sono priva
di fantasia per i ringraziamenti quindi spero mi perdonerai!! Un
bacione! Melmon: *si nasconde nel bunker, in una
cassaforte, sotto a un tavolo* grazie per la lunga recensione!! *__*
Please, don't kill me!! Un bacione!
jeeeee:
amor, eheh, aspettiamo la fine di questo capitolo prima di fare
previsioni azzardate! XD Un bacione!
jonas_princess:
ahaha, grazie mille per gli auguri *__* Come ho detto a jeeeee
vediamo cosa mi dirai (se mi dirai qualcosa xD) dopo questo capitolo!
Un bacione!
MeneguzzinaJonassina:
ehi, ma figurati!! La scuola viene prima di tutto (ahimè =.=)
Hai perfettamente ragione, ecco cosa accade a non ascoltare le
ragazze!!! xD Non mi ucciderai, veero? Un bacione!
annina94:
ahahaha, sorry! Ma dai, Joe è scemo, capiscilo, è ovvio
che lui preferisca Lexi, nel profondo... O___o Eheh, *nasconde Joe
con lei nel bunker* Così non uccidi anche lui!! Un bacione!
Star711:
oddio, allora facciamo così... Ti mando un messaggio appena
posso e ci mettiamo daccordo su ora e data per beccarci su MSN e ti
spiego la storia di queste benedette immagini... Ma perchè??
Taylor Lautner è un bellissimo ragazzo!! *sbaw* Un bacione!
Sweetness:
ahaha, mogliettina!! Il divorzio lo chiedo dopo la fine di On The
Line, ma sappi che lo faccio solo per i bambini *nasconde nel bunker
anche Leo e Maliah* piccoli miei!!! :) Ahah, tanto sai come va a
finire la fic quindi... non ti temo (sbaglio? O__o) Un bacione!
Capitolo
11. Can't Have You
Jexi:
la fine?
È
risaputo che da circa un anno il famoso vocalist della teen band del
momento Jonas Brothers, Joe Jonas (20) frequenti una ragazza che non
appartiene al mondo dello spettacolo, Alexandra Campbell (17) e sino
a questo momento la coppia non ha avuto grandi scossoni che potessero
dar segno di volersi lasciare, ma tutto questo sembra essere cambiato
negli ultimi tempi.
Abbiamo
pubblicato la settimana scorsa le foto di una cena fra Joe e
Alexandra e successivamente l'incontro con la ex del cantante, Sasha
Collins, (19) tornata dopo un anno di assenza dal girare il suo nuovo
film, “Only you and the Australia”, nel ruolo di
protagonista.
A
giudicare dalla reazione avuta da Alexandra dopo questo incontro il
ritorno di Sasha non è stato bene accettato e da allora la
coppia non si è più vista in compagnia dell'attrice.
Attenzione, la coppia, ma Joe in questi ultimi giorni è stato
visto spesso uscire in compagnia di Sasha, senza la sua attuale
ragazza e ogni tanto solo con Alexandra, e grazie alle immagini che
abbiamo fotografato i due non sembravano in vena di compagnia della
dolce metà; al contrario delle uscite svolte fra il cantante e
Sasha, nelle quali entrambi sembravano molto affiatati e felici.
Dopo
un anno è forse questa la fine dei Jexi? Sono tornati i giorni
dei Jasha?
Alexandra
Campbell chinò il capo, passandosi una mano sugli occhi lucidi
mentre sentiva un baratro formarsi nel suo petto, pieno di dolore e
delusione.
Se
n'erano accorti anche i paparazzi che la situazione fra lei e Joe era
così critica?
Passò
una mano sulle immagini di Joe e Sasha: erano felici.
Lui rideva e a pochi centimetri accanto a lui, troppo pochi, Sasha
sorrideva, bellissima come sempre.
Deglutendo
il groppo che le era salito sino alla gola spostò lo sguardo
sull'immagine che ritraeva lei e Joe. Lei teneva le braccia al petto,
un'espressione dura e seria dipinta sul volto mentre Joe, senza
nemmeno l'ombra di un sorriso, guardava una vetrina.
Sentiva
tutte le sue sicurezze svanire come fumo: per un anno aveva avuto la
certezza di essere l'unica per Joseph Adam Jonas, l'unica ragazza
nella sua vita fino ad arrivare a credere che veramente lui
aveva scelto lei.
In
solo una settimana quella certezza era svanita nel nulla.
-
Sei pronta? - le chiese Maryl, bussando sulla porta aperta della sua
stanza e vedendola china sulla sua scrivania, su una rivista.
-
Sì – annuì la rossa, alzandosi e mostrando alla
sorella maggiore come le stava il vestito che lei le aveva
affibbiato: viola, con una scollatura a via sul petto, lungo sino
alle ginocchia.
La
bionda sorrise compiaciuta.
-
Ho fatto bene a comprartelo, ti sta molto bene – annuì
con un sorriso che le partiva da un orecchio sino all'altro. - Ma che
hai?
La
diciassettenne scosse il capo, prese la rivista e gliela porse.
Maryl
la guardò confusa, in particolar modo il titolo, poi i suoi
occhi, mano a mano che leggeva, strabuzzavano sempre di più.
-
Lexi... - le disse a bassa voce, - oddio, non immaginavo. Ma non
crederai mica a questa cavolate? Sono tutte bugie, tutte!
La
rossa scosse il capo, facendo una smorfia.
-
Al contrario, hanno ragione, per una volta – disse a bassa
voce. - Joe ed io non andiamo affatto daccordo da quando è
tornata Sasha – sputò l'ultima parola. - E poi il
nome Jasha fa schifo!
La
ventunenne scosse il capo, ignorando il suo vano tentativo di far
capire che non le importava.
-
Lexi, ti prego non fare cavolate – la supplicò, - Joe ti
ama, ti ha sempre amata e sempre ti amerà, ti supplico non
fare qualcosa che potrebbe far male ad entrambi.
-
Non so che cosa ti passi per la testa – la accusò la
rossa, mettendosi un fermaglio fra i capelli. - Possiamo andare.
Maryl
annuì ed uscirono insieme dalla stanza, poi insieme a Maggie
che le stava aspettando in salotto uscirono, salutate da Peter e
Emily.
Fuck
you
fuck
you very very much
'cause
we hate what you do and we hate your whole crew
(Fuck
you; Lily Allen)
-
Wow, davvero niente male! - si congratulò Joe osservando il
loft in cui si stava svolgendo la festa fra una moltitudine di
invitati.
Sasha
sorrise nel suo abito di seta verde e gli sfiorò un braccio
quasi involontariamente, spinta da un ragazzo che l'aveva urtata
accidentalmente.
Mentre
entrambi si guardavano negli occhi contemporaneamente Kevin sbuffava.
-
E le ragazze? Quando arrivano? - domandò spazientito.
Nick
gli mise una mano su una spalla in segno di conforto.
-
Calmati – lo rassicurò, - staranno arrivando.
-
Speriamo – sbuffò, spostando il suo sguardo su Sasha e
Joe che ancora si guardavano persi nell'altro.
No,
l'aveva detto a Joe, non gli piaceva che lui e Sasha avessero ripreso
a vedersi così assiduamente, specialmente considerando che
quando lo facevano Lexi non era presente. Lei era come una sorella
minore, avevano migliorato tantissimo il loro rapporto negli ultimi
tre mesi, specialmente perchè quando Maryl e lui litigavano i
tre quarti delle volte era stata lei a farli rappacificare e sapeva
grazie a Maggie, purtroppo troppo sola anche lei nell'ultimo periodo,
che non aveva preso affatto bene quella situazione.
Lo
ammetteva, aveva paura di come avrebbe reagito Lexi vedendo per
l'ennesima volta Joe e Sasha insieme, soprattutto se si guardavano in
quel modo, sembravano innamorati.
Kevin
non dubitava che Sasha fosse ancora innamorata di Joe dai tempi della
loro rottura, sospettava che si sentisse in colpa per averlo
lasciato, specialmente perchè ora lui era impegnato con
un'altra fantastica ragazza.
Sasha
gli piaceva, da sempre, era una ragazza dai modi raffinati, gentile,
divertente, ma fra lei e Lexi sapeva perfettamente chi preferiva, e
non era lei. Forse era perchè Lexi aveva fatto maturare Joe
nell'anno che avevano passato insieme, era sempre un bambino, ma per
lo meno adesso pensava un po' di più prima di agire, un
risultato ammirevole considerata la sua testardaggine.
Ancora
perso nei suoi pensieri vide tre figure che lo allietarono
particolarmente, soprattutto quella bionda e più alta al
centro.
-
Joe, ma quella non è Lexi? - chiese tentando di far tornare
fra il mondo dei vivi il fratello, che ancora fissava Sasha.
-
Ehm, cosa? - chiese.
-
Lexi, è laggiù – disse indicandola con un cenno
del capo. Sperò con tutto se stesso che la ragazza non avesse
visto lo sguardo di fuoco fra suo fratello e l'attrice. Ma quando
vide lo sguardo di delusione e... sconfitta?, sul suo volto dovette
ricredersi.
-
Ah – disse semplicemente il ventenne, salutandola appena con la
mano.
-
Ah?! - ripeté Nicholas allucinato. - Non la vai a
salutare come si deve? Santo Dio è sempre la tua ragazza!
Joe
fece un sospiro e dopo aver detto a Sasha che sarebbe tornato subito
si avviò verso Lexi, con un sorriso. D'altronde nonostante
avessero litigato il giorno prima per il solito motivo, con cui
ovviamente Joe aveva appena finito di parlare, era felice di vederla.
Lexi
non appena vide che il suo ragazzo le si avvicinava si fermò,
sussurrò qualcosa in un orecchio di Maggie e fece dietro
front, sparendo nella folla che affollava il loft.
-
Ma che...? - chiese lui a Maggie. Lei scosse il capo e proseguì
verso Nick che la stava raggiungendo.
Joe
cercò fra la folla i suoi capelli rossi che di solito davano
nell'occhio senza successo e un pensiero gli attraversò la
mente: si stava forse nascondendo da lui?
Come
on and lie to me
tell
me you love me
say
I'm the only one
(Lie
to me; Depeche Mode)
-
Ehi – salutò Kevin a Maryl, avvicinandosi a lei.
Maryl
gli sorrise dopo una settimana di silenzio e si nascose fra le sua
braccia sotto lo sguardo stupito di Kevin, però già
pronto ad accoglierla.
-
Hai imparato la lezione? - chiese abbracciandolo. - Devi darmi retta
per far durare la nostra relazione, capito? Ora, secondo la versione
ufficiale di mio padre, noi non stiamo più insieme e potremo
vederci solo di nascosto fino al trasferimento definitivo di mio
padre ed Emily. Capito?
Lui
annuì e la strinse più forte.
-
A me basta solo averti qui accanto – le sussurrò.
La
ventenne in risposta lo baciò a lungo sulle labbra,
assaporando di nuovo quel contatto che aspettava da tempo.
-
Kev, sono un po' preoccupata per Lexi – ammise la bionda dopo
qualche minuto ed estrasse dalla sua borsa un foglio ripiegato che
porse al suo ragazzo. - L'ho preso di nascosto prima, dopo che Lexi
l'ha letto.
Il
ragazzo lesse l'articolo di giornale che qualche tempo prima la rossa
aveva letto con le lacrime agli occhi, con una smorfia sul viso.
-
Non ci credo – ammise una volta finito. - Diavolo, Joe sta
combinando un casino!
Maryl
annuì tristemente.
-
A casa com'è? Insomma, come sta? Esce spesso con Sasha? Lexi
si è chiusa a riccio, non vuole uscire se non per andare a
scuola e sta sempre in camera sua, a parte quando esce con Joe, e ne
torna sempre distrutta, arrabbiata. Cosa sta combinando quel ragazzo?
- domandò con tono supplicante.
Kevin
la strinse forte.
-
Si sta innamorando di nuovo, credo, e Lexi non è quella
ragazza.
Maryl
nascose il viso nel suo petto.
-
Oddio, Kevin, ma come facciamo? Lexi lo ama dannazione! Lo ama con
tutta se stessa e lui si sta innamorando di nuovo di quell'attrice da
strapazzo?
Sasha
era sempre stata simpatica pure a Maryl, ma ora che rischiava di
essere la causa della separazione fra sua sorella e Joe poteva anche
dire di detestarla.
-
Hanno bisogno di parlare lui e Lexi – rifletté il
ventiduenne. - Da soli. - aggiunse vedendo Sasha che stava parlando
con Dakota Fanning e Nick con Maggie che parlavano fra di loro,
stretti in un abbraccio tenero.
Poi
sentirono uno strillo.
Tutti
in sala si azzittirono, accorrendo verso il luogo da dove proveniva
l'urlo.
Nella
testa di Kevin sapeva già chi era stato a gridare.
-
Lasciami spiegare... - disse Joe, a bassa voce, mentre Lexi di fronte
a lui stava piangendo. Kevin si pietrificò vedendo
quell'immagine, era la seconda volta che la vedeva piangere e l'altra
occasione era stata quando Nick era stato male, più di sette
mesi prima.
-
Risparmia il fiato! - ringhiò lei, passandosi una mano sul
viso. - Sei soltanto un bugiardo! Non ho più voglia di sentire
le tue menzogne, sono stanca!
-
Lexi per favore!
-
Joseph stai zitto, stai zitto! Sei solo uno stronzo, uno stronzo
bugiardo! Non hai fatto che mentirmi in questa ultima settimana!
-
Ma non è vero!
-
Ah, è così non è vero che sei innamorato di
nuovo di Sasha? Che ti stai innamorando di nuovo? Che sei combattuto
fra me e lei?!
Joe
strabuzzò gli occhi.
-
Lexi...
-
Alexandra!
Da
quanto tempo non gli chiedeva di chiamarlo così? Troppo tempo,
non se lo ricordava nemmeno.
-
No, ti prego, non farlo, ti supplico – la pregò sotto
gli occhi di tutti, sapendo già come sarebbe andata a finire
quella discussione.
-
Cosa?! Dire la verità? Ammettilo, Joe, a te piace Sasha! Mi
sono illusa per tutto questo tempo di poter essere davvero l'unica
per te per tutto questo tempo, che davvero tu eri innamorato di me, e
invece mi hai detto solo bugie per tutto questo anno! - strillava,
strillava come non aveva mai fatto in vita sua.
Maggie
si portò una mano alla bocca, mentre Maryl fece per
intervenire, ma Kevin la fermò, certo che la rossa non avrebbe
gradito.
Joe
abbassò il capo.
-
Ti prego, ammettilo così possiamo farla finita di dare questo
spettacolo – disse Lexi a bassa voce, mentre ancora delle
lacrime silenziose le solcavano il viso.
Il
ventenne rimase paralizzato qualche istante, combattuto se dire o
meno la verità. Non voleva perderla, non voleva.
Quando
incrociò gli occhi della sua ragazza, carichi di rabbia e
delusione annuì, sconfitto.
Lexi
lo sapeva, ne era certa, ma trasalì lo stesso e si portò
una mano alla bocca, presa all'improvviso da un forte senso di nausea
mentre tutta la folla tratteneva il fiato. In mezzo a loro anche
Sasha si portò la mano alla bocca, a metà fra il felice
e il senso di colpa che la invadeva per il casino che aveva
combinato.
-
Bene – disse trattenendo appena un singhiozzo la
diciassettenne, togliendosi la mano dal volto. - Ora dimmi qui, ora e
subito chi vuoi e per favore non mentire.
Joe
strabuzzò gli occhi. Gli chiedeva troppo. Non sapeva decidere,
non fra la sua amata ragazza e il primo amore della sua vita.
Il
suo silenzio stava durando troppo, se ne accorsero tutti.
-
Ti risparmio la fatica di scegliere – proruppe Lexi. - Non
voglio più vederti, Joseph – e dette quella parole
scappò mentre Joe rimaneva paralizzato.
Continua...
PUBBLICITA':
Vorrei
dirvi che la mia ex moglie (xD) Pia (nes95) ed io stiamo scrivendo
una long insieme intitolata On The Line. Se volete fateci un
salto! Ricordo inoltre che abbiamo creato appositamente per questa
fic un account twitter il cui nome è _OnTheLine_ in cui
pubblicheremo aggiornamenti, foto e curiosità su tutti i
personaggi e la storia!
Vi
voglio bene,
Maggie
Uh,
a chi interessasse ho un account twitter, il nome è:
_maggie_95
|
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Capitolo 12 *** Men Do Not Cry ***
Buongiorno!!
Bene
sono un po' di fretta quindi non vi ringrazio una per una, I'm sorry
:(
Ci
tengo dire un grazie speciale però a...
_NeSsIe_95_
grazie mille per la recensione!
Non hai idea di come mi ha fatto piacere! È una delle più
belle che ho mai ricevuto!! *____* Grazie!!
Capitolo
10. Men Do Not Cry
-
Joe! - urlò Nick sopra ai brusii della folla accorrendo verso
il fratello che sembrava sul punto di svenire, mentre Maggie si
staccava da lui e seguiva la sorella.
Kevin
imitò il fratello, mentre Maryl correva fuori dal loft a ruota
inseguendo le sorelle minori.
-
Oh mio Dio – commentò il maggiore, prendendo Joe per un
braccio e tentando di spingerlo da in mezzo a quel trambusto, senza
successo.
Joe
teneva gli occhi spalancati, il viso una maschera di dolore, sembrava
senza vita, anche i suoi occhi avevano perso la loro solita luce di
allegria.
-
Nick, vai a prendere la macchina e parcheggiala qua sotto, io ti
raggiungo con lui appena posso – disse, lanciandogli le chiavi,
poi si rivolse al fratello. - Forza Joe, andiamo, forza.
Dalla
calca uscì Mitchell Musso, un amico dei Jonas e si offrì
di aiutare Kevin, mentre il mezzano non aveva ancora proferito una
parola.
-
Grazia Mitch – commentò Kevin, una volta che i due
ragazzi riuscirono a spingere Joe fino alla porta, poi senza dire una
parola uscì dal loft, ma non prima di aver rivolto un'occhiata
piena di risentimento verso Sasha, che li guardava preoccupata.
Come
aveva detto Nick era davanti all'ingresso del loft, con la macchina
di Kevin, la portiera posteriore già aperta.
Kevin
scaricò piuttosto rudemente il fratello ventenne dietro e una
volta chiusa la portiera si sedette accanto a Nick.
-
Merda - gracchiò. -
Joe sei un deficiente!
Il
ventenne non rispose, la testa nascosta fra le mani.
-
Mi ha lasciato – disse solamente.
-
E ha fatto bene, idiota! Come hai potuto innamorarti di nuovo di
Sasha, me lo spieghi?! Hai una vaga idea di quanto si sente uno
schifo Lexi? Eh?! - Kevin poteva vantare di essere un ragazzo calmo,
posato, tranquillo, che alzava la voce in rare occasioni. Quella sera
stava urlando più di quanto avesse mai fatto negli ultimi
anni.
Nick
guidava senza parlare, le nocche bianche a furia di stringere
talmente forte il volante, concentrato sulla strada mentre si
tratteneva dal tirare un pugno in faccia al fratello mezzano.
-
Ora chissà dove è finita... - aggiunse borbottando
Kevin, guardando fuori dal finestrino, sperando di vedere una chioma
rossa correre nella notte.
-
Cerco a casa, tu prendi la mia macchina e fai un giro per i quartieri
qui vicino! - ordinò in prede ad una crisi isterica Maryl,
seguendo con lo sguardo per pochi istanti Maggie che correva verso
la sua Mini.
Quando
la vide imboccare la strada dopo il vialetto corse sui tacchi a
spillo verso la porta di casa, spalancandola con forza dopo aver
infilato le chiavi nella serratura con mani tremanti.
-
Lexi? - urlò, voltando la testa verso le scale e correndo al
piano superiore rischiando più volte una storta alla caviglia
finché non fu davanti alla porta della camera della sorella,
aprendola. Vuota.
-
Lexi?! - continuò a chiamarla per la casa, senza ricevere
risposta.
-
Cosa succede? - domandò una voce, facendo voltare la
ventunenne di scatto.
-
Emily, hai visto Lexi? - chiese speranzosa.
La
donna scossa la testa, mortificata.
-
No, mi dispiace, è successo qualcosa di grave? - chiese.
Maryl
sbuffò.
-
Il suo ragazzo è un deficiente! - strillò, uscendo di
nuovo di casa sbattendo la porta.
Emily
sospirò e si voltò verso il divano, avvicinandosi
cautamente.
-
Puoi uscire – disse dolcemente, - è andata via.
Lexi
spuntò da dietro al divano, stretta in una coperta di lana, i
capelli spettinati e gli occhi striati di rosso gonfi di pianto.
Si
sedette sul tappeto, tentando inutilmente di sopprimere un
singhiozzo.
La
donna le si avvicinò, ma non la toccò, anche se sentiva
il suo istinto materno che le consigliava di abbracciarla.
Rimasero
in silenzio per un'ora, la diciassettenne che piangeva e l'adulta che
la guardava, tentando di consolarla con un sorriso.
-
Se vuoi parlarmi, sono qui – le disse a un certo punto.
Fu
la goccia che fece traboccare il vaso.
Lexi
si buttò addosso a Emily, abbracciandola e piangendole sulla
spalla, mentre la donna, spiazzata, le accarezzava i capelli e la
schiena, cullandola come se fosse una bambina piccola.
-
Lo sapevo, sapevo che sarebbe finita così... - mugugnò
soffocando la ragazza. - C'è sempre stata lei un gradino sopra
di me, lo dovevo sospettare, sempre lei, io ero solo qualcuno con cui
passare il tempo, un oggetto
da usare fino al suo ritorno. Come ho potuto illudermi che lui mi
amasse? Per lui non ero niente... solo Lexi la Ribelle, non Sasha la
Bellissima... - piangeva e mista alle lacrime singhiozzava, sulle
spalle di una donna che aveva detestato con tutto il cuore, ma su cui
in quel momento aveva trovato un appiglio per resistere.
-
Sh, Alexandra, calmati... - le prese le spalle e la guardò
negli occhi. - Vuoi dirmi quel che è successo?
La
rossa esitò, poi annuì cautamente, altre lacrime che le
colavano lungo il viso.
-
Chiamami pure Lexi – sussurrò, prima di iniziare a
raccontare la loro storia, su
e di Joe. Fino a poco fa lo era ancora, in quel momento era
scomparsa. Probabilmente per sempre.
Don't
you cry tonight
I
still love you baby
(Don't
cry; Guns'N'Roses)
Joe
entrò in casa e senza dire niente a nessuno si diresse verso
la sua camera, sbattendo la porta con forza.
-
Bravo, Joe! Complimenti! Scappa! La tua ex ragazza
è scomparsa e tu non fai niente, le mie congratulazioni! - gli
urlò dietro Kevin, pieno di sarcasmo.
Nick
non disse nulla, prese semplicemente il suo cellulare e provò
per l'ennesima volta a chiamare Lexi, senza ottenere risposta. Il
telefono era staccato.
-
Sarebbe capace di andare ovunque, in queste condizioni –
mormorò fra sé e sé, per poi comporre il numero
di Maggie, mentre sua madre compariva all'improvviso, preoccupata.
-
Che succede? - chiese ansiosa. Nick si portò un dito sulle
labbra, facendole segno di stare zitta un secondo, mentre il
cellulare suonava a vuoto. - Rispondi, Maggie, rispondi...
-
Nick! - esclamò lei, trafelata. - L'hai trovata?
-
No, è sparita nel nulla, ora usciamo di nuovo e la cerchiamo –
rispose lui. - Tu niente?
-
Niente, sto girando a vuoto da non so quanto, mi sembrano ore... Ma
dove si è cacciata? E tuo fratello, mi spieghi come Joe abbia
potuto fare una cosa simile?!
In
sua difesa qualcuno avrebbe potuto dire che non si sceglie chi amare,
ma in quel caso nessuno voleva difenderlo. Non ora. Non quel giorno.
-
Lascia perdere, Joe è un cretino... - borbottò il
diciassettenne, mentre Denise tentava di capire qualcosa della
conversazione.
Kevin
gli fece un cenno.
-
Io prendo la mia macchina e la vado a cercare, tu prendi la Mustang –
disse, con le chiavi già in mano, poi uscì non appena
il minore gli fece il segno di un “okay” con il pollice.
-
Kevin è appena uscito... Tu in che strada sei? - domandò
lui, rivolgendosi di nuovo alla sua ragazza.
-
Mmh, Cappelton Road, non so nemmeno dove sono finita... Dio mio... -
imprecò a bassa voce.
-
Vai a Los Angeles, fai un giro per la città, io guardo ancora
per Toluca Lake... e Maggie!
-
Sì?
-
Vai piano!
-
Al diavolo, Jonas! - ribatté lei, e riappese.
Nick
scrollò le spalle e senza dire niente alla madre che ancora lo
fissava preoccupata uscì di casa chiudendosi la porta alle
spalle.
Solo.
Sentiva
solo l'immobilità della stanza, un mal di testa penetrante
alle tempie, l'aria pesante, un disco che ripeteva in continuazione
la stessa canzone da chissà quanto tempo, minuti?, ore?, Joe
Jonas non lo sapeva, non lo voleva nemmeno sapere.
Si
passò una mano sul viso, chiudendo gli occhi, mentre qualcosa
di umido gli rigava le guance.
Gli
uomini non piangono, si ripeteva nella testa, ma non ci credeva
nemmeno lui, tutti avevano il diritto di piangere, anche gli uomini,
eppure non voleva ammetterlo, in quel momento.
Spense
lo stereo, vagando alla cieca nella stanza buia, le tapparelle
chiuse, la porta serrata, neanche una luce accesa. Era solo, solo nel
silenzio di quella sera.
Guardò
il suo iPhone, lo sfondo che aveva impostato da mesi.
Era
una foto che aveva scattato a settembre, un giorno mentre lui e...
Lexi stavano passeggiando per
decidere cosa regalare a Nick per il suo ormai vicino compleanno.
Lei
indossava un basco nero sui capelli, una giacca rossa e un paio di
jeans blu, ai piedi un paio di stivali di camoscio.
Era
bellissima, come sempre, con le lentiggini che le adornavano il bel
viso.
Si
era appoggiata al tronco di un albero, così, senza motivo, e
lui l'aveva sorpresa con quella foto, mentre lei sorrideva. Un
sorriso che in quel momento faceva male.
Avevano
camminato mano nella mano, non come al solito, con piccoli insulti e
risate amare, ma un po' come Nick e Maggie, romantici, felici,
insieme.
Probabilmente
era stato il giorno più bella della loro vita, ma naturalmente
non se ne accorsero.*
Al
pensiero di quel sorriso accennato, felice, pieno di gioia e la
consapevolezza di Joe che, probabilmente, avrebbe potuto rivederlo
solo in quella fotografia, gli fece male al cuore. Lei gli piaceva,
l'amava, davvero, ma Sasha era stato il suo vero primo grande amore,
anche se durato poco, non era possibile dimenticare una ragazza come
lei, soprattutto quando ritorna nella tua vita in un lampo.
Lexi,
beh, lei era speciale, colei che gli aveva preso il cuore e cullato
con le sue stesse mani, facendolo maturare, per quanto possibile,
rassicurato, insultato. Lei era quella ragazzina con cui aveva
pensato di passare il resto della sua vita.
Sasha.
Sasha era lei e basta, semplicemente Sasha Collins.
Un'altra
di quelle gocce che Joe non voleva riconoscere scivolò lungo
la guancia del cantante.
Gli
uomini non piangono... 'fanculo,
un uomo aveva tutto il diritto di piangere.**
No,
women no cry
(Women
no cry; Bob Marley)
Fu
Kevin a trovare Lexi, poco prima dell'alba. Si rese conto che era
l'unico posto in cui poteva
essere era casa sua, anche se Maryl aveva già controllato.
Riprovò,
aprendo la porta di casa con le chiavi dategli dalla sua ragazza e
quando entrò la trovò raggomitolata sul pavimento, la
testa stretta fra le braccia, le gambe rannicchiate al petto. Ancora
piangeva. Una donna bionda la guardava da lontano, nascosta
nell'ombra e fissò il nuovo arrivato con cipiglio curioso.
Senza
dire una parola nel momento in cui Lexi lo vide si alzò,
barcollante, e si strinse a lui, lasciando scorrere quelle lacrime
che erano ancora dentro di lei.
Continua...
*frase
“rubata” da Non ti muovere,
di Margaret Mazzantini.
**
frase simile al libro di Giulia Carcasi Ma le stelle quante
sono.
|
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Capitolo 13 *** Here We Go Again ***
Buon
pomeriggio a tutte voi ;)
Sappiate
che mi sento particolarmente sadica in questo periodo, indi per cui
nel capitolo sedici possiamo prepararci tutte a un bel respiro
profondo prima di leggerlo!
Ad
ogni modo... qui che accade?, ah sì, un po' di roba xD
Va
beh, vado, va'! Chiedo venia ma non posso ringraziare, vado a
studiare arte! -.-”
Vi
adoro tutte, grazie per le bellissime 11 recensioni
dello scorso capitolo!! *-*
Un
bacione <3
p.s.
Ho cambiato il rating dato che mi sono resa conto che per avvenimenti
futuri quello verde non è adatto
p.p.s.
Ashiashuashauha! Ho messo il banner, mi sento realizzata :)
Capitolo
13. Here We Go Again
-
Lexi non ti vuole parlare – disse Maryl incrociando le braccia
al petto impedendo a Joe di passare attraverso l'ingresso.
-
Dobbiamo parlare, deve capire che è stato tutto uno sbaglio! -
ringhiò Joe, tentando di passare. - Fammi spazio, Maryl.
-
No! - strillò la bionda, chiudendo la porta alle sue spalle. -
Sparisci, Joe! Non ti vuole vedere lei e non ti voglio vedere nemmeno
io! Sei un mostro!
-
Io non ho mai tradito Lexi,
Maryl! - urlò lui.
-
Le hai mentito! Cos'è, sei stato con lei solo perchè ti
faceva pena? Per lasciarla non appena sarebbe tornata Sasha?! -
strillò la bionda fuori di sé.
-
È stata lei a lasciarmi, ti ricordo! - le rammentò lui
ad alta voce.
-
E ha fatto bene! Dirle che sei ancora innamorato di Sasha... ma come
hai potuto?!
-
Me l'ha chiesto lei!
-
Fatto sta che lei ti odia ora, Joseph, e non credere, sto pensando
seriamente di odiarti anch'io in questo momento. Tu non hai idea di
come sta in questo momento!
-
Perchè io come sto, secondo te? Sono felice come una Pasqua?
Se fossi stata con lei per tutto questo tempo per, come dici
tu,occupare il tempo, ti pare che adesso sarei qui a perdere tempo
quando potrei essere con Sasha?! - urlò Joe.
-
Non mi importa, Joe, non mi importa niente! Quello che so è
che Lexi è chiusa in camera da due giorni e non accenna a
voler uscire! Secondo te come dovrei comportarmi? Lasciarti entrare e
darti la mia benedizione? Ascoltami bene, se non fosse che sei stato
una delle persone più importanti della mia vita nell'ultimo
anno ti avrei già cacciato a calci, oppure avrei chiamato la
polizia. Vattene!
-
Maryl...
-
Ora, Joe! - gridò prima di rientrare in casa sbattendo la
porta.
Il
ventenne restò per pochi istanti davanti all'uscio, poi con un
sospiro di disperazione chiuse diede le spalle alla porta e uscì
dalla proprietà della ragazze Campbell, incurante di due occhi
verdi che lo trapassavano da una finestra chiusa al piano superiore.
Lexi
lo vide allontanarsi, le mani in tasca mentre lanciava ogni tanto lo
sguardo verso la porta di casa, un'espressione corrucciata sul viso
da bambino.
Si
allontanò dal vetro alla vista di quel viso e si sedette a
terra, seppellendo la testa fra le gambe.
Come
aveva potuto innamorarsi fino a quel punto di lui? Come poteva essere
possibile che ogni volta che pensava a lui sentiva un pesante macigno
caderle nello stomaco lasciandola senza fiato e un sapore amaro in
bocca? Come poteva esistere un amore tanto potente?
Hai
fatto la cosa giusta, pensò
cercando di auto convincersi. Passerà.
Non
poteva stare con lui sapendo che pensava... quel che pensava di
Sasha. Non sopportava l'idea che lei lo amasse con tutta se stessa e
lui dividesse i suoi sentimenti fra loro due.
No,
non lo poteva sopportare.
Qualcuno
bussò alla porta piano, quasi cautamente.
-
Non voglio vedere nessuno – biascicò con voce roca.
-
Sono Maggie.
-
Non mi importa, vattene.
-
Ti ho portato la cena.
-
Lasciala davanti alla porta.
-
Lexi...
-
Vattene, ora! - le intimò ad alta voce mentre sentiva di nuovo
gli occhi farsi umidi.
Udì
qualcosa che veniva posato a terra e poi i passi di sua sorella che
scendevano le scale in fretta.
-
Passerà. Passerà – sussurrò stendendosi
sul suo letto.
Passerà,
un giorno, ma nel frattempo il dolore nel suo petto ci sarebbe sempre
stato.
You
only stay with me in the morning
[…]
you give me something
that
makes me scared alright
(You
give me something; James Morrison)
Il
suo ragazzo passava sempre meno tempo con lei. Sua sorella era
entrata in stato di depressione da quando aveva lasciato il suo
ragazzo idiota, ovvero il fratello del suo ragazzo. Ci sarebbe mai
stato un limite al peggio?
Maggie
si passò una mano fra i capelli mentre con l'altra reggeva il
sacchetto della spesa che era andata a fare da sola, complice il
fatto che Lexi non usciva dalla sua camera da giorni, mentre Maryl
era troppo impegnata a recuperare le coccole con Kevin.
You
give me something di James
Morrison le risuonava nelle orecchie, mentre lei batteva il tempo
sulla gamba destra.
-
Che buon tempo ci porta qui, Maggie! - esclamò una voce
maschile accanto a lei.
La
diciassettenne si voltò sorpresa e subito un grosso sorriso le
si dipinse sul volto.
-
Ehi, Blake, come va? - chiese.
Il
ragazzo, con quel suo solito fisico mozzafiato e un sorriso bianco e
regolare, era accompagnato da altri tre amici, tutti raggruppati
intorno alla moto del diciottenne.
-
Bene, tu? - fece lui.
-
Non c'è male – rispose Maggie sfilandosi le cuffie
dell'iPod dalle orecchie.
-
Con Nick hai sistemato?
-
Sì, sì certo – annuì lei poco convinta.
Uno
degli amici di Blake fece un finto colpo di tosse.
Il
diciottenne guardò il suo amico di traverso e lo indicò.
-
Megs, loro sono Todd, Samuel e Jack, anche detti Idiota Primo,
Secondo e Terzo – snocciolò Blake.
-
Ehi, così mi offendi! - ghignò uno di loro, più
basso di Blake, con grandi occhi castani e i capelli biondi.
-
Beh, Sam, è vero – rispose il ragazzo ridacchiando.
-
E se anche fosse? Non bisogna dire certe cose davanti a una bella
ragazza come la qui presente... Mags, giusto?
-
Maggie – lo corresse lei, stringendogli la mano. - Blake mi ha
parlato di voi!
-
Oh, Blake mio adorato! - fece un altro dei ragazzi, scuro di capelli
e dagli occhi di un particolare verde chiaro. - Sì, ti amo
anch'io!
-
Oh, Jack, lo ammetto, sono innamorato perso di te! - rise Blake.
-
Scappiamo ai Caraibi e sposiamoci su un'isola!
-
Amore! - scoppiò a ridere il diciottenne abbracciando l'amico.
-
Non ti preoccupare, fanno sempre così – annuì
quello che doveva essere Todd, dai capelli lunghi sotto le orecchie
castani rossicci e gli occhi azzurri.
Maggie
fece un piccolo sorriso.
-
Non fa niente, sono abituata al mio ragazzo e suo fratello che non
fanno altro dalla mattina alla sera – rispose.
-
Hai un ragazzo? Ma che diavolo, perchè tutte le ragazze carine
devono essere impegnate? - domandò Todd, scuotendo il capo
disperato.
-
Ehi, non vero! - grugnì Samuel.
-
Parla il fidanzato –
gli fece il verso Jack, che cingeva le spalle a Blake trattenendosi
per non scoppiare a ridere in quell'istante.
-
Fidanzato? - domandò
Maggie, sorpresa.
-
Tutto vero – annuì Blake, - il suddetto Samuel sarà
convolato a nozze fra sei mesi a soli vent'anni dopo tre anni di
relazione con Mary Jane, un applauso!
-
Bravo Sam!
-
Ti amo! - aggiunse Jack fingendo di strapparsi i capelli.
-
Jack! Mi tradisci così? - domandò Blake, scandalizzato.
-
Sì! Il mio cuore ora appartiene solamente a Sam!
-
Traditore! - lo accusò il diciottenne scherzando.
Maggie
assistette alla scena ridendo sinceramente come non faceva da giorni,
tant'è che le spuntarono le lacrime agli occhi.
-
Siamo fuori di testa, lo so – ammise Blake.
-
Un pochino, ma fossero questi i problemi della vita! - ridacchiò
Maggie. - Ora però devo andare...
-
Ah – disse Blake. - Ci vediamo domani, no?
-
Certo, ci sarò – sorrise Blake.
-
Hai bisogno di un passaggio?
-
No, non credo – disse lei, pensierosa.
-
In caso ho le prove della band, chiamami e passo a prenderti in due
minuti – assicurò lui.
-
Va bene – annuì Maggie. - A domani!
-
Ci conto, eh! - la salutò Blake, facendole un occhiolino e
mostrando un sorriso perfetto che la lasciò quasi senza fiato.
Here
we go again
[…]
you never know what you want
(Here
we go again; Demi Lovato)
Un
campanello risuonò per casa Jonas.
Joe
rimase immobile, nascosto sotto a una coperta steso sul divano del
salotto, in silenzio, la testa poggiata su un cuscino.
Il
suono si ripeté ancora una volta. E un'altra volta.
-
Non ci sono! - grugnì.
-
Joe, per favore aprimi! - lo supplicò una voce femminile.
A
sentire quella voce il ragazzo si rizzò in piedi e si diresse
verso la porta con passo spedito.
-
Joe – disse in un sospiro Sasha.
-
Sasha – fece lui abbassano un po' il capo.
La
ragazza lo fissò pochi istanti, mordendosi il labbro
inferiore.
-
Come stai? - domandò in un soffio.
-
Come uno che è stato appena scaricato da una ragazza che amava
– rispose lui in un grugnito.
-
Mi spiace, Joe, davvero, io non volevo che andasse a finire in questo
modo. Non credevo che tu ti saresti... ecco...
-
Innamorato di nuovo di te? - concluse lui.
-
Sì... - annuì lei annuendo appena.
-
Già – sussurrò Joe. - Beh, direi che è
stata una sorpresa per entrambi.
La
ragazza abbassò il capo dispiaciuta.
-
Non volevo che tu e Lexi vi lasciaste, non l'ho mai voluto, davvero!
- disse sincera.
-
Cosa vuoi, Sasha? - chiese brusco. - Sinceramente.
La
diciannovenne lo fissò per pochi istanti senza parlare.
-
Nonostante non ho mai voluto che tra te e Lexi finisse in questo modo
sono venuta qui per dirti che, in fondo, non mi dispiace che tu abbia
detto quelle cose alla festa – ammise.
Vedendo
che l'espressione di Joe era rimasta immutata continuò a
parlare.
-
Tu sei sempre stato importante per me, fin dal primo giorno che ci
siamo conosciuti. Quando ti ho lasciato ho saputo che ci sei stato
male e ho sempre voluto farti sapere che per me, quel giorno,
lasciarti andare è stata la cosa più difficile e
l'errore più grande che io abbia mai fatto nella mia vita e
per tutto questo tempo in cui ti sono stata lontana ho pensato sempre
e solo a te. Non avrei mai dovuto lasciarti andare.
Joe
sbatté appena le palpebre.
-
È... è tutto – annuì la ragazza. - Ora...
ora forse è meglio che io vada.
-
Aspetta! - la chiamò indietro il ventenne.
Sasha
si bloccò sul posto e lo fissò negli occhi.
-
Entra – la invitò Joe. - Ti offro qualcosa da bere.
La
diciannovenne fece un sorriso.
-
Grazie – disse sfiorandogli la mano.
-
È un piacere – rispose lui prendendole dolcemente la
mano.
-
Possiamo ricominciare da capo? - chiese Sasha.
-
Sì, possiamo provare – disse lui a bassa voce.
Continua...
|
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Capitolo 14 *** We Were Brothers ***
Sono
in anticipo? Affermativo! Ho aggiornato solo lunedì ma... oh,
ho voglia! XD E poi ultimamente sto scrivendo molto questa fic quindi
sono avanti di un po' di capitoli... nel sedicesimo graaaaaande
respiro profondo prima di leggere, mi raccomando!
Awww,
ho già iniziato a scrivere la long che pubblicherò dopo
questa e ammetto di amarla già (non è vero Dona? xD)!
Il titolo ve lo rivelerò verso la fine di questa... :)
Questo
capitolo è abbastanza forte, specialmente nell'ultima parte,
che si può intuire anche dal titolo... :( Molto sadica,
decisamente.
La
domanda, in questo momento è: ci sarà un lieto fine in
questa fic? Bella domanda, ma io lo so! *manie di protagonismo ah ah*
Ringraziamenti
prima che mi uccidiate? *un bel sì!, collettivo*
Dona:
tesoro, sono pigra e non avevo
voglia di scrivere tutto il tuo nickname ù_ù Dio mio,
quanto sono pigra? Troppo, decisamente! Ehhhh, sai che sto ripensando
di inserirla quella parte nel 16? *me molto sadica* Un bacione, I
love you <3
Melmon:
tesooooro!! *-* Mi sa che il
mio periodo da sadica si spegnerà esattamente...nell'ultimo
capitolo, e nell'epilogo xD xD Grazie per commentare sempre! Un
bacione!
Bennyaries:
nuova arrivata! *-* Eh, chissà,
bisogna dare tempo al tempo... Soprattutto quando c'è di mezzo
il mio sadismo! Spero ti piaccia questo capitolo, a me sì,
stranamente O__o Un bacione! Giulietta 24: ehm,
ma no! Figurati se accade qualcosa tra loro! *fischietta falsamente
innocentemente* Non vedo l'ora che aggiorni... qualcosa!
XD Un bacione!
mitber:
amore,
ma figurati!! Uccidermi? Beh, tesoro spero che tu non lo faccia, ho
solo 15 anni dopotutto, non me la sento di morire così presto
e di lasciare Nick vedovo a così giovane età...
aspettiamo il prossimo secolo, va beeeene? Un bacione!
BENNYY:
i ragazzi sono strani. Valli a capire! Prima ti dicono “ti
amo!” e poi “beh... no, mi piace quell'altra” mah!!
Ma non ti preoccupare, gli altri Jonas non sono poi così scemi
e che, in questo capitolo, uno di loro gli darà una bella
strigliata! *mhuahahhahhahaa* Anyway, spero ti piaccia questo
capitolo! Un bacione!
FanDemiJB:
grazie
mille!! *______* spero ti piaccia anche questo capitolo!! Un bacio!
Chiara:
tesoro,
tu mi inquieti ù_ù ma sono dettagli! Chi te lo dice che
Maryl e Kevin resistono? Chissà, magari hanno un incidente e
lei muore! *oddio, deve starsene zitta* Ciaaaaaaaao! Un bacione!
stellalilly:
anima
santa! Finalmente qualcuno capisce! D'altronde i tre quarti dei miei
personaggi li faccio buoni (il restante un quarto è Emma,
ovvio), perché tutti se la prendono con Sasha? Anyway...
Grazie mille per i bellissimi complimenti!! Un bacione!
kimartwins18:
sì,
in effetti a Blake mi sono ispirata a Jacob, sono molto affezionata a
questo personaggio! Grazie per i complimenti! Un bacione!
annina94:
già,
peccato che i manicomi li abbiano chiusi -.-” Già, molte
canzone del suo nuove CD sono bellissime, ma... Diiiio, ci sono
rimasta male quando ha intrapreso questa sua nuova carriera :( bando
alle ciance (O____o) spero ti piaccia anche questo capitolo! Un
bacione!
jonas_princess:
molto
impazzito, da ricovero *fantastica su un Joe chiuso in una camera
dalle pareti imbottite, vestito con un camice bianco, imbottito di
psico farmaci* oooook, sono impazzita! Spero ti piaccia anche questo
capitolo! Un bacione!
Capitolo
un po' abbastanza volgare nella prima parte con
Maryl, I'm sorry ma ci stava.
Capitolo
14. We Were Brothers
-
Tuo fratello è un bastardo! - gridò Maryl dando un
pugno sulla scrivania facendo voltare per la sorpresa Emily, seduta
sul divano in salotto al piano di sotto mentre leggeva un libro.
-
Maryl, aspetta...
-
Aspetta un corno, Kevin, è un bastardo di merda! Viene da me
supplicandomi di permettergli di parlare con Lexi e il giorno stesso
si è rimesso con quella troia di Sasha? Ma vaffanculo, Jonas,
vaffanculo!
Il
ventiduenne si lasciò cadere sul letto della ragazza,
passandosi stancamente una mano tra i capelli.
-
Maryl, Joe ha fatto uno sbaglio ma...
-
Cazzo, Paul Kevin, tu stesso gli hai fatto il culo perchè si è
comportato come un pirla, ed ora mi vieni a dire che ha fatto un
errore? Non ne ha fatto uno soltanto, ne continua a fare da quando lo
conosco! In questo ultimo anno quante volte abbiamo visto litigare
lui e Lexi perché lui è un immaturo, eh?! Te lo
ricordi, Kevin? Io sì, specialmente per il fatto che mia
sorella l'ho dovuta consolare io!
Il
ragazzo fissò la fidanzata con un'occhiata di riguardo,
torturandosi le mani mentre ascoltava le grida vergognandosi di
quello che aveva detto.
-
Sì, hai ragione, ma cerca di capire anche me, sono suo
fratello... - provò.
-
Peggio per te! - ribatté la bionda, muovendo le mani
concitatamente. - Che me ne frega a me, Kevin? Rimane un bastardo
comunque! Lui... lui è... un excrément!
-
Un che? - domandò lui, perplesso.
-
Uno stronzo in francese! - strillò la bionda con voce roca.
Fece un respiro profondo e si lasciò cadere accanto al suo
ragazzo, coprendosi il viso con le mani.
Kevin
le cinse le spalle e lei appoggiò la testa sulla sua spalla
respirando piano.
-
Non ce la faccio più, Kev, voglio andarmene – gli
sussurrò in un orecchio in un soffio.
Il
ventiduenne le accarezzò i capelli e le baciò la
fronte.
-
Andiamocene – propose lui all'improvviso, con un sorriso sulle
labbra.
Maryl
tirò su la testa all'improvviso e lo guardò storto,
corrucciando il viso e squadrandolo come se fosse pazzo.
-
Stai scherzando, spero! - fece, ad alta voce. - Ho l'università,
tu hai la band, mio padre si sta per sposare e la mia futura matrigna
sta per avere un bambino! Senza contare il fatto che mia sorella
sembra una depressa sulla via del suicidio!
-
Suvvia, piccola, solo un fine settimana! - la pregò lui.
-
No, scordatelo.
-
Ti prego!
-
Kevin, ti prego, no – sussurrò la bionda scuotendo il
capo. - Non ora, va bene?
Il
ragazzo annuì dispiaciuto e le prese dolcemente la mano.
-
Forse è ora che tu vada – aggiunse la ventunenne. - Mio
padre starà per tornare, ha assicurato che ci sarebbe stato
per pranzo.
Kevin
la fissò negli occhi.
-
Che lui mi riveda con te è fuori discussione, vero? - chiese.
-
Esatto, e comunque devo studiare, non posso permettermi che il mio
bellissimo ragazzo mi distragga.
-
Va bene, abbiamo capito, mi stai cacciando – annuì con
una smorfia. - Chissà perchè tutte le volte che
propongo qualcosa di romantico fra noi due tu ti inventi qualcosa.
Maryl
scoppiò a ridere, lanciando indietro la testa mostrando il suo
solito sorriso luminoso.
Kevin
le accarezzò il viso.
-
Era da troppo tempo che non vedevo questo sorriso – ammise con
un sospiro.
Maryl
gli accarezzò la mano che le stava sfiorando il viso.
-
Devi andare... - mormorò.
-
Va bene – rispose lui, si chinò su di lei e sfiorò
le sue labbra con le proprie.
-
Ci sentiamo dopo – lo salutò Maryl.
Kevin
le fece un cenno con la mano ed uscì dalla stanza, chiudendo
la porta delicatamente dietro di sé.
Maryl
osservò la porta chiusa per qualche istante, poi si lasciò
cadere sul cuscino del letto con un sospiro.
Stupid
boy... you can't fence that in
stupid
boy... it's like holdin' back the wind
(Stupid
boy; Keith Urban)
-
Blake Jackson io ti detesto! - strillò Maggie guardando i
propri vestiti fradici mentre i capelli le coprivano gli occhi. - Tu
e i tuoi scherzi idioti!
Blake
rise passandosi una mano tra i capelli neri come la pece fissando
l'amica negli occhi.
-
Pesce d'Aprile! - fece.
-
Ucciditi, pesce d'Aprile è fra tre mesi! - strillò lei.
- E che cavolo in teoria io dovrei cantare!
-
Non te lo impedirò – ridacchiò il ragazzo. - Con
cosa vuoi iniziare, cara?
-
Al diavolo! - strillò Maggie, trattenendosi dallo scoppiare a
ridere mentre saliva sul piccolo palco gocciolando. - Parti con Love
Story e prosegui più
tardi con Bad Dream.
Il
ragazzo si mise alla batteria mentre lei afferrava la sua chitarra e
prendeva un respiro profondo.
-
Ah, e per inciso, se domani avrò un raffreddore e non potrò
cantare sappi che ti riterrò direttamente responsabile!
-
Qualcuno ti ha mai detto che non spaventi nessuno, Mags? - disse
Blake con un sorriso. - Specialmente ora che sembri un pulcino
bagnato.
-
Ti odio, è ufficiale!
-
Ma grazie tesoro, ti amo anch'io!
-
Sei terribilmente irritante!
-
Lo sai che l'odio è la forma più pura di attrazione?
-
Ahah, è quindi se amo una persona di conseguenza la odio? -
chiese Maggie, ironica.
-
Esattamente! - annuì il diciottenne entusiasta. Si fermò
ad osservare la ragazza che si stava facendo una coda di cavallo e si
alzò dallo sgabello su cui si era seduto per suonare,
appoggiando le bacchette della batteria. - Facciamo una pausa.
Maggie
lo guardò storto.
-
Blake, non abbiamo nemmeno iniziato – gli fece notare.
-
Fossero questi i problemi della vita! Andiamo a fare un giro, ti
offro qualcosa da bere e fra un'ora torniamo qui, tanto sei venuta
con la tua macchina oggi, no? Ti fermi un po' di più e la
facciamo finita! - disse entusiasta.
La
diciassettenne esitò un istante, poi gli rivolse un grosso
sorriso e lo seguì, afferrando il suo portafogli.
Il
Country Bar era l'unico bar
nel raggio di quindici chilometri, e questo a seconda dei punti di
vista era un pregio o un difetto. Un pregio perchè era lontano
dal caos della città, dalle luci e dal rumore dei clacson. Un
difetto perchè chi, come in quel caso, voleva fare un giro nei
posti vicini a piedi non avrebbe trovato nulla.
-
Andiamo in spiaggia? - chiese la ragazza accennando all'unico posto
in cui avrebbero potuto fare una passeggiata, proprio davanti al bar.
Il
diciottenne annuì con un sorriso e non appena arrivarono alla
spiaggia Maggie si sfilò dai piedi i sandali che indossava.
-
Maggie, posso farti una domanda? - chiese Blake dopo pochi minuti di
silenzio durante i quali avevano camminato vicino al mare, con le
onde che ogni tanto si infrangevano sui loro piedi.
-
Certo, dimmi tutto – gli rispose lei, sciogliendosi i capelli
per farsi asciugare i capelli.
-
È un po' personale...
-
Okay, non c'è problema.
Il
diciottenne fece un respiro profondo e la guardò negli occhi.
-
Beh, tu Nick lo ami? - chiese imbarazzato, passandosi una mano tra i
capelli.
Maggie
lo fissò sbattendo le palpebre, perplessa, poi rispose con
entusiasmo.
-
Certo, assolutamente. Perchè?
-
Niente – fece lui, alzando le spalle. - Curiosità.
-
Ah... - fece la mora, dubbiosa.
-
So che non dovevo chiedertelo ma, non so... mi è venuto
spontaneo – tentò di giustificarsi lui.
-
Blake, Blake non c'è problema – gli assicurò, -
sono rimasta solo sorpresa, non immaginavo me l'avresti chiesto,
tutto qui.
-
Ah, okay – rispose lui con un sospiro di sollievo.
Camminarono
qualche minuto in silenzio, ascoltando il rumore delle onde e lo
stridio dei gabbiani tenendo entrambi gli sguardi bassi.
-
Questa sera hai qualche impegno? - fece lui all'improvviso.
-
No, dovevo uscire con Nick ma...
-
Era impegnato – concluse il ragazzo al suo posto.
-
Già – annuì la diciassettenne. - E poi abbiamo
dei problemi in famiglia, entrambi, quindi non... ecco, non è
un buon momento.
-
Mi dispiace – disse lui. - Posso fare qualcosa?
-
No, figurati, è che mia sorella e Joe stavano insieme e si
sono lasciati pochi giorni fa, non si può fare niente, ma
grazie comunque – spiegò Maggie.
-
Ah, okay.
La
ragazza parve esitare pochi istanti, poi gli rivolse un grosso
sorriso.
-
Senti, ti andrebbe di venire a cena a casa mia una di queste sere?
Inviterò anche Nick, Kevin... e così potrai conoscere
anche le mie sorelle! - propose entusiasta. - Prenoto Nick per
venerdì sera prossimo, che te ne pare? Secondo me anche la tua
presenza potrebbe far tornare il sorriso a mia sorella!
Blake
la guardò negli occhi e vi lesse la gioia per quell'idea nata
per caso.
-
Sì, si può fare – rispose con un sorriso.
-
Fantastico! - esclamò lei abbracciandolo velocemente. - Ti
faccio sapere, daccordo?
-
Certo – mormorò il diciottenne con un sorriso.
[…]
we were a movie
you'd
be the right guy
and
I'd be the best friend
(If
we were a movie; Miley Cyrus)
Sasha
era sdraiata sul letto del suo ragazzo, un sorriso pacifico dipinto
sul volto, gli occhi chiusi, il capo appoggiato sul petto di Joe, che
teneva le mani dietro la testa e le rivolgeva ogni tanto qualche
sorriso.
Si
erano rimessi insieme solo da un paio di giorni e in quel lasso di
tempo lui non aveva mai preso l'iniziativa di baciarla, e se non
fosse stato per Sasha non si sarebbero quasi mai toccati come
fidanzati.
Qualcuno
bussò alla porta.
-
Sì? - chiese Joe, alzando appena il capo.
La
porta si aprì e Nick comparve all'entrata con aria stanca.
-
Joe, devo parlarti – disse seriamente.
-
Adesso?
-
Sì, è urgente e ho solo mezz'ora prima di dover uscire,
devo andare a registrare una canzone per gli Administration.
Joe
annuì e sgusciò lentamente via dal letto senza
svegliare la ragazza.
Nick
fece cenno al fratello di seguirlo nella sua stanza e quando
entrarono chiuse la porta dietro di sé.
-
Joe, cosa stai combinando? - domandò stancamente il
diciassettenne fissandolo negli occhi. - Sinceramente, cosa stai
pensando di fare?
Il
ventenne si irrigidì.
-
Cosa intendi? - chiese a denti stretti.
-
Intendo cosa stai facendo con Sasha? Ti è dato di volta il
cervello, per caso? - domandò il cantante, nervoso.
Joe
alzò gli occhi al cielo, mentre camminava avanti e indietro
per la stanza.
-
Sono tornato con lei, e allora?
-
E allora? Joseph, tu e
Sasha siete tornati insieme solo due giorni dopo che Lexi, la tua ex,
ti ha lasciato, e si da il caso che con la suddetta Lexi sei stato
insieme per quasi un anno mentre con Sasha solo pochissimi mesi e tu
ti chiedi anche cosa c'è che non va?! - ringhiò
Nicholas.
-
È la mia vita, scelgo io cosa fare! Cosa te ne frega a te con
chi sto, eh?
-
Forse perchè Lexi per me ormai è come una sorella e lei
sta soffrendo come un cane mentre tu ti sei subito trovato un
rimpiazzo! Dio mio, ma hai un minimo di decenza in quel cervello? Hai
idea di come si deve sentire Lexi in questo momento?!
-
Perchè, tu sì?
-
L'ho chiamata dieci volte in questa ultima ora e non ha risposta
neanche una volta, mi pare giù una risposta – grugnì
Nick.
-
E tu? Pensi di essere meglio di me in questo periodo con la tua
ragazza? - urlò Joe, muovendo concitatamente le mani, perdendo
il controllo.
-
Lascia fuori Maggie da questa storia, lei non centra niente!
-
Ma tu sì, prima di impartire lezioni di vita cerca di capire
un po' la tua
situazione
sentimentale, dato che ormai Maggie per te è quasi un estranea
talmente è poco il tempo che la vedi!
-
Lasciala perdere, hai capito? I problemi fra Maggie e me non centrano
niente con il fatto che tu sei un idiota totale! - gridò
Nicholas ad alta voce.
-
Ah sì? E allora sappi che pure voi due finirete come me e Lexi
prima o poi! Specialmente se consideriamo che ormai lei passa gran
parte del suo tempo con Blake!
Nick
si pietrificò sul posto e lo guardò negli occhi con
odio.
-
Stai zitto!
-
Perchè? Sai che ho ragione, no? È per questo che
nascondi la verità a te stesso! - insistette Joe.
-
Sai una cosa, Joseph, fai quel che ti pare, vuoi stare con Sasha?
Stai con Sasha! Non te ne frega niente di Lexi? Va bene, fai pure, ma
quando verrai da me a chiedere aiuto scordati che io ti dia una mano!
- urlò uscendo dalla stanza e sbattendo la porta con tanta
forza da far tremare le pareti.
Joe
fissò la porta chiusa per qualche istante, i pugni serrati e
le nocche bianche talmente le teneva strette.
Nick
non capiva niente, non capiva che Sasha era stato il suo primo amore,
una ragazza difficile da dimenticare, mentre Lexi era... era stata la
fidanzata con cui aveva passato più tempo nella sua vita, la
più importante, ma era stata una sua decisione quella di
lasciarlo, lui non aveva colpa.
La
porta si aprì di nuovo e sulla soglia comparve Sasha, stretta
in una felpa di Joe, troppo grande per lei, i capelli spettinati e il
trucco sbavato.
-
Che è successo? Ho sentito delle grida... - disse con uno
sbadiglio.
-
Niente, tesoro, andiamo a fare un giro, ti va?
La
diciannovenne annuì stancamente e si passò una mano tra
i capelli.
-
Dai, quindici minuti e facciamo un giro al parco – le disse lui
baciandole per la prima volta da quando erano tornati insieme la
fronte.
Continua...
Immagini:
Sasha:
http://img233.imageshack.us/i/lapansy7pr.jpg/
Blake:
http://a33.idata.over-blog.com/600x900/3/24/96/53/600full-taylor-lautner.jpg
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Capitolo 15 *** The Moon ***
Buongiorno!
:)
Dunque,
mi spiace davvero non potervi ringraziare tutte una per una, ma ho
ripetizioni di matematica tra poco. Ma a che cavolo serve la
calcolatrice se non per risolvere di questi problemi?!
Voglio
ringraziarvi comunque dal profondo del cuore per le bellissime 12
recensioni <3
Grazie.
A
chi interessasse nes95 ed
io stiamo scrivendo una fic a cui teniamo molto intitolata On
The Line (facilmente reperibile
nel mio account), se volete fateci un salto! :)
Capitolo
15. The Moon
Lexi
si sedette a tavola tenendo il capo basso, i capelli spettinati e il
viso stanco, con due profonde occhiaie che le cerchiavano gli occhi,
gonfi e rossi di pianto.
Maryl
e Maggie si scambiarono un'occhiata e lanciavano degli sguardi alla
sorella, preoccupate.
Peter
osservava la fidanzata che stava servendo a tavola la cena, con lo
stesso sguardo delle quasi figliastre verso la ragazza con i capelli
rossi.
-
Ah, questo arrosto ha davvero un'aria ottima! - fece l'uomo con un
sorriso.
-
Grazie, tesoro – rispose Emily, servendolo. - A te Lexi piace
l'arrosto?
-
Certo che le piace! - rispose il padre per lei.
-
Pet, l'ho chiesto a Lexi – gli disse la donna con cipiglio
severo. - Allora Lexi?
Maggie
e Maryl osservarono la sorella con uno sguardo penetrante.
La
rossa annuì appena e bevve un lungo sorso d'acqua.
-
Come? Lexi, non ho capito... - riprovò Emily.
-
Sì – mormorò appena la diciassettenne, tant'è
che Maryl, seduta accanto a lei, fece fatica a sentirla.
Emily
scosse il capo dispiaciuta e finì di servire le altre ragazze.
L'unico
che non sembrava capire lo stato di tensione in quella stanza era
Peter, che si stava versando un bicchiere di vino bianco.
-
Maryl tesoro ne vuoi un po'? - chiese alla figlia maggiore.
-
No, grazie papà – rispose la bionda con un falso
sorriso. - Sono a posto così.
-
Va bene, come vanno gli studi? - continuò.
-
Bene, grazie, sto facendo un progetto con una mia compagna di classe.
-
Uhm, ottimo – sorrise l'uomo. - Invece tu, Emily, cos'hai fatto
oggi?
Emily
gli sorrise.
-
Sono stata dalla sarta per il mio vestito del matrimonio, domani
vorrei che anche le ragazze venissero con me per i vestiti da
damigelle... Che dite, verreste?
Maggie
e Maryl annuirono con un sorriso ampio, mentre Lexi fece appena un
cenno.
-
Bene, magari Maggie e Lexi potrebbero uscire un'ora prima dalla
scuola, così pranziamo tutte assieme e poi andiamo dalla
sarta, che dite?
-
Certo, daccordo, Lexi che dici? - provò la mora con entusiasmo
tentando di contagiare anche la gemella.
Alexandra
alzò le spalle e fece un gesto poco compromettente con la
testa.
-
È uguale – disse a bassa voce. Non aveva ancora toccato
cibo.
Maryl
bevve un sorso d'acqua e lanciò ancora qualche occhiata alla
sorella al suo fianco, che rigirava le patate al forno nel piatto
senza mai mangiarle. Quella era la prima sera in cui aveva accettato
di scendere per cena al posto che restare in camera sua. Le altre tre
donne di casa l'avevano accolto come un piccolo miglioramento ma ora
che vedevano come si comportava la ragazza capirono che la loro era
solo una vana speranza.
-
Vado a letto – disse Lexi all'improvviso, tirandosi in piedi e
arrancando verso la propria camera.
-
Ma Lexi, non hai mangiato... - provò Emily alzandosi anche lei
e seguendola con lo sguardo. - ...niente – concluse a bassa
voce risiedendosi.
-
Alexandra, torna qui! - disse Peter ad alta voce.
-
No, papà, lasciala perdere – lo zittì Maryl. -
Sta passando un brutto momento.
-
Problemi a scuola? È stata sospesa di nuovo?! - provò
Peter, irato.
-
Ma perchè devi sempre pensare alle conclusioni peggiori? Dio
mio, ad una ragazza non è permesso essere triste, ora? Il suo
ragazzo è semplicemente un idiota, va bene? Contento, ora?! -
sbottò Maggie, alzandosi e lanciando la forchetta sul tavolo.
Era così strano per lei dire ex ragazzo, non ci aveva ancora
fatto l'abitudine.
Tutta
la famiglia restante la guardò spalancando gli occhi. Maggie
che si ribellava al padre? Che urlava a tavola? Cosa stava succedendo
a quella famiglia?
-
Me ne vado a letto...
-
Maggie Amber Campbell! - tuonò Peter.
-
Stai zitto! Non te n'è mai fregato nulla di me e di Lexi e ora
che sei tornato qui a casa con una nuova fidanzata e un futuro figlio
pensi di poter cancellare tutto come se niente fosse? Ma stai zitto,
ti prego! - gridò battendo la mano sul tavolo, si avvicinò
al ripostiglio e afferrò una giacca. - Esco, non aspettatemi
sveglia!
-
Maggie... - provò Maryl.
La
diciassettenne le lanciò un'occhiata significativa che solo
loro due sapevano intendere e uscì di casa senza proferire
altra parola.
La
bionda si risedette pesantemente sulla sedia e si coprì gli
occhi con le mani.
La
tranquillità di poco tempo prima, la felicità di
allora...stava andando tutto in frantumi.
Brother
Joe! [...]
E
l’ultimo chiuda la porta.Siamo fantasmi di carne adulta.
Ehi…dove sei Joe?
(Brother
Joe; Negrita)
-
E uno, e due, e uno, due, tre, quattro – disse Nick, attaccando
con le prime note della nuova canzone con Kevin alla chitarra e Joe
di malavoglia al microfono, che faceva di tutto per non guardarlo
negli occhi.
Il
diciassettenne sbuffò e iniziò a cantare a bassa voce,
lanciando ogni tanto delle occhiate a Kevin e al ventenne.
Era
da due giorni che non si rivolgevano la parola. Due giorni che il
diciassettenne tentava in tutti i modi di contattare Lexi senza
riuscirci. Due giorni che Sasha gironzolava in casa Jonas attaccata a
Joe, sotto gli sguardi delusi del resto della famiglia. Anche Paul
Senior e Denise avevano guardato con rimprovero la riconciliazione
fra lei e il loro figlio ventenne e l'allontanamento con Lexi, anche
perché alla fine, volenti o nolenti, erano rimasti affascinati
da quella ragazza tutta pepe.
-
Joe, vuoi alzare un po' la voce? - gli domandò seccato,
bloccandosi.
-
Che c'è, non ti va bene? - si infiammò subito lui.
-
Esattamente – ringhiò il diciassettenne di rimando. - È
una canzone d'amore felice, non una marcia funebre.
-
Beh, se è così perché non ti trovi un altro
cantante? - gli domandò Joe, avvicinandosi.
-
Sai com'è, Frankie è ancora piccolo – sibilò
Nicholas.
-
Ragazzi! - li richiamò Kevin, intromettendosi tra i due e
separandoli. - Cosa state facendo, si può sapere?
Nick
fece un passo indietro, sbuffando.
-
Nostro fratello è un deficiente, sai la novità! -
ringhiò.
-
Non ti permettere... - cominciò l'altro.
-
Come tu ti sei permesso di metterti con una ragazza due giorni dopo
essere stato scaricato? Prima hai fatto tanto il ragazzo depresso
“oddio, la mia ragazza mi ha lasciato, come farò senza
di lei?!” e due giorni dopo “che me ne frega di Lexi, ora
ho Sasha!” - lo scimmiottò con una risata senza gioia.
-
Ma che te ne frega a te di quello che faccio io?! - sibilò
Joe.
-
Mi importa dal momento in cui la tua ex è...
-
Smettetela! - li zittì Kevin, alzando improvvisamente la voce,
facendoli ammutolire. - Nicholas, hai ragione, ma non per questo la
band deve subire le divergenze che abbiamo noi!
-
E così ti sei alleato pure tu con lui, eh? Mi aspettavo un po'
della tua comprensione, Kevin – disse il ventenne con una
smorfia.
-
Tu non meriti la mia comprensione, non dopo quello che hai fatto –
disse il maggiore. - Ora, zitti e muti e lavoriamo, prima finiamo e
prima ognuno andrà per la sua strada, okay?
Joe
e Nick si lanciarono ancora un'occhiataccia prima di tornare ai loro
posti e non rivolgersi neanche uno sguardo per tutta l'ora
successiva.
-
Facciamo un'ultima prova e poi andiamocene a letto – disse
serio Kevin, accordando nuovamente la sua chitarra ricevendo appena
un assenso da parte del diciassettenne.
-
E uno, e due, e uno, due, tre...
Il
cellulare del maggiore prese a squillare per tutta la sala prove
mentre il ragazzo socchiudeva gli occhi e faceva un segno ai fratelli
di aspettare un secondo.
Si
avvicinò e diede un'occhiata al numero sul display.
-
È Maryl, devo rispondere – disse, - cinque minuti.
Joe
fece un gesto esasperato e andò a prendersi una bottiglietta
d'acqua mentre Nick si infilò le cuffie dell'iPod e si sedette
su una poltrona imbottita.
-
Ehi, amore, sto facendo le prove, posso chiamarti dopo? - chiese il
ventunenne non appena accettò la chiamata.
-
Kevin – fece la ragazza trafelata. - Nick è lì
con te?
Il
ragazzo diede istintivamente un'occhiata al fratello, lo sguardo
basso sul display dell'iPod.
-
Sì, perchè? - domandò.
-
C'è stato un altro litigio qui a casa, lascia perdere il
motivo, ma Maggie è uscita senza dire a nessuno dove sarebbe
andata e speravo avesse chiamato Nick per chiedergli di
raggiungerlo... E se non l'avesse fatto solo lui potrebbe sapere
dov'è andata - spiegò in fretta lei, quasi mangiandosi
le parole.
-
Stavamo provando, forse ha spento il telefono, tu l'hai sentita? -
disse lui, allarmato. Perchè dovevano succedere tutte quelle
complicazioni proprio nel momento in cui tutto stava andando per il
meglio?
-
No, non mi risponde, rifiuta la chiamata. Ti prego, fammi sapere non
appena sai qualcosa -lo supplicò lei.
-
Sì, non ti preoccupare, calmati, ti chiamo tra mezz'ora –
le promise lui e si voltò non appena riappese il cellulare.
Nicholas
alzò lo sguardo su di lui e non appena lo vide si sfilò
le cuffie dalle orecchie.
-
Cosa succede? Hai una faccia...
Kevin
serrò forte i pugni e lo guardò fisso negli occhi
castani.
-
Nick...
My
love is pure. I saw an angel. Of that I'm sure. She
smiled at me on the subway. She was with another man. But
I won't lose no sleep on that, 'Cause I've got a plan.
(You're
Beautiful; James Blunt)
Blake
era seduto sul letto della propria camera, mentre strimpellava
qualche accordo alla chitarra con un mezzo sorriso stampato sul bel
viso.
Aveva
passato il pomeriggio con Todd, Samuel e Jack a fare le prove e poi
era andato a trovare Maggie a casa sua.
Quella
ragazza era assurdamente affascinante, e non lo diceva perchè
era bellissima. Era così... dolce, allegra, solare, timida, il
rossore che le tingeva spesso le guance lo faceva impazzire. Era
semplicemente la ragazza più interessante che avesse
conosciuto in vita sua.
Appoggiò
la chitarra a terra e si passò una mano sul viso, stancamente.
No,
lui non poteva essere innamorato di lei. Non era possibile, erano
passate solo due settimane dal loro primo incontro e poi... e che
diavolo, era la ragazza di uno dei suoi più vecchi e cari
amici, non poteva fargli una cosa simile!
Certo,
stare vicino a lei lo faceva sentire bene. Aspettava tutti i giorni
con ansia che lei venisse a fargli visita al bar e la sua risata
cristallina lo faceva sorridere, il modo in cui lanciava la testa
indietro quando rideva...
No,
basta, non doveva pensarci. Lei era solo un'amica. Una cara amica.
Una persona con cui confidarsi, a cui fare scherzi e ridere, magari
da chiamare ogni tanto per mangiare qualcosa o bere un aperitivo
assieme. Non una ragazza, in quel senso,
non doveva cedere e innamorarsi di
lei – se mai fosse stato possibile. E se, senza rendersene
conto, se ne fosse già innamorato?
Sbuffò
e guardò fuori dalla finestra.
Dimenticarla,
doveva dimenticarla e smetterla di vederla come la ragazza che gli
piaceva, ma semplicemente un'amica.
-
Blake! Il tuo cellulare sta squillando! - lo chiamò suo padre
dal salotto con voce rauca, la voce esultante degli speaker della
partita di baseball che quasi la coprivano.
Con
passo scattante uscì dalla stanza e si catapultò in
salotto, dove su un mobile in legno il suo telefono stava vibrando.
Lo
afferro e guardò l'immagine del mittente, la bocca aperta in
un muto segno di stupore.
Se
lo scordava di dimenticarla!
Every
question Every answer too Ever constant Ever changing
you It's all memory in the sun Or it's all in the darkness
(Season
of Love; Shiny Toy Guns)
Maggie
si strinse la felpa addosso mentre i capelli gli vorticavano intorno
alla testa, gli occhi umidi e la testa pesante.
La
sua vita era sempre stata simile a quella di migliaia di sue
coetanee: la scuola, la famiglia, gli amici, e poi, all'improvviso,
un anno prima si era ritrovata catapultata in un'altra realtà,
fatta di party esclusivi, vestiti firmati, gossip e tre ragazzi al
suo fianco. I Jonas Brothers.
Eppure
in due settimane tutto quello
si era lentamente distrutto: il ragazzo di sua sorella aveva
evidentemente sbattuto la testa e le aveva spezzato il cuore, il suo
di ragazzo, invece, sembrava non aver più nemmeno cinque
minuti da dedicarle e come ciliegina sulla torta, tanto per
complicare le cose, suo padre era tornato a casa con la nuova
fidanzata e un figlio in arrivo. Di male in peggio.
Guardò
il mare che si infrangeva sulla costa davanti a lei.
Quando
Josie si era trasferita a San Francisco le aveva dato le chiavi della
sua casa sul mare dicendole che se voleva poteva usarla ogni tanto,
anche perché lei ci sarebbe tornata solo per le vacanze
estive.
Era
la prima volta che ci metteva piede da quando Josie si era
trasferita.
Era
seduta in terrazza, affacciata proprio sul mare, su una poltrona
bianca e solo una luce fioca accesa.
Intorno
a lei il silenzio. Il dolce scrosciare delle onde. Sopra di lei la
luna.
Cos'era
la luna? Solo un cerchio luminoso agli occhi nudi di un essere umano,
o qualcosa di più? Maggie non ci aveva mai fatto caso, ma una
sera, in Ottobre, quando tutto andava per il verso giusto, si era
trovata una sera in un parco con Nick, sdraiata a terra, e la stavano
osservando. Era un pensiero un po' strano, ma se uno ci fa caso la
luna guarda tutto quello accade la sera: il primo bacio di un ragazzo
e una ragazza, gli occhi di un neonato che osserva le stelle per la
prima volta, il passare di una notte d'amore di una coppia, il
litigio di due amici, la riconciliazione di un uomo e una donna.
Guardava e stava, pronta ad osservare qualcosa di nuovo. Ecco perchè,
sempre più spesso, Maggie si era ritrovata a scrivere di lei
nei suoi racconti. Per il suo modo di mantenere i segreti eppure
sempre osservando tutto.
Un
pensiero da malata mentale, forse, ma per lei era così.
Senti
un rumore fioco dietro di lei e si voltò lentamente dopo aver
rizzato le spalle.
Guardò
l'intruso negli occhi e gli fece un mezzo sorriso, prima di parlare.
-
Sapevo che saresti venuto.
Continua...
Chi
sarà? Nick che sa dove si trova la sua ragazza, oppure Blake
corso alla sua chiamata? Lo scoprirete nella prossima puntata! XD Nel
frattempo... secondo voi chi è? Sono curiosa... ù_ù
Prossimo
appuntamento con questa fic (al 90%) Venerdì.
|
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Capitolo 16 *** Fall In Love ***
Eccomi
qui!
Avverto
che questo capitolo è dedicato interamente a Maggie e
AlRagazzoSconosciutoDelloScorsoCapitoloNickoBlakeChiLoSa! Quindi non
è molto lungo, ma è abbastanza intenso, indi per cui:
respiro profondo e proseguite alla lettura! ;)
jonas_princess:
non preoccuparti :D chissà, magari hai ragione, magari no xD
Bello il film?? Metà della gente che conosco che l'ha visto
mi ha detto che è brutto, l'altra metà che è
bello... O.o non so se andarlo a vedere o meno... -.-” Grazie
per recensire sempre, ti adoro *.* Un bacio <3
KikiNovacaine:
eccoti xD Ahah, l'hai ritrovata
la password, allora :) Bene, sono contenta, perché adoro le
tue recensioni!! *.* Ora ti vado a seguire su twitter, finisco qui e
vado :) un bacio <3
Melmon:
cinque giorni! Presa dalla noia
(e dal fatto che ADORO troppo il collage che ho fatto qua sotto xD)
ho deciso di aggiornare oggi... Dammi una decina di capitoli e
qualcosa si dovrebbe muovere, magari apparirà un ragazzo
intelligente per rincuorare Lexi... :) Spero ti piaccia questo
capitolo! Un bacio <3
Hollie:
tesoroooo *.* sei approdata
anche qui! Devo farti una statua, ricordamelo!! Grazie mille per i
bellissimi complimenti!! *.* Li adoro! Un bacio <3
Bennyaries:
sono approdata anche nella tua
fic, non so se hai visto :) Grazie per i complimenti, sono bellissimi
*O* Grazie mille, spero ti piaccia questo capitolo! Un bacio <3
Greta:
eccomi qui :D Grazie per i
complimenti, sono bellissimi *-* (← sì, ce l'ho con
questa faccina oggi xD). Anyway mi è sorto un dubbio: ho
commentato l'ultimo capitolo della tua fic?? O__o non ricordo, ora
vado a vedere. Spero ti piaccia questo capitolo, un bacio <3
Chiara:
c'è qualcosa da
aggiungere? Questo capitolo l'hai già letto :) ma comunque
spero ti piaccia il collage che ho fatto *.* Non è niente di
ché ma mi sento realizzata (mi basta poco, hai ragione xD) Un
bacio <3
_NeSsIe_95_:
ho aggiornato prima, spero ti
faccia piacere (Noooo!!! :( nd.Tu). Anyway, spero ti piaccia il
capitolo, è un po' corto ma spero sia di tuo gradimento :D Un
bacio <3
Sweetness:
amore, mi devono dare sul serio
il premio Nobel! E noi due dobbiamo sentirci al più preso
*annuisce convinta* anche perché ti devo raccontare un sogno
stupendo che ho fatto 'sta notte... *sbaaaaaaw* Dato che oggi vado da
mio padre e dico bye bye al piccì sino a domani, che torno qui
mi potresti avvertire con un messaggio (a cui non risponderò
perchè sono priva di fondi -.-”) quando ti posso
chiamare?? Un bacio, ci amo <3
Giulietta
24: *tossicchia* *tossicchia*
leggi il capitolo, io mi avvalgo del silenzio stampa xD Uh, adoro la
tua fic!! Un bacio <3
FanDemiJB:
spero ti faccia piacere che io
abbia aggiornato con due giorni di anticipo, anche se il capitolo è
un po' corto... :( Un bacio <3
Capitolo
16. Fall In Love
La
figura nel buio si mosse e si avvicinò a Maggie.
-
Come stai? - domandò a bassa voce, scostandole una ciocca di
capelli dagli occhi e fissandola dritta negli occhi, come se le
stesse leggendo l'anima.
La
ragazza scosse il capo e appoggiò la testa sulla mano che lui
le aveva appoggiato sulla spalla, senza rispondere.
-
Quando vorrai parlarmi sono qui – le sussurrò in un
orecchio.
Lei
annuì piano e, in pochi attimi, si appoggiò a lui
mentre delle lacrime illuminate dal timido chiarore della luna.
-
Ehi – provò lui asciugandole con un dito, - non devi
piangere, okay? Non devi rovinare questo bel viso.
La
diciassettenne scosse il capo e si coprì il viso con una mano.
-
Sono stanca, non ce la faccio più.
-
Lo so – annuì il ragazzo. - Ed io non ti sto aiutando in
questo ultimo periodo...
-
No, non è vero! Perchè lo dici? - chiese lei, ancora
appoggiata quasi inconsapevolmente a lui.
-
Sì, non sono bravo a gestire questo genere di situazioni.
-
Non dirlo nemmeno per scherzo, ci sei sempre quando ho bisogno di te
– lo rimproverò dolcemente.
Lui
fece una smorfia e scosse il capo, accarezzandole i capelli.
-
Sei bellissima... - ammise in un sussurro.
Maggie
si irrigidì e si scostò piano, guardandolo di traverso.
-
Blake... - provò, imbarazzata.
-
No, Maggie, ascoltami un secondo – sussurrò il
diciottenne, prendendole delicatamente i polsi - Dobbiamo parlare.
Lei
provò ad allontanarsi, ma la presa di Blake si fece più
stretta, senza però farle del male.
-
Maggie, non ce la faccio più... - iniziò il
diciottenne.
-
Blake, per favore – lo supplicò lei, scuotendo il capo.
- Sta' zitto, ti supplico.
Lui
la ignorò e la guardò fissò negli occhi.
-
Dobbiamo chiarirci – le sussurrò.
-
Non abbiamo niente da chiarire – mormorò lei
nervosamente.
Il
ragazzo inarcò un sopracciglio.
-
Davvero? - le sussurrò in un orecchio. - Non trovi ci sia da
chiarire sul fatto che io mi sto innamorando di te?
Blake
sentì Maggie rabbrividire e poi irrigidirsi sotto le sue mani.
-
Non può essere così – gli disse lei, la bocca
semiaperta. - Ti stai sbagliando.
Lui
scosse il capo.
-
Direi di no.
Era
sempre stato così, sin da bambino, un ragazzo senza peli sulla
lingua, che andava dritto al sodo in ogni occasione, a volte un po'
rude, ma semplicemente sincero.
-
Blake, davvero, non può essere... - tentò ancora lei,
scuotendo il capo ancora una volta, tentando di non credere a quelle
parole.
Non
si era mai trovata in un'occasione simile, fino all'anno prima non
aveva nemmeno mai baciato un ragazzo e dopo aver trovato Nick aveva
creduto che non si sarebbe mai più potuta innamorare, e che
nessuno si sarebbe innamorato di lei. Si era sbagliata.
-
Ascoltami, Maggie, so bene cosa accade quando una persona si innamora
di un'altra, specialmente se quella persona sono io,
così come so quando qualcuno si innamora di me – scandì
bene il ragazzo.
Ci
volle qualche istante prima che Maggie comprendesse la seconda parte
della frase. Sbatté gli occhi e si liberò dalla stretta
di Blake, alzandosi di colpo.
-
Io non sono innamorata
di te! - strillò con la voce un'ottava più alta del
normale. - Stai scherzando?! Non è assolutamente vero!
Blake
si alzò e la spinse piano contro la parete, tenendola ferma
ancora per le braccia mentre lei lo fissava delusa e spaventata.
-
Vuoi dirmi che tu, quando mi vedi, non sentì una corrente
elettrica che ti attraversa la spina dorsale? Vuoi dirmi che la tua
testa non va in tilt? Vuoi dirmi che non senti le farfalle nello
stomaco? - la sua voce si stava abbassando pian piano. - Vuoi dirmi
che quando me ne vado non senti una strana sensazione di abbandono?
La
diciassettenne sbatté gli occhi e si morse il labbro
inferiore, senza rispondere per qualche istante.
-
Questo non significa niente! - disse ad alta voce. - Tu sei un amico
e basta, hai capito? Cazzo,
Blake io sto con Nick, io lo amo!
-
Eppure questo non ti impedisce di amare anche me, un poco.
-
NO! - strillò lei. -
Tu... io... noi... non potremmo mai! Io amo Nick!
-
Ed io amo te, puoi capire che qui c'è materiale sufficiente
per parecchie seghe mentali – ironizzò il ragazzo.
-
Tu scherzi, io sono serissima! Blake, tu per me sei un amico e basta
– tentò lei.
-
Ah, davvero? - domandò lui, avvicinando la testa al capo della
ragazza.
Maggie
sentì il respiro del ragazzo sul suo collo e rabbrividì
mentre il suo cuore batteva all'impazzata.
Blake
era solo un amico, non poteva essere altro. Un amico speciale,
magari, non uno fra tanti, ma non poteva essere innamorata di lui,
diavolo, non poteva! Lei stava con Nick e lo amava, non poteva
provare quel sentimento nei confronti di Blake!
Certo
lui era bello, dolce, schietto, forse una delle cose che amava più
di Blake era proprio quella, la sua schiettezza e il suo carattere
forza.
Nick
l'avrebbe mai spinta a un muro per costringerla ad ascoltarlo? No,
mai, l'avrebbe pregata a parole, magari prendendole il braccio ma
senza forza, e l'avrebbe lasciata andare non appena lei avrebbe
voluto.
Blake
era diverso.
-
Sei ancora convinta che io non ti piaccia nemmeno un poco? - chiese
il ragazzo, come se avesse ascoltato i suoi pensieri.
Lei
non si mosse, e non lo fece nemmeno quando le sue labbra aderirono a
quelle del ragazzo.
Blake
la baciò piano, senza fretta, consapevole che lei ormai era
sua e che nessuno la sarebbe venuta a reclamare, per lo meno non
quella notte.
E
Maggie rispose al bacio inconsapevolmente, senza sapere che il
ragazzo davanti a lei non era Nick, che era un amico innamorato di
lei. Un amico di cui un poco si era innamorata pure lei.
Solo
quando il pensiero di entrambi corse a quell'ombra che in quel
momento non si trovava fra loro, ma una presenza così viva
come se li stesse guardando in quell'istante si lasciarono.
Blake
si scostò da Maggie e la lasciò andare, mentre lei si
toccava delicatamente le labbra con un dito.
-
Cosa abbiamo fatto? - chiese con voce tremante.
-
Maggie... - provò il ragazzo, provando a sfiorarle un braccio.
-
Non mi toccare! - gridò lei, allontanandosi di scatto da lui.
- È stato solo un errore, un grosso errore.
-
Vuoi dirmi che non hai provato niente? - chiese Blake, brusco.
Maggie
lo fulminò, gli occhi pieni di vergogna e di ribrezzo nei
propri confronti e senza dire un'altra parola corse via, prorompendo
in un singhiozzo.
Quello
sguardo Blake non l'avrebbe mai dimenticato.
Continua...
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Capitolo 17 *** Goodnight and Goodbye ***
Questo capitolo è stato terribile da scrivere, ho avuto una crisi da pagina bianca che neanche vi immaginate (che Olive& an Arrov e Vesper's Goodbye hanno sanato, ci tengo a precisare :D) quindi non è eccezionalmente lungo/bello... Chiedo venia.
In questo capitolo i personaggi di Joe, Sasha e Lexi saranno o presenti molto superficialmente oppure non presenti, scusate ma fra qualche capitolo potete stare certe che saranno molto presenti, al momento mi devo concentrare su una coppia in particolare e poi... ci stava un po' di felicità dopo capitoli di lacrime e depressione, no?
Non vi posso ringraziare, mi spiace, ma ho scoperto poco fa' di dover andare a una visita medica tra poco -.-”
Scusate! Vi prego di leggere il mio “avviso” finale :D
Capitolo 17.
- Ehi, Maggie, tutto okay? - chiese Nick, sfiorando con le dita la schiena della sua ragazza.
La mora scattò, facendo cadere a terra il bicchiere dal quale stava bevendo.
- Cavolo... - mormorò, succhiandosi il dito che si era tagliata.
- Tutto bene? - domandò il diciassettenne, apprensivo, prendendole la mano con dolcezza ed esaminandola con cura.
Bene? Certo, stava benissimo, una meraviglia, se non contava il fatto che due sere prima lei aveva bellamente messo le corna a quel Santo che si ritrovava per ragazzo baciando un Tizio che conosceva da due settimane per il semplice fatto che era più presente del suddetto fidanzato e Maggie si sentiva a dir poco uno straccio da quel momento. Sì, tutto bene, davvero.
- Sì – sussurrò lei, - è solo un graffio.
Nick scosse il capo e aprì il rubinetto della cucina, bagnandole il dito con l'acqua fredda.
Maggie rabbrividì, e non era per il freddo, non riusciva più a toccarlo, non da quella sera. Se ne avesse provato a parlare con una qualsiasi ragazza della sua età le avrebbe detto che non era niente, solo una sciocchezza, un errore e che non doveva dirgli niente, ma dato che una delle sue più care amiche era a San Francisco e la sua migliore amica, nonché gemella, era più morta che viva non poteva esserne sicura. Avrebbe potuto parlarne con Maryl... se non fosse stato che le avrebbe staccato la testa a morsi.
- Qualcosa non va? - continuò Nick, fissandola negli occhi.
Maggie fece un sorriso falso e lo baciò appena, per rassicurarlo.
- Sì, sono solo stanca – ammise. Era una parte della verità, non riusciva più a dormire da quando era successo... quello che era successo con Blake.
Sensi di colpa? Sì, decisamente sì.
- Vuoi che vada via? - disse il cantante, con una punta di delusione nella voce.
Maggie scosse il capo.
- Voglio stare con te – gli sussurrò in un orecchio.
Da quando aveva fatto quella piccola fuga Nick si era premurato di starle più vicino del solito, ed era da due giorni che rimandava impegni vari per stare con lei.
Proprio quando lei lo volevo lontano lui c'era. La vita è ingiusta.
Nick intrecciò le dita con le sue e le baciò dolcemente il collo.
- Mi manchi – mormorò, - mi spiace di non esserci mai, in questo periodo.
Lei scosse il capo, incapace di parlare senza far trapelare le parole che, probabilmente, avrebbero distrutto quasi un anno di felicità.
- Cercherò di essere più presente, te lo prometto – disse lui, serio.
- Non fare promesse che non puoi mantenere – fece scappare Maggie a bassa voce, per poi pentirsi subito di quello che aveva detto.
Il diciassettenne la allontanò da sé, sempre tenendola per le spalle.
- Cosa...? - chiese, confuso.
- Niente – disse lei, - lascia perdere. Questa sera potremmo fare qualcosa, che ne dici?
- No, Maggie, per favore spiegati. Cos'hai detto prima? - insistette l'altro.
Maggie sbuffò e abbassò il capo.
- Ho detto soltanto che non devi fare promesse che non puoi mantenere. Sai meglio di me che non potrai rimandare i tuoi impegni per sempre.
- E con questo che vuoi dire?
- Niente – sibilò lei, nervosa dalla piega che stava prendendo quella conversazione.
- Stai cercando di dirmi che io non ci sono mai? - chiese Nicholas, secco. Bingo.
- No! - mentì lei, brusca. - Possiamo cambiare argomento, per favore? Ad esempio... puoi dirmi dov'è tuo fratello Joe così vado ad ammazzarlo? Lexi non è che stia una meraviglia, sai?
Nick scosse il capo, stancamente. C'era qualcosa che non andava fra di loro, si era costruito come un muro, che più tempo passavano separati e più si rafforzava, costruito con le parole che non si dicevano. Non più, almeno.
Quand'era stata l'ultima volta che si erano detti 'ti amo'? Da quanto non passavano una serata al cinema, solo loro due, lanciando i popcorn alle persone davanti e poi nascondendosi dietro le poltrone per non farsi vedere, discutendo nell'atrio su quale film vedere per poi comprare i biglietti di qualcosa che non interessava minimamente ad entrambi? Troppo.
Take me somewhere new I dont know who you are but I'm, I'm with you
(I'm with you; Avril Lavigne)
Emily si accarezzò dolcemente il ventre rigonfio, mentre passava davanti alla camera da letto di Alexandra. La porta era chiusa, ovviamente, e lei era lì dentro che non fiatava, non mangiava, non faceva nulla, divorata dal dolore.
La donna sospirò; sì, forse cambiare aria le avrebbe fatto bene. Avrebbe dovuto andarsene per un po'.
Il cellulare le squillò dalla tasca e non appena vide il mittente rispose con un sorriso.
- Pronto, Pet – disse.
- Amore, come stai? E il futuro Campbell? - domandò l'uomo allegramente.
- Bene entrambi, tu?
- Sono appena uscito da una riunione, sono un po' stanco ma nel complesso tutto okay. Stavo pensando che 'sta sera dovremmo parlare con le ragazze – spiegò lui, serio.
Emily annuì.
- Sì, lo pensavo anch'io.
Peter sospirò.
- È solo per una settimana, capiranno – disse.
- Lo so – rispose lei.
Amava Peter, davvero, sin da quando l'aveva conosciuto aveva capito che c'era qualcosa che li legava, ma proprio, delle sue figlie, non capiva niente. Non sapeva che Maryl frequentava ancora quel Kevin che non gli piaceva, o che Maggie era fidanzata da quasi un anno con un certo ragazzo riccio chiamato Nicholas, o che Lexi stava soffrendo per amore. Non sapeva, non capiva, e probabilmente non l'avrebbe mai fatto, ma lei sì, e sapeva che anche solo una settimana poteva bastare per distruggere qualcosa di importante.
Fissò impotente la porta della camera di Lexi e il suo pensiero corse subito verso di lei.
Listen to the music of the moment maybe sing with me Ah, la peaceful melodys It’s your God-forsaken right to be loved love loved love love
(I'm yours; Jason Mratz)
- Kevin, non possiamo uscire, ho da studiare, devo parlare con Lexi e vedo Maggie strana negli ultimi due giorni, devo fare quattro chiacchiere anche con lei, senza contare il fatto che... - iniziò Maryl, mentre il suo ragazzo la trascinava dolcemente verso la sua macchina, senza farle caso.
- Amore, sei troppo stressata – le sussurrò in un orecchio il ragazzo, facendola sedere su uno dei sedili del suo SUV.
- No, sono solo stanca – si difese lei, sopprimendo uno sbadiglio. - 'sta notte non ho dormito molto, per giunta.
- Perchè? - domandò Kevin.
Maryl gli lanciò un'occhiataccia.
- Tu ci riusciresti sentendo tuo fratello che piange nella camera accanto alla tua? - gli chiese, scettica.
Kevin scosse il capo.
- Non capisco cosa passi per la testa di tuo fratello – ammise la ragazza. - Prima dice di amare Lexi e poche ore dopo si mette con Sasha, non ha senso!
- Joe non ha mai avuto senso – grugnì Kevin. - E comunque non ci parlo da un paio di giorni, quindi non so dirti...
- Non ci parli? - chiese la bionda. - Perchè?
- C'è bisogno di dirlo? - domandò il ventunenne. - È un idiota e Nick ed io lo trattiamo di conseguenza.
- Caspita – fischiò Maryl. - Non avete mai litigato seriamente da quando vi conosco.
- Beh, ci è capitato raramente nella nostra vita – fece il maggiore, scrollando le spalle.
- Mi spiace...
- Già, anche a me, un po'... ma se lo merita – disse seriamente. - Ora basta, però, basta parlare di Lexi, di Joe, di Maggie e Nick, questo pomeriggio sarà dedicato interamente a noi due, va bene?
La bionda lo fissò inespressiva un paio di secondi, poi gli stampò un bacio sulle labbra e annuì entusiasta.
- Dove vuoi che ti porti, mia principessa? - chiese lui, con voce dolce.
- Su una stella – sorrise lei.
Kevin ricambiò il sorriso e fece partire il motore.
This has been no walk in the park I feel like we have fallen apart Open up your eyes girl and see how wonderful This love could be
(Goodnight and Goodbye; Jonas Brothers)
Maryl rise divertita allo scenario davanti a lei e passò un braccio intorno al collo del suo ragazzo.
- Di tutti i posti che mi aspettavo dove tu mi portassi questo non l'avrei mai immaginato – gli sussurrò in un orecchio.
Kevin le fece l'occhiolino e la fece sedere per terra.
Il ragazzo l'aveva condotta in una sala di registrazione della Hollywood Records, allestendo un pic nic fra gli apparecchi del suono e microfoni vari, inserendo in uno stereo il CD preferito di Maryl:
- E' bellissimo, grazie Kev, davvero – sorrise la ragazza assaggiando un tramezzino. - Sai sempre come sorprendermi.
- E mi ami per questo, vero? - chiese lui, imitandola.
- Forse – ridacchiò la ragazza. - O forse no.
Kevin scosse il capo e lo appoggiò sulle gambe della ragazza, sorridendo.
- Sai, è proprio bello essere figlio unico per un giorno – disse.
- Un pomeriggio – precisò lei.
- Particolari – sussurrò lui. - Ci trasferiamo a vivere qui?
- Certo, il posto ideale per vivere! - ridacchiò. - Hai voglia di fuggire? La volta scorsa mi hai proposto di partire per un week end e oggi di trasferirmi, cos'hai in mente?
- Mmh, niente, voglio solo stare con te per un po'... - rispose Kevin. - Non riusciamo quasi mai, ormai, tra problemi vari e tuo padre che...
- Kevin – lo interruppe la ventunenne, - abbiamo resistito due settimane, ne dobbiamo passare un altro paio e poi torneremo alla nostra vecchia vita, hai capito?
Mentre il ragazzo annuiva, piano, il cellulare della bionda squillò.
- Chi è? - chiese il ventiduenne.
- È Lexi – sussurrò, accettando la chiamata e portandosi il telefono all'orecchio. - Pronto? Tesoro che c'è?
Rimase in silenzio ad ascoltare un paio di istante mentre la sorella parlava con voce bassa e roca.
- Adesso? - chiese.
- Va bene, arriviamo tra poco – disse, ma Lexi aveva già attaccato.
- Che succede? - chiese Kevin.
La bionda rimise il cellulare nella tasca dei jeans.
- Devo tornare a casa, a quanto pare Emily e Peter devono parlare con le mie sorelle e me.
Continua...
CONCORSO:
Oui, non mi sono mica stancata di rompervi le scatole, io ù_ù
Dunque, questa idea mi frulla in testa da un po' di tempo, esattamente... dal ventesimo capitolo di Brothers and Sister (xD) e solo ora mi è tornato in mente (viva l'Alzheimer!)
Questo “concorso” se possiamo chiamarlo tale, è molto semplice e probabilmente altrettanto inutile.
Consiste semplicemente al fatto che voi dovreste votare la vostra coppia preferita:
1. Lexi e Joe.
2. Maryl e Kevin.
3. Nick e Maggie.
La coppia che riceve più voti avrà tra due settimane circa (non so esattamente quando) un missing moment completamente a lei dedicato.
La seconda con più voti avrà anch'essa un missing moment a lei dedicata, ma un'altra settimana dopo la pubblicazione della prima.
Invece la terza coppia, quella con meno voti, avrà sempre un missing moment a lei dedicata ancora sette giorni dopo la pubblicazione della seconda.
Un gran casino? Spero di no! xD
In queste shot non ci sarà il clima di tensione che sta attraversando in questo periodo questa long (-.-”) bensì tanto sano romanticismo che non basta mai ù_ù ma il meglio qual'è? Non c'è, ma va beh, per migliorarvi un poco la lettura (se mai leggerete le eventuali MM, of course xD) se volete consigliarmi qualche idea per le MM (in questo caso, vi prego, contattandomi privatamente tramite il “contatta autore” o il mio contatto MSN sweetness.95@hotmail.it ) siete ben accette, anzi, di più! *.* Gradirei molto dei vostri consigli! :)
Bene, spero voterete in tante la vostra coppia preferita!
Un bacio <3
Maggie |
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Capitolo 18 *** See You Later ***
Eccomi! :)
Sto male, ma che novità!, quando non sto così? Però oggi in modo particolare >.< Scusate se non vi ringrazio tutte!
Dunque questo potrebbe essere l'ultimo aggiornamento prima di Pasqua perchè forse parto, forse no -.-” l'organizzazione di mio padre!! O.O
Grazie per le bellissime recensioni, e scusate ancora!!
Capitolo 18. See You Later
- Prego, ragazze, sedetevi – disse Peter, facendo un mezzo sorriso ed indicando alle figlie di sedersi pure.
Le tre ragazze annuirono, piano e fecero come li era stato detto.
Lexi aveva gli occhi gonfi, e una felpa che fino a qualche giorno prima le andava perfettamente ora era almeno due taglie più grandi.
Maggie si rannicchiò sul tappeto, stringendosi le gambe al petto e guardandosi intorno con espressione vacua, evitando lo sguardo di Maryl, che la fissava storto.
- Bene, ragazze... Vi abbiamo riunite qui perché dobbiamo avvertirvi di un viaggio che dobbiamo fare – iniziò Peter, un braccio che cingeva la vita della fidanzata.
- Uh, partite per la luna di miele? Quando? Per quanto? - chiese la bionda, speranzosa, arricciandosi una ciocca di capelli attorno a un dito.
- Partiremo tra due settimane, Maryl – la rimproverò Peter, lanciandole un'occhiataccia. - Per Parigi, tre settimane e non è questo il motivo per cui vi abbiamo chiamate.
La ventunenne nascose una smorfia e si lasciò cadere sui cuscini del divano, posandosene uno sul petto.
- Ragazze, vi ricordate fra quanto è il matrimonio? - fece Emily, intervenendo.
Maggie annuì di sbieco, Maryl fece un segno affermativo mentre Lexi rimase immobile, lo sguardo perso nel vuoto.
- Certo, tra due settimane – disse la bionda, vedendo che le sorelle facevano di tutto tranne che rispondere.
- E come sapete lo celebreremo a Miami – continuò Emily, esitante.
Maryl la fissò negli occhi pochi istanti.
- Oh – fece, una volta compreso ciò che i due adulti stavano dicendo con tanti giri di parole.
Maggie guardò prima la sorella maggiore, poi il padre e scosse il capo.
- Dobbiamo partire tra sette giorni – spiegò Peter, - il matrimonio si svolgerà una settimana dopo.
- E dovremo stare lì... quanto? - chiese la mora, a bassa voce.
- Fino al giorno dopo il matrimonio, poi potrete tornare a casa, vostro padre ed io partiremo da Miami direttamente – spiegò Emily.
- Dobbiamo per forza? - chiese Maryl, con voce rauca, pensando alla reazione di Kevin.
- Maryl! - la sgridò Peter.
- Scusa – sussurrò abbassando il capo.
L'uomo alzò le sopracciglia e continuò il suo discorso, come se non vi fosse stata alcuna interruzione.
- È indispensabile che voi veniate – scoccò un'occhiata alla figlia maggiore, - dovrete fare le prove per gli abiti da damigelle, provare il catering, aiutarci per i fiori... Maggie tu potresti scegliere i fiori del bouquet, che ne dici?
- Come?... Ah, sì, certo – disse la mora, dopo pochi istanti di silenzio.
- Ma papà – lo interruppe di nuovo Maryl, - e la scuola di Maggie e Lexi? La mia università? Devo studiare per rimettermi in pari fino ad ora, sono più indietro di tutti nella mia classe e tra poco avremo degli esami importanti...
Peter fece un cenno insignificante con le mani.
- Per la scuola di Lexi e Maggie... beh, si tratta di solo una settimana, chiamerò la scuola non appena posso, mentre per te, non hai quella tua amica? Gracie o come si chiama, puoi sentire lei per quello che faranno in questi giorni.
- Ma Grace parte per New York in questi giorni! - mentì la bionda, con troppa enfasi.
- Maryl – la richiamò l'uomo, secco. - Basta.
La ragazza annuì, si alzò e si diresse verso le scale. Pochi secondi dopo si udì una porta sbattere.
- Magari potreste portare con voi un amico – propose Emily, guardando Lexi e Maggie. - Ci farebbe piacere, non è vero Peter?
L'uomo la guardò perplesso pochi istanti poi annuì di sbieco.
- Certo, potrebbe essere una buona idea.
You just call out my name, and you know where ever I am I'll come running to see you again. Winter, spring, summer, or fall, all you have to do is call and I'll be there, yeah, yeah, you've got a friend.
(You've got a friend; James Taylor)
Nick varcò le porte del Country Bar, il viso stanco.
- Nick? - chiese Blake, deglutendo, massaggiandosi nervosamente il collo intorpidito. - Che ci fai qui?
L'altro gli scoccò un'occhiata e scrollò le spalle.
- Sto cercando Maggie – spiegò, - oggi abbiamo avuto una sottospecie di discussione che vorrei chiarire, ma non la trovo da nessuna parte e non risponde al cellulare. Ha le prove oggi, se non sbaglio...
- Mmh, veramente Nick, le prove di Maggie sono domani, e dalle tre non dalle cinque – lo corresse Blake, tirando un respiro di sollievo dentro di sé per non essere la causa della visita di Nick.
- Ah – fece il diciassettenne, cambiando improvvisamente espressione e crollando a sedere su una sedia lì vicino, passandosi una mano tra i ricci. - Questo prova quanto so di lei nell'ultimo periodo...
- Nicholas... - cominciò il diciottenne, dandogli una pacca su una spalla. - Sii sincero: come vanno le cose tra te e Maggie?
Zitto, zitto, gli urlava una voce nella testa, ma lui non la ascoltò e guardò l'amico negli occhi. Okay, aveva baciato la sua ragazza ma ora poteva sistemare in qualche modo le cose, no? Nonostante l'attrazione che provava nei confronti di quell'affascinante diciassettenne dagli occhi verdi fosse potente ciò non significava necessariamente che volesse che la sua storia con Nick finisse.
- Sinceramente? Male – snocciolò il moro, amaramente. - Ed è colpa mia, non le attribuisco alcuna colpa.
- Ma che vi succede? Insomma, la prima volta che vi ho visto sembravate... non so... inseparabili – continuò Blake. Gli occhi di Maggie brillavano quando ti guardava ma ora quando accade non c'è nessuna luce in quelle pozze di smeraldo, aggiunse mentalmente.
- Non lo so, Blake, non lo so! - esplose l'altro, alzandosi. - Il mio lavoro mi ruba troppo tempo, lei ha la scuola, quando io sono libero lei ha altro da fare e poi... Abbiamo problemi familiari entrambi.
- Sì, mi ha spiegato di sua sorella e di Joe – annuì Blake, sovrappensiero.
Il cantante sospirò.
- Parlate tanto voi due, non è vero? - sussurrò con un sorriso triste.
Il diciottenne incrociò gli occhi dell'amico mentre dentro di sé gli montava il panico. Aveva capito, era fregato.
- Ehm, sì, abbastanza – balbettò nervosamente.
Il riccio si grattò il naso con un dito.
- Beh, almeno ha qualcuno con cui parlare – disse a bassa voce. - Sono contento che abbia te con cui sfogarsi, sai?
Blake si morse il labbro inferiore.
- Ha bisogno di qualcuno e sono felice che qualcuno sia tu – sorrise. - Ma non innamorarti di lei, okay? - buttò ironico.
Il ragazzo fece una risata senza gioia.
- Ma figurati! - mentì. - È solo una cara ragazza.
- Di cui è facile cadere innamorati – aggiunse Nick, pensando al sorriso della sua ragazza. - Sai che ho iniziato a provare qualcosa per lei dalla prima volta che l'ho vista?
- Sul serio? - tentennò Blake.
- Già, è stato bellissimo, anche se per metterci insieme ce ne abbiamo messo di tempo – parlò quasi fra sé e sé il diciassettenne.
Blake annuì e ascoltò il racconto con un mezzo sorriso, a metà fra il felice a l'amaro. Quel che provava per Maggie stava rompendo il cuore di Nick.
We're always waiting for the happy ending Just the start of our demise That we must escape, we've got to make our great escape
(The Great Escape; Miles Away)
Okay Maryl, ora o mai più, pensò la bionda rigirandosi il cellulare tra le mani. Via il dente, via il dolore.
Digitò il numero sul suo LG e se lo appoggiò all'orecchio, aspettando che la chiamate venisse inoltrata.
- Messaggio gratuito, il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile, la preghiamo di richiamare più tardi. Grazie – disse una voce femminile pre-registrata che le stava per fare partire un embolo.
- Stupido cellulare del cavolo! - gracchiò lanciandolo sul letto.
- Wow, parli pure con le cose, ora – disse Lexi, alzando un sopracciglio, scettica.
La maggiore si paralizzò e si voltò verso la porta, da dove proveniva la voce.
- Lexi?! - fece Maryl, stupita.
- Già, mi chiamano così... - annuì la rossa, appoggiata allo stipite della porta.
- Sei uscita dalla tua camera – osservò la ventunenne.
- Ah-ah – disse la diciassettenne. - Non sono più una depressa, yeah! - ironizzò.
- Stai bene? - fece la bionda.
- Mai stata meglio! - mentì Lexi. - Beh, certo ho mollato il mio ragaz... il mio ex ragazzo, il quale è venuto a declamare il suo amore per me per poi fidanzarsi con la sua ex nemmeno due giorni dopo ma sì, sto bene.
Maryl fece una smorfia perplessa.
- Ne sei sicura?
- Certo! Ho deciso che devo lasciarmi l'Innominabile alle spalle e tornare quella di sempre, ovvero una vera e propria vipera, ti piace l'idea?
La bionda annuì appena con il capo.
- Cosa ti ha... ecco, fatto cambiare idea?
- Mmh, beh, stavo pensando che ora che il nostro adorato papino se ne ritorna a Miami non sarebbe una brutta idea per me cambiare aria per un po'... - spiegò la rossa, pensierosa.
- Tu cosa?! - gracchiò Maryl.
- Cambiare aria, Maryl, ma te le lavi le orecchie la mattina? Ad ogni modo, qui a Los Angeles non piove mai e c'è un'afa... A Miami almeno c'è un po' di umidità, ed esistono le stagioni! Basta estate tutto l'anno! - spiegò, guardandosi le unghie di una mano.
- Ma tu non puoi andartene!
- In teoria sì, dato che legalmente sono ancora minorenne e dovrei vivere con un genitore, e dato che nostra madre si è volatilizzata non è una brutta idea stare con papà per un po'... Potremmo addirittura iniziare a starci simpatici – annuì.
- Ma tu non puoi fare a Maggie e a me una cosa simile! - strillò la maggiore con la voce un'ottava più alta del normale.
- Perché no? E comunque sarebbe solo per un po'... anche perchè per i miei diciotto anni vorrei andarmene di casa, ho sempre voluto vivere in Europa – fece la rossa.
- Ma ti è dato di volta il cervello?! - gridò Maryl.
- Forse. Mi attira la Francia – aggiunse.
- Ma tu non parli francese! - gridò Maryl, stupidamente. Non sapeva cosa dire, il suo cervello era andato in tilt.
- E con ciò? Lo imparo!
- Alexandra ascoltami bene...
- Maryl? Zitta, te ne prego, ho deciso.
- Ma ascoltami...
- No, ne parlerò dopo con Emily e papà – concluse Lexi, afferrando il pomello della porta. - A dopo.
- ALEXANDRA! - squittì la bionda. Riafferrò il cellulare e compose un numero sulla tastiera, prorompendo in un singhiozzo.
Lexi si chiuse la porta alle spalle e corse verso la sua camera, lanciandosi sul letto mentre sentiva le prime lacrime calde colarle lungo il viso.
Essere quella che era sempre stata anche per pochi minuti era stata la cosa più difficile della sua vita sino a quel momento. Vedere il viso di Maryl, poi, mentre le diceva che se ne sarebbe andata, magari per non tornare più, era stato ancora peggio.
Aveva dovuto fingere, far vedere che dopotutto Joe per lei era stato qualcosa di superabile, al contrario di quanto pensava.
Doveva far vedere di essere tornata quella di sempre, la solita Lexi, solo per poche settimane, poi si sarebbe trasferita a Miami e non avrebbe più dovuto fingere. Il suo trasferimento non aveva come fine solo allontanarsi da tutto ciò che gli ricordava Joe e la loro storia, ma anche smettere di vedere le sue sorelle che si preoccupavano per lei.
Era la scelta migliore. Forse.
Continua...
Concorso:
Grazie mille a tutte voi per aver votato la vostra coppia preferita! I risultati sono i seguenti:
Maggie e Nick: 9
Lexi e Joe: 2
Maryl e Kevin: 2
Come avete potuto vedere sarà la coppia Mick ad avere un MM a lei dedicata per prima, anche se non so esattamente quando. Il problema che si pone è che sia i Jexi che i Karyl hanno lo stesso numero di voti quindi se qualcuno mi diceste la propria seconda coppia preferita tra queste restanti due le sarei grata dato che è sicuro che il mio MM è per i Mick.
Grazie anche a Melmon per avermi dato delle idee per le MM, nel caso qualcun'altra mi avesse inviato una mail vi prego di dirmelo perché la mia casella di posta ultimamente è impazzita e quindi è detto che non mi siano arrivati i vostri messaggi.
Grazie ancora per aver votato e spero che quest'ultimo capitolo vi sia piaciuto!! :)
Un bacio <3
Maggie
p.s. Ho cambiato il nickname del mio account twitter nel caso qualcuno mi avesse cercata nell'ultimo periodo e non trovata e quello nuovo è maggielullaby95.
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Capitolo 19 *** I Promise ***
Eccomi di nuovo :)
Questo capitolo, stranamente, mi piace... Non tanto per quello che ho scritto (please, non mi uccidete!!) ma per come l'ho scritto. È un miracolo!
Ordine delle MM:
1. Nick e Maggie
2. Joe e Lexi.
3. Kevin e Maryl.
Anyway passo subito ai ringraziamenti e spero che voi tutte vi stiate divertendo!
mileylovenick: awww grazie mille per tutti i bellissimi complimenti!! Mi fa molto piacere ricevere in ogni capitolo nuove lettrici!! *.* Grazie per aver votato! Pubblicherò la prima MM (su Nick e Maggie) appena la scrivo! Un bacio e spero che questo capitolo ti piaccia!
Hollie: tesoro! In primis ho commentato il nuovo capitolo della tua fic, inutile dire che è stupendo come sempre :) Nessun problema per la recensione, spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacione <3
stellalilly: cara! Grazie mille per tutti i complimenti!*__* Sono bellissimi! Figurati se non hai recensito lo scorso capitolo... Grazie per aver votato! Un bacione <3
_NeSsIe_95_: la MM su Joe e Lexi la pubblicherò non appena posso... e ciò comprende avere una qualche minima IDEA su COSA devo scrivere O.o crisi da pagina bianca, d'oh! -.-” Okay, scusami, colpa della febbre... Spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacione <3
jeeeee: ma amor mio non preoccuparti!! Grazie per tutti i bellissimi complimenti, mi fai arrossire *-* Un bacione tesoro <3
Melmon: grazie per aver votato! :) Ohhh, finalmente qualcuno che non odia Blake! *.* Infatti, se escludiamo quei dettagli è un bravo ragazzo... e immagino che in futuro ti piacerà ancora di più ;) Anyway ti ho mandato una mail molto frettolosa, I'm sorry :( A presto, un bacione <3
jonas_princess: ormai comincio tutti i ringraziamenti così ma... grazie per aver votato! ;) Aww, finalmente anche qualcuno a cui sta simpatica Emily! *__* Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacione <3
Bennyaries: mi avvalgo del diritto di non rispondere xD Ahah, come ti capisco! Anche a me quella musica mi manda il cervello in tilt... chissà mai perchè... ù_ù Spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacione <3
Moonlight__xX: nessun problema xD Solo ora la mia mente malata ha realizzato che il tuo nuovo nickname contiene una parte del titolo di questa fic... mi piaaaace! XD Okay, sclero, ma chissà che novità! Pian piano tutto si risolverà... forse. Non di certo in questo capitolo ù_ù Un bacione <3
_Kira_Perly_: okay, ho sbagliato a scrivere, in più hai letto male tu ù_ù Purtroppo io ho scritto giuto e tu hai letto uguale xD Anyway questa fic credo sarà più breve di Brothers and Sisters ma non so quando finirà... Spero che questo capitolo ti piaccia! Un bacione <3
Dona: sono ancora pigra a scrivere tutto il tuo nickname xD Ma grazie, tesoro, anch'io ti voglio bene! Ma tanto qui non mi uccidi vero, vero?? *convinta* Ci sentiamo presto! Un bacione <3
JustALittleLie: ahaha, ma guarda, io credo di averti battuta, ho pubblicato una shot deprimente il giorno di Natale... -.-” Sono mooolto contenta che questa fic ti piaccia, davvero!! *__* Grazie dei complimenti! Un bacione <3
Scusate la brevità ma muoio dal sonno -.-”
Capitolo 19. I Promise
- Mi spiace per come ci siamo lasciati l'altro giorno – disse Nick, per l'ennesima volta, prendendo la mano della sua ragazza e baciandogliela.
Maggie arrossì e distolse lo sguardo, spostandolo sulla strada trafficata di Los Angeles, visibile dal tavolo dello Starbucks a cui si erano seduti.
Grugnì facendo un gesto compromettente con la testa e tolse la propria mano da quella di Nicholas, portandosela in grembo.
Lui fece una smorfia di dispiacere e guardò il piccolo menù del locale.
- Che prendi? - le chiese.
- Un ice caffè – disse lei, senza alzare lo sguardo. - Tu?
- Pure – rispose il diciassettenne, estraendo il portafoglio dalla tasca dei pantaloni neri. - Faccio io, è il mio turno, giusto?
Maggie annuì distrattamente, senza ascoltarlo davvero. Nick scosse il capo e si diresse verso il bancone, ordinando le proprie ordinazioni.
Era da qualche giorno che Maggie si comportava in modo strano, all'inizio aveva pensato che la causa fosse il loro litigio, ma ora non ne era più tanto sicuro.
Quando tornò al capo la vide che si reggeva la testa con un braccio, appoggiato con aria disinvolta sul tavolo, il viso rivolto verso la finestra.
- Eccomi! - sorrise, fingendo che tutto fosse come sempre.
Maggie sobbalzò e gli fece un mezzo sorriso.
- Mi è venuto un colpo – disse.
- Scusa – fece lui.
- No, niente, stavo pensando ad altro... - ammise la ragazza, mordendosi il labbro inferiore.
- Posso sapere cosa? - ammiccò lui, con un sorriso ammiccante.
- Ehm... allo spettacolo di 'sta sera – mentì la mora, prontamente, con la prima cosa che le passò per la testa, nascondendo che, in realtà, non riusciva più a stargli vicino e che, sempre più spesso, si ritrovava a pensare a Blake e a quella sera.
- Oh, è vero – sorrise Nick, rincuorato. Sembrava sincera. - Ti piacerebbe se venissi?
Maggie sorrise.
- Sì – annuì, ed era la verità, magari se fosse riuscito a mantenere quello che le aveva appena detto avrebbe smesso di pensare a Blake per un po'. Anche solo per poco.
- Perfetto, non credo di essere impegnato sino alle otto, questa sera, ho solo un servizio fotografico, ma posso cavarmela in poco tempo – sorrise. - D'altronde vengo sempre bene... - aggiunse, con finta vanità.
- Smettila! - rise lei, dandogli uno scappellotto divertito ad un braccio. - Prometti di venire? - aggiunse poi, seria.
- Certo – le disse, con tono rassicurante. - Lo prometto.
- Bene – disse Maggie, - perché canterò la nostra canzone.
- Fly with me? Davvero? - chiese lui, con un sorriso.
- Sì – assicurò Maggie. - Ricordati che hai promesso.
Nick annuì.
- Ti va di andare a fare un giro? - le domandò, dopo aver bevuto un sorso del suo ice caffè. Maggie annuì e prese la sua borsa, bevendo i residui della propria bevanda.
Nick non sapeva della partenza, del fatto che l'intera famiglia Campbell si sarebbe dovuta allontanare per una settimana e che, in fondo, Maggie non vedeva l'ora di partire, per mettersi a posto le idee in testa e capire cosa voleva veramente.
Nick non sapeva del viaggio così come Maggie non sapeva della decisione di Lexi di trasferirsi a Miami per qualche tempo.
In questi casi il detto beata ignoranza era più che appropriato.
Non ci riesco a staccarmi da te
e cancellare tutte le pagine con la tua immagine
e vivere come se non fosse mai stato amore.
(Come se non fosse mai stato amore; Laura Pausini)
- Buongiorno Denise, posso parlare con tuo figlio? Quello scemo, intendo – disse Lexi, con un mezzo sorriso umido, mentre sentiva una stretta al cuore vedendo l'abitazione che le riportava in mente tanti ricordi, presentandosi all'ingresso di casa Jonas
La donna la guardò con un'espressione sorpresa per qualche istante, prima di ricomporsi e fare un sorriso alla ragazza di fronte a lei.
- Lexi, tesoro, come stai? - le domandò, invitandola ad entrare e abbracciandola velocemente, per poi squadrarla da capo a piedi.
- Beh, ho rotto con il suo figlio scemo perché, ovviamente, è un idiota e mi sento uno straccio perché lui è stato forse l'amore della mia vita ma a parte questo bene. Posso parlare con Joseph? - recitò, schietta, con tono quasi incolore.
La donna annuì e le fece strada fino al salotto, dove Joe era seduto sul pavimento a giocare con Frankie, sotto lo sguardo quasi materno di Sasha e dell'occhiata di Paul Senior.
- Ehm, Joe, c'è una visita per te – disse Denise, insicura.
Contemporaneamente quattro paia di occhi si alzarono su di loro, puntando su Lexi non appena riconobbero la sua figura.
- L...Lexi – saltò su Joe, non appena la vide.
La diciassettenne alzò una mano, come per fargli cenno di fermarsi.
- Sono tornata ad essere Alexandra per te, Joseph – calcò bene sull'ultima parola. - Ti devo parlare, senza strane racchie – lanciò un'occhiataccia a Sasha – ruba fidanzati possibilmente.
La diciannovenne arrossì e abbassò il capo.
- C...certo – fece il ventenne, facendo cenno alla sua ragazza di rimanere ferma.
La rossa fece un sorriso amaro che non le illuminò gli occhi e gli fece cenno si seguirlo su per le scale, fino alla stanza del ragazzo.
Joe entrò e si mise davanti alla finestra, le braccia lungo i fianchi. Lexi chiuse la porta e fece scattare la serratura, poi incrociò le braccia al petto e fece un'espressione seria.
- Bene, Joseph – iniziò, - a prescindere dal fatto che se fosse dipeso interamente da me non sarei mai venuta a parlare con te e ad osservare il tuo viso che al momento mi sta conciliando il vomito ma sono stata anche spinta da Maryl che, se hai parlato con Kevin in questo ultimo periodo, sta attraversando una crisi isterica. Ma non è questo il punto.
Joe fece per interromperla ma lei lo zittì.
- Io parlo, tu ascolti. Nel caso ti importasse qualcosa, ma dubito dato che due giorni dopo che ti ho lasciato ti sei messo di nuovo con Miss Sasha la Racchia Collins, io sono stata uno schifo per te, ma la sto superando, pian piano – mentì.
- Aspetta, Jonas, ho detto che io parlo mentre tu ascolti – redasse la ragazza, irritata, mentre sentiva gli occhi bruciare per le lacrime che non voleva lasciar sfuggire dato che aveva visto che Joe la stava per interrompere - Al contrario tuo le mie sorelle e i tuoi fratelli tengono a me, strano ma vero, e li sto facendo solo soffrire tutti quanti, quindi sono venuta qui per; primo: accusarti di essere un vile bastardo traditore, che è la causa della sofferenza mia e, di conseguenza, della mia famiglia, e secondo: mi condannerai a passare i prossimi due anni della mia vita in una città che odio con mio padre che detesto. Sì, Joseph – aggiunse, osservando la nuova espressione del suo ex – mi trasferisco a Miami.
Joe sbatté le palpebre, assimilando la notizia in silenzio, poi deglutì.
- M...Miami?
- Sei diventato pure sordo? Sì, Miami – sbottò la rossa. - Grazie mille, Joseph, davvero! - aggiunse sarcasticamente.
- Ma puoi restare qui. Possiamo essere amici... - provò Joe. Lexi prima lo guardò confusa, poi scoppiò in una risata senza gioia.
- Sei solo un povero illuso – lo accusò ad alta voce. - Ti pare che noi due possiamo essere amici dopo che quello che tu mi hai fatto?! Puoi anche scordartelo, Jonas, scordatelo!
Joe abbassò il capo, impallidendo.
- Sei stata importante per me, Lexi – disse piano.
- Alexandra – lo corresse semplicemente la rossa, si girò verso la porta e la aprì. - Addio Joseph, questa è l'ultima volta che vi vediamo. È una promessa.
Non appena la porta si richiusa alle sue spalle Joe si lasciò cadere a terra, nascondendo il viso tra le gambe, chiuso in sé stesso.
Io ti penserò
sperando che per te sia identico ovunque andrò
(Ovunque andrò; Le Vibrazioni)
Non partire, ti prego, lesse Maryl per l'ennesima volta, scostandosi i capelli dagli occhi.
Kevin sono solo sette giorni, digitò velocemente sul suo cellulare, inviandoglielo.
Non dovette aspettare molto per ricevere una risposta.
Non importa. Non partire comunque.
La ventunenne sorrise dolcemente.
Non posso, ho provato a chiederlo ma mi hanno detto di no. Prova a pensare che dopo questi sette giorni non dovremmo più nasconderci!, provò di nuovo, scuotendo il capo metà divertita e l'altra lusingata dalle attenzioni che Kevin le rivolgeva.
- Maryl! - la chiamò Maggie dalla cima della rampa delle scale. - Maryl, ho bisogno di un favore... E' urgente!
- Che succede? - chiese, salendo le scale. - Qualcosa non... Oh, wow Maggie – esclamò guardando la sorella. - Sei... sei bellissima!
La mora arrossì violentemente.
- È che Nick ha promesso di venirmi a vedere questa sera allo spettacolo, quindi... - iniziò, aggiustandosi l'abito lungo nero che aveva indossato per l'occasione.
- Ah, non dire altro! - fece la bionda, mentre gli occhi dorati le si illuminavano. - Ci penso io a renderti più irresistibile di qualsiasi altra persona sulla terra, questa sera. Più del solito.
- Ehm... grazie Maryl ma io volevo chiederti soltanto se... - iniziò la diciassettenne, ma la maggiore era già sparita nel suo bagno alla ricerca della sua scatola dei trucchi - potevi farmi i boccoli – concluse, scuotendo il capo.
- Adoro truccare e vestire gli altri, te l'ho mai detto? - chiese Maryl, eccitata, mettendo il mascara alla sorella minore, molti minuti dopo.
- Ma davvero? Non l'avevo notato! - rise quella, ironica.
Maryl le accarezzò i capelli.
- Questo vestito ti sta da dio! Ma dove l'hai comprato? - chiese, simpaticamente.
- È stato l'anno scorso, in Spagna, ti ricordi? Me l'avevate scelto tu e Lena – accennò a una vecchia amica della bionda che le aveva accompagnate spesso durante le loro vacanze.
- Giusto! Che bella vacanza... - sospirò, sorridendo sognante. - Ma ora dobbiamo pensare a te e al fatto che, bontà divina, Nick ha promesso finalmente di venirti a vedere al tuo spettacolo e lo devi abbagliare, in senso letterale del termine.
- Maryl – sorrise Maggie, - puoi farmi i boccoli?
La bionda sorrise e le baciò i capelli.
- Ovviamente sì, tesoro mio! - le sussurrò. - All'opera!
- Uhm, Maggie – disse a un certo punto, acconciandole l'ultima ciocca di capelli. - Posso venire anche io?
La mora sorrise e annuì.
- Mi farebbe davvero piacere, Maryl. Secondo te verrà anche Lexi?
Udirono in quel momento la porta sbattere e dei passi pesanti salire le scale.
- Ho come l'impressione di no – sussurrò la bionda, malinconica. - Poi domani usciamo a pranzo noi due, okay? Tanto Emily e papà sono fuori come ora a scegliere il catering, così parliamo un po', va bene?
Maggie annuì e si passò la lingua sulle labbra, abbassando poi il capo.
Distanze enormi sembrano dividerci
ma il cuore batte forte dentro me.
Chissà se tu mi penserai
(La solitudine; Laura Pausini)
- Bravo Nicholas, così va' benissimo! - si congratulò la fotografa, facendo un altro scatto. - Benissimo, davvero!
Nick si mise in un'altra posizione, aggiustandosi gli occhiali che si era messo per l'occasione.
- Perfetto, per ora abbiamo finito – fece la donna, allontanandosi per cambiare il rullino della macchina fotografica.
Il ragazzo diede un'occhiata all'orologio che teneva al polso e si alzò da dove si era seduto, aggiustandosi la camicia a scacchi.
- Ci vediamo settimana prossima per finire, allora – disse con un sorriso.
- Come? - fece la fotografa, stranita. - Settimana prossima?
- Sì – disse lui, - abbiamo finito, no?
- Nicholas spero che tu stia scherzando – lo riprese lei. - Non possiamo interrompere ora!
- Ma... ma io devo andare, ho un impegno improrogabile tra solo mezz'ora! - ribatté Nick.
- Mi spiace, ma sapevi che c'era questo servizio da tre settimane – lo richiamò la donna, severa.
- Sì ma...
- Prima ricominciavo e prima finiamo – disse secca lei. - Su!
Il diciassettenne fece per ribattere, ma non appena vide lo sguardo della fotografa si risedette, sbuffando.
Gliel'aveva promesso che ci sarebbe stato, maledizione!
Goodbye my lover, goodbye my friend
[…] I'm so alone
(Goodbye my lover; James Blunt)
- Kevin ed io andiamo a sederci laggiù – disse Maryl, cingendo per qualche istante le spalle della sorella minore e accennando a un tavolo in fondo alla sala.
La mora annuì, sorridendo nervosamente, come sempre prima di uno spettacolo.
- Avete visto Nick? - chiese, guardando prima l'orologio e poi la sorella maggiore e Kevin al suo fianco. - Sono le sette meno dieci...
- Starà arrivando – la rassicurò Kevin, dando una pacca amichevole a Maggie. - In bocca al lupo.
- Crepi – sorrise lei, osservandoli mentre si allontanavano.
Fece un respiro profondo, lanciando parecchie occhiate all'ingresso del locale.
- Ciao Maggie – disse con tono basso Blake, accarezzandole la schiena.
Maggie si voltò e gli lanciò un'occhiataccia.
- Blake, per favore – disse. - C'è mia sorella...
- E? - disse lui.
La ragazza sbuffò.
- Lasciami stare, per favore – ribatté la mora. - Nick sta arrivando, ha promesso che sarebbe riuscito a venire questa sera, abbiamo chiarito le nostre divergenze e quello che è accaduto l'altra notte è stato...
- Solo un errore – concluse lui. - E se non riuscisse a venire?
- Verrà – disse semplicemente lei, secca. - Lo spettacolo sta per cominciare, preparati.
Blake scosse il capo e le baciò una guancia.
- Sei bellissima – le sussurrò in un orecchio, prima di allontanarsi.
La mora alzò gli occhi al cielo e diede un'occhiata al tavolo dove erano seduti Maryl e Kevin, lei stava cercando qualcosa nella sua borsa, mentre lui la stava fissando, gli occhi ridotti a fessure.
Maggie scosse il capo facendo un gesto con una mano, un segno come per spiegargli che era tutto un equivoco.
- Maggie! - la chiamò Blake dal palco, seduto sullo sgabello dietro alla batteria.
Lei guardò ancora l'uscita, sperando di vedere un ragazzo riccio varcare la porta. Niente.
Te l'ha promesso, pensò, tentando di auto convincersi e salì sul palco.
- Buonasera a tutti! - disse dipingendo un falso sorriso sul proprio volto. - Vorremmo ringraziarvi tutti per essere qui, 'sta sera, io sono Maggie...
- Ed io Blake – sorrise il ragazzo, a un altro microfono.
Lei fece cenno al ragazzo di cominciare a suonare con la batteria, e lo seguì subito dopo con la chitarra.
Cominciarono con Home di Michael Bublé e per tutta la canzone Maggie non fece altro che lanciare occhiate alla porta d'ingresso.
Alla fine della melodia abbassò lo sguardo, tentando di continuare a pensare che aveva trovato traffico, un impegno improrogabile.
Proseguirono con Change di Taylor Swift e Naturally di Selena Gomez.
Ha sicuramente trovato traffico, pensò durante la prima.
Magari è stato trattenuto da qualche parte da alcune fan, provò durante la seconda.
Continuò così per tutta la serata, per tutte le quattordici canzoni seguenti, per l'ora e tre minuti successivi.
- Ora vorrei dedicare quest'ultima canzone a una persona speciale, al mio ragazzo, Nick, che questa sera sarebbe dovuto essere qui con me – abbassò il capo, - Ciao Nick.
Maryl, Kevin e anche Blake, che sapevano della loro canzone, si aspettavano che Maggie avrebbe cantato Fly with me, così come aveva detto a Nick quel primo pomeriggio.
La diciassettenne fece cenno a Blake di non suonare, appoggiò la chitarra a muro e si andò a sedere alla pianola, iniziando a suonare una delle poche canzoni che aveva imparato quando aveva dieci anni, l'anno in cui aveva preso lezioni di pianoforte.
Goodbye my lover invase la sala nell'innaturale silenzio della sala da parte di tutti. Maggie tenne gli occhi bassi sulla pianola, tutto per non guardare le espressioni di sorpresa mista terrore negli occhi di Maryl e Kevin, dall'altra parte del locale.
La ragazza suonò le ultime note e ringraziò tutti, scendendo poi dal palco senza rivolgere una parola a nessuno e si chiuse nel bagno riservato agli inservienti.
Ho aspettato anche troppe e lo sai
(Resta in ascolto; Laura Pausini)
- Cosa significava quella canzone? - chiese Maryl, strabuzzando gli occhi lanciando un'occhiata al suo ragazzo.
- Non lo so – ammise lui. - Ma hai visto come si comportavano Maggie e quel ragazzo lì?
- Kevin, al momento non mi interessa, voglio sapere perché mia sorella ha dedicato al suo ragazzo una canzone d'addio e non la loro Fly with me!
- Maryl, non ne ho idea, io... - Kevin alzò lo sguardo. - Ah, ciao Nick.
Il diciassettenne, comparso ansimante dalla porta d'ingresso, quasi inciampò nei suoi stessi piedi rischiando di cadere a terra, ma si aggrappò a una sedia e si resse in piedi, avvicinandosi a Maryl e al fratello maggiore.
- Scusate, mi hanno trattenuto, non sono riuscito ad uscire dallo studio fino a quindici minuti fa, mi sono catapultato qui subito. È già finito lo spettacolo? Maggie dov'è? - chiese tutto d'un fiato, con il fiatone per la corsa.
Maryl e Kevin fecero per dire qualcosa ma la voce di Maggie li interruppe prima che potessero dire alcunché.
- Ciao Nick – disse con tono piatto.
- Maggie – esalò lui. - Mi spiace, sono stato trattenuto, ho provato in tutti i modi di sbrigare la cosa ma non sono riuscito...
La mora scosse il capo, osservando i clienti del locale uscire, anche Blake insieme al padre, probabilmente per parlare con qualche amico.
- Potete aspettare fuori? - chiese lei alla sorella e a Kevin. - Per favore.
Entrambi annuirono e Kevin mise una mano sulla schiena della sua ragazza spingendola dolcemente verso l'uscita.
- Maggie... - riprese Nick, non appena scomparirono dietro la porta.
- Me l'avevi promesso! - lo accusò lei, infiammandosi. - Mi avevi promesso che saresti venuto! Che questa sera saresti stato qui per ascoltare la nostra canzone!
- Mi spiace – disse il ragazzo.
- No! Le tue scuse non mi bastano più, Nicholas, sono stanca di sentire soltanto le tue scuse quando manchi alle tue stesse promesse! - sbottò la diciassettenne, irritata.
- Io volevo esserci! - si difese il ragazzo. - Sono stato trattenuto, Maggie!
- Come sempre – si sfogò la mora.
- Senti – riprese lui, fingendo di non averla sentita - sono certo che la canzone sia piaciuta a tutti, la prossima volta ci sarò, davvero.
- Nicholas, forse non l'hai capito, non ci sarà più una prossima volta! - gridò Maggie, e la sua voce rimbombò nel bar vuoto.
Il cantante rimase immobile qualche istante, poi sbatté le palpebre e strabuzzò gli occhi, confuso.
- Cosa intendi dire? - osò.
La mora abbassò il capo, mordendosi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.
- Nick – iniziò, - cos'è più importante per te? La musica o io?
- Come puoi chiedermi una cosa simile?! - gridò il ragazzo, infiammandosi subito. - Come?!
- E tu come hai potuto mancare a questo impegno per l'ennesima volta quando mi avevi promesso che ci saresti stato?! - ribatté lei.
- Non mi hai risposto.
- Se per questo nemmeno tu!
Nick non l'aveva mai vista così combattiva. Riconobbe solo una cosa di quella nuova Maggie, lo sguardo e la strana luce che le oscurava gli occhi: la stessa che aveva quando aveva visto lui ed Emma baciarsi.
- Maggie... Io voglio essere sincero, amo entrambe con tutto me stesso, non potrei vivere senza uno di voi – ammise, fissandola negli occhi.
La ragazza si paralizzò.
- Davvero? Entrambe? - scoppiò in una risata senza gioia. - Ho sempre saputo che non avrei mai sostituire la musica, e non ho mai voluto, ad essere sincera, ma da quando hai pubblicato Who I am sembri non avere cinque minuti da dedicarmi!
Si stava sfogando, rivelando quello che si teneva dentro da troppo tempo.
- Non ho cantato Fly with me, questa sera – aggiunse la ragazza, con voce roca. - Per tutto il tempo ho rimandato la canzone, sperando di vederti varcare quella porta, ma non l'hai fatto. - prese un respiro profondo. - Ho cantato Goodbye my lover.
Nick dapprima non comprese ciò che la sua ragazza gli stava dicendo, le sue parole gli sembravano prive di senso, come se stesse parlando un'altra lingua, poi comprese, anche se non voleva crederci. Non era stupido, sapeva cosa Maggie stava per fare.
- Nicholas, voglio una pausa – disse la mora, dopo aver preso un respiro profondo, fissandolo negli occhi mentre i suoi si inumidivano.
Il cantante la fissò senza emettere un verso, mentre qualcosa dentro di lui si spezzava. Il suo cuore.
- Io... non credo di provare per te quello che provavo qualche tempo fa – spiegò. - Ho bisogno di chiarirmi le idee – senza volerlo i suoi pensieri corsero a Blake. Li scacciò come se fossero una mosca fastidiosa.
- Ah – sussurrò Nick, a bassa voce, con il tono roco.
- Già – annuì lei. - Ah.
- È colpa mia – disse lui, parlando quasi fra sé e sé.
Maggie scosse il capo, lottando per trattenere le lacrime che premevano per uscire.
- No, non è vero, è anche colpa mia – disse, sincera, - non sai quanto sia anche colpa mia.
Il ragazzo scoppiò in una risata senza gioia.
- Le ragazze lo dicono sempre quando lasciano qualcuno – mormorò, - per non far sentire troppo in colpa i ragazzi e anche se stesse.
- No, Nick – scosse la testa Maggie. - Io sono sincera.
Due occhi verdi e due cioccolato si incrociarono ancora una volta, inumiditi delle stesse lacrime di dolore, entrambi mentre sentivano un rumore di vetri infranti. I loro cuori.
- Ti aspetterò – disse lui. - Finché non avrai deciso.
- Non farlo, Nicholas – sussurrò la ragazza. - Vivi la tua vita, io proverò a fare lo stesso.
- Non credo di riuscirci senza di te – ammise Nick. Anche senza credo.
Maggie sospirò e si strinse nelle spalle.
- Mi dispiace.
Fece per allontanarsi ma Nick la prese per un braccio e la strinse a sé un'ultima volta, annusando il suo profumo, l'odore della sua pelle e per ultima cosa baciò i suoi capelli.
Maggie rimase immobile, trattenendo ancora una volta dalle lacrime che le sentiva sgorgare.
Una lacrime le scivolò lungo la pelle candida e prima che la potesse nascondere Nick la vide.
- Ciao Nick – sussurrò Maggie, gli diede un bacio su una guancia, un bacio freddo, distaccato, di quelli che di solito lui dava alle sue fan.
- Ciao Maggie – mormorò di rimando lui, ma lei non lo sentì: se nera già andata.
Continua...
Siate sincere, che ne pensate? Mi sono impegnata tantissimo per questo capitolo, più del solito (quasi piangevo mentre lo scrivevo :S) e vorrei sapere la vostra più sincera opinione: dove ho sbagliato? Cosa dovrei migliorare? Ho fatto accadere troppe cose in poco tempo? Vi faccio queste domande per rendervi la lettura, in qualche modo, più piacevole :D
Spero non mi uccidiate <3
Maggie |
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Capitolo 20 *** Miami ***
Buongiorno a tutte!
Mi scuso subito per la brevità (e la schifosaggine... -.-) del capitolo, ma ho scoperto una cosa davvero straordinaria: questo capitolo mi ODIA. È possibile? Evidentemente sì! Non ci ho mai messo così tanto per scrivere qualcosa... Due settimane per una cosetta di appena quattro pagine O.o”
Scusate, sul serio.
Perdonatami se non vi ringrazio tutte, ma casa mia sta diventando un lazzaretto (bronchite&polmonite, evvai! .__.) e devo fare da infermiera... Scusate!!
Grazie mille però a tutte voi che mi avete scritto ben DICIOTTO recensioni!! *__* Grazie! Ho superato le 200 in venti capitoli!! Grazie mille, non so che dire, siete le migliori lettrici dell'Universo!! <3
Capitolo 13. Miami
- Il papi si tratta bene, direi – snocciolò Lexi, accarezzando le tende di lino rosso e dando un'occhiata sulla spiaggia bianca a pochi metri da casa.
- Già – annuì Maryl, osservando il panorama, le braccia incrociate al petto.
La rossa scosse il capo e aprì la porta finestra, facendo entrare una ventata di vento umido nella villa e camminò sulla veranda di legno, appoggiandosi poi sulla ringhiera con entrambe le mani.
- Beh, non è male come panorama - commentò, - forse non sarà poi così male vivere qui.
La bionda, alle sue spalle, fece una smorfia di disapprovazione.
- Lexi, ti prego, non farlo – la supplicò con voce roca. - Non lasciare me e Maggie da sole, per favore.
La diciassettenne scosse il capo, facendo un respiro profondo.
- Voglio vivere qui, Maryl – fece, secca. - E poi Miami è una città bellissima.
- L'hai sempre odiata – le fece notare la maggiore.
- Ho cambiato idea – ribatté l'altra, senza voltarsi.
- Lexi...
- Vado a vedere la mia camera – la interruppe seccamente la rossa, allontanandosi dalla sorella maggiore, senza guardarla.
La bionda socchiuse gli occhi dorati, mordendosi il labbro inferiore. Non poteva essere vero, Lexi non poteva andarsene, non ora, soprattutto ora che Maggie...
- Maryl! Vieni! - la chiamò Emily dall'interno con una voce allegra. In quel momento quel tono le urtò i nervi.
- Arrivo – sbuffò a bassa voce, tornando dentro casa chiudendosi la porta finestra alle spalle.
La donna le fece un sorriso mentre teneva entrambe le mani sul ventre gonfio, i capelli stretti in una coda alta sopra la testa.
- Che te ne pare? - le domandò, ammiccando alla casa.
- Meravigliosa – grugnì tra i denti.
Il sorriso di Emily si spense piano e la guardò con aria colpevole.
- So che vorresti che Alexandra restasse con voi a Los Angeles, ma devi capire che tuo padre ed io non le abbiamo mai chiesto niente, noi...
- Sì, sì, come vuoi, vado nella mia camera – snocciolò l'altra.
La futura signora Campbell fece per parlare ancora ma prima di aprire bocca decise che era meglio rimanere in silenzio, non poteva costringere Maryl a pensare di lei come una brava persona, l'avrebbe imparato con il tempo, se avrebbe voluto.
Maryl entrò nella sua camera provvisoria, una stanza grande quasi come il salotto della sua casa a Los Angeles, dipinta di un bel rosso caldo, un grosso letto matrimoniale troneggiava nel mezzo, ricoperto per buona parte da cuscini con vari motivi a cerchi.
Con uno sbuffo si lasciò cadere su di esso, stringendosi uno dei cuscini al petto, aggiustandosi gli occhiali sugli occhi.
Non era possibile che la sua vita stesse prendendo una piega così pessima: prima il ritorno di suo padre, la scoperta di una futura matrigna, un fratello in arrivo, poi il ritorno di Sasha, la rottura di Lexi e Joe, la decisione di trasferirsi di lei in un altro Stato e, infine, anche Maggie e Nick si erano allontanati, senza contare che ora lei frequentava assiduamente e continuamente quel Blake che, sinceramente, non riusciva a sopportare, e quando non era con lui si ritirava in camera e non usciva mai, neanche per mangiare, solo per andare in bagno ogni tanto.
Stava andando tutto a rotoli.
- Dio mio, Maggie, mi hai quasi rotto il naso! - gridò la sua voce.
- Oddio, scusami! - strillò lei, con la voce roca, rotta di pianto.
Maryl affondò il viso nel cuscino e soffocò un urlo.
You're still holding all of my heart I promise it will never be dark I know..we're inseparable
(Inseparable; Jonas Brothers)
- E siamo tornati! - esclamò entusiasta Franck Bowie, il conduttore di Ellen, guardando la telecamera che puntava su di lui e sorridendo agli spettatori in sala di registrazione. - Qui con noi, come ospiti, ancora una volta i Jonas Brothers!
I tre ragazzi fecero il loro ingresso da una porta nascosta, muovendo le mani in segno di saluto. L'unico che sorrideva era Kevin, sia Nick che Joe avevano un'espressione spenta, malinconica.
Ognuno di loro strinse la mano a Franck e si sedettero su un divano vicino a lui.
- Ben tornati, ragazzi – sorrise l'uomo, mantenendo lo sguardo più a lungo su Nick e Joe, che tenevano gli sguardi bassi.
- Grazie, siamo felici di essere qui – disse Kevin, tentando di attirare l'attenzione su di sé e di distoglierla dai fratelli.
Franck lanciò un'occhiata ironica verso Nick e Joe. Il ventiduenne provò a giustificarli con una piccola smorfia sul viso verso il produttore.
- Allora, ragazzi – disse, schiarendosi la gola. - Come state?
- Bene – disse Kevin, mentre sia Joe che Nick annuirono facendo dei gesti poco compromettenti con la testa.
- Sono contento – grugnì Franck. - E le vostre belle come stanno? Dove sono ora?
Questo non dovevi dirlo, pensò amaramente il ventiduenne, scuotendo il capo.
- Oh, bene - mentì, tentando di prendere in mano la situazione. - Maryl, Maggie e Lexi padre, resteranno lì per una settimana per il matrimonio del padre e della sua compagna. Mentre Sasha... non ho idea di dove sia; dov'è Joe?
- Cosa...? - chiese il ventenne, alzando la testa in quel momento, come uscito da una trance.
- Sasha. Dov'è?
- Oh... lei, beh... lei – tentò varie volte, tentando di ricordare dove la diciannovenne gli aveva detto sarebbe andata quel giorno. - Sasha è... da qualche parte.
- Chissà perché fino a qui ci sarei arrivato anch'io – tossì Kevin, mascherando il suo commento.
- Cos'hai detto Kevin, scusa? - chiese il conduttore, perplesso.
- Niente, niente! - minimizzò lui.
- Quindi presumo che la storia fra te e la tua ragazza vada bene – disse Franck al maggiore dei tre fratelli.
- Oh, sì, davvero molto bene – sorrise sinceramente. - Siamo molto felici.
- Mentre fra te e Maggie, Nick?
Il diciassettenne scosse il capo, mettendosi retto sulla sedia, la schiena rigida.
- Siamo in pausa – gracchiò con voce roca.
A quell'affermazione sia Franck che tutte le fortunate ragazze che erano riuscite ad assistere all'intervista tirarono un sospiro di sollievo e sgomento. I Mick in pausa? Com'era possibile che la coppia che più volte negli ultimi mesi era stata etichettata come Inseparabile fosse in pausa?!
- Oh... certo. Mi spiace. Mentre fra te e Sasha, Joe? - biascicò Franck, tentando di salvare Nick dall'imbarazzo e maledicendosi per avergli fatto quella domanda.
Joe si passò una mano fra i capelli.
- Bene, tutto bene – liquidò in fretta, nascondendo accuratamente che lui e Sasha negli ultimi giorni avevano avuto parecchie discussioni e che lui ormai non prestava più attenzione a una parole di quello che lei gli diceva.
- Meno male... - non riuscì a trattenersi il conduttore. Okay, doveva fare domande sul tour. Concentrarsi sul loro lavoro. Poteva farcela. - Come va con la registrazione del vostro nuovo album?
- Nick, rispondi tu – incitò Kevin il fratello diciassettenne con un mezzo sorriso.
- Oh, va bene – rispose con tono apatico il ragazzo. - Molto tranquillamente.
- Potete dirci il titolo?
Il riccio fece per parlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
- Vorrei... vorrei aspettare a dirlo – rivelò a sorpresa. - Per motivi personali, ma ve lo riveleremo a tempo debito.
Franck annuì, confuso dalla risposta del giovane cantante. Gli lanciò un'occhiata veloce e lo fissò negli occhi: erano totalmente vuoti, assenti.
Dentro di sé sperò con tutto se stesso che quei “motivi personali” che Nick aveva citato si risolvessero presto, certo che i Jonas Brothers non sarebbero mai tornati a sorridere prima di quello.
Yeah Yeah Yeah Yeah Miami, uh, uh Southbeach, bringin the heat, uh Haha, can y'all feel that Can y'all feel that Jig it out, uh
(Miami; Will Smith)
- Ti posso dare una mano a disfare i bagagli? - chiese Blake, seduto sul letto provvisorio di Maggie, osservandola seduta a terra che toglieva le ultime cose dalla valigia che si era portata dietro per il viaggio.
- No, grazie Blake – gli sorrise debolmente. - Ho quasi finito.
Il ragazzo scosse il capo e le sfiorò i capelli, ma non appena la vide irrigidirsi li lasciò andare e li osservò scivolare lungo la schiena di lei.
- Mags – sussurrò, - lo sai che non puoi continuare così, vero?
La ragazza continuò a disfare la valigia, senza alzare lo sguardo.
- Mags?
- Sì? - chiese in un sussurro lei, guardandolo finalmente negli occhi.
- Ti ho fatto una domanda.
- Scusa, stavo pensando ad altro... Cosa hai detto? - gli domandò.
- Ho detto che non puoi continuare così.
- Ma non è una domanda – notò lei, stupidamente.
- Prima lo era – concluse Blake. - Rispondi, ora, per favore.
Maggie fece un sospiro malinconico.
- Non dovevi invitarmi – continuò il diciottenne. - La mia presenza qui ti confonde soltanto.
- No, avevo... avevo bisogno di un amico – disse la diciassettenne.
- Solo un amico?
- Sì. - e non aggiunse altro.
Blake sospirò e si sedette accanto a lei, prendendole la mano non come ad un'amante ma come una semplice amica.
- Mags, l'hai lasciato solo la settimana scorsa – le disse e la sentì rabbrividire, - e non volevi nemmeno farlo. L'hai fatto perchè eri, e sei, confusa, allora perché mi hai invitato?
- Potevi non accettare – declinò la risposta Maggie, con un sospiro.
- No, sono troppo egoista per farlo – disse lui facendo una smorfia buffa nel tentativo di farla ridere, senza successo.
- Perché non facciamo che io domani riprendo un aereo per Los Angeles e quando torni tu avrai fatto la tua scelta e potrai vivere serenamente la tua vita? - chiese lui, con un sorriso.
- No! - soffiò lei, trattenendolo con un braccio. - Ti prego, non andartene.
- Mags, devi schiarirti le idee – provò a farla ragionare.
- Ma ti voglio accanto – disse lei.
- Sicura? Non è che hai bisogno soltanto di qualcuno che ti dica che non sei sola? Che c'è qualcuno che tu ama? Che ti dica che tutto si risolverà?
A quelle domande non seppe rispondere.
Continua... |
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Capitolo 21 *** Remember The Time ***
Perdonatemi
se sono così in ritardo nell'aggiornamento, ma a casa mia è
mancata un'amica intima a cui volevo molto, molto bene, e non avevo
l'umore per aggiornare. Scusatemi, anche, se per l'ennesima volta non
vi ringrazio tutte, ma ho poco tempo e vorrei spenderlo commentano le
fic che mi sono lasciata indietro in questi giorni. Me ne scuso.
Sappiate
che sono onorata di avere
delle lettrici come voi, grazie mille <3
Capitolo
21. Remember The Time
-
Piccola mia, dimmi che è già passata una settimana e tu
sarai qui domani – supplicò un Kevin Jonas disperato al
telefono con la propria ragazza.
La
bionda fece un sorriso a metà fra il lusingato e il
malinconico.
-
Magari... - sbuffò. - Almeno tu, Kevin, sei a casa tua e puoi
uscire, fare quello che vuoi, invece io sono bloccata qui, con due
sorelle depresse, un ospite poco gradito, un padre noioso e una
futura matrigna stressata, per di più oggi
ho le prove dell'abito da damigella – elencò con voce
funebre.
-
Wow, amore, sei messa benissimo – scherzò il
ventiduenne.
-
Una cifra... - ironizzò Maryl. - Tu cosa devi fare oggi?
Il
ventiduenne finse di pensarci mentre si grattava la punta del naso
con l'indice della mano destra.
-
Dunque, aspetta che controllo la mia agenda... Ah sì, devo
consolare Nick che guarda caso è depresso. Chissà
perchè – commentò con tono acido.
La
bionda si scostò i capelli dal viso con un gesto nervoso.
-
Tesoro, Maggie ci sta male quanto lui – gracchiò.
-
Davvero? Allora perché mio fratello cammina per casa, se
esce dalla sua camera, si intende, con un espressione degna di un emo
che si sta per tagliare le vene mentre tua
sorella è a Miami con il suo nuovo ragazzo? - elencò il
ragazzo con la voce di ghiaccio.
-
Non stanno insieme! - la difese Maryl, muovendo un braccio
concitatamente. - Lei... loro... Kevin, fidati, non stanno insieme!
Me l'avrebbe detto!
-
Davvero? Come ti ha detto che era da tempo che pensava di lasciare
Nicholas?
-
Paul Kevin non si sono
lasciati, sono in pausa!
- strillò la ventunenne, stupidamente, tentando di trovare un
modo per difendere Maggie.
-
Enorme differenza, davvero – commentò il chitarrista,
ironico.
-
Ascoltami... - cominciò Maryl, con voce acuta, tentando di
calmarsi. - Non dobbiamo discutere, okay? Ci manca solo che ci
lasciamo pure noi e tanti cari saluti alla bella famiglia felice!
Al
solo pensiero di lui e Maryl divisi Kevin si irrigidì, non
voleva nemmeno pensarci.
-
Beh, allora cos'hai in mente? - fece, calmandosi a sua volta.
La
ragazza arricciò il naso con aria intrigante, sorridendo
furbetta.
-
Qualcuno dovrà pur farli tornare insieme in qualche modo, non
trovi? - chiese, con finta indifferenza.
Kevin
rimase zitto per qualche istante, poi un sorriso a trentadue denti
gli si aprì sul bel volto.
-
Cos'hai in mente? - domandò.
-
Al momento assolutamente niente – ammise lei. - Ma sono
ottimista; Lexi, Joe, Nick e Maggie si rimetteranno insieme, fosse
l'ultima cosa che faccio!
-
Wow, piccola mia, mi piaci con questa aria da rivoluzionaria! -
sorrise sornione Kevin.
-
Sì, anch'io mi piaccio – rise Maryl, aggiustandosi gli
occhiali sul naso.
Il
viso del ragazzo si increspò in un sorriso.
-
Bene, tesoro, ora devo andare – fece, notando che Nick era
appena uscito dalla sua camera, in pigiama, e stava trascinando i
piedi in direzione del bagno.
-
Okay amore, ci sentiamo domani, va bene? - annuì la bionda.
-
Certo, a domani – sussurrò con tono dolce e riappese, e
mentre seguiva con la coda dell'occhio la figura di Nick irruppe
nella stanza di Joe.
Everywhere
I go, always gotta see you. I don't wanna be, where your
gunna be cos. You know I hate you
(I
hate you; Wizo)
|
|
Blake
si versò un bicchiere di spremuta, e lo bevve in un fiato,
appoggiando poi le mani sul lavello e osservando una goccia d'acqua
dondolare sul rubinetto per qualche istante e poi cadere con un
rumore quasi impercettibile.
Sospirò
con aria stanca e chiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie con una
mano.
-
Che stai facendo? - domandò con voce aspra Lexi, facendolo
voltare lentamente e guardandola con gli occhi scuri socchiusi.
-
Bevo – spiegò lui, tranquillo. - Tu?
-
Ti osservo mentre penso a cosa cavolo ci fai qui – rispose la
rossa, con altrettanta tranquillità.
-
Mi ha invitato tua sorella – disse Blake, con una piccola
smorfia che tentò di nascondere con un sorriso maturato, ma
che la diciassettenne notò senza esitazioni: era diventata
un'esperta nelle ultime settimane a nascondere le proprie emozioni.
-
Non sono stupida, questo lo so – annuì, - quello che non
capisco è perché.
-
Vallo a chiedere a lei, io non lo so – sbuffò,
fissandola negli occhi. - So di non essere ben gradito, che credi?
-
Allora perché sei venuto? - fece Lexi, sedendosi su una sedia
e accavalcando le gambe fasciate da un paio di jeans.
-
Sono un egoista – borbottò, imitandola.
-
Wow, e meno male che lo sai!
-
Senti, un egoista per di più maschio
o più precisamente come me
quando gli piace una ragazza e la suddetta dopo aver lasciato il
proprio ragazzo lo invita al matrimonio del padre quello accetta
senza farsi tanti problemi! - esclamò il diciottenne, muovendo
le mani concitatamente.
-
Neanche se il ragazzo che è appena stato lasciato è, o
più precisamente ormai era,
un amico del nostro egoista? - domandò Lexi, guardandolo fisso
negli occhi scuri.
Blake
non seppe tenere alto il suo sguardo con quegli occhi che erano due
pozze smeraldo lucenti e lo abbassò, stringendo le braccia al
petto.
-
Come immaginavo – sibilò la rossa. - Ti sei pentito,
vero?
-
Che cosa ne pensi, Alexandra? - sbottò Blake. - Che sono
felice di questa situazione? Di un amico che non mi rivolge più
la parola, e ha tutte le ragioni del mondo, e di una ragazza che mi
piace depressa perché ha lasciato il suo ragazzo anche se lo
ama ancora e perché si sentiva in parte in colpa? Ti pare che
una persona sana di mente sarebbe felice?!
Lexi
sbatté le palpebre un paio di volte, senza fare cenno di voler
dire qualcosa.
-
Beh, te lo meriti – aggiunse dopo qualche minuto di silenzio.
Il
diciottenne si alzò con uno scatto d'ira, facendo stridere la
sedia sul pavimento lucido e la guardò con furia, gli occhi
ridotti a fessure.
Non
la sopportava, era troppo schietta per una persona come lui, che
aveva bisogno di essere continuamente sicuro di quello che faceva:
quello che Lexi gli diceva mandava a monte tutte le sue teorie.
-
Vuoi picchiarmi, ora? - chiese la ragazza, un vago sorriso sfottente
sul viso.
Blake
si risedette, scuotendo il capo.
-
Non sono una persona violenta – sussurrò, sincero.
-
Oh, questo lo so, solo un po' prepotente – fischiettò
lei.
-
Come fai a saperlo? - gli chiese il ragazzo, curioso.
-
Beh, come hai fatto a baciare mia sorella quando stava ancora con
Nick senza usare un minimo di forza? - domandò, retorica.
Blake
sbiancò.
-
Co... come fai a saperlo?
-
Conosco mia sorella – rispose semplicemente Lexi, scostandosi i
capelli dagli occhi. - Mi fai schifo, lo sai?
-
Sì – annuì Blake, sicuro. - Mi faccio schifo da
solo.
-
È quello che speravo – soffiò Lexi, alzandosi,
pronta per andarsene. - Rifletti su quello che vuoi davvero, Blake, e
smettila di mentire a te stesso e di far soffrire le persone che ti
stanno intorno.
Do
you remember When we fall in love We were young And
innocent then Do you remember How it all began It just
seemed like heaven So why did it end?
(Remember
The Time; Michael Jackson)
Denise
Jonas rovesciò il piatto ancora pieno di Nicholas nella
ciotola di Elvis, che stava scodinzolando felice, affamato, per poi
metterlo nel lavandino e iniziare a lavarlo, con aria stanca.
La
casa era silenziosa, era così strano, era talmente abituata al
suono della chitarra di Nick che veniva strimpellata dal proprietario
e la sua voce con quella di Joseph e Kevin che cantava nuove canzoni;
il rumore dei videogiochi di Frankie e il pianoforte di suo marito
che suonava che ormai, quasi non ci faceva più caso, ma del
silenzio si accorgeva. Sempre.
Ed
era da troppo tempo che non si sentiva una chitarra suonare in quella
casa.
Da
quando Joe e Lexi avevano smesso di frequentarsi era calata un'aura
pesante in quella casa, fatta di tensioni tra i tre fratelli
maggiori, e il tutto si era ulteriormente complicato quando Sasha era
tornata a trovarsi fin troppo spesso in casa Jonas.
E
da qualche giorno, poi, da quando Nick e Maggie si erano lasciati era
stato ancora peggio.
Ricordava
esattamente il suo discorso con lei, nella stanza d'ospedale di
Nicholas, qualche mese prima e non avrebbe mai creduto che tutte
quelle parole erano solo state buttate al vento.
-
Nick ha avuto molte ragazze, nei suoi sedici anni, non come Joe,
questo no, ma un bel numero. Tutte ragazze splendide, Maggie, scelte
per il loro carattere e, anche se alcune poi si sono dimostrate delle
vere delusioni, altre l'hanno fatto proprio felice.
-
Però da... no, stavo per dire da qualche mese, ma il termine
più adatto è dire da quando ti ha incontrata lui è
diverso. In senso positivo, sia chiaro; non credo di averlo mai visto
così felice in tutta la sua vita, neanche quando Miley o
Selena erano le sue ragazze era così contento... Paul ed io ci
siamo sempre preoccupati che i nostri figli non si montassero la
testa, con tutta questa storia della band e della popolarità
in crescita, e devo dire che ogni volta che uno di loro usciva con
una ragazza del business di celebrità mi sono sempre
preoccupata, temendo che diventassero ciò che non vorrei
fossero. Poi Nick ha incontrato te. - sorrise dolcemente. - Quando
ho saputo di te, e delle tue sorelle, quasi non ci volevo credere,
era da quando Kevin è stato lasciato da Danielle che non
frequentavano più gente che non fosse una celebrità.
Kev ha sofferto tanto, quando Dani l'ha lasciato, ma conoscendoti ho
capito che tu non avresti fatto lo stesso a Nick.
Fin
dai primi giorni, da quando ho sentito che il tuo nome e quello di
Maryl e Lexi che venivano nominati spesso in casa, ho capito che
avreste fatto felici i miei ragazzi. Lexi e Joe, beh, loro sono due
pesti, ancora bambini, in un certo senso, eppure sono felici e si
amano, e non potrei desiderare qualcun'altra per il mio Joey. Kevin e
Maryl si sono trovati, non so come, perchè in fondo sono
diversi l'uno dall'altra e non posso stare lontani. Poi ci siete tu e
Nick – istintivamente gli occhi di entrambe si posarono sul
ragazzo fra loro, - e ti posso giurare, Maggie, che non vedrò
mai mio figlio felice com'è ora. Voi due siete... siete due
pezzi del puzzle e vi siete trovati in questo mondo. Siete stupendi
assieme, anzi, perfetti.
Maggie
fissò Denise con gli occhi sgranati per qualche istante per la
meraviglia e la sorpresa, non si sarebbe mai aspettata un discorso
simile.
-
Con tutto il rispetto, perchè me l'hai detto? - domandò,
timida.
Denise
sorrise, piano.
-
Perchè ti vedo insicura, cara, quando ti guardo camminare mano
nella mano con mio figlio, o anche osservando le foto sui giornali
scandalistici di voi due noto che sei sempre... insicura. Guardi Nick
come se ti stessi chiedendo perchè lui stia con te, perchè
non con qualche famosa stars del mondo dello spettacolo. Lo fissi
come se pensassi che potessi perderlo da un momento all'altro. Ma non
è così, fidati, voi due siete perfetti, nati per stare
assieme, ma, cosa molto importante, tu sei splendida, dentro e fuori,
quindi non temere di non essere all'altezza di mio figlio, perchè
lo sei.
-
Grazie, davvero – mormorò Maggie. - Spero di non
deluderla. Io voglio tanto, tanto bene a Nick.
-
Lo so, tesoro, lo so – annuì la donna.
Denise
sapeva che Maggie avrebbe voluto dire che lo amava, che non l'aveva
fatto perché non voleva sembrare troppo espansiva, non con la
madre del suo ragazzo.
Era
certa anche, tutt'ora, che lei lo amasse ancora, ma vedere suo figlio
solo diciassettenne ridotto a quel modo la riempiva di tristezza
infinita.
Gli
unici che sembravano sfuggire alla malinconia di casa erano Kevin e
Frankie. Il primo perché il suo rapporto con la sua ragazza
non sembrava poter andare meglio tanto era perfetto mentre il secondo
era il ritratto della felicità anche per le più piccole
cose.
-
Ehi – disse suo marito, entrando nella stanza e facendola
girare, sorridente.
-
Ehi – ripeté lei e gli diede un lieve bacio sulle
labbra. - Come va la situazione al piano di sopra?
-
Silenziosa – spiegò Paul Senior, con aria malinconica. -
Joe è nella sua stanza, Nick pure e Kevin non si vede, Frankie
sta tentando di imparare a suonare la chitarra, gli sto insegnando io
e sono venuto a fare scorte di cibo, sarà un pomeriggio molto
lungo.
Denise
fece una risata spezzata a metà, chiudendosi poi la bocca con
una mano e scuotendo il capo.
Paul
Senior le cinse la vita con le mani e la cullò dolcemente.
-
Vedrai che si risolverà tutto molto presto – le assicurò
con tono tranquillo. - Abbiamo Dio dalla nostra parte!
-
Speriamo in lui, allora – annuì la donna. - Perché
se vedo ancora i miei figli in questa situazione per oltre una
settimana potrei iniziare a dichiararmi atea!
Paul
Senior sgranò gli occhi, allibito.
-
Davvero?
-
Potrei, Paul, sono i nostri bambini – sussurrò Denise,
abbassando il capo.
L'uomo
le accarezzò il viso con le mani.
-
Bisogna guardare il lato positivo della faccenda.
-
Ah ah, ovvero?
-
Non abbiamo più Sasha in giro per casa! - esclamò
l'uomo, ridendo e facendo ridere anche la moglie.
-
Paul! Non sono cose da dire! Sasha è una così cara
ragazza...
-
Sarà, Des, ma continuo a preferire Alexandra.
Mrs
Jonas annuì.
-
Su questo sono pienamente daccordo.
Gonna
dress you up in my love All over, all over Gonna
dress you up in my love All over your body
(Dress
You Up; Madonna)
|
|
|
|
Maggie
fece un giro su se stessa, guardando il proprio abito da damigella da
ogni angolazione e guardandosi nel grande specchio del negozio.
-
Perfetto, signorina! - si illuminò la commessa, un metro al
collo, guardando la ragazza con occhi gioiosi. - Le dona davvero, è
perfetto! E sono sicura che con la bella pettinatura che si farà
sarà bellissima al matrimonio!
La
mora sorrise appena e accarezzò la seta rossa con un gesto
nervoso.
-
Grazie – mormorò.
-
Si figuri, ora vado ad occuparmi delle sue sorelle e della signora e
torno da lei per gli ultimi ritocchi, va bene? - chiese la donna,
dalle mani paffute e il viso dolce.
La
diciassettenne annuì e la commessa si dileguò in una
stanza vicina.
Scese
dallo sgabello su cui la donna l'aveva fatta salire e vi si sedette
sopra, attenda a non stropicciare il vestito, ci mancava solo quello
e poi avrebbe potuto scrivere sulla sua fronte con un pennarello
indelebile “la mia vita fa' schifo”.
-
Wow – sorrise Blake. - Sei bellissima.
Maggie
si voltò verso il suono della voce e guardò il ragazzo
fisso negli occhi.
-
Vattene, Blake, non è il momento – gli chiese, con tono
troppo debole.
-
Per me lo è, quindi se non ti dispiace potresti farlo
diventare tale anche per te? - chiese, con aria un po' troppo
sfottente per i gusti della ragazza.
-
Sparisci – sibilò. - Non ho voglia di parlarti, ora.
-
Sei strana forte, Maggie Campbell – disse in risposta il
diciottenne. - Prima mi baci, poi mi dici di lasciarti stare, dopo
lasci il tuo ragazzo e mi inviti al matrimonio di tuo padre a Miami e
infine mi inciti ancora a lasciarti perdere?
-
Ho detto che devi andare VIA! - gli gridò dietro Maggie. -
Dopo, Blake, parliamo dopo. Voglio dieci minuti per me, è un
reato?!
Il
ragazzo scosse il capo e senza dire un'altra parola fece per
andarsene.
-
Dovremo parlare seriamente, Maggie, prima o poi – le disse,
tranquillo, prima di lasciarla definitivamente sola.
Continua...
Ho
cercato una cantante che avesse una voce simile a come quella che mi
immagino di Maggie quando canta e ho pensato che questa sia più
o meno uguale, spero gradiate! :
http://www.youtube.com/watch?v=CuuiI-p7HCY
|
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Capitolo 22 *** Litigation ***
Eccomi
di nuovo ;)
Scusate
se ci ho messo un po' ad aggiornare ma volevo vedere se le recensioni
aumentavano un po' di più, ma anche se sono meno del solito
non vi biasimo, lo scorso capitolo faceva davvero schifo
.___.
Spero
che questo, invece, vi piaccia di più e che mi diciate che ne
pensate <3
Uh,
dal prossimo capitolo – finalmente – le cose inizieranno
a smuoversi, ma già anche da questo ci sarà un cenno di
cambamento v.v
Ringraziamenti?
Sì! Ed è anche l'ora!! xD
Hollie:
okay, t'avverto che qualcosa
l'hai azzeccato xD Anche se è ancora nella mia testa e non
sono sicura di inserurla... Ma credo di sì, si vedrà
u.ù Grazie per la recensione e il complimento *arrossisce* mi
fa sempre molto piacere <3 Un bacio!
Sweetness:
tesoro!
Non posso rispondere al cellulare perchè non ho soldi >.<
come al solito, ci tengo a precisare v.v Ripeti per l'ennesima volta
a tuo fratello che lo stimo infinitamente *-* Ora mi puoi mandare il
capitolo di On
The Line?
Sono secoli
che non aggiorniamo (colpa mia che non ho riscritto il capitolo ._.
I'm sorry). Ti invio il prossimo capitolo che ho finito ieri sera
appena posso, tesoro. Ti amo <3
Melmon:
vedrai
che tra... ehm, un po' di capitoli qualcosa che hai indovinato (o
sperato, dipende dai punti di vista xD) accadrà ;) Scusa se
non ho ancora risposto alla tua mail, ma ho poco tempo e quando sto
al pc mi guardo le puntate di Superntaural
*occhi
a cuoricino* l'ho riscoperto grazie a te... Grazie!! :D Un bacio!
jonas_princess:
dai
che nel prossimo capitolo qualcosina si smuove... certo è un
capitolo un po' deprimente, ma non sapevo che altro far accadere (la
fantasia di Margherita, signore e signori!! .___.). Anyway grazie per
commentare sempre *-* e per i complimenti *-* Un bacio!
Capitolo
22. Litigation
Lexi
si strinse i lunghi capelli rossi in una coda dietro la testa e
appoggiò le mani alla ringhiera che dava sul mare, sospirando.
Quella
vista era l'unica cosa che le piaceva di quella città, per
ora, anche se si era astenuta da farlo notare agli altri componenti
della sua famiglia.
Scosse
il capo, come per scacciare una mosca fastidiosa: aveva fatto la sua
scelta, non poteva tornare indietro, non doveva.
Ci
avrebbe fatto l'abitudine alla Florida, non doveva pensare che non le
sarebbe mai piaciuta, e comunque, se tutto andava come aveva
previsto, dopo aver compiuto i diciotto anni si sarebbe trasferita in
Francia, a Parigi e non avrebbe più rimesso piede a Miami o
più precisamente negli Stati Uniti d'America.
Pochi
mesi, poteva farcela senza problemi.
-
Lexi? - sussurrò una voce alle sue spalle, tenue.
La
diciassettenne scosse il capo, stancamente.
-
Maggie – disse, secca.
La
gemella le si avvicinò e le fece un leggerissimo sorriso che
non le illuminò gli occhi.
-
Co...come va? - tentò la mora, osservando il profilo della
rossa illuminato debolmente dalla luce della luna.
-
Bene, bene – rispose l'altra. - Te?
Non
si parlavano da quasi due settimane.
-
Beh, va'... - sussurrò Maggie.
-
È la vita, Maggie. Ma sai una cosa? Se la vita ti offre limoni
fatti una limonata! - esclamò con tono canzonatorio Lexi,
interrompendola, dipingendo sul viso un sorriso falso.
-
Mi sono lasciata con Nick – concluse in un soffio la mora.
Ci
vollero due minuti prima che la rossa capisse quello che la gemella
le aveva appena detto.
-
Lo so.
-
Sono stata un'idiota? – sussurrò l'altra.
-
L'hai lasciato tu?
-
Sì.
-
Sì, sei stata un'idiota.
-
Lo so.
Si
zittirono, ascoltando il rumore delle onde che si infrangeva sulla
spiaggia.
-
Lexi... - iniziò Maggie, prendendo la mano della sorella con
una presa dolce.
-
Maggie, no – sapeva già cosa le voleva dire.
-
Ti prego, non lasciarci. Maryl ed io abbiamo bisogno di te, anche
Kevin, Lexi, lui ti adora, così come Ni... - prese un respiro
profondo – Nick e Joe! Ti vogliamo tutti bene.
La
rossa si allontanò dalla sorella e la guardò con occhi
di ghiaccio.
-
Potete sopravvivere benissimo senza di me – ringhiò.
-
Io no, Lexi, io no. Lo sai benissimo che sei una parte integrante
della mia vita, così come Maryl, non puoi trasferirti qui solo
perché Joseph Jonas è un idiota! Reagisci, diavolo! Hai
lottato per tutta la tua vita e ti stanchi ora di
farlo? Quando abbiamo tutti bisogno di te?! - gridò Maggie con
tutto il fiato che aveva in corpo.
La
ragazza osservò la sorella senza battere un ciglio per tutto
lo sfogo.
-
Sei incredibile – sibilò. - Sai cosa non sopporto di te,
Maggie? Che tu sia così irreparabilmente perfetta,
ma non è questo il punto. La tua perfezione è solo una
cosa fastidiosa con la quale ho imparato a convivere nel tempo, no,
il problema è che tu pensi che il mondo si fermi intorno a te
ogni volta che hai un problema, e costringi le persone che hai
accanto ad aiutarti a risolverli, guai se non succede! Sai una cosa?
Mi sono stancata.
Maggie
sbatté le palpebre, strabiliata.
-
Come puoi dire una cosa
simile? - ringhiò. - Spiegamelo, Alexandra, come puoi
pensarlo?! Sono io quella
che pretende che tutti si fermino intorno ai miei problemi? Io, che
ho passato i primi sedici anni della mia vita un passo sempre dietro
di te e Maryl! Tu, che ti incasinavi a scuola con le tue proteste e
le tue sospensioni e Maryl, sempre la numero uno per tutti! Non ho
mai fiatato sui miei problemi, e lo sai bene. O sempre messo davanti
le necessità degli altri rispetto alle mie, ma ora che ti
chiedo di non trasferirti perché ho bisogno di te mi dici
questo?! Se lo pensi davvero significa che ho vissuto con
un'estranea, che non sai niente
di me, niente!
-
A quanto pare – disse Lexi, indifferente, come se quelle parole
non la toccassero minimamente.
-
Già, a quanto pare – soffiò la mora. - Sei una
grandissima bastarda, Alexandra.
Lei
scoppiò in una risata senza gioia.
-
Me l'hanno ripetuto in molti per tutta la vita, sentirmelo dire
un'altra volta, anche se da te, non mi tocca più di tanto,
sai?
-
Stronza – gracchiò
l'altra, voltandole le spalle e chiudendosi la portafinestra alle
spalle con uno schianto.
Lexi
rimase immobile, ancora aggrappata alla ringhiera. Doveva smetterla
di sentirsi in colpa, ancora pochi giorni e lei e le sue sorelle
sarebbero state a centinaia di chilometri di distanza.
Aspettare,
non restava che aspettare.
Stay
away from me tonight I've made other plans And you'll
just be distracting me In a good way
(Stay
Away; Rooney)
|
|
-
Joe? - chiamò Kevin, aprendo la porta senza bussare e
osservando il fratello seduto sul letto, il cellulare all'orecchio
mentre chiacchierava a bassa voce.
-
Non ti hanno insegnato che si bussa prima di entrare? - grugnì
il mezzano, irritato.
-
Non rompere e attacca, dobbiamo parlare – lo riprese l'altro,
sedendosi sulla sedia della scrivania e spostandola vicino al
fratello.
-
Sasha, ti richiamo, Kevin rompe – borbottò Joe nel
ricevitore.
-
Ah, okay amore, a dopo allora... - sussurrò Sasha.
-
Sì, sì, a dopo – fece evasivo il ventenne,
riattaccando senza dare possibilità alla sua ragazza di
aggiungere altro.
Il
ventiduenne alzò gli occhi al cielo, per poi trafiggere il
fratello con un'occhiataccia pressante.
-
Ma che vuoi?! - sibilò Joe.
-
Voglio – iniziò Kevin, - che tu la smetta di avere
questo genere di comportamento.
-
Quale comportamento?
-
Come se tu non lo sapessi! Da quando sei diventato così
stupido?
-
Cosa intendi dire?
-
Che da un mese a questa parte sei diventato un idiota. Ora ascoltami
e vedi di rispondermi immediatamente – ordinò Kevin,
afferrando il fratello per la maglietta e sbattendolo contro un muro
con forza.
-
Kevin, che diavolo stai... - iniziò Joe, gli occhi spalancati
dalla sorpresa.
-
Ami Sasha? - gridò nel suo orecchio il ventiduenne.
-
Io...
-
RISPONDI!
-
No! Non la amo, provo qualcosa per lei ma non la amo! - ammise Joe,
strillando anche lui.
-
Allora perchè hai permesso a Lexi di pensare il contrario? Eh,
perchè? Lei ti è sempre stata accanto, sempre,
come hai potuto farle una cosa simile, me lo spieghi?!
-
Non lo so...
-
Beh, vedi di scoprirlo, non ho tutto il giorno, ho un aereo domani
sera!
-
Aereo?
-
Rispondimi, ORA! - strillò il maggiore, ignorando la domanda
del ventenne e stringendo ancora di più la mano intorno alla
maglietta del fratello.
Joe
guardò in basso, per quanto la mano del fratello che gli
teneva una mano stretta vicino al collo gli permetteva.
-
Io... penso che il ritorno di Sasha mi abbia confuso. È stata
la prima ragazza per cui io abbia provato davvero qualcosa di
importante, prima di Lexi.
-
È equo il confronto Lexi/Sasha?
-
No – mormorò Joe, dopo qualche istante, così a
bassa voce che il Kevin, a pochi centimetri da lui, non lo sentì.
-
Come?
-
No – ripeté ad alta voce.
Il
ragazzo dagli occhi verdi prese un grosso respiro respiro.
-
Ami Lexi? - sussurrò con voce roca per lo sforzo di tenerla
calma.
-
Sì – annuì Joe, senza nemmeno pensarci. - Sì.
Kevin
lo lasciò e arretrò, sorridendogli per la prima volta.
-
Finalmente, idiota, l'hai ammesso – scoppiò a ridere,
una risata liberatoria.
-
Cosa c'è da ridere? - chiese Joe, mesto. - Sai meglio di me
che, se anche la implorassi in tutti i modi possibili, non mi
perdonerebbe mai. È Lexi Campbell, cavolo, non mi perdonerà
per nulla al mondo.
-
Beh, questo è tutto da vedere – continuò a
sorridere Kevin. - Vieni con me.
-
Con te? Dove?
-
A Miami.
-
Miami?! Ma sei impazzito per caso? Tu ed io a Miami? Per cosa, poi?
-
Ho bisogno di Maryl e non voglio lasciarla da sola il giorno del
matrimonio del padre, quindi ho deciso di partire per la Florida per
farle una sorpresa.
-
E secondo te il mio omicidio le allieterà la giornata?
-
Mmh, anche quello sì, ma sono sicuro che preferirebbe vedere
sua sorella fuori di galera e tu di nuovo con lei – rifletté
il maggiore.
-
Non scherzare.
-
Sono serissimo – fece, sincero, l'altro.
Joseph
scosse il capo.
-
E Sasha?
-
Sono sicuro che tu sappia cosa fare con lei.
Il
ventenne annuì appena.
-
Ora?
-
Subito.
Joe
si diresse verso la finestra, osservando il paesaggio fuori di essa.
-
Va bene – annuì. - Lo faccio.
If
a man could beat his own fancy
Then
the only breed in captivity
is
pointless
I've
benn doing what I like when I like how like it's joyless
Only
you know me
(Only
you know me; Robbie Williams)
-
È una congiura questa, spiegami – sbuffò Maggie,
le braccia incrociate al petto, appoggiata pesantemente con la
schiena alla parete alle sue spalle, guardando Blake negli occhi.
-
Beh, mica è colpa mia se Lexi ed io decidiamo di parlare con
te la stessa sera – disse lui, tranquillo, scrollando le
spalle.
La
mora si scostò i capelli arruffati dal viso e si passò
stancamente una mano sugli occhi lucidi.
-
Posso andare a dormire? Sono stanca.
-
Mmh, mi spiace, prima parliamo e poi puoi andare a dormire, anche se
sono sicuro che al posto di dormire ti metteresti a scrivere –
borbottò lui, facendole poi cenno di sedersi accanto a sé.
La
diciassettenne tentennò appena, poi fece come Blake gli aveva
chiesto e si sedette sul letto vicino a lui, appoggiando poi la testa
sulla sua spalla.
-
Sei strana forte, Maggie Campbell.
-
Sei testardo come un mulo, Blake Anderson*.
-
Mmh, credo sia una dote di famiglia – rispose piccato quello,
accarezzandole i capelli con dolcezza.
Maggie
sospirò, tentando di rimandare finché poteva il
discorso che stavano per intraprendere.
-
Mags?
La
ragazza sospirò piano, trattenendo un gemito di desolazione.
-
Sì?
-
Che vuoi fare? Le cose fra noi due, intendo – le chiese, piano.
-
In che senso?
Blake
continuò ad accarezzarle i capelli.
-
Lo sai perfettamente. Ami ancora Nick, è ovvio Maggie –
le disse, serio, vedendo che lei stava per ribattere, molto
debolmente. - eppure, con me, ti comporti come se noi due fossimo
fidanzati, ci teniamo mano nella mano, ci abbracciamo... E tu non
vuoi stare con me, ma allo stesso tempo non vuoi rimetterti con Nick.
Mi stai mandando in confusione, Maggie. In totale confusione.
La
mora tenne il capo basso, cercando in tutti i modi di non guardare
negli occhi il ragazzo.
-
Mi spiace.
-
Non me ne faccio nulla delle tue scuse, Mags, nulla. Mi servono delle
risposte.
-
Non so dartele, Blake.
-
Siamo nei casini, allora, non trovi? - fece lui, con il tono basso.
-
Blake, se avessi quelle risposte al posto tuo, forse, ci sarebbe
Nick, oppure noi due non staremmo facendo questo discorso – gli
fece notare la diciassettenne, sbuffando.
-
Acuta osservazione – fece di rimando il ragazzo.
La
mora rimase immobile, tentennando.
-
Allora?
-
Allora aspetterò – disse Blake, alzandosi dalla sedia
lasciandola con un'espressione confusa. - Ma spero vivamente che tu
faccia la scelta giusta.
Continua...
Okay,
ammazzatemi pure .__.
Ho
fatto accadere tutto troppo in fretta, mi spiace, ma devo smuovere un
po' le cose! A questo proposito alla fine della fic mancano
all'incirca 13 capitoli compreso epilogo
u.ù
|
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Capitolo 23 *** Wait ***
E
qui le cose iniziano finalmente a smuoversi, alleluia! Sì,
questo capitolo è, credo, l'inizio della fine (e che fine!,
ancora 12 capitoli circa u.ù), se possiamo dire, da qui in poi
non credo ci sarà un capitolo in cui non accade nulla, a parte
uno [o due, dipende dal mio umore xD] :)
Okay,
capitolo un po'... deprimente, possiamo dire, ma mi pareva il modo
migliore per descrivere i sentimenti di Joe che prova nei confronti
di Lexi, e quanto sia profondamente legato a lei.
Dunque,
sto usando internet di nascosto u.ù e non so quando potrò
ritornare ad utilizzarlo regolarmente, ad ogni modo spero di
aggiornare questo venerdì.
Ringraziamenti
:D
JustALittleLie:
grazie mille :) Ahah, spero che almeno una cosa di quello che accade
in questo capitolo ti piaccia xD Ma dai, in fondo Sasha non è
cattiva! È una brava ragazza, se tralasciamo il fatto che ha
fatto lasciare Joe e Lexi u.ù Un bacio!
stellalilly:
esatto! Sarebbe troppo facile!
Prima Lexi deve un po' farlo penare, no? Sempre che lo perdoni... non
è mica detto, sai? Mhuahaha, adoro far crogiolare le persone
nella confusione!! Sì, sono crudele... ahah :) Anyway, vedrai
che alla fine parte anche Nick... purtroppo non sarà per i tre
fratelli la partenza che avevano sempre sognato, considerando il
nuovo intoppo ç.ç Un bacio <3
Danger_Dreamer_93:
addirittura fantastico? *arrossisce* Grazie mille *-* Ah-ah sei
sicura che si rimetteranno insieme? Lexi è una tipa testarda,
non gliela farà passare così liscia a Joe, no di certo
v.v Nel prossimo capitolo ci sarà una scena tutta per Nick e
Maggie, un po' forte e nuova rispetto al loro vecchio rapporto ma
sperò che ti piaccia :) Sì, mancano circa dodici
capitoli, ora, ma ci sarà una specie di “sorpresa”
dopo questa fic, sempre legata ad Under
The Moonlight. Un
bacio <3
silviking:
grazie mille per i bellissimi
complimenti!! *.* Spero di aver aggiornato abbastanza presto, da oggi
credo che aggiornerò ogni quattro giorni, ma nulla di certo
dato che per ora ho scritto soltanto una parte del prossimo capitolo
(ora finisco, *sìsì*). Spero che questo capitolo ti
piaccia, un bacio!
mitber:
ahah, ma figurati!! :) Lo si sa, Joe è tardo u.u ma meglio
tardi che mai, no? Spero che questo capitolo ti possa piacere anche
se, come ho già anticipato, è un po' deprimente O.O Ma
basta!, tra due/tre
capitoli le cose saranno definitive, in un modo o nell'altro! Mi devo
auto convincere!! xD Un bacio <3
ladyCullen1991:
no, no, non ho scritto tutti i capitoli! Magari! Mi sono portata
avanti soltanto con metà del prossimo, ma su un foglio ho
buttato giù le trame dei restanti capitoli e in questo modo ho
potuto abbozzare che alla fine di questa fic mancano – ormai –
12 capitoli! :) Dovrei aggiornare il prossimo capitolo questo
venerdì, nel
frattempo spero che questo ti piaccia! Un bacio <3
Melmon:
e anche qui qualcosa si smuoveee *.* Sono felice io per aver
aggiornato questo capitolo, mi sento euforica! Lasciami perdere, va',
sono contenta di aver bellamente fregato mia madre (le voglio molto
bene, non trovi?? v.v). Anyway, spero che questo capitolo ti
piaccia!! <3 Un bacio <3
Chiara:
e sto rispondendo, miracolo!! *.* Dunque, oddio è vero che ho
mancato una “h” .__. la correggerò, prima o poi...
Capolavoro?? Amore,
tu scherzi, hai preso una botta in testa, qualcosa!
Ahhh, il famoso asterisco u.ù era di una nota che mi sono
scordata di mettere O.o sì, sono messa malissimo, comunque
volevo scrivere che non mi ricordavo il cognome di Blake (O________o)
e che nonostante abbia cercato non l'ho trovato, quindi nel caso che
io l'abbia messo in precedenza volevo scusarmi se era sbagliato. Oh,
ma Kevin è perfettamente conscio di quello che accadrà
quando arriverà a Miami con Peter Campbell, infatti vedrai qui
:) Pestaggio da parte di Lexi? Mmh, pestaggio non so, ma chissà...
Si vedrà nel prossimo capitolo v.v Allora, non farò un
terzo capitolo di UTM, anzi a settembre (spero) pubblicherò
una nuova long (il titolo lo rivelerò verso la fine di
questa), ma durante l'estate, o comunque poco dopo aver finito Under
The Moonlight pubblicherò uno spin-off di circa 6 capitoli o
pochi di più, ma sarà totalmente
diverso da questa long. Spiegherò meglio nell'epilogo. Mentre
per l'attrice che volevo cambiare per Lexi ho deciso di non usarla
(forse la utilizzerò per lo spin-off, però) dato che
non dimostra 17 anni, ad ogni modo il nome dell'attrice è
Julie
McNiven.
Un bacione <3
Hollie:
sìsì, hai indovinato qualcosa :) Figurati, comunque, se
sei stata, come dici tu, poco esaustiva, non ci devi neanche pensare
:D Ora vado a commentare la tua fic, sìsì. Sicura che
Maggie manderà Blake a quel paese *dubbio* Un bacione <3
She
is Mari: grazie
mille per i complimenti *.* Spero che questo capitolo ti piaccia!! Un
bacio!
kimartwins18:
me
lo chiedo anch'io come farà Joe a sopravvivere!! xD Figurati
se non hai commentato lo scorso capitolo, non preoccuparti :) Un
bacio <3
Capitolo
23. Wait
-
Ciao Joe – sorrise Sasha, con aria dolce, abbracciandolo piano
e lasciandolo quasi subito.
-
Ciao Sasha – disse il ventenne, ricambiando appena la stretta,
sedendosi su una sedia del ristorante nel quale la ragazza lo stava
aspettando.
La
giovane attrice si scostò i capelli dal viso, stanca e lo
guardò fisso negli occhi.
-
Allora, come stai? - le chiese Joe, imbarazzato.
-
Bene – mentì lei. - Te?
-
Tutto okay – rispose, passandosi una mano tra i capelli corti.
- Cosa vuoi mangiare? Offro io...
-
Non ho fame – ammise Sasha.
-
Anche solo un'insalata, dai – insistette il ventenne, con un
sorriso appena accennato.
La
ragazza sospirò e fece un cenno d'assenso.
-
Vada per un'insalata – sussurrò.
Joe
le versò un bicchiere d'acqua, fece lo stesso per lui e bevve
un sorso, schiarendosi la gola secca.
-
Come stai? - chiese ancora, preso dal nervosismo.
-
Me l'hai già chiesto, Joe – sorrise Sasha.
-
Lo so, solo che non so che dire – ammise il mezzano.
-
Sicuro? - mormorò flebile la ragazza, tant'è che Joe
non la sentì nemmeno parlare.
-
Davvero non vuoi altro da mangiare? Perché qui fanno...
-
Joe – lo richiamò Sasha, - per favore, smettila.
-
Di fare che?
-
Di fingere che tutto sia normale.
-
Perché, non lo è? - fece, nervoso, il ventenne.
-
Esatto, e lo sappiamo entrambi.
Joe
abbassò il capo, sconfitto, per poi rialzare la testa e
guardare la ragazza fissa negli occhi.
-
Sasha... - iniziò.
La
ragazza si irrigidì sulla sedia e tenne lo sguardo alzato,
fissandolo negli occhi.
-
Io... - continuò, seriamente.
La
suoneria frenetica del suo cellulare li distrasse entrambi, facendoli
sobbalzare.
-
Maledizione – sibilò Joe, afferrando l'iPhone e dando
un'occhiata al mittente: Kevin. Rifiutò la chiamata senza
nemmeno rispondere. - Scusami – aggiunse poi alla ragazza.
-
Figurati – disse lei, respirando piano. - Stavi dicendo?
Il
telefono prese a squillare ancora, vibrando come impazzito.
-
Che diavolo vuole? - sibilò il moro. - Scusa, Sasha, vedo cosa
vuole dirmi mio fratello altrimenti passiamo la serata a sentire la
mia suoneria e non i nostri discorsi.
L'attrice
fece un rigido cenno d'assenso.
-
Kev, sono fuori con Sasha, cosa vuoi?! - sibilò nel
ricevitore, una volta accettata la chiamata, senza nemmeno salutarlo.
-
Joe, vieni a casa subito – deglutì il ragazzo dall'altra
parte del cellulare.
-
Perché? Senti, arrivo tra un'ora, sto parlando con Sasha.
-
Joe – ripeté Kevin, nella voce una nota isterica e di
panico che il mezzano aveva sentito solo un'altra volta nella vita, -
vieni a casa.
-
Cosa succede?! - chiese subito, impallidendo e facendo immediatamente
sciogliere Sasha, che lo fissava a metà tra l'ansioso e lo
spaventato.
-
Ti spiego quando verrai qui, non è il momento.
-
Oh, invece sì, fidati. Cosa cazzo è
successo, Kevin?!
Il
maggiore rimase in silenzio per un tempo che a Joe parve infinito.
-
Lexi... - esalò infine, - ha... ha avuto un incidente.
Joe
sentì il sangue gelarsi nelle vene e tutto intorno a lui
diventare sfuocato, la voce terrorizzata di Sasha che lo chiamava
come da lontano e le sue mani piccole che gli reggevano le spalle.
Non
sentiva più la sensibilità alle dita, non sentiva più
il telefono tra le sue mani. No, doveva sentire Kevin, Lexi...
-
Joe! - ancora la voce di Sasha. No, gli serviva Kevin.
-
Signore si sente bene? - un'altra voce, una voce maschile, formale.
Non era Kevin.
-
Do... il cellulare, dov'è? - biascicò il ventenne,
rendendosi conto in quel momento di essere a terra, con Sasha che gli
teneva il busto per metà alzato e una cerchia di facce confuse
intorno a lui.
-
Qui – sussurrò la diciannovenne, porgendoglielo piano. -
Qualcuno mi porti dell'acqua, per favore! - aggiunse poi in direzione
delle persone che li accerchiavano. - E lasciatelo respirare!
Joe
sentì una vampata di affetto nei confronti di quella dolce
ragazza. Era quel suo atteggiamento che l'aveva fatto innamorare.
Ancora
confuso, la testa pesante, avvicinò di nuovo il telefono
all'orecchio.
-
Joe? JOE! - gridava Kevin, una nota di panico nella voce.
-
Dov'è? Come sta? Cos'è successo? - domandò
balbettando. Non capiva niente.
-
Non so niente, Joe. Mi hai chiamato Maryl e mi ha detto che Lexi
aveva avuto un incidente e mi ha chiesto di raggiungerla subito, non
so altro. Vieni a casa subito, Joe. Mamma e papà stanno
chiamando l'aeroporto per far preparare il jet, partiamo tra un'ora –
parlava mangiandosi le parole, ma lui capiva comunque.
-
A...arrivo – mormorò e riappese. Vedeva ancora tutto
confuso, le braccia di Sasha lo continuavano a reggere.
-
Joseph? Che succede? - domandò la ragazza.
Joe
sentì dell'acqua che gli scivolava lungo la gola, la maglietta
bagnata.
-
Oh mio Dio, è svenuto! - strillò una voce.
-
Ho già chiamato un'ambulanza – intervenne un'altra,
maschile, con un vago accenno di orgoglio.
Ambulanza?
No, lui doveva andare a casa, Lexi, la sua
Lexi, stava male. Doveva raggiungerla. Lei...
Aprì
gli occhi.
-
Joe – esalò con un sospiro di sollievo Sasha,
sfiorandogli la fronte con le sue mani fredde. - Come ti senti?
-
Devo andare a casa – disse subito lui, tentando di mettersi in
piedi, ma sentì la testa mancargli sotto ai piedi e si
aggrappò a lei per non cadere.
-
Non sei in condizioni di guidare! - lo riprese lei, preoccupata. - Ti
porto io...
-
No – balbettò Joe. - Lexi...
Non
sentì Sasha lasciarlo o fare scenate, come una piccolissima,
microscopica parte del suo cervello pensava, semplicemente gli passò
una mano intorno alle spalle e lo aiutò ad uscire dal locale
sotto lo sguardo di tutti i presenti,
Rimasero
in silenzio finché non arrivarono alla macchina del ragazzo;
Sasha aprì la portiera e lo fece sedere, accomodandosi poi
dalla parte dell'autista.
-
Mi dispiace – biascicò ansimando Joe.
Sasha
gli rivolse un timido sorriso di comprensione.
-
Joe, non preoccuparti. Sapevo che sarebbe successo, e ad essere
sincera mi spiace di aver in un certo senso indotto te e Lexi a
lasciarvi – mormorò, colpevole.
-
Tu non c'entri – la difese lui, lottando contro la sensazione
di nausea che l'aveva preso.
-
Grazie, ma non è vero - mormorò l'attrice. Fra pochi
minuti sarebbero arrivati a casa Jonas. - Lei è stata, ed è
tutt'ora, la ragazza che più hai amato in vita tua, non
lasciartela sfuggire. Mi spiace solo di avertelo detto ora, forse in
questo momento tu staresti già con lei.
Joe
guardò il viso di quella ragazza così terribilmente
dolce e maledettamente gentile.
-
Va', Joe, io non tornerò. Lo prometto – disse Sasha, con
tono serio.
Il
ventenne fece per dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì
un suono.
-
Ti voglio bene, Sasha – ammise.
-
Anche io, Danger – sorrise lei, gli diede un lievissimo bacio a
fior di labbra e si ritrasse. Non aveva versato una lacrima.
Joe
non se nera reso conto ma erano arrivati a casa; scese dalla macchina
e senza più voltarsi corse verso casa, con passo malfermo,
quando fu davanti alla porta di casa sentì il rumore del
motore della macchina che si spegneva e i passi di Sasha sui suoi
tacchi a spillo che si allontanava per non tornare mai più
La
porta di casa si aprì e apparve Denise, i capelli spettinati e
pallida in volto.
-
Amore... - sussurrò appena prima che Joe crollasse su di lei.
Because
of you I never stray too far from the sidewalk Because of
you I learned to play on the safe side so I don't get hurt
Because of you I find it hard to trust not only me, but
everyone around me Because of you I am afraid
(Because
of you; Kelly Clarkson)
-
Non possiamo dirvi niente, dovete aspettare.
Erano
quelle le parole che risuonavano nella testa di Maryl, il capo chino
stretto tra le braccia, mentre si dondolava avanti e indietro come
un'automa sulla sedia di plastica fredda e dura.
-
Maryl – sussurrò Blake, davanti a lei, in piedi, con la
voce che tentennava, - ti ho preso un caffè.
La
bionda alzò la testa appena, le lacrime che le rigavano il
viso truccato.
Fece
un cenno per ringraziarlo e prese la tazza di caffè con mani
tremanti, avvicinandola poi alla bocca e bevendo un sorso.
-
Vedrai che... - cominciò lui.
-
Blake, non mi interessa quello che pensi tu. Ho bisogno di stare da
sola – lo supplicò lei, gli occhi gonfi e arrossati.
Il
diciottenne annuì, comprensivo e si avvicinò a Maggie,
seduta dall'altra parte della sala d'aspetto, poco distante da Emily
e Peter, che si stringevano le mani come se fosse un'ancora di
salvezza.
Non
sapeva come comportarsi in quella situazione, non sapeva fare la
persona compassionevole e dolce, non era nel suo DNA.
Per
questo non aveva esitato a consigliare a Maryl, non appena aveva
saputo di quello che era successo a Lexi, di chiamare Kevin, lui
avrebbe potuto aiutare lei e la sua famiglia, in qualche modo.
Li
aveva chiamati circa quattro ore prima, dovevano essere in arrivo.
Ormai si erano fatte le due di notte, ma nonostante questo non si
sentiva stanco, forse per la situazione, forse per l'ennesimo caffè
in poche ore.
-
Mags?
La
mora scosse il capo.
-
Le... - cominciò, con tono roco, - le ho detto che era una
stronza.
-
Sh, Maggie, non devi iniziare a pensare che sia colpa tua – la
zittì lui, cercando di assumere un tono dolce, prevedendo il
pensiero della ragazza.
-
Ma se si fosse distratta per quello che le ho detto io? Se... -
balbettò la diciassettenne, mordendosi così forte il
labbro inferiore che lo fece sanguinare.
-
Maggie, piantala. Non è colpa tua, non
lo è, hai capito? Non osare pensare il contrario! Tua sorella
è stata investita da un gruppo di idioti mezzi ubriachi e
strafatti, non di quello che le hai detto tu, va bene? - le spiegò
con tono fermo e allo stesso tempo paziente, per quanto lo potesse
essere: aveva i nervi a fior di pelle.
Lei
annuì appena.
-
Mi vai a prendere un caffè? - chiese, con tono implorante.
Blake
annuì seccamente e ripercorse per l'ennesima volta il
corridoio spento dell'ospedale.
-
Kevin! - sentì urlare alle sue spalle, era la voce di Maryl.
Si
voltò di scatto, giusto in tempo per vedere Kevin, Joe e Nick
varcare le porte della sala d'aspetto della struttura, tutti pallidi
e con gli occhi spenti, ma non quanto Joe. Alle loro spalle c'era
Denise Jonas, che seguiva i figli con una mano sul petto,
preoccupata.
Joe
sembrava un cadavere. Blake credeva di non aver mai visto qualcuno
con quel colorito e con quell'espressione in viso in vita sua: due
profonde occhiaie gli solcavano il viso diafano, quasi candido tanto
era pallido, gli occhi spenti e privi di luce.
-
Maryl! - esalò Kevin, raggiungendo la sua ragazza che si era
alzata in piedi e gli stava correndo in corro, nascondendo il viso
nell'incavo nel suo collo una volta abbracciati. Il ventiduenne la
cullò dolcemente, sussurrandole parole di rassicurazione
nell'orecchio sotto le occhiate di tutti i presenti, in particolar
modo di Peter Campbell.
Denise
aveva cinto le spalle di Joe, che aveva barcollato appena a quella
scena e lo aveva accompagnato a sedersi su una sedia, passandogli una
mano sulla fronte.
Nick
era immobile all'entrata della sala che osservava Maggie, seduta, che
ricambiava lo sguardo.
-
TU! - urlò Peter, alzandosi di scatto lasciando la mano di
Emily e avvicinandosi minaccioso a Kevin, che stringeva ancora Maryl
mentre lo fissava senza paura. - Tu non ti devi più avvicinare
a mia figlia, hai capito bene?!
-
Papà! - strillò con voce acuta la bionda, irata, ma il
suo ragazzo le fece cenno di tacere.
-
Lei non mi può dire cosa fare, sono maggiorenne e vaccinato –
spiegò, tranquillo, tenendo un braccio intorno alle spalle
della ventunenne.
-
Oh sì, invece! Mia figlia ti aveva detto che non voleva più
uscire con te! - esclamò il signor Campbell, una vena che
pulsava pericolosamente sulla tempia.
-
Ne è sicuro?
-
Kev... - tentò di interromperlo Maryl ma lui non la ascoltò.
-
Per quel che mi riguarda Maryl non mi ha mai detto niente, anzi,
stiamo insieme esattamente da un anno e trentatré giorni da
oggi, quindi lei non pi può dire nulla – replicò
con sempre molta tranquillità il chitarrista.
-
Io ti faccio rinchiudere! In prigione, ti mando! Ti farò
arrestare per persecuzione! - continuò a gridare Peter, mentre
un'infermiera lo supplicava di smetterla di urlare.
-
Ah, davvero? Maryl – prese dolcemente il viso della sua ragazza
tra le mani – ti sto perseguitando, per caso?
La
bionda si morse il labbro inferiore, lanciando un'occhiata al padre,
poi scosse la testa con forza.
-
Ecco fatto, mi spiace per lei – continuò imperterrito
Kevin, rivolto al padre delle sorelle Campbell, - ma a quanto pare
Maryl è daccordo con me.
Peter
rimase senza fiato per qualche istante, ma nel momento in cui stava
per riprendere a strillare intervenne Emily.
-
Peter! - esclamò, infuriata. - Ti pare il momento? Ti pare il
luogo? La situazione?! Tua
figlia è stata ricoverata e tu ti preoccupi del fatto che
Maryl sia felice con un ragazzo? Smettila di avere questi favoritismi
nei confronti delle tue figlie! Lo vuoi capire che loro sono tre
e non una?!
Rimasero
tutti in silenzio ad osservare la scena, allibiti, nessuno avrebbe
mai immaginato che Emily avrebbe preso le redini della situazione e
si sarebbe lamentata del suo futuro marito.
Peter
abbassò il capo, imbarazzato, mentre Kevin e Maryl andavano a
sedersi l'uno accanto all'altra, lui che le cingeva le spalle con
delicatezza e le parlava all'orecchio.
Nick
era ancora in piedi e non dava cenno di volersi muovere, i suoi
occhi, ora, erano fissi su Blake, che lo guardava dondolandosi da un
piede all'altro.
Joe
non aveva detto una parola per tutto il tempo e Denise gli stava
accanto, dicendogli con parole dolci e tranquille.
Maggie
si alzò dalla sua sedia, voltando le spalle a Nick, e
raggiunse Blake.
-
Andiamo a prendere questo caffè... - gracchiò.
Fecero
per avviarsi ma la voce d'angelo di Nicholas li paralizzò
entrambi.
-
Come hai potuto farmi questo? - chiese, guardandoli, i pugni stretti
e le nocche bianche. - Come?
Blake
incavò la testa nelle spalle.
-
Mi dispiace, Nick, io... - cominciò.
-
Mi dispiace un corno! - fu la volta del diciassettenne urlare,
avvicinandosi minaccioso a lui e non appena furono abbastanza vicini
gli sferrò un pugno al naso. Sentì i capillare
spezzarsi sotto la forza del colpo e un dolore acuto alle dita,
mentre il sangue schizzava e gli bagnava la mano.
-
Nicholas! - strillò Denise, alzandosi, a metà tra il
sorpreso e l'arrabbiato. Insieme alla sua di voce, però, c'era
anche quello di una persona.
La
sua.
Maggie
fissava Nick sbalordita, gli occhi pieni di stupore ed ira, seduta
accanto a Blake che era scivolato a terra e si toccava il naso rotto
con delicatezza.
Un'infermiera,
incurante della situazione, accorse e lo aiutò ad alzarsi
mentre gli occhi di smeraldo di Maggie e quelli di cioccolata di Nick
continuavano a guardarsi, pieni di emozioni differenti.
-
Pure violenti sono questi ragazzi! - borbottò Peter,
dall'altra parte della stanza.
Senza
dire una parola la mora seguì Blake che, accompagnato dalla
stessa infermiera, veniva portato via.
-
Nicholas Jerry Jonas! - intervenne Denise, irata. - Come ti permetti
di fare a pugni in una situazione del genere? Siamo in un ospedale,
poi, te ne rendi conto?
Lui
non ascoltò il rimprovero della madre ed andò a sedersi
lì dove prima sedeva Maggie, ispirando la lieve traccia di
profumo che aveva lasciato.
Joe,
in tutto quello, non aveva ancora proferito una parola. Non aveva la
forza per farlo, non in quel momento, doveva solo recuperare il
respiro e aspettare di veder comparire un medico prima di iniziare a
sbraitare. Solo allora avrebbe parlato, ora, invece, pensava.
Finalmente
Sasha era uscita dalla sua vita. Quando erano stati insieme la prima
volta l'aveva amata, gli era capitato di pensare a una vita insieme a
lei, ma poi c'era stata la partenza e l'arrivo definitivo di Lexi
nella sua vita.
Lexi
era l'amore della sua vita. Quello vero, con la A maiuscola, quello
che non gli lasciava di pensare ad altro. Quello eterno.
Poi
c'era stato il ritorno di Sasha, la confusione, la comparsa di vecchi
pensieri che aveva creduto di aver dimenticato, la separazione, la
nuova relazione con la diciannovenne, ma in tutto questo, in fondo,
Joseph Adam Jonas aveva sempre saputo di amare Alexandra Lucy
Campbell. Gli ci era voluto un po' per rendersene conto, ma in fondo
era sempre stata una persona un po' tarda per certe cose.
Ora
doveva aspettare. Aspettare di poter parlare. Aspettare di poterla
vedere. Aspettare di poterla riabbracciare.
Continua...
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Capitolo 24 *** Don't Forget ***
Non devo creare strane atmosfere xD Che diavolo sto dicendo?? Beh, sto guardando le registrazioni della live chat dei Jonas, comprendetemi per favore v.v
GRAZIE MILLE PER LE 15 RECENSIONI, VI RINGRAZIERO' UNA PER UNA LA PROSSIMA VOLTA, ora non posso, mi spiace, inglese mi aspetta ç.ç d'ohhhhhhh :(
GRAZIE DI CUORE A VOI <3
Spero che questo capitolo vi piaccia :)
Capitolo 24. Don't Forget
Nick bussò alla porta dell'ambulatorio con forza, senza badare ai dottori e alle infermiere che lo guardavano di traverso.
- Avanti – lo invitò Maggie, inconsapevole che fosse lui.
Il diciassettenne entrò privo di scrupoli e osservò senza battere ciglio la scena che si parava di fronte a lui: Blake seduto su un lettino dell'ospedale, il naso coperto accuratamente con delle bende e Maggie che gli accarezzava una spalla, tenendo il capo chino.
Quando lo vide i suoi occhi smeraldo si ridussero a due fessure.
- Che ci fai qui? - domandò, secca.
Nick non poté far a meno di pensare quanto in realtà fossero simili lei e Lexi in certe occasioni; come quella, ad esempio.
- Voglio parlarti – disse lui, con tono semplice.
Quella voce la fece rabbrividire. Fu presa dall'irresistibile voglia si saltargli addosso e abbracciarlo a metà con il desiderio di urlargli dietro ingiurie, ma si trattenne appena e annuì seccamente: doveva mostrarsi indifferente.
- Torno subito... - disse a Blake e seguì il suo ex ragazzo fuori dalla stanza dall'insopportabile odore di disinfettante.
Si misero l'uno davanti all'altra appena fuori dalla porta, Nick con le braccia lungo i fianchi e Maggie incrociate.
- Cosa ci fa qui lui? - chiese il cantante dopo qualche interminabile minuto di silenzio durante il quale si erano contemplati l'un l'altra. Era nervoso, irritato.
La mora lo fissò incredula.
- Non deve essere per forza affar tuo, Nicholas, non più – spiegò, cercando di mantenere un tono neutro.
- Ah, davvero? Beh, considerando che fino a nemmeno due settimane fa eri la mia ragazza e che lui era un mio grande amico vorrei saperlo, se non dispiace – grugnì. - State insieme?
Gli occhi di Maggie guizzarono verso di lui.
- Nick, ascoltami bene, tu non puoi venire qui senza essere stato invitato e chiedermi una cosa simile, lo capisci? Non è più affar tuo! Non stiamo più insieme, Nicholas, devi ficcartelo bene in testa! E soprattutto non puoi venire qui a rompere nasi alla gente! Hai idea che Blake potrebbe denunciarti? - pian piano che parlava la sua voce continuava ad alzarsi.
- Signorina! - la rimproverò un medico, torvo e Maggie abbassò un poco il tono.
Il ragazzo aspettò che il dolore che gli aveva preso le viscere si attenuasse prima di parlare, quelle parole lo ferivano come se qualcuno lo avesse accoltellato.
- Maggie, voglio solo sapere. Per come mi hai risposto sembra che sia come la penso io... - disse, tenue.
- Sai una cosa? Non ti rispondo! Indipendentemente dal fatto che sia vero o meno non hai più il diritto di sapere se sto o meno con qualcuno – ribatté, acida.
- Invece ne ho il diritto altrimenti significa che per te stare con me undici mesi non è significato niente! - fu la volta di Nick quella di urlare.
Quello era il loro vero litigio, non ne avevano mai avuto uno simile in precedenza.
Si fissarono, con gli occhi ridotti a fessure.
- Cosa sei venuto a fare qui, Nick? Per favore... - quel tono gli ricordava troppe cose.
- Per Lexi – rispose sinceramente lui. - Lo sai che per me è quasi una sorella.
La mora annuì appena.
- Vai dai tuoi fratelli, Nicholas, hanno bisogno di te – gli disse infine.
- Ma io ho bisogno di te.
- Abbiamo rotto per una ragione, Nick, non si può tornare indietro!
- Sì, invece! Puoi sempre perdonarmi i miei vecchi errori, puoi...
- Non sei stato solo tu a commettere degli errori! Non c'entri solo tu! - gridò lei, nuove lacrime che le rigavano il volto. - Vattene, per favore.
Il cantante non fece un passo, non disse una parola.
Prorompendo in un singhiozzo Maggie gli voltò le spalle e aprì la porta, tornando dentro la stanza e chiudendosela dietro sbattendola.
Blake la fissava con occhi tristi.
- Non era questo che intendevo per “scelta giusta”, ammetto – grugnì con tono nasale, quasi irriconoscibile.
- C... Cosa? - domandò lei, confusa, asciugandosi il volto con le maniche della maglietta.
Il ragazzo le fece cenno di sedersi accanto a lui e le cinse le spalle, cullandola piano.
- Mags, piccola, stai combinando un casino dietro l'altro – le fece notare, quasi ridacchiando divertito.
- Lo so – sussurrò la mora tanto piano che nemmeno il diciottenne, a pochi centimetri di distanza, la sentì.
- Per favore, cercate di chiarirvi voi due – disse, ammiccando a Nick, ancora al di là della porta.
- Non ti capisco, Blake – sussurrò Maggie. - Prima mi vuoi, poi mi dici di fare la scelta giusta, dopodiché mi dici di chiarirmi con Nick...
- Voglio solo il meglio per te – spiegò dolcemente.
- Ma come fai a sapere che quello che tu pensi sia il meglio per me sia lo stesso che penso io?
Il ragazzo scosse il capo: non sapeva come rispondere.
You were my strength when I was weak You were my voice when I couldn't speak You were my eyes when I couldn't see You saw the best there was in me Lifted me up when I couldn't reach
(Because you loved me; Celine Dion)
Due ore. Erano lì da due ore e ancora nessuno si era avvicinato per dare notizie, niente di niente. Era incredibile.
- Papà vi saluta – disse Denise ai figli maggiore. - Frankie dorme, domani gli diciamo cos'è successo a verrà anche lui, immagino. Vuole così bene a Lexi...
Joe fece un cenno d'assenso.
- Tesoro – sussurrò la donna, accarezzandogli i capelli, - stai meglio?
Annuì di sbieco.
- Ti prego, dì qualcosa – lo supplicò lei, mordendosi il labbro inferiore. In risposta il ventenne si alzò e si diresse verso la macchinetta del caffè, ne aveva bisogno, ancora. L'ospedale si sarebbe potuto finanziare un nuovo reparto pediatrico soltanto con tutte le monetine che Joe e il resto della sua famiglia, insieme ai Campbell, ci stavano infilando.
Era stanco, stanco di aspettare notizie. Doveva sapere cos'era successo a Lexi, la sua Lexi, non gli sembrava di chiedere la luna!
Vide un uomo di mezza età, i capelli grigi e corti, con un camice bianco passarsi una mano sul viso, con aria stanca.
Qualcosa dentro di lui gli disse che quello era l'uomo che si stava occupando di Lexi, e non era con lei. Non in quel momento.
- Dottore? - chiese, lasciando che il caffè che stava prendendo rimanesse nella macchinetta e si avvicinò a lui.
Il dottore si voltò e tentò di comporre sull'espressione stanca un'aria seria.
- Sì? - domandò.
- Sono Joseph Adam Jonas – si presentò, - sono qui per Alexandra, Alexandra Campbell, la mia famiglia ed io siamo qui da ore, la prego, mi dica qualcosa, qualsiasi cosa.
- Come fa a sapere che me ne sto occupando io? - fece il medico, alzando un sopracciglio.
- Lo so e basta.
L'uomo lo fissò per qualche istante che per Joe parve un'infinità.
- La signorina Campbell sta bene, tutto sommato – disse infine, portando il ragazzo in un angolo e parlandogli a bassa voce, come se non volesse farsi sentire. - Ha una spalla lussata a causa dell'urto dell'automobile, e un piede fratturato, ma a parte questo ha solo qualche contusione, niente di grave.
Man mano che il dottore parlava il respiro di Joe rallentava sempre più lento, fino a regolarizzarsi.
- Ne è sicuro? - chiese, sentendo un grosso peso dentro di sé sparire.
- Perfettamente. Ora sta riposando, la teniamo qui per un paio di giorni, ma è la normale prassi, niente di preoccupante, la potrete vedere tra poco, quando si sveglierà. Ora, mi scusi, vado ad avvertire il resto della sua famiglia... Lei non è un parente, vero? - chiese, fissandolo con insistenza.
Joe fece un minuscolo sorriso.
- Il suo ex ragazzo – ammise.
- Beh, se qualcuno glielo chiede, io non le ho mai rivolto la parola
Prima che il ventenne potesse replicare alcunché il dottore gli aveva voltato le spalle e si era avviato verso la sala d'aspetto
Sister, vieni dammi la mano è difficile il volo hai le ali ancora piccole (fragili) ma non puoi cadere
(Sister; Anna Oxa)
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Maggie e Maryl poterono finalmente entrare nella camera di Lexi una quarantina di minuti dopo; erano quasi le tre del mattino, ma nonostante questo nessuna delle due sentiva più la stanchezza che le aveva seguite sino a quel momento. A detta del medico, il dottor Burke, che si occupava di Lexi potevano anche aspettare il mattino dopo e andare a dormire a casa, ma non avevano preso l'idea nemmeno in considerazione, dovevano vederla, prima.
La diciassettenne era seduta sul suo letto, sepolta sotto una coperta bianca, in una stanza bianca, con due sedie bianche e un comodino, naturalmente, bianco.
- Ma che diavolo, sono finita nell'igloo di Babbo Natale? - fu la prima cosa che disse la rossa, puntigliosa, le braccia incrociate al petto, quando le vide entrare. - Ma dico io, tingere le pareti di un colore un po' più allegro no, eh?
Maggie e Maryl sorrisero sollevate vedendola così, già il fatto che avesse da ribattere su tutto era un buon segno.
- Come ti senti? - domandò la maggiore, con tono materno, sedendosi sul letto e accarezzandole i capelli dolcemente.
- Come una che è stata investita da una macchina – sbuffò la minore. - E che diavolo, una persona adesso non può neanche attraversare una strada con il semaforo verde? Io quei tizi li denuncio!
- Ci sta già pensando papà – le annunciò Maggie, imitando la bionda e sedendosi vicino alla gemella, - a detta sua “sta scatenando una bufera che neanche Dio sceso in Terra potrà fermare”.
- Il che non è rassicurante considerando che lui è ateo – le fece notare Lexi, scostandosi i capelli dal viso con la mano destra, osservando la fasciatura che le stringeva l'intero braccio sinistro. - Da quanto sono qui?
- Tre ore, all'incirca – le spiegò Maryl.
Lexi annuì appena, dando un'occhiata anche al piede immobilizzato, completamente ingessato.
- Senti, Lexi – sussurrò Maggie, prendendola per mano, - per quello che ci siamo dette prima...
Lexi fece un cenno con il capo.
- E' stata colpa mia, ti ho provocata, non volevo dirti quelle cose, mi dispiace Maggie.
La mora le sorrise dolcemente e le strinse ancora più forte la mano.
- Chi altro c'è con voi? - fece la rossa, dopo pochi istanti.
- Beh, papà, Emily. Blake e... - cominciò la ventunenne, titubante.
- Sì? - chiese la rossa, incitandola.
- Ci sono anche Kevin, Denise, Nick e... e anche Joe – concluse per la sorella Maggie, facendosi coraggio.
Ci volle qualche istante prima che Lexi riaprisse bocca.
- Ah – sillabò, infine.
- Senti tesoro – iniziò Maryl, accarezzandole ancora i capelli, - sono tutti preoccupati per te, terribilmente, anche Joe.
- Sai quanto mi interessa che Joe sia preoccupato per me? Ora si preoccupa? Quando è quasi un mese che non ci parliamo? - sibilò Alexandra.
Maggie e Maryl si scambiarono un'occhiata esausta.
- Lexi, è distrutto, e poi...
- E poi ha lasciato Sasha! - saltò su la maggiore, facendo prendere un colpo alle due diciassettenni.
- Lui cosa?! - strillò Maggie, strabuzzando gli occhi, mentre Lexi non fiatava, ma dentro di lei sentiva una strana sensazione di sollievo, una sensazione che non provava da tempo.
- L'avrà fatto solo perché ha saputo di me – borbottò la rossa.
- No, non è vero – disse Maryl, raggiante. - Kevin mi ha detto che l'ha fatto prima. Lui e Joe dovevano venire qui a Miami.
- Si può sapere il motivo oppure no? - grugnì l'infortunata, lasciandosi cadere tra i cuscini che aveva dietro di lei.
- Una sorpresa, o qualcosa di simile. Per migliorarci il giorno del matrimonio di papà ed Emily.
- Uhm, a questo proposito, dato l'accaduto, a quando le nozze dei novelli sposi? - domandò la rossa, tentando di cambiare argomento.
- Non ne ho idea – ammise Maggie, - ma non credo che la sposteranno di molto, magari una settimana o poco più.
- Diavolo, speravo domani, così mi evitavo la cerimonia e la vista di Joseph – si lamentò la diciassettenne. - Mi devono tenere qui per due giorni, no?
- A proposito di Joe – commentò Maryl, dando un'occhiata alla porta, - Lexi, credo proprio che voglia parlare con te.
But somewhere we went wrong We were once so strong Our love is like a song You can’t forget it
So now I guess This is where we have to
[…] never again.
(Don't forget; Demi Lovato)
La prima cosa che Joe pensò quando vide Lexi fu che aveva la certezza che stava bene: a parte l'ingessatura al piede, una fasciatura che si intravedeva a malapena alla spalla grazie alla maglietta e qualche livido e graffio sul viso era quella di sempre. Terribilmente bellissima.
E con gli stessi occhi di smeraldo che, non appena lo videro, si infiammarono.
- Ciao – disse il ventenne, entrando nella stanza.
Maggie e Maryl accennarono a un saluto con una mano.
- Vi lasciamo soli – disse la prima, alzandosi e avviandosi verso l'uscita, seguita dalla maggiore.
- Cosa? No, no, non potete lasciarmi qui con lui! Ragazze, vi prego... Maryl! Maggie! - la sua voce si affievolì man mano che Joe le si avvicinava.
- Ehi – sussurrò lui, con tono dolce, facendola rabbrividire, - come stai?
- Piuttosto bene, finché non ho visto la tua brutta faccia, Joseph – ringhiò la rossa. - Non ti voglio, vattene.
Joe scosse il capo, senza ascoltarla.
- Ti devo parlare, e voglio la tua più totale attenzione, mi hai capito? - fece, serio.
- No – sibilò Lexi.
- Benissimo. Ho lasciato Sasha.
La notizia la lasciò senza parole per qualche istante, la gola secca.
- Wow, che ha combinato? Ti ha tradito? No, fammi indovinare, deve partire per la Nuova Guinea per un altro film! - provò a indovinare, con tono sarcastico. Quando gliel'aveva detto Maryl non ci aveva creduto, ma sentirselo dire da lui era un'altra cosa.
- Non puoi stare in silenzio per qualche minuto, Lexi? - sbuffò il ventenne.
- Ti devo per caso qualcosa, Joseph?
- Mi hai lasciato tu.
- Solo perché eri innamorato di un'altra! - ribatté la rossa.
Il moro la guardò, scuotendo il capo.
- Ho sbagliato, va bene?
- Ma davvero? - grugnì, sarcastica.
- Alexandra Lucy Campbell – sussurrò, prendendole la mano senza lasciarla nemmeno quando la giovane iniziò a lamentarsi e a dibattersi per quanto le era possibile, - io ti amo.
- Facile dirlo dopo esserti lasciato con Sasha. Immagino che in realtà ti abbia scaricato lei e tu ora debba trovare una sostituta per non rovinare la tua aria da playboy. Ma ti devo dire che rimetterti con la tua ex è un po' sciatto; non hai trovato nessun'altra disponibile?
- Io voglio solo te, lo capisci? Rimettermi con Sasha... è stato un errore, ero confuso, lei è stata la prima ragazza di cui mi sia mai innamorato davvero e quando è tornata sono andato nel pallone – tentò di difendersi lui.
- Beh, è troppo tardi... - sussurrò lei, mentre sentiva un brivido lungo la schiena sentendo quelle parole: lui la voleva, e nonostante tutto anche lei avrebbe voluto abbracciarlo stretto e baciarlo, ma dopo quello che le aveva fatto passare non l'avrebbe più fatto, mai. Non voleva più soffrire in quel modo in tutta la sua vita.
Joe avvicinò il viso alle sue labbra, sentiva il suo profumo e il suo respiro caldo sul collo, quasi ipnotizzandolo.
- Ne sei sicura? - bisbigliò avvicinandosi sempre di più, lentamente.
Lexi non riusciva a parlare, per la prima volta in vita sua le mancavano le parole.
Avrebbe voluto dire di sì, o anche annuire, ma non ci riusciva, non smetteva di fissare quegli occhi di cioccolata che la fissavano, pieni di desiderio.
Le loro labbra si sfiorarono e prima che Lexi potesse fare qualcosa Joe le prese il viso tra le mani, baciandola piano e con dolcezza.
Dio, quanto le era mancato quel contatto, sentirlo suo, vicino a sé, lì per lei.
Con la mano sana gli passò una mano tra i capelli, facendo diventare il loro contatto più passionale.
Joe prese e darle dei baci sul collo, per poi sfiorarle di nuove le labbra e morderle piano.
Come avrebbe potuto fermarsi? Non ce l'avrebbe mai fatta, erano stati lontani troppo a lungo e averla accanto lo stava trascinando in uno stato di totale inebriamento, come se fosse ubriaco o avesse fatto uso di sostanze stupefacenti.
Sua. Era di nuovo sua. Per sempre.
Lexi spostò appena il capo, accarezzandogli la schiena e lasciandosi abbracciare e stringere come non faceva da tempo.
Mentre spostava la testa lanciò un'occhiata al suo comodino accanto al letto, c'erano delle riviste dell'ospedale di gossip e moda, il genere di giornali che si trovano dai parrucchieri.
Sulla prima rivista, in prima pagina, schiaffata sotto ai suoi occhi, c'era una foto di Joe e Sasha che camminavano per strada mano nella mano, lei che sorrideva e lui che la guardava. Era una foto recente, sicuramente, Joe aveva i capelli ricci e non lisciati con la piastra come la prima volta che si erano messi insieme loro due, e lei era più bella.
In basso, a sinistra di quella foto, c'era una sua foto, i capelli scompigliati, il trucco sbavato, le lacrime che le solcavano il volto: era stato un pomeriggio pochi giorni dopo la rottura con Joe, era uscita di nascosto, voleva fare quattro passi, provare a distrarsi, ma era finita in un parco a piangere.
Il titolo non poteva essere più duro da leggere: “I Jasha tornano insieme. Joe Jonas fa piangere la Principessa di Ghiaccio”.
Principessa di Ghiaccio, ecco come la chiamavano. Non era mai capitato quando stavano insieme, questa era un'ulteriore prova di quanto i paparazzi fossero subdoli: il giorno prima era la Bella Ribelle e quello dopo la Principessa di Ghiaccio.
- Joe, vattene – mormorò, mettendogli la mano sana sul petto e allontanandolo da lei. - Vattene.
- Come...? - mormorò lui, cambiando improvvisamente espressione. - E dai... - tentò di baciarla di nuovo ma la diciassettenne si scostò, abbassando il capo.
- Va' via, Joseph. È troppo tardi per recuperare quello che avevamo.
- Stai scherzando, vero? È uno scherzo – disse Joe, sentendo un peso enorme gravare sulle sue spalle, impallidendo.
- No, mi hai ferita troppo, non posso perdonarti – gracchiò la rossa, tentando di fulminarlo con un'occhiataccia.
- Amore...
- Non chiamarmi così, vattene Joseph, non voglio più vederti, sparisci! - la sua voce era cresciuta man mano che parlava, fino a diventare un urlo nell'ospedale silenzioso.
Un'infermiera fece il suo ingresso nella stanza, ansiosa, dando un'occhiata alla ragazza.
- Per favore, se ne vada signore – gli ordinò.
- Ma io...
- Non la deve far innervosire! Se ne vada, le ho detto! - fece, con tono più fermo.
Joe lanciò un'occhiata disperata a Lexi, che teneva la testa chinata.
- Lexi...
- Ora! - esclamò l'infermiera, arrabbiata.
Il ventenne indietreggiò, arrivando fino alla porta e rimanendo a guardare la donna che girava intorno a Lexi.
- Vattene Joseph, non voglio più vederti, sparisci – rimbombò nel suo cervello. E lui sparì.
Continua... |
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Capitolo 25 *** Love Is On Its Way ***
Ciao
ragazze, scusatemi se ci ho messo un po' ad aggiornare e ora vi
spiego anche il motivo per cui, probabilmente, i miei aggiornamenti
diventeranno più radi: l'Innominabile, o meglio conosciuta
come mia madre dato che ho compiuto un atto di dimensione seriamente
catastrofiche (stavo mangiando
all'ora di cena, wow, non trovate anche voi che sia stata davvero
scorretta a comportarmi in questo modo?! -.-”) ha deciso molto
democraticamente (ovvero da sola) di togliere internet da casa ._. Ma
quel genio non ha
neanche pensato che io trovassi un internet point e che, tiè!,
aggiornassi da lì, ed infatti è qui che mi trovo: Viale
Corsica di Milano, internet point! 50 centesimi ogni 15 minuti! Anche
poco! :D
Cooomunque,
dicevo, dato che non posso restare qui per troppo tempo comunque –
studio, compiti, pallavolo, e chi più ne ha più ne
metta – mi scuso infinitamente con
tutte le autrici di fanfiction che commento regolarmente su questo
sito, poiché non potrò recensire spesso da ora sino a
nuovo ordine
(probabilmente un anno O.o). Scusatemi,
farò
il possibile per commentare (anche da cellulare se non mi viene una
crisi isterica mentre lo faccio xD).
Ma
ringraziarvi vi ringrazio, spero che questo capitolo vi piaccia!! Per
favore, potreste poi rispondere alla domanda che troverete a fine
capitolo, se avete qualche idea?
Anche una preferenza, qualsiasi cosa. Grazie <3
She
is Mari:
nuova lettrice *.* In primis
grazie
mille per i complimenti! Non riesco a credere di avere lettrici così
assolutamente fantastiche *sbalordita*. Per Maggie e Nick non mi
esprimo xD Spero vivamente che questo capitolo ti piaccia!! Un bacio
<3
ladycullen1991:
scusa
se ci ho messo così tanto ad aggiornare ç.ç Non
posso rivelarti nulla ma... beh, prima leggi il capitolo <3 Un
bacio! *.*
Hollie:
tesoro
mio!! Waaa, ammetto di non sapere cosa scrivere xD Ma ti ringrazio
per commentare sempre, e dico sempre
*.* Ti adorooo <3 Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacio
<3
Melmon:
scusami
davvero se non rispondo alla tua mail ma... Come ho spiegato qui
sopra citato ho avuto dei problemi >.< Risponderò a
tempo debito, spero!! Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacio
<3
Chiara:
eccomi,
presente (con secoli di ritardo ma dettagli)! Spero che questo
capitolo ti piaccia e scusa se sono così breve >.< Un
bacio <3
_Danger_Dreamer_93:
no,
non sbagli, ma chissà se si perdonerà per aver baciato
Blake o meno :) Ok, scusa se sono così breve, ma spero
VIVAMENTE che questo capitolo ti piaccia <3 Un bacio!
Donatella:
ahahahahah,
non sai le risate che mi sto ri-ri-ri facendo leggendo la tua
recensione!! xD Okay, non so che dirti... se hai dubbi puoi chiedermi
sul cellulare ma ora sono di fretta personamiiiii ç.ç
Un bacione <3
Sweetness:
okay,
tesoro, t'avverto che sono di frettissima! E anche a te non so che
dire o.o Sono troppo strana oggi (colpa della febbre). Un bacione, ti
amooo <3 [guarda il titolo del capitolo u.ù <3].
sappir_ama_ben:
un'altra
nuova lettrice!! *.* Sono contentissima che questa storia ti piaccia
tanto *sbalordita* Grazie milleee!! Spero che questo capitolo ti
piaccia! Un bacio <3
annarita:
beh,
un po' se l'è meritato, no? :P Spero che questo capitolo ti
piaccia!! Un bacio <3
Diletta:
amoreeeeeeeeee!!
Okay, ti avverto che sarò brevissima perchè sono di una
fretta assurda ç-ç Spero semplicemente che questo
capitolo ti piaccia e scusamiiii :( Un bacione, ti voglio bene <3
Capitolo
25. Love Is On Its Way
-
Alexandra, dimmi che vieni al ballo della scuola, ti prego! - esclamò
con tono supplichevole una quindicenne con i corti capelli neri, alta
appena un metro e cinquanta, un viso affilato e due orecchie un po'
troppo a punta che la facevano assomigliare a un folletto, gli occhi
così scuri che sembravano mescolarsi alle pupille.
La
diciassettenne chiuse l'armadietto con troppa forza e fulminò
l'amica con un'occhiataccia.
-
Rachel, come ti devo dire che io non vengo a nessun ballo, né
oggi, né mai? – grugnì scostandosi i capelli
lunghi dal viso.
La
ragazza non si diede per vinta e prese a sbattere le ciglia
ininterrottamente.
-
Ti prego! Su! Su! Su! Su! Su!
-
Ma non vuoi startene da sola con Malcom? - sibilò Alexandra.
-
Scherzi, spero! Ho accettato di andare al ballo con lui soltanto
perchè volevo andarci, e presentarmi da sola sarebbe stata
orribile! E dai! Raymond non vuole venire, poi?
La
rossa prese a camminare lungo il corridoio della scuola seguita a
ruota dall'unica amica che si era fatta in quella scuola a Miami,
oltre a Raymond, ovvio, il suo ragazzo.
Ray
era un ragazzo a posto, e anche carino sotto il punto di vista
fisico, era una persona divertente, con cui occupare il tempo, ecco
tutto, ma per lui non provava niente di vagamente paragonabile a
quello che si sente per il proprio ragazzo.
-
Gliel'ho detto che non vado – spiegò, - è il
primo punto che ho chiarito quando ci siamo messi insieme. Si
allenerà per la partita, immagino
Rachel
sembrava vagamente delusa.
-
Non volete neanche passare la serata assieme? Niente serata romantica
sotto le stelle passata nella sua decapottabile sulla spiaggia? -
chiese.
-
Mmh, no, decisamente no.
Alexandra
sbuffò e si chinò a bere dell'acqua da una fontanella
attaccata alla parete, vicino all'aula di Diritto ed Economia in cui
sarebbe dovuta entrare poco dopo.
-
Oggi la prof interroga? - domandò Rachel, curiosa, cambiando
repentinamente argomento.
-
Sì, ma come al solito si offrirà volontaria Louise, non
ha ancora raggiunto la sua media di “A+”- ridacchiò
l'altra.
-
Oddio, è vero. A cosa studiamo a fare noi due, allora, me lo
spieghi?
-
Per nessun motivo, per occupare il tempo – rise la
diciassettenne. - Per quanto mi riguarda devo semplicemente imparare
meglio il francese per il mio progetto di questo autunno, per il
resto posso lasciar perdere.
La
quindicenne fece un sorriso triste.
-
Ma allora te ne vai davvero? - mormorò.
-
Già – annuì seccamente Alexandra, - ho già
abbastanza soldi per conto mio, e con tutti i casini che sto
combinando a mio padre sarà ben felice di contribuire
finanziariamente per permettermi di andarmene.
Rachel
la abbracciò per pochi istanti. Quella era la cosa
meravigliosa di Rachel, sapeva essere l'amica perfetta: testarda e
schiva al punto giusto ma anche tenera e dolcissima quando
l'occasione lo richiedeva, e questo era l'unico motivo per cui
Alexandra aveva permesso solo a lei di diventarle amica. Raymond era
arrivato dopo, per caso quasi.
Era
da tre mesi che Lexi Campbell si era trasferita definitivamente a
Miami; tre mesi che parlava al telefono con le sorelle soltanto in
occasioni straordinarie; tre mesi che non rivolgeva una parola con la
famiglia Jonas; tre mesi che Lexi era morta, ora era Alexandra per
tutti, la ribelle figlia dell'avvocato Campbell, famosa per le
sospensioni e le manifestazioni che era solita organizzare a scuola,
la solitaria, l'asociale, la Principessa di Ghiaccio,
l'ex di Joe Jonas.
-
Ehi, bellissima – disse una voce profonda alle sue spalle,
cogliendo sia lei che Rachel di sorpresa.
La
rossa si voltò per ritrovarsi davanti a un colosso di un metro
e novantatré, le spalle larghe e i capelli corti biondicci,
dei muscoli possenti e un sorriso gentile dipinto sul viso adulto.
-
Ray – disse seria Alexandra, mentre il suo ragazzo le
cingeva la vita e le stampava un bacio su una guancia, - dov'eri?
-
Con il resto della squadra, abbiamo parlato un po' della partita
della prossima settimana – spiegò con aria
professionale.
Raymond
era il quarterback della squadra di football della scuola e ricopriva
quel ruolo a dovere: metteva sempre lo sport davanti a tutto e tutti,
perfino davanti ad Alexandra, ma a lei non dispiaceva, la loro era
una relazione poco seria, si erano conosciuti un lunedì e il
mercoledì si erano messi insieme, sapendo poco e nulla
dell'altro.
La
campanella suonò e una massa compatta di studenti si mosse per
entrare in fretta nella propria classe.
-
Devo andare a Scienze Sociali – sbuffò Raymond,
lanciando un'occhiata all'orologio che teneva al polso, - magari ci
vediamo dopo, che dici?
-
Se capita – rispose monotona Alexandra, - ciao Ray.
Il
ragazzo la baciò ancora e fece un cenno di saluto a Rachel,
che fino a quel momento aveva a malapena guardato e si allontanò.
La
quindicenne fischiò.
-
Caspita, devi ammetterlo: è un figo da paura.
-
Davvero? Non l'ho notato... - rispose Alexandra.
-
Magari anche Malcom fosse così – si lamentò. - Va
beh, entriamo?
La
rossa diede un'occhiata alla classe semi piena e una ai corridoi
quasi vuoti.
-
No, manifestazione straordinaria contro l'estinzione delle balene
nell'atrio scolastico – sorrise, - se vuoi entrare tu fai pure,
io vado. Dì alla prof che mi sono sentita male, qualcosa.
-
Ma Alexandra, il preside ha detto che ti espelle se ti trova di nuovo
a manifestare nei corridoi della scuola – le rammentò
Rachel, preoccupata.
-
Infatti andrò nell'atrio, non nei corridoi – rise la
rossa, lanciando indietro i capelli. - Vieni o no?
La
quindicenne parve esitare un istante, poi annuì raggiante e si
allontanò con l'amica accanto, parlottando con aria euforica.
L'atrio
della scuola era uno spiazzo decisamente enorme, considerando che gli
studenti poi preferivano stare in giardino o nei corridoi al posto
che sotto gli occhi dei professori che si appostavano lì per
commentare lo scarso rendimento scolastico dei loro studenti e a bere
i loro caffè troppo allungati.
In
quel momento era vuoto, con l'arrivo imminente degli esami ogni
professore si chiudeva nel proprio ufficio per preparare le lezioni,
senza concedersi neanche cinque minuti per una pausa caffè,
una sfortuna per loro ma una fortuna per le due ragazze.
Ormai
Lexi sapeva dove trovare due sedie e un tavolo da allestire, ovvero
nel vecchio sgabuzzino del custode, che, per quanto si sapeva,
passava le sue giornate a sonnecchiare e a fumare la propria pipa.
Alexandra
in Rachel ci vedeva un po' la sua vecchia amica Josie, che si era
trasferita a San Francisco l'anno prima: il modo di fare,
l'entusiasmo e il carattere erano più simili di quanto avesse
creduto all'inizio.
-
Quindi... balene oggi, eh? - sorrise la quindicenne, emozionata.
-
Esattamente, sai che la gente si diverte ad ucciderle? E i pescatori
confondono le loro rotte quando emigrano! Ci credo che poi si arenano
sulle rive delle spiagge e le dichiarino “pericoli per
l'incolumità pubblica”! - sbuffò, irritata al
solo pensiero.
Rachel
annuì, assorta, poi andò a prendere le sedie, mentre la
diciassettenne si occupava del tavolo, che posizionò in mezzo
all'atrio.
-
A che associazione andranno questi soldi? - domandò ancora la
minore, pensierosa.
-
Al WWF, ovvio. Ora li chiamo e li avverto che farò una
donazione, magari non troppo proficua ma pur sempre una donazione, e
stampo il loro numero di telefono per qualsiasi persona che abbia dei
dubbi su dove finiranno questi soldi – spiegò,
tranquilla.
-
Se Ray scopre che stai ancora facendo una manifestazione si incazza –
pensò ad alta voce Rachel.
-
Che faccia pure, io non rispondo a niente e a nessuno, tranne che a
me stessa – disse, secca.
Li
ci vollero un'altra quarantina di minuti per stampare le copie dei
numeri di telefono dell'associazione e per sistemare l'occorrente, ma
quando la campanella che indicava la fine della penultima ora suonò
erano entrambe pronte. Per Alexandra, che aveva partecipato numerose
volte ad eventi simili, mettersi a urlare davanti a tutti,
invitandoli a raggiungerla, non fu un problema, ma per Rachel, che
provava ancora una certa aria di intimorimento da parte degli
studenti più grandi, essendo lei al primo anno, fu un po' più
complicato.
-
Migliaia di balene vengono uccise ogni anno per puro divertimento e
lo Stato non fa nullo per evitarlo, aiutateci a raccogliere fondi da
donare al WWF per mettere fine a questi delitti! - gridò con
tutto il fiato che aveva, facendo voltare in molti nella sua
direzione.
La
maggior parte di loro si voltarono dall'altra parte, commentando il
suo gesto con ribrezzo, mentre in pochissimi le si avvicinarono e si
informarono sul nuovo progetto.
Solo
in due donarono dei soldi: quindici dollari in tutto.
-
Suvvia ragazzi, abbiate un po' di cuore.
-
Cinquemila dollari – disse una voce dolce, maschile, fin troppo
familiare, alle spalle di Alexandra.
La
ragazza si pietrificò, dimenticandosi di respirare. Non poteva
essere lui.
Si
voltò piano, lentamente, fino a ritrovarsi davanti a Joe
Jonas.
Lo
fissò con ammirazione mista sorpresa e ad altre sensazioni
indescrivibili per un tempo che le parve infinito. Erano passati tre
mesi dall'ultima volta che si erano visti, eppure era cambiato. I
capelli, prima ricci, ora erano corti, in una pettinatura che gli
donava, lo rendeva ancora più maturo di prima; i lineamenti
del viso erano solcati da delle linee malinconiche che prima non
c'erano e soprattutto i suoi occhi non irradiavano gioia come sempre.
Fu
quella la cosa che la colpì di più in quel momento,
spazzando via la rabbia per qualche istante.
-
Sono soltanto un preventivo – disse Joe, mettendole in mano un
assegno firmato da suo fratello Kevin, - i miei genitori mi stanno
mandano altri diecimila dollari.
Alexandra
fece un sorriso appena accennato al suono di quelle cifre, ma poi
cambiò espressione all'improvviso.
-
Che cosa ci fai qui, Joseph? - ringhiò.
Il
ventenne fece un sorriso triste.
-
Sono qui per te – disse, sincero.
-
Ci siamo detti addio tre mesi fa, Joe, non puoi continuare a
seguirmi. È finita, devi fartene una ragione – mormorò
con rabbia per non attirare troppa attenzione, mentre Rachel, che si
era appena accorta dell'arrivo del cantante, faceva di tutto per
continuare a fare volantinaggio tentando di lasciargli un po' di
privacy.
-
Io non mi arrendo mai, Lexi – rispose lui di rimando, - tu mi
avrai anche detto addio, io invece non te lo dirò mai, sono
qui per dirti che ti voglio.
La
ragazza rabbrividì di piacere al suono di quelle parole, ma
rimase sulla sua posizione.
-
Dopo tre mesi? - grugnì, cercando una scappatoia.
-
Sono tre mesi che vengo qui a Miami quasi ogni week end –
spiegò sincero Joe, facendo rimanere Lexi a bocca aperta per
la sorpresa, - ho visto la tua vita, i tuoi nuovi amici, la tua nuova
scuola, le tue manifestazioni, le tue uscite...
-
Vuoi dire che mi hai seguita? Lo sai che potrei denunciarti?!
-
Perfettamente, ma non credo che lo farai – disse, con una
sicurezza che la lasciò di stucco. Fra i due era sempre stata
lei quella che diceva le cose senza farsi troppi problemi, non lui.
-
Non possiamo tornare insieme, Joe – gli spiegò, con il
tono basso. - Io... io sto con un altro, adesso.
Forse
Raymond le sarebbe stato utile, dopotutto.
Joe
non smise di sorridere ugualmente.
-
Oh, lo so, così come so che in realtà tu non provi
nulla per lui.
Lexi
fece un respiro profondo, tenendo i pugni serrati: non voleva
arrendersi.
-
Joe... - iniziò, giusto in tempo per vedere che la superava e,
dopo aver chiesto permesso a Rachel che sembrava sul punto di avere
un collasso, salì sul tavolo, attirando su di sé
centinaia di occhiate e molte urla isteriche di fan impazzite.
-
Dunque, Lexi Campbell, mi costringi di nuovo a fare mostra di me in
questo modo – cominciò, ad alta voce, facendo calare il
silenzio nell'atrio.
-
JOE! - strillò con la voce un'ottava più alta del
normale Lexi.
-
Lexi – riprese il ventenne, senza badarle, - tu sei l'unico
vero amore della mia vita, l'unica persona che voglio accanto a me
per sempre. Ti amo per tutto quello che sei, per il tuo carattere, i
tuoi modi, il tuo linguaggio, i tuoi modi di fare e non ti vorrei mai
diversa da quello che sei, né ora né mai. Sei
semplicemente fantastica, meravigliosa. Sei tutto ciò che una
persona possa desiderare, e ti voglio mia.
E
prima che la diciassettenne avesse qualcosa da ridire, prima che
chiunque in sala potesse sospirare iniziò a cantare una
canzone. La loro canzone.
-
If the heart is always searchin', can you ever find a home? I've benn
lookin' for that someone, I'll never make it on my own –
intonò con dolcezza, cantando meglio di come avesse mai fatto
in vita sua.
Quella
scena la riportò indietro nel tempo di un anno, in una
situazione simile.
-
Joe... - mormorò ammaliata Lexi, senza riuscire a trattenersi.
-
When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find my
paradise, when you look me in the eyes – continuò,
sorridendole, mentre il cuore gli batteva forte nel petto, e
accompagnando le ultime parole tese una mano verso di lei,
invitandola a prenderla.
Mille
emozioni diverse discutevano dentro di Lexi: c'era il dolore, che le
diceva che se prendendo quella mano avrebbe sofferto di nuovo; la
paura, che le ricordava che non si sapeva come sarebbe potuta andare
a finire e avrebbe potuto soffrire di nuovo; la speranza, che la
invitava a riprovarci; la testardaggine, che le sussurrava che doveva
mantenere le proprie posizioni. Infine c'era l'amore, e l'amore le
diceva di seguire il suo cuore.
E
il suo cuore sapeva cosa voleva.
Prese
la mano del ragazzo, timorosa, e si ritrovò in piedi su un
tavolo davanti a centinaia di persone, Joe che ancora cantava, con
una luce nuova negli occhi di cioccolata.
-
When you look me in the eyes, I catch a glimpse of heaven, I find my
paradise, when you look me in the eyes – concluse infine
Joe, tenendola ancora per mano. - Ti amo, Lexi, e non riesco ad
immaginare la tua vita senza di te, sono disposto a qualsiasi cosa
pur di farmi perdonare da te, ti chiedo solo un'altra occasione.
Lexi
sentiva su di se le occhiate di tutti gli studenti della scuola.
-
Joseph Adam Jonas – bisbigliò, scuotendo il capo, -
io...
Lo
guardò negli occhi e vide ancora quella luce di speranza.
-
Ti amo anche io, ti amo... - singhiozzò, scoppiando in lacrime
di gioia e stringendolo a sé, mentre tutta la scuola scoppiava
in un applauso.
Joe
le prese il viso tra le mani e la baciò come se fosse stata la
prima volta. Le loro labbra si muovevano in sincrono, in un valzer
leggero ma passionale.
-
Stai piangendo... - rise Joe, mentre dentro di sé una bestia
gridava di gioia.
-
Sta' zitto stupido – lacrimò ancora la ragazza, senza
fare nulla per nascondere le lacrime che le solcavano il viso.
Il
ventenne scoppiò in una risata liberatoria prima di
riavvicinare le proprie labbra a quelle di Lexi.
Continua...
Piaciuto
il capitolo?? Spero di sì! Ci ho messo anima e corpo per
scriverlo e spero che sia venuto bene :P
Dunque,
quello che vi volevo chiedere è se avete qualche idea per
una scena romantica, o anche un momento che vi piacerebbe
leggere di una delle coppie di questa fanfiction, qualsiasi cosa,
anche perché devo trovare ancora due idee per le famigerate e
credo ormai dimenticate missing moment (o.o) e per il capitolo 28 *.*
Se
qualcuno di voi avesse un'idea (o anche di più! Più
sono meglio è!!) me le scrivereste, per favore?
Un
bacio, vi voglio bene <3
Maggie
|
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Capitolo 26 *** Endless Love ***
Eccomi
:) Non sono troppo in ritardo, vero? *noooo* Ecco, appunto u.ù
Sì,
lasciatemi perdere che è meglio... Alloooora, piaciuto lo
scorso capitolo? *occhi a cuoricino*
Al
solito – sta diventando un'abitudine purtroppo – non
posso ringraziarvi perché questa connessione internet fa
schifo >.< e salta continuamente. Scusate. ç.ç
:'(
Capitolo
26. Endless Love
Le
due settimane successive furono piuttosto intense.
Primo
fra tutti gli avvenimenti fu il ritorno di Lexi a casa, la sua vera
casa, tra le braccia di Maryl e Maggie che speravano in quel momento
da mesi. Il trasloco fu piuttosto veloce, complice Joe che non aveva
lasciato Lexi quasi per un istante da quando si erano rimessi insieme
e l'aveva aiutata a prendere le sue cose e a inscatolarle.
Fortunatamente la gran parte della roba era ancora nei vari scatoloni
che la ragazza non era riuscita a disfare.
Il
tempo che i due ragazzi passavano insieme era stato giustificato da
Joe, quando una sera si era presentato davanti a casa di Peter ed
Emily per uscire fuori a cena con Lexi e si era presentato
ufficialmente, sotto lo sguardo ansioso della sua ragazza.
Dopo
la scenata che la ormai moglie gli aveva fatto in ospedale per Maryl
e Kevin Peter non si era espresso con molte parole e li aveva
guardati uscire lanciandoli spesso delle seconde occhiate di
nascosto, mentre Emily lo tranquillizzava accarezzandosi il ventre
ormai molto accentuato: era al quinto mese di gravidanza.
Insieme
al ritorno di Lexi e di conseguenza della sua relazione con Joe i
paparazzi si erano scatenati, accusando però Joe di essere
privo di cuore e di passare fin troppo spesso da una ragazza
all'altra. Tutte quelle voci erano state messe a tacere da Sasha, che
nel frattempo aveva comprato una casa a San Diego e contava di
trasferircisi al più presto, la quale aveva detto che la
separazione tra lei e Joe era stata di comune accordo e che Lexi era
sempre stata nel cuore del ventenne, anche se inconsciamente.
Come
promesso non si era più fatta sentire e né tanto meno
vedere dai membri della famiglia Jonas e Campbell e di questo,
segretamente, Lexi gliene era profondamente grata.
La
ragazza aveva ripreso a frequentare la scuola con Maggie, studiando
fino a tardi per recuperare le materie indietro con Joe che le
spiegava.
In
compenso nei tre mesi che Lexi era stata via Maggie e Nick non si
erano più visti né parlati, e lei, Maryl, Kevin e Joe
temevano che quella fosse davvero la fine della loro storia.
-
Lexi? - chiese Joe, seduto sul pavimento dell'ampia camera della
propria ragazza, la finestra aperta nel tentativo di far entrare un
filo di vento quasi inesistente: c'erano quasi quaranta gradi quel
giorno.
-
Mmh? - mugugnò la rossa, seduta alla scrivania, il capo chino
sui libri, i capelli rossi che le coprivano il viso.
-
Sto mettendo a posto i tuoi libri – spiegò il ventenne,
soppesando due volumi, - dove te li devo mettere?
Lexi
si voltò e gli fece un sorriso luminoso, tornato a splendere
solo dopo quattordici meravigliosi giorni insieme a lui.
-
Tesoro, non devi farlo per forza, lo faccio io 'sta sera, stai
tranquillo – disse, rilassata.
-
Ma figurati! La sera sei sempre stremata e a me non costa niente...
Allora, dove li metto? - fece Joe, sicuro di sé.
La
diciassettenne lo ringraziò con un altro sorriso.
-
Che libri sono?
-
Ehm... uno è L'eleganza del riccio
mentre questo si intitola Cuore d'Inchiostro
– citò, leggendo i titoli.
-
Uh, L'eleganza del riccio!
Non lo trovavo più e voglio leggerlo... quello mettilo sul mio
comodino, l'altro invece
nella mia libreria, grazie – indicò lei, felice.
Joe
ubbidì mentre l'altra tornava ai suoi libri di filosofia.
Due
braccia muscolose le cinsero le spalle facendola voltare.
-
Joe – mugugnò, - devo studiare, dai.
-
Al diavolo la scuola – commentò lui, dandole dei baci
sensuali lungo il collo fino ad arrivare al mento e infine alla
bocca.
La
rossa rise, liberatoria, rispondendo a un bacio particolarmente
passionale.
-
Joe... non ci tengo a ripetere l'anno – spiegò, un po'
seccata.
-
Capita.
-
Dai che domani mi devo far interrogare!
-
Dai che siamo stati quattro mesi senza parlarci! - ribatté il
ventenne, in risposta. A quello la diciassettenne non seppe cosa
rispondere e si lasciò stringere, passandogli una mano tra i
capelli.
-
Ti spiego io filosofia – aggiunse il ragazzo.
-
Non l'hai mai studiata, genio.
-
Dettagli, amore.
Lexi
scosse il capo e si alzò, seguendo Joe che le aveva preso le
mani e la spingeva dolcemente per smuoverla un po'.
-
Mi annoio – precisò.
-
Te l'avevo detto di restare a casa con Garbo – puntualizzò
la rossa, - non dire il contrario.
-
E che c'entra? Io volevo stare con te.
C'erano
dei momenti in cui non riuscivano a punzecchiarsi come sempre, non ce
la facevano proprio, e quello era uno di quei momenti.
Joseph
stese la sua ragazza sul letto e si appoggiò delicatamente
sopra di lei, accarezzandole il viso con una mano mentre il cuore di
lei le batteva fin troppo forte nel petto, sudando freddo.
Da
quanto tempo non si sentiva così? Con il cuore a mille ogni
volta che lui la sfiorava, dentro di sé felice come non mai?
Credeva che non avrebbe mai più provato delle sensazioni
simili.
-
Mi dispiace – mormorò, flebile, - per averti tenuto
lontano così a lungo. Mi dispiace, tanto.
Joe
annuì.
-
Non pensare al passato, pensa che adesso siamo qui da soli tu ed io –
sussurrò baciandole la fronte, accarezzandole ancora le guance
sino al mento. Era così bella.
-
Tu ed io – ripeté lei, la guance imporporate per
l'emozione.
Joe
posò la testa sul suo petto e rimase in silenzio, le mani
poggiate sul letto, i palmi che sfioravano le coperte. Ascoltava il
suo cuore, quel rumore così rassicurante della sua presenza,
della sua vita.
-
Non ti lascerò mai più – promise, dopo un
silenzio durato a lungo, - lo giuro, e farò di tutto perché
tu non lo faccia di nuovo con me.
Lexi
gli accarezzò i capelli, il ventenne ancora appoggiato con la
testa sul suo petto.
-
Non voglio più soffrire, Joe, non ce la farei – ribatté
debolmente la rossa, senza smettere di accarezzargli i capelli corti.
-
Ed io non voglio più farti soffrire – disse il cantante,
stringendo le mani a pugno e guardandola fissa negli occhi, a pochi
centimetri dai suoi. - Litigheremo ancora, lo sai perfettamente, ci
saranno dei giorni in cui non vorremmo mai esserci conosciuti, giorni
in cui ci grideremo dietro che ci odiamo, ma io non smetterò
mai di amarti come ora. Ti amerò ogni giorno più di
quello precedente, soffrirò con te quando starai male, riderò
con te quando sarai felice e non ti lascerò mai più.
Mai.
Parlò
con una serietà che Lexi non aveva sentito in vita sua, come
se avesse il proprio in cuore in mano e glielo stesse per donare.
-
Prometto lo stesso – bisbigliò prima di sigillare tutto
con un bacio.
Mi
sembra ancora di sognare
(Fotoricordo;
Gemelli Diversi)
-
Sono tornati insieme – ripeté per l'ennesima volta
Maryl, una nota gioiosa nella voce, come se non potesse ancora
crederci. - Sono tornati insieme!
-
Sì, amore, sono tornati insieme, ma per favore, smettila di
ripeterlo – rise Kevin, tenendo la mano della ragazza.
-
Ma sono tornati insieme! - esclamò la bionda, euforica. - È
un miracolo!
-
Lo so – sorrise il ventiduenne, mettendole un braccio intorno
alla vita.
Stavano
facendo shopping per le strade di Los Angeles da un paio d'ore, loro
due e Maggie. Inizialmente sarebbero dovuti uscire solo Maryl e
Kevin, ma una volta ricordata la data avevano invitato Maggie con
loro alla prima occasione: quel giorno, se fossero stati ancora
insieme, lei e Nick avrebbero compiuto il loro primo anno e due mesi
assieme e volevano evitare che passasse troppo tempo da solo per
realizzare la cosa e pensarci.
Kevin
aveva affidato al loro amico Greg Garbo e a un altro paio di amici di
distrarre Nicholas, a costo di costringerlo con la forza.
Erano
dentro un negozio che aveva aperto da poco, in cui Maggie si stava
provando qualche maglietta, mentre Kevin e la sorella la aspettavano
fuori dai camerini.
-
Se solo Maggie non fosse così cocciuta
– sospirò la ventunenne, - a questo punto anche lei e
Nick starebbero ancora insieme, lo sappiamo entrambi.
-
Lei non sta con Blake, vero?
- sputò il chitarrista, con odio. Per quanto ci avesse provato
non riusciva a trovare una singola ragione per cui Maggie dovesse
stare con lui al posto che con suo fratello; lei e Nick erano
perfetti insieme, due anime gemelle fatte per stare insieme, ma
Maggie e Blake non avevano nulla in comune: lui era il tipico ragazzo
esuberante e un po' troppo arrogante, a volte, mentre lei una
diciassettenne introversa fino all'estremo, con la paura del mondo e
un'idea forse troppo romantica dell'amore. Non erano fatti per stare
insieme.
-
No, no, ci mancherebbe – lo rassicurò Maryl, scostandosi
i capelli dagli occhi e aggiustandosi gli occhiali sul naso. - Sono
amici, lui gira per casa a volte, ma non c'è niente tra loro,
ne sono sicura.
Kevin
tirò un sospiro di sollievo nel momento stesso in cui Maggie
usciva dal camerino, con le maglietta che aveva provato sotto
braccio.
-
Trovato qualcosa? - le chiese gentilmente la sorella maggiore,
sfilandosi dalla presa dolce di Kevin e cingendole le spalle con un
sorriso materno.
-
No, niente, non ho voglia di far compere Maryl, te l'ho già
detto – disse la mora, alzando le spalle, malinconica.
-
Ma dai! Avresti preferito restare in casa con Lexi e Joe? Quei due
devono recuperare quattro mesi di lontananza, meglio stare qui con me
e Kev! Da quanto tempo non vi vedete voi due? - fece la bionda, con
finto entusiasmo.
-
Due giorni, è venuto a cena da noi mercoledì, ricordi?
-
Dettagli! - esclamò la ventunenne, sospirando. - Andiamo a
bere qualcosa?
Kevin
annuì e Maggie fece un cenno d'assenso di sbieco: quella
giornata si stava rivelando più difficile da superare del
previsto.
Ad
attenderli fuori dal negozio trovarono appostati un paio di
paparazzi, che ripreso la scena scattando foto a raffica mentre Kevin
sorrideva a tutti e stringeva Maryl a sé, che ormai si sentiva
totalmente a proprio agio sotto i riflettori e flash fotografici.
Invece
Maggie non si era sentita più a disagio e si stringeva le
braccia, guardando per terra.
Si
allontanarono dal negozio, ripresi continuamente dai fotografi ed
entrarono in un bar in un angolo poco affollato.
Maryl
lanciò un'occhiata a Maggie, seduta più distante da
loro e sospirò vedendola con il capo chino e la testa
ovviamente da un'altra parte.
Nonostante
i loro sforzi Nick era comunque nella sua testa. Costantemente.
Dammi
solo un minuto,
un
soffio di fiato, un attimo ancora...
(Un
attimo ancora; Gemelli Diversi)
Nonostante
i suoi sforzi Maggie era comunque nella sua testa. Costantemente.
Nick
sbuffò, passandosi una mano tra i ricci ribelli, mentre Garbo
e Matthew, un suo amico, si erano lanciati in una gara di rutti nel
tentativo di distrarlo.
Ci
aveva provato seriamente a non pensare a lei, a dimenticarla, eppure
non riusciva a fare a meno di pensarla, ai suoi occhi, ai suoi
capelli, al suo sorriso, il suono cristallino delle sue risa.
Le
ragazze che Joe e Kevin gli presentavano alle premier gli parevano
vuote, stupide, solo degli oggetti. Demi aveva provato ad aiutarlo,
tentando anche di indurlo a pensare di nuovo alle sue vecchie
relazioni con Miley e Selena e se, magari, volesse ripensare a loro.
L'aveva quasi cacciata di casa.
Maggie
per lui era tutto, pensare anche solo di tornare con Miley o Selena
era inconcepibile: loro due erano delle amiche, tutto qui, solamente
buone amiche.
Dimenticarla?
Mai. Ma avrebbe dovuto provare a smetterla di far vedere i suoi
sentimenti, di far soffrire con lui la gente che lo circondava.
-
Ehi Nick, tutto ok? - chiese Garbo, dandogli una pacca su una spalla.
Il
diciassettenne fece un sorriso di sbieco.
-
Certo, si va a mangiare qualcosa 'sta sera?
Ci
sarebbe riuscito, lo doveva ai suoi amici, ai suoi fratelli, ai suoi
genitori, e l'avrebbe fatto.
Continua...
Ho
creato un account di twitter esclusivamente per le mie fanfiction in
cui posterò spoiler, news e immagini, se volete seguitemi a:
@maggielullabyFF
|
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Capitolo 27 *** I'm Your Angel ***
Questo
capitolo è stato scritto con l'intera discografia dei Jonas
Brothers in sottofondo, ci ho riso, ci ho pianto sopra, ho sospirato
rileggendolo... Questo è un capitolo particolarmente
importante sì, per la storia in sé ma anche a livello
personale, perché alla trentaquattresima riga di questo
capitolo ho capito quanto amo questa
mia fanfiction. Forse a voi non interessa minimamente saperlo, ma
capire che tra poco chiuderà i battenti e non ci sarà
più un seguito mi ha bloccata e l'unica cosa che pensavo era
“non posso
lasciarla”.
Ho realizzato solo in questo capitolo che è quasi finita
questa mia enorme avventura e non sono riuscita a non piangere
pensandoci. Non sapete quanto vi amo
ragazze, le sole parole che posso scrivervi non possono spiegarlo, ma
spero vi bastino, per ora <3
She
is Mari: grazie mille!! Sì,
Joe e Lexi sono dolcissimi, ma non compariranno in questo capitolo...
Ma spero ti piaccia comunque! *speranzosa* Un bacio <3
Hollie:
caraa!! *.* Bene, spero che tu
ti diverta alla cena di classe di 'sta sera u.ù E spero anche
che questo capitolo ti piaccia :) Eheh, veeedi? Io non sono MAI in
ritardo, sono gli altri che sono in anticipo! *cerca di auto
convincersi*. Un bacione <3
Donatella:
ma tesoro figuratii!! :D QUI ho messo la dedica, ahah, CE L'HO FATTA!
*esulta* Okay, scusa se l'ho fatto così in ritardo ç.ç
Puoi perdonarmi? In arrivo per te il capitolo sette di Futura Long,
non dimenticarti! Finisco qui e te lo mando :o) Ma amore, Sasha è
buona, come te lo devo
dire? xD Un bacione, love you <3
Danger_Dreamer_93:
sono cocciuti, ecco :) Alla
fine non so esattamente quanto manchi :( al prossimo capitolo te lo
dirò con più o meno esattezza, come hai letto sopra
neanch'io voglio che questa storia finisca, ma... Le idee per un
terzo capitolo scarseggiano, e la prossima long l'ho già
iniziata. A settembre la pubblico :) Spero che questo capitolo ti
piaccia <3 Un bacione!
Melmon:
eh, sai che ci avevo pensato ti
farlo accadere? Poi dopo il consulto di una delle Consigliere di
questa fic (ebbene sì, necessito di Consigliere), ovvero la
mia sweetness non l'ho fatto... Sui Mick non mi esprimo, spero solo
che questo capitolo ti piaccia. Un bacio <3
FallInLove:
oddio. Questa è stata la
parola che continuavo a ripetermi mentre leggevo la tua MERAVIGLIOSA
recensione. Non so come ringraziarti... quasi mi commuovevo! È...
è tra le più belle che abbia mai ricevuto. Grazie a TE
per avere la pazienza di sopportare i miei scambi di umore e di
conseguenza la piega che prende la mia fic... Graziegraziegrazie *.*
Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Un bacio <3
MeneguzzinaJonassina:
tesoro! Sei tornata! *.* Non
preoccuparti se non hai recensito qualche capitolo, non fa' niente,
davvero! Sui Mick non mi esprimo xD xD Spero solo che questo capitolo
ti possa piacere... :'D Eh, Frankie e Kevin sì!, che sono
normali! Almeno loro, dico io, altrimenti poveri Denise e Paul
Senior, con quattro figli decelebrati (sexy ma decelebrati xD). Un
bacio <3
Capitolo
dedicato a Donatella, Sweetness, Anna (sì,Hollie
<3), Chiara (sia
_Kira_Perly_ che
KikiNovacaine), Diletta
(Sbranina), e a
FallInLove (per la
recensione stupenda). Grazie <3
Capitolo
27. I'm Your Angel
-
Steve, devo proprio? - chiese Maggie, arrotolandosi una ciocca di
capelli intorno a un dito, mordendosi il labbro inferiore guardando
il suo capo con aria innocente. - Ti prego, qualsiasi altra cosa ma
quella canzone no.
Steve
le lanciò un'occhiataccia, fulminandola con i suoi piccoli
occhi scuri.
-
Maggie, l'ho promesso a questi miei amici: è la loro canzone e
ovviamente la vogliono sentir cantare per il ricevimento del loro
matrimonio!
-
Non puoi trovare qualcun altro? Non posso cantare quella canzone, non
ci riesco... - si lamentò la diciassettenne, tenendo il capo
basso.
-
Maggie – la rimproverò l'uomo, - il ricevimento è
questa sera, non voglio e soprattutto non posso trovare una sostituta
in questo momento.
-
Perché non vuoi?
-
Perché lo sposo ti ha sentita cantare e vorrebbe che fosti tu
a presenziare.
-
Steve, ti prego.
-
No, ora devo tornare al lavoro – concluse, senza stare ad
ascoltare le altre lamentele della ragazza e allontanandosi verso le
cucine del locale.
La
mora si passò una mano sul viso e si lasciò cadere su
una sedia poco distante, nascondendo il volto tra le braccia.
Quattro
mesi prima, poche settimane dopo aver cominciato a lavorare al
Country Bar, Steve l'aveva
avvertita che ci sarebbe stato un ricevimento di matrimonio. Il primo
ed unico, probabilmente, ma gli sposi ci tenevano a festeggiarlo in
un bar perché era lì che si erano conosciuti, si erano
fidanzati e dove lui le aveva chiesto di sposarla. In conclusione
volevano fare il ricevimento pure lì.
Steve
le aveva chiesto di cantare una canzone in particolare, la colonna
sonora degli sposi, I'm your angel,
di R. Kelly e Celine Dion; inizialmente non c'era stato alcun
problema, anzi interpretare una canzone simile l'aveva riempita di
orgoglio.
Ma
era un duetto, una canzone da cantare in due, e quattro mesi prima il
suo lui con cui
l'avrebbe dovuta cantare era diverso.
Nick
le sfiorò il viso con una mano, accarezzandola dalla radice
dei capelli fino al mento, guardandola con occhi adoranti, la bocca a
pochi centimetri dalla sua.
-
Finalmente abbiamo cinque minuti tutti per noi – le mormorò
in un orecchio, sorridendo e facendola arrossire a quel suono così
meraviglioso. - Mi sei mancata.
-
Anche tu – replicò lei, dolcemente, sfiorandogli le
labbra con le sue.
Nick
sorrise e approfondì ancora un po' il bacio, infilando la mano
tra i capelli della ragazza.
-
Come sono andate le prove, oggi? - domandò, allontanandosi un
poco.
-
Bene – annuì Maggie, giocherellando con la dog tag che
non toglieva mai da quando Nick gliel'aveva regalata, - bene davvero.
Steve ha detto che dovrò cantare a un ricevimento di
matrimonio, fra qualche mese...
-
Tesoro, ma è splendido, congratulazioni! - si illuminò
il cantante, guardandola fissa negli occhi.
Lei
arrossì a abbassò lo sguardo.
-
Mi ha detto che devo cantare una canzone in particolare...
-
Quale?
-
I'm your angel, non so se...
Nick
le fece cenno di stare zitta un momento, infilò una mano nella
tasca dei pantaloni e ne estrasse un iPod nero, mettendosi una
cuffietta in un orecchio e porgendo l'altra a Maggie, la
quale lo imitò.
Dopo
qualche istante che il ragazzo ebbe smanettato sul lettore musicale
partì una canzone ben conosciuta alla ragazza.
-
Okay, la conosci – rise, ascoltando rapita la melodia.
-
È tra le cinquanta più ascoltate! - fece lui,
orgoglioso.
-
Non erano venticinque?
-
Maggie, tesoro, ho oltre cinque mila canzoni in questo iPod non posso
limitare le mie canzoni preferite solo a venticinque!
La
mora rise, lanciando la testa indietro.
-
Nick... - lo chiamò all'improvviso.
-
Sì?
-
Canteresti con me? Al ricevimento. Canteresti con me questa canzone?
Il
diciassettenne le posò di nuovo le labbra sulle sue, facendole
perdere un battito al cuore.
-
Con immenso piacere.
-
Ehi Mags! - gridò Blake, strappandola ai suoi pensieri.
Ora
era con lui che avrebbe dovuto cantare.
-
Ciao Blake – sorrise lei, debolmente. - Come stai?
-
Bene, bene – disse lui, allegro. - A te che succede? Hai una
faccia...
-
Niente – lo zittì Maggie, - niente, sono solo stanca.
Il
diciottenne la guardò di traverso.
-
Se vuoi le prove oggi le saltiamo, non c'è problema – le
assicurò, sincero.
-
No, no, domani abbiamo il ricevimento... Non possiamo saltare proprio
oggi – disse, ostentando indifferenza. - Iniziamo?
Blake
annuì, grattandosi la punta del naso, sapendo perfettamente
che stava mentendo. Che continuava a mentire.
Scosse
il capo, dispiaciuto, l'aveva giurato a se stesso, avrebbe smesso di
vederla soffrire in quel modo.
Where
are you and I'm so sorry
I
cannot sleep, I cannot dream tonight
I
need somebody and always
This
sick strange darkness
(I
miss you; Blink 182)
Maggie
spense il motore della macchina in un parcheggio vicino al Country
Bar, accarezzandosi il vestito
di seta indaco che le fasciava perfettamente il corpo.
Le
era stato dato dalla sposa in persona, chiedendole di indossarlo la
sera del ricevimento, in modo di essere intonata con i vestiti delle
damigelle, sicura che le avrebbe donato.
Aveva
ragione: quando era uscita dalla sua camera, pronta per uscire, Maryl
era rimasta qualche secondo a
guardarla, stupita che la sua sorellina
stesse crescendo così in fretta.
Era
arrivata al locale in anticipo e rimase ferma in macchina, guardando
la porta dell'entrata come un ostacolo insormontabile.
Ce
l'avrebbe fatta a cantare quella canzone anche se richiamava alla sua
mente uno dei giorni più belli passati con il suo ex
ragazzo? Le pareva impossibile, aveva paura di fermarsi a metà
canzone e di scappare dal locale, rovinando il giorno più
bello di due persone che si amavano.
Vederli, anche, sarebbe stato un problema: le occhiate piene di amore
che si sarebbero rivolti, i baci rubati sotto lo sguardo di tutti gli
invitati festanti, il primo ballo stringendosi forte l'un l'altra.
Quel giorno, quelle occhiate, quei baci se li era immaginati anche
lei, per sé e per Nick. Il loro giorno. La loro vita.
Ma
era tutto finito, era colpa sua e non voleva dare la colpa a Nick,
lui ci aveva provato a rincorrerla, era lei che non aveva voluto
fermarsi, che aveva continuato a guardare avanti senza mai guardarsi
indietro, nonostante le suppliche del ragazzo. Nick aveva sbagliato,
certo, ma era lei che non riusciva a perdonarsi, e non ci sarebbe mai
riuscita probabilmente. Non senza rivelargli tutto.
Diede
un'altra occhiata all'entrate e si fece coraggio, aprendo la portiera
della Mini e uscendo, solo il rumore dei tacchi sull'asfalto che la
circondava.
Il
locale era stato prenotato interamente per la cena del matrimonio ed
era stata addobbata con rose bianche e striscioni di seta candidi.
Ora che tutti i tavoli erano stati tolti e messi solamente quelli per
gli invitati, settantacinque persone, il bar era più grosso di
quanto si fosse mai immaginata. Il palco, come al solito, era posto
accanto a una parete, anch'esso decorato, questa volta, con
striscioni bianchi e coriandoli argentati.
Era
bellissimo.
-
Mags! - esclamò felice Blake, sollevato, vedendola. - Sei in
anticipo!
-
Non ho incontrato traffico – spiegò la diciassettenne,
alzando le spalle.
Il
diciottenne la guardò, le spalline sottile che le circondavano
le spalle, il vestito scollato, lungo appena sopra le ginocchia, il
suo trucco leggero e un cerchietto blu che le teneva indietro i
capelli.
-
Sei bellissima – esalò, senza riuscire a trattenersi.
La
mora arrossì e abbassò il capo.
-
Grazie, anche tu sei molto elegante.
Blake
scrollò le spalle, accennando allo smoking.
-
È un abito da cerimonia come tanti – fece, - ma tu sei
seriamente un incanto, Maggie.
-
Grazie – ripeté lei. - Gli invitati? Gli sposi?
-
Arriveranno presto – rispose il ragazzo. - Sei pronta?
-
Certo – mentì, rigida. - Hai provato i microfoni?
-
Sì, sì, tranquilla, non devi preoccuparti di nulla. Ci
sarà un demo con la melodia, non dovremo essere noi a suonare,
te l'avevo detto, no?
Lei
annuì di sbieco, senza prestargli troppa attenzione.
Guardò
fuori dall'enorme vetrata che dava sulla spiaggia: là in alto,
splendente nel cielo, in tutta la sua bellezze c'era la luna. Una
luna piena.
La
luna aveva visto lo svolgersi delle storie che la circondavano, la
separazione e la riconciliazione di Lexi e Joe, i baci di Kevin e
Maryl, i momenti più dolci tra lei e Nick, la loro rottura, i
loro litigi. Era una spettatrice, una spettatrice che cercava di
vedere il finale di quegli intrighi. Perchè una fine ci
sarebbe stata, prima o poi, in un modo o nell'altro.
-
Maggie...! - si sentì chiamare e si voltò giusto in
tempo per vedere l'ondata di invitati entrare, e in capo un uomo
quasi interamente calvo, sulla trentina, a braccetto a una donna
vestita da sposa, dai ricci capelli biondi e da due profondi occhi
blu zaffiro.
Si
accostò a Blake per salutarli, stringendo loro la mano, e una
volta che tutti si furono accomodati salì sul palco, dando
un'ultima occhiata ai microfoni. Voleva evitare ulteriori figuracce
in presenza di un pubblico tanto numeroso.
Lei
e Blake avrebbero dovuto cantare assieme alla fine della cena, dopo
il discorso dello sposo e prima del primo ballo tra lui e sua moglie.
La
cena durò più di due ore, durante la quale Maggie e
Blake erano rimasti in cucina, rubando
dai vassoi che i camerieri stavano preparando degli antipasti,
ricevendo più di una sfuriata
di Steve, che stava per avere una crisi isterica.
-
Altro che “Donne sull'orlo di una crisi di nervi”
dovevano fare il film “Padri sull'orlo di una crisi di nervi”!
- continuava a ripetere Blake, con tono buffo, tentando di strappare
un sorriso a Maggie, che tuttavia rimaneva impassibile.
Il
diciottenne diede un'occhiata al cellulare: quanto diavolo ci metteva
ad arrivare?! Era stanco, voleva che arrivasse subito, non ce la
faceva più a vedere Maggie in quel modo, gli spezzava il
cuore.
-
Blake! Maggie! - strillò Steve, facendo prendere un colpo ad
entrambi. - Tocca a voi, muovetevi!
I
due ragazzi uscirono dalla cucina di corsa, senza guardare il
proprietario negli occhi: anche Blake sembrava aver capito che il
padre non era in vena di scherzi quel giorno.
Salirono
sul palco sotto lo sguardo di tutti i presenti, incuriositi.
Maggie
afferrò il microfono e lo avvicinò alla bocca,
iniziando a parlare, la gola secca e le labbra screpolate.
-
Buona serata a tutti – esordì con il suo falso sorriso
migliore. - Vorrei fare un brindisi in onore di Jonathan –
indicò lo sposo – e Cindy – fece cenno alla sposa
imbarazzata ma felice. - Spero passiate insieme una vita
meravigliosa, auguri!
-
Auguri! - intonarono in coro gli altri invitati, bevendo un sorso di
champagne mentre la coppia si baciava dolcemente.
Maggie
sentì una stretta al cuore e deglutì, sudando freddo,
mentre faceva cenno a Blake di far partita il demo e il silenzio
calava nella sala mentre la melodia cominciava.
Appena
iniziò il suo attacco la ragazza cominciò a cantare,
chiudendo gli occhi e dondolandosi sui piedi, tentando di estraniarsi
dal mondo esterno ma di cercare anche un rifugio dalla sua mente, che
implacabile le faceva ricordare quella giornata meravigliosa con
Nick. Il suo Nicholas.
Quando
chiuse la bocca, aspettandosi che Blake attaccasse il suo pezzo,
rimane paralizzata al suono di una voce maschile, ma non era quella
di Blake.
Aprì
gli occhi, mentre il suo cuore, dopo aver perso un colpo, batteva
all'impazzata.
Nick
era in fondo al locale, con un microfono in mano, che cantava il
pezzo che sarebbe dovuto essere suo da sempre.
-
And then you will see the morning will come. And every day will be
bright as the sun. All of your fears cast them on me. I just want
you to see.
Le
sorrise, un sorriso timido e pieno di scuse, un sorriso che la
invitava a continuare.
Come in trance la
diciassettenne proseguì con il proprio pezzo, senza smettere
di guardare Nicholas, come per paura che potesse svanire da un
momento all'altro.
-
I'll be your cloud up in the sky. I'll be your shoulder when you
cry. I hear your voices when you call me. I am your angel.
Era
un dialogo. Quella canzone era il loro dialogo, le parole che non si
erano riusciti a dire. Le parole che volevano dirsi da mesi, e quello
era il momento.
Nick
cantava, quasi ribattendo a quello che intonava Maggie, la quale allo
stesso tempo scuoteva il capo, come a dire che era inutile
continuare, che ormai si erano detti addio.
Il
cantante si avvicinò a lei, camminando piano sotto lo sguardo
rapito degli invitati, rapiti dall'energia e dalla forza con cui
stava cantando.
Si
avvicinò fino a salire sul palco e mettersi davanti a Maggie,
che lo fissava con il cuore in gola e i brividi che la scuotevano,
mentre tentava con tutta se stessa di non scoppiare in lacrime in
quel momento: come poteva stargli lontano? Come?!
Non poteva, era l'amore della sua vita, non riusciva ad allontanarlo.
Ma doveva, l'aveva tradito, era stato un errore soltanto ma non
riusciva a perdonarselo.
Nick
le prese una mano e incrociò le dita con le sue, senza
staccare il contatto visivo.
Cantarono
insieme le ultime strofe, uniti da una singola energia, una via a
senso unico. Non potevano evitarlo.
Tempo
dell'ultima nota e Nick l'aveva già stretta a sé,
respirando il suo profumo, sentendola vicino a lui, così
indifesa e fragile. Così sua.
Una
pioggia di coriandoli argentati e di zaffiro piovettero su di loro
nel momento in cui le loro braccia si toccavano, attratte come due
calamite.
Nella
confusione totale nessuno dei due sentì gli applausi degli
invitati e, a sorpresa, di Blake, che li fissava con aria malinconica
ma allo stesso tempo felice.
-
Ti amo, questo non cambierà mai, volevo che tu lo sapessi –
disse Nick, a bassa voce, in modo tale che solo Maggie lo sentisse,
prendendole il viso con le mani.
La
ragazza lo fissò a lungo, senza staccare il contatto visivo.
-
Ho baciato Blake – rivelò, con tono funebre.
Nick
fece un sorriso triste e rassegnato.
-
Lo so – la sorprese.
-
Quando stavamo ancora insieme – aggiunse la mora. - Mi
dispiace, Nick, mi dispiace così tanto, io non avrei mai
dovuto... Lo so, non mi sono mai sentita così in colpa in vita
mia. Ti giuro su Dio, Nick, non volevo, è stato un errore,
io...
-
Stai zitta, stupida – rise Nick, ripetendo quella parole che
lei stessa le aveva detto più di un anno prima, il giorno del
loro primo bacio.
Maggie
rise, labbra contro labbra, lanciandogli le braccia al collo e
stringendolo forte.
Forse
la luna avrebbe avuto il suo finale. Un finale positivo. Forse.
Continua...
Ragazze,
mi sono appena resa conto di una strana coincidenza: in Brothers
and Sisters Nick e Maggie hanno fatto pace e si sono messi
insieme nel ventisettesimo capitolo e lo stesso è successo
qui, con Under The Moonlight. E non ho neanche fatto apposta!!
*.* Che strana coincidenza... Lo so che non vi interessa, è
che mi sento realizzata di averlo scoperto!! :D
Nel
caso qualcuno non l'avesse ancora capito soffro di Alzheimer
anticipato (xD), quindi mi sono totalmente
dimenticata di ringraziare una mia cara amica, nonché la Mente
Geniale di moltissimi avvenimenti di questa fic (e non solo questa...
veeero, Dona? <3), ossia Donatella! Anche conosciuta su questo
sito con il nickname di _Crazy_Dona_! Le cui fic sono stupende,
aggiungo. *-* Grazie, Dona, davvero.
Link
della canzone “I'm you angel”, semplicemente s t u p e n
d a:
http://www.youtube.com/watch?v=Kzdekl3Qj8c
|
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Capitolo 28 *** The Side Effects Of Dreams ***
Ebbene
sì, sono tornata... un po' in ritardo, ma dettagli. u.u
Nello
scorso capitolo anche Nick e Maggie sono tornati insieme *festeggia*,
ma... Ragazze, mancano ancora sei capitoli incluso questo e
l'epilogo alla fine, credete
davvero che lascerò i nostri beniamini felici&contenti per
tutto questo tempo? *muahahahahahahah*
Ma
non è il caso di questo capitolo, più o meno, quindi...
RINGRAZIAMENTI!
FallInLove:
mi spiace, ma non ci sarà
un seguito di questa fic anche se, lo ammetto, a volte mi piacerebbe,
ma devo voltare pagina. *si strozza* Io la tua... la tua autrice
preferita in assoluto?!
Oh, my Jonas! Davvero? GRAZIEEEEEEEEE <3 Davvero, non so come
ringraziarti!! *-* Spero che ti piaccia anche questo capitolo! Un
bacio <3
Chiara:
tesoroo (: Allora, prima di tutto le MM non so davvero come farle >.<
Sul serio, ho un vuoto... Nemmeno un'idea per scriverle ç.ç
*odio* Oddio, non esagerare u.u Tu hai la lievissima
tendenza a viziarmi, lo
sai? Poco, poco, neh! XD Un bacio, ti adoro <3
MeneguzzinaJonassina:
sono un po' in ritardo, sorry, ma speravo di scrivere il prossimo
capitolo dopo di questo prima di postare (cosa che, alla fine, non ho
fatto u-ù ma sorvoliamo). Waaa, grazie per i bei complimenti!
Qui Joe&Lexi non compariranno, non insieme per lo meno (credo che
Lexi non appaia proprio, non ricordo O.O), ma spero ti piaccia
comunque! Un bacio <3
Hollie:
Camp Rock? O.o Uuh, è
vero... Io mi ero immaginata di più la scena di HSM 2 u-u Ma
si sa che io penso sempre diversamente dagli altri (in peggio c.c).
Ma comunque... Ahah, brava,
mica li posso lasciare felici&contenti, non sarei io! XD Un bacio
<3
Sweetness:
ahah, sto esaurita anch'io u-u
Amooore, ma da quanto non ci sentiamo, dimmelo! Figurati per la
dedica, era ora che lo facessi!Un bacio, ci amo <3
jeeeee:
ma tesoro figuratii! (: Mi fa
piacere che tu abbia comunque letto tutto, e grazie mille per le
bellissime parole
che mi hai scritto! *_* Sono... sono quasi commossa, grazie! <3 Un
bacio <3
She
Is Mari: grazie, davvero! Già,
purtroppo ancora 6 capitoli e poi è finita ç.ç
*piange disperata* Un bacio <3
kimartwins18:
in effetti mi sono ispirata a
quella scena (: Alla fine mancano sei
capitoli compreso l'epilogo
ç.ç Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacio <3
_Crazy_Dona_:
ma noo, poveri Sasha&Blake! Ahah, tanto lei è sparita, ma
lui... Non ancora! (*: Ahah, nooo che non mi scandalizzo per le
recensioni idiote, altrimenti cosa dovrei dire delle mie? XD Qui non
l'ho scritto il nome intero xP Un bacio <3
Melmon:
mmh, potresti dirmi l'idea che
ti era venuta? Sono alla disperata caccia di idee per le missing
moments e se sei daccordo potrei utilizzarla... (: Ahah, riferirò
alla Consigliera
xD un bacio <3
Danger_Dreamer_93:
waaa, mi fa solo piacere! Adoro
le tue recensioni, e poi vedere il tuo fantastico nickname mi
rallegra (sì, te lo ripeterò all'infinito che lo adoro
*-*)! Sono così contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto! Spero sia lo stesso per questo :) Un bacio <3
Diletta:
amoore, la carica alla fine la
faccio oggi perché ieri mio fratello non me l'ha presa -_-'
Stupido Essere Inutile xD Mancano 4 giorni al nostro incontroooo!!!
WAAAAAAAA!!! *sclera* Per Blake aspetta il prossimo capitolo
*surprise surprise for
you* Un bacione, ti
voglio bene <3
jonas_princess:
oh, ma non ti preoccupare :) In
questo capitolo non succede nulla di particolare, ma spero ti piaccia
comunque! Un bacio <3
Jonas
Sisters: nuova lettrice *-* Mi
fa piacere vedere nuove persone che commentano la mia storia anche se
siamo alla fine! Oh, ma figurati, mi piacciono i papiri di recensioni
xD Spero che anche questo capitolo ti piaccia, un bacio <3
wolfgirl92:
ahah, sei stata l'unica a
notarlo, o per lo meno a dirmi di averlo notato! Esatto, c'è
un forse,
chissà che accadrà v.v *me sadica* Spero che questo
capitolo ti piaccia! Un bacio <3
Allora,
dato che l'immagine che avevo scelto per Maggie non mi soddisfa più
xD Ho deciso di cambiarla con questa
http://imstars.aufeminin.com/stars/fan/ashley-greene/ashley-greene-20090129-488646.jpg
Spero
vi piaccia! :)
Capitolo
28. The Side Effects Of Dreams
Nick
si alzò dal letto e lanciò un'occhiata alla sveglia sul
comodino: erano le due del mattino. Si passò stancamente una
mano sul viso e tra i ricci scompigliati, scendendo lentamente dal
letto senza fare rumore, Maggie dormiva.
Si
avvicinò a tentoni alla scrivania nel buio e quando trovò
la sedia la scostò piano da sotto il tavolo e vi si sedette,
accendendo la piccola luce posta lì accanto.
La
scrivania di Maggie era piena di fogli scritti a mano e stampati, gli
diede un'occhiata, senza però leggere nulla, se lei non glieli
aveva ancora fatti leggere non voleva invadere la sua privacy.
Si
voltò, e nella penombra della stanza la osservò che
dormiva placida tra le sue lenzuola azzurre, i capelli sparsi a
ventaglio sul cuscino, una mano appoggiata vicino al viso sul cuscino
e l'altra che teneva stretto un lembo del lenzuolo.
Bellissima.
Semplicemente bellissima.
Quella
sera era andato a casa sua per vedere un film con lei, ormai stavano
di nuovo insieme da una settimana e facevano di tutto per recuperare
il tempo perduto.
Il
bum che era avvenuto con la
pubblicazione di Who I am
stava pian piano svanendo e Nick poteva occupare il suo nuovo tempo
libero con Maggie, faceva di tutto per evitare che si lasciassero di
nuovo, anche se ora sapeva che non era solo stato per il poco tempo
che passavano insieme che si erano lasciati ma anche per il bacio tra
lei e Blake.
Al
solo pensiero strinse i pugni, fino a far diventare le nocche
bianche. Non capiva come aveva fatto Blake a fargli una cosa simile,
senza neanche dirgli niente, poi?! Certo, aveva ripagato la settimana
prima, quando l'aveva chiamato.
-
Pronto? - chiese Nick al telefono, vedendo che il numero era
sconosciuto.
-
Nick, sono io, Blake – replicò la voce, seria.
Nick
si irrigidì. Certo che non gli appariva il numero, l'aveva
cancellato da tutti i mezzi di comunicazione: telefoni, twitter,
skype...
-
Che cosa vuoi?! -
ringhiò, tentato dal riattaccargli in faccia.
-
Voglio parlare. Di Maggie.
Il
diciassettenne si paralizzò.
-
Che... cosa succede? Sta bene?
-
Sai che sono un ragazzo diretto, Nicholas, sta uno schifo –
disse molto semplicemente l'altro.
-
Che le hai fatto?!
-
Oh, io niente. Sei tu che la stai facendo soffrire.
-
Mi hai chiamato per farmi la predica?! Che cazzo vuoi, Blake?
L'altro
rimase in silenzio qualche istante, incerto, poi prese un respiro
profondo.
-
Ci sarà il ricevimento di matrimonio, questa sera –
spiegò, titubante.
-
E?
-
Vieni qui. Canta con lei. Ti perdonerà, lo sai, e perdonerà
se stessa. Devi... devi solo provare, e se anche le cose andassero
male ci avrai pur sempre provato, no?
Nick
ascoltò in silenzio, sbattendo le palpebre. Perché,
tutto a un tratto, Blake voleva lasciare Maggie a lui?
-
Perché me l'hai detto? - domandò, con il tono
sprezzante.
-
Perchè – rispose il diciottenne, sfinito, - sono pur
sempre tuo amico e ti voglio bene, non posso sopportare di essere la
causa delle tua infelicità, e poi... Maggie ti ama. Non
sarebbe mai felice con me, non dopo quello che ha passato con te. E
ora le soffre perché non può starti accanto.
Il
cantante aprì la bocca, senza sapere bene che dire.
-
Alle undici. Al bar. Canta con lei – recitò Blake, prima
di riattaccare, prima che Nick potesse ribattere con un flebile
“grazie”...
Abbandonato
sulla scrivania, aperto, c'era un libro; il titolo era “L'effetto
secondario dei sogni”, e
Nick l'aveva visto quell'effetto secondario.
Il
libro era aperto, ma nuovo, appena comprato, le pagine non erano
ancora consumate come sarebbero state se Maggie l'avesse letto.
Quando un libro le piaceva lo leggeva uno, due, tre, quattro volte,
quasi fino a saperlo a memoria, a trovare una scena particolare in
pochi istanti.
E,
fin dalle prime pagine, sfogliate per caso, Nick capì che quel
libro se lo sarebbe letto anche cento volte, per quella bellezza
nascosta tra le righe, per Lou, la protagonista speciale e quel
ragazzo secondario, quel Lucas, che Lou la conosce appena eppure a
volte le parla e dice delle vere e proprie pillole di saggezza.
Due
mani fredde gli sfiorarono le spalle e Nick si voltò, con un
sorriso, riconoscendo subito quella stretta.
Maggie
gli sorrise, mostrando i denti regolari.
-
Che ci fai sveglio a quest'ora? - domandò, curiosa.
-
Non riuscivo a dormire – rispose Nick, prendendole le mani e
facendola sedere sulle sue gambe. - Ti ho svegliata io?
Maggie
scosse il capo.
-
No, no figurati, ho solo fatto un incubo - spiegò, con
naturalezza, e sempre senza smettere di sorridere. Quell'incubo era
già stato dimenticato vedendo il suo ragazzo ancora lì,
con lei.
Nick
le sfiorò le labbra con un dito.
-
Tutto bene?
-
Certo – rise lei, tenendo un tono basso per non svegliare Lexi
che dormiva nella stanza accanto. Lanciò un'occhiata alla
televisione spenta. - Siamo crollati, ieri sera.
Nick
annuì. Avevano visto una parte di ...E alla fine arriva
Polly con Ben Stiller e Jennifer
Aniston, prima di crollare tra le braccia di Morfeo senza che
entrambi se ne potessero accorgere.
-
Che diranno i tuoi? - chiese lei.
Il
diciassettenne accennò alla televisione spenta.
-
Maryl o Lexi devono essere entrate qui e spento la TV, avranno detto
a casa che mi sono addormentato e arriverò domani mattina.
Maggie
annuì e gli cinse il collo con le braccia, nascondendo la
testa appoggiandola sul petto del suo ragazzo.
-
Non ho sonno – borbottò e Nick rise appena.
-
Neppure io – asserì. Lanciò un'occhiata al libro
che stava guardando prima e lo afferrò, facendo alzare Maggie
e dirigendola dolcemente verso il letto.
-
Ma che fai? - chiese sorridente lei, ma Nick si sdraiò
semplicemente sul letto, il busto appoggiato al cuscino che aveva
alzato e accendendo la luce sul comodino accanto a sé,
facendole poi cenno di sedersi vicino a lui.
La
ragazza ubbidì e appoggiò la testa sul suo petto,
mentre Nick apriva il libro alla prima pagine e, mentre con una mano
lo reggeva, con l'altra le accarezzava i capelli.
Con
la sua voce melodiosa le lesse tutto il libro, senza fare commenti,
senza interrompersi quasi mai, leggendo tutte le duecentosei pagine
senza mai smettere di accarezzarle i capelli, e Maggie ascoltò
senza fare un fiato, rapita da quel momento magico e dalla bellezza
magica del libro, unita alla voce di Nick che leggeva.
Fu
solo quando lesse l'ultima parola che il ragazzo la guardò
negli occhi e la baciò, così come Lucas aveva baciato
Lou.
E
fu in quell'attimo magico che entrambi capirono il loro posto nel
mondo.*
But
I can't hide I won't go I won't sleep I can't breathe
Until you're resting here with me
(Here
with me; Dido)
Maryl
si sedette comodamente sulla sedia del proprio posto all'università,
accavalcando le gambe lunghe e magre, aggiustandosi gli occhiali sul
naso. Quella mattina si era svegliata presto, aveva lasciato le
persiane aperte e appena all'alba era stata svegliata dai raggi del
sole caldo già del primo mattino.
Non
riuscendo ad addormentarsi era scesa al piano inferiore e si era
messa a cucinare la colazione per sé, le sorelle e Nick.
Al
solo pensiero sorrise, finalmente tutto
era tornato alla normalità: Joe e Lexi insieme, con i loro
commenti acidi e Nick e Maggie che erano tornati una coppia, con la
loro dolcezza. La sera prime, verso le undici, vedendo che né
Nick, né Maggie uscivano dalla loro stanza era andata a
controllare e li aveva trovati addormentati placidamente, le mani
dell'uno che sfioravano quelle dell'altra. Dopo aver chiamato Paul
Senior avvertendolo che Nick si era addormento sul divano
aveva riferito che sarebbe stato
meglio se l'avesse lasciato dormire lì.
Si
era impegnata a cucinare il meglio che sapeva, con tre tipi
differenti di frittelle, pancake, succhi, uova, frutta e marmellate,
mettendo sul fuoco anche il ragù per la cena di quella sera;
niente ragazzi in giro per casa o uscite, semplicemente una cena tra
sorelle, magari mangiando dopo un gelato mentre guardavano un film.
Come una volta.
-
Maryl! - la salutò Grace, sventolando la mano nella sua
direzione e raggiungendola con un sorriso sul viso a forma di cuore.
-
Grace! - replicò, felice, la ventunenne, accennandole di
sedersi accanto a lei. - Come stai? È da un po' che non ci
vediamo!
-
Vero, scusa, ma sono stata per un po' a San Diego dal mio ragazzo e
poi, beh, sei sparita tu. Ma che ti è successo? - spiegò,
continuando a toccarsi i capelli.
-
Oh, ho avuto dei problemi a Miami – iniziò la bionda. -
Mia sorella, Lexi, è stata ricoverata in ospedale, il
matrimonio è stato rimandato... Poi sempre Lexi è
voluta rimanere a vivere da mio padre e spesso non ero dell'umore per
venire qui in università.
-
Oddio – Grace si mise una mano su una bocca, sinceramente
preoccupata, - ma ora tua sorella sta bene? E tu?
-
Oh, sì, sì, benissimo a dire il vero – sorrise. -
Lexi è tornata a vivere qui e si è anche rappacificata
con il suo ex.
La
moretta annuì, nel mentre i suoi occhi si illuminavano.
-
Quindi è lei la ragazza che stava con Joe Jonas? - chiese,
curiosa.
Maryl
annuì. Aveva appena accennato alla situazione sentimentale
delle sorelle a Grace, ma non le ci era voluto molto per capirlo,
anche per i numerosi paparazzi che a volte si stabilivano davanti
all'università nella speranza di vedere Kevin accompagnarla in
macchina.
-
Sono contenta – ammise, sempre sorridente, Grace. - Senti,
Maryl, potrei chiederti una cosa?
La
ventunenne annuì.
-
Beh, ecco, ogni anno in università si organizzano dei concorsi
per vincere degli stage, anche piuttosto importanti a dire il vero, e
mi chiedevo se ti andrebbe di partecipare con me a uno di questi...
Si può vincere un apprendistato con Dior! Tu sei tra le
migliori del corso, e si può partecipare a coppie. Ti prego!
Ti andrebbe? È un'occasione unica! Ti apre un sacco di porte
una volta finita la laurea, e...
-
Grace, Gracie, calma – Maryl accennò a un sorriso
rassicurante, - lo farò.
I
grandi occhi blu della mora si illuminarono di gioia.
-
Davvero?! Oh, Maryl, grazie, grazie!
Maryl
rise e la abbracciò forte.
-
Figurati, è un piacere, davvero.
-
Mi sdebiterò, lo prometto!
-
Non è necessario...
-
Grazie! - trillò
ancora Grace, quasi senza ascoltarla, abbracciandola ancora sotto gli
occhi curiosi del resto della classe, mentre la prof entrava.
Your
sweet moving The smell of you in every single dream I
dream
(Hey,
soul sister; Train)
Kevin
spense la TV e si passò una mano tra i capelli, stanco; non
aveva dormito molto quella notte, per via del caldo che l'aveva
assalito per tutto il tempo, ora desiderava farsi una doccia gelata
ma doveva trovare la forza di volontà per alzarsi.
Erano
le dieci del mattino, Maryl era all'università mentre Maggie e
Lexi a scuola, i suoi genitori entravano e uscivano da casa da più
di un'ora per andare a vari appuntamenti con la casa discografica e
delle riviste, Frankie dormiva ancora dopo essere stato sveglio fino
a tardi la sera prima, Joe era al piano superiore che parlava al
telefono con qualcuno a lui sconosciuto mentre Nick doveva essere
lungo la via di casa, dopo aver passato la notte a casa delle sorella
Campbell.
Il
ventiduenne scosse il capo, pensieroso. Lui e Maryl stavano insieme
da un anno e quasi sei mesi, il tempo più bello della sua
vita; era sicuro che lei era la ragazza della sua vita, era sicuro
che un giorno si sarebbero sposati, avrebbero avuto dei figli e un
giorno anche dei nipoti, si immaginava con lei, vecchi e rugosi, mano
nella mano sulla terrazza di casa loro. Grabo gli aveva chiesto poche
settimane prima come mai non le aveva ancora chiesto di sposarla e da
allora non riusciva a non pensarci. L'avrebbe sposata, certo, perché
non farlo prima del previsto? Probabilmente perché lei voleva
aspettare ancora un po', la conosceva, non voleva sposarsi a soli
ventun anni.
Il
ragazzo inclinò il capo, pensieroso.
Sposarsi
magari no, ma la prospettiva di andare a vivere lo allettava. Una
prova in occasione della loro vita futura assieme, non sarebbe stato
dannoso e probabilmente Maryl avrebbe voluto farlo. Era un'idea da
prendere in considerazione, tutto sommato.
Il
campanello suonò, con il suo fischio acuto e prolungato, che
rimbombava per tutta la casa.
Si
alzò, sospirando, gridando un debole “arrivo!”
verso la porta.
-
Sì? Chi è?
-
Io! - esclamò, felice, l'inconfondibile tono di Nick.
Kevin
aprì la porta con un sorriso disteso, facendo spazio per
lasciarlo passare; da quando lui e Maggie si erano rimessi assieme
Nicholas non faceva altro che sorridere, il che era assolutamente
meglio di prima.
-
Ehi, come stai? - domandò il maggiore, dandogli un amichevole
pacca su una spalla.
Il
diciassettenne scosse il capo, contento.
-
Bene, bene, anzi benissimo. Scusa se sono arrivato ora, ma ho
accompagnato Maggie e Lexi a scuola e poi sono andato a bere qualcosa
da Sturbacks – spiegò, concitato.
-
Stai tranquillo, nessun problema – lo rassicurò Kevin.
Lanciò un'occhiata al piano superiore, folgorato da un'idea.
Nick
sorrise ancora e si diresse verso la cucina, assetato, quel caldo lo
stava distruggendo; Kevin lo seguì, pensieroso.
-
Vuoi da bere qualcosa? - chiese il cantante, aprendo il frigo e
afferrando una bottiglia d'acqua.
Il
chitarrista annuì di sbieco, afferrando due bicchieri e
poggiandoli sulla superficie lucida del tavolo.
-
Senti, Nick, posso chiederti un favore? - fece, bevendo un sorso
d'acqua una volta che il fratello gliene ebbe data un po'.
-
Certo, anche due.
Il
ventiduenne si passò il bicchiere da una mano all'altra,
nervoso.
-
Senti, non è che potresti parlare con Joe?
Nick
si irrigidì, stringendo la mano che teneva il bicchiere con
forza.
-
Kev...
-
Nicholas, sono mesi che vi rivolgete appena la parola, l'hanno notato
tutti, anche le fans. Dove sono finiti i Joe e Nick che si
abbracciano, ridono e scherzano assieme? Dove sono i due fratelli e
migliori amici, eh? Quelli che sarebbero morti l'uno per l'altro?
Il
minore scrollò le spalle.
-
Non dirmi che non ti manca.
Nick
annuì piano, poi più veloce.
-
Sì, mi manca.
-
Allora perché non chiarite? Lui è di sopra, vai.
-
Ma non sono io che ho sbagliato, è stato lui!
-
Ma chissenefrega, Nicholas! Vai, su, altrimenti ti ci porto di peso!
- esclamò, quasi divertito indicando con l'indice le scale che
portavano al piano di sopra e osservando il fratello che ubbidiva,
segretamente riconoscente.
Hey
Joe, where you goin' with that gun of your hand Hey Joe, i
said where you goin' with that gun in your hand, oh
(Hey
Joe; Jimi Hendrix)
-
Joseph Adam Jonas, sì signora... No, non è uno scherzo,
sono davvero Joseph Jonas. Signora, la prego... Il numero di
previdenza sociale? Aspetti, lo devo cercare. Richiamare? Ma signora,
sono stato in attesa per venti minuti! … No, le ho già
detto che sono davvero Joe Jonas! Ma... Sa una cosa? Lasci perdere,
arrivederci e buona giornata!
Il
ventenne riattaccò e lanciò il telefono di casa sul
letto, sbuffando: ora non poteva fare nemmeno una telefonata senza
che venisse continuamente interpellato sulla sua identità.
Qualcuno
bussò alla porta, con tono sommesso.
-
Avanti.
La
testa riccioluta di Nick spuntò dalla porta, sul viso
un'espressione impacciata.
Joe
irrigidì le spalle vedendolo.
-
Ciao. - mormorò il diciassettenne.
-
Ciao.
-
Posso entrare? - chiese, tamburellandosi sui talloni.
Il
ventenne annuì e si appoggiò con la schiena al muro
dietro di lui, incrociando le braccia al petto.
Nick
chiuse la porta e rimase vicino all'uscio, passandosi una mano tra i
capelli con nervosismo.
-
Allora... come stai?
-
Bene. - rispose seccamente il mezzano. - Te?
-
Molto bene, grazie. Ho chiarito con Maggie e siamo tornati assieme. -
spiegò con un sorriso il diciassettenne.
-
Sì, lo so, me l'ha detto Lexi. Sono felice per voi.
Freddo
e distaccato, il tono controllato per non tradire l'emozione al suono
di quelle parole; quando l'aveva saputo c'era mancato poco che
facesse i salti di gioia.
-
Sì, anch'io...
Silenzio,
carico di tensione.
-
Mi dispiace, Joe. - ammise Nick, guardando il fratello negli occhi. -
Mi dispiace per quello che ti ho detto, ero... ero arrabbiato. Ero
stanco, nervoso per la situazione con Maggie, poi la band e...
Scusa. Mi manchi, Danger.
Il
ventenne lo fissò, sbattendo le palpebre.
-
Pesce fritto. - decretò, infine.
Nick
fece un'espressione confusa.
-
C... cosa?
-
Ho voglia di pesce fritto. - disse.
-
Ma sono le dieci del mattino...
-
In qualche posto nel mondo è ora di pranzo, e io ho voglia di
pesce fritto – sorrise. - Mi accompagni a prenderlo?
Gli
occhi di cioccolata di Nick si illuminarono di gioia.
-
Certo – sorrise, raggiante.
Joe
ricambiò il sorriso e gli batté una mano sulla spalla
con aria fraterna prima di uscire entrambi dalla stanza.
Continua...
*
I know, I know, è simile a Breaking Down
ma, davvero, me ne sono accorta dopo che era così O.ò
chiedo venia :0)
|
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Capitolo 29 *** Tokyo ***
Buonasera
(:
Allora,
in primis mi scuso se non vi posso ringraziare tutti, ma sono stanca
morta (a causa di un TIZIO che inizia a chiamare alle otto e mezzo
del mattino di domenica! Maniaco ._.). Chiedo venia ç.ç
In
secondo luogo avverto che questo potrebbe
essere l'ultimo capitolo per un bel po' di tempo, poiché
lunedì prossimo parto e non ho idea di quando tornerò,
ma se mi è possibile posterò questo week-end, ma non
sono sicura.
Per
terza e ultima cosa avverto che in questo capitolo non accade nulla,
soltanto nelle ultime righe vedrete il motivo del mio
*muahahhahahahahaha* nel precedente capitolo u.u Vi chiedo perdono,
ma non sapevo proprio che CAVOLO far succedere -.-”
In
compenso qui sotto citato ci sono i link degli stili nel vestire di
Lexi, Maryl e Maggie... Che ne pensate? Vi amo e vi adoro <3
Lexi:
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=20140061
Maryl:
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=20142491
Maggie:
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=20141439
Grazie
a tutte voi per rimanere con me fino alla fine. Non so come spiegarvi
quanto mi rendo appagata. Grazie, davvero <3
-
5 capitoli compreso questo ed epilogo alla fine.
Capitolo
29. Tokyo
-
Nick, ora non posso, sono in piena crisi! - strillò Maryl,
riattaccando il telefono in faccia al diciassettenne che le avete
telefonato semplicemente per chiederle se poteva passare a casa da
lei per prendere la borsa di Maggie che la ragazza aveva dimenticato
e che non poteva andare a prendere perché si trovava con una
compagna di classe a fare una ricerca dall'altra parte della città.
-
Maryl... - disse Lexi, con tono seccato, osservando la sorella.
-
Che c'è?! - si infiammò la maggiore, fulminandola con
gli occhi.
-
La cena sta andando a fuoco.
La
bionda si girò verso il forno, da cui un fumo nero stava
iniziando ad uscire, imprecò ad alta voce e lo aprì con
un gesto veloce, aprendo di corsa la finestra.
-
Perché non me l'hai detto prima? - sibilò alla rossa,
che la osservava vagamente compiaciuta con la schiena poggiata allo
stipite della porta, le braccia incrociate al petto.
-
Eri in piena crisi, non volevo disturbarti – ridacchiò
l'altra, divertita.
-
Tu... tu sei... - ghignò la ventunenne, incapace di
descriverla.
-
Una ragazza assolutamente fuori di testa con dei problemi congeniti
al cervello probabilmente causati da una caduta che tu, mamma o papà
mi avete fatto fare – concluse per lei, scrollando le spalle. -
Ma è per questo che mi vuoi bene!
Maryl
tolse la cena dal forno senza dire una parola, cercando di salvarla
per quanto possibile. Presa da uno scatto di nervosismo la buttò
nel cestino, accompagnando il gesto con un grido nervoso.
Joe,
che era comparso all'improvviso alle spalle della sua ragazza, le
cinse la vita, trascinandole in salotto.
-
Ma che ha? - domandò, curioso.
-
Ciclo mestruale – annuì Lexi, con l'aria di chi la sa
lunga. - Oppure sta già andando in menopausa.
Ridacchiò,
accompagnata dal ventenne, che le stampò un bacio su una
guancia.
-
Ma quanto, quanto sei
irresistibile? - chiese, quasi tra sé e sé, mettendosi
di fronte a lei e baciandola mentre le prendeva il viso con le mani.
-
Ma quanto, quanto sei cieco? - rise lei, baciandogli la fronte con un
sorriso ampio.
-
Mi mancano giusto un paio di diottrie, in effetti – gongolò,
avvicinandosi ancor più al viso della sua ragazza. - No, sei
irresistibile comunque.
-
Bugiardo...
-
Bellissima.
-
Cafone...
-
Amore.
-
Cretino...!
-
Ma io ti amo!
Lexi
si abbandonò contro il suo petto, scuotendo la chioma rossa e
fluente.
-
Potete evitare di scambiarvi
effusioni davanti a me mentre sto cercando di rilassarmi? - sbraitò
Maryl, alzando le braccia verso il cielo come se stesse evocando
qualcosa che mettesse
fine al loro abbraccio.
Joe
e Lexi le lanciarono un'occhiata confusa.
-
Rilassarti... certo – annuì la minore, scettica. - Si
nota tanto, sai?
La
bionda fece un verso strozzato e si trascinò sulle scale,
salendo al piano superiore. Pochi attimi dopo una porta sbatté.
-
Sì, decisamente sindrome premestruale – annuì
Lexi, sciogliendosi dall'abbraccio del suo ragazzo e andando a dare
un'occhiata alla cena. - Mmh, è irrecuperabile. Si mangia
fuori?
-
All'HollyWood?
-
Pago io! - rise Lexi, intrecciando le dita con quelle di Joe e
uscendo di casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Non
ho pace mai mai E se fosse per sempre... mi stupirei! e se
fosse per sempre... ne gioirei Perché quando mi rubi...
e mi stacchi dal mondo Sale forte l'umore... e l'amore va in
sole
(E
se fosse per sempre; Biagio Antonacci)
Blake
sbuffò, buttando nel carrello della spesa una quantità
spropositata di patatine all'aglio, lanciando un'occhiata al reparto
delle bibite e afferrando con una mano una confezione da sei lattine
di aranciata, mentre con l'altra prendeva dell'acqua e metteva il
tutto in carrello.
Aveva
fatto in modo che Maggie – la sua Maggie, la sua testarda e
cocciutissima Maggie – e Nick – il suo amico d'infanzia,
il suo dannatissimo amico d'infanzia – tornassero insieme.
Ammetteva che, per una piccola parte, non ci sperava, ma si sapeva
che era una persona egoista, lui.
Era
da settimane che con Maggie parlava appena, soltanto durante le
prove, entrambi troppo imbarazzati per avviare una conversazione,
mentre con Nick non si rivolgeva più la parola. Lo vedeva
accompagnare Maggie quasi ogni volta alle prove, ed ogni volta che
incrociavano gli occhi lui distoglieva lo sguardo. Sapeva che non
l'avrebbe mai perdonato, era stato lui una delle causa della
lontananza dalla persona che aveva più cara al mondo, della
loro sofferenza.
Lanciò
con troppa forza le uova sulla superficie d'acciaio del cesto, le
quali fecero un rumore sinistro: si erano rotte. Fantastico.
Si
passò una mano sul viso, stanco. Doveva dimenticare Maggie,
doveva scordare il suo sorriso, il suo rossore quando si vergognava,
il suo viso, la sua voce quando cantava, il loro bacio infuocato.
Dimenticare.
Gli
sembrava impossibile; come poteva scordare quella diciassettenne che,
inconsciamente, continuava a tentarlo con i suoi piccoli sorrisi e
con quella luce nei suoi occhi?
Passò
attraverso il reparto del supermercato dedicato agli alcolici senza
degnarli di un'occhiata, sbucando nella salumeria e infine il posto
che gli interessava: i dolci.
Suo
padre, da bravo scansafatiche quale era, gli aveva detto di andare a
fare la spesa al posto suo e di prendergli del gelato alla cannella,
l'avrebbe riconosciuto subito perché c'era disegnata sopra la
confezione.
Aprì
l'enorme freezer, guardando tra le varie scatole dalle mille marche e
gusti diversi. Cosa ne sapeva di lui di come fosse fatta la cannella?
Come avrebbe fatto a trovarla? Avrebbe tranquillamente potuto dire al
padre che era finito, ma si sarebbe dovuto subire un'intera ramanzina
sul fatto che probabilmente era lui che non l'aveva visto, e non ci
teneva.
Tirò
fuori due scatole dissimili, chiudendo il freezer, cercando sulle
confezioni i nomi dei gusti, non potevano non esserci, maledizione.
Preso
dalla foga, e dalla rabbia, una scatola gli scivolò dalle
mani, cadendo rovinosamente a terra.
-
Cazzo... - sibilò, facendo per chinarsi a raccoglierla, ma
vide all'improvviso la mano affusolata di una ragazza che si
allungava al posto suo.
-
Tieni, ti è caduto questo – disse la voce cristallina di
una ragazza, dall'accento straniero, porgendogli la scatola.
Blake
alzò lo sguardo e incrociò gli occhi con quelli verdi,
da gatto, di una ragazza dai capelli naturalmente mossi, di un bruno
scuro, sorridente. Doveva avere un paio d'anni in meno di lui.
-
Grazie – disse, quasi in trance, allungando la mano per
prenderla. Le loro mani si sfiorarono con un contatto forse fin
troppo prolungato.
-
Prego – continuò la sconosciuta, mostrando un sorriso
raggiante, e marcando ancora di più il suo accento.
Il
diciottenne sorrise.
-
Non sei americana, vero? - gli venne spontaneo chiederle. Non voleva
attaccare bottone, solo scoprire di dove fosse quell'accento così
bello.
La
ragazza scosse il capo, scuotendo la massa di capelli scuri.
-
Italiana – spiegò, scostandoseli dagli occhi, poi mise
la mano davanti a lui come se volesse stringerla. - Diletta –
si presentò.
-
Blake – rispose il ragazzo, ricambiando la stretta.
Diletta
mostrò un sorriso allegro e allo stesso tempo a disagio.
Dimenticarla.
Sì, forse era possibile.
Questa
ragazza occhi cielo, questa ragazza ha un’idea, e
partorire tra le stelle, un giorno quando sarà libera e
fiera di sè, già sicura del nome che avrà
(Ragazza
occhi cielo; Loredana Errore)
Kevin
si aggirava per casa con aria nervosa, passandosi ogni manciata di
secondi una mano tra i ricci indomabili.
Maryl
non voleva vederlo, gli aveva detto che era troppo irritata e
rischiavano di finire a fare una litigata per un nonnulla, e non
aveva voglia di perdere tempo in simili futilità. Da quando
aveva iniziato a partecipare al concorso indetto dalla sua Università
era sempre più nervosa, a causa delle occasioni irripetibili
che le avrebbe concesso questa opportunità.
“Un
vero stilista, Kevin, fare un apprendistato da Dior mi aprirebbe
tutte le porte per diventare stilista!”,
gli aveva detto solo un paio di giorni prima, sbattendo gli occhioni
dorati.
Così
l'aveva lasciata in pace, mentre lui pensava e ripensava all'idea di
andare a vivere insieme a Maryl: stavano insieme da un anno e mezzo,
ormai, e la conosceva bene. Sapeva che voleva la certezza di sposare
l'uomo dei suoi sogni, e voleva prima convivere, la trovava la scelta
più adatta, specialmente se “pensa se non sopporto i
suoi orari, se russa la notte e non mi fa dormire oppure Dio sa che
altro!”, gli aveva rivelato quando ancora non stavano assieme.
Convivere.
Certo, sapeva che i suoi genitori non sarebbero stati completamente
daccordo, avevano un'idea molto severa sulla convivenza prima del
matrimonio, convinti che dividere lo stesso letto avrebbe potuto
portare uno dei loro figli in tentazione e sciogliere il voto che
avevano fatto a Dio, ma in fondo sperava che lo capissero: dopotutto
non li aveva nascosto il suo desiderio di sposarla non appena lei
fosse stata pronta, che senso avrebbe avuto negargli qualcosa che,
alla fine, sarebbe accaduta comunque? Senza contare che a loro Maryl
piaceva; meno di
Maggie, più di Lexi, ma li piaceva. La consideravano una
ragazza senza troppi grilli in testa, con la testa sulle spalle, in
pratica, una brava ragazza.
Che
loro accettassero o meno glie l'avrebbe chiesto, era inutile
aspettare, via il dente, via il dolore.
Recitò
una preghiera a mezza voce, mentre le scriveva un messaggio in cui le
chiedeva un appuntamento.
Well
I can wash out forty four pairs of socks And have 'em on the
line. You know I can starch and iron two dozen shirts
(I'm
a woman; Bette Midler)
|
Maryl
sbuffò, passandosi una mano tra i capelli. Quanto ci mettevano
a decidere i vincitori di un concorso? Era passata più di una
settimana, maledizione!
Le
avrebbero inviato un fax, e ogni manciata di minuti lo controllava,
pensando che, magari, non era collegato, che era rotto, o qualcosa di
simile.
Un
suono accompagnato da una vibrazione la fece fare un salto, salvo poi
accorgersi che si trattava del suo cellulare ad aver suonato: Kevin
le chiedeva un appuntamento il giorno dopo, per fare colazione
assieme.
Sorrise
di gioia, al pensiero del suo ragazzo, ma non rispose e lasciò
il telefono su un mobile in salotti; gli avrebbe risposto dopo, ora
doveva solo distrarsi.
-
Maledizione! - esclamò a mezza voce, passando nuovamente
davanti al fax.
Si
lasciò cadere tra i cuscini del divano e accese la TV,
mettendo un canale a caso fingendo di seguire il film: c'era un uomo,
un Don Giovanni, che scopriva di essere innamorato della sua migliore
amica quando lei si stava per sposare con un altro, ma a parte
qualche accenno alla trama non riusciva a capire nulla.
Si
alzò, dirigendosi verso la cucina e mettendo un pentolino
pieno d'acqua sul fuoco, per prepararsi una camomilla. Magari un bel
sonno ristoratore l'avrebbe meno indotta a scannare le sue sorelle
ogni volta che le rivolgevano la parola in quella stupida situazione.
Quando
l'acqua iniziò a bollire spense il fornello e prese una tazza,
immergendo nell'acqua una bustina di camomilla.
Udì
un rumore, come di un cellulare che squillava, ma quella volta era
certa che non fosse il suo telefono: nella fretta fece cadere la
tazza a terra, che non si ruppe per pura fortuna, e corse verso il
fax, osservando con gioia negli occhi un foglio che stava uscendo
dall'apparecchio.
L'indirizzo
era quello della sua Università.
Chiuse
gli occhi con forza, prendendo il foglio tra le mani tremanti, e li
riaprì soltanto dopo che ebbe contato sino a dieci,
calmandosi.
Lesse
tutto d'un fiato, trattenendo il destino.
Egregia
Signorina Maryl Campbell,
l'Istituto
di Moda&Design di Los Angeles è lieto di informarla che
Lei ha vinto, in partecipazione con la signorina Grace Sullivan, il
concorso “Dior for Students”.
La
commissione dello stilista attende Lei e la signorina Sullivan entro
la data del trenta Giugno alle ore 8am a Tokyo, per cominciare
l'apprendistato.
Per
ulteriori informazioni mi contatti al numero scolastico.
Congratulazioni!
Cordiali
saluti,
Preside
James
Continua...
|
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Capitolo 30 *** Decisions ***
Buongiorno
(:
Scusate
davvero se sono sparita per tre settimane, ma sono partita per una
“vacanza” che avrei volentieri evitato, fidatevi.
Ad
ogni modo, questa non è l'unica cosa che ho da farmi perdonare
oggi, ad esempio il fatto che... Beh, ricordata che vi dissi –
nello scorso capitolo – che mancavano 5 capitoli incluso quello
e l'epilogo alla fine? Ritiro tutto. Questo è il penultimo
capitolo. Quindi, escluso
questo, manca l'ultimo e l'epilogo.
Ebbene
sì, è quasi la fine. Però in un capitolo
aggiuntivo che conterrà tutti i ringraziamenti vi rivelerò
una specie di sorpresa, se così posso chiamarla. Spero vi farà
piacere :D
E,
un'ultima cosa per cui vi devo chiedere scusa, questo è
l'ultimo capitolo per circa 15 giorni, perché il 30 parto per
la Francia e tornerò il 15 Agosto... Spero o.ò Chiedo
perdono. Quando (e se) salirò sulla Torre Eiffel vi manderò
un saluto da lì :D Okay, sclero.
Ma
basta deprimerci,
deprimermi, e passiamo ai ringraziamenti (alla
buon ora! nd. Voi).
Come
al solito, grazie per il sostegno. Vi adoro <3
_Kira_Perly_
: oh yeah, il rapporto tra Diletta e Blake verrà approfondito.
Lei comparirà (anche se magari per poco) anche nel prossimo
capitolo e forse aggiungo anche un accenno di lei nell'epilogo (non
lo so, non ho ancora finito di scriverlo v.v). Spero che questo
capitolo ti piaccia <3 Un bacio.
She
Is Mari: tre compreso questo
u.ù Mi fa piacere che ti sia piaciuto lo scorso capitolo! (:
Alloooora, per usare polyvore basta che tu digiti polyvore su google,
ti crei un account e, nel sito, clicchi “crea” a quel
punto usi tutto quel che vuoi digitando sui vari spazi appositi e
infine pubblichi (: Se hai ancora bisogno, chiedi pure :D Un bacio <3
Melmon:
infatti, non è accaduto
niente, nada, kaput! -.-” Però... qui succede qualcosa,
in effetti siamo alla fine quindi le cose si devono muovere per
forza. Risponderò alla tua mail... Beh, ormai domani mattina,
ora sono troppo stanca, sorry >.< Spero che questo capitolo ti
piaccia! Un bacio <3
Sbranina:
ormai riuso il tuo nickname u.u
Ma serve dirlo che ti adoro alla follia anch'io? <3 Waa, tutto
quello che ci dobbiamo indire, lo stiamo facendo in questo istante,
quindi vado [Joe è antipatico xD] Un bacio, lo sai che ti
voglio bene <3
FallInLove:
tesoro! Okay, dimmi se ho
commentato o meno l'ultimo capitolo della tua long... non ricordo o.ò
Cara, i tuoi complimenti mi fanno arrossire *imbarazzata* Grazie, non
credo proprio di meritarmeli tutti. Spero di sentirti presto, un
bacio <3
Hollie:
eccoti! Grazie per i bellissimi
complimenti *arrossisce* beh, in questo capitolo un po' di cose si
chiariscono... e poi c'è l'ultimo e... *scoppia in lacrime*
Non voglio che finiscaaa ç.ç Okay, perdonami ma...
*sigh, sob* Sono affezionata a questa fic :'( Okay, vado. E grazie
ancora <3 Un bacio!
Sweetness:
amore mio! <3 Waa, sai che
mi mancano le nostre chiacchierate? Appena possiamo ci dobbiamo
sentire! e... ho bisogno del tuo indirizzo! (: Un bacio, ti amo <3
Jonas
Sister: grazie <3 Eh sì,
ormai da quando ho visto la seconda stagione di The O.C. mi
è rimasta la fissa Tokyo=Moda. Prendiamocela con Josh Schwartz
o come cavolo si scrive u.u Se era quello il suo cognome...
*impazzisce* Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacio <3
jonas_princess:
giusto, devo commentare! *se lo appunta* Well, spero che questo
capitolo ti piaccia... si chiariscono un paio di cose u.u Un bacio <3
P.S.
Ragazze, ho bisogno di un favore da chiedervi. Chi di voi sarebbe
disposta a farmi tre fotomontaggi?
O comunque indicarmi dei siti capaci di farli? Io conosco (ed uso)
solamente piknic ma fa i collage e non i fotomontaggi >.< Non
c'è assolutamente fretta, è per la sorpresa di cui vi
parlavo sopra. Se non potete non importa, vedrò di arrangiarmi
(: Grazie <3
Capitolo
30. Decisions
Maryl
versò un sorso di thè nella tazza di Grace, che la
fissava con i suoi grandi occhi blu imploranti.
-
Basta così, grazie – mormorò, facendole cenno di
fermarsi. La bionda obbedì e si lasciò cadere sulla
sedia, lanciando un'occhiata all'orologio.
Non
appena le era arrivato il fax dalla scuola l'aveva chiamata dicendole
di raggiungerla a casa subito. Doveva esserci un errore. Non le aveva
mai parlato di trasferirsi dall'altra parte della Terra.
Bevvero
in silenzio per qualche istante, guardando le proprie mani che
stringevano le tazze.
-
Perché non me l'hai detto? - domandò infine la
ventunenne, alzando finalmente lo sguardo.
Grace
arrossì di vergogna mentre lo ricambiava.
-
Mi hai detto che non volevi sapere nulla. Hai detto che andava bene
tutto – le rammentò, con voce rotta di paura.
-
Dei dettagli, Grace, non di cose importanti come, che so, trasferirsi
a Tokyo per oltre un anno! - esclamò, alzando la voce, Maryl,
le narici dilatate dalla rabbia.
L'amica
la fissò impaurita, abbassando di nuovo lo sguardo.
La
bionda sospirò, calmandosi, contando sino a dieci nella mente.
-
Scusami – sussurrò infine. - È che io non posso
partire, Gracie, mi dispiace.
Grace
scattò, sbiancando.
-
C... come? - balbettò. - Ma... è l'occasione di una
vita, Maryl. Non puoi non partire. Opportunità come queste
sono uniche. Non ti ricapiterà mai!
La
ventunenne scosse il capo, mordendosi il labbro inferiore.
-
Come faccio, Grace? Qui ci sono le mie sorelle, legalmente sono
ancora minorenni e non possono vivere da sole, anche se per pochi
mesi, senza contare che qui c'è Kevin.
Kevin.
La sua ragione di vita. La sua perfetta metà. La sua anima
gemella. Il pezzo del puzzle con cui combaciava.
Si
perse nei suoi pensieri, mentre immaginava il suo viso, il suo
sorriso, i suoi occhi verdi.
-
Diavolo, Maryl, potete avere una relazione a distanza! Come pensi che
faccia io con Jason? - la rimbeccò la mora, trattenendosi dal
gridare.
-
La distanza che separerà me e Kevin non sarà
esattamente Los Angeles/San Diego come per voi due! - ringhiò
Maryl, irritata.
Grace
incrociò le braccia al petto, nervosa.
-
Guarda che anch'io andrò a Tokyo, sai? Jason resterà
qui ed io andrò in Giappone – tentò ancora.
Maryl
la fulminò con lo sguardo.
-
Ma te e Jason... - si fermò subito. Era da egoisti dire che
l'amore tra Jason e Grace non fosse intenso quanto quello tra lei e
Kevin, nonostante ne fosse certa al cento percento. Nessuno poteva
essere più affiatato di loro due, lo pensava anche paragonando
Lexi e Joe, o Maggie e Nick, anche se sapeva perfettamente che
sbagliava.
-
Io e Jason cosa, Maryl? -
sibilò Grace, fulminandola.
-
Niente – sbottò la bionda.
La
mora sospirò, calmandosi, e sfiorò la destra dell'amica
con la mano.
-
Maryl, una soluzione per questo genere di cose si trova sempre –
le disse. - Durante le vacanze, anche le più brevi, o vai tu
da lui o lui da te, poi ci si può scrivere, usare skype... Le
telefonate.
-
Non è la stessa cosa – balbettò la bionda,
tenendo il capo chino.
-
Lo so – mormorò Grace. - Ma se un uomo ti ama davvero
sopporterà tutto questo. Se pensi che Kevin non...
-
Non dirlo neanche – ringhiò Maryl. - Lui sopporterà,
sopporterà eccome. Ha resistito due anni con Danielle in
questa maniera, ma hai visto com'è andata a finire. Troppa
distanza ed infine lei l'ha mollato. È finita.
-
Ma se lo ami davvero non lo lascerai.
-
Lui potrebbe lasciare me, però – le rammentò. - È
stato malissimo quando Danielle l'ha lasciato, non vorrà
ripetere di nuovo questa esperienza, ne sono sicura. Vivrà nel
dubbio che io posso lasciarlo da un giorno all'altro. Dopo quello che
ha fatto per me non posso fargli una cosa simile. Non posso, non è
corretto.
Grace
scosse il capo.
-
Se rinunci tu non posso partire nemmeno io – disse amaramente,
- abbiamo partecipato come coppia, non può partire una e
l'altra no. Distruggerai pure la mia possibilità
di avere una carriera da stilista. Senza contare che anche tu avrei
meno possibilità di realizzare il tuo sogno.
Maryl
non rispose, tenne la testa china a terra, mentre le parole
dell'amica le martellavano nel cervello.
-
Dici che Kevin ha fatto tanto per te, ma, perdonami, anch'io ho
bisogno di comprensione. Non puoi farmi una cosa simile, ti prego –
il tono della voce di Grace era supplicante. - È solo un anno.
Rifletti.
Si
fissarono negli occhi non appena la bionda alzò la testa.
-
Lo farò – promise.
E
rideremo ancora, come sempre come ora gli angeli vivono in cielo,
ma tu resta qua con me
(Di
notte; Pierdavide Carone)
-
Sei un cretino –
strillò Lexi, tirando uno scappellotto sulla testa del suo
ragazzo. - Non è possibile che un ragazzo sia così
idiota!
-
Ragazzi... - li ammonì Nick, alla guida della sua Mustang,
lanciando continue occhiate alla “coppia felice” sui
sedili posteriori, che sembrava pronta a scannarsi da un momento
all'altro.
-
Un corno. Tuo fratello è deficiente – sibilò la
rossa.
-
Sono davvero contento dell'alta stima che hai di me, tesoro –
disse Joe, le braccia incrociate. - Davvero.
-
Bene, ricordati bene il tono
della mia voce perché per i prossimi due giorni non lo
sentirai nemmeno in segreteria telefonica – sbottò.
-
E dai, non è così grave... - mormorò il
ventenne, facendo una faccia tenera.
-
Per l'ennesima volta ci hai prima fatto finire in un posto
dimenticato da Dio, poi hai saltato l'unico distributore di benzina
nel raggio di chilometri e abbiamo dovuto spingere la macchina per
più di un'ora, senza raggiungere niente e nessuno, tra
l'altro, e se non fosse stato per questo Santo di tuo fratello
saremmo tornati a casa tra qualche secolo! - ringhiò,
abbassando il tono della voce.
-
Amore, lo sai che devi bere meno caffè, ti rende nervosa –
le sussurrò Joe nell'orecchio.
-
Non è possibile!
Nick
rise di nascosto, osservandoli dallo specchietto retrovisore.
-
Prima di tornare a casa devo passare a prendere Maggie a casa di
un'amica – li avvertì, sorridente. - Evitate di fare i
bambini, vi prego.
Lexi
si allontanò il più possibile da Joe e guardò
fuori dal finestrino, le braccia incrociate al petto, mentre Joe fece
lo stesso al suo estremo.
Il
riccio scosse il capo, passandosi una mano tra i capelli, e tenendo
gli occhi incollati alla strada, dando ogni tanto un'occhiata al nome
delle vie per trovare quella in cui la stava aspettando Maggie.
La
trovò poco dopo, davanti a un palazzo, il suo solito sorriso
luminoso dipinto sulle labbra, un giubbotto di jeans intorno alla
vita e un libro di scuola tenuto stretto al petto.
-
Ciao – sorrise quando aprì la portiera, sedendosi
accanto a Nick e baciandolo dolcemente.
-
Ehi – ricambiò lui. - Sto facendo da taxi –
accennò ai due dietro.
-
Oh, ciao Joe, Lexi – ridacchiò alle loro espressioni. -
Che succede?
-
Joe è un idiota – borbottò Lexi, irritata.
-
Tua sorella è noiosa – ribatté Joe.
-
Questo è lo spirito giusto – rise Maggie, intrecciando
le dita con quelle di Nick. - Allora, la situazione Maryl com'è?
-
È pazza – sbuffò Lexi.
-
Partita – aggiunse Joe.
-
Andata.
-
Persa.
-
Da rinchiudere.
-
Abbiamo capito – disse Nick, accennando un sorriso. - Non è
dell'umore.
La
mora annuì.
-
Amore, oggi ho le prove, ricordatelo – disse, cauta, tastando
piano il terreno. A Nick non piaceva che continuasse a cantare al
Country Bar nonostante
facesse di tutto per non farlo notare alla sua ragazza. Ma faceva di
tutto per accompagnarla e venirla a prendere, rimanendo addirittura a
volte per tutta la durata delle prove, guardando in cagnesco Blake.
-
Ah, ah – mormorò lui. - Ti passo a prendere io... alle
sei, giusto? E a che ora ritorno?
-
Alle dieci e mezza. C'è anche lo spettacolo – spiegò
la diciassettenne.
-
Oh – disse Nick. - Beh, non ho nulla da fare questa sera, posso
restare a vederti. Mi fa piacere.
-
Nick...
-
Eh?
-
Te l'ho mai detto che sei leggermente geloso?
-
Sì, ma vengo comunque – disse, stringendo più
forte la sua mano e parcheggiando di fronte a casa Campbell, dietro a
una Open blu metallizzata.
In
quel momento una ragazza mora uscì da casa, con espressione
sconfitta, aprì la Open e partì in quarta.
-
Uh, uh, la furia di Maryl colpisce ancora – ironizzò
Lexi, aprendo la portiera ed uscendo dalla macchina. - Ci sentiamo
tra due giorni, Joseph.
-
Agli ordini, amore – scherzò lui, certo che entro quella
sera si sarebbero risentiti. Uscì dalla macchina e aspettò
che Maggie salutasse Nick per poi sedersi accanto al fratello.
-
A dopo, piccola – mormorò il diciassettenne,
accarezzandole i capelli.
-
Okay – sussurrò arrossendo. - Ciao...
Nick
sorrise e la guardò allontanarsi seguendo la gemella lungo il
piccolo viottolo di casa.
-
Viva l'amore, eh? - scherzò Joe, ridacchiando. - Forza,
andiamo.
Nick
annuì di sbieco e ingranò la marcia.
E
se fosse per sempre... mi stupirei! e se fosse per sempre... ne
gioirei Perché quando mi rubi... e mi stacchi dal mondo
Sale forte l'umore... e l'amore va in sole
(Se
fosse per sempre; Biagio Antonacci)
Maryl
si chiuse in camera sua quasi senza salutare Lexi e Maggie, appena
arrivate. Fece scattare la serratura ed estrasse con furia dal suo
comodino l'album di fotografie. In quelle pagine, stracolme di
immagini, era racchiusa la sua vita, sin dai primi anni di vita sino
alla settimana prima, quando aveva attaccato qualche altra fotografia
appena sviluppata.
In
ogni pagina era quasi ricorrente il suo desiderio di fare la
stilista, dalla foto del Natale del '93, quando sua madre le aveva
regalato la sua prima macchina da cucito, alle istantanee di quando
Lexi l'aveva fotografata mentre disegnava dei nuovi modelli, nel
2000. Fino al primo giorno di università, una foto scattata da
Kevin.
Fare
la stilista era il suo sogno da sempre, e non le pareva possibile che
stesse rinunciando all'opportunità della sua vita. Fare un
apprendistato da Dior apriva tutte le porte nel mondo della moda, si
riusciva a trovare un lavoro in poco, pochissimo tempo. Una mano
santa rispetto a una semplice laurea in un'università, per
quanto qualificata e prestigiosa potesse essere.
Se
fosse partita avrebbe lasciato Lexi e Maggie da sole, e non poteva
permetterlo. Sarebbero dovute andare a vivere per qualche mese da
Emily e Peter, a Miami. A meno che non andassero a stare da Beth, che
le due gemelle quasi non sapevano nemmeno che esistesse, una zia di
loro padre mezza matta e con una fissa maniacale per i gatti e la
musica classica, ma almeno sarebbero state da un'adulta.
Oltre
alle gemelle avrebbe abbandonato i suoi amici, le sue amiche, ma
sapeva che con loro bastava una telefonata per renderli contenti,
nonostante le sarebbero mancati comunque.
Avrebbe
lasciato Nick e Joe. A chi si sarebbero rivolti per le loro pene
d'amore? Per fare una sorpresa a Maggie o Lexi?
E,
più importane, avrebbe abbandonato Kevin. Era inconcepibile
che loro due si allontanassero, erano una coppia, definita dai
giornali, quasi alla pari di quella formata da Brad Pitt e Angelina
Jolie.
Se
c'era una ragione per cui non sarebbe voluta partire era lui. Il suo
Kevin. Il suo pazzo, romantico, dolce Kevin.
Senza
quasi sapere cosa faceva afferrò il cellulare e compose un
numero.
Quante
volte sei passata quante volte passerai e ogni volta è
sempre un colpo all’anima
(Un
colpo all'anima; Ligabue)
-
Amore, rilassati – intimò Maggie a Nick, stringendogli
forte la mano non appena lo sentì irrigidirsi alla vista di
Blake, in mezzo al locale.
-
Certo, più calmo di così – ringhiò.
-
Te lo giuro, amore, Blake ed io quasi nemmeno ci parliamo, giusto due
parole in croce, non devi innervosirti – lo calmò,
placida.
-
Ma io non sono nervoso – mentì prontamente, toccandosi i
capelli.
La
mora inarcò un sopracciglio ma non aggiunse altro.
-
Ciao, Steve – salutò con la mano guardando il
proprietario del locale.
-
Ciao Maggie, pronta per 'sta sera? - domandò lui, allegro.
-
Come sempre – rispose nervosamente le diciassettenne.
Blake
si era voltato verso di lei e si puntellava sui talloni, indeciso se
salutarla o meno avvicinandosi, ma non appena vide lo sguardo di
fuoco che gli rivolse Nick cambiò idea.
La
ragazza si staccò dal suo ragazzo, baciandolo su una guancia e
indicandogli il bancone del bar, per prendersi qualcosa e calmarsi, e
si avvicinò verso il palco, accennando un sorriso al
diciottenne.
-
Ciao – balbettò, rossa in viso.
-
Ciao – ricambiò lui, evitando il suo sguardo.
La
mora fece per aggiungere qualcos'altro, ma scosse il capo e si
avvicinò al pianoforte, leggendo alcuni spartiti. Tutto pur di
non dire qualcosa e fare la figura dell'imbranata.
-
E con questo ho finito! - esclamò una voce allegra e
cristallina, da uno strano accento chiaramente straniero.
Maggie
si voltò e vide una ragazza mora, formosa, i capelli racchiusi
in una coda alta sulla testa e una scatola tra le mani.
Blake
le rivolse un sorriso.
-
Grazie Dile, non dovevi – la ringraziò, mentre gli occhi
gli si illuminavano.
-
Ma figurati, è stato un piacere – sorrise Diletta.
Appoggiò la scatola su un tavolo e si sventolò una mano
davanti al viso. - Dio mio, ma fa sempre così caldo a Los
Angeles?
Blake
alzò le spalle, ridacchiando.
La
ragazza gli tirò una gomitata tra le costole, piano, e scoppiò
a ridere.
Maggie
corrugò la fronte, osservandoli. Non aveva mai visto questa
Diletta nei paraggi, né tanto meno l'aveva sentita nominare da
Blake.
Diletta
voltò lo sguardo verso di lei e inclinò il capo
leggermente, come per osservarla meglio.
-
Ooh, tu devi essere Maggie – sorrise raggiante. - Piacere,
Diletta.
Italiana,
pensò subito la mora, ricambiando il sorriso.
-
Ciao – disse e voltò la testa verso Nick che, con un
bicchiere di diet coke
osservava la scena vagamente compiaciuto.
Diletta
fece un verso strozzato quando vide Nick e sbiancò di botto,
come se stesse andando in iperventilazione.
-
Respira, Dile – scherzò Blake, cingendole le spalle
affettuosamente.
La
ragazza ubbidì e gli fece una linguaccia.
-
Odioso – mormorò.
Maggie
li guardò. Era sicura che Diletta avesse conosciuto Blake da
poco tempo, gliene avrebbe parlato altrimenti, eppure sembravano
avere un'affinità che aveva visto raramente tra un ragazzo e
una ragazza, tranne che con Joe e Lexi, o Maryl e Kevin.
-
Okay, forse è meglio che iniziate – disse Diletta,
sfuggendo dalla presa di Blake e accomodandosi a un tavolo, facendo
cenno al ragazzo di muoversi a cominciare le prove.
Maggie
sorrise. Forse, un giorno, tutto quell'imbarazzo sarebbe scomparso,
forse un giorno lei, Nick, Blake e Diletta sarebbero usciti tutti
insieme evitando che i due ragazzi si scannassero, avrebbero riso,
scherzato. Lei e Blake si sarebbero potuti sfiorare senza sembrare
niente di equivoco.
Guardò
Nick, che le sorrideva dolcemente. Anche se non fosse stato così,
alla fine, la sua parte di felicità l'aveva avuta.
It’s
hard to believe, Where we are now. Your hand in mine,
babe, Feels right somehow
(Stay;
Nick Jonas and the Administration)
Kevin
guardò Maryl dritto negli occhi. Erano pieni di rimpianto, di
tristezza, di malinconia.
-
Per quanto? - domandò, forse per l'ennesima volta.
La
bionda sospirò.
-
Un anno. Tornerei il luglio prossimo – spiegò, con la
stessa calma con cui l'aveva detto la prima volta.
-
Ah – fece ancora Kevin. Si stava ripetendo esattamente quello
che era accaduto con Danielle. - E tu...
-
Non lo so. - non ne aveva idea.
-
Non potresti fare lo stesso corso qui?
-
No.
-
Ah.
-
Già.
Si
scambiarono un'occhiata profonda, densa di significato.
-
Non sarà più la stessa cosa – mormorò
Kevin, demoralizzato.
Maryl,
quella volta, non aveva nemmeno la voce per arrabbiarsi, per dirgli
che si stava buttando giù, che una possibilità c'era,
bastava trovarla e che, cazzo!, un anno potevano resistere lontani,
no? No?
-
Io ti amo – sussurrò Kevin, alzando lo sguardo su di lei
e fissandola profondamente, prendendole la mano. - Qualunque sia la
tua decisione per me non cambia nulla.
La
bionda sorrise, lievemente rassicurata.
-
Ne sei sicuro? - domandò, incerta.
-
Certamente – affermò lui. - Non ti lascerò, anche
se a dividerci ci sono un paio di Oceani e qualche Continente. -
sorrise.
Maryl
scoppiò in una breve risata liberatoria, alzandosi e andando a
mettersi in braccio a lui.
-
Ti amo anch'io – gli mormorò in un orecchio.
Kevin
le prese il viso con le mani e lo avvicino alla sua bocca, baciandola
con leggerezza, senza fretta, nascondendo la sua frustrazione. Non
aveva mentito, non aveva la minima intenzione di lasciarla per la
distanza o che altro, ma se ne intendeva di lontananza. Con Danielle
era stata dura raggiungere i due anni e per come era finita si notava
come era stata il loro rapporto: chiamate veloci, messaggi spediti a
distanza di ore, appuntamenti su skype saltati. Maryl era di un'altra
pasta, sicuramente, non avrebbe ceduto tanto presto, ma pian piano i
fusi orari, le chiamate frettolose tra una lezione e un concerto,
avrebbero scalfito anche lei. All'inizio non ne avrebbe parlato con
lui, avrebbe cercato di nascondere i suoi sentimenti anche a sé
stessa, una volta che non sarebbe più riuscita più ad
ignorarli ne avrebbe parlato con un'amica, e alla fine avrebbero
affrontato i loro dubbi assieme. Se sarebbero riusciti a risolverli
non lo sapeva.
La
guardò fisso, tenendo il suo viso sempre tra le mani.
-
Maryl – sorrise piano, malinconico - so già cosa vuoi
fare.
La
bionda abbassò il capo.
Kevin
glielo alzò posandole una mano sul mento.
-
Mi mancherai tanto, piccola mia – mormorò. Avrebbe
voluto aggiungere tante cose, ad esempio che avrebbe desiderato con
tutto se stesso che lei restasse a Los Angeles con lui, che andassero
a vivere assieme e non che si sarebbe dovuto tenere dentro quel suo
desiderio. Invece disse solo quelle cinque parole, sperando che
restasse lì.
Maryl
seppellì la sua testa nel petto del suo ragazzo, trattenendo
una lacrima.
-
Mi mancherai anche tu – sussurrò.
Rimasero
stretti in quell'abbraccio per un tempo che nessuno dei due seppe
definire, il tempo si fermò al suono di quelle parole, e con
loro giunse la consapevolezza che qualcosa, nel loro rapporto, stava
cambiando. Per sempre.
Continua...
Mi
è presa la fissa per polyvore u.u Ecco come sono vestite le
ragazze in questo capitolo :D
Maggie:
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21287792
Lexi:
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21287517
Maryl:
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21287964
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Capitolo 31 *** Under The Moonlight ***
Capitolo
31. Under The Moonlight
Prima
Parte}
2
mesi dopo... {Giugno}
Io
e te ne abbiamo vista qualcuna, vissuta qualcuna.
Ed
abbiamo capito per bene, il termine insieme
mentre
il sole alle spalle pian piano va giù
e
quel sole vorresti non essere tu
(L'Amore
Conta; Ligabue)
Joe
cinse la vita di Lexi, baciandole il collo con dolcezza, annusando il
profumo dei suoi capelli, sciolti sulla schiena.
La
ragazza sorrise e lo strinse a sé, cercando la sua mano e,
quando la trovò, incrociò le dita con le sue.
-
A che ora parte? - chiese Joe, in un sussurro fioco, voltandola verso
di lui per guardarla fissa negli occhi. Non c'era bisogno di
specificare il soggetto.
-
Ci ha già salutate – rispose Lexi, malinconica. - È
uscita di casa venti minuti fa...
-
Ah – mormorò. - E te e Maggie quando dovete andare da
vostra zia?
-
Da quella pazza? - scoppiò in una risata senza gioia. - Spero
il più tardi possibile. Lei ha detto che ci aspetta domani...
Joe
le prese il viso con una mano e la baciò piano, senza fretta.
-
Ti accompagno io – disse, sicuro. - Almeno non ti sei dovuta
trasferire a Miami, di nuovo. Sarà più facile vederci.
-
Lo so – annuì. - Ma questa casa mi mancherà –
accennò con lo sguardo al giardino, l'erba appena tagliata e
al cespuglio di rose che aveva piantato Maggie qualche mese prima, -
anche se ci starò lontana poco tempo.
Il
ventenne la strinse ancora e la lasciò solo quando lei lo
prese per mano e lo guidò al piano di sotto, su un'amaca
appesa a due alberi nel cortile.
Nelle
giornate più calde tendevano a passare lì le ore,
abbracciati sotto l'ombra delle foglie e cullati dalle canzoni dello
stereo che facevano partire a basso volume.
Era
il loro posto, in un certo
senso. Lì erano sicuri di poter restare solo loro due, felici,
estraniandosi dai problemi dei fratelli, degli amici, dalle rogne dei
genitori e quant'altro. Lì erano solo Joe e Lexi.
-
Non voglio parlare di quello che accadrà domani, o dopodomani,
o tra un mese. Non voglio parlare di Maryl che è partita, di
Kevin, di Maggie e Nick che ora saranno abbracciati come noi da
qualche parte. Voglio solo stare con te, va bene? - disse Lexi con il
suo tono autoritario, così conosciuto e amato che per un
attimo a Joe parve di essersi dimenticato il suo nome, dov'era, chi
era, sapendo solo che aveva lei accanto. Era tra le sue braccia e si
amavano. Era ciò che contava.
Il
ventenne annuì e la strinse più forte, baciandole i
capelli sparsi a ventaglio sul suo petto.
-
Joe? - farfugliò dopo qualche istante di silenzio la
diciassettenne.
-
Sì, tesoro mio?
La
ragazza appoggiò un braccio sul suo petto, alzando metà
busto per guardarlo meglio negli occhi.
-
Ti amo – disse infine. - Voglio che tu lo sappia.
Il
ragazzo fece un sorriso raggiante.
-
Lo sapevo già.
Lexi
scosse il capo.
-
Non ti ho mai amato così tanto da quando stiamo assieme –
gracchiò. Per la prima volta in vita sua non sapeva che parole
usare, che cosa dire per fargli capire cosa provava per lui. - Te lo
giuro, è... strano. Se adesso qualcuno entrasse e volesse
ucciderci lo implorerei mille e mille volte di uccidere me. E se
dovesse capitarti qualcosa... Ti seguirei. Non mi importerebbe di
nient'altro. Il mio unico desiderio è stare con te, per
sempre.
Joe
la ascoltò in silenzio. Sorrise quando la vide esitare, senza
trovare le parole adatte. Osservò la sua fronte corrugarsi, le
fossette sulle guance quando infine sorrise.
Non
disse nulla, eppure si scambiarono un'occhiata che valeva più
di migliaia di parole.
*
- Sei la cosa più importante della mia vita, adesso – *
disse Joe, dopo un lungo silenzio e qualche bacio rubato.
La
rossa lo baciò ancora una volta e si alzò dall'amaca,
sorridendo furbetta.
-
Aspettami qui – rise, vedendo che Joe la stava seguendo. - Due
minuti.
Trillò
e corse verso casa, lanciandogli delle occhiate dense di significato.
Il
ventenne sospirò, riprendendosi da quella vista. Le pareva un
angelo caduto dal cielo, la sua Lexi, non una semplice ragazza di Los
Angeles.
Si
risdraiò comodamente sull'amaca, mettendo le braccia dietro la
testa e guardando lo squarcio di luce che filtrava tra i due alberi.
La
diciassettenne tornò prima che potesse pensare di andare a
vedere cosa stava combinando, reggendo tra le mani un piccolo
quaderno di cuoio scuro, rovinato dal tempo.
Gli
ci vollero pochi secondi per capire di che si trattava: il diario su
cui l'aveva vista spesso passare le serate, chiudendolo di scatto
ogni volta che lui le si avvicinava troppo, anche solo per dargli una
sbirciatina. Aveva detto che non l'aveva mai mostrato a nessuno, e
gli parve strano quando se la vide arrivare, con il sorriso semplice
dipinto sul viso che così tanto amava, tenendolo in mano.
-
Che stai facendo? - chiese lui, stranito.
Lexi
rise alla sua espressione di puro sbalordimento, lanciando la testa
indietro.
-
Con te non voglio più nascondere niente – spiegò,
come se fosse la cosa più naturale del mondo, alzando gli
occhi di smeraldo al cielo.
-
E quindi mi mostri il tuo diario? Il tuo segretissimo diario?
Quello che non hai mai mostrato a nessuno? - continuò lui,
incredulo.
Lexi
fece una smorfia.
-
Vuoi che ti faccia lo spelling? - replicò, con una punta di
acidità.
-
Sono solo sorpreso – disse lui, alzando le mani in segno di
resa.
-
Beh, non esserlo – fece Lexi. - Tieni – gli consegnò
il quaderno nelle sue mani, che quasi lo fecero cadere.
-
Joseph... - lo riprese lei, brusca.
-
Scusa, scusa – mormorò lui, prendendolo con più
fermezza e sedendosi, aprendolo sulle sue ginocchia.
Si
era immaginato intere pagine scritte fitte fitte con la scrittura
sbilenca della sua ragazza, magari qualche scarabocchio agli angoli,
pagine strappate, righe tracciate. In un attimo di pura presunzione,
anche di vedere il nome di Alexandra affiancato dal suo cognome.
Invece,
ogni pagina era ricoperta di disegni bellissimi.
A
suo modo era un diario, lo si capiva perfettamente ad esempio dalle
espressioni delle persone ritratte.
Inizialmente
le pagine erano piene di disegni di Maggie e Maryl, a volte
accompagnate da Josie, la loro vecchia amica trasferitasi a San
Francisco l'anno prima, due o tre volti di loro padre.
Ad
un certo punto ci furono due pagine vuote e dopo un perfetto ritratto
suo e dei suoi fratelli. Rise vedendo che nella sua sagoma, colorata
con delle ombre tendenti al rosso e al nero, erano state aggiunte un
paio di corna e una coda da diavolo, con tanto di forcone.
Dopo
un po' i disegni cambiavano e finalmente compariva anche lei,
abbracciata a lui, mano nella mano, mentre si baciavano. Erano datati
prima del loro effettivo primo giorno assieme, il che dimostrava che
quelli erano solo i suoi desideri.
Ancora
dopo un suo ritratto, con la guancia arrossata, e sullo sfondo lei
che correva lontano. Il giorno in cui lui l'aveva rifiutata.
Ma,
fra i tanti, il disegno che più lo colpì era tra le
ultime pagine, fra i più recenti. Erano ritratti loro due,
assieme, mano nella mano. Lexi si era disegnata in bianco e nero, con
un'espressione insieme confusa e allo stesso tempo irritata. Joe, al
contrario, era colorato con colori freschi, allegri, con un alone
giallo-argenteo che lo circondava. Dalla sua schiena spuntavano due
ali, bellissime, così ben disegnate da dare l'impressione che
si stessero muovendo. Due ali da angelo.
Joe
alzò lo sguardo su Lexi, che lo fissava mordendosi il labbro
inferiore. Era imbarazzata per la prima volta dacché la
conosceva.
-
Lexi, è bellissimo - mormorò, ammaliato. - Sei
fantastica, bravissima, sul serio... perché non mi hai mai
detto che sei così brava? Sono stupendi... - perse la voce non
appena riposò lo sguardo sul disegno.
-
Beh, grazie – sorrise la rossa, sorpresa di tutti quei
complimenti.
-
C'è solo una cosa che non mi piace in questo ritratto –
disse, a un certo punto. Consegnò il quaderno alla ragazza ed
entrò a grandi passi in casa. Tornò appena due minuti
dopo, in mano reggeva delle matite.
-
Che vuoi fare? - ringhiò Lexi. I suoi disegni erano sacri, se
ne avesse rovinato uno avrebbe anche potuto picchiarlo.
Joe
la zittì con un lieve bacio sulle labbra e riprese in mano il
diario, osservando attentamente il disegno dell'angelo. Con mano
leggera passò con una matita azzurro cenere sulla sagoma di
Lexi, illuminandole il busto, poi ne prese un'altra e tracciò
di bronzo i capelli, facendone partire dei raggi chiari, come se
anche lei risplendesse.
Dieci
minuti dopo aveva finito. Era un lavoro approssimativo, niente a che
vedere con quello di Lexi, ma aveva raggiunto il suo scopo. Lexi non
era più un'ombra, anche lei risplendeva.
-
Più di cento soli – le mormorò in un orecchio.
Lei lo guardò, gli occhi umidi. Stava per piangere. Lexi
Campbell stava per piangere di gioia. Gli lanciò le braccia al
petto, lasciando cadere a terra il diario, e lo baciò con
foga, sentendolo vicino a lei. Con
lei.
Erano
insieme. Probabilmente per sempre.
I
know that my love for you is real, It's something true that we
do, Just something natural that I feel. When you walk in
the room, when you're near, I feel my heart skip a beat, The
whole world disappears
(I
Promise You; Selena Gomez)
-
Allora ci sentiamo presto – sorrise Diletta, dall'altro capo
del telefono. - Ciao.
Maggie
sorrise.
-
Ciao, Dile – mormorò, prima di riappendere. Aveva
imparato a conoscere quella pazza ragazza italiana nelle giornate di
prove, mentre Blake accordava gli strumenti o faceva una commissione
per il padre.
La
situazione Maggie/Nick/Blake non era migliorata, anche se da quando
quest'ultimo aveva iniziato a frequentare sentimentalmente Diletta,
Nick evitava di essere troppo geloso.
La
mora sospirò, lasciando cadere il cellulare sul mobile del
salotto di casa Jonas, la mano del suo ragazzo che le accarezzava la
schiena.
-
Tutto bene? - le domandò.
Annuì
distratta, fissando intensamente il telefono.
-
Perché non hai voluto accompagnare Maryl in aeroporto? -
chiese, ancora.
-
Nessuna di noi se la sentiva di vederla allontanarsi –
gracchiò, facendo un sorriso malinconico. - Ha detto che
tornerà a Natale, e se riesce chiederà un permesso per
il nostro compleanno per passarlo qui.
Nick
sorrise.
-
Le cose non cambieranno troppo, vedrai – provò a
convincerla, mentendo a sé stesso e a lei.
-
No? - rise lei, amara. - Già, a parte il fatto che domani
andrò a stare da una zia con la fissa per i gatti e la musica
classica e mia sorella maggiore si sta per trasferire per un anno a
Tokyo. Hai ragione, sai?
Nick
la strinse a sé, cullandola.
-
Sai che stai diventando acida come Lexi? - domandò, divertito.
Maggie
gli tirò una lieve gomitata nello stomaco e intrecciò
le mani con le sue.
-
Come sta Kevin? - chiese lei, dopo qualche minuto di silenzio.
Nick
scrollò le spalle e scosse il capo, accennando al piano di
sopra.
-
Non bene – sillabò infine. - Maryl non ha voluto che
l'accompagnasse all'aeroporto, immagino per il vostro stesso motivo,
e si sente inutile, o giù di lì. È passata qui
poco fa, prima di andare. Ho provato a tirarlo su di morale, ma non
ha funzionato, non vuole sentir ragioni. Credo che starà così
per un po'... - nella sua voce Maggie percepì il dolore, la
delusione di non poter aiutare una delle persone più
importanti della sua vita.
-
Sai una cosa, però? - continuò Nick, guardandola fissa
con i suoi occhi di cioccolata.
-
Cosa? - chiese Maggie, curiosa.
-
Sono contento, egoisticamente, che non ci sia tu su quell'aereo. Sono
contento che tu non sia una di quelle che se ne va. Lexi, pur di
stare lontana da Joe, si era trasferita a Miami; ora Maryl andrà
dall'altra parte del mondo lasciando qui Kevin. Tu non te ne sei mai
andata, tu sei sempre rimasta qui, anche quando ci siamo lasciati. -
sorrise dolcemente mentre con una mano le sfiorò il collo,
facendola rabbrividire, e prese con una mano la dog tag che le aveva
regalato. - Love is on it's way
– lesse.
Maggie
si fece cullare ancora e gli strinse le braccia intorno al collo,
nella stessa posizione del ballo del mattone, senza però
muoversi.
-
Non c'è neanche più la possibilità –
mormorò. - Non ho intenzione di abbandonarti di nuovo.
-
Questo mi consola assai – annuì Nick, contento,
impedendole di dire altro baciandola con dolcezza mista passione.
Maggie
rise e si strinse al suo petto, cercando di essergli il più
vicino possibile.
-
Nick, devo andare da Kevin – disse, stringendolo forte. - Devo
parlargli.
Il
diciassettenne annuì, come se l'avesse saputo sin da quando
lei si era presentata alla sua porta con gli occhi umidi.
-
Sono con te.
-
Devo parlargli da sola.
-
Allora starò con te dal divano del salotto, dove ti aspetterò
con un DVD pronto da vedere assieme, va bene? Quale vuoi vedere?
Maggie
sorrise e lo baciò ancora.
-
Sciarada – mormorò,
prima di salire al piano di sopra in fretta, con passo leggero,
sentendo dietro di sé lo sguardo adorante del suo ragazzo.
La
camera di Kevin era quella in fondo al corridoio, sulla destra, la
seconda più grande dopo quella dei suoi genitori. Non c'era
stata molte volte, l'unica che la frequentava abbastanza era Lexi
quando, arrabbiata con Joe, andava a sfogarsi con lui.
Bussò
alla porta in legno e fece un passo indietro, aspettando
pazientemente che il ventiduenne desse un qualche segno di vita.
Non
dovette aspettare molto, pochi secondi dopo un Kevin dai capelli
spettinati, i vestiti sgualciti comparve sulla soglia.
-
Maryl? - chiese, ancor prima di aprire la porta, e sospirò
sconfitto quando vide Maggie. - Oh, ciao.
-
Ciao – sussurrò lei. - Posso parlarti?
Il
riccio annuì appena e le fece spazio per lasciarla entrare. La
stanza era disordinata, stranamente, tutto era buttato a terra, come
se Kevin avesse cercato qualcosa senza trovarla, o preso dalla rabbia
avesse buttato tutto a terra. Era più incline a pensare alla
seconda opzione.
Il
ragazzo liberò la sedia della scrivania e le fece cenno di
sedersi, Maggie accettò l'invito e accavalcò le gambe,
fasciate da un paio di corti shorts di jeans. Kevin, al contrario,
rimase in piedi.
-
Kevin, vai da Maryl – gli disse, seria, senza troppi preamboli.
- Sai perfettamente che nessuno di voi due voleva veramente che lei
se ne andasse. L'ho vista. Piuttosto che partire avrebbe preferito
passare un'intera settimana con Matt Dowson, e sai quanto lei lo
schifi – al suono di quel nome il chitarrista aveva stretto le
mani a pugno sino a far diventare le nocche bianche. - Ma sai com'è
fatta. È stata presa dall'impulso di partire, quando arriverà
a Tokyo fidati che cambierà idea. Non permetterle di
sbagliare, vai da lei, dille di restare. E se anche sarà la
cosa più egoista che farai mai nella tua vita... Beh, cazzo,
fregatene!
Maggie
rideva. Rideva per la semplicità con cui aveva fatto quel
discorso. Rideva perché in quel momento si rese conto di
essere cresciuta. Di non essere più una ragazzina.
Fu
come se quel discorso fosse la scusa che Kevin stava cercando da
tempo. Si alzò, la baciò su una guancia, ringraziandola
in un orecchio e uscì di corsa dalla stanza, afferrando un
paio di scarpe nascoste in un angolo.
Maggie
sorrise, felice. Uscì dalla stanza con tutta calma e quando
arrivò in cima alle scale e vide il sorriso che Nick le stava
rivolgendo dal basso, seduto sul divano, capì che aveva fatto
tutte le scelte giuste. A partire dal ragazzo che l'aspettava a
braccia aperte.
He
is sensible and so incredible and all my single friends are
jealous he says everything I need to hear and it’s like
I couldn’t ask for anything better
[…]
and that’s the way i loved you.
(The
way I loved you; Taylor Swift)
Maryl
spinse il suo bagaglio tra la folla, cercando Grace tra le masse di
turisti che affollavano l'aeroporto.
Avevano
detto che si sarebbero incontrate prima di fare il check in, ma la
ragazza non si era ancora fatta vedere. Erano già in ritardo,
non ci teneva a passare la serata in attesa del prossimo volo.
Sbuffò
e chiamò per l'ennesima volta l'amica al cellulare, irritata.
Era staccato.
-
E che cazzo – grugnì irritata. - Dove cavolo sei, Grace?
Vedendola
parlare da sola una donna sulla cinquantina la guardò storta,
facendo un'espressione confusa. In cambio la bionda alzò gli
occhi al cielo aggiustandosi gli occhiali sul naso.
All'altoparlante
continuavano a chiamare i vari voli in partenza, annunciavano nomi di
persone chiedendoli di raggiungere dato luogo o il proprietario di
data macchina in modo tale che la spostasse.
Batté
le scarpe eleganti sul pavimento, nervosa. Se c'era una cosa che
odiava, era il ritardo, in particolare in quell'occasione. Era
chiedere troppo essere puntuale per andare a fare, a detta di Grace,
una delle cose più importanti nella vita di una persona?
Ricordò
improvvisamente che Jason sarebbe passato a casa di Grace prima di
partire, per salutarla per bene. Rabbrividì pensando che, per
come sicuramente si stavano salutando, ci avrebbero impiegato secoli.
Digitò
velocemente il numero di casa e sbuffò, sentendolo suonare a
vuoto. Scattò la segreteria telefonica.
-
Grace, muovi il tuo fondo schiena qui in aeroporto e subito, prima
che io prenda questo aereo senza di te! - sibilò alla cornetta
e riappese, irata.
Trascinò
la sua valigia di Louis Vuitton verso il tabellone degli arrivi e
diede una scorsa al suo volo: aveva dieci minuti di ritardo. Magari
Grace sarebbe riuscita ad arrivare in tempo...
Cinque
chiamate dopo e tre caffè più tardi Maryl vide la
ragazza correre verso di lei, i capelli scompigliati e la camicia con
i bottoni abbottonati alla bel e meglio.
-
Era ora! - le gridò Maryl, innervosita.
-
Scusa, scusa! - disse la mora, con tono acuta, tentando di nascondere
un sorriso. - Ho... ehm... trovato traffico.
-
Raccontalo a qualcun altro – sbuffò Maryl. - Andiamo,
muoviti!
Grace
annuì, incrociando gli occhi con quelli della ventenne. In
quel breve istante Maryl riuscì a vedere, riflesso, il volto
di Jason, la persona più importante per l'amica.
Si
fermò a pensare, bloccandosi all'improvviso; era sicura che
anche nei suoi occhi, quando pensava a Kevin e ai bei momenti passati
insieme, si vedesse la sua sagoma.
Perchè
avrebbe dovuto allontanarsi da lui? Si amavano, non era giusto
rinunciare a un amore così importante.
L'occasione
a Tokyo, però, era unica. Non ne avrebbe più potuto
approfittare, mai. Le sarebbe servito nella sua futura carriera, poco
ma sicuro.
-
Maryl, ti vuoi muovere?! - esclamò Grace, che aveva già
superato il primo controllo della sicurezza.
La
bionda si lanciò un'occhiata indietro, verso l'uscita che le
pareva sempre più lontana dell'aeroporto, e guardò
Grace, che la fissava confusa.
Sospirando,
fece un passo avanti.
In
a world where dreams are few You've got me baby, I've got
you You're the one that makes me feel brand new Sometimes
love can wear you out
(I
belong to you; Whitney Houston)
Kevin
parcheggiò con la macchina in doppia fila nel parcheggio
dell'aeroporto, bloccando la strada alle macchine dietro di lui, che
iniziarono a rincorrerlo con il rumore fastidioso dei clacson.
Si
precipitò dentro l'entrata e si guardò intorno, alla
ricerca del check in per il volo diretto a Tokyo.
Urtò
la maggior parte delle persone, che lo inseguirono con delle
imprecazioni, ma a lui non importava minimamente. Lanciò
un'occhiata al tabellone degli orari: il volo era in partenza.
-
Permesso! - gridò a destra e a manca, facendosi spazio nella
massa e correndo verso la biglietteria, prendendo il portafogli che,
grazie al cielo, aveva avuto il buonsenso di portarsi dietro.
-
Un biglietto per Tokyo dell'aereo delle... - guardò l'orologio
– cinque e venti.
La
donna lo fissò stralunata, come se fosse pazzo.
-
Mi spiace, è impossibile. Può prendere quello di domani
mattina, alle sette – spiegò impettita, guardando lo
schermo del computer.
-
No, no, io devo prendere questo
volo – si lamentò Kevin. - Non ho bagagli con me, devo
solo salire.
-
Signore, le ripeto che è impossibile – ribatté
l'inserviente. - L'aereo sta percorrendo ora la pista per decollare,
non c'è modo di fermarlo.
-
Oh, ma per favore! Ci sarà pure un modo! - la sua voce si
spezzò all'ultima parola.
-
Ha per caso qualche motivo per credere che all'interno di questo
aereo ci possa essere del materiale pericoloso? - domandò lei,
seccata.
-
N... no, ma... - continuò Kevin.
-
Mi spiace deluderla, signore, ma non posso fare niente per lei. Ora,
se mi permette, devo occuparmi delle altre persone dietro di lei –
accennò alla fila che si stava pian piano accumulando.
Il
ventiduenne chinò il capo, allontanandosi pian piano. Si
avvicinò all'enorme schermata di vetro che dava sulle piste e
fissò, sentendo un dolore acuto nel petto, l'aereo con la
linea di Tokyo decollare, diventando sempre più piccolo alla
sua vista.
Era
partita e lui non aveva fatto nulla perché accadesse il
contrario. Aveva creduto allo stupido detto “se ami qualcuno,
lascialo libero, e se ti ama davvero tornerà da te”,
convincendosi solo quando Maggie – Maggie! - gli aveva detto di
combattere per Maryl.
Dietro
alla sua macchina si era creata una fila di auto i quali autisti gli
stavano bestemmiando contro in almeno dieci lingue diverse. Quando
finalmente arrivò all'auto vide una multa salata appoggiata
sul vetro. Ma, ancora, non gli importò nulla. Per la prima
volta in vita sua sentiva il bisogno di bere alcolici, e non per
festeggiare.
Si
trascinò fuori dal parcheggio ingranando la prima e sfilando
tra le auto bloccate le une con le altre, con il cervello diviso a
metà.
Aveva
bisogno di stare da solo.
Si
fermò nel primo locale che incontrò, senza badarsi che
i giornalisti lo vedessero nello stato in cui stava per entrare:
Kevin Jonas si stava per ubriacare. Di certo avrebbero fatto i salti
di gioia nel pubblicare la notizia.
Era
un bar dismesso, rabbuiato, e la pulizia non era delle migliori, ma
almeno era nascosto. Lì
nessuna fan l'avrebbe implorato per un autografo o altro.
Il
posto era semi vuoto, oltre al barista, e un paio di uomini
intenti ad osservare ammirati una sagoma in un angolo ben nascosto
non c'era nessuno altro. Tanto meglio.
Si
avvicinò al bancone del bar, facendo cenno al barista di
avvicinarsi, piuttosto seccato dato che stava parlando con la strana
figura nell'angolo buio.
-
Una vodka – ordinò il ragazzo, abbandonando dieci
dollari sulla superficie di legno scura.
Il
barista annuì, lavando un bicchiere e riempendolo.
-
Ehi, ti ha lasciato la ragazza? Mi pare un po' presto per cominciare
a bere – sghignazzò, guardandolo bene.
Probabilmente
ad indurlo ad allontanarsi fu l'espressione che gli rivolse il
chitarrista dopo quella battuta.
Bevve
a piccoli sorsi, facendo delle smorfie. Non era abituato agli
alcolici, beveva una birra ogni tanto, ma non aveva mai assaggiato la
vodka. Gli faceva schifo, ma almeno lo distraeva.
Quando
finì il bicchiere alzò lo sguardo che aveva tenuto
basso sino a quel momento e lo incrociò con un paio di occhi
ambrati, nell'angolo. Due occhi familiari. Sin troppo.
-
Maryl – sospirò, riconoscendola. La maglietta blu, i
capelli stretti in una lunga traccia, gli occhi animati da una nuova
luce.
La
ragazza si alzò e, incespicando, lo raggiunse, cadendo tra le
sue braccia.
-
Maryl – ripeté, come in trance. Le prese il viso,
sentendola concreta vicino a sé. - Che cosa diavolo ci fai
qui?
La
bionda scoppiò a ridere, stringendolo più forte
possibile.
-
Ho cambiato idea – gli mormorò in un orecchio. - Quello
che abbiamo è troppo prezioso per rischiare di perderlo, non
ne vale la pena per una possibilità in più di carriera.
-
Ma... era il tuo sogno – balbettò il ragazzo, confuso
dalla felicità che provava.
-
È il mio sogno –
lo corresse la bionda. - Diventerò stilista, ne sono sicura,
anche senza la specializzazione da Dior.
-
Ne sei proprio sicura?
Maryl
lo fissò dritto negli occhi verdi.
-
Ti pare che sarei qui se avessi anche un solo misero dubbio? -
domandò, autoritaria, aprendosi poi in un sorriso.
Kevin
si alzò di scatto, la prese in braccio e la baciò, come
in un film.
Un
film a lieto fine.
Brothers
and sisters, brothers and sisters unite, It's the time of your
lives, it's the time of your lives, Breakdown, breakdown, Got
to spread love around, got to spread love around. Brothers and
sisters feel fine.
(Brothers
& Sisters; Coldplay)
Seconda
Parte}
5
mesi dopo... {Ottobre}
-
Auguri! - brindarono in coro quattro voci differenti, mentre Maggie e
Lexi, strette a braccetto, sorridevano riconoscenti, la prima rossa
in viso per la sorpresa e l'imbarazzo.
Nick
la separò dolcemente dalla gemella e la strinse con un braccio
intorno alla villa, baciandola con tenerezza.
-
Tanti auguri, amore mio – mormorò a un centimetro dalle
sue labbra, facendola rabbrividire di piacere.
-
Gra... grazie – biascicò lei, sempre più
accaldata. * Avrebbe smesso di avere una simile reazione ogni volta
che si sfioravano? *
Nicholas
le sorrise e le strinse una mano, spostando lo sguardo su Lexi e Joe,
stretti in un abbraccio appassionato.
-
Ragazzi, non si capisce nemmeno di chi sono le mani – scherzò,
interrompendoli.
La
rossa ridacchiò e gli fece una pernacchia.
-
Oggi compio diciotto anni, non mi interessa niente – spiegò,
molto semplicemente, appoggiando la testa sulla spalla del suo
ragazzo, che sembrava essere al settimo cielo.
Il
diciottenne annuì e si appoggiò al davanzale della
finestra del salotto di casa sua dove lui, i suoi fratelli e Maryl
avevano organizzato un buffet a sorpresa, trascinando con sé
anche Maggie. La vera festa si sarebbe svolta la sera, più
tardi, in un locale nel centro di Los Angeles prenotato per
l'occasione.
Maryl,
un braccio intorno alla vita di Kevin, era raggiante. Da un paio di
settimane aveva finito il trasloco nella piccola villetta che lei e
il chitarrista avevano affittato per i primi tempi di convivenza.
Avevano detto che se le cose sarebbero continuate ad andare bene come
in quel momento avrebbero fatto di tutto per comprarla, li piaceva
troppo.
-
Ragazze – disse, chiamando le sorelle, - vi ho portato un
pensierino – accennò a due pacchetti che teneva in mano.
Maggie
inclinò leggermente la testa, aprendosi in un sorriso ancora
più grande.
-
Maryl, non dovevi... - iniziò, ma fu subito bloccata dalla
maggiore, che le si avvicinò facendole cenno di zittirsi e non
appena furono abbastanza vicine si abbracciarono, dondolandosi sul
posto.
-
Grazie – disse semplicemente la festeggiata, prendendo il
regalo che la bionda le porgeva.
Maryl
non rispose e abbracciò anche Lexi, consegnando anche a lei un
pacchetto.
Lo
aprirono, la prima con calma, come se non volesse rompere troppo la
carta che avvolgeva il regalo, mentre la seconda con più
velocità, stracciandola.
-
Ma, cosa...? - chiese, tirando fuori un ciondolo da una scatolina in
cartone. Fece un'espressione confusa alla sorella maggiore.
Maryl
rise, divertita.
-
Aprilo – disse con tenerezza.
La
diciottenne annuì e aprì il ciondolo ovale, argentato,
con delle incisioni che non riusciva a decifrare. All'interno c'erano
due piccole foto: quella a destra le ritraeva tutte e tre abbracciate
e sorridenti, mesi prima, prima del ritorno del padre e tutto ciò
che ne conseguì, mentre quella a sinistra ritraeva per Lexi
una sua foto scattata di nascosto quando si era addormentata sul
petto di Joe quel giorno che rimasero bloccati nella soffitta di casa
Jonas*, per Maggie invece uno scatto di lei abbracciata a Nick, in
spiaggia, il sole in controluce che rendeva visibili solo le loro
sagome, le labbra che si sfioravano.
-
Maryl... - balbettò la mora. - È bellissimo, grazie. -
la strinse ancora, infilandosi subito la collana che andò a
sfiorare la dog tag che le aveva regalato Nick a Londra.
-
Ma figurati, tesoro – commentò, mentre abbracciava
ancora Lexi. Joe si sporse in avanti, curioso, per vedere che cosa
c'era dentro il ciondolo. La rossa gli tirò una gomitata tra
le costole.
-
Ringraziate il mio genio nel fare le fotografie – commentò
Kevin, con finta aria vanesia che non gli s'addiceva. - Le ho fatte
tutte io.
Maggie
e Lexi lo ringraziarono a loro volta.
Pian
piano che si scambiavano i regali Lexi notò che Joe diventava
sempre più nervoso, mangiandosi le unghie e dondolandosi sui
piedi, guardando per terra. Avrebbe scommesso che si era dimenticato
del loro compleanno e non le aveva preso nulla, non che le importasse
avere un oggetto in più, era il pensiero quello che contava.
Che evidentemente non valeva per lui.
Maggie
quasi scoppiò in lacrime di commozione quando Nick la fece
sedere accanto a sé al piano e si mise a cantare una nuova
canzone dedicata interamente a lei, You belong to me
e prima della fine lo aveva stretto alla vita, nascondendo la testa
nell'incavo del suo collo.
Il
diciottenne a Lexi, invece, regalò due biglietti per un
concerto straordinario degli Aerosmith, a cui voleva andare da tempo.
Joe
e Kevin consegnarono a Maggie uno stereo dopo che il suo si era
rotto, con in più tre nuovi CD dei suoi cantanti preferiti,
due dei quali inediti.
Kevin
diede a Lexi un set da pittrice, pieno di matite colorate perfette
per disegnare. Aveva rivelato questa sua passione segreta solo a
Kevin, prima di mostrare il suo diario a Joe.
Il
ventunenne, quando toccò a lui darle il regalo, le baciò
la fronte.
-
Fammi indovinare, ti sei dimenticato – azzardò, con tono
acido.
Lui
scosse il capo, divertito.
-
Ti stupirò amore, ma no, non mi sono dimenticato. Ti darò
il mio regalo tra poco, quando saremo da soli – rise vedendo il
volto contrito della sua ragazza. Lei odiava aspettare le sorprese,
lo trovava snervante.
Si
sedettero tutti sui divani del salotto, Joe che giocherellava
nervosamente con i capelli di Lexi.
-
Uh – esclamò all'improvviso Maggie, sorridendo, - ho
iniziato a scrivere un libro.
-
Davvero? - chiese Kevin, ammirato.
Lei
annuì, contenta.
-
E quale sarà il titolo? - chiese Nick, sfiorandole la mano.
Lei
si voltò verso di lui, negli occhi una nuova luce.
-
Credo che potresti arrivarci anche tu – disse, allegra. - Under
the Moonlight.
There's
a gift of love
that
awaits the final day.
But
tonight... tonight...
Under
the moonlight, with the one you love
under
the big sky, for the one you love
(Under
The Moonlight; Travis)
-
Joe, tu sei completamente fuori di testa! - esclamò Lexi,
vagamente irritata, fulminandolo con lo sguardo duro che assumeva in
quel tipo di occasioni.
-
Oh, come sei melodrammatica – borbottò Joe, fingendosi
offeso. - E dai, se va tutto bene non ci vorrà più di
qualche minuto.
La
rossa si lasciò trascinare in mezzo al giardino di casa Jonas,
a piedi nudi, il vestito verde per la festa vera e propria che
svolazzava leggero nella brezza serale. Le ci volle qualche secondo
per capire che Joe la stava portando sulla loro
amaca, quella volta illuminata dalla luce di alcune candele.
-
Rettifico: sei da rinchiudere direttamente in un ospedale
psichiatrico – disse, quando il suo ragazzo la spinse
dolcemente sull'amaca, facendola sedere. - Che stai combinando?
-
Ti sto dando il mio regalo di compleanno, ovvio – fece Joe,
alzando gli occhi vispi al cielo.
Lexi
alzò un sopracciglio.
-
E non potevi farlo dentro, con tutti gli altri? - domandò,
scettica.
-
Shh, devi imparare l'arte del silenzio, Lexi – disse il
ventunenne, scuotendo il capo.
-
Senti chi parla – sbottò la rossa, ma chiudendo la
bocca.
Joe
le sorrise riconoscente e accese uno stereo appoggiato a terra. Le
note basse di When you look me in the eyes
si diffusero subito nell'aria mentre Lexi si portava le mani al
petto: una serenata al chiaro di luna? Non avrebbe potuto desiderare
di meglio come regalo di compleanno.
Joe
fece un respiro profondo, prendendo fiato, e prima che Lexi potesse
capire ciò che stava accadendo si mise in ginocchio davanti a
lei, con espressione seria e determinata, bello come non mai
illuminato dalla luce lunare.
-
Alexandra Lucy Campbell – cominciò, mentre lei lo
fissava con l'aria di uno che sta soffocando, un verso strozzato che
le nasceva dalla gola, - so perfettamente che stiamo insieme, senza
contare il tempo in cui ci siamo lasciati, da solo un anno e nove
mesi, ma questo tempo è stato il migliore della mia vita. So
che non vorrò mai nessun'altra oltre a te, so che sei la mia
anima gemella, la mia dolce metà e che senza di te sentirei un
vuoto incolmabile. Mi mancheresti anche se non ti avessi mai
conosciuta. E cosa più importante, ti amo. Ti amo più
di ogni altra cosa al mondo e grazie a quello che mi hai detto cinque
mesi fa, esattamente dove siamo ora, so che provi lo stesso per me.
-
So anche – continuò, senza interrompendosi vedendo le
sfumature che stavano attraversando il viso della ragazza, - che tu
sei giovane. Lo siamo entrambi, è vero, ma tu hai appena
diciotto anni. Se te l'avessi chiesto ieri avrei dovuto aspettare il
consenso di tuo padre per fare quello che ti sto per domandare, e che
non intendevo chiedere. Ora sei indipendente, puoi fare quello che
vuoi. Puoi andartene in Francia, come avevi detto, se è ciò
che desideri. E puoi sposarmi – sospirò. - Sempre
che tu voglia. Ti sto chiedendo questo, Lexi, di sposarmi, di
diventare mia moglie, di indossare un vestito bianco per me e
scambiarci le promesse, di comprare una casa insieme e di avere una
famiglia tutta nostra. Sposami, Alexandra, ti giuro che mai, per
nessun motivo, ti farò di nuovo soffrire. Non voglio far
soffrire l'amore della mia vita.
Lexi
boccheggiò, mentre lacrime silenziose le rigavano il viso,
facendole sbavare il trucco, le mani alla bocca.
-
Ehm... lo devo considerare un sì? - azzardò Joe,
improvvisamente a disagio. Nella sua mente si era figurato due
scenari alla sua proposta: il primo era che gli sarebbe saltato al
collo gridando “sì” più volte che poteva,
il secondo era che gli avrebbe tirato uno schiaffo e andata via senza
rivolgergli la parola, o al limite dirgli di farsi passare la
sbronza.
La
rossa non rispose e continuò a piangere.
-
Amore... non devi piangere. Okay, non ti senti pronta, lo posso
capire. D'altronde hai solo diciotto anni... Scusami, è stata
una mossa azzardata. Ti prego, non avercela con... - cominciò,
per essere interrotto da un suo pugno che lo colpiva in testa. - Ahi!
-
Chiudi quella bocca, Jonas – singhiozzò, mentre un
sorriso umido le increspava le belle labbra. - Non mi interessa se ho
solo diciotto anni, se mi crederanno incinta, se sarà l'errore
più grande della mia vita, e non credo proprio. Io ti amo e
non voglio nessun altro oltre a te.
Il
moro sorrise raggiante, mentre iniziava a deglutire dal nervosismo.
-
Quindi... è un sì? - chiese, in cerca di
rassicurazioni.
-
Sì! Diavolo, sì! - strillò Lexi, lanciandosi al
suo collo e stringendolo forte, cominciando a singhiozzare di gioia.
Joe
la abbracciò e la sollevò da terra, baciandolo con
passione.
*
-Posso farlo per bene, per favore? - domandò, rimettendola a
terra. Senza aspettare una risposta si inginocchiò di nuovo ed
estrasse dalla giacca nera una scatolina di velluto blu, aprendola. -
Lexi Campbell, io giuro di amarti in ogni istante, per sempre. Mi
concederesti lo straordinario onore di sposarmi?
Ormai
la ragazza non riusciva a smettere di lacrimare. Si lasciò
cadere a terra, in ginocchio, annuendo senza avere la forza di
parlare.
Joe
sospirò di sollievo, prese la sua mano sinistra e infilò
all'anulare l'anello d'argento, semplice, con un'iscrizione d'amore
incisa e uno zaffiro al centro dove sarebbe rimasto. Probabilmente
per sempre.*
Marry
me Juliet you'll never have to be alone
I
love you and that's all I really know
[…]
It's a love story, baby just say yes.
We
were both young, when I first saw you
(Love
Story; Taylor Swift)
The
End
La
parti tra questi segni (→ * *) sono deliberatamente prese da
alcune scene dei libri/film della saga di Twilight. Non vegliatomene
male, solo le trovo perfette *-*
*
Per chi non l'ha letta, ho pubblicato una vecchia shot su questo
momento intitolata Album.
*
Questa frase qui è il titolo di una shot di una mia carissima
amica, registrata con il nickname di Sbranina. Consiglio a tutti di
leggere le sue storie, sono magnifiche! *ç*
E
così, è giunta la fine. Ultimo capitolo. Ecco, ora
piango, me lo sento. Stupida sensibilità. Nell'epilogo
innalzerò l'acqua dell'oceano di qualche millimetro.
Sorprese
di vedermi prima del previsto? Sto postando mentre davanti a me vedo
il castello di Disneyland perché mio padre (che lo facciano
Santo!) ha portato internet con sé qui in Francia.
I
ringraziamenti generali li lascerò non nel prossimo capitolo,
ovvero nell'epilogo, bensì in un ultimo capitolo dedicato
interamente ai ringraziamenti, quindi senza perderci in convenevoli
(e prima che io mi metta a piangere...) dico grazie a chi ha
commentato lo scorso capitolo <3
_Kira_Perly_:
amore (: Allora, ho visto che
mi hai mandato una mail ma non l'ho ancora letta, I'm sorry >.<
Ad ogni modo spero che questo capitolo ti sia piaciuto e non l'abbia
trovato noioso o superfluo come ho paura che sia v.v Grazie per aver
commentato sempre.
Ti adoro <3 Un bacio.
Melmon:
no, tranquilla, basta problemi!
:D Sono per i finali a lieto fine, io (di solito xD). Sì,
Diletta è il personaggio di un'altra fic ma anche se hanno lo
stesso carattere e sì, sono la stessa persona, nelle due fic
hanno – come hai visto – ruoli differenti :D Grazie per
le lunghissima recensione, ancora non ho risposto alla tua mail, ma
lo farò appena posso. Grazie per aver sempre commentato, un
bacio <3
YoungButNotNaive:
amore perdonami se con te sono
breve ma ti posso dire tutto al telefono e qui c'è mio padre
che mi sta linciando -.- Perdonami! Lo sai che ti amo e ti adoro <3
Hollie:
mancherà anche a me ç.ç
Io piuttosto aspetto anche la tua nuova long, sono curiosa u.u Grazie
per l'augurio e per aver recensito ogni volta <3 Un bacio.
Jeeeee:
aaah, ma lo sai che sto
scrivendo un fantasy e una storia drammatica? (: Ovviamente non mi
piacciono -.- Ahahah, sono contenta! Grazie di tutto! Un bacio <3
stellalilly:
scusami se sono breve ma mio
padre mi sta linciano -.- Grazie mille per i complimenti e per...
beh, tutto, davvero! Grazie <3 Un bacio.
Jonas
Sister: ma Joe e Lexi sono
così, si amano odiandosi xD Sono in anticipo come vedi e spero
tanto che questo capitolo ti sia piaciuto, Grazie di tutto, Un bacio
<3
She
Is Mari: eccoti! :D Dunque,
Maryl e Kevin, come avrai capito qui, non si sono lasciati, anzi,
semplicemente avrebbero dovuto “prendere le distanze” con
lei a Tokyo e lui a Los Angeles, la loro paura era – appunto –
quella di non riuscire a sopportare quella distanza e di lasciarsi,
un giorno. Anyway, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e tu non
l'abbia considerato noioso/superfluo/inutile o.ò Grazie per
avermi seguito, te ne sono davvero
grata <3 Un bacio.
Sbranina:
amore mioo <3 appena torno
mi dovrai sorbire al telefono mentre ti scrivo “è
finita... è finiiiiiita” con tanto di “snif”
e “noooooooo ç.ç”. Insomma, il solito :D
Uuh, ti devo anche spedire la fine del prologo di You
Belong With Me .__. Me
ne sono scordata, lo
siento v.v Ahah, hai
visto che per una volta
hai fatto bene a fidarti? xD Ti voglio bene tesoro, grazie per aver
recensito e per... Beh, tutto
<3
Immagini
di polyvore! *me fissata*
Maryl
(prima parte del capitolo):
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21556322
Maggie
(prima parte del capitolo):
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21556295
Lexi
(prima parte capitolo): http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21556517
Maryl
(seconda parte del del capitolo):
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21573852
Maggie
(seconda parte del capitolo):
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21573536
Lexi
[seconda parte del capitolo (l'anello è quello di
fidanzamento)]: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=21570658
Qui
riportati vi lascio i link di youtube dei video che hanno dato i
titoli a questa “saga”. Hope you like it! :D
Brothers
and Sisters (by Coldplay): http://www.youtube.com/watch?v=mAXGON5P3Vk
Under
The Moonlight (by Travis):
http://www.youtube.com/watch?v=luHA_SFyTd8
|
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Capitolo 32 *** Epilogo. ***
Epilogo.
Un'affascinante
ventinovenne si legò i capelli lunghi e biondi in una coda
ordinata, sbattendo gli occhi color ambra mentre lanciava un'occhiata
all'orologio a muro posto nella spaziosa cucina. Sarebbero arrivati a
minuti e lei doveva ancora vestirsi.
Sbuffò
e spense il fuoco sotto le verdure che bollivano, poi aprì il
forno e controllò se la carne stesse cuocendo bene; ancora
qualche minuto e avrebbe potuto spegnerlo.
Si
diresse a passi veloci verso la propria camera da letto, aprendo il
grosso armadio di sua proprietà, quello di suo marito era un
altro, i vestiti di entrambi non ci stavano in uno solo.
-
Amore? - la chiamò la voce di Kevin Jonas da sotto la doccia,
l'acqua che la copriva.
-
Mi sto vestendo, stanno arrivando – rispose Maryl, guardando
tra i tanti vestiti che invadevano il suo guardaroba, indecisa tra
quale mettere. - Ti prego, guarda tu Jeremy, mi devo vestire.
Il
trentenne annuì e uscì dalla doccia, avvolgendosi in un
accappatoio e andando nella camera del figlio di quattro anni,
assicurandosi che non combinasse una delle sue malefatte mentre la
madre si vestiva.
Maryl
stava affrontando una scelta epocale: il vestito rosso con lo spacco
o quello verde con la scollatura? Optò per quello verde e lo
indossò in fretta, calzando anche un paio si scarpe col tacco
nonostante sarebbero rimasti a casa.
-
Kev, amore, vai a vestirti tu, siamo in ritardo – gli disse la
donna, affacciandosi nella camera di Jeremy, senza prima sorridere
alla vista del marito che teneva in braccio un bambino biondo,
riccio, dai profondi occhi verdi, come quelli del padre.
-
Mamma! - strillò felice il bambino, agitandosi tra le braccia
di Kevin.
Il
cantante si alzò, con Jeremy in braccio, e lo consegnò
tra le mani trepidanti di Maryl, che lo avvolse in un abbraccio
protettivo e dolce. Il loro unico bambino. Quando era nato c'erano
state delle complicanze, e i dottori avevano riferito alla giovane
coppia di sposi che sarebbe stato meglio se non avessero avuto altri
figli, in futuro, per evitare di mettere in pericolo la vita sia di
Maryl che del nascituro. Nonostante la notizia li avesse sconvolti,
all'inizio, si erano ripresi, pronti a dedicarsi nelle loro attività
di genitori per il loro piccolo, al settimo cielo per quel miracolo.
Kevin
e Maryl si scambiarono un bacio a fior di labbra, poi lui le strizzò
l'occhio e si andò a cambiare in fretta.
La
bionda, sempre tenendo Jeremy in braccio, andò in cucina,
spegnendo il forno e lasciando però la carne al suo interno,
per non farla raffreddare nell'attesa che gli ospiti arrivassero.
-
C'è la carne questa sera, Jay. – disse Maryl al figlio,
posandolo a terra.
-
Buona! - esultò il bambino, correndo con le sue piccole gambe
fuori dalla cucina e andandosi a sedere sul divano, con qualche
difficoltà a salirci.
La
giovane donna osservò la scena con un sorriso, ma era già
pronta a scattare nel caso fosse caduto. Forse era troppo apprensiva,
se lo diceva lei stessa, ma non riusciva ad evitarlo, non con la sua
unica creatura.
Le
braccia muscolose di Kevin le avvolsero la vita di sorpresa, poi le
sue labbra morbide si posarono sulla sua guancia.
-
Tutto bene, mamma Jonas?
Nonostante
fosse sposata con Kevin da sei anni e madre da quattro sentirsi
chiamare così la faceva sempre rabbrividire. Di gioia.
-
Ovviamente, papà Jonas – sorrise, voltandosi e
stringendo le braccia intorno al suo collo in un dolce abbraccio. -
Tu?
-
Benissimo, come sempre – rispose Kevin, prendendole il viso con
le mani e baciandola con delicatezza.
Maryl
sospirò felice e si lasciò coccolare, socchiudendo gli
occhi. In effetti, forse, era un po' stanca, la sera prima aveva
lavorato fino a tarda notte per un progetto che doveva assolutamente
consegnare il prima possibile, e Jeremy si era stranamente svegliato
presto, lasciandole poche ore di sonno.
Kevin
parve capirlo, perchè le sussurrò nell'orecchio che non
appena sarebbero andati via gli ospiti avrebbe pensato lui a
sistemare a casa, lasciandola andare a dormire.
Lei
lo ringraziò con un bacio.
Il
campanello suonò pochi attimi dopo, facendo separare dal loro
abbraccio la coppia e sorridere d'emozione Jeremy, che scese in
fretta dal divano e accorse verso la porta sgambettando.
-
Zio! Zia! - gridò, indipendentemente da quale zio e zia fosse
arrivato.
Kevin
sorrise, scuotendo il capo divertito mentre ascoltava il figlio che
si metteva a cantare in mezzo al salotto per la gioia. Nonostante
l'età, aveva già una bella voce; Nicholas continuava a
dire che Broadway lo stava aspettando.
Andò
ad aprire la porta, dopo aver controllato dallo spioncino chi fosse
arrivato.
-
Buonasera famiglia! - esclamò Joe, a mo' di saluto, non appena
la porta fu aperta. Abbracciò di slancio il fratello e si
catapultò a salutare la cognata.
-
Zio! - strillò Jeremy, interrompendo la sua canzone,
lanciandosi verso Joe per farsi prendere in braccio ed abbracciare.
-
Eccolo, il mio nipotino preferito! - disse il ventottenne, baciandolo
su una guancia.
-
Sarà che è l'unico – sorrise Lexi, scuotendo la
lunga chioma rossa con aria divertita. - Ciao Kevin. - disse,
abbracciandolo.
-
Ciao – ricambiò il trentenne, osservandola con
circospezione e attenzione, inarcando un sopracciglio. - Wow, Lexi,
sei... enorme.
Non
la vedeva da due settimane ma le sembrava essere diventata ancora più
grossa.
La
venticinquenne sorrise raggiante, appoggiando una mano sul ventre
gonfio.
-
Il mio piccolo combattente – disse, accarezzandosi lo stomaco.
-
Lexi – disse la sorella maggiore, guardando la sua sorellina
che, ormai, era in procinto anche lei di diventare madre e la strinse
in un tenero abbraccio.
-
Ciao – disse la rossa, allegra. - Come stai?
-
Alla grande – rispose la bionda. - Tu? Tutto bene? E il
piccolo?
-
Benissimo entrambi, oggi siamo andati a fare l'ecografia. Joe era
tutto trepidante! - la ragazza scoccò un'occhiata al marito,
che alzò le mani in segno di resa.
-
È un mio diritto come futuro padre assicurarsi che vada tutto
bene – si difese, allegramente.
-
È pure un mio diritto, come madre, ma io non chiedo
continuamente all'ecografista se va tutto bene, se c'è qualche
problema, se ci dovrebbe essere qualche complicanza, fino a farle
venire una crisi isterica – gli ricordò Lexi, con una
punta di acidità.
Vedendo
che Joe stava per ribattere Kevin fece un segno con la mano, come per
zittirlo.
-
Joe, aspetta che arrivino Nick e Maggie prima di iniziare ad elencare
i tuoi diritti e i tuoi doveri – lo pregò, quasi con una
supplica, perfettamente conscio che con altre due persone nella
stanza gli sarebbe stato più semplice svignarsela con una
scusa stupida.
-
Ah, i nostri ritardatari – sospirò Joe, passando un
braccio intorno alle spalle della moglie. - Sono stati via due
settimane, potrebbero almeno essere puntuali.
-
Joe – esalò Maryl, - Lexi e te dovete attraversare la
strada per venire qui, loro devono prendere la macchina.
-
Ma sono dettagli – sbuffò il ventottenne. - Avete visto
Seventeen di questo mese?
Dato che hanno visto Nick e Maggie nella stessa via
in cui c'è uno studio medico pensano che Nicholas sia stato
male. Sono così a scarso di notizie?
-
Su di noi sicuramente – fece Kevin, prendendo Jeremy per mano e
andandosi a sedere sull'ampio divano del salotto. - A quanto pare le
nostre vite sentimentali sono troppo normali
che devono per forza inserirci un dramma.
-
Adesso che il bambino sta per nascere immagino che rimarcheranno
tantissimo su questo – borbottò Lexi, imitando Kevin,
camminando ondulata e lasciandosi cadere tra i cuscini, con un
sospiro di sollievo dopo aver fatto una smorfia di dolore.
-
Tutto bene? - chiese, apprensivo, Joe, avvicinandosi immediatamente a
lei e accarezzando il ventre.
-
Sì, sì – rispose la venticinquenne, con un
sorrisetto, - è soltanto faticoso fare anche pochi passi,
ormai.
-
Quanto manca? - si informò Kevin, preoccupato quanto il
fratello.
-
Tre settimane – fece, orgogliosa, la futura mamma,
tamburellando le dita.
Maryl
le sorrise, felice, sarebbe diventata zia tra sole tre settimane.
-
Sei felice, Jay, di avere un cuginetto? - domandò al figlio,
passandosi una mano tra i capelli.
-
Sì! - fece il piccolo, tutto entusiasta, annuendo con il capo
con forza.
Joe
guardò la scena sorridendo, gli sembrava impossibile che fra
poco tempo sarebbe diventato papà. Gli suonava strano anche
soltanto pensarlo: papà Joe. Era una strana sensazione, una
strana, bellissima,
sensazione.
Incrociò
le dita con quelle di Lexi e si scambiarono un'occhiata adorante,
stracolma d'amore; interruppero il contatto soltanto quando sentirono
il campanello suonare.
-
Vado io – propose Maryl, alzandosi, lasciando Jeremy sul divano
seduto accanto a Kevin.
-
Sì? - fece, alla porta.
-
Noi – dissero insieme le voci di Maggie e Nick.
La
bionda aprì la porta, e vide di fronte a sé sua sorella
minore e suo cognato, mano nella mano.
-
Ciao! - salutò Maggie, staccandosi dal marito per abbracciare
forte la sorella. Non si vedevano da due settimane, e le era mancata
tanto, aveva tante cose da dirle, da raccontarle.
Maryl
la strinse forte, dondolandosi insieme sui piedi, poi quando si
separarono baciò Nick sulle guance.
-
Come stai? - gli chiese, guardandolo.
-
Benissimo, grazie. Tu? - fece il venticinquenne, ricambiando il
saluto.
-
Bene – sorrise la bionda. - Gli altri sono in salotto.
Nick
e Maggie tornarono a tenersi per mano, le fedi che brillavano ai loro
anulari. Erano sposati da due anni, eppure, come per quando la
chiamavano “mamma” o “signora Jonas”, a Maryl
faceva una strana impressione vederle. La sua piccola Maggie era una
signora.
Le
lanciò un'occhiata indagatrice. Sbagliava o era più
tonda? Le pareva strano che
in sole due settimane avesse preso così tanti chili da poter
essere ingrassata in quel modo. Inclinò il capo, come per
osservarla meglio: era sempre bellissima nel suo abito porpora,
sempre raggiante, eppure sembrava in qualche modo diversa.
Scosse
il capo, probabilmente era l'abito che l'arrotondava un po'.
-
Ciao – disse Nick, salutando il resto della famiglia una volta
arrivati in salotto.
-
Zio, zia! - strillò Jeremy di gioia, correndo ad abbracciare
sia Maggie che Nicholas.
-
Il mio campione! - esclamò il cantante, prendendolo in braccio
una volta separata la propria mano da quella di Maggie. - Come ti
senti?
-
Bene! - rispose Jeremy, poi abbassò la voce e avvicinò
la bocca a un orecchio di Nick - Zio, ho deciso che voglio scrivere
una canzone per mamma e papà, mi aiuti?
Nick
sorrise a annuì.
-
Quando vuoi – gli assicurò, sempre a bassa voce,
sorridendo per la dolcezza di quel bambino.
Jay
ritornò a terra e andò ad abbracciare Maggie, che si
era abbassata per abbracciarlo.
-
Il mio piccolo Jeremy – sussurrò quasi commossa,
sentendo le manine calde del nipote appoggiate sulla sua schiena.
-
Mi sei mancata, zia – mormorò lui, con tono dolce.
-
Pure tu, tesoro, pure tu – gli assicurò, dandogli poi un
bacio su una guancia e rimettendosi in piedi.
Lexi
fece cenno alla sorella di avvicinarsi, troppo stanca anche solo per
alzarsi, aveva l'impressione che il bambino sarebbe nato prima delle
tre settimane stabilite.
-
Come stai? - le chiese la mora, preoccupata di non vederla vitale
come al solito.
Lexi
le fece cenno di stare tranquilla.
-
Sono solo stanca – spiegò, - questo piccolo brontolone
non fa altro che scalciare.
Nonostante
la stanchezza che riusciva a percepire negli occhi verdi della
gemella Maggie riconobbe anche un altro sentimento: la felicità.
Felicità smisurata.
-
Sbaglio o anche tu sei stanca? - chiese la rossa, mentre Maggie
salutava gli altri e lei abbracciava Nick.
La
mora cercò l'abbraccio di Nick e rispose solo quando lo trovò.
-
È il fuso orario – spiegò, con uno sbadiglio. -
Non mi sono ancora abituata.
-
Il nostro volo è stato rimandato – disse Nicholas,
trovando uno spazio libero su un secondo divano e guidando la moglie
a sedersi accanto a lui, - e siamo tornati oggi. Siamo un po'
stanchi.
-
Oh, ma avremmo spostato la cena se ce l'aveste detto! - disse Maryl.
-
Non importa, solo non ci tratterremo troppo a lungo – fece
Maggie, stringendosi tra le braccia di Nick. Il venticinquenne
l'accolse con dolcezza, accarezzandole i capelli.
Joe
e Kevin annuirono, osservando la scena.
-
Volete aspettare ancora un po' a mangiare? - domandò a tutti
la padrona di casa, curiosa.
-
Non ho fretta – assicurò Joe, mano nella mano con Lexi,
la quale dichiarò che avrebbe preferito aspettare.
-
Io aspetterei – dichiarò Maggie, che improvvisamente
aveva assunto una tonalità verdognola e pallida.
-
Stai bene? - chiese Nick, prendendole il viso tra le mani.
La
venticinquenne annuì.
-
Ho solo un po' di nausea – biascicò, stancamente. -
Dev'essere stato il cibo sull'aereo, amore, sai che mi da fastidio.
Il
ragazzo annuì, con l'aria di chi la sapeva lunga, mentre gli
altri aggrottavano le sopracciglia.
-
Vuoi che ti dia qualcosa, Maggie? - fece Maryl, alzandosi.
-
No, stai tranquilla, ora mi passa. È tutto il giorno che va e
viene – la rassicurò. Stava già riprendendo
colore.
-
Va bene... - Maryl si risedette, spostando la sua attenzione su Lexi
e Joe.
-
Quindi tre settimane, eh?
-
Già – assicurò Joe.
-
Scommetto quello che volete che mi ricoverano tra una settimana –
disse la rossa, scostandosi i capelli dagli occhi. - Scalcia troppo,
per me ha fretta.
-
Se nasce in anticipo sarà il mio opposto – notò
Joe. - Io non sono mai stato puntuale.
-
E, caro mio, sarebbe solo un bene! Ti immagini un Joe Due? Poverino!
- rise Lexi, divertita.
-
Ma come, se mi hai sposato vuol dire che il mio carattere ti piace!
-
Amore, lo sanno tutti che io sono strana, se nostro figlio, o figlia,
sarà come te sarà difficile trovare un'altra persona
disposta a sopportare il vostro carattere!
-
Stai deliberatamente prendendo in giro me e tuo figlio, Lexi! -
grugnì Joe, nascondendo un sorrisetto.
-
Oh, quindi non sapete ancora se è maschio o femmina – si
stupì Kevin.
Joe
annuì.
-
Vogliamo sia una sorpresa.
-
Surprise, surprise –
canticchiò la rossa.
-
Ma secondo me sarà maschio – dichiarò il
ventottenne, e lanciò un'occhiata a Lexi, piena di
compassione.
Lexi
sbuffò, scrollando le spalle.
-
Ti ho già detto che nostro figlio non si
chiamerà Joseph Adam Jonas II! - disse, vagamente irritata.
-
Ma perché no? - si lamentò Joe.
-
Suvvia, un po' di originalità! Senza offesa, Kev –
strizzò l'occhio al cognato che fece cenno che non c'erano
problemi. - E se fosse femmina come la chiameresti? Alexandra Lucy
II?!
-
No, certo che no!
-
E come, sentiamo.
-
Josephine!
Lexi
si batté una mano contro la fronte, mentre gli altri
scoppiavano in una risata.
-
Che c'è? Io sono serissimo!
-
Faresti meglio a dire il contrario – grugnì Lexi. - Ma
comunque è escluso, non si chiamerà mai Joseph Adam
II... e nemmeno Josephine! - aggiunse, vedendo che il marito stava
per interromperla.
Il
ventottenne incrociò le braccia al petto, offeso.
-
Beh, sapete, Maryl ed io il nome per Jay l'abbiamo scelto solo quando
l'abbiamo visto – spiegò Kevin, il bambino in braccio e
la mano della moglie intrecciata con la sua. - Prima pensavamo di
chiamarlo Josh, ma una volta che è nato non ci sembrava
adatto. Abbiamo pensato al nome Jeremy immediatamente.
Lexi
annuì, pensierosa.
-
Milano com'era? - si informò Joe, rivolgendosi verso Nick e
Maggie.
Il
venticinquenne sorrise.
-
Bellissima come sempre – spiegò, allegramente. Da un
anno lui e la mora avevano comprato una piccola villetta nella
provincia di Milano, in un paesino chiamato San Bovio, dove passavano
spesso le vacanze dalla band e dalle promozioni di Maggie. - Il clima
in questa stagione, poi, è perfetto.
-
La prossima volta potreste venire anche voi – disse la ragazza,
scostandosi i capelli dal viso. - Staremo un po' stretti, ma di
spazio ce n'è.
-
Uh, volentieri! - sorrise la bionda.
Maggie
fece un cenno col capo, spostando lo sguardo sulla libreria in
salotto e scoppiò in una risata riconoscendo una copertina a
lei fin troppo familiare.
-
Non ci credo! - rise, alzandosi e afferrando il libro, accarezzandolo
con le mani morbide. Si voltò verso Kevin e Maryl. - Ce
l'avete ancora?
-
Beh, è stato il tuo primo libro, certo che ce l'abbiamo! -
esclamò Kevin.
La
mora lesse il titolo, sfogliando le prime pagine: Brothers&Sisters
di Maggie Campbell.
-
Quanto tempo è passato... - mormoro, tra se e se. - L'ho
pubblicato al primo anno di università...
Maggie
era diventata un'affermata scrittrice dai tempi dell'università,
pubblicando prima storie più romantiche, principalmente la
storia sua, delle sue sorelle e dei Jonas, con i libri
Brothers&Sisters e il seguito Under the Moonlight,
poi aveva proseguito trattando temi più drammatici e
complessi, con Melissa e L'impossibilità
di volare.
-
Sette anni fa – sospirò Lexi, pensierosa. - Quasi non ci
credo, è passato davvero così tanto tempo? Mi sembra
ieri!
-
Eh, il tempo, passa senza che tu possa prenderlo e fermarlo –
fece Joe, con aria filosofica, massaggiandosi il mento, scherzoso,
facendo sorridere tutti e scoppiare in una risata cristallina Jeremy.
-
Hai già consegnato il nuovo manoscritto? - domandò
Kevin, dopo aver tirato una pacca fraterna alla spalla di Joe.
-
Mmh, sì, sì, iniziano la stampa tra qualche settimana
mentre alla copertina ci stanno già pensando – spiegò
la mora, tornando a sedersi accanto a Nick.
-
Oddio, a proposito di copertine! - esclamò Lexi, battendosi il
palmo della mano sulla fronte. - Ragazzi, oggi mi ha chiamata Kate,
ha detto che vi hanno proposto di andare sulla copertina di People,
di nuovo, il prossimo mese. In occasione del vostro album.
-
Oh, beh, sarebbe una buona idea, mi chiedevo se... - disse Nicholas,
pensieroso, sporgendosi verso la rossa come per parlarle da più
vicino.
-
Ragazzi, per favore, non parliamo di lavoro – li supplicò
Maryl, levando gli occhi ambrati al cielo. - Ne ho fin sopra i
capelli.
Nick
si lasciò di nuovo cadere tra i cuscini con la schiena,
annuendo appena, mentre Lexi faceva un gesto scocciato con la mano.
-
Come se la cava Kate? - osò chiedere Maggie alla gemella.
La
venticinquenne si grattò la guancia con un dito.
-
Bene, devo dire, non male. Certo, non sarà mai brava quanto me
in questo genere di lavoro ma non si può chiedere troppo dalla
vita – vaneggiò, ridacchiando.
Da
ormai tre anni Alexandra era diventata la manager dei Jonas Brothers,
che nonostante non fossero più esattamente dei ragazzini
rimanevano gli idoli delle adolescenti e anche di un pubblico più
adulto, dovuto a qualche cambiamento nel loro genere di musica.
Ora
che lavorare le risultava difficile a causa della gravidanza aveva
lasciato l'arduo compito di amministrare la band e tutti i suoi
impegni a una ragazza fresca di laurea che tentava di destreggiarsi
con le decine di proposte che arrivavano al gruppo ogni giorno, e
quando proprio non sapeva che fare chiamava Lexi, che le dava qualche
consiglio.
-
Basta così, basta lavoro, basta accenni al lavoro, ho
passato la notte a lavorare ad un abito per Dolce&Gabbana, non ce
la faccio più! - esclamò Maryl, lanciando
un'occhiataccia a Kevin, come a chiedergli di intervenire in qualche
modo.
Il
trentenne la guardò amorevolmente e la bionda sospirò
sfinita, passando una mano tra i ricci del figlio che si stava
appisolando sul suo braccio.
-
Forse è meglio se lo fai mangiare e poi lo metti a letto –
rifletté Kevin, osservando il figlio. - Oggi si è
svegliato presto.
La
ventinovenne annuì e, facendo segno con la testa come per
scusarsi, si alzò con Jay in braccio, il quale aveva riaperto
i vispi occhi verdi e salutava con la mano il resto della famiglia
rimasto in salotto.
A
quella vista Maggie guardò Nick fisso negli occhi, mordendosi
il labbro inferiore con forza, come per non farsi sfuggire un
segreto.
Nick
le sorrise e le baciò i capelli.
-
Non appena Maryl torna – le mormorò in un orecchio, con
così tanta disinvoltura che né Lexi, né Joe o
Kevin se n'erano accorti, troppo impegnati ad approfittare della
lontananza di Maryl per discutere della proposta di People.
La
mora e il riccio continuavano a intrecciare e separare le mani, presi
dal nervosismo. Il ragazzo era abbastanza sicuro di essere arrossito
in viso e fece di tutto per distogliere l'attenzione da quello che
avrebbe detto a breve insieme a sua moglie.
Non
se lo aspettava, era stata Maggie a dirglielo, cogliendolo del tutto
di sorpresa, un mesetto prima. Qualche giorno prima ne avevano avuto
la più totale certezza.
Restarono
in silenzio, fingendo di interessarsi al discorso di Lexi, Joe e
Kevin e prendendo parte alla conversazione con monosillabi e cenni
d'assenso.
Tutti
si zittirono solo quando videro Maryl tornare da sola dalla camera da
letto di Jeremy, scoccando loro un'occhiataccia.
-
Kev, amore, ti chiama – disse solamente, sedendosi sul divano.
- Sta già crollando dal sonno...
L'uomo
annuì e si alzò, camminando veloce.
La
stanza di Jeremy era grande, dipinta di azzurro, accanto al letto
dalla trapunta blu, sopra al comodino, c'era una luce che piroettava
delle immagini sui muri.
Il
piccolo era completamente nascosto sotto le coperte, la testolina
riccia l'unica cosa che si riusciva a vedere.
Aveva
già gli occhi chiusi e dormiva placido, il respiro regolare,
la manina stretta intorno a un lembo del lenzuolo bianco.
-
Buonanotte, campione – mormorò Kevin, chinandosi sul
figlio e baciandogli la fronte, per poi accarezzargli i capelli e
uscire dalla stanza, accostando la porta.
-
Già dorme – disse, riunendosi al resto della sua
famiglia.
Maryl
annuì, rilassandosi completamente e sospirando dalla
stanchezza.
Maggie
e Nick si fissarono un secondo, scambiandosi un'occhiata profonda.
-
Dunque, noi avremmo un annuncio da fare – disse Nick,
raccogliendo tutto il coraggio che aveva, mentre all'improvviso
quattro paia di occhi si voltarono a guardare lui e sua moglie, che
era prontamente arrossita, abbassando lo sguardo di smeraldo.
Lexi
inarcò un sopracciglio, guardando la gemella e Nicholas, che
non sembrava sapere come continuare.
-
Sì? - fece Joe, per come per incitarlo ad andare avanti.
Il
riccio strinse più forte che poteva la mano di Maggie,
accennando a un sorrisetto.
Maryl
sorrise a quella vista, non era niente di preoccupante quello che li
stavano per dire.
-
Nick... - osò Kevin, pacato. - Maggie?
La
mora, più rossa in viso che mai, aprì la bocca,
balbettando parole sconnesse.
-
Io... beh, no... ecco... sarebbe che... sì... insomma, noi...-
mugugnò, incapace di formulare una frase di senso compiuto.
Nessuno
disse una parola, mentre anche Nick tentava di spiegare la
situazione.
La
mora fece un ultimo, lungo, profondo, respiro, prima di irrigidire la
schiena, gli occhi sfavillanti di una luce completamente nuova.
-
Sono incinta.
Le
reazioni fra i presenti, ad eccezione di Nick il quale colorito
assunse quello di un pomodoro maturo mentre un sorriso candido gli
increspava le labbra, furono dissimili.
Lexi
spalancò la bocca, senza riuscire ad emettere un singolo suono
oltre a un verso strozzato che doveva essere un “Che cosa?!”;
Kevin rimase immobile mentre sorrideva come un ebete, stessa reazione
che aveva avuto quando erano stati Joe e la rossa ad annunciare che
sarebbero diventati genitori; Maryl, insieme a Joe, saltò in
piedi, urlando di gioia mentre inscenavano una specie di danza della
pioggia.
-
Ma è meraviglioso! - strillò la bionda, facendo
alzare con la forza la sorella minore in dolce attesa e stringendola
in un abbraccio mozzafiato. - Oddio, perché non ce l'hai detto
non appena l'hai saputo?!
Maggie
sorrise raggiante, ricambiando la stretta, senza saper rispondere.
-
TU! - gridò Joe, prendendo Nick per le spalle e imitando la
ventinovenne. - Sono felice per voi, macho! - gli diede una pacca
sulla schiena così forte che gli fece fare una smorfia.
-
Grazie, Joe – mormorò allegramente.
Kevin
si era appena alzato e aveva iniziato a tentare di mostrarsi calmo e
rilassato, al posto di iniziare a saltare di gioia come invece
avrebbe voluto fare. Sarebbe diventato zio. Un'altra volta.
Lexi,
con fatica e barcollando, raggiunse le sorelle e, senza bisogno di
dire nulla, strinse Maggie dolcemente. La gemella ricambiò la
stretta, trattenendo appena la lacrime di gioia.
Maryl
passò a fare le sue congratulazioni a Nick, baciandolo sulle
guance e stringendolo.
-
Ora voi ci dite tutto – proferì Lexi, con tono
fermo.
Nick
e Maggie si risedettero, seguiti a ruota dagli altri.
-
Da quanto ci stavate provando? - domandò Maryl, precedendo
Kevin e Joe.
-
Non ci stavamo provando – ammise Nick. - Semplicemente abbiamo
deciso che era meglio... ecco, smettere di non provarci... Capito,
no? - arrossì copiosamente. Fare argomenti simili davanti ai
propri fratelli non era decisamente facile, per quanto fossero in
affinità.
-
Quando è la data? - aggiunse alla domanda della cognata Joe,
curioso.
-
Ad Agosto, il venti più o meno – rispose questa volta
Maggie.
-
Sei al terzo mese – sospirò sognante Lexi, continuando
ad accarezzarsi la pancia.
La
gemella annuì.
-
Alla quattordicesima settimana con precisione – annuì,
orgogliosa.
Kevin
fece un breve calcolo.
-
Sapete già se è maschio o femmina?
A
quella domanda sia Maggie che Nick abbassarono lo sguardo, emozionati
e rossi di felicità.
Lexi
prese la loro reazione come una negazione.
-
Beh, il nostro campione qui si è fatto vedere solo alla
trentatreesima settimana – fece, tranquilla.
-
Noi abbiamo saputo che era un Jeremy alla dodicesima – rifletté
invece Maryl, - ma è rarissimo, davvero, il nostro ginecologo
ce l'ha detto che bisognava essere dei maghi per scoprirlo solo al
terzo mese. Manca di modestia quell'uomo, lasciatemelo dire...
Kevin
invece fissava ancora Maggie e Nick, che avevano di nuovo intrecciato
le dita.
-
Allora? - domandò, senza desistere.
Nick
si morse un labbro e alzò lo sguardo, trattenendo a stendo la
felicità.
-
Maschio e femmina – annunciò.
A
Lexi e Maryl cadde la mascella.
-
G... gemelli? - balbettò Joe, per la prima volta da tanto
tempo senza parole.
Kevin
sorrise, l'aveva immaginato dallo sguardo del fratello.
-
Maschio e femmina – annuì Maggie, raggiante. - Il
ginecologo, lo stesso che avevate te e Maryl, Kev, ci ha detto che è
una visione approssimativa e potrebbero essere due maschi, ma... E'
quasi sicuro al cento per cento che sia come dice ora.
-
I nomi? - chiese Lexi, meravigliata dalla splendida notizia.
-
Beh, avevamo pensato a Emily Denise per la bambina e Adam per il
maschio – spiegò il futuro padre.
Gli
occhi cioccolata di Joe si illuminarono.
-
Ooh! Adam! Lo volete chiamare come me! O almeno una parte del mio
nome! Vi sarò eterno debitore. Vedi, Lexi, il nome Adam è
bello! - scimmiottò, rivolgendosi prima al riccio e a sua
moglie e poi alla rossa, che gli scoccò un'occhiataccia.
-
Adam è un bel nome, ma voglio un po' di originalità
– gracchiò.
-
E comunque, Joe, non lo chiameremo così per te –
aggiunse Nick, - ci piace solamente il nome, tutto qui.
Maggie
gli diede una gomitata tra le costole.
-
Potevamo tenercelo per noi! Ha detto che ci sarebbe stato eterno
debitore! Potevamo far svegliare lui nel bel mezzo della notte per
cambiare i bambini – rise, allegramente.
Joe
fece una smorfia, offeso.
A
quella faccia scoppiarono tutti in una risata, scambiandosi delle
occhiate tra di loro.
Potevano
stare sicuri che la vita li avrebbe riservato molte sorprese. Non
potevano sapere se sarebbero state belle, o brutte, se li avrebbero
cambiato la vita o l'avrebbero lasciata come sempre. Sapevano solo
che ormai erano una famiglia, in ogni senso, sapevano che nulla li
avrebbe potuti dividere; e questo sarebbe rimasto immutabile, per
sempre.
The
End...
...or
maybe
not...
È
ufficialmente finita, tra 4/5 giorni pubblicherò i
ringraziamenti generali per chi mi ha aiutato/sostenuto/consigliato
durante la durata di queste due fanfic.
Dopotutto
quello che li ho fatto passare finalmente i Jonas e le Campbell hanno
avuto il loro lieto fine, il loro happy ending...
Con
il “...or maybe not...” non intendo che a questa fic
seguirà un terzo capitolo, ma piuttosto che non è mai
finita, in ogni occasione, ci sarà sempre qualcosa dopo, da un
litigio, a un altro figlio, ad altre serate romantiche. C'è
sempre un dopo, niente ha una fine.
Non
so davvero che dire, non sono brava con i finali ma credo si sia
capito...
Vi
dico solo che, tempo di finire qui e posterò il primo capitolo
della sorpresa a cui accennavo qualche tempo fa. Sarà una
sottospecie
di finale alternativo a questa storia, un capitolo per ognuna delle
protagoniste. Infatti la trama parlerà di cosa sarebbe
accaduto se Maggie, Lexi e Maryl avessero preso delle decisioni
diverse e, di conseguenza, non si fossero mai rappacificate con Nick,
Joe e Kevin. Non sarà esattamente una storia allegra, si
capisce, e vi capirò perfettamente se non la vorrete leggere,
magari anche per non volervi rovinare il finale, boh (: Se vi
interessa leggerla il titolo sarà What
If...?
(letteralmente “E se...?”).
Vi
spiego perché lo pubblico così in fretta: sono una
persona terribilmente testarda quando mi ci metto e mi sono
ripromessa di pubblicare la mia nuova long (sotto metterò
qualche piccola informazione a riguardo) a Settembre e dopo lo
spin-off vorrei prendermi una piccola pausa, e se pubblicassi What
If...
tra una settimana o più mi sarebbe impossibile attenermi a
quanto specificato prima. In poche parole, sono testarda (:
Spero
non vi dia fastidio questo mio aggiornamento continuo <3
La
mia prossima long si chiamerà I'm Only Me When I'm With
You, e ci tengo davvero, ma davvero tanto. Vi avverto che,
inizialmente, due delle protagoniste vi potranno sembrare una simile
a Lexi e un'altra a Maggie ma in realtà sono completamente
diverse; è proprio il succo della storia il fatto di avere una
maschera per piacere agli altri o nascondere dei sentimenti. Spero
con tutta me stessa che vi piaccia e che mi facciate sapere che ne
pensate (: Come vi ho già scritto pubblicherò il primo
capitolo in Settembre, immagino verso il 7 o il 10... boh! <3
Grazie
a tutte voi per avermi seguito, sostenuta e incoraggiata.
Vi
voglio bene <3
|
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Capitolo 33 *** Ringraziamenti. ***
Ringraziamenti:
Non
ci credo, sto scrivendo i ringraziamenti finali tipo scrittrice!
*occhi da pazza*
Okay,
dopo questa prima riga di scelrosi totale (non sarebbe stato un mio
scritto altrimenti, no, no) passo finalmente a ringraziare le persone
che mi hanno aiutato nel corso di questa fic, così come del
primo capitolo Brothers and
Sisters.
In
primis voglio ringraziare le due più care amiche che ho, Anita
ed Ilaria, per essermi state vicine in questo anno terribile,
avermi stretta e consolata quando ne avevo bisogno, per avermi
suggerito – anche se inconsciamente – alcuni
comportamenti di Lexi, Maggie e Maryl.
Ringrazio
moltissimo anche le ragazze speciali che ho conosciuto su questo
sito: Pia, Donatella, Chiara, Eleonora, Marija, Anna, Claudia,
Diletta e Julie Grazie a tutte voi per i vostri messaggi, i
consigli, le telefonate senza fine, anche i semplici tweet che ci
siamo scambiate su twitter che a volte mi hanno dato l'ispirazione.
Grazie a voi sono cresciuta quest'anno. Non avrei mandato a quel
paese nessuno senza di voi, e invece ci sono riuscita! *questa è
tutta matta nd. Voi* *Già nd. Io*
In
particolare vorrei ringraziare Diletta, Donatella e Pia
(<3), che più di tutte mi hanno tenuto compagnia, consolato
e fatto impazzire. Grazie.
Grazie
a Matteo ed Alessandro,
per essere i miei due migliori amici capaci di sopportarmi. La loro
semplice presenza mi ha rallegrato facendomi addirittura passare le
crisi da pagina bianca.
Un
ringraziamento speciale va a Matteo,
per avermi tenuto per mano un giorno interno, uno dei più
brutti di quest'ultimo – schifoso – anno. Grazie, Matt,
ti voglio bene <3
Alessandro
grazie di essere il mio Blake personale <3
Un
altro grazie a, sorpresa anche per me stessa per quello che sto per
scrivere, mia sorella Matilde; per
aver scritto una parte del capitolo 18 di Brothers
and Sisters
e
per essere stata disponibile – ogni tanto – a prestarmi
le sue idee.
Grazie,
ovviamente, ai Jonas
Brothers,
senza cui ovviamente questa storia non sarebbe mai esistita e non
avrei mai potuto conoscere delle persone speciali come quelle otto
pazze che ho citato qui sopra. A Nick
per
la sua voce e i suoi testi stupendi, che mi commuovono ogni volta che
li ascolto e mi metto d'impegno per tradurli.
A
Joe,
per la sua pazzia che mi fa sempre sorridere. Chi non può
adorare questo ragazzo assolutamente fuori di testa (anche se ho
rischiato di odiarlo... Non è vero, Dile? u.u)? A Kevin
senza un motivo speciale, forse perché è il fratello
maggiore che ho sempre sognato, per la sua dolcezza, e perché
quando ho saputo del suo matrimonio con Danielle ero felice per lui
come se fossi stata la sua migliore amica.
Ringrazio
particolarmente anche alcune/i cantanti che mi hanno aiutata a
superare le crisi da pagina, oltre ai Jonas e gli Administration:
Giorgia,
Laura Pausini
(le cui canzoni, spesso, sono state le colonne sonore di questa
fanfiction. Se è esistito un seguito, e se vi è
piaciuto, dovete ringraziare lei), Demi
Lovato, Selena Gomez, i
Nirvana (amori
della mia vita!), i Metallica
(ideeem),
i Queen
(uguale xD), i Vertical
Horizon,
che purtroppo ho scoperto solo ultimamente ma sono stati la colonna
sonora degli ultimi due capitoli, e Taylor
Swift
<3
E
ovviamente,
i ringraziamenti più grandi vanno a voi ragazze (e ragazzi;
non sia mai che ce ne sia qualcuno *convinta, mi raccomando!
nd.Tutti*), che avete seguito questa fic. A tutte
voi, nessuna eccezione, davvero: per avermi sostenuta nei momenti di
crisi, avermi fatto ridere con le vostre recensioni, arrossire,
commuovere
(grazie Fan
numero 1
<3), per avermi ispirata. Grazie per aver fatto superare le 4000
visite al primo capitolo di questa fic e oltre le 500 dell'ultimo
capitolo <3
Vorrei
anche dire un grazie alle ragazze che mi hanno cercata anche senza
essere registrate a questo sito, vi adoro tutte <3
Come
non spendere qualche parola per quei 55
angeli che hanno messo questa fic tra le preferite?
Per
quelle 37
anime pie che tengono questa fic tra i preferiti? Così come le
splendide 6
tra le ricordate? E, last but not the least, le 50
persone (anche se non è la definizione più adatta, vi
definirei ANGELI piuttosto! <3) che mi tengono come autrice
preferita. Ragazze, 50!
Io... vi voglio bene, davvero. <3
~GrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIe~
Dopo
questa long mi prendo una brevissima pausa dal pubblicare storie,
qualche tempo per prendere fiato e portarmi avanti con i capitoli
della fic che pubblicherò dopo di questa perchè, ebbene
sì, ho già in mente una storia e ad essere sincera sin
ora ho scritto una decina di capitoli. Senza fare spoiler o altro vi
rivelo semplicemente il titolo, con la premessa che inizierò a
postare verso inizio/metà Settembre. Ad ogni modo, il titolo
sarà I'm
Only Me When I'm With You.
(so che l'ho già detto nell'epilogo, ma lo riscrivo per
sicurezza u.u)
Se
vorrete pubblicherò delle MM su Maggie, Maryl e Lexi con i
Jonas. Ma dato che io ho troppe idee e non posso (e non
voglio) usarle tutte chiedo consiglio a voi. Cosa vi piacerebbe
leggere sulle sorelle Campbell con i Jonas? La scena di un
matrimonio? E di che coppia? Un'altra proposta di fidanzamento... una
scena... Ditemi, sta a voi. :D
E,
alla fine, vi lascio definitivamente, ma non prima di darvi i link
delle immagini dei figli di Maryl/Kevin, Joe/Lexi, Nick/Maggie da
adolescenti.
(Che
ce ne frega a voi di come sono da adolescenti?! Mica farai una long
su di loro! Nd, Voi) (L'idea mi ha tentato, sapete? Comunque queste
immagini sono il frutto della mia mente assonnata. Nulla da fare +
stanchezza = girovagare per internet dicendosi “beeeene, questo
assomiglia un casino a come mi immagino Drake da sedicenne! nd.Io)
(Drake?! Nd,Voi) (Oh, sì, è il nome che alla fine Lexi
e Joe danno a loro figlio... Sì, è un maschio u.u :D
nd. Io) (Aaaaah. nd.Voi).
Comunque,
eccole, se volete ditemi che ne pensate u.u
Emily
Denise:
http://www.zimbio.com/pictures/1IDgL9o3vkE/MTV+TRL+Present+Jonas+Brothers+Cast+American/bhMtH61-b90/Nina+Dobrev
Adam:
http://images2.fanpop.com/images/photos/6300000/Jackson-Rathbone-beautiful-people-6346737-189-269.jpg
Drake:
http://blog.episode39.it/wp-content/multimedia/2009/11/sean_faris_99.jpg
Jeremy:
http://ia.media-imdb.com/images/M/MV5BMTA4NTU5MTc3ODdeQTJeQWpwZ15BbWU3MDExMTg2ODI@._V1._SX300_SY400_.jpg
Rose
(sì, non avevo proprio niente
da fare quindi ho trovato anche la foto della seconda figlia di Lexi
e Joe di cui non ho, ovviamente, parlato u.u):
http://files.splinder.com/4202fd42d4f38720f70629c5f783818e.jpeg
Chiudo.
Vi
voglio bene ragazze, non so descrivervi quanto; vorrei potervi
raggiungere tutte, ovunque voi viviate, per dirvi di persona quanto
vi sono grata.
~GrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIeGrAzIe~
Baci,
spero di risentirvi presto <3
Margherita
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