Banora's memories

di shining leviathan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** can che abbaia non morde.... chi l'ha detta questa boiata? ***
Capitolo 2: *** rassicurazioni ***
Capitolo 3: *** le mummie ***
Capitolo 4: *** Segreto ***
Capitolo 5: *** da un fanclub ad una setta di fanatici la differenza è poca... ***
Capitolo 6: *** Il valore dell'amicizia ***
Capitolo 7: *** Angeal, tu puoi fare di tutto. Tranne che cucinare... ***
Capitolo 8: *** Impressioni ***
Capitolo 9: *** Arrivederci, amico mio ***
Capitolo 10: *** Sei mai stato innamorato? ***
Capitolo 11: *** Col tempo imparerai a sopportare ***
Capitolo 12: *** Mutande ***
Capitolo 13: *** Imitazioni pericolose ***
Capitolo 14: *** Silenzio ***
Capitolo 15: *** Parabola imbarazzante ***
Capitolo 16: *** Silenzio - Alba- ***
Capitolo 17: *** Quando il cane batte l'uomo - parte prima- ***
Capitolo 18: *** Silenzio - Giorno nefasto e tazze di tè- ***
Capitolo 19: *** Costume ***
Capitolo 20: *** Fachiro ***



Capitolo 1
*** can che abbaia non morde.... chi l'ha detta questa boiata? ***


Sono sempre stata interessata al rapporto di amicizia che lega Genesis ed Angeal quindi ho deciso di scrivere una raccolta di flashfic con loro per protagonisti. I componimenti possono andare dalla loro infanzia fino al periodo che hanno trascorso in Soldier (ed oltre)

spero che vi piaccia, buona lettura!

 

 

 

 

 

 

“ Non credo sia una buona idea”

“ Eddai, cosa vuoi che succeda?”

I due bambini si avvicinarono all’enorme cane che stava tranquillamente dormendo con il muso tra le zampe.

Angeal deglutì vedendo la stazza dell’animale “ Ti dico che non è una buona idea”

Genesis fissò annoiato l’amico e sbuffò sistemandosi i capelli ramati “ Sei un coniglio. Non lo sai che can che abbaia non morde? E poi è legato”

Il ragazzino caricò un sasso nella fionda e lo lanciò contro il cane. Quello si svegliò e cominciò ad abbaiare furioso verso i due.

“ Visto? tutto a posto”

Ma la catena non resse e la bestia si liberò.

Angeal urlò e, insieme a Genesis, scappò verso casa.

Il cane azzannò Genesis strappandogli i pantaloni ma fu proprio grazie a questo che riuscirono a sfuggirgli.

“ Can che abbaia non morde eh? Chi l’ha detta questa boiata??”

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Capitolo 2
*** rassicurazioni ***


“ Genesis”

Il diretto interessato si voltò, distogliendo gli occhi dalla sua copia di Loveless.

“ Che c’è vecchio mio?”

“ Sono arrivate le nuove reclute. Vuoi fare tu il discorso di benvenuto?”

Un baluginio sinistro illuminò gli occhi del Soldier.

“ Perché non me l’hai detto subito?” rispose chiudendo il libro “ Certo che lo faccio io”

 

 

I giovani fanti erano ordinatamente allineati, stretti nelle loro divise di ordinanza e carichi di apprensione.

Genesis passeggiava davanti a loro, squadrandoli uno per uno con espressione divertita.

Poi parlò.

“ Soldati!” esordì “ Quest’oggi, consacrate la vostra vita in nome della Shinra. Dovrete essere pronti a combattere, a morire e a subire punizioni in caso di insubordinazione e diserzione. Ma c’è dell’altro”

Tutti si fecero più attenti.

“ Dovrete essere pronti ad affrontare terribili privazioni e a combattere ogni notte contro i topi del vostro dormitorio, che potrebbero sfigurarvi la faccia a morsi” un mormorio preoccupato percorse i soldati “ E non è tutto. Se un superiore vi chiede una cosa voi dovete eseguirla, che sia tagliarsi una mano o andare in avanscoperta su un campo di mine. E vi assicuro che sarei capace di chiederlo.”

I fanti deglutirono intimoriti e sperarono ,con tutto il cuore, di non finire nel suo plotone.

“ Con questo ho finito. Buona permanenza alla Shinra”

Andandosene, venne affiancato da un Angeal abbastanza alterato.

“ Già che c’eri potevi dirgli del pessimo cibo che servono in mensa”

“È il loro primo giorno Angeal, cerchiamo di non spaventarli troppo”

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Capitolo 3
*** le mummie ***


“ Ehi ,Angeal” Genesis gli si era avvicinato con un sorriso enigmatico sul volto “ Ho una mezza idea per passare il tempo. Stanotte gli operai dello stabilimento fanno gli straordinari, così ho pensato…” e gli sussurrò il resto del piano nell’orecchio.

Angeal ridacchiò tra sé ed annuì “ Va bene”

 

 

 

“ Che significa “ Ci sono i mostri nella sala inscatolamento”?”

L’operaio si torse nervosamente le mani e mormorò “ Significa che sta succedendo qualcosa di strano di là, signore. Tutti gli altri sono scappati non appena hanno sentito quelle urla e…”

“ Non dire altro. Accompagnami di là”

 

 

I due procedevano cautamente, illuminando i macchinari e la catena di montaggio con i sottili fasci di luce delle loro torce.

Il direttore grugnì.

“ Penso che siate solo un branco di codardi. No c’è niente qui…”

Dei versi terribili li fecero sobbalzare e puntarono le torce verso un angolo buio. Dall’oscurità emersero due figure coperte di bende, che avanzarono con passi barcollanti verso gli uomini terrorizzati.

“ Siamo le mummie” urlarono in coro facendo versacci “ Tremateeee!”

L’operaio se la diede a gambe levate seguito a ruota dal suo superiore.

“ Idioti” commentò Genesis strappandosi le bende dalla faccia “ Sono davvero dei creduloni”

Due mani affusolate afferrarono l’orecchio di entrambi.

“ AHI!”

“ Bene, bene” commentò la guardia “ A quanto pare ho catturato le mummie”

“ Stavamo solo giocando!” esclamò Angeal dolorante.

“ Andatelo a raccontare al direttore, allora”

Genesis sbuffò “ Adulti, non sanno neanche stare allo scherzo”

 

 

 

 

Proprio due monelli, eh? Però mi piace immaginarli così quand’erano bambini. D’altronde non credo che siano sempre stati i Soldier perfetti e rispettosi del Crisis Core ( quanto adoro quel gioco ^^). Comunque non saranno solo componimenti comici, ho intenzione di inserirne qualcuno serio… dopo le vacanze di Natale, adesso sono troppo contenta!!

 

 

 

 

Lirith

 

Sono contenta che ti sia piaciuta ^^ Inizialmente non ero molto sicura di questa idea, ma le vostre recensioni mi hanno spronato ad andare avanti.

 

Xikhy_Chan

 

I’m really happy! La tua recensione mi ha fatto molto piacere. Soprattutto perché non sono la sola ad interessarsi del passato di quei due ( chissà cos’hanno combinato ih,ih  ^ . ^)

 

Ringrazio Lady Snape e Hachi che hanno inserito la storia nei seguiti.

 

Al prossimo capitolo, gente!

 

 

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Capitolo 4
*** Segreto ***


Salve a tutti e buon Natale! Mi sa proprio che fino dopo le vacanze non pubblicherò più nulla quindi ne approfitto ora!

Signori e signore, ospite speciale della flashfic ( per la gioia di xikhy_chan) Sephirot!!!! ( grazie, grazie ndm Sephirot) ( Buuuuuuu, vattene!ndm Cloud) ( Insomma cercate di andare d’accordo almeno a Natale! è_è ndm io) buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

“ Mi rivelerai mai il tuo segreto?”

Sephirot abbassò lentamente la Masamune e fissò interrogativo Genesis “ Come?”

“ Il tuo segreto” ripetè il rosso tenendo l’accidenmela in billico sulla testa  “ Non mi dirai che sei così forte senza aver fatto niente di particolare”

Sephirot scosse la testa e portò la lama all’altezza degli occhi “ Sta fermo”

“È inutile che cerchi di sviare l’argomento. Non ti darò pace finchè non me lo dirai, giusto Angeal?”

Il moro, seduto poco lontano con una copia di “ Giardini famosi”, si limitò ad annuire.

“ Visto? Comincia a cantare”

“ Mai cantato in vita mia”

Genesis alzò gli occhi al cielo di fronte all’ironia gelida dell’amico “ Andiamo! Il titolo di eroe ti ha fatto diventare più indisponente verso gli amici?”

“ Non ho mai chiesto nessun titolo” mormorò tagliente il Soldier “ E men che meno quello di eroe. Faccio il mio lavoro e basta…..ora stai fermo”

Genesis storse la bocca ,risentito, ma non spicicò più parola.

Seguì un breve silenzio, nel quale Sephirot prese accuratamente la mira.

Poi parlò.

“ Se ci tieni tanto perché non provi ad indovinare?”

Genesis inclinò il capo, sorpreso, rischiando di far cadere a terra la mela.

“ Uhm..” riflettè “ la tua forza….sta nella spada?”

Il platinato fece un segno di diniego, mentre l’ombra di un sorriso spuntava sul suo volto.

“ No? Allora…… infusioni di mako, extra”

“ No”

“ E allora cosa?” sbottò seccato.

Sephirot strinse gli occhi e mimò alcune parole con le labbra.

Da tempo avevano preso l’abitudine di comunicare col labiale, ma in quel frangente Genesis non capì.

La Masamune sibilò nell’aria tagliando il frutto in due metà perfette.

Il Soldier platinato si voltò, rivolgendogli un ultimo sguardo e saltò giù dalla balconata.

“ Parole sante” commentò Angeal chiudendo la rivista “ Ma tu non hai capito vero?”

Genesis scosse la testa.

“ Ha detto: la vera forza di un uomo non sta nella sua spada, ma nel suo animo. Rimanere fedeli ai propri ideali fino alla fine è la vera forza.”

Genesis fissò il punto in cui Sephirot era sparito.

Qualcosa ,nello sguardo che gli aveva lanciato, gli faceva intuire che stesse mentendo.

Nemmeno lui sapeva da dove veniva la sua forza.

Era un segreto che in tutta la sua vita non gli era mai stato spiegato e che forse non avrebbe mai trovato risposta.

Mi sa che non è venuta molto bene -_-“ oh bhè rispondiamo alle recensioni

 

 

Xikhy_chan

 

Apprezzo molto il fatto che tu segua le mie fan fiction ^^ grazie! Spero di non averti delusa stavolta…. Comunque sono una ragazza non hai sbagliato^^

 

Lirith

Mi fa piacere che apprezzi il mio stile di scrittura, anche se spero di maturare molto grazie a voi e alle vostre recensioni!

 

 

Con questo ho finito. Ancora un buon Natale e grazie in anticipo! Ciaooooo!!!

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Capitolo 5
*** da un fanclub ad una setta di fanatici la differenza è poca... ***


Aveva notato un po’ di subbuglio entrando al piano Soldier, ma pensava che fosse per la promozione di qualche secondo.

Invece no.

Gli occhi di tutti, mentre passeggiava immerso nella lettura di Lovless, erano puntati su di lui.

“ Allora??” sbottò dopo un po’ seccato “ Volete una foto o cosa??”

I soldati si affrettarono a dileguarsi, ridacchiando sommessamente.

“ Bha..”

Notò Angeal appoggiato alla parete e lo salutò “ ‘giorno vecchio mio”

Angeal grugnì

“ Ti sei svegliato con la sindrome dell’orso per caso?”

“ No. Permetti una domanda Genesis?”

“ Dipende da che domanda è”

“ Ieri sera, quando ci siamo salutati, non sei tornato subito nel tuo appartamento vero?”

Genesis si mosse nervoso “ No” rispose vago “ Perché ti interessa tanto?”

Angeal tirò fuori dalla tasca il cellulare e gli mostrò una foto sul display.

Un Genesis, non propriamente sobrio, stava appoggiato a due ragazze poco vestite che sorridevano ammiccanti alla macchina foto e un trafiletto sotto l’immagine citava: “ Ieri, il nostro beneamato Genesis è stato beccato in un bar dei bassifondi in compagnia di ragazze di dubbia moralità. Non sappiamo come sia finita la serata, ma perdoniamo Genesis per la sua scappatella sperando che il birichino non ci giochi più brutti tiri”

Genesis boccheggiò sconcertato mentre il suo viso andava dal rosso al viola.

“ Chi è l’idiota che mi ha…”

“ Il tuo fan club”

“ Ho un fan club??”

 “ Sì”

Il rosso sospirò profondamente “ Va bene. Ma a essere fan è molto diverso da essere fanatici, ci manca solo che scrivano di che colore porto le mutande il giovedì!”

BIP!

“ Ehm… Genesis”

Forse da un fan club ad una setta di fanatici la differenza non è poi così ampia…

 

 

 

 

 

Eccomi ad aggiornare!!! Che dire, un altro capitolo un po’ idiota ma spero che vi sia piaciuto.

Ora rispondo alle recensioni

 

 

Mix

 

Davvero ti sono piaciute? Grazie! ^^ anchio adoro quei tre insieme e spero di saper descrivere bene la loro amicizia ( Thanks per aver inserito la storia tra i preferiti!)

 

Xikhy_Chan

 

Ciauuuu!! Meno male che ti è piaciuta, tengo molto al tuo parere di lettrice fidata!! Spero di continuare a sorprenderti! Non c’entra niente però neanchio sopporto Aeris soprattutto se gira intorno a Cloud e Zack è_é

 

Hachi

È venuta bene? Fiù sono contenta. Pensa che volevo farla finire diversamente ma se il risultato è piaciuto sono contenta così!

 

 

E con questo è tutto gente alla prossima!!!!

 

 

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Capitolo 6
*** Il valore dell'amicizia ***


Banora poteva vantarsi di molte cose.

La prima perché erano gli unici produttori di accidenmele dell’intero Pianeta.

La seconda, in futuro, di aver dato i natali ai due Soldier di prima classe Genesis ed Angeal.

Ma prima del loro arruolamento c’era una cosa che rendeva particolarmente fieri gli abitanti.

Gli alberi di banora bianche crescevano un po’ ovunque, ma si potevano cogliere i loro frutti con facilità.

A eccezion fatta di uno che cresceva sull’orlo della cornice rocciosa fuori dal paese.

Si diceva che quelle accidenmele fossero le più buone della contea, però nessuno aveva mai osato toccarle perché ad un passo falso la caduta poteva risultare rovinosa.

Genesis voleva essere il primo a riuscirci, conscio di tutti gli onori che ne sarebbero seguiti, così una mattina di inizio estate si incontrò con Angeal alla pendice del precipizio.

“ Bene Angeal, stiamo per entrare nella storia!”

“ Sei un esagerato”

Spostò lo sguardo verso il basso e calcolò che, se fossero caduti, come minimo si sarebbero fracassati l’osso del collo. Una situazione che preferiva evitare.

“ Genesis non penso che…”

Il rosso le saltò sulle spalle facendolo quasi sbilanciare.

“ Ehi!” urlò il moro “ Scendi non sei un peso piuma!”

“ Scenderò solo quando avrò fra le mani quell’accidenmela” e indicò il frutto che pendeva da un ramo un po’ troppo vicino all’orlo.

“ Genesis..”

“ Dai, avvicinati!”

Angeal sbuffò e si accostò maggiormente all’albero.

Far ragionare Genesis quando si metteva in testa una cosa era impossibile.

“ Ancora!”

“ Umpf”

Genesis si allungò in avanti, ma riuscì solo a sfiorare la lucida buccia violacea.

“ Ancora un po’!”

“ Cadremmo di sotto!”

“ Ma figurati”

Si diede uno slancio troppo forte ed Angeal ,che era in equilibrio precario, scivolò sul bordo e cadde di sotto trascinandosi anche Genesis.

Entrambi sbatterono con violenza contro gli spuntoni di roccia e atterrarono pesantemente a terra.

Angeal si raddrizzò barcollante, col corpo coperto di graffi e abrasioni, e si sorprese di essere ancora intero nonostante la caduta.

Si voltò preoccupato verso Genesis e lo vide rannicchiato su se stesso mentre gemeva pietosamente.

“ Genesis! Stai bene?” si trascinò verso di lui e gli mise una mano sulla spalla, ma l’altro gliela scostò bruscamente. “ Sei un idiota!” urlò “ Non sei capace ad avvicinarti un po’ ad un ramo senza rischiare di ammazzarci brutto incapace?”

Angeal tacque.

“ Cos’è sei scemo? Perché non mi rispondi?”

“ Ti fa male il ginocchio?” chiese il moro mite, e si strappò un lembo della maglietta per bendare la ferita di Genesis.

Il ragazzo socchiuse la bocca stupito.

Sapeva che i genitori di Angeal non erano molto ricchi, e allora perché lui aveva rovinato un capo di abbigliamento che ,probabilmente, era costato sudore e fatica alla famiglia?

“ Fatto” disse stringendola bene “ Adesso aspetta qui, vado a chiamare aiuto”

E detto questo si allontanò zoppicando verso il paese.

Rimasto solo, Genesis abbassò lo sguardo mortificato.

Si era fatto male per accontentarlo, aveva rovinato i vestiti a causa sua.

Eppure non si era lamentato, anzi.

In quel momento, Genesis seppe cosa voleva dire voler bene ad una persona che accettava anche i suoi difetti.

Pianse, pianse a lungo.

“ Grazie Angeal”

 

 

 

 

Eccomi qua! Con un altro chappy serio.

Sinceramente, sono rimasta colpita dal fatto che questa fic sia piaciuta a parecchie persone. Grazie di avermi seguito fino ad adesso! ^.^

Ora le recensioni!

 

 

 

Xikhy_Chan

 

 

Lettrice fidata ^.^ ! eh sì anchio mi immagino Genesis in dolce compagnia uh,uh ^.^.

Spero che questo chappy ti sia piaciuto perché, l’avrò già detto però è vero, ci tengo molto al tuo parere.

 

Mix

 

Grazie! Mi fa piacere la tua recensione! Pure io in crisis core  ho aderito a tutti i fan club ( affamata di gossip) e mamma mia se erano fanatiche quelle lì! Una che voleva Sephirot mezzo nudo, l’altra che scappa lasciando solo il figlio ,ecchè!!!! Però mi sono divertita un mondo a leggere quelle news soprattutto sullo shampoo di Seph ^.^ ^.^. grazie del tuo sostegno!

 

 

Lirith

 

Decisamente un vero uomo! Poveretto però. Quelli del fan club non gli tolgono gli occhi di dosso e di conseguenza si trova sempre sotto i riflettori, nel bene e nel male. Grazie mille ,apprezzo molto il tuo sostegno e spero che questa ti sia piaciuta .Anche se fossi stata al posto di Angeal non sarei stata altrettanto paziente! ( proclamiamolo santo ti va?)

 

Lady Snape

 

Grazie! Spero che anche questa ti sia piaciuta

 

 

Ialli_L

 

Un nuovo arrivo! Davvero ti è piaciuta? Grazie!!! Sono felice di vedere che molte persone si interessano al rapporto di amicizia che lega quei due!

 

 

 

E con questo è tutto alla prossima!!

Ah, visto che me l’avete chiesto in molti….. il giovedì Genesis porta le mutande viola accidenmela con i versi del primo atto di Lovless stampati sul davanti ( dietro c’è una riproduzione della Dea ^.^)

 

 

A presto!!!!!

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Capitolo 7
*** Angeal, tu puoi fare di tutto. Tranne che cucinare... ***


“ Li abbiamo seminati?”

“ Sì, penso di sì”

Genesis si lasciò cadere a terra, stremato dalla precipitosa fuga che avevano fatto dal Forte Tamblin.

L’offensiva suggerita da Heiddger era stata un disastro. Pochi Soldier erano riusciti a scappare, forse gli unici due sopravvissuti erano loro. I wutaiani non avevano potuto nulla di fronte alle gambe robuste e allenate di due campagnoli.

Ora, il problema principale era quello di trovare un posto sicuro per la notte, che stava calando rapidamente, ed Angeal notò una caverna seminascosta da alcune felci. Piccola ma riparata.

Genesis entrò di malavoglia. La prospettiva di dormire per terra sulle pietre non gli piaceva per niente, ma in mancanza d’altro….

Accesero un piccolo fuoco, e fu a quel punto che si accorsero di avere fame.

“ Accidenti” borbottò Genesis portandosi una mano alla pancia “ Mangerei anche il cibo della mensa, talmente ho fame”

Angeal frugò nel suo zaino. Ma i viveri erano assai poveri: gallette, tonno in scatola e un minuscolo boticino di latte condensato.

Genesis aveva le medesime cose, e il suo umore crollò all’istante.

“ Moriremo con le razioni che ci hanno dato!” escalmò gettando lo zaino a terra ed Angeal cominciò a riflettere. Aveva visto delle erbe aromatiche fuori, forse…

“ Dammi le tue cibarie ,Genesis, ho un’idea”

 

 

 

“ Cos’è quella roba??” chiese il rosso davanti alla brodaglia che bolliva nel pentolino da campo, ed Angeal sospirò.

“ La nostra cena”

“ Mi prendi in giro, vero?”

“No”

Prese due bicchieri e gli riempì, poi ne uno porse all’amico che lo prese con un moto di ribrezzo.

L’odore nauseabondo delle spezie gli saliva su per le narici, e i pezzi di tonno e galletta galleggiavano come cupe promesse di avvelenamento alimentare.

Storse il naso “ Non ci avrai messo anche il latte condensato ,vero”

“ Bhè, almeno è più sostanzioso”

Promemoria:devo ricordarmi di uccidere Angeal quando saremo salvi, se lo saremo.

Sotto lo sguardo speranzoso di Angel, Genesis prese il coraggio a due mani e ne ingoiò un sorso.

TERRIBILE

Per poco non gli tornò su, talmente era schifoso. Aveva l’impressione che un branco di pesce andato a male stesse ballando sulla sua lingua, incitandolo a rimettere. Cosa molto probabile.

“ Allora, com’è?”

Genesis non volle deludere l’amico, così sorrise in maniera un po’ forzata, cercando di non vomitargli la zuppa in faccia.

“È….. buonissima….” Gracchiò tossendo ed Angeal annuì, sollevato.

“ Bene” e bevve.

Gemette disgustato e sputò la brodaglia a terra, battendosi il petto con una mano.

“ Ma fa schifo!!” escalmò deluso, e Genesis le passò le spalle con un braccio.

“ Angeal” declamò con voce profonda “ Tu puoi fare di tutto..”

Tacque un attimo, avvertendo il saporaccio punzecchiargli le papille gustative.

“ Tranne che cucinare” concluse strizzando gli occhi.

 

 

 

Eccomi qua!!!!!!!  Sinceramente fa un po’ schifo -_______-“ scusate……….

Passiamo alle recensioni, che è meglio…..

 

 

Xikhy_Chan

 

Felice che ti sia piaciuta pure questa! ^________^

Invece quest’altra non è un granchè -___-“. Spero che non sia completamente orrenda….. Ah senti, per le recensioni in più, io ho cliccato su cancella ma poi mi dice che la persona che  l’ha mandata provvederà all’eliminazione definitiva. Quindi devo fare altro? No perché non ho capito molto bene…..

Continua a seguirmi mi raccomando!! ( finisco almeno due delle ficcy che ho cominciato, poi vorrei scrivere una ZackxGenesis ,ma è solo un progetto! Se hai qualche consiglio lo ascolterò volentieri!)

 

Ialli_L

 

Grazie ^___^ ! Sono contenta che le mie storie piacciano!

 

Tico_Sarah

 

Sì Genesis è un testone. Fossi stata al posto di Angeal un bel ceffone in piena faccia, altro che medicazione!  Comunque sono contenta che ti sia piaciuta……

 

 

LadySnape

 

Ma sì, infondo anche Genesis è un tenerone che vuole bene ad Angeal…… grazie mille per il sostegno!

 

Final Alchemist

 

Onorata! Mi fa sempre piacere che ci sia qualcun altro ad interessarsi a quei due. Genesis tonto? Aspetta che lo chiamo, così puoi dirglielo in faccia…. Scherzo ^_____^

Continua a seguirmi mi raccomando!!!!

 

Alla prossima gente!!!!!!!

 

 

Incolla qui il testo.

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Capitolo 8
*** Impressioni ***


“ Bene ragazzi” esclamò l’istruttore alle reclute “È venuto il momento di utilizzare le Hardy-Daytona che il Direttore ci ha fornito per l’addestramento su territori impervi”

Un improvviso buonumore invase il gruppetto di Terzi, che non vedevano l’ora di salire in sella a quelle meravigliose moto e sgommare il più lontano possibile da quella base polverosa nella quale erano stai relegati per settimane.

Finalmente, un po’ di dinamismo.

“ Purtroppo..” si intromise l’istruttore per chetare il chiacchiericcio “ La Compagnia ha potuto inviarci solamente due veicoli. Di conseguenza, solo due di voi potranno usufruirne”

L’entusiasmo della truppa si spense in un silenzio costernato.

Alcuni, infuriati, mormorarono un mezzo insulto al Direttore, e maledissero il loro superiore, che li guardava visibilmente compiaciuto della frustrazione generale.

Genesis desiderò che un branco di chocobo lo calpestasse.

“ Vediamo” riflettè grattandosi il mento “ Uhm..” tutti si fecero più attenti, allungandosi impercettibilmente in avanti.

“ Hewley e Raphsodos” decise infine “ Venite qui”

I due ragazzi si avvicinarono all’istruttore, seguiti dalle occhiatacce omicide dei compagni di camerata.

“ Consegnate questo spaccio a Kalm, e mi raccomando. Se le moto torneranno anche solo con un’ammaccatura in più, pulirete le latrine a vita. Mi sono spiegato?”

I due deglutirono, ma risposero velocemente con un “ Sì, signore!” e salirono in sella alle grosse moto, partendo in una nuvola di polvere.

 

 

Il rombo assordante dei motori riempiva le orecchie dei due ragazzi, inebriati dalla velocità e dall’aria fresca che li scompigliava i capelli.

Grosse nubi di polvere si innalzavano al loro passaggio, ma non per questo Genesis non riuscì a scorgere un gruppo di ragazze in lontananza.

Gli venne un’idea.

“ Sta a guardare Angeal!” urlò in direzione del compagno dando una brusca accelerata “ Adesso le impressiono!”

Il moro strabuzzò gli occhi “ Cos..? Fermo!”

L’ altro non lo sentì e proseguì a velocità sovrumana.

Quando fu abbastanza vicino alle ragazze, impennò la moto, rimanendo in billico sulla ruota posteriore. Sorrise. Adesso sì che somigliava ad uno figo.

Ad un certo punto la moto prese una buca e Genesis non riuscì a reggere il peso che tornava a terra. Con un sobbalzo, venne disarcionato dalla moto e volò nel fosso attiguo alla strada. Il veicolo continuò a rimbalzare rumorosamente sull’asfalto.

“ Stavolta l’istruttore mi ammazza” pensò atterrando di schiena sull’erba.

“ Auch..”

Il ruggito di un altro motore lo fece voltare.

Angela lo fissava, dapprima preoccupato, poi con espressione sufficiente e Genesis sospirò, aspettandosi una lavata di capo epica.

“ Devo dirtelo?” commentò il moro sarcastico “ Hai impressionato pure me”

“ Bhà, spiritoso!”

Era vero che oltre al danno seguiva sempre la beffa.

 

 

Eccomi con l’aggiornamento rapido ^____^

Ih, ih questa idea mi è venuta fuori dopo una scenetta che ho visto ( ma non con le moto, eh?)

OK! Le recensioni!

 

Lirith

 

Ah, non fa niente! Anchio delle volte ho dei vuoti di memoria…. Freud sarebbe stato contento di avermi come soggetto di studio. Oh bhè, sono contenta che ti siano piaciute ^____^ continua a seguirmi, mi raccomando!

 

LadySnape

 

Grazie del tuo appoggio, lo apprezzo davvero molto ^_____^

 

Xikhy_Chan

 

Ciao lettrice fidata! Sono contenta di vedere che le mie storie ti piacciano così tanto! Grazie!!

P:S se vuoi leggerle, le Cronache del Mondo Emerso sono davvero belle. le Guerre un po’ meno, ma per capire un poco delle Leggende ( Che secondo me sono equiparabili alla vecchia trilogia ) bisogna almeno darci un occhio -_^

Ah ecco, nel messaggio che mi hai mandato non me lo fa aprire e dice FILE CORROTTO, il file potrebbe danneggiare il sistema….

 

Tico_Sarah

 

Eh sì, povero Genesis, sono davvero cattiva! Comunque se vuoi cucinare per lui ti appoggio in pieno. Anche perché credo che nessuno cucini peggio di Angeal ^____^ ( latte condensato, tonno e gallette in una zuppa.. Bleah!) continua a seguirmi mi raccomando!!!!

 

 

Alla prossima gente!!!!!

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Capitolo 9
*** Arrivederci, amico mio ***


 

Andando avanti, passo per passo, ci accorgiamo che la vita è un immenso inganno.

Un inganno che si tramuta in certezza all’ultimo estremo della nostra esistenza, all’ ultimo respiro.

Alla vista dell’unica persona con cui hai sempre condiviso tutto, morta. E una parte delle responsabilità cade ancora una volta addosso a te. Mostro, assassino, disertore.

Un Soldier nato per volere di un destino beffardo che muove i fili di un’immensa pazzia. Tua e del mondo.

Spesso ti sei chiesto cosa succede  alle persone quando impazziscono. Adesso lo sai.

Soffrono, per peccati commessi dai loro predecessori. Colpevoli di essere venuti al mondo, disprezzati, cacciati, uccisi.

Subiscono, perché in fondo al cuore sentono che è giusto.

Tu non sei mai stato dello stesso avviso.

Subiscono perché sono dei deboli, perché non sono te.

Tu non senti il peso dei legami ,ora. Niente ti lega alla persona che eri prima di scoprire l’orribile verità sulla tua origine. Ne la tua famiglia, trucidata in una mattina d’estate, ne Soldier, a cui avevi giurato fedeltà eterna.

Sei un uomo con un nome e cognome che detesti, perché ti ricorda troppo l’ingenuo ragazzo con un’incrollabile fede verso il padrone. Detesti guardare il riflesso del tuo volto perché, infondo, tu volevi essere come gli altri.

Ti ci sono voluti pochi secondi  per capirlo, ma non l’avresti mai ammesso davanti a nessuno.

Nemmeno a chi, con pazienza, ti ha seguito condividendo il nomignolo di mostro e lo stesso, crudele, destino.

Era tuo amico. “era” perché adesso lo osservi dormire in una grossa pozza di sangue, sereno come non lo era più da tanto tempo. Sembra anche più giovane, nonostante i segni del deterioramento che formano inquietanti cicatrici sul volto.

Per un attimo sei invidioso.

Ma non sai dire se di lui o della morte.

Lui ha scelto la via più onorevole per lasciare questo  mondo corrotto, liberandosi dalle catene   che lo tenevano prigioniero in un corpo ripugnante.

Ora era felice.

E il cielo avrebbe avuto un nuovo angelo tra le sue file.

Ma tu non potrai mai più vederlo.

Perché andrai all’inferno una volta terminato il tuo compito.

Non puoi fare a meno di versare qualche lacrima, piangendo come non lo facevi più da tempo.

L’unica persona che fino a quel momento ti aveva sostenuta è morta. E tu sei dannato.

Ma in fondo al tuo cuore, speri ancora di poterlo incontrare.

Forse un giorno, forse mai.

Ma di una cosa sei certo.

Questo non è un addio.

 “ Arrivederci, amico mio”

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Capitolo 10
*** Sei mai stato innamorato? ***


.

Sephiroth, tu sei mai stato innamorato?

Che sciocchezza.

Le solite cretinate che vengono fuori quando Genesis trova un liquore che lo aggrada. Ed Angeal gli da pure man forte. Non si sbronza mai, certo , però quando vuole sapere qualcosa diventa più pettegolo di una comari.

Forse è solo preoccupato. È preoccupato dal fatto che tu non abbia nessuno ad aspettarti una volta fuori da questo  palazzo, e non è molto distante dalla realtà.

Quando accendi la luce del tuo appartamento tutto appare incredibilmente malinconico, spento. Un po’ rispecchia la condizione del proprietario, un po’ vorresti che non fosse sempre così.

L’idea l’hai accarezzata più volte, quella di trovarti una compagna. Ma tra una missione e l’altra ti preoccupi di più di portare a casa la pellaccia, anche se non ti sei mai reso conto che, forse, non ne vale realmente la pena.

Per chi torni se non c’è nessuno ad aspettarti?

Nella sala dove ti trovi ora c’è molta gente, e tutti ti guardano con ammirazione.

Te ne stai un po’ da parte, con le baraccia incrociate al petto e gli occhi bassi, in un atteggiamento che molti considererebbero sbruffone, a parte chi ti conosce bene e sa che non ti piacciono quelle occasioni di mondanità.

Il Presidente  vi  invita ai ricevimenti solo per poter mostrare a tutti che si è accaparrato il giocattolo migliore, te, e non esita a vaneggiare su qualità che tu non riconosci. Delle volte, ti imbarazza tutta questa confidenza dal tuo datore di lavoro, ti fa fare la figura dell’idiota più volte di quanto tu creda.

Osservi con distacco, notando Genesis intento a leggere una copia di Lovless seduto proprio sul tavolo del punch, circondato da qualche dirigente che l’addita indignato.

Angeal si è portato una mano al volto, fingendo di non conoscere quell’indisciplinato, ma proprio questa parte di Genesis ti piace.

Lui se ne frega di tutto e di tutti, fa semplicemente quello che si sente di fare, un lusso che tu non ti puoi permettere.

Chiudi gli occhi e quando li riapri qualcosa cambia nella sala.

Tra la folla spicca una figura che senti di poter riconoscere anche fra cento anni.

È lontana da te, ma senti chiaramente un profumo dolce avvolgerti i sensi, inibendo ogni capacità razionale.

È sottile, chiara, sembra che stia in piedi per puro miracolo, circondata da quella folla che ormai ti sembra scura e priva di senso  vicino alla sua visione.

I capelli le scendono sulla schiena come una criniera, mossi, di un bel castano chiaro. L’abitino d’argento che porta non è nulla di speciale, ma fa risaltare la sua figura tra la sfilza di abiti esageratamente scollati delle altre donne. Un fiore in mezzo alle erbacce che vogliono sembrare rose.

Hai la bocca secca, speri che non si volti ma è esattamente quello che fa. Due occhi verdissimi si piantano nei tuoi, concedendoti i due minuti di adrenalina che non hai mai provato in quel frangente.

Delle lentiggini appena accennate e un sorriso rivolto proprio a te, l’eroe acclamato da tutti,  ti sciolgono le gambe come burro. Meglio di quanto ti aspettassi , forse hai finito di cercare.

Anche perché adesso gli sei davanti, senza sapere come.  Trovi incredibile che tu sia riuscito a camminare per arrivare da lei.

La giovane ti sorride ancora, e senti le tue labbra piegarsi per fare la medesima cosa.

Non è difficile, senti che c’è già qualcosa che scorre vicino ai vostri corpi. Non è la gente, non è l’aria.

È qualcosa di più bello e piacevole.

“ Ciao”

Chi l’ha detto? Tu o lei?

La fissi un momento, smarrito, e lei ride. È veramente bella.

“ Mamma” abbassi lo sguardo, e vedi una bimba che è l’esatta fotocopia della ragazza di fronte a te, ma ha un vestitino rosa e i capelli stretti in un fiocco del medesimo colore.

“ Oh” le tue iridi si incupiscono quando la bimba si aggrappa alle gambe della madre con fare possessivo, e ti volti per andartene.

Senti la tua mano trattenuta in una più piccola e fresca, lei non vuole che tu la lasci così presto.

Stai per esplodere, è troppo.

La guardi, ti perdi in quei pozzi smeraldini, e non pensi più. Le sue spalle sono davvero così pallide, ma non le farai del male. L’accosti a te, senza strattonarla.

In una sala gremita di gente, con la bambina a dividere ulteriormente i vostri corpi e conscio che Genesis ti prenderà in giro per tutta la vita, la baci.

Le sue labbra sulle tue, in un intreccio di lingue e amore che non avevi mai conosciuto, la sua pelle.

È tutto così nuovo per te, ma non sconosciuto. Anche se non hai mai baciato una donna, sapevi come fare.

Delle volte, essere un semplice spettatore può risultare utile.

Ti stacchi, con lentezza, gli occhi socchiusi.

“ Come ti chiami?”

Ma che domanda è? Dopo averla baciata glielo chiedi?

Forse non l’avresti fatto se te l’avesse detto prima.

“ Il mio nome è Jenova” apri gli occhi, di scatto.

Davanti a te non c’è più nessuno, solo il buio, e lei che ti fissa senza vederti  veramente.

“ Figlio mio. Finalmente potremmo tornare insieme” mormora mutando la sua forma con quella di un essere, a tuo parere, infernale.

Ma il fatto che si sia tramutata in un mostro, non cambia il tuo parere. Ai tuoi occhi è ancora più bella, anche se devi lottare contro la nausea che ti sta trascinando in un baratro senza fine.

Ti turba tutto ciò, e la bambina ti condanna solo con uno sguardo dei  suoi sfavillanti occhi verdi.

“ Cosa hai fatto!” sibila e tu scuoti la testa, incredulo. Cosa? Cosa?

“Io..”

E allora vedi di nuovo la morte, la vedi che trapassa lo stomaco della piccola con un suono secco. Il sangue, di nuovo, ti pare di sentirlo nella tua bocca quando lei si accascia a terra. Negli occhi un’ultima accusa.

“ COSA HAI FATTO!!”

Riapri gli occhi.

Il cuore batte a mille, sei talmente turbato che anche Angeal l’ha notato e si sta avvicinando.

“ Tutto ok?” chiede apprensivo e tu annuisci.

Sei di nuovo tu, circondato da una folla adorante.

Era un sogno.

Ti volti. La ragazza non c’è più.

Ma dovevi aspettartelo.

Jenova.

“ Sephiroth, sei mai stato innamorato?”

Madre…… presto torneremo insieme.

“ Forse, Genesis, forse”

E allora non ci separeremo mai più.

“ Forse”

Mai più.

 

 

 

 

Ok, so che può sembrare strano. Ma mi è venuta  l’ispirazione ed ecco questa storia, con Seph per protagonista. Bho se non avete capito qualcosa chiedete pure, ma immagino che sia chiaro.

Ringraziamenti ( che l’altra volta mi sono dimenticata, baka -_-“)

Lady Snape

Eh, lo so. Ma non sapevo proprio come finire. Comunque grazie per i suggerimenti ^_^ sempre ben accetti per migliorare!

Angeal

Non preoccuparti! Anchio mi dimentico, ho il cervello messo peggio di uno scolapasta -__-“ povera me…

Comunque apprezzo il fatto che la fic ti piaccia, sono contenta davvero! ^___^

 

Tico_Sarah

 

Ma povero Genesis!! No aspetta, un po’ se lo meritava. Una bella lezione d’umiltà per quel rosso con le manie di onnipotenza. Che figura di m***a  però XD

Per Angeal….. sigh… lo rivoglio anchioooooooooo!! Povero!! Resuscitiamolo!! ( sììììììììì) ( nooooooo Genesis che ruba le cose di Angeal) ( uccidiamolo!!) grazie del tuo sostegno, spero che questa ti sia piaciuta perché…. Io non ho parole O_O da dove mi è uscita??

 

Ialli_l

Don’t worry. La scuola prima di tutto (purtroppo) ma sono contenta che tu mi abbaia lascaito una recensione!! ^___^ grazie spero che questa ti piaccia…

 

Xikhy_Chan

Eccomi!! Sono felicissima che ti sia piaciuta ^___^ io la trovavo un po’ noiosa però… grazie!! Il tuo parere mi fa sempre molto piacere, lo apprezzo moltissimo. Ora sono un po’ impegnata con la scuola quindi credo che il ritmo sarà un po’ lento. So che tieni a Sephiroth, anche se qui si sbaciucchia sua madre ( oddio O_O Jenova bleargh..) spero che ti sia piaciuta l’idea. Ciao un bacione!!

The one winged angel

Ehilà! Grazie per aver inserito la storia nelle seguite!! ^_^ sono felice che ti piaccia, questa è un po’ più seria però…. Non so che dire, qualcuno mi pugnalerà alle spalle per questa idea bislacca O_O

Continua a seguirmi, un bacio.

 

 

 

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Capitolo 11
*** Col tempo imparerai a sopportare ***


.

La morte, è di per se un avvenimento. Ma bisogna guardarla con gli occhi di chi l’ha causata per capirla veramente.

 

 

 

 

Assuefarsi a certe cose è difficile, spesso impossibile se si tratta di uccidere.

Il sapore del sangue sulla lingua diventa una droga, un tormento, una scelta di vita.

La cenere che si deposita sugli abiti offusca ciò che dovevano essere realmente.

Divise di protettori, eroi della pace.

Per questo era entrato in Soldier, solo per questo.

Voleva rendere giustizia a questo mondo lordo di bugie e inganni, ma la spirale di corruzione aveva inghiottito lui come tutti gli altri.

E mentre le case bruciavano le sue mani tremanti stringevano la spada, macchiata di rosso come una condanna inappellabile.

Aveva paura, paura di ciò che stava facendo. Non era questo che facevano gli eroi.

Gli eroi non ammazzano innocenti a mente fredda, non ridono del loro dolore. Le fiamme dell’inferno vorticavano senza toccarli, demoni  e macellai che sarebbero rimasti impuniti dopo la loro orgia di sangue.

La testa gli girava vorticosamente, stordito dai fumi acri e dal tanfo di morte.

Basta…

Fece irruzione in una casa, abbattendo la porta con un calcio. Si gettò a carponi, scosso dai conati di vomito, tenendo stretta la spada nella mano destra.

Non riusciva ad andare avanti, ma il destino non gli concesse l’agognata pace.

Una figura accovacciata nell’angolo balzò verso di lui, urlando, brandendo un’ascia. Fece appena in tempo a buttarsi all’indietro e riparare la testa. L’ascia cadde come un fulmine sul pavimento e il ragazzo seguì l’istinto, spingendo la spada nel ventre del’aggressore, affondando nelle sue carni.

L’estrasse brutalmente e un fiotto di sangue lo colpì in volto.

Solo in quel momento si accorse che era una ragazzina poco più piccola di lui.

L’aveva sventrata e lei, in ginocchio, si teneva le viscere che iniziarono a riversarsi sulle assi del pavimento.

Lo sgomento gli impedì di muoversi, ricambiando lo sguardo affranto della ragazza.

“ Perché?” le labbra della giovane si mossero senza emettere suono, mentre la battaglia imperversava col fragore di una tempesta.

Vide la sua pancia squarciata, si piegò in avanti, vomitò, urlando il suo orrore. Lei tremò, fissando qualcosa oltre alle sue spalle.

Un rumore forte, una rosa rossa che lo macchiò ulteriormente di  sangue innocente. Lei che si accasciò, morta.

Si abbandonò all’oblio, sentendo a malapena la voce che lo chiamava da dietro.

Che importanza ha?

 

 

 

 

Fumo, lamenti, un viso conosciuto che lo fissava dall’alto, tenendolo fra le braccia.

“ Ti sei svegliato” disse semplicemente, ma con una nota di sollievo nella voce.

Il ragazzo singhiozzò.

“ L’hai uccisa” se avesse avuto la forza lo avrebbe urlato, ma riuscì solo a sussurrare quell’accusa fievole come l’aria.

“ Sarebbe morta comunque. Le ho solo risparmiato ore di agonia”

“ Angeal?”

“ Mh?”

“ Riuscirò ad abituarmi?”

Angeal tacque, studiando le iridi azzurre offuscate dalle lacrime del ragazzo.

Avrebbe voluto dirgli che certe cose non sarebbero mai diventate abitudini, che era ancora troppo giovane per capire cosa gli sarebbe aspettato in futuro. Ma perché turbarlo già da subito?

“ Imparerai a sopportarlo”

Almeno il suo allievo avrebbe passato una notte immune dai fantasmi.

Un lusso che lui non aveva più.

Apprezza la vita e ciò che hai, Zack, perché gli eroi che tu cerchi sono morti da tempo.

 

 

Aaaaallora… questa idea mi è venuta un po’ di tempo fa. È un’ipotetica prima missione di Zack, in cui lui scopre per la prima volta cosa vuol dire uccidere. Ok recensioni:

Jenova91

Sono contenta che ti sia piaciuta ^_^ in effetti scrivendo mi sono venute in mente proprio Aeris ed Ifalna, dato che si pensava che gli antichi fossero figli di Jenova…. Volià l’ispirazione! Spero che anche questa sia di tuo gradimento!

Tico_Sarah

Non c’è niente da fare io Genesis lo considero un indisciplinato! E sì Sephi qui è proprio caro, povero tesoro…. Un bel colpo gliel’ho fatto prendere O.O come vedi ti ho accontentata anche se è un po’ più seria delle altre. Grazie della tua dedizione!

The one winged angel

Anch’io sono gelosa.. sephi  è mio, cioè niente scherzavo ^^” ( mi fissano tutte male sennò) sono contenta che ti piacciano, anche perché ho intenzione di inserire Sephi più spesso. Grazie della recensione.

Lady Snape

Ti ho fatto trattenere il fiato eh? Allora preparati per un’altra sorpresa…. Perché Sephi ha deciso di sposarsi con Jenova! Siamo tutte invitate a nozze e ,mi raccomando, portate un regalo! Ok basta cavolate. Sono felice che le mie storie ti piacciano!

Ialli_L

Anche tu fan di Sephiroth?? Give me five! Sono sempre contenta di scrivere per voi!

 

 

Volevo solo dirvi che se avete qualche richiesta io proverò a scrivere qualcosa a vostra scelta, cercherò di soddisfare tutti.

Ciao, ciao alla prossima!!

 

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Capitolo 12
*** Mutande ***


.

MUTANDE

 

“ Mamma!”

Genesis si fiondò in camera sua, notando sua madre china sui cassetti della biancheria.

“ Che stai facendo?”

La donna si raddrizzò, piegando con cura un paio di calzini.

“ Preparo la tua borsa. Non vorrei che a Midgar ti mancassero i calzini puliti”

E sorrise, facendo avvampare il ragazzo di rabbia.

“ Guarda che non sono messo così male! Me la faccio io la borsa”

“ Tranquillo. Ci pensa la tua mamma a queste cose”

“ ARGHHH!!” e si fiondò fuori di casa, sentendo ancora sua madre domandarsi :

“ Dove avrò messo le mutande appena stirate?”

Partire non è poi un’idea così malvagia, dopotutto.

 

 

Genesis si diresse a grandi falcate verso la sua nuova sistemazione, trascinando il pesante borsone sotto lo sguardo beffardo dei suoi superiori, che commentavano malignamente la sua altezza rispetto al bagaglio.

Idioti, quando sarò un Primo vi pentirete.

Ma per il momento la strada era lunga.

Subito dopo la cerimonia avevano smistato i fanti nelle loro camere e aveva scoperto con disappunto che lui ed Angeal erano stati divisi.

“ Pazienza amico”

Ed ora eccolo lì, nero di rabbia sia per quel fatto per la divisa stretta che le graffiava l’interno coscia.

Un inizio da dimenticare, ma almeno la speranza  che il suo compagno di stanza non fosse quel radicale fanatico dello scomparto treno di fronte lo animava di un leggero, per quanto instabile, buonumore.

 

 

 

“ Perché quelli di Corel sono tutti dei terroristi. Un manipolo di minatori ignoranti che scioperano per avere la retribuzione anche sugli straordinari quando fino a un mese fa non sapevano nemmeno cosa significava. Terroristi ingrati. Dovrebbero leccare i piedi al Presidente per la concessione che li ha fatto, la Shinra è grande”

Genesis ogni tanto annuiva, tenendo lo sguardo fisso sulla borsa che stava disfando. Senza prestare attenzione a quell’idiota ( che a quanto pare era di una nobile famiglia ,profondamente  razzista verso la classe operaia e persone con strane tendenze) poggiava la biancheria sul letto.

“ E quegli uomini che si vestono come donne??” esclamò scandalizzato sedendosi per terra “ Non li trovi disgustosi?”

“ Uh.. sì, certo”

Prese un paio di mutande, ma srotolandole si accorse con orrore che erano di un leggero color rosa. Per di più, notò spalancando gli occhi, erano pure piene di pizzo sul bordo.

Deglutì, spostando lo sguardo sul compagno di stanza.

Era rimasto paralizzato, con gli occhi fuori dalle orbite ad osservare sia lui che l’indumento. Capire a  che stava pensando era inutile, si poteva vedere benissimo dalla sua espressione.

Genesis fece un sorrisetto, cercando di buttare il tutto sul gioco.

“ Ti piacciono le mie mutande, tesoro?”

 

 

 

“ E ha voluto assolutamente cambiare stanza?”

“ sì, Angeal, non poteva convivere  con la feccia. Il “tesorino””

Angeal sogghignò “ Sei una carogna, Genesis”

“ Già, ma almeno ora siamo in stanza insieme”

“ Stai cercando di sedurmi?”

“ Va al diavolo!”

“ Qualcuno si è preso una cotta? La parte della donna al matrimonio la fai tu però, visto che hai già la biancheria giusta”

Un paio di mutande svolazzò allegramente sopra le strade di Midgar.

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Capitolo 13
*** Imitazioni pericolose ***


 

Zack odiava Angeal.

La prima volta che l’aveva visto aveva pensato di poterlo ammansire con una delle sue solite buffonate, ma l’effetto desiderato aveva preso una piega piuttosto pesante.

Dodici ore di allenamento punitivo, come quel giorno.

E solo per essersi finto malato per poter vedere la nuova infermiera che, a detta di Kunsel, era molto carina.

“È un tiranno” borbottò rimescolando la minestra pastosa nel piatto “ E io lo odio”

“ Lo so, piccoletto, con Angeal  la vita non è rosa e fiori. Ma poteva andarti peggio, credimi” Dilan ricordava sempre con timore le giornate di ronda con Sephiroth, e non faceva altro che lodare la fortuna dei compagni. Quel giorno il tavolo era pieno di fanti della stessa  linea di Zack, ma per quel nanetto scanzonato aveva una predilezione particolare. Più degli altri.

“ Non fare quella faccia!”

“ Ma sono stanco! Uffa!”

“ Facci l’imitazione di Angeal!” disse ad un tratto, sorridendo “ L’ultima volta sono morto dalle risate. Raccontala anche agli altri”

Tutti si fecero più attenti.

Zack lasciò andare il cucchiaio, improvvisamente più allegro, ed afferrò i broccoletti che teneva nel piatto. Se il portò fin sopra la fronte e si schiarì la gola, in modo da rendere la sua voce simile a quella del burbero maestro.

“ Zack!” esclamò atteggiando il viso ad una maschera di austerità “ Allenati duramente e pensa all’onore. Vedrai che un giorno spunteranno anche a te queste sopracciglione boschive, e allora capirai di essere diventato un vero uomo come me. EH, ma dove sei? Non riesco a vederti con questa giungla tropicale sugli occhi, qualcuno chiami la deforestazione!!” gli altri scoppiarono a ridere, battendosi le mani sulle ginocchia e tanta ilarità attirò Angeal che stava arrivando in sala mensa.

Tutti ammutolirono, tranne Zack. Il giovane non si era accorto della presenza del First Class.

Dilan le diede una gomitata, mormorando.

“ ZacK. Angeal…”

“ E certo che è Angeal. Con quelle sopraciglia non c’è nessuno qui”

Il diretto interessato si irrigidì.

“ Senti questa Dilan: oltre alla sopracciglia un giorno avrai anche la mia spada. Ma se ne riparlerà se avrai qualcosa da compensare. Quella lama non è così grossa solo per essere scomoda e inutile” posò i broccoletti, e notò lo sguardo terrorizzato dei suoi compagni.

“ Che c’è? Dai, come siete impressionabili! Se avete uno scopettone a portata di mano posso imitarvi anche Sephiroth!”

“ Ah sì? Sono proprio curioso”

Zack si paralizzò. Quella voce era troppo famigliare per i suoi gusti.

Voltò lentamente la testa, e quando vide il volto del maestro sorrise.

“ C-ciao Angeal”

“ A cos’è che serve la mia spada?” chiese Angeal  con un sopracciglio sollevato “ Mh?”

Quando due ore dopo Zack si ritrovò a dover pulire i centoventi  bagni , ripromise a se stesso di non offendere più il suo maestro e la sua spada.

 

 

 

 

Grazie a tutti quelli che hanno commentato ^_^ alla prossima!!!!

 

 

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Capitolo 14
*** Silenzio ***


 

Genesis non sopportava quel silenzio.

Quel luogo ne era pieno, saturo, eppure non poteva che trovare una logica in tutto questo: nel fuoco che quasi non scoppiettava sui ciocchi carbonizzati, nell’aria che sibilava in maniera impercettibile fra le imposte, sostituendo la sua voce sibillina a quella degli abitanti della casa. In tutto.

Lo scheletro di quell’esistenza era fatto di silenzio, talmente impenetrabile da non far trasparire alcun suono esterno, come se la casa fosse isolata dal resto del mondo, proteggendola dalla realtà sempre più ostile e vicina.

Il rumore degli spari sembrava lo scoppio di un tappo di bottiglia, e delle volte si sorprendeva a pensare che la guerra non fosse  poi così terribile come dicevano. La vita parallela che viveva con l’umile senpai e sua nipote lo induceva a prendere la questione come un gioco di resistenza.

Ma l’esito pareva abbastanza scontato.

Wutai avrebbe perso.

 Ma loro si sarebbero serrati in un silenzio ancora più ostinato, fino a perdere del tutto il dono che Leviathan le aveva concesso. E allora sarebbero morti gli ultimi ideali di orgoglio e patriottismo.

Ogni tradizione sarebbe perita nel silenzio del umiliazione.

 

 

“ Sono Genesis Rhapsodos”

Il giovane allungò una mano verso l’anziano senpai, ma vedendo che il vecchio non aveva alcuna intenzione di stringerla la ritirò indietro.

Il vento dall’umido sentore salmastro fischiò sommessamente fra la chioma del salice che affiancava la bassa dimora, sibilando l’ira inespressa che ardeva negli occhi neri e saggi del anziano.

Il ragazzo raddrizzò la schiena, cercando di darsi un tono più o meno convincente.

“ Vengo per conto della Shinra Inc.” continuò cordialmente, e le sopracciglia del senpai si piegarono in un arco perfetto di preoccupazione.

“ Dovremo requisire la casa e adibirla a rifugio contro i ribelli di forte Tamblin. Ho qui un’ordinanza che spiega tutto”

Mentre il vecchio leggeva in silenzio il pezzo di carta che Genesis aveva estratto dalla tasca, lo sguardo del giovane venne catturato da una macchia verde smeraldo al di la delle spalle del padrone di casa.

Una figura indistinta che spiccava solo per il kimono variopinto a motivi fantasiosi, quasi bestiali, e per la peonia fresca dietro l’orecchio sinistro. Il viso fragile di porcellana, dai tratti accennati ed effimeri.

Subito non riuscì a concepire se fosse umana, se avesse effettivamente un volto a cui dare un peso, una valutazione. Gli bastò perdersi in due pozze d’onice per capire che, sì, era umana ma anche una delle più belle donne che avesse mai visto. Con la semplicità innata, con l’innocenza di chi non ha mai visto nulla se non le pareti di una casa che stringeva nelle spire di una prigione perpetua, era riuscita a disarmarlo nell’intima convinzione di saper affascinare ogni donna.

E inizialmente ne rimase sconvolto.

“ I miei compagni arriveranno fra un mese” riuscì a dire, riportando la sua attenzione al vecchio senpai “ Per il momento ci sono solo io”

L’uomo lo fissò a lungo, senza dire niente.

E Genesis capì che non avrebbe ottenuto altra risposta.

 

 

La ragazza si chiamava Sayuri e, come suo nonno, non gli aveva mai rivolto parola nelle tre settimane che aveva passato in quella casa. Stava sempre in disparte, come se la vita al di fuori della stanza da cucito non esistesse, presa dai suoi lavori che terminava con la stessa solerzia di un artigiano, creando magnifici yucata che poi suo nonno portava al mercato in sella ad un chocobo spennacchiato ma robusto.

La prima volta Genesis ne aveva approfittato.

“ Ciao”

La ragazza sobbalzò, lasciando cadere il fuso del telaio a vuoto. Un filo blu scuro si impigliò nell’arcolaio, ingarbugliandosi  fra i raggi di quel orrore preistorico. Di sicuro nessuna donna civile avrebbe voluto utilizzarne uno.

Questo secondo Genesis.

Tuttavia non gli ci volle molto per capire che era partito col piede sbagliato.

Si inginocchiò, e cominciò a tirare con delicatezza i fili, riuscendo faticosamente a rimediare al disastro.

Sayuri lo osservava timorosa, indietreggiando pian piano con le mani.

Era sola, sola con quel ragazzo dagli occhi strani. Ed aveva paura.

Genesis finse di non accorgersi del disagio della giovane, e la fissò senza riguardo, cogliendo una vena bluastra che spiccava sull’incarnato niveo del collo come una ramificazione arborea.

“ Ieri non ti ho più vista”

Sayuri abbassò gli occhi, e cominciò a raccogliere gli aghi sparsi sul tatami.

Quello straniero non aveva avuto neppure la decenza di togliersi gli stivali, e non riuscì a nascondere un sospiro costernato.

“ Mi chiamo Genesis” continuò il rosso imperturbabile “ Tu sei Sayuri, non è vero?”

Lei non rispose.

“È un bel nome”

Lei non rispose.

“ Non voglio farti del male” Genesis sorrise, ma il suo sorriso assunse un tono involontariamente ironico, irritato dall’indifferenza nei suoi confronti. Sayuri non rispose nemmeno stavolta.

Si alzò, lentamente, e altrettanto lentamente sparì dietro  il paravento decorato che divideva le camere.

Genesis rimase inginocchiato, osservando l’airone di stoffa abbandonato sul tatami. Assottigliò le palpebre.

Cosa pensavano di ottenere?

Sbuffò.

Forse aveva sempre sottovalutato l’orgoglio di quei selvaggi.

 

 

 

Sono tornata! Questa shot non è  finita qui, ce ne è un altro pezzo, ma ho deciso di dividerlo.  Probabilmente non sarà la prossima, abbiate pazienza. È per staccare un po’.

Sono molto triste ultimamente.

Ho preso ispirazione da un libro che ho letto questa estate ( le silence de la mer). La tematica era stuzzicante, ma la trama…. Bhè.

Che ne pensate della coppia Genesis x Sayuri???

Visto che avevo affiancato Jenova a Seph, ho deciso di dare a Genesis i suoi attimi di gloria!!!

 

The_strange girl

Sì, l’imitazione di Zack era geniale. Per l’imitazione di Seph… bho! Chiediamo a Zack! ^_^ a parte questo sono lieta che ti piaccia la mia fic e tutte le sue idiozie! Seph preferisce fanti belli teneri, sopratutto da fare in casseruola! Ciao, un bacio!!!

 

Yunalulu

Meno male, sono felice quando le mie idiozie strappano un sorriso nei momenti di tensione ^_^

Er, questa è seria, ma è solo perché sono un po’ giù. La prossima prometto che sarà più leggera! Grazie del tuo sostegno!!!

The one winged angel

Nessuno odia Angeal! Guai a chi lo odia! Zack scherzava naturalmente. E io adoro le sue sopracciglia! Voglio Angeaaaal!!! Ok, ehm, è imbarazzante: tuo marito è interessato ad una wutaiana silenziosa, la cosa non ti disturba,vero? O///O  mi sa di sì.

Tranquilla è solo per poco! Come sempre apprezzo molto le tue recensioni, sono davvero molto gradite. Stavolta mi ammazzerai per aver “accoppiato” Genessino, ma sono pronta a correre il rischio!

Ciao, un bacio!

Lirith

Appenderla in camera addirittura? Sono lusingata! L’episodio mutande ha preso ispirazione da una disavventura di mio padre con un compagno di stanza, e non sai quanto ho riso ^_^ comunque sia Zack è proprio idiota! Ma io lo adoro!

Ciao, un bacio a tutte!!!

 

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Capitolo 15
*** Parabola imbarazzante ***


 

Genesis non era così strafottente come dava a vedere.

Da quando era entrato alla Shinra aveva sempre dimostrato un carattere altezzoso, al limite del sopportabile. Ma le sue capacità al di fuori della norma miste alla suo carisma pungente avevano attirato già da un po’ di tempo le attenzioni dei suoi superiori, tanto che era stato raccomandato più volte per la promozione a First Class.

Il giorno fatidico, però, dovette tenere un discorso davanti ai suoi sottoposti.

Doveva far vedere la gloria che comportava servire fedelmente la Shinra, e il premio che si riceveva in cambio. Per lui era solo l’ennesima dimostrazione della sua superiorità verso chi gli aveva dato del “raccomandato”.

Mettendo piede nella sala gremita ebbe una brutta sorpresa. L’uditorio era pieno fino a scoppiare, e il solo pensiero che fossero venuti per ascoltare lui lo terrorizzò. Tanto da fargli dimenticare in un lampo il discorso che si era preparato.

“ Angeal” disse con un certo nervosismo “ Non so cosa diavolo dire”

“ Non agitarti, le parole verranno da se”

“ Grazie” mormorò ironicamente, e si avviò verso il seggio mentre il brusio si attenuò fino a sparire.

“ Bene”si schiarì la gola, ravviandosi il ciuffo che gli era caduto sugli occhi. Tutti aspettavano trepidanti.

“  Tanto per cominciare: salve. Come ben sapete sono stato promosso a First Class questa mattina stessa, e per me è stato come realizzare un sogno. Proteggere e servire la Shinra è un dovere che essa sa ripagare con generosità. Noi Soldier siamo l’ultimo baluardo di salvezza per il Pianeta, e in ogni caso, sempre, dobbiamo onorare i voti fatti quando eravamo solo dei Third Class: portare onore alle nostre famiglie, avanzare a testa alta, combattere per ciò che è giusto. Spero che anche voi, un giorno, arriviate a questi risultati.”

Si sentì soddisfatto di se stesso, e stava già per andarsene. Ma Angeal gli fece un cenno per esortarlo a continuare.

“ Ancora??” sibilò a bassa voce, coprendo il microfono con una mano. L’altro annuì, incrociando le braccia al petto.

Grazie, tanto non ci sei tu a fare la figura dell’idiota.

Tolse la mano dal microfono, rivolgendo nuovamente l’attenzione verso l’uditorio.

“ Sì, bhè… ehm…”

Cosa poteva dire?

Alcuni  cominciavano già a sogghignare del suo nervosismo, e allora attaccò a parlare a raffica.

“ Essere nel corpo Soldier può anche farvi scoprire delle cose interessanti. Ad esempio, la sapete quella storia della ragazza e del soldato? Per non cedere alle avances del militare lei fuggì dentro ad un bordello, pregando gli dei di aiutarla. Ma imperterrito il soldato la seguì, e la vide stesa su un letto, nuda, con la faccia sul materasso. La voltò e… sorpresa!  Gli dei l’avevano ascoltata e tramutata in un uomo per proteggere la sua virtù. E il bello è che aveva addirittura un po’ di barba,eh.”

Un silenzio di tomba accolse l’ultima frase. Un centinaio di occhi sgranati si fissarono sul rosso, che desiderò sparire sotto il peso della vergogna. Alla fine aveva toppato alla grande, chissà per quanti anni si sarebbero ricordati della sua figuraccia…

Trattenne il fiato tre secondi, giusto il tempo per calmarsi, poi sbuffò rumorosamente nel microfono e quel rumore sembrò risvegliare i Soldier, che cominciarono a bisbigliare fra loro.

“ Oh, andiamo!” esclamò  scocciato “ Non ditemi che non sapete riconoscere una battuta quando qualcuno ve la racconta!?”

Ed esplose in una risata fragorosa a cui, dopo un attimo di incertezza, si unì anche il resto dei partecipanti.

“ Bene. Questo è tutto. Spero che abbiate imparato a non prendere ogni cosa per oro colato. Nei Soldier è necessario distinguere le cose importanti dalle sciocchezze, quindi vi prego di rifletterci attentamente su”

Quando scese dal palco gli si affiancò un sorridente Angeal, che fulminò prontamente con un’occhiataccia.

“ Guai a te se ridi!” sibilò “ Quando verrà il tuo turno, io sarò in prima fila a renderti la vita difficile”

“ Vorrà dire che racconterò la parabola del cieco e del travestito” replicò.

Genesis scosse la testa, pensando che era impossibile ingannare Angeal come ingannava tutti gli altri.

“ Ma eri serio?”

“ Certo che no, Angeal” mentì ironicamente “ Credi che io possa permettermi figuracce del genere?”

Angeal fece spallucce.

Certe volte era meglio far finta di niente con Genesis. Però doveva chiedergli dove avesse sentito quella storia. Poi ci ripensò.

Chissà in che razza di luogo l’aveva appresa.

“ Meglio far finta di niente” confermò rabbrividendo.

 

 

 

 

Grazie a The one winged Angel per il commento! Sono felice che ti sia piaciuta nonostante l’elemento di disturbo.  Sayuri è una ragazza spaventata, ma ben presto si avvicinerà a genesis. In effetti dopo averla riletta mi sapeva tanto di film giapponese (l’ultimo samurai, come hai detto tu appunto) e non mi piaceva molto. È un periodo un po’ incasinato, la scuola già mi assilla. Spero che questa faccia ridere almeno un po’, ho preso ispirazione da una biografia di Sant’Ambrogio, che alla sua prima omelia raccontò la storia del soldato e della ragazza XDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

Grazie per la recensione, e non ti preoccupare per Genesis… Lui non ti tradirà mai con una silenziosa ragazza venuta da chissà dove! (Wutai  -_-“ nda genesis) (Eh! Ma quanto sei pignolo!! Nda io)

Ciao, un bacio!!!

 

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Capitolo 16
*** Silenzio - Alba- ***


 

Lo svegliò il rumore di passi soffici, il ciabattare discreto di Sayuri, che sembrava l’impercettibile fruscio delle tende al vento. Soffocò uno sbadiglio e tirò la trapunta fin sopra i capelli. Sembrava facesse più freddo nella sua stanza  nonostante il braciere fosse sempre acceso, nonostante i carboni spandessero l’odore soffocante del legno di sandalo. Non gli dispiaceva, ma lo trovava assolutamente inutile dato che le coperte rimanevano costantemente umide, pregne dell’aria salmastra che tirava ininterrottamente da alcuni giorni.

Per non parlare dei terremoti.

Davano scosse discontinue, che facevano tremare la casa a seconda del grado di intensità. Le pareti di legno vibravano fino a tendersi nello sforzo di sopportare le inopportune vibrazioni e le scosse di assestamento mettevano Genesis di pessimo umore. Pregava che il tetto non gli cadesse sulla testa, o nei casi migliori le statue di ferro poste sulle colonnine dell’ingresso. Ogni tanto si sistemava lì per leggere, e a quel punto poteva venire giù il mondo. Perché in compagnia di Loveless non si accorgeva di nulla se non del suo respiro, come ad autocertificare la vita che gli scorreva nelle vene.

Era l’unica cosa che potesse fare. Il vecchio senapi possedeva una stanza intera di pergamene scritte in ideogrammi fitti del tutto incomprensibili, e passava la maggior parte del tempo chino sui testi con espressione assorta, quasi una liberazione dallo stato fisico del suo essere.

Genesis congetturava che fosse molto più vecchio di quanto pensava inizialmente. Lo notava dalle rughe che si tendevano attorno agli occhi, dalla piega amara della bocca, dalla testa di tartaruga incassata nelle spalle. Sembrava giunto ad un traguardo, l’esatta apoteosi della nipote.

Sayuri dimostrava appena diciassette anni, ma dato che sviava ogni suo domanda con un silenzio ostinato poteva solo immaginare la vera età della ragazza.

Per il resto, l’unica nota degna era che passava la maggior parte del tempo a tessere come un ragno nella stanza da cucito, zona assolutamente tabù per lui. O almeno, così aveva intuito.

Dopo il primo approccio Sayuri aveva circoscritto le aree destinate unicamente a lei con dei fili di stoffa di diversi colori. Dato che Genesis era stato abituato fin da piccolo a girare a piacimento nella propria casa, le restrizioni per sesso e condizione sociale nelle case di Wutai gli apparvero ridicole. Che senso aveva dividere donne e uomini della famiglia? Nessuno.

Si attenne al bizzarro rituale insieme a quello del te, una brodaglia amara e schiumosa che puzzava di fieno. Lo mandava giù trattenendo il fiato, per non offendere le aspettative del senpai. Si abituò a girare a piedi nudi, stufo dei continui sguardi scandalizzati di Sayuri, e sopportava a malapena i pasti crudi e insapori che gli propinavano. Il pesce non era fresco, dato che per più notti consecutive aveva fatto visita alla latrina con crampi da sindrome pre-mestruale -  ma come facevano le donne??-  e il fatto di dover usare le bacchette  e inseguire per dieci minuti buoni i chicchi di riso per la ciotola scatenava l’ilarità dei due wutaiani. Intanto l’eco degli spari si faceva sempre più vicino.

Ormai era questione di poco.

Per sicurezza, Genesis dormiva con la spada sotto il materasso e una pistola d’ordinanza stretta nella mano destra, anche se odiava le armi da fuoco. All’accademia aveva ottenuto il punteggio più basso, bocciato due volte all’esame da cecchino. In compenso, era in lizza per la promozione a First Class, cosa non da poco.

Un gemito flebile ruppe la pace del suo sonno, e scattò a sedere con la Colt in pugno. Si liberò con uno strattone della trapunta  e si precipitò verso la porta scorrevole. Vide un uomo alla luce della luna e puntò prontamente la pistola alla fronte.

Aveva dei lineamenti tozzi da contadino, la camicia logora e strappata in più punti. Sobbalzò vedendo la canna dell’arma a pochi centimetri da lui e si ritrasse leggermente. Genesis non perse nemmeno tempo a chiedergli cosa voleva, rari erano i wutaiani che parlavano un poco della sua lingua, e lo squadrò attentamente tenendolo sotto tiro.

Atama ni te (1)” ordinò gelido, e l’uomo obbedì. Fortunatamente conosceva due o tre parole per farsi obbedire da quella gente, anche se a un secondo sguardo quel tizio appariva abbastanza innocuo da non preoccuparlo più di tanto.

Stava per domandargli cosa ci facesse lì quando il vecchio senpai lo superò annaspando sulle sue gambette corte e rinsecchite, facendo cenni febbrili verso qualcuno dietro di se.  Genesis si scostò giusto in tempo per non essere urtato da due soldati wutaiani, apparentemente incuranti del pericolo derivante dall’arma carica in pugno al ragazzo. A braccia portavano una donna.

Il sudore brillava sulla pelle del viso, deformato in una smorfia addolorata. Gemette e Genesis abbassò l’arma quando l’uomo lo ignorò per seguire lo strano terzetto, rivolgendo domande preoccupate al vecchio senpai. Non rispose, lo ignorò semplicemente e condusse  i soldati in una delle camere dell’ala femminile della casa.

Il ragazzo sollevò un sopracciglio. Che diamine stava succedendo?

Un fruscio sconosciuto lo indusse meccanicamente a puntare la pistola dietro di sé, voltandosi fulmineamente solo per vedere l’espressione terrorizzata di Sayuri. Si pentì all’istante di avere riflessi così pronti, e ripose la Colt nella fondina appesa alla vita.

“ Scusa” mormorò, conscio che lei non gli avrebbe risposto comunque.

“ Ehi, Sayuri, cosa sta succedendo? Chi è quella donna?”

La ragazza lo fissò un attimo, poi lo sorpassò per dirigersi di corsa verso la fonte di quei lamenti discontinui. Si fermò un momento per scoccargli uno sguardo d’ammonimento, e scomparve dietro la porta scorrevole.

Davvero, ragazzina. Pensi che mi faccia intimorire da te?

Se voglio sapere una cosa la voglio sapere subito!

Cautamente, strisciò i piedi sul tatami per non fare rumore, tastando con le dita i punti in cui le assi cedevano e mandavano rumorosi cigolii e in questo modo riuscì  ad avvicinarsi abbastanza per percepire frasi concitate frammiste a grida soffocate.

Nanzan (2)” borbottò una voce femminile. Era  troppo roca per essere quella di Sayuri, e Genesis si piegò sulle ginocchia quando un’ombra venne proiettata sulla carta di riso.  Sperò con tutto il cuore che non l’avesse visto. Dopo mezz’ora quel gioco di spionaggio l’aveva già stufato. Nessuno spiccicava parola, gli era sorto il sospetto che se ne fossero andati tutti dato che quella stanza aveva due uscite, una nel corridoio, l’altra sulla veranda, ma era rimasto solo per capire di cosa diavolo stesse confabulando quella donna dalla voce da cavernicolo.

“  Sayuri! Ima wa, gaishutsu, gaishutsudesu!! (3)”

Genesis sobbalzò, e cadde a sedere. Imprecò silenziosamente contro quella vecchia megera, e sbuffò di noia. Non voleva andare a dormire senza sapere cosa stesse accadendo, ma la tentazione di infilarsi sotto quel piumone pesante stava diventando soffocante. Gli si stavano gelando i piedi e la punta del naso a stare fermo nel passatoio, in balia degli spifferi notturni.

Si grattò la testa.

Nanzan?

Nanzan, nanzan…

Sembra quasi una nenia…

Forse quella povera donna è ferita.

Dannazione, se solo potessi darle una pozione. Ma di sicuro la gorilla in gonnella mi impedirà di entrare.

Stupide divisioni per sessi.

Rimase lì per otto ore, ascoltando parole, pianti, gemiti, grida acute e strazianti, soffiandosi sulle dita per scaldarsi e tendendo le orecchie per non perdersi neanche un passaggio. Più andavano avanti  più non capiva, ma bastò un pianto diverso dagli altri per immobilizzarlo in una comica espressione di sorpresa. Alle prime luci dell’alba il vagito di nuova vita riempì la casa, impregnando le mura  come l’aria salmastra tra i rami del salice. Genesis rimase a lungo con la bocca aperta, lo sguardo perso nel vuoto nel tentativo di immaginare la scena a cui aveva cercato di dare un senso per tutta la notte. Scosse il capo.

Mondo cane…

Era così scosso che non si accorse della presenza di Sayuri. Alzò gli occhi dai piedi minuscoli e bianchi, trovando puro sconcerto che si tramutò in rabbia. I tratti sottili si contrassero, notò che era impallidita mortalmente. Tremava di indignazione, reggendo fra le braccia un fagotto avvolto in un panno bianco.

Un braccino spuntò, ancora violaceo, e strinse un lembo del suo kimono, lanciando uno strillo deliziato.

“ Ehm” Genesis spostò l’attenzione sul neonato, leggermente incuriosito dal piccolo appena venuto al mondo. Era consapevole di concepire l’evento come una cosa al di fuori della realtà, quasi fosse un alieno il bimbo che Sayuri teneva in braccio.

Ma questa volta non poteva giustificarsi, l’aveva fatta grossa secondo i loro canoni.

Un urlo ruppe quel silenzio imbarazzante, e in un attimo si ritrovò il neonato fra le braccia mentre la ragazza si precipitava di là chiudendo rumorosamente  l’anta.

Il rosso si permise un poco elegante “Eh????” e fissò ad occhi sgranati il visino violaceo che lo studiava a sua volta, le palpebre gonfie ma già semi aperte. Si mosse un poco, riluttante dall’essere stato ceduto a quel ragazzo che lo teneva come una bambola, e Genesis scosse furiosamente la testa, pregandolo di stare fermo.

“ Oh, nonononon!!” ripeteva in crisi “ Non muoverti dannazione. Hai qualche minuto di vita e già ti agiti come un ossesso. Stai buono,ok? Cavolo, Sayuri, non ci so fare con…con”

Non sapeva neanche definirli. Erano piccole cosine rumorose, piagnucolose, e del tutto dipendenti da qualcuno, e si chiedeva perché diavolo quel “qualcuno” dovesse essere lui…

“ Allora…” cominciò titubante “ La tua mamma sarà contenta di vederti piccolin…”

Il panno scivolò, rivelando il corpicino nudo.

“ Oh” si affrettò a coprirlo, arrossendo un poco.

“ Piccolina” si corresse “ Penso che renderai molto felici i tuoi genitori”

Sospirò.

“ Spero che tuo padre mi perdoni per avergli puntato una pistola addosso. Ma immagino che sia una persona buona…”

Si sentiva ridicolo.

La bimba gli sorrise piano, un sorriso sdentato che conteneva tutto. Sembrava che lo avesse capito, e si agitò allegramente tra le braccia del ragazzo. Genesis andò in crisi.

“ N-no dai ferma!” esclamò “ Su stai buona…” un raggio di sole colpì la neonata, e Genesis non ebbe dubbi.

“ Alba. Non so come si possa dire nella tua strana lingua ma…” sorrise “ Per me sarai sempre Alba, ok?”

“ Nghu…”

Non era poi così male, e acquistò maggiore sicurezza. Se la poggiò al petto, e Alba sistemò la testolina sulla spalla del giovane.

Nell’altra stanza si susseguivano una serie di imprecazioni terrorizzate.

Per quella donna il parto era stato solo l’inizio.

 

 

 

 

To be continued!!!!

Sorpresi, eh? Spero che vi sia piaciuto questo chappy, io mi sono divertita un mondo a scriverlo ^^

Grazie a chi lascerà una recensione!!!

Ciao!

1)      Mani sopra la testa.

2)      Parto difficile

3)      Sayuri, svelta, sta uscendo, sta uscendo!

 

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Capitolo 17
*** Quando il cane batte l'uomo - parte prima- ***


 

Per quanto l’avesse sempre ammesso durante tutto l’arco della sua infanzia e adolescenza – nel suo caso si trattava di passare da uno stadio di ammirazione assoluta ad ossessione, dove in pratica cambiava solo il metodo di stalking- Angeal amava i cani, tutti, senza eccezione.

“ Spero che tu non ami anche quei chihuahua” commentava Genesis, che poco condivideva la passione cinofila dell’amico. “ Perché si chiamano così,no? Annuisci? Sì? Tu sei malato. Come fanno a piacerti quella sottospecie di topi tremebondi? Quaranta gradi all’ombra e li vedi battere i denti.” E imitando il tremolio tipico dei suddetti cani provocava l’ilarità generale, guadagnandosi una risata fragorosa da parte di Angeal. Da quando erano diventati Second Class sorrideva molto meno. Forse iniziava ad accorgersi di aver fatto un errore. Tuttavia quel giorno Genesis poté constatare che l’umore dell’amico sembrava ristabilito alla vista delle gabbie dell’unità anti-droghe della Shinra.

“ Ecco qua, ragazzi” proclamò il sergente sbattendo una mano sull’inferriata. Il rumore provocò un putiferio di ringhi e abbai furiosi, di zampe contro il metallo. L’uomo sorrise, facendo tamburellare le dita indifferente della tensione provocata nell’angusto contenitore. “ Tosti,vero? Questi cani hanno seguito un addestramento speciale. No,no, Hewley, fossi in te non allungherei troppo la mano. Sono i migliori in città, scoprono piccoli quantitativi di sostanze stupefacenti negli angoli più remoti dei bassifondi. Un postaccio, ma oggi vi farò iniziare con qualcosa di più semplice. Seguitemi.”

Li condusse verso un'altra gabbia. Genesis allungò il collo, non si fidava tanto da avvicinarsi ulteriormente, ma degli uggiolii più morbidi lo convinsero a non temere dell’incolumità sua o degli altri che si erano fermati a tre passi buoni da lui.

“ Sono dei cuccioli, codardi.” Disse scocciato, e il sergente aprì l’antina per afferrare dalla collottola uno di loro. Faticò non poco per mettergli il guinzaglio, sbuffò. “ Buona… oh,ecco! Allora, questi non sono stati ancora esposti alle radiazioni Mako. Ma penso che sia salutare per loro iniziare a fare un po’ di esperienza sul campo, per cui ognuno di voi – Dobre,Ari!- andrà in un settore specifico e condurrà il cane nei vicoli sospetti del mercato della droga, sono stato chiaro?” tutti annuirono, mordendosi le labbra per non ridere al buffo accento del loro superiore.

“ Bene. Komm her, Junge, vieni qui, ragazzo”  Angeal si avvicinò, tendendo la mano per afferrare il guinzaglio. “ Ti affido Ari, Angeal, ma fa attenzione. Ha la brutta abitudine di scappare.”

“ Non scapperà.” Lo rassicurò il ragazzo. “ Non con me, giusto Ari?” si piegò per accarezzare la testa della cucciola, e questa ricambiò con poderose scodinzolate. I suoi occhi liquidi provocarono in Angeal un forte istinto di protezione. Che problemi poteva dare quella cagnolina  ancora ingenua? Si convinse che il sergente Hans avesse esagerato con le raccomandazioni, forse era un po’ vivace ma era così piccola che le si poteva perdonare qualche scappatella.

“ Angeal! Smettila di fissarla, ti sta scappando il guinzaglio!”

Ok, bastava rimanere concentrati.

 

 

 

“ Ari!”

Angeal la tirò a malincuore, e il collare stroncò l’aria nei polmoni al piccolo pastore tedesco. Emise un suono a metà tra un rantolo e un conato, ed Angeal roteò gli occhi con fare rassegnato. Il braccio gli faceva male a forza di sentirsi strattonare da quel piccolo bolide impellicciato. In certi momenti Ari si rifiutava di camminare, e piantava il sedere bene a terra nonostante i rimproveri mossi dal Soldier, ed Angeal era stato costretto a portarla in braccio finché non gli era quasi sgusciata via dalle mani, motivo per cui si fidava poco degli sguardi languidi della cucciola. Era molto più furba di quello che aveva pensato inizialmente.

Pazienza…

“ Va bene, piano! Adesso andiamo ad annusare i bidoni della spazzatura, quelli che ti piacciono tanto, eh?”

Si passò una mano nei capelli, studiando costernato le infaticabili sniffate alla spazzatura maleodorante.

Mondo cane, chissà cosa passava nella testa di Ari…

Tirò fuori dalla tasca il fazzoletto, e il movimento attirò subito l’attenzione di Ari che si appropinquò pericolosamente ad Angeal, denti acuminati e muscoli pronti, attratta dal pezzo di stoffa spiegazzato.

“ Nooo.” L’ammonì Angeal scuotendo la testa. Ari aprì un poco la bocca, le orecchie dritte, studiando ogni movimento del Soldier con gli occhi sgranati, troppo attenti per stare tranquilli.

Angeal ricambiò, portando con lentezza il fazzoletto al naso. Forse ora poteva rilassarsi. Nel momento stesso in cui se lo soffiava, il muso di Ari scattò in avanti, rubando fulmineo l’agognato oggetto del desiderio dalle mani del proprietario. Angeal imprecò, distraendosi il tempo sufficiente perché il cane sfilasse il guinzaglio dal suo braccio e corresse a tutta velocità nella direzione opposta, trascinandosi trionfalmente dietro il bottino.

“ Ari!!”

Il fazzoletto scomparve dietro un angolo, ed Angeal si lanciò all’inseguimento.

Fregato da un cane, dannazione. Genesis l’avrebbe sfottuto per l’eternità.

Doveva ritrovarla prima della fine della missione, o sarebbero stati dolori.

 

 

 

Continua…

Aingeal schiavizzato da un cane! XD

Rieccomi qua, ma per poco, perché ne approfitto per fare un annuncio ( Uellà! Capirai nda Seph)

Mi ritiro da efp. No, vabbè, scherzo!

( Genesis straccia gli striscioni di addio con costernazione. Ci sperava, eh?)

A parte le buffonate, per un po’ non pubblicherò nulla ( non che adesso sia una novità XD) perché sono piena e arcipiena. Tra scuola guida, scuola normale,balle varie e Final Fantasy 13 (nei rari momenti, purtroppo) non riesco a dedicare tempo ad efp come vorrei.  Ma non demordete, sono peggio di Sephiroth e degli scarafaggi: tornerò!

A breve dovrei pubblicare una fic su Denzel e Sephiroth che ho quasi terminato, ma tutto a suo tempo. Questo non significa che l’ispirazione potrebbe mancarmi, anzi, mi sa che scriverò qualcosina… su Final Fantasy 13

Genesis: Traditrice…

Cloud: Ce la pagherai.

Zack: Non mi ami più?

Sephiroth: Stai attenta a quello che fai, traditrice, perchè io sarò nell'ombra.

Io: Eh, ma come siete suscetibili!

Bon, è tutto.

Ciao, un bacio grande!

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Capitolo 18
*** Silenzio - Giorno nefasto e tazze di tè- ***


I secondi divennero minuti, i minuti ore. Genesis non seppe con certezza quando il sonno lo avesse colto, ne si preoccupò delle grida amare al di là del paravento. Nel suo mondo oscuro si crogiolava in una pace beata, la stessa che la bambina le donava col suo calore inconfondibile sul petto, persa anch’essa nei meandri di una coscienza appena forgiata ancora imperfetta, ignara e troppo piccola per capire la tensione intorno a lei e che lei aveva causato pur non avendone colpa. Accoccolata con i pugni stretti sulla maglia del ragazzo godeva del primo contatto al di fuori del ventre ospitante nella sensazione di potersi fidare, l’odore d’altronde non era tutto, e seppur le diversità li spingessero lontani, Alba capiva – o forse intuiva- l’enorme bene che il ragazzo provava verso di lei, una percezione antica che col tempo sarebbe svanita come nuvole di fumo.

Avrebbero potuto entrambi dire di averle viste ma, chi per un motivo chi per un altro, se lo sarebbero dimenticato, effimere al punto di non distinguere la realtà dal sogno tipico di chi esce per la prima volta verso la luce.

Fu verso mezzogiorno, quando la bambina arpionò la stoffa della maglietta con le labbra, succhiando a vuoto quello che avrebbe voluto reclamare come cibo, eppure l’accolse solo il sapore sconosciuto di qualche materiale tessile. Si contorse, il viso dai tratti malleabili come plastilina divenne una copia delle scimmie saltellanti in giardino, portando le manine agli occhi come se facesse uno sforzo sovrumano a trattenere la fame, niente di tutto questo poté frenare il doloroso gorgoglio di viscere. E alla fine successe.

L’urlo fece tornare Genesis alla tarda mattinata di Wutai. Temette di averla schiacciata nel sonno, -oddio, non dopo averle dato un nome!- e controllò apprensivo la cosina rosea angustiarsi e assumere il colorito rosso delle gengive scoperte. Riuscì a trattenere un sorriso di sollievo e portò la piccola fino al volto. Socchiuse gli occhi all’ennesimo stridio, decisamente troppo vicino per non temere che il suo timpano sinistro si fosse bucato o minimo danneggiato irreparabilmente. La ninnò goffamente, vedendo che non accennava a calmarsi corrugò le sopracciglia.

Pensò: “ Come diavolo si spegne?” smise, cercando di sovrastare il pianto con la sua voce “ Ehi, cosina, guarda che ti sento non è il caso di urlare. Cosa c’è, eh? Hai sonno? Uff, dai… possibile che ogni donna che incontro, seppur in miniatura, debba sempre far storie?” proseguendo la sequela di domande, ovviamente senza risposta, aveva avvicinato l’indice alla boccuccia. Immediatamente, Alba, cessò di piangere, e avvolse le labbra intorno al dito di Genesis, che passò da un colorito scarlatto in men che non si dica, sconvolto del veloce cambio di situazione avvenuto a spese del suo povero indice. Alba cominciò a succhiarlo piano.

“ Ma… ehi! C-che stai facendo? Non è divertente, molla!” con sua sorpresa la bambina esercitava già una certa forza nella mascella. Non le piacque per niente la reazione di Genesis, ed emise un minaccioso mugugno di protesta. Impossibile toglierlo senza staccarle la metà inferiore del volto e il ragazzo si rassegnò al rango di ciuccio umano.

“ Bha!”

Poggiò la schiena al muro.

“ Almeno è buono?” chiese ironicamente, privo per una volta della malizia consueta. Perlomeno la neonata apprezzava il tentativo di darle qualcosa per cauterizzare la fame, e non bastava certamente. Una volta stufa lo liberò dal suo giogo riprendendo a strillare insoddisfatta. Le pareti di carta vibravano e in nervi di Genesis erano troppo provati per protestare quando la bambina le fu strappata di malagrazia da mani guantate.

“ Graz-ehi! Perlomeno non trattarla come un pupazzo!”

Il soldato lo squadrava con occhio torvo. Si notava subito che non avesse dimestichezza quanto il giovane Soldier con i bambini, e lanciò un’occhiata al fagotto urlante come se tenesse poco più che immondizia. Disgusto, semplice disgusto.

“ Sta’fuori.” Borbottò, prima di rientrare nella stanzetta, con l’accento rude e inflessibile dell’est.

“ Sono già fuori!”

Genesis sbuffò, ravviandosi i capelli dalla fronte. “ E mi ha pure fregato l’unica compagnia.” Mormorò.

Il pianto di Alba lo raggiungeva con un imperioso bisogno di sfondare quelle stupide pareti di carta e restituirla alla madre. Perché tenerle separate, oltretutto?

Il parto era durato un bel po’, ma sarebbe andato tutto bene. Dannazione, nessuna donna nel ventunesimo secolo moriva per questo, non più. O sì?

Dalla sua mente si affacciò una prospettiva probabile: Emorragia.

“ Questo non è bene.”

Cha.

Il rosso sobbalzò. Voltandosi si ritrovò una lunga ciocca di capelli nel naso, e starnutì sonoramente, facendo spaventare la ragazza. Portò una mano al cuore, e dopo la prima sorpresa iniziale Genesis si rese conto che aveva parlato. Sayuri aveva parlato.

“ Ma…” sollevò un sopracciglio “ Tu mi hai appena… parlato!”

La giovane si strinse nelle braccia. Si era pentita di aver dato voce per quel ragazzo, ma non era troppo tardi per tappare quel buco aperto nel suo giuramento col nonno.

La tua bocca deve essere cucita davanti ad un fan-guey, loro non meritano la tua attenzione. Ricordalo, Sayuri.

Lo invitò con un cenno della testa, poi rinchiuse il paravento a celarli. Genesis non l’aveva mai vista rivolgergli uno sguardo del genere, carico d’aspettativa, ansia, supplica.

Le porse un foglio di pergamena che custodiva nell’obi, e Genesis srotolò con lentezza la carta.

Certo che sei strana.

Eppure, quando lesse le parole scritte in calligrafia fonetica traballante non poté che provare un senso bruciante di compassione.

Aiuto… ti prego.

 

 

 

Avrebbe voluto spaccare ogni cosa, radere al suolo quella casa e trucidare i maledetti abitanti che l’abitavano.

Tutto per una convenzione, una convenzione!

Alba non avrebbe mai avuto una madre. Forse in quel momento suo padre si era sbarazzato di lei come si fa quando un neonato è femmina ed indesiderata. Ricordava il pianto di quell’uomo, l’odio verso la bambina che dormiva in un cesto di bambù.

Quella donna era morta in un modo orribile, col sangue che l’annegava da dentro come un mare scarlatto, riversandosi per terra fino a lasciarla in un lago di morte. La pozione giaceva inutilizzata sul tatami eppure, ironia della sorte, sarebbe bastato poco per cambiare quel destino ingrato.

“ Posso bloccare l’emorragia, senpai! Questa pozione agisce da cicatrizzante, magari in questo modo potremo evitare che le arrivi la febbre fino a domani. Dovete cercare un dottore!”

Il vecchio si era frapposto per non farlo entrare, ammonendolo ferocemente con gli occhi.

“ Sta morendo! Per favore!”

Niente.

Solo il silenzio in cui la donna tirava l’ultimo sospiro mortale.

 

Avvolto nella trapunta, steso al fianco, stringeva i pugni fino a piantarsi le unghie nella carne. Non si era sbagliato, pensò studiando con stizza le mezzelune sulla palme, erano selvaggi.

Niente di più.

Il suo orgoglio di soldato veleggiava fra umiliazione e senso insoddisfatto di giustizia, e allora la sentì.

“ Che vuoi?” chiese, soffocando la voce nella stoffa.

Il profumo di gelsomino stuzzicò l’olfatto e ,senza volerlo veramente, si tirò su a guardarla. Una smorfia irritata.

“ Non ho bisogno di niente, Sayuri.” Disse. La sua attenzione si era subito concentrata sul vassoio e il servizio laccato con le fini tazzine a fantasie rosse. Dei dolcetti di pasta cruda, forse al gelso, giacevano in un piattino cavo.

Sayuri chinò graziosamente la testa, e posò il vassoio a terra. Genesis mascherò una leggera sorpresa quando lei, invece di andarsene, si sedette di fronte a lui, raccogliendo le gambe a lato. Strano, insomma, si disse Genesis, solitamente a Wutai preferivano tenerle incrociate.

“ Che c’è?” fece Genesis, sempre più insofferente. Sayuri destreggiava tranquilla la teiera, tenendo un panno sul becco per non scottarsi con l’acqua calda che usciva a piccoli fiotti fino a raccogliersi nelle ciotoline variopinte.

“ Mi fa schifo il tè. Ocha wa suu!” sbottò in un wutaiano abbaiato, mettendoci quel pizzico di veleno per offenderla – non lei, ovvio, ma la categoria-. Lei finse di non sentirlo, e prese la frustina per schiumare la sostanza leggermente nerastra.

“ Stupida…” sibilò, sperando un secondo dopo che Sayuri non l’avesse capito. Per quanto possibile, era stata lei ad intuire che una vita poteva essere salvata. Non aveva colpe.

Accettò la tazza, bevendo suo malgrado. Storse la bocca e agguantò un dolcetto per sostituire quel nauseante saporaccio dalla lingua.

Sayuri rise, schiacciandosi una mano sulle labbra. Genesis roteò gli occhi, l’ombra appena percettibile di un sorriso.

I presupposti per un’amicizia si fondarono così: con una risata e una tazza di tè in un giorno nefasto.

 

 

 

 

To be continued….

 

 

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Capitolo 19
*** Costume ***


Scusate, non ho saputo resistere! ^^

 

 

Aria, mare, sabbia e sole.

Troppe cose tutte assieme per poter sperare in una vacanza col loro stipendio di Second Class. Lui ed Angeal non ricordavano di aver avuto una licenza pagata da quando erano entrati in Soldier, eppure le preghiere e una buona dose di straordinari avevano reso questo sogno una realtà ben definita.

Costa del Sol, tre parole che tutti avrebbero voluto sentirsi dire dal proprio capo. E che nessun superiore voleva pronunciare, non davanti a qualcuno come Genesis Raphsodos troppo facile agli entusiasmi e ai – Grazie!!- urlati nelle orecchie.

“ Riesci a crederci, Angeal?” chiese Genesis per la milionesima volta. Si guardò attorno, beandosi del calore e l’azzurro accecante del cielo, e saltellò come un bambino “ Costa del Sol!”

“ Guarda che ho capito.” Non che lo ascoltasse, impegnato com’era a sistemare i lacci del costume. Gli era piaciuto subito quel modello, ma camminando si era accorto che gli stava un filino largo.

E perdere il costume sul vivissimo corso principale sarebbe stato imbarazzante anche per un libertino quale era Genesis.

“ Smettila di smanettare la in basso!”

“ Shhh, chiudi quella bocca. La gente potrebbe capire male.” Esclamò Angeal diventando rosso. L’amico però aveva trovato già una valida distrazione.

Due bellezze in bikini a ore due, si disse studiando il movimento ancheggiante dei loro fondoschiena, finché non raggiunsero la piccola piscina dell’albergo.

“ Si va a beccare.” Mormorò prendendo Angeal per il braccio, trascinandolo sordo alle sue proteste – tienimi fuori dalle tue conquiste!-  e sentendolo così indisposto gli lanciò uno sguardo obliquo. “ Quand’è che ti troverai una ragazza?” domandò piccato “ Hai diciott’anni, ormai.”

“ Chi ti dice che non ho una ragazza?” sbottò di rimando “ Solo perché non condivido i tuoi gusti non significa che…”

“ Sì, sì.” Lo liquidò irritato “ Ora zitto e tieni il petto in fuori.” E lo spinse verso le sdraio vuote, lanciando anche il borsone da spiaggia. Si sfregò le mani, analizzando attentamente le prede: un po’ mature forse, ma perlomeno più aperte a incontri interessanti, una per ciascuno. Perfetto.

“ Genesis!”

Ignorò palesemente l’insofferenza nella voce di Angeal “ Devi fare così.” Lo interruppe “ Vai al trampolino e tuffati nel modo più figo possibile…”

“ Che sarebbe?” inarcò un sopracciglio, e Genesis riprese a spingerlo per faro passare davanti alle donne “ Ehi!”

“ E che ne so! Tuffati e basta, ma non farle capire che vuoi fare colpo su di loro, non camminare da papera come tu solito…”

“ Non cammino da papera” urlò.

“ Shhh, e non metterti a parlare di onore. Bastano già i loro mariti a farlo.”

“ Mariti?” chiese sgomento.

“ Vai!”

“ Aspetta! Il costume…”

“ Il costume va bene!” lo rassicurò irritato “ E ora muovi le chiappe. Vuoi rimanere scapolo a vita?”

Angeal capì che Genesis non l’avrebbe lasciato in pace. Lo guardò mentre si buttava a bomba schizzando due vecchiette a bordo piscina, e sospirò. Le donne a cui Genesis puntava parevano più interessate a chiacchierare tra loro, ridacchiando ogni tanto e sistemandosi il reggiseno troppo piccolo su seni palesemente rifatti.

Deglutì, distogliendo lo sguardo. Accennò un passo, poi riprese fiducia e andò al trampolino. Il costume continuava a scivolare, dannazione!

Ma forse avrebbe retto.

Genesis stava ad occhi chiusi, e quando sentì il tonfo aprì gli occhi soddisfatto. Quella cagnara di spruzzi e onde causate dal corpo di Angeal lo investì, e notò che le due avevano smesso di ignorare ciò che accadeva intorno a loro. Col volto a mezz’acqua, un qualcosa di solido gli passò vicino agli occhi.

Un costume?

Alla scaletta, Angeal stava uscendo dall’acqua. Scosse la testa e le goccioline volarono nell’aria, ma un putiferio strisciante gli scivolò fastidiosamente nelle orecchie, Genesis stava urlando qualcosa, ma aveva i timpani invasi dall’acqua e poi una delle ragazze si era voltata verso di lui.

Alzò gli occhiali da sole, studiando attentamente Angeal. Eppure l’interesse pareva focalizzato verso il basso, chissà come mai. Gli sorrise, dopo mezzo minuto, e tornò seria.

“ Sono single.” Disse lanciandole un’occhiata inequivocabile. Quando anche l’amica sogghignò maliziosa, una strana consapevolezza lo colpì.

Si guardò.

“ Angeal, il costume!!”

Porca!

 

 

 

Chiedo ancora scusa! Ma dovevo ^^

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Capitolo 20
*** Fachiro ***


Gillian Hewley non si trovava a suo agio alle feste. Troppa gente equivaleva a confusione, e all’interno di essa poteva celarsi qualcuno pronto a strappare Angeal dalla sua vita. Hollander per primo.
Sospirò, sentendosi tirare per una manica, e mascherò il suo viso efebico con un sorriso. “ Cosa c’è, tesoro?” gli occhi spensierati del piccolo colpirono il suo cuore. Il sorriso divenne autentico, e gli carezzò la testa.
Angeal parve stupito del comportamento della madre, ma di fronte ad un fuoco d’artificio esploso nel cielo dimenticò l’ansia per ridere felice, battendo le mani. “ Hai visto, mamma? Hai visto?”
L’atmosfera leggera contagiò velocemente la donna, decisa per una volta a lasciarsi alle spalle il passato e divertirsi con suo figlio. La fiera di Banora era uno spettacolo, in parole povere, ricco di luci e allegria.
I banchi con la merce e giocattoli venivano presi d’assalto in un crescendo di risate e capricci, aliettati dai giochi di prestigio dei clown, dai versi di qualche bestia nei recinti montati apposta per l’occasione.
“ Quello laggiù non è Genesis?” Gillian indicò un nutrito gruppo di bambini che lanciava esclamazioni gioiose, acchiappando Angeal in tempo prima che finisse in mezzo alla calca e disse ferma “ Andiamo insieme. Non scappare.”
Appena si furono avvicinati, mano nella mano, udirono delle frasi stentoree: “… E ora sceglierò un volontario fra il pubblico…” il resto fu sommerso da tentativi di farsi notare parlando più forte degli altri.
“ Io!”
“ Scelga me!”
“ No, scelga me! Sono il figlio del sindaco!” esclamò Genesis sbracciandosi. Tentare il presentatore con le pretese di classe non servì.
L’occhio astuto dell’uomo cadde su Gillian.
“ Lei!” decise non proprio del tutto disinteressato, valutando l’armonioso ondulato dei capelli e le labbra sottili. Gillian sussultò, balbettando un qualcosa per rendersi inadatta all’esecuzione.
“ Non sia timida, bella signora.” E la trascinò senza tanti complimenti al centro, dove un ragazzo stava disteso a terra. Era nudo, fatta esclusione di un perizoma e un tilak piantato sulla fronte bruna, e appena vide il “ volontario” scelto dal partner non si impedì un occhiolino sfacciato.
“ Per questo numero il giovane Akim starà steso su un tappeto di chiodi…”
Chiodi?
Gillian poté vedere che il piccolo fachiro stava effettivamente con la schiena ben piantata su un letto acuminato, e deglutì.
“… permettendo a questa bella signora di salire sulla sua pancia e sorreggerla per un minuto intero!”
“ Veramente..”
“ Non si preoccupi, andrà tutto bene.” La rassicurò gentile, e le offrì una mano per poter mantenere l’equilibrio mentre cominciava a posare una scarpa col tacco sul corpo di Akim.
Il silenzio creatosi poco prima venne riempito da mormorii più forti, da sporadiche esclamazioni d’orrore. Il presentatore aggrottò perplesso le sopracciglia.
“ Signora, va bene che è un fachiro, ma non esageriamo!”
Abbassò gli occhi. Gemette.
Il tacco premeva prepotentemente nelle parti basse di Akim che, abbandonato l’affascinante sorriso, stava sudando freddo, temendo qualche conseguenza irreversibile.
“ Mi scusi!” squittì Gillian, vagamente divertita dalla situazione. Suo figlio e Genesis la guardavano dalle prime file, applaudendo e incitandola a continuare. Scese dal ragazzo, poi salì di nuovo, stavolta in maniera corretta.
“ Mi scusi, Akim.” Sussurrò senza farsi vedere, e Akim forzò un tono blando.
“ Nessun problema” anche se di problemi ce ne erano stati eccome, si disse scosso.
Finito il numero Angeal si buttò fra le sue braccia.
“ Sei stata mitica, mamma.” Le disse in un orecchio.
Gilian lo abbracciò più forte, trattenendo le lacrime.
Quello era il suo piccolo, suo figlio.
E nessuno gliel’avrebbe portato via.

È una promessa, dovessi passare sugli zebedei di qualcuno per mantenerla

.
Dopo quella serata non sarebbe stato tanto difficile.



Oddio, Gillian la castratrice di fachiri. Mi sa che Akim è diventato donna dopo questa esperienza! XD
Spero vi sia piaciuta!

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