Ragazzi di Campagna.

di Pancake_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** Un Compleanno da Ricordare. ***
Capitolo 3: *** Il Risveglio. ***
Capitolo 4: *** La Mamma Ha Sempre Ragione. ***
Capitolo 5: *** Breakfast at Kaulitz's. ***
Capitolo 6: *** Machiavellismo Kaulitziano. ***
Capitolo 7: *** Life on Kaulitz. ***
Capitolo 8: *** No one likes us. We don't care. ***
Capitolo 9: *** Noia Produttiva. ***
Capitolo 10: *** Meccanismi Discografici. ***
Capitolo 11: *** Phantom Sister ***
Capitolo 12: *** Leipzig; ein Jahr spaet. ***
Capitolo 13: *** Wirklich Geschwister. ***
Capitolo 14: *** Esmes Lieblingslied. ***
Capitolo 15: *** Sorpresa. ***
Capitolo 16: *** La Prima Volta ***
Capitolo 17: *** Beccati ***
Capitolo 18: *** Beccati Pt II ***



Capitolo 1
*** Intro ***


fan fiction


Mi chiamo Renate Esme Trumper, sono nata il 12 ottobre del 1989 a Berlino Ovest. Mio papà Gordon"Dad", è un musicista e mia "madre" non la conosco, ma mia mamma è Simonne"Mum" ed è una stilista, Ho due fratelli, Tom e Bill, hanno la mia stessa età, ma non siamo trigemelli, almeno geneticamente, emotivamente invece, siamo molto legati.

Vi chiederete come non potete sapere nulla di me, visto che siete fan scattenate e fanatiche dei miei fratelli, la ragione è semplice,
io non ho voluto che si sapesse. Penserete che sono un'avida invidiosa e meschina, ma la scelta di tenermi protetta dai  media è stata proprio della mia famiglia. Vi racconterò il pezzo della storia che non conoscete; il mio
.

Tutto è iniziato nel quando i miei fratelli hanno iniziato a fare sul serio con la band, così nel 2003, Bill è andato a fare un cast per un programma televisivo di bambini che cantano, e non ha vinto, ma è tornato a casa con tantissima voglia di sfondare, e così è stato.

Il giorno prima del mio 14^ compleanno( nel 2003 per chi non è bravo in matematica), era un bruttissimo pomeriggio piovoso e grigio, io e Bill eravamo appena tornati dal centro commerciale con Mum, avevamo comprato tutto quello che ci serviva per fare una festa di compleanno super fashion, abbiamo preso una grande tovaglia bianca con dei fiorellini rosa chiaro e scuro da mettere nel tavolo da pranzo, dei bicchieri di plastica trasparenti rosa shocking, cappellini a cono palloncini e tutte quelle cose da festa in casa assolutamente rosa. Eravamo in cucina, a preparare il menù, soffisticatissimo, donuts, cheeseburgers, patatine fritte, gelato e una bellissima torta fatta a forma di Hello Kitty, ok, direte che è un pò troppo rosa e infantile per una ragazza di 14 anni, infatti era un pijama party e venivano solo le mie amiche, niente ragazzi, quella festa, per Dad, rappresentava l'incubo di ogni padre, la sua piccola che diventa una donna, per Mum invece, rappresenta il suo sogno che diventa realtà un'adoloscente da pettinare, truccare e vestire, per Bill , piu o meno la stessa cosa di Mum, e per Tom, significava che sarebbe diventato il mio bodyguard, e che avrebbe potuto rimorchiare le mie amiche. Senza divagare troppo, torniamo a noi, questo era anche il giorno in cui Bill e Tom sarebbero diventati i gemelli, più amati e famosi di tutta la galassia.

Mentre preparavamo i cheese, qualcuno ha suonato alla porta, ed io sono andata di corsa ad aprire, pensavo potesse essere il postino con il regalo di qualche parente, invece, apro la porta e vedo un tizio, tutto in tiro, completo grigio scuro, auricolare nell'orecchio e impermeabile beige. Mi sorride e dice << Salve, sono Peter Hoffman, e sono qui per parlare con Gordon Trumper, a proposito dei  gemelli.>> Accidenti, e adesso che cavolo è successo? Mi sentivo tremare le gambe, non so perchè ma avevo l'impressione che avessero combinato qualche cavolata, e adesso Dad si sarebbe messo ad urlare e mettere in castigo tutti, cazzarola, giusto oggi?? << Ehm, prego si accomodi, vado a chiamarlo >> Me la sono data a gambe, sono salita le scale di corsa, verso lo studio dove Dad e Tom parlavano di chitarre. << Dad >> ho detto con una voce da funerale << C'è un tizio, credo della polizia, che ti vuole parlare >> ho iniziato a mordermi le labbra e staccarmi le pelliccine, dal nervoso. << Ah sì? >> ha detto Dad tranquillo uscendo dalla stanza, scendendo le scale con quel suo modo da rockstar su Mtv Cribs. << Che cavolo avete combinato adesso? >> ho detto, tirandoli uno scappellotto in quella testa tutta rastafari, non potevo immaginare che mi avrebbe rovinato il compleanno! << Cavolo fai? Guarda che non ho combinato niente >>ha detto seccato, mettendo giù la chitarra per andare di sotto da Dad, mi è passato davanti, prendedomi per mano quasi trascinandomi giù per le scale, una volta scesi ci siamo trovati Bill che oregliava dietro le scale e ci siamo uniti a lui, dopo 5 minuti passa Mum, un pò ansiosa e gingilante con un vassoio con tre mug da thè, e dei muffin, a giudicare da ciò, non poteva che essere una persona importante e gradita questo Hoffman. Dad si è avvicinato alla scala per chiamarci a squarciagola, ma ci ha trovati tutti i tre lì e un pò ridacchiando, ha allungato il suo braccio verso la sala, faccendoci il segno per entrare, ho percepito nei miei fratelli un senso di ansia un pò gioiosa, e non ho potuto farne a meno di provare lo stesso.

Entrati in sala, Mum era seduta nel divano viola, e il tale, Hoffman in quello lavanda, davanti a lei, come ci ha visti, si è alzato, e con uno sguardo fiero e um bellissimo e bianchissimo sorriso da 1.000.000 di €, non potevo farne a meno di fissarlo, sembrava Matt Damon, presentandosi con una stretta di mano tipica americana. << Ragazzi, il Signor Hoffman è un discografico della universal... >> malapena Dad ha finito la frase, Bill ha aperto la sua boccona mettendo davanti le mani, emanando un leggero ultrasuono e Tom, sembrava aspettarselo, Mum aveva la tipica faccia da mamma che vede il figlio asinello prendere 9 in algebra, gingillava, applaudiva e sorrideva, Dad era come Tom, sicurissimo di sè, ho riguardato Bill, e la sua espressione era cambiata, un pò imbarazzata, si toccava i capelli e i vestiti, sapevo che si sentiva a disagio, e che il primo incontro con un discografico non voleva presentarsi in pantofolone con tanto di Taz sulla punta.

Un paio di ore dopo, Hoffman, se n'è andato, con il contratto firmato da Dad, Bill e Tom, con una clausola aggiunta,scritta da Bill, che riguardava la mia privacy, io, non dovevo essere esposta a nessun tipo cerchio mediatico, fino a che non decidessi io. E così è iniziata, la mia vita segreta, "La Vita Segreta di Una Teenager Tedesca", può sembrare stupido, ma voglio essere me stessa, non voglio che i paparazzi mi vengano a seguire, chiedendo se mio fratello ha una ragazza mentre sono in pizzeria con i miei amici, ho 13 anni, ho bisogno dei miei spazi.

Appena chiusa la porta Bill si è messo a saltare, Tom era contento, è corso di sopra a chiamarei suoi amici, Dad parlava di tour, contratti, ospitate, tutte quelle cose che solo lui poteva capire, è andato anche lui di sopra a suonare o fare non so cosa, che non la smetteva di borbotare, Bill si è girato verso di me, mi ha abbracciato, prendendomi in braccio, alzandomi, urlando dalla gioia << Andrò su Vanity Fair, registrerò un disco, sarò ricco, famoso e figo, e ti farò 10000 regali! >> era così contento che le sue canzoni finalmenti sarebbero state ascoltate, ed io ero altretanto contenta per lui, finalmente il mio fratellone, sarebbe stato fiero di sè e felice.Si è girato verso Mum che lo guardava con gli occhi lucidi, l'ha abbracciata e baciata, e ripetteva 100 volte << Dobbiamo creare uno stile unico!! >>. Dopo tutta quella euforia, prende per mano me e mamma e dice, << Ok, ora concentriamoci sulla festa di Renny, è sempre la principessa di casa >>, ci siamo rimessi in cucina a schiacciare la carne degli hamburger, e parlare di come sarebbe stato il suo stile, un pò Ziggy Stardust, un pò Marilyn Manson, magari se si fa crescere i capelli se li potrebbe fare all'insù, come Goku.

Abbiamo passato il resto della serata a parlare dello stile di Bill e schiacchiare hamurger, fino all'ora di cena, che Mum ha preparato per l'occasione, una gustosissima griglia di Lasagne alla Bolognese, mi sono òlavara le mani in cucina e soo corsa ad aparecchiare, con tanto di fiori al centro tavola, una volta finito, Dad era già di sotto, in cucina a guardare Bill, contento come non mai, a rimettere a posto tutto, io invece, sono corsa di sopra in camera di Tom, che giocava alla PlayStation, gli ho detto saltellante e radiante << Tiii vieni a mangiare le lasagnucce gustosucce di nonna Kaulitz?! >>, mi ha guardato un pò scazzato, ma con un sorrisino tipico suo, dicendo << Andiamo a mangiare le lasagnucce, salta sù! >> eh? aspetta, non mi ha mai portato a cavalluccio, mi piace il mio fratello nuovo!! Siamo scesi le scale velocissimi, avevo paura di cadere e spaccarmi la testa, o i denti,  ma siamo riusciti ad arrivare in sala da pranzo sani e salvi, mi ha fatto scendere delicatamente, faccendo un verso di sforzo (fintissimo) ha detto << Una dietina, non ti farebbe male... >> accidenti, che fratello nuovo, era sempre lo stesso deficiente. A cena abbiamo parlato proprio d'altro, vacanze natalizie! Ma che cavolo c'è che non va con questa famiglia, due membri stavano per diventare delle dannatisime e grandissime superstar, e loro parlavano di vacanze di natale? Ero molto, molto stranita.

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Capitolo 2
*** Un Compleanno da Ricordare. ***


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Era mattino, non un semplice mattino come tutti quei mattini noiosi di ottobre dell'Alta Sassonia, era il mattino del mio quattordicesimo compleanno.

Il risveglio è stato piuttosto caotico, come tutti gli anni, la mattina del compleanno consiste in svegliarsi di stucco, con delle persone che cantano in faccia tanti auguri con una torta piccola con tanto di candeline con il numero della tua età, capellini a cono, palloncini e orrende foto di te struccata e spettinata che piangi perchè preferiresti dormire.

Non è così male poi, dopo sette/otto anni circa, ci fai l'abitudine, anche perchè ci sono i regali per tirarti su di morale.


Dopo quello spaventoso risveglio, era il momento dei sorrisi. Nel momento dei sorrisi di quest'anno, ho avuto l'onore di ricevere dai miei genitori un cellulare, dai miei fratelli una mega trousse professionale (che avrei sicuramente condiviso con il mio fratello Bill) e da parte dai nonni una bella mancia di ben cinquanta euro (ora per maggior parte degli adolescenti non sono nulla, ma per me erano preziosissimi.).


Dopo essermi truccata, vestita e piastrata, ho preso il mio zaino e il giacchino viola in pelle, e sono scesa le scale per fare collazione, mentre scendevo sono stata letteralmente placcata da Bill, che mi ha messo a spalle contro il muro, e sussurrando a detto;

<< Questo è per te, vai a leggerlo in camera tua, non dire niente a nessuno, ne-ssu-no hai capito?? >> ero scioccata, non ho neanche risposto verbalmente, lui mi ha preso di mano lo zaino ed io mi sono precipitata con questa “cosa” in mano, che non mi ero neanche resa conto di cosa fosse.

Entrata in camera mia, ecco cosa avevo in mano, era una busta, non una semplice busta, una busta in carta rosa chiaro, sigillata con un fiocco di seta dello stesso colore, era così bella che mi dispiace anche aprirla, sciogliendo quel bellissimo fiocco. All'interno c'era una carta di auguri, molto carina, con dei disegni floreali molto delicati, e un biglietto scritto a mano, in una calligrafia corsiva molto soffisticata, chiaramente maschile, molto delicata e organizzata, che diceva:


E' molto che ti osservo, diventi sempre più bella, non riesco a non pensarti, mi piacerebbe incontrati.

Georg. “


Oddio, non mi sembrava vero, Georg Listing, il perfetto, era preso da me, e voleva incontrarmi?? Non mi sembrava vero, in quel momento ho sentito le farfalle allo stomaco, mi gelava il sangue, mi scoppiava il cuore, non riuscivo a respirare, non era possibile.


<< Dai, Aimeé , muoviti arriviamo in ritardo... >> ha urlato Dad dal sottoscala, che tipo, come se uscissimo di casa puntuali.

<< Eh, aspetti!! Non posso scendere ora, mi serve Bill,è urgente... Biiill!! >> ho urlato disperatamente fuori dalla porta di camera mia.


Neanche cinque secondi, e Bill era già arrivato, come un lampo;

<< Che è successo?? Lo hai letto? Cosa dice??? >>

<< E' di Georg!! Vuole uscire con me, cosa facciamo?? Stamattina lo vedremo, e se mi viene a parlare? Tom capisce e ci ammazza tutti, ci ammazza tutti!! >>

<< No, non ti preoccupare, fai finta di niente,ora muoviti, dobbiamo andare. >>


    Eh bé, a dire il vero, era così Georg non era il mio ragazzo...Ancora! Potrebbe darsi che dopo una o due uscite capissimo di non essere destinati a durare, oppure che domani, quando Tom scoprisse, lo ucciderebbe e così nessun'altro ragazzo mai più ci potrebbe provare con la sorella "Hannibal Kaulitz the Cannibal" per paura di essere impiccati con il proprio intestino... Ero sempre più tesa, avevo paura di lanciare a Georg qualche sguardo da cerbiatta Tom lo visse e lo uccidesse... (per chi non avesse capito, Tom non vuole che io abbia un ragazzo, specie più grande perché non vuole che io faccia sesso perché crede che io possa diventare una sgualdrina, come quelle che si fa lui..). Una volta scesa dalla macchina ed aver dato il solito bacino da "figlioletta-cara-di-paparino" a Dad, sono andata avanti con i passi lenti e impauriti, Tom era andato avanti, a salutare dei suoi amici che indossano lenzuola e capelli a moccio, come lui... Billy invece, è rimasto accanto a me, a braccetto, mi tranquillizzava dicendo:

      << Stai tranquilla, devi fare come sempre, lo saluti, poi ti porto dalle tue amiche, se Georg ti parla, stai serena, ci penso io a parlarci, comunque la tua risposta è "Sì"?! >> ho percepito un'esaltazione molto da telefilm, stile Summer Roberts, non avevo mai visto Bill così ansioso e preso bene, si sentiva in un telefilm, era ora che succedesse qualcosa di divertente, alla fine è sempre con quelli amici strani dai capelli rosa...

<< Certo! Cioè, voglio dire sì... Insomma, non ho niente da perdere, e poi lui è così carino... Peccato che Tom lo ucciderà.. >>lì per lì ho lanciato un sospiro un po alla "povera-donzella-sofferente". Bill mi ha guardata, (ovviamente prendendomi in giro) compassionevole e ha aggiunto << Eh, hai ragione, ha de capelli così belli.. >> poi si è messo a ridere, e ha continuato

<< No, dai, vedrai, se questa cosa fra voi due si rivelerà una cosa seria, a Tom ci penso io, d'altronde, ho la telepatia gemellare a mio favore!! >> mi ha rassicurata,

<< Ok, mi fido, bé vado da Yasmine e Lena >> facendo il pollice in su e allontanandosi per andare dai suoi amici, mi ha risposto,

<< Perfetto ci vediamo in classe, Renny! >>.


Ho salutato come sempre Yasmine e Lena, ho fatto vedere il mio cellulare, e, ovviamente, hanno notato che ero più carina del solito, che avevo un scintillio strano negli occhi,e quindi ho dovuto raccontarle di Georg!!

<< Allora.. >> ho iniziato a raccontare, quasi sussurrando,

<< Stamattina, Bill mi ha dato una busta rosa, come quelle dei film, chiusa da un fiocco di tulle carinissimo, aveva un delizioso profumo, un pò frutti di bosco, un pò fiori freschi, e c'era scritto, in pratica, che sono bellissima, che non riesce a smettere di pensare a me, che mi vuole conoscere meglio... >> le ragazze si sono guardate meravigliate, ansiose e saltellanti mi hanno chiesto

<< Bè, ma quando uscirete, insomma.. >> cavolo, a questo non ci avevo pensato, come avrei fatto ad uscire con lui, senza che Tom lo scoprisse,

<< Non lo so... Non gli ho ancora parlato, non l'ho nemmeno salutato oggi dalla paura... >> mentre parlavo con le mie amiche, lo sguardo mi si era perso per una frazione di secondo, avevo visto Georg, lui mi guardava,con quel sorrisetto malizioso a labbra strette alla sinistra del suo perfetto visino, in quel momento mi sono sentita appesa in aria, sentivo una nuvola calda, con lo stesso odore di quella busta rosa di questa mattina che mi avvolgeva, non sentivo più le mie amiche parlare, sentivo solo un'eco..


<< Ciao Renate... >> oh Cristo, era lui, adesso, come mi stavano i capelli? Cosa cavolo gli dico? Non sono pronta!!!

<< Ciao Georg.... >> sentivo la mia lingua che si pizzicava, come quando vai dal dentista e ti fa l'anestesia, lui mi ha guardata, mi ha presa per il gomito, delicatamente, e mi ha trascinata di pochi centimetri a lui, dicendo,

<< ehm.. devo parlarti di una cosa, hai avuto il mio biglietto? >> oh cavoli, non mi uscivano le parole di bocca, e per lo più, ho notato che Bill si era girato verso di noi, e in modo molto attento guardava anche Tom, controllava che lui e i suoi amici neanderthaliani, non stessero facendo la veglia su di me, come fanno di solito, con un'espressione tranquilla, mi ha fatto con la testa il segno che potevo continuare a parlare con Georg.. Non ho risposto verbalmente a Georg, ho solo annuito con la testa, e lui mi ha continuato

<< Vedi...Io sono serio in queste cose, tu cosa... >> non gli ho nemmeno fatto finire di parlare,

<< Per me, possiamo provarci, però Tom non la prenderebbe bene, sai... >> mi sono interrotta perché mi aveva preso il mignolo con il suo mignolo, che carino...

<< In effetti, con tutti gli avvoltoi del vostro liceo... >> lo so era carinissimo, ma ho visto Bill un pò agitato che guardava di là e di qua, quando è riuscito a incrociare il mio sguardo mi ha fatto una faccia strana, con gli occhi spalancati, li mi è venuta paura

<< Georg, forse è meglio che parliamo in un'altro momento... >> lui esitò

<< Guarda che non ho paura di tuo fratello... >> l'ho interrotto,

<< Allora ti lascio il mio numero, mandami un sms >> gli ho preso dalla mano il cellulare e ci ho salvato il mio numero dopodiché, sono andata dalle mie amiche.

<< Che ti ha detto? Ti ha chiesto di uscire? >> mi ha chiesto Lena

<< Sì, più o meno... Cambiamo argomento?? >> le ragazze si sono squadrate e Yasmine ha detto;

<< Come sei suscettibile >>.


Durante tutte le otto ore di lezione, ho pensato a lui, e a questa situazione, a quel punto mi ero anche dimenticata che era il mio compleanno. All'uscita della scuola ho salutato le mie amiche, e da sola, ho preso il primo pullman, quello che sempre pieno. Arrivata a casa, ho deciso di fare un po' finta di niente, ma appena arrivo in camera mia e... Bip-Bip, è Georg, ancora prima di risponderlo mi sono buttata nel letto e ho aperto il messaggio e ho iniziato a rispondergli:

<< Dove sei? Sono qui alla fermata... >>

<< Ho preso il pullman prima, mi ha chiamata mia mamma vuole che l'aiuto >> ma tu guarda che bugiarda...

<< A quella cosa che ti ho detto ci hai pensato? >>

<< Un po' si... >> un po'? Ci ho pensato tutta la mattina a questa cosa!

<< Quindi basta che io dica dove e quando e per te va bene? >> aiuto, la cosa si fa seria...

<< Sì certo... >> almeno non viene a casa mia...

<< Ok.. allora ci conto... guardo i miei impegni, e poi ti faccio sapere, ora devo andare con mio padre dall'avvocato per quella cosa del contratto, ci sentiamo dopo ok?? >>

<< Perfetto... io ora devo andare da mia mamma, ciao... >>


Che bello messaggiare, almeno così non vede che quando mi parla divento di tutti i colori... Potrei viverci di Sms...


Più tardi di circa mezz'ora, sono arrivati i miei fratelli, Bill è corso in camera mia, sentivo i suoi anfibi che rimbombavano su per le scale e il corridoio. E' entrato in camera mia, con quel suo sorrisetto a trentadue denti, gingillando la testa, ha fatto un salto dalla porta al mio letto, dove si è seduto accanto a me appoggiandosi alla testiera.

<< Allora che vi siete detti?? oggi in classe eri muta, ti avrò mandato circa 100 bigliettini... >> mi ha chiesto , un po' ansioso.

<< Mi ha detto che non ha paura di Tom, che vuole conoscermi, mi ha preso la mano, e gli ho dato il mio numero.. . >>

<< Davvero? Che carino, hai fatto bene a dargli il tuo numero, ti ha scritto qualcosa?? >>

<< Sì, mi ha chiesto quando possiamo vederci, e gli ho detto che lo decide lui... >>

<< Bene... >> ha sospirato e aggiunto << Sai, non credo che Tom se la prenda male, visto che è Georg, ma vacci piano lo stesso. >>

<< Sì certo... Non vorrei che il mio primo ragazzo venisse ucciso da mio fratello... Rischierei di morire single!! >>

Insieme siamo scoppiati a ridere, cavolo, come potrei mai farmi tanti problemi per mio fratello, in fondo non è neanche mio papà... E' mio fratello!

Bill si è alzato, e mi ha trascinata dal letto, come per farmi uscire dalla stanza, avevo pur sempre il mio compleanno da organizzare.


Siamo scesi le scale saltellanti, (almeno Bill mi faceva saltellare, lui è troppo solare per essere un gotico, non capisco questa cosa...) eravamo da soli in casa, noi tre, è sempre così, Mum nell'atelier, Dad nella sua scuola di musica, io e i miei fratelli avevamo un nostro rituale per il pranzo.... Scaldavamo la cena del giorno prima, visto che a nessuno di noi interessava cucinare, ci bastava mettere tre piatti e tre forchette a tavola, ognuno la sua latina di red bull oppure di coca-cola, parliamo tanto all'ora di pranzo, più che altro, parliamo male degli altri, siamo un po' dei pettegoli.

Una volta messo a tavola l'occorrente per sbranare una povera teglia di lasagne, ci siamo seduti, mentre si sedeva, Bill ha preso fiato e.ha urlato: << Tooooooooooom! A tavolaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!>> , dopodiché mi ha sorriso e si è seduto educatamente, mettendo il tovagliolo (un pezzo di scottex, quello con le verdure disegnare, non un tovagliolo di quelli di seta dei film...) sulle cosce, e ha preso una porzione gigantesca di lasagna e l'ha messa nel piatto, con tanto di leccata-alle-dita-sporche-di-lasagne incluse. Tom è entrato in cucina come se già si aspettasse di non trovare più niente da mangiare, vedendo me, non essendomi ancora servita ha detto: << Meno male che qualcuno qua si preoccupa di non farmi morire di fame..>> diceva guardando verso Bill con uno sguardo al quanto minaccioso, ovviamente Bill, gli ha fatto vedere il suo nuovo anello, casualmente era nel suo dito medio...

Dopo esserci serviti tutti, inizia la conversazione:

<< Stamattina alla fermata Georg era strano... >> non ha neanche finito di parlare ed io mi sono quasi uccisa con un pezzo di lasagna incastrato nell'esofago...

<< Stai attenta non ti ammazzare... Dicevo, Georg era strano, non mi ha neanche cagato, verso le 11 mi ha mandato un messaggio che diceva che doveva parlarmi di qualcosa....>> stavolta anche Bill ha quasi rischiato la vita, affogando nella red bull.

<< Che cazzo avete voi due?? Devo imboccarvi per evitare di vedervi morire qua o preferite il biberon? >>

<< Ma piantala, parla lui che ha 200 buchi in bocca, si capisce quello che hai mangiato guardando per terra o sul tavolo...Oppure in faccia della persona che è seduta davanti a te a tavola... >> Bill ha coraggiosamente risposto, io non avevo neanche più la certezza di avere la capacità di intere e volere...

<< Voi due avete seri problemi psicofisici... Fatevi visitare... Quest'altra che fa la muta poi.. Ma che cazzo hai?Hai avuto un incubo stanotte vero? Ti ho detto di non guardare CSI prima di dormire, l'ultima volta te la sei fatta a letto... >>

<< Ehi, smettila, non ho guardato CSI ieri sera, inoltre gradirei che non facessi questo genere di commenti in pubblico, principalmente di fronte a Georg o i tuoi amici... >> in quel momento Bill si è lasciato in un espontanea sberla in fronte, come nei film, quando c'è il coglione che dice qualcosa che non avrebbe dovuto..

<< Scusa se mi sono preoccupato per te... Ehii, aspetta!! Che ti importa di Georg?? Non sarà mica che ti piace vero?! >> mi è gelato il sangue, non mi aspettavo Tom fosse così perspicace. Fortunamente Bill lo ha interrotto;

<< Non le piace Georg!! >> ha detto in un modo che lasciassi a intendere che non mi sarebbe mai interessato Georg, così convinto che ci ho quasi creduto.

<< Allora ti piace Gustav!! >> ha esclamato Tom con il suo sorrisetto beffardo.

<< Noooo, non le piace neanche Gustav , non le piace nessuno. >>

<< Scusa , allora cosa te ne frega di cosa pensano i miei amici?? >>

<< Duh, ma ti sembra che sia accettabile che tuo fratello dice ai suoi amici che se l'è fatta a letto perchè aveva paura di un cazzo di telefilm, è un'adolescente anche lei... >>

<< Non me la sono fatta a letto perchè “avevo paura di un cazzo di telefilm”, avevo bevuto molta acqua!! >> nessuno sembrava ascoltarmi...

<>

<< Non sono suoi fratelli più grandi!! Noi lo siamo, che ne sai che un giorno non si metterà con uno di loro?? Ti piacerebbe per caso che lei dicesse alle sue amiche che dormi con i boxer di Tom e Jerry?? >>

<< Che cosa??? Non si metterà insieme a nessuno dei miei amici, lei ha 14 anni, non deve uscire con nessuno... Inoltre nessuno di loro la guarda in questo modo!! >> da questo ho percepito che Tom e Bill iniziavano a scaldarsi, guerra nucleare in arrivo!!

<< Che cazzo vuol dire che ha 14 anni?? Tu credi che usi ancora i codini e giochi a fare biscotti di marzapane nei fornelli?? I ragazzi la guardano eccome, non puoi evitare che lei faccia le sue esperienze.. >> non aveva neanche finito di parlare e Tom gli è saltato alla giugulare..

<< Esperienze? Ma quali esperienze, finchè io sono suo fratello, lei non farà esperienze con nessun ragazzo prima di essere almeno 18enne... >>

<< Nessuno qua sta parlando di sesso, ogni ragazza normale di 14 anni esce con i ragazzi, va al cinema, al ristorante, al parco... Non puoi costringerla ad essere una bambina per sempre, io , te e Gordon non possiamo essere gli unici uomini con cui ha contatto, che tu lo voglia o meno lei crescerà come sta crescendo, e interesserà sempre di più ai ragazzi e interesseranno anche a lei!! >>

<< Ah adesso ho capito come stanno le cose!! Tu, brutto traditore, sai sicuramente qualcosa che io non so!! E la stai coprendo, con i tuoi discorsetti idioti da mamma-di-telefilm-americano stai cercando di convincermi che mia sorella è pronta per andare in giro a limonare con qualche coglione.. Io so perfettamente come sono i ragazzi, e non si limitano certo a limonare... >>

<< Io non sto coprendo niente, e anche se fosse, è soltanto perchè tu sei troppo testa di cazzo per capire tua sorella.. >>

<< Ma che discorsi di merda devo ascoltare io?? Tu sai perfettamente che il problema non è nostra sorella!! >>

<< BASTA VOI DUE!!! Io sarò anche vostra sorella, ma non vuol dire che sono mongola e che non ho nessun controllo sulle mie azioni, i ragazzi non sono mica tutti dei pervertiti sesuali... >> finalmente sembravano ascoltarmi, i due si sono girati verso di me, guardandomi come se io non c'entrassi nulla con tutta la discussione...

<< Non ragionano mica con il pisello, hanno un cervello ok? E magari anche dei sentimenti! >> ho continuato, dopo avermi “ascoltata” si sono guardati e Tom ha detto ha Bill:

<< Vedi perchè ti dico che non capisce un cazzo?! >> Bill ha annuito con la testa commentando;

<< Sì, ma per questo che dobbiamo farle fare le sue esperienze, a questo mi riferiscono... >> quel commento di Bill mi ha veramente sorpresa, insomma da che parte sta?

<< Bill!! Da quale parte stai tu?? Anche tu pensi che io sia una bambina? >> ho detto sperando che lui correggesse quel commento...

<< No, vedi.. Come dice Tom i ragazzi non hanno sempre i migliori intenti, specie a 15 anni...>> non potevo crederci, Bill era un traditore...

<< Nono, Bill, non fare la mammina comprensiva, lei non uscirà con nessuno ok?! >>

<< Hai capito?! Tu non farai nessuna esperienza con nessun ragazzo, piuttosto ti chiudo in casa!! >> ha detto Tom, a 5 cm dalla mia faccia, con la sua faccia minacciosa.

<< Stronzo!! Tu non sei mio padre... E tu, dovresti stare dalla mia parte non dargli la ragione... >>

<< Aimee, io sono dalla tua parte!! >> ha detto Bill, cercando di farmi calmare.

<< No, tu la pensi come lui!! Ti ho sentito perfettamente, al contrario di quel che pensate voi, non sono scema!! >> me ne sono andata verso il corridoio, precipitandomi alle scale, i ragazzi mi sono venuti dietro, ma in quell'esatto momento è entrato in casa Dad, con la torta, << Superdad at home!! Dov'è la mia piccolina?? >> quell'entrata era veramente fuori luogo, ho alzato gli occhi e sbuffando ho urlato: << Avete rovinato il mio compleanno, ed IO, non sono la VOSTRA DANNATISSIMA PICCOLINA!!! >> ho chiuso correndo di sopra per le scale.

Ero così arrabbiata, volevo chiamare Georg e dirgli che doveva venire a uccidere quelli stupidi dei miei fratelli.

Entrata in camera, ho sbattuto la porta, buttandomi sul letto, ho messo in faccia il cuscino, volevo soffocare tutto quello che stava succedendo, ma così rischiavo di ammazzarmi, per 2 minuti ci è stato un silenzio cupo in tutta la casa, tranne che per i passi pesanti e frettolosi, dei miei 3 bodyguard che salivano per le scale, ho sentito anche il rimbalzo delle tue mani di Dad hanno tirato due scappellotti a Bill e Tom che hanno detto semplicemente “aia”.

<< Che avete combinato? >> diceva Dad, dall'altra parte della porta che riprendeva i miei fratelli.

<< Tom si sta comportando da stronzo... >> ha aggiunto Bill.

<< Perchè ti stai comportando da stronzo?? Cosa le hai detto?? >> ha chiesto Dad molto curioso.

<< Niente, sta uscendo con un ragazzo... >>

<< Non è vero, non sta uscendo con nessuno.. >>

<< Allora sta uscendo o no con un ragazzo?? >> Dad iniziava a sentire confuso.

<< Sì e Bill la sta coprendo, comunque le ho detto che non può uscirci!! >>

<< Perchè la stai coprendo?? E perchè tu hai detto che non può uscirci? Lo conosci? E' per caso qualcuno che non ti fidi?? >> ha chiesto simultaneamente a Bill e Tom.

<< Non esce con nessuno, Tom è un coglione paranoico tutto qua. >>

<< Non so chi ... >>

<< Vedi che sei un coglione... >> ha detto Bill.

<< Tu sei un coglione!! >> ha risposto Tom.

<< Ehi, ehi, tutti i due siete dei coglioni, ora andiamo in studio,parliamone un po', lasciate stare vostra sorella... >>


Li ho sentiti verso lo studio di Dad, cavolo, perchè devo avere dei fratelli così rompi palle? Non vedevo l'ora che arrivasse Mum, si sarebbe arrabbiata tantissimo con loro.

Mentre ero in camera a commiserarmi, sarà passata circa una mezz'ora, ero già più tranquilla, dopo averci riflettuto un po', ero arrivata alla conclusione che forse avevo esagerato un po', alla fine, i miei fratelli ci sono sempre stati per me, forse Tom è agitato per quella cosa del contratto, anche se non mi sembra visto che è successo da due giorni, e nessuno sembrava interessato.


Quando sono arrabbiata, Bill aspetta sempre mezz'ora per farmi sbollire poi viene da me, a consolarmi, come se fosse un rituale per lui, apre lentamente la porta, senza che io me renda conto e dice << Toc-toc... >> poi fa un passo in avanti, dicendo << Posso? >> e senza che io gli risponda lui entra, si siede sul mio letto, mette la mano sotto il cuscino, dove ho la testa e me gratta lentamente, dopo 20 secondi dice << Tutto ok? Stai meglio? Scusa per prima non mi sono espresso bene... >>. E' sempre così, ogni volta che litighiamo da quando abbiamo 6 o 8 anni che lo fa, e per strano che possa sembrare, è l'unica cosa che mi fa calmare tutte le volte che sono triste o arrabbiata.


Mi sono alzata, mettendomi seduta nel letto a gambe piegate e asciugandomi le lacrime di rabbia ho iniziato il nostro dialogo:

<< Forse anche io ho esagerato... Cioè magari siamo tutti tesi per la cosa del contratto discografico, mi sento un egoista, penso solo al mio compleanno e i miei problemi... >>

<< No, non è così, la cosa del contratto è stata presa nel modo da prendere, non dobbiamo andare in giro a fare i grandi dicendo ai quattro venti che abbiamo firmato con la Universal, è solo l'inizio, e poi non possiamo montarci la testa così... >>

<< Hai ragione... >>

<< Ok, ora basta con il dramma, Dad mi ha dato dei soldi per portati da Starbucks e prenderti il tuo frappè strano... Ti va? >> Ha detto gingillando la testa con il suo sorrisetto carino e le manine che battono, come quelle bambole della tv.

<< Ok, andiamo... Magari guardiamo un po' le vetrine... >> stavolta ho gingillato io la testa, con tanto di sorrisetto carino...

<< Okay.. Così magari passiamo davanti allo studio del padre di Georg e vediamo sei il tuo adorato sweethear è lì... >>

<< Non c'è, ha detto che andava dall'avvocato con suo padre per la quesione del contratto... >>

<< Hmm... M sono dimenticato che eri la sua ragazza e che sai tutto di lui... >>


Una volta presi i nostri giacchini in pelle e le nostre borse a tracolla, siamo scesi le scale saltellanti e ansiosi, siamo corsi verso la porta, di sotto c'erano Dad e Tom in sala che parlavano, siamo semplicemente usciti dicendo << Noi andiamo.. >> e ci siamo precipitati al cancello, per fortuna abbiamo la fermata del pullman davanti a casa, mentre aspettavamo non facevamo altro che parlare delle nostre idee per il suo look.


Una volta saliti sul pullman, ognuno ha preso il suo lettore cd, e mentre ascoltavamo le nostre musiche da Teen-Drama, guardavamo fuori dal finestrino, osservando quei campi orrendi, pieni di mucche e letame, io pensavo a cosa potesse stare pensando mio fratello in quel momento, magari a quanto contento fosse perchè stava per lasciare definitivamente questa merda di provincia, lasciare tutti i campagnoli alle spalle e aprire una nuova porta per le grandi città europee e mondiali. Non riuscivo a capire come mai riuscisse ad essere così rilassato , sapendo che tutta la sua vita stava per cambiare...


<< Siamo arrivati a Bahnhofplatz, Magdeburgo. >> era quello il suono che mi aveva svegliata dai miei pensieri, non avevo nemmeno chiuso gli occhi, semplicemente appoggiato la testa nella spalla sinistra di mio fratello mentre guardavo fuori dal finestrino, non mi ero neanche accorta che il pullman era quasi pieno.

Ho un po' smosso Bill con il gomito, per farlo svegliare, erano già passati i venti minuti del viaggio, e dovevamo scendere, ha tolto le auricolari e spento il lettore cd e si è alzato, io ho fatto la stessa cosa dopo di lui, scesi dal pullman siamo andati verso il centro commerciale dall'altra parte della strada.

Non mi ricordo esattamente di cosa parlavamo, ma ricordo che mi sentivo serena, leggera, molto di più delle altre volte che litigavamo.

Siamo passati davanti a un negozio di accessori e ci siamo incantati con quello che c'era dentro, abbiamo voluto prendere tutto il negozio, ma visto gli strategici 20 euro che Dad ci aveva lasciato ci siamo accontentati di 1 paio di cosette a testa, fortunatamente, ho un fratello a cui piacciono trucchi e bigiotterie, ci scambiavamo tutto, e forse ancora oggi.

Dopo una pillola di shopping, siamo andati da Starbucks e ci siamo seduti a deliziare i nostri frappè e muffin, Bill prendeva il suo solito frappè di vaniglia e frutti di bosco e un donut di quelli rosa, io invece ci andavo su pesante con il cioccolato, doppia porzione ovunque.


Rilassandoci e parlando dei cavoli nostri, ci siamo completamente dimenticati di che ore fossero, quindi, dopo di essercene accorti di essere in ritardo per il MIO compleanno, siamo corsi verso la fermata, e con tutta la fortuna del mondo siamo riusciti a prendere il pullman.

Dopo venti minuti, eccoci alla fermata davanti a casa, Bill era diventato strano da tipo 10 minuti, sembrava ansioso, non lo so... Qualcosa in questa storia mi puzzava, ma non sono andata a fondo alla questione, era il giorno della mia festa di compleanno, e io me ne ero dimenticata, avevo una paura assurda che Mum si arrabbiasse con me per essere arrivata in ritardo alla mia festa.

Entrati in casa, abbiamo visto Mum che dalla cucina correva in sala, con un vassoio pieno di muffin e cupcake nelle mani, Tom che gonfiava dei palloncini rosa e Dad che non faceva niente, scendeva dalle scale, e sorpreso ci ha detto ; <>

<< Stavamo per perdere l'autobus, quindi siamo corsi...>> ha detto Bill mentre si toglieva la giacca e l'appendeva.

<< Gente, quanto siete carini, grazie di organizzare tutto al posto mio, mi sono comportata da cretina egoista... >> il senso di colpa mi mangiava dentro, io che parlavo tanto male di Tom, e lui qua a gonfiarmi i palloncini... La stronza sono io, non lui.

<< No tesoro... >> ha detto Mum avvicinandosi per salutare me e Bill con il suo caratteristico abbraccio doppio. << Ti dai sempre tanto da fare ad organizzare le feste di tutto l'anno quando ce le dimentichiamo sempre, per una volta, possiamo anche rompere gli schemi... >> continuò, mentre mi faceva segno di andare di sopra, << ora vai a mettere il tuo bel pigiama nuovo per l'occasione, le ragazze dovrebbero arrivare in poco tempo, e tu Mecky, vieni con me in cucina.. .>>.


Ho fatto le scale di corsa, sono entrata in camera in un lampo, e mi sono vestita ancora più velocemente, ero ansiosa per questa nuova fase della mia vita, andare in tour con i miei fratelli, avere un ragazzo, non so, una vita da telefilm era proprio quello che ci voleva per farmi dimenticare il fatto che vivo nel bel mezzo del nulla.


Dopo essermi vestita, ho pensato di mandare un SMS a Georg, giusto per sapere come sta o cosa faceva, non sapevo cosa scrivere, ma non volevo essere sdolcinata, in fondo lui è più grande di me, e poi non è ancora il mio ragazzo. Ma lui, sembrava avermi letto nel pensiero e avermi battuta nel tempo. Quell'antipatico bip-bip del cellulare sembrava essere un suono bellissimo quando annunciava un SMS di Georg.

<< Ciao bella, ho sentito Bill prima, tutto ok?? >> che dolce....

<< Ciao!! mi hai letto nel pensiero, stavo per scriverti, comunque tutto ok, Tom sembra essersi calmato... Come ti è andata la giornata? >> spero di non ficcanasare troppo.

<< Tutto normale, ho finito prima di quanto mi aspettassi dall'avvocato, ho passato il resto del pomeriggio ad aiutare mio padre nello studio.. Tu?? >> oh cazzo, ben che Bill aveva detto, dovevamo passare nello studio di suo padre.

<< Sono stata a Magdeburgo con Bill, abbiamo fatto un giro al centro commerciale poi siamo andati da Starbucks... >>

<< Davvero?? Cavolo, la prossima volta che vieni a Magdeburgo fammi sapere, così almeno mi faccio dare una pausa e ci vediamo, una pausa di un quarto d'ora con te mi ci vuole, passo tutto il giorno con lo sputo della gente in mano... >>


Quando stavo per rispondere a Georg, qualcuno bussa timidamente, << Sono io, posso? Giusto un attimo... >> era Tom, ho semplicemente risposto con un secco; << Vieni... >>.

E' entrato in camera un po' imbarazzato, ha chiuso la porta, avendo capito che non era lì semplicemente per farmi andare di sotto, ho posato il cellulare, e ho leggermente battuto la mano sul letto, per farlo sedere.

<< Senti, so che mi sono comportato da stronzo con te oggi, ma sai... Non è facile per me accettare che altri ragazzi vogliono fare con te quello che faccio con le loro sorelle... >>

<< Tom... >> ho provato a replicare un po' stranita dall'immagine che potesse avere in testa, ma lui non mi ha lasciata continuare.

<< No.. Fammi finire... Vedi, non voglio che tu pensi che faccio lo stronzo giusto per il gusto di farlo... Anche perché il mio intento non è quello di fare lo stronzo, ma di proteggerti dai coglioni che ci sono in giro.. Non mi va di avere segreti e diventare quei fratelli che non si parlano almeno che non sia per litigare. >> non avevo mai sentito Tom che faceva un discorso del genere prima d'ora, ero quasi emozionata.

<< Grazie Tom, neanche io voglio diventare di quelle sorelle che parlano con il fratello solo per chiedere passaggi... Niente segreti, è un po' troppo, ognuno ha i suoi segreti ma, cerchiamo almeno di non azzannarci a vicenda..... >>

<< Sì... Ma io voglio che ti fidi di me, come ti fidi di Bill, cioè... Siamo tutti i tre fratelli qua, però come preferisci... Importante è che non si ripetano più questo genere di cose...Pace? >>

<< Ok... Pace... >>

<< Ora sei stronza tu, dai un cazzo di abbraccio a tuo fratello... >> ha detto un po' ridendo, un po' serio.

<< Haha ok... >> e ci siamo abbracciati.

<< Comunque Mum vuole che scendi, anzi... Io voglio che scendi, Mum sta facendo confusione tra hamburger di tacchino e i pancake...Fossi in te scenderei... >>

<< Sì arrivo subito, vai pure avanti, devo fare una cosa... >>

<< Ok.. ma io ti ho avvisata.. >>


Ero molto contenta di avere fatto pace con Tom, alla fine quando litighiamo qua, qualsiasi sia il motivo, stiamo tutti male.


Prima di scendere dovevo mandare un messaggi a Georg, avevo paura che pensasse che lo stavo ignorando...


<< Scusami ma era entrato Tom, voleva chiarire...Comunque ora devo andare ad aiutare i miei di sotto, verso le 7 dovrebbero arrivare le ragazze, ci sentiamo dopo... Ciao=) >>

<< Ohh, che peccato =(... Ci sentiamo prima che vai a letto, fammi uno squillo ok? Baci. >> uhh il mio primo bacio per sms...


Scesa le scale, sono andata in cucina a vedere cosa stava combinando Mum, e passando dalla sala, ho visto quanto era carina la mia festa, mi sembra una specie di “Adio all'infanzia”, certamente io amo Hello Kitty e tutto ciò che sia rosa e lo amerò per sempre, ma non so, tutto quel putiferio che è successo oggi, mi fa pensare a grandi cambiamenti.


Erano le sette e un quarto, tutto era pronto, perfetto, sento il rumore di un fuoristrada fuori dal vialetto che si avvicina, erano Yasmine, Lena e Federica, le mie tre migliori amiche, anzi, le uniche, noi, i Kaulitz-Truemper, non eravamo molto popolari nei dintorni, la gente ci credeva “strani” alcuni ci vedevano come una famiglia troppo Hollywood per essere a Loitsche, come gli Osbourne, altri ci vedevano come i figli disturbati di due adolescenti stra fatti che non sono ancora cresciuti del tutto.


<< Ciao!! Pensavo che mi avreste dato bidone, mi stavo preoccupando... >>

<< Ma no dai, sai che per te noi ci siamo sempre... >>


Chiusa la porta, ho fatto subito vedere alle ragazze come i miei avevano sistemato la sala, era una specie di camerata tutta rosa, sicuramente mentre i miei sistemavano la sala per questa festa gli veniva la nausea, in casa nostra va di moda il nero.

C'erano i sacchi a pelo, 1000 dvd, un sacco di roba deliziosa da mangiare, sembrava una foto pubblicitaria, la serata si stava rivelando divertente, i miei non sono venuti a darci fastidio, ogni uno per i cavoli suoi, ogni tanto Mum faceva scendere Bill a scattarci delle foto, le occasioni sociali con membri della comune società provinciale e bigotta non era di uso comune in casa nostra, era come essere agli oscar, preparazioni, pianificazioni, foto a non finire, è difficile essere gli sfigati della città.

Una volta sole, io e le ragazze abbiamo iniziato a parlare di ragazzi, telefilm e tutte quelle cose sdolcinate e patetiche che si possono immaginare, dal nulla però, Federica tira fuori l'argomento Georg.

<< Ma allora, dai dicci, come vanno le cose?? Vi siete gia messi d'accordo per un uscita?? >>

<< Ma figurati, oggi a pranzo, non so come è uscito fuori l'argomento ma Bill e Tom si sono azzannati, perchè Bill diceva che io da neo-adolescente dovrei fare delle “esperienze che includono anche i ragazzi, e Tom tutto il contrario, finchè è vivo io, i ragazzi non me li devo proprio sognare, ma solo lui ha la fissa, neanche i miei se la danno per questo... >>

<< Ma chi se ne frega di Tom?? Se noi usciamo con i ragazzi di nascosto dai nostri genitori, figurati se non ci riesci tu di nascosto da tuo fratello, con il tuo altro fratello e i tuoi che ti coprono!? >>

<< Ha ragione Fede, guarda che poi Georg è più grande e più forte di Tom, dubito che abbia paura... >>

<< Guarda che Tom e Georg, sono amici da anni, e suonano nello stesso gruppo, ora che le cose vanno bene per loro non voglio mandare tutto a puttane!! >>

<< Ma quali puttane!!! E' una cosa normale , e poi Georg non è un drogato o un fattone che va in giro a scoparsele tutte, anzi... Ho sentito che l'anno prossimo si iscrive per odontoiatria... >>

<< Cazzo vuol dire? Non voglio stare insieme a lui solo perchè fa il dentista... Comque cambiamo argomento, ieri ho registrato la maratona della 1 e 2 stagione di Sex and The City, le guardiamo subito cosi per le undici riusciamo a vedere altre cose, che ne dite? >>

<< E chi rinuncerebbe mai a vedere Sex and The City, magari quando avremo trent0anni anche noi saremo come loro... >>

<< No Yasmine... No, una zitella trentenne un po' troia.. Nono, ho altri piani per la mia vita... >>

<< Haha, tutte noi, almeno lo spero. >>

<< Che tonte, io intendevo tipo, i vestiti e le scarpe ultra-firmati... >>

<< Ahh sì, allora s'... >>


Dopo ben due stagioni di Sex and The City, e i due film del Diario di Bridget Jones, circa tre hamburger a testa e infiniti litri di Coca-Cola e dolci di svariato tipo, eravamo stanche morte, ci siamo buttate nei sacchi a pelo per parlare di cavolate, ma Orfeo ci ha battute nel tempo... E ci siamo addormentate.


Non avevo idee di che ore fossero, ma sapevo che c'era mio fratello Bill, che come un psicopatico, mi svegliava con una mano che mi tappava la bocca, mi ha preso per il braccio portandomi verso il corridoio.

<< Cazzo gli hai detto a quello sclerato di Georg?? >> ha detto incazzatissimo cercando di non alzare la voce.

<< Non lo so... perchè?? >> avevo quasi paura di chiederglielo, ci sta che Tom e io abbiamo fatto pace, ma non questo non gli impediva di ammazzarci tutti.

<< Sono andato in camera tua a prendere la web cam, e il tuo cellulare ha suonato, ho visto che era un messaggio di Georg, allora l'ho aperto per venire qua a dirtelo... E qui!! E' qua fuori...Vuole vederti... >> che carino, Georg aveva sfidato la morte per vedervi, non era carino??

<< E Tom è sveglio!! >> no, non era per niente carino, era folle.

<< E adesso cosa facciamo? Mandalo via!! >>

<< Duh, è Georg, mica Gustav, non va da nessuna parte se non ti vede, è capace di rimanere lì fino a domani a mezzo giorno di domani. >>

<< Cazzo, e poi la finestra di Tom è in parte alla tua, e Georg sta tirando i sassolini come Romeo, non è romantico, alla fine muoiono tutti!! >>

<< Io mando un sms a Georg, e dico di non fare chiasso, nel frattempo mando Lena in camera di Tom.. Lo terrà sicuramente occupato... >>

<< Ehi, da quando in qua sei così maliziosa?? >>

<< Ho appena guardato due stagioni di Sex and The City e i due film di Bridget Jones, quelle sono tutte andate a dormire pensando a Hugh Grant e poi... >>

<< A Tom piace Lena... >>

<< Che ne sai tu?? >>

<< Duh, siamo gemelli noi due sai?! >>


Sono corsa in sala e ho svegliato Lena, ma non essendo delicata come Bill si è svegliata anche Yasmin, non è stato difficilissimo fare andare Lena da Tom, non ho neanche finito la frase ed è corsa di sopra, Yasmin invece ha cercato di convicermi che doveva distrarre Bill, ho fatto finta di non capire ma ho detto che non era neccessario.


Con Tom fuori gioco, ero libera di uscire da Georg, ma prima dovevo dire una cosa a Bill, che era in cucina;

<< Se non vai a metterti qualcosa addosso, questa maglietta e quei boxer da gay, Yasmin te li strappa a morsi... >>Bill ha fatto una faccia un po' stranita, mentre sorseggiava il tè mi faceva il segno di andare.

Ho preso le pantofole e la vestaglia e sono andata fuori, da Georg.


<< Georg!! Ma sei matto? Guarda che quella lì è la finestra di Tom, lo sai che lui non dorme a quest'ora... >>

<< Non mi importa di Tom, volevo vederti... Ti aspetto qua da un'ora, ti avrò mandato un quintale di messaggi... >>

<> non mi aveva neanche lasciato finire di parlare, ha poggiato delicatamente due dita sopra le mie labbra dicendomi << Ssshhh!! >> non avrei proprio fiatato, il fatto che mi avesse sfiorata mi aveva fatta rabbrividire.


Ha preso il suo braccio destro e lo ha avvolto attorno al mio collo, quello sinistro, lo ha avvolto attorno alla mia vita, e mi ha tirata verso di sé, con la mano destra mi teneva la testa, mi ha portata verso il viso, mi ha dato un piccolo bacio a stampo e dopodiché un fantastico, lungo, bacio da film, sentivo il suo respiro farsi sempre pi forte mentre mi baciava, mi sentivo sciogliere in quelle sue forti braccia da gran figo, stavo per cadere per terra, non sentivo più le gambe, avevo la bocca e la gola che mi bruciavano, non pensavo, non avevo niente in testa, ho avvolto le mie braccia attorno alla sua schiena, non volevo più staccarmi, anche se non riuscivo a respirare, continuavo a baciarlo, seguivo il suo ritmo, ha staccato delicatamente le sue labbra dalle mie, il suo visa si muoveva delicatamente sul mio, sentivo il suo respiro che dall'orecchio si spostava al collo, dove mi baciava, ad un certo punto si è fermato, ha appoggiato la testa sulla mia spalla destra, con le braccia mi ha stretta forte a sé, era così forte che non riuscivo a stare in piedi, sentivo di perdere tutto il fiato che avevo nei polmoni, ormai le gambe non le sentivo più, mi sembrava di fluttuare, ho appoggiato la testa sulla sua spalla, sentivo il suo cuore battere forte come un treno, il mio sembra essere andato in arresto, avevo pure smesso di contare i battiti, non volevo pi muovermi, sarei potuta stare in quella posizione per sempre. Quando non mi aspettavo più di muovermi, ho percepito di nuovo respiro, più forte, caldo e sicuro che dal collo, percorreva il mio viso, mi sono tolta dalla sua spalla e l'ho guardato negli occhi, nei sui bellissimi occhi grigi da lupo mannaro che mi fissavano con quel suo modo tenebroso, e l'ho baciato, più intensamente di quanto potessi immaginare, sentivo sempre più caldo, ad un certo punto, sentivo le sue mani che scendevano sui miei fianchi, e tornavano lentamente sopra, continuava a baciarmi sempre più profondamente, il che mi faceva venire un caldo allucinante, stavo per strapparmi i vestiti di dosso, mi sembrava di stare davanti ad un falò.


Dopo quell'interminabile e fantastico bacio, ho aperto gli occhi, ed era quasi alba, sapevo che se fossi rimasta ancora molto, Tom porta i cani fuori all'alba, ci avrebbe visti e uccisi, ma ne sarebbe valsa la pena.


Georg mi ha preso il viso, tenendolo fermo come se dovessi guardare solo lui. E con una voce sussurrante ha detto:

<< Devo andare, mio padre non sa che sono uscito, devo tornare prima che esca, proverò a parlare con Tom oggi pomeriggio... Stai tranquilla. >> non riuscivo a capire una singola parola di quello che diceva, volevo solo che continuasse a baciarmi.

Mi ha dato un'ultimo e veloce bacio e se n'è andato, è semplicemente sparito in quel filo di luce viola che illuminava quella notte.


Sono tornata di corsa in casa, avevo l'intensione di svegliare le ragazze e raccontare il mio primo bacio. Entrata in casa, sono andata in sala, dove ho trovato Yasmin, Federica e Bill seduti per terra, appoggiati al tavolino della sala, Yasmin beveva del tè, Bill invece, si stava facendo mettere lo smalto da Federica.

Quando sono entrata, tutti i tre si sono girati verso di me battendo le mani lentamente con i loro sorrisi a trentadue denti.

Mi sono seduta a gambe piegate per terra con loro, e quasi contemporaneamente Bill si è alzato per chiudere la porta la porta scorrevole che divideva la sala dalla hall, poi velocemente è tornato e si è seduto per terra dove era prima.

<< Non sono riuscito a dormire tutta la notte, ero pronto per sgattaiolare fuori con la scusa del giornale per riprenderti... >>

<< Già avevamo un piano A uno B e uno C in caso Tom scendesse. >> ha continuato Federica.

<< Allora... E' stato bellissimo, sembrava un film come sono uscita lui era lì alla casetta di legno con le mani in tasca che mi aspettava... Mi sono messa a parlare come una matta e lui mi ha fatto “Sshhh” e ha iniziato a baciarmi , mi ha abbracciata, poi se n'è andato... >>.

<< Ahh, che romantico... >> hanno detto in coro Federica e Yasmin.


Bill non sembrava molto interessato in ascoltare, sorrideva perchè gli facevo tenerezza;

<< Ohh, la mia sorellina ha dato il suo primo bacio.... >> ha commentato.

<< Ehi, ehi aspetta...Quando Bill è venuto da noi ereano quasi le tre, e tu sei tornata alle cinque meno dieci...Siete stati due ore a baciarvi??? >> ha chiesto Yasmin sorpresa e meravigliata.

<< Non lo so, a me sono sembrati cinque minuti... >> ho risposto imbarazzata.

<< Ohhoho, che bacio da vamp ragazza!! Ecco perchè sei pallida, non hai respirato per due ore... >>


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Capitolo 3
*** Il Risveglio. ***







L'orologio della cucina segnava le sei meno un quarto, io, Federica, Yasmin e Bill eravamo in cucina, Yasmin e Federica erano sedute attorno all'enorme tavolo rotondo, in legno nero che abbiamo tutt'ora in cucina, mentre io facevo il tè, Bill apriva il vassoio dei pasticcini ancora sigillati dalla carta della pasticceria, delicatamente disfaceva il laccio che l'avvolgeva, dopo l'ha messa sul tavolo, in parte alla sua teiera di porcellana rossa.


(Bill è sempre stato fissato con tè e tisane, per lui è come un liquidino magico che fa sì che le persone si rilassino e socializzino, per lui la fine della guerra tra Palestina e Israele si risolverebbe con la popolazione che si siede a prendersi un tè con pasticcini...)


<< Sapete... Quasi quasi vado in camera di Tom fare un po' il bastardo, a dirgli che è pronto da mangiare per vedere cosa combina... >> ha detto Bill, con aria diabolica.


In quell'istante, Federica ha sputato dal naso il tè che stava bevendo, per ridere, e con un sorrisino imbarazzato ha commentato:

<< Bill.. Sai non credo sia una buona idea, anzi non credo sia una cosa interessante da vedere... >>

<< Io invece sono d'accordo con Bill.. >> ha blaterato Yasmin


( Ho sempre voluto bene a Yasmin, ma certe volte era davvero fastidioso quanto cavolo adulava mio fratello, e poi certe volte sapeva essere veramente antipatica.... )


<< Dai … Alla fine Tom mica si arrabbia, cioè... Sì... Però è divertentissimo vederlo arrabbiato!! >> ha continuato Bill, sempre più propenso ad importunare Tom.


Neanche il tempo di replicare, e Bill aveva già fatto almeno due gradini della scala, io l'ho seguito ovviamente, Federica e Yasmin sono rimaste di sotto, avevano paura di entrare nel covo della bestia.Io e Bill ci siamo avvicinati, con i passi pi cauti possibili, non volevamo rischiare di svegliare Mum and Dad, non penso sarebbero stati contenti di sapere che una spia adolescente ha corrotto sessualmente un comune ragazzo che cercava solo di proteggere la sorella. Bill ha aperto la porta, e lentamente è entrato, facendomi il segno di avanzare in silenzio.


<< Buon giorno piccioncini, è ora di alzarsi... >> ha detto battendo le mani in quell'irritante modo ripetitivo che solo lui è in grado di fare.

<< Ehi.. Ma che cazzo... >> ha borbottato Tom al vederlo in camera.


Mi sono avvicinata verso la finestra per aprire le tende, anche se il sole alle cinque di mattina, in pieno inverno in Germania non sia il massimo per svegliarsi.


<< La collazione è pronta, e le altre vi aspettano di sopra... >> ho detto io saltellando e battendo le mani come una marmotta.


Io e Bill ci siamo fermati proprio davanti al letto, era stranissimo che Tom non si fosse messo a dire tutte le parolacce possibili ed immaginabili, presenti nella lingua tedesca. Era tranquillo sdraiato con le spalle girate verso di noi, abbracciato a Lena, girata verso al muro. Dopo quell'imbarazzate minuto, Lena, si è messa seduta, con i capelli un po' scompigliati ci guardava molto serena, con un sorriso sulle labbra ha detto << Buongiorno gente... >>.

Io e Bill eravamo veramente sorpresi, non aveva detto ancora niente e non sembrava di malumore.


<< Che palle, potevate bussare, c'è la porta appositamente per queste circostanze... E se io fossi nudo?? >> ha detto Tom

<< Bleah, sei disgustoso... Vedi di alzarti, sono le sei. >> ho detto io.


Bill si è avviato alla porta, e io l'ho seguito, non avevo intenzione di rimanere ancora un minuto in quella camera disgustosa, dove mio fratello aveva fatto sesso, solo il pensiero mi rabbrividiva.


In cucina Yasmin ci guardava con i suoi occhi vigili, Federica era sorridente e serena come sempre, infatti ci ha salutati con un caloroso << Buongiorno, siete sempre tutti così mattinieri in questa casa?? >> Bill ha adorato quella reazione ed io anche, anzi, forse anche Tom aveva gradito, il mattino per lui è sempre un problema.

Io, Lena e Bill ci siamo seduti a tavola, Tom ha aperto l'armadio sopra il lavandino, e ha preso due tazze, una per lui e una per Lena, ha aperto il frigo e ha preso del latte, dopo si è seduto a tavola in parte a me, prima di sedersi, si è accasciato e mi ha dato un bacio sulla fonte, devo dire che mi aveva sorpresa dopo la lite di ieri.


<< Allora tutto bene?? Piaciuta la festa? >> mi ha chiesto.

<< Sì, abbiamo visto Sex and The City, oggi facciamo manicure e pedicure più tardi... Vuoi anche te?? >> domanda retorica...

<< Ok.. Ma niente smalto!! >>


La collazione è proseguita tranquilla, Tom è andato di sopra a vestirsi perhcè doveva portare fuori i cani, io e Bill abbiamo dato un'ordine in cucina, e le ragazze preparavano tutto in sala, avremo guardato Il Diavolo Veste Prada.

Io, Bill e le ragazze ci siamo messi comodi sul divano, Bil, nell'angolo del divano, con le gambe estese sopra l'isola, io, appoggiata a lui con le gambe piegate e la Fede con la testa poggiata sulle mie gambe, aveva le gambe estese su Lena, appoggiata sulla spalla di Yasmin, sempre intenta a fissare Bill.

Dopo cinque minuti di film, Tom è sceso, vestito con le sue “lenzuola” e i rasta avvolti dentro il suo capellino di lana verde.

E' entrato in sala , e ha commentando; << Dov'è Fede?? >> non la vedeva poi che era sdraiata sulle mie gambe, lei ha alzato la gamba e ha detto << Sono qui!! >> lui si è avvicinato al divano e le ha fatto una specie di carezza come quella che si fa ai gatti, sotto il mento, ha dato un bacio sulla mia fronte, con tanto di scompiglio ai miei capelli e un bacio sul collo di Lena.

<< Che leccaculo.. >> ha commentato Bill mentre sorrideva.


Ho sentito vibrare il cellulare, era Georg;


Mi sono alzato ora, non ho dormito, pensavo a te... Che fai?? ”


Sto guardando un film con Bill e le ragazze in sala... Siamo sdraiati sul divano mezzi rimbambiti perchè non abbiamo dormito. “


Che bello... Sapessi quanto vorrei essere sul divano mezzo rimbambito con te in questo momento... “


Anche io... Spero che possiamo esserlo al più presto...=)”

Oggi alle prove parlerò con Tom... Non credo la prenderà così male.”


Io e Georg siamo andati avanti a messaggiare per ancora un'ora, poiché doveva vestirsi e andare in studio da suo padre fino a mezzo giorno, dopo dove andare in scuola guida a iscriversi, e solo verso le due sarebbe andato alle prove . Non mi agitava più che Tom venisse a sapere di me e Georg,sembrava così rilassato , forse sarebbe andato tutto bene, e non avrebbe dato grande importanza a ciò.



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Capitolo 4
*** La Mamma Ha Sempre Ragione. ***



Quel giorno, avevo cambiato idea, volevo tenere un segreto, ma alla fine, il consiglio della mamma, ha ribaltato la situazione, non si trattava di confessare qualcosa di orribile, bensì di condividere una cosa importante per me. Mentirlo ancora avrebbe solo fatto del male a lui.




E rano quasi le tre, Bill e Tom erano usciti da circa un'ora per andare a Burg a fare le prove, ormai ero sola in casa, Mum era uscita alle otto di quella mattina per andare in atelier a Magdeburgo, Dad invece, doveva fare un concerto a Berlino, al White Trash . Yasmin e Federica erano tornate alle loro case, ed io ero lì, water del bagno di camera mia a farmi la ceretta alle gambe.

Cercavo di rilassarmi, e concentrarmi sul mio rituale del sabato pomeriggio, ma non ci riuscivo, non pensavo ad altro che alla mia questione con Georg, avevo paura di distruggere la band, di farli litigare, sicuramente alla fine ci avrei perso solo io, come sempre.

Dopo aver messo in ordine tutto quel casino che avevo fatto con la ceretta, mi sono messa dei pantaloni neri della tuta e mi sono seduta nella scrivania per studiare un po' di storia, ho preso l'astuccio, il quaderno, ho ripassato gli appunti in “bella”, ho organizzato tutti i miei evidenziatori, le mie biro colorate, ho persino letto il primo paragrafo, ma non mi entrava in testa, non riuscivo a concentrarmi, inoltre L'I liade , non era proprio un argomento di distrazione.

Georg era come Paride, affascinante principe di Troia, che sotto influsso di Afrodite, ha rapito Elena (in questo caso me) e portata nel suo regno, approfittandosi dell'assenza di Menelao (ovvero Tom) e di suo fratello Agamennone (ovvero Bill), i due fratelli decidono di radunare un esercito per riprendersi Elena, assumendo quindi un guerriero violento, ultrapotente e assetato di sangue nemico , Achille (ovvero Tom da arrabbiato). In sintesi, questa storia non va a finire per niente bene, perchè questa guerra dura dieci anni, finisce che muoiono tutti.

Mi sembrava di diventare matta, non riuscivo a fare a meno di pensare a tutto questo, e inoltre stavo paragonando il mio problema adolescenziale a una storia vecchia di miliardi di anni, questa situazione mi stava soffocando, dovevo mettere le carte in tavola e chiarire di una volta per tutte con Tom, insomma, non sono l'unica adolescente che esce con l'amico del fratello, ero decisa a stroncare queste bugie, lui è mio fratello caspita, sicuramente troveremo un'accordo.


Non riuscendo a studiare, sono scesa in cucina, e visto che erano quasi le sei, avevo deciso di preparare qualcosa per cena, era l'unica cosa che mi avrebbe distratta da quel drama. Ho aperto il frigo, e ho preso la carne, i pomodori e l'insalata, avevo pensato che sarebbe stato più facile parlare con Tom, se prima lo avessi catturato per la gola, così ho appoggiato il tutto sul tavolo, e ho iniziato a fare i dischetti di carne per fare gli hamburger, dopo ho tagliato le verdure, il formaggio, il pane, e ho iniziato a friggerli. Dopo aver fritto i dischetti di carne, ho apparecchiato la tavola, ho messo persino un centrotavola di narcisi gialli di plastica su un vasetto nero longilineo, tutta la tavola era apparecchiata con dettagli gialli, forse quell'energia vibrante avrebbe messo tutti di buonumore, di conseguenza Tom.

Erano passate da poco le sei, tutto era pressoché pronto, mancava solo prendere le bibite di sotto in cantina, quindi sono corsa di sotto, le ho prese e le ho messe nel frigo. Organizzare quella “piccola trappola”, devo dire che mi distraeva, e mi dava la sicurezza di poter affrontare Tom su quell'argomento, anche senza l'aiuto di Bill, alla fine dei conti, abbiamo tutti i tre la stessa età e le stesse idee.


La prima ad arrivare è stata Mum;


<< Hmm.. che buo odorino... >> ha detto appena entrata in casa, mentre posava il trench nell'attacca pani.

Sono corsa nella hall per salutarla e farmi fare una carezza da lei.

<< Ciao Mum!! >> ho detto salutandola con un bacio sulla guancia.

Nel piccolo tragitto tra la hall e la cucina, ero ansiosa perchè vedesse cosa avevo preparato, volevo capire se l'effetto “cromo-ipnotico” del giallo avrebbe fatto effetto.

<< Caspita, che tavola carina, sei stata proprio brava... Che stai cucinando di buono?? >>

<< Degli hamburger, e di dessert ho fatto della macedonia da mettere sul gelato... >>

Mi ha guardata con una faccia soddisfatta, vedevo nei suoi occhi quanto fosse orgogliosa, il che non riesco a spiegarmelo, insomma, non era un dieci in algebra, era un tavolo apparecchiato, con dei fiori di plastica al centro.

<< Aimee tesoro, ora vado a farmi una doccia, non ci metto tanto, quando i ragazzi e Gordon arriveranno sarò di sotto. >>

Ha preso il suo folder nero, zeppo di nuove creazioni e ha portato di sopra.

Mum ha un modo carinissimo di fare le scale, come Bill, non si sentivano i piedi che sbattevano, ma dei leggerissimi solchi sui gradini, forse perchè lei e Bill hanno l'abito di togliersi le scarpe prima di salire le scale, questo non ho mai capito.


Erano le sette meno un quarto o meno venti, quando sono arrivati Bill e Tom. Li ho sentiti sbattere il cancello, correre per il vialetto, e salire i gradini del portico con i pesanti passi dei loro stivali.


<< Buonasera alle mie donne.. >> ha detto Tom mentre si toglieva il suo giaccone verde militare bagnaticcio e lo appendeva nel guardaroba della hall.

Bill invece, si è limitato a togliersi gli stivali e salire le scale, a metà scala, dove mi ha incrociata mi ha fatto segno con la mano di salire con lui, nello stesso instante, Tom è entrato in cucina e vedendo il tavolo apparecchiato, e i panini per gli hamburger nel cestino, ha commentato qualcosa che non ho sentito.


Entrata in camera di Bill, ho chiuso la porta, e tranquillamente ho iniziato a parlare.

<< Ho deciso di fare da me... >>

Bill ha incrociato le braccia, e con il sopraciglio destro alzato e il suo con il suo sguardo scettico ha completato.

<< Sentiamo... >>

<< Dopo che ho letto L' Iliade.... >> mi ha interrotta con un colpo di tosse.

<< L'Iliade? Quella della “Troia” ? >>

<< Non era una troia, è stata rapita da Menelao... Comunque, quello che voglio dire è... Ho riflettuto, insomma, basta un po' di dialogo, questa non è una tragedia... Cioè non ci sono donne stuprate da divinità sotto forma di cigno... Capisci?! >>

Bill ha fatto una faccia un po' confusa, poi ha sciolto le braccia, si è grattato la nuca ( il suo segnale di nervosismo) e ha continuato:


<< Oggi, durante le prove, Tom ha chiesto a Gustav e Georg di aiutarlo a scoprire chi è venuto sotto casa nostra il venerdì sera e ti ha baciata sotto l'albero di cedro. >>

Non ci potevo credere, quando volevo sistemare le cose, ecco che si sputtanano da sole.


<< Ma come?? Lena era con lui!! >> ero in panico.

<< Qualcuno gli ha fatto una soffiata, ha detto di avere ricevuto un sms, di qualcuno che aveva visto te, sotto casa che ti baciavi con uno verso le due o tre di notte di venerdì. >>

<< Ma chi?? >>

<< Secondo te lo so?? Importante è fare finta di niente a cena, domani idem, probabilmente ti girerà in torno per farselo dire, è la.. >>

<< Trappola della Fiducia. >> lo abbiamo detto insieme.

<< Quindi io cosa devo fare? >>

<< Niente, lascia che a lui ci penso io... Abbiamo ancora domani e lunedì, starà nel suo brodo per un po'... Sai com'è fatto... Poi partirà all'attacco.. >>

<< Ok, ora però.. Andiamo di sotto, prima che ci diano per dispersi... >> ho aggiunto.


Siamo scesi, e andati in cucina, dove c'erano Tom e Mum che chiacchieravano animatamente seduti a tavola, gli hamburger erano già a tavola, le bibite anche, quindi io e Bill ci siamo seduti.


<< Prima di iniziare, vorrei ringraziare la nostra Aimeé per essersi presa il disturbo di prepararci la cena... E fare un brindisi al nostro nuovo trattato di pace.. >> ha detto Tom

<< Quanto siete carini, sono una mamma fortunata in avere dei ragazzi che nonostante essendo dei mostriciattoli, sanno anche essere dei principini civili... >> ha detto Mum

<< Evviva!! >> abbiamo detto io e Bill.


A cena, abbiamo parlato di scuola, i miei fratelli non ne potevano più, a quanto pare, non è facile essere alternativo in mezzo alle campagne, Mum, stava lavorando in una collezione per ragazze, per la Adler, non vedeva l'ora di avere i primi campioni di collezione per usarmi come cavia, non che mi sia mai dispiaciuto, è il sogno di ogni ragazza avere una mamma stilista.


La cosa stava generando per me, non sapevo come sistemare le cose, mi sembrava di essere entrata in una strada senza via d'uscita, non riuscivo a mangiare, non riuscivo a metterere in pratica niente di quello che mi veniva in mente.


Quella serata, l'abbiamo trascorsa in modo apatico, a parte per i miei fratelli, che sono usciti con i loro rispettivi amici, io e Mum siamo rimaste a casa, io al computer, in internet e lei in sala, a guardare qualcosa in tv.




Ero sdraiata nel mio letto, con i miei pantacollant neri, sotto la felpa gigante che Tom non usa da secoli e degli scaldamuscoli grigi. Guardavo in televisione l'ultima stagione di Friends, mentre mi mangiavo un toast al formaggio che mi ero preparata prima.

Ho sentito vibrare io cellulare, era Georg;


<< Ciao... Mi è mancato sentirti oggi.... Lavoro, scuola guida, prove con la band... Ora sono a casa... Tu dove sei? Che fai?? >>


<< Anche a me... Sono a letto a guardare friends.... Comunque oggi ho voluto parlare con Tom a cena, ma poi ho saputo da Bill di quello che era successo oggi allora ho lasciato perdere.... >>


<< Non ti preoccupare, a Tom ci penserò io, so come girarlo bene.... Tu devi solo stare tranquilla... A proposito, lui non è a casa vero? >>


<< No, né lui né Bill, sono da sola con mia mamma.... Perché? >>


<< Non so... Pensavo di poter passare... Cioè non vedo l'ora di vederti, mi manchi tanto... =) >>


<< Okay... Se vuoi per me va bene... Io sono qua, ma non so a che ora tornano... >>


<< Non è un problema, il tempo di lavarmi i denti e fare la strada... Corro da te!! >>


<< Okay... Corri allora! Perchè io ti aspetto... >>

Non vedevo l'ora di vedere Georg, mi sembrava essere passato una vita da quanto ci eravamo baciati, ovvero un giorno prima... Mi sono alzata da letto in un lampo, mi sono guardata nello specchio della porta che separava il bagno da camera mia, (camera mia era una suite, così come tutte le altre) mi sono messa sotto la doccia, ho aperto il rubinetto , e a quel punto l'acqua tiepida che colava dalla mia testa sul mio collo e le pie spalle, sembrava cullarmi, catturando tutte le paranoie e i problemi che avevo in quel momento, con il bagno schiuma alla piňa colada mi ci sono insaponata, poi, con lo shampoo, mi sono mi sono massaggiata i capelli, era così rilassante, non avevo idea che una semplice doccia avrebbe risolto tutti i miei problemi.

Uscita dalla doccia, mi sono avvolta alla salvietta e sono andata in camera mia, aprendo il mio armadio, non avevo idea di cosa potessi mettermi, insomma, non dovevo uscire né tanto meno stare a casa, ho optato per dei semplici jeans stretti scuri, una felpa grigia e le mie converse rosa, mi sono asciugata e piastrata i capelli, mi sono messa solo un po' di eye liner, lucidalabbra, e ovviamente del profumo, il mio preferito Anaїs Anaїs di Cacharel, che mi ha regalato Mum lo scorso natale, e per finire, un cerchietto sottile, rosa con un piccolo fiocco sul lato destro.

Sono scesa giù dalle scale , e sono andata verso la cucina, dove ho posato il piatto e il bicchiere che avevo portato in camera, li ho messi dentro il lavandino, quando Georg mi ha mandato un messaggio;

<< Sono qua, sotto il cedro... Ti aspetto =) >>


Non gli ho nemmeno risposto, mi sono limitata a spegnere la luce della cucina e andare verso la hall, mi sono fermata davanti alla porta della sala per dire a Mum che stavo uscendo, quando lei mi ha superato nel tempo dicendo:


<< Non c'è una cosa che piaccia di più ai ragazzi, che una ragazza che si fa aspettare quei cinque minuti... >>

<< Hai ragione... >>


Ho preso le scale e sono andata in camera mia a lavarmi i denti, con calma, e poi mi sono rimessa il lucidalabbra, ho spento la luce del bagno, e sono uscita da camera mia, ho fatto le scale senza fretta, mi sono avvicinata di nuovo alla porta del salotto e ho detto :


<< Beh... Mum, ora vado, sono qui fuori dal cancello, ho il cellulare con me. >>

<< Certo amore, vai, ti mando un messaggio prima che arrivino i tuoi fratelli? >>

<< Hmm, sì, più che altro Tom... Per Bill è tutto ok... >>

<< Okay, ma non uscire da qua, è tutto quello ti chiedo okay?? >>

<< Sì Mum, non ti preoccupare, sono sempre qua... >>


Sono uscita dalla porta, sono scesa dai gradini del portico, e mi sono diretta verso il cancello di legno, e sono uscita. Fuori non vedevo nessuno, quindi non ho chiuso il cancello, ho scrutinato con lo sguardo dalla casetta di legno sulla mia destra, fino alla cassetta della posta del vicino sulla mia sinistra, stavo tornando dentro quando ho visto un'ombra che usciva dalla casetta e si dirigeva verso di me, ( non ho avuto paura né soggezione come può succedere a tante ragazze quando vedono uno spettro nel buio che le si avvicina ) sapevo che era lui, per un attimo delirante ho creduto di aver visto i suoi occhi grigi da lupo mannaro illuminarsi nel buio, con un velo di luce della luna che lo rendeva bizzarramente affascinante, sembrava un vampiro.

Quando sono uscita da quello stato di “trans” ho chiuso il cancello e ho fatto un passo verso di lui, mi ha preso la mano destra mi ha tirata verso di lui, mi ha messo la mano dietro il collo e mi ha dato un bacio, lento e passionale, e poi si è staccato, mi ha preso la mano e mi ha condotta nella casetta, dove si è seduto, e mi ha tirata verso di lui, facendomi sedere sulle sue gambe, mentre mi teneva la testa fra le sue mani, mi guardava intensamente negli occhi, il suo respiro si faceva più pesante, ha avvicinato il suo viso al mio, ha chinato leggermente la testa,e mi ha baciata intensamente, con la sua mano destra, teneva la mia testa , che il collo sembrava non riuscire più a reggere. Mi sentivo completamente anestetizzata, avevo l'impressione che il mio cervello si fosse scollegato dal corpo, e che esso non fosse più in grado di muoversi, mi sentivo sciogliere, e Georg mi stringeva sempre più vicino a sé, mi baciava in modo così forte, che non sentivo più le mie labbra. Improvvisamente, dentro di me è scattato un' istinto, che sembrava dominare il mio corpo, ho iniziato a baciarlo tanto intensamente quanto lo facesse lui, lo stringevo la stessa forza che mi stringeva lui, sentivo di non poter più respirare, non volevo più respirare, volevo baciarlo.

Georg improvvisamente ha staccato le labbra dalle mie, e ha iniziato a dirigerle verso i miei zigomi, le mie orecchie, per poi scendere al collo, fino ad arrivare alla mia spalla, dove ha poggiato la testa, io, di conseguenza ho poggiato la mia testa alla sua.


<< Amo il tuo profumo... >> ha detto soffocando la voce,

<> ha continuato

<< Anche io ti penso... >> ho replicato, ma non avevo altre parole per esprimere.


Dopo cinque minuti, ho sentito vibrare la tasca, era il mio cellulare, un messaggio, era Mum:

<< Tom arriva tra 10 minuti... >>


Mi era dispiaciuto tanto aver ricevuto quel messaggio, volevo rimanere ancora un po' con lui... Ma ora dovevo andare, quel segreto mi piaceva troppo perché non rimanessi più segreto.


<< E' mia mamma... Devo andare, Tom sta arrivando... >>

<< Sai una cosa? Mi sto stancando di questa storia di Tom >>

<< Che vuoi dire?? >> per un attimo ho pensato che mi volesse lasciare.

<< Non sono un bambino, tu sei la mia ragazza,e io non ho paura di parlare con Tom di questa cosa, domani pomeriggio verrò qui, e ne parlerò. >>

<< Ok.. Ma non cambia che ora me ne devo andare. >>


Ho salutato Georg con un bacio, e velocemente, mi sono diretta verso il cancello, l'ho chiuso e di corsa, ho fatto il vialetto e i gradini del portico e sono entrata in casa, non credo di aver salutato Mum quando sono entrata, di fretta ho fatto le scale, sono andata in camera, mi sono velocemente rimessa quella tenuta per niente femminile che avevo prima, e sono scesa in sala, dove c'era Mum.


<< Tesoro siediti, parliamone... >>

<< Non credo tu possa capire, Mum... >> ho replicato

<< Se a te piace veramente questo ragazzo, non ti sembra esagerato nasconderlo da tuo fratello, insomma tesoro, è solo un fidanzatino, sono sicura che lo capirà... >>

<< Non è così facile, lui suona nel gruppo, ho paura che distrugga tutto...>>

<< Avanti, non esagerare... Niente sarà distrutto, questi ragazzi si conoscono da anni, hanno passato tante cose, non sarà certo un dettaglio come questo a distruggere la loro amicizia.. >>

<>

<< Tesoro... Sono sicura che Tom ne sarà più che contento che tu frequenti un suo amico, piuttosto che qualsiasi altro ragazzo demente di quella scuola.. Non credi?? >>

<< Hai ragione... Ma non voglio farlo arrabbiare o deluderlo. >>

<< Tesoro, l'unica cosa che potrà fare arrabbiare tuo fratello, è se qualcuno osasse a farti del male, ma Georg non lo farebbe mai.. Per quanto riguarda deluderlo, niente potrebbe deluderlo di più che essere escluso dalla tua vita, solo perchè non ti fidi di lui. >>

<< Io mi fido di lui... Ma ormai tengo questo segreto nascosto da qualche giorno, è orribile, mi odierà. >>

<< Amore, ti dico solo un'altra cosa, avere un ragazzo non è qualcosa di terribile, a meno che non sia un eroinomane, hai quattordici anni, il tuo primo fidanzatino, non è altro che un fatto, bello e pulito, che dovresti condividere con tuo fratello che ti vuole tanto bene, non è un' orco, è tuo fratello, e lo sarà per sempre. >>


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Capitolo 5
*** Breakfast at Kaulitz's. ***


Breakfast at Kaulitz's

Capitolo 5

Questa, era una delle tipiche giornate, che mi faceva ricordare quanto strana fosse la mia famiglia, c'è da dire che; in Casa Kaulitz; Il buongiorno non si vede dal mattino,tutti i mali vengono per nuocere, e la legge di Murphy,sembra l'unica regola che viene seguita.


Sdraiata nel mio letto, fissando il tetto, pensavo e ripensavo alle parole che mi aveva detto Mum la notte prima mentre aspettavamo i miei fratelli, sedute in sala, sicuramente aveva ragione, mio fratello è sempre stato così “fraterno” con me, ci è sempre stato quando ne ho avuto bisogno, ora io sono qua, a tradirlo...Uscendo di nascosto con uno dei suoi migliori amici, e costringendo il suo fratello gemello e persino sua madre a coprirmi, mi sentivo davvero un verme, mi ero trasformata nella cosa che odiavo di più, la sorellina-rosa-viziata abituatasi al mondo che cedeva ad ogni suo assurdo capriccio.

Ho guardato l'orologio in parte al mio letto, e ho visto l'ora, erano le dieci, non volevo uscire da quella camera, perchè sapevo che se l'avessi fatto avrei detto tutto a Tom, ma non ero pronta. Ho preso il cellulare e mandato un messaggio alla Fede e Yasmin, dicendo che avevo voglia di uscire, anche loro, così ci siamo messe d'accordo per andare al centro commerciale, a farci un giro, la Fede sarebbe venuta perchè Bill doveva farle le mèches, e Yasmin, l'avremmo trovata sul bus per andare a Magdeburgo. Posato il cellulare, ho acceso la televisione, c'era la replica di Wetten Dass del giorno prima, era la mia trasmissione preferita, ma in quel momento, non mi stavo interessando granchè.

Bill era entrato, ed io non lo avevo nemmeno notato, indossava quel pigiama con i pantaloni in tartan grigi e tanto per cambiare, una maglietta nera, si è diretto verso il mio letto, dove si è fatto spazio e si è seduto con me.


<< Guardi Wetten Dass?? Ho letto su Bild der Frau che ci sarebbe stata Heidi Klum... >>

<< Già... Senti che hai fatto ieri sera? >>

<< Sono andato in un locale a Burg, con i ragazzi, c'era anche Andreas, ti fa gli auguri... >>

<< Wow, Andy era proprio sparito, come sta?>>

<< Bene, sta lavorando il pomeriggio nel salone di un amico di suo padre, a Magdeburgo... >>

<< Ieri sera è venuto Georg, ha detto che oggi viene a parlare con Tom. >>

<< Digli di fare presto, Tom oggi pomeriggio va allo skate park... >>


Dopo quell'ultima frase, è calato il silenzio, ci siamo concentrati in guardare la televisione, sentivo che aveva qualcosa che voleva raccontarmi.

Bill non è mai stato misterioso,il che non si direbbe mai a giudicare dal suo look da “bello e tenebroso” quando ha qualcosa da raccontarti, ti lancia degli sguardi sorridenti ogni due minuti, e muove le gambe continuamente, può sembrare carino, ma è stressante.


<< Sputa il rospo, William, so che devi dirmi qualcosa e non ci stai nella pelle per dirmelo. >>

Colpo di scena? Scommetto non lo sapevate, il suo vero nome è William Ruadh Kaulitz-Truemper, odia essere chiamato William, ha costretto persino i suoi insegnanti a chiamarlo Bill. Invece Tom, si chiama Thomasz Iago Kaulitz-Truemper, anche lui non lo dirà mai, non lo ammetterà mai, odiano avere questi nomi.


<< Non dirlo mai più... Renate Esme Truemper-Kaulitz... >> mi ha fulminata con lo sguardo.


Esme è il mio vero secondo nome, mi sa di vecchio, e poi in quell'epoca non andava ancora di moda, poiché la saga di Twilight, non era ancora stata scritta, comunque i nostri cognomi hanno ordini diversi, poiché Kaulitz è il cognome di Simone, che i gemelli portavano prima di essere adottati da mio padre, e Truemper era il mio, prima di essere adottata da Simone” .


<< Comunque.. Sorelle stronze a parte... C'è questa ragazza... Si chiama Lauren... >>

<< Che carino, ti piace una ragazza... Raccontami tutto!! >>

<< Beh, non è che mi sono innamorato, né che mi piace, ma ieri sera... Sembrava provarci con me, è molto bella ... >>

<< Descrivimela>>

<< Ha i capelli castano mogano, lunghi fino la schiena, occhi chiari, non è alta, almeno non quanto te, è più bassa di circa dieci centimetri... >>

<< Non mi sembra male, dimmi altro...>>

<< E' di Halle, ha un anno in più di me, è un'amica di Andreas, è motlo simpatica, quando è arrivata, si è seduta subito in pa rte a me, all'inizio non mi calcolava più di tanto, ma poi, quando Andreas mi ha inserito nella conversazione, sembrava notarmi... >>

<< Ma poi? Che è successo?? >>

<< Allora verso le undici, avevamo già preso confidenza, e parlavamo energicamente, senza neanche badare agli altri, lei è voluta uscire per fumarsi una sigaretta e mi ha chiesto se l'accompagnavo, io ci sono andato, una volta fuori... >>

<< Cosa?? >>

<< Allora... >>

<< Siamo usciti fuori dal pub, lei si è accesa quella sigaretta e me ne ha offerta una, ma io non fumo, e si è messa a ridere, ha iniziato a raccontarmi di quando ha fumato per la prima volta, io non riuscivo a capire cosa le passasse per la testa, che le potesse fare credere che mi interessasse saperlo, ma ho ascoltato, ha raccontato di quando e come ha conosciuto Andreas, e mi ha detto che viene nel nostro liceo, poi le ho raccontato di me... Ad un certo punto, ha buttato via la sigaretta e si è avvicinata sempre di più a me, mi ha guardata negli occhi e ha iniziato a baciarmi... Non mi era mai capitato di baciare una ragazza così, poi si è staccata e ha detto che ho un buon profumo e delle labbra morbide, mi ha chiesto il mio numero, glielo dato, oggi mi sono svegliato e ho visto il cellulare e c'era un suo mms, l'ho aperto e c'era una sua foto in intimo e il messaggio, “che fai stasera?”. >>

<< Ah però... Ma come? >>

<< Non lo so! Ci siamo solo baciati!! Poi è andata via così, senza salutarmi o cosa, mi ha fatto “Ciao Bill” e se n'è andata... Non mi aspettavo si facesse sentire... >>

<< Ah Bill, non lo so... Questa è pazza... >>

<< Lo so!! >>


In quel momento, in camera è entrato Dad;

<< Ragazzi!! >>

<< Ehi ciao, ho provato ad aspettrti sveglia, ma mi sono addormentata sul divano e mi sono svegliata qui... >>

<< Sì, sono arrivato tardissimo, eri già a letto... Ma ti ho dato comunque il bacio della buona notte.>>

<< Ti ha portata su Tom, mamma si era addormentata con te ad aspettarlo. >> ha commentato Bill.

Dad si è avvicinato al letto, e ha aperto le tapparelle, aveva questa spiacevole mania, io e Bill, come due vampiri, ci siamo coperti con il mio piumone, ma lui ce lo ha levato.

<< Dai, tiratevi su, c'è un brunch fantastico che vi aspetta... Ci sono anche i pancakes.>>

Gli sono saltata sulle spalle, Bill è andato avanti e ci ha aperto la porta, avanzati nel corridoio, ci siamo diretti nella camera di Tom, Dad ha aperto la porta, Bill è entrato di corsa e ha aperto le tapparelle, abbiamo urlato ;

<< Buongiorno Tooom!! >>

E gli siamo saltati tutti i tre sul letto, lui si è svegliato un po' stranito, era il suo dopo sbornia domenicale, avevamo l'abitudine di svegliarlo sempre così.




Entrati in cucina, abbiamo visto Mum, come tutte le domenica alle prese con i fornelli, indossava il suo grembiulino bianco con le fragole disegnate, si è girata verso di noi, e ci ha salutati con il suo sorriso dolce e accogliente, che solo lei e Bill erano in grado di fare,.

A volte mi chiedevo se loro due non avessero un qualche potere psichico che li permettesse di controllare le tue emozioni, quando ero e tutt'ora mi capita di essere nervosa, ansiosa o depressa, mi basta fare una telefonata, e ascoltando le loro voci, tutto si sistema.”


La tavola era stata coperta da una tovaglia celeste, al centro vi erano delle peonie rosa, ogni uno dei cinque posti apparecchiati, la cucina sapeva di pancake freschi, caldi appena fatti, era un odore così intenso da annebbiarmi la testa, la luce entrava fiacca attraverso la finestra, il tempo era nuvoloso, piovigginava.


Ci siamo seduti a tavola, dove Mum ci ha servito dei pancake, Tom, come di abitudine le ha coperte di miele, mentre Bill, dopo aver completamente coperto i pancake con la panna, ci ha messo sopra mirtilli, fragole, pesche, kiwi, insomma pezzettini di quasi tutta la frutta che c'era a tavola.


Il campanello era suonato, Bill ha messo tutto d'un tratto un pezzo enorme di pancake in bocca e si è alzato in un lampo verso la porta.

<< Bellaaa!!! >> ha urlato Bill, facilmente deducibile, era Fede.

E' entrato in cucina, tirando Fede da un braccio, timidissima. Io mi sono alzata e sono andata verso di loro e ho abbracciato Fede.

<< Ehi, famiglia, salutate tutti Fede. >> ha detto Bill.

<< Ciao Fede!! >> abbiamo risposto tutti.

<< Siediti qua, stavamo giusto per mangiare dei pancakes, fermati con noi. >> ha detto Dad.

<< Gente, che vergogna, sono arrivata mentre mangiavate, me lo ha detto Bill di venire, se no, davvero venivo più tardi, magari torno più tardi no??>> ha detto Fede timidamente.

<< Ma no figurati tesoro, siediti, ti prendo un piatto. >> ha detto Mum mentre si alzava e prendeva un piatto e anche una tazza.

<< Fede, prendi la mia tazza, non ho ancora bevuto, io mi prendo del succo in frigo, bevo dalla bottiglietta. >> ha detto Tom

<< Tu non bevi un bel niente dalla bottiglietta Iago, non finchè abiti in questa casa, quante volte lo devo dire?? >> ha detto Mum

<< Stavo cercando di essere gentile Mum, e non mi chiamare così! Quante volte te lo devo dire? >> ha replicato Tom.

<< No, signora Kaulitz, veramente non si disturbi, non voglio niente. >> ha detto Fede.

<< Ma smettila Fede, Mum lei ama i pancake, e vacci giù pesante con lo sciroppo alle fragole. >> ho detto io mentre masticavo.

Fede ha sorriso.

Bill ha ruttato e come se niente fosse, si è messo un' altro pezzo di pancake in bocca, e ha fatto segno a Mum di dargliene ancora.

<< Vedi piccola, non c'è bon ton in questa casa, non ti preoccupare in restare composta, siamo degli hippie in fondo. >> ha detto Dad, prima di sorseggiare il suo tè al bambù.


Mum ha posato davanti a Fede, il piatto, sembrava la Muraglia Cinese con delle fragole sciroppate sopra, Fede ha fatto una faccia estasiata, e balbettando ha detto :

<< Grazie Signora Kaulitz, grazie. >>

<< Prego tesoro, e non chiamarmi più Signora, sono Simonne, oppure Mum. >>

<< Scusi.. Cioè volevo dire, scusa e grazie Simonne. >> ha detto Fede tentando sciogliersi.


Dopo la colazione, io, Bill e Fede, ci siamo spostati in camera mia, nel bagno, dove Fede, si è seduta sulla sedia ed io , sul lavandino, mentre Bill preparava le cose per farle le mèches.

<< Allora Ren... Bil... Alla fine quella cosa di Georg, l'avete detto a Tom?? >>

<< No.. Ci stiamo cagando addosso... >> ho detto.

<< No, non ci stiamo cagando addosso, stiamo cercando di elaborare un piano... >> mi ha corretta Bill.

<< Sapete... L'altro giorno è successa una cosa strana... Che mi ha fatto pensare... >>


Bill, mentre divideva le mèches con il pettine, ha guardato Fede attraverso lo specchio, era deducibile che si stesse domandando cosa fosse.


<< Ovvero?? >> ha chiesto.

<< Non sono sicura.. E' solo una mia impressione, non dovete prenderla come una considerazione verea. >>


Bill ha posato il pettine e ha incrociato le braccia. ( è il suo modo di ascoltare )


<< Diccelo allora... >> ho detto impaziente.

<< Io credo... Beh, io credo di sapere chi ha mandato il sms a Tom. >>


In quel momento, una rabbia allucinante, sapevo che se me lo avesse detto, avrei ucciso qualcuno.

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Capitolo 6
*** Machiavellismo Kaulitziano. ***


Machiavellismo Kaulitziano.


Dedicato a Jennifer aka Axel




Dopo una crisi di nervi, tre litri di lacrima e un'ora dopo, Bill aveva già ideato un piano contro “il traditore”, e avevamo deciso, che era ora di parlare con Tom a proposito del mio ragazzo, Bill era convinto che Tom si fosse calmato, e quindi, la probabilità di ammazzarci tutti era minima. Riguardo al raccontare a Tom di me e Georg, non ci siamo affrettati, ce la siamo presa comoda, anche perchè Tom vive con noi, da casa non sarebbe scappato, allora, abbiamo deciso di finire i capelli alla Fede ed elaborare nei dettagli più meticolosi la vendetta contro “il traditore”.



Erano quasi le tre, Io, Bill e Federica eravamo pronti per uscire, stando tutto quel tempo in camera mia, ci era venuta una fame allucinante, quindi noi tre, ci siamo precipitati in cucina per mangiare qualcosa che potesse essere rimasta dal brunch.


<< Cerca nel frigo se ci sono ancora dei pancake... >> ha detto Bill.

<< No, non ce ne sono più... Ma c'è ancora la massa per farne altri... >> ho risposto.

<< Okay ,allora prendila e portamela qua. >>

<< Tieni... >>

<< Ragazzi... >> ha detto Federica.

<< Posso fare qualcosa, mi sento inutile... >> ha continuato.

<< Okay, allora tieni, taglia questa frutta a cubetti. >> ho detto io, mentre le porgevo il cestino della frutta sul tavolo.


Mentre Bill faceva i pancake e Fede tagliava la frutta in piccoli cubetti, io,montavo la panna. Mentre lavoravamo però, tanto per passare il tempo, ho deciso che avremo anche potuto chiacchierare un po'.


<< Oh ma Bill.... >> ho detto.

<< Dimmi.. >>

<< Come faccio a dire a Tom... Cioè come tiro fuori l'argomento?? >> ho continuato.

<< Normalmente... Quando arriva, lo facciamo venire in camera tua o mia.. E glielo dici... >> ha detto Bill.

<< Così dal niente?? >> ho chiesto.


Prima che Bill rispondesse, Fede ha risposto.

<< Guarda... Non è che ti lasceremo lì da sola nella cova del lupo vero Bill?? Stiamo lì con lei vero? >>

<< Certo.. Infatti, per me questo era scontato, anche perchè non hai fatto tutto dasola, ci sono anche io di mezzo... >>

<< Ah.. Già, meno male, non so se da sola me la caverei di dirgli di... >> sono stata interrotta mentre finivo la frase.


<< Hum- hum... >> una tosse che si schiariva la voce.


Ci siamo tutti i tre, quasi contemporaneamente girati verso la porta della cucina.

Era Tom.

<< Cosa devi dire a chi??

>> ha detto, mentre si sedeva a tavola, salutando Fede con il suo tipico alza-la-testa-come-50-cent-e-poi-abbassala.


<< Tom... Io pensavo che eri allo skate park... >> ho detto io quasi balbettando.

<< Invece no... Piove lo sai? >> ha risposto.

<< No... Non me ne ero accorta. >>

<< Fareste meglio a non stare sempre chiusi in camera a farvi i capelli e cose simili, esiste tutto un' altro mondo fuori.


Bill era in silezio, mentre spostava i pancake dalla piastra al piatto, ha fatto finta che Tom non ci fosse.


<< Allora... Qual'è il problema, che cosa devi dire a chi..?? >> ha insistito.


Ho guardato Fede, ma sembrava troppo concentrata a fare finta di tagliare la frutta, guardava in basso, poi ho guardato Bill, che mi ha fatto segno con la testa dicendo di proseguire.


<< Beh, tu sai che io... Ti avevo promesso che tra di noi non ci sarebbero stai più segreti... >> ho lasciato il vassoio con la panna, mi sono pulita le mani nel grembiule e mi sono seduta davanti a lui.


In quel momento, quasi simultaneamente, Federica ha posato il coltello e il kiwi sul tagliere, e Bill, si è girato verso di noi, incrociando le braccia, appoggiato all'isola.


<< Sì... Vai avanti... >> ha detto Tom, mentre prendeva una manciata di fragole tagliate a cubetti e metteva in bocca.


<< Ecco... Come tu devi avere già capito, io sto uscendo con un ragazzo... >>

<< Okay... >> ha risposto Tom, mentre masticava.



Fede mi teneva la mano da sotto il tavolo, e Bill, si è avvicinato, si è messo dietro di me, in piedi, con le mani sulle mie spalle.


<< Per essere precisa,con … >> non mi usciva il suo nome di bocca.


Tom girava la sua mano in aria, indicandomi di proseguire con il discorso.


<< Georg. >> l'ho detto tutto di un fiato.


Tom ha finito di masticare, ha deglutito e si è schiarito la voce.


<< Lo sapevo. >> ha risposto serenamente.


Si è tirato indietro con la sedia, per alzarsi, e dirigendosi verso il frigo a tre passi dal tavolo in silenzio. Io, Bill e Fede eravamo atonici, ce lo aspettavamo che lo sapesse, ma non che avrebbe reagito in quel modo. Tom ha aperto il frigo, preso la caraffa di suco, e un bicchiere, dall'armadio a destra del frigo, ed è tornato al tavolo, dove si è seduto e servito il succo.


<< Ma..Ma come?? >> ho chiesto io confusa.

Mentre prendeva uno spicchio di arancia per metterselo in bocca, ha fatto un sorrisino malizioso.


<< Ti ricordi della discussione a pranzo il giorno della tua festa?? >> ha chiesto prima di mettersi lo spicchio di arancia in bocca.


<< Sì... ma cosa c'entra?? >> ho chiesto

<< Si è insospettito quando hai chiesto di Georg... Vero? >> ha chiesto Bill, sicuro di quel che diceva.

<< Già, poi ho solo dovuto aspettare notte, quando ho ricevuto il messaggio dalla talpa, ero quasi sicuro che era Georg. >> ha risposto mentre masticava quel dannato spicchio.


Non ci potevo credere, tutto quel tempo a preoccuparmi e lui sapeva già tutto, mi facevo ridere da sola.


<< Il giorno dopo alle prove, ho visto Bill parlare con Georg in disparte... >> ha detto mentre guardava Bill, che sembrava guardare un piccolo film nella sua testa.


<< E allora ho capito che era lui, per avere la conferma ho solo dovuto lanciare la bomba e testare le reazioni di tutti... Ovviamente Bill, ha fatto la sua tipica faccia da cinico. >> ha concluso con il suo sorrisetto da Joker.


<< Quindi per tutto questo tempo ci hai presi in giro?? >> ho chiesto imbarazzata.


Bill ha scosso la testa e si è allontanato, si è appoggiato al lavandino con le braccia incrociate.


<< No FRATELLI.... >> ha puntualizzato Tom, piuttosto innervosito.

<< Allora come la chiami questa cosa?? >> ho chiesto io mentre mi alzavo dal tavolo, alzando la voce.

<< Come la chiamo? Lo vuoi davvero sapere?? >> si è alzato dall'altra parte del tavolo alzando la voce.

<< Tom, non esagerare. >> ha detto Bill.

<< Esagerare?? Ioo? Mi sembra di parlare con i divani in questa casa!! >> ha urlato Tom.

<< Mi sono preoccupata tutto questo tempo di cercare un modo per dirtelo senza ferirti... >> ho detto io a pari tono.


Tom si è alzato come una furia, e si è diretto verso di me con il suo dito indice che mi puntava contro.


<< Sei una grandissima falsa! >> ha urlato.

<< Sei tu che mi hai fatto... >> mi ha interrotta.

<< Mi sono umiliato il giorno del tuo compleanno... >> ha detto serio, mantenendo il suo tono di voce alto.

<< Tu ti sei umiliato??? Ma stai scherzando?? >> andavo verso di lui, con la stessa rabbia, o forse anche più forte della sua.

<< Renn, non esagerare anche tu.. >> ha detto Bill.


Bill si è messo fra noi, separandoci con le braccia, mentre Fede era stoccata nella sedia, incredula, a giudicare della sua espressione, sembrava guardare la lotta tra due pitbull.


<< Ah, Tom, te lo giuro, niente segreti, ti voglio bene... >> ha detto facendo una vocina stridula, enfatizzando la mia.

<< Sei una falsa, parli tanto di onestà ma sei una falsa... Questa non te la perdono.. >> ha detto con aria delusa.

<< Volevo dirtelo io, ma non riuscivo... >> ho detto, ma mi aveva di nuovo interrotta.

<< Ma non iniziare a frignare adesso, prova a reggere il confronto una volta ogni tanto, non fare la vittima anche quando sei tu il carnefice... >> ha detto provocandomi.

<< Tom!! >> lo ha ripreso Bill.


Bill mi ha raccontato, che in quel momento, i miei occhi, azzurri, sono diventati colore ghiaccio, la pioggia fuori era aumentata e persino un tuono ha rimbombato fuori, insomma sia lui che la Fede hanno detto che sembravo Tempesta di X-Men. ”


Come una matta mi sono lanciata verso Tom, e l'ho spinto contro il frigo, lui, ha preso una mini-rincorsa ed è venuto verso di me, sembrava sfidarmi con lo sguardo, sotto un certo aspetto, sembrava anche ringhiare. Bill, ancora una volta si è messo fra di noi, stavolta c'era anche la Fede, che sembrava implorarci per non litigare.


<< Ti fai tante paranoie di merda, che finisci per far confondere gli altri. >> ho detto.

<< Paranoie?? Tu mi hai mentito sin dall'inizio, che cazzo ti costava dirmi che uscivi con Georg?? >> ha risposto.

<< Che ti importa?? >>

<< Hai ragione.. Non me ne fotte un cazzo, che esci con Georg, Gustav, Gregor o Gunther.. Non devi raccontarmi stronzate!! >>

<< Non ti ho raccontato proprio niente... Ho omesso la verità, non volevo deluderti... Ormai non potevo tornare indietro, avevo paura che facevi lo stronzo. >>

<< Ahh io faccio lo stornzo?? >>

<< Già... >> abbiamo risposto tutti i tre in coro.

<< Tu e tu... Vi mettete d'accordo, fate un complotto per nascondermi le cose, con tanto di cena con hamburger, manicure e Lena nel mio letto, e io sono lo stronzo??>>


In quel momento, io e Bill ci siamo guardati, ci siamo sentiti veri viscidi.


<< La sapete una cosa?? >> ha detto Tom.


I<< Prima di dire qualsiasi cosa, fatti un'esame di coscienza, per te è tutto un gioco, è la tua Trappola della Fiducia.. Quindi non beasimarci perchè non ci abbiamo voluto cascare... >> ha detto Bill.


<< Io non ho fatto nessuna trappola, vi siete fissati, da quando abbiamo cinque anni con questa storia della trappola... Voi due, la trappola vi ci siete innescati da soli, non siete bravi con i sotterfugi, io ho preso solo il pezzo di formaggio, mentre voi vi spezzavate ossa da soli, nella vostra trappola del cazzo... >> ha detto Tom.


<< No anzi... >> ha continuato,

<< Sapete.. Sì, vi ho innescato una trappola, e ci siete rimasti secchi, come due ratti di fogna.. Preferite che dica così?? >> ha detto.


Tom ha lasciato la cucina, è andato verso la hall, si è messo giaccone e capellino, ha preso le chiavi e il guinzaglio del suo cane, e lo ha portato fuori.


Portare fuori il cane, è il tipico atteggiamento che Tom adottava, e ancora oggi adotta, quando è arrabbiato. ”


Avevo provato ad inseguirlo fino al portico, ma sembrava arrabbiato, quindi sono rientrata, in cucina, mi sono appoggiata alla parete e mi sono messa a piangere.Bill si è avvicinato, sentivo che voleva dirmi qualcosa, ma non aveva il coraggio.


<< Ohh, Renn, non fare così su, vieni qua, abbracciaci.. >> ha detto Bill.

<< Cavolo mi dispiace , lui non ha capito niente... >> ho detto io mentre piangevo.

<< No.. Guarda Renn, è stato meglio così, meglio che se lo avesse scoperto da qualcun' altro, in altre circostanze... >> ha detto Fede.

<< Renn, guardami.. >> ha detto Bill, mentre mi alzava la faccia e mi asciugava le lacrime.

<< Gli passerà, te lo garantisco, è tutto parte del mio piano.. >> ha detto Bill.

<< Quale piano?? >>

<< Il piano per raccontare a Tom di te e Georg, vedi non ne ha fatto una scenata, più tardi arriverà, mangeremo e sarà pace, lui ci serve per il piano contro “ Il Traditore”, capito? >> ha detto Bill.

<< Cosa?? Tu hai fatto un piano e non mi hai detto niente?? >> ho chiesto disgustata.

<< Non è proprio così, se lo avresti saputo, non fosse stato un litigio spontaneo, avendo capito il gioco, Tom non avrebbe parlato per mesi né con te né con Bill... >> Fede ha provato a giustificare Bill.

<< Fede tu lo sapevi??? >> ero sempre più disgustata.

<< Renn, devi capire, Tom non ha una testa facile da manipolare, bisogna essere scrupolosi con lui... >> ha detto Bill.

<< Manipolare?? Bill, sei fuori di testa? >> stavo per vomitare.

<< Non in quel senso.. >> ancora Fede provava a giustificarlo.

<< Bill, io ti conosco da quando abbiamo sei anni, ho sempre giocato a “ Arte della Guerra ” con te, so come funziona, non lo fai per me... >>

<< Non c'entra con quello, doveva essere così, non riesci proprio a capire... Io so come ragiona Tom, e posso prevedere qualsiasi sua mossa... >>

<< Non incominciare con questa cosa dei gemelli... >>

<< Non c'entra essere gemelli, lo stesso vale per te. >>

<< Bill, abbiamo quattordici anni okay? Non giochiamo più a fare il mago, la vampira e il licantropo, okay?? Smettila. >>

<< Renn, ma non hai capito.. >> ha detto Fede.

<< Lasciala stare.. >> ha detto Bill a Fede, quasi bisbigliando.

<< Tu, mi fa schifo essere tua sorella, sei Machiavellico.>>

<< E tu... non parlare mai più con me... >>


Ho lasciato la cucina in lacrime, ho corso le scale e sono entrata in camera mia, sbattendo la porta, mi sono buttata sul letto, e ho pianto, pianto, profondamente, volevo morire, avevo appena litigato con i miei due fratelli, e la mia migliore amica, ho detto delle cose così cattive, che mi vergognavo di ricordarmi.

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Capitolo 7
*** Life on Kaulitz. ***


Life on Kaulitz.

Capitolo 7


Oggi molte persone vorrebbero essere dei Kaulitz, vorrebbero essere nostri amici, copiare i nostri stili, il che è al quanto soddisfacente, specie quando cinque anni prima si era vittima di bullismo e terrorismo psicologico a scuola.

Era un lunedì orrendo, malapena era suonata la sveglia ed io non avevo voglia di alzarmi, né tanto meno di vedere i miei fratelli e nessun' altro, ma purtroppo, mi toccava, pur essendo “per la libertà” i miei genitori non erano molto a favore che qualsiasi capriccio, né io né i miei fratelli rimanessimo a casa.



Dad bussò, non avendo ricevuto nessuna risposta , entrò lentamente, con passi cauti, avvicinandosi al mio letto.


<< Ehi, è tardi, sono già tutti di sotto... Dai, tirati su e vestiti... >> disse mentre usciva dalla porta.

<< Non ci vengo... >> risposi con un filo di voce.

<< Dove non vai?? >> disse, mentre tornava indietro.

<< A scuola... >>

<< E chi lo ha deciso? >>

<< Io... Non ci vado. >>

<< Invece vai... Sai che queste cavolate non mi piacciono, quindi tirati su e basta. >>

<< Non mi ci puoi costringere. >>


In quel momento, Dad un po' arrabbiato, aprì le tapparelle tutto d'un colpo e mi ha buttò le coperte giù dal letto.


<< Le cose sono due signorina Esme, o mi dici che cavolo ti prende, o ti alzi e ti vai a vestire. >>

<< Non ho niente!! Voglio stare a casa!! >> urlai.


In quel momento, Mum entrò in camera, e chiese a Dad che problema c'era, quando Dad le rispose, entrambi uscirono dalla mia camera, in silenzio, sapevo di non averla fatta franca, loro non ci permettono proprio di “fare le pecore” quando ci sono problemi.


Erano passati circa quindici minuti, e non erano tornati, sicuramente hanno parlato con i miei fratelli, e capito che cosa succedeva.


Quando credevo di avere vinto la guerra del mattino con Dad, mio fratello Tom entrò in camera mia.


Aveva le braccia incrociate, e mi guardava, non sembrava molto contento. Si è seduto nel mio letto, continuava a guardarmi strano, io, avevo una paura allucinante, forse stava per uccidermi.


<< Che cazzo ti prende? >> chiese con voce serena.

<< Niente... >>

<< Ti sei offesa perchè io mi sono offeso, perchè tu mi hai mentito? >> domandò lui con un tono ironico al quanto fastidioso.

<< No.. Mi sono offesa perchè Bill e Fede avevano architettato quella cosa per farci litigare, non so per cosa.... >>

<< Non dovresti rimanerci così male... Sai che Bill è così, gli piacciono i sotterfugi e i giochi mentali... >>

<< Ho capito... Ma mi sono sentita come una scema. >>

<< Ma quale scema... Senti, capisco che stai male,ma sappiamo entrambi che il problema non è questo, volendo puoi uscire e andare in camera di Bill a parlarne, oppure la vostra cosa telepatica... >>


La “cosa telepatica” che io e Bill facciamo, non è proprio telepatica, quello che è triste o arrabbiato, va nella camera dell'altro, e ci si siede vicino, oppure ci si sdraia la testa sulle gambe dell'altro, non c'è nessun tipo di commiserazione, infatti quando facciamo la “nostra cosa telepatica”, io e Bill rimaniamo sempre in silenzio, a volte anche per ore, quello che ci conforta a vicenda. Con Tom, la “cosa telepatica ” era un po' diversa, ci limitavamo ad uscire con i cani, e parlare di cose che non c'entrano niente con niente.


La “cosa telepatica” fra loro era un po' diversa, non la capisco ancora oggi, anzi, non mi è mai interessato capire, siamo cresciuti rispettando i nostri spazi, non sono interessata ad invadere il mondo dei miei fratelli.


<< Lo so... Ma non è che mi va ora... >>

<< Ok, ho capito quale non è il tuo problema, ma non ho capito quale è il tuo problema... >>

<< Eh, sono arrabbiata, per quella cosa del traditore... >>

<< Che cosa...Aahh, ho capito, dici chi mi ha detto di te e Georg? >>

<< Esatto.... >>

<< Ma guarda lascia perdere... Anzi, vai a scuola, lo prendi e ci parli.. Se scappi gliela dai vinta... >>

<< Hai ragione... >>


Tom sorrise, si alzò, mi diede un bacio sulla fronte e andò verso la porta.


<< Ti aspettiamo di sotto... Non metterci un'ora, e vedi di farti il letto prima di scendere.... >> disse prima di uscire.


Mio fratello aveva ragione, non potevo lasciare che una cavolata del genere mi buttasse giù, alla fine ne ho passate di peggio. Mi sono alzai di colpo, e mi infilai gli stessi vestiti che avevo il sabato sera quando Georg era venuto da me, mi sono truccata velocemente, ho preso lo zaino e sono scesa.


Erano tutti in cucina seduti, tranquilli, aspettavano solo me, presi un paio di muffin da mangiare sul pullman, e li misi nel mio zaino.


<< Sono pronta, andiamo? >>


Bill e Tom si guardarono , sorrisero e si alzaronoi, avevano già gli zaini in spalla, e si sono diretti verso la hall, dove ero io, Mum e Dad ci salutarono dalla cucina, e noi uscimmo.


Usciti dal cancello di casa, ci dirigemmo alla pensilina di centro paese, quella davanti a casa nostra, il pullman scolastico non passa, solo quello provinciale, infatti, tantissime volte, quando qualche cretino ce l'aveva con uno dei miei fratelli, solitamente Bill, Dad ci accompagnava alla fermata, con una mazza da baseball e i nostri due cani, a volte si limitava ad accompagnarci in macchina.


Proseguimmo la strada in silenzio, eravamo abituati a qualcuno che ci dava fastidio, specie ai miei fratelli, quindi avevamo il nostro modo di incutere paura; uniti, uno in parte all'altro come un clan, io a sinistra, Bill al centro e Tom a destra, eravamo sempre pronti per rispondere oppure fare a botte, io non facevo a botte, mi limitavo a scambiare insulti con qualche campagnola bigotta, i miei fratelli invece, facevano a botte quasi tutti i giorni, tornavano a casa con lividi in faccia un giorno sì e l'altro pure,ma anche quelli con cui facevano a botte si trovavano dei lividi orrendi in faccia.


Diversamente da quanti pensino tutti, tra Bill e Tom, quello più cattivo nel fare a botte era Bill, era quello che si faceva sempre più male, perchè non sapeva quando fermarsi, era solito a tirare ginocchiate e gomitate, Tom invece si limitava a pugni e testate.


Arrivati alla fermata, piena, ci mettemmo ad aspettare il nostro pullman, tutti i tre a braccia incrociate, fissando il vuoto.


Saliti sull'autobus, Tom si è seduto in fondo con i suoi amici strani, io in un posto da due, guardando fuori dalla finestra, e Bill con la Fede dietro di me, pur avendo le auricolari,riuscivo a sentirli bisbigliare.


<< Ce l'ha ancora con noi? >> chiese lei.

<< No, ma lasciala stare per un po', si sta riprendendo.... >> rispose lui.


Dopo di quello, sentivo che parlavano ancora, ma non ho ascoltato, guardavo fuori dalla finestra e pensavo, adesso raccontandolo però, non so a cosa pensavo.


Arrivati a scuola, ognuno andò nella propria classe, io e Bill eravamo nella stessa classe, ci sedevamo vicini, in fondo alla classe, in parte al muro, lui davanti, ed io dietro.


Non seguì la lezione per niente, sentivo solo il fuoco incandescente della mia colera diventare sempre più bollente, non vedevo l'ora che arrivasse l'intervallo.


Suonato il campanello del' intervallo, uscì dalla porta, spingendo tutto e tutti che si trovavano per il corridoio, cercavo una sola cosa, la mia preda.


Girai tutti i corridoi, cercando la mia preda, la rabbia si faceva così forte, che ad un certo punto, sentì una sensazione strana invadermi i sensi, mi sentì da quel momento, letteralmente, un predatore a caccia, cercai nei posti dove potrebbe essersi nascosta la mia preda, il traditore. Arrivata davanti alla mensa, sentì la sua presenza ed entrai, a quel punto ero sicura che era lì dentro, guardai attentamente tutte le persone sedute sui tavoli, quando, quasi come per caso, mi girai, e la vidi, davanti alla porta, cercava di scappare, a quel punto non so come, ma in trenta secondi sono riuscita ad attraversare tutta la sala, la sorpresi, prendendola per un braccio, si girò.


<< Ehi, ciao Renni, ti cercavo... >> la sua voce tremava.

<< Non è vero.. Scappavi, sappi che ora il tuo momento è arrivato. >>

<< Che dici?? >>

<< So perfettamente che hai mandato tu i messaggi a Tom... >>

<< Ma chi te l'ha detto guarda che ti sbagli.. >>

<< Yasmin, non mentirmi, perchè lo hai fatto?? >>

<< Senti... Mi dispiace averti mentito ma non puoi capire... >> confessò.

<< Non posso capire? Tu non puoi capire, hai cercato di separare me ed i miei fratelli con quale scopo?? Fare la grande eroina con Bill? Non ci riuscirai mai perchè ti odia, e gli fai schifo... Pensi che non abbiamo capito che sei pazza di lui?? >>

<< Ah così io faccio schifo? Io posso avere qualsiasi ragazzo in questa scuola, sto cercando di aiutarvi, dovete cercare di essere normali, ed il primo è quell'alieno gay di tuo fratello... >>


Non le permisi nemmeno di finire la frase, la presi per i capelli e la lanciai contro il muro.


<< Ma sei matta?? >>


Mi avvicinai a lei.


<< Ripetilo se hai il coraggio, cosa è mio fratello?? >>

<< Un dannatissimo frocio travestito... >>


La tirai su, prendendola per il braccio, lei mi tirò un pugno in faccia, mi beccò sullo zigomo, così forte da farmi vedere appannato, persi il controllo, presi la rincorsa di circa due metri, e le tirai una testata così potente da farla cascare per terra senza fiatto.


Lei si alzò, con fatica, e mi tirò un calcio , le presi per i capelli e la lanciai verso la sala mensa, a quel punto, mi accorsi che quasi tutta la scuola si era fermata a guardarci,e fare dei commentini su quello che accadeva, per me erano indifferenti, volevo prenderla a pugni e basta.


<< Guardate un po', un Kaulitz che finalmente le dà al posto di prenderle..>>

<< Io scommetto dieci sulla puttanella bionda.. >>

<< Io quindici sulla Kaulitz... >>

<< Ehi, Bella, c'è tua sorella che le sta dando di santa ragione a una di seconda... >>


Bella, era uno dei soprannomi che i bigotti della scuola avevano dato a Bill.


Sentì qualcuno che mi bloccava da dietro, era Bill, nonostante trattenesse le mie braccia all'indietro con le sue, avevo le gambe libere, le quali agitavo, cercando di tirare calci a Yasmin, che era stata bloccata da un' altro ragazzo.


<< Calmati, calmati, calmati, le ha già prese abbastanza... Guardala, sputa sangue, basta... Basta per favore... >> sussurra continuamente nel mio orecchio Bill, tentando calmarmi.


<< No... Questa troia, ti ha offeso Bill, aveva fatto tutto di proposito, per separarci.. Aveva fatto di proposito... >> risposi piangendo.


<< Non ne vale la pena, basta... Calmati... Finiremo sicuramente nei guai se vai avanti, per favore Ren, basta... >>


<< Ahh, ora è così?? Hai paura che spacchi la faccia a questa cretina di sua sorella eh? >>

urlò Yasmin, cercando di provocare Bill.


<< Taci troia... >> rispose lui.


In quel momento arrivò anche Tom, ed in seguito Fede, lui si è messo alla destra di Bill, e lei dietro.


<< Bill, lasciala, deve difendersi da sola... >> sussurrò Tom.

<< Non ci penso neanche, guarda come ha conciato Yasmin, se la mollo è capace di ucciderla... >> rispose Bill.

<< Ren, basta, ti portiamo via da qui... Hai sangue e graffi su tutta la faccia... >> ha detto Fede spaventata, accarezzandomi il viso.

<< Lasciatela, quella deve imparare che non si scherza con i Kaulitz... >> continuò Tom.


Non pensavo neanche a rispondere a cosa dicevano, l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare era come liberarmi dalle braccia di Bill, che mi stringevano sempre di più, sentivo come se i miei muscoli si strappassero dal quanto forte tirava le mie braccia all'indietro, volevo liberarmi e finire quello che avevo iniziato.


<< Tom sei matto?? Lei è partita di testa, se la lascio finisce in riformatorio.. >>

<< Infatti Tom, prendila per le gambe, portiamola via da qui, ho paura... >> rispose Fede.

<< Avete ragione... Andiamo verso il parcheggio, Fede tu prendile qualcosa da mangiare e da bere... >>


Ci dirigemmo verso l'uscita, tutti ci guardarono spaventati, alcuni divertiti, Bill continuava a trattenermi, da solo, non si fidava di Tom, aveva paura che mi lasciasse andare di modo che potessi spaccare la faccia a Yasmin, Tom era davanti, arrivati all'atrio aprì la porta, e Bill proseguì, verso una panchina vuota.


Seduti sulla panchina, Bill mi lasciò andare, e ci sedemmo, Tom rimasi in piedi, guardando verso di noi.


<< Ma che cosa ti viene?? >> chiese Bill spaventato.


<< Non so, ero tranquilla stamattina, ma quando ho sentito il campanello una vocina nella mia testa continuava a dirmi di cercare Yasmin... >>


<< La tua coscienza ti po? >> chiese Tom.


<< Più o meno, non è che diceva chiaramente di cercarla... Era come giocare a nascondino... >>risposi.


<< Si chiama istinto omicida Tom, non coscienza... >> rispose Bill.


<< Ma ti senti quando parli? Istinto omicida, due ragazze che si prendono per i capelli e si insultano non è un omicidio passionale... >>


<< Ah sì? Questa non ha mai alzato le mani a nessuno, non ha mai litigato né fatto una cosa del genere, un mattino si sveglia urlando contro Dad, un'altra cosa mai successa, viene a scuola e cerca di ammazzare una... Tu come lo chiami? >>


Continuavo a non parlare, cercavo di fingere di stare tranquilla, volevo che a intervallo finito, Bill mi lasciasse andare, in modo da prendere Yasmin.


A quel punto arrivò Fede, con sé aveva un bicchiere di carta con una bibita calda, e delle merendine.


<< Ragazzi... Scusate, ma non c'era niente sugli scaffali, ho dovuto chiedere alla Signora Brandt di prendere queste merendine in magazzino... >> disse lei senza fiato.


<< Non preoccuparti Fede, stiamo cercando di calmarla prima... >> disse Bill tranquillizzandola.


<< Ah ho preso anche delle salviettine umide, me le ha date Lena, sta arrivando... >> continuò lei.


<< Grazie Fede... Dove l'hai vista Lena? >> chiese Tom.


<< Stava arrivando il sala mensa, ha appena finito un esame... >> rispose lei.


<< Fede, me le passi queste salviettine per favore?? >> chiese Bill.


<< Certo, tienile... >>


<< Ren, stai meglio?? Mangia questi.. E questa, è la tua cioccolata calda, bianca, la tua preferita... >> disse lei, mentre mi dava quello che aveva preso.


<< Grazie, ma non ho fame... >> risposi con un filo di voce.


<< Ma smettila e mangia... >> disse Tom, mentre si accendeva una sigaretta.


<< Ma lasciala respirare, se non ha fame non ha fame... Mangerà più tardi.. >> rispose Bill, irritato.


Bill aveva preso le salviettine e mi puliva il mento e la guancia sinistra, dove il sangue ormai era diventato crosta.


<< Caspita, ti verrà un livido orrendo qua... >> disse mentre puliva quella parte del mio zigomo, ormai diventata bordeaux.


<< Aia, mi fai male... >> mi lamentai.


<< Scusami.... Cazzo, guarda Tom, c'è pure un taglio qua, quella sfigata aveva sicuramente un anello... >> disse Bill.


<< Eh Bill.. Ho capito, ma, guarda che lei non mangia da ieri pomeriggio... Guarda che faccia.. >> disse Tom.


<< Non mangi da ieri pomeriggio???? >> mi chiese Bill nervoso.


<< Eh, chi se ne frega, non ho fame... >>


<< Fede, dammi questi plumcake... >> disse lui, mentre poggiava la salviettina che stava usando sulle mie gambe.


Bill prese una delle merendine, e la aprì.


<< Mangia e non fare storie.. >> disse mentre me la porgeva.


Presi la merendina, e me la mangiai subito, immediatamente mi sono sentita più tranquilla, Bill mi ha dato l'altra, che ho mangiato con altrettanta fame, morivo di fame, era da ieri che sentivo il mio stomaco brontolare.


Mentre sorseggiavo la mia cioccolata bollente, vidi Lena avvicinarsi.


<< Tutto bene?? Cavolo che paura, ho visto Yasmin in faccia, visto che non avevi mai fatto a botte prima, pensavo fossi conciata peggio... >> disse Lena mentre mi dava un bacio sulla fronte.


<< Bill... >> dissi con voce fiaca.


<< Cosa? >> chiese.


<< Andiamo a casa?? >>


<< Non possiamo, non abbiamo i permessi... >>


<< Chiamiamo Dad... >>


<< Tom lo chiami tu? Fallo venire a prenderci... >>


<< Okay... >>


<< Farete meglio andare a casa a intervallo finito, sicuramente il preside verrà a sapere di questa cosa e romperà di brutto... >> disse Lena.


<< Per forza, quando arriva Gordon, prendiamo le nostre cose, lo facciamo firmare il permesso e andiamo a casa... >> rispose Bill.


<< Dad arrivera tra un quarto d'ora... Andiamo a prendere la nostra roba... >> disse Tom, mentre si dirigeva all0interno della scuola.


Tom era ormai avanti di circa duecento metri, io, Bill, Federica e Lena eravamo insieme, ci dirigemmo verso la mia classe, nel secondo piano, avevamo tutti gli occhi addosso, pur essendo abituata, questa volta gli occhi erano puntati specie su di me.


Una volta in classe, io e Bill ci prendemmo i nostri zaini e le nostre giacche e ce ne siamo andati, fuori dalla classe Lena e Fede controllavano che nessuno venisse a darci fastidio.


<< Prendiamo l'ascensore per scendere in segreteria... Che dite? >> suggerì Lena.


<< Dai... Andiamo... >>


In segreteria, c'era già Tom seduto fuori, con lo zaino poggiato a terra, io e Bill ci sedemmo in parte a lui.


<< Ragazze, sta per suonare, fareste bene ad iniziare ad andare.... >> dissi.


<< Oggi pomeriggio vengo da te ok?? >> disse Federica.


<< Io passo più tardi, devo aiutare mio padre al bar... >> disse Lena.


<< Tranquille, non fatevi problemi... >> rispose Bill.


Le ragazze ci hanno salutati, e se ne sono andate.


Dad uscì dallo sportello “permessi” e si diresse verso di noi, avendomi vista, si agitò.


<< Cosa ti è successo?? Chi ti ha conciata così?? >>


<< Yasmin... >>


<< Non ci posso credere!! >>


<< Tranquillo, lei le ha prese di santa ragione, è conciata peggio di Ren... >>


<< A parte i graffi ti senti male?? >>


<< Mi gira la testa... >> risposi.


<< Ha la febbre... Ce ne andiamo o cosa? >> chiese Bill impaziente.


Ci dirigemmo verso il nostro suv, nel parcheggio, in silenzio, entrammo tutti macchina, Tom davanti ed io e Bill dietro, Dad accese la radio, mise in moto e partimmo.


Mentre attraversavamo Farsleben, sulla radio partì “Life on Mars” di David Bowie. poggiai la testa sulla spalla sinistra di Bill e silenzio piansi, lui prese il suo braccio destro ed iniziò a grattarmi la testa,e sussurrando a bassa voce, quasi inaudibile di calmarmi e che tutto sarebbe passato. Infatti ancora oggi, quando sento la mancanza di Bill, ascolto questa canzone continuamente, per ore.



Arrivati a casa, mi diressi in camera mia, senza preoccuparmi di mangiare, togliermi le scarpe. Mi buttai nel mio letto, accesi la televisione e provai a chiudere gli occhi, mi stavo quasi addormentando, quando Bill entrò in camera mia, con il mano il mio zaino, lo poggiò in parte al letto e se ne andò.



A niki94; svampi1996 e didisim.

Grazie per i vostri commenti, spero vi sia piaciuto questo capitolo, scusate il ritardo ma avevo perso l'ispirazione. E per le nuove lettrici, grazie di seguirmi, vi chiedo di lasciarmi qualche commento con le vostre impressioni e suggerimenti, per megliorarmi sempre di più.

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Capitolo 8
*** No one likes us. We don't care. ***


No one likes us, we don't care.



Quando mi svegliai, erano circa le cinque e mezza passate, mi misi le pantofole e scesi le scale, in cucina, dove Tom era seduto a tavola, sorseggiava un Red Bull, Bill invece preparava la cena, i nostri genitori stavano per arrivare.


<< Ehi ciao, come ti senti? >> chiese Tom, ottimistico.

<< Sto bene grazie... >> risposi.

<< Ren, torna a letto, ti porto la cena in camera non stare a gironzolare per casa.. >> disse Bill, preoccupato.

<< Ma lasciala in pace, sei pesante!! >> esclamò Tom.

<< Tom, non capisci mai un cazzo... >> rispose Bill.

<< Dai, non litigate... Sono scesa perchè sentivo la gola secca, adesso torno... >> risposi.

<< Hai sete? Cosa vuoi da bere? Qualcosa di caldo, ti faccio una cioccolata? >> chiese Bill.

<< Bill!!! Faccio io.. Tranquillo... >> risposi.

<< No, dai,adesso non esagerare anche tu, malapena stai in piedi, vai in camera che ora te la faccio io... Te la porto di sopra... >> disse Tom, con aria nervosa.

<< Va bene, grazie... Io vado allora... >> risposi e me ne andai.


Tornata in camera,mi sedetti a terra, aprii il taschino anteriore del mio zaino e presi il mio cellulare, c'erano circa cinque chiamate perse e due messaggi ricevuti, da Georg, non mi era neanche passato per la testa di chiamarlo o farmi sentire, gli feci uno squillo, e dopo pochi secondi mi richiamò.


<< Tutto bene?? Ho parlato con Fede... >>

<< Sì, tutto bene,non ti preoccupare, mi sono svegliata ora... >>

<< Cavolo, mi dispiace non essere riuscito a venire, ma ho avuto il pomeriggio oggi, sono uscito da scuola mezz'ora fa, sono in stazione ad aspettare il treno... >>

<< No, non ti preoccupare, non è successo niente di grave... Sto benone... >>

<< Cercherò di passare più tardi se ai tuoi non secca.. >>

<< No, tranquillo.. >>


Mentre parlavo con Georg, Tom entrò in camera, aveva in mano un vassoio, con una tazza gigante di cioccolata e un piattino con dei biscotti di burro.


<< Stai parlando con Georg?? >> chiese a bassa voce.

<< Sì.. A proposito, vuole passare più tardi, è ok ? >>

<< Passamelo... >> disse mentre poggiava il vassoio nel comodino.


<< Ok... >> risposi alzandomi, gli passai il telefono e presi li vassoio sul comodino e l'ho portato a letto, dove mi sono seduta a gambe incrociate.


<< Ehi Georg... Che dici? >>

<< Mah, ero preoccupato per Renate... Tu? >>

<< Io pure... Senti, se ti va, puoi passare di qua per le sei mezza, sette, e rimani a cena, poi se mai Gordon ti riporta a casa... >>

<< Ah grazie, sicuro che non sono di troppo, magari i tuoi vogliono un po' di tempo per gestire la cosa con voi... >>

<< Ma va... Tu vieni, sai com'è Simonne, ci tiene ad avere ospiti, ci tiene calmi... >>

<< Hahah, grazie dell'offerta allora... Ci vediamo più tardi.. >>

<< Sì.. Dai, ti passo Ren... A dopo... >>


Tom mi passò il telefono, e uscì dalla camera.


<< Torniamo a noi.... >>

<< Sì... >>

<< Mi è dispiaciuto non potere essere lì con te... >>

<< Non fa niente... C'erano i miei fratelli, Fede, Lena... >>

<< Ah, comunque mi aspettavo qualcosa di simile da quella Yasmin... Mi stava troppo sulle scatole.. >>

<< Eh già, tutti qua lo dicono.. >>

<< Anzi, mi sta più sulle palle ora che so cosa ti ha fatto... La piglierai a calci.. >>

<< Ma guarda.. Credo le siano bastate quelle che le ho date oggi.. >>

<< Hahaha, hai alzato il livello dei Kaulitz, ho sentito due da Starbucks che ne parlavano prima... >>

<< Davvero, è arrivato fino a Magdeburgo?? >>

<< Eccome se è arrivato... >>


Mentre parlavo con Georg, sentii bussare, erano sicuramente i miei, quindi salutai Georg e riattaccai.


<< Avanti... >> dissi mentre poggiavo il cellulare sul comodino.


Entrarono in camera Mum e Dad. Mum si sedette alla mia sinistra, sul letto e mi abbracciò, Dad invece, chiuse la porta e rimase in piedi, con le braccia incrociate a guardarmi con gli occhi lucidi.


<< Tesoro, come stai?? >> chiese Mum.

<< Ora sto meglio, mi sento bruciare la faccia... >>

<< Che cosa è successo non ho capito bene, ti va di spiegarmelo? >>


Spiegai a Mum tutto quello che era successo, a partire della sera che Georg era venuto da noi, la notte del mio compleanno, fino alla orrenda frase che Yasmin disse quel mattino su mio fratello.


<< Tesoro, capisco che hai voluto difendere te stessa e tuo fratello, ma questi sentimenti di odio, vanno accantonati... >>


<< Lo so... E me ne vergogno di avere usato la violenza, ma sono tante, tante, le volte che io e i ragazzi le sentiamo su, e e le prendiamo, una volta tanto, rispondere non fa male... >>


<< Certo tesoro mio, hai ragione, ma, non puoi lasciare che la rabbia ti sottometta, tu devi essere padrona dei tuoi sentimenti, non sono loro che devono essere tuoi padroni... >>


Dad abbassò la testa, mise le mani davanti al viso, con le quali se lo strofinò.


<< Devo sbrigare delle cose per lavoro... >> venne verso di me, e mi diede un bacio sulla guancia ferita e se ne andò.


Io e Mum rimanemmo ancora un po' a parlare, finchè arrivò Bill, accompagnato da Georg.


<< Ren... Hai visite.. >> disse con un discreto sorriso stampato sul viso.


<< Ciao Georg!! >> disse Mum, entusiasta.


<< Ciao Simonne... >> rispose, altrettanto contento.


Bill lanciò uno sguardo per niente discreto a Mum, che in un lampo si alzò dal letto.


<< Ecco... Fai compagnia a lei, io porto questo vassoio di sotto, prima che si rompa... >> disse, allontanandosi verso la porta con il vassoio in mano.


<< Vi vengo a chiamare per cena... >> disse Bill, mentre chiudeva la porta.


Georg si tolse la giacca, la gettò sulla poltrona, venne da me, mi abbracciò e mi diede un bacio a stampo.


<< Il tuo viso...Amore, quanto mi dispiace.. >> disse mentre con la mano, accarezzeva lentamente il mio viso.


<< Non fa niente... E' passata.. >> risposi.


Georg mi baciò, lentamente credo avesse paura di farmi male, il bacio durò pochi secondi, quindi Georg si sdraiò nel mio letto, mise il suo braccio destro attorno alle mie spalle, spense la luce del' abajour e accese la televisione, poggiai la mia testa sulla sua spalla, guardammo il telegiornale.


Non so dire precisamente quanto tempo sia passato da quando eravamo rimasti soli, ricordo solo quando Bill bussò alla porta ed entrò.


<< E' pronto da mangiare... Ci siete? >> chiese.

<< Sì, certo... >> rispose Georg.


A quel punto scendemmo, in cucina ci aspettavano Tom, Dad e Mum.



Bill aveva preparato la sua “pasta segreta”, non gli ho mai messo cosa ci mettesse dentro, è veramente squisita, ma ancora oggi ho paura di quello che possa esserci dentro, conoscendo Bill.


Nessuno di noi parlava, eravamo in silenzio, finchè Dad ruppe il ghiaccio.


<< Aimee, ci vai a scuola domani? >>

<< Non so.. Forse ho ancora un po' di febbre... Devo proprio? >>

<< Come vuoi.. Ma solo questa volta... >>


Ed il silenzio calò, per ancora qualche minuto, sembra strano, persino da ricordare, è stata una delle poche, se non unica volta, che a cena non abbiamo riso o discusso di qualcosa.


<< La Fede è passata prima... Ma dormivi, è rimasta in camera tua una mezz'ora... >> disse Bill, mentre masticava.

<< Sì, immaginavo la Fede è bravissima... >> risposi.


Nuovamente, ci ritrovammo in silenzio, finchè il telefono squillò.


<< Rispondo io.. >> disse Mum.


<< Pronto.. >>

<< Sì,sono la madre... >>

<< Ah salve David... >>

<< Certo, sono qua davanti a me... >>

<< Davvero? Lo dirò ai ragazzi ora.. Ne saranno sicuramente entusiasti... >>

<< No, si figuri, non è nessun disturbo... >>

<< Certo, la chiamerò domani in mattinata... >>

<< Anche a lei.. Arrivederci David... >


Mum sorride, e ci guardò.


<< Che voleva?? Perchè fai questa faccia??? >> chiese Tom ansioso.

<< Dai, diccelo... Se no piango.. Che voleva Hoff?? Di cosa saremmo entusasti? >> chiese Bill, ancora più ansioso.


Mum fece un sorriso a trentadue denti.


<< Ha detto che fra due giorni....>>

<< Cosa cosa?? >> chiedemmo tutti i quattro insieme.

<< Andrete ad Amburgo per un mese a lavorare sul demo!!! >>


Saltammo tutti dalle sedie, Bill abbracciò Tom, Mum abbracciò Dad, io abbracciai Georg.


<< Non ci posso credere!!! Pazzesco... >> esclamò Georg.

<< Ahhh lo sapevo!! Lo sapevo!! >> urlò Bill.


Dopo circa quindici di minuti di abbracci, urla, lacrime e risate chiamammo Gustav, anche lui, era elettrizzato.

Dopo cena, Georg dovette andare, ci salutammo con un lieve bacio a stampo.


Tornai in casa, ed erano tutti seduti nel divano di sala a bere del tè, Bill non faceva altro che parlare di cosa avrebbe indossato, o cosa avrebbe potuto fare ai capelli.


Entrai, e mi unii a loro, ci mettemmo d'accordo con Mum e Dad che non saremmo andati a scuola domani, saremo rimasti a casa a sistemare le valigie.


Ricordo che andammo a letto tardi, almeno, tardi paragonato a quanto eravamo e siamo ancora abituati a dormire, ovvero mezza notte passata. Siamo sempre stati abituati a dormire massimo alle dieci, Tom invece, alle nove e mezza è gia nel mondo dei sogni.


Il giorno dopo, ci svegliammo presto, mentre facevamo le valigie, io e Bill ce ne accorgemmo che molte cose non avrebbe potuto portare, poiché erano di tutti i due, allora chiedemmo a Mum dei soldi.


Non siamo mai stati spendaccioni, non eravamo ricchi, eravamo tutti i tre abituati ai venti euro settimanali, ma quel giorno, Mum ci sorprese con un bel cinquanta, soddisfatti, io e Bill ci dirigemmo alla fermata del bus, appena davanti a casa.


<< Ah, cavolo, ma ci credi cinquanta euro?? Non so neanche cosa farci con tutti questi soldi!! >> esclamò Bill.

<< Veramente.. Devi trovare contratti discografici più spesso... >> risposi.

<< Sinceramente, mi è sfuggito quel che ci serve!! >> disse.

<< A me no... Eyeliner, ombretto nero, fondo tinta, cipria, base trasparente, smalto nero e anche una o due tinte di scorta.... >>

<< Ma le tinte... Ci saranno ad Amburgo delle tinte no?? Le prendo la... >>

<< Sì.. Ma non sai dove siano i negozi, non conosci nessuno... Non sai se avrai tempo.. >>

<< Hai ragione... Cos'altro mi può servire?? >>

<< Hm, non saprei... >>


Ci mettemmo a pensare.


<< Lacca!!! >> esclamammo contemporaneamente.

<< Sì, possiamo comprare quella lacca cemento della pubblicità.. >> dissi io, ansiosa di provare quel nuovo prodotto.

<< Eh ma costerà quasi dieci euro... >> rispose Bill, un po' scettico.

<< Chi se ne frega?? Ne abbiamo cinquanta! >> risposi eccittata.

<< Hai ragione! Spendiamoli per bene questi soldi!! >> rispose saltellando.


Mentre saltellavamo come due kanguri, Tom uscì dal cancello di casa, e si diresse velocemente verso la fermata, dove eravamo.


<< Vengo con voi.. >> disse.

<< E perchè mai?? >> chiese Bill, incuriosito.

<< Già, perché mai? >> chiesi io.

<< Da soli, a Magdeburgo? Il giorno dopo che tu hai fatto a botte con la più grande zoccola della scuola? >> disse rettoricamente.

<< Sì certo, tu vuoi venire con noi perchè siamo cool !! >> disse Bill, ironizzando.

<< Noi siamo troppo cool !! >> dissi io, con movenze da rapper.

<< Yeah nigga, cool >> disse Bill, imitandomi.


Tom ci guardò sconvolto.


<< Non fatelo mai più... Mai più... >> disse.


Quando salimmo sull'autobus, c'erano tre ragazzi, io non li conoscevo, ma sicuramente conoscevano i miei fratelli, dato che appena salimmo iniziarono a fischiare, come sempre, li ignorammo.

Arrivati a Magdeburgo, scendemmo e ci dirigemmo verso il centro commerciale, senza badarci troppo a quello che avevamo intorno, era ed è il nostro modo di fare tutt'ora.


Arrivati al centro commerciale, andammo direttamente da Schlecker, ci dirigemmo verso il reparto trucchi, mentre io e Bill eravamo intenti a guardare gli eyeliner e le matite, Tom era a quattro o cinque passi da noi, ci sorvegliava, voleva assicurarsi che nessuno ci dasse fastidio, e così fu, nessuno ci disse niente, almeno finchè non uscimmo dal negozio.


Schlecker era, ed è un negozio, molto diffuso in Germania, lì ci si può trovare tutti gli articoli cosmetici possibili ed immaginabili, dalla più sofisticata crema per le rughe, al kehjal più economico. Io e Bill eravamo quasi sempre lì, puntualmente, ogni venerdì a spendere metà delle nostre paghette.


<< Ehi Seb, guarda, ci sono le sorelline Kaulitz che comprano i trucchi con il loro bodyguard... >>


Io e Bill li ignorammo, ma Tom si girò e diede uno spintone a Dieter, uno dei due.


<< Vaffanculo stronzo... >> disse Tom.


Dieter, quello più alto, spinse Tom, mentre Sebastian, quello con la faccia da nazi, si avvicinava a me e Bill.


<< Cosa hai comprato insieme a tua sorellina Bella? >> chiese , provocando Bill.


Bill mi passò le buste e si avvicinò al tizio, guardandolo dritto negli occhi.


<< Facile fare il bullo al centro commerciale, vuoi risolvere questa cosa fuori?? >> chiese Bill sfidandolo.


Mi avvicinai a Bill, mi mise a due passi dietro di lui, leggermente alla sua sinistra, Tom fece lo stesso, alla destra, eravamo pronti per lo scontro, come tre hooligans in cerca di rissa.


<< Ah, vuoi lo scontro Bella? >> chiese Sebastian.

<< Hai paura per caso? >> chiese Bill, con aria provocatoria.

<< Non esiste che abbiamo paura di Bob Marley albino e due ragazzine truccate da zoccole...>> rispose Dieter, cercando di demoralizzarci.

<< La ragazzina ti farà a pezzi stronzo.... >> dissi io.


Mi ricordo, che, uscendo dal centro commerciale, Tom e Bill si guardavano, non arrabbiati come sempre, ma stavolta ansiosi, io pure ero ansiosa, dopo una volta che fai a botte, non puoi più farne a meno.


Appena usciti dalla porta del centro commerciale, Tom colpì Sebastian con un destro, così forte che questo cadde per terra, mentre Dieter, si diresse verso Bill e gli tirò un pugno sullo stomaco, Bill rimase immobile per circa cinque secondi, cercando di riprendere fiato, approfittai che era fuori gioco, prese una rincorsa e saltai in groppa a Dieter, misi le braccia attorno al suo collo e strinsi il più forte possibile.


Quando Bill riprese fiato, fiondò verso Dieter e gli tirò un gancio, Dieter si accasciò, a quel punto scesi dalla sua schiena, e mi allontanai, Bill sembrava volerlo tutto per sé, ma Dieter si alzò e si girò verso di me, mi raggiunse e mi prese per i cappelli, gli tirai un calcio ai testicoli, nuovamente si accasciò e Bill arrivò, con le due mani unite in un pugno, come se avesse in mano la spada di Excalibur, Bill colpì Dieter sulla schiena.


<< Lezione numero uno : non toccare mai, la sorella di un frocio come me... >> disse.


Dieter si alzò e gli tirò un pugno in bocca, Bill sputò sangue, ma questo non fece altro che incattivirlo.

Bill tirò una ginocchiata alle costole di Dieter e una gomitata in mezzo allo sterno, Dieter cadde a terra, tossendo, Bill a quel punto, non ci vedeva pi dalla rabbia, gli saltò sopra e continuò a prenderlo a pugni, ero spaventata.


Guardai Tom, era occupato a prendere Sebastian a testate e prendersi calci, ma si fermò, anche Sebastian si fermò, tutti i tre guardammo Bill, che fracassava Dieter, i due sono corsi verso di noi, Tom alzò Bill e lo trattenne, Sebastian invece rialzò Dieter, lo teneva appoggiato a sé, poiché l'amico faceva fatica a reggersi in piedi,ed io mi mise in mezzo, tra i miei fratelli e gli altri due.


Bill era incontrollabile, aveva uno sguardo cupo, rabbioso, Tom era spaventato, ma lo tenette stretto.


<< Bill, cosa ti viene?? >> chiese Tom.

<< Questo orco, ha cercato di picchiare nostra sorella, l'ha tirata per i capelli talmente forte da farla cadere a terra... >> disse, con una voce schifata.


A quel punto mi guardai intorno, c'erano teste ovunque, in tutte le finestre, passanti che ci guardavano, eravamo in piena ora di punta, al centro commerciale, facendo a botte.


<< Che cosa?? >> disse Tom.

<< Hai capito perfettamente... >> rispose Bill.

<< Porta questo cinghiale via da qua, altrimenti vi facciamo letteralmente a pezzi... >>

<< Hai picchiato la ragazza?? >> chiese Sebastian perplesso all'amico.

<< Voleva fare la bulla co me.. Guarda troppo Tekken... >> rispose Dieter quasi senza fiato.


Dopo quello Tom e Bill borbottarono ancora qualcosa, ma ci allontanammo, verso la fermata dell'autobus, mancavano circa quindici minuti per l'arrivo del nostro, allora mentre i miei fratelli erano seduti alla fermata, corsi al bar appena lì davanti e presi tre o quattro di quei ghiaccioli senza lo stick di legno e dei tovaglioli, per Bill, aveva la faccia tutta sanguinante, per più che cercasse di sputare per terra, dalla sua bocca usciva sempre più sangue. Era spaventoso.


Seduti tutti i tre alla fermata dell'autobus, non parlammo, eravamo tutti i tre presi da un qualche senso di gioia-post-rissa, come i hooligans.


Tom sorrise, guardò me e Bill, e a bassa voce iniziò a cantare l'urlo di guerra dei Milwall.


<< No one likes us, No one likes us... >>


Io e Bill ci guardammo e ci mettemmo a cantare assieme a Tom.


<< No one likes, no one likes, we don't care, we don't care, we are the Kaulitz , and we don't care... >>




*Grazie

Niki94: sempre all'erta commentando le mie storie.

BlackstreetV: che vuol dire “baruffona” ?? XD sono contenta che ti ci ritrovi.

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Capitolo 9
*** Noia Produttiva. ***


Noia Produttiva.


I ragazzi sono partiti il mattino presto, e quel giorno, a casa nostra, era tutto troppo silenzioso, niente liti per merendine, niente fratelli che si nascondevano le cose, tornare a casa da scuola fa un brutto effetto, specie quando sei abituata alla falange spartana, formata dai tuoi due fratelli, il pomeriggio si è rivelato una noia, ho mangiato dolci a go-go, ho visto tutti i dvd di casa, e ci ho giocato con tutti i videogiochi di Tom, andai a letto alle nove, mi svegliai presto la mattina successiva e andai a scuola. Al ritorno ero pornta per un noiosissimo pomeriggio da sola, ma fortunatamente, ho la mamma più cool di tutta Magdeburgo.




Dormì ad occhi aperti per quasi tutto il mattino quel giorno, ma fortunatamente era mercoledì, e c'era Educazione Fisica, ho passato quelle due ore, a lanciare le mie “bombe atomiche”, così il nostro professore, il Sig. Wolff, chiamava i miei servizi, per lui ero una potenza nei flottanti.


A fine allenamento, prima di andare negli spogliatoi, il Signor Wolff mi prese da parte.


<< Trumper, stai andando alla grande oggi... >>

<< La ringrazio Signor Wolff, oggi sono ispirata.. >>

<< Come mai non ho ricevuto la tua iscrizione per questa stagione ancora? >>

<< Ah non lo so... Non credo di valere così tanto... >>

<< Cosa? Schiacciate come le tue non vedo dai tempi della vecchia VCO Leipizig della Rdt. >>

<< Dice davvero? Ma non sto molto simpatica alla gente.. >>

<< Trumper, non ci sono queste cose nello sport... Siamo tutti fratelli. >>

<< Ci penserò su... >>

<< Le iscrizioni le ricevo fino a domani.. >>

<< Certo, Signor Wolff. >>


Mentre mi dirigevo nello spogliatoio, pensavo alle parole del signor Wolff, la sua proposta mi sembrava sempre più allettante, volevo tornare a casa e parlarne con Mum, ero davvero entusiasta, nella nostra famiglia nessuno praticava nessuno sport.


All'uscita trovai Fede che mi aspettava nell'atrio con le braccia incrociate e il piede balzando, capii subito che era ansiosa.


<< Fede, che ti prende? >> chiesi.

<< Ecco, ti stavo aspettando.. >>


Mentre uscivamo da scuola, Fede si fermò davanti al chiosco dei Bratwurst .


<< Simonne mi ha chiamata prima, ha detto di prenderci dei panini, passeremo il pomeriggio con lei, ci viene a prendere qua... >>

<< Cosa? Perchè ha chiamato te e non me? Io sono sua figlia... >>

<< Ti ha chiamato ma non rispondevi... Allora ha chiamato i miei, per chiedere se potevo venire con te... E poi, ha chiamato me. >>

<< Ti ha detto cosa faremo?? >>

<< Non proprio, ha detto solo che dovevamo mangiare qua e aspettarla... >>

<< Okay... Mi ispira quello XXL con il pane... Anche tu? >>

Fede annuì con la testa, mentre si sedeva sul marciapiedi ad aspettarmi.


<< Due Brat XXL per favore.... >> chiesi alla ragazza del chiosco.

<< Da bere? >> chiese.

<< Quanto costa una latina? >>

<< Un euro ciascuna.. >>


Aprii il taschino frontale del mio zaino e presi il borsellino di monete e le contai.


<< Allora dammi due latine di Coca Light...>>

<< Certo... >>

<< Tieni, i tuoi Brat e le tue latine... Fanno quattro euro. >>

<< Ecco... >> le diedi le monete.

<< Buon appetito... >>

<< Grazie... >> risposi.


Andai da Fede, mi sedetti sul marciapiedi con lei.


Quando racconto che di solito mi sedevo sui marciapiedi, la gente lo trova strano, disgustoso, ma a Wolmirstedt, i marciapiedi erano alti quasi trenta centimetri, erano ottime panchine collettive per mangiarsi un Brat caldo.


<< Uh, che buon odorino... Quanto ti devo? >> chiese.

<< Niente.. La prossima volta offri tu... >>

<< Grazie... >> rispose sorridendo.


Mentre mangiavamo i nostri panini sedute per terra, vedemmo arrivare la golf di Mum, ci alzammo ed entrammo in macchina.


<< Ciao ragazze... >>

<< Ciao Simonne.. >>


Entrammo in macchina, mi misi davanti con Mum.


<< Dove andiamo? >> chiesi ansiosa, mentre masticavo.

<< Andiamo all'atelier, a Magdeburgo... >>

<< A fare che?? >>

<< Quello che volete, potete provare i vestiti, disegnarne nuovi .. Quello che avrete voglia... >>

<< Wow!! Non mi ricordo l'ultima volta che ci andai... >>

<< Infatti oggi ci tornerai, e ci porti anche Federica... >>


Arrivati all'atelier dove lavorava Mum, io e Fede ne rimanemmo estasiate, dovunque ci girassimo c'erano tessuti di tutti i tipi e colori, disegni, macchine da cucito, manichini e tutto quello che sei abituata a vedere in televisione.


<< Ragazze, guardate lì in fondo c'è un angolino che potete occupare voi, c'è un po' di tutto... >>

<< Un posto tutto per noi? >> chiese Federica meravigliata.


A noi si avvicinò una ragazza , forse ventenne, si chiamava Nathalie, era alta più o meno come me, bionda con occhi azzurri.


<< Lei è Nathalie, la nostra stagista, qualsiasi cosa vi serva lo chiedete a lei... >>

<< Certo Mum... >> risposi.

<< Io sto sempre in quella saletta dalla porta viola, è il magazzino, basta entrare, non c'è neanche bisogno di bussare... >>

<< Lo terremo a mente... Grazie Nathalie... >>


Io e Fede ci dirigemmo verso la postazione che Mum aveva detto era nostra, lì c'era una macchina da cucire professionale, un tavolo enorme, di circa tre o quattro metri di larghezza, scatole piene zeppe di tutte le stoffe possibili e immaginabili, vestiti delle vecchie collezioni e blocchi per disegno, pastelli e pennarelli a volontà.



Fede si sedette in uno dei due alti sgabelli, prese lo zaino e tirò fuori un quaderno, era pieno zeppo di disegni di vestiti, e manga giapponesi.


<< Cosa sono Fede??>>

<< Sono dei disegni che faccio io... Sono vestiti... >>

<< Fa vedere... >>


Mi sedetti in parte a lei, e iniziai a sfogliare quel quaderno, i vestiti erano stupendi, alcuni neri, creativi, innovativi, sembravano dei robot, altri invece, coloratissimi, era tutto un gran miscuglio di colori vibranti, nero e motivi futuristici, sembrava il porfolio di un professionista.


<< Ma sei bravissima! Facciamo uno di questi vestiti... >>

<< Non so... Dici ? >>

<< Certo che sì , sono stupendi! Li hai fatti vedere a Bill? Se ne innamorerebbe.. >>

<< Ma no... Non li ho mai fatti vedere a nessuno... >>

<< Basta chiacchiere inutili ora... >> dissi.


Mi alzai, e andai verso uno degli enormi cesti pieni di vestiti già realizzati, ne presi uno, semplice, era una specie di tubino grigio scuro, strettissimo, con le maniche lunghe, e lo buttai sul tavolo.


<< Con questo cosa possiamo farci?? >>

<< Niente... E' già realizzato...>> rispose.

<< Quanto sei noiosa... Guarda, possiamo fare come in questo disegno qua, basta tagliare la manica, e cucirci una gonna lunga , svolazzante... >>

Fede guardò il vestito, tagliò una delle maniche, e iniziò a cucire altri pezzi di organza, creando enormi balze; blu notte, magenta e indaco, ci mise circa tre quarti d'ora, non parlava, né tanto meno toglieva gli occhi da quello che faceva.


Venne fuori un abito bellissimo, a una spalla sola, stretto fino alle cosce, da dove partivano grandi, morbide e svolazzanti balze, sembrava un vestito di una sirena.


<< Voglio vedere come ti sta addosso... >> disse.

<< No Fede.. E' una tua creazione.. Mettilo tu.. >>

<< Ma smettila, sei alta, magra e stupenda, ti calzerà a pennello... >> ribatté.


Indossai il vestito, mi sentivo una top model, pronta per la sfilata, mi guardai al grande specchio e mi misi a fare pose.


Da lontano, Nathalie ci osservava, si avvicinò a noi, e ci guardò meravigliata.


<< Stupendo! Chi di voi lo ha fatto? >> chiese mentre toccava le balze, sulle punte del vestito.

<< Sono stata io... >> rispose Fede, timidamente.

<< E' fantastico, che dici se lo facciamo vedere a Simonne? >> chiese Nathalie.

<< Non saprei... Ho vergogna... >> rispose Fede.

<< Ma che! Non darle retta, facciamolo vedere a Mum. >> esclamai.


Nathalie guardò il vestito nei minimi particolari, mi guardò il viso, e si mise a pensare.


<< E se trucchiamo Ren con un trucco da sfilata, e facciamo un semplice raccolto, e facciamo delle foto? >> propose Nathalie.

<< Ottima idea !! >> dissi.

<< Facciamolo.. >> rispose Fede.


Nathalie corse nella sua saletta, e tornò con una valigia colore platino, enorme, l'appoggiò sul tavolo, e lo aprì.


Ero assolutamente affascinata, c'erano centinaia di colori ombretti, blush, matite, insomma tutto, non avevo mai visto niente di simile, lì, a Magdeburg, quell'orrendo pezzettino di città in mezzo ai campi della Sassonia, non me lo sarei mai sognata di vederne uno.


Quando mi guardai allo specchio, feci fatica a riconoscermi.


Avevo gli occhi contornati da tantissimo ombretto nero, il che li rendeva bellissimi, piccoli, e chiarissimi, sembravano quasi bianchi. Le mie labbra; erano coperte da un rossetto scuro, qualcosa tra il marrone e il rosso, sembravano morbide, enormi. I capelli raccolti, completamente all'indietro mi facevano sentire una regina, un'adulta, mi ero innamorata da quello che vedevo.


<< Sei bellissima, se Bill fosse qui, si sarebbe messo a piangere, oppure saltellare come un matto.. >> disse Fede.


Nathalie sorrise.


<< State qua, Ren, tu non muoverti, vado a chiamare Simonne... >> disse lei.


Mum arrivò accompagnata da Nathalie e un ragazzo giovane, alto e biondo, come un principe, si chiamava Klaus, che teneva in mano un paio di scarpe con tacchi altissimi.


<< Non è fantastica?? >> chiese Nathalie.


Mum si avvicinò a me, e mi fece alzare, girai intorno a me stessa e mi fermai, Mum era meravigliata.


<< Klaus, mettile quelle scarpe... >> disse Mum.


<< Federica, tesoro, questo vestito è stupendo... >> disse Mum.

<< Grazie... >>


Nathalie interruppe.


<< Simone, credo dovremo iscriverla a quel concorso... >> disse.


Quel concorso, si trattava di un'iniziativa, per incentivare l'arte in Germania, consisteva in un concorso per giovani artisti, il vincitore, avrebbe vinto una borsa di studio e un tirocinio in un'azienda leader nel settore del suo progetto, nel caso di Fede, in una casa di moda.


<< E poi, se mi permetti, vedo benissimo tua figlia come modella... >> aggiunse Klaus.

<< Vero? Non volevo fare la mamma dei figli perfetti, ma anche io la vedo come modella.. >> disse Mum.

<< Due figli rockstar una figlia modella, che potresti chiedere di più nella vita? >> disse Fede ridendo.

<< Certo, ma Federica.. Tesoro, sei davvero brava! Ti iscrivo ora in questo concorso, facciamo delle foto.. >>


E così fu, Mum passò il pomeriggio ad aiutare Federica a realizzare schizzi per altri due vestiti, e la iscrisse in quel concorso, nel frattempo, Nathalie mi insegnava come truccarmi, e Klaus, il portamento di una modella.


Tornai a casa stanca, e ansiosa, andai in camera mia e mi misi a pensare nella mia vita, i miei fratelli stanno iniziando il loro futuro nella musica, anche la migliore amica, nella moda, ed io, ero sperduta, in mezzo a persone piene di talento, mi sentivo contenta per loro, ma in un certo senso, ero invidiosa, ero l'unica a non aver un traguardo da raggiungere.


A cena, seduta con i miei, un senso di vuoto prese tutti noi,la casa non era la stessa senza Bill e Tom, senza i nostri battibecchi e drammi vari, a cena parlammo di ricordi delle nostre vecchie vacanze, e cose varie, era chiaro che ci mancavano.


<< Qualcosa di nuovo a scuola oggi piccola? >> chiese Dad.

<< Sì, il Signor Wolff mi ha proposto di entrare nella Bezirksliga di pallavolo.. >>


Mum e Dad si guardarono sorpresi.


<< Tesoro è fantastico! >> disse Mum.

<< Tu dici? >> chiesi.

<< Ma certo, non ne sei entusiasta piccola?? >> chiese Dad.

<< Tanto! Domani mi devo iscrivere, che dite? >>

<< Dovresti assolutamente farlo...>> disse Dad.

<< Pensavo che odiaste gli sportivi.. >> dissi.

<< No cara, non odiamo nessuno.. >> disse Mum.

<< Ma Bill dice che gli sportivi sono degli orchi scemi... >>

<< Sì perchè lui è un pigrone...>>


Il giorno dopo, a scuola, andai nell'ufficio del Signor Wolff, e lasciai la mia adesione per la stagione.


<< Brava Trumper, non te ne pentirai, sappi che a pallavolo, ci si sputa sangue.. >>

<< Lo so Signor Wolff, è per questo che mi sono iscrita... >>



Un mese dopo.


Quel mese il cui i ragazzi sono stati via, non è passato lentamente come me lo immaginavo. Quasi tutti i pomeriggi, dopo scuola, Fede lo passava nell'atelier di Magdeburgo. Io invece, tre volte alla settimana, dalle quattro alle sette, passavo lanciare “ bombe” a Wolmirstedt, nei miei allenamenti.


Ero al palazzetto, ad allenarmi con le altre ragazze, ero parecchio stanca quella settimana avevo persino fatto una verifica di Filosofia, avevo presentato un saggio sulla “ Trasformazione del Kantismo”. Ero a terra, mancava quasi un'ora alla fine dell'allenamento e sentivo di non farcela, ma i continui richiami del Signor Wolff, non facevano che innervosirmi, allora mi misi in posizione di servizio, e “bombardai” quel campo con i miei servizi e i miei flottanti.


Roba pesante, avrei dovuto fare lo scontatissimo “ Cogito Ergo Sum” di Cartesio, ma avrei soltanto reso contenti gli insegnanti,avendo scelto il compito più facile in assoluto. Il mio gioco consisteva nel dimostrarli che ce la cavavamo senza di loro, questo li faceva arrabbiare, poiché non potevano lamentarsi di noi per quanto riguardava lo studio, la cosa affascinante di essere un Kaulitz-Trumper, è che devi puntare sempre in alto, altrimenti non sei un Kaulitz-Trumper.



<< Servizio a salto, spettacolare! Ora voglio vederti in rete Trumper, forza.. >> urlà il Signor Wolff.

<< Io odio il muro... >> mi lamentai.

<< Vacci! >> urlò.


Dopo quindici minuti penosi di rete, dove ho ricevuto, l'allenamento finì. Mi buttai a terre con l'intento di respirare, quando mi rialzai, guardai in tribuna, e c'erano quattro cretini in piedi che applaudivano, quattro parole; Bill, Mum, Dad e Tom.


Per un'attimo mi sentii intimorita da quello che Bill avrebbe detto, non gli sono mai piaciuti gli sportivi, né tanto meno a me, non volevo che mi vedesse come una traditrice. Salii i gradini velocemente, e andai da loro.


<< Sei bravissima, sembravi un carro armato della Russia, nel mezzo di uno scontro contro i baschi.... >> esclamò Bill.

<< Ma te le sogni la notte queste cazzate Bill, dimmi sinceramente... >> ironizzò Tom.

<< Vuoi un pugno? >> disse Bill.


<< Comunque sei davvero potente, non me lo sapevo ti piacesse la pallavolo... >> disse Tom.

<< Neanche io, di solito nelle ore di ginnastica siamo seduti a fare gli affari nostri, giochiamo solo se costretti... >> commentò Bill.

<< Bill!! >> lo riprese Mum.

<< Eh Mum, non posso giocare a pallavolo, ho l'asma... >> disse lui.

<< Non hai l'asma!! >> esclamammo tutti insieme.

<< Invece sì, quando faccio qualsiasi sport mi viene il fiato corto.. >> si giustificò.

<< Questo perchè sei pigro Bill... Si chiama fatica... >> dissi io.

<< Ti ci metti anche tu ora?? >>


Salutai i miei, e scesi verso gli spogliatoi, non feci nemmeno la doccia, misi la tuta velocemente, buttai tutta la roba nel borsone, salutai le ragazze e me ne andai.


Arrivati in casa, mi tolsi solo le scarpe rimanendo in calzini, ancora non la tuta,insieme ai miei fratelli, mi buttai sul divano del salotto.Ci mettemmo a parlare, quella sera infatti, non cenammo a tavola, ma in sala, sul divano, è stata una serata molto particolare, tutti noi sembravamo contenti, non c'era frustrazione da parte di nessuno, e per la prima volta neanche un filo di invidia.


Per tutto il resto del mese di novembre, i ragazzi hanno passato in studio, a suonare ancora più frequentemente, e i fini di settimana, erano sempre in tour per i paeselli della nostra contea.


Georg era contento che avevo iniziato a giocare a pallavolo, diceva che era una cosa che mi avrebbe fatto sfogare tutta quella rabbia e voglia di fare a botte, inoltre la gente a scuola mi avrebbe rispettato di più.


Infatti era così, quel mese, erano tutti troppo gentili, forse perchè Fede era in prima linea per una gara nazionale di giovani artisti, perchè i miei fratelli erano stati ad Amburgo a registrare o perchè io stessi diventando una specie di carro armato della pallavolo locale, oltre ai miei fratelli, anche io iniziavo a riempire qualche pezzettino di cronaca sul giornale, non musicale ovviamente, sportiva.

Era divertente da un lato, andavo in giro per Wolmirstedt e la gente iniziava ad offrirmi cose gratis, niente di che, si trattava di dolci, panini e giornalini, persino la gente a scuola ci rompeva le scatole di meno, sicuramente era per via della band, erano sempre in giro per locali a suonare, e già girava la voce di un contratto con la EMI Records.





Grazie.


Alla super matta Jen, aka Axel.

Alla mia carissima, sorellina minore, Fede.

(i suoi disegni sono stupendi)


Niki94: La migliore, sto diventando fan di questa ragazza, le sue storie sono

carinissime, leggetele.


E a tutti quelli/e che leggono questa storia.


I prossimi capitoli saranno più energici, sappiatelo.


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Capitolo 10
*** Meccanismi Discografici. ***


Meccanismi Discografici.

Capitolo 10


Era passato esattamente un mese dal ritorno dei ragazzi, quando Hoffmann chiamò, dicendo che il meeting con la EMI sarebbe stato in quella settimana stessa.




Eravamo arrivati al EMI Records Building di Amburgo, c'erano anche Fede e Franziska, la sorella di Gustav, eravamo contentissimi, finalmente la band avrebbe avuto il contratto che loro sognavano sin dal giorno che hanno formato la band.


Eravamo nella sala d'attesa, era bellissima, i muri erano bordeaux, la moquette era grigio scura,c'era anche un grande divano in pelle, chiara color cipria, al centro un tavolino rettangolare di vetro e acciaio, sopra di essa, c'era un'infinità di riviste, c'era un'enorme vetrata, occupava quasi tutto il muro, si poteva vedere tutta la città, appesi ai muri, foto di musicisti famosi; Wir Sind Helden, Falco, David Bowie, persino il mio amato Robbie Williams.


Tom e Gustav erano seduti a parlare con Fede e Franziska, sembravano piuttosto tranquilli, io, ero in piedi, abbracciata a Georg, davanti alla grande vetrata e fissavamo il vuoto, Bill invece, camminava da una parte all'altra stanza, finchè Hoffmann uscì da a una porta, e chiamò i ragazzi, insieme a lui c'era un tizio che non mi piaceva, altro, moro, sembrava Pierce Brosnan, ma non mi piaceva.


Entrammo tutti insieme in un'altra stanza, c'erano tantissimi strumenti, oltre alle chitarre, bassi e batterie, anche glockenspiel, tamburi africani e persino un digeridu.


I ragazzi iniziarono a suonare, la prima canzone, Gegen Meine Willen, poi Leb die Sekunde e Freunde Bleiben.


Dopo quelle tre canzoni, il tizio che sembrava Pierce Brosnan, li disse di fermarsi, e si fermarono, guardò i ragazzi , aveva uno sguardo da volpone, e la cosa non mi piaceva affatto.


<< Mi piacete tutti... >> disse.


I ragazzi tirarono un respiro di sollievo, tranne Bill.


<< Ma tu ragazzo... >> continuò, indicando Bill,mentre si versava dello scotch in un bicchiere.

<< Hai un bel viso, una presenza magnetica... Ma l'immagine non funziona.. >> continuò.


Bill si fermò, tratteneva il fiato.


<< Dobbiamo lavorare sulla tua immagine, giusto un po', sembrerai più ometto, e vedrai che le ragazzine impazziranno per te.. >>


A quel punto, Bill deglutì, in modo così violento, che persino io riuscì a sentirlo.


<< Ma questo sono io... >> rispose con voce tremante.

<< Certo ragazzo, non ho dubbi... Ma c'è una cosa importante che devi capire nella discografica... >>

<< Ovvero?? >>

<< Non è solo la voce che fa vendere un album, anche l'immagine... >>

<< Che c'è di sbagliato con la mia immagine? >>

<< Vedi... Il ragazzo con i rasta, è passabile, posso farlo passare per il trasgressivo del gruppo... Il batterista è perfetto, tipico bravo ragazzo tedesco, il bassista, ha un'aria misteriosa... Ma tu, sei troppo piccolo per adottare questa immagine androgina... >>


Bill non parlò più.


<< Ti toglieremo quel trucco, quei vestiti … Il fatto del look androgino, alla Brian Molko è interessante, vedo che capisci i meccanismi del marketing, ma... Forse più avanti, quando avrai sedici o diciassette anni, ora invece, adotterei più uno stile dandy, con i tuoi capelli neri, richiamerai molto Dorian Gray... >>

<< Io non cerco di imitare nessuno... Né tanto meno lavorare su marketing, io faccio musica, e sono fatto così.. >>


Hoffmann si schiarì voce.


<< Signor Heuler, vorrei chiedere gentilmente di lasciarmi un paio di minuti per conferire con i miei ragazzi... >>

<< Certo fai pure... >>



Hoffmann e i ragazzi uscirono dalla sala, rimanemmo soltanto io, Fede e Franziska, e il tizio.


<< Cazzate... >> udii la voce di Gustav, appena prima che Hoffmann chiudesse la porta.

Quel Heuler, mi squadrò dalla testa ai piedi.


<< Ehi, occhi di ghiaccio... >>


Lo ignorai.


<< Ren, credo stia parlando con te. >> sussurrò Franziska .


Mi avvicinai al tizio, si alzò e mi venne contro.


<< Jeans stretti, camicione a quadri, converse consumate e capellino in lana.... Ciuffo davanti agli occhi... Sei molto Indie, quanti anni hai? >>


<< Quattordici... >>

<< Ne dimostri sedici... >>


Non risposi.


<< Anche tu canti? >>

<< No.. >>

<< Balli? >>

<< Neanche... >>

<< Allora fai la modella.. >>

<< No signore, frequento il liceo e gioco a pallavolo... >>

<< Interessante... >>


Il tizio si allontanò di due passi indietro e tolse da un taschino un biglietto da visita.


<< Faccio consulenze di scoutting per la Ford Management, parlane con i tuoi genitori... >>


Mi diede il suo bigliettino, avrei voluto strapparlo davanti a lui.


<< Ci penserò, la ringrazio...>>


Hoffmann e i ragazzi tornarono.


<< Signor Heuler, i miei clienti vogliono preservare la loro identità, sono spiacente, ma con le condizioni da lei poste, i ragazzi rifiutano l'accordo. >>


Franziska i avvicinò a Gustav e lo abbracciò; Tom rimase immobile, in parte a Bill; io e Georg ci abbracciamo, mi strinse forte, malapena respiravo.


Ero veramente scioccata, non me lo aspettavo, quello era il loro sogno, non riuscì a capire come dei semplici vestiti potessero influire così tanto.


Uscimmo tutti insieme dall' EMI Building, e ci dirigemmo verso il parcheggio esterno, dove Franziska aveva parcheggiato il furgoncino colore blu-notte, Mercedez, nuovo di zecca, della Schafer Bauwesen.


Schafer Bauwesen, era il nome della impresa edilizia del padre di Gustav, avevano appena preso quel furgoncino a otto posti, per il trasporto operai.


Durante tutto il tragitto di ritorno nessuno di noi parlava, Fede e Gustav erano davanti con Franziska, io e Georg nel sedile dietro, Bill e Tom, in quello dietro di noi, Tom cercò di fare finta di niente, a metà strada, prese la chitarra e iniziò a suonare Stop Crying Your Heart Out, degli Oasis.


Cantammo tutti, tranne Bill, guardai dietro, cercando un suo sguardo, ma fissava fuori dalla finestra, per tutto il viaggio non disse nulla.


Arrivati a casa, come una saetta, Bill corse in camera sua, senza salutare i nostri genitori, né tanto meno togliersi il capotto o le scarpe. Mum e Dad, che erano in sala a parlare si alzarono di colpo e vennero verso di noi nella hall, Mum e Tom si abbracciarono, Tom piangeva.

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Capitolo 11
*** Phantom Sister ***


Phantom Sister.

Capitolo 11.


La settimana dopo il meeting con la casa discografica, è stata un vero inferno. Bill non parlava con nessuno, solo con Tom, i miei genitori? Non sapevano neanche da che parte girarsi; un figlio che piangeva, non parlava, non mangiava; un altro figlio che cercava di tirare su il morale al figlio che piangeva; e una figlia... Quale figlia?? Sempre da sola, non esistevo, ero un fantasma, nessuno mi vedeva, nessuno mi ascoltava, nessuno mi considerava, ero nulla.


Per mia fortuna avevo Georg che mi considerava, e la pallavolo che mi toglieva da quella casa maledetta, per almeno dodici ore alla settimana.



Durante l'allenamento, saltai il massimo possibile nelle battute, colpire il più forte possibile la palla, ero la migliore nelle battute, e volevo farmelo sentire dire a tutti i costi, bisogno di un'iniezione di stimolo.


<< Trumper, in rete, voglio vederti placcare... >> ordinò il Mister.

<< Subito Mister... >>


Corsi verso la rete, mi sgranchii il collo, flessi le gambe e appoggiai le mani sulle ginocchia in attesa della palla.


<< Che cosa stai facendo Trumper??? >> urlò infuriato.

<< Che cosa sto facendo Mister? >> mi sentii tremare le gambe.


Si avvicinò a me, rimboccandosi le maniche della felpa.


<< Salta... >>


Non capii, presi impulso e saltai.


<< Che razza di salto è? Come intendi a placcare la palla?? Con la testa?? >>

<< No, Mister... Non sapevo di dover placcare... >>

<< Per cosa credi che ti abbia mandato in rete?? >>

<< Per placcare Mister... >>

<< Allora placca... >>

<< Ma la palla è ferma... >>

<< Tu placca e basta. >>


Sentii il mio respiro che si faceva forte, presi fiato, flessi le gambe, alzai le braccia e saltai, saltando però, le mie mani arrivarono malapena al di sopra della rete, ricaddi e guardai il Mister, avevo paura di cosa avrebbe potuto dire.


<< Questo lo chiami placcare? >>

<< Mi dispiace Mister... >>

<< Non dispiacerti, cerca di capire dove hai sbagliato... >>


Cercai di capire, pensai a tutte le regole della pallavolo che avevo studiato metodicamente, sin dal primo giorno di allenamento.


<< Non ci arrivo Mister... >>


<< Ti faccio vedere, ma ficcatelo in testa. >>

<< Sì... >>

<< Errore numero uno; la distanza fra te e la rete deve essere di almeno cinquanta centimetri, ossia il tuo braccio... >>


Annuii con la testa e posi il braccio esteso tra me e la rete, dovetti fare due passi indietro.


<< Errore numero due; i piedi vanno tenuti in modo parallelo altrimenti salti in avanti... >>


Misi i piedi in modo parallelo ,flessi le gambe, alzai le braccia e saltai.


<< Così va meglio... >>


<< Grazie Mister... >>

<< Ancora una volta, Hagen alzala e Ozil schiaccia.. >>


Fischiò. Samantha alzò la palla a Steffi,che non risparmiò forza.


Non mi feci intimidire, presi carica e saltai, non avrei permesso in alcun modo a quella dannata palla di passare dal mio campo.


Ricaddi e guardai la faccia del Mister, sembrava soddisfatto.


<< Bene, altre dieci volte... >>


Dopo aver ripetuto dieci volte lo stesso procedimento, l'allenamento finì, raccogliemmo le palle e andammo nello spogliatoio.


Mentre mi dirigevo verso lo spogliatoio, Signor Wolff mi chiamò.


<< I problemi vanno lasciati fuori dalla palestra, Trumper... >>

<< Sì Mister.. >>


Nello spogliatoio, Samantha mi sorrise e mi abbracciò.


<< Non prenderla male, a volte sclera, ma non è cattivo... >>

<< Grazie Samy.. >>

<< Senti, lo abbiamo notato tutte che oggi avevi qualcosa che non andava, siamo una squadra, quando una di noi ha un problema, tutte cerchiamo di collaborare... >>

<< Grazie ragazze, davvero... >>


Steffi, seduta sulla panca si alzò, e venne verso di me.


<< C'è qualcuno che ti da fastidio a scuola? >>

<< No... >>

<< Capisco perfettamente che ora non è il momento, ma sentiti libera di parlarne con noi quando te la senti ok? >> disse Steffi.


Dopo aver salutato le ragazze, uscì dal palazzetto, fuori, appoggiato al muro c'era Georg, quando uscii, mi prese per il braccio dolcemente.


<< Ehi, non vorrai mica andare in giro da sola in questa grande metropoli, malfamata.. >> sentii la sua voce vellutata.


Mi girai e lo abbracciai.


<< Georg.. >> provai un sollievo, un conforto talmente piacevole che non lo volevo più lasciare.


Mano nella mano, camminammo insieme verso la fermata del pullman, appena a duecento metri da lì.


<< Allora... Come sta vanno le cose a casa? >>

<< Un' inferno, non esisto più per nessuno la dentro... >>

<< Perchè dici così? >>

<< Bill non mi parla, è sempre chiuso in camera, Tom è sempre con Bill, mi sento una figlia unica, anzi, il fantasma di una figlia unica... >>

<< Gordon e Simonne che dicono?? >>

<< Che dicono secondo te? Sono sempre in agguato, aspettando che Bill scenda da quelle scale, e si faccia vedere, “non vogliono invadere il suo spazio”... Palle... >>

<< Non esagerare, cerca di capirlo... >>

<< Capirlo? Ci sta che ha preso una mazzata in testa, ma non può continuare ad evitarmi... >>

<< Evitarti?? >>

<< Sì... Credo ce l'ha con me perchè, quel giorno ad Amburgo, mentre eravate fuori a parlare con Hoff, il tizio della EMI, mi ha dato un biglietto da visita e mi ha detto di chiamarlo, perche sono indie.... >>

<< Che c'entra con Bill?? >>

<< Sicuramente, dopo le cattiverie che quello gli ha detto, penserà che l'ho pugnalato alle spalle, ce l'ha con me... >>


Georg si fermò, e mi guardò.


<< Ti rendi minimamente conto dei viaggi mentali che ti fai?? >>

<< Viaggi mentali? Non sei tu che vivi in una casa dove nessuno ti parla da una settimana... Cavolo ci ho provato, ho fatto muffins, biscotti, ho fatto persino il bucato!! Nessuno se n'è accorto... >>

<< Ma perchè devi essere per forza al centro dell'attenzione? >>

<< Non è questione di centro dell'attenzione, è che... Mi sento sempre un ospite, un'amica, non sono una figlia né tanto meno una sorella... >>

<< Perchè?? >>

<< Non lo so!! Quando avevamo sei o sette anni, era tutto diverso, indossavamo gli stessi colori, mangiavamo le stesse cose, ci facevamo i dispetti, giocavamo a fare i musical in salotto per farci dare delle monetine... Dormivamo persino nello stesso letto... Ora la minima cosa, ci fa lanciarci contro le cose, picchiarci... >>

<< Siete adolescenti, non avete più sette anni, le cose cambiano... >>

<< E' solo che mi sembra di fare sempre i passi falsi con loro... >>


Arrivammo alla panchina della fermata, ci sedemmo, Georg mi accarezzò i capelli, quindi appoggiai la testa sulla sua spalla.


<< Vedi... Il problema, è che tu ti fai sottomettere da te stessa, mettendoti in testa che devi essere d'accordo , perchè loro sono in due e tu sei una sola... >>

<< Ovvero?? >>

<< Quello che voglio dire... E' che, loro sono tuoi fratelli, e lo saranno sempre, il fatto che non avete condiviso lo stesso utero, o vissuto i primi sei anni della vostra vita insieme, non vuol dire niente... Avete ancora tutta la vita davanti per andare d'accordo e litigare.. >>


<< Non lo so... >>

<< Prova a pensare così... Se loro hanno un'idea e tu ne hai una differente, anche se la esponi, non ti cacciano di casa... Al massimo litigherete per ore, perché siete tutti i tre di coccia, vi prenderete per i capelli, vi tirerete le cose... Ma alla fine, troverete un compromesso, l'importante è che ti fai sentire, è sempre meglio che subire le scelte loro e farti mille paranoie dopo... >>


Georg, è sempre stato un saggio, ha una mente brillante, è capace di cogliere la questione al nocciolo, farti vedere le cose sotto un' aspetto così semplice e chiaro, che finisci per non capire come non ci sei arrivato prima.


<< Hai ragione... >>


Il bus arrivò, io e Georg ci salutammo, salii, mi sedetti e lo salutai dalla finestra.


Arrivata a casa, pensavo soltanto in mangiarmi una mela, farmi una doccia e buttarmi nel letto.


Sbattei la porta, buttai per terra il borsone e posai la giacca su l'appendiabiti.


<< Aimeé, tesoro sei tu? >> disse Mum con una voce piuttosto entusiasta.


Corsi in cucina altrettanto entusiasta, mi incuriosiva sapere cosa l'avesse messa così di buon umore.


<< Come sono andati gli allenamenti?? >> chiese sorridente.


Arrivai in cucina, e trovai un bel quadretto familiare, tutti i quatto seduti in cucina a mangiare i maccheroni al formaggio, ridendo e raccontandosi aneddoti, lo trovai vomitevole, sembrava il prologo di Settimo Cielo.


Il microscopico sorriso che ero avevo quindici secondi prima, si spense, regalandomi un'espressione acida.


<< Benone... >> mi girai di spalle e presi le scale per andare in camera.


<< C'è qualcosa che non va , Ren? >> chiese Bill confuso.


Mi girai, incrociai le braccia e lo guardai con un'espressione fredda e seccata.


<< Ti interessa sapere cosa non va Bill?? >> chiesi sarcasticamente.

<< Sì, cosa c'è? >>

<< C'è che mentre voi eravate qua a giocare a famigliola felice, io, mi sono spaccata il culo tutta sera, arrivo a casa stanca e morta di fame, e vi vedo tranquilli e sereni, senza neanche pensare che arrivando da un' allenamento estenuante di tre ore e mezza e che potrei avere fame... >>

<< Tesoro, non fare così... Bill i biscotti di mele e cannella che ti piacciono tanto... >> disse Mum si alzava per prenderli.


Si avvicinò a me, e me ne portò uno.


<< Oh, hai pensato a me Bill?? Quanto sono contenta di essere rientrata nelle tue grazie... >> gli dissi contrariata, con un tono di voce abbastanza aggressivo.


<< Ehi, ehi, che ti prende?? >> disse Dad, con un'espressione al quanto infastidita.


<< Che cosa mi prende?? Che cosa prende a voi?? Ho passato una settimana di inferno, per colpa di tutti voi, mi avete ignorata, ho fatto di tutto; muffin, biscotti... E persino il bucato, il bucato, Dio Santo !!! . E chi mi ha fatto il sorrisino compiaciuto? Chi si è ricordato di dirmi buongiorno?? Nessuno di voi! >>


<< Mi dis... >> cercò di dire Bill, ma lo interruppi.


<< Mi sono stancata di subire il vostro bullismo da gemelli contro sorellastra... Sono stanca di essere trattata come una trovatella... >>

<< Nessuno qua ti tratta come una trovatella.. >> disse Dad.

<< Invece sì, io non valgo niente qua dentro, nessuno si interessa a me, nemmeno tu che dovresti essere mio padre... >>

<< Cerca di non assumere quel tono con me ragazzina.. >>


Mi girai e corsi verso le scale, quando mi accorsi di avere in mano il biscotto che aveva fatto Bill, tornai indietro.


<< E tu... Se te ne fregasse qualcosa di me, sapresti che non posso mangiare carboidrati fino all'inizio del campionato... >> urlai e gli buttai il biscotto addosso.


Ripresi di corsa la strada verso camera mia, mentre salivo le scale sentii Dad urlarmi.


<< Renate Esme Trumper, torna qui immediatamente e chiedi scusa a tuo fratello... >>

<< Va all'inferno!! >> urlai.


Entrai in camera mia e con ferocia sbattei la porta.


Mi buttai sul letto e mi misi il cuscino in testa, sentii tutti i quattro che salivano le scale, avevano i passi coordinati,tale quale una truppa di dannatissimi nazisti.


<< Lasciatela stare, ha bisogno di stare da sola... >> disse Mum.

<< Hai visto come si è comportata?? >> rispose Dad.

<< Gordon, seriamente, ha ragione, l'abbiamo trascurata... >>

<< Cosa vuol dire?? Quando lei tiene il muso, dobbiamo subire tutti in silenzio e quando lo tengo per una ragione valida deve fare così? >> disse Bill.

<< Bil... Hai anche ragione, ma quando tiene il muso lei, lo tiene per mezz'ora, anzi, se le dai una barretta di cioccolato si dimentica anche di essere arrabbiata... Tu non le rivolgi la parola da più di una settimana, ti rendi conto? >> ribatté Tom.

<< Vuoi mettere un' allenamento di pallavolo pesante, con un discografico che dice che non vai bene per fare la cosa che più ami al mondo? >> Bill alzò la voce.

<< Vuoi mettere un fratello che non ti rivolge la parola da una settimana, non ti guarda e ti ignora? >> Tom l'alzò ancora di più.


Silenzio, l'unico rumore che sentivo, era il mio stomaco che brontollava.


<< Ragazzi, ora non mettetevi a litigare tra di voi, andiamo di sotto, Aimeé ha bisogno di stare un po da sola.. >>

<< Gordon anche tu, andiamo... >>

<< Ma io.. >>

<< Quando si sentirà pronta per parlare con te lo farà, ora scendiamo, è pure stanca, deve anche farsi la doccia, su Gordon, non fare i capricci. >>


Sentii i loro passi che si muovevano verso il piano di sotto.


Mi alzai e andai a farmi la doccia. L'acqua calda che colava sul mio corpo sembrava alleviarmi ogni dolore, e portarmi consiglio. Uscita dalla doccia, mi asciugai i capelli e mi misi il pigiama.


Seduta nel letto, fissando il muro, riflettevo sulle cose che avevo detto alla famiglia.


<< Ma loro sono la mia unica famiglia... >> dissi a me stessa.


Mi alzai di colpo, scesi le scale e mi diressi in sala, dove i quattro erano seduti, davanti al cammino.


Volevo sedermi con loro e parlare come avevamo sempre fatto, chiacchierare, e risolvere tutto con del tè, ma, non mi sentivo in vena di discutere sentimenti, prendermi a schiaffi con Bill o qualcos'altro.

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Capitolo 12
*** Leipzig; ein Jahr spaet. ***


Avviso; capitolo piuttosto pesantuccio, mi è venuto così proprio senza blocchi, per leggere dovrete aver proprio voglia di leggere, è bello lungo...

Leipzig.

Lipsia.


Capitolo 12



Da quel giorno, da parte mia, iniziò ad accrescersi un muro tra me e i miei fratelli. Ero talmente presa dalla mia paranoia sul non essere gemella, che ogni loro gesto affettuoso nei miei confronti, ogni tentativo di dialogo, interpretavo come una sfida, come uno loro stratagemma segreto per farmi le scarpe, quella casetta di campagna un tempo tranquilla e abitata da una famiglia felice, con tre fratelli che erano in perfetta simbiosi, diventò peggio di una zona di conflitto ribelle della Liberia.


Tutta la famiglia, insieme a Georg e talvolta Gustav, e ovviamente Fede, venivano sempre a vedere le mie partite la domenica, anche se avrebbero dovuto suonare; suonavano il venerdì, sabato e domenica nei locali, ma da quando inziò la mia prima stagione della pallavolo, hanno deciso che sarebbero sempre venuti a vedermi, ovviamente, io e la mia testa dura lo interpretammo come una sfida.


Ci allontanavamo sempre di più, iniziai ad uscire la sera con le ragazze della squadra; andavamo al bowling, al cinema e pub, che erano gli stessi che frequentavano i miei fratelli, sono state infinite le volte che li trovai a due o tre tavoli di distanza da me, e li ignoravo.


Il tempo corse, giorni, settimane, mesi, e ancora eravamo in guerra, alcuni momenti di pace e complicità c'erano, ma erano pochi.


Durante la mia prima stagione al campionato scolastico di pallavolo, giocai con tutta me stessa, dando il massimo in campo, a volte tornavo a casa dopo le partite, e svenivo appena entravo in casa, oppure dopo la partita Dad doveva aspettarmi in bordo campo e portarmi in braccio fino alla macchina. Questo sforzo ne valse la pena, appena prima della fine della stagione, il giorno della finale, uno scout della Leipzig SC venne a vedermi, ovviamente ne ero a conoscenza da almeno una settimana prima, infatti in quella settimana creai il haka della squadra, sotto suggerimento di Georg, ma era chiaramente un'idea di Bill. Lo scout rimase meravigliato dal haka, e della mia forza in campo, firmai un contratto di un'anno e mi trasferì a Lipsia, dai miei nonni, i genitori di Mum.


Il haka consisteva in una breve intimidazione contro la squadra avversaria, prima della partita, nel mio lato del campo, io incitavo la squadra e tutti i presenti nel pubblico, a cantare insieme We Will Rock You dei Queen, nella partita della finale, indossai un mantello rosso tale quale quello di Freddy Mercury, e le altre cinque ragazze in campo avevano pom-pom dello stesso colore che agitavano durante la coreografia, il pubblico adorava.


Per quanto riguarda i miei fratelli, continuarono a suonare, quell'estate un manager, appena entrato nel mercato, David Jost, che proveniva da una famosa band pop degli anni novanta, i Bed&Breakfast venne assunto da Hoffmann per promuovere i ragazzi, quell'estate iniziarono la lavorazione del loro secondo demo, Durch den Monsun, cambiarono anche il nome della band per la terza volta; Tokio Hotel.

Un anno dopo.



Ero contenta di vivere con i miei nonni, era tutto molto diverso da Loitsche, Lipsia, sembra tutto un altro mondo, ci sono grandi negozi in centro, come quelli di Hannover; H&M, Berschka, Zara, Pull&Bear, C&A, c'erano catene di ristoranti; Dunkin' Donuts, Pizza Hut, Burger King, era tutto più bello di Magdeburgo, i centri commerciali erano grandi come il mio liceo di Wolmirstedt, e i licei, grandi come Wolmirstedt.


Mi mancavano i miei genitori, mi mancava Fede, mi mancava Tom e persino Bill, io e Georg ci lasciammo prima che mi traferissi a Lipsia, il che fece scatenare l'ira di Tom, che si accanì contro Georg, pensando che mi aveva proposto di fare “esperienze”, ma poi si chiarirono.


Vivere con i nonni era perfetto, erano entrambi atletici come me, ad entrambi piaceva giocare pallavolo, infatti, i sabati, prima delle partite, andavamo a correre al Clara Zetkin, appen a due passi da casa, facevamo anche alcuni palleggi, e insieme prendevamo la macchina e andavamo alle partite. Al ritorno, ci mettevamo in sala, seduti sul divano a guardare la televisione, il nonno sulla poltrona, ed io e la nonna sul divano grosso, dove lei mi massaggiava il polpacci con una crema di eucalipto, che mi rilassava tantissimo le gambe.


Clara Zetkin Kulturpark, è un parco di Lipsia, nel quartiere sudest.



Frequentavo il liceo Leibniz, dovevo prendere il tram e la metropolitana per arrivarci, in un viaggio di mezz'ora circa.


Il liceo mi piaceva, avevo fatto amici nuovi, oltre a quelli della pallavolo, uscivamo spesso tutti insieme. Andavo anche in discoteca qualche volta, non rimanevo fino a tardi però, all'una ero già sulla metropolitana di ritorno a casa, non perchè i nonni fossero severi, ma perchè dormire troppo tardi, bere alcolici e fumare, diminuiscono la mia forza nella pallavolo.


Per le vacanze di natale, i miei fratelli e i miei genitori sarebbero venuti da noi.



Era un venerdì mattina, c'era un tempo orribile, nebbia e freddo, non andai a scuola per due semplici ragioni; quella sera avrei avuto una partita importante, e non potevo permettermi di prendermi un raffreddore, e poi; Bill, Tom e i nostri genitori, sarebbero arrivati quel giorno stesso a Lipsia.


<< Buongiorno campionessa... >> era tipico della nonna svegliarmi al mattino, sedendosi sul mio letto e accarezzandomi i capelli.


Aprii gli occhi, mi sedetti sul letto e mi sfregai la faccia.


<< Ciao nonna... >> dissi ancora con voce assonnata.


<< Vedi di prepararti velocemente tesoro, tutti dovrebbero arrivare verso mezzo giorno e mi devi dare una mano in cucina... >> disse alzandosi e aprendo le tapparelle.


<< Sì nonna, mi faccio una doccia e arrivo. >> mi alzai dal letto, presi la salvietta e andai in bagno.


Usci dal bagno circa quarantacinque minuti dopo, ero già vestita; jeans stretti scuri, Dr Martens neri e un maglioncino blue matita e eyeliner neri d'obbligo e capelli piastratissimi, nonostante siano naturalmente lisci.


Corsi in cucina dalla nonna a farmi vedere.


<< Nonna, ho finito,che devo fare? >> chiesi energica, sulla soglia della porta.


<< Prendi delle coperte nel mio armadio e sistema i letti dei tuoi fratelli, separa anche gli asciugamani e tutto il resto... >>


<< Ok.. Dov'è il nonno? >>


<< E' andato a fare la spesa... Perchè? Ti serviva qualcosa? >>


<< No... Così... Bene, allora vado a fare i letti... >>


<< Sì, cara.. Vai pure... >>



Andai nella camera di nonna, e presi le coperte e gli asciugamani, portai in camera mia e iniziai a organizzare i letti per Bill e Tom.


Era passato un' anno esatto dall'ultima volta che passammo le vacanze insieme, ormai mi ero abituata ad essere una specie di cugina, non sapevo come i ragazzi mi avrebbero accolta.


L'appartamento dove vivevo con i nonni, in un appartamento, a sud di Lipsia, era una palazzina neoclassica, appena ristrutturata, non era grande come la nostra casa di Loitsche; c'erano tre camere da letto, una per i nonni, una per visite e la mia; noi tre eravamo abituati a dividere la stanza a natale, questa volta però era diverso, almeno per me, pensavo che appena arrivati mi avrebbero trattata con indifferenze, ed io ovviamente avrei fatto lo stesso, forse anche peggio, con molta ostilità.



Erano già le undici passate, io avevo già finito di sistemare i letti dei miei fratelli e apparecchiato per pranzo, così mi misi in salotto, a guardare la televisione, seduta sul divano, con i piedi sul tavolino e il telecomando in mano, mentre la nonna in camera sua si truccava, quando sentii la chiave girarsi nella porta, molto probabilmente era il nonno che tornava, sicuramente si era fermato davanti a qualche vetrina di sportivi a prendere qualcosa di cui non ho bisogno; ultra moderna e colorata.


<< Ciao nonno! >> urlai dal salotto.


<< Dov'è la mia figlia preferita che gioca nella Bundesliga?? >> sentii la voce di Dad, aprii velocemente la porta che separava la sala dal corridoio e vidi tutta la mia famglia.


<< Ciao!! >> abbracciai Dad che mi alzò da terra e poi mi mise giù.


<< Che bei capelli lunghi, sembri Ozzy Ousborne... >> ironizzò.


<< Grazie, è da settembre che non li taglio... >>


<< Aimee, tesoro!! >> esclamò Mum dalla porta.


L'abbracciai, mi era mancata tantissimo.


<< Dove sono Bill e Tom?? >> chiesi agitata.


<< Hanno preso le scale, non ci stavamo tutti sull'ascensore insieme alle valigie... >>


Uscì dalla porta di corsa e scesi le scale per andarli contro, ero ansiosa di vedere come mi avrebbero accolta, specialmente Bill, con lui il rapporto era diventato molto lunatico. Vidi per prima Tom che saliva le scale con lo zaino.


<< Tom!!! >> urlai dalla cima delle scale.


<< Ren! >> urlò dal basso.


Corremmo uno verso l'altro e ci abbracciammo.

<< Ma sei diventato alto, e i tuoi capelli sono lunghi quasi quanto i miei! >>


<< I tuoi capelli sono lunghissimi, cavolo ti arrivano quasi in vita!! >>


<< Già... Ti sei anche alzato un po' se non mi sbaglio , sei alto quanto me, non sei più un tappo.. >>


<< Eh già, aspetta a vedere Bill... >>


<< Ah Tom, bastardo, non farò mai più una scommessa con te, mi hai spinto giù brutta carogna... >> sentii una voce lamentosa, con il fiatone, era Bill.


In quel momento, sentii il mio cuore battere così forte da uscirmi dallo gola, rimbalzando fin giù al piano terra.


<< Ren!!!!! >> urlò dal basso.


Corsi ad abbracciarlo, l'abbracciò durò di più che quello con Tom, quasi due minuti, mi stringeva più di un boa morto di fame.


<< Bill!? Sei cambiatissimo!! E questo ciuffo? >> dissi toccandogli i capelli.


<< Ah!! Anche tu, guardati! Sembri la cantante degli Evanescence con questi capelli lunghi e scuri, mi piacciono questi tre toni di rame nei tuoi capelli, non hai notato nient'altro? >>


Lo guardai di nuovo, a parte il ciuffo nerissimo, lungo fino al mento e i capelli dietro sparati come quelli di Goku. Oltre a quello non notai niete di particolarmente diverso.


<< Sono più alto di te! >>


<< Ma smettila... Non esiste, non lo è nemmeno Tom.. >>


Bill fece un sorrisino beffardo.


<< Scendi dal gradino... >>


Era davvero più alto di me, di più o meno dieci centimetri.


<< Cavolo, ma come... >>


<< Eh, hai finito di fare la bulla eh, ora sono alto un metro e ottanta cinque, contro i tuoi... >>

<< Uno e settantasei... >>


<< Ahaha, ora Tom è il fratello tappo!! >>


<< Ehi, ehi, bella io sono alto un metro e settantotto... >>


Io e Bill ci guardammo e ci mettemmo a ridere.


<< Dai, venite di sopra, sto morendo di fame... >>


Presi i miei fratelli per mano e li trascinai ancora per un piano, ed entrammo in casa.


<< Bill, Tom, quanto siete cresciuti! >> disse la nonna mentre si avvicinava.


<< Eh vedi nonna, ora non è Renate la più alta dei fratelli... Sono io, anche se Tom continua ad essere il più basso... >>


<< Io non sono il più basso!! Sono più alto di Ren... >>


<< Seh, nonna, di due centimetri... >> risposi.


<< Ah voi due, villani, smettetela di fare i bulli con Tom, vieni dalla nonna, ti ho fatto la Sacher, lascia perdere questi due burloni... >> disse la nonna mentre prendeva Tom e lo portava in cucina.


Tom si girò e ci alzò il dito medio, Bill fece lo stesso, mi limitai a mostrargli la lingua.


I nostri genitori e il nonno erano in sala a parlare di come stavo andando a scuola e a pallavolo, Tom era in cucina con la nonna, a ingozzarsi, Io e Bill invece, siamo andati in camera mia.


<< Wow, è davvero bella, due pareti rosa antico, e due pareti grigie, mi piace!! >>


<< Vero? Il nonno mi ha preso le lavabili, ed io e due mie amiche ci siamo chiuse qua per tutto il fine settimana... >>


<< Davvero bella, persino un chandelier antico sul soffitto... >>


<< L'ho presa in un mercatino delle pulci, avrò pagato dieci euro... >>



Bill mise la valigia sul letto , e tirò fuori tutte le cose. Un pacchetto grande nero con un grande fiocco lilla cadde dalla valigia, lo raccolsi.


<< Che cos'è? >> chiesi.


Bill diventò rosso e lo rimise nella valigia.


<< Niente. >> riprese il pacco dalle mie mani, e continuò a togliere le sue cose.


<< Stasera dopo la partita, io e i miei amici usciamo, ti va di venire? Chiamiamo anche Tom... >>


<< Certo!! Cosa si fa di bello?? >>


<< Non lo so... Andiamo a farci un giro alla bayernische a vedere chi c'è, e poi andiamo in centro, tanto la metropolitana e i mezzi ci sono fino alle due... >>


<< Ma come sono questi tuoi amici? >> chiese mentre toglieva fuori il pigiama e lo metteva sotto il cuscino.


<< Simpaticissimi, completamente diversi della gente di Loitsche.. >> mi sedetti sul letto che avrebbe occupato Tom e incrociai le gambe.


<< Lo credo bene, questa è Lipsia cavolo... >>


<< Veramente, dipende con chi esco, con le ragazze della squadra giriamo per i locali dove ci vanno quelli che hanno diciotto e vent'anni, sono quasi tutti universitari... >>


<< E con quelli della scuola? >>


<< Diciamo che, sono più tranquilli, andiamo al bowling, al cinema, abbiamo tutti più o meno la stessa età... >>


<< Capisco, e con i ragazzi? >>


<< Niente ragazzi, non ho voglia di farmi mille problemi, la pallavolo occupa tantissimo spazio... Tu con le ragazze? >>


<< Mah, normale... Le solite, si esce per una o due settimane, poi quando vedono che il fine settimana vado a suonare e che non tolgo mai smalto e trucco mi lasciano perdere... >>


<< Che sfigate.. Qua non è per niente così.... >>


<< Eh beh... >>


Ci fu il silenzio, finchè entrò Tom in camera mia.


<< Cazzo, sembra di essere in una factory di Andy Warhol... >>


<< Hai per caso fatto una verifica di Storia dell' Arte ultimamente, sulla popart magari?? >>


<< Guarda che non siete gli unici intelligenti in famiglia... >>


<< Nonna dice che il pranzo è pronto, e di venire a tavola. >>


Andammo tutti i tre verso la sala, dove erano tutti seduti a tavola.


<< Nonno... Stasera dopo la partita le ragazze vogliono andare al Moritzbastei, ci sono dei nostri amici dell'Università che suonano lì... >>


<< Quelli della Mendehlsson? Mi piacciono quei ragazzi... >>


<< Sì, ma non vanno a suonare Bach nel Moritzbastei, suonano folk... >>


Dad, Mum e i miei fratelli si guardarono straniti.


<< Tesoro, tu frequenti il Moritzbastei? >> chiese Mum.


<< Sì.. C'è della musica bella tutti i venerdì... >>


<< E hai degli amici che frequentano la Mendehlsson Hochschule di Arti Sceniche? >> chiese Bill.


<< Sì... >>


<< E sai, cosa significhi musica folk?? >> chiese Dad.


<< Certo... >>


<< Wow... >> esclamarono i quattro insieme.


Stavolta, io , nonno e nonna ci guardamo straniti.



<< Che c'è di strano?? >>


<< Piccola, la città ti ha fatto veramente bene... >> disse Dad.


<< Che vuoi dire?? >>


<< Sei meno viziosa, nevrotica e bambina.. >> disse Tom mentre masticava.


<< Tom!! >> lo richiamarono tutti.


<< Che c'è?? E' vero.. >>


<< Quello che Tom vuole dire è che sei cresciuta... >>


<< Per forza, ho quindici anni... >>


<< Gustav ti cadrebbe ai piedi in questo momento... >> disse Bill.


<< Che?? >>


Bill e Tom si guardarono e risero.


<< Ha sempre detto che gli piacevi, solo che eri troppo bambina... >> disse Bill.


<< Io piacevo a Gustav? >>


<< No... Tu piaci a Gustav, ma fisicamente... D'altronde gli stai parecchio sulle palle... >> rispose Tom.


<< Ma tu guarda... >> dissi seccata.


Finito il pranzo io sparecchiai, Bill mise i piatti nella lavatrice, mentre Tom e gli altri erano seduti sul divano a parlare.


Io e Bill, sentendoci ignorati, tornammo in camera.


Presi il borsone di pallavolo e iniziai a prepararlo, nel frattempo Bill iniziò a frugare nei cassetti della specchiera.


<< Che marca è questa Kiko? Non l'ho mai vista neanche ad Amburgo... >>


<< E' una marca italiana... Fede mi ha mandato un po' di cose dall'Italia per il mio compleanno. >>


Fede vinse il concorso per giovani artisti l'anno precedente, quindi dovette trasferirsi in Italia per frequentare la scuola, dove iniziò anche a fare uno stage, dove l'hanno assunta, e lavora lì come apprendista tutt'oggi, in una casa di moda chiamata Dsquared.


<< Per il mio.. Mi ha mandato una giacca in pelle, un chiodo, fatto da lei, è in valigia, te lo faccio vedere... >>


Bill si avvicinò al letto, aprì la valigia e tirò fuori una bellissima giacca in pelle, da motociclista, argento, strettissima, piena di cerniere, all'interno la fodera era leopardata, e al posto della targhetta con la marca, c'era un'etichetta nera, bordata in dorato ; “ Per Bill, spero di un giorno vedertela addosso in un'occasione speciale, da VIP; con amore Fede. ”


<< Cavolo è bellissima, Fede ha tantissimo talento... >> esclamai.


<< Già... Mi ha fatto vedere alcuni suoi bozzetti, sono incredibili.. >> disse Bill.


<< Sì, è cretivissima, ha una mente... Farà strada... >>


<< Ti immagini, tra qualche anno, quando tu sarai una di quelle atlete mega famose, che fanno pubblicità per la Nike, Coca-Cola, e io sarò una rockstar da copertine, dove tutti vorranno essere come noi e ci chiederanno chi è la vostra stilista, e noi diremo che è la Fede?? >>


<< Sì, e andremo nelle sue sfilate, staremo sulla front row delle sfilate più d'Europa, e anche le sue... E saremo straricchi e famosi e tutti baceranno il suolo dove camminiamo... >> mi buttai nel letto, tirando sospiri.


<< Sì, non vedo l'ora...>> si sdraiò in parte a me, con le mani dietro la testa.


Erano le due; mi stancai di stare a casa a fare nulla, così , mentre Bill in camera sistemava le sue cose, andai in sala dal nonno.


<< Nonno, io e Bill vogliamo andare in centro... Possiamo?? >>


<< Sì certo, ma mi raccomando, alle sei a casa, dobbiamo andare alla partita, e devi cenare... >>

<< Sì, per le sei sono di sicuro a casa... >>


<< Non mangiare troppe cavolate... >>


<< Quante? >> chesi.


<< Quattrocento... >>


Mum e Dad si guardarono.


<< Papà, quattrocento cosa? >>


<< Calorie... >> rispondemmo io e il nonno insieme.


<< Ahh... >> sospirarono i tre.


<< Come è messa la Renates Volkbank? >> chiese il nonno.


Renates Volkesbank, è il modo in cui il nonno chiama il mio portafogli, mi dava una paghetta fissa ogni lunedì e dovevo tenermela buona per uscire.


<< Sono apposto.. >>


Uscì dal salotto e tornai in camera, mi fermai un' attimo in corridoio e riuscii a sentire Dad che parlava con il nonno.


<< Benthe,fattelo dire, stai facendo un grande lavoro con Esme, è diventata una piccola adulta... >>


Non vi sembra strano? Che ognuno mi chiama con un nome diverso? Ren lo dicono i miei fratelli, per accorciare, Aimee lo dice Mum, perchè le piace il suono francese, e Esme lo dice Dad, per farmi arrabbiare sapendo che odiavo quel nome.


<< E' vero, grazie papà... >> aggiunse Mum.


<< Ma non è niente, è diversa da Bill e Tom, ha bisogno di regole... >> rispose il nonno.


Andai in cucina da Tom, era lì con la nonna, chiacchieravano tantissimo, ovviamente Tom si stava ingozzando, come sempre.


<< Tom, io e Bill andiamo in centro... Vuoi venire? >>


<< No... Sto con la nonna... >>


Che grandissimo leccaculo...

<< Ok... >>


Entrai in camera, Bill si stava mettendo la lacca nei capelli, si erano un po' ammosciati.


<< Facciamo un salto in centro? >> chiesi a Bill, mentre aprivo l'armadio e mi prendevo il mio cappotto nero.


<< Ora?? >> chiese Bill sorpreso.


<< Sì certo.. Compriamoci delle cose belle, ti porto alla Dunkin' Donuts... >>


Bill prese il suo piumino blu e so lo mise velocemente.


<< Andiamo... >> disse.


<< Tom non viene, rimane ad ingozzarsi … >> commentai.


<< Non avevo dubbi... >> aggiunse Bill.


Uscimmo da camera mia e andammo in cucina a salutare la nonna.


<< Ciao nonna, noi andiamo in centro... >> le dai un bacio sulla guancia.


<< Torniamo per cena... >> disse Bill mentre dava un bacio sulla fronte della nonna.


<< Aspettate, fa freddissimo, mettetevi i guanti, sciarpe e cappellini... >>


<< Ma nonna, mi si rovinano i capelli... >> borbottò Bill.


<< Allora mettiti i guanti e la sciarpa... >>


Prendemmo le sciarpe appese nelle sedie di camera mia, e le mettemmo, io mi misi anche il mio cappellino in lana, blu cobalto, mentre Bill si è limitato a sciarpe e guanti grigi.


Uscimmo dal palazzo e ci dirigemmo verso la fermata del tram.


Questa è una delle cose che ricorda tanto le nostre uscite pomeridiane di un' anno prima, ma non era proprio così, entrambi lo sapevamo, non eravamo più complici come prima, non condividevamo più tutto, non ero più la sua sorellina, non cadevo dalle sue labbra, non mi sottomettevo a lui, non ero più interessata ad essere la terza gemella.


Arrivammo al primo negozio; Berschka, inutile dire che di fronte a tutte quelle bigiotterie, cinture, Bill è diventato matto.


<< Wow, questo posto è fantastico... Altro che New Yorker, qua è roba di città... >>


<< Guarda la in fondo c'è il reparto ragazzi... >>


Arrivati al reparto ragazzi, Bill quasi perse i sensi, vestiti maschili così belli, pieni di scritte e colori, non aveva mai visto a Magdeburgo.


<< Guarda queste magliette con le scritte, stupende... Costeranno un capitale, merda... >>


Presi una delle magliette appese e guardai il cartellino del prezzo.


<< Ma va, nove euro e novanta... >>


<< Scherzi?? >>


<< Voglio questa rossa,scritto The Icon, poi voglio questa nera con il teschio dorato, questa bianca con i ghirigori neri... >>


<< Bill, guarda le giacche... >>


Bill girò lo sguardo e si incantò.


<< Che bella! Nera con i dettagli bianchi, devo averla... E' troppo bella, cavolo, venti euro!! Sono morto e sono in paradiso... >>


<< Che scemo, non bruciarti tutti i soldi da Berschka, ci sono ancora un sacco di negozi che voglio farti vedere... >>


<< Ok... Tu cosa prendi?? >>


<< Questa borsa leopardata, fa molto... Rawwrrr >>


<< Cavolo, veramente è bellissima... Mi piace... >>


Andammo a pagare e uscimmo, ci dirigemmo verso il secondo negozio; H&M.


<< Oddio, che belle collane, teschi, stelle... Stupende, mi prendo questa... Anche questi occhiali da sole, non costa un cazzo fare shopping a Lispia, ma io ci vivrei qua... >>


<< Bill, guarda questi guantini... >>


<< Wow, i guantini senza dita, non ci posso credere... Troppo belli, li voglio neri, rossi e bianchi... >>


<< Perchè piuttosto che prenderli rossi non prendi argento? Così con la giacca che ti ha fatto Fede sembri uno space cowboy... >>


<< Hai ragione... Troppo sexy questi guanti.. li prendo... >>


<< Io mi prendo questo vestitino, da mettere stasera.. Non è bello, un vestitino a fascia... >>


<< Devi fare colpo su qualcuno? >>


<< No... >>


<< Te lo sconsiglio... Se Tom te lo vede addosso è capace a chiuderti in casa per il resto dei tuoi giorni... >>


<< Ma che cazzo me ne frega di quello che dice Tom.. >> dissi mentre guardavo altri vestitini.


Bill mi guardò con un espressione di disaprovazione.


<< Da quando non ti importa di lui? >>


<< Non è che non mi importa di lui, non mi importa quello che dice, non è mica mio padre.. >>


<< Mah, lui vuole solo proteggerti... >>


<< Che si protegga il cervello, e non mi rompa le palle... >>


<< Chi sei tu e cosa hai fatto di mia sorella?? >>


<< Vaffanculo scemo... >>


<< Eh,non ti agitare, ho solo commentato una mia impressione... >>


<< Guarda questi stivaletti, stupendi, sembrano da cowboy ma hanno le borchie, sai che se ci giri a Loitsche ti sputtano in faccia vero?? >>


<< Fa vedere... >> me li prese di mano, e guardandoli lanciò un sorriso beffardo.


<< Allora per questo li prendo... >> disse.


Mentre Bill provava gli stivali, mi allontanai di pochi passi, nel reparto cosmetici.


<< Bill, trucchi!! >> lo incitai.


<< Dove? Dove? >> chiese in modo scherzoso.


<< Guarda set di ombretti goth … >>


<< Cavolo, quanto son belli, devo averli... Assolutamente... >>


<< Andiamo a pagare? Abbiamo ancora tanto da girare... >>


<< Ok... >>


Uscimmo dal negozio e facemmo qualche passo, ci dirigemmo verso la Dunkin Donuts, per strada incontrammo un mio amico, David, uno o due anni più grande di me, studiava musica alla Mendehlsson.


<< Ehi, Esme, come stai?? >> mi salutò con due baci sulla guancia.


Bill guardò la scena molto scettico.


<< David, lui è mio fratello Bill.... >>


<< Ciao... >> David gli strinse la mano.


<< Vi assomigliate molto, a parte i tuoi occhi di ghiaccio e i suoi occhi castani.. >>


<< Ehm.. Già, assomigliamo molto a nostra madre, sai siamo gemelli... >> commentò Bill.


In quel momento avrei voluto tirargli un picone in testa, perchè aveva trattato il mio amico così? David sicuramente non ha capito la battutina di cattivo gusto di Bill.


<< Non me lo avevi detto questo, quindi siete trigemelli?? >>


<< Già... L'altro fratello però, è biondo.. E ha gli occhi castani... >> risposi.


<< Interessante la genetica vero? >> commentò Bill.


<< Allora, stasera ci sei vero? >>


<< A che ora suonate voi? >>


<< Alle dieci... >>


<< Ah allora ci sono di sicuro, finisco la partita verso le otto e mezza, nove... >>


<< Perfetto, tifo per te, ora però devo andare, ci vediamo stasera, è stato un piacere conoscerti Bill. >>


<< Anche per me... Ciao... >>


Guardai Bill con uno sguardo furibondo.


<< Ti piace questo David non è vero? >>


Non volevo rispondergli, iniziai a camminare.


<< Dai, dimmi che ti piace.. Lo so.. >> mi venne dietro.


<< Fatti gli affari tuoi William... >>


<< Ti ha chiamato Esme...Da quando in qua ti presenti alla gente come Esme?? >>


<< Da quando mi piace il nome Esme... >>


<< E da quando?? >>


<< Non lo so...Mi piace e basta... >>


<< Hm, e questa cosa dei due bacini? >>


<< E' un abitudine che in campagna, dove vivi tu, non si capisce... >>


<< Hm,bella, smettila, guarda che ci sei cresciuta pure tu tra le campagne... >>


<< Quanto sei antipatico, andiamo o no a sta cazzo di Dunkin?? >>


<< Haha, sì, andiamo alla Dunkin va, ti prendo un qualcosa di dolce, stai diventando troppo acida sorellina... >>













Grazie per i commenti;


niny94

BlackstreetV

Deeper_and_Deeper


Ho voluto singhiozzare di un'anno, perchè mi sono delle ispirazioni piuttosto interessanti per il futuro dei nostri ormai, adorati tre fratelli.

C'è un capitolo piuttosto interessante un po' più avanti, non perdete!!


XOXO Charlotte.


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Capitolo 13
*** Wirklich Geschwister. ***


Wirklich Geschwister

Veramente Fratelli.

Capitolo 13.



Andammo tutti insieme alla partita, nella macchina di Dad, poichè è sempre in giro con strumenti in macchina, avevamo una GMC, un suv americano che trasporta fino a sei persone, sembrava più un pulmino che un suv, ma pazienza.


Dopo la partita, tornammo subito a casa, dovevo cambiarmi, feci la doccia in palestra, tornai a casa e corsi veloce in camera mia a cambiarmi.


Mentre mi mettevo le scarpe Bill bussò.

<< Entra... >>

Bill entrò, io ero seduta sul letto a mettermi le scarpe.

<< Che c'è? >> chiesi.

<< Cosa ti metti per uscire? >>

<< Mah, dei jeans, questo cardigan viola con una maglietta qualsiasi sotto.. >>

<< Perchè non ne metti una più.. Non so.. Tchan! >>

<< Ovvero? >> chiesi alzandomi per andare alla specchiera.

Bill mi guardò dalla testa i piedi.

<< Cavolo, sei alta quanto me... Hai messo i tacchi? >>

<< No, ho fatto le extention ai femori... Ma secondo te? >>

<< Mamma mia, come siamo suscettibili... Comunque stai benissimo, sembri una modella... >>

Mentre mi pettinavo i capelli, guardai Bill e alzai gli occhi al cielo.

<< Tu stai delirando... >>

<< Va bene... Come vuoi tu... Sei brutta, un cesso... >>


Mi diressi verso allo specchio.


<< Ma dai, guarda, io ho le cosce enormi... >>

<< Ma quali cosce, hai le gambe lunghe fino al collo, e con la tua faccia, chi ti guarda le cosce!! >>

<< Tu dici?? >> chiesi mentre mi guardavo scrupolosamente allo specchio.

<< Certo, perchè ti fai i complessi? Voi ragazze siete strane... >>

<< Ma dai Bill, le modelle sono tutte magre, per fare la modella dovrei essere magra come te.. Invece guardami, sono un muratore... >>

<< Ma sei deficiente?? Guardami, sono un palo, ossa e capelli.. Tu sei tutta sportiva, ultra ben messa... Sei Tom al femminile... >>

<< Giuralo... Giura che non lo dici per farmi sbrigare... >>


<< Te lo giuro!! Ma io non ti capisco, hai uno specchio così grande in camera ma non ti vedi... Bah... Non le capirò mai le donne... >>

<< Allora... Cosa dovrei mettermi?? >>

<< Hm... Che dici della mia maglietta nuova,con la scritta The Icon? >>

<< Ma l'hai comprata oggi, non l'hai neanche usata tu... >>


Bill mi guardò e sospirò.


<< E' vero.. Ma voglio che l'accetti come un trattato di pace.. >>

<< Cosa? >>

<< So che quest'anno le cose sono state piuttosto strane fra di noi, ma.. Voglio recuperare quel rapporto che avevamo prima... >>


Quella cosa mi sorprese, per un quarto di secondo, non mi fidai di quello che diceva, ma poi mi sono ricordata che quel ragazzo sapeva tutto di me, quel ragazzo aveva staccato il mio primo dente di latte, si rassicurava che non ci fossero mostri sotto il mio letto, mi faceva i biscotti di mela con cannella.. Era mio fratello, caspita, come ho fatto ad essermelo dimenticata??


<< Mi sei mancato Bill!! >> scoppiai in lacrime e lo abbracciai.

<< Cosa piangi? Stupida oca... >> scoppiò a piangere anche lui.


Quel abbraccio era stato così bello, non avevo mai sentito Bill così vicino a me, in quel momento mi sentivo davvero sua sorella.


<< Non credi che mi manchi toglierti dai guai? >>


Piangemmo ancora per cinque minuti.


<< Ma sei un disastro... Dai siediti qua che ti trucco... >>


Mi sedetti sul letto, mentre Bill, con la sua precisione isterica mi truccava.


Sentimmo dei passi provenienti dal corridoio dirigersi verso la camera, etnies numero quarantadue, era Tom.


<< Ma insomma, vi date una mossa?? >> sbraitò dalla soglia della porta.


<< Tom!! Che cavolo, quante volte ti ho detto di non urlare mentre sto usando i trucchi, perdo l'ispirazione... >> urlò Bill.

<< E io cosa ne so cosa stai facendo.. Vi muovete!? >>


Mi alzai, mi misi in piedi, davanti a Tom, con le braccia incrociate, sfoggiando “l'occhio della tigre”.


<< Cosa vuoi ancora?? >> gli urlai contro.

<< Wow.... Sembri quasi bella... >> commentò.

<< Vaffanculo!! >> urlammo io e Bill insieme.


Tom uscì dalla camera borbottando qualcosa, sicuramente stava dicendo alla nonna che avevamo detto parolacce, povero Tom, vittima di bullismo persino a casa dei nonni.


<< Ora sei pronta... Hai due occhi stupendi, mettiti la maglietta ora. >> prese e me la lanciò.


<< Ok, però girati.. >>

<< Perchè? >>

<< Mi devo cambiare... >>

<< E allora?? >>

<< Girati!!! >>

<< Ok, ok, che palle che sei diventata... >>


Mentre mettevo la maglietta, Bill impaziente commentò.


<< Scommetto quello che vuoi, che hai persino la tua canottiera da sfigata... >>

<< Ma fatti i cavoli tuoi... >>

<< Tu non sei normale... >>


Mi misi la giacca, la sciarpa e il cappellino di lana, ormai parte della mia testa.


<< Andiamo? >>

<< Andiamo... >>


In sala, tutti erano seduti, a vederci arrivare Tom si alzò e mi guardò dalla testa ai piedi.


<< Nonno, la fai uscire vestita così tutte le sere?? >>

<< Certo... Tua madre quando aveva la sua età era peggio di Bill, si vestiva come Nina Hagen... Renate è una santa... >>


<< Tom, lascia stare tua sorella, ha solo un paio di jeans e dei tacchi... >> disse Mum.

<< Tacchi? Avvicinati... >>


Mi avvicinai, poiché i tacchi mi facevano dieci centimetri più alta di lui, lo guardai dall'alto verso il basso.


<< Non ci posso credere.. E' un incubo... >> commentò scocciato.


Risero tutti, incluso lui.


<< Vabè dai, noi andiamo... A dopo Familia! >> disse dirigendosi verso la porta.

<< Ciao... >> dissi.

<< Ciao gente!! >> salutò Bill.


Usciti dal pallazzo, camminiamo verso la fermata del tram, a dieci minuti da casa, a circa cento metri dalla fermata, ci mettemmo a correre, poiché il tram stava arrivando, con quei tacchi, mi sembrava di morire, ma per fortuna siamo riusciti a prenderlo.


<< Dove andiamo allora?? >> chiese Tom.

<< Dobbiamo andare al Moritzbasteii,è un locale che suonano musica dal vivo, i miei amici sono tutti lì.. >>

<< Non dovevamo andare a un certo Bayerische? >> chiese Bill.

<< Bayerische è la stazione, di solito, la sera io e i miei amici ci troviamo lì >>

<< Oddio, Ren... Non dirmi che è come in “Noi, ragazzi della Bahnhof Zoo”?? Guarda che se ti fai le spade ti spacco la testa.. >> commentò Tom.

<< Ma sei scemo? Io gioco a pallavolo!! >>

<< Uh lei gioca a pallavolo... >> commentò.

<< Tom la smetti? E che palle... >> disse Bill.

<< E i tuoi amici, se le fanno le spade?? >>

<< Tom!! >> lo riprese Bill.

<< E che palle.. Tom, Tom... Non fare finta che non sei preoccupato neanche tu.. >> rispose.


Arrivati alla fermata di Nordplatz, dovevamo prendere la metropolitana per andare a Mitte, dove c'è il Moritzbastei.


Arrivati in Mitte, abbiamo fatto una bella e lunga passeggiata di circa venti minuti, e siamo finalmente arrivati al Moritzbastei.


<< Eccoci al posto più bello di Lipsia... >>

<< Questo? Tutto questo giro per una specie di locanda medievale piena di universitari freakettoni?? >>

<< Tom, quanto sei insensibile... >>

<< Vabè, andiamo dentro, tra un po' i ragazzi suonano... >>


Entrammo nel locale, in quel momento ero davanti a loro, facevo da capo banda, una sensazione fortissima, mi sentivo una sorella più grande, che portava i fratellini a conoscere i suoi amici, più grandi e più fighi.


<< Eccoli la... >> indicai il mio gruppo di amici, e iniziai a raggiungerli.


Dietro di me Bill e Tom; ognuno a suo modo, Tom con la sua tipica camminata sbruffona e Bill, guardando avanti, con le mani in tasca.


Arrivai al tavolo dei miei amici ,, salutai per primo David.


<< David! >>

<< Ehi, Esme, come ti è andata la partita? >>

<< Era un'amichevole... Non ho vinto .. Ero stanca.. >>

<< Eh pazienza.. >>

<< Ah David, questo è il mio fratello Tom... >>

<< Tom Kaulitz... >> disse Tom stringendo la mano a David.

<< David Bonk.. >> rispose.

<< Che figata i tuoi rasta... >> commentò.

<< Grazie... >>

<< Esme, io vi lascio... Devo controllare una cosa, pare che ci siano dei problemi con la console di Jan.. >>


David si allontanò.


<< Ehi, tutti!! Questi sono i miei fratellini; Tom e Bill... >>

<< Bill, Tom...Loro sono Khloe, Francine , Ronald e Helena la ragazza di Ron... >>

<< Ciao a tutti.. Piacere...

<< Wow così siete gemelli... >> commentò Ronald.

<< No.. Trigemelli... >> lo corresse Bill.

<< Wow... >> esclamarono i quattro insieme.

<< Vi assomigliate tanto... >> commentò Helena.

<< I ragazzi sì.. Esme è più un miscuglio... >> commentò Khloe.

<< Eh già... >> disse Francine.


Ci sedemmo al tavolo.


<< Allora come mai in città? >> chiese Khloe.

<< Vacanze di natale... >> rispose Tom.


Mentre Tom chiacchierava animatamente con tutti, Bill era un po' sulle sue, parlava con me, finchè arrivo Timo, sembrava confuso.


<< Esme... >>

<< Ehi, rapper... >> lo salutai con un bacio sulla guancia.

<< Lui è mio fratello Bill, e quello è Tom... >>

<< Ciao... >> disse Bill timidamente.

<< Ciao... Piacere! >>


<< Senti Esme, non conosci qua qualcuno che può suonare due o tre canzoni, perchè abbiamo un problema con la console e in dieci minuti dovremo andare in scena... >>

<< Certo!! I miei fratelli, Tom suona la chitarra... Bill canta, per te è ok Bill?? >> chiesi.

<< No, assolutamente no... Sono sicuro che Tom sarà d'accordo... >>


Mentre Bill si alzava per andare verso il palco con Timo, parlai con Tom.


<< Capito? Solo due o tre canzoni... >>

<< Ma sì, dai.. Secondo te perdo l'opportunità di farmi figo con Francine? >>


Sempre il solito donnaiolo.


<< Okay, allora corri da Bill... >>


Tom si diresse verso il palco, prese la chitarra, e si sedette nello sgabello, in parte lui si mise Bill.


<< Buonasera a tutti, noi siamo Bill e Tom e canteremo per voi qualche canzone del nostro repertorio... >>


Il pubblico li applaudì.


<< Questa canzone si chiama Der Letze Tag.... >>


Jetz sind wir wieder hier?

Bei dir oben auf'm Dach

Die ganze Welt da unten

Kann von mir aus untergehen heute Nacht

Sind wir zum letzen mal zusammen,

Wenn dieser Tag der letze ist

Bitte sag es mir noch nicht

Wenn das das Ende fuer uns ist

Sag's nich' noch nicht […]


<< Grazie... Questa canzone, l'ho scritta per una persona molto speciale per me, che ho sempre voluto e vorrò bene per sempre... Quando lei se ne andò da casa, fu un colpo durissimo per tutta la famiglia, la casa non è più la stessa senza lei.. Mia sorella, Renate... Non ha ancora un nome, per noi, è semplicemente “Schwesters Lied” >>


Das Fenster oeffnet sich nicht mehr

hier drin is es voll von dir und mehr

und vor mir geht die letze Kerze aus

Ich warte schon 'ne Ewigkeit endlich ist es jetz soweit

da draussen ziehen die schwarzen Woken auf...

Ich muss durch den Monsun

Hinter die Welt

ans Ende der Zeit bis kein Regen mehr faellt

Gegen den Sturm an Abgrund entlang

und wenn ich nicht mehr kann denk ich daran

Irgendwann laufen wir zusamm'n

durch den Monsun.. [...]



Mentre ascoltavo quella canzone, non feci altro che piangere, non mi sarei mai immaginata che Bill avrebbe scritto una canzone per me, era cos' bella, non ci potè credere, guardai Helena e con le lacrime agli occhi,l'abbracciai fortissimo.



Dopo aver cantato quelle due canzoni in chiave acustiche, le quali mi avevano fatto venire persino la pelle d'oca, Timo fece un segno a Bill, indicando che tutto era apposto, stava per alzarsi, ma tutta la sala chiese bis.


<< Quanto siete gentili...Visto che siamo in tema di malinconia familiare, la prossima, è un'altra canzone che io, insieme a mio fratello abbiamo scritto insieme, sempre per nostra sorella... Schwarz... Che è presente in sala, qualcuno di voi la conosce come Esme, a casa però, la chiamiamo per il suo secondo nome... >>


Die Welt ist umgekippt

jeder Stein wurdeverrueckt

Angst haben wir nicht

noch nicht..


Was so kommt ist unbekannt

wir sind die letzten Meter gerannt

es fehlt nur noch en stueck

Der Blick zurueck ist schwarz

und vor uns liegt die Nacht […]


Scenderono dal palco, li andai contro e li abbracciai.


<< Non volevo farvi una cattiveria trasferendomi... >> dissi mentre ero ancora abbracciata a Tom.


<< No … Smettila, stai seguendo il tuo sogno, fai bene... >> disse.

<< Non ce l'abbiamo con te... E' solo che la tua vocina acuta ci manca... >> aggiunse Bill.


<< Basta dramma ok? Facciamo i fratelli seri!! >> dissi.

<< Facciamo i fratelli seri.. >> risposero loro.


La serata fu stupenda, il gruppo di Timo e David iniziò a suonare, io e i miei fratelli tornammo al tavolo, uniti più che mai, ci sedemmo e parlammo con tutti e bevemmo, per la prima volta, uscimmo con la stessa compagnia, senza paranoie, senza giochi di strategia, forse dopo un'anno di pausa, i fratelli Kaulitz-Truemper erano tornati alle radici, ai loro sette anni.




Grazie;


Niky94: Grazie 1000!! Sai,non è difficile basta che quando vedi qualche telefilm, o quando ti viene in mente qualche scena, te la segni da qualche parte e poi ti prendi un'oretta libera, senza ascoltare musica né niente, e “cuci” insieme tutti i pezzettini che ti sei segnata.

Deeper_and_Deeper: Hahahah, grazie, sono troppo sfigata!! Ti giuro non me ne sono accorta...Ti immagini uno che mette i piatti in lavatrice?? Haha, tipico di Bill vero? Madò che vergogna, vado a seppellirmi. Grazie, comunque!

Listing: Hm, dal tuo nick vedo che ti piace Georg!! Guarda non si sono proprio lasciati, hanno preso una pausa, perchè Ren è a Lipsia, per la pallavolo, mentre Georg è ancora a Magdeburgo, per adesso... Ti dico solo una cosetta, si rincontreranno più avanti, sarà molto romantico <3 . Si parla di Gustav, perchè Bill e Tom la stavano prendendo in giro, Gustav non ha mai detto quelle che cose che quei due serpenti di Bill e Tom hanno detto... =) Le mie storie sono un po' dirette, ogni capitolo do più visibilità ad alcuni personaggi piuttosto che altri, tra uno o due capitoli ( questo non te lo dico XD) toccherà Georg. Grazie del tuo commento, rimani connessa con me!!


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Capitolo 14
*** Esmes Lieblingslied. ***


Esmes Lieblingslied.

La Preferita di Esme.


Aprii gli occhi, e guardai alla mia destra; c'erano i due letti, occupati da Bill e Tom, dopo tanto tempo, tante crisi e paranoie, finalmente mi sentii di nuovo “parte del clan”, era tutto come prima: Bill che dorme con il pollice in bocca ,abbracciato al cuscino come un bambino; Tom sdraiato a pancia in giù, con le braccia fuori dal letto, ed io sveglia, ad osservarli dormire e ridendo fra me e me, pensando a quanto fossero cretini i miei fratelli, come avevo sempre fatto nelle vacanze precedenti.


Mi alzai lentamente, misi le pantofole e uscii dalla camera, non chiusi nemmeno la porta, per non svegliarli. Andai in cucina, accesi la caffettiera e andai in sala; mi sedetti sul divano, sfogliando delle riviste,vi era un silenzio assoluto,gli unici rumori che sentivo erano quelli delle pagine della rivista, del mio respiro e l'acqua delle caffettiera che bolliva. Dopo uno o due minuti, il rumore della caffettiera smetté, allora andai in cucina a servirmi.


Mentre mi servivo, arrivò Tom.


<< Giorno Ren... >> disse prima di sbadigliare.

<< Ciao Tom, vuoi del caffè ? >>

<< Sì dai .. Basta che non sia decaffeinato.... >>

<< No, è caffè normale... Zucchero? >>

<< Metti due cubetti... >>

<< Tieni... >> gli diedi la tazza.


Tom la prese la tazza, e si appoggiò al muro, io mi appoggiai al bancone della cucina, Tom bevette un sorso, e si fermò, mi guardava fisso, mentre sorseggiavo il mio.


<< Come stai? >> chiese con un espressione preoccupata.

<< Sto bene, dopo che tu e Bill mi avete dedicato una serenata acustica, sto davvero bene... >> risposi con un sorriso.

<< Ren... >> posò la tazza sul bancone e si diresse verso di me.


Mi prese il viso fra le mani, e mi guardò dritto negli occhi, ebbi la sensazione che volesse leggermi nel pensiero.


<< Come stai? >> chiese nuovamente, con uno sguardo più intenso.


Capii la sua domanda, era riferita a Georg. Cercai di sviare lo sguardo, chinando la testa in basso, ma lui me la rialzò.


<< Oh Tom, mi manca così tanto... >> risposi quasi piangendo, abbandonandomi nel suo abbraccio.

<< Ren... Lo immaginavo, immagino anche che non hai ancora versato una lacrima per lui... Sfogati, piangi... >> disse sussurrando.


Appoggiai la testa sulla sua spalla e piansi, pensando a quel giorno.


Flashback


Era una calda serata di giugno, ci eravamo riuniti a casa di Gustav, per un barbecue di fine scuola, ci sarebbero stati alcuni suoi amici della via, qualcuno della mia squadra di pallavolo, Georg, me e i miei fratelli.


Io, Bill e Tom arrivammo verso le otto, portammo la birra, erano già tutti quasi arrivati.


<< Ehi!! Siete arrivati finalmente... >> disse Gustav, avvicinandosi a noi per aprire il cancello.

<< Siamo dovuti fermarci dal pusher, sai com'è... >> disse Tom.

<< Quanto sei scemo, Tom? >> ironizzò Gustav.

<< Alcuni scienziati di Harvard si stanno impegnando per capirlo da circa quattordici anni... >> disse Bill.


Gustav salutò i miei fratelli e poi si diresse a me, con il suo sorriso da Teddy Bear.


<< Gran bella partita Ren, davvero, sei una forza in campo... >> salutandomi con un abbraccio.

<< Grazie Gustav.. >> risposi timida.

<< Anche fuori campo, questo vestito fiorito ti sta da Dio, ti fa le gambe chilometriche... .>>

<< Grazie... >> arrossì.


Entrammo nel giardino frontale di Gustav,era fantastico; erba tagliata meticolosamente, verdissima, aiuole di fiori organizzate a tonalità di colore e un sentiero di sassolini che conduceva verso la parte posteriore della casa.


<< Georg è in piscina, vedi quel cretino che si sta per tuffare dal trampolino? E' il tuo ragazzo... >> disse Gustav, indicandomelo.

<< Grazie Gus, vado da lui. >>


Georg mi salutò con la mano, si girò di spalle, prese un balzo e fece una specie di acrobazia circolare prima di cadere in piscina.


Presi una salvietta blu, dalla pila, appoggiata in un tavolo vicino alla piscina e mi avvicinai alla scaletta della piscina, ad aspettare che uscisse.


Eccolo uscire dalla piscina, tirandosi i capelli indietro, e dirigendosi verso di me, con la sua camminata decisa e il suo corpo perfetto, palestrato, scolpito nella sua bellissima pelle chiara, in un contrasto quasi artistico con i suoi bermuda neri.


<< Wow, e pensare che questa è tutta roba mia... >> disse ridendo, avvicinandosi per baciarmi.


Mi baciò dolcemente.


<< Anche tu non sei male... >> risposi sorridente.


Ci guardammo negli occhi per un breve e intenso momento, mi ero persa nei suoi occhi cerulei.


<< Dobbiamo parlare... >> dissi.


Il suo viso si fece cupo, i suoi occhi esprimettero uno sguardo confuso.


<< Certo... >> rispose.


Presi la salvietta che avevo in mano, l'aprii e gliela misi sopra le spalle.


<< Grazie... >> sorrise, prendendomi per mano.


Iniziammo a camminare verso il gazebo del giardino, dove non c'era nessuno, arrivati al gazebo, ci sedemmo sulle poltrone di vimini e ci guardammo ancora una volta, non avevo coraggio di dire ciò che stavo per dire.


<< Oggi alla partita, c'era un tizio, uno scout... >>

<< Sì, e che voleva? >>

<< Offrirmi un contratto nella bundesliga giovanile... >>


Georg fece un sospiro di sollievo, e spalancò un sorriso a trendadue denti.


<< E' fantastico !! Allianz Magdeburg! >>

<< No... >>


Georg mi guardò confuso, normale, visto che quella era l'unica squadra della zona ad essere in bundesliga.


<< Quale allora? >>

<< Leipzig SC >>

<< A Lipsia?? >> chiese.

<< Sì, posso non andare se vuoi... >>


Georg si alzò dalla poltrona nella quale era seduto e venne verso la mia, si mise in ginocchi e mi prese la mano.


<< No, io voglio che ci vada.... >>

<< Ma Lipsia è lontanissimo da qui... >>

<< Ma è per il tuo futuro, troveremo una soluzione... >>

<< Dovremo lasciarci? >>

<< No!! Quello mai... >>

<< Allora che facciamo, Georg? >>


Si alzò, mi prese per le mani e mi abbracciò.


<< Non lo so .. >>

<< Possiamo prenderci una pausa... >>

<< Una pausa? >>

<< Altrimenti cosa Georg? Non possiamo mantenere una relazione a distanza, a quindici anni... >>

<< Hai ragione, è probabilmente la cosa giusta ma... >>


Abbassò la testa.


<< Ma cosa? >> chiesi.

<< Tutto così in fretta, siamo insieme da sette mesi e non ho ancora avuto il tempo di dire ti amo... >>


Sentii quelle due ultime parole rimbombarmi nel cervello, gli alzai la testa e lo guardai negli occhi.


<< Mi ami? >> chiesi

<< Sì, ti amo... >> rispose.

<< Anche io ti amo... >>


Ci abbracciammo.


Fine Flashback.


Aprii gli occhi, e mi ritrovai tra le braccia di Tom, che mi stringeva forte, cercando di consolarmi.


<< Dai, Ren, basta così... Guardami. >> disse alzandomi la testa

<< Cosa? >> risposi singhiczzando.

<< Anche tu gli manchi, si sistemerà tutto vedrai, tra qualche mese finisci la stagione, e potrai firmare con altre squadre più vicine a casa, magari a Halle,dove abita sua madre... >>


Mentre pensavo alle parole di Tom, e cercavo di smettere di piangere, arrivò Bill, che vedendomi piangere, spalancò gli occhi e tirò uno schiaffo alla spalla di Tom.


<< Troglodita, che cosa lei hai detto?? >> disse infuriato.

<< Oh!? Ma sei normale? >>

<< No Bill, lui non mi ha fatto niente... >>


Bill chinò la testa leggermente di lato e aggrottò le sopracciglia,facendo una smorfia triste, aprì le braccia,venne verso di me e mi abbracciò.


<< Allora perchè piangi?? >> chiese asciugandomi le lacrime dal viso.


<< Georg... >> gli sussurrò Tom all'orecchio.

<< Uh, Ren... Dai non fare così, va tutto bene... >> la sua voce si intenerì.

<< Lo so, ma mi manca... Io tento di fare finta di niente, ma cavolo, mi manca... >> risposi.


Bill e Tom si guardarono.


<< Non hai ancora fatto collazione vero?! >> chiese Bill.

<< Non ho fame... >> risposi.

<< Ma smettila, guarda, c'è ancora della Sacher nel frigo, ne vuoi un pezzo? >>

<< No, grazie, ma non posso, c'è liquore... >> risposi.

<< E allora? >> chiese Tom.

<< Dai, va bene... Allora che ne dici di una bella coppa di frutta, tutta cioccolatosa con un po' di panna??>>

<< Ma sono troppe calorie... >> risposi.

<< E non fa niente, vorrà dire che farai le scale di corsa dieci volte... >> disse Tom.


Bill mi guardò con il suo sorrisino persuasivo, dondolandosi a destra e a sinistra.


<< Ok.. Va bene... >> risposi con un sorriso.


Mi sedetti sul bancone, mentre vedevo Bill e Tom alle prese con la collazione in cucina, mi divertivo, erano così carini, sembrava che i loro movimenti fossero coordinati; Tom tagliava la frutta in pezzettini precisi, Bill scioglieva il cioccolato nel pentolino e mi guardava facendo smorfie di disgusto e tappandosi il naso.


Bill odiava, anzi, odia tutt'oggi il cioccolato.


<< Uhu,ecco qua, una super coppa di frutta cioccoatosa! >>disse Tom.

<< Buonissima, mi ci voleva...Grazie! >> risposi con la bocca piena.


Bill si sedette sullo sgabello dell'isola della cucina, mentre Tom, era appoggiato al frigo.


<< Allora, dicci una cosa... Ti sono piaciute le canzoni? >> chiese Bill.

<< Assolutamente sì!! Non le conoscevo quelle, ma veramente le hai scritte per me? >> chiesi.

<< Certo, non sai che brutta che è la casa senza te... >> disse.

<< Ma quella seconda che avete suonato, quella che parla del monsone, come si chiama? >>

<< Non lo sapiamo, non abbiamo ancora deciso.... >> rispose Bill.

<< Io , Gustav e Georg, avevamo suggerito; La Preferita di Esme, o Canzone Per Esme, ma Bill ha detto che non è una ballata ottocentesca... >> rispose Tom, provocando Bill.

<< Tom, voi tre non capite niente, come si fa una canzone chiamarsi La Preferita di Esme? Non ha senso... Sembra che non avevi voglia di darle un titolo allora hai messo lì cosi... >> rispose Bill.

<< A perchè Canzone della Sorella, è un nome molto sensato, vero Bill? >>

<< Che c'è di male con Schwesters Lied? L'ho scritta per mia sorella la canzone! >>

<< E come si chiama tua sorella? >> chiese Tom in modo retorico.

<< Esme... Non farmi i tuoi trucchetti mentali, Tom! >>

<< Tu che ne dici Ren? >>

<< Mah, per me, è meglio che la canzone non dichiari proprio esplicitamente per chi è, se no le persone che le ascolteranno non riusciranno a farsela appartenere, sai non tutti hanno una sorella che è andata a vivere lontano, oppure conoscono qualcuno a chi sono particolarmente legati che si chiami Esme.... >>


I due si guardarono.


<< Allora come la chiamiamo? >> chiese Tom.

<< Ich Muss durch den Monsun >> disse Bill.

<< Non è troppo lungo, magari solo Monsun... >> disse Tom.

<< No troppo corto.. >> ribatté Bill.

<< Durch den Monsun.. >> proposi io.


I due si guardarono convinti.


<< Aggiudicato, Durch den Monsun... >>

<< Durch den Monsun!! >> esclamammo i tre.





Deeper_and_Deeper: Ahaha, povero Bill, hai ragione però, mi chiedo spesso se ci è o ci fa!! Uhh non ti preoccupare, Timo e David sono comparse “ a prestazioni occasionali”. Grazie del commento.

Niki94: OOOk, allora va bene, vedrai che riuscirai a fare i capitoloni così lunghi da doverli dividere!! Spero ti sia piaciuto, impazzirai per il prossimo, ci scommetto...

Listing: Waaa, bella, mi piace, non ci avevo pensato alla canzone!! Hahaha Comunque questo capitolo, penso sia un antipasto di quello che vedrai su Georg e Ren piu avanti... Hmm haha portinaie... Bellissimo, guarda saranno anche due portinaie pettegole, ma quando si mettono, sono anche dei fratelli teneri. Rimani connessa con me!! XD

didisim81: Hey!! Grazie mille!! E' da qualche paio di capitolo che non ti facevi più sentire, sono contenta!! Grazie

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Capitolo 15
*** Sorpresa. ***


Sorpresa..

Capitolo 15.


Passammo una bella vigilia; Tom, Mum e nonna, lavoravano a maglia davanti al cammino, era piuttosto bravo a fare sciarpe, io, nonno, Dad e Bill, guardavamo un documentario su “Il Muro”.


Il mattino del giorno di natale, mi svegliai con Bill che saltellava sul letto, svegliando me e Tom con i suoi fastidiosissimi “applaus ottimisti”.


<< E' natale!! E' natale!! Svegliatevi... >> continuava ad incitarci.

<< Dai Bill, che noia...E' natale anche fra un'ora... >> borbottò Tom dal suo letto.

<< Già, sono le otto del mattino.. Torna a letto... >> mi lamentai io.

<< No-no-no-no! Ora vi alzate!! >> disse.


Mi alzai dal letto e mi misi in piedi davanti a lui, Tom fece lo stesso.


<< Siamo alzati... Ora? Possiamo tornare a letto? >> disse Tom.

<< No, ora andiamo ad aprire i regali... >> disse Bill, prendendoci per mano.


Entrammo in salotto, e la magia era fatta, sembrava di essere tornati bambini; l'albero lungo quasi due metri, meticolosamente decorato, i regali attorno ad esso, i calzoni appesi al cammino con i nostri nomi, e il tavolino da caffè apparecchiato per tre persone, tre bambini, che come maggior parte dei bambini, adoravano il natale, i dolci e i regali.


Corremmo verso il tavolino, era perfetto; lebukuchen, stollen, strudel, la mia cioccolata bianca calda, il tè ai lamponi di Bill e il latte e cannella di Tom. Era tutto perfetto, il nostro natale.


<< Cavolo, mi ero dimenticato di quanto mi piacciono i lebkuchen.. La nonna sa come farci felici... >> commentò Bill.

<< Veramente... Sai cosa ci starebbe però?! >> disse Tom.


Ci guardammo i tre e sorridemmo.


<< I biscotti della nonna di Fede!! >> esclamammo tutti insieme.


<< No... Davvero, sono fantastici, si sciolgono in bocca... >> commentai.

<< Infatti... Perfetti, sono l'unica cosa al cioccolato che io riesco a mangiare, sono dolci, ma non troppo cioccolatosi... >> disse Bill.

<< Ma finiscila.. Poco cioccolatosi? Quando sua nonna fa i biscotti al cioccolato, la Lindt aumenta il suo fatturato del centoquindici percento... >>


Ci guardammo e ridemmo.


<< Sono questi i momenti in cui sentiamo più la sua mancanza, era praticamente una di noi... >> commentò Tom.

<< Sì, la quarta gemella... >> commentai.

<< Su, dai, non è che è morta, o andata in guerra, presto la rivedremo... >> disse Bill.


Bill si alzò, e andò verso l'albero.


<< Li apriamo questi regali?? >> chiese entusiasta.


Io e Tom ci alzammo e lo raggiungemmo.


<< Allora... Questo blu è per Tom, dal nonno... >>


Bill lanciò il pacco a Tom, che lo prese al volo, e lo scartò velocemente.


Tom aprì il suo regalo, un capellino originale dei New York Yankees, uno di quelli che usano i rapper; Bill aprì il suo, una giacca nera, in pelle originale della Harley Davidson; aprii il mio, un trench lungo, in tartan rosso.


Mentre ci facevamo delle foto, Bill si alzò e corse verso camera mia e tornò con in mano un pacco, quel pacco nero con il fiocco lilla.


<< Questo è per te, da parte di Georg. >> disse sorridente, ponendomi il pacchetto.


Il pacchetto era stupendo, guardandolo da vicino, i dettagli erano molto belli; la carta nera, scintillante, avvolta da un delicatissimo fiocco lilla, lo aprii; dentro vi era una di quelle collane che vedi nei film antichi, dorata con un pendente a cuore che si apriva. Dentro c'era una nostra piccola foto insieme, l'avevamo fatta un pomeriggio, a Berlino, quando scappammo dal campeggio estivo di Brandeburgo.


Rimasi qualche minuto a fissare quel delicatissimo pendente, lo adoravo, era come avere Georg con me, quel gioiello vintage, lo rappresentava perfettamente, non solo per la foto, ma per il suo romanticismo classico, senza tempo, mai banale.



Sei giorni dopo, l'ultimo dell'anno.


Erano circa le otto di sera, ero sdraiata sul divano, Tom era seduto sull'altro lato del divano, con i miei piedi appoggiati sulle sue gambe, guardavamo annoiati la televisione, Bill invece, era sceso nel chiosco dell'angolo a comprarci dei kebab e patatine per cena.


Nonno, nonna e i nostri genitori erano usciti, sono andati a cena fuori, ci hanno chiesto di andare con loro, ma Bill e Tom hanno preferito rimanere a casa, io ero indifferente.


<< Ti va di andare al capodanno in piazza? >> chiese Tom.

<< Forse, quello che volete, per me è uguale... >>

<< Che noiosa... Ma c'è qualcosa, qualche festa che possiamo andare? >>

<< Non so.. I miei amici sono andati in vacanza a Praga.. >> risposi.

<< Da soli? >> chiese.

<< Certo.. Non hanno certo quindici anni del cavolo come noi... >>

<< Ah... Quelli più grandi.. Come hai fatto ad avere amici più grandi? >>

<< Non lo so... Ho iniziato a uscire con una ragazza della squadra, che ha diciassette o diciotto anni, il suo ragazzo ne ha diciannove, e tutti i suoi amici hanno circa quell'età... >> risposi.

<< Ah ho capito... Quelli della scuola invece, non sono tuoi amici? Non ti ci trovi bene? >>

<< Ma va... E' strano, anche se hanno la mia età, sono piccoli... Loro pensano solo ad inventarsi stratagemmi per scappare di casa e rimanere fuori fino a tarda notte.... Io no.. >>

<< Vuoi dire che il nonno ti lascia fare quello che vuoi? >>

<< No... Il nonno mi ha dato le regole da seguire, ma sono abbastanza flessibili, è solo che... Non so, i miei compagni di classe sono troppo.. Bambini.. >>

<< Ma tu guarda... >> commentò ironicamente.

<< E se andiamo in una cavolo di pub o discoteca giusto per non stare a casa come degli sfigati?! >> propose.

<< Ok... Dovremmo sentire Bill... >>

In quell'esatto momento, Bill entrò nel salotto.

<< Cosa dovete sentire da Bill? >> chiese mentre si toglieva il piumino.

<< Se ti va di andare in qualche cavolo di pub stasera... >> risposi mentre prendevo il mio kebab dalla busta.

<< Sì!! Bill vuole andare a fare baldoria!! >> rispose lui, ottimista, parlando in terza persona.

<< Perchè parli in terza persona? >> chiese Tom.

<< Bill parla in terza persona, perchè si sente figo... >>


Io e Tom ci guardammo straniti.


<< Ok... Dove sono le patatine? >> chiesi.

<< Lì dentro... Cerca... >>


Dopo mangiato, buttammo via le carte e le lattine, uscimmo.


Nel tragitto verso la fermata del tram, non c'era nessuno per strada, né tanto meno sul tram. Arrivati alla Leipiziger Marktplaz, sembrava che tutta la città fosse lì.


Andammo in piazza, dove c'era della musica live, dj set, chioschi di tutti i tipi e tanta, tanta gente ubriaca che ballava e urlava.


Ci avviciniamo ad un cerchio di artisti che ballavano la break dance, in cambio di spiccioli, annoiati, io e i ragazzi rimanemmo lì ad osservarli.


<< Vado a prendere da bere... Cosa volete? >> chiese Bill.

<< Guarda che ci perdiamo, lascia perdere... >> commentai.

<< Ma va, il chiosco è a due passi, guarda.. >> s'intromise Tom,indicandomi il chiosco.

<< Ok... Allora per me un Bacardi rosso... >> risposi.

<< Io voglio una Warsteiner... >> disse Tom.


Bill guardò Tom, con uno strano sorriso, e si allontanò.


<< Quanta gente... Chissà se incontriamo qualcuno che conosciamo... >> commentò Tom.

<< Impossibile... Perchè i miei amici sono andati a Praga.. >>

<< Ci sono anche altri... Quelli della scuola... >> ribatté.

<< Bah... Quelli della scuola si saranno chiusi in uno scantinato con una bonga di birra... >>

<< Ah dici? Boh non so, magari qualcuno che non vediamo da anni.... >>

<< Tom, non mi piaci quando fai così, sembri strano... >> commentai.


Tom diede di spalle, e iniziò a guardarsi in giro, credendo che non lo avessi notato.


<< Perchè sottecchi? >> chiesi.

<< Non sto facendo niente, perché sei paranoica? >>


Lo lasciai perdere, mi girai verso il cerchio, dove i ragazzi facevano break dance ,mentre guardavo fissa, mi persi nei miei pensieri.Feci un balzo quando mi ritrovai un braccio che mi porgeva da dietro la schiena la bottiglia di Bacardi.


<< Da quando ti piace la break dance? >> udii quella voce, profonda, vellutata, mi sentii intorpidire i sensi, un formicolio, simile a quello dell'anestesia del dentista mi invase la testa.


Mi girai, lo vidi; un cappotto grigio scuro, sciarpa nera in lana, guanti in pelle marrone e i suoi bellissimi capelli sciolti che gli cadevano sulle spalle.


<< Georg!! >> urlai, saltandogli in braccio.

<< Ciao bella... >> mi sussurrò nell'orecchio.


A quel punto, dopo esserci abbracciati, saltai giù dalle sue braccia.


<< Ma?! Non dovresti essere in qualche resort super elegante sulle alpi svizzere?? >> domandai.

<< Sì, ma ho sentito dire che Lipsia è molto più chic di Saint Moritz, e poi nella squadra di pallavolo c'è una ragazza che in bellezza batte tutte... >> disse.


Guardai verso i miei fratelli, Tom scuoteva la testa e guardava altrove mentre beveva la sua birra, Bill invece ci guardava sorridendo.


Presi Georg per mano e lo trascinai per tre o quattro metri, che separavano me dai miei fratelli.


<< Grazie.. >> dissi sorridendo.


Tom salutò Georg, con quel tipico saluto da gangster.


<< Ehi Georg, passato bene il natale? >> chiese.

<< Abbastanza, è divertente vedere quanto ridicoli siano i tentativi dei miei genitori di comprarsi il mio affetto... >> commentò.

<< Beato te, sai quanto shopping farei? >> disse Bill.

<< Sì Bill, sbancheresti tutti i negozi della regione. >> aggiunse Tom.


Ridemmo tutti.


<< Allora che facciamo, stiamo qua o c'è qualche locale in giro? >> chiese Georg.


Tom e Bill indicarono me.


<< Beh... Possiamo stare qua a vedere i fuochi, oppure andare Dhelic, la serata di capodanno è stupenda, possiamo anche stare qua e poi andare lì... Però con tutta la gente che esce, dobbiamo andare ora... >>

<< E in cosa consiste la serata? >>

<< Musica elettronica, schiuma parte e fontana... >>

<< Fontana? >> chiesero i tre insieme.

<< Sì, una fontana di assenzio, a volontà... >>

<< Stai scherzando? Una fontana di assenzio? >> chiese Tom.

<< Già... >> risposi.

<< Andiamo... >>


Ci dirigemmo verso la Dhelic, non era tanto lontano dalla piazza, circa quindici minuti.


Non ero mai andata al Dhelic, ciò che sapevo a riguardo, era tutto frutto delle chiacchere che dicevano alcuni ragazzi della scuola, la discoteca più bella di Lipsia, e forse di tutta la Sassonia.


Appena dopo l'entrata, c'era un corridoio con tantissimi armadietti di tutti i colori, dove mettere la nostra roba, dopo averli lasciati , scendemmo le scale, e ci ritrovammo in questa sala enorme, buia, illuminata da luci neon, piena di gente su di giri, ballavano, urlavano e cantavano, alcuni erano persino svenuti, altri si limitavano a farsi delle foto mentre facevano smorfie.


Ci mettemmo nel bancone, Bill e Tom sono stati lì cinque minuti, dopo si sono spostasti nel centro della pista da ballo, dove c'era la fontana di assenzio, se la sono scolata tutta da soli.


Rimasi seduta sul bancone con Georg, avendo capito che Bill e Tom si sarebbero ubriacati come due spugne, e saremo dovuti fare i sobri, ordinai una Coca-Cola cone lime, Georg invece, ordinò una Schweppes.


Raccontai a Georg, di come era passato quell'anno, di tutto quello che avevo fatto, di chi avevo conosciuto, di cosa facevo, cosa mi piaceva e tutto quello che lui non si poteva immaginare.


Verso le tre, Tom e Bill non stavano più in piedi, allora decidemmo di andarcene, Georg prese la metropolitana e quindi il tram insieme a noi, e ci accompagnò fino all'entrata del mio palazzo, Bill e Tom andarono davanti, sbilenchi, e io rimasi un minuto con Georg, ci baciammo, in un modo così intenso e appassionato da farmi sentire ubriaca.


Georg prese un taxi e tornò nel suo albergo. Corsi da Bill e Tom, erano mezzo addormentati sulle scale, li feci alzare e ed eentrare in ascensore, arrivati in casa, per fortuna non c'era ancora nessuno, entrati in camera, Bill e Tom si sono buttati nei loro rispettivi letti, è toccato a me toglierli le scarpe e pantaloni, lasciandoli in calzamaglia e maglietta, li rimboccai le coperte e andai in corridoio a mettere le nostre giacche nell'appendiabiti, mentre lo facevo, non riuscivo a smettere di pensare a Georg.


Tornai in camera mia, mi misi il pigiama e mi buttai nel letto, prima di addormentarmi, mi girai verso i miei fratelli, ringraziai il cielo per averli e mi addormentai.



Hey, spero vi sia piaciuto questo capitolo, scusatemi per questo stupido ritardo, ma ho appena affrontato alcuni esami per la scuola e poi, mi è venuta un ispirazione paurosa per il seguito della storia e dovevo scrivere, altrimenti mi perdevo nelle mie idee( ambientata nel 2009/2010 waaa bellissima! )... Inoltre non mi andava internet!!! Non odiatemi, comunque sto già lavorando per il prossimo. XOXO Char.

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Capitolo 16
*** La Prima Volta ***


La Prima Volta.

Capitolo 16.



Mi svegliai presto, con il cellulare che vibrava sotto il mio cuscino, un messaggio da Georg.


<< Ciao, posso chiedere che piani hai per il pomeriggio? >>

<< Non so... Sicuramente non usciamo prima di sera, Bill e Tom sono in coma profondo.. Tu che vuoi fare? >>

<< Possiamo approfittare e stare un po' insieme, anche perchè dobbiamo parlare... Se ci vedessimo oggi pomeriggio, magari dopo pranzo? >>

<< Ok, alle tre? >>

<< Perfetto, vengo a prenderti io se non ti scoccia.. >>

<< No, non mi soccia... =) >>

<< Ci vediamo allora fra... 6 ore XD >>


Mi alzai, feci una doccia mi cambiai e andai in cucina a farmi qualcosa da mangiare.


Mi sedetti in sala, mentre bevevo il mio tè, fissavo il vuoto, arrivò Bill.


<< Buon giorno ubriacone... >>


Si sedette sul divano e strofinò le mani negli occhi.


<< Ciao Ren... >> disse sbadigliando.

<< Vuoi del tè, o caffè? >> chiesi.

<< No.. Per ora no... Raccontami di ieri sera... >> disse.

<< Che dire, tu e Tom vi siete annegati nell'assenzio. >> risposi.


Bill sorrise e scosse la testa.


<< Lo so.. Ma voglio sapere di te e Georg, cosa avete risolto? >>

<< Niente, gli ho raccontato di cosa faccio, con chi esco e cose del genere.. >>

<< E... >>

<< E oggi pomeriggio, verso le tre usciamo, per parlare... >>

<< Sì... Posso darti un consiglio? >>

<< Ok.. >>

<< Tu sai che io e Tom adoriamo Georg e tutto quanto, ma... Non farti condizionare dalle sue parole.. >>

<< Ovvero? >>

<< Parlerete sicuramente del tuo contratto, e della squadra in cui andrai l'anno prossimo... >>

<< E allora? >>

<< Allora prima di organizzare qualsiasi cosa, addirittura prima di venire chiedere consiglio a noi, pensa a te stessa, a cosa è più importante per te... >>

<< Bill, non ti capisco... >>

<< Non farti venire in testa di lasciare una squadra della Lega Nazionale, per andare in una Regionale, solo per stare vicina a lui... Pensa a quello che è meglio per te. >>

<< Il meglio per me è essere felice Bill, e io con Georg sono felice. >>

<< Anche senza lo sei, hai passato un'anno senza Georg, e stai benissimo. >>

<< Tu non lo sai, ho passato un' anno a piangere prima di dormire, un' anno a vedere la sua faccia su tutti i ragazzi dai capelli lunghi che vedevo... Il fatto che esco con i miei amici non fa di me felice, è diverso essere felici da essere contenti... >>

<< Ok, come vuoi, ma tu pensa al tuo interesse almeno, pensaci due volte prima di fare qualsiasi cosa... >>

<< Certo... Lo farò... >>


Bill si appoggiò allo schienale del divano e accese la televisione, c'era un film vecchio in televisione, non ci ho fatto caso quale fosse, misi i piedi sopra il tavolino e incrociai le braccia, mi addormentai. Mi svegliai, quando tutti erano già svegli, ero sdraiata nel divano, con le gambe appoggiate sulle ginocchia di Bill che dormiva seduto.


Nel giro di venti minuti, mentre io e Bill cercavamo di svegliarci, nonna apparecchiò, Mum svegliò Tom, nonno e Dad rientrarono, mangiammo tutti insieme.


Dopo mangiato, andai in camera a sistemarmi il letto e cambiarmi, niente di esagerato, mandai un messaggio a Georg.


<< Sono pronta, ci sei? >>

<< Sono appena salito sul taxi, sono tra la Nord e la Westplatz... >>

<< Ok.. Mandami un messaggio quando sei qua sotto... >>


Bill entrò in camera, si sedette sul mio letto e mi guardò sorridendo.


<< Allora... A che ora arriva? >>

<< Fra venti minuti, ma non lo faccio salire... >>

<< Perché? >>

<< Mah... Non so... >>

<< Eh, come vuoi... Dove andate? >>

<< Non lo so, credo faremo un giro, è quasi tutto chiuso oggi... >>

<< Già... >> disse guardandosi intorno.

<< Già.. >> dissi.

<< E questo cerchietto rosso? Da quando ti piacciono i cerchietti? >> chiese.

<< Ah, boh , ho solo questo ,mi sembrava carino.. E poi il mio ciuffo oggi ha vita propria, e io non ho voglia di piastrarlo... >>

<< Haha... Ma se hai i capelli lisci come spaghetti... >>

<< Diglielo a loro... >> risposi.

<< Fa vedere... >> disse togliendomi dai capelli e mettendoselo.

<< Bill che tristezza.... >> commentai.

<< Veramente... Tieni.. >> dissi ridandomelo.

<< Sai cosa stavo pensando... >> dissi.

<< Sentiamo... >>

<< Farmi la tinta... Scura, forse nera... >>


Bill spalancò gli occhi.


<< Da dove ti viene? >> chiese.

<< Dici che starei male? >>

<< No, anzi... Ma come mai vuoi farti la tinta? >>

<< Così... Mi sono stufata di avere i capelli tutti marroni con miele e rame... Bo, non mi piacciono.. >>

<< Certo... Domani ti prendo la tinta... >>


Arrivò un messaggio, Georg.


<< Sono qua sotto... >>

<< Arrivo, aspetta due minuti.. >>

<< E' lui? >> chiese Bill.

<< Sì... Come sto? >>

<< Benissimo... Vai, vai.. >>


Presi giacca e capellino, insieme a Bill mi diressi verso il corridoio, davanti alla porta, Bill, come una “mammina” mi sistemava la sciarpa attorno al collo.


<< Io esco, ciao a tutti... >> urlai dalla porta.

<< Esci cara? Non fare tardi... >> disse la nonna.

<< Tieni acceso il cellulare... >> aggiunse il nonno.

<< Sì, certo.. >> risposi.

<< Ciao piccola, divertiti. >> dissero Mum e Dad.


Bill mi diede un bacio sulla fronte, e mi aprì la porta. Feci le scale di corsa, uscii dalla portineria, e ad aspettarmi fuori dal taxi, c'era lui, appoggiato alla vettura, con le braccia incrociate e un sorriso enigmatico stampato sulle sue sottili labbra rosa.


Lo salutai con un abbraccio e un bacio sulla guancia, mi aprì la portiera e salii, lui in seguito,come un vero gentiluomo.


In macchina, fra di noi vi era un silenzio assoluto, ma non di quei silenzi imbarazzanti, sembravamo comunicare telepaticamente, capivo che non vedeva l'ora di baciarmi e abbracciarmi, come io a lui.


Arrivammo al suo albergo, ci dirigemmo verso il bar della struttura, mi prese la giacca e la mise sullo schienale della sedia, che, come un vero gentiluomo me la tirò, mi sedetti, lui si tolse la giacca e si sedette davanti a me, prese la mia mano, che era sul tavolo e me la baciò.


<< Mi sei mancata tantissimo... >> disse.

<< Anche tu... >> risposi, guardandolo fisso nei suoi occhi di quasi grigi.


<< Ciao, volete ordinare? >> disse la cameriera, che sembrava essere spuntata fuori all'improvviso.

<< Per me un tè verde alla menta >> dissi.


Georg mi guardò, con uno sguardo alquanto malizioso.


<< Anche per me, un tè verde alla menta... >>

<< Certo.. Basta? >> disse la cameriera.

<< Sì, basta... >> risposi.


Georg annuì con la testa, la cameriera si allontanò.


<< Perché mi prendi in giro? >> chiesi.

<< Non ti prendo in giro... E' solo che, sei così diversa... >> disse.

<< Georg... >>

<< Dai, Ren.. Non essere permalosa... >>


Gli sorrisi.



La cameriera ci portò i nostri tè, lui, un po' scettico sorseggiò il suo.


<< Non è male... >>


Dopo avere finito i nostri tè, ci alzammo e ce ne andammo via, verso gli ascensori, salimmo al quinto piano, entrammo nella sua stanza.


Georg mise le nostre cose sul divano, mi sorrise e si diresse verso il letto, ci si buttò sopra.


<< Vediamo un film? >> propose sorridendo.

<< Sì! >> mi buttai nel letto accanto a lui, mi tolsi gli stivali e gli lanciai per terra.


Georg sorride.


<< No, non sei cambiata al cento percento... >> si tolse le scarpe, e come imitandomi, con un sorriso ironico lanciò le scarpe per terra.


<< Cosa guardiamo? >> chiesi.

<< Non so, ora vediamo... >>

<< Allora... Spiderman? >> chiese.

<< Ok.. >> risposi.


Il film iniziò, Georg spense la luce e si sdraiò nel letto, prendendosi tutti i cuscini, io rimasi seduta, appoggiata alla testiera del letto.


Dopo circa dieci minuti mi sdraiai vicino a lui, aprì il suo braccio, mi avvicinai a lui, poggiai la mia testa sul suo petto e una mano sul suo addome, lui chiuse il braccio attorno a me, e con l'altra mano mi accarezzava i capelli.


Non stavo più seguendo il film, avevo gli occhi semi chiusi; non vedevo né sentivo niente, che non fosse il suo respiro e i movimenti del suo addome, coordinati al suo respiro.


Il film finì, Georg spense la televisione.


<< Sei sveglia? >>

<< Sì.. Certo.. >>

<< Allora visto che sei sveglia, posso baciarti... >>


Mi baciò dolcemente, per alcuni secondi, dopodiché, sentii il suo respiro farsi pesante; si mise sopra di me, e le sue mani che mi accarezzavano i capelli iniziarono a scendere, verso il collo, le spalle, l'addome e i fianchi, mi stringeva sempre di più a sé. Mentre mi baciava, si alzava lentamente, con le mani dietro la mia schiena, tirava verso di lui; si mise seduto.


Mi sedetti sopra di lui, continuai a baciarlo, intensamente come mi baciava lui, le sue mani, sotto la mia maglietta, percorrevano la mia schiena, facendomi sentire la pelle d'oca.


Mentre ci baciavamo, senza staccarmi dalle sue labbra, aprii la zip della felpa e me la tolsi, lui tolse la sua, gli tolsi la maglietta, lui tolse la mia. Si staccò dalle mie labbra, mi chinai indietro lentamente, lui si chinò in avanti e si mise sopra di me. Mi guardò fisso negli occhi, mi spostò i capelli dal viso, sorrise e mi baciò nuovamente, dopo qualche secondo, si spostò verso il mio orecchio, continuò a baciarmi verso il basso, fino ad arrivare al mio ombelico, e tornò su, continuò a baciarmi sulle labbra.


A quel punto iniziai a sentire una sensazione strana, come se avessi il cervello annebbiato; capovolgi la situazione, staccai le mie labbra dalle sue, e mi misi sopra di lui, seduta su di lui, iniziai a guardarlo, e a quel punto, mi abbandonai a quella strana sensazione dentro di me. Iniziai a baciarlo intensamente, lui mise le mani sulla mia schiena nuda , e le fece scivolare sul mio fondoschiena, sotto i miei jeans. Mi staccai da lui e misi seduta sul letto, anche lui.


<< Tutto ok? >> chiese premurosamente con le mani sul mio viso.

<< Lo voglio.. >> risposi sussurrando, guardandogli negli occhi.

<< Sei sicura? >> chiese.


Non risposi, lo abbracciai, dopo lo baciai, con le mani accarezzavo il suo petto, le feci scivolare sui suoi pantaloni, aprii il bottone, lui tolse le mie mani e le mise attorno alle sue spalle, mi fece chinare lentamente all'indietro, facendomi sdraiare, passò delicatamente la mano sul mio addome, mi vennero i brividi. Mise entrambe le mani attorno alla mia vita, sotto i pantaloni, lentamente le spostò in avanti, sbottonò i due bottoni dei miei jeans , aprì la cerniera, e me li tolse d'un colpo.


A quel punto, solo in intimo, a Lipsia, di gennaio; provai un caldo fortissimo,anche se sentivo la mia schiena sudare freddo.


Georg si tolse i pantaloni e si mise sopra di me, iniziammo a baciarci intensamente, calorosamente, senza fermarci, avevo la mente completamente annebbiata, sentivo solo il suo respiro e il suo ansimare, provavo una sensazione stranissima, qualcosa tra il fastidioso e piacevole, mi strinsi a Georg, sentivo un tremendo bisogno di urlare, ma mi trattenni.


Aprii gli occhi, e mi ritrovai fra le braccia di Georg , sotto le coperte, stretta al suo corpo di marmo, nudo, guardai l'orologio, segnava le cinque e mezza passate, mi girai verso di lui.


<< Sei bellissima.. >> sussurrò, stringendomi a sé.

<< Grazie... >>

<< Ti amo.. >> disse.


Lo baciai.


<< Anche io ti amo.. >>dissi.


Chiusi gli occhi e mi strinsi a lui.


<< Fra un po' devo andare... >> dissi.

<< No, dai... >>

<< Lo so, anche io non voglio andare, ma devo.. >>

<< Ancora dieci minuti cos'... >> disse.

<< Io starei così per sempre... >> dissi.

<< Anche io .. >> disse baciandomi sulla fronte.

Dopo mezz'ra circa, ci alzammo, ci vestimmo, e mano nella mano scendemmo e prendemmo un taxi. Per tutto il viaggio verso casa mia, ci tenemmo per mano, appoggiai la mia testa sulla sua spalla.


Arrivati al mio palazzo, scesi dal taxi, lui scese con me, mi abbracciò.


<< Ci vediamo domani? >> chiese.

<< Sì, vedo cosa fanno i ragazzi.. >> risposi.

<< Ok.. Mi mancherai... >>

<< Anche tu... >> lo baciai sulle labbra delicatamente, mentre gli tenevo le mani.


Lasciai le sue mani, e le sue labbra e mi allontanai, verso la portineria, feci le scale velocemente e suonai il campanello, Tom aprì.


<< Ciao Ren.. >>

<< Ciao Tom... >>

<< Dove sono tutti? >> chiesi.

<< Bill è sul divano, che guarda Harry Potter... E tutti sono usciti, in piazza bo.. >> disse.

<< Ah, sì... Ci sono le bancarelle... Perchè non ci siete andati? >>

<< Voglia zero... Tu inv..>> lo interruppi.

<< Vado in camera mia, ciao.. >>


Mentre andavo in camera mia, sentii Tom parlare a Bill.


<< Vai da lei.. Ha un'espressione strana in faccia. >>


Entrai in camera mia, mi tolse le scarpe e le lanciai per terra, mi buttai nel letto, non riuscivo a smettere di pensare a Georg, a noi, a quel pomeriggio, a quello.


Sentii i passi di Bill, in pantofole che si strisciavano verso camera mia. Entrò e si buttò nel letto in parte a me.


<< Allora?? >> chiese curioso.

<< Allora cosa? >>

<< Cosa mi racconti... >> continuò.

<< Niente... >> risposi.

<< Che avete fatto? >>

<< Abbiamo preso del tè, poi abbiamo visto un film.. >>

<< Eh? Sei andata al cinema e hai preso un tè? Niente soda? Niente pop-corn... Sei proprio diventata strana.. Cosa avete visto? >>

<< Spiderman >>

<< Il terzo? E' già uscito?? >>

<< No... Il primo... Non sono andata al cinema... >>

<< Ah... E dove? >> chiese.

<< Nella sua camera... >> risposi.

<< No! Non dirlo... >> esclamò.

<< Cosa? >> chiesi confusa.

<< Avete...?? >> chiese.

<< Non sono affari tuoi!! >> risposi.

<< Allora è vero... >>

<< Sì, ma non dirlo a Tom... Diventerebbe matto.. >>

<< Ma, penso lo abbia capito... Come è stato? >>

<< Bill!!! >> dissi infastidita, nascondendomi la testa sotto il cuscino.

<< Ok,scusa... Volevo solo fare conversazione... Vado in sala... >>

<< No, resta.. >> dissi, prendendolo per la maglia.

<< Ok... >> disse.

<< Ma non parlare, resta e basta... >> gli dissi.

<< Ok, resto... >>


Si mise sul suo letto, in parte al mio, a fissare il tetto.


Tom entrò in camera.


<< Faccio da mangiare, maccheroni al formaggio o pizza? >>

<< Maccheroni al formaggio... >> rispondemmo io e Bill contemporaneamente.


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Capitolo 17
*** Beccati ***


Tre anni dopo tutto il dramma che abbiamo passato io e i miei fratelli, è arrivata la parte bella; io sono riuscit ad entrare nella Nazionale, ho fatto tante campagne pubblicitarie e sono diventata una celebrità in Germania e i miei fratelli sono diventati piuttosto famosi, hanno firmato con la Island Records, e da a settembre del 2005 non hanno più smesso di fare tour.


Da un'anno circa abito a Berlino con i miei, dove mia mamma ha aperto atelier e boutique. I ragazzi vengono a trovarci sempre che sono liberi, ci divertiamo a fare serata parlando del più o del meno, guardando film e giocando alla Play.


Spotted.

Beccati.

Parte I


Quel giorno, capii due cose; quanto falso e bugiardo fosse David Jost, e quanto è seccante essere famosi.


Era un venerdì mattina, di una settimana fantastica per me; vinsi insieme alla mia squadra il posto per le semifinali del campionato nazionale, ed ero stata convocata nella nazionale di pallavolo. Avevo quattro giorni di pausa prima di tornare a Berlino per gli allenamenti, decisi di passarlo con la mia famiglia; così, presi il primo volo per Amburgo, da Bill e Tom, di modo che insieme, andassimo in macchina a Loitsche, dove i nostri genitori ci aspettavano per il weekend.


Arrivai all'aeroporto, fortunatamente era vuoto, presi un taxi e mi diressi all'appartamento di Hanstadt dei miei fratelli, non erano ancora rientrati dallo studio di registrazione, rimasi seduta sul divano a guardare i programmi pomeridiano di gossip e mangiando i dolciumi di Bill.


Verso le quattro e mezza, presi Scotty e lo portai a fare una passeggiata, al parco che c'era lì vicino, sfortunatamente, per me, mi ritrovai assalita da quattro fans dei miei fratelli.


<< Guardate!! Il cane di Bill, chi è quella!? >> urlò una ragazza.

<< Magari è la sua fidanzata correte!! >> urlò un'altra, a quel punto, presa dalla disperazione, pensai di correre e tornare dentro, ma ero piuttosto lontana dal cancello, e loro erano in maggioranza, rimasi inerte, osservando quelle quattro ragazze che mi venivano contro, sembrava di vedere la scena finale di Trecento, quando Leonida ordina ai soldati di attaccare Serse.

<< Chi sei? E cosa ci fai con il cane di Bill Kaulitz? >> chiese con tono intimidatorio una delle ragazze.

<< Ehm, sono la sua assistente.. Devo portare il cane fuori... >> risposi incerta che le ragazze mi avrebbero creduta.

<< E perchè non lo fa lui? >> chiese un'altra.

<< Perchè non c'è.. E' in studio di registrazione. >> risposi, cercando di allontanarmi, credendo di aver risposto abbastanza.


Le ragazze mi seguirono.


<< E quando torna? >> chiese.

<< Non lo so, la sera tardi penso... >> risposi, tentando nuovamente di allontanarmi.

<< Ma te lo conosci bene? Ci parli? >>

<< Più o meno... Lavoro per lui da poco... >> risposi.

<< E come mai non c'è nessuna foto tua in internet? >>

<< Non lo so, forse perchè non sono famosa.. >>

<< Ehm, sei piuttosto bella... Ora dicci la verità, ci hai mai scopato con Tom? >>

<< No!! Mai, nemmeno con Bill o Gustav... Sono come fratelli per me, non lo farei mai... >>

<< Allora hai scopato con Georg? >> chiese una.

<< Ma non avevi detto che lavoravi per Bill da poco, come fai a dire che è quasi tuo fratello? >> chiese un'altra.


A quel punto mi ritrovai spiazzata, come una zebra di fronte ad una mandria di leoni affamati.


<< No, con Georg malapena ci parlo... E poi, non so, li vedo come fratelli, non ci farei mai niente... >> risposi.

<< Ma loro hanno msn? Facebook? Twitter?? >> chiese.

<< Non che io sappia, anzi... Bill ha un' indirizzo di posta elettronica, e Tom un account su youtube... Tutto qua.. >>

<< Sai le loro mail? >> chiese.

<< No... >>

<< Ce la puoi procurare? >> chiese.

<< Non credo... >> risposi.

<< Dai, ti do la mia mail, anzi le nostre mail, quando sai qualcosa facci sapere ok? >> disse una, consegnandomi un pezzettino di carta con quattro indirizzi di posta elettronica.

<< Ok... Sentite ora devo andare, vi faccio sapere... Ciao. >> dissi secca, allontanandomi con passi veloci verso il cancello.


Quando arrivai il cancello e salutai il portinaio, che dalla sua piccola cabina mi apriva il cancellino automatico eccole arrivare di nuovo, entrai velocemente e chiusi il cancello.


<< Ehi, senti, ci faresti delle foto di casa loro? >>

<< Ci proverò... >> mi allontanai di circa dieci passi.

<< Come ti chiami? >>

<< Io? Aimee... >> risposi e corsi verso la porta di vetro che mi portava verso il palazzo.


Arrivata in casa, feci tre giri con la chiave sulla serratura, dalla paura che una di loro potesse entrare, tolsi il guinzaglio a Scotty, mi buttai sul divano, mi tolsi gli stivali e accesi la televisione.


Mentre guardavo la tele, sentii qualcuno girare una chiave da fuori dalla porta, non riuscendo a girarla, perchè avevo lasciato la chiave sulla serratura, sentii una botta sulla porta. Mi sentii gelare il sangue, saltai giù dal divano, e mi nascosi sotto il tavolo, Scotty si avvicinò a me, cercai di non lasciare un fiato, ma continuavo a sentire qualcuno che borbottava fuori dalla porta, picchiandola, dopo pochi secondi sentii il campanello, uscii da sotto il tavolo, e in punta di piedi, mi diressi verso la porta, guardai dallo spioncino e vidi due figure, vestite di colori scuri, incappucciate, con la sciarpa che copriva metà viso e occhiali da sole, mi prese il panico.


Mi rimisi velocemente gli stivali, il cappotto e la mia borsa, aprii la finestra, e stavo per saltare sul balcone del vicino, quando mi suonò il cellulare, non risposi, mentre mettevo le gambe fuori dal balcone per andare sull'altro, non mi accorsi che vi era una vetrata enorme che dava proprio davanti alla porta di casa, dove ho visto i due tizi, si girarono verso di me, mi videro, a quel punto, mi senti paralizzata, ero in bilico con una gamba fuori dal balcone e una dentro a circa quindici metri da terra e a due dal balcone del vicino, mi aggrappai al balcone e chiusi gli occhi, ero decisa ad aspettare che se ne andassero, li sentii bussare sul vetro e dire cose che non capivo.


Allora decisi di guardarli bene in faccia, chiamare la polizia e descriverli fisicamente prima di morire, sia che cadessi dal balcone o sia che mi uccidessero loro. Alzai la testa e aprii gli occhi, a vedere le loro facce, per un attimo ebbi paura che fossero due criminali ed io, per panico, stessi vedendo la faccia di Bill e Tom, allora, presi il telefono e chiamai Bill.


<< Sei matta?? Che cazzo stai facendo? >>

<< Bill, siete tu e Tom davanti alla porta di casa? >>

<< Certo!! >>

<< Giuralo! >>

<< Giuro, scendi da questo balcone prima che cadi e ti spezzi!! >>

<< Ok... >>


A vedere il gesticolare dei due tizi dalla vetrata, mi arresi, scesi dal balcone e andai ad aprirli la porta, mentre ero davanti ad essa, con le chiavi in mano, mi venne un dubbio, l'unico modo per capire se erano veramente loro, era parlare in “unxersprak”, ovvero, il “nostro linguaggio”.


<< Bill, sjuer mik dash bix du!! >> dissi.

( Bill, giurami che sei tu!! )


<< Perchè parli in unxer? >> chiese in tedesco.


<< Ik fil vasten dash bix du odle nik... >>

( Voglio capire se sei veramente tu o no... )



<< Certo che sono io,... >> rispose in tedesco.


<< Alxo sprek af unxersprak... >>

(Allora parla in unxer...)


<< Bill, twaskop, sprek af unxer... Teize... Wi xie xadt... >> disse Tom

( Bill, testa di cazzo, para in unxer... Merda.. Fai come dice lei.. )


<< Ole, ole... Ren, dash big ik on Tom... Oftet de tua.. >>

(Ok, Ok... Ren, siamo io e Tom... Apri la porta... )


Tirai un sospiro di sollievo. Aprii la porta.


<< Ole... >>

(Ok.. )


Aprii la porta, quando li ritrovai davanti, respirai fondo e li abbracciai, davvero stretto, forse perché era tanto che non ci vedevamo, o forse perché avevo pensato di essere minacciata da fans impazzite, invece erano loro, i miei fratelli.


<< Ehi, pazza! >> disse Bill, aprendo le braccia.

<< Cazzo Bill, mi avete fatto prendere malissimo... >> dissi mentre lo abbracciavo.

<< Anche tu, pensavamo eri una pazza che ci aveva invaso casa... >> commentò Tom.


Sciolsi l'abbraccio di Bill, e abbracciai Tom.


<< Dio, queste fans... Non me ne parlare... >>

<< Dai entriamo.. >> disse Bill.


Entrammo in casa, buttammo le nostre giacche, sciarpe e scarpe in corridoio, a casaccio, chiudemmo la porta e andammo a sederci sul divano.


<< Parlare in fans... Non sapete cosa mi è successo un paio d'ore fa... Me ne sono beccata quattro fuori dal cancello... >> commentai.

<< Mentre arrivavi dall'aeroporto? >> chiese Tom.

<< No, no... .Mentre portavo fuori Scotty.... >> risposi.

<< Hai portato fuori Scotty?? >> chiesero entrambi.

<< Certo, è un cane, bisogna uscire... >> risposi.

<< Sì, ma di solito lo porta fuori Braun, oppure uno dei suoi figli... >> disse Bill mentre si alzava, e andava verso la cucina, che era divisa dalla sala attraverso una isola di legno scuro, un po' come un bar.


<< E chi è Braun? >> chiesi.

<< Il portiere, i suoi figli, Heidi e Sebastian sono simpatici... Hanno due anni in meno di noi, anche loro gemelli... >> commentò Tom.

<< Ben ha portato una tisana al cacao, dal Brasile per te, la vuoi provare? >> chiese Bill dalla cucina.

<< L'ha portata appositamente per me?? >> chiesi lusingata.


Bill annuì con la testa.


<< Sì la voglio... Grazie Billy.. >> dissi.

<< Allora, come è andato il tuo viaggio? >> chiese Tom.

<< Bene, ho dormito tutto il volo... >> commentail.

<< Voi due, padroni, venite a fare compagnia alla “vostra schiava” in cucina o cosa? >> borbottò Bill dalla cucina.


Io e Tom ci alzammo e ci sedemmo negli sgabelli davanti al bancone.


<< Va bé, dicevi delle fans? >> disse Bill, mentre accendeva il fuoco per fare bollire l'acqua.

<< Allora... Sono uscita con Scotty, e stavo andando verso il parco, quando mi vedo assalire da queste quattro tipe, che iniziano a dirmi “chi sei?”, “cosa ci fai con il cane di Bill?”, “hai mai scopato con Tom?” e robe del genere... Poi io le ho risposto, e me ne sono andata verso il parco.. Loro mi hanno seguite, e hanno chiesto se avevate MSN, Facebook e queste cazzate qua... Io ho detto, non che io sappia... Poi ho visto che la situazione stava degenerano e ho iniziato a venire verso la portineria.. E loro mi hanno inseguito di nuovo, allora, sono entrata di corsa e ho chiuso il cancellino, mi hanno pure chiesto se fotografavo casa vostra per loro... Cioè, allora entrata in casa, ero presa malissimo, ho chiuso la porta e mi sono messa in sala con Scotty... Dalla serie “ mi sto cagando addosso”, poi avete fatto quel chiasso, quando siete arrivati, e sono andata in paranoia... >>


Bill si era appoggiato contro il piano della cucina, girato verso di me, Tom, aveva appoggiato il gomito sul bancone e si teneva la testa, entrambi mi guardavano senza parole mentre raccontavo quello che era successo, appena finii il racconto, si misero a ridere fragorosamente.


<< Non ci credo.. Queste cazzate succedono solo a te... >> disse Tom.

<< Sono due anni che abitiamo qua, e non ci è mai successo.. >> commentò Bill ridendo.

<< Uh, quanto fa ridere... Ho avuto una paura bestiale.. >> dissi.

<< Ma erano belle almeno? >> chiese Tom, Bill alzò gli occhi al cielo , prese un pacchetto di Skittles dall'armadio e iniziò a sgranocchiarli.


<< Allora, stasera? Facciamo qualcosa? >> disse Bill, con la bocca piena di Skittles.

<< Bill hai la bocca viola... >> dissi.

<< Sono gli Skittles che si mischiano e formano il viola... >> commentò.

<< Possiamo andare alla Steak House americana che hanno aperto in centro... E poi facciamo un salto al Buddha... >> disse Tom.

<< Uh, fantastico!! Bistecche... >> disse Bill.

<< Io ci sto.. >> commentai.

<< Va bé, sono le sei, riusciamo essere tutti pronti per sette e mezza, otto?? >> chiese Tom.

<< Io sì... >> dissi.

<< Io no!!! >> urlò Bill.

<< Bill!! >> esclamammo io e Tom.

<< Farò del mio meglio.. >> disse mentre usciva di corsa dalla cucina.


Dopo pochi secondi tornò.


<< Il tuo tè! >> disse.

<< Ok... >> risposi.


Mi alzai, presi una tazza e ci misi dentro la tisana, mentre mettevo lo zucchero, mi girai verso Tom , che aveva entrambe le braccia appoggiate sul piano che tenevano la testa.


<< Vuoi anche tu? >> chiesi.

<< Sì, dai.. >> rispose.

<< Tutto ok, Tom? >> chiesi, presi una tazza dall'armadio e ci mi versai il tè.

<< Non so, sono stanco questo periodo.. Non so, mi sento strano... >> disse.

<< Ah, capita a tutti... Devi rilassarti, domani andiamo a casa, e stiamo tranquilli... >> dissi, mentre gli servivo la tazza.


Mi sedetti in parte a lui, dove ero prima.


<< Hai ragione... >> sorseggiò il tè.

Guardai fuori dalla finestra, e vidi sotto uno dei lampioni della strada alcune persone, che sembravano fotografarci, non diedi importanza.

<< Hm, quanto è buono... >> dissi.

<< Vero? Sa di cioccolato.. Ma è più leggero.. >> commentò.

<< Già... >>

<< Non vai a cambiarti? >> chiese.

<< Aspetto che Bill esca da sotto la doccia... >> risposi.


Fece un sorrisino beffardo, si alzò dallo sgabello e mi fece segno di segurilo. Andammo verso le stanze da letto, passammo davanti alla sua, a quella di Bill, e ad una terza.


<< Entra... >> disse.


Accesi la luce, e vidi questa bellissima camera; pareti rosa pastello con delicati arabeschi di un tono più scuro, un grande letto, a baldacchino, colore crema, un piumone lilla e rosa con motivi floreali, un armadio imbottito beige, a destra del letto, a sinistra un'enorme vetrata con una fantastica vista del lago, che rifletteva le luci della città, incorniciata da fantastiche tende romantiche, simile a quelle dei teatri, nello stesso colore del muro.


<< E non è finita qua... >> disse Tom


Ero allibita, a bocca aperta, fantastico, i miei fratelli mi avevano arredato una camera in casa loro, Tom mi prese per il braccio e mi fece girare, mi ritrovai davanti a due grandi specchi, uno in parte all'altro su una doppia porta scorrevole beige, Tom l'aprì.


Un bagno, bianchissimo, luccicante, con tanto di rubinetti dorati e salviette rosa con le mie iniziali.


<< Tom, è fantastico! >> dissi entusiasmata.

<< Bill ha fatto la camera... L'idea della porta con gli specchi è stata mia, e il bagno pure... >> disse.


Lo abbracciai, ero contentissima di sapere che i miei fratelli ci tenevano così tanto a me, al punto di dedicare del tempo per arredare una stanza per me in casa loro.


<< Ti piace? >> chiese.

<< Certo! La adoro... Adoro tutto... >>


Mentre guardavo meravigliata tutti i dettagli del bagno, Tom tornò con le mia valigia e la mise in camera, davanti al letto.


<< Tu preparati, vado a preparami anche io. >> disse mentre usciva.

<< Ok... >>


Mi feci la doccia, mi vestii; e mi asciugai i capelli, mentre aprivo la mia valigia piccola, con tutti i trucchi, bigiotterie e creme varie, arrivò Bill .


<< Allora, ti piace?>>

<< Certo... E' stupenda, una stanza così bella forse l'ho vista solo nelle riviste o nei telefilm... >> commentai.

<< Questo, è per dirti che sei la benvenuta, che puoi venire quando vuoi, anche per stare qua con noi... Per sempre... >> disse.

<< Lo terrò a mente... Siete stati davvero carini.. Grazie... .>> risposi.


Mi alzai da terra, e lo abbracciai.


<< Bill... >>

<< Sì? >>

<< Senza offesa.. Ma con questo asciugamano in testa sembri un' incantatore di serpenti... >>

<< Haha, lo tolgo.. Volevo vedere se era tutto a posto... Vado a farmi i capelli.. Dici che mi devo truccare? >>

<< Se vuoi... >>

<< Forse un po' di fondo tinta, devo seriamente farmi una lampada. >>

<< Ok... >>


Uscì dalla camera, lasciando la porta aperta.


Presi la mia trousse, e mi sedetti per terra, davanti ad uno dei due specchi della porta del bagno e iniziai a truccarmi.


Non mi truccai tanto, un filo di eyeliner blu alle palpebre superiori, mascara e matita nera all'interno dell'occhio, d'altronde non ero vestita in modo molto particolare; un paio di jeans scuri, scarpe nere con il tacco e un top nero in maglia, stretto con le maniche lunghe e nel braccio e una ventina di braccialetti a cerchio.


Mentre mi guardavo allo specchio, Tom entrò in camera.


<< Pronta? >>

<< Sì... Devo solo mettere la giacca e scegliere la borsa... >>

<< Ah... Ok, quando finisci, per favore vai da Bill, è un po' in crisi. >>

<< Ok... Arrivo... >>


Aprii la valigia e scelsi una borsa, una piccola, nera con il manico a catena dorata, di Chanel, me l'aveva regalata Bill il mese prima per il mio compleanno, misi dentro il portafoglio e il cellulare, e andai di corsa in camera di Bill.


<< Bill?! >>

<< Sono dentro l'armadio... >>


La camera di Bill, è molto sofisticata; due pareti erano grigio chiaro, e due erano di qualche tonalità più scura, un letto enorme, alto circa un metro e mezzo da terra, con la testiera nera in pelle nera forata, piumone e cuscini rossi, davanti al letto, un mobile nero con uno stereo della Phillips dalle enormi casse, e scaffali in acciaio pieno zeppo di cd, guardai il tetto e vidi questo enorme quadrato di “cielo notturno” per un' attimo pensai fosse un quadro, ma era una finestra, un'enorme vetrata sul tetto la quale guardare le stelle.


<< Ti sei persa? Vieni nell'armadio! >> urlò impaziente.


Feci qualche passo davanti a me, dove c'era una grande porta scorrevole, quando l'aprii, rimasi scioccata, a destra, vi era l'entrata del suo bagno, che intravidi, tutto nero, a sinistra invece, un'enorme tenda blu scuro in velluto calava sulla soglia dell'entrata del suo “armadio”.


L'armadio era grande circa quattro metri per tre, tutto in legno scuro, per terra una moquette grigio scura, attorno a me scaffali e appendini pieni di vestiti, sembrava di essere in una cabina armadio di quei ricchi dei telefilm.


Davanti a uno specchio che occupava quasi tutto il muro, Bill si specchiava confuso.


<< Bill, caspita... L'armadio è quasi più grande della camera... >>

<< Lo so, l'ho fatto costruire apposta... La camera era molto più grande, ma è stata divisa in due... >>

<< Wow... >> non avevo parole.

<< Comunque, non so cosa farmi ai capelli... Non li voglio sparati, però non voglio neanche piastrarli.... >>

<< Allora, fai così... Prendi un cappellino di lana... >>

<< Nel terzo cassetto alla tua sinistra... >> disse indicandomi la sua sinistra.

<< Wow quanti cappellini di lana.... >> dissi.


Bill sorrise.


<< Comunque, prendiamo questo nero, e ci mettiamo dentro tutti i tuoi capelli... Anzi lasciamo fuori il ciuffo... >>

<< Mi piace... Direi che siamo pronti... Uh, che bel trucco blu.. >> commentò.

<< Grazie... Volevo spaccare un po'.... >>

<< Ci sei riuscita,i tuoi occhi sono più blu con l'eyeliner blu... >> commentò.

<< Già … Sei pronto allora? >>

<< Sì, prendo la borsa e il cappotto e andiamo... >>

<< Ok, vado a prenderli anche io, ci vediamo in sala... >>


Corsi in camera mia, presi la borsa e un cappottino a bambola, dalle maniche a tre quarti, panna con i bottoni neri, i guanti in pelle nera, la mia borsa e andai in sala, dove Tom era seduto.


<< Sono le otto meno dieci... Sono sorpreso che almeno uno di voi sia pronto... >> commentò.

<< Tutti i due... >> disse Bill dalla soglia della porta.

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Capitolo 18
*** Beccati Pt II ***


diner

Beccati.

Parte II




Prendemmo l'ascensore, e andammo nel sottoterra, dove si trova il garage del condominio, solo macchinazze, entrammo nella Cadillac Escalade di Tom, guidava lui, Bill davanti e io dietro, poco prima di uscire dal garage, mentre si metteva la cintura di sicurezza, Bill si girò verso di me.


<< Abbassati... >>


I vetri della macchina erano tutti scuri, tranne quello del parabrezza, allora mi abbassai, nello spazio tra il sedile di Tom e quello posteriore, fino a che Tom accelerò e Bill mi disse di tirami su.


<< Chi erano? >> chiesi.

<< Fotografi e fans... Sono delle francesi che ci seguono ovunque, ci hanno persino mandato una lettera... >> disse Bill.

<< Bill, non sono fans, sono matte... Fans sono quelle che vanno ai concerti, alle nostre apparizioni in televisione... Queste sono delle psicopatiche che ci seguono da settimane.. >> ribatté Tom.

<< Non essere così estremo... >> disse Bill.

<< Estremo, io? Non mi sembra una cosa che capiti a tante persone avere della gente che li perseguita... >> disse Tom.

<< Importante è che non ci fanno niente.. >> dissi.

<< Infatti, abbiamo delle guardie del corpo ventiquattro ore al giorno apposta.. >> disse Bill.

<< Speriamo che queste matte non vadano dai nostri genitori... >> aggiunse Tom.

<< Ma figurati, e cosa mai potrebbero farli? >> disse Bill.


Mi appoggiai al mio sedile, presi il cellulare; un messaggio ricevuto, era Georg.


<< Salve campionessa, posso disturbarla? >>

<< Certo bassista, disturbami pure... >>

<< Che piani hai per stasera? >>

<< Vado a cena con Bill e Tom, in un ristorante , in centro.. Tu invece che fai? >>

<< Dove andate a cena? Dei miei amici stanno facendo una festa a Hannover... >>


<< Dove andiamo a cena? >> chiesi.

<< Stai messaggiando con il tuo ragazzetto? >> chiese Bill.

<< Smettila... >> commentai.

<< Dai, dove andiamo? >> continuai.

<< Georg! Georg! Georg! >> esclamava Bill, provocandomi.

<< IAmericano.. >> disse Tom.

<< Georg! Georg! >> continuava Bill.

<< Eh? Non ho capito … >>

<< Americano!! >> alzò la voce.

<< Mi piace questa canzone, alza il volume Tom; My name is ha, my name is ho, tic tic Slim Shady... >> Bill iniziò a cantare.


<< “Americano”, almeno così ha detto Tom... Domani sei a Loitsche? >>

<< Ah, andate da Steaks.. Buonissimo... No, torno domenica... Quanto tempo pensi di rimanere? >>

<< Stiamo tutti quattro fino a lunedì, poi devo tornare a Berlino, ho gli allenamenti per le semi... Tu? >>

<< Io ci vado solo perché ci vai tu... Forse passo qualche giorno pure io a Berlino =) >>

<< Dai... Così partiamo insieme!! I miei stanno ancora qualche giorno a Loitsche... I ragazzi non so cosa fanno... >>

<< Bellissimo, ci facciamo Loitsche-Berlino in macchina.... Non vedo l'ora, ci divertiremo tantissimo... Secondo me se ne tornano ad Amburgo... >>

<< Ah non lo so, può darsi che rimangono, può darsi che vanno a Berlino... >>


<< Associale, metti via il cellulare, siamo arrivati... >> disse Tom.

<< Un'attimo... >> risposi.

<< Salutami Ge... Ge... >> scherzò Bill.


<< Siamo arrivati, devo andare... Ci sentiamo dopo, buona festa=) >>

<< Buona notte per dopo, principessa... (K) >>


Scesi dalla macchina, e mi diressi insieme ai miei fratelli, all'entrata del ristorante, dietro di noi, Tram e Juri, le guardie del corpo.


Entrati, un gentile cameriere, ci portò verso una zona più riservata del ristorante, era molto carino, muri scuri, luci soffuse, sedie e tavoli in legno scuro; la zona dove stavamo noi, era una sorta di zona vip, c'erano quattro tavoli, e le sedie erano di quei divanetti angolari, in pelle

Ordinammo delle bistecche “New York” ovvero, dei bistecconi ben cotti enormi, con mezzo chilo di patatine fritte, Bill, non sazio, ha ordinato anche un'insalata “Kentucky”, ovvero un'insalata con chicchi di mais fritti e tanta paprika, una Pepsi Lemon per me, e due Radler per loro.


Durante la cena, parlammo tanto, e tra una cosa e l'altra, iniziammo a parlare del giorno in cui abbiamo visto per la prima volta un video loro in televisione;


Flashback

Malta; Agosto 2005.




Dopo avere lavorato sul primo album, i ragazzi si sono concessi delle vacanze con le loro famiglie; Gustav andò in campeggio con la sua famiglia nella Foresta Nera, Georg da qualche parte in Spagna a fare baldoria selvaggia con i suoi amici; Bill e Tom invece, sono a Malta, con me e Federica.


Abbiamo preso il treno da Hannover a Milano, dove abbiamo incontrato con Fede, e poi insieme, abbiamo preso l'aereo da Milano a Malta.


Alloggiammo in una casetta vicino alla spiaggia, disposta su due piani; al piano di sotto, un salottino con cucina, al piano di sopra invece il bagno e una camera da letto, con due letti singoli e un divano letto matrimoniale, che io dividevo con Fede.. Sembrava un incubo, dividere il bagno con tre persone, prima di uscire la sera, passavamo più tempo a litigare per il bagno che ad usarlo, alla fine si risolveva che Tom, si faceva cinquanta metri a piedi per usare i bagni dell'ostello, io Fede e Bill invece,rimanevamo a discutere a colpi di lacca, eyeliner e piastra.


Dopo due settimane di sole, mare, serate nel centro storico a bere shot di vodka a settanta cinque centesimi ,mangiare enormi pizze a due euro, bere sangria sulla spiaggia e andare in discoteca tutte le sere, la nostra vacanza era arrivata quasi alla fine, mancavano tre giorni per il nostro rientro nella vita quotidiana.


Mi svegliai e andai al piano di sotto per mangiare qualcosa, Tom era ancora in coma, Fede pure, Bill invece era già di sotto.


<< Buongiorno.. >> disse sorridendo, esteso sul divano, guardando la televisione.

<< Ciao, hai già fatto colazione? >> chiesi mentre mi dirigevo verso il frigo.

<< No, aspettavo che si svegliasse qualcuno, pensavo che si sarebbe alzata Fede per prima... >> disse alzandosi per venire verso la cucina.

<< Ma va... Fede è in coma, posso saltarle sopra che lei non si sveglia. >> dissi mentre mettevo il latte e i cereali sul tavolo.


Bill sorrise, e in silenzio, si avvicinò al mobile della cucina, prese le tazze e i cucchiai e li mise sul tavolo, dopodiché, ci sedemmo.


<< Hai visto che tempaccio c'è fuori? >> disse.

<< No, piove? >> chiesi.

<< Magari fosse pioggia, c'è un cielo deprimente, grigio e un vento fortissimo, fuori si congela... >>

<< Ma sei uscito? >>

<< Sì, sono andato a farmi una passeggiata sul lungo mare, ma faceva un freddo cane... >>

<< Mi svegliavi, io venivo con te... >>


Bill sorrise.


<< Volevo proprio farmela da solo... Dovevo pensare un po'. >>

<< Su cosa? >>

<< A cosa ci aspetterà quando torneremo a casa fra due giorni. >>

<< Cosa mai dovrebbe aspettarci Bill, la nostre stesse vite di sempre, scuola con gente di merda e show con la band per te, scuola e campionato giovanile per me, e più disegni di vestiti per Fede... >>

<< Ren, non è così semplice... Un mese fa, io e i ragazzi abbiamo girato il video di Durch den Monsun in mezzo i campi... Per settembre abbiamo una serie di concerti e apparizioni in televisione.... >>

<< E ti lamenti pure? >>

<< Non mi sto lamentando... Ma è solo che.. E se non piace il video o la canzone? E se non solo a Magdeburgo la gente inizia ad attaccare rissa con noi e odiarci? Ti immagini se fa così tutta la Germania? >>

<< Ma non fare questi viaggi mentali, quelli sono tutti contadini ignoranti.. >>

<< Ren, non per dire... Ma in Germania, il sessanta percento della popolazione è formato di contadini del paesini del cavolo come Loitsche... >>

<< Ma chi se ne frega? Non ti deve fregare di questa cosa, tu devi suonare per chiunque voglia ascoltarti... E anche per chi non lo voglia... E che cavolo, sei un Kaulitz!! No one likes us, we don't care... >>

<< Hai ragione... >>


<< Buongiorno.. >> disse Fede sc

<< Giorno!! >> rispondemmo io e Bill.

<< Tom è ancora morto, possiamo fare colazione lo stesso vero? >> disse mentre si avvicinava al frigo.

<< Certo, prima di uscire ho fatto del tè... Poi ci sono ancora dei biscotti del pacco gigante che Ren ha preso settimana scorsa.... >> disse Bill.

<< Billy, fai le crepes? >> chiesi facendo gli occhi dolci.

<< Dai Ren, no … Per cena, te lo prometto, ora non mi va... >> rispose.

<< Vabè...>> risposi.


Fede prese la tazza e un tovagliolo pieno di biscotti e li posò sul tavolino davan

ti a noi, prese il telecomando e iniziò a smanettarci.


<< Mi ha detto una ragazza al bar, che se faccio la ricerca canali riesco a vedere VIVA TV... >>


Io e Bill ci guardammo straniti.


<< E chi se ne frega di televisione? Siamo a Malta... >>dissi.

<< Hai guardato fuori dalla finestra? >> rispose.

Non disse più nulla e continuò a smanettare con il telecomando.


<< Fede, ti si raffredda il tè.. >> disse Bill.

<< Sì, lo bevo subito.. >> rispose.


Fede fece un salto di gioia, era riuscita a trovare VIVA, si girò verso di noi, con un enorme sorriso e il pollice all'insù.


Buongiorno, io sono Gulcan, e passerò i prossimi sessanta minuti con voi, con Neues Sommer Hits, l'unica chart delle nuove hit tedesche di tutta l'estate, al ventesimo posto abbiamo un gruppo di ragazzini, molto carini che da un paio di settimane sta conquistando tutte le radio; Tokio Hotel, con Durch den Monsun. ”


In quel momento non capimmo molto bene cosa stesse accadendo, finché in televisione apparse la faccia di Bill con una maglietta blu, ci mettemmo ad urlare all'istante così forte da fare scendere Tom di corsa.


<< Che è successo? State bene?? >> diceva spaventato mentre faceva le scale di corsa.


<< Porca pu... >> rimase inebetito in vedere la sua faccia in televisione.


Ed è stato questo,il primo vero impatto che i miei fratelli hanno avuto con il loro sogno, niente più liceo che puzza di letame, o campagnoli che li prendono in giro per quelli che sono.


Quella sera, gasatissimi, andammo in centro, come tutte le sere a fare baldoria.


Il centro era pieno, era umido, tutto bagnato, dopo quel diluvio che dal mattino si è esteso a tutto il pomeriggio. Nonostante ciò, tutti i piccoli pub e localini vari avevano i loro tavoli fuori, dove tutti i ragazzi stavano raggrinziti dal freddo, indossavano tutte giacche leggere e felpe, si scaldavano con le pizze, i panini, le birre e i shot di vodka.


Arrivammo al Presidente, una bettola, che sapeva di fritto e birra, con muri verde bosco, tavoli in legno scuro e musica varia, dai Placebo e Alice Cooper a Linkin Park e Springsteen.


Ci sedevamo sempre al solito tavolo, nell'angolino a destra in fondo, prendevamo una pizza con doppia mozzarella, tre cuba libre, tre birre e circa tre o quattro shot a testa, per tamponare un po' l'alcol, verso fine serata ci prendevamo delle patatine, unte da scivolarti fra le dita, ma squisite.


Stavamo sempre per i fatti nostri, eravamo un gruppo piuttosto giovane, i ragazzi che erano a Malta erano tutti più grandi di noi, avranno avuto tra i diciotto e i venticinque anni, questo ci faceva sentire grandi, adulti, non capita a tutti i quindicenni di andare in vacanza, all'estero da soli.

Quando uscivamo dal pub, andavamo con gli altri ragazzi in piazza, c'era sempre qualcosa di bello, musica, casino, dj set, oppure ci si riuniva alla piazza centrale, dove ci sedevamo su scalini di chiese e monumenti vari.


Mentre eravamo seduti sugli scalini davanti ad una chiesa, ciascuno con una latina di red bull e una focaccia in mano parlavamo di quella “cosa” che era successa quel mattino.


<< Cazzo... Ma ci pensi?! Queste sono le nostre ultime vacanze anonime, le prossime saremo perseguiti da paparazzi e fan isteriche... >> disse Bill.

<< Forse tu, Tom e gli altri... Noi siamo soltanto una sorella e un'amica... >> risposi.

<< Soltanto una sorella e un'amica? Guarda che tu, sei LA sorella, inoltre sei fra le cinque promesse della pallavolo tedesca dei prossimi anni.. E tu, fra pochi anni sarai una stilista, famosissima, hai talento da vendere... >> disse Tom.

<< Grazie... >> rispondemmo io e Fede.


Tornammo a casa e andammo a dormire.


Il giorno dopo, il mattino presto, verso le nove, io, Bill e Fede ci mettemmo i costumi e andammo in spiaggia, la spiaggia era quasi vuota, tutti i ragazzi, dopo la serata a ubriacarsi si svegliano verso il mezzogiorno.


Mettemmo i nostri teli sui lettini, occhiali da sole, lettore mp3 e prendemmo sole.


Fine Flashback


Dopo la cena, Tom e Bill erano un po' brilli, ma questo non ha impedito Tom di guidare ancora per due isolati, verso il Poison, una discoteca super esclusiva dove vanno solo i ragazzi della “Amburgo Bene”, ovvero i fighetti della zona.


Entrati in questa disco, siamo stati in un privè, una saletta di tre metri per tre, scura con divani in pelle viola tende bianche , che con le luci sembravano di uno strano blu-violaceo, e alcol a fiumi.


Per i primi venti minuti, eravamo solo noi tre, e ci stavamo divertendo, ma poi è arrivato quel grandissimo guasta feste di Jost, insieme a un gruppo di otto ragazzi più o meno della nostra età, giustamente tutte le ragazze si sono buttate su quel cretino ubriaco di Tom, alcuni ragazzi ci hanno provato con me, spudoratamente!! Bill, parlava un po' con tutti ma senza dare retta a nessuno, ha parlato di più con Jost.


Ad un certo punto, Jost, ha tirato fuori il suo mostricciatolo giapponese, ovvero la sua Nikon, e ha iniziato a scattarci foto ; foto di Tom in mezzo le ragazze, di Bill parlando con una ragazza, di me che versavo vodka direttamente dalla bottiglia in bocca ad un ragazzo, ecc, ecc.


Verso le quatto meno venti, Bill venne da me, e mi sussurrò nell'orecchio.


<< Non ne posso più, andiamocene prima che prenda qualcuno a pugni... >>


Annuì con la testa, e andai verso Tom, che era mezzo svenuto sul divanetto, lo alzai, misi il suo braccio attorno al mio collo e mi diressi fuori dal privè, feci segno a Bill di seguirmi.


Mentre trascinavo Tom verso l'uscita di servizio dalla quale siamo entrati, una nostra guardia del corpo mi ha dato una mano, ha preso Tom e lo diresse verso la macchina, aprì le portiere, Juri, la guardia, lo lanciò nel sedile posteriore e chiuse la portiera.


Quando salii in macchina, Juri bussò sul finestrino.


<< Ce la fai a guidare?! >>

<< Sì, io non bevo... Sono la sorella sobria.. >>

<< Bene... Tira su il finestrino, e appena Bill sale, tu parti, capito?! >>

<< Signorsì... >> risposi.


Bill entrò in macchina un po' barcollante, appena pogiò il sedere partì in quarta.


Proseguimmo il tragitto verso casa in silenzio, Bill scarabocchiava sul finestrino appannato, Tom era in coma ed io ero stanchissima.


Arrivati in casa, io e Bill buttammo Tom nel suo letto e andammo a dormire anche noi.


Il “giorno dopo” ovvero, tre ore e mezza dopo, mi svegliai per prima, misi le mie pantofole leopardate, e andai in cucina a preparare la colazione e qualcosa da mangiare per il viaggio, Bill odia il cibo degli Autogrill.


Verso le nove e mezza, eravamo già tutti pronti, e Tom stava portando le valigie, mentre io e Bill aspettavamo che Heidi tornasse con Scotty.


Partimmo alle dieci da Amburgo, il traffico era quasi inesistente, ero sdraiata sul sedile della Escalade con la mia felpa come cuscino, dopo circa mezz'ora mi addormentai.


Mi svegliai sentendo tante voci, urla, Scotty che abbaiava e Bill e Tom agitatissimi, questo significava una sola cosa; eravamo arrivati a Loitsche, precisamente, davanti al cancello di casa.


Mi alzai solo quando vidi il grande cancello di legno chiudersi dietro la macchina che entrava. Scesi dalla macchina, presi le mie cose, e corsi in casa prima di tutti.


Una volta entrati, ci sedemmo in sala io e Bill a guardare un po' di tele, stava per iniziare uno dei nostri programmi di gossip preferito, Tom era in cucina a tartassare mamma mentre cucinava, e Dad, giocava con Scotty.


E adesso andiamo a una notizia fresca, fresca, riguardante i gemelli Kaulitz dell'ultimo weekend....Pare che i gemelli abbiano trascorso una serata in dolce compagnia, eccovi il servizio: ”


Io e Bill ci guardammo con dei sorrisini beffardi, era impossibile.



Bill e Tom Kaulitz hanno una ragazza in comune!! Dopo una passeggiata di mezz'ora con il cane dei ragazzi, la ragazza torna nell'appartamente dei gemelli, e aspetta il loro ritorno. Due ore e mezza più tardi, i tre vengono fotografati all'entrata di un famoso ristorante americano, dopocena, i ragazzi si dirigono verso la discoteca Poison, in centro, al ritorno della discoteca, a guidare la macchina di Tom Kaulitz (…) ”


Quando la notizia finì, io e Bill ci guardammo con gli occhi spalancati, non emettemmo nessuno suono, a bocca aperta, ci guardavamo a vicenda increduli di quello che avevamo visto e sentito.


Non solo hanno visto me, ma hanno anche insinuato che me la faccio con i miei fratelli?!




Bill prese il telefono immediatamente e chiamò Jost, camminando da una parte all'altra del salotto urlando, sbraitando e piangendo, io i limitai a rimanere seduta sul divano, impassibile, seguendolo con gli occhi.


Tom si sedette in parte a me, guardandomi con una faccia strana, cercando di capire cosa fosse successo, mi limitai ad abbracciarlo.


Bill concluse la telefonata, sbattendo il telefono contro il muro.


La sua espressione era molto particolare, tra arrabbiata e mortificata, era sicuramente dispiaciuto che le cose fossero venute a gala in quel modo, Tom, anche se nessuno gli avesse detto niente, al guardare me e Bill, capì subito la situazione.


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