Ragazzi di Campagna. di Pancake_ (/viewuser.php?uid=75832)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** Un Compleanno da Ricordare. ***
Capitolo 3: *** Il Risveglio. ***
Capitolo 4: *** La Mamma Ha Sempre Ragione. ***
Capitolo 5: *** Breakfast at Kaulitz's. ***
Capitolo 6: *** Machiavellismo Kaulitziano. ***
Capitolo 7: *** Life on Kaulitz. ***
Capitolo 8: *** No one likes us. We don't care. ***
Capitolo 9: *** Noia Produttiva. ***
Capitolo 10: *** Meccanismi Discografici. ***
Capitolo 11: *** Phantom Sister ***
Capitolo 12: *** Leipzig; ein Jahr spaet. ***
Capitolo 13: *** Wirklich Geschwister. ***
Capitolo 14: *** Esmes Lieblingslied. ***
Capitolo 15: *** Sorpresa. ***
Capitolo 16: *** La Prima Volta ***
Capitolo 17: *** Beccati ***
Capitolo 18: *** Beccati Pt II ***
Capitolo 1 *** Intro ***
Mi chiamo Renate Esme Trumper, sono nata il 12 ottobre del 1989 a Berlino Ovest. Mio papà Gordon"Dad", è un musicista e mia "madre" non la conosco, ma mia mamma è Simonne"Mum" ed è una stilista, Ho due fratelli, Tom e Bill, hanno la mia stessa età, ma non siamo trigemelli, almeno geneticamente, emotivamente invece, siamo molto legati.
Vi chiederete come non potete sapere nulla di me, visto che siete fan scattenate e fanatiche dei miei fratelli, la ragione è semplice, io non ho voluto che si sapesse. Penserete che sono un'avida invidiosa e meschina, ma la scelta di tenermi protetta dai media è stata proprio della mia famiglia. Vi racconterò il pezzo della storia che non conoscete; il mio.
Tutto è iniziato nel quando i miei fratelli hanno iniziato a fare sul serio con la band, così nel 2003, Bill è andato a fare un cast per un programma televisivo di bambini che cantano, e non ha vinto, ma è tornato a casa con tantissima voglia di sfondare, e così è stato.
Il giorno prima del mio 14^ compleanno( nel 2003 per chi non è bravo in matematica), era un bruttissimo pomeriggio piovoso e grigio, io e Bill eravamo appena tornati dal centro commerciale con Mum, avevamo comprato tutto quello che ci serviva per fare una festa di compleanno super fashion, abbiamo preso una grande tovaglia bianca con dei fiorellini rosa chiaro e scuro da mettere nel tavolo da pranzo, dei bicchieri di plastica trasparenti rosa shocking, cappellini a cono palloncini e tutte quelle cose da festa in casa assolutamente rosa. Eravamo in cucina, a preparare il menù, soffisticatissimo, donuts, cheeseburgers, patatine fritte, gelato e una bellissima torta fatta a forma di Hello Kitty, ok, direte che è un pò troppo rosa e infantile per una ragazza di 14 anni, infatti era un pijama party e venivano solo le mie amiche, niente ragazzi, quella festa, per Dad, rappresentava l'incubo di ogni padre, la sua piccola che diventa una donna, per Mum invece, rappresenta il suo sogno che diventa realtà un'adoloscente da pettinare, truccare e vestire, per Bill , piu o meno la stessa cosa di Mum, e per Tom, significava che sarebbe diventato il mio bodyguard, e che avrebbe potuto rimorchiare le mie amiche. Senza divagare troppo, torniamo a noi, questo era anche il giorno in cui Bill e Tom sarebbero diventati i gemelli, più amati e famosi di tutta la galassia.
Mentre preparavamo i cheese, qualcuno ha suonato alla porta, ed io sono andata di corsa ad aprire, pensavo potesse essere il postino con il regalo di qualche parente, invece, apro la porta e vedo un tizio, tutto in tiro, completo grigio scuro, auricolare nell'orecchio e impermeabile beige. Mi sorride e dice << Salve, sono Peter Hoffman, e sono qui per parlare con Gordon Trumper, a proposito dei gemelli.>> Accidenti, e adesso che cavolo è successo? Mi sentivo tremare le gambe, non so perchè ma avevo l'impressione che avessero combinato qualche cavolata, e adesso Dad si sarebbe messo ad urlare e mettere in castigo tutti, cazzarola, giusto oggi?? << Ehm, prego si accomodi, vado a chiamarlo >> Me la sono data a gambe, sono salita le scale di corsa, verso lo studio dove Dad e Tom parlavano di chitarre. << Dad >> ho detto con una voce da funerale << C'è un tizio, credo della polizia, che ti vuole parlare >> ho iniziato a mordermi le labbra e staccarmi le pelliccine, dal nervoso. << Ah sì? >> ha detto Dad tranquillo uscendo dalla stanza, scendendo le scale con quel suo modo da rockstar su Mtv Cribs. << Che cavolo avete combinato adesso? >> ho detto, tirandoli uno scappellotto in quella testa tutta rastafari, non potevo immaginare che mi avrebbe rovinato il compleanno! << Cavolo fai? Guarda che non ho combinato niente >>ha detto seccato, mettendo giù la chitarra per andare di sotto da Dad, mi è passato davanti, prendedomi per mano quasi trascinandomi giù per le scale, una volta scesi ci siamo trovati Bill che oregliava dietro le scale e ci siamo uniti a lui, dopo 5 minuti passa Mum, un pò ansiosa e gingilante con un vassoio con tre mug da thè, e dei muffin, a giudicare da ciò, non poteva che essere una persona importante e gradita questo Hoffman. Dad si è avvicinato alla scala per chiamarci a squarciagola, ma ci ha trovati tutti i tre lì e un pò ridacchiando, ha allungato il suo braccio verso la sala, faccendoci il segno per entrare, ho percepito nei miei fratelli un senso di ansia un pò gioiosa, e non ho potuto farne a meno di provare lo stesso.
Entrati in sala, Mum era seduta nel divano viola, e il tale, Hoffman in quello lavanda, davanti a lei, come ci ha visti, si è alzato, e con uno sguardo fiero e um bellissimo e bianchissimo sorriso da 1.000.000 di €, non potevo farne a meno di fissarlo, sembrava Matt Damon, presentandosi con una stretta di mano tipica americana. << Ragazzi, il Signor Hoffman è un discografico della universal... >> malapena Dad ha finito la frase, Bill ha aperto la sua boccona mettendo davanti le mani, emanando un leggero ultrasuono e Tom, sembrava aspettarselo, Mum aveva la tipica faccia da mamma che vede il figlio asinello prendere 9 in algebra, gingillava, applaudiva e sorrideva, Dad era come Tom, sicurissimo di sè, ho riguardato Bill, e la sua espressione era cambiata, un pò imbarazzata, si toccava i capelli e i vestiti, sapevo che si sentiva a disagio, e che il primo incontro con un discografico non voleva presentarsi in pantofolone con tanto di Taz sulla punta.
Un paio di ore dopo, Hoffman, se n'è andato, con il contratto firmato da Dad, Bill e Tom, con una clausola aggiunta,scritta da Bill, che riguardava la mia privacy, io, non dovevo essere esposta a nessun tipo cerchio mediatico, fino a che non decidessi io. E così è iniziata, la mia vita segreta, "La Vita Segreta di Una Teenager Tedesca", può sembrare stupido, ma voglio essere me stessa, non voglio che i paparazzi mi vengano a seguire, chiedendo se mio fratello ha una ragazza mentre sono in pizzeria con i miei amici, ho 13 anni, ho bisogno dei miei spazi.
Appena chiusa la porta Bill si è messo a saltare, Tom era contento, è corso di sopra a chiamarei suoi amici, Dad parlava di tour, contratti, ospitate, tutte quelle cose che solo lui poteva capire, è andato anche lui di sopra a suonare o fare non so cosa, che non la smetteva di borbotare, Bill si è girato verso di me, mi ha abbracciato, prendendomi in braccio, alzandomi, urlando dalla gioia << Andrò su Vanity Fair, registrerò un disco, sarò ricco, famoso e figo, e ti farò 10000 regali! >> era così contento che le sue canzoni finalmenti sarebbero state ascoltate, ed io ero altretanto contenta per lui, finalmente il mio fratellone, sarebbe stato fiero di sè e felice.Si è girato verso Mum che lo guardava con gli occhi lucidi, l'ha abbracciata e baciata, e ripetteva 100 volte << Dobbiamo creare uno stile unico!! >>. Dopo tutta quella euforia, prende per mano me e mamma e dice, << Ok, ora concentriamoci sulla festa di Renny, è sempre la principessa di casa >>, ci siamo rimessi in cucina a schiacciare la carne degli hamburger, e parlare di come sarebbe stato il suo stile, un pò Ziggy Stardust, un pò Marilyn Manson, magari se si fa crescere i capelli se li potrebbe fare all'insù, come Goku.
Abbiamo passato il resto della serata a parlare dello stile di Bill e schiacchiare hamurger, fino all'ora di cena, che Mum ha preparato per l'occasione, una gustosissima griglia di Lasagne alla Bolognese, mi sono òlavara le mani in cucina e soo corsa ad aparecchiare, con tanto di fiori al centro tavola, una volta finito, Dad era già di sotto, in cucina a guardare Bill, contento come non mai, a rimettere a posto tutto, io invece, sono corsa di sopra in camera di Tom, che giocava alla PlayStation, gli ho detto saltellante e radiante << Tiii vieni a mangiare le lasagnucce gustosucce di nonna Kaulitz?! >>, mi ha guardato un pò scazzato, ma con un sorrisino tipico suo, dicendo << Andiamo a mangiare le lasagnucce, salta sù! >> eh? aspetta, non mi ha mai portato a cavalluccio, mi piace il mio fratello nuovo!! Siamo scesi le scale velocissimi, avevo paura di cadere e spaccarmi la testa, o i denti, ma siamo riusciti ad arrivare in sala da pranzo sani e salvi, mi ha fatto scendere delicatamente, faccendo un verso di sforzo (fintissimo) ha detto << Una dietina, non ti farebbe male... >> accidenti, che fratello nuovo, era sempre lo stesso deficiente. A cena abbiamo parlato proprio d'altro, vacanze natalizie! Ma che cavolo c'è che non va con questa famiglia, due membri stavano per diventare delle dannatisime e grandissime superstar, e loro parlavano di vacanze di natale? Ero molto, molto stranita. |
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Capitolo 2 *** Un Compleanno da Ricordare. ***
Era
mattino, non un semplice mattino come tutti quei mattini noiosi di
ottobre dell'Alta Sassonia, era il mattino del mio quattordicesimo
compleanno.
Il
risveglio è stato piuttosto caotico, come tutti gli anni, la
mattina del compleanno consiste in svegliarsi di stucco, con delle
persone che cantano in faccia tanti auguri con una torta piccola con
tanto di candeline con il numero della tua età, capellini a
cono, palloncini e orrende foto di te struccata e spettinata che
piangi perchè preferiresti dormire.
Non
è così male poi, dopo sette/otto anni circa, ci fai
l'abitudine, anche perchè ci sono i regali per tirarti su di
morale.
Dopo
quello spaventoso risveglio, era il momento dei sorrisi. Nel momento
dei sorrisi di quest'anno, ho avuto l'onore di ricevere dai miei
genitori un cellulare, dai miei fratelli una mega trousse
professionale (che avrei sicuramente condiviso con il mio fratello
Bill) e da parte dai nonni una bella mancia di ben cinquanta euro
(ora per maggior parte degli adolescenti non sono nulla, ma per me
erano preziosissimi.).
Dopo
essermi truccata, vestita e piastrata, ho preso il mio zaino e il
giacchino viola in pelle, e sono scesa le scale per fare collazione,
mentre scendevo sono stata letteralmente placcata da Bill, che mi ha
messo a spalle contro il muro, e sussurrando a detto;
<< Questo
è per te, vai a leggerlo in camera tua, non dire niente a
nessuno, ne-ssu-no hai capito?? >> ero scioccata, non ho neanche
risposto verbalmente, lui mi ha preso di mano lo zaino ed io mi sono
precipitata con questa “cosa” in mano, che non mi ero
neanche resa conto di cosa fosse.
Entrata
in camera mia, ecco cosa avevo in mano, era una busta, non una
semplice busta, una busta in carta rosa chiaro, sigillata con un
fiocco di seta dello stesso colore, era così bella che mi
dispiace anche aprirla, sciogliendo quel bellissimo fiocco.
All'interno c'era una carta di auguri, molto carina, con dei disegni
floreali molto delicati, e un biglietto scritto a mano, in una
calligrafia corsiva molto soffisticata, chiaramente maschile, molto
delicata e organizzata, che diceva:
“
E' molto che ti osservo, diventi sempre più bella, non
riesco a non pensarti, mi piacerebbe incontrati.
Georg.
“
Oddio, non mi sembrava vero, Georg Listing, il perfetto, era preso da
me, e voleva incontrarmi?? Non mi sembrava vero, in quel momento ho
sentito le farfalle allo stomaco, mi gelava il sangue, mi scoppiava
il cuore, non riuscivo a respirare, non era possibile.
<< Dai, Aimeé , muoviti arriviamo in ritardo... >>
ha urlato Dad dal sottoscala, che tipo, come se uscissimo di casa
puntuali.
<< Eh, aspetti!! Non posso scendere ora, mi serve Bill,è
urgente... Biiill!! >> ho urlato disperatamente fuori dalla
porta di camera mia.
Neanche cinque secondi, e Bill era già arrivato, come un
lampo;
<< Che è successo?? Lo hai letto? Cosa dice??? >>
<< E' di Georg!! Vuole uscire con me, cosa facciamo??
Stamattina lo vedremo, e se mi viene a parlare? Tom capisce e ci
ammazza tutti, ci ammazza tutti!! >>
<< No, non ti preoccupare, fai finta di niente,ora muoviti,
dobbiamo andare. >>
Eh bé, a dire il
vero, era così Georg non era il mio ragazzo...Ancora!
Potrebbe darsi che dopo una o due uscite capissimo di non essere
destinati a durare, oppure che domani, quando Tom scoprisse, lo
ucciderebbe e così nessun'altro ragazzo mai più ci
potrebbe provare con la sorella "Hannibal Kaulitz the Cannibal"
per paura di essere impiccati con il proprio intestino... Ero sempre
più tesa, avevo paura di lanciare a Georg qualche sguardo da
cerbiatta Tom lo visse e lo uccidesse... (per chi non avesse capito,
Tom non vuole che io abbia un ragazzo, specie più grande
perché non vuole che io faccia sesso perché crede che
io possa diventare una sgualdrina, come quelle che si fa lui..). Una
volta scesa dalla macchina ed aver dato il solito bacino da
"figlioletta-cara-di-paparino" a Dad, sono andata avanti
con i passi lenti e impauriti, Tom era andato avanti, a salutare dei
suoi amici che indossano lenzuola e capelli a moccio, come lui...
Billy invece, è rimasto accanto a me, a braccetto, mi
tranquillizzava dicendo:
<< Stai
tranquilla, devi fare come sempre, lo saluti, poi ti porto dalle
tue amiche, se Georg ti parla, stai serena, ci penso io a parlarci,
comunque la tua risposta è "Sì"?! >>
ho percepito un'esaltazione molto da telefilm, stile Summer
Roberts, non avevo mai visto Bill così ansioso e preso bene,
si sentiva in un telefilm, era ora che succedesse qualcosa di
divertente, alla fine è sempre con quelli amici strani dai
capelli rosa...
<< Certo! Cioè, voglio dire sì... Insomma, non ho
niente da perdere, e poi lui è così carino... Peccato
che Tom lo ucciderà.. >>lì per lì ho
lanciato un sospiro un po alla "povera-donzella-sofferente".
Bill mi ha guardata, (ovviamente prendendomi in giro) compassionevole
e ha aggiunto << Eh, hai ragione, ha de capelli così
belli.. >> poi si è messo a ridere, e ha continuato
<< No, dai, vedrai, se questa cosa fra voi due si rivelerà
una cosa seria, a Tom ci penso io, d'altronde, ho la telepatia
gemellare a mio favore!! >> mi ha rassicurata,
<< Ok, mi fido, bé vado da Yasmine e Lena >> facendo
il pollice in su e allontanandosi per andare dai suoi amici, mi ha
risposto,
<< Perfetto ci vediamo in classe, Renny! >>.
Ho salutato come sempre Yasmine e Lena, ho fatto vedere il mio
cellulare, e, ovviamente, hanno notato che ero più carina del
solito, che avevo un scintillio strano negli occhi,e quindi ho dovuto
raccontarle di Georg!!
<< Allora.. >> ho iniziato a raccontare, quasi sussurrando,
<< Stamattina, Bill mi ha dato una busta rosa, come quelle dei
film, chiusa da un fiocco di tulle carinissimo, aveva un delizioso
profumo, un pò frutti di bosco, un pò fiori freschi, e
c'era scritto, in pratica, che sono bellissima, che non riesce a
smettere di pensare a me, che mi vuole conoscere meglio... >> le
ragazze si sono guardate meravigliate, ansiose e saltellanti mi hanno
chiesto
<< Bè, ma quando uscirete, insomma.. >> cavolo, a
questo non ci avevo pensato, come avrei fatto ad uscire con lui,
senza che Tom lo scoprisse,
<< Non lo so... Non gli ho ancora parlato, non l'ho nemmeno
salutato oggi dalla paura... >> mentre parlavo con le mie
amiche, lo sguardo mi si era perso per una frazione di secondo, avevo
visto Georg, lui mi guardava,con quel sorrisetto malizioso a labbra
strette alla sinistra del suo perfetto visino, in quel momento mi
sono sentita appesa in aria, sentivo una nuvola calda, con lo stesso
odore di quella busta rosa di questa mattina che mi avvolgeva, non
sentivo più le mie amiche parlare, sentivo solo un'eco..
<< Ciao Renate... >> oh Cristo, era lui, adesso, come mi
stavano i capelli? Cosa cavolo gli dico? Non sono pronta!!!
<< Ciao Georg.... >> sentivo la mia lingua che si
pizzicava, come quando vai dal dentista e ti fa l'anestesia, lui mi
ha guardata, mi ha presa per il gomito, delicatamente, e mi ha
trascinata di pochi centimetri a lui, dicendo,
<< ehm.. devo parlarti di una cosa, hai avuto il mio
biglietto? >> oh cavoli, non mi uscivano le parole di bocca, e
per lo più, ho notato che Bill si era girato verso di noi, e
in modo molto attento guardava anche Tom, controllava che lui e i
suoi amici neanderthaliani, non stessero facendo la veglia su di me,
come fanno di solito, con un'espressione tranquilla, mi ha fatto con
la testa il segno che potevo continuare a parlare con Georg.. Non ho
risposto verbalmente a Georg, ho solo annuito con la testa, e lui mi
ha continuato
<< Vedi...Io sono serio in queste cose, tu cosa... >> non
gli ho nemmeno fatto finire di parlare,
<< Per me, possiamo provarci, però Tom non la
prenderebbe bene, sai... >> mi sono interrotta perché mi
aveva preso il mignolo con il suo mignolo, che carino...
<< In effetti, con tutti gli avvoltoi del vostro liceo... >>
lo so era carinissimo, ma ho visto Bill un pò agitato che
guardava di là e di qua, quando è riuscito a incrociare
il mio sguardo mi ha fatto una faccia strana, con gli occhi
spalancati, li mi è venuta paura
<< Georg, forse è meglio che parliamo in un'altro
momento... >> lui esitò
<< Guarda che non ho paura di tuo fratello... >> l'ho
interrotto,
<< Allora ti lascio il mio numero, mandami un sms >>
gli ho preso dalla mano il cellulare e ci ho salvato il mio numero
dopodiché, sono andata dalle mie amiche.
<< Che ti ha detto? Ti ha chiesto di uscire? >> mi ha
chiesto Lena
<< Sì, più o meno... Cambiamo argomento?? >>
le ragazze si sono squadrate e Yasmine ha detto;
<< Come sei suscettibile >>.
Durante tutte le otto ore di lezione, ho pensato a lui, e a questa
situazione, a quel punto mi ero anche dimenticata che era il mio
compleanno. All'uscita della scuola ho salutato le mie amiche, e da
sola, ho preso il primo pullman, quello che sempre pieno. Arrivata a
casa, ho deciso di fare un po' finta di niente, ma appena arrivo in
camera mia e... Bip-Bip, è Georg, ancora prima di risponderlo
mi sono buttata nel letto e ho aperto il messaggio e ho iniziato a
rispondergli:
<< Dove sei? Sono qui alla fermata... >>
<< Ho preso il pullman prima, mi ha chiamata mia mamma vuole
che l'aiuto >> ma tu guarda che bugiarda...
<< A quella cosa che ti ho detto ci hai pensato? >>
<< Un po' si... >> un po'? Ci ho pensato tutta la
mattina a questa cosa!
<< Quindi basta che io dica dove e quando e per te va bene? >>
aiuto, la cosa si fa seria...
<< Sì certo... >> almeno non viene a casa mia...
<< Ok.. allora ci conto... guardo i miei impegni, e poi ti
faccio sapere, ora devo andare con mio padre dall'avvocato per quella
cosa del contratto, ci sentiamo dopo ok?? >>
<< Perfetto... io ora devo andare da mia mamma, ciao... >>
Che bello messaggiare, almeno così non vede che quando mi
parla divento di tutti i colori... Potrei viverci di Sms...
Più tardi di circa mezz'ora, sono arrivati i miei fratelli,
Bill è corso in camera mia, sentivo i suoi anfibi che
rimbombavano su per le scale e il corridoio. E' entrato in camera
mia, con quel suo sorrisetto a trentadue denti, gingillando la testa,
ha fatto un salto dalla porta al mio letto, dove si è seduto
accanto a me appoggiandosi alla testiera.
<< Allora che vi siete detti?? oggi in classe eri muta, ti avrò
mandato circa 100 bigliettini... >> mi ha chiesto , un po'
ansioso.
<< Mi ha detto che non ha paura di Tom, che vuole conoscermi,
mi ha preso la mano, e gli ho dato il mio numero.. . >>
<< Davvero? Che carino, hai fatto bene a dargli il tuo numero,
ti ha scritto qualcosa?? >>
<< Sì, mi ha chiesto quando possiamo vederci, e gli ho
detto che lo decide lui... >>
<< Bene... >> ha sospirato e aggiunto << Sai, non
credo che Tom se la prenda male, visto che è Georg, ma vacci
piano lo stesso. >>
<< Sì certo... Non vorrei che il mio primo ragazzo
venisse ucciso da mio fratello... Rischierei di morire single!! >>
Insieme siamo scoppiati a ridere, cavolo, come potrei mai farmi tanti
problemi per mio fratello, in fondo non è neanche mio papà...
E' mio fratello!
Bill si è alzato, e mi ha trascinata dal letto, come per farmi
uscire dalla stanza, avevo pur sempre il mio compleanno da
organizzare.
Siamo scesi le scale saltellanti, (almeno Bill mi faceva saltellare,
lui è troppo solare per essere un gotico, non capisco questa
cosa...) eravamo da soli in casa, noi tre, è sempre così,
Mum nell'atelier, Dad nella sua scuola di musica, io e i miei
fratelli avevamo un nostro rituale per il pranzo.... Scaldavamo la
cena del giorno prima, visto che a nessuno di noi interessava
cucinare, ci bastava mettere tre piatti e tre forchette a tavola,
ognuno la sua latina di red bull oppure di coca-cola, parliamo tanto
all'ora di pranzo, più che altro, parliamo male degli altri,
siamo un po' dei pettegoli.
Una volta messo a tavola l'occorrente per sbranare una povera teglia
di lasagne, ci siamo seduti, mentre si sedeva, Bill ha preso fiato
e.ha urlato: << Tooooooooooom! A tavolaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!>>
, dopodiché mi ha sorriso e si è seduto educatamente,
mettendo il tovagliolo (un pezzo di scottex, quello con le verdure
disegnare, non un tovagliolo di quelli di seta dei film...) sulle
cosce, e ha preso una porzione gigantesca di lasagna e l'ha messa nel
piatto, con tanto di leccata-alle-dita-sporche-di-lasagne incluse.
Tom è entrato in cucina come se già si aspettasse di
non trovare più niente da mangiare, vedendo me, non essendomi
ancora servita ha detto: << Meno male che qualcuno qua si
preoccupa di non farmi morire di fame..>> diceva guardando
verso Bill con uno sguardo al quanto minaccioso, ovviamente Bill, gli
ha fatto vedere il suo nuovo anello, casualmente era nel suo dito
medio...
Dopo esserci serviti tutti, inizia la conversazione:
<< Stamattina alla fermata Georg era strano... >> non ha
neanche finito di parlare ed io mi sono quasi uccisa con un pezzo di
lasagna incastrato nell'esofago...
<< Stai attenta non ti ammazzare... Dicevo, Georg era strano,
non mi ha neanche cagato, verso le 11 mi ha mandato un messaggio che
diceva che doveva parlarmi di qualcosa....>> stavolta anche
Bill ha quasi rischiato la vita, affogando nella red bull.
<< Che cazzo avete voi due?? Devo imboccarvi per evitare di
vedervi morire qua o preferite il biberon? >>
<< Ma piantala, parla lui che ha 200 buchi in bocca, si capisce
quello che hai mangiato guardando per terra o sul tavolo...Oppure in
faccia della persona che è seduta davanti a te a tavola... >>
Bill ha coraggiosamente risposto, io non avevo neanche più la
certezza di avere la capacità di intere e volere...
<< Voi due avete seri problemi psicofisici... Fatevi
visitare... Quest'altra che fa la muta poi.. Ma che cazzo hai?Hai
avuto un incubo stanotte vero? Ti ho detto di non guardare CSI prima
di dormire, l'ultima volta te la sei fatta a letto... >>
<< Ehi, smettila, non ho guardato CSI ieri sera, inoltre
gradirei che non facessi questo genere di commenti in pubblico,
principalmente di fronte a Georg o i tuoi amici... >> in quel
momento Bill si è lasciato in un espontanea sberla in fronte,
come nei film, quando c'è il coglione che dice qualcosa che
non avrebbe dovuto..
<< Scusa se mi sono preoccupato per te... Ehii, aspetta!! Che
ti importa di Georg?? Non sarà mica che ti piace vero?! >>
mi è gelato il sangue, non mi aspettavo Tom fosse così
perspicace. Fortunamente Bill lo ha interrotto;
<< Non le piace Georg!! >> ha detto in un modo che
lasciassi a intendere che non mi sarebbe mai interessato Georg, così
convinto che ci ho quasi creduto.
<< Allora ti piace Gustav!! >> ha esclamato Tom con il suo
sorrisetto beffardo.
<< Noooo, non le piace neanche Gustav , non le piace nessuno. >>
<< Scusa , allora cosa te ne frega di cosa pensano i miei
amici?? >>
<< Duh, ma ti sembra che sia accettabile che tuo fratello dice
ai suoi amici che se l'è fatta a letto perchè aveva
paura di un cazzo di telefilm, è un'adolescente anche lei... >>
<< Non me la sono fatta a letto perchè “avevo
paura di un cazzo di telefilm”, avevo bevuto molta acqua!! >>
nessuno sembrava ascoltarmi...
<>
<< Non sono suoi fratelli più grandi!! Noi lo siamo, che
ne sai che un giorno non si metterà con uno di loro?? Ti
piacerebbe per caso che lei dicesse alle sue amiche che dormi con i
boxer di Tom e Jerry?? >>
<< Che cosa??? Non si metterà insieme a nessuno dei miei
amici, lei ha 14 anni, non deve uscire con nessuno... Inoltre nessuno
di loro la guarda in questo modo!! >> da questo ho percepito che
Tom e Bill iniziavano a scaldarsi, guerra nucleare in arrivo!!
<< Che cazzo vuol dire che ha 14 anni?? Tu credi che usi ancora
i codini e giochi a fare biscotti di marzapane nei fornelli?? I
ragazzi la guardano eccome, non puoi evitare che lei faccia le sue
esperienze.. >> non aveva neanche finito di parlare e Tom gli è
saltato alla giugulare..
<< Esperienze? Ma quali esperienze, finchè io sono suo
fratello, lei non farà esperienze con nessun ragazzo prima di
essere almeno 18enne... >>
<< Nessuno qua sta parlando di sesso, ogni ragazza normale di 14
anni esce con i ragazzi, va al cinema, al ristorante, al parco... Non
puoi costringerla ad essere una bambina per sempre, io , te e Gordon
non possiamo essere gli unici uomini con cui ha contatto, che tu lo
voglia o meno lei crescerà come sta crescendo, e interesserà
sempre di più ai ragazzi e interesseranno anche a lei!! >>
<< Ah adesso ho capito come stanno le cose!! Tu, brutto
traditore, sai sicuramente qualcosa che io non so!! E la stai
coprendo, con i tuoi discorsetti idioti da
mamma-di-telefilm-americano stai cercando di convincermi che mia
sorella è pronta per andare in giro a limonare con qualche
coglione.. Io so perfettamente come sono i ragazzi, e non si limitano
certo a limonare... >>
<< Io non sto coprendo niente, e anche se fosse, è
soltanto perchè tu sei troppo testa di cazzo per capire tua
sorella.. >>
<< Ma che discorsi di merda devo ascoltare io?? Tu sai
perfettamente che il problema non è nostra sorella!! >>
<< BASTA VOI DUE!!! Io sarò anche vostra sorella, ma non
vuol dire che sono mongola e che non ho nessun controllo sulle mie
azioni, i ragazzi non sono mica tutti dei pervertiti sesuali... >>
finalmente sembravano ascoltarmi, i due si sono girati verso di me,
guardandomi come se io non c'entrassi nulla con tutta la
discussione...
<< Non ragionano mica con il pisello, hanno un cervello ok? E
magari anche dei sentimenti! >> ho continuato, dopo avermi
“ascoltata” si sono guardati e Tom ha detto ha Bill:
<< Vedi perchè ti dico che non capisce un cazzo?! >>
Bill ha annuito con la testa commentando;
<< Sì, ma per questo che dobbiamo farle fare le sue
esperienze, a questo mi riferiscono... >> quel commento di Bill
mi ha veramente sorpresa, insomma da che parte sta?
<< Bill!! Da quale parte stai tu?? Anche tu pensi che io sia una
bambina? >> ho detto sperando che lui correggesse quel
commento...
<< No, vedi.. Come dice Tom i ragazzi non hanno sempre i
migliori intenti, specie a 15 anni...>> non potevo crederci,
Bill era un traditore...
<< Nono, Bill, non fare la mammina comprensiva, lei non uscirà
con nessuno ok?! >>
<< Hai capito?! Tu non farai nessuna esperienza con nessun
ragazzo, piuttosto ti chiudo in casa!! >> ha detto Tom, a 5 cm
dalla mia faccia, con la sua faccia minacciosa.
<< Stronzo!! Tu non sei mio padre... E tu, dovresti stare dalla
mia parte non dargli la ragione... >>
<< Aimee, io sono dalla tua parte!! >> ha detto Bill,
cercando di farmi calmare.
<< No, tu la pensi come lui!! Ti ho sentito perfettamente, al
contrario di quel che pensate voi, non sono scema!! >> me ne
sono andata verso il corridoio, precipitandomi alle scale, i ragazzi
mi sono venuti dietro, ma in quell'esatto momento è entrato in
casa Dad, con la torta, << Superdad at home!! Dov'è la
mia piccolina?? >> quell'entrata era veramente fuori luogo, ho
alzato gli occhi e sbuffando ho urlato: << Avete rovinato il
mio compleanno, ed IO, non sono la VOSTRA DANNATISSIMA PICCOLINA!!! >>
ho chiuso correndo di sopra per le scale.
Ero così arrabbiata, volevo chiamare Georg e dirgli che doveva
venire a uccidere quelli stupidi dei miei fratelli.
Entrata in camera, ho sbattuto la porta, buttandomi sul letto, ho
messo in faccia il cuscino, volevo soffocare tutto quello che stava
succedendo, ma così rischiavo di ammazzarmi, per 2 minuti ci è
stato un silenzio cupo in tutta la casa, tranne che per i passi
pesanti e frettolosi, dei miei 3 bodyguard che salivano per le scale,
ho sentito anche il rimbalzo delle tue mani di Dad hanno tirato due
scappellotti a Bill e Tom che hanno detto semplicemente “aia”.
<< Che avete combinato? >> diceva Dad, dall'altra parte
della porta che riprendeva i miei fratelli.
<< Tom si sta comportando da stronzo... >> ha aggiunto
Bill.
<< Perchè ti stai comportando da stronzo?? Cosa le hai
detto?? >> ha chiesto Dad molto curioso.
<< Niente, sta uscendo con un ragazzo... >>
<< Non è vero, non sta uscendo con nessuno.. >>
<< Allora sta uscendo o no con un ragazzo?? >> Dad
iniziava a sentire confuso.
<< Sì e Bill la sta coprendo, comunque le ho detto che
non può uscirci!! >>
<< Perchè la stai coprendo?? E perchè tu hai detto
che non può uscirci? Lo conosci? E' per caso qualcuno che non
ti fidi?? >> ha chiesto simultaneamente a Bill e Tom.
<< Non esce con nessuno, Tom è un coglione paranoico
tutto qua. >>
<< Non so chi ... >>
<< Vedi che sei un coglione... >> ha detto Bill.
<< Tu sei un coglione!! >> ha risposto Tom.
<< Ehi, ehi, tutti i due siete dei coglioni, ora andiamo in
studio,parliamone un po', lasciate stare vostra sorella... >>
Li ho sentiti verso lo studio di Dad, cavolo, perchè devo
avere dei fratelli così rompi palle? Non vedevo l'ora che
arrivasse Mum, si sarebbe arrabbiata tantissimo con loro.
Mentre ero in camera a commiserarmi, sarà passata circa una
mezz'ora, ero già più tranquilla, dopo averci
riflettuto un po', ero arrivata alla conclusione che forse avevo
esagerato un po', alla fine, i miei fratelli ci sono sempre stati per
me, forse Tom è agitato per quella cosa del contratto, anche
se non mi sembra visto che è successo da due giorni, e nessuno
sembrava interessato.
Quando sono arrabbiata, Bill aspetta sempre mezz'ora per farmi
sbollire poi viene da me, a consolarmi, come se fosse un rituale per
lui, apre lentamente la porta, senza che io me renda conto e dice
<< Toc-toc... >> poi fa un passo in avanti, dicendo
<< Posso? >> e senza che io gli risponda lui entra, si
siede sul mio letto, mette la mano sotto il cuscino, dove ho la testa
e me gratta lentamente, dopo 20 secondi dice << Tutto ok? Stai
meglio? Scusa per prima non mi sono espresso bene... >>. E'
sempre così, ogni volta che litighiamo da quando abbiamo 6 o 8
anni che lo fa, e per strano che possa sembrare, è l'unica
cosa che mi fa calmare tutte le volte che sono triste o arrabbiata.
Mi sono alzata, mettendomi seduta nel letto a gambe piegate e
asciugandomi le lacrime di rabbia ho iniziato il nostro dialogo:
<< Forse anche io ho esagerato... Cioè magari siamo tutti
tesi per la cosa del contratto discografico, mi sento un egoista,
penso solo al mio compleanno e i miei problemi... >>
<< No, non è così, la cosa del contratto è
stata presa nel modo da prendere, non dobbiamo andare in giro a fare
i grandi dicendo ai quattro venti che abbiamo firmato con la
Universal, è solo l'inizio, e poi non possiamo montarci la
testa così... >>
<< Hai ragione... >>
<< Ok, ora basta con il dramma, Dad mi ha dato dei soldi per
portati da Starbucks e prenderti il tuo frappè strano... Ti
va? >> Ha detto gingillando la testa con il suo sorrisetto
carino e le manine che battono, come quelle bambole della tv.
<< Ok, andiamo... Magari guardiamo un po' le vetrine... >>
stavolta ho gingillato io la testa, con tanto di sorrisetto carino...
<< Okay.. Così magari passiamo davanti allo studio del
padre di Georg e vediamo sei il tuo adorato sweethear è
lì... >>
<< Non c'è, ha detto che andava dall'avvocato con suo
padre per la quesione del contratto... >>
<< Hmm... M sono dimenticato che eri la sua ragazza e che sai
tutto di lui... >>
Una volta presi i nostri giacchini in pelle e le nostre borse a
tracolla, siamo scesi le scale saltellanti e ansiosi, siamo corsi
verso la porta, di sotto c'erano Dad e Tom in sala che parlavano,
siamo semplicemente usciti dicendo << Noi andiamo.. >> e ci
siamo precipitati al cancello, per fortuna abbiamo la fermata del
pullman davanti a casa, mentre aspettavamo non facevamo altro che
parlare delle nostre idee per il suo look.
Una volta saliti sul pullman, ognuno ha preso il suo lettore cd, e
mentre ascoltavamo le nostre musiche da Teen-Drama, guardavamo fuori
dal finestrino, osservando quei campi orrendi, pieni di mucche e
letame, io pensavo a cosa potesse stare pensando mio fratello in quel
momento, magari a quanto contento fosse perchè stava per
lasciare definitivamente questa merda di provincia, lasciare tutti i
campagnoli alle spalle e aprire una nuova porta per le grandi città
europee e mondiali. Non riuscivo a capire come mai riuscisse ad
essere così rilassato , sapendo che tutta la sua vita stava
per cambiare...
<< Siamo arrivati a Bahnhofplatz, Magdeburgo. >> era quello
il suono che mi aveva svegliata dai miei pensieri, non avevo nemmeno
chiuso gli occhi, semplicemente appoggiato la testa nella spalla
sinistra di mio fratello mentre guardavo fuori dal finestrino, non mi
ero neanche accorta che il pullman era quasi pieno.
Ho un po' smosso Bill con il gomito, per farlo svegliare, erano già
passati i venti minuti del viaggio, e dovevamo scendere, ha tolto le
auricolari e spento il lettore cd e si è alzato, io ho fatto
la stessa cosa dopo di lui, scesi dal pullman siamo andati verso il
centro commerciale dall'altra parte della strada.
Non mi ricordo esattamente di cosa parlavamo, ma ricordo che mi
sentivo serena, leggera, molto di più delle altre volte che
litigavamo.
Siamo passati davanti a un negozio di accessori e ci siamo incantati
con quello che c'era dentro, abbiamo voluto prendere tutto il
negozio, ma visto gli strategici 20 euro che Dad ci aveva lasciato ci
siamo accontentati di 1 paio di cosette a testa, fortunatamente, ho
un fratello a cui piacciono trucchi e bigiotterie, ci scambiavamo
tutto, e forse ancora oggi.
Dopo una pillola di shopping, siamo andati da Starbucks e ci siamo
seduti a deliziare i nostri frappè e muffin, Bill prendeva il
suo solito frappè di vaniglia e frutti di bosco e un donut di
quelli rosa, io invece ci andavo su pesante con il cioccolato, doppia
porzione ovunque.
Rilassandoci e parlando dei cavoli nostri, ci siamo completamente
dimenticati di che ore fossero, quindi, dopo di essercene accorti di
essere in ritardo per il MIO compleanno, siamo corsi verso la
fermata, e con tutta la fortuna del mondo siamo riusciti a prendere
il pullman.
Dopo venti minuti, eccoci alla fermata davanti a casa, Bill era
diventato strano da tipo 10 minuti, sembrava ansioso, non lo so...
Qualcosa in questa storia mi puzzava, ma non sono andata a fondo alla
questione, era il giorno della mia festa di compleanno, e io me ne
ero dimenticata, avevo una paura assurda che Mum si arrabbiasse con
me per essere arrivata in ritardo alla mia festa.
Entrati in casa, abbiamo visto Mum che dalla cucina correva in sala,
con un vassoio pieno di muffin e cupcake nelle mani, Tom che gonfiava
dei palloncini rosa e Dad che non faceva niente, scendeva dalle
scale, e sorpreso ci ha detto ; <>
<< Stavamo per perdere l'autobus, quindi siamo corsi...>>
ha detto Bill mentre si toglieva la giacca e l'appendeva.
<< Gente, quanto siete carini, grazie di organizzare tutto al
posto mio, mi sono comportata da cretina egoista... >> il senso
di colpa mi mangiava dentro, io che parlavo tanto male di Tom, e lui
qua a gonfiarmi i palloncini... La stronza sono io, non lui.
<< No tesoro... >> ha detto Mum avvicinandosi per salutare
me e Bill con il suo caratteristico abbraccio doppio. << Ti dai
sempre tanto da fare ad organizzare le feste di tutto l'anno quando
ce le dimentichiamo sempre, per una volta, possiamo anche rompere gli
schemi... >> continuò, mentre mi faceva segno di andare
di sopra, << ora vai a mettere il tuo bel pigiama nuovo per
l'occasione, le ragazze dovrebbero arrivare in poco tempo, e tu
Mecky, vieni con me in cucina.. .>>.
Ho fatto le scale di corsa, sono entrata in camera in un lampo, e mi
sono vestita ancora più velocemente, ero ansiosa per questa
nuova fase della mia vita, andare in tour con i miei fratelli, avere
un ragazzo, non so, una vita da telefilm era proprio quello che ci
voleva per farmi dimenticare il fatto che vivo nel bel mezzo del
nulla.
Dopo essermi vestita, ho pensato di mandare un SMS a Georg, giusto
per sapere come sta o cosa faceva, non sapevo cosa scrivere, ma non
volevo essere sdolcinata, in fondo lui è più grande di
me, e poi non è ancora il mio ragazzo. Ma lui, sembrava avermi
letto nel pensiero e avermi battuta nel tempo. Quell'antipatico
bip-bip del cellulare sembrava essere un suono bellissimo quando
annunciava un SMS di Georg.
<< Ciao bella, ho sentito Bill prima, tutto ok?? >> che
dolce....
<< Ciao!! mi hai letto nel pensiero, stavo per scriverti,
comunque tutto ok, Tom sembra essersi calmato... Come ti è
andata la giornata? >> spero di non ficcanasare troppo.
<< Tutto normale, ho finito prima di quanto mi aspettassi
dall'avvocato, ho passato il resto del pomeriggio ad aiutare mio
padre nello studio.. Tu?? >> oh cazzo, ben che Bill aveva detto,
dovevamo passare nello studio di suo padre.
<< Sono stata a Magdeburgo con Bill, abbiamo fatto un giro al
centro commerciale poi siamo andati da Starbucks... >>
<< Davvero?? Cavolo, la prossima volta che vieni a Magdeburgo
fammi sapere, così almeno mi faccio dare una pausa e ci
vediamo, una pausa di un quarto d'ora con te mi ci vuole, passo tutto
il giorno con lo sputo della gente in mano... >>
Quando stavo per rispondere a Georg, qualcuno bussa timidamente,
<< Sono io, posso? Giusto un attimo... >> era Tom, ho
semplicemente risposto con un secco; << Vieni... >>.
E' entrato in camera un po' imbarazzato, ha chiuso la porta, avendo
capito che non era lì semplicemente per farmi andare di sotto,
ho posato il cellulare, e ho leggermente battuto la mano sul letto,
per farlo sedere.
<< Senti, so che mi sono comportato da stronzo con te oggi, ma
sai... Non è facile per me accettare che altri ragazzi
vogliono fare con te quello che faccio con le loro sorelle... >>
<< Tom... >> ho provato a replicare un po' stranita
dall'immagine che potesse avere in testa, ma lui non mi ha lasciata
continuare.
<< No.. Fammi finire... Vedi, non voglio che tu pensi che faccio
lo stronzo giusto per il gusto di farlo... Anche perché il mio
intento non è quello di fare lo stronzo, ma di proteggerti dai
coglioni che ci sono in giro.. Non mi va di avere segreti e diventare
quei fratelli che non si parlano almeno che non sia per litigare. >>
non avevo mai sentito Tom che faceva un discorso del genere prima
d'ora, ero quasi emozionata.
<< Grazie Tom, neanche io voglio diventare di quelle sorelle che
parlano con il fratello solo per chiedere passaggi... Niente segreti,
è un po' troppo, ognuno ha i suoi segreti ma, cerchiamo almeno
di non azzannarci a vicenda..... >>
<< Sì... Ma io voglio che ti fidi di me, come ti fidi di
Bill, cioè... Siamo tutti i tre fratelli qua, però come
preferisci... Importante è che non si ripetano più
questo genere di cose...Pace? >>
<< Ok... Pace... >>
<< Ora sei stronza tu, dai un cazzo di abbraccio a tuo
fratello... >> ha detto un po' ridendo, un po' serio.
<< Haha ok... >> e ci siamo abbracciati.
<< Comunque Mum vuole che scendi, anzi... Io voglio che scendi,
Mum sta facendo confusione tra hamburger di tacchino e i
pancake...Fossi in te scenderei... >>
<< Sì arrivo subito, vai pure avanti, devo fare una
cosa... >>
<< Ok.. ma io ti ho avvisata.. >>
Ero molto contenta di avere fatto pace con Tom, alla fine quando
litighiamo qua, qualsiasi sia il motivo, stiamo tutti male.
Prima di scendere dovevo mandare un messaggi a Georg, avevo paura che
pensasse che lo stavo ignorando...
<< Scusami ma era entrato Tom, voleva chiarire...Comunque ora
devo andare ad aiutare i miei di sotto, verso le 7 dovrebbero
arrivare le ragazze, ci sentiamo dopo... Ciao=) >>
<< Ohh, che peccato =(... Ci sentiamo prima che vai a letto,
fammi uno squillo ok? Baci. >> uhh il mio primo bacio per sms...
Scesa le scale, sono andata in cucina a vedere cosa stava combinando
Mum, e passando dalla sala, ho visto quanto era carina la mia festa,
mi sembra una specie di “Adio all'infanzia”, certamente
io amo Hello Kitty e tutto ciò che sia rosa e lo amerò
per sempre, ma non so, tutto quel putiferio che è successo
oggi, mi fa pensare a grandi cambiamenti.
Erano le sette e un quarto, tutto era pronto, perfetto, sento il
rumore di un fuoristrada fuori dal vialetto che si avvicina, erano
Yasmine, Lena e Federica, le mie tre migliori amiche, anzi, le
uniche, noi, i Kaulitz-Truemper, non eravamo molto popolari nei
dintorni, la gente ci credeva “strani” alcuni ci vedevano
come una famiglia troppo Hollywood per essere a Loitsche, come gli
Osbourne, altri ci vedevano come i figli disturbati di due
adolescenti stra fatti che non sono ancora cresciuti del tutto.
<< Ciao!! Pensavo che mi avreste dato bidone, mi stavo
preoccupando... >>
<< Ma no dai, sai che per te noi ci siamo sempre... >>
Chiusa la porta, ho fatto subito vedere alle ragazze come i miei
avevano sistemato la sala, era una specie di camerata tutta rosa,
sicuramente mentre i miei sistemavano la sala per questa festa gli
veniva la nausea, in casa nostra va di moda il nero.
C'erano i sacchi a pelo, 1000 dvd, un sacco di roba deliziosa da
mangiare, sembrava una foto pubblicitaria, la serata si stava
rivelando divertente, i miei non sono venuti a darci fastidio, ogni
uno per i cavoli suoi, ogni tanto Mum faceva scendere Bill a
scattarci delle foto, le occasioni sociali con membri della comune
società provinciale e bigotta non era di uso comune in casa
nostra, era come essere agli oscar, preparazioni, pianificazioni,
foto a non finire, è difficile essere gli sfigati della città.
Una volta sole, io e le ragazze abbiamo iniziato a parlare di
ragazzi, telefilm e tutte quelle cose sdolcinate e patetiche che si
possono immaginare, dal nulla però, Federica tira fuori
l'argomento Georg.
<< Ma allora, dai dicci, come vanno le cose?? Vi siete gia messi
d'accordo per un uscita?? >>
<< Ma figurati, oggi a pranzo, non so come è uscito fuori
l'argomento ma Bill e Tom si sono azzannati, perchè Bill
diceva che io da neo-adolescente dovrei fare delle “esperienze
che includono anche i ragazzi, e Tom tutto il contrario, finchè
è vivo io, i ragazzi non me li devo proprio sognare, ma solo
lui ha la fissa, neanche i miei se la danno per questo... >>
<< Ma chi se ne frega di Tom?? Se noi usciamo con i ragazzi di
nascosto dai nostri genitori, figurati se non ci riesci tu di
nascosto da tuo fratello, con il tuo altro fratello e i tuoi che ti
coprono!? >>
<< Ha ragione Fede, guarda che poi Georg è più
grande e più forte di Tom, dubito che abbia paura... >>
<< Guarda che Tom e Georg, sono amici da anni, e suonano nello
stesso gruppo, ora che le cose vanno bene per loro non voglio mandare
tutto a puttane!! >>
<< Ma quali puttane!!! E' una cosa normale , e poi Georg non è
un drogato o un fattone che va in giro a scoparsele tutte, anzi... Ho
sentito che l'anno prossimo si iscrive per odontoiatria... >>
<< Cazzo vuol dire? Non voglio stare insieme a lui solo perchè
fa il dentista... Comque cambiamo argomento, ieri ho registrato la
maratona della 1 e 2 stagione di Sex and The City, le guardiamo
subito cosi per le undici riusciamo a vedere altre cose, che ne
dite? >>
<< E chi rinuncerebbe mai a vedere Sex and The City, magari
quando avremo trent0anni anche noi saremo come loro... >>
<< No Yasmine... No, una zitella trentenne un po' troia.. Nono,
ho altri piani per la mia vita... >>
<< Haha, tutte noi, almeno lo spero. >>
<< Che tonte, io intendevo tipo, i vestiti e le scarpe
ultra-firmati... >>
<< Ahh sì, allora s'... >>
Dopo ben due stagioni di Sex and The City, e i due film del Diario di
Bridget Jones, circa tre hamburger a testa e infiniti litri di
Coca-Cola e dolci di svariato tipo, eravamo stanche morte, ci siamo
buttate nei sacchi a pelo per parlare di cavolate, ma Orfeo ci ha
battute nel tempo... E ci siamo addormentate.
Non avevo idee di che ore fossero, ma sapevo che c'era mio fratello
Bill, che come un psicopatico, mi svegliava con una mano che mi
tappava la bocca, mi ha preso per il braccio portandomi verso il
corridoio.
<< Cazzo gli hai detto a quello sclerato di Georg?? >> ha
detto incazzatissimo cercando di non alzare la voce.
<< Non lo so... perchè?? >> avevo quasi paura di
chiederglielo, ci sta che Tom e io abbiamo fatto pace, ma non questo
non gli impediva di ammazzarci tutti.
<< Sono andato in camera tua a prendere la web cam, e il tuo
cellulare ha suonato, ho visto che era un messaggio di Georg, allora
l'ho aperto per venire qua a dirtelo... E qui!! E' qua fuori...Vuole
vederti... >> che carino, Georg aveva sfidato la morte per
vedervi, non era carino??
<< E Tom è sveglio!! >> no, non era per niente
carino, era folle.
<< E adesso cosa facciamo? Mandalo via!! >>
<< Duh, è Georg, mica Gustav, non va da nessuna parte se
non ti vede, è capace di rimanere lì fino a domani a
mezzo giorno di domani. >>
<< Cazzo, e poi la finestra di Tom è in parte alla tua,
e Georg sta tirando i sassolini come Romeo, non è romantico,
alla fine muoiono tutti!! >>
<< Io mando un sms a Georg, e dico di non fare chiasso, nel
frattempo mando Lena in camera di Tom.. Lo terrà sicuramente
occupato... >>
<< Ehi, da quando in qua sei così maliziosa?? >>
<< Ho appena guardato due stagioni di Sex and The City e i due
film di Bridget Jones, quelle sono tutte andate a dormire pensando a
Hugh Grant e poi... >>
<< A Tom piace Lena... >>
<< Che ne sai tu?? >>
<< Duh, siamo gemelli noi due sai?! >>
Sono corsa in sala e ho svegliato Lena, ma non essendo delicata come
Bill si è svegliata anche Yasmin, non è stato
difficilissimo fare andare Lena da Tom, non ho neanche finito la
frase ed è corsa di sopra, Yasmin invece ha cercato di
convicermi che doveva distrarre Bill, ho fatto finta di non capire ma
ho detto che non era neccessario.
Con Tom fuori gioco, ero libera di uscire da Georg, ma prima dovevo
dire una cosa a Bill, che era in cucina;
<< Se non vai a metterti qualcosa addosso, questa maglietta e
quei boxer da gay, Yasmin te li strappa a morsi... >>Bill ha
fatto una faccia un po' stranita, mentre sorseggiava il tè mi
faceva il segno di andare.
Ho preso le pantofole e la vestaglia e sono andata fuori, da Georg.
<< Georg!! Ma sei matto? Guarda che quella lì è la
finestra di Tom, lo sai che lui non dorme a quest'ora... >>
<< Non mi importa di Tom, volevo vederti... Ti aspetto qua da
un'ora, ti avrò mandato un quintale di messaggi... >>
<> non mi aveva neanche lasciato finire di
parlare, ha poggiato delicatamente due dita sopra le mie labbra
dicendomi << Ssshhh!! >> non avrei proprio fiatato, il
fatto che mi avesse sfiorata mi aveva fatta rabbrividire.
Ha preso il suo braccio destro e lo ha avvolto attorno al mio collo,
quello sinistro, lo ha avvolto attorno alla mia vita, e mi ha tirata
verso di sé, con la mano destra mi teneva la testa, mi ha
portata verso il viso, mi ha dato un piccolo bacio a stampo e
dopodiché un fantastico, lungo, bacio da film, sentivo il suo
respiro farsi sempre pi forte mentre mi baciava, mi sentivo
sciogliere in quelle sue forti braccia da gran figo, stavo per cadere
per terra, non sentivo più le gambe, avevo la bocca e la gola
che mi bruciavano, non pensavo, non avevo niente in testa, ho avvolto
le mie braccia attorno alla sua schiena, non volevo più
staccarmi, anche se non riuscivo a respirare, continuavo a baciarlo,
seguivo il suo ritmo, ha staccato delicatamente le sue labbra dalle
mie, il suo visa si muoveva delicatamente sul mio, sentivo il suo
respiro che dall'orecchio si spostava al collo, dove mi baciava, ad
un certo punto si è fermato, ha appoggiato la testa sulla mia
spalla destra, con le braccia mi ha stretta forte a sé, era
così forte che non riuscivo a stare in piedi, sentivo di
perdere tutto il fiato che avevo nei polmoni, ormai le gambe non le
sentivo più, mi sembrava di fluttuare, ho appoggiato la testa
sulla sua spalla, sentivo il suo cuore battere forte come un treno,
il mio sembra essere andato in arresto, avevo pure smesso di contare
i battiti, non volevo pi muovermi, sarei potuta stare in quella
posizione per sempre. Quando non mi aspettavo più di muovermi,
ho percepito di nuovo respiro, più forte, caldo e sicuro che
dal collo, percorreva il mio viso, mi sono tolta dalla sua spalla e
l'ho guardato negli occhi, nei sui bellissimi occhi grigi da lupo
mannaro che mi fissavano con quel suo modo tenebroso, e l'ho baciato,
più intensamente di quanto potessi immaginare, sentivo sempre
più caldo, ad un certo punto, sentivo le sue mani che
scendevano sui miei fianchi, e tornavano lentamente sopra, continuava
a baciarmi sempre più profondamente, il che mi faceva venire
un caldo allucinante, stavo per strapparmi i vestiti di dosso, mi
sembrava di stare davanti ad un falò.
Dopo quell'interminabile e fantastico bacio, ho aperto gli occhi, ed
era quasi alba, sapevo che se fossi rimasta ancora molto, Tom porta i
cani fuori all'alba, ci avrebbe visti e uccisi, ma ne sarebbe valsa
la pena.
Georg mi ha preso il viso, tenendolo fermo come se dovessi guardare
solo lui. E con una voce sussurrante ha detto:
<< Devo andare, mio padre non sa che sono uscito, devo tornare
prima che esca, proverò a parlare con Tom oggi pomeriggio...
Stai tranquilla. >> non riuscivo a capire una singola parola di
quello che diceva, volevo solo che continuasse a baciarmi.
Mi ha dato un'ultimo e veloce bacio e se n'è andato, è
semplicemente sparito in quel filo di luce viola che illuminava
quella notte.
Sono tornata di corsa in casa, avevo l'intensione di svegliare le
ragazze e raccontare il mio primo bacio. Entrata in casa, sono andata
in sala, dove ho trovato Yasmin, Federica e Bill seduti per terra,
appoggiati al tavolino della sala, Yasmin beveva del tè, Bill
invece, si stava facendo mettere lo smalto da Federica.
Quando sono entrata, tutti i tre si sono girati verso di me battendo
le mani lentamente con i loro sorrisi a trentadue denti.
Mi sono seduta a gambe piegate per terra con loro, e quasi
contemporaneamente Bill si è alzato per chiudere la porta la
porta scorrevole che divideva la sala dalla hall, poi velocemente è
tornato e si è seduto per terra dove era prima.
<< Non sono riuscito a dormire tutta la notte, ero pronto per
sgattaiolare fuori con la scusa del giornale per riprenderti... >>
<< Già avevamo un piano A uno B e uno C in caso Tom
scendesse. >> ha continuato Federica.
<< Allora... E' stato bellissimo, sembrava un film come sono
uscita lui era lì alla casetta di legno con le mani in tasca
che mi aspettava... Mi sono messa a parlare come una matta e lui mi
ha fatto “Sshhh” e ha iniziato a baciarmi , mi ha
abbracciata, poi se n'è andato... >>.
<< Ahh, che romantico... >> hanno detto in coro Federica e
Yasmin.
Bill non sembrava molto interessato in ascoltare, sorrideva perchè
gli facevo tenerezza;
<< Ohh, la mia sorellina ha dato il suo primo bacio.... >>
ha commentato.
<< Ehi, ehi aspetta...Quando Bill è venuto da noi ereano
quasi le tre, e tu sei tornata alle cinque meno dieci...Siete stati
due ore a baciarvi??? >> ha chiesto Yasmin sorpresa e
meravigliata.
<< Non lo so, a me sono sembrati cinque minuti... >> ho
risposto imbarazzata.
<< Ohhoho, che bacio da vamp ragazza!! Ecco perchè sei
pallida, non hai respirato per due ore... >>
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Capitolo 3 *** Il Risveglio. ***
L'orologio
della cucina segnava le sei meno un quarto, io, Federica, Yasmin e
Bill eravamo in cucina, Yasmin e Federica erano sedute attorno
all'enorme tavolo rotondo, in legno nero che abbiamo tutt'ora in
cucina, mentre io facevo il tè, Bill apriva il vassoio dei
pasticcini ancora sigillati dalla carta della pasticceria,
delicatamente disfaceva il laccio che l'avvolgeva, dopo l'ha messa
sul tavolo, in parte alla sua teiera di porcellana rossa.
(Bill è sempre
stato fissato con tè e tisane, per lui è come un
liquidino magico che fa sì che le persone si rilassino e
socializzino, per lui la fine della guerra tra Palestina e Israele si
risolverebbe con la popolazione che si siede a prendersi un tè
con pasticcini...)
<<
Sapete... Quasi quasi vado in camera di Tom fare un po' il bastardo,
a dirgli che è pronto da mangiare per vedere cosa combina...
>> ha detto Bill, con aria diabolica.
In
quell'istante, Federica ha sputato dal naso il tè che stava
bevendo, per ridere, e con un sorrisino imbarazzato ha commentato:
<<
Bill.. Sai non credo sia una buona idea, anzi non credo sia una cosa
interessante da vedere... >>
<<
Io invece sono d'accordo con Bill.. >> ha blaterato Yasmin
( Ho sempre voluto
bene a Yasmin, ma certe volte era davvero fastidioso quanto cavolo
adulava mio fratello, e poi certe volte sapeva essere veramente
antipatica.... )
<<
Dai … Alla fine Tom mica si arrabbia, cioè... Sì...
Però è divertentissimo vederlo arrabbiato!! >> ha
continuato Bill, sempre più propenso ad importunare Tom.
Neanche
il tempo di replicare, e Bill aveva già fatto almeno due
gradini della scala, io l'ho seguito ovviamente, Federica e Yasmin
sono rimaste di sotto, avevano paura di entrare nel covo della
bestia.Io e Bill ci siamo avvicinati, con i passi pi cauti possibili,
non volevamo rischiare di svegliare Mum and Dad, non penso sarebbero
stati contenti di sapere che una spia adolescente ha corrotto
sessualmente un comune ragazzo che cercava solo di proteggere la
sorella. Bill ha aperto la porta, e lentamente è entrato,
facendomi il segno di avanzare in silenzio.
<<
Buon giorno piccioncini, è ora di alzarsi... >> ha detto
battendo le mani in quell'irritante modo ripetitivo che solo lui è
in grado di fare.
<<
Ehi.. Ma che cazzo... >> ha borbottato Tom al vederlo in
camera.
Mi
sono avvicinata verso la finestra per aprire le tende, anche se il
sole alle cinque di mattina, in pieno inverno in Germania non sia il
massimo per svegliarsi.
<<
La collazione è pronta, e le altre vi aspettano di sopra... >>
ho detto io saltellando e battendo le mani come una marmotta.
Io e
Bill ci siamo fermati proprio davanti al letto, era stranissimo che
Tom non si fosse messo a dire tutte le parolacce possibili ed
immaginabili, presenti nella lingua tedesca. Era tranquillo sdraiato
con le spalle girate verso di noi, abbracciato a Lena, girata verso
al muro. Dopo quell'imbarazzate minuto, Lena, si è messa
seduta, con i capelli un po' scompigliati ci guardava molto serena,
con un sorriso sulle labbra ha detto << Buongiorno gente... >>.
Io e
Bill eravamo veramente sorpresi, non aveva detto ancora niente e non
sembrava di malumore.
<<
Che palle, potevate bussare, c'è la porta appositamente per
queste circostanze... E se io fossi nudo?? >> ha detto Tom
<<
Bleah, sei disgustoso... Vedi di alzarti, sono le sei. >> ho
detto io.
Bill
si è avviato alla porta, e io l'ho seguito, non avevo
intenzione di rimanere ancora un minuto in quella camera disgustosa,
dove mio fratello aveva fatto sesso, solo il pensiero mi
rabbrividiva.
In
cucina Yasmin ci guardava con i suoi occhi vigili, Federica era
sorridente e serena come sempre, infatti ci ha salutati con un
caloroso << Buongiorno, siete sempre tutti così
mattinieri in questa casa?? >> Bill ha adorato quella reazione
ed io anche, anzi, forse anche Tom aveva gradito, il mattino per lui
è sempre un problema.
Io,
Lena e Bill ci siamo seduti a tavola, Tom ha aperto l'armadio sopra
il lavandino, e ha preso due tazze, una per lui e una per Lena, ha
aperto il frigo e ha preso del latte, dopo si è seduto a
tavola in parte a me, prima di sedersi, si è accasciato e mi
ha dato un bacio sulla fonte, devo dire che mi aveva sorpresa dopo la
lite di ieri.
<<
Allora tutto bene?? Piaciuta la festa? >> mi ha chiesto.
<<
Sì, abbiamo visto Sex and The City, oggi facciamo manicure e
pedicure più tardi... Vuoi anche te?? >> domanda
retorica...
<<
Ok.. Ma niente smalto!! >>
La
collazione è proseguita tranquilla, Tom è andato di
sopra a vestirsi perhcè doveva portare fuori i cani, io e Bill
abbiamo dato un'ordine in cucina, e le ragazze preparavano tutto in
sala, avremo guardato Il Diavolo Veste Prada.
Io,
Bill e le ragazze ci siamo messi comodi sul divano, Bil, nell'angolo
del divano, con le gambe estese sopra l'isola, io, appoggiata a lui
con le gambe piegate e la Fede con la testa poggiata sulle mie gambe,
aveva le gambe estese su Lena, appoggiata sulla spalla di Yasmin,
sempre intenta a fissare Bill.
Dopo
cinque minuti di film, Tom è sceso, vestito con le sue
“lenzuola” e i rasta avvolti dentro il suo capellino di
lana verde.
E'
entrato in sala , e ha commentando; << Dov'è Fede?? >>
non la vedeva poi che era sdraiata sulle mie gambe, lei ha alzato la
gamba e ha detto << Sono qui!! >> lui si è
avvicinato al divano e le ha fatto una specie di carezza come quella
che si fa ai gatti, sotto il mento, ha dato un bacio sulla mia
fronte, con tanto di scompiglio ai miei capelli e un bacio sul collo
di Lena.
<<
Che leccaculo.. >> ha commentato Bill mentre sorrideva.
Ho
sentito vibrare il cellulare, era Georg;
“ Mi sono alzato
ora, non ho dormito, pensavo a te... Che fai?? ”
“Sto guardando
un film con Bill e le ragazze in sala... Siamo sdraiati sul divano
mezzi rimbambiti perchè non abbiamo dormito. “
“ Che bello...
Sapessi quanto vorrei essere sul divano mezzo rimbambito con te in
questo momento... “
“ Anche io...
Spero che possiamo esserlo al più presto...=)”
“ Oggi alle
prove parlerò con Tom... Non credo la prenderà così
male.”
Io e
Georg siamo andati avanti a messaggiare per ancora un'ora, poiché
doveva vestirsi e andare in studio da suo padre fino a mezzo giorno,
dopo dove andare in scuola guida a iscriversi, e solo verso le due
sarebbe andato alle prove . Non mi agitava più che Tom
venisse a sapere di me e Georg,sembrava così rilassato , forse
sarebbe andato tutto bene, e non avrebbe dato grande importanza a
ciò.
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Capitolo 4 *** La Mamma Ha Sempre Ragione. ***
Quel
giorno, avevo cambiato idea, volevo tenere un segreto, ma alla fine,
il consiglio della mamma, ha ribaltato la situazione, non si
trattava di confessare qualcosa di orribile, bensì di
condividere una cosa importante per me. Mentirlo ancora avrebbe solo
fatto del male a lui.
E
rano quasi le tre, Bill e Tom erano usciti da circa un'ora per andare
a Burg a fare le prove, ormai ero sola in casa, Mum era uscita alle
otto di quella mattina per andare in atelier a Magdeburgo, Dad
invece, doveva fare un concerto a Berlino, al White
Trash . Yasmin e Federica erano tornate alle
loro case, ed io ero lì, water del bagno di camera mia a farmi
la ceretta alle gambe.
Cercavo
di rilassarmi, e concentrarmi sul mio rituale del sabato pomeriggio,
ma non ci riuscivo, non pensavo ad altro che alla mia questione con
Georg, avevo paura di distruggere la band, di farli litigare,
sicuramente alla fine ci avrei perso solo io, come sempre.
Dopo
aver messo in ordine tutto quel casino che avevo fatto con la
ceretta, mi sono messa dei pantaloni neri della tuta e mi sono seduta
nella scrivania per studiare un po' di
storia, ho preso l'astuccio, il quaderno, ho ripassato gli appunti in
“bella”, ho organizzato tutti i miei evidenziatori, le
mie biro colorate, ho persino letto il primo paragrafo, ma non mi
entrava in testa, non riuscivo a concentrarmi, inoltre L'I
liade , non era proprio un argomento di
distrazione.
Georg
era come Paride, affascinante principe di Troia, che sotto influsso
di Afrodite, ha rapito Elena (in questo caso me) e portata nel suo
regno, approfittandosi dell'assenza di Menelao (ovvero Tom) e di suo
fratello Agamennone (ovvero Bill), i due fratelli decidono di
radunare un esercito per riprendersi Elena, assumendo quindi un
guerriero violento, ultrapotente e assetato di sangue nemico ,
Achille (ovvero Tom da arrabbiato). In sintesi, questa storia non va
a finire per niente bene, perchè questa guerra dura dieci
anni, finisce che muoiono tutti.
Mi
sembrava di diventare matta, non riuscivo a fare a meno di pensare a
tutto questo, e inoltre stavo paragonando il mio problema
adolescenziale a una storia vecchia di miliardi di anni, questa
situazione mi stava soffocando, dovevo mettere le carte in tavola e
chiarire di una volta per tutte con Tom, insomma, non sono l'unica
adolescente che esce con l'amico del fratello, ero decisa a stroncare
queste bugie, lui è mio fratello caspita, sicuramente
troveremo un'accordo.
Non
riuscendo a studiare, sono scesa in cucina, e visto che erano quasi
le sei, avevo deciso di preparare qualcosa per cena, era l'unica cosa
che mi avrebbe distratta da quel drama. Ho aperto il frigo, e ho
preso la carne, i pomodori e l'insalata, avevo pensato che sarebbe
stato più facile parlare con Tom, se prima lo avessi catturato
per la gola, così ho appoggiato il tutto sul tavolo, e ho
iniziato a fare i dischetti di carne per fare gli hamburger,
dopo ho tagliato le verdure, il formaggio, il
pane, e ho iniziato a friggerli. Dopo aver fritto i dischetti di
carne, ho apparecchiato la tavola, ho messo persino un centrotavola
di narcisi gialli di plastica su un vasetto nero longilineo, tutta la
tavola era apparecchiata con dettagli gialli, forse quell'energia
vibrante avrebbe messo tutti di buonumore, di conseguenza Tom.
Erano
passate da poco le sei, tutto era pressoché pronto, mancava
solo prendere le bibite di sotto in cantina, quindi sono corsa di
sotto, le ho prese e le ho messe nel frigo. Organizzare quella
“piccola trappola”, devo dire che mi distraeva, e mi dava
la sicurezza di poter affrontare Tom su quell'argomento, anche senza
l'aiuto di Bill, alla fine dei conti, abbiamo tutti i tre la stessa
età e le stesse idee.
La
prima ad arrivare è stata Mum;
<<
Hmm.. che buo odorino... >> ha detto appena entrata in casa,
mentre posava il trench nell'attacca pani.
Sono
corsa nella hall per
salutarla e farmi fare una carezza da lei.
<<
Ciao Mum!! >> ho detto salutandola con un bacio sulla guancia.
Nel
piccolo tragitto tra la hall e
la cucina, ero ansiosa perchè vedesse cosa avevo preparato,
volevo capire se l'effetto “cromo-ipnotico” del giallo
avrebbe fatto effetto.
<<
Caspita, che tavola carina, sei stata proprio brava... Che stai
cucinando di buono?? >>
<<
Degli hamburger, e di dessert ho fatto della macedonia da mettere sul
gelato... >>
Mi
ha guardata con una faccia soddisfatta, vedevo nei suoi occhi quanto
fosse orgogliosa, il che non riesco a spiegarmelo, insomma, non era
un dieci in algebra, era un tavolo apparecchiato, con dei fiori di
plastica al centro.
<<
Aimee tesoro, ora vado a farmi una doccia, non ci metto tanto, quando
i ragazzi e Gordon arriveranno sarò di sotto. >>
Ha
preso il suo folder
nero, zeppo di nuove creazioni e ha portato di sopra.
Mum ha un modo carinissimo di fare le scale, come Bill, non si
sentivano i piedi che sbattevano, ma dei leggerissimi solchi sui
gradini, forse perchè lei e Bill hanno l'abito di togliersi le
scarpe prima di salire le scale, questo non ho mai capito.
Erano
le sette meno un quarto o meno venti, quando sono arrivati Bill e
Tom. Li ho sentiti sbattere il cancello, correre per il vialetto, e
salire i gradini del portico con i pesanti passi dei loro stivali.
<<
Buonasera alle mie donne.. >> ha detto Tom mentre si toglieva
il suo giaccone verde militare bagnaticcio e lo appendeva nel
guardaroba della hall.
Bill
invece, si è limitato a togliersi gli stivali e salire le
scale, a metà scala, dove mi ha incrociata mi ha fatto segno
con la mano di salire con lui, nello stesso instante, Tom è
entrato in cucina e vedendo il tavolo apparecchiato, e i panini per
gli hamburger nel
cestino, ha commentato qualcosa che non ho sentito.
Entrata
in camera di Bill, ho chiuso la porta, e tranquillamente ho iniziato
a parlare.
<<
Ho deciso di fare da me... >>
Bill
ha incrociato le braccia, e con il sopraciglio destro alzato e il suo
con il suo sguardo scettico ha completato.
<<
Sentiamo... >>
<<
Dopo che ho letto L' Iliade....
>> mi ha interrotta con un colpo di tosse.
<<
L'Iliade? Quella della “Troia” ? >>
<<
Non era una troia, è stata rapita da Menelao... Comunque,
quello che voglio dire è... Ho riflettuto, insomma, basta un
po' di dialogo, questa non è una tragedia... Cioè non
ci sono donne stuprate da divinità sotto forma di cigno...
Capisci?! >>
Bill
ha fatto una faccia un po' confusa, poi ha sciolto le braccia, si è
grattato la nuca ( il suo segnale di nervosismo) e ha continuato:
<<
Oggi, durante le prove, Tom ha chiesto a Gustav e Georg di aiutarlo a
scoprire chi è venuto sotto casa nostra il venerdì sera
e ti ha baciata sotto l'albero di cedro. >>
Non
ci potevo credere, quando volevo sistemare le cose, ecco che si
sputtanano da sole.
<<
Ma come?? Lena era con lui!! >> ero in panico.
<<
Qualcuno gli ha fatto una soffiata, ha detto di avere ricevuto un
sms, di qualcuno che aveva visto te, sotto casa che ti baciavi con
uno verso le due o tre di notte di venerdì. >>
<<
Ma chi?? >>
<<
Secondo te lo so?? Importante è fare finta di niente a cena,
domani idem, probabilmente ti girerà in torno per farselo
dire, è la.. >>
<<
Trappola della Fiducia. >> lo abbiamo detto insieme.
<<
Quindi io cosa devo fare? >>
<<
Niente, lascia che a lui ci penso io... Abbiamo ancora domani e
lunedì, starà nel suo brodo per un po'... Sai com'è
fatto... Poi partirà all'attacco.. >>
<<
Ok, ora però.. Andiamo di sotto, prima che ci diano per
dispersi... >> ho aggiunto.
Siamo
scesi, e andati in cucina, dove c'erano Tom e Mum che chiacchieravano
animatamente seduti a tavola, gli hamburger erano già a
tavola, le bibite anche, quindi io e Bill ci siamo seduti.
<<
Prima di iniziare, vorrei ringraziare la nostra Aimeé per
essersi presa il disturbo di prepararci la cena... E fare un brindisi
al nostro nuovo trattato di pace.. >> ha detto Tom
<<
Quanto siete carini, sono una mamma fortunata in avere dei ragazzi
che nonostante essendo dei mostriciattoli, sanno anche essere dei
principini civili... >> ha detto Mum
<<
Evviva!! >> abbiamo detto io e Bill.
A
cena, abbiamo parlato di scuola, i miei fratelli non ne potevano più,
a quanto pare, non è facile essere alternativo in mezzo alle
campagne, Mum, stava lavorando in una collezione per ragazze, per la
Adler, non vedeva l'ora di avere i primi
campioni di collezione per usarmi come cavia, non che mi sia mai
dispiaciuto, è il sogno di ogni ragazza avere una mamma
stilista.
La
cosa stava generando per me, non sapevo come sistemare le cose, mi
sembrava di essere entrata in una strada senza via d'uscita, non
riuscivo a mangiare, non riuscivo a metterere in pratica niente di
quello che mi veniva in mente.
Quella
serata, l'abbiamo trascorsa in modo apatico, a parte per i miei
fratelli, che sono usciti con i loro rispettivi amici, io e Mum siamo
rimaste a casa, io al computer, in internet e lei in sala, a guardare
qualcosa in tv.
Ero
sdraiata nel mio letto, con i miei pantacollant neri, sotto la felpa
gigante che Tom non usa da secoli e degli scaldamuscoli grigi.
Guardavo in televisione l'ultima stagione di Friends,
mentre mi mangiavo un toast al
formaggio che mi ero preparata prima.
Ho
sentito vibrare io cellulare, era Georg;
<<
Ciao... Mi è mancato sentirti oggi.... Lavoro, scuola guida,
prove con la band... Ora sono a casa... Tu dove sei? Che fai?? >>
<<
Anche a me... Sono a letto a guardare friends.... Comunque oggi ho
voluto parlare con Tom a cena, ma poi ho saputo da Bill di quello che
era successo oggi allora ho lasciato perdere.... >>
<<
Non ti preoccupare, a Tom ci penserò io, so come girarlo
bene.... Tu devi solo stare tranquilla... A proposito, lui non è
a casa vero? >>
<<
No, né lui né Bill, sono da sola con mia mamma....
Perché? >>
<<
Non so... Pensavo di poter passare... Cioè non vedo l'ora di
vederti, mi manchi tanto... =) >>
<<
Okay... Se vuoi per me va bene... Io sono qua, ma non so a che ora
tornano... >>
<<
Non è un problema, il tempo di lavarmi i denti e fare la
strada... Corro da te!! >>
<<
Okay... Corri allora! Perchè io ti aspetto... >>
Non
vedevo l'ora di vedere Georg, mi sembrava essere passato una vita da
quanto ci eravamo baciati, ovvero un giorno prima... Mi sono alzata
da letto in un lampo, mi sono guardata nello specchio della porta che
separava il bagno da camera mia, (camera mia era una suite, così
come tutte le altre) mi sono messa sotto la doccia, ho aperto il
rubinetto , e a quel punto l'acqua tiepida che colava dalla mia testa
sul mio collo e le pie spalle, sembrava cullarmi, catturando tutte le
paranoie e i problemi che avevo in quel momento, con il bagno schiuma
alla piňa colada
mi ci sono insaponata, poi, con lo shampoo, mi sono mi sono
massaggiata i capelli, era così rilassante, non avevo idea che
una semplice doccia avrebbe risolto tutti i miei problemi.
Uscita
dalla doccia, mi sono avvolta alla salvietta e sono andata in camera
mia, aprendo il mio armadio, non avevo idea di cosa potessi mettermi,
insomma, non dovevo uscire né tanto meno stare a casa, ho
optato per dei semplici jeans stretti scuri, una felpa grigia e le
mie converse rosa, mi
sono asciugata e piastrata i capelli, mi sono messa solo un po' di
eye liner,
lucidalabbra,
e ovviamente del profumo, il mio preferito Anaїs
Anaїs di
Cacharel,
che mi ha regalato Mum lo scorso natale, e per finire, un cerchietto
sottile, rosa con un piccolo fiocco sul lato destro.
Sono scesa giù
dalle scale , e sono andata verso la cucina, dove ho posato il piatto
e il bicchiere che avevo portato in camera, li ho messi dentro il
lavandino, quando Georg mi ha mandato un messaggio;
<<
Sono qua, sotto il cedro... Ti aspetto =) >>
Non gli ho
nemmeno risposto, mi sono limitata a spegnere la luce della cucina e
andare verso la hall, mi sono fermata davanti alla porta della sala
per dire a Mum che stavo uscendo, quando lei mi ha superato nel tempo
dicendo:
<< Non c'è
una cosa che piaccia di più ai ragazzi, che una ragazza che si
fa aspettare quei cinque minuti... >>
<< Hai
ragione... >>
Ho preso le scale
e sono andata in camera mia a lavarmi i denti, con calma, e poi mi
sono rimessa il lucidalabbra, ho spento la luce del bagno, e sono
uscita da camera mia, ho fatto le scale senza fretta, mi sono
avvicinata di nuovo alla porta del salotto e ho detto :
<< Beh...
Mum, ora vado, sono qui fuori dal cancello, ho il cellulare con me.
>>
<< Certo
amore, vai, ti mando un messaggio prima che arrivino i tuoi fratelli?
>>
<< Hmm, sì,
più che altro Tom... Per Bill è tutto ok... >>
<< Okay, ma
non uscire da qua, è tutto quello ti chiedo okay?? >>
<< Sì
Mum, non ti preoccupare, sono sempre qua... >>
Sono uscita dalla
porta, sono scesa dai gradini del portico, e mi sono diretta verso il
cancello di legno, e sono uscita. Fuori non vedevo nessuno, quindi
non ho chiuso il cancello, ho scrutinato con lo sguardo dalla casetta
di legno sulla mia destra, fino alla cassetta della posta del vicino
sulla mia sinistra, stavo tornando dentro quando ho visto un'ombra
che usciva dalla casetta e si dirigeva verso di me, ( non ho avuto
paura né soggezione come può succedere a tante ragazze
quando vedono uno spettro nel buio che le si avvicina ) sapevo che
era lui, per un attimo delirante ho creduto di aver visto i suoi
occhi grigi da lupo mannaro illuminarsi nel buio, con un velo di luce
della luna che lo rendeva bizzarramente affascinante, sembrava un
vampiro.
Quando
sono uscita da quello stato di “trans”
ho chiuso il cancello e ho fatto un passo verso di lui, mi ha preso
la mano destra mi ha tirata verso di lui, mi ha messo la mano dietro
il collo e mi ha dato un bacio, lento e passionale, e poi si è
staccato, mi ha preso la mano e mi ha condotta nella casetta, dove si
è seduto, e mi ha tirata verso di lui, facendomi sedere sulle
sue gambe, mentre mi teneva la testa fra le sue mani, mi guardava
intensamente negli occhi, il suo respiro si faceva più
pesante, ha avvicinato il suo viso al mio, ha chinato leggermente la
testa,e mi ha baciata intensamente, con la sua mano destra, teneva la
mia testa , che il collo sembrava non riuscire più a reggere.
Mi sentivo completamente anestetizzata, avevo l'impressione che il
mio cervello si fosse scollegato dal corpo, e che esso non fosse più
in grado di muoversi, mi sentivo sciogliere, e Georg mi stringeva
sempre più vicino a sé, mi baciava in modo così
forte, che non sentivo più le mie labbra. Improvvisamente,
dentro di me è scattato un' istinto, che sembrava dominare il
mio corpo, ho iniziato a baciarlo tanto intensamente quanto lo
facesse lui, lo stringevo la stessa forza che mi stringeva lui,
sentivo di non poter più respirare, non volevo più
respirare, volevo baciarlo.
Georg
improvvisamente ha staccato le labbra dalle mie, e ha iniziato a
dirigerle verso i miei zigomi, le mie orecchie, per poi scendere al
collo, fino ad arrivare alla mia spalla, dove ha poggiato la testa,
io, di conseguenza ho poggiato la mia testa alla sua.
<< Amo il
tuo profumo... >> ha detto soffocando la voce,
<> ha continuato
<< Anche io
ti penso... >> ho replicato, ma non avevo altre parole per
esprimere.
Dopo cinque
minuti, ho sentito vibrare la tasca, era il mio cellulare, un
messaggio, era Mum:
<< Tom
arriva tra 10 minuti... >>
Mi era
dispiaciuto tanto aver ricevuto quel messaggio, volevo rimanere
ancora un po' con lui... Ma ora dovevo andare, quel segreto mi
piaceva troppo perché non rimanessi più segreto.
<< E' mia
mamma... Devo andare, Tom sta arrivando... >>
<< Sai una
cosa? Mi sto stancando di questa storia di Tom >>
<< Che vuoi
dire?? >> per un attimo ho pensato che mi volesse lasciare.
<< Non sono
un bambino, tu sei la mia ragazza,e io non ho paura di parlare con
Tom di questa cosa, domani pomeriggio verrò qui, e ne
parlerò. >>
<< Ok.. Ma
non cambia che ora me ne devo andare. >>
Ho salutato Georg
con un bacio, e velocemente, mi sono diretta verso il cancello, l'ho
chiuso e di corsa, ho fatto il vialetto e i gradini del portico e
sono entrata in casa, non credo di aver salutato Mum quando sono
entrata, di fretta ho fatto le scale, sono andata in camera, mi sono
velocemente rimessa quella tenuta per niente femminile che avevo
prima, e sono scesa in sala, dove c'era Mum.
<< Tesoro
siediti, parliamone... >>
<< Non credo
tu possa capire, Mum... >> ho replicato
<< Se a te
piace veramente questo ragazzo, non ti sembra esagerato nasconderlo
da tuo fratello, insomma tesoro, è solo un fidanzatino, sono
sicura che lo capirà... >>
<< Non è
così facile, lui suona nel gruppo, ho paura che distrugga
tutto...>>
<< Avanti,
non esagerare... Niente sarà distrutto, questi ragazzi si
conoscono da anni, hanno passato tante cose, non sarà certo un
dettaglio come questo a distruggere la loro amicizia.. >>
<>
<< Tesoro...
Sono sicura che Tom ne sarà più che contento che tu
frequenti un suo amico, piuttosto che qualsiasi altro ragazzo demente
di quella scuola.. Non credi?? >>
<< Hai
ragione... Ma non voglio farlo arrabbiare o deluderlo. >>
<< Tesoro,
l'unica cosa che potrà fare arrabbiare tuo fratello, è
se qualcuno osasse a farti del male, ma Georg non lo farebbe mai..
Per quanto riguarda deluderlo, niente potrebbe deluderlo di più
che essere escluso dalla tua vita, solo perchè non ti fidi di
lui. >>
<< Io mi
fido di lui... Ma ormai tengo questo segreto nascosto da qualche
giorno, è orribile, mi odierà. >>
<< Amore, ti
dico solo un'altra cosa, avere un ragazzo non è qualcosa di
terribile, a meno che non sia un eroinomane, hai quattordici anni, il
tuo primo fidanzatino, non è altro che un fatto, bello e
pulito, che dovresti condividere con tuo fratello che ti vuole tanto
bene, non è un' orco, è tuo fratello, e lo sarà
per sempre. >>
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Capitolo 5 *** Breakfast at Kaulitz's. ***
Breakfast
at Kaulitz's
Capitolo
5
Questa,
era una delle tipiche giornate, che mi faceva ricordare quanto strana
fosse la mia famiglia, c'è da dire che; in Casa Kaulitz; Il
buongiorno non si vede dal mattino,tutti i mali vengono per nuocere,
e la legge di Murphy,sembra l'unica regola che viene seguita.
Sdraiata
nel mio letto, fissando il tetto, pensavo e ripensavo alle parole che
mi aveva detto Mum la notte prima mentre aspettavamo i miei fratelli,
sedute in sala, sicuramente aveva ragione, mio fratello è
sempre stato così “fraterno” con me, ci è
sempre stato quando ne ho avuto bisogno, ora io sono qua, a
tradirlo...Uscendo di nascosto con uno dei suoi migliori amici, e
costringendo il suo fratello gemello e persino sua madre a coprirmi,
mi sentivo davvero un verme, mi ero trasformata nella cosa che odiavo
di più, la sorellina-rosa-viziata abituatasi al mondo che
cedeva ad ogni suo assurdo capriccio.
Ho
guardato l'orologio in parte al mio letto, e ho visto l'ora, erano le
dieci, non volevo uscire da quella camera, perchè sapevo che
se l'avessi fatto avrei detto tutto a Tom, ma non ero pronta. Ho
preso il cellulare e mandato un messaggio alla Fede e Yasmin,
dicendo che avevo voglia di uscire, anche loro, così ci siamo
messe d'accordo per andare al centro commerciale, a farci un giro, la
Fede sarebbe venuta perchè Bill doveva farle le mèches,
e Yasmin, l'avremmo trovata sul bus per andare a Magdeburgo. Posato
il cellulare, ho acceso la televisione, c'era la replica di Wetten
Dass
del giorno prima, era la mia trasmissione preferita, ma in quel
momento, non mi stavo interessando granchè.
Bill era entrato, ed
io non lo avevo nemmeno notato, indossava quel pigiama con i
pantaloni in tartan grigi e tanto per cambiare, una maglietta nera,
si è diretto verso il mio letto, dove si è fatto spazio
e si è seduto con me.
<<
Guardi Wetten Dass?? Ho letto su Bild
der Frau
che ci sarebbe stata Heidi Klum... >>
<< Già...
Senti che hai fatto ieri sera? >>
<< Sono andato in
un locale a Burg, con i ragazzi, c'era anche Andreas, ti fa gli
auguri... >>
<< Wow, Andy era
proprio sparito, come sta?>>
<< Bene, sta
lavorando il pomeriggio nel salone di un amico di suo padre, a
Magdeburgo... >>
<< Ieri sera è
venuto Georg, ha detto che oggi viene a parlare con Tom. >>
<< Digli di fare
presto, Tom oggi pomeriggio va allo skate park... >>
Dopo quell'ultima
frase, è calato il silenzio, ci siamo concentrati in guardare
la televisione, sentivo che aveva qualcosa che voleva raccontarmi.
Bill
non è mai stato misterioso,il che non si direbbe mai a
giudicare dal suo look da “bello e tenebroso” quando ha
qualcosa da raccontarti, ti lancia degli sguardi sorridenti ogni due
minuti, e muove le gambe continuamente, può sembrare carino,
ma è stressante.
<< Sputa il
rospo, William, so che devi dirmi qualcosa e non ci stai nella pelle
per dirmelo. >>
Colpo
di scena? Scommetto non lo sapevate, il suo vero nome è
William Ruadh Kaulitz-Truemper, odia essere chiamato William, ha
costretto persino i suoi insegnanti a chiamarlo Bill. Invece Tom, si
chiama Thomasz Iago Kaulitz-Truemper, anche lui non lo dirà
mai, non lo ammetterà mai, odiano avere questi nomi.
<< Non dirlo mai
più... Renate Esme Truemper-Kaulitz... >> mi ha
fulminata con lo sguardo.
“Esme
è il mio vero secondo nome, mi sa di vecchio, e poi in
quell'epoca non andava ancora di moda, poiché la saga di
Twilight, non era ancora stata scritta, comunque i nostri cognomi
hanno ordini diversi, poiché Kaulitz è il cognome di
Simone, che i gemelli portavano prima di essere adottati da mio
padre, e Truemper era il mio, prima di essere adottata da Simone”
.
<<
Comunque..
Sorelle stronze a parte... C'è questa ragazza... Si chiama
Lauren... >>
<< Che carino, ti
piace una ragazza... Raccontami tutto!! >>
<< Beh, non è
che mi sono innamorato, né che mi piace, ma ieri sera...
Sembrava provarci con me, è molto bella ... >>
<< Descrivimela>>
<< Ha i capelli
castano mogano, lunghi fino la schiena, occhi chiari, non è
alta, almeno non quanto te, è più bassa di circa dieci
centimetri... >>
<< Non mi sembra
male, dimmi altro...>>
<< E' di Halle,
ha un anno in più di me, è un'amica di Andreas, è
motlo simpatica, quando è arrivata, si è seduta subito
in pa rte a me, all'inizio non mi calcolava più di tanto, ma
poi, quando Andreas mi ha inserito nella conversazione, sembrava
notarmi... >>
<< Ma poi? Che è
successo?? >>
<< Allora verso
le undici, avevamo già preso confidenza, e parlavamo
energicamente, senza neanche badare agli altri, lei è voluta
uscire per fumarsi una sigaretta e mi ha chiesto se l'accompagnavo,
io ci sono andato, una volta fuori... >>
<< Cosa?? >>
<< Allora... >>
<< Siamo usciti
fuori dal pub, lei si è accesa quella sigaretta e me ne ha
offerta una, ma io non fumo, e si è messa a ridere, ha
iniziato a raccontarmi di quando ha fumato per la prima volta, io non
riuscivo a capire cosa le passasse per la testa, che le potesse fare
credere che mi interessasse saperlo, ma ho ascoltato, ha raccontato
di quando e come ha conosciuto Andreas, e mi ha detto che viene nel
nostro liceo, poi le ho raccontato di me... Ad un certo punto, ha
buttato via la sigaretta e si è avvicinata sempre di più
a me, mi ha guardata negli occhi e ha iniziato a baciarmi... Non mi
era mai capitato di baciare una ragazza così, poi si è
staccata e ha detto che ho un buon profumo e delle labbra morbide, mi
ha chiesto il mio numero, glielo dato, oggi mi sono svegliato e ho
visto il cellulare e c'era un suo mms, l'ho aperto e c'era una sua
foto in intimo e il messaggio, “che fai stasera?”. >>
<< Ah però...
Ma come? >>
<< Non lo so! Ci
siamo solo baciati!! Poi è andata via così, senza
salutarmi o cosa, mi ha fatto “Ciao Bill” e se n'è
andata... Non mi aspettavo si facesse sentire... >>
<< Ah Bill, non
lo so... Questa è pazza... >>
<< Lo so!! >>
In quel momento, in
camera è entrato Dad;
<< Ragazzi!! >>
<< Ehi ciao, ho
provato ad aspettrti sveglia, ma mi sono addormentata sul divano e mi
sono svegliata qui... >>
<< Sì,
sono arrivato tardissimo, eri già a letto... Ma ti ho dato
comunque il bacio della buona notte.>>
<< Ti ha portata
su Tom, mamma si era addormentata con te ad aspettarlo. >> ha
commentato Bill.
Dad si è
avvicinato al letto, e ha aperto le tapparelle, aveva questa
spiacevole mania, io e Bill, come due vampiri, ci siamo coperti con
il mio piumone, ma lui ce lo ha levato.
<<
Dai, tiratevi su, c'è un brunch
fantastico che vi aspetta... Ci sono anche i pancakes.>>
Gli sono saltata sulle
spalle, Bill è andato avanti e ci ha aperto la porta, avanzati
nel corridoio, ci siamo diretti nella camera di Tom, Dad ha aperto la
porta, Bill è entrato di corsa e ha aperto le tapparelle,
abbiamo urlato ;
<< Buongiorno
Tooom!! >>
E gli siamo saltati
tutti i tre sul letto, lui si è svegliato un po' stranito, era
il suo dopo sbornia domenicale, avevamo l'abitudine di svegliarlo
sempre così.
Entrati in cucina,
abbiamo visto Mum, come tutte le domenica alle prese con i fornelli,
indossava il suo grembiulino bianco con le fragole disegnate, si è
girata verso di noi, e ci ha salutati con il suo sorriso dolce e
accogliente, che solo lei e Bill erano in grado di fare,.
“ A volte mi
chiedevo se loro due non avessero un qualche potere psichico che li
permettesse di controllare le tue emozioni, quando ero e
tutt'ora mi capita di essere nervosa, ansiosa o depressa, mi basta
fare una telefonata, e ascoltando le loro voci, tutto si sistema.”
La tavola era stata
coperta da una tovaglia celeste, al centro vi erano delle peonie
rosa, ogni uno dei cinque posti apparecchiati, la cucina sapeva di
pancake freschi, caldi appena fatti, era un odore così intenso
da annebbiarmi la testa, la luce entrava fiacca attraverso la
finestra, il tempo era nuvoloso, piovigginava.
Ci siamo seduti a
tavola, dove Mum ci ha servito dei pancake, Tom, come di abitudine le
ha coperte di miele, mentre Bill, dopo aver completamente coperto i
pancake con la panna, ci ha messo sopra mirtilli, fragole, pesche,
kiwi, insomma pezzettini di quasi tutta la frutta che c'era a tavola.
Il campanello era
suonato, Bill ha messo tutto d'un tratto un pezzo enorme di pancake
in bocca e si è alzato in un lampo verso la porta.
<< Bellaaa!!! >>
ha urlato Bill, facilmente deducibile, era Fede.
E' entrato in cucina,
tirando Fede da un braccio, timidissima. Io mi sono alzata e sono
andata verso di loro e ho abbracciato Fede.
<< Ehi, famiglia,
salutate tutti Fede. >> ha detto Bill.
<< Ciao Fede!! >>
abbiamo risposto tutti.
<< Siediti qua,
stavamo giusto per mangiare dei pancakes, fermati con noi. >>
ha detto Dad.
<< Gente, che
vergogna, sono arrivata mentre mangiavate, me lo ha detto Bill di
venire, se no, davvero venivo più tardi, magari torno più
tardi no??>> ha detto Fede timidamente.
<< Ma no figurati
tesoro, siediti, ti prendo un piatto. >> ha detto Mum mentre si
alzava e prendeva un piatto e anche una tazza.
<< Fede, prendi
la mia tazza, non ho ancora bevuto, io mi prendo del succo in frigo,
bevo dalla bottiglietta. >> ha detto Tom
<< Tu non bevi un
bel niente dalla bottiglietta Iago, non finchè abiti in questa
casa, quante volte lo devo dire?? >> ha detto Mum
<< Stavo cercando
di essere gentile Mum, e non mi chiamare così! Quante volte te
lo devo dire? >> ha replicato Tom.
<< No, signora
Kaulitz, veramente non si disturbi, non voglio niente. >> ha
detto Fede.
<< Ma smettila
Fede, Mum lei ama i pancake, e vacci giù pesante con lo
sciroppo alle fragole. >> ho detto io mentre masticavo.
Fede ha sorriso.
Bill ha ruttato e come
se niente fosse, si è messo un' altro pezzo di pancake in
bocca, e ha fatto segno a Mum di dargliene ancora.
<< Vedi piccola,
non c'è bon ton in questa casa, non ti preoccupare in restare
composta, siamo degli hippie in fondo. >> ha detto Dad, prima
di sorseggiare il suo tè al bambù.
Mum ha posato davanti
a Fede, il piatto, sembrava la Muraglia Cinese con delle fragole
sciroppate sopra, Fede ha fatto una faccia estasiata, e balbettando
ha detto :
<< Grazie Signora
Kaulitz, grazie. >>
<< Prego tesoro,
e non chiamarmi più Signora, sono Simonne, oppure Mum. >>
<< Scusi.. Cioè
volevo dire, scusa e grazie Simonne. >> ha detto Fede tentando
sciogliersi.
Dopo la colazione, io,
Bill e Fede, ci siamo spostati in camera mia, nel bagno, dove Fede,
si è seduta sulla sedia ed io , sul lavandino, mentre Bill
preparava le cose per farle le mèches.
<< Allora Ren...
Bil... Alla fine quella cosa di Georg, l'avete detto a Tom?? >>
<< No.. Ci stiamo
cagando addosso... >> ho detto.
<< No, non ci
stiamo cagando addosso, stiamo cercando di elaborare un piano... >>
mi ha corretta Bill.
<< Sapete...
L'altro giorno è successa una cosa strana... Che mi ha fatto
pensare... >>
Bill, mentre divideva
le mèches con il pettine, ha guardato Fede attraverso lo
specchio, era deducibile che si stesse domandando cosa fosse.
<< Ovvero?? >>
ha chiesto.
<< Non sono
sicura.. E' solo una mia impressione, non dovete prenderla come una
considerazione verea. >>
Bill ha posato il
pettine e ha incrociato le braccia. ( è il suo modo di
ascoltare )
<< Diccelo
allora... >> ho detto impaziente.
<< Io credo...
Beh, io credo di sapere chi ha mandato il sms a Tom. >>
In quel momento, una
rabbia allucinante, sapevo che se me lo avesse detto, avrei ucciso
qualcuno.
|
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Capitolo 6 *** Machiavellismo Kaulitziano. ***
Machiavellismo
Kaulitziano.
Dedicato a Jennifer aka Axel
Dopo
una crisi di nervi, tre litri di lacrima e un'ora dopo, Bill aveva
già ideato un piano contro “il traditore”, e
avevamo deciso, che era ora di parlare con Tom a proposito del mio
ragazzo, Bill era convinto che Tom si fosse calmato, e quindi, la
probabilità di ammazzarci tutti era minima. Riguardo al
raccontare a Tom di me e Georg, non ci siamo affrettati, ce la siamo
presa comoda, anche perchè Tom vive con noi, da casa non
sarebbe scappato, allora, abbiamo deciso di finire i capelli alla
Fede ed elaborare nei dettagli più meticolosi la vendetta
contro “il traditore”.
Erano
quasi le tre, Io, Bill e Federica eravamo pronti per uscire, stando
tutto quel tempo in camera mia, ci era venuta una fame allucinante,
quindi noi tre, ci siamo precipitati in cucina per mangiare qualcosa
che potesse essere rimasta dal brunch.
<<
Cerca nel frigo se ci sono ancora dei pancake... >> ha
detto Bill.
<<
No, non ce ne sono più... Ma c'è ancora la massa per
farne altri... >> ho risposto.
<<
Okay ,allora prendila e portamela qua. >>
<<
Tieni... >>
<<
Ragazzi... >> ha detto Federica.
<<
Posso fare qualcosa, mi sento inutile... >> ha continuato.
<<
Okay, allora tieni, taglia questa frutta a cubetti. >> ho detto
io, mentre le porgevo il cestino della frutta sul tavolo.
Mentre
Bill faceva i pancake e Fede tagliava la frutta in piccoli cubetti,
io,montavo la panna. Mentre lavoravamo però, tanto per passare
il tempo, ho deciso che avremo anche potuto chiacchierare un po'.
<<
Oh ma Bill.... >> ho detto.
<<
Dimmi.. >>
<<
Come faccio a dire a Tom... Cioè come tiro fuori l'argomento??
>> ho continuato.
<<
Normalmente... Quando arriva, lo facciamo venire in camera tua o
mia.. E glielo dici... >> ha detto Bill.
<<
Così dal niente?? >> ho chiesto.
Prima
che Bill rispondesse, Fede ha risposto.
<<
Guarda... Non è che ti lasceremo lì da sola nella cova
del lupo vero Bill?? Stiamo lì con lei vero? >>
<<
Certo.. Infatti, per me questo era scontato, anche perchè non
hai fatto tutto dasola, ci sono anche io di mezzo... >>
<<
Ah.. Già, meno male, non so se da sola me la caverei di dirgli
di... >> sono stata interrotta mentre finivo la frase.
<<
Hum- hum... >> una tosse che si schiariva la voce.
Ci
siamo tutti i tre, quasi contemporaneamente girati verso la porta
della cucina.
Era
Tom.
<<
Cosa devi dire a chi??
>>
ha detto, mentre si sedeva a tavola, salutando Fede con il suo tipico
alza-la-testa-come-50-cent-e-poi-abbassala.
<<
Tom... Io pensavo che eri allo skate park... >> ho detto
io quasi balbettando.
<<
Invece no... Piove lo sai? >> ha risposto.
<<
No... Non me ne ero accorta. >>
<<
Fareste meglio a non stare sempre chiusi in camera a farvi i capelli
e cose simili, esiste tutto un' altro mondo fuori.
Bill
era in silezio, mentre spostava i pancake dalla piastra al piatto, ha
fatto finta che Tom non ci fosse.
<<
Allora... Qual'è il problema, che cosa devi dire a chi..?? >>
ha insistito.
Ho
guardato Fede, ma sembrava troppo concentrata a fare finta di
tagliare la frutta, guardava in basso, poi ho guardato Bill, che mi
ha fatto segno con la testa dicendo di proseguire.
<<
Beh, tu sai che io... Ti avevo promesso che tra di noi non ci
sarebbero stai più segreti... >> ho lasciato il vassoio
con la panna, mi sono pulita le mani nel grembiule e mi sono seduta
davanti a lui.
In
quel momento, quasi simultaneamente, Federica ha posato il coltello e
il kiwi sul tagliere, e Bill, si è girato verso di noi,
incrociando le braccia, appoggiato all'isola.
<<
Sì... Vai avanti... >> ha detto Tom, mentre prendeva una
manciata di fragole tagliate a cubetti e metteva in bocca.
<<
Ecco... Come tu devi avere già capito, io sto uscendo con un
ragazzo... >>
<<
Okay... >> ha risposto Tom, mentre masticava.
Fede
mi teneva la mano da sotto il tavolo, e Bill, si è avvicinato,
si è messo dietro di me, in piedi, con le mani sulle mie
spalle.
<<
Per essere precisa,con … >> non mi usciva il suo nome di
bocca.
Tom
girava la sua mano in aria, indicandomi di proseguire con il
discorso.
<<
Georg. >> l'ho detto tutto di un fiato.
Tom
ha finito di masticare, ha deglutito e si è schiarito la voce.
<<
Lo sapevo. >> ha risposto serenamente.
Si
è tirato indietro con la sedia, per alzarsi, e dirigendosi
verso il frigo a tre passi dal tavolo in silenzio. Io, Bill e Fede
eravamo atonici, ce lo aspettavamo che lo sapesse, ma non che avrebbe
reagito in quel modo. Tom ha aperto il frigo, preso la caraffa di
suco, e un bicchiere, dall'armadio a destra del frigo, ed è
tornato al tavolo, dove si è seduto e servito il succo.
<<
Ma..Ma come?? >> ho chiesto io confusa.
Mentre
prendeva uno spicchio di arancia per metterselo in bocca, ha fatto un
sorrisino malizioso.
<<
Ti ricordi della discussione a pranzo il giorno della tua festa?? >>
ha chiesto prima di mettersi lo spicchio di arancia in bocca.
<<
Sì... ma cosa c'entra?? >> ho chiesto
<<
Si è insospettito quando hai chiesto di Georg... Vero? >>
ha chiesto Bill, sicuro di quel che diceva.
<<
Già, poi ho solo dovuto aspettare notte, quando ho ricevuto il
messaggio dalla talpa, ero quasi sicuro che era Georg. >> ha
risposto mentre masticava quel dannato spicchio.
Non
ci potevo credere, tutto quel tempo a preoccuparmi e lui sapeva già
tutto, mi facevo ridere da sola.
<<
Il giorno dopo alle prove, ho visto Bill parlare con Georg in
disparte... >> ha detto mentre guardava Bill, che sembrava
guardare un piccolo film nella sua testa.
<<
E allora ho capito che era lui, per avere la conferma ho solo dovuto
lanciare la bomba e testare le reazioni di tutti... Ovviamente Bill,
ha fatto la sua tipica faccia da cinico. >> ha concluso con
il suo sorrisetto da Joker.
<<
Quindi per tutto questo tempo ci hai presi in giro?? >> ho
chiesto imbarazzata.
Bill
ha scosso la testa e si è allontanato, si è appoggiato
al lavandino con le braccia incrociate.
<<
No FRATELLI.... >> ha puntualizzato Tom, piuttosto innervosito.
<<
Allora come la chiami questa cosa?? >> ho chiesto io mentre mi
alzavo dal tavolo, alzando la voce.
<<
Come la chiamo? Lo vuoi davvero sapere?? >> si è alzato
dall'altra parte del tavolo alzando la voce.
<<
Tom, non esagerare. >> ha detto Bill.
<<
Esagerare?? Ioo? Mi sembra di parlare con i divani in questa casa!!
>> ha urlato Tom.
<<
Mi sono preoccupata tutto questo tempo di cercare un modo per dirtelo
senza ferirti... >> ho detto io a pari tono.
Tom
si è alzato come una furia, e si è diretto verso di me
con il suo dito indice che mi puntava contro.
<<
Sei una grandissima falsa! >> ha urlato.
<<
Sei tu che mi hai fatto... >> mi ha interrotta.
<<
Mi sono umiliato il giorno del tuo compleanno... >> ha detto
serio, mantenendo il suo tono di voce alto.
<<
Tu ti sei umiliato??? Ma stai scherzando?? >> andavo verso di
lui, con la stessa rabbia, o forse anche più forte della sua.
<<
Renn, non esagerare anche tu.. >> ha detto Bill.
Bill
si è messo fra noi, separandoci con le braccia, mentre Fede
era stoccata nella sedia, incredula, a giudicare della sua
espressione, sembrava guardare la lotta tra due pitbull.
<<
Ah, Tom, te lo giuro, niente segreti, ti voglio bene... >> ha
detto facendo una vocina stridula, enfatizzando la mia.
<<
Sei una falsa, parli tanto di onestà ma sei una falsa...
Questa non te la perdono.. >> ha detto con aria delusa.
<<
Volevo dirtelo io, ma non riuscivo... >> ho detto, ma mi aveva
di nuovo interrotta.
<<
Ma non iniziare a frignare adesso, prova a reggere il confronto una
volta ogni tanto, non fare la vittima anche quando sei tu il
carnefice... >> ha detto provocandomi.
<<
Tom!! >> lo ha ripreso Bill.
“Bill
mi ha raccontato, che in quel momento, i miei occhi, azzurri, sono
diventati colore ghiaccio, la pioggia fuori era aumentata e persino
un tuono ha rimbombato fuori, insomma sia lui che la Fede hanno detto
che sembravo Tempesta di X-Men. ”
Come
una matta mi sono lanciata verso Tom, e l'ho spinto contro il frigo,
lui, ha preso una mini-rincorsa ed è venuto verso di me,
sembrava sfidarmi con lo sguardo, sotto un certo aspetto, sembrava
anche ringhiare. Bill, ancora una volta si è messo fra di noi,
stavolta c'era anche la Fede, che sembrava implorarci per non
litigare.
<<
Ti fai tante paranoie di merda, che finisci per far confondere gli
altri. >> ho detto.
<<
Paranoie?? Tu mi hai mentito sin dall'inizio, che cazzo ti costava
dirmi che uscivi con Georg?? >> ha risposto.
<<
Che ti importa?? >>
<<
Hai ragione.. Non me ne fotte un cazzo, che esci con Georg, Gustav,
Gregor o Gunther.. Non devi raccontarmi stronzate!! >>
<<
Non ti ho raccontato proprio niente... Ho omesso la verità,
non volevo deluderti... Ormai non potevo tornare indietro, avevo
paura che facevi lo stronzo. >>
<<
Ahh io faccio lo stornzo?? >>
<<
Già... >> abbiamo risposto tutti i tre in coro.
<<
Tu e tu... Vi mettete d'accordo, fate un complotto per nascondermi le
cose, con tanto di cena con hamburger, manicure e Lena nel mio letto,
e io sono lo stronzo??>>
In
quel momento, io e Bill ci siamo guardati, ci siamo sentiti veri
viscidi.
<<
La sapete una cosa?? >> ha detto Tom.
I<<
Prima di dire qualsiasi cosa, fatti un'esame di coscienza, per te è
tutto un gioco, è la tua Trappola della Fiducia.. Quindi
non beasimarci perchè non ci abbiamo voluto cascare... >>
ha detto Bill.
<<
Io non ho fatto nessuna trappola, vi siete fissati, da quando abbiamo
cinque anni con questa storia della trappola... Voi due, la trappola
vi ci siete innescati da soli, non siete bravi con i sotterfugi, io
ho preso solo il pezzo di formaggio, mentre voi vi spezzavate ossa da
soli, nella vostra trappola del cazzo... >> ha detto Tom.
<<
No anzi... >> ha continuato,
<<
Sapete.. Sì, vi ho innescato una trappola, e ci siete rimasti
secchi, come due ratti di fogna.. Preferite che dica così?? >>
ha detto.
Tom
ha lasciato la cucina, è andato verso la hall,
si è messo giaccone e capellino, ha preso le chiavi e il
guinzaglio del suo cane, e lo ha portato fuori.
“Portare
fuori il cane, è il tipico atteggiamento che Tom adottava, e
ancora oggi adotta, quando è arrabbiato. ”
Avevo
provato ad inseguirlo fino al portico, ma sembrava arrabbiato, quindi
sono rientrata, in cucina, mi sono appoggiata alla parete e mi sono
messa a piangere.Bill si è avvicinato, sentivo che voleva
dirmi qualcosa, ma non aveva il coraggio.
<<
Ohh, Renn, non fare così su, vieni qua, abbracciaci.. >>
ha detto Bill.
<<
Cavolo mi dispiace , lui non ha capito niente... >> ho detto io
mentre piangevo.
<<
No.. Guarda Renn, è stato meglio così, meglio che se lo
avesse scoperto da qualcun' altro, in altre circostanze... >>
ha detto Fede.
<<
Renn, guardami.. >> ha detto Bill, mentre mi alzava la faccia e
mi asciugava le lacrime.
<<
Gli passerà, te lo garantisco, è tutto parte del mio
piano.. >> ha detto Bill.
<<
Quale piano?? >>
<<
Il piano per raccontare a Tom di te e Georg, vedi non ne ha fatto una
scenata, più tardi arriverà, mangeremo e sarà
pace, lui ci serve per il piano contro “ Il Traditore”,
capito? >> ha detto Bill.
<<
Cosa?? Tu hai fatto un piano e non mi hai detto niente?? >> ho
chiesto disgustata.
<<
Non è proprio così, se lo avresti saputo, non fosse
stato un litigio spontaneo, avendo capito il gioco, Tom non avrebbe
parlato per mesi né con te né con Bill... >> Fede
ha provato a giustificare Bill.
<<
Fede tu lo sapevi??? >> ero sempre più disgustata.
<<
Renn, devi capire, Tom non ha una testa facile da manipolare, bisogna
essere scrupolosi con lui... >> ha detto Bill.
<<
Manipolare?? Bill, sei fuori di testa? >> stavo per vomitare.
<<
Non in quel senso.. >> ancora Fede provava a giustificarlo.
<<
Bill, io ti conosco da quando abbiamo sei anni, ho sempre giocato a “
Arte della Guerra ” con te, so come funziona, non lo fai
per me... >>
<<
Non c'entra con quello, doveva essere così, non riesci proprio
a capire... Io so come ragiona Tom, e posso prevedere qualsiasi sua
mossa... >>
<<
Non incominciare con questa cosa dei gemelli... >>
<<
Non c'entra essere gemelli, lo stesso vale per te. >>
<<
Bill, abbiamo quattordici anni okay? Non giochiamo più a fare
il mago, la vampira e il licantropo, okay?? Smettila. >>
<<
Renn, ma non hai capito.. >> ha detto Fede.
<<
Lasciala stare.. >> ha detto Bill a Fede, quasi bisbigliando.
<<
Tu, mi fa schifo essere tua sorella, sei Machiavellico.>>
<<
E tu... non parlare mai più con me... >>
Ho
lasciato la cucina in lacrime, ho corso le scale e sono entrata in
camera mia, sbattendo la porta, mi sono buttata sul letto, e ho
pianto, pianto, profondamente, volevo morire, avevo appena litigato
con i miei due fratelli, e la mia migliore amica, ho detto delle cose
così cattive, che mi vergognavo di ricordarmi.
|
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Capitolo 7 *** Life on Kaulitz. ***
Life
on Kaulitz.
Capitolo
7
Oggi
molte persone vorrebbero essere dei Kaulitz, vorrebbero essere nostri
amici, copiare i nostri stili, il che è al quanto
soddisfacente, specie quando cinque anni prima si era vittima di
bullismo e terrorismo psicologico a scuola.
Era
un lunedì orrendo, malapena era suonata la sveglia ed io non
avevo voglia di alzarmi, né tanto meno di vedere i miei
fratelli e nessun' altro, ma purtroppo, mi toccava, pur essendo “per
la libertà” i miei genitori non erano molto a favore che
qualsiasi capriccio, né io né i miei fratelli
rimanessimo a casa.
Dad
bussò, non avendo ricevuto nessuna risposta , entrò
lentamente, con passi cauti, avvicinandosi al mio letto.
<<
Ehi, è tardi, sono già tutti di sotto... Dai, tirati su
e vestiti... >> disse mentre usciva dalla porta.
<<
Non ci vengo... >> risposi con un filo di voce.
<<
Dove non vai?? >> disse, mentre tornava indietro.
<<
A scuola... >>
<<
E chi lo ha deciso? >>
<<
Io... Non ci vado. >>
<<
Invece vai... Sai che queste cavolate non mi piacciono, quindi tirati
su e basta. >>
<<
Non mi ci puoi costringere. >>
In
quel momento, Dad un po' arrabbiato, aprì le tapparelle tutto
d'un colpo e mi ha buttò le coperte giù dal letto.
<<
Le cose sono due signorina Esme, o mi dici che cavolo ti prende, o ti
alzi e ti vai a vestire. >>
<<
Non ho niente!! Voglio stare a casa!! >> urlai.
In
quel momento, Mum entrò in camera, e chiese a Dad che problema
c'era, quando Dad le rispose, entrambi uscirono dalla mia camera, in
silenzio, sapevo di non averla fatta franca, loro non ci permettono
proprio di “fare le pecore” quando ci sono problemi.
Erano
passati circa quindici minuti, e non erano tornati, sicuramente hanno
parlato con i miei fratelli, e capito che cosa succedeva.
Quando
credevo di avere vinto la guerra del mattino con Dad, mio fratello
Tom entrò in camera mia.
Aveva
le braccia incrociate, e mi guardava, non sembrava molto contento. Si
è seduto nel mio letto, continuava a guardarmi strano, io,
avevo una paura allucinante, forse stava per uccidermi.
<<
Che cazzo ti prende? >> chiese con voce serena.
<<
Niente... >>
<<
Ti sei offesa perchè io mi sono offeso, perchè tu mi
hai mentito? >> domandò lui con un tono ironico al
quanto fastidioso.
<<
No.. Mi sono offesa perchè Bill e Fede avevano architettato
quella cosa per farci litigare, non so per cosa.... >>
<<
Non dovresti rimanerci così male... Sai che Bill è
così, gli piacciono i sotterfugi e i giochi mentali... >>
<<
Ho capito... Ma mi sono sentita come una scema. >>
<<
Ma quale scema... Senti, capisco che stai male,ma sappiamo entrambi
che il problema non è questo, volendo puoi uscire e andare in
camera di Bill a parlarne, oppure la vostra cosa telepatica... >>
La
“cosa telepatica” che io e Bill facciamo, non è
proprio telepatica, quello che è triste o arrabbiato, va nella
camera dell'altro, e ci si siede vicino, oppure ci si sdraia la testa
sulle gambe dell'altro, non c'è nessun tipo di commiserazione,
infatti quando facciamo la “nostra cosa telepatica”, io e
Bill rimaniamo sempre in silenzio, a volte anche per ore, quello che
ci conforta a vicenda. Con Tom, la “cosa telepatica ” era
un po' diversa, ci limitavamo ad uscire con i cani, e parlare di cose
che non c'entrano niente con niente.
La
“cosa telepatica” fra loro era un po' diversa, non la
capisco ancora oggi, anzi, non mi è mai interessato capire,
siamo cresciuti rispettando i nostri spazi, non sono interessata ad
invadere il mondo dei miei fratelli.
<<
Lo so... Ma non è che mi va ora... >>
<<
Ok, ho capito quale non è il tuo problema, ma non ho capito
quale è il tuo problema... >>
<<
Eh, sono arrabbiata, per quella cosa del traditore... >>
<<
Che cosa...Aahh, ho capito, dici chi mi ha detto di te e Georg? >>
<<
Esatto.... >>
<<
Ma guarda lascia perdere... Anzi, vai a scuola, lo prendi e ci
parli.. Se scappi gliela dai vinta... >>
<<
Hai ragione... >>
Tom
sorrise, si alzò, mi diede un bacio sulla fronte e andò
verso la porta.
<<
Ti aspettiamo di sotto... Non metterci un'ora, e vedi di farti il
letto prima di scendere.... >> disse prima di uscire.
Mio
fratello aveva ragione, non potevo lasciare che una cavolata del
genere mi buttasse giù, alla fine ne ho passate di peggio. Mi
sono alzai di colpo, e mi infilai gli stessi vestiti che avevo il
sabato sera quando Georg era venuto da me, mi sono truccata
velocemente, ho preso lo zaino e sono scesa.
Erano
tutti in cucina seduti, tranquilli, aspettavano solo me, presi un
paio di muffin da mangiare sul pullman, e li misi nel mio
zaino.
<<
Sono pronta, andiamo? >>
Bill
e Tom si guardarono , sorrisero e si alzaronoi, avevano già
gli zaini in spalla, e si sono diretti verso la hall, dove ero io,
Mum e Dad ci salutarono dalla cucina, e noi uscimmo.
Usciti
dal cancello di casa, ci dirigemmo alla pensilina di centro paese,
quella davanti a casa nostra, il pullman scolastico non passa, solo
quello provinciale, infatti, tantissime volte, quando qualche cretino
ce l'aveva con uno dei miei fratelli, solitamente Bill, Dad ci
accompagnava alla fermata, con una mazza da baseball e i nostri due
cani, a volte si limitava ad accompagnarci in macchina.
Proseguimmo
la strada in silenzio, eravamo abituati a qualcuno che ci dava
fastidio, specie ai miei fratelli, quindi avevamo il nostro modo di
incutere paura; uniti, uno in parte all'altro come un clan, io a
sinistra, Bill al centro e Tom a destra, eravamo sempre pronti per
rispondere oppure fare a botte, io non facevo a botte, mi limitavo a
scambiare insulti con qualche campagnola bigotta, i miei fratelli
invece, facevano a botte quasi tutti i giorni, tornavano a casa con
lividi in faccia un giorno sì e l'altro pure,ma anche quelli
con cui facevano a botte si trovavano dei lividi orrendi in faccia.
Diversamente
da quanti pensino tutti, tra Bill e Tom, quello più cattivo
nel fare a botte era Bill, era quello che si faceva sempre più
male, perchè non sapeva quando fermarsi, era solito a tirare
ginocchiate e gomitate, Tom invece si limitava a pugni e testate.
Arrivati
alla fermata, piena, ci mettemmo ad aspettare il nostro pullman,
tutti i tre a braccia incrociate, fissando il vuoto.
Saliti
sull'autobus, Tom si è seduto in fondo con i suoi amici
strani, io in un posto da due, guardando fuori dalla finestra, e Bill
con la Fede dietro di me, pur avendo le auricolari,riuscivo a
sentirli bisbigliare.
<<
Ce l'ha ancora con noi? >> chiese lei.
<<
No, ma lasciala stare per un po', si sta riprendendo.... >>
rispose lui.
Dopo
di quello, sentivo che parlavano ancora, ma non ho ascoltato,
guardavo fuori dalla finestra e pensavo, adesso raccontandolo però,
non so a cosa pensavo.
Arrivati
a scuola, ognuno andò nella propria classe, io e Bill eravamo
nella stessa classe, ci sedevamo vicini, in fondo alla classe, in
parte al muro, lui davanti, ed io dietro.
Non
seguì la lezione per niente, sentivo solo il fuoco
incandescente della mia colera diventare sempre più bollente,
non vedevo l'ora che arrivasse l'intervallo.
Suonato
il campanello del' intervallo, uscì dalla porta, spingendo
tutto e tutti che si trovavano per il corridoio, cercavo una sola
cosa, la mia preda.
Girai
tutti i corridoi, cercando la mia preda, la rabbia si faceva così
forte, che ad un certo punto, sentì una sensazione strana
invadermi i sensi, mi sentì da quel momento, letteralmente, un
predatore a caccia, cercai nei posti dove potrebbe essersi nascosta
la mia preda, il traditore. Arrivata davanti alla mensa, sentì
la sua presenza ed entrai, a quel punto ero sicura che era lì
dentro, guardai attentamente tutte le persone sedute sui tavoli,
quando, quasi come per caso, mi girai, e la vidi, davanti alla porta,
cercava di scappare, a quel punto non so come, ma in trenta secondi
sono riuscita ad attraversare tutta la sala, la sorpresi, prendendola
per un braccio, si girò.
<<
Ehi, ciao Renni, ti cercavo... >> la sua voce tremava.
<<
Non è vero.. Scappavi, sappi che ora il tuo momento è
arrivato. >>
<<
Che dici?? >>
<<
So perfettamente che hai mandato tu i messaggi a Tom... >>
<<
Ma chi te l'ha detto guarda che ti sbagli.. >>
<<
Yasmin, non mentirmi, perchè lo hai fatto?? >>
<<
Senti... Mi dispiace averti mentito ma non puoi capire... >>
confessò.
<<
Non posso capire? Tu non puoi capire, hai cercato di separare me ed i
miei fratelli con quale scopo?? Fare la grande eroina con Bill? Non
ci riuscirai mai perchè ti odia, e gli fai schifo... Pensi che
non abbiamo capito che sei pazza di lui?? >>
<<
Ah così io faccio schifo? Io posso avere qualsiasi ragazzo in
questa scuola, sto cercando di aiutarvi, dovete cercare di essere
normali, ed il primo è quell'alieno gay di tuo fratello... >>
Non
le permisi nemmeno di finire la frase, la presi per i capelli e la
lanciai contro il muro.
<<
Ma sei matta?? >>
Mi
avvicinai a lei.
<<
Ripetilo se hai il coraggio, cosa è mio fratello?? >>
<<
Un dannatissimo frocio travestito... >>
La
tirai su, prendendola per il braccio, lei mi tirò un pugno in
faccia, mi beccò sullo zigomo, così forte da farmi
vedere appannato, persi il controllo, presi la rincorsa di circa due
metri, e le tirai una testata così potente da farla cascare
per terra senza fiatto.
Lei
si alzò, con fatica, e mi tirò un calcio , le presi per
i capelli e la lanciai verso la sala mensa, a quel punto, mi accorsi
che quasi tutta la scuola si era fermata a guardarci,e fare dei
commentini su quello che accadeva, per me erano indifferenti, volevo
prenderla a pugni e basta.
<<
Guardate un po', un Kaulitz che finalmente le dà al posto di
prenderle..>>
<<
Io scommetto dieci sulla puttanella bionda.. >>
<<
Io quindici sulla Kaulitz... >>
<<
Ehi, Bella, c'è tua sorella che le sta dando di santa ragione
a una di seconda... >>
Bella,
era uno dei soprannomi che i bigotti della scuola avevano dato a
Bill.
Sentì
qualcuno che mi bloccava da dietro, era Bill, nonostante trattenesse
le mie braccia all'indietro con le sue, avevo le gambe libere, le
quali agitavo, cercando di tirare calci a Yasmin, che era stata
bloccata da un' altro ragazzo.
<<
Calmati, calmati, calmati, le ha già prese abbastanza...
Guardala, sputa sangue, basta... Basta per favore... >>
sussurra continuamente nel mio orecchio Bill, tentando calmarmi.
<<
No... Questa troia, ti ha offeso Bill, aveva fatto tutto di
proposito, per separarci.. Aveva fatto di proposito... >>
risposi piangendo.
<<
Non ne vale la pena, basta... Calmati... Finiremo sicuramente nei
guai se vai avanti, per favore Ren, basta... >>
<<
Ahh, ora è così?? Hai paura che spacchi la faccia a
questa cretina di sua sorella eh? >>
urlò
Yasmin, cercando di provocare Bill.
<<
Taci troia... >> rispose lui.
In
quel momento arrivò anche Tom, ed in seguito Fede, lui si è
messo alla destra di Bill, e lei dietro.
<<
Bill, lasciala, deve difendersi da sola... >> sussurrò
Tom.
<<
Non ci penso neanche, guarda come ha conciato Yasmin, se la mollo è
capace di ucciderla... >> rispose Bill.
<<
Ren, basta, ti portiamo via da qui... Hai sangue e graffi su tutta la
faccia... >> ha detto Fede spaventata, accarezzandomi il viso.
<<
Lasciatela, quella deve imparare che non si scherza con i Kaulitz...
>> continuò Tom.
Non
pensavo neanche a rispondere a cosa dicevano, l'unica cosa alla quale
riuscivo a pensare era come liberarmi dalle braccia di Bill, che mi
stringevano sempre di più, sentivo come se i miei muscoli si
strappassero dal quanto forte tirava le mie braccia all'indietro,
volevo liberarmi e finire quello che avevo iniziato.
<<
Tom sei matto?? Lei è partita di testa, se la lascio finisce
in riformatorio.. >>
<<
Infatti Tom, prendila per le gambe, portiamola via da qui, ho
paura... >> rispose Fede.
<<
Avete ragione... Andiamo verso il parcheggio, Fede tu prendile
qualcosa da mangiare e da bere... >>
Ci
dirigemmo verso l'uscita, tutti ci guardarono spaventati, alcuni
divertiti, Bill continuava a trattenermi, da solo, non si fidava di
Tom, aveva paura che mi lasciasse andare di modo che potessi spaccare
la faccia a Yasmin, Tom era davanti, arrivati all'atrio aprì
la porta, e Bill proseguì, verso una panchina vuota.
Seduti
sulla panchina, Bill mi lasciò andare, e ci sedemmo, Tom
rimasi in piedi, guardando verso di noi.
<<
Ma che cosa ti viene?? >> chiese Bill spaventato.
<<
Non so, ero tranquilla stamattina, ma quando ho sentito il campanello
una vocina nella mia testa continuava a dirmi di cercare Yasmin... >>
<<
La tua coscienza ti po? >> chiese Tom.
<<
Più o meno, non è che diceva chiaramente di cercarla...
Era come giocare a nascondino... >>risposi.
<<
Si chiama istinto omicida Tom, non coscienza... >> rispose
Bill.
<<
Ma ti senti quando parli? Istinto omicida, due ragazze che si
prendono per i capelli e si insultano non è un omicidio
passionale... >>
<<
Ah sì? Questa non ha mai alzato le mani a nessuno, non ha mai
litigato né fatto una cosa del genere, un mattino si sveglia
urlando contro Dad, un'altra cosa mai successa, viene a scuola e
cerca di ammazzare una... Tu come lo chiami? >>
Continuavo
a non parlare, cercavo di fingere di stare tranquilla, volevo che a
intervallo finito, Bill mi lasciasse andare, in modo da prendere
Yasmin.
A
quel punto arrivò Fede, con sé aveva un bicchiere di
carta con una bibita calda, e delle merendine.
<<
Ragazzi... Scusate, ma non c'era niente sugli scaffali, ho dovuto
chiedere alla Signora Brandt di prendere queste merendine in
magazzino... >> disse lei senza fiato.
<<
Non preoccuparti Fede, stiamo cercando di calmarla prima... >>
disse Bill tranquillizzandola.
<<
Ah ho preso anche delle salviettine umide, me le ha date Lena, sta
arrivando... >> continuò lei.
<<
Grazie Fede... Dove l'hai vista Lena? >> chiese Tom.
<<
Stava arrivando il sala mensa, ha appena finito un esame... >>
rispose lei.
<<
Fede, me le passi queste salviettine per favore?? >> chiese
Bill.
<<
Certo, tienile... >>
<<
Ren, stai meglio?? Mangia questi.. E questa, è la tua
cioccolata calda, bianca, la tua preferita... >> disse lei,
mentre mi dava quello che aveva preso.
<<
Grazie, ma non ho fame... >> risposi con un filo di voce.
<<
Ma smettila e mangia... >> disse Tom, mentre si accendeva una
sigaretta.
<<
Ma lasciala respirare, se non ha fame non ha fame... Mangerà
più tardi.. >> rispose Bill, irritato.
Bill
aveva preso le salviettine e mi puliva il mento e la guancia
sinistra, dove il sangue ormai era diventato crosta.
<<
Caspita, ti verrà un livido orrendo qua... >> disse
mentre puliva quella parte del mio zigomo, ormai diventata bordeaux.
<<
Aia, mi fai male... >> mi lamentai.
<<
Scusami.... Cazzo, guarda Tom, c'è pure un taglio qua, quella
sfigata aveva sicuramente un anello... >> disse Bill.
<<
Eh Bill.. Ho capito, ma, guarda che lei non mangia da ieri
pomeriggio... Guarda che faccia.. >> disse Tom.
<<
Non mangi da ieri pomeriggio???? >> mi chiese Bill nervoso.
<<
Eh, chi se ne frega, non ho fame... >>
<<
Fede, dammi questi plumcake... >> disse lui, mentre poggiava
la salviettina che stava usando sulle mie gambe.
Bill
prese una delle merendine, e la aprì.
<<
Mangia e non fare storie.. >> disse mentre me la porgeva.
Presi
la merendina, e me la mangiai subito, immediatamente mi sono sentita
più tranquilla, Bill mi ha dato l'altra, che ho mangiato con
altrettanta fame, morivo di fame, era da ieri che sentivo il mio
stomaco brontolare.
Mentre
sorseggiavo la mia cioccolata bollente, vidi Lena avvicinarsi.
<<
Tutto bene?? Cavolo che paura, ho visto Yasmin in faccia, visto che
non avevi mai fatto a botte prima, pensavo fossi conciata peggio...
>> disse Lena mentre mi dava un bacio sulla fronte.
<<
Bill... >> dissi con voce fiaca.
<<
Cosa? >> chiese.
<<
Andiamo a casa?? >>
<<
Non possiamo, non abbiamo i permessi... >>
<<
Chiamiamo Dad... >>
<<
Tom lo chiami tu? Fallo venire a prenderci... >>
<<
Okay... >>
<<
Farete meglio andare a casa a intervallo finito, sicuramente il
preside verrà a sapere di questa cosa e romperà di
brutto... >> disse Lena.
<<
Per forza, quando arriva Gordon, prendiamo le nostre cose, lo
facciamo firmare il permesso e andiamo a casa... >> rispose
Bill.
<<
Dad arrivera tra un quarto d'ora... Andiamo a prendere la nostra
roba... >> disse Tom, mentre si dirigeva all0interno della
scuola.
Tom
era ormai avanti di circa duecento metri, io, Bill, Federica e Lena
eravamo insieme, ci dirigemmo verso la mia classe, nel secondo piano,
avevamo tutti gli occhi addosso, pur essendo abituata, questa volta
gli occhi erano puntati specie su di me.
Una
volta in classe, io e Bill ci prendemmo i nostri zaini e le nostre
giacche e ce ne siamo andati, fuori dalla classe Lena e Fede
controllavano che nessuno venisse a darci fastidio.
<<
Prendiamo l'ascensore per scendere in segreteria... Che dite? >>
suggerì Lena.
<<
Dai... Andiamo... >>
In
segreteria, c'era già Tom seduto fuori, con lo zaino poggiato
a terra, io e Bill ci sedemmo in parte a lui.
<<
Ragazze, sta per suonare, fareste bene ad iniziare ad andare.... >>
dissi.
<<
Oggi pomeriggio vengo da te ok?? >> disse Federica.
<<
Io passo più tardi, devo aiutare mio padre al bar... >>
disse Lena.
<<
Tranquille, non fatevi problemi... >> rispose Bill.
Le
ragazze ci hanno salutati, e se ne sono andate.
Dad
uscì dallo sportello “permessi” e si diresse verso
di noi, avendomi vista, si agitò.
<<
Cosa ti è successo?? Chi ti ha conciata così?? >>
<<
Yasmin... >>
<<
Non ci posso credere!! >>
<<
Tranquillo, lei le ha prese di santa ragione, è conciata
peggio di Ren... >>
<<
A parte i graffi ti senti male?? >>
<<
Mi gira la testa... >> risposi.
<<
Ha la febbre... Ce ne andiamo o cosa? >> chiese Bill
impaziente.
Ci
dirigemmo verso il nostro suv,
nel parcheggio, in silenzio, entrammo tutti macchina, Tom davanti ed
io e Bill dietro, Dad accese la radio, mise in moto e partimmo.
Mentre
attraversavamo Farsleben, sulla radio partì “Life on
Mars” di David Bowie. poggiai la testa sulla spalla sinistra di
Bill e silenzio piansi, lui prese il suo braccio destro ed iniziò
a grattarmi la testa,e sussurrando a bassa voce, quasi inaudibile di
calmarmi e che tutto sarebbe passato. Infatti ancora oggi, quando
sento la mancanza di Bill, ascolto questa canzone continuamente, per
ore.
Arrivati
a casa, mi diressi in camera mia, senza preoccuparmi di mangiare,
togliermi le scarpe. Mi buttai nel mio letto, accesi la televisione e
provai a chiudere gli occhi, mi stavo quasi addormentando, quando
Bill entrò in camera mia, con il mano il mio zaino, lo poggiò
in parte al letto e se ne andò.
A
niki94;
svampi1996 e
didisim.
Grazie
per i vostri commenti, spero vi sia piaciuto questo capitolo, scusate
il ritardo ma avevo perso l'ispirazione. E per le nuove lettrici, grazie di seguirmi, vi chiedo di lasciarmi qualche commento con le vostre impressioni e suggerimenti, per megliorarmi sempre di più.
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Capitolo 8 *** No one likes us. We don't care. ***
No
one likes us, we don't care.
Quando
mi svegliai, erano circa le cinque e mezza passate, mi misi le
pantofole e scesi le scale, in cucina, dove Tom era seduto a tavola,
sorseggiava un Red Bull, Bill invece preparava la cena, i nostri
genitori stavano per arrivare.
<<
Ehi ciao, come ti senti? >> chiese Tom, ottimistico.
<<
Sto bene grazie... >> risposi.
<<
Ren, torna a letto, ti porto la cena in camera non stare a
gironzolare per casa.. >> disse Bill, preoccupato.
<<
Ma lasciala in pace, sei pesante!! >> esclamò Tom.
<<
Tom, non capisci mai un cazzo... >> rispose Bill.
<<
Dai, non litigate... Sono scesa perchè sentivo la gola secca,
adesso torno... >> risposi.
<<
Hai sete? Cosa vuoi da bere? Qualcosa di caldo, ti faccio una
cioccolata? >> chiese Bill.
<<
Bill!!! Faccio io.. Tranquillo... >> risposi.
<<
No, dai,adesso non esagerare anche tu, malapena stai in piedi, vai in
camera che ora te la faccio io... Te la porto di sopra... >>
disse Tom, con aria nervosa.
<<
Va bene, grazie... Io vado allora... >> risposi e me ne andai.
Tornata
in camera,mi sedetti a terra, aprii il taschino anteriore del mio
zaino e presi il mio cellulare, c'erano circa cinque chiamate perse e
due messaggi ricevuti, da Georg, non mi era neanche passato per la
testa di chiamarlo o farmi sentire, gli feci uno squillo, e dopo
pochi secondi mi richiamò.
<<
Tutto bene?? Ho parlato con Fede... >>
<<
Sì, tutto bene,non ti preoccupare, mi sono svegliata ora... >>
<<
Cavolo, mi dispiace non essere riuscito a venire, ma ho avuto il
pomeriggio oggi, sono uscito da scuola mezz'ora fa, sono in stazione
ad aspettare il treno... >>
<<
No, non ti preoccupare, non è successo niente di grave... Sto
benone... >>
<<
Cercherò di passare più tardi se ai tuoi non secca.. >>
<<
No, tranquillo.. >>
Mentre
parlavo con Georg, Tom entrò in camera, aveva in mano un
vassoio, con una tazza gigante di cioccolata e un piattino con dei
biscotti di burro.
<<
Stai parlando con Georg?? >> chiese a bassa voce.
<<
Sì.. A proposito, vuole passare più tardi, è ok
? >>
<<
Passamelo... >> disse mentre poggiava il vassoio nel comodino.
<<
Ok... >> risposi alzandomi, gli passai il telefono e presi li
vassoio sul comodino e l'ho portato a letto, dove mi sono seduta a
gambe incrociate.
<<
Ehi Georg... Che dici? >>
<<
Mah, ero preoccupato per Renate... Tu? >>
<<
Io pure... Senti, se ti va, puoi passare di qua per le sei mezza,
sette, e rimani a cena, poi se mai Gordon ti riporta a casa... >>
<<
Ah grazie, sicuro che non sono di troppo, magari i tuoi vogliono un
po' di tempo per gestire la cosa con voi... >>
<<
Ma va... Tu vieni, sai com'è Simonne, ci tiene ad avere
ospiti, ci tiene calmi... >>
<<
Hahah, grazie dell'offerta allora... Ci vediamo più tardi.. >>
<<
Sì.. Dai, ti passo Ren... A dopo... >>
Tom
mi passò il telefono, e uscì dalla camera.
<<
Torniamo a noi.... >>
<<
Sì... >>
<<
Mi è dispiaciuto non potere essere lì con te... >>
<<
Non fa niente... C'erano i miei fratelli, Fede, Lena... >>
<<
Ah, comunque mi aspettavo qualcosa di simile da quella Yasmin... Mi
stava troppo sulle scatole.. >>
<<
Eh già, tutti qua lo dicono.. >>
<<
Anzi, mi sta più sulle palle ora che so cosa ti ha fatto... La
piglierai a calci.. >>
<<
Ma guarda.. Credo le siano bastate quelle che le ho date oggi.. >>
<<
Hahaha, hai alzato il livello dei Kaulitz, ho sentito due da
Starbucks che ne parlavano prima... >>
<<
Davvero, è arrivato fino a Magdeburgo?? >>
<<
Eccome se è arrivato... >>
Mentre
parlavo con Georg, sentii bussare, erano sicuramente i miei, quindi
salutai Georg e riattaccai.
<<
Avanti... >> dissi mentre poggiavo il cellulare sul comodino.
Entrarono
in camera Mum e Dad. Mum si sedette alla mia sinistra, sul letto e mi
abbracciò, Dad invece, chiuse la porta e rimase in piedi, con
le braccia incrociate a guardarmi con gli occhi lucidi.
<<
Tesoro, come stai?? >> chiese Mum.
<<
Ora sto meglio, mi sento bruciare la faccia... >>
<<
Che cosa è successo non ho capito bene, ti va di spiegarmelo?
>>
Spiegai
a Mum tutto quello che era successo, a partire della sera che Georg
era venuto da noi, la notte del mio compleanno, fino alla orrenda
frase che Yasmin disse quel mattino su mio fratello.
<<
Tesoro, capisco che hai voluto difendere te stessa e tuo fratello, ma
questi sentimenti di odio, vanno accantonati... >>
<<
Lo so... E me ne vergogno di avere usato la violenza, ma sono tante,
tante, le volte che io e i ragazzi le sentiamo su, e e le prendiamo,
una volta tanto, rispondere non fa male... >>
<<
Certo tesoro mio, hai ragione, ma, non puoi lasciare che la rabbia ti
sottometta, tu devi essere padrona dei tuoi sentimenti, non sono loro
che devono essere tuoi padroni... >>
Dad
abbassò la testa, mise le mani davanti al viso, con le quali
se lo strofinò.
<<
Devo sbrigare delle cose per lavoro... >> venne verso di me, e
mi diede un bacio sulla guancia ferita e se ne andò.
Io
e Mum rimanemmo ancora un po' a parlare, finchè arrivò
Bill, accompagnato da Georg.
<<
Ren... Hai visite.. >> disse con un discreto sorriso stampato
sul viso.
<<
Ciao Georg!! >> disse Mum, entusiasta.
<<
Ciao Simonne... >> rispose, altrettanto contento.
Bill
lanciò uno sguardo per niente discreto a Mum, che in un lampo
si alzò dal letto.
<<
Ecco... Fai compagnia a lei, io porto questo vassoio di sotto, prima
che si rompa... >> disse, allontanandosi verso la porta con il
vassoio in mano.
<<
Vi vengo a chiamare per cena... >> disse Bill, mentre chiudeva
la porta.
Georg
si tolse la giacca, la gettò sulla poltrona, venne da me, mi
abbracciò e mi diede un bacio a stampo.
<<
Il tuo viso...Amore, quanto mi dispiace.. >> disse mentre con
la mano, accarezzeva lentamente il mio viso.
<<
Non fa niente... E' passata.. >> risposi.
Georg
mi baciò, lentamente credo avesse paura di farmi male, il
bacio durò pochi secondi, quindi Georg si sdraiò nel
mio letto, mise il suo braccio destro attorno alle mie spalle, spense
la luce del' abajour e accese la televisione, poggiai la mia testa
sulla sua spalla, guardammo il telegiornale.
Non
so dire precisamente quanto tempo sia passato da quando eravamo
rimasti soli, ricordo solo quando Bill bussò alla porta ed
entrò.
<<
E' pronto da mangiare... Ci siete? >> chiese.
<<
Sì, certo... >> rispose Georg.
A
quel punto scendemmo, in cucina ci aspettavano Tom, Dad e Mum.
Bill
aveva preparato la sua “pasta segreta”, non gli ho mai
messo cosa ci mettesse dentro, è veramente squisita, ma ancora
oggi ho paura di quello che possa esserci dentro, conoscendo Bill.
Nessuno
di noi parlava, eravamo in silenzio, finchè Dad ruppe il
ghiaccio.
<<
Aimee, ci vai a scuola domani? >>
<<
Non so.. Forse ho ancora un po' di febbre... Devo proprio? >>
<<
Come vuoi.. Ma solo questa volta... >>
Ed
il silenzio calò, per ancora qualche minuto, sembra strano,
persino da ricordare, è stata una delle poche, se non unica
volta, che a cena non abbiamo riso o discusso di qualcosa.
<<
La Fede è passata prima... Ma dormivi, è rimasta in
camera tua una mezz'ora... >> disse Bill, mentre masticava.
<<
Sì, immaginavo la Fede è bravissima... >>
risposi.
Nuovamente,
ci ritrovammo in silenzio, finchè il telefono squillò.
<<
Rispondo io.. >> disse Mum.
<<
Pronto.. >>
<<
Sì,sono la madre... >>
<<
Ah salve David... >>
<<
Certo, sono qua davanti a me... >>
<<
Davvero? Lo dirò ai ragazzi ora.. Ne saranno sicuramente
entusiasti... >>
<<
No, si figuri, non è nessun disturbo... >>
<<
Certo, la chiamerò domani in mattinata... >>
<<
Anche a lei.. Arrivederci David... >
Mum
sorride, e ci guardò.
<<
Che voleva?? Perchè fai questa faccia??? >> chiese Tom
ansioso.
<<
Dai, diccelo... Se no piango.. Che voleva Hoff?? Di cosa saremmo
entusasti? >> chiese Bill, ancora più ansioso.
Mum
fece un sorriso a trentadue denti.
<<
Ha detto che fra due giorni....>>
<<
Cosa cosa?? >> chiedemmo tutti i quattro insieme.
<<
Andrete ad Amburgo per un mese a lavorare sul demo!!! >>
Saltammo
tutti dalle sedie, Bill abbracciò Tom, Mum abbracciò
Dad, io abbracciai Georg.
<<
Non ci posso credere!!! Pazzesco... >> esclamò Georg.
<<
Ahhh lo sapevo!! Lo sapevo!! >> urlò Bill.
Dopo
circa quindici di minuti di abbracci, urla, lacrime e risate
chiamammo Gustav, anche lui, era elettrizzato.
Dopo
cena, Georg dovette andare, ci salutammo con un lieve bacio a stampo.
Tornai
in casa, ed erano tutti seduti nel divano di sala a bere del tè,
Bill non faceva altro che parlare di cosa avrebbe indossato, o cosa
avrebbe potuto fare ai capelli.
Entrai,
e mi unii a loro, ci mettemmo d'accordo con Mum e Dad che non saremmo
andati a scuola domani, saremo rimasti a casa a sistemare le valigie.
Ricordo
che andammo a letto tardi, almeno, tardi paragonato a quanto eravamo
e siamo ancora abituati a dormire, ovvero mezza notte passata. Siamo
sempre stati abituati a dormire massimo alle dieci, Tom invece, alle
nove e mezza è gia nel mondo dei sogni.
Il
giorno dopo, ci svegliammo presto, mentre facevamo le valigie, io e
Bill ce ne accorgemmo che molte cose non avrebbe potuto portare,
poiché erano di tutti i due, allora chiedemmo a Mum dei soldi.
Non
siamo mai stati spendaccioni, non eravamo ricchi, eravamo tutti i tre
abituati ai venti euro settimanali, ma quel giorno, Mum ci sorprese
con un bel cinquanta, soddisfatti, io e Bill ci dirigemmo alla
fermata del bus, appena davanti a casa.
<<
Ah, cavolo, ma ci credi cinquanta euro?? Non so neanche cosa farci
con tutti questi soldi!! >> esclamò Bill.
<<
Veramente.. Devi trovare contratti discografici più spesso...
>> risposi.
<<
Sinceramente, mi è sfuggito quel che ci serve!! >>
disse.
<<
A me no... Eyeliner, ombretto nero, fondo tinta, cipria, base
trasparente, smalto nero e anche una o due tinte di scorta.... >>
<<
Ma le tinte... Ci saranno ad Amburgo delle tinte no?? Le prendo la...
>>
<<
Sì.. Ma non sai dove siano i negozi, non conosci nessuno...
Non sai se avrai tempo.. >>
<<
Hai ragione... Cos'altro mi può servire?? >>
<<
Hm, non saprei... >>
Ci
mettemmo a pensare.
<<
Lacca!!! >> esclamammo contemporaneamente.
<<
Sì, possiamo comprare quella lacca cemento della pubblicità..
>> dissi io, ansiosa di provare quel nuovo prodotto.
<<
Eh ma costerà quasi dieci euro... >> rispose Bill, un
po' scettico.
<<
Chi se ne frega?? Ne abbiamo cinquanta! >> risposi eccittata.
<<
Hai ragione! Spendiamoli per bene questi soldi!! >> rispose
saltellando.
Mentre
saltellavamo come due kanguri, Tom uscì dal cancello di casa,
e si diresse velocemente verso la fermata, dove eravamo.
<<
Vengo con voi.. >> disse.
<<
E perchè mai?? >> chiese Bill, incuriosito.
<<
Già, perché mai? >> chiesi io.
<<
Da soli, a Magdeburgo? Il giorno dopo che tu hai fatto a botte con la
più grande zoccola della scuola? >> disse
rettoricamente.
<<
Sì certo, tu vuoi venire con noi perchè siamo cool !!
>> disse Bill, ironizzando.
<<
Noi siamo troppo cool !! >> dissi io, con movenze da rapper.
<<
Yeah nigga, cool >> disse Bill, imitandomi.
Tom
ci guardò sconvolto.
<<
Non fatelo mai più... Mai più... >> disse.
Quando
salimmo sull'autobus, c'erano tre ragazzi, io non li conoscevo, ma
sicuramente conoscevano i miei fratelli, dato che appena salimmo
iniziarono a fischiare, come sempre, li ignorammo.
Arrivati
a Magdeburgo, scendemmo e ci dirigemmo verso il centro commerciale,
senza badarci troppo a quello che avevamo intorno, era ed è il
nostro modo di fare tutt'ora.
Arrivati
al centro commerciale, andammo direttamente da Schlecker, ci
dirigemmo verso il reparto trucchi, mentre io e Bill eravamo intenti
a guardare gli eyeliner e le matite, Tom era a quattro o cinque passi
da noi, ci sorvegliava, voleva assicurarsi che nessuno ci dasse
fastidio, e così fu, nessuno ci disse niente, almeno finchè
non uscimmo dal negozio.
Schlecker
era, ed è un negozio, molto diffuso in Germania, lì ci
si può trovare tutti gli articoli cosmetici possibili ed
immaginabili, dalla più sofisticata crema per le rughe, al
kehjal più economico. Io e Bill eravamo quasi sempre lì,
puntualmente, ogni venerdì a spendere metà delle nostre
paghette.
<<
Ehi Seb, guarda, ci sono le sorelline Kaulitz che comprano i trucchi
con il loro bodyguard... >>
Io
e Bill li ignorammo, ma Tom si girò e diede uno spintone a
Dieter, uno dei due.
<<
Vaffanculo stronzo... >> disse Tom.
Dieter,
quello più alto, spinse Tom, mentre Sebastian, quello con la
faccia da nazi, si avvicinava a me e Bill.
<<
Cosa hai comprato insieme a tua sorellina Bella? >> chiese ,
provocando Bill.
Bill
mi passò le buste e si avvicinò al tizio, guardandolo
dritto negli occhi.
<<
Facile fare il bullo al centro commerciale, vuoi risolvere questa
cosa fuori?? >> chiese Bill sfidandolo.
Mi
avvicinai a Bill, mi mise a due passi dietro di lui, leggermente alla
sua sinistra, Tom fece lo stesso, alla destra, eravamo pronti per lo
scontro, come tre hooligans in cerca di rissa.
<<
Ah, vuoi lo scontro Bella? >> chiese Sebastian.
<<
Hai paura per caso? >> chiese Bill, con aria provocatoria.
<<
Non esiste che abbiamo paura di Bob Marley albino e due ragazzine
truccate da zoccole...>> rispose Dieter, cercando di
demoralizzarci.
<<
La ragazzina ti farà a pezzi stronzo.... >> dissi io.
Mi
ricordo, che, uscendo dal centro commerciale, Tom e Bill si
guardavano, non arrabbiati come sempre, ma stavolta ansiosi, io pure
ero ansiosa, dopo una volta che fai a botte, non puoi più
farne a meno.
Appena
usciti dalla porta del centro commerciale, Tom colpì Sebastian
con un destro, così forte che questo cadde per terra, mentre
Dieter, si diresse verso Bill e gli tirò un pugno sullo
stomaco, Bill rimase immobile per circa cinque secondi, cercando di
riprendere fiato, approfittai che era fuori gioco, prese una rincorsa
e saltai in groppa a Dieter, misi le braccia attorno al suo collo e
strinsi il più forte possibile.
Quando
Bill riprese fiato, fiondò verso Dieter e gli tirò un
gancio, Dieter si accasciò, a quel punto scesi dalla sua
schiena, e mi allontanai, Bill sembrava volerlo tutto per sé,
ma Dieter si alzò e si girò verso di me, mi raggiunse e
mi prese per i cappelli, gli tirai un calcio ai testicoli, nuovamente
si accasciò e Bill arrivò, con le due mani unite in un
pugno, come se avesse in mano la spada di Excalibur, Bill colpì
Dieter sulla schiena.
<<
Lezione numero uno : non toccare mai, la sorella di un frocio come
me... >> disse.
Dieter
si alzò e gli tirò un pugno in bocca, Bill sputò
sangue, ma questo non fece altro che incattivirlo.
Bill
tirò una ginocchiata alle costole di Dieter e una gomitata in
mezzo allo sterno, Dieter cadde a terra, tossendo, Bill a quel punto,
non ci vedeva pi dalla rabbia, gli saltò sopra e continuò
a prenderlo a pugni, ero spaventata.
Guardai
Tom, era occupato a prendere Sebastian a testate e prendersi calci,
ma si fermò, anche Sebastian si fermò, tutti i tre
guardammo Bill, che fracassava Dieter, i due sono corsi verso di noi,
Tom alzò Bill e lo trattenne, Sebastian invece rialzò
Dieter, lo teneva appoggiato a sé, poiché l'amico
faceva fatica a reggersi in piedi,ed io mi mise in mezzo, tra i miei
fratelli e gli altri due.
Bill
era incontrollabile, aveva uno sguardo cupo, rabbioso, Tom era
spaventato, ma lo tenette stretto.
<<
Bill, cosa ti viene?? >> chiese Tom.
<<
Questo orco, ha cercato di picchiare nostra sorella, l'ha tirata per
i capelli talmente forte da farla cadere a terra... >> disse,
con una voce schifata.
A
quel punto mi guardai intorno, c'erano teste ovunque, in tutte le
finestre, passanti che ci guardavano, eravamo in piena ora di punta,
al centro commerciale, facendo a botte.
<<
Che cosa?? >> disse Tom.
<<
Hai capito perfettamente... >> rispose Bill.
<<
Porta questo cinghiale via da qua, altrimenti vi facciamo
letteralmente a pezzi... >>
<<
Hai picchiato la ragazza?? >> chiese Sebastian perplesso
all'amico.
<<
Voleva fare la bulla co me.. Guarda troppo Tekken... >>
rispose Dieter quasi senza fiato.
Dopo
quello Tom e Bill borbottarono ancora qualcosa, ma ci allontanammo,
verso la fermata dell'autobus, mancavano circa quindici minuti per
l'arrivo del nostro, allora mentre i miei fratelli erano seduti alla
fermata, corsi al bar appena lì davanti e presi tre o quattro
di quei ghiaccioli senza lo stick di legno e dei tovaglioli, per
Bill, aveva la faccia tutta sanguinante, per più che cercasse
di sputare per terra, dalla sua bocca usciva sempre più
sangue. Era spaventoso.
Seduti
tutti i tre alla fermata dell'autobus, non parlammo, eravamo tutti i
tre presi da un qualche senso di gioia-post-rissa, come i hooligans.
Tom
sorrise, guardò me e Bill, e a bassa voce iniziò a
cantare l'urlo di guerra dei Milwall.
<<
No one likes us, No one likes us... >>
Io
e Bill ci guardammo e ci mettemmo a cantare assieme a Tom.
<<
No one likes, no one likes, we don't care, we don't care, we are the
Kaulitz , and we don't care... >>
*Grazie
Niki94:
sempre all'erta commentando le mie storie.
BlackstreetV:
che vuol dire “baruffona” ?? XD sono contenta che ti ci
ritrovi.
|
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Capitolo 9 *** Noia Produttiva. ***
Noia
Produttiva.
I
ragazzi sono partiti il mattino presto, e quel giorno, a casa nostra,
era tutto troppo silenzioso, niente liti per merendine, niente
fratelli che si nascondevano le cose, tornare a casa da scuola fa un
brutto effetto, specie quando sei abituata alla falange spartana,
formata dai tuoi due fratelli, il pomeriggio si è rivelato una
noia, ho mangiato dolci a go-go, ho visto tutti i dvd di casa, e ci
ho giocato con tutti i videogiochi di Tom, andai a letto alle nove,
mi svegliai presto la mattina successiva e andai a scuola. Al ritorno
ero pornta per un noiosissimo pomeriggio da sola, ma fortunatamente,
ho la mamma più cool di tutta Magdeburgo.
Dormì
ad occhi aperti per quasi tutto il mattino quel giorno, ma
fortunatamente era mercoledì, e c'era Educazione Fisica, ho
passato quelle due ore, a lanciare le mie “bombe atomiche”,
così il nostro professore, il Sig. Wolff, chiamava i miei
servizi, per lui ero una potenza nei flottanti.
A
fine allenamento, prima di andare negli spogliatoi, il Signor Wolff
mi prese da parte.
<<
Trumper, stai andando alla grande oggi... >>
<<
La ringrazio Signor Wolff, oggi sono ispirata.. >>
<<
Come mai non ho ricevuto la tua iscrizione per questa stagione
ancora? >>
<<
Ah non lo so... Non credo di valere così tanto... >>
<<
Cosa? Schiacciate come le tue non vedo dai tempi della vecchia VCO
Leipizig della Rdt. >>
<<
Dice davvero? Ma non sto molto simpatica alla gente.. >>
<<
Trumper, non ci sono queste cose nello sport... Siamo tutti fratelli.
>>
<<
Ci penserò su... >>
<<
Le iscrizioni le ricevo fino a domani.. >>
<<
Certo, Signor Wolff. >>
Mentre
mi dirigevo nello spogliatoio, pensavo alle parole del signor Wolff,
la sua proposta mi sembrava sempre più allettante, volevo
tornare a casa e parlarne con Mum, ero davvero entusiasta, nella
nostra famiglia nessuno praticava nessuno sport.
All'uscita
trovai Fede che mi aspettava nell'atrio con le braccia incrociate e
il piede balzando, capii subito che era ansiosa.
<<
Fede, che ti prende? >> chiesi.
<<
Ecco, ti stavo aspettando.. >>
Mentre
uscivamo da scuola, Fede si fermò davanti al chiosco dei
Bratwurst .
<<
Simonne mi ha chiamata prima, ha detto di prenderci dei panini,
passeremo il pomeriggio con lei, ci viene a prendere qua... >>
<<
Cosa? Perchè ha chiamato te e non me? Io sono sua figlia... >>
<<
Ti ha chiamato ma non rispondevi... Allora ha chiamato i miei, per
chiedere se potevo venire con te... E poi, ha chiamato me. >>
<<
Ti ha detto cosa faremo?? >>
<<
Non proprio, ha detto solo che dovevamo mangiare qua e aspettarla...
>>
<<
Okay... Mi ispira quello XXL con il pane... Anche tu? >>
Fede
annuì con la testa, mentre si sedeva sul marciapiedi ad
aspettarmi.
<<
Due Brat XXL per favore.... >> chiesi alla ragazza del
chiosco.
<<
Da bere? >> chiese.
<<
Quanto costa una latina? >>
<<
Un euro ciascuna.. >>
Aprii
il taschino frontale del mio zaino e presi il borsellino di monete e
le contai.
<<
Allora dammi due latine di Coca Light...>>
<<
Certo... >>
<<
Tieni, i tuoi Brat e le tue latine... Fanno quattro euro. >>
<<
Ecco... >> le diedi le monete.
<<
Buon appetito... >>
<<
Grazie... >> risposi.
Andai
da Fede, mi sedetti sul marciapiedi con lei.
Quando
racconto che di solito mi sedevo sui marciapiedi, la gente lo trova
strano, disgustoso, ma a Wolmirstedt, i marciapiedi erano alti quasi
trenta centimetri, erano ottime panchine collettive per mangiarsi un
Brat caldo.
<<
Uh, che buon odorino... Quanto ti devo? >> chiese.
<<
Niente.. La prossima volta offri tu... >>
<<
Grazie... >> rispose sorridendo.
Mentre
mangiavamo i nostri panini sedute per terra, vedemmo arrivare la golf
di Mum, ci alzammo ed entrammo in macchina.
<<
Ciao ragazze... >>
<<
Ciao Simonne.. >>
Entrammo
in macchina, mi misi davanti con Mum.
<<
Dove andiamo? >> chiesi ansiosa, mentre masticavo.
<<
Andiamo all'atelier, a Magdeburgo... >>
<<
A fare che?? >>
<<
Quello che volete, potete provare i vestiti, disegnarne nuovi ..
Quello che avrete voglia... >>
<<
Wow!! Non mi ricordo l'ultima volta che ci andai... >>
<<
Infatti oggi ci tornerai, e ci porti anche Federica... >>
Arrivati
all'atelier dove lavorava Mum, io e Fede ne rimanemmo estasiate,
dovunque ci girassimo c'erano tessuti di tutti i tipi e colori,
disegni, macchine da cucito, manichini e tutto quello che sei
abituata a vedere in televisione.
<<
Ragazze, guardate lì in fondo c'è un angolino che
potete occupare voi, c'è un po' di tutto... >>
<<
Un posto tutto per noi? >> chiese Federica meravigliata.
A
noi si avvicinò una ragazza , forse ventenne, si chiamava
Nathalie, era alta più o meno come me, bionda con occhi
azzurri.
<<
Lei è Nathalie, la nostra stagista, qualsiasi cosa vi serva lo
chiedete a lei... >>
<<
Certo Mum... >> risposi.
<<
Io sto sempre in quella saletta dalla porta viola, è il
magazzino, basta entrare, non c'è neanche bisogno di
bussare... >>
<<
Lo terremo a mente... Grazie Nathalie... >>
Io
e Fede ci dirigemmo verso la postazione che Mum aveva detto era
nostra, lì c'era una macchina da cucire professionale, un
tavolo enorme, di circa tre o quattro metri di larghezza, scatole
piene zeppe di tutte le stoffe possibili e immaginabili, vestiti
delle vecchie collezioni e blocchi per disegno, pastelli e pennarelli
a volontà.
Fede
si sedette in uno dei due alti sgabelli, prese lo zaino e tirò
fuori un quaderno, era pieno zeppo di disegni di vestiti, e manga
giapponesi.
<<
Cosa sono Fede??>>
<<
Sono dei disegni che faccio io... Sono vestiti... >>
<<
Fa vedere... >>
Mi
sedetti in parte a lei, e iniziai a sfogliare quel quaderno, i
vestiti erano stupendi, alcuni neri, creativi, innovativi, sembravano
dei robot, altri invece, coloratissimi, era tutto un gran miscuglio
di colori vibranti, nero e motivi futuristici, sembrava il porfolio
di un professionista.
<<
Ma sei bravissima! Facciamo uno di questi vestiti... >>
<<
Non so... Dici ? >>
<<
Certo che sì , sono stupendi! Li hai fatti vedere a Bill? Se
ne innamorerebbe.. >>
<<
Ma no... Non li ho mai fatti vedere a nessuno... >>
<<
Basta chiacchiere inutili ora... >> dissi.
Mi
alzai, e andai verso uno degli enormi cesti pieni di vestiti già
realizzati, ne presi uno, semplice, era una specie di tubino grigio
scuro, strettissimo, con le maniche lunghe, e lo buttai sul tavolo.
<<
Con questo cosa possiamo farci?? >>
<<
Niente... E' già realizzato...>> rispose.
<<
Quanto sei noiosa... Guarda, possiamo fare come in questo disegno
qua, basta tagliare la manica, e cucirci una gonna lunga ,
svolazzante... >>
Fede
guardò il vestito, tagliò una delle maniche, e iniziò
a cucire altri pezzi di organza, creando enormi balze; blu notte,
magenta e indaco, ci mise circa tre quarti d'ora, non parlava, né
tanto meno toglieva gli occhi da quello che faceva.
Venne
fuori un abito bellissimo, a una spalla sola, stretto fino alle
cosce, da dove partivano grandi, morbide e svolazzanti balze,
sembrava un vestito di una sirena.
<<
Voglio vedere come ti sta addosso... >> disse.
<<
No Fede.. E' una tua creazione.. Mettilo tu.. >>
<<
Ma smettila, sei alta, magra e stupenda, ti calzerà a
pennello... >> ribatté.
Indossai
il vestito, mi sentivo una top model, pronta per la sfilata, mi
guardai al grande specchio e mi misi a fare pose.
Da
lontano, Nathalie ci osservava, si avvicinò a noi, e ci guardò
meravigliata.
<<
Stupendo! Chi di voi lo ha fatto? >> chiese mentre toccava le
balze, sulle punte del vestito.
<<
Sono stata io... >> rispose Fede, timidamente.
<<
E' fantastico, che dici se lo facciamo vedere a Simonne? >>
chiese Nathalie.
<<
Non saprei... Ho vergogna... >> rispose Fede.
<<
Ma che! Non darle retta, facciamolo vedere a Mum. >> esclamai.
Nathalie
guardò il vestito nei minimi particolari, mi guardò il
viso, e si mise a pensare.
<<
E se trucchiamo Ren con un trucco da sfilata, e facciamo un semplice
raccolto, e facciamo delle foto? >> propose Nathalie.
<<
Ottima idea !! >> dissi.
<<
Facciamolo.. >> rispose Fede.
Nathalie
corse nella sua saletta, e tornò con una valigia colore
platino, enorme, l'appoggiò sul tavolo, e lo aprì.
Ero
assolutamente affascinata, c'erano centinaia di colori ombretti,
blush, matite, insomma tutto, non avevo mai visto niente di simile,
lì, a Magdeburg, quell'orrendo pezzettino di città in
mezzo ai campi della Sassonia, non me lo sarei mai sognata di vederne
uno.
Quando
mi guardai allo specchio, feci fatica a riconoscermi.
Avevo
gli occhi contornati da tantissimo ombretto nero, il che li rendeva
bellissimi, piccoli, e chiarissimi, sembravano quasi bianchi. Le mie
labbra; erano coperte da un rossetto scuro, qualcosa tra il marrone e
il rosso, sembravano morbide, enormi. I capelli raccolti,
completamente all'indietro mi facevano sentire una regina, un'adulta,
mi ero innamorata da quello che vedevo.
<<
Sei bellissima, se Bill fosse qui, si sarebbe messo a piangere,
oppure saltellare come un matto.. >> disse Fede.
Nathalie
sorrise.
<<
State qua, Ren, tu non muoverti, vado a chiamare Simonne... >>
disse lei.
Mum
arrivò accompagnata da Nathalie e un ragazzo giovane, alto e
biondo, come un principe, si chiamava Klaus, che teneva in mano un
paio di scarpe con tacchi altissimi.
<<
Non è fantastica?? >> chiese Nathalie.
Mum
si avvicinò a me, e mi fece alzare, girai intorno a me stessa
e mi fermai, Mum era meravigliata.
<<
Klaus, mettile quelle scarpe... >> disse Mum.
<<
Federica, tesoro, questo vestito è stupendo... >> disse
Mum.
<<
Grazie... >>
Nathalie
interruppe.
<<
Simone, credo dovremo iscriverla a quel concorso... >> disse.
Quel
concorso, si trattava di un'iniziativa, per incentivare l'arte in
Germania, consisteva in un concorso per giovani artisti, il
vincitore, avrebbe vinto una borsa di studio e un tirocinio in
un'azienda leader nel settore del suo progetto, nel caso di Fede, in
una casa di moda.
<<
E poi, se mi permetti, vedo benissimo tua figlia come modella... >>
aggiunse Klaus.
<<
Vero? Non volevo fare la mamma dei figli perfetti, ma anche io la
vedo come modella.. >> disse Mum.
<<
Due figli rockstar una
figlia modella, che potresti chiedere di più nella vita? >>
disse Fede ridendo.
<<
Certo, ma Federica.. Tesoro, sei davvero brava! Ti iscrivo ora in
questo concorso, facciamo delle foto.. >>
E
così fu, Mum passò il pomeriggio ad aiutare Federica a
realizzare schizzi per altri due vestiti, e la iscrisse in quel
concorso, nel frattempo, Nathalie mi insegnava come truccarmi, e
Klaus, il portamento di una modella.
Tornai
a casa stanca, e ansiosa, andai in camera mia e mi misi a pensare
nella mia vita, i miei fratelli stanno iniziando il loro futuro nella
musica, anche la migliore amica, nella moda, ed io, ero sperduta, in
mezzo a persone piene di talento, mi sentivo contenta per loro, ma in
un certo senso, ero invidiosa, ero l'unica a non aver un traguardo da
raggiungere.
A
cena, seduta con i miei, un senso di vuoto prese tutti noi,la casa
non era la stessa senza Bill e Tom, senza i nostri battibecchi e
drammi vari, a cena parlammo di ricordi delle nostre vecchie vacanze,
e cose varie, era chiaro che ci mancavano.
<<
Qualcosa di nuovo a scuola oggi piccola? >> chiese Dad.
<<
Sì, il Signor Wolff mi ha proposto di entrare nella
Bezirksliga di pallavolo.. >>
Mum
e Dad si guardarono sorpresi.
<<
Tesoro è fantastico! >> disse Mum.
<<
Tu dici? >> chiesi.
<<
Ma certo, non ne sei entusiasta piccola?? >> chiese Dad.
<<
Tanto! Domani mi devo iscrivere, che dite? >>
<<
Dovresti assolutamente farlo...>> disse Dad.
<<
Pensavo che odiaste gli sportivi.. >> dissi.
<<
No cara, non odiamo nessuno.. >> disse Mum.
<<
Ma Bill dice che gli sportivi sono degli orchi scemi... >>
<<
Sì perchè lui è un pigrone...>>
Il
giorno dopo, a scuola, andai nell'ufficio del Signor Wolff, e lasciai
la mia adesione per la stagione.
<<
Brava Trumper, non te ne pentirai, sappi che a pallavolo, ci si sputa
sangue.. >>
<<
Lo so Signor Wolff, è per questo che mi sono iscrita... >>
Un
mese dopo.
Quel
mese il cui i ragazzi sono stati via, non è passato lentamente
come me lo immaginavo. Quasi tutti i pomeriggi, dopo scuola, Fede lo
passava nell'atelier di Magdeburgo. Io invece, tre volte alla
settimana, dalle quattro alle sette, passavo lanciare “ bombe”
a Wolmirstedt, nei miei allenamenti.
Ero
al palazzetto, ad allenarmi con le altre ragazze, ero parecchio
stanca quella settimana avevo persino fatto una verifica di
Filosofia, avevo presentato un saggio sulla “ Trasformazione
del Kantismo”. Ero a terra, mancava quasi un'ora alla fine
dell'allenamento e sentivo di non farcela, ma i continui richiami del
Signor Wolff, non facevano che innervosirmi, allora mi misi in
posizione di servizio, e “bombardai” quel campo con i
miei servizi e i miei flottanti.
Roba
pesante, avrei dovuto fare lo scontatissimo “ Cogito Ergo Sum”
di Cartesio, ma avrei soltanto reso contenti gli insegnanti,avendo
scelto il compito più facile in assoluto. Il mio gioco
consisteva nel dimostrarli che ce la cavavamo senza di loro, questo
li faceva arrabbiare, poiché non potevano lamentarsi di noi
per quanto riguardava lo studio, la cosa affascinante di essere un
Kaulitz-Trumper, è che devi puntare sempre in alto, altrimenti
non sei un Kaulitz-Trumper.
<<
Servizio a salto, spettacolare! Ora voglio vederti in rete Trumper,
forza.. >> urlà il Signor Wolff.
<<
Io odio il muro... >> mi lamentai.
<<
Vacci! >> urlò.
Dopo
quindici minuti penosi di rete, dove ho ricevuto, l'allenamento finì.
Mi buttai a terre con l'intento di respirare, quando mi rialzai,
guardai in tribuna, e c'erano quattro cretini in piedi che
applaudivano, quattro parole; Bill, Mum, Dad e Tom.
Per
un'attimo mi sentii intimorita da quello che Bill avrebbe detto, non
gli sono mai piaciuti gli sportivi, né tanto meno a me, non
volevo che mi vedesse come una traditrice. Salii i gradini
velocemente, e andai da loro.
<<
Sei bravissima, sembravi un carro armato della Russia, nel mezzo di
uno scontro contro i baschi.... >> esclamò Bill.
<<
Ma te le sogni la notte queste cazzate Bill, dimmi sinceramente... >>
ironizzò Tom.
<<
Vuoi un pugno? >> disse Bill.
<<
Comunque sei davvero potente, non me lo sapevo ti piacesse la
pallavolo... >> disse Tom.
<<
Neanche io, di solito nelle ore di ginnastica siamo seduti a fare gli
affari nostri, giochiamo solo se costretti... >> commentò
Bill.
<<
Bill!! >> lo riprese Mum.
<<
Eh Mum, non posso giocare a pallavolo, ho l'asma... >> disse
lui.
<<
Non hai l'asma!! >> esclamammo tutti insieme.
<<
Invece sì, quando faccio qualsiasi sport mi viene il fiato
corto.. >> si giustificò.
<<
Questo perchè sei pigro Bill... Si chiama fatica... >>
dissi io.
<<
Ti ci metti anche tu ora?? >>
Salutai
i miei, e scesi verso gli spogliatoi, non feci nemmeno la doccia,
misi la tuta velocemente, buttai tutta la roba nel borsone, salutai
le ragazze e me ne andai.
Arrivati
in casa, mi tolsi solo le scarpe rimanendo in calzini, ancora non la
tuta,insieme ai miei fratelli, mi buttai sul divano del salotto.Ci
mettemmo a parlare, quella sera infatti, non cenammo a tavola, ma in
sala, sul divano, è stata una serata molto particolare, tutti
noi sembravamo contenti, non c'era frustrazione da parte di nessuno,
e per la prima volta neanche un filo di invidia.
Per
tutto il resto del mese di novembre, i ragazzi hanno passato in
studio, a suonare ancora più frequentemente, e i fini di
settimana, erano sempre in tour per i paeselli della nostra contea.
Georg
era contento che avevo iniziato a giocare a pallavolo, diceva che era
una cosa che mi avrebbe fatto sfogare tutta quella rabbia e voglia di
fare a botte, inoltre la gente a scuola mi avrebbe rispettato di più.
Infatti
era così, quel mese, erano tutti troppo gentili, forse perchè
Fede era in prima linea per una gara nazionale di giovani artisti,
perchè i miei fratelli erano stati ad Amburgo a registrare o
perchè io stessi diventando una specie di carro armato della
pallavolo locale, oltre ai miei fratelli, anche io iniziavo a
riempire qualche pezzettino di cronaca sul giornale, non musicale
ovviamente, sportiva.
Era
divertente da un lato, andavo in giro per Wolmirstedt e la gente
iniziava ad offrirmi cose gratis, niente di che, si trattava di
dolci, panini e giornalini, persino la gente a scuola ci rompeva le
scatole di meno, sicuramente era per via della band, erano sempre in
giro per locali a suonare, e già girava la voce di un
contratto con la EMI Records.
Grazie.
Alla
super matta Jen, aka Axel.
Alla
mia carissima, sorellina minore, Fede.
(i
suoi disegni sono stupendi)
Niki94:
La migliore, sto diventando fan di questa ragazza, le sue storie sono
carinissime,
leggetele.
E
a tutti quelli/e che leggono questa storia.
I
prossimi capitoli saranno più energici, sappiatelo.
|
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Capitolo 10 *** Meccanismi Discografici. ***
Meccanismi
Discografici.
Capitolo
10
Era
passato esattamente un mese dal ritorno dei ragazzi, quando Hoffmann
chiamò, dicendo che il meeting con la EMI sarebbe stato in
quella settimana stessa.
Eravamo
arrivati al EMI
Records Building
di Amburgo, c'erano anche Fede e Franziska, la sorella di Gustav,
eravamo contentissimi, finalmente la band
avrebbe avuto il contratto che loro sognavano sin dal giorno che
hanno formato la band.
Eravamo
nella sala d'attesa, era bellissima, i muri erano bordeaux, la
moquette era grigio scura,c'era anche un grande divano in pelle,
chiara color cipria, al centro un tavolino rettangolare di vetro e
acciaio, sopra di essa, c'era un'infinità di riviste, c'era
un'enorme vetrata, occupava quasi tutto il muro, si poteva vedere
tutta la città, appesi ai muri, foto di musicisti famosi; Wir
Sind Helden, Falco, David Bowie,
persino il mio amato Robbie
Williams.
Tom
e Gustav erano seduti a parlare con Fede e Franziska, sembravano
piuttosto tranquilli, io, ero in piedi, abbracciata a Georg, davanti
alla grande vetrata e fissavamo il vuoto, Bill invece, camminava da
una parte all'altra stanza, finchè Hoffmann uscì da a
una porta, e chiamò i ragazzi, insieme a lui c'era un tizio
che non mi piaceva, altro, moro, sembrava Pierce Brosnan, ma non mi
piaceva.
Entrammo
tutti insieme in un'altra stanza, c'erano tantissimi strumenti, oltre
alle chitarre, bassi e batterie, anche glockenspiel,
tamburi africani e persino un digeridu.
I
ragazzi iniziarono a suonare, la prima canzone,
Gegen Meine Willen,
poi Leb die
Sekunde e
Freunde Bleiben.
Dopo
quelle tre canzoni, il tizio che sembrava Pierce Brosnan, li disse di
fermarsi, e si fermarono, guardò i ragazzi , aveva uno sguardo
da volpone, e la cosa non mi piaceva affatto.
<<
Mi piacete tutti... >> disse.
I
ragazzi tirarono un respiro di sollievo, tranne Bill.
<<
Ma tu ragazzo... >> continuò, indicando Bill,mentre si
versava dello scotch
in un bicchiere.
<<
Hai un bel viso, una presenza magnetica... Ma l'immagine non
funziona.. >> continuò.
Bill
si fermò, tratteneva il fiato.
<<
Dobbiamo lavorare sulla tua immagine, giusto un po', sembrerai più
ometto, e vedrai che le ragazzine impazziranno per te.. >>
A
quel punto, Bill deglutì, in modo così violento, che
persino io riuscì a sentirlo.
<<
Ma questo sono io... >> rispose con voce tremante.
<<
Certo ragazzo, non ho dubbi... Ma c'è una cosa importante che
devi capire nella discografica... >>
<<
Ovvero?? >>
<<
Non è solo la voce che fa vendere un album, anche
l'immagine... >>
<<
Che c'è di sbagliato con la mia immagine? >>
<<
Vedi... Il ragazzo con i rasta, è passabile, posso farlo
passare per il trasgressivo del gruppo... Il batterista è
perfetto, tipico bravo ragazzo tedesco, il bassista, ha un'aria
misteriosa... Ma tu, sei troppo piccolo per adottare questa immagine
androgina... >>
Bill
non parlò più.
<<
Ti toglieremo quel trucco, quei vestiti … Il fatto del look
androgino, alla Brian
Molko è
interessante, vedo che capisci i meccanismi del marketing,
ma... Forse più avanti, quando avrai sedici o diciassette
anni, ora invece, adotterei più uno stile dandy,
con i tuoi capelli neri, richiamerai molto Dorian
Gray... >>
<<
Io non cerco di imitare nessuno... Né tanto meno lavorare su
marketing, io faccio musica, e sono fatto così.. >>
Hoffmann
si schiarì voce.
<<
Signor Heuler, vorrei chiedere gentilmente di lasciarmi un paio di
minuti per conferire con i miei ragazzi... >>
<<
Certo fai pure... >>
Hoffmann
e i ragazzi uscirono dalla sala, rimanemmo soltanto io, Fede e
Franziska, e il tizio.
<<
Cazzate... >> udii la voce di Gustav, appena prima che Hoffmann
chiudesse la porta.
Quel
Heuler, mi squadrò dalla testa ai piedi.
<<
Ehi, occhi di ghiaccio... >>
Lo
ignorai.
<<
Ren, credo stia parlando con te. >> sussurrò Franziska .
Mi
avvicinai al tizio, si alzò e mi venne contro.
<<
Jeans stretti, camicione a quadri, converse consumate e capellino in
lana.... Ciuffo davanti agli occhi... Sei molto Indie,
quanti anni hai? >>
<<
Quattordici... >>
<<
Ne dimostri sedici... >>
Non
risposi.
<<
Anche tu canti? >>
<<
No.. >>
<<
Balli? >>
<<
Neanche... >>
<<
Allora fai la modella.. >>
<<
No signore, frequento il liceo e gioco a pallavolo... >>
<<
Interessante... >>
Il
tizio si allontanò di due passi indietro e tolse da un
taschino un biglietto da visita.
<<
Faccio consulenze di scoutting
per la Ford
Management, parlane
con i tuoi genitori... >>
Mi
diede il suo bigliettino, avrei voluto strapparlo davanti a lui.
<<
Ci penserò, la ringrazio...>>
Hoffmann
e i ragazzi tornarono.
<<
Signor Heuler, i miei clienti vogliono preservare la loro identità,
sono spiacente, ma con le condizioni da lei poste, i ragazzi
rifiutano l'accordo. >>
Franziska
i avvicinò a Gustav e lo abbracciò; Tom rimase
immobile, in parte a Bill; io e Georg ci abbracciamo, mi strinse
forte, malapena respiravo.
Ero
veramente scioccata, non me lo aspettavo, quello era il loro sogno,
non riuscì a capire come dei semplici vestiti potessero
influire così tanto.
Uscimmo
tutti insieme dall' EMI
Building, e ci
dirigemmo verso il parcheggio esterno, dove Franziska aveva
parcheggiato il furgoncino colore blu-notte, Mercedez,
nuovo di zecca, della Schafer
Bauwesen.
Schafer
Bauwesen, era il nome della impresa edilizia del padre di Gustav,
avevano appena preso quel furgoncino a otto posti, per il trasporto
operai.
Durante
tutto il tragitto di ritorno nessuno di noi parlava, Fede e Gustav
erano davanti con Franziska, io e Georg nel sedile dietro, Bill e
Tom, in quello dietro di noi, Tom cercò di fare finta di
niente, a metà strada, prese la chitarra e iniziò a
suonare Stop Crying
Your Heart Out, degli
Oasis.
Cantammo
tutti, tranne Bill, guardai dietro, cercando un suo sguardo, ma
fissava fuori dalla finestra, per tutto il viaggio non disse nulla.
Arrivati
a casa, come una saetta, Bill corse in camera sua, senza salutare i
nostri genitori, né tanto meno togliersi il capotto o le
scarpe. Mum e Dad, che erano in sala a parlare si alzarono di colpo e
vennero verso di noi nella hall, Mum e Tom si abbracciarono, Tom
piangeva.
|
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Capitolo 11 *** Phantom Sister ***
Phantom
Sister.
Capitolo
11.
La
settimana dopo il meeting con la casa discografica, è stata un
vero inferno. Bill non parlava con nessuno, solo con Tom, i miei
genitori? Non sapevano neanche da che parte girarsi; un figlio che
piangeva, non parlava, non mangiava; un altro figlio che cercava di
tirare su il morale al figlio che piangeva; e una figlia... Quale
figlia?? Sempre da sola, non esistevo, ero un fantasma, nessuno mi
vedeva, nessuno mi ascoltava, nessuno mi considerava, ero nulla.
Per
mia fortuna avevo Georg che mi considerava, e la pallavolo che mi
toglieva da quella casa maledetta, per almeno dodici ore alla
settimana.
Durante
l'allenamento, saltai il massimo possibile nelle battute, colpire il
più forte possibile la palla, ero la migliore nelle battute, e
volevo farmelo sentire dire a tutti i costi, bisogno di un'iniezione
di stimolo.
<<
Trumper, in rete, voglio vederti placcare... >> ordinò
il Mister.
<<
Subito Mister... >>
Corsi
verso la rete, mi sgranchii il collo, flessi le gambe e appoggiai le
mani sulle ginocchia in attesa della palla.
<<
Che cosa stai facendo Trumper??? >> urlò infuriato.
<<
Che cosa sto facendo Mister? >> mi sentii tremare le gambe.
Si
avvicinò a me, rimboccandosi le maniche della felpa.
<<
Salta... >>
Non
capii, presi impulso e saltai.
<<
Che razza di salto è? Come intendi a placcare la palla?? Con
la testa?? >>
<<
No, Mister... Non sapevo di dover placcare... >>
<<
Per cosa credi che ti abbia mandato in rete?? >>
<<
Per placcare Mister... >>
<<
Allora placca... >>
<<
Ma la palla è ferma... >>
<<
Tu placca e basta. >>
Sentii
il mio respiro che si faceva forte, presi fiato, flessi le gambe,
alzai le braccia e saltai, saltando però, le mie mani
arrivarono malapena al di sopra della rete, ricaddi e guardai il
Mister, avevo paura di cosa avrebbe potuto dire.
<<
Questo lo chiami placcare? >>
<<
Mi dispiace Mister... >>
<<
Non dispiacerti, cerca di capire dove hai sbagliato... >>
Cercai
di capire, pensai a tutte le regole della pallavolo che avevo
studiato metodicamente, sin dal primo giorno di allenamento.
<<
Non ci arrivo Mister... >>
<<
Ti faccio vedere, ma ficcatelo in testa. >>
<<
Sì... >>
<<
Errore numero uno; la distanza fra te e la rete deve essere di almeno
cinquanta centimetri, ossia il tuo braccio... >>
Annuii
con la testa e posi il braccio esteso tra me e la rete, dovetti fare
due passi indietro.
<<
Errore numero due; i piedi vanno tenuti in modo parallelo altrimenti
salti in avanti... >>
Misi
i piedi in modo parallelo ,flessi le gambe, alzai le braccia e
saltai.
<<
Così va meglio... >>
<<
Grazie Mister... >>
<<
Ancora una volta, Hagen alzala e Ozil schiaccia.. >>
Fischiò.
Samantha alzò la palla a Steffi,che non risparmiò
forza.
Non
mi feci intimidire, presi carica e saltai, non avrei permesso in
alcun modo a quella dannata palla di passare dal mio campo.
Ricaddi
e guardai la faccia del Mister, sembrava soddisfatto.
<<
Bene, altre dieci volte... >>
Dopo
aver ripetuto dieci volte lo stesso procedimento, l'allenamento finì,
raccogliemmo le palle e andammo nello spogliatoio.
Mentre
mi dirigevo verso lo spogliatoio, Signor Wolff mi chiamò.
<<
I problemi vanno lasciati fuori dalla palestra, Trumper... >>
<<
Sì Mister.. >>
Nello
spogliatoio, Samantha mi sorrise e mi abbracciò.
<<
Non prenderla male, a volte sclera, ma non è cattivo... >>
<<
Grazie Samy.. >>
<<
Senti, lo abbiamo notato tutte che oggi avevi qualcosa che non
andava, siamo una squadra, quando una di noi ha un problema, tutte
cerchiamo di collaborare... >>
<<
Grazie ragazze, davvero... >>
Steffi,
seduta sulla panca si alzò, e venne verso di me.
<<
C'è qualcuno che ti da fastidio a scuola? >>
<<
No... >>
<<
Capisco perfettamente che ora non è il momento, ma sentiti
libera di parlarne con noi quando te la senti ok? >> disse
Steffi.
Dopo
aver salutato le ragazze, uscì dal palazzetto, fuori,
appoggiato al muro c'era Georg, quando uscii, mi prese per il braccio
dolcemente.
<<
Ehi, non vorrai mica andare in giro da sola in questa grande
metropoli, malfamata.. >> sentii la sua voce vellutata.
Mi
girai e lo abbracciai.
<<
Georg.. >> provai un sollievo, un conforto talmente piacevole
che non lo volevo più lasciare.
Mano
nella mano, camminammo insieme verso la fermata del pullman, appena a
duecento metri da lì.
<<
Allora... Come sta vanno le cose a casa? >>
<<
Un' inferno, non esisto più per nessuno la dentro... >>
<<
Perchè dici così? >>
<<
Bill non mi parla, è sempre chiuso in camera, Tom è
sempre con Bill, mi sento una figlia unica, anzi, il fantasma di una
figlia unica... >>
<<
Gordon e Simonne che dicono?? >>
<<
Che dicono secondo te? Sono sempre in agguato, aspettando che Bill
scenda da quelle scale, e si faccia vedere, “non vogliono
invadere il suo spazio”... Palle... >>
<<
Non esagerare, cerca di capirlo... >>
<<
Capirlo? Ci sta che ha preso una mazzata in testa, ma non può
continuare ad evitarmi... >>
<<
Evitarti?? >>
<<
Sì... Credo ce l'ha con me perchè, quel giorno ad
Amburgo, mentre eravate fuori a parlare con Hoff, il tizio della
EMI, mi ha dato un biglietto da visita e mi ha detto di
chiamarlo, perche sono indie.... >>
<<
Che c'entra con Bill?? >>
<<
Sicuramente, dopo le cattiverie che quello gli ha detto, penserà
che l'ho pugnalato alle spalle, ce l'ha con me... >>
Georg
si fermò, e mi guardò.
<<
Ti rendi minimamente conto dei viaggi mentali che ti fai?? >>
<<
Viaggi mentali? Non sei tu che vivi in una casa dove nessuno ti parla
da una settimana... Cavolo ci ho provato, ho fatto muffins, biscotti,
ho fatto persino il bucato!! Nessuno se n'è accorto... >>
<<
Ma perchè devi essere per forza al centro dell'attenzione? >>
<<
Non è questione di centro dell'attenzione, è che... Mi
sento sempre un ospite, un'amica, non sono una figlia né tanto
meno una sorella... >>
<<
Perchè?? >>
<<
Non lo so!! Quando avevamo sei o sette anni, era tutto diverso,
indossavamo gli stessi colori, mangiavamo le stesse cose, ci facevamo
i dispetti, giocavamo a fare i musical in salotto per farci
dare delle monetine... Dormivamo persino nello stesso letto... Ora la
minima cosa, ci fa lanciarci contro le cose, picchiarci... >>
<<
Siete adolescenti, non avete più sette anni, le cose
cambiano... >>
<<
E' solo che mi sembra di fare sempre i passi falsi con loro... >>
Arrivammo
alla panchina della fermata, ci sedemmo, Georg mi accarezzò i
capelli, quindi appoggiai la testa sulla sua spalla.
<<
Vedi... Il problema, è che tu ti fai sottomettere da te
stessa, mettendoti in testa che devi essere d'accordo , perchè
loro sono in due e tu sei una sola... >>
<<
Ovvero?? >>
<<
Quello che voglio dire... E' che, loro sono tuoi fratelli, e lo
saranno sempre, il fatto che non avete condiviso lo stesso utero, o
vissuto i primi sei anni della vostra vita insieme, non vuol dire
niente... Avete ancora tutta la vita davanti per andare d'accordo e
litigare.. >>
<<
Non lo so... >>
<<
Prova a pensare così... Se loro hanno un'idea e tu ne hai una
differente, anche se la esponi, non ti cacciano di casa... Al massimo
litigherete per ore, perché siete tutti i tre di coccia, vi
prenderete per i capelli, vi tirerete le cose... Ma alla fine,
troverete un compromesso, l'importante è che ti fai sentire, è
sempre meglio che subire le scelte loro e farti mille paranoie
dopo... >>
Georg,
è sempre stato un saggio, ha una mente brillante, è
capace di cogliere la questione al nocciolo, farti vedere le cose
sotto un' aspetto così semplice e chiaro, che finisci per non
capire come non ci sei arrivato prima.
<<
Hai ragione... >>
Il
bus arrivò, io e Georg ci salutammo, salii, mi sedetti e lo
salutai dalla finestra.
Arrivata
a casa, pensavo soltanto in mangiarmi una mela, farmi una doccia e
buttarmi nel letto.
Sbattei
la porta, buttai per terra il borsone e posai la giacca su
l'appendiabiti.
<<
Aimeé, tesoro sei tu? >> disse Mum con una voce
piuttosto entusiasta.
Corsi
in cucina altrettanto entusiasta, mi incuriosiva sapere cosa l'avesse
messa così di buon umore.
<<
Come sono andati gli allenamenti?? >> chiese sorridente.
Arrivai
in cucina, e trovai un bel quadretto familiare, tutti i quatto seduti
in cucina a mangiare i maccheroni al formaggio, ridendo e
raccontandosi aneddoti, lo trovai vomitevole, sembrava il prologo di
Settimo Cielo.
Il
microscopico sorriso che ero avevo quindici secondi prima, si spense,
regalandomi un'espressione acida.
<<
Benone... >> mi girai di spalle e presi le scale per andare in
camera.
<<
C'è qualcosa che non va , Ren? >> chiese Bill confuso.
Mi
girai, incrociai le braccia e lo guardai con un'espressione fredda e
seccata.
<<
Ti interessa sapere cosa non va Bill?? >> chiesi
sarcasticamente.
<<
Sì, cosa c'è? >>
<<
C'è che mentre voi eravate qua a giocare a famigliola felice,
io, mi sono spaccata il culo tutta sera, arrivo a casa stanca e morta
di fame, e vi vedo tranquilli e sereni, senza neanche pensare che
arrivando da un' allenamento estenuante di tre ore e mezza e che
potrei avere fame... >>
<<
Tesoro, non fare così... Bill i biscotti di mele e cannella
che ti piacciono tanto... >> disse Mum si alzava per prenderli.
Si
avvicinò a me, e me ne portò uno.
<<
Oh, hai pensato a me Bill?? Quanto sono contenta di essere rientrata
nelle tue grazie... >> gli dissi contrariata, con un tono di
voce abbastanza aggressivo.
<<
Ehi, ehi, che ti prende?? >> disse Dad, con un'espressione al
quanto infastidita.
<<
Che cosa mi prende?? Che cosa prende a voi?? Ho passato una settimana
di inferno, per colpa di tutti voi, mi avete ignorata, ho fatto di
tutto; muffin, biscotti... E persino il bucato, il bucato, Dio Santo
!!! . E chi mi ha fatto il sorrisino compiaciuto? Chi si è
ricordato di dirmi buongiorno?? Nessuno di voi! >>
<<
Mi dis... >> cercò di dire Bill, ma lo interruppi.
<<
Mi sono stancata di subire il vostro bullismo da gemelli contro
sorellastra... Sono stanca di essere trattata come una trovatella...
>>
<<
Nessuno qua ti tratta come una trovatella.. >> disse Dad.
<<
Invece sì, io non valgo niente qua dentro, nessuno si
interessa a me, nemmeno tu che dovresti essere mio padre... >>
<<
Cerca di non assumere quel tono con me ragazzina.. >>
Mi
girai e corsi verso le scale, quando mi accorsi di avere in mano il
biscotto che aveva fatto Bill, tornai indietro.
<<
E tu... Se te ne fregasse qualcosa di me, sapresti che non posso
mangiare carboidrati fino all'inizio del campionato... >> urlai
e gli buttai il biscotto addosso.
Ripresi
di corsa la strada verso camera mia, mentre salivo le scale sentii
Dad urlarmi.
<<
Renate Esme Trumper, torna qui immediatamente e chiedi scusa a tuo
fratello... >>
<<
Va all'inferno!! >> urlai.
Entrai
in camera mia e con ferocia sbattei la porta.
Mi
buttai sul letto e mi misi il cuscino in testa, sentii tutti i
quattro che salivano le scale, avevano i passi coordinati,tale quale
una truppa di dannatissimi nazisti.
<<
Lasciatela stare, ha bisogno di stare da sola... >> disse Mum.
<<
Hai visto come si è comportata?? >> rispose Dad.
<<
Gordon, seriamente, ha ragione, l'abbiamo trascurata... >>
<<
Cosa vuol dire?? Quando lei tiene il muso, dobbiamo subire tutti in
silenzio e quando lo tengo per una ragione valida deve fare così?
>> disse Bill.
<<
Bil... Hai anche ragione, ma quando tiene il muso lei, lo tiene per
mezz'ora, anzi, se le dai una barretta di cioccolato si dimentica
anche di essere arrabbiata... Tu non le rivolgi la parola da più
di una settimana, ti rendi conto? >> ribatté Tom.
<<
Vuoi mettere un' allenamento di pallavolo pesante, con un
discografico che dice che non vai bene per fare la cosa che più
ami al mondo? >> Bill alzò la voce.
<<
Vuoi mettere un fratello che non ti rivolge la parola da una
settimana, non ti guarda e ti ignora? >> Tom l'alzò
ancora di più.
Silenzio,
l'unico rumore che sentivo, era il mio stomaco che brontollava.
<<
Ragazzi, ora non mettetevi a litigare tra di voi, andiamo di sotto,
Aimeé ha bisogno di stare un po da sola.. >>
<<
Gordon anche tu, andiamo... >>
<<
Ma io.. >>
<<
Quando si sentirà pronta per parlare con te lo farà,
ora scendiamo, è pure stanca, deve anche farsi la doccia, su
Gordon, non fare i capricci. >>
Sentii
i loro passi che si muovevano verso il piano di sotto.
Mi
alzai e andai a farmi la doccia. L'acqua calda che colava sul mio
corpo sembrava alleviarmi ogni dolore, e portarmi consiglio. Uscita
dalla doccia, mi asciugai i capelli e mi misi il pigiama.
Seduta
nel letto, fissando il muro, riflettevo sulle cose che avevo detto
alla famiglia.
<<
Ma loro sono la mia unica famiglia... >> dissi a me stessa.
Mi
alzai di colpo, scesi le scale e mi diressi in sala, dove i quattro
erano seduti, davanti al cammino.
Volevo
sedermi con loro e parlare come avevamo sempre fatto, chiacchierare,
e risolvere tutto con del tè, ma, non mi sentivo in vena di
discutere sentimenti, prendermi a schiaffi con Bill o qualcos'altro.
|
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Capitolo 12 *** Leipzig; ein Jahr spaet. ***
Avviso;
capitolo piuttosto pesantuccio, mi è venuto così
proprio senza blocchi, per leggere dovrete aver proprio voglia di
leggere, è bello lungo...
Leipzig.
Lipsia.
Capitolo
12
Da
quel giorno, da parte mia, iniziò ad accrescersi un muro tra
me e i miei fratelli. Ero talmente presa dalla mia paranoia sul non
essere gemella, che ogni loro gesto affettuoso nei miei confronti,
ogni tentativo di dialogo, interpretavo come una sfida, come uno loro
stratagemma segreto per farmi le scarpe, quella casetta di campagna
un tempo tranquilla e abitata da una famiglia felice, con tre
fratelli che erano in perfetta simbiosi, diventò peggio di una
zona di conflitto ribelle della Liberia.
Tutta
la famiglia, insieme a Georg e talvolta Gustav, e ovviamente Fede,
venivano sempre a vedere le mie partite la domenica, anche se
avrebbero dovuto suonare; suonavano il venerdì, sabato e
domenica nei locali, ma da quando inziò la mia prima stagione
della pallavolo, hanno deciso che sarebbero sempre venuti a vedermi,
ovviamente, io e la mia testa dura lo interpretammo come una sfida.
Ci
allontanavamo sempre di più, iniziai ad uscire la sera con le
ragazze della squadra; andavamo al bowling, al cinema e pub, che
erano gli stessi che frequentavano i miei fratelli, sono state
infinite le volte che li trovai a due o tre tavoli di distanza da me,
e li ignoravo.
Il
tempo corse, giorni, settimane, mesi, e ancora eravamo in guerra,
alcuni momenti di pace e complicità c'erano, ma erano pochi.
Durante
la mia prima stagione al campionato scolastico di pallavolo, giocai
con tutta me stessa, dando il massimo in campo, a volte tornavo a
casa dopo le partite, e svenivo appena entravo in casa, oppure dopo
la partita Dad doveva aspettarmi in bordo campo e portarmi in braccio
fino alla macchina. Questo sforzo ne valse la pena, appena prima
della fine della stagione, il giorno della finale, uno scout della
Leipzig SC venne a vedermi, ovviamente ne ero a conoscenza da almeno
una settimana prima, infatti in quella settimana creai il haka
della squadra, sotto suggerimento di Georg, ma era chiaramente
un'idea di Bill. Lo scout rimase meravigliato dal haka, e
della mia forza in campo, firmai un contratto di un'anno e mi
trasferì a Lipsia, dai miei nonni, i genitori di Mum.
Il
haka consisteva in una breve intimidazione contro la squadra
avversaria, prima della partita, nel mio lato del campo, io incitavo
la squadra e tutti i presenti nel pubblico, a cantare insieme We Will
Rock You dei Queen, nella partita della finale, indossai un mantello
rosso tale quale quello di Freddy Mercury, e le altre cinque ragazze
in campo avevano pom-pom dello stesso colore che agitavano durante la
coreografia, il pubblico adorava.
Per
quanto riguarda i miei fratelli, continuarono a suonare, quell'estate
un manager, appena entrato nel mercato, David Jost, che proveniva da
una famosa band pop degli anni novanta, i Bed&Breakfast
venne assunto da Hoffmann per promuovere i ragazzi, quell'estate
iniziarono la lavorazione del loro secondo demo, Durch den Monsun,
cambiarono anche il nome della band per la terza volta; Tokio
Hotel.
Un
anno dopo.
Ero
contenta di vivere con i miei nonni, era tutto molto diverso da
Loitsche, Lipsia, sembra tutto un altro mondo, ci sono grandi
negozi in centro, come quelli di Hannover; H&M, Berschka, Zara,
Pull&Bear, C&A, c'erano catene di ristoranti; Dunkin' Donuts,
Pizza Hut, Burger King, era tutto più bello di Magdeburgo, i
centri commerciali erano grandi come il mio liceo di Wolmirstedt, e i
licei, grandi come Wolmirstedt.
Mi
mancavano i miei genitori, mi mancava Fede, mi mancava Tom e persino
Bill, io e Georg ci lasciammo prima che mi traferissi a Lipsia, il
che fece scatenare l'ira di Tom, che si accanì contro Georg,
pensando che mi aveva proposto di fare “esperienze”, ma
poi si chiarirono.
Vivere
con i nonni era perfetto, erano entrambi atletici come me, ad
entrambi piaceva giocare pallavolo, infatti, i sabati, prima delle
partite, andavamo a correre al Clara Zetkin, appen a due passi
da casa, facevamo anche alcuni palleggi, e insieme prendevamo la
macchina e andavamo alle partite. Al ritorno, ci mettevamo in sala,
seduti sul divano a guardare la televisione, il nonno sulla poltrona,
ed io e la nonna sul divano grosso, dove lei mi massaggiava il
polpacci con una crema di eucalipto, che mi rilassava tantissimo le
gambe.
Clara
Zetkin Kulturpark, è un parco di Lipsia, nel quartiere sudest.
Frequentavo
il liceo Leibniz, dovevo prendere il tram e la metropolitana per
arrivarci, in un viaggio di mezz'ora circa.
Il
liceo mi piaceva, avevo fatto amici nuovi, oltre a quelli della
pallavolo, uscivamo spesso tutti insieme. Andavo anche in discoteca
qualche volta, non rimanevo fino a tardi però, all'una ero già
sulla metropolitana di ritorno a casa, non perchè i nonni
fossero severi, ma perchè dormire troppo tardi, bere alcolici
e fumare, diminuiscono la mia forza nella pallavolo.
Per
le vacanze di natale, i miei fratelli e i miei genitori sarebbero
venuti da noi.
Era
un venerdì mattina, c'era un tempo orribile, nebbia e freddo,
non andai a scuola per due semplici ragioni; quella sera avrei avuto
una partita importante, e non potevo permettermi di prendermi un
raffreddore, e poi; Bill, Tom e i nostri genitori, sarebbero arrivati
quel giorno stesso a Lipsia.
<<
Buongiorno campionessa... >> era tipico della nonna svegliarmi
al mattino, sedendosi sul mio letto e accarezzandomi i capelli.
Aprii
gli occhi, mi sedetti sul letto e mi sfregai la faccia.
<<
Ciao nonna... >> dissi ancora con voce assonnata.
<<
Vedi di prepararti velocemente tesoro, tutti dovrebbero arrivare
verso mezzo giorno e mi devi dare una mano in cucina... >>
disse alzandosi e aprendo le tapparelle.
<<
Sì nonna, mi faccio una doccia e arrivo. >> mi alzai dal
letto, presi la salvietta e andai in bagno.
Usci
dal bagno circa quarantacinque minuti dopo, ero già vestita;
jeans stretti scuri, Dr Martens neri e un maglioncino blue matita e
eyeliner neri d'obbligo e capelli piastratissimi, nonostante siano
naturalmente lisci.
Corsi
in cucina dalla nonna a farmi vedere.
<<
Nonna, ho finito,che devo fare? >> chiesi energica, sulla
soglia della porta.
<<
Prendi delle coperte nel mio armadio e sistema i letti dei tuoi
fratelli, separa anche gli asciugamani e tutto il resto... >>
<<
Ok.. Dov'è il nonno? >>
<<
E' andato a fare la spesa... Perchè? Ti serviva qualcosa? >>
<<
No... Così... Bene, allora vado a fare i letti... >>
<<
Sì, cara.. Vai pure... >>
Andai
nella camera di nonna, e presi le coperte e gli asciugamani, portai
in camera mia e iniziai a organizzare i letti per Bill e Tom.
Era
passato un' anno esatto dall'ultima volta che passammo le vacanze
insieme, ormai mi ero abituata ad essere una specie di cugina, non
sapevo come i ragazzi mi avrebbero accolta.
L'appartamento
dove vivevo con i nonni, in un appartamento, a sud di Lipsia, era una
palazzina neoclassica, appena ristrutturata, non era grande come la
nostra casa di Loitsche; c'erano tre camere da letto, una per i
nonni, una per visite e la mia; noi tre eravamo abituati a dividere
la stanza a natale, questa volta però era diverso, almeno per
me, pensavo che appena arrivati mi avrebbero trattata con
indifferenze, ed io ovviamente avrei fatto lo stesso, forse anche
peggio, con molta ostilità.
Erano
già le undici passate, io avevo già finito di sistemare
i letti dei miei fratelli e apparecchiato per pranzo, così mi
misi in salotto, a guardare la televisione, seduta sul divano, con i
piedi sul tavolino e il telecomando in mano, mentre la nonna in
camera sua si truccava, quando sentii la chiave girarsi nella porta,
molto probabilmente era il nonno che tornava, sicuramente si era
fermato davanti a qualche vetrina di sportivi a prendere qualcosa di
cui non ho bisogno; ultra moderna e colorata.
<<
Ciao nonno! >> urlai dal salotto.
<<
Dov'è la mia figlia preferita che gioca nella Bundesliga?? >>
sentii la voce di Dad, aprii velocemente la porta che separava la
sala dal corridoio e vidi tutta la mia famglia.
<<
Ciao!! >> abbracciai Dad che mi alzò da terra e poi mi
mise giù.
<<
Che bei capelli lunghi, sembri Ozzy Ousborne... >> ironizzò.
<<
Grazie, è da settembre che non li taglio... >>
<<
Aimee, tesoro!! >> esclamò Mum dalla porta.
L'abbracciai,
mi era mancata tantissimo.
<<
Dove sono Bill e Tom?? >> chiesi agitata.
<<
Hanno preso le scale, non ci stavamo tutti sull'ascensore insieme
alle valigie... >>
Uscì
dalla porta di corsa e scesi le scale per andarli contro, ero ansiosa
di vedere come mi avrebbero accolta, specialmente Bill, con lui il
rapporto era diventato molto lunatico. Vidi per prima Tom che saliva
le scale con lo zaino.
<<
Tom!!! >> urlai dalla cima delle scale.
<<
Ren! >> urlò dal basso.
Corremmo
uno verso l'altro e ci abbracciammo.
<<
Ma sei diventato alto, e i tuoi capelli sono lunghi quasi quanto i
miei! >>
<<
I tuoi capelli sono lunghissimi, cavolo ti arrivano quasi in vita!!
>>
<<
Già... Ti sei anche alzato un po' se non mi sbaglio , sei alto
quanto me, non sei più un tappo.. >>
<<
Eh già, aspetta a vedere Bill... >>
<<
Ah Tom, bastardo, non farò mai più una scommessa con
te, mi hai spinto giù brutta carogna... >> sentii una
voce lamentosa, con il fiatone, era Bill.
In
quel momento, sentii il mio cuore battere così forte da
uscirmi dallo gola, rimbalzando fin giù al piano terra.
<<
Ren!!!!! >> urlò dal basso.
Corsi
ad abbracciarlo, l'abbracciò durò di più che
quello con Tom, quasi due minuti, mi stringeva più di un boa
morto di fame.
<<
Bill!? Sei cambiatissimo!! E questo ciuffo? >> dissi
toccandogli i capelli.
<<
Ah!! Anche tu, guardati! Sembri la cantante degli Evanescence con
questi capelli lunghi e scuri, mi piacciono questi tre toni di rame
nei tuoi capelli, non hai notato nient'altro? >>
Lo
guardai di nuovo, a parte il ciuffo nerissimo, lungo fino al mento e
i capelli dietro sparati come quelli di Goku. Oltre a quello
non notai niete di particolarmente diverso.
<<
Sono più alto di te! >>
<<
Ma smettila... Non esiste, non lo è nemmeno Tom.. >>
Bill
fece un sorrisino beffardo.
<<
Scendi dal gradino... >>
Era
davvero più alto di me, di più o meno dieci centimetri.
<<
Cavolo, ma come... >>
<<
Eh, hai finito di fare la bulla eh, ora sono alto un metro e ottanta
cinque, contro i tuoi... >>
<<
Uno e settantasei... >>
<<
Ahaha, ora Tom è il fratello tappo!! >>
<<
Ehi, ehi, bella io sono alto un metro e settantotto... >>
Io
e Bill ci guardammo e ci mettemmo a ridere.
<<
Dai, venite di sopra, sto morendo di fame... >>
Presi
i miei fratelli per mano e li trascinai ancora per un piano, ed
entrammo in casa.
<<
Bill, Tom, quanto siete cresciuti! >> disse la nonna mentre si
avvicinava.
<<
Eh vedi nonna, ora non è Renate la più alta dei
fratelli... Sono io, anche se Tom continua ad essere il più
basso... >>
<<
Io non sono il più basso!! Sono più alto di Ren... >>
<<
Seh, nonna, di due centimetri... >> risposi.
<<
Ah voi due, villani, smettetela di fare i bulli con Tom, vieni dalla
nonna, ti ho fatto la Sacher, lascia perdere questi due
burloni... >> disse la nonna mentre prendeva Tom e lo portava
in cucina.
Tom
si girò e ci alzò il dito medio, Bill fece lo stesso,
mi limitai a mostrargli la lingua.
I
nostri genitori e il nonno erano in sala a parlare di come stavo
andando a scuola e a pallavolo, Tom era in cucina con la nonna, a
ingozzarsi, Io e Bill invece, siamo andati in camera mia.
<<
Wow, è davvero bella, due pareti rosa antico, e due pareti
grigie, mi piace!! >>
<<
Vero? Il nonno mi ha preso le lavabili, ed io e due mie amiche ci
siamo chiuse qua per tutto il fine settimana... >>
<<
Davvero bella, persino un chandelier antico sul soffitto... >>
<<
L'ho presa in un mercatino delle pulci, avrò pagato dieci
euro... >>
Bill
mise la valigia sul letto , e tirò fuori tutte le cose. Un
pacchetto grande nero con un grande fiocco lilla cadde dalla valigia,
lo raccolsi.
<<
Che cos'è? >> chiesi.
Bill
diventò rosso e lo rimise nella valigia.
<<
Niente. >> riprese il pacco dalle mie mani, e continuò a
togliere le sue cose.
<<
Stasera dopo la partita, io e i miei amici usciamo, ti va di venire?
Chiamiamo anche Tom... >>
<<
Certo!! Cosa si fa di bello?? >>
<<
Non lo so... Andiamo a farci un giro alla bayernische a vedere chi
c'è, e poi andiamo in centro, tanto la metropolitana e i mezzi
ci sono fino alle due... >>
<<
Ma come sono questi tuoi amici? >> chiese mentre toglieva fuori
il pigiama e lo metteva sotto il cuscino.
<<
Simpaticissimi, completamente diversi della gente di Loitsche.. >>
mi sedetti sul letto che avrebbe occupato Tom e incrociai le gambe.
<<
Lo credo bene, questa è Lipsia cavolo... >>
<<
Veramente, dipende con chi esco, con le ragazze della squadra giriamo
per i locali dove ci vanno quelli che hanno diciotto e vent'anni,
sono quasi tutti universitari... >>
<<
E con quelli della scuola? >>
<<
Diciamo che, sono più tranquilli, andiamo al bowling, al
cinema, abbiamo tutti più o meno la stessa età... >>
<<
Capisco, e con i ragazzi? >>
<<
Niente ragazzi, non ho voglia di farmi mille problemi, la pallavolo
occupa tantissimo spazio... Tu con le ragazze? >>
<<
Mah, normale... Le solite, si esce per una o due settimane, poi
quando vedono che il fine settimana vado a suonare e che non tolgo
mai smalto e trucco mi lasciano perdere... >>
<<
Che sfigate.. Qua non è per niente così.... >>
<<
Eh beh... >>
Ci
fu il silenzio, finchè entrò Tom in camera mia.
<<
Cazzo, sembra di essere in una factory di Andy Warhol... >>
<<
Hai per caso fatto una verifica di Storia dell' Arte ultimamente,
sulla popart magari?? >>
<<
Guarda che non siete gli unici intelligenti in famiglia... >>
<<
Nonna dice che il pranzo è pronto, e di venire a tavola. >>
Andammo
tutti i tre verso la sala, dove erano tutti seduti a tavola.
<<
Nonno... Stasera dopo la partita le ragazze vogliono andare al
Moritzbastei, ci sono dei nostri amici dell'Università
che suonano lì... >>
<<
Quelli della Mendehlsson? Mi piacciono quei ragazzi... >>
<<
Sì, ma non vanno a suonare Bach nel Moritzbastei, suonano
folk... >>
Dad,
Mum e i miei fratelli si guardarono straniti.
<<
Tesoro, tu frequenti il Moritzbastei? >> chiese Mum.
<<
Sì.. C'è della musica bella tutti i venerdì...
>>
<<
E hai degli amici che frequentano la Mendehlsson Hochschule di
Arti Sceniche? >> chiese Bill.
<<
Sì... >>
<<
E sai, cosa significhi musica folk?? >> chiese Dad.
<<
Certo... >>
<<
Wow... >> esclamarono i quattro insieme.
Stavolta,
io , nonno e nonna ci guardamo straniti.
<<
Che c'è di strano?? >>
<<
Piccola, la città ti ha fatto veramente bene... >> disse
Dad.
<<
Che vuoi dire?? >>
<<
Sei meno viziosa, nevrotica e bambina.. >> disse Tom mentre
masticava.
<<
Tom!! >> lo richiamarono tutti.
<<
Che c'è?? E' vero.. >>
<<
Quello che Tom vuole dire è che sei cresciuta... >>
<<
Per forza, ho quindici anni... >>
<<
Gustav ti cadrebbe ai piedi in questo momento... >> disse Bill.
<<
Che?? >>
Bill
e Tom si guardarono e risero.
<<
Ha sempre detto che gli piacevi, solo che eri troppo bambina... >>
disse Bill.
<<
Io piacevo a Gustav? >>
<<
No... Tu piaci a Gustav, ma fisicamente... D'altronde gli stai
parecchio sulle palle... >> rispose Tom.
<<
Ma tu guarda... >> dissi seccata.
Finito
il pranzo io sparecchiai, Bill mise i piatti nella lavatrice, mentre
Tom e gli altri erano seduti sul divano a parlare.
Io
e Bill, sentendoci ignorati, tornammo in camera.
Presi
il borsone di pallavolo e iniziai a prepararlo, nel frattempo Bill
iniziò a frugare nei cassetti della specchiera.
<<
Che marca è questa Kiko? Non l'ho mai vista neanche ad
Amburgo... >>
<<
E' una marca italiana... Fede mi ha mandato un po' di cose
dall'Italia per il mio compleanno. >>
Fede
vinse il concorso per giovani artisti l'anno precedente, quindi
dovette trasferirsi in Italia per frequentare la scuola, dove iniziò
anche a fare uno stage, dove l'hanno assunta, e lavora lì come
apprendista tutt'oggi, in una casa di moda chiamata Dsquared.
<<
Per il mio.. Mi ha mandato una giacca in pelle, un chiodo, fatto da
lei, è in valigia, te lo faccio vedere... >>
Bill
si avvicinò al letto, aprì la valigia e tirò
fuori una bellissima giacca in pelle, da motociclista, argento,
strettissima, piena di cerniere, all'interno la fodera era
leopardata, e al posto della targhetta con la marca, c'era
un'etichetta nera, bordata in dorato ; “ Per Bill, spero di un
giorno vedertela addosso in un'occasione speciale, da VIP; con amore
Fede. ”
<<
Cavolo è bellissima, Fede ha tantissimo talento... >>
esclamai.
<<
Già... Mi ha fatto vedere alcuni suoi bozzetti, sono
incredibili.. >> disse Bill.
<<
Sì, è cretivissima, ha una mente... Farà
strada... >>
<<
Ti immagini, tra qualche anno, quando tu sarai una di quelle atlete
mega famose, che fanno pubblicità per la Nike, Coca-Cola, e io
sarò una rockstar da copertine, dove tutti vorranno essere
come noi e ci chiederanno chi è la vostra stilista, e noi
diremo che è la Fede?? >>
<<
Sì, e andremo nelle sue sfilate, staremo sulla front row delle
sfilate più d'Europa, e anche le sue... E saremo straricchi e
famosi e tutti baceranno il suolo dove camminiamo... >> mi
buttai nel letto, tirando sospiri.
<<
Sì, non vedo l'ora...>> si sdraiò in parte a me,
con le mani dietro la testa.
Erano
le due; mi stancai di stare a casa a fare nulla, così , mentre
Bill in camera sistemava le sue cose, andai in sala dal nonno.
<<
Nonno, io e Bill vogliamo andare in centro... Possiamo?? >>
<<
Sì certo, ma mi raccomando, alle sei a casa, dobbiamo andare
alla partita, e devi cenare... >>
<<
Sì, per le sei sono di sicuro a casa... >>
<<
Non mangiare troppe cavolate... >>
<<
Quante? >> chesi.
<<
Quattrocento... >>
Mum
e Dad si guardarono.
<<
Papà, quattrocento cosa? >>
<<
Calorie... >> rispondemmo io e il nonno insieme.
<<
Ahh... >> sospirarono i tre.
<<
Come è messa la Renates Volkbank? >> chiese il nonno.
Renates
Volkesbank, è il modo in cui il nonno chiama il mio
portafogli, mi dava una paghetta fissa ogni lunedì e dovevo
tenermela buona per uscire.
<<
Sono apposto.. >>
Uscì
dal salotto e tornai in camera, mi fermai un' attimo in corridoio e
riuscii a sentire Dad che parlava con il nonno.
<<
Benthe,fattelo dire, stai facendo un grande lavoro con Esme, è
diventata una piccola adulta... >>
Non
vi sembra strano? Che ognuno mi chiama con un nome diverso? Ren lo
dicono i miei fratelli, per accorciare, Aimee lo dice Mum, perchè
le piace il suono francese, e Esme lo dice Dad, per farmi arrabbiare
sapendo che odiavo quel nome.
<<
E' vero, grazie papà... >> aggiunse Mum.
<<
Ma non è niente, è diversa da Bill e Tom, ha bisogno di
regole... >> rispose il nonno.
Andai
in cucina da Tom, era lì con la nonna, chiacchieravano
tantissimo, ovviamente Tom si stava ingozzando, come sempre.
<<
Tom, io e Bill andiamo in centro... Vuoi venire? >>
<<
No... Sto con la nonna... >>
Che
grandissimo leccaculo...
<<
Ok... >>
Entrai
in camera, Bill si stava mettendo la lacca nei capelli, si erano un
po' ammosciati.
<<
Facciamo un salto in centro? >> chiesi a Bill, mentre aprivo
l'armadio e mi prendevo il mio cappotto nero.
<<
Ora?? >> chiese Bill sorpreso.
<<
Sì certo.. Compriamoci delle cose belle, ti porto alla Dunkin'
Donuts... >>
Bill
prese il suo piumino blu e so lo mise velocemente.
<<
Andiamo... >> disse.
<<
Tom non viene, rimane ad ingozzarsi … >> commentai.
<<
Non avevo dubbi... >> aggiunse Bill.
Uscimmo
da camera mia e andammo in cucina a salutare la nonna.
<<
Ciao nonna, noi andiamo in centro... >> le dai un bacio sulla
guancia.
<<
Torniamo per cena... >> disse Bill mentre dava un bacio sulla
fronte della nonna.
<<
Aspettate, fa freddissimo, mettetevi i guanti, sciarpe e
cappellini... >>
<<
Ma nonna, mi si rovinano i capelli... >> borbottò Bill.
<<
Allora mettiti i guanti e la sciarpa... >>
Prendemmo
le sciarpe appese nelle sedie di camera mia, e le mettemmo, io mi
misi anche il mio cappellino in lana, blu cobalto, mentre Bill si è
limitato a sciarpe e guanti grigi.
Uscimmo
dal palazzo e ci dirigemmo verso la fermata del tram.
Questa
è una delle cose che ricorda tanto le nostre uscite
pomeridiane di un' anno prima, ma non era proprio così,
entrambi lo sapevamo, non eravamo più complici come prima, non
condividevamo più tutto, non ero più la sua sorellina,
non cadevo dalle sue labbra, non mi sottomettevo a lui, non ero più
interessata ad essere la terza gemella.
Arrivammo
al primo negozio; Berschka, inutile dire che di fronte a tutte quelle
bigiotterie, cinture, Bill è diventato matto.
<<
Wow, questo posto è fantastico... Altro che New Yorker, qua è
roba di città... >>
<<
Guarda la in fondo c'è il reparto ragazzi... >>
Arrivati
al reparto ragazzi, Bill quasi perse i sensi, vestiti maschili così
belli, pieni di scritte e colori, non aveva mai visto a Magdeburgo.
<<
Guarda queste magliette con le scritte, stupende... Costeranno un
capitale, merda... >>
Presi
una delle magliette appese e guardai il cartellino del prezzo.
<<
Ma va, nove euro e novanta... >>
<<
Scherzi?? >>
<<
Voglio questa rossa,scritto The Icon, poi voglio questa nera con il
teschio dorato, questa bianca con i ghirigori neri... >>
<<
Bill, guarda le giacche... >>
Bill
girò lo sguardo e si incantò.
<<
Che bella! Nera con i dettagli bianchi, devo averla... E' troppo
bella, cavolo, venti euro!! Sono morto e sono in paradiso... >>
<<
Che scemo, non bruciarti tutti i soldi da Berschka, ci sono ancora un
sacco di negozi che voglio farti vedere... >>
<<
Ok... Tu cosa prendi?? >>
<<
Questa borsa leopardata, fa molto... Rawwrrr >>
<<
Cavolo, veramente è bellissima... Mi piace... >>
Andammo
a pagare e uscimmo, ci dirigemmo verso il secondo negozio; H&M.
<<
Oddio, che belle collane, teschi, stelle... Stupende, mi prendo
questa... Anche questi occhiali da sole, non costa un cazzo fare
shopping a Lispia, ma io ci vivrei qua... >>
<<
Bill, guarda questi guantini... >>
<<
Wow, i guantini senza dita, non ci posso credere... Troppo belli, li
voglio neri, rossi e bianchi... >>
<<
Perchè piuttosto che prenderli rossi non prendi argento? Così
con la giacca che ti ha fatto Fede sembri uno space cowboy...
>>
<<
Hai ragione... Troppo sexy questi guanti.. li prendo... >>
<<
Io mi prendo questo vestitino, da mettere stasera.. Non è
bello, un vestitino a fascia... >>
<<
Devi fare colpo su qualcuno? >>
<<
No... >>
<<
Te lo sconsiglio... Se Tom te lo vede addosso è capace a
chiuderti in casa per il resto dei tuoi giorni... >>
<<
Ma che cazzo me ne frega di quello che dice Tom.. >> dissi
mentre guardavo altri vestitini.
Bill
mi guardò con un espressione di disaprovazione.
<<
Da quando non ti importa di lui? >>
<<
Non è che non mi importa di lui, non mi importa quello che
dice, non è mica mio padre.. >>
<<
Mah, lui vuole solo proteggerti... >>
<<
Che si protegga il cervello, e non mi rompa le palle... >>
<<
Chi sei tu e cosa hai fatto di mia sorella?? >>
<<
Vaffanculo scemo... >>
<<
Eh,non ti agitare, ho solo commentato una mia impressione... >>
<<
Guarda questi stivaletti, stupendi, sembrano da cowboy ma hanno le
borchie, sai che se ci giri a Loitsche ti sputtano in faccia vero??
>>
<<
Fa vedere... >> me li prese di mano, e guardandoli lanciò
un sorriso beffardo.
<<
Allora per questo li prendo... >> disse.
Mentre
Bill provava gli stivali, mi allontanai di pochi passi, nel reparto
cosmetici.
<<
Bill, trucchi!! >> lo incitai.
<<
Dove? Dove? >> chiese in modo scherzoso.
<<
Guarda set di ombretti goth … >>
<<
Cavolo, quanto son belli, devo averli... Assolutamente... >>
<<
Andiamo a pagare? Abbiamo ancora tanto da girare... >>
<<
Ok... >>
Uscimmo
dal negozio e facemmo qualche passo, ci dirigemmo verso la Dunkin
Donuts, per strada incontrammo un mio amico, David, uno o due anni
più grande di me, studiava musica alla Mendehlsson.
<<
Ehi, Esme, come stai?? >>
mi salutò con due baci sulla guancia.
Bill
guardò la scena molto scettico.
<<
David, lui è mio fratello Bill.... >>
<<
Ciao... >> David gli strinse la mano.
<<
Vi assomigliate molto, a parte i tuoi occhi di ghiaccio e i suoi
occhi castani.. >>
<<
Ehm.. Già, assomigliamo molto a nostra madre, sai siamo
gemelli... >> commentò Bill.
In
quel momento avrei voluto tirargli un picone in testa, perchè
aveva trattato il mio amico così? David sicuramente non ha
capito la battutina di cattivo gusto di Bill.
<<
Non me lo avevi detto questo, quindi siete trigemelli?? >>
<<
Già... L'altro fratello però, è biondo.. E ha
gli occhi castani... >> risposi.
<<
Interessante la genetica vero? >> commentò Bill.
<<
Allora, stasera ci sei vero? >>
<<
A che ora suonate voi? >>
<<
Alle dieci... >>
<<
Ah allora ci sono di sicuro, finisco la partita verso le otto e
mezza, nove... >>
<<
Perfetto, tifo per te, ora però devo andare, ci vediamo
stasera, è stato un piacere conoscerti Bill. >>
<<
Anche per me... Ciao... >>
Guardai
Bill con uno sguardo furibondo.
<<
Ti piace questo David non è vero? >>
Non
volevo rispondergli, iniziai a camminare.
<<
Dai, dimmi che ti piace.. Lo so.. >> mi venne dietro.
<<
Fatti gli affari tuoi William... >>
<<
Ti ha chiamato Esme...Da quando in qua ti presenti alla gente come
Esme?? >>
<<
Da quando mi piace il nome Esme... >>
<<
E da quando?? >>
<<
Non lo so...Mi piace e basta... >>
<<
Hm, e questa cosa dei due bacini? >>
<<
E' un abitudine che in campagna, dove vivi tu, non si capisce... >>
<<
Hm,bella, smettila, guarda che ci sei cresciuta pure tu tra le
campagne... >>
<<
Quanto sei antipatico, andiamo o no a sta cazzo di Dunkin?? >>
<<
Haha, sì, andiamo alla Dunkin va, ti prendo un qualcosa di
dolce, stai diventando troppo acida sorellina... >>
Grazie
per i commenti;
niny94
BlackstreetV
Deeper_and_Deeper
Ho
voluto singhiozzare di un'anno, perchè mi sono delle
ispirazioni piuttosto interessanti per il futuro dei nostri ormai,
adorati tre fratelli.
C'è
un capitolo piuttosto interessante un po' più avanti, non
perdete!!
XOXO
Charlotte.
|
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Capitolo 13 *** Wirklich Geschwister. ***
Wirklich
Geschwister
Veramente
Fratelli.
Capitolo 13.
Andammo
tutti insieme alla partita, nella macchina di Dad, poichè è
sempre in giro con strumenti in macchina, avevamo una GMC, un suv
americano che trasporta fino a sei persone, sembrava più un
pulmino che un suv, ma pazienza.
Dopo
la partita, tornammo subito a casa, dovevo cambiarmi, feci la doccia
in palestra, tornai a casa e corsi veloce in camera mia a cambiarmi.
Mentre
mi mettevo le scarpe Bill bussò.
<<
Entra... >>
Bill
entrò, io ero seduta sul letto a mettermi le scarpe.
<<
Che c'è? >> chiesi.
<<
Cosa ti metti per uscire? >>
<<
Mah, dei jeans, questo cardigan viola con una maglietta qualsiasi
sotto.. >>
<<
Perchè non ne metti una più.. Non so.. Tchan! >>
<<
Ovvero? >> chiesi alzandomi per andare alla specchiera.
Bill
mi guardò dalla testa i piedi.
<<
Cavolo, sei alta quanto me... Hai messo i tacchi? >>
<<
No, ho fatto le extention ai femori... Ma secondo te? >>
<<
Mamma mia, come siamo suscettibili... Comunque stai benissimo, sembri
una modella... >>
Mentre
mi pettinavo i capelli, guardai Bill e alzai gli occhi al cielo.
<<
Tu stai delirando... >>
<<
Va bene... Come vuoi tu... Sei brutta, un cesso... >>
Mi
diressi verso allo specchio.
<<
Ma dai, guarda, io ho le cosce enormi... >>
<<
Ma quali cosce, hai le gambe lunghe fino al collo, e con la tua
faccia, chi ti guarda le cosce!! >>
<<
Tu dici?? >> chiesi mentre mi guardavo scrupolosamente allo
specchio.
<<
Certo, perchè ti fai i complessi? Voi ragazze siete strane...
>>
<<
Ma dai Bill, le modelle sono tutte magre, per fare la modella dovrei
essere magra come te.. Invece guardami, sono un muratore... >>
<<
Ma sei deficiente?? Guardami, sono un palo, ossa e capelli.. Tu sei
tutta sportiva, ultra ben messa... Sei Tom al femminile... >>
<<
Giuralo... Giura che non lo dici per farmi sbrigare... >>
<<
Te lo giuro!! Ma io non ti capisco, hai uno specchio così
grande in camera ma non ti vedi... Bah... Non le capirò mai le
donne... >>
<<
Allora... Cosa dovrei mettermi?? >>
<<
Hm... Che dici della mia maglietta nuova,con la scritta The Icon?
>>
<<
Ma l'hai comprata oggi, non l'hai neanche usata tu... >>
Bill
mi guardò e sospirò.
<<
E' vero.. Ma voglio che l'accetti come un trattato di pace.. >>
<<
Cosa? >>
<<
So che quest'anno le cose sono state piuttosto strane fra di noi,
ma.. Voglio recuperare quel rapporto che avevamo prima... >>
Quella
cosa mi sorprese, per un quarto di secondo, non mi fidai di quello
che diceva, ma poi mi sono ricordata che quel ragazzo sapeva tutto di
me, quel ragazzo aveva staccato il mio primo dente di latte, si
rassicurava che non ci fossero mostri sotto il mio letto, mi faceva i
biscotti di mela con cannella.. Era mio fratello, caspita, come ho
fatto ad essermelo dimenticata??
<<
Mi sei mancato Bill!! >> scoppiai in lacrime e lo abbracciai.
<<
Cosa piangi? Stupida oca... >> scoppiò a piangere anche
lui.
Quel
abbraccio era stato così bello, non avevo mai sentito Bill
così vicino a me, in quel momento mi sentivo davvero sua
sorella.
<<
Non credi che mi manchi toglierti dai guai? >>
Piangemmo
ancora per cinque minuti.
<<
Ma sei un disastro... Dai siediti qua che ti trucco... >>
Mi
sedetti sul letto, mentre Bill, con la sua precisione isterica mi
truccava.
Sentimmo
dei passi provenienti dal corridoio dirigersi verso la camera, etnies
numero quarantadue, era Tom.
<<
Ma insomma, vi date una mossa?? >> sbraitò dalla soglia
della porta.
<<
Tom!! Che cavolo, quante volte ti ho detto di non urlare mentre sto
usando i trucchi, perdo l'ispirazione... >> urlò Bill.
<<
E io cosa ne so cosa stai facendo.. Vi muovete!? >>
Mi
alzai, mi misi in piedi, davanti a Tom, con le braccia incrociate,
sfoggiando “l'occhio della tigre”.
<<
Cosa vuoi ancora?? >> gli urlai contro.
<<
Wow.... Sembri quasi bella... >> commentò.
<<
Vaffanculo!! >> urlammo io e Bill insieme.
Tom
uscì dalla camera borbottando qualcosa, sicuramente stava
dicendo alla nonna che avevamo detto parolacce, povero Tom, vittima
di bullismo persino a casa dei nonni.
<<
Ora sei pronta... Hai due occhi stupendi, mettiti la maglietta ora.
>> prese e me la lanciò.
<<
Ok, però girati.. >>
<<
Perchè? >>
<<
Mi devo cambiare... >>
<<
E allora?? >>
<<
Girati!!! >>
<<
Ok, ok, che palle che sei diventata... >>
Mentre
mettevo la maglietta, Bill impaziente commentò.
<<
Scommetto quello che vuoi, che hai persino la tua canottiera da
sfigata... >>
<<
Ma fatti i cavoli tuoi... >>
<<
Tu non sei normale... >>
Mi
misi la giacca, la sciarpa e il cappellino di lana, ormai parte della
mia testa.
<<
Andiamo? >>
<<
Andiamo... >>
In
sala, tutti erano seduti, a vederci arrivare Tom si alzò e mi
guardò dalla testa ai piedi.
<<
Nonno, la fai uscire vestita così tutte le sere?? >>
<<
Certo... Tua madre quando aveva la sua età era peggio di Bill,
si vestiva come Nina Hagen... Renate è una santa... >>
<<
Tom, lascia stare tua sorella, ha solo un paio di jeans e dei
tacchi... >> disse Mum.
<<
Tacchi? Avvicinati... >>
Mi
avvicinai, poiché i tacchi mi facevano dieci centimetri più
alta di lui, lo guardai dall'alto verso il basso.
<<
Non ci posso credere.. E' un incubo... >> commentò
scocciato.
Risero
tutti, incluso lui.
<<
Vabè dai, noi andiamo... A dopo Familia! >> disse
dirigendosi verso la porta.
<<
Ciao... >> dissi.
<<
Ciao gente!! >> salutò Bill.
Usciti
dal pallazzo, camminiamo verso la fermata del tram, a dieci minuti da
casa, a circa cento metri dalla fermata, ci mettemmo a correre,
poiché il tram stava arrivando, con quei tacchi, mi sembrava
di morire, ma per fortuna siamo riusciti a prenderlo.
<<
Dove andiamo allora?? >> chiese Tom.
<<
Dobbiamo andare al Moritzbasteii,è un locale che
suonano musica dal vivo, i miei amici sono tutti lì.. >>
<<
Non dovevamo andare a un certo Bayerische? >> chiese Bill.
<<
Bayerische è la stazione, di solito, la sera io e i miei amici
ci troviamo lì >>
<<
Oddio, Ren... Non dirmi che è come in “Noi, ragazzi
della Bahnhof Zoo”?? Guarda che se ti fai le spade ti
spacco la testa.. >> commentò Tom.
<<
Ma sei scemo? Io gioco a pallavolo!! >>
<<
Uh lei gioca a pallavolo... >> commentò.
<<
Tom la smetti? E che palle... >> disse Bill.
<<
E i tuoi amici, se le fanno le spade?? >>
<<
Tom!! >> lo riprese Bill.
<<
E che palle.. Tom, Tom... Non fare finta che non sei preoccupato
neanche tu.. >> rispose.
Arrivati
alla fermata di Nordplatz, dovevamo prendere la metropolitana
per andare a Mitte, dove c'è il Moritzbastei.
Arrivati
in Mitte, abbiamo fatto una bella e lunga passeggiata di circa venti
minuti, e siamo finalmente arrivati al Moritzbastei.
<<
Eccoci al posto più bello di Lipsia... >>
<<
Questo? Tutto questo giro per una specie di locanda medievale piena
di universitari freakettoni?? >>
<<
Tom, quanto sei insensibile... >>
<<
Vabè, andiamo dentro, tra un po' i ragazzi suonano... >>
Entrammo
nel locale, in quel momento ero davanti a loro, facevo da capo banda,
una sensazione fortissima, mi sentivo una sorella più grande,
che portava i fratellini a conoscere i suoi amici, più grandi
e più fighi.
<<
Eccoli la... >> indicai il
mio gruppo di amici, e iniziai a raggiungerli.
Dietro
di me Bill e Tom; ognuno a suo modo, Tom con la sua tipica camminata
sbruffona e Bill, guardando avanti, con le mani in tasca.
Arrivai
al tavolo dei miei amici ,, salutai per primo David.
<<
David! >>
<<
Ehi, Esme, come ti è andata la partita? >>
<<
Era un'amichevole... Non ho vinto .. Ero stanca.. >>
<<
Eh pazienza.. >>
<<
Ah David, questo è il mio fratello Tom... >>
<<
Tom Kaulitz... >> disse Tom stringendo la mano a David.
<<
David Bonk.. >> rispose.
<<
Che figata i tuoi rasta... >> commentò.
<<
Grazie... >>
<<
Esme, io vi lascio... Devo controllare una cosa, pare che ci siano
dei problemi con la console di Jan.. >>
David
si allontanò.
<<
Ehi, tutti!! Questi sono i miei fratellini; Tom e Bill... >>
<<
Bill, Tom...Loro sono Khloe, Francine , Ronald e Helena la ragazza
di Ron... >>
<<
Ciao a tutti.. Piacere...
<<
Wow così siete gemelli... >> commentò Ronald.
<<
No.. Trigemelli... >> lo corresse Bill.
<<
Wow... >> esclamarono i quattro insieme.
<<
Vi assomigliate tanto... >> commentò Helena.
<<
I ragazzi sì.. Esme è più un miscuglio... >>
commentò Khloe.
<<
Eh già... >> disse Francine.
Ci
sedemmo al tavolo.
<<
Allora come mai in città? >> chiese Khloe.
<<
Vacanze di natale... >> rispose Tom.
Mentre
Tom chiacchierava animatamente con tutti, Bill era un po' sulle sue,
parlava con me, finchè arrivo Timo, sembrava confuso.
<<
Esme... >>
<<
Ehi, rapper... >> lo salutai con un bacio sulla guancia.
<<
Lui è mio fratello Bill, e quello è Tom... >>
<<
Ciao... >> disse Bill timidamente.
<<
Ciao... Piacere! >>
<<
Senti Esme, non conosci qua qualcuno che può suonare due o tre
canzoni, perchè abbiamo un problema con la console e in dieci
minuti dovremo andare in scena... >>
<<
Certo!! I miei fratelli, Tom suona la chitarra... Bill canta, per te
è ok Bill?? >> chiesi.
<<
No, assolutamente no... Sono sicuro che Tom sarà d'accordo...
>>
Mentre
Bill si alzava per andare verso il palco con Timo, parlai con Tom.
<<
Capito? Solo due o tre canzoni... >>
<<
Ma sì, dai.. Secondo te perdo l'opportunità di farmi
figo con Francine? >>
Sempre
il solito donnaiolo.
<<
Okay, allora corri da Bill... >>
Tom
si diresse verso il palco, prese la chitarra, e si sedette nello
sgabello, in parte lui si mise Bill.
<<
Buonasera a tutti, noi siamo Bill e Tom e canteremo per voi qualche
canzone del nostro repertorio... >>
Il
pubblico li applaudì.
<<
Questa canzone si chiama Der Letze Tag....
>>
Jetz
sind wir wieder hier?
Bei
dir oben auf'm Dach
Die
ganze Welt da unten
Kann
von mir aus untergehen heute Nacht
Sind
wir zum letzen mal zusammen,
Wenn
dieser Tag der letze ist
Bitte
sag es mir noch nicht
Wenn
das das Ende fuer uns ist
Sag's
nich' noch nicht […]
<<
Grazie... Questa canzone, l'ho scritta per una persona molto speciale
per me, che ho sempre voluto e vorrò bene per sempre... Quando
lei se ne andò da casa, fu un colpo durissimo per tutta la
famiglia, la casa non è più la stessa senza lei.. Mia
sorella, Renate... Non ha ancora un nome, per noi, è
semplicemente “Schwesters Lied” >>
Das
Fenster oeffnet sich nicht mehr
hier
drin is es voll von dir und mehr
und
vor mir geht die letze Kerze aus
Ich
warte schon 'ne Ewigkeit endlich ist es jetz soweit
da
draussen ziehen die schwarzen Woken auf...
Ich
muss durch den Monsun
Hinter
die Welt
ans
Ende der Zeit bis kein Regen mehr faellt
Gegen
den Sturm an Abgrund entlang
und
wenn ich nicht mehr kann denk ich daran
Irgendwann
laufen wir zusamm'n
durch
den Monsun.. [...]
Mentre
ascoltavo quella canzone, non feci altro che piangere, non mi sarei
mai immaginata che Bill avrebbe scritto una canzone per me, era cos'
bella, non ci potè credere, guardai Helena e con le lacrime
agli occhi,l'abbracciai fortissimo.
Dopo
aver cantato quelle due canzoni in chiave acustiche, le quali mi
avevano fatto venire persino la pelle d'oca, Timo fece un segno a
Bill, indicando che tutto era apposto, stava per alzarsi, ma tutta la
sala chiese bis.
<<
Quanto siete gentili...Visto che siamo in tema di malinconia
familiare, la prossima, è un'altra canzone che io, insieme a
mio fratello abbiamo scritto insieme, sempre per nostra sorella...
Schwarz... Che è
presente in sala, qualcuno di voi la conosce come Esme, a casa però,
la chiamiamo per il suo secondo nome... >>
Die
Welt ist umgekippt
jeder
Stein wurdeverrueckt
Angst
haben wir nicht
noch
nicht..
Was
so kommt ist unbekannt
wir
sind die letzten Meter gerannt
es
fehlt nur noch en stueck
Der
Blick zurueck ist schwarz
und
vor uns liegt die Nacht […]
Scenderono
dal palco, li andai contro e li abbracciai.
<<
Non volevo farvi una cattiveria trasferendomi... >> dissi
mentre ero ancora abbracciata a Tom.
<<
No … Smettila, stai seguendo il tuo sogno, fai bene... >>
disse.
<<
Non ce l'abbiamo con te... E' solo che la tua vocina acuta ci
manca... >> aggiunse Bill.
<<
Basta dramma ok? Facciamo i fratelli seri!! >> dissi.
<<
Facciamo i fratelli seri.. >> risposero loro.
La
serata fu stupenda, il gruppo di Timo e David iniziò a
suonare, io e i miei fratelli tornammo al tavolo, uniti più
che mai, ci sedemmo e parlammo con tutti e bevemmo, per la prima
volta, uscimmo con la stessa compagnia, senza paranoie, senza giochi
di strategia, forse dopo un'anno di pausa, i fratelli
Kaulitz-Truemper erano tornati alle radici, ai loro sette anni.
Grazie;
Niky94:
Grazie 1000!! Sai,non è difficile basta che quando vedi
qualche telefilm, o quando ti viene in mente qualche scena, te la
segni da qualche parte e poi ti prendi un'oretta libera, senza
ascoltare musica né niente, e “cuci” insieme tutti
i pezzettini che ti sei segnata.
Deeper_and_Deeper:
Hahahah, grazie, sono troppo sfigata!! Ti giuro non me ne sono
accorta...Ti immagini uno che mette i piatti in lavatrice?? Haha,
tipico di Bill vero? Madò che vergogna, vado a seppellirmi.
Grazie, comunque!
Listing:
Hm, dal tuo nick vedo che ti piace Georg!! Guarda non si sono proprio
lasciati, hanno preso una pausa, perchè Ren è a Lipsia,
per la pallavolo, mentre Georg è ancora a Magdeburgo, per
adesso... Ti dico solo una cosetta, si rincontreranno più
avanti, sarà molto romantico <3 . Si parla di Gustav,
perchè Bill e Tom la stavano prendendo in giro, Gustav non ha
mai detto quelle che cose che quei due serpenti di Bill e Tom hanno
detto... =) Le mie storie sono un po' dirette, ogni capitolo do più
visibilità ad alcuni personaggi piuttosto che altri, tra uno o
due capitoli ( questo non te lo dico XD) toccherà Georg.
Grazie del tuo commento, rimani connessa con me!!
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Capitolo 14 *** Esmes Lieblingslied. ***
Esmes
Lieblingslied.
La
Preferita di Esme.
Aprii
gli occhi, e guardai alla mia destra; c'erano i due letti, occupati
da Bill e Tom, dopo tanto tempo, tante crisi e paranoie, finalmente
mi sentii di nuovo “parte del clan”, era tutto come
prima: Bill che dorme con il pollice in bocca ,abbracciato al cuscino
come un bambino; Tom sdraiato a pancia in giù, con le braccia
fuori dal letto, ed io sveglia, ad osservarli dormire e ridendo fra
me e me, pensando a quanto fossero cretini i miei fratelli, come
avevo sempre fatto nelle vacanze precedenti.
Mi
alzai lentamente, misi le pantofole e uscii dalla camera, non chiusi
nemmeno la porta, per non svegliarli. Andai in cucina, accesi la
caffettiera e andai in sala; mi sedetti sul divano, sfogliando delle
riviste,vi era un silenzio assoluto,gli unici rumori che sentivo
erano quelli delle pagine della rivista, del mio respiro e l'acqua
delle caffettiera che bolliva. Dopo uno o due minuti, il rumore della
caffettiera smetté, allora andai in cucina a servirmi.
Mentre
mi servivo, arrivò Tom.
<<
Giorno Ren... >> disse prima di sbadigliare.
<<
Ciao Tom, vuoi del caffè ? >>
<<
Sì dai .. Basta che non sia decaffeinato.... >>
<<
No, è caffè normale... Zucchero? >>
<<
Metti due cubetti... >>
<<
Tieni... >> gli diedi la tazza.
Tom
la prese la tazza, e si appoggiò al muro, io mi appoggiai al
bancone della cucina, Tom bevette un sorso, e si fermò, mi
guardava fisso, mentre sorseggiavo il mio.
<<
Come stai? >> chiese con un espressione preoccupata.
<<
Sto bene, dopo che tu e Bill mi avete dedicato una serenata acustica,
sto davvero bene... >> risposi con un sorriso.
<<
Ren... >> posò la tazza sul bancone e si diresse verso
di me.
Mi
prese il viso fra le mani, e mi guardò dritto negli occhi,
ebbi la sensazione che volesse leggermi nel pensiero.
<<
Come stai? >> chiese nuovamente, con uno sguardo più
intenso.
Capii
la sua domanda, era riferita a Georg. Cercai di sviare lo sguardo,
chinando la testa in basso, ma lui me la rialzò.
<<
Oh Tom, mi manca così tanto... >> risposi quasi
piangendo, abbandonandomi nel suo abbraccio.
<<
Ren... Lo immaginavo, immagino anche che non hai ancora versato una
lacrima per lui... Sfogati, piangi... >> disse sussurrando.
Appoggiai
la testa sulla sua spalla e piansi, pensando a quel giorno.
Flashback
Era una calda serata
di giugno, ci eravamo riuniti a casa di Gustav, per un barbecue di
fine scuola, ci sarebbero stati alcuni suoi amici della via, qualcuno
della mia squadra di pallavolo, Georg, me e i miei fratelli.
Io, Bill e Tom
arrivammo verso le otto, portammo la birra, erano già tutti
quasi arrivati.
<< Ehi!! Siete
arrivati finalmente... >> disse Gustav, avvicinandosi a noi per
aprire il cancello.
<< Siamo dovuti
fermarci dal pusher, sai com'è... >> disse Tom.
<< Quanto sei
scemo, Tom? >> ironizzò Gustav.
<< Alcuni
scienziati di Harvard si stanno impegnando per capirlo da
circa quattordici anni... >> disse Bill.
Gustav salutò i
miei fratelli e poi si diresse a me, con il suo sorriso da Teddy
Bear.
<< Gran bella
partita Ren, davvero, sei una forza in campo... >> salutandomi
con un abbraccio.
<< Grazie
Gustav.. >> risposi timida.
<< Anche fuori
campo, questo vestito fiorito ti sta da Dio, ti fa le gambe
chilometriche... .>>
<< Grazie... >>
arrossì.
Entrammo nel giardino
frontale di Gustav,era fantastico; erba tagliata meticolosamente,
verdissima, aiuole di fiori organizzate a tonalità di colore e
un sentiero di sassolini che conduceva verso la parte posteriore
della casa.
<< Georg è
in piscina, vedi quel cretino che si sta per tuffare dal trampolino?
E' il tuo ragazzo... >> disse Gustav, indicandomelo.
<< Grazie Gus,
vado da lui. >>
Georg mi salutò
con la mano, si girò di spalle, prese un balzo e fece una
specie di acrobazia circolare prima di cadere in piscina.
Presi una salvietta
blu, dalla pila, appoggiata in un tavolo vicino alla piscina e mi
avvicinai alla scaletta della piscina, ad aspettare che uscisse.
Eccolo uscire dalla
piscina, tirandosi i capelli indietro, e dirigendosi verso di me, con
la sua camminata decisa e il suo corpo perfetto, palestrato, scolpito
nella sua bellissima pelle chiara, in un contrasto quasi artistico
con i suoi bermuda neri.
<< Wow, e pensare
che questa è tutta roba mia... >> disse ridendo,
avvicinandosi per baciarmi.
Mi baciò
dolcemente.
<< Anche tu non
sei male... >> risposi sorridente.
Ci guardammo negli
occhi per un breve e intenso momento, mi ero persa nei suoi occhi
cerulei.
<< Dobbiamo
parlare... >> dissi.
Il suo viso si fece
cupo, i suoi occhi esprimettero uno sguardo confuso.
<< Certo... >>
rispose.
Presi la salvietta che
avevo in mano, l'aprii e gliela misi sopra le spalle.
<< Grazie... >>
sorrise, prendendomi per mano.
Iniziammo a camminare
verso il gazebo del giardino, dove non c'era nessuno, arrivati al
gazebo, ci sedemmo sulle poltrone di vimini e ci guardammo ancora una
volta, non avevo coraggio di dire ciò che stavo per dire.
<< Oggi alla
partita, c'era un tizio, uno scout... >>
<< Sì, e
che voleva? >>
<< Offrirmi un
contratto nella bundesliga giovanile... >>
Georg fece un sospiro
di sollievo, e spalancò un sorriso a trendadue denti.
<< E' fantastico
!! Allianz Magdeburg! >>
<< No... >>
Georg mi guardò
confuso, normale, visto che quella era l'unica squadra della zona ad
essere in bundesliga.
<< Quale allora?
>>
<< Leipzig SC >>
<< A Lipsia?? >>
chiese.
<< Sì,
posso non andare se vuoi... >>
Georg si alzò
dalla poltrona nella quale era seduto e venne verso la mia, si mise
in ginocchi e mi prese la mano.
<< No, io voglio
che ci vada.... >>
<< Ma Lipsia è
lontanissimo da qui... >>
<< Ma è
per il tuo futuro, troveremo una soluzione... >>
<< Dovremo
lasciarci? >>
<< No!! Quello
mai... >>
<< Allora che
facciamo, Georg? >>
Si alzò, mi
prese per le mani e mi abbracciò.
<< Non lo so ..
>>
<< Possiamo
prenderci una pausa... >>
<< Una pausa? >>
<< Altrimenti
cosa Georg? Non possiamo mantenere una relazione a distanza, a
quindici anni... >>
<< Hai ragione, è
probabilmente la cosa giusta ma... >>
Abbassò la
testa.
<< Ma cosa? >>
chiesi.
<< Tutto così
in fretta, siamo insieme da sette mesi e non ho ancora avuto il tempo
di dire ti amo... >>
Sentii quelle due
ultime parole rimbombarmi nel cervello, gli alzai la testa e lo
guardai negli occhi.
<< Mi ami? >>
chiesi
<< Sì, ti
amo... >> rispose.
<< Anche io ti
amo... >>
Ci abbracciammo.
Fine Flashback.
Aprii gli occhi, e mi
ritrovai tra le braccia di Tom, che mi stringeva forte, cercando di
consolarmi.
<< Dai, Ren,
basta così... Guardami. >> disse alzandomi la testa
<< Cosa? >>
risposi singhiczzando.
<< Anche tu gli
manchi, si sistemerà tutto vedrai, tra qualche mese finisci la
stagione, e potrai firmare con altre squadre più vicine a
casa, magari a Halle,dove abita sua madre... >>
Mentre pensavo alle
parole di Tom, e cercavo di smettere di piangere, arrivò Bill,
che vedendomi piangere, spalancò gli occhi e tirò uno
schiaffo alla spalla di Tom.
<< Troglodita,
che cosa lei hai detto?? >> disse infuriato.
<< Oh!? Ma sei
normale? >>
<< No Bill, lui
non mi ha fatto niente... >>
Bill chinò la
testa leggermente di lato e aggrottò le sopracciglia,facendo
una smorfia triste, aprì le braccia,venne verso di me e mi
abbracciò.
<< Allora perchè
piangi?? >> chiese asciugandomi le lacrime dal viso.
<< Georg... >>
gli sussurrò Tom all'orecchio.
<< Uh, Ren... Dai
non fare così, va tutto bene... >> la sua voce si
intenerì.
<< Lo so, ma mi
manca... Io tento di fare finta di niente, ma cavolo, mi manca... >>
risposi.
Bill e Tom si
guardarono.
<< Non hai ancora
fatto collazione vero?! >> chiese Bill.
<< Non ho fame...
>> risposi.
<< Ma smettila,
guarda, c'è ancora della Sacher nel frigo, ne vuoi un
pezzo? >>
<< No, grazie, ma
non posso, c'è liquore... >> risposi.
<< E allora? >>
chiese Tom.
<< Dai, va
bene... Allora che ne dici di una bella coppa di frutta, tutta
cioccolatosa con un po' di panna??>>
<< Ma sono troppe
calorie... >> risposi.
<< E non fa
niente, vorrà dire che farai le scale di corsa dieci volte...
>> disse Tom.
Bill mi guardò
con il suo sorrisino persuasivo, dondolandosi a destra e a sinistra.
<< Ok.. Va
bene... >> risposi con un sorriso.
Mi sedetti sul bancone,
mentre vedevo Bill e Tom alle prese con la collazione in cucina, mi
divertivo, erano così carini, sembrava che i loro movimenti
fossero coordinati; Tom tagliava la frutta in pezzettini precisi,
Bill scioglieva il cioccolato nel pentolino e mi guardava facendo
smorfie di disgusto e tappandosi il naso.
Bill odiava, anzi,
odia tutt'oggi il cioccolato.
<< Uhu,ecco qua,
una super coppa di frutta cioccoatosa! >>disse Tom.
<< Buonissima, mi
ci voleva...Grazie! >> risposi con la bocca piena.
Bill si sedette sullo
sgabello dell'isola della cucina, mentre Tom, era appoggiato al
frigo.
<< Allora, dicci
una cosa... Ti sono piaciute le canzoni? >> chiese Bill.
<< Assolutamente
sì!! Non le conoscevo quelle, ma veramente le hai scritte per
me? >> chiesi.
<< Certo, non sai
che brutta che è la casa senza te... >> disse.
<< Ma quella
seconda che avete suonato, quella che parla del monsone, come si
chiama? >>
<< Non lo
sapiamo, non abbiamo ancora deciso.... >> rispose Bill.
<< Io , Gustav e
Georg, avevamo suggerito; La Preferita di Esme, o Canzone
Per Esme, ma Bill ha detto che non è una ballata
ottocentesca... >> rispose Tom, provocando Bill.
<< Tom, voi tre
non capite niente, come si fa una canzone chiamarsi La Preferita
di Esme? Non ha senso... Sembra che non avevi voglia di darle un
titolo allora hai messo lì cosi... >> rispose Bill.
<< A perchè
Canzone della Sorella, è un nome molto sensato, vero
Bill? >>
<< Che c'è
di male con Schwesters Lied? L'ho scritta per mia sorella la
canzone! >>
<< E come si
chiama tua sorella? >> chiese Tom in modo retorico.
<< Esme... Non
farmi i tuoi trucchetti mentali, Tom! >>
<< Tu che ne dici
Ren? >>
<< Mah, per me, è
meglio che la canzone non dichiari proprio esplicitamente per chi è,
se no le persone che le ascolteranno non riusciranno a farsela
appartenere, sai non tutti hanno una sorella che è andata a
vivere lontano, oppure conoscono qualcuno a chi sono particolarmente
legati che si chiami Esme.... >>
I due si guardarono.
<< Allora come la
chiamiamo? >> chiese Tom.
<< Ich Muss
durch den Monsun >> disse Bill.
<< Non è
troppo lungo, magari solo Monsun... >> disse Tom.
<< No troppo
corto.. >> ribatté Bill.
<< Durch den
Monsun.. >> proposi io.
I due si guardarono
convinti.
<< Aggiudicato,
Durch den Monsun... >>
<< Durch den
Monsun!! >> esclamammo i tre.
Deeper_and_Deeper:
Ahaha, povero Bill, hai ragione però, mi chiedo spesso se ci è
o ci fa!! Uhh non ti preoccupare, Timo e David sono comparse “
a prestazioni occasionali”. Grazie del commento.
Niki94: OOOk,
allora va bene, vedrai che riuscirai a fare i capitoloni così
lunghi da doverli dividere!! Spero ti sia piaciuto, impazzirai per il
prossimo, ci scommetto...
Listing: Waaa,
bella, mi piace, non ci avevo pensato alla canzone!! Hahaha Comunque
questo capitolo, penso sia un antipasto di quello che vedrai su Georg
e Ren piu avanti... Hmm haha portinaie... Bellissimo, guarda saranno
anche due portinaie pettegole, ma quando si mettono, sono anche dei
fratelli teneri. Rimani connessa con me!! XD
didisim81: Hey!!
Grazie mille!! E' da qualche paio di capitolo che non ti facevi più
sentire, sono contenta!! Grazie
|
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Capitolo 15 *** Sorpresa. ***
Sorpresa..
Capitolo
15.
Passammo
una bella vigilia; Tom, Mum e nonna, lavoravano a maglia davanti al
cammino, era piuttosto bravo a fare sciarpe, io, nonno, Dad e Bill,
guardavamo un documentario su “Il Muro”.
Il
mattino del giorno di natale, mi svegliai con Bill che saltellava sul
letto, svegliando me e Tom con i suoi fastidiosissimi “applaus
ottimisti”.
<<
E' natale!! E' natale!! Svegliatevi... >> continuava ad
incitarci.
<<
Dai Bill, che noia...E' natale anche fra un'ora... >> borbottò
Tom dal suo letto.
<<
Già, sono le otto del mattino.. Torna a letto... >> mi
lamentai io.
<<
No-no-no-no! Ora vi alzate!! >> disse.
Mi
alzai dal letto e mi misi in piedi davanti a lui, Tom fece lo stesso.
<<
Siamo alzati... Ora? Possiamo tornare a letto? >> disse Tom.
<<
No, ora andiamo ad aprire i regali... >> disse Bill,
prendendoci per mano.
Entrammo
in salotto, e la magia era fatta, sembrava di essere tornati bambini;
l'albero lungo quasi due metri, meticolosamente decorato, i regali
attorno ad esso, i calzoni appesi al cammino con i nostri nomi, e il
tavolino da caffè apparecchiato per tre persone, tre bambini,
che come maggior parte dei bambini, adoravano il natale, i dolci e i
regali.
Corremmo
verso il tavolino, era perfetto; lebukuchen, stollen, strudel, la mia
cioccolata bianca calda, il tè ai lamponi di Bill e il latte e
cannella di Tom. Era tutto perfetto, il nostro natale.
<<
Cavolo, mi ero dimenticato di quanto mi piacciono i lebkuchen.. La
nonna sa come farci felici... >> commentò Bill.
<<
Veramente... Sai cosa ci starebbe però?! >> disse Tom.
Ci
guardammo i tre e sorridemmo.
<<
I biscotti della nonna di Fede!! >> esclamammo tutti insieme.
<<
No... Davvero, sono fantastici, si sciolgono in bocca... >>
commentai.
<<
Infatti... Perfetti, sono l'unica cosa al cioccolato che io riesco a
mangiare, sono dolci, ma non troppo cioccolatosi... >> disse
Bill.
<<
Ma finiscila.. Poco cioccolatosi? Quando sua nonna fa i biscotti al
cioccolato, la Lindt aumenta il suo fatturato del centoquindici
percento... >>
Ci
guardammo e ridemmo.
<<
Sono questi i momenti in cui sentiamo più la sua mancanza, era
praticamente una di noi... >> commentò Tom.
<<
Sì, la quarta gemella... >> commentai.
<<
Su, dai, non è che è morta, o andata in guerra, presto
la rivedremo... >> disse Bill.
Bill
si alzò, e andò verso l'albero.
<<
Li apriamo questi regali?? >> chiese entusiasta.
Io
e Tom ci alzammo e lo raggiungemmo.
<<
Allora... Questo blu è per Tom, dal nonno... >>
Bill
lanciò il pacco a Tom, che lo prese al volo, e lo scartò
velocemente.
Tom
aprì il suo regalo, un capellino originale dei New York
Yankees, uno di quelli che usano i rapper; Bill aprì il suo,
una giacca nera, in pelle originale della Harley Davidson; aprii il
mio, un trench lungo, in tartan rosso.
Mentre
ci facevamo delle foto, Bill si alzò e corse verso camera mia
e tornò con in mano un pacco, quel pacco nero con il
fiocco lilla.
<<
Questo è per te, da parte di Georg. >> disse sorridente,
ponendomi il pacchetto.
Il
pacchetto era stupendo, guardandolo da vicino, i dettagli erano molto
belli; la carta nera, scintillante, avvolta da un delicatissimo
fiocco lilla, lo aprii; dentro vi era una di quelle collane che vedi
nei film antichi, dorata con un pendente a cuore che si apriva.
Dentro c'era una nostra piccola foto insieme, l'avevamo fatta un
pomeriggio, a Berlino, quando scappammo dal campeggio estivo di
Brandeburgo.
Rimasi
qualche minuto a fissare quel delicatissimo pendente, lo adoravo, era
come avere Georg con me, quel gioiello vintage, lo rappresentava
perfettamente, non solo per la foto, ma per il suo romanticismo
classico, senza tempo, mai banale.
Sei
giorni dopo, l'ultimo dell'anno.
Erano
circa le otto di sera, ero sdraiata sul divano, Tom era seduto
sull'altro lato del divano, con i miei piedi appoggiati sulle sue
gambe, guardavamo annoiati la televisione, Bill invece, era sceso nel
chiosco dell'angolo a comprarci dei kebab e patatine per cena.
Nonno,
nonna e i nostri genitori erano usciti, sono andati a cena fuori, ci
hanno chiesto di andare con loro, ma Bill e Tom hanno preferito
rimanere a casa, io ero indifferente.
<<
Ti va di andare al capodanno in piazza? >> chiese Tom.
<<
Forse, quello che volete, per me è uguale... >>
<<
Che noiosa... Ma c'è qualcosa, qualche festa che possiamo
andare? >>
<<
Non so.. I miei amici sono andati in vacanza a Praga.. >>
risposi.
<<
Da soli? >> chiese.
<<
Certo.. Non hanno certo quindici anni del cavolo come noi... >>
<<
Ah... Quelli più grandi.. Come hai fatto ad avere amici più
grandi? >>
<<
Non lo so... Ho iniziato a uscire con una ragazza della squadra, che
ha diciassette o diciotto anni, il suo ragazzo ne ha diciannove, e
tutti i suoi amici hanno circa quell'età... >> risposi.
<<
Ah ho capito... Quelli della scuola invece, non sono tuoi amici? Non
ti ci trovi bene? >>
<<
Ma va... E' strano, anche se hanno la mia età, sono piccoli...
Loro pensano solo ad inventarsi stratagemmi per scappare di casa e
rimanere fuori fino a tarda notte.... Io no.. >>
<<
Vuoi dire che il nonno ti lascia fare quello che vuoi? >>
<<
No... Il nonno mi ha dato le regole da seguire, ma sono abbastanza
flessibili, è solo che... Non so, i miei compagni di classe
sono troppo.. Bambini.. >>
<<
Ma tu guarda... >> commentò ironicamente.
<<
E se andiamo in una cavolo di pub o discoteca giusto per non stare a
casa come degli sfigati?! >> propose.
<<
Ok... Dovremmo sentire Bill... >>
In
quell'esatto momento, Bill entrò nel salotto.
<<
Cosa dovete sentire da Bill? >> chiese mentre si toglieva il
piumino.
<<
Se ti va di andare in qualche cavolo di pub stasera... >>
risposi mentre prendevo il mio kebab dalla busta.
<<
Sì!! Bill vuole andare a fare baldoria!! >> rispose lui,
ottimista, parlando in terza persona.
<<
Perchè parli in terza persona? >> chiese Tom.
<<
Bill parla in terza persona, perchè si sente figo... >>
Io
e Tom ci guardammo straniti.
<<
Ok... Dove sono le patatine? >> chiesi.
<<
Lì dentro... Cerca... >>
Dopo
mangiato, buttammo via le carte e le lattine, uscimmo.
Nel
tragitto verso la fermata del tram, non c'era nessuno per strada, né
tanto meno sul tram. Arrivati alla Leipiziger Marktplaz,
sembrava che tutta la città fosse lì.
Andammo
in piazza, dove c'era della musica live, dj set, chioschi di tutti i
tipi e tanta, tanta gente ubriaca che ballava e urlava.
Ci
avviciniamo ad un cerchio di artisti che ballavano la break dance,
in cambio di spiccioli, annoiati, io e i ragazzi rimanemmo lì
ad osservarli.
<<
Vado a prendere da bere... Cosa volete? >> chiese Bill.
<<
Guarda che ci perdiamo, lascia perdere... >> commentai.
<<
Ma va, il chiosco è a due passi, guarda.. >> s'intromise
Tom,indicandomi il chiosco.
<<
Ok... Allora per me un Bacardi rosso... >> risposi.
<<
Io voglio una Warsteiner... >> disse Tom.
Bill
guardò Tom, con uno strano sorriso, e si allontanò.
<<
Quanta gente... Chissà se incontriamo qualcuno che
conosciamo... >> commentò Tom.
<<
Impossibile... Perchè i miei amici sono andati a Praga.. >>
<<
Ci sono anche altri... Quelli della scuola... >> ribatté.
<<
Bah... Quelli della scuola si saranno chiusi in uno scantinato con
una bonga di birra... >>
<<
Ah dici? Boh non so, magari qualcuno che non vediamo da anni.... >>
<<
Tom, non mi piaci quando fai così, sembri strano... >>
commentai.
Tom
diede di spalle, e iniziò a guardarsi in giro, credendo che
non lo avessi notato.
<<
Perchè sottecchi? >> chiesi.
<<
Non sto facendo niente, perché sei paranoica? >>
Lo
lasciai perdere, mi girai verso il cerchio, dove i ragazzi facevano
break dance ,mentre guardavo fissa, mi persi nei miei pensieri.Feci
un balzo quando mi ritrovai un braccio che mi porgeva da dietro la
schiena la bottiglia di Bacardi.
<<
Da quando ti piace la break dance? >> udii quella voce,
profonda, vellutata, mi sentii intorpidire i sensi, un formicolio,
simile a quello dell'anestesia del dentista mi invase la testa.
Mi
girai, lo vidi; un cappotto grigio scuro, sciarpa nera in lana,
guanti in pelle marrone e i suoi bellissimi capelli sciolti che gli
cadevano sulle spalle.
<<
Georg!! >> urlai, saltandogli in braccio.
<<
Ciao bella... >> mi sussurrò nell'orecchio.
A
quel punto, dopo esserci abbracciati, saltai giù dalle sue
braccia.
<<
Ma?! Non dovresti essere in qualche resort super elegante sulle alpi
svizzere?? >> domandai.
<<
Sì, ma ho sentito dire che Lipsia è molto più
chic di Saint Moritz, e poi nella squadra di pallavolo c'è una
ragazza che in bellezza batte tutte... >> disse.
Guardai
verso i miei fratelli, Tom scuoteva la testa e guardava altrove
mentre beveva la sua birra, Bill invece ci guardava sorridendo.
Presi
Georg per mano e lo trascinai per tre o quattro metri, che separavano
me dai miei fratelli.
<<
Grazie.. >> dissi sorridendo.
Tom
salutò Georg, con quel tipico saluto da gangster.
<<
Ehi Georg, passato bene il natale? >> chiese.
<<
Abbastanza, è divertente vedere quanto ridicoli siano i
tentativi dei miei genitori di comprarsi il mio affetto... >>
commentò.
<<
Beato te, sai quanto shopping farei? >> disse Bill.
<<
Sì Bill, sbancheresti tutti i negozi della regione. >>
aggiunse Tom.
Ridemmo
tutti.
<<
Allora che facciamo, stiamo qua o c'è qualche locale in giro?
>> chiese Georg.
Tom
e Bill indicarono me.
<<
Beh... Possiamo stare qua a vedere i fuochi, oppure andare Dhelic, la
serata di capodanno è stupenda, possiamo anche stare qua e poi
andare lì... Però con tutta la gente che esce, dobbiamo
andare ora... >>
<<
E in cosa consiste la serata? >>
<<
Musica elettronica, schiuma parte e fontana... >>
<<
Fontana? >> chiesero i tre insieme.
<<
Sì, una fontana di assenzio, a volontà... >>
<<
Stai scherzando? Una fontana di assenzio? >> chiese Tom.
<<
Già... >> risposi.
<<
Andiamo... >>
Ci
dirigemmo verso la Dhelic, non era tanto lontano dalla piazza, circa
quindici minuti.
Non
ero mai andata al Dhelic, ciò che sapevo a riguardo, era tutto
frutto delle chiacchere che dicevano alcuni ragazzi della scuola, la
discoteca più bella di Lipsia, e forse di tutta la Sassonia.
Appena
dopo l'entrata, c'era un corridoio con tantissimi armadietti di tutti
i colori, dove mettere la nostra roba, dopo averli lasciati ,
scendemmo le scale, e ci ritrovammo in questa sala enorme, buia,
illuminata da luci neon, piena di gente su di giri, ballavano,
urlavano e cantavano, alcuni erano persino svenuti, altri si
limitavano a farsi delle foto mentre facevano smorfie.
Ci
mettemmo nel bancone, Bill e Tom sono stati lì cinque minuti,
dopo si sono spostasti nel centro della pista da ballo, dove c'era la
fontana di assenzio, se la sono scolata tutta da soli.
Rimasi
seduta sul bancone con Georg, avendo capito che Bill e Tom si
sarebbero ubriacati come due spugne, e saremo dovuti fare i sobri,
ordinai una Coca-Cola cone lime, Georg invece, ordinò una
Schweppes.
Raccontai
a Georg, di come era passato quell'anno, di tutto quello che avevo
fatto, di chi avevo conosciuto, di cosa facevo, cosa mi piaceva e
tutto quello che lui non si poteva immaginare.
Verso
le tre, Tom e Bill non stavano più in piedi, allora decidemmo
di andarcene, Georg prese la metropolitana e quindi il tram insieme a
noi, e ci accompagnò fino all'entrata del mio palazzo, Bill e
Tom andarono davanti, sbilenchi, e io rimasi un minuto con Georg, ci
baciammo, in un modo così intenso e appassionato da farmi
sentire ubriaca.
Georg
prese un taxi e tornò nel suo albergo. Corsi da Bill e Tom,
erano mezzo addormentati sulle scale, li feci alzare e ed eentrare in
ascensore, arrivati in casa, per fortuna non c'era ancora nessuno,
entrati in camera, Bill e Tom si sono buttati nei loro rispettivi
letti, è toccato a me toglierli le scarpe e pantaloni,
lasciandoli in calzamaglia e maglietta, li rimboccai le coperte e
andai in corridoio a mettere le nostre giacche nell'appendiabiti,
mentre lo facevo, non riuscivo a smettere di pensare a Georg.
Tornai
in camera mia, mi misi il pigiama e mi buttai nel letto, prima di
addormentarmi, mi girai verso i miei fratelli, ringraziai il cielo
per averli e mi addormentai.
Hey,
spero vi sia piaciuto questo capitolo, scusatemi per questo stupido
ritardo, ma ho appena affrontato alcuni esami per la scuola e poi, mi
è venuta un ispirazione paurosa per il seguito della storia e
dovevo scrivere, altrimenti mi perdevo nelle mie idee( ambientata nel
2009/2010 waaa bellissima! )... Inoltre non mi andava internet!!! Non
odiatemi, comunque sto già lavorando per il prossimo. XOXO
Char.
|
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Capitolo 16 *** La Prima Volta ***
La
Prima Volta.
Capitolo
16.
Mi
svegliai presto, con il cellulare che vibrava sotto il mio cuscino,
un messaggio da Georg.
<<
Ciao, posso chiedere che piani hai per il pomeriggio? >>
<<
Non so... Sicuramente non usciamo prima di sera, Bill e Tom sono in
coma profondo.. Tu che vuoi fare? >>
<<
Possiamo approfittare e stare un po' insieme, anche perchè
dobbiamo parlare... Se ci vedessimo oggi pomeriggio, magari dopo
pranzo? >>
<<
Ok, alle tre? >>
<<
Perfetto, vengo a prenderti io se non ti scoccia.. >>
<<
No, non mi soccia... =) >>
<<
Ci vediamo allora fra... 6 ore XD >>
Mi
alzai, feci una doccia mi cambiai e andai in cucina a farmi qualcosa
da mangiare.
Mi
sedetti in sala, mentre bevevo il mio tè, fissavo il vuoto,
arrivò Bill.
<<
Buon giorno ubriacone... >>
Si
sedette sul divano e strofinò le mani negli occhi.
<<
Ciao Ren... >> disse sbadigliando.
<<
Vuoi del tè, o caffè? >> chiesi.
<<
No.. Per ora no... Raccontami di ieri sera... >> disse.
<<
Che dire, tu e Tom vi siete annegati nell'assenzio. >> risposi.
Bill
sorrise e scosse la testa.
<<
Lo so.. Ma voglio sapere di te e Georg, cosa avete risolto? >>
<<
Niente, gli ho raccontato di cosa faccio, con chi esco e cose del
genere.. >>
<<
E... >>
<<
E oggi pomeriggio, verso le tre usciamo, per parlare... >>
<<
Sì... Posso darti un consiglio? >>
<<
Ok.. >>
<<
Tu sai che io e Tom adoriamo Georg e tutto quanto, ma... Non farti
condizionare dalle sue parole.. >>
<<
Ovvero? >>
<<
Parlerete sicuramente del tuo contratto, e della squadra in cui
andrai l'anno prossimo... >>
<<
E allora? >>
<<
Allora prima di organizzare qualsiasi cosa, addirittura prima di
venire chiedere consiglio a noi, pensa a te stessa, a cosa è
più importante per te... >>
<<
Bill, non ti capisco... >>
<<
Non farti venire in testa di lasciare una squadra della Lega
Nazionale, per andare in una Regionale, solo per stare vicina a
lui... Pensa a quello che è meglio per te. >>
<<
Il meglio per me è essere felice Bill, e io con Georg sono
felice. >>
<<
Anche senza lo sei, hai passato un'anno senza Georg, e stai
benissimo. >>
<<
Tu non lo sai, ho passato un' anno a piangere prima di dormire, un'
anno a vedere la sua faccia su tutti i ragazzi dai capelli lunghi che
vedevo... Il fatto che esco con i miei amici non fa di me felice, è
diverso essere felici da essere contenti... >>
<<
Ok, come vuoi, ma tu pensa al tuo interesse almeno, pensaci due volte
prima di fare qualsiasi cosa... >>
<<
Certo... Lo farò... >>
Bill
si appoggiò allo schienale del divano e accese la televisione,
c'era un film vecchio in televisione, non ci ho fatto caso quale
fosse, misi i piedi sopra il tavolino e incrociai le braccia, mi
addormentai. Mi svegliai, quando tutti erano già svegli, ero
sdraiata nel divano, con le gambe appoggiate sulle ginocchia di Bill
che dormiva seduto.
Nel
giro di venti minuti, mentre io e Bill cercavamo di svegliarci, nonna
apparecchiò, Mum svegliò Tom, nonno e Dad rientrarono,
mangiammo tutti insieme.
Dopo
mangiato, andai in camera a sistemarmi il letto e cambiarmi, niente
di esagerato, mandai un messaggio a Georg.
<<
Sono pronta, ci sei? >>
<<
Sono appena salito sul taxi, sono tra la Nord e la Westplatz... >>
<<
Ok.. Mandami un messaggio quando sei qua sotto... >>
Bill
entrò in camera, si sedette sul mio letto e mi guardò
sorridendo.
<<
Allora... A che ora arriva? >>
<<
Fra venti minuti, ma non lo faccio salire... >>
<<
Perché? >>
<<
Mah... Non so... >>
<<
Eh, come vuoi... Dove andate? >>
<<
Non lo so, credo faremo un giro, è quasi tutto chiuso oggi...
>>
<<
Già... >> disse guardandosi intorno.
<<
Già.. >> dissi.
<<
E questo cerchietto rosso? Da quando ti piacciono i cerchietti? >>
chiese.
<<
Ah, boh , ho solo questo ,mi sembrava carino.. E poi il mio ciuffo
oggi ha vita propria, e io non ho voglia di piastrarlo... >>
<<
Haha... Ma se hai i capelli lisci come spaghetti... >>
<<
Diglielo a loro... >> risposi.
<<
Fa vedere... >> disse togliendomi dai capelli e mettendoselo.
<<
Bill che tristezza.... >> commentai.
<<
Veramente... Tieni.. >> dissi ridandomelo.
<<
Sai cosa stavo pensando... >> dissi.
<<
Sentiamo... >>
<<
Farmi la tinta... Scura, forse nera... >>
Bill
spalancò gli occhi.
<<
Da dove ti viene? >> chiese.
<<
Dici che starei male? >>
<<
No, anzi... Ma come mai vuoi farti la tinta? >>
<<
Così... Mi sono stufata di avere i capelli tutti marroni con
miele e rame... Bo, non mi piacciono.. >>
<<
Certo... Domani ti prendo la tinta... >>
Arrivò
un messaggio, Georg.
<<
Sono qua sotto... >>
<<
Arrivo, aspetta due minuti.. >>
<<
E' lui? >> chiese Bill.
<<
Sì... Come sto? >>
<<
Benissimo... Vai, vai.. >>
Presi
giacca e capellino, insieme a Bill mi diressi verso il corridoio,
davanti alla porta, Bill, come una “mammina” mi sistemava
la sciarpa attorno al collo.
<<
Io esco, ciao a tutti... >> urlai dalla porta.
<<
Esci cara? Non fare tardi... >> disse la nonna.
<<
Tieni acceso il cellulare... >> aggiunse il nonno.
<<
Sì, certo.. >> risposi.
<<
Ciao piccola, divertiti. >> dissero Mum e Dad.
Bill
mi diede un bacio sulla fronte, e mi aprì la porta. Feci le
scale di corsa, uscii dalla portineria, e ad aspettarmi fuori dal
taxi, c'era lui, appoggiato alla vettura, con le braccia incrociate e
un sorriso enigmatico stampato sulle sue sottili labbra rosa.
Lo
salutai con un abbraccio e un bacio sulla guancia, mi aprì la
portiera e salii, lui in seguito,come un vero gentiluomo.
In
macchina, fra di noi vi era un silenzio assoluto, ma non di quei
silenzi imbarazzanti, sembravamo comunicare telepaticamente, capivo
che non vedeva l'ora di baciarmi e abbracciarmi, come io a lui.
Arrivammo
al suo albergo, ci dirigemmo verso il bar della struttura, mi prese
la giacca e la mise sullo schienale della sedia, che, come un vero
gentiluomo me la tirò, mi sedetti, lui si tolse la giacca e si
sedette davanti a me, prese la mia mano, che era sul tavolo e me la
baciò.
<<
Mi sei mancata tantissimo... >> disse.
<<
Anche tu... >> risposi, guardandolo fisso nei suoi occhi di
quasi grigi.
<<
Ciao, volete ordinare? >> disse la cameriera, che sembrava
essere spuntata fuori all'improvviso.
<<
Per me un tè verde alla menta >> dissi.
Georg
mi guardò, con uno sguardo alquanto malizioso.
<<
Anche per me, un tè verde alla menta... >>
<<
Certo.. Basta? >> disse la cameriera.
<<
Sì, basta... >> risposi.
Georg
annuì con la testa, la cameriera si allontanò.
<<
Perché mi prendi in giro? >> chiesi.
<<
Non ti prendo in giro... E' solo che, sei così diversa... >>
disse.
<<
Georg... >>
<<
Dai, Ren.. Non essere permalosa... >>
Gli
sorrisi.
La
cameriera ci portò i nostri tè, lui, un po' scettico
sorseggiò il suo.
<<
Non è male... >>
Dopo
avere finito i nostri tè, ci alzammo e ce ne andammo via,
verso gli ascensori, salimmo al quinto piano, entrammo nella sua
stanza.
Georg
mise le nostre cose sul divano, mi sorrise e si diresse verso il
letto, ci si buttò sopra.
<<
Vediamo un film? >> propose sorridendo.
<<
Sì! >> mi buttai nel letto accanto a lui, mi tolsi gli
stivali e gli lanciai per terra.
Georg
sorride.
<<
No, non sei cambiata al cento percento... >> si tolse le
scarpe, e come imitandomi, con un sorriso ironico lanciò le
scarpe per terra.
<<
Cosa guardiamo? >> chiesi.
<<
Non so, ora vediamo... >>
<<
Allora... Spiderman? >> chiese.
<<
Ok.. >> risposi.
Il
film iniziò, Georg spense la luce e si sdraiò nel
letto, prendendosi tutti i cuscini, io rimasi seduta, appoggiata alla
testiera del letto.
Dopo
circa dieci minuti mi sdraiai vicino a lui, aprì il suo
braccio, mi avvicinai a lui, poggiai la mia testa sul suo petto e una
mano sul suo addome, lui chiuse il braccio attorno a me, e con
l'altra mano mi accarezzava i capelli.
Non
stavo più seguendo il film, avevo gli occhi semi chiusi; non
vedevo né sentivo niente, che non fosse il suo respiro e i
movimenti del suo addome, coordinati al suo respiro.
Il
film finì, Georg spense la televisione.
<<
Sei sveglia? >>
<<
Sì.. Certo.. >>
<<
Allora visto che sei sveglia, posso baciarti... >>
Mi
baciò dolcemente, per alcuni secondi, dopodiché,
sentii il suo respiro farsi pesante; si mise sopra di me, e le sue
mani che mi accarezzavano i capelli iniziarono a scendere, verso il
collo, le spalle, l'addome e i fianchi, mi stringeva sempre di più
a sé. Mentre mi baciava, si alzava lentamente, con le mani
dietro la mia schiena, tirava verso di lui; si mise seduto.
Mi
sedetti sopra di lui, continuai a baciarlo, intensamente come mi
baciava lui, le sue mani, sotto la mia maglietta, percorrevano la mia
schiena, facendomi sentire la pelle d'oca.
Mentre
ci baciavamo, senza staccarmi dalle sue labbra, aprii la zip della
felpa e me la tolsi, lui tolse la sua, gli tolsi la maglietta, lui
tolse la mia. Si staccò dalle mie labbra, mi chinai
indietro lentamente, lui si chinò in avanti e si mise sopra di
me. Mi guardò fisso negli occhi, mi spostò i capelli
dal viso, sorrise e mi baciò nuovamente, dopo qualche secondo,
si spostò verso il mio orecchio, continuò a baciarmi
verso il basso, fino ad arrivare al mio ombelico, e tornò su,
continuò a baciarmi sulle labbra.
A
quel punto iniziai a sentire una sensazione strana, come se avessi il
cervello annebbiato; capovolgi la situazione, staccai le mie labbra
dalle sue, e mi misi sopra di lui, seduta su di lui, iniziai a
guardarlo, e a quel punto, mi abbandonai a quella strana sensazione
dentro di me. Iniziai a baciarlo intensamente, lui mise le mani sulla
mia schiena nuda , e le fece scivolare sul mio fondoschiena, sotto i
miei jeans. Mi staccai da lui e misi seduta sul letto, anche lui.
<<
Tutto ok? >> chiese premurosamente con le mani sul mio viso.
<<
Lo voglio.. >> risposi sussurrando, guardandogli negli occhi.
<<
Sei sicura? >> chiese.
Non
risposi, lo abbracciai, dopo lo baciai, con le mani accarezzavo il
suo petto, le feci scivolare sui suoi pantaloni, aprii il bottone,
lui tolse le mie mani e le mise attorno alle sue spalle, mi fece
chinare lentamente all'indietro, facendomi sdraiare, passò
delicatamente la mano sul mio addome, mi vennero i brividi. Mise
entrambe le mani attorno alla mia vita, sotto i pantaloni, lentamente
le spostò in avanti, sbottonò i due bottoni dei miei
jeans , aprì la cerniera, e me li tolse d'un colpo.
A
quel punto, solo in intimo, a Lipsia, di gennaio; provai un caldo
fortissimo,anche se sentivo la mia schiena sudare freddo.
Georg
si tolse i pantaloni e si mise sopra di me, iniziammo a baciarci
intensamente, calorosamente, senza fermarci, avevo la mente
completamente annebbiata, sentivo solo il suo respiro e il suo
ansimare, provavo una sensazione stranissima, qualcosa tra il
fastidioso e piacevole, mi strinsi a Georg, sentivo un tremendo
bisogno di urlare, ma mi trattenni.
Aprii
gli occhi, e mi ritrovai fra le braccia di Georg , sotto le coperte,
stretta al suo corpo di marmo, nudo, guardai l'orologio, segnava le
cinque e mezza passate, mi girai verso di lui.
<<
Sei bellissima.. >> sussurrò, stringendomi a sé.
<<
Grazie... >>
<<
Ti amo.. >> disse.
Lo
baciai.
<<
Anche io ti amo.. >>dissi.
Chiusi
gli occhi e mi strinsi a lui.
<<
Fra un po' devo andare... >> dissi.
<<
No, dai... >>
<<
Lo so, anche io non voglio andare, ma devo.. >>
<<
Ancora dieci minuti cos'... >> disse.
<<
Io starei così per sempre... >> dissi.
<<
Anche io .. >> disse baciandomi sulla fronte.
Dopo
mezz'ra circa, ci alzammo, ci vestimmo, e mano nella mano scendemmo e
prendemmo un taxi. Per tutto il viaggio verso casa mia, ci tenemmo
per mano, appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
Arrivati
al mio palazzo, scesi dal taxi, lui scese con me, mi abbracciò.
<<
Ci vediamo domani? >> chiese.
<<
Sì, vedo cosa fanno i ragazzi.. >> risposi.
<<
Ok.. Mi mancherai... >>
<<
Anche tu... >> lo baciai sulle labbra delicatamente, mentre gli
tenevo le mani.
Lasciai
le sue mani, e le sue labbra e mi allontanai, verso la portineria,
feci le scale velocemente e suonai il campanello, Tom aprì.
<<
Ciao Ren.. >>
<<
Ciao Tom... >>
<<
Dove sono tutti? >> chiesi.
<<
Bill è sul divano, che guarda Harry Potter... E tutti sono
usciti, in piazza bo.. >> disse.
<<
Ah, sì... Ci sono le bancarelle... Perchè non ci siete
andati? >>
<<
Voglia zero... Tu inv..>> lo interruppi.
<<
Vado in camera mia, ciao.. >>
Mentre
andavo in camera mia, sentii Tom parlare a Bill.
<<
Vai da lei.. Ha un'espressione strana in faccia. >>
Entrai
in camera mia, mi tolse le scarpe e le lanciai per terra, mi buttai
nel letto, non riuscivo a smettere di pensare a Georg, a noi, a quel
pomeriggio, a quello.
Sentii
i passi di Bill, in pantofole che si strisciavano verso camera mia.
Entrò e si buttò nel letto in parte a me.
<<
Allora?? >> chiese curioso.
<<
Allora cosa? >>
<<
Cosa mi racconti... >> continuò.
<<
Niente... >> risposi.
<<
Che avete fatto? >>
<<
Abbiamo preso del tè, poi abbiamo visto un film.. >>
<<
Eh? Sei andata al cinema e hai preso un tè? Niente soda?
Niente pop-corn... Sei proprio diventata strana.. Cosa avete visto?
>>
<<
Spiderman >>
<<
Il terzo? E' già uscito?? >>
<<
No... Il primo... Non sono andata al cinema... >>
<<
Ah... E dove? >> chiese.
<<
Nella sua camera... >> risposi.
<<
No! Non dirlo... >> esclamò.
<<
Cosa? >> chiesi confusa.
<<
Avete...?? >> chiese.
<<
Non sono affari tuoi!! >> risposi.
<<
Allora è vero... >>
<<
Sì, ma non dirlo a Tom... Diventerebbe matto.. >>
<<
Ma, penso lo abbia capito... Come è stato? >>
<<
Bill!!! >> dissi infastidita, nascondendomi la testa sotto il
cuscino.
<<
Ok,scusa... Volevo solo fare conversazione... Vado in sala... >>
<<
No, resta.. >> dissi, prendendolo per la maglia.
<<
Ok... >> disse.
<<
Ma non parlare, resta e basta... >> gli dissi.
<<
Ok, resto... >>
Si
mise sul suo letto, in parte al mio, a fissare il tetto.
Tom
entrò in camera.
<<
Faccio da mangiare, maccheroni al formaggio o pizza? >>
<<
Maccheroni al formaggio... >> rispondemmo io e Bill
contemporaneamente.
|
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Capitolo 17 *** Beccati ***
Tre anni dopo
tutto il dramma che abbiamo passato io e i miei fratelli, è
arrivata la parte bella; io sono riuscit ad entrare nella Nazionale,
ho fatto tante campagne pubblicitarie e sono diventata una celebrità
in Germania e i miei fratelli sono diventati piuttosto famosi, hanno
firmato con la Island Records, e da a settembre del 2005 non hanno
più smesso di fare tour.
Da
un'anno circa abito a Berlino con i miei, dove mia mamma ha aperto
atelier e boutique. I ragazzi vengono a trovarci sempre che sono
liberi, ci divertiamo a fare serata parlando del più o del
meno, guardando film e giocando alla Play.
Spotted.
Beccati.
Parte
I
Quel
giorno, capii due cose; quanto falso e bugiardo fosse David Jost, e
quanto è seccante essere famosi.
Era
un venerdì mattina, di una settimana fantastica per me; vinsi
insieme alla mia squadra il posto per le semifinali del campionato
nazionale, ed ero stata convocata nella nazionale di pallavolo. Avevo
quattro giorni di pausa prima di tornare a Berlino per gli
allenamenti, decisi di passarlo con la mia famiglia; così,
presi il primo volo per Amburgo, da Bill e Tom, di modo che insieme,
andassimo in macchina a Loitsche, dove i nostri genitori ci
aspettavano per il weekend.
Arrivai
all'aeroporto, fortunatamente era vuoto, presi un taxi e mi diressi
all'appartamento di Hanstadt dei miei fratelli, non erano ancora
rientrati dallo studio di registrazione, rimasi seduta sul divano a
guardare i programmi pomeridiano di gossip e mangiando i dolciumi di
Bill.
Verso
le quattro e mezza, presi Scotty e lo portai a fare una passeggiata,
al parco che c'era lì vicino, sfortunatamente, per me, mi
ritrovai assalita da quattro fans dei miei fratelli.
<<
Guardate!! Il cane di Bill, chi è quella!? >> urlò
una ragazza.
<<
Magari è la sua fidanzata correte!! >> urlò
un'altra, a quel punto, presa dalla disperazione, pensai di correre e
tornare dentro, ma ero piuttosto lontana dal cancello, e loro erano
in maggioranza, rimasi inerte, osservando quelle quattro ragazze che
mi venivano contro, sembrava di vedere la scena finale di Trecento,
quando Leonida ordina ai soldati di attaccare Serse.
<<
Chi sei? E cosa ci fai con il cane di Bill Kaulitz? >> chiese
con tono intimidatorio una delle ragazze.
<<
Ehm, sono la sua assistente.. Devo portare il cane fuori... >>
risposi incerta che le ragazze mi avrebbero creduta.
<<
E perchè non lo fa lui? >> chiese un'altra.
<<
Perchè non c'è.. E' in studio di registrazione. >>
risposi, cercando di allontanarmi, credendo di aver risposto
abbastanza.
Le
ragazze mi seguirono.
<<
E quando torna? >> chiese.
<<
Non lo so, la sera tardi penso... >> risposi, tentando
nuovamente di allontanarmi.
<<
Ma te lo conosci bene? Ci parli? >>
<<
Più o meno... Lavoro per lui da poco... >> risposi.
<<
E come mai non c'è nessuna foto tua in internet? >>
<<
Non lo so, forse perchè non sono famosa.. >>
<<
Ehm, sei piuttosto bella... Ora dicci la verità, ci hai mai
scopato con Tom? >>
<<
No!! Mai, nemmeno con Bill o Gustav... Sono come fratelli per me, non
lo farei mai... >>
<<
Allora hai scopato con Georg? >> chiese una.
<<
Ma non avevi detto che lavoravi per Bill da poco, come fai a dire che
è quasi tuo fratello? >> chiese un'altra.
A
quel punto mi ritrovai spiazzata, come una zebra di fronte ad una
mandria di leoni affamati.
<<
No, con Georg malapena ci parlo... E poi, non so, li vedo come
fratelli, non ci farei mai niente... >> risposi.
<<
Ma loro hanno msn? Facebook? Twitter?? >> chiese.
<<
Non che io sappia, anzi... Bill ha un' indirizzo di posta
elettronica, e Tom un account su youtube... Tutto qua.. >>
<<
Sai le loro mail? >> chiese.
<<
No... >>
<<
Ce la puoi procurare? >> chiese.
<<
Non credo... >> risposi.
<<
Dai, ti do la mia mail, anzi le nostre mail, quando sai qualcosa
facci sapere ok? >> disse una, consegnandomi un pezzettino di
carta con quattro indirizzi di posta elettronica.
<<
Ok... Sentite ora devo andare, vi faccio sapere... Ciao. >>
dissi secca, allontanandomi con passi veloci verso il cancello.
Quando
arrivai il cancello e salutai il portinaio, che dalla sua piccola
cabina mi apriva il cancellino automatico eccole arrivare di nuovo,
entrai velocemente e chiusi il cancello.
<<
Ehi, senti, ci faresti delle foto di casa loro? >>
<<
Ci proverò... >> mi allontanai di circa dieci passi.
<<
Come ti chiami? >>
<<
Io? Aimee... >> risposi e corsi verso la porta di vetro che mi
portava verso il palazzo.
Arrivata
in casa, feci tre giri con la chiave sulla serratura, dalla paura che
una di loro potesse entrare, tolsi il guinzaglio a Scotty, mi buttai
sul divano, mi tolsi gli stivali e accesi la televisione.
Mentre
guardavo la tele, sentii qualcuno girare una chiave da fuori dalla
porta, non riuscendo a girarla, perchè avevo lasciato la
chiave sulla serratura, sentii una botta sulla porta. Mi sentii
gelare il sangue, saltai giù dal divano, e mi nascosi sotto il
tavolo, Scotty si avvicinò a me, cercai di non lasciare un
fiato, ma continuavo a sentire qualcuno che borbottava fuori dalla
porta, picchiandola, dopo pochi secondi sentii il campanello, uscii
da sotto il tavolo, e in punta di piedi, mi diressi verso la porta,
guardai dallo spioncino e vidi due figure, vestite di colori scuri,
incappucciate, con la sciarpa che copriva metà viso e occhiali
da sole, mi prese il panico.
Mi
rimisi velocemente gli stivali, il cappotto e la mia borsa, aprii la
finestra, e stavo per saltare sul balcone del vicino, quando mi suonò
il cellulare, non risposi, mentre mettevo le gambe fuori dal balcone
per andare sull'altro, non mi accorsi che vi era una vetrata enorme
che dava proprio davanti alla porta di casa, dove ho visto i due
tizi, si girarono verso di me, mi videro, a quel punto, mi senti
paralizzata, ero in bilico con una gamba fuori dal balcone e una
dentro a circa quindici metri da terra e a due dal balcone del
vicino, mi aggrappai al balcone e chiusi gli occhi, ero decisa ad
aspettare che se ne andassero, li sentii bussare sul vetro e dire
cose che non capivo.
Allora
decisi di guardarli bene in faccia, chiamare la polizia e descriverli
fisicamente prima di morire, sia che cadessi dal balcone o sia che mi
uccidessero loro. Alzai la testa e aprii gli occhi, a vedere le loro
facce, per un attimo ebbi paura che fossero due criminali ed io, per
panico, stessi vedendo la faccia di Bill e Tom, allora, presi il
telefono e chiamai Bill.
<<
Sei matta?? Che cazzo stai facendo? >>
<<
Bill, siete tu e Tom davanti alla porta di casa? >>
<<
Certo!! >>
<<
Giuralo! >>
<<
Giuro, scendi da questo balcone prima che cadi e ti spezzi!! >>
<<
Ok... >>
A
vedere il gesticolare dei due tizi dalla vetrata, mi arresi, scesi
dal balcone e andai ad aprirli la porta, mentre ero davanti ad essa,
con le chiavi in mano, mi venne un dubbio, l'unico modo per capire se
erano veramente loro, era parlare in “unxersprak”,
ovvero, il “nostro linguaggio”.
<<
Bill, sjuer mik dash bix du!! >> dissi.
(
Bill, giurami che sei tu!! )
<<
Perchè parli in unxer? >> chiese in tedesco.
<<
Ik fil vasten dash bix du odle
nik... >>
(
Voglio capire se sei veramente tu o no... )
<<
Certo che sono io,... >> rispose in tedesco.
<<
Alxo sprek af unxersprak... >>
(Allora
parla in unxer...)
<<
Bill, twaskop, sprek af unxer... Teize... Wi xie xadt... >>
disse Tom
(
Bill, testa di cazzo, para in unxer... Merda.. Fai come dice lei.. )
<<
Ole, ole... Ren, dash big ik on Tom... Oftet de tua.. >>
(Ok,
Ok... Ren, siamo io e Tom... Apri la porta... )
Tirai
un sospiro di sollievo. Aprii la porta.
<<
Ole... >>
(Ok..
)
Aprii
la porta, quando li ritrovai davanti, respirai fondo e li abbracciai,
davvero stretto, forse perché era tanto che non ci vedevamo, o
forse perché avevo pensato di essere minacciata da fans
impazzite, invece erano loro, i miei fratelli.
<<
Ehi, pazza! >> disse Bill, aprendo le braccia.
<<
Cazzo Bill, mi avete fatto prendere malissimo... >> dissi
mentre lo abbracciavo.
<<
Anche tu, pensavamo eri una pazza che ci aveva invaso casa... >>
commentò Tom.
Sciolsi
l'abbraccio di Bill, e abbracciai Tom.
<<
Dio, queste fans... Non me ne parlare... >>
<<
Dai entriamo.. >> disse Bill.
Entrammo
in casa, buttammo le nostre giacche, sciarpe e scarpe in corridoio, a
casaccio, chiudemmo la porta e andammo a sederci sul divano.
<<
Parlare in fans... Non sapete cosa mi è successo un paio d'ore
fa... Me ne sono beccata quattro fuori dal cancello... >>
commentai.
<<
Mentre arrivavi dall'aeroporto? >> chiese Tom.
<<
No, no... .Mentre portavo fuori Scotty.... >> risposi.
<<
Hai portato fuori Scotty?? >> chiesero entrambi.
<<
Certo, è un cane, bisogna uscire... >> risposi.
<<
Sì, ma di solito lo porta fuori Braun, oppure uno dei suoi
figli... >> disse Bill mentre si alzava, e andava verso la
cucina, che era divisa dalla sala attraverso una isola di legno
scuro, un po' come un bar.
<<
E chi è Braun? >> chiesi.
<<
Il portiere, i suoi figli, Heidi e Sebastian sono simpatici... Hanno
due anni in meno di noi, anche loro gemelli... >> commentò
Tom.
<<
Ben ha portato una tisana al cacao, dal Brasile per te, la vuoi
provare? >> chiese Bill dalla cucina.
<<
L'ha portata appositamente per me?? >> chiesi lusingata.
Bill
annuì con la testa.
<<
Sì la voglio... Grazie Billy.. >> dissi.
<<
Allora, come è andato il tuo viaggio? >> chiese Tom.
<<
Bene, ho dormito tutto il volo... >> commentail.
<<
Voi due, padroni, venite a fare compagnia alla “vostra schiava”
in cucina o cosa? >> borbottò Bill dalla cucina.
Io
e Tom ci alzammo e ci sedemmo negli sgabelli davanti al bancone.
<<
Va bé, dicevi delle fans? >> disse Bill, mentre
accendeva il fuoco per fare bollire l'acqua.
<<
Allora... Sono uscita con Scotty, e stavo andando verso il parco,
quando mi vedo assalire da queste quattro tipe, che iniziano a dirmi
“chi sei?”, “cosa ci fai con il cane di Bill?”,
“hai mai scopato con Tom?” e robe del genere... Poi io le
ho risposto, e me ne sono andata verso il parco.. Loro mi hanno
seguite, e hanno chiesto se avevate MSN, Facebook e queste cazzate
qua... Io ho detto, non che io sappia... Poi ho visto che la
situazione stava degenerano e ho iniziato a venire verso la
portineria.. E loro mi hanno inseguito di nuovo, allora, sono entrata
di corsa e ho chiuso il cancellino, mi hanno pure chiesto se
fotografavo casa vostra per loro... Cioè, allora entrata in
casa, ero presa malissimo, ho chiuso la porta e mi sono messa in sala
con Scotty... Dalla serie “ mi sto cagando addosso”, poi
avete fatto quel chiasso, quando siete arrivati, e sono andata in
paranoia... >>
Bill
si era appoggiato contro il piano della cucina, girato verso di me,
Tom, aveva appoggiato il gomito sul bancone e si teneva la testa,
entrambi mi guardavano senza parole mentre raccontavo quello che era
successo, appena finii il racconto, si misero a ridere
fragorosamente.
<<
Non ci credo.. Queste cazzate succedono solo a te... >> disse
Tom.
<<
Sono due anni che abitiamo qua, e non ci è mai successo.. >>
commentò Bill ridendo.
<<
Uh, quanto fa ridere... Ho avuto una paura bestiale.. >> dissi.
<<
Ma erano belle almeno? >> chiese Tom, Bill alzò gli
occhi al cielo , prese un pacchetto di Skittles dall'armadio e iniziò
a sgranocchiarli.
<<
Allora, stasera? Facciamo qualcosa? >> disse Bill, con la bocca
piena di Skittles.
<<
Bill hai la bocca viola... >> dissi.
<<
Sono gli Skittles che si mischiano e formano il viola... >>
commentò.
<<
Possiamo andare alla Steak House americana che hanno aperto in
centro... E poi facciamo un salto al Buddha... >> disse Tom.
<<
Uh, fantastico!! Bistecche... >> disse Bill.
<<
Io ci sto.. >> commentai.
<<
Va bé, sono le sei, riusciamo essere tutti pronti per sette e
mezza, otto?? >> chiese Tom.
<<
Io sì... >> dissi.
<<
Io no!!! >> urlò Bill.
<<
Bill!! >> esclamammo io e Tom.
<<
Farò del mio meglio.. >> disse mentre usciva di corsa
dalla cucina.
Dopo
pochi secondi tornò.
<<
Il tuo tè! >> disse.
<<
Ok... >> risposi.
Mi
alzai, presi una tazza e ci misi dentro la tisana, mentre mettevo lo
zucchero, mi girai verso Tom , che aveva entrambe le braccia
appoggiate sul piano che tenevano la testa.
<<
Vuoi anche tu? >> chiesi.
<<
Sì, dai.. >> rispose.
<<
Tutto ok, Tom? >> chiesi, presi una tazza dall'armadio e ci mi
versai il tè.
<<
Non so, sono stanco questo periodo.. Non so, mi sento strano... >>
disse.
<<
Ah, capita a tutti... Devi rilassarti, domani andiamo a casa, e
stiamo tranquilli... >> dissi, mentre gli servivo la tazza.
Mi
sedetti in parte a lui, dove ero prima.
<<
Hai ragione... >> sorseggiò il tè.
Guardai
fuori dalla finestra, e vidi sotto uno dei lampioni della strada
alcune persone, che sembravano fotografarci, non diedi importanza.
<<
Hm, quanto è buono... >> dissi.
<<
Vero? Sa di cioccolato.. Ma è più leggero.. >>
commentò.
<<
Già... >>
<<
Non vai a cambiarti? >> chiese.
<<
Aspetto che Bill esca da sotto la doccia... >> risposi.
Fece
un sorrisino beffardo, si alzò dallo sgabello e mi fece segno
di segurilo. Andammo verso le stanze da letto, passammo davanti alla
sua, a quella di Bill, e ad una terza.
<<
Entra... >> disse.
Accesi
la luce, e vidi questa bellissima camera; pareti rosa pastello con
delicati arabeschi di un tono più scuro, un grande letto, a
baldacchino, colore crema, un piumone lilla e rosa con motivi
floreali, un armadio imbottito beige, a destra del letto, a sinistra
un'enorme vetrata con una fantastica vista del lago, che rifletteva
le luci della città, incorniciata da fantastiche tende
romantiche, simile a quelle dei teatri, nello stesso colore del muro.
<<
E non è finita qua... >> disse Tom
Ero
allibita, a bocca aperta, fantastico, i miei fratelli mi avevano
arredato una camera in casa loro, Tom mi prese per il braccio e mi
fece girare, mi ritrovai davanti a due grandi specchi, uno in parte
all'altro su una doppia porta scorrevole beige, Tom l'aprì.
Un
bagno, bianchissimo, luccicante, con tanto di rubinetti dorati e
salviette rosa con le mie iniziali.
<<
Tom, è fantastico! >> dissi entusiasmata.
<<
Bill ha fatto la camera... L'idea della porta con gli specchi è
stata mia, e il bagno pure... >> disse.
Lo
abbracciai, ero contentissima di sapere che i miei fratelli ci
tenevano così tanto a me, al punto di dedicare del tempo per
arredare una stanza per me in casa loro.
<<
Ti piace? >> chiese.
<<
Certo! La adoro... Adoro tutto... >>
Mentre
guardavo meravigliata tutti i dettagli del bagno, Tom tornò
con le mia valigia e la mise in camera, davanti al letto.
<<
Tu preparati, vado a preparami anche io. >> disse mentre
usciva.
<<
Ok... >>
Mi
feci la doccia, mi vestii; e mi asciugai i capelli, mentre aprivo la
mia valigia piccola, con tutti i trucchi, bigiotterie e creme varie,
arrivò Bill .
<<
Allora, ti piace?>>
<<
Certo... E' stupenda, una stanza così bella forse l'ho vista
solo nelle riviste o nei telefilm... >> commentai.
<<
Questo, è per dirti che sei la benvenuta, che puoi venire
quando vuoi, anche per stare qua con noi... Per sempre... >>
disse.
<<
Lo terrò a mente... Siete stati davvero carini.. Grazie... .>>
risposi.
Mi
alzai da terra, e lo abbracciai.
<<
Bill... >>
<<
Sì? >>
<<
Senza offesa.. Ma con questo asciugamano in testa sembri un'
incantatore di serpenti... >>
<<
Haha, lo tolgo.. Volevo vedere se era tutto a posto... Vado a farmi i
capelli.. Dici che mi devo truccare? >>
<<
Se vuoi... >>
<<
Forse un po' di fondo tinta, devo seriamente farmi una lampada. >>
<<
Ok... >>
Uscì
dalla camera, lasciando la porta aperta.
Presi
la mia trousse, e mi sedetti per terra, davanti ad uno dei due
specchi della porta del bagno e iniziai a truccarmi.
Non
mi truccai tanto, un filo di eyeliner blu alle palpebre superiori,
mascara e matita nera all'interno dell'occhio, d'altronde non ero
vestita in modo molto particolare; un paio di jeans scuri, scarpe
nere con il tacco e un top nero in maglia, stretto con le maniche
lunghe e nel braccio e una ventina di braccialetti a cerchio.
Mentre
mi guardavo allo specchio, Tom entrò in camera.
<<
Pronta? >>
<<
Sì... Devo solo mettere la giacca e scegliere la borsa... >>
<<
Ah... Ok, quando finisci, per favore vai da Bill, è un po' in
crisi. >>
<<
Ok... Arrivo... >>
Aprii
la valigia e scelsi una borsa, una piccola, nera con il manico a
catena dorata, di Chanel, me l'aveva regalata Bill il mese prima per
il mio compleanno, misi dentro il portafoglio e il cellulare, e andai
di corsa in camera di Bill.
<<
Bill?! >>
<<
Sono dentro l'armadio... >>
La
camera di Bill, è molto sofisticata; due pareti erano grigio
chiaro, e due erano di qualche tonalità più scura, un
letto enorme, alto circa un metro e mezzo da terra, con la testiera
nera in pelle nera forata, piumone e cuscini rossi, davanti al letto,
un mobile nero con uno stereo della Phillips dalle enormi casse, e
scaffali in acciaio pieno zeppo di cd, guardai il tetto e vidi questo
enorme quadrato di “cielo notturno” per un' attimo pensai
fosse un quadro, ma era una finestra, un'enorme vetrata sul tetto la
quale guardare le stelle.
<<
Ti sei persa? Vieni nell'armadio! >> urlò impaziente.
Feci
qualche passo davanti a me, dove c'era una grande porta scorrevole,
quando l'aprii, rimasi scioccata, a destra, vi era l'entrata del suo
bagno, che intravidi, tutto nero, a sinistra invece, un'enorme tenda
blu scuro in velluto calava sulla soglia dell'entrata del suo
“armadio”.
L'armadio
era grande circa quattro metri per tre, tutto in legno scuro, per
terra una moquette grigio scura, attorno a me scaffali e appendini
pieni di vestiti, sembrava di essere in una cabina armadio di quei
ricchi dei telefilm.
Davanti
a uno specchio che occupava quasi tutto il muro, Bill si specchiava
confuso.
<<
Bill, caspita... L'armadio è quasi più grande della
camera... >>
<<
Lo so, l'ho fatto costruire apposta... La camera era molto più
grande, ma è stata divisa in due... >>
<<
Wow... >> non avevo parole.
<<
Comunque, non so cosa farmi ai capelli... Non li voglio sparati, però
non voglio neanche piastrarli.... >>
<<
Allora, fai così... Prendi un cappellino di lana... >>
<<
Nel terzo cassetto alla tua sinistra... >> disse indicandomi la
sua sinistra.
<<
Wow quanti cappellini di lana.... >> dissi.
Bill
sorrise.
<<
Comunque, prendiamo questo nero, e ci mettiamo dentro tutti i tuoi
capelli... Anzi lasciamo fuori il ciuffo... >>
<<
Mi piace... Direi che siamo pronti... Uh, che bel trucco blu.. >>
commentò.
<<
Grazie... Volevo spaccare un po'.... >>
<<
Ci sei riuscita,i tuoi occhi sono più blu con l'eyeliner
blu... >> commentò.
<<
Già … Sei pronto allora? >>
<<
Sì, prendo la borsa e il cappotto e andiamo... >>
<<
Ok, vado a prenderli anche io, ci vediamo in sala... >>
Corsi
in camera mia, presi la borsa e un cappottino a bambola, dalle
maniche a tre quarti, panna con i bottoni neri, i guanti in pelle
nera, la mia borsa e andai in sala, dove Tom era seduto.
<<
Sono le otto meno dieci... Sono sorpreso che almeno uno di voi sia
pronto... >> commentò.
<<
Tutti i due... >> disse Bill dalla soglia della porta.
|
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Capitolo 18 *** Beccati Pt II ***
Beccati.
Parte
II
Prendemmo
l'ascensore, e andammo nel sottoterra, dove si trova il garage del
condominio, solo macchinazze, entrammo nella Cadillac Escalade di
Tom, guidava lui, Bill davanti e io dietro, poco prima di uscire dal
garage, mentre si metteva la cintura di sicurezza, Bill si girò
verso di me.
<<
Abbassati... >>
I
vetri della macchina erano tutti scuri, tranne quello del parabrezza,
allora mi abbassai, nello spazio tra il sedile di Tom e quello
posteriore, fino a che Tom accelerò e Bill mi disse di tirami
su.
<<
Chi erano? >> chiesi.
<<
Fotografi e fans... Sono delle francesi che ci seguono ovunque, ci
hanno persino mandato una lettera... >> disse Bill.
<<
Bill, non sono fans, sono matte... Fans sono quelle che vanno ai
concerti, alle nostre apparizioni in televisione... Queste sono delle
psicopatiche che ci seguono da settimane.. >> ribatté
Tom.
<<
Non essere così estremo... >> disse Bill.
<<
Estremo, io? Non mi sembra una cosa che capiti a tante persone avere
della gente che li perseguita... >> disse Tom.
<<
Importante è che non ci fanno niente.. >> dissi.
<<
Infatti, abbiamo delle guardie del corpo ventiquattro ore al giorno
apposta.. >> disse Bill.
<<
Speriamo che queste matte non vadano dai nostri genitori... >>
aggiunse Tom.
<<
Ma figurati, e cosa mai potrebbero farli? >> disse Bill.
Mi
appoggiai al mio sedile, presi il cellulare; un messaggio ricevuto,
era Georg.
<<
Salve campionessa, posso disturbarla? >>
<<
Certo bassista, disturbami pure... >>
<<
Che piani hai per stasera? >>
<<
Vado a cena con Bill e Tom, in un ristorante , in centro.. Tu invece
che fai? >>
<<
Dove andate a cena? Dei miei amici stanno facendo una festa a
Hannover... >>
<<
Dove andiamo a cena? >> chiesi.
<<
Stai messaggiando con il tuo ragazzetto? >> chiese Bill.
<<
Smettila... >> commentai.
<<
Dai, dove andiamo? >> continuai.
<<
Georg! Georg! Georg! >> esclamava Bill, provocandomi.
<<
IAmericano.. >> disse Tom.
<<
Georg! Georg! >> continuava Bill.
<<
Eh? Non ho capito … >>
<<
Americano!! >> alzò la voce.
<<
Mi piace questa canzone, alza il volume Tom; My name is ha, my
name is ho, tic tic Slim Shady... >> Bill iniziò a
cantare.
<<
“Americano”, almeno così ha detto Tom... Domani
sei a Loitsche? >>
<<
Ah, andate da Steaks.. Buonissimo... No, torno domenica... Quanto
tempo pensi di rimanere? >>
<<
Stiamo tutti quattro fino a lunedì, poi devo tornare a
Berlino, ho gli allenamenti per le semi... Tu? >>
<<
Io ci vado solo perché ci vai tu... Forse passo qualche giorno
pure io a Berlino =) >>
<<
Dai... Così partiamo insieme!! I miei stanno ancora qualche
giorno a Loitsche... I ragazzi non so cosa fanno... >>
<<
Bellissimo, ci facciamo Loitsche-Berlino in macchina.... Non vedo
l'ora, ci divertiremo tantissimo... Secondo me se ne tornano ad
Amburgo... >>
<<
Ah non lo so, può darsi che rimangono, può darsi che
vanno a Berlino... >>
<<
Associale, metti via il cellulare, siamo arrivati... >> disse
Tom.
<<
Un'attimo... >> risposi.
<<
Salutami Ge... Ge... >> scherzò Bill.
<<
Siamo arrivati, devo andare... Ci sentiamo dopo, buona festa=) >>
<<
Buona notte per dopo, principessa... (K) >>
Scesi
dalla macchina, e mi diressi insieme ai miei fratelli, all'entrata
del ristorante, dietro di noi, Tram e Juri, le guardie del corpo.
Entrati,
un gentile cameriere, ci portò verso una zona più
riservata del ristorante, era molto carino, muri scuri, luci soffuse,
sedie e tavoli in legno scuro; la zona dove stavamo noi, era una
sorta di zona vip, c'erano quattro tavoli, e le sedie erano di quei
divanetti angolari, in pelle
Ordinammo
delle bistecche “New York” ovvero, dei bistecconi ben
cotti enormi, con mezzo chilo di patatine fritte, Bill, non sazio, ha
ordinato anche un'insalata “Kentucky”, ovvero un'insalata
con chicchi di mais fritti e tanta paprika, una Pepsi Lemon per me, e
due Radler per loro.
Durante
la cena, parlammo tanto, e tra una cosa e l'altra, iniziammo a
parlare del giorno in cui abbiamo visto per la prima volta un video
loro in televisione;
Flashback
Malta;
Agosto 2005.
Dopo
avere lavorato sul primo album, i ragazzi si sono concessi delle
vacanze con le loro famiglie; Gustav andò in campeggio con la
sua famiglia nella Foresta Nera, Georg da qualche parte in Spagna a
fare baldoria selvaggia con i suoi amici; Bill e Tom invece, sono a
Malta, con me e Federica.
Abbiamo
preso il treno da Hannover a Milano, dove abbiamo incontrato con
Fede, e poi insieme, abbiamo preso l'aereo da Milano a Malta.
Alloggiammo
in una casetta vicino alla spiaggia, disposta su due piani; al piano
di sotto, un salottino con cucina, al piano di sopra invece il bagno
e una camera da letto, con due letti singoli e un divano letto
matrimoniale, che io dividevo con Fede.. Sembrava un incubo, dividere
il bagno con tre persone, prima di uscire la sera, passavamo più
tempo a litigare per il bagno che ad usarlo, alla fine si risolveva
che Tom, si faceva cinquanta metri a piedi per usare i bagni
dell'ostello, io Fede e Bill invece,rimanevamo a discutere a colpi di
lacca, eyeliner e piastra.
Dopo
due settimane di sole, mare, serate nel centro storico a bere shot di
vodka a settanta cinque centesimi ,mangiare enormi pizze a due euro,
bere sangria sulla spiaggia e andare in discoteca tutte le sere, la
nostra vacanza era arrivata quasi alla fine, mancavano tre giorni per
il nostro rientro nella vita quotidiana.
Mi
svegliai e andai al piano di sotto per mangiare qualcosa, Tom era
ancora in coma, Fede pure, Bill invece era già di sotto.
<<
Buongiorno.. >> disse sorridendo, esteso sul divano, guardando
la televisione.
<<
Ciao, hai già fatto colazione? >> chiesi mentre mi
dirigevo verso il frigo.
<<
No, aspettavo che si svegliasse qualcuno, pensavo che si sarebbe
alzata Fede per prima... >> disse alzandosi per venire verso la
cucina.
<<
Ma va... Fede è in coma, posso saltarle sopra che lei non si
sveglia. >> dissi mentre mettevo il latte e i cereali sul
tavolo.
Bill
sorrise, e in silenzio, si avvicinò al mobile della cucina,
prese le tazze e i cucchiai e li mise sul tavolo, dopodiché,
ci sedemmo.
<<
Hai visto che tempaccio c'è fuori? >> disse.
<<
No, piove? >> chiesi.
<<
Magari fosse pioggia, c'è un cielo deprimente, grigio e un
vento fortissimo, fuori si congela... >>
<<
Ma sei uscito? >>
<<
Sì, sono andato a farmi una passeggiata sul lungo mare, ma
faceva un freddo cane... >>
<<
Mi svegliavi, io venivo con te... >>
Bill
sorrise.
<<
Volevo proprio farmela da solo... Dovevo pensare un po'. >>
<<
Su cosa? >>
<<
A cosa ci aspetterà quando torneremo a casa fra due giorni. >>
<<
Cosa mai dovrebbe aspettarci Bill, la nostre stesse vite di sempre,
scuola con gente di merda e show con la band per te, scuola e
campionato giovanile per me, e più disegni di vestiti per
Fede... >>
<<
Ren, non è così semplice... Un mese fa, io e i ragazzi
abbiamo girato il video di Durch den Monsun in mezzo i
campi... Per settembre abbiamo una serie di concerti e apparizioni in
televisione.... >>
<<
E ti lamenti pure? >>
<<
Non mi sto lamentando... Ma è solo che.. E se non piace il
video o la canzone? E se non solo a Magdeburgo la gente inizia ad
attaccare rissa con noi e odiarci? Ti immagini se fa così
tutta la Germania? >>
<<
Ma non fare questi viaggi mentali, quelli sono tutti contadini
ignoranti.. >>
<<
Ren, non per dire... Ma in Germania, il sessanta percento della
popolazione è formato di contadini del paesini del cavolo come
Loitsche... >>
<<
Ma chi se ne frega? Non ti deve fregare di questa cosa, tu devi
suonare per chiunque voglia ascoltarti... E anche per chi non lo
voglia... E che cavolo, sei un Kaulitz!! No one likes us, we don't
care... >>
<<
Hai ragione... >>
<<
Buongiorno.. >> disse Fede sc
<<
Giorno!! >> rispondemmo io e Bill.
<<
Tom è ancora morto, possiamo fare colazione lo stesso vero? >>
disse mentre si avvicinava al frigo.
<<
Certo, prima di uscire ho fatto del tè... Poi ci sono ancora
dei biscotti del pacco gigante che Ren ha preso settimana scorsa....
>> disse Bill.
<<
Billy, fai le crepes? >> chiesi facendo gli occhi dolci.
<<
Dai Ren, no … Per cena, te lo prometto, ora non mi va... >>
rispose.
<<
Vabè...>> risposi.
Fede
prese la tazza e un tovagliolo pieno di biscotti e li posò sul
tavolino davan
ti
a noi, prese il telecomando e iniziò a smanettarci.
<<
Mi ha detto una ragazza al bar, che se faccio la ricerca canali
riesco a vedere VIVA TV... >>
Io
e Bill ci guardammo straniti.
<<
E chi se ne frega di televisione? Siamo a Malta... >>dissi.
<<
Hai guardato fuori dalla finestra? >> rispose.
Non
disse più nulla e continuò a smanettare con il
telecomando.
<<
Fede, ti si raffredda il tè.. >> disse Bill.
<<
Sì, lo bevo subito.. >> rispose.
Fede
fece un salto di gioia, era riuscita a trovare VIVA, si girò
verso di noi, con un enorme sorriso e il pollice all'insù.
“ Buongiorno,
io sono Gulcan, e passerò i prossimi sessanta minuti con voi,
con Neues Sommer Hits, l'unica chart delle nuove hit tedesche di
tutta l'estate, al ventesimo posto abbiamo un gruppo di ragazzini,
molto carini che da un paio di settimane sta conquistando tutte le
radio; Tokio Hotel, con Durch den Monsun. ”
In
quel momento non capimmo molto bene cosa stesse accadendo, finché
in televisione apparse la faccia di Bill con una maglietta blu, ci
mettemmo ad urlare all'istante così forte da fare scendere Tom
di corsa.
<<
Che è successo? State bene?? >> diceva spaventato mentre
faceva le scale di corsa.
<<
Porca pu... >> rimase inebetito in vedere la sua faccia in
televisione.
Ed
è stato questo,il primo vero impatto che i miei fratelli hanno
avuto con il loro sogno, niente più liceo che puzza di letame,
o campagnoli che li prendono in giro per quelli che sono.
Quella
sera, gasatissimi, andammo in centro, come tutte le sere a fare
baldoria.
Il
centro era pieno, era umido, tutto bagnato, dopo quel diluvio che dal
mattino si è esteso a tutto il pomeriggio. Nonostante ciò,
tutti i piccoli pub e localini vari avevano i loro tavoli fuori, dove
tutti i ragazzi stavano raggrinziti dal freddo, indossavano tutte
giacche leggere e felpe, si scaldavano con le pizze, i panini, le
birre e i shot di vodka.
Arrivammo
al Presidente, una bettola, che sapeva di fritto e birra, con muri
verde bosco, tavoli in legno scuro e musica varia, dai Placebo e
Alice Cooper a Linkin Park e Springsteen.
Ci
sedevamo sempre al solito tavolo, nell'angolino a destra in fondo,
prendevamo una pizza con doppia mozzarella, tre cuba libre, tre birre
e circa tre o quattro shot a testa, per tamponare un po' l'alcol,
verso fine serata ci prendevamo delle patatine, unte da scivolarti
fra le dita, ma squisite.
Stavamo
sempre per i fatti nostri, eravamo un gruppo piuttosto giovane, i
ragazzi che erano a Malta erano tutti più grandi di noi,
avranno avuto tra i diciotto e i venticinque anni, questo ci faceva
sentire grandi, adulti, non capita a tutti i quindicenni di andare in
vacanza, all'estero da soli.
Quando
uscivamo dal pub, andavamo con gli altri ragazzi in piazza, c'era
sempre qualcosa di bello, musica, casino, dj set, oppure ci si
riuniva alla piazza centrale, dove ci sedevamo su scalini di chiese e
monumenti vari.
Mentre
eravamo seduti sugli scalini davanti ad una chiesa, ciascuno con una
latina di red bull e una focaccia in mano parlavamo di quella “cosa”
che era successa quel mattino.
<<
Cazzo... Ma ci pensi?! Queste sono le nostre ultime vacanze anonime,
le prossime saremo perseguiti da paparazzi e fan isteriche... >>
disse Bill.
<<
Forse tu, Tom e gli altri... Noi siamo soltanto una sorella e
un'amica... >> risposi.
<<
Soltanto una sorella e un'amica? Guarda che tu, sei LA sorella,
inoltre sei fra le cinque promesse della pallavolo tedesca dei
prossimi anni.. E tu, fra pochi anni sarai una stilista, famosissima,
hai talento da vendere... >> disse Tom.
<<
Grazie... >> rispondemmo io e Fede.
Tornammo
a casa e andammo a dormire.
Il
giorno dopo, il mattino presto, verso le nove, io, Bill e Fede ci
mettemmo i costumi e andammo in spiaggia, la spiaggia era quasi
vuota, tutti i ragazzi, dopo la serata a ubriacarsi si svegliano
verso il mezzogiorno.
Mettemmo
i nostri teli sui lettini, occhiali da sole, lettore mp3 e prendemmo
sole.
Fine
Flashback
Dopo
la cena, Tom e Bill erano un po' brilli, ma questo non ha impedito
Tom di guidare ancora per due isolati, verso il Poison, una discoteca
super esclusiva dove vanno solo i ragazzi della “Amburgo Bene”,
ovvero i fighetti della zona.
Entrati
in questa disco, siamo stati in un privè, una saletta di tre
metri per tre, scura con divani in pelle viola tende bianche , che
con le luci sembravano di uno strano blu-violaceo, e alcol a fiumi.
Per
i primi venti minuti, eravamo solo noi tre, e ci stavamo divertendo,
ma poi è arrivato quel grandissimo guasta feste di Jost,
insieme a un gruppo di otto ragazzi più o meno della nostra
età, giustamente tutte le ragazze si sono buttate su quel
cretino ubriaco di Tom, alcuni ragazzi ci hanno provato con me,
spudoratamente!! Bill, parlava un po' con tutti ma senza dare retta a
nessuno, ha parlato di più con Jost.
Ad
un certo punto, Jost, ha tirato fuori il suo mostricciatolo
giapponese, ovvero la sua Nikon, e ha iniziato a scattarci foto ;
foto di Tom in mezzo le ragazze, di Bill parlando con una ragazza, di
me che versavo vodka direttamente dalla bottiglia in bocca ad un
ragazzo, ecc, ecc.
Verso
le quatto meno venti, Bill venne da me, e mi sussurrò
nell'orecchio.
<<
Non ne posso più, andiamocene prima che prenda qualcuno a
pugni... >>
Annuì
con la testa, e andai verso Tom, che era mezzo svenuto sul divanetto,
lo alzai, misi il suo braccio attorno al mio collo e mi diressi fuori
dal privè, feci segno a Bill di seguirmi.
Mentre
trascinavo Tom verso l'uscita di servizio dalla quale siamo entrati,
una nostra guardia del corpo mi ha dato una mano, ha preso Tom e lo
diresse verso la macchina, aprì le portiere, Juri, la guardia,
lo lanciò nel sedile posteriore e chiuse la portiera.
Quando
salii in macchina, Juri bussò sul finestrino.
<<
Ce la fai a guidare?! >>
<<
Sì, io non bevo... Sono la sorella sobria.. >>
<<
Bene... Tira su il finestrino, e appena Bill sale, tu parti, capito?!
>>
<<
Signorsì... >> risposi.
Bill
entrò in macchina un po' barcollante, appena pogiò il
sedere partì in quarta.
Proseguimmo
il tragitto verso casa in silenzio, Bill scarabocchiava sul
finestrino appannato, Tom era in coma ed io ero stanchissima.
Arrivati
in casa, io e Bill buttammo Tom nel suo letto e andammo a dormire
anche noi.
Il
“giorno dopo” ovvero, tre ore e mezza dopo, mi svegliai
per prima, misi le mie pantofole leopardate, e andai in cucina a
preparare la colazione e qualcosa da mangiare per il viaggio, Bill
odia il cibo degli Autogrill.
Verso
le nove e mezza, eravamo già tutti pronti, e Tom stava
portando le valigie, mentre io e Bill aspettavamo che Heidi tornasse
con Scotty.
Partimmo
alle dieci da Amburgo, il traffico era quasi inesistente, ero
sdraiata sul sedile della Escalade con la mia felpa come cuscino,
dopo circa mezz'ora mi addormentai.
Mi
svegliai sentendo tante voci, urla, Scotty che abbaiava e Bill e Tom
agitatissimi, questo significava una sola cosa; eravamo arrivati a
Loitsche, precisamente, davanti al cancello di casa.
Mi
alzai solo quando vidi il grande cancello di legno chiudersi dietro
la macchina che entrava. Scesi dalla macchina, presi le mie cose, e
corsi in casa prima di tutti.
Una
volta entrati, ci sedemmo in sala io e Bill a guardare un po' di
tele, stava per iniziare uno dei nostri programmi di gossip
preferito, Tom era in cucina a tartassare mamma mentre cucinava, e
Dad, giocava con Scotty.
“ E
adesso andiamo a una notizia fresca, fresca, riguardante i gemelli
Kaulitz dell'ultimo weekend....Pare che i gemelli abbiano trascorso
una serata in dolce compagnia, eccovi il servizio: ”
Io
e Bill ci guardammo con dei sorrisini beffardi, era impossibile.
“ Bill
e Tom Kaulitz hanno una ragazza in comune!! Dopo una passeggiata di
mezz'ora con il cane dei ragazzi, la ragazza torna nell'appartamente
dei gemelli, e aspetta il loro ritorno. Due ore e mezza più
tardi, i tre vengono fotografati all'entrata di un famoso ristorante
americano, dopocena, i ragazzi si dirigono verso la discoteca Poison,
in centro, al ritorno della discoteca, a guidare la macchina di Tom
Kaulitz (…) ”
Quando
la notizia finì, io e Bill ci guardammo con gli occhi
spalancati, non emettemmo nessuno suono, a bocca aperta, ci
guardavamo a vicenda increduli di quello che avevamo visto e sentito.
Non
solo hanno visto me, ma hanno anche insinuato che me la faccio con i
miei fratelli?!
Bill
prese il telefono immediatamente e chiamò Jost, camminando da
una parte all'altra del salotto urlando, sbraitando e piangendo, io i
limitai a rimanere seduta sul divano, impassibile, seguendolo con
gli occhi.
Tom
si sedette in parte a me, guardandomi con una faccia strana,
cercando di capire cosa fosse successo, mi limitai ad abbracciarlo.
Bill
concluse la telefonata, sbattendo il telefono contro il muro.
La
sua espressione era molto particolare, tra arrabbiata e mortificata,
era sicuramente dispiaciuto che le cose fossero venute a gala in quel
modo, Tom, anche se nessuno gli avesse detto niente, al guardare me e
Bill, capì subito la situazione.
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