De André Collection ~ Chiederanno di noi.

di KikiWhiteFly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. E un giorno, sceglierai. ***
Capitolo 2: *** 2. Una scala per il Paradiso. ***
Capitolo 3: *** 3. Li chiamavano amanti... ***
Capitolo 4: *** 4. Si parla d'amor ***
Capitolo 5: *** 5. Le distanze non contano in amore. ***
Capitolo 6: *** 6. Buon Anno, Naruto-kun ***



Capitolo 1
*** 1. E un giorno, sceglierai. ***




De André Collection ~ Chiederanno di noi.




E un giorno, sceglierai – a Noemi, Domi, Mayumi, Bella, Ale, bruciamente.




Continuerai a farti scegliere... O finalmente sceglierai.

(Verranno a chiederti del nostro amore)




Sakura poggia un gomito alla guancia color latte, con fare stanco. Con un dito – l'indice destro, per la precisione – sfiora il bordo del bicchiere, fermandosi ad osservare gli angoli spigolosi dei cubetti di ghiaccio all'interno.

Il bar è ormai vuoto, deserto. Davanti a lei un uomo di mezz'età con uno straccio tra le mani sfrega il panno di feltro contro il legno di mogano, voltandosi di tanto in tanto verso l'ovale perfetto che è l'orologio. Un suono più acuto le desta un certo sgomento, oltre che un crollo di nervi; – ma quanto ha bevuto? – batte una mano contro la testa, scoprendo che il suddetto rumore è solo il ticchettio dell'orologio che segna la mezzanotte. È un suono fastidioso, a suo parere, è come una sirena nel buio della notte.

«Aspetta ancora il suo principe, signorina?»

Un vano tentativo di ironia, che viene ammonito immediatamente con un'occhiata losca.

«Sa che le dico?», butta giù l'ultimo sorso, scuotendo i capelli di un colore ormai indefinito. Incontra di nuovo l'espressione bonacciona dell'uomo, forse gli sorride di rimando ma quell'azione viene annullata tempestivamente dalle sue impetuose emozioni. «Io il mio principe non l'ho mai avuto... Mai ce l'avrò, probabilmente.»

L'uomo capisce – intuisce, forse? – il bisogno estremo di alcool nel corpo della ragazza. Senza che le chieda niente le offre un modesto bicchiere di scotch – “Offre la casa”, biascica – che la donna non osa rifiutare.

«Quindi, preferisce consumare le sue scarpette?»

Con quale impertinenza quell'uomo le rivolge certe domande? Si limita ad annuire, mentre l'ultimo rintocco – il dodicesimo – segna l'ora esatta e, in contemporanea, l'alcool scorre nella sua gola, veloce e agonizzante, come solo la sofferenza sa esserlo.

Preferisce consumare le sue scarpette, sì – ormai di cuoio, deve ammettere con rammarico – piuttosto che scegliere d'inseguire un altro cavaliere.

****


Note <3:

Sì, non mi smentisco nemmeno a Natale... Credevate che scrivessi qualcosa di happy? XD

Beh, ma le persone a cui l'ho dedicata sanno già che non sono proprio per il "vissero felici e contenti"... Ovviamente è una SasuSaku, il pairing che mi unisce a molte 

persone **. Quindi, in ordine: Black Panther,  Domi_chan, Mayumi, Bella Black, terrastoria e bruciamente/sasusakuxxx... Tutta per voi, vi voglio bene **

Non c'è molto da dire, qui Sasuke c'è e non c'è... Nel senso che la sua presenza c'è ma il suo corpo, materialmente, non è accanto a lei. Sakura è quella Cenerentola infelice,

insoddisfatta. In verità Cenerentola non è nei miei preferiti, troppo a lieto fine, troppa perfezione u__ù... Però la vedo bene calzata su un personaggio come Sakura, ovviamente 

a mio modo, ovvero angst XD

Spero vi sia piaciuta, 

la prossima è "Una scala per il Paradiso" ad Ele/uchihagirl, sulle note di "Via del Campo" del mitico Faber **

Dimenticavo: questa è "Verranno a chiederti del nostro amore" - un'altra meraviglia. 

Per chi fosse interessato: Verranno a chiederti del nostro amore.

Alla prossima,

Kiki.

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Capitolo 2
*** 2. Una scala per il Paradiso. ***


Una scala per il Paradiso – A Ele/uchihagirl.



E non credevi che il Paradiso fosse solo lì, al primo piano

(Via del Campo)





Corre, corre, corre. Ha il fiatone, lo sente.

Ma non importa, non ora che cinque scalini lo distanziano dall'entrata nel Paradiso. Picchietta le dita sul corrimano di legno poi, con un gran salto, raggiunge la soglia della porta... Non può sbagliare, il numero impresso sopra parla chiaro. Si limita a bussare, senza fare troppo rumore.

«Ti facevo più scaltro, Inuzuka.»

Il tono saccente, il sopracciglio proverbialmente arcuato all'insù sono chiari segni di prepotenza, ma anche quello non importa. Anche se ha percorso un numero non indifferente di metri, raggiunto la sua abitazione dall'altro capo della città, corso fino a non sentire più le ginocchia. «Taci.»

Quella è la sua risposta e la piccola Hyuga può solamente obbedire alla sua richiesta. Lei, accondiscendente, lascia che le mani del ragazzo sfiorino i millimetri più inutili della sua pelle, che le mani danzino sotto la stoffa dell'abito, che la sua intimità sia lievemente – lentamente ma con eleganza – profanata dalle sue mani ruvide, vogliose del suo corpo e delle sue labbra.

«Cosa fai, ti fermi Inuzuka? Diamine, ti facevo davvero più scaltro.»

Ironizza, sopraelevandosi sempre di un gradino rispetto a lui. «Pensavo che il Paradiso fosse qui. Ma ora capisco che questo è anche l'Inferno...», proferisce senza vergognarsene, sfiorando con una delicatezza che non le era mai stata nota, fino a quel momento, i suoi capelli. Cerca di non arrossire Hanabi, non potrebbe sopportare una tale caduta di stile. «... L'inferno è l'epicentro del Paradiso, Hyuga.»

Non sa perché ma quella frase le sembra... romantica, a suo modo. E non può che controbattere, a testa alta, ma ammorbidendosi sulle ultime sillabe. «Che io sia dannata, allora





Note:


La fic, una semplice KibaHanabi che spero la cara Elena abbia apprezzato, si svolge in un momento non precisato... non è un Au. Ho immaginato la tipica scena del ragazzo che corre le scale per andare dalla sua amata, che, dal canto suo, può stare col ragazzo solo per poche ore, causa il dissenso del genitore.

E qual modo migliore per occupare il tempo? *Coff Coff*

Elena, per te. Ti voglio bene, lo sai : )


Altre note.


Sì, ho aggiornato dopo poche ore ._.

Non state sognando XD. Il fatto è che devo postare tutto entro e non oltre il 26, se la mia ispirazione collabora ancora a questi ritmi. Ringrazio Mayumi (Grazie cara, tu sei troppo buona con me XD) e meg (ohhh, quale onore **. La prossima è la tua mia cara, tieniti pronta XD)

E le due preferite *_*

Domani aggiorno con la fic per Marghe/meg89 sulle note di “Un blasfemo” e con la fic per le mie Black Cats preferite, Red e Nami, sulle note di “Amore che vieni, amore che vai”... In ultimo aggiornerò con la fic per le moschelle biancheH... per concludere in bellezza XD

(La canzone che userò sarà “La canzone di Marinella”)

Se riuscite a tenere i miei ritmi – e ad avere pazienza – vi consegno un Oscar u_ù.

A presto :)

Kiki.

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Capitolo 3
*** 3. Li chiamavano amanti... ***


Li chiamavano amanti... – A Marghe.





E non Dio ma qualcuno che per noi lo ha inventato

ci costringe a sognare in un giardino incantato.

(Un blasfemo)





Se Dio esistesse probabilmente li avrebbe puniti, in quel momento. Se si fossero trovati nel giardino dell'Eden, in compagnia di un albero pieno di frutti – un'attrattiva per i loro occhi stanchi e affamati – allora sarebbero stati cacciati via, nudi e pieni di vergogna.

Ma se Dio non li aveva ancora fermati, perché rinunciar al piacere?

Bastavano solo due dita – gli sfilava lentamente la montatura, col suo solito fare seducente – e i suoi occhi divenivano due rubini, rossi come solo il sangue e la passione sanno esserlo; e Temari si trascinava sopra il suo corpo, tra un bacio e l'altro, suscitando sgomento ed eccitazione nell'uomo. Quando lei gli sbottonava lentamente il lungo maglione a collo alto che nascondeva la sua pelle, il suo corpo aveva preso a fremere, in modo assai diverso dalla paura. Ogni cosa avveniva con una calma ed un'audacia non indifferenti, come se il momento dovesse esser gustato nell'assoluta completezza, prima di giungere al culmine... Temari, occhi serpenti e bocca d'angelo, stava dimostrando un perfetto controllo ed un evidente carica sensuale. Anche i gesti più inutili gli parevano d'un tratto aggiunger qualcosa alla sua – già – palesata bellezza.

Rigogliosa, floreale, frizzante nel suo modo di porsi... Era proprio come trovarsi in un giardino, non vi erano né recinzioni né inibizioni; il tutto appariva qualcosa di estremamente casto e la titubanza era sfumata sul palato, appena Temari aveva poggiato le sue labbra sulle proprie.

E a quel punto furono solo le coperte a segnar il confine tra sacro e profano, creando grinze e incurvandosi quando i due amanti della notte e, talvolta, delle prime ore del giorno, compievano sinuose piroette attorno a se stessi.

Nessuno mai capì che loro erano due amanti... Ambedue sposati, accasati, infelicemente affezionati ai propri cari. Chi mai poteva sospettare una tale caduta di stile?

Una casupola di campagna, ben nascosta dietro verdeggianti colline, era il rifugio segreto dei due: un arredamento spartano, l'essenziale alla sopravvivenza. Una scusa qualunque, qualche curioso affare di lavoro che i relativi coniugi non si erano mai curati d'indagare, ed ecco che entrambi si ritrovavano allo stesso posto, alla medesima ora.

Presi da una vorace passione, si trovavano a vivere una perniciosa relazione d'amore, come solo l'erba cattiva sa esserlo... Ma è cosa risaputa, il male attira.

Adamo ed Eva, il primo esempio nel mondo.

La loro cacciata, il loro peccato... Dopo tanti secoli ancora si parla di loro, invero. Allora perché – pensò Temari, mentre, facendo perno su un lato, osservava Shino respirare regolarmente – loro non potevano somigliare ai due peccatori? E la loro sorte... sarebbe stata la stessa?

«Io ti amo...»

Lacrime lampeggiarono nei suoi occhi, un segno di debolezza che s'affrettò di cancellare. «Dannatamente.»

Così dannatamente che avrebbe continuato ad amarlo sempre, incondizionatamente, qualunque ostacolo si fosse presentato nella sua vita... Avrebbe colto la mela del peccato, l'avrebbe assaggiata fin quando non sarebbe arrivata all'estremità e poi sarebbe stata condannata.

Condannata a star per sempre accanto a lui, diseredando tutto il suo mondo.

Una pena che avrebbe scontato con piacere.

«Vuoi peccare ancora?»

Eros, nostro Dio, perché ci fai questo?

E sentì ancora una volta il piacere, qualcosa di brutalmente piacevole carezzare la sua femminilità, fino ad urtare le pareti più sensibili del proprio essere. E allora capì.

Erano condannati all'eterna perdizione... e dannazione.




***



Grazie a Marghe e Mayumi per i precedenti commenti, sempre gentilissime *//*.

Marghe, questa è for you... spero che tu l'abbia apprezzata, qui c'è il vero Eros, quello che due lemoniste come noi amano *__*.

La vera essenza dell'amore (L)

E ti voglio bene, <3


Scaletta:


Si parla d'amor” (SasukeHinata) – per Red Diablo e Namine1593.

L'unico che l'amò” (ShikaIno) – per le amiche biancheH <3 (Troppe da citare, sarà una surprise **)

[Titolo da definire] (NaruHina) – per ValeHina.


Ce la posso fare **. Forse aggiornerò più tardi **


Kiki.

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Capitolo 4
*** 4. Si parla d'amor ***



Si parla d'amor – A Red e Nami.




Io t'ho amato sempre e non t'ho amato mai

Amore che vieni, amore che vai.


(Amore che vieni, amore che vai)




Hinata respira a pieni polmoni, inalando l'ossigeno necessario. Le vie di Konoha sono fredde, una patina trasparente copre tutta la città, rendendo il Villaggio un panorama più godibile, d'altronde. Una folata di vento la investe violentemente, Hinata non può che stringersi nel cappotto, battendo i denti. È la notte di Natale, si respira aria di festa nell'aria... E lei se ne sta da sola, beatamente felice nella sua solitudine, nessuno si è ancora accorto della sua mancanza.

Il cielo è lì, in tutto il suo splendore, uno sfondo che si staglia più cupo che mai in contrasto con alcuni fiammiferi che s'accendono e si spengono, titubanti.

«Buon Natale, Sasuke-kun.»

Sorride, immaginando di poter chiamare un paio di stelle al suo cospetto e di farle vagare fino a lui, affinché gli arrivino quelle parole. China lo sguardo e alcune lacrime imperversano sulle sue guance; finge un'espressione quanto meno felice, ma riesce a dischiudere solo appena la bocca, mimando alcune imprecazioni. Spera che dall'altra parte Sasuke la senta almeno un po': non riesce ad udire quel sospiro affranto, dopo un “Ti amo” detto troppo rapidamente?

Sono poesia nelle mani del traditore quelle parole, sono come cristalli di ghiaccio che rendono nullo il sole... Gli ha donato il suo cuore, Hinata, e lui ci ha giocato, fingendo che esso fosse malleabile.

Ma anche privo di forma propria, non ha ancora smesso di battere...

«Ti aspetto, Sasuke-kun.»

E di sperare.



****



Finalmente qualcosa che abbia a che fare anche solo lontanamente col Natale XD... Un Natale angst, scommetto che non ve lo sareste mai aspettato! Questa fic è dedicata a due care amiche, Red Diablo (La sorella, **) e Nami (mia bannerista schiavizzata, nonché donna paziente con la sottoscritta XD), due tesori, invero <3

Tutta per voi ragazze.. . e presto riuscirò a scrivere quel maledetto sequel **.

Grazie a tutti per i commenti:

Marghe, Mayumi, Ele e Marta (scusa, ti avevo dimenticata l'altra volta... sappi che comunque sono rimasta inebetita di fronte al sermone che mi hai scritto. Grazie cara *//*). Ci vediamo con la prossima (ShikaIno, il mio cavallo di battaglia XD) e dovrei aggiornare in fretta... Anche perché dopo la ShikaIno mi è rimasta solo la NaruHina per Vale **


Goodbye, Kiki.

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Capitolo 5
*** 5. Le distanze non contano in amore. ***




Le distanze non contano in amore. – A Zia Ele, Elw, Luly, Paccy, Sil, Sol, la collegaH, Aury, Vale/celiane.

Perché siamo Spartane con gli attributi, e difendiamo – e difenderemo ** – lo ShikaIno sempre.

Per Sparta! **



    E c'era il sole e avevi gli occhi belli,
    lui ti baciò le labbra ed i capelli,
    c'era la luna e avevi gli occhi stanchi,
    lui pose le sue mani sui tuoi fianchi
    .

    (La canzone di Marinella)






Un piccolo spostamento, basta a fargli capire che l'alba è presto sorta, portando con sé i tormenti giornalieri. Un aitante corpo, sebbene la proverbiale pigrizia confermasse il contrario, si alza, passandosi una mano tra la folta zazzera scura e sbadiglia rumorosamente.

«Non dirmelo.»

Ino stiracchia le braccia in alto, trovandosi davanti un'ipocrita carta da parati, che mal s'accosta al color ocra del muro; rimugina sulle cose più superficiali della stanza, non rendendosi neppure conto che il giorno ormai minaccia di occupare l'intero perimetro del cielo. Trasporta il lenzuolo con sé, facendo i conti con un pudore che di notte non le era stato sicuramente avverso... Shikamaru ha le braccia incrociate, l'espressione seria, le sopracciglia imperiosamente alzate verso l'alto e lo sguardo saetta in un punto non ben definito del suolo al di là del balconcino.

La ragazza poggia il viso sulla sua schiena dritta, stampandovi sopra un segno incisivo – le sue labbra impattano contro la pelle morbida del baldo giovane, trovandosi d'un tratto bollenti – e prova ad ammorbidirlo: quel poco che basta per sentirlo vicino a lei.

«Ci vedremo ancora, Shikamaru»

Lo rassicura. La sua espressione muta, seppur impercettibilmente, vanifica ogni tentativo di contraddirla quando sente le sue labbra poggiate contro le proprie; e se prima si trova a contemplare i suoi capelli setosi e la sua pelle liscia al sol tatto, ora vede il suo corpo sotto un'altra luce – il bagliore del giorno confonde i sensi e razionalizza la lucidità – e lascia che i lenzuolo gli cada accidentalmente di mano.

La distanza li divide, è vero. Ma quell'amore – quello che infrange ogni barriera, urta ogni essere umano e arriva inaspettato in un giorno di tempesta – che li unisce da anni, non può combatter una distanza che è tale solo per alcuni chilometri... Cosa sono i numeri, d'altronde, messi a confronto con due esseri umani?

Si vedranno ancora, tutte le notti. In sogno, quando la Signora della notte attraverserà col suo carro il mondo e quando la sua ancella, colei che dona riposo ad ogni anima, deciderà di far sopire i due corpi stanchi. Sogneranno un futuro, un passato, un presente... Chi può dirlo?

Sono certi solo di una cosa: leggeranno l'uno nella mente dell'altra, e allora s'incontreranno come due giocondi bambini, persi nell'infinito tunnel dell'immaginazione.




***


Spiegazione:

Shikamaru e Ino vivono un amore a distanza; probabilmente è solo uno fra i tanti, e mentre in molti solitamente pensano che questo allontani la coppia, ci sono altrettanti esempi

di amori che continuano, invero... Quindi, ho immaginato i miei due protagonisti in un contesto simile <3


A Sparta, semplicemente *__*

Nonostante quel saké mi sia rimasto sullo stomaco a Lucca ho adorato quel momento <3. A queste fantastiche ragazze, perché credono sempre in questo pairing <3

La prossima è l'ultima, per Valehina ** (NarutoHinata, è – quasi – del tutto terminata)


Kiki.


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Capitolo 6
*** 6. Buon Anno, Naruto-kun ***


Buon Anno, Naruto-kun – A ValeHina.



E la memoria è già dolore...

E' già il rimpianto di un Aprile

giocato all'ombra di un cortile.


(Il pescatore)




Tutti noi possediamo una scatola cranica – più comunemente denominata cervello – che immagazzina nel corso degli anni ricordi su ricordi, creando una memoria tutta sua.

Bastava guardare il villaggio e il suo radicale cambiamento, per rivivere la memoria dei ninja che ormai erano nell'al di là. Hinata carezzò con il pensiero un ricordo piacevole: un'azzuffata infantile, quando erano tutti dei promettenti bambini – futuri eroi – e scherzavano tra loro, talvolta bisticciando.

E tra di loro un bambino spiccava per la sua goffaggine e al contempo per la sua determinazione: “Diventerò Hokage”, gridava a tutti coloro che lo davano per fallito.

Eccolo lì, dall'alto della sua posizione, vent'anni dopo; Hinata sorrise, e le parve di vedere una reazione molto simile alla sua, esplorando sotto l'usuale cappello di Naruto.

«Fra poco sarà un altro anno, Naruto-kun»

Aggiunse il suffisso intenzionalmente; Naruto le cinse con un braccio le spalle, proiettando lo sguardo in alto. Sapeva a cosa si riferiva la ragazza: anno dopo anno, la memoria dei vincitori e dei vinti della grande battaglia si faceva più lunga, ma doveva ammettere che ogni anno era uguale al primo... La fitta allo stomaco faceva male in egual maniera.

«Allora buon anno, Hinata.»

In quel momento in cielo parvero accendersi tante lucciole, dalle forme più disparate; e, con un altro autentico bacio, i due s'apprestarono a iniziare altri trecentosessantacinque giorni.

In fondo, i morti da lassù vorrebbero vederci sempre felici... anche in loro assenza.




Note:


e questa è l'ultima ^^; ormai è risaputo: sono una KibaHina, ma per le persone a cui tengo non mi tiro indietro (ma non mi chiedere di scriverti una ShikaTema, tesoro XD)

Avrei voluto scrivere qualcosa di più leggibile, concernente il nuovo anno. Però mi sono concentrata su quest'aspetto: col nuovo anno ci lasciamo indietro un sacco di cose, nel caso di Naruto e Hinata la cosa è riferita dopo la battaglia in corso. Quindi, post-shippuden (beh, dai, si era capito anche perché Naruto è Hokage XD)

Grazie a tutti i lettori, i recensori dello scorso capitolo (**) e chi ha messo nelle preferite/seguite <3

Credits: tutte le canzoni sono di Fabrizio di André e sono state usate senza alcun scopo di lucro ©


Auguri di buon anno a tutti – l'ultima fic del 2009 **


Ki-chan, la paladina biancaH.




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