De André Collection ~ Chiederanno di noi. di KikiWhiteFly (/viewuser.php?uid=33036)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. E un giorno, sceglierai. ***
Capitolo 2: *** 2. Una scala per il Paradiso. ***
Capitolo 3: *** 3. Li chiamavano amanti... ***
Capitolo 4: *** 4. Si parla d'amor ***
Capitolo 5: *** 5. Le distanze non contano in amore. ***
Capitolo 6: *** 6. Buon Anno, Naruto-kun ***
Capitolo 1 *** 1. E un giorno, sceglierai. ***
De
André Collection ~ Chiederanno di noi.
E
un giorno, sceglierai
– a Noemi, Domi, Mayumi, Bella,
Ale, bruciamente.
Continuerai
a farti scegliere... O finalmente sceglierai.
(Verranno
a chiederti del nostro amore)
Sakura
poggia un gomito alla guancia color latte, con fare stanco. Con un
dito – l'indice destro, per la precisione – sfiora
il bordo del
bicchiere, fermandosi ad osservare gli angoli spigolosi dei cubetti
di ghiaccio all'interno.
Il
bar è ormai vuoto, deserto. Davanti a lei un uomo di
mezz'età con
uno straccio tra le mani sfrega il panno di feltro contro il legno di
mogano, voltandosi di tanto in tanto verso l'ovale perfetto che
è
l'orologio. Un suono più acuto le desta un certo sgomento,
oltre che
un crollo di nervi; – ma quanto ha bevuto? – batte
una mano
contro la testa, scoprendo che il suddetto rumore è solo il
ticchettio dell'orologio che segna la mezzanotte. È un suono
fastidioso, a suo parere, è come una sirena nel buio della
notte.
«Aspetta
ancora il suo principe, signorina?»
Un
vano tentativo di ironia, che viene ammonito immediatamente con
un'occhiata losca.
«Sa
che le dico?», butta giù l'ultimo sorso, scuotendo
i capelli di un
colore ormai indefinito. Incontra di nuovo l'espressione bonacciona
dell'uomo, forse gli sorride di rimando ma quell'azione viene
annullata tempestivamente dalle sue impetuose emozioni. «Io
il mio
principe non l'ho mai avuto... Mai ce l'avrò,
probabilmente.»
L'uomo
capisce – intuisce,
forse? – il bisogno
estremo di alcool
nel corpo della ragazza. Senza che le chieda niente le offre un
modesto bicchiere di scotch – “Offre
la casa”, biascica
– che la donna non osa rifiutare.
«Quindi,
preferisce consumare le sue scarpette?»
Con
quale impertinenza quell'uomo le rivolge certe domande? Si limita ad
annuire, mentre l'ultimo rintocco – il dodicesimo –
segna l'ora
esatta e, in contemporanea, l'alcool scorre nella sua gola, veloce e
agonizzante, come solo la sofferenza sa esserlo.
Preferisce
consumare le sue scarpette, sì –
ormai di cuoio, deve ammettere con rammarico
– piuttosto
che scegliere d'inseguire un altro cavaliere.
****
Note <3:
Sì,
non mi smentisco nemmeno a Natale... Credevate che scrivessi qualcosa
di happy? XD
Beh, ma le
persone a cui l'ho dedicata sanno già che non sono proprio
per il "vissero felici e contenti"... Ovviamente è una
SasuSaku, il pairing che mi unisce a molte
persone **.
Quindi, in ordine: Black Panther, Domi_chan, Mayumi, Bella
Black, terrastoria e bruciamente/sasusakuxxx... Tutta per voi, vi
voglio bene **
Non
c'è molto da dire, qui Sasuke c'è e non
c'è... Nel senso che la sua presenza c'è ma il
suo corpo, materialmente, non è accanto a lei. Sakura
è quella Cenerentola infelice,
insoddisfatta.
In verità Cenerentola non è nei miei preferiti,
troppo a lieto fine, troppa perfezione u__ù...
Però la vedo bene calzata su un personaggio come Sakura,
ovviamente
a mio modo,
ovvero angst XD
Spero vi sia
piaciuta,
la prossima
è "Una scala per il Paradiso" ad Ele/uchihagirl, sulle note
di "Via del Campo" del mitico Faber **
Dimenticavo:
questa è "Verranno a chiederti del nostro amore" - un'altra
meraviglia.
Per chi fosse
interessato: Verranno
a chiederti del nostro amore.
Alla prossima,
Kiki.
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Capitolo 2 *** 2. Una scala per il Paradiso. ***
Una
scala per il Paradiso
– A Ele/uchihagirl.
E
non credevi che il Paradiso fosse solo lì, al primo piano
(Via
del Campo)
Corre,
corre, corre. Ha il fiatone, lo sente.
Ma
non importa, non ora che cinque scalini lo distanziano dall'entrata
nel Paradiso. Picchietta le dita sul corrimano di legno poi, con un
gran salto, raggiunge la soglia della porta... Non può
sbagliare, il
numero impresso sopra parla chiaro. Si limita a bussare, senza fare
troppo rumore.
«Ti
facevo più scaltro, Inuzuka.»
Il
tono saccente, il sopracciglio proverbialmente arcuato
all'insù sono
chiari segni di prepotenza, ma anche
quello non importa. Anche
se ha percorso un numero non indifferente di metri, raggiunto la sua
abitazione dall'altro capo della città, corso fino a non
sentire più
le ginocchia. «Taci.»
Quella
è la sua risposta e la piccola Hyuga può
solamente obbedire alla
sua richiesta. Lei, accondiscendente, lascia che le mani del ragazzo
sfiorino i millimetri più inutili della sua pelle, che le
mani
danzino sotto la stoffa dell'abito, che la sua intimità sia
lievemente – lentamente ma con eleganza – profanata
dalle sue
mani ruvide, vogliose del suo corpo e delle sue labbra.
«Cosa
fai, ti fermi Inuzuka? Diamine, ti facevo davvero più
scaltro.»
Ironizza,
sopraelevandosi sempre di un gradino rispetto a lui. «Pensavo
che il
Paradiso fosse qui. Ma ora capisco che questo è anche
l'Inferno...»,
proferisce senza vergognarsene, sfiorando con una delicatezza che non
le era mai stata nota, fino a quel momento, i suoi capelli. Cerca di
non arrossire Hanabi, non potrebbe sopportare una tale caduta di
stile. «... L'inferno è l'epicentro del Paradiso,
Hyuga.»
Non
sa perché ma quella frase le sembra... romantica,
a suo modo.
E non può che controbattere, a testa alta, ma ammorbidendosi
sulle
ultime sillabe. «Che io sia dannata, allora.»
Note:
La
fic, una semplice KibaHanabi che spero la cara Elena abbia
apprezzato, si svolge in un momento non precisato... non è
un Au. Ho
immaginato la tipica scena del ragazzo che corre le scale per andare
dalla sua amata, che, dal canto suo, può stare col ragazzo
solo per
poche ore, causa il dissenso del genitore.
E
qual modo migliore per occupare il tempo? *Coff Coff*
Elena,
per te. Ti voglio bene, lo sai
: )
Altre
note.
Sì,
ho aggiornato dopo poche ore ._.
Non
state sognando XD. Il fatto è che devo postare tutto entro e
non
oltre il 26, se la mia ispirazione collabora ancora a questi ritmi.
Ringrazio Mayumi (Grazie cara, tu sei troppo buona con me XD) e meg
(ohhh, quale onore **. La prossima è la tua mia cara,
tieniti pronta
XD)
E
le due preferite *_*
Domani
aggiorno con la fic per Marghe/meg89 sulle note di “Un
blasfemo”
e con la fic per le mie Black Cats preferite, Red e Nami, sulle note
di “Amore che vieni, amore che vai”... In ultimo
aggiornerò con
la fic per le moschelle biancheH... per concludere in bellezza XD
(La
canzone che userò sarà “La canzone di
Marinella”)
Se
riuscite a tenere i miei ritmi – e ad avere pazienza
– vi
consegno un Oscar u_ù.
A
presto :)
Kiki.
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Capitolo 3 *** 3. Li chiamavano amanti... ***
Li
chiamavano amanti... –
A Marghe.
E
non Dio ma qualcuno che per noi lo ha inventato
ci
costringe a sognare in un giardino incantato.
(Un
blasfemo)
Se
Dio esistesse probabilmente li avrebbe puniti, in quel momento. Se si
fossero trovati nel giardino dell'Eden, in compagnia di un albero
pieno di frutti – un'attrattiva per i loro occhi stanchi e
affamati
– allora sarebbero stati cacciati via, nudi e pieni di
vergogna.
Ma
se Dio non li aveva ancora fermati, perché rinunciar al
piacere?
Bastavano
solo due dita – gli sfilava lentamente la montatura, col suo
solito
fare seducente – e i suoi occhi divenivano due rubini, rossi
come
solo il sangue e la passione sanno esserlo; e Temari si trascinava
sopra il suo corpo, tra un bacio e l'altro, suscitando sgomento ed
eccitazione nell'uomo. Quando lei gli sbottonava lentamente il lungo
maglione a collo alto che nascondeva la sua pelle, il suo corpo aveva
preso a fremere, in modo assai diverso dalla paura. Ogni cosa
avveniva con una calma ed un'audacia non indifferenti, come se il
momento dovesse esser gustato nell'assoluta completezza, prima di
giungere al culmine... Temari, occhi serpenti e bocca d'angelo, stava
dimostrando un perfetto controllo ed un evidente carica sensuale.
Anche i gesti più inutili gli parevano d'un tratto aggiunger
qualcosa alla sua – già
– palesata bellezza.
Rigogliosa,
floreale, frizzante nel suo modo di porsi... Era proprio come
trovarsi in un giardino, non vi erano né recinzioni
né inibizioni;
il tutto appariva qualcosa di estremamente casto e la titubanza era
sfumata sul palato, appena Temari aveva poggiato le sue labbra sulle
proprie.
E
a quel punto furono solo le coperte a segnar il confine tra sacro e
profano, creando grinze e incurvandosi quando i due amanti della
notte e, talvolta, delle prime ore del giorno, compievano sinuose
piroette attorno a se stessi.
Nessuno
mai capì che loro erano due amanti... Ambedue sposati,
accasati,
infelicemente affezionati ai
propri cari. Chi mai poteva sospettare una tale caduta di stile?
Una
casupola di campagna, ben nascosta dietro verdeggianti colline, era
il rifugio segreto dei due: un arredamento spartano, l'essenziale
alla sopravvivenza. Una scusa qualunque, qualche curioso affare di
lavoro che i relativi coniugi non si erano mai curati d'indagare, ed
ecco che entrambi si ritrovavano allo stesso posto, alla medesima
ora.
Presi
da una vorace passione, si trovavano a vivere una perniciosa
relazione d'amore, come solo l'erba cattiva sa esserlo... Ma
è cosa
risaputa, il male attira.
Adamo
ed Eva, il primo esempio nel mondo.
La
loro cacciata, il loro peccato... Dopo tanti secoli ancora si parla
di loro, invero. Allora perché – pensò
Temari, mentre, facendo
perno su un lato, osservava Shino respirare regolarmente –
loro non
potevano somigliare ai due peccatori? E la loro sorte... sarebbe
stata la stessa?
«Io
ti amo...»
Lacrime
lampeggiarono nei suoi occhi, un segno di debolezza che
s'affrettò
di cancellare. «Dannatamente.»
Così
dannatamente che avrebbe continuato ad amarlo sempre,
incondizionatamente, qualunque ostacolo si fosse presentato nella sua
vita... Avrebbe
colto la mela
del peccato, l'avrebbe assaggiata fin quando non sarebbe arrivata
all'estremità e poi sarebbe stata condannata.
Condannata
a star per sempre accanto a lui, diseredando tutto il suo mondo.
Una
pena che avrebbe scontato con piacere.
«Vuoi
peccare ancora?»
Eros,
nostro Dio, perché ci fai questo?
E
sentì ancora una volta il piacere, qualcosa di brutalmente
piacevole
carezzare la sua femminilità, fino ad urtare le pareti
più
sensibili del proprio essere. E allora capì.
Erano
condannati all'eterna perdizione... e dannazione.
***
Grazie
a Marghe e Mayumi per i precedenti commenti, sempre gentilissime
*//*.
Marghe,
questa è for you... spero che tu l'abbia apprezzata, qui
c'è il
vero Eros,
quello che due lemoniste come noi amano *__*.
La
vera essenza dell'amore (L)
…
E
ti voglio bene,
<3
Scaletta:
“Si
parla d'amor” (SasukeHinata) – per Red Diablo e
Namine1593.
“L'unico
che l'amò” (ShikaIno) – per le amiche
biancheH <3 (Troppe da
citare, sarà una surprise **)
[Titolo
da definire] (NaruHina) – per ValeHina.
Ce
la posso fare **. Forse aggiornerò più tardi **
Kiki.
|
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Capitolo 4 *** 4. Si parla d'amor ***
Si
parla d'amor
– A Red e Nami.
Io
t'ho amato sempre e non t'ho amato mai
Amore
che vieni, amore che vai.
(Amore
che vieni, amore che vai)
Hinata
respira a pieni polmoni, inalando l'ossigeno necessario. Le vie di
Konoha sono fredde, una patina trasparente copre tutta la
città,
rendendo il Villaggio un panorama più godibile, d'altronde.
Una
folata di vento la investe violentemente, Hinata non può che
stringersi nel cappotto, battendo i denti. È la notte di
Natale, si
respira aria di festa nell'aria... E lei se ne sta da sola,
beatamente felice nella sua solitudine, nessuno si è ancora
accorto della sua mancanza.
Il
cielo è lì, in tutto il suo splendore, uno sfondo
che si staglia
più cupo che mai in contrasto con alcuni fiammiferi che
s'accendono
e si spengono, titubanti.
«Buon
Natale, Sasuke-kun.»
Sorride,
immaginando di poter chiamare un paio di stelle al suo cospetto e di
farle vagare fino a lui, affinché gli arrivino quelle
parole. China
lo sguardo e alcune lacrime imperversano sulle sue guance; finge
un'espressione quanto meno felice, ma riesce a dischiudere solo
appena la bocca, mimando alcune imprecazioni. Spera che dall'altra
parte Sasuke la senta almeno un po': non
riesce ad udire quel sospiro affranto, dopo un “Ti
amo” detto
troppo rapidamente?
Sono
poesia nelle mani del traditore quelle parole, sono come cristalli di
ghiaccio che rendono nullo il sole... Gli ha donato il suo cuore,
Hinata, e lui ci ha giocato, fingendo che esso fosse malleabile.
Ma
anche privo di forma propria, non ha ancora smesso di battere...
«Ti
aspetto, Sasuke-kun.»
…
E
di sperare.
****
Finalmente
qualcosa che abbia a che fare anche solo lontanamente col Natale
XD... Un Natale angst, scommetto che non ve lo sareste mai aspettato!
Questa fic è dedicata a due care amiche, Red Diablo (La
sorella, **)
e Nami (mia bannerista schiavizzata, nonché donna paziente
con la
sottoscritta XD), due tesori, invero <3
Tutta
per voi ragazze.. . e presto riuscirò a scrivere quel maledetto
sequel **.
Grazie
a tutti per i commenti:
Marghe,
Mayumi, Ele e Marta (scusa, ti avevo dimenticata l'altra volta...
sappi che comunque sono rimasta inebetita di fronte al sermone che mi
hai scritto. Grazie cara *//*). Ci vediamo con la prossima (ShikaIno,
il mio cavallo di battaglia XD) e dovrei aggiornare in fretta...
Anche perché dopo la ShikaIno mi è rimasta solo
la NaruHina per
Vale **
Goodbye,
Kiki.
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Capitolo 5 *** 5. Le distanze non contano in amore. ***
Le
distanze non contano in amore.
– A Zia Ele, Elw, Luly, Paccy, Sil, Sol, la
collegaH, Aury,
Vale/celiane.
Perché
siamo Spartane con gli attributi, e difendiamo – e difenderemo
** – lo ShikaIno sempre.
Per
Sparta! **
E
c'era il sole e avevi gli occhi belli,
lui ti baciò le labbra ed i capelli,
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi,
lui pose le sue mani sui tuoi fianchi.
(La canzone
di Marinella)
Un
piccolo spostamento, basta a fargli capire che l'alba è
presto
sorta, portando con sé i tormenti giornalieri. Un aitante
corpo,
sebbene la proverbiale pigrizia confermasse il contrario, si alza,
passandosi una mano tra la folta zazzera scura e sbadiglia
rumorosamente.
«Non
dirmelo.»
Ino
stiracchia le braccia in alto, trovandosi davanti un'ipocrita carta
da parati, che mal s'accosta al color ocra del muro; rimugina sulle
cose più superficiali della stanza, non rendendosi neppure
conto che
il giorno ormai minaccia di occupare l'intero perimetro del cielo.
Trasporta il lenzuolo con sé, facendo i conti con un pudore
che di
notte non le era stato sicuramente avverso... Shikamaru ha le braccia
incrociate, l'espressione seria, le sopracciglia imperiosamente
alzate verso l'alto e lo sguardo saetta in un punto non ben definito
del suolo al di là del balconcino.
La
ragazza poggia il viso sulla sua schiena dritta, stampandovi sopra un
segno incisivo – le sue labbra impattano contro la pelle
morbida
del baldo giovane, trovandosi d'un tratto bollenti – e prova
ad
ammorbidirlo: quel poco che basta per sentirlo vicino a lei.
«Ci
vedremo ancora, Shikamaru»
Lo
rassicura. La sua espressione muta, seppur impercettibilmente,
vanifica ogni tentativo di contraddirla quando sente le sue labbra
poggiate contro le proprie; e se prima si trova a contemplare i suoi
capelli setosi e la sua pelle liscia al sol tatto, ora vede il suo
corpo sotto un'altra luce – il bagliore del giorno confonde i
sensi
e razionalizza la lucidità – e lascia che i
lenzuolo gli cada
accidentalmente
di mano.
La
distanza li divide, è vero. Ma quell'amore –
quello che infrange
ogni barriera, urta ogni essere umano e arriva inaspettato in un
giorno di tempesta – che li unisce da anni, non
può combatter una
distanza che è tale solo per alcuni chilometri... Cosa
sono i
numeri, d'altronde, messi a confronto con due esseri umani?
Si
vedranno ancora, tutte le notti. In sogno, quando la Signora della
notte attraverserà col suo carro il mondo e quando la sua
ancella,
colei che dona riposo ad ogni anima, deciderà di far sopire
i due
corpi stanchi. Sogneranno un futuro, un passato, un presente... Chi
può dirlo?
Sono
certi solo di una cosa: leggeranno l'uno nella mente dell'altra, e
allora s'incontreranno come due giocondi bambini, persi nell'infinito
tunnel dell'immaginazione.
***
Spiegazione:
Shikamaru e Ino vivono un amore a distanza; probabilmente è
solo uno fra i tanti, e mentre in molti solitamente pensano che questo
allontani la coppia, ci sono altrettanti esempi
di
amori che continuano, invero... Quindi, ho immaginato i miei due
protagonisti in un contesto simile <3
A
Sparta, semplicemente *__*
Nonostante
quel saké mi sia rimasto sullo stomaco a Lucca ho adorato
quel
momento <3. A queste fantastiche ragazze, perché
credono sempre
in questo pairing <3
La
prossima è l'ultima, per Valehina ** (NarutoHinata,
è – quasi –
del tutto terminata)
Kiki.
|
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Capitolo 6 *** 6. Buon Anno, Naruto-kun ***
Buon
Anno, Naruto-kun
– A ValeHina.
E
la memoria è già dolore...
E'
già il rimpianto di un Aprile
giocato
all'ombra di un cortile.
(Il
pescatore)
Tutti
noi possediamo una scatola cranica – più
comunemente denominata
cervello – che immagazzina nel corso degli anni ricordi su
ricordi,
creando una memoria tutta sua.
Bastava
guardare il villaggio e il suo radicale cambiamento, per rivivere la
memoria dei ninja che ormai erano nell'al di là. Hinata
carezzò con
il pensiero un ricordo piacevole: un'azzuffata infantile, quando
erano tutti dei promettenti bambini – futuri eroi –
e scherzavano
tra loro, talvolta bisticciando.
E
tra di loro un bambino spiccava per la sua goffaggine e al contempo
per la sua determinazione: “Diventerò
Hokage”, gridava a
tutti coloro che lo davano per fallito.
Eccolo
lì, dall'alto della sua posizione, vent'anni dopo; Hinata
sorrise, e
le parve di vedere una reazione molto simile alla sua, esplorando
sotto l'usuale cappello di Naruto.
«Fra
poco sarà un altro anno, Naruto-kun»
Aggiunse
il suffisso intenzionalmente; Naruto le cinse con un braccio le
spalle, proiettando lo sguardo in alto. Sapeva a cosa si riferiva la
ragazza: anno dopo anno, la memoria dei vincitori e dei vinti della
grande battaglia si faceva più lunga, ma doveva ammettere
che ogni
anno era uguale al primo... La fitta allo stomaco faceva male in
egual maniera.
«Allora
buon anno, Hinata.»
In
quel momento in cielo parvero accendersi tante lucciole, dalle forme
più disparate; e, con un altro autentico bacio, i due
s'apprestarono
a iniziare altri trecentosessantacinque giorni.
In
fondo, i morti da lassù vorrebbero vederci sempre felici...
anche in
loro assenza.
Note:
e
questa è l'ultima ^^; ormai è risaputo: sono una
KibaHina, ma per
le persone a cui tengo non mi tiro indietro (ma non mi chiedere di
scriverti una ShikaTema, tesoro XD)
Avrei
voluto scrivere qualcosa di più leggibile, concernente il
nuovo
anno. Però mi sono concentrata su quest'aspetto: col nuovo
anno ci
lasciamo indietro un sacco di cose, nel caso di Naruto e Hinata la
cosa è riferita dopo la battaglia in corso. Quindi,
post-shippuden
(beh, dai, si era capito anche perché Naruto è
Hokage XD)
Grazie
a tutti i lettori, i recensori dello scorso capitolo (**) e chi ha
messo nelle preferite/seguite <3
Credits:
tutte le canzoni sono di Fabrizio di André e sono state
usate senza
alcun scopo di lucro ©
Auguri
di buon anno a tutti – l'ultima
fic del 2009 **
Ki-chan,
la paladina biancaH.
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