The other's life (The Gojyo's life spinoff)

di mahochan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Homura incontra Goku: la via per il declino. ***
Capitolo 2: *** Lo scienziato pazzo: Nii e gli alberi. ***
Capitolo 3: *** Anche Sanzo incontrò Goku: il portatore e il divoratore di kebab ***
Capitolo 4: *** La venerabile zia Bosatsu (Parte 1) ***
Capitolo 5: *** La principesca famiglia: il principe Kougaiji. ***



Capitolo 1
*** Homura incontra Goku: la via per il declino. ***


Capitolo 1 – Homura incontra Goku: la via per il declino

Capitolo 1 Homura incontra Goku: la via per il declino.

 

È così che Homura, da Dio della Guerra, com’era soprannominato, diventa il Re degli Idioti, con la I maiuscola. In compenso, inizia subito ad essere apprezzato nel mondo della moda kitsch, quella che vuole sempre stupire.

Perché Homura, dopo aver incontrato Goku ha probabilmente resettato il cervello in maniera scorretta.

Dopo aver incontrato Goku è diventato una specie di incrocio tra Robin Hood e Raffaella Carrà.

Ma questo è successo solo dopo che Homura ha incontrato Goku.

Prima ha conosciuto Zenon e Shien. E insieme hanno formato il gruppo di teppisti più temibile della loro zona, conosciuti come Il gruppo divino del Dio della Guerra. Sempre pronti alla rissa.

Homura ha una spada laser originale di Star Wars, ora chiusa e impolverata nello sgabuzzino. È un vero peccato perché, essendo interattiva, riproduce colori e suoni da battaglia. A suo tempo li ha infatti riprodotti.

Shien ha un frustino da cavallerizzo che ora usa solo nei giochi erotici.

E Zenon ha un Super Liquidator ora senza serbatoio.

Prima che Homura abbia la sola possibilità di conoscere Goku il giorno prima dell’inizio del suo secondo anno di scuola superiore, non è rammollito. È il tipico stallone che tutte le ragazzette con gli ormoni alle stelle venerano, inchinandosi, offrendogli il pranzo, spargendo petali di rosa al suo passaggio. Con quella sua aria da duro e il suo sguardo imperscrutabile.

Ma questo è il passato.

Il presente è ben diverso. Ora le ragazze sanno. Ora lui ha solo Goku in testa.

Com’è successo?

Non è stato graduale. È stato come un fulmine su un aquilone.

 

 

________________________________________________________________________________

 

 

 

            «Buon giorno! » dice un ragazzo appena arrivato, carico di baguette come nemmeno un panettiere francese. Ovviamente è Goku. Gambe depilate, petto nudo e pelle abbronzata, vagamente sudaticcio e con un’aria innocente per nulla innocente. Non per Homura per lo meno.

Homura lo vede e cade dalle scale con un’erezione molto vistosa nei pantaloni da yankee.

Goku lo guarda sorridendo «Ciao, io sono Goku, il nuovo vicino. Perché tieni un panino nei pantaloni? »

 Homura capisce che in qualche modo potrebbe cavarsela, perché quel tipo è veramente secsi da morire, ma è anche tonto come una cimice.

            «Eh … » risponde. E poi non sa che cosa dire. Potrebbe prenderlo a pugni, dopotutto l’ha già fatto per molto meno. Ma proprio non gli riesce. Quindi si alza coprendosi il pisello che punta Goku come un freccia e si rintana nel suo appartamento. A smaltire l’agitazione con una doccia lunghissima e gelata.

 

*

Il giorno dopo lo vede con in mano un Silk Epil che si sta depilando accuratamente le gambe sul primo gradino del pian terreno. Scende baldanzoso le scale, con la sua spada laser originale di Star Wars stretta in una mano e appoggiata su una spalla, con una posa e un’espressione degna di un uomo da calendario nudista. Vuole fare il gallo. Vuole far vedere che lì, in quel condominio, lui conta. E che è quello che conta di più. Vuole mettere Goku in soggezione, cosicché lo rispetti da subito.

Ma fallisce miseramente perché Goku è tonto come una cimice e non ha mai visto Star Wars, quindi è inutile fargli vedere la spada laser originale; è inutile la posa da figo da calendario nudista perché a Goku non piacciono i peli sulle gambe mezz’esposte di Homura (e infatti gli passa un rullo di Silk Epil facendolo urlare dal dolore) ed è inutile fare il gallo a petto nudo se ancora siamo alla fine di febbraio e si ha la pelle d’oca a coprire un pettorale nemmeno troppo muscoloso. Il fatto che Goku abbia una straordinaria termoregolazione che gli permette di stare a petto nudo, sudando, nella neve, non significa che tutti debbano per forza averla. Goku, ad esempio, potrebbe avere freddo d’estate, chissà.

Goku finisce di depilarsi le gambe e rientra nel suo appartamento perché ha bisogno della pinzetta per togliere gli ultimi peli superstiti.

E Homura capisce d’esserci caduto completamente.

 

            «Amici miei… ho bisogno di parlarvi… » dice Homura, di fronte ai poster di Chuck Norris e Obi-Wan Kenobi. Perché è pur vero che Homura è il teppista in cima alla scala dei teppisti, il teppista per eccellenza, ma anche lui combatte per il bene comune. Questo non è vero, ma lui n’è convinto.

Ma tornando alla confessione che Homura sta facendo ai due poster di due leader che fanno a botte per il bene.

            «Io non so che mi succede! »

Shien e Zenon decidono che non hanno più voglia di essere messi in disparte e in quanto persone viventi e in grado di rispondere, svelano il loro segreto.

            «Noi due stiamo assieme. » dice Zenon sulla difensiva «E spero vivamente che questo non sia un problema, Homura, oppure… »

Homura si gira e li guarda e poi dice «Qui si sta parlando di me! »

            «Semplicemente, » dice allora Zenon mantenendo la calma come sempre, quando non ha il suo frustino in mano « ti sei preso una cotta per il nuovo vicino. »

Homura decide che non può essere, perché lui è il secs simbol per antonomasia. Quello che conquista le donne semplicemente schioccando le dita, quello che si fascia il petto per sembrare più duro di quanto già non sia.

Allora decide che probabilmente i due poster non gli avrebbero ma risposto e si gira verso i suoi due amici, seduti agevolmente sul letto, molto vicini tra loro.

            «Questo condominio è abitato da gay? Io non sono gay! Io non sono! Io non… » ma non sa che altro non essere. Perché la prima volta che ha visto Goku ha avuto un’erezione indiscutibile. Bhe, non secondo Goku. Lui ancora crede che abbia avuto un panino nei pantaloni.

            «Vai da Hakkai. Aiuta molto parlare con lui. » dice Shien, sempre calmo, ma con gli occhi socchiusi.

 

Quindi ora Homura è da Hakkai. Hakkai è il genere di persona con la testa un po’ in aria, pensa Homura quando questi  si presenta come se fosse la prima volta che lo vede.

            «E quindi… » gli dice «… questo nuovo vicino ha svegliato il tuo amico sopito. »

Che pessimo modo di esprimersi. Ma Homura non s’è mai visto così vicino ad una descrizione del genere come in quel momento.

            «Bhe, non mi sembra così difficile la soluzione di questo enigma: hai un’indiscutibile cotta.»

            «Io non! »

Hakkai ridacchia versando del tè per entrambi.

            «Io credo di si. Ma se vuoi, ho un rimedio omeopatico che può prevenire un’erezione indesiderata. »

Homura annuisce vigorosamente.

E mezz’ora dopo è all’ospedale a farsi una lavanda gastrica per aver ingerito mezzo flacone di pillole anticoncezionali.

 

Il giorno dopo inizia la scuola e Homura, ancora un po’ indolenzito, è pronto a fare a botte col primo che passa.

Sfortunatamente il primo che passa è Sanzo. Un maschio biondo alto senza muscoli che lo gonfia come un pallone da calcio. Giura solennemente di fargliela pagare, un giorno, non sa quando.

Quindi va a scuola, col morale sotto i piedi, l’espressione più lugubre che gli riesce e due amici dietro di lui che si tengono per mano.

Poi una mano gli si abbatte vigorosamente su una spalla tumefatta. Ed è Goku, vagamente preoccupato. «Ehi, che ti prende? » chiede ad Homura, masticando un pezzo di kebap (la sua colazione).

Homura sente la faccia bollente e il suo amico che lotta per uscire dalla costrizione del parapalle in acciaio inox 18 10 .

            «Uh… » dice Homura, come sempre quando è in difficoltà «… ho perso valorosamente un incontro. »

            «Oh! Che figo! » risponde Goku con gli occhi che brillano d’emozione. E Homura sente il cuore lottare per uscire dalla sua maltrattata cassa toracica. «Bhe, ci vediamo! » riprende poi il giovinetto.

E Homura va a seguire per la seconda volta i corsi del secondo anno col cuore un po’ più leggero.

 

E Goku diviene così il suo confidente, semplicemente perché Homura vuole ritagliare il più tempo possibile per passarlo con lui. E le battaglie diventano una seconda scelta perché parte della rabbia che lo caratterizzava sembrava volata via insieme a frammenti del suo cervello.

 

Poi tutto precipita il giorno di capodanno.

Nel mentre sono arrivati due nuovi vicini: Gojyo e Dokugakuji. Due fratelli non degni di nota per chi non ha in testa che Goku.

Le cose precipitano perché il capodanno prevede la sbronza. Non una sbronza qualsiasi, ma quella che te la ricordi per il resto della vita come qualcosa di non ben definito, ma sicuramente da non ripetersi. Per poi ricaderci l’anno dopo e quello dopo ancora.

E Goku non ha nemmeno finito il suo bicchiere di vodka alla menta che è già marcio. Homura pensa di approfittarne, m qualcuno lo precede.

Dieci minuti dopo, Goku è chiuso in un cubicolo del bagno degli uomini con Sanzo. Non un uomo qualsiasi! Sanzo! Un Sanzo altrettanto sbronzo dopo almeno quindici bicchieri di Martini!

Qui Homura ancora non lo sa, ma è già decaduto.

 

La scelta degli abiti di Homura, quelli che sembrano un incrocio tra Robin Hood e Raffaella Carrà, non è casuale. A dire il vero è stato un errore d’interpretazione.

Infatti dopo il capodanno è ancora a casa di Hakkai, disperato e molliccio come un marshmallow.

E le parole che Hakkai pronuncia in quel momento hanno dato via a quello che in futuro sarà quello che diventerà Homura: «Puoi, non so, fare qualcosa per farti notare. Forse dovresti essere più eccentrico, meno minaccioso, meno trash nel modo di vestire. Non so, segui un po’ il carattere di Goku e cerca di capire cosa potrebbe fargli piacere. »

Ma a Goku piacciono i cartoni animati, il balletto e i biondi.

E quindi eccoci qui, con Homura, Idiota con la I maiuscola che salta da un tetto all’altro come se fosse Spiderman, vestito in calzamaglia pesante.

E Sanzo che lo pesta a sangue ogni singola volta.

Da qui le cicatrici.

 

 

Dall’autrice debilitata dal cenone di Natale:

Per me il natale è sempre una schifezza, quindi, per sentirmi meglio ho dovuto maltrattare qualcuno. Quindi ho scritto questo primo capitolo ascoltando Noi no di J-ax con Max Pezzali e quella canzone da orgasmo dei Dir en grey (Toguro).

Spero che non sia uscito il solito polpettone mal impastato di parole ç_ç!

Lasciatemi un commentino per farmi sapere cosa ne pensate *_*! Mi sento molto cattiva ultimamente, quindi potrebbe essere che l’aggiornamento arrivi presto U_U!

Ja ne!

 

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Capitolo 2
*** Lo scienziato pazzo: Nii e gli alberi. ***


Dall’autrice senza creatività: capitolo cortissimo (302 parole senza la mia nota) *_* non credo di aver mai scritto qualcosa d

Dall’autrice senza creatività: capitolo cortissimo (302 parole senza la mia nota) *_* non credo di aver mai scritto qualcosa di così breve °_°. Ma su questo personaggio non c’era molto da dire :°D e a dire il vero mi son quasi pentita di quello che ho scritto lol!

Temari, Lenù vi amo *_*! Grazie per i commenti =3= (dovrebbe essere una faccina che manda bacini :°D)

 

 

Capitolo 2 Lo scienziato pazzo: Nii e gli alberi.

 

Nii ama le piante. L’hanno capito tutti quando l’hanno trovato incastrato per il pene in un buco del tronco di una quercia. Allora disse che era solo amore.

Ora, con gran sollievo per gli ambientalisti, si occupa solo di bonsai. Stuprare un bonsai è più difficile. Non che stuprare una quercia sia facile. È roba da duri, roba per chi non sente dolore, roba da gente con qualche scompenso mentale. Roba per gente a cui piace smanettare con in mano della carta vetrata a grana grossa.

Ma secondo Nii era amore, chiudiamola qui.

Nii vive in un condominio abitato da gente squilibrata, ma non tanto da infilare i propri organi genitali in fessure vegetali.

Insegna chimica all’istituto superiore ***, con gran rammarico di Gojyo. Questa cosa gli da coraggio, perché torturare gli studenti è la sua seconda attività favorita (indovinate qual è la prima).

La sua stagione preferita è la primavera, perché gli alberi fioriscono e sono più sensuali secondo lui (per non dire addirittura sexy).

 

E siamo giusto in primavera quando accade qualcosa di insolito.

Nii sta scendendo le scale quando incrocia Gyumao. Non ci sarebbero mai passati in due perché, bhe, Gyumao è enorme. Quindi decide di farlo passare quando nota qualcosa che cade dall’enorme tasca.

A ben vedere è qualcuno. Ovvero Gyokumen.

Il loro sguardo s’incrocia per un istante.

Ed è subito sesso.

Lui la trova bellissima, con quell’aria da salice piangente e quella lascivia da pino.

Lo racconta al suo psicanalista e questi non riesce quasi a crederci. Non che Hakkai abbia pregiudizi o cose del genere. Lo preoccupa solamente il fatto che lui la descriva come un arbusto.

Gli da un blister con degli psicofarmaci.

Meno di due ore dopo Nii è in ospedale che delira di alberi e fiori.

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Capitolo 3
*** Anche Sanzo incontrò Goku: il portatore e il divoratore di kebab ***


Capitolo 3 – anche Sanzo incontro’ Goku: il portatore e il divoratore di kebab

Dovutissimi ringraziamenti a voi fantastiche commentatrici che siete la luce dei miei occhi =D! Chiedo scusa se non riesco a dilungarmi troppo, prometto che mi rifarò sicuramente! Fatemi sapere se questo capitolo sarà di vostro gradimento o se mi dovrei licenziare **!

Alla prossima!

 

Capitolo 3 anche Sanzo incontro’ Goku: il portatore e il divoratore di kebab

 

Prologo: notizie random.

Anche Sanzo ha conosciuto Goku, ma questo è successo dopo che lo incontrò Homura.

 

Sanzo è sempre stato uno lento a capire le cose. Era il tipo di persona più perspicace quando si sbronzava. Goku per farsi notare ha finto di cadere dalla scale ogni volta che passava lui per farsi raccogliere come una ballerina in uno stacchetto di Garrison. Finendo quasi sempre per farsi raccogliere da Homura, che, come ben sapete, stravede per lui. Una volta è persino rimbalzato sulla pancia di Gyumao.

 

Tornando a Sanzo.

Viveva da solo nell’appartamento più grande del condominio, tutto spesato dai suoi ricchissimi zii, da tutti conosciuti come i San Butsu Shin. Sanzo veniva da una famiglia facoltosa e tutti dicevano che assomigliava al padre in maniera spropositata. Il padre di Sanzo, il nobilissimo Komyo Sanzo, era un religioso che girava il mondo per diffondere  la sua filosofia (che una scimmia non può accoppiarsi con una rana e nemmeno viceversa). Per questo Sanzo viveva da solo, nel suo lussuosissimo appartamento arredato in stile moderno con la convinzione che essere da solo fosse in verità la scelta migliore (e come dargli torto). Tuttavia, i suoi condomini non erano dello stesso avviso; impiccioni e casinisti.

 

Come Sanzo conobbe Goku, parte uno: rumori molesti.

Sanzo dormiva placidamente nel suo letto a tre piazze e mezzo, coperto parzialmente da una coperta pesante e da lenzuola di seta, quando, suppose, un piccione si schiantò contro la finestra della sua camera, destandolo da un sonno senza sogni. Decise più che saggiamente di girarsi su un fianco e di addormentarsi di nuovo perché durante le vacanze invernali non aveva voglia di fare assolutamente nulla.

Malgrado avesse sonno e fosse ancora vittima di una pillola sonnifera dalla sera prima, non riuscì a riaddormentarsi: un altro ipotetico piccione si schiantò sulla finestra e una vena apparve sulla sua tempia.

Non molto saggiamente, invece, si alzò dal letto, molto arrabbiato e molto nudo, con un velo di pelle d’oca sulle braccia e aprì le tende. Ciò che vide non fu un piccione ma due tizi che se le stavano suonando di santa ragione, uno con i capelli rossi e l’aria da triglia e l’altro con i capelli castani, a petto nudo nella neve e un qualcosa che vagamente gli ricordava un macaco.

Ovviamente si trattava di Gojyo e Goku.

In lontananza si udì anche un grido primitivo da Tartan e Sanzo vide Homura vestito di una tutina molto aderente e completamente leopardata che faceva acrobazie su corde legate agli alberi.

Sanzo richiuse le tende, ormai completamente sveglio e di malumore.  Si vestì, mentre mentalmente si diceva che doveva far isolare le finestre. Magari con un recinto elettrificato.

 

Come Sanzo conobbe Goku, parte due: balletto.

Sanzo non poteva saperlo, ma Goku lo aveva visto mentre lottava furentemente con Gojyo. Cioè l’aveva visto tutto nudo e aveva trovato impressionante l’attinenza tra Sanzo e una baguette.

Quindi, quando la prima volta gli cadde tra le braccia non poté fare a meno di pensare che Goku fosse inciampato. Non che gliene importasse molto, comunque.

Quando cadde la seconda volta dalle scale lo schivò agilmente senza voltarsi indietro a guardare.

La terza volta, visto che Goku mangiava vigorosamente una banana, Sanzo ritenne avesse fatto cadere una buccia e che ci fosse scivolato sopra.

E tutte le volte Homura era li per salvarlo.

Sanzo lo ritenne assai ambiguo. Homura s’intende. Come personaggio.

 

Come Sanzo conobbe Goku, parte tre: fuochi d’artificio.

A capodanno erano tutti ubriachi e Sanzo si scolava il suo ennesimo Martini Dry con ghiaccio con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo torvo di chi sta per uccidere.

Era stato obbligato ad unirsi alla festa dalla perfida zia Bosatsu che si era avvantaggiata di un ricatto che lo aveva messo alle strette.

Si convinse dunque che la soluzione migliore fosse sbronzarsi insieme agli altri,  in modo da essere talmente intorpidito da non capire quello che gli succedeva attorno, collassare e poi svegliarsi e ritrovarsi a casa con un tremendo mal di tesa e in bocca il sapore dello spazzolino del cesso di una metropolitana molto frequentata. Sarebbe stato meglio che sopportare i suoi chiassosi vicini.

Al ventesimo Martini Sanzo pensò di suicidarsi prima di poter vomitare sul divano quando erroneamente posò il bicchiere sul sedere di Goku scambiandolo per il tavolino in un momento in cui la lucidità gli venne a mancare.

Preso da un raptus di follia, Sanzo afferrò il braccio di un ancora esterrefatto Goku e se lo trascinò in bagno.

 

Come Sanzo conobbe Goku, parte quattro: conclusioni tratte.

Sanzo si svegliò la mattina del primo gennaio con in bocca sapore di discarica, un mal di testa da dolore mestruale e un peso sullo stomaco non troppo figurato. Appena riuscì a staccare le palpebre impastate dal sonno guardò verso il basso e vide Goku immerso in una pozza di saliva.

Ributtò la testa sul cuscino, debole e inerme per il dopo sbornia , con un unico pensiero per la mente: Se lui è la scimmia io dovrei essere la rana?!

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Capitolo 4
*** La venerabile zia Bosatsu (Parte 1) ***


04 – La venerabile zia Bosatsu (Pt

Note dell’assente autrice: finalmente ho buttato giù due righe prima di andare al lavoro XD! Il mio ritardo è veramente ingiustificabile, ma spero di farmi perdonare con questo capitolo! Ho visto che EFP ha inserito le risposte nei commenti, quindi vi risponderò li °ç°! Per i commenti dello scorso capitolo vi ho già risposto, a quelli del capitolo precedente devo andare a riguardare XD!

Buona lettura!

 

 

 

04 – La venerabile zia Bosatsu (Pt. 1)

 

Kanzeon Bosatsu è solita trascorrere delle lussuosissime vacanze all’estero, ragion per cui è assai raro vederla nella palazzina abitata dai nostri eroi. Il lavoro che svolge è un mistero avvolto nell’ombra più oscura ma di certo gli deve fruttare un sacco di soldi per potersi permettere di comprare un ballerino cubano di nome Ruben.

 

 

«Tu che cosa?! » Sanzo quasi rompe la sua tazza di caffè doppia caffeina senza zucchero nero come l’ebano.

«Ho ereditato la fortuna dal mio povero, vecchio, malato quinto marito, quindi ti sto dando quest’assegno!»

Sanzo guarda sconvolto la cifra.

«Vecchio, malato… lasciamo perdere! Sei sicura di non averlo ucciso tu?! »

Kanzeon Bosatsu ghigna «Non credo… »

 

 

E, come tutte le donne, anche Kanzeon Bosatsu ha un segreto…

 

 

«Ma che diavolo…» dice Sanzo entrando nel suo bagno. Kanzeon Bosatsu si gira come se nulla fosse nella doccia mentre l’acqua le colpisce ora le spalle. Sanzo la guarda attentamente ed è  talmente sorpreso da non riuscire a mascherarlo con l’espressione scocciata che assume di solito.

«Cosa c’è nipotino? Mai visto un pisello? »

«… non quello della mia presunta zia… »

 

 

…che conosce solo Sanzo, il quale essendo dotato di un QI gloriosamente appena al di sopra della norma, inizia a intuire cose a cui non sarebbe potuto arrivare prima dell’incidente della doccia.

 

 

«Probabilmente il tuo quinto vecchissimo marito è morto dopo averti vista nuda. »

«Sarà stata l’invidia. »

«Sarà stato lo shock! »

 

 

Quindi ora rimane solo un dubbio:

 

 

Zia Bosatsu guarda Sanzo sghignazzando.

«Dai… »

Sanzo guarda zia Bosatsu con un cipiglio sospetto. «”Dai” cosa? »

«So cosa ti frulla per la testa nipote caro! Non pensare troppo, agisci! »

«Ma che diavolo stai dicendo? »

«Puoi toccarle se vuoi, posso dimostrarti che sono vere! »

«Ma di cosa parli? »

«Delle tette, ovvio. »

«… »

 

 

Prendere in giro Sanzo è l’attività preferita di Kanzeon Bosatsu e irritarlo lo è ancora di più, ma sfrutta ogni occasione a suo vantaggio.

 

 

«Dovresti divertirti ogni tanto sai, nipotino? Ad esempio oggi è capodanno e i tuoi deliziosi vicini… »

«Fatti gli affari tuoi. »

Kanzeon sorride amabilmente «Sai… io dico che ti convinco in dodici secondi. »

Sanzo è scettico, ma poi zia Bosatsu si mette una mano in tasca e ne tira fuori un pezzo di carta da foto e lo mostra a Sanzo. Sanzo gela. Pensava di aver bruciato tutte le foto della sua miserrima infanzia.

«Sai, nipotino, ti dona proprio il kimono a fiori da bimba… »

«Non oserai! Anche io conosco il tuo segreto! »

«Se spargerai la voce mostrerò a tutti questa foto! »

«Maledetta! »

«Vediamo chi tra di noi ha l’orgoglio più grande! »

Un’ora dopo, Sanzo è sbronzo a pomiciare selvaggiamente in un cubicolo del bagno degli uomini.

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Capitolo 5
*** La principesca famiglia: il principe Kougaiji. ***


Dall’autrice poco convinta: ero in debito di un capitolo ed eccolo qua :°D

Dall’autrice poco convinta: ero in debito di un capitolo ed eccolo qua :°D! l’avevo già iniziato e probabilmente non sarà un granché UU, ma spero apprezzerete un pochino =)! Nonostante l’annuncio ce ho fatto in homepage, ho deciso che quando riesco a buttare giù qualcosa, quando il lampo dell’ispirazione mi coglie, posto!

Per ora beccatevi sto guazzabuglio!

Alla prossima!

 

Capitolo 4 – La principesca famiglia: il principe Kougaiji.

 

Il condominio di The Gojyo’s Life è sempre stato pieno di fustacchioni pronti a dare del loro meglio intrattenendo i cortesi lettori con un sacco di fan-service (grazie, soprattutto, alla Minekura che è stata così nobile da disegnare i suddetti bei fustacchioni).

Uno dei fustacchioni secondari, ma del quale non si può assolutamente fare a meno, è Kougaiji. Dagli amici meglio conosciuto come “Prince” per via delle sue movenze equivoche durante i momenti d’ubriachezza e per i più intimi Kou. Yaone l’ha sempre chiamato Prince Kougaiji, Doku l’ha sempre chiamato Kou. Sospetta come cosa, non trovate? Andiamo dunque a vedere cosa c’è sotto (non in senso buono per le fan, altrimenti si dovrebbe alzare il Rating).

 

*

Quel giorno a quella determinata ora: spesso gli inquilini della palazzina TGL solevano andare a mangiare nei ristoranti, di solito facendo molti danni.

Quella sera Kougaiji uscì di casa con la sua famiglia e mentre chiudeva a chiave la porta si riprometteva di non bere per non dare spettacolo. Anche se gli spettacoli che dava di solito gli fruttavano una o due macchine nuove. Ma Kou, nonostante portasse il perizoma (secondo la tradizione della sua famiglia che si tramandava questa usanza da secoli) era un ragazzo virtuoso e dignitoso quindi, dopo aver per caso trovato un suo fan site con delle sue foto e video molto compromettenti, aveva deciso di chiudere con l’alcol. Aveva dato in beneficenza la sua scorta di vodka e aveva buttato nel water le sue Fiesta, otturando il gabinetto e (chiedo perdono per il paragone) combinando un gran casino marrone. Doku gli aveva velocemente sturato il tutto. Doku era sempre gentile con lui.

Chiuse la porta a chiave, mentre sua sorella Lirin gli si aggrappava al collo facendo il pendolo dell’orologio.

 

Quel giorno, solo un po’ più tardi: Kou teneva le braccia incrociate in una posa stoica di chi ce la sta mettendo tutta a fare la cacca, con l’unico pensiero in testa di riuscire a non bere, anche se adesso lui e la sua famiglia stavano viaggiando su una limousine con autista che si è ritrovato dopo l’ultima notte di euforia da ebbrezza.

Mancava ormai poco al ristorante e le mani iniziavano a tremargli. Fortunatamente Yaone aveva intuito che qualcosa non andava  e aveva iniziato la sua tecnica di rilassamento personale che adoperava di solito per il principe: fargli le trecce.

 

Sempre quel giorno, arrivati al ristorante: Kou stava giusto pensando che TGL sembrava più la sigla di un telegiornale che di una fanfiction, quando arrivarono al ristorante.

Kou non ci fece caso, ma evidentemente la voce che quella sera lui avrebbe mangiato in quel determinato ristorante doveva in qualche modo essere partita e poi essersi diffusa sul suo fan site perché li c’erano un sacco di donne di mezz’età che si arieggiavano follemente con una mazzetta di banconote.

Qualcuno gli palpeggiò il sedere e lui si girò guaendo, ma la diabolica mano era scomparsa nella folla ma probabilmente gli aveva lasciato un livido non da ridere.

Con l’anima pesante e lo stomaco gorgogliante, entrò nel ristorante.

 

Indubbiamente quel giorno, entrati nel ristorante: Kou schivò  abilmente l’asta dell’ombrellone che Goku stava usando come lancia contro Gojyo, prendendo così Gyumao sulla pancia e l’asta si ritrovò a rimbalzare sulla massa e poi a volteggiare, finendo per piantarsi nel pavimento a un paio di centimetri tra le gambe, fortunatamente aperte, di Homura che iniziò a urlacchiare abbracciandola e ritenendola un oggetto pegno dell’amore del suo ragazzo immaginario. Zenon e Shien tentarono inutilmente di staccarlo.

Sanzo aveva già iniziato con la birra; Hakkai parlava a un cespuglio e Nii osservava attentamente il cespuglio in questione, apparentemente ascoltando Hakkai, ma  perdendo inspiegabilmente sangue dal naso; un certo Kamisama era in piedi sul tavolo a dire la messa che nessuno ascoltava.

Kou si girò e vide Doku che lo fissava intensamente. Lui si sentì arrossire senza un motivo preciso e si slegò le trecce che Yaone  gli aveva fatto in macchina solo per farsele rifare e calmarsi di nuovo.

Sarebbe stata dura non bere.

 

Molto più tardi, ma sempre quel giorno: Kou si stava facendo i complimenti. Le dodici ore consecutive di meditazione a cui si era sottoposto non erano state inutili per fortuna. Lirin gli disse che a lei sembrava che avesse dormito tanto e poi fosse andato a dormire di nuovo. Lui lanciò un gamberetto in lontananza e lei lo seguì. Libero. Un motivo in meno per ubriacarsi.

Quando l’umore stava iniziando a risalire gli arrivò un bicchiere in faccia. Ed era pieno di un profumatissimo vino rosso d’alta qualità. Ovviamente l’aveva lanciato Goku, che stava a tre posti  di fianco a lui e stava litigando con Lirin che era risbucata davanti alla scimmia con un gamberetto un po’ sporco di terriccio e adesso se lo stavano litigando. Kou ritenne che Goku avesse la mira più assurda che avesse mai visto.

Un secondo dopo, Doku è in ginocchi di fianco a lui che gli chiedeva se poteva aiutarlo a ripulirsi. Kou iniziò a balbettare confusamente cose di dubbio senso, bidonandolo poi con un tremolante “Nograziecelafaccio” e fiondandosi in bagno a pulirsi, ringraziando il cielo che il vino fosse rosso e gli avesse lavato la faccia.

Doku era proprio gentile.

 

Dopo una lavata, poco più tardi: Kou tornò al tavolo, abbandonando tutti i suoi buoni propositi e buttando tutte quelle strane emozioni nel vino che gli era stato fatto mandare dal tavolo 12 dove sedeva una zitella cinquantenne che lo occhieggiava in maniera seducente.

 

Dopo un ora: s’è ubriacato marcio ed è stranamente svenuto.

 

Un altro giorno, ora imprecisabile: Kou si sveglia nel suo letto, ancora vestito e odoroso di alcol. A sbavargli sulla spalla destra c’era Doku. A sbavargli sulla spalla sinistra c’era Lirin.

E lui ringraziava il cielo di non essersi svegliato con un’erezione.

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