Prima che il cielo crolli sulla stanza. di uchiha_girl e bloodnyar (/viewuser.php?uid=78641)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** «Piove ancora?» ***
Capitolo 2: *** Don't resent me. ***
Capitolo 3: *** Non muoverti. ***
Capitolo 1 *** «Piove ancora?» ***
[Raccolta
dedicata a Elisa]
Quinta
classificata con dei punteggi così alti? Ne sono rimasta
piuttosto sorpresa °O°! Dieci decimi dal podio, che
vergogna XD
Comunque, non me ne lamento <123 Una shot a settimana, un mese
di roba.
Buona lettura ^^
Durante la
stesura: «Leo»,
Ludovico Einaudi.
Questo primo capitolo è molto dolce e totalmente diverso da
come lo immaginavo,
non riesco a capire il perché...
«Piove
ancora?»
Il mese di Aprile aveva portato con sé una pioggia continua
e insistente.
Questo sommariamente non dava fastidio ai membri del quartier generale,
costretti a restar chiusi giorno e notte nella loro fortezza di vetro e
metallo.
Ogni giorno, alle diciassette e venticinque, L si voltava in cerca di
Matsuda.
«Piove ancora?», chiedeva semplicemente, qualsiasi
attività stesse svolgendo.
Una volta, addirittura, aveva velocemente trascinato Light fuori dal
bagno pur
di non trasgredire alla propria routine.
L’uomo, perplesso, guardava allora fuori dalla finestra.
«Sì»: una risposta che da quattro lunghi
giorni indispettiva il detective.
Sì, continuava a piovere.
L’acqua cadeva, a momenti più dolcemente, altre
volte più crudele, accompagnata
da potenti boati e da un freddo che s’infilava ovunque,
oltrepassando ogni
finestra chiusa e ogni maglione.
«Grazie».
Dopo quel momento di pausa, il mondo riprendeva a girare per la squadra
Anti
Kira.
Yagami restava a guardare Lawliet mentre questi tornava al lavoro,
mentre
tornava ai propri dolci e alle silenziose riflessioni.
«Perché lo chiedi, Ryuzaki?», aveva un
giorno interrotto la risposta.
L’interpellato si era voltato verso il collega, la testa
leggermente china da
una parte e gli occhi fissi nei suoi.
«Perché», aveva continuato,
«non guardi semplicemente fuori o non usi le web?
Se volessi sapere quando finisce ti basterebbe leggere un bollettino
meteorologico, perché—»
«Non le senti, Raito-kun?»
Il discorso era caduto, troncato dall’uscita di Matsui:
«Non piove più».
L aveva quindi esibito un sorriso, un sorriso piccolo-piccolo
il quale subito aveva lasciato spazio a pensieri
ben più gravi e profondi.
«Grazie»; era poi tornato al lavoro.
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Capitolo 2 *** Don't resent me. ***
Ed
eccoci con il secondo «episodio» di questo breve
intermezzo.
Ho avuto molto a che pensare sull’atmosfera che avrei voluto
rendere: cercavo
qualcosa di differente dal solito, personalmente ho scritto
più di quanto avrei
voluto a riguardo di questo personaggio e il mio grande incubo
è quello di
andare ripetermi XDD...
@ Rein94: Grazie, spero anche
questo
capitolo possa piacerti ^^ Ehh, se L non fosse morto la trama ci
avrebbe perso
– un personaggio troppo grande
per
sopravvivere, non trovi? ;D
@ Ninetta: È sempre
bello trovare
una nuova lettrice *O* Ti avverto in anticipo che questa è
la shot che meno ho
gradito in quanto è un tema che io stessa ho già
trattato, quindi decisamente
poco originaleX3 Mi auguro però tu possa apprezzare <3
@ Mitsuki19: Ohh, amore mio, era
tutto calcolato la tua approvazione mi rende immensamente
felice *kufufu*,
ti salterei addosso XDD
@ Pierrot: *Balla sul tavolo* La
colpa della posizione è mia, avrei dovuto applicarmi di
più °O° Grazie per il
tuo parere, sempre maledettamente di parte XD Non ti amerei se
così non fosse
*nono* Ciao Matt <3
@ BloodNyar: Saaalve, collega
adorata. Io ti odio perché non so mai come risponderti XD,
un’autrice che
ammiro e che dice cose tanto stupide e nonsense mi spiazza *__* Dai,
sopravvivi
all’influenza che ogni tua recensione è miele per
il mio povero cuore <3
Buona lettura.
Durante
la stesura
– «Tears
don’t fall
(Acoustic)», Bullet For My Valentine.
Citazione – «Leave
out all the rest»,
Linkin Park.
Mi piace la signora trattata
così, mi piace
decisamente XDD.
Don’t resent me.
Misa
non apprezzava l’estate.
Anzi,
a dirla tutta, la odiava dal profondo del cuore.
Estate
era un altro anno che finiva, estate era l’avvicinarsi del
suo
compleanno.
In
estate Misa-Misa invecchiava – era giovane e ancora tanto
carina!, però
invecchiava.
La
signorina Haruka le diceva sempre che non avrebbe dovuto comportarsi
così,
una ragazza così solare avrebbe dovuto dimostrarsi sempre
gentile e sorridente;
la manager le chiedeva di fingere almeno per i riflettori, aveva
un’immagine da
difendere e Misa-Misa era molto professionale!
Per
questo, quando sapeva di essere a portata di telecamera, faceva
apprezzamenti riguardo gli shorts visti il giorno prima in una vetrina
oppure
chiedeva una mezz’ora in più di pausa per potersi
crogiolare al sole – portava
sempre con sé una crema ad alta protezione per non rovinare
la propria pelle né
trovarsi «orrendamente abbronzata a strisce».
Eppure
non le piaceva, avrebbe continuato a non piacerle.
Caldo
e sudore, sudore e pori dilatati, pori dilatati e pasti saltati, pasti
saltati e caldo.
I
rari attimi di riposo da quella noiosissima e fastidiosissima routine
erano
quegli splendidi temporali che duravano un’ora al massimo.
Pioggia,
pioggia, un paio di lampi qua e là, fresco dappertutto,
Misa-Misa è
contenta. E anche il mondo, sia chiaro.
«Chissà
che pacchia essere dio», mormorava fra sé mentre,
la preziosa borsa
lasciata al riparo, camminava, correva sotto quell’acqua
ancora più preziosa.
Si
sentiva meravigliosamente bene, bagnata, fresca, spaventata.
Piangeva
con il cielo. Si lasciava cadere a terra e piangeva forte, urlava un
dolore che non provava, non provava! – finché ci
fosse stato Raiko-kun con Misa-Misa,
perché mai avrebbe dovuto sentir dolore?
Il
temporale poi cessava, e con esso il dolore di Amane.
Odiava
l’estate un po’ di più perché
adesso le sarebbero bruciati gli occhi
fino al successivo pomeriggio.
Però...
«Non
avercela con me, Estate».
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Capitolo 3 *** Non muoverti. ***
Pocotempopocotempopocotempo!
Questo capitolo avrei dovuto postarlo domani, però manca il
tempo...
Un grazie infinito a chi commenta, a chi legge e a chi non apre nemmeno
XDD.
Generi/Avvertimenti – Introspettivo;
Shonen-ai (interpretabile come friendship).
Durante
la stesura:
«I
Costantly Thank God For
Esteban», Panic! at the Disco. (à
Citazione nel titolo)
La pioggia c’entra molto meno di quanto avrebbe dovuto essere
çwç, dannate idee
che cambiano durante la stesura!
Non muoverti.
Matt, in silenzio sulla poltrona sfondata che ha
«adottato» da due settimane a
questa parte, osserva Mello camminare avanti e indietro nel salotto.
Le mani dietro la schiena, il capo leggermente chino in avanti, gli
occhi persi
chissà dove – si chiede, il più
giovane, perché gli ricordi tanto il solito
fottuto Dottor Morte dei vecchi film.
Non indossa un camice verde sporco di sangue né tiene sotto
il braccio una
testa umana, però è dannatamente inquietante.
Osserva l’amico raggiungere la finestra.
Segue i suoi movimenti,
muscolo per muscolo, costringendosi a guardarlo mentre
chiude il pugno
s’una delle sbarre poste a proteggere il salto nel vuoto.
Studia come i capelli, ancora troppo meravigliosamente
lunghi, scivolino dalle spalle nel momento in cui Mihael reclina il
capo per
osservare meglio il cielo grigio.
«È ancora bello, ma fa freddo»,
esordisce all’improvviso. «Hanno detto che
pioverà».
Mail lo guarda dalla propria postazione.
È bello ma freddo – non potrebbe essere
più d’accordo.
Lo ripeterebbe fino alla morte,
lo ripeterebbe fino a
trovarsi affogato in una qualsiasi pozzanghera, perché hanno
detto che pioverà
e il cane deve restare
all’erta.
Spera piova presto: non pensa che accadrà, anche
perché guardava la signorina
del programma più che ascoltare le previsioni vere e
proprie, ancora non ha
capito in quale parte dello Stato succederà.
Spera piova presto perché quel fino alla
morte è
terribilmente affascinante.
[
Mello è bello ma freddo,
bello da ucciderlo e freddo da
ucciderti. ]
«Hai ragione».
Non aggiunge altro.
Non ha altro da aggiungere, ora che Mello è seduto di fronte
a lui, il culo su
quel maledettissimo tavolo sempre coperto di carte e gli occhi fissi
nei suoi.
La testa vuota, le braccia nude che tremano per l’aria gelata
della sera che
scende.
Chissà che fine ha fatto quell’orrendo ombrello
blu, si chiede.
Poi si alza dal divano e raggiunge il tavolo – sembrano
secoli, secoli che non fuma una
sigaretta. Lo
sguardo del partner non
l’abbandona,
viso che si piega in un sorriso amaro di fronte alla richiesta di
spiegazioni.
«Fuori piove. Resta qui».
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