Amori in corsa

di Tears_and_Rain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Appuntamento ***
Capitolo 3: *** Libertà? ***
Capitolo 4: *** Ordini ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Eccomi con una nuova FF su Twilight!!

Diciamo che è un'esperimento...non sono sicura che vi piaccia,ma dopo aver visto il film "amori in corsa",mi sono sentita ispirata e ho iniziato a scrivere questa storia simile,con i nostri vampiri come protagonisti.

Non sono certa di continuarla,dato che ne sto scrivendo altre,ma se vi piace continuerò ad aggiornarla...

Questo è solo il prologo(che è venuto piuttosto lungo),ma fatemi sapere se vi piace.


Prologo

Oggi uscirò finalmente con un ragazzo,senza le guardie del corpo a controllarmi.Per una ragazza questo dovrebbe essere una cosa normale...ma non per me.Mio padre,Charlie Swan,è il presidente degli Stati Uniti ormai da quattro anni.E' molto bravo ad amministrare il paese,ma non la mia vita privata.Diciamo che è troppo protettivo.Non dico che non ce ne sia bisogno,ma solo in certi casi.Sicuramente le uscite con gli amici e i ragazzi,non sono tra questi.

Pensandoci bene,non mi ricordo neanche più com'è avere un ragazzo o dei veri amici.Ormai gli unici rapporti che ho,al di fuori della Casa Bianca, sono con i figli degli altri presidenti,e diciamo che non sono molto eloquenti.Di ragazzi è meglio non parlarne...non mi ricordo neanche più come si bacia.L'ultimo e unico rapporto,l'ho avuto a quattordici anni con lo sfigato della scuola.Ed ora,che ho la possibilità di uscire con qualcuno più "figo",sono segregata qui oppure controllata a vista.

Ma oggi c'è aria di libertà,la sento aleggiare nella mia stanza.Mio padre e mia madre,Renèe, mi hanno promesso che uscirò da sola con Mike.Senza Esme e Carlisle a pedinarci.

Sento il campanello suonare...dev'essere arrivato!

Infilo velocemente il vestitino rosa pallido,che mio padre mi ha costretto ad indossare,e le ballerine nere.Pettino velocemente i miei lunghi capelli biondi ed,infine, applico sul mio viso un leggero strato di trucco ed infilo i braccialetti e la collana coordinata di perle.

Esco dalla mia grande camera,che affaccia sul giardino della Casa Bianca,afferrando la pochette nera e corro giù per le scale.Grazie al mio "perfetto equilibrio",cado rovinosamente sull'ultimo gradino,ma vengo presa da dietro,a pochi centimetri dal pavimento.

-Grazie-sussurro mentre il mio solito salvatore mi tira su.Mi volto verso Carlisle e,guardandolo intensamente dei suoi occhi ambrati,gli dico,puntandogli un dito contro-Niente pedinamenti questa volta.Papà lo ha promesso-

-Certo-mi risponde rivolgendomi un sorriso smagliante.

-Neanche Esme-ripeto,per essere più chiara.

-E' tardi,deve andare-mi intima,rivolgendo la sua mano marmorea verso l'entrata.

-Non darmi più del lei,non sono vecchia!-ribatto infastidita.Odio quando mi danno del lei,va bene ai miei genitori,ma non a me.

-Bella,muoviti!-mi dice,spingendomi verso il portone.

Gli sorrido,salutandolo felice, e mi dirigo verso la porta,che viene aperta da due maggiordomi.

Mi ritrovo davanti Mike,con una rosa rossa in mano,che mi sorride.

Mentre prendo la rosa che mi porge,mi dice,imbarazzato-Mi dispiace.Prima era un grande mazzo,ma poi la sicurezza,per controllare che non ci fossero oggetti pericolosi,lo ha estirpato tutto-

-Non importa-dico ridacchiando.Chissà come,succede sempre così...

Infine,gli afferro la mano e chiedo-Vogliamo andare?-

-Certo-detto questo,mi porta fino alla sua macchina e io mi siedo accanto al posto del guidatore.

Devo ammettere che Mike non è molto galante:non mi ha mai aperto la portiera della macchina,come invece fanno gli altri,e neanche molto simpatico e bello.Ma è proprio di questo che ho bisogno:una persona normale,che mi faccia dimenticare che sono la figlia del presidente.

 

Allora...com'è?Vi è piaciuta?Vi fa schifo?

Vi prego ditemelo,perchè solo così saprò se continuarla.

Intanto questo è l'abbigliamento di Bella,che Charlie le ha costretto ad indossare.XD

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Capitolo 2
*** Appuntamento ***


Ciao a tutte!!E soprattutto BUON 2010!!!

Allora per prima cosa voglio ringraziare chi dopo,solo il prologo,mi ha aggiunto tra i preferiti e le seguite,chi ha recensito,ma anche chi legge solo...insomma un grazie a tutti!!

Ora rispondo alle recensioni:

Rebusiii:sono contenta di averti incuriosito!!Eccoti un nuovo cappy,dove si può leggere chiaramente cosa succede a Mike.Sinceramente anche a me non piace e penso si veda anche nella storia,spero di non deludere le tue aspettative con questo aggiornamento.Baci

rere18:sono contenta che ti piaccia la mia idea.E vedrai che presto Mike si leva di torno e lascia il posto al nostro bel ragazzo dai capelli dorati =P.Per rispondere alla tua domanda:sì sono tutti umani.All'inizio ero indecisa se farli vampiri,ma poi ho pensato:come faccio a spiegare che non brillano al sole?Avrei dovuto cambiare la natura dei vampiri della Meyer e quindi non andava bene.Sono contenta che seguirai la mia FF e spero vivamente che questo nuovo cappy ti piaccia! baci8

mary96twilight:sono contenta che ti piaccia sia la storia che l'idea.Rispondo alla tua domanda:in questa storia non ci sono vampiri.Quando ho scritto il prologo mi sono lasciata una via libera,in caso volessi farlo,ma poi ho pensato che la storia sarebbe diventata troppo complicata e che non sarei riuscita a spiegare che non brillano al sole,a meno di non cambiare la natura dei vampiri della Meyer.E questo non posso veramente farlo perchè sono perfetti così come sono.Spero seguirai la mia storia e che questo cappy ti piaccia!Un bacione

volpessa22:ho visto che hai recensito anche l'altra mia FF su Edward e Bella e,credimi,ne sono molto contenta.Sono felice che ti piaccia la mia idea,anche io adoro quel film e così ho pensato:e se al posto di Hannah e Ben ci fossero Bella ed Edward.Ho deciso di basarmi sul film per una nuova storia.Grazie per le recensioni e,stai tranquilla,non abbandonerò mai quest'idea dopo tutti questi apprezzamenti inaspettati.Spero che questo nuovo cappy rientri nelle tue aspettative e ti piaccia!Un grande bacio



EMMETT

Drin,drin,drin...

Quel maledetto telefono squillava ormai da più di mezz'ora...ma,chi era?E soprattutto cosa voleva da me?

Ieri avevo lavorato fino alle sei di mattina,e credetemi,dirmi che assomigliavo ad un cadavere era un complimento.La vivacità e l'allegria,che caratterizzano il mio essere,sono scivolate via dal mio corpo ieri,quando ero sotto la pioggia.Che schifoso lavoro è quello la guardia del corpo,quando non hai un collega al tuo fianco.Questo mese me ne avevano cambiati cinque,perchè,a quanto pare,faccio battute di cattivo gusto e sono troppo impulsivo.Baggianate.La verità è che senza qualcuno con cui parlare e scherzare non riesco bene a fare il mio lavoro.

L'ennesimo squillo mi sveglia del tutto e,stremato,mi alzo dal divano.A quanto pare,ieri non sono riuscito nemmeno ad arrivare al letto per la stanchezza.Mi trascino fino al telefono e afferro la cornetta.Mentre rispondo giuro a me stesso di comprarmi un telefono wireless.

-Emmett,figliolo,è da mezz'ora che sto tentando di contattarti-dice,con la sua solita voce pacata,mio padre.Carlisle è sempre così tranquillo,e questo certe volte mi da fastidio.Non riesco a capire come faccia a rimanere sempre così calmo,anche di fronte alle situazioni più preoccupanti.Forse per questo è un'ottima guardia del corpo...

-Scusa,papino,ma stavo dormendo.Non so se ricordi,ma ieri ho lavorato fino alle sei di mattina-gli rispondo.

-Certo che lo ricordo,ma ho una missione importante per te-ribatte.In sotto fondo sento la voce di mia madre,ma non riesco a capire cosa dice.Credo,però,che lo stia persuadendo a non affidare questo compito a me.

-Parla-dico solamente,passandomi una mano sul viso.

-Allora,la figlia del presidente uscirà oggi con un ragazzo e voglio che tu la controlli durante tutto l'appuntamento,finchè non sarà di nuovo a casa-mi spiega velocemente.

-Aspetta,aspetta...ma di solito a queste cose non ci pensate tu e mamma?-gli chiedo spaesato.

-Sì,ma tu e la tua collega siete più giovani e riuscirete a mischiarvi meglio tra la folla di ragazzi-ribatte,come se stesse spiegando una cosa logica ad un bambino.Almeno così mi sembra...

-Quindi mi stai chiedendo questo solo perchè ho ventiquattro anni?-

-No,perchè sei qualificato ed Isabella non si aspetta di essere sorvegliata da te e Rosalie-

-Rosalie??Chi è?-chiedo.Non avevo mai sentito questo nome e non capisco cosa possa centrare con me.

-E' la tua nuova collega-afferma mio padre.Dal tono della sua voce,posso con certezza dire che sta sorridendo.E' da più di un mese che gli chiedo di mettermi in coppia con una donna,e finalmente ha accettato!

-A che ora devo essere lì-chiedo e lui scoppia in una fragorosa risata.

-Escono alle 19:00,ma è meglio che parti subito.Ho sentito che ci sarà un po' di traffico...-

-Okay,tra poco sarò lì-dico,prima di riagganciare.

Dopo la telefonata,faccio una doccia calda e un po' di stretching,prima di vestirmi.

Mio padre ha detto che dobbiamo passare inosservati tra i giovani e che Isabella non si deve accorgere di essere seguita,quindi opto per una t-shirt,un paio di jeans e una felpa.

Dopo aver preso cellulare e chiavi,esco di casa correndo e mi fiondo in macchina.

Arrivo alla Casa Bianca un'ora dopo e trovo ad accogliermi fuori dal cancello i miei genitori.Sono ,come sempre, perfetti.Non un capello fuori posto.Certe volte mi sento solo a casa,senza di loro.Ma non ci posso fare niente,ormai vivono qui.Sono le guardie personali del presidente e coordinano il resto della sicurezza della Casa Bianca...ed io sono orgoglioso di loro.

-Ciao-dico solamente.Do un grande abbraccio a mia madre,ed una forte stretta di mano unita ad una pacca sulla schiena a mio padre.

-Come facevate a sapere che sarei arrivato a quest'ora?-chiedo,perplesso.C'è molto traffico per le strade di Washington ed è solo grazie alla mia favolosa guida che sono arrivato in tempo.

-Ci hanno detto che c'era un pazzo sulla statale e noi abbiamo pensato immediatamente a te.La tua guida spericolata ormai ci è più che familiare-risponde mio padre,con un leggero sorriso sulle labbra.

-Avverto del sarcasmo qui intorno,quindi è meglio cambiare argomento.Cosa devo fare?-chiedo,mentre entriamo dentro.L'ingresso è come la casa stessa:bellissimo e regale.Ma d'altronde stiamo parlando della Casa Bianca,la residenza dei presidenti americani.Ci dirigiamo verso la stanza della sicurezza e,durante il tragitto,mia madre mi dice-Per ora ti presentiamo Rosalie,che è un'agente più che qualificato,poi vi spiegheremo in cosa consiste il vostro compito-

-Bè, non mi sembra tanto difficile.Dovremo fare da baby-sitter alla figlia del presidente-dico baldanzoso.

-La cosa non è così semplice.Il presidente si è fatto promette che Isabella non dovrà accorgersi di niente.Deve avere l'illusione di libertà-mi risponde,serio,mio padre.

-Allora perchè non la lascia semplicemente in pace?!-ribatto io.Insomma la cosa è semplice:se vuole darle libertà basta che la lasci libera.E' una cosa elementare come due più due.

-Non è così semplice.Tiene alla sua sicurezza e,come ogni padre che si rispetti,non vuole che le accada niente-dice,benevola,mia madre.La sua voce è sempre così dolce,che non crederesti mai che sia una delle più pericolose guardie degli Stati Uniti.

Entriamo in una stanza e,varcata la soglia,mi trovo davanti una ragazza bionda.Dev'essere Rosalie...

E' statuaria.Il genere di bellezza che si vede nei cataloghi dei costumi da bagno.Ha dei lunghi capelli dorati che le ricadono dolcemente sulla schiena.Indossa una semplice giacca nera,abbinata a dei jeans altrettanto neri,ma questo non diminuisce la sua bellezza,anzi l'accentua.

Credo abbia la mia stessa età e,dopo un solo sguardo al suo magnifico corpo,un solo pensiero mi pizzica la mente.Credo sia lo stesso di ogni uomo che ha incontrato...

-Salve Rosalie.Lui è mio figlio Emmett e sarà il tuo nuovo collega-mi annuncia mio padre.

Adesso che ci penso,come mai non ha un compagno,se è così brava e bella?

-Ciao,Rose-dico,alzando una mano a mo' di saluto.

-Rosalie-dice solamente.Ora capisco perchè...con il carattere che si ritrova è difficile trovare qualcuno pronto a collaborarci...credo saremo un'ottima coppia.

-Bene,ragazzi.Sedetevi,così vi potrò spiegare cosa dovrete fare-dice Carlisle,indicandoci con la mano il divano accanto alla finestra.

Dopo esserci seduti inizia a parlare-Isabella ha chiesto al padre di non essere controllata a vista da guardie del corpo.Vuole libertà.Ma è chiaro che non possiamo dargliela,il mondo è pieno di pericoli e lei non è in grado di affrontarli-Interrompo mio padre,dicendo-Ma uscire con un ragazzo non è un pericolo!E poi ormai ha diciotto anni!-

-Questi sono gli ordini.Il presidente è preoccupato e non vuole che le succeda niente.Quindi fai quello che ti viene detto-ribatte mio padre,con voce autoritaria.Dopo essersi assicurato il mio silenzio continua a parlare.

-Il ragazzo con cui esce si chiama Mike Newton e ovunque decida di portarla dovete seguirli.Dovrete passare inosservati e,soprattutto,dovrete agire anche solo in caso di presunta emergenza.Quindi state attenti.-finisce Carlisle.Mi guarda intensamente negli occhi per capire se ho capito e io gli restituisco lo sguardo esasperato.Odio quando mi tratta così!Non sono un bambino!

-Usciranno tra mezz'ora.Io andrò all'entrata ad aspettare Isabella,mentre voi sarete accompagnati da Esme al garage,per la macchina.-dice.

Io e Rosalie ci alziamo dal divano per seguire mia madre,quando Carlisle aggiunge-Tenete questi ricevitori.Vi serviranno perché abbiamo applicato sull'etichetta del vestito di Isabella una ricetrasmittente per sentire le conversazioni-Detto questo ci lancia due piccoli ricevitori.

Nel vederli non posso fare altro che compatire quella ragazza.Vuole solo un po' di libertà e divertimento e,invece,riceve me come baby-sitter.Poverina!

Nel vedere la macchina che ci è stata data rimango deluso.Speravo in una Carrera nera adatta agli inseguimenti.

-Questa è la macchina?-chiediamo,sconcertati,io e Rosalie insieme.Evidentemente non solo l'unico che la pensa così.

-Sì,c'è qualche problema?-chiede mia madre,alzando un sopracciglio.Sto per ribattere,quando Rosalie risponde-No,niente-

A quelle parole decido di non intervenire.Non voglio essere sempre io il bambino stupido!

Esme,dopo aver dato un'occhiata al'orologio,dice-E' ora,dovete andare-.Infine,dopo avermi dato un bacio sulla guancia si congeda.Ogni volta le chiedo di non farlo,ma lei non mi ascolta mai,ed ora sono costretto a subirmi lo sguardo divertito di Rosalie.

-Andiamo,va'-dico innervosito,salendo in macchina.

-Certo,tesoruccio di mamma-ribatte Rosalie,salendo sul sedile accanto al mio.La fulmino con lo sguardo ed ingrano la prima.

Accosto poco lontano dalla macchina del tizio,mi pare si chiami Nike,ma mi pare impossibile che si chiami come una marca di scarpe.

-Com'è che si chiama?-chiedo a Rosalie,continuando a guardare l'auto.

-Chi?-risponde,senza nessuna particolare inclinazione della voce.Mamma mia quant'è noiosa!Sembra essere stata allevata da un branco di lupi...ma dopotutto mi sta simpatica.Ci penserò io a farla sciogliere un po'.

-Il tizio con cui esce la figlia del presidente-ribatto,con il suo stesso tono di voce.

-Non te lo ricordi?!Lo ha detto Carlisle cinque minuti fa e tu non te lo ricordi già più?-chiede sorpresa.Mi sta prendendo in giro?

-Certo che me lo ricordo-rispondo,acido.Non ho mai usato questo tono di voce con nessuno,ma lei sembra tirare fuori il peggio di me.

-E allora qual'è?-

Merda!Ecco,lo sapevo ed ora che le rispondo?

Le dico il nome a cui lo ho associato e lei scoppia a ridere.

-Che c'è?!Si chiama così!-dico,irritato.

-Come la marca di scarpe?!-ribatte,sghignazzando.Certo che è bellissima anche quando ride di me.Distolgo lo sguardo da lei appena in tempo per vedere la macchina di quel tizio partire.

Parto poco dopo di loro,abbastanza lontano da non essere notato,ed inizio a seguirli.

-Comunque si chiama Mike-aggiunge,guardando la strada.

-Lo sapevo-ribatto.

-Sì,certo-sussurra con sarcasmo.Questo glielo lascio dire solo perchè sono gentile e lei è bellissima.

La macchina di "Mike" accosta accanto al marciapiede di un ristorantino italiano.Certo che questo non sa proprio parcheggiare!

Scendono dall'auto e,dopo che si sono seduti ad un tavolo,io e Rosalie entriamo nello stesso locale.Non dobbiamo nasconderci,in fondo Isabella non ci conosce,e se facciamo finta di essere una coppietta nessuno si accorgerà di noi.Prendo la mia collega per mano,ma lei la sfila abilmente.

-Che fai?-le dico,sconcertato.

-Tu che fai-ribatte,leggermente arrabbiata e sorpresa.

-Dobbiamo sembrare una coppia-rispondo.

-Non è vero!Non provare mai più a fare una cosa del genere-Detto questo di siede al bancone,ed io non posso fare altro che seguirla.

Ascoltiamo le loro conversazioni per mezz'ora,fino a quando il ragazzo non tira fuori un arnese nero dalla giacca.

-Una pistola-dice Rosalie e corre a fermare Mike.Io chiamo i rinforzi che sono appostati fuori.Se Carlisle credeva che non me ne accorgessi si sbagliava di grosso.

Poi corro ad aiutare Rosalie.Dopo l'entrata del resto della sicurezza,il bar è un vero e proprio putiferio,ma riesco ugualmente a fermare il ragazzo per le spalle,mentre Rosalie allontana Isabella.

-Credevi di fregarci,vero?-gli dico all'orecchio.

Agitandosi, dice con la voce tremante-N-no,non s-stavo f-facendo n-n-niente.Sto s-solo t-tirando fuori la t-telecamera p-per f-far v-vedere a B-Bella il video c-che ho fatto-.Direi proprio che il ragazzino è spaventato.

Nel sentire le urla di Isabella mi giro-Ma come vi siete permessi di seguirmi!!Aveva promesso.Nessuno di voi doveva essere qui!!-Infine,aggiunse piangendo-Volevo solo un po' di libertà-

Poverina,come la capisco...

Dopo la scenata, Isabella esce dal ristorante e,dopo aver controllato che non abbia nessuna pistola,lascio andare Mike.Esce anche lui,guardandomi male,ma allo stesso tempo impaurito.

-Andiamo Rosalie-le dico,avvicinandomi.Lei per la prima volta mi da ascolto e ci dirigiamo verso la macchina.

Mentre cammino,sento la voce di Mike

-Mi dispiace,ma così non può funzionare.Sei carina,ma non voglio essere braccato ogni volta che esco con te-dice e poi lo vedo ritornarsene nella sua carretta e ripartire.

La sua partenza è seguita dal pianto di Isabella.Quanti rifiuti come questo deve aver subito?

Cingendole le spalle,la porto fino alla macchina,con cui siamo venuti.Lei si accomoda,senza contestare o chiedere niente,sul sedile posteriore.Dopo essermi assicurato che stia bene,ingrano la prima e ritorniamo alla Casa Bianca.

Appena parcheggio davanti all'entrata,Isabella si fionda fuori dall'auto.Io e Rosalie rimaniamo per un po' ad osservare l'entrata e poi andiamo ad informare i miei genitori dell'accaduto.


BELLA

Ero in preda alla rabbia e non riuscivo a smettere di versare lacrime amare.Come aveva potuto?!Mi aveva detto che non avrebbe mandato nessuno,ma aveva mentito...come sempre.Non cambierà mai,lui e la sua iperprotettività!

Dopo essermi asciugata il percorso tracciato dalle lacrime sul mio volto ed essermi data una rinfrescata,mi dirigo come un toro scatenato verso lo Studio Ovale.Non sono mai stata violenta,ma oggi ho voglia di strozzare qualcuno.

Entro,senza curarmi di bussare,e sbatto le mani sulla scrivania Resolute.

-Papà,come hai potuto?-urlo.

-Bella...-dice,cercando di calmarmi e farmi ragionare.Alza le mani ed inizia a gesticolare e ad indicare un punto dietro di me.

-Papà,non tentare di calmarmi perchè mi hai fatto perdere la palla.Insomma avevo la palla e tu me l'hai fatta perdere...-inizio a farneticare come quando sono agitata,usando dei modi di dire comuni dei giovani.Mi giro continuando ad urlare e ,solo ora, mi accorgo delle persone che occupano le poltrone davanti a me.Mi continuano a guardare con una strana luce negli occhi:sorpresa,derisione?

-In realtà,Bella,stavamo giusto decidendo quando e dove riunire il G8 per gli ultimi problemi ambientali-dice mio padre,raggiungendomi e sedendosi nell'unica poltrona vuota.

Dico qualcosa di incomprensibile e poi sussurro delle scuse.Mamma mia,che figura...Papà non poteva avvisarmi che mi stavo lamentando,per giunta urlando,davanti ai ministri del Paese?!

Mormorando altre scuse esco dalla stanza e ritorno nella mia camera con la testa bassa.Non credo di essermi mai vergognata così tanto in vita mia.

Dopo essermi struccata e spogliata mi butto sotto la doccia.L'acqua calda scivola sul mio corpo e con essa anche il nervosismo e l'imbarazzo.Esco dalla doccia dopo mezz'ora ed inizio ad asciugarmi i capelli.Devo assolutamente trovare un modo per rendere mio padre meno protettivo.Non posso essere sempre sorvegliata a vista,voglio uscire,avere degli amici e dei ragazzi.

Mi metto il mio comodo pigiama e mi addormento sull'enorme letto a baldacchino.

La mattina,dopo essermi lavata e vestita,scendo a fare colazione.Trovo mia madre e mio padre seduti a tavola,e li raggiungo.Come sempre ho davanti a me una grande tazza di caffè fumante e un piatto di pancakes.Mmm...che profumo.

Tornando alla realtà,inizio la modalità mutismo,che avevo pianificato fin da ieri.So che posso sembrare una bambina,ma solo così mi chiederà cos'è successo.

-Bella,che succede?-dice Charlie.Ecco!!

-Ieri non mi hai lasciato sola-affermo solamente.

-Lo so,ma io sono tuo padre.E' normale che mi preoccupi per te.E' normale che sia protettivo nei tuoi confronti-ribatte,guardandomi.

-Allora perchè mamma non fa così.Anche lei tiene a me-dico,guardando la diretta interessata.

-Semplicemente perchè io mi fido di te e so che sai cavartela-mi risponde mia madre,sorridendomi comprensiva.

-Tesoro,lo so che i rapporti con i tuoi coetanei sono difficili-inizia mio padre,ma io lo correggo-Diciamo impossibili-

-Mi dispiace,ma devo proteggerti dal mondo che c'è l'ha fuori-continua Charlie.

-Ma ormai ho diciott'anni!-sbotto esasperata.

-Non importa,sei sempre la mia bambina.E il ragazzo con cui sei uscita ieri non è adatto a te-

-Coma fai a dire una cosa del genere se neanche lo conosci-sbotto io.

-Bè,ad esempio so che è il ventiquattresimo della sua classe,che tocca il sedere alle ragazze e che passa dal maggior parte del suo tempo a mangiare patatine e a giocare alla playstation-borbotta Charlie.

-Come fai a sapere queste cose?!-urlo arrabbiata.

-Anche io ho le mie fonti-ribatte,continuando a mangiare.

-Non ne avevi il diritto-dico,amaramente.Mi ha proprio deluso.

-Si da il caso che sia il presidente degli Stati Uniti e che almeno questo mi sia permesso-dice soddisfatto e felice di avermi zittita.

Sbuffo e continuo a mangiare.La colazione viene interrotta da un segretario che entra nella sala e dice-Signor presidente,il vice presidente la aspetta-

In quel momento mi viene un idea e prima che mio padre se ne vada,dico-Alice,la figlia dell'ambasciatore francese,mi ha invitato all'opera,quando saremo in Europa-

-E allora?-chiede mio padre.

-Posso andare con lei,senza le guardie?-gli dico io,rivolgendogli un dolce sorriso.

-Solo con due-dice mia madre.

-Quelli di ieri sera-dico io,illuminandomi.

-Chi?Emmett e Rosalie?-chiede mio padre,sorpreso.

-Sì,loro-affermo.

-Il vice presidente sta ancora aspettando-dice il segretario,interrompendoci di nuovo.A quelle parole mio padre sbotta,indicandosi-Presidente,ancora presidente-

-E' un sì,papà?-chiedo speranzosa.Lui mi guarda per un po' e poi dice-Sì,puoi andare solo con Emmett e Rosalie-

Detto questo se ne va e,pur rimanendo diligentemente seduta,scoppio di felicità e vorrei mettermi a saltellare per tutta la stanza.

Finalmente un po' di libertà!


Allora vi è piaciuto?Ho deciso di fare una parte del capitolo dal punto di vista di Emmett perchè lo trovavo interessante e poi a chi è che non piace il simpaticissimo ragazzone?! XD.Spero sia stata una giusta scelta.

Spero,inoltre, di non avervi annoiato con questo cappy,ma a me piaceva così,quindi...

Va bè,lascio a voi giudicare.


 

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Capitolo 3
*** Libertà? ***


Libertà? Allora ragazze,eccomi tornata! Scusate per l'attesa ma oltre ai compiti ho avuto dei problemini tecnici. Avevo scritto il capitolo,ma ho chiuso male e mi si è cancellato tutto. Quindi questo è la riparazione...non è proprio quello che avevo scritto,ma spero vi piaccia. 
Ringrazio chi mi ha aggiunta ai preferiti e alle seguite,i lettori silenziosi e chi recensisce. Scusate ma oggi non ho tempo per rispondere alle recensioni,ma ci penserò sicuramente la prossima volta. Vi lascio alla lettura e spero che vi piaccia.


LIBERTA'?


Siamo in volo per l'Europa da dieci ore. Tra poco dovremmo arrivare a destinazione ed io non vedo l'ora di atterrare. La Germania è uno dei paesi che mi piacciono di più. Non so perchè, forse per la cultura, la società e la storia che racchiude l'animo di ogni persona o per l'aria che si respira...non lo so, mi piace e basta. Ma la cosa che mi rende più felice in questo momento è che rivedrò Alice, la figlia dell'ambasciatore francese. Lei è la mia migliore amica in assoluto. Oltre ad essere frizzate e vivace, è onesta. Mi dice sempre la verità anche quando fa male, certo addolcisce la pillola, ma comunque non abbiamo segreti. Ha molte altre belle qualità, ad esempio ogni volta che sono triste sa come tirarmi su il morale e soprattutto mi capisce. Anche lei è figlia di un uomo importante e riesce ad intuire quanto sia  difficile stare sotto gli sguardi di tutti ed essere sempre giudicata. Solo una cosa non sa: il significato di libertà. Lei ,infatti, ha la possibilità di uscire dove e quando vuole. Una possibilità che io per ora non ho.
< < Ho vinto! > > urla mia madre, alzando le braccia al cielo e sorridendo per la vittoria appena ottenuta.
< < Cosa?! > > ribatte mio padre con lo sguardo incredulo. < < Non è possibile.Vinci sempre! > >
< < Secondo me bara > > sussurro sbuffando. Sotto le sue continue vincite ci deve essere per forza qualcosa di strano. Insomma, stiamo giocando a Scarabeo, mica ad una lotteria. La sua non è fortuna... ma neanche bravura.
< < Cosa volete insinuare tutti e due? Che io bari? > > dice mia madre scandalizzata. 
< < No, per carità > > dico io ridendo. Contagio anche Charlie che scoppia in una fragorosa risata e mia madre sghignazza silenziosamente.
< < Io vado a rinfrescarmi prima dell'atteraggio > > annuncio alzandomi e dirigendomi verso il bagno. Entro nella cabina e mi bagno il viso con l'acqua e ,quando mi guardo al piccolo specchio, noto di avere le guance in fiamme. Deve essere senz'altro l'agitazione. Raggiungo i miei genitori e li trovo a fare dei cruciverba.
< < Vecchietti > > dico mentre prendo dalla borsa Cime Tempestose. 
< < Proprio tu lo dici che leggi per la centesima volta Cime Tempestose > > ribatte mio padre senza alzare lo sguardo. Sbuffo e mi stendo sul divano per leggere il libro in pace. Non è vero che è vecchio, è solo una storia che non ha età.

Poche ore dopo atterriamo e finalmente metto piede sul suolo germanico. Il mal di testa che avevo durante il volo e il calore che emanavano le mie guance sono spariti, sostituiti da un senso di libertà e pace. Mi guardo intorno e per un momento non penso ai paparazzi che ci attornano per scattare fotografie, ma solo al fresco che mi pizzica le guance e al sole che mi riscalda il viso. Ispiro profondamente e inizio a camminare sicura agitando il braccio a mo' di saluto. In questo momento penso solo ai miei piedi e mi concentro per non dare libero sfogo alla mia goffaggine. Non voglio cadere davanti a tutti e dare un altro motivo ai giornalisti per spettegolare su di me. Finalmente arriviamo alla limousine che rappresenta la mia ancora di salvezza dalla luce abbaiante dei flash e ,dopo un lungo slalom tra le vie di Francoforte, arriviamo finalmente in albergo e due guardie del corpo mi accompagnano nella mia suite. 
Dopo aver disfatto i bagagli, mi spoglio e mi immergo nell'acqua calda della grande vasca. Il calore improvviso mi provoca piacevoli brividi su tutto il corpo e quando mi immergo completamente mi sento in paradiso. Dopo una lunga giornata di viaggio e di paparazzi mi merito un bagno rilassante... e poi questa sera devo uscire. Mi insapono bene tutto il corpo e mi massaggio bene i capelli con lo shampoo alla fragola: il mio preferito. Infine mi immergo completamente nell'acqua e mi sciaquo. Quando esco dal bagno, avvolta nel mio caldo accappatoio, trovo Alice seduta sul letto. E' vestita con un elegante vestitino nero da sera e alle mani porta dei guanti di seta bianca, lunghi fino al gomito. Una collana di diamanti le circonda l'esile collo e altrettanti illuminano i suoi polsi. I capelli corvini corti sono sbarazzini come sempre e sul suo volto spicca un meraviglioso sorriso abbagliante.
< < Alice! > > urlo abbracciandola. Lei ricambia con uguale entusiasmo e mi bacia dolcemente la guancia. 
Mi siedo con lei sul letto ed iniziamo a raccontarci gli avvenimenti importanti che sono avvenuti da quando non ci siamo più viste. Quando le parlo dell'appuntamento con Mike sul suo viso compare un'espressione contrariata.
< < Dovresti essere più libera. Insomma hai diciott'anni! > > dice esasperata, alzando gli occhi al cielo.
< < Lo so... l'unica cosa che sono riuscita ad ottenere è l'opera > > rispondo alzandomi e ritornando in bagno. Alice mi segue e prende in mano il phon, pronta ad acconciarmi i capelli ribelli.
< < Come l'opera? > > chiede confusa, iniziando a pettinarmi.
La guardo intensamente attraverso lo specchio, aspettando una risposta. 
< < Mi avevi detto per telefono che stasera saremmo andate all'opera > > le dico semplicemente ,dato che non apre bocca.
< < Bè... in realtà... va bene se andiamo ad un concerto? Sai, hanno aperto un nuovo locale e dicono che sia fighissimo! > > risponde la mia amica sorridendo.
Per un attimo non capisco le sue parole, ma poi mi è tutto chiaro.
< < Ahh...ok. Non sono mai stata ad un concerto,ma credo che mi piacerà > > dico sorridendole.
Alice sa benissimo che sono una pessima bugiarda,così ha preso in giro anche me per non far trapelare niente. Devo ammettere che è proprio astuta.
Continua a pettinarmi i capelli, alternando un colpo di spazzola e una passata di phon.
< < Ci saranno anche Rosalie ed Emmett > > dico per informarla. Per telefono le avevo detto che sarei stata libera di uscire con lei, ma non avevo accennato neanche lontanamente alle due guardie del corpo.
< < Chi sono?Dei nuovi amici? > > chiede smarrita e con lo sguardo confuso.
< < Bè...no.Sono le mie due guardie > > sussurro imbarazzata. Non so perchè ,ma l'idea di avere ogni volta dei baby-sitter alle calcagne mi imbarazza.
< < Cosa?! > > urla Alice, smettendo il suo lavoro di parrucchiera.
< < Mmm > > prendo un grosso respiro e le dico tutto. Durante la vera spiegazione dei fatti Alice alterna delle facce sorprese a delle aspressioni arrabbiate ed infine un il suo viso assume il tratto predominante dell'incredulità.
< < Comunque sono poco più grandi di noi...credo che capiscano cosa sia il divertimento > > dico per giustificarmi. Alice non risponde e continua a stuzzicare i miei capelli.
< < Va bene, non mi importa. L'importante è che siano solo due > > dice, senza alzare lo sguardo. Io annuisco continuando a guardarmi allo specchio. Pochi minuti dopo finisce il suo lavoro.
< < Alice! Ma non hai fatto niente, li hai solo asciugati > > dico incredula, guardando la mia immagine riflessa.
< < Lo so > > risponde prima di uscire dal bagno. La seguo e la osservo mentre tira fuori dall'armadio un vestito blu.
< < Metti questo > > dice semplicemente.
< < Guarda che se sei arrabbiata non li faccio venire > >.
< < Non sono arrabbiata > > dice guardando fuori dalla finestra.
< < E allora cosa?! > > dico mentre mi infilo la biancheria intima.
< < Non ti ho pettinato i capelli meravigliosamente e non ti ho scelto un vestito fantastico solo perchè questa è una fase di passaggio > > dice girandosi e sorridendomi.
< < Cosa? > >
< < La nostra presenza alla festa di sotto durerà solo dieci minuti, il tempo di salutare, farci fotografare e andarcene > >. Mentre parla tira fuori da una scatola enorme dei vestiti.
< < Questo è quello che ti metterai al concerto e i capelli te li tingo dopo > >
< < Tingere? > > dico scioccata, smettendo di vestirmi.
< < Bella > > dice, come se dovesse parlare ad una bambina < < Se rimani bionda ti riconosceranno facilmente, mentre mora no > >
< < Hai ragione > > ammetto sorridendo < < Non ci avevo pensato > > .
Quando finisco di vestirmi, scendiamo di sotto e ci presentiamo al ballo che si svolge in una grande sala dell'albergo.
L'atmosfera è da favola: tutta la stanza è illuminata da grandi lampadari appariscenti e una moltitudine di candelabri abbelliscono i tavoli. Grandi vasi di fiori rendono l'aria ancora più favolosa e profumata e l'odore di champagne e lusso aleggia intorno a me. Annuso chiudendo gli occhi e quando li riapro trovo Alice davanti a me con un'espressione preoccupata in volto. Le sorrido e la prendo per mano < < Andiamo! > >. 
Per dieci minuti non facciamo altro che salutare gli invitati e sorridere ai fotografi. Quando vado dai miei genitori mi fanno ancora male le guance.
< < Mamma, papà, io ed Alice andiamo > > dico sorridendo per l'ennesima volta.
< < Ok, ragazze > > dice mia madre dopo aver salutato Alice. A Renèe la mia migliore amica piace un sacco, ma non si può dire la stessa cosa per Charlie. Lui pensa che sia una cattiva influenza per me e che sia troppo libera di fare ciò che vuole. Io naturalmente non condivido.
< < Emmett e Rosalie vi seguiranno discretamente > > dice Charlie socchiudendo gli occhi < < saprò se fate qualcosa di sbagliato > >. Sempre il solito diffidente...
< < Va bene, signor Swan. Noi andiamo > > dice Alice prima di prendermi a braccetto e portarmi via. 
Quando arriviamo in camera ci catapultiamo in bagno. Ci svestiamo velocemente, rimanendo solo in biancheria intima. Alice inizia il suo lavoro e solo dopo molto tempo riesco a vedermi allo specchio. Non credo ai miei occhi. Non sembro più io... perfetto. I capelli mi ricadono in boccoli disordinati sulle spalle. Sono mori,ma con qualche riflesso rossastro e castano, ed un ciuffo mi copre parzialmente la fronte. 
< < Non sembro più la figlia del presidente > > dico sorridendo felice. Nessuno mi riconoscerà così. 
< < Hai ragione! > > urla Alice, battendo energicamente le piccole mani < < ora passiamo al trucco > > .Detto questo mi rigira verso di lei ed incomincia a truccarmi gli occhi.
A fine opera non posso fare altro che meravigliarmi. Le palpebre sono truccate leggermente con un ombretto argentato e gli occhi sono contornati dalla matita nera. Può sembrare un trucco banale,ma non se fatto da Alice. Anche lei si sistema velocemente e poi passiamo ai vestiti. Indosso dei pantaloni neri attillati con una semplice canotta bianca con un grande scollo a V. Mi infilo una giacca grigia con le maniche arrotolate e in vita lego un foular grigio perla. Alice ,invece, mette dei jeans strappati e attillati che risaltano le sue esili gambe, un top argentato con delle pailette e un giubbetto di pelle nera. E' bellissima.
Mi passa le scarpe argentate col tacco e numerosi accessori, tra cui braccialetti e collane. Infine ci guardiamo allo specchio e sorridiamo alla nostra figura riflessa: siamo irriconoscibili. Mi infilo in tasca solo il portafoglio e non il cellulare: non voglio ricevere chiamate indesiderate. Usciamo frettolosamente dalla camera e cerchiamo di passare inosservate. Quando siamo fuori prendiamo un taxi e partiamo all'insegna del locale più trendy di Francoforte. 
Mentre sono seduta sul sedile posteriore della vettura mi giro e dietro di noi scorgo un'auto nera: Emmett e Rosalie.
< < Ci stanno seguendo > > dico sbuffando e ritornando a guardare davanti.
< < D'altronde è questo che hai accettato > > ribatte Alice sorridendo. Ci diamo un ultima passata di lip-gloss e dopo pochi minuti arriviamo a destinazione. Il locale è illuminato da luci al neon, ma sotto tutto quel bagliore si nasconde un muro completamente nero. Un gran numero di persone soffoca l'entrata e un buttafuori cerca di selezionare gli uomini e le donne giuste da far entrare. Sorrido felice ad Alice e lei ricambia in pieno il mio entusiasmo. Usciamo velocamente da taxi pagando il tassista e poi ci immischiamo nella folla. Mentre seguo Alice che punta dritta verso il nerboruto buttafuori mi scontro con un ragazzo. Mi giro per chiedere scusa e mi trovo davanti un ragazzo alto e dalla giusta corporatura, non troppo muscoloso. 
La mascella quadrata,i lineamenti perfetti e i capelli ramati e spettinati ricadono sulla sua fronte...sembra la pubblicità di un gel. Indossa dei semplici jeans scuri e una t-shirt blu aderente. Mi lascio per ultimi gli occhi:luminosi, sinceri e verdi come due smeraldi. Vedendomi mi rivolge un dolce sorriso sghembo e io rimango incantata.
< < Scusa > > dice, passandosi una mano tra i capelli.
< < Di niente. Anzi sono io ad esserti venuta addosso > > rispondo sorridendo e facendo gli occhi dolci. Insomma è proprio attraente,ma questo è troppo. 
< < Bella > > urla Alice, richiamando la mia attenzione. Mi volto verso di lei e le faccio segno di aspettare.
< < Il concerto ti aspetta > > dice indicando con un cenno del capo la mia amica.
< < Sì,magari ci vediamo dopo? > > chiedo titubante. Fa che dica di sì, fa che dica di sì...
< < Magari > > dice allargando il sorrido. Nel sentire le sue parole le mie guance si imporporano.
< < Ciao > > lo saluto passandomi una mano tra i capelli e dileguandomi tra la folla. 
Solo dopo essere entrate Alice mi rivolge la parola.
< < Quel ragazzo fuori ti piaceva, eh? Bel fusto > > 
< < Sì,ma è mio > > dico ridendo. Non so come mi sia venuto in mente di dire una cosa del genere, non so neanche il suo nome!
< < Sì,sì.Tanto ce ne sono di migliori > > ribatte Alice e io le do uno schiaffetto scherzoso sulla spalla.
Iniziamo a ballare e a scatenarci con il resto delle persone del locale. La musica dal vivo è bellissima e mi lascio trasportare dal ritmo. Alzo lo sguardo verso il soffitto luminoso e solo ora mi accorgo del gran numero di agenti in borghese che mi osserva.
< < Non è giusto > > dico piagnucolando arrabbiata < < Aveva promesso! > > urlo disperata.
< < Bella, che c'è ?! > > chiede confusa e preoccupata Alice. Le spiego ciò che ho visto e lei spalanca gli occhi.
< < Andiamo in bagno > > dice solamente e mi prende per il braccio,trascinandomi all'interno delle toilette delle signore.
Quando sono davanti al lavandino mi sciacquo il viso ripetutamente per prendere lucidità ed infine mi guardo sconvolta allo specchio. Come ha potuto?
< < Ho trovato > > dice Alice all'improvviso, osservando una figura dietro di noi.
< < Cosa? > > chiedo non capendo. Cosa sta pensando la sua testolina malefica? Qualche volta mi piacerebbe saperlo in anticipo.
< < Scambiati i vestiti con quella ragazza ubriaca. Muoviti! > > ordina. Faccio come dice e mi infilo i jeans scuri e la maglia nera. Infine indosso le scarpe con il tacco piene di strass neri. Non faccio in tempo neanche a guardarmi allo specchio che Alice butta fuori la ragazza dal bagno. La poverina viene accerchiata dagli agenti ed io riesco a scappare quasi inosservata.
< < Corri,Bella! Corri! > > sono le ultime parole che mi urla Alice. Esco velocemente dal locale ,ma non vedo nessun taxi. Maledetta sfiga!
Mi volto freneticamente in cerca di un passaggio finchè non vedo una moto nera. Mi dirigo verso il veicolo e solo dopo mi accorgo del proprietario.
< < Chi non muore si rivede > > dice vedendomi.
< < Avevo promesso che mi avresti rivista > > dico e lui scoppia in una sonora risata < < Ho bisogno di un passaggio > > dico andando dritta al punto. D'altronde adesso non ho proprio tempo per la gentilezza:ormai si saranno accorti che sono scappata. 
Lui guarda per un attimo dietro di me ed infine annuisce.
< < Ok principessa, dove vuoi andare? > > chiede sorridendomi e passandomi il casco. Rimango abbaiata dal suo sorriso e dalla sua generosità, ma solo per pochi secondi perchè il trambusto che si è creato mi risveglia. Salgo velocemente e mi ancora alle sue spalle come una cozza: ho una gran paura delle moto e della velocità.
< < Semina quelle auto! > > dico indicando le macchine nere dietro di noi.
< < Tieniti forte > > dice solo e parte sgommando per le vie della città. Che l'inseguimento abbia inizio!


Allora, vi è piaciuto??
Lo so che è corto,ma mi piace lasciare la suspance...
Come sempre segnalate gli errori(non ho fatto in tempo a correggere,quindi alcuni ci saranno per forza) e COMMENTATE,che di certo non mi dispiace!

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Capitolo 4
*** Ordini ***


ordini
ORDINI

Sfrecciamo per le stradine strette della città veloci come il vento, silenziosi come il respiro. Sento il vento ,che prima non c'era, che mi schiaccia la pelle sul viso e i capelli sulla testa, come se qualcuno li tirasse con forza. Lo stomaco, per l'accellerazione improvvisa, è rimasto al punto di partenza, ma l'adrenalina è in circolo, la sento pungere viva nelle vene. I palazzi e i lampioni corrono ai miei fianchi, confondendosi in una muraglia marrone e luminosa.
In contrario all'ebrezza della velocità, provo una gran paura di morire; sono troppo terrorizzata per chiudere gli occhi e lo scenario che mi si para è confuso. La paura di cadere o di essere presa e riportata a casa crea un mix micidiale che mi attanaglia lo stomaco e, per la prima volta in vita mia, sento la fiacchezza e le vertigini tipiche della nausea da movimento. Stringo spasmodicamente le braccia intorno al busto del ragazzo sconosciuto che stranamente ha accettato di aiutarmi e, senza guardare dietro le spalle, lo incito ad accellerare. Nel sentire le mie parole e il rombo delle auto alle nostre calcagna, cambia marcia e dà gas. Il dolore allo stomaco si accentua pericolosamente e un connato di vomito sembra voler prendere il sopravvento su di me, ma cerco ugualmente di accovacciarmi il più possibile e serro gli occhi per resistere alla forte velocità. Il buio mi si para davanti e il resto dei sensi si accentuano: riesco a sentire il rumore delle ruote che percorrono furiosamente la strada e qualche volta incappano in una pozza d'acqua. Le auto dei miei " baby-sitter " ci seguono imperterriti e qualche volta degli automobilisti arrabbiati schiacciano la mano sul clacson. Improvvisamente la moto svolta a sinistra e, presa alla sprovvista dal repentino cambio di direzione, sbarro gli occhi. Stiamo percorrendo una stradina angusta dove a stento riescono a passare i pedoni. Mi giro per vedere che fine hanno fatto le macchine e scopro che ,grazie alla pazza velocità del mio nuovo amico e all'improvvisa svolta nella stradina, le abbiamo seminate.
Anche se le mie guardie del corpo non ci sono più alle calcagne, continuiamo a correre per le vie della città, fino a che la moto non si ferma ,sgommando, nella retrovia di un imponente palazzo. La nausea è momentaneamente scomparsa, ma lo stomaco è ancora in subbuglio per la folle corsa.
Il ragazzo si sfila abilmente il casco e si passa una mano tra i capelli scompigliati per dargli una forma decente, infine, si gira verso di me sorridendo. L'attenzione inaspettata da parte sua mi fa salire il sangue alle guance, tingendole irrimediabilmente di rosso. Abbasso velocemente lo sguardo ed anch'io mi sfilo malamente il casco, ma purtroppo i miei capelli non sono perfetti come i suoi, sono invece una massa informe. Sospiro alla certezza che non sarò mai perfetta e senza curarmi del mio aspetto trasandato gli passo il casco ringraziandolo gentilmente.
Scendo prudentemente dalla moto, cercando di non dare briglia sciolta alla mia goffaggine, ma purtroppo all'ultimo momento inciampo su una mattonella del marciapiede provocando la risata del mio complice. Mi giro indispettita ignorandolo e mi incammino velocemente verso la fine della via, sperando che non faccia domande... speranza vana.
< < Ehi, aspetta > > mi urla alle spalle. Sospiro e lentamente mi giro, infilando le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni. Nel vedere la mia faccia sconfitta, scoppia in una fragorosa risata che mi colpisce irrimediabilmente. E' cristallina e dolce, melodiosa, contagiosa e libera... stupenda. Dopo il temporaneo stordimento, l'irritazione prende il sopravvento e irrimediabilmente sbuffo aumentando il volume delle sue risa.
< < Smettila > > gli intimo < < non sono poi così divertente > >
Inizia a tossicchiare e lentamente smette, regalandomi un sorriso sghembo.
< < No, hai ragione: non sei poi così divertente > >.
Fingo di non aver sentito l'ironia intrisa nelle sue parole e, posando le mani sui fianchi, gli chiedo: < < Chi sei? > >
Si alza lentamente e con eleganza naturale dalla sella della moto e mi viene incontro, poi, porgendomi la mano, si presenta: < < Piacere. Edward. Fuggitivo a tempo perso > >
Gli stringo la mano sorridendo, ma appena la mia pelle sfiora la sua, una scossa piacevole percorre tutto il mio corpo e mi prende alla sprovvista, costringendomi a ritirarla frettolosamente.
< < Piacere Edward > > rispondo alla sua presentazione, distogliendo lo sguardo dalle sue mani candide che prima mi hanno sorpreso con l'intensità della loro stretta.
< < Interessante > > dice lui dopo un breve silenzio.
< < Che cosa? > > chiedo confusa, guardandomi attorno per capire la fonte del suo interesse.
< < In genere, quando qualcuno si presenta, l'altro fa lo stesso > > risponde con lo sguardo fintamente sovrappensiero.
< < Io non sono qualcuno > > dico incrociando le braccia, compiaciuta di averlo almeno un po' incuriosito.
< < Questo lo avevo già capito > > dice, rivolgendomi un sorriso fugace. < < Quindi come ti chiami, mia dolce fuggitiva? > >.
So che queste parole sono dette da lui in modo scherzoso e canzonario, ma il mio cuore non può fare a meno di perdere un battito.
< < Bella > > rispondo ingenuamente, ammaliata dal suo sguardo. Dopo aver detto il mio nome mi ricordo immediatamente che non è affatto una buona mossa rivelare la mia vera identità: potrebbe riconoscermi! La mia sola speranza è quella che non associ il mio soprannome, che per altro solo Alice conosce, con la figlia del presidente degli Stati Uniti.
< < Bella > > dice, sovrappensiero < < Ce l'hai un cognome? > > chiede.
< < No, Bella e basta > > dico improvvisando. A quanto pare la mia recita funziona, perchè mi sorride e risale in moto senza professare parola.
Dopo averlo salutato frettolosamente mi dirigo verso lo sbocco della via e mi guardo intorno. Nel quartiere regna uno strano silenzio, nonostante sia notte inoltrata, c'è poca luce a causa dei lampioni rotti e l'interno di tutte le abitazioni è buio e silenzioso. Prima di correre fuori dal bagno, Alice mi ha promesso che ci saremmo incontrate nel bar Mela Verde... ma dov'è?
Mi gratto la testa nel cercare di ricordare se l'ho visto mentre giravo la città, ma niente. Il mio cervello è vuoto. Poi una voce conosciuta giunge alle mie spalle, sorprendendomi. Mi volto sorridendo felice che lui sia ancora lì.
< < Tu lo sai dove andare, vero? > > chiede appoggiando il gomito sul manubrio e passandosi la mano tra i capelli ribelli: terribilmente sexy.
< < Emm...no > > rispondo in imbarazzo e scombussolata dal suo sguardo penetrante.
< < Hai bisogno di aiuto? > > dice compiaciuto della mia ignoranza.
< < Non lo vedi?! > > sbotto esasperata, gesticolando con le mani. Insomma, sarà anche disponibile e bellissimo, ma il suo atteggiamento è cinico ed arrogante in modo inaccetabile.
Ridacchia e ,senza rispondee a tono come mi aspettavo, estrae il cellulare dalla tasca dei jeans e inizia a comporre un numero.
< < Ehi, Tayler. Senti, conosci per caso questo posto...? > > . Quando si accorge di non sapere dove voglio andare, si volta verso di me e con lo sguardo mi incita a dirgli il nome del posto in cui sono diretta.
< < Il locale Mela Verde > > gli dico velocemente, avvicinandomi alla moto su cui è seduto.
< < Il locale Mela Verde? > > ripete al suo amico all'altro capo del telefono.
Dopo pochi secondi, in cui era attento ad ascoltare le indicazioni per arrivare a destinazione, rigrazia e chiude la chiamata con un veloce click.
< < Allora? > > chiedo.
< < So dov'è > > dice solamente rivolgendomi un sorrisino arrogante.
Sto al suo gioco e rispondo alla sua provocazione: < < Se si potesse fare un altro giro fino al Mela Verde ne sarei felice > >
< < Hai suoi ordini, signorina Bond > > dice, continuando a sorridere e indicandomi con la mano il posto dietro di lui.
Salgo velocemente e ,dopo esserci infilati il casco, sgommiamo per le strade di Amburgo.






Io e Bella siamo seduti su un tavolino del locale Mela Verde da circa un'ora. La sua amichetta non si è ancora fatta vedere e ormai ho perso la pazienza a forza di guardarla buttare giù bicchieri di cock-tail vari come se fossero acqua. Dopo il quinto intruglio colorato ha iniziato a dire cose senza senso,a ridere senza motivo e a singhiozzare... evidentemente non regge bene l'alcool. Ma sicuramente questo non è il suo difetto più grande: la cosa peggiore è che vuole libertà pur non sapendola gestire. In poche parole è una bambina attratta da una cosa difficile da avere, che fino a che non l'avrà ottenuta non smetterà di pretenderla.
In compenso il locale è abbastanza carino ed accogliente. La stanza è illuminata da luci soffuse e colorate, e tanti tavolini lucidi neri pieni di persone brille fanno mostra di se. I baristi dietro i banconi sono abili giocolieri e fanno divertire le ragazze ubriache che li guardano ammaliate. La musica ,diffusa ad alto volume, è accettabile, anche se non coinvolgente e del tutto orecchiabile, e un gran numero di persone si scatenano sulla pista da ballo illuminata da una palla argentata. Per la stanza si sentono anche sonore risate e ragazzi ubriachi che urlano, ridono e cercano di sedurre il maggior numero di ragazze. Il tutto è intriso da un forte odore di fumo e alcool.
Solo dopo aver lanciato sguardi per tutto il locale, mi accorgo che Bella mi sta fissando intensamente da più di qualche minuto. Volgo il busto verso di lei, appoggiando un braccio sullo schienale del divanetto nero su cui siamo seduti e l'altro sul tavolino, e ricambio il suo sguardo.
< < Tu non bevi? > > chiede singhiozzando. E' ufficialmente ubriaca fradicia.
Chissà cosa la spinge a bere così tanto? D'altronde ha una vita perfetta e agiata, essendo la figlia del presidente degli Stati Uniti...
< < Stai bevendo abbastanza per tutti e due > > rispondo mesto, ma nel vedere la sua espressione buffa non posso far altro che lasciarmi scappare un sorriso sghembo. Mi sto per rigirare verso il centro della pista da ballo, quando Bella ricomincia a parlare.
< < E tu? Qual è la tua storia? Con quei tuoi occhioni belli... > > chiede ,interrompendosi varie volte, e finendo con una sonora risata senza motivo.
La fine della sua domanda mi lascia interdetto e sorpreso... ha davvero detto occhioni belli?
Sta aspettando una risposta con un'espressione stralunata e quando sto per aprir bocca si porta una mano alla bocca e corre verso il bagno. La vedo entrare frettolosamente e quando si chiude la porta alle spalle sento un coro di ragazze schifate, probabilmente alla vista del vomito.
Ecco che arrivano gli effetti della tanto agognata libertà...
Credo ci metterà molto a smaltire tutto quello che ha bevuto e così approfitto di quel momento di nausea per uscire dal locale e chiamare mio fratello, per sapere che fine ha fatto.
Esco nel marciapiede illuminato solo da un piccolo lampione ed intriso di fumo e alcool proveniente dall'interno del locale, ma non faccio in tempo a sfilare il cellulare dalla tasca dei pantaloni, che i fari di una macchina nera mi accecano. Mi volto verso il fascio di luce e aspetto che il SUV accosti. Dopo qualche manovra, finalmente la portiera si apre e sbuca fuori mio fratello Emmett, seguito da una ragazza bionda che assomiglia ad una modella... deve essere la sua nuova collega. Ora capisco perchè si vantava tanto...
< < Eddy, fratellino > > tuona venendomi incontro e dandomi una sonora pacca sulla schiena. Odio quando mi chiama così e lui lo sa... credo sia per questo che mi ha affibbiato questo stupido nomigliolo.
Ricambio la sua allegria con una forte stretta di mano e una pacca sulla spalla destra.
< < Emmettino, come va? Adesso fai il baby-sitter a tempo pieno? > > dico per infastidirlo e ,a quanto pare, il mio piano funziona alla perfezione perchè mi lancia un'occhiata infuocata e non risponde alla mia domanda provocatoria. In compenso la sua nuova collega dice sprezzante: < < Non siamo " baby-sitter ", dobbiamo solo evitare che Isabella si faccia male > >.
< < Bella > > la correggo senza pensare.
< < Fa lo stesso... dov'è? > > chiede la bionda senza neanche presentarsi e ravvivandosi indietro i morbidi capelli. Non la conosco nemmeno da cinque minuti che già la trovo arrogante e vanitosa.
< < Per prima cosa eviterei di usare questo tono e mi presenterei > > le suggerisco, sorridendole affabile.
< < Lei è Rosalie, la mia nuova collega > > risponde vivacemente Emmett, esibendo la sua nuova amica. Era ora che lo accontentassero accoppiandolo con una bella donna, ma non mi aspettavo avesse questo bel caratterino e soprattutto mi stupisco che vada d'accordo con mio fratello. Dovrebbero essere cane e gatto, ma a quanto pare Emmett ha la buona volontà di sopportarla nonostante tutto. Mio fratello appoggia un braccio sulle spalle di Rosalie in modo amichevole, ma lei lo scrolla brutalmente e ripete la sua domanda: < < Dov'è Isabella? > >
< < Stai tranquilla. E' dentro sana e salva > > rispondo guardando anche mio fratello.
Vedo Rosalie avviarsi verso l'entrata del locale e quando sta per spingere la porta, la fermo. < < E' meglio che non entri > >
< < Perchè? > > chiede voltandosi verso di me e sorridendo a mo' di sfida.
< < Sta in bagno a vomitare anche l'anima > > rispondo solamente e ho il piacere di ammirare sul suo volto un'espressione schifata.
Emmett mi guarda male e lo stesso fa la bionda.
< < Allora non sta bene! > > urla Rosalie venendomi contro e puntandomi un dito contro.
< < Ha solo bevuto qualche bicchiere di troppo > > rispondo allontanandomi e appoggiandomi al cofano della macchina.
< < Cosa?! > > urla la bionda aggrottando le sopracciglia.
Non faccio in tempo a rispondere che il cellulare di Emmett inizia a squillare. Io e Rosalie ci scambiamo occhiate furiose che preannunciano un imminente litigio, ma veniamo distolti dalla voce di Emmett.
< < Buonasera, Signor Presidente > > dice con voce ferma e seria, rara in una persona allegra come lui.
Lo guardo come a chiedere informazioni, ma si gira per non essere disturbato.
< < Sua figlia è al sicuro. L'agente Edward Cullen l'ha portata in un locale > > dice Emmett, attaccato al telefono.
< < Certo. Ora siamo con lei > > continua a parlare, mentre Rosalie ed io stiamo in silenzio per ascoltare meglio la conversazione e ricostruire le parti mancanti. A quanto pare il Presidente è preoccupato per sua figlia...
< < Sì, la sua idea mi sembra perfetta > > . Nel sentire quest'ultima frase rimaso sorpreso e confuso: di cosa sta parlando?
< < Ora glielo passo > > dice Emmett porgendomi il cellulare. Lo afferro e me lo porto all'orecchio.
< < Sì, Signor Presidente? > > chiedo sinceramente incuriosito.
< < Questo è un ordine agente Cullen, non una richiesta. Ti è chiaro? > > dice la voce all'altro capo del telefono.
< < Sì, signore > > rispondo, in attesa.
< < Mia figlia vuole libertà...quindi, diamole l'illusione di libertà. Lei vuole uscire senza le guardie attorno e si fida di te, perciò dovrai seguirla ovunque vada e proteggerla senza farti scoprire per nessun motivo > > dice il Presidente lasciandomi a bocca aperta. Vuole che io faccia da baby-sitter ad una ragazzina ribelle? Ma è impazzito?! Io non sono stato addestrato per questo e non intendo sprecare tempo prezioso in cavolate varie per seguire sua figlia. E poi perchè le vuole mentire così? Non capisce che peggiorerà solo le cose mentendole e facendole credere di essere libera?
Secondo me questa cosa non funzionerà, anzi...
< < Signore, io non credo sia una buona idea... > > dico, ma non mi lascia finire.
< < E' un ordine e tu devi eseguirlo. Ricordati ciò che ti ho detto: devi starle accanto senza far saltare la tua copertura > > detto questo chiude la comunicazione e mi lascia a bocca aperta.
Emmett e Rosalie mi guardano divertiti e poi scoppiano in una sonora risata tenendosi la pancia.
< < Adesso chi è il baby-sitter > > mi canzona la bionda ridendo e asciugandosi le lacrime che le sono fuoriuscite per le troppe risate.
Sbuffo e distolgo lo sguardo arrabbiato. Guarda cosa mi tocca fare...
Fare da balia ad una ragazzina solo perchè non sospetta di me e ho qualche anno più di lei. Ma perchè sono diventato un'agente? Ah sì, per salvare persone importanti e bisognose, non per sorvegliare delle diciottenni.
Emmett e Rosalie entrano improvvisamente in macchina, così scendo velocemente dal cofano e mi metto a battere sul finestrino sinistro oscurato.
Il finestrino si abbassa e ne esce fuori la testa di Emmett.
< < Perchè ve ne andate? > > chiedo preoccupato di rimanere da solo con Bella.
< < E' uscita dal bagno e ti sta cercando, Tra poco uscirà, quindi ce ne andiamo > >
Vedendo il mio sguardo preoccupato, la bionda dice: < < Stai tranquillo. Vi seguiremo senza farci notare > > . Sospiro di sollievo, il finestrino si abbassa e l'auto sgomma lontano da me.
Dopo pochi secondi la porta del locale si apre, rivelando una Bella ubrica fradicia. Singhiozzando e incespicando sui suoi passi si avvicina a me e si appoggia alla mia spalla per sostenersi. Stranamente sento una scossa nel punto in cui ha appoggiato la sua candida mano, ma faccio finta di niente.
< < Cosa ci fai qua fuori? > > chiede con la voce impastata.
< < Sono uscito a prendere un po' d'aria > > rispondo distogliendo lo sguardo sulla strada deserta e male illuminata.
< < Ah > > dice solamente, passandosi una mano sul viso.
Improvvisamente inizia a camminare incespicando e sbandando verso la mia moto.
< < Cosa hai intenzione di fare? > > le chiedo, osservandola divertito: è davvero buffa.
< < Voglio annusare e assaggiare tutto > > dice ridendo e inciampando sul marciapiede, ma per fortuna si appongia ad un sudicio muro.
< < Assicurati di aver annusato bene, prima di assaggiare > > dico, seguendola e sorridendo vedendola in difficoltà. Mi avvicino per aiutarla a stare in piedi, ma inciampa cadendo su dei pedoni.
Mi scuso con loro e la aiuto ad alzarsi. Questo incarico si preannuncia più difficile di quanto sembri.
Inizia a camminare incespicando sulle mattonelle del marciapiede e a cantare a squarcia gola cose senza senso. La seguo in silenzio, ridendo sotto i baffi, per vedere dove va e soprattutto per aiutarla in caso di bisogno. La sua goffaggine la rende terribilmente dolce ed attraente. All'improvviso inciampa cadendo sulle ginocchia sulla strada, ma per fortuna appoggia i palmi delle mani sul cemento e ferma la caduta, evitando di sbattere la faccia sull'asfalto. Aspetto qualche secondo, guardandola preoccupato, ma lei scoppia in una sonora risata. Corro verso di lei e l'aiuto ad alzarsi. Dopo cinque minuti arriviamo sulle rive dell'Elba. La luna si rispecchia sul pelo dell'acqua, rendendo tutto bianco e nero. La luce lunare rende l'atmosfera magica e serena. Mentre osservo le acque del fiume, non mi accorgo che Bella ha iniziato a spogliarsi. Rimango incantato mentre si sfila frettolosamente e malamente i vestiti partendo dalle maglietta e finendo con i pantaloni.
< < Cosa stai facendo?! > > urlo sconcertato. No, no, no, così mi metterà nei guai.
< < Per innaugurare la mia libertà voglio tuffarmi nuda nel Danubio! > > urla a squarciagola come una pazza.
< < Per prima cosa è l'Elba > > dico avvicinandomi prudentemente a lei.
< < E chi vuole fare il bagno nuda nell'Elba?! > > chiede avvicinandosi pericolosamente alla riva.
< < Appunto! > > dico, cercando di farla ragionare. < < Che ne dici di un bellissimo bagno caldo nel tuo albergo? Se vuoi ti ci porto subito > > propongo, ma niente, continua a spogliarsi rimanendo in intimo.  Ma che sto facendo? Non la devo guardare spogliarsi! Devo proteggerla! Insomma è la figlia del presidente degli Stati Uniti. Corro verso di lei, ma non faccio in tempo che si sfila le mutande e il reggiseno. Fortunatamente è girata di schiena, ma riesco a vedere la pelle morbida e candida dello stesso colore della luna: perfetta. I capelli scuri sono in contrasto con la sua carnagione, rendendola una dea ai miei occhi. I glutei perfetti e sodi. Quando mi accorgo che è nuda e che la sto guardando troppo mi giro dandole le spalle e ,maledicendomi mentalmente cerco, senza toccarla, di farla ragionare e di farla rivestire immediatamente.
< < Bella è notte ed è freddo. Inoltre tutti ti stanno guardando > > mento, facendo leva sul suo imbarazzo.
< < Per piacere, rivestiti > > continuo, alzando la voce. Ma prima che riesca a girarmi per vedere se ha eseguito i miei "ordini", sento l'acqua infrangersi sotto il corpo di Bella: si è tuffata in acqua.
< < Oh mio Dio... > > sussurro, vedendola sguazzare nuda e divertirsi nell'acqua. Immediatamente, senza pensarci due volte, mi tuffo ancora vestito in acqua e l'aiuto ad uscire dalle acque gelide. All'inizio fa resistenza, ma poi riesco a riportarla a riva e a farla rivestire. Mi ci è voluto più autocontrollo di quanto pensassi, ma ora è ferma davanti a me. Lei è perfettamente asciutta e più sveglia di prima, ma ancora brilla, mentre io sono fradicio come un pulcino. Se non fosse la figlia del presidente mi vendicherei immediatamente, ma devo trattenermi.
Mi sorride come un ebete e ricomincia a passeggiare tranquillamente per le vie della città. Neanche un grazie. La seguo sbuffando come un cagnolino fradicio senza fiatare.
< < Lei è quella che si è tuffata, ma sono io quello bagnato fradicio > > sussurro tra me e me, ma lei stranamente mi sente e si gira agitandomi il dito davanti al naso.
< < Non si fa il bagno vestiti, dovevi spogliarti > > dice, ridacchiando.
< < Che divertente. La prossima volta mi ricorderò del tuo consiglio > > rispondo sarcasticamente, ma lei non nota la mia nota d'ironia e dice: < < La prossima volta > >. Poi si rigira e inizia a saltellare allegramente come una bimba di due anni, nel vederla non posso fare altro che ridere e correrle dietro.
Dopo parecchi minuti arriviamo in una piazza adebita a cinema, piena di gente ammaliata dal grande schermo. Corro dietro di lei, cercando di non perderla di vista, fino ad un palazzo. Con il fiato corto sale le scale esterne ridacchiando e fermandosi varie volte. Una volta in cima, mentre sto riprendendo fiato, sale sul comignolo del tetto e prima che si lasci scivolare giù le dico: < < Credo che sia meglio che lasci stare i tuoi istinti e lasci andare me > > . Ma come sempre non mi ascolta e prima che la aiuti a scendere si butta giù urlando. La seguo preoccupato e la trovo seduta sul tetto mentre si massaggia il fondoschiena. Scoppio in una fragorosa risata e Bella mi guarda incenerendomi e sbuffando infastidita.
< < Sono quasi morta! > > esclama ridendo e appoggiandosi con la schiena ad un muretto.
< < Adesso non esageriamo > > sussurro e lei sentendomi scoppia a ridere.
Iniziamo silenziosamente a guardare il film, ma dopo pochi minuti sento la sua testa posarsi sulla mia spalla e dopo poco tempo il suo respiro diviene calmo e regolare: si è addormentata.
Dopo averle sussurrato un < < Buona notte Bella > > mi addormento anch'io pensando all'intensa e strana giornata che ho appena passato in compagnia di Isabella.



Mi scuso per il ritardo. Volevo aggiornare prima, ma ci sono riuscita solo ora. Per chi segue L'amore è complicato: i capitoli sono stati betati e ci vorrà un po' prima che aggiorni il prossimo. Ho una nuova storia su Edward e Bella che mi intusiasma molto, ma ne concluderò un'altra prima di postarla.
Questo capitolo doveva essere più corto, ma visto che ho aggiornato tardi lo ho allungato. Spero vi sia piaciuto anche perchè è molto importante, intenso... e divertente. Si capiscono molte cose su Edward e la sua identità. Vi ho sorpreso o era scontato?
Ringrazio chi ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite, chi è un lettore silenzioso e chi recensisce:

volpessa22: Grazie per i complimenti! Ogni volta che vedo una tua recensione mi viene un tuffo al cuore: sono bellissime e lunghissime... e soprattutto costanti. Quindi un grandissimo grazie!
Sono contenta che ti ritrovi nel film e che tu lo abbia rivisto...io lo avrei rivisto volentieri per scrivere meglio la storia, ma purtroppo non ho il DVD quindi vado avanti a memoria e a fantasia. Ehh sì, i personaggi si assomigliano molto anche secondo me e ho scelto la moto perchè la vespa non la vedevo adatta ad Edward. Ora ho aggiornato l'inseguimento, ma non è che sia molto lungo: ho preferito dare importanza ad altre cose.
Grazie per avermi detto l'errore che hai notato: non lo avevo proprio visto. Non credo di essere bravissima, ma i complimenti fanno sempre piacere. Scusa se ci ho messo un po', ma sono piena di impegni e ogni momento libero lo dedico a scrivere. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e aspetto una tua chilometrica recensione XD
Un bacione!

ChiaraBella: Grazie! Sono contenta che la mia storia ti piaccia. Bella rimane mora, d'altronde in Twilight è castana e non voglio cambiare più di tanto l'aspetto dei personaggi. Ti ha sorpreso questo capitolo? Ti aspettavi che Edward fosse un agente?
Spero che questo aggiornamento ti sia piaciuto. Un bacio

rere18:sono contentissima che la storia ti piaccia così tanto! Mi dispiace di non aver aggiornato subito, ma sono piena di impegni e non ho davvero tempo. Grazie per i complimenti e spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un grosso bacio

sbrilluccica: sono contenta che la storia ti piaccia e spero di non averti deluso con questo capitolo. Un bacio

 

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