Great Battle

di JhonSavor
(/viewuser.php?uid=63157)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Il Grande Torneo ha inizio! ***
Capitolo 3: *** La cerimonia di presentazione e l'assegnazione dei turni ***
Capitolo 4: *** L'alchimista e la sacerdotessa ***
Capitolo 5: *** Il genio e il cuoco ***
Capitolo 6: *** Quando la forza della giovinezza si scontra con l'astuzia della volpe ***
Capitolo 7: *** Tra demoni e insetti ***
Capitolo 8: *** L'ultimo degli Uchiha scende in campo! ***
Capitolo 9: *** Il passato che ritorna? È forse un problema? ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


jhkgyjdtr GREAT BATTLE


Preannuncio subito che questa fan lo scritta ispirandomi ad un aborto di gioco della play2 chiamato DON.
Per evitare casini più avanti vi dico subito una cosa: i personaggi di Naruto come potenza e conoscenza vanno posti all’incirca nel periodo della serie filler sul fratello di Hibiki Morino; quelli di Onepiece dopo i fatti di Enies Lobby; quelli di Inuyasha all’inizio della saga del monte Hakurei; infine quelli di Fullmetal Alchemist in generale dopo lo sterminio della banda di Greed ad opera di King Bradley nel volume 8. Recensite, please


INTRODUZIONE


Tsuchigaki, la più grande città del continente di Seppou, a Sud del Paese del Fuoco raggiungibile dopo tre giorni di navigazione.
Celebre per la cucina e l’artigianato, famosa soprattutto per il grande torneo di arti marziali che avviene durante il periodo estivo, è il luogo da cui inizia la nostra lunga storia…

-Evvai siamo arrivati!- urlò un ragazzo biondo appena attraversate le porte della città
-Naruto ti supplico risparmiaci!- disse la ragazza di fianco a lui
-Testa quadra taci un po’- le fece eco un terzo ragazzo
-Come mi hai chiamato?- disse Naruto avvicinandosi arrabbiato al suo compagno di viaggio
-Ehi smettetela! State dando pubblico scandalo con i vostri schiamazzi!- disse un uomo alto con i capelli grigi e con un occhio coperto da una bandana, poco dietro di loro.
-Ma Kakashi-sensei loro mi offendono!- si lamentò Naruto
L’uomo non dava troppo peso alle lamentele dei suoi tre allievi: gli interessava di più finire il libro che stava leggendo: “La violenza della pomiciata”. Ma le continue lamentele del suo allievo lo costrinsero a rispondere
-Adesso basta Naruto, ci dirigeremo verso una locanda e aspetteremo l’arrivo delle squadre di Asuma, Kurenai e di Gai, okay?- disse con tono che non ammetteva repliche.
Così si incamminarono per le strade cittadine, zaini in spalla e qualche borbottio come sottofondo.
Naruto era un ragazzo non molto alto, occhi azzurri e indossava una tuta arancione, ed era un genin del Villaggio della Foglia come lo erano pure i suoi compagni Sasuke e Sakura.
Il primo era un ragazzo moro, occhi neri e vestiva con una maglia blu scuro a collo alto con il simbolo del proprio clan, il clan Uchiha, stampato sul retro: un ventaglio bianco e rosso.
La seconda era una ragazza molto carina con i capelli corti di uno strano colore: erano rosa. Un rosa chiaro in cui stava, forse, l’origine del suo nome. Aveva occhi verdi chiari e indossava una lunga casacca rossa a bordi bianchi.
Erano uno strano trio ma incredibilmente unito a discapito delle differenze di carattere: infatti il biondo era solare e vivace, il moro taciturno e sempre serio mentre la ragazza era, come in molti casi, la via di mezzo tra i due.
-Però che figata questa missione, eh ragazzi?Cioè, ma ci pensate?Potremo partecipare ad un torneo internazionale di fronte a migliaia di persone- disse Naruto
-Beh in fondo hai ragione ma ricorda che ci è stato permesso solo perché la Quinta Hokage lo riteneva redditizio…- gli ricordò Sakura
-Ma Tsunade-baachan poteva pure dirmi che era per beneficenza ma poco mi importava!-
Sasuke, che era rimasto in silenzio tutto il tempo, proruppe dicendo -Tsè, siamo qui per far pubblicità al villaggio e mostrare al mondo il valore dei ninja di Konoha… sarà anche qualcosa di glorioso, ma a me sembra di essere quasi un testimonial di shampoo che va in giro a mostrare la qualità del prodotto…-
-Non vorrai farmi credere che non ti va di mostrare le tue capacità agli altri? Proprio tu dannatissimo esibizionista?-
Sasuke lo guardò freddamente -Pirla-
-Che cosa hai detto?- ma la sfuriata di Naruto venne bloccato da uno strano gorgoglio.
Il gruppetto si fermò e tutti guardarono il biondo che non ebbe altro da dire che: -Ho una fame che mi mangerei un cavallo-
Kakashi seccato per le continue interruzioni della sua lettura disse deciso -Sentite lasciatemi i bagagli e andate a mangiare qualcosa. Il viaggio è stato lungo e faticoso quindi rifocillatevi un po’-
I tre genin seguirono il consiglio del loro sensei e dopo averlo visto scomparire in una nuvola di fumo si incamminarono per le vie della città.
-So che questa città è famosa per la buona cucina quindi perché non…- incominciò a dire Sakura ma il suo amico biondo si era fermato in mezzo alla via fissando inebetito un insegna: “Ramen resturant”.
-Ramen…- disse Naruto con gli occhi luccicanti
-E fortuna che avevo appena esaltato la cucina locale… Sasuke che facciamo?- domandò sconsolata
-Un posto vale l’altro- disse lui atono -piuttosto Sakura hai visto quella bambina?-
-Quale?-
-Quella li, con un kimono a quadrettoni gialli e arancioni; è da qualche minuto che la osservo e mi sembra spaventata…-
-Forse si è persa, andiamo da lei. Naruto muoviti su-
Ma non ottenne nessuna risposta: il biondo era ancora imbambolato a fissare l’insegna con occhi sognanti
-Naruto brutto scemo! Ti  muovi o devo venire li e trascinarti di peso?- disse la ragazza infuriata
Il biondo si riprese subito. Sapeva benissimo che far arrabbiare Sakura non era la cosa migliore per la propria salute, così li raggiunse.

-Ciao, ti sei forse persa?-
La ragazzina alzò lo sguardo verso il terzetto e annuì. Doveva avere all’incirca nove anni. Dei lunghi capelli nerissimi le incorniciavano il viso grazioso.
-Non ti preoccupare non abbiamo cattive intenzioni- disse la ragazza
-Sicuro, ti abbiamo vista gironzolare senza metà e volevamo aiutarti- aggiunse il moro
-Allora per incominciare mi presento: sono Naruto Uzumaki, e tu invece come ti chiami?- domandò il biondo sfoggiando uno dei suoi sorrisi a trentadue denti.
-Mi chiamo Rin- rispose la bambina; non era solita parlare con estranei ma quei tre non gli ispiravano pericolo-Sono rimasta a guardare una bancarella e ho perso di vista i miei compagni di viaggio-
-Allora facciamo così Rin: noi stavamo andando a mangiare una ciotola di ramen, vieni anche tu e poi ti daremo una mano!- disse il biondo.
La bambina annuì sorridendo.

-Il ramen è il cibo migliore che ci sia, non trovi anche tu Rin?- disse Naruto alla terza ciotola
-Hai ragione Naruto-san- confermò la piccola
-Ti dirò, quasi quasi me ne prendo un’altra…-
-Naruto accidenti a te,cos’hai al posto dello stomaco? Un container?- esclamò Sakura furibonda
-Ma perché Sakura-san fa così?-
-Devi sapere che, anche se non lo da a vedere, Sakura-chan è pazza di me- disse Naruto facendole l’occhiolino
-Cosa dici?!-
A quel punto la scena si fece alquanto comica: sotto gli occhi inebetiti del cuoco e dei suoi aiutanti, Sakura stava tentando di strozzare Naruto, difeso da Rin che cercava di dividerli, mentre Sasuke continuava a mangiare come se nulla stesse accadendo.
-Piuttosto Rin dicci un po’ chi sono i tuoi compagni- proruppe il moro
-Perché… ti… interessa…?- chiese il biondo tra uno spasimo e l’altro
-Idiota se dopo dobbiamo cercarli, è necessario sapere che aspetto hanno
-Ecco vediamo- iniziò la bimba- oji-sama è molto alto, veste in maniera elegante e sfarzosa, e ha dei lunghi capelli argentei…-
- Nient’altro?- chiese Sakura che aveva lasciato Naruto, ora sull’orlo di una crisi d’asma
-Uhm… ah si! Oji-sama si contraddistingue per il suo sguardo incredibilmente freddo e distaccato!- disse sorridendo
-Per caso partecipa al torneo?- continuò Sasuke
-Sicuro! Siamo venuti apposta per questo!-
-Bene allora- disse Naruto mentre afferrava la quarta ciotola di ramen- non ci sono problemi: dopo andremo al banco delle iscrizioni e vedrai che lo incontreremo-
Improvvisamente sentirono una voce provenire dall’esterno dello stand: una voce incredibilmente fredda
-Rin vieni fuori, so che sei li dentro…-
Quelle parole lasciarono di stucco il gruppetto di ragazzini. Naruto quasi si strozzò con il brodo del ramen.
Rin riconobbe la voce, scese dallo sgabello e si diresse fuori. I tre ragazzi incuriositi, pagarono il conto e uscirono.
-Come ha fatto a trovarmi Sesshomaru-sama?-
-Ho seguito il tuo odore-
La figura che si ritrovarono davanti era imponente: alto quasi il doppio di loro, indossava un abito tipico dell’alta nobiltà e sopra di esso un busto corazzato con una protezione appuntita sopra la spalla sinistra.
Riscontrarono inoltre che le parole di Rin erano vere: lo sguardo era tremendamente freddo e perforante come il ghiaccio.
-E voi tre chi sareste?- domando Sesshomaru quando vide i tre avvicinarsi alla sua protetta
-Non si preoccupi oji-sama, sono amici di Rin-
Sesshomaru li osservò per un po’ -Immagino che dovrei ringraziarvi… per aver tenuto compagnia a Rin…-
-Non è stato un disturbo- disse prontamente Sakura
-Meglio così- e fece per andarsene -vieni Rin andiamo-
Sasuke lo osservo allontanarsi per poi dirgli -Ci rivedremo al torneo-
A quelle parole Sesshomaru si bloccò -Voi tre vorreste partecipare al torneo?-
-Certo e magari vincerlo se ci riusciamo- proclamò Naruto esultando
Sul viso di Sesshomaru si accennò un sorriso -Il livello delle iscrizioni deve essersi veramente abbassato da quando mio padre partecipò…-
Sasuke inarcò un sopracciglio: non sopportava quell’atteggiamento superiore.
A Naruto invece gli vennero i cinque minuti -Ehi che fai sfotti?!-
-Baka! La vuoi smettere!- disse Sakura bloccandolo per la schiena -È l’amico di Rin!-
-E allora? Non ha alcun diritto di parlarci così! E poi bell’amico… lasciare che una bambina indifesa si perda per strada!-
-Faresti meglio ad ascoltare la tua amica, piccolo umano inferiore! Sesshomaru-sama non è sempre così indulgente- disse una strana creatura verdastra, comparsa all’improvviso dal nulla. Era piccola e tozza, indossava una specie di kimono marrone e teneva stretto a se un orribile bastone con ritagliate in cima due teste, una di un vecchio e l’altra di una donna.
-Jaken non offendere i miei amici!-
-Infer… parla per te stupida rana!-
-Non sono una rana, idiota!-
-Naruto finiscila!-
-Giusto, dai ascolto alla tua piccola amica inferiore, brutto umano!-
-Infer…-
Stavolta fu Sakura a non vederci più: tirò un violentissimo calcio all’essere che finì lungo disteso ad alcuni metri di distanza. Tutto ciò avvenne sotto gli occhi stupefatti di Sesshomaru: gli umani non era mai riuscito a capirli, si lasciavano trascinare in discussioni e liti assurde, che non centravano niente con l’argomento di cui un minuto prima stavano parlando. Quella situazione non aveva senso, ed era andata fin troppo oltre.
-Rin…-
-Si, oji-sama?-
-Raccogli ciò che resta di Jaken e andiamocene- e detto questo, si voltò
-Ehi fermo lì- incominciò Sasuke -di solito non mi faccio coinvolgere nelle sfide assurde di Naruto ma nel tuo caso farò un eccezione-
Detto ciò sfilò un kunai dalla sua sacca e si mise in guardia
-Per una volta siamo d’accordo su qualcosa, amico- disse Naruto sorridendo
Sesshomaru non si scompose e si preparò allo scontro -Mi basteranno due dita per abbattervi-
-No aspettate! Non sapete neanche come combatte!- disse la ragazza tentando di fermarli
-Sesshomaru-sama la prego, non li uccida!-
Ormai era tardi. Il moro spiccò un salto e si avventò con forza su Sesshomaru che rimase immobile ad aspettarlo.
Con il dito indice e medio colpì il ragazzo che scomparve in una nuvola di fumo: al suo posto c’erano i resti di un vaso.
Cercò, allora, di ritrovarlo con l’olfatto quando sentì: -Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo!-
Sesshomaru si trovò di fronte a se quattro ragazzini biondi, tre dei quali si avventarono contro di lui armati di kunai: “Tecniche ninja, i guerrieri dell’ombra…”
Ma non si lasciò ingannare, quelle copie erano una trappola per occultare un altro attacco: permettere a Sasuke di colpirlo da dietro. Ne era certo, era riuscito a sentirne l’ odore.
Con un leggero movimento della mano, creò una strana frusta luccicante: ruotò su se stesso distruggendo non solo le tre copie ma colpendo anche Sasuke al petto che cadde al suolo rovinosamente.
Naruto rimase spiazzato: “Che razza di colpo era mai quello? Devo creare altri kagebushin e aiutare Sasuke” ma non ne ebbe il tempo.
Sesshomaru gli comparve davanti ad incredibile velocità e lo afferrò per il collo, sollevandolo da terra
-Ti prego lascialo andare!- urlò Sakura che, disperata, era accorsa ad aiutare Sasuke
Sesshomaru osservò Naruto negli occhi: sembrava volergli scrutare nell’animo. Lanciò il corpo del ragazzino vicino a quello dei suoi compagni
-Come potevate sperare di vincere contro Sesshomaru, principe degli inu-yokai, miseri umani?-
Il terzetto rimase sbalordito:
-Tu saresti un demone?!- esclamarono Naruto e Sakura
Si voltarono verso Rin per chiedere conferma
-Si è così! Sesshomaru-sama è il più potente demone in circolazione!- disse Rin sorridendo
Naruto e Sakura si guardarono terrorizzati.
Sasuke si era ripreso e ora si ergeva in piedi dietro i suoi compagni -Se pensi…- disse ansimando -che finisca così… ti sbagli… di grosso!…-
Sesshomaru guardò attorno a se: un cerchio di curiosi si era formato attorno a loro; erano fastidiosi e il demone non voleva seccature. Con uno scatto si portò dietro il moro che non se ne accorse neanche.
-Non sei neanche riuscito a impedire che ti arrivassi alle spalle… ci rivedremo al torneo se ne avrai l’occasione. Andiamo Rin- detto ciò il demone si allontanò.
La bambina sorreggendo il piccolo demone Jaken gli andò dietro salutando i tre ninja, scusandosi per l’accaduto.  
Il moro strinse i pugni e cercò di controllare la propria rabbia e il proprio orgoglio ferito; non per la sconfitta e l’umiliazione ma perché in fondo ammirava quel demone per la sua potenza guerriera. Ma ammettere ciò significava accettare anche la sua debolezza, e questo non poteva farlo. Aveva un obbiettivo da raggiungere: lui lo stava aspettando. Inoltre non aveva dato fondo alle proprie capacità: aveva ancora lo Sharingan.
No, non poteva ammettere la sua sconfitta, lo avrebbe riaffrontato e lo avrebbe sconfitto.
Non appena la tensione lasciò il suo corpo, Sasuke sentì una fitta al petto che lo costrinse ad inginocchiarsi
-Sasuke!- gridarono i suoi amici
-State calmi non è niente…-
-Niente un fico secco! Ti fa male il punto in cui ti a colpito Sesshomaru non è vero?- gli domandò Sakura lapidaria
Sasuke non disse niente e loro capirono. Lo presero per le braccia e lo aiutarono ad alzarsi. Anche Naruto aveva alcune ferite ma tutte leggere, delle sbucciature più che altro, quindi non proferì parola per evitare di preoccupare ancor di più Sakura.
-Andiamo Naruto portiamolo da Kakashi-sensei, ci aiuterà lui a curarlo-
- D’accordo Sakura-

-Mi scusi…-
-Si cara?-
-Vorrei iscrivermi al torneo-
-Molto bene cara, mi favorisca le sue generalità, prego-
-Kagome Higurashi, quindici anni-
-Stile di combattimento?-
-Arciera-
-Poteri particolari?-
La ragazza si mostrò confusa -Che intende?-
-Beh cara, molti dei nostri partecipanti sono dotati di conoscenze o poteri singolari e noi organizzatori dobbiamo predisporre ogni cosa al meglio… tu non hai niente di tutto ciò?-
-Si ho i poteri purificatori delle sacerdotesse-
-Molto bene, prendo subito nota. Puoi andare ora, tieni questa tessera e arrivederci!-
Kagome Higurashi era una bella ragazza delle scuole medie, con dei lunghi capelli neri che le oltrepassavano le spalle. La sua storia è molto singolare: sembrerà strano ma viene dal futuro, un futuro molto lontano, cinquecento anni avanti. Un giorno cadde in pozzo magico che collegava la sua epoca a questa; qui conobbe un mezzo-demone…

-Inuyasha!-
-Che c’è, che ho fatto?-
 
Inuyasha venne salvato da Kagome, liberandolo dalla sua prigionia a cui era stato condannato presso l’albero Goshinboku.
Inizialmente il loro rapporto era tutt’altro che amichevole,così una vecchia sacerdotessa gli applicò un artefatto mistico, un rosario, al collo affinché ogni volta che la ragazza pronunciasse la formula rituale…

-A cuccia!-
Inuyasha cadde al suolo, sbattendo violentemente la faccia -Ma sei scema, che ti prende?-
-Baka! Perché non mi hai detto, dopo che ti sei iscritto, che dovevo dichiarare anche di possedere i miei poteri! Ho fatto una figura del cavolo-
-Ti chiedo scusa Kagome, ci siamo dimenticati di dirtelo- disse una ragazza molto bella con un kimono bianco a motivi rossi e verdi. Aveva i capelli castani, lunghi, tenuti legati in fondo con un laccio.
-Già scusaci Kagome- gli disse un ragazzo moro vestito con una tunica nera e blu.

Il mezzo-demone e la ragazza si era messi in viaggio ormai da molto tempo per ritrovare i frammenti della demoniaca Shikon no Tama, detta anche Sera dei Quattro Spiriti. Durante il loro viaggio fecero la conoscenza del monaco buddista Miroku e della sterminatrice di demoni Sango. Entrambi sono validi combattenti e hanno aiutato la coppia in molte occasioni. A volte però sorgevano dei problemi per una certa mania del monaco…

Lo schiaffo fu talmente forte che probabilmente venne sentito da mezza città:
-Ahia, Sango mi hai fatto male!- disse Miroku massaggiandosi la guancia
-Hai anche il coraggio di replicare! La devi smettere di toccarmi il sedere!-   

Il loro destino non era legato solo dalla Shikon no Tama, ma anche da un'altra cosa.
O per meglio dire da un altro essere.
Naraku.
Il demone nato dalla fusione del corpo di un bandito di strada chiamato Onigumo e decine di creature demoniache inferiori. Questo demone di pura malvagità ma anche di incredibile e perverso acume aveva ucciso il primo amore di Inuyasha, Kikyo, aveva maledetto la famiglia di Miroku con un anatema ereditario; per ottenere tre frammenti, non ha avuto alcun esitazione o pietà e ha fatto massacrare la gente del villaggio di sterminatori di demoni attirando Sango e i suoi in una trappola. Lei era l’unica sopravvissuta, fatta eccezione per il fratello minore Kohaku, ora nient’altro che un burattino nelle mani del demone.
Il motivo per cui volevano partecipare al torneo era molto semplice…

-Comunque ricordatevi qual è il nostro obbiettivo…- disse Inuyasha serio, rialzandosi
-Siamo qui per vincere il premio in palio…- incominciò Miroku
-Cioè il poter richiedere qualsiasi cosa che possa essere realizzata dagli organizzatori-
-Potremmo chiedere di aiutarci a scovare Naraku…- disse un bambino biondo-castano con una strana coda che usciva dal suo kimono
-Hai ragione Shippo oppure un modo per poter potenziare la Tessaiga. Che ne dici Inuyasha?- chiese Kagome
-Prima dovremo vincere però…-
-Oppure un rimedio per aiutare Kohaku…- propose Sango
Un pesante silenzio scese sul gruppo.
-Hai ragione Sango non ci avevano pensato- cercò di dire Kagome  

Naraku era infatti scomparso da alcune settimane e non riuscivano più neanche a percepirne l’odore o l’aurea.
Vennero a sapere del torneo da un loro amico, il mastro fabbro Totosai.
Non avevano la minima idea degli strani quanto importanti incontri che il destino aveva in serbo per loro…

-Mi scusi signorina…-
Kagome si voltò a quella chiamata. Si ritrovò di fronte una coppia di strani personaggi. Uno era uno ragazzino con capelli biondo-dorati, vestito interamente in nero con una giacca rosso acceso, l’altro invece, quello che aveva parlato, era coperto interamente di un armatura di ferro.
Quest’ultimo la intimorì non poco -Si…?-
-Volevo chiederle se sa dove si trova il banco per le iscrizioni al torneo di arti marziali…-
La sua voce aveva un che di metallico -È quello laggiù… anche voi avete intenzione di partecipare?-
-“Anche voi”? Quindi significa che sarete nostri avversari…- disse il ragazzino biondo
Kagome notò che doveva avere si e no la sua età.
-Si certo… mi sembri stupito?-
-No è solo che sto pensando a quanto potreste durare…-
-Ehi stai insinuando che saremmo deboli?- proruppe Inuyasha
-No affatto, vi sto solo studiando…-
-Certo che hai un bel caratterino… quali sono i vostri nomi?-
-Siamo i fratelli Elric, Alphonse e Edward - gli rispose il ragazzo in armatura
-Piacere Kagome Higurashi. Loro sono Sango, Miroku, Shippo mentre quell’altro sempre imbronciato è Inuyasha- elencò la ragazza
-Piacere nostro- disse Alphonse inchinandosi leggermente
-Toglitemi una curiosità, qual’è il vostro modo di combattere?- chiese il mezzo demone
-Ma figurati se lo veniamo a dire proprio a te!- disse sprezzante il biondo
-Fratellone non ci si comporta così!- lo rimproverò Al
-Fratellone?…- Kagome spostò lo sguardo da un fratello all’altro almeno cinque volte -Alphonse-san vorresti dirmi che lui è…-
-Si lui è mio fratello maggiore- gli rispose mettendo una mano dietro la testa
-Perché ci sono problemi?-
-No…- incominciò a dire Kagome -è solo che sei molto più piccolo di lui e allora…-
Effettivamente Alphonse era un vero gigante al contrario del fratello che gli arrivava si e no al bacino
-Chi sarebbe il fagiolino microspico delle dimensioni di una pulce!?!- proruppe Edward più arrabbiato che mai
-Ma… ma io non detto questo!- disse Kagome stupita più che mai da quella reazione
Alphonse di fronte allo sguardo allibito degli altri quattro, Alphonse diede spiegazioni:
-Ecco vedete… mio fratello ha un forte… ehm come posso dire… “risentimento” nei confronti di quelli che gli fanno notare la sua altezza…-
-Ma che risentimento e risentimento! Io cerco solo di far ricordare alla gente che l’altezza non è tutto, ecco-
-Però il fatto che sei basso è vero- disse Inuyasha
Il ragazzo biondo fece per avventarsi sul mezzo demone, ma venne trattenuto da un enorme figuro apparso dietro di lui
-Signorino Edward, non un comportamento educato quello che lei sta mostrando in questo momento!-
Era incredibilmente alto, di corporatura massiccia, vestito di una divisa blu, pelato con un stranissimo ciuffetto di capelli biondi che gli spuntavano dalla fronte e un paio di enormi baffoni sotto il naso
-E tu chi saresti?- disse Inuyasha con tono di sfida al gigante
-Io? Tu stai chiedendo a me chi sono io ragazzo?-
Il mezzo demone annuì serio
-Io appartengo ad uno delle più grandi e potenti famiglie della mia nazione, alla quale portò lustro e gloria…- intanto che parlava si metteva in varie pose che risaltassero i suoi enormi muscoli -…diplomatomi con successo all’accademia militare di Central City al massimo dei voti, sono un uomo che ama la giustizia e il bene: io sono il Maggiore…- a quelle parole si tolse la giacca rimanendo a dorso nudo di fronte a dei già imbarazzatissimi spettatori -…Alex Luis Armstrong!-
Infine si mise nuovamente in posa plastica.
-Scusami Ed…- chiese una stupefatta Kagome-…ma perché si è tolto la giacca?-
-Non me lo chiedere, è da tanto che lo conosco, ma non sono ancora riuscito a capire da dove le tiri fuori ste trovate!- gli rispose sconsolato il biondo
-Bene signori è stato un piacere avervi conosciuto, ora fratelli Elric sarà meglio andare a iscriverci, il colonnello e gli altri ci staranno aspettando- disse il Maggiore rimettendosi la giacca
-Sarà meglio si, ci vediamo ragazzi!- salutò Ed
-Arrivederci- disse inchinandosi Al
Appena si furono allontanati Kagome disse -Che tipi strani…-
-Però simpatici- aggiunse Sango
Miroku si rivolse al mezzo demone -Che ti prende Inuyasha?-
Il ragazzo era cupo in volto -Niente è solo che…-
-Che?- lo incoraggiò Miroku
-Quel ragazzo in armatura, Alphonse… ho percepito il suo odore ed è strano…-
I suoi compagni lo guardarono strano
-Era un misto di ferro e sangue secco… insomma quello che voglio dire è che non avvertivo in lui alcun tipo di odore che caratterizza gli esseri umani!-
Gli altri rimasero basiti di fronte a quella rivelazione:
-E… e che significa…?-
-Non lo so, non so che dire-
-Beh ci penseremo al tempo, adesso andiamo a cercare un alloggio, tanto dovremo stare qui per un po’-

Intanto alle porte della città un folto gruppo di persone fece il suo ingresso, preceduti da due strani figuri
-Si, grazie alla forza della giovinezza siamo riusciti a raggiungere il nostro obbiettivo!- gridò un uomo sulla trentina vestito interamente di verde, con delle enormi sopraciglia nere  
-Avete assolutamente ragione Gai-sensei!- gli fece eco un ragazzino che sembrava la sua copia sputata
-Certo Lee, certo! Trema Tsuchigaki sono arrivati i tuoi conquistatori!-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Grande Torneo ha inizio! ***


jh Eccomi qui con il secondo capitolo ragazzi/e scusate il ritardo! XD


IL GRANDE TORNEO


-Si, grazie alla forza della giovinezza siamo riusciti a raggiungere il nostro obbiettivo!- gridò un uomo sulla trentina vestito interamente di verde, con delle enormi sopraciglia nere  
-Avete assolutamente ragione Gai-sensei!- gli fece eco un ragazzino che sembrava la sua copia sputata
-Certo Lee, certo! Trema Tsuchigaki sono arrivati i tuoi conquistatori!-
Poco dietro di loro, entrarono in città anche i membri restanti del gruppo.
Era composto pressoché da ragazzi e ragazze sui tredici-quattordici anni più due adulti, un uomo alto con un’ispida barba nera che gli arrivava fino alle basette e una sigaretta in bocca, e una donna; i suoi occhi erano rossi vermigli e incredibilmente profondi mentre in contrasto i capelli erano neri come la pece.
Un particolare legava ognuno di loro: il coprifronte dei ninja di Konoha!
-Scusi Asuma-sensei, mi spiega perché dovevamo proprio fare la strada con loro?- disse a bassa voce un ragazzo dall’aria perennemente svogliata e con i capelli legati in una coda
-Perché appunto- incominciò a dire il fumatore -facevamo la stessa strada e poi Kurenai me l’avrebbe fatta pagare se l’avessi lasciata sola con Gai…-
-Che seccatura-
-Eddai Shikamaru in fondo sono simpatici- disse un ragazzo grassoccio intento a mangiar patatine
-Forse non hai capito Choji… a me non me ne frega niente, tanto non li ascolto, è solo che Ino mi sfrutta come valvola di sfogo e…-
-Shikamaru! Ma ti sembra possibile andare in giro con quei due?!- gli gridò negli orecchi la ragazza interpellata
-Ecco appunto…-
A poca distanza anche altri si stavano lamentando
-Ma perché il sensei e Rock Lee devono sempre essere così esagitati?- chiese sconsolata una ragazza mora con i capelli a chignon
-Ho smesso ormai da tempo di domandarmelo…- le rispose afflitto il compagno di squadra i cui occhi erano stranamente bianchi
-Hyuga , Tenten, non vi preoccupate, noi del gruppo 8 vi siamo vicini spiritualmente- disse un ragazzo vestito con un giaccone e un cucciolo di cane bianco in testa, posandogli una mano sulla spalla
-Inuzuka non riesco a capire se stai dicendo sul serio o mi stai prendendo per il…-
La frase di Neji Hyuga venne troncata da un altro grido euforico di Gai –Ah-a non vedo Kakashi e i suoi quindi significa che li abbiamo distanziati di un bel po’! Il Team Gai è sempre il migliore!- detto ciò si mise a ridere come un ossesso
-A dir il vero poco fa è arrivato Pakkun, il cane-ninja di Kakashi, per avvisarci che sono già arrivati e che dobbiamo dirigerci verso la parte orientale della città; li ci sono abitazioni che vengono concesse ai partecipanti al torneo dagli organizzatori- disse la donna chiamata Kurenai
-Sarà meglio muoverci allora- propose Asuma gettando via il mozzicone di sigaretta e accendendosene un’altra
Ma Gai non li stava più ascoltando: era talmente afflitto per la notizia che si gettò al suolo disperandosi senza alcun ritegno. Rock Lee dal canto suo gli dava appoggio imitandolo.
-Ehi Hyuga che intenzioni avete per quei due?- chiese un ragazzo con indosso degli occhiali neri scuri
-Non facciamo niente Aburame, li lasciamo qui e quando avranno finito ci seguiranno- gli rispose semplicemente
-M-ma non è scorretto, Neji-san?- chiese una ragazza con gli stessi occhi dello Hyuga ma dai capelli color indaco
-Assolutamente no, Hinata-sama. Anche perché ora come ora non ascolterebbero niente e nessuno- detto ciò il freddo ragazzo si incamminò con gli altri.

-Avanti Naruto datti una mossa!-
-Ma Sakura-chan guarda che mi sto portando da solo Sasuke sulle spalle e non è un peso piuma, te lo garantisco!-   
-Tsk, non ti sei fatto niente durante lo scontro con Sesshomaru, quindi mi pare che un minimo di sforzo lo debba fare!-
-Fortuna che abbiamo incontrato Pakkun se no col cavolo che trovavamo Kakashi-sensei!-
Intanto che discutevamo, i due genin della foglia entrarono nel residence che gli era stato indicato: era una costruzione enorme. Decine di villette una affiancata all’altra si aprivano davanti ai loro occhi.
Numerosi inoltre erano i campi adibiti agli allenamenti dei partecipanti, che però in quel momento erano vuoti, essendo da poco iniziata l’ora del pranzo.
Affascinati da quel luogo, si incamminarono verso l’interno della struttura per cercare la propria sistemazione.
Passando di fianco ad una siepe sentirono delle strane voci
-Ah-a marimo, è tutto qui quello che sai fare?-
-Ti accontento subito cuoco da strapazzo… Le Trentasei Passioni Demoniache della Fenice!!!-
A neanche mezzo metro di fronte a loro, una buona parte della siepe venne tranciata da qualcosa che sembrava una raffica di vento.
Per lo spavento i due ninja con Sasuke in spalle caddero pesantemente all’indietro.
-Zoro! Sanji! Ma siete scemi o soltanto idioti ?! E se ci fosse stato qualcuno?! Siete degli incoscienti!- urlò una voce femminile
-Ma Nami cara che centro io scusa?-  
-E datti una calmata… e poi se ci fosse stato qualcuno avremmo sentito qualcosa, no?-
-Dai Chopper, Usop andiamo a controllare- disse una terza voce
Quest’ultimi fecero capolino da dietro ciò che rimaneva della siepe e vi trovarono Sakura e Naruto ancora sconcertati
-Ehi Zoro non li hai colpiti ma ci mancava poco… ragazzi come state, tutto bene?-
Sakura alzò lo sguardo per osservare con chi stava parlando: il primo era un moro di circa diciassette anni vestito con una maglia rossa, dei jeans, e un cappello di paglia in testa,  il secondo aveva i capelli ricci e neri, ma la sua attenzione si concentrò sul suo naso assurdamente lungo. Mentre il terzo invece…
-Ah!!! Ma uno è ferito!!! Chiamate un dottore, un dottore!!!-
-Scemo sei tu il dottore!- lo rimproverò il nasuto
-Già è vero, me ne  sono dimenticato!-
…un procione?
La piccola creatura si avvicinò al corpo inerme del moro per accertarsi delle sue condizioni
-Non ti preoccupare, anche se non sembra Chopper è molto esperto di medicina- incominciò a dire il ragazzo col cappello -piacere io sono Rufy, mentre lui con il nasone è Usop, voi chi siete?-
Ancora un po’ sconcertati i due ragazzi risposero
-Sakura Haruno-
-Naruto Uzumaki… scusa ma che cosa sei tu di preciso?- domandò il biondo al dottore
-Come sarebbe a dire che cosa sono? Sono una renna, non vedi le corna?- urlò arrabbiato il povero Chopper
-Ehi Sanji quanto ci metti a preparare qualcosa? Ho fame!-
-Ancora una decina di minuti ed è pronto… se testa di marimo non avesse rotto, potevo anche finire prima però!
-Sta zitto biondino-
-Sentite se volete fermarvi, non c’è alcun problema tanto Chopper ci metterà un po’ a curare il vostro amico, quindi… che ne dite?- domandò Usop
Sakura non sapeva che fare, li avevano appena conosciuti e anche se sembravano brave persone non le sembrava la cosa giusta da fare…
-Accettiamo con piacere!- esclamò Naruto allegro  
-Ma Naruto dobbiamo cercare Kakashi-sensei e…-
-Ma lo cercheremo dopo Sakura-chan, andiamo su!-

-Squisito! Veramente buono!- disse Rufy divorando letteralmente la sua porzione di spiedini di carne
-Davvero ti sei superato Sanji!- gli fecero eco gli altri
-Modestamente… e voi due cosa ne pensate, ragazzi?-
Sakura anche se non aveva più fame aveva deciso di assaggiarli e doveva ammettere che erano veramente buoni
-Ottimi, davvero- gli rispose
-Addirittura meglio di una ciotola di Ramen!- aggiunse tra un morso e l’altro Naruto
Sanji rimase sconcertato di fronte a quella affermazione e la rosa notandolo intervenne
-Prendilo come un complimento, non ti preoccupare! Questo qui si ciba quasi esclusivamente di ramen e posso giurarti che è raro che ammetta di trovare qualsiasi altra cosa più buona!-
Sanji sorrise soddisfatto
-Naruto, Sakura! Tutto a posto! Ho finito di curare Sasuke. Gli ho somministrato un calmante e ora sta riposando sulla branda-
-Grazie davvero Chopper- disse riconoscente Sakura
-Dimmi un po’ cervo ma che aveva di preciso non sembrava così grave dopo tutto?- gli chiese il biondo
-Ti ho detto che sono una renna! Comunque aveva una leggera ferita sul petto circondato da una strana ustione… era leggera anch’essa ma aveva una forma strana… come un colpo di frustra-
Chopper aveva centrato il bersaglio: alla ragazza tornarono in mente le scene vissute quasi un ora prima
-È stato attaccato da qualcuno, vero?- chiese un donna dai capelli corvini
Era molto bella e aveva un non so che di misterioso. I suoi occhi erano profondi e mostravano intelligenza.
-Cosa te lo fa pensare?-
-Beh, il fatto che voi non sapeste che cosa avesse di preciso significa non siete stati voi a procurargli quella ferita… sarebbe stato sensato d'altronde siete ninja, durante un allenamento può accadere di tutto… considerando che non può essere una malattia, se no sareste andati al primo ospedale per accertamenti… quindi avanti chi è stato?-
La donna era stata fin troppo lapidaria e sicura di se nel suo ragionamento, era inutile mentire
-È stato Sesshomaru, uno inu-yokai che partecipa al torneo… lo abbiamo sfidato e durante la zuffa Sasuke è rimasto ferito…-
-Uno inu-yokai? Cioè un demone-cane?-
-Esatto-
-Non credevo che partecipassero anche loro- disse curiosa la corvina
Uno strano rumore fece girare incuriositi i due ninja: Usop, Chopper e Nami stavano tremando come foglie e il suono delle loro ginocchia e dei loro denti stava aumentando a vista d’occhio
-U-un d-d-demone al t-torneo…?- balbettò Chopper
-Ma siamo matti! Io mi ritiro!-
-Sto per aver una attacco di mi-ritiro-perché-non-ho-alcuna-intenzione-di-farmi-divorare!- concluse Usop toccandosi lo stomaco
-Maddai che paura avete? Credo che sarà interessante invece!- disse Rufy
-Concordo- gli fece eco la donna di nome Nico Robin
-Facile per voi parlare!- urlarono in coro Usop e Nami -Voi avete i poteri del Frutto del Diavolo, noi siamo persone normali!-
-Frutti del Diavolo?- domandò Sakura
-Che roba è?- continuò Naruto mentre continuava il pasto
-Non sapete cosa sono i frutti de diavolo?- chiese stupito Sanji
I due genin fecero cenno di diniego
-Beh in parole povere sono degli strani frutti che conferiscono straordinari poteri a chi li mangia- incominciò a dire Nami
-Davvero incredibile- disse Sakura
-Ne esistono di tre tipi: Rogia, Paramisha e Zoo-zoo; i primi dotano il possessore di mutare il proprio corpo in elemento naturale dal fuoco al ghiaccio dal fumo alla sabbia… e tra essi vi sono quelli considerati più potenti; i secondi dotano il corpo del possessore di particolari abilità…-
-Del tipo?- chiese Naruto che non ci stava capendo molto
Prima che Sanji potesse proferir parola Nico Robin fece un lieve gesto con la mano e due braccia comparvero dalla pancia di Naruto per poi scomparire subito dopo
-Forte!- esclamò entusiasta il biondo
-Sono i poteri del frutto Fior-Fior che mi permettono di far sbocciare dovunque, come fiori, ogni parte del mio corpo- spiegò la donna
-Gli Zoo-zoo infine permettono di trasformarsi in animali come lupi, falchi, cani, giraffe…- a quella parola Zoro accennò un ghigno divertito -…sono gli unici inoltre che influenzano la forza muscolare-
Naruto sgranò gli occhi come se avesse un illuminazione e si volto verso Chopper
-Ah! Ho capito allora anche tu daino sei un fruttato!- esclamò soddisfatto
-Ti ho detto che sono una renna!- e mentre glielo diceva si trasformò sotto i suoi occhi
-EH? Ma sei un gorilla!- gridò Naruto spaventatissimo
Chopper era passato alla sua forma Haevy Point: assunse lineamenti più umani ed era effettivamente enorme.
-Chopper ha mangiato il frutto Homo-Homo e da normale renna ha acquisito  le sembianze di un essere umano- spiegò Usop
-Davvero  incredibile; certo deve essere stupendo possedere tali poteri…-disse il biondo
-Beh i frutti del diavolo sono molto rari e poi portano anche degli spiacevoli effetti secondari…-
-Del tipo?- chiese Sakura
-Questo non te lo possiamo dire, non vogliamo mica avvantaggiarvi… dopo tutto partecipiamo anche noi al torneo, no?- le rispose
Naruto scarnificò l’ultimo spiedino e appoggiò il piatto sul tavolino di fianco a lui
-Ehi Sakura sarà meglio andare adesso. Kakashi-sensei sarà preoccupato di non vederci arrivare-
La ragazza annuì ed entrambi si diressero verso l’uscita del giardino, dopo che il biondo si fosse caricato Sasuke sulle spalle; il moro dormiva ancora ma aveva un volto più sereno rispetto a prima, segno che stava meglio.
-Sicuri di non volere una mano? Vi accompagniamo noi se volete- disse Rufy
-No grazie, non dovete disturbarvi anzi grazie ancora per il cibo-
-Di niente- rispose Sanji -allora ci vediamo al torneo-    
-Ah senti Rufy…- incominciò Naruto
-Si, che c’è?-
-Spero proprio di affrontarti nel torneo… mi sembri un tipo forte e voglio vedere di cosa sei capace-
Il ragazzo dal cappello di paglia sorrise -Stai attento però perché io sono davvero forte!-
Si salutarono e i ragazzi rimasero ad osservarli finché non scomparvero alla vista
-Simpatici non  trovate?- disse Rufy
-Sicuro sono bravi ragazzi- confermò Nami
-Certo che però essere ninja alla loro età deve essere una roba fuori dal comune- disse leggermente stupito Usop
-Ho letto da qualche parte che in alcuni paesi i ragazzi vengono addestrati fin da piccoli nelle arti ninja… ci sono stati casi anche di piccoli geni che a sei anni si sono diplomati- spiegò esauriente Nico Robin
-Pazzesco- aggiunse il cuoco semplicemente
-Scusate la domanda…- accennò sbadigliando Zoro -ma qualcuno gli ha detto che siamo dei pericolosi pirati ricercati dalla marina?-
Il silenzio sprofondò nel giardino. Venne rotto da Rufy afferrando un altro piatto di spiedini: -Prima o poi lo scopriranno per il momento non facciamoci problemi-
-Già- gli fece eco la navigatrice- tanto per una volta la legge è dalla nostra-


Ore 16 del pomeriggio. “Tsuchigaki Colosium” sede degli scontri del torneo. Arena.
-Signori partecipanti! Attenzione prego!-
Era stato un uomo a parlare. Vestiva un lungo abito bianco con frange rosse.
Ognuno dei partecipanti, molto più di un centinaio, si voltò verso di lui e si apprestarono ad ascoltare le sue parole.
-Benvenuti all’annuale torneo del continente di Seppou. Poiché quest’anno i partecipanti sono altamente numerosi verranno indette delle eliminatorie: esse saranno eseguite nei vari stadi minori della città e ognuna avrà regole proprie, per esempio lo scontro totale ove tutti i partecipanti dovranno scontrarsi tra loro finché non ne resterà in piedi solo uno, oppure verranno compiute a gruppi per farne passare di più, sarà il caso a scegliere-
Detto ciò mostrò loro una scatola -Ecco estraete un biglietto: esso indicherà voi a che stadio dovrete recarvi. Non pensate che ciò sia ingiusto, al torneo alla fine devono partecipare non solo quelli forti ma anche coloro che sanno sfruttare le situazione in base alla propria virtù… chissà che invece non vi favorisca…-
Ogni partecipante si avvicinò all’uomo e tutti estrassero il proprio biglietto
-Una volta terminate le eliminatorie vi recherete di nuovo qui, per ricevere nuove informazioni-
- Quell’uomo parla troppo per enigmi - disse Naruto
-Beh in fondo a ragione l’uomo deve saper usare anche la testa e le proprie capacità oltre che la forza- gli rispose Neji
-Ma non eri proprio tu che dicevi il contrario, un tempo?- gli chiese stupito il biondo
-La gente cambia… ci vediamo dopo Naruto-

-Si! Ma chi sono? Chi sono?-
-Sei una testa quadra ecco cosa sei!-
Naruto era troppo entusiasta, non fece neanche troppo caso alle parole del suo amico moro
-Che bello però siamo passati tutti e tre!- disse Sakura rivolgendosi più a Sasuke che al biondo
-Beh non erano poi così forti… anche se devo dire che mi hai stupito Sakura da quando hai acquisito quelle tecniche?- chiese Sasuke
-Ecco… avevo chiesto alla Godaime di insegnarmi qualche tecnica che mi fosse utile per il torneo e le sto ancora perfezionando-
Era ormai sera e i tre genin si stavano recando al colosseo che era interamente illuminato. Entrarono nell’arena e videro che già circa una quarantina di persone.
Guardandosi intorno scoprirono che i gruppi di Gai e Kurenai avevano passato le eliminatorie, ma qualcosa colpì la loro attenzione
-Ehi Rufy!- gridò Naruto
Il gruppetto di pirati si voltò a quel richiamo e salutarono i ninja
-Ah allora ce l’avete fatta!-
-Perché ne dubitavate?-
-Scusate ragazzi chi sarebbero questi?- chiese Sasuke
-Ah già tu stavi ronfando alla grande quando li abbiamo incontrati! Sono coloro che ti hanno soccorso!-
Sasuke li osservò -Vi ringrazio… vi devo un favore- lo disse con tono assente. Stava scrutando ogni parte dell’arena come se cercasse qualcuno
-Ehi fratello che hai? Sembri agitato?- disse uno dei pirati
Sakura e Naruto non lo conoscevano e non ci avevano fatto caso all’inizio. Era molto alto e grosso, il suo aspetto era assurdo. Ciuffo azzurro sparato in aria, occhiali da sole anche se era ormai già buio e vestiva appena una maglietta hawaiana e un slip da bagno. Inoltre le sue braccia erano sproporzionate come grandezza
-E tu chi sei scusa?-
-Io sono Franky il carpentiere della ciurma di cappello di paglia-
-Ah perché siete dei marinai?- chiese il biondo stupito
-Si una specie-
Sasuke non stava seguendo la conservazione continuando a guardare ogni angolo dell’arena
-Niente non c’è- disse stizzito
-Stai cercando Sesshomaru, non è così?- gli chiese Zoro
Il moro lo osservò strabiliato -Cosa sai di lui?-
-Niente di che, solo che è estremamente forte…dopo il mio scontro passai di fianco allo stadio dove stava avvenendo un eliminatoria “scontro totale” e lo vidi: era contro una ventina di partecipanti e li mise tutti quanti K.O. con il solo braccio destro… un vero tosto-
- È lui il mio obbiettivo-
-Sei ambizioso ragazzo-
Nami accennò una risata –Sapete che vi assomigliate voi due? -
-Cosa?- esclamò scandalizzato Sasuke -io assomiglierei a questo vecchiaccio?-
-Come vecchiaccio? Io ho appena diciotto anni!-
-Cavolo li porti malissimo!-
-Ma stai zitto pulcino di corvo!-
-Vecchio marimo!-
I due si guardarono in cagnesco mentre tutta la compagnia moriva dalle risate.
-Che cos’è?- gridò qualcuno
Tutti voltarono gli occhi verso l’alto e videro: un globo luminoso bianco brillava su un cielo buio come la pece.
-Attenti! Sta venendo verso di noi!-
Tutti scapparono verso le pareti dell’arena e il globo si schiantò sul terreno.
Calata la polvere ognuno poté vedere che cosa o, per meglio dire, chi avesse fatto ciò: Sesshomaru,  principe degli inu-yokai.
-Certo che quel tipo- disse Nico Robin con una certa ammirazione -sa come entrare in scena-



Chiedo scusa ho dovuto modificare il testo poiché era piuttosto impreciso in alcuni punti… chiedo venia ma l’avevo postata alle due di notte XD

Red Diablo: thank you ! Me lo hai chiesto e io ti ho accontentata!

nueblackcrowfriend: grazie grazie veramente!

Hoshimi: tu sei la prima che mi ha recensito spero che continuerai a seguire Great Battle

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La cerimonia di presentazione e l'assegnazione dei turni ***


hgmh Chiedo scusa ho dovuto modificare il testo poiché era piuttosto impreciso in alcuni punti… chiedo venia ma l’avevo postata alle due di notte XD

Red Diablo: thank you ! Me lo hai chiesto e io ti ho accontentata!

nueblackcrowfriend: grazie grazie veramente!

Hoshimi: tu sei la prima che mi ha recensito spero che continuerai a seguire Great Battle


LA  CERIMONIA DI PRESENTAZIONE  E L’ASSEGNAZIONE DEI TURNI


-Chi diavolo è quel tipo?!-
Edward Elric era sconcertato per quello che era appena successo.  Non riusciva a crederci, come era possibile che un essere umano avesse fatto una cosa del genere? E per di più non aveva percepito alcun cerchio alchemico o un qualcosa che fosse riconducibile ad esso! Inoltre era certo che nella zona in cui si trovava non fosse conosciuta l’alchimia.
Allora cosa diavolo era successo?
“Troppi misteri… anche durante le eliminatorie quella ragazza…”
-Fratellone posso capire che tu sia rimasto impressionato dalla forza di quel tipo ma… MI FARESTI IL FAVORE DI LEVARTI DI DOSSO!?-
-Waaaah! Scusami Al!-
L’onda d’urto precedente aveva scagliato via i due fratelli facendoli andare a sbattere contro le pareti di pietra del colosseo; fortunatamente l’armatura di Alphonse aveva attutito la caduta…
-Accidenti fratellone… la corazza è piena di graffi, mi sarei dovuto far dare dell’olio lubrificante da Winry…-
-Beh io che ti devo dire? Quella non è potuta venire e per questo devo stare più attento del solito… piuttosto hai visto che gran casino ha fatto quello? Mi domando come ci sia riuscito…-
-Sesshomaru è un demone e ha sfruttato i poteri della sua razza… in altre parole è il tipo di avversario da cui stare alla larga!- disse una voce alle loro spalle
I due fratelli si voltarono -Ma guarda, la ragazza di questo pomeriggio… Kagome giusto?-
-Esatto mentre voi due siete Edward e Alphonse-
-Già… scusa cosa intendevi prima con demone?- chiese Al
-Beh immagino che sappiate che cos’è un demone…-
-Certo- rispose sarcastico Ed -il demone è un essere mostruoso, per lo più antropomorfo che mangia i bambini cattivi che non vanno a letto o non vogliono mangiare i broccoli…-
Kagome lo guardò allibita
-Fratellone ma devi sempre comportarti così? Scusalo è solo che risulta un po’ difficile crederti… insomma il demone fa parte del mondo del fantastico come la magia, le favole… o mi sbaglio?-
- Anch’io lo credevo all’inizio… poi però quando vieni catapultato in mondo che non è il tuo e con un millepiedi gigante che ti insegue e ti vuole divorare,cambi idea in fretta, te l’assicuro-
I due fratelli rimasero basiti da quell’affermazione
-Aspetta mi stai dicendo che un millepiedi ti ha inseguito e ti voleva divorare? Ma dai ti sarai sbagliata, sarà stato un animale troppo cresciuto…- tentò di dire il biondo
-Edward non si tratta solo di quello, anche altri casi che io visto direttamente con i miei occhi, cose assolutamente pazzesche come…-
Gli occhi di Kagome si fecero tristi e il tono della voce si fece basso e grave, e le parole divennero quasi impercettibili
-Che cosa ti succede Kagome? Sei diventata triste all’improvviso…?- le chiese Al preoccupato
-Continua a parlare dai…- le fece Ed
Anche se non si trovava d’accordo con quella ragazza era piacevole la sua voce e ora che si era fatta triste gli dava uno strano senso di malinconia… non sapeva spiegarselo
-…come veder resuscitare i morti…-
Il silenzio cadde sui tre
I fratelli sgranarono gli occhi a quelle parole. O almeno agli occhi della ragazza solo Ed lo fece.
-Che cosa stai dicendo? Non si possono riportare in vita i morti è contro le nostre forze! Anche la scienza ha fallito su ciò… è impossibile!-
Edward abbassò lo sguardo come se non volesse mostrare il proprio viso alla ragazza e serrò i pugni; stava a stento trattenendo la rabbia
-La scienza…?- Kagome non capiva questo improvviso cambiamento
-Ecco…- incominciò titubante Alphonse -devi sapere che noi…-
-TACI AL!!!- urlò Edward con tutto il fiato che aveva in corpo
A quel gridò non pochi si voltarono per vedere che cosa stava accadendo. Al e Kagome erano quasi spaventati da quella sfuriata.
Edward respirò piano e poi fece cenno a quelli che si erano voltati, come per dire che aveva alzato solo troppo la voce e di non preoccuparsi; abbozzò un sorriso come se niente fosse accaduto.
-Vi chiedo scusa, ho esagerato, non volevo spaventarvi, scusatemi…-
-No scusami tu che mi sono messa a parlare di cose tanto tetre… comunque Ed anche io affrontavo le cose sempre e solo in maniera razionale, ma mi sono resa conto che in questo mondo non tutto può essere spiegato con la ragione o la logica…-
-Come fai ad esserne così certa?- le chiese
Kagome abbozzò un sorrisetto divertito -Non te lo dico… ognuno hai suoi segreti!-
Edward stava per ribattere seccato quando vide avvicinarsi i compagni della ragazza
-Ehi Kagome questo piccolo urlatore ti sta dando fastidio?- disse con fare arrogante Inuyasha
-A chi hai detto minuscolo granello di sabbia?!?!- gridò Ed furibondo
I biondo si stava per avventare su di lui quando Kagome disse arrabbiata -Inuyasha a cuccia!-
Il povero mezzo demone si schiantò al suolo sotto lo sguardo rassegnato di Miroku, Sango e Shippo
-Kagome, maledetta… che diavolo fai?- disse il ragazzo irato
-Non si offendono così le persone appena conosciute, ricordatelo!-
L’enorme armatura che era Alphonse si abbassò sulle ginocchia come per osservare meglio il “fenomeno” che era appena capitato
-Uhm… Kagome ti riferivi a questo, quando parlavi di ciò che non si può spiegare con la ragione?- disse toccando con la mano ferrosa la strana collana che si era illuminata
-Beh si, si può dire di si!-
-Ma si può sapere chi sei tu in realtà, cavolo mi stai smontando di tutte le mie certezze, a momenti!- disse il biondo stupito di quello che aveva visto
-Sono una sacerdotessa con relativi poteri spirituali, eccetera…- disse Kagome donandogli un sorriso radioso
-Ah!- Ed si fermò a pensare; poi mentre guardava il mezzo demone rialzarsi sul suo volto si dipinse un sorriso malvagio e si voltò di nuovo verso Kagome -Senti quindi quella collana reagisce alla tua voce facendo cadere… ehm…-
-Inuyasha- concluse la ragazza   
-Ecco… ogni volta che vuoi o solo in casi particolari?-
-No, solo quando pronuncio “a cuccia”…-
Il povero hanyo cadde di nuovo a terra con un gemito di dolore imprecando in malo modo contro i suoi persecutori
-Inuyasha scusa mi dispiace- disse Kagome sinceramente dispiaciuta mentre il biondo se la rideva di gusto.
Venne interrotto da un sberla alla nuca da parte di suo fratello minore.
-Ahia Al, ma sei scemo?-
-Tu piuttosto sei scemo fratellone-
Il biondo stava per controbattere, quando sentì uno squillo di trombe dal centro dell’arena: l’uomo bianco vestito era tornato.
-Ora che tutti i partecipanti rimasti sono giunti possiamo incominciare. Innanzitutto complimenti per tutti coloro che hanno passato le eliminatorie, dai quasi duecento iniziali siete rimasti in una quarantina. Ciò vi fa onore… ora vi esporrò le principali regole di questo torneo-
-I partecipanti possono usufruire oltre alle tecniche marziali anche delle armi bianche, quelle da sparo sono vietate, è vietato uccidere, colpire i punti vitali di un individuo, infierire prima dell’inizio ufficiale dell’incontro o dopo la fine di esso, l’uso di veleni mortali o sonniferi, sono permesse sostanze leggermente intorpidenti.
Ah dimenticavo… i signori spadaccini sono pregati di non amputare parti del corpo come braccia o gambe dell’avversario volutamente potrebbero ricevere dure ripercussioni… non mene vogliano ma il vero valore di uno spadaccino si può vedere anche nelle sue capacità di rendere inoffensivo l’avversario senza il bisogno di farlo fuori…-
Ascoltando quel tipo a Zoro tornò in mente il suo primo scontro con Drakul “Occhi di falco” Mihawk.
-Bene ora si organizzeranno gli incontri per il primo turno del torneo di domani… avvicinatevi e prendete il numero da questa cassetta che c’è di fianco a me …-
Intanto che i partecipanti si misero per la seconda volta in fila l’uomo continuò a parlare
-Gli abbinamenti saranno compiuti in base all’ordine numerico ed esso determinerà non solo il vostro avversario ma anche la posizione del vostro scontro… il torneo avrà inizio domani alle nove e mezzo di mattina quindi vi consiglio di dormire stanotte… e buona fortuna- disse concludendo
Arrivò il turno di Edward e lesse che numero aveva estratto: l’uno.
“Quindi sarò il primo… accidenti proprio a me doveva capitare?”
Cercò di raggiungere Kagome e gli altri per farglielo sapere.
Li ritrovò un po’ discosti dalla fila di persone
-Ehi Kagome come è andata?-
-Cavolo Edward ho avuto sfortuna guarda- e gli mostrò il numero: il due.
Edward Elric rimase senza parole
-A te invece com’è andata? Hai una faccia stana…-
Il biondo le mostrò il numero. La mora rimase impietrita.
-Ehhhhhhhhhhhhhhh?!?!- gridarono all’unisono 


Allora piaciuta? Ci siete rimasti un pochino, vero? XD
Fatemi sapere che ne pensate!


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'alchimista e la sacerdotessa ***


hgmh
Chiedo umilmente venia e perdono per la lunga attesa da voi “patita” per questo capitolo… spero che non restiate delusi XD


L’ALCHIMISTA E LA SACERDOTESSA


Ore cinque e mezza del mattino. In uno dei residence adibiti ai partecipanti al torneo. Edward Elric non riusciva a prendere sonno.
Si era svegliato di colpo come se tutto il sonno e la fatica che aveva accumulato nel corso della giornata gli fossero stati risucchiati via; è incredibilmente frustante, continuare a rigirarsi nel letto, specialmente quando si ha troppi pensieri per la testa a cui non si vorrebbe pensare.
Nel suo continuo movimento vide che Alphonse non era ancora tornato; certo che per lui la mancanza di sonno non era un problema: lui non aveva bisogno di dormire.
Quei pensieri invece che distrarlo e conciliargli il sonno, non fecero altro che intristirlo e procurargli delle fitte al cuore… delle fitte di cui solo lui era l’autore e il responsabile.
Guardò fuori dalla finestra e vide che il cielo stava incominciando a schiarirsi. Gli occhi allora caddero inesorabili sull’orologio a muro che c’era vicino alla finestra…
“Mancano quattro ore al mio primo incontro…” pensò il giovane
Ecco. Neanche a farlo apposta i suoi tormenti tornarono a formarsi nella sua mente
“Accidenti… ma proprio tra tutti gli stramaledettissimi biglietti che c’erano in quella ancor più schifosa cassetta proprio quello avversario a Kagome dovevo pescare?… Cioè, c’è un limite anche al conteggio delle probabilità… fosse stata qualsiasi altra persona… qualunque… anche quel tizio spaventoso di ieri sera, anche Al, mi sarebbero andati bene… non posso permettermi di perdere… la risposta alle nostre ricerche è a portata di mano… ma non voglio neanche mettere a rischio quella ragazza… ha un potere particolare e dovrò impegnarmi, l’ ho visto in azione anche nelle eliminatorie… non voglio farle del male… che diavolo devo fare?…”
Si fregò il viso con le mani per togliersi l’ultima ombra di sonno rimastogli, si vestì in fretta e si diresse fuori dalla sua stanza.
L’aria leggermente fresca della mattina fu un toccasana per il biondo che si sentì rinvigorito; decise di fare una passeggiata per le vie deserte della città.
Il silenzio lo aiutava a pensare, ma al contempo lo rilassava.
“Insomma, pensandoci bene… ma perché me la prendo tanto? Perché mi faccio tanti giri mentali che farebbero venire il mal di testa a una persona normale, perché mi faccio tanti problemi?… Per Kagome poi… si certo siamo “amici” ma neanche così stretti…anzi non so se si possa neanche definire amicizia la nostra… lo conosciuta da meno di un giorno… io ho i miei obbiettivi da raggiungere e anche lei li avrà… ma effettivamente che cos’è Kagome per me?… perché ci sono rimasto così male appena ho saputo di combattere con lei?… Ach, che casino assurdo!…” 
Senza accorgersene attraversò numerose vie del centro, e si ritrovò nella zona settentrionale, quella prevalentemente turistica; lo era per la presenza di una collina, dalla cui cima si poteva godere della vista panoramica di tutta la città.
Edward imboccò la strada che portava alla terrazza panoramica, volendo allungare ancora un po’ il percorso.
Raggiunse la cima in una decina di minuti.
Era sempre stato un gran camminatore, fin da bambino.
Arrivato alla sommità si accorse però di non essere solo.
C’era già qualcuno, seduto su un masso.
Era una ragazza dai lunghi capelli neri, con la testa tra le mani e i gomiti poggiati sulle gambe; si poteva pensare che osservasse il paesaggio, ma in realtà i suoi occhi mostravano una totale concentrazione su altri pensieri.
-Kagome…- pronunciò sottovoce il biondo
Il ragazzo si avvicinò lentamente, come se in realtà non volesse arrivare a lei.
Kagome percepì i passi e si voltò di scatto
-Ciao…- proruppe il biondo
-Ciao… sei venuto a spiare le mosse del tuo avversario?-  domandò sorridendo la ragazza
Edward accennò un sorriso; non sapeva che fare: era una situazione abbastanza imbarazzante.
-Senti… già che ci siamo… volevo chiederti… come va?-
La ragazza lo guardò stupita -In che senso?-
-Beh il fatto che una persona sia sveglia alle sei di mattina può portare a due conclusioni logiche: o soffre di insonnia oppure ha qualcosa che la turba…- spiegò il ragazzo
-Potrei rigirarti la domanda…-
-Beh io sto benissimo… è solo che dormo relativamente poco e ne ho approfittato per farmi un giro…-mentì il biondo .-Tu invece?-
-Sono tesa per l’incontro… tipo panico da palcoscenico, hai presente? Ci saranno centinaia di persone in quello stadio e ho paura di fare una figura del cavolo…- gli spiegò semplicemente la ragazza ritornando poi ad osservare la città che pian piano si stava risvegliando.
Edward la osservava in silenzio. Doveva tentare di spiegarle la situazione… impedirle in qualche modo di partecipare… impedirle di rischiare di farsi male…
E così prese la sua decisione.
-Kagome ascoltami…- disse assumendo un aria seria
La ragazza si voltò.
-… dovresti ritirarti dal torneo-
Silenzio. Un assordante silenzio calò tra i due.
-Ma che stai dicendo Ed?-
-Ti sto dicendo la verità… è meglio per te se molli l’incontro e lasci perdere il torneo e qualsiasi obbiettivo ti sia posta… è la cosa migliore credimi…-
La ragazza lo guardò esterrefatta -Ma perché…?-
-Perché sei debole. Rischi grosso contro di me e non lo sto dicendo per intimorirti o perché confido troppo nelle mie capacità, ma perché è la verità… ti ho osservato nelle eliminatorie e posso dirti le hai passate per pura fortuna… sei capitata nello stesso girone di Inuyasha, in una modalità di gioco che permetteva il passaggio per due soli partecipanti… inoltre, anche se ammetto di non capirne molto, ho intuito che non sai ancora usare al meglio i tuoi poteri… in queste condizioni non dureresti un secondo e anche se…- qui Edward si interruppe -… e anche se riuscissi a passare il primo turno potresti incontrare qualcuno con molti meno scrupoli di me…-
Cadde di nuovo il silenzio.
Kagome era sconcertata e non riusciva a trovare le parole per ribattere. Il biondo si voltò e incominciò ad allontanarsi; anche se si stava maledicendo interiormente per tutto ciò che aveva detto, continuò a parlare
-Io ti ho detto quello che pensavo… ma se deciderai comunque di sfidarmi non mi farò più scrupoli… ho anch’io un obbiettivo e anche molto importante… ti lascio ancora il tempo rimasto per riflettere… spero che tu prenda la decisione giusta-
Kagome lo guardò allontanarsi; voleva fermarlo, gridargli di aspettare, ma le parole le morirono in gola.

-Avanti Kakashi-sensei sbrighiamoci!-
Il gruppo al completo dei ninja di Konhoa si diresse verso il Colosium, ore nove e un quarto del mattino.
Quindici minuti all’inizio del torneo.
Procedendo per le strade, i giovani ninja videro un fenomeno incredibile: decine di centinaia di persone si dirigevano verso l’entrata del colosseo, come fosse un gigantesco fiume in piena.
Naruto e Rock Lee rimasero a bocca aperta di fronte a quella vista
-Ragazzi… come diavolo faremo ad entrare?-
-A volte mi domando se quei due abbiano il cervello attaccato o no…- disse Neji borbottando
-Mendokuse… è ovvio che noi useremo un’entrata secondaria… mica dobbiamo andare sugli spalti!- bofonchiò Shikamaru a mo’ di spiegazione, quasi più riferito a se stesso  che agli altri
-Accidenti, hai ragione Shika… bene se ci vuoi fare strada…- disse Ino ironica
-Farvi strada? Ma non so dove sia…-
-Pensa te, fai tanto il saccente e poi in realtà non sai un fico- gli disse ghignando Kiba
-Ma sta zitto mendokuse…-
Se c’era qualcosa che Kiba veramente non sopportava era proprio l’atteggiamento strafottente di Shikamaru, e voleva dimostrarglielo stampandogli un destro in faccia, ma qualcuno lo fermò
-Kiba piantala e cammina… i sensei e gli altri sono già andati avanti…-
Se le parole dell’intelligentone del gruppo 10 provocavano al ragazzo fastidio, quelle del suo compagno di squadra a volte lo terrorizzavano.
Shino non era un ragazzo loquace, ma aveva un qualcosa che sapeva mettere angoscia a tutti coloro che lo affrontavano, e non sapeva dire il perché anche Kiba lo provava a volte.
Aveva imparato che non bisognava mai spazientirlo. Mai.
Così con Akamaru al fianco si incamminò a passo veloce verso il resto del gruppo.

Ore nove e mezzo del mattino: il Grande Torneo di Arti Marziali di Tsuchigaki ha ufficialmente inizio!
-Signore e signori… or ladies and gentlemen… oggi ha finalmente inizio il primo turno del grande Torneo di arti marziali che si protrarrà senza limiti di tempo per tutto il giorno finché anche l’ultimo dei ventuno incontri non sarà concluso, fatta esclusione per la pausa pranzo di un’ora!-
L’uomo che parlava, microfono alla mano, era vestito di uno smoking nero con cravatta rossa; biondo di capelli, indossava degli scurissimi occhiali neri.
-Osservate bene signori e signore i quarantadue guerrieri che sono di fronte a voi al centro di quest’arena… essi sono i sopravvissuti delle terribili eliminatorie, i migliori in assoluto… ma solo uno di loro sarà nominato campione e avrà l’opportunità di godere del prestigioso premio… ricordate, la possibilità di chiedere qualsiasi cosa che sia nelle possibilità degli organizzatori, i quattro grandi daimyo del continente di Seppou che ora vi vado a presentare…-
Il presentatore rivolse lo sguardo alla grande tribuna che, solitaria, sporgeva prepotentemente sull’arena, rabbuiata dalla tenda che la riparava dal sole.
Si potevano intravedere quattro figure anche se non distintamente a causa della penombra.
-Signori ecco a voi il daimyo del Nord, Oda-sama!-
Il primo uomo da sinistra si alzò in piedi salutando il pubblico con lieve gesto della mano, il quale rispose con grida di entusiasmo.
-Alla sua sinistra il daimyo del Est, Kishimoto-sama!-
Anch’egli si alzò venendo accolto da una marea di applausi.
-La principessa del Sud, Takahashi-sama!-
Anche la nobile principessa ebbe la stessa accoglienza
-Infine ultima ma non certamente per valore, la principessa dell’Ovest, Arakawa-sama!-
Il pubblico ricoprì di applausi e grida di gioia anche l’ultima nobile organizzatrice.
-Bene ora pregherei sua eccellenza Oda-sama di dare il via al rituale d’inizio-
Detto, fatto. L’uomo abbassò una leva e da delle fessure proprio al di sotto degli spalti fuoriuscirono decine e decine di colombe bianche che pian piano offuscarono lo spicchio di cielo che si vedeva dall’arena per poi librarsi in volo, in spettacolari e armoniosi movimenti, e fare infine ritorno da dove erano venute.
-Spettacolare come ogni anno… bene guerrieri vi voglio dare le ultime raccomandazioni: le regole sono sempre le stesse, con la sola differenza che la mia parola è legge quindi se mi sembrerà opportuno interrompere uno scontro o deciderne la sorte, voi vi dovrete attenere a ciò che io vi dirò, compreso?-
Nessuno rispose.
-Bene chi tace acconsente… ora chi non partecipa al primo scontro è pregato di recarsi nel loggiato messo a vostra disposizione, da cui potrete osservare gli scontri!-
E così fecero. Infatti a circa due metri al di sotto degli spalti era stato costruito un loggiato che percorreva tutta la circonferenza dell’arena permettendo di osservare lo scontro da ogni punto di vista.
L’arena si svuotò in un attimo fino a quando non rimasero un ragazzo biondo con indosso una lunga giacca rossa, e una ragazza dai lunghi capelli neri, vestita di una semplice divisa scolastica.
-Signore e signori alla mia destra potete vedere un giovane combattente di poco più di sedici anni proveniente dal paese di Amestris del mare Occidentale… il suo nome è Edward Elric!!!-
Grida e applausi si levarono dagli spalti indirizzati al biondo.
-Alla mia sinistra la sua giovane avversaria, una ragazza proveniente dal vicino regno del Giappone, abile arciera… Kagome Higurashi!!!-
Numerosi cori partirono, inneggiando la ragazza a dare il massimo.
-Non sono tollerate intromissioni da parte di terzi, non si può uccidere o colpire direttamente ai punti vitali, ricordatelo bene… avete qualcosa da dire prima dell’incontro?…-
Ci fu un attimo di silenzio
-Si, io avrei una cosa da dire…-
Kagome guardò intensamente negli occhi il ragazzo, poi iniziò a parlare attraverso il microfono che l’arbitro gli aveva porto
-Edward… ho pensato a ciò che mi hai detto e ammetto che hai ragione, sono più debole di te e di sicuro non sarei in grado di affrontare i turni successivi… non hai torto a rinfacciarmelo però…-
Edward stava ascoltando con trepidazione: voleva che Kagome si arrendesse, così avrebbe impedito di farle del male
-… però questo non significa che io mi ritiri!-
La ragazza cambiò espressione e sorrise -Sarebbe uno smacco per me se lo facessi e inoltre non potrei più guardare in faccia i miei compagni… abbiamo viaggiato a lungo insieme e siamo diventati forti stando uniti… perderei la loro stima se non partecipassi…-
Un boato di applausi e ovazioni si levarono dal pubblico incitando la ragazza a farsi valere.
Edward rimase spiazzato, non sapeva come ribattere. La forza d’animo di quella ragazza era incredibile e gli ricordava in un certo modo Winry.
-Quindi dai… so che lo hai fatto per me, pensando al mio bene ma non ti devi preoccupare…-
-Ma che cavolo dici?- disse il biondo arrossendo leggermente
-Combattiamo… se devi essere proprio tu a passare il turno, almeno farò in modo di non renderti facile il cammino!-
Il biondo si arrese all’evidenza: si sentiva stranamente sollevato.
Sorrise e si scrocchiò le dita -Bada piuttosto a non sottovalutarmi…-
-Signore e signori… siamo finalmente pronti per dare inizio allo scontro!… Tre… Due… Uno… Fight!-
Detto ciò l’arbitro si fece subito indietro.
“Devo avvicinarmi il più possibile e stenderla… è un’arciera dopo tutto, non mi sarà difficile batterla in uno scontro corpo a corpo…” pensò il biondo che subito si era lanciato in avanti
A pochi passi dalla ragazza, la vide estrarre qualcosa dalla maglietta che scagliò subito al suolo.
Una nuvola di fumo nero incominciò a diffondersi oscurando ogni cosa, Kagome compresa.
-Accidenti una cortina fumogena!-
Edward non si fermò e continuò a correre attraverso il fumo. Lo superò arrivando dall’altra parte: di Kagome nessuna traccia. Si voltò istintivamente, giusto in tempo per poter vedere qualcosa che rassomigliava all’arco della sua avversaria arrivargli dritto in faccia.
Il colpo fu violento e il biondo si ritrovò disteso a terra con le mani sulla testa, che incominciò a fargli un male del diavolo.
Appena riaprì gli occhi, vide la ragazza che gli puntava una freccia a circa due metri da lui.
-A-avanti Kagome…- incominciò a dire prendendo tempo il ragazzo-… non dirmi che vuoi davvero colpirmi con quell’affare vero?-
Lei gli sorrise. Poi la freccia partì e si conficcò a pochi centimetri dal sua fianco destro.
-Te l’ho detto Ed… prendi seriamente questo incontro o non sarò più tanto sicura che tu potrai passare il turno incolume- disse sempre mantenendo un atteggiamento sereno
“Questa ragazza…- pensò il biondo sudando freddo-…sa essere veramente spaventosa!”

Dal loggiato intanto i partecipanti osservavano incuriositi lo scontro
-Devo dire che Kagome si sta davvero impegnando…-
-Vero sembra quasi un'altra… tu che dici Inuyasha?-
Il ragazzo rosso vestito osservava in silenzio avvolto da altri pensieri. Dal viso si poteva intuire che era piuttosto nervoso -Non capisco che diavolo voleva dire quel discorso all’inizio… di che cavolo stava parlando Kagome?… quel nano biondo non me la conta giusta …-
-Ma che centra adesso scusa?- proruppe Shippo
-E tu da dove sbuchi? Quest’area è per i soli partecipanti- gli rispose seccato il mezzo-demone
-Non volevo osservare da solo il torneo, cosi mi sono infilato tra i vestiti di Miroku ed eccomi qui!-
-Ehi botolo ringhioso, che cos’è sta storia che hai permesso a Kagome di partecipare?-
-Koga!-
Un ragazzo vestito di un armatura leggera e semplici pelli si era avvicinato al gruppetto seguito da altri due ragazzi poco più giovani di lui.
Koga era capo e principe degli Yoro, tribù di demoni lupo, grande guerriero e notevole combattente; stando alle voci che giravano, era il rivale in amore di Inuyasha, ma in realtà non si seppe mai come stavano veramente le cose.
Saputo che l’hanyo e i suoi compagni avevano intrapreso un viaggio per cercare informazioni su Naraku, senza pensarci due volte si era messo al loro inseguimento.
-Ehi lupastro avevo sentito un fetore di lupo ma non credevo che fossi proprio tu!- disse ghignando Inuyasha
-Ma sta zitto incosciente! Se dovesse succedere qualcosa a Kagome ti giuro che te la farò pagare!-
-Cosa credi che non ci abbia provato a dissuaderla?-
Koga voltò lo sguardo verso l’arena -E poi chi cavolo è quel tizio? Com’è che conosce Kagome? Non l’ho mai visto prima…- ringhiò il demone
-Su qualcosa siamo d’accordo…- disse Inuyasha
-Ehi voi due, se siete così preoccupati per Kagome dovreste osservare l’incontro almeno!-
-Sango ha ragione- disse Miroku -quindi statevene buoni e lasciateci guardare…-
-Non è che siete gelosi?- chiese innocentemente Shippo
I due interpellati incominciarono a colpire il piccolo, tirandogli le guance facendogli capire che era meglio se taceva.

Edward stava incominciando a stancarsi.
La sua avversaria era tutt’altro che debole: stava evitando ormai da troppo quelle frecce, che ogni volta si faceva sempre più veloci e precise; era astuta la sua tecnica, tenerlo lontano e al contempo stancarlo facendolo muovere in continuazione.
“Accidenti temo che sarò costretto ad usare…”
Un movimento troppo brusco gli fece perdere l’equilibrio e la ragazza ne approfittò.
Incoccò tre frecce contemporaneamente e le scagliò contro il biondo.
Fu un attimo.
Le frecce sibilando raggiunsero l’obbiettivo e si conficcarono nel corpo di Edward Elric, abbattendolo definitivamente al suolo.
Una sola non andò a segno poiché la sua traiettoria era troppo alta. Ma le altre due avevano trafitto il braccio destro e la gamba sinistra.
Ci fu una pausa in cui tutto sembrò fermarsi.
-Alla fine ti ho preso… Edward tu non hai combattuto sul serio e questo è il risultato… non ti sei voluto neanche togliere la giacca rossa come se volessi svantaggiarti…-
-Kagome faresti meglio a stare zitta…-
Edward si era messo a sedere e la osservava con uno sguardo divertito: uno strano ghigno si era dipinto sul tuo volto
-Non so se non te ne sei accorta perché troppo occupata a sparar sentenze ma… non ti sembra che ci sia qualcosa di strano?…-
La ragazza rimase interdetta poi divenne sconvolta: sotto gli sguardi delle centinaia di spettatori del Colosium Edward si rialzò come se nulla fosse accaduto.
-Ti dico io cosa c’è che non va… mi hai forse sentito gridare o contorcermi dal dolore? Eppure ho ricevuto due frecce in corpo che non sono proprio un toccasana…-
Kagome a quel punto realizzò. Le frecce conficcate nel suo corpo sembravano non procurargli dolore e anzi pareva che neanche ci fossero.
Il biondo batté le mani e poi afferrò entrambe le frecce. Scomparvero senza lasciare traccia.
-Signore e signori assolutamente incredibile!-
L’arbitro aveva messo mano al microfono per commentare l’accaduto -Assolutamente incredibile! Edward Elric non solo ha resistito al dolore delle frecce ma se ne è anche sbarazzato con una strana tecnica!-
-Quella che hai appena visto in azione era il potere dell’Alchimia una scienza che si basa sulla trasformazione stessa della materia- mentre parlava il biondo incominciò a togliersi il giaccone -io sono un alchimista di stato, il più giovane mai esistito… in altre parole ho messo la mia scienza al servizio dell’esercito e il Führer stesso mi insignì di un soprannome veramente pesante…-
A quelle parole il biondo si tolse la giacca lasciandola cadere lentamente per terra
-Alchimista d’acciao-
Lo stupore e la meraviglia si diffusero presto tra gli spettatori.
Il braccio destro del ragazzo che si trovava a combattere nell’arena era in realtà una protesi d’acciaio che incominciava dalla spalla, completamente rivestita da una piastra metallica.
-Inutile dire che anche la mia gamba è nelle medesime condizioni… era per questo che tenevo la giacca… ma se è un combattimento contro il vero me che vuoi, allora ti accontenterò-
Batté ancora una volta le mani insieme per poi poggiarle al suolo. Dal terreno incominciarono a formarsi strani pilastri che con incredibile velocità si avventarono su Kagome.
Superato lo shock iniziale, la ragazza riuscì ad evitarli all’ultimo, spostandosi di lato.
Si schiantarono producendo un rumore assordante rumore.
Appena alzò il viso, vide che Edward stava correndo sopra uno dei suoi pilastri e si apprestava a spiccare un balzo verso di lei; senza pensarci troppo scagliò una freccia ma era troppo bassa, e si scontrò contro il pilastro; la parte colpita andò in mille pezzi.
Edward anche se preso dallo scontro, si accorse di quello che era appena accaduto e gli vennero numerosi dubbi.
Sferrò un potentissimo pugno verso la sua avversaria ma quest’ultima riuscì a scansarlo e ad allontanarsi di qualche metro, colpendo così nient’altro che la terra.
La ragazza scagliò un’altra freccia più che decisa a fermarlo. Il biondo rispose innalzando un muro di terra a mo’ di scudo.
Si riposò un attimo dietro la parete e iniziò a riprendere fiato. Dal canto suo anche Kagome si nascose dietro ad uno dei pilastri rimanenti per riposare.
“Dannazione ci sto mettendo troppo! Devo inventarmi qualcosa…”
Edward si sporse leggermente dal suo rifugio e notò qualcosa di strano: la freccia si era conficcata nella barriera ma la cosa straordinaria fu che aveva creato una sorta di cavità circolare tutta intorno.
“Sembra che abbia quasi destabilizzato il processo alchemico… ma che razza di potere ha quella ragazza?”
A quel punto ebbe un idea, un idea che si sarebbe potuta rivelare vincente.

“Certo che… è più dura… di quello che pensassi!”
Kagome era seduta dietro al pilastro e cercava di formulare una strategia “Devo inventarmi qualcosa… ho poche frecce ancora e sono hai ferri corti anche con la fatica…”
Stava ancora pensando quando sentì il suo avversario gridare:
-Kagome! Preparati perché sto arrivando!-
La ragazza si stupì di quella scelta e si sporse il viso dal suo riparo per vedere che diavolo gli passasse per la testa:; lei era protetta aveva delle aperture grandi abbastanza per poter scoccare le sue frecce, e tra loro c’erano almeno una quindicina di metri di distanza: era un suicidio lanciarsi in campo aperto sotto il fuoco nemico.
“Non lo farà- pensò -non è stupido…”
Passati alcuni istanti invece Edward Elric sbucò fuori dal suo rifugio e iniziò a correre verso di lei. La ragazza scagliò una freccia senza alcun indugio, ma il ragazzo la evitò scostandosi di lato; batté le mani e passò quella  sinistra sul braccio di ferro, dal quale scaturì una lunga lama affilata.
Kagome lanciò un’altra feccia che lacerò la maglia nera del giovane all’altezza del fianco sinistro, procurandogli una ferita superficiale. Ma il biondo continuò la sua corsa senza fermarsi.
“Dannazione è troppo veloce non riesco a colpirlo con precisione…- la giovane sacerdotessa notò un movimento brusco del suo avversario verso destra, portandosi verso la parte libera del campo -ho capito, vuole prendermi dal fianco oltrepassando il pilastro… vorrà dire che ci sarà una freccia ad attenderlo al varco…” e subito ne preparò una.
 Ma qualcosa cambiò: il pezzo di terra dietro al quale si era riparata scomparve disfandosi di fronte ai suoi occhi e un ghignante Edward le comparve davanti con il suo affilatissimo braccio.
-Sei mia Kagome!!!- gridò
La ragazza fece appena in tempo a rialzarsi e a lanciare qualcosa per terra: un’altra sfera fumogena.

L’arbitro cercò di capire che cosa stava accadendo: il fumo aveva offuscato di nuovo l’azione
“Non riesco a vedere un accidenti di niente!” pensò al quanto seccato
Fu allora che il fumo si diradò e vide.
Kagome era stesa al suolo, trattenuta dal suo avversario che era sopra di lei. Una mano era bloccata da una sorta di tenaglia che Edward doveva aver creato con l’alchimia, il suo arco e le frecce erano distanti e per finire le lama del braccio era a pochi centimetri dalla sua gola.
Edward guardò Kagome trionfante -Ti ho preso finalmente… e adesso cos’abbiamo intenzione di fare?- le chiese sornione.
I due avversari rimasero immobili a fissarsi.
Edward si convinse di avere la vittoria in pugno e si mise ad ascoltare tronfio le grida che erano venuti a formarsi dal pubblicò… ma si accorse subito che non erano quelle che si aspettava.
-Ma che diavolo fa?-
-Che pervertito!-
-Non sa che ci sono anche minori che stanno osservando?!-
-Vai fratello continua così!-
-Vincere e approfittarne, solo perché è una ragazza… che sconcio…-
“Ma che diavolo stanno dicendo?!”
Il biondo non riusciva  a capire la causa di quei cori.
Gli parve anche di sentire le voci suo fratello e quelle di Inuyasha
-Fratellone ma che cavolo combini!-
-Togli le tue luride manacce da Kagome sporco pervertito!-
Edward a quel punto si accorse di essere in una posizione che a prima vista, era alquanto ambigua: si trovava a cavalcioni sopra la pancia di Kagome la tratteneva al suolo con le braccia e i loro visi erano estremamente vicini.
L’alchimista divenne color porpora in un secondo: “Ehi, ehi, ehi! Ma che cavolo stanno pensando...?” bloccò immediatamente il pensiero anche perché le migliaia di domande che appena tre ore prima gli avevano tolto il sonno erano riemerse, facendogli aumentare ancora di più l’imbarazzo.
A peggiorare la situazione arrivò il giudice che tossicchiando leggermente disse -Ehm… sarà meglio che troviate una soluzione… o sarò obbligato a sospendere l’incontro per atti osceni in pubblico…-
-Ma che diavolo vi siete messi in testa voi altri, eh!?- urlò il biondo furioso
Sempre rosso voltò lo sguardo verso la sua avversaria: anche lei era leggermente arrossita.
-Allora te lo chiedo: ti arrendi?-
-Beh…- incominciò lei chiudendo gli occhi -sono disarmata e bloccata quindi non mi rimane altro che ritirarmi…-
Sentendo quelle parole l’arbitro mise mano al microfono -Signore e signori, Kagome Higurashi riconoscendo di non avere vie di fuga, si dichiara sconfitta ed Edward Elric passa il primo turno del Grande Torneo di Tsuchigaki!-
Un boato di applausi e cori si alzò dagli spalti.
Edward si alzò liberando la mano di Kagome e facendo tornare normale il suo braccio.
La ragazza provò ad alzarsi ma sentì un forte dolore alla caviglia
-Che succede?-
-La caviglia… devo aver preso una storta…-
Senza troppi preamboli il biondo si chinò -Dai salta su ti porto fuori io dall’arena…-
Kagome rimase un attimo come perplessa poi accettò l’aiuto e si avviarono verso una delle due uscite.
-Signore e signori sono altamente commosso! Degno della più antica cavalleria Edward Elric si offre di scortare  l’avversaria ferita fuori dal campo! Ammirevole davvero ammirevole!-

Sugli spalti intanto si discuteva animosamente
-Lasciatemi andare lo voglio squartare!-
-Calmatevi Inuyasha, Koga!-
Miroku e Sango, sostenuti da Alphonse cercavano in tutti i modi di trattenere i due iracondi demoni
-Io sono calmissimo! Non voglio però che Kagome stia da sola con quel maiale!- gridarono all’unisono i due
-Non corre pericolo, Ed-kun non è un pervertito… vero Al-kun?-
-Certo, mio fratello avrà tanti difetti ma quello non sarebbe da lui-
-Inoltre ricordate che non possiamo allontanarci, dobbiamo tenere d’occhio i nostri avversari e studiarli per poter affrontare al meglio in futuro-
A quelle parole i due si fermarono e con stizza voltarono le spalle agli altri.

-Questo incontro…-
-…è stato…-
-…una roba strepitosa!!!-
Sotto gli sguardi seccati degli altri ninja di Konhoa, Naruto e Rock Lee davano sfoggio a modo loro del fatto che lo scontro gli era piaciuta
-Naruto ma l’hai vista bene quella roba, l’alchimia?-
-Si! La voglio! Devo assolutamente impararla!
-E quel braccio? No dico lo hai visto è spettacolare!-
-Vorrei averne uno anch’io! Farebbe molto figo!-
-Già hai ragione!-
La loro discussione si fece continuamente più animata finché Shikamaru non ne poté più -Ma insomma volete abbassare la voce?! Mi state forando i timpani!- ma i due interpellati non lo considerarono.
-Che  ci vuoi fare quando quei due si infervorano per qualcosa, scollegano il cervello- disse Ino sconsolata
-Già sono proprio due casi disperati- le fece eco Sakura
-Non è quello… è che quando distribuivano i cervelli sono arrivati ultimi…- disse Sasuke
-Però si sono rifatti quando distribuivano la scempiaggine- disse ridendo Kiba- erano i primi della fila e si sono presi le più grosse!-
-Taci tu- dissero Naruto e Rock Lee- eri proprio dietro di noi ce lo ricordiamo, quindi non vantarti tanto!
L’effetto fu quello di essere sul punto di una rissa se non fossero intervenuti Kakashi e Gai Maito.
Tenten intanto si accorse che mancava qualcuno -Ehi ragazzi avete visto per caso dov’è Neji?-
-M-ma era qui fino ad un attimo fa- disse preoccupata Hinata

-Signore e signori, the show must go on, è l’ora che vi presenti il prossimo incontro del Torneo: ecco a voi… Neji  Hyuga dal Villaggio della Foglia contro Sanji della ciurma di Cappello di Paglia!-


Che ve ne pare? Fatemelo sapere! XD

nueblackcrowfriend: lo rivista e ripostata spero che sia tutto in ordine (erano le due di notte e non capivo più un tubo)

Red Diablo : Grazie davvero. Soddisfatta? Spero di si se no mi deprimo…

Davithejoker: allora vecio contento? Mi hai rotto l’anima un mese però eccolo qua alla fine! XD


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il genio e il cuoco ***


kyfv Eccomi qui con un altro capitolo di Great Battle! Immagino che lo aspettiate con ansia nevvero? Beh d’altro canto è un a fanfic stupenda!
(silenzio)
… ehm okay, okay abbassiamo la cresta e andiamo avanti, mi basta solo che mi recensiate e mi facciate sapere cosa (veramente) ne pensiate, okay? XD!


IL GENIO E IL CUOCO

-Accidenti dove sarà l’infermeria?-
-Questo posto è immenso… se ti do peso puoi anche mettermi giù-
Edward stava percorrendo ormai da alcuni minuti i corridoi che attraversavano il Colosium, con Kagome sulla schiena.
Il loro incontro lo aveva spossato, ma aveva abbastanza energie per continuare a camminare da solo.
-Ma che dici Kagome? Mica sei così pesante!…- disse con fare ironico il biondo
-Devo prenderlo come un complimento?- gli domandò
-Uhm… penso di si-
-Sbaglio, o ci hai messo un po’ a rispondermi?- disse la ragazza colpendolo con una pacca sulla testa
I due scoppiarono a ridere serenamente nel vuoto del corridoio.
-Senti per il momento sediamoci qui…- proruppe la ragazza indicando una panchina
Il biondo la depose con delicatezza quando un urlo spropositato pervase tutto l’edificio
-Chissà a chi tocca scontrarsi adesso?- si domandarono
Kagome guardava in silenzio il biondo -Certo che non ti ho fatto fare una bella figura, eh?-
A quelle parole Edward arrossì –M-ma che dici?! Quegli idioti hanno frainteso tutto! Accidenti e poi dovrei essere io a chiederti scusa!! Io anzi non ci pensavo più!!!- cercò dire in un fiume di parole
Anche la ragazza a quel punto avvampò –Ma che hai capito!? Io mi riferivo all’incontro! Ti ho fatto sfigurare obbligandoti a combattere con me… la prestazione non è stata di alto livello a causa mia…- disse con un tono di rammarico
A quel punto Edward si calmò –Non dire fesserie! Se mi hai obbligato a fare qualcosa è stato quello di fare sul serio e questo dimostra già quanto vali; tu sei forte Kagome, è che non sai ancora usare tutto il tuo potere… hai addirittura sfaldato la mia alchimia!-
-Dici davvero?-
-Certo! Anzi- disse guardandole la caviglia- mi dispiace che per la ferita non possa fare niente… l’alchimia medica non è proprio il mio campo-
Gli occhi di Kagome caddero sull’arto meccanico –Quella protesi come te la sei procurata?- chiese lapidaria
Edward si guardò il braccio con tristezza –Lo persi insieme alla gamba quando avevo dodici anni…-
-S-scusami non volevo… ecco cioè… se non ne vuoi parlare non c’è problema…- cercò di dire la ragazza
Ma il biondo sembrò non starla neanche a sentire –Sai, a questa domanda di solito rispondo spiegando che li ho persi durante la sanguinosa guerra avvenuta nell’Est del mio paese… ma con te voglio essere sincero, ti racconterò tutta la storia…-
-Deve essere davvero strana come storia se non la racconti a tutti… non ti credevo così misterioso-
Il biondo sorrise –Ascolta bene perchè da questo fatto capirai molte cose… e scoprirai che colui che hai di fronte non è altro che un peccatore…-

Arena: qualche minuto fa.
-Signore e signori! Gente di Tsuchigaki, lasciate che vi presenti i nuovi sfidanti!-
La voce del presentatore venne accolta da grida e cori
-Alla mia sinistra un ninja proveniente dal Villaggio della Foglia, del Paese del Fuoco, membro di una delle più rinomate famiglie del paese… Neji Hyuga!-
Il ragazzo venne accolto da un elevato clamore: la fama degli Hyuga aveva raggiunto anche il continente di Seppou e tutti potevano intuirne l’abilità e l’effettiva forza.
Ma il giovane non stava ascoltando: per quello che gliene importava avrebbero potuto anche descriverlo come il più misero e scadente ninja di Konoha.
Tutta la sua attenzione era concentrata sull’avversario, un ragazzo biondo, alto,di circa vent’anni; vestiva in maniera strana per un uomo che si apprestava a combattere, assomigliava piuttosto ad un damerino: indossava un completo blu scuro e al di sotto della giacca si intravedeva una camicia bianca a righe azzurre.
Ma se strano era il suo modo di vestire altrettanto assurdo era il suo aspetto: i capelli biondi erano tenuti lunghi solo da un lato che occultavano tutta la parte sinistra del viso, mentre dall’altra parte erano tenuti di lato.
Ciò permetteva di vedere una cosa ancora più assurda e cioè il sopracciglio estremamente sottile che culminava in una spirale.
A Neji apparve come un uomo davvero inusuale oltre che come un damerino; ma se c’era qualcosa che aveva imparato nel corso delle sue missioni era di non sottovalutare mai il proprio nemico.
Ma neanche questo gli levava dalla testa che non sembrava affatto un combattente di alto livello… ma forse si stava davvero ingannando… “Basti pensare a Gai-sensei e Rock Lee…” pensò il moro
-Alla mia destra, un pirata dalla taglia di 77 milioni di berry, cuoco-pirata e membro della ciurma di Monkey D. Rufy Cappello di Paglia, … Sanji Dark Leg!-
A quel punto un incredibile silenzio scese sugli spalti. La notizia che un membro di una delle ciurme di pirati più ricercate dei quattro mari partecipasse al torneo si diffuse a macchia d’olio.
-E così tu saresti un pirata?- chiese laconico lo Hyuga mettendosi in guardia -feccia…-

Anche nel loggiato la notizia aveva suscitato un certo stupore…
-COSA!?!?-
…uno stupore molto grosso a dire il vero.
Naruto era sconvolto e rivolse lo sguardo verso Sakura anche lei nelle medesime condizioni.
-Kakashi-sensei…- incominciò Sasuke- lei lo sapeva vero?-
Ogni ninja della Foglia si voltò verso l’uomo che, chiudendo il suo libro, rispose molto semplicemente –Si è così-
-E prendersi il disturbo di dircelo no, vero sensei?- aggiunse il  moro
-Lo avreste scoperto da soli in ogni caso ed è appunto quello che è successo-
Ma il ragazzo del Kyubi non aveva tempo per filosofeggiare: osservò attentamente il loggiato per trovare i restanti membri della ciurma; appena li individuò, dall’altra parte dello stadio, si diresse correndo verso di loro.
-Naruto!- lo chiamò invano Sakura rincorrendolo
Sasuke non si mosse e rimase a guardare freddo il fondo dell’arena.
-Tu non vai, Uchiha? Non sono amici tu?-
-Inuzuka, l’incontro sta  per cominciare e non voglio perdermelo, quindi non ho tempo per queste sciocchezze- gli rispose secco il ragazzo

-Signori è inutile che vi rammenti le regole quindi… Tre… Due… Uno… Fight!-
Neji scattò in avanti per impedire all’avversario di fare la prima mossa: non aveva alcuna intenzione di dargli tregua.
Iniziò a tempestarlo di affondi, mirati principalmente alle braccia e agli arti superiori, incalzandolo continuamente con veloci movimenti laterali. Sanji si dimostro più agile del previsto e in silenzio continuava ad scansare i colpi.
Alla terza carica Neji iniziò ad avere una visione generale dei movimenti del biondo: era sicuramente veloce ma la cosa che lo colpì di più fu che teneva costantemente le mani in tasca; la sua tecnica era basata esclusivamente su veloci giochi di gambe
“Ma come diavolo fa ad essere così equilibrato? Gli arti superiori non servono solo a sferrare attacchi o a parare ma sono necessari per il bilanciamento del peso e dell’equilibrio… forse è davvero da non sottovalutare…”
Poi lo vide: un varco nella sua difesa che lasciava scoperto il fianco sinistro. Un colpo in quel punto e gli avrebbe mozzato il fiato.
Lo Hyuga ne approfittò e sferrò un velocissimo affondo con la mano destra; ma non arrivò al bersaglio: la mano si scontrò con la gamba sinistra dell’avversario, che aveva flesso appena in tempo. La tibia aveva fatto da eccellente scudo e Neji percepì un leggero dolore alla mano: gli si doveva essere insaccato il dito medio per il contraccolpo.
Sanji accennò un sorriso strano –Uhm… non sei male… vedo un buon futuro per te… ora però è il mio turno, preparati…-
Il moro ritrasse subito la mano ma non ebbe neanche il tempo di preparare un nuovo assalto che Sanji gli era già addosso: un calcio semi circolare del biondo gli sfiorò il naso; se era ancora intatto lo doveva solo ai suoi riflessi resi pronti e acuti dagli allenamenti compiuti con il maestro Gai.  
Neji arretrò di qualche passo ma la furia di Sanji gli fu subito addosso:
-Longe!-
Facendo leva sulla lunghezza delle sue gambe il biondo colpì Neji al fianco sinistro con un ampio calcio… ma non aveva terminato…
-Cuisseau!Jarret!-
La potenza imprevista del primo colpo aveva ottenuto l’effetto di disorientare completamente il giovane Hyuga impedendogli di bloccare i successivi colpi alla coscia sinistra e allo stinco. La gamba si riuniva in un unico acutissimo dolore
Sanji arretrò per prendere la spinta sufficiente ad un nuovo colpo… dritto allo stomaco
-Flanchet Shoot!-
Stavolta Neji incrociò le braccia a mo’ di difesa ma il calcio del biondo lo lanciò comunque indietro di qualche metro facendolo cadere a terra.
Neji respirava affannosamente: sentiva le braccia pulsargli e il dolore alla gamba gli era leggermente diminuito “Ma chi diavolo è sto tizio… usa soltanto gli arti inferiori?”
Sanji abbassò la gamba e si mise ad osservare il suo avversario a terra
-Beh, tutto qui? Eppure mi sembravi bello carico poco prima… ti avverto che questi erano colpi sotto tono, di riscaldamento… se non hai di meglio da mostrarmi è meglio che ti ritiri…-

Naruto aveva quasi raggiunto Rufy e i suoi compagni, seguito da Sakura. Poteva sentire le urla di incitamento di Tenten e Rock Lee per il loro compagno e un po’ gli dispiaceva non essere con loro ma ora era più importante sapere la verità.
-Rufy!- gridò a pochi passi da loro
Il ragazzo dai capelli neri si voltò imitato dagli altri
-Ehi Naruto, Sakura, ciao!- gli disse sorridendo -che c’è volete seguire lo scontro con noi?-
Lo sguardo del biondo e della rosa  era serio, e Zoro, dal canto suo, aveva già capito che aria tirasse
-Rufy… ragazzi… è vero che siete dei pirati ricercati dalla Marina?- chiese Naruto lapidario
-Ecco lo sapevo…- proruppe lo spadaccino sfregandosi la faccia con una mano
-Certo che lo siamo, dei temibili pirati che scorrazzano per i mari!- gli rispose Rufy come se fosse una cosa normalissima
I due ragazzi di fronte a lui abbassarono lo sguardo e Rufy non riuscì a spiegarsene il motivo
-Ma che vi prende si può sapere?…-
-Rufy guarda che non è la cosa più normale del mondo essere pirati…- incominciò Nami
-Perché scusa? C’è ne sono tanti in giro…-
-Idiota, è perché siamo dei criminali ricercati, ecco perché!!!-
-Ah già, è vero…-
Nami si appoggiò sconsolata a Nico Robin, come per arrendersi di fronte all’irrecuperabile
-Già è proprio questo…- riprese a dire triste, Naruto - non avrei mai pensato che gente come voi potesse avere dei legami con la pirateria…-
-Ehi non confrontarci alla gentaglia che saccheggia le navi, distrugge i villaggi o uccide gli innocenti derubandoli…- proclamò stizzito Usop
-È vero, Rufy non un pirata cattivo, è altruista e generoso!- gli fece eco Chopper
Naruto alzò lo sguardo e dalla sua espressione si capiva che era incerto e confuso: i pirati non era forse proprio come li aveva descritti il Nasone?
-Ascolta bene Naruto… quando avevo dieci anni promisi all’uomo che mi diede questo cappello che sarei diventato il Re dei Pirati. Per me essere pirata significa proprio questo, raggiungere il mio obbiettivo percorrendo tutta la Grand Line… vivere mille avventure con i miei compagni e affrontare avversari sempre più forti. Vivere per i mari non sapendo quali sorprese ti rivelerà il domani è una cosa assolutamente incredibile ed emozionante, credimi!-
-Beh fino ad un certo punto…- sospirò Usop
-E poi a dirla tutta è la Marina che a iniziato, dandomi la mia prima taglia quando attraversammo la Red Mountain dall’altra parte del mondo-
Naruto e Sakura erano allibiti dalle parole del ragazzo. Capirono quanto grande era il suo sogno e il biondo non poté evitare di ricordare il momento in cui aveva ricevuto il proprio coprifronte da Iruka-sensei.
-Sono contento che sia così Rufy, perché mi sarebbe dispiaciuto… in fondo era strano che foste gente cattiva…-
-Noi siamo Suuuper ragazzo!- aggiunse ululando Franky
Tutti scoppiarono a ridere, richiamati poi all’incontro dalle grida del pubblico

Neji si rialzò. Era più deciso che mai a mostrare la grandezza marziale degli Hyuga a quell’arrogante damerino.
“Bene era prevedibile che uno come lui non mollasse subito…- pensò Sanji - dal modo in cui combatte si capisce che è un attento calcolatore e anche se prima ha fatto l’errore di sottovalutarmi non ci ricadrà… devo attaccare io per primo e serrarlo in modo da non farlo reagire…”
Detto questo il biondo si lanciò in avanti senza riserve. Neji lo attendeva, fermo e con gli occhi chiusi.
Sanji caricò il calcio ma non andò a segno. Neji gli aveva afferrato la gamba con un leggero movimento delle mani , ma invece di bloccarlo lo aveva fatto scorre oltre se: in tal modo il biondo si trovò completamente scoperto.
A quel punto lo Hyuga lo colpì violentemente con il palmo della mano allo stomaco schiacciandolo al terreno.
Al cuoco mancò per un attimo il fiato e rimase bloccato al suolo sotto gli occhi del suo avversario
-Allora- gli disse il moro –ti sembra abbastanza forte o devo rincarare?-
Senza rispondergli Sanji si alzò e tentò ancora di colpirlo ma anche stavolta Neji lo anticipò: con una veloce parata deviò il calcio verso l’alto scoprendo ancora una volta la difesa del biondo; stavolta lo colpì al petto ma non aveva alcuna intenzione di terminare così velocemente.
Afferrò la gamba distesa per bloccargli i movimenti e lo colpì ancora al petto con gomitata; facendo leva sul gomito poi lo centrò in pieno sulla mascella con un pugno. Infine lo schiantò nuovamente al suolo premendo con entrambe le mani.
“Dannazione…” pensò il cuoco “… mi sta veramente massacrando… ma che razza di stile è mai questo”
-Scommetto che starai pensando a che tipo di stile appartengo: e lo stile Juken del clan Hyuga, uno scuola che è nata dalla sincresi di più correnti di kung fu-
-Shaolin, Baguazhang… tutte arti che si basano sullo sfruttamento della forza avversaria, mostrando al tempo stesso un’armonia di esecuzione e una letalità d’incredibile efficacia… è per tal motivo che gli Hyuga vengono chiamati i Nobili della Foglia, per la loro capacità di concludere un combattimento in poche mosse e senza scomporsi-
Sanji si alzò e aveva tutta l’intenzione di far tacere quel moccioso, ma le gambe lo tradirono con un leggero cedimento. Terribile fatalità.
Vedendolo in quelle condizioni Neji decise di approfittarne -Ora ti mostrerò una tecnica che sto ancora sperimentando ma che mi ha già dato abbastanza soddisfazioni…-
Il ragazzo si mosse con estrema agilità e in un attimo aveva già oltrepassato le difese avversarie per l’ennesima volta.
Unì inizialmente i palmi, posizionandoli poi vicino al fianco destro:
Tecnica degli otto trigrammi: Doppio Palmo del Drago!-
Con uno scatto poggiò il palmo sinistro sull’addome mentre quello destro sul petto.
All’improvviso ci fu come un esplosione e il corpo di Sanji venne sbalzato all’indietro. Si sentì come se lo avessero colpito con una cannonata a pochi metri di distanza.
Il cuoco rotolo nella polvere dell’arena fino a quando non si fermò ad una decina di metri da dove venne colpito.
Un boato partì dagli spalti seguito da scroscio di applausi.
Neji alzò lo sguardo e cercò quelli dei suoi compagni sul loggiato; li vide: Tenten stava saltando addirittura dalla gioia mentre il sensei e Rock Lee gli mostravano il pollice alzato come per dirgli “Ottimo lavoro, Neji”
-Signori e signore, assolutamente incredibile la tecnica appena usata dal giovane Neji Hyuga! Ma d’altro canto dovevamo aspettarcelo da un membro dei Nobili di Konoha!-
“Tecnica incredibile, tsk,- pensò Neji in risposta all’intervento dell’arbitro – modestamente lo è ma non è ancora perfezionata. Non riesco ancora bene a canalizzare il chakra in gran quantità… ma ormai è fatta e avrò tutto il torneo per poterla migliorare…” ma il suo pensiero venne bloccato da ciò che i suoi occhi gli mostravano.
Sanji si stava rialzando, ansimando e massaggiandosi con le mani le botte che aveva ricevuto.
Si osservò la giacca e vide che era rotta nei due punti che i palmi di Neji avevano toccato. I due buchi bruciacchiati mostravano la camicia a righe sottostante.
-Ehi moccioso- disse mentre se la sfilava –che viaggi ti stai facendo? Credi davvero che abbia intenzione di mollare? Beh, ti sbagli di grosso!-
Neji fu attraversato da una sorta di nervosismo “Ma che diavolo mi prende? È semplicemente un po’ resistente! Ho ancora il mio stile Juken e le tecniche del clan, di che mi preoccupo? In realtà è tutta scena, si vede benissimo che è ridotto ad uno straccio, che cosa crede di fa…”
Sanji  incominciò a correre verso di lui.
“Ma è pazzo? Attaccandomi direttamente non ha alcuna possibilità… lo bloccherò e gli farò capire quanto è sbagliato sottovalutarmi”
A circa metà della distanza che li separava Sanji iniziò a compiere una serie di salti velocissimi: spiccava un balzo verso l’alto per poi appoggiare le mani al terreno per così ridarsi la spinta e continuare in avanti.
“Capisco- pensò Neji mettendosi in guardia- grazie ai salti accumula forza e inerzia per poi scaricarle nel  calcio… astuto ma non glielo lascerò fare-
Ormai il biondo era a pochi metri dal suo avversario e l’impatto sarebbe stato inevitabile.
“Adesso!”
-Bouqueterie Shoot!-
Neji venne colpito in pieno dal calcio a due gambe di Sanji, e fu sbalzato in aria: a pochi passi dal moro il cuoco della ciurma di Cappello di Paglia si era raggomitolato e rotolando al suolo aveva oltrepassato la difesa del ninja, prendendolo cosi alla sprovvista. Subito dopo si appoggiò sulle mani e facendo leva sulle braccia scalciò con tutte le forze che aveva.
Sfruttando l’enorme potenza delle sue gambe, spiccò un salto e raggiunse Neji sorpassandolo, che ormai stava cadendo al suolo: ruotando leggermente su se stesso, distese poi le gambe in linea retta e…
-Brochette!-
Neji venne letteralmente piantato al terreno. Sanji appena toccato terra spiccò un salto all’indietro e si apprestò a vedere il risultato del suo attacco.
Neji sentiva male dappertutto. La testa gli pulsava come se gli stesse per scoppiare e il dolore allo stomaco era tale da fargli perdere quasi coscienza. Stava li a terra fermo e agli occhi dell’arbitro sembrava non dare segni di ripresa, cosicché iniziò a contare come da regolamento.
Al giovane Hyuga i rumori arrivavano ovattati ma gli sembrò di sentire le grida del pubblico, dei suoi compagni che lo incitava a rialzarsi:
-Neji! Rialzati!-
-Avanti allievo! Dove è finito il potere della tua giovinezza!?-
-Hyuga! Hyuga! Hyuga!-
-Ehi Neji!…- questa la riconobbe nettamente: una voce come quella poteva essere soltanto di Naruto -… Neji non puoi mollare così! Non volevi la rivincita contro di me?! E che cosa dirà il sopracciglione?! Avanti rialzati!-
Mancavano pochi secondi allo scadere del conteggio. E Neji scelse. Puntò i gomiti e con tutta la forza che poteva richiamare, si mise a sedere.
Il conteggio si bloccò.
Ansimando il ninja del clan Hyuga si posizionò ritto sulle gambe che, anche se tremanti, era ben impiantate ferree per terra.
“Stupido di un Uzumaki… che ti credi, che me ne sia scordato?…”

- Quell’uomo parla troppo per enigmi - disse Naruto
-Beh in fondo a ragione l’uomo deve saper usare anche la testa e le proprie capacità oltre che la forza- gli rispose Neji
-Ma non eri proprio tu che dicevi il contrario, un tempo?- gli chiese stupito il biondo
-La gente cambia… ci vediamo dopo Naruto-
Il moro fece per allontanarsi quando si bloccò, richiamando l’attenzione del biondo
-Naruto… non provare a perdere…-
-Che ti prende Hyuga? Figurati se perdo… ho intenzione di arrivare per lo meno nei migliori quattro, anzi no voglio vincerlo questo torneo!- disse deciso Naruto
-Voglio battermi con te-
Il ragazzo fu semplice e conciso, come suo solito. E diritto al sodo
-Con me?-
-Si…- rispose accennando un sorriso -la batosta che mia rifilato all’esame di selezione mi brucia ancora ed ora ho l’occasione di rifarmi con gli interessi!-
Il biondo non poté trattenersi dal ridere –Allora facciamo così: passiamo i primi turni assolutamente e scontriamoci… sarà un buono scontro stavolta senza rancori o altro…-
-Già… hai proprio ragione…-
   
A quel punto si chinò leggermente in avanti, schiudendo le braccia e posizionandole come a comporre una linea.
-Sanji-san!- gridò -devo ammettere che per quanto tu sia un pirata, sei in realtà un guerriero valoroso ed estremamente forte… ma ora stai per scontrarti con una forza ancora maggiore che è stata il cavallo di battaglia del mio clan! Preparati!-
Sanji sorrise –Sono onorato di questo… e dimmi come si chiama questa…?-
Ma il moro non stava più ascoltando: aveva anzi iniziato a comporre strani gesti con le mani; Sanji non riusciva a capire che diavolo stesse combinando, quando all’improvviso si fermò
-Byakugan!- pronunciò secco lo Hyuga
Le iridi degli occhi del ragazzo, da bianche divennero perlacee e, con gran sgomento del cuoco, i vasi sanguigni sulle tempie si ampliarono, formando dei rilievi inquietanti sulla pelle
Sanji non ebbe modo di dire alcunché, poiché le parole non sembravano volergli uscire di bocca.
Ma non ne avrebbe avuto comunque il tempo: con uno scatto ad incredibile velocità, Neji era già sotto di lui, pronto a sferrare il suo attacco
-Stile Juken… Tecnica delle sessantaquattro chiusure!-
I colpi arrivarono rapidi e fulminei…
-Due chiusure…-
Le dita del ninja colpivano precise ed inarrestabili
-Quattro chiusure…-
“Ma che diavolo…”
-Otto chiusure…-
“… mi sta… facendo?”
-Sedici chiusure…-
Sempre più veloce… lo Hyuga sembrava metterci l’anima in quei colpi…
-Trentadue chiusure…-
Sempre più veloce… ed implacabile!
-Sessantaquattro chiusure!
Terminata la sequenza Neji afferrò Sanji per un braccio attirandolo a se: lo colpì allo stomaco con un violentissimo pugno. Il corpo del cuoco, scaraventato indietro, rotolò nella polvere fino a fermarsi ad alcuni metri di distanza.
Il moro si sentiva esausto: usare la sua Dojutsu dopo uno scontro del genere lo spossava a dir poco, ma non voleva lasciare nulla in sospeso.
Stoicamente, trasse un profondo respiro, incrociò le braccia di fronte a sé e con un ultimo scatto secco le posizionò vicino ai fianchi; tutti coloro che in quell’arena si intendevano almeno in parte di kung fu, sapevano che cosa significava il gesto del ragazzo: lo scontro per lui era terminato e il suo avversario sconfitto.
Un boato di eccitazione seguì quel gesto e il gridò dell’arbitro non si fece attendere
-Assolutamente incredibile! Assolutamente incredibile! Signore e signori abbiamo assistito ad un evento più unico che raro: la temutissima tecnica della chiusura dei punti di fuga del clan Hyuga, vanto e gloria del villaggio di Konoha, eseguita alla perfezione da un ragazzo così giovane! Costui è ciò che io sono solito chiamare un genio!-
A Neji in quel momento quelle lodi importavano meno di niente: voleva solo farla finita in fretta, potersene andare a dormire e dopo pranzo seguire gli altri incontri con tutta calma… ma quell’occhialuto biondo non si decideva a iniziare il conteggio!
-Signor arbitro non crede che sia l’ora di contare?- disse ansimando il ragazzo
-Oh si, si, incominciò subito…-
-Anche se credo che sia inutile… in quelle condizioni non sarà neanche in grado di muovere un muscolo…-
-Ehi voi due che diavolo state blaterando?-
La voce di Sanji fendette l’aria del Colosium, facendo rimanere tutti di stucco
-Ma che conteggio e conteggio! Qui si continua!- disse muovendo con ampi giri la spalla sinistra per rilassare i muscoli.
Neji Hyuga era sconvolto…
-Non è possibile…- furono le uniche parole che fuoriuscirono dalla sua bocca
-Ehi tu, moccioso!- gridò il biondo anche se con meno vigore di prima… gli effetti della stanchezza stavano facendosi sentire –Te l’ho già detto non farti viaggi strani con la fantasia! I tuoi colpi erano sicuramente potenti ma non erano tutto sto granché… ho visto di peggio…-
Una pugnalata al cuore sarebbe stata meno dolorosa di quella rivelazione
“L-la tecnica delle sessantaquattro… debole?…-  il moro strinse i pugni sopprimendo un urlo di rabbia  - ma siamo seri? La Hakke Rokujūyon Shō lede il sistema circolatorio del chakra… non dovrebbe essere neanche in grado di muoversi!… Byakugan!”
Lo sguardo di Neji venne proiettato in avanti, oltrepassando le distanze, infrangendosi sul corpo avversario e attraversandolo: di fronte a lui si mostrava ora l’intricato reticolo di condotti in cui il chakra scorre. Nota con piacere i punti di fuga bloccati dalla sua tecnica… ma se essa non era andata a vuoto allo cosa permetteva a quel tizio di muoversi e sputar sentenze? La risposta gli fu ancora più sconcertante della domanda…
- Sanji-san, perché…?-
 Il biondo lo guardo interrogativo
-Perché… il tuo sistema circolatorio del chakra non mostra segni di sfruttamento!?!?- gridò Neji Hyuga fuori di se dalla rabbia –una persona del tuo calibro dovrebbe avere un sistema con numerosi segni di “logoramento”, tipici di chi combatte ad alti livelli!!! Il tuo è come quello di una persona normale, spiegami perché!!!-
Il moro gridò con quanto fiato aveva in gola, la frustrazione e la sua sete di risposte gli fecero dimenticare la fatica; Sanji si accese lentamente una sigaretta. Tirata una, due boccate di fumo, si tolse la sigaretta dalle labbra e rispose
-Personalmente non so di che diavolo tu stia parlando…- il biondo, non sapeva perché, per le espressioni facciali del suo avversario forse, ma trovava la situazione alquanto divertente –chakra, sistemi circolatori… non so che diavolo sia sta roba e per il momento non mi importa. Posso dirti però che la potenza che io metto nei miei calci è tutta, pura e semplice forza bruta-
A quelle parole lo Hyuga non seppe più che pensare “Non ci credo… non è possibile… anche il sensei e Rock Lee un minimo di chakra lo devo usare anche soltanto per le tecniche di base del Taijutsu… e quelle con cui mi ha colpito sono tremendamente potenti…” un brivido percorse il corpo del moro come una scarica elettrica: paura, forse? Neji non sapeva più che fare.
-Bene- disse il cuoco buttando via il mozzicone di sigaretta .- è ora che anch’io inizi a fare sul serio…-
Sparì. Sanji si mosse ad una velocità incredibile, accentuata dai sensi confusi del ragazzo, che se lo ritrovò all’improvviso di fronte
-Veau Shoot-
Spiccando un leggero balzo finale, il biondo colpì con un calcio estremamente potente il centro del torso avversario. Al moro gli si mozzò il fiato, ma già un altro attacco lo attendeva alla schiena
-Gigot-
Colpito alla coscia, mentre era a mezz’aria per il colpo precedente, Neji crollò con violenza.
Fu un attimo: un istante prima che Sanji lo colpisse di nuovo, poggiò le mani al suolo e con una capriola si capovolse all’indietro, facendo si che il calcio andasse a vuoto.
“Dannazione anche se riesco ad anticipare le mosse non ho i riflessi pronti per rispondere, è dannatamente più veloce di prima… fortuna che ho fatto fluire il chakra nel corpo per contenere i danni…”
Lo vide arrivare, rapido e potente come un proiettile
-È finita Hyuga… Collier!-
A Sanji sembrò di aver colpito un qualcosa di morbido, come della gomma piuma. Poi sentì il suo piede che veniva scagliato via, e con lui la gamba, seguita dal resto del corpo.
Sbatté violentemente al suolo. Alzò lo sguardo e vide il suo avversario ansimare al centro di una piccola voragine scavata nel terreno.
Sentì uno strano formicolio al piede e lo osservò d’istinto: la scarpa era solcata da delle striature come se qualcosa le avesse graffiate.
-Avevo ancora un asso nella manica Sanji-san…-
-Sei stato fortunato che non ti ho colpito e basta… rimedio subito-
Si mosse verso il moro che si mise subito in guardia, ma ancora una volta Sanji lo batté in velocità e riflessi: lo oltrepassò ponendosi alle sue spalle. Poggiò una mano al suolo, e facendo leva su di essa iniziò a girare vorticosamente. Il moro tentò di colpirlo ma anche in quelle condizioni Sanji manteneva una agilità sorprendente.
Gli girava intorno disorientandolo poi approfittò di una falla nella sua difesa e colpì
-Concasser!-
Ma ancora una volta si frappose un qualcosa tra il calcio e lo Hyuga. Il biondo venne nuovamente sbalzato via ma stavolta riuscì a mantenere lo sguardo su Neji: per quanto potesse sembrargli incredibile era circondato da una sorta di cupola azzurrina che lo ricopriva interamente.
La calma tornò per un attimo sullo scontro
-Ehi ragazzo che roba è quella?-
-È una delle tecniche segrete del clan Hyuga, la Hakkeshō Kaiten, o come è normalmente chiamata, la Rotazione Suprema-
Sanji rimase a guardarlo per un po’ come per capire meglio ciò che aveva appena visto, ma Neji lo anticipò
-Se vuoi ti spiego con cosa hai a che fare… è la mia protezione ultima che sfrutta al massimo le qualità visive del mio Byakugan…-
-Avevo capito che quei tuoi occhi nascondevano un qualche trucchetto…-
Ansimavano entrambi e respirano a fatica: solo la loro forza di volontà li teneva ancora in piedi
-In altre parole ogni volta che toccherai il mio scudo sarà come se colpissi delle lame affilatissime
Sanji si alzò; se quello che lo Hyuga aveva detto era vero allora sarebbe stata una lotta sulla resistenza.
Se il loro incontro doveva finire in quel modo, pensò Sanji, allora era meglio prendere una strada diversa…
-Neji ho una sfida da proporti…-
Il ninja lo guardò interrogativo –Che sfida?-
-Entrambi combattiamo sfruttando la nostra forza, la imprimiamo sui colpi, la usiamo per difenderci… non usiamo trucchi o armi… in altre parole era chiaro fin dall’inizio che avrebbe vinto chi dei due avrebbe colpito più forte…-
-Dove vuoi arrivare?-
-La mia proposta è questa: faremo scontrare il mio colpo più potente contro la tua “Rotazione”… chi avrà la meglio sarà il vincitore anche perchè il perdente si troverà totalmente scoperto e sarà attaccabile… punteremo il nostro onore come garanzia…in modo tale a fine incontro non daremo la colpa alla fatica o ad altro… che ne dici?-
-Certo che sentir parlare di onore da un pirata mi fa un po’ ridere… sei pronto a giurarmi che non barerai?-
-E tu sei pronto a fare lo stesso?- gli disse di rimando
Lo Hyuga si mise a riflettere: era una buona soluzione, si sentiva a pezzi e i suoi riflessi erano molto peggiorati… poteva solo contare sulla Rotazione…
- D’accordo, mi voglio fidare… quando vuoi- si mise in posizione respirando avidamente l’aria
Sanji si posizionò a qualche metro dai lui: iniziò poi a roteare su se stesso come una trottola
Neji non capiva le sue intenzioni, ma in fondo non gli importava la sua difesa avrebbe retto a qualsiasi attacco    
Il mulinello del biondo iniziò a diminuire di velocità quando il moro notò una cosa strana: la gamba destra del pirata era diventata rossa, incandescente come se vi avesse versato sopra del piombo fuso. Luccicava di una luce inquietante. Era straordinario.
-Diable Jambe- la sua voce si era fatta improvvisamente cupa e ansimava molto più profondamente. Era evidente che quella tecnica gli costava fatica –Ora o mai più Hyuga, lasciami solo dire che mi è piaciuto combattere con te… potremmo rifarlo in futuro…-
-Vale anche per me Sanji-san-
Quell’ultimo scambio di colpi avrebbe proclamato la fine del loro scontro.
Sanji scattò. Appena Neji lo vide di fronte a se, diede iniziò alla tecnica.
- Diable Jambe, Flambage Shoot!-
- Hakkeshō Kaiten!-
Uno sfrigolio tremendamente acuto iniziò a diffondersi per tutto il Colosium una volta che i due colpi vennero a contatto: le diverse direzioni di rotazione aumentarono l’attrito tra le due.
L’aria si fece tutt’attorno ai due d’improvviso più calda, rovente quasi.
Era lo scontro finale, era una questione di secondi ormai; l’ago della bilancia della vittoria avrebbe indicato con  la sua punta il vincitore e dichiarato uno sconfitto, lasciato poi in balia della potenza nemica. Ora il problema era uno solo: avrebbe vinto il cuoco pirata o il rampollo Hyuga?
Il moto rotatorio inizio a farsi sempre più debole, la gamba iniziava ad intorpidirsi: la difesa assoluta di Neji si sfaldò.
Il ragazzo incredulo si ritrovò completamente scoperto a mezz’aria di fronte al suo avversario.
Sanji de approfittò subito: girò la gamba su cui poggiava, flesse quella destra e colpì inesorabile senza alcun ripensamento
-Diable Jambe, Mounton Shoot!-
Il colpo fu incredibilmente violento colpì in pieno il corpo di Neji. Ci fu uno scoppio come quello di una cannonata. Come una bambola inerte il moro venne scaraventato ad una decina di metri di distanza e continuò a rotolare finchè non si fermò del tutto.
L’arena ammutolì. Tutti aspettavano il verdetto dell’arbitro, anche lui rimasto senza parole di fronte a quella scena.
Appena sopraggiunse notò subito, sul corpo svenuto del ragazzo, lo squarcio nella maglia e poté vedere la vasta ustione che si era procurato
“Dannazione…” gli toccò il polso, l’aorta e gli analizzò la ferita “è ancora vivo e non mi sembra, per lo meno adesso, in pericolo di vita… fortuna che aveva già protetto i suoi organi interni col chakra e come minimo anche l’altro non ci ha messo tutta la forza…”
-Signore e signori dichiaro lo scontro concluso… Neji Hyuga non è più in grado di combattere, il vincitore è quindi Sanji Dark Leg!-
Un fragore assurdo si levò dagli spalti, cori di qualsiasi tipo si alzavano pro e contro i due contendenti.
Sentite quelle parole Sanji si accasciò al suolo:aveva raggiunto il suo limite ed era rimasto in piedi solo per sentire che aveva vinto senza intoppi.
-Chiedo l’intervento delle squadre mediche Alfa, Beta e Gamma, accorrete sul posto alla svelta e portate in infermeria entrambi i contendenti, presto!-

Intanto nel loggiato il risultato dello scontro suscitò varie reazioni…
-Non ci credo…- iniziò Rock Lee
-Neji-kun…- sospirò TenTen
-Nii-san…-  le fece eco Hinata   
-Quel tipo era dannatamente forte… non avrei mai pensato che Hyuga potesse venir sconfitto…- ammise Kiba
-Se uno di noi avesse avuto a che fare con lui non avrebbe avuto speranze- disse Shikamaru
-Parla per te Nara-
Sasuke e Shino si erano espressi all’unisono, e ora si scambiavano occhiate di sfida.
-Dai Gai non te la prendere se l’è cavata bene dopo tutto…- cercò di dire Kakashi all’amico
-Ma che dici figurati se me la prendo! Quel biondino avrebbe messo in difficoltà anche noi jonin, sono orgoglioso del mio allievo… anche se forse avrebbe dovuto usare fin da subito la tecnica chiave del clan Hyuga, il “pugno gentile” dei nobili della Foglia-
Calò il silenzio. Tutti gli sguardi erano fissi sulle barelle che veniva scortate fuori con la massima urgenza.
Solo quando scomparvero nell’ombra delle entrate dell’arena Gai Maito si lasciò andare ad una risata sguaiata.
-G-Gai-sensei?- chiesero preoccupati gli allievi del ninja verde vestito.
-Vi chiederete perché sono così euforico? Beh presto detto perché tra poco potrete vedermi in tutta la mia raggiante forza della giovinezza!-
-Intendi dire che….?- incominciò Kakashi
-Esatto! Il prossimo partecipante è l’illustre sottoscritto!-
-CHE COSA!? -


Ammazza che fatica, credevo di non finirlo più! È stra-iper-mega lungo questo capitolo! Ma dovevo farmi pur perdonare il ritardo XD!
Allora oltre a chiedere alle signorie vostre di farmi sapere che cosa ne pensate voglio proporvi un quiz che forse riporterò anche in futuro ovvero… chi sarà l’avversario di Gai-sensei? Provate ad indovinare, ricordatevi che ci sono ancora 37 partecipanti e i personaggi dei quattro manga sono all’interno delle delimitazioni che ho messo all’inizio del I° capitolo. Okay?

E ora rispondiamo alle recensioni!

Davithejoker: ehi vech allora piaciuto il capitolo? Don Sanjino ce l’ha fatta…

tatanena:le nuove lettrici sono sempre le benvenute! grazie sono contento che ti piaccia spero che continuerai a seguirmi XD!

Malandrino ninja: Thanks XD. L’idea mi è venuta guardando uno shortmovie di onepiece quello sul calcio… e poi mi piaceva il pensiero di poter giostrare quattro master del manga come loro

nueblackcrowfriend: (poveretto sul serio Ed) chissà chissà, non ti posso dire niente, però non sottovaluterei così il nan… ehm l’Alchimista d’Acciaio…

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Quando la forza della giovinezza si scontra con l'astuzia della volpe ***


ugycxfchj Ehm… (silenzio) …ciao, ci vediamo in fondo che è meglio…


QUANDO LA FORZA DELLA GIOVINEZZA SI SCONTRA CON L’ASTUZIA DELLA VOLPE


La rivelazione del maestro di Taijutsu sconvolse un po’ i ninja di Konoha…
-Ma è grandioso Gai-sensei!-
…altri invece si erano oltremodo galvanizzati.
-Certo Lee! Tutti oggi in questa arena conosceranno l’incredibile forza che può scatenare la giovinezza!- proclamò Gai tra una risata sguaiata e l’altra.
A quel punto intervenne Kakashi –Senti Gai è meglio che ti avvii, tra poco incomincerà il tuo incontro…-
-Hai ragione! Bene, ti consiglio di tenermi d’occhio Kakashi, almeno saprai cosa ti aspetta nel caso mi dovessi affrontare nei prossimi turni!- e si gettò a capofitto giù per le scale ridendo come suo solito.
Il copia-ninja dal canto suo, si era rimesso a leggere il suo romanzo: il vero motivo per cui lo aveva incitato ad andare era solo per non sentire i suoi sproloqui sulla giovinezza, sulla potenza della giovinezza e altre bestialità similari. Gai era pur sempre il suo migliore amico e rivale, ma anche la sua pazienza aveva dei limiti.
Rock Lee dopo aver distolto lo sguardo invidioso, ma sempre carico di grande ammirazione, dall’imboccatura delle scale, si appoggiò pesantemente al parapetto sbuffando -Però devo ammettere che sono seccato!-
Tenten lo guardò strana –Che intendi dire?-
-Intendo dire che il maestro ha ragione: se Neji avesse usato il “pugno gentile” fin da subito, avrebbe sicuramente vinto . Non potrò affrontarlo neppure stavolta…-
Rock Lee continuò a soffiare contrariato.
Gli altri non potevano dargli torto: da quando aveva ottenuto il diploma all’accademia, Rock Lee aveva preso Neji come suo obbiettivo da superare e si era allenato fino all’inverosimile per raggiungere un livello tale da poter almeno competere con il suo compagno di team.
Per di più la sconfitta del migliore degli eredi del clan Hyuga era anche un duro colpo per l’orgoglio della Foglia.
-Ha ragione il sopracciglione, se Hyuga avesse usato quella tecnica non avrebbe avuto problemi…- ammise Ino con stizza
-Non esserne così sicura-
Tutti si voltarono in direzione della voce. Naruto e Sakura erano tornati, ma non erano soli: dietro di loro c’era un nutrito gruppo di persone mai viste.
Ino li riconobbe, li aveva già incrociati il giorno prima, durante l’assegnazione dei turni; allora li aveva visti parlare con Sakura e gli altri, ma non  sapeva intuire che razza di rapporto ci fosse tra loro.
-Perché dici questo Naruto? Proprio tu vuoi mettere in dubbio la forza degli Hyuga?- si intromise Kiba
-Non sono stato io a parlare, ma lui- disse indicando il ragazzo al suo fianco: era alto poco più dell’Inuzuka ma si capiva che era più vecchio di lui di almeno cinque anni. Indossava un cappello di paglia che unito all’abbigliamento trasandato lo faceva assomigliare più ad un contadino che ad un combattente
-Ah, e tu saresti…- chiese Kiba
-Il mio nome è Monkey D. Rufy e sono un pirata!-
Quell’affermazione così schietta e diretta fece cadere nello stupore tutti i presenti.
-Tu saresti il pirata Cappello di Paglia quindi…- disse Kakashi alzando gli occhi dal libro- devo ammettere che sei proprio come ti descrivono… solo un  pirata del tuo calibro ammetterebbe con tanta tranquillità la sua natura di fronte a degli sconosciuti…-
-Guardi, lasci perdere, non sa quanti guai ci ha causato sto qua in passato con la sua impulsività…- disse, sospirando, la ragazza dai capelli arancioni dietro il pirata
-Pirata del suo calibro? Che intende dire Kakashi-sensei?- chiese Kiba
Il copia-ninja riabbassò gli occhi sulle pagine –Beh se definite un pirata da trecento milioni di berry non di alto livello…-
Un silenzio di piombo calò sul gruppo di genin: ai pirati invece venne quasi da ridere vedendo il variegato set di espressioni facciali tremendamente scioccate che gli si aprivano davanti; quella rivelazione doveva averli impressionati non poco. Sembravano aver preso tutti una mazzata in testa.
-T-trecento…- iniziò Shikamaru
-…Milioni?- concluse per lui TenTen
-Stupiti?- chiese Rufy ridendo
-Diciamo pure che siamo sconvolti!- ammise Sakura
Ino si rivolse all’amica –Ma come? Siete loro amici e non lo sapevate?-
-Ma se abbiamo scoperto giusto due minuti fa che erano pirati!-
“Più che altro ci sarebbe da domandarsi che razza di compagnie frequentano…” pensò Shino che se stava in disparte ad ascoltare la conversazione
-Per curiosità quanto vale un berry in ryo?- chiese Naruto
-Se non sbaglio…-intervenne l’Aburame- un berry corrisponde a due ryo… quindi la taglia di Monkey D. Rufy corrisponderebbe circa a seicento milioni…-
Naruto si mise a pensare con uno sguardo altamente concentrato.
Tutti iniziarono a chiedersi che diavolo stava immaginando il cervello del biondo…   
-Quante ciotole di ramen mi potrei comprare con una cifra simile…?-
Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che venne subito zittito da una delle “dolci carezze” di Sakura.
-Ti sembra il momento di pensare al cibo!?- gli urlò furiosa la rosa
-Ma Sakura-chan…- disse il ragazzo massaggiandosi la testa –per il ramen qualsiasi momento è quello giusto…-
-Ma sta zitto che fai più bella figura!-
Uno slancio di ilarità contagiò tutto il gruppo finchè Kiba non si fece serio e si rivolse al capitano pirata:
-Però non ci hai ancora spiegato perché il nostro compagno avrebbe perso lo stesso…-
-Non dico che il vostro amico non sia forte, anzi poche volte ho visto Sanji ridotto in quel modo… ma il finale non sarebbe stato diverso -iniziò a dire Rufy, mantenendo il solito sorriso-… ci sono tanti motivi… ma credo che, almeno per me, sia stato soltanto uno a permettergli di vincere-
-E cioè?- chiese Choji
- L’orgoglio-
Quell’unica parola mandò in totale confusione i presenti, fatta eccezione per Kakashi e la ciurma che sapevano a cosa il loro capitano stesse facendo riferimento; quest’ultimi, più che altro, erano stupiti che Rufy fosse riuscito a dire tutte quelle frasi di senso compiuto insieme.
- L’orgoglio? -disse Naruto- beh posso capire che il non voler sfigurare di fronte ai propri compagni sia un buon motivo ma anche Neji allora…-
-No, non sto parlando di quell’“orgoglio”, ma di qualcos’altro: Sanji doveva difendere la sua condizione, il suo essere un pirata da settantasette milioni, requisito che ha ottenuto con tanta fatica e ardore…-
-Dovete sapere- si intromise Zoro -che quel cuoco da strapazzo ha sempre desiderato, da quando divenne pirata, di poter avere una taglia sulla testa…-
-Per noi esse hanno un significato particolare -continuò Usop- esse ci mostrano di quanto siamo migliorati dall’inizio del nostro viaggio… anche perché noi non abbiamo fatto mai del “male” nel vero senso della parola, a parte ad altri pirati…- aggiunse un po’ impacciato     
-Per dirla in maniera più semplice, Sanji non aveva scelta,  per proteggere il suo status doveva assolutamente vincere l’incontro e passare il turno… ecco perché il vostro amico non aveva possibilità, la differenza di determinazione è stata decisiva-
I giovani ninja non ne avevano tenuto conto. Il pensiero che l’orgoglio, anche se di un altro tipo, potesse avere quell’effetto non li aveva neanche sfiorati. Quello stesso orgoglio che a volte è solo un ostacolo, quello stesso orgoglio che acceca, quello stesso orgoglio che rovina i legami tra gli individui, quello stesso orgoglio che porta anche il male. Un qualcosa di positivo, di buono.
La tensione che si era formata all’inizio tra i due gruppi pian piano incominciò a scomparire.
In pochi secondi, chi più chi meno,si mischiarono tra loro, venendosi a formare singoli gruppetti intenti a parlare delle cose più disparate; solo Sasuke e Shino restavano in disparte assorti nei loro pensieri. Zoro lo spadaccino decise di avvicinarsi a loro.
-Beh? Come mai qui in solitudine?- chiese il ragazzo
-A te che ti frega?- gli rispose scontroso il moro
-Niente, pura curiosità…-
-Per quanto mi riguarda, sto aspettando che questo dannato incontro incominci…- disse deciso Sasuke
-Roronoa-san… è questo il suo nome, giusto?- chiese educatamente l’Aburame
-Chiamami pure Zoro…-
-Che cosa pensi dei partecipanti?-
A quella domanda anche il solitario Uchiha rizzò le orecchie attento
-Uhm, c’è gente sicuramente molto forte e anche con parecchia esperienza. Vi consiglio di non sottovalutare nessuno, chiunque vi ritroviate davanti-
-Certo che è strano… accogliere i consigli di uno che potrebbe essere un nostro probabile avversario…- disse con ironia Sasuke
Zoro accennò una leggera risata –Non è da me che dovete temere qualche trucchetto sporco o colpo basso…-
-E da chi dovremmo aspettarcelo secondo te?- chiese Shino   
-Quelli che coprono il proprio volto per esempio; chi non vuole mostrarsi apertamente ha sempre qualcosa da nascondere… ne ho già individuati due o tre…-
-Dieci-
I due ragazzi guardarono l’Aburame come se avesse appena detto una rivelazione sui “perché?” della vita:
-Che cosa?- domandò Sasuke tra lo stupito e lo stizzito
-Sono in tutto dieci le persone da cui ci hai avvisato di guardare, Zoro-san… non so se si tratti di una pura coincidenza o se siano d’accordo ma in fondo non vedo quanto questo abbia importanza…-
-Eh come hai fatto ad accorgertene da qui scusa?- chiese Zoro guardandosi intorno
Shino si sistemo gli occhiali neri con la mano destra -Ho i miei mezzi-
I due non capirono che cosa intendesse. Quel ragazzo era assolutamente indecifrabile. Prima che la discussione potesse continuare la voce esaltata di Rock Lee, richiamò l’attenzione di tutti
-Guardate sembra che lo scontro stia per iniziare!-

Gai era già al centro dell’arena e attendeva impettito, con impazienza, il suo avversario. Era più che deciso di mostrare a Kakashi la sua potenza: lo avrebbe costretto ad ammettere che non era un avversario da sottovalutare…
“Anzi gli farò pubblicamente ammettere che io sono il suo vero e unico rivale e che nessun altro ninja lo ha mai messo in difficoltà quanto il sottoscritto”
Galvanizzato da quei pensieri, si lasciò andare ad una delle sue risate sguaite, ricevendo in risposta uno sguardo preoccupato da parte dell’arbitro.
In quel momento si fece avanti dall’entrata destra del Colosseo un individuo incappucciato, rivestito di un toga nera, che lo ricopriva interamente.
Non era molto alto e anzi si capiva molto bene che, anche se pesantemente ricoperto, era pure grassoccio e tarchiato. Un antitesi del perfetto combattente pensò Gai. Anche se non era solito avere pregiudizi, in quel caso non poteva non concedersi un idea riguardo una facile vittoria.
-Signore e signori! È un piacere per me presentarvi i due prossimi concorrenti: alla mia sinistra uno dei più famosi jonin di Konoha, maestro del Taijutsu… Gai Maito!-
Allo scrosciante boato di applausi, Gai rispose levando in alto il pollice e sorridendo di gusto per tutto quel tifo. Stranamente notò che però una parte degli spalti si dimostrò particolarmente fredda e non applaudiva neanche.
-Alla mia destra invece, un uomo a cui la Marina a posto una taglia di ventiquattro milioni, soprannominato la Volpe d’Argento… Foxy!-
A quelle parole l’arena sembrò esplodere letteralmente. Gai alzò il viso capendo da dove venisse quel baccano.
La parte di arena che gli aveva negato il saluto, ora invece tributava cori e inni a non finire al suo avversario: gli sembrava di vedere addirittura un gruppo di cheerleaders che scandivano i loro canti, ballando e saltando sugli spalti.
-Tsk, i miei ragazzi… sempre esagerati…-
Gai si voltò verso di lui: ora Foxy era senza mantello e poteva vederlo chiaramente in faccia.
Basso e tarchiato come aveva intuito, indossava delle larghe braghe trattenute da un paio di bretelle e alle mani aveva dei guantoni da boxe. Ma il viso era tutt’altra cosa.
I lineamenti squadrati, il naso appuntito ed estremamente pronunciato, i capelli neri assurdi, pettinati per formare una sorta di orecchie, gli mostravano che il suo avversario era sicuramente un tipo fuori dagli schemi.
Non che questo volesse dire che fosse stupido. No, Gai lo capì subito guardandolo negli occhi, occhi che mostravano un intelligenza acuta e calcolatrice.
-Fuehfehfehfeh -rise con voce nasale- allora maestro Gai vogliamo incominciare?-
Quel sorriso stampato sulla faccia lo fece rabbrividire. Lasciava trasparire un che di sadico e maligno; si prendeva gioco di lui, come se lo scontro che stava per iniziare non fosse altro che una formalità, come se sapesse già come comportarsi e avesse la vittoria in pugno.
-Quando vuoi- e si mise in posizione d’attacco, imitato da Foxy. Pugni alti a mo’ di guardia, per proteggere la testa, tipica posa da pugile.
-E così sei un praticante della Boxe?-
-Si, possiamo dire di si. Ho sempre apprezzato la nobile arte… si addice al mio stile, te lo posso assicurare- rispose beffardo
-Hai un buon seguito vedo… tutti membri della tua ciurma?-
-Si ed è anche grazie a loro che vincerò, fuehfehfehfeh…-
-Ti consiglio di non sottovalutarmi… la forza della giovinezza mi permetterà di sconfiggerti!- proclamò il jonin sicuro di se
-Uhm, vedo che bruci di ardore, uomo, ed è un bene… così sarà più interessante-  
-Signori…- disse intromettendosi l’arbitro, più che deciso ad incominciare - non c’è bisogno che vi ricordi le regole,  voglio un gioco pulito, quindi attenzione… Tre… Due… Uno… Fight!-
Foxy non ebbe neanche modo di vedere i suoi movimenti: alzò istintivamente la guardia non sapendo che cosa aspettarsi.
-Vento della Foglia!-
Un calcio verso l’alto gli spezzò la guardia, mentre un secondo calcio basso lo colpì in pieno, facendolo volare letteralmente al suolo.
Tramite un colpo di reni Foxy si rimise in piedi, e con un paio di fitte in più allo stomaco.
Un pugno lo colpì al viso, seguito da un altro all’addome e da un nuovo calcio agli stinchi. Quei pugni erano tremendamente veloci quasi da non riuscire a vederli.
Gai decise di fermarsi, avendolo ridotto in ginocchio con dei colpi non proprio contenuti, per permettergli di rialzarsi. Pessima scelta.
Dopo pochi istanti che si era fermato, si sentì improvvisamente lento, pesante. I suoi movimenti e i riflessi sembravano incredibilmente lenti come se ci fosse stato qualcosa che lo ancorasse. Provò a parlare ma dalla sua bocca fuoriuscirono solo delle sillabe sconnesse.
“Che mi sta succedendo?…”
-Fuehfehfehfeh… maestro Gai che cos’hai? Sei forse stanco? Ti muovi così lentamente…- disse con falso tono preoccupato il Volpe avvicinandosi.
Non appena gli fu di fronte caricò le braccia e colpì
-Rush a Nove Code!-
Come una pioggia battente, i pugni di Foxy colpirono il suo avversario con una furia ceca, ma non sembravano fare effetto. L’arbitro stesso si domandò se quei pugni stavano davvero andando a segno.
L’uomo improvvisamente si fermò e incominciò ad allontanarsi, come per prendere una distanza di sicurezza
-Dieci, nove, otto, sette, sei…-
“E ora che fa, si mette a fare count down?” pensò l’arbitro che tra un partecipante che sembrava paralizzato e un altro che se la rideva e contava, non sapeva più che diavolo commentare ai suoi spettatori.
-…cinque, quattro, tre, due, uno, time over!-
Il corpo e il volto di Gai sembrarono accartocciarsi, come pressati da una forza invisibile. Il jonin cadde al suolo senza far fuoriuscire un solo lamento.
Gli spettatori, membri della loggia compresi, rimasero sconvolti: non soltanto dalla incomprensibile natura dell’attacco di Foxy, ma soprattutto per come Gai Maito non fosse riuscito a incassare quei colpi.
La sua forza e il particolare modo di combattere erano largamente noti e nessuno si sarebbe immaginato un risvolto simile. Solamente i Mugiwara sembravano non per niente stupiti.
La mora Nico Robin si rivolse a Kakashi, che per quanto non lo desse a vedere era rimasto colpito come tutti gli altri, chiedendogli –Signor Hatake, il tuo collega che tecniche ninja conosce nello specifico?-
-Quasi esclusivamente tecniche marziali… dice che non gli piace usare le arti ninja, non mostrano la vera virilità dell’uomo, secondo lui… più che altro conosce le tecniche per difendersi da esse…- rispose con la sua solita calma il copia-ninja
La ragazza si chiuse in silenzio “Se è così allora… il signor Maito è spacciato”

Gai si stava rialzando. Faticava a reggersi in piede a causa dell’attacco di Foxy. Poche volte ne aveva subiti di così intensi. Puntò i piedi al suolo e rilassò i muscoli per rilasciare la tensione: fu abbastanza efficace, gran parte del dolore era diminuito.
-Fuehfehfehfeh, mi sarei stupito se un colpo leggero come quello ti avesse già messo K.O. -
Gai reagì alla provocazione spostandosi con uno scatto alle sue spalle. Il suo calcio verso il basso era ormai ad un palmo dal viso del Volpe, quando di nuovo quella strana sensazione attraversò il suo corpo. Di nuovo si sentì pesante mentre il mondo intorno a lui incominciò a rallentare.
-Fregato di nuovo- disse sogghignando
Foxy tempestò lo stomaco del ninja con una serie di pugni e come prima si allontanò verso la sua ciurma che gli tributò cori e grida d’esultanza.
Gai dal canto suo non capiva che razza di tecnica stesse usando. Non poteva essere un ninjutsu, se ne sarebbe accorto e poi era certo che non esistesse una tecnica del genere. Assomigliava in minima parte al controllo dell’ombra dei Nara.
Dopo un po’ percepì un dolore allo stomaco, che pian piano iniziò a crescere fino a mozzargli il fiato.
L’impatto fu talmente forte da sbalzarlo indietro e  farlo cadere a terra. Il dolore era lancinante e la sensazione di soffocamento terribile.
-Signori spettatori! Ancora una volta Gai Maito ha subito il misterioso attacco di Foxy senza alcuna possibilità di reagire… immagino che come me tutti vi stiate chiedendo che cosa sia in realtà…- pronunciò l’arbitro
Sentendosi tirato in causa il Volpe sfoderò il più beffardo dei ghigni che aveva e rispose:
-Non ho fatto altro che bloccare il suo tempo soggettivo… tempo fa io mangiai il frutto del diavolo Noro-noro che mi trasformò in un uomo in grado di sparare raggi che bloccano la reattività e la velocità di qualsiasi oggetto o essere vivente…-
-E mi scusi che centra questo con i terribili colpi di prima?-
-Sta proprio qui il bello! Osservi…-
L’uomo puntò il pugno verso il maestro del Taijutsu che non ebbe il tempo di reagire
-Raggio noro-noro!-
Il raggio semi invisibile a causa della luce del sole, partì dal guantone e iniziò a estendersi fino a raggiungere l’obbiettivo. Il pirata si avvicinò a passo lento e colpì con un violentissimo pugno il viso di Gai.
-I fotoni Noro non solo rallentano gli oggetti ma anche tutto ciò che entra in contatto con loro… quindi io per i trenta secondi a me concessi posso completamente ricoprire di bastonate il mio avversario, e alla fine il malcapitato si riceverà tutta l’inerzia dei colpi in una sola volta-
Detto ciò Foxy si lasciò andare alla sua consueta risata nasale.
Gli effetti del pugno non tardarono ad arrivare e il ninja si ritrovò di nuovo con la faccia a terra.
Gai sentì la rabbia infiammarsi e a salirgli dall’animo. Si sentiva avvilito: quell’uomo non solo lo stava riempiendo di botte come mai nella sua vita ma lo stava pure sbeffeggiando di fronte ai suoi allievi, al suo rivale e a tutta quella gente con quella specie di teatrino.
Ma ora almeno sapeva con cosa aveva a che fare: l’orgoglio della Foglia sarebbe stato vendicato.
-Okay amico ora il tempo dei giochi è finito…-
-Ma davvero? E cosa credi di… -
Non ebbe modo di finire la frase.
Gai Maito lo aveva già raggiunto e centrato con un violentissimo pugno in pieno stomaco. La velocità d’effettuazione sconvolse non poco gli spettatori che non si aspettavano una reazione del genere.
Al pugno seguì una violentissima testata che spinse indietro il Volpe, giusto in tempo per ricevere una gradiola di pugni. Gai non gli dava tregua, non poteva permettergli di usare il suo potere.
Fece un balzò all’indietro e iniziò velocemente a slacciarsi le bende che gli fasciavano gli avambracci.
Foxy in quel momento non sembrava neanche ricordarsi più come si chiamava, per quel motivo il ninja aveva deciso di usare quella tecnica.
Il Loto Frontale.
Una variante certo, non poteva permettersi di ucciderlo, altrimenti sarebbe stato squalificato.
Si acquattò al suolo e scomparve. Un violento calcio al mento spedì il Volpe in aria, e Gai lo seguì.
Lo raggiunse alle spalle “Tecnica dell’ombra imprigionante!
A quel punto il maestro del Taijutsu sferzò l’aria con le bende e avvolse completamente il corpo dell’avversario, bloccandolo.
Gai si aggrappò allora alle bende, lasciandosi cadere di peso. Erano ad una bell’altezza, lo schianto sarebbe stato definitivo.
-Loto Frontale!- gridò il ninja con quanto fiato aveva in gola
A qualche metro dal suolo però la risata nasale di Foxy riecheggiò nell’arena.
Il ninja non capì che avesse da ridere, quando ad un paio di metri dall’impatto accadde una cosa incredibile.
I due si fermarono. Gai e il corpo bendato del suo avversario rimasero miracolosamente bloccati a mezz’aria.
-Fuehfehfehfeh, che credevi, di fregarmi così? Io so tutto di te Gai Maito! Ed ora…-
Uno scatto secco, le bende cadono al suolo lacerate e Foxy, libero si preparò al contrattacco.
I guantoni ora erano ricoperti da piccole lame taglienti, che avevano permesso al Volpe di liberarsi.
-Megaton a Nove Code!-
I pugni sembravano non avere più fine, colpirono ogni centimetro del corpo immobile senza dargli tregua, senza freni, senza alcuna pietà.
-Rush… Rush… Rush… Rush!!!-
Dagli spalti i membri della ciurma della Volpe d’argento si scatenarono nel tifo più sfrenato per il loro capitano, occultando tutte le altre voci che provenivano dalle altre parti dell’arena.
Poi all’improvviso Foxy si fermò. Con la voce lenta e il fiatone proclamò –Tre, due, uno, time over!-
La visione fu raccapricciante: il corpo di Gai si contorse sotto la furia dei colpi scaricati tutti in una volta; del sangue iniziò a fuoriuscire lento dalle numerose ferite che le lame dei guantoni avevano provocato.
Infine il suono sordo del corpo di Gai che cadde esanime fu più pesante di qualunque altro, assordando l’arena, che di fronte a ciò che era appena successo si era ammutolita.
Foxy osservò con espressione stanca il corpo di Gai, poi spostò lo sguardo verso l’arbitro che come tutti era rimasto ammutolito –Siamo guerrieri, combattenti, sapevamo benissimo che poteva finire, in questo modo… ora la prego cominci il conteggio- e l’uomo non se lo fece ripetere
-Ehi Gai- iniziò Foxy con tono freddo –non so se mi puoi sentire o se sei svenuto, ma voglio dirti due parole lo stesso…-
-Io avevo già la vittoria in pugno fin dall’inizio perché non avevi segreti per me…- il tono era accelerato come se il Volpe avesse fretta di togliersi un peso- io faccio molto affidamento sui miei sottoposti, loro sono tutto per me… beh devi sapere che ieri sono stati come i miei occhi e le mie orecchie nelle varie arene delle eliminatorie… e con varie ricerche accurate ho scoperto tutto di te e non solo di te…  io sono a conoscenza di tutte le tecniche di tutti i partecipanti al torneo, quindi mi ci è voluto poco per prendere delle adeguate contromisure… non te la prendere quindi per la tua perdita, ho vinto io perché ho saputo far uso dei miei compagni…-
-Sette… otto…-
Il conteggio si fermò.
Sotto lo sguardo allibito e scioccato dell’arena e soprattutto di Foxy, Gai Maito si era rialzato.
Fisso al terreno con le sue gambe d’acciaio e il capo chino, ma in piedi e irremovibile: voleva continuare.
Senza dire una parola incrociò le braccia mo’ di difesa: improvvisamente una sorta di aurea azzurrina iniziò a fuoriuscire dalla pelle.
-Apertura della seconda delle otto porte del chakra: Porta del Riposo!-
Foxy era sbalordito non capiva da dove venisse tutta quella forza: percepiva chiaramente che la forza combattiva del suo avversario stava crescendo, e per quanto gli potesse sembrare assurdo, vide chiaramente la sua pelle che iniziava a cambiare colore.
-Foxy!- gridò lo shinobi di Konoha – Fare affidamento sui propri compagni è una delle cose più giuste in assoluto. Io stesso tendo sempre a ricordarlo ai miei allievi. Ma il vero uomo deve a volte saper contare solo su se stesso… e io ora mi sento come se potessi sollevare il mondo, perché il mio desiderio di vincere mi brucia dentro come un fuoco inestinguibile!-
-È stato bello combattere con te ma oralo scontro finisce qui… Terza porta: Porta della Ferita!-
A quel punto l’energia esplose, la pelle di Gai divenne di un rosso intenso, a causa dell’aumento sproporzionato dell’ossigeno nel sangue; lo spostamento d’aria spettinava in capelli di Gai, spostandoli in ogni direzione.
A quel punto scattò in avanti, ad una velocità pazzesca, da sembrare invisibile. Era un potentissimo attacco diretto non visibile all’occhio umano.
Foxy in preda al panico attivò il suo raggio Noro. Centrò il bersaglio e Gai tornò visibile. Ma stavolta non si fermò. La sua velocità era talmente elevata che il raggio Noro gliela abbassò appena, ma non fermandolo.
L’impatto fu impressionante. Il pugno di Gai colpì in pieno addome il corpo di Foxy che venne slanciato all’indietro ad una velocità incredibile.
Il Volpe si schiantò privo di sensi contro la parete dello stadio, procurandone numerose crepe nel punto di scontro.
Il ninja di Konoha invece era rimasto immobile dove si era fermato. L’arbitro gli si avvicinò per vedere cosa fare.
Appena lo vide Gai sorrise, poi si mise in posizione eretta e alzò il pollice in alto ridendo come un matto.
-Lo scontro è terminato: il vincitore è Gai Maito del villaggio ninja di Konoha!-
Il boato che ne conseguì fu talmente forte da far tremare l’intero edificio.


Okay, okay spero che l’episodio sia stato abbastanza decente da farvi abbassare i forconi e le fiaccole che mi puntate contro per il mostruoso ritardo con cui ho postato! XD
Solo che questo cap. all’inizio non  voleva farsi scrivere, poi ci aggiungiamo la scuola ecc… ma posso assicurarvi che il prossimo lo posterò molto prima perché scenderà in campo il personaggio dei manga che ammiro più in assoluto… vi sfido ad indovinare qual è e contro chi si scontrerà! (ricordate che i personaggi sono all’interno delle limitazioni che ho posto nel primo capitolo)

E ora rispondiamo alle recensioni:

tatanena: Troppo buona con l’illustre sottoscritto, XD! Sorry non sono riuscito a postare prima, spero che il cap. ti piaccia lo stesso! XD
 
nueblackcrowfriend: Vedremo per il vecchio Acciaio che gli accadrà… comunque thanks per la recensione! Mi dispiace ma non l’hai azzeccato! Però dai hai indovinato il manga!

Davithejoker: Thanks per la recensione (comunque hai canato, XD)! Immagino che un Koga vs Sanji non sarebbe stato male… forse in futuro… ma non ti dico niente Bwahahahahahaha! (Scusa ma perché proprio Al?)

stacyfore: Grazie fx, mi fa piacere che ti sia piaciuta! Ti sei ritrovata Foxy invece di Koga… non ti preoccupare comparirà anche quel lupastro ( che tra l’altro stimo) prima o poi… XD

Red Diablo: Sigh, sob, sei tornata… pensavo mi avessi dimenticato TT_TT (l’illustre sottoscritto è molto felix di risentirti, se non  si era capito abbastanza, XD)

Ora un sentito grazie a tutti coloro che hanno messo la mia fan tra i preferiti e cioè:
anele87
Davithejoker
Keru
nueblackcrowfriend
stacyfore

E ancora una volta vi prego di recensire, please! XD
(Per caso mi potreste rispondere a questa domanda per favore: ma Rin, l’amica di Kakashi quella di cui Obito era innamorato, che fine ha fatto? Non ho capito se è morta o meno… thanks in anticipo!)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Tra demoni e insetti ***


gfxghj Ach, ma vi ho già stancato al sesto cap… poche recensioni… l’illustre sottoscritto si sente solo… TT__TT…
MA GRAZIE ALLA FORZA  DELLA GIOVINEZZA SONO TORNATO! XD! Spero che vi piaccia.

(MALEDETTO AKAMATSU SPERO CHE TI VENGA UN UNGHIA INCARNITA! LA MIA SETSY TT_TT)


TRA DEMONI E INSETTI


- L’incontro è concluso e il vincitore è Gai Maito, del villaggio ninja di Konoha!-
Appena era stata pronunciata quella frase, le urla di giubilo del pubblico esplosero per tutto lo stadio, dando l’impressione che stesse per crollare da un momento all’altro.
L’unica parte che sembrava non risentire di quell’eccitazione erano gli spalti occupati dalla ciurma della Volpe d’argento. Tutti i membri si erano chiusi in un religioso silenzio per portare rispetto al loro capo che in quel momento veniva portato fuori dall’arena su una barella. Qualcuno addirittura piangeva senza alcuna decenza.
Nel loggiato si aspirava tutt’altra aria…
-Si! Il sensei è il più grande!-
Questa era una delle frasi che il giovane Rock Lee, al colmo della gioia, stava ripetendo ormai da un po’
-Chi è il migliore? Allora chi è? Ma il sensei è ovvio!-
Tenten al quanto imbarazzata, benché condividesse il suo entusiasmo, cercò di calmarlo, ma il ragazzo non  la udì neanche.
A quel punto ci pensò Shikamaru a bloccarlo definitivamente: “Tecnica del controllo dell’ombra”
Il ragazzo si bloccò e tutti tirarono un sospiro di sollievo
-Aah… Shikamaru appena torniamo ti faccio un monumento- disse Kiba, felice del ritrovato silenzio
-Ragazzi siete ingiusti però, potreste anche lasciarlo sfogare un po’, no?- suggerì Choji in difesa di Lee
-Ho capito, ma non può rompere l’anima a tutti ogni volta che finisce un incontro!- gli rispose di rimando
-Lasciami andare Shikamaru-kun!…-
-Okay però stattene buono, o ti ficchiamo un carciofo in bocca- lo minacciò
La scena non potè non provocare una risata generale.
-Devo ammettere che il signor Maito mi ha stupito-
Kakashi alzò lo sguardo dal libro e si voltò verso Nico Robin
-In che senso?-
-Beh, in passato avevamo già affrontato Foxy, e Rufy non ne era uscito del tutto incolume…-
-Gai non è un ninja comune, in tutti i sensi. Ne ha affrontate di tutti i colori, quindi un possessore di frutti del diavolo non lo ha intimorito più del dovuto…-
La ragazza gli sorrise –Meglio così…-

-Che cosa ne pensi, mio buon amico?-
-Penso che quest’anno il torneo sarà davvero interessante-
Dalla tribuna i quattro daimyo avevano osservato gli incontri e ne erano rimasti piacevolmente colpiti
-Non lo pensate anche voi, signore?- chiese Oda
-Signorine ti ricordo, Oda-kun… e comunque si, hai ragione questo è un buon anno- gli rispose Rumiko
-Io ho già puntato un buon soggetto per la nostra solita scommessa- aggiunse la quarta daimyo
-Di già?- chiese Kishimoto –e chi sarebbe?-
-Il ragazzo occidentale… Edward Elric-
-Non avevo dubbi…- affermò Oda -mi sarei stupito del contrario dato il soggetto… certo che a volte il destino è proprio strano…-
-A chi tocca adesso?- chiese Rumiko
Kishimoto prese la tabella degli incontri e sorrise –Beh tocca a lui…-
I tre lo guardarono straniti. –Si preannuncia uno scontro interessante…-


Il tempo stava passando lento: le pause tra un incontro e l’altro si rilevavano estremamente lunghe, più di quanto fossero. E se determinate persone possedevano poca pazienza, questo poteva rilevarsi una vera tortura.
Sasuke Uchiha non era mai stato una di quelle. Certo, i continui ritardi del suo maestro agli appuntamenti del team lo infastidivano, ma dopo un po’ ci aveva fatto l’abitudine e non ci faceva più caso.
Ma in quel momento si sentiva esplodere dall’impazienza. Si sentiva logorare dentro, si trovava sul punto di scoppiare ogni volta che venivano quegli istanti di inutile calma e di insopportabile attesa. Dopo ovviamente riacquistava la sua classica freddezza, ma davvero di quei momenti non ne poteva proprio più.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per un diversivo…

-Dai Jaken muoviti o ci perderemo lo scontro!-
Il piccolo demone faceva fatica a stare dietro alla ragazzina che si inerpicava veloce su per le scale dello stadio
-Puff, puff, se tu non fossi dovuta andare al bagno, non ci saremmo dovuti spostare…-
Rin raggiunse la cima delle scale e si avvicinò al parapetto; il muretto era più alto di lei, così decise di arrampicarsi fino a sporgersi per osservare meglio il fondo dell’arena.
-Jaken, siamo fortunati non è ancora incominciato!-
Il demone sbucò fuori, correndo a più non posso, dall’apertura delle scale ma sull’ultimo gradino incespicò cadendo in avanti. Sbatté contro il muretto facendo cadere la bambina di sotto
-No Rin!- gridò il demone non vedendola più –Sesshomaru-sama mi ucciderà, o se lo farà!-

Rin stava precipitando. Stava cadendo inesorabilmente verso la fine e lei non ci poteva fare niente. Sarebbe morta così, senza aver neanche rivisto per un ultima volta Sesshomaru. Proprio ora che si era fatta dei nuovi amici.
“Oji-sama la prego mi aiuti!” pensò con le lacrime agli occhi
Improvvisamente si sentì afferrare per il kimono e venir strattonata indietro. Vide il suolo allontanarsi sempre più, fino a che non si ritrovò al sicuro all’interno del loggiato dei partecipanti.
La bambina era leggermente scossa e l’unica cosa che in quel momento le importava era il poter di nuovo avere il pavimento sotto i piedi.
-Stavi per fare un bel volo piccola- si sentì dire
Rin alzò lo sguardo che si posò su un ragazzo con un cappello di paglia in testa, che gli sorrideva
-Ancora un po’ ed eri spacciata… come ti chiami signorinella?- le chiese un gigante dai capelli azzurri
-M-mi chiamo Rin, s-signore- disse leggermente intimorita
-Bah, Franky fatti da parte che le metti paura- disse una ragazza dai capelli arancio chiaro, piccata
Quest’ultima le si avvicinò e chinandosi verso di lei le sorrise –Stai tranquilla è tutto finito, sei tra amici ora-
-Si, grazie infinite, vi devo la vita- disse Rin inchinandosi
-Il mio nome è Nami… ed ora ci spieghi che cosa ti è successo?-
-Mi ero sporta per vedere se lo scontro era iniziato e sono caduta di sotto…-
-Chissà che spavento…- le disse un ragazzo con un buffissimo naso lungo
La bimba a quel punto si rese conto di una cosa –Ma tu… ti si è allungato il braccio!-
-Ti si è allungato, il tuo braccio si è allungato!- ripete sorpresa indicando il ragazzo col cappello
-Eh si, perché vedi io sono… un ragazzo di gomma!- e si tirò le guance facendole allungare a dismisura
Di fronte a quella faccia Rin non potè far altro che scoppiare a ridere. Si stupì addirittura di riuscire a ridere così serenamente: era da tanto che non le capitava.
-Rin sei viva!-
Jaken era entrato in quel momento dall’imboccatura delle scale che si apriva a poca distanza da loro e si diresse zampettando di corsa verso di lei
-Mi hai spaventato scema! Non farlo mai più!- berciò
-M-ma a dire il vero…- la bimba si bloccò-… ma ti sei davvero preoccupato per me?-
-Ma che dici!- disse distogliendo lo sguardo –ero preoccupato per quello che mi avrebbe fatto il padrone se fossi morta…- non riuscì a continuare perché si sentì tirare la guancia
-E tu che cosa saresti? Una rana, forse?- chiese incuriosito Rufy continuando a tirare
-Come osi toccare Jaken-sama, misero umano!- berciò il piccolo demone
-No aspetta, lui mi ha aiutato…-
Prima che potesse finire di parlare, il povero Jaken era già a due buoni metri da terra, grazie al “pronto intervento” del carpentiere Franky –Com’è che ci hai chiamati, tappo?-
-Ti prego, lascialo, è un mio amico- lo supplicò la bimba
-Non ti preoccupare signorinella, voglio solo insegnargli le buone maniere- e detto ciò, cominciò a tirargli la guancia, che ormai era stata talmente strapazzata che il povero demone non la sentiva neanche più.
In quel momento arrivarono anche Sakura e Naruto, attirati dalla confusione, chiedendo che cosa stesse accadendo. Sentendo quelle voci Rin si voltò di scatto –Sakura-san! Naruto-san!-
-Rin ma sei tu? Che ci fai qui?-
-Eh, sono caduta dagli spalti però questi signori sono riusciti a prendermi al volo- disse sorridendo
-Ah okay, perché sei caduta di sot… COME!?!?- esclamarono stupefatti
-Sono scivolata- rispose semplicemente
-E non ti sei spaventata?- chiese Naruto
- All’inizio si ma adesso non ci penso più…-
I due rimasero senza parole di fronte a quella risposta “Questa ragazzina non è normale… dovrebbe tremare come una foglia per lo spavento e invece…”
-Ma dove è Sasuke-san?-
Naruto a quella domanda si riprese subito –Oh, l’asociale è qui non ti preoccupare. Te lo chiamo subito… SASUKE!-
L’urlo del biondo si fece strada fino all’orecchio del moro, che si trovava all’altra estremità del gruppo; il ragazzo seccato da quell’interruzione nei suoi pensieri, gli rispose laconicamente –Che vuoi Naruto?-
-Cosa? Parla  più forte non ti sentiamo da qui!- gli disse ironico il biondo
A quel punto Sasuke perse le staffe –Insomma si può sapere che diavolo vuoi?!?!-
-Vieni qui, c’è Rin che è venuta a trovarci…-
“Ecco questo può essere un ottimo modo per far passare il tempo” pensò il ragazzo avviandosi.
Era ad ormai pochi passi dal terzetto, poteva benissimo sentire i loro discorsi
-…quindi ti sei sporta troppo… ma perché?- chiese Sakura alla bimba
-Perché volevo vedere se era iniziato il prossimo incontro…-
Sasuke era quasi dietro i loro: vide che il gruppo di pirati stavano tormentando il piccolo accompagnatore di Sesshomaru. Sorrise, quel nanerottolo gli era stato antipatico fin dal primo momento che lo aveva visto.
-Come fai a sapere i prossimi sfidanti?-
-Ma perché il prossimo è quello di oji-sama!- rispose sorridendo
Il cuore del moro perse un battito. Gli ci vollero alcuni secondi per comprendere a pieno le parole della bimba.
Si lanciò con foga verso la bambina, travolgendo quasi i suoi due compagni di squadra, inginocchiandosi di fronte a lei e afferrandola per le spalle
-Ripeti, che cosa hai detto?!- disse scuotendola
Rin era impaurita dagli occhi dell’Uchiha: era carichi di impazienza e di rabbia. Naruto e Sakura non sapevano come comportarsi, o per meglio dire, Naruto lo sapeva ma prendere a pugni il suo migliore amico di fronte a tanta gente non gli sembrava la cosa migliore.
-Ehi Sasuke che ti prende? Lasciala andare!- ma il moro non sembrava ascoltare
-È vero quello che hai detto? Sesshomaru combatterà nel prossimo incontro?-
La bambina annuì ripetutamente con la testa, senza dire una parola.
A quel punto Sasuke mollò la presa. Si diresse verso il bordo del loggiato e sporse il suo sguardo sull’arena.
Lo strano comportamento del giovane non potè che sbalordire tutti coloro che avevano osservato la scena. Dal canto loro Sakura e Naruto cercarono di smorzare la tensione
-Ehm, scusatelo… è solo un po’ nervoso…- cercò di dire la rosa senza tanta convinzione. Soprattutto il viso stranito di Rin le impedì di continuare. 
Il biondo però non aveva intenzione di fargliela passare liscia. Sapeva che il motivo del suo comportamento scontroso era dovuto alla sconfitta subita dal demone maggiore ma ciò non lo giustificava in ogni caso.
Gli mise un mano sulla spalla per farlo voltare quando dal fondo dell’arena, la voce del presentatore echeggiò forte e chiara: -Signore e signori, il  prossimo incontro sta per avere in iniziò!-
Sasuke si voltò, sharingan attivato –Naruto, te lo chiedo per favore…- incominciò minaccioso il moro
Naruto comprese la richiesta. Mollò la presa e si fece indietro, sbuffando sommessamente.

-Bene signori spettatori il prossimo incontro sta per avere inizio: alla mia sinistra un daiyokai del clan dei demoni cane… Sesshomaru!-
Il demone non si scompose minimamente. Non riusciva a capire perché si dovesse perdere tempo con quelle stupide idiozie… si domandò come il suo nobile padre avesse fatto a resistere in mezzo a queste esseri; ma in un certo senso non era mai riuscito a comprendere suo padre, e attualmente non riusciva neanche a capire il perché delle sue azioni, come il prendere Rin nel suo seguito.
Inizialmente si rispose che era per dar fondo alla sua innata curiosità, per capire come mai quell’esserino così piccolo e fragile non avesse paura di lui. Ma sentiva che c’era qualcosa di diverso…
-Bene e ora passiamo al suo avversario…-
Sesshomaru lo scrutò: era umano, questo era certo e anche piuttosto giovane, ma non riusciva a determinare altro poiché era ricoperto da un pesante mantello nero… “Sento odori di unguenti e erbe di vario tipo… deve essere uno che adopera veleni e medicinali per combattere…”
-… Sabaku no Kankuro del Villaggio della Sabbia!-

“Dannazione, la mia solita fortuna mi viene sempre in aiuto…”
Il ninja di Suna si era sbarazzato del mantello e aveva poggiato al suolo il pesante sacco che fino a quel momento aveva tenuto sulle spalle “Fantastico, non solo ora quelli della Foglia sanno che sono qui ma devo pure scontrarmi con un tosto… yokai o non yokai sarà meglio che mi dia da fare, senno chi lo sente più il sensei Baki…”
Attivò senza farsi vedere dei sottili fili che si attaccarono silenziosamente al sacco: Kankuro era infatti un marionettista ninja, ovvero un guerriero dell’ombra in grado di far combattere degli automi al proprio posto. La via del marionettista era davvero complicata e difficile data la particolarità dello stile, ma il moro aveva ereditato le grandi capacità dei suoi avi rendendolo uno dei migliori sulla piazza. I veterani ritenevano che nel giro di due-tre anni sarebbe stato in grado di manipolare almeno tre marionette alla volta. Ora in quel torneo avrebbe dimostrato quanto poteva essere devastante il potere dei marionettisti
-Si dia inizio all’incontro… Tre… Due… Uno… Fight!- 
Kankuro balzò all’indietro liberando il suo automa dalle bende: un essere dai tratti mostruosi fuoriuscì mettendosi a difesa del suo padrone.
Il ninja pensò subito a difendersi per poi contrattaccare, ma il colpo che attendeva non arrivò: Sesshomaru non si era mosso di un millimetro.
Il demone era immobile al suo posto, e osservava con occhi inespressivi e freddi le mosse del suo avversario: non gli era mai capitato di combattere contro una tecnica del genere.
Il ninja decise allora di prendere l’iniziativa: scagliò il mostro ad alta velocità in un attacco diretto
Sesshomaru vedendolo arrivare, alzò il braccio destro a mo’ di difesa pronto a colpire. Ma a pochi passi da lo scontro la marionetta si  spaccò: il tronco arretrò violentemente, scatenando una pioggia di senbon da numerose  aperture mentre gli arti si staccarono continuando la loro folle corsa. Da essi fuoriuscirono delle lame appuntite pronte a conficcarsi nelle carni del demone.
Sesshomaru si spostò giusto in tempo per evitare la scarica, con un semplice scatto di lato. Kankuro tirò a sé i fili di chakra facendo ritornare le lame verso il demone, che sfoderò una frusta luminosa deviando così i colpi.
Ma lo shinobi di Suna non desistette, lanciò in aria gli arti e iniziò a farli roteare vorticosamente intorno al suo avversario e muovendoli costantemente verso l’alto e il basso. 
Sesshomaru era immobile al centro del cerchio in cui Kankuro lo aveva rinchiuso e attendeva. Era stato cresciuto come un guerriero e sapeva che la pazienza era la migliore alleata. Avrebbe atteso che il suo avversario facesse la prima mossa: aveva capito che ciò che quel ninja fin dal principio voleva era di poter sfruttare un cedimento, un momento di incertezza, ma non glielo avrebbe concesso.
Il ninja prese ancora una volta l’iniziativa ma decise di farlo divertendosi un po’: avrebbe attaccato all’inizio con un solo arto per volta per affaticarlo e infine finirlo.
Mosse un dito e una delle quattro braccia uscì saettando ad una velocità incredibile verso il demone che con un leggero movimento la scansò. Kankuro riprovò ma ancora nulla, il colpo venne deviato; a quel punto decise di usare tutti i sei arti in sequenza, ma fu tutto inutile: sembrava quasi che sapesse già dove avrebbero colpito
Allora decise di dare il tutto per tutto. Con un movimento secco delle mani scagliò tutti gli arti acuminati nello stesso momento.
Sesshomaru si piegò su se stesso alzando il braccio da cui scaturiva la frusta verso l’alto: muovendosi con grandissima agilità, roteò su se stesso facendo volteggiare la frusta con movimenti rapidi e potenti.
Le lame della marionetta caddero al suolo, tagliate di netto in più punti
-Spero che tu ora abbia smesso di giocare…- disse freddamente il demone- sto iniziando ad annoiarmi con questi giochetti-
-Giochetti?- sorrise Kankuro –sarà proprio a causa di questi giochetti che perderai…-
Sesshomaru sentì una fitta alla spalla sinistra: la testa della marionetta vi si era conficcata attaccandolo di sorpresa. Una lunga lama che fuoriusciva dalla bocca gli aveva penetrato le carni.
-Finalmente ti ho  preso! Sei finito ormai, ogni arma di Karasu è impregnata di un potentissimo sonnifero, che ti manderà direttamente nel mondo dei sogni e di darmi la vittoria per abbandono. Non è proprio come con il veleno ma le regole me ne impedivano l’uso e così…-
-E tu credi davvero… che un misero calmante di un semplice essere umano possa farmi qualcosa?- lo interruppe il demone osservando la terribile testa conficcata nella propria spalla –Il mio corpo è in grado di resistere alle più letali e mortifere sostanze velenose… avevo percepito che c’era qualcosa di strano in quelle armi e volevo solo verificare di che cosa si trattasse…-
Kankuro era sconcertato: si era fatto colpire apposta?
-E ora osserva attentamente moccioso: questo è ciò che succede, se ci si mette sulla mia strada…- mentre lo diceva afferrò con la mano destra la testa di Karasu  e la rimosse
“Ma come fa a muoversi? Quel sonnifero avrebbe steso un elefante!”
La testa della sua marionetta era indirizzata verso di lui: i suoi occhi inespressivi e vuoti guardavano il suo padrone.
Le dita del demone si serrarono sulla testa in una presa d’acciaio. Kankuro pensò che stesse scherzando “Ma cosa crede di fare? Le marionette ninja sono armi micidiali, famose per la loro resistenza e lui spera forse di poterle danneggiare solo con la  for…”
Non riuscì a finire neanche di comporre il pensiero.
Il cranio di Karasu venne ridotto in mille pezzi. Insieme ad esso, al ninja di Suna sembrò che gli crollasse addosso il mondo.
Prima ancora che i frammenti della marionetta cadessero a terra, Sesshomaru si era lanciato verso di lui ritirando la frusta e sfoderando i suoi affilatissimi artigli. Dopo due velocissimi passi era già addosso alla sua vittima.
Kankuro, in preda al panico, ritirò, come ultimo gesto disperato, la rimanente parte della sua marionetta verso di lui per usarlo come scudo.
Ma la forza del suo avversario era inarrestabile.
-Dokkaso-
Gli artigli trafissero il corpo di Karasu, attraversandolo con tanta facilità  come se fosse stato fatto d’acqua.
Il tronco si spaccò e le varie parti iniziarono a corrodersi, come se dell’acido le avesse toccate.
Ma la corsa del demone non aveva intenzione di fermarsi. Con un rapido movimento del braccio Sesshomaru afferrò il collo di Kankuro sollevandolo di almeno due spanne da terra.
Allo shinobi sembrò che tutta l’aria fosse scomparsa d’un tratto: portò d’istinto le mani al collo ma riuscì a constatare soltanto la durezza della presa del suo avversario.
Gli occhi gelidi e profondi del demone lo ipnotizzarono: non riusciva a staccarvisi, come se una forza sovrannaturale, estremamente potente, glielo impedisse.
A quel punto il daiyokai parlò –Sai, a questo punto, con una leggera flessione della mano sarei in grado di spezzarti l’osso del collo…-
Il cuore del ragazzo iniziò ad aumentare il ritmo di pulsazioni -… oppure con una semplice aurea velenosa potrei sciogliertelo. In entrambi i casi saresti comunque cibo per gli sciacalli-
Kankuro cercò di darsi un contegno: era un ninja, un ninja di Suna, figlio del quarto Kazekage, ne aveva viste di peggio… non si sarebbe fatto intimidire:
-Che sbruffone…- incominciò con difficoltà, abbozzando un sorriso –credi che… non sappia che… una delle regole del torneo riguarda… il non poter uccidere?…-
Lo sguardo di Sesshomaru si fece ancora più duro –Credi davvero che il qui presente Sesshomaru, tenga davvero conto delle leggi umane? Sto adempiendo a questi sciocchi formalismi solo per dovere… altrimenti staresti già riposando in uno dei vostri campisanti…-
Il ghigno morì sulle labbra di Kankuro, lasciando spazio al più ceco e puro terrore. In tutta la sua vita aveva pensato che la cosa più spaventosa fosse lo stato di suo fratello Gaara quando liberava il potere demoniaco dell’Ichibi. Ma quello sguardo. I soli occhi del vero demone che in quel momento lo stavano fissando era un qualcosa di insopportabile, di insostenibile.
- D’accordo, hai vinto, mi arrendo, mi arrendo…-
Il corpo del castano cadde pesantemente al suolo.
Il daiyokai si voltò, non degnandolo più di uno sguardo, dirigendosi verso l’entrata dell’arena.
Kankuro lo osservò andarsene: il kimono mosso dall’aria, la postura elegante tipica delle famiglie altolocate unita ad una passo sicuro e certo, tutto trasmetteva dalla sua figura una sorta di maestosità. Il ninja abbassò lo sguardo sconfitto.
-Signore e signori! Il vincitore dell’incontro è Sesshomaru, che si qualifica per il secondo turno!-
Il presentatore si avvicinò poi allo shinobi per dargli una mano a rialzarsi: le gambe gli tremavano ancora e questo non potè che incidere ancora sul suo orgoglio.

-Ma come è già finito?-
Il commento tagliente dell’Inuzuka, attirò particolarmente l’attenzione di ogni partecipante presente in quel momento intorno a lui.
-Beh mi pare che il divario fosse evidente, era ovvio che non sarebbe durato molto…- commentò Nami
-Ti posso assicurare che quel Kankuro non è affatto un combattente mediocre: ho avuto il dispiacere di vedermela con lui e non è stata affatto una passeggiata- gli rispose Aburame
-A me personalmente è piaciuto- dichiarò fermo Zoro
-Si, sul fatto che sia stato uno scontro decente siamo tutti d’accordo- continuò Kiba –io però sono rimasto deluso… cioè da come me lo avevate descritto pensavo che Sesshomaru fosse chissà quale spettacolo, ma non ha fatto praticamente niente! Mi sono annoiato, era evidente fin dall’inizio il risultato…-
-Se tu, Inuzuka, hai gli occhi foderati di tofu e non sei in grado di capire le capacità di un grande anche sbattendotele in faccia, non posso farci niente- lo interruppe l’Uchiha.
Kiba si voltò verso il moro con un ringhio –Ehi ma come ti permetti, stronzo?-
A quel punto anche Sasuke lo guardò, Sharingan ancora attivato –Rispondimi: hai osservato bene l’incontro?-
-Certo ero qui con te e gli altri, ma ci vedi?-
-E allora io ti chiedo: hai visto per caso quel demone fare anche solo un passo falso, o un azione di troppo o menare un colpo a vuoto?-
-No…-
Kiba incominciò a farci caso. Durante lo scontro nessuno dei movimenti dello yokai era fuori tempo, ma erano tutti calcolati, studiati per evitare il minor spreco di forze, per evitare gesti inutili che avrebbero impedito il susseguirsi fluido delle proprie mosse…
Sesshomaru non aveva lasciato niente al caso, niente che potesse affievolire la sua sicurezza nella vittoria.
E lui, Kiba Inuzuka, non era riuscito a comprenderlo subito.
Sasuke riprese a parlare –Esatto: nessun piede in fallo, nessuna esitazione, o errore. Tutto rientrava nei suoi piani, nei suoi ragionamenti ancor prima che quel Kankuro iniziasse a combattere. Per questo motivo voglio affrontarlo…-
“Perché Sesshomaru è proprio come lui: glaciale, spietato ed estremamente potente. Se riuscirò a batterlo sarà un grande passo avanti che mi condurrà da te… Itachi”
Le urla del presentatore attirarono nuovamente l’attenzione, distogliendo Kiba dall’imbarazzante silenzio in cui era finito. Stava già annunciando i prossimi combattenti.

-Ed ecco a voi nuovamente uno shinobi di Konoha, sicuramente all’altezza dei suoi compagni, Aburame Shino!-

Tutti si stupirono a quella rivelazione: il genio del team otto si era dileguato senza avvisare nessuno e senza preavviso. D'altronde nessuno era a conoscenza dei numeri dei propri compagni.

-E il suo avversario, questo possente ragazzo in armatura proveniente dallo stato di Amestris, Alphonse Elric!-

-Speriamo che Al-kun ce la faccia- proruppe Sango
-Già è un tipo simpatico, mi dispiacerebbe se non passasse- aggiunse Miroku
D’istinto i due umani, e Shippo, si voltarono verso Inuyasha e Koga nella speranza, o per meglio dire curiosità, di sentire un loro parere positivo
-Ehi botolo…-
-Che vuoi lupastro?-
-Lo hai percepito anche tu vero?- chiese il principe-lupo lapidario
Inuyasha capì subito a cosa si riferisse il suo rivale, e assentì con un lieve cenno del capo
-E cosa ne pensi?-
Inuyasha rimase in silenzio per un po’ per poi dire –Ne so quanto te su questa faccenda e mi sembra totalmente assurda… dovremo chiedere spiegazioni al biondino straniero…-
-Ma la volete sapere una cosa?- disse Shippo ai due demoni che si voltarono verso di lui –Kagome non è ancora tornata, non credete che ci stia mettendo un po’ troppo tempo?-
Quella frase fu come un fulmine a ciel sereno, che folgorò letteralmente i due lasciandoli come in uno stato catatonico.
Il piccolo demone volpe venne afferrato per il kimono dal monaco che lo mise tra le mani di Sango –Shippo ti prego non tirar più fuori quell’argomento… eravamo giusto, giusto, riusciti a calmarli…-

I due combattenti erano uno di fronte all’altro, e si osservavano attentamente, studiandosi.
Entrambi non mostravano alcuna emozione: sembravano entrambi perfettamente rilassati e tranquilli, come se non dovessero neanche combattere.
In realtà il ragazzo in armatura, se la sua natura gli avesse concesso di mostrarlo, era più teso di una corda di violino: e quel dannato arbitro non si decideva a dare il via!
-Bene signori prepararsi al duello… Tre… Due… Uno… Fight!-
Alphonse tentò subito di unire le mani per eseguire una trasmutazione ma un kunai lanciato dal ninja lo obbligò a pararsi con le braccia. Il ragazzo, leggermente stupito per la rapidità del suo avversario, si diede dello stupido: nelle sue particolari condizioni un semplice kunai non gli avrebbe fatto alcunché. Aveva reagito per puro istinto.
Shino gli fu subito addosso. Aveva estratto due kunai dalla maniche e incominciò a vibrare violenti colpi, mirati alle parti non metalliche dell’armatura. Ma l’alchimista si dimostrò più coriaceo del previsto, con le sole mani infatti parava e deviava le lame affilatissime.
Allora Shino cercando un punto scoperto, mirò con entrambi i kunai all’addome del suo avversario, ma anche questo tentativo fallì: Alphonse gli afferrò i polsi e gli assestò una violenta ginocchiata allo stomaco.
Il ninja scomparve in una nuvola di fumo lasciando al suo posto un frammento di pietra.
L’alchimista non si diede il tempo per pensare. Si voltò, vibrando un potente pugno. Un attacco alle spalle in quelle situazioni era la mossa più prevedibile specialmente per chi sottovaluta il suo avversario. Ed ebbe ragione.
Il pugno di ferro si scontrò con il petto del ninja che lo stava per colpire con un altro kunai, stavolta più lungo e sottile.
A quel punto Alphonse vide qualcosa che non si sarebbe mai immaginato: il corpo si frammentò in migliaia di piccoli esserini neri. Insetti.
Buffo. In quel momento gli tornarono in mente le parole che Kagome aveva pronunciato il giorno prima. E trovo tutto ciò estremamente interessante e buffo al tempo stesso.
-Non te la cavi male-
La voce laconica dello shinobi gli giunse alle sue spalle. Il ragazzo si voltò mettendosi in difesa.
-Grazie, neanche tu sei niente male-
Shino da dietro il suo cappotto a collo alto continuò –Devi sapere che io non sono proprio un ninja classico…-
L’alchimista ebbe una strana sensazione. Dove volva andare a parare?
-I normali ninja puntano, per accrescere le proprie capacità, a concentrarsi su una delle tre arti ninja fondamentali, ninjutsu, taijutsu e…-
-Genjutsu…- concluse per lui Alphonse
-Vedo che sei informato- ammise il ragazzo con una nota di stupore nella voce
-Ho letto un paio di libri sul vostro conto- gli spiegò –purtroppo per me ho parecchio tempo libero…-
Shino Aburame, benché non lo diede a vedere, venne colpito da quella frase, ma decise di continuare –I migliori e i particolarmente dotati riescono anche in più discipline, ci sono sempre delle eccezioni… e a volte anche delle eccezioni alle eccezioni..-
Il ninja protese le braccia in avanti, come a volergli mostrare qualcosa –Ninja nati con particolari poteri, capacità straordinarie… uomini e donne al di fuori della media a causa di una eredità…  uomini e donne che tutti vorrebbero essere…-
A quel punto si fermò, creando un silenzio pesante come il piombo.
-In molti mi chiamano genio… ma io sono semplicemente Shino, del clan Aburame di Konoha- dalle maniche del giaccone incominciarono a fuoriuscire decine di insetti neri e ronzanti, che invasero l’aria e circondarono lo spazio sopra il loro padrone –e ora assaggerai la forza della mia eredità!-

-E questo è tutto…-
Edward tirò un profondo respiro. Si sentiva molto più leggero, ora che aveva raccontato la verità a Kagome. Ora però aveva paura di come l’avrebbe presa lei. Si sarebbe spaventata, lo avrebbe disprezzato, ma in fondo non gliene importava: essere stato sincero con lei era molto più importante.
Alzò leggermente lo sguardo e ciò che vide lo lasciò senza parole: Kagome stava piangendo.
Calde lacrime stavano solcando le guance della mora, che cercava di fermarle con i palmi delle mani.
Il biondo rimase completamente inebetito –K-Kagome, ma tu… stai piangendo-
-Scusa non sono riuscita a trattenerle…- disse asciugandosi ancora gli occhi- …è che mi hai toccato Ed-
-Ti ho fatto pena vero? A molti, io e mio fratello facciamo quest’effetto…- disse amaro Edward
Si trovavano entrambi nell’infermeria dell’arena e stavano aspettando l’arrivo di un medico che provvedesse alla ragazza che, per non affaticare la caviglia, era seduta su un lettino.
-No, no! Non è assolutamente così! La tua storia mi ha commossa, ecco tutto. Il sacrificio che hai fatto per salvare la vita ad Al ti rende onore, Edward…-
Il ragazzo abbassò il viso e la sua voce si fece cupa –Se non fosse che è in quelle condizioni a causa mia…-
-No Ed non è vero!-
-Si che lo è invece- le rispose con un sorriso amaro
-No, tu gli hai salvato la vita - mentre parlava gli afferrò una mano, prendendola tra le sue, come se avesse paura che scappasse –Non posso neanche immaginare quanto ti possa essere riconoscente per questo! Stava per morire, scomparire dalla faccia della terra ma tu lo hai riportato indietro, gli hai dato una speranza! E lo hai fatto a rischio della tua stessa vita! Lui non potrà mai odiarti per questo, ne sono certa…-
Edward, che in quel momento era più simile ad un pomodoro con le foglie ossigenate, cercò di ribattere in un qualche modo –M-ma tu…- la voce gli uscì un po’ roca a causa della gola che gli si era seccata all’improvviso- come fai a sapere che non…-
-Perché siete fratelli Ed , tra di voi c’è un legame che niente e nessuno potrà spezzare… e anche se è accaduto che Al-kun possa aver provato del risentimento, è perché siamo tutti umani, è una cosa normale e passeggera…-
Il biondo rimase in silenzio, non sapeva come replicare “Questa ragazza è incredibile… accidenti a me, non riesco a controllarmi…”
La ragazza gli sorrise –Credimi lo so per esperienza è così, anch’io l’ho provato sulla mia pelle…-
Di fronte a quel sorriso, quel dolce splendido sorriso, l’alchimista non capì definitivamente più niente.
I loro visi si erano fatti di nuovo vicini; Ed sentì le proprie viscere attorcigliarsi, un impulso irrefrenabile lo chiamava, attirava inevitabilmente i suoi occhi sulle labbra rosee della ragazza.
A quel punto si mandò mentalmente al diavolo: afferrò le mani di lei e si avvicinò ancora.
-Senti Kagome…-
La ragazza lo guardò strana –Che ti succede Ed?-
-Ecco io…-
In quel preciso momento entrò una donna dai folti capelli rossi, raccolti in una lunga coda, e vestita con un lungo camice bianco -Salve, scusate il ritardo…-
Il biondo e la mora si lasciarono di scatto; Edward allontanandosi di qualche passo, pensò di aver quasi raggiunto la soglia dell’infarto.
-Scusatemi, ma mi era appena arrivato un partecipante abbastanza malconcio, davvero messo male a dire il vero… il mio nome è Yumiko Kotegawa, e sono la capo-sala e chief di tutti i medici dell’arena, come posso servirvi?- 
Edward, cercandosi di riprendere dalla situazione precedente, parlò per primo –Ha un dolore alla caviglia… forse è  slogata…-
-Bene fammi vedere, togliti scarpa e calza-
La ragazza obbedì mostrando il piede agli occhi attenti della dottoressa: un livido violaceo aveva preso forma intorno alla caviglia.
-Niente di male, una leggera storta, te la sistemo subito…-
La donna, doveva avere circa vent’anni, iniziò a comporre alcuni gesti con le mani, che si ricoprirono una luce azzurrino pallido.
-Non impressionatevi –disse prontamente Yumiko- è solo del chakra medico… anche se non sono un ninja le mie capacità dovrebbero corrispondere ad un livello jonin, più o meno-
Entrambi rimasero impressionati da quella dottoressa, impegnata ad aiutarli: avevano entrambi sentito che nelle scale gerarchiche ninja, il jonin era una delle cariche maggiori; era palese che non si trovavano di fronte ad un medico qualsiasi.
-Ecco fatto, ora sei come nuova!- dichiarò la ragazza entusiasta
Kagome provò a muovere il piede, compiendo dei giri su se stesso, e notò subito che il dolore era sparito – La ringrazio di cuore-
-Nessun problema è il mio mestiere…-
-Sa per caso chi sono i partecipanti che si stanno sfidando in questo momento?- chiese Ed
-Non conosco i loro nomi…- disse assumendo un aria pensosa- però so per certo che uno dei due è un ninja del Paese del Fuoco, di Konoha quindi… l’altro invece so soltanto che è grande e grosso e si direbbe un tipo tosto…-
Kagome si alzò e guardò Edward; si capirono al volo: nessuno che conoscevano stava combattendo.
-Ah ecco, ora ricordo! Il secondo indossa un enorme armatura di ferro di stile occidentale…-
Un silenzio di piombo cadde nella sala. I due ragazzi si guardarono di nuovo: “ALPHONSE!”
-Kagome ce la fai a correre?- le chiese il biondo trafelato
-Si non ti preoccupare!- gli rispose per poi rivolgersi alla dottoressa -Grazie di tutto Kotegawa-san, speriamo di rivederci in condizioni migliori-
Prima che potesse rispondere, i due si erano già fiondati fuori dall’infermeria, correndo a più non posso attraverso i corridoi.

-Signori e signore, siamo arrivati ormai a quello che si può definire il momento clue dell’incontro! Shino Aburame si sta preparando a sferrare un nuovo attacco mentre Alphonse Elric si è nuovamente stretto nella difensiva…-
Gli insetti del ninja si erano ormai diffusi in buona parte della arena aspettavano solamente un segnale del loro padrone.
Con un rapido movimento delle braccia, Shino ordinò l’assalto: lo sciame di insetti si diresse a tutta velocità verso l’armatura. Alphonse non si fece attendere, batté le palme per poi mostrarle al nemico. Uno scoppio  fortissimo si propagò mentre una raffica di vento si infranse contro il muro di insetti, facendoli sbandare molti in ogni direzione e cadere morti al suolo altrettanti.
Con un altro colpo Alphonse creò delle colonne di pietra che si avventarono dal suolo contro lo shinobi.
“Una bomba…- pensò il ragazzo mentre si scansava per evitare l’assalto -… comprimendo l’aria in uno spazio sempre più stretto e piccolo, la pressione che ne risulterà sarà altissima tanto da creare una sorta di bomba… davvero notevole…”
Approfittando del momentaneo smarrimento dei suoi minuscoli avversari, Alphonse caricò indietro un braccio, per poi rilasciarlo andare in avanti in direzione del suo avversario.
Un altro spostamento d’aria.
Shino dovette sterzare all’ultimo secondo per evitare il nuovo colpo che andò schiantarsi contro la parete dell’arena. Una ragnatela di crepe si formarono sulla parete stessa dove poco prima vi si trovava il ninja.
Benché invisibili, pensò Shino, quegli innaturali movimenti d’aria producevano un forte rumore che li rendeva in parte identificabili.
“Mi chiedo fino a che limiti possa giungere l’alchimia..”
Alphonse si apprestò ad un nuovo colpo ma stavolta lo shinobi fu più lesto: aveva ripreso il controllo dei suoi “soldati”, che si mossero a tutta velocità contro l’armatura da dietro le spalle.
Preso alla sprovvista l’alchimista non potè impedire a quelle bestie di entrargli nelle apertura dell’armatura.
-Alphonse-san, i miei insetti hanno una particolare capacità…- disse Shino senza mai rilassare le braccia dalla loro posizione-… si nutrono dell’energia degli esseri umani con cui vengono in contatto, possono arrivare anche ad ucciderlo se glielo ordino…-
Lo shinobi si fermò ad alcuni passi dall’alchimista quando all’improvviso comparve uno spuntone appuntito dal suolo che lo trafisse al braccio destro.
Alphonse aveva preso completamente alla sprovvista il suo avversario… o almeno così il pubblico credette.
-Beh che dici di questo herr ninja? Esci allo scoperto- disse
-Te ne eri accorto allora alchimista- parlò lo shinobi qualche passo dietro le spalle di Alphonse
Infatti sotto gli occhi di tutti, lo Shino ferito scomparve in una massa nera e ronzante.
-Come hai fatto?-
Alphonse invece che rispondergli batte le mani e le pose vicino all’imboccatura del suo elmo: una raffica di aria uscì ad una velocità impressionante dall’armatura.
-Ecco ora mi sono sbarazzato dei tuoi fastidiosi insetti… la pressione generata dall’assenza improvvisa di aria li ha fatti tutti secchi…- disse semplicemente
Shino si riferiva però a come avesse fatto ad evitare i suoi insetti una volta che gli entrati nell’armatura, ma quell’ultima frase lo aveva lasciato senza parole.
Alphonse capì –Ognuno ha i suoi segreti herr Shino… e io come tutti ho i miei…-
Un profondo silenzio scese tra i due. Per alcuni istanti fu come se i due contendenti si fossero dimenticati del motivo per cui erano li. Ma fu lo stesso alchimista a spezzarlo.   
-Allora ricominciamo herr Shino, in guardia!-
Qualcosa però bloccò sul nascere le sue intenzioni. Non riusciva più a muovere le sue gambe. Qualunque cosa facesse non riusciva a muoverle. E pian piano si accorse di non riuscire più a muovere neanche il busto.
-Ma che diavolo..?-
-È vero Elric-san ognuno ha i propri segreti… ma se tu hai quelli io possiedo qualcosa di ben più utile in battaglia, e cioè un asso nella manica- disse il ragazzo sistemandosi gli occhiali con un leggero movimento dell’indice.
-I miei insetti, silenziosamente ti si sono saliti addosso dal terreno… per questo non puoi più muoverti… perché si sono conficcati nelle giunture metalliche bloccandole…-
Alphonse cercò di usare l’alchimia ma già anche le sue braccia non si muovevano più
-M-ma quando?… non ti ho visto muovere le braccia…-
-Quando dici? Ma fin dall’inizio dell’incontro-
Quelle parole fulminarono letteralmente l’alchimista.
-Ti spiego… hai presente i miei primi attacchi? Oltre ad avere la funzione di studiare le tue capacità, avevano anche lo scopo di inserire uno spiraglio nelle tue difese. Quando bloccasti il mio clone di insetti con il tuo pugno, stavi per mandare in fumo la mia strategia, ma fortunatamente fui più veloce di te: il mio clone lanciò un insetto sul tuo elmo prima che tu lo colpissi. E sai che tipo di insetto era? Una femmina. Essa incominciò da quel momento ad emanare dei particolari feromoni che possono essere captati soltanto dai maschi. A quel punto era soltanto una questione di tempo… i miei insetti prima o poi ti avrebbero raggiunto… e non avevo neanche il bisogno di comandarli!-
Mentre spiegava la sua tattica il ninja si avvicinava lentamente e stavolta con le mani nelle tasche al alchimista occidentale.
Shino protrasse in avanti il dito indice della mano destra e lo appoggiò sull’armatura  
-In altre parole Elric-san hai perso senza alcuna possibilità di rivalsa…-
Una leggera spinta del dito fu necessaria affinché l’enorme corpo di Alphonse Elric cadesse facendo un fracasso infernale sul polveroso suolo dell’arena.
Un boato assurdo si alzò dagli spalti del Colosium. Ma Shino Aburame non aveva assolutamente finito.
Si diresse verso la parte alta dell’armatura con un kunai alla mano.
-Che hai intenzione di fare herr Shino?- chiese Alphonse
-Appurare una cosa…- disse piegandosi sulle ginocchia e afferrando l’elmo con una mano
-No aspetta! Non farlo!-
-E perché mai?- disse semplicemente il ninja
-Ci sono verità di cui è meglio non venire a conoscenza…-
Quelle parole colpirono molto Shino. Che razza di segreto celava quel ragazzo?
-Non mi spaventa la verità…- il suo tono di voce si era abbassato e fatto più secco- è sempre meglio venirla a sapere piuttosto che vivere nell’ignoranza… e poi essendo il vincitore sta a me dettare le condizioni di resa-
Detto ciò scosto leggermente l’elmo e vi osservò l’interno.
Con uno scattò secco e stranamente impetuoso lo riposizionò.
Se Alphonse fosse stato in grado di vedere gli occhi del ninja li avrebbe trovati sbarrati.
Vuoto.
L’interno di quell’armatura era completamente vuoto. Non c’era nessun Alphonse Elric. A meno che…
-Elric-san… che cosa significa…?- disse con un sussurro per non farsi udire da nessun’altro
-Persi il corpo quando avevo dieci anni… mio fratello riuscì a salvarmi legando la mia anima a quest’armatura…-
Shino era strabiliato. Cose del genere risultavano surreali anche ad un ninja, i quali vivono costantemente situazioni sopra la norma.
-Capisco…-
Strabiliato ma non sconvolto. 
-Non lo dirai a nessuno, vero herr Shino?-
-No, anche se non fosse stato di queste dimensioni, non lo avrei mai rivelato… sono una persona riservata, non divulgherei mai un segreto contro la volontà del diretto interessato…-
Alphonse rimase scioccato. Di solito la gente che era venuta a conoscenza del suo segreto si dimostrava quantomeno intimorita da esso. Ma quel ragazzo non aveva fatto neanche una piega.
Si sentiva di potersi fidare di lui.
-Signor arbitro!- esclamò a quel punto Shino
-S-sì?- disse preso di sorpresa
-Ho appena finito di regolare i conti con il mio avversari… non è più in grado di reagire e si arrende-
-Davvero Elric-san?- chiese per scrupolo
-Si, si è come dice lui- confermò il ragazzo
A quel punto l’arbitro afferrò con decisione il microfono e gridò con quanto fiato aveva in gola:
-Signore e signori l’incontro è terminato! Alphonse Elric non è più in grado di combattere, il vincitore è il ninja di Konoha  Shino Aburame!-
Un nuovo gioioso  boato accolse la notizia, elogiando a gran voce il nome dello shinobi della  Foglia e dell’alchimista di Amestris.


Beh che dire… sarete sicuramente infoiati neri con me, però diciamo che la scusa ufficiale ( per la serie balla dell’anno XD ) è che ho avuto casini con la scuola, mentre la scusa ufficiosa è che sono un gran pigro, XD.
Okay, okay vedrò di darmi una regolata… a voi chiedo solo di recensire e di farmi sapere (d'altronde vi ho fatto un bel capitolone o no?)
Ringrazio inoltre gli onorevoli anele87, daadooo, Davithejoker, kairi16, Keru e nueblackcrowfriend che mi hanno messo tra i preferiti e la nobile stacyfore che mi ha tra i seguiti (XD)
Rispondo inoltre anche a:
-    Davithejoker: beh sei stato di parola…
-    nueblackcrowfriend: pardon per il ritardo ma mi pare di averlo gia detto… ( cmq perché ti sta antipatico Foxy? Stava anche per farcela pover uomo…)

Ach! Stavo dimenticando! Un saluto speciale anche a eleanor89, LilyProngs, deliaiason88, Clarobell, Lady_Nene,  Therys , Jasper, Federico, NaruHina91 e SilverSephiroth, tutti miei colleghi scrittori di Efp di cui seguo le storie! Se mi seguono anche loro bene se no pace amen! XD

Mi pare di aver detto tutto quindi ci vediamo!




Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** L'ultimo degli Uchiha scende in campo! ***


hdrtj Mi pare che il titolo non abbia bisogno di introduzioni XD…


L’ULTIMO DEGLI UCHIHA SCENDE IN CAMPO


Shino richiamò i suoi fidati insetti, liberando così l’ avversario dalla sua immobilità.
Ancora non riusciva a credere a ciò che aveva scoperto; Alphonse Elric l’alchimista straniero proveniente dalle terre occidentali, non indossava semplicemente l’armatura che tanto aveva dato nell’occhio in città… lui stesso era l’armatura! Compiere una cosa come legare l’anima di un essere umano ad un oggetto era qualcosa di assolutamente fuori dal normale. Anche per un shinobi esperto e svezzato ad ogni tipo di missioni.
Ma Shino decise che non avrebbe detto niente. Era un tipo riservato e non si sarebbe mai permesso di sparlare dei segreti, particolarmente profondi poi come in questo caso, di un altro così alla leggera.
Poteva essere una cosa alquanto fastidiosa.
Se mai Alphonse Elric avesse voluto riproporre l’argomento, lui lo avrebbe ascoltato con grande attenzione; in fondo aveva preso interesse per quella storia, ma fino a quel momento non ne avrebbe dato peso.

Choji e Ino sentirono uno strano rumore provenire dalle scale. Era pesante e cadenzato e ad esso se ne univa uno più profondo, come se qualcuno stesse ansimando.
C’era qualcuno che stava salendo le scale, e lo faceva con molta fretta per giunta.
D’improvviso da dietro un tornante  della scalinata videro sbucare due ragazzi che correvano a perdifiato.
-Dai Kagome ci siamo quasi!- gridò il biondo
-Sbaglio o l’hai detto anche due rampe fa?…- disse la ragazza mora dietro di lui
-Ehm, noi abbiamo combattuto per primi non sapevo che giro bisognasse fare per…- disse cercando di scusarsi
Arrivati in cima si fermarono un attimo a riposare, ma vennero subito accolti dal gruppo di partecipanti, che informati del loro arrivo, si era accalcato di fronte all’imboccatura.
-Ma tu sei Edward Elric-san!- trillò Ino
-Si è vero, è lui! Lo riconosco- le fece eco Usop
-E con lui c’è anche quella ragazza… Kagome!-
-Si è proprio lei… è molto più carina di quel che pensassi!-
Altre voci del genere si alzarono dalla calca. I due assaliti, se non fossero stati sicuri di trovarsi di fronte ad altri iscritti al torneo, avrebbero pensato di essersi imbattuti in un gruppo di fan esaltati.
Una voce autoritaria si frappose agli schiamazzi scalmanati –Ma allora… BASTA!!! Vogliamo darci un contegno?-
Era stata Nami la navigatrice a parlare. E il silenzio si impose.
-Si hai ragione, scusaci Nami…- le risposero i mughiwara
I ninja di Konoha, impressionati più che altro dall’autorità che la rossa emanava, si zittirono di botto
Nico Robin e Kakashi Hatake, rimasti discosti dal gruppo, osservarono la scena sorridendo.
-Non fate caso a loro, sono dei casinisti… piacere il mio nome è Nami- si presentò a ragazza sorridendo
I due riprendendosi, risposero al saluto.
Pian piano tutti gli altri si presentarono.Molti di loro iniziarono a tempestarli di domande, Edward era entrato particolarmente nelle attenzione dei ninja di Konoha
-Scusate, un momento…- Edward ripensò al motivo della sua precedente fretta e il silenzio si impose -… lo scontro è finito? Dico quello in cui ha combattuto mio fratello, il ragazzo in armatura?…-
La risposta non si fece attendere: fu l’erede degli Inuzuka a parlare –Si è finito e mi dispiace dirti che ha perso…-
In quel momento tutti pensarono che il senso del tatto non era sicuramente tra le qualità di spicco del ragazzo.
Di fronte agli occhi sbarrati del biondo Kiba cercò di rimediare –Però non ha riportato danni gravi… il mio compagno di squadra lo ha semplicemente immobilizzato e successivamente si è arreso…-
A quelle parole il biondo sembrò calmarsi. Fin dal momento in cui aveva abbandonato l’infermeria, gli unici pensieri che era riuscito a formulare erano di suo fratello in pericolo. Era forte lo riconosceva, ma all’inizio non si sarebbe aspettato che ci fossero dei tali esseri iscritti al torneo.
-Il tuo compagno?- chiese uscendo dai suoi pensieri
-Si è stato il mio compagno Shino Aburame a vincere…e non ti incaponire troppo su come abbia fatto, era scontato...- concluse atono   
Quel tono attirò le attenzioni del biondo
Il ninja alzò un sopracciglio e mise le mani dietro la testa –Devi sapere che non ce l’avrebbe mai fatta contro Shino… è un tipo sinistro e calcolatore inoltre è dotato di una mente geniale… a tutti gli effetti è l’unica persona contro cui non vorrei mai scontrarmi…-
La situazione si era fatta alquanto pesante e un silenzio imbarazzato scese sul gruppo.
“Accidenti mi spiace per lui… devo trovare il modo per distrarlo…” pensò Hinata
Un’idea balenò nella mente della giovane Hyuga –S-senti Elric-kun… ci mostreresti la tua alchimia? Se non ti da fastidio ovviam…-
-È vero! Dai Edward facci  vedere la tua alchimia- gli chiese entusiasta Naruto sorpassando la Hyuga
-Si, per favore Edward-kun! – si aggiunse Ino cinguettando
Di fronte a quella insistenza il biondo non si fece pregare, allontanando per un momento le preoccupazioni dalla mente. Chiese che gli venisse fatto un po’ di spazio, batté le mani e le poggiò al suolo.
Pian piano il granito iniziò a plasmarsi sotto la guida delle mani dell’alchimista: una statua con le sembianze di Kagome comparve sotto gli occhi di tutti, alzando un chiacchiericcio entusiasta.
-Wow, è proprio uguale a me…- osservò la  ragazza toccandosi il viso, per poi toccare a sua volta quello di pietra.
-Una sciocchezzuola… però fa il suo bell’effetto, no? Quando feci l’esame per diventare Alchimista di Stato, diciamo che mi proposto più che altro l’obbiettivo di riuscire a impressionare l’esaminatore…- disse Edward sorridendo malinconico al ricordo
-Di Stato? Un momento… sei per caso un militare?- chiese incuriosito Zoro
-Diciamo di si l’esercito può pretendere le mie capacità nei momenti di bisogno… d’altronde un alchimista statale ha un’autorità pari a quella di un maggiore dell’esercito…-
-Così giovane e già invischiato in  un mondo come l’esercito, che roba…- fece Chopper ammirato
-Beh in molti mi hanno definito il più giovane di sempre, e hanno ragione in fondo, avevo appena dodici anni all’epoca…-
Uno strano silenzio scese sul gruppo di partecipanti
-Dodici anni?- disse Kiba
-Ma scusa Ed quanti anni hai?- gli chiese Naruto
Il biondo si fece sospettoso –Quasi sedici… perché?-
Edward si vide squadrare come se fosse stato un alieno dallo sguardo sconvolto dei due shinobi.
-Sedici anni? Ma come è possibile? Noi abbiamo appena tredici anni e siamo poco più bassi di…-
Tutti i sospetti del biondo vennero a galla. E fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Con un velocissimo movimento delle mani, Ed trasmutò parte del proprio braccio in una gigantesca mannaia che successivamente puntò minacciosa verso i suddetti ninja.
-Chi sarebbe il micronano grande come un granello di sabbia, non riconoscibile neanche con una lente d’ingrandimento?!?! EH ?!?!-
Le urla del ragazzo echeggiarono per tutto lo stadio, spaventando non poco tutti coloro che lo stavano osservando.
Ma quel giorno nessuno fu più terrorizzato di Naruto Uzumaki e Kiba Inuzuka; perché quel giorno capirono quanto fosse pericolo anche il solo sfiorare determinati argomenti con Edward Elric.
-M-ma noi- balbettarono i due di fronte alla lama –noi non abbiamo detto così!-
La scena era assurda e provocò un ilarità generale: nessuno era mai riuscito a mettere in riga in quel modo i due sfrenati shinobi.
-Ah! Sei un vero uomo ragazzo! Sei super!- gli disse Franky mettendogli una mano sulla spalla
-Dai Edward, calmati e scusali…- intervenne Kagome
Il ragazzo a quel punto si calmò, rilasciando la trasmutazione; ringraziando il cielo nessuno sembrò essersi scandalizzato dalla sua scenata, anzi sembrava aver semplicemente riscaldato l’ambiente. Il gruppo si amalgamò e tutti si fecero prendere dalla nuova aria portata dalla coppia.

-Rin! Aiutami!-
La stridula voce di Jaken si alzava acuta dal gruppo: Franky, Usop e Chopper avevano ripreso a torturarlo dopo averlo beccato in un tentativo di fuga.
Ma la bambina era distratta da altro in quel momento. Le kunoichi di Konoha l’aveva presa in disparte per poterla osservare e conoscere: Ino era rimasta incantata dai suoi capelli lisci e neri, color dell’ebano. Disse più volte di esserne invidiosa perché aveva scoperto che le more facevano più effetto delle bionde in ambito di seduzione, in barba al luogo comune che vedrebbe invece le bionde come irresistibili tentazioni.
Rin si sentiva strana: estremamente entusiasta e più ciarliera del solito.
Se ne domandava il motivo. Forse era dovuto al fatto che si trovasse con persone gentili e che le ispiravano fiducia. Erano pur sempre amiche e compagni di Sakura e Naruto, le prime persone con cui aveva instaurato un rapporto dopo tanto tempo: sentiva di  potersi fidare di loro.
All’improvviso sentì una strana presenza dietro di se: familiarmente fredda.
Si voltò e lo vide, ma non era chi credeva: Sasuke Uchiha.
Rin strabuzzò i suoi occhi nerissimi e le sfuggì un sussurro –…Eppure mi sembrava…-
L’Uchiha chinò leggermente il capo di lato –Ti sembrava cosa?-
Poi si voltò verso le ragazze –Scusate ma devo rubarvela un secondo devo parlarle…-
Le quattro ragazze si guardarono, poi, vedendo che a Rin non sembrava recare disturbo, annuirono leggermente.
I due si allontanarono fino a quando non furono ad una distanza di sicurezza da occhi e orecchi indiscreti.
-Che c’è Sasuke-san? Devi chiedermi qualcosa?-
Il ragazzo le accennò un sorriso –Sei sveglia. Voglio che tu porti subito un messaggio a Sesshomaru…-
-Ad oji-sama?- chiese stupita
-Esatto. Digli di osservare attentamente il prossimo incontro…-
-Sai chi combatterà?- chiese sempre più stupita la bimba
-Sarò io a scendere in campo e voglio che lui capisca che non deve minimamente sottovalutarmi!- le disse serio Sasuke.
La frase sibilata dal moro si insinuò nella mente della bambina. Rin guardò prima in basso per poi puntare di nuovo lo sguardo sul ragazzo –Ho capito… ma perché ce l’hai tanto con Sesshomaru-sama… se è per ieri ti chiedo perdono io per lui, ha calcato un po’ la mano ma in fondo lo avete attaccato voi…-
-No, non è per quello…-
Sasuke rimase sinceramente stupito dal comportamento della ragazzina. Era molto più matura di quanto desse a vedere e lo considerò strano per la sua età: gli bastò pensare però al carattere di Naruto, che era di tre anni più grande, per notare di come a volte infantilismo e maturazione possano fiorire più in alcune persone piuttosto che in altre.
-È un motivo più personale… glielo dirai?-
La ragazzina assentì sicura.
Sasuke fece per allontanarsi, quando si bloccò di nuovo.
-Scusa la domanda… che cosa ti era sembrato prima?-
Rin sembrò non capire, poi sorrise congiungendo le mani dietro la schiena, mettendosi a ondeggiare qua e là.
-Credevo di trovare oji-sama alle mie spalle, ho avuto quella sensazione… sai Sasuke-san voi due un po’ vi assomigliate…-
Il moro si fece scettico –In che cosa sentiamo?-
-Beh…- iniziò lei guardandolo con fare furbetto – non so, avete la stessa “presenza”, come una forza che vi pervade e attiri a voi l’attenzione delle persone…-
Il moro prese a camminare oltrepassando la bimba –Credo di capire… parli di ciò che viene chiamato “fascino”… o anche “carisma”…-
Il moro si voltò ancora verso di lei: Sharingan attivato.
-Ma potrebbe anche essere ciò che gli uomini chiamano “timore” se non “paura”… purtroppo Rin a volte capita che questa particolarità non porti sempre benefici: essa può crearti i più fedeli compagni ma anche i più acerrimi nemici, invidiosi delle tue capacità…-
- L’uomo è una creatura debole che si fa facilmente plagiare e ingannare Rin, ricordatelo… specialmente quando sono accecati dall’odio e dal rancore…-
La bimba sembrò soppesare le parole del moro come per capirne il pieno significato. Poi con un sorriso gli rispose –D’accordo, lo terrò a mente! Ora vado ad avvertire Sesshomaru-sama…-
-Sasuke-san…- incominciò a dire dopo essersi fermata un’ultima volta  -… vedi di vincere, d’accordo? Faremo tutti il tifo per te!-
Detto questo se ne andò correndo, aprendo poi le braccia per imitare delle ali, ondeggiando a destra e a sinistra del corridoio per imitare il volo egli uccelli.
Sasuke sorrise poi, compiuti alcuni gesti con le mani, scomparve in una nuvola di fumo bianco.

Il presentatore era ritto come un fuso nel mezzo dell’arena da una decina di minuti, aspettando solo il segnale dai suoi superiori, tramite auricolare, per dare inizio all’incontro successivo.
Pensava a quanto gli incontri si facessero sempre più violenti ogni anno che passava. E se non violenti quantomeno distruttivi. In tutti gli anni di cronaca che aveva compiuto non aveva mai dovuto far aspettare il suo pubblico più di qualche minuto. Ora invece i danni si facevano talmente incipienti che era necessario intervenire ogni due incontri. Una cosa assurda.
Ma ecco il segnale di avvio.
-Bene signori e signore, il prossimo incontro vedrà scontrarsi l’ultimo esponente di una delle più importanti famiglie-ninja di Konoha… Sasuke Uchiha!-
Il moro si fece avanti tra le urla e gli incitamenti del pubblico. Con lo sguardo iniziò ad osservare il loggiato per trovare il demone contro cui voleva combattere. Infine lo trovò, alterò e freddo con gli occhi rivolti verso il basso.
Sasuke soddisfatto riportò tutta la sua attenzione sullo scontro. Lo speaker aveva già presentato il suo avversario, che si stava pesantemente avvicinando al centro del Colosseo, ma il moro non aveva prestato attenzione.
Era decisamente enorme e imponente, nascosto sotto un pesante pastrano nero che gli ricopriva anche il viso. Pensò che doveva essere uno di quei tipi da cui Aburame e Roronoa avevano detto di fare attenzione.
“Beh d’altronde, più grandi sono… e più rumore fanno quando cadono”
L’uomo si fermò ad alcuni passi da lui –Oh, oh, oh tu guarda devo scontrarmi con un pupetto, divertente!-
La sua voce aveva un che di strano: era accattivante e particolare con una punta di snob, tipica di quei funzionari stranieri impomatati provenienti dalle ambasciate del Governo Mondiale. Sasuke ne aveva incontrato uno anni fa, quando suo padre era stato incaricato di risolvere una controversia diplomatica.
Un tipo incredibilmente borioso.
Era venuto a casa Uchiha per poter parlare con tranquillità e non gli aveva fatto una buona impressione: si continuava ad atteggiare con mille moine ed etichette. Ma benché molto piccolo all’epoca, Sasuke aveva subito notato che l’uomo sotto quella preziosa maschera nascondeva un carattere spocchioso e arrogante, di chi pensa che ogni cosa non sia alla propria altezza.
L’uomo riprese a parlare –Bene, anche se il qui presente arbitro mi ha già annunciato, l’etichetta mi impone di farlo personalmente…-
Detto ciò si levò il mantello e finalmente Sasuke potè vedere chi vi si nascondeva.     
Era semplicemente assurdo: l’uomo che aveva di fronte era ricoperto completamente di scudi d’acciaio. Ne aveva due enormi che gli ricoprivano la schiena e il torso , e altri più piccoli alle mani, ai gomiti e alle ginocchia.
A completare il quadro la testa era cinta con un elmo a forma di perla.
-Oh, oh, oh il mio nome è Pearl, ex-comandante della seconda flotta del  pirata  Don Creek, soprannominato Iron Wall!-
Iniziò a battere i due scudi delle mani tra loro, producendo un suono simile ad un gong.
-Come puoi vedere oltre ad essere invincibile, sono un dandy di prima categoria e sono anche bellissimo, oh, oh, oh…-   
Il giovane Uchiha iniziò a pensare che tutti i fenomeni da baraccone del globo si fossero dati appuntamento a Tsuchigaki. Si disse poi che in fondo era un bene, non era con lui che voleva combattere sul serio. Un avversario scarso avrebbe semplicemente velocizzato il suo passaggio al secondo turno.
Sasuke gli lanciò un occhiataccia in risposta a quelle sbruffonate
-Non condividi?- continuò l’uomo –vorrà dire che ti mostrerò tutta la potenza di noi gentleman durante lo scontro! Signor arbitro…-
Il biondo cronista, che era rimasto ad ascoltare scioccato tutto il monologo del damerino, si voltò verso di lui –Le permetto di dare il via all’incontro-
“Tecnicamente dovrei essere imparziale, ma spero davvero che il rampollo degli Uchiha gliele suoni a questo idiota…” pensò il biondo seccato
-Bene, tutti pronti! Si dia inizio all’incontro… Tre… Due… Uno… Fight!-
-Dono di Pearl!-
Non appena l’arbitro aveva finito di dare il via, Pearl si era lanciato, ad una velocità inusuale per uno della sua stazza, contro il moro prendendolo in contropiede.
Lo scudo d’acciaio si schiantò contro lo stomaco del ragazzo, mandandolo in ginocchio.
Il damerino non era intenzionato a fermarsi –Dono di Pearl,  secondo atto!-
Un secondo colpo arrivò di lato scaraventando violentemente il ninja ad alcuni metri di distanza
Il pubblico era scandalizzato da tanta scorrettezza e meschinità. I fischi iniziarono a farsi sentire e il pirata, sicuro della vittoria, pensò bene di rispondere –Andiamo gente! Questo è un torneo di arti marziali, in cui tutto o quasi è concesso anche che un uomo armato combatta contro uno disarmato! La verità è che in questo mondo solo i forti sopravvivono e i perdenti come quel ragazzino isolente faranno la fine che meritano e cioè questa…-
Pearl aveva raggiunto Sasuke che tentava di rialzarsi. Lo colpì con un calcio sollevandolo in aria. In perfetta sincronia uno dei pugni corazzati lo centrò scaraventandolo ancora nella polvere.
Il moro iniziò a sputare un po’ di sangue.
-Non è forse così…- gridò Pearl verso il loggiato -…Capitano Creek?-
L’attenzione di tutti si concentrò sulla direzione in cui il dandy aveva rivoltò la domanda.
Tutti i partecipanti lo videro: isolato dal resto del gruppo stava un uomo anch’egli coperto da un pastrano ma nero con ricami dorati.
L’uomo si tolse il cappuccio e il volto duro dell’ex marine, come se fosse stato scolpito nella pietra con pochi secchi colpi di scalpello, si mostrò al mondo
-Assolutamente- rispose con voce secca e tagliente.
Una certa inquietudine si diffuse tra la ciurma di Monkey D. Rufy, increduli di fronte alla comparsa di un loro antico nemico.
Kiba notò la tensione che era venuta a formarsi e ne volle parlare con Rufy  -Ehi  chi sarebbe quel bestione?-
-Ma personalmente non mi ricordo…- rispose il ragazzo con disarmante semplicità
-Come sarebbe che non ti ricordi!- urlò Nami dandogli una pacca sulla testa –È quello che voleva derubare il Bastie, il ristorante dove lavorava Sanji!-
Sul volto del capitano si dipinse un espressione vuota, di chi non riesce a ricordare –Si mi viene in mente qualcosa…-
Fu Zoro a prendere parola –È un ex marine del mare orientale diventato pirata disertando con una nave del governo. È molto sanguinario, lo abbiamo incontrato alcune settimane prima di oltrepassare la Red Line. Allora aveva diciassette milioni di taglia sulla testa ora non so se è rimasta la stessa oppure se sia cambiata…-
-Ah ecco perché non sapevo chi fosse lo avevate incontrato all’inizio del viaggio- proclamò Franky pensoso
-Che importanza ha adesso!?-
Tutti si voltarono verso Naruto. Il biondo era nervoso, i muscoli del collo tesi e le dita delle sue mani serrate intorno alla balaustra di pietra. Sembrava essere sul punto di esplodere.
La stessa Sakura era tesa come una corda di violino, e si stava martoriando il labbro inferiore, sfregandosi convulsamente le mani, tenute vicine al petto.
Tenten cercò di fargli coraggio –Avanti ragazzi calmatevi. Uchiha riuscirà a sistemare quel buffone non temete!-
-Già ha ragione, non abbiate paura!- aggiunse Chopper dimenando le zampe
-Quel ragazzo è forte si riscatterà vedrete- fece eco Zoro mettendo una mano sul fodero della sua Sandai Kitetsu
Ino si avvicinò a Sakura mettendole una mano sulla spalla e sorridendole –Su facciamo il tifo per lui!-
La rosa la guardò riconoscente.
-Sasuke!!!-
Il gridò di Naruto ruppe l’atmosfera che era scesa sul loggiato, non avendo ascoltato minimamente le parole di conforto e incoraggiamento degli altri.
-Ci stai mettendo troppo! Ti decidi a prendere a calci quell’idiota o devo venire io a farlo per te, eh?!?!-
Trascinati dall’entusiasmo del biondo anche gli altri iniziarono a gridare cori e urla di incoraggiamento.
Il pubblico stesso era schierato dalla parte del moro, e un baccano immenso si alzò dagli spalti.

In mezzo all’arena, dal canto suo, Pearl sghignazzava tra se.
-Uhm forse un azione dimostrativa farà capire a questi buonisti il concetto…-
Vedendo Sasuke ancora immobile al suolo, l’uomo batté tra loro gli scudi per poi colpire il terreno con forza. Al contempo spiccò un balzo con le gambe.  In tal modo Pearl ottenne la spinta sufficiente per scagliare il suo enorme corpo in aria.
Compì una parabola per poi scendere in caduta libera. Se il colpo fosse andato a segno la sua forza, incrementata dalla gravità, non avrebbe dato scampo allo shinobi. Avrebbe perso molto più dell’incontro stesso.
-Dono di Pearl, Pearl Plumb!-
Lo schianto della testa di Pearl sul corpo di Sasuke produsse una serie di suoni di ossa rotta che fecero accapponare la pelle a tutti i presenti. Alcuni svennero per la crudezza della scena altri si tapparono le orecchie per non sentire.
Hinata e Sakura furono sul punto di venir meno, ma vennero prese al volo da Rock Lee e Kiba.
Ino per non vedere, si voltò aggrappandosi alla maglietta di Shikamaru che, anche se stupito del gesto, la lasciò fare anche lui troppo sconvolto da ciò che aveva davanti agli occhi.
Rufy osservò Naruto che sembrava, ora più che mai, sull’orlo di esplodere. Gli era parso che i segni che aveva sul viso si fossero fatti più spessi. Ne era sicuro, ancora qualche istante e si sarebbe lanciato in mezzo all’arena per bloccare l’incontro.
Con un colpo di reni Pearl si rimise in piedi e osservò il suo avversario. Il volto di Sasuke ai suoi occhi era una maschera di dolore e disperazione completamente ricoperta di sangue.
Il ghigno divertito del dandy scomparve quando vide il corpo del ninja dissolversi in un a nube di fumo bianco

“Un Kagebushin!” fu il pensiero comune di tutti i presenti

Pearl non capiva quando avesse compiuto lo scambio e non gliene importava. Si guardò in giro per poi ritrovarlo.
Sasuke si trovava a pochi metri da lui ansimante, con il volto basso e un rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca.
Pearl rincuoratosi avendolo ritrovato gli si avvicinò a lunghi passi.
-Eccoti qui. Senti voglio farti una proposta: se abbandoni subito non proseguirò nel picchiarti…-
Il ragazzo non rispose, smise solo di ansimare.
-Allora che ne dici?- chiese affabile
-Fottiti- gli rispose semplicemente
Un nervo iniziò a pulsare sulla fronte del dandy che accecato dalla rabbia attaccò.
-Dono di Pearl, Pearl Cross!-
Gli scudi delle mani cozzarono tra loro producendo un forte frastuono, ma non erano riusciti a schiacciare il ragazzo che aveva di fronte.
Il moro si era abbassato ad una velocità impressionate e altrettanto velocemente saltò, colpendolo al viso con un calcio.
Poggiò le mani sull’elmo per scavalcare il gigante. Gli cadde alle spalle, si acquattò e falciò le gambe avversarie con una spazzata.
Pearl sconvolto per l’attacco a sorpresa cadde al suolo con un tonfo assordante.
Sasuke gli saltò addosso sullo scudo e lo guardò infuriato –Allora come era il tuo discorsetto di poco fa?-
Il ninja lo colpì selvaggiamente in viso con una sequenza di calci, scaricando tutta la rabbia e la frustrazione che gli si era accumulata durante l’incontro.
Pearl reagì come una bestia ingabbiata sferrando alcuni colpi verso il moro che evitò balzando all’indietro.
Il dandy si rimise in piedi, intontito, quando sentì qualcosa di caldo e dall’odore ferrino scorrergli sul viso.
Si mise la mano al viso, toccandolo sentendo i bozzi e le botte che Sasuke gli aveva procurato e sporcandosi la stessa con  il vischioso liquido che gli scorreva fino al mento e lungo il collo
-Ma… ma questo è sangue! Il mio sangue!-
Con uno sguardo tra il furioso e il terrorizzato fissò Sasuke –Maledetto! Cosa hai fatto! A me… al mio viso!-
Iniziò a battere gli scudi con una violenza inaudita contro quello centrale. Il suo viso era contratto dalla rabbia e da una vistosa paura
“Deve essere emofobo come la vecchia Tsunade… non capisco cosa abbia intenzione di fare ma è meglio farla finita qui…”
Sasuke iniziò a comporre alcune posizioni con le mani, concludendo intrecciandole tra loro e gonfiando il petto.
Katon: Tecnica della palla di fuoco suprema!”
Una gigantesca sfera di fuoco fuoriuscì dalla bocca dello shinobi. Enorme e scintillante si avviò a travolgere Pearl, che benché si facesse chiamare Iron Wall, non avrebbe potuto far niente contro la potenza distruttiva del fuoco. O così almeno Sasuke pensava.
-Fuoco di Pearl!-
Altrettante fiamme fuoriuscirono dal corpo e dagli scudi del pirata, e vennero scagliate contro la tecnica di Sasuke.
I due colpi infuocati si infransero a vicenda disperdendosi in decine di sfere infuocate per tutto il campo.
Pearl sembrò calmarsi  un attimo, circondato ancora dai suoi scudi infuocati:
-Allora ragazzino? Hai capito cosa significa attaccare un membro della ciurma del pirata Don Creek?-
Ma Sasuke non lo stava ascoltando. Sfruttando le tecniche taijutsu che aveva copiato da Rock Lee, si era spinto in una corsa immane verso la parete dell’arena, raggiungendola e scalandola.
Sotto gli occhi di tutti si bloccò ad una decina di metri da terra, per compiere nuovamente una serie di combinazioni.
Mille Falchi
Nello stesso tempo attivò lo Sharingan, la sua dojutsu.
L’avambraccio sinistro di Sasuke si illuminò producendo un rumore simile a quello di centinaia di rapaci.
Caricò il braccio all’indietro, vicino alla parete ma l’intensità di chakra emesso era tale che un solco si formò al suo passaggio.
E a quel punto scattò.
In pochi secondi era già arrivato al suolo, a pochi metri dal suo avversario.
-Cosa speri di fare? Io sono Pearl, Muro d’acc…-
Il pirata non aveva ancora finito di parlare che Sasuke lo aveva già raggiunto e superato. Il moro si fermò a pochi passi dietro di lui, disattivando Sharingan e Chidori.
Inizialmente sembrò che l’avesse mancato, ma in realtà Pearl era stato preso in pieno. I due pesanti scudi che lo difendevano crollarono al suolo spezzati a metà e recisi dai legacci che li tenevano uniti al pirata.
Il sonoro cozzare dei frammenti al suolo si diffuse in tutta l’arena.
Pearl era completamente scioccato. Aveva gli occhi sbarrati, la bocca spalancata e da essa fuoriuscirono solo tremanti frasi sconnesse.
“Bene ora è abbastanza leggero…” penso Sasuke
Il ninja scomparve di nuovo, per ricomparire ai piedi del suo avversario. Poggiò le mani al suolo, inarcò la schiena e ad una tremenda velocità colpi  il mento del pirata scaraventandolo a parecchi metri in aria.
Scattò un'altra volta, arrivandogli alle spalle.
Una scena spettacolare fu vista  dagli spettatori in quel primo turno del Torneo. Sasuke e Pearl si trovavano a vorticare a mezz’aria l’uno alle spalle dell’altro, dopo un violentissimo scontro ai limiti del regolamento.
Il ninja di Konoha  aveva dato ancora prova delle sue notevoli capacità.
Il moro toccò la schiena di Pearl attivando una tecnica –Tecnica dell’ombra imprigionante-
A quel punto lo scontro era ormai giunto alla sua fine.
Sasuke colpì il fianco di Pearl con un calcio destro; facendo leva su di esso si issò sopra di lui per colpirlo con un sinistro allo stomaco.
Il corpo di Pearl iniziò a precipitare a terra, ma Sasuke non era intenzionato a lasciarselo scappare. Lo colpì ulteriormente con un forte destro, spingendolo ancora più verso il fondo.
Erano ormai entrambi a pochi metri dal suolo quando Sasuke lo afferrò per scaricare il peso dell’aria.
Con un’agilità impressionante roteò su se stesso, distendendo la gamba sinistra come un martello.
A pochissima distanza dal suolo, il tallone sinistro di Sasuke si conficcò nello stomaco di Pearl schiacciandolo.
-Colpo concatenato del Leone!-
La potenza dell’impatto fu tale che la stessa terra si spaccò al loro arrivo.
Il viso, il collo e tutto ciò che componeva il corpo di Pearl si tese dal dolore e sembrò quasi che una scossa elettrica gli avesse attraversato gli stessi muscoli e ossa.
Appoggiandosi al corpo del suo avversario, Sasuke riuscì a rimettersi in piedi, barcollando leggermente ma meno stremato di quello che lui stesso avrebbe pensato.
Non attese neanche la conferma dell’arbitro, alzò il braccio destro a pugno chiuso in segno di vittoria.
Tutto lo stadio esultò impazzito facendo tremare le stesse pareti del Colosseo.
Poi giunse anche la conferma ufficiale –Pearl non è più in grado di combattere, il vincitore è Sasuke Uchiha!- ma già le grida ne offuscarono l’effetto.
Sul viso del moro si dipinse un ghigno che alcuni inseguito avrebbero definito arrogante ma che in quella circostanza non mostrava altro che una soddisfazione malcelata.
“È proprio vero- notò a se stesso osservando l’effetto che la sua vittoria aveva avuto sul pubblico –gli avversari più sono grossi più fanno rumore quando cadono… in tutti i sensi”



Okay tralasciando che sarete inc*****i come bestie per il mio mega ritardo, per una volta voglio commentare/spiegare un po’ l’accozzaglia di frasi che sono i miei capitoli, XD.
Allora stavolta bisogna dire che il protagonista assoluto del cap è il “simpaticissimo” ultimo erede del clan Uchiha, Sasuke. Adesso non pensiate che sono un suo fan sfegatato perché non è vero, diciamo che mi sta simpa e che come ninja è ottimo (un po’ sclerato ultimamente, però va beh…); nella scena in cui sembra fare la paternale a Rin sul fatto che gli uomini sono preda dell’odio e del rancore, uno potrebbe dirmi che sembra essere il classico caso del “toro che dice cornuto all’asino” perché poi, proprio lui tradisce si vuole vendicare ecc… ma teniamo conto che, secondo me, Sasuke queste cose le ha sempre sapute, ne è sempre stato conscio anche quando successivamente farà quel che farà… si è lasciato prendere ma non è detto che non sapesse in che viaggio si sarebbe imbarcato anzi aveva già pensato a come comportarsi in ogni evenienza (anche perché io ho sempre considerato Sasuke un personaggio con un ottima intelligenza al pari di Neji Hyuga)… classico caso de “predica bene, razzola male”? Può essere, non dico di no…
Riguardo all’ultima frase, non tramortitemi, so bene che sembra essere una frase campata per aria, ma ci tenevo a mettere uno dei possibili pensieri di Sasuke alla fine dell’incontro… e in effetti è vero più potente, più forte più esperto è un avversario, tanta sarà la fama la gloria (il famoso “rumore”) che il vincitore otterrà…prendetela come volete, XD!

Bon finite le manfrine, passiamo alle risp. e ai ringraziamenti:

nueblackcrowfriend :  Thank you very much ancora una volta Nue, sono contento di averti tra i miei lettori-recensori! Spero che questo cap ti piaccia come gli altri XD
Davithejoker : Ci eri arrivato vech? Beh spero che il viaggio a Napoli sia andato bene e ti sia piaciuto il cap!
Otakon : un nuovo lettore! Grazie per le congratulazioni, ma per sapere chi vincerà dovrai aspettare ancora un po’, ma spero ti gusterai anche i cap successivi, XD!

Ringrazio acdcman e mangaka94 che mi hanno messo uno tra i preferiti e l’altro tra i seguiti! Ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il passato che ritorna? È forse un problema? ***


CLV IL PASSATO CHE RITORNA? È FORSE UN PROBLEMA?


La folla si dilettava ancora una volta degli scontri che il torneo le offriva, e sempre con maggiore entusiasmo, come se non ne fosse mai ebbra.
Ogni volta che nuovi gladiatori scendevano nell’arena, gli spettatori si schieravano, inneggiando forsennati i loro novelli beniamini; ad ogni scambio di colpi un nuovo urlo di ovazione.
-Konoha Senpu!-
-Haevy Gong!-
Il rinculo dell’impatto spinse i due combattenti indietro di alcuni passi. Erano già diversi minuti che lo scontro perdurava e i due non riuscivano ancora a sfondare le rispettive difese. Ciò risultava alquanto frustrante per entrambi ma produceva emozioni divergenti: Rock Lee si stava esaltando sempre più, felice che il suo avversario fosse già durato così a lungo, Tonytony Chopper invece si massaggiava le nocche mezze sbucciate delle mani, impensierito della potenza del ragazzo verde vestito.
Quest’ultimo si tirò in piedi, ritto come un fuso, indirizzandogli il braccio destro alla sua maniera come gesto di sfida:
-Non hai idea di quanto mi stia divertendo, tanuki-san!- gli disse sorridendo  
-Quante volte lo devo ripetere che sono una renna!?!?-
Rock Lee rimase alquanto scosso da quella risposta. Lo scrutò bene da cima a fondo: no, non assomigliava per niente ad una renna, sembrava più un grande e grosso uomo coi tratti leggermente scimmieschi.
-No, davvero, da qualunque punto di vista non assomigli per niente ad una renna te l’assicuro…- gli disse infine
Chopper pensò di essere giunto al limite: gli veniva voglia di piangere per la disperazione.
-Sono una renna umana! Ho mangiato il frutto del mare Homo-Homo e adesso mi trovo nello stadio umano, che è uno dei tre stadi base della tipologia Zoo-zoo, hai capito o no?- gli spiegò seccato
Rock Lee per tutta risposta gli mostrò il pollice alzato accentuando ancora di più il suo splendente sorriso –Sai che ti dico? Che in fondo non importa cosa sei, l’importante è che dentro di te scorra il grande spirito della giovinezza!-
Chopper rimase estasiato da quelle parole: pochi altri lo avevano trattato così naturalmente come aveva fatto quel ragazzo.
-Tu… tu sei davvero una brava persona Rock Lee- ammise il giovane dottore
-Eh lo so!- disse mettendosi una mano dietro la testa e ridendo- come ti ho detto è tutto merito dello spirito della giovinezza!-
-Me la faresti rivedere?- gli chiese Chopper
-Cosa?-
-La tua posa di prima… quella col pollice…-
-Ah, intendi questa?- disse il moro rimettendosi nella posa precedente
-È una mossa fighissima!- disse Chopper con gli occhi pieni di luccichii – Sei un mito!-
-Spirito…- lo shinobi si mosse cambiando angolazione per poi riprodurre nuovamente la posa-… giovanile!
-Grandissimo!-
L’arbitro nello sconcerto più totale, cercò di richiamarli all’ordine
- D’accordo Rock Lee ora preparati a vedermi al mio massimo-
Il medico estrasse da una delle tasche dei suoi pantaloni una piccola sfera gialla. Se la portò alla bocca e la ingoiò.
“Cos’era, un tonico da guerra?”
-Rumble Ball… Changed!-

-Finora questo è l’incontro più insulso che abbia mai visto…-
Dal loro loggiato privato i quattro organizzatori osservavano serafici gli scontri
-Non pensi di esagerare Hiromu-chan?- le disse Kishimoto, daimyo dell’Est
-Non badarci Masashi-kun, è dal primo incontro che ha l’aria di non importarle più niente del torneo e credo che perdurerà così fino al secondo turno- disse la daimyo del Sud, Takahashi Rumiko, facendosi aria con un ventaglio
-Questa è una infamia palpabile come l’aria, Rumiko! In quanto organizzatrice non verrò meno ai miei doveri!- rispose stizzita la daimyo dell’Ovest.
-Devo ammettere che sei migliorata nell’arte di fingere te lo concedo- ridacchiò allegra la donna
-Graz… cosa?!-
Kishimoto dal canto suo si stava divertendo un mondo ad ascoltare il battibecco delle due dame. Si voltò d’istinto verso colui che completava il quartetto,  l’uomo alla sua destra, il daimyo del Nord, Oda Eiichiro-sama.   
Si stupì di trovarlo pensieroso, con il mento poggiato sulla mano destra a osservare, con occhi vacui, lo scontro.
-Masashi…- incominciò prendendolo di sorpresa -… cosa ne pensi del giovane Uchiha?-
La domanda gli suonò strana –Beh mi pare un buon combattente, questo credo che nessuno possa negarlo…-
-Non lo sto chiedendo a “Kishimoto il daimyo”… lo sto chiedendo a “Masashi Yon no Sennin”… riuscirà a passare il prossimo turno?-
-Capisco cosa intendi… non è facile da definire… per quanto riguarda le tecniche credo che abbia ancora poco da dare: si è lasciato trasportare dall’impeto e incautamente ha voluto schiacciare il suo avversario con tutto il suo bagaglio tecnico; credo che l’unica cosa che potrebbe metterlo ancora in discussione sia la sua dojutsu… però se il mondo degli shinobi girasse davvero intorno ai jutsu innati delle famiglie di ninja, i grandi uomini come Hizuren Sarutobi non sarebbero stati quello che sono stati…-
-Per essere precisi il destino del piccolo degli Uchiha si baserà solo su un particolare…- intervenne Arakawa - chi sarà il suo avversario! Non è un concetto così ovvio… Sasuke-kun dovrà puntare sulla sua astuzia e sulla sua capacità di improvvisazione…  non ha altre possibilità-
Rumiko osservò il volto dell’amico, cercando di capire cosa gli passasse per la testa  – Oda-kun, questo torneo si presenta più interessante di quello che pensassimo, se ti porta a crucciarti in quel modo-
Il daimyo le sorrise, compiacendosi delle sue parole. Avrebbe voluto dire quanto il suo animo si infiammasse di fronte a queste dimostrazioni di forza, abilità e poteri. Avrebbe voluto partecipare egli stesso al torneo per scontrarsi con quei fenomeni. La sua Ambizione gridava vorace dentro di lui, vogliosa di lottare.
-Kiryu, Harui!- esclamò all’improvviso –venite avanti!-
La porta in penombra si aprì di scatto con un forte rumore secco e due ragazzi fecero il loro ingresso sul terrazzo.
Il primo era un ragazzo alto e slanciato sui diciassette anni; i capelli argentei e gli occhi viola, che trasmettevano uno sguardo glaciale, risplendevano nell’ombra.
La seconda era invece una ragazza, che si poneva in netto contrasto con il suo compagno: vestita di una candida divisa bianca con ricami dorati, rispetto a quella nero ebano dell’altro con i medesimi ricami, che terminava in una gonna corta verde, sfoggiava un sorriso smagliante che le illuminava il viso, incorniciato da un caschetto di capelli castani, legati da un nastro giallo. Una ragazza estremamente solare.
-Kiryu, ai vostri ordini mio signore-
-Harui, è pronta ad agire in qualsiasi momento!-
Oda si alzò avvicinandosi a loro –Ormai la prima parte del turno sta per finire e voglio che voi in quanto capitani della sicurezza, pattugliate l’arena per evitare che possano scoppiare scontri o litigi tra i partecipanti. Conto su di voi-
-Sarà fatto! Non permetteremo che qualcosa vada storto!- esclamò allegra la ragazza
-Harui…- la richiamò fermo Kiryu -… ricordati chi hai davanti, non prenderti tutte queste libertà-
La ragazza lo guardò seccata, scostando poi lo sguardo –Ma sta zitto ghiacciolo… com’è che con questo caldo non ti sei ancora sciolto?-
Il ragazzo si mantenne imperturbabile e ciò provocò l’ilarità dei daimyo -Non per niente vi chiamano “il sole e la luna” del clan Oda!-
Il daimyo del Nord si avvicinò al ragazzo con fare paterno –Però Harui ha ragione, dovresti provare a sorridere di più Kiryu… e ad essere meno formale; siete le persone a me più vicine tra coloro ho accolto nel mio clan, non dovreste farvi problemi a parlare più francamente-
Il ragazzo sembrò pensarci un attimo, poi accennando un leggero piegamento delle labbra, talmente leggero da non poter essere nemmeno notato da terzi, rispose –Proverò a cimentarmi-
Contento della risposta, con un gesto li congedò, e i due ragazzi se ne andarono oltrepassando la porta.

-Zoccolo Bisturi Incrociato!-
Rock Lee ringraziò per l’ennesima volta il cielo di avergli fatto incontrare il maestro Gai. Se non fosse stato per i suoi allenamenti e i continui suggerimenti, in quel momento si sarebbe ritrovato a terra con un incavo a forma di croce sugli addominali, invece di una semplice escoriazione sul fianco sinistro.
“Che razza di tonico è mai questo?… Non ho mai visto niente di simile…”
Lo shinobi spiccò un balzò per compiere un attacco dall’alto. Non ebbe modo di reagire: Chopper era già sopra di lui; il corpo nuovamente modificato, era ora snello con un manto peloso che gli attorniava le spalle e il petto.
Il ninja si sentì la testa serrata da quelle strane dita adunche. Poi uno strano senso di vertigine.
Il pirata era roteato su se stesso, scagliando Rock Lee verso il terreno.
A pochi metri dal suolo, con un colpo di reni, volteggiò nell’aria riuscendo a cadere in piedi, ma solo per poi cascare a terra, avendo perso l’equilibrio.
“Dannazione… non posso permettergli di colpirmi di nuovo… sono ancora convalescente…”

-Rock Lee, l’operazione è stato un successo, potrai tornare ad essere uno shinobi a tutti gli effetti, tra qualche giorno-
-È appunto di questo che vorrei parlarle, Godaime-sama… ecco… ho saputo dai miei compagni che il team Gai insieme ai team sette, otto e dieci, parteciperanno ad una missione particolare e mi chiedevo se…-
-No-
-M-ma… sarà un torneo di arti marziali! Il mio pane… ciò che mi ha permesso di poter essere un ninja!-
-Ho detto di no, Rock Lee, sarai ancora nel periodo di convalescenza, non posso permetterlo-
-Ma saranno soltanto gli ultimi giorni della convalescenza! Mi lasci andare, non è un capriccio… è il mio credo di ninja che me lo impone!-
-Io… d’accordo, ti lascerò partecipare.  Ma dovrai essere prudente, più di quello che di solito ti raccomandiamo,
e dovrai prendere le medicine  e i  farmaci  che ti prescriverò. Sei pronto a  promettermelo?-

“Un solo colpo… uno solo… in combattimento non servono tanti colpi sferrati a casaccio, ma uno solo potente e preciso”. Con questo pensiero in mente Rock Lee si fermò in mezzo all’arena ad occhi chiusi.
Chopper gli stava correndo in torno, nella sua forma animale, confuso dall’immobilità del suo avversario.
“Ho perso troppo tempo… avrò ancora quindici secondi al massimo… devo compiere un’azione evasiva e poi puntare tutto sul Metel…”
L’uomo renna compì ancora due giri intorno allo shinobi; all’inizio del terzo si lanciò contro il ragazzo che si ostinava a rimanere immobile. All’ultimo secondo sterzò sulla destra arrivandogli alle spalle.
Trasformatosi nella sua forma ibrida, iniziò a mutare le braccia facendole ridiventare enorme e muscolose.
Tutto questo in una manciata di secondi.
-Zoccolo Bisturi… Roseo Metel!-
-Konoha Dai Senpu!-
Le braccia si sgonfiarono e il calcio arrivò. Rock Lee ad una velocità impressionante aveva compiuto un balzo, ruotando su successivamente se stesso. I fatali tre minuti del farmaco Rumbe Ball erano cessati nel momento peggiore.
Il calcio rotante del ninja colpì con incredibile forza la spalla di Chopper scaraventandolo letteralmente dall’altra parte dell’arena, come se fosse un sasso preso al volo, facendolo infine rotolare nella polvere.
L’arbitro si diresse subito verso il medico, per controllare le sue condizioni. Era svenuto.
L’uomo chiamò subito la squadra medica per prestargli immediato soccorso.
-Signore e signori…- proclamò infine alzando il braccio dello shinobi -il vincitore dell’incontro è Rock Lee del Villaggio della Foglia!-.
La folla esultò inneggiando il nome del ninja e quello della sua patria.

-Harui, che ti prende?-
I due ragazzi camminavano per i corridoi del Colosium, l’uno affianco all’altra.
-Perché che sto facendo?- chiese solare la ragazza
-Stai sorridendo, compiaciuta e in silenzio… è un brutto segno…-
-Solo perché una certa persona non si lascia mai andare, non significa che sorridere sia una cosa negativa- sentenziò
-Nel tuo caso si…-
La ragazza imbronciò il volto e mise le braccia conserte, fingendosi offesa. Kiryu la osservò e lei distolse lo sguardo. Il ragazzo continuando a guardarla le chiese –Allora mi vuoi dire a che cosa stavi pensando?-
Harui smise di fare la sostenuta, mantenendo però sempre una espressione immusonita, e gli rispose –Pensavo al fatto che sia davvero bello che sua signoria ci voglia trattare con più familiarità…-
-Uhm…-
-… A me fa piacere, e credo che in fondo anche a te piaccia…-
Il ragazzo rispose sprezzante –Solo perché sono orfano non significa che cerco una figura paterna in ogni persona adulta con cui ho a che fare…-
-E questo che centra?- rispose stupita la ragazza – Anche io lo sono ma non è per quello che mi fa piacere: Oda-sama sarà anche un nobile ma non si comporta assolutamente come certi boriosi della sua risma… non si è fatto corrompere dal potere, è un brav’uomo-
Kiryu continuava inesorabile a camminare –Speriamo non sia solo una facciata…-   
Harui stavolta si sentì davvero preoccupata. Questa astiosità era troppa anche per Kiryu
-Piuttosto che tu a me, dovrei essere io a chiederti che cos’hai e a cosa stai pensando. È da stamattina che sei nervoso che ti prende?-
Sul volto del ragazzo scese un leggero velo di tristezza, che venne subito colto dalla sua compagna.
-Non dirmelo, centra Yuki, vero?-
Kiryu la guardò male, ma la ragazza non fece una piega –Quando assumi quest’espressione è perché ti viene in mente il tuo grande amore perduto e bla, bla, bla… ma andiamo!-
-Non si può considerare “storia d’amore” o “relazione” qualcosa che non è mai iniziato Harui…- le rispose atono
-Non fare il furbo con me! E poi in ogni caso è qualcosa che ti fa star male, chiamarla in un altro modo non cambia nulla-
Il ragazzo riprese, a quel punto, la sua solita espressione mentre Harui mise le braccia incrociate dietro la testa e assunse un aria saccente –E poi lei e Kaname mi sono sempre stati qui, se proprio lo vuoi sapere! Non fosse perché fanno parte del gruppo gli avrei già detto il fatto loro! Anche questa cosa che stanno insieme… che schifo, sono fratelli dopo tutto!-
-Harui te lo già detto mille volte, non sono fratelli di sangue. I genitori di Kaname accolsero Yuki quando era ancora piccola, sono fratellastri…-
-Bah se non è zuppa è pan bagnato…- rispose sbuffando la ragazza – Chi si crede di essere poi, quel Kaname? Se la tira tanto, fa il figo e si atteggia solo perché è forte in combattimento, ma in realtà è solo uno sbroffo, ecco-
Kiryu incurvò leggermente le labbra e ciò non fu perso da Harui –Kiryu… miracolo stai sorridendo!-
-Non è vero- disse tornando serio
-Si invece hai sorriso! Hai sorriso perché ho preso in giro un po’ Kaname! Appena lo racconterò, Kyon e Ichijo non ci crederanno!- gridò entusiasta
-Approposito, ma non eri tu quella che si era presa una cotta per Kaname quando siamo entrati in squadra?-  le domandò con una certa non curanza Kiryu -Mi ricordo ancora quando lo chiamavi con il suffisso  “-kun”-
La ragazza divenne tutta rossa per la vergogna.
-Uhm- sul volto di Kiryu si dipinse un espressione maligna –chissà che sghignazzate si faranno Kyon e Ichijo solo al ricordo… morirà dalle risate anche Yuhi-
-Bastardo!- esclamò la ragazza più imbarazzata che mai, tempestandogli di pugni la  spalla
-Ora però smettila di fare la scema e chiama gli altri, li voglio a raccolta il più velocemente possibile-
Ancora rossa in viso, mentre schiacciava il pulsante per avviare la comunicazione con la sua ricetrasmittente, Harui sorrise, di un sorriso particolarmente compiaciuto.

-Signore e signori è venuto il momento di dare in inizio al prossimo incontro: alla mia destra il pirata con una taglia da centoventi milioni, eccezionale spadaccino proveniente dal Mar Orientale… Roronoa Zoro!-
Uno scroscio di applausi fluì dagli spalti in direzione del ragazzo dai capelli verdi.
-Alla mia sinistra invece un altro pirata, anch’egli proveniente dal Mare Orientale, forte di una taglia di diciassette milioni… Don Creek!-
Una certa freddezza e pochi applausi accolserò invece il gigantesco pirata. Il pubblico non si era scordato il comportamento suo e del suo sottoposto nell’incontro precedente, ma questo atteggiamento non sembrava importare al ex-marine. A Don Creek le ingiurie della feccia non facevano né caldo né  freddo.
I due contendenti si trovavano ad una notevole distanza tra loro, non fidandosi nell’avvicinarsi di più.
-Bene signori, siete a conoscenza del regolamento quindi… Tre… Due… Uno… Fight!-
Don Creek balzò all’indietro, per portare ancora maggior distanza tra se e il suo nemico, d’altronde gli attacchi a distanza erano la sua specialità, ma il “Cacciatore di Pirati” non si mosse neanche di un millimetro.
Il pirata allora sogghignò –Beh non avrai scelto di arrenderti spero!-
Ma Zoro non colse la provocazione e serio gli chiese –Che cosa ci fai qui Creek? Ti abbiamo lasciato mezzo morto nel Mare Orientale, sconfitto e umiliato. Che ci fai sulla via della Rotta Maggiore per giunta a non molta distanza dal Nuovo Mondo?-
Creek rise di una risata folle –Per vendetta mi sembra ovvio. Voi, anzi Cappello di Paglia mi ha privato dell’orgoglio. Di fronte alla sua perdita anche il trono del Re impallidisce. Lui ha bloccato la mia vita quel giorno, ora voglio riprendermela-
-E Gin?- Zoro non si era fatto per niente impressionare dal monologo del ex marine –Che fine ha fatto Gin, ti aveva portato in salvo se non ricordo male?-
-Taci!-
Don Creek sbatté la lunga asta della sua lancia al suolo, zittendo Zoro. La lancia vi rimase incastrata, indirizzando la sua punta verso il cielo.
-Non ho intenzione di ascoltare le tue domande inutili. Ho atteso mesi questo momento, ora spazzerò via te e poi toccherà a quel moccioso del tuo capitano!-
Il giovane sbuffò leggermente –Scusa non potrò mostrarti i miei miglioramenti con la mia arte a tre spade, ma una sola basterà- disse afferrando il fodero bianco allacciato alla sua cinta –E poi uno se uno scontro durasse troppo poco il pubblico potrebbe annoiarsi-
L’ex marine iniziò ad irritarsi; pigiò un pulsante nella parte interna di uno dei suoi spallacci e da dietro il mantello cadde pesantemente una palla chiodata con catena.
-Vediamo se avrai ancora voglia di ridere dopo aver assaggiato la mia collera!-
Zoro si tenne in guardia. Si ricordava dei particolari attacchi di Creek, ma ora tutto era cambiato: quell’uomo non poteva più essere considerato una minaccia. L’eredità di Kuina sarebbe bastata ad eliminarlo.
L’enorme palla chiodata iniziò a roteare sopra la testa del pirata, dando con i suoi spostamenti d’aria un ritmo scandito. Poi la sfera sfrecciò dirigendosi a tutta forza verso Zoro.
Il secondo dei Mughiwara le andò incontro, fodero al fianco. Un solo colpo e la palla si spaccò in due lasciando libero il percorso alla corsa del ragazzo.
Velocissimo Don Creek si staccò uno degli spallacci e lo indirizzò verso il suo avversario, attaccandogli un caricatore.
Dall’effige dello scudo si formò un apertura e una selva di piccole lance venne sparata fuori.
Zoro vedendole arrivare, estrasse anche l’altra sua spada la Sandai Kitetsu, senza arrestarsi minimamente.
A pochi passi dalla raffica, iniziò a torcere il busto, mettendo le spade in una strana posizione.
Poi scomparve.
Zoro compì un movimento così veloce risultare invisibile agli occhi di semplici uomini. Ricomparve dall’altra parte della raffica. Le lance caddero a terra, molte delle quali tagliate di netto dalle lame delle due spade.
-… Toronagasaki-
La maglia bianca era stata in paio di punti tagliata e una delle lance gli si era conficcata nella spalle destra.
La mancanza di una terza lama si faceva sentire, senza di essa non si formava l’equilibrio a cui era abituato.
Ma neanche stavolta Zoro si fermò, procedeva imperterrito sulla sua via. Invincibile, imbattibile.
Don Creek scagliò lontano lo spallaccio e afferrò con la destra la sua lancia, pronto a respingere l’assalto. Zoro era a pochi metri da lui ormai.
Afferrò con entrambe le mani la sua Grande Lancia e caricò l’affondo.
Zoro mise la mano sull’elsa della sua spada della Fenice, che aveva in precedenza rinfoderato insieme alla Sandai.
Mancava ormai pochissimo al loro scontro… fu un istante.
-Tecnica della Grande Lancia!-
-Tecnica ad una spada… Canto del Leone-
Zoro si arrestò pochi passi dopo aver superato il suo avversario. Con un rapido movimento della mano rinfoderò la  spada e infine si voltò verso Creek.
L’uomo era crollato al suolo, la grande armatura dorata spaccata, la grande lancia troncata di netto, e un rivolo di sangue stava fuoriuscendo da sotto l’enorme corpo, macchiando il terreno di un rosso vermiglio.
-Creek sei giunto fin qui spinto dalla vendetta, gettando al vento quelli che consideravi i tuoi sogni più ambiziosi, sui quali un tempo eri pronto addirittura a sacrificare i tuoi stessi uomini… è triste sapere ciò; non capivi un tempo, e ora anche con un obbiettivo diverso non capisci lo stesso… ci sono molti motivi per cui combattere, e ognuno di noi può pensare che siano importanti, più importanti di altri o di tutto il resto, ma solo i risultati ci sanno dire se lo sono davvero, che siano essi morali, ideologici o anche solo materiali. Guardati e dimmi a cosa ti hanno portato la tua vendetta e il tuo rancore-
Zoro inspirò un po’ d’aria fresca che gli rinvigorì la gola –Non so che cosa sia successo a Gin e se non vuoi dirmelo non importa. Spero solo che stia bene-
La voce dello spaccino venne oscurata da quella tonante del arbitro che annunciava la fine dello scontro
La squadra medica era appena giunta sul posto per trasportare al sicuro il corpo dello sconfitto. Ci vollero almeno otto uomini per sollevare senza procurare ulteriori danni, l’enorme corpo di Creek.  
Poi alcuni medici si avvicinarono anche a Zoro parecchio preoccupati
-Roronoa-san! Ma lei è ferito!-
Il pirata sembrò non capire, poi si accorse della piccola lancia conficcata nella spalla destra. Il sangue scendeva con un ritmo abbastanza sostenuto, ma non sembrava farci caso.
-Ah questo… non è niente è solo un graffio-
-Come solo un graffio?! Ha una lancia nella spalla!- gridarono i medici sconvolti –Lei ora viene con noi!-
Zoro non ne voleva sapere. Fu così che venne presero a tradimento, posizionato sulla barella e portato di peso fuori dell’arena, sotto gli occhi divertiti di tutti.


Okay questo cap. è una schifezza, ma come tutti i cap. di passaggio, sono giusti e necessari. Solo che voi miei cari lettori ve lo siete beccato in un periodo alquanto brutto per me: oltre alla scuola che stressa sono rimasto senza computer per pezzo, a momenti esplodeva! (immagine di me che cerca di capire che cavolo succede e poi sente uno scoppio e una puzzolente nuvoletta bianca inizia a fuoriuscire e intanfare tutta la taverna, XD)
Comunque dai non è poi così brutto, sono comparsi anche dei nuovi personaggi! Anzi voglio sfidarvi: provate ad indovinare a che manga appartengono (anche se ovviamente questi non sono la versione originale bensì dei loro alter-ego, XD).
Va beh lasciamo perdere le baggianate e passiamo a cose più importanti:

BUON ANNO NUOVO A TUTTI I MEMBRI E LETTORI DI EFP!!!!!!!!!


In modo particolare a tutti i lettori di questa fanfic e in modo ancor più particolare a coloro che mi hanno messo tra i preferiti e tra i seguiti! Auguri ancora a tutti!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=310402