Lover's Walk

di giadadarla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to the hell ***
Capitolo 2: *** A New Hope ***
Capitolo 3: *** Revelations ***
Capitolo 4: *** Restless ***
Capitolo 5: *** Out Of My Mind ***
Capitolo 6: *** The Harsh Light Of Day ***
Capitolo 7: *** Through The Looking Glass ***
Capitolo 8: *** Beauty And The Beast ***
Capitolo 9: *** Perfectly Perfect ***
Capitolo 10: *** Choices ***
Capitolo 11: *** Enemies ***
Capitolo 12: *** Never Leave Me ***
Capitolo 13: *** Crash In To My Head ***
Capitolo 14: *** New Moon Rising ***
Capitolo 15: *** Empty Places ***
Capitolo 16: *** Intervention ***
Capitolo 17: *** Once More, With Feeling ***
Capitolo 18: *** Surprise ***
Capitolo 19: *** Friend Or Lover ***
Capitolo 20: *** My Favorite Mistake ***
Capitolo 21: *** Tell Me Sweet Little Lies ***
Capitolo 22: *** Enough si Enough (no more tears) ***
Capitolo 23: *** The Other Side Of This Life ***
Capitolo 24: *** Why We Fight ***
Capitolo 25: *** Something New ***
Capitolo 26: *** Entropy ***
Capitolo 27: *** New World In My ***
Capitolo 28: *** Living Conditions ***
Capitolo 29: *** You'll Be The Death Of Me ***
Capitolo 30: *** Older And Far Away ***
Capitolo 31: *** Touched ***
Capitolo 32: *** Nothing but the blood ***
Capitolo 33: *** Grave ***
Capitolo 34: *** Step by Step ***
Capitolo 35: *** Secret And Lies And More Lies ***
Capitolo 36: *** Not Fade Away ***
Capitolo 37: *** Normal Again ***
Capitolo 38: *** A New Man ***
Capitolo 39: *** Redefinition ***
Capitolo 40: *** Back to Black ***
Capitolo 41: *** Smile Time ***
Capitolo 42: *** Double Or Nothing ***
Capitolo 43: *** I Only Have Eyes For You ***
Capitolo 44: *** There's No Place Like Home ***
Capitolo 45: *** Beyond The Line ***
Capitolo 46: *** I Was Made To Love You ***
Capitolo 47: *** Phases ***
Capitolo 48: *** Distractions ***
Capitolo 49: *** The Gift ***
Capitolo 50: *** I Need You ***
Capitolo 51: *** Long Distance Call ***
Capitolo 52: *** Epiphany ***
Capitolo 53: *** From The Past To The Future ***
Capitolo 54: *** Another perfect day in hell ***
Capitolo 55: *** End Of Days ***
Capitolo 56: *** Stitches And Doubt ***
Capitolo 57: *** Fight For Me ***
Capitolo 58: *** Help ***
Capitolo 59: *** Poison ***
Capitolo 60: *** Blood Line ***
Capitolo 61: *** The Kiss ***
Capitolo 62: *** On The Head Of a Pin ***
Capitolo 63: *** Turn The Page ***
Capitolo 64: *** Dear Diary ***
Capitolo 65: *** White Day ***
Capitolo 66: *** The Day That Never Comes ***
Capitolo 67: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Welcome to the hell ***


 

 

 

Welcome to the Hell

 

 

                                                                   << Ma Amore è cieco e gli amanti non

                                                                 vedono le dolci follie che commettono>>

 

                                                                                             William Shakespeare

 

 

 

 

Era ormai passato un anno dalla notte del mio diciassettesimo compleanno. Quel giorno la mia vita cambiò completamente.

Durò tutto un istante,il buio,il dolore lancinante al polso e poi … Da quell’ istante capii che non sarei stata più la stessa.

Immaginavo la morte in maniera diversa quando ero umana,ora è tutto così relativo,complicato.

Non sono ancora riuscita a capire cosa sono esattamente!Direi che sono una creatura bizzarra e unica,almeno non ho ancora trovato nessuno con le mie caratteristiche.

Sono un ibrido,metà umana e metà vampira. Si,vampira!

Esattamente lo scorso dicembre, mentre tornavo a casa dopo aver festeggiato con le mie amiche,un vampiro in un vicolo mi attaccò.

All’inizio pensavo che fosse un ladro che voleva derubarmi ma in realtà aveva ben altre intenzioni. Mi fissava come un cacciatore osserva la propria preda. Aveva la pelle pallidissima,come se fosse marmo e risplendeva al chiarore della luna.

I suoi occhi erano di un rosso acceso e poi era velocissimo. Si muoveva con una tale rapidità che non riuscivo a seguirlo con il mio sguardo.

All’improvviso lo ritrovai ad un centimetro dal mio viso e con un ruggito mi mostrò i denti perfetti.

Sapevo che non sarei mai riuscita a scappare ma ci provai comunque.

Inizia a correre più forte che potevo,volevo gridare ma dalla mia bocca non usciva alcun suono. Caddi a terra sbucciandomi le ginocchia.

L’odore del mio sangue lo eccitò ancora di più. In meno di un secondo era già dietro di me.

Mi afferrò per un braccio e mi scaraventò dall’altra parte del vicolo.

Un orribile suono provenne dal mio corpo,sicuramente avevo qualche osso rotto.

Non sentivo dolore,non sentivo nulla. Ormai ero spacciata e così mi lasciai cadere a terra priva di forze.

L’unica cosa che ricordo prima di essere svenuta fu il mostro che mordeva il mio polso, poi l’odore intenso del mio sangue,un dolore acuto e poi più niente.

Non so per quanto tempo rimassi svenuta. Quando mi svegliai mi trovai in una stanza buia e sudicia.

C’era un fortissimo odore di qualcosa che non riuscivo a distinguere.

Iniziai a guardarmi in torno, presa dal panico più totale. Non ricordavo nulla di come fossi arrivata lì.

Il mio cuore aveva perso il normale battito cardiaco. Era talmente veloce che pensavo sarebbe esploso da un momento all'altro.

Scattai in piedi con un rapido balzo. Fui così veloce che per un attimo la testa cominciò a girarmi facendomi perdere il senso dell'equilibrio.

Mi appoggia contro una parete per evitare di ricadere a terra. Il contatto con la pietra fredda fu stranissimo. Sotto il mio palmo sembrava così dura ma nello stesso tempo friabile come polvere. Feci una leggera pressione con la mano e delle minuscole briciole ricaddero al suolo.

Ancora stordita indietreggia portandomi al centro della stanza. Cercai di fare dei respiri profondi per rilassare i nervi.

Improvvisamente sobbalzai notando che riuscivo a distinguere ogni particole anche se era buio pesto.

I miei sensi sembravano impazziti.

Sentì una musica provenire dall’esterno e così corsi fuori. Ero in una stazione di servizio nel mezzo del nulla. L’unica strada nei paragi era a molti metri di distanza e non solo riuscivo a vederla chiaramente ma potevo ascoltare in maniera perfetta anche il rumore delle macchine.

Inizia a correre,ero velocissima! Alla fine ricordai ciò che mi era capitato e mi fu tutto più chiaro.

Dopo un po’ arrivai alla conclusione che c’era qualcosa che non andava nella mia trasformazione. Ero rimasta pressoché identica a quella che ero prima,tranne che per la mia forza sovrumana e la velocità.

Non ero come quel vampiro che mia aveva attaccato nel vicolo. Non avevo gli occhi rossi,erano rimasti blu. Non avevo la pelle così pallida,il mio cuore batteva ancora anche se in maniera più veloce. E poi la cosa più frustrante è che non avevo nemmeno una minima parte dell’eleganza e dell’agilità di quel mostro.

Da quel giorno non feci più ritorno a casa. Avevo paura della reazione che avrebbero avuto i miei famigliari ma soprattutto avevo paura di fare loro del male.

Ero piuttosto sensibile all’odore del sangue ma sapevo controllarmi. Non volevo diventare un’assassina. Scoprii che potevo nutrirmi anche di cibo normale. Nonostante non mi sentissi mai pienamente soddisfatta, avrei sopportato.

Inizia a viaggiare e fare ricerche su quelli della mia specie anche se non fui molto fortunata.

A quanto pare se sei morso da un vampiro o ti trasformi o muori. A me non era accaduta nessuna delle due scelte.

Imparai anche che si possono esporre anche alla luce del sole senza prendere fuoco.

La cosa particolare è che a contatto con la luce solare la loro pelle diventa luminosa,come cosparsa di piccoli diamanti. Osservai questo fenomeno di persona.

Quando arrivai a Las Vegas, incontrai una coppia di vampiri che si offrirono di spiegarmi qualcosa. Anche loro non avevano mai visto nessuno come me. Sembravano molto affascinati dalla mia presenza. Volevano addirittura portarmi con loro ma mi rifiutai,non sopportavo il loro stile di vita.

Dopo circa sei mesi di continui spostamenti arrivai in Alaska. Avevo sentito che in quei luoghi viveva una famiglia di vampiri particolare. Avevano rinunciato al sangue umano e si nutrivano solo di quello animale. Così conobbi Tanya e la sua famiglia.

Erano una delle poche congreghe di famiglie vampire esistenti. Finalmente dopo tanto tempo riuscii a trovare un po’ di sollievo alla mia condizione.

Lì scoprii che a volte i vampiri,anche se in rare occasioni possono sviluppare dei poteri extra. Kate,la sorella di Tanya,possedeva una formidabile abilità offensiva. Chiunque cercava di toccarla cadeva a terra fulminato,logicamente la usava solo in casi estremi.

Incuriosita, chiesi alla vampira di sperimentarla su di me,possibilmente in forma lieve,ma non ci riuscì,nel senso che quel suo potere su di me non aveva alcun effetto.

Alazar,un altro membro del clan,arrivò alla conclusione che anche io ho una sorta di abilità. E’ come se ci fosse uno scudo a proteggermi e probabilmente fu proprio questo il responsabile della mia trasformazione incompleta.

Un giorno,mentre ero a caccia, Tanya e le sue sorelle (cercavo di insegnarmi come si cacciano gli animali e così provare a nutrirmi del loro sangue. L’inseguimento mi piaceva molto,ma il cibo lasciava un po’ a desiderare!) mi parlarono di un’altra famiglia che viveva con i loro stessi usi. Si erano stabiliti da poco nello stato di Washington,nei pressi di una piccola cittadina chiamata Forks.

Il capo famiglia era un certo Carlisle Cullen che viveva con sua moglie e cinque figli adottivi.

Rimasi molto colpita da questa storia. Anche il clan di Denali era una famiglia,ma non organizzata come quella dei Cullen.

Tornati a casa Alazar mi propose di fare visita a Carlisle perché forse era l’unico in grado di poter dare risposte alle mie domande. Carlisle infatti era un dottore e in più conosceva alla perfezione la natura dei vampiri poiché nel corso degli anni aveva svolto molte ricerche e studi a riguardo.

Non ero sicura di voler intraprendere un nuovo viaggio proprio ora che avevo trovato un po’ di tranquillità, ma la mia curiosità era troppo forte,così nel giro di qualche giorno decisi di partire.

Ero pronta ad andare, armata solo di un piccolo bagaglio e di un biglietto con scritto

“Carlisle,amico mio

Ti prego in nome della nostra amicizia di prenderti cura di Elizabeth.

E’ una ragazza speciale e spero che tu possa aiutarla.

Non appena avremmo tempo, sarò lieto di farti visita.

Ti ringrazio ancora

Alazar’’

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** A New Hope ***


lover's walk
 

 

A New Hope

 

Il viaggio fu più lungo del previsto. Il tempo non passava mai. Mi fermai una notte in un motel per riposare un po’ e rinfrescarmi.

Ero molto agitata. Non so perché ma il fatto di far visita ai Cullen mi faceva stare in ansia.

Mi svegliai presto poiché non ero riuscita a dormire bene,quel letto era veramente scomodo. Feci un’abbondante colazione e ripartii.

Tanya mi aveva dato dei soldi per mangiare e spese di vario genere. Negli ultimi mesi avevo vissuto sempre alla giornata.

Durante il tragitto mi addormentai. Un sonno senza sogni. Ormai era sempre così,le mie notti erano popolate solo da incubi e quando mi andava bene, non sognavo. Era l’unico momento della giornata dove ero pienamente tranquilla.

Nel tardo pomeriggio finalmente arrivai a destinazione. Il cielo era coperto da una coltre di nubi e l’aria era carica di pioggia.

Amavo questo tempo,non avevo mai sopportato più di tanto il sole e il caldo.

Il paesaggio era caratterizzato dal colore verde,il bosco,il muschio sulla strada e sugli alberi. Insomma, era tutto verde!

Presi un taxi per arrivare nell’ospedale dove lavorava il dott. Cullen.

Feci un respiro profondo ed entrai. Alla reception c’era un’anziana signora sommersa da cartelle e fogli. Mi avvicinai e bussai sul vetro.

“ Salve cara,come posso aiutarti?” mi chiese sorridendo.

“Sto cercando il dott. Carlisle Cullen”

“Ha un appuntamento?” nel frattempo sfogliava l’agenda.

“No,ma credo che mi stia aspettando”

“Va bene allora lo avverto subito! Se vuoi poi aspettare nella sala d’attesa!”e mi indicò una piccola porta bianca un po’ rovinata.

“Va bene,grazie!”

Ero sfinita e quindi approfittai un po’ per sedermi.

Inizia a sfogliare il quotidiano. Una cittadina molto tranquilla questa. Nella cronaca nera non c’era scritto praticamente nulla,non era come le grandi città in cui ero stata.

Dopo qualche minuto nella stanza entrò un uomo con il camice. Era veramente alto,dal fisico longilineo,capelli biondi e pelle pallidissima. Era la persona che stavo aspettando.

“Buonasera,sono i dottor Cullen!”si avvicinò e mi tese la mano.

“Salve,sono Elizabeth Kane. Mi ha mandata qui Tanya!”il tocco con la sua pelle fu piacevole. Mi trasmetteva sicurezza.

“Ma certo!Ti stavo aspettando!Vieni andiamo nel mio ufficio così possiamo parlare.”

Mi fece strada attraverso l’ospedale. Non capivo come faceva a lavorare in quel posto,l’odore di sangue impregnava tutte le pareti. Era fortissimo. La mia gola iniziò a bruciare come se fosse arsa da un fuoco che mi divorava dall’interno. Non potevo perdere la calma. Tentai di respirare il meno possibile. Funzionò.

Il dottore ogni tanto si girava per osservare la mia espressione e compiaciuto della mia impeccabile resistenza sorrideva ogni volta.

Entrammo nello studio. Era molto grande e arredato con molta cura,sembra non appartenere a quell’ospedale di provincia. La parete destra era occupata da un’immensa libreria piena di libri di medicina e riviste.

Dall’altro lato c’erano tutti gli attestati di lavoro e le numerose lauree.

Ero curiosa di sapere come le giustificava. Dall’aspetto dimostrava trent’anni al massimo ed era improbabile per un uomo così giovane potesse avere tutta quella esperienza.

“Prego accomodati pure!”

“Grazie!” e mi sedetti su una comoda poltrona in pelle proprio davanti alla sua scrivania.

“Dott. Cullen questa è per lei!” tolsi dalla tasca del giubbotto la lettere di Alazar e gliela porsi.

“Molto gentile,ma la prossima volta chiamami semplicemente Carlisle!” il suo sorriso mi tolse i fiato.”Va bene Elizabeth ora raccontami la tua storia!”

Gli raccontai tutto nei minimi dettagli. Parlammo per ore e lui sembrava sempre più incuriosito.

“Sono senza parole!Non avevo mai sentito una cosa del genere. Mi stupisce molto la tua resistenza al sangue,come fai?”

“Non lo so,mi viene naturale! Non voglio uccidere nessuno e quindi cerco di pensarci il meno possibile.”

“Straordinario! Io ho impiegato secoli per riuscire ad avere questo auto controllo e tu nel giro di qualche giorno eri già in grado di resistere!” mi guardava con uno sguardo quasi adorante. Mi fece sentire in imbarazzo e automaticamente arrossii e inizia a giocherellare con i capelli come facevo ogni volta quando mi sentivo a disagio.

Lui se ne accorse subito e cercò di rimediare.

“Mi dispiace non volevo! E solo che non mi capitano queste cose tutti giorni.

Per i vampiri resistere alla sete è la sfida più difficile. La mia famiglia tutt’oggi fa ancora fatica,nonostante siano tantissimi anni che non provano sangue umano.”

“Io non l’ho mai assaggiato. Forse è per questo che riesco a controllarmi con più facilità!” ipotizzai.

“ Mmm ne dubito. Anche io non mi sono mai nutrito di sangue umano eppure è stato difficile abituarmi al sangue animale!” era piuttosto pensieroso ma poi scattò in piedi.

“ Tranquilla Elizabeth avremo tanto tempo per fare delle ricerche e qualche test.

Ora voglio portarti a conoscere la mia famiglia. E scommetto anche che sarai stanca e affamata!”

“ Si,soprattutto stanca!” abbozzai un sorriso.

Prese il cappotto e mi condusse alla macchina,una favolosa Mercedes nera,ultimo modello.

Procedette per un po’ ad una velocità a dir poco spaventosa e mi chiese più volte se stavo bene vedendomi impallidire.

Improvvisamente svoltò in una stradina sterrata che entrava direttamente nella grande foresta e dopo qualche secondo erravamo arrivati a casa.

Appena scesi dalla macchina rimasi a contemplare il paesaggio. Era tutto così tranquillo e perfetto. La casa era come se fosse in totale armonia con la natura.

Dall’esterno era molto grande,ma dall’interno lo sembrava ancora di più.

Entrai in uno splendido salone arredato in maniera impeccabile. Il colore predominante era il bianco e poi era tutto così luminoso. Sulla maggior parte delle pareti si estendevano immense vetrate da cui si poteva ammirare il paesaggio.

I mobili erano di gran pregio come gli oggetti decorativi. Sembravano essere antichissimi eppure si sposavano splendidamente con l’arredamento moderno.

Non avevo mai visto niente di più raffinato. Eppure ero nata a Los Angels. Lì ci sono le case più grandi e più lussuose di tutta l’America. Ma tutte impallidivano di fronte al luogo in cui mi trovavo.

Ero ancora concentrata ad osservare ciò che mi circondava quando sentii una voce dolcissima “ Ciao e benvenuta!” . Mi girai di scatto e mi trovai di fronte una donna sulla trentina,con i capelli color caramello che le scendevano morbidi fin sotto le spalle. Mi sorrise e sulle sue guance apparvero due simpatiche fossette.

“ Io sono Esme Cullen,è un piacere conoscerti!”.

“Salve signora Cullen io sono Elizabeth Kate,è un piacere anche per me!”. Feci una mezzo saluto con la mano.

“ oh ma che dolce!” e si strinse al marito “ chiamami Esme!La parola signora mi fa sentire vecchia!” e scoppiò a ridere.

“Sarai stanca mia cara! Vieni,siediti!ti porto qualcosa da mangiare?”

In effetti avevo una gran fame. “Grazie,molto volentieri!”

Mi accomodai sul grande divano bianco al centro della sala e Carlisle si sedette al mio fianco.

“Beh devo dire che le sei piaciuta molto!”

“Oh! Anche lei mi piace! E’ così dolce e ospitale!”

“ Si! A Esme fanno sempre piacere le visite! Sai qui non vengono spesso a trovarci!”

Beh sfiderei qualunque umano ad entrare in una casa piena di vampiri!

Subito la donna tornò con un piatto pieno di french tost. Come faceva a sapere che erano i miei preferiti? Immagino puro intuito!

“ Prego sono tutti tuoi! Non avevo mai avuto l’occasione di usare la cucina! In verità mi piace molto!”

Era felice come una bimba che scartava il suo regalo di compleanno! Non faceva altro che sorridere e chiedermi se avevo bisogno di qualcosa.

Restammo a parlare tutti e tre sul divano finchè non sentii il rumore di una macchina entrare nel vialetto e poi una fragorosa risata.

“ Ecco sono tornati i miei figli! Saranno felici di trovarti già qui!” disse Esme rimanendo comodamente seduta.

Dall’ingresso arrivarono per prima un ragazzo ed una ragazza. Lui le cingeva le spalle con fare protettivo. Erano davvero bellissimi. Il vampiro era alto,superava di sicuro il metro e novanta. Aveva i capelli scuri e corti. I muscoli accentuavano ancora di più la sua corporatura. Se non fosse stato per quel sorriso allegro stampato in faccia probabilmente mi avrebbe terrorizzata. La ragazza invece aveva lunghi capelli biondi,un fisico da modella ma mi guardava con uno sguardo acido e di sufficienza. Provò a farmi un sorriso ma non le riuscì granché. Subito dietro di loro c’era una altra coppia.

Anche loro erano spettacolari,sembravano usciti da un set fotografico.

Lui era molto alto e biondo. Avevo lo sguardo serio e un po’ sofferente direi. La cosa che mi fece sobbalzare furono le microscopiche cicatrici che aveva sul collo e sulle braccia lasciate un po’ scoperte dalla camicia. Un occhio umano non le avrebbe mai notate,ma a me erano chiarissime. Era piccole mezze lune,proprio come quella che avevo io sul polso. Erano cicatrici di morsi.

L’altra vampira invece aveva uno sguardo molto dolce che mi mise subito a mio agio. Era di media statura, i capelli erano castano scuro,quasi neri. Era molto aggraziata,sembrava un folletto. Solo lei mi si avvicinò per salutarmi “ Ciao Elizabeth sono Eveline! Scommetto che diventeremo ottime amiche!” e mi fece l’occhiolino.

“ Ciao! Scusa ma come sai il mio nome?!” la fissai un po’ titubante.” E’ logico, ti avevo vista arrivare!”

Non capii cosa voleva dire,evidentemente lei se ne accorse e mi liquidò con un “avremo tempo per parlarne.”

Esme mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla e proseguì con le presentazioni.

“ Che maleducati che siete!Non vi ho insegnato le buone maniere?” li riproverò sorridendo.

Il vampiro più alto era Emmet e la sua ragazza si chiamava Rosalie.

L’altro invece,quello che mi incuteva più timore era Jasper,il marito di Eveline. Si a quanto pare erano tutti sposati in quella casa!

Da quello che mi aveva detto Kate i figli erano cinque,ma io ne vedevo solo quattro. Decisi di non fare domande,non volevo essere troppo invadente.

“Esme hai già mostrato a Liz la sua stanza?...No non l’hai ancora fatto!!!” intervenne Eveline in preda ad un’inspiegabile euforia. E poi come faceva a sapere che non me l’aveva già mostrata? Ero piuttosto confusa. Non ebbi il tempo di riflettere che mi prese per un braccio e mi condusse su per le scale.

Sulla parete vicino alla scalinata notai un enorme bacheca con appesi centinaia di capelli per i diplomi. La ragazza rise vedendo la mia espressione.

“ Beh come avrai capito ci diplomiamo molto!”

“ mmm si! Dev’essere frustrante ripetere il liceo all’infinito!”

“ No,non più di tanto! Più arriviamo giovani in un posto e più possiamo rimanere!”

Il secondo piano era ancora più particolare del primo. La luminosità era il tema principale. Sulle pareti c’erano quadri di grande prestigio e il pavimento era ricoperto da tappeti preziosi.

“ Questa è la mia camera!” disse indicando una stanza in fondo al corridoio.

“ Qui sulla destra c’è la stanza di Emmet e Rosaline e al piano di sopra quella di Carlisle ed Esme!”

Finalmente arrivammo nella mia camera. Era stupenda! Le pareti erano di un rosa pallido, un’enorme vetrata si affacciava direttamente nella foresta.

Al centro c’era un grande letto a baldacchino con un copriletto bianco molto antico.

C’era anche una libreria ed una scrivania con un pc portatile di ultima generazione.

Poi nella stanza notai un'altra porta.

Eveline mi guardò con aria soddisfatta. “ Preparati!lì dentro c’è il pezzo forte!l’ ho creata io appositamente per te!”

Aprì la porta scorrevole e rimasi letteralmente a bocca aperta. Era una immensa cabina armadio. Forse era grande quanto tutta la mia stanza. I vestiti erano posti in maniera ordinata in base al colore, altri abiti invece erano racchiusi nelle fodere. C’era anche una scarpiera con forse cinquanta paia di scarpe.

Da lì un’altra porta conduceva al mio bagno personale. Rimasi nuovamente senza fiato.

Era grandissimo! C’era una vasca idromassaggio e un mobile pieno di prodotti di bellezza. Sembrava che Eveline avesse svaligiato un intero negozio di cosmetici.

“ Non so cosa dire!” ero scioccata.

“ Di solo che ti piace!” sorrise mostrandomi i denti perfetti.

“ Mi piace!”

“ Si si lo sapevo!!! Sono stata brava vero?”

“ Beh brava è riduttivo! Sei stata grandiosa!”

Scoppio in una sorta di risata isterica e mi abbracciò.

“ Sono contenta che tu sia qui Liz! Lo sono veramente, magari un giorno capirai perché!”

Uscimmo dalla camera per tornare dagli altri quando vidi che vicino alla mia stanza c’era una porta chiusa, incuriosita le chiesi cosa c’era lì dentro.

“ Quella è la camera di Edward,mio fratello.” il suo sguardo per un attimo si spense,forse avevo toccato un tasto poco piacevole,così decisi di non approfondire l’argomento.

“ Eveline posso chiederti una cosa?” le chiesi imbarazzata,non volevo fare una altra gaffe.

“ Scommetto che vuoi sapere come faccio a sapere le cose prima che qualcuno mi dica qualcosa?”

“ Si esatto!” ora la mia curiosità cresceva.

“ Semplice,vedo il futuro!”

Ecco ora non capivo più niente. La fissai come per dire ‘’come scusa?’’ ma lei ricominciò subito a parlare.

“ Sai che i vampiri a volte possono avere delle abilità?”

Feci cenno di si con la testa.

“ Ecco io posso vedere il futuro o meglio prevedo le decisioni delle persone. Se qualcuno improvvisamente cambia idea la visione cambia!”

“ Quindi tu mi hai vista arrivare?”

“ Si,ti stavo aspettando da un po’!”

“ Funziona così con tutti?”

“ No no certo che no. Riesco a vedere sole persone che conosco o che comunque mi chiedono di cercare. Solo per te e Jasper è stato diverso! Voi siete apparsi all’improvviso nella mia mente!”

“ E come mai?”

“ Forse in qualche modo il mio destino è intrecciato al vostro! Tranquilla,un giorno ti racconterò tutta la storia!”

Eravamo tornati in salotto. Restammo a parlare per un po’. Emmet era davvero simpatico,scherzava sempre e faceva battute che a volte non capivo. Jasper era più timido invece. Carlisle mi spiegò che lui era l’ultimo arrivato in famiglia e aveva ancora qualche problema nel controllare i proprio impulsi. L’odore del mio sangue lo metteva a disagio.

“ Tranquillo Jasper non le farai del male!”lo tranquillizzò Eveline accarezzandolo.

“ Non preoccuparti! Tanto anche se volessi non credo che riusciresti,sono piuttosto indistruttibile!” cercai di spezzare l’atmosfera pesante che si era creata.

Tutti scoppiarono a ridere compresa me.

“ Wow è tosta la ragazza! Mi piacerebbe vedere uno scontro fra voi due fratellino!” intervenne Emmet.

In realtà a me l’idea non piaceva. Nonostante quello che avevo appena detto penso che in uno scontro frontale non sarei sopravvissuta a Jasper. Aveva l’aria di avere molta esperienza. Dimostrava al massimo vent’anni ma sicuramente ne aveva molti,ma molti di più.

Più tardi Esme mi preparò la cena e poi andai a riposare, prima però avevo intenzione di usare quella fantastica vasca idromassaggio.

Riuscii a rilassarmi e ripensai a tutto quello che mi era capitato durante la giornata.

Ero felice di aver incontrato la famiglia Cullen,mi sembravano persone affidabili. Sperai tanto di non essermi sbagliata.

Poi andai a letto. Mentre ero sul punto di addormentarmi mi venne in mente Edward,l’altro membro della famiglia. Come mai non c’era anche lui? E perché nessuno la mai nominato?

Ma ero troppo stanca per continuare a pensare. Sprofondai nel sonno. Un sonno pieno di incubi.

Mi sveglia nel mezzo della notte urlando.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Revelations ***


 

 

REVELATIONS

 

 

Quella notte Esme ed Eveline si precipitarono nella mia stanza sentendo le mie urla.

Non ricordavo cosa avessi sognato oppure non volevo ricordarlo,no so,sta di fatto che per tutto il giorno un senso di angoscia misto a terrore si impadronì di me.

Passai quasi tutto il tempo rannicchiata nel letto,so che poteva risultare sgarbato non trascorrere del tempo con la famiglia che gentilmente mi stava ospitando,ma non ce la facevo.

Esme mi portò in camera il pranzo,ma non toccai cibo.

A cena fu il turno di Eveline. Non so per quale motivo fui contenta di vederla.

“ Ehi Liz come va? Ti ho portato qualcosa da mangiare,vedi di non lasciarlo questa volta. Emse ci rimane male!”. Posò il vassoio sulla scrivania e si sedette accanto a me.

“ Ti va di parlare?” mi accarezzò i capelli.

“ Scommetto che l’hai già previsto.”. Mi irritava un po’ questa sua particolare dote.

Invece a lei la divertiva molto infatti iniziò a ridere.

“ In effetti si! Ma non ho la minima idea di quello che tu voglia dirmi.”

In realtà non avevo tutta questa voglia. Non sono mai stata un tipo molto loquace e spesso venivo criticata per questo.

Sono il genere di persona che fa fatica a confidarsi,cerco sempre di tenermi tutto dentro. La cosa che mi blocca di più e la mia totale sfiducia nelle persone.

Durante la mia vita avevo ricevuto più delusioni che gioie da parte della gente che frequentavo. Che si trattavano di amiche o ragazzi la storia era sempre la stessa.

Con Eve però era diverso. La conoscevo da circa ventiquattro ore eppure sapevo che in nessun modo mi avrebbe mai tradita.

Il suo sguardo era assolutamente sincero. Così decisi di fare il primo passo.

“ Eveline cose ricordi della tua vita da umana?”

“ Non molto in realtà, perché?” si accomodò meglio sul letto.

“ Non ti senti mai come se ti mancasse qualcosa?”

“Liz ora non ti seguo!”

Beh era comprensibile,nemmeno io sapevo doveva volevo arrivare con quell’affermazione.

“ A volte mi sento come se non fossi più me stessa,come se la persona che ero prima fosse completamente scomparsa.”

“ Non ricordo bene i miei momenti da umana,ormai è passato così tanto tempo. Tutto quello che mi è successo prima di questa nuova vita è così sfocato,come se fosse un sogno.” iniziò a parlare persa nei suoi ricordi.” Forse immagino la sensazione che stai provando ora. Per te è tutto così nuovo e complicato. Hai vissuto praticamente da sola quello che ti è successo. Ci vuole del tempo per abituarsi.”

Aveva ragione.

“ Ricordo ancora perfettamente la paura che provai quando mi risvegliai sola in quella stazione di servizio. I suoni,i colori,l’odore,è ancora impresso perfettamente nella mia mente. Al solo pensiero mi vengono i brividi.” decisi di sfogarmi,forse mi avrebbe fatto bene.” Ero sola,completamente sola. Non sapevo cosa fare. Volevo correre a casa dai miei genitori ma non capivo cosa fossi diventata. Avevo paura di fargli del male,di non riuscire a trattenermi.”. Le lacrime lente iniziarono a scorrere sul mio viso,ma continuai a raccontare.

“ Il momento più brutto e più doloroso fu sopportare la sete i primi giorni.

Non capivo cosa fosse quel bruciore insopportabile nella mia gola. Non riuscivo a spegnerlo in nessun modo. Pensavo che sarei impazzita,veramente. E poi ogni volta che mi trovavo in un centro abitato l’odore del sangue mi dava alla testa. Come una droga.

Molte volte ho pensato di non trattenermi,di dare sfogo alla mia natura ma ogni volta che ero vicina alla mia preda,tanto da sentire il suo respiro su di me,mi bloccavo.

Pensavo che quella persona innocente poteva essere benissimo un mio compagno di liceo e un mio famigliare. Non potevo fare del male. Dovevo combattere contro i miei

istinti.

Così decisi di partire,di andare via da Los Angeles,di lasciare per sempre la mia vita.

Avevo paura, avevo così paura Eve che tu non immagini. Non sapevo cosa fare,dove andare. Non potevo chiamare nessuno. La mia famiglia mi dava per dispersa e tutto lo stato della California era pieno di volantini con sopra la mia foto. Ogni volta che li vedevo lo squarcio dentro il mio petto si apriva. Tutti mi stavano cercando,tutti sentivano la mia mancanza e io non potevo fare niente. Dovevo rimanere in disparte.”

Ormai non riuscivo a frenare le lacrime. In quei mesi non mi ero mai concessa di piangere,non potevo crollare,dovevo rimanere forte e andare avanti. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii al sicuro in quella casa e quindi mi lasciai andare.

Eveline mi abbraccio forte e aspettò che mi calmai.

“ Liz tesoro sei stata molto coraggiosa. Non so come tu ci sia riuscita ma ora è tutto finito. Puoi restare qui quanto vuoi,anche per sempre!” e rise “ Sempre se riuscirai a sopportarci!”.

Mi tornò l’appetito e decisi di mangiare qualcosa. Anche se Esme non aveva mai cucinato era una cuoca formidabile. Finii la cena e ricominciammo a parlare per tutta la notte.

Questa volta affrontammo argomenti più leggeri. Mi chiese delle mie vecchie amicizie ma soprattutto si divertì molto ad ascoltare le storie sulle mi vicende in amore.

Non avevo questa grande esperienza,i fondo avevo solo diciassette anni,ma lei sembrava molto interessata.

Eveline fortunatamente aveva trovato Jasper. Erano tantissimi anni che vivevano insieme,erano praticamente inseparabili.

Mi raccontò che fu lei a trovarlo e a portarlo da Carlisle. Jasper è l’ultimo della famiglia ad aver adottato lo stile vegetariano. Non è ancora in grado di controllarsi perfettamente,ma faceva del suo meglio.

Ero curiosa di sapere la suo storia,di sentire il modo in cui si era procurato tutte quelle cicatrici e poi la ragione per la quale aveva abbandonato la sua vecchia vita ma non chiesi nulla,non volevo risultare invadente.

Alle prime luci del mattina ci raggiunse anche Esme in camera. Era contenta di vedermi più rilassata. La invitai a rimanere e ad unirsi al discorso.

Sembrava un pigiama party! Eravamo tutte e tre sul mio grande letto a spettegolare e a ridere.

Esme mi parlò della sua trasformazione.

Fu Carlisle a renderla immortale. All’epoca lui aveva già intrapreso la professione di medico e fu proprio in ospedale a trovarla. Era quasi morta,nessuno si accorse che era ancora viva e quindi la portarono in obitorio. Mentre parlava aveva gli occhi lucidi. Il suo sguardo sereno divenne malinconico nel ricordare quell’esperienza.

Durante i giorni della trasformazione il dottore si prese cura di lei. Da quel momento non si erano più lasciati. La voglia di maternità della donna spinse la coppia ad adottare quelli che ora erano i suoi cinque figli.

Un'altra volta venne fuori il nome di Edward. Fu il primo ad entrare nella famiglia di Carlisle,addirittura prima di Esme.

“ Esme scusa te lo chiedo,ma come mai non ho ancora incontrato Edward?”. Dovevo saperlo,una sorta di curiosità morbosa mi ossessionava da quando avevo visto quella porta chiusa.

Le due donne si scambiarono uno sguardo che non riuscii a decifrare,poi mi rispose.

“ Liz, Edward è partito circa sei mesi fa e non è ancora tornato.”. Un'altra volta stava per scoppiare in lacrime ma si trattenne.

“ Scusa non volevo farti agitare.” ora ero imbarazzata. Perché non mi faccevo mai gli affari miei?

“ Non preoccuparti tesoro,non è un problema. Sono solo triste perché mia manca,ma per fortuna so che sta bene”.

Sicuramente Eveline lo teneva sotto controllo con le sue visioni.

Chissà per quale motivo era andato via. Cosa lo aveva spinto a lasciare la sua famiglia? Soprattutto con quale coraggio riusciva a stare via lasciando sua madre così in ansia!

Volevo sapere di più ma so che quello era un argomento che non avrei dovuto toccare più in sua presenza.

Nei giorni seguenti Eveline non mi lasciò un attimo. Era instancabile! Mi portò più volte in giro per Forks e nelle piccole città vicino.

Era il periodo di Natale e tutto era addobbato con festoni di ogni genere. La gente passeggiava allegra per le strade in cerca degli ultimi acquisti.

Logicamente anche Eve si diede allo shopping sfrenato, per lei ogni occasione era buona per comprare qualcosa.

Io odiavo il Natale. Non mi era mai piaciuto,mi metteva tristezza e quest’anno la sentivo ancora di più. Per la prima volta non avrei cenato con la mia famiglia,non avrei scartato i regali e giocato con i miei parenti. Solo ora mi accorgevo di quanto erano importati per me quei piccoli gesti. Non oso immaginare come avrebbero trascorso le vacanze i miei famigliari. Di sicuro mia madre pregava in un miracolo:il mio ritorno.

Oh mamma quanto vorrei abbracciarti un ultima volta e farti sapere che sto bene.

I gridolini di gioia della mia nuova sorella,ormai mi considerava così,mi distolsero dai miei pensieri.

“Liz cosa vuoi per Natale?E non rispondermi ‘’niente’’ perché non l’accetto come risposta!” mi fece l’occhiolino. Evidentemente l’aveva già previsto.

“ Eve grazie ma ho tutto! Ho un armadio pieno di vestiti e scarpe,un pc nuovo,un cellulare nuovo..insomma non mi manca niente.”

“ Uffa come sei pesante. Non c’è qualcosa che desideri?”

A quella domanda mi intristii un po’ e lei mi chiese subito scusa,aveva capito bene di essere stata inopportuna. Sapeva cosa desideravo di più. Tornare alla mia vecchia vita.

Caricammo le innumerevoli buste dentro la macchina,una fantastica Porsche gialla.

Eveline ne andava molto orgogliosa,io invece mi sentivo un po’ a disagio perché di certo così non passavamo inosservate.

Quando rientrammo a casa trovammo Esme indaffarata nei preparativi della casa.

“ Non capisco perché ti impegni così tanto!” le chiese Rosalie con aria infastidita.

“ Rose questo è il primo Natale di Elizabeth lontana da casa. Dobbiamo cercare di farla sentire a suo agio il più possibile!”

Anche Emmet e Jasper contribuirono alle decorazioni. Emmet più che altro metteva in disordine e Esme lo rimproverava sempre. Sembravano veramente una famiglia normalissima.

La casa era deliziosa e accogliente. Predominavano il rosso e il dorato. Vicino alla vetrata più grande nella sala c’era un enorme abete decorato con sotto tanti pacchi regalo colorati e di varie dimensioni.

Carlisle si occupò di preparare la tavola. Era piena di cibo,come se ci fosse un intero esercito a mangiare. In realtà c’ero solo io.

Tutti si sedettero con me per la cena, mi sentii un po’ a disagio a mangiare da sola e così Emmet fu abbastanza temerario da assaggiare qualcosa. Era troppo divertente mentre mangiava.

La serata trascorse piacevolmente tra risate e discorsi vari. Non pensavo che mi sarei trovata così bene,sembrava conoscerli da sempre. Erano tutti molto cordiali e affettuosi con me,tranne Rolsalie logicamente! Non avevo ancora capito perché la mia presenza la infastidisse così tanto.

Raramente mi rivolgeva la parola e quando lo faceva era solo per dire qualche acida battuta,non la sopportavo. Nessuno sembrava darle molto peso ma a me infastidiva molto.

Una volta mentre scendevo dalla mia camera sentii lei e Eveline che parlavano di me.

Da quel poco che riuscii a capire la bionda vampira non mi sopportava perché pensava che il mio arrivo avrebbe rovinato la sua famiglia. Purtroppo si accorsero della mia presenza e quindi non finirono il discorso. Rose con aria irritata si alzò dal divano e andò via.

Io cercavo di essere sempre gentile e simpatica nei suoi confronti ma i miei sforzi erano assolutamente inutili. Le proposi anche di unirsi a me e Eve durante le nostre uscite ma immancabilmente rifiutava,ormai avevo perso le speranza.

Arrivò il momento di scartare i regali. Io fui la prima ad aprire il mio,era da parte di tutta la famiglia,o quasi! Aprii il pacchetto e dentro trovai una scatolina blu di velluto,all’interno c’era una collana in oro bianco con vari piccoli ciondoli. Era delizioso e quindi la indossai subito.

“ Sapevo che ti sarebbe piaciuto!” disse Eveline quando la ringraziai. Certo che lo sapeva,c’era qualcosa che lei non sapeva?

Ero un po’ a disagio perché non avevo fatto nessun regalo,tutti i miei risparmi erano finiti,ma nessuno ci fece particolarmente caso,solo dopo capii il motivo.

Eve aveva scritto su tutti i bigliettini dei suoi regali anche il mio nome!

Più tardi Jasper mi sfidò ad una partita di scacchi,apprezzai molto questo gesto e accettai molto volentieri. Per sua fortuna non ero una gran giocatrice ma nonostante ciò riuscii anche a batterlo anche se sono sicura che mi lasciò vincere solo per farmi felice.

Emmet invece era veramente incapace di giocare,cercammo di spiegarli nuovamente le regole ma era oltre le sua capacità,in un secondo dimenticava già tutto.

Emmet era uno dei miei preferiti nella famiglia,era come avere il fratello maggiore che non avevo mai avuto. Mi riempiva di attenzioni,si preoccupava sempre del mio stato d’animo ed era l’unico che riusciva sempre e in qualunque modo a farmi ridere,scherzava continuamente sulla mia strana natura e la cosa mi divertiva molto.

Verso le tre del mattino abbandonai le varie conversazioni e andai a letto,ero distrutta.

Per loro era così facile,non dormivano mai.

Feci una doccia veloce e mi infilai subito sotto le coperte,quella sera faceva veramente freddo;solo a fine serata il tempo migliorò un po’,aveva smesso di nevicare ma la pioggia e il freddo avevano contribuito a formare lastre di ghiaccio ovunque. Lo spettacolo della foresta dalla mia camera mi lasciava senza fiato. Tutto ero buio,si vedevano soltanto piccoli riflessi luminosi creati dalla luce della luna che rifletteva sul ghiaccio.

Quella visione mi rilasso molto e così mi addormentai,peccato che il sonno non sarebbe stato altrettanto tranquillo.

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Capitolo 4
*** Restless ***


 

Restless

 

 

 

Come ogni notte feci un incubo,ma questa volta lo ricordai perfettamente.

Ero nel vicolo dove ero stata trasformata,riprovai le stesse emozioni di quella notte,la paura,il freddo,la consapevolezza che tutto sarebbe finito da un momento all’altro,l’unica differenza è che non c’era il vampiro. Dalla penombra riuscivo ad intravedere un ragazzo. Era alto,magro e dall’aria elegante. Non riuscivo a vederlo bene perché era in parte immerso nell’oscurità. All’improvviso si fece avanti … era un angelo,doveva essere un angelo perché in tutta la mia vita non avevo mai visto niente di così bello. Aveva i capelli castano chiaro un po’ scompigliati,i lineamenti del viso non erano troppo marcati,gli occhi erano profondi,la bocca accennava ad un leggero sorriso. Era assolutamente perfetto.

Ma nel giro di pochi istanti tutto cambiò.

I sui occhi divennero scuri come la pece,si piegò sulle gambe come in posizione di attacco e il suo sorriso cambiò forma,ora era terrificante,come se io fossi la sua preda. Nonostante ciò non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso,era spaventoso ma nello stesso tempo meraviglioso. Sapevo che dovevo scappare ma non ci riuscivo.

Volevo che venisse da me,che mi uccidesse,non desideravo altro che le sue labbra sul mio collo,che si nutrisse di me,ma non accadde niente di tutto ciò. Iniziò a camminare verso di me lentamente,continua a fissarmi con lo stesso sguardo e iniziò a parlare.

“ Nessuno ti ha dato il diritto di venire qui e rovinare tutto.” la sua voce,mio dio la sua voce era pura musica per le mie orecchie.

“ Chi sei?” mi accorsi dal mio tono di voce che stavo tremando.

Lui rise,rise con una voce che distrusse il cielo.

“ Sai benissimo chi sono Elizabeth” il mio nome pronunciato da quella bocca assumeva tutto un altro sono.

“Non dovevi,non dovevi. Non dovevi entrare così in casa mia,nella mia famiglia.”

Continuò a parlare ma non capivo a cosa si riferisse. Non lo avevo mai visto prima d’ora ma lui sembrava conoscermi.

“Non sai in quale pericolo ti sei cacciata.”

Continuava ad avanzare,ma era come se ad ogni passo si allontanasse da me,i suoi contorni erano meno nitidi.

No,no. No ti prego non lasciami!

“ Devi andare via” ora il tono di voce era più forte. Un altro ruggito,questa volta più potente. In quel momento pensai che sarei caduta a terra,le miei gambe non mi sostenevano più.

" Devi andare via, ORA!” urlò così forte che mi svegliai in preda al panico.

No, non poteva essere finito così.

Respiravo affannata,era come se non riuscissi a far entrare sufficiente aria nei miei polmoni. No riuscivo a calmarmi e così mi rannicchiai con le gambe strette al petto. Questa posizione mi aveva sempre rilassato ma questa volta fu più difficile del normale. Continuavo a pensare al mio sogno,a quella visione,alla sua voce,al suo sguardo,a quel suo sorriso quasi beffardo. Chi era e cosa voleva da me?

Perché era così arrabbiato nei miei confronti,non capivo.

Decisi di non parlarne con nessuno,mi avrebbero presa per pazza. In effetti non avrebbero avuto tutti i torti,non ero poi così normale se il mio unico desiderio in quel momento era rivedere quel ragazzo dopo i suoi avvertimenti?

Mi buttai sotto la doccia,dovevo schiarirmi le idee. Come previsto fu inutile.

Entrai nell’immensa cabina armadio in cerca di qualcosa da mettere,in questo momento rimpiangevo il mio piccolo armadio dove tutto era a portata di mano. Faticai a trovare un paio di semplici jeans e una maglione normale.

Scesi in cucina e feci colazione, a quanto pare ero sola. Esme mi aveva lasciato un biglietto sul tavolo avvertendomi che lei e le ragazze erano andate a fare compere mentre Jasper e Emmet erano a caccia e che sarebbero tornati il più presto possibile.

Proprio la mattinata ideale per lasciarmi sola. Ero ancora terrorizzata e nello stesso tempo incuriosita dall’incubo che avevo fatto e in quella grande casa mi sentivo ancora più spaesata.

Iniziai a girovagare tra le stanze senza una meta ben precisa,guardai un po’ di tv,lavai la mia tazza per i cereali,riordinai la stanza e poi decisi di provare quel fantastico pianoforte a coda che si trovava nell’altra area della sala.

L’avevo subito notato,era nero lucido tenuto in perfette condizioni. Non avevo mai preso lezioni di pianoforte ma mia madre mi aveva trasmesso questa passione e così decisi di imparare da autodidatta. Non me la cavavo male ma non potevo nemmeno essere considerata una pianista.

Mi sedetti sullo sgabello e iniziai a suonare Al chiaro di Luna di Beethoven. L’acustica nella stanza era formidabile. Per un po’ mi lasciai trasportare dai ricordi. Mia madre da piccola mi portava sempre a lavoro con lei perché io l’adoravo ascoltare mentre suonava, era così rilassante guardarla ,mi trasmetteva sicurezza.

Questa piacevole sensazione fu interrotta subito da quella frase che continuava a ronzarmi nella testa ‘’ Non dovevi entrare così in casa mia,nella mia famiglia’’ .

Chi sei,dimmi chi sei!Cosa vuoi da me?Continuavo a ripetermelo all’infinito mentre meccanicamente toccavo i tasti del piano quando … “ E se fosse lui?No,impossibile. Non mi conosce,non mi ha mai vista.” Ormai avevo intrapreso un soliloquio,parlavo ad alta voce per far risaltare il fatto che i miei pensieri erano assolutamente privi di ogni fondamento.

“ Però ha detto la mia famiglia, la mia casa e io ora sono in una nuova famiglia e in una nuova casa,non può essere una coincidenza. Però rimane sempre il fatto che lui non mi conosce e probabilmente non sa nemmeno che io sono qui. E poi cosa vuole da me? Non ho fatto niente e soprattutto non mi sono messa in nessun guaio al contrario di ciò che ha detto lui!”.

Mi ripetevo sempre le stesse cose quando all’improvviso mi venne un’idea,probabilmente dentro di me già avevo ipotizzato questa eventualità,ma ora la cosa era piuttosto logica:dovevo entrare nella sua stanza.

Cavolo era quasi l’una,Carlisle sarebbe tornato a momenti,non avevo tempo,dovevo fare in fretta.

Corsi per le scale più veloce che potevo,attraversai il corridoio e per la fretta feci cadere anche una sedia,non avevo tempo di rialzarla. Poi mi bloccai,come se ci fosse un muro davanti a me.

Ero arrivata,ero davanti la sua porta,stavo per entrare in camera di Edward.

Mi tremavano le mani e il mio respiro si fece più affannoso,avevo paura di scoprire che fosse lui il misterioso angelo oscuro del mio sogno. Posai la mano sulla maniglia e … qualcuno al piano di sotto rientrò. Dannazione! Ero così vicina,solo una altro minuto e avrei avuto finalmente delle risposte e invece niente.

“ Elizabeth?” era Carlisle.

“ Eccomi sono qui,scendo subito!”. Delusa raggiunsi il dottore.

“Liz va tutto bene?” evidentemente aveva l’aria ancora scossa.

“ Certo!”

“ Senti che ne dici di fare qualche test,ho appena riportato dall’ospedale qualcosa che potrebbe esserci utile.”. Era particolarmente euforico.

“ Si va bene.”

“ Perfetto!Vieni andiamo nel mio studio.”

Salimmo all’ultimo piano ed entrammo in una grande stanza dove tutte le pareti,tranne quella di fronte alla porta,erano ricoperte da enormi librerie intervallate da particolari quadri.

Rimasi affascinata da quell’ambiente così particolare,era come entrare in una biblioteca,si poteva respirare la stessa aria. Alcuni libri dovevano essere molto antichi,riuscivo a distinguere chiaramente l’odore di vecchio.

“ Carlisle non riconosco nessuno di questi quadri,chi li ha dipinti?”

“ Sono tutti di artisti italiani del rinascimento. È impossibile che tu gli abbia mai visti,sono stati commissionati da me,narrano la mia storia.”

Iniziò a mostrarmi le varie tappe della sua vita,la sua vecchia Londra,l’arrivo in Francia doveva aveva intrapreso gli studi di medicina e poi il soggiorno in Italia.

Mi soffermai sulla tela che raffigurava questo momento. Al centro della scena c’era un gruppetto di poche persone,studiai attentamente i lineamenti dei soggetti e mi sfuggì una piccola risata quando riconobbi quello dai capelli color oro.

“ Si questo sono io!Fu un periodo molto importate per me. Qui conobbi altri vampiri molto colti e potenti. Aro,Caius e Marcus” disse indicando gli altri tre.

“ Restai lì per qualche decennio,apprezzavo molto la loro cultura e li rispettavo ma insistevano continuamente nel voler cambiare la mia natura ‘’vegetariana’’. Così decisi di partire verso l’America in cerca di qualcuno come me. Per molto tempo non trovai nessuno. Poi durante il periodo dell’epidemia di spagnola stavo facendo il turno di notte nell’ospedale di Chicago e lì conobbi una donna e suo figlio,entrambi in fin di vita.

Passai tutto il tempo a vegliare la signora in preda alla febbre alta finché,poco prima di morire mi chiamò e mi pregò di aiutare suo figlio,a qualunque costo.

Il ragazzo aveva diciassette anni,non aveva la minima speranza di sopravvivere e così ebbi l’idea di crearmi un compagno,era l’unico modo di mantenere la promessa fatta alla donna. Non ero sicuro di come dovessi agire,i ricordi della mia trasformazione erano piuttosto vaghi,ma provai ugualmente.”

“ E come finì?” chiesi.

“ Dopo tre giorni di atroci dolori il ragazzo si riprese e la trasformazione fu completa.”

Sapevo a chi si riferiva,Esme mi aveva detto che Edward era stato il primo ad unirsi a Carlisle.

“ Su ora mettiamoci a lavoro” e così mi condusse nella porta sulla parete destra della stanza ed entrammo nel suo laboratorio.

C’erano provette e microscopi dappertutto,non osava immaginare quanto tempo passasse lì dentro.

Mi accomodai su una sedia e il dottore mi prelevò alcuni campioni di sangue da analizzare. Nel frattempo proseguì con altri racconti sulla sua gioventù ma ormai io ero impegnata in tutt’altri pensieri.

Mi limitavo a fare cenni con la testa o a qualche commento del tipo ‘’ oh veramente’’ oppure ‘’mmm interessante’’.

Non riuscivo a smettere di pensare a quella porta chiusa. Voleva sapere cosa ci fosse dentro. Ci sarei riuscita, a qualunque costo.

Nel frattempo erano tornati tutti a casa.

Emmet era particolarmente euforico perché era riuscito a trovare un orso nella foresta,in pratica un evento estremamente raro. La cosa che lo divertiva di più era il fatto di averlo preso prima di Jasper,per la prima volta l’aveva battuto in velocità. Continuava a vantarsi spudoratamente facendo innervosire il suo avversario.

Il vampiro biondo sosteneva che il fratello avesse barato,ma l’altro non era affatto d’accordo ma per accontentarlo alla fine ammise la sconfitta. Questo aumentò l’ego di Emmet che era veramente su di giri.

“ Liz un giorno dovresti venire con noi,ci divertiremo!” Emmet mi stava palesemente prendendo in giro,sapeva benissimo che non sarei riuscita a stare a loro passo. La cosa inizialmente non mi attirò più di tanto. Certo la sete era forte,ma l’odore degli animali non mi convinceva più di tanto.

“ Non è poi così male” intervenne Jasper “ bisogna soltanto farci l’abitudine. E poi potrebbe essere un esperienza interessante per te.”

“ Non lo so. Non so quali effetti potrebbe avere su di me,non ho mai provato a bere del sangue” anche se in verità la cosa mi incuriosiva.

“ Tentare non nuoce e poi ci saremo noi lì con te,qualunque cosa potrebbe accadere sapremo come gestirla.”

L’idea di una battuta di caccia stava prendendo forma nella mia mente. Sarei stata in grado? Ho i miei dubbi,ero sempre un po’ impacciata quando si trattava di mostrare la mia natura atletica. Ma avrei provato,non mi tiro in dietro facilmente!

Dopo qualche ora Carlisle tornò con i risultati degli esami. Era ancora più confuso di prima.

In pratica la trasformazione aveva mutato il mio dna come avviene anche per i vampiri ma invece di avere 25 coppie di cromosomi come loro ne avevo 24.

Inoltre,come avevamo già ipotizzato,il mio corpo era rimasto bloccato allo stadio di diciassettenne e aveva mantenuto intatte tutte le sue caratteristiche,tranne la temperatura corporea che era più bassa di quella degli umani.

Le mie cellule continuavano a riprodursi e a rimpiazzare quelle vecchie,questo era il motivo per cui non invecchiavo. Le attività metaboliche erano rimaste inalterate,come in numero di piastrine,anticorpi e altri corpuscoli.

Non potevo morire ma potevo ammalarmi come ogni essere umano.

Questo preoccupò un po’ il dottor Cullen perché non poteva prevedere la reazione ad un eventuale infezione visto che guarivo piuttosto in fratta in altri casi,come ad esempio una ferita.

Comunque non si sarebbe arreso e avrebbe continuato a fare altre ricerche.

In quel momento mi sentii un po’ una cavia da laboratorio ma non potevo lamentarmi,sapevo che lo stava facendo per il mio bene.

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Capitolo 5
*** Out Of My Mind ***


 

Out of my mind

 

 

Quando ero ancora una ragazza normale questo era il periodo dell’anno che odiavo di più: il ritorno a scuola dalle vacanze invernali. Fortunatamente ora non avevo di questi problemi ma nel giro di poche ore dovetti ricredermi.

Mentre ero tranquillamente in camera a parlare con Eve e Jasper, Esme e Carlisle mi chiamarono in sala. Erano seduti al grande tavolo centrale e mi chiesero di accomodarmi.

Avevano un aria strana,intuivo che dovesse trattarsi di qualcosa di importante ma non avevo la minima idea dell’argomento. Per un attimo mi ricordarono i miei genitori,ogni volta che mi dovevano rimproverare di qualcosa o comunicare una notizia urgente si comportavano allo stesso mondo.

La situazione non mi piaceva. Mi sedetti sulla sedia sbattendo la gamba contro un piede del tavolo. Di certo l’agitazione di quel momento non rendeva vita facile alla mia poca coordinazione.

"Liz vorremmo parlarti di una questione un po’ delicata." iniziò a parlare il dottor Cullen.

" Si certo dimmi pure." la parola delicata contribuì ad aumentare la mia ansia.

" Io e Esme,dopo aver riflettuto molto e parlato con il resto della famiglia,abbiamo ritenuto opportuno…"

Perché tutti questi giri di parole? Cosa volevano? Avevo fatto qualcosa di sbagliato,volevano mandarmi via? Eppure Eve era tranquilla,anzi sembrava su di giri più del solito.

Si guardarono negli occhi e poi riprese il discorso.

" Beh arrivo al sodo. Ti abbiamo segnato alla scuola superiore di Forks!"

Cosa? Ero senza parole,penso che impallidii a tal punto che per un attimo pensai seriamente di svenire.

" Liz tutto bene? Mi sembri sconvolta." disse Esme prendendomi la mano.

" Io.. io non so che dire.". E cosa dovevo dire?

" Non sei contenta?" continuò la donna.

" No!" lo dissi quasi gridando. Forse avevo esagerato un po’ e cercai di riprendermi.

" Cioè … voglio dire,forse era meglio parlarmene prima e non a fatto compiuto."

" Si ci avevamo pensato ma non eravamo certi della tua reazione." spiegò Carlisle.

" Cosa?"  Ero incredula,mi sembrava un incubo.

" Liz, Eve ci aveva avvertiti che la cosa non ti sarebbe piaciuta e quindi abbiamo seguito il nostro istinto. Sappiamo che non è facile ma ti sarà utile. Non puoi rimanere sempre chiusa dentro casa, è giusto che tu ti goda la tua vita da diciassettenne,che tu faccia tutte le esperienze che pensavi di non poter più fare."

Stava delirando,ne ero sicura. Continuavo a ripetermi che dovevo svegliarmi che non poteva essere la realtà,ma purtroppo non era così. Ma non si accorgevano del pericolo che potevo essere?

" Per favore dicci cosa ti preoccupa." mi chiese Esme.

" Non penso di essere abbastanza forte. Non sono mai stata a contatto con tutte quelle persone da quando sono diventata così. Non ce la posso fare. Non posso." Certo che non potevo! Erano impazziti?

" Liz questo non è vero. Hai dato prova di avere un ottimo autocontrollo. Non sei un pericolo,devi fidarti di noi." disse Carlisle incoraggiandomi.

" E se non riesco a sopportare la sete? Se faccio del male a qualcuno? Non solo ci vado di mezzo io ma anche voi. Perché rischiare tutto quello che avete costruito per me,non capisco!" mi ero alzata in piedi,camminavo per la stanza avanti e in dietro con le mani sulla testa. Sembravo fuori di me, ero fuori di me!

" Perché noi abbiamo fiducia in te! E poi so già che andrà bene." intervenne Eveline. Non mi ero accorta della sua presenza. Chissà da quanto stava ascoltando.

" Non puoi esserne certa. Tu stessa hai detto che le tue visioni cambiano in base alle decisioni delle persone."

" Liz non crearti problemi che non esistono. Ti sto dicendo che andrà alla grande. Come noi ci fidiamo di te tu cerca di fare lo stesso."

Cercai di respirare ma era così difficile. Non avevo mai pensato alla possibilità di tornare a frequentare il liceo,mi sembrava una eventualità piuttosto remota eppure ora la cosa era alquanto reale. Tornai a sedermi cercando di riprendere il controllo del mio corpo. Le mani mi tremavano come foglie,il battito cardiaco era alle stelle. Avevo troppo paura.

" E quando dovrei iniziare?" chiesi terrorizzata dalla risposta che mi avrebbero dato.

" Tra due giorni." rispose Carlisle.

Due giorni,solo quarantotto ore. Era troppo presto,era davvero troppo per me.

" Dai su male che va ti mangi qualche studente!" ora ci si metteva anche Emmet. Fortunatamente tutti lo fulminarono con lo sguardo.

" Coraggio,stavo cercando di sdrammatizzare la situazione. Come siete suscettibili." e continuò a ridere.

Anche Rosalie rise,ma sono sicura che non era per la battuta del suo compagno,lei sicuramente sarebbe stata al settimo cielo se fosse accaduto veramente. Almeno avrebbe avuto un motivo valido per odiarmi e mandarmi via.

La cosa non mi aiutò,avevo già tante pressioni,ci si metteva anche lei con la sua aria da miss perfettina!

Quella notte non chiusi occhio,mi rigirai nel letto in cerca di un po’ di tranquillità ma era assolutamente inutile. Ascoltai un po’ di musica,lessi un libro ma non serviva a niente.

Nella mia mente prendevano vita solo immagini terrificanti. Non volevo affrontare questa prova,non avevo la minima fiducia nelle mie potenzialità. Non capivo perché dovevo rischiare così tanto,la situazione dei giorni precedenti mi andava benissimo,avevo sempre qualcosa da fare,non c’era bisogno di occupare ancora di più la mia giornata,Eve era sufficiente!

E poi di certo non avrei fatto nuove amicizie,era già tanto se riuscivo a stare in classe senza uccidere nessuno. Figuriamoci relazionarmi con qualcuno. Quindi che senso aveva tornare a scuola? Se era per lo studio non era un problema,avrei continuato per conto mio. A casa c’erano libri di ogni genere da far invidia ad una biblioteca e poi i miei nuovi fratelli avevano ripetuto il liceo così tante volte che avrebbero potuto aiutarmi loro.

Solo poco prima del sorgere del sole riuscii a prendere sonno ormai distrutta da tutti quei pensieri.

La mattina seguente ero di pessimo umore,a malapena salutai Esme che sorridente mi aveva preparato la colazione. Lei logicamente non mi disse nulla,era consapevole di ciò che stavo provando.

Decisi di passare la giornata sul divano a guardare la tv mentre aspettavo il momento in cui sarei andata direttamente all’inferno. Mancavano meno di ventiquattrore.

Mentre passavo da un canale all’altro Emmet e Jasper mi si avvicinarono.

" Abbiamo un’idea per farti stare meglio!" mi disse Emmet con un sorriso malizioso.

" Ne dubito." risposi senza nemmeno guardarlo.

" Su non fare così. Vedrai ti piacerà!" continuò il ragazzo.

" Avanti sparate."

" Ti porteremo a caccia con noi." intervenne Jasper.

" Cosa?" non ci credevo. Ora anche questo.

" Ti servirà a controllare meglio la sete domani e poi ti assicuro che non è niente male."

" Se lo dite voi. Tanto ormai cos’ho da perdere."

" Perfetto." Emmet scattò in piedi. " Avanti andiamo!".

Ci spingemmo verso l’interno della foresta. Faticavo a stare dietro ai due vampiri,erano troppo veloci per me. La cosa sembrava divertirli molto.

Ad un certo punto ci fermammo.

" Come si va?" chiesi.

" Devi cercare di isolare la mente e concentrarti solo sugli odori che senti." mi spiegò Jasper.

Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi.

" Cosa senti?"

" Non riesco a capire."

" Concentrati."

Era facile per lui,io non l’avevo mai fatto. C’erano tanti odori intorno a me,era complicato isolarli.

" Erba,muschio … acqua,sento dell’acqua."

" Perfetto Liz stai andando benissimo. Ora cerca di ascoltare anche i suoni."

Era fantastico. Non mi ero mai soffermata prima d’ora ad ascoltare attentamente tutto ciò che mi circondava. Il mio udito sembrava migliorare di secondo in secondo.

All’improvviso mi accorsi di qualcosa,un ritmo diverso,agitato,estraneo a tutto il resto e poi l’odore. Mi inebriò la gola,era fantastico. Riconoscevo in sangue fresco che pulsava nelle vene. In un attimo mi allontanai dai miei fratelli e corsi via. Stavo inseguendo la mia preda.

Era un branco di alci vicini al ruscello. Quello che avevo sentito io però era il capo branco. Era il più grosso e il suo odore era di gran lunga migliore degli altri.

" Non avere fretta."

Ebbi un sussulto. Jasper mi aveva raggiunta e io non mi ero accorta di niente,ero troppo coinvolta da quello che stava accadendo.

" Ora devi essere veloce. Non esitare. Punta e attacca."

Non ero sicura di quello che stavo per fare,ma l’istinto dentro di me lo sapeva benissimo.

Con un balzo raggiunsi la mia preda scatenando il panico tra il branco.

Anche Jazz e Emmet fecero lo stesso. Lo spettacolo mi lasciò senza parole. Erano stati così veloci che faticai a seguire i loro movimenti.

Emmet era più diretto,più brutale. Con un solo colpo afferrò un alce e affondò i suoi denti perfetti nel collo della vittima.

Jasper era diverso,tutta un'altra cosa.

Si muoveva con un’eleganza straordinaria,sembrava che stesse danzando. Era bellissimo e assolutamente letale,metteva i brividi.

I suoi occhi erano diventati scuri,non sembrava accorgersi minimamente di quello che gli accadeva intorno.

Per lui era tutto così semplice e normale. Si nutrii finché l’animale non cadde a terra. Non si era assolutamente scomposto.

Sembrava essere rimasto immobile per tutto il tempo tranne per un filo di sangue che gli usciva dalla bocca. Con una mano si pulì il residuo e poi la leccò.

Mi lasciai talmente tanto distrarre da quell’immagine così affascinante che l’alce che tenevo stretto nella mia presa riuscì a liberarsi buttandomi a terra.

Mi ripresi subito e tornai all’attacco. Ormai avevo capito cosa dovevo fare.

Mi rimpadronii di nuovo della mia preda e affondai i miei denti direttamente nella giugulare. Il ritmo del sangue lì era più intenso e non feci fatica a riconoscerla.

La pelle dell’animale sembrava burro sotto il mio morso.

Quando il sangue penetrò nella mia bocca fu la fine.

Non avevo mai provato nulla del genere. Era come se tutto mi fosse più chiaro,avevo sempre saputo che quella era la mia vera natura,ma l’avevo tenuta sempre nascosta,soffocata nel mio profondo. Ora era libera e mi divorava dall’interno.

Più quel dolce nettare mi penetrava nelle vene più mi sentivo forte,libera,indistruttibile.

Continuavo a bere,non riuscivo a fermarmi,ne volevo ancora e ancora,sempre di più.

Ero presa da una tale frenesia che ormai avevo perso totalmente il controllo del mio corpo e dei miei impulsi. Ero parte stessa della caccia.

L’animale scivolò a terra dalla mia presa mortale,era completamente dissanguato. Ma non era stato affatto sufficiente. Dovevo trovare qualcos’altro.

Mi guardavo intorno,nervosa e agitata.

" Liz è finita,cerca di calmarti ora. Sei stata brava." mi disse Jasper avvicinandosi a me,ma io non riuscivo a capire niente in quel momento.

Volevo urlargli di starmi lontana ma non ci riuscivo. Più lui si avvicinava a me e più il suo odore mi dava alla testa. Era così dolce,invitante.

Stai indietro,stai indietro … Troppo tardi!

Nel giro di una frazione di secondo,mi piegai sulle gambe e con un ruggito lo assalii.

Stavo per addentare il suo collo quando qualcuno da dietro mi scaraventò contro il tronco di un albero.

Lo schianto fu tremendo e pensai che tutte le ossa del mio corpo si fossero rotte,ma non fu così. Riuscii di nuovo a rimettermi in piedi,ero pronta per attaccare un’altra volta,ma Emmet fu così veloce da bloccarmi. Mi teneva stratta tra le sue braccia e mi impediva qualsiasi movimento.

Cercai di liberarmi ma mi fu impossibile.

Jazz nel frattempo si era rialzato. Con un passo veloce si fermò davanti a me. Mi prese il viso tra le sue mani e cercò di parlarmi.

" Liz,LIZ riesci a sentirmi?"

La sua voce era così lontana e confusa. Non riuscivo a prestargli attenzione,volevo soltanto altro sangue.

" Liz guardami,avanti guardami!"

Finalmente lo guardai. I suoi occhi erano tranquilli e mi fissava con aria dolce.

Improvvisamente mi rilassai,come se un torpore si fosse impadronito di me.

Anche Emmet se ne accorse e alleggerì la presa,ma senza lasciarmi.

" Elizabeth,ci sei?"

" Credo di si." a malapena riuscii a formulare la frase.

" Tranquilla è tutto ok. Non mi hai fatto niente." sembrava sincero.

" Cos’è successo?"

" Una normale reazione al sangue. Era la prima volta che lo assaggiavi e ti sei lasciata trasportare un po’ troppo. Ma ora è tutto finito. Tranquilla."

Si ora ero tranquilla,più Jasper mi stava vicino e più mi sentivo bene.

" Come hai fatto?"

" A fare cosa?" mi chiese incuriosito.

" Due secondi fa ero pronta ad ucciderti e ora sono qui beata tra le braccia di Emmet!"

Entrambi risero forte.

" Beh non te l’ha detto Eve?"

" Cosa?"

" Che in famiglia non è l’unica ad avere un’abilità?"

Lo guardai con aria interrogativa.

" Liz, io riesco a controllare gli stati d’animo delle persone. "

" L’hai usato su di me?"

" Solo un po’,ti stavi già riprendendo da sola."

Mentiva! Non mi stavo affatto controllando da sola,senza il suo aiuto non so cosa sarebbe accaduto.

" Grazie allora. Ora puoi lasciarmi andare Emmet,sto bene."

Ero imbarazzata,non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Non ero pronta.

Tornammo a casa,i due ragazzi sembravano piuttosto tranquilli.

Come tornammo ci chiesero subito come era andata. Nonostante fossi ricoperta di sangue e avevo i vestiti a brandelli,nessuno sembrò farci particolarmente caso.

" Allora è andata bene?" chiese curiosa Esme.

" No,è stato un disastro." risposi scocciata sedendomi sul divano.

" Io non direi." puntualizzò Emmet.

" Certo come no! Stavo solo per mangiare tuo fratello."

Tutti scoppiarono in una risata sotto la mia faccia incredula. Come potevano divertirsi sentendo questa storia. Dovevano essere delusi e arrabbiati.

" Liz la tua reazione è stata normale. A dir la verità è stata colpa mia. Sono io che mi sono avvicinato troppo a te,non avrei dovuto farlo!"

" Jazz non devi difendermi,sono stata terribile." stavo per piangere.

" No tesoro ha ragione Jasper." mi rassicurò Esme.

" Elizabeth quando i vampiri vanno a caccia sono talmente presi dai loro impulsi che è difficile controllarsi. Solo con il tempo e l’esercizio si prende padronanza del proprio corpo." spiegò Carlisle.

" E’ successo a tutti noi la prima volta." precisò Eveline. " Vedrai che la prossima volta andrà sicuramente meglio."

" Forse sarà meglio che in futuro vada da sola,così almeno evito di farvi male."

" Pensi che siamo così fragili? Io non ci giurerei. La prossima volta attacca me e poi vediamo chi la sputa." disse Emmet facendomi l’occhiolino.

In effetti Jasper non aveva reagito affatto al mio attacco. Come se fosse consapevole di quello che stava accadendo. È probabilmente avevano ragione loro,ma io ora ero ancora più convinta che il mio autocontrollo non era poi così formidabile.

" Credete ancora che io riesca domani ad andare a scuola? Che resista alla tentazione della sete?" ero furiosa.

" Certo che ci crediamo. La caccia serviva proprio a questo!" disse Carlisle.

Non capivo,era assurdo. Ma come facevano a parlare in quel modo?

" Domani sarai perfettamente in grado di controllarti perché oggi ti sei nutrita a sufficienza." mi rassicurò Eve.

In effetti non avevo più quel senso di bruciore alla gola.

" E poi ci saremo noi con te. Qualunque cosa accade noi siamo abbastanza veloci da fermarti prima che tu faccia qualche sciocchezza" aggiunse Emmet.

" Non lo so. Ho paura."

" Tranquilla Liz. Capisco come ti senti,anche per me era così all’inizio e ancora oggi faccio fatica a stare a contatto con le persone,ma puoi farcela. Basta volerlo. E di certo non credo che tu voglia fare del male a qualcuno." mi incoraggiò Jasper.

" Certo che no!" finalmente sorrisi.

Domani, nel bene o nel male,avrei avuto tutte le risposte alle mie preoccupazioni.

 

 

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Capitolo 6
*** The Harsh Light Of Day ***


 

 

The Harsh Light of Day

 

 

 

 

La sveglia suonò alle sette,quella mattina faticai molto ad alzarmi,del resto avevo passato l’intera notte senza chiudere occhio. Erano state troppe le emozioni della giornata precedente,la caccia,la sete,l’attacco a Jasper e per concludere tra qualche ora avrei dovuto affrontare anche il mio primo giorno di scuola.

Feci una lunga doccia per rilassare i nervi,poi entrai nella cabina armadio in cerca di qualcosa da mettere. Volevo passare il più possibile inosservata e con il guardaroba,regalatomi gentilmente da Eve,era piuttosto difficile.

Frugai alla disperata ricerca di qualcosa di comodo e di normale. Alla fine ebbi successo. Scelsi un paio di Jeans,una maglietta grigia e un cardigan nero. Perfetto!

Peccato che Eve non la pensasse allo stesso modo. Ogni giorno trovava un pretesto per criticare il mio abbigliamento. Per lei vestivo troppo semplice e questo non andava bene.

Ma di certo per andare a liceo non potevo indossare camice di seta,tacchi a spillo o cose del genere.

Tentò in tutti i modi di convincere a cambiarmi almeno la maglia,ma quella mattina ero irremovibile. Era già tanto se riuscivo a varcare la soglia di casa.

Come previsto non riuscii a toccare cibo. A dir la verità non ero affamata,anzi mi sentivo ancora sazia.

Io, Eve e Jasper andammo con la macchina del ragazzo, una Mercedes grigio metallizzato,mentre Emmet e Rosaline scelsero la cabrio,rosso fuoco,della ragazza.

Il garage dei Cullen poteva far benissimo concorrenza ad una prestigiosa concessionaria di auto. Si passava dalle auto sportive,a quelle più eleganti e alle gip. Insomma una per ogni occasione.

Ringraziai molto Jasper per aver scelto quella meno appariscente.

Ero seduta sul sedile posteriore e non facevo altro che torturarmi le mani e i capelli,non riuscivo proprio a stare ferma.

" Tranquilla Liz,andrà bene. La gente non farà caso a te" disse Eve sorridendo.

Chissà perché ma il suo tono non mi convinceva affatto.

In pochi minuti arrivammo nel grande spiazzale del liceo di Forks, ormai mi ero abituata alla guida spericolata dei miei vampiri.

Trovammo subito parcheggio,come se quei posti fossero riservati a loro.

Quasi tutti i ragazzi erano impegnati a parlare tra di loro o a scherzare,quindi nessuno avrebbe fatto caso alla mia presenza. Come scesi dalla macchina però,dovetti cambiare totalmente idea.

Da quello che ero riuscita a sentire dai loro di scorsi,la voce di un nuovo studente si era sparsa facilmente e tutti erano ansiosi di conoscere il nuovo arrivato.

Ma i loro sguardi non erano di curiosità,erano un misto tra lo sconcerto e la sorpresa.

" Eve che succede?" chiesi terrorizzata.

" Tranquilla non è colpa tua e che non si aspettavano che tu arrivassi con noi!" mi rispose.

" Liz non sono abituati a vederci in compagnia di qualcuno,a dir la verità non ci siamo relazionati molto con loro." puntualizzò Jasper.

Eve guardò il compagno con occhi tristi,quasi doloranti. Non avevo mai pensato che soffrisse per questa cosa.

" Oh no,anche quest’anno." disse Rosalie con aria schifata.

" Cosa?" le domandai.

" Non lo senti questo odore? Che schifo." aggiunse Emmet.

Mah,io non sentivo proprio niente,il contrario forse.

" Ragazzi ma siete impazziti? Qui è il paradiso."

E tutti scoppiarono a ridere. Bel modo di iniziare la giornata.

Eve mi accompagnò in segreteria per ritirare l’orario delle lezione e una cartina nella scuola.

Entrambe eravamo al terzo anno e quindi avevamo alcune classi in comune,purtroppo meno di quelle che mi aspettavo.

Mentre passavamo tra i corridoi della scuola,i ragazzi continuavano a fissarmi con aria interrogativa. Io cercavo di non farci caso,ma era difficile. Non quanto resistere al loro odore,però.

Le prime ore passarono tranquillamente,ma quando io e Eve ci separammo la cosa si fece più complicata.

Dall’orario che avevo ricevuto dovevo andare nell’aula di biologia. Non fu un problema trovarla,la scuola non era molto grande. Niente in confronto al mio vecchio liceo a Los Angeles. Qui gli insegnati erano tutti molto disponibile,non facevano più di tante domande.

Appena entrai mi presentai al professore,come per le precedenti due volte mi diede il libro e mi indicò il posto dove sedermi.

Sotto lo sguardo dei miei nuovi compagni di classe mi accomodai nell’unico banco libero,almeno ero sola.

Mi spostai verso la parte più vicina al muro così da nascondermi dietro gli altri.

Inizia a sfogliare il testo mentre cercavo di ascoltare cosa dicessero gli altri.

Erano tutti molto curiosi del perché abitassi dai Cullen. La mia nuova famiglia non sembrava piacere quasi a nessuno,la maggior parte spettegolava sulle loro strane abitudini. Il fatto che il Dr Carlisle avesse adottato tutti quei figli e che fossero fidanzati tra di loro aveva suscitato molto scalpore. Per il resto però non avevano nulla da ridire. In fin dei conti erano bravi ragazzi,molto studiosi,educati,dei figli modello in pratica.

I miei pensieri furono interrotti dall’insegnante che richiese l’attenzione della classe.

" Allora oggi faremo un nuovo esperimento. Analizziamo le cellule di cipolla. Davanti a voi trovate un microscopio e dei vetrini. Mi raccomando cercate di rimanere al proprio posto e lavorate in piccoli gruppi. Buona lavoro.".

Fortunatamente ero piuttosto preparata su quest’argomento.

Iniziai a disporre il prodotto da analizzare quando qualcuno,da dietro,mi bussò sulla spalla.

" Ciao,se vuoi puoi lavorare con noi!" mi chiese una ragazza in tono gentile.

Il suo compagno non mi sembrava molto d’accordo,ma abbozzò un sorriso.>>

" Piacere,sono Cynthia Woodrow e lui è Mike Newton."

" Piacere mio,Elizabeth Kane" e le strinsi la mano. Il contatto con la sua pelle mi fece venire i brividi. Era strano,quella ragazza mi sembrava piuttosto a suo agio con me,non si ritrasse minimamente dalla mia stretta fredda in confronto alla sua pelle calda.

" Allora cosa ti ha portato a Forks? Da quello che ho sentito vieni da Los Angeles." mi chiese il ragazzo.

" Problemi in famiglia diciamo." non sapevo cosa rispondere,non mi ero preparata a questa eventualità.

" Come mai vivi dai Cullen?" continuò.

" Mike non essere invadente,è appena arrivata." lo zittì la compagna.

"Tranquilla va tutto bene. Il dottor Cullen è un grande amico dei miei genitori e si è offerto di ospitarmi per qualche tempo."

Certo che avrei potuto inventare una scusa migliore,ma sembrò crederci.

Cynthia sorrise. "Spero che tu ti sia trovata bene a scuola oggi."mi disse .

"Mmm si,non c’è male. Sembrano tutti molto intenti ad osservarmi."

"Non farci caso. Forks è una città piccola,è strano avere un nuovo studente. Ora sei l’attrazione di tutti."

"Si,l’avevo notato."

Nel frattempo Mike cercava di analizzare il vetrino.

"Secondo me è anafase."affermò.

"Posso controllare?"chiesi scettica.

"Certo,certo" mbrava infastidito dalla mia richiesta.

"No,sono sicura che sia interfase. "e lo passai alla ragazza.

"Credo che Elizabeth abbia ragione,Mike sei sempre il solito."

Finimmo prima degli altri nonostante il ragazzo ci rallentò molto. Gli altri invece mi sembravano i serie difficoltà. Correvano da un banco all’altro in cerca di consigli e immancabilmente il professore li riprendeva.

"Scommetto che non sei abituata a questo tempo. Mi dispiace, ma qui è raro che trovi il sole." Mi disse Cynthia.

"Non è un problema,non sono un amante del caldo e delle belle giornate. Certo che qui piove sempre!"

In effetti da quando era arrivata erano stati pochi i giorni in qui la pioggia ci aveva risparmiato.

"Si è vero! Prima o poi ci farai l’abitudine."aggiunse Mike.

"Ho visto che Edward Cullen non è tornato ancora,ma che fine ha fatto?"chiese la ragazza rivolgendosi a me.

Edward? Non sapevo cosa dire,rimasi a boccaaperta, interdetta per qualche secondo e poi tentai di dare una risposta.

"Non lo sinceramente. Non si fa sentire molto."cercai di inventare qualcosa.

Visto che Carlisle era uno di famiglia per me teoricamente avrei dovuto sapere dove fosse il figlio.

"Secondo me non torna più. È rimasto troppo scottato da quella storia!"rise divertito il ragazzo.

Fissai entrambi con aria interrogativa.

"Non lo sai?"continuò.

"mmm no!"ffermai.

"Ma come vivi lì e non sai niente?"

"Beh sai com’è fatto Edward,è molto riservato e la sua famiglia lo rispetta."questa volta la sparai grossa.

"Si infatti non è un gran chiacchierone."

Wow,avevo indovinato.

"Allora?"domandai incuriosita.

"Pare che l’anno scorso abbia avuto una relazione con una ragazza della scuola,Isabella Swan. Lei dopo qualche mese partì all’improvviso senza salutare nessuno e dopo qualche giorno scomparve anche lui. Si pensa che siano fuggiti insieme!"

"Ma che dici Mike,sai che non è vero. Bella non l’avrebbe mai fatto."tervenne Cynthia.

No,non potevo crederci. Ecco perché Edward è andato via,l’ha uccisa! Iniziai a tremare al pensiero,come avevano fatto i Cullen a lasciarlo andare via così. Era pericoloso.

"Ah dimenticavo che lei era tua amica,l’hai più sentita?"chiese Mike.

Certo che non l’aveva sentita,era morta!

"Si,mi ha chiamata due giorni fa."rispose lei.

Ops,allora avevo sbagliato!

"Beh cosa racconta?"

"Mi ha detto che ora vive a Phoenix con la madre e il nuovo compagno. Sta bene!"

Allora se non era per questo,perché era fuggito? La curiosità mi stava divorando.

Avrei voluto chiedere altre informazioni ma suonò la campanella.

Mentre raccoglievo i libri la ragazza mi chiese in che aula sarei dovuto andare.

"Credo di avere matematica ora!"

"Oh perfetto! Ce l’ho anch’io,se vuoi andiamo insieme!"

"Si,perché no!".

Era particolarmente facile starle vicino. Non faceva più di tante domande e poi era simpatica,almeno era l’unica che mi avesse rivolto la parola in tutta la mattinata,tranne Mike,ma credo che lui da una parte sia stato costretto dalle circostanze.

Cynthia era molto carina nei miei confronti. Mi spiegò dove fossero le aule più importati della scuola,quali fossero le persone da evitare e quelle a cui non dovevo dare ascolto,tra le quali il gruppetto che stavo per incontrare.

"Ragazze lei è Elizabeth,è appena arrivata."

"Si certo lo sappiamo,tutti ne parlano oggi!" La persona che parlò era Jessica Stanley. Un tipetto molto energico che non stava ferma un attimo. Mi metteva in agitazione.

Era piuttosto bassa,capelli biondi lunghi e occhi marroni.

La ragazza al suo fianco invece era Lauren. Lei nemmeno mi salutò, mi fissò con il suo peggior sguardo e si andò a sedere al suo banco.

I nomi degli altri feci un po’ fatica a ricordarli,avevo avuto sempre questo problema. Mi sembrava che tra di loro ci fosse una di nome Angela,un ragazzo di nome Eric e poi Mike,il ragazzo dell’ora di biologia.

A prima vista non avrei mai pensato che quelli fossero amici di Cynthia,lei era completamente diversa. Era abbastanza silenziosa,almeno per ora,poi non adorava mettersi in mostra come il resto delle sue compagne. Assomigliava molto di più a me come carattere.

Non era molto alta,circa un metro e sessantacinque. Aveva i capelli castani,lunghi e mossi, due grandi occhi verdi e un sorriso adorabile.

Durante l’ora di matematica si offrì di sedersi accanto a me per non lasciarmi sola,io accettai volentieri. Non riuscimmo a parlare molto perché questa volta il prof era piuttosto severo. Un paio di volte ci richiamò anche.

"Bel modo di comportarsi ,signorina Kane, soprattutto il primo giorni di scuola"mi disse.

Arrossii terribilmente sotto le risate soffocate degli altri.

L’ora sembrava non passare mai. Poi finalmente suonò la campanella.

Come uscii dalla porta ,accompagnata dalla mia nuova amica,trovai Eve ad aspettarmi.

Le due ragazze si scambiarono uno sguardo,non riuscii a decifrarlo,ma la cosa non mi piacque.

"Allora Liz cosa mi racconti?"mi chiese Eveline.

"Niente,un classico giorno di scuola!"

"Come ti avevo detto io allora?"

Feci cenno di si con la testa.

Arrivammo nella mensa. Cynthia si sedette con i suoi compagni e mi invitò ad unirmi a loro,io però rifiutai gentilmente prendendo la scusa che i Cullen mi avevano già preso un posto.

Ci sedemmo ad un tavolino un po’ isolato dagli altri. Finalmente potevo rilassarmi un attimo. In realtà pensavo che sarebbe stato peggio. Jasper aveva ragione,la caccia di ieri mi aveva fatto più che bene.

"Allora sorellina,a quanto sale il conto dei morti?"scherzò Emmet.

"Ancora a quota zero,per ora!"risposi sorridendo.

"Beh,allora? Non è poi così male!"continuò.

"No,avevate ragione. Ieri mi sono lasciata prendere dal panico!".

"Speriamo che duri la cosa."intervenne Rosalie con tono acido.

Non ci feci caso,ormai avevo imparato ad ignorarla.

"Scusate ma perché avete i vassoi con il cibo?"cambiai discorso.

"Per salvare le apparenze. Si farebbero troppe domande a vedere quattro ragazzi che per un intera giornata non mangiano niente."mi spiegò Eve.

In effetti non ci avevo pensato. Non conoscendoli i Cullen sembravano dei ragazzi normali,se non fosse per la loro assurda bellezza e i loro occhi color ambra.

Con il passare del tempo avevano imparato benissimo a confondersi con le altre persone.

Controllavano il loro gesti nei minimi dettagli,come respirare,battere le palpebre,toccarsi i capelli,cambiare posizione,tutte cose che sembrano normalissime ma che a loro non servono affatto. Potrebbero restare fermi in una posizione per ore e ore senza provare la minima stanchezza o disagio.

"I compagni di classe come sono?"chiese Jasper.

"Tranquilli,se non fossero per tutte quelle occhiate che mi mandano,potrei sopportarli senza difficoltà."risposi.

"Ho visto che hai già fatto delle amicizie?"intervenne Eve.

"Si,una ragazza che frequenta alcune lezioni con me,Cynthia Woodrow,mi sembrava che la conoscessi."

"si, più o meni>>rimase molto sul vago e questo non era da lei.

"E’ molto simpatica,mi piace."

"Si,si. Come vuoi."e sviò l’argomento.

Il pomeriggio passò tranquillamente. Mike Newton mi rivolse addirittura la parola e mi augurò una buona giornata al termine della scuola.

Non riuscii a vedere Cynthia,avrei voluto ringraziarla ma sicuramente avrei avuto l’occasione di farlo il giorno dopo.

 

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Capitolo 7
*** Through The Looking Glass ***


 

 

 

 

 

Through The Looking Glass

 

 

 

Tornati a casa raccontai ad Esme la mia giornata,nei minimi particolari,così mi aveva chiesto. Rimase molto contenta del fatto che non fu poi così traumatizzante il primo giorno di scuola.

Prima di cena cercai di studiare un po’. Fu piuttosto difficile riprendere il ritmo anche perché non riuscivo a concentrarmi. Nella mia mente c’erano solo domande alle quali una sola persona avrebbe potuto rispondere,anche se mal volentieri.

Andai in camera di Eve per parlarle. Sicuramente già sapeva che le avrei fatto visita,infatti appena arrivata davanti la porta di camera sua Jasper uscì.

Aveva l’aria preoccupata. Ne dedussi che lei si era già confidata con lui. Era una cosa che avevo già messo in conto. Ormai sapevo che tutti i pensieri di Eve erano condivisi con il suo compagno. Non avevo mai visto un rapporto come il loro. Non era semplice amore,era qualcosa di più. Quel ragazzo viveva per lei,era la sua unica ragione per continuare ad esistere.

Da quello che avevo capito il passato di Jasper non era stato ‘’facile’’ come quello del resto della famiglia. Per fortuna un giorno arrivò Eve che lo portò in salvo.

Jasper le resterà riconoscente per il resto della loro esistenza.

Non oso immaginare come sarebbe la loro esistenza l’uno senza l’altro. Vivono praticamente in simbiosi,anche quando lei è con me lo sento perfettamente che il suo pensiero è rivolto sempre verso di lui.

Mi piacerebbe trovare una persona che mi ricambi con tanta dedizione e affetto.

Qualche anno fa non ci pensavo proprio. Il mio obiettivo era sempre stato quello di realizzarmi nella vita,non pensavo mai ad una ipotetica famiglia. Io volevo avere solo successo. Il mio sogno era quello di diventare un chirurgo. Purtroppo questo non accadrà mai,certo potrei studiare,avrei molto tempo per farlo,ma chi darebbe lavoro ad una ragazza che ha l’aspetto di una diciassettenne? Carlisle in questo è stato fortunato.

Da quando vivo dai Cullen e sono circondata da queste storie d’amore perfette ho iniziato ad avere questi pensieri. Ora la vita ha preso un’altra svolta,tutto è così relativo,soprattutto il tempo. Pensare al fatto che non sarei mai invecchiata,che avrei potuto vivere in eterno,mi ha fatto venire in mente che sarebbe bello trovare un compagno che ti sia vicino per l’eternità.

Mio dio,stavo diventando addirittura sdolcinata. Chi mi conosceva prima avrebbe pensato che non fossi più io.

Esitai a bussare alla porta,così Eve mi invitò ad entrare prima che glielo chiedessi.

“ Non è come pensi.” precisò subito “ Non ho ancora ben capito cosa vuoi chiedermi. Cambi idea ogni secondo. Quindi avanti,dimmi.”

Era piuttosto seccata. Immagino che almeno l’argomento l’avesse intuito.

“ Chi è Isabella Swan?”

“ Non sono affari tuoi.” rispose in modo brusco,non era da lei fare così.

“ La gente parla Eve. E non sono belle le cose che si dicono.”

“ Ti ripeto,non sono affari tuoi.” scandì bene le ultime parole.

Non mi importava,io volevo sapere.

“ Perché è scappata?”

Non ripose.

“ Perché proprio quando lei andò via … magicamente anche tuo fratello sparì?”

Mi fulminò con lo sguardo.

“ L’ha uccisa vero o almeno l’ha trasformata?” non sapevo nemmeno io perché stavo facendo quelle domande,sapevo che non era semplice curiosità.

Eve a quelle parole scattò in piedi. Il suo sguardo sempre dolce e disponibile cambiò completamente. I suoi occhi diventarono neri come la pece,era furiosa. In quel momento pensai che mi avrebbe uccisa.

“ Come osi? Eh?” e mi diede una spinta.

“ Chi ti da il diritto di buttare fango su Edward?” un’altra spinta. Ormai ero intrappolata tra il muro e lei.

“ Tu non sai proprio niente ragazzina. NIENTE!”

“ Eve i-io..”

“ Stai zitta!”.

Si allontanò da me. Iniziò a camminare avanti e in dietro per la stanza. Aveva la testa fra le mani e non smetteva di parlare tra se e se. Non riuscivo a capire nulla,non scandiva le parole,era una sorta di lamento.

Io era ancora paralizzata. No l’avevo mai vista in quello stato,non avevo mai pensato che quella starna creatura così deliziosa potesse essere allo stesso tempo così terrificante.

Avevo superato ogni limite questa volta.

“ Non voglio discuterne più Elizabeth. Mai più.”

“ Mi dispiace io non…”

“ Ho detto mai più! Per favore lasciami sola ora.”

“ Eve per favore,mi dispiace,ti prego guardami!”

“ E’ meglio che vai via ora,non so quanto posso riuscire a trattenermi ancora.” le sue mani tremavano come foglie.

“ Mi dispiace.” e uscii dalla stanza.

Cosa avevo fatto? Non pensavo che avrebbe reagito così. Certo ero consapevole che le mie domande l’avrebbero infastidita,ma non a tal punto. Non al punto di minacciarmi.

Questo rendeva ancora più validi i miei sospetti. Se il suo caro fratellino era innocente,perché non raccontarmi la storia? Perché aggredirmi in quel modo?

Ero arrivata alla conclusione che Edward Cullen era un assassino,un mostro. Come aveva potuto distruggere la vita di una ragazza innocente? E perché la sua famiglia non l’ha fermato?

Anche se oggi Cynthia aveva precisato di averla sentita per telefono,questo non voleva dire che era viva,non nel senso comune del termine. La cosa era addirittura peggiore. Sacrificare una vita solo per egoismo.

Quella sera non scesi a cena e nessuno venne a cercarmi. Avevano capito benissimo cos’era successo, Eve aveva urlato talmente tanto che l’avrebbero sentita ovunque.

Io ero piuttosto imbarazzata da ciò che avevo fatto e non ebbi il coraggio di farmi vedere.

Probabilmente erano tutti furiosi con me.

La mattina la situazione fu come me l’aspettavo.

Quando scesi a far colazione trovai la mia tazza di cereali,ma nessuno che mi facesse compagnia come accadeva solitamente.

Mangia lentamente,rimanendo spesso a fissare il vuoto della sala da pranzo.

All’improvviso spuntò Esme dal nulla o almeno non mi ero accorta che fosse arrivata.

“ Buongiorno cara” mi salutò,ma la sua espressione era un po’ fredda.

“ Buongiorno Esme”. Non aggiunsi altro,non sapevo proprio cosa dire.

“ Tranquilla tra un po’ le passa.” cercò di rompere quel pesante silenzio.

“ Mi dispiace,veramente. Non volevo. Non so cosa mi sia preso.” cercai di giustificarmi.

“ Non scusarti con me,capisco la tua curiosità. Ma la cosa è più complicata di quel che pensi.”

Non aggiunse altro e io feci lo stesso. Avevo imparato la lezione.

Poi entrarono anche Emmet e Rosalie. Il ragazzo mi fece un saluto con la mano ma subito la vampira gli rifilò una gomitata nello stomaco per fermarlo.

Di certo lei era al settimo cielo. Finalmente un nuovo motivi per odiarmi e ora aveva anche la sorella dalla sua parte. Questa volta me l’ero proprio cercata.

Mi pentii amaramente di andare nella macchina di Jasper.

Nessuno dei due mi rivolse la parola. Quei minuti mi sembrarono interminabili.

La situazione a scuola non cambiò molto. Cercai più volte di parlare con Eve ma fu inutile. Ogni volta che pronunciavo una parola lei mi zittiva immediatamente. Così alla fine mi arresi. Continuare ad insistere avrebbe solo peggiorato il suo umore.

Fortunatamente quel giorno avevamo in comune solo la lezione di inglese.

Entrai nell’aula di matematica e mi sedetti nel posto che avevo occupato ieri. Dopo un po’ arrivò anche Cynthia.

“ Buongiorno Liz!” mi disse sorridendo. Che bello vedere che almeno una persona non ce l’aveva con me.

“ Buongiorno!” risposi “ Ieri sei sparita! Non ho avuto il tempo di ringraziarti.”

“ Per cosa?” chiese incuriosita.”

“ Per avermi aiutata! Non è semplice avere tutti quegli sguardi addosso il primo giorno di scuola e tu sei stata molto gentile a non comportarti come gli altri.”

“ Eh figurati! Capisco la situazione,non è stato facile per te trasferirti qui e cambiare completamente vita.”

“ Non immagini quanto!” le risposi sospirando. Di certo non aveva la minima idea di quello che aveva passato e di quanto fosse difficile stare lì in quel momento. Sentire costantemente il suo odore,il suo sangue che pulsava nelle vene,così vivo,così invitante.

Basta,non dovevo pensarci!

“ Oggi non ho visto Eve con te.”

“ Si è vero.”

“ Come mai?” continuò.

“ Ieri sera abbiamo avuto una piccola discussione.” la parola piccola era un po’ riduttiva.

“ Mi dispiace,spero che vada tutto bene” sembrava sincera.

“ Niente di irrecuperabile.” almeno era questo quello che avrei voluto.

Il professore arrivò e subito iniziammo la lezione.

Quel giorno l’argomento erano i sistemi di equazioni. Non amavo particolarmente la matematica,ma ascoltai molto attentamente così per un po’ evitati di pensare a ciò che era accaduto.

Sfortunatamente l’insegnante mi chiamò alla lavagna per risolvere un esercizio. Probabilmente ce l’aveva con me. Forse voleva vendicarsi del mio comportamento del giorno precedente,il fatto che avessi chiacchierato per tutta l’ora non l’aveva particolarmente entusiasmato.

Un’altra volta tutti gli sguardi erano puntati su di me. Odiavo quei momenti. Credo che diventai paonazza dalla vergogna. Almeno non feci brutta figura,l’equazione era piuttosto semplice.

Tornai al posto e inciampai sulla sedia. Per poco non mi ritrovai con la faccia contro il muro. Perfetto,ci mancava solo questo. Mi consolai sul fatto che peggio di così non sarebbe potuto andare, ma non avevo ancora pensato alla pausa pranzo.

Come entrai nella mensa i Cullen non mi degnarono di uno sguardo,tranne Emmet che mi fece segno di essere dispiaciuto.

Non osai sedermi al loro tavolo,non ero così masochista. Quindi accettai l’offerta di mangiare con Cynthia e gli altri compagni.

Come mi aspettavo rimasero scioccati quando mi sedetti con loro. Le ragazze iniziarono a parlare tra di loro senza farsi sentire. Che stupide,non sapete che ho un udito formidabile? Ma in quel momento mi pentii amaramente della mia dote. Non che mi importasse granché dei loro commenti sulla mia presenza,ma quel giorno ero particolarmente suscettibile.

Cynthia,rendendosi conto della situazione, cercò di cambiare discorso.

“ Allora cosa facciamo venerdì sera?” domandò agli altri.

“ Io e Lauren avevamo pensato di cenare a Port Angeles e poi farci un giro per locali.”

“ L’idea mi piace. Io ci sto” disse Mike Newton.

“ Anche io e Ben” aggiunse Eric tirando un leggero schiaffo dietro la nuca dell’amico che rispose spostando la sedia del compagno che rischiò di finire a terra,per concludere il quadretto divertente iniziarono a rincorrersi per la stanza come bambini seguiti a ruota da Mike.

“ Sempre i soliti idioti! Dovremmo cambiare gruppo.” disse ridendo Jessica.

“ Ma che dici! Se tu adori il piccolo Mike.” la corresse Lauren.

“ Si,ma solo quando sta solo con me!>> e rise compiaciuta della sua risposta.

A quanto pare la ragazza aveva una cotta per Mike,ma non penso che la cosa fosse granché ricambiata.

“ Liz tu sei dei nostri?” mi chiese Cynthia.

“ Oh,non lo so.”

“ Su Elizabeth perché non vieni anche tu? Così avremmo modo di conoscerci meglio!”

Di sicuro l’invito di Jessica nascondeva qualcosa ma accettai comunque. Adoro le sfide!

La campanella suonò,era ora di rientrare in aula. I Culle erano già andati via.

“ Sono contenta che tu venga. Ci divertiremo!” disse Cynthia entusiasta.

“ Non ne sono molto sicura. Jessica non si aspettava che io accettasi.”

“ Si infatti hai visto che faccia ha fatto? Ben le sta!”

“ Se non la sopporti perché stai con lei?”

“ Non è che non la sopporto,è solo che a volte esagera un po’. Da quello che hai visto,tu non le piaci molto.”

“ Si,ho notato”

“ Ecco,questo mi da fastidio. Nemmeno ti conosce e subito inizia a giudicare.” sembrava molto irritata.

“ Tranquilla,non è un problema. Non mi pesa più di tanto la sua presenza.”

“ Sai perché ti odia?”

“ Mmm no.”

Mi si avvicinò per non far sentire a nessuno quello che stava per dire.

“ Perché Mike ha detto che sei uno schianto.”

Il suo profumo a quella poca distanza mi inebriò. Cynthia non sai a cosa vai in conto se non stai attenta!

Cercai di riprendere la concentrazione.

“ Veramente?” le domandai stupita.

“ Si! Avrai notato che lei è cotta di lui.”

“ Si,ho visto come lo guarda.” e sorrisi divertita.

“Ecco! Lei ,ogni volta che quel ragazzo fa un commento su un’altra, impazzisce!”

“ Ma si è dichiarata almeno?”

“ Certo che no! Come ti viene in mente? Lei è troppo orgogliosa per farlo.”

“ E allora cosa vuole?”

“ Mah,non lo so. So soltanto che lei è felice quando si trova al centro dell’attenzione e in questo momento ci sei tu.”

“ Guarda le ridarei volentieri questo ruolo.”

“ Lo immagino!” e scoppiò a ridere. Di sicuro le mie disavventure la rallegravano molto.

“ In fin dei conti non è così male se la conosci bene. Devi soltanto saperla prendere nel verso giusto!” continuò.

“ Beh grazie per la dritta,cercherò di fare del mio meglio” dissi in tono ironico.

“ E di Mike che mi dici?” mi mostrò il suo sorriso migliore.

“ Non è il mio tipo!” certo che non lo era!

“ Dai è carino! E poi è davvero un bravo ragazzo. Vi vedo bene insieme.”

“ No,non credo. Non metto in dubbio le sue qualità nascoste ma non credo che la cosa potrebbe andare. Mi sembra un po’ immaturo,ecco!”

“ In effetti,non posso darti tutti i torti,però è simpatico! Sa come far ridere una ragazza!”

Secondo la maggior parte della scuola Mike Newton era un ottimo partito,bello,simpatico,carismatico,il ragazzo ideale. Io non la pensavo allo stesso modo,si non era niente male,ma non mi diceva nulla. Il classico belloccio del liceo. E poi come avrei potuto spiegare il fatto che dovevo tenermi a distanza di sicurezza da lui? Non solo per il suo sangue ma anche perché il suo corpo sotto le mie mani era piuttosto fragile. La mia forza sovrannaturale non mi permetteva di potermi comportare normalmente con le persone,dovevo controllare ogni mio gesto,perfino una carezza sovrappensiero poteva essere pericolosa. Certo non avrei ucciso nessuno,ma non era piacevole andare in giro ricoperto di lividi e dire che era stata la tua ragazza o la tua amica a farteli!

“ Non avrai mica anche tu una cotta per lui?” le chiesi.

“ Certo che no! Io e Mike siamo amici dalle elementari,è come un fratello per me. E poi io ho già un ragazzo.!” rispose soddisfatta.

“ A si? Non l’ho mai visto?” non mi sembrava di averla vista con qualcuno.

“ No. Non viene a scuola qui.”

“ C’è un’altra scuola a Forks? Non lo sapevo!”

“ Non è proprio in città. È nella riserva indiana a pochi chilometri da qui,non so se ne hai sentito parlare.” all’improvviso si ritrasse,come se mi avesse detto qualcosa che non doveva.

“ No,non sapevo niente.”

“ Non è niente di così speciale. Ci vivono solo alcuni discendenti di una tribù indigena che ha sempre abitato queste terre.” non fu molto precisa,ma io non ci feci caso.

Purtroppo il professore arrivò e non riuscimmo a finire il discorso.

Il resto della giornata passò tranquillamente. Stare con Cynthia era molto facile e per qualche minuto dimenticai anche la lite con Eve.

Sfortunatamente le lezioni finirono ed era giunto il momento di tornare a casa. Non avevo voglia di affrontare nuovamente quei silenzi imbarazzanti.

Non mi aspettavo di trovare Eve fuori dalla classe e quindi mi diressi direttamente verso il parcheggio,ma con mia grande sorpresa e delusione, non trovai la macchina di Jasper.

Ad aspettarmi erano rimasti Emmet e Rosaline.

“ Dove sono gli altri?” chiesi scocciata.

“ Sono già andati via da un po’.” mi rispose la ragazza.

“ Come mai?”

“ Problemi a casa.”

A quella parola sbiancai un attimo.

“ Tranquilla,niente di grave! Ti avremmo avvertita altrimenti!” mi tranquillizzò Emmet.

“ Non è vero.” disse l’altra entrando in macchina.

Perfetto! Uno di questi giorni l’avrei uccisa. Quella donna ha la sensibilità sotto i piedi. Gode a vedermi soffrire!

Tornati a casa la situazione mi sembrò tranquilla. Esme era particolarmente contenta,non faceva altro che girare per la casa e mettere in ordine,come se ce ne fosse bisogno. Ogni cosa era perfettamente nel posto in cui doveva essere. Anche Carisle sembrava molto rilassato. Entrambi mi salutarono con un sorriso.

Salii in camera mia e sulle scale sentii Jasper e Eve che scherzavano. Forse anche il loro umore era migliorato.

Come ci incrociammo cercai di salutare ma fu inutile. Lei mi fulminò con lo sguardo e scese al piano di sotto. Jasper la seguì ignorandomi anche lui.

Per quanto ancora doveva andare avanti questa storia? Mi ero scusata in tutti i modi possibili ma non era servito a niente. Ogni volta che tentavo di avvicinarla lei mi respingeva. Non sapevo più cosa fare.

Mi buttai sul letto ma non riuscivo a stare ferma,mi rigiravo in continuazione. Odiavo questa situazione. E la cosa che mi innervosiva di più è che era stata tutta colpa mia. Se solo avessi aspettato …

Basta! Non potevo più resistere lì dentro.

Decisi di andare a caccia. Era il momento migliore per stare da sola e di certo nessuno si sarebbe offerto di accompagnarmi.

Scesi le scale di corsa e mi diressi subito alla porta d’ingresso. La chiusi facendola sbattere forte,almeno si accorsero che ero uscita.

Iniziai a correre più forte che potevo. Il vento tra i capelli mi rilassava. Dovevo assolutamente scaricare il mio nervoso.

Iniziò a piovere. La cosa non mi importò più di tanto,andai avanti,inoltrandomi di più nella foresta. Non mi accorsi nemmeno di aver cominciato a piangere. Le lacrime si confondevano con l’acqua che scendeva forte. Il rumore del temporale e del vento rendeva quel luogo ancora più spettrale del solito. Tutti gli animali si erano rintanati a causa del mal tempo. Ero sola,completamente sola.

Inciampai su una roccia e caddi a terra.

Non avevo la forza di rialzarmi. Rimasi in ginocchio,con le mani puntate a terra. Era possibile che ogni volta che stavo bene doveva succedere qualcosa? Non era giusto.

All’improvviso qualcosa mi scosse. Un odore nuovo,mai sentito prima anche se in qualche modo mi ricordava qualcosa.

C’era qualcun altro nella foresta. Qualcuno che correva e si stava dirigendo verso di me.

Mi rialzai in piedi,in posizione di difesa.

Non era umano,non sentivo il cuore battere.

Cambiò direzione. Non riuscivo a vederlo,era troppo veloce. Era come se mi stesse osservando,sentivo il suo sguardo puntato su di me. Mi girai intorno,ma fu unitile. Non ero abbastanza rapida per lui.

Finalmente una mossa falsa. Dietro di me sentii un ramoscello scricchiolare. Mi girai di scatto e rimasi sbalordita.

Non poteva essere vero,stavo sognando. Dove essere per forza così altrimenti avrei dovuto pensare di essere impazzita. Eppure mi sembrava tutto così reale,tangibile.

Iniziai a tremare,come nel mio incubo,il cuore accelerò,faticavo a respirare e il terrore mi invase. Cercai di indietreggiare ma le mie gambe erano paralizzate.

Il mio angelo oscuro era tornato a popolare i miei peggiori incubi, con un'unica differenza: questa volta non stavo sognando. Lui era veramente qui.

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Capitolo 8
*** Beauty And The Beast ***


 

Beauty And The Beast

 

 

Tutto era come nel mio sogno. Io ero inerme e lui si avvicinava con un sorriso beffardo ed enigmatico.

“ Chi sei?” chiesi cercando di scandire bene le parole.

“ Non è molto educato fare domande quando sei in una proprietà privata.” quella voce, l’avevo sognata tante di quelle volte ma sentirla di persona era tutt’altra cosa,lui visto di persona era tutt’altra cosa.

Mi sembrava ancora più alto. Era assolutamente perfetto,una statua.

I capelli scompigliati dalla pioggia gli ricadevano sulla fronte. La camicia bagnata aderiva perfettamente al suo corpo,mostrandone ogni forma. I primi bottoni lasciati aperti facevano intravedere la sua pelle pallidissima e stupenda.

E il suo sguardo,quello mi terrorizzava. I suoi occhi erano profondi e la poca luce rifletteva sulle sue tonalità ambrate. Ambrate? Strano,avevo visto solo i Cullen e il clan di Denali con quella tonalità.

“ Allora? Saresti così gentile da dirmi con chi ho il piacere di parlare?”.ora non sorrideva più.

“ Mi chiamo Elizabeth.”

“ Mmm dovevo immaginarlo.” il modo in cui aggrottava la fronte … dovevo riprendermi.

“ Ora rispondi tu alla mia domanda.” esitai un po’ prima di pronunciare la frase.

Scoppiò a ridere e l’eco della sua risata risuonò per tutta la foresta.

“ Ma come! Vai in giro a fare domande su di me e non sai nemmeno chi sono? Parecchio insolito direi.”

Lo guardai con aria interrogativa.

“ Non ci arrivi vero?” si stava prendendo gioco di me.

Scosse la testa e all’improvviso sparì. Era andato via! Senza dire una parola,senza il minimo accenno di un saluto. Ma chi cavolo credeva di essere?

Un lampo si accese nella mia mente. Com’ero stata stupida! La sorpresa di trovarlo davanti ai mie occhi mi aveva totalmente disorientata,ma come avevo fatto a non pensarci prima?

Il fatto che mi aveva detto che ero nella sua proprietà,che chiedevo di lui e poi il colore singolare del suo sguardo. Era Edward Cullen.

La cosa mi lasciò alquanto perplessa. Perché mai avrei dovuto sognare quel vampiro senza nemmeno conoscerlo e poi come faceva a sapere che avevo indagato su di lui? Non pensavo che Eve gliel’ avesse detto,da quel che sapevo era da un po’ che non avevano sue notizie.

Speravo tanto di essermi sbagliata. L’unico modo per scoprire la verità era tornare a casa.

Mi feci coraggio,presi una bella boccata d’aria e corsi via.

Entrai dalla porta d’ingresso facendo il minimo rumore.

Come arrivai nel grande salone le mie supposizioni si rivelarono esatte.

Esme piangeva dalla gioia abbracciando Carlisle, Emmet era al settimo cielo,anche Rosalie era contenta,per la prima volta la vidi ridere di gioia.

Eve era letteralmente ancorata al corpo del fratello,con le gambe gli cingeva la vita e non faceva altro che riempirlo di baci e scompigliarli i capelli. Quando la ragazza finalmente si staccò da lui,anche Jasper l’abbracciò,logicamente con meno enfasi!

“ Sapevo che saresti tornato,ne ero certa.” disse Esme dando un buffetto sulla guancia del figlio.

“ Immagino che Eve vi abbia informato prima.” rispose.

“ No! Cioè,l’ho fatto all’ultimo momento. Avevo paura che cambiassi idea come le altre volte.” disse la ragazza.

Improvvisamente smisero di parlare,si erano accorti della mia presenza.

“ Elizabeth! Vieni ti presento Edward.” mi disse Eve con aria ironica.

“ Non penso ce ne sia bisogno.”risposi fredda.

“ Abbiamo avuto già occasione di incontrarci,ma non credo di essermi presentato ufficialmente”.

Si avvicinò a me e mi porse la mano.

“ Sono Edward Cullen.”

Ricambiai il saluto. Il contatto con la sua pelle mi fece venire i brividi. Lui se ne accorse perché sfoderò un perfetto sorriso sghembo.

“ Allora? Non hai niente da dire?” Eve si rivolgeva a me.

“ Eveline,per favore,sono appena tornato. Non credo sia il caso.”

Disse Edward alla sorella. Poi scoppiò a ridere.

“ Ti ha dato del filo da torcere la ragazza.” continuò.

Ero piuttosto disorientata.

“ Hai ragione Carlisle. Nemmeno io avevo mai visto niente del genere.”

Di cosa stava parlando?

“ No,non ci riesco.” continuava a fissarmi in modo strano. “ E’ piuttosto frustrante. Perché con te funziona?” chiese a Eve.

“ Non ne ho idea.” rispose la ragazza.

“ Interessante.” aggiunse Edward.

La situazione era fin troppo imbarazzante. Non solo ero bagnata fino alla cima dei capelli e quindi stavo letteralmente allagando la sala,in più Edward non staccava mai gli occhi da me e parlava in modo indecifrabile.

“ Qualcuno può spiegarmi cosa succede?” chiesi esasperata.

Emmet iniziò a ridere.

“ Devi sapere che oltre me e Eve anche Edward ha una dote particolare.” iniziò a spiegarmi Jasper. “ Lui riesce a leggere nella mente delle persone. Per questo non capivi cosa stesse dicendo. Rispondeva a ciò che stavamo pensando.”

“ Fratello rovini sempre tutto. Mi stavo divertendo a vederla impazzire!” puntualizzò il nuovo arrivato.

Speravo per lui che quella fosse solo una battuta di cattivo gusto,ma non ne ero certa.

“ Logicamente con te non ci riesco.” mi disse.

Forse la prima buona notizia della giornata. È imbarazzante che qualcuno riesca a sentire tutto ciò che ti passa nella mente. Soprattutto non mi avrebbe fatto proprio piacere che sapesse cosa pensavo di lui.

“ Carlisle prima aveva ipotizzato che lei fosse inattaccabile dal punto di vista psichico.

Io non riesco a leggerla,Kate non riusciva ad attaccarla. Anche il suo potere è a livello mentale,lei genera solo sensazioni di dolore. Tu invece” disse rivolgendosi ad Eve “ rimani fuori da tutto ciò. Penso che questa sia la spiegazione più logica.”

In effetti il ragionamento non faceva nemmeno una piega.

“ Credo che ora andrò a cambiarmi e poi scommetto che avete molte cose da raccontarvi,quindi tolgo il disturbo.” cercai di andarmene da quella situazione assurda.

“ Che strano,pensavo volessi farmi qualche domanda.” mi disse Edward mentre mi avvicinavo alle scale.

Sicuramente aveva letto tutto ciò che era accaduto dai pensieri di Eve.

Non sapevo cosa fare,ero spiazzata.

“ Forse non è il momento più adatto.” risposi.

“ Probabilmente hai ragione.”

“ Ah comunque.” mi fermò di nuovo. “ Non è carino da parte tua ficcare il naso in cose che non ti riguardano. La prossima volta credo che mi arrabbierò seriamente.” non stava scherzando. I suoi occhi si scurirono.

“ Certo.” e sparii al piano di sopra.

Fantastico! Ci mancava soltanto questa cosa per concludere la giornata in bellezza.

Feci una doccia veloce e mi vestii con abiti comodi,poi presi il mio I-pod e iniziai ad ascoltare un po’ di musica.

Facevo fatica a non pensare a quello che era accaduto qualche minuto prima,ma soprattutto avevo in mente sempre lui.

Per distrarmi cercai di concentrarmi sulla melodia della canzone.

Quando volevo rilassare la mente lo facevo sempre. Individuavo tutti gli strumenti che componevano la base e li isolavo ad uno ad uno,così da riuscire a capire il ritmo di sottofondo.

Questa trucco mi tenne occupata per un po’ poi, stanca, mi addormentai con il lettore acceso.

Mi svegliai verso le ventitré con una fame tremenda. Quella sera mi ero dimenticata di mangiare,in più non ero riuscita nemmeno a completare la caccia,visto che qualcuno mi aveva interrotta.

Come mi girai su un fianco per accedere la luce,notai un biglietto.

Se hai fame scendi in cucina. In frigo ti ho lasciato dei sandwich. Non ti ho svegliata perché sembravi stremata.

Un bacio

Esme

Esme era sempre dolcissima con me. Mi ricordava molto mia madre,certo la cosa non era paragonabile,ma ero contenta di aver trovato lei.

Infilai i pantaloni della tuta,le pantofole e scesi giù ancora assonnata.

Non sarei di sicuro riuscita a riprendere sonno con quella voragine all’interno dello stomaco.

Per fortuna in giro non c’era nessuno.

Aprii il frigorifero e presi il piatto con la mia cena. Sopra c’era un altro foglietto con scritto Buon appetito,sorrisi divertita e richiusi lo sportello.

Come alzai lo sguardo trovai Edward a pochi metri da me. Per la sorpresa il piatto mi scivolò dalle mani,ma lui in un secondo lo prese evitando che si schiantasse a terra. Me lo porse divertito.

“ Ti ho spaventata?” mi disse sorridendo.

“ No,ero solo sovrappensiero.” non era vero.

“ E a cosa stavi pensando?”

“ Non credo siano affari tuoi.” e mi accomodai sulla sedia.

“ Ti dispiace se rimango qui?” Ormai si era già seduto anche lui.

“ No. Basta che mi lasci mangiare in pace.”

Era immobile e mi fissava con uno sguardo strano,non osavo immaginare i suoi pensieri in quel momento.

“ Perché non mangi?” mi chiese incuriosito.

“ Non ci riesco se continui a guardarmi così.” risposi irritata

“ E come ti sto guardando?” e sfoderò un perfetto sorriso sghembo.

“ Come se volessi mangiarmi.” bofonchiai.

“ In effetti ci stavo pensando” era serio.

Un brivido mi passò lungo la schiena. Il pensiero dei suoi denti sul mio corpo mi faceva uno strano effetto,ma non credo che fosse paura.

“ Hai veramente un ottimo odore.” continuò.

“ Non mi farai del male.” ora lo fissavo anche io negli occhi,ma sostenere il suo sguardo era più difficile di quanto immaginassi.

“ Io non ci giurerei.” e si alzò dalla sedia. Ora camminava intorno al tavolo,come un predatore che osserva la propria preda.

“ Sai un anno fa forse avresti avuto ragione.” mi stava provocando.

“ E ora perché non è più così?” non lo temevo.

“ Tanto tempo lontano da casa,nessuno che ti controlla,nessuno che ti dice cosa devi fare,da cosa nasce cosa e poi sai come va a finire.” Si passò una mano tra i capelli.

Era possibile che anche quel gesto banale lo rendeva così sexy?

“ Non ti credo. Vuoi solo spaventarmi. Ma non è così facile con me.”

Ora mi alzai anche io. Lui mi venne incontro,con passo lento,snervante.

Non mi accorsi di aver iniziato a tremare. Indietreggiai finché non rimasi intrappolata tra la credenza e lui.

Ormai eravamo a pochi centimetri di distanza. Posò le sue mani sul mobile,impedendomi la fuga.

“ Ma come,fino a ieri pensavi che io fossi un assassino,che avessi trasformato o peggio ucciso una ragazza innocente e orma mi dici che non mi credi?” .Il suo tono di voce era basso e particolarmente calmo. “ Liz la tua mente è piuttosto confusa.”

Riuscivo a sentire il suo respiro su di me. Il cuore mi accelerò più del normale. Pensai che da un momento all'altro sarebbe esploso nel mio petto. Ma lui non si allontanò minimamente,la situazione lo stava divertendo,lo vedevo benissimo dalla sua espressione.

“ Ieri non ti avevo ancora visto. Oggi so che quello che avevo ipotizzato era sbagliato.” fui costretta ad abbassare lo sguardo. Non riuscivo più a sostenere il suo.

“ Come fai a dirlo?” e si staccò di scatto. Era furioso.

Ripresi a respirare,come se fino a quel momento mi fosse mancata l'aria.

“ La tua famiglia non ti avrebbe mai accolto in quel modo. So benissimo quanto Carlisle tiene alla vostra condotta. Non credo che ti avrebbe perdonato facilmente se tu avessi ucciso qualcuno.”

Scosse la testa e andò via. Di nuovo.

Ma perché faceva così? Era possibile che non riuscisse ad affrontare un discorso senza scappare?

Finii di mangiare i sandwich anche se la fame ormai mi era passata.

Lavai il piatto e tornai in camera mia.

Il pensiero che lui fosse nella stanza affianco alla mia, mentre dormivo, non mi rese il sonno particolarmente facile.

Mi svegliai più volte durante la notte sentendo dei rumori provenire da camera sua.

Avrei giurato che lo stesse facendo apposta,era impossibile che un vampiro di tale eleganza fosse così maldestro.

No,non era possibile. Avevo appena chiuso gli occhi ed ero di nuovo sveglia,con l'unica differenza che dalla grande vetrata nella mia stanza ora entrava un po di luce. Guardai l'orologio e scattai in piedi.

Era tardissimo. Ma perchè nessuno mi aveva svegliata?E poi come avevo fatto a sentire la sveglia,ero sicura di averla messa.

Mi lavai di corsa e indossai le prime cose che trovai nell'armadio.

Scesi le scale correndo e mi precipitai in cucina.

“ Esme perchè non mi hai chiamata?” dissi addentando una ciambella.

“ Oh scusami cara,pensavo fossi sveglia.” sembrava sincera.

“ Va bene,non fa niente!”. Presi un pò di succo direttamente dalla confezione.

“ Eve e Jasper?” domandai in fretta.

“ Sono già andati via.” rispose come se io lo sapessi già.

“ Oh no,e ora come ci arrivo a scuola!?”. Ottimo modo di iniziare la giornata,

“ Sbrigati,ti porto io.” Edward si affacciò dalla porta della stanza.

Non volevo andare con lui,mi imbarazzava stare in macchina da soli,ma non avevo altra scelta.

Salutai Esme con un bacio sulla guancia e corsi via.

Una vecchia abitudine che mi era rimasta,lo facevo sempre con mia madre.

Mentre scendevo le scale,tentai di indossare il cappotto. Aveva piovuto tutta la notte e quindi la scalinata era piuttosto viscida. Dopo aver fatto qualche passo persi l'equilibrio. Pensai di cadere a terra,ma qualcuno mi afferrò per un braccio.

“ Puoi guardare almeno dove metti i piedi?” mi disse Edward con tono sgarbato.

“ Scusa!” risposi scocciata.

Nel garage ora c'era una nuova macchina. Una Volvo grigia tirata a lucido.

“ Avanti sali.” e mi aprì la portiera.

Non mi sarei mai aspettata un gesto del genere da lui.

Durante il tragitto non mi rivolse la parola e io feci lo stesso. Non mi andava di discutere di prima mattina.

Quando arrivammo a scuola il cortile era già pieno di studenti. Fortunatamente la guida del vampiro non sfigurava rispetto a quella dei suoi fratelli. Anzi era addirittura più spericolato.

Credo che non si fosse fermato nemmeno ad uno stop,per non parlare dei sorpassi. Fui costretta a chiudere più volte gli occhi. Almeno riuscii a farlo sorridere.

Parcheggiammo tra la Mercede e la cabrio di Rose. Nessuno aveva osato prendere quel posto.

Se il primo giorno quasi tutta la scuola si girò per guardarmi,ora sicurissima che ci fissavano tutti,dal primo all'ultimo.

Probabilmente ora non ero io il centro dell'attenzione,almeno non lo ero per le ragazze.

Fissavano tutte Edward. Beh,era piuttosto comprensibile.

Quella mattina Edward era uno schianto assoluto. Indossava una camicia blu,jeans leggermente scesi in vita e un cappotto grigio corto.

I suoi capelli come al solito erano indomabili,ma fantastici. Il tutto era completato da un fantastico paio di RayBan neri che gli stavano divinamente. Non avevo mai conosciuto nessuno in grado di lasciarmi senza fiato.

Camminava al mio fianco con un velato sorriso.

“ Cos'è che ti diverte tanto?” gli chiesi.

“ Hai notato che ci guardano tutti?”

“ Si,non sono cieca.”

“ La cosa mi diverte molto,ma mai come ascoltare i loro pensieri in questo momento. La gente riesce a farsi dei veri e propri film mentali con così poco.” il suo sorriso aumentò.

“ Immagino!” credo che quello me lo sarei potuta risparmiare.

“ No,non credo. La tua mente non arriverebbe a tanto.” era serio.

“ Ma la smetti di criticarmi?” dissi stufa delle sue battutine.

“ E tu la smetti di essere così permalosa?” la sua espressione rimase inalterata.

Fortunatamente vidi Cynthia sotto il portico della scuola,anche se c'erano Jessica e le altre,mi sarei sentita meglio che in compagnia di Edward.

Cercai di sbracciarmi per farmi vedere,ma erano troppo impegnate a guardare lui.

“ Io vado. Ci si vede in giro.” e scappai via.

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Capitolo 9
*** Perfectly Perfect ***


 

Perfectly perfect

 

 

“ Oh mio dio,non posso crederci!” disse Jessica mentre arrivavo.

“ A cosa?” le chiesi intuendo già la risposta.

“ Edward Cullen è tornato!” e iniziò a saltellare e a ridere con Lauren.

“ Perché tutta questa euforia?” continuai.

“ Liz ma ci vedi? Edward è assolutamente fantastico! E poi se è tornato SOLO,vuol dire che è di nuovo disponibile!” mi spiegò la ragazza.

In effetti aveva perfettamente ragione, era fantastico, tranne per il fatto che non mi sopportava.

Cynthia non mi sembrava così entusiasta come le altre,anzi aveva l'aria preoccupata.

“ Ehi come mai tu non sei al settimo cielo?” le domandai.

“ Diciamo che io e Edward non andiamo molto d'accordo.” rispose.

“ Lo conosci bene?”

“ Abbastanza.” abbassò lo sguardo. “ Forza andiamo,la lezione sta per iniziare.” e mi trascinò in classe.

Per tutto il tempo della lezione non parlò e quando le chiedevo qualcosa mi rispondeva a monosillabi. Non credevo che il ritorno di Edward la potesse sconvolgere così tanto.

“ Cynthia c'è qualcosa che non va?” le domandai mentre cambiavamo aula.

“ No,perché?” mi rispose.

“ Sembri su un altro pianeta questa mattina.”

“ No,sono solo un po' preoccupata.” e accelerò il passo.

“ Niente di grave spero!”

“ Non lo so ancora.” era d'avvero agitata.

“ Cynthia mi stai facendo preoccupare. Poi dirmi cosa succede?” cos'è che la spaventava così tanto?

“ Tranquilla! Vedrai che si risolverà tutto.” cercò di sorridere.

“ Aspetta,devo fermarmi a prendere il libro di biologia.” le dissi andando verso il mio armadietto.

“ Va bene.” era di nuovo persa fra i suoi pensieri.

Probabilmente non era niente di importante,ma mi dispiaceva vederla così. In questi giorni mi ero abituata al suo sorriso allegro, mi rilassava, ma oggi era completamente assente.

Come entrammo in classe rimasi per un attimo paralizzata sulla porta. Edward Cullen stava occupando il mio posto. Non solo dovevo stare con lui anche in classe,in più aveva preso anche il mio banco.

Mi avvicina a lui. “ Quello è il mio posto.” gli dissi con tono irritato.

“ Puoi sederti vicino a me se vuoi.” mi rispose tranquillo.

“ No! Io rivoglio il mio.” che insolente.

“ Liz per favore,non facciamo scenate.” e mi sorrise.

“ Perfetto! Allora saresti così gentile da spostarti in modo che io possa sedermi al mio posto?” cercai di essere più calma possibile.

“ Ti ho già detto di no. E se vuoi proprio saperla tutta,questo è il mio banco dall'anno scorso,quindi sei tu che lo stavi occupando abusivamente. Detto questo siediti e smettila di fare la bambina.”

In quel momento fu molto difficile mantenere il controllo. L'unico mio desiderio era quello di prenderlo a schiaffi. Aveva osato chiamarmi bambina. Lui? Che non riesce nemmeno ad affrontare un discorso?

Fui costretta a sedermi vicino a lui,visto che non c'erano altri banchi vuoti.

Il professore era in ritardo e così mi girai dietro a parlare con Mike e Cynthia. Non volevo altre discussioni.

“ Liz buongiorno! Tutto bene?” mi chiese il ragazzo con la sua solita aria felice.

Con la coda dell'occhio vidi Edward sorridere.

“ Potrebbe andare meglio.” risposi acida.

“ Oggi allora non è proprio una buona giornata. Che avete fatto tutte e due,vi siete messe d'accordo?”

Io e la ragazza ci scambiammo uno sguardo divertito.

“ No Mike tranquillo,va tutto bene.”

Mi si avvicinò di più per dirmi qualcosa all'orecchio.

“ Quand'è tornato?” e con un cenno della testa mi indicò il mio compagno di banco.

Cynthia gli tirò una gomitata per zittirlo.

“ Ieri sera.” risposi a bassa voce,come se ce ne fosse bisogno. Lui poteva sentirci benissimo.

Il ragazzo sembrava piuttosto scocciato.

All'improvviso entrò l'insegnante con un carrello e sopra un videoregistratore.

“ Signor Cullen ben tornato!” disse al ragazzo.

“ Grazie professor Turner.”

“ E' un piacere riaverla nella mia classe. Mi mancava uno studente modello come lei.”

Mi girai per guardarlo. Aveva un perfetto sorriso soddisfatto.

“ Allora oggi guardiamo un filmato sulla riproduzione. Per favore,non fate commenti sciocchi e cercate di fare attenzione.”

Nella classe scoppiò il delirio. I ragazzi iniziarono a fare le solite battute idiote e le ragazze ridevano come sciocche.

Edward senza dire una parola si accomodo con la testa poggiata su una mano,cercando di stare il più lontano possibile da me. Io logicamente feci lo stesso.

La videocassetta era assolutamente banale e noiosa,anche se al resto degli studenti sembrava piacere molto. Mike non smise un attimo di commentare e Cynthia sembrava aver ripreso il buon'umore perché anche lei rideva a più non posso.

Ogni tanto lanciavo uno sguardo al mio vicino. Non stava assolutamente vedendo la TV, Ogni tanto giocherellava con la penna e a volte sorrideva. Immagino che fu molto divertente ascoltare i pensieri degli altri in quel momento.

Dopo un po' cambiò posizione e si avvicinò a me.

“ Stai attenta al piccolo Mike.” e scoppiò a ridere.

“ Perché?” gli domandai incuriosita.

“ Credo che stiamo seguendo attentamente per poi sperimentare il tutto con te” si era avvicinato così tanto che il suo profumo mi mandò in estasi.

Diventai rossa dall'imbarazzo,non per quello che aveva detto,ma per come l'aveva detto.

Certe frasi pronunciate da lui facevano un certo effetto!

“ Ma per favore!” cercai di riprendermi.

“ Scommettiamo?” mi stava sfidando.

“ Cosa vuoi scommettere?” la cosa mi intrigava.

“ Allora se entro tre giorni Newton ci prova con te,tu cercherai di essere più carina con me. In caso contrario, allora sarò io a comportarmi meglio.”

“ Ok,ci sto”. In fin dei conti anche se avessi perso ,la punizione non sarebbe stata così tremenda.

Come suonò la campanella Edward andò via senza dire una parola. Non capivo perché si comportasse in quel modo. Non avevo mai visto nessuno che cambiasse atteggiamento da un secondo all'altro. Cercai di non prendermela,evidentemente dovevo farci l'abitudine.

A pranzo mi sedetti di nuovo al tavolo dei miei nuovi '' amici''. Avevo bisogno di chiarire con Eve ma quello di certo non sarebbe stato il momento adatto.

Durante tutta la pausa,le ragazze sedute al mio tavolo non fecero altro che spettegolare su Edward facendo innervosire gli altri ragazzi. A loro non andava molto a genio questo ritorno. Soprattutto a Mike,da quello che avevo capito non si sopportavano molto.

Sfido chiunque ad essere amico di Edward se si comporta nello stesso modo in cui tratta me!

All'improvviso Cynthia si alzò dal tavolo e andò via. Io la seguii senza pensarci.

“ Cynthia fermati! Aspetta” le gridai mentre correva lungo il corridoio centrale. Sembrava non avermi sentito.

La ritrovai in bagno. Era seduta a terra,aveva l'aria preoccupata.

“ Ehi ma che ti prende oggi?” e mi sedetti al suo fianco.

Non rispose.

“ Senti,so che ci conosciamo da poco tempo e magari non ti va di raccontarmi i tuoi problemi,cosa piuttosto comprensibile,ma sappi che di me ti puoi fidare. Poi sono un'ottima ascoltatrice.” Le mostrai il mio sorriso migliore.

“ Liz non posso.” e voltò lo sguardo dall'altra parte.

“ Mi dispiace a vederti così. Sei sicura che non posso fare niente?” non sapevo cosa dire. Non ero molto brava in queste cose. Non volevo insistere perché sarei risultata invadente,ma nello stesso tempo volevo aiutarla,come lei aveva fatto con me.

“ No,purtroppo no.” e iniziò a piangere.

L'abbracciai forte,cercando di essere il più delicata possibile,di certo non volevo farle male. Lei si appoggiò sulla mia spalla e continuò a piangere,sempre più forte.

“ Tranquilla va tutto bene.” le dissi mentre le accarezzavo i capelli.

“ Oddio mi dispiace,ti ho bagnato tutta la felpa.” mi disse mentre si asciugava le lacrime.

Io scoppiai a ridere. Come poteva pensare a queste cose in questo momento? Finalmente anche lei sorrise.

“ Liz,cerca di capirmi. Io mi fido di te,molto più di quanto immagini,ma la situazione è troppo complicata e finirei per ferire delle persone se ti raccontassi cosa mi sta succedendo.” cercò di giustificarsi.

“ Ehi non devi chiedermi scusa. Ti capisco,certe cose non vanno dette,nemmeno se ti fidi ciecamente.” Nessuno meglio di me poteva sapere come si sentiva.

In quei giorni avevo avuto molte volte la tentazione di confidarmi con lei,su quello che ero e sul perché spesso dovevo mantenere le distanze dagli altri. Ma sapevo benissimo di non poterlo fare. La verità l'avrebbe troppo spaventata. Di sicuro penserebbe che io sono un mostro,che potrei farle del male e poi metterei in pericolo tutta la mia nuova famiglia.

Non potevo fare questo proprio a loro.

“ Sapevo che non mi avresti giudicata.” e mi abbracciò di nuovo.

“ Avanti torniamo dagli altri,ci staranno cercando. Siamo scappate come due pazze!” e le tesi la mano per aiutarla a rialzarsi.

“ Hai ragione.” si guardò allo specchio per vedere se era ancora presentabile e poi tornammo nella mensa.

Sfortunatamente la pausa era già finita,quindi fummo costrette a correre subito in classe.

Le ore del pomeriggio passarono lentissime. Feci fatica a seguire le lezioni e rischiai più volte di addormentarmi,le mie poche ore di sonno della notte precedente di certo non mi aiutarono. Mike fu costretto anche a strattonarmi durante Matematica, mi ero completamente accasciata sul banco. Fortunatamente nessuno,eccetto lui se n'era accorto.

Finita la lezione andai verso il mio armadietto per riprendere la mia roba.

“ Liz hai fatto le ore piccole questa notte?” mi raggiunse Mike accompagnato da Cynthia.

“ Si purtroppo. Edward non ha fatto altro che svegliarmi.” mi accorsi subito di quello che avevo detto e arrossii. Perché oggi i miei pensieri no rimanevano chiusi nella mia testa?

“ Come scusa?” mi disse Mike con aria sconvolta.

“ No,volevo dire che … insomma Edward ha la camera affianco alla mia e questa notte probabilmente non è riuscito a dormire e quindi ha fatto un po' di rumore svegliandomi più volte. Hai capito?” in effetti era la verità,tranne per il fatto che i vampiri non dormono mai!

“ Si,capisco. Anche io questa notte ho avuto un po' di problemi nel prendere sonno. Sai,troppo pensieri” aggiunse il ragazzo.

Di sicuro avrebbe voluto che io mi informassi sui suoi '' pensieri'',ma non avevo alcuna voglia di starlo ad ascoltare,ora volevo soltanto tornare a casa e finalmente chiarire la situazione con Eve. Era già durata abbastanza la lite.

Come arrivammo nel parcheggio non trovai nessuno,tranne Edward appoggiato alla sua Volvo che mi aspettava con aria infastidita.

“ Elizabeth vuoi un passaggio?” mi chiese Mike.

“ Cosa? Oh no,non preoccuparti. Ma grazie per avermelo chiesto.” ero troppo infastidita per poter essere più gentile.

“ Figurati! Quando vuoi!”

Gli sorrisi di sfuggita,salutai Cynthia e andai verso la macchina.

Come la mattina,mi aprii la portiera da vero gentiluomo. Si mise al volante e con un abile manovra superò le altre macchine in coda e si inserì nella strada.

“ Potresti guidare con più prudenza? Non voglio morire schiacciata da un furgone!” gli dissi acida.

“ Pensi che sia così imbranato da fare un incidente?” mi rispose divertito.

“ Probabile.”

Cambiò subito espressione. Ora era teso e nervoso,stringeva forte il volante. Per un attimo pensai si sbriciolasse sotto quella pressione.

“ Ho visto che sei amica di Cynthia.” mi disse continuando a fissare la strada.

“ Si,qualche problema?” forse il mio tono di voce fu esagerato perché i suoi occhi si scurirono e divennero simili a due fessure.

“ Non voglio che tu la frequenti.” disse serio.

“ E chi ti dà il diritto di dirmi chi posso o non posso frequentare?” ora mi stava facendo innervosire.

“ Fai come vuoi,ma spero che la delusione non ti ferisca.”

Non so cosa avrebbe voluto dire con quelle parole,ma non mi importava affatto,non mi sarei di sicuro lasciata condizionare da una persona che non conoscevo.

Quando arrivammo a casa e scesi dalla macchina mi sembrò di essermi liberata da un peso enorme. Dopo quel breve scambio di battute,non volò più una mosca e la cosa mi infastidii molto.

Salii subito le scale in cerca di Eve e la trovai subito. Era sul divano della sala a guardare un programma alla tv con Jasper. Non credo che lo stessero proprio guardando, ebbi la sensazione di aver interrotto qualcosa perché il ragazzo si alzò di scatto aggiustandosi la camicia.

“ Potevi anche avvertirmi!” disse imbarazzato alla ragazza.

“ Sai che quando sono con te faccio fatica a concentrarmi!” e gli fece l'occhiolino.

“ Certo che lo so!” e le diede un leggero bacio sulle labbra.

“ Ora è meglio che vi lasci sole!” e uscii in giardino.

Mi accomodai sulla poltrona di fronte ad Eve.

“ Scusa non volevo interrompere niente.” dissi divertita.

“ Ah tranquilla. Abbiamo tanto tempo per riprendere da dove abbiamo lasciato.” finalmente era di buon umore.

“ Eve..”

“ Aspetta.” mi bloccò subito. “ Lascia parlare me,anche perché so già cosa vuoi dirmi.”. Dovevo immaginarlo.

“ Non ho intenzione di chiederti scusa per il mio atteggiamento,sono stata fin troppo calma per i miei gusti. Ma mi dispiace non averti rivolto la parola in questi giorni. Voglio che tra di noi le cose siano chiare. Liz per me sin dal primo momento sei stata come una sorella,veramente,e ti considero ancora tale,ma certe cose tu non puoi capirle e non voglio che tu dia giudizi affrettati.”

“ Ma allora spiegami,perché io non so cosa pensare?”

“ Se le persone ti tengono nascoste delle cose,non vuol dire che lo facciano con piacere.

Spesso lo si fa per proteggere chi amiamo. Non parlo solo di me,ma in generale.” mi spiegò dolcemente.

“ Continuo a non seguirti,ma mi fido. Non ho intenzione di discutere ancora con te.” ero sincera. Quella rottura tra di noi mi aveva ferita molto.

“ Prima o poi capirai tutto,è inevitabile, ma per ora è meglio che lasci perdere. Cerca di vivere le cose alla giornata,non cercare sempre delle spiegazioni. Spesso la verità ferisce.” il suo sguardo divenne triste.

Era la seconda volta nella giornata che sentivo questa frase,ma detta da lei era tutt'altra cosa.

“ Mi dispiace averti fatta arrabbiare.” e l'abbracciai forte.

“ Lo so sciocchina! Ora è passato.” e mi scompigliò i capelli.

“ Liz posso chiederti un favore?”

“ Certo dimmi pure.”

“ Cerca di essere gentile con Edward,non ha passato un bel periodo.”

“ Io?? Ma se è lui che non fa altro che provocarmi!” risposi alzando un po' troppo la voce.

Lei scoppiò a ridere.

“ Si lo so,ma è il suo carattere. Devi abituarti,non è un tipo molto socievole. Non come lo sono io.” e sorrise soddisfatta.

“ Questo l'avevo capito da sola.” e scoppiammo a ridere entrambe.

Mi erano mancati questi momenti.

“ Vivere qui non è stato semplice per nessuno. Abbiamo fatto molta fatica ad integrarci.” mi spiegò “ essendo una piccola cittadina,la gente parla più del dovuto. Nessuno e rimasto molto contento dell'arrivo della nostra famiglia,per molte ragioni. Edward è quello che avuto più problemi di tutti.”

“ Per questo è andato via?”

<< In parte si.>>.

Non mi aspettavo che rispondesse.

“ Penso di capire un po' la situazione,ma questo non vuol dire che accetterò la tua richiesta o almeno ci posso provare,ma non ti assicuro niente.”

“ Sapevo che avresti capito.”. Si alzò e saltellò verso la porta che portava in giardino.

“ Vedrai diventerete ottimi amici... prima o poi!” e sparì molto divertita della sua affermazione.

Chissà se aveva visto qualcosa? Di sicuro non me l'avrebbe mai detto.

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Capitolo 10
*** Choices ***


 

 

Choices

 

 

Le settimane passarono tranquillamente,se così si poteva dire. Non c'erano stati grossi cambiamenti. Il rapporto tra me e Eve era tornato alla normalità, la scuola andava piuttosto bene,anche se ero esausta.

Avevo dovuto recuperare parte del programma di alcune materie,visto che avevo cominciato a frequentare nel secondo semestre. Provai,invano,a chiedere aiuto ai miei fratelli,visto che ormai per loro il liceo non aveva più segreti,ma tutti si rifiutarono di passarmi i compiti o gli appunti.

E' giusto che tu ti comporti da ragazza normale,senza privilegi!” mi aveva detto dolcemente Esme. E così stavo facendo,ma non era semplice.

In fin dei conti non vivevo in una famiglia normale,anche se cercavo di mantenere i ritmi di vita di una studentessa qualsiasi, a casa era tutto diverso.

Non è facile vivere con dei vampiri. Loro sono instancabili,non hanno bisogno di riposare, sono iperattivi e spesso non capiscono che in queste caratteristiche io sono più vicina agli umani.

La cosa positiva era che la sera riuscivo a dormire tranquillamente. La maggior parte delle volte ero talmente stanca che mi addormentavo non appena mi sedevo da qualche parte.

Per alcuni giorni finirono anche gli incubi,anche se per troppo poco tempo.

Una mattina mi svegliai completamente ricoperta di sudore e urlando.

Quel sogno era stato totalmente diverso dai precedenti.

Ero in una stanza,al buio. Non c'era niente e nessuno con me,soltanto il vuoto.

All'improvviso notai uno specchio,solo che quando cercai di vedere la mia immagine,notai che non la rifletteva. In lontananza però c'era un ombra. All'inizio non capivo che fosse,ma poi si avvicinò. Era Edward. Era perfetto come nella realtà e stranamente sorrideva felice. Io avrei voluto girarmi per andare da lui,ma non potevo. Lui era riflesso solo nello specchio. Rimasi incantata ad osservare la sua immagine,quando l'atmosfera cambiò totalmente. Iniziai a tremare senza motivo,un senso di angoscia mi invase. Non capivo cosa stava succedendo,ma anche la sua espressione cambiò. I suoi occhi divennero neri e assunse una strana posizione,come se da un momento all'altro dovesse attaccare qualcuno.

E così fu. Un'altra sagoma apparve accanto a lui. Non riuscivo a distinguerla. Era alta,molto alta ed enorme.

Con uno scatto veloce,balzò sopra il mio vampiro e lo morse. Edward non riusciva a reagire. Io cercavo di urlare,volevo aiutarlo,ma non riuscivo a muovermi,ero totalmente paralizzata.

Poi mi svegliai urlando il suo nome.

Ero ancora sconvolta sul letto quando la porta della mia camera si aprì,era lui.

Liz che succede?” mi chiese avvicinandosi a me.

Cosa?” non riuscivo ancora a connettere bene. Penso che stessi ancora tremando.

Stavi urlando,beh precisamente urlavi il mio nome.” e fece il suo sorrisino sghembo.

No,non è vero.” cercai di giustificarmi.

Si,ti ho sentita.”

No,ti sbagli.” ero davvero in imbarazzo.

Improvvisamente mi accorsi che mi stava tenendo la mano e senza accorgermene gliela strinsi forte e lui si scansò brutalmente.

Non sono abituato alla gente che mi mente.” mi disse serio.

Non sto mentendo,ti sarai sbagliato.” non avevo la minima intenzione di ammettere la verità.

Non prendermi in giro. Non riuscirò a leggerti,ma so riconoscere una bugia.”. Mi disse serio.

perché vuoi saperlo?” risposi nervosa.

Curiosità. Non ti basta?”. Il suo sguardo non era affatto rilassato.

Va bene,ho mentito. Ho urlato il tuo nome.” dissi infastidita incrociando le braccia al petto.

perché?” domandò con un sorriso soddisfatto.

Ho sognato che venivi aggredito e ho avuto paura.” Ormai non aveva più senso mentire.

Paura di cosa?” Mi chiese sempre più curioso.

Non lo so,davvero. Avevo solo il timore che ti potesse succedere qualcosa.”. Non riuscivo più a sostenere il suo sguardo.

Non credo che la mia incolumità ti riguardi.”

Mi girò le spalle e andò via. Rimasi per qualche minuto pietrificata. Che razza di persona poteva comportarsi in quel modo?

Non potevo credere di essere stata così sciocca da pensare che lui mi avrebbe capita,o almeno che avrebbe apprezzato il mio interesse ormai palese, nei suoi confronti.

Le mani mi tremavano ancora,non per l'incubo,ma per la frustrazione del modo in cui ero stata trattata. Ero furiosa.

Edward voleva la guerra? Beh,non poteva trovare avversario migliore.

Armata di tutto il mio coraggio mi diressi verso camera sua.

Bussai forte alla sua porta e attesi che venisse ad aprirmi ma lui si limitò ad un semplice “ entra”.

Seguii il suo invito e mentre stavo per entrare, improvvisamente tutto l'adrenalina di qualche secondo prima mi abbandonò lasciandomi disarmata.

Lui non mi degnò di uno sguardo, continuò a riporre con ordine dei vecchi libri su un grande scaffale che occupava gran parte della parete nord della stanza.

La debole luce del mattino entrava dalla grande vetrata che si affacciava direttamente sulla foresta, proprio come quella che era in camera mia.

In realtà le nostre camere erano molto simili, sia per grandezza che posizione dell'arredamento.

Con sorpresa notai che anche lui aveva un letto, contrariamente al resto della sua famiglia. Non capivo a cosa gli servisse! Ammucchiati ai suoi piedi, c'era una catasta di diari o almeno era quello che credevo. Erano molto antichi, con delle copertine di pelle piuttosto logorata. Ogni tanto sbucava qualche voglio riempito di parole e disegni.

perché hai un letto?” chiesi stupidamente. Liz, dannazione, non sei andata lì per fare domande sull'arredamento!

Mi piace la comodità.” rispose con un sorriso malizioso stampato sul suo volto perfetto.

Se lo dici tu!” e sollevai le spalle.

Cosa vuoi?” mi chiese tornando serio.

Ecco, era giunto il momento di parlare e io non avevo la minima idea di cosa dirgli.

Erano rare le situazione in cui perdevo l'uso della parola. Solitamente avevo sempre la battuta pronta ma con lui era diverso. Ogni volta sapeva come spiazzarmi.

Si può sapere cosa ti ho fatto? Non capisco perché mi detesti così tanto.” dissi incrociando le braccia al petto, probabilmente volevo assumere una posizione da dura ma non credo che il risultato fu quello, infatti lui scoppiò a ridere guardano la mia espressione.

Automaticamente arrossi per la pessima figura.

Non è vero che ti detesto. Mi diverto a provocarti!” rispose lui con aria irritante “ a volte sei così umana.” e scandì l'ultima parola quasi divertito.

Beh, ti comunico che a me questa cosa non fa piacere, quindi evita di comportarti ancora così!”. Mio dio, sembrava una bambina di cinque anni alla quale hanno rubato la bambola preferita! Possibile che dalla mia bocca non uscissero altro che stupidaggini?

Pessima idea quella di affrontarlo senza aver preparato un discorso intelligente.

Altrimenti? Mi fai del male?” continuò ironico.

Credo che in quel memento diventai viola per il nervoso. Strinsi i pugni e uscii, con quella poca dignità che mi era rimasta, dalla sua camera.

Quando scesi per fare colazione,lui era già andato via. Non mi aspettavo di certo di andare a scuola con lui,ma mi infastidiva il suo atteggiamento.

Anche a scuola mi tenne il più possibile a distanza,non si presentò nemmeno alla lezione di biologia.

Liz,oggi sei strana.” mi chiese Cynthia mentre eravamo a mensa. “ Cos'hai?”

Niente di importante. Ho solo discusso con Edward. Penso che sia più che normale non andare d'accordo con lui.” In effetti non potevo darle torto,anche gli altri studenti lo evitavano.

Comunque è stano. Non l'ho mai capito veramente.” disse lei.

Eravate amici prima?” le chiesi incuriosita,magari avrei capito qualcosa in più.

Un giorno ti racconterò tutta la storia. Qui ci sono troppe orecchie in ascolto.” e sorrise guardandosi intorno.

Si hai ragione.” confermai.

E a te cos'ha fatto per ridurti in questo stato?” mi domandò preoccupata.

Mi sono svegliata gridando il suo nome e poi non è stato molto piacevole rispondere alle sue domande.” Solo ripensare a quel momento mi infastidiva tantissimo.

Beh,in effetti dev'essere stato piuttosto imbarazzante.” ammise Cynthia. “ Liz,posso darti un consiglio da amica?” mi chiese con aria seria.

Certo dimmi.”

Non credo che Edward faccia per te.” la sua espressione era ancora più cupa.

Cynthia è stato solo un sogno. Non significa nulla.” Sapevo che non era vero,ma non avevo intenzione di ammetterlo.

Non ti sto giudicando. Prendilo come un avvertimento da parte di una persona che tiene a te. Tu non lo conosci ancora,non sai quello che è in grado di fare. Non permettergli di farti del male,veramente.”

Se solo avesse saputo la verità su di lui. Non oso immaginare la sua reazione.

Cynthia credo che tu stia esagerando. Non devi preoccuparti,non sono stupida e soprattutto non mi faccio coinvolgere in così poco tempo.” e le sorrisi per tranquillizzarla. Quanto vorrei che le mie parole fossero state vere.

Si,forse sono stata un po' melodrammatica.” e mi mostrò uno dei suoi sorrisi migliori.

Vedrai che stasera staremo meglio entrambe. Dobbiamo assolutamente divertirci.”

perché cosa c'è stasera?” le chiesi incuriosita.

Ma come!,stasera dobbiamo andare a Port Angeles con gli altri.” mi rispose sospirando,aveva perfettamente capito dalla mia espressione che mi ero completamente dimenticata dell'appuntamento.

Cynthia io...” non sapevo cosa dire.

Non voglio scuse. Tu questa sera verrai.” Era irremovibile.

Certo che verrà. Perché non dovrebbe?” si intromise Mike.

Ragazzi scusate,ma me ne sono completamente dimenticata.” Ammisi sinceramente.

E qual'è il problema? Hai preso un altro impegno?” continuò il ragazzo.

No,no però non so come venire e non mi sono organizzata.”

Tranquilla,ti passo a prendere io.” Disse Mike un po' impacciato.

No,grazie. Non voglio disturbarti.”

Non mi andava proprio che Mike Newton mi venisse a prendere a casa Cullen. Già potevo immaginare i commenti sarcastici di Emmet e Eve.

E poi sarebbe stato una sorta di appuntamento e la cosa non mi entusiasmava affatto.

La giornata a scuola fu piuttosto noiosa e come avevo previsto Edward mi evitò tutto il tempo.

Quando uscii nel parcheggio per tornare a casa,lui era già andato via.

Non sapevo proprio cosa fare per la serata. Non mi andava di chiedere un passaggio ad uno dei miei fratelli,ma non potevo di certo andare a piedi,così chiesi consiglio ad Esme.

Cara,credo che non ci siano problemi. Dicci a che ora vuoi andare e noi ti portiamo.” mi disse la donna.

Oh,grazie mille.” risposi sollevata.

Sono molto contenta che ti sei fatta degli amici. I miei figli non sono stati così bravi.” e scoppiò a ridere.

Ma come faceva Esme ad essere sempre di buon umore?

Mi affidai alle cure di Eve per quanto riguardava l'abbigliamento,ma me ne pentii subito.

Iniziò a farmi provare ogni singolo vestito che avevo nell'armadio per poi arrivare alla conclusione che dovevo indossare qualcosa di casual ma allo stesso tempo sexy.

Dopo varie ore di prove trovammo qualcosa. Un abitino corto blu. Non ero molto convinta,così per venirmi un po' incontro,Eve accettò di farmi indossare le Converse invece di un tacco vertiginoso. Riuscii a convincerla solo dopo averle dimostrato quanto posso essere scoordinata e impacciata con delle scarpe che non siano rasoterra!

Era da molto tempo che non mi concedevo un'uscita mondana,tranne che con Eve.

Quando ero a Los Angeles non avevo una gran vita sociale. Sono sempre stata il tipo di persona a cui piace stare da sola.

Preferivo leggere un bel libro o guardare un film piuttosto che avventurarmi in strade affollate. Forse era per questo che non avevo tanti amici,ma la cosa non mi era mai pesata.

Ho sempre pensato che la gente che non apprezzava il mio carattere chiuso e riservato,probabilmente non mi meritava.

Più che pensare,diciamo che mi era autoconvinta di questo.

Wow,finalmente sei vestita come si deve.” mi disse Eve entusiasta mentre finiva di truccarmi.

Se lo dici tu.” Non ero particolarmente convinta sulla serata.

Non ero dell'umore adatto per sentire le chiacchiere di Jessica e le altre.

Lo facevo solo per Cynthia,ci teneva tanto alla mia presenza. Del resto come darle torto! Non capivo come poteva stare con quelle persone così sciocche e superficiali.

Avanti,un po' di entusiasmo! Non stai mica andando ad un funerale.” continuò trascinandomi verso lo specchio.

Beh che mi dici?”

Sei stata davvero brava,Eve. Quasi non mi riconosco.” risposi stupita.

Lo so,lo so. Sono fenomenale.” e iniziò a ridere e a saltellare per tutta la stanza mentre riordinava i vestiti riponendoli con ordine nell'armadio.

In effetti era stata fantastica. Non mi consideravo brutta,ma non avevo mai avuto molta fiducia nel mio aspetto.

Ho sempre pensato di essere troppo alta,il mio 1.76 cm mi lasciava un po' perplessa.

La mia trasformazione invece avevo reso,fortunatamente,il mio corpo più atletico e armonioso.

Rimasi felicemente sorpresa che la mia sorellina fosse riuscita ad arricciare i miei capelli. Quella donna,quando si metteva in testa qualcosa,non la fermava nessuno!

Mike morirà stasera.” disse facendomi l'occhiolino.

Non dirlo nemmeno per scherzo!”

Non sto scherzando,l'ho visto.” continuò soddisfatta.

No,non me lo dire,ti prego. E io cosa devo fare?” odiavo queste situazioni imbarazzanti.

Non lo so. Se ti piace credo che dovresti accettare la sua corte. E' un po' stupido,ma è un bravo ragazzo.”

Ma a me non piace.” Non riuscivo nemmeno a pensare il contrario.

Lo immaginavo.”

Mentre uscivamo dalla mia stanza, Eve cambiò espressione. Sembrava guardare il nulla ed era perfettamente immobile.

Eve?” la chiamai,ma non rispose.

Si?” disse dopo qualche secondo. Sembrava appena essersi risvegliata da un lungo sonno.

Tutto bene?” le domandai preoccupata.

Si,si certo.” Era tornata normale.

Liz,stai attenta. Evita le cose che non riesci a gestire.”

Cosa?” ero un po' confusa.

Capirai. Ma cerca di seguire il mio consiglio. E' per il tuo bene.”

Non la sopportavo quando faceva così. Sapevo benissimo che aveva visto qualcosa. Perché non dirmelo invece di dire frasi che per me non hanno alcun senso?

Anche se lo desideravo non feci altre domande. Avevo imparato che a volte è meglio tacere.

Cavolo,se non avessi Rose,saresti già mia.” Mi disse Emmet scoppiando a ridere mentre scendevo le scale. La sua compagna di certo non aveva apprezzato la sua battuta e mi fulminò con lo sguardo.

Beh fratellino,potresti farci un pensiero!” continuò rivolgendosi ad Edward.

Non mi ero accorta che ci fosse anche lui. Era appoggiato alla porta della sala con le braccia conserte e mi guardava divertito.

Non è detto che non l'abbia già fatto.” rispose.

Io arrossii per l'imbarazzo,di certo non mi sarei aspettata un commento del genere. Mi infastidii molto la sua presa in giro.

Mmm qui c'è qualcosa che mi nascondete.” continuò Emmet stuzzicando il fratello.

Assolutamente no! Forse questa sera Edward è in vena di scherzare.” Puntualizzai acida. La sua presenza mi metteva a disagio.

Si,sono particolarmente allegro.” Rispose sbuffando e passandosi la mano fra i capelli.

Smisi di respirare per un secondo. Era davvero irresistibile quando faceva così,per un attimo dimenticai addirittura di essere in collera con lui.

Avanti,andiamo. Ti porto io stasera.”. Mi disse prendendo le chiavi della macchina.

Io lo guardai furiosa. Si divertiva troppo a rovinarmi la giornata. Ma perché proprio lui?

Già il mio umore era pessimo,ora con questa fantastica notizia peggiorò ulteriormente.

Infilai il cappotto e uscii dopo aver salutato tutti. Lui era già in macchina ad aspettarmi.

Entrai senza dire una parola,non mi andava di discutere con lui.

Accesi la radio per non far caso alla situazione tesa.

La musica di Chopin iniziò a rilassarmi.

Sei veramente carina stasera.” mi disse mentre continuava a fissare la strada.

Grazie.” risposi arrossendo. Speravo non se ne fosse accorto,ma dal suo sorriso immaginai il contrario.

Dove devo portarti?” Questa volta si girò dalla mia parte. Le luci delle altre macchine riflettevano sulla sua pelle perfetta.

Al negozio dei Newton,poi vado con gli altri.” Impiegai qualche secondo per formulare la frase.

No disse più nulla e proseguì lungo la strada. Quando arrivammo i ragazzi era già tutti lì. Non mi ero accorta di essere in ritardo.

Edward accostò vicino al furgoncino di Mike e scese per aprimi la portiera. Per l'ennesima volta mi colse di sorpresa. Come uscii dalla macchina mi accorsi che ci stavano fissando,soprattutto Jessica e Lauren che iniziarono subito con i commenti.

Stai attenta e divertiti.” mi disse Edward mentre toccò una ciocca dei miei capelli.

Smettila!” gli risposi scostandogli la mano. Odiavo i suoi cambi di umore,mi disorientava.

perché mi respingi sempre? Non è educato!” mi disse in tono ironico.

Senti chi parla.” Mi innervosiva troppo quando mi prendeva in giro.

Io vado.” e mi allontanai da lui.

Chiamami quando devo venirti a riprendere.” e andò via.

Mi diressi verso gli altri incespicando nei miei stessi piedi e mordendomi il labbro inferiore per il nervoso.

Ciao e scusate il ritardo.” dissi salutando tutti.

Tranquilla siamo appena arrivati.” mi rispose Mike sorridendo.

Liz sei bellissima stasera.” commentò Cynthia.

Tutto merito di Eve. Anche tu stai alla grande!”

Era starno vederla fuori da scuola,sembrava molto più grande con il trucco e i tacchi. Indossava un vestitino verde che le faceva risaltare gli occhi.

Grazie!” rispose mostrandomi il vestito.

Beh andiamo?” disse Mike aprendo la portiera dell'auto. Noi ragazze andammo con lui.

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Capitolo 11
*** Enemies ***


 

 

Enemies

 

 

Il ristorante dove cenammo era molto carino e accogliente. La situazione procedeva bene,tranne quando toccò a me parlare.

Allora Liz come ti trovi a Forks?” Mi chiese Eric mentre addentava un pezzo di piazza.

Meglio di quanto sperassi.” In effetti era vero.

Dopo tanto tempo mi sentivo finalmente a casa.

Com'è vivere con i Cullen? Sembrano strani.” aggiunse.

No,sono tranquilli. Molto ospitali.” cercai di rimanere sul vago.

Strano. Non abbiamo mai fatto amicizia con loro. Stanno sempre in disparte.” continuò Lauren.

Credo che siano solo molto riservati.” Precisai io.

Beh mi sarebbe piaciuto diventare amica di Edward. Non so se capite.” disse Jessica stuzzicando l'amica.

Non credo ci riuscirai. Dopo l'esperienza con Bella vorrà stare un po' da solo.” commentò Mike.

Tu che dici Liz?” mi chiese la ragazza.

Non saprei. Non parliamo molto.” Più che altro era lui che cercava in tutti i modi di avere un contatto con me.

Questa sera sembravate molto intimi.” commentò acida.

No,ti stai sbagliando.” La fermai subito.

Mah,non credo di essermi sbagliata. Riconosco certe cose.” insistette lei.

E io non credo di doverti dare spiegazioni.”

Forse avevo esagerato perché tutti mi guardarono con aria sconvolta. Involontariamente avevo alzato un po' troppo la voce.

Almeno per tutta la cena l'argomento Edward non venne più toccato,più che altro nessuno mi rivolse la parola dopo la mia uscita infelice.

Che ti ha preso prima?” mi chiese Cynthia mentre stavamo facendo una passeggiata.

Non lo so,mi ha innervosita quello che ha detto.” risposi mentre ci distanziavamo dagli altri.

Altre volte è stata più cattiva con te e tu hai sempre lasciato perdere. Questa volta non ti aveva detto nulla di così grave da farti reagire così.”

Si,hai ragione. Più tardi le chiederò scusa.” tagliai corto.

Non devi farlo se non è quello che senti. Vorrei solo capire perché hai fatto così. Sono un po' preoccupata.” ammise sinceramente.

Per cosa?” non avevo idea a cosa si riferisse.

Ogni volta che si parla di Edward tu cambi umore.”

Non è come credi.” chiarii subito.

Cioè?” Il suo atteggiamento non mi piaceva,era un po' troppo invadente per i miei gusti.

Non è come ha detto Jess. Non c'è nessuna sintonia,niente di niente. E' già tanto che riusciamo a convivere sotto lo stesso tetto.” odiavo ammettere questa cosa,non mi piaceva affatto quella situazione che si era creata fra di noi.

Era come se lui mi odiasse,voleva mantenere a tutti costi una certa distanza. Eppure non mi conosceva affatto.

Lo dici come se ti dispiacesse.” rispose lei.

Un po' si.” Un po' era riduttivo,ma non ero ancora sicura di potermi fidare al cento per cento di lei e quindi era meglio se certe confidenze me le tenevo per me.

Credo tu sia più coinvolta di quanto pensi.” aveva lo sguardo preoccupato.

Lui non ti piace vero?” Non era proprio una domanda perché immaginavo benissimo la risposta.

Non tanto.”

Mi hai detto che mi avresti raccontato il motivo del vostro astio. Ti va di dirmelo?”

Ero molto curiosa di sapere perché ce l'aveva tanto con lui.

Veramente non posso dirti tutto ora. La cosa non riguarda solo me e lui. Però posso raccontarti una parte.” la faccenda non la face sentire molto a suo agio.

Io la guardai come per invitarla a proseguire.

Ti ho già detto chi era Bella.” Di nuovo quel nome.

Ho sempre pensato che la cosa fra loro due non potesse andare a buon fine,ma nessuno mi ha mai dato retta.” mi spiegò lei.” da Bella me lo sarei aspettato,non è facile resistere ad uno come lui.”

Sospirai,chi meglio di me poteva saperlo?

Ma da Edward no. Lui sapeva benissimo quali rischi correva,eppure è stato così egoista da voler continuare.”

A quelle parole ebbi un sussulto. Era come se Cynthia conoscesse più di quello che voleva far vedere. Ma era impossibile che sapesse dei vampiri perché a quel punto doveva anche sapere chi ero io veramente.

Ma è stata lei ad andare via!” cercai di far finta di niente.

Lei è stata costretta ad andare via.” precisò.

Non ti seguo.”

La questione era sempre più confusa e di certo lei non mi aiutava a capire.

Come ti ho già detto non posso dirti tutto ,ma sappi che se non fosse stato per lui,lei non sarebbe mai andata via.” il suo sguardo era triste,evidentemente la cosa la faceva ancora soffrire.

Eravate molto amiche?”

Si,molto. Non è stato facile per me quando lei è partita. In pratica non avevo molti veri amici,solo in seguito mi sono inserita nel gruppo di Jessica grazie a Mike.” e fece un sorriso.

Io e Bella eravamo come sorelle,lei passava tutte le vacanze qui a Forks dal padre e negli ultimi due anni si era trasferita per un po' qui,lasciando la madre a Pohenix.

Ci conosciamo da quando siamo piccole. Poi suo padre è un grande amico del papà di Jake,il mio ragazzo, e quindi passavamo tutti e tre molto tempo insieme.”

Scusa non volevo rovinarti la serata con le mie domande.” cercai di giustificarmi.

No,hai fatto bene invece. Ora riesci un po' a capire perché ti dico di stare alla larga da Edward?” Ci eravamo fermate e ora lei mi guardava fissa negli occhi tenendomi per un braccio.

Si capisco,ma non credo che la cosa serva a molto. Come ti ho già detto non c'è niente e non ci sarà mai niente fra di noi!” e ripresi a camminare sciogliendomi dalla sua presa.

Lo spero. Credo che tu ti meriti di meglio.” e tornammo dagli altri che si erano fermati a comprare un gelato.

Allora di cosa parlavate voi ragazza?” mi chiese Mike mettendomi un braccio sulla spalla.

Non pensavo che avrebbe mai osato una mossa così audace. Jess subito mi guardò storto e io cercai di liberarmi da lui con discrezione,non avevo intenzione di avere altre discussioni inutili.

Cose private.” gli risposi sorridendo. Anche lui ricambiò il sorriso,forse con troppa enfasi.

Beh,siamo stati bene questa sera. Potremmo rifarlo.” continuò lui.

certo,perchè no!” in effetti non era stato così tremendo come lo immaginavo,tranne quel bisticcio con Jessica,il resto della serata era stato molto tranquillo.

Magari un giorno possiamo andare al cinema.” mi chiese un po' imbarazzato.

Si,possiamo organizzarci tutti insieme.”. Capivo benissimo dove voleva arrivare,ma fino all'ultimo pregai che non lo dicesse.

Veramente intendevo solo noi.” disse un po' deluso.

Mike,non credo sia la cosa migliore.” ora ero davvero in imbarazzo. “ Cioè sei un bravo ragazzo e penso che tu sappia come far stare bene una ragazza,ma io in questo momento non credo di volermi impegnare in nessuno modo.”

Capisco.” rispose offeso.

Mike ti giuro,non è per te. Sono io. E' da poco che sono qui e devo ancora ambientarmi e in questo momento ho bisogno più che altro di veri amici che mi stiano vicino. Capisci quello che voglio dire?” non sapevo che altre scuse inventare,non volevo offenderlo,ma nemmeno creare un illusione futura.

Certo! Vuoi che rimaniamo amici.” e cercò di sorridere.

Si. Faresti questo per me?”

Questo ed altro.” e si allontanò vero gli altri.

Mi dispiaceva avergli risposto in maniera così schietta,ma era meglio per lui.

Sicuramente avrebbe avuto più punti in comune con un'altra ragazza che con me.

Presa dai discorsi dei miei compagni mi dimenticai completamente di chiamare Edward e ormai eravamo già tornati al punto dell'incontro.

Gli telefonai immediatamente. Mi rispose con un tono piuttosto irritato e concluse subito dicendo “ Sto arrivando.” Il suo umore era di nuovo cambiato,credo che non mi sarei mai abituata a questa cosa.

Jass e Lauren andarono subito via poiché abitavano nelle vicinanze. Mike e Eric furono gentili ad aspettare che qualcuno venisse a riprendere me e Cynthia.

Dopo qualche secondo sentii una moto provenire dall'altro lato della strada e la mia amica subito scattò in piedi.

Nel parcheggio del negozio dei Newton si fermò un ragazzo,molto alto,leggermente scuro di carnagione e dai lineamenti particolari.

La cosa che mi colpì di più era che fosse vestito con abiti molto leggeri,nonostante l'aria rigida di quel periodo. Portava un paio di Jeans strappati che gli arrivano sopra il ginocchio e una maglietta a maniche corte.

Aveva all'incirca una ventina d'anni,ma guardandolo meglio poteva dimostrarne qualcuno di meno.

Aveva i capelli corti e neri e occhi molto profondi.

Riuscii a vederli bene perché non appena scese dalla moto mi fissò con aria infastidita e arricciando il naso.

Jacob.” gli corse in contro Cynthia dandogli un bacio sulle labbra.

Per riuscire a raggiungere la sua bocca fu costretta a mettersi in punta di piedi. Era davvero minuscola in confronto a lui.

Ciao piccola.” le disse lui ricambiando il bacio sollevandola leggermente da terra.

Poi tornò a fissarmi,con aria minacciosa.

Allora è lei la nuova arrivata.” si rivolse alla ragazza.

Si,lei è Elizabeth.” rispose lei tenendolo per un braccio.

Come immaginavo.” bofonchiò senza togliermi lo sguardo di dosso.

Non capivo cosa volesse da me. Volevo dire qualcosa,ma i miei nervi erano troppo tesi. Sapevo che la situazione non era molto pacifica.

In una frazione di secondo,però,tutta la scena cambiò improvvisamente.

Sentii a malapena una macchina sgommare e subito dopo qualcuno mi afferrò da dietro trascinandomi via.

Ma cosa...” cercai di parlare,ma come mi girai mi accorsi che era Edward.

Lui e Jacob si scambiarono un occhiata carica di odio.

Cynthia era ancora ancorata al braccio del ragazzo come se volesse fermarlo. I muscoli di lui erano tesi e gli occhi simili a due fessure.

Istintivamente presi Edward per mano,quell'aria non mi piaceva affatto.

Al contrario di tutte le mie aspettative,lui ricambiò la mia stretta e mi sentii subito più al sicuro.

Jake andiamo.” disse Cynthia con occhi terrorizzati mentre tentava di spingerlo via,inutilmente. Lui era rimasto immobile e visibilmente più irritato.

Edward mi cinse le spalle con un braccio e mi riportò verso la macchina.

Mike e Eric erano rimasti anche loro senza parole. Il primo stava cercando di mettersi in mezzo ma l'amico lo bloccò subito.

Prima di chiedere la portiera il vampiro si girò in dietro per rivolgersi verso Jacob.

La prossima volta che la guardi così ti ammazzo,lurido cane.”

Entrò in macchina e andò via a tutta velocità.

Ero assolutamente sconvolta da quello che era successo,era accaduto tutto così in fratta che solo dopo essermi calmata riuscii ad esclamare “ Che diavolo è successo lì?”

Lui non rispondeva,continuava a stringere il volante e a guardare la strada. Le sue mani tremavano ancora.

Edward!” questa volta urlai.

Non sono affari tuoi.” mi rispose nervoso.

Non sono affari miei?Quello ci avrebbe ucciso se avesse potuto!” continuavo ad urlare.

Dannazione!” mi gridò contro.” Io te l'avevo detto. Perché non mi dai mai retta? Ti avevo avvertita di non frequentare quella ragazza.” era furioso. I suoi occhi erano neri come la pece,mi terrorizzava.

Se solo tu avessi letto i suoi pensieri.” un ruggito gli uscì dal petto.

Edward calmati!” cercai di toccargli un braccio ma si scansò brutalmente.

Durante tutto il viaggio non ci scambiammo una parola.

Non avevo la minima idea di cosa stesse succedendo,non pensavo che Edward potesse odiare qualcuno in questo modo. E poi cosa voleva quel Jacob da me?

Per non pensare a Cynthia,l'avevo lasciata in quel modo. Anche lei sembrava molto spaventata.

Tornati a casa, Edward non rientrò,andò subito nella foresta. Sicuramente doveva sbollire la rabbia.

Come rientrai dentro,Eve mi venne subito in contro.

Stai bene?” era più pallida del solito.

Avrei dovuto prevederlo,ma è così difficile con loro.” mi disse abbracciandomi forte.

Eve non capisco.” ora ero ancora più confusa.

Non preoccuparti,non devi temere nulla. Sistemeremo tutto noi. Ora vai a letto,devi essere stanca.” e mi spinse su per le scale.

No,non ho sonno.” mi fermai “ Cosa vuol dire ''risolveremo tutto noi''?”

Niente. Non pensarci va tutto bene,veramente.” e scandì l'ultima parola per tranquillizzarmi.

Se lo dici tu.” Non ero molto convinta,ma sapevo che non mi avrebbe mai dato alcuna risposta,così lasciai perdere.

Eve,dov'è andato Edward?” le domandai prima che andasse via.

A caccia. Non preoccuparti,ho mandato Jasper a controllare.”

Feci una doccia veloce e indossai il pigiama. Cercai di mettermi a letto ma non riuscivo proprio a prendere sonno,quelle immagini erano ancora vive nella mia mente. Gli occhi di Jacob puntati su di me, la sua reazione nel vedere Edward e lui che mi portava via.

Aprii la grande vetrata che ridava sulla foresta e mi fermai ad osservare il paesaggio e prendere una boccata d'aria.

Era raro vedere la luna a Forks,il cielo era sempre coperto di nubi,ma quella notte era diverso.

La luce illuminava leggermente il paesaggio. Era uno spettacolo favoloso e rilassante. Non si sentiva quasi nulla,solo qualche animale che si spostava fra la vegetazione.

Mentre stavo per chiudere la finestra notai un ombra che usciva dal bosco. Era Edward che stava tornando.

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Capitolo 12
*** Never Leave Me ***


 

Never leave me

 

 

Rimasi a fissarlo per qualche secondo. Penso di non averlo mai visto così bello come quella volta. I suoi capelli erano più scompigliati del solito a causa della corsa,la camicia blu era leggermente fuori posto e il suo sguardo era unico,aveva una luce che avrebbe incantato chiunque.

La sua pelle era meno pallida del solito,il sangue di cui si era appena nutrito avevo colorato le sue guance di un rosa pallido.

La sola immagine di Edward a caccia mi fece venire la pelle d'oca.

Se non mi avesse guardata avrei pensato di sognare.

Arrossii subito vedendo un sorriso appena accennato sul suo volto e non so con quale coraggio,lo invitai a salire.

In pochi secondi lo trovai ad un centimetro da me. Il suo odore così fresco e dolce mi diede subito alla testa. In qualche modo mi ricordava il muschio.

Stai meglio?” riuscii a parlare a stento,mentre abbassavo lo sguardo. Era sempre difficile sostenere il suo e contemporaneamente mantenere la lucidità.

Molto meglio,grazie.” e con un dito mi sollevò il mento per guardarmi negli occhi.

Tu stai bene?” mi domandò con una voce così sensuale che mi tremarono le gambe.

Logicamente una vampata di calore mi accese il viso e lui scoppiò a ridere.

Sei incredibile!” mi disse mentre si sdraiava sul mio letto con le braccia dietro la nuca.

Io rimasi immobile finché lui non mi fece segno di andargli vicino.

Ero in completo imbarazzo,non sapevo proprio come comportarmi,non era da lui avere questo tipo di atteggiamento nei miei confronti. La cosa che mi agitava di più,però,era che non eravamo mai rimasti soli in un contesto del genere.

Che fai,rimani in piedi o vieni qui?” mi disse in tono ironico porgendomi la mano.

Cercai di mantenere le distanze il più possibile e mi sdraiai lontana da lui.

Iniziai a giocherellare con le mani per il nervoso mentre lui continuava a fissarmi assolutamente a suo agio.

Rimanemmo per qualche minuto in silenzio,i più lunghi della mia vita. Poi finalmente iniziò a parlare.

Non mi chiedi niente?”

Tanto so che non risponderesti.” risposi continuando a guardare il soffitto.

La cosa ti infastidisce?” continuò lui girandosi verso di me.

Lo sai già.” Io,al contrario,rimasi immobile.

Sei particolarmente accondiscendente questa sera.” e iniziò ad accarezzarmi una ciocca di capelli. “ Potrei approfittarne.” disse mostrandomi il suo sguardo sghembo che io adoravo.

Divertente.” risposi un po' acida.

Molto.” mi sussurrò in un orecchio.

Un brivido mi percorse tutta la schiena e per l'ennesima volta, nel giro di un'ora, diventai rossa dall'imbarazzo.

Cynthia mi ha raccontato di Bella.” dissi tutto d'un fiato per evitare che la situazione prendesse un'altra svolta.

Si lo so. L'ho letto nei suoi pensieri.” rispose rimanendo immobile. Non si era staccato un centimetro da me.

Dice che è colpa tua.” continuai.

Cynthia dice molte cose.”

E' la verità?” gli domandai guardando verso di lui.

Vuoi parlarne proprio ora?” mi disse sorridendo.

perché,non possiamo?”

Mmmm no.” e si avvicinò sfiorandomi il braccio.

Abbiamo tanto tempo per parlare” e con un dito mi accarezzò il profilo del mento e poi giù fino al collo. In quel momento faticai davvero a respirare.

Nell'ultimo anno ho imparato che non è conveniente sprecare il tempo,anche quando si ha tutta l'eternità davanti. Bisogna godersi sempre il momento.”.

Il suo tono di voce cambiò,era molto più profondo e basso. Sussurrava quasi le parole.

Poi all'improvviso si sporse sopra di me e spense la luce.

Iniziò a girarmi la testa,non ero affatto a mio agio in questa situazione.

Che fai?” domandai scioccamente.

Ti lascio riposare,è tardi.” mi disse accarezzandomi i capelli.

Non sei stanca?” continuò lui.

Non credo di riuscire a prendere sonno.” gli risposi. La mia voce stava tremando.

Poi mi passò un braccio dietro la schiena e mi avvicinò a lui.

Ora eravamo praticamente attaccati. Sentivo chiaramente il mio cuore che batteva forte contro il suo petto assolutamente muto.

Con una mano mi teneva stretta a lui,mentre con l'altra mi accarezzava il viso.

Istintivamente posai la mia mano sul suo torace,lasciato scoperto dai primi bottoni della camicia.

Era così fresco e nello stesso tempo morbido. Il sangue della caccia scorreva ancora,mescolandosi al suo odore.

Iniziò delicatamente a baciarmi,prima sul mento,poi sul collo. Per una frazione di secondo avrei voluto che i suoi denti perfetti sprofondassero nella mia pelle così da poter assaggiare il mio sangue che tanto desiderava. Sapevo che anche lui stava pensando la stessa cosa,infatti immediatamente mi baciò sulla bocca con più trasporto di quanto mi aspettassi.

All'inizio rimasi immobile. Non era facile per me,lui era molto più allenato a controllarsi. Cercai di non pensarci e mi lasciai trasportare da lui.

Mi stringeva sempre più forte e io gli passai una mano dietro la nuca per avvicinarlo ancora di più a me.

Con un movimento fluido mi portò sopra di lui cingendomi i fianchi con le mani. La mia carne sotto il suo tatto divenne incandescente.

Cercai di slacciargli la camicia ma le mie mani non erano particolarmente ferme i quel momento,così decisi di rinunciare e gli feci saltare tutti i bottoni nel tentativo di aprirla.

Lui rise divertito continuandomi a baciare.

Edward,al contrario,con molta facilità mi sfilò il pigiama.

Non ero più intimorita. Eravamo talmente in sintonia che sembravamo fatti l'uno per l'altra.

Il suo corpo assolutamente perfetto risplendeva sotto la debole luce della luna,era uno spettacolo magnifico. Non potevo credere che stesse accadendo proprio a me,a noi. Che fino a qualche ora prima non riuscivamo nemmeno a scambiarci una parola senza aggredirci.

Trascorremmo tutta la notte a fare l'amore, a ridere e scherzare come se fosse la cosa più normale al mondo, come se fossimo sempre stati destinati a vivere quel momento.

Alle prime luci dell'alba mi addormentai fra le sue braccia,mentre lui sussurrava al mio orecchio le più dolci parole che io avessi mai sentito.

Era come vivere in un sogno.

Dormii tranquillamente cullata da lui fino a tarda mattinata.

Quando aprii gli occhi per cercare il suo sguardo,non lo trovai. Edward era andato via.

Scattai immediatamente in piedi per guardarmi intorno. Non credevo di aver immaginato tutto,avevo ancora la sua camicia addosso,ma per qualche motivo lui non c'era.

Mi sedetti sul letto e aspettai un po'. Ripensai alla notte appena trascorsa,i suoi baci,le sue carezze,la sua voce. Era stato tutto così magico e perfetto che non vedevo l'ora di assaporare di nuovo le sue labbra.

Passava il tempo ma lui non tornava. Il panico mi prese all'improvviso. Forse avevo fatto qualcosa di sbagliato,magari lui non aveva provate le mie stesse emozioni. Questo,però,voleva dire che tutto quello che mi aveva detto era stata solo una spudorata menzogna.

Non credevo potesse farmi una cosa del genere,non poteva!

Decisi di fare una doccia e poi scendere giù a cercarlo,ma me ne pentii amaramente.

Come aprii la porta della camera sentii urlare qualcuno,così per ascoltare meglio mi avvicinai alle scale senza fare il minimo rumore.

Sei un idiota! Che cavolo ti è saltato in mente?” diceva lei con tono furioso.

perché non mi rispondi?” continuò tirandogli una spinta.

Cosa devo dirti? Non sono affari tuoi.” rispose Edward serio.

Non avevo idea di cosa stessero parlando,o almeno non volevo ammetterlo a me stessa.

Cosa ti è successo? Non eri così prima.” aggiunse Eve con sguardo ferito.

Non credo di aver sbagliato. È stato solo sesso e lei non sembrava affatto contraria.” rispose lui.

A quelle parole le mie gambe cedettero. Cosa stava accadendo?

Ma cosa dici? Sei uscito completamente di testa? Ma non lo vedi che lei è pazza di te?”

Non mi interessa. Non l'ho costretta a fare niente.”

Non potevo credere a cosa stavo ascoltando,quello che fino a qualche ora fa era stato un bellissimo sogno ora si stava trasformando in un incubo.

Iniziò a girarmi la tasta, per un attimo persi l'equilibrio e mi aggrappai al muro per evitare di cadere. Improvvisamente si girarono verso di me.

Avevo gli occhi pieni di lacrime,ma non volevo far vedere quanto fossi distrutta. Non potevo dargli anche questa soddisfazione.

Edward mi guardò un secondo e poi andò via,senza nemmeno dire una parola.

Liz” disse Eveline avvicinandosi a me.

No,per favore.” le risposi cercando di rimanere in piedi.

Liz,dai. Vieni qui.” e cercò di abbracciarmi.

No,no.” e la scacciai.” Voglio stare sola.”.

Corsi in camera sbattendo la porta.

Non riuscivo a credere che stava davvero accadendo. Non potevo essermi fatta ingannare in questo modo.

Non riuscivo a respirare,avevo un macigno che mi pesava sul petto. Dopo tutto quello che gli avevo confidato,le mie paure,quello che provavo per lui,come aveva potuto farmi questo? Che razza di persona era?

Mi buttai sul letto sprofondando la testa nel cuscino ma il suo odore era ancora troppo forte lì,le lenzuola sapevano di lui,tutto sapeva di lui,perfino la mia pelle.

Iniziai a piangere a dirotto mentre strappavo via le coperte dal letto. Ero così infuriata che lacerai completamente i cuscini,spargendo le piume per tutto il pavimento.

Ormai senza forze e senza fiato,mi raggomitolai sul tappeto.

Rimasi sdraiata per ore,finché non mi rimasero più lacrime da versare.

Non capivo perché la cosa mi facesse così male,era come se qualcuno mi avesse tolto l'aria.

Mi ero illusa che mi avesse capito,che finalmente avevo trovato una persona che mi accettava per quello che ero.

Per un secondo avevo anche immaginato che lui potesse provare solo la metà di quello che io provavo per lui.

Mi girai sulla schiena per guardare il soffitto. La camera era un disastro. Avevo praticamente distrutto quasi tutto,solo il letto rimaneva a malapena in piedi. Tutti i libri erano sparsi per la stanza,ricoperti anche loro dalle piume. Le lenzuola erano ammucchiate in un angolo,ridotte a brandelli.

Non mi ero resa conto di aver combinato un simile disastro,ma non avevo la forza per riordinare.

Cercai a fatica di rialzarmi per buttarmi sotto la doccia,dovevo eliminare ogni singola traccia di lui.

Rimasi sotto il getto dell'acqua bollente a lungo. Le lacrime scorrevano di nuovo sul mio viso. Una rabbia tremenda mi prese dall'interno. Dovevo odiarlo,con tutta me stessa. Era l'unica possibilità che mi rimaneva.

Nel tardo pomeriggio Eve tornò a bussare alla mia porta. Dopo vari tentativi la feci entrare.

Wow!” furono le uniche parole che riuscì a dire.

Io,seduta in un angolo,non le risposi.

Si sedette vicino a me e delicatamente iniziò ad accarezzare i cappelli ancora bagnati.

Ti va di parlare?” mi chiese con un sorriso.

Io mi limitai ad accennare con un no con la testa.

Dovreste chiarirvi”.

Io la fulminai con lo sguardo. Non avevo la minima intenzione di andare da lui.

Certo,non ora,ma appena ti calmi puoi sempre provarci.” continuò lei.

Lo sapevo” dalla mia bocca uscì una risata isterica “ dovevo lasciar perdere. Tutti mi avevano avvertita,ma io sono sempre così testarda. Finché non ci sbatto la testa non mi arrendo. E poi eccomi qui” cercai di asciugarmi le lacrime “ a piangere come una stupida.”

Liz,magari la situazione è più complicata” cercò di consolarmi “ per questo ti dico che dovete parlare. Ci sono molte cose che lui dovrebbe spiegarti.”

Lo stai giustificando?” mi alzai di scatto da terra “ Ma come fai?”

Non lo sto giustificando. Io sono dalla tua parte. Solo che secondo me è meglio chiarire.”

Chiarire cosa?” ora ero di nuovo infuriata. Cercavo di alzare la voce ma era ancora roca a causa del pianto. “ Noi non riusciamo a parlare normalmente,figurati in questa situazione. E' inutile.”

Liz... “ cercò di parlare ma non ce la facevo a sentirla ancora. Mi snervava il fatto che lo volesse difendere a tutti i costi,o almeno era l'unica cosa che capivo in questo momento.

Se solo avessi saputo che le sue parole erano un mucchio di stronzate,avrei preso tutto con più leggerezza.” continuavo ad urlarle.

Hei! Non alzare la voce con me. Ti ripeto che io sono con te,però penso che lui non ti abbia detto tutta la verità e che ieri sera si sia lasciato prendere dalla situazione un po' più del dovuto.” continuò lei.

Ne avevo abbastanza,non avevo la lucidità sufficiente per continuare quella conversazione.

Ero troppo delusa,di me stessa soprattutto. Non mi ero mai comportata in quel modo,non era da me concedere tanta fiducia ad una persona che in pratica era ancora uno sconosciuto per me, non era da me innamorarsi di qualcuno a prima vista.

Si,in quel momento capii di essere innamorata di Edward, perché nonostante tutto quello che aveva fatto,l'unica cosa che volevo era lui.

Rimasi quasi due giorni confinata nella mia camera.

Non uscivo mai,non avevo la forza di vederlo oppure di stare con gli altri. Odiavo essere il centro dell'attenzione in quel momento. Tutti erano fin troppo amorevoli con me.

Ogni secondo venivano a controllare se stavo bene, Esme aveva cucinato un'intera giornata dolcetti di ogni tipo. Con mio grande stupore anche Rosalie venne a cercarmi. Cercai di essere il più educata possibile quando la invitai a lasciarmi sola,ma non ebbi molto successo. Sapevo che per lei era stato un grande sforzo venire da me,ma non ero dell'umore adatto per parlare,ne con lei,ne con nessun altro.

Persi anche una giornata di scuola. Durante la giornata Cynthia mi chiamò più volte,ma evitai anche lei.

Solo la sera,finalmente risposi al telefono.

Liz,ma che hai fatto? È tutto il giorno che ti chiamo. Mi hai fatto preoccupare.” mi disse la ragazza con tono allarmato.

Tranquilla sto bene.” ma la mia voce diceva tutto il contrario.

No,non è vero. Non sei obbligata a raccontarmelo,ma almeno non mi mentire.”. Era piuttosto nervosa.

Ok,calmati. Perché ti sei preoccupata?” le chiesi.

Perché oggi a scuola non c'eri e nemmeno Edward. Poi non rispondevi al telefono e quindi mi sono un po' agitata.” mi spiegò.

Non sapevo che nemmeno lui non fosse andato. Che motivo aveva? Sapeva che io non sarei uscita di qui.

Ah. Abbiamo discusso. Beh non proprio,in realtà non ci parliamo.” stavo per crollare un'altra volta. Cercai di trattenermi.

Mi dispiace. Qualcosa di grave?” mi domandò.

Beh dipende dai punti di vista. Comunque si.”

Ti va di venire da me? I miei non ci sono,poi rimanere quando vuoi.”

Non lo so. Non mi va di uscire.”

Dai,su! Non fare così. Fa sempre bene parlare con qualcuno in questi casi,e poi prendi un po' d'aria.” cercò di convincermi.

Ok. Chiedo la macchina a Jasper,non mi va di farmi accompagnare.”

Va benissimo. Allora ci vediamo tra poco.”

Liz!” mi urlò dalla cornetta prima che riattaccassi.

Si?”

Guida piano. Ha nevicato tutto il giorno e la strada non è particolarmente facile.” mi avvertii.

Grazie,starò attenta.” perfetto,ci mancava anche questo.

Di certo nessuno si sarebbe offerto di lasciarmi la propria auto con questo tempo.

Non mi consideravano molto stabile in questi ultimi giorni.

Scesi al piano di sotto in cerca di Jasper,lui e Emmet erano i giardino a parlare.

Wow,pensavo non saresti più uscita da quella stanza!” cercò di ironizzare Emmet.

Come vedi ti sbagliavi.” lo fermai subito,non ero in vena di scherzi.

Jazz ho bisogno della tua auto.”

Cosa?” mi rispose lui un po' sorpreso.

Devo uscire e non so come fare.” gli spiegai.

Ti posso accompagnare io.” cercò di persuadermi.

No,preferirei andare da sola.”

Io ci penserei due volte prima di accettare.” commentò l'altro vampiro.

Per favore.” cercai di fare la faccia più carina che potevo,magari in qualche modo l'avrei convinto.

Liz non so. Non è che non mi fidi e solo che nelle tue condizioni non è prudente guidare,sei ancora scossa.” mi spiegò il vampiro biondo.

Ti prego. Ho bisogno di andare via da qui,almeno per qualche ora. Starò attenta.” non sapevo che altro dire.

Ok. Ma va via subito,prima che torni Eveline. Mi ammazza quando lo verrà a sapere.”. Mi rispose dandomi le chiavi.

Grazie.” e scappai subito.

Sapevo a cosa andava incontro aiutandomi,ma in questo momento non potevo pensare anche a lui. Comunque gli ero molto riconoscente.

 

 

 

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@ levia: grazie mille x i commenti!!! sono contenta che ti piaccia la storia!!! ahahaha no, non scrivo così veloce! la storia l'ho inizata a scrivere mesi fa quindi molti capitoli sono già pronti!

per quanto riguarda il rapporto con Edward... beh è piuttosto complicato!!!!

baci e al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 13
*** Crash In To My Head ***


 

Crash in to my head

 

 

Forse non era stata una grande idea mettermi al volante con quel tempo. La strada era completamente ghiacciata e la macchina non mi aiutava di certo. Era troppo veloce e scattante,non ero abituata e diverse volte rischiai di perdere il controllo della vettura.

Arrivai da Cynthia che era già buio. Lei abitava dall'altro lato della città,in una bella casa ai confini con il territorio degli indiani Quileute.

Pensavo non venissi più.” mi disse la ragazza mentre mi faceva entrare.

Si,scusa. Non sono molto pratica con le auto sportive.” le risposi sorridendo.

L'atmosfera di un ambiente diverso da casa mia mia aiutò a rilassare i nervi. Almeno qui non dovevo avere paura di fare spiacevoli incontri.

Vieni siediti. Vuoi qualcosa da mangiare?” mi chiese Cynthia.

No grazie. Sto bene.” Il mio stomaco ormai rifiutava qualunque cosa.

Oh dai. Una cioccolata calda ti farà bene.” continuò lei.

Rifiutai di nuovo ma lei insistette finché non fui costretta a cedere. Quando voleva sapeva essere piuttosto persuasiva.

Sapevi che il cioccolato migliora l'umore?” aggiunse mentre preparava la bevanda.

Ne avevo sentito parlare.”

Allora? Dimmi tutto.”

E' complicato.” Il solo pensiero di doverle raccontare tutto mi faceva stare male.

Abbiamo tempo.” mi incitò lei.

Beh diciamo che Edward si è comportato da vero stronzo questa volta.”

Le raccontai tutto,faticai davvero tanto a trattenere le lacrime.

Non ci credo.” mi disse lei dopo che ebbi finito.

Nemmeno io,ma è la verità.” confermai.

Credo che la cioccolata a questo punto non serva a molto.” cercò di scherzare.

Ci accomodammo in sala e come mi sedetti sul divano,una profonda stanchezza mi invase. Non sapevo più da quanto tempo non chiudevo occhio. Ogni volta che lo facevo,quelle immagini mi bruciavano come fuoco nella mente. Era ancora troppo recente la faccenda.

Sei distrutta. Mi dispiace così tanto.” continuò abbracciandomi forte.

Il suo odore mi scosse immediatamente. Era da troppo tempo che non mi nutrivo e lei era sempre così deliziosa e fresca.

Mi iniziò a girare la testa,ma riuscii a controllarmi. Mi alzai di scatto in piedi e cominciai a camminare avanti e in dietro per la stanza. Dovevo starle lontana.

Liz,tutto bene?” mi domandò preoccupata.

Si, si.” risposi sovrappensiero. Non mi era mai capitata una cosa del genere o almeno le altre volte scappavo prima di arrivare a questo punto. Ma questa volta non potevo,cosa avrebbe pensato?

Era così difficile mantenere un segreto del genere. Tante volte le avrei voluto confessare tutto,ma sapevo benissimo di non poterlo fare. Sarebbe fuggita,come ogni persona sana di mente.

Cercai di fare respiri profondi per rilassarmi ma era peggio,il suo profumo così era ancora più forte.

Liz,calmati. Va tutto bene.” e mi venne vicino accarezzandomi.

Stammi lontana.” la scansai brutalmente.

Lei mi guardo scioccata. Quanto avrei voluto che lei non avesse mai assistito ad una scena del genere.

All'improvviso la porta di ingresso si spalancò e mi fece riprendere conoscenza. Era Jacob.

In un attimo si mise tra me e Cynthia,nascondendola dietro la sua enorme mole.

Era furioso,i suoi occhi erano incandescenti.

Stalle lontana lurida succhiasangue.” mi disse con un ruggito.

Quella parola mi colpì come una doccia fredda. Non potevo credere a come mi avesse chiamata. Ero senza parole e lo guardavo con uno sguardo allucinato cercando di capire se era tutto frutto della mia mente confusa o se stava veramente accadendo.

Cosa?” riuscii a dire.

Jake per favore,non è successo niente” si intromise lei.

Non ora dolcezza. Lascia fare a me.” le rispose lui senza togliermi lo sguardo di dosso.

I-io...” non riuscivo a parlare. Non capivo cosa stesse succedendo. Era impossibile che lui sapesse la verità.

Cosa c'è? Vuoi negare tutto?” aggiunse lui facendosi avanti.

Negare cosa?” balbettai.

Che la stavi per uccidere!” urlò.

Jacob tu sei pazzo.” risi istericamente.

So tutto. So cosa siete tu e il tuo gruppo.”

Per un attimo persi l'equilibrio. Non riuscivo a credere a quello che stavo sentendo. Cercai di appoggiarmi al tavolo per non cadere a terra. Lui,invece,si stava avvicinando sempre di più a me. Sembrava non avere la minima paura. La cosa era piuttosto strana,se era a conoscenza della mia vera natura,non era di certo questo il comportamento che mi sarei aspettata.

Da quanto lo sai?” gli chiesi.

Da sempre.” rispose lui.

Guardai il volto di Cynthia. Lei al contrario era terrorizzata e piangeva. Ma non sembrava guardare me,il suo sguardo era rivolto verso Jacob.

Per favore,lasciala stare.” e lo trascinò via. “ non stava facendo nulla. Non è sconvolta a causa mia,te lo giuro. Lo sai che lei non è come gli altri.”

Ogni parola che sentivo era come una pugnalata al petto. Non potevo credere che anche lei sapeva tutto.

Non ci credo.” iniziai a parlare scuotendo la testa. “ Non è possibile. Tutto questo tempo senza dirmi una parola. Ma come hai fatto?” ora mi rivolgevo a lei. “ Come hai potuto?” continuai ad urlare.

Liz,non potevo.” cercò di spiegare,ma improvvisamente Jack la spinse via da me.

Non mi ero accorta che le mie mani stavano tremando. Ero di nuovo sul punto di perdere il controllo.

Cercai di allontanarmi per evitare il peggio.

Mi hai mentito,ogni singolo giorno. Ogni volta che io mi trattenevo con te,che non potevo starti vicina,tu sapevi il motivo e non hai detto niente. Perché?” cercai di parlare in maniera più calma,ma il tono della mia voce esprimeva tutt'altro.

Non potevo,non potevo. La cosa non riguardava solo me.” e iniziò a piangere più forte.

Che diavolo significa?” le urlai contro. Il ragazzo istintivamente mi spinse contro il tavolo. Era forte,troppo forte per riuscire a colpirmi.

Va via, ORA!” mi ruggì Jacob.” Siete tutti uguali. Rovinate sempre tutto. Distruggete tutto ciò che è intorno a voi. Prima quella sanguisuga con Bella,ora tu con la mia ragazza.”

Jake no,ti prego.” gli disse Cynthia implorandolo. “ Rilassati,va tutto bene. Non litigate.”

Il ragazzo iniziò a tremare e i suoi occhi si ridussero a piccole fessure. Non avevo mai visto nessuno con una collera tale.

Liz,vai via ti prego.” mi supplicò Cynthia.

Non riuscivo a togliere gli occhi da lui,aveva qualcosa di fin troppo strano.

Liz!” mi scosse lei.

Va bene.”. Incrocia il suo sguardo. Anche lei era distrutta,ma non avrebbe ricevuto il mio perdono. Non ora.

Corsi in macchia e iniziai a piangere. Non potevo credere che stesse accadendo anche questo. La mia migliore amica mia si era presa gioco di me in questi mesi,la persona che amavo via aveva gettata come spazzatura. Non c'era niente che andasse nel vero giusto. E poi quel Jacob. Era tutt'altro che un ragazzo normale,lo percepivo chiaramente.

Accesi la macchina e mi buttati a tutta velocità lungo la strada.

Durante quell'ora a casa di Cynthia aveva ripreso a piovere e ora tutto l'asfalto era completamente ghiacciato. La macchina non faceva altro che sbandare,ma non mi importava niente. Continuavo ad accelerare. Ormai avevo raggiunto i duecento chilometri orari. Sapevo che era rischioso procedere in quel modo,ma qualcosa dentro di me mi impediva di rallentare e di ragionare. Volevo soltanto scappare via,da tutto e da tutti.

Per un attimo nella mia mente passò l'idea di finire tutto in quel momento.

Non avrei più sofferto,non avrei ricevuto più delusioni dalle persone che amavo.

Odiavo questa vita,la mia condizione. Sarebbe stato bello riposare e rilassarsi per un po'.

Le lacrime continuavano a scorrere sempre di più sul mio viso.

Sarebbe stato facile,questione di un secondo. A quella velocità sfiderei chiunque a sopravvivere,anche una persona quasi indistruttibile come me. Del resto per metà ero umana,a qualcosa doveva servire.

Chiusi gli occhi per un istante. Ci siamo, pensai.

All'improvviso una voce urlò nella mia testa '' FERMA”.

Istintivamente premetti il freno,schiacciando il pedale fino in fondo. Logicamente l'effetto fu disastroso. L'auto iniziò a slittare sulla superficie ricoperta da lastre di ghiaccio. Persi totalmente il controllo del mezzo.

Come avevo potuto pensare di buttare la mia vita così. Non volevo morire,non ora.

L'impatto con l'albero fu devastante. Il tronco aveva distrutto tutta la parte anteriore della macchina,ma io ero viva.

Cercai di riprendere conoscenza e a fatica riuscii ad uscire.

Caddi immediatamente a terra. La testa mi stava esplodendo e sentivo il mio sangue che scorreva caldo sulla fronte. L'aria era gelida.

Cercai il cellulare nella tasca della giacca e chiamai aiuto. In pochi minuti Edward era già arrivato.

Che diavolo hai combinato?” mi disse rimettendomi in piedi.

Ho perso il controllo.” cercai di spiegargli.

Le sue mani erano piene del mio sangue e i suoi occhi erano neri come la pece. Vidi chiaramente la rabbia e il disagio stampati sul suo volto. Cercò di tamponare la mia ferita con la sua felpa,ma l'odore era troppo forte.

Sei una stupida.” mi ringhiò contro.

Cosa?” ero sconvolta.

Non sei in grado nemmeno di portare una macchina,come ti è venuto in mente di uscire con questo tempo?” continuò ad urlare.

Stai scherzando,vero?” non potevo credere che mi stesse trattando in quel modo dopo quello che era successo.

No” rispose secco.

Sei uno stronzo!” e lo spinsi via con le poche forze che mi rimanevano “ si può sapere cosa vuoi?”

Potevi morire!” mi disse alzando la foce e guardandomi fissa negli occhi.

E cosa te ne importa,eh? Così non ti saresti dovuto più sforzare di evitarmi.” e iniziai a prenderlo a pugni sul petto.

Lui rimase immobile e mi lasciò sfogare.

Non ti accorgi che distruggi tutto ciò che hai accanto?” gli disse le identiche parole che mi aveva detto Jacob “ Prima Bella e poi me?”

A quelle parole,la sua ira prese il sopravvento. In una frazione di secondo mi ritrovai tra la sua presa e la macchina. Lui mi stringeva forte le braccia.

Tu non sai niente!” mi disse furioso.

Cosa le hai fatto,eh?” gli domandai in tono di sfida.

Non sono affari tuoi. Questa è la mia vita,stanne fuori.” e continuava a stringere sempre più forte. Mi stava facendo male e non riuscivo a muovermi.

Edward.” cercai di farlo staccare da me,ma lui non si mosse.

Tu non sai cosa vuol dire vedere scappare l'unica persona che ami. Vedere il suo sguardo terrorizzato nello scoprire che io sono un mostro,un assassino.” continuò lui.

Non sentivo più il sangue circolare nelle mie braccia. Con un minimo gesto avrebbe potuto spezzarle senza facilità.

Edward, mi... “ non mi lasciò continuare.

Ecco aveva esattamente la tua espressione. Puro terrore. Ma a lei non avrei mai fatto del male. Era la mia vita.” strinse ancora più forte.

Edward mi fai male!” gli urlai.

Mi lasciò andare rendendosi conto che aveva quasi oltrepassato il limite.

Mi accasciai a terra e ripresi a respirare. Cercai il suo sguardo. Era distrutto e mi fissava con aria spaventata.

Capisco perché è andata via. Sei orribile.” cercai di dirgli. Non mi importava che stesse soffrendo,quella era l'unica occasione per ferirlo.

Lo so.” e sorrise amaramente. “ Ho sempre saputo di non meritare un dono come lei.”. Mi voltò le spalle e andò via,lasciandomi sola tra le macerie dell'auto.

Rimasi seduta,con le ginocchia strette al petto,per evitare di congelare.

Non avevo la forza di rimettermi in piedi.

Finalmente avevo visto la sua vera faccia. Dietro quella fredda maschera che portava ogni giorno,c'era una persona completamente diversa.

Non era un mostro,come l'avevo chiamato io. Non avevo mai visto nessuno soffrire in quel modo al solo ricordo di qualcuno.

Non avrei immaginato che quella ragazza potesse essere così importante per lui. Lo era a tal punto da averlo cambiato in peggio.

La cosa più evidente e che lui l'amava ancora e questo era un altro coltello nella mia ferita.

Ricominciai a piangere,non era per la delusione appena ricevuta,ma per la stanchezza.

Ero distrutta,avevo freddo,la mia testa continuava a sanguinare ed ero completamente sola.

Cercai di arrivare sul bordo della strada. Speravo che prima poi arrivasse qualcuno,perché di certo lui no sarebbe tornato.

Mi incamminai a piedi verso casa dopo aver recuperato la mia roba dall'auto ormai inutilizzabile.

Dopo qualche metro finalmente sentii il rumore di qualcuno che si avvicinava a me.

Jasper era venuto a prendermi.

Liz.” mi disse prendendomi in braccio.

Jazz scusa,ti ho distrutto l'auto.” dissi con la poca voce che mi rimaneva.

Tranquilla ne comprerò un'altra.” e mi sorrise dolcemente. “ Tu stai bene?”

No. Sto sanguinando. Non sei obbligato a starmi vicino se non ci riesci.” lo rassicurai.

Non fa niente. Così faccio pratica.” scherzò un po' nervoso.

Mi fece sedere sul sedile e poi entrò in macchina anche lui.

Allora?” di domandò.

Ho perso il controllo. Era tutto ghiacciato e non sono stata molto attenta.” mentii.

Non serve. So com'è andata la cosa. Eve,capisci.” mi accarezzò la fronte facendo attenzione alla ferita.

Jazz,io...” non sapevo cosa dire.

Tranquilla,va tutto bene. Non serve che me lo spieghi.”

Improvvisamente mi sentii molto più calma e rilassata. I miei nervi piano piano iniziarono a sciogliersi. La sua presenza faceva sempre questo effetto. Per una volta fui felice che stesse usando la sua abilità su di me.

“ Mi dispiace che Edward ti abbia tratta in quel modo. Non è da lui.” iniziò a spiegarmi.

“ Ma da quando lei è andata via è cambiato così tanto. Fatichiamo perfino noi a riconoscerlo.”

“ Perché se n'è andata?” gli chiesi.

“ Perché aveva scoperto cos'eravamo e logicamente ha avuto paura. Anche lei lo amava,ma il suo istinto di sopravvivenza era troppo forte .” disse sarcastico.

“ Ma perché lui non l'ha lasciata perdere dal inizio? Sarebbe stato più facile per entrambi.”

“ Mmm per noi è un po' diversa la cosa. Nel loro caso,da parte di Edward c'era più che un semplice amore. Lui era ossessionato da lei. Era la sua unica ragione di vita. Per questo non poteva starle lontano.” mi spiegò.

“ Ma ora soffre ancora.” sottolineai.

“ Si. Ma devi sapere che Edward è un po' melodrammatico e masochista. Tende ad incolpare sempre se stesso per tutto e non riesce proprio a perdonarsi.”

“ Ma così non si riprenderà mai!” commentai.

“ No,vedrai che prima o poi gli passa. Ha solo bisogno di tempo. Poi tu le ricordi tantissimo lei ed è per questo che ti sta lontano il più possibile.”. Proseguì.” A volte sei così fragile e indifesa che lui teme di farti del male più di quanto non te ne farebbe normalmente. “

“ Pensavo mi odiasse.”

“ In un certo senso si. Ma lo fa solo per lui,non è colpa tua.” mi disse sorridendo.

“ Parli come se lo capissi bene.” sospirai.

“ Beh cerco di immaginare come sarebbe la mia vita senza Eve. E ti assicuro che io farei peggio.”

“ Davvero?” gli domandai.

“ Non credo di avere la forza sufficiente da poter vivere senza di lei. Mi ha dato speranza dopo decenni ti tormenti e distruzione. Le devo tutto.”

I suoi occhi si illuminavano sempre quando parlava di Eve. Era totalmente perso per lei.

La loro storia è così perfetta e stupenda. Sembrano i protagonisti di una fiaba.

“ La amo più della mia stessa esistenza.” e rise mettendo in moto l'auto.

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Capitolo 14
*** New Moon Rising ***


 

New Moon Rising

 

 

Tornata a casa mi buttai immediatamente in un sonno senza sogni.

Dormii a lungo,mi svegliai soltanto nel tardo pomeriggio. Non appena aprii gli occhi,tutte le immagini della sera precedente tornarono a galla. Cynthia, Edward, l'incidente e infine Jacob.

Sapevo che mi stavano nascondendo qualcosa,ma ero stufa di tutti questi segreti. Avevo bisogna della verità,una volta per tutte.

Andai subito a cercare Carlisle. Come tutti i pomeriggi,quando non lavorava,era chiuso nel suo studio.

Entra pure.” mi disse dopo aver bussato alla porta.

Disturbo?” gli domandai.

No,no vieni.” rispose sommerso fra i suoi libri.

Carlisle,ho bisogno di farti qualche domanda.” iniziai subito.

Si lo immaginavo.”

Mi dirai la verità”> continuai.

Certo. È giusto che anche tu sappia tutto.” e si mise a sedere sulla sua grande poltrona invitandomi ad accomodarmi.

Credo che tu voglia sapere di Jacob.” aggrottò la sua fronte perfetta.

Come fai a saperlo? È stata Eve a dirtelo?” chiesi incuriosita.

No. Ti sarà chiaro più tardi.” e iniziò a raccontarmi tutto,dal principio.

Noi Cullen abbiamo abitato queste terra tantissimi anni fa, è solo da poco che siamo tornati. Sai dobbiamo spostarci spesso,altrimenti la gente si accorgerebbe che noi non invecchiamo. Più giovani arriviamo in un posto,più possiamo restare.

La prima volta che arrivammo a Forks,durante una battuta di caccia nella foresta incontrammo la tribù indiana del luogo.”

I Quileute.” commentai io.

Si,proprio loro. Credo che abbiano sempre vissuto lì,sin dalla loro nascita.>> riprese a parlare. “ Loro sapevano cosa fossimo,perché nelle loro leggende c'erano dei miti riguardanti i freddi,cioè i vampiri.

In un primo momento ci attaccarono. Erano preparati ed organizzati,ma contro di noi non potevano niente. O almeno non in quella forma.”

Che cosa significa?” lo fermai.

Aspetta,lasciami finire. Capirai.” e mi sorrise.” Stipulammo un patto. Noi non avremmo oltrepassato il confine delle loro terre e loro ci avrebbero lasciato vivere tranquilli. Riuscimmo ad arrivare a questo accordo solo perché noi siamo diversi,ci nutriamo solo di sangue animale. Un'altra condizione era quella di non uccidere o trasformare nessuno,altrimenti ci avrebbero attaccati e la pace sarebbe finita.”

Calisle quello che ho visto io non era un ragazzo normale. È riuscito a buttarmi a terra come se fossi una foglia. “ lo fermai di nuovo.

Sei proprio impaziente.>> e scoppiò a ridere. “ Non è ancora finita la storia. Ora arriva la parte interessante.” si alzò e prese un vecchio libro dalla sua collezione.

Conosci le antiche storie sui vampiri?” mi chiese sfogliando le pagine.

No.” risposi un po' imbarazzata.

Beh,si racconta che i vampiri non sono gli unici essere sovrannaturali che esistono al mondo. Hanno dei nemici,sin dalle loro origini. I lupi.”

I lupi?” domandai sbalordita.

Si. I lupi sono gli unici essere che possono uccidere un vampiro. I loro denti sono in grado di lacerare la nostra pelle,impenetrabile ad ogni altro oggetto.

I lupi e i vampiri si scontrano da tempi immemorabili.” mi spiegò.

Quindi sono pericolosi anche loro.” commentai.

Non proprio. Per noi si,ma per gli umani no. I loro compito è proprio di proteggere le persone da quelli come noi.” continuò.

Ma i lupi da dove nascono?” domandai un po' confusa.

Questo non so dirtelo. Le leggende sono tramandate di generazione in generazione. Io sono solo riuscito a trovare poche informazioni.” mi rispose frustrato.

Ma cosa c'entrano i Quileute?”

Beh loro sono i lupi.”

Cosa?” ormai non capivo più nulla.

Si,loro sono in grado di trasformarsi. Per questo Jacob ti è sembrato strano.” cercò di farmi capire.

Ma sono forti anche nella loro forma naturale?” domandai.

Certo,ma quando prendono le sembianze animali,lo sono ancora di più. Sono molto veloci e attaccano sempre in branco. Per questo i vampiri li temono. “ Quindi ce ne sono altri?” chiesi preoccupata.

Nella riserva,per il momento,sono in cinque.” mi rispose.

Per il momento?”

Si,continuano a trasformarsi. Credo che sia la nostra presenza ad innescare il meccanismo.”

Fantastico. Perché Jacob ce l'ha con me?”

Perché non sa ancora cosa sei. Riconosce che non sei un vampiro vero e proprio,ma nemmeno totalmente umana. Non capisce se sei o meno una minaccia.” mi spiegò per tranquillizzarmi.

Ma io non farei mai del male a nessuno e poi essendo parte della vostra famiglia è logico che rispetto il patto anche io.” commentai.

Si questo è vero. Ma lui non ne è sicuro,soprattutto a causa della tua amicizia con Cynthia. Non è facile per lui vedervi sempre insieme. I miei figli si sono sempre tenuti alla larga dagli altri studenti,tranne Edward,e sappiamo entrambi com'è andata a finire. Jacob pensa che tu possa fare lo stesso con la sua ragazza.” continuò lui.

Ma io non sono Edward. “ risposi scocciata.

Si lo so,ma non devi spiegarlo a me.”

Cynthia è a conoscenza di tutto,vero?” gli chiesi intuendo già la risposta.

Si. Stando con Jacob è stata informata di tutto. Ormai lei è parte di loro.”

Lo guardai con aria interrogativa.

Jacob è il capo branco. Il loro rapporto va oltre una semplice relazione. E' una cosa strana,molto affascinante direi.” mi disse lui.

In che senso?” gli domandai.

Beh,è un po' difficile da spiegare,non so come funziona la cosa. Ma in pratica i licantropi scelgono una persona che sarà la loro compagna per tutta la vita,dalla quale non si divideranno mai. Solo che non accade spesso,è piuttosto raro in realtà. A quanto pare,a loro è successo.”

E se lei non fosse d'accordo?”

Non credo che accada. Lui le dedica tutta la sua esistenza,perché rifiutare?”

Non lo so.” risposi sinceramente.

Appunto,non c'è motivo.”

perché Cynthia mi ha detto solo ieri la verità?” gli chiesi.

perché non poteva. Doveva rispettare il segreto. È una ragazza molto serie e devota ai suoi compiti. Non puoi accusarla.” mi spiegò.

No. Mi ha mentito.” e mi alzai in piedi. Se ripensavo al fatto che mi aveva nascosto tutto,il nervoso mi distruggeva.

Liz non essere così dura con lei. Non poteva fare altrimenti.” cercò di persuadermi.

Non ci riesco. Mi sono sentita ingannata. Mi fidavo di lei.”

Lo so,ma non è come credi. Cynthia è una brava ragazza,non avrebbe voluto ferirti. Ma non poteva nemmeno mettere a rischio tutta la sua famiglia. Anche noi ti abbiamo tenuto nascoste delle cose,ma solo per il tuo bene.”

A proposito. Perché me ne parli solo ora?” gli chiesi irritata.

perché non volevo condizionare le tue scelte. È giusto che tu prenda le tue decisioni da sola. Se ti avessi parlato di queste storie prima,tu non avresti mai avvicinato quella ragazza.”

Forse sarebbe stato meglio.” mi lamentai.

No,non credo. Prenditi un po' di tempo. Vedrai che si risolverà tutto. Concedile un'altra possibilità.” mi incitò.

Non lo so. Non ora.”

Non ti sto dicendo di correre da lei. Ma riflettici su. So che capirai.”

Lo farò,grazie.” risposi sinceramente. Mi avrebbe fatto bene,ora che ero a conoscenza della verità.

Carlisle, tu non li odi vero?” gli domandai curiosa.

No. Penso solo che loro facciano il proprio dovere.” mi rispose.

perché i tuoi figli pensano il contrario?”

Loro sono più istintivi. Li vedono come nemici. Io sono più diplomatico.” e sorrise.

Hai ragione.” e tornai a sedermi accanto a lui.

Come hai fatto a sapere cosa volevo chiederti?”

Ah,dimenticavo. I licantropi hanno un odore particolare, alquanto fastidioso direi” e arricciò il naso. “ Tu ce l'hai ancora addosso.”

Oh. Io non sento niente.” dissi annusandomi i capelli.

Si,lo immaginavo.” rispose accarezzandomi la testa.

Un'altra cosa.” continuò “ Eve non può vederli.”

In che senso?” domandai

Nelle sue visioni loro non ci sono. E se qualcuno di noi interagisce con loro,sparisce anche lui. Ieri sera per qualche minuto lei non ti ha più vista ed è andata nel panico. Jasper ha faticato molto a fermarla.”

Quindi anche loro sono in parte immuni come me.” commentai.

Solo con Eve. Edward riesce facilmente a leggere i loro pensieri.” mi spigò.

Come mai?”

Credo che la loro mente sia piuttosto complessa. Essendo un branco ragionano insieme. Non è facile individuare le loro azioni future.”

Scommetto che Eve odia questa cosa.” gli sorrisi.

Da morire.” e ricambiò anche lui.

Grazie Carlisle. Non pensavo saresti stato così sincero. Te ne sono grata.” ammisi sinceramente.

Sono contento che ora sai tutto. È molto più facile così.” e mi abbracciò forte.

Finalmente molte cose avevano preso un senso logico.

Non pensavo che al mondo potessero esserci altri essere diversi,come noi. Ne rimasi molto sorpresa. Il fatto che erano nostri nemici,però,non mi piacque affatto.

Sapevo bene che se avessimo rispettato il patto non sarebbe accaduto niente,ma dopo l'esperienza della sera precedente, non ero poi così tranquilla.

Non avevo fatto nulla,eppure Jacob era pronto ad uccidermi se la sua ragazza non fosse stata lì. Proprio come durante il nostro primo incontro. Se non fosse arrivato Edward,non so cosa sarebbe accaduto.

Carlisle era molto rilassato nel raccontarmi tutta la storia,ma sapevo bene che in realtà era preoccupato. Se avessi ripreso i rapporti con Cynthia la situazione non sarebbe stata facile da sostenere. Sia per me che per lei.

Quando tornai in camera,trovai Eveline ad aspettarmi e non fui affatto sorpresa.

Ciao.” le dissi sedendomi sul letto.

Mi dispiace,per tutto. Ma ieri sera mi hai fatto davvero spaventare.” . Era ancora preoccupata,non dev'essere stato facile vedere quelle immagini nella sua mente.

Lo so. In realtà non volevo,ma in quel momento mi sembrava tutto così inutile. Era come se non avessi più motivo di continuare a lottare.” le confessai. Una morsa mi strinse lo stomaco. Non pensavo che avrei mai avuto il coraggio di arrivare ad un tale punto di disperazione.

Liz,ma non mi vuoi bene?” mi disse lei prendendomi le mani.

Cosa? Certo che te ne voglio.” le risposi,non capendo dove volesse arrivare.

Eh allora? Come ti è saltato in mente di ferirmi così tanto. Non so cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa.” iniziò a piangere.

Eve,io non pensavo...” cercai di calmarla.

Cosa? Che non mi importasse di te?” continuò lei.

Mi dispiace. Sono stata una stupida. Non credevo di ferirti,lo sai che non lo farei mai.” mi giustificai.

Prometti che non farai mai più una cosa del genere.”

Te lo prometto.” e l'abbracciai forte. Era bello sapere che in qualunque caso avrei avuto lei al mio fianco.

Era più di un'amica,era la sorella che avevo sempre desiderato avere.

Ora devi farti perdonare!” mi disse con un sorriso che non mi piaceva affatto.

Oh,Eve,non sono dell'umore adatto per fare niente.” le dissi sospirando.

No,così non va bene. Almeno oggi cerca di non stare chiusa qui dentro,dopo quello che hai passato credo che una bella passeggiata ti faccia bene.” cercò di convincermi alzandomi dal letto.

Mmmm non lo so.”

Non accetto un rifiuto. Su vestiti,tra un paio d'ore ti riporto a casa e poi potrai fare quello che vuoi!” e andò via senza lasciarmi la possibilità di controbattere.

Indossai le prime cose che trovai nell'armadio,non avevo voglia di cercare qualcosa di più carino.

Andammo a Port Angeles,come al solito. Non c'era molto da fare qui. Certo, Eve avrebbe preferito far una bella corsa con la sua Porche verso qualche città più lontana,ma in questo non ero riuscita ad accontentarla. Era già tanto se avevo messo piede fuori dalla mia camera.

L'aria era particolarmente calda per essere marzo e il cielo era,come sempre,coperto di fitte nubi. Era piacevole camminare con quel tempo.

Anche gli altri abitanti approfittarono dell'assenza della pioggia per dedicarsi allo shopping. Le piccole stradine erano piene di gente che parlava e sorrideva allegra. La cosa mi intristì ancora di più. Per non parlare delle innumerevoli coppie che giravano mano nella mano.

Quanto avrei voluto ucciderli in quel momento,non nel senso letterale del termine,ma più o meno l'intenzione era quella.

Non ti deprimere,capiterà anche a te prima o poi.” mi disse divertita dalle mie espressioni di disprezzo.

Non ne sono poi così convinta. Se non l'avessi notato,non sono particolarmente fortunata.” le risposi mettendo il broncio.

Non essere pessimista. Se non ci credi almeno un po' è logico che non avverrà mai. Quale ragazzo potrebbe avvicinarsi a te se sei sempre così scontrosa!” commentò scherzando.

Come se servisse a qualcosa essere gentili.” risposi acida.

Beh tu provaci,poi ne riparliamo.”

Credi che io non sia gentile?” le domandai irritata.

Penso colo che potresti migliorare. Stai sempre sulle tue,non dai confidenza,è normale che la gente ti evita.”

Non potevo credere a quello che stavo sentendo,se questo era il suo modo di aiutarmi,stava fallendo miseramente.

E cosa dovrei fare, avanti!” la fermai per un braccio.

Cerca di sorridere ogni tanto. Non tutti i mali vengono per nuocere.” e riprese a camminare con un sorriso soddisfatto stampato sulla faccia.

Come al solito non ti seguo e scommetto che non mi dirai nient'altro.” sapevo cosa stava accadendo.

Mmmm no. Altrimenti non sarebbe una sorpresa. Diciamo che prima o poi le cose gireranno nel verso giusto,non esattamente come le vorresti tu,ma un miglioramento ci sarà.”

Quando fai così mi ricordi molto gli stupidi oroscopi che si trovano sui giornali.” e iniziai a ridere anche io.

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Capitolo 15
*** Empty Places ***


 

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I mesi proseguivano lenti ed inesorabili. La mia vita sembrava aver perso totalmente la cognizione del tempo.

Era già arrivato maggio e ormai era due mesi che non avevo più contatti con nessuno oltre la mia famiglia.

Dopo la mia rottura con Cynthia,il resto del gruppo mi aveva quasi emarginata. Si limitavano a semplici saluti di convenienza,niente di più.

La cosa non mi importava più di tanto, il mio desiderio di passare inosservata si stava realizzando di giorno in giorno.

Dopo svariati tentativi, anche Mike Newton decise di non frequentarmi più. Non era stata colpa sua questa volta,ero stata io ad allontanarlo, non volontariamente certo,ma a causa del mio comportamento assolutamente insopportabile.

Ormai non parlavo più,passavo intere giornate chiusa nella mia camera immersa tra libri di ogni genere. Non mi andava proprio di frequentare nessuno,soprattutto non avevo voglia di contagiare tutti con il mio mal umore.

Non avevo provato a recuperare il mio rapporto con Cynthia diversamente da lei.

Il giorno dopo la discussione a casa sua con Jacob, aveva tentato di spiegarmi la sua versione dei fatti,ma io l'avevo subito allontanata. Probabilmente fui molto dura con lei,ma ero troppo delusa e amareggiata da tutto per poterla perdonare in così poco tempo.

I giorni passavano e io la evitavo sempre di più.

Soffrivo molto per questo,ma la mia testardaggine e il mio orgoglio erano troppo forti per poter cedere. È sempre stato un mio grande difetto questo, ma era più forte di me,non riuscivo a superare le cose con tanta facilità.

Sapevo comunque che la situazione non sarebbe stata più la stessa. Non volevo che si schierasse contro Jacob per colpa mia. Non ne valeva la pena. E anche se fossimo tornate amiche,di certo lei non avrebbe avuto più le stesse libertà nei miei confronti.

I miei fratelli,al contrario, erano molto sollevati da questo allontanamento. Meno frequentavo il nemico e meno rischi correvamo.

La cosa che mi fece soffrire di più fu il totale distacco da Edward.

Non parlammo più dopo il mio incidente. In tutti i modi cercò di evitarmi e ci riuscii davvero bene. Se non fossi stata sicura che vivesse in quella casa,non mi sarei mai accorta della sua presenza.

Faceva attenzione ad ogni mio spostamento e immancabilmente,ogni volta che ci trovavamo nella stessa stanza,lui spariva. A stento riuscivo a sentire la sua presenza.

Il peggio arrivò quando lui all'improvviso partì per alcuni giorni. Mi sentii morire,come se qualcuno mi avesse privato di tutto in una sola frazione di secondi. Pensavo non sarebbe più tornato,nonostante Eve continuava a ripetermi il contrario, credevo veramente di averlo perso per sempre.

Odiavo stare in quello stato di totale apatia,ma non avevo la forza e la voglia di reagire.

Una domenica mattina,mentre ero ancora a letto, Eveline entrò nella mia stanza furiosa come non mai. Non sopportava vedermi così e tentò in tutti modi di rimettermi in piedi.

Non ti sopporto più! Questo tu lo chiami vivere?” mi disse mentre mi toglieva le coperte di dosso.

Lasciami in pace.” le risposi nascondendo la testa sotto il cuscino.

Ti ucciderai se continui così!” non smetteva di gridare e la sua voce mi rimbombava nella testa come un martello.

Eve,ti prego va via.” continuai a lamentarmi.

No. Se non fai qualcosa oggi,ti giuro che ti spedisco a calci fuori di qui.”

Si,fai pure.”

Non sto scherzando. Se devi stare così per mio fratello allora è meglio che vai via.” mi disse seria.

sei impazzita?” e mi misi seduta.

No. Non voglio vederti più così. Non è giusto e tu non fai niente per migliorare la tua situazione.” cercò di addolcire il suo tono di voce.

E cosa dovrei fare?” le dissi innervosita.

Approfitta a riprenderti mentre lui non c'è. Non serve startene chiusa qui dentro,tanto non devi temere di incontrarlo. Per ora non ha intenzione di tornare.” mi spiegò.

A quelle parole il mio stomaco si contorse. Non capivo perché mi faceva questo effetto.

Quando lui era qui stavo male, perché odiavo il fatto che mi ignorasse. E quando non c'era mi sentivo assolutamente persa.

Non potevo credere che il mio umore potesse dipendere totalmente da lui,che io stessa potessi dipendere da lui.

Evidentemente il discorso di Eve servì a qualcosa perché una mattina mi alzai completamente diversa.

Non sapevo cosa era successo,ma dopo tanto tempo, finalmente intravedevo uno spiraglio di luce. Dopo il buio assoluto,piano piano stavo risorgendo.

Edward non era ancora rientrato dal suo viaggio, a quanto pare era andato a trovare Tanya e la sua famiglia, così scesi tranquilla in cucina a fare colazione,con grande stupore di tutti.

Buongiorno tesoro. Ti vedo meglio oggi.” mi disse Esme con un grande sorriso. Quando faceva così le si formavano delle deliziose fossette sulle guance. Era adorabile.

Grazie.” le risposi gentile.

Oh mio dio. Come mai sei uscita dalla tua bara?” iniziò a scherzare Emmet.

perché non resistevo più senza le tue adorabili battute!” risposi ironica,ma lui evidentemente non capì,perché mi sollevò da terra per abbracciarmi.

Sapevo che non potevi vivere senza di me!” e iniziò a ridere.

Mangiai lentamente la mia tazza di cereali,più che altro giocherellai tutto il tempo con il cucchiaio e lo sguardo perso nel vuoto. Non pensavo sarebbe stato così difficile riprendere la mia vita normale,ma non potevo continuare in quel modo.

Andai a scuola ed entrai subito nell'aula. Trovai solo Mike in classe e ne approfittai per salutarlo.

Ciao.” gli feci cenno con la mano.

Liz,ciao.” balbettò lui sorpreso.

Come va?” continuai.

Bene. Tu?” non mi sembrava molto convinto di proseguire il discorso,ma come biasimarlo,non mi ero comportata affatto bene con lui.

Meglio grazie. Ho solo passato un pessimo periodo.”

Si,ho notato. Beh in effetti ce ne siamo accorti tutti. Eri piuttosto strana.” mi spiegò lui ancora un po' impacciato.

Mi dispiace,sono stata imperdonabile.”

Non fa niente. L'importante è che ora le cose vadano meglio.” mi rassicurò lui.

Certo.”. Sentii subito che qualcun altro stava arrivando. Era Cynthia, il suo odore era inconfondibile.

Non appena entrò rimase impietrita davanti la porta vedendo me e Mike parlare. Il ragazzo le fece un cenno e lei si accomodò vicino a lui.

Ciao.” mi disse lei.

Mi limitai ad un sorriso smorzato e mi girai verso la cattedra. Non ero ancora pronta a questo.

Per favore fermati.” mi disse Cynthia prendendomi per un braccio mentre andavo a mensa. “ Per quanto ancora andrà avanti questa storia?”

Non lo so.” Mi faceva male guardarla,sapevo che anche lei stava soffrendo.

perché fai così?” continuò con gli occhi pieni di lacrime.

E' la cosa migliore.” le dissi fredda.

Non è vero e lo sai.”

Evito di metterti in pericolo,tutto qui.”

Prima non la pensavi così. Quando ignoravi che io sapessi tutto,non ti facevi questi problemi.” iniziò ad alzare la voce,ora tutti ci stavano guardando.

Smettila. Non è il momento adatto.” la guardai in cagnesco.

Non mi importa,se questo è l'unico momento per parlarti.”

Vieni con me.” e la trascinai dentro una stanza vuota. “ Sai benissimo che non possiamo essere come prima. Hai sentito il tuo ragazzo? Noi siamo solo in grado di distruggere tutto.”

Da quando ti importa cosa pensano gli altri?” mi urlò contro.

Non voglio rovinarti la vita.” e con un semplice gesto spinsi la cattedra contro il muro. “ Vedi cosa sono in grado di fare? Potrei ucciderti se solo perdessi il controllo per un solo istante e non distruggerei soltanto te,ma anche la mia famiglia.”.

Tu non mi fai paura. È inutile che cerchi di mettermi in guardia,so che tu sei diversa,non mi farai mai del male.” e mi prese la mano. “ Io ti voglio bene. Non dobbiamo rovinare tutto per colpa di altre persone.”

Non è così facile.” e mi staccai da lei.

Sei solo tu che lo vuoi rendere più complicato.” e andò via.

Sapevo che in fondo aveva ragione,ma non potevo sopportare un'altra delusione.

Era meglio così. Non mi importava stare male se avessi potuto tenerla lontano da me e dal mio mondo.

I giorni successivi trascorsero tranquilli e monotoni. Ogni tanto facevo qualche passeggiata con Esme o Eve, in un'occasione anche Rose,con mia grande sorpresa si unì a noi.

Da quando era sprofondata nella depressione più totale lei si era avvicinata un po' di più a me. Niente di così eclatante, ma almeno evitava le sue battutine. La cosa mi fece piuttosto piacere, anche se non capii il motivo del suo cambiamento.

Finalmente dopo dieci interminabili giorni, lui tornò a casa.

Sentii di nuovo di poter respirare. Tra di noi la situazione rimase immutabile,ma piano piano cominciavo a realizzare che mi sarei dovuta abituare a tutto questo.

Soffrivo ancora terribilmente,ma riuscivo a sopportarlo con più facilità rispetto a prima.

La sua lontananza mia aveva fatto capire che era praticamente inutile dimenticarlo. Con mio grande dispiacere non riuscivo nemmeno ad odiarlo e così decisi di limitarmi a stare in disparte.

Vedendo che ero più tranquilla in sua presenza,anche lui addolcì un po' i suoi atteggiamenti. Ogni tanto salutava e se ero fortunata, sorrideva anche.

Ero consapevole che prima o poi avrei dovuto abbandonare tutte le mie speranze di un possibili riavvicinamento, ma per ora andava bene così. Non avevo la forza e la volontà necessaria per stragli lontano. Il solo pensiero di non vederlo più mi uccideva.

Trascorsi un intero pomeriggio rannicchiata per le scale solo per sentirlo suonare al piano.

Si trasformava completamente quando era immerso nella musica. La sua espressione sempre tesa e nervosa, diventava immediatamente rilassata e le sue mani,così perfette, scorrevano accarezzando dolcemente i tasti.

Perfino Esme rimaneva incantata a sentire le sue melodie così dolci e a tratti malinconiche.

Vuoi provare?” mi disse mentre lo osservavo con uno sguardo palesemente adorante.

Dici a me?” risposi sorpresa e imbarazzata.

Si. Non ci sono altre persone in questa stanza.” tornò serio.

Oh,no grazie. Non credo di essere ancora in grado di suonare qualcosa.”. E diventai immediatamente rossa in viso.

Beh se non ci provi non lo puoi dire.” e mi fece spazio sulla panca.

Senza dire nulla mi sedetti accanto a lui. Era così strano stargli vicino,di nuovo.

Cercai di far rallentare il mio battito cardiaco,ma era inutile. Era già faticoso riuscire a respirare. Il suo odore era così buono,così fresco. Mi era mancato terribilmente. Ogni cosa di lui mi era mancata, anche le nostre quotidiane discussioni.

Chiusi gli occhi e provai a concentrarmi. La prima melodia che mi venne in mente era Per Elisa di Beethoven. Era stata sempre la mia preferita da quando ero piccola. Mi madre era un'insegnante di pianoforte e quindi sin da bambina fui abituata a crescere in quel mondo.

Adoravo andare a lavoro con lei e sentirla suonare. Mi faceva sentire così sicura e protetta.

Un senso di nostalgia mi invase. Quante volte, negli ultimi due mesi, avevo avuto il desiderio si scappare e tornare a casa,dalle persone che amavo. Purtroppo sapevo che doveva rimanere solo un sogno e niente di più.

Presa dai ricordi,per un attimo mi dimenticai di Edward. Ero assolutamente a mio agio nel suonare il piano,non pensavo di esserne ancora capace. Erano mesi che non mi esercitavo e non avendo mai preso delle vere lezioni,spesso dimenticavo tutto.

Tornai nella realtà quando lui iniziò ad accompagnarmi con le ultime note della tastiera.

Improvvisamente tolsi le mani.

Che succede?” mi chiese lui sorpreso.

Mi hai distratta. Non ricordo più le note.” ammisi sinceramente.

Lui iniziò a ridere. “ Beh mi aspettavo di peggio. Non sei poi così male.” continuò.

G- grazie.” balbettai perché presa alla sprovvista. Era raro ricevere un suo complimento.

Ti lascio finire.” e andai via.

Sapevo che non dovevo oltrepassare i limiti che mi ero prefissata,altrimenti tutti i miei sforzi sarebbero stati inutili. Dovevo cercare di interagire con lui il meno possibile.

Non appena arrivai in camera notai che stavo tremando come una foglia e avevo una strana sensazione allo stomaco,come se miliardi di farfalle stessero svolazzando al suo interno.

Non potevo di nuovo farmi coinvolgere così. Cercai di auto convincermi che non fosse successo niente,che il suo era stato un semplice gesto di cortesia,cosa che era assolutamente vera, ma in quel momento la mia immaginazione iniziò a divagare e a creare le immagini più assurde.

Per svagarmi un po' e riprendere possesso della realtà decisi di andare a caccia. Era davvero da tanto che non andavo e sicuramente mi avrebbe fatto bene. E poi in qualche modo avrei dovuto scaricare i nervi.

Il tempo non era di certo a mio favore. L'aria era piuttosto pungente per essere maggio e il cielo prospettava un bel temporale.

Iniziai a correre, volevo fare il più in fretta possibile. Non mi andava di prendere la pioggia.

Trovai immediatamente un gruppo di alci lungo la riva del fiume. Ero pronta per andare all'attacco quando un tono squarciò il silenzio.

Improvvisamente gli animali iniziarono a correre in tutte le direzione presi dal panico.

Ero troppo affamata per rinunciare alla mia preda e così mi buttai nell'inseguimento.

Era davvero veloci,non mi aspettavo di dover faticare così tanto.

Finalmente,ormai stremata,riuscii ad afferrarne uno. Con violenza affondai i miei denti nella giugulare della vittima e mi nutrii fino a dissanguarlo completamente.

L'animale scivolò dalla mia presa ormai privo di vita.

Come al solito avevo combinato un disastro. La mia maglia era piena di schizzi di sangue. Non capivo perché ero così incapace. I miei fratelli cacciavano con una naturalità eccezionale,in fono erano nati per quello. Io al contrario ero piuttosto impedita.

Iniziai a ridere da sola della mia goffaggine.

Il vento si stava alzando sempre di più e cominciavo a sentire freddo. Mi incamminai verso casa,ma dopo aver percorso vari chilometri notai che in torno a me non vedevo niente di famigliare.

Anzi,avevo l'impressione di tornare sempre nello stesso punto.

Il panico mi travolse immediatamente. Ero certa di essermi persa e con il mio senso dell'orientamento avrei anche potuto vagare per tutta la notte senza arrivare da nessuna parte.

Il buio rese la mia ricerca ancora più complicata. Era davvero nervosa,non potevo credere di essermi smarrita come una sciocca. Di solito rimanevo sempre nel perimetro della terra dei Cullen,ma questa volta,presa dalla caccia,mi ero spinta oltre.

Le lacrime mi riempirono gli occhi,ci mancava solo che iniziassi a piangere come una bambina.

Perché nessuno veniva a cercarmi? Eppure erano ero che mancavo da casa.

Iniziai a correre senza sapere che direzione prendere. Volevo cercare di arrivare almeno sulla strada,ma ero proprio al centro della foresta e non vedevo alcuna via di uscita.

Inciampai su una grossa radice e finii a terra strappandomi i pantaloni sul ginocchio. Perfetto,non potevo desiderare di meglio.

Rimasi seduta,appoggiandomi contro un albero. Magari se mi fossi fermata mi avrebbero trovata con più facilità.

Non so quanto tempo rimasi immobile in quella posizione,ma finalmente sentii un rumore. Qualcuno stava venendo a prendermi.

Mi alzai in piedi.

" Sono qui!" iniziai a gridare,ma non si faceva avanti nessuno.

Cominciai a girarmi intorno,ero sicura di aver sentito qualcosa.

All'improvviso un dolore lancinante alla schiena. Qualcosa mi scaraventò a terra con una forza inaudita. La mia testa finì rovinosamente su una roccia. Misi la mano sul punto che mi faceva male e vidi che era completamente macchiata di sangue.

A fatica mi alzai in piedi. Non c'era nessuno. Poi dietro di me sentii un rumore.

Di scatto mi girai e rimasi senza parole. Indietreggiai come il mio istinto di sopravvivenza mi indicava,ma sapevo che era inutile. Questa volta ero spacciata.

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Capitolo 16
*** Intervention ***


 

Intervention

 

 

 

L'essere o la cosa,di fronte a me in quel momento, era spaventoso. La sua mole era grandissima. La mia vista era offuscata a causa del forte colpo ricevuto alla testa, ma avrei giurato che quello fosse un lupo gigantesco.

Aveva il pelo grigio scuro, gli occhi quasi neri e sul muso aveva stampato un ghigno di zanne affilate come lame.

Non potevo credere che mi trovavo faccia a faccia con un licantropo,perché quella fu l'unica spiegazione che riuscii a darmi. Per di più la descrizione fatta da Carlisle corrispondeva alla perfezione.

Un ringhio spaventoso uscì dal suo corpo mentre ero ancora impietrita e con un rapido balzo,si scagliò contro di me.

A fatica riuscii ad evitarlo,rotolando dalla parte opposta.

Era velocissimo, nonostante la sua corporatura fosse massiccia e pesante.

Mi piegai sulle ginocchia,in posizione di difesa, aspettando un altro attacco.

Scappare mi sembrava inutile in quel momento,in un secondo mi avrebbe raggiunta e sbranata viva. L'unica cosa che mi rimaneva da fare era affrontarlo.

Continuava a fissarmi,studiando la mia posizione. Non avevo mai combattuto veramente,ma speravo che l'istinto mi guidasse nel verso giusto.

Iniziai a spostami lentamente verso destra, nessuno dei due sembrava voler fare la prima mossa.

All'improvviso si scagliò di nuovo contro di me. Cercai di spostarmi, ma fu così veloce che non riuscii a prevedere la sua mossa. Questa volta mi colpì in pieno.

Caddi a terra e per poco non rimasi schiacciata da quel mostro. Con un forte calcio lo allontanai da me, facendolo schiantare contro il tronco di un albero. Il lupo emise un guaito straziante.

Cercai di rialzarmi ed attaccare per prima,ma lui reagì prontamente.

Durò tutto un istante. Non capii niente finché non sentii un intenso bruciore sul braccio sinistro. Mi morse con una tale violenza che pensai mi avesse staccato completamente l'arto. Fortunatamente l'adrenalina scorreva ancora in me e mi impedì di perdere i sensi e con la mano libera lo presi per il collo e strinsi più forte che potevo.

Per evitare di soffocare, l'animale lasciò la presa,ma con una zampa mi colpì sul petto smorzandomi il respiro. Feci un volo di quasi tre metri,prima di ricadere. Sentii un rumore tremendo provenire dall'interno del mio corpo e mi accasciai a terra senza fiato.

In quel momento pensai veramente che fosse arrivata la mia fine.

Probabilmente avevo più costole rotte e sicuramente un polmone perforato,perché non riuscivo proprio ad inspirare.

Il dolore era insopportabile. Con le poche forze che mi rimanevano alzai lo sguardo verso il mio nemico.

Emise un ululato agghiacciante e in un istante qualcosa piombò su di lui e contemporaneamente qualcuno mi prese in braccio e mi spostò di qualche metro.

Liz ti prego guardami.” mi disse la voce cercando di fermarmi l'emorragia al braccio.

Avevo la vista totalmente annebbiata, riuscii soltanto a vedere Edward che lottava con quella creatura.

Volevo urlare,gridargli di scappare via. Non volevo che venisse ucciso per colpa mia,ma non riuscivo a pronunciare niente, c' era qualcosa che mi bloccava la gola.

Come la figura che mi teneva stretta mi sollevò la testa per mettermi seduta rigettai una quantità spaventosa di sangue.

Edward di scatto si voltò verso di me con aria sconvolta. Emise un ruggito straziante e si gettò contro il lupo con tutta la sua forza.

Liz. Rimani con me,ti prego.” finalmente capii che era Jasper. “ Carlisle sta arrivando. Resisti.” e si concentrò di nuovo sulla mia ferita.

E- Edward. “ cercai di dire senza fiato,la mia gola stava andando in fiamme.

Non pensarci ora. Andrà tutto bene. Non parlare.” rispose mentre lottava contro se stesso per evitare di perdere il controllo.

Cercai di voltare lo sguardo verso Edward e mi accorsi che lui e la bestia non erano più soli. C'era anche Jacob che tentava di fermare lo scontro.

Paul fermati dannazione!” urlò il ragazzo.

Immediatamente l'animale si blocco e abbassando il muso si tirò in dietro.

Jacob Black questa volta ti ammazzo lo giuro, ti conviene trasformarti altrimenti lo scontro sarà troppo facile.” gli disse Edward ruggendo.

Stai calmo succhiasangue. Non farmi arrabbiare.” gli rispose lui con altrettanto tono di sfida.

è proprio quello che voglio lurido cane.”

Con un unico salto il vampiro si lanciò verso il ragazzo. Anche lui fece lo stesso, ma proprio quando si trovava sospeso a mezz'aria,con un rumore violento, esplose.

Dalla sua pelle spuntò una pelliccia marrone, e la sua sagoma era cinque volte più grande di lui. Emise un suonò assordante che si espanse per tutta la foresta.

Cercai di alzarmi per fermare la battaglia,ma l'altro vampiro mi teneva inchiodata a terra.

I due iniziarono a lottare. Edward si muoveva con un'agilità assurda, facevo fatica a seguirlo . Il suo avversario non era da meno però.

Lo scontro fu frontale e diretto. Entrambi puntavano alla gola dell'avversario. Tra ruggiti e morsi,il vampiro sembrava avere la meglio.

Evitava ogni genere di attacco,come se lo prevedesse. In quel momento ero troppo preoccupata per ricordarmi che Edward era in grado di leggere la sua mente.

Iniziai a tremare,forse a causa delle numerose ferite che avevo riportato, ma in buona parte ero terrorizzata. Vedere la persona che amavo rischiare la vita, mi distruggeva più di ogni cosa.

Non capivo perché Jasper non corresse in suo aiuto. Cercai di catturare la sua attenzione,ma anche lui era ipnotizzato da quella scena e guardava il tutto con un ghigno soddisfatto sul viso.

Un forte guaito mi fece sobbalzare. Edward l'aveva morso. Il lupo cadde a terra contorcendosi e a quella vista il suo compagno di scagliò contro il vampiro,ma lui lo respinse con un unico gesto.

Jacob riprese le sembianze umane e rimase sdraiato,tenendosi stretto il braccio dove aveva riportato la ferita e contorcendosi per il dolore.

Bruciaaaa.” urlò. “ Brutto figlio di puttana,questa me la paghi.” continuò a dire a denti stretti sempre rivolgendosi ad Edward.

E come faresti?” e scoppiò a ridere. “ Non puoi nemmeno alzarti.” e iniziò a girarli intorno,proprio come fa un cacciatore con la sua preda.

Sei così indifeso. Potrei porre fine alla tua vita con una tale semplicità” i suoi occhi erano neri come la pece,era accecato dalla rabbia.

Non avresti dovuto farlo. Sapevi che si era persa, eppure tu hai lasciato che venisse attaccata.” e si chinò su di lui stringendo la sua gola con una mano.

Ha oltrepassato il confine.” cercò di parlare il ragazzo senza fiato.

Ma lei non ne era a conoscenza.” e strinse di più . “ Jacob, Jacob.” cantilenò continuando a tenerlo fermo.

Edward basta così.” finalmente era arrivato anche Carlisle,seguito da Emmet.

Edward è finita. Basta.” cercò di trascinarlo via.

Edward!” gridò in fine. Finalmente riprese la lucidità e si voltò verso il padre.

Vai da Elizabeth ,ha bisogno di te. Qui ci penso io.”. Lui obbedì immediatamente e si avvicinò a me.

Mi dispiace, mi dispiace. Sarei dovuto arrivare prima.” mi disse accarezzandomi la testa e stringendomi a lui.

Ora ero al sicuro, non dovevo più temere nulla. Avrei voluto tranquillizzarlo,dirgli che stavo bene,ma non riuscivo a dire nulla.

Mi appoggiai al suo petto e chiusi gli occhi. Ero così stanca. Poi un altro urlo mi vece sobbalzare.

Il dottore stava cercando di aiutare il licantropo. Aveva una spalla slogata e con un gesto secco la rimise a posto,poi iniziò a ripulire la ferita.

Non è entrato molto veleno. Nel giro di qualche ora ti riprenderai.” gli disse mentre lo fasciava con un pezzo della maglia del ragazzo che si era rotta durante la trasformazione.

Lo spero proprio.” ringhiò Jacob.

Dopo qualche secondo arrivò il resto del branco. In totale erano cinque ragazzi di età diverse.

Il primo che si fece avanti era probabilmente il più grande,avrà avuto una ventina d'anni. Era molto alto e con il fisico scolpito e muscoloso. Indossava solo dei pantaloncini,proprio come i suoi compagni,nonostante quella sera ci fossero a malapena dieci gradi.

Un altro ragazzo mi colpì particolarmente. Avevo lo sguardo terrorizzato e si precipitò subito verso Jacob. Non raggiungeva nemmeno i sedici anni. Era più piccolino degli altri e aveva un viso più dolce e simpatico.

Il resto del gruppo rimase dietro l'uomo più grande che iniziò a parlare con Carlisle.

Sappiamo cos'è accaduto e voi avete infranto il patto.” disse con tono severo mentre aveva i nervi tesi come corde di violino.

Non è stato intenzionale Sam. Elizabeth è nuova qui,non conosceva i confini e non vi avrebbe mai attaccati.” cercò di spiegare pacifico.

Non è vero.” si intromise gridando Paul,che nel frattempo aveva ripreso le sembianze umane.

Calmati.” lo bloccò subito Sam,sbarrandogli la strada.

Possiamo risolvere tutto con molta tranquillità.” aggiunse Jasper schierandosi al fianco del dottore e accompagnato da Emmet.

Oppure possiamo scontrarci e finirla qui. “ scherzò Emmet,ma a nessuno piacque la battuta.

Tranquilli.” continuò il vampiro biondo.

La presenza di Jasper rendeva la situazione molto più calma e rilassata. Evidentemente stava manipolando gli stati d'animo dei presenti.

Cercai di muovermi per mettermi seduta, ma non appena mi spostai un dolore lancinante mi bloccò nuovamente il respiro e iniziai a tossire, stringendomi il petto.

Avevo la sensazione di soffocare. Rigettai altro sangue.

Carlisle!” ruggì Edward vedendomi in quello stato.

Portala a casa,arriviamo subito.” gli disse controllandomi le ferite.

N-no,non devi lasciarli qui.” dissi a fatica rivolgendomi ad Edward.

Non preoccuparti. Non corrono alcun rischio.” mi tranquillizzò mentre continuava a fissare il padre.

Forza andate.” ribadì lui.

Edward mi sollevò da terra e io stupidamente mi divincolai per rimettermi in piedi.

Il branco si compattò non appena ci vide muoverci, erano pronti a reagire al solo sospetto di una mossa falsa.

La ragazza sta male,se non la portiamo subito via, credo che non ce la farà.” cercò di spiegare Carlisle.

Non sono affari nostri.” rispose sprezzante Jacob. “ Da qui non si muove nessuno.”

Era troppo rischioso abbandonare gli altri così. La situazione era fin troppo tesa e complicata, poteva accadere qualcosa e non mi sarei mai perdonata se fosse qualcuno dei nostri si fosse ferito per causa mia.

Non serve continuare ragazzo.” parlò Jasper. “ abbiamo già combinato abbastanza guai oggi. Finiamola qui.”

Scordatelo sanguisuga.” disse infuriato Paul.

A quelle parole Emmet scattò in avanti,pronto a distruggerlo, ma il padre lo fermò.

Edward portala via, subito. Ci pensiamo noi.” disse il vampiro biondo.

Cercai di reagire ma improvvisamente mi sentii mancare tutte le forze. Stavo per gridare “ NO “ quando la mia vista si scurì completamente e fui immersa dalle tenebre più profonde.

Rimasi in una sorta di dormi veglia per un paio di giorni.

Ero ancora troppo debole per riprendermi,ma nello stesso tempo avevo come la sensazione di percepire tutto quello che accadeva intorno a me.

Mi sentivo angosciata e i miei sogni erano popolati solo da incubi. Rivivevo le immagini di quella nottata. Sentivo ancora bene gli odori e la paura che tutto sarebbe finito in quel momento.

Temevo che fosse successo qualcosa dopo aver perso i sensi. Volevo svegliarmi,ma non ce la facevo.

Provavo dolore in ogni singola parte del mio corpo,ma non riuscivo a muovere niente. Era come se non fossi più padrona del mio corpo. Per un attimo ho pensato che fossi morta,ma le carezze della mia famiglia,o almeno pensavo che fossero quelle,mi tenevano ancorate alla realtà.

Di tanto in tanto sentivo delle voci,quasi dei sussurri,che pronunciavano dolci parole confortanti. Non sapevo riconoscevo la voce,ma era piacevole da ascoltare.

A volte invece sentivo un calore diverso che mi sfiorava e poi lacrime,tante lacrime.

Finalmente dopo due giorni mi sentii più forte e riuscii ad aprire gli occhi.

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Capitolo 17
*** Once More, With Feeling ***


 

Once more, with feeling

 

 

Una debole luce mi colpì gli occhi facendomi svegliare. Cercai di mettere a fuoco l'ambiente, ma ero piuttosto confusa e agitata. La testa mi stava letteralmente scoppiando.

Cercai di muovermi,ma ero tutta indolenzita. Avevo un formicolio fastidioso sulle gambe,come se non le avessi mosse per secoli.

Mi accorsi che qualcuno mi teneva la mano. Riconoscevo perfettamente il suo tocco fresco,perché per mesi non avevo desiderato nient'altro.

Buongiorno.” mi disse con un sorriso anche se il suo sguardo era teso.

Edward.” La voce mi si spezzo in gola e iniziai a tossire.

Immediatamente lui mi sollevò sulla schiena e mi diede dell'acqua. La mia gola secca si riprese per un po',ma il fastidio continuava.

Come ti senti?” mi chiese rimettendomi delicatamente sdraiata.

Non lo so.” risposi guardandomi in torno. “ Cos'è successo?”

Ti ho portata a casa dopo che sei rimasta quasi uccisa da quei cani.” rispose incupendosi ancora di più.

Si questo lo so. Voglio dire dopo.” continuai agitata.

Tranquilla,ora è tutto risolto. Carlisle e Jasper hanno raggiunto un accordo con il branco.” mi spigò continuandomi a tenere la mano.

Qualcuno si è fatto male?”

Nessuno tranne te e Jacob.” e sorrise appena.

Tirai un sospiro di sollievo.

Mi dispiace.” dissi guardandolo negli occhi.

Non è stata colpa tua, non sapevi quali fossero i confini.” mi rispose tranquillo.

Io lo guardai sbalordita,non potevo credere che stesse dicendo la verità.

Cosa c'è?” mi domandò divertito.

Tu non sei Edward.” e scossi la testa. “ Sto ancora dormendo. Lo sapevo.” e sbuffai.

Liz non stai dormendo!” e iniziò a ridere. “ perché pensi questo?”

perché se fossi sveglia tu mi avresti già urlato contro. Ti saresti alzato,avresti sbattuto la porta lasciandomi qui a disperare come una scema.” risposi seria.

In un primo momenti cercò di trattenersi,ma poi scoppiò in una fragorosa risata.

Davvero faccio sempre così?”

Si.” continuai imbarazzata. Forse ero davvero sveglia e la cosa non mi piaceva. Diventai immediatamente rossa per la brutta figura.

Ti chiedo scusa allora.” mi disse dandomi una bacio sul dorso della mano.

Questa situazione era davvero surreale. Cos'è successo mentre dormivo?

Ok. Ora mi stai spaventando.” e sorrisi anch'io.

Come sei pesante. Non posso essere un po' gentile con te?”

Credo di si.” e il mio cuore prese a battere all'impazzata. Dovevo approfittare assolutamente di questo momento, non accadeva spesso che Edward fosse sorridente e disponibile.

Cercai di girarmi su un lato ma non mi accorsi che avevo una flebo nel braccio, così l'ago uscì dolorosamente dalla mia vena.

Ahi!” mi lamentai.

Sempre sbadata!” disse lui rimettendo tutto a posto.

Sempre.” e sorrisi.

Senti dolore da qualche parte?” mi disse lui controllando la fasciatura sull'altro braccio.

Si mi fa male un po' dove stai toccando.” constatai.

La ferita è brutta,ma sta migliorando velocemente. Nel giro di qualche altro giorno dovrebbe guarire completamente.” continuò cambiandomi la benda.

Sei il mio nuovo infermiere?” gli chiesi sorpresa.

Carlisle è a lavoro e quindi lo sostituisco. Mi diverte fare il medico!” rispose mostrandomi il sorriso sghembo che adoravo. Logicamente il respiro si blocco per qualche secondo.

Tutto bene?” mi domandò preoccupato.

Certo,certo.” balbettai arrossendo di nuovo.

Sei sicuro di quello che stai facendo?” chiesi perplessa mentre continuava a medicarmi.

Si,non ti fidi?”

Si, diciamo.” cercai di stuzzicarlo.

Mmm. Devi sapere che ho molto tempo libero. Quando non ho nulla da fare mi piace leggere libri di ogni genere e così tra le mani mi è capitato anche qualche testo di medicina. Sono molto,molto colto!” mi disse ridendo.

beh dopo che mi hai detto questo come faccio a non fidarmi!” risposi scherzando.

Era strano conversare con lui in modo così tranquillo. Non mi sembrava vero.

Posso alzarmi un po'?”

Non credo sia il caso,sei ancora molto debole.”

Lo so,ma non ce la faccio più a stare in questa posizione. Non mi sento più la schiena.” mi lamentai inutilmente.

Puoi metterti seduta!” mi suggerì lui.” Credo che sia un buon compromesso.”

Sempre con molta attenzione mi aiutò ad alzarmi. Ogni volta che mi sfiorava avevo i brividi su tutto il corpo. Lui immancabilmente se ne accorgeva e cercava in tutti i modi di non farmelo notare.

Sono stata molto male?” gli chiesi infine.

Si.” si fece serio. “ La ferita era molto infetta e Carlisle non sapeva come i medicinali avrebbero reagito con il tuo corpo. Il fatto che eri incosciente non ci ha reso facile la cosa.”

E come avete fatto?”

Siamo andati a tentativi. Se la febbre si abbassava voleva dire che la cura faceva effetto,se rimaneva inalterata aumentavamo la dose dei farmaci. È per questo che sei ancora piuttosto debole.” e mi diede un buffetto sulla guancia.

Hai fame?” aggiunse lui.

No. Sto bene.” e iniziai a torturarmi una ciocca di capelli. Lo facevo sempre quando ero a disagio. Iniziai a guardarmi in torno, non sapevo cosa dire. Avrei voluto fargli tante domande ma avevo sempre paura di una sua reazione e non mi andava proprio di farlo innervosire in questo momento.

Ti va di vedere gli altri?” mi chiese interrompendo quel silenzio imbarazzante.

Non lo so, sono ancora un po' stordita.” ammisi sinceramente.

Come vuoi. È solo che stanno aspettando da ore di vedere come stavi. Non sono saliti prima per non disturbarci.” cercò di persuadermi.

Non avevo molta voglia di parlare con altre persone, mi piaceva stare sola con lui, anche se era piuttosto strano. Alla fine accettai.

Nel giro di qualche secondo si precipitarono tutti in camera mia, cercando di non agitarmi troppo.

Ehi sorellina, che brutta cera che hai!” iniziò a scherzare Emmet mentre mi abbracciava forte.

Ahi! Mi fai male!” mi lamentai mentre mi stritolava tra le sue possenti braccia. Subito Edward lo fulminò con lo sguardo.

Tranquillo la lascio stare!” gli rispose il fratello dandogli un pugnetto sul braccio.

Mi piaceva questa sua nuova veste protettiva.

Esme fu molto dolce e delicata, al contrario del figlio. Aveva gli occhi lucidi ed era chiaramente più sollevata di vedermi di nuovo sveglia.

Oh tesoro, ho avuto così tanta paura quando Edward ti ha riportata in quelle condizione.” mi disse accarezzandomi.

Ora sto meglio.” la rassicurai.

Sono molto felice. La prossima volta cerca di fare più attenzione però.” cercò di scherzare, ma non le riusciva molto bene. Doveva aver sofferto molto in quelle ore. Il suo viso ,sempre allegro e luminoso, mostrava ancora un'aria preoccupata.

Sempre la solita incosciente! Vuoi farci morire di infarto?” mi rimproverò Eveline.

Eve voi non potete morire!” ironizzai io.

Era un modo di dire, sciocchina!” e mi abbracciò anche lei.

Sai cos'è stato per me non vederti più? Sono andata completamente nel panico!” continuò.

Mi dispiace.” e abbozzai un sorriso.

Le tue scuse non mi bastano! Avrai modo di farti perdonare!” continuò facendomi l'occhiolino.

Mmm andiamo bene!” risposi divertita.

Sai anche Rose è stata in ansia per te!” disse Emmet spingendola verso di me.

Grazie.” aggiunsi felice.

Beh non esageriamo ora!” smentì la bionda vampira colpendo il suo compagno.

Non è vero. Si è preoccupata anche lei.” mi disse Edward a bassa voce.

Mi dispiace avervi fatto star male a causa mia.” mi scusai con tutti.

Abbiamo passato dei brutti momenti!” aggiunse Eve.

Ma che dici! Sapevi perfettamente che si sarebbe ripresa!” aggiunse Jasper abbracciandola.

Rovini sempre tutto!” scherzò lei. “ Volevo farla sentire un po' in colpa!”

Non ti preoccupare, non serve! Mi ci sento già.” la rassicurai.

Si lo so!” e iniziò a ridere.

Come siete riusciti a fermarli?” chiesi a Jasper.

Siamo arrivati alla conclusione che era inutile scontrarsi in quel momento. C'era stato un malinteso e gli abbiamo convinti che non avresti mai infranto il patto volontariamente.” mi spiegò lui.

E hanno accettato la cosa?”

Non potevano fare altrimenti. Il loro capo, Jacob, era ferito. Non potevano combattere in quel modo. Sarebbero stati spacciati.” continuò lui.

Capisco. Ci saranno delle conseguenze?”

No, non credo. La situazione dovrebbe tornare come prima. Continueremo ad ignorarci.” e mi sorrise.

Uffa! Io avrei voluto uno scontro!” si lamentò Emmet. “ Non è giusto che Edward abbia avuto la possibilità si massacrare quel cane e io no.”

Lo sai che queste fortune capitano solo a me!” rispose divertito il fratello.

Ragazzi, vi prego!” li riproverò Esme. “ Sapete che odio queste cose. Dov'è finita l'educazione che vi ho insegnato?”

Scusaci” disse imbarazzato Edward.

Emmet fece segno che la conversazione sarebbe continuata dopo.

Esme lo fulminò con lo sguardo.

Sempre i soliti!” aggiunse la donna “ Non cambiano mai.” e si mise a sedere vicino a me.

Hanno più di cento anni ciascuno e continuano a comportarsi come bambini! Metterete quella vostra testolina vuota a posto prima o poi?” disse ridendo.

Se non ci sono riusciti fino ad ora, non credo che ci siamo possibilità di miglioramento.” rispose ironica Rosalie.

Per fortuna che ho Jasper. È l'unico che mi da soddisfazioni!” continuò Esme.

Il ragazzo fece un sorriso compiaciuto.

Beh mi sono scelta il migliore del resto!” commento Eveline baciando il suo compagno.

La scena davanti hai miei occhi era assolutamente esilarante. Era come stare in una classica famiglia, dove la madre rimprovera i figli. Nessuno in quel momento avrebbe mai detto che quelli fossero vampiri centenari.

Sprofondai nel cuscino, rilassata dai loro discorsi divertenti. Erano così piacevoli quei momenti di serenità.

Ora andate forza!” li interruppe Edward “ Liz deve riposare. L'avete stressata abbastanza per oggi.” e li spinse verso la porta.

Come sei pesante!” commentò Emmet. “ Ci stavamo divertendo!”

Ho detto fuori!” gli ruggì contro.

Liz ma come fai a sopportarlo?” si rivolse a me.

Io feci spallucce e gli sorrisi.

Vedi nemmeno lei ti vuole! Dai prendo il tuo posto!” continuò Emmet mostrando un sorriso malizioso.

Sparisci scimmione!” e gli chiuse la porta in faccia.

Finalmente un po' di calma!” disse sospirando mentre si rimetteva seduto sulla poltroncina.

Mi stavo divertendo.” mi lamentai.

Lo so. Ma ora devi riposare, altrimenti non ti alzerai più da questo letto.” rispose rimboccandomi le coperte.

Certo papà come vuoi tu!” dissi scherzando.

Si, si fai la spiritosa!” e si accomodò meglio. Io lo guardai confusa. Perché non andava via?

Che cosa ho fatto ora?” mi chiese perplesso.

Rimani qui?” gli domandai.

Liz, sono due giorni che non mi muovo . Qualche altra ora non mi cambia niente.” rispose serio.

Non ti sei mai mosso?” . Non potevo credere che fosse rimasto con me tutto il tempo. Non era proprio da lui.

No. Non volevo lasciarti sola.” e sorrise un po' a disagio.

Ah. E a scuola?” continuai.

<< Abbiamo entrambi l'influenza, di certo non possiamo andare in giro malati.>> mi disse come se la cosa fosse ovvia.

Grazie.”

Figurati.” e tornò a fissarmi.

Ero davvero stremata, ma la sua presenza non aiutava ad addormentarmi.

Chiusi gli occhi e iniziai a riflettere su tutto quello che era accaduto. Non riuscivo a capire questo suo improvviso atteggiamento nei miei confronti, certo la cosa mi faceva più che piacere, per mesi non avevo desiderato altro, ma la situazione mi agitava.

Non potevo sopportare di perderlo un'altra volta. Non poteva avvicinarsi così e togliermi di nuovo tutto. Ormai sapeva cosa provavo per lui, sapeva quanto avessi sofferto del suo comportamento, sarebbe stato davvero crudele giocare per l'ennesima volta con le mie debolezze.

L'unica cosa di cui ero perfettamente consapevole era che non dovevo sperare in nient'altro. Dovevo accontentarmi della sua amicizia. Questa volta non mi sarei illusa facilmente, avevo imparato a mie spese la lezione.

Non so dopo quanto tempo riuscii a prendere sonno, ma quando mi addormentai di nuovo i miei sogni furono popolati solo da incubi.

Questa volta furono diversi. Non riuscivo a distinguere né le facce delle persone né il luogo in cui mi trovavo.

Era buio e faceva molto freddo. Stavo letteralmente gelando. Non riuscivo a muovere niente, ero come paralizzata.

Percepivo solo una parete vuota dietro le mie spalle, che mi impediva di indietreggiare e qualcosa davanti non mi lasciava via di fuga.

Ero in trappola, ma non riuscivo a capire da cosa stessi scappando.

In lontananza sentivo delle voci, alcune erano famigliari, altre erano del tutto nuove.

Una in particolare mi colpì. Era una voce femminile. Il tono era basso, cantilenante e mi fece venire i brividi.

Pronunciava parole senza alcuna connessione logica, in una lingua che non conoscevo, ma sapevo che non avevano senso.

Poi il suono si fece più vicino, ma più tenue, era quasi un sussurro.

La donna iniziò a piangere piano, come se si stesse lamentando. La differenza era che ora riuscivo a capire quello che diceva.

Parlava di una persona che avrebbe rovinato tutto. Non capivo a cosa si stesse riferendo.

Continuava a ripetere “ distruggerà la nostra famiglia, porterà il male e noi saremo rovinati”. Non smetteva di dire la stessa cosa.

Improvvisamente il lamento divenne un urlo straziante e una figura emerse dall'oscurità.

Era una ragazza, non avrò avuto più di venticinque anni. Aveva i capelli neri molto lunghi. Non riuscivo a distinguere i tratti del suo viso, ma aveva qualcosa di inquietante.

Poi si gettò a terra e iniziò a fissare il cielo, con il volto striato dalle lacrime.

Con le lunghe mani pallide indicava ad una ad una le stelle e ad ognuna dava lo stesso nome.

Papà le stelle mi parlano.” gemeva piano. “ sarà la fine per tutti noi.” e di scatto rivolse il suo sguardo verso di me.

Cercai di nascondermi, ma non c'era niente in torno a me. Lei non smetteva di guardarmi, era come ipnotizzata dalla mia presenza e poi avvenne qualcosa che mi spaventò a morte.

Da dietro la donna apparve mia madre. Era tranquilla e serena, mi sorrideva come se niente fosse.

Volevo avvertirla di stare lontana da quella creatura, ma dalla mia bocca non usciva alcun suono. Il panico mi travolse completamente. Ero sempre bloccata e mi sembrava di vedere quella scena come se io non ne fossi partecipe. Era come guardare un film.

La sensazione più brutta che io abbia mai provato.

Poi mia madre si chinò vicino a quella strana donna e iniziò a consolarla, ma non capivo cosa le stesse dicendo, finché con un gesto velocissimo non la prese il collo. Mia mamma cadde a terra senza vita.

Gettai un grido disperato e mia svegliai piangendo.

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Capitolo 18
*** Surprise ***


 

 

Surprise

 

 

 

Mi alzai di scatto dal letto, ancora sconvolta da quella visione raccapricciante. Piangevo così tanto che i singhiozzi mi bloccarono il respiro.

Poi una presa forte mi bloccò facendomi sobbalzare. Era Edward che con uno sguardo terrorizzato cercava di tenermi ferma. Vedevo le sue labbra muoversi, ma non sentivo nulla. Avevo ancora la voce della donna che risuonava nelle mie orecchie.

Liz!” urlò più forte scuotendomi da quello stato di incoscienza.

Edward.” dissi tra le lacrime.

Sono qui, va tutto bene.” e mi strinse contro il suo petto. “ E' stato solo un incubo.”.

Non riuscivo ancora a parlare e mi limitai a stare immobile, con le braccia lungo i fianchi, e le sue braccia che mi tenevano al sicuro.

Elizabeth, cos'è successo?” mi chiese sollevandomi in mento con un dito.

Non lo so.” risposi con una voce prima di intonazione. Fissavo il vuoto come se fosse la cosa più interessante in quel momento.

Mi stai spaventando.” continuò cercando la mia attenzione.

Sto bene, credo.”

Non è vero. Avanti rimettiti giù. Hai di nuovo staccato la flebo.”

Mi rimise a letto e velocemente rimise l'ago nel mio braccio. Non provai alcun dolore, non ero ancora del tutto in me.

Dolcemente iniziò ad accarezzarmi il volto e il suo tocco fresco mi fece rilassare un po'.

Ho sognato mia madre che veniva uccisa.” parlai di nuovo senza alcuna emozione.

Liz è stato solo un brutto sogno, non significa nulla.” cercò di rassicurarmi.

No.” questa volta gridai.

Piccola tua mamma sta bene. Eve se ne sarebbe accorta se le fosse accaduto qualcosa. Lo sai che tiene d'occhio tutta la tua famiglia.”

E se si stesse sbagliando?” continuai agitata.

Non si sbaglia. Non c'è alcun pericolo.”

Non ne sono così sicura.”

Liz hai di nuovo la febbre alta. Probabilmente è per questo che hai fatto questi sogni, è normale.” mi disse passandomi una mano sulla fronte.

Ma era così reale. Non mi è mai capitato di sognarla da quando sono andata via di casa.” cercai di spiegargli.

Forse ora senti maggiormente la sua mancanza.” ipotizzò lui.

E quindi la sogno mentre viene uccisa?” risposi acida.

Non so cosa dirti, appena Eve torna le parlerò se la cosa ti fa sentire più tranquilla.”

Si,grazie.”.

Sprofondai nel cuscino e feci un bel respiro. Probabilmente Edward aveva ragione. La febbre mi stava facendo delirare. Chi avrebbe fatto del male a mia madre? Ero andata via di casa proprio per proteggerla da questa eventualità! Mi stavo sicuramente sbagliando.

Nonostante mi auto convinsi di ciò, l'ansia continuava ad infastidirmi.

Va meglio?” disse lui sedendosi vicino a me.

Si.” e gli presi una mano.

Come d'abitudine mi aspettavo che si scansasse, ma con mia grande gioia non fu così.

Al contrario si allungò sul letto e mi cinse le spalle con un braccio.

Mi lasciai coccolare per un po', poi notai che sulla poltrona dove era seduto prima c'era la mia copia di “ Cime tempestose “ aperta.

Stavi leggendo?” gli chiesi mentre giocavo con i bottoni della sua camicia.

Si, l'ho trovato sul tuo comodino. Avevo solo quello a portata di mano.”

Ti piace?” chiesi incuriosita.

Diciamo che non rientra tra i miei preferiti.”

Io l'adoro.”

Ah si? Io non lo trovo così speciale.” disse mentre si spostava su un fianco per cercare il mio sguardo.

Mi piace la complessità dei personaggi. Sono totalmente folli.” risposi abbozzando un sorriso.

In questo siamo d'accordo. “ e iniziò a ad accarezzarmi una ciocca dei capelli.

Quel gesto così semplice mi fece quasi uscire il cuore fuori dal petto. Lui se ne accorse immediatamente e sorridendo mi disse “ Come te del resto.”

Divertente.” e gli tirai un pugno sulla spalla.

Ahi.” si lamentò lui per prendermi in giro.

Il più inquietante è il protagonista. Ha dei sei problemi.” cercai di cambiare il discorso.

No, non credo. Secondo me è il più normale. Lei, invece, è assolutamente pazza.” mi contraddisse dubito. “ Sprecare tutta la sua breve vita dietro a fantasie e speranze inutili.”

Ma lei lo amava!” dissi irritata.

Anche lui!” obiettò giustamente. “ Lei però ha sposato Linton.”

perché lui era un idiota!” continuai facendomi prendere sempre di più dalla discussione.

Ah si? E allora lei? Così capricciosa e infantile!” disse scuotendo la testa come se stessi dicendo un mucchio di sciocchezze.

Era il suo carattere purtroppo, ma lui non ha reso le cose più facili. Se fosse stato più dolce e gentile si sarebbero sposati e non avrebbero fatto quella brutta fine.”

Lui aveva una ragione per comportarsi così.” rispose serio.

E quale sarebbe saputello?”

Lui la amava a tal punto da non volerla trascinare nel suo orribile mondo. La vedeva come qualcosa di prezioso, che andava protetto.” e mi guardò di nuovo. Non ero sicura che si stesse riferendo ancora al romanzo.

Lui non l'amava abbastanza.” affermai io.

Lui era pazzo di lei, era lei che non era in grado di capirlo.”

Come puoi amare una persona e farla soffrire in quel modo?” gli chiesi ferma sulle mie opinioni.

Beh puoi e come. Lui l'ha fatto per vendetta, perché quando le ha mostrato i suoi sentimenti Catherine lo ha sbeffeggiato. Ma nella realtà queste cose accadono più di quanto pensi.” rispose incupendosi un po'.

Sbeffeggiare qualcuno?” gli chiesi non capendo dove volesse arrivare.

No, sciocca. Amare e odiare nello stesso tempo una persona.” e mi diede un colpetto sulla testa.

Non puoi fare entrambe le cose. È inumano!”

Mmm no. Puoi amare una persona e ed odiarla contemporaneamente. La ami perché sai che lei potrebbe renderti felice e la odi perché è l'unico modo per allontanarla da te.” continuò serio.

E perché mai dovresti allontanarla?”

perché non vuoi farla soffrire. Perché magari non sei la persona adatta per renderla felice.” mi spiegò.

E come fai a saperlo se non ci provi?”

Certe cose si sanno e basta.”

Ma non è giusto. Magari l'altra persona soffrirebbe di più ad essere allontanata piuttosto che essere amata.” sapevo dove volevo arrivare.

In un certo senso stavamo parlando della nostra situazione. Certo lui non mi amava, ma io si. E sicuramente sarei stata più felice con lui che senza di lui. E poi anche se lui non provava i miei stessi sentimenti non gli ero di certo indifferente, questo dovevo riconoscerlo.

Era stato Jasper a confermare le miei ipotesi. Aveva detto che lui mi allontanava per evitare di farmi del male.

Non lo so. Perché distruggersi a vicenda?” mi chiese pensieroso.

Non è detto che si arrivi ad una distruzione, magari le cose vanno bene.”

Forse la persona che odia non vuole che le cose vadano bene, perché in un certo senso vuole punire se stesso.” rispose alterandosi un po'.

Ma in questo modo punisce anche l'altra persona che non ha colpa.”

Ha la colpa di amarlo. Tutto qui.” e distolse lo sguardo da me.

Possiamo cambiare discorso? Credo che litigheremo se continuiamo.” mi disse sciogliendo la presa e tornando a sedere sulla poltrona.

<< Certo.>> rispose scocciata. Sapevo che il suo buon umore non poteva durare in eterno. Beh almeno non era fuggito via.

Misi il broncio e mi girai dall'altro lato. Non capivo perché si ostinasse ad essere così testardo.

Sei arrabbiata?” mi chiese in tono più dolce.

No sono stanca. Credo che dormirò un altro po', è presto.” mentii per evitare di tornare a discutere.

Certo. Buonanotte allora.” e lo sentii riaprire il libro.

Ah comunque.>> e mi girai per guardarlo. “ Lui vive il resto della sua vita perseguitato dal fantasma di Catherine.”

Lo so. È un rischio che bisogna correre.” e sospirò.

Alzai gli occhi al cielo spazientita. Era del tutto inutile quando si intestardiva su una cosa.

Riuscii a riposare tranquilla per tutto il resto della notte. Per fortuna nessun incubo venne a farmi visita.

Al risveglio lo ritrovai nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato,solo che era più teso del solito.

Il pallore del suo viso era accentuato, così come le sue occhiaie che circondavano i suoi occhi color oro.

Tutto bene?” gli chiesi ancora assonnata.

Si,perché?”

Sei strano.”

No, credo solo di avere un po' fame.” e si passo una mano sulla gola. “ Appena ti senti meglio dovrò andare a caccia.”

Puoi andare se vuoi.” gli disse anche se non volevo che si allontanasse da me.

Non ti dispiace?” mi domandò rimanendo immobile.

No, figurati. Hai già fatto tanto!” e gli sorrisi.

Ok. Faccio presto. In un paio d' ore sarò di nuovo qui.” e mi baciò delicatamente sulla fronte.

Fai con calma. Tanto non mi muovo!” e guardai i tubicini ancora attaccati al mio corpo.

Ci vediamo tra un po' allora.”

Non mi accorsi che gli stavo tenendo la mano e quando si alzò per andare via si bloccò perché non avevo ancora mollato la presa.

Lui mi guardò divertito.

Oh scusa.” e lo lasciai andare.

Sicura che posso andare?” mi domandò pensieroso.

Certo! Va tutto bene.”e immediatamente arrossii per l'ennesima figura imbarazzante.

 

Non appena uscii da quella porta mi sentii immediatamente mancare l'aria.

Era una sensazione stranissima e nello stesso tempo orribile. Ero ormai abituata alla sua costante presenza che ora non riuscivo a farne a meno.

Iniziai a guardarmi in torno e a rigirarmi nel letto in cerca di qualcosa che mi potesse distrarre, ma non trovai nulla. Era tutto troppo lontano da me, e non riuscivo ancora ad alzarmi da sola. Si, volendo l'avrei potuto fare, ma avrei combinato un disastro con tutte quelle flebo. Non vedevo l'ora di liberarmene, mi sentivo così impacciata!

Trovai il telecomando e accesi la tv. Sfortunatamente niente riuscì a catturare la mia attenzione e così mi innervosii ancora di più. Le mani mi tremavano senza alcun motivo.

Stavo letteralmente impazzendo. Non avrei mai pensato di reagire in quel modo. Era devastante il pensiero di quanto dipendessi da lui. Non potevo continuare così, perché prima o poi la situazione sarebbe tornata come quella prima del mio incidente e non potevo permettermi di cadere di nuovo in depressione.

Al solo ricordo di quei mesi, una fitta lancinante mi prese allo stomaco.

Dopo qualche minuto mi accorsi che in casa era improvvisamente cambiato qualcosa.

Un' odore particole mi travolse lasciandomi un attimo senza fiato. Immediatamente la gola iniziò a bruciarmi. Era da molto che non mi nutrivo e la cosa non mi aiutò affatto.

Eve entrò di corsa in camera mia, mentre tentavo ancora di calmare i miei nervi.

Si,lo so è disgustoso.” mi disse osservando la mia espressione.

Cosa?” la guardai senza capire.

L'odore, anzi la puzza!” mi rispose cercando di non respirare.

Ah! Io lo trovo delizioso!”

Beh è logico! Tu non riesci a sentire questo tanfo orribile! In questi casi ti invidio proprio.”. La sua espressione era sempre più disgustata.

Allora ascoltami bene.” e si avvicinò velocemente a me “ Avete poco più di due ore per parlare, quindi non perdere tempo.”

perché è qui?” le domandai irritata.

Falla entrare e te lo spiegherà lei stessa.” e mi scompigliò i capelli “ Sii gentile. So che sembra strano detto da me, ma fidati!”

In un secondo aprì la porta e Cynthia entrò in camera.

Ciao.” dissi nel tono più gentile che conoscevo.

Lei non riuscì a rispondere e scoppiò in lacrime abbracciandomi forte. All'inizio rimasi impietrita e cercai terrorizzata lo sguardo di Eve che mi faceva segno di ricambiare il suo caloroso affetto.

Così le diedi qualche colpetto sulla spalla. La vampira scoppiò a ridere.

Oh Liz! Grazie a dio stai bene.” mi disse la ragazza ancora in lacrime.

Si.” risposi titubante.

Mi dispiace così tanto per non averti potuta vedere prima, ma ti giuro che non è stata colpa mia.” e guardò Eve in cerca di una conferma. L'altra annuì.

Edward non mi ha fatta avvicinare per nessuno motivo. Ti rendi conto?” e iniziò a gesticolare in preda alla rabbia. “ Non gli importava se restavo ore ed ore fuori dalla porta d'ingresso a piangere ed ad urlare come una pazza! Perfino Esme è uscita a fuori a consolarmi. Quel ragazzo ha qualche serio problema!”

Mi dispiace.” e scoppiai a ridere immaginando la scena.

Non c'è niente di divertente!” e non riuscì a trattenersi nemmeno lei.

Non lo facevo così protettivo.” le dissi dispiaciuta.

Nemmeno io, è questo il punto! Mi avrebbe uccisa volentieri se non mi fossi decisa ad andare via!”

A malapena faceva entrare noi!” aggiunse Eve seria.

Vedi? Te l'ho detto : ha seri problemi!” mi ripeté ancora più convinta scandendo bene le parole.

Non so cosa dire.” non pensavo fosse arrivato a tanto.

Tipico comportamento di Edward. A volte diventa un po' paranoico!” disse Eveline alzando le mani al cielo in segno di rassegnazione.

Come sei riuscita a passare ora?” le chiesi curiosa. Non osavo immaginare quale stratagemma avesse inventato.

Semplice! Ho torturato fino allo sfinimento Eve e così per pietà mi ha aiutata nell'impresa!” e mi mostrò un sorriso compiaciuto.

Veramente?” le domandai incredula.

Certo!” aggiunse l'altra. “ Quando vuole sa essere più fastidiosa di qualunque creatura abbia mai conosciuto! Mi hai chiamata giorno e notte, finché non ho ceduto per la disperazione. Mi chiedo come fai a sopportarla!”

Non lo so, me lo chiedo anch'io!” risposi scherzando.

Scusa Eve , ma eri la mia unica possibilità!” e iniziò a sbattere i suoi grandi occhioni stile Bamby.

Mi serve molto di più che uno sguardo implorante! Sai quanto è stato difficile tenere tutto nascosto ad Edward? Ho passato un'intera giornata a cantare nella mente tutta la discografia dei Queen! Per fortuna che lui era troppo impegnato a sorvegliare Elizabeth, altrimenti mi avrebbe fatto passare i guai!” disse imbronciata.

Beh vi ringrazio entrambe per tutto quello che avete fatto!” dissi cercando di far finire la discussione, avevamo poco tempo, e non potevamo sprecarlo così.

Sono contenta che tu sia qui!” dissi abbracciando Cynthia.

Anche io! Pensavo che non mi avresti voluta.” rispose rattristandosi un po'.

No, è tutto passato. Ti avevo già perdonata, ma non riuscivo ad ammetterlo.” e le sorrisi.

Ah ma allora sei proprio una stronza!” e scoppiò a ridere. “ E io che mi stavo preoccupando così tanto!”

Beh te lo sei meritata!” dissi pizzicandole un braccio.

Perfetto, questa me la segno!”

Cynthia, Jacob sa che sei qui?”. Non volevo che tra i due ci fossero delle tensioni a causa mia.

Certo!” mi disse tranquilla.

E ti ha lasciata venire così tranquillamente?” chiesi sorpresa.

Oh no! Ma devi sapere che io ho un certo ascendente su di lui. Non so se mi spiego.” e fece l'occhiolino soddisfatta.

Cynthia!” le urlai fingendomi scandalizzata.

Lo so, sono una cattiva ragazza!” e rise maliziosa.

Oddio,cosa mi tocca sentire!” disse Eve scuotendo la testa. “ E' meglio che vada. Potrei rimanere sconvolta da certe rivelazione!” e scoppiando a ridere ci lasciò sole.

Non voglio che ci siano problemi tra di voi per colpa mia.” cercai di convincerla quando rimanemmo sole.

Non ci saranno, tranquilla. Lui non può impedirmi di vederti, non c'è riuscito Edward, figurati lui!” e mi tranquillizzò subito. “ Soprattutto dopo quello che ti hanno fatto.”

Non stai dalla loro parte?” le chiesi stupita.

In questo caso no. Pual ha esagerato troppo. Avevo già avvertito tutti che tu non saresti stata un problema, eppure non mi hanno dato retta. Non capisco perché sono così testardi. “

Non avrei mai immaginato che Cynthia potesse stare dalla mia parte. Evidentemente l'avevo giudicata male, era più matura di quanto pensassi.

Quando Jacob è tornato a casa in quello stato, non ti nascondo che mi sono spaventata da morire,ma quando mi hanno raccontato cos'era accaduto, mi sono arrabbiata tantissimo. L'ho anche picchiato!” continuò stringendo i pugni. “ Certo, non gli ho fatto niente, anzi mi sono fatta male io. Guarda che livido!” e mi mostrò la mano ancora violacea.

Non ti facevo così violenta!” Non ce la vedevo proprio Cynthia, così piccolina in confronto a quei ragazzi, ad alzare le mani. La ragazza aveva coraggio da vendere!

Beh se si tratta di difendere le persone, sono pronta a tutto!” continuò soddisfatta.

Ora però avete risolto?”

Si, la sera stessa.” e rise un po' delusa. “ Ho cercato di tenergli il broncio, ma lui è così tenero quando vuole! Sembra un cucciolotto, non potevo lasciarlo così!”

Ok, basta. Non voglio conoscere questi lati di Jacob!” dissi storcendo il muso.

Oh ma perché? Non è così cattivo come pensi. Si, è un po' strano, ma ha le sue ragioni. In fondo è un bravo ragazzo.”

Non lo metto in dubbio che con te si comporti bene, ma io sinceramente non lo riesco a sopportare tanto.” ammisi sinceramente.

Non l'avevo mai visto di buon occhio, anche quando non sapevo chi fosse veramente, ma dopo l'attacco l'opinione su di lui non era certo migliorata. Se solo ripensavo a quei momenti mi venivano i brividi.

Non hai mai paura di stare con loro?” le chiesi incuriosita.

No. So che non mi farebbero mai del male. E anche volendo, non potrebbero mai.”

In che senso?”

Beh, anche il branco ha le sue leggi e una di queste è che nessun membro può far del male all'oggetto dell'imprinting di un membro del gruppo!” mi spiegò seria.

Cosa?” ora mi ero persa. “ Cos'è l'imprinting?”

Mmm è un po' complicato da spiegare. In poche parole le leggende narrano che a volte, diciamo molto raramente, un membro del branco può incontrare la propria anima gemella, ma non è come l'amore normale, è molto di più. Lui vive solo ed esclusivamente per lei, darebbe la vita pur di soddisfare ogni sua necessità. In nessun caso la potrebbe far soffrire e di certo non la potrebbe mai abbandonare.” e mentre parlava le si illuminarono gli occhi.

Credo che Carlisle mi avesse già parlato di questo strano fenomeno, ma sentirlo dalle sue parole era tutt'altra cosa.

Tu sei felice?” domandai scioccamente, era chiaro che lei fosse al settimo cielo.

Oh, da morire. Non ti puoi immaginare quanto sia bello saper di aver trovato il compagno della tua vita e che mai e poi mai ti potrà lasciare. Ti da molta sicurezza.”

Eh lo immagino.”

Però come nelle più belle favole c'è sempre un lato oscuro.” disse rattristandosi un po'.

Vivo ogni giorno con la paura che lui possa ferirsi in qualche modo. Non è fragile come un qualunque umano, questo l'hai visto, ma temo che un giorno di questi possa presentarsi un vampiro che non sia così buono come voi.” gli occhi le si riempirono di lacrime. “ Non saprei cosa fare senza di lui.”

Questo potevo capirlo benissimo.

Poi c'è dell'altro.” e fece una smorfia quasi di disprezzo. “ Lui non invecchia, almeno per ora!”

Ma dai!” risposi incredula.

Si. Ti rendi conto? Il mio ragazzo rimarrà bloccato in quello stato di assolta perfezione e io invece invecchierò come tutti.”

perché hai detto “almeno per ora”?”

perché quando il suo popolo non sarà minacciato più dai vampiri allora riprenderà la normale crescita.”

Che cosa interessante, non la sapevo!”

Interessante un corno! Sono circondata da immortali, ti rendi conto quanto posso essere frustrata da questa cosa?” e iniziò ad alzare la voce innervosendosi.

Calmati! Non è poi così bello!” cercai di calmarla, ma fu inutile. Al contrario le mie parole fecero l'effetto contrario.

Ma cosa dici! Cosa ci dovrebbe essere di brutto nel fatto che rimarrai sempre giovane?”

Per esempio vedrai morire tutte le persone a cui tieni.” disse seriamente.

Ma anche lui vedrà morire me? E come pensi che reagirà?” mi attaccò subito.

Si, forse hai ragione.” iniziai a cercare un altro svantaggio. “ Ecco, devi sempre spostarti perché altrimenti la gente potrebbe notare qualcosa.”

A me piace viaggiare!” e si incrociò le braccia al petto spazientita.

Non puoi avere figli. Non potrai mai provare questa gioia.”

Si incupì per un istante. “ Questo non mi piace.”

Te l'avevo detto che non era tutto rose e fiori!” e sorrisi un po' malinconica.

Non avevo mai sentito la necessità di crearmi una famiglia con delle piccole pesti che mi gironzolavano in casa, nemmeno ora la sentivo, però in futuro non posso escludere che la cosa mi avrebbe fatto soffrire.

Credo che il fatto di non poter diventare madre non lo riuscirei a sopportare. Sin da piccola ho sempre sognato di avere almeno cinque figli!”

Mmm ti ci vedo circondata dai marmocchi!” e iniziammo a ridere pensando al futuro roseo di Cynthia.

Immaginammo tutti i casi possibili e alla fine arrivammo alla conclusione che lei sarebbe diventata madre di quattro bambini, due maschi e due femmine, e io avrei fatto da zia per soddisfare delle mie ipotetiche voglie di maternità! Inoltre averi dovuto accudire i piccoli durante le sue fughe d'amore con Jacob, perché di certo non poteva dedicare la sua vita soltanto a loro, “ i mariti vanno soddisfatti!” continuava a ripetermi.

Purtroppo i nostri spensierati discorsi furono interrotti da Eve che ci avvertiva che Edward sarebbe tornato a momenti.

Uffa, non voglio che tu vada via!” le dissi abbracciandola.

Nemmeno io, ma credo che il tuo vampiro non sarà felice di trovarmi qui. Già immagino la sua reazione quando sentirà il mio odore.” e scoppiò a ridere divertita.

Non ci trovo niente di simpatico. Siamo io e Eveline che poi dobbiamo sopportarlo!”

Come se ti dispiacesse!” mi disse dandomi una gomitata.

Beh non hai tutti i torti!”

Mi raccomando... “

Starò attenta e non mi faccio coinvolgere come l'altra volta” dissi concludendo il suo avvertimento.

Speriamo!” e mi diede un bacio sulla guancia, poi andò via promettendomi che sarebbe tornata il prima possibile.

 

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Capitolo 19
*** Friend Or Lover ***


 

 

 

Friend or Lover

 

 

 

Come avevo previsto, Edward non fu affatto contento della visita di Cynthia.

Non appena mise piede in casa si scagliò contro la sorella. Riuscivo perfettamente a sentire i loro discorsi dal piano di sopra.

Nel frattempo Carlisle era venuto a controllare la mia situazione.

Ma cosa ti è saltato in mente?” urlava il vampiro contro Eve.

Calmati, non è successo niente!” rispondeva lei scocciata.

Ti avevo detto che non la volevo in casa mia!”

Per la precisione questa è casa nostra e nessuno ti da il diritto di decidere su chi deve e non deve entrare!” continuò lei.

Mi prendi in giro?” disse lui ancora più nervoso.

Assolutamente no.”

Ti odio quando fai così!” ringhiò lui.

Il dottore mi guardava con aria rassegnata mentre cambiava la medicazione.

Tranquilla gli passerà” mi disse alzando gli occhi al cielo.

Si, lo so.” e sorrisi divertita. Non so perché ma questa situazione in un certo senso mi faceva piacere. Adoravo vederlo così protettivo nei miei confronti. Si, stava esagerando, ma non mi importava.

Le fa bene avere altre amicizie al di fuori di noi!” affermò Eve.

Non se sono i nostri peggiori nemici!” ribatté lui.

Non mi pare che Cynthia sia così pericolosa!”

Ma con il branco come la metti?”

Jacob non le ha impedito di venire qui, la cosa dovrebbe farti pensare.”

Come contorno alla discussione c'erano le risate di Emmet.

Vi prego lottate! Sono curioso di vedere come va a finire!” scherzò il ragazzo.

Finirà pari!” commentò seria Eve.

Che noia! Non si può avere un po' di azione decente!”

Smettila Emmet, altrimenti te la faccio vedere io l'azione.” ruggì Edward. “ L'unica cosa che penso è che sono circondato da un gruppo di pazzi!”

E tu ne fai perfettamente parte!” urlò la ragazza mentre l'altro vampiro saliva le scale.

In un secondo entrò in camera mia. Aveva l'aria di stare per esplodere da un momento all'altro.

Io lo accolsi con un sorriso innocente.

Poi me la vedrò anche con te!” mi disse avvicinandosi al letto.

Come procede?” e si rivolse a Carlisle.

Oh, molto bene. Le ferite guariscono in fretta. Oggi possiamo togliere la flebo e con calma potrai alzarti.”

Evvai!” e feci un gridolino esultante.

Ho detto con calma!” precisò il dottore.

Certo, scusa!” risposi rimettendomi allungata.

Prima devi mangiare qualcosa.” disse Edward visibilmente più rilassato.

Già è vero.” in realtà non avevo tutta questa fame, ma non mi andava di discutere anche sul cibo e così accettai subito il pranzo preparatomi da Esme.

Secondo me devi stare tranquillo!” dissi ad Edward mentre addentavo un pezzo di pane.

Forse tu non ti rendi conto di quello che è accaduto.” rispose serio.

Si, lo so, ma ora credo che le cose andranno meglio.”

E cosa te lo fa pensare?”

Beh Jacob non ha impedito a Cynthia di venire qui, ciò vuol dire che non ha poi così tanta sfiducia nei nostri confronti.” constati felice.

Ma non gli impedirà di farti del male di nuovo.”

Non credo che lo farà. Non può rischiare di mettersi contro la sua ragazza.”

Tu hai troppa fiducia in lei.”

Fidati, non mi sbaglio.” lo rassicurai.

Se lo dici tu!” disse perdendo ogni speranza di controbattere.

Io gli sorrisi ma dato che avevo la bocca piena di cibo, sul mio volto uscì una espressione buffa e lui scoppiò a ridere divertito.

Nel giro di tre giorni mi ripresi quasi completamente. Ora riuscivo a stare alzata senza svenire a terra, come mi era capitato la prima volta che avevo messo piede giù dal letto.

L'appetito era tornato normale e per il resto la situazione non era variata.

Edward era sempre disponibile nei miei confronti, anche se prestava più attenzione rispetto a prima, ogni volta che poteva ,evitava qualunque contatto fisico tra di noi.

Non ne fui sorpresa, mi aspettavo una cosa del genere, ma nonostante ne fossi consapevole, non potevo nascondere che la situazione mi faceva soffrire.

In un paio di giorni, se la mia salute fosse migliorata ulteriormente, sarei potuta tornare a scuola.

Stranamente la notizia mi riempì di gioia. Il solo pensiero di poter mettere il naso fuori di casa mi rallegrava molto.

La notte riuscivo a dormire tranquillamente. Non avevo più fatto incubi e questo contribuiva al mio umore sereno.

Cynthia non aveva avuto più l'occasione di tornare, Edward era sempre nei paragi e Eve non aveva voglia di mettersi di nuovo contro il fratello. Non gliene feci una colpa, aveva già fatto tanto per me.

Finalmente i miei giorni di malattia erano finiti e il mattino seguente ci saremmo riviste.

Prima di andare a dormire mi concessi un lungo bagno caldo.

Riempii la vasca fino all'orlo e buttai nell'acqua quasi una confezione di bagnoschiuma alla fragola. Adoravo quando ero sommersa da quelle bolle profumate.

Rimasi a mollo più di un'ora e poi mi decisi ad uscire.

Vedendo l'immagine riflessa nel grande specchio mi fermai ad osservarla.

Ero dimagrita molto durante la mia malattia e il pallore sul mio viso aveva qualcosa di inquietante. Per non parlare delle occhiaie. Non ne avevo mai avute in vita mia, eppure quella sera i miei occhi erano cerchiati da macchie quasi violacee.

Probabilmente ero stata più male di quanto non avessi immaginato.

Mi sfiorai la cicatrice sul braccio. Il segno del morso era quasi sparito, solo un occhio esperto avrebbe potuto notarlo. Rabbrividii al pensiero di quei denti affilati nella mia carne.

Mi avvolsi nell'asciugamano e poi iniziai a ridere da sola pensando a quale lavoro di ristrutturazione avrebbe dovuto fare Eve sul mio viso la mattina seguente.

Uscii dal bagno e lanciai un urlo.

Edward!”

Il ragazzo era seduto comodamente sul mio letto e mi guardava divertito.

Che diavolo ci fai qui? “ continuai diventando rossa per l'imbarazzo e nel frattempo cercavo di coprirmi il più possibile.

Ti stavo aspettando. Devo chiederti una cosa.” rispose molto tranquillamente.

Ti dispiacerebbe bussare la prossima volta?”

Stavi facendo il bagno, non mi avresti sentito.” e non metteva di fissarmi.

Ah! Beh ora esci, devo vestirmi!” e gesticolai per indicargli la porta.

Come se ce ne fosse bisogno. Ti ho già vista senza...”

Non gli diedi il tempo di finire la frase che lo fulminai con lo sguardo. Presi i primi vestiti che trovai sulla sedia e mi richiusi in bagno.

Quel ragazzo a volte non lo capivo proprio. Avevo l'impressione che provasse un certo gusto a mettermi in queste situazioni imbarazzanti.

Feci un bel respiro e tornai di là.

Allora?” gli chiesi cercando di mantenere un'aria sostenuta.

Mmm ti preferivo prima.” e mi mostrò il suo adorabile sorriso sghembo.

Smettila.” lo minacciai senza perdere il controllo. Mi stavo abituando a non andare nel panico ogni volta che faceva quelle sue battutine odiose.

Vuoi dirmi quale cosa ti ha spinto ad entrare così in camera mia?”

Ah, certo.”. Si alzò in piedi e continuava a camminare avanti e in dietro per la stanza.

Tutto ok?” domandai un po' preoccupata.

Si. Allora...” e finalmente si fermò. “ La prossima settimana c'è il ballo di primavera e i miei fratelli andranno tutti, quindi Eve ha pensato che sarebbe stato carino se ci fossimo andati anche noi.”

Rimasi immobile nel sentire quelle parola. Credo che la mia faccia fosse tra lo stupore e il terrore.

Il ballo?” chiesi balbettando.

Si, il ballo.” rispose perplesso.

Io e te.” continuai sempre più in difficoltà.

Si. Se non vuoi venire non è un problema.”

Non lo so, solitamente al ballo si va in coppia e noi non siamo una coppia. Quindi potremmo andare come coppia oppure no” non sapevo nemmeno io quello che stavo dicendo, ma immancabilmente, ogni volta che mi agitavo, iniziavo a pronunciare frasi senza senso. “ potremmo andare da amici, il che sarebbe carino da parte tua, ma poi potrebbe essere frainteso da qualcun altro e la cosa non mi piace.”

Liz va tutto bene.” mi disse trattenendomi per le spalle. “ Non devi agitarti. Andremo come amici e nessuno dirà niente.”. Faticò molto a non ridere, ma per mio rispetto si trattenne.

Certo, penso che si possa fare.” a iniziai a fare cenno di si con la testa ripetute volte.

Allora domani prendiamo i biglietti, altrimenti finiscono!” gli dissi ancora fra le nuvole.

L'ha già fatto Eve.” mi rassicurò lui.

A quelle parole sobbalzai.

Che cosa vuol dire? Che lei, e quindi tu, già sapevate la mia risposta?” la cosa mi infastidiva molto. Perché far finta di niente?

Certo che la sapevo!” e mi diede un buffetto sulle guance.

E perché me l'hai chiesto allora?”

perché guardare la tua reazione .Nei pensieri di Eve era una cosa, ma viverla di persona è davvero divertente!” e iniziò a ridere.

Rimasi senza parole, avrei voluto ucciderlo in quel momento.

Dai non te la prendere, scusa.” cercò di dire mentre non riusciva ancora a riprendersi.

Non c'è niente di divertente. Sei un cretino!” e urlai bene l'ultima parola.

Lo so scusa, ma sei davvero buffa quando fai così. Non è offensivo, ti giuro, mi piace tantissimo.” e tornò per un attimo serio.

A me non piace. Quindi ora mi hai fatto innervosire.”. Non stavo scherzando, mi aveva fatto davvero infuriare. Non sopportavo essere presa in giro in quel modo.

Cosa posso fare?” mi disse sollevandomi il viso con le mani.

Niente. Va via ora.” e mi scansai da lui.

Sicura?” continuò lui sempre più dolce.

Si.” e gli voltai le spalle.

Va bene, è giusto che tu ci rimanga male. Ma ti giuro, non volevo offenderti. Se questa sera vuoi che non rimanga qui, non preoccuparti, hai tutte le ragioni.” e uscì dalla porta.

Ero furiosa, ma nello stesso tempo non volevo che andasse via. Dovevo farmi rispettare, non potevo perdere così la mia dignità. In una frazione di secondo, però, pensai che la mia dignità l'avrei recuperata un'altra volta,ora volevo solo lui.

Edward!” e lui tornò sorridente.

Il ritorno a scuola fu più traumatico di quello che mi aspettavo. Fui immediatamente sommersa da diecimila domande sulla misteriosa influenza che mi aveva colpito e tutti furono molto felici,vedendo le mie condizioni, che non avessi contagiato nessuno.

Saremmo venuti a trovarti,ma Cynthia ha detto che stavi proprio male ed era meglio non disturbarti.” mi disse Mike non appena entrammo in classe.

Non preoccuparti,avete fatto bene.” e feci l'occhiolino alla ragazza.

Sei sicura di essere guarita completamente? Sei ancora piuttosto pallida.” continuò dandomi un pizzicotto sulla guancia.

A quel gesto scattai all'indietro. Edward,seduto al mio fianco scoppiò a ridere facendo irritare il ragazzo.

No sto bene. Sono solo ancora un po' debole. Qualche altro giorno e tornerò come prima.” gli risposi un po' impacciata.

Ci vieni al ballo?” mi chiese tutto d'un fiato.

Mmm si.” e arrossii immediatamente.

Ah. Sono contento.” in realtà si vedeva chiaramente che fosse deluso, Cynthia mi aveva già avvertita che Mike mi avrebbe chiesto di andare con lui.

Ero stata chiara nei suoi confronti, ma evidentemente era più testardo di quanto avessi mai pensato.

Se vuoi cambiare compagno non è un problema” mi disse a bassa voce Edward.

Sei pazzo?” e lo guardai irritata.

No.” continuò serio.

Finiscila allora. Se hai cambiato idea dillo subito.”

Come sei acida questa mattina. Poi sono io quello che cambia umore continuamente!”

Divertente! Sono sempre così,io.” e iniziai a sfogliare il libro nervosa.

Ieri sera mi sembravi felice.” disse con un tono che non mi piacque affatto.

Smettila.” lo minaccia un'altra volta.

Vedi che ho ragione?” e mi sfiorò una mano. Il suo contatto mi fece sobbalzare dalla sedia. Immediatamente tutti si girarono verso di me.

Ora ti uccido sul serio.” gli dissi in cagnesco diventando rossa dalla vergogna.

Non sarebbe divertente.” continuò corrugando la fronte.

Cosa? Ucciderti?”

Non ci riusciresti, vincerei io e non mi piace vincere facile.” e mi mostrò un sorriso compiaciuto.

Staremo a vedere.” e mi voltai dall'altro lato.

Finalmente il professore arrivò in aula.

Oddio sono così felice!” disse Cynthia mentre saltellava per i corridoi.

Per cosa?”

Oggi andremo a fare shopping!” continuò in preda all'euforia.

Ah si?” le domandai confusa.

Certo! Tra qualche giorno c'è il ballo e dobbiamo compare i vestiti! Non vorrai mica venire così?” e mi guardò perplessa.

Oh certo che no!” dissi ironica.

Perfetto! Allora ti passo a prendere alle 4, ok?”

Credo di si. Ma come ci arriviamo a Port Angeles?”

Jake mi darà la sua macchina!” .

Non avevo dubbio, quel ragazzo doveva essere veramente un angelo per accontentare tutti i capricci di Cynthia. Buon per lei!

Va bene. Allora ci vediamo fra un po'.” e andai nel parcheggio dove Edward mi stava aspettando.

Tornata a casa, di fretta salii in camera mia per cambiarmi, ma davanti alle scale c'era Eve con un aria assolutamente furiosa.

Tu mi odi. Dillo!” mi urlò contro.

No,perché dovrei?” le chiesi preoccupata. Cosa avevo fatto questa volta?

Allora perché fai così!?” continuò lei.

Così come?”

Oddio non ti sopporto quando fingi di non sapere!”

Cercai lo sguardo di Jasper per intuire qualcosa, ma alzò le spalle e mi fece capire che nemmeno lui sapeva cosa stava accadendo.

Eve mi spieghi cosa ti ha preso?” le domandai in ansia.

E' per il vestito.” rispose Edward che era spuntato dalle mie spalle.

Io lo guardai con aria interrogativa.

Quello per il ballo. È arrabbiata perché vai a comprarlo con Cynthia.” e scoppiò a ridere.

Non è divertente!” lo interruppe la ragazza.

Eve io non pensavo che ti potessi offendere!” cercai di scusarmi.

Ah no? Lo sai che sono sempre io che mi occupo di queste cose!” disse incrociando le braccia al petto.

Se vuoi...”

Si, guarda ci manca solo questo.” mi blocco lei. “ Non ci vengo con voi due!”

Dai sarà divertente!” non riuscii ad essere particolarmente convincente.

No.” mi rispose acida.

Dai, ti prego! Così non ci rimane male nessuno!” e le feci gli occhi dolci.

Non te la perdono questa. Mi sei debitrice di troppo favori in quest'ultimo periodo.”

Ti prego!”

Va bene, ma solo per questa volta!” accettò in fine.

Evvai! Sei sempre la migliore!” le stampai un bacio sulla guancia e corsi in camera mia.

Purtroppo mi pentii amaramente di averle portate entrambe.

Litigarono per tutto il tempo. Non andavano proprio d'accordo sulla scelta dei vestiti.

Mi fecero provare circa venti abiti e immancabilmente ogni volta aveva qualcosa che non andava.

Mi sentivo una bambola vestita da due bambine capricciose.

Odiavo lo shopping e loro contribuivano a renderlo più atroce del solito.

Ma non vedi che la fa sembrare un palo?” urlava Eve contro Cynthia.

Ma cosa dici? Allora quello che hai scelto tu! Deve andare ad un ballo scolastico, non ad un ricevimento di corte!” ribatté l'altra.

A me piace questo.” ma nessuno sembrava ascoltarmi.

Quel colore fa schifo!” ripeteva la vampira.

Ma hai qualche problema di vista? E' un verde fantastico!”

A me non piace molto il verde.” continuai io senza che nessuno mi degnasse di uno sguardo.

Deve prendere il blu,le fa risaltare gli occhi!” disse Cynthia prendendo l'ennesimo vestito dallo scaffale.

Beh su questo siamo d'accordo.” aggiunse Eve portandone altri tre.

Indossai un abito lungo con un micro bustino sulla vita che non mi faceva respirare.

Devi stringere ancora.” disse la ragazza a Eve che armeggiava con in numerosi lacci dietro la mia schiena.

Così va bene?” le chiese lei.

No, ancora.”

Ragazze soffoco.” disse con la poca voce che riuscivo ad emettere.

Ora?”

No, un altro pochino e ci siamo!”

Come strinse l'ultimo nastrò mi sembrò di morire. Ero tutta compressa e non riuscivo a parlare. Probabilmente un piccolo movimento brusco avrebbe spezzato le mie costole.

Questo mi piace.” disse Eve soddisfatta.

Anche a me.” concordò Cynthia.

Aiuto.” emisi un gridolino sfiatato.

Non stai bene?” mi chiesero entrambe.

Non respiro. Se non me lo togliete subito, vi giuro che me lo strappo di dosso!” le minaccia.

Scoppiarono a ridere e mi liberarono da quella macchina infernale.

Dopo aver passato l'intero pomeriggio a girare tutti i negozi della città e anche quelli dei paesi vicini,finalmente trovammo qualcosa.

Un abitino blu, lungo fino al ginocchio. Era senza spalline e in vita,proprio sotto il seno, aveva un'ampia fascia con un fiocco dietro la schiena.

Era semplice ma elegante. E poi era davvero comodo.

Anche Cynthia scelse qualcosa sempre rimanendo sul mio genere. Era un vestito verde, non molto corto, ma davvero delizioso. Sembrava una bambolina.

Eve optò per il rosso, che contrastava divinamente con la sua pelle di porcellana.

Tornata a casa, mi buttai sul letto senza forze.

Non pensavo che lo shopping con le amiche potesse stancarmi più di ogni altra cosa.

Sorrisi al pensiero di quel pomeriggio. La faccia di Cynthia nel vedere Eveline era stata impagabile e Eve che aveva costretto la ragazza ad abbandonare la sua macchina perché non riusciva a sopportare la puzza di licantropo. Un vero spasso!

Alla fine ero soddisfatta delle mie compere, tranne che per le scarpe. Il tacco alto non lo sopportavo, ma per fortuna avevo un cavaliere piuttosto in gamba, non credo che mi avrebbe lasciata cadere a terra ogni volta che avrei inciampato. O almeno era quello che speravo!

Iniziai a fantasticare un po' sul ballo. Da una parte non vedovo l'ora che arrivasse, ma dall'altra avevo una paura incomprensibile. Sapevo che sarebbe accaduto qualcosa, e sicuramente niente di positivo. Avevo un peso sullo stomaco, qualcosa che mi metteva in guardia. Immaginavo già cosa potesse essere, ma non volevo pensarci.

Il solo pensiero di vedere Edward, così perfetto nel suo abito, mi faceva tremare.

Sarebbe stato bello andare lì come una coppia. Ballare con lui tutta la serata, mentre la gente ci invidiava. Scoppiai a ridere da sola. Mi stupivo sempre della mia capacità di immaginazione.

Dopo un po' mi addormentai serena con quell'immagine felice nella mia mente.

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Capitolo 20
*** My Favorite Mistake ***


 

 

My favorite mistake

 

 

 

Dai sorellina, sei troppo lenta!” continuava a ripetermi Emmet mentre correvamo nella foresta.

Sei tu che sei troppo veloce!”. Faticavo a stargli dietro. Solitamente non era così, diciamo che Emmet non è proprio il più veloce della famiglia.

Mi mancava il fiato, così mi fermai sperando che l'altro rallentasse il passo.

Ehi oggi non siamo proprio in forma!” mi disse saltando da un albero.

Rosalie ha proprio ragione quando lo chiama '' scimmione''.

Mmm credo proprio di no!” gli risposi mentre mi sedevo a terra.

Le gambe mi formicolavano e a malapena riuscivano a stare in piedi. L'idea di andare a caccia non era stata delle migliori. Carlisle mi aveva avvertita che probabilmente ero ancora troppo debole, ma non pensavo fino a questo punto.

Vai avanti. Ti aspetto qui.” non volevo rallentarlo. Sapevo quanto amasse questi momenti di libertà. Solo qui potevano essere ciò che erano veramente.

Non ci penso nemmeno a lasciarti qui. Sai che Edward mi ridurrebbe a brandelli se lo venisse a sapere?” mi disse rimettendomi in piedi.

Si, lo so.” e sorrisi.

Appunto. Quindi ora ti porto io.” con un semplice gesto mi caricò sulla sua immensa schiena e sfrecciò via tra gli alberi.

Non riuscii nemmeno a gridare di fermarsi che ormai era tutto inutile.

Odiavo andare alla loro velocità. Non avevo i riflessi così sviluppati come i normali vampiri,quindi dovevo tenere gli occhi chiusi per la paura di prendere un ramo in faccia.

Sapevo che non sarebbe mai accaduta una cosa del genere, però mi terrorizzava comunque.

Emmet rallenta!!!” cercai di urlare.

No, mi diverto troppo.” e scoppiò nella sua fragorosa risata.

Quando finalmente si fermò, rimasi per qualche altro secondo attaccata a lui. Era ancora scossa da tutta quella velocità.

Lo so che mi vuoi bene, però ora dovresti scendere.” mi disse lui accarezzandomi la testa.

Oh. Scusa.” e arrossii per la brutta figura.

Sei troppo carina quando fai così.” e iniziò a farmi il solletico.

Smettila.” mi lamentai inutilmente.

All'improvviso si bloccò e, di scatto, si girò dall'altro lato. Con la mano mi fece segno di tacere. Evidentemente aveva sentito qualcosa. Dopo un po' ,un dolce aroma di sangue caldo mi penetrò nelle narici facendomi sobbalzare. Era diverso dal solito, ero sicura che fosse qualche di speciale, perché sulla faccia di Emmet spuntò un sorriso compiaciuto e i suoi occhi scintillavano dall' eccitazione.

Iniziò a camminare lentamente verso un grande cespuglio. Si piegò sulle ginocchia e in un secondo balzò via.

Dall'altro lato della pianta sentii una sorta di ruggito feroce. Mi precipitai immediatamente a vedere cos'era accaduto e rimasi immobile.

Emmet aveva catturato un orso gigantesco.

Hai visto che meraviglia?” mi disse mentre cercava di arrivare alla giugulare dell'animale.

Si, fantastico.” balbettai io.

E' raro trovare” e con un gesto spezzo il collo dell'orso, che finalmente cadde a terra privo di vita. “ un bestione del genere da queste parti.”

Rimasi immobile a guardarlo, mentre si nutriva. Emmet era diverso da tutti gli altri della famiglia. Non aveva la loro grazia ed eleganza. Era più istintivo, meno controllato.

In queste situazioni sembrava un bimbo in un parco giochi. Per lui tutto era tutto un divertimento. Forse era per questo che l'adoravo tanto, in ogni occasione sapeva come farmi stare bene.

Ne vuoi un po'?” mi chiese lasciando la prese della preda.

Scoppiai a ridere perché aveva tutto il viso sporco di sangue. Non c'era il minimo paragone con in suoi fratelli.

No, grazie!”

Dai, devi mangiare qualcosa!” e iniziò a giocherellare con la zampa dell'orso facendomi segno di avvicinarmi.

Non lo so, mi inquieta quel bestione!” dissi arricciando il naso.

Come sei suscettibile! Fidati è davvero delizioso!”

Mi avvicinai titubante alla carcassa dell'animale. In effetti aveva un ottimo odore, ma tutta quella pelliccia non mi convinceva.

Feci un respiro e lo addentai sul collo. Il suo sangue mi scivolò ancora caldo nella gola.

Era fantastico, un misto tra il dolce e l'amaro. Mai assaggiato niente di simile.

Lo prosciugai completamente mentre il mio fratellone rideva.

Rialzai il viso e mi leccai le labbra soddisfatta.

Allora?” mi disse alzando un sopracciglio.

Davvero ottimo!” era sazia fino all'inverosimile. “ Credo che ora non riuscirò a muovermi per quanto mi sento appesantita!”

Beh ti porto io!”.

Stava per prendermi di nuovo in braccio, ma questa volta riuscii a scappare. La caccia mi aveva ridato un po' di energie.

“ Questa volta non ci casco. Cammino da sola!”

“ Come vuoi!” e scattò via. “ Vediamo se riesci a prendermi” urlò ormai troppo lontano.

“ Si, contaci.” parlai tra me e me mentre mi incamminavo verso casa.

Già da un centinaio di metri dall'abitazione potevo sentire benissimo Eveline che rimproverava il fratello per avermi fatto fare tardi.

Era tutto il giorno che girava euforica per la casa in vista del ballo di primavera che ci sarebbe stato quella sera stessa. Mi aveva raccomandato di non perdere troppo tempo in giro con Emmet altrimenti non avrebbe potuto prepararmi a dovere.

Non osavo immaginare cosa avesse in mente. Quella ragazza era troppo creativa per i miei gusti, ma dopo tutto quello che aveva fatto per me, accontentarla era il minimo.

“ Finalmente!” mi disse non appena misi piede dentro il grande salone.

“ Scusa!” le risposi facendole gli occhi dolci.

“ Si, si! Lo sapevo che me ne avresti combinata una delle tue oggi. Guarda in che stato sei ridotta!” continuava a ripetermi mentre mi girava in torno e mi scompigliava i capelli con aria disgustata. “ Hai pezzi di foglie ovunque! Quando imparerai ad essere più aggraziata?”

“ Mai suppongo!” e scoppiai a ridere guardando la sua espressione.

“ Come faresti senza di me, dimmelo!”

“ Non voglio nemmeno pensarci!” la presi in giro.

“ Si, scherza pure! Un giorno rimpiangerai tutte le mie attenzioni! Avanti andiamoci a lavare questi capelli orribili!” e mi trascinò su per le sue scale.

Mi diressi verso camera mia ma lei mi fermò portandomi nella sua.

“ Ma ho tutto di là!” mi lamentai.

“ Non ti preoccupare, sono più fornita io di un centro estetico!” disse aprendo la porta del suo bagno.

In effetti non avevo mai visto nulla di simile. Invece di un bagno sembrava un salone di bellezza.

Su un grande mobile aveva allineato tutti i prodotti che possedeva. Non capivo a cosa le servissero, visto che il suo aspetto era assolutamente perfetto. Immaginai che tutto l'occorrente l'avesse comprato appositamente per me. Rabbrividii al solo pensiero.

Mi fece sedere su una poltroncina e mi lavò accuratamente i capelli lamentandosi ogni volta di quanto fossi sconsiderata.

“ E' possibile che tu non tenga per niente a te stessa?”

“ oh si che ci tengo!”

“ Allora perché ti ostini a non seguire nessuno dei miei consigli?” disse scoraggiata.

“ perché amo la comodità e non mi va di passare ore dentro quella cabina armadio a cercare qualcosa da mettere!” ammisi sinceramente.

“ Incredibile! Tutte le ragazze al mondo invidierebbero quello che hai!”

“ Si, lo so!”

“ Quando sei arrivata sapevo già che sarebbe stato tutto inutile con te, ma un briciolo di speranza c'era sempre. Ora invece è svanita completamente!” e scoppiò a ridere.

All'improvviso bussarono alla porta.

“ Entra!” disse la ragazza continuando il suo lavoro.

Era Rosalie.

“ Posso dare una mano?” disse titubante.

“ Oddio grazie!” la implorò la sorella.

“ Che cosa devo fare?”

“ Pensa ai capelli, io vado a sistemare il vestito!” e scappò via lasciandomi sola con l'altra vampira.

Ero un po' in imbarazzo,non capitava mai che io e Rose rimanessimo sole nella stessa stanza.

Anche se i rapporti erano migliorati, continuavamo sempre ad ignorarci. La cosa non mi importava più di tanto il fatto che non mi sopportasse valeva anche per me.

“ Eve si lascia prendere sempre un po' la mano in queste situazioni!” mi disse con aria piuttosto gentile iniziando a spazzolarmi i capelli.

“ Si, ho notato.” risposi guardandola dallo specchio.

Rose non era la tipica bella ragazza che vedi di tanto in tanto, era assolutamente unica.

Aveva qualcosa che ti incantava, se non fosse per quella sua aria di superiorità, forse mi sarebbe piaciuta.

“ Non ti puoi immaginare cosa combina ogni volta che io e Emmet ci sposiamo!”

“ Ah, vi sposate spesso?” le chiesi confusa.

“ Si! Ci piace molto. Ogni volta che cambiamo luogo troviamo l'occasione per celebrare le nozze!” mi spiegò.

“ Dev'essere frustrante, ripetere tutto continuamente.” commentai.

“ Non più di tanto. A volte è divertente,altre no. Cerchiamo di fare del nostro meglio. Per questo non instauriamo rapporti con gli umani, meno ci facciamo notare,meglio è.”

“ La prendo come una critica?” dissi infastidita. Sapevo che si stava riferendo alle mie amicizie.

“ Prendilo come un avvertimento. Dovremmo andare via da qui prima o poi e dovrai lasciare tutto, perché sforzarsi di costruire qualcosa se poi sai che andrà distrutto?” mi rispose guardandomi come se stesse dicendo la cosa più ovvia al mondo.

“ perché rinunciare a vivere? Non ho chiesto io di essere così, quindi faccio di tutto per dimenticare la mia vera condizione.” le spiegai.

“ Mettendo a rischio le persone che ti hanno salvata?” ora il suo tono si fece più severo.

“ Non sto mettendo in pericolo nessuno. So quello che faccio.”

“ Lo spero per te. Non potrei mai sopportare che tutto quello che abbiamo costruito con tanta fatica fosse rovinato da una ragazzina capricciosa.” e non disse più una parola.

Da una parte capivo la sua posizione, ma non riuscivo ad accettarla. Non era di certo mia intenzione rovinare la situazione, ma nello stesso non ero abbastanza altruista da poter rinunciare alla mia vita per delle banali supposizioni.

Dopo un'ora, che mi sembrò interminabile, Eve tornò da noi.

“ Wow Rose,hai superato te stessa questa volta!>> disse saltellando per la stanza.

“ Si,lo penso anch'io!” ammise la bionda soddisfatta.

In effetti era stata piuttosto brava. Mi aveva lasciato i capelli quasi tutti sciolti,creando delle onde molto morbide. Poi, con un fermaglio, aveva raccolto qualche ciocca dietro la nuca.

Era un acconciatura molto semplice, ma estremamente raffinata.

“ Grazie Rosalie.” le dissi alzandomi dalla poltroncina.

“ Prego. Vado a prepararmi.” e andò via con la sua solita aria indispettita.

“ Lasciala perdere.” mi disse Eve mentre mi faceva risedere.

“ Non abbiamo finito?” le chiesi esausta.

“ No. Ora dobbiamo passare al trucco.” e prese da un scaffale una serie di pennelli professionali e varie scatolette con dentro centinaia di ombretti di tutti i colori.

“ Mi spieghi che cosa ci fai con tutte queste cose?”

“ Mi preparo a queste evenienze!”

Testò sul mio viso decine di combinazioni di colori, ma nessuna sembrava soddisfarla. Per me era tutte meravigliose, ma quel giorno sembrava più esigente del solito.

“ Mi diverto!” disse all'improvviso.

“ Cosa?” le chiesi confusa.

“ Stavi per chiedermi perché faccio tutto questo!”

“ Già è vero.” e sbuffai. Odiavo sempre di più la sua capacità di prevedere tutto.

“ Non credere che per me sia facile, mi riferisco al fatto di prevedere le azioni degli altri.

All'inizio è stato difficile con la mia famiglia, poi si sono abituati e io cerco sempre di non farlo pesare troppo, ma a volte non riesco a trattenermi!” e sorrise alzando le spalle.

“ Penso che io non riuscirò mai ad abituarmi. Non che io voglia avere segreti con te, ma è frustrante non poter nascondere nulla.” le confessai.

“ Sai quante volte,da quando sei qui, avrei potuto impedirti di fare certi sbagli? Ma non l'ho fatto, perché è giusto che tu prenda le tue decisioni da sola, ma nelle cose più serie non posso non intervenire. Cerca di capirmi.”

“ Si, ti capisco, ma è comunque complicato.”

“ Lo so. Ora stai ferma perché sono riuscita a trovare il trucco giusto.”

Avevo le gambe intorpidite, non ero mai stata ferma in una posizione così a lungo, però devo confessore che il risultato finale fu davvero sorprendente.

Faticai a riconoscermi allo specchio. Non ero abituata ad essere così ordinata e raffinata nel vestire.

La mia pelle era splendida come la porcellana e il trucco scuro che mi aveva fatto Eve, metteva in risalto ancora di più i miei occhi che erano già accentuati dal mio abito blu notte.

L'unico intoppo erano le mie scarpe con tacco dieci. Erano davvero belle ma nello stesso tempo erano altrettanto scomode. Non riuscivo proprio a tenermi in equilibrio e per completare l'opera, quando camminavo sembravo più un muratore che una ragazza che va ad un ballo.

“ Stai dritta con la schiena!” mi rimproverò la vampira.

“ Per te è facile, ma io ho sempre portato scarpe raso terra!” brontolai.

“ Beh, abituati!”

“ Ma non ho tempo! Tra un'ora dobbiamo stare lì!” ero in preda al panico. Non potevo fare una figura così brutta. Non mi importava niente dei miei compagni di scuola, ma non osavo immaginare in quali modi assurdi Edward mi avrebbe derisa.

“ Continua a camminare, io vado a vestirmi! Mi raccomando” e si bloccò sulla porta “ non distruggere tutto il mio lavoro!”

“ Se cado non è colpa mia!” le urlai, ma ormai era già corsa via.

Iniziai a girare per la camera per fare un po' di pratica con le scarpe, ma sembrava del tutto inutile. Già dopo qualche passo, i piedi iniziarono a farmi male. Ma come fa la gente a sopportare una tortura simile?

Mi girai verso lo specchio e notai che non ero più sola. Jasper non riusciva più a trattenere le risate.

“ Da quant'è che mi spii?” gli chiesi imbarazzata.

“ Abbastanza.” e si appoggio con la schiena al muro. “ Non vai poi così male.”

“ Non sei bravo a mentire!” e mi sedetti sul letto.

“ Sei molto carina questa sera!” mi disse venendomi in contro.

“ Anche tu!”. Beh la parola giusta sarebbe stata eccezionale!

Era perfetto nel suo completo nero. Indossava una camicia bianca lasciata un po' sbottonata sul petto,la cravatta non era perfettamente annodata,il gilet, che si intravedeva sotto la giacca, non era stato allacciato. Il tutto ero perfezionato un un cappello stile inglese classico con una fascetta laterale.

“ Mi piace il tuo cappello!”

“ Si, anche a me! Mi dà un'aria più classica, non credi?” mi disse ironico.

“ Si, certo! Poi con quella cravatta!” e iniziai a ridere.

“ Paradossalmente Eve adora il mio look.”

“ Lei? Così perfetta?” gli chiesi stupita.

“ Si, mi trova sexy!” e fece un sorriso compiaciuto.

“ Mmm lo credo bene!” dissi fra me e me, ma credo che lui mi avesse sentita perfettamente.

“ Beh che ci fai sola qui sopra?”

“ La tua ragazza mi ha detto di starmene buona mentre si preparava.” sbuffai.

“ E tu le dai ancora retta?” e scoppiò a ridere con la sua voce perfetta. “ Avanti scendiamo!”

“ Mi stava prendendo in giro?” gli domandai scattando in piedi.

“ Direi di si.” disse aprendomi la porta da vero gentiluomo.

“ Questa me la paga!”

Quando entrai nel salone c'erano tutti,tranne Eve e Rose.

Rimasi senza parole quando guardai Edawrd, più che altro rischiai di svenire a terra.

Il mio cuore iniziò a battere così forte che per un attimo ebbi la sensazione che mi sarebbe uscito dal petto.

Era assolutamente perfetto. Mi tremarono le gambe al pensiero che sarebbe stato lui ad accompagnarmi al ballo. Pura sapendo che la cosa sarebbe finita lì, mi sentii la ragazza più felice al mondo in quel momento, non avrei potuto desiderare un cavaliere più splendido.

Era come vivere una favola, la semplice ragazza di provincia che si innamora del principe dalla scintillante armatura. Sapevo a cosa stavo andando in contro, mi avrebbe spezzato il cuore un'altra volta, ma non mi importava perché sarebbe stato l'errore più bello della mia vita.

Indossava un pantalone classico blu, perfettamente coordinato con la giacca dello stesso colore. La camicia celeste chiaro era intonata con la sua pallidissima pelle e come suo solito, la portava leggermente aperta.

I suoi capelli erano come io gli adoravo, perfetti nel più totale disordine.

“ Liz sei splendida.” mi disse Esme distogliendomi dalla mia visione.

“ G-grazie” balbettai “ Tutto merito di Eveline.”

“ Sorellina non fare troppo la modesta.” mi stuzzicò Emmet.

“ Wow! Come siamo eleganti.” gli risposi con lo stesso tono giocoso.

“ Visto?” e fece un giro su se stesso per farsi vedere meglio.

Era strano vedere il mio fratellone in smoking nero, ma devo ammettere che gli donava.

“ Le signore si fanno sempre aspettare!” disse alzando un po' la voce.

“ Arriviamo!” rispose dal piano di sopra la vampira mora con voce squillante.

Feci un mezzo sorriso e iniziai a giocherellare con le mani. Ero in totale imbarazzo, non sapevo cosa fare. Mi dovo avvicinare a lui oppure no? Di sicuro Edward non mi aiutava, visto che era rimasto immobile con le braccia conserte. Ogni tanto mi lanciava qualche sguardo enigmatico, ma niente di più.

Fortunatamente le due ragazze arrivarono.

“ Cavolo Eve ma quando l'hai comparto il vestito, non era così l'ultimo che avevi provato?” le dissi rimanendo stupita.

“ Sciocchina, l'ho aggiustato io! Era troppo banale!” e corse tra le braccia di Jasper.

Mi sembrava di essere un po' fuori luogo tra tutta quella perfezione.

Eveline era grandiosa. Aveva rimodellato completamente l'abito rendendolo molto particolare.

Era lungo fino al ginocchio, la vita era fasciata da un bustino con una scollatura quasi a cuore, poi leggermente sopra i fianchi si allargava in una morbida gonna.

Delle calze nere, con dei ricami simili al pizzo, avvolgevano le sue gambe perfette, rese più lunghe dal vertiginoso tacco. Lei poteva permetterselo, di sicuro non aveva i miei stessi problemi di equilibrio.

Il volto radioso era incorniciato dai suoi lunghi capelli scuri, lasciato sciolti e leggermente ondulati.

Il colore rosso del vestito contrastava divinamente con la sua pelle pallida.

E poi c'era Rose... beh Rose era Rose. Indossava un lungo abito nero con una profonda scollatura sulla schiena,lasciata scoperta anche dai capelli,raccolti in un morbido chignon.

“ Siamo tutti pronti, giusto?” ci incitò Eve.

“ No, no! Dove andate?” ci fermò Esme. “ Qui ci vuole una foto.”

“ Oh ti prego.” si lamentò Edward che senza che io me ne accorgessi, si era avvicinato a me.

“ Non ti lamentare, tanto è inutile!” sorrise Carlisle.

“ Ogni anno la stessa storia.” mi sussurrò in un orecchio il mio cavaliere.

Rabbrividii a causa della sua vicinanza.

“ No.” lo corresse la donna. “ Quest'anno è diverso. È il primo ballo di Elizabeth, quindi va immortalato.”

“ Esme non preoccuparti.” cercai di persuaderla, non ero una grande fan delle foto.

“ Non ci provare!” mi disse sorridendo. “ Su, tutti in posa.”

Edward mi cinse la vita con una braccio avvicinandomi a lui. Senza nemmeno pensarci intreccia la mia mano alla sua e lui ricambiò tranquillo.

“ Sorridete!”

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Capitolo 21
*** Tell Me Sweet Little Lies ***


 

Tell me sweet little lies

 

 

 

 

“ Sei davvero bella.” mi disse con un mezzo sorriso Edward mentre mi tendeva la mano per farmi uscire dalla macchina.

“ Grazie.” farfugliai a disagio.

Il parcheggio della scuola era occupato interamente dalle macchine degli studenti.

A Los Angeles avevo partecipato ad un solo ballo scolastico. Un'esperienza assolutamente traumatica. Il mio accompagnatore, cioè il mio precedente ragazzo, mi aveva lasciata in un angolo per tutta la serata poiché il suo obiettivo primario era quello di fare baldoria con gli amici.

Nonostante fossi abbastanza popolare nel mio liceo, rimasi tutto il tempo da sola perché le mie amiche,giustamente, avevano qualcosa di meglio da fare piuttosto che tenermi compagnia.

Il ballo,nella mia vecchia scuola, era l'occasione ideale per mettersi in mostra, sfoggiando abiti griffati e facendo conversazione con i professori. Era in quel momento che parte della tua media scolastica poteva prendere una via inaspettata.

Ho sempre odiato questo genere di cose e immancabilmente mi rifiutavo di entrare nelle grazie del consiglio, del resto la mia media era eccezionale, non avevo bisogno di questi sotterfugi.

Il ballo a Forks, invece, aveva tutto un altro scopo: uscire dalla monotonia quotidiana.

La palestra era stata allestita nel migliore dei modi, ma niente a che vedere con i grandi saloni degli hotel della metropoli.

Tutti erano in preda ad un euforia, a mio avviso, esagerata.

Esitai un po' prima di entrare.

“ Cosa c'è?” mi chiese Edward.

“ perché non trovo la scritta “Benvenuti all'inferno”?” ironizzai.

“ Dai non sarà così atroce o almeno lo spero.” e mi trascinò dentro.

Il centro della pista era occupato da Eve e Jasper che danzavano come se intorno a loro non ci fosse nessuno, poco dopo si unirono anche Rose e Emmet.

Tutti li guardavano con aria incantata, probabilmente perché erano talmente perfetti che nessuno osava mettersi a loro confronto.

“ Vuoi ballare?” mi disse con aria quasi di sfida.

“ Mmm no. Magari dopo, quando i tuoi fratelli avranno smesso di dare spettacolo!”

“ Ok. Allora aspettiamo.” e mi cinse la vita con le sue braccia facendo aderire perfettamente la mia schiena al suo torace e appoggiando il mento sulla mia spalla.

Smisi di respirare per qualche secondo, non sarei mai riuscita ad abituarmi alla sua presenza.

Eric, dall'alto della console, cambiò musica passando da un lento a qualcosa di più movimentato. Si muoveva con un ossesso, agitando le cuffie e armeggiando con i dischi.

“ Che fate qui impalati?” disse Eve sciogliendomi dall'abbraccio di Edawrd.

La fulminai immediatamente con lo sguardo.

“ Vi stavamo guardando!” risposi scocciata.

“ Beh abbiamo finito! Ci facciamo un giro?” e mi prese per un braccio.

“ Ma che...” e notai che intorno a noi si era formata una folla di gente che osservava me e il mio cavaliere come se avessero visto due fantasmi.

Riuscii a vedere benissimo lo sguardo invidioso di Jessica che parlottava con Lauren. Se avessero potuto sarebbero diventate verdi.

Ma come biasimarle? Edward era davvero perfetto questa sera.

“ Allora?” insistette la vampira.

“ Si, certo.” le risposi ancora confusa.

“ Te la riporto tra un po'!” urlò al fratello.

“ Possibilmente la rivoglio tutta intera!” scherzò lui. Lei rispose facendoli l'occhiolino e andammo via.

“ Eve dove stiamo andando?” non capivo cosa avesse in mente.

“ A prendere da bere.” rispose tranquilla.

“ Ma tu non bevi!” e mi fermai.

“ Devo salvare le apparenze.” e riprese a camminare.

“ C'è qualcosa che devi dirmi?” mi stavo preoccupando, non era da lei fare così.

“ No. Non posso accompagnarti a prendere qualcosa da bere?”

“ Si.” risposi perplessa.

“ Bene! Andiamo allora!”

Arrivate al bancone delle bevande trovammo Mike a servire degli strani intrugli.

“ Per lei fallo molto forte!” e sottolineò il “molto”.

Il ragazzo rimase imbambolato a fissarmi con il bicchiere in mano. Immediatamente abbassi lo sguardo.

“ Ciao, Liz.” balbettò lui.

“ Mike, ti hanno confinato a servire drink?” ironizzai.

“ Beh qualcuno deve tenere a freno tutta questa gioventù!” e indicò gli alcolici quasi finiti.

“ Immagino.” e presi il cocktail ancora fra le sue mani.

Non appena feci un sorso rischiai di strozzarmi, altro che forte, questo avrebbe steso un gigante.

“ Eve hai intenzione di farmi ubriacare questa sera?” le dissi ancora senza voce.

“ No sciocchina, ma devi rilassarti, sei tesa come un palo.” e mi diede una gomitata.

“ Cosa?”

“ Si, so che di solito i ragazzi per sciogliersi un po' bevono e quindi ho pensato che ti avrebbe fatto bene!” sorrise innocente.

“ La cosa non mi convince.” ma lo buttai giù comunque, come potevo non fidarmi di lei che sapeva tutto?

Iniziai a guardarmi in torno in cerca di Cynthia, era strano che non fosse già arrivata.

“ Cerchi qualcuno?” mi chiese mentre tornavamo dagli altri.

“ Non vedo Cynthia.”

Lei alzò le spalle.

Edward e i suoi fratelli erano dall'altro lato della palestra intenti in qualche discorso.

Non appena arrivammo vicino a loro, inciampai contro un bicchiere caduto a terra e rischiai di schiantarmi contro una colonna. Per fortuna il vampiro mi recuperò in tempo.

“ Maledette scarpe!” bofonchiai.

“ Si,le scarpe. Bella scusa.” rise lui. “ Ti avevo detto che non era il caso di farla bere!” disse rivolgendosi alla sorella.

“ Ma le ho dato un solo bicchiere.” rispose lei giocherellando con la cravatta di Jasper.

“ Ehi non sono ubriaca!” mi lamentai cercando di recuperare la mia dignità.

“ Non oso immaginare cosa combineresti se lo fossi.” intervenne Emmet “ un giorno dobbiamo provare.”

“ Smettetela! Tutti!” i misi il broncio.

“ Altrimenti?” mi provocò Edward trascinandomi via.

“ Che cosa stai facendo?” chiesi terrorizzata immaginando già le sue intenzioni.

“ Ti porto a ballare.” e mi mostrò il suo sorriso sghembo.

“ Mi odi, vero?”

“ Non più di tanto.” scherzò lui.

“ Sai che non sono in grado.” gli dissi a bassa voce per evitare ulteriori brutte figure.

“ Affidati a me, allora.” rispose stringendomi al suo petto.

“ Perfetto!” e incrociai le mani dietro la sua nuca.

Una dolce melodia ci accompagnava mentre, a fatica, ballavamo al centro della pista.

Intorno a noi si era creato uno spazio vuoto e la cosa mi metteva ancora di più a disagio.

“ Non stai andando male.” mi sussurrò in un orecchio.

“ perché stai facendo tutto tu.”

Mi voltai verso Eve in cerca di un aiuto ma lei mi rivolse solo un sorriso per incoraggiarmi.

Continuavo a guardarmi intorno, dovevo evitare assolutamente di incrociare il suo sguardo, altrimenti sarebbe stata la fine.

“ Liz cos'hai?”

“ Niente.” risposi.

“ Non è vero. Mi vuoi dire per favore cosa ti passa nella testa?” insistette lui.

“ Ti ho già risposto.” e appoggia la testa sulla sua spalla.

“ Ti detesto quando fai così.” protestò lui.

Accennai un sorriso divertito, fortunatamente da quella posizione lui non poteva vederlo.

Improvvisamente notai che la sua stretta si fece più forte. I suoi muscoli erano tesi come l'acciaio e anche la sua espressione non prometteva nulla di buono. Aveva la mascella serrata e lo sguardo cupo.

“ Cosa succede?” gli chiesi spaventata.

“ Complicazioni.” rispose lui senza lasciarmi.

Cercai di voltarmi ma lui non mollava la presa.

“ Edward saresti così gentile da lasciarmi andare?” gli disse cercando di liberarmi.

“ Mi fai male.” mentii e lui mi lasciò subito.

Mi girai di scatto dalla parte dove lui stava guardando e capii cosa lo turbava così tanto.

Era arrivata Cynthia e con lui c'era anche Jacob.

Rimasi incantata nel vedere la mia amica, era davvero stupenda.

Indossava un abito verde smeraldo con delle sottili spalline e una scollatura che le faceva risaltare il suo abbondante decoltè. Quanto la odiai in quel momento, mai nessun abito avrebbe fatto lo stesso effetto su di me.

Il vestito era stretto il vita e poi riscendeva morbido fino al ginocchio, creando una serie di pieghe che davano volume al tutto.

Anche gli altri ragazzi si accorsero della loro presenza e gli osservavano facendo strani commenti, soprattutto sul suo accompagnatore. Sapevano benissimo che non fosse della scuola e la cosa li infastidiva un po'.

Era strano vedere Jacob con quel completo elegante invece del solito pantalone strappato.

Obiettivamente non era niente male, ma mi incuteva comunque un certo terrore.

Non appena la ragazza mi vide, mi venne in contro e io feci lo stesso.

“ Oh mio dio, Liz! Sei altissima questa sera.” mi disse squadrandomi dalla testa ai piedi.

“ Beh mi sarei aspettata un commento più carino, ma va bene lo stesso.” scherzai io abbracciandola. Riuscivo a percepire benissimo Edward che mi fissava disgustato.

Lei scoppiò a ridere.

“ Sei bellissima, lo sai è solo che l'altezza mi ha colpita molto. Mi sento così nana fra di voi.” disse guardando il suo ragazzo.

Per educazione abbozzai un saluto con la mano che lui ricambiò con la stessa enfasi.

“ E' tanto che siete arrivati?” mi chiese lei.

“ Più o meno da un'oretta, perché hai fatto così tardi?”

“ Non lo sai che la puntualità non è una sua caratteristica?” scherzò Jake abbracciandola.

“ Non ci ho mai fatto particolarmente caso fin'ora.” risposi ironica.

“ Avete finito? Non sono io che faccio tardi, sono gli altri che mi rallentano mentre mi preparo.” disse lei mettendo il broncio.

“ Si, si. Si dice sempre così.” continuai a stuzzicarla.

“ Basta! Andiamo a bere qualcosa?” cambiò subito discorso.

“ Mmm volentieri ma non credo che a lui.” e feci cenno verso Edward “ faccia molto piacere.”

“ Ti fai comandare dal succhiasangue?” disse in tono di disprezzo il licantropo.

Io lo guardai sconvolta, sapeva che l'altro l'avrebbe sentito.

“ Qualche problema?” come avevo previsto, il vampiro si avvicinò furioso.

“ No Cullen va tutto bene. Volevamo solo portare la tua ragazza a bere qualcosa.” rispose Jacob con aria di sfida.

“ Non sono la sua ragazza.” lo corressi subito.

“ Non è quello che stavi pensando.” gli ruggì contro.

“ Ti ho mai detto che non sopporto quando sbirci nella mia testa?”

“ Non posso farci niente sei i tuoi pensieri sono così fastidiosi.” continuò disgustato.

“ Ragazzi finitela.” mi intromisi separandoli.

“ Vuoi che ti aspetti fuori lurido cane?” lo minaccio Edward.

“ Mmm no. Questa sera nessuno aspetta nessuno.” lo bloccai io.

“ Quando vuoi carogna.” e Jake aprì le braccia in segno di sfida.

“ Finiscila!” gli urlò Cynthia.

“ Non sai quello che stai facendo, ragazzino.” continuò il vampiro.

“ Ho detto basta!” disse la ragazza mettendosi davanti a Jacob “ Vale per tutti e due.”

Entrambi fecero un passo in dietro.

“ Andiamo!” e mi prese per un braccio. “ Ho bisogno di qualcosa di forte.”

“ Volentieri!” le risposi.

“ Ma è possibile che non riescano a stare un attimo tranquilli?” disse lei mentre armeggiava con i bicchieri.

“ Sono insopportabili.” concordai io.

“ Assolutamente!” e mi passò il drink. Questo era più forte del precedente, ma lei lo mandò giù con una tale facilità che sembrava acqua.

“ Wow, ci vai pesante!”

“ e' il prezzo da pagare per stare con un licantropo!” e scoppiò a ridere.

“ E' meglio che torniamo dagli altri, altrimenti questa sera rischio di non poter rientrare dentro casa!” scherzai io.

“ Idem!”

Ci volle un po' prima che Edawrd tornasse sereno. Non gli era andato proprio giù il mio comportamento.

“ Ti stai schierando con il nemico?” mi disse con lo sguardo preoccupato mentre ballavamo.

“ No! Stavate esagerando tutti e due e così siamo andate via.” gli risposi tranquilla.

“ Non mi piace, lo sai.”

“ Si, ma Cynthia è una brava ragazza, non è facile nemmeno per lei.” cercai di spiegarli.

“ Lei non ci penserebbe due volte ad abbandonarti per lui.” continuò serio.

“ Non posso saperlo.” obiettai.

“ perché rischiare?”

“ perché preferisco prendere le cose come vengono, non posso preoccuparmi anche delle mie amicizie. Se un giorno capiremo che la cosa non può andare, finiremo tutto ma almeno ci abbiamo provato.”

“ Di solito non sei così positiva.” mi sorrise lui.

“ Lo so ,ma sento che andrà bene.”

“ Lo spero per te.” e mi abbracciò forte.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata per il suo gesto improvviso.

Lui mi strinse ancora più forte e posò la sua guancia sulla mia. Rimanemmo a lungo in quella posizione, nessuno dei due sembrava volersi staccare dall'altro.

Una profonda angoscia mi prese all'improvviso. C'era qualcosa dentro di me che mi continuava a ripetere che quello non era l'inizio di qualcosa ma solo una triste fine.

La serata continuò piuttosto tranquilla senza ulteriori scontri e litigi ma il mio senso di inquietudine non mi aveva più abbandonata e a rafforzarlo ogni volta c'era lo sguardo di Edward praticamente assente.

Finalmente, verso le tre del mattino, riuscimmo ad andarcene. Certo non era stato traumatico come pensavo, ma non riuscivo più a sentirmi i piedi a causa di quelle scarpe infernali.

Mi buttai sul sedile dell'auto e tirai un sospiro di sollievo.

Edward procedeva per strada piuttosto lentamente. La cosa era alquanto strana.

Improvvisamente, senza dire una parola, si accostò sul ciglio della strada.

Lo guardai perplessa, non capivo cosa stava succedendo o almeno non volevo ammetterlo a me stessa.

“ Non ce la faccio.” disse lui appoggiando la testa sulle mani.

“ Non capisco.” la voce mi si spezzò in gola.

“ Non possiamo andare aventi così. Non è giusto. Non meriti tutto questo.” riuscivo a vedere il suo sguardo distrutto ma non riuscii a dire una parola.

“ Capisci che tutto questo è assurdo?” ora si era voltato verso di me.

Mi mancava il respiro e i miei occhi si stavano riempiendo di lacrime. Mi limitai a fare cenno di no con la testa per evitare di scoppiare a piangere.

“ Ho provato in tutti modi, te lo giuro. Sono stato scortese, ti ho insultata, ho provato ad odiarti, sono stato un autentico bastardo ma tu niente, non ti sei arresa nemmeno per un secondo. Perché?” disse con uno sguardo implorante. Le sue mani tramavano dalla rabbia ma questa volta non era nei miei confronti. Lui si odiava.

“ Smettila.” gli risposi tremando.

“ perché continui a comportarti così? A perdonarmi ogni volta?” ora la sua voce era furiosa.

“ Basta.” continuai io, mentre scuotevo la testa e cercavo di asciugarmi le lacrime senza farmi vedere.

“ Non puoi semplicemente strami lontana?”

“ Finiscila!” in quel momento urlai con tutta la rabbia che avevo dentro. “ Smettila di dire queste stronzate. Sai benissimo perché faccio così. Lo sai che ci ho provato a lasciarti perdere. Ti ho evitato in tutti i modi, ma non ci riesco.” le lacrime mi scorrevano sul viso “ Non posso starti lontano, non respiro quando tu non ci sei, mi sento morire ogni volta che tu vai via.” non avevamo mai parlato chiaramente di queste cose, ma entrambi già conoscevamo tutto.

Si abbandonò sullo schienale del sedile e con la faccia coperta dalle mani, come se non volesse assistere a tutto questo.

“ Edward ma non lo capisci che io ti...”. Prima che riuscissi a completare la frase, mi bloccò.

“ Non peggioriamo tutto, ti prego.” e mi passò un dito segnando il contorno delle mie labbra. “ Per favore.”

Restammo in silenzio per qualche minuto, nessuno dei due riusciva a guardare l'altro.

“ Non è colpa tua.” iniziò a parlare “ Non lo è mai stata. Dal primo momento che ti ho vista sapevo che saremmo arrivati a questo.” un sorriso amaro si formò sul suo volto.

“ Non sono la persona giusta per te e non potrò mai esserlo.”

“ Non è vero. Sei tu che non lo vuoi.” e gli voltai le spalle appoggiando la testa contro il finestrino. Potevo vedere chiaramente il suo dolore dalla sua immagine riflessa nel vetro.

“ Ti farò soffrire. Ne usciremo distrutti entrambi.”

“ Non puoi saperlo.” ribattei.

“ Certo che posso saperlo!” ora stava urlando “ Mi conosco bene, so come sono fatto e so che non posso renderti felice.”

“ Non puoi continuare a punirti per uno sbaglio che hai fatto in passato!” ora stavo reagendo anch'io e lo fissavo dritto negli occhi. “ Io sono diversa, non sono lei e le cose non devono andare per forza nello stesso modo.”

“ Lo so ma sono io che non sono lo stesso di prima. Sono cambiato, Liz. Non ho più le buone speranze di un tempo, non ho la forza di iniziare tutto questo.”

Quella parole mi colpirono così forte che sembrava che qualcuno mi avesse strappato il cuore dal petto. Non l'avevo mai visto soffrire in quel modo. Per quanto ancora quella ferita avrebbe bruciato dentro di lui?

Scoppiai di nuovo a piangere, non era tanto per me, ma quanto per la sofferenza che provavo nel vederlo così. Vedere la persona che ami distruggersi in quel modo era diecimila volte peggio che essere lasciata.

Non credevo di essere così altruista da poter capire il motivo per cui lui mi aveva sempre rifiutata.

“ Capisco.” la mia voce uscì come un sussurro, ma lui riuscì a capirmi.

“ Sei più forte di quello che pensi.” mi disse scostandomi i capelli dal viso.

“ Questo non è vero.” singhiozzai.

“ Ti faccio una promessa. Questa sarà l'ultima volta che ti metto in una situazione del genere. Non ti farò più soffrire, te lo giuro. Resterò in disparte e non condizionerò mai più la tua vita.” il suo sguardo si fece più duro e l'oro dei suoi occhi divenne freddo e impenetrabile.

Sapevo che questo era un addio, cercai di prendergli le mani, un ultima volta ma lui mi serrò i polsi e mi allontanò da lui.

Mi diede un bacio sulla fronte prima di scendere dall'auto. Le sue labbra tramavano.

“ Torna a casa e ti prego” i suoi occhi di ghiaccio si sciolsero “ non fare niente di insensato.” e andò via.

Cercai di regolare il mio respiro per calmarmi. Non riuscivo ancora a rendermi conto di quello che era accaduto.

Persi la cognizione del tempo, non mi importava più di niente, in quel momento avrei solo voluto urlare e liberarmi di tutto quel dolore, ma dalla mia bocca non usciva assolutamente nulla.

Non so per quanto tempo rimasi immobile, seduta, fissa nella stessa posizione. Non mi accorsi nemmeno che era sorto il sole.

Stranamente era una bella giornata, c'erano poche nuvole in cielo e l'aria era tiepida, quasi piacevole. Un vero paradosso in confronto al mio stato d'animo.

Passai sul sedile del guidatore e misi in moto la macchina.

Questa volta sarebbe stato diverso. Non potevo lasciarmi andare in una totale autodistruzione.

Avrei reagito, superato tutto, ma di sicuro non avrei mai e poi mai dimenticato.

 

 

 

 

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@Levia: lo so che ora mi ucciderai ma la loro separazione è necessaria ai fini della storia!!!! poi capirai!!!

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Capitolo 22
*** Enough si Enough (no more tears) ***


 

Enough is enough (No more tears)

 

 

 

 

I mesi passarono. Le ferite guarivano ma il dolore continuava a pulsare nelle mie vene,costante e atroce come una fiamma che ti divora dall'interno.

Mi ero ripromessa di non lasciarmi andare, di non cadere di nuovo nel baratro più profondo. Ci riuscii ma era solo apparenza, dentro di me continuavo ad avere quella voragine che ti trascina, giorno dopo giorno, sempre più nell'abisso.

Dedicai ogni momento della giornata allo studio, era l'unica cosa che mi teneva la mente occupata.

Edward aveva mantenuto la sua parola. Da quel giorno uscì,in parte,dalla mia vita.

Non avevamo alcun genere di rapporto, semplici saluti di cortesia perché in fin dei conti abitavamo sotto lo stesso tetto.

Non parlavamo mai, nessuno sguardo, niente che potesse far trapelare ciò che era veramente accaduto.

Era come se avessi vissuto per mesi in un lungo sogno. Ormai non capivo più se i miei ricordi di quei giorni erano soltanto frutto della mia immaginazione oppure, un tempo,erano stati realtà.

Giugno arrivò con una velocità impressionate e finalmente la scuola finì.

Sei sicura di aver preso tutto?”

Si, Eve.”

Una maglia più pesante l'hai portata?”

No, non credo.”

Mettila allora.”

Certo.”

Hai preso tutti i sandali?”

Si, sono nella valigia più piccola.”

I costumi?”

Si, sono in quella più grande.”

Documenti?”

Nella borsa.”

Allora dovremmo esserci.”

Credo di si.”

Carlisle, soddisfatto della mia media scolastica, mi aveva premiato regalandomi una vacanza per due persone in una località a mia scelta.

Colsi immediatamente l'occasione di fuggire da Forks e accettai volentieri.

Anche i miei fratelli si sarebbero concessi una vacanza, quindi perché restare in quella immensa casa da sola?

Hai capito dove ti porterà Jasper?” chiesi a Eveline mentre sistemavo le ultime cose prima della partenza.

No. So solo che la prima tappa sarà Londra. Per il resto buio totale.” rispose lei aiutandomi.

Non mi sembri molto contenta.”

Non lo so, non sono abituata alle sorprese. Non capisco perché si sia intestardito così tanto nel voler scegliere tutto all'improvviso.”

Forse perché tu avresti visto già tutto?”

Si ma...”

Niente ma. Apprezza lo sforzo che sta facendo!”

Da quand'è che sei diventata così saggia e diplomatica?” mi domandò con aria divertita.

Sarà la vecchiaia.” scherzai e scoppiammo a ridere tutte e due.

Beh sarà una nuova esperienza. Credo che mi divertirò.”

Non potresti fare altrimenti. Due settimane con l'amore della tua vita in giro per il mondo, cosa vuoi di più Eve?”

Assolutamente niente. Anzi una cosa ci sarebbe.” e si fermò per guardarmi negli occhi.

Cioè?” risposi evitando il suo sguardo severo.

Vorrei che ti divertissi anche tu.” e si addolcì un po'.

Non ti preoccupare.” e ritornai a preparare le valige.

Mi preoccupo invece. Anche se fai finta che va tutto bene io lo so che non è così. Oltre al fatto che ti conosco bene, ti ricordo che sono dotata di una certa abilità e non mi sono piaciute affatto le cose che ho visto in questo periodo.” e mi accarezzò dolcemente la testa.

Tranquilla non ho fatto niente di quello che avevo in mente.” non volevo che questo discorso continuasse.

Si, ma non lo hai fatto per te, ma solo perché glielo avevi promesso.” precisò lei.

Il risultato non cambia.” e feci un mezzo sorriso.

Certe volte è inutile parlare con te.”

Lo so.”

Avanti, andiamo oppure perdi il volo.” prese le valige e scese giù per le scale.

Dopo aver salutato tutti, o quasi, e aver ascoltato le raccomandazioni di Esme e di Carlise, raggiunsi Eve in macchina.

Un misto di angoscia e sollievo mi invase non appena varcai la soglia di casa.

Avevo deciso di partire con Cynthia per svagarmi un po'. La nostra meta sarebbero state le Hawaii, certo non era la mia più grande aspirazione andare lì, dato che a fatica sopportavo il caldo e il sole, ma la mia amica era così entusiasta che non riuscii proprio a dirle di no, soprattutto dopo aver convinto Jacob a lasciarla partire con me.

All'inizio il suo era stato un NO secco, ma con il passare dei giorni e dopo le estenuanti pressioni della sua ragazza, per la disperazione si lasciò convincere.

Certo non era al settimo cielo però non era nemmeno preoccupato come prima.

Cynthia l'avrebbe chiamato più volte al giorno per farlo stare tranquillo e dimostrargli che io non l'avevo divorata in un attimo di follia.

Nonostante il mio umore non fosse dei migliori, ero contenta di trascorrere un po' di tempo lontano da tutto e da tutti.

Prometti che mi chiamerai sempre?” si raccomandò Eve mentre mi accompagnava all'aeroporto.

Come se ce ne fosse bisogno, saprai sempre quello che sto facendo.” scherzai io.

Mmm come sei pesante. Tu chiama e basta. Non lamentarti sempre.”

Lo sai che lo farò e ti mando anche una cartolina, contenta?” ironizzai.

Certo!”

Come arrivammo trovammo già Jake e Cynthia ad aspettarci.

Oddio, oddio! Sono così emozionata, non ho mai volato prima d'ora!” mi disse la ragazza abbracciandomi.

Bene! Non farti venire strani attacchi di panico altrimenti ti butto dal finestrino.”

A quelle parola il lupo mi ringhiò contro.

Jake scherzavo!” e gli tirai una pacca sulla spalla.

Divertente.” bofonchiò lui.

Mi raccomando fate le brave.” disse Eve, ma il suo tono diceva tutto il contrario.

Riportamela sana e salva.” brontolò il ragazzo.

Tranquillo me ne occuperò io.” gli risposi mentre ci incamminavamo versò l'interno dell'aeroporto.

Andiamo bene allora!” scherzò Cynthia.

Non ti fidi?” le domandai.

Oh ma certo! È già un miracolo se prendiamo il volo giusto!” rispose lei ridendo.

Non vi preoccupate andrà tutto bene, l'ho già visto!” ci urlò Eve che era rimasta fuori.

Grazie per averci rovinato la sorpresa.” le gridammo all'unisono.

Dopo che Cynthia salutò Jake partimmo verso la nostra meta.

Il viaggio fu piuttosto lungo per i miei gusti,non sopportavo molto stare chiusa per tanto tempo in un luogo così ristretto. La mia amica invece dormì per tutto il tempo e non si accorse nemmeno delle piccole turbolenze che facevano, di tanto in tanto, sobbalzare l'aereo.

Da quando vivevo con i Cullen non mi era mai capitato di allontanarmi così tanto, la cosa non mi faceva sentire assolutamente a mio agio. Avevo paura. Non sarebbe accaduto niente, ma nel caso in cui la mia sete avesse preso il sopravvento, chi mi avrebbe aiutata?

Come mi era venuto in mente di rischiare così tanto?

Cercai di rilassarmi e ripensai alle parole di Eve '' andrà tutto bene”. Se l'aveva visto lei, perché mettere in dubbio, proprio ora, la sua abilità.

A far sparire dalla mia testa tutti i problemi, fu la visione della nostra mega suite, nell'hotel più grande dell'isola.

Cynthia lanciò un urlo che fece spaventare il giovane ragazzo che ci aveva portato le valige nella stanza. Le tirai una gomitata per farla stare zitta, ma era troppo difficile fermarla in quel momento.

Diedi una lauda mancia al giovane e andai a perlustrare l'immensa camera.

Il grande ingresso era formato da una parete con ampie vetrate con lunghe tende che svolazzavano accarezzate dal caldo vento. Su quella adiacente invece si apriva una grande libreria. Al centro c'erano dei divani di vimini con grossi cuscini blu e poi uno splendido pianoforte a coda bianco. Rimasi per qualche secondo a fissarlo. Una fitta allo stomaco mi colpì quando immaginai Lui, seduto lì, che suonava con le sue dita perfetta, le musiche più dolci e malinconiche che avessi ma ascoltato.

Cercai di allontanarmi subito da quella visione e proseguii il giro.

La zona notte era composta da due letti matrimoniali a baldacchino e una grande cabina armadio dove Cynthia stava già disponendo la sua roba.

Non ho mai visto niente di più bello!” continuava a ripetere la ragazza.

Infatti.” risposi alla ricerca del bagno.

Carlisle è davvero un grande uomo! Dovrei ringraziarlo personalmente appena torniamo!”

Oh mio dio!” esclamai urlando.

Cosa c'è?” rispose l'altra spaventata.

Corri!”

Finalmente avevo trovato il bagno, e che bagno!

Wow!” furono le uniche parole che riuscimmo a dire.

Un'immensa vasca idromassaggio si apriva su un terrazzino, circondata da fiori colorati e di ogni genere. Il tutto sovrastato dalle tende velate color avorio.

Il resto dell'arredamento era all'insegna del blu, come la doccia, anch'essa esageratamente grande, il lavandino, i tappeti, insomma tutto aveva le sfumature color cielo.

Ma se ci facciamo il bagno lì ci vedranno tutti, siamo all'aperto!” mi chiese preoccupata la ragazza.

No, sciocca! Siamo isolate qui, è come un'area privata, nessuno po' andare nel giardino davanti la nostra stanza!” le spiegai ridendo.

Ah, non ci avevo pensato!” e iniziò a saltellare in preda all'euforia.

Dopo una veloce rinfrescata andammo subito in spiaggia. Non ero particolarmente entusiasta ma non era il caso di fare la difficile.

Eve mi aveva messo in valigia dei costumi a dir poco improponibili per me,a malapena riuscivano a coprirmi. Le dissi le peggiori parole nella mia mente, speravo proprio che lei riuscisse a vedere questo momento.

Cynthia sembrava piuttosto contenta e passò tutta la giornata sotto il sole ardente senza nemmeno mostrare il minimo accenno di affaticamento.

Non capivo come riuscisse a sopportare tutto quel caldo. Io invece mi limitai a leggere un libro sotto una palma, sorseggiando di tanto in tanto dei fantastici cocktail dentro le noci di cocco. Avevo sempre desiderato farlo!

Nel giro di qualche giorno la mia amica aveva preso un'abbronzatura da far invidia, io,al contrario, ero sempre pallida, avevo solo le guance leggermente arrossate. La mia pelle era troppo delicata per sopportare tutto ciò.

Mi rilassai molto durante la vacanza, con Cynthia era impossibile pensare ai miei problemi.

Quella ragazza sapeva sempre come farti distrarre. Non faceva altro che ridere e trascinarmi da un locale all'altro.

Dovresti trovare qualcuno!” mi disse una sera mentre eravamo in una discoteca sulla spiaggia.

In che senso?” le urlai per sovrastare la musica assordante.

Qualche bel maschio!” e iniziò a guardarsi in torno.

No, non credo sia il caso.” mi lamentai.

Liz, cavolo! Siamo alle Hawaii, quello che succede qui, rimane qui. Dobbiamo fare qualche follia, no?” e mi trascinò per un braccio in mezzo alla folla.

Cynthia io...”

Silenzio! Ora ti faccio vedere come si fa!”. Si avvicinò lentamente al bancone, camminando abilmente sul suo tacco dieci. Ordinò da bere scherzando con barista e poi iniziò a parlare tranquillamente con un ragazzo. Aveva circa venticinque anni, almeno credevo. Era alto, abbronzatissimo e muscoloso. Non era assolutamente il mio tipo ma a lei sembrava piacere molto.

Dopo qualche minuto mi chiamò e mi presento la sua nuova conquista.

Liz, tesoro, lui è Pablo!” disse indicandomi l'uomo.

Piacere dolcezza!” mi salutò con marcato accento spagnolo.

C-ciao.” balbettai in difficoltà.

Com'è timida la tua amica!” ridacchiò con una voce assolutamente irritante “ perché non bevi qualcosa per rilassarti?”

No, sto bene così!” risposi acida.

Su, su non ti offendere.” e mi accarezzò un braccio. Al tocco di quella pelle calda mi ritrassi immediatamente, odiavo essere toccata da estranei.

Cynthia mi fulminò con lo sguardo, evidentemente le stavo rovinando tutti i piani.

Cercai di controllarmi e mi misi a sedere anch'io vicino al bancone.

La mia amica parlò di se per tutto il tempo, inventando storie, anche piuttosto bizzarre, per alimentare la curiosità del ragazzo. Lui non faceva altro che riempirla di complimenti e lei sembrava molto soddisfatta.

Dalla folla spuntò un altro uomo, alto e altrettanto muscoloso come il primo, i capelli erano neri e corti,lasciati un po' selvaggi. Si avvinò a noi o più precisamente a Pablo.

Ramon, sei arrivato finalmente!”

Non riuscivo a trovarvi con tutta questa gente.” si giustificò il ragazzo, anche lui spagnolo.

Gli occhi di Cynthia si illuminarono. Non capivo cosa ci trovasse di così interessante in tipi come loro. Erano solo tutto muscoli e niente cervello.

Ramon ti presento Elizabeth.” disse Pablo prendendomi una mano.

Lieto di conoscerti” sorrise l'altro ragazzo. “ è da poco che siete qui alle Hawaii?”

No purtroppo, ormai è quasi passata una settimana!” si lamentò Cynthia.

Wow! E come mai la tua amica è ancora così pallida?” iniziarono a scherzare i due.

Mi innervosii subito, se solo sapessero il motivo del mio pallore non avrebbero scherzato così facilmente!

Non ama particolarmente il sole, è più un tipo notturno!” continuò la ragazza ormai quasi ubriaca.

Beh allora andiamo a divertirci, che ne dite?” propose Pablo alzandosi in piedi.

Certo!” lo seguì Cynthia.

Io mi limitai ad abbozzare un sorriso.

Andammo nella pista, praticamente sommersi dalla folla. Tutti quegli odori mi davano alla testa, non so per quanto ancora avrei sopportato.

Immaginavo nella mia mente le facce di quei due ragazzi nel vedermi fare una strage. Risi tra me e me. Altro che timida o pallida!

Tutta quella gente mi dava sui nervi, volevo solo tornare a casa, non in albergo, ma a Forks. Mi mancava terribilmente stare lontano dai miei fratelli e nonostante tutti gli sforzi, mi mancava non sapere cosa stesse facendo Lui.

Mi concentrai sulla musica assordante per liberare la mente.

Cynthia ballava praticamente attaccata a Pablo. Non capii in realtà cosa stessero facendo , erano troppo ancorati l'uno all'altra per poter vedere bene.

Pensai a Jacob e mi venne da ridere. Quel povero ragazzo era a casa a svolgere il suo dovere e la sua ragazza se la spassava allegramente.

Quando il mattino seguente feci notare ciò a Cynthia, lei mi rispose che non aveva fatto niente di male, che voleva solo svagarsi e che non avrebbe mai e poi mai fatto del male al suo Jake. Non volevo immischiarmi in questioni che non mi appartenevano e quindi lasciai perdere. Non condividevo pienamente il suo comportamento, ma la cosa non mi riguardava.

Forse ero io quella sbagliata.

I giorni trascorrevano tranquilli, se questa è la parola giusta per descriverli.

La mia compagna di viaggio era inarrestabile, non si fermava un secondo. Ogni occasione era buona per festeggiare e per fare nuove amicizie.

La penultima sera decisi di seguire il consiglio di Cynthia e mi lasciai finalmente andare.

Il risultato fu che ci svegliammo in una spiaggia a vari chilometri dal nostro albergo senza avere la minima idea di come ci fossimo finite.

Io avevo perso un sandalo e lei la giacca. Scoppiammo immediatamente a ridere quando ci accorgemmo del nostro stato.

Cavolo, io non ricordo nulla, ma cosa ci facciamo qui?” mi chiede lei barcollando.

Ah, non ne ho la minima idea. L'ultima cosa di cui sono certa è del Martini che hai rovesciato sul mio vestito!” le risposi annusandomi l'abito.

Ops, scusa!” e continuammo a camminare verso la strada in cerca di un taxi.

Nessuna delle due riusciva a stare in piedi. Per la prima volta non ero l'unica a non avere senso dell'equilibrio.

Tornammo nella nostra stanza completamente ricoperte di sabbia.

L'uomo della reception,vedendomi tornare scalza e con una scarpa in mano, si lasciò andare a qualche commento poco piacevole. Immediatamente lo fulminai con lo sguardo,non ero dell'umore adatto per essere gentile.

Dopo una lunga doccia mi accorsi che ero piuttosto affamata, sapevo che il cibo non avrebbe mai risolto quell'enorme senso di sete ma non volevo mettere a disagio Cynthia.

In effetti erano due settimane che non mi nutrivo in maniera decente.

Avrei potuto aspettare, in fondo tra meno di ventiquattr'ore sarei tornata a casa, ma non ero sicura di voler rischiare di divorare qualcuno durante il viaggio in aereo.

Ti dispiace se esco un'oretta?” domandai alla mia amica mentre si rilassava nella grande vasca ad idromassaggio.

Dove vai? Siamo appena tornate!” rispose sprofondando ancora di più nell'acqua.

Tranquilla, faccio presto.”

Non puoi aspettare? Dammi qualche minuto e ti accompagno!”

Non credo che ti piacerebbe!” dissi con un mezzo sorriso.

Ah.” e arrossì leggermente. Sicuramente aveva intuito a cosa mi stessi riferendo.

Certo, vai pure, io aspetto qui.” continuò imbarazzata.

Era normale che non sapesse come comportarsi, del resto nemmeno io avrei saputo cosa fare. Cosa poteva dire? “ Si che bello, vai a caccia! Mi raccomando, prendine uno bello grosso?”.

Avrei fatto qualunque cosa per non metterla in questa situazione ma in quel momento era davvero fondamentale che io lasciassi quella stanza.

Con un'altra persona sarei riuscita a controllarmi tranquillamente ma Cynthia aveva così un buon odore che faticavo molto a starle lontana in quei momenti.

Mi sentivo un vero mostro ogni volta che mi venivano in mente certe idee. La cosa che più mi sconcertava e come lei potesse essere così tranquilla con me affianco.

Sapevo che si fidava delle mie capacità ma non mostrava mai il minimo segno di timore, eppure sapeva benissimo che avrei potuto farle del male in qualsiasi momento, anche non volontariamente.

Magari la continua presenza dei licantropi nella sua vita le aveva fornito un ottimo autocontrollo! Di sicuro sapeva come trattare con persone fuori dal comune.

Grazie.” le risposi voltandole le spalle, non riuscivo a guardarla negli occhi.

Indossai un paio di Jeans comodi e corsi via.

La selvaggina non era granché da queste parti,in effetti non mi soddisfò affatto, ma almeno aveva alleviato quella tremenda sete.

Tornata in albergo speravo seriamente di non dover riprendere questo discorso ma come al solito mi sbagliavo.

Cynthia si era accorta subito del mio cambiamento. Non ero più pallida,al contrario le mie guance erano colorate di un rosa acceso e la mia pelle era ancora calda per il sangue appena ingerito.

Ancora una volta fui sorpresa dalla sua reazione. Invece di mostrare disgusto verso la mia natura, rimase piacevolmente colpita.

Devi farlo più spesso!” mi disse scrutandomi bene con le braccia conserte. “ Ti fa sembrare più umana. Tutto quel pallore non ti dona!” e scoppiò a ridere.

Sei che sei davvero strana?” le risposi unendomi a lei.

Beh cosa ti aspettavi da una che ha per fidanzato un licantropo e per migliore amica una mezza vampira?”

L'indomani ci preparammo per fare ritorno a Forks.

Cynthia era contenta di rivedere Jake ma nello stesso tempo non voleva lasciare quel paradiso tropicale. Io, al contrario, avrei ripreso volentieri un altro aereo pur di non tornare a casa. Mi mancavano tutti terribilmente ma sapevo che una volta varcata quella soglia sarei tornata quella di prima. Non avevo più la forza di combattere contro me stessa per mostrarmi allegra e spensierata, quando nel profondo volevo solo sbattere la testa contro un muro e aspettare, svenuta, che tutto questo periodo orribile passasse.

E se non fosse mai passato? Impossibile. Questa era l'unica parola che continuavo a ripetermi ogni giorno. Dovevo autoconvincermi che prima o poi tutto sarebbe tornato come prima di conoscere Lui.

All' aeroporto c'erano ad aspettarmi Eveline e Emmet. Non appena mi vide, il mio fratellone, mi corse in contro per abbracciarmi.

La mia sorellina!” ridacchiò mentre mi solleva da terra. “ Ti sono mancato vero?”

Certo.” risposi a mezza voce mentre mi stritolava tra le sue enormi braccia. << Soprattutto queste figuracce che mi fai continuamente fare!>> Sentivo chiaramente Jacob che sghignazzava alle mie spalle.

Se vuoi posso distruggerlo in un attimo.” mi rassicurò Emmet voltandosi verso il licantropo.

Tranquillo, posso sopportarlo.” lo rassicurai.

Peccato, mi sarebbe piaciuto come scontro. Qui non succede mai niente di divertente.” continuò mettendo il broncio.

Beh, meglio così!” intervenne Eve che ormai ci aveva raggiunti. “ Hei, mi aspettavo di trovarti più abbronzata!” scherzò abbracciandomi.

Divertente!” commentai ricambiando il suo saluto. “ Mi sei mancata!”

Oh, lo so. Ma questo non ti giustifica dal fatto che non ti sei fatta sentire per niente!” disse tirandomi un pizzicotto sul braccio.

Ahi!” probabilmente non si era accorta di quanta forza avesse usato in quel piccolo gesto ma fece finta di niente.

E non dire che non volevi disturbare perché ti prendo a schiaffi.” continuò lei.

Diciamo che volevo stare un po' lontana da tutto.” le sorrisi.

Ci sei riuscita?”

Fino ad un'ora fa si. Ora è di nuovo tutto come prima.” sospirai. Sapevo che lei aveva capito a cosa mi stessi riferendo.

Beh è così male tornare a casa?” commentò Emmet mentre solleva le valige con molta facilità.

No, scherzavo!” invece non lo stavo affatto facendo.

Allora andiamo! Esme non vede l'ora di rivederti.”

Certo, saluto Cynthia e arrivo. Voi intanto andate, vi raggiungo subito!”

La mia amica era letteralmente saltata in braccio al suo ragazzo e non faceva altro che baciarlo e scompigliarli i capelli, leggermente più lunghi di quando eravamo partite.

Ehi, io vado.” dissi interrompendoli.

Si, andiamo anche noi!” rispose lei stampandogli un nuovo bacio sulla guancia. “ Dobbiamo recuperare un bel po' di tempo!” e gli fece l'occhiolino.

Ok, questa potevi risparmiartela!” le sorrisi un po' impacciata.

Grazie Liz, sono stata davvero bene!”

Anche io. Penso che potremo rifarlo!” le dissi guardando il suo ragazzo che probabilmente non era affatto d'accordo.

Certo, magari una vacanza a quattro.” commentò lui acido. “ Mi piacerebbe passare qualche giorno in compagnia di Cullen”

Cynthia lo fulminò con lo sguardo e lui la guardò confuso non capendo la sua reazione. Evidentemente la mia amica non gli aveva raccontato nulla.

Mi dispiace.” si scusò lei con me.

Non fa niente.” la rassicurai.

Mi raccomando, tranquilla! Ignora tutto e vai avanti con la tua vita. Non ne vale la pena Liz.”

Lo so, se fosse così semplice l'avrei già fatto.” le risposi amareggiata.

Ce la farai. So che sei abbastanza forte da superare tutto.” e mi abbracciò di nuovo “ e poi casa mia è sempre aperta! Quando vuoi scappare e prenderti un giorno di pausa, sai dove trovarmi!”

Non me lo farò ripetere due volte!” le dissi sorridendo.

Allora ci vediamo tesoro!”

Certo! A presto Cynthia. Ciao Jake.” e mi diressi vero l'auto che mi avrebbe riportato alla mia triste realtà.

Durante il viaggio di ritorno, Emmet mi bombardò di domande sulla mia vacanza. Gli raccontai tutto, o quasi, ridendo ogni volta che Eve faceva una faccia strana perché sapeva benissimo che stavo omettendo qualcosa.

Quindi, se voi non vi siete sentite, non sai ancora la novità?” mi disse lui in fine.

Immediatamente il mio cuore smise di battere. Non sapevo ancora cosa stava per rivelarmi ma avevo terribilmente paura che riguardasse Lui. Forse era andato via? Perché nessuno mi aveva avvertita prima?

Liz, tutto ok? Sei pallidissima.” continuò il vampiro dandomi dei piccoli schiaffi sulla faccia.

Si.” balbettai “ Allora? La novità?”

Ah, si. Ci sono degli ospiti a casa.” e si rimise seduto comodamente sul sedile.

A quelle parole mi sentii di aver recuperato cent'anni di vita. Inspirai profondamente. Non so se da una parte avrei preferito che mi confermasse il mio timore. Probabilmente, in fondo, era quello che desideravo. Volevo che Lui sparisse.

Veramente? E chi sono?” cercai di liberarmi dai miei pensieri.

Amici di vecchia data di Jasper. Sono arrivati due giorni fa. A quanto pare cercano una dimora a Forks o nei dintorni. Esme li sta aiutando e per ora alloggiano da noi.” mi spigò tranquillamente.

Non sapevo che Jasper avesse degli amici.” commentai perplessa.

Uno di loro l'ha aiutato in passato e da quel momento Jasper gli è molto riconoscente.” intervenne seria Eve. “ Non sono proprio amici, diciamo che ogni tanto si sentono.”

Le sue parole non mostravano molto entusiasmo. Probabilmente non dovevano piacerli granché.

Mmm capisco.”. La cosa mi lasciava piuttosto indifferente, anzi in realtà mi infastidiva un po'. Non avevo voglia di sopportare altra gente in casa. Speravo che Esme trovasse in fretta una nuova sistemazione per i nuovi ospiti.

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Capitolo 23
*** The Other Side Of This Life ***


 

The Other Side Of This Life

 

 

 

Non appena svoltammo nel vicoletto sterrato per raggiungere casa Cullen, le mie gambe iniziarono a tremare. Se fossi stata in piedi quel momento, credo che sarei caduta facilmente a terra.

Nonostante cercassi in tutti i modi di controllare il mio respiro, Eve e Emmet si accorsero subito della mia agitazione.

Tranquilla, andrà bene.” cercò di tranquillizzarmi lei.

Non capisco a cosa tu ti riferisca.” mentii spudoratamente.

Sono qui?” chiesi cambiando discorso.

Certo “ sbuffò Emmet.

Da quelle poche parole che avevo sentito, i nuovi arrivati non avevo ricevuto molti consensi. La situazione iniziò ad incuriosirmi. Cosa avevano di così strano da innervosire così tanto i miei fratelli?

Riuscivo a percepire chiaramente il loro odore non appena scesi dall'auto.

C'era qualcosa di diverso, qualcosa di particolarmente dolce e gradevole. Una strana sensazione mi invase immediatamente. I miei nervi erano particolarmente all'erta.

Non sapevo il motivo di tutto ciò ma era come se dovessi prestare più attenzione del solito una volta varcata quella porta.

Hai capito?” mi sussurrò Eve come per non farsi sentire.

No, ma la cosa non mi piace.”

Anche lei sembrava più cauta.

Sentii delle voci provenienti dal grande salone. Non notavo nulla di preoccupante.

Stavano piacevolmente chiacchierando del più e del meno.

Riconobbi Carlisle che discuteva con qualcuno. Una voce calda e profonda che mi fece venire letteralmente i brividi.

Accelerai il passo ed entrai nella stanza.

Tutti si girarono simultaneamente verso di me e io arrossii violentemente per l'imbarazzo.

Liz, bentornata!” disse Esme con la sua voce squillante e le sue adorabili fossette sulle guance.

Corse subito ad abbracciarmi seguita da Carlisle.

Allora? È andato tutto bene?” mi chiese la donna senza lasciarmi andare.

C-certo.” risposi sovrappensiero. Iniziai subito a guardarmi intorno per cercare Lui ma il mio sguardo si fermò sulla strana figura comodamente seduta sulla poltrona.

Era una donna. All'incirca poteva avere venticinque anni, non di più. La sua pelle era talmente tanto chiara da risultare quasi trasparente. Ero curiosa di sapere se al tatto si sarebbe sfaldata come polvere.

Dei lunghi riccioli neri le incorniciavano il viso perfetto. Aveva la testa appoggiata sulla spalliera come se non fosse in grado di sostenere il peso del suo corpo.

Tra le braccia teneva stretta una bambola. Le assomigliava molto. Stessa pelle di porcellana, stessi capelli. Anche l'abito era molto simile. Era bianco, lungo fino alle caviglie. Aveva delle maniche corte a sbuffo e sotto il petto si stringeva avvolgendo l'esile vita della donna per poi ricadere morbido.

Sembrava una statua assolutamente morta se non fosse stato per gli occhi.

Mi irrigidii all'istante. Erano rossi come dei rubini. Il suo sguardo era assente e sembrava fissare qualcosa di imprecisato nel vuoto mentre un leggero sorriso le si formava sulla bocca color ciliegia.

Lei deve essere Elizabeth.” di nuovo quella voce.

Mi liberai dall'abbraccio di Esme e finalmente capii a chi apparteneva.

Nuovamente le mie guance si infiammarono. Non potevo assolutamente sostenere il suo sguardo, anch'esso rosso come il fuoco ma al contrario dell'altra creatura, questo era vivo e ardeva come fiamme.

In quel momento pensai di non aver mai incontrato nessuno come quell'uomo di fronte a me.

Oltre ad essere dannatamente e perfettamente bellissimo, aveva un'aria che mi terrorizzava fin dentro le ossa. Avrebbe potuto benissimo popolare i miei peggiori incubi. C'era qualcosa dentro di me che mi urlava a squarcia gola “ stai lontana da lui! Sarà la tua fine” ma nello stesso tempo ne ero profondamente attratta. Non era semplice attrazione fisica, era qualcosa di molto più profondo.

La sua corporatura lo rendeva ancora più temibile. Era molto alto, con delle grosse spalle messe in risalto dalla camicia di seta nera. Aveva i capelli scuri e corti e una bocca terribilmente invitante, segnata da un sorriso smorzato.

Il suo colorito non era poi così pallido, era un po' olivastro e questo lo rendeva diverso dagli altri vampiri nella stanza.

Era in piedi, perfettamente composto ed elegante e continuava a fissarmi con un'aria tra il sorpreso e l'affascinato.

Certo che è lei.” disse qualcun altro. “ Stai perdendo i colpi Angel?”

Angel. Un nome assolutamente e oscenamente adatto a quella creatura. Si, lui doveva essere per forza un angelo oscuro.

L'altra voce proveniva dall'ultimo ospite. Si era improvvisamente materializzato al fianco della giovane donna seduta. Le teneva dolcemente la mano. Si vedeva chiaramente che fossero una coppia. Si guardavano con tale adorazione, come se lei dipendesse esclusivamente da lui e viceversa.

L'ultimo vampiro era totalmente fuori dal comune. Aveva dei capelli biondi ossigenati tenuti in dietro da quintali di gel. Era magro, ma muscoloso. Non era particolarmente alto.

I tratti del suo viso erano molto marcati mettendo in risalto la mascella e gli zigomi.

Indossava uno spolverino di pelle lungo fino alle caviglie e un paio di anfibi neri.

Che maleducato, non vi ho ancora presentati.” disse Carlisle interrompendo i miei pensieri. “ Lei è Elizabeth, è l'ultima arrivata nella nostra famiglia.” continuò mettendomi una mano sulla spalla. “ Liz, loro sono nostri ospiti. Si fermeranno qui per un po'.”

Lieto di conoscerti Elizabeth, io sono Angel.” e mi tese la mano facendo un mezzo inchino.

Piacere mio.” risposi ricambiando il saluto. Stranamente la sua pelle non era fredda come le altre. Non che io lo sentissi particolarmente ma lui sembrava quasi ... caldo.

Loro sono Drusilla.” e mi indicò la vampira bruna “ e il suo compagno Spike.”

Spike?” non riuscii a trattenermi sentendo quel buffo nome.

Si, lo so. Fa sempre questo effetto.” continuò Angel muovendo le labbra in un sorriso perfetto.

S-scusa,io...” ero totalmente imbarazzata per la pessima figura.

Dolcezza un giorno ti racconterò l'origine del mio nome, poi vedremo chi riderà prima.” disse con la sua voce roca in un tono quasi di sfida.

Nel frattempo Emmet se la rideva comodamente.

Abbiamo sentito molto parlare di te in questi giorni” affermò il vampiro moro.

Ah si?” e guardai sospetta Carlisle.

Dicono che sei molto... speciale!” continuò lui prima che qualcun altro potesse parlare.

Più che altro particolare.” lo corressi.

Giusto.” disse scandendo bene le parole.

Aveva un modo di parlare molto particolare. Probabilmente era molto “anziano”, lo si capiva dalle parole che usava e dal modo in cui le pronunciava. Sembrava provenire da un'epoca molto lontana.

Non vorrei essere invadente ma mi piacerebbe molto ascoltare la tua storia un giorno. Mi incuriosisce.”

Oh, non credo sia poi così interessante. Però se ci tieni...” risposi un po' impacciata.

Moltissimo.” e i suoi occhi si illuminarono nuovamente di una luce diversa.

Non capivo cosa stava succedendo in quel momento. La situazione era così surreale.

Perché quei vampiri, dagli occhi rossi erano a casa dei Cullen? E come mai Jasper aveva ancora rapporti con questa gente?

Eppure, Carlisle e Esme sembravano così tranquilli e a loro agio.

Improvvisamente la donna si alzò dalla poltrona e iniziò a vacillare verso di me. Si muoveva con una tale leggerezza che sembrava appesa ad un filo.

Il suo sguardo era sempre perso nel vuoto e muoveva le pallide mani come se stesse disegnando qualcosa nell'aria.

Ti avevo detto che era bellissima.” disse fermandosi a pochi centimetri da me. “ Il suo cuore batte così... veloce.”. Ogni singola sillaba che pronunciava sembrava morirgli in bocca. Parlava lentamente e a fatica.

Lo senti vero?” e piegò leggermente la testa verso Angel. “ Tum, tum, tum, tum...” ora stava intonando una sorta di cantilena. Mi metteva i brividi.

Il suo odore mi distrugge “. Iniziò quasi a piangere e toccò con le sue lunghe dita il mio volto. A quel contatto mi ritrassi di scatto all'indietro e lei fece lo stesso raggomitolandosi nelle braccia di Spike.

Ora ero più confusa di prima.

Tranquilla, non è colpa tua.” disse il suo compagno notando la mia espressione “ Diciamo che Dru ha qualche rotella fuori posto.” mi spigò accarezzando la testa della ragazza.

Non sapevo cosa dire. Quella donna non mi piaceva affatto e poi era come se l'avessi già vista da qualche parte. Logicamente era impossibile, di sicuro mi sarei ricordata di lei, non passava di certo inosservata.

Liz “ mi chiamò Eve. “ Immagino che tu sia stanca. Ti accompagno di sopra.” il suo non sembrava un consiglio ma piuttosto un ordine.

Certo, hai ragione. Sono molto stanca.” balbettai stupita della sua richiesta.

Ci vediamo in giro.” disse ai nuovi arrivati.

Sicuramente.” rispose Angel.

Mi diressi immediatamente nella mia stanza con diecimila domande dentro la mia testa. Immagino che Eve avrebbe potuto in parte risolvere i miei dubbi visto che era stata sua l'idea di lasciare la scena.

Allora?” le chiesi non appena chiuse la porta.

Cosa vuoi sapere di preciso?” e iniziò a disfarmi le valige. Era troppo agitata per essere lei.

Beh, intanto dimmi dove sono gli altri.”

A caccia. Edward è piuttosto irritato in questi giorni.”

Immediatamente sentire il suo nome mi riportò nella realtà.

Ah. Come mai?”

Diciamo pure che non nutre questa grande simpatia per Angel e la sua band. Trova i suoi pensieri piuttosto fastidiosi e sconvenienti.” mi spiegò continuando ad andare aventi e in dietro per la stanza.

Come te del resto!” ipotizzai abbastanza convinta.

No.” e si girò a guardarmi “ Cioè, non lo so.”

Cosa vuol dire “ non lo so”?” era stano sentire quelle parole uscire dalla sua bocca. A lei non sfuggiva mai nulla.

Non so come spiegartelo. Ho una strana sensazione ma non vedo assolutamente nulla che possa confermare i miei dubbi.” sbuffò irritata “ E poi mi fido ciecamente di Jasper. Non credo che avrebbe mai portato in casa nostra un pericolo per la nostra famiglia.”

Certo ma devi ammettere che loro sono completamente doversi da noi. Come la mettiamo con caccia?”

L'ultima cosa che avrei voluto era una strage qui a Forks.

Non è un problema. Carlisle li ha già avvertiti e poi loro sapevano del nostro cambiamento.” continuò.

E quindi digiuneranno per tutto il loro soggiorno?”

Certo che no. Andranno lontano da qui quando hanno necessità di mangiare.” mi spiegò tranquillamente.

Che cosa? Li lascerete uccidere delle persone così?” non riuscivo a credere a quello che stessi sentendo.

Liz, cosa vuoi? È la loro natura. Anche se non fossero venuti qui avrebbero tranquillamente banchettato da qualche altra parte.”

Lo so, ma è diverso. Noi sappiamo cosa faranno una volta usciti di qui.”

Come sempre del resto. Tesoro, non puoi uccidere tutti quelli che la pensano in modo diverso da te. Anche noi un tempo eravamo così, non ti credere che ci siamo nati con questo auto controllo!”

La guardai confusa. Sapevo che Carlise, sin dalla trasformazione, si era sempre tenuto lontano dalla sua vera natura, ma degli altri non conoscevo praticamente nulla. Non andavano fieri del loro passato, questo l'avevo capito, e di certo non erano propensi a raccontarmi le loro storie.

Un giorno ti racconterò tutto. Promesso.” disse prima che potessi parlare.

Grazie.>> le dissi sorridendo “ Comunque non mi piacciono molto. Mi guardano in maniera strana.”

Scoppiò a ridere.

Liz è normale. Non è facile vedere qualcuno come te, sei così strana.”

Davvero rassicurante.” le risposi mettendo il broncio.

In senso buono sciocca. Sai cosa voglio dire.” e mi diede una pacca sulla spalla.

Certo, dici sempre così ma la cosa inizia a non piacermi più.”

Basta con queste sciocchezze, allora raccontami qualcosa!” e mi fece sedere affianco a lei sul letto.

Che vuoi che ti racconti? Sai già tutto!”

Beh, hai ragione. Devo ammettere che mi hai sorpresa, non pensavo saresti stata così brava.”

E' stato difficile, ma ora sto meglio.”

Non dico questo. Lo so che non stai meglio.” e mi guardò con il suo solito sguardo severo. “ Però ti sei comportata bene, non hai influenzato affatto Cynthia con il tuo umore negativo!”

Anche se avessi voluto non ci sarei mai riuscita.” dissi alzando gli occhi al cielo.

Al solo pensiero del ricordo di quello che aveva combinato la mia amica in quei giorni mi veniva da ridere.

Senti “ e tornai di nuovo seria “ Lui...”

No. Non ha chiesto di te, del resto non gli serve chiedere. Non so cosa abbiamo letto dalla mia mente visto che sono tornata due giorni fa.”

A proposito, sei tu che devi raccontarmi qualcosa!” la incitai cercando di cambiare discorso.

Oddio, speravo che me lo chiedessi!” e si buttò a peso morto sul letto sorridendo come una ragazzina di tredici anni. “ è stato assolutamente e perfettamente tutto fantastico.”

Avanti! Voglio i dettagli.”

Ero sempre felice di sentire le storie di Eve, mi mettevano di buon umore anche se contribuivano ad alimentare le mie speranze nel trovare una relazione come quella che aveva con Jazz.

Allora comincio dall'inizio?”

Certo!”

Beh la prima tappa la sai. Londra è fantastica, anche se ci sono stata migliaia di volte e come se non l'avessi mai vista. In ogni viaggio scopro qualcosa di nuovo e poi con Jasper è sempre tutto meraviglioso.” e lanciò qualche gridolino entusiasta “ La notte uscivamo e il giorno, quando c'era il sole, rimanevamo chiusi nella nostra fantastica suite. Mio dio Liz, non abbiamo mai...”

Ok, stop! Non sono questi i dettagli che volevo.” le dissi fermandola appena in tempo.

Ops, scusa. Mi lascio sempre prendere troppo dal racconto.” rispose facendomi l'occhiolino. “ Beh, stavo dicendo... ah ecco! Quando non potevamo uscire rimanevamo in hotel. Poi ogni tre giorni mi portava all'aeroporto e all'ultimo minuto sceglieva un aereo e mi portava in città sempre diverse. Abbiamo viaggiato per tutta l' Europa! Pensa che quando siamo andati a Parigi ha affittato tutta la Tour Eiffel solo per noi e poi mentre eravamo sul punto più in alto mi ha chiesto di sposarlo di nuovo! Ti rendi conto? E la cosa più bella è che prendeva sempre decisioni all'ultimo minuto e quindi riuscivo ad anticiparle solo di qualche secondo.”

Avevo le lacrime agli occhi. Poteva esistere un uomo più innamorato di lui? Cosa non avrebbe fatto per renderla felice!

E vi siete risposati?” le dissi ansiosa.

Un attimo, lasciamo finire!”

Con la mano feci finta di cucirmi la bocca e la lasciai parlare.

Poi siamo andati in Italia e abbiamo girato le città più belle. Sai dovresti andare a Firenze qualche volta, è davvero molto graziosa! Comunque... abbiamo girato tutti i posti possibili e immaginabili, finché l'ultimo giorno non abbiamo preso un aereo per la Nuova Zelanda e lì su di una fantastica spiaggia, sotto la luna di mezza notte, ci siamo risposati. Liz è stato tutto così perfetto, proprio come lo desideravo. Io e lui soli e felici come non mai. E' sempre stato il mio sogno un matrimonio del genere e lui è riuscito a realizzare anche questo. Non ti puoi immaginare come mi sono sentita in quel momento. Ero al settimo cielo! Liz, perché piangi?” disse interrompendo i suoi ricordi.

Oh, no niente. Mi sono solo commossa!” le risposi arrossendo. Non era da me lasciarmi andare in queste situazioni. Ma come si poteva rimanere indifferenti di fronte a tutto questo?

Come sei dolce!” e mi abbracciò forte. “ Non dico che ti capiterà la stessa cosa ma un giorno sarai felice anche tu! Te lo prometto.”

Lo spero!” e scoppiammo a ridere.

Continuò per altre due ore con il resoconto del viaggio finché, finalmente, non mi lasciò riposare. Non che ci sarei riuscita ma almeno potevo concentrarmi sulla nuova situazione.

Per prima cosa avrei parlato con Jasper. Volevo sapere di più su questi nuovi vampiri.

Stranamente passò tutta la notte fuori a caccia, Edward doveva essere piuttosto nervoso per non far rientrare nemmeno i suoi fratelli.

Aprii la finestra e mi raggomitolai con una coperta seduta sul cornicione aspettando il loro rientro.

Nonostante fosse agosto, l'aria era particolarmente pungente. Il cielo era totalmente ricoperto di nubi e non si intravedeva la minima traccia della luna.

Un brivido mi percorse tutta la schiena mentre avevo lo sguardo perso nell'immensa foresta. Non ne ero sicura al cento per cento ma avevo la sensazione che qualcuno mi stesse spiando. L'odore della pioggia aveva coperto tutti gli altri. Riuscivo solo a sentire il profumo dell'erba bagnata. Per il resto nulla. Il perfetto silenzio.

Eppure avevo questo strano presentimento. Mi sentivo osservata. All'improvviso notai un leggero bagliore tra gli alberi e poi più nulla.

Se fino ad un secondo fa c'era qualcuno lì, ora ero certa che fosse fuggito via.

Probabilmente mi ero sbagliata. Sicuramente i miei fratelli se ne sarebbero accorti, niente poteva sfuggire alla vista speciale di Eveline. Nonostante ciò avevo un senso di paura inspiegabile. Forse l'incontro con i tre vampiri mi aveva scossa più del dovuto.

Mi stavo quasi addormentando quando li sentii arrivare. Finalmente erano tornati.

La prima ad uscire allo scoperto fu Rosalie. Non rivolse nemmeno lo sguardo verso la mia finestra, pur sapendo che fossi lì. Era particolarmente nervosa e continuava a borbottare qualcosa che non riuscii a percepire. A seguirla c'era Jasper. Il suo volto sembrava piuttosto sereno, al contrario del solito. Evidentemente la caccia lo aveva soddisfatto. Lui,diversamente dalla sorella, mi rivolse un caloroso sorriso. Io ricambiai,sbadata, con un cenno della mano. Perché lui non arrivava?

Aspettai qualche altro minuto e finalmente si fece vedere.

Aveva il volto teso, la bocca serrata, lo sguardo fisso verso la casa.

Il mio cuore per poco non mi lacerò il petto. Iniziò a battere talmente forte che l'avrebbero potuto sentire a diversi isolati da qui. Era sempre così assolutamente perfetto, nonostante l'aria turbata.

Indossava la sua camicia grigia che io adoravo. Si intonava perfettamente con la sua pelle. Ogni volta che la indossava immaginavo sempre in quale modo avrebbe risaltato i suoi occhi da umano. Ho sempre pensato che fossero stati verdi, ma di un verde particolare. Profondi e con varie sfumature.

Improvvisamente si bloccò e di scatto sollevò lo sguardo verso di me.

Istintivamente indietreggiai, come per nascondermi.

Non disse nulla. Non fece nulla. Mi fissò per qualche secondo, per me interminabile e poi rientrò in casa.

Rimasi pietrificata. Non mi aspettavo nulla da lui ma nel profondo desideravo disperatamente anche un semplice saluto. Invece niente. L'indifferenza più totale.

Feci un respiro profondo e scesi in sala, ancora avvolta nella coperta, per vedere Jazz.

Ehi Liz, bentornata!” mi disse lui venendomi in contro.

Jazz, che bello rivederti!” e gli diedi una pacca sulla spalla. Lui non era un tipo particolarmente affettuoso, tranne che con Eve, logicamente. Ci adorava tutti ma non mostrava facilmente le proprie emozioni.

Allora, scommetto che è andato bene il viaggio?” e rivolse uno sguardo complice con la sua compagna.

Si, alla grande. Mi sono divertita molto.” risposi con particolare entusiasmo.

Parlavo ad alta voce volutamente. Volevo che lui mi sentisse. “capito? Mi sono divertita! Anche senza di te, stupido idiota!”. Quanto avrei voluto urlargli in faccia queste parole.

Scommetto che hai già conosciuto i miei amici.” continuò lui.

Si.” risposi in modo secco.

Qualcosa non va?” mi domandò un po' sospettoso.

Non lo so. Sono un po' strani.”

Beh si, possono fare questa impressione ma sono abbastanza tranquilli. Non devi temere nulla.”

Oh, ma io non ho paura.” mentii “ Come mai vi conoscete?”

Ah, sempre la tua smisurata curiosità.” e sorrise “ Te lo racconto domani, va bene?”

No, vorrei saperlo ora.” insistetti inutilmente.

Liz, è tardi, sei appena tornata. Perché non vai a riposare? Ti prometto che domani ti dico tutto.”

Uffa.” e feci finta di mettere il broncio. “ Allora vado a dormire. Notte!”

Era strano per me non insistere così tanto ma sapevo che quando Jasper diceva una cosa era piuttosto irremovibile. Probabilmente non era il momento adatto per parlare.

Salii, un po' delusa, le scale per tornare in camera mia. Non appena mi trovai sulla soglia della porta, Edward uscì,con mia grande sorpresa, dalla sua.

Ciao.” mi disse freddo.

Ciao.” risposi imbarazzata.

Volevo salutarti.” continuò con il suo tono impassibile.

Ah. Ciao, allora.”. Non sapevo cos'altro dire, era strano scambiare di nuovo qualche battuta con lui.

Fece qualche secondo di pausa. Forse non si aspettava questa mia reazione.

Sono contento che tu ti sia divertita.”

Grazie.” balbettai arrossendo. Probabilmente mi aveva sentita quando parlavo con Jasper oppure aveva già visto tutto dalla mente di Eve.

Tu come stai?” gli chiesi rompendo quel silenzio che si era creato un'altra volta.

Bene” disse piegando le labbra in un leggero sorriso.

Bene.” gli feci eco.

Stavi andando a dormire. Scusa ti lascio andare.” e mi aprì la porta della stanza.

Non...” ma ormai era troppo tardi. Era già andato via. Come al solito.

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Capitolo 24
*** Why We Fight ***


 

 

 

 

 

Why we fight

 

 

 

Il mattino seguente mi alzai con l'unico proposito di parlare con Jasper.

Il fatto che la casa fosse praticamente vuota mi aiutò molto. Eve, Rose ed Esme erano andate a fare shopping a Seattle, Carlisle era a lavoro, Emmet non sapevo dove fosse e Edward era chiuso nella sua stanza.

Non trovando Jasper in sala, immaginai che fosse a lavorare con le sue moto in garage.

Era uno dei suoi hobby preferiti. Adorava truccare i motori in modo tale che raggiungessero elevate velocità, tipica fissa dei vampiri!

Mi chiedevo quanto tempo ci avresti messo a venire!” mi disse prima che aprissi la porta.

Sorrisi ed entrai dentro. Conosceva benissimo quanto potesse essere morbosa la mia curiosità.

Buongiorno Jazz!”

Buongiorno a te Liz.” parlò senza smettere di armeggiare con la moto.

Non sei costretto a raccontarmi tutto.” mentii spudoratamente e lui lo sapeva benissimo.

Figurati!” e si voltò verso di me. “ Sei parte della famiglia. È giusto che tu sappia.”

Nonostante fosse in tenuta da lavoro e con il viso e le mani sporche di grasso era sempre affascinante. Riusciva a mantenere la sua eleganza in ogni circostanza.

Sorrisi divertita vedendolo in quella situazione.

Si,lo so. Sono piuttosto buffo conciato così!” disse giocherellando con una chiave inglese.

Oh, no. Stavo pensando giusto il contrario!”

Si, si. Continua a prendermi in giro!” continuò sorridendo anche lui. “ Allora, da dove vuoi che inizi?”

Beh, dal principio.” lo spronai sedendomi sul bancone degli attrezzi.

Eve ti ha già detto qualcosa?” mi chiese ritornando a lavoro.

No, niente.” In effetti era sempre stata molto vaga sulle origini del suo compagno.

E' sempre così riservata quando si tratta di me.” ammise con tono amorevole.

Si, lo so. Ti adora.”

La storia è piuttosto lunga, potrei annoiarti.” mi avvertì lui.

Tranquillo, non ho niente di meglio da fare.” gli sorrisi accomodandomi meglio.

Il mio vero nome è Jasper Whitlock e sono nato in Texas nel 1844.” cominciò lui sedendosi a gambe incrociate per terra. “ A diciassette anni mi sono arruolato nell'esercito per combattere durante la guerra civile. In poco tempo riuscii a fare carriera. Gli altri soldati dicevano che era per il mio eccezionale carisma.” sorrise compiaciuto.

Tre anni dopo, durante una missione di salvataggio, incontrai la donna che cambiò per sempre la mia esistenza. Stavo tornando sul campo di battaglia, quando mi imbattei in tre bellissime donne, lungo la strada. Scesi immediatamente da cavallo per aiutarle, non sapendo che loro sarebbero state la mia fine. Erano tre vampire. Inizialmente volevano uccidermi, probabilmente, ma poi decisero di trasformarmi. La persona che mi ha creato si chiama Maria.”

Notai immediatamente un senso di orrore nel tono della sua voce, non doveva essere facile per lui ricordare quei momenti.

Perché non ti hanno semplicemente ucciso?”

Rimasero colpite dalla mia natura. Maria aveva capito sin dall'inizio che potevo essere utile per il suo scopo.” rispose lui con rammarico.

Scopo?”

Maria e le sue due compagne lottavano da tempo per impadronirsi dei territori.”

Lo guardai un po' confusa, non capivo esattamente cosa volesse dirmi.

Le cose sono cambiate molto Liz.” specificò lui rispondendo prima che gli facessi la domanda.

I vampiri, in quel periodo e soprattutto in quel luogo, si scontravano spesso per conquistare sempre più ampi territori da controllare. Maria stava organizzando un esercito, con molta più attenzione del solito. Era decisa a vincere questa volta.

Mi arruolò immediatamente e il mio compito era quello di allenare i neonati.”

Neonati?” lo bloccai di nuovo.

I vampiri appena nati.” mi spiegò lui. “ Voleva esclusivamente loro perché sono più forti degli altri vampiri. Durante il loro primo anno di vita sono governati dal solo istinto di cacciare. Sono costantemente assetati di sangue ed anno una forza superiore. L'unico inconveniente è la loro instabilità. La maggior parte delle volte si scontravano con i propri compagni di squadra e quindi era difficile mantenere un esercito numeroso. Con me cambiò tutto però. Io riuscivo facilmente a gestirli. Era il mio dono, come del resto lo è ora. Era più semplice se il loro umore era mantenuto sotto controllo da qualcuno.

In poco tempo da raddoppiammo il numero degli arruolati rendendo Maria sempre più avida. Ci furono numerosi scontri in quegli anni. Fu così che mi procurai queste cicatrici.” e si scoprì lentamente le braccia mostrandomi quella fitta rete di segni che ricoprivano gran parte del suo corpo. Erano morsi, morsi di altri vampiri. Rabbrividii al pensiero di quando dolore avesse provato.

Non è questa la parte peggiore.” puntualizzò vedendo la mia espressione. “ Liz, io ero un … mostro!” e scatto in piedi. “ Uccidevo continuamente, non soltanto quelli della mia specie. Mi nutrivo come tutti gli altri e Maria mi ricompensava spesso, per rendermi più forte.” Ora la sua espressione era di puro disgusto. “ Continuammo a lottare per decenni. Logicamente non potevamo vincere sempre ma ogni volta lei era sempre pronta a sostituire i morti con nuovi neonati. Non riusciva a fermarsi, era così assetata di potere che non si arrese nemmeno quando un gruppo di vampiri provenienti dal sud sterminò totalmente il nostro esercito.” con un semplice gesto distrusse la chiave inglese che stingeva fra le sue mani. “ Le compagne di Maria si ribellarono contro di noi e lei le uccise, come se niente fosse. Per anni tentammo di riprenderci tutto ciò che avevamo perso ma fu inutile. Altri gruppi si erano formati e noi non eravamo più così forti.

Ero stanco di quella vita ma non potevo abbandonare la persona che mi aveva creato. A quel tempo non capivo. Non sapevo che ci fossero altre vie d'uscita. Non riuscivo ad immaginare come sarebbe stata la mia vita se fossi fuggito da quella situazione.

Una notte però arrivarono nel nostro campo tre vampiri. Il più anziano di loro era molto saggio e forte. Maria, riconoscendo subito le potenzialità del nuovo arrivato, gli propose di far parte del nostro gruppo ma quest'ultimo rifiutò. Logicamente lei non la prese bene e si scagliò immediatamente contro di lui. Il vampiro riuscì facilmente a liberarsi di lei e andò via.

Qualche giorno dopo, però, si ripresentò. Questa volta aveva altre intenzioni. Voleva parlare con me. Si era accorto immediatamente che io ormai non facevo parte più di quel posto. Apprezzava le mie qualità e così mi parlò della vita sua e dei suoi due compagni.

Quel vampiro era Angel, Liz. Fu lui a salvarmi da quella situazione. Mi diede una via d'uscita, un nuovo modo di ricominciare. Decisi di patire con lui e abbandonare Maria. Lei non ne fu entusiasta ma non aveva altra scelta che lasciarmi andare.

Nonostante fossi uscito da quell'orrore, non riuscivo ancora a stare bene. Era come se nella mia vita mancasse qualcosa.

Qualche mese dopo lasciai anche il gruppo di Angel, anche se a lungo rimase il mio punto di riferimento.”

Non fece storie quando andasti via? Del resto dovevi essergli un minimo riconoscente.” gli chiesi stupita.

Assolutamente no. Angel non è come gli altri. Ha una visione tutta sua del mondo. Non ama stare sotto il comando di altre persone e quindi riesce a comprendere più facilmente quelli come lui. Ha sempre apprezzato il mio carattere forte e coraggioso, per questo mi è stato sempre vicino ogni volta avessi bisogno di lui. È molto tollerante verso gli altri stili di vita, anzi ne è quasi affascinato, soprattutto dal nostro. In realtà non ha mai capito la mia decisione di diventare “vegetariano”, però l'ha accettata e mi rispetta per questo.”

Quindi non è cattivo?” domandai un po' titubante.

Beh, dipende dai punti di vista. È una vampiro, Liz. Si nutre di sangue umano come la maggior parte di noi ma puoi stare tranquilla. Non ha la minima intenzione di rovinare i nostri equilibri.” sorrise rassicurandomi.

Cosa ci fanno qui?”

Diciamo che vorrebbero trovare un posto tranquillo dove fermarsi per qualche tempo. Forks è la città ideale. Non c'è quasi mai il sole, potrebbero confondersi con la popolazione come facciamo noi.” mi spiegò tranquillamente.

E con la caccia?”

Ci hanno già rassicurati che non faranno del male a nessuno. Si nutriranno lontano da qui.”

Come possiamo accettarlo?” dissi alzando la voce. Non capivo perché Jasper parlasse come se fosse una cosa assolutamente normale. Erano vampiri che si nutrivano di sangue umano, sarebbe potuto accadere di tutto. Perché mettere a rischio quello che avevano creato qui?

Liz, so che può essere difficile, ma cosa cambia? Non possiamo di certi sterminare tutti quelli che la pensano diversamente da noi?”

Certo che no ma perché farli entrare nella nostra vita?” ribattei prontamente.

Non lo stiamo facendo. Sono solo degli amici che ci hanno chiesto aiuto nel trovare una alloggio dove stabilirsi. Una volta risolta questa questione ognuno riprenderà la propria strada.”

Sembri l'unico a pensarla in questo modo. I tuoi fratelli non credo siano del tuo stesso parere.”

Ah, non farci caso. Rose fa sempre così, ogni volta che qualcuno le toglie le attenzioni di dosso si offende. Emmet è sempre a caccia di qualcuno da sfidare e quindi spera che uno di loro faccia un passo falso. Ad Edward sinceramente non so cosa gli passa nella testa, ultimamente non comunica molto.”

Quindi possiamo fidarci?” gli chiesi arrendendomi.

Sta a te decidere ma posso solo dirti che non devi temere nulla.” e sorrise di nuovo. “ Così ora sai tutto.”

No! Non mi hai ancora detto cosa è successo dopo.” puntualizzai.

Il seguito lo conosci già, più o meno.”

Hai incontrato Eve, giusto?” ipotizzai.

! Si. Nel 1948 ho incontrato lei. Mi trovavo a Philadelphia in quel periodo. Fu lei a trovarmi, mi aveva visto in una delle sue visioni. Dopo poco arrivammo dai Cullen.! I suoi occhi si illuminavano sempre quando parlava di Eve. “ Fu lei la vera svolta nella mia vita. Se non mi avesse trovato, non so che fine avrei fatto.”

Non dev'essere stato facile un cambiamento così radicale.” la mia più che una domanda era un'affermazione. Gli altri componenti della famiglia, da quello che avevo capito, si erano uniti subito a Carlisle, essendo stato lui a crearli. Per Jasper era diverso. Lui aveva visto ogni genere di orrore. Si era comportato per decenni come un normale vampiro, aveva vissuto con loro, si era nutrito come loro.

No. È stato difficile. Non ti nascondo che ancora oggi, a volte non ho il pieno controllo dei miei istinti. Sono nato in circostanze completamente diverse rispetto agli altri. In un certo senso non sono stato così fortunato come loro. Non ho mai avuto una guida come Carlise. Non sapevo affatto che potesse esserci uno stile di vita così diverso. Seguivo il mio istinto, era l'unica cosa a governarmi.” I suoi occhi si fecero più scuri del solito. Si capiva chiaramente che soffrisse ancora per tutto quello che aveva fatto.

Però te la stai cavando bene!” lo rassicurai.

Diciamo che non va poi così male!” scherzò lui “ Fortunatamente ho persone che mi amano e che mi sono sempre vicine.”

Non so se ce l'avrei fatta al posto tuo.” ammisi sinceramente ”Non è facile come l'hai raccontato tu.”

No, non lo è.” mi confermò.

perché lo fai?” chiesi incuriosita.

perché ero stanco di essere un mostro e poi per Eve. Lei mi ama, ma non so se mi sarebbe rimasta affianco se non fossi cambiato.” disse sospirando.

Non ti avrebbe mai abbandonato.” lo rassicurai.

Forse hai ragione ma è una ragione in più per continuare a migliorare, no?”

Certo!”

Sai è strano. Di solito non mi confido così facilmente.” sospirò lui titubante.

Probabilmente perché non hai conosciuto nessuno così stressante come me!” sorrisi divertita.

Si, credo che sia per questo.” e scoppiò a ridere anche lui.

Grazie, Jazz. Sei stato davvero gentile. Non eri costretto a farlo.”

Figurati. Spero di averti chiarito almeno qualche dubbio.”

Molto di più di quello che mi aspettavo!”

In effetti non mi sarei mai aspettata che Jazz mi raccontasse tutto questo. Per un attimo mi sentii quasi in colpa, non doveva essere facile per lui ricordare quei momenti. Nello stesso tempo, però, capii molte cose. Non osavo immaginare come doveva essere difficile un cambiamento così radicale. Convivere per decenni con la propria natura e poi rinnegare tutto e dedicarsi ad un qualcosa di completamente diverso. Doveva avere una forza incredibile per poter resistere, ogni giorno, alla tentazione del sangue umano. Questo rafforzò ancora di più la mia idea che Eveline fosse l'ancora assoluta del suo compagno.

Era ormai ora di pranzo e nessuno era ancora tornato a casa.

Solitamente era Esme a cucinarmi, adorava preparare sempre nuovi piatti. Logicamente lei non aveva mai avuto questo piacere, tranne durante la sua vita umana e ora con il mio arrivo, aveva ripreso questa sua passione. Purtroppo questa volta me la sarei dovuta cavare da sola! Non che non fossi in grado ma non amavo molto mettermi sui fornelli.

Decisi di preparami un paio di tost, qualcosa di pratico e veloce. Mentre li cuocevo distrattamente in padella iniziai a ripensare alla storia di Jazz.

Finalmente avevo scoperto quale ruolo Angel avesse avuto nella sua vita. Beh, l'aveva aiutato ma questo non lo rendeva migliore del resto della sua specie. Era pur sempre un assassino e non capivo come gli altri potessero accettarlo. Di certo non dovevo essere io a giudicarlo ma la sua presenza a Forks non mi faceva stare tranquilla. Il solo pensiero che si sarebbe potuto avvicinare ad uno dei miei amici mi faceva ribollire il sangue.

Presa dal nervoso strinsi il manico della padella e senza nemmeno accorgermene lo spezzai di netto, facendo volare il tutto a terra. Cercai di impedire il danno recuperando la stoviglia mentre roteava rovinosamente verso il pavimento ma il risultato fu una splendida e dolorosa bruciatura sulla mano.

Dannazione!” gridai fra i denti mentre mettevo la mano sotto l'acqua fredda.

Dovresti fare più attenzione.” disse una voce alle mie spalle.

Mi voltai di scatto non riconoscendola e per migliorare il disastro precedente, schizzai tutta l'acqua a terra e sulla mia maglia.

Dietro di me, in una posa totalmente rilassata e divertita, c'era Angel che mi scrutava con un mezzo sorriso sulla bocca.

Scusa, ti ho spaventata!” disse avvicinandosi a me. Mi passò affianco e chiuse il rubinetto rimasto aperto.

Il suo profumo mi inondò immediatamente. Non doveva essersi nutrito da molto. Riuscivo a sentire perfettamente l'odore del sangue fresco scorrere ancora dentro le sue vene.

Strinsi la mascella per evitare che qualcosa di spiacevole uscisse dalla mia bocca, non volevo mancare di rispetto a Jasper.

Ti sei fatta male.” disse serio prendendo la mia mano.

Non riuscii a reagire. Ero praticamente immobilizzata mentre mi sfiorava la bruciatura con le sue dita lunghe e perfette.

N-non è niente.” balbettai in imbarazzo senza sciogliermi dalla sua presa.

Sei piuttosto fragile per essere una mezza vampira.” continuò sorridendo.

Non ci giurerei troppo.” e ritrassi la mano in dietro.

Non volevo insultarti.” rispose piegando la testa leggermente su di un lato, come se non si aspettasse affatto la mia reazione.

Forse avevo esagerato. Mi ritrovai spiazzata, non sapevo proprio cosa dire.

Cercavo solo di capire.” continuò guardandomi fisso negli occhi “ è ancora strano per me.”

Mentre parlava, il rosso dei suoi occhi si fece più intenso, come se la mia presenza suscitasse in lui una qualche strana reazione.

D'istinto mi irrigidii. Non mi piaceva il modo in cui mi fissava.

Perdonami ti prego.” si scusò nuovamente facendo un passo in dietro. “ Non volevo spaventarti.”

Tranquillo, non l'hai fatto.” mentii nascondendo il più possibile il mio disagio.

Allora devo essermi sbagliato.” disse fingendosi deluso.” Stavi cucinando?” cambiò discorso raccogliendo da terra il manico della padella spezzato.

Ci stavo provando.” risposi titubante non capendo il suo cambiamento.

Quindi ti nutri in maniera diversa da noi.” constatò appoggiandosi sulla parete con le braccia conserte.

Da te sicuramente.” Mi morsi immediatamente il labbro per frenare la mia acidità.

Lui sorrise senza badare alla mia risposta.

Quindi mi stai dicendo che il cibo normale di basta.” continuò tranquillo.

No, a volte vado anch'io a caccia.” gli spiegai cercando di mantenere normale il tono della mia voce. La sua presenza non contribuiva a tranquillizzarmi.

Animali, immagino.”

Certo.”

Ovviamente” disse ironico.

Ovviamente” gli feci eco. “ perché ti interessa?”

Curiosità”

Curiosità per cosa?” gli chiesi non capendo la sua risposta.

Per il tuo modo di vivere.”

E' come quello del resto dei Cullen.”

Ma tu non sei come loro.” e iniziò a camminare lentamente nella stanza. “ o come noi.” disse indicando se stesso.

Non sono poi così diversa. “ lo corressi subito.

Certo, tranne per il fatto che il tuo cuore batte e il profumo del tu sangue è invitante quanto quello umano. Anzi meglio direi.” e inspirò profondamente con aria compiaciuta.

Quel gesto mi fece raggelare. Come poteva,la mia famiglia, credere che quel mostro fosse innocuo?

Che cosa vuoi?” gli ringhiai non riuscendomi più a trattenere.

Ho appuntamento con Esme.” rispose mantenendo la sua aria spavalda.

Non è qui, come avrai notato.”

Tranquilla, sta arrivando.”

Improvvisamente si aprì la porta d'ingresso ed entrarono Esme, Rose e Eve.

Ero troppo concentrata su di lui che non avevo nemmeno sentito la loro presenza.

Oh Angel perdonami! Ti ho fatto aspettare.” disse la donna scusandosi con il vampiro.

No preoccuparti. Nel frattempo ho fatto un'interessante chiacchierata con Liz.” rispose spostando di nuovo lo sguardo su di me.

Non l'avrai mica spaventata?” continuò la donna sorridendo.

Volevo provarci, ma la ragazza ha un bel caratterino!” e scoppiò a ridere in una risata roca.

Ti avevo avvertito che era un po' permalosa.” confermò Esme.

Gli fissai sconcertata, non capivo dove volessero arrivare. Ora anche Esme passava dalla sua parte?

Liz non l'avrai mica trattato male?” mi domandò la donna con sguardo di rimprovero.

Assolutamente no.” si intromise lui prima che io potessi rispondere.

Beh, lasciamoli parlare di lavoro.” intervenne Eve prendendomi per una mano. “ Liz devo assolutamente farti vedere i miei nuovi acquisti.”

Alla prossima allora.” disse Angel facendomi cenno con una mano.

Certo.” risposi senza nemmeno voltarmi verso di lui.

Eveline mi trascinò in camera sua e chiuse immediatamente la porta.

Cosa volevi fare? Ucciderlo?” mi aggredì subito.

Si, per un secondo ci ho pensato ma non l'ho fatto.”

Meglio per te.”

Eve, non mi piace.” cercai di giustificare i miei pensieri.

Non deve piacerti per forza.” sorrise lei tornando più serena.

Non voglio che rimanga qui, mi inquieta. Mi guarda in modo strano, come se volesse mangiarmi.” le confessai in imbarazzo.

Non lo farebbe.” mi tranquillizzò subito.

Ma non vuol dire che non lo pensi.”

Sono problemi suoi.”

perché tutti oggi si comportavano in maniera strana con me? Come se fossi una pazza paranoica!

Liz, ti ho già detto che devi stare tranquilla. Non farà niente che possa turbare i nostri equilibri. Ci ha chiesto un favore e noi gentilmente lo stiamo aiutando.” iniziò a spiegarmi con aria infastidita. “ Dovrà restare qui ancora un po' e noi lo tratteremo come un ospite. Quindi sii gentile anche tu.”

perché mi stai dicendo questo? Non credi nemmeno tu alle tue parole.”

Non possiamo sempre fare ciò che ci piace, ogni tanto dobbiamo sopportare e fingere!” e iniziò a sistemare i nuovi acquisti in maniera nervosa.

Tu sei preoccupata.” dissi fermandola.

No.” ma il suo sguardo mostrava tutto il contrario.

Mi vuoi dire cosa sta succedendo?” le chiesi preoccupata.

Niente, non succede niente, è questo il punto.” rispose mettendosi le mani sulle tempie, come se le facesse male la testa.

Non capisco.” la situazione non mi stava affatto piacendo.

E' strano, è come se non riuscissi a vedere chiaramente le sue intenzioni.”

Vuoi dire che non vedi il suo futuro?”. La frase venne fuori come un sussurro dalla mia bocca.

Ma certo che lo vedo.” rispose con un tono ovvio.

E allora?” ora mi ero totalmente persa.

Lo vedo ma nello stesso tempo non credo che sia la verità. È tutto troppo ovvio, scontato. È come se lui non volesse mostrare le sue vere intenzioni.” iniziò a spiegarmi senza che io riuscissi a capirla. Parlava tra se e se come se stesse ragionando da sola.

Ma tutto ciò è impossibile. Nessuno può ingannare il futuro o le proprie decisioni. Forse mi stai contagiando con il tuo essere paranoica. Tra te e Edward non so come faccio ad essere ancora sana di mente.”

Anche Edward non gli crede?”

Per lui è diverso, lui legge nella mente. Vede perfettamente cosa pensa.”

E allora?”

Lui pensa che sia pericoloso.” disse sbuffando.

Potrebbe fare del male a qualcuno a Forks?” chiesi allarmata.

No, no. Ha paura per te.”

A quelle parole, un brivido mi percorse tutta la schiena.

Per me?” domandai incredula.

Si. Te l'ho detto è paranoico.”

E cosa dovrebbe farmi per mettermi in pericolo?”

Lascia perdere, non ne vale la pena. Sono solo stupidi, infondati pensieri.”

Ok, ora mia avete scocciato tutti quanti! Si può sapere perché iniziate a parlare e poi non concludete mai nulla? Vi divertite a farmi impazzire?” iniziai ad urlare infuriata.

Certo che no!” rispose con un sorriso beffardo stampato in faccia.

Ti odio!” le ringhiai contro.

Anche io ti voglio bene Liz!” e mi diede un pizzicotto sulla guancia. “ Stai tranquilla, ho solo avuto uno sfogo. Andrà tutto bene.”

E in effetti nei giorni a seguire andò tutto bene. Non ci furono più discussioni ne tensioni di vario genere. La presenza in casa dei tre vampiri fu molto limitata, erano troppo impegnati a cercare un'abitazione dove stare. Esme ormai la vedevo a malapena, correva tutto il giorno in cerca di una casa adeguata da presentare ai suoi ospiti. Edward era come un fantasma, a stento riuscivo a vederlo una volta al giorno. Eve e Jazz trascorrevano la maggior parte del tempo con i nuovi arrivati, ricordando le esperienze passate. Rose era sempre la solita e l'unica persona che mi dava un minimo di attenzione in quella famiglia era solo Emmet ma di certo non potevo passare tutto il mio tempo con lui.

Mai come in quei momenti desiderai la riapertura della scuola!

 

 

 

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@Saretta_Trilly: wow!!!!!!! non ho parlole per il tuo commento!! sono davvero contenta che ti piaccia la storia!! mai ricevuto un commento così lungo e dettagliato!!!

grazie mille!!! è sempre bello continuare a scrivere se c'è qualcuno che apprezza ciò che fai!!!

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Capitolo 25
*** Something New ***


 

Something new

 

 

 

 

Non posso crederci!”

Ebbene si.”

Non pensavo fosse così testardo.”

Nemmeno io. È incredibile, io non ci riuscirei!”

Beh, forse è meglio così...”

NO!!!!! Tu non dovresti dirmi questo! Ti ho chiamata per risollevarmi il morale, non per buttarmi ancora di più a terra!”

Sapevo che Cynthia aveva ragione ma in quel momento volevo solo sentirmi dire qualche innocente bugia.

Lo so, lo so ed è per questo che ti dico queste cose! Lo vuoi capire che non puoi continuare a vivere di sole speranze? Rimetti i piedi a terra Liz!”

Continui a non essermi d'aiuto.” risposi innervosendomi ancora di più.

E' qui che ti sbagli!” urlò lei “ Cosa vuoi che ti dica, eh? Che Edward tornerà normale e si innamorerà di te? Ops, no! Lui non è mai stato normale con te!”

Odiavo sentire quelle parole. La verità mi faceva sempre uno strano effetto.

Non voglio ferirti, voglio semplicemente che tu sia felice e continuando così non lo sarai mai.” continuò lei addolcendo il tono di voce “ Sembra quasi che tu voglia essere infelice a tutti i costi.”

Non è vero.”

E allora reagisci! Dannazione, ci sono milioni di ragazzi al mondo, proprio con lui ti dovevi fissare?”

Si.”

Sei proprio un caso disperato. Io non so più come prenderti.” disse arrendendosi.

Dimmi che prima o poi andrà tutto bene.”

E questo che vuoi sentirti dire?”

Si.”

Ok. Liz, tesoro, tranquilla prima o poi sarete felici come non potresti mai immaginare!”

Cynthia non sapeva proprio mentire!

Grazie, ora sto meglio.”

Tu sei pazza!”

Lo so!”

Cosa farai ora?”

Niente, me ne sto qui in camera mia, aspettando una qualche sua reazione.” sospirai sapendo perfettamente che non avrei mai ottenuto niente da lui. “ Cambiamo discorso. A te come va?”

Mah, bene.”

Non mi sembri convinta.”

Mmm, non lo so. Io sto bene e Jake che non mi convince.” disse lei preoccupata.

Che problemi ha ora?”

Non lo so. Non mi dice niente. È sempre in perlustrazione con il resto del branco, non dorme praticamente più. Tu sai qualcosa?”

Per un secondo smisi di respirare presa dal panico. Probabilmente i Quileute erano a conoscenza dell'arrivo dei nuovi vampiri. Forse erano così in allerta perché era accaduto qualcosa.

Liz?” mi chiamò Cynthia non sentendo la mia risposta.

No. Cioè ,niente di particolarmente rilevante.” non ero sicura di poter parlare, forse stavo solamente ingrandendo la situazione.

Cosa vuol dire “niente di rilevante”? Liz, si tratta del mio Jake!” le si spezzò la voce mentre pronunciava il nome del suo ragazzo.

Cynthia tranquilla, non è successo niente.” cercai immediatamente di tranquillizzarla.

Senti, non sono stupida!Ora dimmi cosa diavolo non so.”

Te l'ho detto, non è niente.” sapevo che non avrei resistito a lungo alle sue pressioni.

Liz!” urlò di nuovo.

Ci sono dei nuovi vampiri in città.” dissi tutto d'un fiato. Probabilmente mi sarei pentita di questa mia rivelazione.

Cosa?” rispose lei incredula.

Ma non è niente, sono tranquilli.” di certo non mi avrebbe creduta, non riuscivo nemmeno io a fidarmi di quelle persone!

Sono come i Cullen?”

Non proprio.”

La smetti di rispondermi a monosillabi? Dimmi tutto, senza nascondere niente perché tanto riconosco benissimo quando menti!”

Sono vecchi amici di Jasper. Sono arrivati qualche giorno prima che tornassimo dalla nostra vacanza. Non sono come noi, ma non faranno del male a nessuno.”

Cosa vogliono?”. La sua voce era terrorizzata.

Cercano una casa dove stare. Hanno intenzioni di trasferirsi da queste parti ma non devi preoccuparti. Rispetteranno il patto. Ci assumiamo ogni responsabilità.”

Liz ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Sono dei mostri! Come potete permettere che rimangano qui?” ora era furiosa. Non potevo darle torto, del resto aveva avuto la mia stessa reazione. Era più che normale che lei temesse per la sua famiglia e per i suoi amici.

Cynthia fidati. Anch'io ho reagito così all'inizio ma Eveline mi ha subito rassicurata. Li sta tenendo d'occhio. Non faranno niente e se solo ci penseranno,sapremo come fermarli.”

perché rischiare così tanto? Non potete semplicemente mandarli via?”

No. Non chiedermi il motivo perché non lo so. Vuoi la verità? Nemmeno io sono così convinta ma mi fido della mia famiglia e so che non manderebbero all'aria tutto quello che hanno costruito in questo tempo.” dissi sinceramente.

Sai che devo avvertire Jake. Credo che lui lo sappia, visto il suo comportamento in questi giorni, ma devo farlo.” rispose in tono serio.

Certo, capisco. Cerca di rassicurarli, non hanno nulla da temere.”

Farò del mio meglio ma non sono sicura della sua reazione.”

Non ti allontanerai da me, vero?”

No, certo che no. Ci vorrebbe ben altro! E poi come faresti senza di me?” cercò di scherzare ma riconoscevo perfettamente la preoccupazione nella sua voce. Non doveva essere facile sapere che il tuo ragazzo rischia la vita ogni volta che si allontana da te.

Non ce la potrei mai fare!”

Lo so! Ci sentiamo Liz, ora è meglio che raggiunga Jacob.”

Certo. A presto.”

Probabilmente non era stata la scelta migliore quella di raccontare a Cynthia tutta la storia. Lei sicuramente vedeva solo il peggio in quelli diversi da noi, e come darle torto?

Aveva ragione e io non potevo fare niente. Egoisticamente le avevo chiesto di non allontanarsi da me ma nello stesso tempo ero consapevole del fatto che sarebbe stata più al sicuro se non fossimo state mai amiche.

Ogni giorno fingevo di poter vivere una vita normale, come tutti gli altri ragazzi. Spesso mi riusciva bene ma in certi casi non sapevo proprio come comportarmi.

Non avevo scelto io di essere così ma questa non era una giustificazione valida per mettere in pericolo le persone a cui tenevo.

Probabilmente con il tempo mi sarei abituata ma ora era estremamente difficile prendere una decisione.

Il fatto che Eveline fosse impegnata con Jasper in quei giorni non mi aiutava molto. Mi sarebbe stato utile il suo appoggio ma non mi andava di chiederle aiuto, non volevo esserle di peso.

Fortunatamente quello stesso pomeriggio non fui costretta a rimanere chiusa nella mia stanza a crogiolarmi fra i miei pensieri autodistruttivi.

Esme mi aveva chiesto di accompagnarla a visitare un casa.

Dai Liz, sarà divertente!”

Esme non lo so, ti intralcerei soltanto! Non capisco nulla di queste cose!”

Non è vero tesoro. Mi serve un tuo consiglio. Ormai ho fallito tante volte e non posso sprecare un'altra occasione!” continuò la donna con aria avvilita.

Esme magari sono loro ad essere esigenti, io credo nelle tue capacità!” cercai di consolarla.

Vedi? Sei più utile di quanto pensi! Su andiamo!” e sorrise mostrandomi le sue adorabili fossette.

Ve bene.”. Del resto come potevo resistere di fronte a tanta dolcezza?

Hai qualche idea precisa?” le chiesi mentre eravamo in macchina.

Si. Ho trovato qualcosa di interessante non molto lontano da qui. Certo c'è bisogno di una bella ristrutturazione ma credo di potercela fare.” rispose fiduciosa.

Ti piace proprio questo lavoro!” le disse osservando la sua espressione serena.

Si, almeno faccio qualcosa di normale! A volte mi annoio a stare sempre dentro casa. Cerco di partecipare ad alcune attività ma come sai non posso fare proprio tutto.” continuò sorridendo.

Esme si era integrata perfettamente nella sua nuova vita. Non soffriva particolarmente della sua condizione. Era sempre positiva e prendeva tutto ciò che di buono le veniva concesso.

Avrei potuto imparare molto da lei.

Sono contenta che mi hai accompagnata oggi.” disse tornando seria. “ Mi fa male vederti sempre nella tua stanza”

Non devi preoccuparti, sto bene.” risposi abbozzando un sorriso.

Liz,il fatto che non ti venga a parlare ogni secondo della giornata non vuol dire che io non mi accorga di quello che sta accadendo.”

Si, lo so. “

Apprezzavo l'atteggiamento di Esme. Non era affatto invadente ma nello stesso tempo sapevo che avrei avuto in qualunque momento il suo appoggio.

Che cosa pensi?” le chiesi sperando in un suo consiglio.

Beh, credo che tu abbia ragione, su tutto.” iniziò a parlare “ ma nonostante ciò non riuscirai, almeno per ora, a fargli capire che lui ha torto.” e mi guardò con aria comprensiva.

Fin qui ci ero già arrivata da sola.” le dissi con un sorriso.

Edward è più testardo di quanto pensi. A volte non capisco perché faccia così. E come se volesse punirsi perennemente per quello che è,non sopporto vederlo in quello stato. Non ride mai e mi manca davvero il suo splendido sorriso.”.

I suoi occhi si riempirono di lacrime. Vedevo chiaramente il suo dolore, esattamente come quello di una madre quando vede il proprio figlio infelice. Quella donna non meritava in alcun modo tutto questa sofferenza.

Ha già lottato tanto nella sua vita, ora dovrebbe prendersi un momento di pace.” continuò lei.

Che vuoi dire?” le chiesi incuriosita.

Diciamo che lui è stato quello che ha avuto più difficoltà ad accettare se stesso. Non è sempre stato così “calmo”.” e mimò le virgolette con le dita. “ All'inizio era piuttosto ribelle. Quando sono arrivata io,lui e Carlisle avevano già vissuto molto tempo insieme e fu proprio in quel periodo che lui scelse di andarsene.”

Se ne andò via?” domandai sorpresa. Non sapevo che Edward avesse vissuto per un po' da solo.

Si. Decise di voler vivere secondo le sue regole e questo non lo aiutò molto, anzi, peggiorò la situazione in un certo senso.”

Esme cos'ha fatto?”

Liz non voglio che tu lo giudichi male per questo.” cercò di riprendersi.

Se nessuno mi aveva parlato di questo fin'ora evidentemente c'era stato un motivo.

Non lo farò.” le promisi.

Decise di non seguire più lo stile di vita di Carlisle e accettare la sua vera natura.” mi spiegò abbassando lo sguardo quasi imbarazzata, “ Non durò a lungo, dopo poco tornò a casa, ma questo contribuì in modo negativo alla sua autostima. Da quel giorno è stato sempre impeccabile, in tutti i modi ha cercato di fare ammenda ai suoi errori e devo dire che ci è riuscito benissimo. Nonostante nessuno l'avesse mai giudicato per quello che aveva fatto, in fin dei conti era molto giovane, lui ne porta ancora i segni. Per questo e per altre cose, che già sai, continua a colpevolizzarsi per ogni cosa.”

Non sapevo cosa rispondere, non mi sarei mai aspettata nulla del genere. Non lo stavo giudicando, non l'avrei mai fatto, ma l'immagine di Edward che uccide un essere umano mi terrorizzava.

Credo di essere piuttosto sorpresa...” balbettai in difficoltà.

Forse non avrei dovuto dirti nulla?”

Oh, no. N-non è per questo. I-io non pensavo che Edward... beh,insomma hai capito.”

Certo, nessuno se lo aspetterebbe mai dai lui. É così attento ad ogni cosa. Nonostante tutto, per me lui è stato sempre il figlio che non ho mai avuto. Senza togliere nulla agli altri” e sorrise “ ma ho sempre avuto un debole per lui, per questo non voglio più vederlo così. Mi piacerebbe che tornasse ad essere felice, sereno, come un anno fa.”

Come quando ha incontrato Bella?” domandai inutilmente. Già sapevo la risposta e odiavo profondamente questa verità.

Si.” annui lei senza commentare.

Il mio stomaco si contrasse come in una morsa. Non volevo paragonarmi a nessuno, non volevo prendere il posto di nessuno ma non potevo accettare tutto questo. Non era colpa mia, non potevo prendermi anche questa responsabilità ma mi faceva soffrire terribilmente . Avrei voluto renderlo felice, con me non avrebbe dovuto avere segreti, sarebbe potuto essere se stesso, senza restrizioni ma a quanto pare nessuno credeva nelle mie possibilità e in quel momento persi anche l'ultimo briciolo di speranza che mi era rimasta.

Liz non volevo offenderti.” cercò di scusarsi immediatamente. L'espressione sul mio viso mostrava chiaramente quello che stavo provando.

Non è colpa tua, forse hai ragione. Devo svegliarmi.” risposi trattenendo le lacrime. Non potevo crollare di nuovo. Non ne valeva più la pena.

Liz non è colpa tua,veramente. Se lui non decide di perdonare se stesso rimarrà sempre bloccato in questo stato” e mi prese la mano. “ e spero che questo accada presto.”

Sei una splendida madre, Esme. Sono fortunati ad averti.” ammisi sinceramente guardano il suo sguardo. Non avevo mai visto nessuno con una tale adorazione negli occhi. Lei avrebbe dato la sua vita pur di rendere felice le persone che la circondavano.

Grazie, Liz. Apprezzo molto quello che hai detto, è il più bel complimento che mi abbiano mai fatto.” e dalla sua bocca spuntò un sorriso amaro.

Non deve essere facile, per una donna intendo, vivere questa vita.”. Commentai tristemente.

No, assolutamente. Ho sempre desiderato una famiglia tutta mia. Da bambina era il mio sogno e mi è stato strappato via, in tutti i sensi.” la sua voce ora stava tremando. “ Sai perché Carlise mi ha vampirizzata?” mi domandò prendendomi alla sprovvista.

No, so solo che stavi per morire e lui ti ha salvata.”

Ho tentato il suicidio “ confessò senza staccare lo sguardo dalla strada. “ Avevo perso mio figlio e avevo deciso che ormai non valeva più la pena andare avanti. Mi sono gettata da una scogliera, volevo che tutto finisse e invece, ho ricevuti tutto questo.” sollevò impercettibilmente le spalle. “ per me è come una seconda possibilità. La vita mi ha dato di nuovo l'occasione di amare qualcuno come avrei amato quel bambino. Non importa che non siano i miei veri figli, io li adoro allo stesso modo. Sono loro la mia vita ora.”

Senza nemmeno accorgermene stavo piangendo. Non osavo immaginare il dolore che aveva provato nel perdere il suo bambino ma vedevo chiaramente la forza della donna che si trovava di fronte a me. Aveva trovato il coraggio di ricominciare e migliorare se stessa e ci era riuscita in un modo che non poteva nemmeno immaginare. Ai miei occhi era la persona migliore che avessi mai conosciuto.

Finalmente capivo il vero legame che c'era in quella famiglia. C'era qualcosa di talmente profondo che mai nessuno avrebbe potuto spezzarlo.

ok. Sono di nuovo senza parole.” dissi asciugandomi le lacrime. “ grazie,veramente.”

per cosa tesoro?” mi chiese lei non capendo a cosa mi riferissi.

Per avermi parlato, per esserti confidata con me, per avermi reso partecipe della tua famiglia.” ammisi felice.

Liz, dal primo momento che ti ho conosciuta ti ho subito considerata come una nuova figlia, non pretendo di prendere il posto della tua vera madre ma mi farebbe tanto piacere che tu ti fidassi di me.” continuò sorridendo. Tutta la tristezza sul suo volto era svanita mentre pronunciava quelle parole.

Lo farò sicuramente!” ed era la pura e semplice verità.

Mi dispiace, io volevo tirarti su di morale e invece siamo finite a piangere come due sciocche.” disse lei rompendo quell'aria di tristezza che si era creata.

Oh, ma ci sei riuscita benissimo. Ora sono più tranquilla. Dopo tutto quello che ho sentito oggi credo di non dovermi più lamentare della mia situazione. Sono fin troppo fortunata a non aver passato quello che avete subito voi.”

Beh, ognuno di noi deve affrontare le proprie difficoltà e tu stai affrontando le tue, non credere che sia facile il cambiamento che hai subito. Con il tempo tutto ti sarà più chiaro e finalmente troverai anche tu il tuo posto. Ops!” e tornò concentrata sulla guida “ stavamo per dimenticarci della casa. Con tutto questo parlare avevo perso la cognizione del tempo.” e svoltò lungo una stradina sterrata.

Già è vero, siamo già arrivate?”

Si, qualche altro metro e ci siamo.”

La strada non era ben visibile dalla via principale. Entrava direttamente nel bosco, proprio come casa Cullen.

Qui la vegetazione era più fitta, non si riusciva praticamente a vedere nulla ma di certo per loro non sarebbe stato un problema. La luce difficilmente riusciva a penetrare. Improvvisamente gli alberi si fecero più radi e arrivammo in uno spiazzo circondato sempre dal verde con un'enorme dimora incastonata perfettamente nella vegetazione, come se fosse nata dalle forme sinuose dei rampicanti che la scolpivano in ogni parete esterna.

Wow.” riuscii a dire presa dallo stupore e dalla meraviglia.

è esattamente quello che volevo sentire!” rispose la donna soddisfatta.

Come l'hai trovata? Dev'essere disabitata da secoli.”

E in effetti lo è. Non è stato semplice scovarla.” continuò facendomi l'occhiolino.

Il debole faceva degli strani giochi di luce attraverso le finestre. L'immenso salone risplendeva di un debole chiarore creando un atmosfera davvero grandiosa.

L'arredamento era ricoperto da vecchi teli impolverati, anche un occhio inesperto come il mio riusciva a vedere che dovevano essere molto preziosi.

Sulla parete nord si apriva un grande caminetto e sul lato opposto c'era una antica scala che portava al piano superiore.

Le camere da letto era spoglie e fredde ma sicuramente Esme avrebbe trovato il modo di renderle accoglienti, anche se per loro non avrebbe avuto alcuna importanza.

Cosa se ne facevano tre vampiri di una dimora tanto maestosa?

E ora c'è la parte più interessante della casa.” mi disse la donna trascinandomi al piano terra.

Un ampia vetrata si apriva nella stanza che un tempo doveva essere stata la cucina. Portava in un giardino proprio all'interno dell'abitazione. Dall'esterno non era visibile poiché nascosto dalle alte mura.

Da lì la vista del cielo era spettacolare, sicuramente si riuscivano a vedere tutte le stelle di notte, sempre che le nuvole l'avessero permesso. Durante il giorno, invece, il sole illuminava tutto alla perfezione.

Era molto trascurato, c'erano molte erbacce che coprivano tutto, ma nonostante questo era stupendo. Come un piccolo angolo di paradiso in tutta quella maestosità. Un delizioso giardino segreto.

Nell'angolo dove la luce non riusciva ad arrivare notai una distesa di piccoli fiori.

Cosa sono quelli?” domandai ad Esme mentre mi avvicinavo.

fiori che sbocciano solo di notte.”

E' l'unica cosa rimasta viva in questo posto.” dissi guardandomi in torno.

Si. Devo essere piuttosto fortunata.”

Come mai?”

sono i fiori preferiti di Drusilla. In più mi era stato chiesto espressamente un giardino simile a questo. Volevano un posto dove si potevano vedere le stelle.” mi spiegò lei trovando la richiesta un po' assurda. “ a quanto pare alla ragazza piace parlare con loro. Così mi ha detto Angel.”

Secondo te ha qualche rotella fuori posto? Io penso di si.” dissi scherzando.

Anche secondo me.” e si unì alla mia risata.

beh, penso che tu abbia trovato la casa ideale.”

Lo spero veramente. Non vedo l'ora di riportare questo posto allo splendore di un tempo!”

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Capitolo 26
*** Entropy ***


 

Ciao a tutti! eccomi sono tornata con un nuovo capitolo! volevo fare una piccola premessa prima:

Grazie a tutte quelle persone che stanno segueno la mia ff! sono davvero contenta che vi piaccia! questa è la prima volta che mi cimento in questo campo e

al'inizio ero un pò titubante nel pubblicarla perchè è qualcosa a cui tengo molto! quindi ringrazio di nuovo tutti quelli che mi hanno aggiunta tra i preferiti e fra le storie seguite!

un particolare ringraziamento va alle persone che commentano sempre!grazie grazie!

beh, ora vi auguro buona lettura!

 

 

 

 

Entropy

 

 

Come mi aspettavo i tre vampiri rimasero entusiasti della scelta di Esme che, con l'aiuto di Angel, aveva già iniziato a ristrutturare la casa.

Da quello che avevo capito, il vampiro era un'appassionato d'arte e negli ultimi giorni aveva passato gran parte del tempo con Eve e Jazz in cerca di pezzi antichi e preziosi per completare l'arredamento.

Come i Cullen, anche i nuovi arrivati non avevano di certo problemi economici. In tutti questi anni avevano accumulato una tale fortuna che non riuscivo nemmeno ad immaginare. Provai a capire come avevano fatto,non avendo un asso infallibile in borsa come la nostra Eve e non lavorando non riuscivo proprio a darmi una spiegazione ma stranamente nessuno fu felice di darmi una risposta.

Non avendo molto da fare, passavo i miei pomeriggi con Esme. Aiutavo come potevo e questo mi teneva la mente libera da ogni pensiero. In quei giorni, inoltre, imparai a conoscere meglio quei vampiri dagli occhi color rubino.

Le miei intuizioni su Drusilla trovarono la loro conferma. Quella donna aveva più di una rotella fuori posto. Oltre a parlare in un modo che mi era impossibile capire, trascorreva tutto il suo tempo nel giardino segreto a piantare e ripiantare fiori. Una volta terminato il lavoro, distruggeva tutto e poi ricominciava di nuovo. Ogni volta tutto ciò era accompagnato da una crisi di pianto. Si lamentava che le piante non sarebbero mai nate perché non avrebbe avuto abbastanza tempo. Forse stava già pensando di andare via?

Se non si trovava in giardino, potevamo trovarla nella sua camera a riordinare le sue bambole di porcellana. Odiavo quei giocattoli!

Un pomeriggio mentre portavo degli scatoloni al piano superiore, sbagliai stanza e mi ritrovai in quella di Drusilla. Non appena varcai la porta, rimasi impietrita.

Sul pavimento c'erano decine di bambole tutte mutilate, ma la cosa che più mi colpì è che fossero tutte bendate e rivolte verso il muro.

Fa sempre così quando è nervosa.” mi disse Angel sulla soglia della porta.

Scusa, io non...” balbettai cercando di sfuggire da quella situazione. La sua presenza continuava a preoccuparmi.

Tranquilla, queste camere sono tutte identiche dall'esterno. Ti sarai sicuramente sbagliata.” Il suo tono di voce non mi piaceva affatto. Era sempre così calmo e rilassato, come se dovesse mantenere un certo aspetto a tutti i costi.

Si, colpa mia.” abbozzai un sorriso “ Porto gli scatoloni nella stanza giusta.” e mi diressi verso la porta.

Lui rimase immobile, bloccandomi il passaggio.

Ti dispiacerebbe farmi passare?” dissi mantenendo lo sguardo abbassato. Non riuscivo mai a sostenere il suo.

perché lo fai?” mi domandò appoggiandosi con la schiena al muro.

Cosa?”

Stare qui, lavorare. Si vede chiaramente che non è quello che vuoi.” ora tornò a guardarmi con la sua aria altezzosa.

Mi piace darmi da fare.” risposi nervosamente.

Da cosa scappi Elizabeth?”. La sua bocca accennava ad un leggero sorriso e i suoi occhi non erano mai stati così profondi come in quel momento.

Da nulla!” alzai troppo il tono di voce e lui si accorse chiaramente che stavo mentendo.

Scoppiò a ridere.

Non sei costretta a dirmelo, era solo una domanda.”

Rimasi senza parole. Ora era tornato normale. Il suo volto più rilassato, la sua bocca si apriva in uno splendido sorriso. Un vero e proprio angelo.

Forse ero io ad essere impazzita ma quell'uomo riusciva a cambiare comportamento da un secondo all'altro. Un attimo pensi che ti stia per uccidere e un attimo dopo pensi di aver immaginato tutto, che quella persona dall'aria così composta ed elegante non potrebbe mai fare del male ad una ragazza innocente.

Vorrei solo conoscerti meglio.” continuò gentilmente “ ma tu non riesci ancora a fidarti di me”

Non posso, io non ti conosco affatto. Non posso fidarmi di te così facilmente.” risposi imbarazzata.

Allora dammi la possibilità di farti scoprire chi sono veramente.”

A quelle parole un brivido mi percorse tutta la schiena.

Scoprire chi sono veramente? Un assassino, un mostro, solo questo poteva essere, vero?

Per un secondo nella mia mente si accese l'idea di accettare la sua proposta. Ma a cosa mia avrebbe portato tutto questo? Forse per l'ennesima volta la mia curiosità mi avrebbe catapultato solo in un mare di guai.

In fondo, però, non avevo nulla da perdere, potevo solo guadagnare un motivo in più per tenere la mia mente occupata.

Va bene” risposi guardandolo negli occhi “ mostrami chi sei veramente”

Nel suo sguardo scattò una scintilla. “ Non te ne pentirai.”

E fu così che Cappuccetto Rosso entrò nella tana del lupo. A quale prezzo ne sarebbe uscita?

I giorni passarono e nulla era cambiato. La situazione era rimasta invariata. Non mi aspettavo di certo che ci saremmo seduti tavolino a sorseggiare thè e raccontarci i nostri segreti, ma lui non aveva fatto alcuna mossa.

Più passava il tempo e più la mia curiosità diventava snervante. Perché lanciare l'amo e poi non tirare la corda? Qual' erano le sue vere intenzioni?

Forse si aspettava che fossi io ad andarlo a cercare ma non avevo la minima intenzione di farlo. Avevo imparato ad aspettare.

L'estate stava finendo, ancora due settimane e sarebbe ricominciata la scuole. Da una parte ero contenta, avrei rivisto Cynthia. Ultimamente ci eravamo perse di vista. L'arrivo dei tre vampiri, aveva risvegliato in Jacob l'istinto super protettivo nei confronti della sua ragazza. Più stava lontana da me, meglio era.

Lei e gli altri ragazzi stavano organizzando qualcosa per l'ultimo week-end di libertà. Avrei partecipato volentieri se la meta non fosse stata la spiaggia di la Push. Due giorni di campeggio e serf, volevano approfittare degli ultimi giorni di sole, se così si poteva chiamare.

A me era proibito andare a la Push a causa del patto fra licantropi e vampiri. Così fui costretta a declinare l'invito.

Liz se vuoi provo a parlare con Jake?”mi aveva chiesto Cynthia dispiaciuta per la mia assenza.

No,è meglio che non peggioriamo la situazione.”

Ma in fin dei conti tu non sei proprio come loro, per te dovrebbero fare un eccezione” disse lei con un velo di ironia.

Si, una piccola nota nel patto!” scoppiai a ridere “ Non ti preoccupare, troverò sicuro qualcosa da fare. Chiederò a Eve di uscire.”

Ok, come vuoi. Allora ci vediamo lunedì?”

Certo. Divertiti e stai attenta.”

Sono in una botte di ferro lì!” e chiuse la conversazione.

Non posso dire che non si fosse allontanata da me, almeno non volontariamente, ma percepivo chiaramente che in lei ci fosse qualcosa che non andava.

Scesi giù in sala con l'unica intenzione di buttarmi sul divano e vedere un bel film ma a quanto pare qualcuno mi aveva già preceduta.

Cosa fate tutti qui? Voi non vedete mai la tv!”

Tutta la famiglia, esclusa Esme che si stava dedicando alla restaurazione di un mobile, era seduta sul divano a fissare il grande schermo al plasma.

Guardiamo un film!” mi rispose tranquillamente >Eve mentre si sistemava tra le braccia di Jasper.

Lei e il suo compagno occupavano la poltrona più piccola. Emmet era seduto comodamente sul divano adiacente e Rose era sul tappeto con la testa appoggiata sulle gambe del ragazzo. Vicino ad Emmet c'era Edward.

perché?” chiesi nervosa dato che avevano rovinato i miei piani della serata.

Liz, qual'è il problema?” rispose lei con un mezzo sorriso.

Sapeva bene qual'era.

Nessuno.” e mi sedetti nell'unico posto vuoto, cioè vicino ad Edward.

Mi raggomitolai su un angolo per evitare qualsiasi contatto con il suo corpo. Durante tutta la mia operazione lui rimase immobile e con lo sguardo fisso sul televisore.

Qualche mese fa avrebbe sorriso, fatto qualche battuta. Ora più niente.

Quanto avrei voluto prenderlo a schiaffi e urlargli contro. “ Idiota, ma non vedi che cono qui? Vuoi continuare ancora ad ignorarmi? Ti odio, Ti odio!!!!!” ma era l'ultima cosa che avrei fatto in quel momento.

Questo film fa schifo!” si lamentò Emmet cambiando canale.

A me piaceva” sospirò Jasper.

Oh, per favore! Facciamo qualcosa.” propose Rose alzandosi in piedi. “ Ho sentito che hanno aperto una nuova discoteca a Seattle. Possiamo farci un salto!”

Preferivo il film.” la bloccò subito Jazz.

No, dai! Andiamo” disse Eve entusiasta.” è tanto che non andiamo a ballare. Questa sera ho proprio voglia di mettere gli stivali nuovi!”

Io accetto, basta che usciamo! Anche se avrei preferito una bella lotta. Un salto a la Push?”

Emmet!” urlò Esme dal garage.

Gli altri scoppiarono a ridere.

Edward tu che fai?” gli domandò Eve porgendogli una mano.

Penso che tu sappia già che non ho altra possibilità che venire con voi.” rispose lui senza la minima espressione nella voce.

Subito dopo si girarono all'unisono verso di me. Avvolta nella coperta, stile bozzolo, mi limitai a fare cenno di no con la testa.

Liz, dai! Guarda che ti porto in questo stato!” mi rimproverò Emmet.

Non sprecare la voce, non verrà.” sbuffò Eveline “ Ha qualcosa di meglio da fare!” Mi fece l'occhiolino e salì verso camera sua.

Beh, non serviva ammiccare in quel modo. Avrei passato il resto della serata a guardare la tv e a dormire, non ci trovavo nulla di così entusiasmante.

Presi un dvd dallo scaffale e lo inserii nel lettore. Un bel film con Johnny Depp era quello che ci voleva.

Dopo poco Esme mi raggiunse con una tazza di the e dei biscotti appena sfornati.

Adoro quest'attore!” commentai.

Anche io.” rispose rimanendo concentrata sul film. “ Ha proprio un bel fascino!”

Mi venne da ridere pensando ad Esme che faceva commenti sugli uomini.

Hei, sono pur sempre una donna!” continuò lei vedendo la mia reazione.

Il sonno mi stava raggiungendo quando sentimmo una macchina arrivare dal vialetto sterrato.

Oh, questo non me l'aspettavo.” disse la donna scattando verso la porta.

Non ebbi nemmeno il tempo di sciogliermi dal groviglio di coperte che lei era già tornata con uno splendido mazzo di fiori tra le mani.

Gli uomini di una volta!” sospirò “ Sempre così cavalieri.”

Dall'ingresso spuntò Angel.

Rimasi impietrita quando lo vidi. Cosa ci faceva a quell'ora lì? Non che per lui l'orario fosse un problema ma non capivo proprio il motivo della sua visita.

Ciao Liz!” disse riuscendo a stento a non ridere vedendo la mia buffa posizione.

Ciao.” risposi ricomponendomi e alzandomi in piedi. “ Cosa ci fai qui?”

Volevo fare un semplice saluto.” aggiunse lui con la sua solita calma.

Ragazzi, voi parlate pure, io vado a mettere questi meravigliosi fiori in un bel vaso!” così Esme saltellando ci lasciò soli in sala.

Venerdì sera e stai a casa tutta sola?” disse sedendosi sul divano.

Non mi andava di uscire.” risposi con un po' di arroganza.

Era più forte di me, non riuscivo a trattenermi in sua presenza. “ Non ti sei fatto più vedere.”

Ti sono mancato?” mi provocò con un sorriso beffardo.

Ti piacerebbe.” sorrisi acida.

Possiamo smetterla di comportarci come due bambini e parlare da persone adulte?” continuò lui interrompendo il nostro scambio di battute poco piacevoli.

Hai iniziato tu!” ribattei.

Liz!” mi rimproverò alzando gli occhi al cielo. Poi mi invitò a sedermi affianco a lui.

Forse sono stato un po' maleducato” iniziò a parlare con un tono di voce profondo e basso “ Ti avevo promesso che mi sarei fatto conoscere e invece non mi sono fatto più vivo. Ti chiedo scusa.” mi prese la mano, forse in segno di scuse, ma io mi ritrassi subito.

Hai ragione. Devi prima fidarti di me.” disse lui fra se e se. “Che ne dici se usciamo?”

Cosa?” domandai allibita.

Sai ,uscire, mettere i piedi fuori di casa, fare una passeggiata!”

So cosa significa!” lo fermai irritata. “ perché?”

Per mantenere la mia promessa.” rispose ovviamente.

Io non credo sia il caso.”. Non avevo intenzione di rimanere sola con lui lontano da tutti.

perché? Non ti mangio mica!” disse con un tono più basso come se non volesse farsi sentire da nessuno.

E' tardi.” fu la prima scusa che mi venne in mente.

Sono solo le dieci.” rispose guardando l'orologio.

Non mi va di vestirmi, sono già in pigiama.” ennesima scusa banale.

Puoi venire così, non mi da fastidio.” sorrise divertito.

Non lo so, ora stavo vedendo un film con Esme, se vado via potrebbe rimanerci male.”

Trova una scusa migliore. Di che hai paura.” mi provocò e riuscì a scatenare la reazione che voleva.

Non ho paura!” risposi incrociando le braccia.

Beh, sapeva perfettamente su quali punti fare pressione.

Allora usciamo.” e si alzò in piedi porgendomi una mano.

Va bene.” . Abilmente rifiutai il suo contatto.

Esme, ti dispiace se porto Liz a prendere un gelato?” chiese Angel alla donna sentendola arrivare.

Oh, certo che no! Ma riportamela a casa presto.” scherzò lei sorridendo.

Nessun problema.” rispose lui prendendo le chiavi della macchina.

Vado a cambiarmi.” sospirai e salii al piano di sopra.

Ero profondamente irritata. Non sopportavo il fatto che avessi dovuto cedere in quel modo.

Non avevo paura di lui, assolutamente. Semplicemente non mi andava di uscire o forse era quello che volevo far credere a me stessa.

In realtà mi spaventava il modo in cui mi guardava, le sue espressione, la sua calma quasi irreale. Non esisteva nessuna persona al mondo in grado di mascherare le emozioni così bene.

Ogni volta che parlava lo faceva in un modo... era snervante avere a che fare con lui.

Indossai le prime cose che trovai ammucchiate sulla sedia e mi preparai ad affrontare la situazione.

Dovevo rimanere calma e ragionare. Non potevo in nessun modo farmi prendere alla sprovvista. Lui non era un vampiro qualunque. Lo sentivo a pelle. Aveva più esperienza di chiunque altro, per non dimenticare il fatto che fosse un assassino.

Dal piano di sopra riuscivo a sentire chiaramente la risata cristallina di Esme. Sicuramente a lei stava simpatico per reagire ogni volta in questo modo.

Certo, era un perfetto gentiluomo, ma tutto ciò non mi ingannava. Non ero così stupida. A mie spese avevo imparato a valutare la gente oltre l'aspetto esteriore.

Sono pronta.” dissi senza il minimo entusiasmo nella voce.

Allora possiamo andare.” rispose lui rivolgendomi uno splendido sorriso. “ Esme allora domani ti lascio la giornata libera, lunedì riperdiamo il lavori.”

Perfetto! Buona serata ragazzi!” mi salutò con un bacio sulla guancia e andammo via.

Come mi aspettavo, mi aprì la portiera della macchina. Non appena si mise al volante l'ansia mi travolse. In quel caso non avrei avuto via d'uscita. In un secondo sarebbe facilmente finito tutto. Per peggiorare la situazione, lui non dava il minimo accenno di voler parlare.

Dove andiamo?” domandai interrompendo quel pesante silenzio.

A prendere un gelato, te l'avevo detto!” rispose lui voltandosi verso di me.

Pensavo stessi scherzando.”

No. So che agli umani piace il gelato quindi ho pensato che potesse piacere anche a te. Se non è così andiamo da qualche altra parte.” continuò lui con un espressione serena.

No, no va bene.” Non capivo assolutamente a che gioco stesse giocando. Un gelato? E si preoccupava anche se fosse di mio gradimento. Non potevo essermi sbagliata così tanto nei suoi confronti.

Ci fermammo ad una piccola gelateria nel centro di Port Angeles dato che a Forks era ormai tutto chiuso nonostante fosse sabato sera.

La piccola cittadina era piuttosto popolata. Quasi tutti i ragazzi si riunivano lì durante il week-end.

Presi una coppa di gelato al cioccolato e ci accomodammo su un muretto poco lontano dalla piazza.

Mentre camminavamo per la strada mi accorsi che la gente ci fissava. Mi voltai verso di lui e mi resi chiaramente conto del motivo. Ero troppo impegnata a giudicarlo per rendermi conto del suo aspetto fisico. Sotto le deboli luci dei lampioni la sua pelle risultava diafana e splendida. La sua bocca era socchiusa con un sorriso appena accennato. Probabilmente non era abituato a questo tipo di situazioni. E poi il suo sguardo era così intenso. Gli occhi castani... Castani????

Finalmente te ne sei accorta. Poco spirito di osservazione!” disse lui divertito guardando la mia espressione. “ Lenti a contatto. Non potevo farmi vedere in giro con gli occhi rossi. Mi avrebbero preso per un pazzo.”

Non mi ero accorta di questo cambiamento. Solitamente ero piuttosto attenta ai particolari, come aveva fatto a sfuggirmi?

Furbo da parte tua.” commentai a bassa voce.

In qualche modo devo pur abituarmi a stare fra la gente.”

perché, hai intenzione di stare fra la gente?” domandai un po' preoccupata.

Secondo te perché mi sono trasferito qui. Mi piacciono gli umani, sono così particolari, interessanti. Potei imparare molte cose da loro.” mi spiegò tranquillamente.

Oltre al fatto che ti piace mangiarli!” commentai con disprezzo.

Lui scoppiò a ridere. “ Bella battuta!”

Non era una battuta!” alzai un po' troppo la voce e immediatamente un gruppo di signore si girò verso di noi. Arrossii all'istante.

Secondo te come dovrei nutrirmi?” mi chiese sospirando.

Come facciamo noi!” ovviamente!

Sai qual'è la differenza?” mi bloccò la strada mettendosi davanti a me “ Io accetto la mia natura. Non sono stato io a fare questa scelta. Una notte mi sono svegliato e mi sono ritrovato così. Ho semplicemente accettato il mio destino. E non mi vergogno di questo. Come tu mangi per sopravvivere, anche io lo faccio.”

Ma ci sono altri modi!” gli urlai contro “ lo capisci che sei un assassino?”. Non so dove trovai il coraggio di pronunciare quelle parole. In quel momento il mio cuore si bloccò, ma non accadde nulla. Tornai a guardarlo e lo ritrovai con un sorriso sulle labbra. Sorrideva?

perché ridi?” la mia voce tremava.

hai paura.” disse semplicemente.

No.” risposi con quanta più sicurezza riuscii a dimostrare.

Allora perché tremi?”

Non ti capisco.” risposi scuotendo la testa “ Ti dico che sei un assassino e tu mi chiedi se ho paura?”

Cosa dovrei dirti?”

Non lo so. Arrabbiati.”

No, perché dal tuo punto di vista hai ragione. Quando mi avrai conosciuto meglio magari potrai cambiare idea.”

Rinuncio a capirci qualcosa.” sbuffai e presi una cucchiaiata di gelato.

Sembra buono.” disse lui cambiando discorso.

Si, lo è. Vuoi assaggiare?” lo provocai scherzando porgendoli il cucchiaino con sopra il gelato.

Certo.” e lo mangiò senza nemmeno pensarci. “ Non sento molto, però è fresco, credo.”

Per l'ennesima volta mi lasciò senza parole. Lo guardai con gli occhi spalancati dalla sorpresa.

Guarda che il cibo non mi uccide. Volendo posso mangiare ma non ne traggo alcun beneficio e inoltre non riconosco i sapori.” mi spiegò lui osservando la mia espressione.

Credo che ne prenderò un po' anche io.” si alzò e si diresse verso la gelateria. Dopo qualche secondo tornò con una coppa di gelato e iniziò a mangiare come se niente fosse.

Cosa stai facendo?” domandai non riuscendo a capire più nulla.

Ti faccio compagnia mentre mangi. Solitamente si fa così. È meno imbarazzate mangiare da soli.” rispose prendendo un altra cucchiaiata.

Wow.” fu l'unica parola che mi uscì dalla bocca.

Cosa.” mi chiese lui incuriosito.

Nessuno dei miei fratelli si era mai posto un problema del genere.” ammisi a malincuore.

Vedi? Non sono così tremendo come credi.” sorrise compiaciuto.

Per la prima volta ricambiai sinceramente il suo sorriso.

Grazie.” dissi più rilassata.

è un piacere. Mi mancano i sapori del cibo. Ormai gli ho completamente dimenticati.”

Quanti anni hai?”

Quasi quattrocento.”

Non li dimostri!” commentai scherzando.

Si, me li porto bene.” rispose soddisfatto.

Dove sei nato?” gli chiesi incuriosita.

In Irlanda, in una piccola cittadina. Mio padre era un commerciante, molto ricco. Mia madre morì dando alla luce mia sorella.” e così iniziò a raccontarmi la sua storia. “ Mio padre mi odiava, non ero il genere di figlio di cui andare fieri. Adoravo divertirmi, spendere tutto il patrimonio di famiglia in alcool e bordelli.”

Beh, ti davi alla bella vita.” commentai divertita. Non credevo fosse il tipo a cui piaceva questo genere di divertimento.

Si, diciamo di si. Mio padre avrebbe voluto che intraprendessi la sua professione ma io non ne ero affatto contento e così mi cacciò di casa.”

Come sei diventato un vampiro?”

Una sera, uscito da una locanda incontrai una donna. La creatura più bella che avessi mai visto. Era una dama, giovane ed elegante e io ero uno sciocco ubriaco. Mi fece delle promesse. Mi disse che mi avrebbe portato in modi mai visti, fatto provare delle sensazioni impensabili per un semplice umano.”

E tu accettasti” conclusi la sua frase.

Si. L'unica cosa che ricordo fu un intenso dolore e poi la sete non appena mi svegliai.”

E la donna?”

Quella donna diventò la mia compagna per duecento anni.” ammise quasi con tristezza.

Che fine ha fatto?”

é morta. A Praga, durante una rivolta. Una massa inferocita di gente l'ha linciata.”

Sentivo chiaramente la rabbia nella sua voce. Allora anche lui provava delle emozioni.

Ma i vampiri sono quasi indistruttibili!” commentai.

Hai detto bene, quasi. La gente superstiziosa sa bene come uccidere uno di noi. Erano cento contro uno, chiunque non sarebbe riuscito a sopravvivere.”

L'amavi?” chiesi istintivamente.

Si.” rispose aggrottando le sopracciglia come se non credesse alle sue parole.

E Spike e Drusilla?”

Erano già con me da un po' di tempo. Ma ora credo di averti rivelato abbastanza. Tocca a me fare le domande!” disse con aria divertita.

No!” mi lamentai “ Sei tu che ti devi far conoscere, non io!”

La cosa dovrebbe essere reciproca in una conoscenza. Per confidarmi con te devo anche io devo potermi fidare!”

Mi prendi in giro?” domandai irritandomi.

Assolutamente no!” ribadì lui.

Cosa vuoi sapere?” gli chiesi sbuffando.

Parti dall'inizio. Cos'è successo?”

Gli raccontai, senza entrare nei dettagli della mia trasformazione e dell'arrivo dai Cullen. Ogni volta che gli confermavo la mia non accettazione della mia natura lui scuoteva la testa e faceva un espressione di disapprovazione.

Ascoltò tutto con grande interesse. Mi fece domande su questioni che non erano mai interessate a nessuno. Mi fece parlare della mia vecchia vita, di mia madre, delle mie vecchie amicizie.

Stranamente mi risultò particolarmente facile parlare con lui. Sapeva essere un ottimo uditore e capiva quando non doveva insistere.

Per una attimo mi dimenticai con chi mi stessi confidando. Sembravamo due semplici ragazzi che parlavano su un muretto. Lui bello da togliere il fiato, lei impacciata e timida.

Deve essere difficile vivere in casa con qualcuno che spia continuamente nelle tua testa.” commentò mentre parlavamo dei membri della famiglia Cullen

Ah, non saprei, Con me non ci riesce.” risposi facendo un mezzo sorriso.

Cosa vuoi dire?” mi domandò sempre più curioso.

Sono immune dai suoi poteri e da quelli di altri vampiri. Probabilmente perché per metà sono umana e per metà no. Non lo sappiamo ancora, ma questa è l'unica cosa positiva che ho.”

E' davvero strano, mai sentito nulla del genere.” disse lui fra se e se. “ Sei immune ad ogni abilità?”

No. Eve riesce a vedermi.”

Probabilmente perché va ad agire all'esterno della tua mente.”

è la stessa ipotesi di Carlisle e di Edward.” confermai la sua supposizione.

Rimanemmo a parlare quasi tutta la notte. Seduti lì come se tutto il resto non avesse più importanza. Non volevo tornare a casa, per la prima volta mi trovavo a mio agio con qualcuno. Non mi giudicava, non mi rimproverava. Ascoltava e accettava qualunque cosa io dicessi. Non per darmi ragione ma perché capiva le mie motivazioni.

Non mi disse nient'altro su di lui, mi lasciò semplicemente parlare.

Probabilmente mi sbagliavo, perché non poteva esistere una persona del genere, ma a fine serata iniziai a cambiare idea su di lui. Forse non era il mostro che credevo. Un assassino non si sarebbe comportato con me in quel modo.

Mio dio, sono le cinque del mattino! Devo tornare a casa, non ho nemmeno il cellulare con me.” scattai in piedi non appena vidi l'orologio.

Mi dispiace, devo aver perso la cognizione del tempo.” si scusò immediatamente lui. Come se la colpa fosse solo la sua!

E' meglio che andiamo ora!”

Certo.” rispose lui sfiorandomi una mano.

Improvvisamente scattai all'indietro. Il tocco con la sua pelle mi fece venire i brividi. Fu come se un vecchio istinto dentro di me si fosse inspiegabilmente risvegliato.

Io...” balbettai non sapendo nemmeno cosa volessi dire.

Sei più intelligente di quanto avessi pensato.” disse lui in tono serio. “ Non sei una sprovveduta. Nonostante fossi tranquilla fino a due secondi fa, non hai abbassato la guardia nemmeno per un istante. Complimenti.”

Non è come credi.” cercai di giustificarmi senza nemmeno capire la ragione per cui lo stessi facendo.

Non ci sono rimasto male, anzi! Sono piacevolmente sorpreso. Ma lascia che ti dia un consiglio.” continuò avvicinandosi a me. “ Non sono un vampiro qualunque. Riesco a controllarmi benissimo e inoltre non sono un vigliacco. Se devo attaccare non lo faccio quando sei vulnerabile.” ora si trovava ad un centimetro di distanza “ non mi piacciono gli scontri facili.”

Di nuovo quello sguardo di sfida. Iniziai a tremare involontariamente al suono di quelle parole.

Puoi anche rilassarti ora.” disse prendendomi le mani.

Questa volta non mi tirai indietro.

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Capitolo 27
*** New World In My ***


 

New World In My

 

 

 

 

La scuola ricominciò. Ormai frequentavo il quarto anno. Dodici mesi fa, vagavo ancora sola per il mondo in cerca di risposte. Mai e poi mai mi sarei aspettata un futuro del genere.

Ora avevo degli amici e continuavo a ricostruirmi una nuovo vita.

Andai subito in segreteria a ritirare il nuovo orario scolastico. Mike e Cynthia erano già lì.

Liz, ciao!” mi sorrise il ragazzo venendomi in contro.

Era cambiato molto rispetto all'anno scorso. I suoi capelli erano più lunghi e scompigliati, il suo viso più maturo,con un leggero accenno di barba. I suoi occhi vivaci e sereni come sempre.

Hei Mike, ti trovo bene!” ricambiai il saluto con una pacca sulla spalla.

Anche tu, sei fantastica! E stai anche sorridendo. Ultimamente non lo facevi più.”

Forse per la prima volta, dopo diversi mesi, mi svegliai più allegra. La nottata passata con Angel mi aveva fatto fin troppo bene. Nel profondo non vedevo l'ora di rivederlo.

Beh, anno nuovo, vita nuova!” gli sorrisi.

Cynthia, al contrario, era più cupa del solito. Sicuramente la faccenda dei tre nuovi arrivati non l'aveva lasciata indifferente.

Sei ancora preoccupata?” le dissi mentre ci incamminavamo in aula.

Certo che lo sono.” rispose innervosita.

Jake cosa dice?”

Non ci ho parlato.”

Cosa?”. Pensavo che il suo obiettivo fosse quello di metterlo in guardia.

Lui non vuole che mi intrometta in queste cose.” continuò lei “ Non gli ho detto che voi siete amici di questi nuovi arrivati, non volevo alimentare ancora di più l'odio verso di voi.”

Grazie.” Fu l'unica parola che riuscii a dire. Non pensavo che lei tenesse così tanto a mantenere la pace. “ Ma lui non ti ha detto nulla?”

Solo di stare attenta perché c'era una nuova minaccia in città.” così si sedette al suo posto sbattendo i libri sul banco.

Mike, al suo fianco sobbalzò dalla sedia e il resto della classe si voltò verso di noi.

Qualche problema?” domandò lei infuriata.

Nessuno rispose.

Non sopporto nascondergli qualcosa, capisci? Vedete di trovare una soluzione” disse abbassando il tono della voce.

Non andranno via tanto presto.” intervenne Edward sedendosi nel posto libero vicino a me.

Grandioso” continuò la ragazza.

Per me puoi anche dire ad uno dei tuoi amici di farli fuori.” aggiunse lui con un sorriso divertito.

Edward!” gli ringhiai contro.

Ragazzi, ma cosa succede?” disse Mike non riuscendo a capire di cosa stessimo parlando.

Lo ignorammo tutti e tre.

Oh, già, dimenticavo. A te piace uscire con uno di loro.” continuò Edward con disprezzo.

Liz.” urlò Cynthia. “ Sei fuori di testa?”

I-io non...”

Vedi? Non sa cosa rispondere.” disse il vampiro rivolgendosi a Cynthia.

Ragazzi è entrato il professore.” intervenne di nuovo Mike con lo stesso risultato di prima.

Sta zitto!” gli urlammo all'unisono.

Smettetela, tutti e due!” alzai la voce per coprire quella di Mike che continuava a blaterare qualcosa “ Fino a ieri vi odiavate e ora vi schierate contro di me senza sapere nulla?”

Improvvisamente Edward mi prese per un braccio e mi tirò giù per farmi sedere. Non ebbi nemmeno il tempo di sciogliermi dalla sua presa che il Professore mi richiamò.

Signorina Kane, ha deciso di iniziare così l'anno scolastico?”

No, mi scusi.” sbuffai abbassando la testa sui libri. Edward al mio fianco, difficilmente riuscì a trattenere le risate.

Ho cercato di avvertirti ma non mi sentivi!” mi bisbigliò Mike da dietro.

In quel momento avrei preso anche lui a schiaffi.

Non finisce qui, più tardi parliamo.” scrissi su un foglietto al mio compagno di banco.

Lui si limitò semplicemente ad annuire.

Tutta la tranquillità che avevo raggiunto con così tanta fatica, svanì in un secondo.

Come osava lui, dopo tutto questo tempo, permettersi di giudicarmi?

Durante la lezione non ci rivolgemmo nemmeno uno sguardo. Lui continuava a fissare il libro fingendosi interessata a seguire, io ribollivo dalla rabbia e non riuscivo a stare ferma sulla sedia.

Finalmente la campanella suonò. Entrambi avevamo un'ora libera.

Era giunto il momento di chiarire definitivamente questa storia.

Si può sapere qual'è il tuo problema?” lo aggredii non appena uscimmo dall'aula “ Ora fai comunella con Cynthia?”

Lui sorrise e non rispose ma proseguì la strada verso il suo armadietto.

Edward!” gli urlai mentre si allontanava.

Gli altri ragazzi si girarono verso di noi. Per la prima volta non mi importò della pessima figura che stavo facendo.

Presi un profondo respiro e lo seguii.

Non puoi cavartela così facilmente.”

Non è il momento adatto” risposi senza voltarsi verso di me.

E invece si.” gli dissi frenandolo per un braccio.

Mi fulminò con lo sguardo. Sapevo quanto mi odiasse quando mi comportavo in quel modo.

Si guardò velocemente in torno e con una spinta mi fece entrare in aula vuota.

Hei, ma che diavolo fai?” mi lamentai mentre chiudeva la porta a chiave.

Non volevi parlare? Benissimo, parla.” mi ruggì contro.

No. Sei tu che forse hai qualcosa da dire! Che cosa ti ha preso in classe?”

Ho semplicemente detto quello che pensavo! Ti rendi conto di quello che stai facendo?” i suoi occhi diventarono neri. Ero abituata a questo sguardo. Ormai non mi spaventava più.

No! Perché io non sto facendo niente!”

Ah si? E sabato sera? Dove sei stata tutta la notte?” continuò lui cercando di mantenere il controllo.

Non sono affari tuoi.” risposi restando immobile.

Tu sei pazza.” continuò scuotendo la testa “ Non riesci proprio a stare per cavoli tuoi? Ora devi uscire anche con quello?”

Io non sto uscendo con nessuno e anche se fosse, a te cosa importa?” La mia voce stava tremando. Da un momento all'altro sarei scoppiata a piangere per il nervoso. “ Mi hai ignorato per mesi e ora pretendi di dirmi chi posso frequentare e chi no?”

Quello è un mostro! Sei così stupida che non ci arrivi?” urlò lui stringendo i pugni.

Non mi importa. Di sicuro è meglio di te!”.

Sapevo che questa frase gli avrebbe fatto male.

Liz, non provocarmi.” sorrise istericamente portandosi le mani sulla testa. Stava per esplodere, lo sentivo.

perché, cosa vuoi fare? Uccidermi?” lo provocai allargando le braccia “ Avanti, non ho paura.”

Con un movimento rapido mi ritrovai con la faccia contro il muro e un braccio bloccato dietro la schiena.

Sono peggio di quello che pensi.” mi sussurrò in un orecchio tenendomi ferma.

Non ho paura.” Ma l'effetto con cui la frase uscì dalla mia bocca dimostrò tutto un altro effetto.

Io ti ho avvertito. Lascialo stare, altrimenti la conclusione di questa storia non ti piacerà affatto.”

Mi lasciò andare e in un secondo sparì.

Rimasi immobile per alcuni minuti finché non mi accasciai a terra. Mi asciugai subito le lacrime prima di non riuscirle più a frenare.

Non era questo quello che volevo. Preferivo essere ignorata piuttosto che essere trattata in questo modo.

Quanto odio nei miei confronti doveva provare per esplodere così ogni volta.

In quel momento però pensai che non gliel' avrei mai data vinta.

Avevo intrapreso un percorso e non avevo intenzione di abbandonarlo proprio ora.

Mi feci forza e mi rialzai con il cuore nuovamente in pezzi.

Avete discusso di nuovo?” mi chiese preoccupata Cynthia mentre eravamo a mensa.

Si.” risposi mentre sorseggiavo la mia coca. Mi girai verso il tavolo dei Cullen e lui non c'era.

Eve mi guardò con uno sguardo comprensivo. Al contrario Rosalie mi avrebbe trucidata all'istante.

Liz, ma cosa ti sta succedendo?” continuò la mia mia amica riportando la mia attenzione sulla conversazione.

Ti dispiace se ne parliamo un'altra volta? Ora ho bisogno di prendere un po' d'aria.” mi alzai facendo cadere la sedia a terra. La rialzai velocemente e corsi in cortile.

Non ero ancora pronta a lasciarmi scivolare via tutti i suoi insulti.

Uscii all'aperto e una ventata di aria fredda mi fece riprendere conoscenza.

Come al solito pioveva e per tutta la giornata avrebbe continuato così.

Mi diressi verso il parcheggio avvolgendomi nel cappotto. Da lontano percepii una musica. Cercai di capire da dove provenisse. Mi girai intorno in cerca di qualcuno e trovai Edward, chiuso nella macchina, con la testa poggiata contro il volante.

Forse quello che era successo prima aveva toccato anche lui. Una fitta allo stomaco mi colpì mentre guardavo in che stato fosse. Perché continuare a distruggerci a vicenda? A quale scopo tutto questo?

Improvvisamente sentii arrivare una macchina dalla strada.

Sorrisi perché avevo riconosciuto chi fosse.

Ti serve un passaggio?” mi chiese Angel aprendo lo sportello.

Volentieri” e salii in macchina dopo aver lanciato un ultimo sguardo in direzione di Edward.

MI stava guardando.

Piegai le labbra in un leggero sorriso e andai via.

Cosa ci fai qui?” chiesi immediatamente ad Angel.

Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere saltare qualche ora di scuola.”

Non sai quanto!” sospirai leggermente sollevata.

E' successo qualcosa?” mi domandò preoccupato “ Mi sembri piuttosto distrutta.”

Una spiacevole lite che avrei preferito non accadesse.” e mi girai verso il finestrino per evitare che si accorgesse dei miei occhi che si stavano riempiendo di lacrime.

Automaticamente strinsi i pugni aggrappandomi al cappotto. Odiavo stare male di nuovo per colpa sua.

Non devi nasconderti. Non c'è niente di male nell' avere un momento di debolezza” mi disse sfiorandomi una mano “ perché non me ne parli? Potrei aiutarti.”

Oh, non c'è niente da fare, è tutto tempo sprecato.” singhiozzai asciugandomi rapidamente le lacrime.” Ho discusso per l'ennesima volta con Edward.”

Edward.” e sollevò la testa con un mezzo sorriso “ Scommetto che la causa scatenante è stata la tua uscita con me.”

Esatto” risposi titubante.

Quel ragazzino mi odia, dal primo momento. Credo sia geloso.” ammise con una certa soddisfazione “ Del resto ti sto portando via da lui.” ammiccò divertito.

Non gli importa nulla di me. È solo fissato con delle stupide paranoie.” risposi bruscamente.

Solitamente si riconosce il vero valore di una persona quando ormai non c'è più. Magari capirà che tu sei importante per lui.” cercò di consolarmi.

Non mi interessa” dissi alzando la voce “ mi sono stufata di lui e di tutto quanto. Voglio voltare pagina, definitivamente.”

Era proprio quello che volevo sentire” e con il dorso della mano mi asciugò una lacrima che mi scendeva sulla guancia. “ niente più lacrime, promesso?”

Promesso” risposi accennando un sorriso “ Allora cosa vuoi fare oggi?”

Beh, visto il tempo e la situazione direi che possiamo prenderci una cioccolata calda e proseguire la nostra chiacchierata.” propose lui.

Accetto volentieri. Dove mi porti?” continuai riprendendo il buonumore.

A casa mia.” disse serio.

Ok”.

Non mi fidavo abbastanza di lui per entrare nel suo mondo, ma in quel momento non mi importava di nulla.

Ogni volta che stavamo insieme mi sentivo strana, diversa. Non saprei dire se questo cambiamento fosse positivo o negativo, ma a me stava bene.

Ero sempre più curiosa di conoscerlo. Scoprire le sue origini, la sua vita. Tutto quel mistero intorno a lui lo rendeva ancora di più intrigante.

Gentilmente mi fece scendere dalla macchina e mi fece entrare in casa. Rimasi sbalordita nel vedere quanto fosse cambiata dall'ultima volta. Era praticamente finita.

L'arredamento era molto classico. Quasi tutto il pavimento era ricoperto da immensi tappeti. Le ampie finestre erano coperte da eleganti tende color avorio che scendevano morbide fino a terra.

Le pareti erano arricchite di molti quadri, alcuni di questi erano vere e proprie opere d'arte.

Wow, è bellissimo.” commentai continuando a girare per le stanze.

Io e Esme abbiamo fatto un ottimo lavoro” rispose lui soddisfatto.

Mentre salivamo le scale incrociammo Spike e Drusilla che stavano uscendo.

Elizabeth è un piacere vederti.” mi sorrise la donna accarezzandomi una ciocca di capelli.

Anche per me.” risposi in imbarazzo.

Salve dolcezza.” intervenne Spike.” il leone già ti porta nella sua tana?” disse facendomi l'occhiolino.

Ignoralo.” mi sussurrò Angel all'orecchio.

A quella battuta diventai immediatamente viola dalla vergogna.

Il mio Spike mi porta a fare uno spuntino” disse la donna mordicchiando l'orecchio del compagno “ Vuoi venire?”

Dru, smettila!” la bloccò immediatamente Angel notando la mia reazione disgustata.

La donna iniziò a lamentarsi accasciandosi tra le braccia di Spike.

Papà è cattivo con me. Vuole solo il suo nuovo giocattolino.” continuava a ripetere tra i singhiozzi mentre il vampiro biondo cercava di calmarla infastidito dalla reazione dell'altro .

Sparite!” ringhiò Angel trascinandomi in camera sua.

Qui starai più calda” disse chiudendo la porta “ sono l'unico ad amare il caminetto qui!” e gettò un nuovo pezzo di legno nella fiamma che ardeva.

Giocattolino?” dissi offesa e incrociando le braccia al petto.

Liz.” rispose lui con uno sguardo compiaciuto “ Credo che tu sappia che Dru a qualche rotella fuori posto.” e mimò la frase con le mani.

Certo, scusa.” risposi sorridendo “ Oggi sono piuttosto permalosa”

Adorabile.” commentò lui fra se e se aggiungendo altra legna.

perché ti ha chiamato papà?” gli domandai riferendomi alla frase di Drusilla.

Prima vado a preparare la cioccolata, poi parliamo.” disse andando verso a porta.

perché un vampiro dovrebbe avere del cioccolato in casa?”

perché so che ti piace.” e andò via.

Mi accomodai sulla poltroncina vicino al caminetto. Più passavo del tempo con lui e più non riuscivo a capire quale fosse il suo scopo. Sinceramente non mi interessava. Non avevo voglia di scervellarmi a capire se lui fosse sincero o meno.

Semplicemente non mi interessava.

Il mio istinto mi diceva di stare attenta. Io facevo tutto il contrario. Forse stavo diventando pazza, troppo imprudente. Al diavolo tutto! Avrei accettato le conseguenze.

Angel non era un vampiro normale, l'avevo capito subito. All'inizio ero spaventata ma ora la sua natura mi risultava quasi affascinante.

Non avevo dimenticato che lui si nutriva di sangue umano ma a volte preferivo ignorare questa cosa.

Mi guardai intorno per studiare l'ambiente.

La sua camera era particolare quanto lui. Un misto fra antico mistero e arte moderna.

Un ampio letto si trovava al centro della stanza, coperto da una pesante coperta e con preziosi ricami. Cosa se ne faceva un vampiro di un letto?

La parete nord era occupata da un armadio di legno massiccio.

Anche qui non mancavano numerosi quadri e tappeti perfettamente coordinati con il resto dell'arredamento.

Vicino al letto c'era un separé in stile giapponese e davanti il camino c'erano due poltroncine separate da un tavolino in legno. Su di esso era stato lasciato leggermente aperto un raccoglitore di pelle. Da esso sporgevano alcuni fogli bianchi.

Senza nemmeno pensarci lo aprii. Rimasi stupita vedendo che era pieno di disegni.

Raffiguravano volti in bianco e nero. Iniziai a sfogliarli lentamente, erano meravigliosi! Come se fossero vivi, reali. I tratti erano così precisi da far trasparire le emozioni delle persone raffigurate.

Ero totalmente presa da quello che stavo vedendo che non mi accorsi che lui stava arrivando.

Aprì la porta e mi trovò ancora con i fogli in mano.

Scusa, io...” balbettai diventando rossa dall'imbarazzo.

Lui sorrise tranquillo porgendomi la tazza di cioccolato fumante.

Sono meravigliosi.” commentai mantenendo lo sguardo abbassato.

Grazie.” rispose lui sedendosi.

Mi dispiace, non volevo essere indiscreta” continuai a scusarmi per la mia pessima figura.

Non ti preoccupare, sono contento che ti piacciano.”

Chi sono quelle persone?” domandai curiosa.

Gente che ho incontrato nella mia vita. Adoro ritrarre espressioni di vita quotidiana. Ti avevo già detto che gli umani mi affascinano.” mi spiegò lui.

Beh, sei davvero molto bravo” sorrisi e poi feci un sorso dalla mia cioccolata. Era davvero deliziosa. “ allora, cosa mi racconti oggi?”

Cosa vuoi sapere?” mi chiese lui con un leggero sorriso sulle labbra.

Parlami di Drusilla. È sempre stata così?”

Diciamo di si.” disse con aria scettica.

Sei stato tu a trasformarla?”

Vuoi davvero saperlo?” mi provocò.

Si” risposi convinta.

Ti avverto, io non la penso proprio come Carlisle.”

Non mi importa, voglio sapere.”

Come vuoi.” e si sporse leggermente verso di me.” conobbi Drusilla nel 1843, era la figlia del pastore del suo villaggio.”

Del pastore?” lo bloccai immediatamente.

Si” sorrise malizioso.

Un brivido mi percorse tutta la schiena. Di nuovo notai quella scintilla nei suoi occhi che lo rendeva così dannatamente pericoloso.

Te le scegli bene le vittime.” cercai di ironizzare.

Si, sono esigente.”

Ingoiai la bevanda bollente troppo velocemente “ Continua.” lo incitai con un gesto della mano mentre tossivo per schiarirmi la gola.

Lui sorrise divertito e proseguì.

Dru non era ben vista da quella gente. Era considerata strana. La sua follia non era un buon segno all'epoca. Al contrario, io rimasi estasiato. I suoi occhi mostravano cose che mai nessuno avrebbe potuto capire. Prevedeva il futuro ma non come la tua amica Eveline. Lei non vede le intenzioni, ma gli eventi. Questi non possono cambiare. Ogni cosa segue un proprio corso secondo un ordine preciso e lei riesce a prevedere questo ordine.

Già dalla prima volta che la vidi capii che non potevo farmi scappare una creatura del genere.”

La sua espressione mentre parlava era di pura estasi, come se stesse rivivendo esattamente quel momento. Senza nemmeno accorgermi iniziai a tremare. Ero terrorizzata, ma adoravo quella sensazione. Era una scarica di adrenalina continua.

Anche lei mi riconobbe subito. Sapevo quello che le avrei fatto. Il resto penso che lo intuisci da sola. Se vuoi ti descrivo i particolari!” mi provocò nuovamente.

No, grazie. È sufficiente.” risposi scuotendo nuovamente la testa. Forse stavo riprendendo la lucidità che mi era mancata fino a quel momento.

Sei disgustata.” Non era una domanda la sua, era un'affermazione.

Continuo a non capire perché lo fai. Cosa ci trovi di tanto speciale nel togliere la vita alla gente?” chiesi con un tono che lasciava percepire chiaramente quello che stessi provando.

Sono così Liz.” e si alzò avvicinandosi. Ora era piegato sulle gambe ad un centimetro di distanza da me. Riuscivo a sentire il suo profumo che lentamente mi invadeva. “ Siamo così.” e mi prese le mani.

No!” gridai sciogliendomi da lui. “ Io non uccido. Io non voglio uccidere!”

E' la nostra natura!” continuò lui tranquillamente. “ Prima o poi ti lascerai andare anche tu a questo potere.”

No. no.no.” continuavo a ripetermi bassa voce. “ io non sarò mai come te.”

Non hai mai desiderato del sangue umano? Non hai mai sentito quella sete che ti divora fin nelle viscere? Che ti avvolge e ti tortura senza mai lasciarti?” mi chiese tenendomi ferma per le braccia. “ Non ti è mai passato nella mente di lasciarti persuadere dalla tentazione?” la sua presa si fece più stretta.

Dal mio viso,involontariamente, uscì una smorfia di dolore. Lui scattò all'indietro.

Scusa non volevo farti del male” mi disse stringendo i pugni.

Sollevai la manica della maglia e rabbrividii. La scesi immediatamente per non fargli vedere nulla. Ma non fui abbastanza veloce per lui.

In un secondo fu di nuovo affianco a me. Delicatamente mi sfiorò il punto dove mi faceva male e risollevò la manica per guardare meglio.

Avevo un livido violaceo, chiaramente non fresco. La sua impronta era ancora su di me.

Non posso essere stato io a farti questo” disse lui ruggendo.

lo so.” risposi stringendo la mascella.

E' stato lui, quando avete discusso.” continuò con uno sguardo carico di odio.

Lascia stare.” e mi allontanai stringendomi in braccio e voltandogli le spalle.

Recuperai in fretta la mia roba. L'unica cosa che volevo in quel momento era andare via.

Non avevo intenzione di dare alcuna spiegazione su quello che era successo in mattinata.

Devo andare, è tardi.” dissi mentre mi rimettevo il giubbotto.

E poi io sarei il mostro?” commentò con disprezzo.

Questo non doveva dirlo. Una rabbia mi ribollì dall'interno.

Lui non è un mostro!” gridai infuriata. Cosa ne sapeva lui di Edward?

Sapevo che non avrei dovuto prendere le sue difese ma in quel momento fu una cosa istintiva.

No?! E quello?” disse indicando il livido.

Non l'ha fatto volontariamente, è stata colpa mia.”

Una nuova fitta allo stomaco mi colpì. Perché continuare a giustificarlo? Dopo tutto quello che mi aveva fatto lo amavo ancora?

Probabilmente si.

Liz.” scosse lui la testa in modo apprensivo.

Devo andare.”

Uscii correndo sbattendomi la porta alle spalle.

 

 

 

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@nene_cullen: oddio quanto sono contenta che anche tu sei una fan di Buffy!!ahahahahah

quando ho iniziato a scrivere la storia non avevo ancora nulla di preciso in mente ma poi mi sono chiesta: perchè non unire i miei libri peferiti al mio telefilm preferito? e così

è nato tutto questo! grazie per il commento!

a presto e sprero che la storia continui ad interessarti!

 

@ levia e saretta_ trilly: eh ragazze! quanto mi piacciono i vostri commenti!!! oddio sarei tentata a svelarvi qualcosa ma non vi dirò niente! hihihihi

cmq ricordate: non è tutto oro ciò che luccica! ahahahahha

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Capitolo 28
*** Living Conditions ***


 

Living Conditions

 

 

 

Dopo il nostro ultimo incontro, io e Angel, ci evitammo per alcuni giorni.

Avevo bisogno di riflettere, pensare alle scelte che stavo prendendo. Iniziai a mettere in discussione tutto quello che avevo fatto in quell'ultimo anno.

Probabilmente avevo sbagliato tutto. Mi ero fidata di persone sbagliate, mi ero lasciata andare in una storia senza senso, dalla quale non ero ancora riuscita ad uscire.

Tutto questo ragionamento scattò nella mia mente durante la discussione con Angel. Con una sola parola era riuscito a far vacillare tutte le mie convinzioni su Edward.

Evidentemente l'avevo idealizzato a tal punto da non riuscire più a distinguere la verità dall'illusione.

Come mi aspettavo, non si sforzò nemmeno a chiedermi scusa per quello che era accaduto. Al contrario, ogni volta che ci incontravamo, mi guardava con una rabbia inaudita.

La nostra convivenza in casa divenne sempre più tesa, nessuno riusciva a capire quale fosse il suo reale problema. Perfino Eve faceva fatica a comprenderlo.

Per migliorare la situazione, anche Cynthia sembrava essersi schierata contro di me. Non era palese come Edward, ma era chiaro che ci fosse qualcosa che non andava.

Cercai in tutti i modi di spiegarle quello che stava accadendo ma ogni volta lei mi bloccava subito, dicendo che ero io quella che si stava sbagliando.

Odiavo quando sparava giudizi prima di sentire le mie ragioni. Ultimamente mi risultava difficile parlare anche con lei.

Liz, posso entrare?” mi chiese un pomeriggio Eveline bussando alla porta della mia camera.

Certo.” risposi riponendo il libro che stavo leggendo nel cassetto.

Rimani a casa oggi?” mi domandò sedendosi sul letto vicino a me.

Io annuii con la testa.

Vedrai che a Cynthia le passerà.” mi rassicurò subito.

Sapeva che la cosa non mi era indifferente come lasciavo credere.

No capisco se sto sbagliando.” ammisi sinceramente.

Non credo che tu stia facendo niente di male. Stai conoscendo solo una persona.” mi disse lei poco convinta.

Non hai ancora visto niente di negativo su di lui?”

No, sembra intenzionato a comportarsi bene” sorrise lei. “ Tu cosa pensi?”

Non ne ho idea. È così strano. Fa delle cose che non mi aspetterei mai da una persona come lui” le spiegai con aria scettica. Temevo tanto che questa fosse solo una splendida facciata.

Si, ho visto.” annuì lei “ sembra molto gentile e premuroso con te.”

Lo è.” sorrisi

Mi dispiace.” si scusò lei abbassando lo sguardo “ non pensavo che per te certe attenzioni fossero così importanti”

Eve, non ti seguo.” Non capivo proprio a cosa si stesse riferendo. Di cosa si rimproverava? Aveva fatto così tanto per me.

Dai ti porto a prendere una fetta di torta!” mi propose lei entusiasta.

Io scoppiai a ridere. Ora sapevo per cosa fossero quelle scuse.

Eve, non devi farlo. Non mi interessa se mangi con me.” la rassicurai cercando di trattenere le risate.

Ma eri così contenta in quel momento! Non ti avevo mai vista così.”

E' stato il gesto improvviso che mi ha resa felice. Lui riesce sempre a sorprendermi” le spiegai “ fa delle cose del tutto inaspettate. In molti sensi.”

E' piuttosto diretto quando parla di se.” continuò la mia frase.

Fin troppo!” ammisi nervosa “ certi dettagli preferirei non saperli.”

Almeno è sincero. Si mostra sempre per quello che è senza vergogna.” commentò lei.

Si, certo. Ma è difficile mantenere la calma quando parla di certe cose.”

Se ti faccio una domanda, mi rispondi sinceramente?” mi chiese all'improvviso.

Si.” tanto sapeva che con lei non avrei potuto mentire.

Ti piace?”

Non lo so.” dissi imbarazzata “ non mi è indifferente.”

Come immaginavo.” sospirò seria.

E' un problema?”

Non vorrei che ti imbarcassi in un questa storia solo per fare un dispetto ad Edward.” continuò guardandomi fissa negli occhi. Detestavo quando assume quell'aria. Perché avrei dovuto nascondere un secondo fine? Il mio mondo non girava solo intorno a suo fratello!

Punto primo: io non mi sto imbarcando in nessuna storia.” disse innervosendomi “ secondo: ad Edward non importa nulla di me quindi, anche se fosse, non otterrei alcun risultato. Terzo: non ti ho nemmeno confermato che mi piace!”

Liz, non dei offenderti, volevo solo darti un consiglio.” si scusò lei “ lui è molto antico ed esperto, potrebbe prenderti in giro sotto questo punto di vista.”

Pensi che uno come lui non potrebbe mai provare interesse per una come me?” domandai sempre più irritata.

Non capivo perché immancabilmente qualcuno doveva rovinarmi l'umore.

Certo! Tu sei speciale, è normale che sia incuriosito da te. Per il resto non lo so. Non voglio vederti soffrire ancora.”

Tu sei convinta che io non sia alla sua altezza.” dissi alzandomi in piedi.

Liz...” tentò di parlare ma io la zittii all'istante.

Non ero abbastanza per tuo fratello e ora non lo sono nemmeno per lui”.

Questa discussione mi stava facendo diventare isterica. Non sopportavo quelle parole dette da lei.

Liz, tu mi hai frainteso.”

No!” gridai “ io ho capito fin troppo! Mio dio, sei incredibile.” continuai scuotendo la testa. Non potevo credere che lei pensasse questo di me.

Dopo tutto quello che le aveva detto, come poteva?

Devo uscire.” disse fra me e me.

Dove vai?” chiese allarmata.

Io non avevo ancora deciso e quindi lei non poteva vederlo.

Non lo so.”

Recuperai il cappotto e corsi fuori.

In quel momento volevo solo gridare e distruggere qualsiasi cosa mi fossi trovata davanti.

Le sue parole mi avevano irritata così tanto! Perché nessuno doveva avere fiducia in me?

Iniziai a correre nella foresta in cerca qualcosa da mangiare. Forse la caccia mi avrebbe calmata.

Trovai un gruppo di cervi e ne feci fuori un paio in un secondo, senza riuscire a trovare il minimo sollievo.

Continuai a girovagare senza meta parlando e lamentandomi ad alta voce come una pazza.

Bene! Non sono alla sua altezza? Vedremo.” e presi a calci una povera pianta.

Vi detesto tutti!” gridai mentre i miei occhi si riempivano di lacrime a causa del nervoso.

Per concludere tutto in bellezza, mentre camminavo scivolai su un mucchio di foglie finendo a pancia all'aria a terra.

Dannazione!” gridai sbattendo i pugni a terra.

All'improvviso una ristata calda e profonda mi fece sobbalzare. Scattai immediatamente in piedi e mi guardai intorno.

Era Angel che mi osservava divertito appoggiato ad un albero.

Cosa ti hanno fatto questa volta per farti arrabbiare così tanto?” mi chiese lui avvicinandosi.

Solite cose.” bofonchiai pulendomi i pantaloni.

Sei sempre così distratta?” e mi tolse una foglia tra i capelli.

Non sono sbadata.” puntualizzai “ ho solo poco senso dell'equilibrio!”

perché dovevo fare queste pessime figure proprio in sua presenza?

Mi piace questa cosa.” continuò lui accarezzandomi delicatamente la guancia “ ti rende più dolce.”

Non tutti la pensano così.” dissi arrossendo. Mi faceva sempre uno strano effetto il suo tocco.

Non pensare sempre a quello che dice la gente. Non i basta la mia opinione?”

Al momento è quella che preferisco.” risposi abbozzando un sorriso.

Stavi cacciando?” continuò lui.

Si, ma oggi la cosa non mi soddisfa molto.” in effetti mi stavo annoiando terribilmente.

Probabilmente è quello che cacci che non ti soddisfa!” mi provocò lui con un sorriso beffardo.

Divertente!” sorrisi acida dandogli un pugnetto sulla spalla.

Ahi.” scherzò lui. “ se vuoi ti faccio compagnia?” mi propose sorridendo.

Vuoi cacciare animali?” chiesi sorpresa.

Beh, io non ho mai provato, quindi...”

Tu sei proprio strano.” dissi scuotendo la testa.

Dai andiamo!” e mi cinse le spalle con il suo braccio. “ vediamo cosa sai fare.”

Nella foresta c'era un perfetto silenzio. La nostra presenza spaventava tutte le creature in circolazione.

Non ci spingiamo troppo a nord. Lì non possiamo andare.”

Si, Carlisle me l'ha detto e so anche che tu sei amica di una di loro.” commentò incuriosito.

Cynthia è la ragazza del capo branco dei Quileute, non è proprio una di loro.” gli spiegai.

Siete molto amiche?” mi domandò.

Si, è l'unica persona con cui parlo oltre ad Eve.”

Non sei molto socievole!” sorrise lui.

Senti chi parla! Vivi con quei due da secoli e l'unica persona che ti sopporta è Jasper. Chi è più asociale tra noi due?” lo provocai per gioco.

Touche.” e sollevò leggermente le spalle. “ e il suo ragazzo non è contrario alla vostra amicizia?”

<< Loro cercano di interferire il meno possibile. Evidentemente non mi considerano così pericolosa.>> risposi sarcastica.

Lei vive con loro?” continuò lui.

No, abita con i suoi genitori fuori dalla riserva.”

Ultimamente non stai mai con lei.” constatò lui.

Diciamo che la nostra amicizia non piace a nessuno.” sorrisi.

Mi dispiace.” commentò lui non troppo convinto.

A me no. Io sono così, se mi vogliono va bene, altrimenti me ne faccio una ragione.”

In realtà soffrivo molto per l'allontanamento di Cynthia, ma non volevo mostrare questo mio lato a lui.

A me piaci così.” disse lui guardandomi negli occhi.

Ormai il loro colore rosso rubino non mi infastidiva più. Riuscivo a riconoscere tutte le sfumature. Potevo perdermi nella profondità dei suoi occhi, erano così intensi e nello stesso momento pericolosi.

Mentre ero impegnata a contemplare la sua fantastica immagine, lui si voltò di scatto facendomi sobbalzare.

Cos ...”. Non ebbi il tempo di parlare che lui mi tappò la bocca con una mano.

Ascolta.” mi sussurrò.

Cercai di concentrarmi suoi rumori che mi circondavano. In lontananza udii dei rami spezzarsi e poi un intenso odore, molto più invitante rispetto a quello a cui ero abituata.

In perfetto silenzio ci avvicinammo alla preda.

Con mia grande sorpresa scoprii che si trattava di un orso, un enorme orso dalla pelliccia rossiccia. Era piuttosto alto ed era raro trovare certi esemplari da queste parti.

Sorrisi compiaciuta. Finalmente mi sarei divertita.

Guardai Angel per incoraggiarlo a fare la prima mossa.

Lui ricambiò poco convinto e un istante dopo era sparito.

Rimasi a bocca aperta, era velocissimo. Non avevo mai visto nulla del genere.

Pensavo che Edward fosse il vampiro più veloce ed invece mi sbagliavo.

Il tempo di voltarmi verso la preda e lui era già lì a giocare con l'orso.

Si, stava giocando! Lo provocava in tutti i modi per far aumentare la sua furia. L'animale si agitava in tutte le direzioni, non riuscendo a colpire il suo avversario.

Angel era perfettamente a suo agio. Il suo sguardo era divertito e entusiasta.

Emmet impazzirebbe in questo momento!” gli urlai.

Mi dispiace per il tuo fratellino.” e schivò una zampata “ ma questo me lo prendo io.” e gli sferrò un calcio facendolo finire a terra.

L'orso scosse la testa lanciando un urlo di dolore e immediatamente si scagliò sul vampiro, con maggior furia di prima.

Non si gioca con il cibo! Falla finita.” non mi piaceva vedere quell'animale trattato in quel modo.

L'orso approfittò del momento di distrazione del suo avversario e si sollevò sulle zampe posteriori emergendo in tutta la sua altezza.

La sua mole superava di gran lunga quella dell'avversario ma sfortunatamente non servì a nulla.

Lo sguardo di Angel cambiò all'improvviso. Ora era entrato perfettamente nella caccia.

Con un movimento fluido lo schiacciò a terra afferrandolo per il collo. L'impatto fu disastroso. Tutto ciò che era presente sotto l'animale fu schiacciato e distrutto rovinosamente.

Velocemente affondò i suoi denti nella giugulare dell'orso che continuava a muoversi furiosamente.

Rimasi affascinata da quell'incredibile spettacolo. Una scossa di adrenalina e eccitazione mi travolse dolorosamente, seguita da un intenso bruciore alla gola.

Ora tutta la mia attenzione era rivolta sul dolce nettare che scorreva dal corpo ancora vivo della preda.

Il mio battito cardiaco iniziò ad accelerare.

Dovevo averlo.

Il vampiro capì subito le miei intenzioni e si allontanò dall'animale lasciandomi campo libero.

In un secondo avevo già affondato i denti nella sua carne.

Il sangue caldo mi inondò alleviando la mia sete facendomi riprendere il controllo del mio corpo.

Mi rialzai in piedi pulendomi la bocca.

Fantastica.” disse Angel applaudendo.

Ti è piaciuto l'animale?” lo guardai sospetta.

No, che schifo!” e fece una smorfia di disgusto “ no ha niente a che vedere con il sangue umano.”

E allora?”

Tu.” disse sollevando leggermente le labbra sul lato sinistro.

Io?”

Non capivo a cosa si stesse riferendo.

Il modo in cui mi guardavi. Riuscivo a leggere perfettamente il tuo desiderio nei tuoi occhi. Il tuo cuore che accelerava, il tuo corpo che non rispondeva più ai tuoi comandi “ disse lui mentre si avvicinava a me completamente soddisfatto “ il modo in cui hai messo fine alla sua vita” e sollevò gli occhi verso il cielo.” possibile che tu non capisca il tuo potenziale?” e mi prese il volto fra le mani.

Io non...” non riuscivo a parlare. Le sue parole erano incomprensibili ma nello stesso tempo era come se volessero risvegliare qualcosa di profondo che avevo nascosto.

Tu non sei come gli altri, Elizabeth. Sei speciale e saresti perfetta se solo ti lasciassi andare.” continuò lui.

Non credo sia il caso.” dissi ancora stordita.

Beh è già un passo avanti. Non hai detto “non voglio!”” sorrise.

No!” e mi sciolsi dalla sua presa. “ Non posso, io non....”

Non devi avere paura. Non fai niente di male, semplicemente stai accettando te stessa.” continuò lui sempre più convinto.

Non voglio essere un mostro.” ripetevo fra me e me mentre cercavo di convincermi che tutto quello che stava dicendo fosse sbagliato.

Ti sto dando un'altra opzione che non avevi considerato.” mi sussurrò lui.

Io ho già scelto.” il mio tono di voce stava diventando isterico. Perché iniziavo a provare tanta curiosità per una vita che avevo sempre disprezzato? “ L'ho fatto dal primo momento che mi sono trasformata.”

No, Liz! Tu non hai avuto la possibilità di decidere. Hai frequentato persone che ti hanno imposto il loro regime.” la sua voce ora era dolce e comprensiva “ non dirmi che ti senti completa così?”

Faticavo a rispondere a quella domanda. Certo che non mi sentivo completa ma non per i motivi che pensava lui. Io non sapevo ancora cosa fossi. Avevo stimoli che mi portavano a comportarmi da umana e altri che mi trascinavano vicino all'essere in mostro. C'era una continua lotta dentro di me.

Non so ancora cosa sono.” dissi serrando la mascella.

Allora lascia che te lo mostri.” mi sussurrò accarezzandomi i capelli.

Non lo so, io ho bisogno di pensare. Non credo sia la scelta giusta per me.” balbettai.

Non devi avere paura.” continuò lui.

Ora è meglio che vada.” e mi scansai da lui con fatica.

Vuoi che ti accompagni?” mi propose.

No, vado da sola.” e voltandogli le spalle corsi via.

Avevo paura di tornare a casa. Eve sicuramente aveva visto tutto e non si sarebbe limitata ad una semplice ramanzina.

E come darle torto?

Stavo per rinnegare tutti i miei valori. Stavo per mandare a puttane tutta la fiducia che i Cullen avevano riposto in me.

Più ripensavo alle sue parole e più i dubbi aumentavano.

Non capivo come Angel in poco tempo, fosse riuscito a portare a galla il mio lato nascosto.

Non sapevo a quale scelta sarei arrivata ma mi auguravo solo di non perderlo.

Non mi ero mai sentita così me stessa con una persona. In un certo senso dovevo sempre trattenermi con gli altri, ma con lui no.

Era tutto molto più semplice. La sua presenza mi distraeva, evitava che i miei pensieri mi tormentassero ogni secondo della giornata. Riusciva ad alleviare il dolore della perdita di Edward.

Immancabilmente, però, quando non eravamo insieme, la voragine nel mio petto tornava a farsi sentire.

Aprii silenziosamente la porta di casa e immediatamente mi accorsi che c'era qualcosa di strano. Avevamo ospiti.

Andai subito in sala per vedere chi fosse.

Jake!” dissi sorpresa.

Il licantropo, accompagnato da Sam, l'altro membro del branco, discuteva con Carlisle e il resto della famiglia.

I volti dei Cullen erano tesi e nervosi, come quelli degli altri due.

Presa dal panico immaginai subito che fosse accaduto qualcosa di brutto. Era l'unica spiegazione che riuscivo a darmi.

E' successo qualcosa a Cynthia?” chiesi mentre rabbrividivo al solo pensiero.

No.” Jacob scosse la testa. “ o almeno non ancora.”

Che vuoi dire?”. Non mi piaceva affatto il suo tono.

Se vuoi starle ancora vicino cerca di recuperare quel poco di buon senso che avevi.” mi ringhiò contro.

Calmati.” lo fermò Sam bloccandolo per un braccio.

Emmet e Jasper si mossero impercettibilmente notando la reazione del licantropo.

Per favore, cerchiamo di comportarci da persone civili.” intervenne Carlisle mettendosi fra di noi. “ Jacob ho apprezzato molto la tua visita e la tua serietà e cercheremo di fare tutto quello che possiamo ma ti ripeto, Eveline ha tutto sotto controllo, se dovesse vedere qualcosa sarai immediatamente avvertito.”

I due lupi fecero annuirono.

Spero di non dover tornare nuovamente.” disse Jacob stringendo la mano a Carlisle.

Lo spero anch'io.” rispose lui al saluto.

perché sono venuti?” domandai non appena uscirono di casa.

Volevano sapere dei nuovi arrivati.” mi spiegò nervoso Jasper.

Sicuramente a lui non faceva piacere questa situazione, del resto erano suoi amici.

Ma non è successo niente, vero?”

No e non accadrà.” intervenne Eveline prendendo la mano del suo compagno.

Ne sei così sicura?” domandò in tono di sfida Edward.

Stai mettendo in dubbio le mie capacità?” rispose lei innervosendosi.

No, sembra solo che qui nessuno capisca quali pericoli stiamo correndo.” continuò lui.

Io sono d'accordo con te. Questa situazione non i piace, è tutto fin troppo strano.” aggiunse Rosalie prendendo le parti del fratello.

Ragazzi vi prego.” li fermò Carlisle “ stiamo esagerando. È normale che i licantropi siano venuti in cerca di spiegazioni ma voi sapete già tutto. È inutile discutere.”

Ben detto!” esultò Emmet “ male che va ci divertiremo con una bella rissa!”

Stupido!>> lo rimproverò Rose.

<< Uffa, scherzavo.” sbuffò il vampiro.

Non credo che ci saranno problemi. Non hanno intenzione di fare nulla.” aggiunsi per tranquillizzare gli altri.

Certo, perché tu ormai sei così in confidenza con loro che ti rivelano anche i loro piani.” rispose Edward. Nella sua voce si percepiva solo un profondo disprezzo.

Smettila, non hai il diritto di parlare così.” gli urlai contro.

Se quelli distruggeranno la mia” e sottolineò l'aggettivo “ famiglia non mi limiterò ad uccidere loro.” ruggì scattando in piedi.

Edward!” gridò Esme “ finiscila! Non ti permetto di parlare così.”

Per favore.” sbuffò lui andando via.

La donna fece un profondo respiro e cercò lo sguardo del marito.

Diamoli tempo.” furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca.

La situazione che si stava creando non mi piaceva affatto, c'erano troppo tensioni in casa e in parte tutto questo era colpa mia.

La mia amicizia con Angel contribuiva ad aumentare il tutto.

Percepivo fin troppo bene l'odio di Edward e di Rose, la difficoltà di Jasper. Probabilmente anche lui si sentiva responsabile.

Io non avvertivo tutto questo pericolo, non credevo che Angel e i suoi amici fossero così stupidi da rischiare la vita.

O almeno era quello che speravo.

 

 

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@ nene_cullen: oddio anch'io adoro Angel, soprattutto quando è malvagio!!!hihihih

no, perchè devo far soffrire Edward???!!! quel povero ragazzo è già depresso di suo!ahahaha cmq tra un pò tornerà ad essere partecipe alla storia!!!

grazie per il commento!!! a presto!!

 

@garakame: beh, in effetti non l'Edward a cui siamo abituate, è un pò più complesso e strano del solito! però ti posso assicurare che più in la avrà un'altro ruolo

e le cose inizieranno a chiarirsi! però non ti svelo niente!ahahahah

 

@Saretta_trylli: sono contenta che questa versione di Edward ti piaccia ma ti assicuro che non hai ancora visto niente!!!!!! tra un pò le cose cambieranno e inizieranno a prendere un lato diverso!

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Capitolo 29
*** You'll Be The Death Of Me ***


You'll Be The Death Of Me

 

 

Erano passati più di tre mesi dall'arrivo dei tre nuovi vampiri. Da quel giorno erano cambiate molte cose,la maggior parte in peggio.

Il rapporto con la mia famiglia si stava sgretolando giorno dopo giorno. Non potevo di certo incolpare totalmente loro per quello che stava accadendo. Ero io ad essere più distante, forse perché non ricevevo l'appoggio che mi sarei aspettata.

Giudicavano il mio comportamento sbagliato e imprudente, senza chiedersi nemmeno il motivo per i cui io stessi reagendo così.

Da parte mia, però, non mi sforzavo di dare alcuna spiegazione.

Trascorrevo la maggior parte del mio tempo libero in compagnia di Angel. Con lui mi sentivo come non lo ero mai stata. Non dovevo preoccuparmi di nulla in sua presenza. Mi accettava per quello che ero o almeno era quello che pensavo all'inizio.

Sin dal primo momento avevo messo in dubbio il mio stile di vita, sostenendo che io non avessi avuto la possibilità di scegliere come gli altri. All'inizio non ero affatto d'accordo con lui. Non ero stata costretta a rifiutare il sangue umano , ero stata io a decidere di non diventare un'assassina.

Con il passare dei giorni, però, stavo mettendo in dubbio molte questioni.

Forse il fatto che non riuscivo ad accettare me stessa era proprio perché non avevo appreso bene la mia natura.

Negli ultimi giorni vivevo dilaniata da questo dubbio. Ero praticamente divisa in due. Una parte di me, la più razionale, mi faceva restare ancorata agli insegnamenti di Carlisle. L'altra, la più oscura, mi tentava ogni secondo ad oltrepassare il limite.

Al momento, la prima, era ancora in vantaggio.

Ma per quanto avrebbe resistito?

In fondo anche gli altri membri della mia famiglia, per quanto sapevo, avevano superato questa crisi.

Avevano provato entrambi i modi di vivere e in fine avevano scelto di essere così.

E se io fossi stata diversa da loro? Se non fossi destinata ad essere “ buona”?

Più mi allontanavo da loro e più i dubbi si facevano strada nella mia mente.

La scuola era chiusa per le vacanze di Natale e ciò voleva dire che il mio compleanno si stava avvicinando.

Odiavo quel giorno. Fu proprio durante il mio diciassettesimo compleanno che fui trasformata.

Il pensiero di quell'orribile notte mi metteva i brividi. Dopo due anni, avevo ancora gli incubi e non avevano la minima intenzione di andare via.

Pensai alla mia vera famiglia. Mi mancavano terribilmente e sicuramente loro provavano la stessa cosa per me.

Avrei tanto voluto vederli, fargli sapere che stavo bene, ma tutto ciò era impossibile. Mi limitavo semplicemente a fidarmi delle visioni di Eveline. Almeno sapevo che erano al sicuro.

“ a cosa pensi?” mi chiese Angel mentre guardavamo un film a casa sua.

“ Tra due giorni è il mio compleanno.” risposi pensierosa.

“ E scommetto che la cosa non ti fa piacere.” concluse lui.

“ Esatto.”

“ perché, se posso saperlo?”

“ Odio festeggiare il mio compleanno. Odio stare al centro dell'attenzione, anche se non credo che sia il caso di quest'anno.”

Non avevo mai capito che senso avesse festeggiare l'età che avanza. Al contrario, bisognerebbe essere tristi e invece paradossalmente si è felici. So che per me questo discorso non valeva, io non invecchiavo ma la questione era la stessa. Odiavo quel giorno.

“ Se vuoi possiamo andare via per un paio di giorni.” mi propose lui mentre giocherellava con i miei capelli.

Ultimamente iniziai a pensare che la nostra amicizia si stesse trasformando in qualcosa di diverso.

Eravamo molto più intimi rispetto all'inizio, spesso ci trovavamo a fare strani discorsi che la maggior parte delle volte mi mettevano in imbarazzo, ma una parte di me apprezzava molto le sue attenzioni.

“ Non credo sia il caso. La situazione a casa è già piuttosto tesa.” sbuffai.

“ Allora puoi stare qui da me, così nessuno ti potrà infastidire.” sorrise.

“ Penso che andrò a fare un giro con Cynthia. È tanto che non la vedo.” e appoggia la testa sulla sua spalla. Angel mise un braccio dietro la mia schiena e mi avvicinò di più a lui.

“ Come vuoi tu.” e mi diede un bacio sulla guancia.

Io arrossii immediatamente. Non ero abituata a questi slanci di affetto. Non era di certo il tipo di ragazzo a cui piacevano queste cose!

Io suoi modi di dimostrare attenzione erano ben altri.

Lui tentò, a stento, di trattenere le risate vedendo la mia reazione.

Rimanemmo abbracciati a lungo, scherzando e parlando come due normali ragazzi.

Adoravo questi semplici momenti!

Sfortunatamente la presenza di Spike rovinò quella piacevole atmosfera.

Si sedette sul divano vicino a noi e prese il controllo della tv.

“ Sei un maleducato.” mi lamentai

“ Dolcezza questa è casa mia e per di più è anche ora della mia soap opera preferita!” e mi guardò con un ampio sorriso, poi tornò a cambiare i canali.

“ Sta scherzando?” chiesi sorpresa ad Angel.

“ No.” rispose serio “ non capisco proprio cosa ci trovi in quegli intrighi senza senso.”

“ Non sono senza senso!” protestò il vampiro biondo “ognuno ha una propria storia e a mano amano si intreccia con quella degli altri personaggi. C'è amore, passione, veri sentimenti!” continuò lui difendendo le proprie opinioni.

Rimasi per un secondo a guardarlo sconvolta e poi scoppiai a ridere. Non riuscivo porprio ad immaginare come Spike potesse trovare interessante vicende del genere.

Angel mi aveva avvertita che Spike fosse del tutto fuori dal comune, ma non pensavo fino a quel punto.

“ Non c'è niente da ridere. Non ne hai mai vista una?” mi domandò offeso.

“ Certo! Ma io sono una ragazza di diciannove anni e tu un vampiro di centottantasette!” risposi continuando a ridere.

“ Sei solo una bambina, non puoi coglierne la profondità.” e tornò a guardare la televisione.

“ Vedi con chi sono costretto a vivere?> mi disse scherzando Angel a bassa voce.

“ Dai, è simpatico!”

“ Certo, come una spina nel fianco.”

All'improvviso sentimmo un tonfo dal piano di sopra, seguito da un grido.

Sobbalzai per lo spavento.

“ Oggi è di nuovo fuori di testa.” commentò Spike tornando serio.

Probabilmente Drusilla aveva una delle sue crisi.

Frequentando di più quella casa, avevo assistito a varie scene di follia da parte della donna.

All'inizio mi terrorizzava, ma con il passare del tempo avevo iniziato a provare una certa tenerezza nei suoi confronti.

“ Vado da lei.” rispose Angel alzandosi in piedi. “ torno subito”

Angel era molto legato a Drusilla e lei provava una sorta di venerazione nei suoi confronti.

Spike serrò la mascella chiaramente innervosito.

“ perché ti da fastidio?” gli domandai.

“ Angel ha una cattiva influenza su Dru.” rispose cercando di mantenere la calma.

“ Ma riesce a farla stare meglio.” obiettai.

“ E' meglio che tu non conosca certi dettagli.” e scosse la testa.

“ Angel ha creato anche te?”

Non sapevo nulla di Spike. Avevo sempre voluto ascoltare da lui la sua storia ma non avevamo mai avuto l'occasione di parlare.

“ No, è stata Drusilla.” sorrise lui “ mi ha salvato la vita.”

“ Veramente? Stavi morendo?” chiesi sorpresa.

“ No, bambolina. Mi ha salvato da quell'orribile realtà in cui vivevo “ mi spiegò “ vivevo a Londra ed ero un poeta, non molto apprezzato, ma mi piaceva quello che facevo. La mia vita era tranquilla finché un giorno mi innamorai di una donna e lei mi distrusse in modo atroce “ continuò lui. Il suo sguardo era un misto tra l'odio e la tristezza.

“ Come?” domandai incuriosita.

“ Le ho proposto di sposarmi e lei mi ha rifiutato dicendo che non ero abbastanza per lei. Non ero alla sua altezza.” e scandì bene le ultime parole imitando la voce della donna.

Rimasi piacevolmente colpita da questo lato di Spike. Non pensavo che nascondesse quest'animo così romantico.

“ Mi dispiace.” dissi abbassando lo sguardo.

“ E per quale motivo?” mi chiese lui non capendo la mia reazione.

“ Non è bello essere rifiutati. Non credo che ti meritavi questo comportamento.”

“ Hai ragione.” disse appoggiando la testa sulla spalliera del divano “ ero davvero un bravo ragazzo all'epoca. Studiavo, lavoravo, mi prendevo cura di mia madre. Sai, l'ho vampirizzata dopo la mia trasformazione. Volevo portarla con me!” e mi guardò con un aria del tutto innocente.

“ Un bel gesto da parte tua.” balbettai in difficoltà.

“ Poi l'ho uccisa. Aveva delle strane tendenze.” continuò corrugando la fronte.

“ Ah.” e rimasi a bocca aperta.

Pronunciava quelle parole come se stesse raccontando una normalissima storia.

“ Mi manca mia mamma.” sollevò le spalle e sistemò meglio sulla poltrona.

Io feci lo stesso.

Angel trascorse molto tempo in camera di Drusilla e la cosa mi diede un certo fastidio. Non osavo immaginare cosa provasse Spike in quel momento.

Io e il vampiro biondo rimanemmo a guardare la tv. Lui mi fece un resoconto veloce della soap opera e a mano a mano mi spiegava cosa stesse accadendo.

Io non feci altro che ridere, non riuscivo proprio ad essere seria in quel momento. Dopo un po' si arrese anche lui, e si unì a me.

Non mi ero mai accorta di quanto fosse particolare. Il suo viso si illuminava ogni volta che sorrideva e avevo imparato che sotto quella facciata da duro, con i capelli ossigenati e lo spolverino di pelle, si nascondeva qualcosa di più profondo.

Spike non era affatto come Angel. Era più semplice, possedeva una spontaneità diversa. Era molto più umano rispetto al suo compagno.

“ Posso darti un consiglio?” mi chiese all'improvviso.

“ Certo.”

“ Piccola “ e si voltò verso di me per guardarmi fissa negli occhi “ torna dalla tua allegra famigliola. Questo non è un posto per te.”

Stavo per rispondere, quando Angel tornò. Spike tornò al suo posto e non disse più nulla.

Perché darmi questo avvertimento? In fondo anche se le intenzione di Angel fossero state altre, a lui cosa importava?

“ Usciamo?” mi propose l'altro vampiro tendendomi una mano.

“ Ok.”.

Alzandomi in piedi, inciampai contro una piega del tappeto, finendo direttamente fra le braccia di Angel.

“ Scusa.” balbettai arrossendo.

Spike scosse la testa divertito, l'altro vampiro scoppiò a ridere.

“ E' meglio che andiamo, prima che tu mi distrugga tutta la casa.” disse trascinandomi via.

L'aria di dicembre si fece sentire particolarmente quella sera. Il cielo prometteva solo gelo e neve.

“ Hai freddo?” mi chiese lui mentre passeggiavamo.

La mia mano tremava racchiusa nella sua.

“ Un pò” risposi sistemandomi la sciarpa.

“ Se vuoi possiamo andare.”

“ No, non voglio andare a casa.” mi lamentai.

“ Sei tu che stai diventando un cubetto di ghiaccio.” scherzò lui abbracciandomi.

“ Ora va meglio.” e affondai la testa nel suo petto.

“ Sei incredibile!” e mi diede un bacio sulla fronte.

Quel semplice gesto mie fece sobbalzare. Uno stupido gesto fece tornare a galla tutto il mio dolore.

Un flash nella mia mente mi riportò ad alcuni mesi prima, mentre ero nel letto in camera mia, distrutta dall'attacco con i licantropi. E c'era lui, “ sei incredibile “ e poi un bacio sulla fronte.

Istintivamente mi scansai da Angel e ripresi a camminare. Lui non disse nulla.

Ci sedemmo su una panchina lontana dalla folla che girovagava allegra e spensierata. I giorni di festa mettevano tutti i di buon umore. Tutti tranne me.

Mi raggomitolai portandomi le gambe al petto e lasciai che il mio sguardo se perdesse tra le scintillanti luci natalizie.

Angel, al mio fianco, rimase immobile.

Dopo tutto questo tempo trascorso insieme si era abituato ai miei sbalzi di umore. Inizialmente aveva tentato di capire cosa ci fosse dietro il mio comportamento, ma io non gli avevo mai detto alcuna motivazione.

Probabilmente ci era arrivato da solo dato che non mi faceva più domande.

Improvvisamente scattò in piedi.

“ Non è questo il posto in cui vorresti essere.” disse in tono serio.

“ Ma cosa dici?”. Era questo l'unico posto in cui potevo stare.

“ Liz, non sono stupido.” continuò guardandomi negli occhi.

“ Non è come credi.”. Gli andai vicino prendendogli le mani “ è complicato.” sussurrai.

In quel momento la neve cominciò a scendere lentamente. I fiocchi sempre più grandi si scioglievano al contatto con il terreno bagnato.

Sorrisi sollevando la testa verso il cielo.

Lui strinse le mie braccia intorno alla mia vita e mi avvicinò a lui.

Solo qualche centimetro separava i nostri volti.

“ Non sei costretta a rimanere qui, con me.” continuò addolcendo la voce.

“ Voglio stare qui, con te.” risposi sospirando.

Dovevo volere questo. Era l'unico modo per proseguire. Passare oltre.

Lui si avvicinò ancora. Il suo profumo mi invase completamente facendomi rabbrividire. Con le labbra iniziò a baciarmi sulla guancia e poi sempre più in basso verso il collo.

Il contatto della sua pelle con la mia mi fece tremare. Un misto tra eccitazione e terrore.

Involontariamente lo strinsi ancora di più forte, portando le manie dietro la sua nuca.

Dolcemente sfiorò le sue labbra contro le mie.

Non eravamo mai arrivati a questo punto.

All'inizio rimasi immobile. Il mio cuore iniziò ad accelerare, riuscivo a sentire il suono del mio battito nel mio petto, contro il suo completamente muto.

Non sentivo nemmeno più il freddo che fino a qualche minuto prima mi stava congelando, sia all'esterno che all'interno.

No, non sentivo più freddo. Stavo forse tornando a vivere?

Non trovando alcuna reazione da parte mia, Angel si scansò leggermente.

“ Non andare via.” sussurrai mentre la mia voce tremava.

Lui sorrise.

“ Non vado da nessuna parte.” e mi baciò.

Le sue labbra erano così calde e morbide. Il suo tocco e i suoi movimenti erano esperti e sicuri.

Mi sollevai sulle punte dei piedi per raggiungerlo meglio. Per qualche momento mi sentii finalmente al sicuro.

Trascorsi tutta la notte e il giorno seguente a ripensare a quello che era successo.

Non riuscivo a darmi pace, ero nella confusione più totale.

Avrei chiesto consiglio ad Eve, ma sicuramente mi avrebbe accusata di essere troppo ingenua e imprudente, probabilmente avrebbe avuto ragione.

La cosa che mi infastidiva maggiormente era che non riuscivo a ragionare con razionalità. La mia mente era totalmente offuscata.

Erano mesi che non provavo sensazioni del genere e tutto ciò mi faceva alquanto piacere. Avevo vissuto nell'ombra e nel ricordo di una storia impossibile ed ora, grazie ad Angel, stavo riemergendo.

Probabilmente, però, il prezzo da pagare per tutto questo sarebbe stato troppo alto.

“ Ho bisogno d'aiuto.” dissi tutto d'un fiato non appena aprì la porta.

“ Oh, ma guarda chi è ricomparsa.” rispose Cynthia stizzita.

“ Per favore.” continuai sempre più agitata.

Il suo viso si fece preoccupato vedendo la mia reazione e mi lasciò entrare.

“ E se mi stessi imbarcando in una storia ancora più tremenda di quella con Edward?” le domandai sprofondando nel divano e nascondendomi il volto fra le mani.

“ Ti direi che sei un idiota.”

“ Perfetto.” sospirai.

“ Racconta.” mi incitò lei sedendosi vicino a me.

“ Ho baciato Angel, cioè lui ha baciato me e io ho risposto.” le spiegai imbarazzata.

“ Angel. Il nuovo vampiro?” disse lei rimanendo sconvolta.

Ecco, quella era l'unica espressione che non avrei mai voluto vedere sul suo volto.

Io annuii semplicemente, senza riuscire a guardarla negli occhi perché ero sicura di trovare solo una profonda delusione.

“ perché?” mi chiese dopo un interminabile silenzio.

“ Lui non è come pensi. Certo non sarà un santo ma almeno mi rispetta e mi capisce.” cercai di spiegarle.

“ Liz, ti prego! A questo punto preferisco Cullen e sai quanto lui non mi piaccia.”

“ Lo so “ sorrisi.

“ Sei sicura di quello che stai facendo?” il suo tono di voce si fece più comprensivo.

“ Credo sia la scelta migliore.”.

Più che altro volevo convincere me stessa.

“ Allora va bene.” concluse lei seria.

“ Cosa?” domandai incredula. Non mi aspettavo che Cynthia potesse approvare le mie scelte quando nemmeno io ero sicura di quello che stavo facendo.

“ E' inutile che ti dica che ti stai sbagliando, tanto sarebbe solo fatica sprecata. Fai sempre il contrario di quello che ti dico.” e mi diede un pizzicotto “ quindi vai avanti e valuta la situazione.”

“ Grazie, non ti facevo così diplomatica.” risposi corrugando la fronte.

Non capivo ancora se mi stesse prendendo in giro.

“ Beh, domani è il grande giorno!” esultò cambiando discorso. “ Cosa festeggiamo, i tuoi diciannove anni o i due di trasformazione?” mi provocò lei.

“ E se facciamo nessuno dei due?” proposi guardandola con occhi supplicanti.

“ Eh, no! Questo me lo devi!” continuò lei incrociando le braccia al petto.

“ Uffa.” mi arresi subito.

Sapevo che sarebbe stata una battaglia persa in partenza, quando si metteva in testa qualcosa era difficile farle cambiare idea.

“ Allora andiamo a cena fuori e poi facciamo una passeggiata tranquilla. Una serata pacifica, solo io e te!” e mi mostrò il suo sorriso migliore.

“ E con Jacob come la mettiamo? Non credo che sia molto favorevole a farti uscire con me.” le dissi smorzandole l'entusiasmo.

“ Mmmm non lo so. Troverò il modo di corromperlo.”

“ Ok, se lo dici tu.” risposi poco convinta. “ però non voglio nessun cane da guardia!”

“ Liz, questa era cattiva!” si lamentò lei.

“ Scusa, sono un po' acida oggi.” dissi scrollando le spalle.

“ No fa niente, tanto domani ti farai perdonare in un modo o nell'altro. Ah, e non voglio scuse di nessun genere. Nemmeno quella pazza di Eve potrà fermarmi! Non ha ancora organizzato niente, vero?”

“ No e sicuramente non lo farà. I rapporti a casa sono piuttosto tesi”

“ Perfetto, così ti svaghi un po'.”

In effetti una bella serata in tranquillità era proprio quello che ci voleva.

Solo io e la mia amica, niente vampiri.

Magari sarei riuscita anche a fare un po' di chiarezza nella mia testa.

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Capitolo 30
*** Older And Far Away ***


 

Older And Far Away

 

 

 

 

Quella notte gli incubi più tremendi popolarono i miei sogni. Mi svegliai più volte in preda al panico.

Rivivevo continuamente la notte della mia trasformazione ed ogni volta era sempre più atroce e doloroso. Era tutto così reale che quando mi svegliavo facevo fatica a capire dove mi trovassi.

Il mattino seguente rimasi a letto fino alle due del pomeriggio. Non avevo la forza e la voglia di uscire da quella stanza.

Nascosi la testa sotto il piumone e rimasi immobile a godermi quel delizioso calduccio.

Dal piano di sotto provenivano le risate di Emmet ed Esme. Il ragazzo stava aiutando la donna nelle faccende di casa e lei lo trovava molto divertente. Più che collaborare non faceva altro che fare danni.

Jasper ed Eve erano in giardino a giocare con la neve. Riuscivo a sentire la voce gioiosa di lei e quella più profonda di lui.

Edward era nella sua stanza ad ascoltare la musica.

Finalmente mi decisi a fare il grande passo. Iniziai facendo uscire un piede fuori le coperte ma faceva troppo freddo e quindi lo ritrassi immediatamente dentro.

“ Ecco casa significa vivere in una casa piena di vampiri, nessuno accende mai il riscaldamento.” bofonchiai con la faccia affondata nel cuscino.

Lentamente iniziai a scoprirmi e dopo interminabili minuti mi alzai in piedi.

Corsi subito a fare una doccia e rimasi mezz'ora sotto il getto d'acqua bollente.

Quella mattina la mia vita scorreva a rallentatore. Più precisamente ero io quella lenta e tutto intorno a me si muoveva troppo velocemente.

Indossai una tuta e rimasi pietrificata nel guardarmi allo specchio.

I capelli non avevano più un senso, avevano preso loro il controllo di tutto. Il mio colorito era bianco come non mai. I miei occhi erano di un blu spento, senza vita, cerchiati da profonde occhiaie violacee a causa della notte agitata.

Un fantasma sarebbe stato meno spaventoso di me in quel momento.

Mi diedi due pizzicotti sulle guance per farle colorire e scesi giù.

Emmet fu il primo a vedermi.

“ L'età che avanza non ti dona affatto.” disse scoppiando a ridere.

In un secondo mi sollevò da terra abbracciandomi. “ Auguri sorellina!”

“ Grazie.” risposi soffocando nella sua presa.

“ Buongiorno dormigliona.” intervenne Eve entrando dalla grande vetrata della sala.

In mano aveva un palla di neve perfettamente modellata.

In una frazione di secondo quella deliziosa palla si scontrò con il mio viso, ricadendo a terra, sbriciolata in mille fiocchi di neve e ghiaccio.

Rimasi immobile senza capire bene cosa fosse accaduto esattamente.

“ Scusa.” scoppiò a ridere la ragazza mentre mi asciugava con la sua maglia i capelli bagnati. “ ho visto troppo tardi che non l'avresti schivata.”

anche gli altri si unirono al coro di risate, compreso Edward che era appena sceso.

Il tono della sua voce mi fece riprendere. Mi scansai da Eve e finii di asciugarmi da sola con il viso rosso per la pessima figura.

Ottimo modo di iniziare il giorno più brutto dell'anno!

Andai in cucina in cerca di cibo anche se non ero particolarmente affamata. Presi dal freezer una scatola di gelato e mi diressi di nuovo in camera.

“ Liz, hai intenzione di passare tutto il pomeriggio così?> mi domandò Eve bloccandomi la strada.

“ No, più tardi esco con Cynthia” risposi riprendendo a camminare.

“ Allora cerca di migliorare il tuo umore per quell'ora, altrimenti la serata andrà piuttosto male.” mi urlò lei mentre mi chiudevo la porta alle spalle.

Accesi lo stereo e mi buttai sul tappeto a mangiare il gelato.

Rivolsi lo sguardo verso la finestra e sospirai vedendo che stava ancora nevicando. La foresta era coperta da una coltre di soffice neve, tutto era perfettamente immobile e silenzioso. Uno spettacolo davvero meraviglioso.

Rimasi in quella posizione per non so quanto tempo, immersa nei miei pensieri più caotici, finché non mi decisi a prepararmi per uscire.

Erano mesi che non mi vestivo in maniera decente, sempre jeasn e felpa. Oggi avrei fatto un'eccezione. Probabilmente Eve aveva già previsto tutto. Non appena aprii la cabina armadio trovai in primo piano alcuni vestiti già pronti.

Sospirai di sollievo, almeno non avrei dovuto faticare a trovare qualcosa.

Cercai di aggiustare i miei capelli ma il risultato non fu proprio come me l'aspettavo. Indossai una gonna corta a pieghe nera e una maglia grigia a collo alto con una leggera arricciatura a livello del seno.

Eve tentò di propormi una scarpa con il tacco ma io rinunciai subito.

Neve, tacchi, massima scoordinazione, equivalevano ad un disastro assicurato!

Infilai il mio paio di Converse nere e passai al trucco.

Cynthia, come al solito, era in ritardo.

Veniva a prendermi lei poiché non avevo nessun auto a disposizione. Odiavo non avere una completa libertà.

Mi infilai il cappotto e scesi giù ad aspettare.

Sulle scale mi scontrai letteralmente con Edward. Mentre cercavo di allacciarmi un bracciale, non mi accorsi della sua presenza e inciampai su un gradino finendo praticamente fra le sue braccia.

Il contatto con il suo corpo fu devastante. Erano mesi che non ci sfioravamo nemmeno.

Cercai subito di rimettermi in piedi e mi allontanai da lui.

“ Scusa.” balbettai in difficoltà.

“ Non fa niente.” sorrise appena “ Vuoi una mano?” e indicò il mio bracciale.

“ Grazie.” e gli tesi il braccio.

Velocemente legò il gancetto microscopico ad una delle maglie del bracciale.

Riuscii a malapena a sentire le sue dita che sfioravano il mio polso.

Fu tutto troppo veloce.

Mi fece un altro sorriso di cortesia e proseguì verso camera sua.

“ Elizabeth.” mi chiamò prima che io entrassi in sala.

Mi girai di scatto sentendo il nome pronunciato dalla sua voce che avevo desiderato così tanto.

“ Buon compleanno.” e sparì.

La serata con Cynthia passò piacevolmente. Mangiammo cibo cinese fino a scoppiare e poi una semplice passeggiata nel centro di Port Angeles.

Evitammo di toccare argomenti delicati, come Edward o Angel. Più che altro lei mi aggiornò sulle ultime vicende dei nostri compagni di scuola. Giravano voci su una ipotetica storia fra Mike Newton e Jessica Stanley, anche se il ragazzo aveva smentito più volte scatenando l'ira di lei.

Rimanemmo a spettegolare su di loro per tutto il tempo, quando volevamo riuscivamo ad essere anche piuttosto perfide.

Jacob interruppe la nostra conversazione più volte, chiamando la sua ragazza per sapere se era ancora viva.

Non ero io il problema principale, ma le mie nuove amicizie.

Verso le undici e mezza mi riportò a casa.

“ Grazie Cynthia, sono stata davvero bene!” le dissi abbracciandola.

“ Sono contenta, era tanto che non passavamo del tempo insieme.” aggiunse lei.

“ Ti chiamo presto.” e uscii dalla macchina.

Lei mi mandò un bacio e andò via.

Mentre aprivo la porta di casa mi accorsi che c'era qualcosa di strano.

Non si sentiva alcun rumore provenire dall'interno e tutte le luci erano spente.

La cosa non mi piaceva affatto. Era impossibile che fossero usciti tutti, sarei stata avvertita.

Questo voleva dire una cosa sola … il mio incubo peggiore si stava avverando!

Accesi la luce del salone e rimasi paralizzata con la mano ancora sull'interruttore.

Uno spettacolo atroce si presentò davanti ai miei occhi.

Palloncini colorati, una torta gigante, Emmet e Carlisle con un cappellino rosso in testa e una trombetta in mano.

Esme sorrideva beata, Rosalie godeva della mia disperazione, Jasper aveva uno sguardo di profonda compassione nei miei confronti.

Eveline mi corse in contro abbracciandomi.

“ Sorpresa!” gridarono tutti in coro.

Io rimasi senza parole continuando a fissare la mia famiglia con uno sguardo allucinato.

Odiavo le feste a sorpresa ma a quanto pare loro no. Erano tutti contenti ed entusiasti.

La stanza era organizzata alla perfezione e anche loro erano perfetti!

Esme indossava un vestitino celeste lungo fino al ginocchio, con una leggera scollatura e una fascia in vita che esaltava la sua figura snella.

Carlisle aveva una camicia bianca con un maglione grigio sopra e un pantalone elegante. Sembrava più un modella che un padre di famiglia.

Rosalie era fantastica fasciata in un abito rosso che esaltava tutte le sue forme. I suoi capelli biondi ricadevano morbidi sulla schiena.

Emmet, al suo fianco, indossava una camicia nera ed una giacca coordinata. La sua espressione era la più comica, sembrava un bimbo di cinque anni che partecipava per la prima volta ad una festa.

Probabilmente Jasper stava controllando il mio umore perché improvvisamente iniziai a rilassarmi.

Anche lui era perfetto e impeccabile.

Una maglietta a maniche corte grigia, con sopra un gillet nero slacciato. I jeans scuri e una scarpa leggermente elegante completavano il tocco.

Eveline, come sempre, era favolosa. Indossava un pantalone nero che le fasciava perfettamente le gambe, rese più slanciate dal tacco vertiginoso delle sue scarpe. Tutto coordinato ad un top bianco senza spalline, con dei ricami neri.

“ Scusa ma non siamo riusciti a trattenerla, l'ultimo compleanno che abbiamo festeggiato è stato quello di Emmet, ma ormai parliamo di tantissimi anni fa!” intervenne Carlisle in difficoltà.

“ Immagino.” e guardai in cagnesco la ragazza che continuava a comportarsi come se tutto fosse normale.

“ Abbiamo pensato che dopo questi ultimi giorni un po' particolari, avremmo potuto passare una piacevole serata in famiglia.” mi spiegò dolcemente Esme.

“ Certo. Scusate, sono io che non amo le cose senza preavviso.” risposi cercando di addolcire la voce.

Non volevo sembrare maleducata dopo tutto quello che avevano fatto.

“ Sapevo che non ti saresti arrabbiata.” mi sussurrò Eve.

“ Con te faccio i conti dopo.” le dissi con un sorriso sforzato.

Mi guardai in giorno ma lui non c'era.

Beh, in effetti che senso avrebbe avuto la sua presenza? A malapena ci parlavamo.

“ Tranquilla, sta arrivando.” mi disse Eve guardando la mia espressione.

Io feci finta di non sentirla.

“ Vuoi il mio cappellino?” mi provocò Emmet “ secondo me ti starebbe bene!”

“ No, grazie, credo che a te doni di più.” risposi prendendolo in giro.

Guardai Carlisle e scoppiai a ridere, lui si unì a me e si tolse il cappello rosso.

“ Cosa mi tocca fare alla mia età!” sospirò divertito.

“ Tesoro, eri così sexy, perché l'hai tolto?” intervenne Esme.

“ Smettetela!” rispose l'uomo continuando a ridere.

“ Forza, voglio una bella foto.” disse Eve richiamando la nostra attenzione.

Subito Emmet trascinò me e Rose al suo fianco per mettersi in posa.

Io cercai di sorridere e stranamente lo fece anche lei.

Poi fu il turno di Carlisle e Esme ed infine Jasper e Eveline.

Odiavo fare le foto, ma come potevo rovinare quel momento così felice per loro?

Dopo qualche minuto arrivò anche Edward.

Entrò in casa scompigliandosi i capelli per eliminare i fiocchi di neve sopra la sua testa.

“ Scusate il ritardo.” disse togliendosi la giacca di pelle e riponendola nel guardaroba.

Quel giorno era bello da togliere il fiato. Indossava una camicia celeste con un paio di semplici jeans scuri.

Il suo sguardo era più rilassato rispetto ai giorni precedenti e la cosa mi rassicurò molto.

Quando era di buon umore solitamente evitavamo di scontrarci.

“ Beh, potevi anche venire più tardi! Stavamo aspettando solo te!” lo rimproverò Eve.

Lui sorrise e lasciò perdere, sapeva bene che non l'avrebbe mai avuta vinta con la sorella.

“ Credo sia ora dei regali.” disse Esme entusiasta.

“ Oh, io non...” cercai di parlare ma la vampira bruna mi fermò immediatamente.

“ So che odi i regali ma non esiste un compleanno senza, quindi evita di lamentarti!”

“ Ok, scusa!” Eve mi conosceva fin troppo bene.

“ Allora, questo è da parte mia e di Esme.” mi disse Carlisle consegnandomi una scatolina argentata.

“ Senza l'aiuto di Edward non ce l'avremmo mai fatta!” aggiunse la donna abbracciando il figlio.

Lui alzò gli occhi al cielo sorridendo.

“ Aspetta, prima di aprire vieni con me.” mi disse il ragazzo prendendomi per mano.

Rimasi un attimo impietrita. Non mi aspettavo che lui mi toccasse, non ero abituata.

“ Chiudi gli occhi.” aggiunse portandomi verso la porta d'ingresso.

“ Così non vedo, non lasciarmi inciampare!” mi lamentai ubbidendo alle sue parole.

“ Come se ti avessi mai lasciata cadere!” rise lui divertito.

L'aria gelida della notte mi colpì all'improvviso smorzandomi il fiato.

“ Rimani qui, torno subito.” mi disse lasciandomi la mano.

Rimasi immobile, con gli occhi chiusi per qualche secondo, finché non tornò appoggiandomi sulle spalle il suo cappotto.

Quanto avevo desiderato essere circondata di nuovo dal suo profumo, dalle sue piccole attenzioni.

Il mio stomaco si contrasse in una morsa di dolore, involontariamente iniziai a mordermi il labbro inferiore per il nervoso.

Quando sarebbe finita questa tortura?

“ Puoi aprire.” mi disse lui.

Rimasi senza parole vedendo il mio regalo.

“ Oh mio dio!” fu l'unica frase che riuscì a pronunciare.

Andai ad abbracciare immediatamente Esme e Carlisle.

“ Grazie!” continuavo a ripetere ad entrambi.

“ Oh, figurati è una sciocchezza!” rispose l'uomo sorridendo.

“ Una sciocchezza? Carlisle questa è la macchina che sognavo da quando avevo quattro anni e giocavo con le barbie!” dissi continuando a saltellare dalla felicità.

Una fantastica Volkswagen New Beetle blu era parcheggiata nel vialetto, adornata da un enorme fiocco rosso.

“ Facciamo un giro?” mi propose Edward lanciandomi le chiavi.

“ Ci puoi scommettere.” e corsi a staccare il fiocco.

Aprii la portiera e mi accomodai sul sedile del guidatore, Edward si sedette al mio fianco.

Gli interni erano di un blu più chiaro scamosciato e gli optional erano di ultima generazione.

C'era un impianto stereo da far invidia e un mini televisore.

Logicamente non poteva mancare il navigatore satellitare! Sapevano che non avevo molto senso dell'orientamento.

Mi voltai per guardare i sedili posteriori e trovai un delizioso orsetto di peluche bianco con un biglietto sulla zampa.

Auguri di buon compleanno. Edward.

Per l'ennesima volta rimasi senza parole e il mio stupore aumentò notando uno scintillio sul braccio dell'orsetto.

C'era un braccialetto d'ora bianco con alcuni piccoli pendenti.

“ Io non so cosa dire.” balbettai in difficoltà.

“ Dimmi che ti piace.” sorrise lui.

“ Certo che mi piace! È stupendo!” la mia voce uscì con un'ottava superiore alla norma per l'agitazione. Arrossì immediatamente.

Al centro del bracciale c'era una “E”, l'iniziale del mio nome, ma io preferii vederla come l'iniziale del suo.

“ Grazie.” e incrocia il mio sguardo con il suo.

Quello fu un errore gravissimo.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, pensai che da un momento all'altro sarebbe uscito dal mio petto.

Senza staccare i suoi occhi da i miei, Edward legò al mio polso il suo regalo.

“ Prego.” mi sussurrò mostrandomi il suo sorriso sghembo che preferivo “ allora me lo fai fare questo giro?” mi incitò lui vedendo che ero rimasta immobile.

“ Certo.” dissi scuotendo la testa come per eliminare tutti i pensieri che ora mi stavano torturando.

Accesi il motore e partii.

L'auto era fantastica. Logicamente era stata modificata, dato che riusciva a raggiungere velocità assurde.

Dopo un po' venni a sapere che era stata Rosalie a divertirsi con il motore. Probabilmente voleva vedermi accartocciata contro un albero. Emmet si era invece dedicato all'impianto stereo.

Dopo un'oretta tornammo a casa. Avrei preferito rimanere con lui, ma non era educato far aspettare la mia famiglia che aveva organizzato tutto quello per me.

Non appena scendemmo dalla macchina, Edward si irrigidì. La sua mascella era contratta e nel suo sguardo era sparita tutta la tranquillità di prima.

Si diresse immediatamente verso la porta d'ingresso stringendo i pugni.

Io lo seguii non capendo cosa stesse accadendo.

Entrando in sala scoprii qual'era il problema.

“ Angel!” dissi sorpresa di vederlo, non mi aspettavo la sua visita.

Mi strinsi nel cappotto di Edward come se volessi rimanere ancorata ad una parte di lui.

“ Liz, scusa. Non sono riuscita ad arrivare prima. Mi dispiace che la mezza notte sia passata.” si scusò lui venendomi in contro.

Edward continuava a fissarlo, facendo attenzione ad ogni sua minima mossa.

L'altro vampiro sembrava godere di tutta quella tensione.

“ Non ti preoccupare, sono contenta che tu sia passato. Va tutto bene?” domandai riferendomi alla sua frase.

“ Certo, soliti problemi con Dru.” e sollevò appena le spalle. “ Questo è un piccolo pensiero per te.” disse porgendomi un pacchetto con un foglio piegato e sigillato da un nastro dorato.

“ Grazie, no dovevi.” e lo abbracciai dandogli un bacio sulla guancia.

In una frazione di secondo la scena si trasformò in una tragedia.

Angel venne scaraventato contro la credenza che si frantumò in mille pezzi.

Con un rapido movimento, Edward fu sopra il vampiro e con una mano lo bloccava a terra afferrandolo per il collo e con l'altra stava per colpirlo sul volto.

Prima che avvenisse il contatto, Jasper afferrò Edward per le spalle e lo spinse via.

Immediatamente Carlise e Emmet lo bloccarono e impedirono che il vampiro si scagliasse nuovamente contro Angel.

“ Edward calmati!” disse Eveline prendendo fra le mani il volto del fratello. “ Edward!” e gli diede uno schiaffo per farlo riprendere. I suoi occhi erano neri come la pece e non riusciva a staccare lo sguardo dal suo nemico.

“ Lasciatemi.” ringhiò lui cercando di liberarsi dalla presa del padre.

“ Si può sapere cosa diavolo ti è successo?” gli urlò Emmet trascinandolo via con la forza. Rosalie li seguì.

Io rimasi in mobile per qualche secondo. Non riuscivo nemmeno a muovermi, era come se i miei muscoli si rifiutassero di obbedire ai miei comandi.

Angel si rialzò tranquillamente, scrollandosi di dosso i pezzi di vetro.

“ Esme, mi dispiace.” si scusò lui indicando ciò che restava della credenza.

“ Ma cosa dici! Non devi dirlo assolutamente. Questa volta mio figlia ha davvero superato ogni limite.” rispose la donna in evidente imbarazzo.

“ Stai bene?” balbettai cercando di realizzare cosa fosse accaduto.

“ Certo, non è niente.” rispose lui con un sorriso appena accennato.

“ Io, devo...” l'unica cosa che volevo in quel momento era capire cosa avesse fatto scattare Edward in quel modo.

Corsi immediatamente fuori, lasciando Angel senza nemmeno una spiegazione.

Dovevo trovarlo. Subito!

Iniziai a camminare cercando di sentire il suo odore ma la neve, che continuava a scendere fitta, copriva ogni traccia.

Il buio della foresta non mi aiutava di certo in questa impresa.

Finalmente sentii la voce di Rose. Iniziai a correre in quella direzione, sperando di non perderli di nuovo.

Le gambe mi tremavano ancora e a malapena riuscivo a stare in equilibrio.

Vedere Edward in quello stato non era mai piacevole. Il suo sguardo scuro e carico di odio mi attraversava la mente continuamente.

Quando arrivai, Emmet stava ancora cercando di calmarlo aiutato dalla sua compagna.

Sentendomi arrivare, si voltarono immediatamente verso di me.

“ Va via.” mi ruggì la ragazza.

“ No.” risposi continuando ad avvicinarmi.

“ Liz, credo che non sia il caso. È piuttosto incazzato.” cercò di bloccarmi Emmet.

“ Sei arrabbiato con me?” ora mi rivolsi direttamente a lui.

“ SI può sapere cos'hai in testa?” mi urlò contro strattonando il fratello che lo teneva fermo per un braccio.

Io lo guardai allibita. Cosa avevo fatto ora?

“ Lasciateci soli.” disse Edward riprendendo il controllo, almeno apparentemente.

“ Non mi sembra molto saggio lasciarvi soli.” sorrise Emmet preoccupato.

“ Tranquillo, non ho intenzione di ucciderla.” rispose lui con un velo di ironia che mi terrorizzò all'istante.

Com'era possibile che ogni volta lui riusciva a farmi questo effetto?

Passavo le miei giornate in una casa, in compagnia di tre vampiri assetati di sangue senza mai provare niente in confronto alla paura che sentivo in quel momento.

Una parte di me, sperò fino alla fine, che Emmet e Rose restassero lì.

“ Ok, ma datti una calmata!” disse il ragazzo prendendo la compagna per mano.

“ Magari questa è la volta buona che si toglie di mezzo.” aggiunse lei guardandomi fissa negli occhi.

Poi fummo completamente soli.

Edward teneva le mani in tasca. La sua mascella era contratta, come tutti i suoi muscoli.

Continuava a fissare il terreno.

“ Allora?” dissi interrompendo quell'atroce silenzio.

“ L'amico tuo ha una memoria formidabile” iniziò lui sorridendo nervosamente e passandosi le mani fra i capelli.” ricca di dettagli molto interessanti. Potevo quasi riuscire a sentire il tuo sapore nella mia bocca” e si leccò il labbro superiore “si, direi che è un qualcosa che mi è molto familiare.”

Il modo in cui pronunciò le ultime parole mi fece perdere qualche battito del cuore. Un doloroso nodo alla gola mi impedì di rispondere.

“ Peccato che abbia interrotto i suoi pensieri così presto, sono curioso di sapere cosa è accaduto dopo “ e si avvicinò lentamente a me “ forse qualcosa che ho già provato “ il suo volto era ormai a pochissimi centimetri dal mio “ o magari qualcosa di nuovo “ sussurrò sfiorando con le sue labbra il mio orecchio.

“ Finiscila! “ urlai dandogli una spinta.

Lui scoppiò a ridere.

“ Scommetto che pensavi a me mentre lo baciavi.” continuò scuotendo la testa con un'aria di finta di disapprovazione.

Quella frase mi colpì come una doccia d'acqua fredda.

Non poteva, non doveva nemmeno osare dire una cosa del genere.

Senza nemmeno accorgermene la mia mano si scontrò con il suo volto.

“ Sei un bastardo.” la voce mi si spezzò in gola, mentre le lacrime cominciarono a bagnare le mie guance. “ non ti meriti niente da questa vita, sei soltanto uno stronzo.” cercando a fatica di scandire bene le parole “ e io ti odio, TI ODIO!” e iniziai a sbattere i pugni sul suo petto in preda ad una crisi isterica.

“ Quanto vorrei che in questo momento riuscissi a leggere nella mia mente, dannazione” continuavo a sbraitare sempre più nervosa “ perché così riusciresti a capire che il vero mostro sei tu! Se mi sono ridotta così è solo colpa tua!”

Lui non reagì finché non ripresi il controllo.

“ Hai finito?” disse non appena lo lasciai andare.

Una nuova fitta allo stomaco. Possibile che le mie parole non gli avessero fatto alcun effetto?

Al contrario, ora sembrava molto più tranquillo e soddisfatto.

Mi asciugai le lacrime con la manica della maglia, recuperai quel poco di dignità che mi era rimasta e andai via.

Presi la macchina e mi lanciai a tutta velocità sulla strada ghiacciata.

Non meritavo tutto questo, non meritavo di essere trattata in quel modo. Dopo tutto quello che avevo fatto non era giusto.

Bussai al grande portone dell'unico posto in cui mi sentivo accettata e mi gettai fra le sue braccia.

“ Mi dispiace.” singhiozzai con la testa affondata nel suo petto.

“ Ci sono io ora, non ti preoccupare.”

Angel chiuse la porta e io mi buttai tutto alle spalle.

Questa volta sarebbe stato per sempre.

Se volevo mantenere un minimo di sanità mentale avrei dovuto staccarmi da lui, a qualunque costo.

 

 

 

 

 

Elizabeth

Edward

Eveline ( non ho messo la foto di Alice perchè per questo personaggio mi sono ispirata alla mia migliore amica, non che la creatrice di questi set! quindi ho scelto un'altra attrice che corrisponde alla descrizione di Eve!)

Jasper

 

 

 

Note dell'autore:

Ringrazio ancora tutte le persone che continuano a leggere la mia ff! grazie ai nuovi lettori che mi hanno inserito fra le storie seguite!

Un ringraziamento particolare va a nene_ cullen e saretta_trilly per i loro fantastici commenti!!! sono contenta che il capitolo vi sia piaciuto!

un piccolo appunto sul personaggio di Edward:

so che risulta strano, soprattutto se sicuamente siete appasionate come me alla saga, vedere un Edward così diverso.

La mia intenzione non era quella di scovolgere ne ribaltare il suo personaggio già adoraile così com'è  ma mostrare lo stesso Edward della Mayer tormentato e

frustrato dopo esperienze importanti quali la fine dell'amore intoccabile con Bella.

Edward c'è, è sempre lui, si è solo chiuso, incatenato dentro se stesso dietro la facciata dello stronzo patentato a causa del rimorso.

questo non vuol dire che non riuscirà a superare tutto ciò e ad amare di nuovo...

Spero che cogliate le sue sfumature perchè io amo tantissimo Edward!

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Capitolo 31
*** Touched ***


Touched

 

 

 

 

Dormivo ancora quando sentii una mano accarezzarmi dolcemente i capelli.

Rimasi a lungo in una sorta di dormiveglia, lasciandomi cullare in quella piacevole sensazione. Non c'erano pensieri in quel momento, né dolore, nessuna lacrima scorreva bruciando sulla ferita della notte precedente.

Niente di niente, solo pace e serenità.

Mi stiracchiai un po' tra le coperte e aprii lentamente gli occhi. Come ogni mattina mi aspettavo do trovare la fastidiosa luce del cielo coperto di Forks, ma non fu così.

Sbattei più volte le palpebre cercando di capire se stessi ancora sognando, di sicuro non mi trovavo nella mia camera da letto.

Improvvisamente una calda risata mi fece sobbalzare. Scattai in mediatamente in piedi quando al mio fianco trovai Angel, sdraiato comodamente sul letto a pancia in giù.

Rimasi un attimo senza fiato e cercai di fare mente locale. Non ricordavo affatto di essermi addormentata, l'ultima cosa chiara nella mia mente era il mio arrivò a casa sua e poi il buio totale.

“ Buongiorno.” mi disse il ragazzo scrutandomi con aria confusa.

“ Cosa ci faccio qui?” domandai continuando a guardarmi in torno.

“ Liz, stai bene?” si avvicinò a me posandomi le mani sui fianchi.

“ No, non credo.” sospirai.

“ Ieri sei venuta qui. Ti ho fatto entrare ed eri sconvolta, continuavi a piangere e dicevi frasi senza senso. Poi sei crollata esausta.” mi spiegò facendomi risedere sul letto.

“ Si, ho qualche vago ricordo.” risposi sollevando un sopracciglio.

Non mi ancora tutto perfettamente chiaro ma qualche flash della nottata mi attraversavano la mente, provocandomi atroci fitte allo stomaco.

Il suo volto, le sue parole continuavano a scavare una voragine nel mio petto.

Era come se qualcuno mi stesse togliendo l'aria lentamente.

Feci un respiro profondo e cercai di calmarmi.

Lui non poteva avere questo potere su di me, dovevo smettere di dipendere da lui.

“ Mi dispiace.” dissi nascondendo il volto fra le mani “ non avevo il diritto di venire qui e fare quella scenata, scusa.”

lui mi abbracciò forte stringendomi al suo petto, poi mi sollevò il mento con una mano e con le sue labbra sfiorò le mie.

“ Non devi chiedermi scusa, sono felice che tu sia venuta qui.”

accennai ad un leggero sorriso e mi abbandonai fra le sue braccia.

Non mi chiese alcun chiarimento riguardo il mio comportamento. Probabilmente aveva già capito tutto, del resto non ero mai stata così brava a nascondere le mie emozioni.

Sul tardo pomeriggio tornai a casa, avevo bisogno di una doccia e di cambiarmi.

Avevo ancora i vestiti del compleanno.

“ Scusa, dovevo chiamare.” dissi ad Eve osservando il suo sguardo.

“ No, saresti dovuta tornare a casa e basta!” mi aggredì lei infuriata “ dopo quello che è successo ieri, la prima cosa che ti viene in mente è quella di andare da lui?”

“ Stai scherzando?” domandai allibita.

“ No!”

“ Vuoi dire che è stata mia la colpa?” continuando alzando il tono di voce.

“ Cerca di capire anche lui.”

“ Cosa?” un'altra doccia d'acqua gelata “ Ma sei impazzita?”

“ No fraintendermi, non dico che Edward si sia comportato bene, però vedere te con Angel non gli ha fatto piacere.”

“ Non mi interessa di quello che fa o non fa piacere a lui. Non ha alcun diritto di intromettersi nella mia vita” in quel momento sembravo di nuovo isterica “ me l'aveva promesso e ora sta rovinando tutto! Lui è voluto uscire dalla mia vita e io non ce lo rivoglio!”

“ Stai sbagliando.” sospirò lei scuotendo la testa “ rischi di non riuscire più a tornare in dietro.”

“ E' proprio quello che ho intenzione di fare.” e andai via con le mani che mi tremavano ancora per il nervoso.

Possibile che nessuno riuscisse a capire ciò che stavo provando?

Mi sembrava di essere un' aliena, io non potevo appartenere a quel mondo!

Avevo perennemente tutti contro, immancabilmente dovevo essere criticata per qualcosa, e se avessi fatto qualcosa di grave, cosa sarebbe successo?

Non osavo immaginarlo.

Soffrivo a non avere Eveline dalla mia parte ma me ne sarei fatta una ragione e poi l'avrei superato, come avevo fatto per ogni cosa.

Ero caduta di nuovo ma mi sarei rialzata e sarei tornata più forte di prima.

Dopo una rapida doccia, uscii nuovamente, non avevo intenzione di passare del tempo dentro casa.

La stessa situazione si svolse nei giorni seguenti.

Esme era stata l'unica a capire la mia reazione, mentre gli altri non erano particolarmente entusiasti della mia scelta.

“ Secondo me devi cercare di far capire alla tua famiglia perché stai reagendo così!” mi disse Cynthia mentre si lavava i capelli.

Ero piombata alle due del pomeriggio a casa sua senza alcun preavviso e l'avevo trovata intenta a preparare una favolosa cena per la serata.

Stava organizzando qualcosa di speciale per Jacob, per festeggiare il loro anniversario.

I suoi genitori erano di nuovo via per lavoro e quindi avrebbe avuto casa libera per alcuni giorni. Aveva accettato di trascorrere il pomeriggio con me a patto che l'avessi aiutata nei preparativi.

“ Credo che non vogliano capire.” sbuffai passandole il balsamo.

“ Forse sei tu che non vuoi farti capire. Non sei molto brava in queste cose.”

“ Smettila, così non mi aiuti.”

“ Comunque la reazione di Edward è stata piuttosto strana. Secondo me è geloso.”

“ Si, certo. Lui vuole solo avere il controllo di tutto.”

“ Magari si sta ricredendo su quello che prova per te.” continuò ad ipotizzare.

“ No, impossibile.” la bloccai subito.

Lui sapeva benissimo che fino alla sera del mo compleanno sarei tornata da lui senza nemmeno pensarci, se solo me l'avesse chiesto.

“ E cosa vuoi fare ora? Non puoi continuare così. Tra due giorni si torna a scuola, in un modo o nell'altro dovrai affrontarlo.” constatò giustamente.

“ Credo che lo eviterò, questa è una cosa che ci riesce piuttosto bene.” sorrisi amaramente.

“ E Angel?”

“ Le cose vanno bene.” e le lanciai l'asciugamano.

“ Quindi state insieme?” mi chiese mentre si strofinava i capelli.

“ No, non lo so. Diciamo che ci stiamo conoscendo meglio.”

“ Mmm ti piace?”

“ Si, è sempre molto premuroso nei miei confronti.”

“ E ti basta?” mi chiese sollevando la testa.

“ Dove vuoi arrivare?” sorrisi nervosa.

“ Non lo stai facendo solo per dimenticare Cullen.”

“ Ti ho già detto di no.” risposi seria.

“ Ok.” sollevò le spalle e andò a prendere il phon “ vai! Rendili lisci!” e tornò subito di buon umore.

“ E tu cosa hai intenzione di fare questa sera?” le domandai divertita mentre le asciugavo i capelli.

“ Beh, tu che dici? È un secolo che stiamo insieme, è giunto il momento.” rispose mostrandomi un ampio sorriso.

“ perché avete aspettato così tanto?”

“ Jake è molto prudente in queste cose, voleva aspettare il momento giusto e controllare meglio la sua forza, non vuole farmi del male, anche se involontariamente. Poi non voleva affrettare i tempi e sinceramente nemmeno io, ma credo che ora siamo pronti entrambi.” continuò lei un po' agitata.

“ Allora buona fortuna!” e le diedi una leggera pacca sulla spalla.

“ Qualche consiglio?”

“ Beh, vediamo: dall'alto della mia esperienza posso dirti che se domani mattina lui non è scappato è già una gran cosa!” risposi trattenendo le risate.

“ Grazie, sei molto confortante.” commentò lei acida.

“ Scusa, non so cosa dirti. La mia prima volta è stata tragica, Edward mi ha piantata subito.” e scrollai la testa per eliminare il ricordo.

“ Ma il “ prima “ è stato bello?” continuò lei.

“ Vuoi proprio torturarmi?”

“ No, ma sei l'unica con cui posso parlare!” e iniziò a sbattere i suoi occhioni con l'intento di intenerirmi.

“ Si, è stato bello.” dissi arrendendomi.

“ Però lui aveva già una certa esperienza.”

Io annuii.

“ E se Jake fosse imbranato?” la sua espressione era tra l'allarmato e il comico.

“ Eh vabè, credo che sia una cosa spontanea fare certe cose. Andrà bene.” dissi cercando di non scoppiare a ridere. La mia mancanza di tatto l'avrebbe abbattuta ancora di più.

Ma come poteva pensare a quelle cose in quel momento? Stava per fare un passo importante con la persona che amava e che sinceramente non l'avrebbe mai lasciata, qual'era il problema?

In un certo senso la invidiavo. Anch'io avrei voluto che il mio primo amore fosse stato così, semplice e spontaneo e non distruttivo e tormentato.

“ Speriamo!” sospirò preoccupata. “ Tu e Angel siete già arrivati a questo punto?”

“ No!” feci volare la spazzola dalle mani. Non mi aspettavo una domanda del genere.

Lei scoppiò a ridere.

“ Non credo che avverrà tanto presto, devo ancora superare il trauma precedente.” risposi schiarendomi la voce. “ non voglio commettere lo stesso errore.”

“ Ma con Angel sarebbe diverso, tu non lo ami, vero?”

“ No e non credo di volermi innamorare. Non sono fatta per questo genere di cose.”

“ Non è vero. È solo che sei stata sfortunata.” mi rassicurò lei.

“ Forse ma non ho mai avuto tanta fortuna in questo campo. Non so mai come comportarmi e poi nessuno mi ha mai presa a tal punto da farmi aprire, e sai quanta fatica faccio!”.

Nessuno eccetto una persona.

“ Beh almeno tu hai l'eternità davanti.” sbuffò.

“ Ancora con questa storia? Se vuoi chiedo a Carlisle di farti diventare una di noi? “ la provocai.

“ Si, ti immagini? Jake non potrebbe nemmeno avvicinarsi a me per la puzza.” rispose con una faccia schifata.

“ E tu cosa ne sai? Non riesci mica a sentirla? E poi noi non puzziamo, sono loro che hanno un cattivo odore.” ribattei imitando la sua espressione.

“ Jake dice che avete un odore insopportabile e io gli credo e poi tu non puoi parlare, nemmeno tu percepisci il suo.”

“ La mia famiglia dice sempre la verità e io gli credo.” e incrociai le braccia al petto.

“ Sembriamo due stupide.” disse Cynthia scoppiando a ridere. Io mi unii a lei.

“ Non so come farei senza di te, sei l'unica che riesce ancora a farmi ridere veramente.” e le stampai un bacio sulla guancia.

“ Dovresti farmi una statua un giorno di questi.”

“ Lo farò, tranquilla. Ora è meglio che vada, altrimenti dovrò scontrarmi con il tuo ragazzo.” dissi osservando l'orologio. A momenti sarebbe arrivato e non mi andava di guastarle la sorpresa, si era impegnata così tanto per preparare tutto.

“ Grazie per i consigli!” continuò preoccupata.

“ Sarà tutto perfetto.” la rassicurai.

“ Certo, certo.”

“ Smettila! Ci sentiamo domani.” e scesi giù per le scale.

“ Ok, buona serata!” e mi mandò un bacio dal piano di sopra.

“ Anche a te!”

E fu così che mi ritrovai di nuovo sola, con l'unica compagnia dei miei assillanti pensieri.

Salii in macchia e presi la direzione opposta a quella di casa dei Cullen.

“ Spike, ciao!” salutai il vampiro sorpresa che fosse venuto lui ad aprire il portone.

Solitamente lui e la sua compagna evitavano di stare a casa quando c'eravamo io Angel. Non avevo ancora capito se fosse a causa mia oppure perché volevano lasciarci un po' di privacy.

“ Elizabeth, prego entra!” mi invitò lui lasciandomi libero il passaggio.

“ Angel non c'è?” chiesi guardandomi in torno.

“ No, lui e Dru sono usciti” la sua espressione mostrava un certo fastidio “ se vuoi puoi aspettare qui.

“ Non voglio disturbarti” e andai verso la porta per andare via.

“ Figurati, non ho niente di meglio da fare. Un po' di compagnia non mi fa male.” continuò lui con un sorriso.

“ Ok, se proprio insisti.”

Non mi lasciai pregare molto, preferivo rimanere con lui piuttosto che tornare a casa e sopportare la presenza di Edward.

Spike si avvicinò alla credenza prendendo una bottiglia di Bourbon. Riempì mezzo bicchiere e lo buttò giù velocemente.

“ Vuoi?” mi chiese mostrandomi la bottiglia.

“ Mmm, no. È troppo presto per bere.” rifiutai perplessa.

“ Beh, da qualche parte dovranno essere le due di notte.!” e se ne versò ancora.

“ perché bevi?” domandai incuriosita.

Avevo sempre pensato che i vampiri non riuscissero a sentire i sapori come gli umani.

“ L'alcool mi tira su di morale e mi riscalda anche e poi è una vecchia abitudine che non sono riuscito ad abbandonare.” e riempì di nuovo il bicchiere e ripose il bourbon al suo posto “ vieni, andiamo in giardino. Adoro vedere la neve che scende!”

Lo seguii senza parlare, più passavo del tempo con lui e più ero convinta che lui fosse diverso da tutti gli altri.

Quella sua aria romantica e lacerata mi affascinava da morire. Non riuscivo proprio a capire quale fosse il suo posto lì.

Lui non aveva nulla a che fare con Angel e Drusilla. Nei loro occhiera assolutamente visibile quella scintilla oscura che brillava negli essere più temibili. In Spike no, c'era solo una forte speranza, speranza di trovare anche lui un posto in quel mondo.

Con la mano pulì la panchina in pietra al centro del giardino, togliendo quel soffice strato di neve che la ricopriva.

Si sedette e sollevò la testa verso il cielo, lasciando che i fiocchi ghiacciati gli ricadessero sul volto.

Io feci lo stesso. Era piacevole tutta quella calma.

Dalla tasca dei suoi jeans scuri, prese un pacchetto stropicciato di Lucky Strike e con un colpetto sul fondo del pacchetto fece uscire una sigaretta.

“ Scommetto che non fumi.” disse accendendosi la sigaretta.

“ Diciamo che ho smesso.” sorrisi.

“ Ma come? Ora sei immortale e ti preoccupi dei danni de fumo?”

“ Già, non ci avevo pensato.” lo presi in giro mostrandomi sorpresa.

“ Tieni.” e me ne porse una “ sembriamo due vecchi depressi” continuò lui prendendo una boccata di fumo.

“ Già” e sollevai le spalle.

“ Liz, cosa ci fai qui?” mi chiese voltandosi verso di me.

“ Aspetto Angel.” risposi non riuscendo a decifrare il suo sguardo.

“ Non intendevo questo.” sbuffò lui “ cosa ci fai in questo posto? Non hai ancora imparato la lezione?”

“ Spike.” sospirai scuotendo la testa “ so quello che faccio”

“ E' questo il problema “ e lasciò uscire dalla sua bocca cerchi perfetti di fumo “ se tu fossi una sprovveduta ti capirei, non è difficile lasciarsi imbambolare da uno come Angel. Il problema è che mi sembri piuttosto sveglia e non capisco perché continui a comportarti così.”

“ Credo di non riuscire a cogliere il senso del tuo discorso, dove vuoi arrivare?” domandai innervosendomi.

Non era il caso che anche lui mi facesse la predica.

“ Il punto è che tu sai benissimo a cosa andrai in contro, magari non lo vuoi ammettere. M in fondo lo sai che stai per mandare a puttane tutta la tua vita. La cosa che mi chiede è il perché, perché lo stai facendo?” continuò lui sempre più serio.

“ Non sai niente della mia vita.” risposi con un sorriso amaro.

“ Hai ragione, ma da quello che ho visto non mi sembra così orribile. Hai una casa, una famiglia che ti adora, degli amici, un ragazzo ultraprotettivo.”

Sentendo l'ultima parola lo guardai non capendo a cosa si stesse riferendo. Lui notò la mia espressione ed esplose in una fragorosa risata e alzò gli occhi al cielo.

“ Possibile che sei così cieca da non vedere?”

“ Illuminami allora.” lo provocai.

“ Parlo di Edward.” e mi diede una pacca sulla spalla “ svegliati!”

“ Ok, chiudiamo il discorso. Non ne voglio parlare, ho già sprecato troppo tempo a capire i suoi comportamenti. È troppo complicato per me.”

“ Invece Angel è un libro aperto!” disse lui in tono ironico.

“ No, ma con lui sto meglio.” lo bloccai subito.

“ Certo, perché ancora lo conosci.” e iniziò a giocherellare con il bicchiere vuoto.

“ Credo di conoscerlo abbastanza.” lo corressi.

“ No, assolutamente no. Sai come lo chiamavano?” mi domandò lui cercando di far vacillare le mie sicurezze.

“ No “

“ Il Flagello d' Europa! È non è un soprannome ironico, è tutto assolutamente vero. Ha trascorso tutta la sua vita a massacrare e torturare chiunque non gli andasse a genio.”

“Questo lo sapevo già. E poi senti da che pulpito viene la predica. Vero William il Sanguinario?” ribattei prontamente conoscendo il suo nomignolo.

Angel non si era mai fatto troppi scrupoli a raccontarmi il suo passato e di questo ero contenta, preferivo conoscere tutto piuttosto che idealizzare una persona. Avevo imparato questo a mie spese.

E poi come osava lui criticarlo, se era proprio come Angel sotto questo punto di vista?

“ Tesoro quando uso le parole “ massacrare”, “torturare” cerca di prenderle nel vero senso del termine. Io uccido per nutrirmi, lui lo fa per godere nel strappare la vita alle persone.”

“ Smettila, non mi spavento così facilmente “ di nuovo stava andando contro i propri interessi. Perché? Forse era lui ad avere un secondo fine.

“ Ok, va bene.” e corrugò la fronte “ vediamo se con una prova tangibile cambi idea.” i si alzò in piedi fermandosi proprio davanti a me.

“ Sai perché Dru è così?” mi chiese all'improvviso.

“ Si, so che era già fuori di testa prima che Angel la trasformasse” risposi con uno sguardo di sfida.

“ Ah, ah.” e incrociò le braccia al petto “ non è completamente vero. È stato il tuo adorato a farla impazzire. È grandioso con le torture psicologiche.”

Strinsi la mascella cercando di mantenere la calma, non volevo farmi trovare impreparata.

“ Liz, Angel non è come gli altri.” e si inginocchiò prendendomi le mani “ lui ti osserva, ti studia e poi attacca ma non ti uccide subito. Ti tortura fino allo stremo. Lui vuole sentire le sue vittime invocare la morte.” il modo in cui parlava mi fece venire i brividi. La sua voce mostrava una certa adulazione mista a disprezzo.

“ perché ti stai mettendo contro di lui?”

“ Oh non fraintendermi, io sono contenta che sia arrivata tu, almeno me lo togli di mezzo” sorrise divertito “ il punto è che tu mi piaci e non voglio che tu ti faccia del male inutilmente.”

“ Non ho bisogno delle tue raccomandazioni “ e mi alzai in piedi” sono in grado di prendere decisioni da sola.”

“ Ehi, ritira gli artigli, dolcezza, non vorrai farti male!” e mi fece l'occhiolino.

“Oh, Spike, io non ci conterei così tanto.” lo provocai.

“ Scommettiamo?” e si passò la lingua sui suoi canini affilati.

“ Ehi, cosa succede?” intervenne Angel entrando in guardino seguito da Drusilla.

“ Niente, ci stavamo solo divertendo.” risposi andandogli in contro.

“ Spike, sai che non mi piacciono queste cose. Non voglio che tu ti faccia male.” sorrise beffardo.

“ Certo, come no.” ringhiò l'altro.

“ Spikey, non fare il bambino cattivo. Lo sai che papà ti vuole bene.” intervenne la donna mentre faceva dei lenti giri su se stessa, lasciando che il suo vestito bianco, lungo fino alle caviglie, ondeggiasse seguendo il suo ritmo.

“ Perfetto, me l'hai riportata più pazza di prima.” sbuffò il vampiro biondo.

Drusilla gli andò in contro con un sorriso ingenuo e divertito. “ No, amore, sto benissimo “ e iniziò a stuzzicarlo mordendogli il collo.

Spike si lasciò subito andare impossessandosi con violenza delle labbra della donna.

“ E' meglio che andiamo, ne avranno per molto.” disse Angel trascinandomi dentro “ è molto che aspetti?”

“ No, non preoccuparti.” risposi in tono freddo.

Anche se non volevo dar peso alle parole di Spike, non potevo nascondere che mi avevano scossa abbastanza.

“ Tutto bene?” mi domandò notando il mio sguardo.

“ Certo. “ sorrisi “ dove sei stato?”

Lui sollevò un sopracciglio e non rispose.

“ Non c'è bisogno che tu mi nasconda che sei uscito per nutrirti.” continuai in difficoltà.

“ Pensavo che tu fossi contraria a queste cose.” obiettò lui.

“ E' la tua natura, non la posso combattere.”

“ Potresti accettarla.” mi provocò lui.

Evitai di approfondire il discorso e sviai l'attenzione da qualche altra parte, non volevo toccare questo argomento, soprattutto in quel momento.

“ Credo che tu debba farti perdonare per avermi lasciata tutto questo tempo nelle grinfie di Spike.” lo rimproverai scherzando.

“ Mmm, credo tu abbia ragione.” e mi cinse la vita con le sue braccia “ cose vuoi che faccia?”

“ Sorprendimi.” e tracciai il contorno della sua mascella con un dito.

“ Signorina Kane, sono un vampiro di oltre trecento anni, non credo sia saggio provocarmi in questo modo.” mi sussurrò lui all'orecchio. “ non hai paura?”

“ Non mi farai del male.” ma la mia voce dimostrava tutt'altro.

Sapevo di non potermi fidare ciecamente di lui ma questo non mi dava fastidio, al contrario mi provocava forti scosse di adrenalina.

Ogni secondo che sopravvivevo stando al suo fianco mi rafforzava sempre di più.

“ Lo so, ma solo perché non ho ancora voglia di farlo.” e mi sfiorò le labbra con le sue per poi approfondire il bacio.

Come se fosse il gesto più naturale in quel momento, mi abbandonai nella sua presa.

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Wow! ragazze grazie mille per i commenti!

ora risponderò a tutte:

@ poeticdream: tanti auguri di buon compleanno!!!!!!! grazie per aver commentato! beh, da una parte sono contenta che tu capisca lo stato d'animo di Liz ma dall'altra parte,

se ci stai passando anche tu, non credo che la cosa sia molto piacevole!!!!!

continua a leggere e baci!

@ levia: ahahahahahahahah lo so, lo schiaffo ci stava proprio tutto!!! però almeno ha avuto una qualche reazione, si inizia ad intravedere maggiormente la sua gelosia!

e poi.... basta non dico più niente!ahahahahha

@ saretta_ trilly: vedi, te l'avevo detto che prima o poi ci sarebbe stata una reazione forte di Edward! che uomo! eh, si, ora Liz logicamente si è unita alla famiglia di Angel.

mmmmm chi sa se Angel rimarrà sempre così tranquillo???? ahahahahah

@ aleR: che bello! un'altra amante dei melodrammi, a noi le storie semplici non ci piacciono proprio, vero??? beh, non oso immaginare cosa penserai del seguito! hihihi

la precisazione sul ruolo di bella è esatta, hai letto bene!!! grazie e baci!

@ garakame: grazie per il commento! per quanto riguarda la questione di Bella credo che aleR abbia già detto tutto nel suo commento!

Allora ragazze devo comunicarvi una notizia:

molto probabilmente dovrò postare più lentamente perchè a causa di innumerevoli esami all'università mi ritrovo un pò in dietro con la scrittura!!! scusatemi e vi prometto che cercherò di fare del mio meglio!

grazie a tutte! baci a presto

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Capitolo 32
*** Nothing but the blood ***


Nothing But The Blood

 

 

Le vacanze scolastiche erano terminate da circa due settimane e niente era più tornato come prima.

I rapporti con la mia famiglia continuavano a sgretolarsi giorno dopo giorno e io non avevo la minima idea di come arrestare questa distruzione.

L'unica cosa di cui ero certa era il fatto che fossi cambiata, probabilmente in peggio ma in quel momento non riuscivo a valutare correttamente il mio comportamento.

Più il tempo passava, più lasciavo che l'oscurità di Angel mi avvolgesse e più entravo nel buio e più era difficile trovare l'uscita.

Credevo che nel corso della mia vita avessi toccato il fondo più volte ma non mi ero accorta che si che si poteva benissimo continuare a scavare e crearsi una fossa ancora più profonda.

Questo era proprio quello che stavo facendo.

Frequentare le lezioni scolastiche mi permetteva di riemergere di tanto in tanto ma non appena tornavo a casa, un senso di irrequietezza mi lacerava fino al midollo.

il mio rapporto con Angel stava prendendo una svolta del tutto inaspettata, ormai riuscivo a respirare solo in sua presenza, tutto il resto mi soffocava e mi opprimeva, costringendomi a mostrare un lato di me che ormai non accettavo più.

Non ero più quella ragazzina insicura che metteva in discussione ogni singola decisione. Ero diventata consapevole delle mie capacità, della forza e dei vantaggi della mia trasformazione.

Sin da quando ero diventata un vampiro avevo sempre pensato che non ci fosse alcun lato positivo in tutto ciò. L'immortalità non mi interessava, per cosa avrei dovuto vivere? Per vedere tutte le persone che amavo morire? La prospettiva on mi piaceva affatto.

Vivere con i Cullen, così umani nella loro diversità, aveva rafforzato le mie teorie, certo, loro erano come me e quindi non erano destinati a concludere la loro vita come il resto dell mondo ma mi avevano insegnato che nonostante non fossi più la ragazzina diciassettenne di un tempo, avrei potuto vivere le miei esperienze, instaurare i nuovi rapporti, fare amicizie ed è quello che avevo fatto.

Avevo trovato Cynthia, ed ero felicissima di questo ma nello stesso tempo sapevo che prima o poi l'avrei persa. Lei era umana, aveva degli obiettivi nella vita, come farsi una famiglia, crescere i propri figli, trovarsi un lavoro soddisfacente. Inevitabilmente si sarebbe allontanata da me, poiché io non potevo fare niente di tutto ciò.

Avevo a disposizione tutto il tempo del mondo eppure agli occhi degli altri sarei rimasta solo una diciassettenne.

Angel non la pensava come me, lui vedeva solo gli aspetti positivi della sua natura. Era perfettamente consapevole di non potersi costruire una vera vita e quindi evitava di farlo. Non accettava la finzione dei Cullen, aveva provato a comprenderla ma dopo secoli vissuti in un certo modo, era difficile abbandonare le vecchie abitudini.

Sicuramente lui viveva più sereno di me, nessun legame fittizio, solo la sua famiglia, nessuna splendida facciata da mostrare, solo la verità. Non si preoccupava di assumere alcun ruolo nella società, diversamente da Carlisle. Non aveva senso sforzarsi così tanto per poi essere costretti ad abbandonare tutto, perché era quello che accadeva ogni singola volta.

Sapevo che prima o poi avrei dovuto abbandonare Forks, non potevamo mai rimanere a lungo in un luogo, allora perché cercare di comportarsi in maniera corretta? Tanto valeva accettare il proprio essere ed essere finalmente liberi.

Non avrei mai creduto di poter essere d'accordo con le idee di Angel, eppure ora mi sembrava tutto più chiaro, più semplice.

Non avevo mai pensato di nutrirmi come gli altri vampiri, il fatto di essere un mostro non rientrava ancora nel mio cambiamento, ma trovarmi di fronte ad una situazione che avevo continuamente cercato di evitare è tutta un'altra cosa.

Il tuo corpo non reagisce più agli ordini, i sensi si amplificano e acquistano capacità inimmaginabili, la tua mente si libera di ogni pensiero superfluo, un'unica voce risuona nella tua testa, incessante, dolorosa. Non puoi resisterle, perché continua a tormentarti finché non la fai tacere e l'unico modo di vincerla è quello di obbedire al suo ordine.

Una sottile linea mi ancorava alla mia umanità, così sottile che in una frazione di secondo si spezzò distruggendo tutto.

Dopo la scuola mi ero rifugiata a casa di Angel in cerca di un po' di tranquillità. Dovevo preparare un'importante relazione di storia e quindi trascorsi tutto il pomeriggio sui libri completando il lavoro.

“ Non credi di esagerare?” mi domandò il vampiro bruno strappandomi la penna di mano.

“ Due minuti e ho finito.” brontolai senza prestargli molta attenzione.

“ D'accordo, ma poi usciamo, hai bisogno di distrarti.” e mi stampò un bacio sulla fronte.

Mi portò a cena in un lussuoso ristornate di Seattle. Con la sua macchina non avevamo impiegato molto tempo ad arrivare in città.

Quella sera era particolarmente ansioso di lasciare Forks, iniziava ad odiare la monotonia di quella piccola città.

La serata trascorse tranquillamente, come sempre discutemmo di argomenti leggeri che aiutarono a rilassarmi, ma c'era qualcosa in lui che non mi convinceva pienamente.

Aveva un atteggiamento strano, come se fosse soddisfatto di qualcosa di cui non era a conoscenza. I suoi occhi, attraverso le lenti a contatto, assumevano delle sfumature particolari che rendevano il suo sguardo ancora pi profondo. Quanto sarebbe stato facile perdersi nei suoi occhi e lanciarsi andare, sarebbe stato tutto molto più facile.

Dopo aver cenato ci incamminammo per le strade della città. Oltre a qualche barbone, le vie erano deserte, del resto era l'una di notte e la maggior parte della gente era già andata a dormire per prepararsi ad una nuova giornata. Io invece no.

Continuavo a camminare perché sapevo che dormire mi avrebbe distrutta ancora di più. Troppi incubi per poter riposare decentemente.

Improvvisamente Angel si fermò. Qualche metro di distanza udii dei passi, era sicuramente una donna, potevo sentirlo dal ticchettio dei tacchi che procedeva speditamente lungo la strada. Anche il suo cuore era veloce. Aveva paura.

Avrei potuto riconoscerlo a chilometri di distanza. Il sangue scorreva più velocemente, caldo e ricco di adrenalina.

La donna veniva nella nostra direzione.

“ Ti dispiace se faccio uno spuntino?” mi domandò lui con un mezzo sorriso.

Il suo sguardo era tornato rosso e dannatamente pericoloso.

La scarica di veleno nel suo corpo aveva disciolto il sottile strato della lente a contatto.

Non ebbi nemmeno il tempo di dire nulla che la donna svoltò l'angolo trovandosi davanti a noi.

Era giovane, sulla trentina. Dei lunghi riccioli scuri le scendevano lungo le spalle e una maschera di terrore era dipinta sul suo volto.

Era questo l'effetto che faceva Angel su un normale umano.

La poverina non riuscì a tentare la fuga, lui era già arrivato su di lei. La teneva ferma per le braccia e in un secondo i suoi denti furono sul suo collo.

Rimasi paralizzata da quella scena. Avrei voluto fare qualcosa, provare almeno a salvarla ma non ci riuscii. Una parte di me non voleva farlo.

Quella parte provava piacere nel sentire il battito cardiaco rallentare, il sangue che scivolava via, abbandonando quel corpo.

Nonostante provai un immenso disgusto per me stessa, continuai a rimanere ferma.

Angel lasciò la presa e quel corpo privo di vita cadde a terra assumendo una posa scomposta e innaturale.

Lui si voltò verso di me e si pulì il labbro inferiore con una mano.

Riuscivo a sentire perfettamente l'odore del sangue della ragazza mescolato con il suo.

Avanzò verso di me tranquillamente, con un sorriso diabolico dipinto sul suo volto. Era un angelo, un angelo delle tenebre, proprio come Lucifero, l'anelo più bello creato da Dio e scaraventato all'inferno a causa della sua superbia.

Una dolorosa ventata mi fece staccare lo sguardo dal vampiro, rivolgendo la mia completa e totale attenzione sulla ragazza stesa a terra.

Dalla sua ferita sgorgava ancora del sangue, fresco, caldo, invitante.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, preso da una frenesia che non riuscivo a controllare.

La mia gola divenne secca e bruciava come se al suo interno ci fossero dei carboni ardenti.

Cercai di respirare lentamente per riprendere il controllo ma più facevo entrare l'aria nel mio corpo, più quell'odore mi torturava.

Non riuscivo più a resistere. Non potevo.

Senza nemmeno riflettere mi gettai sulla donna. Quel gesto segnò la mia fine.

Il suo sangue scivolò lentamente nella mia bocca, dando un immediato sollievo alle fiamme di qualche secondo fa.

Continuavo a nutrirmi, ingorda, di quel dolce nettare. Lo sentivo scorrere in ogni singola vena del mo corpo.

All'improvviso una violenta scossa mi fece staccare da lei.

Il mio respiro si bloccò e persi il totale controllo.

Le mani mi tremavano, i sensi erano amplificati e tutto ciò che mi circondava assunse sfumature che non avevo mai notato.

Captavo ogni odore, anche i più lontani, proprio come le poche voci che risuonavano nella notte. La mia vista si fece più sicura. Nonostante fossi immersa nel buio riuscivo a distinguere ogni cosa nei minimi particolari.

Rimasi seduta a terra, ansimante e senza riuscire a controllare tutto quel potere che si era scatenato dentro di me.

Angel si avvicinò e mi sfiorò leggermente una mano.

Il contatto con la sua pelle mi fece sobbalzare e involontariamente lo spinsi via, scaraventandolo sull'altro lato del marciapiede. Tutto con un unico semplice gesto.

Sentivo una straordinaria forza scorrere lungo i miei muscoli, non ero mai stata così potete prima d'ora. Sentivo che potevo correre velocemente, percorrere enormi distante, senza stancarmi minimamente.

Lui si rialzò tranquillamente in piedi battendo le mani e con un irritante sorriso compiaciuto.

Io iniziai a ridere istericamente. Avrei voluto piangere, gridare, ma non riuscivo a fare niente.

“ perché mi sento così?” balbettai puntando le mani a terra mentre cercavo di rialzarmi.

“ Non è fantastico?” continuò lui sorridendo “ ecco cosa si prova ad accettare la propria natura. Tutto quel potere è sempre stato dentro di te, l'avevi semplicemente tenuto nascosto.”

“ Io non lo voglio.” gli ringhiai pronta a scattare contro di lui.

Angel fu più veloce e mi inchiodò contro il muro tenendomi ferma.

“ Non sarà sempre così, tra un paio d'ore tornerai come prima.”

Mi sciolsi facilmente dalla presa e mi incamminai barcollando verso l'auto. Dovevo andare via da quel posto. Immediatamente.

Durante il viaggio di ritorno non dissi nulla, non riuscivo ancora a formulare dei pensieri sensati. C'era solo odio e disprezzo dentro di me.

Logicamente non tornai a casa, non potevo farmi vedere in quello stato. Rimasi da Angel, con la speranza che il mio corpo riuscisse a riprendere un minimo di controllo.

Mi buttai sotto la doccia, lasciando che il getto di acqua bollente lavasse via tutta quella tensione.

Come avevo potuto arrivare a tanto? Non aveva mai pensato di strappare via una vita umana. Era più terribile di quanto pensassi.

Iniziai a piangere, senza riuscire a fermare le lacrime che scorrevano mescolandosi con l'acqua, mi accasciai stringendomi il petto. In qualche modo volevo impedire al mio cuore di disintegrarsi.

Di nuovo quell'immensa voragine si riaprì dentro di me. Cosa avrebbe pensato la mia famiglia? Sarebbero riusciti a perdonarmi?

Non sopportavo di vedere i loro volti delusi, perché sicuramente sarebbe stata quella la loro reazione.

Non volevo che Eve fosse costretta ad assistere a tutto questo. Speravo proprio che in quel momento non avesse osservato il mio futuro nelle sue visioni.

Mi asciugai lentamente e tornai in camera.

Angel era sdraiato sul letto, con le braccia incrociate dietro la testa.

“ Come stai?” mi chiese rimanendo immobile.

“ Meglio.” risposi senza alcuna enfasi nella voce.

“ Cosa farai ora?” continuò lui.

“ Cosa vuoi che faccia, eh? Tornerò a casa e affronterò la situazione.” dissi stringendo i pugni per il nervoso.

“ Affronterai cosa? Non hai fatto nulla di male, hai semplicemente preso consapevolezza di te stessa.” e si avvicinò prendendomi il volto fra le mani.

“ Angel ho ucciso una donna innocente.” le lacrime tornarono a scendere.

Il solo pensiero di quel volto terrorizzato mi metteva i brividi.

“ Tecnicamente no.” e iniziò a camminare avanti e in dietro per la stanza.

Io lo guardai confusa.

“ Era già morta quando ti sei nutrita del suo sangue.”

“ La cosa non cambia.” scossi la testa.

Una debole luce proveniente dalla finestra attirò la mia attenzione. Sposati la tenda e mi resi conto che era già mattino. Avevo perso completamente la cognizione del tempo.

“ Devo andare a scuola.” dissi infilandomi le scarpe.

“ Non credo sia il caso, sei ancora scossa.” mi fermò lui.

“ Devo consegnare un compito, non posso mancare.” ribattei .

“ Liz, lascia perdere queste cose.” disse lui aggrottando la fronte.

“ Non ho intenzione di mandare all'aria tutto per un errore che ho commesso. Posso rimediare.” gli gridai contro infuriata.

Possibile che non riusciva a capire cosa stessi provando in quel momento?

“ Ora lo chiami errore?”

“ Smettila, devo andare.” e mi chiusi la porta alle spalle sbattendola.

Forse non era stata una decisione saggia andare via ma non potevo continuare a sopportare la sua presenza. Tutto di lui mi ricordava la notte prima.

Non sapevo come affrontare i miei fratelli, cosa avrei dovuto dire, “ mi dispiace!”?

Non bastavano delle semplici scuse per rimediare a quello che avevo fatto, ma speravo disperatamente che mi avrebbero perdonata.

Quando entrai nel parcheggio loro erano già lì.

Eve,non appena mi vide, spostò il suo sguardo da un'altra parte.

Una morsa mi serrò lo stomaco ma dovevo farmi coraggio, non potevo scappare daii miei sbagli.

Non appena aprii la portiera dell'auto rimasi sconvolta.

Mi appoggiai all'auto per evitare di cadere a terra. La testa mi girava e i miei sensi erano nuovamente incontrollabili.

Tutti quegli umani!

Il loro sangue, che scorreva potente nelle loro vene, mi colpì come una doccia di acqua fredda. Non potevo resistere.

Nella mia mente iniziarono a scorrere le immagini più atroci. Desideravo solo nutrirmi di loro.

Avrei potuto farne fuori cinque in un secondo, quelli più vicini a me sarebbero stati un bersaglio semplicissimo.

Si, ce l'avrei fatta sicuramente e i Cullen non avrebbero potuto fermarmi, erano troppo lontani.

Iniziai a scuotere la testa, cercando di eliminare quei pensieri ma non ci riuscivo, più li evitavo e più loro tornavano all'attacco.

Possibile che la notte scorsa mi aveva cambiata così tanto? Cosa stavo diventando, un mostro?

Tutto ciò che avevo sempre odiato, si stava insinuando dentro di me come un parassita e io non potevo fare niente per scacciarlo.

Dovevo andare via immediatamente altrimenti la situazione sarebbe degenerata in una tragedia.

Mi voltai per riaprire la portiera ma una voce che gridava il mio nome mi fermò.

Ero troppo confusa per capire che si trattava di Cynthia, me ne accorsi solo quando la ritrovai al mio fianco.

“ Liz, cosa fai, non entri?” mi chiese particolarmente euforica.

Io non riuscii a rispondere, ero troppo impegnata a trattenere il respiro.

“ Liz!” e mi scosse per un braccio.

Io scattai all'indietro facendola sobbalzare.

“ Va, via.” riuscii a dire mantenendomi ancorata a quel briciolo di autocontrollo che mi era rimasto.

“ Liz, ma che ti succede?” e si tirò in dietro spaventata.

Era terrorizzata e la colpa era soltanto mia.

Improvvisamente mi ritrovai Edward ad un passo da me.

Il suo guardo era teso e non mostrava altro che disprezzo nei miei confronti.

“ Cynthia,è meglio che vai via, non è il caso che tu le stia vicino ora.” disse il ragazzo addolcendo la voce.

Lei, stranamente, ubbidì senza chiedere alcuna spiegazione.

“ Edward, io...”

“ Sparisci, immediatamente.” mi ruggì contro senza lasciarmi spiegare.

Rimase immobile e non staccò lo sguardo da me finché non fui abbastanza lontana da non essere più considerata un pericolo.

Quindi ero questo quello che ero diventata, un pericolo da evitare?

Strinsi forte il volante ripensando allo sguardo della mia migliore amica. Non riuscivo ancora a credere di essere caduta così in basso.

Mi odiavo per quello che avevo fatto, ogni singola parte di me mi disgustava.

La cosa peggiore è che non potevo incolpare nessuno, era stata una mia scelta e di nessun altro. Angel aveva contribuito soltanto a far emergere un lato di me che non conoscevo, non potevo accusare lui.

Probabilmente se non fosse mai giunto a Forks tutto questo non sarebbe accaduto o almeno non in quel momento, ma era troppo facile pensarla in quel modo.

Lo sbaglio era stato mio e in un modo o nell'altro avrei dovuto pagarne le conseguenza.

Il peggio, però, doveva ancora arrivare.

Non avevo la minima idea di come avrei spiegato il mio comportamento alla mia famiglia.

Non riuscivo ad immaginare una giustificazione valida, forse perché in realtà non c'era.

In una sola notte avevo distrutto tutta la fiducia che avevano riposto in me e non potevo sopportarlo. Speravo solo che in qualche modo loro avrebbero tentato di capirmi ma in fondo non ci credevo più di tanto. Nemmeno io sapevo dare una risposta a quello che avevo fatto.

Solo allora mi resi conto di quanto avesse ragione Spike nel dire che la mia vita era perfetta.

Ormai davo per scontato tutto quello che avevo raggiunto con tanta fatica, purtroppo me ne accorsi quando stavo per perdere le uniche cose di cui mi importava veramente.

Trascorsi la mattinata a girovagare con la macchina, non avevo voglia di tornare da Angel. Sicuramente lui non avrebbe approvato niente di ciò che avevo intenzione di fare.

Provai e riprovai centinaia di volte a trovare le parole adatte da dire una volta tornata a casa, ma ogni volta andava sempre peggio.

Il tempo non scorreva mai, come se volesse torturami con un'attesa snervante. Aspettai che le lezioni finissero per trovare la famiglia al completo e inizia ad agitarmi ancora di più sapendo che Eveline aveva già previsto tutto.

Rimasi qualche minuto immobile, con il fiato che mi mancava, una volta arrivata sulla soglia di casa.

Non avevo il coraggio di aprire la porta, di guardare negli occhi le persone che mi avevano accolta quando ne avevo più bisogno.

Cercai di trattenere le lacrime, non potevo permettermi di piangere in quel momento, dovevo solo farmi forza.

Continuai a ripetermi che loro mi volevano bene, che avrebbero compreso, che mi avrebbero perdonata.

Mi diressi direttamente in sala, sapevo che gli avrei trovati lì.

Non riuscivo a camminare, mi sembrava di dover portare un macigno sulle spalle.

Con lo sguardo ancora fisso a terra entrai nella grande stanza e lì le mie paure trovarono la loro conferma.

 

 

 

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Grazie a tutti per aver commentato, è sempre bello leggere cosa pensate!!!

Eh si, ora Liz si è messa in un bel guaio! Purtroppo lei è troppo testarda per poter dare ascolto a qualcuno!

Beh, vedremo come va a finire….

Grazie anche a tutte quelle persone che mi hanno aggiunta fra i preferiti e le seguite! Mi raccomando continuate a leggere!!! Baci!

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Capitolo 33
*** Grave ***


Grave

 

 

 

 

Il primo sguardo che incontrai fu quello di Edward. Pessima l'idea di cercare lui per primo.

Non c'era più odio nei suoi occhi, solo una profonda delusione e così per tutti gli altri.

Avrei preferito che mi avessero urlato contro, insultata, piuttosto che vederli così.

Una fitta lancinante mi colpì allo stomaco. Stavo veramente perdendo tutti?

“ Mi dispiace.” furono le uniche parole che riuscii a pronunciare.

Averi voluto dire tanto altro e non la cosa più scontata ma non ci riuscivo, ero bloccata.

Misi le mani in tasca, ormai non facevano altro che tremare.

Involontariamente mi strinsi nel cappotto, come se volessi proteggermi ma non servì a molto.

Tutto quel silenzio era ancora più straziate, perfino Esme faceva fatica a guardarmi.

Carlisle fu il primo a prendere la parola. Si alzò lentamente dal divano e rimase al fianco di sua moglie.

“ Elizabeth, sappiamo cos'è successo e...” non riuscì a completare la frase, le parole gli si bloccarono in gola.

Lui era l'unica persona che avrebbe saputo cosa dire ma non lo fece. Rimase in silenzio.

In quel momento smisi di respirare. Avevo già immaginato questa situazione ma viverla di persona era tutt'altra cosa.

Come avevo potuto fare del male a loro?

L'uomo abbassò lo sguardo a terra prendendo la mano di Esme.

Edward raggiunse il padre per poi venirmi in contro.

Il suo sguardo era di ghiaccio, non c'era più calore nelle sfumature ambrate dei suoi occhi.

La mascella era tesa come il resto del suo corpo.

“ Non riesco a capire come tu possa essere arrivata a tanto.” cominciò a parlare guardandomi fissa “ vorrei trovare una giustificazione ma non ci riesco. Tutti noi abbiamo avuto il nostro passato e ancora oggi lottiamo contro quello che abbiamo fatto, ancora adesso non riusciamo ad accettare noi stessi. Tu conosci la situazione, eppure non ti sei posta alcun problema.”

Cercai di interromperlo ma non ci riuscii, lui non mi diede il tempo di replicare.

“ Se è questa la tua scelta noi l'accettiamo. Non ti costringeremo a fare nulla, ognuno è libero di intraprendere la propria strada ma ci sono delle conseguenze.” fece una pausa che mi sembrò interminabile e poi riprese a parlare “ vogliamo che tu lasci questa casa.” scandì quelle parole lentamente, con attenzione e continuò a guardarmi attendendo una mia risposta.

Rimasi in silenzio, cercando di dare un senso a quella frase. Eppure era così semplice, chiara, possibile che non ci arrivassi?

Continuavo a ripeterla nella mia mente, ogni volta risuonava più dolorosa.

Iniziai a guardarmi in torno, cercando un appiglio negli occhi degli altri ma non trovai nulla. In tutti c'era lo stesso gelo.

Anche Eve, la sorella che non avevo mai avuto, la pensava come lui.

“ Non volete più che io stia qui.” la mia voce era incredibilmente calma, probabilmente facevo ancora fatica ad elaborare cosa stesse accadendo realmente.

“ No.” rispose lui secco, senza mostrare il minimo dubbio.

Io annuii meccanicamente.

Le mie ginocchia iniziarono a tremare, come se non avessi più la terra sotto i piedi.

Contrariamente a tutto quello che avrei mai immaginato, un' inspiegabile rabbia mi salì dall'interno facendomi riprendere il controllo.

L' odio mi scorreva nelle vene, logorando tutto ciò che incontrava.

“ Sei un ipocrita.” sussurrai con un mezzo sorriso.

Lui rimase impassibile.

“ Possibile che a te venga perdonato tutto e con me non fate nemmeno il minimo sforzo per capire?” alzai il tono di voce senza nemmeno accorgermene “ Jasper ha ucciso e massacrato per decenni eppure eccolo qui, felice e adorato da tutti.”

Non appena pronunciai quella frase, Eveline scattò in avanti, con gli occhi in fiamme pronta a difendere il suo compagno ma lui la bloccò fermandola per un braccio.

Incrociai lo sguardo del ragazzo e mi pentii di quello che avevo detto. Sapevo che lui soffriva molto per il suo passato e io avevo giocato sporco riferendomi al suo caso ma in quel momento ero così infuriata che non ebbi il tempo di scusarmi.

Non sapevo nemmeno io da dove usciva tutta quella forza. Avrei dovuto essere distrutta per quello che stava accadendo ma reagii nella maniera opposta.

“ Liz non peggiorare tutto.” continuò Edward con la stessa espressione impassibile.

La sua reazione mi diede ancora di più sui nervi.

“ Scommetto che tu sei felice di tutto questo, vero?”

“ Finiscila.” rispose sempre freddo.

Infine guardai anche Carlisle. Non potevo credere che anche lui fosse d'accordo con tutto questo. Lui aveva sempre saputo perdonare, perché con me non poteva?

Il dottore abbassò lo sguardo visibilmente ferito.

Il dolore nei suoi occhi mi penetrò come una lama incandescente riportandomi a ciò che veramente stava accadendo.

La rabbia scivolò via in un attimo, lasciandomi distrutta. Pregai intensamente che tornasse, almeno avrei avuto ancora la forza di combattere, ma fu tutto inutile.

Strinsi i pugni e accettai la loro decisione. In fondo non potevo fare altrimenti.

Salii in silenzio nella mia stanza e raccolsi le prime cose che trovai in giro.

Misi tutto in un borsone e mi preparai a lasciare quella casa. In poco tempo la sacca era già piena. Cercai di asciugare le lacrime mentre lottavo con la zip che non aveva intenzione di cedere.

Lanciai un ultima occhiata alla stanza prima di andare via e il mio sguardo rimase bloccato sul gruppo di foto attaccate alla parete, i miei momenti felici da quando ero giunta a Forks.

Non avevo mai voluto fare foto prima di arrivar lì. Ora ricordavo esattamente il motivo per cui mi ero sempre rifiutata.

Scesi velocemente le scale e andai direttamente verso la porta.

Per un secondo pregai intensamente che qualcuno mi bloccasse e mi riportasse in dietro.

Mi girai di scatto sentendo dei passi provenire dal corridoio e incontrare lo sguardo di Esme.

I suoi occhi dorati erano bagnati dalle lacrime.

“ Mi dispiace tanto.” riuscì a sussurrare tra i singhiozzi prima di sparire via.

Mi chiusi la porta alle spalle e con le poche forze che mi rimanevano salii in macchina e andai via.

Quando fui sufficientemente lontana da casa, mi accostai lungo la strada e mi lasciai crollare sul sedile.

Non riuscivo a piangere, a gridare, non riuscivo a fare nulla.

Mi sentii improvvisamente sola e distrutta. Avevo perso tutto. Non avevo più una famiglia, non potevo avvicinarmi alla mia migliore amica. Non avevo nemmeno una casa dove rifugiarmi.

Non avevo più nulla.

Non so per quanto rimasi in quello stato. Probabilmente avevo perso il senso del tempo, non mi ero nemmeno accorta che aveva iniziato a piovere ed era scesa la notte.

La temperatura si abbassò ancora di più e iniziai a tremare per il freddo, ma niente reggeva il confronto con il gelo che avevo dentro.

Decisi di andare nell'unico posto che mi rimaneva, dall'unica persona che non mi avrebbe rifiutata. Anche se era stato lui a scatenare tutto ciò, ora era l'unico di cui potessi fidarmi.

Andai da Angel. Faticai un po' ad arrivare, di notte la piccola stradina che conduceva a casa sua era ancora meno visibile e la mia concentrazione era piuttosto debole.

Entrai nel vialetto sterrato ed parcheggiai nel grande spiazzale.

Aspettai qualche minuto prima di scendere, non sapevo ancora se stessi prendendo la decisione giusta, ma a questo punto cosa importava? Nessuno mi avrebbe più giudicata per le mie scelte, ero sola.

Non appena aprii lo sportello lui mi venne in contro, uscendo di corsa dalla porta, come se in qualche modo avesse sentito la mia richiesta di aiuto che non ero riuscita a pronunciare.

Le mie gambe non ressero il peso del corpo una volta scesa dall'auto e rischiai di finire a terra se lui non mi avesse afferrata.

Sentii pronunciare il mio nome dalla sua bocca ma il suono risultò indistinto, lontano, come un eco.

Mi scosse leggermente per catturare la mia attenzione.

“ Liz, cos'è successo?” mi domandò preoccupato prendendomi il volto fra le mani.

“ Credo che mi abbiano cacciata via.” non riuscii nemmeno a riconoscere il suono della mia voce.

Lui mi guardò confuso ma io non avevo ancora ripreso le capacità per formulare una risposta adeguata.

“ I Cullen ti hanno mandata via?” continuò lui cercando di capire cosa fosse successo.

Io annuii di rimando.

“ Sei sconvolta.” sussurrò accarezzandomi il volto e scostandomi una ciocca di capelli che mi ricadeva umida sulla guancia.

“ Posso stare qui?” gli domandi titubante.

“ Certo che puoi stare qui. Vieni, andiamo dentro.”. Con un braccio mi cinse la vita per impedire che finissi a terra e con l'altra mano afferrò il borsone che stringevo gelosamente.

Non lasciai subito la presa, in qualche modo volevo rimanere ancorata al pensiero che tutto quello che mi stava accadendo fosse solo un incubo.

Mi portò in casa e mi prese in braccio vedendo che non davo il minimo segno di muovermi.

Affondai il volto tra l'incavo della suo collo e mi aggrappai alla sua camicia.

Non ebbi nemmeno il tempo di capire se fossimo soli che lui mi aveva già portata nella sua stanza.

Mi fece sedere dolcemente sul letto e scese a prendermi un bicchiere d'acqua.

Con gesti meccanici sorseggiai la bevanda mantenendo lo sguardo fisso nel vuoto.

“ Vuoi dirmi cos'è successo?” mi domandò lui sedendosi affianco a me.

“ Te l'ho detto.” e sollevai gli occhi al cielo per evitare che le lacrime scendessero di nuovo.

“ E' per quello che è successo la scorsa notte.” sospirò lui.

“ Si.” risposi fredda.

“ Vedrai, capiranno prima o poi.”

“ Cosa dovrebbero capire, scusa?” mi voltai di scatto verso di lui.

“ Che è giusto che tu abbia scelto la tua strada.” continuò lui tranquillo.

“ Non è questa la mia strada.” gli ringhiai contro.

“ Ora sei spaesata ma vedrai che andrà meglio.” mi rassicurò lui gentilmente.

“ Angel, tu non capisci! Non è questo quello che voglio io.” la mi tono tornò piatto come primo.

“ Allora perché sei qui?”

“ Non lo so.” sussurrai tornando a guardare il vuoto.

“ Non hai più nessuno, ecco perché sei qui. Sono l'unica persona che ti è rimasta.” concluse lui senza alcun risentimento nella voce.

“ Non ti da fastidio?” gli domandai confusa.

“ No, presto capirai che questo è l'unico posto in cui potrai stare.” e mi diede un bacio sulla fronte.

“ Sono stanca.” gli disse porgendogli il bicchiere vuoto.

“ Va bene. Io sono al piano di sotto, per qualunque cosa chiamami pure.”

“ Grazie.”

“ Buonanotte.” e uscì dalla camera lasciandomi sola.

Feci un respiro profondo e mi guardai in torno.

Nonostante fossi stata molte volte in quella camera, in quel momento non aveva nulla di famigliare.

Mi tolsi le scarpe lasciandole ricadere sul pavimento e mi avvolsi nella coperta che si trovava sul letto.

Rimasi seduta per qualche minuto, finché non mi accasciai sul letto stremata.

Portai le ginocchia al petto e mi raggomitolai contro il cuscino. Nonostante fossi esausta non riuscivo a chiudere gli occhi, ogni volta nella mia mente risuonavano le parole di Edward e gli sguardi della mia famiglia.

Ero sicura che questa volta non avrei saputo reagire. In un modo o nell'altro avevo sempre trovato la forza per rialzarmi, ma questa volta sembrava ancora più difficile. Non avevo nessuno al mio fianco che mi avrebbe aiutata. Certo, c'era Angel, ma lui non poteva capire quello che stavo passando. Lui non aveva mai amato nessuno, non gli importava di rimanere solo. Era incomprensibile per lui la mia reazione.

Presi dalla tasca del cappotto il mio cellulare, speravo ancora in una qualche chiamata.

Lo fissai a lungo finché non mi addormentai, stringendolo ancora fra le mani.

Sprofondai in un sonno senza sogni, proprio quello che mi ci voleva.

Quando mi risvegliai mi sembrò di essere ancora più stanca di prima. Sollevai leggermente la testa e mi accorsi che avevo tutto il cuscino bagnato, probabilmente continuai a piangere anche mentre dormivo.

Diedi un'occhiata al cellulare ma non c'erano chiamate, nessuno si era preoccupato di sapere come stavo. Certo, con Eveline al loro servizio non c'era nemmeno bisogno di contattarmi. La loro indifferenza mi fece ancora più male, non che mi aspettassi qualcosa ma la speranza c'era comunque.

Decisi di spegnerlo per evitare di continuare a stare male.

Mi avvolsi di nuovo nella coperta e iniziai a guardarmi in torno in attesa di qualche illuminazione.

Di certo non avrei potuto trascorrere il resto delle miei giornate in quello stato, ci mancava solo che anche Angel mi cacciasse di casa!

Iniziai a ridere come una scema pensando a questa eventualità. Forse la mia pazzia stava avanzando, in fondo non c'era nulla di divertente nel ritrovarmi di nuovo sola.

Rotolai verso l'altro capo del letto per prendere il telecomando e accesi la tv.

Come al solito non davano niente di interessante, soliti film stupidi e cartoni animati.

Sbuffai e la spensi.

All'improvviso sentii qualcuno salire le scale che portavano al secondo piano, era Angel.

Probabilmente avrei dovuto dargli qualche spiegazione sull'accaduto dato che la notte prima non ero stata particolarmente eloquente. Mi preparai all'idea che avrei dovuto parlare ed era proprio quello che non volevo fare.

Entrò in camera con una tazza di caffè fumante. Credo che per una frazione di secondo i miei occhi si illuminarono.

“ Buongiorno.” mi sorrise lui.

Io abbozzai un sorriso e mi sporsi per prendere la tazza.

“ Come stai?” mi domandò sedendosi sul letto.

“ Meglio.” mentii spudoratamente sperando che non continuasse con le domande.

“ Non sei andata a scuola?” continuò lui.

“ Non credo sia il caso. Sai, ora sono un pericolo.” e scrollai le spalle.

Lui sorrise divertito. “ Non ti vedo così pericolosa.”

“ Magari ho qualche altro nascosto che ti piacerebbe riportare a galla.” commentai con un filo di acidità nella mia voce.

“ Divertente! Vedo che non hai perso il tuo umorismo.” rispose per niente offeso.

Non avevo mai visto Angel prendersela per qualcosa, era sempre così composto, tutto sembrava scivolargli addosso senza scalfirlo minimamente. Prima o poi gli avrei chiesto il segreto del suo comportamento!

“ La vita va avanti.” sospirai.

“ E tu come hai intenzione di viverla?”

“ Non ci ho ancora pensato. Ho tutta l'eternità davanti, non penso di avere fretta.”

“ Giusto ma cerca di reagire, non ti fa bene stare così.” disse accarezzandomi una mano.

Quel gesto mi fece sobbalzare. Non era a prima volta che mi toccava, anzi il contrario, ma in quel momento provavo una sorta di disagio.

Lui mi guardò dritto negli occhi per capire cosa ci fosse che non andava.

“ Scusa, sono ancora scossa.” mi giustificai mentre bevevo altro caffè.

“ Tranquilla, va tutto bene. Vedrai che passerà molto più velocemente di quanto pensi. Loro non ti meritano, non hanno fatto altro che reprimere la tua natura. Io, invece, ti accetto per quello che sei.”

“ Ti dispiace se lasciamo perdere questo discorso? Non mi va di ricominciare a piagnucolare.” . Mi stupii io stesse delle miei parola, da dove veniva tutta quella freddezza? Forse era un altro sintomo della mia pazzia oppure stavo reagendo in maniera totalmente inaspettata al mio dolore.

La cosa non mi dava fastidio, potrei quasi dire che mi piaceva tutta quella freddezza. Certo all'interno mi sentivo totalmente vuota ma era un prezzo accettabile per non soffrire.

“ Liz, sei sicura di stare bene?” mi domandò lui preoccupato. Non doveva essere facile per lui sopportare tutti i miei cambi di umore.

“ Al cento per cento.” e mi avvicinai per baciarlo.

Lui rimase immobile come se non credesse a quello che stavo facendo.

Appoggiai la tazza sul comodino e mi liberai di quella ingombrante coperta.

Lo guardai per un attimo e poi tornai vicino a lui. Credo che in quel momento avessi bisogno di essere apprezzata, desiderata.

Non avevo mai sentito queste particolari esigenze ma in fondo stavo iniziando una nuova vita, perché non cambiare totalmente?

Cominciai ad accarezzargli il volto. Tracciai il contorno della sua mascella perfetta e avvicinai le mie labbra alle sue ma senza sfiorarle. Sentivo chiaramente il suo respiro caldo e invitante e poi c'era qualcosa di assolutamente delizioso. Inspirai profondamente e riconobbi subito di cosa si trattasse. Probabilmente non si era nutrito da molto. Prima ero piuttosto stordita, per questo mi ero accorta dell'odore del sangue umano mescolato con il suo.

Lui sorrise impercettibilmente notando la mia espressione. Con un gesto fluido mi portò sopra di lui afferrandomi la vita con le sue mani.

Iniziò a baciarmi soffermandosi sul collo. Percepivo chiaramente il suo desiderio perché ogni secondo mi stringeva sempre di più.

Non mi opposi a quello che stava per fare, immaginai che volesse mordermi. Mi lasciai trasportare da lui.

Contrariamente ad ogni mia aspettativa non si nutrì di me. Continuò a baciarmi fino a risalire alla mia bocca.

Il suo sapore era fantastico e immediatamente la gola cominciò a bruciarmi come se vi fosse scoppiato un fuoco all'interno. Cercai di eliminare quel pensiero e di concentrarmi su quello che stava accadendo.

Gli slacciai la camicia lentamente e con molta facilità. Mi sorpresi io stessa di quanto fossi poco impacciata e imbarazzata in quel momento.

Di certo non fu come quella volta. Con Edward era stato totalmente diverso. Il solo pensiero mi faceva ancora tremare. Le sue mani che scorrevano su di me, i suoi baci, le sue parole... dannazione!

Cercai di combattere e di reprimere quei ricordi in tutti i modi. Dovevo tornare alla realtà ma era tutto così maledettamente difficile.

Cominciai a baciare Angel con più enfasi di quanto si aspettasse.

Gli tolsi completamente la camicia e lui si sdraiò sul letto lasciandomi continuare.

Mi sfilai anch'io la maglietta. La mia pelle era bollente e capii perfettamente che lui adorava questo aspetto.

Scesi lungo il suo collo per poi andare sul suo torace assolutamente perfetto. Scesi più in basso sfiorando delicatamente i suoi addominali ma quando arrivai a slacciare la sua cintura mi bloccò con un gesto brusco. Mi serrò i polsi con le mani e mi costrinse a risalire.

Si sollevò dal letto rimanendo appoggiato sui gomiti e continuava a fissarmi con un sorriso irritante.

Io arrossii immediatamente. Cos'era successo?

Ripresi coscienza delle miei azione e me ne vergognai da morire. Non era da me comportarmi in quel modo. Ma nello stesso tempo mi sentii rifiutata. Non credevo di essere andata così male da essere bloccata in quel modo.

Possibile che anche lui non mi volesse?

Serrai la mascella per evitare di esplodere in una crisi isterica.

“ Non è come credi.” iniziò a parlare lui. “ eri fantastica, ti giuro.” e sorrise portando la testa all'indietro.

Io lo guardai sempre più nervosa.

“ Ma non sono il tuo ripiego.” e scandì bene le parole tornando serio.

Le parole mi morirono in gola. Non sapevo cosa dire, in fondo non aveva tutti i torti. Per un attimo mi sentii anche in colpa finché non mi ricordai che non era da lui questo comportamento.

“ Stai scherzando?” gli dissi incrociando le braccia al petto.

“ Assolutamente no. Anche io ho una mia dignità.” continuò lui con la stessa espressione.

“ Scusa, non capisco. Non ti fai problemi ad accogliermi qui pur sapendo che sono venuta solo perché non ho un altro posto dove andare e invece ti rifiuti di venire a letto con me perché sai che saresti un ripiego?”

“ Si, mettiamola così.”

“ Cos'è, vuoi avere l'esclusiva?”

Lui scoppiò a ridere divertito ma io non ci trovavo nulla di divertente. Rimase in quello stato per alcuni minuti, non riusciva assolutamente a smettere di sghignazzare.

“ No, tesoro, non voglio l'esclusiva ma pretendo che quando tu faccia l'amore con me sia io l'oggetto dei tuoi pensieri e non quel ragazzino dall'aria melodrammatica!” e mi fece ricadere sul letto.

Io rimasi immobile, di nuovo senza parola.

Lui con molta tranquillità si sistemò i pantaloni, indossò la camicia e si avvicinò alla porta.

“ Ti aspetto giù.” e voltandomi le spalle andò via.

 

 

 

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Ragazze grazie per i commenti!

Allora faccio una risposta generale perché tutte, chi in un modo e chi in un’altra, avete centrato il punto del discorso:

ebbene si, Angel è uno stronzo! Beh, un cattivo doveva pur esserci!

È giusto che Elizabeth faccia le sue esperienze e commetta degli errori ma purtroppo questa volta non ha ricevuto l’appoggio di nessuno, o almeno non ancora!hihihihhi

So che questo capitolo è un po’ duro, i Cullen potevano anche perdonarla ma tutto ha una spiegazione, in fondo ogni cosa accade per un motivo!

Edward, si è comportato male, direte voi dato che anche lui non è stato proprio un santo in passato, però non è detto che questo non possa portare a qualcos’altro.

Vi assicuro che tra un paio di capitolo tutto sarà molto più chiaro e potrete capire meglio le reazioni dei Cullen e soprattutto di Edward.

Fidatevi, non è così cattivo come credete!!!

Mi raccomando continuate a recensire e a presto!!!!

baciiiiiiiii

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Capitolo 34
*** Step by Step ***


Step by step

 

 

 

 

 

 

Sofocle, grande illustre della drammaturgia greca, diceva: I più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa.

Mai come in quel momento ritenni più giusta e vera quella frase.

Solitamente, chi è vittima di un lutto, affronta cinque fasi chiamate '' stadi del dolore''. Io non avevo subito alcuna perdita di quel genere, fortunatamente, ma le attraversi comunque dopo essere stata cacciata dalla mia famiglia.

Non fu facile riprendersi dopo l'accaduto, sinceramente non credo nemmeno di esserci riuscita totalmente. Fu più duro di quanto mi aspettassi.

Ero sempre stata in grado di cavarmela da sola durante la mia vita, anche quando ero umana. Non mi era mai importato rimanere sola, mi faceva sentire meglio contare solo su me stessa ma in fondo non mi ero mai accorta che, in qualunque caso, avevo sempre avuto qualcuno al mio fianco pronto a sorreggermi nel momento del bisogno.

Quando provai cosa significasse veramente essere abbandonata dalle persone che ami la cosa non mi piacque affatto.

FASE UNO: NEGAZIONE

E' il primo meccanismo di difesa che ci permette di attenuare la fase iniziale del dolore.

Durante i primi giorni a casa di Angel, la mia vita sembrava piuttosto normale, tranne per il fatto che non stessi frequentando più la scuola. All'inizio non mi importava più di tanto, avevo molto più tempo libero e non dovevo nemmeno faticare a studiare.

Erano tutti particolarmente gentili con me, come sempre, del resto.

Trascorrevo le giornate a leggere, guardare la tv, mi divertivo a scherzare con Spike, imparai anche ad accettare i momenti di isteria della povera Drusilla. Pensare che lei stesse peggio di me mi faceva sentire meglio.

Mi sembrava di vivere una fantastica vacanza lontano da tutto e da tutti. La mia mente era più leggera e non avevo grandi preoccupazioni.

Il mio rapporto con Angel migliorava di giorno in giorno, probabilmente perché non avevo la costante presenza di Edward che turbava la mia tranquillità.

Certo, da una parte si sentiva ancora un ripiego, ma le cose andavano meglio.

Stranamente lui non capiva nemmeno questo mio comportamento. Da quando ero diventata così incomprensibile per lui? Mah! Comunque la cosa non mi interessava, era difficile buttarmi giù in quel momento.

Secondo lui avevo accettato tutto con troppa facilità e presto ne avrei risentito in maniera più distruttiva.

SECONDA FASE: LA RABBIA

Con il passare del tempo, però, il castello di illusioni che mi ero creata, iniziò a svanire lentamente, facendo riemergere a poco a poco ciò che era veramente accaduto.

Iniziai a non essere più allegra come un tempo, a dire il vero ero diventata piuttosto scontrosa.

Fortunatamente la rabbia mi manteneva viva ma provare tutte quelle emozioni non mi piaceva affatto. Preferivo essere fredda come una pietra e magari risultare insensibile piuttosto che tornare a soffrire.

Inoltre, giusto per peggiorare ancora un po' la situazione, una tremenda sete mi divorava dall'interno ogni giorno. Come mi era venuto in mente di bere del sangue umano? Come?? era molto più difficile resistere e mettere a tacere quella fastidiosa voce nella mia testa. Magicamente risuonava, a qualunque ora del giorno e della notte, come una sveglia nella mia testa. Forza Liz, vai a caccia! Cosa sarà mai uccidere un altro umano! Ti è piaciuto così tanto la scorsa volta! Ecco quelle erano le parole contro cui dovevo continuamente combattere.

Iniziai a prendermela con tutto ciò che mi circondava. Incolpavo Angel per ciò che era accaduto e maledicevo la mia famiglia per non avermi capita, per avermi abbandonata in quel modo. Sapevano che mai come in quel momento avevo bisogno di loro eppure non fecero nulla. Possibile che tutto il rapporto che avevo costruito con loro era svanito come d'incanto?

Sicuramente era colpa di Edward. Non capivo perché ce l'avessi tanto con lui, in fondo erano stati anche gli altri ad appoggiare la sua scelta di mandarmi via, ma non mi importava più di tanto. Io lo odiavo. Si, in quel momento potevo affermare veramente di odiare Edward Cullen.

Ogni volta che rivedevo il suo volto nella mia mente mi saltavano i nervi e questo accadeva più volte durante la giornata.

Lui, con quella sua aria da signor perfettino, sempre ordinato, sempre composto, mai un passo falso davanti agli altri, ma con me, oddio, con me si era comportato sempre da vero stronzo!

Detestavo tutto di lui. I suoi sguardi falsamente e disgustosamente dolci, le sue parole sempre dette al momento giusto eppure, per me, sempre così sbagliate.

Odiavo il suo sorriso sghembo, mi dava sui nervi!Si, proprio quel maledetto sorriso che lo rendeva così sexy e che era in grado di farmi tremare le gambe fino all'inverosimile.

E poi i suoi capelli. Maledetti capelli!!!! il modo in cui si passava la mano in quella chioma bronzea mi faceva contorcere lo stomaco.

Spero che tu vada all'inferno, Edward Cullen!

E quelle furono le mie ultime parole famose.

TERZA FASE: AUTO RECRIMINAZIONI

Una sera decisi di concedermi un bel bagno caldo, speravo veramente che potesse rilassare i miei nervi tesi.

Avevo appena discusso con Spike perché in preda ad una mia crisi di rabbia, avevo fatto piangere la sua compagna.

“ Si può sapere cosa vuoi, idiota! La tua Drusilla si può benissimo difendere da sola!” gli urlai con tutta la voce che mi era rimasta e corsi in camera per evitare di fare una strage.

Riempii la vasca fino all'orlo e mi immersi completamente dentro, facendomi avvolgere dalla schiuma abbondante. Probabilmente avevo versato troppo bagnoschiuma!

Affondai con tutta la testa nell'acqua bollente e quando riemersi scoppiai a piangere.

In un primo momento non capi cosa stesse accadendo, erano passate due settimane e da allora non avevo versato nemmeno una lacrima, tranne il primo giorno, ma era comprensibile.

Continuai a piangere per ore, anche quando uscii dal bagno. Mi avvolsi nell'accappatoio e mi buttai sul letto con la faccia affondata nel cuscino.

Improvvisamente una lampadina si accese nella mia testa, come un fulmine a ciel sereno. Era colpa mia! Se ora mi trovavo in quella situazione era unicamente colpa mia.

Non avevo fatto niente per impedire tutto ciò, anzi avevo contribuito a peggiorare la situazione con il mio comportamento da egoista.

Avrei potuto chiedere perdono, sarei potuta tornare a casa e cercare di far capire a tutti come mi ero sentita, che in realtà non avrei mai voluto deluderli.

Avrei potuto evitare tutto se solo fossi stata più sveglia, più intelligente.

Pensai che peggio di così non mi sarei potuta sentire e invece, come al solito, mi sbagliavo.

Arrivai alla conclusione che ero più stupida di quanto avessi mai pensato in vita mia.

Non solo avrei potuto evitare tutto quello che era accaduto ma, cosa ancor peggiore, avevo sempre saputo in quale guaio mi stessi andando a cacciare e da vera idiota non mi ero fermata.

Sin dalla prima volta che avevo visto Angel avevo capito che lui non era come gli altri, avevo riconosciuto una certa oscurità in lui che mi terrorizzava fino al midollo ma nello stesso tempo mi attraeva. E io da stupida, ripeto e sottolineo STUPIDA, mi ero lasciata trasportare da lui nel suo mondo.

QUARTA FASE: DEPRESSIONE

Quella fu la fase peggiore e la più difficile da affrontare.

Quando si è depressi, inizialmente non ci si rende veramente conto di quanto si possa essere auto distruttivi. Più la gente che ti circonda te lo fa notare e più neghi a te stessa che sia la verità.

Trascorrevo il mio tempo in uno stato catatonico, non mangiavo, non bevevo, non parlavo. In pratica non vivevo più.

Mi era capitato già di passare periodi del genere, tutto merito del mio amato Cullen, ma in quel momento mi accorsi di stare proprio male.

Una mattina mi svegliai e non trovai Angel al mio fianco. Preoccupato della mia situazione, aveva iniziato a stare con me anche la notte, aveva paura che io potessi commettere qualche gesto assurdo.

Era la prima persona che vedevo quando aprivo gli occhi e saperlo sempre lì mi confortava in un certo senso.

Immediatamente scattai in piedi presa dal panico. Mi aveva lasciata anche lui?

Iniziai a tremare come una pazza, perché era proprio quello che ero diventata.

Solo qualche minuto dopo mi resi conto che si stava facendo la doccia. Il getto d'acqua che scorreva mi tranquillizzò facendomi di nuovo respirare. Il mio cuore riprese a battere normalmente e così mi sdrai di nuovo sul letto in attesa che lui mi raggiungesse.

Mi guardai in torno, cercando una qualche distrazione, ma ormai non c'era più niente in quella stanza che mi colpisse particolarmente.

Avevo letto quasi tutti i libri della collezione di Angel, avevo sfogliato più volte i suoi disegni, facendomi raccontare di ognuno la storia dei soggetti rappresentati. Ormai quell'uomo non aveva più segreti per me. Pur di non farmi pensare alla mia misera condizione mi aveva raccontato tutta la sua vita nei minimi particolari. Spesso fui costretta a fermarlo, certi dettagli erano troppo crudeli per la mia mente instabile.

Sollevai le braccia in altro per stiracchiarmi quando mi soffermai sul mio braccialetto.

Non l'avevo mai tolto dalla notte in cui Edward me l'aveva regalato.

Era stato il mio compleanno, forse il più bello di tutta la mia vita se non fosse intervenuto Angel a rovinare tutto.

Edward era sereno quella sera, ricordavo perfettamente il suo sorriso, i suoi occhi che brillavano di luce propria ogni volta che era di buon umore.

Ebbene si, avevo già smesso di odiarlo. La cosa era durata per qualche giorno, poi tornai a desiderarlo. Non come le altre volte, però, in quel momento speravo soltanto che mi venisse a salvare e mi riportasse nel suo castello, proprio come accade nelle favole. Immancabilmente era sempre il principe dalla scintillante armatura a salvare la donzella in pericolo, perché a me non accadeva?

Perché l'angelo dalle ali nere come la notte continuava a spingermi nell'abisso?

Io volevo risorgere, lo volevo disperatamente, ma ero incatenata al fondo e non c'era modo di liberarmi.

Iniziai a giocherellare con il ciondoli del bracciale. Ripercorrevo più volte i contorni di quella delicata “ E “ e immaginavo il suo volto. Ti prego vieni a prendermi, non lasciarmi qui, ho bisogno di te...

“ Dovresti toglierlo.” disse Angel irritato non appena mi vide persa tra i ricordi.

“ Non voglio.” cantilenai come ipnotizzata.

Lui sbuffò continuando a strofinarsi l'asciugamano sui capelli bagnati.

“ Non verrà da te. Ti ha lasciata, molto tempro prima che arrivassi io. Quindi dimenticalo.” continuò sempre più nervoso.

Io lo fulminai con lo sguardo. Come osava toccare quell'argomento e rivolgersi verso di me con quel tono?

“ Sei geloso?” lo provocai con un mezzo sorriso.

“ Di Edward? Ma per favore.”.

Il suo tono mostrava tutt'altro.

“ Non ti credo.” continuai io.

“ E di cosa dovrei essere geloso, eh? Ora sei qui e non con lui.”

“ Non con la mente però.” pensai quelle parole ma non mi accorsi di averle dette ad alta voce.

In un secondo lui fu su di me, schiacciandomi con il suo corpo ancora bagnato.

“ Non provocarmi.” mi sussurrò in un orecchio con una voce che mi fece gelare il sangue. Mi ero dimenticata di quanto potesse farmi paura Angel a volte.

Decisi che la cosa migliore in quel momento era quella di tacere ed evitare che la discussione prendesse una brutta piega.

Lui si accorse di avere esagerato perché iniziai a tremare involontariamente. Si alzò e mi diede un bacio sulle labbra.

“ Lo sai che odio quando parli di lui.” si scusò a modo suo.

“ Certo.” e mi chiusi in bagno con la scusa di dovermi fare una doccia.

Tutta quella situazione iniziai a pesarmi seriamente.

Angel non era più lo stesso, forse a causa mia, di certo non ero la compagna che lui avrebbe desiderato, ma ciò non lo giustificava dal dovermi trattare come un giocattolo.

QUINTA FASE: ACCETTAZIONE

Credo di non essere mai arrivata a quel punto. Nonostante fossi consapevole che la situazione fosse irrecuperabile non volevo darmi per vinta.

Prima o poi avrei trovato il coraggio di tornare a parlare con loro o almeno lo speravo.

Non potevo credere che fosse finita veramente, semplicemente non lo accettavo.

Era troppo doloroso da sopportare.

Una scintilla di speranza si accese quando mi decisi ad accendere il mio cellulare che ormai giaceva spendo da settimane in qualche cassetto della camera.

Non mi aspettavo di trovare alcuna chiamata e invece, questa volta con mia grande gioia, mi sbagliai.

Avevo un messaggio in segreteria.

Attesi qualche minuto, forse anche di più, prima di trovare la forza di ascoltarlo.

Avevo troppa paura che si trattasse di cattive notizie.

Ascoltai la voce registrata e poi digitai il tasto per ascoltare il messaggio.

“ Liz, ti prego, perché non mi rispondi? Ti ho provata a chiamare centinaia di volte dopo che Edward mi ha raccontato cos'è successo. Alla fine mi sono arresa e quindi mi ritrovo a parlare con questa segreteria del cavolo. Non comprendo quello che hai fatto, sai che sono contraria a quelle cose ma non puoi scappare in questo modo! Io ti voglio bene e ti sarò sempre vicina, qualunque cosa accada. Insieme possiamo superare tutto. Ti prego chiamami.”

Scoppiai a piangere dalla felicità quando ascoltai le parole di Cynthia. La mia dolce Cynthia, come sempre riusciva a vedere solo il meglio delle persone. Nonostante gli altri mi consideravano un mostro lei non l'aveva mai pensato.

Iniziai a saltellare come una pazza per tutta la camera in preda ad una piacevolissima euforia.

Non potevo credere che ci fosse ancora una speranza per poter ricominciare tutto.

Scesi immediatamente in sala per comunicare ad Angel la grande notizia, speravo proprio che lui potesse gioire con me.

Arrivai continuando a sorridere come una cretina quando ascoltai alcune parole di una conversazione che avrei preferito non sentire mai.

L'unica parola che risuonava nella mia mente era “ dobbiamo andare via di qui”.

La mia gioia si frantumò in mille pezzi quando si voltarono verso di me e mi comunicarono la loro decisione.

“ Liz, tra qualche giorno dobbiamo partire. Non possiamo stare più qui e visto che ora non hai più niente che ti trattiene è giusto andare via.” mi spiegò Angel in tono assolutamente distaccato. “ Non sarà difficile ricominciare. Ci sarò io con te, per sempre.”

La parola per sempre mi paralizzò terrorizzandomi da morire.

 

 

 

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Ragazze, lo so che mi ripeto sempre, ma grazie mille per i commenti. Mi fa sempre piacere sapere ciò che pensate, quindi continuate pure!!!!

@levia: grazie!!!!! Sono contenta che tu pensi che io sia una brava scrittrice e mi fa ancora più piacere la cosa visto che questa è la mia prima creazione e spero che non sia l’ultima! Ah, ora ho capito da dove deriva la mia sfortuna: sei tu che mi maledici quando non pubblico!!!!! Brava, brava!!!!ahahahahahah scherzo logicamente. Ritengo che la mia sfiga sia una cosa totalmente innata!

 

@Fred Cullen: che gioia! Una nuova commentatrice! Si, hai perfettamente ragione, lui non è Angel, è assolutamente Angelus! Solo che questo nome mi incute troppo terrore e quindi ho preferito lasciare Angel, così da non far capire subito che fosse lui il cattivo! Grazie mille, sono contenta di essere riuscita a renderli bene, quando ho pensato di inserire loro avevo un po’ paura perché io sono nata con il telefilm di Buffy e quindi , per me, era come toccare qualcosa di sacro!!!!!per il resto, tra un po’ vedrai la vera reazione dei Cullen!hihihihi

 

@ Saretta_trilly: oddio i tuoi commenti mi riempiono sempre di gioia perché tu riesci perfettamente ad immedesimarti nella storia e capire ciò che prova Liz! Grazie! Anche se il capitolo l’ho scritto io, ho provato le stesse cose che hai provato tu! Anche io, da sola, mi sono infuriata con i Culle, pur sapendo il seguito della storia! Eh si, la mia pazzia avanza!!!!! Grazie ancora e baci!

 

@garakame: guarda hai perfettamente ragione sulla reazione dei Cullen però devi considerare che tutta la storia è vista dal punto di vista di Elizabeth, quindi certe cose lei non le capisce perché non le immagina. Magari esagera anche un po’, per questo non considerare sono quello che pensa lei. Il resto dei personaggi sono più o meno fedeli all’originale quindi: tu credi che il buon Carlise abbia agito così se non avesse un secondo fine???? Vedrai che tra un paio di capitoli sarà tutto molto più chiaro!

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Capitolo 35
*** Secret And Lies And More Lies ***


Secret and lies and more lies

 

 

Rimasi in silenzio per alcuni minuti cercando di capire se quello che stava accadendo fosse un incubo, un scherzo, insomma tutto tranne che la realtà.

Nessuno sembrava sostenere il contrario e quindi capii che probabilmente fosse tutto vero.

“ No!” gridai, ma dalla mia bocca uscì solo un suono spezzato e tremante. “ Non possiamo andare via. Io non voglio.”

“ Elizabeth, non possiamo rimanere ancora qui.” rispose Angel quasi irritato dalle mie parole.

“ perché?” continuai incredula.

“ Da quando non ti vanno più bene le miei scelte?” continuò lui.

“ Io non prendo ordini da te.” gli ringhiai inferocita.

Ma chi si credeva di essere? Nessuno aveva mai osato comandarmi e di certo lui non sarebbe stato il primo.

“ Io non vengo. Ho ancora delle cose da sistemare.” dissi incrociando le braccia al petto.

“ Ancora con i Cullen? Non ti è bastato quello che ti hanno fatto?”

“ Non si tratta di loro. Ho appena letto un messaggio di Cynthia. Vuole vedermi e io non ho intenzione di deluderla ancora.” gli spiegai addolcendo la voce.

Angel si irrigidì immediatamente. Serrò la mascella e mi fulminò con lo sguardo.

Probabilmente non gli andava particolarmente a genio che io stessi rovinando i suoi piani.

“ E cosa pensi di ottenere, eh?”

“ Lei mi perdonerà e questo è già un passo avanti.” risposi.

“ Non credi di stare esagerando? Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te ora ci ricompensi voltandoci le spalle?”

Perfetto! Odiavo quando la gente mi rinfacciava qualcosa.

“ Ti sono grata per il tuo aiuto ma ora non posso venire con voi, devo andare da lei.”

e gli voltai le spalle per andarmene.

In un secondo Angel mi bloccò la strada piazzandosi davanti a me con tutta la sua mole.

“ Liz, pensaci.” mi dissi fermandomi per un braccio.

“ Cosa dovrei pensare?” e mi staccai dalla sua presa.

“ Ora sei scossa per quello che è successo è normale che tu non capisca. Rifletti un attimo su quello che sta accadendo, credi veramente che lei possa perdonarti?”

“ Certo.”

“ E con i licantropi come la metti? Loro di certo non la pensano come la tua amica.”

Beh, a questo non avevo pensato. Ero troppo euforica per la bella notizia che non avevo pesato alle conseguenze.

Cynthia per riprendere i rapporti con me avrebbe dovuto schierarsi contro Jacob e io avrei potuto sopportarlo?

Sapevo che eravamo entrambi importanti per lei ma io non le avrei mai permesso di mettere da parte il suo ragazzo per me.

“ Non lo so, questo si vedrà.” risposi ancora persa fra i miei pensieri.

“ Possiamo ritardare la partenza se vuoi” continuò lui più calmo.

Io lo guardai non capendo a cosa volesse arrivare.

“ Pensa a quello che devi fare e quando avrai preso una decisione sarei libera di fare le tue scelte. Nessuno ti costringe a rimanere qui contro la tua volontà.” e mi mostrò uno dei suoi sorrisi migliori.

“ Va bene.” mi arresi in fine.

Del resto con qualche ora in più non avrebbe cambiato niente. Avrei potuto valutare la situazione e capire quale fosse la scelta migliore.

Improvvisamente Drusilla, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo tra le braccia del suo amato, crollò a terra lanciando un grido disumano.

Spike e Angel si precipitarono immediatamente verso di lei, ma nessuno dei due riusciva a calmarla.

Continuava ad urlare e piangere in preda ad una delle sue solite crisi isteriche, ma quella volta ci fu qualcosa di diverso. Sembrava soffrire terribilmente e ripeteva parole senza senso con il suo solito tono cantilenante.

Alla fine si calmò ma prima che finisse mi lanciò uno sguardo carico di odio.

Non l'aveva mai fatto. Non che noi avessimo uno splendido rapporto ma non c'era mai stato nulla che potesse giustificare la sua espressione.

Decisi di lasciare il trio ai loro drammi famigliari e tornai a rifugiarmi in camera.

Mi buttai sul letto e iniziai ad osservare il soffitto aspettando una qualche risposta dalla mia mente.

Cercai di valutare i pro e i contro del mio ritorno da Cynthia.

Tutto andava a mio favore tranne la piccola questione dei Quileute. Possibile che nemmeno lei ci avesse pensato? Eppure ne avrebbe dovuto parlare con Jake prima di farmi quella telefonata!

A forza di torturarmi il cervello mi scoppiò un gran mal di testa. Probabilmente mi addormentai anche un po'.

Pensavo di aver chiuso gli occhi soltanto un momento ma quando gli riaprii mi accorsi che era di nuovo buio. Andai verso la finestra per prendere una boccata d'aria.

Stranamente quella sera il cielo era sereno, coperto solamente da qualche piccola nuvola di passaggio. La luna risplendeva per tutto il paesaggio e improvvisamente un senso di angoscia mi prese allo stomaco.

Adoravo guardare il paesaggio di quella piccola cittadina, lo facevo sempre dalla mia stanza quando stavo a casa Cullen.

Era tutto così tranquillo e sereno. Mi avvolsi in una coperta e rimasi a contemplare il tutto immersa fra ricordi e pensieri.

Mai come in quel momento sentii la mancanza della mia famiglia. In quella casa era sempre tutto così silenzioso, non c'erano le risate allegre di Eve e Emmet, la voce sempre acida di Rosalie ( non l'avrei mai detto, ma in quel momento sentivo anche la sua assenza!), il dolce sorriso di Esme, la presenza rassicurante di Jazz. Mi mancava tutto terribilmente.

Come avevo fatto ad arrivare a questo punto?

All'improvviso un urlo dal piano di sotto mi fece sobbalzare.

Dannazione! Di nuovo Drusilla e le sue fantastiche crisi isteriche. Stavo veramente cominciando ad odiare quella donna, non la sopportavo più. Maledii con tutte le mie forze la brillante idea di Angel di aver torturato psicologicamente, e a quel punto pensai anche fisicamente, quella povera donna prima di trasformarla.

Continuò per svariati minuti e non sentendola smettere decisi di scendere a vedere cosa stesse accadendo.

Solitamente gli altri due vampiri erano sempre pronti e scattanti per calmare la loro “colomba”, così la chiamava il suo creatore, ma probabilmente si erano stancati anche loro dato che nessuno andava a soccorrerla.

Scesi pigramente le scale, odiavo quando venivo cacciata a forza dal mio piccolo mondo di ricordi!

Arrivata in sala, trovai la donna a terra che si dimenava come una pazza agitando le sue gracili braccia al cielo. Perfetto!

Mi guardai in torno in cerca di Spike ma a quanto pare doveva essere uscito.

Raggiunsi Drusilla e cercai di farla ragionare.

“ Dru, mi senti?” le dissi mentre le bloccavo le mani. Nonostante non avesse l'aria di essere molto forte, non mi andava di essere presa a schiaffi da lei.

“ Dru!” gridai più forte ma lei non dava il minimo segno di reagire.

Iniziai a darle dei piccoli colpetti sul viso per attirare la sua attenzione e alla fine, con molta fatica, riuscii ad ottenere il risultato desiderato.

Lei mi guardò con i suoi grandi occhi color rubino e scoppiò a piangere raggomitolandosi su se stessa.

“ E' la fine” mormorò tra i singhiozzi.

“ Dru non capisco!” cercai di addolcire il tono di voce per farla sentire al sicuro.

Spike faceva sempre così!

“ Il sacrificio... il sacrificio non sarà portato a termine.” e ricominciò a lamentarsi.

“ Dru, ma di cosa parli?” ormai non sapevo più cosa pensare, non l'avevo mai vista in questo stato confusionale e la cosa mi snervava alquanto. Non avevo tempo da perdere a cercare di interpretare il suo linguaggio.

Mi alzai bruscamente con tutta l'intenzione di lasciarla lì e con la speranza che prima o poi si sarebbe calmata da sola.

“ Lei è protetta dai lupi...” cantilenò scoppiando in una risata isterica.

Immediatamente mi irrigidii, non per il suono spaventoso che fuoriuscì dalla sua bocca ma per le parole che aveva detto.

Mi fiondai subito su di lei e iniziai a scuoterla come se fosse una bambola.

“ Cosa c'entrano i lupi?” le gridai terrorizzata. Non so per quale motivo ma una bruttissima sensazione mi invase.

“ Loro non la lasceranno morire … saranno più veloci di lui” continuò la donna fissando il vuoto.

“ Chi non lasceranno morire?” e la scossi con più violenza ma lei non rispose. “ Dove sono Spike e Angel?”. Possibile che proprio in quel momento dovevano uscire?

“ Dru, cazzo, rispondimi!” le gridai sferrandole uno schiaffo in pieno viso.

Lei immediatamente si bloccò ricadendo sulla schiena. Rimase a terra e iniziò a ridere come una pazza, nel vero senso della parola!

“ Il mio Spike non tornerà a casa... mai più... ma...” e rise con ancora più forza di prima “ la tua amica ne uscirà distrutta e lui sarà comunque fiero del mio principe!”

“ Amica? Ma che?”

Improvvisamente nella mia mente associai le due parola: amica, lupi... Cynthia!

Spike si era imbattuto in Cynthia e la stava per uccidere?

Non riuscivo a credere ai miei pensieri. Spike non era così ingenuo da rompere il patto stipulato dai Cullen, lui non avrebbe mai rischiato così tanto!

Lasciai Drusilla stesa sul pavimento e corsi verso la mia macchina. Non sapevo nemmeno dove andare ma non potevo rimanere lì ad aspettare qualcuno che mi venisse a spiegare cosa stesse accadendo.

Le mani mi tremavano così tanto che feci fatica ad inserire la chiave nella serratura della portiera. Mi cadde a terra un paio di volte prima di riuscire nell'impresa.

Misi in moto il motore, accelerai bruscamente e per qualche secondo persi il controllo della vettura.

“ Liz, non è il momento di perdere il controllo.” ringhiai mentre a stento uscivo dalla stradina sterrata che portava sulla strada principale.

Feci una brusca curva e mi infilai tra le auto che correvano lungo la statale.

“ Pensa a dove possono essere, pensa!” continuavo a ripetermi ad alta voce mentre procedevo verso una meta non ancora definita. “ Sono le sei di pomeriggio quindi Cynthia doveva essere da Jake ma lì Spike non sarebbe potuto entrare, troppo licantropi in circolazione” pensare ad alta voce mi schiariva sempre le idee, ma in quel momento ero troppo agitata per pensare lucidamente. Un immagine orribile della mia amica stesa a terra priva di vita mi riempì gli occhi di lacrime. Strinsi con forza il volante rischiando di frantumarlo fra le mie mani.

No, no, non poteva morire!

“ Se non è da Jake è sicuramente a casa sua, dove altro potrebbe andare?”

Ritenni che quella fosse l'opzione più probabile o almeno era l'unica che avevo!

Feci inversione lungo la strada scatenando l'ira degli altri guidatori che iniziarono a riempirmi di insulti. Erano fortunati che in quel momento non avevo tempo di fermarmi e ucciderli nel peggior modo possibile!

Accelerai maggiormente affondando tutto il piede sul pedale. L'auto schizzo veloce come un fulmine. Per la seconda volta, in pochi giorni, pensai a Rosalie. Mi ripromisi che ,se fosse andato tutto bene ,l'avrei ringraziata fino all'eternità per aver truccato il motore dell'auto.

Casa di Cynthia era piuttosto lontana dal luogo in cui mi trovavo, era dall'altra parte della città e il traffico di certo non mi aiutava. Iniziai a suonare il clacson come un'ossessa e superai le altre auto sia a destra che a sinistra rischiando di fare numerosi incidenti.

Mi mancava il fiato , volevo solo urlare la mia rabbia. Come aveva potuto Spike farmi questo? Continuavo a ripetermi che non era da lui un comportamento del genere, per quel poco che l'avevo conosciuto mi era sembrato una persona piuttosto corretta, almeno per essere un mostruoso sanguinario. Mi ero addirittura affezionata a lui!

Finalmente arrivai a destinazione. Fui certa che quello fosse il luogo esatto perché notai uno starno odore nell'aria. Era fumo misto a qualcosa che bruciava e poi, a sostegno del mio super olfatto, ci fu la vista di una leggera coltre di fumo sopra casa della mia amica.

Ero arrivata troppo tardi.

Abbandonai la macchina, con il motore ancora acceso, davanti al vialetto che portava all'abitazione. Una scarica di adrenalina di penetrò fino al midollo. Iniziai a correre, più veloce che potevo e nel farlo inciampai rovinosamente su qualcosa che era stato lasciato nel mezzo della stradina.

Non mi preoccupai di quello che mi ero fatta e mi rimisi subito in piedi ricominciando a correre.

Arrivai nello grande giardino posto dietro la casa e rimasi agghiacciata dallo scenario che mi ritrovai davanti.

Cynthia era a terra, fra le braccia di Jake che piangeva stringendo il suo corpo mal ridotto. Potevo sentire l'odore del suo sangue che sgorgava dalle ferite.

Aveva gli occhi chiusi e la bocca leggermente socchiusa. Era immobile.

Rimasi a fissarla, sperando in suo cenno, un minimo gesto che mi facesse capire che fosse viva.

Solo qualche secondo dopo mi accorsi che c'era anche Carlisle lì. Era vicino a loro e cercava di esaminare i danni riportati dalla ragazza.

Un grande falò si ergeva poco distante circondato dal resto del branco. Intravidi un lembo dello spolverino nero di Spike che bruciava tra le fiamme. Lui era morto, ormai.

C'erano anche Emmet e Jasper intenti a scrutare i gesti e le espressioni del dottore.

Prima di crollare a terra mi lanciai fra le lacrime verso il corpo della mia amica.

Jacob mi vide arrivare e scattò in avanti pronto a bloccarmi.

Non mi importava di finire massacrata da quel licantropo, io dovevo andare da Cynthia.

Tutto si svolse nel giro di qualche secondo ma a me sembrò un'eternità, mi sembrava di vedere tutto a rallentatore.

Corsi verso la mia amica gridando ma Jake mi bloccò prontamente lanciandomi sull'asfalto brecciato. Io mi rialzai senza preoccuparmi di lui e tentai di avvicinarmi di nuovo urlando il nome di Cynthia ma questa volta fu Jasper a bloccarmi afferrandomi da dietro e tendomi ferma nella sua stretta d'acciaio.

Cercai di dimenarmi in tutti modi ma lui era troppo forte per me.

“ Liz, calmati!” mi urlò il vampiro biondo continuando a stringermi.

“ No, no, devo andare da lei.” continuai a gridare fra le lacrime.

La mia migliore amica era stesa a terra e nessuno mi permetteva di vedere come stava. Mai, come in quel momento, mi sentii debole e inutile.

“ E' viva.” disse infine Carlisle rivolgendosi a me, nel frattempo Jake era tornato ad abbracciarla.

“ Cos'è successo?” singhiozzai leggermente sollevata.

“ Spike ha tentato di ucciderla. I licantropi sono arrivati appena in tempo e poi siamo arrivati noi.” mi spiegò Jazz senza lasciare la presa.

“ Sopravviverà?”

“ Se agiamo in fretta potrebbe farcela.” rispose il dottore continuando a tamponare le ferite.

“ Cosa dobbiamo fare?” domandò il licantropo visibilmente distrutto.

“ Portiamola alla riserva.”

“ Vieni anche tu?” disse il ragazzo afferrando Carlisle per un braccio. Stava chiedendo aiuto. Jacob Black, capo dei licantropi Quileute , stava chiedendo aiuto ad un vampiro.

“ Certo.” rispose il dottore “ non la lasceremo morire. Te lo prometto.” e con un rapido gesto sollevò la ragazza, con cura la strinse fra le sue braccia e insieme al ragazzo, seguito dal resto del branco, scomparve nella foresta correndo ad una velocità impressionante.

Jasper continuò a tenermi ferma finché non capì che non avevo intenzione di seguirli poi lasciò la presa.

Le gambe non riuscirono a sostenere il peso del mio corpo e per poco non svenni a terra se non ci fosse stato il vampiro a riprendermi prontamente.

“ Liz.”

“ Mi dispiace.” sussurrai affondando la testa nel suo petto. Lui mi abbracciò forte e io diedi sfogo di nuovo alle mie lacrime.

“ perché l'ha fatto?” mi chiese lui sperando che io sapessi qualcosa.

“ Non lo so.” mi sentii doppiamente inutile nel non poter rispondere alla sua domanda. Ma a questo avrei potuto porre rimedio.

“ Devo andare.” mi rialzai in piedi asciugandomi il volto con la manica della felpa.

“ Liz, aspetta.” intervenne anche Emmet.

“ No, è meglio così.” e mi diressi a stento verso la mia auto.

Non sarebbe finita qui, avrei scoperto a qualunque costo la ragione che aveva spinto Spike a fare quel gesto insensato e sapevo benissimo che non poteva esserci solo la sua mente dietro a tutta questa storia.

Questa vicenda mia aveva fatto aprire finalmente gli occhi, anche se ormai era tardi.

Non mi sarei mai dovuta fidare di quei vampiri.

Mi torturai fino all'inverosimile per la mia stupidità ma in quel momento non potevo fare nient'altro che finire di scoprire la verità.

 

 

 

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@ Fred  Cullen: Beh, credo che la tua domanda abbia avuto una risposa con questo capitolo! Sai non credo che Liz sarà molto d’accordo sul fatto di andare via!ahahah per quanto riguarda Edward hai perfettamente ragione, lui è in parte responsabile per tutto quello che è successo ed è giusto che Liz lo odi, almeno un pochino! Ma chi sa se poi continuerà ad avercela con lui?

 

@ Poeticdream: oh grazie per i complimenti, sei troppo gentile. Mi raccomando continua a commentare!

 

@ saretta_trilly: sono contenta che ti piaccia Cynthia! Beh, lei alla fine è quella che si fa meno problemi con Liz. Le vuole bene e questo le basta per poterla perdonare. Per quanto riguarda Eve, io da una parte la capisco. Anch’io difenderei e difendo mio fratello in qualsiasi circostanza anche quando riconosco che ha sbagliato.  Poi passando al discorso Angel, tutto si chiarirà con il prossimo capitolo. Vedrai la reazione di Liz a quello che è successo e anche quale decisione prenderà!!!!! Baciiiii!!!!

 

 @garakame: eh credo che il tuo desiderio di prendere a calci Angel molto presto si avvererà! Di certo Liz non può passare sopra a quello che è successo a Cynthia!!!!

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Capitolo 36
*** Not Fade Away ***


Not fade away

 

 

 

In tutta la mia vita, anche se non era stata poi così lunga, non ero mai stata così furiosa come in quel momento.

Una rabbia devastante stava per esplodere dentro di me da un momento all'altro.

Avevo abbandonato l'ansia e la paura per quello che sarebbe potuto accadere a Cynthia se non fosse stata protetta dai licantropi e sostituii tutto con un terribile odio nei confronti di Angel e Spike.

Non avrei mai pensato che il vampiro biondo, dall'aria sognante e romantica, avesse mai potuto fare una cosa del genere. Certo, in tutti quei secoli era stato un pluriomicida, ma da quello che avevo potuto capire lui era una persona rispettosa dei proprio compagni.

Sapeva che Cynthia era la mia migliore amica e che non gli avrei mai e poi mai perdonato di averle fatto del male.

Come potevano pensare che sarei andata via con loro dopo quello che avevano fatto?

La questione continuava comunque a non essermi chiara.

Per quale motivo Spike si trovava a casa della mia amica? Avrei potuto capire se l'avesse incontrata per strada e l'avesse attaccata ( no, non l'avrei capito comunque!) ma andare proprio da lei? Doveva aver studiato già da tempo quel piano.

Eppure continuava a frullarmi nella testa l'idea che ci fosse qualcuno dietro tutto questo e del resto sapevo benissimo chi poteva essere.

Tornai a casa di Angel, lasciai la macchina nel mezzo dello spiazzale e scesi di corsa con le mani che mi tremavano.

Arrivai davanti alla porta e mi fermai un secondo a riflettere perché il mio istinto mi suggeriva di fare un ingresso trionfale, buttando giù la porta con un potente calcio ma poi mi limitai ad aprirla con una leggera spinta.

Sapevo dove gli avrei trovati e infatti non mi sbagliavo. Immaginavo che Drusilla non si sarebbe mossa dalla posizione in cui l'avevo lasciata.

Era ancora distesa a terra, con lo sguardo rivolto verso il cielo e il volto rigato da profonde lacrime.

Angel, invece, mi stava aspettando.

Era appoggiato contro il muro e aveva le braccia conserte. Forse mi sarei aspettata di trovarlo giù di morale, dato che aveva appena perso Spike ma in realtà non fu così.

Il suo sguardo mostrava una scintilla di puro trionfo e la sua bocca era segnata da un leggero sorriso diabolico.

“ Che cosa avete fatto?” lo aggredii immediatamente.

“ Liz, per favore.” scosse lui la testa continuando a ridere.

“ Dimmi che diavolo ti è passato nella testa?” urlai inchiodandolo al muro.

“ Possibile che non capisci?” rispose scostandosi facilmente dalla mia presa “ Sai, pensavo fossi più intelligente. Probabilmente ti avevo sopravvalutata.”

“ Cosa?” risposi allibita.

“ Lo abbiamo fatto per il tuo bene. Spike è stato solo un sacrificio inutile. Non è riuscito nemmeno a compiere quella semplice missione.” rispose con aria quasi disgustata.

Io rimasi senza parole. Come poteva parlare così di un suo compagno, dopo aver condiviso tutto per secoli?

Possibile che tutto ciò che aveva di buono, o almeno quello che avevo visto in lui, fosse sparito in un secondo?

Iniziai a ridere istericamente. Non potevo immaginare di essere stata così stupida e ingenua a fidarmi di un mostro come lui. Avrei dovuto immaginare che la sua era solo una splendida facciata ma che in realtà non aveva abbandonato la sua vecchia anima.

Tutti mentono e in quel momento me ne convinsi ancora di più. Le persone non potevano cambiare, specialmente un essere antico come lui.

“ Cosa pensavi di ottenere con la morte di Cynthia, eh? Che mi decidessi a venire con voi?” gli domandai mentre mi torturavo le mani per il nervoso.

“ Si, credo che fosse quello lo scopo. Dopo tutto, persa lei, non avresti avuto più nessuno qui.” e si avvicinò verso di me. “ Sai qual'è la cosa divertente?” mi chiese sollevandomi il mento con una mano “ se lei non ti avesse chiamata non ci sarebbe mai venuto in mente di farle del male.” e scoppiò a ridere divertito.

Istintivamente il mio pugno si schiantò con tutta la forza che avevo contro la sua mascella perfetta.

Lui barcollò all'indietro e un rigolo di sangue, proveniente dal suo labbro, gli macchiò la camicia bianca.

Mi sarei aspettata una sua reazione ma lui rimase impassibile anzi, mi guardò ancora più soddisfatto. Era orgoglioso della mia parte più oscura che aveva riportato a galla.

“ A pensare che fino a qualche mese fa avevi paura solo a rivolgermi la parola” disse massaggiandosi la parte lesa “ e ora guardati! Una perfetta macchina da guerra!”

“ La pagherai per questo.” gli ringhiai con la voce che mi tremava.

“ Sei sola Elizabeth. Come farai?” mi provocò lui sapendo quali fossero i miei punti deboli.

“ Tranquillo, un modo lo troverò.”

Durante tutto il nostro discorso, Drusilla rimase immobile. Se non avessi visto le sue palpebre sbattere ripetutamente, avrei pensato che fosse morta.

Era visibilmente distrutta e Angel sembrava non curarsi affatto del suo stato.

Ennesima prova della sua scarsa umanità.

“ Ora sparisci da questa città.” gli dissi con le ultime forza che mi rimanevano.

Nonostante il mio voleva essere un ordine, l'effetto con cui quelle parole uscirono dalla mia bocca, non mostrò la mia vera intenzione.

“ Liz non mi arrendo così facilmente, dovresti saperlo.”

“ Io non verrò mai con te.” dissi disgustata.

Lui sollevò un sopracciglio con aria scettica.

“ Non puoi costringermi.” continuai.

“ In realtà potrei, sono molto più forte di te. Ma poi questo non risulterebbe più divertente.” rispese lui imbronciato.

Ma come faceva a scherzare in un momento del genere?

“ Perfetto. Allora direi che questo è un addio.” e mi girai per andare verso la porta principale.

Improvvisamente, però, lui mi bloccò fermandomi per un braccio e costringendomi a voltarmi verso di lui.

“ Credi che non ci saranno delle conseguenze? Pensi che sia così facile liberarsi di me?” e strinse ancora di più la presa.

Cercai in tutti modi di trattenere una smorfia di dolore. Non potevo risultare ancora più debole di quello che ero.

“ Lasciami.” dissi stringendo i denti.

“ Ci rivedremo, Elizabeth. E la prossima volta farò in modo che il nostro incontro sia indimenticabile.” e mi lasciò con lo stesso sorriso diabolico con il quale mi aveva accolta qualche minuto prima.

Ceraci di trattenere le lacrime, che erano pronte ad esplodere da un momento all'altro.

Uscii finalmente da quella casa, sbattendomi la porta alle spalle.

Immediatamente tirai un sospiro di sollievo, come se avessi finalmente abbandonato un pesante macigno che mi schiacciava ormai da giorni ma nello stesso tempo tornò di nuovo a farmi visita quell' angoscia che ormai conoscevo fin troppo bene.

Ero di nuovo sola.

Non sapevo ancora cosa fare ma il mio istinto mi trascinò in macchina e mi portò il più lontano possibile da quel posto.

Non so per quanto tempo guidai senza mai fermarmi, ma sapevo che se l'avessi fatto sarei sicuramente crollata.

Ero consapevole di quello che dovevo fare, avrei dovuto pagare per i miei errori ma il solo pensiero mi terrorizzava.

Dovevo tornare dai Cullen, dovevo scusarmi per tutto quello che avevo fatto.

Non mi aspettavo nulla ma dentro di me, nel profondo, speravo ancora nella loro comprensione.

Tornai in dietro, in direzione di Forks, con le mani che a stento riuscivano a rimanere ancorate al volante e in qualche modo riuscii ad arrivare a destinazione nonostante la mia mente non fosse completamente lucida.

Mi ritrovai a svoltare nel vialetto sterrato che conduceva a casa e immediatamente iniziai a piangere.

Decisi di lasciare la macchina davanti casa e non nel garage come ero abituata a fare. Del resto non sapevo se mi avrebbero permesso di tornare da loro e quindi mi ero preparata psicologicamente all'idea di dover andare di nuovo via.

Salii lentamente le scale che portavano al portone d'ingresso, reggendomi saldamente alla ringhiera come se fosse un'ancora di salvezza.

Rimasi qualche secondo a fissare la porta per poi decidermi a bussare.

Sollevai la mano per picchiettare la porta ma improvvisamente si aprii prima che potessi fare qualcosa.

Sulla soglia d'ingresso apparve Carlisle.

Non appena incrociai lo sguardo capii perfettamente che era arrivato il momento di lasciarmi andare.

Scoppiai a piangere mentre lui mi teneva stretta fra le sue braccia, lasciando che il mio volto affondasse nel suo petto.

Non riuscii a dire niente, i singhiozzi mi impedivano di parlare.

Finalmente ero a casa.

Il dottore continuava a stringermi e ad accarezzarmi la testa, proprio come avrebbe fatto un padre nel accogliere di nuovo la propria figlia.

Rimanemmo lì, immobili finché non decisi di fare il primo passo.

“ Carlisle, mi dispiace.” gli dissi con la voce ancora rotta dal pianto.

Lui mi sorrise scostandomi leggermente da lui.

“ Ho sbagliato, ho sbagliato tutto. Sapevo quello che stavo facendo ma non riuscivo a fermarmi.” continuai.

“ Liz, sono felice che tu sia tornata.” mi rispose dolcemente.

Nel frattempo era arrivata anche Esme che senza perdere tempo mi corse in contro iniziando a piangere dalla gioia.

“ Non ho giustificazioni per quello che ho fatto ma mi dispiace, mi dispiace veramente.

E mi dispiace ancora di più ad averlo capito così tardi.” dissi rivolgendomi ad entrambi.

“ Elizabeth sapevo benissimo che prima o poi avresti capito. So che avremmo potuto fermarti ma era giusto che tu fossi libera di prendere le tue decisioni.” continuò Carlisle prendendomi per mano. “ Ci piacerebbe tanto se tu decidessi di rimanere qui con noi.”

Sentendo quelle parole non riuscii a trattenere le lacrime che avevo cercato di fermare con grande sforzo.

“ Vieni, andiamo a sederci in sala, così possiamo parlare.” continuò facendomi strada.

Mi accomodai sul divano più grande, affiancata da Esme che non riusciva a smettere di tenermi la mano, mentre il dottore si sedette sulla poltrona davanti a me.

“ Carlisle, io non so cosa dire.” iniziai cercando di frenare di nuovo le lacrime “ non so cosa mi sia successo.”

“ Liz, tutti nella nostra vita commettiamo degli errori ma questo non vuol dire che non possiamo pentircene e rimediare a ciò che abbiamo fatto.” mi disse accennando ad un leggero sorriso.

“ Mi sono lasciata trasportare così facilmente che non mi sono resa conto di quanto stessi affondando.” continuai mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento.

Non riuscivo a guardare negli occhi nessuno dei due, mi sentivo uno schifo.

Non riuscivo ancora a capacitarmi di poter aver fatto del male proprio alle persone che mi amavano.

“ Hai semplicemente conosciuto un lato di te che pensavi non esistesse e ti assicuro che è molto più semplice cadere dall'altra parte piuttosto che condurre la vita che facciamo noi.”

“ Non è una giustificazione.” ribattei prontamente.

“ No, assolutamente ma nessuno di noi poteva impedirti di prendere le tue decisioni. Ci siamo passati tutti, alcuni di noi hanno ceduto e altri sono stati abbastanza forti da non farlo.” mi spiegò tranquillamente.

“ Carlisle, mi sono nutrita di sangue umano e ti assicuro che ancora oggi ne risento.” risposi con un sorriso amaro.

“ Sappiamo cos'è successo e ti aiuteremo a venirne fuori.” intervenne Esme.

“ Non merito tutto questo.” sospirai scuotendo la testa.

“ Tutti meritiamo di essere perdonati.” disse il dottore avvicinandosi a me. “ Ti sei pentita e questo è già un primo passo.”

“ Ma non è abbastanza.” aggiunsi intuendo il seguito della sua frase.

“ No, ma il tempo guarisce tutto.” concluse lui.

“ Ho rischiato di far uccidere Cynthia.” ammisi dolorosamente. Il solo pensiero di quello che sarebbe potuto accadere mi metteva i brividi.

“ Non è stata colpa tua, tesoro.” cercò di tranquillizzarmi la donna.

“ Invece si. Angel voleva fare terra bruciata intorno a me e lei era l'unica con cui non avevo ancora chiuso i rapporti.” le spigai con la voce che ancora mi tremava.

“ Immaginavamo che non fosse stata solo un'idea di Spike.” commentò Carlisle che intanto aveva iniziato a camminare avanti e in dietro per la stanza “ Non appena siamo arrivati a casa della tua amica, Jasper sosteneva di sentire anche l'odore di Angel ma in quel momento nessuno se n'era accorto.”

“ Il piano era di Angel ma ha mandato Spike a completare il tutto. Probabilmente non voleva che sospettassi di lui.” aggiunsi.

“ Si, è molto probabile.”

“ Dove sono gli altri?” chiesi non sentendo la presenza di nessun' altro in casa.

“ Emmet, Rosalie e Edward sono andati a cercare Angel, Jasper e Eveline sono andati via per qualche giorno. Jasper si sente in colpa per quello che è accaduto.” mi spiegò Esme.

Dalla sua voce potevo capire che la cosa non le faceva molto piacere.

“ Jasper non ha nessuna colpa.” dissi rivolgendomi ad entrambi.

“ Lo sappiamo ma lui non la pensa come noi. Si ritiene responsabile perché loro erano suoi compagni.” rispose Carlisle.

“ Non poteva sapere quello che sarebbe accaduto. Sono stata io a prendere determinate decisioni, se c'è qualcuno da incolpare quella sono io.”

“ Non credo che sia tutta tua la responsabilità. Angel è molto antico, è un uomo influente. Ha fatto leva sulle tue debolezze ed è riuscito a portarti dalla sua parte.” continuò il dottore “ ora dobbiamo cercare di riprendere il controllo della situazione.”

“ Carlisle, come sta Cynthia?” non avevo intenzione di cambiare discorso ma dovevo assolutamente sapere come stava la mia amica.

“ Sopravvivrà. Ha riportato gravi danni ma è più forte di quello che ci aspettavamo. Ora è nella riserva, fortunatamente i suoi genitori sono in viaggio per lavoro altrimenti non avremmo mai trovato il modo di giustificarle tutte quelle ferite.”

“ Credi che mi permetteranno di vederla?”

“ Non lo so. Puoi provare ma cerca di non insistere, probabilmente Jacob sarà contrario alla tua presenza.”

“ Lo immagino.”

“ Vuoi andare ora?” mi domandò la donna stringendomi la mano.

Senza nemmeno accorgermene mi voltai verso Carlisle in cerca di un consiglio.

Lui annuì con un sorriso.

“ Grazie. Io non so davvero come ringraziarvi.” dissi abbracciando Esme.

Mi alzai immediatamente in piedi, mi asciugai le lacrime e dopo aver ringraziato per l'ennesima volta la loro gentilezza corsi verso la macchina e mi gettai a tutta velocità verso la riserva di Quileute.

Non sapevo esattamente dove si trovasse, ricordavo che era verso nord ma non ero sicura di quale fosse il confine.

Fortunatamente La push aveva una l'unica spiaggia frequentata dei territori vicino Forks, quindi seguii le indicazioni e miracolosamente arrivai a destinazione.

La riserva indiana era un posto piuttosto ospitale. Sparse lungo la via c'erano molte case, piccole ma graziose. I ragazzini correvano e ridevano spensierati per la strada e fino a quel momento ancora nessuno mi aveva aggredita e fatta a pezzi.

I vampiri non potevano attraversare il confine grazie alla tregua stipulata con i Cullen ma immaginai che in quel momento si aspettavano di vedere qualcuno di noi.

Del resto non avrebbero potuto chiamare un medico normale per curare Cynthia, ci sarebbero state troppe domande e Carlise, al momento, era stata la loro migliore chance per salvare la ragazza.

Non avevo idea di come trovare Jacob e di sicuro nessuno si sarebbe offerto di aiutarmi.

Fortunatamente riconobbi un viso famigliare. Un giovane ragazzo camminava lungo la strada con pesanti buste della spesa. L'avevo già visto quando avevo subito l'assalto dei licantropi e non so perché ma lui era stato l'unico a non guardarmi con aria di disprezzo.

“ Ehi scusa!” lo chiamai abbassando il finestrino dell'auto e rallentando per seguire il suo passo.

Il ragazzo si girò di scatto. Inizialmente mi osservò perplesso poi evidentemente ricollegò il mio volto all'accaduto.

“ Tu sei la ragazza metà vampiro.” mi disse con un sorriso.

“ Si, sono proprio io.”

“ Immagino tu sia qui per Cynthia.”

“ Esatto. Sai dove posso trovarla?” gli domandai sperando che potesse aiutarmi.

“ Certo, è a casa di Jake. Io sto andando lì quindi...”

“ Grandioso! Sali in macchina così mi indichi la strada, se vuoi.” lo invitai aprendo la portiera.

“ Ok.”

E salì sull'auto mettendo riponendo prima le buste della spesa sui sedili posteriori.

“ Io sono Seth.” si presentò porgendomi la mano.

“ Elizabeth.” risposi un po' impacciata. Era strano trovare un licantropo così amichevole. Non ero poi tanto sicura del rischio che stesse correndo nel aiutarmi, sicuramente il loro capo branco non avrebbe approvato.

Casa di Jacob sorgeva in un' ampia radura. Esternamente era molto simile a tutte le altre che avevo incontrato durante il tragitto.

Non era particolarmente grande e all' esterno mostrava un piccolo portico che probabilmente necessitava di qualche lavoro di ristrutturazione.

Non appena fermai l'auto, Jacob emerse in tutta la sua statura dalla piccola porta d'ingresso precipitandosi verso di noi.

“ Cosa ci fa lei qui?” ringhiò al giovane licantropo.

“ Voleva vedere Cynthia.” rispose tranquillamente.

“ E cosa ti fa pensare che io la voglia qui?” continuò incrociando le braccia al petto.

“ Non lo so, non me lo sono chiesto.” sollevò le spalle e si diresse verso casa dopo aver recuperato le buste e avermi rivolto un ampio sorriso.

“ Jacob..” cercai di parlare ma lui mi bloccò subito.

“ è colpa tua se lei si trova in questo stato.” disse cercando di rimanere calmo anche se le sue mani tremavano dalla rabbia.

“ Lo so ma ho bisogno di vederla. Sai che lei vorrebbe che io fossi qui.” ribattei prontamente.

Mentre arrivavo a la Push avevo cercato di preparare vari discorsi intuendo la situazione che mi si sarebbe presentata davanti. Non potevo sperare di certo che Jake mi accogliesse a braccia aperte.

“ Infatti è per questo che non ti uccido, almeno per ora.” sbuffò rilassandosi “ Ha già chiesto di te.”

“ E' sveglia?” domandai entusiasta. Se era svegli voleva dire che si stava riprendendo!

“ Si, vieni.” e mi voltò le spalle dirigendosi verso casa.

Io lo seguii senza pensarci due volte.

L'interno della casa era ancora più piccolo rispetto a quello che potevi immaginare vedendola dall'esterno.

Un piccolo ingresso si apriva direttamente sulla cucina/ sala per poi portare ad altre tre porte. L'arredamento era accogliente, c'era il minimo indispensabile ma era piuttosto grazioso.

Il ragazzo mi condusse all'ultima porta sulla destra e mi fece spazio per entrare.

La camera era piccola ma luminosa e su un letto ad una piazza e mezza c'era Cynthia che sorseggiava a fatica dell'acqua.

Non appena incrociammo i nostri sguardi scoppiammo a piangere.

Io corsi ad abbracciarla, cercando di essere il più delicata possibile dato che il suo corpo era ricoperto di fasce e lividi. Lei a stento riuscì a reagire, ogni volta che si muoveva sulla sua faccia spuntava una smorfia di dolore.

“ Oddio, mi dispiace così tanto.” le disse mentre mi sedevo, facendo sempre attenzione, accanto a lei.

“ Non essere attaccata mai più da un vampiro sarà tra i miei propositi per l'anno nuovo.” cercò di scherzare fra un colpo di tosse e l'altro.

“ Almeno non hai perso il tuo senso dell'umorismo.” dissi abbozzando un sorriso.

“ Sarebbe impossibile.” e fece un profondo sospiro stringendosi il petto.

“ Non farla stancare.” mi avvertì Jacob che era rimasto sulla soglia della porta.

“ Non essere pesante.” lo rimproverò la ragazza. “ Carlisle ha detto che devo reagire.”

“ Si, ma non esagerare.” dissi appoggiando il suo ragazzo.

“ Certo, certo.” si lamentò lei “ non mi piace stare a letto.”

“ Come ti senti?” le domandai rendendomi conto solo dopo di quanto fosse banale e inappropriata la mia domanda.

“ Alla grande.” sorrise lei.

“ Cynthia!”

“ Liz, sto di merda. Sono molto più simile ad un invertebrato che ad un essere umano. La maggior parte delle mie ossa sono fratturate o leggermente lesionate.”

“ Wow. Dal tuo aspetto non si direbbe.” constatai osservandola meglio.

“ Non mi lamento ogni tre secondi perché il caro dottor Carlisle mi ha riempita di morfina e devo dire che la cosa mi piace molto, almeno finché durerà l'effetto.” e abbozzò un sorriso. “ Avete preso quel bastardo?”

“ Spike è morto.” le ricordai. Probabilmente era troppo shoccata per ricordare cosa fosse accaduto.

“ Non quello, l'altro.” disse agitandosi un po'.

“ Angel?” le domandai.

“ Suppongo di si. Alto, bello, moro, era lui?”

“ Si.” e abbassai lo sguardo a terra “ quindi c'era anche lui.”

“ Si, ma è andato via subito, ha lasciato che il vampiro ossigenato completasse l'opera.” disse cercando di mostrarsi più coraggiosa del dovuto.

“ Edward, Rose ed Emmet sono andati a cercarlo. Non so se l'abbiano trovato, dopo aver parlato con Carlisle sono corsa subito da te.”

“ Spero lo facciano fuori.” parlò a bassa voce. Probabilmente non voleva farsi sentire dal suo ragazzo per evitare che lui corresse a cercarlo.

“ Dubito che sia così facile prenderlo, è molto furbo.”

“ Beh, il fatto che sia riuscito ad imbrogliare te non lo rende per forza furbo.” mi provocò lei.

“ Grazie, sei sempre molto gentile.”

“ Figurati è un piac...” fu costretta a bloccarsi a causa di un forte attacco di tosse.

Cercai di sollevarla leggermente per farle bere dell'acqua e la cosa sembrò funzionare.

“ Cerca di non sforzarti, potrai prendermi in giro quando starai meglio.” le disse sistemandole il cuscino.

“ Puoi scommetterci.”

Presi una sedia dall'altro lato della stanza e mi accomodai vicino a lei prendendole la mano.

“ Ora riposati, io rimango qui.”

“ Non vai via?” mi chiese preoccupata.

“ Ti giuro che questa volta non sarà facile liberarti di me.”

 

 

 

 

 

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Ragazze scusate per aver aggiornato così tardi ma l’università non mi lascia un attimo di tregua, domani ho un esame e dopo domani un altro! Ke pizza! Beh almeno oggi mi sono consolata andando a rivedere New Moon al cinema. Nella città dove studio lo stavano ridando in lingua originale, quindi ne ho approfittato!

Beh passiamo a rispondere ai vostri commenti:

@ Fred Cullen: Ahahhaah povero Jake! Beh io non ho una grande simpatia per lui quindi mi sono vendicata facendogli chiedere aiuto ai Cullen! Anche a me Spike stava simpatico, anzi diciamo che io l’adoro, però doveva morire ai fini della storia! Perdonami Spike! Spero che con questo capitole le tue domande abbiano avuto risposta!!!

 

@ garakame: sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto!!! Yeppy!  Ora con l’ultimo che ho postato la situazione dovrebbe essere più chiara!

 

@ Levia: beh come avevi ipotizzato c’era Angel dietro tutto questo! Tranquilla Edward tornerà presto sulla scena sotto una veste che non avete mai visto nei capitoli precedenti!!! Ahahahahaha

 

@ poeticdream: Ahahahah tranquilla! Io ho continui problemi con la connessione! Se non si blocca non mi fa connettere e se non si connette si blocca il pc! Quindi ti capisco! Mi raccomando continua a commentare!!!!!

 

@ saretta_ trilly:  eh si anche Drusilla ogni tanto serve a qualcosa! No traquilla Spike non ha niente che non va, è solamente attaccato alla sua famiglia e da sciocco farebbe qualunque cosa per loro! Peccato che questa volta ci abbia rimesso la vita!!!! Baci e a presto!!!!!

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Capitolo 37
*** Normal Again ***


Normal Again

 

 

 

 

 

Rimasi tutta la notte a casa di Jacob, non volevo lasciare Cynthia proprio quando aveva più bisogno di me.

Non mi addormentai mai ma la cosa non mi pesò affatto, al contrario fui felice di rimanere con lei e di dare un po' di tregua al suo ragazzo. Jake l'aveva vegliata giorno e notte da quando era stata ferita ed era arrivato il momento che lui si prendesse una pausa.

Tra il branco e Cynthia non riuscii ad immaginare da quanto tempo quel ragazzo non si era preso un momento per riposare.

Purtroppo, durante le prime ore della mattinata, il mio auto controllo iniziò a vacillare.

Non era mai stato particolarmente difficile per me resistere al sangue umano, certo dovevo sempre controllarmi ma fino a qualche tempo fa me la cavavo alla grande.

Da quando, invece, avevo ceduto e assaggiato la mela proibita, la questione era un po' più complicata. Dovevo utilizzare tutto il mio impegno e la mia concentrazione per evitare una strage.

Appena arrivata a casa di Jacob, ero talmente preoccupata per la mia amica che non mi accorsi del forte odore che emanavano le sue ferite ancora aperte, solo durante la notte ne iniziai a risentire fino ad arrivare allo stremo.

Non volevo lasciarla ma nello stesso tempo ero perfettamente consapevole che la mia presenza sarebbe stata un rischio in quel momento.

Maledii Angel, e me logicamente, in tutte le lingue conosciute per tutto quello che stavo passando ora.

Era frustrante non poter avere pieno controllo del tuo corpo e dei tuoi impulsi.

Cynthia continuava a dormire, del resto non aveva passato una bella nottata. Si era svegliata più volte a causa dei forti dolori e io e Jake fummo costretti ad alzarle le dosi di morfina, sempre sotto autorizzazione di Carlisle.

Non mi andava di svegliarla proprio ora che sembrava più tranquilla, così decisi di lasciarle un biglietto dove le avevo spiegato il motivo della mia fuga (con lei non potevo mentire, non aveva senso. Lei mi voleva bene per quello che ero!) e le assicurai che sarei tornata il prima possibile.

In un modo o nell'altro sarei comunque dovuta andare via, dovevo ancora finire di chiarirmi con la mia famiglia.

Carlisle ed Esme mi avevano già perdonata ma dovevo ancora affrontare gli altri e questo mi spaventava da morire. Probabilmente loro non sarebbero stati così comprensivi.

Mi infilai la giacca ed uscii dalla camera facendo il meno rumore possibile.

Volevo salutare Jake che fortunatamente era già sveglio.

Era seduto in cucina su una piccola sedia, in realtà non era piccola ma era lui ad essere troppo grande, e sorseggiava un'invitante tazza di latte fumante. Sorrisi automaticamente vedendo quella scena e nello stesso tempo rabbrividii notando che stavo provando una certa simpatia per lui. Probabilmente era l'effetto della stanchezza!

“ Jacob.” sussurrai battendo un colpetto sulla porta.

Lui sobbalzò scattando immediatamente in piedi.

“ Scusa non volevo spaventarti!” continuai sempre a bassa voce.

“ Non mi hai spaventato.” ribatté immediatamente da tipico uomo orgoglioso.

“ Come vuoi!” dissi con un ampio sorriso.

“ Stai andando via?” mi chiese cambiando discorso.

“ Si, vado a casa, devo risolvere alcune cose.”

“ Cosa avete intenzione di fare con l'altro succhiasangue?” ora la sua aria era completamente seria e una piccola ruga d'espressione gli si formò sopra la fronte.

“ Non lo so. Non ho ancora parlato con gli altri.” ammisi sinceramente.

“ Non vorrai proteggerlo, vero?”

“ No, non ho la minima intenzione di farlo.”

“ Bene. Cynthia sta ancora dormendo?”

“ Si e a proposito, salutamela quando si sveglia.”

“ Certo, certo.” disse scuotendo la testa. Probabilmente era stupito anche lui dal fatto che stessimo dialogando civilmente.

“ Jake io... beh, insomma... io volevo... ringraziarti.” balbettai in difficoltà.

“ Non devi, non l'ho fatto per te, era lei che ti voleva qui.” rispose cercando di mantenere un'aria dura.

“ La cosa non cambia, il favore l'hai fatto anche a me, certo, involontariamente ma l'hai fatto!” dissi tentando di non ridere.

“ Beh ora vedi di non farmi pentire della mia superba bontà.” scherzò lui rilassandosi un po'.

“ Oh no, non voglio approfittare!” e gli diedi una pacca sulla spalla.

“ Stiamo esagerando” mi rimproverò lui.

“ Scusa.” e sollevai le spalle. “ Ci vediamo questa sera allora.” e andai via senza dargli il tempo di rispondere. Non volevo rischiare che il suo umore cambiasse e mi vietasse di tornare lì.

Feci un bel respiro e mi lasciai risvegliare dall'aria pungente della mattina poi salii in macchina e mi diressi verso casa. Immediatamente sorrisi mentre pensavo a quella parola. Casa, era bello poterlo di nuovo dire!

Svoltai nel vialetto sterrato che conduceva dai Cullen e parcheggia dentro il garage.

Notai subito la macchina di Edward e purtroppo il mio cuore perse alcuni battiti.

Era da tanto che non lo vedevo e non potevo nascondere che la mia agitazione aumentava di secondo in secondo.

In quel momento non sapevo cose provavo per lui e sinceramente ero troppo preoccupata per altre cose per poter poterci pensare.

Per la prima volta, dopo mesi, fui fiera di quello che stavo pensando!

Mi trascinai su per le scale perché la stanchezza si stava impadronendo di me. Non so da quanto tempo non mi concedevo una sana dormita, se Eve mi avesse vista in quello stato mi avrebbe strigliata per bene. Sfortunatamente lei e Jasper non erano ancora rientrati, infatti quando entrai in sala trovai tutti tranne che loro.

Rimasi per qualche secondo immobile, pensando a cosa avrei dovuto fare. Non potevo di certo salutare come se niente fosse ma nello stesso tempo avevo una voglia matta di correre fra le braccia di Emmet e fu ancora più difficile resistere vedendo che anche lui stava provando le stesse cose.

Al contrario Rosalie, che era rimasta seduta sul divano come se non fossi mai arrivata, continuava a fissarsi le unghia ritenendole, evidentemente, più interessanti di me.

In fine sollevai lo sguardo verso Edward e rimasi sconvolta.

Mi sarei aspettata tutto da lui, ero già pronta a vedere scintille e fiamme fuoriuscire dai suoi occhi e magari anche qualcos'altro, ma in lui non c'era niente di tutto questo.

Era rimasto immobile e mi guardava con un'espressione che fin'ora avevo visto una volta sola e cioè quando ero su un letto, morente, dopo essere stata attaccata dai licantropi.

Era sollevato, forse un pochino contento di vedermi, ma forse quest'ultima cosa l'avevo immaginata!

Da vera idiota sollevai una mano in segno di saluto e non riuscii a dire niente.

Grazie a dio Emmet spezzò quell'aria tremendamente imbarazzante.

“ Stupida che non sei altro!” e mi corse in contro abbracciandomi.

Io ricambiai immediatamente e lo strinsi forte, continuando ad essere muta finché lui non mi sollevò da terra per abbracciarmi meglio e allora mi lasciai scappare una risata.

“ Mi sei mancato.” farfugliai mentre mi strattonava con la sua solita delicatezza da orso.

“ Lo sapevo.” e una profonda risata roca uscì dal suo petto.

Quando mi lasciò andare abbozzai un sorriso verso Rose, che voltò lo sguardo da un'altra parte stizzita e poi mi voltai verso Edward che nel frattempo si era alzato e mi aveva raggiunta.

“ Ciao.” dissi imbarazzata e con la faccia che si dipingeva di varie tonalità di rosso.

“ Ciao.” rispose lui altrettanto in difficoltà.

“ Mi dispiace.” balbettai dimenticandomi in quel momento di tutti gli altri che ci stavano guardando.

“ Lo so.” rispose lui con un leggero sorriso.

“ No! Cioè si ma mi dispiace veramente per... per tutto, n-non solo per quello che è successo ultimamente.”.

Una persona normale non sarebbe mai riuscita a capire quello che avevo detto, perché dalla mia bocca uscirono solo parole confuse, anche un po' intrecciate e magari mi ero saltata anche qualche sillaba ma del resto sapevo che non ero mai stata brava nel formulare delle scuse.

Lui però capì perfettamente e spalancò gli occhi dalla sorpresa.

“ Accetto le tue scuse anche se, probabilmente, anche io ti devo qualche spiegazione.” disse lui imbarazzato.

Ecco, in quello eravamo identici. Nessuno dei era un genio in quel campo.

“ Ah, no! Non rovinarmi il mio momento di gloria!” scherzai per risollevare un po' la situazione e a lui piacque molto perché riuscii perfino a strapparli una delle sue fantastiche risate che io adoravo tanto, poi tornò l'imbarazzo.

Rimanemmo immobili, come due ebeti, l'uno davanti all'altro senza sapere cosa fare.

Decisi di fare un passo avanti ma anche lui ebbe la stessa idea e così ci ritrovammo ad un solo centimetro di distanza finché non ci ritrovammo stretti in un abbraccio strano dove lui mi dava delle leggere pacche sulla schiena e io facevo altrettanto. A quel punto non so cosa mi ha dato la forza di non scoppiare a ridere come una pazza!

Terminato il momento dei saluti ritornammo tutti seri e pronti per affrontare la situazione.

Ci accomodammo tutti sui divani. Emmet andò vicino a Rosalie che non si era minimamente scomposta, io e Edward andammo vicino a loro, Carlisle e Esme erano davanti a noi.

“ Dove sono Jasper e Eve?” chiesi rivolgendomi a tutti.

“ Torneranno domani. Tranquilla stanno bene.” mi disse Emmet rassicurandomi.

“ Mi dispiace che Jazz si senta in colpa ma davvero, lui non c'entra niente” continuai scuotendo la testa. Non potevo sopportare che lui stesse male per un errore che avevo commesso io.

“ Magari la prossima volta ci penserai due volte prima di comportarti come una stupida, capricciosa irresponsabile.” intervenne Rose risvegliandosi dalla sua indifferenza iniziale.

“ Non ci sarà un prossima volta, ho capito di aver sbagliato e tu non sai di quanto me ne pento.” risposi con tutta la calma possibile e abbassando lo sguardo.

Non potevo ribattere, aveva ragione ed era giusto che lei difendesse suo fratello.

“ Non me ne faccio niente delle tue scuse, ti rendi conto che hai messo a rischio tutti noi?” continuò lei alzando la voce.

“ Si, lo so.”

“ Io non accetto che lei torni qui.” ringhiò la vampira bionda.

“ Rose, dacci un taglio.” intervenne Edward che rivolse uno sguardo non proprio comprensivo alla sorella. “ Ti ha già detto che ha capito di aver sbagliato, non c'è bisogno di insistere.”

E per la seconda volta, nel giro di pochi minuti, rimasi piacevolmente sorpresa per la sua reazione.

“ Ma per favore, Edward! Fino a qualche ora fa eri infuriato e ora per te va tutto bene?” ribatté lei ancora più irritata.

“ No che non va bene, ma è inutile attaccarla.”

“ Idiota.” bofonchiò lei.

“ Rose, ti prego.” disse Carlisle frenando appena in tempo una discussione che non sarebbe piaciuta a nessuno. “ Allora, Angel è andato via insieme a Drusilla, logicamente. Hanno portato via solo alcune cose ma dubitiamo che possano tornare.” continuò cambiando discorso.

“ Che cosa facciamo?” domandò Esme preoccupata.

“ Andiamo a cercarli.” disse Emmet con un velo di entusiasmo.

“ Sono d'accordo.” lo appoggiò Edward.

“ Non sono più affari nostri. Se ne sono andati quindi è finita.” commentò Rosalie.

“ Hanno rischiato di farci rompere il patto con i Quileute.” ribatté Emmet sempre più convinto.

“ Ma non è successo. Non c'è motivo di rischiare di nuovo.” continuò lei.

“ Io appoggio Rose.” disse Esme abbozzando un sorriso verso la ragazza.

“ Voi sapete come la penso, io sono contrario a questo genere di provvedimenti.” intervenne Carlisle.

“ Ma non possiamo lasciarli liberi così!” rispose Edward alzando la voce. “ Hanno approfittato della nostra ospitalità per...” e si bloccò per un secondo cercando di dosare le parole “... per fare quello che hanno fatto.”

“ Liz, tu che dici?” mi chiese all'improvviso Emmet.

“ I- io non lo so.” risposi in difficoltà. Di certo ero l'ultima persona che poteva esprimere un giudizio. Mi sentivo troppo coinvolta per poter rispondere lucidamente. Se da una parte avrei voluto che Angel pagasse per tutto il male che aveva fatto, dall'altra non volevo mettere in pericolo la mia famiglia. Certo loro erano in netta maggioranza ma Angel si era rivelato più astuto e subdolo del previsto. “ Credo che dobbiamo aspettare che tornino Jasper e Eve per poter prendere una decisione.” conclusi alla fine.

“ Sono d'accordo.” disse Edward mentre Carlisle e Esme annuirono con la testa.

“ Uffa.” sbuffò Emmet mettendo il broncio.

“ Va bene, allora riprenderemo il discorso domani quando ci saremo tutti.” commentò il dottore alzandosi in piedi.

Rosalie non perse tempo e sparì in camera mentre Esme tornò alle sue faccende che aveva interrotto non appena avevamo iniziato a parlare e Carlisle andò a lavoro per il turno del pomeriggio e probabilmente avrebbe coperto anche quello della notte dato che a lui non serviva riposare.

Invece io avevo un assoluto e disperato bisogno di dormire. Sprofondai nel divano cercando di mantenere gli occhi aperti poiché Edward e il fratello erano rimasti lì con me. Non mi sembrava educato appisolarmi con loro affianco.

“ Beh sorellina non hai niente di divertente da raccontarci?” mi chiese Emmet entusiasta.

“ Mmmm no.” risposi vagamente.

“ Oh su!” mi pregò lui facendosi sempre più vicino e senza rendersene conto stava quasi per schiacciare Edward.

“ Non credo che i miei racconti siano interessanti” dissi cercando di affievolire la sua curiosità. In realtà non mi andava molto di parlare di quello che era successo, soprattutto in quel momento.

“ Liz, hai vissuto per più di un mese con tre vampiri nuovi, possibile che non sia successo niente? Non mi dire che tu e Angel non avete...” fortunatamente non poté finire la frase perché Edward lo bloccò fulminandolo con lo sguardo.

“ Emmet ti dispiacerebbe farti i cavoli tuoi?” lo minacciò il fratello.

“ Su Eddy, lo so che lo vuoi sapere anche tu.” lo provocò l'altro.

“ Ragazzi, io sono ancora qui!” intervenni gesticolando per farmi notare.

“ Finiscila.” continuò Edward ignorandomi.

“ Che palle, come siete noiosi voi due. Vi ho mai detto che sareste una coppia perfetta?” disse il vampiro alzandosi in piedi con aria annoiata “ Vi lascio soli così potete annoiarvi a vicenda.” e salì anche lui al piano di sopra.

“ Grazie.” dissi ad Edward sollevata per non aver dovuto affrontare quella discussione.

“ Non ringraziarmi, prima o poi vorrò sapere anch'io!” rispose mostrandomi il suo sorriso sghembo che adoravo.

“ Perfetto.” risi nervosa.

“ Ora è meglio che vai a riposare prima di crollare a terra.” disse alzandosi e porgendomi una mano.

“ Si, penso che per questa volta seguirò il tuo consiglio.” e mi lasciai tirare su.

“ Aspetta. Chi sei tu? Cosa ne hai fatto della mia Liz?” scherzò lui ritraendosi in dietro.

Ok, in quel momento avrei dovuto ridere ma il mio cervello si era bloccato alla parola mia e non riuscivo a smettere di ripeterla fra me e me così il risultato fu che rimasi a bocca aperta come un' ebete.

“ Liz, scherzavo. So che sei tu.” mi disse serio.

“ Cosa?” mi risvegliai dal coma temporaneo “ Oh, si scusa. Il mio cervello in questo momento non recepisce le battute.”

“ Come se prima ci riuscisse.” disse lui fra se e se.

“ Edward!”

“ Ecco, vedi? Scherzavo!” rispose divertito.

“ Non è divertente prendersela con qualcuno che sta morendo dal sonno.” bofonchiai incrociando le braccia al petto.

“ Vai a nanna sciocchina, avrò tanto tempo per prenderti in giro.” mi disse spingendomi su per le scale.

“ Non vedo l'ora.” sbuffai.

“ Buonanotte.” e mi diede un bacio sulla fronte.

“ Grazie.” risposi arrossendo come al solito.

Fu particolarmente piacevole rientrare nella mia camera, mi era mancata.

Il mio grande letto mi richiamava con prepotenza, ma prima di sprofondare nel sonno mi concessi una rapida doccia, poi andai verso la cabina armadio per prendere il pigiama ma solo in quel momento mi ricordai che tutta la mia roba, almeno quella più normale, era ancora a casa di Angel, compresi i miei pigiami.

Mi trattenni dal tirare una testata contro il muro e indossai una assurda camicia da notte rosa, con pizzi e merletti e anche un po' trasparente.

Odiai profondamente Eve per avermi comprato quelle assurdità.

Mi lanciai nel letto avvolgendomi completamente con le coperte, feci un bel respiro assaporando il profumo di fresco e di fiori che emanavano le lenzuola e sprofondai in un sonno profondo.

Purtroppo la pace durò poco.

Nell'ultimo periodo non avevo dormito molto e quindi non appena mi concedevo qualche ora di riposo ero talmente esausta che non riuscivo nemmeno a sognare, quella notte, però, probabilmente mi ero rilassata troppo, così i miei odiati incubi riuscirono a prendere il sopravvento.

Ero a casa ma la situazione era diversa da quella che stavo vivendo. I Cullen non mi avevano perdonata ed erano tutti infuriati con me. Scappai di casa piangendo e iniziai a correre verso la foresta in cerca di un rifugio. Improvvisamente mi ritrovai lungo una strada che riconobbi immediatamente. Ero proprio nel posto in cui avevo, per la prima volta, assaporato il gusto del sangue umano. La ragazza era a terra, con la gola insanguinata e chiedeva aiuto. Guardava verso di me e mi pregava di risparmiarla.

Io iniziai ad indietreggiare, cercando di non cadere di nuovo nella tentazione ma andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.

Dietro di me c'era Angel che mi guardava con il suo solito sguardo soddisfatto.

“ Finisci il lavoro.” mi ordinò con aria minacciosa.

Io non riuscivo a muovermi, ero assolutamente terrorizzata e continuavo a pregare affinché quello fosse solo un incubo.

“ L'hai già fatto una volta e ti è anche piaciuto.” continuò lui accennando un sorriso divertito.

“ Non voglio.” sussurrai con la voce rotta dalla paura.

“ Oh, invece lo farai.” e di scatto mi afferrò per le braccia costringendomi a voltarmi verso la ragazza. “ Non senti il suo odore?” e mi trascinò verso di lei.

A quel punto mi ribellai. Cercai di colpirlo con tutte le forze che avevo ma lui era troppo forte. Iniziai ad urlare, sperando che qualcuno mi sentisse, e nel frattempo continuavo a strattonarlo e a graffiarlo con le unghia ma lui non dava il minimo segno di cedimento. Più mi agitavo e più lui cercava di bloccarmi.

“ Liz!” mi urlò “ Smettila di agitarti.”

“ Lasciami!” continuai a gridare con il fiato che mi era rimasto.

“ Liz, basta! Stai sognando.” ripeté lui e a quel punto mi svegliai.

Scattai all'indietro non appena mi accorsi che non ero più nel mio letto ma ero in sala e la persona che stavo picchiando non era Angel ma solo il povero Emmet.

“ Liz, stai bene?” disse lui scuotendomi per le spalle vedendo che non davo alcun segno di reazione.

Scossi la testa e scoppiai a piangere.

“ Scusa.” sussurrai fra le lacrime mentre lui mi abbracciava cercando di calmarmi.

“ Tranquilla, era solo un incubo.”

Ero consapevole che a volte parlavo nel sonno ma erano anni che non mi capitava un attacco di sonnambulismo.

Ero troppo sconvolta per capire chi ci fosse in quel momento nella stanza, oltre a lui, finché qualcun' altro non mi sollevò da terra e prendendomi in braccio,mi riportò in camera.

Edward mi posò dolcemente sul letto e io mi raggomitolai contro la spalliera portando le gambe al petto, poi presi le lenzuola e mi coprii accorgendomi che la mia camicia da notte lasciava poco all' immaginazione.

Lui sorrise impercettibilmente osservando il mio gesto, assolutamente inutile in quel momento.

“ Come stai?” mi chiese un po' preoccupato.

Io scossi la testa, non riuscivo ancora a parlare.

Lui si sedette vicino a me, stese le gambe sul letto e mi avvicinò a lui portando una mano dietro la mia schiena.

Io lo lasciai fare senza opporre resistenza.

“ Respira.” mi disse accarezzandomi.

Non mi ero accorta che stavo trattenendo il respiro e così feci come mi aveva detto.

Immediatamente mi sentii meglio.

Rimanemmo in silenzioso e immobili, io con la testa appoggiata contro il suo petto e lui con le braccia strette intorno a me.

Probabilmente dopo qualche ora sprofondai nuovamente nel sonno.

 

 

 

 

 

 

Wow! Ragazze grazie per i commenti meravigliosi!!! Non sapete quanto mi rendete felice!

Beh questi capitoli saranno un po’ di chiarimento così si può capire meglio la storia e il punto di vista dei personaggi e poi ci voleva un po’ di tranquillità dopo quello che è accaduto!

Spero che continui a piacervi perché ci sto mettendo tutto il mio impegno per continuarla, quindi siate clementi!!!!

@garakame: siiiii!!! Tranquilla ora ci saranno tanti chiarimenti e delle scene un po’ più leggere rispetto al solito!!!!! Grazie mille per i complimenti che mi hai fatto!!! Baci!

 

@ levia: hai perfettamente ragione! Un pugno ogni tanto non fa mai male! Beh, Cynthia è fantastica, è l’unico personaggio totalmente solare e positivo nella mia storia!!! E poi Edward….. il bello deve ancora arrivare!!!!

 

@ Saretta_trilly: ahahahaha povero Angel, l’hai proprio insultato per bene! Del resto si è comportato da vero stronzo quindi le tue parole se le merita tutte! Brava! Per quanto riguarda la minaccia di Angel: beh, si vedrà!!!!

 

@ Fred Cullen: beh Angel qui è un vero stronzo, del resto fa lui la parte del cattivo! Noto con piacere che il personaggio di Cynthia piace molto anche a te, sono davvero contenta ! Grazie mille!

 

@ Poeticdream: io ho adorato scrivere la  scena finale con le due amiche anche perché ci voleva un po’ di leggerezza nel capitolo! Spero che i prossimi siano all’altezza degli ultimi anche se i toni saranno molto diversi! Baci!!!

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Capitolo 38
*** A New Man ***


A new man

 

 

 

Il mattino seguente mi svegliai più stanca di quando ero andata a dormire, del resto non avevo passato una bella nottata. Non ricordavo perfettamente cosa fosse accaduto, non riuscivo ancora a distinguere l'incubo dalla realtà, però ero certa di dovere delle scuse ad Emmet, non era mia intenzione sfogarmi contro di lui, anche se ero consapevole di non avergli fatto niente. Ci voleva ben altro per stendere quello scimmione!

Prima di aprire gli occhi e accertarmi che Edward non fosse più lì, tastai il letto con una mano e, come previsto, lui era andato via.

Non ci rimasi male, stranamente, non mi aspettavo nulla da lui. Al contrario ero rimasta piacevolmente stupita che lui avesse aspettato con me finché non mi fossi addormentata.

In effetti ero piuttosto strano il suo comportamento, troppo comprensivo per essere veramente lui. Lui era stato il primo a farsi avanti quando si era trattato di cacciarmi di casa ed ora era il primo a prendere le mie difese.

Non riuscirò mai a capire cosa gli passa nella mente. Era proprio in quelle situazione che desideravo il suo potere. Sarebbe stato liberatorio ascoltare le sue idee, magari avrei scoperto qualcosa di interessante!

Mi misi seduta sul letto, con le gambe incrociate e ancora avvolta nelle coperte iniziai a guardarmi in torno.

Quando mi era mancata la mia camera! Tutto era esattamente come l'avevo lasciato.

Il pc, sopra la scrivania, era ancora sommerso dai libri e da varie cartacce, tipico risultato del mio disordine. Sul comodino c'era ancora l'ultimo libro che stavo leggendo, Emma di Jane Austin, con il segnalibro al capitolo nove. I miei adorati pupazzi di peluche erano sparsi su tutto il pavimento e le foto erano ancora perfettamente incollate alla parete.

Era tutto assolutamente perfetto!

Iniziai a ridere come una sciocca prima di precipitarmi nella doccia per lasciarmi coccolare dal getto dell'acqua bollente.

Mi asciugai velocemente i capelli e immediatamente il mio buon umore precipitò sotto terra quando entrai nell'immensa cabina armadio.

Mi ero dimenticata di aver portato via tutti i vestiti migliori, o almeno lo erano per me, sicuramente qualcun' altro avrebbe avuto da ridire.

Non c'era assolutamente niente che potessi indossare per una giornata normale. Possibile che non ci fossero un paio di Jeans?

Per non parlare poi della biancheria intima, un altro colpo al cuore!

Non osavo immaginare a cosa avesse pensato Eve quando mia aveva comparto quelle cose. Canottiere trasparenti con svariati pizzi, reggiseni ultra imbottiti e degni di una notte di fuoco. Trovai perfino un baby doll nero. Inizialmente pensai che fosse di una taglia per bambini per quanto era piccolo ma poi mi accorsi di aver sbagliato. C'era un vero e proprio angolo segreto in quella stanza che non avevo mai notato e tutto conteneva roba del genere.

Cercai di fare respiri profondi per evitare di scoppiare a piangere e poi, dopo aver rinunciato a sbattere la testa contro la porta nella speranza di perdere i sensi, indossai la biancheria più accettabile e mi infilai, di nuovo, la camicia da notte per non continuare a girare nella stanza mezza nuda e ,armata di buona speranza, iniziai una ricerca disperata di qualche vestito normale.

Infine scartai praticamente quasi tutto e mi accasciai a terra osservando il disastro che avevo combinato.

Bel modo di iniziare la giornata!

Dopo un'oretta sentii bussare alla porta.

“ Entra!” urlai ancora dentro la cabina sapendo perfettamente di chi si trattasse.

“ Wow!” esclamò Edward con occhi spalancati “ cos'è successo qui?”

“ I vestiti non mi vogliono.” piagnucolai sporgendomi verso la tazza di caffè che lui teneva in mano.

“ Se ti vedesse Eve credo che non riusciresti ad uscirne viva!” sorrise porgendomi il caffè per poi sedersi a terra vicino a me.

“ No, è qui che ti sbagli! Io la ucciderei prima.” e sollevai il baby doll “ secondo te è possibile indossare una cosa del genere?”

“ mmm a me piace.” disse con aria compiaciuta.

“ Smettila.” e glielo lanciai.

“ Davvero, è molto carino.” continuò lui armeggiando con quel pezzetto di stoffa.

“ Se vuoi te lo presto.” risposi divertita.

“ Grazie, non vedevo l'ora!”

“ Figurati, a questo servono gli amici!”

“ Dove sono finiti i tuoi vestiti?” mi domandò guardandosi in torno.

“ Sono rimasti a casa di Angel.” dissi un po' in difficoltà “ Non ho avuto tempo di riprenderli.”

“ Capisco.” rispose facendosi più serio. “ Dovremmo andare a riprenderli se non vuoi continuare a stare in pigiama.”

Io lo guardai sconvolta e lui scoppiò a ridere.

“ Che cosa ho fatto ora per meritarmi quello sguardo?” mi domandò incuriosito.

“ Edward, ti rendi conto che io non ti capisco? “ risposi voltandomi meglio verso di lui.

“ No, sono io che non capisco te ora.” e iniziò a fissarmi con il suo solito sguardo enigmatico.

“ Ok, allora … noi non ci capiamo e fin qui ci ero già arrivata, però tu devi cercare di essere chiaro o almeno cerca di mantenere un comportamento lineare, senza sbalzi di umore. Se decidi una cosa allora portala avanti altrimenti mi confondi, poi io confondo te e insieme ci confondiamo e poi litighiamo e poi sappiamo entrambi come finisce!” dissi senza accorgermi di aver iniziato uno dei miei monologhi senza senso.

“ Mmmm non so se sono riuscito a capire proprio tutto quello che hai detto però ho capito che entrambi dobbiamo essere più chiari, giusto?” mi domandò lui sempre più confuso.

“ Esatto!” e sobbalzai per la sorpresa che lui avesse capito. Poi mi accorsi che il mio gesto aveva causato qualche problema alla mia camicia da notte e quindi, con molta no chalance, tentai di ricoprirmi senza mostrarmi imbarazzata.

Lui se ne accorse immediatamente e invece di distogliere lo sguardo da gentil uomo che dovrebbe essere, continuò a guardarmi con particolare interesse.

“ Hai finito?” gli domandai irritata.

“ Si, credo di si.” rispose con la massima tranquillità.

“ Ecco! Questo non lo capisco!” sbottai incrociando le braccia al petto.

“ Cosa, che io ti guardi?”

“ Si.”

“ Sarei uno stupido a non farlo.” disse mostrandomi il suo sorriso sghembo.

“ Edward!? Hai per caso assunto qualche droga?” gli chiesi in tono serio.

“ No.” rispose quasi scandalizzato.

“ E allora? Perché fai così? Non ti sto dicendo che non mi fa piacere che io e te, finalmente, stiamo dialogando come due persone normali, ma ti ricordo che più di un mese fa ti sei fatto portavoce per cacciarmi di casa!”.

Forse avevo esagerato con quella frase perché lui si mostrò quasi ferito.

“ Scusa.” disse tornando ad appoggiare la schiena contro il muro.

“ No, hai ragione.” rispose dopo un attimo di silenzio “ Non mi sono comportato bene in quella situazione.”

“ Veramente?” domandi stupita.

“ No! Cioè si. Non lo so.” disse lui in difficoltà “ In quel momento era giusto, dovevi seguire la tua strada, prendere le tue decisioni e se fossi rimasta qui non avresti mai potuto sapere se stavi agendo in modo sbagliato.”

“ Quindi hai preferito odiarmi piuttosto che farmi capire che stavo sbagliando?” gli chiesi innervosendomi.

“ Io non ti odiavo.” continuò lui con uno sguardo innocente.

“ Ma per favore! Mi guardavi come se fossi un mostro!”

“ Non è vero.” ribatté sempre più convinto.

“ Invece si.”

“ No.”

“ Si!” continuai con più fermezza.

“ Smettila, io non ti odio e non ti ho mai odiato!” concluse mettendo fine al nostro dibattito.

“ E allora perché avevi quell'espressione che mostrava tutt'altro?” continuai in cerca di una spiegazione più convincente. Di certo non mi ero potuta inventare una cosa del genere!

“ Ero arrabbiato, questo è vero. Non avrei mai immaginato che tu potessi farti influenzare così tanto da lui.” e prestò molta attenzione a non pronunciare il suo nome “ ma nello stesso tempo ce l'avevo anche con me stesso.”

“ Per cosa?” domandai andando completamente in confusione.

O ero impazzita oppure lui stava cercando di giustificarsi in qualche modo.

“ Pensi che se tra me e te le cose fossero andate diversamente, tu avresti agito allo stesso modo?” mi chiese cogliendomi di sorpresa.

“ Non dico se avessimo avuto una storia vera e propria, ma anche se fossimo stati solo amici.” si spigò meglio vedendo che non rispondevo.

“ Non lo so.” risposi titubante “ se tra di noi le cose fossero state diverse, probabilmente mi avresti impedito di frequentare Angel.”

Sentendo quel nome, strinse leggermente la mascella per poi tornare tranquillo, per quanto potesse essere tranquillo uno come Edward!

“ Vedi? Sarebbe stato certamente diverso.” concluse amaramente.

“ Ti stai addossando la colpa?”

“ Non tutta ma in parte si.”

“ perché non hai fatto niente per impedirmi di stare con lui?” gli domandai non sapendo minimamente cosa mi avrebbe risposto.

“ Non ero importante per te a tal punto da impedirti di fare qualcosa.” disse abbassando lo sguardo.

“ Tu eri importante per me!” lo corressi alzando la voce.

Come aveva potuto solo pensare il contrario!

“ Quindi ora non lo sono più.” commentò perplesso.

“ Non lo so … ma ora non è questo il punto!”

“ E quale sarebbe?” mi chiese sollevando un sopracciglio.

“ Non ti eri mai accorto che per me eri importante?”

Certo, non avevamo mai parlato apertamente di ciò che provavo io per lui perché, immancabilmente, lui mi bloccava sempre dicendo che era meglio evitare qualsiasi coinvolgimento, ma arrivare a dire che lui non era importante per me era assurdo!

“ Si ma... che diritto avevo io di impedirti di fare le tue scelte? Liz, ammettiamolo, non ti ho mai trattata bene, perché avresti dovuto ascoltarmi?”

Sollevai le spalle accorgendomi che il suo discorso era perfettamente logico.

Probabilmente, per fargli un dispetto, avrei agito proprio come avevo fatto, se non peggio.

“ Quindi, in un certo senso tu mi stai chiedendo scusa per avermi sempre trattata come una pezza da piedi?” ipotizzai.

“ Diciamo di si.” rispose lui con un leggero sorriso.

“ Quindi?” domandai aspettandomi delle scuse fatte per bene.

“ Quindi cosa?” mi chiese lui confuso.

“ Uffa.” sbuffai “ Sto aspettando le tue scuse!”

“ Te l'ho già detto.” continuò divertito.

“ No, devi dirlo bene!” ribattei.

“ Scusami per come ti ho trattata.” disse a bassa voce e con un filo di imbarazzo.

“ mmm non ho sentito bene, potresti ripeterlo?” lo provocai di nuovo.

“ Elizabeth.” e si girò verso di me prendendomi le mani. “ Potrai mai accettare le scuse di questo pover'uomo sventurato?”

“ Si, penso di poterlo fare.” risposi cercando di non scoppiare a ridere.

“ Perfetto!” esultò lui “ ora ci siamo chiariti definitivamente.”

“ Quindi tra dieci minuti o domani non mi tratterai di nuovo come un'estranea?”

“ No, non lo farò.” mi disse lui cercando di mostrarsi il più sincero possibile.

“ Ok.”

“ Ok.” mi fece eco.

“ Ora che facciamo?” domandai guardandomi in torno.

“ Beh, cerca qualcosa da metterti e andiamo a riprendere la tua roba.” disse alzandosi in piedi e porgendomi la mano.

“ Tu non dovresti essere a scuola?” gli chiesi guardano l'ora dal suo orologio.

“ Non ci sono andato.”

“ perché?”

“ Dovevo parlare con te.” disse come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

Poi andò via con un allegro sorriso stampato in faccia.

Rimasi qualche minuto immobile, cercando di capire se tutto il discorso che avevamo fatto fosse frutto della mia immaginazione poi, quando mi accorsi che invece era la realtà iniziai a ridere come una pazza.

Ora tutto mi sembrava più semplice e bello, perfino il mio armadio sembrava fantastico!

Mentre delle allegre scimmiette suonavano i piattini dentro la mia testa, mi vestii, decisamente più sollevata, e finii di prepararmi.

Ero consapevole del fatto che la mia euforia fosse esagerata, del resto non mi aveva detto che ricambiava i miei sentimenti ma almeno mi aveva chiesto scusa e, al momento, era la cosa più importante.

Non sapevo cosa provavo per Edward, ne avevo passate troppe per poter dire che ero ancora innamorata di lui ma ero certa che volevo averlo vicino e da quello che avevo capito, anche lui la pensava come me.

Indossai le prime cose che mi capitarono sotto mano, un vestitino grigio di lana corto stile impero, un paio di calze nere leggermente ricamate e un paio di stivali, sempre neri, alti fin sopra il ginocchio. Certo, non era esattamente il mio stile ma quando diedi un rapido sguardo allo specchio, fui costretta ad ammettere che non stavo poi così male.

Infine diedi una rapida spazzolata ai capelli, che lasciai sciolti e poi fui pronta ad uscire.

Edward era già sceso e mi stava aspettando all'ingresso.

Mi dedicò uno splendido sorriso quando mi vide arrivare e il mio cuore perse qualche battito, non solo per il gesto inaspettato e a cui prima o poi mi sarei dovuta abituare ma anche perché non mi ricordavo che fosse così bello!

Si, l'avevo visto fino a dieci minuti prima ma ero troppo impegnata nei miei deliri e ad ascoltare ciò che aveva da dirmi per guardarlo bene.

Indossava un paio di jeans scuri, una semplice maglietta bianca e una giacca di pelle nera. I suoi capelli erano ,come al solito, indomabili e la sua espressione era rilassata come non mai. In conclusione, una vera gioia per la mia vista!

Presi la giacca dal guardaroba e poi uscimmo di casa.

Durante il tragitto parlammo del più e del meno e mi accorsi che nel giro di qualche ora ci eravamo scambiati più parole di quanto non avessimo mai fatto.

Non appena svoltammo nella stradina che portava a casa di Angel, però, il mio buon umore svanì totalmente.

Non avrei mai pensato di rimettere più piede in quella casa, o almeno era quello che mi ero ripromessa quando decisi di fuggire da lì.

Esitai un attimo prima di scendere dalla macchina, poi tirai un profondo respiro e mi decisi ad entrare.

L'atmosfera non era più quella di qualche giorno fa.

La casa era spoglia, nonostante i mobili erano stati abbandonati lì, regnava solo una profonda desolazione.

Non mi trattenni molto al piano di sotto, non mi andava di ricordare certi momenti perché dovevo ammetterlo, io mi ero fidata di loro e in un certo senso, quel mese trascorso in quella casa non mi aveva lasciata indifferente.

Nello stesso tempo, oltre ad una sorta di nostalgia provai un forte odio per me stessa per essermi lasciata ingannare in quel modo e, logicamente, per aver deluso la mia famiglia.

Salii velocemente le scale che portavano al piano superiore seguita da Edward, che nel frattempo era rimasto in silenzio.

Con un grande sforzo, aprii la camera di Angel che era anche quella in cui dormivo io, e faticai a ricacciare le lacrime in dietro.

Non soffrivo perché mi mancava, assolutamente, ma perché aveva tradito la mia fiducia.

In tutti quei giorni lui era stato il mio unico punto di riferimento, era stato un amico e un confidente e a volte anche un amante premuroso e io avevo affidato la mia vita ad un mostro.

“ Stai bene?” mi chiese Edward mettendomi una mano sulla spalla.

“ Si.” risposi senza la minima espressione nella voce. Non era il momento di crollare, non davanti a lui.

Il letto era lasciato proprio come l'ultima volta in cui avevo dormito lì, le lenzuola erano arrotolate sul fondo, i cuscini non erano in ordine, il mio pigiama celeste era aggrovigliato ad una camicia di Angel che aveva lasciato sul letto prima di uscire , probabilmente, per andare a casa di Cynthia con Spike.

“ Questa è la sua stanza.” disse Edward. Non era una domanda ma una costatazione.

Io annuii con la testa.

“ E tu dormivi qui.” altra costatazione.

“ Si.”

“ Va bene.” e strinse la mascella visibilmente irritato.

Evitai di commentare la cosa ed iniziai ad aprire lo scatolone che avevamo portato per recuperare tutto, poi lo appoggiai sul grande comò.

“ Tutta questa roba è mia.” ed indicai dei libri e delle creme “ puoi metterle via.”

lui annuì e si mise a lavoro.

Io presi tutti i vestiti che avevo riposto nell'armadio e nei cassetti e li piegai accuratamente formando una pila sul letto.

Quando presi il pigiama di fronte a me, fui costretta ad abbandonarlo lì. L'odore di Angel era troppo forte e non volevo avere più niente di lui.

“ Quando svaniranno i ricordi?” domandai ad Edward per evitare il silenzio che si era creato fra di noi.

“ Mi dispiace ma non andranno via tanto facilmente.” ammise lui con un sorriso amaro.

“ Ricordi ancora di quando sei andato via da Carlisle?”.

Non gli avevo mai fatto questa domanda, del resto non eravamo mai entrati così tanto in confidenza per potergli chiedere di quel periodo.

“ Certo.” rispose chiudendo la scatola che ormai era già piena.

“ Come fai a sopportarlo?”

“ Ormai ci sono abituato ma all'inizio non fu facile.”

“ perché l'hai fatto?” continuai sperando che la sua storia avesse potuto aiutarmi in qualche modo.

“ Per lo stesso motivo tuo.” disse con molta tranquillità, poi si venne a sedere sul letto vicino a me. “ ero giovane e stupido e non riuscivo ad accettare la mia natura. Una parte di me non voleva fare del male ma l'altra non vedeva l'ora di prendere il sopravvento.” e si voltò verso di me per osservare la mia espressione.

“ So come ti sei sentito.” ammisi tristemente.

“ Non è facile resistere alla tentazione.” e accennò un sorriso.

“ Poi cos'hai fatto?”

“ Ho lasciato Carlisle ed Esme e ho deciso che era meglio vivere da solo. Ho girato gran parte del mondo, facendo attenzione a non farmi notare troppo. Sai, ogni volta che apparivo,magicamente spuntava qualche cadavere di un assassino o uno stupratore.”

Un leggero brivido mi percorse la schiena. Non amavo vedere Edward sotto quella veste, ne avevo abbastanza di gente pericolosa.

“ Quindi non hai mai ucciso persone innocenti?” chiesi sperando in una conferma.

“ Esatto ma questo non mi giustifica affatto.” commentò lui con una vena di disprezzo nella mia voce.

“ Quella notte ..” non avevo mai parlato con nessuno di quello che avevo fatto. Anche con Angel avevo smesso di farlo. “ eravamo andati a cena e lui sapeva già cosa voleva fare ma io non mi accorsi di nulla finché... finché non arrivò quella ragazza.” e feci una piccola pausa perché quel ricordo era troppo doloroso “ lui l'attaccò per primo e poi lasciò che il suo corpo cadesse a terra in modo che anche io potessi...”

“ So cos'è successo.” mi bloccò lui evitandomi lo sforzo di finire di raccontare “ ho visto tutto nella mente di Eve.”

“ Sono orribile.” dissi con la voce rotta dalle lacrime che stavano per uscire di nuovo.

“ Non è vero. Si, hai sbagliato ma ora sei consapevole di quello che hai fatto. Non ti posso assicurare che passerà facilmente ma quando avrai bisogno io sono qui.” e mi strinse una mano.

“ G-grazie.” balbettai appoggiando la testa sulla sua spalla.

Era confortante sapere di avere qualcuno affianco ed era bello non essere soli.

“ Hai ancora il bracciale che ti ho regalato.” disse sorpreso mentre continuava a stringermi.

“ Era l'unica cosa che mi manteneva ancorata alla realtà.” risposi sinceramente.

Forse un tempo non avrei mai pronunciato quelle parole ma mi sentii in dovere di essere sincera dato che lui aveva fatto la stessa cosa con me.

“ Ok, non so cosa ci stia accadendo oggi ma dato che siamo in vena di sincerità ti posso svelare un segreto” e si schiarì la voce “ ammetto che, a volte, mi sei mancata.” e abbassò il tono di voce nel pronunciare le ultime parole.

Io scoppiai a ridere e lui non sembrò apprezzare molto la mia reazione.

“ Scusa, ma non ci credo.” dissi continuando a sghignazzare.

“ Perfetto, io ti dico che ho sentito la tua mancanza e tu mi ringrazi in questo modo?” continuò lui offeso.

“ Non voglio insultare i tuoi ''sentimenti''“ e mimai le virgolette con le dita “ ma mi risulta difficile pensare che tu non stia mentendo.”

“ Fai come vuoi. Io sono stato sincero.” ribatté lui convinto.

“ E cosa ti è mancato di me?” lo provocai volontariamente.

“ Non mi ero mai accorto di quanto fosse piacevole la tua presenza.”

Io spalancai gli occhi incredula.

“ Non fraintendermi, non siamo mai andati d'accordo ma stare con te da una parte mi rilassava e da una parte mi irritava da morire.” mi spiegò assumendo un espressione confusa. Probabilmente nemmeno lui aveva capito ciò che aveva detto.

“ Ti dispiacerebbe spiegarti? Perché non so se prenderlo per un complimento o un insulto!” gli domandai perplessa.

“ Mmmm vediamo.” e sollevò e si passò una mano fra la massa arruffata di capelli “ mi irritavi perché volevo tenerti lontana e tu non eri poi così propensa a seguire i miei suggerimenti ma eri piacevole perché stare con te significava isolarmi da tutto e da tutti. La tua mente così silenziosa era un ottimo rifugio per me.”

“ Quindi tu mi stavi dicendo che quel poco tempo che passavi con me era per non ascoltare i pensieri degli altri?”

“ In un certo senso si.” concluse lui.

“ Edward non è bello quello che stai dicendo.” commentai infuriata.

“ Si, forse ma solo perché non ti ho mai dato la possibilità di farti avvicinare a me.”

“ Continuo a non capire.” continuai innervosendomi sempre di più.

“ Ti sto dicendo, in maniera un po' confusa, che ora, oltre a volerti come rifugio personale, mi piacerebbe anche...” e si bloccò un attimo per riflettere “ si, insomma hai capito.”

“ No!” ribattei incrociando le braccia al petto.

“ Liz vorrei ricominciare da capo con te. Abbiamo iniziato con il piede sbagliato e mi piacerebbe poter rimediare.” mi spiegò in completo imbarazzo.

In quel caso, chiunque avrebbe avuto qualcosa da rispondere ma non io.

Continuai a guardarlo aspettandomi che scoppiasse a ridere e mi dicesse che era tutto uno scherzo, ma non accadde niente di tutto ciò.

Al contrario, lui sembrava desideroso di ascoltare cosa avessi da dire.

“ Ok.” risposi dandogli una pacca sulla spalle.

Lui sollevò le sopracciglia e mi guardò perplesso.

“ Tutto qui?” mi domandò vedendo che io non accennavo a nient'altro.

“ Cosa ti aspettavi? Una dichiarazione d'amore a magari anche un bacio?”

“ Mmm la dichiarazione d'amore no ma per il bacio, confesso che un pensierino ce l'avevo fatto.” rispose tranquillamente.

“ Edward!” esclamai dandogli una leggera spinta.

“ Uffa come siamo suscettibili!” e si alzò in piedi “ possiamo andare via da questo posto? Mi innervosisce.”

“ Sei geloso?” lo provocai con un leggero sorriso.

“ Credo di si.” disse in tono serio e mi sollevò prendendomi per una mano.

“ Oh, allora dobbiamo proprio scappare via. Non vorrei mai farti arrabbiare!” e scoppiamo a ridere entrambi.

Finimmo di riordinare tutto e scendemmo al piano di sotto.

Mi sentii molto più sollevata una volta uscita da quella casa.

Finalmente stavo chiudendo quell'orribile capitolo della mia vita e ne stavo per aprire un altro decisamente più bello!

 

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@ Fred Cullen: oh grazie mille!!! Eh si finalmente Edward si è accorto di Liz! Un po’ di felicità quella ragazza la deve pur avere! ahahaha  per quanto riguarda Jacob i rapporti proseguiranno, non diventeranno mai migliori amici, però si comporteranno da persone civili! A presto e baci!!!!!!!!!

 

@ levia: wow grazie per i complimenti!!! Si, cerco sempre di essere puntuale nell’aggiornamento perché anche io odio leggere fan fiction che vanno a rilento, anche perché poi perdo il filo del discorso! Quindi cercherò di fare del mio meglio! Hahahha sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! È sempre una gioia vedere Edward così carino, dopo tanto tempo sta cercando di riscattarsi e di vedere un altro lato di Elizabeth che magari non aveva considerato!!!!! Grazie mille e baci!!!

 

@ saretta_trilly: eh si, era giusto che anche Jacob avesse un suo ruolo! Nella saga originale non mi piace molto però qui, dato che non da fastidio a nessuno, ho cercato di rivalutarlo un po’! in fondo è simpatico anche lui!!!!  Eh cara, fai bene a non stare tranquilla con Angel ancora vivo, non si sa cosa riserva il futuro ai nostri protagonisti!!! Tornerà o non tornerà? Vedremo!!!!!!! Grazie ancora e al prossimo capitolo!!!!!!!!!

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Capitolo 39
*** Redefinition ***


Beh ragazze non so che dirvi, grazie a tutte per i meravigliosi commenti! Sono veramente felice!!!!!

Ho notato che tutte avete apprezzato il cambiamento di Edward, del resto non poteva rimanere uno stronzo in eterno!!!

Per quanto riguarda Angel e Drusilla più avanti vedrete che fine hanno fatto, per ora godetevi la nuova relazione fra Edward e Elizabeth!!! Baci e grazie ancora!!!!!!

 

 

 

Redefinition

 

 

 

 

“Oh, Eve è tornata!” esultai non appena scesi dall'auto.

Presi una delle scatole che conteneva tutto ciò che avevamo recuperato da casa di Angel, la porsi ad Edward mostrandogli un ampio sorriso e scappai dentro casa dopo avergli urlato un ''grazie''.

“ Liz, chi si rivede!” mi disse la vampira mora non appena entrai in sala.

Il suo volto cercava in tutti i modi di nascondere la felicità che stava provando nel rivedermi e così la sua bocca assunse una posa tra un broncio e un sorriso.

“ Eve, mi sei mancata così tanto!” risposi correndola ad abbracciare.

Lei esitò per un secondo e poi ricambiò stringendomi forte, forse un po' troppo tanto che mi uscì un gemito di dolore.

“ E' quello che ti meriti stupida sciocca!” mi disse accorgendosi di aver utilizzato troppa forza.

“ Scusa, sono stata una vera idiota.”

“ Tutto qui?” continuò lei mettendo le mani sui fianchi e fulminandomi con lo sguardo.

Io la guardai perplessa, cosa voleva, delle scuse formali?

“ Con gli altri non sei stata così concisa.” si lamentò lei “ pretendo qualche lacrime almeno!”

Io rimasi a bocca aperta non riuscendo a capire se quello fosse uno scherzo oppure la verità.

“ Scherzavo!” e mi abbracciò di nuovo, questa volta con più delicatezza “ anche tu mi sei mancata.”

All'improvviso entrò anche Edward sommerso dagli scatoloni, probabilmente avrei dovuto aiutarlo. Era stato così disponibile ad accompagnarmi lì.

“ Non pensavo che ti avrebbe ridotto in schiavitù così facilmente.” lo prese in giro la sorella.

“ E' sempre un piacere averti qui sorellina.” ribatté lui acidamente.

“ No, dico sul serio. Non era questo quello che avevo visto qualche ora fa.” ribadì lei.

“ Smettila.” l'ammonì il vampiro. “ smettila anche di pensare quello che stai pensando.”

“ Cosa sta pensando?” gli domandai incuriosita.

Conoscere i pensieri di Eve era un ottimo modo per scoprire cosa pensava Edward.

“ Previsioni future che non sono affatto vere.” rispose lui innervosendosi.

“ Eh no. Sei tu che hai intenzione di fare certe cose fratellino.” continuò lei scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

“ Era solo un'idea.” confessò ora imbarazzato.

Edward imbarazzato con Eveline? Questa mi mancava proprio!

“ Ecco, falla rimanere tale altrimenti questa volta non correrò in tuo soccorso.”

“ Si può sapere di cosa parlate?” domandai annoiata.

Odiavo quando comunicavano tramite i loro poteri, era frustrante non riuscire a capire nulla.

“ Lascia perdere.” mi risposero all'unisono.

“ Perfetto, grazie per farmi sentire sempre partecipe.” commentai fra me e me.

“ Vado a portare questi in camera tua.” disse alla fine Edward lasciandoci da sole.

“ Ma che bello schiavetto che ti sei fatta!” urlò la vampira in modo che il fratello la sentisse.

“ perché continui a provocarlo? Poi si arrabbia e cambia umore.” la rimproverai.

L'ultima cosa che volevo è che Edward tornasse quello di prima.

Lei scoppiò a ridere con la sua vocina squillante.

“ Tranquilla, non ha intenzione di cambiare anzi... si sta impegnando veramente a controllare i suoi sbalzi di umore e ti assicuro che è un evento straordinario!” mi rassicurò lei.

“ Veramente?”

“ Liz, non ti sei accorta che è cambiato?”

“ Si, ma non so bene cosa aspettarmi.” le confessai.

In effetti quel pensiero mi torturava. Non sapevo come comportarmi, avevo troppa paura di lasciarmi andare e quindi di soffrire di nuovo.

Almeno per un po' avrei preferito mantenere una certa distanza da Edward, giusto per essere sicura che quella non fosse sono una fase passeggera.

“ Beh, se vuoi posso dirti che cosa ha intenzione di fare nelle prossime ore.” poi si fermò un secondo assumendo la solita espressione di quando scrutava nel futuro delle persone “ posso arrivare fino a domani pomeriggio, poi c'è un vuoto. Mmmm, si. Non sa ancora cosa fare domani sera!”

“ No, no. Non voglio sapere niente. Le tue visioni non sono poi così affidabili.” scherzai.

“ Ora non ti fidi più di me?” mi domandò mettendo il broncio.

“ Si, certo che mi fido ma ora parliamo di cose più serie. Come sta Jasper?” le chiesi cercando di eliminare altre pensieri poco importanti in quel momento.

“ Chiediglielo tu. Sta arrivando.”

E infatti dopo un secondo il vampiro biondo entrò in sala.

“ Liz, come stai?” mi domandò preoccupato.

“ Io bene ma...” non riuscii a finire la frase perché Eve mi interruppe.

“ Te l'avevo detto. Perché in questo periodo nessuno mi crede?” disse la vampira al suo compagno.

“ Lo so tesoro ma preferisco constatare di persona.” rispose lui addolcendo il tono di voce. “ Sono contento che tu stia bene.” disse rivolgendosi a me.

“ Grazie. E a te come vanno le cose?” gli domandai intuendo già la risposta.

“ Elizabeth mi dispiace, non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa del genere.” si scusò lui abbassando lo sguardo. Era ferito e deluso.

Non era mai piacevole essere traditi da una persona che consideravi un amico.

“ Jazz non è colpa tua, tu non avresti potuto fare niente. Ho fatto tutto da sola.” cercai di tranquillizzarlo.

“ Ma sono stato io ad accoglierli qui e questo non posso perdonarmelo.”

“ Tu non potevi saperlo. Non devi sentirti in colpa.” continuai inutilmente.

Ci voleva ben altro per poter fargli capire che lui non doveva rimproverarsi di nulla.

“ No, avrei dovuto prevederlo. Conosco Angel da molti anni e so perfettamente quanto possa essere pericoloso quando trova qualcuno di così particolare.” mi spiegò lui stringendo i pugni. “ eri diventata la sua ossessione, capisci?”

“ Mmm, non credo che io abbia assunto proprio quel ruolo. Diciamo che apprezzava la mia compagnia e la mia predisposizione a fidarmi della gente sbagliata.” risposi arrossendo per l'imbarazzo.

Io ossessione di qualcuno? Forse stava un po' esagerando.

“ Non sottovalutarlo. Lui non si arrende così facilmente, non dopo quello che ha fatto per te.” continuò lui sempre più a disagio.

“ Offrirmi rifugio?” ipotizzai abbozzando un sorriso.

“ Sacrificare Spike.” mi corresse immediatamente.

“ E' stata una sua scelta.”

“ No, sei stata tu a costringerlo. Da quello che abbiamo capito tu non hai voluto lasciare la città perché avevi ancora qualcosa in sospeso e così lui ha cercato di eliminare l'ultimo contatto che avevi con il tuo passato.”

“ Io non sarei mai andata via con lui.” risposi scandendo bene le parole.

“ Questo non lo sapeva. Pensava di essere riuscito ad allontanarti da noi, gli mancava poco per realizzare il suo desiderio.”

“ Forse gli abbiamo reso il compito troppo facile.” intervenne Eve guardano il compagno.

“ Era giusto che lei decidesse la propria strada,ne abbiamo già parlato.” la tranquillizzò Jasper.

“ Vuoi forse dirmi che non si arrenderà?” chiesi sperando con tutta me stessa che i miei dubbi non venissero confermati.

Il solo pensiero che Angel potesse farsi di nuovo vivo mi terrorizzava. Certo, ora non ero più sola ma non osavo immaginare quali altri metodi avrebbe utilizzato per portarmi via.

“ Non lo so .” rispose lui serrando la mascella.

“ Per ora non ha intenzione di fare niente e se mai quest'idea dovesse attraversargli la mente, noi lo anticiperemo con un grande vantaggio.” concluse Eve risollevandoci il morale.

“ E se lo anticipassimo ora?” intervenne Emmet entrando in sala.

“ perché rischiare? È probabile che lui non faccia niente.” rispose Eve irritata. Non amava che la gente mettesse in discussione le sue decisioni.

“ Siamo otto contro uno e mezzo.” disse probabilmente riferendosi anche a Drusilla.

Io accennai ad un sorriso ma mi bloccai subito notando che nessuno aveva dato importanza alla sua battuta.

“ Avete già parlato di queste cose e credo che noi siamo in netta maggioranza.” rispose Eve con un perfetto sorriso soddisfatto stampato sul suo dolce volto.

“ Non abbiamo votato!” si lamentò il ragazzo.

“ Ma io l'ho già visto e ti posso assicurare che solo tu e Edward siete favorevoli alla caccia all'uomo.” spiegò lei con molta tranquillità.

“ Jazz non mi dire che ti sei lasciato convincere da tua moglie!?” disse Emmet con uno sguardo allucinato.

“ No, cioè forse un po', ma lei ha ragione. Abbiamo già rischiato troppo perché sfidare ancora la fortuna?” commentò il ragazzo.

“ Oh per favore.” bofonchiò l'altro visibilmente deluso.

Nel frattempo ci raggiunse anche il resto della famiglia.

“ Quindi abbiamo una decisione?” intervenne Rosalie infastidita.

“ Certo, non si fa niente finché non sappiamo con sicurezza che lui abbia intenzione di tornare a riprendersi Elizabeth.” concluse Eveline.

“ Possiamo semplicemente cedergliela.” ipotizzò la bionda in tono serio.

Emmet scoppiò a ridere ma fu costretto a bloccarsi immediatamente.

“ Non era una battuta?” domandò con aria innocente.

“ No idiota.” lo rimproverò Edward continuando a guardare storto la sorella.

“ Tranquillo, non lo farò.” sbuffò la bionda rispondendo al fratello che era intento a sorvegliare i suoi pensieri.

“ No non lo farà.” confermò Eve.

“ Volete dire qualcosa anche a noi?” chiese Carlisle.

“ Rose voleva rapire Liz e portarla da Angel.” rispose Edward visibilmente infuriato.

“ Era solo un'idea divertente.” si giustificò la vampira bionda notando che nessuno aveva apprezzato la sua battuta.

“ Rosalie non è questa l'educazione che ti ho insegnato.” la rimproverò Esme che non aveva affatto gradito la cosa.

“ Mamma mia, oggi avete perso tutti il senso dell'umorismo?” sbuffò Rosalie incrociando le braccia al petto.

“ Non fa niente, non mi sono offesa.” cercai di placare la situazione ma tutti sembravano ignorarmi.

“ Dunque abbiamo deciso?” chiese di nuove Emmet sperando che qualcuno avesse cambiato idea.

“ Si.” confermò Eveline.

“ Elizabeth posso parlarti un attimo?” mi chiese Carlisle non appena finimmo la discussione.

“ Certo.”

Glia altri ci lasciarono soli. Brutto segno!

“ Liz, dato che ora sei tornata è giusto che ti riprenda la tua vita.” iniziò a parlare.

Stranamente questo mi ricordava qualcosa. Ero convinta che già una volta aveva iniziato un discorso con lo stesso incipit. “ domani tornerai a scuola.”

Ecco, come pensavo! La prima volta che mi aveva informata di avermi segnata a scuola aveva usato quelle stesse parole.

“ Carlisle, come sei riuscito a giustificare tutte le mie assenza?” gli domandai incuriosita.

“ Ecco è proprio di questo che ti volevo parlare. Tu dovrai confermare la nostra versione.” e trattenne un sorriso “ hai avuto una grave malattia che ti ha costretta a restare a casa, beh non proprio qui. Ti abbiamo portata in un certo specializzato di Seattle, e sei rimasta lì per tre settimane, poi hai continuato la riabilitazione a casa.”

“ Riabilitazione?” domandai confusa.

“ Si. Hai avuto un forte crisi depressiva in seguito ad alcuni problemi del tuo passato” e a quel punto non riuscì più a trattenersi. Scoppiò a ridere come un ragazzino.

“ Carlisle!” urlai infuriata “ una scusa migliore non la potevate trovare?”

“ Oh certo, ma Edward ha molto insistito per questa versione dei fatti.”

Cercai in tutti i modi di trattenermi. La mia parte malvagia lottava furiosamente per salire le scale ed uccidere quel dannato vampiro nel modo più atroce.

“ Carlisle, mi prenderanno tutti in giro. Ecco arriva Liz la psicopatica!” e feci il verso dei miei compagni di classe.

“ Non preoccuparti, abbiamo cercato di non diffondere la notizia. Solo il personale scolastico è stato informato e abbiamo specificato di non divulgare la notizia.” cercò di rassicurarmi.

“ Quindi tornerò come se non fosse accaduto niente?”

“ No, dovrai impegnarti per rimetterti a apri con il programma.”

“ Carlisle ho perso più di un mese di scuola! Avrò miliardi di compiti arretrati!” continuai a lamentarmi.

“ Eve ha costretto Edward a farli al posto tuo. Lui è il migliore tra di noi ad imitare la calligrafia di qualcun altro.”mi spiegò con molta tranquillità.

“ Beh era il minimo dopo aver inventato quella storia orribile della mia malattia.”

“ Non esserne tanto certa, credo che Eve l'abbia ricattato in qualche modo.”

Almeno aveva quello che si meritava!

“ Va bene, tornerò a scuola e cercherò di non uccidere Edward.” conclusi alla fine.

“ Pensavo che la prendessi peggio.” mi confessò dopo che mi fui calmata.

“ E' giusto che io sconti le mie colpe.” sorrisi.

“ Questo è lo spirito giusto.” e mi diede una pacca sulla spalla per poi andare via.

Feci un bel respiro e cercai di metabolizzare la fantastica notizia. Del resto ero stata io a volermi tutto quello, non potevo lamentarmi, mi era andata già fin troppo bene.

Guardai l'orologio e mi accorsi che era tardissimo, dovevo tornare da Cynthia.

Avvertii Esme che non sarei tornata a cena e ,dopo avermi ricordato di non fare tardi, uscii di casa.

Fui felice di vedere che la mia amica stava meglio.

Il dolore alle ferite cominciava ad alleviarsi così da poterle concedere qualche ora di tregua. Lei però non sembrava molto entusiasta, a quanto aveva capito aveva dovuto ridurre le dosi di morfina e questo la infastidiva.

“ Ma io amo il senso di gioia che mi dà la morfina.” aveva detto continuando a lamentarsi.

Eh, Cynthia non cambiava mai!

Le raccontai la magnifica idea che aveva avuto Edward riguardo la mia assenza e lei non fece altro che ridere per tutta la sera. Anche se cambiavamo discorso le trovava il modo di infilare di nuovo il coltello nella piaga. La lasciai fare solo perché stava male, in altre circostanze non le avrei mai permesso di deridermi in quel modo.

Prima di andare via informai Jacob della decisione che avevamo preso.

Lui non sembrò particolarmente sorpreso, immaginava che i Cullen non avrebbero ricambiato Angel con la stessa moneta. E con mia grande sorpresa non decise nemmeno di cercare vendetta da solo, probabilmente si era spaventato troppo per lasciare Cynthia di nuovo da sola.

Verso le undici tornai a casa e sprofondai immediatamente nel letto esausta. Del resto il giorno dopo avrei dovuto affrontare una giornata terrificante!

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Capitolo 40
*** Back to Black ***


Back to black

 

 

 

“ Sei ancora arrabbiata con me per la storia della riabilitazione?” mi chiese Edward cercando di trattenersi dal ridere.

“ No, no.” risposi continuando a guardare fuori dal finestrino dell'auto.

“ E allora? C'è qualcosa che ti preoccupa?” continuò lui.

“ Non mi va di tornare a scuola. Credo di aver bisogno di un momento di pausa, non sono ancora pronta a ricominciare tutto.” confessai mordendomi il labbro inferiore per il nervoso.

Ero consapevole di dover tornare alla mia vita precedente ma non capivo il motivo di tutta questa fretta. Avrei potuto benissimo perdere un anno, non avevo certo di questi problemi!

“ Vuoi che torniamo in dietro?” mi domandò prendendomi alla sprovvista.

Ecco, questa era una delle novità a cui dovevo ancora abituarmi.

Certo, non potevo nascondere che adoravo tutte le attenzione che mi aveva dedicato in questi giorni ma nel profondo avevo una fottuta paura di farmi prendere di nuovo in giro da lui.

“ No, non voglio deludere Carlisle.” e misi fine a quella conversazione ritornando ad osservare il paesaggio.

Era marzo inoltrato e la temperatura era ancora piuttosto bassa. Quella mattina il cielo prospettava una giornata di assoluta pioggia.

Non appena entrammo nel parcheggio mi lasciai travolgere dall'ansia.

L'odore di tutti quegli studenti mi colpì come una doccia fredda. Forse avrei dovuto fare un po' di pratica prima di affrontare di nuovo la scuola.

Qualche mese fa non avrei avuto problemi al contrario, ero sempre stata molto brava a controllare i miei impulsi, ma dopo aver assaggiato il sangue umano la cosa era alquanto cambiata.

Certo, avevo passato del tempo con Cynthia e non era accaduto nulla ma con lei era diverso, io le volevo bene e per nessuna ragione al mondo l'avrei messa in pericolo.

In quel momento, però, era diverso. A me non importava nulla di quella gente.

“ Andrà bene.” cercò di rassicurarmi Edward mentre eravamo ancora in macchina “ Eve ne è sicura.”

“ E se dovessi cambiare idea mentre sono in aula da sola?” la mia voce fuoriuscì più acuta del normale.

“ Non succederà.” e mi costrinse a guardarlo negli occhi “ non permetterò che tu faccia qualcosa di sbagliato. Non ti lascio sola,capito?”

Io annui abbozzando un sorriso.

“ Allora andiamo.” sospirò lui aprendo la portiera poi, mantenendo una velocità umana, venne ad aprire la mia.

Proprio come la prima volta che arrivammo insieme a scuola, tutti si girarono verso di noi. Questa volta, però, guardavano me,probabilmente mi avevano data per dispera , comunque nessuno quel giorno si aspettava il mio ritorno.

Odiavo essere il centro dell'attenzione e così immediatamente iniziai ad arrossire come un'idiota, in più le mie mani non la smettevano di tremare come foglie.

Stupida, Elizabeth! Perché devi fare sempre così?

Senza nemmeno accorgermene afferrai la mano di Edward e la strinsi forte. Lui all'iniziò ricambio la mia presa poi la lasciò per passarmi una mano dietro la schiena e stringermi a lui, il tutto completato da un dolce bacio sulla guancia.

“ Per favore, puoi dirmi cosa stanno pensando?” gli domandai mentre ci avvicinavamo ai portici che circondavano l'edificio per cercare riparo dalla pioggia che iniziava a scendere.

“ Mmm vediamo.” e diede un rapido sguardo in torno. “ Mike è contento di rivederti, un po' meno vedendo che io ti sto abbracciando. Jessica ti sta insultando insieme a Lauren...”

“ Ok, basta. Non voglio sentire più niente.” lo bloccai prima di perdere le staffe.

Stupide invidiose!

“ Ti da fastidio quello che pensano?” mi domando sorpreso.

“ Credo di si.”

“ perché?”

“ Non voglio che parlino di noi, cioè non di noi nel vero senso della parola.” cercai di riprendermi per aver usato il plurale “noi può significare tante cose! Non è detto che deve essere usato per indicare due persone che stanno insieme, i- io...”

“ Liz, va tutto bene. Non ti fare problemi inutilmente, poi quel noi non suonava così male.” e mi riprese per mano trascinandomi verso l'aula di biologia.

Probabilmente rimasi a bocca aperta a fissare il vuoto in attesa di elaborare e metabolizzare la sua frase finché la classe non si riempì di gente e io fui costretta a salutare e a rispondere alle numerose domande.

Diedi a tutti la stessa risposta: '' problemi personali'' e ogni singola volta Edward mi dava un pizzicotto per farmi notare che non era quella la ragione ufficiale del mio mese di assenza. Si arrese soltanto quando gli rifilai una gomitata nello stomaco con tutta la forza che avevo!

“ Liz, pensavamo non tornassi più!” mi salutò calorosamente Mike cercando di abbracciarmi, cosa che io evitai con molta disinvoltura.

“ Beh, come vedi sono qui.” risposi sorridendo.

“ Deve essere stato proprio un bel problema per tenerti lontana così tanto tempo. Spero niente di grave!” continuò lui questa volta con un filo di preoccupazione.

“ Oh, no tranquillo. Ora è tutto risolto.” lo tranquillizzai.

“ Hai sentito Cynthia?”

“ mmm si, certo.”

“ Non sai quando torna? Certo che quell'incidente con la macchina non ci voleva proprio.” commentò lui scuotendo la testa.

Ecco quale scusa aveva trovato per giustificare le sue ferite, peccato che si sia dimenticata di dirmelo!

“ Si, proprio una brutta faccenda.” risposi con un tono di disapprovazione.

“ Liz, ma non è stata colpa sua, quella macchina non avrebbe proprio potuta evitarla.” intervenne Edward salvandomi appena in tempo da una pessima figura.

Grazie a dio sapeva leggere nella mente!

“ Certo, lo so ma sai com'è Cynthia, lei tende sempre a giustificarsi!” dissi con una risatina nervosa.

“ Hai perfettamente ragione. Non volevo dirlo ma visto che la pensi come me, anche io ho pensato che fosse stata colpa sua. Le ho sempre detto di non correre con la macchina e invece...” e mimò la scena dell'incidente con tanto di suoni di sottofondo.

Io e Edward annuimmo scambiandoci un'occhiata divertita.

Dopo qualche secondo il professore entrò in aula e dopo avermi dato il benvenuto di nuovo, iniziammo la lezione.

L'ora passo con una lentezza esagerata, cercai in tutti i modi di restare attenta ma non ero più abituata a mantenere la concentrazione e così il mio compagno di banco fu costretto a riprendermi più volte.

E la stessa situazione di ripeté finché non arrivammo a mensa.

“ Hai intenzione di continuare a dormire o vuoi seguire qualcosa?” mi domandò Edward mentre mi comprava il pranzo.

“ Credo che continuerò a dormire.” risposi sovrappensiero intenta a guardare tutte le cose che metteva nel vassoio.

Probabilmente mi trovava dimagrita, altrimenti non avrei potuto giustificare quel pranzo che avrebbe potuto sfamare un esercito.

“ Secondo te ho esagerato?” mi chiese guardando anche lui perplesso tutto quel cibo.

“ No, non ti preoccupare.” non volevo rovinare quel suo gesto premuroso.

“ Non mi offendo se mi dici la verità.” specificò lui osservando la mia espressione.

“ Forse hai esagerato un pochino, ma non ti preoccupare, lo faremo mangiare a Emmet!”

“ Mmm ok.” e andammo verso il tavolo dove i nostri fratelli si erano già accomodati.

Solitamente non mangiavo con loro ma dato che Cynthia era assente non potevo fare altrimenti.

“ Wow, Liz hai fame oggi?” mi domandò Jasper mentre mi spostava la sedia per farmi sedere.

“ Tuo fratello si è lasciato prendere dall'entusiasmo.” risposi con un sorriso.

“ Non ci provare.” disse Edward rivolgendosi ad Emmet. Probabilmente lo aveva bloccato prima di poter dire qualcosa.

“ Sto iniziando ad odiare questo posto.” sbuffò Rosalie buttando nel piatto un pezzo di pizza con aria disgustata.

“ Solo qualche mese e poi saremo fuori.” sospirò Jasper rilassandosi sulla sedia.

I due ragazzi e Emmet stavano frequentando l'ultimo anno e per l'ennesima volta si sarebbero diplomati , avrebbero fatto finta di andare al College per poi aspettare noi del quarto anno per poter cambiare città e iniziare di nuovo tutto.

Solo poco più di un anno e avrei dovuto lasciare Forks.

“ Non è poi così male qui.” intervenne Eve.

“ Ma come fai a sopportare tutti questi ragazzini invadenti, non vedi che ci fissano sempre tutti?” ribatté la vampira bionda.

“ A te piace essere guardata.” la corresse Edward.

“ Ma non mi va di essere vista come un' aliena! Tu non ti sei stufato di sentire sempre gli stessi pensieri?”

“ Anche quando cambieremo città ascolterò sempre gli stessi pensieri. Cosa ti vuoi aspettare da un branco di diciassettenni?” disse sollevando un sopracciglio.

“ Non vorrei mai avere il tuo potere.” disse Rosalie con uno sguardo comprensivo.

“ Ah, nemmeno io. Sai è piuttosto noioso stare nella tua mente, pensi sempre alle solite cose. Capelli, vestiti, a volte Emmet e poi di nuovo capelli!” scherzò il ragazzo.

“ Non sei divertente.” ruggì lei infastidita.

“ Su Rose, dov'è finito il tuo senso dell'umorismo?” la provocò il compagno.

“ Non mi sforzo di ridere per queste sciocchezze.”

“ Già, perché ogni tuo sorriso è prezioso!” precisò Eveline.

“ Ce l'avete con me oggi?” chiese la ragazza rilassandosi un po'.

“ No, è che non abbiamo niente da fare.” sbuffò Jasper.

“ perché non torturate Liz con le vostre battutine. È mancata per tanto tempo!”

Tutti si girarono verso di me mentre ero intenta ad addentare una mela.

“ Mmmm no, grazie sto bene così.” risposi con la bocca piena.

“ Non c'è niente di interessante che vorresti raccontarci?” continuò la bionda con un tono visibilmente provocatorio.

“ Credo che sappiate già tutto.” risposi in difficoltà.

Ok, aveva ragione a trattarmi male, per questa volta non potevo accusarla di niente, ma perché continuare ad infilare il coltello nella piaga?

“ Oh, non essere timida, siamo i tuoi fratelli.” continuò lei con un sorriso palesemente finto “ dimmi, cosa c'è stato fra te e Angel?”

“ Niente di importante.” dissi continuando a fissare il vassoio ancora pieno di cibo.

“ Mi sono sempre chiesta il motivo per cui ti sei lasciata ingannare in questo modo. Forse è stata colpa di Edward?”

“ Rose basta. Non è il caso di fare così.” cercò di fermarla Emmet.

“ Non lo sto dicendo con cattiveria, voglio solo sapere.” ribatté la ragazza.

Edward la guardò spazientito.

“ Ok, la smetto.” e incrociò le braccia al petto appoggiando la schiena sulla spalliera della sedia.

Fortunatamente la campanella suonò proprio nel momento più adatto.

Rovesciai il contenuto del vassoio nel cestino e dopo aver salutato gli altri, andai in classe per la lezione di storia.

Purtroppo nel pomeriggio nessuno mi avrebbe fatto compagnia e così , per non addormentarmi, passai il tempo a mandare messaggi, tramite cellulare, a Cynthia.

La invidiai profondamente sapendo che lei era a casa a mangiare cioccolata e per di più coccolata dal suo ragazzo.

Tirai un profondo sospiro e lasciai ricadere la testa sul banco. Prima o poi mi sarei dovuta abituare di nuovo a questi ritmi!

Quando finì l'ultima ora mi trascinai lentamente verso la macchina, sapendo che una volta tornata a casa sarei stata sommersa dai molti compiti arretrati. Edward me ne aveva anticipati molti, ma le interrogazioni orali le avrei dovute fare io!

La stessa situazione si ripeté per un'intera settimana, arrivai a sabato che ero totalmente stremata.

“ Che cosa facciamo oggi?” mi domandò Edward mentre eravamo sdraiati sul divano a guardare i cartoni animati. Lui li odiava, ma a me piacevano da morire!

Sulla tv satellitare avevo trovato un canale dove trasmetteva tutte le serie di Dragon Ball e di certo non potevo perdere l'occasione di rivederle.

“ Io vado da Cynthia.” risposi sovrappensiero.

“ Ma anche ieri sei stata da lei.”

“ Cosa?” e mi girai verso di lui abbassando il volume della tv.

“ Ho detto che anche ieri sei stata da lei.” ripeté lui.

“ Si, lo so ma sua madre non c'è e quindi vado a farle compagnia.”

“ Non ci può andare Jacob?” continuò lui infastidito.

“ A me fa piacere stare con lei.” ribattei.

“ Ok ma … niente, lasciamo perdere.” e tornò a guardare svogliatamente la televisione.

“ No, dimmi.” lo incitai. Forse avevo detto qualcosa che non andava!

“ Non è niente di importante.”

“ Edward!”

“ Beh stavo pensando di organizzare qualcosa ma dato che tu non ci sei...”

“ Eve non mi ha detto niente altrimenti mi sarei organizzata.” cercai di scusarmi.

Non pensavo che avremmo passato la giornata tutti insieme.

“ Liz, la cosa non coinvolgeva anche gli altri.” disse passandosi una mano fra i capelli imbarazzato.

“ Oh.” e il mio volto si accese di mille colori. “ Solo io e te?”

Lui annuì senza guardarmi.

“ perché?” domandai da vera idiota.

“ Per passare del tempo con te. Te l'ho detto volevo farmi perdonare per come mi sono comportato.” mi spiegò lui rilassandosi.

“ E cosa avevi organizzato?” chiesi incuriosita.

Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da lui.

“ E tu ti aspetti che te lo dica?” rispose divertito.

“ Certo! Dimmelo!”

“ Assolutamente no. Tu vai da Cynthia, non è tardi?” continuò sorridendo.

“ No ho ancora un'oretta. Avanti dimmi!” e mi avvicinai a lui con aria supplichevole.

“ Scordatelo, non te lo dirò mai.” e si voltò per non incontrare il mio sguardo.

“ Dai Edward, non fare il bambino.” e iniziai a tirargli dei piccoli pizzicotti.

“ No, nemmeno sotto tortura.” ribatté irremovibile.

“ Uffa.” e misi il broncio nella speranza di persuaderlo. Odiavo non sapere!. Lo so, potrebbe sembrare un comportamento da bambina capricciosa, ma era una cosa che proprio non potevo tollerare.

“ Non mi fai tenerezza.” specificò lui osservando la mia espressione.

“ Cosa devo fare per saperlo?” gli chiesi arrendendomi.

“ Vieni con me oggi.” disse lui semplicemente.

“ Non posso, ho promesso a Cynthia che sarei andata da lei.”

“ E allora niente.”

“ Facciamo domani?” proposi dandogli una bacio sulla guancia.

“ Non lo so, vedremo.” e mi afferrò per la vita facendomi sdraiare affianco a lui.

“ D-da cosa dipende?” balbettai in completo imbarazzo.

“ credo tu stia facendo troppe domande.” e mi scansò una ciocca di capelli che si era posta sulla mi fronte.

I nostri volti si trovavano a pochi centimetri di distanza e automaticamente il mio cuore iniziò a tamburellare nel mio petto.

Se questa situazione si fosse presentata qualche mese fa quando ero assolutamente presa da lui, sicuramente non mi sarei lasciata scappare l'occasione di poterlo baciare perché ero perfettamente consapevole che la cosa sarebbe nata e morta lì. In quel momento, però, tutto era diverso.

Non sapevo cosa provavo per lui, l'unica cosa di cui ero certa che riusciva ancora a farmi battere il cuore come un pazzo e a crearmi un'enorme voragine nel petto.

Avevo paura perché non sapevo cosa aspettarmi, ero consapevole del fatto che lui volesse cambiare ma se non ci fosse riuscito o se cambiasse idea?

“ Edward è meglio che vada.” dissi sciogliendomi dalla sua presa.

In due secondi ero arrivata alla conclusione che sarebbe stato meglio aspettare.

“ Scusa, io non volevo metterti a disagio.” mi fermò bloccandomi la strada.

“ Non fa niente, non è successo niente.” e gli accarezzai il volto.

Scelta tremenda, perché quel contatto risultava così perfetto?

Abbozzai un sorriso e andai in camera a prepararmi.

Indossai velocemente un paio di jeans, una felpa blu e raccolsi i capelli in una coda, un rapido sguardo allo specchio e uscii di casa in tutta fretta.

Odiavo le situazioni imbarazzanti, non ero capace di gestirle.

Salii in macchina e mi diressi verso casa di Cynthia. Alzai il volume della radio a tutto volume e iniziai a canticchiare una canzone di cui non sapevo nemmeno il titolo.

Quel pomeriggio il tempo era stato clemente. Il sole era sempre coperto dalle solite nubi, ma la temperatura era più alta del normale e la cosa mi rallegrò molto.

Quando arrivai a destinazione trovai la mia amica e Jacob seduti il giardino.

“ Ehi, vedo che stai meglio?” constatai felice di vederla in piedi.

“ Decisamente meglio.” precisò lei con un ampio sorriso.

“ Ma non è troppo presto per uscire di casa?”

“ Liz, è più di una settimana che non prendo un po' d'aria fresca. Oggi si sta bene qui fuori.”

“ Si, hai ragione.” e presi una sedia avvicinandomi a loro. “ Jake, tutto bene? Pensavo fossi impegnato oggi.”

“ Tranquilla, sto andando via.” rispose infastidito.

“ Oh, no, puoi anche rimanere, non mi dai fastidio.” lo tranquillizzai subito.

“ Ma grazie, ora che so questo mi sentirò più felice.” disse in tono ironico.

“ Mmm come siamo suscettibili.” sbuffai.

“ Smettetela di fare i bambini.” ci riproverò Cynthia.

“ Ha iniziato lei.” si lamentò il ragazzo.

“ Non è vero.” precisai io.

“ Basta! Jake, amore, sparisci.” e li diede un leggero bacio sulle labbra.

“ Ci vediamo domani, piccola.” e ricambiò il bacio con più passione “ Fai la brava succhiasangue.” disse infine rivolgendosi a me.

“ Sarò un angioletto.” e mostrai un sorriso innocente.

“ Liz, mi andresti a prendere i biscotti che sono nel primo cassetto della credenza?” mi chiese Cynthia appena rimanemmo sole.

“ Non starai mangiando troppo?” la provocai.

“ Senti, non posso sfogare le mie frustrazioni in nessun modo. Detto questo vai a prendere quei dannati biscotti.” e mi fulminò con lo sguardo.

“ Ok, ok. Non c'è bisogno di scaldarsi.” ed entrai in casa dirigendomi in cucina.

Trovai ciò che desiderava e per precauzione presi anche una tavoletta di cioccolata.

“ Ecco a lei signora.” e le passai il pacco di biscotti.

“ Grazie.” e aprì immediatamente la confezione. “ Oh, mia unica gioia!” esclamò addentandone uno.

“ Allora che mi racconti?” le chiesi mentre continuava a mangiare.

“ Beh, niente. Sei stata qui ieri pomeriggio, non credo che sia accaduto niente di speciale in queste ora!” mi rispose lei sbuffando.

Sapevo quanto odiasse stara a casa. Lei era iperattiva, amava tutto tranne che essere costretta a stare seduta tutto il giorno.

“ Quando potrai tornare a scuola?”

“ Probabilmente tra qualche giorno. Ieri sera è passato Carlisle è ha detto che tranne il braccio ancora fratturato e una piccola slogatura alla caviglia, sto più che bene.” e abbozzo un sorriso.

“ Allora predi questi, così non rimani in dietro.” e cacciai dalla borsa un pacco di compiti che mi avevano dato i professori appositamente per lei.

“ Ma che bella notizia.” rispose con ara disgustata.

“ In parte sono già fatti. Quelli dove dovevo mettere solo delle crocette li ho fatti io, per il resto devi fare tu. Non sono brava ad imitare la tua scrittura.”

“ Beh, grazie lo stesso.” e poi iniziò a fissarmi con un'aria strana “ Tu hai qualcosa che non va oggi.”

“ Sono i capelli vero? Ho cercato di tenerli in ordine ma oggi non ne vogliono proprio sapere!” e tentai di aggiustarmi la coda.

“ No stupida, i capelli non c'entrano niente.” e tornò a squadrarmi. “ Dannazione!” esultò all'improvviso “ tu sei felice!”

“ Cosa?” le domandai incredula.

“ Si, si. Tu sei felice.” ribadì lei “ Cos'è successo?”

“ Niente. Non posso essere di buon umore?” domandai irritata.

“ Assolutamente no. Tu non sei mai di buon umore. Aspetta” e sollevò gli occhi al cielo “ io ho già visto questa espressione. Avevi questa faccia sognante quando ti sono venuta a trovare dopo che eri stata attaccata dal branco e se non ricordo male, il merito era di Cullen.”

“ Quindi?”

“ Quindi, tu ti stai facendo imbambolare di nuovo da lui.” disse scuotendo la testa in segno di disapprovazione.

“ Non è vero.” precisai subito.

“ Oh, si che è vero. Che cosa ha atto questa volta?”

“ Niente. È semplicemente più gentile del solito, molto più gentile del solito.”

“ E la cosa ti piace.” non era una domanda.

“ Diciamo di si ma non sono stupida. So quali rischi corro e così ci vado con calma.” la rassicurai.

“ Si, come no.” sbuffò lei.

“ Guarda che è vero. Ad esempio oggi lui mi aveva organizzato una sorpresa e io non l'ho accettata perché dovevo venire da te. Prima non ci avrei pensato due volte!”

“ Ah grazie! E di cosa si trattava? “ mi domandò lei incuriosita.

“ Non lo so. Non me l'ha detto.” e sollevai le spalle.

“ Beh, Edward non è il tipo da fare sorprese.” commentò lei pensierosa.

“ Lo so ed è per questo che sono un po' confusa.” ammisi sinceramente.

“ Al posto tuo lo sarei anch'io. Chi sa cosa gli passa nella testa!” e sorrise divertita.

“ Non c'è niente da ridere.” la rimproverai “ non si ride dei drammi delle amiche!”

“ Scusa!” e mi fece una linguaccia.

“ Tu che dici?”

“ Beh, aspettiamo e vediamo. Peggio di prima non può andare.”

“ Molto rassicurante.” risposi mettendo il broncio.

“ Vuoi un consiglio? Carpe diem mia cara!” e divorò un altro biscotto.

“ Wow, che perla di saggezza.” la presi in giro.

“ Fidati, non farti diecimila problemi inutile. Prendi le cose come vanno. Se c'è qualcosa fra di voi vedrai che uscirà fuori altrimenti te ne fai una ragione e questa volta per sempre.”

“ Mmm non mi piace quest'ultima opzione.” mi lamentai.

“ Smettila e mangia.” rispose lanciandomi la confezione mezza vuota di biscotti.

E così per almeno qualche ora abbandonai le mie paranoie.

Come avrei fatto senza Cynthia una volta lasciata Forks?

Ok, quello non era proprio il modo migliore di seguire il consiglio della mia amica ma non potevo fare a meno di pensarci.

La mia unica consolazione era che per più di un anno non avrei dovuto preoccuparmi di questo!

 

 

 

 

 

 

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@ garakame: eh si volevo fare inventare qualcosa di simpatico per giustificare l’assenza di Liz e così mi è venuto in mente il fatto che lei avesse avuto qualche problemino strano!!!! E poi è stato Edward a proporre la storia della riabilitazione, di certo non si poteva smentire!!ahahahah Grazie mille e a presto!!!!

 

@ Fred Cullen: tranquilla ora le giornate di Liz saranno sempre meravigliose, del resto c’è Edward con lei! Non credo che le importi più di tanto di cosa può accaderle con lui sempre nei paragi!!! Beh, Eve è sempre Eve, lei sa come trattare il suo caro fratello e lui non può fare altro che assecondarla! Grazie e continua a commentare!!!!!! Baciiii!!!!!

 

@ Poeticdream: Ho cercato di rendere la reintegrazione di Liz il più leggere passibile, non volevo crearle grandi problemi, del resto i Cullen la capiscono e quindi anche loro l’hanno presa bene! Poi per Edward hai usato la parola giusta! Lui non si può categorizzare, è semplicemente unico!!!!! E più avanti sarà sempre più meraviglioso!!! Hihihih grazie e a presto!

 

@ Saretta_trilly: ahahah oddio io amo i tuoi commenti, sono troppo divertenti!!! Grazie mille!!!! Eh si in questi capitoli sono tutti così simpatici, anche Rose nonostante non provi particolare simpatia per Liz ma comunque ho in mente di farle chiarire prima o poi, perché Rosalie è un personaggio che a me piace moltissimo e secondo me fa bene a comportarsi così, anch’io avrei reagito allo stesso modo se la mia famiglia fosse stata in pericolo! Tra Liz e Edward andrà sempre meglio e tra poco ci sarà un capitolo fondamentale dove avverrà una vera e propria svolta!!! Ahahahah grazie ancora e baci!!!!!

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Capitolo 41
*** Smile Time ***


Smile Time

 

 

 

Ero ancora immersa nei miei sogni ( ebbene si, quella notte feci uno splendido sogno, si trattava di Edward ma quella è un'altra storia...) quando una strana luce mi colpì gli occhi costringendomi a sprofondare sotto le coperte.

Non ricordavo di aver lasciato la luce accesa eppure sembrava essere quella l'unica spiegazione. Impossibile avere una luce naturale così forte a Forks!

Non riuscendo a riprendere sonno, a malincuore decidi di alzarmi.

Sgusciai lentamente dal letto con ancora gli occhi chiusi, diedi una ginocchiata atroce al comodino ed iniziai a sbraitare in un modo poco consono ad una ragazza finché non guardai fuori dalla finestra.

Il sole splendeva alto e il cielo non c'era nemmeno una nuvola, nemmeno una!

Mi precipitai immediatamente sotto la doccia perché non volevo sprecare nemmeno un minuto di quella giornata.

Da quando mi ero trasferita in quella grigia e piovosa città, avevo visto la luce del sole forse due o tre volte e quindi non potevo lasciarmi scappare quell'occasione.

Durante la mia vita da umana non provavo una particolare attrazione per le belle giornate, anche se ero nata e cresciuta a Los Angels, dove essere abbronzati era un dovere, io ero stata sempre l'eccezione. Soffrivo il caldo e non sopportavo il colore, rosso aragosta, che prendeva la mia pelle non appena restavo dieci minuti al sole senza una protezione adeguata.

Ma dopo aver assaporato la pioggia e i suoi derivati in ogni modo possibile, una bella giornata non poteva di certo farmi male.

Indossai un paio di Jeans chiari, una maglietta nera con il logo dei The Who (l'avevo detto che andavo pazza per il rock?!) a maniche corte, e un golf di lana leggera e scesi al piano di sotto per fare colazione.

Stranamente la casa sembrava deserta e la cosa non mi piacque affatto. Possibile che per una volta che ero di buon umore non c'era nessuno con cui poter condividere la mia gioia?

Solita sfortuna!

Andai in cucina, mi preparai una tazza di latte e la infilai nel microonde per riscaldare il contenuto, nel frattempo tagliai due fette di pane e le ricoprii di abbondante nutella.

Misi tutto su un vassoio e prima di uscire a fare colazione in giardino, presi anche un bicchiere di succo nel caso il latte non fosse sufficiente.

Tirai un profondo sospiro nel notare che l'aria era particolarmente calda anche se un po' umida ma del resto non potevo desiderare sempre la perfezione!

Con mia grande sorpresa trovai Jasper, seduto sulla poltroncina sotto il portico della casa, immerso nella lettura.

“ Buongiorno!” mi salutò continuando a fissare la pagine.

“ Jazz, che ci fai qui fuori da solo?” gli domandai poggiando il vassoio sul tavolino e accomodandomi su una sedia.

“ Mi sto rilassando un po'.” rispose poco convinto.

“ E gli altri?”

“ A caccia.”

“ Ah, capisco. Ti hanno lasciato a sorvegliarmi.” scherzai addentando una fetta di pane.

“ Si, in un certo senso.” disse lui divertito.

“ Come stai?” gli chiesi tornando seria. Speravo tanto che lui avesse superato la storia di Angel.

“ Meglio, grazie.” e abbozzò un sorriso. “ Liz, mi dispiace veramente per quello che è accaduto.”

“ Ehi, no! La colpa è stata mia. Sono stata io l'idiota a lasciarmi imbambolare dai suoi discorsi, tu non hai motivo di sentirti così.” ribadii io con fermezza.

“ Angel è più furbo di quanto avessimo immaginato.” continuò lui serrando la mascella.

“ Non è piacevole essere traditi da uno che consideravi un amico, vero?”

“ No, direi di no. Almeno ora non mi sento più in debito con lui.” disse scrollando le spalle.

“ Cerca di non essere triste, sai che Eve ci rimane male.” lo rimproverai scuotendo la testa.

“ Beh, potrei lasciarmi influenzare dalla tua allegria. Questa mattina ne hai da vendere!”

“ E' così evidente?” domandai imbarazzata.

“ Per me si ma è piacevole. Sono abituato ad essere circondato da ben altri sentimenti.”

“ Non mi sembra che in questa casa siano tutti depressi, escluso Edward, ovviamente.”

“ Hai ragione.” e scoppiò in una profonda risata.

Jasper non era un tipo particolarmente solare ma quando rideva era qualcosa di fenomenale.

“ Devi farlo più spesso.” dissi continuandolo a guardare con un'aria sognante.

“ Cosa?” mi chiese lui confuso.

“ Ridere! Sei più bello quando ridi.” e poi mi tappai la bocca per essere stata così diretta.

“ Grazie, anche Eveline lo dice sempre.” e tornò alla lettura con un'aria soddisfatta.

Finii di mangiare tranquillamente, poi riportai tutto in cucina, sciacquai le stoviglie, presi l'I-Pod dalla borsa e tornai saltellando in giardino.

Spostai la sedia sotto il sole e mi levai il glof . Anche se la temperatura non era proprio adatta per stare a maniche corte, non riuscii a resistere.

E poi mi rilassai godendomi quella piacevole sensazione di caldo sulla mia pelle e con la musica a tutto volume che mi rimbombava nella testa.

Dopo qualche minuto aprii gli occhi perché avevo la netta sensazione che qualcuno mi stesse osservando un po' troppo, infatti trovai Jasper piegato in due dalle risate.

“ Jazz saresti così gentile da far ridere anche me?” gli chiesi sfilandomi una cuffietta dall'orecchio.

“ Liz, ti hanno mai detto che sei stonata come una campana?” rispose trattenendosi.

“ Cosa?” dissi diventando viola dalla vergogna.

Non mi ero accorta che stavo cantando!

“ Non avevo mai sentito una versione così particolare dei Metallica!”

“ Ehi, non tutti siamo perfetti.” e tornai ad ascoltare la musica ignorando la sua battutina. Questa volta però feci attenzione a non intrattenerlo con la mia melodiosa voce!

Purtroppo tutta quella pace non durò a lungo.

Mentre ero sul punto di addormentarmi di nuovo, immersa in tutta quella tranquillità, Emmet spuntò alle mie spalle smuovendo la sedia con il risultato che mi ritrovai con il sedere a terra.

“ Emmet, sei un idiota!” mi lamentai rialzandomi in piedi e ripulendomi i pantaloni.

“ Dai su, è stato divertente!” scherzò lui continuando a ridere.

“ Ah si? Vediamo se ti piace questo.” riposi l' I-Pod al sicuro e con un rapido movimento lo attaccai buttandolo a terra.

Lui, iniziò a ridere come un matto e in un secondo si rialzò in piedi pronto a contrattaccare.

Cercò di afferrarmi con entrambe le braccia ma io fui più rapida e lo spinsi di nuovo facendolo barcollare.

“ Emmet, tutto qui quello che sai fare?” lo incitai in tono di sfida allargando le braccia.

“ Oh, principessa aspetta e vedrai.” .

Un suono profondo gli uscì dal petto e si scagliò nuovamente contro di me.

Questa volta fu molto più veloce e a faticai riuscii a schivarlo. All'improvviso scomparve dalla mia visuale per poi ritrovarmelo davanti.

Sobbalzai lanciando un gridolino soffocato ma lui mi bloccò caricandomi come un sacco di patate sulla sua spalla.

Cercai di reagire dandogli dei pugni sulla schiena ma lui mi teneva stretta per le gambe.

Non solo non aveva la minima intenzione di lasciarmi ma in più iniziò a saltellate per tutto il giardino con me che mi dimenavo come un' ossessa.

“ Lasciami scimmione che non sei altro!” continuai a lamentarmi inutilmente.

Ormai disperata cercai anche l'aiuto di Jasper che, invece di prestarmi soccorso, continuava a ridere.

“ Jazz, questa me la paghi!” lo minacciai inutilmente.

“ Allora, tutta qui la tua forza?” mi provocò Emmet approfittando del fatto che non potevo reagire.

“ Maledetto!” ringhiai arrendendomi.

Solo quando si girò di spalle alla casa mi accorsi che c'era anche un altro spettatore.

Edward era appoggiato alla porta che ridava sul giardino e ci guardava con un aria assolutamente divertita.

“ Non hai intenzione di fare niente?” gli domandai sollevando a fatica la testa.

“ Non lo so.” e si avvicinò a noi. “ Hai intenzione di passare di nuovo la giornata da Cynthia?”

“ No, no. Oggi non ho niente da fare.” e gli mostrai uno dei miei sorrisi migliori.

“ Mmm va bene. Emmet lasciala, oggi mi serve tutta intera.” e diede una pacca alla spalla libera del fratello.

“ Ok, direi che mi sono divertito abbastanza.” e mi lasciò andare facendomi scendere delicatamente.

“ Sei uno stupido!” e gli tirai una spinta facendolo ridere di nuovo.

Poi mi sistemai i capelli che si erano tutti aggrovigliati per essere stata troppo tempo a testa in giù.

“ Se ti avessi detto che sarei tornata da Cynthia non mi avresti aiutata, vero?” dissi rivolgendomi ad Edward.

“ Assolutamente no.” e mi mise un braccio dietro la schiena trascinandomi dentro. “ Questa sera sarai solo mia.” e mi diede un bacio sulla testa.

Non appena sentii quelle parole le mie gambe iniziarono a tremare come due budini e il mio cuore iniziò a battere rischiando di uscire dal mio petto.

“ E dove mi porti?” domandai in difficoltà.

“ Lo vedrai questa sera.”

E così si concluse il nostro discorso, senza nemmeno un piccolo indizio su dove saremmo andati.

Non ero amante delle sorprese ma decisi comunque di non lamentarmi, non volevo fare sempre la parte della ragazza pesante.

Il pomeriggio trascorse piacevolmente, almeno per gli altri. Io ero sprofondata nell'ansia.

Cosa dovevo aspettarmi dall'uscita con Edward? Forse era solo una cosa informale, una semplice serata tra due amici o magari era un appuntamento ed era proprio questo che mi preoccupava.

Chiamai Cynthia in cerca di un supporto morale ma lei era ancora più confusa di me.

“ Vedi di non fare la cretina!” mi aveva ripetuto più volte ripensando a quella volta che, da vera idiota, ingenua e chi più ne ha più ne metta, mi ero lasciata ingannare dal bello di casa Cullen con il risultato che mi ero ritrovata nel letto sola e abbandonata, dopo aver passato la mia prima notte con un ragazzo.

Se solo ci pensavo mi saltavano i nervi per la rabbia ma quello non era il momento adatto per ripensare a quelle cose.

Verso le sei del pomeriggio, con una banale scusa, mi chiusi in camera con l'intento di scegliere qualcosa di carino da indossare. Non volevo far vedere che mi stavo impegnando troppo nella scelta dei vestiti!

Entrai nella cabina armadio e sfoderai tutti gli abiti che avevo dalle loro custodie, in poco tempo occupai tutta la superficie del letto senza trovare niente che mi convincesse in pieno.

In realtà non sapevo nemmeno cosa cercare, non avevo la minima idea di dove mi avrebbe portata!

E così all'improvviso, come una fata madrina, Eveline corse in mio aiuto!

“ Non osare indossare niente di ciò che hai in mente!” mi rimproverò immediatamente.

“ Io non ho ancora deciso niente.” dissi fra me e me.

“ Allora ci vuole qualcosa di carino ma comodo.” e iniziò a rovistare fra la catasta di abiti.

“ Dove mi porta?” domandai con aria innocente.

“ E tu speri che te lo dica?” rispose scoppiando a ridere “ non hai ancora imparato che su certe cose sono intransigente?”

“ Si si, lo so.” sbuffai sedendomi sulla poltroncina vicino al letto. “ Eve, ti ricordi quando mesi fa mi dicevi che prima o poi sarei stata felice anch'io?”

“ Certo.” disse senza fermare il suo lavoro.

“ Ti riferivi a questo che sta accadendo ora?”

“ Assolutamente no. Tutto questo non era previsto.” mi spiegò tranquillamente.

“ Vuoi dire che Edward ha deciso di cambiare così all'improvviso?”

“ No, no. Però non mi aspettavo che lo facesse così presto.”

“ Presto? Eve è più di un anno che sono qui con voi!”

“ Beh io prevedo solo le intenzioni delle persone, se poi cambiano idea tutto si annulla ed è questo che è accaduto ad Edward per mesi.”

“ Quindi lui aveva intenzione di cambiare ma poi non l'ho ha fatto fine a qualche giorno fa.” dedussi dal suo discorso.

“ Esatto.”

“ E come sapevi che la tua visione si sarebbe avverata se lui non era ancora deciso?” le domandai confusa.

“ Conosco bene mio fratello e sapevo quali cose lo bloccavano. Ero convinta che prima o poi avrebbe capito cos'era meglio per lui.”

“ Ti stai riferendo a me?” chiesi con un sorriso.

“ Non solo.” rispose riflettendo per un secondo.

“ E quali sarebbero le altre cose?”

“ Liz, la smetti di fare domande? Lascia che sia lui a spiegarti certe cose!” mi rimproverò lei in modo scherzoso.

“ Ok.” e sprofondai di nuovo nella poltrona aspettando un suo ordine.

Alla fine decise di farmi indossare un abitino nero senza spalline abbastanza corto. Ero stretto fino in vita e poi si allargava leggermente sui fianchi. Per evitare che congelassi dal freddo mi diede anche un golfino da portare slacciato.

Lottammo fino allo stremo sulla scelta delle scarpe e alla fine la mia testardaggine ebbe la meglio. Le Converse nere non potevano di certo mancare!

Poi mi aggiustò i capelli lasciandoli sciolti e mossi ed infine un po' di trucco.

Come ogni volta che Eve metteva mano al mio aspetto, rimasi sbalordita.

“ Sei sicura che sono io quella allo specchio?” chiesi toccandomi la faccia.

“ Si, sciocchina. Avanti vai e divertiti!” e così mi spinse giù per le scale.

Edward era seduto in sala con i suoi fratelli e sembrava il ritratto della calma. Scherzava e rideva con la massima tranquillità. Io al contrario ero tesa come una corda di violino e per poco non stritolai la pochette, che Eveline mi aveva prestato, non appena lo vidi.

In quel momento mi mancava solamente la bavetta alla bocca per sembrava una vera deficiente.

Lui era bellissimo, come al solito del resto, ma quella sera lo era ancora di più.

Indossava un paio di Jeans scuri, una maglia grigia, che contrastava alla perfezione con la sua pelle, e una giacca nera. Forse a renderlo ancora più meraviglioso era il suo volto rilassato e sereno.

Rimasi immobile finché non si accorsero della mia presenza e poi assunsi un sorriso plastico per evitare si scoppiare a piangere in preda all'ansia.

“ Wow, questa sera ci saranno scintille.” dissi Emmet ammiccando verso Jasper.

In un'altra situazione avrei avuto la battuta pronta ma in quel momento continuai a sorridere.

“ Beh, era ora!” rispose Jasper assolutamente serio.

Io rimasi immobile, ancora.

“ Sei pronta?” mi domando finalmente Edward porgendomi una mano.

Io annuii ed uscimmo.

Da vero gentiluomo mi aprì la portiera dell'auto e poi partì verso una meta sconosciuta. Si rifiutava ancora di dirmi dove mi avrebbe portata.

Iniziai a tamburellare con le dita sulla mia gamba, poi giocherellai con alcune ciocche di capelli con il risultato che le aggrovigliai irrimediabilmente, poi iniziai a battere il piede in maniera convulsiva ed infine mi torturai il labbro inferiore.

“ Liz, potresti calmarti? Mi rendi ansioso.” parlò lui interrompendo il silenzio.

“ Scusa, non credo di riuscire a stare ferma.” risposi tornando a sorridere nervosamente.

“ Tranquilla, siamo quasi arrivati.” e mi prese la mano per baciarla.

“ Che bello!” e dalla mia bocca uscì una risata isterica che lo fece sobbalzare.

Oddio, non potevo essere più imbarazzata! Ma perché dovevano capitare tutte a me? Non potevo comportarmi da ragazza normale, perché dovevo risultare sempre una pazza?

Poi rimanemmo in silenzio. Io non parlai per evitare di dire cavolate, lui cercava in tutti i modi di trattenere le risate per non mettermi ancora di più a disagio.

Dopo una ventina di minuti si fermò in una piazzola di sosta lungo la strada e scese dalla macchina per aprirmi la portiera.

“ Dobbiamo camminare un po', non possiamo arrivarci con la macchina.” mi disse mentre uscivo dall'auto.

“ Va bene.” magari camminare mi avrebbe rilassata un po'.

“ Mmm dovresti tenere gli occhi chiusi.”

“ Vuoi dire che devo camminare senza vedere?” domandai allarmata.

“ Si, ma ti guido io.” cercò di tranquillizzarmi.

“ Ok.” e chiusi gli occhi facendo come mi aveva detto.

Poi lo sentii aprire il cofano della macchina e allora cercai di sbirciare.

“ Liz, non guardare!” mi rimproverò nascondendo ciò che aveva preso. “ non ti metto una benda solo per non farti agitare ancora di più.” e rise divertito.

“ Scusa.” e iniziai a saltellare sul posto in attesa che lui facesse qualcosa.

All'improvviso mi prese per mano ed iniziammo a camminare.

Scendemmo lungo una ripida discesa e non so chi in quel momento mi abbia dato la forza di non aprire gli occhi. C'erano delle rocce durante il tragitto e mi fu costretto a stringermi più volte a lui per evitare che rotolassi lungo tutto il pendio.

“ Ti diverti proprio a mettermi in difficoltà, vero?” gli domandai con un velo di acidità nella voce.

“ Lo sai che non mi piacciono le cose facili.” scherzò lui senza smettere di camminare.

“ Ci vuole ancora molto?”

“ Ancora un po'.”

“ Sai che tua sorella voleva farmi mettere i tacchi? Secondo me è un po' sadica.” commentai.

“ Beh almeno l'hai avuta vinta tu, anche se sarei stato curioso di vedere come te la saresti cavata!”

“ Sei sicuro che non siete fratelli di sangue?”

“ No, no.”

Finalmente tornammo sulla strada pianeggiante.

Il terreno era morbido, quindi ipotizzai che ci fosse dell'erba. L'aria era più umida ed ero quasi sicura di sentire il rumore dell'acqua nelle vicinanze.

Tutto quello non mi ricordava niente. Non ero a conoscenza di un altro luogo, a Forks, dove c'era dell'acqua se non la Push ma dubitavo fortemente che Edward volesse rischiare di violare il patto per farmi una sorpresa.

Procedemmo per qualche altro metro e poi ci fermammo.

Lui si avvicinò a me prendendomi per la vita.

“ Ora puoi aprire gli occhi.”

 

 

 

 

 

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@ Fred Cullen:  ahahahahah no povera Rose!! Tranquilla avrà modo di riscattarsi, lei non è cattiva è solo che non si fida di Liz ma presto le cose miglioreranno anche tra di loro! Per quanto riguarda la sorpresa dovrai aspettare il prossimo capitolo, in questo ho solo preparato il terreno! Spero non ti deluda, io ho fatto del mio meglio ma non essendo una persona particolarmente romantica non so se sono riuscita molto bene nell’intento!!!! Grazie per i commenti meravigliosi e continua così, non sei ripetitiva!!!!! Baci!!!!

 

@ garakame: ahahah no Ed non è capriccioso ma sa benissimo come far innervosire Liz! Per il resto già nel prossimo capitolo la situazione sarà ancora più chiara fra di loro!!!!!! Grazie mille e a presto!!!

 

@ Levia: eh si Edward è adorabile in questi capitoli, mi ero stancata di fargli fare la parte dello stronzo ed è giusto che ora soffra un pochino ma da come avrai intuito nei precedenti capitoli, quando si parla di Edward Liz non ragiona molto, il suo cervello va in fumo e quindi dubito che lo farà aspettare ancora!!! Del resto nemmeno io aspetterei più di tanto con uno come lui!ahahahah grazie ancora per i commenti e a presto!! Baciiiiiiiiiiiiiii!!!!

 

@ Saretta_trilly: oh che dolce che sei! Se il tuo cuore è andato a mille per il quasi bacio allora non so cosa farai nel prossimo capitolo! Ti posso solo dire che quando l’ho scritto mi stavo sentendo male, e la mia coinquilina ne è testimone, è solo che io mi immedesimo troppo nel personaggio e mi faccio coinvolgere! Non ti aspettare niente di particolare ma sono i piccoli dettagli che rendono le cose speciali! Si, Emmet è troppo simpatico, è uno dei personaggi che mi fa più ridere! Lui è così buono con tutti che non puoi non adorarlo!!!  Grazie mille e tanti baciiiiiii!!!!!!!

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Capitolo 42
*** Double Or Nothing ***


 

Double or Nothing

 

 

“ Liz, sarebbe carino che tu dicessi qualcosa.” mi disse Edward scostandosi da me.

Certo, aveva ragione, dovevo assolutamente dire qualcosa ma il mio cervello si era completamente disconnesso, il mio corpo si era pietrificato, le corde vocali si erano aggrovigliate tra di loro e la mia bocca non aveva la minima voglia di assumere un'altra espressione che non fosse quella di pura sorpresa.

Non avevo la minima idea che a Forks ci fosse un luogo come quello, era assolutamente incantevole.

Una ampia distesa d'erba circondava un delizioso lago. La luna, che splendeva alta nel cielo limpido, creava meravigliosi giochi di luce sull'acqua calma e priva di increspature.

Alti alberi, si ergevano lungo la spiaggetta del lago e proprio sotto uno di questi c'era una coperta e un cestino da pick-nick.

“ Liz!” ripeté il vampiro agitando una mano davanti ai miei occhi.

“ Cosa?” sobbalzai come se mi stessi risvegliando da un sogno.

Sbattei più volte le palpebre e mi resi conto che quello non era un sogno ma la pura e semplice e aggiungerei anche meravigliosa realtà.

In una frazione di secondo, però, il panico mi travolse.

Era tutto troppo perfetto quindi le conclusioni potevano essere due.

Primo: la quiete prima della tempesta ( lo so, di solito è il contrario, ma io non ragiono mai in modo normale!) ergo lui stava per troncare di nuovo i nostri rapporti.

Secondo: era un appuntamento. Un appuntamento! Stavo per avere un appuntamento con la persona che desideravo, e che probabilmente amavo ancora, e la cosa mi spaventava da morire, non quanto la prima opzione, ma comunque non era una situazione semplice!

Non sapevo cosa fare, cosa dire, cosa pensare. Ero terrorizzata al pensiero che lui potesse aspettarsi qualcosa da me sapendo (anche se non glielo avevo detto esplicitamente) che io non ero pronta.

“ Edward è … “ stavo per parlare ma poi mi bloccai di nuovo “ scusa non so che dire.” e diventai rossa per la vergogna.

“ Mmm se reagisci così perché sei contenta è un bene, se invece si tratta del contrario allora non so cosa dire nemmeno io.” e mi guardò perplesso con quel suo sguardo dannatamente magnetico.

“ E' la prima cosa che hai detto.” conclusi abbassando lo sguardo.

“ Ok, allora la cosa è facilmente risolvibile.” e, prendendomi per mano, mi trascinò letteralmente, sotto l'albero dove c'era la coperta.

Lui si sedette a terra e io feci lo stesso. Incrocia le gambe, facendo attenzione al vestito, e iniziai a guardarmi in torno per evitare il suo sguardo.

“ Liz, rilassati. Non ho intenzione di mangiarti.” cercò di scherzare lui per rompere il ghiaccio.

“ Si, si lo so.” e dalla mia bocca uscì una risatina isterica. Era già la seconda volta, da quando eravamo usciti di casa, che non riuscivo a trattenerla.

Lui, questa volta , non si fece problemi nel contenersi e scoppiò a ridere.

“ Non mi aiuti così.” mi lamentai iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli.

“ Scusa, non volevo.” e mi accarezzò il volto facendomi rabbrividire.

“ Come mai hai organizzato tutto questo?” chiesi stupidamente per evitare che il contatto con lui si prolungasse a lungo.

“ Non avevo niente da fare, quindi...” e mi guardò sollevando un sopracciglio.

“ Oddio, mi sento un' idiota.” e mi coprii il volto con le mani.

Ma perché non riuscivo mai a comportarmi da persona normale in sua presenza?

“ Non è vero, sei divertente!”

“ Non è necessario che tu menta.” lo rassicurai.

“ Non lo sto facendo.” rispose assolutamente serio.

“ Allora, per tranquillizzarmi, dovresti prima di tutto chiarire un mio dubbio.”

“ Dimmi.” e si sdraiò puntando i gomiti a terra.

“ Tu non vuoi, cioè non mi hai portata qui per … insomma non stai facendo la stessa cosa che hai fatto al ballo dell'anno scorso?” gli domandai cercando di formulare una frase di senso compiuto.

“ Mmmm no.” e mi mostrò il suo sorriso sghembo che io amavo.

“ Ok. “ e sorrise leggermente.

“ E' m-molto bello qui.”

“ Lo penso anch'io.” e si rilassò sdraiandosi completamente.

La luce della luna risplendeva sulla sua pelle marmorea e in quel momento era così bello da fare male.

“ Cosa c'è lì dentro?” chiesi indicando il cestino.

“ Aprilo.” e lo spinse verso di me con una mano.

Come ogni classico cestino da pick-nick era pieno di cibo. C'erano biscotti, tortini di frutta, cioccolatini, tavolette di cioccolata, praline di cioccolata...

“ Come sai che amo la cioccolata?” gli domandai con un ampio sorriso stampato in faccia.

“ So molte cose su di te, più di quanto tu creda.”

“ Giusto, tu leggi nella mente.” conclusi ovviamente.

“ Certo, sarebbe stato meglio saperle da te certe cose ma visto che sono stato un vero idiota in tutto questo tempo, le ho apprese dagli altri.” rispose passandosi nervosamente una mano fra i capelli.

“ E cosa sai su di me?” continuai rilassandomi un po'.

“ Allora, vediamo” e si sollevò mettendosi seduto di fronte a me. “ So che ami leggere anche se questa era facile, basta entrare in camera tua per capirlo, ti piace il rock e la musica classica ma anche questa era facile dato che ascolti l' I- pod a tutto volume. So che sei più forte di quello che pensi, che non ti arrendi facilmente, che sei speciale e non per la tua strana natura, ma perché sei riuscita a farmi reagire quando tutti si erano arresi.

So che quando sorridi, spesso lo fai per quelli che ti circondano mentre dentro vorresti solo piangere. So che sei capace di amare incondizionatamente nonostante tutto ti faccia capire che non sei ricambiata. So che sei unica e io sono stato troppo cieco per non capirlo subito. So che ti ho fatto soffrire e tu non lo meritavi ed infine so che ti voglio bene, molto bene.” e sottolineò il molto “ e che non ho la minima intenzione di perderti.”

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.

Mai nessuno, in vita mia ,mi aveva detto quelle parole e probabilmente mai nessun altro lo avrebbe fatto.

Sollevai gli occhi verso l'altro per cercare di frenare le lacrime, non volevo scoppiare a piangere come una bambina. Per la prima volta, dopo anni, erano lacrime di gioia e non di dolore.

Non ero brava ad esprimere i miei sentimenti, immancabilmente non trovavo mai le parole adatte oppure mi lasciavo prendere dal panico. Ero un'autentica frana e quella volta non mi smentii di certo.

“ Ah, ecco dimenticavo.” aggiunse “ so che hai sempre la battuta pronta tranne che in queste occasioni.” e mi abbracciò stringendomi a lui.

“ Edward...” cercai di parlare ma lui mi bloccò subito.

“ Non voglio che tu mi risponda ora. Devi metabolizzare tutto e io ti capisco.” disse prendendomi il volto fra le mani.

“ I-io non pensavo che tu pensassi certe cose di me.” balbettai.

“ E' normale, non te le ho mai fatte capire.” rispose lui tranquillamente.

“ Da quando le pensi?”

“ Credo di averle sempre pensate ma non le ho mai ammesse, nemmeno a me stesso.” e si irrigidì un istante “ poi, quando è arrivato Angel e ho capito che ti avrei persa allora ho realizzato che per me eri più importante di quando avessi immaginato.”

“ Meglio tardi che mai!” ironizzai.

“ Si, diciamo di si.” e abbozzò un sorriso.

“ Credo che ora ci voglia della cioccolata.” e frugai nel cestino in cerca di una tavoletta.

“ Si, la cosa si sta facendo più seria del previsto.” scherzò stendendosi di nuovo.

All'inizio lo fissai interdetta, poi mi sdraiai anch'io appoggiando la testa sul suo petto.

Rimanemmo immobili per qualche minuto. Entrambi, evidentemente eravamo a disagio del resto non era facile per nessuno dei due quella situazione.

Poi iniziò a giocherellare con una ciocca dei miei capelli e io con i bottoni della sua giacca.

Ok, eravamo nel panico tutti e due!

Alla fine lui fece la prima mossa e la cosa non andò affatto bene.

Si girò su un fianco in modo che i nostri volti fossero separati solo da una stupida e insignificante distanza. Riuscivo a sentire il suo respiro freso su di me, il suo profumo assolutamente perfetto e il mio cuore batteva così forte che per un istante mi sembrò che anche nel suo petto, muto come una roccia, pulsasse qualcosa come nel mio.

Certo, il suo cuore non batteva ma ero sicura che fosse più grande e più vivo della maggior parte delle persone sulla terra.

Con un dito tracciò i contorni del mio volto e poi accarezzò delicatamente le mie labbra.

Una morsa di dolore mi fece contorcere lo stomaco e così nascosi il viso tra l'incavo del suo collo cercando di trattenere le lacrime, questa volta non erano di gioia.

“ Scusa non volevo.” mi disse allentando la presa.

Io scossi la testa rimanendo sempre nascosta.

“ Non ti fidi, vero?” mi domandò lui.

“ Edward io non lo so.” ammisi sinceramente.

“ Scommetto che si tratta di quella volta che ti ho lasciata dopo essere stato a letto con te.” continuò lui in maniera piuttosto diretta. “ Hai ragione, non abbiamo ancora chiarito quella cosa.” e mi sciolse dal suo abbraccio mettendosi seduto.

“ Non siamo costretti a parlarne.” cercai di evitare di affrontare un argomento troppo doloroso.

Nonostante fosse passato molto tempo, quella era una cosa che non avevo superato.

Non è stato bello svegliarsi,dopo aver passato per la prima volta la notte con un ragazzo, e scoprire che era stato solo del semplice sesso.

“ No, no. Dobbiamo!” e si schiarì la voce “ Non ho scuse per come mi sono comportato e non lo dico giusto per dire. Di solito non mi comporto così con qualcuno che mi interessa.”

“ perché con chi non ti interessa fai così?” gli domandai incrociando le braccia al petto.

Pessimo inizio, mio caro vampiro!

“ Ora non stiamo parlando di quello.” e scosse la testa “ Non volevo illuderti ma quella sera ho lasciato cadere per un attimo le barriere che mi ero autoimposto verso di te e ho combinato un disastro.”

“ perché mi volevi evitare?”

“ Non ero pronto per immergermi in un'altra relazione. Ero rimasto piuttosto scottato con quella precedente e io non l'avevo ancora dimenticata. Sarebbe stato peggio continuare con te se la mia mente era da tutt'altra parte.”

“ Non è una giustificazione.”

“ Non mi sto giustificando. Sto cercando di farti capire cosa mi ha spinto a comportarmi così.”

“ Mi hai ferito, più di quanto immagini.”

“ Lo so e mi dispiace, davvero.” e abbassò lo sguardo “ so che non posso rimediare per quello che ti ho fatto ma...” e fece un profondo respiro “ puoi perdonarmi?” e mi guardò fissa negli occhi prendendomi le mani.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Mi aveva chiesto scusa per ogni cosa ma non avrei mai pensato che potesse farlo anche per quella sera, soprattutto non in quel modo.

Scoppiai a piangere non riuscendomi più a controllare. Possibile che tutto quello stesse accadendo a me? Da quando la buona sorte si era voltata dalla mia parte?

Cercai di nascondere il volto fra le mani per non farmi vedere, cosa che risultò alquanto ridicola e nel frattempo annuii con la testa.

Lui mi prese immediatamente fra le sue braccia e mi strinse di nuovo.

“ Liz, voglio che tu mi faccia una promessa.” mi disse tornando a guardarmi negli occhi. “ questa è l'ultima volta che voglio vederti piangere per me.” e mi sorrise dandomi un bacio sulla guancia.

“ Oh, puoi giurarci! Non ho mai pianto così tanto come questa sera.” e gli diedi una piccola spinta ributtandolo a terra.

Poi poggiai di nuovo la testa contro il suo petto e mi lasciai coccolare un po'.

“ Quindi da oggi cambia tutto?” gli domandai all'improvviso.

“ Direi di si.” e sorrise “ non voglio metterti fretta, quindi se hai bisogno di tempo per fidarti di me fai pure, tanto io non invecchio!”

“ Ah, nemmeno io!”

Finalmente mi rilassai felice e contenta come non lo ero mai stata.

Rimanemmo in silenzio, stretti l'uno contro l'altro, perché in quel momento non c'era bisogni di parole o di gesti, era tutto semplicemente perfetto.

“ Liz, non voglio rovinare tutto ma forse dovremmo andare, domani dobbiamo andare a scuola e tu hai bisogno di dormire.” mi disse all'improvviso.

“ Mmmm no, non ho voglia di andare via.” brontolai “ Possiamo dormire qui.”

“ Non senti freddo?”

“ Non in modo particolare.” mentii perché in realtà stavo congelando, ma in quel momento non mi sembrava importante.

Lui si tolse la giacca e me la mise sulle spalle, poi prese un'altra coperta e mi avvolse come un bozzolo.

“ No, così non mi piace.” e a fatica mi scoprii e stesi la coperta anche su di lui rannicchiandomi contro il suo petto. “ Ora va meglio.”

“ Ma io non ho freddo.” sorrise lui.

“ Ma la coperta ci separava.” mi lamentai.

“ Beh, se la metti così va bene.” e mi strinse più forte.

Cercai in tutti i modi di non addormentarmi, non volevo sprecare nemmeno un secondo di quella serata ma verso le quattro del mattino non riuscii più a resistere.

Non sprofondai in un sonno profondo ma in una sorta di dormiveglia. Non riuscivo a distinguere chiaramente la realtà dal sogno, era tutto piuttosto confuso.

Percepivo il freddo della notte, i suoni erano confusi ma sentivo perfettamente il corpo di Edward intrecciato con il mio e quello era un motivo sufficiente per farmi desiderare che quel momento non finisse più.

Ormai ero quasi certa che la situazione tra di noi sarebbe solo migliorata ma un pizzico di paura c'era sempre.

Era giusto meritare tanta fortuna? Chi ero io per essere amata da Edward Cullen?

No, no, no, fermi un attimo! Io meritavo tutto quello!

Avevo sofferto, avevo lottato con le unghia e con i denti per riuscire ad attirare un briciolo della sua attenzione, ero sprofondata nella depressione e quindi quella era la giusta ricompensa per i miei sacrifici.

Mi ero fatta troppe paranoie nel corso della mia vita e finalmente era arrivato il momento di prendere il controllo della situazione.

Ero giovane, immortale e follemente innamorata, cosa potevo volere di più?

Niente, assolutamente niente.

Non appena i miei pensieri si stavano facendo più confusi e labili una mano, non nel senso letterale, mi strappò dal sogno riportandomi alla realtà.

“ Liz.” mi sussurrò una splendida voce all'orecchio.

“ Mmmm” mugugnai rotolando su un fianco.

“ Dobbiamo andare.” continuò la voce.

“ Lasciami stare.” mi lamentai ancora addormentata.

“ E' tardi, tra poco meno di due ore dobbiamo essere a scuola.” ribadì la voce, che poi ricollegai ad Edward, baciandomi sul collo.

“ Edward?” chiesi aprendo a fatica gli occhi.

“ Pensavi che ci fosse qualcun altro?” mi domandò sollevando un sopracciglio.

“ No, stupido.” e mi rannicchiai di nuovo contro il suo petto “ Che ore sono?”

“ Le sei.” rispose lui accarezzandomi i capelli.

“ Quanto ho dormito?”

“ Più o meno un'oretta.” rispose lui sorridendo.

“ Uffa.” e mi girai a pancia in su stropicciandomi gli occhi. “ Oh, cavolo!” esclamai guardandomi le mani.

Con il mio stupido gesto mi ero tolta tutto il trucco distribuendolo ovunque.

“ Ora sembrerò un panda.” mi lamentai coprendomi la faccia.

“ A me piacciono i panda.” disse lui alzandosi in piedi e porgendomi una mano.

“ Non voglio andare via.” bofonchiai avvolgendomi nella coperta.

“ Nemmeno io ma non mi va di vedermela con Carlisle perché non ti ho fatto andare a scuola.” e mi prese in braccio.

“ Potremmo fuggire!” proposi con un sorriso innocente.

“ Eve saprebbe dove siamo e ci verrebbe a cercare.”

“ Ti hanno mai detto che sei proprio bravo a rovinare i sogni altrui?”

“ Credo di si.” e si incamminò verso la macchina senza farmi scendere a terra.

Poi iniziò a correre a velocità non umana e in un secondo arrivammo vicino all'auto.

“ Edward dannazione, sono sveglia da tre secondi, non puoi comportarti da persona normale?” mi lamentai sciogliendomi dal suo abbraccio e cercando di contenere i giramenti di testa dovuti all'alta velocità.

“ Scusa! Lo sai che odio andare piano.” scherzò lui sorreggendomi per un braccio.

“ Si ma abbi un po' di rispetto per me!” continuai appoggiandomi alla macchina.

“ Va meglio?” disse accarezzandomi il volto.

“ Si, si. Andiamo.” e dopo avermi aperto la portiera ripartimmo verso casa.

Alzai al massimo la temperatura e iniziai a scaldarmi le mani che erano ridotte a cubetti di ghiaccio.

Ancora avvolta nella coperta, corsi immediatamente in camera mia per una doccia bollente sperando che riuscisse a svegliarmi, ma l'effetto fu tutto il contrario di quello che speravo.

Asciugai velocemente i capelli, indossai un paio di Jeans e una felpa scura e scesi al piano di sotto alla disperata ricerca di un caffè.

Per fortuna Esme aveva intuito perfettamente il mio stato e così me ne fece trovare una tazza fumante sul tavolo della cucina.

Dopo averla bevuta tutta appoggia la testa sul bancone per riposare qualche altro minuto.

“ Wow sorellina, Eddy ti ha veramente distrutta!” disse Emmet, che nel frattempo si era materializzato nella stanza.

“ Non è il momento scimmione.” lo fermai immediatamente.

“ Strano” e si sedette vicino a me “ la mia Rose è sempre di buon umore dopo aver passato una nottata di fuoco con me. Possibile che a te accada il contrario?” continuò lui sempre più divertito.

Io gli rifilai un calcio da sotto il tavolo per farlo tacere ma lui non aveva la minima intenzione di mollare.

“ Devo supporre che la cosa non è stata di tuo gradimento.” disse con una aria di disapprovazione.

“ Emmet non hai nient'altro da fare?” risposi irritata.

“ Ma come, io mi preoccupo per te e tu mi tratti in questo modo?”

“ Oddio, ti prego. Qualcuno mi aiuti?” mi lamentai appoggiando di nuovo la testa sul tavolo.

“ Emmet lasciala stare.” intervenne Jasper. “ Se non ne vuole parlare non puoi costringerla.”

“ Oh, Jazz ti prego, ti ci metti anche tu! E io che credevo che tu fossi l'unico con un briciolo di intelligenza.”

“ Liz, questa era proprio cattiva.” sorrise il ragazzo.

“ Beh, non è ora di andare?” esclamai riprendendomi dal mio stato comatoso.

“ Tu sei proprio stana sorellina.” disse Emmet dandomi una pacca sulla spalla, più che altro rischiò di slogarmela.

La mattinata passò con più lentezza del solito. L'unica ragione che mi spinse a rimanere sveglia era il pensiero che una volta tornata a casa avrei potuto finalmente riposare e stare di nuovo con Edward.

Durante la lezione di ginnastica, che io odiavo con tutta me stessa, fui costretta a partecipare alla partita di pallavolo. Di solito ero piuttosto brava ma quel giorno la stanchezza non mi aiutava a fatto.

Jessica approfittò della mia pessima forma per colpirmi in pieno volto con una pallonata. Il risultato fu che caddi a terra battendo la testa ma, in compenso, passai il resto dell'ora in infermeria.

Non mi ero fatta assolutamente nulla, ma perché sprecare l'occasione di fuggire dalla palestra?

Finalmente la campanella dell'ultima ora suonò facendomi gioire come una pazza.

Il letto mi richiamava con prepotenza.

Mi buttai a peso morto su di esso con ancora i vestiti addosso. Ero sfinita ma ne era valsa la pena. Del resto avevo passato la serata più splendida di tutta la mia vita!

 

 

 

 

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@ Fred Cullen: ahahahah, eh devo lasciare un po’ di attesa non posso sempre svelare sempre tutto!Tranquilla, le parole di Eve erano solo positive, non credo che tra Ed e Liz le cose possano peggiorare! A quel punto, se Edward dovesse tornare quello di prima, credo che Elizabeth possa veramente pensare al suicidio e di sicuro non è quello che vogliamo! Quindi viva la felicità! Ahahah spero che il capitolo ti sia piaciuto, non sono particolarmente brava a descrivere queste scene pacifiche, sono più forte nelle scene drammatiche! Mi raccomando continua a commentare! Baci!!!!

 

@ garakame: anche io adoro Emmet, secondo me è il più simpatico fra tutti quanti, è l’unico che riesce sempre a sdrammatizzare la situazione! E poi per quanto riguarda Jasper, ho cercato di renderlo meno depresso del solito! È un personaggio che io amo e volevo dagli la possibilità di mostrare un altro lato del suo carattere!  Oddio hai perfettamente ragione, Liz è un po’ stonata, però che vuoi fare? Tutti abbiamo dei difetti! Grazie per il commento!!!! Tanti baci e a presto!

 

@ Saretta_trilly: beh spero che questo capitolo non ti abbia delusa! Ho cercato di fare del mio meglio! Volevo creare una bella situazione tra Ed e Liz e spero di esserci riuscita ma nello stesso tempo non volevo che la protagonista si esponesse troppo! Edward, devi ancora aspettare un altro po’! ahahah nei prossimi capitoli cercherò di dare ancora spazio agli altri personaggi perché mi piace scrivere anche degli altri! Grazie mille per aver commentato sempre!!! Sono molto curiosa di sapere cosa pensi di questo nuovo capitolo quindi… a presto!!! Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!

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Capitolo 43
*** I Only Have Eyes For You ***


 

 

I only have eyes for you

 

 

 

 

 “ Dovresti aggiungere un po' di sale.”

“ No, secondo me va bene.”

“ Liz, dai non sa proprio di niente!”

“ La prossima volta ci penserò due volte prima di invitarti da me.” dissi a Cynthia strappandole il barattolo del sale dalle mani.

La mia amica si era ripresa alla grande dopo l'attacco di Spike. Aveva ancora un braccio rotto ma lei sembrava non farci particolarmente caso, ci voleva ben altro per abbatterla!

Per farmi perdonare per i problemi che le avevo causato, avevo deciso di invitarla a cena così da trascorrere un po' di tempo insieme. La mia famiglia si era gentilmente offerta di lasciarci sole fatta ad eccezione di Edward che, con una scusa, era rimasto a casa.

Da quella notte al lago, avevamo trascorso tutto il nostro tempo insieme, raramente mi lasciava sola e dovevo ammettere che la cosa non mi dispiaceva affatto.

A fatica, la notte, riuscivo a cacciarlo dalla mia camera. Avevamo deciso entrambi di non affrettare i tempi anche se a lui la cosa non andava molto a genio.

“ Possibile che non vi siete ancora dati un bacio?” mi chiese Cynthia mentre apparecchiava la tavola.

“ No, nemmeno uno.” risposi con un briciolo di soddisfazione. Ero fiera del mio auto controllo!

“ Ma è assurdo!” replicò lei.

“ Senti sono passati solo quattro giorni dalla sera in cui... beh, ci siamo dichiarati, quindi è ancora presto.”

“ Quindi state insieme?”

“ No, non lo so. Oddio dovrei saperlo?” chiesi allarmandomi.

“ In teoria si.”

“ E allora perché non lo so?” continuai andando nel panico.

“ Non credo che sia proprio un problema, però è sempre meglio specificare questi particolari.” cercò invano di calmarmi.

“ Cosa dovrei fare?”

“ E lo chiedi a me!”

“ Tra di noi sei tu quella che ha più esperienza in questo campo.”

“ Beh, in effetti si.” e si accomodò sulla sedia accavallando le gambe e assumendo un'aria altezzosa “ allora direi... Liz ma che diavolo ne so io!” e scattò in piedi “ io con Jake non ho dovuto fare niente, ha fatto tutto lui.”

“ Quindi devo aspettare una sua mossa.” ipotizzai passandomi nervosamente una mano fra i capelli, un maledetto vizio che avevo preso a forza di stare ventiquattr'ore su ventiquattro con Edward.

“ Direi di si.”

“ Ok.” e portai il pranzo in tavola.

“ Non ha un bell'aspetto.” commentò Cynthia osservando il piatto.

“ Senti io ho seguito alla lettera la ricetta, quindi mangia!” la rimproverai scherzando.

“ Io te l'avevo detto di lasciar cucinare me.”

“ A casa tua cucini tu a casa mia lo faccio io!” e iniziai a tagliare la lasagna che, in effetti, non sembravano promettere nulla di buono.

Poi ne assaggiai un boccone e per poco non rischiai di strozzarmi.

“ Cynthia ma quanto sale hai messo nel sugo?”

“ Fosse questo il problema!” e rovesciò il contenuto nel piatto nella pattumiera.

Io senza perdere tempo la seguii a ruota.

“ Perfetto e dopo tutta la fatica che abbiamo fatto, ora cosa mangiamo?” mi chiese lei incrociando le braccia al petto.

“ Non lo so.” e sollevai le spalle.

“ Ti odio! Non puoi togliermi il cibo i questo modo!” si lamentò dandomi un pugno sulla spalla.

“ Ehi! Mi hai fatto male!” risi prendendola in giro.

“ Stupida! Ora faccio io.” e si precipitò verso il frigorifero.

Dopo una rapida occhiata, prese della carne e si mise ai fornelli.

“ Vedi di non intervenire ora!” mi minacciò con un coltello.

“ Fai pure!” e alzai le mani in segno di resa.

“ Allora, torniamo ai discorsi seri.” e si schiarì la voce “ veramente ti ha organizzato quella serata al lago?”

“ No, me la sono inventata! Certo che l'ha fatto!”

“ Che cosa romantica.” commentò lei con occhi sognanti.

“ Jake non l'ha mai fatto?” le domandai incuriosita.

“ Il massimo del romanticismo di Jacob è passare una serata a guardare un film e poi ...” e mi fece l'occhiolino.

“ E scommetto che la cosa non ti dispiace.” commentai.

“ Assolutamente no!” confermò lei.

“ Eh brava la mia Cynthia.”

“ Se per un bacio stai aspettando un'eternità, per il passo successivo aspetterai qualche secolo?” mi prese in giro scoppiando a ridere.

“ Teoricamente il passo successivo c'è già stato.” le feci notare.

“ Ah, giusto. Voi funzionate al contrario.”

“ Smettila!” e iniziai a giocherellare con una fogli di insalata.

“ Non si gioca con il cibo, non te l'hanno mai detto?” mi rimproverò lei dandomi una bacchettata sulla mano.

“ Mmm come siamo pesanti questa sera!”

“ Prendimi il vino per favore.”

“ Non ti fa bene bere senza aver prima mangiato.”

“ Ci devo cucinare la carne saputella.”

“ Come vuoi!” e andai in sala in cerca di una bottiglia di vino.

Ricordavo che Carlisle ne avesse una vera e propria collezione, tutti regali dei suoi clienti che lui non avrebbe mai aperto, così fui felice di approfittarne.

Aprii la credenza e presi il primo che trovai non sapendo assolutamente niente riguardo ai vini, però supposi che bianco sarebbe stato meglio.

“ Ecco.” e le porsi la bottiglia.

Lei la stappò con molta cura, poi ne versò un po' nel bicchiere e agitandolo con cura ne annusò la fragranza.

“ Non sapevo che fossi un'intenditrice di vini.” commentai osservandola fare quel gesto inconsueto per una ragazza.

“ Infatti non lo sono ma ho sempre desiderato annusare un vino in questo modo!” e scoppiò a ridere divertita.

“ Buonasera Cynthia.” salutò Edward facendomi sobbalzare.

Non mi ero accorta che fosse uscito da camera sua.

“ Ciao Cullen, come va?” rispose la ragazza con un sorriso.

“ Non mi lamento.”

“ Stai uscendo?” gli domandai notando che aveva la giacca in mano.

“ Si, raggiungo Emmet e Jazz.” disse avvicinandosi a me per darmi un bacio sulla guancia.

“ E dove andate?” gli domandai incuriosita.

“ Hanno aperto un nuovo locale a Port Angeles, andiamo a dare un'occhiata”.

Io lo osservai perplessa. Da quando andava in giro per locali?!

“ Qualcosa non va?” mi chiese con un sorrisetto irritante stampato in faccia.

“ No.” risposi scuotendo la testa.

“ Tu dici?” questa volta si rivolse verso Cynthia.

La ragazza impallidì per un istante, evidentemente si era dimenticata delle capacità di Edward di leggere nel pensiero.

“ No, non credo.” continuò lui.

“ Oddio, come lo fermo?” mi domandò allarmata.

“ Non puoi, a meno che tu non smetta di pensare, cosa alquanto improbabile.” le spigai sollevando le spalle.

“ Aspetta puoi tornare al pensiero precedente?” le chiese lui con aria interessata. “ Non quello, non mi interessa sapere del tuo licantropo.” poi fece una piccola pausa e annuì con la testa.

“ Devo essere più sfrontato!?” esclamò lui perplesso. “ No, non l'avevo considerato.”

“ La smettete voi due?” sbottai infastidita.

“ Non è colpa mia!” si giustificò la mia amica cercando di concentrarsi sulla cottura della carne.

“ Cosa stava pensando?” domandai ad Edward.

“ Cynthia crede che io sia poco esplicito nei tuoi confronti e così, senza volerlo, mi ha suggerito di essere più... beh, audace. Si, credo che volesse dirmi questo.” mi spiegò lui con molta tranquillità.

Io arrossii violentemente e fulminai la ragazzo con lo sguardo.

“ Credi che abbia ragione?” mi provocò il vampiro.

“ I-io, non l-lo so.” balbettai cercando di non fuggire per l'imbarazzo.

“ Beh, ci proverò. Non ora però perché devo andare.”.

Mi diede un bacio sulla fronte, salutò Cynthia e andò via.

“ Ti uccido!” le ringhiai contro.

“ Non è stata colpa mia, mi è venuto in mente e non riuscivo a pensare a nient'altro. Oddio, scusami!” mi disse con aria supplichevole.

“ Questa me la paghi.” la minacciai mettendo il broncio.

Come previsto, però, nel giro di qualche secondo lei riuscì a farmi dimenticare ciò che era accaduto!

Finimmo la cena in un baleno e fui costretta ad ammettere che lei era un'ottima cuoca mentre io ero un disastro, poi andammo in sala per vedere un film accompagnate dalla bottiglia di vino che avevamo aperto. Non potevamo di certo sprecarla!

Discutemmo animatamente per la scelta del dvd. Io optavo per un horror o un thriller, lei per delle sciocche commedie.

Alla fine ci ritrovammo a vedere la Sirenetta in cartone animato.

Verso le due, Jacob venne a riprendere la sua ragazza.

“ Ciao, Jake! Entra pure!” dissi aprendo la porta d'ingresso.

“ Grazie.” rispose perplesso.

Poi saltellando gli feci strada verso la sala.

“ Amore!” urlò Cynthia scattando in piedi, poi barcollò per qualche passo e ricadde seduta sul divano con un ampio sorriso.

Io scoppiai a ridere nascondendomi dietro il suo ragazzo.

Ok, avevamo bevuto un po' troppo! In realtà non avevamo esagerato, peccato che nessuna delle due reggesse l'alcool decentemente!

“ Perfetto!” esclamò il licantropo sollevando gli occhi al cielo “ la prossima volta ascolterò il mio istinto.”

“ Oh, Jake, non essere pesante. Ci siamo solo divertite.” lo rimproverai scuotendo la testa.

“ Si, si. Ha ragione.” confermò la ragazza.

“ Ok, va bene.” si arrese lui “ Ora però andiamo, altrimenti tua madre mi uccide.” e la sollevò fra le sue braccia.

“ Ciao, Liz! Ci sentiamo domani!” mi salutò la ragazza con una mano ventre veniva portata di peso fuori da casa mia.

Ceraci di mettere tutto in ordine nonostante il mio fisico non fosse affatto d'accordo.

Lavai i piatti, spazzai a terra e dopo una rapida doccia mi infilai il pigiama di paile con le paperelle e sprofondai nel letto.

Ecco, quello era un altro motivo per cui non volevo che Edward dormisse con me. Mi avrebbe preso in giro tutta la notte se mi avesse vista con quegli abiti addosso e di certo io non mi sarei scomodata ad indossare nessuna camicia da notte che Eve mi aveva regalato.

Affondai la testa sotto il cuscino e nel giro di qualche secondo sprofondai in un bellissimo sogno.

Ero di nuovo al lago ed Edward era con me. L'aria era calda e la luna splendeva alta nel cielo. Lui mi prese per mano portandomi vicino alla riva. L'acqua era calma, solo delle piccole increspature rovinavano quello specchio lucente.

Poi mi accarezzò il volto e posò le sue labbra sulle miei. Il bacio all'iniziò fu dolce poi la passione prese il sopravvento e io mi ritrovai ad desiderare che quel momento non finisse più. Le sue labbra erano come l'ossigeno per me, le sue sua dita che scorrevano sulla mia pelle mi facevano bruciare come un fuoco vivo, non lo avevo mai desiderato come in quel momento.

All'improvviso sentii qualcosa di estraneo sfiorarmi i capelli, scattai all'indietro e mi svegliai respirando a fatica.

“ Liz, cosa c'entrano i piccioni?” mi domandò Edward facendomi urlare dalla paura.

“ Cosa ci fai qui, sei pazzo! Mi hai spaventata a morte!” lo attaccai con il cuore che ancora batteva all'impazzata. Poi cercai di ricompormi e lo guardai perplessa “ I piccioni?”

“ Si, hai gridato '' No, i piccioni no!” disse imitando la mia voce.

“ Non stavo sognando i piccioni.” ribattei convinta.

“ Eri felice poi come ti ho toccato i capelli ti sei svegliata urlando questa storia dei piccioni.” continuò lui divertito.

“ Ah, capisco.” e annuii con la testa “ Nel sogno ho sentito qualcosa contro i capelli e allora ho pensato ai piccioni dato che sono terrorizzata da quegli esserini sporchi e disgustosi.” gli spiegai con una smorfia disgustata.

“ Continuo a non capire.”

“ Non importa, lascia perdere.” sorrisi “ Cosa ci fai qui?”

“ Volevo vedere se stavi dormendo.” rispose osservandomi divertito “ hai il pigiama con le paperelle!” e mi scoprì per guardare meglio.

“ Smettila.” mi lamentai nascondendomi sotto le coperte.

Lui scoppiò a ridere.

“ Non insultare il mio pigiama.” lo rimproverai prima che potesse dire qualcosa.

“ E'... è così...” e scoppiò a ridere senza il minimo ritegno.

“ Hei! Non solo hai interrotto il mio sogno, in più osi anche criticarmi?” continuai rossa dalla vergogna.

“ Scusa, non volevo.” e mi guardò meglio “ sei carina.”

“ Sei molto simpatico questa sera.” ironizzai.

“ No, io lo sono sempre.” e si tolse la giacca appoggiandola ai piedi del letto.

“ Com'è andata la serata?” gli chiesi cercando di mantenere un tono disinteressato.

“ Bene.” rispose impassibile.

“ Hai fatto conquiste?” e non appena pronunciai quella frase assolutamente sconveniente e fuori luogo mi morsi il labbro inferiore.

“ Sei gelosa?” mi domandò sollevando un sopracciglio incuriosito.

“ Io? No, che dici!” e scossi la testa nervosamente.

“ Sei gelosa!” quella non era una domanda, era una costatazione.

“ Non è vero.” e iniziai a ridere come una cretina.

“ Non c'è niente di male se sei gelosa.” continuò lui sempre più entusiasta.

“ Si ma non montarti la testa!” confessai in imbarazzo.

“ Ora ho te, perché dovrei cercare qualcun'altra?” e si avvicinò a me prendendomi il volto fra le mani.

Il mio cuore perse qualche battito sentendo la sua dichiarazione e nel mio stomaco iniziarono a svolazzare un miliardo di farfalle.

Come previsto persi l'uso della parola!

“ Non ho bisogno di nient'altro.” ribadì lui guardandomi fissa negli occhi.

Il suo sguardo era così profondo che sarei potuta annegare in quel mare color oro.

Ogni volta, ogni singola volta che lui faceva qualche gesto o parlava dei suoi sentimenti nei miei confronti, mi sembrava di vivere solo uno splendido sogno.

Non riuscivo ancora a credere che quella fosse la realtà. Per così tanto tempo avevo desiderato tutto quello e per un secondo, verso la fine, avevo anche pensato di arrendermi.

Ma proprio in quel momento, quando stavo per tagliare la corda che mi teneva inesorabilmente ancorata a lui, ecco che la luce tornò ad illuminare tutto sotto un'atmosfera completamente diversa.

Era tutto vero. Io ero lì, lui era lì ed insieme stavamo costruendo qualcosa.

“ Liz, è preoccupante che tu non abbia mai nulla da dire.” mi disse lui facendomi tornate con i piedi a terra.

“ Lo so, cioè no! I-io non sono brava in queste cose.” e abbassai lo sguardo. “ però se certe cose non le dico non vuol dire che io non le pensi. Ho solo difficoltà nell'esprimerle.”

“ perché? Stai parlando con me, non devi sentirti a disagio.” cercò di tranquillizzarmi lui.

“ Edward tu... tu non hai la minima idea di quello che sto provando in questi giorni.” e feci un respiro profondo per non svenire a causa dell'ansia “ per me è tutto così strano, tu sei strano! I-io devo ancora abituarmi alla tua presenza e non è facile.”

“ Vuoi avere più spazio? Se vuoi mi allontano un po' se ti senti soffocare.”

“ No!” gridai sobbalzando dal letto.” non lo fare , ti prego.” continuai riprendendo il controllo della mia voce.

Mai e poi mai avrei voluto che lui si allontanasse da me.

“ No lo farò. Fino a quando tu mi vorrai al tuo fianco io ci sarò.” e si avvicinò ancora di più “ Fidati di me.” mi sussurrò all'orecchio.

“ Mi fido di te.” risposi con la voce che tremava come una foglia.

Poi si distese vicino a me, fece passare un braccio sotto la mia testa e con l'altro mi abbracciò stringendomi a lui.

“ Posso restare qui questa notte?” mi domandò giocherellando con il miei capelli.

“ A patto che tu tenga le mani a posto!” lo avvertii irremovibile.

“ Ok.” e mi mise a sedere sul letto. Si sfilò le scarpe e mi raggiunse sotto le coperte.

“ Hai freddo?” gli domandai sorridendo.

“ No ma le coperte mi ostacolavano.” e tornò a stringermi.

“ perché cosa vorresti fare?” chiesi appoggiando la testa sulla sua spalla.

“ Mmmm niente.” e con una mano mi scostò il capelli dal viso portandoli dietro la mia schiena.

Mi rilassai contro il suo corpo e chiusi gli occhi assaporando il suo profumo.

All'improvvisò Edward iniziò a darmi dei piccoli baci sulla guancia per poi scendere lungo il mento ed infine sul collo, dove si soffermò più a lungo.

Le sue labbra scorrevano dolcemente facendomi rabbrividire e la mia pelle era rovente a contatto con la sua.

La situazione stava prendendo una piega del tutto diversa da quello che immaginavo.

“ Edward? Cosa ti avevo detto?” brontolai affondando,senza nemmeno pensarci, la mia mano nei suoi capelli avvicinandolo a me, così da far aumentare la pressione dei suoi baci.

“ Tu mi hai detto di tenere le mani a posto.” disse senza staccarsi da me “ e io lo sto facendo. Non hai parlato di altro.” e salì versò il mio orecchio iniziando a mordicchiarlo.

A stento soffocai un gemito contro la sua spalla e lui sorrise divertito.

Poi scese di nuovo lungo il collo deviando sulla mia guancia per poi fermarsi sull'angolo della mia bocca.

“ Sono qui, non vado via.” sussurrò contro le mie labbra. “ Non voglio più lasciarti andare via.” e scandì attentamente le parole.

“ N-non farlo.” balbettai con la voce rotta dell'emozione e dall'eccitazione del momento “ Non fermarti.”

Lui non se lo lasciò ripetere una seconda volta e finalmente mi baciò.

Le nostre labbra si cercavano come se non stessero aspettando altro da tutta la vita.

All'inizio fu dolce, ci sfioravamo solamente poi non riuscimmo più a resistere e lui approfondì il bacio lasciando che la sua lingua cercasse la mia.

Era tutto assolutamente perfetto.

In quel momento avrei potuto anche levitare e non accorgermi di nulla. Il mondo intero sarebbe potuto sprofondare e io non avrei avuto paura, perché io ero lì con lui, perché lui era il mio mondo. La testa mi girava come una trottola e io mi sentivo felice e ubriaca a causa di tutte quelle sensazioni.

“ Posso usare le mani?” mi chiese sorridendo.

Io annuii impadronendomi di nuovo della sua bocca.

Lui iniziò ad accarezzarmi il viso, cercando di lottare con i miei capelli che non avevano la minima voglia di stare al loro posto, poi si arrese e scese lungo il mio corpo, tracciando la linea dei miei fianchi fino ad arrivare alla coscia, poi con un gesto fluido scivolò sopra di me facendo aderire la mia schiena contro il materasso.

Riprese a baciarmi facendo attenzione a bilanciare il suo peso su di me.

La sua mano si soffermò sul mio seno e io involontariamente inarcai la schiena per aderire meglio al suo corpo e strinsi ancora di più i suoi capelli.

Poi iniziò a slacciarsi la camicia e io lo aiutai, questa volta ebbi più successo della prima!

Poi la lanciai a terra e tornai a concentrarmi su di lui.

La mia mano scivolò sul suo petto duro e perfetto come il marmo.

Avevo desiderato così tanto assaporare di nuovo la sua pelle che in quel momento mi lasciai prendere dal panico.

Lui sembrò non accorgersene e infilò una mano sotto la maglia del mio pigiama.

Io sobbalzai sentendo quel contatto e questa volta lui si fermò.

“ Scusa, mi dispiace non volevo essere avventato.” e si lasciò ricadere su di me, appoggiando la testa sul mio petto che risuonava come un pazzo.

“ No, no, no.” lo bloccai immediatamente costringendolo a guardarmi negli occhi “ è stato tutto perfetto.” e marcai l'ultima parola “ solo che...”

“ è meglio non affrettare i tempi.” concluse la mia frase.

“ Esatto.” e abbozzai un sorriso.

“ Non mi crederai ma sono d'accordo con te.” e mi diede un bacio sulla guancia.

“ Wow.” esclamai stupita.

“ mmmm non dire nulla, potrei cambiare idea.” scherzò lui.

“ Non mi dispiacerebbe poi così tanto.” ammisi in imbarazzo.

“ Signorina Elizabeth.” e si sollevò appoggiandosi su un gomito “ mi sta provocando?”

“ Forse.” e sorrisi nervosa.

“ Non lo fare, non ti conviene.” mi avvertì mordendomi il collo.

Io scoppiai a ridere e lo abbracciai forte.

“ Grazie.” gli sussurrai all'orecchio.

“ Grazie a te per avermi dato una seconda possibilità.” rispose accarezzandomi una guancia.

“ Ti voglio bene.”

“ Ti adoro.” rispose lui contro le mie labbra.

Così appoggiai la testa contro la sua e intrecciando la mia mano contro la sua, mi lasciai coccolare finché non sprofondai di nuovo nel sonno.

 

 

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@ poeticdream: ahahahah io credo che entrambi i protagonisti abbiano bisogno di uno psicologo!!! Comunque grazie per i complimenti! Per quanto riguarda il resto: non dovrebbe mancare tantissimo alla fine della storia, non so di preciso quanto capitoli farò ma ti assicuro che ci sarà un altro colpo di scena e questa volta sarà bello grosso!!!!! Baci e a presto!

 

@ saretta_trilly: ahahah grazie mille!!! Sono troppo contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Devo ammettere però che mi sono impegnata molto!  Sicuramente dopo questo capitolo le cose fra loro due andranno sempre meglio. Era giusto che avessero un ulteriore chiarimento altrimenti Edward sarebbe stato pazzo a cambiare totalmente il suo atteggiamento verso Liz!!! Grazie ancora e tanti baci!!!!

 

@ garakame: beh come avrai capito sono una fan dei chiarimenti, è sempre meglio mettere le cose in chiaro! Tranquilla le cose andranno sempre meglio d’ora in poi, ormai Edward ha concluso il suo ruolo da stronzo! Baci e a presto!

 

@ levia: grazie mille! Quando ho scritto il monologo di Edward ho cercato di farlo nel modo più semplice! Odio la gente troppo sdolcinata e quindi volevo che le sue fossero delle parole semplici ma significative! Beh, ora sta a Liz capire se fidarsi di lui o meno! Baciiiiiiiii!

 

@sister_forever94: grazie per il commento! Sono contenta che la storia ti piaccia! Non so quanti capitoli ci saranno ancora perché nella mia mente è già tutto pronto ma devo ancora finire di scrivere la storia!  Diciamo che la storia sta arrivando alla fine ma ci saranno altri colpi di scena! Grazie e a presto!

 

@ Fred cullen: beh Liz è sempre un po’ interdetta perché non sa cosa aspettarsi da Edward! Le risulta ancora strano trovarselo sempre vicino dopo tutto quello che ha passato ma credo che dopo l’uscita al lago abbia capito che il ragazzo non sta affatto scherzando! Ho intenzione di non affrettare troppo le cose tra di loro ma non so per quanto porterò avanti i miei buoni propositi! Grazie mille e baciiiiiiiiiiii!!!!!!!

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Capitolo 44
*** There's No Place Like Home ***


There's no place like home

 

 

 

 

“ Che cosa vuoi?”

“ Non mi piace il tuo tono di voce, dovresti essere più gentile con me.”

“ perché non mi lascia libera?” disse girandomi su un fianco per guardarlo negli occhi.

“ Non posso. Non mi piace perdere.” e mi accarezzò il volto.

“ Quando finirà tutto questo?” e ritornai a guardare il soffitto.

Le pesanti tende oscuravano tutta la luce che proveniva dall'esterno, la stanza era illuminata solamente dalle fiamme scintillanti del caminetto acceso. Le lingue di fuoco danzavano liberamente creando dei giochi di colore meravigliosi. Avevo sempre adorato la sensazione che mi provocava un camino acceso, era così rilassante abbandonarsi a quel calore.

“ Torna da me, Elizabeth.”.

Il letto si mosse leggermente risentendo del suo movimento.

“ Ti prego Angel, lasciami andare.” e mi voltai di nuovo verso di lui “ non voglio stare qui.”

“ Puoi andare se vuoi ma non ti libererai facilmente di me.” e mi serrò il polso con una mano.

“ Lui mi proteggerà.”

“ Oh, no. Lui non potrà fare niente, tu sarai mia.” continuò lui sorridendo.

“ Io non sono di nessuno.” gli ringhiai contro cercando di alzarmi.

Lui strinse la presa e mi costrinse a ricadere sul letto.

Ceraci di divincolarmi con tutte le mie forze pur sapendo che contro di lui non avrei potuto fare niente.

Urlai inutilmente ma nessun suono usciva dalla mia bocca. Iniziai a piangere ma anche in quel caso dal mio corpo non proveniva alcun suono.

Le lacrime scorrevano sul mio volto senza emettere il minimo rumore.

Cercai di concentrarmi, di raccogliere tutte le mie forze e con un rapido movimento riuscii a colpirlo sul mento. Lui ricadde all'indietro e finalmente riuscii a scappare.

Scesi dal letto e mi precipitai verso la porta.

Lottai con la maniglia ma alla fine riuscii ad aprirla ma di nuovo le miei speranze si frantumarono in mille pezzi.

Non c'era niente oltre la porta. Un pesante muro di mattoni mi impediva l'uscita.

Il vampiro nel frattempo si era ripreso e in un attimo fu di nuovo su di me, schiacciandomi contro lo parete.

“ Non puoi fuggire.” ruggì con gli occhi in fiamme.

“ Lasciami andare!” urlai di nuovo senza alcun risultato.

E poi finalmente riuscii a svegliarmi.

Spalancai gli occhi e a stento riuscii a non gridare.

La mia fronte era grondante di sudore e respiravo affannosamente, mi portai una mano sulla bocca.

“ Liz.” mi chiamò Edward sfiorandomi un braccio.

Mi ero dimenticata della sua presenza e il suo contatto mi fece sobbalzare. Istintivamente mi rannicchiai contro la spalliera del letto raccogliendo le ginocchia al petto.

“ Non mi toccare.” gli dissi con la voce ancora rotta.

“ Liz, dimmi cos'è successo.” continuò lui senza ascoltarmi.

Mi prese il volto fra le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi.

“ Solo un brutto sogno.” risposi trattenendo le lacrime.

“ Ci sono io ora, va tutto bene.” e cercò di abbracciarmi ma io scivolai via dalla sua presa, scendendo dal letto.

“ Mi dai qualche minuto?” gli chiesi portandomi le mani sulla testa come se volessi impedirle di scoppiare.

Lui annuì senza dire nulla e io mi rifugiai in bagno.

Senza nemmeno pensarci mi spogliai e mi infilai dentro la doccia.

Lasciai che l'acqua bollente sciogliesse i miei nervi e iniziai a piangere appoggiando la testa contro la parete.

Dovevo immaginare che prima o poi la mia pace interiore sarebbe finita.

Era tutto troppo perfetto quello che mi stava accadendo, non potevo permettermi tanta fortuna.

Era normale pagare un prezzo per tutto quello che avevo fatto ma non pensavo che gli incubi su Angel continuassero così a lungo. Non potevo sopportare anche quello.

Già il mio senso di colpa mi tormentava durante tutta la giornata non potevo reggere anche la pressione della costante presenza di Angel nella mia mente.

Mi avvolsi in un asciugamano e mi accasciai sul grande tappeto del bagno con la schiena contro il muro.

Feci dei respiri profondi e chiusi gli occhi cerando di scacciare quelle orribili immagini dalla mia mente.

Non potevo lasciare che quello sguardo, rosso come l'inferno, potesse ancora controllare la mia vita.

Dovevo reagire, dovevo farlo per me stessa e per tutto quello che stavo costruendo.

“ Liz, posso entrare?” disse Edward bussando alla porta.

La sua voce mi riportò alla realtà.

“ No, ancora qualche minuto ed esco.” risposi rimanendo immobile.

Lui entrò comunque senza badare a quello che gli avevo detto.

“ Ti avevo detto di no.” lo rimproverai poco convinta.

“ Strano, mi era sembrato di sentire il contrario.” rispose lui sedendosi vicino a me.

“ Scusa per come mi sono comportata prima.” dissi abbassando lo sguardo sul pavimento.

“ Non è successo niente, tranquilla.” e appoggiò la testa contro il muro. “ Vuoi parlarne?”

“ Sempre le solite cose.” sbuffai portando le ginocchia al petto.

“ Hai sognato di nuovo lui?”

“ Non mi lascerà mai in pace.” dissi scuotendo la testa.

“ Liz, lui non è qui.” cercò di rassicurarmi.

“ E' nella mia testa, però.”

“ Lascialo uscire. Non lasciarti controllare da inutili pensieri.”

“ Non è finita.” e ceraci di ricacciare in dietro le lacrime “ Lui tornerà, ne sono certa.”

“ Se lo farà noi saremo pronti, Eve lo sorveglia costantemente e per il momento non ha la minima intenzione di fare nulla.” e mi strinse una mano.

“ Non voglio mettervi in pericolo per colpa mia.”

“ In pericolo?” e scoppiò a ridere sentendo quella parola.

“ Non fare il cretino, sai che è più pericoloso di quanto sembra.” lo rimproverai dandogli una spinta.

“ Credo che tu abbia poca fiducia nelle nostre potenzialità.” continuò lui trattenendosi.

“ Odio parlare con te, alla fine risulto sempre io la stupida.” mi lamentai riprendendo il buon umore.

“ perché lo sei.” e mi diede un leggero bacio sulle labbra.

“ Non è vero.” sorrisi e poi ricambiai il bacio.

“ Torniamo in camera?” disse lui alzandosi in piedi.

“ Si ma prima devo vestirmi.” e presi la sua mano per tirarmi su.

“ l'asciugamano ti dona.” commentò osservandomi meglio.

“ Esci. Subito.” e lo spinsi via divertita.

Indossai una canottiera nera e un pantalone della tuta e fui subito pronta per tornare da lui.

Uscii appena in tempo per evitare che si allacciasse completamente la camicia, così lo raggiunsi e lo trascinai sul letto.

“ Non ti avevo detto che potevi rivestirti.” lo rimproverai scompigliandoli i capelli.

“ Nemmeno io.” e si impadronì della mia bocca stingendomi a lui.

Poi si sdraiò sopra di me puntando un gomito sul materasso.

“ Mi piaci di più così.” e mi baciò una spalla. “ quel pigiama ti copriva troppo” e scese lungo il braccio.

All'improvviso si fermò accasciandosi sul mio petto.

“ Guai in vista.” sbuffò irritato.

E come previsto un tornado entrò nella mia camera senza nemmeno bussare alla porta.

“ Buongiorno!” esultò Eveline entusiasta.

“ Arrivi sempre nei momenti migliori.” si lamentò lui mettendosi a sedere.

“ Oh, su! Non essere pesante, avrete tanto tempo per fare le vostre cose.” e saltò sul letto anche lei.

“ Eve, come mai sei così contenta?” le domandai incuriosita.

“ Ci deve essere sempre un motivo per essere felici?”

“ No, non credo.” risposi titubante.

“ Perfetto allora!” e continuò a sorridere. “ Vi ho detto che state proprio bene insieme?”

“ Mmmm grazie.” e automaticamente arrossii per l'imbarazzo.

“ Oh, no ti prego! Ma cosa avete oggi?” esclamò Edward alzando gli occhi al cielo.

“ Cosa succede?” domandai preoccupata.

“ Ricordami di ucciderli tutti, ok?” e strinse a lui facendo aderire la mia schiena contro il suo petto.

“ Lo sapevo, lo sapevo!” esultò Emmet entrando in camera. “ l'avevo detto che vuoi due eravate destinati a stare insieme.” e scoppiò nella sua fragorosa risata.

“ Ma la smettete, sembrate due bambini!” disse Edward riferendosi a loro due.

Io scoppiai a ridere non riuscendomi più a trattenere. Quella situazione era assolutamente assurda!

“ Ora ti ci metti anche tu?” mi rimproverò lui.

“ Scusa, ma è troppo divertente! “

“ Beh fratellino, da oggi niente più vita da single! Scoprirai anche tu i dolori della vita di coppia!” commentò Emmet saltando sul letto facendoci saltare tutti.

“ Sempre il solito scimmione!” lo spinse via Eve.

“ I primi giorni saranno felici e spensierati poi arriverà il peggio.” continuò il vampiro con aria pensierosa “ ti inizierà a fare delle richieste assurde e tu accetterai pur di renderla felice, farai cose inimmaginabili per lei! Eh, l'amore!”

“ Certo che Rose ti ha proprio ridotto male!” disse con aria sconcertata la sorella.

“ perché, credi che Jazz sia ridotto meglio di me?” la sfidò lui.

“ Io non sono assolutamente come tua moglie, io mio marito lo lascio vivere!” ribadì lei convinta.

“ Si, si, dite tutte così ma alla fine siete tutte uguali!”

“ Emmet, credo che Eve abbia ragione.” intervenni io annuendo.

“ Si Em, sei proprio il suo schiavetto.” aggiunse Edward.

“ Tu non puoi proprio parlare.” ribatté il vampiro riferendosi al fratello.

“ Chi avrei schiavizzato io?” urlò Rosalie prima di entrare in camera.

“ Nessuno amore, sono tutti invidiosi del nostro rapporto.” le spiegò il ragazzo porgendole una mano.

“ Come non detto.” sbuffò Eveline a bassa voce.

“ Guarda che ti ho sentito!” la rimproverò la bionda sedendosi sul letto.

La mia stanza stava diventando un po' troppo affollata!

“ Oh, su Rose non mi dire che non hai sottomesso Emmet!” ribatté la vampira mora.

“ Mmmm si un pochino forse.” rispose lei sorridendo serena.

Credo che quella fosse la prima volta che la vedevo così rilassata da quando ero andata ad abitare a casa dei Cullen.

“ Jasper, perché non vieni anche tu? Ormai ci sono tutti.” urlò Edward appoggiando la schiena contro la spalliera del letto trascinando anche me con lui.

Il vampiro biondo ci raggiunse con un'aria perplessa.

“ Cosa ci fate tutti qui?” domandò avvicinandosi.

“ Sono un branco di pettegoli.” risposi io scherzando.

“ Liz non essere pesante, questa è la prima volta che stiamo tutti insieme senza aggredirci l'uno con l'altro.” sbuffò Emmet incrociando le braccia come un bambino.

“ Era una battuta.” lo tranquillizzai scuotendo la testa.

“ Non faceva ridere.” continuò lui offeso.

“ Su, Emmet, non piangere ora.” lo confortò Jasper dandogli una pacca sulla spalla.

“ Io? Ma per favore.” sbuffò il vampiro. “ Comunque, parliamo di cose serie.”

“ Non ci provare.” lo ammonì Edward prima che potesse parlare.

“ Su, su lo sai che questi discorsi vanno affrontati.” e mostrò un sorrisetto malefico.

“ Sono più vecchio di te, quindi evita.” continuò l'altro.

“ L'età non conta fratellino, è l'esperienza l'unica cosa importante.” disse Emmet annuendo soddisfatto. “ Forza Jazz, di qualcosa anche tu.”

“ Emmet non è il caso, sai che ha ragione.” sorrise il ragazzo abbracciando Eveline.

“ Di cosa parlano?” domandai rivolgendomi ad Edward.

“ Niente di importante.” rispose lui fulminando Emmet con lo sguardo.

“ Non devi vergognarti, se hai qualche domanda noi siamo disponibili!” continuò Emmet sghignazzando.

“ Non sono io quello che è stato con una donna sola, Em!” ribatté prontamente Edward.

Sentendo quell'uscita infelice, gli rifilai una gomitata nello stomaco infastidita.

Sapevo qual'era stato il suo passato ma non ritenevo che ci fosse niente di cui vantarsi.

“ Uno a zero per Edward.” disse Jasper divertito.

“ Scusa, pessima battuta!” mi disse il vampiro stringendomi di nuovo, poi mi costrinse a girare il volto verso di lui e mi diede un leggero bacio sulle labbra.

Io sussultai e diventai rossa per l'imbarazzo. Se quando eravamo soli mi sentivo a disagio, davanti a tutti quanti era ancora peggio.

“ Che dolce, arrossisce.” commentò Emmet scoppiando a ridere.

“ Cretino!” e risposi dandogli un calcio.

“ Io non sarei stata così buona.” intervenne Eve dando un pizzicotto al fratello.

“ Smettila, mostriciattolo.” ribatté lui spingendola via.

“ Credo che Elizabeth abbia bisogno di qualche buon consiglio.” suggerì Rose alla sorella.

“ Sembrerà strano ma sono perfettamente d'accordo con te.” annuì l'altra con un perfetto sorriso soddisfatto stampato sul viso.

“ No, no, no.” le bloccai immediatamente “ io sto benissimo così.” continuai con aria allarmata.

Edward scoppiò a ridere senza il minimo ritegno. Io mi voltai verso di lui pronta ad ucciderlo ma lui mi fermo cercando di riprendere il controllo.

“ Mi dispiace, ho letto nella mente di Eve.” si giustificò lui voltandosi verso la sorella.

“ Beh, ho visto cosa accadrà.” rispose lei sollevando le spalle indifferente.

“ Ok, questa stanza sta diventando troppo affollata.” mi lamentai io incrociando le braccia al petto.

“ Allora, cosa facciamo oggi?” disse Emmet ignorando la mia palese richiesta di essere lasciata sola.

“ Possiamo andare al cinema.” propose Rosalie “ è uscita una nuova commedia che sarei curiosa di vedere.”

“ No, è orribile.” intervenne Eve distruggendo l'idea della sorella. “ Ti annoierai e poi te la prenderai addossandoci la colpa di averti trascinata lì .”

“ Possiamo andare a vedere qualcosa di diverso.” suggerì Jasper.

“ Niente Horror, sai che li odio.” precisò la sua compagna.

Mentre gli altri continuavano a discutere su come trascorrere il pomeriggio, io mi rilassai fra le braccia di Edward godendomi quel momento. Per la prima volta mi sentii veramente partecipe di quella famiglia e non potevo far altro che ritenermi straordinariamente fortunata.

Non avrei mai immaginato che il mio ritorno a casa sarebbe stato così semplice. Non solo mia avevano perdonata con grande facilità, dimostrandosi più comprensivi di quanto avessi immaginato ma sembrava che i nostri rapporti fossero addirittura migliorati.

“ Se vuoi possiamo non andare.” mi sussurrò Edward all'orecchio.

“ No, non facciamo sempre gli asociali.” risposi sorridendo.

“ Certo che verrete, non mi fate arrabbiare!” si intromise Eveline interrompendo il discorso con gli altri.

Alla fine, dopo varie discussioni, a maggioranza votammo per un film d'avventura in 3D.

La cosa non mi riempiva di gioia ma non avrei di certo fatto storie!

La giornata trascorse tranquillamente, mi divertii molto con i miei fratelli. Emmet aveva ragione, non avevamo mai passato del tempo tutti quanti insieme e ammisi che la situazione mi piacque molto.

Certo, non si risparmiarono le solite battutine su Edward e me ma alla fine iniziai a ridere anch'io per la disperazione. Scoprii anche un lato particolarmente divertente di Jazz e mi ripromisi che non avrei lasciato mai più uscire il mio ragazzo ( si, si ora potevo chiamarlo così!) con i suoi due fratelli, attiravano troppe attenzioni da parte del pubblico femminile!

Il giorno dopo andai a scuola più serena, in quel momento ero talmente piena di buoni propositivi che niente mi avrebbe potuto abbattermi!

Ma quelle furono le miei ultime parole famose!

Non appena misi piede dentro l'edificio notai qualcosa che mi spaventò a morte.

Avrei preferito essere trafitta da diecimila spade piuttosto che affrontare, di nuovo, l'inferno.

Il mio incubo peggiore stava per avverarsi per la seconda volta: il ballo di primavera!

“ Oh, no!” esclamai non sentendomi più la terra sotto i piedi. “ Togliamo tutti i manifesti, se Eve li vede mi costringerà ad andare.” e strattonai Edward per un braccio.

“ E se ti costringessi io?” mi disse mostrandomi il suo sorriso sghembo.

“ Non puoi farmi questo.” continuai terrorizzata.

“ L'ultimo ballo a cui siamo andati è stato un disastro, lasciami rimediare.” cercò di persuadermi.

“ Ma non c'è bisogno, hai già rimediato abbastanza.” esultai dandogli una pacca sulla spalla.

“ Sicura che non posso convincerti in alcun modo?” mi disse cingendomi la vita e avvicinandomi a lui.

Lo odiavo quando faceva così, sapeva quale ascendente aveva su di me e soprattutto sapeva quando e come usarlo. Maledetto!

“ No, questa volta sono irremovibile.” e sollevai il mento incrociando il suo sguardo.

“ Sicura?” disse avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio.

Un brivido mi percorse tutta la schiena facendomi tremare le gambe.

“ Sono assolutamente convinta.” risposi dopo essermi schiarita la voce.

“ Va bene ma se cambi idea...” e mi morse il labbro inferiore. Poi si staccò da me con assoluta tranquillità lasciandomi insoddisfatta.

“ Edward!” lo rimproverai riprendendo il controllo della mia mente che nel frattempo era andata a farsi una passeggiata.

“ Cosa?” mi domandò sorridendo.

Io sollevai un sopracciglio e continuai a guardarlo storto.

“ Vieni al ballo?” mi provocò lui.

“ Mi stai ricattando?” domandai allibita.

“ Se vuoi metterla proprio così, si!”

“ Sei uno stronzo!” sbottai infuriata e, voltandogli le spalle, mi diressi verso la lezione di biologia.

Sentii l'eco della sua risata e senza volerlo sorrisi anch'io continuando a camminare.

Avrei ceduto, logicamente, ma non volevo dargliela vinta così presto, anche se in questo momento era a me che stava andando peggio!

“ Allora, da cosa vi vestite tu e Edward?” mi disse Cynthia in preda all'euforia non appena arrivai al mio banco.

“ Ciao, comunque.” la salutai con un gesto della mano.

“ Oh, scusa, ciao!” e mi sorrise prima di riprendere il discorso. “ Allora?”

“ Da cosa dovrei vestirmi?” chiesi non capendo a cosa si stesse riferendo.

“ Il ballo, sciocca! É a tema quest'anno, tutti dovranno impersonare un personaggio delle favole.” mi spiegò lei.

“ Che gioia.” esultai accasciandomi sul banco.

“ Non dirmi che non verrai?!” esclamò fulminandomi con lo sguardo.

“ Certo che verrà.” intervenne Edward sedendosi al suo posto.

“ Non ti ho detto di si.” specificai.

“ Non ancora ma credo che lo farai presto.” disse lui con un espressione soddisfatta.

“ La stai ricattando?” domandò la mia amica al vampiro.

“ Si.” risposi al posto suo.

“ Ben fatto Cullen!” si congratulò con lui stringendogli la mano.

“ Tu dovresti stare dalla mia parte!” mi lamentai riverendomi a Cynthia.

“ Io sto dalla parte della ragione.” esordì lei annuendo.

“ Me la pagherete.” minacciai entrambi girandomi verso la cattedra.

“ Quindi verrai?” mi chiese lei sporgendosi dal suo banco.

“ Si.” sbuffai.

“ Ti adoro.” e mi scompigliò i capelli con le mani.

Poi mi voltai verso di Edward aspettandomi un suo commento.

“ Ci vediamo dopo la lezione di spagnolo.” mi disse dandomi una bacio sulla mano.

Mi aveva in pugno e la cosa mi piaceva da morire!

 

 video ragazze questo è un piccolo video che ho fatto sulla mia storia! se avete voglia dategli un'occhiata! grazie e baci!!!!

 

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Ragazze oggi faccio un ringraziamento generale perché la connessione internet non vuole proprio reggere!

Quindi: grazie saretta_trilly, garakame, Fred Cullen ,kiril ( ke gioia una nuova persona che commenta, grazie mille!), poeticdream ( aspetto con ansia il numero del tuo psichiatra e non ti preoccupare, sarai la benvenuta nelle nostre sedute! Salutami il tuo neurone!)  baci a tutti! Ciao e a presto!!!!!!!

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Capitolo 45
*** Beyond The Line ***


 

Ragazze scusate per il ritardo ma sto passando una piccola crisi! Ho un blocco, non riesco più a scrivere, non mi piace niente di quello che faccio!

Spero di riuscire ad avere nuovi stimoli per continuare questa fanfiction, non posso abbandonare così la mia Elizabeth!

Detto questo spero che vi piacciano comunque questi capitoli anche se non ne sono completamente soddisfatta. Grazie e a presto!

 

 

 

 

Beyond the line

 

 

 

 

 

“ Eveline perché siamo tutti qui?” disse Rosalie sedendosi sul divano vicino al suo compagno.

Eve ci aveva convocato tutti, tranne Esme e Carlisle, facendo ben attenzione a non specificare il motivo della riunione. Non avevo la minima idea di cosa si trattasse ma doveva essere sicuramente qualcosa di importante o almeno è quello, che da sciocca ingenua, pensavo.

“ Allora.” e si schiarì la voce alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a noi “ ho deciso i vostri vestiti per il ballo e volevo sentire le vostre opinioni. Non che mi interessino ma era giusto farlo.” e ci mostrò un sorriso trionfante.

“ Tu hai interrotto la mia partita alla play station per dei vestiti?” domandò Emmet sconvolto.

“ Certo!” rispose lei tranquillamente.

“ Eve perché stai facendo tutto questo, è solo un ballo!” intervenne la vampira bionda.

“ perché lo sta organizzando lei.” sbuffò Edward appoggiando la schiena contro la spalliera del divano.

“ Cosa?” esclamammo in coro, tranne Jasper che probabilmente ne era al corrente.

“ Beh, non ci vedo niente di strano.” rispose la ragazza incrociando le braccia al petto infastidita.

“ In tutti questi anni non hai mai fatto nulla del genere, ecco cos'è strano!” precisò Rose.

“ Sentite, questo è l'ultimo anno che andremo a scuola tutti insieme a Forks e volevo organizzare qualcosa di indimenticabile.” si giustificò lei con aria assolutamente sincera.

“ Eve questa non me la bevo.” bofonchiò Emmet.

“ Oh, su, non fate così. L'anno prossimo tu, Rose e Jazz non verrete più con noi e poi per Liz è una cosa nuova, in più dovevamo festeggiare per il ritrovato buon senso di Edward, quindi quale occasione migliore di un ballo?”

“ Non dovevi scomodarti così tanto per me.” la tranquillizzai immediatamente.

“ Tesoro l'ho fatto con piacere.” mi sorrise sapendo dove volevo arrivare.

“ Ma come ti è venuta in mette l'idea del ballo a tema?” le chiesi terrorizzata. Non solo ero stata costretta a partecipare all'evento, ci mancavano solo le favole!

“ Per distinguermi dalla massa. Nessuno a Forks ha mai organizzato nulla del genere e poi mi sembrano tutti entusiasti, tranne te ovviamente.”

“ Allora, come hai deciso di conciarci?” le chiese Emmet divertito.

“ Bene, vediamo.” e prese un foglietto dalla tasca dei Jeans. “ Tu e Rose interpreterete la Bella e la Bestia.”

“ Eve, il giallo non mi dona!” si lamento la bionda.

“ Tranquilla, ho già visto tutto. Sarai uno schianto! Ho già ordinato il tuo vestito da Chanel, devi solo ritirarlo.”

Sul viso di Rose apparve un leggero sorriso dopo la rivelazione della sorella.

“ Continuiamo.” e richiamò di nuovo la nostra attenzione. “ Io e Jazz saremo Alice nel paese delle meraviglie. Amore sarai perfetto nelle vesti del Cappellaio Matto!” e diede un leggero bacio al ragazzo che stranamente sembrava alquanto soddisfatto della scelta.

“ Ho sempre pensato che il ruolo del folle psicopatico fosse adatto a me.” commentò lui annuendo.

Tutti scoppiammo a ridere osservando l'espressione del vampiro.

“ Non c'è niente da ridere!” si lamentò lui “ Nonostante Liz abbia tentato di scavalcare il mio posto, rimango sempre io quello più instabile qui!”

“ Mmmm non ci giurerei tanto.” lo corressi immediatamente.

“ Hei, non ho ancora finito di parlare.” ci interruppe Eve “ ed infine, Elizabeth e Edward si ispireranno a Cenerentola.” e concluse con un brillante sorriso.

“ Che gioia!” esultai affondando il volto nelle mani.

“ Vedrai che andrà bene.” mi confortò Edward accarezzandomi una spalla.

“ Lo sai che io ti odio.” dissi senza sollevare la testa.

“ Non è vero.” sorrise lui.

“ Detto questo ho alcuni compiti da delegare, non posso fare sempre tutto io dato che devo occuparmi anche della scenografia del ballo. Rose” e si voltò verso la ragazza. “ Tu e Liz andrete a ritirare il tuo vestito, il mio e ne cercherai uno per lei. Ho già un'idea su dove prenderlo ma per evitare che la signorina vada in crisi, portala con te.”

“ Io non vado in crisi.” mi lamentai.

“ Per favore!” sbuffò lei “ ho già visto cosa avresti combinato con me quindi ti mando con Rose perché con lei ti comporterai sicuramente bene.”

La vampira bionda sorrise divertita mentre io avrei preferito sprofondare sotto terra e non riemergerne mai più.

“ Andrete domani, se non vi dispiace. Io mi occuperò degli abiti dei ragazzi, la cosa è piuttosto complessa ma credo di potercela fare. Emmet e Jazz, voi mi aiuterete a scuola, non posso portare oggetti troppo pesanti altrimenti salterebbe la nostra copertura.”

“ Ok, quando?” domandò Emmet.

“ Ora, è logico!”

“ Ma come fai a sopportarla?” domandò il ragazzo a Jasper.

“ Sono dotato di infinita pazienza.” rispose lui con un mezzo sorriso.

“ Guarda che ti sento!” lo rimproverò la compagna. “ Forza, andiamo!” e con un cenno della mano fece alzare i suoi aiutanti e con tutta la sua eleganza uscì di casa.

Ma la schiavitù non era stata bandita secoli fa?!

“ Che facciamo noi?” mi chiese Edward accarezzandomi i capelli.

“ Niente, io vado a la Push.” e, mentre mi alzavo dal divano, lui mi bloccò afferrandomi per un polso.

“ Dove vai, scusa?” mi chiese guardandomi storto.

“ A la Push.” ripetei tranquillamente.

“ Assolutamente no.” disse alzandosi in piedi e sovrastandomi con tutta la sua mole.

“ Prego?” domandai perplessa.

“ Tu non andrai in mezzo a quei cani.” ribadì lui con tono fermo.

“ Edward, non vorrei mancarti di rispetto ma io non prendo ordini da te.”

Lui sollevò le sopracciglia con aria sorpresa. Scommetto non si sarebbe aspettato una reazione così brusca da parte mia.

“ Ho promesso a Cynthia che avremmo studiato insieme e lei è da Jake, quindi...”

“ Jake?” disse con aria schifata “ Cos'è, siete diventati amici?”

“ Diciamo che riusciamo a stare nella stessa stanza senza azzannarci.” risposi sollevando le spalle.

“ Non mi piace che lo frequenti.” continuò lui innervosito.

“ Ma io non frequento lui ma la sua ragazza.” specificai.

“ Non mi importa.”

“ A me si, quindi se permetti, io vado.” e mi diressi verso camera mia.

“ Liz?” mi chiamò prima che salissi le scale.

“ Dimmi.” risposi girandomi verso di lui.

“ Mi stai punendo per qualcosa?” mi domandò confuso.

“ No.”

“ Allora perché fai così?”

“ Edward, Cynthia è parte della mia vita ed è molto.” e scandii bene la parole “ molto importante per me. Lei è stata sempre presente, soprattutto quando ne avevo più bisogno.”

“ Cosa che io non ho fatto.” concluse lui al posto mio.

“ Non ti sto accusando di niente.” lo rassicurai.

“ Ma in un certo senso lo stai facendo.”

“ No, sei tu che lo stai deducendo, erroneamente, dal mio discorso.” ribadii assolutamente convinta.

“ Va bene.”

“ Sei arrabbiato?” gli domandai osservando la sua espressione seria.

Riconoscevo quello sguardo, gelido e duro, e non mi piaceva affatto.

“ Si ma mi passerà.” e abbozzò un sorriso forzato.

“ Non voglio litigare.”

“ Non stiamo litigando.”

“ Allora vado.” conclusi io.

“ Ci vediamo questa sera.” e mi voltò le spalle tornando in sala.

Andai in camera mia e mi sentii in colpa come una stupida.

Non volevo discutere con lui, non dopo tutta la fatica che avevamo fatto per stare insieme ma di certo non potevo buttare all'aria la mia amicizia con Cynthia, non sarebbe stato giusto e non mi andava affatto di farlo.

Se mi voleva bene, come sosteneva, avrebbe accettato tutto questo. Lei era parte di me e io non volevo staccarmi da lei.

Scesi in garage, presi la macchina e mi diressi verso la riserva dei Quileute.

Dopo tutto quello che era accaduto alla mia amica, non avrei mai immaginato, che il branco potesse perdonarmi e invece, contro ogni mia aspettativa, mi trovavano anche simpatica ma questo non potevo dirlo al mio ragazzo, credo che non lo avrebbe mai accettato! In quel momento ringraziai la mia strana natura che proteggeva la mia mente dal dono di Edward.

In pochi minuti ritrovai casa di Jacob, ormai ero stata così tante volte da lui, che ero riuscita ad imparare perfettamente la strana nonostante il mio scarso senso dell'orientamento.

Bussai alla porta e immediatamente la mia amica venne ad aprirmi.

“ Pensavo non arrivassi più!” mi disse lei facendomi entrare.

“ Scusa, complicazioni.”

“ Quale scusa hai inventato con il succhisangue?” brontolò Jacob dalla cucina.

“ Jake, abbi un po' di rispetto!” lo rimproverò la ragazza.

“ Certo, certo.” bofonchiò lui.

“ Wow! Non credevo che in casa tua potessero entrarci così tante persone!” esclamai notando che tutto il branco, tranne Sam, era riunito in quella piccola stanza.

“ Ci sono tante cose che non sai, ragazzina!” intervenne Paul.

Certo, so bene che con lui non avrei dovuto instaurare alcun tipo di rapporto dato che mi aveva quasi uccisa ma in fondo era simpatico e io non ero il tipo che portava rancore.

Quella era una caratteristica che avevo imparato nell'ultimo anno, prima non ero in grado di perdonare. Riuscivo con grande facilità ad eliminare, non letteralmente, la gente che mi faceva del male.

“ Scommetto che Edward non era felice sentendo che avresti passato il pomeriggio con noi.” commentò Seth, l'unico del branco che non mi aveva mai odiata.

“ Non gli ho detto che sarei stata con voi.” conclusi ovviamente.

“ E cosa ti sei inventata?” mi domandò Jacob.

“ Che io e Cynthia dovevamo studiare!” e abbozzai un sorriso.

Odiamo mentire ad Edward, probabilmente prima o poi gli avrei confessato questo piccolo segreto ma per il momento non era il caso.

“ Beh, cosa facciamo oggi?” esordì Quil. Lui era l'ultimo dei licantropi che avevo conosciuto.

“ Andiamo alla scogliera?” propose Paul.

“ Si, va bene.” acconsentì Jacob. “ Amore, potresti preparare qualche spuntino da portare via?” disse rivolgendosi alla ragazza.

Non appena sentirono quelle parole, il resto del branco cominciò a sghignazzare deridendo il loro capo. Più che lupi in quel momento mi sembravano delle iene.

Dopo aver preparato una ventina di panini, anche se eravamo in pochi, uscimmo di casa.

La scogliera era un luogo dove i ragazzi della riserva mettevano in mostra il loro coraggio.

La sfida era buttarsi nell'acqua dallo scoglio più alto. Solo il branco riusciva a farlo, gli altri non osavano mai salire così in alto. Il pericolo non stava nel salto da un'altezza vertiginosa ma nel sopportare la corrente che ti trascinava contro le rocce.

Non capivo cosa li spingesse a rischiare così tanto. Ah, dimenticavo! Loro erano pressoché indistruttibili e poi non sentivano il freddo dell'acqua gelida.

“ Domani devo andare con Rosalie a cercare il vestito per il ballo.” dissi mentre sistemavo a terra la coperta.

“ Non ci vieni con me?” mi domandò Cynthia allarmata.

“ Non posso, è già un miracolo che io sia qui oggi.” sbuffai sdraiandomi sul telo.

“ Mi dispiace per questa situazione.” commentò lei.

“ Credo sia inevitabile.”

“ Non è detto.” e si mise seduta con un sorriso stampato in faccia che non mi convinceva affatto.

“ Cosa hai in mente?” chiesi non osando immaginare la risposta.

“ Beh, potremmo far incontrare Edward a Jake casualmente e poi loro, per amor nostro, saranno costretti a parlarsi.”

“ Credo che tu stia sopravvalutando l'amore di Edward nei miei confronti.” dissi scoppiando a ridere.

“ Ma per favore, quel ragazzo farebbe di tutto per renderti felice e poi si deve ancora sdebitare per quello che ti ha fatto.” continuò con una strana luce negli occhi.

“ No! Non farò leva sui suoi sensi di colpa!” risposi indignata.

“ Su, Liz! Fallo per noi! È l'unico modo per portare avanti normalmente questa amicizia.” mi supplicò lei sbattendo gli occhi stile Bamby.

“ Uffa.” sbuffai arrendendomi. Possibile che avessi perso tutto il mio carattere? Ormai mi facevo raggirare da tutti con una facilità impressionante.

“ Ti adoro!” e si buttò su di me abbracciandomi.

“ Si, certo!” sorrisi ricambiando l'abbraccio.

“ Ragazze, avete intenzione di passare tutto il pomeriggi sdraiate lì?” intervenne Paul mentre si frizionava i capelli bagnati.

Rimasi qualche secondo senza parole notando che il ragazzo fosse a petto nudo, e che petto!

“ Io non mi butto da quella scogliera!” rispose Cynthia scuotendo la testa.

“ Lei principessa cos'ha intenzione di fare?” disse rivolgendosi a me con un mezzo inchino.

“ Credo che rimarrò qui ad osservare voi che vi divertite!”

“ Hai paura?” mi sfidò lui.

“ Ti farei soltanto sfigurare!” scherzai io ma evidentemente lui non la prese bene.

Con un rapido movimento mi sollevò da terra e mi trascinò verso il bordo della scogliera.

“ E ora come la metti?” disse facendomi sporgere dal dirupo senza mollare la presa.

“ Che ti do due secondi di tempo per rimettermi dove mi hai trovata.” lo minacciai inutilmente.

“ Altrimenti?” continuò a provocarmi.

“ Finirai molto male.”

Improvvisamente mi diede una spinta e dalla mia bocca uscì un urlo smorzato.

Senza pensarci chiusi gli occhi attendendo l'impatto rovinoso con l'acqua gelida ma non avvenne nulla.

Una risata roca mi fece riprende. Non mi aveva lasciata cadere, mi stava tenendo per la vita per evitare che precipitassi giù.

“ Questa me la paghi.” e mi voltai ruggendo verso di lui.

Riuscii a coglierlo allo sprovvista e a buttarlo a terra.

“ Allora, come la mettiamo?” dissi portando le mani sui fianchi.

“ Non vale, hai approfittato della mia distrazione.” e scoppiò a ridere divertito.

“ Ti avrei battuto comunque.” sghignazzai.

“ Paul, ti sei lasciato battere da una donna!” lo rimproverò Jake mentre si avvicinava a noi.

“ Non è stato uno scontro ad armi pari.” si giustificò il ragazzo alzandosi in piedi. “ Voglio la rivincita.” disse rivolgendosi a me.

“ Beh, direi che ora siamo pari.”

“ Ah, già! Mi ero dimenticato. del nostro incontro nella foresta.” sorrise lui.

Mentre i ragazzi continuavano a giocare come dei bambini, io tornai dalla mia amica.

“ Ma stanno sempre a petto nudo?” commentai perplessa.

“ Sempre. Secondo te perché passo tanto tempo con loro?” e sorrise maliziosa.

“ Uffa, a casa mia non succede mai.” sbuffai.

“ Liz!” disse lei scandalizzata.

“ Cosa?! Tu puoi fare le battutine e io no?” risposi sollevando un sopracciglio.

“ Si, hai ragione. Mmmm sarei curiosa di vedere Emmet senza maglietta.” commentò lei sollevando lo sguardo al cielo.

“ Io Jasper!”

Lei scoppiò a ridere. “ Se ti sentisse Eve credo che ti ucciderebbe, per non parlare di Edward!”

“ Guarda che non ho detto nulla di male, è normale che io preferisca Edward!” specificai facendo attenzione a non creare fraintendimenti.

“ Mi stupirei del contrario!” sbuffò.

“ Smettila.” e le tirai una gomitata moderando al massimo la mia forza.

“ Tornando alle cose serie, quando la organizziamo questa uscita?” mi domandò lei.

“ Questa sera?” proposi.

“ Così presto?”

“ Beh, Edward è già arrabbiato con me quindi tanto vale che completi l'opera!” le spiegai amareggiata.

“ D'accordo. Allora questa sera io e Jake andremo al cinema allo spettacolo delle nove, tu e il tuo vampiro fatevi trovare lì per la stessa ora. Noi ci vedremo, ci saluteremo e poi andremo tutti insieme. Dopo il cinema, se non si sono già uccisi, cercheremo di portarli da qualche parte dove potranno fare amicizia.” disse lei come se fosse la cosa più facile al mondo.

“ Ok.” risposi sdraiandomi di nuovo a terra.

La situazione non mi convinceva affatto. Sapevo che l'impresa sarebbe stata ardua ma nel profondo speravi che tutto potesse andare al meglio.

Sarebbe stato piacevole frequentare la mia amica senza la paura discutere con il mio ragazzo!

Verso le sei rientrai in casa e senza perdere tempo andai a cercare Edward, dovevo prima farmi perdonare per essere andata via in quel modo e poi gli avrei proposto di uscire evitando di menzionare il piano diabolico escogitato da Cynthia.

“ Entra.” mi disse lui prima che potessi bussare allo porta della sua camera.

Come mi aspettavo non si era ancora calmato.

“ Come va?” domandai stupidamente mentre dondolavo sul posto presa dall'ansia.

Punto primo: non sapevo mentire. Secondo: non volevo mentire! Terzo: lui mi avrebbe scoperta e la situazione sarebbe precipitata!

“ Puzzi di cane bagnato.” sbuffò lui senza rivolgermi lo sguardo.

“ C'era Jacob in casa.” dissi la prima cosa che mi venne in mente.

“ Ti sei divertita?” mi domandò voltandosi verso di me.

“ Abbiamo studiato, quindi credo di no!”

Volevi ingannarmi? Ah, ah non ci sei riuscito! Pensai soddisfatta.

Poi mi avvicinai a lui e lo abbracciai portando le miei braccia dietro il suo collo.

“ Facciamo pace?” proposi dandogli un bacio.

“ Pensi di comprarmi con un bacio?” sorrise lui stringendomi.

“ Mmmm no. Magari questa sera possiamo andare al cinema, passiamo una serata tranquilla e poi torniamo a casa!”

La mia voce stava tremando, non perché gli stavo chiedendo di uscire ma perché lo stavo portando nella mia trappola usando trucchetti che non mi appartenevano affatto!

“ Non lo so.” rispose lui fissandomi incuriosito.

“ Dai, non usciamo mai!” e gli morsi il labbro inferiore costringendolo a stringermi di più.

“ Sei strana questa sera.” continuò lui senza staccare il suo sguardo dal mio.

“ Non è vero.” dissi scuotendo la testa.

“ In questi momenti darei qualunque cosa per leggerti nella mente.”

Io sorrisi istericamente, poi mi tappai la bocca con una mano. Non potevo cedere proprio in quel momento!

“ Scusa, mi imbarazza il solo pensiero che tu possa leggere nella mia mente.” ammisi sinceramente.

“ perché, hai qualcosa da nascondere?” mi provocò lui con il suo solito sorrisetto sghembo.

“ Non cambiare discorso, esci con me si o no?” dissi cercando di riprendere il controllo della situazione.

“ Certo.” e questa volta fu lui a baciarmi con più passione del dovuto, tanto che la testa iniziò a girarmi facendomi mancare il pavimento da sotto i piedi.

Ah no, giusto, la stessa situazione si ripeteva ogni volta che lui si avvicinava a me!

 

  

 

 

 

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@ Levia: Beh si, Edward si sta comportando proprio bene e spero di non essere linciata viva per il comportamento di Elizabeth! Del resto se lei non combina qualche guaio non è felice però devo dire che lei fa sempre tutto in buona fede, vorrebbe davvero che Ed e Jake diventassero amici o almeno provassero a rispettarsi!

 

@ Ale R: grazie cara e ben tornata fra le commentatrici! Sono contenta che il video ti sia piaciuto, quella è un'altra mi passione che spero di portare avanti! Baci e a presto!

 

 

@ poeticdream: ahahaha quando ho letto il tuo commento ho riso per un'ora! Ma tu ce lo vedi Edward vestito da coniglio? Credo che dobbiamo iniziare presto questa terapia di gruppo prima di arrivare ad un punto di non ritorno! Allora per quanto riguarda il colpo di scena: no, Bella non tornerà però devo ammettere di averci pensato in passato ma poi sono arrivata alla conclusione che per Elizabeth sarebbe un colpo troppo duro da affrontare! Già quella povera ragazza non ha fiducia in se stessa in più ritorna una vecchia fiamma di Edward, secondo te come la prenderebbe? Io mi darei una botta in testa e pregherei di rimanere incosciente per un bel po' di tempo, quindi anche lei farebbe la stessa cosa! Non voglio sminuire la relazione fra i miei due protagonisti ma Edward ci ha messo più di un anno a riprendersi dall'abbandono di Bella quindi non so chi potrebbe scegliere tra le due. Sono troppo legata alla saga originale e quindi anche io avrei qualche difficoltà a gestire la storia! Spero che tu abbia compreso il mio monologo un po' ingarbugliato! Come sempre un saluto speciale va al tuo neurone che ti permette di commentare! Grazie e a presto! Ps: visto che sto avendo questa crisi mistica credo che chiamerò il tuo psichiatra e se non riuscirà ad aiutarmi ti riterrò direttamente responsabile! Baciiiiiiiiii!!!!!!!

 

 

@Fred Cullen: eh a chi non viene voglia di rilassarsi tra le braccia di Edward????? oddio che uomo! Allora come giustamente hai ipotizzato Angel tornerà fra un po', durante il ballo? Mmmm questo non te lo dico ma riconsiderando la mia storia avrai capito che sono piuttosto incline a rovinare la vita ai miei protagonisti quindi.... non lo so! Non l'ho ancora scritto quel capitolo ma ho già qualche idea nella mente! Grazie ancora e baci!

 

@ Saretta_trilly: beh nel capitolo precedente ho cercato di far passare un momento sereno a tutti quanti, da quando è iniziata la storia non avevo mai fatto nulla del genere e dato che le cose ormai si sono sistemate era giusto che passassero un po' di tempo tutti insieme! Concordo pienamente sul tuo amore per Edward! È davvero un ragazzo adorabile, quando vuole! Baci e grazie ancora!!!!!

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Capitolo 46
*** I Was Made To Love You ***


 

Salve a tutti! Allora come sempre ringrazio tutte le persone che continuano a commentare, ringrazio anche quelle persone che continuano a leggere anche senza commentare( su, su fate i buoni un piccolo commentino non fa male! Hihihi!) e poi volevo darvi un annuncio: a causa di qualche piccolo problema, niente che non si possa risolvere, mi assenterò per qualche giorno! Eh si, lo so! Su, non disperate tornerò presto, all’incirca per i primi giorni di marzo continuerò a torturarvi con la mia storia!

Grazie a tutti! Ora vi lascio alla lettura del nuovo capitolo!

 

 

I was made to love you

 

 

 

 

“ Liz, perché continui a controllare l'orario?” mi disse Edward aprendomi la portiera dell'auto per farmi scendere.

“ Non è vero.” risposi con disinvoltura.

In realtà ero piuttosto agitata, tra pochi minuti avrei incontrato Cynthia e il suo ragazzo ed avevo un bruttissimo presentimento. Ero assolutamente convinta che ci fosse qualcosa che avevamo tralasciato durante la preparazione del piano!

“Quale film vediamo?” mi domandò prendendomi per mano.

“ Non lo so, dobbiamo controllare cosa c'è in programma.” e ci incamminammo verso il cinema, o meglio l'unico cinema presente a Forks.

Essendo una cittadina con pochi abitanti era già un miracolo che ci fosse!

Più ci avvicinavamo alla meta e più mi sentivo morire dalla vergogna, non ero in grado di fare certe cose, soprattutto ingannare una persona.

Poi ogni volta che mi giravo verso di lui era una fitta allo stomaco, vedere il suo viso rilassato e sereno non mi aiutava affatto.

Non appena arrivammo all'ingresso del cinema lui mi strinse così forte la mano che pensai seriamente che si sarebbe sbriciolata da un momento all'altro.

“ Ahi!” mi lamentai cercando di liberarmi dalla sua presa.

“ Che cosa significa tutto questo?” mi ruggì lui voltandosi verso di me.

“ Cosa?” domandai non capendo a cosa si riferisse anche perché Cynthia non era ancora arrivata.

“ Tu non volevi uscire con me.” disse lui sempre più infuriato.

No, no, no! Ecco cosa avevo tralasciato: Edward legge nel pensiero!

Non mi sentii mai così idiota come in quel momento, era da più di un anno che lo conoscevo e mi ero dimenticata di una cosa così importante.

Loro stavano arrivando e lui aveva già captato i loro pensieri.

Ormai ero spacciata!

“ Per favore, ti prego.” lo supplicai “ non è come credi.”

“ Ah, no?” rispose lui sollevando un sopracciglio.

“ No, cioè si ma c'è una buona ragione dietro a tutto questo!” balbettai in difficoltà.

“ Mi hai mentito, ecco tutto.”

“ Si ma per favore, è importante per me.” e lo guardai negli occhi “ dagli una possibilità, non è così male.”

“ Tu sei fuori di testa.” sbuffò lui.

“ Edward, non sto scherzando, ci tengo molto a questa serata. Non ti ho mai chiesto nulla fin'ora, ti prego fallo per me.” continuai ad implorarlo.

“ Potevi avvertirmi.” obiettò lui incrociando le braccia al petto.

“ Non avresti mai accettato.”

“ Questo non puoi saperlo.” ribadì lui.

“ Mi dispiace, veramente.” e iniziai a torturarmi il labbro inferiore nervosamente.

“ Cosa vuoi che faccia?” disse infine arrendendosi.

“ Oddio, grazie!” e mi lanciai su di lui abbracciandolo forte. “ Ti...” e mi bloccai un attimo mordendomi la lingua “ voglio bene.”

Avrei tanto voluto dirgli che lo amavo ma in quel momento non ero ancora abbastanza forte da sopportare un suo silenzio.

“ Spero che tu non metta più in dubbio i miei sentimenti nei tuoi confronti.” disse stringendomi ancora di più a lui.

“ Non lo farò, te lo giuro.” e gli diedi un leggero bacio sulle labbra.

“ Sentivo una certa puzza.” sbuffò Jacob interrompendo il nostro momento felice.

“ Cretino!” gli urlò Cynthia dandogli una gomitata nello stomaco con l'unico risultato di farsi male da sola.

“ Jacob. Cynthia.” salutò Edward con molta educazione.

La ragazza ci salutò con un ampio sorriso mentre si massaggiava il braccio indolenzito.

“ Anche voi al cinema?” domandò il licantropo con poca enfasi.

“ Eh, già.” risposi io stringendo la mano di Edward.

“ Beh, visto che siamo tutti qui, possiamo andare insieme.” propose la mia amica cercando di mostrarsi il più naturale possibile.

Edward mi rivolse uno sguardo gelido prima di rispondere.

“ Certo, perché no.”

“ Oh, per favore!” esclamò Jake.

“ Amore, non essere scortese.” lo rimproverò la ragazza.

“ Prometto di non morderti.” lo sfidò Edward.

“ Aspetto solo un tuo passo falso, Cullen.” ringhiò il ragazzo.

“ Ehi, basta, entrambi.” intervenni mettendomi fra di loro. “ Possiamo comportarci da persone civili per una volta?”

“ E' quello che cercavo di fare.” rispose il vampiro facendo un passo in dietro.

Io sollevai un sopracciglio guardandolo scettica. Lui sollevo le spalle e spostò lo sguardo in un'altra direzione.

“ Possiamo andare ora?” chiese Cynthia a Jacob.

“ Certo, certo.” bofonchio lui passandole un braccio dietro la schiena.

Fortunatamente durante la visione del film, nessuno dei due si lasciò andare a commenti e battutine strane. Il licantropo sembrava particolarmente rilassato e trascorse tutto il tempo a sgranocchiare pop corn ed accarezzare la sua ragazza. Edward, al contrario, era più rigido e nervoso del solito. Mi sembrava di abbracciare una pietra invece del mio ragazzo.

Non mi aspettavo che cambiasse idea da un momento all'altro ma almeno poteva sforzarsi per me.

Cercai di concentrarmi sul film ma la trama era così banale e scontata che rischiai più volte di appisolarmi. Eravamo stati costretti a scegliere una stupida commedia romantica, un genere di film che odiavo particolarmente e a quanto avevo capito, nemmeno Edward era entusiasta.

L'altra coppia, invece, era alquanto soddisfatta. Cynthia riuscì anche a commuoversi alla fine!

“ Cosa facciamo ora?” disse la ragazza non appena uscimmo dalla sala.

“ Ho voglia di una cioccolata calda.” pensai ad alta voce.

“ Qui vicino c'è un piccolo bar, possiamo andare lì.” propose Jacob.

Io sollevai lo sguardo verso Edward che annuì sollevando gli occhi al cielo spazientito, poi mi passò il braccio sulle spalle e mi trascinò lungo la strada.

All'improvviso Cynthia, mi prese per per mano e mi allontanò dalla presa del vampiro lasciando i due ragazzi in dietro che iniziarono a guardarsi con aria perplessa.

“ Che diavolo fai?” domandai a bassa voce alla mia amica.

“ Siamo usciti per farli parlare. Se tu stai sempre appiccicata ad Edward, dubito che il nostro piano possa funzionare.” mi rimproverò lei.

“ Lui ha scoperto tutto prima che voi arrivaste.” sbuffai mettendo le mani in tasca.

“ Ci avevo pensato del resto lui può leggere nella nostra mente. Sapevo che ci avrebbe sentito arrivare.” rispose lei tranquillamente.

“ perché non me l'hai ricordato?” e la fulminai con lo sguardo.

“ perché non avresti accettato di uscire.” e mi mostrò il suo sorriso migliore.

“ Complimenti! Ho rischiato che mi lasciasse qui come una deficiente.”

“ Ma non l'ha fatto.” constatò lei.

Io sbuffai e tornai a fissare la strada cercando di ascoltare cosa dicessero Edward e Jacob.

All'inizio si punzecchiarono con qualche battuta poco piacevole, poi scesero nel più profondo silenzio.

La situazione peggiorava a vista d'occhio.

Del resto erano completamente l'uno l'opposto dell'altro, come avevo potuto pensare di risolvere qualcosa? Erano fuoco e ghiaccio, in tutti i sensi!

Jake era più espansivo, gioioso e dalla battuta sempre pronta, Edward era tutto il contrario, riflessivo, controllato e piuttosto permaloso. Beh, quella era una caratteristica di entrambi!

Arrivammo nel piccolo bar vicino alla piazza principale e ci accomodammo ad un tavolino.

I due ragazzi si sedettero uno di fronte all'altro e nessuno dei due dava il minimo segno di cedimento.

“ Si può sapere cosa vi è venuto in mente?” ci domandò ad un tratto Jacob “ e non mi dite che tutto questo non era programmato!”

“ Volevamo trascorrere una serata tranquilla e farvi capire che l'amicizia tra me e Liz non deve essere per forza un problema.” spiegò la mia amica visibilmente in difficoltà.

“ Credo di averti già dimostrato che per me non è un problema.” disse lui sorridendole “ forse è a Cullen che non va molto a genio.”

Edward si irrigidì serrando la mascella.

“ Non è sicuro che lei stia con voi.” disse in tono severo il vampiro.

“ Non le faremo del male. Fin quando continuerà a comportarsi bene sarà al sicuro con noi.” rispose il licantropo guardandolo fisso negli occhi.

“ Capisco.” e un mezzo sorriso amaro si formò sulla bocca di Edward.

“ Quindi va tutto bene o le vieterai ancora di vedere la mia ragazza?”

“ Io non vieto niente a nessuno e anche se lo facessi lei non mi ascolterebbe.”

“ Edward.” intervenne Cynthia “ Io so che queste cose non dovrei dirtele io ma dato che Liz non è particolarmente abile nel spiegare le cose.” e mi guardò con un sorriso comprensivo “ lo farò io.” e si fermò un attimo per raccogliere le idee.

Io non frattempo ero diventata rossa dalla vergogna, apprezzavo le buone intenzioni di Cynthia ma poteva risparmiarsela quella battuta!

“ Lei ed io vogliamo che tu accetti la cosa. Non devi farlo perché lei non ti ascolterebbe comunque ma dovresti cercare di capirla.”

“ Per te è facile.” sorrise Edward “ vista dalla mia parte la situazione è più complessa, soprattutto dopo questa sera.”

“ Che vuoi dire?” gli domandai non riuscendo a capire il filo del discorso.

“ Ne parliamo dopo.” rispose innervosendosi. “ Ho sottovalutato la vostra amicizia, mi dispiace.”e tornò a rivolgersi a Cynthia “ D'ora in poi non ci saranno più problemi da parte mia.”

“Wow, grazie” esultò la ragazza. “ Non pensavo sarebbe stato così facile.

“ Non sono così stronzo come credi.” rispose lui tranquillamente.

Io al contrario non dissi nulla, c'era qualcosa che non andava nel suo sguardo e nelle sue parole e forse una mezza idea del motivo ce l'avevo.

“ Beh, dopo questo intenso momento mi è venuta proprio fame.” intervenne Jake come se non fosse accaduto nulla.

“ Ma tu pensi sempre a mangiare?” lo rimproverò Cynthia.

Io sorrisi godendomi quella scenette e anche Edward si lasciò un attimo andare.

Erano davvero fatti l'uno per l'altra quei due.

Prima che si concludesse la serata, i due ragazzi chiarirono il fatto che non sarebbero mai stati amici ma che avrebbero provato a rispettarsi. Del resto la loro alleanza avrebbe portato dei benefici sia ai Cullen che ai Quileute.

Si salutarono con una rapida stretta di mano e poi ci separammo.

Aprii la portiera ma improvvisamente Edward la richiuse bruscamente facendomi sobbalzare per lo spavento.

Io lo guardai sconvolta ma lui non mi diede nemmeno il tempo di reagire che iniziò subito ad attaccarmi inferocito.

“ Quante altre cose mi hai tenuto nascoste?” mi domandò con la voce che gli tremava dal nervoso.

Io abbassai lo sguardo a terra, intuendo di cosa stesse parlando.

Le bugie hanno le gambe corte, Liz! Ricordatelo la prossima volta! Pensai fra me e me.

“ Edawrd, non...” ma mi bloccò prima che potessi concludere la frase.

“ Non dirmi che non è come penso perché questa volta ti giuro che non mi trattengo.” disse alzando il tono di voce.

Quella situazione non mi piaceva affatto. Odiavo quando si rivolgeva a me in quel modo, non che non avesse ragione ma tutto ciò mi riportava a molti mesi prima quando tra noi due non scorreva buon sangue.

Sapevo quanto poteva ferirmi con le parole e non avevo intenzione di soffrire ancora.

“ Dannazione Liz, credevo che l'avessimo superata la storia della fiducia!” sbottò lui appoggiandosi contro l'auto.

“ Non si tratta di fiducia, lo sai che mi fido di te, è solo che sapevo che non avresti capito.” cercai di spiegarli inutilmente.

“ Ma come fai a saperlo se con me non parli?”

“ Io parlo con te.”

“ No, non lo fai! Mi sono stancato di dover sapere le cose dagli altri.” e si passò una mano nei capelli nervosamente.

“ Mi dispiace.” dissi sollevando lo sguardo verso l'altro per evitare che qualche lacrima sfuggisse dal mio controllo.

“ Mi hai mentito, di nuovo. Perché non mi hai detto che frequentavi il branco?” continuò lui sempre più irritato.

“ Te l'ho detto, non avresti capito.” ribadii alzando la voce.

“ Pensavo che fosse solo per Cynthia ma da quanto ho visto nella mente di quel cane ti diverti molto con loro.” disse con disprezzo.

“ Ecco perché non ti parlo, tu reagisci sempre così!” gli urlai contro.

“ Eh, no! Non scaricare la colpa su di me ora! Io ti sto accusando solo di avermi mentito, non mi importa di quello che fai con loro.”

“ Ho sbagliato, lo ammetto ma non sapevo come comportarmi. È difficile riuscire a prevedere le tue reazioni.”.

Non volevo giustificarmi, stavo semplicemente dicendo la verità, non era facile stare con una persona come lui.

Sin da quando ero piccola, avevo sempre avuto paura del futuro, odiavo non sapere cosa mi aspettava e questa era la stessa sensazione che provavo quando stavo con lui.

Ero terrorizzata dal solo pensiero che tutto potesse finire. Sapevo che non potevo continuare con questo peso, che sarebbe stato distruttivo per entrambi ma non riuscivo proprio a toglierlo dalla mente.

“ Le miei azioni?” ripeté lui sconcertato “ ma allora tu? Credi che sia facile intuire cosa ti passa nella mente? Per decenni ho vissuto sapendo sempre cosa aspettarmi da tutti. Nessuno aveva segreti con me ed ora non è più così.” e si avvicinò a me per asciugarmi una lacrima solitaria che scendeva sulla mia guancia “ anche io ho paura, costantemente. Ho il terrore di ferirti, di deluderti, di non riuscire a renderti felice eppure sono qui e ce la sto mettendo tutta. I buoni propositi, però, non possono partire solo da me.”

“ Edward, l-lo so che sono complicata ma a-anche io mi sto impegnando.” balbettai in difficoltà.

“ No, Liz, non lo stai facendo. Tu vivi nel tuo piccolo mondo che ti sei creata e mi tieni fuori dalla tua vita. Non importa se passi la maggior parte del tuo tempo con me, se mi baci o mi desideri perché quando sei con me, veramente con me, ti chiudi in te stessa e mi lasci fuori.” continuò lui appoggiando le mani sul cofano dell'auto.

“ Non è vero, lo sai che tu sei...” e mi bloccai non riuscendo a finire la frase.

Questo non voleva dire che lo stavo escludendo dal mio mondo, era solo il mio istinto di autoconservazione che prendeva il sopravvento. Avevo imparato che se volevo sopravvivere in questo mondo mi sarei dovuta tutelare ma non pensavo che lo avrai fatto facendo soffrire la persona che amavo.

“ Sono cosa?” disse sollevando la testa per incontrare il mio sguardo.

“ La mia vita.” e smisi di respirare per qualche secondo aspettando una sua risposta che sembrava non arrivare mai.

Lui si avvicinò di nuovo a me e mi prese il volto fra le mani.

“ Smettiamola di litigare, va bene?” e mi diede un bacio sulla fronte.

“ Mi dispiace.” dissi appoggiando la testa sulla sua spalla.

“ Lo so, anche a me.” e mi stinse forte a lui.

“ Niente più bugie, te lo giuro.” continuai rilassandomi tra le sue braccia.

Solo il contatto con il suo corpo poteva suscitare in me quella sensazione.

“ Speriamo!” sorrise lui “ ora andiamo, è tardi.” e dopo essersi staccato, a fatica, da me mi aprì la portiera dell'auto.

Durante tutto il tragitto non ci scambiammo solo qualche parola, entrambi eravamo un po' a disagio per quello che era accaduto ma quello avrei potuto sopportarlo.

Invece, non sopportai il fatto che mi diede la buona notte e mi lasciò sulla soglia della mia camera, da sola.

Dopo una breve e solitaria crisi di nervi, mi infilai il pigiama e sprofondai sotto le coperte con l'unico intento di dormire e dimenticare quella serata.

Solitamente ,dopo aver liberato la mia rabbia con il pianto, crollavo sfinita ma quella sera non ci riuscii proprio.

Continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto senza riuscire a trovare un po' di pace. Era notte inoltrata ed io era ancora sveglia e il mio corpo non aveva la minima intenzione di arrendersi alla stanchezza.

Cercai di leggere un libro ma la cosa mi innervosì ancora di più. Alla fine mi feci coraggio e andai da lui.

Bussai alla sua porta dando dei leggeri colpi come se avessi paura di svegliarlo! Cretina, lui non dorme!

In una frazione di secondo venne ad aprirmi.

“ Liz, che ci fai qui a quest'ora?” mi domando facendomi cenno di entrare.

“ Non riesco a dormire.” mi lamentai guardandomi in torno. “ Cosa stavi facendo?”

“ Niente, scrivevo.” rispose lui riponendo un libro o meglio un diario sulla scrivania.

“ Cosa scrivevi?” chiesi incuriosita.

“ Pensieri che mi passavano nella mente.” disse lui imbarazzato.

“ Hai un diario?”

“ Mmmm ne ho tanti.” e mi indicò uno scaffale sulla parete est della stanza.

“ Wow!.” esclamai vedendo il loro numero.

“ Eh, si.”

“ Posso leggerli?” domandai stupidamente.

“ Assolutamente no. Sono privati!”

“ Uffa.” sbuffai sedendomi sul letto.

“ perché non riuscivi a dormire?” mi chiese con un mezzo sorriso.

“ perché non sei rimasto con me questa notte?”

“ Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.” mi rimproverò lui scuotendo la testa.

“ Non ero sicura che tra di noi le cose si fossero sistemate.” ammisi.

“ Io credo di si.” e si sedette vicino a me.

“ Allora va bene.” e gli diedi una pacca sulla spalla “ posso dormire qui?” chiesi tutto d'un fiato.

“ Non ti piace più il tuo letto?” scherzò lui.

“ Si ma vorrei provare il tuo.”

“ Prego, fai pure.” e scostò le coperte per farmi entrare.

“ Grazie.” dissi sprofondando in quelle lenzuola fresche e profumate.

Non avevo ancora capito perché lui fosse l'unico in famiglia ad avere un letto,oltre me logicamente!

Edward si alzò per spegnere la luce e poi si sdraiò con me avvolgendomi con le sue braccia.

Io nascosi la il volto nell'incavo della sua spalla e gli diedi un leggero bacio sul collo.

“ Quando eravamo davanti al cinema, tu stavi per dirmi qualcosa.” disse lui accarezzandomi i capelli.

“ No, non ricordo.” risposi dopo aver ripensato a quel momento.

“ Mmm non fare finta di niente.” continuò lui facendomi il solletico e di conseguenza io iniziai a ridere come una scema. “ Stavi dicendo io ti... e poi hai cambiato il finale.”

“ Questa sera sei più pignolo del solito.” brontolai.

“ Cosa volevi dire?” insistette lui.

“ Credo di essermi esposta abbastanza questa sera.”

“ Non mi basta.” si lamentò lui “ ho bisogno di conferme.”

“ Ti odio.”

“ No, riprova!” continuò facendomi capire che non si sarebbe arreso facilmente.

Sollevai il volto e mi avvicinai al suo. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata e tutto dentro di me tremava facendomi mancare il respiro.

“ Ti amo.” sussurrai sfiorando le sue labbra.

Lui sorrise e poi con un movimento fluido mi fece scivolare sopra di lui. Mi scostò i capelli che ricadevano coprendomi il viso e mi baciò facendomi perdere il senso della realtà.

Non so come ma mai ritrovai improvvisamente schiacciata dal suo peso e probabilmente iniziai anche ad ansimare involontariamente finché lui non arrivò all'altezza del mio orecchio lasciandomi senza fiato.

“ Ti amo.” sussurrò dolcemente.

 

 

 

 

@ Fred Cullen: oh, grazie! Ma tranquilla non sarai mai ripetitiva! Pensavo che con questo capitolo Elizabeth potesse deludere qualcuno per il fatto che dice qualche piccola bugia ad Edward, povero ragazzo, e invece noto con piacere che è sempre più apprezzata! Beh, sono molto contenta!! Grazie mille e a presto!

 

@ saretta_ trilly: eh, Cynthia è sempre la solita! Deve cercare in tutti modi risolvere la situazione e credo che ci riuscirà! Povero Edward ora dovrà vedersela anche con Jake ma come hai potuto vedere nel capitolo nuovo alla fine le cose si sistemano per il meglio!  Per quanto riguarda Paul io l’adoro, soprattutto dopo aver visto il film di New Moon e quindi ho inserito anche lui nella storia! Baciii e a presto!

 

@ garakame: oh, grazie! Ero un po’ incerta sul tema della festa ma poi mi sono decisa a fare qualcosa di particolare! Emmet è perfetto nei panni della bestia, solo lui poteva farlo e poi Jasper, cos’altro poteva fare? Ritengo che il Cappellaio Matto sia perfetto per lui! Sono contenta che la storia continui a piacerti! Grazie mille! Baci!

 

@ poeticdream: Ok, ora te lo dico proprio: io ti adoro! Ho riso mezz’ora quando ho letto il tuo commento e fidati, per me è una cosa alquanto rara! E poi noto con piacere che anche tu parli e ti rispondi da sola, brava, io lo faccio sempre! È molto gratificante! Mmmmm non mi far venire strane idee in mente, Bella non la voglio far tornare e poi con la depressione che ho in questi giorni credo che farei suicidare Elizabeth per la disperazione e poi anche Edward, perché logicamente si sentirà in colpa, e a seguire tutti i Cullen per poi concludere con Bella che è stata la causa di tutte queste morti! Quindi, tu vuoi assistere a tutto questo?????? Credo di no! Ahahah cmq credo che la terapia di gruppo sia proprio urgente, quindi propongo di partire domani, che dici? Una bella settimana in camera di Liz con il tuo psichiatra e vedrai come torneremo sane e allegre a casa! E dopo tutto il mio monologo, grazie ancora per il tuo sostegno!!!! Baci e a presto!!!!

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Capitolo 47
*** Phases ***


 

Eccomi, sono tornata! Pensavate di esservi liberate di me e invece no! Ahahah! Posto qualche giorno prima del previsto perché non sono sicura che, una volta tornata nella città dove studio, la connessione mi permetta di andare su internet dato che ultimamente ha fatto un po' di capricci!

Dopo qualche giorno di assoluto riposo spero di aver ripreso l'ispirazione per continuare a scrivere ma tranquille non mi arrendo così facilmente anche perché stiamo per arrivare alla fine!

Buona lettura e a presto!

 

 

 

 

 

Phases

 

 

 

 

 

Avevo sei anni quando decisi che mai in vita mia mi sarei innamorata di nessuno.

Ero solo una bambina eppure avevo delle idee ben precise riguardo all'amore.

Non concepivo il fatto di dover giurare fedeltà eterna ad una sola persona, e se poi mi fossi stancata, cosa avrei fatto!?

L'amore era banale, sdolcinato, zuccheroso e io non ero mai stata quel tipo di persona.

Non ero mai stata una bambina normale, mia madre me lo ripeteva in continuazione!

Non mi comportavo come i ragazzini della mia età.

Passavo intere giornate a leggere e a suonare il piano. Si, certo, giocavo anche io ma rigorosamente da sola, odiavo sottostare alle regole degli altri quindi o decidevo io o niente.

Un' altra mia passione, comune alla maggior parte delle bambine della mia generazione, erano le Barbie.

Le adoravo! Trascorrevo interi pomeriggi a creare storie fantasiose e relazioni complicate ma anche lì sapevo ben distinguermi dalla massa.

Le mie bambole non avevano mai un lieto fine, loro semplicemente soffrivano!

Le storie che mi piacevano di più raccontavano di ragazze ventenni con gravi disturbi, c'era chi si drogava, chi era rimasta vittima di un incidente terrificante, chi era rinchiusa in manicomio, insomma cose del genere!

Tutte, però, erano accomunate da un'altra cosa, oltre i vari problemi, era state tutte deluse e abbandonate dall'amore, che all'epoca era personificato da Ken, quel belloccio strafigo dai capelli biondi e incollati sulla testa!

Lui era il prototipo di uomo che mi ero creata nella mente. Il classico bello e dannato!

Non c'era niente di buono nel sesso maschile oltre all'aspetto fisico ed era proprio di questo che mi ero autoconvinta.

Quando si è piccoli, però, non si ha la minima idea di cosa ci riserva il futuro.

A sei anni ero convinta che la mia vita da adulta fosse la seguente:

Io, sola, in un maxi attico in qualche capitale europea, con una splendida carriera davanti e nessun legame, non avrei mai e poi mai immaginato di ritrovarmi catapultata in un mondo assurdo, dove le favole che ti raccontavano i tuoi amici per farti spaventare erano pura realtà, e soprattutto non mi avrebbe mai sfiorato l'idea di svegliarmi una mattina in un ampio letto aggrovigliata ad un meraviglioso vampiro che per di più amavo alla follia!

Ma non sempre i sogni diventano realtà e non potete immaginare quanto fossi felice per questa cosa!

Ero innamorata, follemente innamorata, tutto del mio corpo esprimeva amore! I miei occhi non avevano più una forma normale, erano dei cuori, due immensi cuori che pulsavano di gioia! Il mio stomaco era pieno di farfalle e non mi ero mai sentita così stupida e cretina in quel momento, in senso buono logicamente!

Ok, dovevo ammettere che ad Edward avevo lasciato trapelare ben poco di tutta questa mia valanga di emozioni ma credo che con il tempo ci sarei riuscita, del resto anche lui mi amava. Eh, si mi amava!

Quando sentii uscire quelle due parole dalla sua bocca provai la sensazione più bella e devastante di tutta la mia vita.

Ero felicissima ed emozionatissima e per la prima volta, al contrario di quello che mi accadeva sempre in quel genere di situazione, riuscii a parlare senza rimanere muta come un'idiota.

Sicuramente la mia non fu un'uscita particolarmente intelligente ma almeno risposi!

“ Scusa, puoi ripetere?” gli dissi sconvolta guardandolo negli occhi.

Lui scoppiò a ridere accasciandosi sul mio corpo.

Beh, sicuramente sapevo come far ridere un uomo!

“ Edward!” lo chiamai scuotendolo per le spalle.

“ Ho detto che ti amo piccola sciocca!” ripeté lui sollevando la testa.

“ Wow.” e gli mostrai un ampio sorriso “ suona bene.”

“ Mmm direi molto bene.” e tornò a baciarmi con passione.

Dopo aver trascorso tutta la nottata sveglia, ricevendo le sue attenzioni e le sue carezze, crollai sfinita per almeno cinque minuti finché, come una cannonata, sentii il rumore della sveglia che proveniva dalla mia camera. Back in black degli Ac/Dc, risuonava a tutto volume, strappandomi via dal mondo dei sogni.

“ Io non mi alzo da qui.” mugugnai con la testa nascosta nell'incavo del suo collo e con una mano intrecciata fra i suoi capelli.

“ Allora siamo in due.” e una risata roca uscì dal suo petto facendolo vibrare.

“ Ok.” e mi sistemai meglio avvolgendo le sue braccia intorno al mio corpo.

Lui mi strinse forte e mi diede un bacio sulla guancia.

Rimanemmo qualche altro minuto fermi in quella posizione prima che Edward scoppiasse a ridere.

“ perché...” ma non riuscii a finire la domanda perché lui mi tappò la bocca con una mano.

“ Elizabeth!” e qualcuno da fuori alla porta si schiarì la voce “ non sono abituato a fare queste cose ma...” e si bloccò di nuovo “ esci da quella stanza e vai a scuola!” disse Carlisle cercando di mantenere un tono di voce duro.

Io mi unii alla risata di Edward e a faticai rotolai fuori dalle coperte.

Non mi lamentai per il semplice fatto che apprezzavo lo sforzo fatto dal dottor Cullen, sapevo quanto fosse difficile per lui fare una cosa del genere!

“ Possiamo sempre scappare.” mi propose lui afferrandomi per la vita e attirandomi a sé.

“ Questa volta Eve non ci troverebbe?” lo provocai.

“ Non mi importa.” disse scostandomi una ciocca di capelli che ricadeva sulla mia fronte.

“ Promettimi che un giorno lo faremo.” e intrecciai le mie braccia dietro la sua testa.

“ Te lo prometto.” e mi diede un leggero bacio all'angolo della bocca.

Poi mi prese in braccio e mi pilotò verso camera mia lasciandomi sulla soglia della porta.

“ Ci vediamo giù.” disse dandomi un ultimo bacio.

Con il cuore a mille mi precipitai sotto la doccia per calmare i bollenti spiriti, poi mi vestii e in pochi minuti fui pronta per affrontare la giornata.

La mattinata a scuola passò velocemente, ormai era chiaro a tutti che tra me ed Edward non ci fosse solo una semplice amicizia, e spesso mi ritrovai ad ascoltare involontariamente commenti poco delicati. Con mia grande gioia, ogni singola parola, scivola sulla mia pelle come se fosse coperta da un impermeabile. Del resto l'invidia rende la gente piuttosto crudele!

Ero talmente immersa nei miei dolci e rosei pensieri, che mi dimenticai totalmente degli impegni che avevo preso per il pomeriggio: lo shopping con Rosalie!

Ero alquanto spaventata, non mi elettrizzava l'idea di passare delle ore con l'unica persona di casa Cullen che mi aveva odiata fin dall'inizio e che continuava a portare avanti, imperterrita, la propria idea.

Dopo le varie vicende con Angel aveva anche proposto di vendermi al nemico, quindi immaginate come potevo stare in quel momento!

Feci un bel respiro e poi salii sulla scintillante cabrio rossa della ragazza.

La nostra tappa sarebbe stata Seattle poiché nelle vicinanze di Forks non c'era niente che potesse soddisfare le esigenze di Eve e di sua sorella.

Come il resto della famiglia, Rose aveva una guida fuori dal comune. Per lei l'autostrada era una vera e propria pista da corsa.

Ignorando tutti i limiti di velocità, proseguiva tranquilla verso la città.

Trascorremmo la prima mezz'ora di viaggio in silenzio. Lei intenta nella guida, io guardavo in imbarazzo fuori dal finestrino le immagini sfuocate del paesaggio.

“ Puoi anche parlare se vuoi, giuro che non ti mangio.” disse improvvisamente lei rompendo quel pesante silenzio.

“ Grazie, lo terrò presente.” risposi con un filo di acidità.

“ E questo caratterino quando l'hai tirato fuori?” sorrise lei divertita.

“ Credo di averlo sempre avuto.” e tornai a fissare la strada.

Non mi faceva piacere il rapporto che avevo con lei, del resto abitavamo sotto lo stesso tetto, non capivo perché tra di noi non potesse scorrere buon sangue.

Capivo perfettamente che lei mi vedeva come un'intrusa che aveva spezzato l'equilibrio della suo famiglia ma potevamo sforzarci entrambe per migliorare la situazione!

“ Rose.”

“ Liz!”

Ci chiamammo contemporaneamente e scoppiammo a ridere sinceramente.

“ Prima tu.” le dissi con un cenno della mano.

“ Va bene.” e si schiarì la voce “ non ho intenzione di chiederti scusa per come mi sono comportata con te ma dopo aver riflettuto a lungo ho pensato di … beh, insomma di trattarti meglio d'ora in poi.”

Rimasi qualche secondo interdetta. Non sapevo se prenderla come uno scherzo o meno.

Possibile che mi avesse letto nel pensiero? Qualche secondo fa stavo pensando esattamente ciò che lei voleva dirmi.

“ Come mai questo cambiamento?” domandai incuriosita.

“ Ora stai con mio fratello e io non ho intenzione di mettervi il bastone fra le ruote.” mi spiegò lei tranquillamente “ tu lo rendi felice e questo è più che sufficiente per me.”

“ Grazie.” risposi in difficoltà.

“ Logicamente tutti i miei buoni propositi svaniranno se tu lo farai soffrire.” disse in tono serio.

“ Non ho la minima intenzione di farlo.” e abbozzai un sorriso.

“ Perfetto.” concluse lei annuendo.

“ Rose?”.

“ Dimmi.”

“ perché mi odi, o meglio, odiavi così tanto?” le domandai approfittando del buon umore della ragazza.

“ perché sei stupida.” disse senza troppi giri di parole.

Io la osservai con gli occhi sgranati dallo stupore.

“ Non ti accorgi di quanto sei fortunata, sei convinta che tutto ti sia dovuto e certo, hai sofferto, ma tutti siamo passati nella tua situazione e ti assicuro che la tua è stata una delle più semplici.” continuò lei.

“ Non sono d'accordo.” sbottai innervosendomi “ io sono consapevole della mia situazione e so di dover essere molto riconoscente verso di voi.”

“ Lascia perdere noi, Liz.” e scosse la testa “ credi di essere corretta nei confronti di Edward? Hai lottato così tanto per averlo e ora vuoi gettare tutto all'aria per frequentare quel branco di lupi?”

“ Ti ha parlato lui di questo.” constatai a malincuore.

“ Si, anche se non sembra, io e mio fratello , a volte andiamo molto d'accordo.”

“ Abbiamo già chiarito questa cosa.”

“ Forse ma cerca di stare più attenta, se Edward ha deciso di cambiare per te vuol dire che ti ama veramente e io non voglio.” e sottolineò attentamente l'ultima parola “ che lui soffra di nuovo.”

“ Non lo farò.” la rassicurai “ mi dispiace di essermi comportata con tanta superficialità.”

Purtroppo su questo Rose aveva perfettamente ragione e mi faceva male ammetterlo.

Avevo sottovalutato i sentimenti di Edward nei miei confronti e non so cosa avrei fatto se la sera precedente non si fosse conclusa nel modo in cui è andata.

Spesso mi comportavo da stupida ragazzina ma la mia era soltanto una protezione nei miei confronti.

Anche quando mi fidavo ciecamente , non potevo far a meno di creare una barriera davanti a me.

“ Wow, mi stai dando ragione.” mi provocò lei.

“ si ma non approfittartene.” e sorrisi.

“ Ora posso chiederti una cosa io?” mi domandò lei con un sorriso divertito.

“ Va bene ma credo che la cosa non mi piacerà.” risposi titubante.

“ perché ti sei lasciata plagiare così tanto da Angel, capisco che tu non sia questo mostro di furbizia ma non ti sei mai accorta di quanto fosse pericoloso?”

“ Credo che nessuno fin ora me l'abbia chiesto così direttamente.” e abbassai lo sguardo imbarazzata. Non era un argomento di cui mi piaceva discutere. “ ero confusa, non sapevo quale fosse la mia strada e lui mi faceva sentire viva, o almeno così credevo.”

“ Eri innamorata di lui?” continuò sempre in modo diretto. Rose non era una ragazza alla quale piacevano i giri di parole.

“ Assolutamente no.” risposi più convinta che mai. “ quello che provavo per lui era una sensazione strana.” e iniziai a torturami le mani nervosamente “ era come se volessi distruggere me stessa in un certo senso. Sapevo dove mi avrebbe portata quella strada ma non mi importava, sopratutto nell'ultimo periodo, quando non avevo più niente per cui lottare. Per la storia del sangue, beh per quella non ci sono giustificazioni.”

“ No,qui ti sbagli. Io riesco ad accettare più il tuo desiderio di capire se la scelta di vivere una vita come la nostra fosse la via migliore piuttosto che tutto il resto.”

“ Tu sei stata sempre convinta della tua scelta?”

“ Bella domanda.” e sul suo volto perfetto si formò un sorriso amaro “ se avessi potuto non avrei mai scelto questa vita, l'essere diventata un vampiro non è stata una mia decisione, quindi tra l'essere un mostro o provare a vivere una vita '' normale''.” e mimò le virgolette con le dita “ ho scelto la seconda. So che nessuno di noi ha avuto la possibilità di scegliere e con questo non voglio accusare Carlisle di avermi salvato la vita però molte cose della vita da umana mi mancano.”

“ C- come è accaduto? “ le chiesi prima che potessi realizzare l'idea che magari lei non avesse voglia di raccontarmi la sua storia.

“ Non è una storia a lieto fine, sicura di volerla sapere?” mi avvertì lei cogliendomi di sorpresa.

“ Se non vuoi parlarmene non mi offendo.” la rassicurai.

“ Non cercare di fare sempre la santarellina, lo so che sei affetta da una morbosa curiosità!” scherzò lei o almeno speravo che scherzasse.

“ Scusa.” e arrossì violentemente.

“ Non fa niente.” e cercò di non ridere “ allora, sono nata a Rochester nel 1915 da una famiglia media borghese. All'età di diciotto anni fui promessa sposa ad un uomo molto ricco e molto affascinante. All'epoca mi sembrava assolutamente normale quell'unione, lui era molto ricco ed io ero bellissima, ho sempre desiderato un matrimonio fastoso e perfetto. Finalmente i miei sogni e quelli dei miei genitori si stavano avverando finché, una sera, mentre tornavo a casa dopo aver fatto visita alla mia migliore amica, non incontrai il mio futuro marito, Royce King, così si chiamava, insieme ai suoi compagni. Erano ubriachi ed io ero sola.” e fece una pausa stringendo forte il volante con le mani “ iniziarono a provocarmi, a fare stupide battute, e alla fine riuscii a capire quali fossero le loro vere intenzioni. Mi picchiarono e... mi violentarono, lasciandomi a terra in fin di vita.” sollevò gli occhi al cielo scuotendo la testa “ pensavano che fossi morta ed invece arrivò Carlisle. Il resto puoi immaginarlo.” concluse lei voltandosi verso di me.

Io annuii e a stento riuscii a trattenere le lacrime.

Non osavo immaginare quanto dolore avesse provato quella notte e l'ammiravo per essere riuscita a superare una situazione così, così … beh, non riuscivo a trovare le parole adatte per descriverla.

“ Cosa ne è stato di quegli uomini?” mi decisi a chiedere dopo una breve pausa.

“ Sono morti, gli ho uccisi io. Non meritavano di vivere dopo tutto quello che mi avevano fatto.” e abbozzò un sorriso.

“ Credo che avrei reagito allo stesso modo.” e dalla mia bocca uscì una risatina isterica.

“ Ridi sempre così istericamente quando sei in imbarazzo?” mi domandò lei guardandomi perplessa.

“ Oddio, si.” e nascosi il volto fra le mani “ ultimamente mi accade più spesso del solito.”

“ Immagino.” e annuì tornando a guardare la strada.

“ Hai sempre vissuto con i Cullen?” dissi cercando di sviare il discorso dalle mie pessime figuracce.

“ Si, certo. Sono arrivata subito dopo di Esme e mi hanno accolta subito come una vera figlia, senza il loro supporto non ce l'avrei mai fatta. Immagino che tu sappia come ci si sente subito dopo la trasformazione.”

“ Credo di si.” risposi ripensando a fatica a quel momento.

“ Mi dispiace che tu ti sia ritrovata sola in quella situazione.” ammise sinceramente cogliendomi di nuovo di sorpresa.

“ Grazie.” balbettai stupita.

“ Ehi, non sono così stronza come credi! Anch'io provo dei sentimenti anche se a volte non lo do a vedere!”

“ Non intendevo offenderti ma mi risulta ancora difficile parlare con te in modo così pacifico.”

“ Se vuoi posso tornare quella di prima!” mi provocò lei.

“ No, ti preferisco così.” e annuii con forza.

Dopo aver trascorso un viaggio tranquillo contro ogni mia previsione, arrivammo a Seattle.

Per prima cosa ritirammo il vestito di Eve, non potevamo rischiare di dimenticarcelo!

Poi pensammo a quello di Rose, che non fu difficile da trovare. Fortunatamente sua sorella ci aveva indicato il negozio dove trovarlo e, come da sua previsione, facemmo bingo al primo colpo.

Poi, a malincuore, venne il mio turno.

Cercai in tutti i modi di non lamentarmi molto e dopo qualche sforzo riuscimmo nell'impresa.

Mi sentivo così ridicola con quell'abito che a stento non svenni a terra dalla vergogna.

Non fraintendetemi, il vestito era fantastico ma indossato da me faceva tutt'altro effetto!

Io non avevo il portamento delle principesse, a stento riuscivo a camminare su un tacco e di certo non avrei potuto scegliere una scarpa raso terra!

Costrinsi la mia bocca ad assumere un sorriso plastico e rimasi con quell'espressione per tutto il tempo. Dentro avrei voluto urlare e scappare ma mi ripromisi di non farlo!

“ Non sei stata poi così tanto male, Eve ti aveva descritto in maniera terrificante!” confessò lei mentre cenavamo, cioè io cenavo, lei mi guardava!

Avevamo deciso di fermarci ad un piccolo ristorante lungo la via del ritorno dato che il mio stomaco non aveva la minima intenzione di smettere di borbottare,

“ E' solo perché ho paura di te.> ammisi sorseggiando la mia coca cola.

Lei scoppiò a ridere divertita costringendo tutti gli altri clienti del locale a voltarsi verso di lei, non che non la stessero già guardando da un bel pezzo!

Rose era una bellezza mozzafiato, non poteva passare inosservata. Anche con un sacco di iuta come vestito, sarebbe stata stupenda!

Poi con la sua immancabile grazia, si ricompose e tornò seria.

“ Sei più simpatica del previsto.” continuò impassibile “ quindi se un giorno, avrai bisogno di un consiglio, credo che potrei aiutarti.” e sorrise maliziosa.

Io rischiai di strozzarmi con un pezzo di pane che avevo in bocca intuendo a cosa si riferisse.

“ Mio fratello è un tipo particolare.” continuò lei ignorando la mia reazione.

“ Ferma, ferma!” la bloccai gesticolando come una pazza “ non voglio affrontare nessun discorso del genere!”

“ Peccato, credo che mi sarei divertita molto!” e si alzò per andare a pagare il conto.

Respirai profondamente per il pericolo scampato e poi mi affrettai a raggiungerla notando che mi stava aspettando con le braccia conserte sbattendo nervosamente un piede a terra.

Tornate a casa, finalmente mi buttai fra le braccia di Edward.

Lo so, ero diventata patetica, ma non riuscivo più a trascorrere troppo tempo lontana da lui!

 

 

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@ Saretta_trilly : oh grazie mille! Anche io adoro le litigate fra Ed e Liz, anche perché poi finiscono sempre bene quindi... è comunque un modo per farli chiarire e parlare dato che Elizabeth ha qualche difficoltà ad esprimere le proprie e mozioni, però come hai visto alla fine ci è riuscita a dire ad Edward che lo ama! Per quanto riguarda l'amicizia con Jake ci sarà modo di approfondire la cosa, il nostro licantropo avrà un ruolo importante più avanti! Grazie ancora e baci!

 

@ Fred Cullen: si, Edward l'ha scoperto dai pensieri di Jake ed infatti Liz non si è comportata proprio bene! Purtroppo lei per paura che il bel vampiro si arrabbiasse ancora di più non gli ha detto nulla del branco sperando che lui non lo venisse a scoprire! Eh povera sciocca Liz! Per fortuna alla fine si è tutto risolto, anzi si sono anche chiariti meglio! Baci e a presto!

 

@Garakame: oh grazie! Si sono proprio carini insieme e nei prossimi capitoli saranno ancora più divertenti! Baci!

@ Levia: grazie per il supporto morale, purtroppo la mia università mi sta prosciugando fino al midollo e mi sta togliendo anche l'ispirazione, per fortuna fino a giugno non ho altri esami ma solo ore ed ore di lezione e di laboratorio!eh vabè! Comunque spero di tornare a scrivere con il ritmo di prima! Passando al capitolo: eh si, Liz non riesce mai a stare tranquilla, deve sempre combinarne una delle sue, fortunatamente Edward ha un bel po' di pazienza e comprensione! Povero ragazzo, non sai in quali guai ti sei cacciato mettendoti con quella pazza! Grazie ancora e a presto!

 

@ Poeticdream: mmmm veniamo a noi! Noooooo poetic dimmi che non stai ancora in prigione, ti prego non puoi abbandonarmi così, vedrai che i Volturi saranno clementi con te!altrimenti ci penserò io, li farò spaventare con una delle miei crisi di nervi! Ahahah io al posto tuo sarei rimasta sull'isola di Lost! Lo so, ci sono un po' di cose strane ma alla fine si sta bene, poi c'è un bel dottore, un altro stronzo patentato, mmmm credo che andrò a farmi una vancanzetta lì! Certo che hai avuto una bella avventura, oddio quanto mi dispiace che non hai potuto fare un cambio d'abito però con Valentino avresti fatto sicuramente una bella figura in casa Cullen, a pensare che io stavo partendo in pigiama poi mi sono ricordata che dovevo mettermi qualcosa di più adeguato dato che andavo in quella famiglia! Comunque io sono stata qualche giorno a Forks con il tuo psichiatra e i Cullen e visto che tu non c'eri ho approfittato nel fare più sedute di psicanalisi e devo dire che è andata proprio come mi aspettavo: sono tutti scappati via, tranne Liz che mi capisce dato che l'ho creata io! Eh, che vuoi fare!? Ora sono tornata alla normalità cercando di lasciarmi alle spalle tutta la mia crisi mistica! Speriamo bene!Noto con piacere che anche a te le lezioni e i prof ti ispirano proprio bene, pensa che la metà della mia fanfiction è nata durante le ore di chimica fisica ( forse è per questo che non sono riuscita a fare l'esame!) grazie mille per il tuo commento che mi ha risollevato la giornata ( ho riso per un'ora e poi mentre andavo in giro con la macchina e ripensavo alle tue parole ricominciavo a ridere come una pazza, non oso immaginare cosa abbia pensato la gente di me in quel momento!) baci e a presto!

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Capitolo 48
*** Distractions ***


Eccomi sono tornata, un po’ in ritardo ma ci sono! Scusate ma la mia connessione internet sta dando i numeri e non so più come fare, credo che tra un po’ truciderò si lei che il pc! E dopo questo piccolo sclero vi lascio al nuovo capitolo, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!!!! Baci a tutti!!!!!

 

 

 

Distractions

 

 

 

 

“ Attento!”

“ Liz, l'avevo visto!”

“ La tua è solo fortuna.”

“ Si, come no!”

“ Edward ma hai capito lo scopo della missione?” gli urlai di nuovo mentre rischiava di far uccidere quella povera ragazza.

“ Uffa, odio avere quel peso dietro.” si lamentò lui tagliando la testa a quello zombie affamato.

“ La devi salvare, stupido, non colpirla con il tuo coltello!” continuai strappandogli il joystick di mano.

Quel pomeriggio avevo avuto la brillante idea di far giocare Edward alla PlayStation, non avrei mai pensato che potesse essere così imbranato! Se solo Emmet l'avesse visto, l'avrebbe deriso per anni!

Inserii nella console il mio gioco preferito, Resident Evil 4, e tentai di insegnarli i comandi.

“ Edward, l'arma si cambia dal menu.”

“ Qual'è il menu?” mi domandò pensieroso.

“ Premi start e poi scegli la nuova arma e non sprecare le munizioni altrimenti siamo fottuti!” gli ripetei per la centesima volta.

“ Non capisco perché devo salvare quella stupida ragazzina, intralcia il mio cammino.” sbuffò lottando come un matto con il joystick.

“ Te l'ho già spiegato.” dissi spazientita “ lei è la figlia del presidente degli Stati Uniti, è stata rapita dalla setta di Salazar per trasformarla in una di loro. Tu sei Leon, un militare addestrato per le missioni speciali, devi recuperare la ragazza e riportarla sana e salva a casa, dopo aver ucciso il mostro logicamente.”

“ Come fa quello li ad avere i capelli sempre così perfetti, non credo che abbia tempo di pensare alla cura personale.” borbottò lui riferendosi alla chioma bionda e immobile del protagonista.

“ Mio dio, è un gioco? Come fai a pensare a quelle cose, sembri Eve!”

“ Mmm come sei pesante … ecco, sono morto, di nuovo!” e si accasciò sul letto arrendendosi.

“ Te l'avevo detto di stare attento!” lo rimproverai prendendo il controllo del gioco “ lo sai che facciamo un punteggio basso se continui a farti uccidere.”

Mentre ero intenta a fuggire dalla donna con la motosega, Edward mi afferrò dalla vita e mi trascinò verso di lui.

Io mi abbandonai alla sua presa lasciando il povero Leon in balia del mostro. Pace all'anima sua!

“ Non è giusto, io stavo ancora giocando!” scherzai dandogli un morso su un braccio.

“ E io mi stavo annoiando, quindi...” e mi schiacciò con il suo corpo contro il materasso impadronendosi della mia bocca.

Passai una mano dietro la sua testa per avvicinarlo di più a me ma lui si fermò lasciandomi senza respirare.

“ Allora, vuoi tornare al tuo gioco?” mi provocò con il suo solito sorriso sghembo.

“ No, direi di no.” e riprendemmo da dove ci eravamo fermati.

Cercai di sbottonarli la camicia ma faticai più del dovuto, le miei mani non rispondevano esattamente come avrei voluto, poi il suo corpo schiacciato contro il mio rallentava molto i miei movimenti così, con le poche forze che mi erano rimaste, cercai di farlo rotolare su un fianco ma la mia missione fallì miseramente!

“ Liz, non capisco cosa vuoi fare.” mi disse lui trattenendo le risate e spostando il peso su un gomito.

“ Volevo stare sopra.” risposi imbarazzata “ qui sotto non riesco a muovermi.”

“ Bastava dirlo.” sorrise sollevandomi su di lui.

“ Grazie.” a mi scostai i capelli che mi ricadevano sul volto ormai irrimediabilmente in fiamme.

Lui mi prese il viso fra le mani e tornò a baciarmi.

Ripresi la mia lotta con i bottoni della sua camicia e dopo averne fatto saltare un paio riuscii a sfilargliela dandogli anche una gomitata per sbaglio.

Ed era proprio in quei momenti che non riuscivo a spiegarmi come uno come lui potesse stare con una frana come me!

Iniziai a mordicchiargli il collo per poi scendere sul suo petto assolutamente perfetto finché lui non mi costrinse a risalire per togliermi la maglietta a maniche corte. Poi si sollevò mettendosi a sedere facendo ben attenzione a non farmi staccare da lui, cosa che non avevo intenzione di fare! Intrecciai le gambe dietro la sua schiena e ripresi a baciarlo mentre le sua mani scorrevano lungo il mio corpo.

La mia pelle era incandescente contro la sua e il mio respiro diventava sempre più affannoso.

Lo desideravo con tutta me stessa e lui sembrava provare la stessa identica sensazione ma come accadeva immancabilmente, il nostro magico momento venne interrotto da quel impiccione di suo fratello.

“ Liz, hai finito con il gioco?” disse entrando in camera senza degnarsi di bussare.

Senza nemmeno accorgermene, Edward mi spostò da sotto di me e in un secondo mi fu davanti proteggendomi con il suo corpo.

“ Ops, scusate!” disse Emmet scoppiando a ridere con la sua voce profonda.

Il mio vampiro mi passò la sua camicia senza voltarsi verso di me.

“ Sei coperta?” ruggì furioso.

“ Si.” e con un rapido movimento schiacciò il fratello contro la parete bloccandolo per il collo.

“ Emmet, ti hanno mai spiegato a cosa servono le porte?” continuò lui tenendolo fermo.

“ fratellino, pensavo ti piacesse stare sopra!” lo provocò l'altro continuando a ridere divertito.

“ Esci. Subito.” ringhiò Edward buttandolo fuori dalla camera.

“ Scusate!” lo sentimmo urlare seguito dai rimproveri di Rosalie.

Io, non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere nascondendo la faccia contro il cuscino mentre lui non la prese così bene.

Tornò a sedersi sul letto passandosi nervosamente le mani fra i capelli.

“ Non lo sopporto.” sbuffò spazientito.

“ Scusa ma non l'hai sentito arrivare?” gli domandai perplessa.

“ Liz, ero concentrato su quello che stavo facendo!” sbottò sollevando gli occhi al cielo “ sai quant'è difficile escludere i loro pensieri dalla mia mente mentre cerco di stare con te?”

Io scossi la testa continuando a stringere il cuscino.

“ Ecco, è molto difficile!”

“ Mi dispiace.” dissi accarezzandolo cercando di non ridere.

“ Lo trovi divertente?” mi domandò lui sollevando un sopracciglio.

“ Un po'.” e sollevai le spalle.

“ Bene.”. Senza dire nient'altro si alzò dirigendosi verso l'armadio.

“ Cosa stai facendo?” gli chiesi aspettandomi che lui tornasse da me.

“ Cerco una camicia intatta.” rispose impassibile.

“ No, torna qui!” gli ordinai alzando la voce.

“ Ah, no mia cara. Tu continua a sfottermi.”

“ Edward?”

“ Cosa?” e si voltò verso di me incrociando le braccia al petto.

“ Non puoi lasciarmi così!” mi lamentai mettendo il broncio.

“ Oh, invece posso e questa volta sarò io a ridere.” prese una camicia bianca che era appesa e la indossò ignorando la mia richiesta.

“ Stronzo!” gli urlai ricadendo a peso morto sul letto.

Come se niente fosse accaduto, tornò a sedersi sul letto con l'unico proposito di riprendere il gioco alla PlayStation che avevamo interrotto.

Eh, no caro Edward, non si stratta così la propria ragazza!

Non piace a nessuno essere rifiutata in quel modo e di certo non mi sarei arresa facilmente.

Mi avvicinai a lui accarezzandogli la schiena, poi passai a massaggiargli le spalle ed infine iniziai a stuzzicarlo dandogli dei leggeri baci sul collo.

Sentii chiaramente i suoi nervi irrigidirsi e la fatica che provava nel rimanere concentrato in quello che stava facendo.

Mmm non pensavo di essere così brava!

Gli strappai il joystick di mano per continuare a provocarlo.

Da vero bastardo lui rimase immobile mentre mi guardava con uno sguardo assolutamente strafottente. Maledetto!

Mi avvicinai alla sua bocca, mordendogli il labbro inferiore ma, contro ogni mia previsione, lui mi scansò bruscamente lasciandomi a bocca aperta.

“ Edward!” e lo fissai allibita.

Lui mi fece segno di tacere e si prese la testa fra le mani. “ Cosa succede oggi? Ce l'hanno tutti con me?” esclamò due secondi prima che Eve entrasse nella stanza.

“ Scusate il disturbo.” disse solo per educazione “ Edward devi provare l'abito per il ballo, ci sono delle cose che non mi convincono.”

“ Tu sei pazza.” ringhiò lui scattando in piedi.

“ Lo sapevo che avresti reagito così.” rispose lei sbuffando.

“ Scordatelo.” continuò lui furioso.

“ Senti, non puoi fare sempre tutto di testa tua!” lo rimproverò lei gesticolando “ sai quanta fatica ho fatto per trovarla?”

“ Mi dispiace che tu ti sia impegnata inutilmente ma non indosserò mai, e ripeto mai, una calzamaglia!” sbottò lui con un aria schifata.

“ Una calzamaglia?” intervenni io scoppiando a ridere.

“ Non ti ci mettere anche tu, ti prego.” disse Eve fulminandomi con lo sguardo.

Io mi nascosi di nuovo dietro il cuscino cercando di trattenermi in tutti i modi.

“ Avanti provala!” insistette la vampira sventolando quella specie di tutina blu davanti al viso del fratello.

“ No, come te lo devo dire!” ribadì lui sull'orlo di una crisi di nervi.

“ Edward, non fare il bambino. Vai e basta!” lo ammonì lei senza lasciargli altra via d'uscita.

Il vampiro, arrendendosi, prese la calzamaglia e si chiuse in bagno.

“ Anche la camicia!” e riaprì la porta lanciandogliela.

In quel momento provai tutto la mia compassione nei confronti di Edward. Sapevo quanto fosse difficile lottare contro Eveline ma non credevo che anche lui potesse essere raggirato in quel modo.

Mi accomodai meglio sul letto, incrociando le gambe, attendendo con ansia di vedere il seguito di quella lite famigliare.

Dopo qualche minuto Edward uscì dal bagno. Prima spuntò solo la sua testa e vi assicuro che la sua espressione era davvero comica, poi decise di farsi vedere per intero e capii perfettamente il motivo della sua avversione verso la decisione della sorella.

Eve rimase estasiata dal risultato e batteva le mani euforica.

“ Oddio, sarai un principe perfetto!” e corse ad aggiustargli il colletto della camicia.

Io rimasi senza parole, e un'ondata di calore mi infiammò le guance e per poco non rischiai di svenire colpita da un infarto fulminante.

Nella mia mente scorrevano immagini poco caste vedendo che la calzamaglia non lasciava niente, ma proprio niente, all'immaginazione!

Era così aderente che avrei potuto fargli una radiografia solo con gli occhi.

Con la poca lucidità che mi era rimasta scattai in piedi urlando “ Noooooooooooooooooooooooooooooooo!” poi spinsi Edward di nuovo dentro il bagno odiandogli di cambiarsi, immediatamente!

“ Liz, sei pazza!” sbottò Eve guardandomi sconvolta.

“ No!” gridai di nuovo “ Tu sei pazza! Come ti è venuto in mente di farlo vestire così? Secondo te qualcuno al ballo potrebbe guardarlo negli occhi con quella calzamaglia? Sono già costretta a reprime tutti i miei istinti omicidi ogni volta che esco con lui, come potrei sopportare tutte quelle ragazze con la bava alla bocca che lo guardano come se fosse nudo?! Perché nessuno pensa a me, perché?” e sollevai le mani al cielo ormai completamente isterica.

Dal bagno sentii esplodere una profonda risata mentre Eve continuava a fissarmi con aria allibita prima di scoppiare a ridere come sciocca.

“ Beh, credo che indosserò un semplice pantalone.” intervenne il vampiro appoggiandomi una mano sulla spalla e guardandomi con aria comprensiva.

Io annuì con il cuore ancora all'impazzata, sia per il nervoso sia perché non ero ancora riuscita a riprendermi da quella visione!

“ Vi odio, entrambi!” sbottò la ragazza riprendendo i vestiti e sparendo in tutta furia dalla camera.

“ Non pensavo che fosse così iperprotettiva nei miei confronti.” commentò lui divertito.

“ No,mio caro! Tutelo semplicemente me stessa.” risposi facendogli una linguaccia.

“ Si, come no. Gelosa!” mi provocò abbracciandomi.

“ Stupido.” e affondai la testa nel suo petto. “ però potresti indossarla per me la calzamaglia?”

Lui sobbalzò a quella richiesta e io lo rassicurai immediatamente anche se l'idea in realtà non mi dispiaceva.

Dopo aver trascorso un intero pomeriggio cercando di stare sola con il mio ragazzo, ci arrendemmo spazientiti.

Probabilmente si erano messi tutti d'accordo perché immancabilmente, come ci avvicinavamo, entrava qualcuno, anche con una scusa banale, ad interromperci. Avremmo mai avuto un momento solo per noi? Ne dubitavo fortemente.

Per cena andai a la Push. Jacob e il suo branco avano organizzato un falò sulla spiaggia e Cynthia non aveva perso l'occasione di invitarmi.

All'inizio fui indecisa ad accettare l'invito ripensando all'ultima volta che io e Edward avevamo litigato per colpa delle mie amicizie. Non mi andava di deluderlo di nuovo, quindi pur andando contro a tutti i miei principi, gli chiesi il permesso. Lui sembrò particolarmente sorpreso dal mio comportamento e credo che fu proprio per quel motivo che mi lasciò andare ma ad una condizione.

“ Ti accompagno io e ti riprendo io. Alle undici mi troverai vicino al confine e cerca di non fare stupidaggini. Non dare confidenza a quei lupi, non sono persone affidabili! Divertiti ma con moderazione.” mi disse in tono assolutamente serio.

“ Certo papà.” lo presi in giro prima di sparire in camera mia per preparami.

Durante il tragitto verso la riserva lui non disse una parole ma io cercai di essere comunque gentile. Sapevo quanto era stato difficile per lui farmi contenta!

Al confine trovai ad aspettarmi Paul con la sua macchina, mi avrebbe portato lui fino alla spiaggia dato che ai Cullen non era permesso entrare nelle terre dei Quileute.

Edward non sembrò particolarmente felice di trovarlo lì dato che lui non aveva dimenticato cosa mia aveva fatto molti mesi prima.

“ Tranquillo vampiro, mi prenderò cura io della tua ragazza.” disse con uno sguardo beffardo il licantropo.

“ Ignoralo ti prego.” suggerii ad Edward dopo aver fulminato l'altro .

“ Come fai a sopportarlo?” mi domandò prima di darmi un bacio.

“ Di solito è simpatico.” e sollevai le spalle.

“ Stai attenta.” mi ripeté lui prima di lasciarmi andare.

“ Ti amo.” gli dissi istintivamente abbracciandolo.

“ Ti amo anch'io anche se mi fai arrabbiare.” rispose lui scompigliandomi i capelli.

Dopo svariati colpi di tosse da parte di Paul mi staccai da Edward e ci avviammo dagli altri.

“ Non farlo mai più!” ruggì contro il licantropo non appena entrai in macchina.

“ Cosa?” mi domandò lui confuso.

“ Sfidarlo con quel tuo tono di voce sarcastico.”

“ Oh, che paura!” commentò lui sorridendo.

“ Idiota!” e gli tirai uno schiaffo dietro la nuca.

“Ragazzina, tu non farlo mai più.” rispose guardandomi storto.

“ Oh, che paura!” dissi imitando il suo tono di voce.

“ Sai, se tu non avessi costantemente quell'odore di vampiro addosso, credo che potresti piacermi.” ammise lui annuendo convinto.

“ Fortuna che puzzo, allora!” e risi divertita.

Chiudemmo immediatamente quella conversazione anche perché lui assunse un'aria leggermente offesa e in pochi minuti arrivammo alla spiaggia.

Cynthia e il branco erano già tutti lì. I ragazzi erano intenti ad accendere il fuoco e le ragazze si dedicavano a preparare la cena.

“ Sempre la solita ritardataria!” mi rimproverò la mia amica venendomi incontro.

“ Scusa.” e l'abbracciai forte.

“ Sono contenta che tu sia venuta, Edward non ha fatto storie?”

“ No, è stato particolarmente carino.” gongolai con la testa fra le nuvole.

“ Mio dio, sei proprio cotta.” commentò lei sollevando gli occhi al cielo.

“ Oh, lo so.” e perdendola sotto braccio ci avvicinammo agli altri.

La serata passo tranquillamente, finalmente conobbi la famosa Emily, fidanzata ufficiale di Sam. Era una ragazza dolcissima e rispecchiava alla perfezione la descrizione che mi aveva fatto Cynthia, perfino nelle cicatrici che riportava sul volto dovute ad un incidente con il suo compagno.

Il licantropo, in un momento di ira, si era trasformato con Emily troppo vicino e senza volerlo l'aveva ferita.

Ora capivo perché Edward era tanto preoccupato a lasciarmi sola con loro.

Scambiai anche qualche parole con Leah, la sorella di Seth e per di più unico elemento femminile del branco.

Lei non era poi così tanto socievole ma vedendola anche diffidente nei confronti della mia amica non mi stupii più di tanto.

Come da programma, alle undici in punto, fui riaccompagnata vicino al confine, dove trovai il mio amato vampiro ad aspettarmi.

 

 

 

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@ garakame: grazie!!!!! Si infatti fa strano anche a me vedere Carlisle in quelle vesti e infatti non è riuscito molto bene nel suo compito di fare il padre severo! Per quanto riguarda Rosalie era giusto che anche lei avesse un piccolo spazio così abbiamo capito cosa pensa veramente e io trovo che lei abbia ragione in pieno! Almeno lei e Liz si sono finalmente confrontate!!!! Grazie ancora per il commento e a presto!!!!!

 

@ Fred Cullen : ahahah anche io preferirei quel gran pezzo di vampiro ad un attico! Magari potesse andare così bene anche a noi comune mortali! Beh Rose non è stata miss dolcezza ma almeno è riuscita a confrontarsi con Liz in maniera pacifica, era giusto che anche loro avessero il loro chiarimento, ora sono tutti in armonia l’uno con l’altro! Eh, povero Carlisle, guarda cosa gli tocca fare!!!!!!  Baci e a presto!

 

@ Saretta_trilly: eh si in quel capitolo si è visto chiaramente che i problemi di follia di Liz c’erano fin dall’infanzia, povere Barbie che brutta fine che hanno fatto in mano sua! Ahahahah anche io odiavo Ciccio Bello, non ha avuto una bella vita con me, ti dico solo che alla fine si è ritrovato con la testa staccata dal collo dopo una delle tante cadute che ha fatto!!!! Noto con piacere che Carlisle è piaciuto a tutte voi, sono molto contenta! Finalmente anche Rose ha avuto la sua parte come era giusto e poi Edward, beh per lui non ci sono parole, come avrai notato io lo amo alla follia!!!!!!!!! Grazie ancora per la fantastica recensione è sempre bello sapere che la storia continua ad interessarvi! Cercherò di postare al più presto se la mia connessione internet mi farà la grazia di funzionare decentemente!!!!!!! Baci e a prestooooooo!!!!!

 

 

Beh visto che oggi  mi sento particolarmente cattiva vi svelerò una piccola cosa così vi farò stare un po’ in ansia:

nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa, bella o brutta???? Mmmmm vedrete, qualcosa inizierà a cambiare …

Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!

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Capitolo 49
*** The Gift ***


 

 

The gift

 

 

 

Negli ultimi giorni non avevo fatto altro che pregare intensamente affinché la mia sbadataggine prendesse il sopravvento. Speravo in una brutta caduta o in un forte colpo alla testa che mi facesse perdere i sensi fino al lunedì della prossima settimana ma niente, immancabilmente c'era Edward che mi soccorreva prima di che riuscissi a completare la mia opera.

Perché stavo facendo tutto questo? Ma per non andare al ballo, logicamente!

“ Elizabeth, smettila di escogitare incidenti casuali perché in qualunque caso falliresti e nel caso, cosa impossibile , tu dovessi riuscire nel tuo intento, ti porterò personalmente al ballo su una carrozzella o su di una barella! Quindi finiscila!” ecco cosa mia aveva urlato Eveline stremata dalle sue visioni riguardanti i miei progetti.

Purtroppo il giorno della tortura arrivò con una velocità impressionante e questo voleva dire una cosa sola: un pomeriggio intero sotto le grinfie di Eve!

Supplicai in tutti modi Edward di non lasciarmi sola con sua sorella, mi aggrappai perfino ad un suo braccio mentre la vampira malefica mi trascinava a forza dentro camera sua ma non ebbi successo nemmeno in quell'ultima cosa.

Il mio ragazzo sembrava godere delle mie sventure!

“ Potresti stare ferma per almeno cinque minuti?” mi rimproverò la ragazza mentre armeggiava con i miei capelli.

“ Ma mi fai male.” mi lamentai con le lacrime agli occhi.

Cercava di formare un morbido chignon utilizzando migliaia di piccole e subdole forcine che mi stavano facendo impazzire. Perché capitavano tutte a me?

Quando credevo che il peggio fosse passato, arrivò il momento di indossare l'abito.

Rischiai di morire soffocata quando Rosalie mi allacciò il corpetto che andava sotto il vestito. Io ero perfettamente consapevole del fatto che a loro non serviva respirare ma a me si!

“ Uffa ma perché non posso toglierlo?” chiesi sofferente alla vampira bionda.

“ perché, essendo piatta come una tavola, quello è l'unico rimedio per farti sembrare con un minimo di seno.” mi spiegò lei divertita.

“ Ma a me non importa!” brontolai.

“ Liz, smettila di essere così pesante! Per una volta che hai un' aspetto decente non lamentarti!” sbottò lei mentre finiva il lavoro.

“ Tranquilla faccio io!” intervenne Eve dopo che finì di prepararsi.

“ Wow, sei bellissima!” esclamai vedendola.

“ Grazie, lo so!> e fece un giro su se stessa per farsi ammirare meglio.

Indossava un abito bianco e blu con una scollatura a cuore e corto fino al ginocchio. Le fasciava la vita rendendola ancora più esile per poi ricadere morbido formando alcune pieghe.

Il tutto era completato da un paio di ballerine nere coordinate con la pochette e il frontino che incorniciava i capelli lunghi e ondulati.

“ Anche tu non sei niente male, se solo provassi a rilassarti sarebbe tutto più facile!” continuò allacciandomi il braccialetto che mi aveva regalato Edward per il mio ultimo compleanno. Poi mi spinse verso lo specchio e mi lasciò osservare il suo lavoro.

Come sempre non restai delusa ma nello stesso tempo mi sentivo troppo ridicola conciata in quel modo. Tutta quell'eleganza non mi apparteneva affatto! Sembravo una caricatura di Cenerentola!

Nella mia fantasia le principesse erano delle creature aggraziate e minute, non ragazze altissime e maldestre.

“ Non dirmi che non ti piaci!” sbuffò lei incrociando le braccia al petto.

“ No, è che … oddio non lo so.” risposi sinceramente.

Quella sera indossavo un abito blu senza spalline lungo e morbido fino ai piedi con un piccolo cinturino di gioielli sotto il seno. Il sandalo argentato con un fantastico tacco vertiginoso contribuiva a far aumentare la mia ansia. I capelli erano raccolti e un trucco leggero accentuava il colore dei miei occhi perfettamente intonati con l'abito.

Nel complesso uno spettacolo niente male, peccato che quando camminavo tutta la magia svaniva come d'incanto!

“ Ragazze siete pronte?” ci chiese Jasper entrando in camera.

“ Oh, mio dio!” esclamai rimanendo imbambolata come una stupida.

“ Hai mai visto un Cappellaio Matto più figo di lui?” commentò Eve saltellando verso il suo compagno.

“ Assolutamente no!” continuai sempre incantata.

“ La ringrazio principessa.” rispose Jazz facendo un mezzo inchino.

Lui si che era davvero spettacolare.

Era vestito con una camicia bordeaux con sopra un gilette nero come i pantaloni e la giacca con rifiniture che si intonavano alla camicia. Uno strano cappello a cilindro verde rendeva il tutto più particolare.

“ Allora andiamo.” concluse il ragazzo mentre era intento a giocherellare con il suo orologio da tasca.

Utilizzai tutta la mia concentrazione per non rotolare come un salame sulle scale e ci dirigemmo in sala ad aspettare gli altri.

Il primo ad arrivare fu Emmet, seguito da Rose.

Come sempre erano impeccabili. Mi venne da ridere notando quanto fosse a suo agio il ragazzo negli abiti della Bestia, del resto quale altro personaggio avrebbe potuto interpretare?

Indossava un completo classico blu, con una camicia bianca e un gilette beige mentre la Rosalie era raggiante nel suo abito giallo lungo fino ai piedi.

“ Possibile che Edward sia sempre l'ultimo, è peggio di una donna!” brontolò Emmet sedendosi sul divano.

“ Fai silenzio, scimmione, sono pronto.” rispose il fratello scendendo dalle scale prima di fare un'entrata trionfale.

“ Oh.” esclamarono in coro le due vampire vedendolo.

E io? Beh, io stavo per svenire a terra! Qui non sarebbero bastati due schiaffi in faccia per farmi riprendere, c'era urgente bisogno di un defibrillatore e dell'ossigeno!

Lui mi mostrò il suo sorrisetto sghembo e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Io non potevo andare al ballo con uno schianto simile, in compenso sarei passata inosservata ma di certo non potevo sopportare tutti quegli sguardi adorati delle ragazze della scuola. Eh, povera me, questo è il prezzo da pagare per stare con Edward!

In una frazione di secondo il mio umore cambiò improvvisamente, iniziai a gongolare come un'idiota ripensando al fatto che lui era il mio ragazzo e di nessun altra. Un punto per te Elizabeth!

Edward si avvicinò a me in tutto il suo splendore. Il completo nero e argento contrastava perfettamente con la sua pelle pallida e il tutto era completato da un mantello che lo faceva sembrare un vero e proprio principe azzurro.

“ Sei meravigliosa.” mi sussurrò prima di darmi un leggero bacio sulla guancia.

“ Bugiardo!” e lo squadrai nuovamente dalla testa ai piedi “ Tu sei...” e rimasi imbambolata non riuscendo a trovare la parola adatta.

“ Lo prendo come un complimento.” sorrise lui “ Grazie!”

Da perfetto cavaliere qual'era, mi aprì la portiera una volta arrivati a scuola e mi scortò all'interno della palestra sotto gli sguardi invidiosi dei nostri compagni.

“ Tu sai che a mezza notte mi trasformerò di nuovo in una ragazza normale?” gli domandai immaginando già la mia fuga dalla festa.

“ Mmm spero che la mia macchina non diventi una zucca, ci rimarrei male.” rispose lui prendendomi in giro.

“ Divertente, molto divertente! “ bofonchiai mentre stavamo entrando nel locale.

Rimasi sbalordita vedendo il lavoro di scenografia che aveva fatto Eveline, era tutto assolutamente meraviglioso.

Sembrava di essere entrati in una vera e propria favola. Il coloro predominante era il blu e ad ogni angolo della stanza c'era un area dedicata ad una fiaba. C'erano carrozze, castelli in miniatura, cavalli bianchi di carta pesta, era tutto curato nei minimi dettagli e solo una maniaca della perfezione come Eve avrebbe potuto realizzare un evento del genere.

La scuola era in delirio, era tutti entusiasti della situazione e non facevano altro che complimentarsi con lei per l'ottimo lavoro.

Da vera intenditrice, eliminò la console e ingaggiò un gruppo che suonasse dal vivo.

I 100 Monkeys era la sua band preferita e a forza di ascoltarli ventiquattrore al giorno avevo iniziato ad amarli anch'io.

Rimasi estasiata quando sul palco trovai uno dei cantanti, Jackson, che intonava la prima canzone della serata ,Poison oak, la nostra preferita!

“ Oddio, ma stai sentendo?” urlò Eve spuntando da dietro le mie spalle.

“ Si, scommetto che sei stata tu a richiederla.” risposi dandole un pizzicotto.

“ Certo!” e iniziò a saltellare come una pazza.

“ Un attimo di attenzione!” e il cantante richiamò l'attenzione di tutti i presenti “ volevo dedicare questa canzone alla nostra più grande fan. Eveline, questa è per te!” e le sorrise facendole l'occhiolino prima di iniziare a cantare The Reeper.

“ Ahhhhhhhhhh!!!!!!!!!!! Hai visto, hai visto c-cosa ha fatto?” urlò di nuovo la vampira strattonandomi come se fossi una bambola.

“ Si, si ho visto!” e scoppiai a ridere divertita.

“ Coma osa quello dedicare una canzone a mia moglie!” intervenne Jasper con aria imbronciata.

“ Tranquillo amore, domani sarò di nuovo tutta tua!” rispose la ragazza dandogli un rapido bacio. Lui roteò gli occhi al cielo e si arrese all'idea che la sua compagna era momentaneamente fuori di testa più del solito.

“ Andiamo a cercare Cynthia?” dissi ad Edward prendendolo per mano.

Lui annuì e mi condusse dall'altro lato della palestra.

“ Eccola.” e con un cenno della testa mi indicò una coppia che ballava in mezzo alla folla.

Mi feci strada fra le persone, pestando anche qualche piede ma sempre involontariamente e finalmente arrivai da loro.

“ Cenerentola!” gridò lei abbracciandomi.

“ Biancaneve suppongo.” dissi guardandola meglio.

Lei annuì soddisfatta.

Poi posai lo sguardo su Jacob e per poco non scoppiai a ridere scatenando la sua furia.

“ Jake!” lo salutai con un cenno della mano “ sei proprio elegante.” e mi tappai la bocca con una mano per soffocare un'altra risata.

Non che stesse male con quel completo elegante celeste e bianco ma sembrava … oddio no, stava malissimo!

Jacob non era il tipo di ragazzo a cui donava un abito del genere, poi quel colore sbatteva troppo sulla sua pelle e la sua espressione era assolutamente comica.

“ Non osare commentare, principessina dei miei stivali!” mi ammonì il licantropo notando la mia reazione.

“ Jacob, dopo questa sera saprò come ricattarti.” sghignazzò Edward cingendomi la vita con le sue braccia.

“ Basta, come siete cattivi!” si lamentò Cynthia abbracciando il suo ragazzo.

“ Io ti avevo detto che sarei stato lo zimbello del ballo.” bofonchiò lui imbronciato.

“ Non è vero amore, stai benissimo.” continuò lei assolutamente convinta delle sue parole.

“ Si è vero.” continuai io sfottendolo.

Dopo aver continuato a scherzare con la mia amica mi ritrovai nel centro della pista stretta ad Edward a ballare un lento, nel senso che lui ballava e io mi limitavo a seguire i suoi passi.

“ Allora, vuoi andare via?” mi domandò cogliendomi alla sprovvista.

“ Molto volentieri.” risposi sollevata.

“ Andiamo a casa?” sussurrò contro le mie labbra.

“ Mmmm no.” e gli diedi un leggero morso sul labbro inferiore.

“ E dove vorresti andare?” chiese incuriosito.

“ Ovunque tranne che a casa. Mi piacerebbe stare con te … senza nessuno che, beh insomma hai capito.” balbettai imbarazzata.

Lui scoppiò a ridere facendo vibrare il suo petto contro il mio.

“ Va bene, penserò a qualcosa.” e mi stinse a lui impadronendosi delle mie labbra. “ Lo sai che ti amo?” disse infine prendendomi il volto fra le mani e guardandomi negli occhi.

“ Mai quanto me.” risposi appoggiando la mia fronte contro la sua.

Mi abbandonai fra le sue braccia beandomi di quella sensazione. Non avrei mai immaginato che quella serata potesse prendere una svolta del genere. Era tutto assolutamente perfetto e finalmente stavamo per avere un momento solo per noi. Dopo aver subito per giorni l'euforia di Eve, l'invadenza di Emmet e chi più ne ha più ne metta, era giusto prenderci una pausa da tutto quanto.

All'improvviso però, il vampiro si irrigidì lasciando la presa e si voltò di scatto dall'altra parte della stanza facendomi sobbalzare.

“ Edward?” lo chiamai scuotendolo per la giacca.

“ Dobbiamo andare.” ruggì furioso.

E senza dire nient'altro,in una attimo ci ritrovammo di nuovo dai suoi fratelli che circondavano Eveline.

Immediatamente capii cosa stava succedendo. Lo sguardo della ragazza era perso nel vuoto e i suoi pugni era stretti lungo i fianchi.

“ Cosa hai visto?” le chiese Jasper accarezzandole i capelli.

“ Non riusciremo a raggiungerlo, è troppo veloce.” disse la vampira rivolgendosi ad Edward con aria rassegata.

“ Bastardo!” ringhiò lui passandosi nervosamente una mano fra i capelli.

“ Di chi state parlando?” domandai guardando entrambi allarmata.

“ Cosa facciamo?” continuò Edward ignorandomi.

“ Niente, in fondo non ha fatto nulla di male. È solo un regalo.” rispose Eve.

“ Cos'ha intenzione di fare?”

“ Niente che coinvolga noi.”

“ perché ora?”

“ Voleva rinfrescarle la memoria.”

Mentre quei due continuavano il loro discorso indecifrabile per noi comuni vampiri, iniziai ad innervosirmi perché non stavo capendo più niente ed odiavo essere messa da parte in quel modo. Fortunatamente non ero l'unica a sentirmi così.

“ La smettete voi due? “ sbottò Emmet facendoli smettere “ Che diavolo sta succedendo.”

“ Angel.” disse Edward serrando la mascella.

Al suono di quella parola iniziò a girarmi la testa facendomi mancare il pavimento da sotto i piedi. Era tornato?

“ Cosa?” esclamò Rose sorpresa.

“ Si, lui ...” ma Edward non riuscì a finire la frase perché nel frattempo io mi stavo accasciando a terra priva di forze.

“ Liz!” mi risvegliò lui dandomi un colpetto sul viso.

“ Ha fatto del male a qualcuno?” domandai con un tono assolutamente piatto e privo di espressione.

“ No, no. Non ha fatto niente di male.” cercò di rassicurarmi Eve prendendomi per mano.

“ Cosa voleva allora?” continuai.

“ Vieni, torniamo a casa.” così Edward mi sciolse dalla presa della ragazza e mi trascinò fuori dalla scuola.

Durante tutto il tragitto rimanemmo in silenzio. Lui si voltò più volte dalla mia parte per controllare se stessi bene mentre io continuai a fissare la strada con sguardo perso.

Non potevo credere che quel mostro era stato qui e noi non avevamo potuto fare niente per fermarlo. Perché doveva continuare a torturarmi, non gli bastava assillarmi con la sua immagine durante la notte?

Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato ma non pensavo così presto. Non ero pronta per affrontare tutto di nuovo, non ero abbastanza forte.

Entrai in casa, seguita da Edward.

Non c'era nessuno. Gli altri stavano per raggiungerci ed Esme e Carlisle erano usciti.

Accesi tutte le luci nervosamente, il buio non mi metteva a mio agio in quel momento.

“ Liz, è andato via. Non è qui.” mi disse Edward bloccando la mia crisi di nervi.

“ Lo so ma non mi fa stare tranquilla il fatto che lui sia stato nei paraggi.” risposi passandomi le mani nervosamente fra i capelli.

“ E' stato qui, in casa.” e indicò con un cenno della testa il tavolo della sala.

Io mi voltai di scatto con il cuore in gola.

Un'elegante scatola nera, adornata da un fiocco rosso era appoggiata sul mobile.

La fissai per qualche secondo prima di decidermi a scoprire cosa contenesse.

Strappai il nastro che l'avvolgeva e l'aprii con le mani che tremavano come foglie.

Al suo interno c'era un mazzo di rose rosse con un foglio ripiegato.

Mi voltai verso Edward e lui si precipitò al mio fianco senza che io dicessi nulla.

Distesi il foglio e scoprii che era uno dei suoi disegni. Questa volta il soggetto ero io, sul suo letto che dormivo serena. In basso sulla desta c'era una scritta '' A presto ''.

La rabbia prese il sopravvento e senza accorgermene mi ritrovai a ridurre a brandelli il foglio, poi scaraventai le rose a terra spargendo i petali su pavimento.

Infine scoppiai a piangere dando un calcio contro la sedia.

Lo odiavo, lo detestavo, come osava rovinarmi ancora la vita? Cosa voleva ancora?

Aveva cercato di distruggere tutto ciò che mi circondava, aveva fatto terra bruciata intorno a me e ciò nonostante sapeva che mai e poi mai sarei stata sua.

Io non ero sola come lui, avevo delle persone che mi amavano e mi avrebbero protetta a qualunque costo, cosa voleva dimostrare con quel gesto? Forse ricordarmi della sua presenza, torturarmi, portarmi alla follia come aveva fatto con quella psicopatica di Drusilla?

Oh, no, non ci sarebbe riuscito con me, questo era certo!

“ Liz, calmati.” mi disse Edward prendendomi le mani.

“ i- io, ho bisogno di stare un attimo da sola.” balbettai con la voce rotta dal pianto.

“ Va bene.” rispose asciugandomi le lacrime.

“ Vado in camera mia.” farfugliai dirigendomi al piano di sopra.

Non appena chiusi la porta alle mie spalle scoppiai nuovamente a piangere.

Mi mancava il respiro, le gambe mi tremavano e la mia mente non riusciva più a formulare pensieri logici.

Fra i singhiozzi mi sfilai il vestito e lo lanciai a terra poi lottai contro il bustino che mi smorzava il fiato ma non riuscii nel mio intento.

Slacciai i sandali e mi buttai sul letto affondando il volto fra le coperte.

Rimasi immobile in quella posizione cercando di controllare il respiro per evitare di soffocare.

Dopo qualche minuto o almeno così credevo dato che avevo perso la cognizione del tempo, Edward entrò in camera. Probabilmente era preoccupato non sentendo più alcun rumore.

Io sollevai la testa e gli feci cenno di avvicinarsi.

“ Ti prego liberami da questa tortura.” e gli voltai le spalle affinché mi slacciasse il bustino.

“ Potevi chiamarmi prima se ti serviva aiuto.” disse mentre sganciava i gancetti ad uno ad uno.

“ Lo so, ho perso un attimo la testa.” risposi schiarendomi la voce.

“ Stai meglio ora?”

“ No.”

Rimanendo sempre di spalle a lui, mi alzai dal letto e mi infilai una maglietta a maniche corte lunga fino a metà coscia. Poi tornai a sdraiarmi.

Edward si sfilò la felpa e me la fece indossare notando che stavo tremando dal freddo.

Senza dire niente si distese affianco a me avvolgendo entrambi con le coperte, mi strinse a lui facendo aderire il suo petto contro la mia schiena e mi abbracciò forte.

“ Mi dispiace.” sussurrai rimanendo immobile.

“ Per cosa?” domandò lui sorpreso.

“ Non volevo che la nostra serata finisse in questo modo.” e cercai di tirare in dietro le lacrime.

“ Stiamo insieme, da soli e dubito che qualcuno entri in questa stanza se non vuole rimanere ucciso.” scherzò lui accarezzandomi.

“ Sai che non mi riferivo a questo durante il ballo.” precisai.

“ Lo so.” e mi diede una bacio sul collo.

“ Mi farò perdonare.” promisi stringendogli una mano.

“ Allora aspetterò con ansia quel momento.” sghignazzo lui divertito.

Finalmente mi calmai stretta nella sua presa e crollai in un sonno senza sogni.

 

 

 

 

Piccola precisazione:

Per chi non lo sapesse i 100 Monkeys sono il gruppo di Jackson Rathbone, il nostro amato Jasper.

Io e la mia coinquilina siamo assolutamente e pazzamente innamorate di lui, soprattutto lei, io sono più per il magnifico inglese Robert! Comunque, dato che il nostro sogno è andare ad un loro concerto, visto che il sogno di vedere  Rob dal vivo l’abbiamo già realizzato, ho pensato di esaudire il nostro desiderio con questo capitolo con la speranza che tutto, prima o poi, diventi realtà! Dedico questo capitolo alla mia amata coinquilina, alla quale ho proibito di commentare perché sarebbe troppo di parte!!!!!

Grazie per l’attenzione e al prossimo capitolo!!!

 

Jasper

Eveline

Emmet

Rosalie

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Capitolo 50
*** I Need You ***


Ragazze sono tornata! Oddio scusate se non ho risposto alle recensioni dello scorso capitolo ma mi sono dimenticata di postarle! A pensare che le avevo anche scritte ma poi quando ho pubblicato non le ho aggiunte! Eh, che volete, è la vecchiaia che avanza!!!

Beh, ora vi lascio al nuovo capitolo e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate! Baci a tutti e a presto!!!!!

 

 

 

I need you

 

 

 

 

 

La settimana passò tranquillamente, se così si poteva dire, dopo la drammatica notte del ballo.

In quel momento mi ripromisi di non partecipare mai più e ribadisco con assoluta fermezza il MAI PIU' ad un ballo. Immancabilmente finiva sempre in tragedia.

La prima volta Edward mi aveva lasciata, di nuovo, dopo aver trascorso dei piacevoli giorni. L'ultima volta Angel aveva pensato di farmi recapitare un simpatico ricordino dei vecchi tempi andati.

Da quel giorno non avemmo più notizie di lui, niente di niente ma nonostante quel suo silenzio, nessuno di noi riuscì a rilassarsi.

Io ero costantemente terrorizzata, non riuscivo a stare un secondo da sola perché ovunque andassi sentivo la sua presenza, il suo sguardo su di me, le sue parole... insomma tutto mi faceva venire la pelle d'oca.

Edward era impazzito, nel vero senso della parola. La sua iperprotettività aumentò in maniera esponenziale, se glielo avessi permesso mi avrebbe seguita perfino in bagno!

Non si staccava mai da me e la cosa, pur avendo i suoi vantaggi, iniziava a pesarmi.

Ero stata io la prima a dire che non volevo essere lasciata sola ma ero pur sempre una persona che, di tanto in tanto, aveva bisogno dei propri spazi.

Logicamente il mio ragazzo non era a conoscenza di tutto ciò, non potevo accusarlo di tenere troppo alla mia vita.

La persona, però, a cui andava peggio era Eveline.

Tutte la rabbia e le angosce di Edward si riversavano su di lei. Il vampiro aveva iniziato a pretendere l'impossibile dalla sorella, costantemente le rimproverava di non aver avvertito prima la presenza di Angel e per questo la costringeva a scrutare ogni secondo il futuro del nostro nemico.

Eve cercava sempre di mantenere la calma perché in parte si riteneva responsabile ma anche lei aveva un limite di sopportazione, proprio come tutti noi.

Per concludere il grazioso quadretto, anche Jasper stava uscendo fuori di testa a causa di tutte quelle emozioni che si riversavano in casa.

Per quanto gli era possibile, cercava sempre di tranquillizzarci ma era difficile fare qualcosa quando anche lui veniva colpito dai nostri sentimenti.

Carlisle e Esme mantennero un atteggiamento da normali persone adulte, non che i loro figli non lo fossero, del resto il più giovane aveva più di cinquant'anni!

Anche se agitati tentavano di rassicurarci in tutti i modi.

Le uniche persone che sembravano vivere tutto con molta leggerezza erano Emmet e Rose.

Il primo non vedeva l'ora di uno scontro faccia a faccia e la seconda, beh era Rosalie, lei sapeva sempre come affrontare i problemi!

E come un'ondata di freschezza arrivò finalmente il fine settimana.

Previsioni? Due giornate di sole per tutta la cittadina di Forks e questo voleva dire che un bel week-end dedicato alla caccia!

Peccato che anche qui sorsero dei problemi.

A causa della mia stupidità, avevo perso quasi due mesi di scuola e per questo, nell'ultimo periodo, stavo cercando di recuperare il tempo perduto e quindi sarebbe stato impensabile perdere dei giorni che avrei potuto dedicare allo studio!

Non che la cosa mi dispiacesse, in fondo non amavo particolarmente le escursioni fra i monti in cerca di qualche belva feroce.

Solitamente i Cullen si allontanavano da Forks, quando potevano, in cerca di qualcosa di più sostanzioso da mettere sotto i denti, sempre animali logicamente!

Tutti ciò però costituiva un problema: io non potevo essere lasciata sola a casa!

“ Andate voi, io rimango qui.” disse Edward non appena sentì i pensieri del resto della famiglia riguardo alla gita.

“ No, ne hai bisogno anche tu.” lo rimproverò Rosalie.

“ Sto bene.” continuò lui fermo sulla propria decisione.

“ Edward, tua sorella ha ragione. Da quanto non ti nutri decentemente?” intervenne Carlisle.

“ Non è un problema.” continuò il vampiro.

“ Edward...” cercai di parlare ma lui mi bloccò prima che potessi continuare.

“ Non è il momento.” mi ammonì lui senza rivolgermi lo sguardo.

“ Ehi!” sbottai strattonandolo e costringendolo a voltarsi verso di me “ Non osare più rivolgerti a me in questo modo, ragazzino petulante che non sei altri!”

Lui mi guardò con aria sconvolta senza dire nulla.

“ Non ti accorgi che stai impazzendo? E poi guarda il tuo aspetto, hai delle occhiaie che ti arrivano fino ai piedi e sei anche più brutto!” quello non era vero ma non sapevo dove appigliarmi “ quindi, vai!”

Dopo qualche secondo di silenzio, tutti quanti scoppiarono a ridere tranne Edward che fulminò tutti adirato.

“ Bel discorso sorellina!” mi incoraggiò Emmet facendomi l'occhiolino.

“ Grazie.” gongolai soddisfatta “ allora?” e mi voltai di nuovo verso il vampiro.

“ Non ti lascio qui da sola.” ribadì lui.

“ Non sarà sola.” precisò Eveline. “ Io e Jazz staremo con lei finché non tornerete voi, poi partiremo. Certo non potremo stare molto tempo a caccia ma credo sia l'unica soluzione.”

“ Non lo so.” sbuffò Edward.

“ Uffa come sei pesante, l'ho già visto, andrà bene!” disse esasperata Eve.

“ Ma perché non posso restare qui? Mi nutrirò come faccio sempre.”

“ Edward.” lo riprese Jasper. “ Lo sai che non puoi.”

A quelle parole, o più precisamente sentendo i suoi pensieri, Edward strinse i pugni lungo i fianchi e annuì sconfitto.

“ Cosa stava pesando?” gli domandai incuriosita. Non pensavo che Jazz potesse essere così persuasivo.

“ Jasper si è accorto che ultimamente faccio fatica a starti vicino.” disse lui serio.

“ Cosa?” esclami non capendo il senso di quella frase. Da quando era faticoso starmi vicino, avevo forse qualcosa che non andava?

“ Il tuo... sangue è piuttosto invitante.” ammise con un mezzo sorriso.

“ Ah.” e arrossii imbarazzata per non averci pensato prima.

Anche se ero per metà una vampira avevo trattenuto alcune caratteristiche umane come il normale funzionamento del cuore e logicamente il mio sangue era identico a quello di qualsiasi altra persona.

“ Tranquilla, riesco a resisterti.” mi tranquillizzò subito notando la mia reazione.

“ Quindi è deciso, andate prima voi e poi partiremo io e Jasper.” concluse Eve.

“ Va bene.” rispose Edward sbuffando.

La mattina del venerdì, il resto della famiglia andò via mentre io andai normalmente a scuola, del resto lì non poteva accadermi niente, di certo Angel non mi avrebbe attaccata sotto la luce accecante del sole.

Il pomeriggio studiai come non mai, cercando di anticiparmi i compiti per poter passare più tempo con Edward non appena sarebbe tornato.

Fui talmente immersa nei miei libri che per tutto il tempo non ebbi l'opportunità di metabolizzare la lontananza dal mio vampiro.

Solo la sera, quando mi infilai nel letto, sentii tutto travolgermi come una valanga.

Mi mancava terribilmente, lo so, lo so ero patetica, ma del resto non ci vedevamo da quindici ore, trentaquattro minuti e qualche secondo.

Affondai il viso nel cuscino e mi rinchiusi nel mio piccolo mondo dove, da qualche tempo, avevo fatto entrare anche Edward.

Durante tutta la notte mi svegliai ripetutamente cercando disperatamente la sua presenza ero così abituata ad averlo sempre così vicino che non mi ero resa conto di quanto lui fosse vitale per me.

In quel momento pensai seriamente di chiedere un consulto ad un bravo psichiatra!

Alle otto del mattino, ormai spazientita di rigirarmi continuamente fra le coperte, mi alzai per andare a fare colazione.

Nella casa regnava il perfetto silenzio, si sentiva solo la risata di Eve che proveniva dalla sua stanza. Eh, beati loro!

Mentre formulavo quell'allegro pensiero feci qualcosa che non avrei mai dovuto fare:

MAI indossare la felpa lasciando che ti copra la visuale per qualche secondo, mentre, ancora assonnata e con la testa fra le nuvole, si scende le scale!

Durò tutto una frazione di secondo, un attimo prima ero in piedi pronta ad appoggiare un piede sul gradino e subito dopo mi ritrovai a ruzzolare come un sacco di patate.

Avvertii un grido seguito dal rumore della porta che si apre prima di sbattere rovinosamente la testa contro lo spigolo della parete che girava verso la sala.

“ Elizabeth!” urlò Eveline venendomi in contro.

Io rimasi a terra stordita come non mai.

“ Oddio, scusa non ti ho vista ero,ero distratta!” e con delicatezza mi sollevò dal pavimento.

“ Mi fa male la testa.” rantolai voltandomi verso di lei.

Ecco perché era distratta, maledetta!

Eve aveva l'aria totalmente sconvolta! I capelli erano spettinati e arruffati, la maglia era a rovescio e per avvalorare la mia tesi, spuntò Jasper con tanto di camicia sbottonata!

“ Hai un taglio sulla fronte.” disse prima di trattenere il respiro.

“ Che gioia!” esultai in tono ironico portandomi una mano sulla ferita.

“ Dovresti disinfettarla.” intervenne Jasper prendendomi in braccio e portandomi in cucina.

“ Ma voi non eravate rimasti qui per sorvegliarmi?” lo provocai mentre prendeva la cassetta del pronto soccorso riservata alla mia sbadataggine.

Lui scoppiò a ridere porgendomi un batuffolo di ovatta imbevuto di disinfettante.

Io lo passai delicatamente sul taglio e sobbalzai per il bruciore!

Dovevo aver dato una bella testata per essermi ridotta in quel modo, non era facilissimo scalfire la mia pelle di semi vampira!

Non appena mi guardai allo specchio mi venne da piangere,non tanto per il dolore ma quanto per la mia idiozia. Ma come si fa a cadere in quel modo, come?

Mi abbandonai sul divano con un sacchetto di ghiaccio sulla fronte e uno sulla caviglia che aveva subito una torsione disumana durante la rotolata per le scale. Bel modo di iniziare la giornata!

Evitai di muovermi per tutto il tempo così da non combinare altri guai mentre aspettavo il ritorno degli altri.

Verso le tre del pomeriggio, Edward rientrò in casa sbraitando contro la sorella ancor prima di aprire il portone dell'ingresso.

“ Non ti avevo affidato un compito tanto difficile!” urlò lui mentre Eve rimenava impassibile.

“ Si, si va bene.” sbuffò lei.

“ Ti detesto quando fai così.” ringhiò il vampiro.

“ Ehi, non sono morta!” gesticolai ancora seduta sul divano.

“ Su, Edward, non essere sempre così pesante. Non è successo niente, lo sai che si fa male sempre da sola!” continuò lei sghignazzando.

“ Sparisci, mostriciattolo.” bofonchiò lui sorridendo.

Lei gli fece una linguaccia e andò a recuperare Jasper per poi sparire nel nulla.

“ Dove sono gli altri?” chiesi ad Edward non appena rimanemmo soli.

“ Non ci sono.” rispose controllandomi la caviglia.

“ Si, questo lo vedo. Quando tornano?”

“ Mmmm domani sera.” continuò lui tranquillamente.

Non appena sentii quelle parole andai in iperventilazione e poi nel panico più totale.

Io e Edward, soli, in una casa vuota per un giorno intero.

Nessun Emmet che ci interrompeva nei momenti migliori, nessuna Eve con le sue manie dei vestiti, niente di niente, solo noi.

“ Non ha un bell'aspetto.” commentò lui passando ad osservare il taglio sulla fronte.

“ E' solo un graffio.” lo tranquillizzai.

“ Possibile che tu non riesca mai a stare fuori dai guai?”

“ Non è stata colpa mia, sono state le scale a trarmi in inganno.” mi giustificai in modo patetico.

“ Si, come no!” sorrise lui.

“ Quindi, siamo soli?” domandai arrossendo come un peperone.

“ Suppongo di si.” rispose dandomi un leggero bacio sulle labbra.

“ Ho fame!” esclami sobbalzando.

Ok, ero idiota, avevo aspettato quel momento da sempre e ora che tutto sembrava girare in nostro favore mi lasciavo prendere dall'ansia?

“ Certo, cosa ti prendo?” disse lui scattando in piedi ignaro dei miei ingarbugliati pensieri.

“ Cioccolata, portami tutta la cioccolata che c'è in casa.”

Lui sollevò un sopracciglio incuriosito e poi fece quello che gli avevo chiesto.

Iniziai a mangiare nervosamente tutto ciò che avevo per le mani mentre guardavamo uno stupido programma in tv ma la cosa non mi rilassò affatto. A mano a mano che i biscotti finivano la mia ansia aumentava a dismisura.

“ Liz, stai bene?” mi domandò lui preoccupato.

“ Io?” risposi con la bocca piena “ ma certo, perché dovrei stare male? Sto benissimo, veramente. È proprio una bella serata, calma, tranquilla, rilassante.” e iniziai a sputare parole a raffica senza rendermene conto “ anche il tempo è bello, hai notato che l'aria è particolarmente calda? Se fai attenzione riesci a vedere anche qualche stella fra le nuvole. Non che siano fra le nuvole ma se si spostano si vedono. Sono molto belle.”

Mentre io continuavo a blaterare frasi senza senso lui mi scrutava con un aria sconvolta, probabilmente pensava che il colpo che avevo ricevuto in testa avesse fatto più danni del previsto.

“ Ok, smettila di guardarmi in quel modo.” lo rimproverai cercando di riordinare le miei idee “ non sono impazzita è solo che … beh, insomma sono … oddio posso scavarmi una fossa e seppellirmi per il resto dei miei giorni?” piagnucolai nascondendo il volto fra le mani.

“ Liz, scusa ma non riesco più a seguirti.” mi disse lui costringendomi ad incrociare il suo sguardo.

No, questo non va bene, se mi guardi così muoio. Pensai mentre le mie guance si coloravano di rosso.

“ Credo di essere un po' agitata.” confessai in imbarazzo.

“ Per cosa?” mi chiese lui confuso prendendomi una mano.

“ Per … allora io non è che non voglio stare sola con te ma la cosa mi... mi agita.” continuai sperando che lui avesse capito il fulcro del mio pseudo discorso.

“ Mmmm “

Quella fu il suo commento. Gran bella risposta stupido vampiro che non sei altro!

“ E quel verso cosa dovrebbe significare?” sbottai innervosendomi ancora di più.

“ Niente, era solo un '' mmmm '', non ha un significato ben preciso.”

“ Edward tu lo sai che così non mi aiuti.” dissi scuotendo la testa.

“ Infatti non voglio aiutarti. Mi piace vederti così.” e scoppiò a ridere lasciandomi allibita.

“ Idiota.” brontolai.

“ Pazza.” ribatté lui.

“ Ti odio.”

“ Anche io.”

“ Io di più.” ribadii prontamente.

“ A si?” e mi sollevò all'improvviso dal divano prendendomi in braccio “ allora questa sera non avrò pietà.” e come se niente fosse iniziò a camminare verso camera mia.

Possibile che non avesse capito che io in quel momento stavo per avere una crisi isterica?

Aprì la porta senza lasciarmi scendere poi si avvicinò al letto e mi fece sedere facendo attenzione alla mia caviglia dolorante.

Con molta tranquillità si sfilò le scarpe e si distese comodamente affianco a me.

“ Mi dai un minuto?” dissi rotolando dall'altro lato del letto per fuggire dentro il bagno.

“ Un minuto solo.” precisò lui serio.

Io annuii distrattamente e saltellai su un piede solo verso il mio rifugio.

Scattai immediatamente verso lo spazzolino e mi lavai in fretta i denti, poi cercai di districare i nodi che si erano formati tra i capelli ed infine mi sciacquai la faccia con l'acqua gelida con l'intenzione di riprendere la lucidità perduta.

“ Liz, sono passati cinque minuti. Tra due secondi esatti entro e ti trascino fuori a forza.” mi avvertì lui senza il minimo accenno di ironia nella sua voce.

Oddio, ora farò una grande figura di merda, lo so, me lo sento. Continuavo a ripetermi nella mente.

Saltellai di nuovo verso il letto e tornai nella posizione di prima, cioè seduta con gli occhi incollati al soffitto.

Dopo alcuni minuti di imbarazzante silenzio mi voltai verso di lui.

“ Allora, hai intenzione di rimanere lì fermo?”

“ Ti giuro, io non ti capisco.” e scoppiò a ridere senza il minimo ritegno “ sicura che la caduta di questa mattina non abbia causato danni permanenti?”

“ Uffa.” sbuffai sdraiandomi vicino a lui e appoggiando la testa sul suo petto.

Ok, non riuscivo a stargli lontana!

Immediatamente Edward mi strinse fra le sue braccia e io, come per magia, mi sentii finalmente meglio.

“ Mi sei mancato.” sussurrai accarezzandolo.

“ Anche tu amore.” rispose sollevandomi in modo che i nostri volti fossero il più vicino possibile.

“ Non voglio stare più senza di te.” confessai prima di sfiorare le sue labbra.

“ Non accadrà più, te lo prometto.” e iniziò a baciarmi dolcemente.

Mi accomodai meglio sul suo corpo e affondai una mano fra i suoi capelli ma lui si girò su un fianco tenendomi sempre stretta.

Con una mano tracciò il contorno del mio viso per poi scendere lungo il collo e sempre più in basso fino alla mia coscia. Continuava a sfiorare il mio corpo con le dita e ogni volta era sempre più difficile non perdere il controllo.

Improvvisamente smise di baciarmi e mi sollevò il mento in modo che i nostri sguardi si incrociassero.

“ Ti ho già detto che ti amo?” mi domandò scostandomi una ciocca di capelli che mi ricadeva sulla fronte.

“ Non abbastanza.” risposi sorridendo.

“ Ti amo, Elizabeth.” e fece una piccola pausa “ tu sei la cosa più bella che mi sia capitata in quest'ultimo anno, io non saprei come fare senza di te. Sei la mia luce, il mio mondo e non finirò mai di ringraziarti per avermi permesso di amare di nuovo.”

“ Edward.” ma non riuscii a finire la frase perché subito i miei occhi iniziarono a bagnarsi di lacrime così sollevai un attimo lo sguardo verso l'alto.

“ Ehi, sbaglio o mi avevi promesso che non avresti più pianto per me?” disse cercando di salvarmi da quel momento per me imbarazzante. Sapeva perfettamente quanto faticassi ad esprimermi a parole.

“ Ma le lacrime di gioia sono diverse.” risposi dandogli un bacio “ se aspetti qualche secondo forse riesco a formulare una frase che abbia un minimo di senso.”

“ Non serve, mi basta che ora tu sia qui con me.” mi rassicurò lui.

“ Eh no mio caro. Ora è arrivato il mio turno.” e mi accomodai meglio fra le sue braccia. “ non sarò efficace come te ma farò del mio meglio.”

Così mi schiarii la voce e diedi sfogo a tutti i miei pensieri.

“ Sono io che dovrei ringraziarti e non tu. Edward, mi hai dato la forza di andare avanti, sei stato la mia ancora di salvezza per mesi quando sono stata via di casa, anche se all'inizio non mi volevi io ho sempre creduto che tu fossi parte di me. Lo so, è assurdo dato che tu mi trattavi di merda.” dopo aver detto quella parola mi tappai la bocca. Elizabeth, stai facendo una dichiarazione d'amore e ci metti di mezzo quella parolaccia, santo cielo!

insomma, stavo dicendo … nonostante tutto io ero convinta che non potevamo completarci a vicenda ed in effetti è quello che poi è successo, giusto?”

Lui annuì divertito.

“ Appunto, quindi detto ciò avevo ragione io e tu sei il solito testardo che ci mette dei secoli a capire le cose. Mmmm credo di aver perso il senso del discorso, in realtà non volevo dire questo.” confessai arrossendo dalla vergogna. Possibile che ogni volta dovevo perdermi nelle miei paranoie, era tanto difficile dire che lo amavo incondizionatamente e che senza di lui non potevo vivere? Ah, ecco così riesco a dirlo!

Liz, non fa... “ ma lo bloccai prima in tempo per finire il mio discorso.

“ Edward, io ti amo da morire. Ogni volta che sono con te mi sembra di vivere un sogno, a volte non riesco nemmeno a credere che questa sia la realtà. Sei come l'ossigeno per me e tu sai che io senza ossigeno non posso vivere, quindi evita di lasciarmi altrimenti ...” ed ecco di nuovo che sviavo l'argomento. “ ok, la smetto. Ti amo, basta!”

Lui scoppiò a ridere nascondendo il volto nell'incavo del mio collo. Certo, in un'altra situazione mi sarei infuriata da morire ma in quel momento non potevo dargli torto, ero stata una vera frana ma almeno tutte le mie parole era assolutamente sincere.

“ Scusa non volevo sminuire il tuo discorso.” disse lui riprendendosi.

“ Tranquillo, non mi sono offesa.”

“ Sono le parole più belle che tu abbia mai detto da quando stiamo insieme.” continuò lui.

“ Si, lo so, mi sono impegnata.” scherzai io.

“ Lo sai che ti amo anche per il modo in cui cerchi di spiegarmi le cose?”

“ Ammettilo, è la parte che preferisci.” lo provocai io dandogli un pizzicotto.

“ Mmmm, in realtà sono altre le parti che preferisco.” e ricominciò a baciarmi ed accarezzarmi, riprendendo dal punto in cui ci eravamo fermati.

“ Oddio, non mi sembra vero che stiamo soli.” disse mentre scendeva lungo il mio collo.

“ Non lo dire, potrebbe spuntare Emmet da qualche parte.” e afferrai con violenza il suoi capelli quando la sua mano scivolò sotto la mia maglietta. “ scusa.” balbettai anche se probabilmente lui non si era accorto di nulla dato che non dava il minimo segno di cedimento.

Con un rapido gesto mi slacciò il reggiseno e iniziò a sfiorarmi il seno regalandomi dei brividi lungo tutto il corpo.

Lottai con la sua maglia e questa volta vinsi alla grande e riuscii ben presto a sfilargliela di dosso anche se lui dovette staccare le sue mani dal mio corpo per qualche secondo.

Approfittando di quel momento anche lui mi tolse la maglietta e,dato che eravamo in tema, anche i pantaloni della tuta.

Poi tornò a sdraiarsi sopra di me facendo attenzione a bilanciare il suo peso. Automaticamente intrecciai le gambe attorno ai suoi fianchi per attirarlo più vicino a me ma la stoffa dei suoi jeans ci separava troppo, così iniziai ad armeggiare con i bottoni anche se l'impresa fu ardua.

Lui, da vero gentiluomo, per evitare di farmi fare una figura del cavolo, mi aiutò e in un secondo ci ritrovammo nudi ancorati l'uno all'altro.

Il contatto della sua pelle con la mia era qualcosa di unico e fantastico. Per mesi avevo sognato e desiderato di provare di nuovo quella sensazione, dopo la nostra piccola avventura di una notte ma questa volta era diverso.

Sapevo a cosa andavo in contro. Lui mi amava e non mi avrebbe lasciata per nessuna ragione al mondo.

Non mi sarei mai stancata di fare l'amore con lui, di sentirlo dentro di me, del suo corpo così in sintonia con il mio, delle sue parole, dei suoi baci, delle sue carezze, della sua voce che sussurrava il mio nome, non mi sarei mai stanca di amarlo e di desiderarlo come quella notte.

Ero sua, in tutti i sensi e lui era mio, per sempre.

Tutte le paure che mi avevano tormentato per un intero pomeriggio svanirono completamente. Ero al sicuro con lui, eravamo noi due e nessun altro.

Niente avrebbe potuto rovinare la nostra vita insieme.

 

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@ Levia: oh grazie, sono contenta che i vestiti ti siano piaciuti ma devo ammettere che ho avuto un piccolo aiutino per realizzarli!!! Eh, si, Angel sta per tornare, del resto non poteva sparire così semplicemente, non sarebbe stato carino da parte sua!! Tra un po’ vedremo cosa avrà in mente!!!!! Grazie ancora per la recensione e a presto!!!

 

@ Fred Cullen: eh lo so, sono cattiva!!! Però mi sembrava il momento adatto per dare qualche notizia su Angel, non mi piacciono le cose facili e visto che la situazione stava andando sempre per il meglio tra Ed e Liz, ho pensato di rompere un po’ quella allegra tranquillità che si era creata!!!! Ahahahahh!!!! Baci e a presto!

 

@ Saretta_trilly: eh si, i Cullen avranno fatto sicuramente una meravigliosa figura al ballo!!!!! Lo so che è crudele far tornare Angel proprio ora ma direi che la situazione va un po’ movimentata, Edward e Liz non possono essere sempre felici e contenti!!!! Grazie ancora e baciiiiiiiiii!!!!

 

@ garakame: guarda sono perfettamente d’accordo con te, Jake come principe azzurro lascia un  po’ a desiderare e infatti come avrai notato, anche Edward e Liz non erano proprio entusiasti dell’abbigliamento del lupacchiotto!!! Povero Jake!!!!!! Eh, si Angel sta per tornare e ne vedremo delle belle!!!!! Grazie e a presto!!!!!!

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Capitolo 51
*** Long Distance Call ***


Buona sera mie care lettrici, come va?

Eccomi con un nuovo capitolo fresco fresco, spero che vi piaccia perché ci ho messo una settimana a scriverlo! Non mi era mai successo, ma non riuscivo proprio a rendere bene la situazione che volevo creare, quindi spero di non deludere nessuno!!!!

Mmmmm noto che mi sono persa qualche commentatrice per strada, Poetic, Levia non potete abbandonarmi proprio ora, stiamo giungendo alla fine!!!!!!! Ora sono molto triste! No scherzo, vi adoro comunque!

Beh (anche se non riguarda il capitolo) avete visto il trailer di Eclipse?!?! Oddio sono svenuta plurime volte quando l’ho guardato! Eh, ci sono solo tre parole per descrivere il tutto: OH MY EDWARD! Che uomo, che uomo!!!

Dopo il mio sclero quotidiano vi lascio al nuovo capitolo … buona lettura!!!!!

PS: grazie a tutte le nuove persone che hanno aggiunto la storia alle seguite e alle preferite! Grazie mille!!! Baciiiii!!!!

 

 

 

 

Long distance call

 

 

 

 

 

Come previsto, non riuscii a chiudere occhio per tutta la notte. Non era facile addormentarsi dopo aver trascorso la serata più bella di tutta la mia vita, mai e poi mai avrei voluto che quel momento finisse.

Ero ancora sdraiata su di lui, quando mi accorsi che stava sorgendo il sole. Perché il tempo scorreva così velocemente durante i momento migliori?

“ Scusa, non ti ho lasciata riposare per niente.” mi disse lui accarezzandomi la testa.

“ Sempre il solito egoista.” scherzai.

Poi sollevai lo sguardo per incontrare il suo e quella visione mi tolse il respiro per l'ennesima volta nel giro di poche ore.

“ Cosa?” mi chiese lui notando la mia espressione imbambolata.

“ Sei così bello.” confessai accarezzandogli il volto.

“ Grazie.” rispose lui imbarazzato, se avesse potuto arrossire, credo che in quel momento l'avrebbe fatto sicuramente.

“ Non ti avevo mai visto così rilassato. Hai una faccia che sembra il ritratto della beatitudine!” e sorrisi seguita dalla sua risata che fece vibrare forte il suo petto sotto di me.

“ Non mi capita tutti i giorni di passare del tempo con la donna che amo, soli e indisturbati.” esclamò lui sollevando le braccia dietro la testa.

“ Deve essere bello non avere continuamente i pensieri degli altri nella tua testa.” commentai appoggiando di nuovo la testa su di lui.

“ Non immagini quanto. Potrei prendere seriamente in considerazione di rapirti e portarti su un' isola deserta.”

“ Mmmm non sarebbe un rapimento perché io accetterei volentieri.” precisai immediatamente.

“ Non appena finisce la scuola ti prometto che andremo via qualche giorno.” disse giocherellando con i miei capelli.

“ Almeno un mese.” lo corressi.

“ Allora vada per un mese.” concluse lui abbracciandomi.

Rimanemmo sdraiati con l'unico intento di goderci ancora per qualche ora quella meravigliosa pace finché il mio stomaco non iniziò a brontolare producendo dei rumori strani.

“ Hai fame?” mi domandò lui sorridendo.

“ Eh si!.” sbuffai “ perché non potevo essere una normale vampira?”

“ Stai scherzando?” esclamò lui “ io adoro le tue caratteristiche umane!”

“ Certo, come no! Vorrei vedere te nella mia situazione, essere circondata da persone perfette ed eleganti mentre io sono un completo disastro.”

“ Ma questo ti rende ancora più speciale. Non sai quanto sia bello poter sentire il battito del tuo cuore, vederti dormire, sentirti respirare...”

“ Vedermi ruzzolare per le scale!” aggiunsi con un velo di ironia.

“ Per fortuna non sei fragile come il resto degli umani altrimenti non avremmo mai potuto passare una nottata così bella.” sghignazzò lui dandomi un pizzicotto.

“ Si, l'unica cosa positiva!” e gli diedi un bacio “ anche se l'ultima cosa che vorrei fare è alzarmi da questo letto, credo di aver bisogno di una doccia e poi di un'abbondante colazione se non voglio svenire a terra.”

“ Mmmmm penso di poterti dare il permesso di alzarti a patto che tu faccia presto.” disse lui sciogliendomi dalla sua presa.

“ Dammi cinque minuti.”

Così mi avvolsi nel lenzuolo che era aggrovigliato sul pavimento e sgattaiolai in bagno infilandomi subito sotto il getto d'acqua bollente.

Presi il bagnoschiuma alla fragola e mi insaponai velocemente ma all'improvviso due mani mi presero per la vita e per poco non persi l'equilibrio per lo spavento.

“ Edward, ma sei pazzo?” lo rimproverai voltandomi verso di lui.

“ Ci stavi mettendo troppo tempo, così ho pensato di raggiungerti.” si scusò lui trascinandomi di nuovo sotto l'acqua.

“ Hai fatto bene ma la prossima volta cerca di non essere così silenzioso altrimenti ti metto un campanello al collo.” scherzai scompigliandoli i capelli, poi gli rovesciai tutta la boccetta del sapone sulla testa.

“ Ah, questo non dovevi farlo.” ringhiò lui schiacciandomi contro la parete.

“ Che paura!” lo presi in giro sorridendo.

Immediatamente prese lo shampoo e fece la stessa cosa che avevo fatto io qualche secondo prima, con l'unico risultato che i miei occhi iniziarono a bruciare a contatto con la schiuma.

Lui scoppiò a ridere e fece in modo che il getto della doccia mi colpisse in pieno viso.

Io iniziai ad urlare e con ancora gli occhi chiusi cercai di colpirlo per farlo fermare fallendo miseramente nell'impresa.

“ Edward, smettila!” mi lamentai voltandogli le spalle.

“ Non ho ancora finito, dolcezza!” sghignazzò lui costringendomi a girarmi verso di lui.

“ Ti stai arrendendo?” mi provocò lui.

“ Si, si mi arrendo.” esclamai alzando le mani.

“ Uffa, è stato troppo facile.” brontolò lui attirandomi a se.

“ Lo sai che non posso vincere contro di te.” e lo abbracciai forte.

Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi e poi mi sollevò spingendomi di nuovo verso la parete, io intrecciai le gambe dietro la sua schiena e mi impadronii di nuovo delle sue labbra.

 

 

 

“ Sono buoni?” mi domandò Edward mentre preparavo degli ottimi pancake.

“ Oh, si, sono fantastici! Sono così dolci e grassi, si depositano direttamente sui fianchi.” e li rovesciai sul piatto cospargendoli di Nutella.

Beh, in fondo dovevo recuperare le forze!

“ Vuoi assaggiare?” lo sfidai porgendogli la forchetta.

“ No grazie, non hanno un buon odore.” rispose arricciando il naso.

“ Non sai cosa ti perdi!” e mandai giù un altro boccone.

Dopo aver finito di mangiare, misi in ordine la cucina, lavai con cura le stoviglie e poi fui di nuovo pronta per passare il resto della giornata con il mio vampiro.

Dopo averlo supplicato in vari modi, Edward acconsentì a darmi qualche lezione di pianoforte e solo successivamente capii il motivo della sua riluttanza, la pazienza non era proprio una delle sue migliori virtù.

“ Liz, leggi le note!” mi rimproverò per l'ennesima volta.

“ Non le so leggere, i miei occhi si intrecciano se guardo due pentagrammi contemporaneamente!” mi lamentai riprendendo a suonare.

“ Ma non puoi continuare in questo modo, cerca di concentrarti!”

“ Hei non ti ho chiesto di farmi diventare il nuovo Mozart, volevo soltanto imparare qualcosa di nuovo.” sbuffai mettendo il broncio.

“ Ed è quello che sto tentando di fare ma se tu non collabori non so cosa fare!” ribatté lui cercando di mostrare un tono di voce calmo.

“ Fammela ascoltare di nuovo, poi la rifaccio io.” proposi con un finto sorriso stampato in faccia.

“ Non puoi suonare se non leggi le note!”

“ Io ho un ottimo orecchio, quindi tu esegui e io ti copio!”

Finalmente si arrese e riprese da dove ci eravamo fermati.

Sin da quando avevo visto il film '' Lezioni di piano'' avevo sempre desiderato imparare a suonare la colonna sonora ma sfortunatamente, proprio due anni fa, mentre ci stavo lavorando su, qualcuno stroncò la mia normale e tranquilla vita trasformandomi in una mezza vampira e da quel momento non riuscii più a sentire quella melodia.

Quel pomeriggio decisi di recuperare quel vecchio sogno ma la faccenda non stava andando proprio nel modo in cui l'avevo immaginata.

“ Prego.” mi incoraggiò lui con la sua odiosa faccia da '' sono Edward Cullen e sono il migliore di tutti '' facendomi spazio sullo sgabello “ vediamo cosa hai appreso.”

Io gli risposi facendogli una linguaccia e iniziai a suonare.

Fortunatamente la prima parte l'avevo già imparata in passato così potei prendermi gioco di lui.

“ Allora?” gli domandai sollevando un sopracciglio.

“ Beh, o sei un genio oppure mi stai prendendo allegramente per il culo.” disse incrociando le braccia al petto.

“ La seconda.” e sorrisi dopo avergli dato una pacca sulla spalla.

Lui rimase impassibile e continuò a guardarmi storto.

“ Su, Edward un po' di umorismo! So che non sei abituato ad essere preso in giro, però non offenderti come un bambino!”

“ Io un bambino? E allora tu?” ribatté lui sempre più irritato.

“ Ok, scusa, hai ragione tu.”

“ Lo stai facendo di nuovo.” commentò scuotendo la testa.

“ No, ti giuro sono seria.” risposi tappandomi la bocca con una mano per evitare di scoppiargli a ridere in faccia.

“ Ti odio.” sbuffò lui.

“ Anche io amore.” e gli diedi un bacio sulla guancia.

Così sollevò gli occhi al cielo e riprese a suonare una melodia che non avevo mai sentito prima.

Osservai quasi ipnotizzata le sue lunghe dita che accarezzavano dolcemente i tasti bianchi e neri con un'eleganza straordinaria.

Era un pianista eccellente e avrei passato ore ed ore ad ascoltarlo senza mai stancarmi.

Rimasi in silenzio finché la musica non smise di risuonare nella stanza.

“ Wow, è bellissima.” esclamai sbalordita.

“ L'ho composta io.” ammise orgoglioso.

“ Edward, c'è qualcosa che non sai fare?” gli domandai sentendomi abbastanza stupida.

“ Mmmmm no, credo di no.” sorrise lui.

“ Sempre il solito perfettino.” brontolai dandogli un pizzicotto.

“ Non è colpa mia se sono nato bello, intelligente e simpatico.” disse passandosi una mano fra i capelli.

“ Per le prime due sono d'accordo ma per il '' simpatico '' sono un po' dubbiosa.” commentai annuendo con forza.

“ Ti hanno mai detto che sei alquanto fastidiosa a volte?” mi domandò mostrandomi il suo sorriso sghembo che adoravo.

“ Ti hanno mai detto che sei dannatamente sexy quando sorridi in quel modo?” e mi avvicinai a lui per poi sedermi sulle sue gambe.

“ Da quando sei diventata così sfacciata?” esclamò lui passandomi le mani dietro la schiena.

“ Abbiamo poco tempo, quindi... “ e gli diedi un leggero morso al labbro inferiore.

Lui mi prese in braccio e mi fece sedere sulla coda del suo amato pianoforte e io lo attirai più vicino a me intrecciando le gambe attorno a lui.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata e probabilmente la mia testa iniziò a girare vorticosamente. Mai sarei riuscita ad abituarmi ai suoi baci, era come se fosse sempre la prima volta.

Improvvisamente si fermò staccandosi bruscamente da me.

Rimasi qualche secondo immobile, troppo confusa per capire cosa stava accadendo.

Edward irrigidì la mascella e strinse i pugni lungo i fianchi. Era teso come una corda di violino, pronto a scattare da un secondo all'altro.

Scesi dal pianoforte non appena sentii il rumore del motore della macchina fermasi proprio davanti casa.

Riconobbi perfettamente quell'odore, erano Eve e Jasper, perché allora il vampiro era così all'armato?

“ Co...” stavo per chiederli cosa stesse accendendo ma lui mi bloccò subito con un gesto della mano.

Eveline entrò di corsa dalla porta principale e ci venne incontro con il volto ancora più pallido del solito, le sue mani stavano ancora tremando e l'espressione di Jasper, che arrivò dubito dopo, non prometteva nulla di buona.

“ L'ho appena visto, questa volta sono stata attenta.” disse la ragazza rivolgendosi al fratello.

“ Lo so.” rispose lui sospirando e portandosi nervosamente le mani sulla testa.

“ Dovevamo aspettarcelo.” commentò Jasper incrociando le braccia al petto.

Capii perfettamente di cosa stessero parlando, non c'era bisogno di aggiungere nient'altro. Solo una persona poteva fare quell'effetto sulla mia famiglia, Angel era tornato.

Cercai di non lasciarmi dominare dalle miei emozioni, sarei fuggita dall'altro capo del mondo se avessi avuto la possibilità di farlo, ma non potevo. Dovevo affrontare le conseguenze dei miei errori anche se queste mi terrorizzavano da morire.

Sapevo che non sarebbe finita facilmente, ne ero perfettamente consapevole, ma è completamente diverso quando i tuoi peggiori incubi iniziavano ad invadere la tua realtà pressoché perfetta.

“ Cosa vuole?” chiesi senza che loro mi spiegassero nulla.

“ Vuole mettersi in contatto con te.” rispose Eve “ non sono sicura di quello che ti voglia dire è ancora piuttosto indeciso ma ti chiamerà, questo è certo.”

“ Quando?” continuai senza la minima espressione nella voce.

Non crollare Liz, non crollare proprio ora...

“ Oggi.”

Puoi farcela, devi farcela...

“ Va bene, aspetterò con ansia la sua chiamata.” conclusi con un amaro sorriso.

“ Non devi rispondere, lascia che Eveline veda la sua prossima mossa.” disse Edward prendendomi una mano.

“ No, non posso scappare.” e sollevai gli occhi al cielo per evitare che le lacrime riempissero i miei occhi.

“ Non scapperai, saremo semplicemente noi a mettere fine a tutto questo.” cercò di rassicurarmi lui per poi sollevarmi il volto affinché i nostri sguardi si incrociassero.

Non stava mentendo, non l'avrebbe mai fatto. Sapevo che avrebbe rischiato la mia vita per me ma lui non sapeva ancora che io non glielo avrei mai permesso, a qualunque costo.

“ Non è così semplice.” intervenne Jasper. “ lui non vuole noi.”

“ vuole me.” dissi completando la sua frase.

“ Non sarà semplice fermarlo.” continuò il vampiro biondo.

“ Jazz siamo otto contro uno, come spera di uscirne vivo?” sbottò Edward infuriato.

“ Troverà il modo, fidati di me. Lo conosco abbastanza bene da poterti assicurare che non sarà semplice farlo fuori, è per questo che fin'ora non lo abbiamo attaccato.”

rispose Jasper visibilmente a disagio.

Una morsa mi strinse lo stomaco sentendo quelle parole, cercai in tutti i modi di impedire alle mie gambe di tremare come budini ma il risultato non fu particolarmente soddisfacente.

“ Non è stata colpa tua, non potevi sapere che sarebbe andata a finire così.” disse Edward rispondendo, probabilmente, ai pensieri del fratello.

Come me, Jasper non aveva ancora superato la questione. Si sentiva ancora responsabile per averlo fatto entrate in casa, per averlo accolto come un amico, per avergli permesso di distruggere tutto ma io ero d'accordo con tutti gli altri, lui non aveva alcuna colpa. Ero stata io a lasciarmi abbindolare dalle sue parole.

“ Non posso farci niente, mi dispiace che tu debba ascoltare i miei pensieri.” si scusò il ragazzo abbassando lo sguardo.

“ Jazz, amore, non è colpa tua. Si sarebbe comportato allo stesso modo, anche se tu gli avessi impedito di frequentare la nostra famiglia.” cercò di consolarlo la sua compagna.

“ Lo so ma è più forte di me.” e abbozzò un sorriso dando una bacio sulla testa della ragazza.

“ Ehi, ora non allarmiamoci più del dovuto. Non sappiamo ancora cosa vuole fare, probabilmente vuole solo sentirla e se non fosse così noi abbiamo la fortuna di poter prevedere le sue mosse, quindi calmiamoci e aspettiamo.” concluse Eve giustamente, almeno c'era qualcuno che non aveva ancora perso il buon senso!

Qualche ora dopo, anche il resto dei Cullen tornarono a casa.

Edward mise tutti al corrente della visione di Eve e anche loro erano concordi con le conclusioni della ragazza. Dovevamo mantenere la calma e aspettare.

Andai in camera mia e rimasi tutto il tempo a fissare il cellulare in attesa di un segnale.

Sembravo una psicopatica, era seduta a terra, con la schiena contro la parete e con lo sguardo fisso su quel telefonino.

Non so quante ore rimasi in quella posizione ma, chiesi espressamente di rimanere sola, non sarei riuscita ad affrontare tutto con qualcuno che era sempre pronto a soccorrermi.

Lo so, ero una sciocca. Ero la persona più fortunata al mondo ad avere una famiglia così straordinaria, che avrebbe fatto qualunque cosa pur di sostenermi, eppure in quel momento volevo contare solo sulle mie forze.

Improvvisamente il cellulare vibrò sul pavimento e qualche secondo dopo si inserì anche la suoneria, Highway to hell degli Ac/Dc, titolo perfetto per quel momento, stavo proprio percorrendo un'autostrada verso l'inferno.

Lo lasciai squillare qualche secondo per poi afferrarlo e premete il tasto per rispondere.

Lo portai lentamente all'orecchio e lasciai che iniziasse lui a parlare.

“ Principessa, da quanto tempo!” esordì lui con la sua voce calda e profonda. Non avevo dimenticato quel suono che aveva accompagnato molti giorni del mio declino verso l'abisso.

“ Angel.” sussurrai con la voce rotta dal terrore. “ non ti dispiacerà sapere che per me non è un piacere sentirti.” proseguii dopo aver ripreso il controllo della situazione.

Mai mostrare le proprie debolezze davanti al nemico.

“ Oh, su non essere sgarbata, si trattano così i vecchi amici?” continuò lui tranquillamente.

“ Cosa vuoi?” dissi bruscamente.

Volevo arrivare al dunque, odiavo i lunghi preliminari.

“ Già, dimenticavo che non ami i preamboli.”

“ Esatto, quindi?”

“ Volevo sapere come stavi.” e seguì una lunga risata roca “ ok, farò la persona seria.” e si schiarì la voce “ voglio che tu torni da me. Non mi è piaciuto il modo in cui ci siamo lasciati, non sei stata gentile.”

“ Senti chi parla!” esclamai interropendolo.

“ Su, amore, credevo che tra di noi ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia. Hai infranto il mio cuore e ora ti sto dando la possibilità di ripararlo.”

“ Tu non hai un cuore.” precisai acida.

“ Tecnicamente si, non batte certo ma è lì, muto e silenzioso nel mio petto.” ribatté lui con tono offeso.

“ Non sei divertente.”

“ Un tempo ti piaceva il mio sarcasmo.”

“ Un tempo ero troppo cieca per vedere chi avevo davanti.” continuai scandendo bene le parole.

“ Sai che non finisce qui, mi conosci, non mi arrendo facilmente.” .

Improvvisamente la sua voce cambiò, non c'era più ironia, era serio ed aveva smesso di giocare.

“ Non mi avrai mai.” dissi assolutamente certa della mi affermazione. Avrei preferito morire piuttosto che tornare fra le sue braccia.

“ Speravo di sentire quelle parole, renderai tutto più divertente.” e scoppiò a ridere “ ci vedremo presto amore e il nostro incontro sarà indimenticabile.”

“ Sai che possiamo prevedere le tue mosse, non ti conviene fare troppo il gradasso.” lo minacciai pur sapendo che non sarebbe servito a nulla.

“ Ah, giusto, le visioni di quel mostriciattolo. Come ho fatto a non pensarci prima?” disse in tono ironico “ Liz, Liz, mi credi così stupido, pensi che possa tralasciare un fattore così importante? Avevo sopravvalutato la tua intelligenza!”

“ Perderai Angel e ti giuro che quel giorno sarò lì per fare a pezzi il tuo corpo.” ringhiai stingendo i pugni per il nervoso.

“ Bel caratterino cucciolo ma … non sarà così semplice e non lasciarti ingannare dalla tua allegra famigliola, solo tu mi conosci bene, solo tu sai cosa è giusto fare.”

“ E' un consiglio?” domandai allibita.

“ Mmmm potrebbe, ehi non sono così buono da rivelarti i miei piani!”

“ Sei un bastardo.” sibilai stritolando il cellulare.

“ Lo so, amore e ne vado fiero.” così chiuse la conversazione.

Sospirai appoggiando la testa contro il muro e rilassando i muscoli.

Pensavo sarebbe andata peggio, non credevo di essere così brava nel mantenere la calma ma probabilmente era perché non ero riuscita ancora a realizzare la situazione.

In mente avevo chiaro come la luce del sole il senso del suo discorso : lui mi voleva di nuovo con se e avrebbe fatto qualsiasi cosa per raggiungere il suo scopo, anche ucciderci tutti eppure non riuscivo a reagire, era come se stessi vivendo tutto al di fuori del mio corpo.

Ero come una spettatrice di un pessimo film, stavo attendendo semplicemente la fine della storia.

 

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Fred Cullen: tu non ti puoi immaginare quanto mi abbia reso felice il tuo commento! Hai interpretato perfettamente il rapporto di Liz e Edward, era proprio così che volevo renderlo!!! Grazie, grazie!!! Eh, mi dispiace ma Angel è tornato e purtroppo rovinerà questo allegro e spensierato momento! Baci e a presto!

 

Saretta_trilly: hai perfettamente centrato l’espressione che volevo creare in Edward, l’avevo immaginata anch’io come in quella scena di New Moon!!!! Ah, allora possiamo fare un club per le migliori cadute, tu non puoi immaginare quante ne faccio io! Ultimamente sono caduta in una pozzanghera!ahahahaha  eh, si purtroppo Angel è tornato…. Baci e a presto!!!!

 

Garakame: eh, si brava! Ormai la pace è finita, Angel è tornato e non promette nulla di buono! Si, Liz è assolutamente comica quando si agita e di  certo Edward non l’aiuta affatto!!!!! Grazie per il commento e a presto! Baciiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 52
*** Epiphany ***


 

Epiphany

 

 

 

Rimasi in uno stato di semi incoscienza per alcuni giorni, continuavo normalmente la mia vita senza preoccuparmi di cosa sarebbe accaduto. Andavo a scuola, studiavo più del solito poiché gli esami di fine anno si stavano avvicinando, passavo il mio tempo libero a la Push e la mia relazione con Edward procedeva in maniera piuttosto strana.

Lui non aveva preso proprio bene la minaccia di Angel, era più teso del solito e logicamente la cosa si riversava sul nostro rapporto.

Probabilmente era anche colpa mia, non ero di certo la persona più brava a comprendere gli stati d'animo altrui!

Lo accusavo di essere paranoico e stressante e non mi ponevo più di tanti problemi nell'esprimergli le miei opinioni.

La mia acidità aveva raggiunto delle soglie mai viste ero diventata addirittura cattiva . Non sopportavo più la sua presenza costantemente attaccata a me come una cozza .

Si, ok ammetto che non avevo reagito nemmeno io tanto bene alla telefonata di Angel ma io ero l'unica che cercava di tenerlo nascosto.

Un pomeriggio, mentre eravamo tutti in sala, la dura realtà mi colpì come una doccia fredda lasciandomi distrutta.

Edward e Eve stavano giocando a scacchi, per quanto potessero giocare normalmente due persone con le loro abilità, io e Emmet stavamo vedendo un film horror in Tv e Rosalie si stava dedicando alla cura dei suoi capelli.

Una classica giornata tranquilla se non fosse stato per la visione di Eveline.

La vampira rimase con gli occhi sbarrati per qualche secondo mentre condivideva quelle immagini terrificanti, che scorrevano nella sua mente, con il fratello.

Jasper scese,con una velocità fuori dal comune, dal piano di sopra non appena si accorse di quello che stava accadendo.

“Eve, cosa vedi?” le sussurrò dolcemente prendendola fra le sue braccia.

“ Sta arrivando … si sta organizzando ...” balbettò riprendendo conoscenza.

Contemporaneamente puntammo tutti lo sguardo verso la vampira in cerca di una spiegazione.

“ Vuole attaccare qui.” parlò Edward alzandosi in piedi “ e non sarà da solo, sa benissimo che contro di noi non potrebbe fare nulla.”

“ Vuole chiamare i rinforzi?” domandò Emmet su di giri.

Probabilmente era l'unico a non essere spaventato da quello che stava per accadere.

“ Si, cercherà appoggio nelle sue vecchie conoscenze e sicuramente creerà nuove alleanze.” continuò l'altro.

“ Angel non ha amici.” precisai io.

“ Ma ha molti vampiri che gli devono dei vecchi favori.” ringhiò Jasper ancora vicino alla sua compagna.

“ Cosa facciamo?” chiese Rosalie che per la prima volta sembrava aver perso tutta la sicurezza di un tempo.

“ Chiamiamo Carlisle e spieghiamoli la situazione, poi prenderemo una decisione tutti insieme.” concluse Edward incrociando le braccia al petto per poi rivolgermi lo sguardo.

Io annuii per tranquillizzarlo, non stavo affatto bene ma era giunto il momento di elevare i miei scudi di autoconservazione. Non potevo lasciarmi scalfire da questa notizia, dovevo resistere.

“ Ragazzi.” esclamò Eve attirando la nostra attenzione “ non voglio farla più semplice del dovuto, ma anche noi abbiamo degli alleati e in più abbiamo la possibilità di poter prevedere le loro mosse.”

“ Credi che andrà tutto bene?” disse Jasper accarezzandole un braccio.

“ Non lo so ma non lasciamoci prendere dal panico, non servirebbe a nulla.”

Con le sagge parole di Eve e il potere di Jasper, riuscimmo tutti a recuperare la lucidità.

Non sapevamo ancora i dettagli precisi del piano del nostro nemico ma di certo non ci saremmo arresi facilmente.

Carlisle fu d'accordo con noi anche se lui per principio era contro la violenza ma logicamente non poteva sorvolare sul fatto che qualcuno stesse mettendo in pericolo la sua famiglia.

Tutti, in un modo o nell'altro cercarono di tranquillizzarmi ma nessuno riusciva a capire che io non avevo paura per me stessa, non mi importava niente di me, io ero semplicemente terrorizzata per quello che sarebbe potuto accadere a loro.

Mai e poi mai avrei potuto perdonare me stessa se uno dei miei famigliari fosse rimasto ferito in battaglia.

Era tutta colpa mia se la situazione stava precipitando in questo modo, era una mia responsabilità proteggerli e tenerli fuori dai problemi che avevo causato io.

Nella mia mente passò perfino l'idea di arrendermi, di consegnarmi ad Angel a patto che lui avesse lasciato in pace la mia famiglia ma logicamente la cosa non fu apprezzata da nessuno, Edward andò su tutte le furie sfogando tutta le sue preoccupazioni su di me e per la prima volta non passai al contrattacco, accettai le sue parole rimanendo in silenzio, non potevo di certo prendermela anche con lui se il suo unico desiderio era quello di proteggermi.

Ormai facevo parte della famiglia e sapevo che non mi avrebbero mai abbandonata.

In altre situazioni sarei stata la persona più felice al mondo ma in quel momento non ci riuscivo, i miei sensi di colpa erano troppo forti e mi stavano divorando dall'interno.

Ero stata sempre in grado di affrontare le difficoltà ma come tutti avevo i miei tempi per reagire.

All'inizio mi lasciavo travolgere da tutto senza reagire, assorbivo tutto ciò che accadeva passivamente, poi arrivava il momento della disperazione, il peggiore a mio avviso.

Diventavo insopportabile, non facevo altro che lamentarmi di tutto e di tutti, la mia autostima scendeva fin sotto i piedi e sentivo il mondo schiacciarmi sempre di più verso il baratro.

Infine arrivava la scintilla, la vera ragione che ti spinge ad alzarti e prendere la situazione in mano. Tutto diventa immediatamente più chiaro, come una rivelazione. Le ombre che prima oscuravano la realtà si dissolvono per magia, ed è lì che scopri cosa devi fare:

Combattere e affrontare i tuoi demoni.

Spesso sono le cose più banali ad illuminarti il cammino, basta una parola detta al momento giusto, una frase, un gesto, un sogno e improvvisamente nella tua mente si accende una lampadina che rende tutto più chiaro.

Ed è proprio quello che è accaduto a me.

Ero in camera mia, seduta a terra vicino alla finestra, con la schiena appoggiata contro la parete e lo sguardo perso nel verde della foresta.

Presi l' I-Pod dal cassetto della scrivania e mi immersi nel magico mondo della musica.

Non c'era niente di meglio, in questi casi, di un puro assolo di chitarra nelle orecchie e poi della magnifica voce del cantante dei Metallica.

Ah, goduria allo stato puro!

 

 

Life it seems will fade away

Drifting further every day

Getting lost within myself

 

 

(sembra che la vita si sfumi

andando alla deriva ogni giorno di più

perdendosi dentro di me)

 

Possibile che ogni volta, ogni singola volta, quando sembra che la mia vita stia finalmente prendendo il verso giusto, tutto vada inesorabilmente a puttane?

Avrei mai trovato la vera felicità, la vera pace?

 

There is nothing more for me

Need the end to set me free

 

(non c'è più niente per me

ho bisogno della fine per liberarmi)

 

Lentamente sto perdendo tutto, inconsapevolmente allontano tutti quelli che mi amano, che mi vogliono sostenere... amore mio sto perdendo anche te... possiamo riposare ora?

 

Things not what they used to be

Missing one inside of me

Deathly lost, this can't be real

Cannot stand this hell I feel

Emptiness is filling me

To the point of agony

 

 

(le cose non sono più come prima

manca qualcosa dentro di me

terribilmente perso,non può essere vero

non riesco a sopportare il male che sento

il vuoto mi riempie

fino all'angoscia)

 

Sto precipitando lentamente verso l'abisso, lo sento. Mi sento proprio come qualche mese fa, quando non avevo più nessuno, quando la mia unica ancora di salvezza era Angel, quando ero consapevole del fatto che stavo precipitando un un punto di non ritorno.

Mio angelo oscuro, stai riuscendo nel tuo intento, volevi portarmi alla follia, all'isolamento? Ci stai riuscendo alla grande...

 

 

No one but me can save myself

But it's too late

Now I can't think

Think why I should even try

 

 

 

(nessuno può salvarmi tranne me stesso

ma è troppo tardi

ora non riesco neanche a pensare

pensare perché avrei dovuto almeno tentare)

 

 

Ed ecco la frase magica: nessuno può salvarmi tranne me stesso.

Ero io la chiave di tutto, sono sempre stata io. Solo io potevo affrontare i miei problemi e l'avrei fatto, oh si, l'avrei fatto eccome!

La realtà divenne sfumata, la musica che fino a qualche momento prima aveva invaso la mia mente, svanì lentamente e mi ritrovai in un luogo che avevo sognato a lungo: casa mia.

Era tutto come l'avevo lasciato, la mia camera, i miei libri, i miei vestiti, niente era stato toccato, era come se non avessi mai lasciato quel posto.

Sul letto c'era mia madre, con il suo immancabile sorriso angelico e il suo sguardo amorevole.

Senza dire una parole le corsi incontro gettandomi fra le sue braccia e lei ricambiò il mio affetto come sempre.

“ Mamma..” balbettai affondando il volto fra i suoi capelli ricci e biondi.

“ Bambina mia, sei tornata.” rispose continuandomi a stringere.

“ Mi dispiace mamma, mi dispiace così tanto di avervi lasciato qui.” cercai di scusarmi con la voce rotta fra i singhiozzi.

“ Non sei cambiata affatto” sospirò lei accarezzandomi il volto.

“ Lo so, ci sono delle cose che devo spiegarti.”

“ No, no so già tutto.” mi sorrise.

Io la guardai sconvolta, possibile che lei sapesse chi ero?

“ Sei un mostro piccola mia.” e quelle parole uscirono dalla sua bocca come se stesse dicendo la cosa più normale al mondo.

“ Mamma.” esclamai spalancando gli occhi.

“ Si, proprio come il tuo amico.” annuì lei serena.

“ Quale amico?” le domandai prendendole il volto fra le mani.

“ E' venuto un angelo ieri sera e mi ha portata via con lui.” iniziò a cantilenare quelle parole abbassando la testa e appoggiandosi sulla mia spalla.

“ Mamma nessuno ti farà del male, te lo prometto.” la rassicurai stringendola a me ma fui costretta a ritrarmi quando lei alzò lo sguardo.

Non era più mia madre, non aveva più quello sguardo dolce, non aveva più niente di lei.

I suoi occhi erano rosso fuoco, i suoi capelli neri e lungi, la sua pelle diafana e il suo volto era segnato da una smorfia terribile.

“ Drusilla.” rantolai ricadendo a terra.

“ Oh, il mio angelo mi ha portata via.” e scoppiò a ridere nervosamente.

Una rabbia furiosa si propagò in tutto il mio corpo regalandomi una scarica di adrenalina mai sentita prima. Scattai verso di lei con un balzo ma qualcosa mi blocco e … mi svegliai.

Era solo un sogno.

Edward stava cercando di trattenermi mentre io ero ancora sconvolta per quello che avevo immaginato.

Respiravo a fatica e avevo le mani che tramavano come foglie.

“ Liz, calmati, va tutto bene!” cercò di calmarmi accarezzandomi il viso.

“ Sto bene, sto bene.” sospirai con quel poco di voce che avevo.

“ Ero venuto per vedere come stavi.” disse sedendosi vicino a me.

“ Cosa?” domandai non avendo ascoltato nulla di ciò che aveva detto.

“ Liz, cosa ti sta succedendo?” rispose lui preoccupato, potevo vedere chiaramente il suo sguardo distrutto. I suoi occhi color ambra avevano perso ogni sfumatura di vitalità.

“ Mi dispiace.” sospirai appoggiando la testa contro il suo torace. Senza nemmeno pensarci lui mi strinse forte e io mi lasciai andare sotto la sua presa.

Finalmente riuscii a piangere, a liberare tutto quello che avevo dentro, ero stata troppo a lungo lontana da lui.

“ Amore torna da me ti prego.” sussurrò lui con le labbra contro la mia fronte “ non sfuggirmi ancora.”

“ Edward ti fidi di me?” gli domandi sollevando la testa e guardandolo fissa negli occhi.

Probabilmente avevo uno sguardo allucinato perché la sua espressione non lasciava altra spiegazione.

“ Certo che mi fido, perché?” mi chiese titubante.

“ Allora devi ascoltarmi e devi fidarti. So che quello che sto per dirti ti sembrerà assurdo ma devi credermi e devi promettermi che non mi prenderai per pazza.” dissi tutto d'un fiato.

“ Liz, cosa succede?”

“ Prometti.” ribadì seria.

“ Te lo prometto.” si arrese alla fine.

 

 

 

“ Ok, lo ammetto, è un'idea assolutamente folle.” disse Edward scuotendo la testa.

“ Ma?” lo sollecitai notando una strana scintilla nei suoi occhi.

“ E' dannatamente geniale e assurda, lo ribadisco.” e mi mostrò il suo sorriso sghembo che adoravo.

“ Lo so ma sono assolutamente convinta della mia idea.” risposi entusiasta.

“ Non ti crederà nessuno.” precisò lui.

“ Probabile,ma tu mi credi vero?”

“ Non l'avrei mai detto ma si, ti credo.”

“ Sarai con me?”

“ Fino alla fine amore.”

Ero tornata, finalmente Elizabeth era tornata.

 

 

 

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Fred Cullen: beh allora siamo tutte concordi sul fatto che Liz debba dare una bella lezione ad Angel, soprattutto per aver rovinato quel bel momento pseudo romantico!ahahahahha si, Liz e Ed sono proprio carini anche perché non sono una coppia convenzionale, sono entrambi un po’ esauriti e paranoici e insieme sono piuttosto divertenti! Grazie ancora e a presto!

 

Levia: oddio cara quanto sei dolce! Non devi fare le ore piccole per me!ahahahah ma no figurati, ti capisco, anche a me accade di non avere tempo per fare nulla, ultimamente mi è anche capitato di non ricordare il mio nome, pensa a come sono messa! Sono contenta che continui a leggere anche perché stiamo arrivando alla fine, mancano giusto un paio di cose che logicamente tratterò in maniera approfondita così da non concludere tutto troppo in fretta! Baci e a presto!

 

Saretta_trilly: grazie, sono contenta che il cap ti sia piaciuto! Volevo creare un ultimo momento di pace prima dello scontro finale anche perché per un po’ avremo un po’ di tensione in giro ed era giusto che Ed e Liz avessero il loro momento! Mmmm anche tu hai notato Edward con la maglietta nera nel trailer! Sei proprio una buona osservatrice! Io avrò fermato il video in quel punto forse un centinaio di volte!!! Ahahahahha grazie ancora e a presto! baciiiiiiiiiiiiiiii

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Capitolo 53
*** From The Past To The Future ***


From the past to the future

 

 

 

  

Nella mia giovane vita ero stata costretta a prendere numerose decisioni, alcune positive, altre estremamente difficili.

Mi stavo dirigendo verso lo scontro finale. Qualche altro minuto e avrei posto fine per sempre ad un capitolo doloroso della mia esistenza.

Angel.

Mi aveva accolta quando ne avevo bisogno, si era finto mio amico, mi aveva usata per i suoi scopi, mi aveva ingannata, terrorizzata, aveva fatto terra bruciata in torno a me... eppure ero ancora qui, più forte e testarda di prima, pronta a mettere definitivamente la parola fine.

Non ero certa di come si sarebbe conclusa la storia ma pregavo intensamente in un lieto fine ma la mia non era una favola, non lo era mai stata.

Niente di ciò che avevo previsto era andato nel verso giusto, sarebbe stato troppo semplice andare fuori dagli schemi e prevedere le sue mosse.

Per l'ennesima volta avevo sbagliato, non ero stata sufficientemente perspicace.

 

Due giorni prima

 

“ So cosa ha intenzione di fare.” esordii davanti a tutta la mia famiglia, dopo aver avuto una folgorante illuminazione ed averla esposta ad Edward che si era schierato immediatamente dalla mia parte. “ Può sembrare assurdo quello che sto per dirvi ma dovete fidarvi di me, non sono impazzita.” e mi alzai in piedi iniziando a camminare nervosamente per tutta la stanza. “ Eve, le tue visioni sono sbagliate, non so come sia possibile ma quella che vedi non è la verità. Angel non attaccherà mai qui.”

“ Spiegati meglio.” intervenne Jasper mentre la sua compagna stava ancora elaborando ciò che avevo appena detto.

“ Ci sta ingannando in qualche modo, non ho ancora capito come ci riesca ma lo sta facendo.” cercai di spiegare ma era difficile esporre i miei pensieri quando ancora io facevo fatica a credere a quello che stavo dicendo.

“ E' impossibile.” esclamò Eveline guardandomi con aria confusa.

“ Aspetta, lasciatemi finire.” e mi schiarii la gola maledettamente secca “ non sarebbe nello stile di Angel venire qui con un esercito ed ucciderci, non ha nessun motivo che lo spinga a fare del male a voi e lui non agisce se non ha un movente.”

“ Liz, quello è un folle assassino, non credo che gli serva una scusa per volerci distruggere.” disse Emmet scuotendo la testa.

“ No, è qui che vi sbagliate. Voi non lo conoscete, non come lo conosco io. Ho vissuto per mesi con lui e ho imparato tutto ciò che c'era da sapere, so come ragiona e quindi posso prevedere cosa farà.” ribadii cercando di mostrarmi convinta e sicura.

“ E cosa vorrebbe?” mi domandò Rosalie con aria irritata.

“ Me e nessun altro. Non è abituato a perdere e quindi cercherà, mantenendo il suo modus operandi , di riprendersi la rivincita.”

“ Tesoro, forse hai visto un po' troppi film polizieschi ultimamente.” mi sussurrò Esme con un leggero sorriso.

“ Non sono pazza!” sbottai “ vi sto dicendo la verità. Cercherà di indebolirmi, sa perfettamente quali sono i miei punti deboli, sa di cosa ho paura e tutto questo lo sa grazie a me, perché sono stata così sciocca da rivelargli le miei angosce. Lui colpirà la mia famiglia, andrà a Los Angeles e li ucciderà.” feci una piccola pausa per non farmi prendere dal panico, non osavo immaginare nemmeno lontanamente quella scena. “ proprio come ha fatto con Drusilla. Lui era ossessionato da lei proprio come lo è per me e sa che la mia paura più grande è quella di mettere la mia famiglia in pericolo.”

“ Liz, ammetto che la tua idea non è pessima ma rimane il fatto che lui non può ingannare le miei visioni, è impossibile. Sono stata sempre impeccabile fin'ora e non ho mai sbagliato nemmeno su di lui.” cercò di spiegarmi la vampira guardandomi con uno sguardo comprensivo, probabilmente stava seriamente pensando che fossi diventata pazza.

“ Lo so, lo so ma io sono convinta di quello che penso e poi è stato lui a dirmelo : '' non lasciarti ingannare dalla tua famiglia''! Era un avvertimento!” continuai imperterrita.

“ E tu ti fidi delle sue parole, dopo tutto questo?” mi domandò Rosalie preoccupata.

“ Io non mi fido di lui ma mi fido di me stessa.” risposi convinta.

“ Edward?!” esclamò Carlisle rivolgendosi al figlio che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare.

“ Sono dalla sua parte, non perché non creda più in Eveline ma perché credo che Angel ci stia nascondendo qualcosa di grosso.” spiegò il ragazzo.

“ Quindi, cosa facciamo?” intervenne Emmet.

“ Voi niente, rimarrete qui come da programma, non possiamo rischiare che le supposizioni di Elizabeth siano sbagliate, noi invece.” e così Edward si alzò in piedi prendendomi per mano “ andremo a Los Angeles e se lui si trova lì, concluderemo finalmente questa storia.”

Io sollevai lo sguardo verso di lui e mi sentii veramente fiera ed orgogliosa della persona che mi stava accanto. Avrei sfidato chiunque a prendere una decisione coma la sua.

Edward era la persona più legata alla sua famiglia, era stato grazie a loro, ma soprattutto a Carlisle, che era diventato l'uomo meraviglioso che avevo conosciuto ed amato eppure ora era disposto a fidarsi ciecamente di me ed accompagnarmi in un'assurda missione basata soltanto sul mio istinto.

“ E' una follia!” ci rimproverò Eveline scattando in piedi come una furia “ ci state abbandonando per una stupida supposizione?”

“ Abbiamo ragione.” dissi con un filo di voce, mi faceva male mettermi proprio contro di lei ma non mi sarei lasciata persuadere per nessuna ragione al mondo.

“ Non pensate a quello che accadrà qui con due persone in meno?” continuò lei.

“ Ci abbiamo pensato e abbiamo trovato una soluzione anche a quello.” rispose Edward abbassando lo sguardo.

“ Perfetto!” esclamò la ragazza tremendamente infastidita.

“ Cosa succede?” domandò Carlisle anche a nome del resto della famiglia.

“ Ci rivolgeremo ad un amico.” concluse Edward con un mezzo sorriso.

 

 

“ Vengo con voi.” rispose con fermezza Jacob dopo che io ed Edward finimmo di esporgli la situazione.

“ Jake non è quello che siamo venuti a chiederti.” dissi un po' confusa.

Forse non aveva capito il senso del discorso.

“ Non sono stupido piccola bionda petulante.” esclamò lui offeso “ avrete il mio aiuto, come mi avete chiesto. Il branco sarà vostro alleato ma io verrò con voi due a Los Angeles.”

“ No, non posso rischiare la tua vita, Cynthia non me lo perdonerebbe.” lo bloccai immediatamente.

“ So cosa pensa la mia ragazza di queste cose ma quel lurido bastardo ha cercato di ucciderla e ora ho la possibilità di vendicarmi e fare giustizia.” ringhiò lui stringendo i pugni lungo i fianchi.

“ perché pensi che io abbia ragione? Eveline è convinta che Angel attaccherà qui.” gli domandai sollevando un sopracciglio incuriosita.

“ Non penso che Cullen “ e indicò il vampiro con un cenno della testa “ rischierebbe la vita della sua famiglia se non fosse certo di quello che hai in mente.”

“ Quindi ti fidi di lui?” continuai sempre più sorpresa.

“ Non mi fido di nessuno dei due ma non posso rischiare che quel succhiasangue faccia del male a qualcun altro. In un modo o nell'altro qui ci sarà qualcuno ad aspettarlo in caso di un suo attacco mentre a Los Angeles ci sarete solo voi due e sono certo che un aiuto non vi faccia schifo.”

“ Grazie, Jacob. Apprezzo molto quello che stai facendo.” intervenne Edward porgendogli la mano.

“ Certo, certo. “ rispose accettando il gesto dell'altro “ ma ricorda che ora sei in debito con me e non credere che non ne approfitterò di questa occasione!”

“ Lo so e sa sarò lieto di sdebitarmi.” concluse il vampiro.

Come previsto, la mia amica, non prese bene la decisione del suo ragazzo.

Ma come darle torto?

Non riuscivo nemmeno a pensare a come avrei reagito io al suo posto anzi, forse una mezza idea ce l'avevo.

In fondo stavo rischiando anche io la vita di Edward anche se lui non sembrava minimamente preoccupato, soprattutto dopo la proposta di Jacob di aiutarci.

Teoricamente eravamo in netto vantaggio su Angel ma avevo la strana sensazione che la questione non si sarebbe risolta facilmente.

Qualche ora prima di partire per la nostra destinazione, Cynthia si era presentata a casa Cullen armata di tutta la sua determinazione.

“ Come puoi farmi questo? Dopo tutto quello che ho fatto per te ora prendi il mio ragazzo e lo conduci al macello?” mi aveva urlato contro con il volto distrutto dal dolore e gli occhi arrossati e gonfi a causa del pianto.

“ E' stata una sua decisione, noi non gli abbiamo chiesto di venire con noi.” risposi con un filo di voce.

Aveva maledettamente ragione e io per l'ennesima volta ero stata troppo egoista per non accorgermene.

“ Non è una giustificazione, lo sai come Jake, dove c'è il pericolo lui si precipita come uno stupido ragazzino ma da te...” e iniziò a scuotere la testa nervosamente “ da te non me lo sarei mai aspettata. Mi hai delusa Elizabeth.” e mi guardò fissa negli occhi con uno sguardo carico di ira.

“ Mi dispiace.” sussurrai senza trovare altre parole.

“ Sai dire solo questo? Mi dispiace? Mio dio, Liz ma cosa ti sta succedendo?” continuò lei imperterrita.

“ Cynthia non so cosa devo fare!” le urlai contro stremata “ la mia famiglia è in pericolo e sinceramente in questo momento non riesco a pensare a nient'altro!”

“ Eveline non è del tuo stesso parere.” ribadì lei.

“ E allora perché ti preoccupi tanto per Jacob? Dovresti ringraziarmi, lo sto portando lontano dalla battaglia!” risposi spazientita.

Mi pentii immediatamente delle mie parole, non era giusto rivolgermi così verso una persona che era semplicemente preoccupata per la vita del proprio compagno ma in quel momento era proprio la lucidità che mi mancava.

“ Sei una stronza.” sbottò con rabbia “ se succede qualcosa a Jake ti giuro che troverò il modo di fartela pagare.”

E così, voltandomi le spalle, andò via.

Rimasi immobile per qualche secondo, con lo sguardo fisso sulla porta che la mia amica aveva appena sbattuto.

Stavo di nuovo allontanando tutti da me.

Spero che potrai perdonarmi, Cynthia.

“ Non ti preoccupare, capirà.” mi sussurrò Edward abbracciandomi.

“ Ha ragione, forse sto veramente impazzendo.” dissi nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

“ Possiamo rimanere qui.” suggerì poco convinto.

“ No.” e mi staccai da lui asciugandomi le lacrime “ voglio andare fino in fondo.”

 

 

Il viaggiò in aereo passo con una lentezza inesorabile.

I secondi sembravano ore, e i minuti giorni. Non facevo altro che guardare l'orologio e quella maledetta lancetta sembrava rimanere sempre ferma sullo stesso punto.

Edward mi propose più volte di riposarmi ma in quel momento la mia testa era troppo occupata da orribili pensieri e rimorsi per concedermi un po' di riposo.

Il vampiro, dopo aver tentato invano di calmarmi, ormai spazientito iniziò a leggere un libro che si era portato da casa.

Come gli era venuto in mente di portarsi un libro, non era un viaggio di piacere!

Jake era spensierato come al solito, probabilmente non si rendeva conto del pericolo che stavamo correndo.

Approfittò in pieno dei servigi e dei privilegi del viaggiare il prima classe ( logicamente Edward aveva provveduto a pagare il biglietto anche per lui!). Mangiò fino allo sfinimento e poi si addormentò come un bambino sul sedile dell'aereo troppo piccolo per contenere la sua mole.

Gli poggiai una copertina sulle spalle, pur sapendo che la sua temperatura corporea lo teneva già al caldo.

La prima volta che incontrai Jacob, non avrei mai pensato che un giorno mi sarei ritrovata con lui, su un aereo, pronti per uccidere un nemico comune.

Il suo volto era rilassato e sembrava totalmente innocuo, quasi dolce. In fondo era solo un ragazzino cresciuto troppo presto a causa di doveri che non aveva scelto volontariamente.

Una morsa dolorosa mi strinse lo stomaco ripensando a Cynthia. Come avevo potuto portargli la sua vita?

Sollevai lo sguardo verso l'alto per cercare di frenare le lacrime, non potevo permettermi di crollare.

Ero stata io a prendere le decisioni, a formulare un piano e dovevo prendermi le mie responsabilità.

Mi voltai verso Edward e immediatamente mi tranquillizzai.

A prima vista sembrava assolutamente assorto nella lettura ma un occhio più esperto avrebbe capito facilmente che anche lui era preoccupato.

La fronte era leggermente corrugata e il suo sguardo era duro e freddo come il ghiaccio.

Mi accoccolai vicino a lui, sollevando un suo braccio così da costringerlo ad abbracciarmi.

Appoggiai la testa contro il suo petto e provai a chiudere gli occhi.

Per evitare la luce del sole, avevamo fatto in modo di arrivare di sera, così non ci sarebbero stati problemi.

Non appena misi piede fuori dall' aeroporto, l'aria calda di Los Angeles mi colpì scatenando in me un vortice di ricordi.

Ero nata e cresciuta lì, era la mia città, l'avevo amata e odiata fino allo sfinimento e ora ero quasi felice di poterla vedere di nuovo.

Il caos della sera si riversava nelle strade trafficate mentre percorrevamo la statale verso nord con estrema lentezza.

Edward aveva affittato un macchina, con i vetri oscurati nel caso ci dovessimo muovere anche di giorno, e ci stavamo dirigendo verso la mia vecchia casa.

Avevo il cuore che batteva all'impazzata e a malapena riuscivo a respirare. Erano due anno che non vedevo la mia famiglia e ora non mi sembrava vero che stessi andando proprio da loro.

Logicamente non mi sarei fatta vedere, non potevo causare loro un altro dolore perché di certo non sarei potuta rimanere lì con loro e poi non avrei nemmeno potuto giustificare la mia assenza e il fatto che il mio aspetto non fosse cambiato di una virgola ma già il fatto di poterli vedere da lontano era un ricompensa sufficiente per le mie fatiche.

Sarei rimasta nell'ombra, ad osservarli, a vegliare su di loro finché non sarebbero stati al sicuro.

Non appena ci trovammo a pochi metri dalla mia abitazione non mi sentii più così forte come all'inizio.

Le mie certezze crollarono all'istante, come avevo potuto pensare di rimanere in disparte quando il mio unico desiderio era quello di entrare di corsa dentro casa e buttarmi fra le braccia di mia madre?

No, non potevo. Avrei trovato il modo di parlare con loro, avrebbero capito, mi avrebbero accettata, in fono erano i miei genitori. Ormai ero in grado di resistere perfettamente al sangue umano, non avrei rischiato la loro vita. Rimaneva solo un piccolo problema: i vampiri dovevano mantenere segreta la loro esistenza, gli umani non potevano venirne a conoscenza.

Avrei trovato una soluzione anche anche a quello, ne ero certa.

Mia madre sarebbe svenuta dalla sorpresa nel vedermi, ne ero certa e mio padre, beh forse per la prima volta l'avrei visto piangere di gioia.

Ah, e poi c'era Edward.

Si, si mia madre ne sarebbe stata entusiasta. Chiunque avrebbe voluto vedere la propria figlia affianco ad una persona come Edward, era sensibile, educato, gentile, coraggioso e poi mi amava più di ogni altra cosa.

Senza nemmeno rendermene conto iniziai a sorridere.

“ A cosa stai pensando?” mi domandò il vampiro osservando la mia espressione.

“ Immagino la faccia di mia madre quando ti presenterò a lei come il mio fidanzato.” sghignazzai.

“ Hai deciso di farti vedere?” mi domandò lui preoccupato.

“ Non posso farne a meno, hanno il diritto di sapere che sto bene.” risposi prendendogli una mano.

“ Va bene” annuì tornando a guardare la strada “ devo preoccuparmi?”

“ Per cosa?”

“ Per tua madre!” sorrise “ credi che le piacerò?”

“ Oh, ne sono assolutamente convinta.” e mi gettai su di lui dandogli un bacio.

“ Ehi!” si lamentò Jake dal sedile posteriore “ non voglio morire in un incidente stradale perché voi due avete deciso di scambiarvi effusioni d'amore.”

Io e Edward scoppiammo a ridere. La vera prima risata che ci concedevamo da due giorni.

Accostò poco lontano da casa mia e io mi sentii mancare la terra sotto i piedi.

Era meravigliosa, proprio come l'avevo lasciata.

Le luci erano spente anche se la macchina di mio padre era parcheggiata, come al solito, nel vialetto.

“ Non c'è nessuno.” disse Edward improvvisamente serio.

“ Ti sbagli.” aggiunse Jacob impallidendo.

Rivolsi uno sguardo terrorizzato ad entrambi.

Cosa stava succedendo?

I miei occhi si bagnarono immediatamente di lacrime ma non erano di gioia, erano di terrore.

Il mio cuore perse alcuni battiti e rischiai di svenire a terra se la mia forza di volontà non mi avesse sorretta.

Non poteva essere vero, stavo vivendo un incubo.

Liz, svegliati, ti prego svegliati! Continuavo a ripetermi mentre la certezza che quella fosse la realtà aumentava di secondo in secondo.

Iniziai a correre verso casa, con le gambe che mi tremavano. Inciampai un paio di volte prima di raggiungere il portone d'ingresso.

Non suonai il campanello ma sfondai direttamente la porta con una spinta.

L'aria e l'odore all'interno della casa mi colpì come una ventata infuocata.

Chiusi gli occhi e contai fino a cinque.

  1. Liz, svegliati...
  2. ti prego svegliati..
  3. è un incubo, è solo un incubo...
  4. avanti svegliati!
  5. ….........

Aprii gli occhi.

Un grido soffocato uscì dalla mia bocca, mentre crollai a terra in ginocchio.

 

 

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@ Saretta_trilly: ok, da oggi sei ufficialmente incoronata come la mia commentatrice ufficiale! Grazie mille per i  complimenti, ogni volta che pubblico ho sempre la certezza che tu lasci una recensione e questo mi fa davvero felice! Sono contenta che il cap ti sia piaciuto anche perché è uno dei miei preferiti, mi sono impegnata molto a scriverlo! Grazie ancora e a presto!!!!!! Baciiiiiiiiiii

 

@ Freyja: yeeeeeee una nuova commentatrice! Che gioia! Sono sempre contenta quando qualcuno lascia una recensione, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate di quello che scrivo!  Spero che il resto continui a piacerti e mi raccomando continua a commentare!!!!!!!! Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii e a presto!!!!!!!!!!

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Capitolo 54
*** Another perfect day in hell ***


Another perfect day in hell

 

 

 

 

Non poteva essere vero, quella non poteva essere la realtà perché, nonostante i miei errori passati, io non meritavo tutto quello, non meritavo tutto quel dolore e loro non avrebbero mai meritato quella fine.

Ero immobilizzata, ogni singolo muscolo del mio corpo non rispondeva ai miei comandi.

Avrei voluto urlare, alzarmi da terra, correre a cercare quel lurido bastardo che aveva distrutto la mia vita ma in quel momento non riuscivo a fare niente.

Non ero ancora salita al piano di sopra, non ne avevo la forza.

Non ero abbastanza forte per sopportare quello spettacolo ma ero certa di quello che avrei trovato.

La mia casa, la mia vecchia casa ormai aveva l'odore della morte.

Mi entrava nelle narici come un gas intossicante, mi lacerava dall'interno producendo ferite che mai e poi mai si sarebbero rimarginate.

Ero andata via da Los Angels con un solo obiettivo: proteggere la mia famiglia da quelli come me ed ora era stato proprio un vampiro a strapparli via dalla loro vita.

La mia mente era ormai disconnessa dal resto del corpo, non riuscivo più a distinguere la realtà dall'incubo.

Era come se fossi morta anch'io. Non riuscivo più a sentire nulla, solo l'immensa voragine che si era creata dentro di me.

Non mi accorsi nemmeno che Edward e Jacob erano entrati in casa ma nessuno di loro due osò avvicinarsi a me.

Come se niente fosse mi alzai dal pavimento, diedi una rapida pulita ai jeans poiché avevano delle piccole tracce di polvere e poi mi diressi verso le scale che portavano al secondo piano.

Salii le scale lentamente, passo dopo passo … uno, due, tre, quattro... proprio come quando ero piccola iniziai a contare gli scalini percorrevo.

Diciassette, diciotto, diciannove … ero arrivata.

Passai davanti alla mia stanza, la porta era chiusa, probabilmente mia madre avrebbe sofferto troppo a lasciarla aperta. Non poteva passarci davanti e fare finta di nulla, ignorare che la sua bambina era scomparsa la notte del suo diciassettesimo compleanno.

Camminai in tutta calma sopra i tappeti che adornavano il corridoio che conduceva alle varie camere da letto, se mia madre mi avesse vista mi avrebbe sicuramente rimproverata.

Elizabeth, quante volte devo dirti di non camminare sui tappeti con le scarpe! Ti costa tanto metterti un paio di ciabatte?”

No, mamma! Scusa, me ne dimentico sempre!”

Al contrario della mia, la porta della camera da letto dei miei genitori era leggermente aperta.

Il battito del mio cuore era perfettamente regolare, per quanto lo potesse essere quello di una mezza vampira, il respiro controllato e per nulla agitato.

Con una mano, spinsi la porta in modo che si aprisse del tutto e poi entrai.

I miei genitori erano lì.

Stavano dormendo, tranquilli e beati l'uno affianco all'altro.

Mi avvicinai lentamente, cercando di fare il meno rumore possibile, mai e poi mai avrei voluto rovinare il loro riposo.

Sembravano così … così immobili.

Giunsi vicino al bordo del letto e mi piegai per dare un bacio a mia madre.

Le scostai un ricciolo biondo che le copriva la fronte e le la baciai.

La sua pelle era ancora liscia nonostante fosse prossima alla cinquantina.

Era stata sempre particolarmente attenta al suo aspetto fisico. Ogni giorno spendeva del tempo per la propria cura personale, utilizzava creme di ogni genere e logicamente, come una buona cittadina della caotica L. A. ricorreva spesso ad un chirurgo per far si che l'età non rovinasse la sua non più giovane bellezza.

Eh, mamma, sei sempre la solita!

Mi preoccupai di rimboccarle le coperte, sembrava infreddolita.

Le sue lebbra non avevano più il colore rosato di un tempo, erano quasi violacee.

Anche se era maggio e ormai le giornate in California era già ampiamente afose, la sera una leggera brezza fresca tornava sempre a farci visita.

Le tirai il lenzuolo fin sopra il seno e la lasciai riposare ancora.

Mio padre era al suo fianco, con la testa voltata verso la finestra.

La finestra... pensai … papà lo sai che non devi lasciarla aperta, non siamo ancora in piena estate!

La chiusi immediatamente, facendo sempre attenzione a non fare rumore e poi mi accomodai sul bordo del letto.

Accarezzai dolcemente il profilo del volto di mio padre e la barba, un po' incolta, mi solletico la mano.

Mi avvicinai di più a lui e gli diedi un leggero bacio sulla guancia.

Inspirai profondamente il suo profumo. Odorava di tabacco, proprio come quando l'avevo lasciato.

Mio padre era un incallito fumatore. Nonostante le continue lamentele di mia madre, lui non era affatto intenzionato a smettere.

Mi ricordavo perfettamente quando sgattaiolavo di nascosto in sala per rubargli qualche sigaretta dal pacchetto, poi, con la stessa velocità, mi chiudevo in camera e mi concedevo qualche boccata di fumo fuori dal balconcino.

Sorrisi leggermente pensando a mio padre che non diceva nulla quando si accorgeva che mancavano le sue adorate sigarette. Sapeva che ero stata io ma non mi aveva mai detto niente.

Anche lui era stato adolescente, e che adolescente! Ne combinava di tutti i colori ai miei poveri nonni e per questo con me era stato sempre molto accondiscendente.

Papà perché tu non mi rimproveri mai come gli altri genitori?”

Lizzy, per cosa dovrei rimproverarti? Sei così giovane, non sarebbe giusto privarti delle tue sciocchezze adolescenziali!”

Era sempre andato fuori dagli schemi, mia mamma dice '' no'', lui diceva ''si'', mia mamma diceva '' guai a te se esci'' e lui ''guai a te se non esci''.

Era sempre stata la persona che rispettavo di più, ogni suo parola era sacra per me.

Era sempre stato il mio eroe.

Mi occupai di coprire anche lui, sembrava particolarmente freddo al tatto.

Rimasi a guardarli per qualche altro minuto. Mi erano mancati così tanto, come avevo fatto a resistere tanto tempo lontano da loro? Improvvisamente un rumore mi scosse dai miei pensieri.

Mi voltai di scatto verso la porta … era Edward.

Che strano, mi ero dimenticata che ci fosse anche lui.

“ Liz, co ...” non riuscì a finire la frase perché io mi precipitai da lui per coprirgli la bocca con una mano.

“ Fai piano, stanno dormendo.” e mi voltai di nuovo verso i miei genitori.

“ Liz, sai bene?” mi sussurrò lui accarezzandomi la schiena.

“ Edward “e piegai leggermente la testa “ perché hanno quella posizione strana? Non fa bene dormire così.”

In effetti, osservandoli bene, il loro collo sembrava aver subito una strana torsione.

Eppure sembravano riposare così serenamente!

“ Liz, amore, guardami.” e mi prese il volto fra le mani costringendomi ad incrociare il suo sguardo “ dobbiamo andare via di qui.”

“ No.” gridai appena “ devi conoscere mia madre. Le piacerai, stai tranquillo.” e gli sorrisi dopo avergli dato un leggero bacio sulle labbra.

“ Liz, ti prego.” e avvicinò la sua fronte alla mia “ esci da questa camera, ti raggiungo subito.”

“ Ok.” risposi confusa. “ ti aspetto fuori.”

“ Va bene. Farò subito.” mi rassicurò di nuovo lui scortandomi fuori dalla stanza.

Poi si chiuse dentro lasciandomi fuori.

Come se fosse la cosa più normale, andai in camera mia.

Sorrisi vedendo che era esattamente come l'avevo lasciata. Niente era stato toccato, solamente il letto era stato rifatto. Ricordavo perfettamente che quella sera uscii lasciandolo in disordine.

Iniziai a girarmi in torno, assaporando ogni singola cosa, ogni stupido ricordo.

Mi avvicinai alla parete che avevo tappezzato di foto. Logicamente apparivo pochissimo, ho sempre odiato essere fotografata, ma c'erano tutti i miei amici.

Non ho mai frequentato molte persone, tuttavia avevo delle amicizie fidate e a cui ho sempre voluto bene.

Tracciai con un dito i contorni delle foto e ogni volta i ricordi riaffioravano nella mia mente più vividi che mai.

Le prime gite scolastiche, le prime feste, le prime stupidaggini con le amiche... c'era tutto, c'era tutto quello che avrei sempre portato dentro di me.

Poi mi sedetti sul letto, assaporando il profumo fresco delle lenzuola. Mia madre le aveva cambiate da poco, riuscivo a riconoscere perfettamente l'odore del bucato fresco.

Oh, mamma. Mi stavi aspettando...

Mi soffermai sulla libreria, disordinata come sempre e poi il mio sguardo si fermò sullo scatolone del ripiano inferiore.

Mi avvicinai ad esso e mi inginocchiai per scostarlo.

Anche quello era rimasto invariato … il mio rifugio segreto.

La libreria nascondeva una piccola stanza nella quale mi rifugiavo sempre quando ero più piccola. Solo i miei genitori ne erano a conoscenza e spesso mi piaceva trascorrere del tempo lì, da sola a leggere qualche buon libro.

Quella volta feci un po' fatica ad entrare, la mia altezza e la mia scarsa agilità rendevano il tutto più complicato.

Mi rannicchiai contro la parete, portando le gambe al petto e mi rilassai godendo di quella tranquillità.

Ammucchiati in un angolo c'erano ancora i miei vecchi diari.

Avevo sempre desiderato averne uno ma, immancabilmente, ogni volta che ne compravo uno nuovo mi stancavo di scrivere e lo lasciavo incompleto, del resto la mia vita non era così poi interessante da essere trascritta!

Non so per quale motivo ma lo presi, il più recente, e lo infilai nella borsa, magari quella sarebbe stata la volta buona!

Rimasi in quella posizione per non so quanto tempo, ormai lo scandire dei minuti, delle ore mi sembrava così irrilevante e superfluo.

Sempre seduta, frugai tra le altre scartoffie presenti nella piccola stanzetta.

C'erano vecchi spartiti musicali scarabocchiati, disegni mal riusciti, foto di attori che avevano allietato la mia infanzia, qualche pupazzo impolverato e poi una vecchia foto dei miei genitori. Presi anche quella e la infilai nella borsa.

Poi tornai a guardare il vuoto, canticchiando una vecchia canzone, aspettando non so cosa.

Alla fine, Edward tornò da me, come promesso … eh si, lui manteneva sempre le sue promesse.

Sentii i suoi passi in camera mia e sghignazzai accorgendomi che lui non riusciva a trovarmi.

Improvvisamente sbucò dalla piccola rientranza del muro facendomi sobbalzare.

“ Liz, che ci fai qui dentro?” mi chiese perplesso.

“ E' il mio rifugio segreto.” bisbigliai sorridendo.

“ E' ora di andare.” mi disse porgendomi una mano.

“ No, voglio stare ancora qui.” risposi scuotendo la testa e indietreggiando ancora un po' per quanto mi era possibile.

Lui, senza dire nulla, entrò portandosi a sedere vicino a me.

Certo, eravamo un po' stretti in quel minuscolo spazio, ma si stava bene.

“ Scommetto che venivi sempre qui da piccola.” commentò guardandosi in torno.

Io annuii distrattamente.

“ Amore, dobbiamo andare, veramente. Non possiamo rimanere ancora qui.” ripeté lui sempre in tono dolce.

“ No, dobbiamo aspettare che i miei genitori si svegliano. Non possiamo andarcene senza salutarli.” ribadii convinta.

“ Liz.” fece una pausa e mi costrinse a voltarmi verso di lui “ i tuoi genitori non si sveglie...”

“ Non dirlo!” urlai scostandomi da lui “ non devi dirlo, hai capito?”

“ Lo so che è difficile da accettare ma non servirà a niente rimanere qui.” continuò lui con aria preoccupata.

“ Cos'è difficile da accettare, eh Edward? Cosa?” dissi perdendo completamente la calma, perché mi stava facendo questo?

Lui non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo verso il pavimento.

“ perché non mi risposi?” gridai scuotendolo per le spalle “ secondo te è difficile accettare che siano morti?”

Mi tappai immediatamente la bocca con le mani per aver pronunciato quella parole.

In una frazione di secondo la dura e vera realtà si riversò su di me come un uragano, distruggendo tutto lo scudo che avevo innalzato nelle ultime ore o quante fossero.

“ Loro non stanno dormendo.” dissi con un filo di voce mentre le immagini dei loro corpi, sdraiati sul letto con il collo spezzato, scorrevano nella mia mente come un film.” loro sono morti.”

Il mio cuore smise di battere e il respiro si bloccò in gola.

Mi sembrava di soffocare, avevo un macigno sul petto che mi impediva di respirare e io non potevo fare niente per liberarmi di quel peso.

Alla fine scoppiai a piangere. Le lacrime scendevano irrimediabilmente sul mio volto creando delle nuove ferite.

Edward mi strinse a se, lasciando che il mio viso affondasse nel suo petto, unico porto sicuro in quel momento.

Non so cosa avrei fatto in quel momento senza di lui, ma nella mia testa due erano le uniche opzioni possibili:

sarei impazzita, chiusa nella mia fantasia che avevo creato dove i miei genitori non erano morti ma stavano semplicemente dormendo.

Oppure, più probabilmente, avrei preso la prima cosa affilata che avrei trovato nei paragi e avrei concluso così la mia stupida vita.

Ora, però, non potevo fare nessuna delle due cose, non era arrivato ancora il momento di mettere la parola fine alla mia esistenza, non era ancora il momento di arrendersi.

Sicuramente era ancora colpa dello shock subito ma, non so ancora come, riuscii a riprendere la lucidità.

Mi staccai da Edward asciugandomi le lacrime e tornai finalmente a riprendere il controllo del mio corpo.

“ Andiamo.” dissi sospirando.

“ Non stai ancora bene, aspetta.” rispose lui prendendomi le mani.

“ No, sto bene. È giunto il momento di andare a cercare quel bastardo.” continuai con la voce rotta dal pianto e dall'odio che stavo provando in quel momento dei confronti di quel dannato vampiro.

Uscimmo entrambi dal mio nascondiglio e scendemmo al piano di sotto.

Prima di arrivare alle scale lanciai un'ultima occhiata verso la camera dei miei genitori.

L'avrebbe pagata, oh si, l'avrebbe pagata cara per quello che aveva fatto.

“ Liz, non sei in grado di affrontarlo ora. Prenditi un po' di tempo e poi iniziamo le ricerche.” cercò di persuadermi inutilmente.

Forse non aveva tutti i torti, di certo la mia decisione non era quella più saggia ma ero sicura di non poter mantenere la mia lucidità ritrovata ancora a lungo.

Presto sarebbe arrivata l'ora in cui sarei crollata e avrei lasciato che il dolore, il vero dolore, si facesse strada dentro di me.

Quindi no, non potevo prendermi del tempo, perché non ne avevo.

“ Fidati di me, è meglio che non mi fermi altrimenti rischio di crollare e ti sarei solo d'intralcio.” lo rassicurai con un sorriso amaro.

“ Non mi sarai mai d'intralcio.” e mi diede un bacio sulla fronte attirandomi di nuovo a se. “ e poi Jacob è già partito per rintracciarlo.”

“ Cosa?” esclamai sconvolta allontanandolo da me bruscamente.

“ Jacob non è riuscito ad aspettare e quindi è andato via.” ripeté lui tranquillamente.

“ Come hai potuto lasciarlo andare via da solo?” lo rimproverai “ dopo tutto quello che ha fatto Angel, tu l'hai lasciato da solo?” continuai sempre più arrabbiata.

Ma non si rendeva conto del pericolo in cui si stava cacciando il licantropo?

“ Jake è più in gamba di quanto pensi.” rispose lui serio.

“ Morirà se non lo troviamo subito.” ringhia inferocita.

“ Pensavi che ti avrei lasciata qui, da sola per seguire quel cane?” sbottò lui non più calmo come prima.

“ Quel cane ci sta aiutando in una missione suicida.” inveii di nuovo contro di lui.

“ Ti sembra il momento adatto per discutere?” disse incrociando le braccia al petto.

“ No.” e feci un profondo sospiro per riprendere il controllo.

“Allora andiamo.” concluse lui dirigendosi verso la porta.

“ Edward?” lo chiamai rimanendo immobile “ cosa fac..”

“ La polizia arriverà tra qualche minuto, non possiamo occuparcene noi, non in questo caso.” disse lui prima intuendo la mia domanda.

“ Va bene.”

Diedi un ultimo rapido sguardo alla mia vecchia casa consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei messo piede lì dentro.

Di nuovo una fitta allo stomaco mi costrinse a riprendere fiato, Edward con un movimento rapidissimo mi fu vicino, pronto a sorreggermi in caso avessi perso i sensi perché era quello che stava accadendo in quel momento.

“ Sto bene, andiamo.” lo rassicurai sciogliendomi dalla sua presa.

“ Stai facendo una cazzata, lo sai?” disse fulminandomi con lo sguardo.

“ Lo so. Andiamo.” ripetei con più enfasi l'ultima parola.

Non avevamo la minima idea di dove si trovasse Jacob, logicamente non aveva il cellulare con se, altrimenti sarebbe stato troppo facile!

Fortunatamente l'odore del licantropo era ancora forte, almeno per Edward, e così riuscimmo a seguire le sue tracce.

Non so per quanto tempo girovagammo senza una meta precisa ma più passavano i minuti e più temevo di non rivedere più Jacob, inoltre, sempre perché eravamo estremamente fortunati, il sole stava per sorgere e questo voleva dire un'unica cosa: Edward non poteva più farsi vedere per strada.

La nostra era una vera e propria corsa contro il tempo e niente sembrava volgere a nostro favore.

Quando eravamo ormai sull'orlo di una crisi di nervi, finalmente trovammo una traccia.

Arrivammo nei pressi del porto di Los Angeles, Edward era sicuro che Jacob fosse lì o almeno ci era passato poco qualche minuto fa.

Scendemmo dalla macchina e iniziammo a guardarci in torno.

“ Sono entrambi qui.” disse il vampiro serrando la mascella.

“ Dove?” domandai non riuscendo a sentire nulla poiché il mio olfatto non era sviluppato come il suo.

“ Non lo so. Jake l'ha inseguito ma Angel è riuscito ad evitarlo. Il loro odore è sparso ovunque.” continuò cercando di non perdere la pazienza.

Il suo volto era contratto in una smorfia di rabbia, i suoi occhi avevano perso il loro colore ambrato, ormai era due pozze di petrolio.

“ Dobbiamo dividerci.” dissi assolutamente seria.

“ Non se ne parla.” ringhiò lui.

“ Saremo più veloci in questo modo.” continuai imperterrita.

“ Morirai più velocemente in questo modo.” ribatté lui.

“ Se tra venti minuti non lo troviamo ci rivediamo in questo punto.” conclusi incrociando il suo sguardo qualche secondo prima di scappare nella direzione opposta alla sua.

Non mi importava nulla della mia vita in quel momento, voleva trovarlo, ucciderlo e farla finalmente finita e se questo significava sacrificare me stessa allora avrei accettato.

Il porto era immenso e di rado si vedeva qualche addetto ai lavori che iniziava il proprio turno ma nessuna traccia di Angel o di Jake.

Probabilmente di trovavano in un luogo al coperto e così iniziai a controllare ogni capannone o deposito che incontravo lungo il tragitto.

Ogni volta, insieme alla delusione del fallimento della mia ricerca, aumentava la rabbia e lo stress della situazione e questo non aiutava affatto la mia concentrazione.

Alla fine dell'ultimo molo che dovevo controllare, si ergeva una struttura ancora in costruzione, probabilmente dove trattarsi di una sorta di magazzino lasciato abbandonato perché non vedevo operai a lavoro.

Un briciolo di speranza si fece largo all'interno della mia mente e iniziai a correre più veloce che potevo.

Avevo il cuore in gola perché temevo di essere arrivata per l'ennesima volta in ritardo.

Mi gettai, letteralmente, contro la porta arrugginita che dava sulla parete di fronte a me, e la aprii producendo un rumore assordante.

L'interno era buio, intervallato solo da sprazzi di luce che penetravano dalle finestre prive degli infissi e da qualche apertura nel soffitto.

Mi guardai intorno nervosamente, qualcosa dentro di me aveva messo in moto il mio istinto di sopravvivenza.

Camminai alla cieca finché non sbattei con la schiena contro una colonna. Per lo spavento indietreggiai e inciampai su una barra di ferro per poi ricadere a terra.

Perfetto, iniziavo veramente bene...

Scattai immediatamente in piedi, senza nemmeno controllare se mi ero fatta male e proseguii sempre con la massima cautela.

Era lì, Angel era lì. Non so come ma riuscivo a sentire la mia presenza e la cosa mi scosse più del dovuto.

Avevo la sensazione che i suoi occhi fossero puntati su di me, che mi stesse osservando nascosto nel buio.

Il mio cuore iniziò ad accelerare fino a raggiungere livelli esponenziali e maledii me stessa per quello. Il mio sangue che scorreva più rapidamente era solo un ottimo richiamo per il cacciatore. Si, cacciatore perché il quel momento mi sentivo solo una stupida preda che era appena entrata nella tana del leone.

All'improvviso un rumore metallico mi fece sobbalzare e automaticamente risposi alla scarica di adrenalina correndo all'impazzata verso il punto da cui proveniva il rumore.

Buttai giù un'altra porta, questa volta con più fatica e poi mi ritrovai in una ampio spazio chiuso.

Cercai di riprendere fiato velocemente ma qualcosa attirò la mia attenzione.

In un angolo, sul fondo della stanza, c'era qualcosa.

Avanzai lentamente perché la scarsa luce mi impediva di vedere cosa fosse. Quando fui sufficientemente vicina un grido uscì dalla mia gola involontariamente.

“ Jacob!”

 

 

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Saretta_trilly: sopportarti, sopportarti??????? Io adoro i tuoi commenti e non per i complimenti che mi fai ma perché mi fa piacere che tu ti sia appassionata alla mia storia! È un vero onore! Mi è sempre piaciuto scrivere ma non avevo mai completato niente e se ora sto andando avanti è solo merito vostro che continuate a seguirmi!!!!! Mmm  penso che accetterò il tuo consiglio, appena finisco di leggere ‘’ L’introduzione alla psicoanalisi’’ di Freud ( lo so sono pazza, quale ragazza sana di mente passerebbe il suo tempo libero a leggere Freud?!) lo comprerò sicuramente!!!! Grazie ancora e a presto!!!! Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!

 

Fred Cullen: beh credo che questa sia la prima colta in cui non siamo d’accordo! Ahahahaha allora ora provo a spiegarti un po’ il punto di vista di Cynthia: lo so che a prima vista può sembrare esagerata ma io avrei reagito come lei e credo anche Liz! Tu manderesti mai il tuo ragazzo in una missione di cui non sai nulla? Io non lo farei perché avrei troppa paura di perderlo. Avrei lottato anch’io come ha fatto Cynthia! Lo so che la decisione è stata di Jake ma devi metterti anche nei panni di quella povera ragazza, è normale che sia spaventata e lei ha reagito così proprio per paura e non perché fosse realmente incavolata con Liz! Non so se hai capito quello che intendo dire ma dopo aver passato 2 ore a giocare alla Play Station ora sono un po’ confusa!!! Ahahahah  baci e a presto!!!

 

Freyja: ahahah grazie! Mi piace creare un po’ di attesa nei miei lettori, credo che faccia aumentare la voglia di leggere! Mi chiedi se Liz finalmente potrà avere un po’ di pace? Eh, non lo so! Nel senso che dovrà affrontare ancora qualche problema prima di poter raggiungere finalmente la pace che desidera! Sono cattiva? No, no! Non odio il mio personaggio ma non mi piacciono le cose troppo semplici! Credo che la pace la si possa raggiungere solo dopo un momento di forte difficoltà e lei, purtroppo dovrà ancora affrontarlo! Per il resto credo che tu abbia perfettamente ragione! Certo io scrivo perché adoro farlo ma ricevere un commento, negativo o positivo che sia, fa sempre piacere e ti sprona sempre a proseguire nel continuare la storia! Quindi grazie!!!!!! Baciiiiiii e a presto!!!!!!!

Poeticdream: mia adorataaaaaaaaaaa allora non mi hai abbandonata??!!!!! Oddio sto per commuovermi! Ok basta con i sentimentalismi, questi sono gli effetti della Play station! Non si può giocare per due ore a Guitar Hero e poi essere ancora sane! Hahahaha! mmmmmmmmmm aspetterò con ansia il tuo commento sclero e già mi preparo a delle grosse risate!!!!! baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

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Capitolo 55
*** End Of Days ***


End of days

 

 

 

 

 

“ Jake!” urlai di nuovo correndogli in contro.

Mi lanciai letteralmente a terra e iniziai a scuoterlo con tutte le mie forze.

“ Jake, sveglia!” continuai schiaffeggiandolo anche se lui non dava il minimo segno di riprendersi.

La luce non era delle migliori e così non riuscii a vedere subito le numerose ferite che aveva riportato sul corpo.

Molto probabilmente si era trasformato perché i suoi vestiti erano ridotti a brandelli.

Aveva affrontato Angel e aveva perso.

Tentati a stento a trattenere le lacrime mentre continuavo a chiamare, in vano, in mio amico cercando in tutti i modi di risvegliarlo. Non potevamo stare ancora in quel magazzino perché l'altro vampiro era ancora lì e di certo non ci avrebbe fatto uscire vivi.

“ Jacob, ti prego svegliati, dobbiamo andare!” e proseguii a strattonarlo per le spalle pur facendo attenzione a non fargli male, non era proprio ridotto bene.

La spalla era sicuramente slogata e il braccio destro forse era rotto, per non parlare delle escoriazione che aveva riportato durante la battaglia.

Presa dalla disperazione iniziai a trascinarlo per i piedi poiché era troppo pesante e ingombrante da sollevare. Nonostante fossi abbastanza alta e forte non era facile portare sulle spalle un metro e novanta di muscoli.

Sfortunatamente però non riuscivo ad essere così veloce come avrei voluto.

Mi lasciai prendere da una crisi di nervi e iniziai a piangere come una stupida ricadendo a terra vicino al corpo del licantropo.

Lo so, non era quello il momento di lasciarsi andare allo sconforto ma durante quelle poche ore ne avevo subite di tutti i generi e stavo veramente cedendo.

Dovevo ritenermi fortunata ad aver ritrovato Jacob ancora vivo, qualche minuto più tardi e di certo Angel avrebbe terminato il suo lavoro.

Possibile che Edward fosse ancora in giro a cercarlo?

Immediatamente nella mia mente apparve un'intuizione che mi strappò un grido di terrore.

Era una trappola.

Angel sapeva perfettamente che contro noi tre insieme non avrebbe avuto via di scampo ma presi separatamente eravamo praticamente spacciati.

Il primo bersaglio era stato Jacob, il secondo Edward ed infine io, la preda più semplice da eliminare.

Come avevo fatto a non pensarci prima? Era normale che lui sapesse del nostro arrivo e di conseguenza aveva preparato tutto nei minimi dettagli.

Aveva solo aspettato che Edward mi lasciasse sola qualche secondo prima di portar a termine la sua vendetta.

Puntai le mani a terra e cercai di sollevarmi anche se la stanchezza cominciava a farsi sentire.

Non so da quanto non dormivo e non mangiavo in più le torture psicologiche di quel mostro stavano facendo effetto.

Mi guardai in torno in cerca di un'illuminazione, un idea folgorante che mi rivelasse cosa fare ma niente, ero spacciata.

Avevo due possibilità:

  1. lasciare Jake e correre da Edward. Risultato? Angel sarebbe tornato qui e avrebbe ucciso Jacob.
  2. Pregare intensamente che Edward fosse ancora vivo e venisse a salvarmi.

Il solo pensiero che quel mostro potesse fare del male alla persona che amavo mi faceva raggelare il sangue e nello stesso tempo mi faceva infuriare come una belva.

Feci un profondo respiro e raccolsi le idee.

Dovevo portare il licantropo fuori di qui e una volta messo al sicuro sarei andata a cercare Edward e avremmo finalmente ucciso Angel.

Si, il mio era un ottimo piano o almeno provai ad autoconvincermi che fosse così!

Ripresi a trascinare il ragazzo fuori dal magazzino ma a quanto pareva era più grande di quanto ricordassi.

Cercai di ripercorrere la strada che avevo fatto all'andata ma era tutto così dannatamente buio che a malapena riuscivo a vedere dove mettevo i piedi.

Dopo varie imprecazione e lamentele riuscii a trovare l'ingresso. Ancora qualche metro e saremmo stati fuori.

Improvvisamente un rumore mise in allerta tutti i miei sensi.

Di scatto lasciai andare a terra i piedi di Jake che urtarono contro una barra di ferro producendo un forte suono metallico.

“Certo Liz, già che ci sei mettiti un'insegna al neon con la scritta lampeggiante '' sono qui''.” bofonchiai a bassa voce mentre giravo su me stessa come una pazza per scoprire se c'era qualcuno.

Mi bastò qualche secondo per capire che non ero da sola. Un intenso odore di sangue entrò nelle mie narici stordendomi.

Era ferito, Angel era ferito e sul suo corpo non c'era traccia del sangue di Edward.

Non l'aveva trovato oppure non c'era stato bisogno di versare sangue?

Scossi la testa con violenza per eliminare dalla mia mente quei pensieri.

Edward stava bene e stava venendo da me, non poteva essere altrimenti.

Non appena sentii la presenza del nemico dietro di me mi voltai di scatto ma niente, era già sparito.

Voleva forse giocare a nascondino?

Nonostante dentro di me continuavo a sdrammatizzare la situazione in tutti i modi possibili arrivai ad un punto in cui mi resi perfettamente conto che se il mio ragazzo non fosse arrivato entro i prossimi dieci secondi mi avrebbe ritrovata a brandelli.

Iniziai a respirare a fatica perché il panico mi invase totalmente.

Ero sola, al buio con un pazzo maniaco. Quante possibilità avevo di uscirne illesa?

Il mio cuore accelerò fino all'inverosimile e ciò non faceva altro che rendere la caccia più eccitante, almeno per Angel.

Completamente alla cieca, iniziai a muovermi nell'ombra, cercando un angolino dove ripararmi ed attendere la sua mossa perché in mezzo a quella stanza vuota ero un bersaglio fin troppo facile.

Riuscii a raggiungere il muro ed era già un ottima cosa, almeno non avrebbe potuto attaccarmi alla spalle.

Cercai di strusciare lungo la parete verso la porta d'uscita cercando di fare il meno rumore possibile.

Perché quella fottuta luce sembrava così lontana?

Involontariamente velocizzai il passo poiché le mie gambe non rispondevano più al mio controllo. Arrivata nei pressi della porta decisi di assecondarle e mi lanciai in una corsa sfrenata verso l'uscita.

Un passo, solo un passo e... qualcosa mi prese dalle spalle e venni scagliata come un sacco di patate dall'altra parte della stanza.

La mia schiena si schiantò contro qualcosa di legno e il respiro mi si bloccò in gola per il forte colpo mentre delle schegge di legno mi si erano conficcate nella carne.

Strinsi forte la mascella per evitare di urlare dal dolore e ceraci rapidamente di rimettermi in piedi anche se faceva un male cane.

Di nuovo iniziai a guardarmi in torno ancora più spaventata di prima e ormai sentivo che la mia fine si stava avvicinando sempre di più mentre delle nuove lacrime stavano scendendo lungo il mio volto senza che io riuscissi a fermarle.

Non poteva finire così, non potevamo morire in questo modo.

Anche se non era il momento adatto per pensare a certe cose maledii me stessa per aver avuto la brillante idea di venire a Los Angel. Avrei dovuto ascoltare Eveline, saremmo dovuti rimanere a Forks.

Tutto il viaggio era stato inutile. Ero arrivata tardi, i miei genitori erano morti e ora stavo per far uccidere la persona che amavo e Jacob.

Immediatamente pensai a Cynthia. Mio dio, come avevo potuto portare il suo ragazzo con me? Come avevo potuto permettere a me stessa di fargli correre un tale rischio?

Le miei paranoie, però, cessarono non appena mi scontrai con lui.

Sobbalzai a qual contatto e mi girai di scatto pronta a difendermi.

“ Angel.” sussurrai con la voce rotta dal pianto.

“ Amore, finalmente ci rivediamo.” rispose lui con un sorriso diabolico dipinto sul suo volto d'angelo.

Automaticamente iniziai ad indietreggiare mentre lui continuava ad avanzare.

Io ero la preda e lui il cacciatore.

“ Dov'è Edward?” chiesi immediatamente serrando la mascella.

“ E' ancora vivo.” disse lui togliendo dalla sua espressione ogni velo di gentilezza.

“ Come ci sei riuscito?” domandai senza smettere di camminare.

“ A fare cosa, dolcezza?” rispose piegando la testa leggermente su un lato.

“ Ad ingannare Eveline.”

“ Ah, quello.” e sollevò le spalle “ un piccolo trucchetto. Pensavi che solo la tua famiglia disponesse di abilità extra?”

Io lo guardai senza capire nulla di quello che stesse dicendo.

“ Riesco a far vedere alla gente quello che voglio e questo vale anche per la tua amica. All'inizio non ero sicuro che con lei funzionasse, non mi era mai capitato nessuno con un tale dono ma poi a Forks ho sperimentato il tutto e ho appreso, con immenso piacere, che la cosa mi riusciva alla grande.” mi spiegò lui orgoglioso.

“ Quindi anche Edward non riesce a leggere il tuo reale pensiero.” dedussi facilmente.

“ Esatto.” sorrise lui.

“ E ora, che cosa hai intenzione di fare?” continuai cercando di utilizzare la famosa tecnica del temporeggiare. Certo, non l'avrei annientato con le mie domande ma nel frattempo stava guadagnando tempo con l'unica speranza che Jake riprendesse conoscenza e Edward arrivasse.

“ Farti tornare da me, è logico.” concluse lui come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

“ perché?” domandai sorpresa “ non vuoi uccidermi?”

“ Oh, no, sarebbe un tale spreco. Sei così speciale e ancora te ne rendi conto. Potresti fare grandi cose, io lo so, eppure ti ostini a rimanere con quegli sciocchi che ti privano della tua natura. Non sei stanca di essere ciò che non sei?”

“ Io sono questo, Angel e non cambierò mai.” sibilai mantenendo il controllo della voce.

“ Che peccato. Mi dispiacerà toglierti di mezzo.” e con un rapido gesto, che non riuscii nemmeno lontanamente a prevedere, mi sferrò un pugno che per poco non frantumò la mia mascella in mille pezzettini.

Ricaddi a terra sulle ginocchia e arrestai la caduta fermandomi con le mani piantate a terra.

Rigettai un fiotto di sangue e la cosa non mi piacque affatto e poi … bingo!

Il mio sguardo si posò su una sbarra di ferro a pochi centimetri da me e con la velocità che mi fu concessa mi lanciai sull'arma e di scatto mi voltai per colpirlo e magicamente ci riuscii.

Non fu difficile, era come battere una battuta con una mazza da baseball con l'unica differenza che la pallina in quel caso fu sostituita dalla faccia.

Il suo collo subì una torsione innaturale ma il resto del suo corpo rimase immobile. Il risultato non fu quello che avevo immaginato nella mia mente e così lui, più infuriato di prima si avventò su di me come una belva.

Non so per quale grazia divina ma il primo colpo riuscii ad evitarlo e così gattonai lontana da lui cerando un sostegno su cui fare leva per rialzarmi dato che non ne avevo la forza ma l'impresa fallì miseramente.

Lui mi raggiunse in un batter d'occhio e afferrandomi per il capelli mi costrinse a sollevarmi in piedi.

Lanciai un grido di dolore quando mi tirò su contro la mia volontà e cercai disperatamente di divincolarmi dalla sua salda presa.

“ Liz, amore, questa è stata una pessima mossa.” ringhiò lui avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio.

“ Vediamo se questa sarà di tuo gradimento.” e mi voltai di scatto dandogli una ginocchiata nelle parti basse.

Finalmente lasciò la presa e si piegò su se stesso per il colpo subito accompagnato da un ruggito animalesco e terrorizzante.

Senza perdere altro tempo, mi precipitai verso l'uscita poiché era l'unica via di scampo che mi era rimasta.

Mentre correvo iniziai ad urlare verso Jacob, che era ancora svenuto a terra, sperando che le mie grida potessero destarlo da quel sonno.

Deviai il percorso andando di nuovo verso il licantropo, non potevo lasciarlo lì in balia di quel mostro sanguinario ma improvvisamente una parte del pavimento, dove avevo messo il piede, cedette sotto il mio peso e si sbriciolò facendomi precipitare nel seminterrato.

Non mi resi conto di quello che era accaduto finché non sentii un dolore lancinante alla gamba sinistra. Se fossi stata in piedi sicuramente sarei svenuta a terra ma poiché ero sdraiata su un cumulo di macerie la cosa mi risultò alquanto complessa.

Puntai i gomiti sul pavimento polveroso e cercai di sollevarmi per mettermi seduta ma di nuovo quell'intenso dolore mi costrinse a ricadere sulla schiena.

La mia testa iniziò a girare vorticosamente quando riuscii a vedere la ferita che mi ero procurata. Un pezzo di ferro mi aveva lacerato la gamba trapassandola da parte a parte e tutto ciò mi impediva di muovermi.

Ero in trappola, chiusa nella tana del leone pronta per essere sbranata.

Non avrei mai pensato di morire in quel modo ma ormai non vedevo alcun spiraglio di luce davanti a me.

Stavo perdendo troppo sangue e il dolore aumentava sempre di più, mi stavo arrendendo ma non potevo fare altrimenti.

Sentivo le palpebre pesare sui miei occhi, il respiro sempre più debole e faticoso.

Ero stanca, sfinita, distrutta.

Volevo solo riposare un po'... possiamo riposare ora?

Nella mia mente la morte era sempre stata associata ad un'immensa luce che ti avvolge e ti strappa via dalla tua vita mortale ma in quel momento mi resi conto che non era affatto così.

C'era solo il buio intorno a me, solo l'oscurità.

Chiusi gli occhi e mi lasciai avvolgere dalle ombre.

Era tutto così confuso, non capivo perché riuscivo a sentire ancora il dolore. Perché quando si muore si deve sentire ancora il dolore?

Posso capire che la vita faccia schifo ma anche la morte no! Era troppo chiedere un po' di pace?

Da lontano percepivo delle voci indistinte. Qualcuno stava urlando il mio nome.

“ Elizabeth … Liz, dove sei?”

Sono morta, non lo capisci?

“ Liz!”

Ma chi è che parla?

“ Elizabeth... non la trovo!”

Basta, smettetela di urlare!

“ Dannazione Edward, non la trovo!”

Edward? Edward era lì? Questo vuol dire che...

No, non ero morta, stupida sciocca … ero svenuta!

Riaprii gli occhi immediatamente e mi accorsi che ero ancora a terra e per di più ancora dolorante.

“ Edward!” gridai ma dalla mia gola uscì solo un suono rauco e indecifrabile.

“ Elizabeth!” urlò Jacob disperato.

“ Jake.” e mi schiarii la voce con un colpo di tosse “ qui sotto!”

“ Liz!” e riuscii a vedere la sua testa sbucare da sopra le macerie. “ Che ci fai lì sotto?”

“ Niente, mi piace nascondermi di tanto in tanto.” dissi in tono ironico.

Secondo lui cosa ci facevo lì?

“ Cretino, vieni a tirarmi fuori di qui!” ruggii inferocita.

Con un balzo precipitò anche lui al piano di sotto ma senza farsi alcun male.

Ricadde agilmente vicino a me e mi fece un leggero sorriso.

“ Mi hai fatto spaventare, non ti trovavo!” mi rimproverò mentre la sua espressione si faceva sempre più preoccupata nel vedere la mia situazione.

“ Mi hai fatto spaventare, non ti svegliavi!” gli feci eco cercando di non scoppiare a piangere perché quello non mi sembrava il momento più adatto ai sentimentalismi.

“ Hai una brutta ferita.” constatò lui sfiorandomi la gamba.

“ Dov'è Edward?” chiesi immediatamente non curandomi di come stessi io.

“ Sta combattendo con l'altro succhiasangue.” rispose lui tranquillamente.

“ Cosa?” sbottai allibita “ l'hai lasciato solo?”

“ Mi ha chiesto di trovarti.”

“ E tu gli hai dato ascolto?”

“ Era infuriato, cosa dovevo fare?” disse lui sollevando leggermente le spalle.

“ Dobbiamo aiutarlo. Tirami fuori di qui.” conclusi sollevandomi di nuovo sui gomiti.

“ Ti farà male.” mi avvertì lui guardando il pezzo di ferro nella mia gamba.

“ Muoviti.” ringhiai stringendo la mascella.

“ Al mio tre.” disse guardandomi negli occhi.

Io annuii e presi un bel respiro. Non sarebbe stata una passeggiata.

“ Uno... due...”

“ Ahhhh!” gridai con quanto fiato avevo in corpo per poi ricadere a terra rischiando di perdere i sensi di nuovo.

“ N-non sai … contare fino … a tre?” balbettai raggomitolandomi su un lato.

“ Ho pensato che ti avrebbe fatto meno male se non te lo fossi aspettata!” sorrise lui.

“ Ricordami di ucciderti quando finirà questa storia.” lo minacciai in assoluta serietà.

“ Certo, certo.” e così mi sollevò in braccio per poi spiccare un balzo verso l'alto.

Come mi aveva già avvertita Jake, Edward e Angel stavano ancora lottando.

A fatica riuscivo a scorgere i loro movimenti, erano troppo veloci per la mia debole vista.

“ Ti porto fuori di qui.” disse il licantropo trascinandomi verso l'uscita.

“ No!” urlai strattonandolo “ non ce la farà da solo.”

“ Tornerò in dietro una volta che ti avrò messa al sicuro.” cercò di tranquillizzarmi.

“ Ho detto di no!” ribadii con più enfasi.

“ Stupida che non sei altra.” sibilò lui sollevandomi di nuovo in braccio e correndo verso l'uscita.

Non veci in tempo a divincolarmi dalla sua presa che un urlo di dolore ci fece voltare verso la scena dello scontro.

“ Edward!” gridai colpendo Jake per poi precipitarmi, o meglio zoppicare verso il vampiro.

Edward era a terra e Angel si stava avvicinando pericolosamente a lui ma come un fulmine, Jacob si scagliò contro di lui ancora in forma umana.

Approfittai del momento di distrazione del nemico e proseguii verso la mia meta.

Mi buttai a terra lacerando ancora di più la mia ferita ma stranamente non provai dolore.

“ Liz, va via di qui.” ringhiò il vampiro estraendosi un pugnale dall'addome.

Io lo guardai allibita.

Da quando un arma poteva ferire un vampiro? La loro pelle era dura come l'acciaio, non poteva essere scalfita in quel modo!

“ Edward, sei ferito.” dissi allarmata controllando il suo taglio.

“ Sto bene.” ripose afferrandomi per un polso. “va via. ORA!”

“ No, non ti lascio qui.”

“ Jacob è troppo debole per potersi trasformare di nuovo. Non posso permettere che tu ti faccia del male, ancora.” continuò in tono fermo e deciso.

“ Io non posso permettere che tu muoia.” precisai guardandolo fisso negli occhi.

Lui provò a rispondere ma io lo bloccai subito.

“ Fidati di me.” gli sussurrai in un orecchio poco prima di prendere il pugnale con cui era stato ferito e nasconderlo nella manica della mia maglia.

Poi mi voltai dall'altro lato pronta a mettere fine a questa storia.

“ Basta!” gridai mentre Angel stava per affondare i suoi denti nella spalla di Jacob.

“ Basta.” ripetei con un filo di voce ed iniziai ad avanzare verso di lui.

Il vampiro lasciò andare il licantropo scagliandolo dall'altra parte della stanza come se fosse un pupazzo di stoffa.

“ Hai vinto.” ammisi abbassando lo sguardo “ lasciali andare e farò ciò che vuoi.”

“ Oh, povera piccola e coraggiosa Liz.” cantilenò l'altro penetrandomi con i suoi occhi color rubino. “ è pronta a sacrificare la sua esistenza per due esseri inutili.”

“ Non voglio più giocare Angel. Ho perso, tutto qui.” e continuai ad avanzare lentamente verso di lui.

Il mio piano era pessimo ma non avevo altra scelta.

“ Pensi che possa finire tutto così facilmente?” mi domandò lui con un leggero sorriso.

“ Se ci uccidi tutti la mia famiglia verrà a cercarti e tu non avrai scampo. Lo sai.” lo minacciai mostrandomi del tutto convinta di ciò che stavo dicendo.

“ Non ho paura.” sghignazzò lui.

“ E' me ciò che vuoi. Non ti serve uccidere loro.”

“ Ma renderebbe la situazione ancora più eccitante.” continuò lui.

“ Hai già ucciso la mia famiglia, non ti basta?”

“ Ah, giusto! Spero che la mia sorpresa sia stata di tuo gradimento.” e esplose in una profonda risata.

“ Scommetto che l'hai fatto per me, per farmi staccare dalla persona che ero prima.” commentai trattenendo una smorfia di dolore e odio nei suoi confronti.

“ Sei perspicace.”

“ Se ucciderai anche loro sai perfettamente che non potrei mai venire con te quindi saresti costretto a far fuori anche me.”

“ Questo è vero.” constatò lui sollevando lo sguardo al cielo.

Ormai eravamo ad un passo l'uno dall'altro.

Uno spiraglio di luce illuminava i nostri volti e una morsa di dolore mi travolse dall'interno.

Il suo volto.

Era come lo ricordavo, esattamente come la prima volta in cui lo vidi nel sala di casa Cullen.

Era un angelo, l'avevo sempre saputo, un angelo oscuro pronto a trascinarmi con lui nell'abisso.

Portai una mano all'altezza del suo volto e facendo attenzione gli accarezzai i contorni del viso.

“ Sono tua. Prendimi.” sussurrai guardandolo negli occhi e prendendomi un'ultima volta nella loro profondità.

“ Sarà per sempre.” mormorò accostando la sua fronte alla mia.

“ Per sempre.” ripetei io tremando.

Deglutii a fatica cercando di mantenere la concentrazione.

Non ero mai stata una brava attrice, non sapevo mentire ma dovevo ammettere che in quell'occasione fui davvero brava.

Angel era cascato in pieno nella mia trappola.

Povero idiota, credi davvero che io possa lasciare la mia vita per venire con te?

“ E l'Oscar va ...” e con un rapido movimento lasciai scivolare il pugnale dalla mia manica direttamente nella mano e lo affondai con tutta la forza che avevo nel suo petto.

La sua espressione era qualcosa di indecifrabile che mai e poi mai avrei cancellato dalla mia mente.

Stupore, sorpresa, paura, delusione … sconfitta.

Certo, tutto questo durò un'istante perché la sua testa venne stappata via dal resto del corpo con un colpo secco.

Sobbalzai per lo spavento, ricadendo a terra mentre Edward e Jacob completavano il resto del lavoro.

Era finita. Avevamo vinto.

Finalmente l'incubo aveva raggiunto la sua degna conclusione.

Mi rannicchiai in un angolo e iniziai a piangere, liberandomi finalmente di tutta la paura che avevo provato in quelle ore.

Osservavo attonita le fiamme che bruciavano i resti del corpo di Angel e continuai a piangere per un tempo infinito.

Sarei dovuta essere felice, serena, contenta ma non era così.

Qualcosa dentro di me sapeva che presto avrei dovuto affrontare qualcosa di peggiore.

Molto presto.

 

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KiarettaXMartyAiLoveU: Grazie sono contenta che ti piaccia la mia FanFiction e grazie mille per aver lasciato un commento è sempre piacevole leggere le opinioni dei miei lettori! hihihi Mi raccomando continua a seguire la storia!! Baciiiiiii!!!!

 

Saretta_Trilly: Grazie, grazie, grazie! Sono proprio contenta che il cap ti sia piaciuto! Beh, era proprio quello che volevo fare: insinuare il dubbio che fino alla fine che i genitori di Liz non fossero morti e poi mi sembrava la reazione più normale per una perdita del genere. È piuttosto triste questo capitolo, devo ammettere che mi stavo commuovendo anch’io quando l’ho scritto! Non è mai facile per soffrire il mio personaggio! No tranquilla, come hai visto Jake è sano e salvo! Per il resto non ti dico nulla … ti lascio con il dubbio! Ahahah come sono cattiva!!! Baciii e a presto!

 

Fred Cullen: Oddio grazie, sono felicissima di quello che hai scritto! Non è stato facile rendere la situazione che Liz stava vivendo ma a quanto pare ho avuto successo!!!! Yeeeeee ( piccolo gridolino di gioia!) Cara, devi assolutamente pubblicare la tua storia, sono troppo curiosa di leggerla perché sai quanto adoro il mondo di Twilight e quello di Angel! Secondo me sono fantastici entrambi e poi con Angel e Buffy io ci sono cresciuta quindi rimarranno sempre dei miti per me! Comunque se pubblicherai fammelo sapere che io sarò sicuramente un’assidua lettrice e anche commentatrice!!!! Baci e a presto!!!!!

 

AleR: wow, grazie! Con questo capitolo ho fatto commuovere tutti! Sono contenta di essere riuscita a trasmettere anche a voi i sentimenti di Elizabeth! Eh ma nonostante tutto Angel rimane sempre Angel o per meglio dire Angelus! È proprio un gran bel pezzo d’uomo!!!! Baci!

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Capitolo 56
*** Stitches And Doubt ***


Salve ragazze! Eccomi con un nuovo capitolo fresco fresco!!!

Volevo ringraziarvi per i meravigliosi commenti , sono davvero contenta!!!

Poi un ringraziamento va anche alle nuove persone che mi hanno aggiunta tra i preferiti, le seguite e le ricordate! Grazie mille!

E ora … buona lettura!!!

 

 

Stitches and doubt

 

 

Nonostante Edward mi avesse supplicato in tutti i modi di farmi vedere da un medico, io mi ero opposta con tutte le forze che avevo.

Non volevo rimanere un altro secondo in quella maledetta città.

Volevo tornare a casa, volevo tornare a Forks al sicuro dalla mia famiglia.

Fortunatamente, prima di partire ebbi la brillante idea di portarmi un cambio di vestiti così, dopo aver fatto una fasciatura alla ferita sulla gamba, mi spogliai degli abiti macchiati di sangue e indossai quelli puliti.

Nel giro di poche ore raggiungemmo l'aeroporto con l'unica intenzione di lasciarci alle spalle quell'orribile vicenda che, in un modo o nell'altro, ci aveva segnati tutti.

Edward avvertì immediatamente Eveline di ciò che era accaduto con la promessa che le avremmo spiegato meglio una volta rientrati.

Il viaggio in aereo trascorse velocemente.

Eravamo troppo stanchi per renderci conto del passare del tempo.

Jake, dopo aver divorato tutto ciò che la compagnia aerea offriva per cena, si addormentò immediatamente.

Le ferite da lui riportate non si erano ancora rimarginate, era troppo debole per guarire da solo ma sicuramente Carlisle gli avrebbe dato un'occhiata.

Anche io feci lo stesso e dopo aver preso qualche antidolorifico per la gamba, crollai in un sonno senza sogni.

Non volevo svegliarmi, non volevo mettere di nuovo piede in quella realtà che mi avrebbe distrutta.

Durante il tempo trascorso a Los Angeles, non avevo avuto il tempo di metabolizzare ciò che era veramente accaduto ed ero certa che non appena mi fossi rilassata un attimo tutto si sarebbe riversato su di me come una valanga.

Quindi mi ripromisi di rimanere in uno stato di incoscienza per almeno un paio di giorni, giusto il tempo di riprendere le forze.

Come previsto, all'aeroporto di Forks, c'era tutta la famiglia al completo per accoglierci insieme a Cynthia, Sam e Paul.

Esme fu la prima a correrci in contro. Aveva gli occhi pieni di lacrime e abbracciò forte me ed Edward.

Eveline la seguì immediatamente. Mi rifugiai subito fra le sue braccia mentre l'altra donna continuava a tenere stretto il figlio.

Edward mi lanciò un occhiata divertita mentre si lasciava coccolare dalla madre.

Avevo sempre intuito che lui fosse il preferito di Esme!

“ Liz, hai un' aspetto orribile!” mi rimproverò Eveline scuotendo la testa.

“ Scusa, non ho avuto il tempo di rifarmi il trucco tra una lotta e l'altra.” scherzai lasciando che Emmet mi prendesse in braccio.

Era l'unico che si era accorto che non potevo camminare?

“ Non ti preoccupare, ci penserò io a te!” continuò la vampira cercando di sdrammatizzare la situazione.

Sapevo che tutta quella allegria in realtà nascondeva un profondo dolore.

Carlisle nel frattempo era andato a controllare Jacob che stava ricevendo gli abbracci del suo branco e della sua ragazza.

Cynthia piangeva di gioia, nascondendo il volto fra le mani e facendo attenzione a non toccare Jake nei punti in cui era ferito.

Sollevò lo sguardo verso di me e mi rivolse un leggero sorriso prima di tornare concentrata sulle condizioni del licantropo.

“ Sono contenta che tu sia tornata tutta intera, più o meno.” disse Rosalie venendomi in contro.

“ Grazie, Rose.” risposi sorridendole.

Beh, lei non poteva di certo smentire la sua figura di donna glaciale!

Jasper rimase in disparte ma mi rivolse uno sguardo di approvazione che io contraccambiai con una linguaccia facendolo finalmente ridere.

Dopo esserci abbracciati e salutati ripetute volte, ci dirigemmo tutti verso casa Cullen.

Programma? Medicazioni per i sopravvissuti!

Il primo a passare sotto le mani di Carlise e Rosalie, che si era offerta da assistente, fu Jacob.

Io mi rifiutai immediatamente, non ero abbastanza coraggiosa da sopportare per prima quelle torture e soprattutto avevo una fottuta paura di farmi toccare dalla vampira bionda.

Non ero ancora sicura di essere entrata nelle sue grazie!

Con il licantropo non ci andò di certo leggera!

“ Quindi tutto il divertimento ve lo siete presi voi!” commentò Paul sedendosi vicino a me sul divano.

“ Lo so, mi dispiace. La prossima volta vedrò di coinvolgere anche te nei miei piani ben elaborati.” scherzai dandogli una pacca sulla spalla.

“ Certo che vi ha ridotto proprio male.” e una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto notando la mia ferita messa in bella mostra.

“ Poteva andarci peggio.” sospirai appoggiando la testa sulla spalliera della poltrona.

“ Sei in gamba Liz, molto più di quanto pensassi.” disse mostrandomi il suo sorriso migliore “ e la cosa mi piace molto.”

“ Paul ci stai provando con me in una casa piena di vampiri pronti a sbranarti?” gli domandai scoppiando a ridere.

“ Credo di si.” annuì lui serenamente.

Un ringhio feroce ci fece sobbalzare entrambi.

Edward, dall'altro lato della stanza non sembrò apprezzare il nostro scambio di battute.

Io arrossii violentemente lasciando vagare il mio sguardo senza una meta precisa mentre Paul alzò le mani in segno di resa.

“ Non ti degnerà mai di uno sguardo amico mio.” intervenne Cynthia sedendosi vicino a noi “ è troppo concentrata su quel bel vampiro.”

“ Cos'ha lui che io non ho?” domandò il ragazzo in tono ironico.

“ Tutto!” rispondemmo io e la mia amica all'unisono per poi scambiarci uno sguardo d'intesa.

“ Mi dis...” cercò di parlare lei mai io la bloccai prima che potesse continuare la frase.

“ Lo so ma non devi scusarti. Io al tuo posto avrei reagito allo stesso modo.” la rassicurai prendendole una mano.

“ Ho avuto paura di non rivedervi mai più.” continuò con gli occhi lucidi.

Erano passati solo pochi giorni dall'ultima volta che l'avevo vista ma sembrava più grande, più matura. Evidentemente la situazione aveva colpito anche lei. Il terrore di perdere il proprio compagno l'aveva torturata a lungo in quelle ore.

“ Ti confesso che anch'io ho avuto paura di non tornare più.” ammisi mentre un brivido mi attraversava tutta la schiena.

Per fortuna che avevo deciso di estraniarmi da ciò che era accaduto almeno per un po'!

“ Mi dispiace per i tuoi genitori.” disse lei titubante.

Non sapeva se era un argomento che potevo affrontare e di certo la mia espressione non lasciò molto all'immaginazione.

“ Non credo di essere in grado di affrontare questo discorso.” risposi cercando di essere chiara.

“ Va bene ma sappi che io ci sarò sempre per te. Se hai bisogno sai dove trovarmi.” e mi diede un bacio sulla guancia.

Ero perfettamente consapevole che la questione non si sarebbe conclusa lì. Non potevo ignorare quello che avevo visto quando ero entrata in quella casa, il dolore che avevo provato nel vedere la mia famiglia distrutta, nel vero senso della parole, ma avevo bisogno di altro tempo.

“ Voglio dormire per almeno due giorni.” sospirai appoggiando la testa sulla spalla della ragazza.

“ Certo, se non fosse per la scuola potresti farlo sicuramente!” rispose con un sorriso amaro dipinto sul volto.

“ Non capisco perché non posso lasciar perdere per quest'anno.” sbuffai “ ho già perso tanti giorni, non riuscirò mai a recuperare tutto e poi ho l'eternità davanti. Non è una tragedia perdere un anno scolastico!”

“ Su, Liz, ci manca meno di un mese alla fine delle lezioni e poi, finalmente, le vacanze!” esultò entusiasta.

“ Già, le vacanze!” dissi con aria sognante.

Erano vicine ma a me sembravano così irrimediabilmente lontane!

“ Nessun viaggio in programma per noi?”.

In realtà la sua non era una domanda, più che altro una costatazione.

“ Mmmm, dubito che Edward mi lasci andare da sola dopo quello che è accaduto nel nostro scorso viaggio. Crede che tu mi porti sulla cattiva strada!” le dissi a bassa voce.

“ Se non fosse stato per me, la scorsa estate ti saresti suicidata!” puntualizzò offesa.

“ Non serve che glielo ricordi, si tormenta già abbastanza da solo!” e mi voltai verso di lui ma in quel caso lui non ricambiò il mio sguardo.

Era seduto sulla sedia del grande tavolo del salone, con lo sguardo perso nel vuoto e l'aria assente.

C'era qualcosa che non andava in lui e potevo scommetterci, non era per quello che stava pensando Cynthia.

Mi ero accorta immediatamente che non era il solito Edward, da quando eravamo usciti da quel magazzino la sua espressione era sempre la stessa: preoccupato e stanco.

Lo so, i vampiri non provano stanchezza ma era proprio quello che potevo leggere nei suoi occhi.

Io, Jake e Edward avevamo affrontato ore difficili, che avevano messo alla prova la nostra forza e la nostra resistenza. Sapevo che non sarebbe tornato tutto alla normalità nel giro di qualche minuto ma non era quella la cosa che mi preoccupava.

Avevo la netta sensazione che il mio ragazzo mi stesse nascondendo qualcosa.

Edward è sempre stato bravo a nascondermi le sue emozioni. Per un anno ho creduto che mi odiasse quando in realtà era tutto i contrario ma in quel momento lui non riusciva a mascherare ciò che stava provando.

Non sapevo di cosa si trattasse ma non mi piaceva affatto ed ero certa che l'avrei scoperto al più presto.

Il brontolio di Jacob, che rientrava in sala, mi distolse dai miei pensieri.

“ Quella donna ha la delicatezza di un elefante.” si lamentò riferendosi a Rosalie.

“ Amore, ti facevo più coraggioso!” lo provocò Cynthia andandogli in contro.

“ Io sono coraggioso ma vorrei vedere te a farti rimettere apposto una spalla a mani nude da una pazza sadica che gode nel vedermi soffrire.” continuò il ragazzo mettendo il broncio.

“ Smettila di lamentarti.” intervenne la bionda “ sei peggio di un bambino.”

“ E tu sei una strega!” ribatté lui.

“ Su, Jake, puoi fare di meglio! Sono questi i tuoi insulti peggiori?” lo incitò Rose incrociando le braccia al petto e mettendosi di fronte a lui pronta a rispondere a dovere.

“ Idiota!” ringhiò lui.

“ Fifone!”

“ Stronza!”

“ Oh, oh non si dicono le parolacce!”

“ Smettetela voi due, mi avete stancato!” li rimproverò Edward alzandosi in piedi “ siete due stupidi.”

“ Ehi Cullen, ricorda che lo stupido ha salvato il fondo schiena alla tua principessa.” precisò il licantropo.

Il vampiro non si degnò di rispondere nemmeno all'accusa, semplicemente lo ignorò e si diresse verso di me.

Ecco, un'altra cosa che non andava. Edward mai e poi mai avrebbe lasciato a Jacob l'ultima parola e poi il modo in cui si era sollevato dalla sedia … probabilmente stavo delirando a causa della stanchezza e la mia vista stava giocando brutti scherzi ma avrei giurato di aver visto un accenno di dolore nel fare quel semplice gesto.

La cosa però risultava improbabile ma nonostante ciò i dubbi restavano tormentarmi.

“ Vieni, Carlisle ti sta aspettando.” mi disse prendendomi in braccio.

“ No, aspetta.” e cercai di divincolarmi dalla sua presa “ possiamo aspettare un altro po', Rose sarà stanca e non voglio che si vendichi su di me!”

“ Rosalie resterà qui, assisterò io papà.” mi rassicurò lui accennando un leggero sorriso che io ricambiai ampiamente.

Prima di entrare in cucina e abbandonare gli altri, rivolsi una linguaccia a Jacob e lui, visibilmente irritato per non essere stato fortunato come me, mi fece un gesto poco cavalleresco.

Alla fine Edward mi fece sedere sul tavolo e iniziai a sudare freddo. Odiavo dover essere medicata, non era mai una bella sensazione!

“ Mi dispiace dover lavorare in cucina ma non ho avuto tempo per organizzarmi!” si scusò il dottore “ non pensavo foste ridotti così male!”

“ Non ti preoccupare.” lo rincuorai con un sorriso.

“ Immagino faccia male.” commentò osservando la ferita.

“ Ti stupiresti se ti dicessi che non sento poi tanto dolore?”

“ No, credo che tu sia ancora sotto shock.” rispose indossando i guanti sterili.

“ Meglio per me!” sospirai rilassandomi e preparandomi al peggio.

“ Edward, disinfettala mentre io preparo i punti.” disse rivolgendosi al figlio.

Il ragazzo immediatamente prese della garze pulite imbevute di disinfettante e iniziò a tamponare la parte lesa.

“ Questo fa male però.” brontolai stringendo la mascella.

“ Ho quasi finito.” rispose continuando il suo lavoro.

Aspettai qualche altro minuto ma la situazione non cambiò.

“ Edward quanto dura questo '' quasi''?” domandai arrivando al limite della sopportazione.

“ Ancora un attimo.” e mi rivolse uno sguardo comprensivo. “ conta fino a dieci e avrò finito.”

Così feci come mi aveva consigliato e non appena finii di contare lui completò il suo lavoro, come promesso.

“ Perfetto e ora passiamo ai punti.” esordì Carlisle con aria soddisfatta.

“ Mi terresti la mano?” bisbigliai ad Edward con sguardo implorante.

“ Certo.” e così mi aggrappai a lui sperando di non fare la figura della codarda.

Il dottore fu più rapido del previsto e io riuscii a non piangere come una bambina anche se il dolore fu atroce.

Poi abbandonò la stanza per andare a cercare qualche antidolorifico potente che mi permettesse qualche ora di riposo.

“ Come stai?” mi domandò Edward una volta rimasti da soli.

“ Confusa, sconvolta, stanca, un po' schizzata e... credo di averti reso l'idea!” risposi con un mezzo sorriso.

“ Pensavo peggio!” scherzò lui dandomi un colpetto sulla spalla.

“ Oh, non ti preoccupare!” lo rassicurai “ domani mattina sarà tragica! Ti conviene non dormire con me se non vuoi che ti aggredisca in preda ad una crisi isterica!”

“ Posso sopportarlo.” mi rassicurò come sempre.

“ Edward?” e lo scrutai per bene.

“ Dimmi.” rispose mentre buttava le bende sporche di sangue.

“ Cos'hai?” chiesi in maniera semplice e diretta. Ero troppo stanca per perdermi fra i miei giri di parole.

“ Niente.” disse senza nemmeno rivolgermi lo sguardo.

“ Non mi mentire.” e lo bloccai per un braccio costringendolo a fermarsi e a voltarsi verso di me.

“ Non lo sto facendo.” continuò lui continuando a negare.

Si, mentiva e io ne ero sempre più convinta.

“ Edward non sono in grado di affrontare anche i tuoi silenzi, quindi se mi vuoi bene dimmi cosa ti passa nella testa e facciamola finita.” lo rimproverai con un tono esasperato.

“ Liz, non ho niente.” e tornò a sedersi vicino a me “ sono un po' preoccupato, tutto qui.”

“ Andrà bene, tranquillo.” cercai di incoraggiarlo anche se sapevo che non era quello il suo problema.

“ Elizabeth, tu sai che ti amo, vero?” mi domandò all'improvviso.

Io rimasi un attimo interdetta, non per la sua domanda ma per il modo in cui me l'aveva posta.

Era raro che mi chiamasse con il mio nome completo e poi il suo tono non era quello di sempre.

“ Cosa stai per dirmi?” balbettai andando nel panico.

“ Che ti amo.” rispose lui, semplicemente.

“ No, non vuoi dirmi quello in realtà.” continuai imperterrita.

“ E' vero.” e fece una piccola pausa “ tutto quello che è accaduto in questi giorni ci ha cambiati e io non voglio che tu ti senta sola in questo momento.”

“ Io non mi sento sola.” cercai di parlare ma un nodo alla gola mi impedì di proseguire normalmente la frase “ c-ci sei tu con me, vero?”

“ Certo ma tu devi sapere che ci sono anche altre persone che ti vogliono bene e che sarebbero pronti ad aiutarti se solo tu glielo permettessi.”

Non capivo dove volesse arrivare ma la cosa non mi piaceva affatto.

“ Lo so ma io ho bisogno di te e di nessun altro.” risposi stringendo, involontariamente, la sua mano.

“ Lascia che gli altri ti stiano vicino. Cerca di non fare affidamento solo su di me.” proseguì indurendo il tono di voce.

“ Edward mi stai lasciando?” domandai tutto d'un fiato per evitare di perdere il coraggio per formulare quella frase.

Fortunatamente il mio stato di shock stava facendo il suo lavoro, no ero ancora del tutto in grado di pensare lucidamente e questo mi permetteva di non crollare, non ancora.

“ No.” sobbalzò lui sorpreso “ perché pensi che io ti voglia lasciare?”

“ Il tuo discorso ...”

“ No, no, Liz non voglio lasciarti. Sai che non vorrei mai.” riprese senza lasciarmi finire la frase.

“ Ma?”

“ Non c'è nessun ''ma''“ e scandì bene la parola “ volevo solo dirti che non sei sola.”

“ Io non voglio nessun altro.” ripetei con più enfasi.

“ Lo so.” sospirò rassegnato per poi alzarsi per abbracciarmi.

Finalmente, dopo tanto, potevo finalmente lasciarmi andare di nuovo fra le sue braccia.

Il mio porto sicuro, la mia ancora.

Sarei morta senza di lui, questo era certo.

Gli avevo donato il mio cuore … era possibile vivere senza un cuore? Certo, che no!

Poi mi prese il volto fra le mani e mi baciò come se non lo facesse da un'eternità, come se fosse la prima volta … come se fosse l'ultima volta.

“ Torniamo dagli altri.” e senza dire nient'altro mi riportò in sala lasciandomi senza parole.

Come se fosse l'ultima volta, come mi era venuta in mente una cosa del genere?

Restammo a parlare tutti quanti insieme ancora per un po'.

Raccontammo a tutti cosa era accaduto a Los Angeles, della lotta con Angel, dell'inseguimento e di come avevo recitato alla grande la mia parte della donna sconfitta.

Anche se la situazione era piuttosto tragica, cercammo di prenderla sotto un altro punto di vista!

Verso sera, i Quilleute andarono via.

Finalmente avrei potuto riposare, farmi una lunga doccia, infilarmi un pigiama comodo e sprofondare nel letto con la speranza di dormire per almeno un giorno.

“ Vuoi una camomilla?” mi domandò Eveline prima che mi ritirassi nella mia stanza.

“ Volentieri!” esultai godendomi quelle amorevoli attenzioni.

“ Faccio in un attimo.” e poi sparì con una velocità non proprio umana.

“ Beh, quindi è tutto finito!” esclamò Emmet lanciandosi sul divano come uno scimmione.

“ Suppongo di si.” risposi fulminandolo con lo sguardo per la sua scarsa delicatezza.

“ E anche questa volta mi sono perso lo scontro.” sbuffò incrociando le braccia come un bambino offeso.

“ La prossima volta ti porterò con me.” lo prese in giro Edward.

“ Tu menti.” piagnucolò il vampiro.

“ Certo che la tranquillità vi fa proprio schifo.” intervenne Rosalie dando un piccolo colpo dietro la nuca del suo compagno.

“ Ecco, la camomilla è pronta.” trillò Eveline saltellando verso di noi.

Ammirerò sempre la sua grazia e la sua coordinazione, io avrei già rovesciato tutto a terra!

Improvvisamente la situazione cambiò drasticamente.

Avvenne tutto in una frazione di secondo e non ebbi nemmeno il tempo di reagire, nessuno ebbe il tempo di reagire.

Il vassoio che Eve portava abilmente fra le mani, precipitò a terra schiantandosi a terra e riducendo in mille pezzi il servizio di porcellana di Esme.

La ragazza si irrigidì e il suo sguardo divenne vacuo e assente per poi spalancare gli occhi terrorizzata.

“ Edward!” e un grido soffocato uscì dalla sua bocca.

Immediatamente tutti ci voltammo, simultaneamente verso il ragazzo che crollò a terra … perdendo i sensi.

 

 

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Freyja: brava, hai centrato perfettamente quello che volevo dire! Prima o poi avranno tutti la pace che si meritano ma dovranno soffrire ancora un pochino!!! Sono contenta che riesca ancora a stupirvi, è davvero un bel complimento! Ora i nostri protagonisti dovranno affrontare un’ultima prova, a mio avviso la più dura, e poi, con mia grande tristezza, finirà tutto!!! Grazie per la recensione! Baci e a presto!!!

 

KiarettaXMartyAiLovU:  Eh, si la storia sta per concludersi! Purtroppo non potevo continuarla ancora, sarebbe stata troppo lunga e troppo intrecciata! Però non ti preoccupare ci manca ancora qualche capitolo!!!!!! Grazie per aver commentato!!! A presto! Baciiiiiiiiiiiiiiiii!

 

Saretta_trilly: oddio vorrei scriverti tante cose ma non posso! Ahahahaah le tue domande purtroppo avranno una risposta solo nel prox capitolo quindi non posso anticiparti nulla altrimenti rovino il seguito della storia! Però complimenti, hai notato tutti i particolari giusti! Eh, la nostra Liz non si sbaglia mai! I suoi presentimenti purtroppo si avvereranno!!! Baci e al prox capitolo! Ciao ciao!!!!!!!!!

 

Levia:  Non ti preoccupare se non riesci a commentare sempre, l’importante è che continui a leggere e che non mi abbandoni!!! Ahahahaha  sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti, mi sono impegnata molto per rendere credibili i pensieri e i sentimenti di Elizabeth! Beh, probabilmente quando lei aveva quel brutto presentimento si riferiva semplicemente a quello che hai pensato anche tu cioè dover affrontare e metabolizzare tutto quello che le era accaduto e invece …. No! Sono troppo cattiva per poter concedere subito un momento di riposo e di felicità ai nostri protagonisti! Quindi … ora ci aspetta l’ultima prova da affrontare e poi il tutto si concluderà! Bene, male? Questo non lo so ancora, cioè lo so ma non te lo dico!!!! Ahahahah grazie e a presto! Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!

 

Poeticdream: uffa, lo so che questi capitoli sono troppo seri per un tuo allegro sclero ma io adoro quando inizi a scrivere a raffica! Potresti fare uno sclero triste così sarebbe in tono con i capitoli!!! Baciiiiiiiiiiiiii!!!!!!

 

AleR: eh il pugnale, mi dispiace ma non posso dire nulla!!! Ahahah come mi diverto a lasciarvi in attesa di una spiegazione!!! Grazie mille per il commento! Baci e al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 57
*** Fight For Me ***


Fight for me 

 

 

In una frazione di secondo, l'intera famiglia si precipitò da Edward.

Io rimasi sul divano, immobile, ammutolita, non riuscendo ancora a capire cosa fosse accaduto.

Nella mia mente scorreva semplicemente la scena di qualche istante fa a rallentatore.

Il rumore del servizio di porcellana che si schiantava a terra e poi Edward privo di sensi.

Sentivo il frusciare di voci indistinte, confuse.

Sentivo implorare il suo nome.

Non sentivo la sua voce.

Mi risvegliai dal mio stato catatonico e corsi da lui. Scesi dal divano velocemente e percepii, con dolore, i punti della mia ferita che si laceravano.

Non mi importava niente, non era quella la mia priorità.

Mi feci spazio tra Esme e Eveline vicine al corpo di Edward e mi inginocchiai sul pavimento accanto a lui.

Aveva gli occhi chiusi, il volto più pallido del solito.

Era immobile … sembrava morto.

“ Edward!” lo chiamai scuotendolo per un braccio “ Edward, rispondi!”

Niente, la situazione non migliorava.

“ Edward, dannazione rispondi!” continuai a smuoverlo con più forza come in preda ad una crisi isterica.

Doveva svegliarsi, non poteva morire, perché era quello che stava accadendo.

Lo sentivo chiaramente.

Avevo capito subito che c'era qualcosa che non andava. Il suo viso, la sua espressione, la sua voce non erano le stesse di sempre.

Eravamo tutti troppo impegnati per capire che in lui ci fosse qualcosa di strano e inoltre la vista di Eve era stata oscurata dalla presenza dei licantropi.

“ Allontanala.” ordinò una voce e in un attimo due braccia robuste mi sollevarono da terra trascinandomi lontana da Edward.

“ Lasciami!” urlai con quanto fiato avevo in gola senza preoccuparmi di chi mi stesse trattenendo.

“ Aspetta, così peggiori la situazione. Lascia lavorare Carlisle.”

Fu Jasper a parlare. Non lo riconobbi dal tono di voce, ero troppo agitata per capirlo, ma qualcosa dentro di me cambiò immediatamente.

Mi sentii più calma, stanca.

Jazz stava usando il suo potere su di me.

“ Lasciami, ti prego.” dissi arrendendomi ad Emmet “ non farò niente.”

Il dottore fece un cenno di assenso con la testa e così il ragazzo mi sciolse dalla sua presa.

Mi avvicinai lentamente agli altri che in silenzio guardavano il vampiro ancora steso a terra.

“ Carlisle che succede?” domandai con la voce che tramava.

“ Non lo so. Non ho mai visto nulla del genere.” rispose continuando a dare dei piccoli colpi sul volto del figlio.

“ Eve?” continuai rivolgendomi alla ragazza o a chiunque potesse darmi una spiegazione.

La vampira scosse la testa. Il suo sguardo sempre vacuo e assente mentre continuava a scrutare il futuro in cerca di qualcosa di utile.

“ Sta per svegliarsi.” disse d'un tratto facendoci sobbalzate tutti e come previsto, Edward aprì gli occhi.

“ Edward.” sussurrò Carlisle “ riesci a sentirmi?”

Il ragazzo si guardò in torno disorientato, probabilmente nemmeno lui aveva capito cosa fosse accaduto.

Non era normale per un vampiro perdere i sensi.

“ Edward.” continuò il padre con più enfasi.

“ Si, vi sento.” e poi si toccò leggermente la testa “ siete troppo rumorosi.”

“ Aiutiamolo ad alzarsi.” ordinò il dottore e immediatamente Emmet accorse al suo fianco per sorreggere il fratello.

Lo adagiarono delicatamente sul divano e poi tornarono a scrutarlo perplessi.

Sembrava stare meglio anche se il suo colorito era piuttosto pallido e gli occhi erano circondate da profonde occhiaie violacee.

Sembrava che non si fosse nutrito da mesi.

“ Come ti senti?” gli domandò Esme sedendosi accanto a lui e accarezzandogli i capelli.

“ Confuso.” rispose lui con un filo di voce. “ mi scoppia la testa.”

Stava soffrendo, lo si percepiva chiaramente.

La sua fronte era segnata da una leggera ruga di espressione. Lo faceva sempre quando non sopportava più i pensieri della gente che invadevano la sua mente.

“ Non riesci a tagliarci fuori dalla tua testa?” chiese Rosalie preoccupata.

“ No, è troppo difficile.” continuò il vampiro.

“ Ti è mai successo prima?” disse Carlisle.

“ No.”

“ Da quando tempo non ti nutri?” ipotizzò Emmet.

“ Non di pende da quello.” concluse rapidamente Edward.

All'improvviso nella mia mente scattò una scintilla, chiara come la luce del sole.

Perché non ci avevo pensato prima?

“ La ferita.”

Non appena parlai tutti si voltarono verso di me, anche il vampiro sollevò il suo sguardo per incontrare il mio.

“ Ferita?” domandò Rose.

Mi avvicinai ad Edward e chinandomi verso di lui gli sollevai la camicia fino all'altezza dello stomaco.

Rabbrividii vedendola.

Non era come l'avevamo lasciata.

Uscendo dal magazzino nel quale avevamo ucciso Angel, avevo chiesto immediatamente ad Edward delle spiegazioni riguardo a ciò che era accaduto.

Ero sempre stata convinta che i vampiri non potessero essere scalfiti da nessuna arma comune, al contrario di me, eppure quel pugnale aveva atterrato sia il mio vampiro sia il nostro nemico.

Il ragazzo non si era preoccupato più di tanto o almeno era quello che aveva fatto vedere a me.

La sua ferita si stava rimarginando velocemente, come avevamo sospettato, e allora lasciai perdere l'argomento fino a quel momento.

Non potevano esserci altre spiegazioni al malessere di Edward.

I vampiri non si ammalavano, non morivano come i normali essere umani.

Loro erano immortali e invece …

“ Cos'è quella?” chiese sconvolta Eveline.

“ Angel l'ha colpito prima di morire.” spiegai senza staccare gli occhi da Edward.

“ Non è possibile.” sorrise Emmet nervoso.

“ Si era rimarginata … non capisco.” continuai sempre più agitata.

“ No.” mi fermò il vampiro “ non si è mai rimarginata del tutto.”

Io sgranai gli occhi allibita, senza dire una parola.

“ Non stavo così male, prima.” confessò “ volevo solo aspettare che tu andassi a dormire per parlare con Carlisle. Non volevo darti altre preoccupazioni.”

“ Ottima mossa Edward.” sbuffai.

Lo so, l'aveva fatto per me, probabilmente non aveva previsto tutto quello che stava accadendo in quel momento ma questo non lo giustificava ad avermi tenuto nascosto una cosa così importante.

“ No … non lo so … normale ...” Edward iniziò a rispondere alle domande mentali dei suoi famigliari ignorando completamente la mia reazione “ non lo so … ti ho detto di no.” e di nuovo si piegò su se stesso, appoggiando la testa sulle ginocchia e iniziò a stringerla fra le mani. “ smettetela, non vi sopporto più. Potete evitare di pensare?”

“ Non credo sia possibile.” intervenne Carlisle.

“ Portiamolo in camera.” propose Eveline “ Liz starà con lui, è l'unica fra di noi che non pensa.”

“ Eve, io penso.” la corressi.

“ Scusa, volevo dire che non pensa rumorosamente.” precisò con un mezzo sorriso.

“ Nel frattempo farò qualche ricerca. Non ho mai visto nulla del genere, mi cogliete alla sprovvista.” disse il dottore con un velo di imbarazzo.

“ Eve, tu non vedi nulla?” le domandò Jasper che per tutto il tempo era rimasto in silenzio.

“ No, non so di cosa si tratti. Angel a quanto pare mi aveva ingannato con le sue visioni e logicamente aveva omesso di farmi vedere questo particolare del pugnale.” spiegò la ragazza innervosendosi.

Non era facile per nessuno quella situazione,soprattutto per lei.

Non capitava spesso che la sua vista fallisse o, addirittura, che fosse inutile.

“ Vieni tesoro, ti aiuto io.” così Edward passò un braccio sopra la spalla di Esme che lo aiutò a salire in camera sua.

“ Se avete bisogno di me chiamatemi.” dissi agli altri prima di salire al piano di sopra.

Non appena entrai in camera, trovai il ragazzo già disteso sul letto mentre la madre continuava a coccolarlo.

Sorrisi impercettibilmente vedendo quella scena.

Sembrava così indifeso, così fragile.

Un ragazzo normale.

“ Vi lascio soli.” sussurrò la donna alzandosi per poi andare verso la porta.

Prima di uscire mi rivolse uno sguardo preoccupato che mi fece raggelare il sangue.

La situazione stava peggiorando a vista d'occhio.

“ Come va?” chiesi stupidamente andandomi a sedere vicino a lui.

“ Non così male.” rispose lui girandosi su un fianco.

“ Smettila di mentirmi.” lo rimproverai in tono serio “ non serve.”

“ Ti ho detto la verità.” ribadì lui.

Strinsi la mascella e scoprii di nuovo la sua ferita.

Aveva un aspetto orribile.

Il taglio si era rimarginato ma intorno all'area colpita si era formato un grande ematoma violaceo che a mano a mano si espandeva per tutto il resto dello stomaco.

Ricordavo perfettamente che fosse lievemente meno esteso qualche minuto prima.

Lo sfiorai delicatamente con le dita e lui si irrigidì leggermente.

“ Sei bollente.” costatai amaramente.

“ No, sono un po' più accaldato.” cercò di sdrammatizzare lui.

“ Sei più bollente di un licantropo.” continui sospirando.

“ Da quando ti diverti a toccare i licantropi?” mi domando corrugando la fronte.

“ Smettila.” lo bloccai immediatamente.

Voleva sviare l'argomento, ne ero certa ma non ci sarebbe riuscito, non in quel caso.

“ Ora capisco il discorso che mi hai fatto prima.” dissi sollevando gli occhi al cielo “ sapevi che sarebbe andata a finire così.”

“ Voglio che tu rimanga con loro, qui … nel caso mi dovesse accadere qualcosa.” e abbassò lo sguardo a terra.

“ Non permetterò che tu muoia.” lo corressi assolutamente convinta di quello che stavo dicendo.

No, non avrei perso anche lui.

Non riuscivo nemmeno a visualizzate quell'eventualità nella mia mente. Era troppo assurda e irreale anche per essere immaginata.

Lui era la mia vita, il mio mondo.

Se fosse andato via io sarei andata via con lui.

Avevamo iniziato questo viaggio insieme e io non intendevo abbandonarlo.

La mia esistenza non avrebbe avuto senso privata di lui. Quindi a che scopo andare avanti?

“ Non permetterò che tu faccia qualcosa di stupido.” precisò lui.

“ Nessuno dei due farà niente di stupido perché troveremo un modo per salvarti.” cercai di tranquillizzarlo.

“ Ma se non ...”

“ No!” gridai “ non devi dirlo. Non devi. Troveremo una soluzione. Ce la caviamo sempre noi, vero?”

“ Certo.” e mi mostrò il suo sorriso sghembo che adoravo.

“ Andrà tutto bene vedrai.” e gli diedi un bacio sulla fronte.

Dicendo quelle parole, in realtà, volevo rassicurare me stessa perché lui non mi sembrava così preoccupato.

Avrei voluto che lui reagisse diversamente a tutto ciò che gli stava accadendo.

Volevo vederlo lottare, combattere proprio come aveva fatto per salvare la mia vita ma nel suo sguardo non vedevo niente di questo.

Era come se stesse accettando il suo destino, inerme e senza la minima voglia di andare avanti.

Eppure aveva ancora così tanto da vivere!

Aveva me, la nostra storia ma forse mi stavo illudendo di nuovo. Magari per lui non era così importante come lo era per me. Non era un motivo sufficiente per continuare a lottare.

“ Sono stanco.” disse sospirando “ ti dispiace se chiudo un po' gli occhi?”

“ No, fai pure.” e gli sorrisi “ io rimango qui.”

Mi raggomitolai ad un angolo del letto mentre lui sprofondava in uno strano sonno.

I vampiri non dormivano, non ne avevano bisogno ma in quel momento lui sentì la necessità di riposarsi.

Era immobile, gli occhi chiusi, il petto fermo e stabile perché lui non respirava.

Non l'avevo mai visto così e mi spaventava da morire.

E se non ci fosse nessuna cura?

All'improvviso qualcuno entrò in camera. Era Esme.

“ Tesoro” mi chiamò a bassa voce “ credo che gli altri abbiano bisogno di te, resterò io con Edward.”

“ Va bene ma se succede ...”

“ Ti chiamerò, non ti preoccupare.” e concluse la frase al posto mio.

La donna prese il mio posto accanto al figlio e capii perfettamente che anche lei fosse distrutta.

Mi aveva sempre detto che loro erano come figli veri per lei. Gli aveva cresciuti, amati e ora stava assistendo al declino di uno di loro.

E' inimmaginabile il dolore di un genitore che perde il proprio bambino ma credo che in quel momento io potessi capirlo.

Scesi lentamente le scale e poi andai nel grande salone di casa Cullen dove si erano riuniti tutti gli altri.

Carlisle e Rose stavano facendo delle ricerche su vecchi volumi del dottore.

Eve e Jasper cercavano su internet. Emmet era seduto sul divano con la testa fra le mani.

C'era solo disperazione in quella stanza.

“ Avete trovato qualcosa?” chiesi interrompendo quell'atroce silenzio.

“ No, niente.” rispose il capo famiglia sollevando la testa dai suoi libri.

“ Non si fa mai riferimento ad una qualche malattia che colpisca i vampiri.” aggiunse Rosalie.

“ E se non fosse una malattia?” ipotizzai.

“ Che vuoi dire?” mi domandò Jasper perplesso.

“ Non lo so ma ipotizziamo che non sia una malattia ma che si tratti del pugnale che l'ha ferito.” continuai senza sapere a quale punto sarei arrivata.

“ Stai dicendo che l'arma fosse avvelenata?” pensò il ragazzo.

“ E' una possibilità.” intervenne Carlisle.

“ Così riusciamo a restringere il campo?” chiesi con un briciolo di speranza.

“ Non ne ho idea.” ammise il dottore sollevando le spalle.

“ Perfetto.” sbuffai.

“ Hai detto di aver colpito anche Angel con lo stesso pugnale.” commentò Rose rivolgendosi a me.

“ Si.”

“ E lui come ha reagito?” proseguì incuriosita.

“ Era sorpreso ma credo che si riferisse al fatto che non si aspettava una reazione del genere da me.” le spiegai.

“ Non gli hai chiesto dell'arma?”

“ Mmmm vammi pensare … no! Scusa se ero troppo impegnata a non farci massacrare!” sbottai innervosendomi.

Ma come poteva pensare a certe cose?

“ Hei modera il tono signorinella!” mi rimproverò la bionda.

“ E tu evita di fare domande idiote!”

“ Ragazze smettetela!” urlò Emmet scattando in piedi “ vi sembra il momento?”

“ Scusa.” rispondemmo all'unisono e abbassando lo sguardo mortificate.

Non avevamo tempo di discutere.

“ Proviamo a scavare nella vita di Angel, potrebbe esserci utile.” intervenne Jasper facendoci ritornare al punto della situazione “ cosa sappiamo di lui?”

“ Sappiamo che è un mostro, che è antico, che è un pazzo, maniaco, ossessivo e che...”

“ Amava leggere.” disse improvvisamente Eve interrompendo la mia sfilza di insulti.

Ci voltammo tutti verso di lei con aria perplessa.

“ Magari ha letto qualcosa, su qualche vecchio testo che noi non abbiamo.” concluse semplicemente.

“ Davvero interessante.” commentò Rosalie con aria ironica.

“ Su, ragazzi non può essersi inventato un pugnale magico, deve averlo letto da qualche parte o almeno sentito dire!” continuò la bruna.

“ Quindi questi libri non servono a nulla.” ammise sconfitto il dottore.

“ No.” rispondemmo tutti quanti.

“ Conosciamo qualcuno che potrebbe aiutarci?” domandai come ultima speranza.

“ Possiamo contattare Alazar, lui è un esperto delle nostre origini.” propose Carlisle.

“ Si, ci aiuterà.” sorrise Eveline.

Alazar era un membro del Clan di Denali, era stato lui a mandarmi dai Cullen quando arrivai in Alaska.

Era da molto tempo che non lo sentivo e non capivo che non avessi potuto pensarci prima, in fin dei conti era stato proprio lui a fare le prime ipotesi sulla mia strana natura.

“ Io chiederò ai Quileute, forse anche loro sanno qualcosa.” e andai a prendere immediatamente la giacca.

Nonostante fossero le tre del mattino, non avevo intenzione di perdere tempo.

“ Non riesco a vedere nulla ma prova ugualmente. In un certo senso il branco ti è amico, forse si mostreranno benevoli.” mi incoraggiò Eveline.

“ Lo spero. Farò il prima possibile.” e così uscii di casa con la speranza di ritornare con qualcosa di concreto in mano.

Svegliare Jacob fu un'impresa assurda, non avevamo mai conosciuto nessuno con un sonno così profondo.

Suo padre, Billy, esitò un po' prima di permettermi di parlare con il figlio.

Non ci eravamo mai presentati ufficialmente ma ormai a La Push tutti mi conoscevano.

Dopo averlo schiaffeggiato, il licantropo si decise ad abbandonare il mondo di Morfeo e a prestarmi attenzione, tutto dopo avermi riempito con insulti e parole che non andrebbero mai dette ad una ragazza. Per sua fortuna non gli prestai molta attenzione!

“ Il consiglio non può riceverti alle quattro del mattino!” brontolò per l'ennesima volta.

“ Io non ho tempo!” ribadii spazientita.

“ E poi non ti aiuteranno mai, se te lo fossi dimenticata, noi uccidiamo i vampiri, non gli aiutiamo!”

“ Jake si tratta di Edward, non di un vampiro qualunque!”

“ Sei consapevole del fatto che la tua voce diventa stridula e irritante quando ti innervosisci?”

“ Sei consapevole del fatto che sono incazzata nera e quindi potrei non rispondere delle mie azioni?”

“ Sei consapevole del fatto che ti trovi nel mio territorio?”

“ Se ripeti un'altra volta '' sei consapevole del fatto'' ti giuro che ti mordo!” lo minacciai incrociando le braccia al petto.

“ Voi donne, tutte uguali!” sbuffò arrendendosi “ se nel branco mi declassano io ti ammazzo, lo sai?”

“ Certo, Jake! Ora possiamo andare?” domandai spalancando le braccia.

“ Stronza!”

“ Idiota!”

E così, senza smettere di prenderci a parole, arrivammo a casa di uno degli anziani del consiglio.

Logicamente non fu felice di essere svegliato a quell'ora e nemmeno di vedere una vampira sulla soglia della sua porta ma, con molta maturità e saggezza, acconsentì di parlare con me.

Dovevo ammettere che mi aspettavo mistica rivelazione da quell'uomo, qualcosa a cui noi non saremmo mai potuti arrivare e invece … niente.

“ I vampiri e gli uomini sono giunti sulla terra nello stesso momento.” cominciò a parlare il vecchio Quil Ateara “ gli umani hanno sempre combattuto i freddi e molte cose sono andate perdute. Noi conosciamo i metodi più semplici come lo smembramento, il fuoco e la forza dei nostri lupi, non so molto su altri rimedi.”

“ Però non sta escludendo che ce ne fossero!” lo incitai ad arrivare al succo del discorso. Possibile che non fosse chiaro a nessuno che io non avevo tempo????

“ Lei è molto impaziente.” mi rimproverò. “ comunque si, è possibile che ci siano altri modi per uccidere uno di voi.”

“ Qualche suggerimento?”

“ Non lo so. Veleni forse.” rispose l'uomo.

“ Bingo! E per caso ne conosce qualcuno perché questa sua ipotesi farebbe proprio al caso nostro!” esultai euforica.

“ Per questo non posso aiutarti. So che in passato, migliaia di anni fa, si facevano delle ''pozioni''“ e mimò le virgolette con le dita, il che lo rese alquanto buffo “ ma le piante utilizzate sono estinte da secoli. Dubito che il vostro nemico abbia potuto utilizzare qualcosa del genere.”

Proseguimmo il discorso per altri minuti e, non appena capii che il vecchio Quil Ateara non sapeva assolutamente nulla, decisi di tornare a casa, con l'unica speranza che gli altri avessero avuto più fortuna di me.

 

 

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KiarettaXMartyAiLovU: ahahahah grazie ma purtroppo prima o poi dovevo farla finire! Anche a me dispiace, ormai mi sono affezionata al personaggio di Liz, è solo che non vorrei prolungarla inutilmente! Ho delle altre idee in mente e per questo non escludo un seguito in un secondo momento ma non è niente di certo!!!!! Baci e grazie!

Freyja: brava!!!!! hai indovinato! Si tratta proprio del pugnale! È un’idea un po’ azzardata e anche assurda ma volevo fare qualcosa di nuovo! Spero che la cosa vi piaccia e non cada nel banale! Guarda quando ho scritto il capitolo precedente mi sono commossa anch’io mentre scrivevo quel bacio! Mi dispiace sempre far soffrire quella povera ragazza! Baci e al prossimo capitolo!!!!

Saretta_trilly: wow ragazza, che bella fantasia che hai! Mmmm anche tu sogni ad occhi aperti con il tuo mp3? Benvenuta nel club! Io ci riesco anche senza musica, durante le lezioni all’università, mentre mangio, mentre scrivo, mentre leggo! In pratica sogno sempre e questa cosa non va affatto bene! Tra un po’ farò fatica a distinguere la realtà dalla fantasia! Ahahahah diventerò pazza! Ma questa è un’altra storia … tornando a noi: la tua idea mi piace molto, sai che non ci avevo mai pensato? È davvero interessante ma … non è il mio caso! Non c’è riposo per i nostri protagonisti, non ancora! Sono piuttosto catastrofica quindi ne vedrete ancora delle belle! Non ti preoccupare, non succede niente di irrimediabile! Baci e a presto!

Poeticdream: guarda io non ho parole ………. Io ti farei una statua se potessi! Quello che hai scritto è meraviglioso! L’ho riletto ventimila volte e più lo leggo e più penso che sia giusto! Eh piacerebbe anche a me vivere un amore così ma il mio futuro è già segnato … diventerò una vecchia zitella, circondata da gatti (che io odio!) accompagnata solo dal ricordo della mia gioventù trascorsa a parlare con un cuscino con sopra stampata la foto di Robert Pattinson ( Non è uno scherzo, ho veramente il cuscino con il suo meraviglioso faccino!) e sorriderò amaramente nel ricordare tutti quei baldi giovani che ho scartato solo perché ero in cerca del vero amore … ah, che tristezza! Ma tranquilla, non versare lacrime di dolore per me! Ho scelto io questa esistenza, ho deciso io di estraniarmi da questo mondo crudele!  Non preoccuparti, il mio sclero è dovuto al fatto che è mattina e non ho niente di meglio a cui pensare! Baci e a presto!!!!!!!

AleR: eh scoprirai presto cosa accadrà al nostro Ed! ahahahha anche a me piace molto Paul, avrei voluto dargli più spazio ma poi sarebbe diventato il nuovo antagonista di Edward e non volevo ricreare il triangolo della saga di Twilight, il vampiro, la ragazza e il licantropo!! Baci e a presto!

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Capitolo 58
*** Help ***


Help

 

 

 

La pioggia.

Ci mancava solo la pioggia per rendere quella nottata ancora più insopportabile di quanto non lo fosse già stata.

Ero uscita di casa alle tre e mezza di notte e non riuscii a tornarvi prima delle cinque e in mano cosa avevo? Un bel niente, solo altri dubbi e un'immensa ansia.

Erano passate sette ore da quando Edward si era sentito male.

Non sapevo quanto tempo ci rimanesse ma ero certa di non averne abbastanza.

Entrai nel vialetto sterrato di casa Cullen e lasciai l'auto nel piccolo spiazzale senza riporla in garage, non sapevo se mi sarebbe servita ancora e, nell'evenienza, volevo essere pronta.

Corsi dentro velocemente per evitare la pioggia che scendeva giù dal cielo abbondantemente ma riuscii comunque a bagnarmi come un pulcino.

Ancora gocciolante mi diressi in sala dagli altri.

“ Liz, sei fradicia!” commentò Emmet con un mezzo sorriso.

“ Grazie, non l'avevo notato.” risposi con acidità “ novità?”

“ Alazar sta arrivando a Forks, non so se sia riuscito a trovare qualcosa.” mi informò subito Carlisle.

“ Tu hai scoperto niente?” mi chiese Rosalie visibilmente distrutta.

“ No, niente di importante. Il vecchio Quil mi ha detto che probabilmente ci sono delle piante o erbe o qualcosa del genere che potrebbero causare dei danni ad un vampiro ma che ormai sono estinte e quindi non si trovano tracce sui libri.” le spiegai mentre iniziai a tremare dal freddo, i vestiti bagnati non aiutavano di certo i miei nervi ormai sull'orlo del collasso.

“ E' già qualcosa, almeno sappiamo da dove partire.” cercò di incoraggiarci Jasper.

“ Spero che Alazar abbia notizie migliori che delle semplici supposizioni.” sospirai.

“ Liz, è meglio che tu vada a cambiarti o ti ammalerai se continui a stare così.” mi consiglio Eveline venendomi in contro “ vedrai che ce la faremo, anche questa volta.”

“ Eve, ho paura.” ammisi stringendomi nel cappotto.

“ Lo so, lo vedo e so anche qual'è il vero motivo.” rispose accarezzandomi il volto.

“ Lui continua a non reagire?”

“ Credo che sia troppo debole per farlo.” disse cercando di mostrarsi più forte del dovuto.

Tutti quanti lo stavamo facendo, ognuno di noi cercava di mascherare le proprie emozioni, di non lasciarsi prendere dallo sconforto anche se non era facile.

Dovevamo essere forti, dovevamo continuare a cercare una soluzione finché non ci sarebbe rimasta solo la speranza a darci coraggio.

Salii in camera mia per indossare qualcosa di asciutto.

Asciugai con un rapido colpo di phon i capelli e infilai un jeans e una vecchia felpa.

Immediatamente la stanchezza cominciò a farsi sentire.

Avevo le gambe pesanti e come camminavo mi sembrava di trascinare due macigni che mi ancoravano a terra.

Delle profonde occhiaie mi segnavano gli occhi e ormai non riuscivo più a reggermi in piedi.

Non ricordavo da quanto tempo non dormivo in maniera decente.

L'ultima volta mi ero concessa un po' di riposo in aereo ma non era servito a molto.

Sapevo che prima o poi sarei crollata a terra, era questione di ore ma pregai intensamente di poter resistere ancora.

Non potevo dormire.

Mi lavai la faccia con l'acqua fredda per cercare di risvegliarmi e poi andai a controllare Edward.

Era tutto esattamente come l'avevo lasciato.

Esme non si era mossa di un centimetro e stringeva la mano del figlio che sembrava dormire.

La donna, non appena mi vide, si alzò e mi abbracciò forte e io feci lo stesso.

Era bello sentire un po' di calore materno in quelle circostanze. Solo una madre può darti la forza di superare i momenti peggiori e per me lei era quello. Una madre.

“ Ha chiesto di te.” disse a bassa voce prima di staccarsi da me.

“ Come sta?” le chiesi rivolgendo uno sguardo al ragazzo.

“ Non credo sia peggiorato.” e sorrise leggermente “ vedrai che Alazar saprà come aiutarci.”

“ Mi dispiace di non aver risolto niente con i licantropi.”

“ Hai fatto del tuo meglio e credo che anche loro si siano dimostrati molto comprensivi.” mi rassicurò lei.

“ Lo so, quando sarà finito tutto tornerò a ringraziarli.” le assicurai intuendo che era la cosa giusta da fare.

“ Magari posso preparare qualche biscotto per il branco.” cercò di sdrammatizzare la situazione.

“ Certo, lo sai che loro sono sempre affamati!”

“ Allora li faremo insieme.” e mi diede un bacio sulla guancia prima di lasciarci soli.

Mi distesi vicino a lui, cercando di essere il più delicata possibile poi mi raggomitolai vicino al suo braccio e con una mano iniziai ad accarezzargli i capelli.

Sembrava sereno, rilassato.

“ Sei tornata.” disse con la voce affaticata e voltando il viso verso di me.

“ Si, scusa se ci ho messo tempo ma Jake è un tipo dal sonno molto profondo.” gli sorrisi continuandolo ad accarezzare.

“ Non hai scoperto niente, vero?”

“ No, mi dispiace.” ammisi sconfitta. Non era mai piacevo dare certe notizie.

“ Non fa niente, troveremo un'altra soluzione.” e così si girò a fatica su un fianco.

Una piccola smorfia di dolore segno il suo volto ma lui non sembrò dargli molta importanza infatti fece scivolare un braccio dietro la mia schiena per poi attirarmi a lui.

“ Edward non devi fare sforzi inutili.” lo rimproverai cercando di sistemarmi meglio, non volevo che il mio peso gli desse dei problemi.

“ Liz, sono consapevole di aver perso gran parte della mia forza ma riesco ancora a spostarti, non sei un elefante!” scherzò lui.

“ Di certo non hai perso il tuo senso dell'umorismo che mi irrita tanto.” bofonchiai.

Lui si limitò a sorridere e poi tornò di nuovo il silenzio a regnare in quella stanza.

Solo il mio respiro, lento e regolare, scandiva il trascorrere del tempo.

Eravamo abbracciati, l'uno stretto al corpo dell'altro, come se fosse la cosa più naturale al mondo, come se quello fosse il posto a cui eravamo destinati.

Io ero sua, in tutti i sensi. Lo era stata dal primo momento che l'avevo visto, dall'istante in cui avevo incrociato il suo sguardo color ambra, avevo capito che il mio destino si sarebbe intrecciato con il suo ma mai e poi mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione simile.

Da quando era iniziata la nostra storia ero sempre stata tormentata da mille dubbi.

Avevo paura di essere lasciata, aveva paura di perderlo a causa di un'altra, avevo paura che prima o poi avrebbe smesso di amarmi ma non avevo mai avuto paura di perderlo a causa della morte.

Nella vita o meglio esistenza dei vampiri la morte non è affatto contemplata.

Quando si ha l'eternità davanti è difficile mettere in conto questa eventualità eppure in quel momento era ciò che stava accadendo realmente.

Chiusi gli occhi e avvicinai la mia fronte alla sua.

Non volevo che finisse in quel modo, non potevo perderlo.

Perché il destino era così crudele? Perché farmi incontrare la mia anima gemella e poi strapparmela via in quel modo?

Senza nemmeno accorgermene, le lacrime iniziarono a scendermi lungo il viso.

Non poteva finire così.

Dio, ti prego, non puoi portarlo via da me.

Lui iniziò ad accarezzarmi il volto, asciugandomi quelle lacrime che non avevano la minima intenzione di cessare.

“ Mi avevi promesso che non avresti più pianto per me.” sussurrò stringendomi più forte.

“ Tu avevi promesso che non mi avresti lasciata mai più.” risposi con la voce rotta dal pianto.

Non disse nulla, non servivano parole in quel momento perché cosa avrebbe dovuto dirmi? Quella situazione non dipendeva da lui. Non era lui che voleva morire.

Delicatamente le sue mani iniziarono a scorrere sul mio corpo.

Tracciò la linea del mio fianco per poi scendere lungo la coscia mentre le sue labbra lasciavano una scia di piccoli baci all'angolo della mia bocca.

Come sempre il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.

“ Non mi stancherò mai di questo suono.” disse mostrandomi il suo sorriso sghembo e poi, finalmente mi baciò.

All'inizio fu dolce, delicato ma poi il ritmò cambiò.

La stretta su di me divenne più forte, più sicura e lasciai che la sua lingua incontrasse la mia.

Le sue labbra erano morbide e più accaldate del solito e l'effetto era devastante.

Lo desideravo con tutta me stessa e sentivo la stessa necessità da parte sua.

Volevamo stare insieme nel caso in cui …

“ Hei, fermati!” e lo scansai bruscamente rischiando di cadere a terra.

“ Liz, che c'è?” mi chiese lui disorientato.

“ So quello che hai intenzione di fare!” sbottai infuriata.

“ Mmmm si. Di solito la cosa non ti sconvolge così tanto.” continuò lui sempre più confuso.

“ Sei uno stronzo!” urlai scoppiando a piangere “ questo non sarà il nostro ultimo bacio e questa non sarà la nostra ultima notte insieme, quindi smettila di comportarti così!”

Non riuscii a decifrare la sua espressione e lui non mi aiutò affatto perché rimase in completo silenzio. Ricadde sul letto e iniziò a fissare il soffitto come se fosse diecimila volte più interessante di me.

“ Tu non credi che ci sarà un altra volta, vero?” gli domandai recuperando tutto il coraggio che mi era rimasto.

“ Non lo so.” disse semplicemente.

“ perché ti stai arrendendo?” continuai a fatica poiché un nodo alla gola mi impediva di parlare.

“ Non lo sto facendo, è solo che non so cosa fare.”

“ Cerca di vivere, per me.” e alzai gli occhi al cielo per cercare di frenare le lacrime ormai inarrestabili.

“ Farò del mio meglio.” e mi porse una mano “ ora puoi venire qui?”

“ No.” risposi con fermezza.

“ Vuoi startene lì in piedi? Dovresti riposare anche tu.”

“ Riposerò quando tutto sarà finito.” ribadii sbuffando.

“ Ok, rimani lì.” e fece finta di mettere il broncio.

A quel punto due erano le opzioni:

  1. picchiarlo fino a farlo svenire perché, dopo tutto il mio discorso, si stava comportando da vero bambino immaturo.
  2. Andare da lui e abbracciarlo perché l'amavo da impazzire.

Purtroppo non feci nessuna delle due perché Emmet entrò in camera di Edward senza bussare, come al solito.

“ Alazar è arrivato. Liz è meglio che tu scenda giù.” disse il ragazzo.

“ Resterai tu con Edward?”

“ Certo, vai pure.”

“ Ehi, posso rimanere anche da solo.” intervenne il vampiro voltandosi verso di noi.

“ Non se ne parla.” risposi senza guardarlo. “ Emmet resterà qui.”

“ Davvero tosta la ragazza.” sghignazzò il ragazzo avvicinandosi a noi.

“ La odio quando fa così.” brontolò Edward.

“ Non lo fare agitare.” dissi rivolgendomi ad Emmet.

“ Non ti preoccupare ci penso io.”

“ E se...”

“ Ti chiamo.” senza lasciarmi finire concluse la mia frase che ormai stava diventando alquanto monotona.

Uscii dalla stanza e mi fermai un secondo per riprendere fiato.

Appoggiai la schiena contro il muro e mi asciugai le lacrime, non potevo presentarmi così davanti a tutti.

Feci un bel respiro e scesi al piano di sotto.

Tutta la famiglia era riunita in sala che ormai era diventato il nostro centro di ricerche e tra di loro c'erano anche i nuovi arrivati.

Oltre ad Alazar c'erano Carmen, la sua compagna, e Tanya.

Erano passati quasi due anni dall'ultima volta che gli avevo visti e, logicamente, non erano cambiati di una virgola.

“ Elizabeth!” mi salutò Carmen con la sua voce melodiosa.

Io mi limitai ad un cenno della mano, non volevo sembrare scortese ma di certo non era in quell'occasione che avrei voluto rivederli.

Mi ero sempre ripromessa di fare un viaggio in Alaska ma non ne avevo mai avuto il tempo materiale.

Era triste rincontrarli in una situazione così drammatica.

“ Tesoro, non ci aspettavamo di trovarti così … distrutta. Stai bene?” disse Tanya venendomi in contro.

“ Sono stata meglio.” e le diedi un leggero abbraccio che lei ricambiò affettuosamente.

“ Alazar.” continuai rivolgendomi al vampiro “ è un piacere rivederti.”

“ Anche per me.” e sorrise leggermente.

“ Vi prego ditemi che avete qualcosa.” arrivai subito al punto perché non riuscivo a resistere ancora.

“ Ne stavamo giusto parlando.” intervenne Carlisle.

“ Quindi?” continuai ad incitarli.

“ Ho delle idee ma abbiamo bisogno di qualcuno con più conoscenze di noi.” concluse Alazar.

“ E questo qualcuno sarà disposto ad aiutarci?”

“ Non senza delle conseguenze.” aggiunse Eveline visibilmente irritata.

“ Al diavolo le conseguenze.” sbottò improvvisamente Rosalie “ stiamo parlando di Edward, non possiamo lasciarlo morire in questo modo.”

“ Sono d'accordo.” disse Esme stringendosi al proprio compagno “ è nostro figlio.”

“ Se è questo quello che volete, farò di tutto per scoprire qualcosa. Datemi qualche ora.” e così il nuovo vampiro si allontanò da noi uscendo in giardino.

Non sapevo con quali persone dovesse accordarsi, quali conseguenze avremmo dovuto affrontare ma non mi importava.

Non avevo certo intenzione di mettere in pericolo la mia famiglia, questo era ovvio ma se c'era un prezzo da pagare, l'avrei pagato io.

Era colpa mia se Edward stava male, ero stata io a lasciarmi ingannare da Angel, a mettere in pericolo tutti ed era giusto che fossi io quella che doveva scontare la pena.

“ Non sapevamo nulla di questa storia, perché non ci avete avvertiti prima?” chiese Tanya non appena Carlisle fece il resoconto della vicenda.

“ Era andato tutto bene finché loro non sono tornati da Los Angeles.” spiegò Jasper raggiungendoci sul divano.

“ Quindi ora siete alleati dei licantropi?” domandò Carmen con un'espressione poco piacevole sul volto.

“ Ci hanno aiutato molto e siamo in debito con loro.” confermò Esme.

“ Mai creare alleanze con clan che ci vogliono morti.” continuò la donna.

“ Loro non ci vogliono morti.” intervenni io “ siamo amici.”

“ Si, riesco a sentire ancora il loro odore.” disse Tanya arricciando il naso “ come fai a sopportarlo?”

“ Io non lo sento. Per me hanno un odore normalissimo.” la rassicurai.

“ Non avrai per caso una relazione con uno di loro?” mi domandò con aria schifata l'altra donna.

“ No!” risposi scuotendo forte la testa.

A quanto pare nessuno sapeva della mia storia con Edward.

Certo, lui non era il tipo di sbandierare ai cinque venti i propri sentimenti, ma loro erano amici di famiglia, avrebbe potuto anche dire qualcosa!

“ Liz, cara, vuoi che ti prepari qualcosa?” mi domandò Esme prendendomi la mano.

“ No grazie, non ho fame. Vado a farmi un caffè.”

“ Vado io, non ti preoccupare.” continuò lei.

“ No, no. Devo tenermi occupata in qualche modo.” e dalla mia bocca uscì una piccola risatina isterica che fece sobbalzare tutti.

Dopo aver detto un titubante “ scusate.” mi rifugiai in cucina.

Preparai un'abbondante tazza di caffè bollente e poi mi trascinai di nuovo in camera di Edward, poiché la mia presenza, al momento, era inutile.

Lascia che Emmet tornasse dagli altri e mi distesi di nuovo sul letto.

Fu un vero sollievo distendere un po' le gambe e riuscii a chiudere gli occhi per qualche secondo finché Edward non si svegliò o almeno così sembrava.

“ Mmm sono venuti quasi tutti.” brontolò appoggiando la testa sul mio petto.

“ Credo che ti vogliano tutti bene.” risposi accarezzandogli i capelli.

“ Liz, devo confessarti una cosa.” disse rimanendo fuori dalla portata del mio sguardo.

“ Oddio, ti prego, non posso sopportare nient'altro.”

“ Non è qualcosa di grave.” mi rassicurò con un tono poco piacevole “ riguarda il passato.”

“ Avanti, spara.” mi arresi con molta facilità.

“ Io … beh, io e ...”

“ Edward, cosa stai cercando di dirmi?” gli domandai leggermente preoccupata.

Non era da Edward farsi problemi nel dire le cose.

“ Beh, io e Tanya abbiamo avuto una... storia, o qualcosa del genere un po' di tempo fa.” ammise con difficoltà.

Io rimasi a bocca aperta e non riuscii a dire nulla.

“ Liz?” mi chiamò Edward.

“ Non era quello che mi aspettavo di sentire.” dissi mentre continuavo a metabolizzare la sua confessione.

Era il passato, questo lo sapevo, ero già stata informata che Edward avesse avuto molte altre '' storie'' prima di me, ma sapere che una delle sue ex fiamme fosse al piano di sotto … non era molto piacevole.

“ Lei non sa di noi.” continuai mantenendo un tono distaccato.

“ Credo di no.” rispose lui sollevandosi, con difficoltà, su un gomito per incrociare il suo sguardo con il mio.

Tipica mossa di Edward Cullen, quando il gioco si faceva duro, lui sfoderava la sua arma micidiale: lo sguardo!

Ed io ero così cretina che , ogni volta, ogni singola volta, mi lasciavo incantare dai suoi occhi, dalle sue espressioni, dalla sua voce, dalla sua bocca e finivo per arrendermi!

“ Ah, capisco.” dissi abbassando gli occhi “ hai preferito lasciarti uno spiraglio aperto nel caso ti fosse venuta voglia di prenderti una pausa da me.”

“ Cosa?” sbottò lui allibito.

“ Puoi ammetterlo, ormai in questi giorni ho sopportato tante di quelle cose che è difficile sconvolgermi ancora.”

“ Sei una stupida.” e mi inchiodò con lo sguardo “ come fai a pensare una cosa del genere?”

Ops, avevo sbagliato!

Arrossii immediatamente per la pessima figura e iniziai a mordermi il labbro nervosamente.

“ Farò finta che sia la stanchezza a farti sparlare.” continuò lui appoggiando nuovamente la testa sul mio petto.

“ Scusa.” sussurrai in difficoltà “ a volte la gelosia mi rende pazza.”

“ L'ho notato. Sei così ...” ma non riuscii a terminare la frase a causa dei alcuni colpi di tosse.

Si schiarì la gola per proseguire ma un nuovo attacco lo colpì.

Cercai di farlo sedere ma la ferita all'addome gli impediva di fare molti movimenti.

“ Edward!” lo chiamai vedendo che non dava il minimo accennò di calmarsi.

Stava peggiorando, era chiaro.

Gli sollevai la camicia per controllare lo stato della ferita e rimasi sbalordita quando notai che l'ematoma ormai si era espanso andando a coprire buona parte dello stomaco e del petto.

“ S- sto meglio, grazie.” cercò di parlare non appena la crisi di tosse gli diede un attimo di tregua.

Fece un profondo respiro e sollevò lo sguardo verso di me.

Sobbalzai vedendo la sua faccia e mi portai una mano sulla bocca per soffocare un grido.

I suoi occhi … i suoi occhi erano bagnati da lacrime.

Lacrime nere.

 

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KiarettaXMartyAiLovU: noooooooo uffa l’hai capito! Ma non è giusto io volevo fare l’effetto sorpresa! Ahahahha scherzo! Beh però sono contenta, vuol dire che hai seguito nei minimi dettagli la fan fiction! Grazie per la recensione! Baci e a presto!

 

Saretta_trilly: ahahahah odoro quando parli direttamente con i personaggi! Edward, hai capito? Vedi cosa devi fare che le mie lettrice non vogliono che tu muoia!!! Credo, che abbia recepito il messaggio! Eh, si! Angel ci ha lasciato un ultimo regalino e di certo che non è stato gentile! Baciiiiiii e a presto!!

 

Freyja: wow grazie mille! Sei troppo buona con i complimenti! ( mmmm sto gongolando un attimo!!! XD!) si, penso che Liz si stia facendo molti problemi ma non vuole farlo vedere. Questa volta si tratta di una cosa che la riguarda fin troppo da vicino. Edward ormai è diventato la sua vita e di certo non può perdere tempo a piangere e a disperarsi o almeno non davanti  a lui! Come ogni persona normale ha i suoi momenti di sconforto ma sto cercando di farla sembrare più forte del solito! Volevo che reagisse di fronte a questa situazione per dare la forza ad Edward! Baci e a presto!!!!

 

Poeticdream: guarda anche io all’inizio avevo pensato alla verbena ma poi mi sono detta ‘’ hei, cercati qualcosa di tuo e non rubare le idee a ‘vampire diaries’! quindi ho fatto qualche ricerca su internet e sui miei libri di botanica, farmacognosia e derivati e ho trovato qual cosina di interessante! Certo non è mai stato testato sui vampiri ma sugli umani ha un effetto devastante! Ora non ti dico di cosa si tratta perché svelerei troppo ma è una pianta sconosciuta alla maggior parte delle persone, solo una pazza come me poteva scovarla( o almeno credo!) . baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!

 

AleR: siiiiiiiiiiiii salviamo il Piccolo Eddy! Ahahah non ti preoccupare, tra un po’ i cervelli dei Cullen e dei nuovi aiutanti daranno qualche risultato! Baci!!!

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Capitolo 59
*** Poison ***


Poison

 

Ero seduta sul letto in camera mia e guardavo fuori dalla finestra con aria assente.

Il mio sguardo vagava nel bosco che circondava la casa dei Cullen e la mia mente aveva deciso di disconnettersi, momentaneamente, dalla realtà.

Ero stata allontanata con forza dalla stanza di Edward poiché avevo rischiato di svenire dopo l'ultima crisi che aveva avuto.

Non ero abbastanza forte per guardarlo andare via da me, non ero abbastanza coraggiosa per affrontare le conseguenze di una vita senza di lui.

Carlisle era corso immediatamente al piano di sopra non appena udì il mio grido soffocato nel vedere il viso di Edward segnato da lacrime nere come il petrolio.

Nessuno riusciva a darsi una spiegazione per quello che stava accadendo.

Era certo il fatto che stesse peggiorando ma di sicuro non potevamo prevedere i futuri sintomi o capire quanto tempo ci rimanesse a disposizione.

Erano passate dodici ore da quando Edward aveva mostrato i primi segni dell'infezione, due ore dall'ultima crisi ed ora stava riposando.

Stavo male quando gli stavo vicino perché non ero in grado di fare nulla ma mi sentivo morire quando gli stavo lontana.

Secondo Alazar la mia presenza lo agitava ancora di più e così mi confinarono nel perimetro della mia camera sperando che riuscissi a riposare un po' poiché il mio aspetto distrutto e malsano iniziava a preoccuparli.

Ma come potevo riposare in quel momento?

Avevo paura di chiudere gli occhi, anche per un istante, perché se Edward si fosse sentito male di nuovo non mi sarei mai potuta perdonare il fatto che, mentre io dormivo, lui rischiava di nuovo la vita, per colpa mia.

Ogni volta che mi trovavo in compagnia degli altri, indossavo la mia maschera e andavo avanti. Fingevo di essere forte, di poter sopportare tutto perché dovevo farlo, per lui, solo per lui. Quando ero da sola, però, potevo lasciarmi andare e allora non facevo altro che pensare. Pensare ai miei errori, alla mia stupidità e a quanto stavo rischiando.

Avevo già perso i miei genitori e non avevo ancora avuto il tempo di metabolizzare il lutto, come avrei fatto a sopportare anche tutto quello?

Ne sarei uscita distrutta, in entrambi i casi. Non ero una macchina, le miei emozioni non andavano a comando, anche se a volte potevo dare quell'impressione.

Ero una persona come tante, non una super eroina.

Ero semplicemente Elizabeth.

Finalmente qualcuno bussò alla mia porta. Era Alazar.

“ Posso entrare?” mi chiese con la sua solita cordialità.

“ Certo.” e lo invitai con un cenno della mano “ hai bisogno di qualcosa?”

“ In effetti spero che tu possa aiutarmi.” confessò venendosi a sedere vicino a me “ Liz, ricordi per caso se qualcuno dei compagni di Angel abbia mai fatto riferimento a qualche pianta in particolare?”

“ Non lo so, ora non mi viene in mente niente. Pensi che il veleno derivi da una pianta?” risposi un po' confusa. Il mio cervello non era ancora pienamente ritornato al proprio posto.

“ Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che un tempo, molti secoli fa, si usavano degli strani rimedi per indebolire i vampiri poiché gli umani non erano in grado di eliminarci con facilità. Queste piante ormai sono quasi del tutto estinte ma non posso escludere che ci sia rimasto qualche esemplare in circolazione.” mi spiegò facendomi un breve resoconto delle informazioni che aveva a disposizione.

“ Drusilla.” dissi improvvisamente risvegliandomi dal mio stato catatonico.

“ Cosa?” mi domandò lui preso alla sprovvista.

“ Drusilla!” ripetei con più enfasi scattando in piedi.

“ E' la compagna di quel vampiro che hanno ucciso i licantropi?” continuò lui non capendo assolutamente nulla di ciò che avevo in mente e del resto come poteva?

Non avevo mai prestato attenzione a quel piccolo particolare.

Avevo sempre trovato insignificante la passione di quella vampira per la botanica, pensavo fosse un modo per farla rilassare ed allontanarla dai suoi deliri.

Non avevo mai capito quanto, invece, fosse importante per lei.

Ogni giorno dedicava molte ore alla cura del suo giardino e spesso si lamentava del tempo, era troppo umido per le sue piante, inoltre ripeteva sempre una frase '' non avremo abbastanza tempo'' e questo voleva dire solo una cosa: se la responsabile di tutto quello che stava accadendo a Edward era Drusilla, significava che il piano di farlo fuori era stato già progettato da tempo. Magari non immaginavano che saremmo arrivati ad uno scontro fisico ma sicuramente il modo di avvelenarlo lo avrebbero trovato.

Forse qualcosa di casuale in modo che non avremmo mai sospettato di loro così sarebbe stato più facile portarmi via dai Cullen, senza la presenza di Edward non ci sarebbe stato niente a trattenermi qui oltre Cynthia ma logicamente avevano trovato un rimedio anche a quello.

Spike l'avrebbe comunque attaccata in un modo o nell'altro.

“ Elizabeth!” mi chiamò Alazar mentre ero impegnata a risolvere il rompicapo all'interno della mia mente.

“ Drusilla aveva un giardino, poco lontano da qui. Amava le piante ed alcune erano molto rare, o almeno lei diceva così, e trascorreva intere giornate a prendersi cura di loro.” cercai di spiegarli mantenendo un tono di voce normale anche se era difficile controllare in quella situazione la mia agitazione.

La speranza.

La speranza stava tornando ad illuminare la mia vita.

Non era nulla di certo ma almeno avevo qualcosa da cercare.

“ Pensi che abbiano lasciato qualche traccia?” e una scintilla illuminò i suoi occhi ambrati.

“ L'ultima volta che sono stata lì con Edward, avevano lasciato la maggior parte dei loro effetti personali. Spero che quella pazza di Drusilla non abbia sradicato tutte le piante del giardino.” continuai mentre tentavo di infilarmi le scarpe.

“ Stai andando lì?” mi chiese vedendo ciò che stavo facendo.

“ Farò subito, cercate di tenerlo in vita ancora un po'.” e dopo avergli dato un mezzo abbraccio, in segno di ringraziamento, scappai a tutta velocità fuori di casa.

Non avvertii nessuno della mia uscita perché ero certa che Alazar avrebbe messo al corrente il resto della famiglia della mia intuizione.

Ero consapevole che si trattasse solo di un presentimento ma dovevo appigliarmi assolutamente a qualcosa e se mi fossi sbagliata avrei trovato qualcos'altro.

Non potevo, non dovevo arrendermi.

Il mio compito era quello di lottare per lui, per noi.

Salii in macchina e sfrecciai a tutta velocità verso casa di Angel.

Non mi fidavo particolarmente della mia guida quando ero in uno stato emotivo poco stabile ma in quel momento non mi feci molti problemi.

Certo, le mani mi tremavano come foglie e più volte rischiai di tamponare qualche automobilista perché mi perdevo fra i miei deliri mentali ma alla fine arrivai sana e salva.

Lasciai la macchina con il motore acceso e mi precipitai verso la porta d'ingresso.

Era aperta, proprio come l'ultima volta che ero stata lì.

Una morsa di dolore mi colpì lo stomaco non appena entrai in casa. Troppi ricordi, troppa sofferenza da dover sopportare.

Mi sembrava passato un secolo da quando avevo abitato in quel posto eppure era trascorso solo qualche mese.

I mobili erano ricoperti da uno spesso strato di polvere che rendeva l'atmosfera ancora più inquietante del dovuto, in quel luogo regnava il silenzio assoluto.

La testa iniziò a girarmi a causa delle troppe emozioni, fui costretta ad appoggiarmi contro la parete per evitare di cadere a terra.

Chiusi gli occhi e feci dei profondi respiri, contai fino a dieci e poi barcollai verso il giardino.

Strabuzzai gli occhi più volte vedendo quella desolazione.

Era tutto rovinato e distrutto.

La pioggia e il vento avevano spazzato via ciò che era rimasto.

Non sapevo cosa dovevo cercare così decisi di prendere tutto quello che trovavo in giro.

Logicamente non mi ero portata alcun sacchetto o recipiente in cui raccogliere i campioni.

Liz, dopo anni ed anni di CSI, possibile che non ti sia venuto in mente di portare un sacchetto per le prove?

Sorrise pensando a ciò che mi era venuto in mente.

Del resto anche nelle situazione più drammatiche io ero sempre la stessa!

Mi tolsi la giacca e la distesi per terra, pensando che sarebbe stato un ottimo raccoglitore.

Frugai in ogni angolo del giardino e raccogliendo tutto quello che trovavo cioè piante, erbacce, fiori, germogli, un po' di tutto in pratica.

Strappai anche un pezzo di rampicante che si era estesi su gran parte della parete della casa, meglio essere meticolosi.

Logicamente feci attenzione a non rompere le radici delle piante, il veleno poteva essere contenuto anche in quelle e non solo nelle foglie.

Non riconobbi niente di particolare poiché non ero mai stata un'esperta di botanica ma c'era qualcosa che aveva attirato la mia attenzione.

In un angolo verso il lato est della casa, nascosto fra i cespugli, avevo notato della terra smossa. In altre occasioni mi sarebbe sfuggito ma quella volta cercai di essere particolarmente attenta ai tettagli.

Sotterrati sotto pochi centimetri, trovai dei semi e delle piantine che non erano ancora del tutto sbocciate. Senza nemmeno pensarci, presi anche quelle facendo attenzione a non mischiarle con le altre.

Avevamo qualcosa di strano ma non nell'aspetto. Era strano il fatto che fossero state sotterrate perché dubitavo che il vento, anche se forte, fosse riuscito a nasconderle.

Avvolsi tutto ciò che avevo raccolto nella mia giacca e cercai di chiuderla facendo attenzione a non perdere nulla e poi sporca di terra e fango, tornai in macchina e, alquanto disgustata, svoltai in direzione di casa Cullen.

L'adrenalina scorreva ancora nelle mie vene ed era l'unica cosa, al momento, che mi permetteva di restare sveglia.

Più passava il tempo e più mi accorgevo di quanto fossi distrutta e stanca ma dovevo andare avanti.

Non avrei mai dimenticato quegli istanti di panico e di dolore che avevano segnato quei giorni ed ero certa che le cicatrici sarebbero rimaste a lungo ma le avrei affrontate, come facevo ogni volta.

Volevo in dietro la mia vita, la mia pace, il mio Edward.

Non volevo soffrire più, ero stanca di dover interpretare il ruolo della ragazza dal cuore spezzato, il mio futuro non mi avrebbe riservato solo dolore, ne ero certa o almeno cercavo di convincermene, dovevo solo aspettare.

La mia pace, la mia felicità, prima o poi sarebbero arrivate.

Era di nuovo scesa la notte, ormai il tempo scorreva in maniera così strana che non riuscivo più a rendermene conto.

Correvo nel traffico della statale e la strada sembrava non finire mai.

Le luci delle altre macchine iniziavano a darmi fastidio agli occhi e fui costretta a prestare maggiore attenzione a ciò che mi circondava, non mi sembrava il momento opportuno per fare un incidente.

Gli altri problemi erano già sufficienti!

Quando intravidi il vialetto sterrato di casa iniziai a ridere come una sciocca, ormai anche la cosa più stupida mi rendeva felice.

Mi precipitai in casa, dirigendomi direttamente in sala.

“ Ho trovato qualcosa!” urlai “ forse!” era sempre meglio specificare.

Appoggiai la giacca sul tavolo e disposi in ordine le piante che avevo trovato.

In una frazione di secondo tutta la famiglia mi circondò incuriosita e carica di speranza.

Alazar si fece spazio fra gli altri e iniziò a controllare ciò che avevo portato.

“ Hai preso proprio tutto.” sorrise senza distogliere lo sguardo dalle erbe.

“ Non sapevo cosa cercare.” mi scusai imbarazzata.

“ Hai fatto bene.” continuò accigliandosi sempre di più.

“ Qualcosa non va?” domandò Esme facendosi avanti.

“ Credo che qui non ci sia niente di utile.” concluse l'uomo portandosi le mani sulla testa e sospirando pesantemente.

“ Oddio!” sobbalzai facendo spaventare tutti “ ci sono anche queste.” e presi dalla tasca i germogli che avevo scovato per ultimi.

“ Interessante.” commentò l'uomo sbalordito.

“ Davvero?” esultai.

“ Certo, mia cara.” e iniziò a studiare meticolosamente ciò che aveva fra le mani.

“ Liz,evita di fare questi scherzi la prossima volta.” brontolò Emmet incrociando le braccia la petto.

“ Scusa.”e gli diedi una leggera pacca sulla spalla.

Alazar schiacciò delicatamente un seme tra le dita e sorrise trionfate.

“ Abbiamo trovato la causa di tutto.” esordì alzando lo sguardo verso di noi.

Ci fu un attimo di silenzio assoluto poiché nessuno riusciva a credere a ciò che aveva appena detto.

Avevamo sognato a lungo quelle parole ed ora non ci sembrava vero sentirle.

Avevamo trovato la causa.

“ Vedete?” e ci indicò una gocciolina nera che usciva dal sempre diviso in due “ quello è il veleno. È molto potente poiché in grado di distruggere tutto l'organismo in pochissimo tempo. Il nostro corpo non è come quello degli umani, del resto siamo morti, così il veleno, non potendo scorrere nel circolo sanguigno divora tutto ciò che trova lungo il suo passaggio. “

“ Non c'è il rischio che ti infetti anche tu?” domandò Rosalie indietreggiando un po'.

“ No, il contagio avviene soltanto se il liquido entra a contatto con il sangue.” spiegò il vampiro.

“ Cosa dobbiamo fare ora?” chiese Carlisle senza perdere tempo.

“ Non lo so.” rispose l'uomo ancora affascinato da ciò che aveva scoperto.

Probabilmente era una pianta molto rara altrimenti non mi sarei spiegata il suo sguardo entusiasta.

“ Cosa?” esclamammo all'unisono.

“ Non preoccupatevi, ora che sappiamo di cosa si tratta potranno aiutarci con più facilità” ci rassicurò immediatamente.

“ Possiamo fidarci?” domandò Eveline all'improvviso.

“ Sono gli unici che possono dare una risposta alle nostre domande quindi dobbiamo fidarci.” rispose Alazar.

Io non riuscii a capire di cosa stessero parlando ma intuii che il vampiro stava rispondendo a qualcosa che Eve aveva visto in una delle sue visioni.

“ Scusate ma di chi state parlando?” chiesi perplessa.

Certo, ero felice che qualcuno ci volesse aiutare ma non volevo rischiare di mettere la vita di Edward mi mano a persone poco raccomandabili.

“ Dei Volturi.” disse Jasper voltando lo sguardo verso Alazar.

“ Si certo. Chi sono?” continuai sollevando un sopracciglio.

“ Liz, ricordi di quando ti ho parlato del mio soggiorno in Italia?” mi domandò Carlisle.

“ Si, si. Se non sbaglio è lì che hai conosciuto quei tizi strani. Come si chiavano?” e mi grattai la fronte mentre mi sforzavo di ricordare i loro nomi “ Marus, Carus, una cosa del genere!”

“ Aro, Caius e Marcus.” scoppiò a ridere Emmet.

“ Si, proprio loro.” annuii con forza.

Quei tizi” disse Alazar cercando di essere serio “ sono i Volturi. Loro rappresentano la legge fra i vampiri.”

“ Come la polizia per gli umani?” domandai ma subito mi accorsi che le mie domande era alquanto stupide.

Colpa della stanchezza!

“ Diciamo di si.” confermò Carlisle con aria scettica.

“ Quindi sono buoni? Nel senso, se fanno rispettare la legge vuol dire che sono persone affidabili.” continuai.

“ In un certo senso si ma loro non sono abituati a concedere favori così liberamente.” mi spiegò Jasper.

“ Quindi?” proseguii spazientita.

“ Sta a voi scegliere.” concluse Alazar.

“ Siamo tutti d'accordo, non c'è bisogno di pensare.” rispose Rosalie per tutti noi.

“ Perfetto.” e il vampiro si allontanò di nuovo per fare una telefonata.

Non avevo ancora capito se questi Volturi stessero dalla parte dei buoni o dei cattivi ma in quel momento non mi importava molto.

Dovevamo aiutare Edward, a qualunque costo.

Le conseguenze le avremmo affrontate in un secondo momento.

“ Vado a controllare Edward così lo informo degli ultimi sviluppi.” dissi prima di sparire al piano di sopra.

Per la prima volta dopo tutte quelle ore di agonia mi sentii più rilassata.

Sapevo che non era ancora finita ma avere qualcosa in cui sperare riusciva a darti una forza straordinaria.

Aprii la porta cercando di fare il meno rumore possibile ma lui percepì all'istante la mia presenza.

“ Pensavo mi avessi abbandonato qui.” cercò di sdrammatizzare la situazione.

“ Ci stavo pensando ma poi ho cambiato idea.” scherzai avvicinandomi a lui. “ forse abbiamo trovato qualcosa.”

“ Ho sentito in parte quello che avete detto.” e fu costretto a fermarsi in un attimo a causa del dolore “ mi risulta difficile leggere i loro pensieri in questo momento.”

“ Vuoi che ti spieghi come abbiamo scoperto la causa del tuo malessere?” gli chiesi accarezzandogli la fronte.

“ Mi farebbe molto piacere” e si sforzò di sorridere.

Anche se era distrutto e debole rimaneva sempre bellissimo. Il suo sorriso riusciva sempre a farmi perdere qualche battito del cuore e lui, immancabilmente se ne accorgeva. Lo sapevo perché, quando accadeva, il suo viso assumeva un'espressione alquanto divertita.

Gli raccontai della mia intuizione e della corsa verso casa di Angel, logicamente non fu entusiasta del fatto che io avessi rimesso piede in quel posto ma non si lamentò più di tanto.

E come avrebbe potuto? Del resto lo stavo facendo per lui!

“ Se andrà tutto bene sarò in debito con te a vita.” disse prendendomi la mano.

“ Oh, lo so.” sghignazzai “ ho già fatto una lista di tutte le cose che farai per me.”

“ Non esageriamo ora.” disse corrugando la fronte.

“ Per prima cosa me la pagherai per non avermi detto niente di Tanya.” precisai subito.

“ Pensavo non avessi fatto caso alla mia confessione.” sbuffò sistemandosi meglio sul letto, non doveva essere piacevole rimanere per tante ore sdraiato e per di più immobile.

“ Ah, ah, ah. Come sei ingenuo!” ridacchiai “ poi, dopo averti torturato per alcuni giorni, mi porterai in vacanza, farai tutti i miei compiti di scuola per tutta l'estate, mi servirai e venererai per tutto il resto della nostra esistenza e poi ...”

“ No!” disse stringendomi un polso.

“ Ok, stavo scherzando.” risposi perplessa. Aveva anche perso quel poco di senso dell'umorismo che aveva?

“ No, no.” continuò a ripetere “ devo fermarlo.” e cercò di alzarsi dal letto.

“ Edward, che diavolo di prende?” lo rimproverai rimettendolo giù.

“ Non sapete quello che state facendo.” ruggì furioso.

Io lo guardai allibita, forse stava delirando, probabilmente era un altro segno della malattia.

“ Lasciami andare.” e provò di nuovo ad alzarsi lottando contro la mia stretta che lo teneva fermo, inchiodato al letto “ Liz, sono debole ma posso ancora farti male, quindi lasciami andare.>

“ Scordatelo!” e aumentai la pressione della mia presa.

“ Liz, smettila.” e mi strinse con forza il polso.

Un gemito di dolore uscì dalla mia bocca. Ma dove la teneva nascosta tutta quella forza??

“ I Volturi sono pericolosi.” continuò inchiodandomi con lo sguardo.

“ Non mi interessa perché a quanto pare sono gli unici che possono aiutarci.” risposi convinta.

“ Non lascerò che ci aiutino.” ribadì con fermezza.

“ Non lascerò che tu muoia.” ribattei innervosendomi. Possibile che per lui ci fossero sempre dei problemi? Era troppo difficile accettare aiuto da qualcuno?

“ Preferisco morire piuttosto che mettere in pericolo la mia famiglia.”

Ah, no! Edward non aveva capito proprio nulla!

Ok, la vita era la sua ma mai e poi mai gli avrei permesso di mandare a puttane tutto ciò che avevamo fatto.

Lui doveva vivere, a qualunque costo.

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LaVeraCynthia: OH MY ROB! Non ci credo, non posso crederci! Quando ho visto i tuoi messaggi della notte ho pensato che stessi sognando perché finalmente, dopo un anno, tu, Cynthia ( non svelo il tuo vero nome! Ahahah) ti sei degnata di scendere fra noi comuni mortali e commentare la mia storia! Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Ahahah oddio mi sono morta quando ho letto il tuo commento, sei sempre la solita! Tu non avrai delle scene hard con Jake perché questa è una storia seria non un porno, ti ripeto, se vuoi posso dedicarti una fan fiction ‘’ La vera storia di Cynthia W.’’ Così tutti potranno conoscere i dettagli della vita amorosa di Jake e Cynthia! Guarda con tutto il bene che voglio al mio Jacob che non è palloso come quello originale, anche perché si fa i cavoletti suoi, io continuo ad identificarlo con Taylor e allora non posso fare certi pensieri, quello è piccino! Mmmmmmmmm cosa vuoi dal mio cricetino???? Che poi Edward non è un criceto dalle guanciotte ripiene di semini di girasole, quello è Rob! Cmq si, è uno stronzetto ma che vuoi fare? Come si fa a resistere al suo fascino! Oddio aspetta che sto sbavando…. Ahahahah beh, detto questo … ciao! E commenta ancora maledetta che non sei altro! Ti voglio tanto bene mia piccola Nessie, machi tanto alla tua mamy!!! Baciiiiiiiiiiiiiiiii!!! Ps: un bacio anche da zia Eveline!

 

Sierracullen: che bello, grazie per il commento! Lo so non fa mai piacere vedere in nostro amato Edward ridotto in quello stato ma vedrai che tra un po’ starà meglio, in un certo senso! Eh Drusilla diciamo che è sparita dalla circolazione però avremo notizie di lei ma niente di importante! Il nemico principale era Angel che ormai è morto! Grazie ancora per la recensione e continua a commentare mi raccomando, è sempre piacevole legger e ciò che pensate della mia storia!

 

Freyja: grazie mille! Mi piaceva la trovata delle lacrime nere da un tocco più drammatico alla storia! Eh lo so, Edward dovrebbe reagire in maniera diversa ma fa così perché si trova un po’ spaesato. I vampiri di solito non stanno male e quindi non sa cosa fare! Baci e a presto!

 

KiarettaXMartyAilovU: Eh la pianta è di mia invenzione, cioè in realtà esiste e dato che mi piacevano molto gli effetti collaterali, come le lacrime nere, ho deciso di inserirla! Volevo creare qualcosa di nuovo per non fare sempre le solito cose! Grazie per il commento e baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

 

Saretta_trilly: noooo non devi disperare, vedrai che Edward starà meglio anche se ci saranno delle belle conseguenze! Ahahaha come mi diverto a rovinare la vita ai nostri protagonisti! Povera Liz, non solo deve lottare per tenere in vita Edward deve anche resistere al suo fascino! Quanto forza ha quella ragazza! Grazie e baciiiiiiiii! A presto!!!!!!

 

AleR: Edward è sempre interessante! Morente, vivente insomma lui è Edward Cullen, il nome spiega tutto! Baciiiiii

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Capitolo 60
*** Blood Line ***


Ragazze eccomi qui con un nuovo capitolo!

Anche se non lo faccio sempre, volevo ringraziare tutte le persone che mi seguono e che commentano!!! Grazie, grazie, grazie!

Un ringraziamento speciale ad AleR per il commento del concorso!!! Pensa che nemmeno l’avevo visto! Hahahaahah

Baci a tutte e buona lettura!!!!!!!

 

 

 

 

Blood Line

 

 

 

 

 

Stavamo ancora discutendo quando Carlisle e Alazar entrarono in camera.

Dalla loro espressioni capii che avevano intuito il motivo della nostra lite.

“ Non pensavo foste così stupidi da poter chiedere aiuto ai Volturi!” sbraitò Edward mentre cercava di mettersi seduto sul letto.

All'inizio continuai ad impedirgli di alzarsi ma la situazione stava diventando alquanto imbarazzante così decisi di aiutarlo con l'unico risultato di essere scansata bruscamente da lui.

Feci molta fatica a non reagire, odiavo essere tratta in quel modo, soprattutto da lui ma dovevo capire che non stava bene, che era nervoso, che era permaloso e una miriade di altre cose.

“ E tu pensi veramente che io lo faccia?” disse ad Alazar con aria disgustata

“ E' la tua unica possibilità.” rispose l'uomo.

“ E poi dove lo troviamo ,sempre che esista qualcuno di così forte?” proseguì Edward escludendoci dal discorso privato fra lui e l'altro vampiro.

“ Posso sapere di cosa state parlando?” intervenni cercando di attirare la loro attenzione.

“ Abbiamo scoperto che l'unica cura per Edward è del sangue umano.” mi spiegò Carlisle.

“ Ma non uno normale, ci serve qualcosa di potente... speciale.” precisò Alazar.

“ E dove lo troviamo?” domandai rivolgendomi ad entrambi.

“ Questo è il problema. Non esiste nessun umano che abbia delle caratteristiche simile.

La tenebra nera, cioè la pianta velenosa che ha colpito Edward, è tra le più rare che conosciamo. Non abbiamo notizie di qualche vampiro sopravvissuto.” rispose Carlisle dopo un momento infinito di silenzio.

Non appena sentii le ultime parole, tutto la mia speranza crollò come un castello di carte.

Strinsi forte i pugni lungo i fianchi per controllare la crisi isterica che stava per impadronirsi di me. Se avessi potuto avrei spaccato tutto ciò che avevo in torno.

“ Non può essere vero.” sussurrai a malapena “ deve esserci una soluzione, deve esserci qualcuno con quel sangue!”

“ Anche se fosse non ucciderei mai un umano per salvare me stesso, quindi il problema non si pone.” disse Edward ancora seduto dietro di me.

“ Sei un idiota.” sbottai contro di lui “ possibile che ti faccia così schifo questa vita?”

“ Liz, smettila. Stai esagerando.” mi rimproverò alzando gli occhi al cielo.

“ Esagerando? “ urlai allibita “ tu stai morendo e io sto esagerando?”

“ Papà portala via.” continuò il ragazzo.

“ No!” gridai di nuovo.

Iniziò a girarmi la testa per la confusione. Che diavolo stava succedendo? Da quando Edward usava quel tono nei miei confronti e poi chi era lui per dirmi che stavo esagerando?

Stavo semplicemente cercando di salvargli la vita!

“ Liz, lascialo calmare. Ci parlerai dopo.” mi pregò il dottore prendendomi per mano.

“ Voi siete pazzi.” sibilai sciogliendomi dalla sua presa.

“ Ho detto di no.” disse Edward guardando verso Alazar. “ no … non se ne parla.”

“ Cosa?” domandai strattonando l'uomo per un braccio “ dimmi cosa stavi pensando!”

“ Elizabeth, lascia perdere.” rispose abbassando lo sguardo.

“ No, so che mi state nascondendo qualcosa. Conosco bene quel idiota” e indicai Edward “ e so che non mi sta dicendo la verità, quindi ora me la dirai tu.”

“ Liz, possibile che tu non riesca a farti i cazzi tuoi una buona volta?” mi rimproverò Edward alzandosi in piedi e cercando di rimanere in posizione eretta “ non sono affari tuoi.”

“ Tu stai cercando di proteggermi.” affermai voltandomi verso di lui “ ecco perché mi tratti così!”

“ Smettila, non dire scemenze.” negò lui scuotendo la testa e sorridendo.

“ Smettila tu! Ti conosco bene Edward Cullen e sei un pessimo bugiardo. Ti comportavi esattamente così prima che iniziassimo la nostra storia. Lo facevi per allontanarmi!” continuai avvicinandomi a lui finché non fummo ad un centimetro di distanza l'uno dall'altro.

“ Non sapevo che stessero insieme.” bisbigliò Alazar a Carlisle.

“ La cosa è piuttosto recente.” confermò l'altro.

“ Ammettilo.” lo provocai incrociando le braccia al petto.

“ Tu sei pazza.” e con un rapido movimento mi sollevò da terra caricandomi su una spalla. Un sibilo di dolore uscì dalla sua bocca non appena fece quella mossa azzardata ma non gli impedì comunque di scaricarmi fuori dalla sua camera come un sacco di patate.

Chiuse la porta a chiave e mi lasciò fuori, allibita, sconcertata e senza parole.

Mi ci vollero tre secondi per capire cosa fosse accaduto e a quel punto iniziai ad urlare come una pazza.

“ Edward, apri!” gridai sbattendo i pugni sulla porta “ sei un bastardo!”

“ Liz, calmati.” cercò di fermarmi Eve che si era materializzata magicamente al mio fianco.

“ E' il mio sangue che ti serve!” continuai ignorando la ragazza che invano tentava di trascinarmi via. “ sono io il tuo antidoto e tu lo sapevi!”

“ Tesoro devi calmarti ora, dagli il tempo di rifletterci.” disse di nuovo Eve scrollandomi per le spalle.

“ Lui non accetterà mai.” risposi con la voce rotta dal pianto che stava per arrivare.

“ Per ora non ha intenzione di farlo.” confermò lei mordendosi il labbro inferiore.

“ Ma se lo facesse funzionerebbe?” chiesi fra i singhiozzi.

Lei si limitò ad annuire semplicemente.

“ Edward!” gridai di nuovo liberandomi di Eve. “ Ti ucciderò con le mie mani se non apri questa maledetta porta. ORA!”

“ Liz, ti prego.” continuò Eveline imperterrita.

“ No, resterò qui finché non mi lascerà entrare.” dissi appoggiandomi con la schiena contro il muro e incrociando le braccia “ dovrà pur stancarsi delle mie grida!”

“ Fai come vuoi.” si arrese in fine “ tanto fra voi due non so chi sia il più testardo.” e così sparì nello stesso modo in cui era arrivata.

Non mi sarei mossa da quel posto per nessuna ragione al mondo, non poteva ignorarmi per sempre o almeno era quello che credevo, infatti, due ore dopo ero ancora lì immobile e lui era sempre più fermo sulla sua decisione.

Senza voce ( poiché avevo continuato a sbraitare come una pazza!) e distrutta mi trascinai in camera mia, avevo bisogno di una doccia e soprattutto dovevo cambiare la fasciatura alla gamba.

Ero stata troppo impegnata a pensare ad Edward per ricordarmi che anche io ero ferita e in più non avevo prestato la minima attenzione ai punti, che ormai si erano completamente lacerati. Fortuna che guarivo velocemente!

Mi spogliai abbandonando i vestiti sul pavimento del bagno e mi immersi sotto il getto d'acqua bollente.

Fu un vero sollievo quando i miei muscoli iniziarono a rilassarsi, peccato che questo fece aumentare la mia stanchezza. Mi sentii immediatamente stremata e inutile.

Ero io la chiave di tutto e non potevo fare assolutamente niente.

Dovevo aspettarmi una cosa del genere, Angel aveva pianificato tutto, lui aveva sempre un piano di riserva.

Se non fosse riuscito ad eliminare Edward lo avrebbe fatto in un altro modo e se noi avessimo scoperto la causa del suo malessere non sarebbe stato poi un problema così grave, sapeva che il mio ragazzo non avrebbe mai preso il mio sangue rischiando la mia vita.

Era tutto così semplice, così logico. Un piano perfetto.

Iniziai piangere, di nuovo, ormai ultimamente non facevo nient'altro. Le lacrime iniziarono a scorrere lente e silenziose sul mio volto mischiandosi al getto della doccia.

Appoggiai le mani al muro per evitare di cadere a terra.

Ero sfinita, non ne potevo più e il solo pensiero che tutto questo dolore non sarebbe cessato ma solo peggiorato mi fece ribollire dalla rabbia.

Una scarica di odio attraversò tutto il mio corpo e per reazione sferrai un pugno contro le mattonelle rosa antico del muro. Fu davvero liberatorio sfogare la mia ira contro qualcosa e così continuai.

Le piastrelle si sbriciolavano sotto i miei colpi ricadendo sul piatto doccia, le miei lacrime aumentavano per il nervoso, per il dolore , per l'impotenza di non fare niente e il sangue scorreva sulle mie mani ferite.

Sollevai le mani all'altezza del viso e iniziai a guardarle.

Il mio sangue continuava a defluire mescolandosi all'acqua. Sarebbe stato così semplice far finire tutto, bastava solo il mio sangue a farlo guarire.

Gli stavo donando la salvezza e lui la stava rifiutando. Per quale motivo?

Non serviva uccidermi, bastava solo prenderne un po' e tutto sarebbe andato per il meglio.

Si trattava di me, ero sua e avrei rinunciato a tutto pur di salvarlo ma lui non voleva.

Inizia a scuotere la testa con forza perché non potevo accettare tutto quello, la realtà non poteva essere quella, io non ero destinata a soffrire, non potevo eppure tutto mi faceva capire il contrario.

No, non poteva finire così, non era giusto.

Lo avrei salvato a qualunque costo. Lo avrei ingannato, costretto, avrei mentito ma l'avrei salvato.

Mi asciugai rapidamente e indossai un paio di jeans e una vecchia maglietta a maniche corte bianca, lasciai i capelli sciolti e umidi per poi andare al piano di sotto dagli altri dove avrei comunicato la mia decisione.

Riunii tutti quanti in sala e iniziai il mio discorso.

“ Eve, suppongo tu sappia cosa ho intenzione di fare ma vorrei che anche gli altri ne fossero al corrente.” e feci una pausa per organizzare le idee “ l'unico modo per salvare Edward è dargli il mio sangue e io farò in modo che questo accada ma ho bisogno del vostro appoggio.”

“ Liz, lui non accetterà mai.” intervenne Carlisle.

“ Non ho detto che deve accettare.” precisai abbassando lo sguardo.

“ Io sono con te.” disse Rosalie alzandosi in piedi e venendomi in contro “ Eve è certa che tu sopravviverai quindi non c'è motivo per cui io mi opponga.”

“ Grazie, lo apprezzo molto.” risposi con un sorriso.

Non so perché ma sentivo il presentimento che Rose non si sarebbe opposta in nessun caso!

“ Anche io sono con te.”

Fu Emmet a parlare e capii perfettamente dalla sua espressione che per lui la scelta era stata più difficile. Mi voleva bene, ne ero certa, ma era pur sempre suo fratello e anche lui non voleva vederlo morire.

“ Sai che ci saranno delle conseguenze “ disse Jasper “ lui non potrà mai perdonare se stesso per quello che ti farà.”

“ Gli passerà, prima o poi.” e un sorriso amaro si dipinse sul mio volto “ preferisco salvarlo piuttosto che perderlo definitivamente.”

“ Lo so, volevo solo avvertirti nel caso tu non ci avessi già pensato.” precisò il ragazzo “ vada per la tua scelta!”

Esme acconsentì con grande dolore e Eve sapeva già come sarebbe andata a finire quindi non si pronunciò affatto.

“ Liz, apprezzo quello che stai facendo per Edward ma la questione è più complessa di quello che pensi.” mi spiegò Carlisle.

“ Quello che sta dicendo “ intervenne Alazar “ è che i Volturi non si lasceranno sfuggire l'occasione di perdere qualcuno così raro come te.”

“ Non possono prendermi con la forza.” lo corressi immediatamente.

“ No ma faranno in modo di portarti dalla loro parte.” continuò il vampiro.

“ Non mi importa. È una cosa a cui possiamo pensare dopo.” conclusi alla svelta.

“ Se quello che stai per fare servirà a salvare Edward allora accetterò.” disse a malincuore Carlisle “ non voglio perdere mio figlio.”

“ Allora siamo tutti d'accordo.” sospirai leggermente sollevata.

In un modo o nell'altro avrei comunque realizzato il mio piano ma sapere che tutti erano dalla mia parte mi dava ancora più forza, non avrei sopportato di dovermi scontrare anche con loro.

“ Come speri di riuscirci?” mi domandò Emmet preoccupato.

“ Credo di non avere ancora un piano ben preciso.” risposi mordendomi il labbro inferiore “ per prima cosa devo riuscire ad entrare in quella stanza e a non farmi buttare fuori. Poi vedremo.”

“ C'è Tanya con lui, non sarà un problema entrare.” mi rassicurò Alazar.

Io sorrisi leggermente mentre il mio stomaco si aggrovigliava su se stesso causandomi un dolore poco piacevole. Anche se non era il momento più adatto, la mia gelosia si fece strada tranquillamente nella mia mente.

“ Allora vado.” e feci un profondo respiro prima di affrontare la prova più dura che la vita mi avesse costretto ad affrontare. “ Eve.”

“ Non ti preoccupare. Noi saremo qui.” rispose la ragazza senza lasciarmi il tempo di finire la frase.

Lei sapeva benissimo a cosa mi stessi riferendo.

Per esperienza personale, avevo sperimentato cosa significava assaporare il sangue umano. Si perdeva il contatto con la realtà, i tuoi sensi si amplificavano e la parte più oscura, più nascosta di te, riusciva a venire fuori con una facilità impressionante.

Non potevi controllarla o resistere.

Solo il demone, che avevi tenuto lontano a fatica, guidava i tuoi impulsi.

Si perdeva completamente il contatto con la propria parte umana. In quei momenti eravamo solo degli animali controllati dai propri istinti.

Eveline sapeva più di tutti a cosa stavo andando in contro, ne aveva avuto un assaggio in una delle sue visioni, un piccolo strascico di realtà che era riuscita a catturare in un momento di debolezza di Edward.

Il vampiro aveva preso in considerazione l'idea di prendere il mio sangue e lei era riuscita a vedere tutto. Logicamente lui aveva immediatamente cambiato idea e così le visioni della ragazza erano cambiate.

Edward non si nutriva da giorni quindi era molto, molto affamato. Da una parte era perfetto per il mio piano, sarebbe stato più facile farlo cedere, ma dall'altro … beh, un vampiro affamato non è di certo la persona più affidabile con cui trascorrere le prossime ore!

Un brivido di terrore mi percorse la schiena facendomi sobbalzare.

Scossi la testa violentemente per eliminare quel pensiero dalla mia testa. Edward non mi avrebbe uccisa, io l'avrei salvata e la mia famiglia sarebbe accorsa in mio aiuto in caso di bisogno.

Sarebbe andato tutto secondo i miei piani, la sfortuna non poteva perseguitarmi fino a quel punto, era statisticamente e logicamente impossibile!

Arrivai davanti alla porta della sua camera e impiegai qualche minuti prima di prendere il coraggio di bussare.

Senza nemmeno accorgermene mi ritrovai a sorridere poiché non era la prima volta che mi bloccavo davanti alla sua porta.

Era accaduto molti mesi prima anche se ormai sembrava essere trascorso un secolo.

Ero lì, pronta a bussare e senza la minima idea di cosa dire o cosa fare.

Trascorse un altro interminabile minuto e poi mi decisi ad entrare.

Edward era seduto sul letto, con la testa fra le mani e Tanya era al suo fianco, con una mano poggiata sulla sua spalla.

Perfetto, iniziavamo proprio bene!

Fortunatamente la ragazza, non appena mi vide, si alzò per uscire dalla stanza. Sapeva cosa stava per accadere.

“ E' fortunato ad avere te.” sussurrò a bassa voce quando mi fu affianco “ credo che non ne sia del tutto consapevole.”

Balbettai un grazie imbarazzata e la lasciai andare via.

Ormai eravamo rimasti solo io e lui.

“ Ti sei calmata o hai ancora intenzione di urlarmi contro?” mi aggredì lui sollevando lo sguardo verso di me.

“ Continua pure Edward, le tue parole non mi toccano.” risposi acida.

“ Peccato, eppure mi sembrava di aver visto qualche scintilla di odio nel vedere Tanya vicino a me.” continuò lui imperterrito.

“ Edward, amore, tutto qui quello che sai fare? Un tempo eri più cattivo.” lo provocai avvicinandomi a lui.

“ Un tempo tu eri più sveglia perché una persona intelligente a quest'ora non si troverebbe qui.”

“ Che vuoi fare, a forza di stare con te sono diventata più stupida!” e mi accomodai sul letto.

“ Non ti farò del male.” disse abbassando lo sguardo.

“ Lo so.”

“ Forse non hai capito, io non mi nutrirò di te.” precisò con aria disgustata.

“ Mi dispiace.” e gli accarezzai leggermente una guancia “ ma lo farai, non ti lascerò morire.”

“ Liz, perché non capisci?” sbottò lui allontanandosi da me “ non posso rischiare la sicurezza della mia famiglia, la tua vita per … per salvare me.”

“ Se sei preoccupato per me lascia perdere. Non mi ucciderai e se pensi ai Volturi, idem. Affronteremo tutto a tempo debito.” lo bloccai immediatamente.

“ Come fai ad essere sicura di tutte queste cose?” mi domandò corrugando la fronte.

“ So che non mi ucciderai perché mi ami, senza contare che sono tutti pronti a buttare giù la porta nel caso in cui tu non riesca a fermarti da solo, per il resto non lo so ma non posso pensarci ora.” gli spiegai cercando di mostrarmi sicura della mia decisione.

Non avevo ripensatemi, assolutamente ma non potevo negare di avere paura.

“ perché non puoi accettare semplicemente quello che mi sta succedendo.” continuò lui prendendomi la mano.

“ Cosa?” domandai allibita.

“ In un mondo normale come la vita che avevi prima di essere trasformata, la gente muore in molti modi, per malattia, incidenti, perché ora dovrebbe essere diverso?”

“ Non lo è .” ammisi “ ma nella mia vita normale avrei fatto qualunque cosa per salvare la persona che amo, proprio come sto facendo ora.”

“ Tu stai rischiando la tua vita.” ripeté per l'ennesima volta.

“ Edward.” e mi avvicinai di nuovo a lui prendendogli il volto fra le mie mani “ se tu dovessi morire io non so cosa farei. Ho già perso troppo in questi giorni, la mia famiglia è morta per la mia incoscienza. Tu sei tutto quello che mi rimane, non posso lasciarti andare.”

“ Sei egoista a parlare così.” ribatté fissandomi direttamente negli occhi.

“ Anche tu.”

“ Io lo faccio per te.” continuò appoggiando la sua forte alla mia.

“ No, tu lo fai per te stesso, perché hai paura delle conseguenze.” e non riuscii a trattenere quelle lacrime che lottavano già da tempo contro la mia volontà.

“ Tu non puoi capire.”

“ Se non vuoi farlo per me allora fallo per la tua famiglia.” singhiozzai mentre lui mi asciugava le lacrime dolcemente.

“ Scommetto che loro appoggiano questa tua assurda idea.” sorrise amaramente “ sono troppo debole per leggere i loro pensieri.”

“ Lo fanno perché ti vogliono bene”

“ Amore, ho vissuto una vita più lunga della maggior parte della gente, ho visto e fatto cose che vorrei dimenticare ma non posso. Ho trascorso la maggior parte della mia immortalità ad accettare me stesso, a convivere con il mostro che ho dentro di me.” un colpo di tosse lo costrinse a fermarsi.

Cercai di aiutarlo ma lui mi fermò per poi riprendere a parlare.

“ Ora so chi sono e penso di non essere così terribile al contrario di quello che pensavo. Se invece mi nutro di te dovrò riconsiderare tutto questo e questa volta non potrò accettarlo. Tu non sei come le altre persone che ho ucciso. Loro erano assassini, stupratori, pazzi omicidi, certo, non è giustificabile quello che ho fatto ma tu.” e scosse leggermente la testa “ tu sei la persona che amo, sei la persona che dovrei rispettare, che dovrei rendere felice. Non voglio farti del male e non posso rischiare che i Volturi ti prendano. Preferisco sacrificare me stesso piuttosto che vederti in mano loro.”

“ Tu non puoi saperlo” ribadii stringendo i pugni.

“ Io non posso rischiare.” sibilò lui.

“ perché sei un codardo!” sbottai arrivando al limite della mia pazienza “ hai sempre fatto così.” e mi alzai in piedi “ mi hai allontanata da te in passato perché avevi paura di soffrire di nuovo, mi allontani ora perché pensi di non poter affrontare i tuoi demoni personali. Santo cielo, Edward, hai più di cento anni, quando ti deciderai a crescere?”

“ Non sai quello che stai dicendo. Parli perché sei arrabbiata.” rispose lui tranquillamente.

“ No, stupido idiota!” urlai voltandomi verso di lui “ io non posso vivere senza di te! Lo capisci?” e scandii alla perfezione le parole “ se cadi tu, cado anch'io.”

“ E' un ricatto?” mi domandò prima di scoppiare in una risata nervosa.

“ No, è la verità.” confermai.

“ Tu sei pazza.” sbottò lui alzandosi in piedi “ sei solo una stupida ragazzina capricciosa. Non ti hanno mai insegnato che non puoi avere tutto dalla vita? Prima o poi dimenticherai questi momenti, certo, soffrirai ma ti rifarai una vita e allora capirai che avevo ragione.”

“ Come puoi dire queste cose?” gridai di nuovo sconvolta “ io ti sto dicendo che ti amo, che non voglio perderti e tu mi dici che prima o poi dimenticherò tutto?”

“ In sintesi si.” rispose sollevando leggermente le spalle.

“ Non pensavo potessi essere così stronzo.”

“ Ora esci di qui, ti prego.” e si avvicinò alla porta come se tutto il nostro discorso non ci fosse mai stato.

“ Scordatelo!” ringhiai bloccandolo per un braccio e costringendolo a voltarsi verso di me.

“ Non provocarmi, Liz.” disse con la voce che gli tremava sciogliendosi dalla mia presa.

“ Altrimenti?” lo provocai approfittando del suo stato d'animo instabile.

Con un rapido gesto mi ritrovai, senza nemmeno accorgermene, inchiodata al muro.

Le sue mani erano puntate contro la parete e mi impedivano di muovermi.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata e le mie gambe riuscirono a sostenermi a fatica.

Il suo sguardo, mi ero dimenticata di quanto potesse terrorizzarmi a volte.

I suoi occhi avevano abbandonato tutte le sfumature calde del dorato. In quel momento erano due pozze di petrolio e faticai a non perdermi nelle loro profondità.

“ Sai cosa devi fare.” dissi mentre un nodo alla gola mi rendeva difficile pronunciare le altre parole “ mordimi.”

 

 

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Poeticdream: oh, mia cara, ben trovata! Oddio non ci avevo pensato a Baudelaire, eppure ho letto quasi tutto di lui! Eh, la vecchiaia gioca brutti scherzi!  Mmmmm togliti dalla mente i Volturi! Ahahaah all’inizio non volevo metterli però poi ho pensato ‘’ e se un giorno, molto remoto, avessi voglia di fare un seguito?’’ ed ecco spiegata la loro presenza! In questa fan fiction non ci saranno però mi sono preparata la strada nel caso volessi continuare a scrivere una volta finita questa! Baciiiiiiiiiiiii!!!

KiarettaXMartyAiLoveU: eh tesoro, la mia mente è leggermente più macabra! Certo, la chiave della guarigione di Edward è sempre Liz ma in un modo non proprio romantico e sdolcinato!!! Cmq complimenti per il tuoi intuito! Baci e a presto!

Saretta_trilly: Oddio si! Edward indifeso è un amore! Lo strapazzerei di coccole! Ahahaah  eh, I volturi! In questa fan fiction non ci saranno ma mi sono preparata la strada nel caso volessi fare un seguito! Tu mi stai chiedendo se ho visto Remember me? A me lo stai chiedendo???? Proprio a me che dormo con un cuscino con la faccia di Robert Pattinson??? Cara, io ci sono andata appena è uscito e come avrei potuto fare altrimenti!!! Ho pianto per due giorni e se ci ripenso piango ancora! Ahahahaha bacii e a prestooooo!!!!!

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Capitolo 61
*** The Kiss ***


                                                                                                                                                                      “ Vi è dunque, nel cuore di ogni uomo,                                     

                                                                                                                                                        una belva, che attende solo il momento propizio

                                                                                                                                                                per scatenarsi e infuriare contro gli altri”

                                                                                                                                                                                            Arthur Schopenauer

 

 

 

The kiss

 

 

 

 

“ Mi stai chiedendo di morderti e nello stesso tempo tremi dalla paura?” mi chiese avvicinando di più il suo corpo al mio.

“ Tu non mi fai paura.” ma la via voce mostrò tutt'altro.

Avevo le braccia tese lungo i fianchi, le mani chiuse a pugno per evitare che lui si accorgesse che stavo tremando. Il mio respiro era accelerato e non avevo la minima idea di cosa sarebbe accaduto.

Fino a qualche secondo prima, Edward era disgustato dall'idea di prendere il mio sangue, ora invece mi ritrovamo intrappolata nella sua morsa.

Con una mano rimase appoggiato al muro, mentre con l'altra iniziò ad accarezzarmi il volto finché non scostò i capelli dal mio collo e iniziò a lasciare una scia di baci su tutta la superficie del mio corpo scoperta.

Chiusi gli occhi aspettando di sentire l'atroce dolore del morso che invece non arrivò.

Lui continuò ad assaporare la mia pelle con la lingua e con le labbra.

Senza nemmeno accorgermene mi ritrovai con una mano dietro la sua nuca, intrecciata nei suoi capelli, e l'altra dietro la sua schiena, stringendolo sempre più forte a me.

“ Edward, ti prego.” ansimai piegando ancora di più il collo.

Improvvisamente lui si staccò da me lasciandomi senza fiato.

Mi ci vollero svariati secondi prima di riprendere il contatto con la realtà.

Lui non aveva mai osato così tanto in tutto quel periodo che avevamo trascorso insieme. In un certo senso sapevo che, ogni volta che stava con me, lui si frenava ma non pensavo fino a quel punto.

Aveva lasciato che che i suoi denti, le sue labbra giocassero con la mia pelle, senza freni, senza paura.

Avevo percepito il suo desiderio, il bisogno di avere e assaporare il mio sangue. Avevo sentito quanto lui mi volesse ed era diverso dalle altre volte.

“ perché ti sei fermato?” balbettai con il cuore in gola.

“ perché stavo per cedere.” rispose serrando la mascella “ perché mi stai facendo questo?”

“ perché ti amo.” ammisi senza giri di parole.

Stavo rischiando tutto per lui, gli stavo donando ciò che avevo di più prezioso e lui mi stava rifiutando e per di più non capiva il motivo della mia scelta.

Anche se fossimo usciti entrambi vivi da questa storia, ero sicura che ci sarebbero state delle conseguenze nel nostro rapporto e mi ero già rassegnata all'idea che non sarebbe stato nulla di positivo.

“ Tu non mi ami.” disse lui indurendo lo sguardo “ tu mi odi.”

Quelle parole mi colpirono come una schiaffo a pieno viso ma cercai in tutti i modi di non crollare. Dovevo pensare che non era il vero Edward a parlare ma solo la parte di lui che mi voleva proteggere.

Lasciai che ogni particella del mio corpo si perdesse per un ultima volta nell'abisso oscuro dei suoi occhi e poi chiusi e miei, feci un profondo respiro e con le unghia della mano mi graffiai il collo tanto quanto bastava a far uscire qualche goccia di sangue.

Il bruciore della ferita fu niente in confronto al dolore che provai nel guardare Edward.

Il suo sguardo era qualcosa che non avevo mai visto prima e che avrei sperato di non vedere mai.

Non c'era più niente in lui che mi ricordasse la persona che era una volta.

Mi odiava, mi disprezzava perché l'avevo deluso, perché lo stavo costringendo a percorrere una strada che lui aveva rifiutato molti anni prima e che io ora stavo riportando alla luce.

Si irrigidì immediatamente dopo il mio gesto folle e insensato e se avesse potuto sarebbe scappato ma c'era una parte di lui, la più nascosta, che gli impedì di muoversi.

Passai un dito sopra la mia ferita, sporcandolo di sangue e poi lo avvicinai alla sua bocca.

La mia mano tremava come una foglia, così come il resto del mio corpo.

Un ringhio rauco vibrò all'interno del suo petto facendomi sobbalzare ma non mi impedì di certo di portare a termine il mio piano.

Sapevo fin dall'inizio che non sarebbe stato facile convincerlo e per questo aveva già in mente di provocarlo in tutti i modi possibili. L'avrei ingannato se fosse stato necessario ed era proprio quello che stavo facendo.

Accarezzai le sue labbra e lasciai che lui assaporasse il mio sangue.

All'iniziò esitò, guardandomi sconvolto, ma alla fine l'odore di quel nettare rosso risvegliò il demone dentro di lui.

Si passò la lingua sulle labbra e fu la fine.

Non riuscii a capire bene la sequenza dei nostri movimenti, fu tutto troppo rapido.

La sua bocca si avventò famelica sulla mia mentre con una mano percorreva tutto il mio corpo facendomi rabbrividire

Non ero il solito Edward, lui non mi avrebbe mai stretta fino a farmi gemere di dolore, non mi avrebbe mai toccata in quel modo.

In quel momento mi resi perfettamente conto di non averlo mai conosciuto fino in fondo ma ero assolutamente certa di amare anche il suo lato più oscuro.

Quando la sua bocca si staccò dalla mia riuscii finalmente a respirare ma in un secondo i suoi denti affondarono nel mio collo.

A stento riuscii a soffocare un grido di dolore e automaticamente mi aggrappai alle sue spalle mentre lui, passando una mano dietro la mia schiena, approfondì il morso lasciandomi di nuovo senza fiato.

Il dolore che provai in quel momento fu atroce e nello stesso tempo meraviglioso.

Per la prima volta sentii veramente di appartenere a lui.

Odiai me stessa per aver osato pensare certe cose perché sicuramente lui non l'avrebbe pensata uguale una volta resosi conto di quello che stava facendo.

Sentivo il mio sangue fluire nella sua bocca, sentivo le sue mani stringere il mio corpo e con mio grande sollievo, sentivo lui riacquistare le forze attimo dopo attimo.

Affondai le unghia nella sua spalla quando il bruciore del morsi divenne insopportabile ma lui non diede il minimo cenno di volersi fermare.

A mano a mano mi accasciai fra le sue braccia ormai priva di forze.

Credo che riuscii anche a sorridere prima di perdere i sensi. Non ero pazza, ero semplicemente felice, felice come non lo ero mai stata.

Non avevo mai dato importanza alla mia vita, non credevo di avere uno scopo dopo la trasformazione, ma in quel momento capii che mi ero sempre sbagliata.

Il mio sangue era un dono e amavo la mia natura bizzarra perché ero riuscita a salvare la vita della persona che amavo ed ero orgogliosa di avergli donato tutta me stessa.

Improvvisamente Edward si staccò da me con un gesto rapido e doloroso.

Cercai di sbattere le palpebre più volte per mettere a fuoco ciò che stava accadendo e a stento riuscii a vedere Carlisle e Emmet che tenevano fermo il vampiro per le braccia mentre lui continuava a ringhiare a dimenarsi ormai del tutto fuori controllo.

La mia vista cominciò a cedere finché non venni risucchiata dal buio più assoluto.

Finalmente il riposo che avevo a lungo desiderato.

Era meraviglioso poter chiudere gli occhi e non pensare a nulla, anche se non ho pochi ricordi di quei momenti so per certo che stavo bene.

La mia mente era leggera, ormai sgombra da tutti quegli atroci pensieri che mi avevano logorata fino al midollo nei giorni precedenti.

Lui era salvo, ne ero certa ed era quella la cosa più importante.

Avrei voluto dormire per giorni perché avevo bisogno di recuperare tutte le forze ma la voglia di rivedere Edward e sapere che non mi odiava, mi costrinse ad abbandonare il mondo dei sogni.

Non appena ripresi conoscenza spalancai gli occhi e respirai a fatica. Non so per quale motivo ma quella situazione mi fece ripensare ad un avvenimento della mi infanzia nel quale avevo rischiato di annegare in mare. Riprovai la stessa sensazione di quando riemersi dall'acqua, era come se avessi trattenuto il respiro per ore.

Una mano strinse forte la mia facendomi riprendere contatto con la realtà.

“ Liz, calmati.” mi sussurrò dolcemente la voce seduta al mio fianco.

Mi voltai di scatto ancora scossa e mi accorsi che si trattava di Rosalie.

“ Rose?” rantolai sbattendo gli occhi.

“ Si, sono io.” sorrise lei visibilmente sollevata.

“ Edward.” continuai guardandomi intorno “ dov'è Edward?”

“ Sta bene, non ti preoccupare.” mi rassicurò lei “ si è ripreso completamente.”

“ Dov'è?” ripetei notando che lei aveva abilmente evitato di darmi la risposta.

“ Liz.” e abbassò lo sguardo “ Edward non è qui.”

“ Cosa?” gridai mettendomi a sedere con un rapido scatto che mi causò più problemi del previsto.

La mia vista si annebbiò rapidamente e iniziò a girarmi la testa. Mi portai una mano davanti agli occhi e la ragazza rapidamente mi aiutò a rimettermi sdraiata.

“ Sei ancora molto debole, cerca di non fare sciocchezze.” mi rimproverò lei scostandomi i capelli dalla fronte.

“ Rose, dimmi dov'è Edward.” dissi di nuovo non curandomi delle sue raccomandazioni.

“ Jazz e Eve l'hanno portato via.” iniziò a spigarmi lei “ si è prima assicurato che tu stessi bene e poi è andato via.”

Se non fossi stata allungata, penso che sarei svenuta a terra.

Era come se mi avessero strappato via il cuore con un rapido colpo e l'avessero sostituito con un macigno. Il petto mi faceva male e faticavo a respirare mentre sentivo le lacrime che bagnavano i miei occhi.

Le parole della vampira continuavano a frullarmi nella testa ed ogni volta era sempre più doloroso.

Lui era andato via.

“ Liz!” gridò Rosalie schiaffeggiandomi “ non è andato via per sempre, vuole semplicemente riprendere il controllo!”

“ Cosa?” boccheggiai di nuovo.

“ Non è proprio andato via, mi sono spiegata male.” si scusò lei imbarazzata.

“ Sei pazza?” sbottai allibita “ hai rischiato di farmi venire un infarto!”

“ Scusa non pensavo fossi così sensibile!” continuò lei trattenendo una risata.

“ Non c'è niente di divertente.” sibilai irritata. “ da quando è andato via?”

“ Da ieri mattina.” rispose tornando seria.

Io sollevai un sopracciglio confusa. Perché continuava a prendermi in giro?

“ Tesoro hai dormito per un giorno e mezzo.” disse lei con un filo di acidità nella voce, odiava essere messa in discussione.

“ Wow.” fu l'unica parola che uscì dalla mia bocca.

“ Eh si, mio fratello ti ha prosciugata per bene!” cercò di sdrammatizzare la situazione.

Automaticamente mi passai una mano sul collo e notai che la ferita era bendata, sicuramente Carlisle mi aveva già medicata.

“ Non sai quando tornerà?”

“ Lasciagli del tempo per riprendersi. Non è stata una passeggiata riuscirlo a calmare.” mi spiegò prendendomi di nuovo la mano “ dovresti riposare anche tu.”

“ Credo di aver già dormito abbastanza.” sbuffai.

“ Liz, hai accumulato una tale quantità di stress che sfiderei chiunque ad essere ancora cosciente come lo sei tu.”

“ Rose, sto bene.” la rassicurai “ ho solo bisogno di parlare con Edward.”

“ Lo farai, quando tornerà, ma per il momento cerca di non agitarti. Carlisle mi ha ordinato di non farti sforzare.”

“ Cosa sei, una sorta di balia personale?” lo domandai divertita.

“ Non esageriamo.” rispose con aria altezzosa “ faccio solo un favore a mio padre.”

“ Si, come no.” e sorrisi leggermente.

“ Hai fame?” mi chiese alzandosi dalla sedia vicino al mio letto.

“ No, ho bisogno di andare in bagno.”

“ Ti aiuto.” si offrì lei porgendomi una mano.

Accettai la sua presa e delicatamente mi fece alzare in piedi.

Persi più volte l'equilibrio prima di riuscire a stabilizzarmi in posizione eretta.

“ Ora posso fare da sola.”

“ Sei sicura?”

“ Certo.” e così mi avviai verso il bagno.

Aprii i getto d'acqua fredda del lavandino, pronta per darmi una rinfrescata, quando fui costretta a fermare la mia attenzione sull'immagine riflessa nello specchio.

Uno zombie avrebbe sicuramente avuto un aspetto più sano del mio!

Probabilmente se mi fossi messa contro luce avrei potuto vedere le vene del mio corpo dato che la mia pelle era così pallida da sembrare trasparente. Per non parlare delle occhiaie nere che segnavano i miei occhi spenti e le mie labbra ormai avevano assunto un colore violaceo.

Fortunatamente la ferita alla gamba era guarita alla grande ma, come ricompensa, ne avevo riportato un'altra.

Con attenzione, staccai la fasciatura che copriva la parte destra del collo e fui costretta a deglutire pesantemente.

Edward ci era andato davvero pesante!

Il segno del suo morso era perfettamente visibile anche se la ferita si era leggermente rimarginata.

La sfiorai delicatamente con le dita e rabbrividii per il dolore e la strana strana sensazione che mi aveva provocato. L'area lesa era gelida.

Mi appoggiai con le mani al mobile più vicino a me perché la testa cominciò a girarmi vorticosamente ma non a causa della debolezza ma perché nella mia mente iniziarono a scorrere nitidamente le immagini di quella notte.

Le sue parole, il suo sguardo, le sue mani, la sua bocca, riuscivo a percepire di nuovo tutte quelle emozioni contrastanti ed era tutto molto più doloroso del previsto.

Non mi ero pentita di quello che avevo fatto, se fossi tornata in dietro avrei agito nello stesso modo, perché in fondo era l'unica cosa che avrei potuto fare e in quel momento realizzai quanto avesse sofferto Edward a fare quella scelta.

Scossi la testa per eliminare quei pensieri dalla mia mente.

Avevo fatto la cosa giusta, ne ero certa e poi sarebbe stato più facile affrontare un Edward depresso e carico di sensi di colpa piuttosto che la sua morte.

Avevo fatto la cosa giusta.

Ero egoista? Probabilmente si.

 

Decisi di fare una doccia veloce per migliorare il mio pessimo aspetto e mi accorsi che qualcuno aveva già riparato i danni che avevo provocato due sere prima. Dovevo ricordarmi di scusarmi con Esme per averle distrutto il muro del bagno!

Quando tornai in camera, Rosalie era ancora lì, seduta sulla sedia e con l'aria indispettita.

“ Ti sembra educato farmi aspettare così tanto?” disse lei irritata.

“ Non ti avevo chiesto di rimanere qui.” risposi scrollando le spalle.

“ Ingrata.” sbuffò lei “ forza, andiamo a mangiare qualcosa prima che tu svenga di nuovo.”

La seguii senza dire una parola, mi sembrava già un miracolo che mi stesse tenendo compagnia perché ero certa che la storia di Carlisle era solo una bugia, avrebbe anche potuto assistermi Esme!

Rose mi voleva bene, ne ero certa, e ,dopo quello che avevo fatto per suo fratello, si sentiva in debito di ricambiare il favore ma logicamente era troppo orgogliosa per ammetterlo.

“ Finalmente ti sei svegliata!” esultò Emmet venendomi in contro.

Io indietreggia allarmata, sapevo quanto poteva essere indelicato quello scimmione.

“ Tranquilla non ti faccio niente!” si fermò lui a metà strada alzando le mani.

“ Scusa, è che non sono pronta per essere strapazzata da te.” mi giustificai con un sorriso nervoso.

“ Quanta poca fiducia hai in me!” sbuffò lui fingendosi offeso.

Logicamente anche Esme fu contenta di vedermi finalmente in piedi ma nonostante tutto nei suoi occhi c'era qualcosa che non andava, non erano luminosi e pieni di gioia come sempre. Anche lei era preoccupata per Edward.

“ Avete qualche notizia?” domandai immediatamente.

“ Eveline ha chiamato qualche ora fa.” rispose Emmet “ ha detto che va tutto bene.”

Io mi limitai ad abbozzare un sorriso e mi immersi nuovamente nei miei pensieri.

Probabilmente avrei dovuto chiamarla per sapere se andava realmente tutto bene ma non volevo disturbare, o meglio, non avevo il coraggio di farlo.

Se non avevo la forza di comporre il suo numero, come speravo di poter affrontare il ritorno di Edward?

E poi cosa gli avrei detto?

'' Amore, non ti preoccupare, sono viva e sto bene! Ah, ti ringrazio di non avermi dissanguata!''

Per non dimenticare il fatto che, sicuramente, lui stava soffrendo più di me e io non avevo la più pallida idea di come avrei potuto affrontare la situazione.

Mi sdraiai sul divano avvolgendomi in una coperta, lo so, era maggio, ma io avevo sempre freddo,così accesi la tv pronta ad aspettare il suo ritorno.

Dopo qualche minuto, Rose arrivò con un piatto stracolmo di tramezzini, sfornati direttamente dalla cucina di casa Cullen. Sapevo di dover mangiare ma il mio stomaco era piuttosto scombussolato e rifiutava qualsiasi sostanza solida. Il solo pensiero di cibo mi faceva venire la nausea.

“ Liz, capisco che tu ti senta debole ma dovresti mangiare, come pensi che reagirebbe Edward nel vederti in questo modo?” mi rimproverò la vampira incrociando le braccia al petto “ conoscendolo si torturerà fino allo sfinimento!”

“ Non è colpa mia, non riesco a mangiare. Il cibo non mi attira.” mi lamentai.

“ Non ti preoccupare” e un sorrisetto trionfante si dipinse sul suo volto “ ho mandato Emmet a dissanguare qualche animale!”

Un brivido di terrore mi percorse tutta la schiena, come poteva quella donna essere così crudele?

Ok, dovevamo nutrirci ma lei ne parlava con una semplicità impressionante. Io non ci trovavo niente di bello nell'uccidere animali innocenti.

Come previsto, il suo compagno tornò vittorioso. Non volevo sapere come fosse riuscito a prendere una tale quantità di sangue e così mi limitai solamente a sorridere e a ringraziare.

Esme entrò in sala con una grande tazza ( con le paperelle!) ripiena di quel liquido rosso, con tanto di cannuccia rosa!

Io accettai un po' scettica e iniziai a bere.

La situazione era alquanto bizzarra. Ricordavo che quando stavo male, mia madre faceva la stessa cosa, certo, lei mi portava del latte caldo ma quelli erano altri tempi!

“ Tesoro, se ne vuoi ancora, in cucina ne ho una bella scorta!” trillò sollevata la donna.

Io annuii distrattamente mentre continuavo a sorseggiare la bevanda.

Rose tornò a sedersi vicino a me e mi strappò il telecomando di mano prendendo il controllo del televisore.

“ Ehi, stavo vedendo un film!” mi lamentai con ancora la cannuccia fra i denti.

“ Era noioso.” ribatté lei mentre cercava, invano, qualcosa di interessante da vedere.

“ Un reality?!” sbottai allibita.

“ Mi piace vedere come si comportano gli umani in quelle situazioni.” mi spiegò lei senza staccare gli occhi dal programma.

“ Sei proprio strana a volte.” le sorrisi appoggiando la testa sulla sua spalla e come previsto la ragazza sobbalzò imbarazzata “ ti voglio bene Rose.”

“ E io sarei quella strana?” scoppiò a ridere lei dandomi una pacca sulla gamba.

Continuando ad utilizzare la sua spalla come un cuscino, anche se era piuttosto scomodo, chiusi gli occhi e mi rilassai un po'. Purtroppo il brontolio incessante del mio stomaco mi costrinse ad interrompere il mio pisolino.

“ Vado a prendere altro sangue.” dissi alla vampira mentre mi alzavo dal divano.

Andai in cucina, riempii la tazza e la inserii nel microonde per riscaldare il contenuto, il sangue freddo non era affatto buono!

Presi una nuova cannuccia e ripresi a sorseggiare mentre tornavo in sala.

Non appena entrai nella stanza la mia tazza, che tenevo saldamente fra le mani, rischiò di scivolare a terra per lo stupore.

Edward era tornato.

Era seduto sul divano, con la testa fra le mani mentre tutti gli altri si erano dileguati probabilmente per lasciarci soli.

Rimasi immobile, aspettando un suo gesto perché non sapevo cosa fare.

Le gambe mi tremavano e sentii la terra mancarmi sotto i piedi.

Quei minuti furono interminabile e il silenzio che aleggiava su di noi era così pesante da schiacciarmi.

Improvvisamente lui alzò lo sguardo verso di me e il mio cuore perse qualche battito.

“ Ciao.” balbettai mentre le mie guance si coloravano di rosso.

Almeno non sarei sembrata così bianca.

“ Come stai?” mi domandò in difficoltà mentre si alzava in piedi.

“ Bene, bene.” e sorrisi “ tu?”

“ Sono stato meglio.” e si passò nervosamente una mano fra i capelli.

“ Edward, io ...” e feci qualche passo verso di lui ma lui indietreggiò bruscamente.

“ Non sono ancora abbastanza forte da poter ...” e fece una piccola pausa “ non avvicinarti, ti prego.”

Io mi bloccai immediatamente senza parole.

Lui non riusciva a sopportare nemmeno la mia presenza.

 

 

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Levia, Saretta_trilly, freyja, sierracullen: ahahahh ragazze vi faccio una risposta generale perché avete espresso tutte e quattro le stesse opinioni! Allora capisco perfettamente il vostro punto di vista perché in fondo è anche quello di Elizabeth! È difficile credere che Edward si stia facendo tanti problemi per un semplice morso ma per lui è così. Lui è Edward, non dimenticatelo! È sempre il nostro vampiro centenario con le sue paranoie, i suoi dubbi, i suoi mille drammi! Ora non posso spiegarvi più di tanto ma aspettate il prossimo capitolo e vedrete. Avevo già immaginato tutto ciò e quindi avevo già in mente di scrivere un capitolo particolare in qui i pensieri di Edward fossero il fulcro della storia!!! Grazie mille per i commenti e a presto!!!

KiarettaXMartyAiLovU: eh lo so, queste donne tentano sempre di salvare il proprio uomo e io le trovo molto coraggiose e altruiste. Anche a costo della propria vita sono sempre pronte a sacrificare se stesse, proprio come aveva fatto bella!! Grazie e baciiii!!!

AleR: oddio, tu sei l’unica che si è schierata dalla parte di Edward! Credo che tu abbia capito il suo punto di vista e la cosa mi fa molto piacere!!! Grazie ancora e baciiiiii!!!!

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Capitolo 62
*** On The Head Of a Pin ***


Salve ragazze, sono tornata con un nuovo capitolo! Beh è completamente diverso da tutto ciò che avete letto fin ora ma ho pensato che fosse proprio necessario analizzare i pensieri del nostro Edward! Spero ce vi piaccia comunque … buona lettura e a presto!!!!!

 

On the Head of a pin

 

 

Avevo diciassette anni quando la mia vita cambiò drasticamente.

Non ho ricordi ben precisi sulla mia vita da umano, so che vivevo a Chicago, che avevo una madre che mi amava e che volevo diventare una soldato. Non avevo altri obiettivi nella vita tranne che dedicarmi alla carriera militare.

Nel 1918 venni trasformato da Carlisle e fui costretto ad abbandonare i miei sogni ed intraprendere una vita che odiavo, obbligato ad accettare l'essere, il mostro, che ero diventato.

Sono sempre stato bravo a studiare la gente, a leggere i loro pensieri, capire le loro emozioni, grazie al mio raro e particolare dono.

Riesco a scrutare nella mente delle persone con grande facilità ma sono una vera frana a capire me stesso.

Ho vissuto un esistenza piena di contraddizioni a causa della mia natura e tutt'ora sto ancora lottando con il demone dentro il mio corpo.

Non ho mai voluto essere un assassino ma lo sono diventato.

Ho ucciso per molti anni perché ho ritenuto necessario allontanarmi dalla mia famiglia per accettare finalmente la mia natura ma mi sbagliai di grosso.

Quella non era la vita per me.

Mi sono pentito e sono stato accolto di nuovo fra le persone che mi amavano.

Carlisle ed Esme diventarono i miei genitori a tutti gli effetti e come tali mi sostenevano in tutto ciò che facevo.

Senza di loro non avrei mai potuto proseguire il mio cammino.

Ho vissuto decenni senza una compagna fissa mentre i miei fratelli avevano avuto la sfacciata fortuna di trovare la loro anima gemelle. La cosa non mi dispiaceva più di tanto ma a volte pensavo che sarebbe stato bello incontrare la persona giusta, fermarsi per un attimo e mettere la testa apposto.

Un giorno, come un miracolo sceso dal cielo, incontrai quella che pensavo fosse la donna della mia vita.

Isabella Swan.

Purtroppo fui troppo codardo per tenerla al mio fianco. Avevo paura della mia stessa natura, di come il mio lato più oscuro potesse reagire in sua presenza, e come un'idiota fui abilissimo nel trasmettere le mie paure a quella adorabile creatura.

Il risultato?

Lei scappò terrorizzata.

Quel giorno ebbi la conferma che i miracoli non esistono.

Mi allontanai da quell'odiosa cittadina per svariati mesi. Dovevo metabolizzare ciò che era accaduto.

Come previsto non ci riuscii. Non è facile lasciar andare la persona che dopo molti, molti anni era riuscita a far battere il mio cuore … morto.

Tornai a Forks e come uno schiaffo in pieno viso, nella mia vita piombò Elizabeth.

Un vero e proprio uragano che contribuì a destabilizzarmi ancora di più.

Lei era diversa da tutte le persone che avevo conosciuto, non solo per la sua strana natura che mi impediva di leggerle la mente ma per il modo in cui affrontava il suo cambiamento.

Prima di arrivare nella nostra famiglia aveva definitivamente rinunciato alla sua vita passata ma nel giro di pochi mesi, ma che dico, giorni era riuscita ad ottenere tutto ciò che io avevo sempre desiderato.

Andava a scuola senza il minimo problema, parlava con gli umani, usciva con gli umani e riusciva ad innamorarsi senza la minima difficoltà.

Peccato per lei che l'oggetto del suo desiderio ero io ed di certo non avevo la minima intenzione di sprofondare in una nuova relazione con il rischio di rimanerci scottato, di nuovo.

Mi comportai da vero stronzo, atteggiamento che mi calzava alla perfezione e riuscii a disintegrare ogni sua certezza, ogni sua voglia di vivere.

Non vado fiero di quello che ho fatto, ancora oggi ne porto le conseguenze ma in quel momento era la cosa migliore da fare.

Avevo cercato di odiarla, l'avevo umiliata, allontanata da me in tutti i modi possibili ma non era servito a nulla.

Lei era sempre lì, pronta a perdonare ogni mio gesto.

Capii ciò che rappresentava per me la prima volta che rischiai di perderla. La sua vita venne messa in pericolo attraversando il confine delle nostre terre. Fortunatamente Eveline era sempre attenta a scrutare il suo futuro, vedendolo svanire davanti ai suoi occhi, riuscimmo a capire che i licantropi erano arrivati a lei e quindi a salvarla.

Ero ancora troppo debole in quei mesi, così nonostante quello che provavo ( non era ancora amore ) l'abbandonai ,dopo averla illusa,logicamente.

Capii che non potevo vivere senza di lei quando andò via di casa.

Ero stato io stesso a farmi portavoce della mia famiglia, l'avevo allontanata da noi spingendola nelle braccia di un altro.

Ero davvero un idiota.

Sapevo quali rischi avrebbe corso stando con quel vampiro, ero certo che l'avrebbe cambiata, plagiata a suo piacimento e trascorsi quei giorni interminabili assillando mia sorella.

Povera Eveline, non le davo nemmeno il tempo di respirare che ero già pronto per spiare la vita dalla mia Elizabeth attraverso la sua vista.

Oh, si era mia ma lei non lo sapeva ancora.

Rischiai di diventare pazzo, nel vero senso della parola. La gelosia mi divorava dall'interno, giorno dopo giorno e non potevo fare niente per riportarla da me.

Solo successivamente scoprii che sarebbe bastata una sola mia parola per farla tornare a casa.

Lei mi amava, l'avevo sempre saputo e finalmente era arrivato il momento di dimostrarle quanto lei fosse fondamentale per me.

In realtà fu più difficile del previsto.

Non era una stupida ragazzina che potevi raggirare con un sorriso e una sfilza di dolci parole. Lei non si fidava di me, e sappiamo tutti che la fiducia è alla base di ogni rapporto.

Ma come biasimarla, ero stato un vero bastardo e meritavo di soffrire un po' prima di conquistarla!

Trascorsi tutte le ore disponibile delle mie giornate a studiare ogni suo comportamento, non che prima non lo facessi ma era più semplice farlo alla luce del sole piuttosto che spiarla di nascosto.

Alla fine realizzai che lei era la ragazza più strana e meravigliosa che avessi mai conosciuto.

Cercava di mostrarsi forte, coraggiosa, era sempre pronta a capire gli altri,o meglio,cercava di farlo, ma era se stessa solo quando stava con me.

Fu difficile far crollare quel muro di mattoni che si era creata per proteggersi dalla realtà ma il risultato ricompensò tutti i miei sforzi.

Amavo starle vicino, ascoltare i suoi discorsi(spesso privi di senso), l'adoravo anche quando mi mentiva perché era una cosa del tutto nuova per me. Con me nei dintorni non si potevano avere segreti, spesso non era piacevole leggere i pensieri delle persone ma non potevo incolparmi anche di quello, era il mio dono, tutto qui.

La sua mente invece era diversa.

Deliziosamente silenziosa.

Non posso dire che accettai di buon grado l'idea che lei frequentasse il branco di La Push, ma me ne feci una ragione.

Mai e poi mai avrei voluto impedirle di vivere la sua vita a causa della mia gelosia e iperprotettività.

Sfortunatamente, come accade sempre, le cose belle non durano a lungo.

Avevamo trascorso troppo poco tempo insieme prima che Angel tornasse a farsi vivo e rovinasse la nostra felicità.

Avevo lottato anni ed anni contro la mia vera natura e proprio quando riuscii a mettere a tacere il demone dentro di me … sprofondo nuovamente nell'abisso.

Non avrei mai voluto prendere il suo sangue, per nessuna ragione al mondo. Non volevo svelarle il mostro che ero in realtà ed invece feci l'esatto contrario.

Per salvare la mia vita ho rischiato la sua e quella della mia famiglia.

Il suo sangue …

Anche solo il ricordo di quel nettare dolce risveglia in me ciò che detesto.

Il risultato?

Sono vivo, forte come un tempo e sempre un codardo.

Il miglior pregio di Edward Cullen? Scappare.

Ero un mago nella fuga e nel comportarmi da stronzo.

La mia Liz non si era fatta alcun problema a donarmi la sua vita e io la stavo ricompensando con la mia assenza ma non potevo starle vicino e rischiare di farle di nuovo del male.

Jasper e Eve mi hanno portato via da Forks nella speranza che riesca a riprendere il controllo della situazione.

Non è facile pensare lucidamente dopo aver assaporato del sangue umano.

Ma questa volta non posso lasciarmi andare, devo reagire, combattere. Se non lo faccio per me, almeno lo devo fare per lei.

Ha già sofferto abbastanza, non merita anche questo.

Vuoi continuare a stare così o preferisci parlare?

Jasper. I suoi pensieri sono sempre nitidi e precisi. Diretti come solo lui sa fare.

“ Cosa vuoi che ti dica?” risposi continuando a fissare il paesaggio davanti ai miei occhi.

Non lo so, parla.

“ Jazz, perché non mi rispondi a voce?”

“ Trovo divertente far parlare solo te.” sorrise sedendosi al mio fianco.

“ Non so se riuscirò a tornare a casa.” confessai.

Lo so, ti capisco. Non è facile riprendersi dopo un'esperienza così devastante.

Jasper era l'unica persona che poteva capire in quel momento. Lui era stato lontano dal sangue umano molto meno di noi e a volte faticava ancora a resistere anche se con Elizabeth, che si faceva male un giorno si e l'altro pure, aveva acquistato una notevole esperienza.

“ Non voglio farle del male.” continuai.

“ Sei consapevole che lei soffre di più ad averti lontano?” mi domandò sollevando un sopracciglio.

“ Oh, certo che lo so.” e sorrisi amaramente.

“ Manca anche a te.” dedusse lui facilmente.

“ Da morire ma ...” e sospirai sollevando gli occhi al cielo “ Jazz tu non puoi capire cosa ho provato in quel momento.”

Lui mi guardò scettico e nella sua mente iniziarono a scorrere le varie immagini delle sue vittime.

“ Non è quello che intendevo.” cercai di bloccare il flusso dei suoi ricordi.

“ Forse perché lei non è come le altre persone.” ipotizzò lui.

“ No, no.” e mi passai nervosamente una mano fra i capelli “ non si tratta del piacere che ho provato nell'assaporare il suo sangue ma … di quello che ho visto, o meglio sentito.”

“ Edward tu sai che io non posso leggerti nella mente. Posso capire il tuo stato d'animo ma non posso andare oltre.”

“ Ho letto i suoi pensieri.” ammisi tutto d'un fiato.

Lui rimase in silenzio ma la sua mente cercava di decifrare le sue parole.

“ Non solo quello che stava pensando in quel momento ma tutto.” continuai “ i suoi ricordi, le sue emozioni, il suo dolore, le mille delusione ricevute da me, tutto.”

“ La cosa non ti ha fatto piacere?” mi domandò confuso, del resto era stato sempre un mio grande desiderio poter conoscere i suoi pensieri.

“ Avrei preferito che avvenisse in un'altra circostanza.” e strinsi la mascella “ ho rischiato di ucciderla perché … lei non stava soffrendo, all'inizio. “

“ E tutte le sue emozioni si sono riversate su di te come tornado e hanno … beh, provocato ancora di più la tua sete.”

“ Si, in sintesi si.” e abbassai lo sguardo imbarazzato.

“ Non è colpa tua.” rispose mitigando il mio senso di colpa.

“ Puoi anche lasciarmi soffrire, me lo merito.” lo rassicurai.

“ Non puoi continuare ad autodistruggerti. Devi tornare a casa e affrontare la situazione.”

“ E se non riuscissi a resistere?”

“ Non puoi saperlo. Anche se non si direbbe.” e sorrise appena “ non sei il tipo che si arrende. Affronterai questa cosa e la sconfiggerai. Se la ami ne uscirai vittorioso, ne sono sicuro.”

“ Credo che tu abbia troppa fiducia in me.” sospirai.

“ Ho fiducia in quello che provi per lei.” concluse alzandosi in piedi. “ Torno da Eve. Quando sei pronto per partire andiamo.”

Beh, non era il discorso che mi sarei aspettato da Jasper ma in fondo aveva una sua logica.

Le possibilità era due: potevo continuare a fuggire o tornare a casa e combattere per lei.

Optai per la seconda.

Non avevo la minima idea di cosa fare o di come lei avrebbe reagito al mio ritorno.

Del resto cosa avrei potuto dirle?

“ Amore, stai bene? Per fortuna non ti ho dissanguata!”

Trascorsi tutto il viaggi di ritorno a distruggermi il cervello con mille pensieri finché Eveline non mi schiaffeggiò, letteralmente, perché non riusciva a sopportare più i miei cambi di decisione.

Edward se non la smetti ti giuro che ti faccio tornare a casa a piedi e poi ti chiudo in una stanza strapiena di ragazze adolescenti con i loro irritanti pensieri. Mi minacciò mentalmente mia sorella.

Io mi limitai a sbuffare e ignorai completamente la sua richiesta.

Come previsto, ritrovarmi di fronte a lei fu devastante.

Il suo profumo, il richiamo del suo sangue, mi colpirono come uno schiaffo a pieno viso.

La mia gola fu improvvisamente in fiamme e il desiderio forte come quella notte ma la cosa più atroce fu guardare i suoi occhi.

A causa della mancanza di luce sembravano quasi neri ma io riuscivo a scorgerne anche le più piccole sfumature di blu.

Non appena mi vide iniziarono a brillare e in un secondo erano già ricolmi di lacrime.

Avrei voluto abbracciarla, stringerla a me e dirle che sarebbe andato tutto bene ma non ci riuscii.

Cercai di tenerla a debita distanza mentre le spiegavo il motivo della mia fuga.

Lei annuì passivamente come faceva sempre quando era immersa nei suoi pensieri.

Stringeva fra le mani la sua tazza con le paperelle mentre mi osservava con aria distrutta.

Cercai di mostrarmi il più calmo possibile facendo attenzione a controllare ogni mia espressione, ogni singola mossa. Non volevo spaventarla.

Logicamente evitai di rivelarle il piccolo particolare della lettura del suo pensiero, non volevo farla agitare anche perché fu un caso fortuito e di certo non si sarebbe mai più verificato.

Mi lasciò parlare senza interrompermi, cosa piuttosto strana da parte sua e poi si ritirò in camera.

La sentii piangere tutta la notte e più le sue lacrime scendevano, più mi sentivo morire e così andò avanti per una settimana.

Durante quei giorni andai spesso a caccia per alleviare la mia sete anche se la cosa non serviva a molto.

Una sera Carlisle si offrì di accompagnarmi, non avevamo ancora parlato di quello che era accaduto.

Non si sentiva in colpa per aver appoggiato Elizabeth ma si stava chiedendo se aveva fatto la cosa giusta.

“ Si.” risposi mentre camminavamo nella foresta “ hai fatto quello che avrebbe fatto ogni padre per il proprio figlio.”

“ Lo so ma è difficile vederti così.”

“ In realtà sto meglio.” mentii con facilità.

“ Ma non ti sei ancora del tutto ripreso.” precisò lui.

“ Non è facile sentire il suo odore ventiquattr'ore su ventiquattro.”

“ Al contrario, dovrebbe esserti d'aiuto.”

“ Credi che non mi stia impegnando abbastanza?” gli domandai scrutando i suoi pensieri, nonostante avesse tentato di nascondermelo, era proprio quello che pensava.

“ Edward sbagli a pensare di non meritare la felicità.” rispose bloccandosi all'improvviso.

“ Non capisco perché tutti voi la dovete fare sempre così semplice. Non lo è!” sbottai innervosendomi.

“ Non sto dicendo che lo sia ma semplicemente che tu non ci stai nemmeno provando.”

Sollevai un sopracciglio.

“ Figliolo, non sei più da solo, ora hai una persona che dipende da te, di cui prenderti cura e non puoi prendere le decisioni solo per te stesso ma devi pensare anche a lei, soprattutto a lei.” cercò di spigarmi.

“ Vuoi mettere in dubbio quello che provo per lei?”

“ No, assolutamente.” e scosse la testa “ vorrei solo farti capire che puoi farcela .”

“ Ci proverò.” sorrisi brevemente e poi ripresi la corsa verso la scia di cervi che avevo fiutato qualche istante prima.

In realtà pensai molto alle parole di mio padre e fu proprio grazie a lui che feci il primo passo.

Cercai di riprendere i rapporti con Elizabeth, standole vicino il più possibile.

Carlisle aveva ragione, non era poi così impossibile almeno finché lei non faceva qualche passo falso e si avvicinava troppo al sottoscritto.

Lei logicamente la prese sul personale, pensava che io non la desiderassi più perché accecato dal suo sangue e io fui un disastro a spiegarle che in realtà non era vero.

I discorsi fra di noi non avevano mai funzionato.

In qualunque situazione c'era sempre uno dei due che non riusciva a capire l'altro, alla fine cedevo sempre io e cercavo di dimostrarmi comprensivo ma in quei giorni fu piuttosto complicato.

Io ero nervoso perché non potevo starle accanto come volevo, lei era una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro e quindi i nostri confronti si concludevano sempre con una lite. Il novanta percento delle volte mi beccavo anche una porta chiusa in faccia!

Dovevo ammettere che la pazienza non era il nostro forte.

Mi sentivo come se fossi intrappolato, in gabbia.

Volevo parlare, spiegarle che non era lei il problema ma io, eppure ogni volta che ci provavo le mie parole suonavano assurde alle sue orecchie e obiettivamente anche alle mie, eppure nella mia mente era tutto così chiaro.

Avevo lottato duramente per diventare l'uomo che ero, avevo rinunciato alla mia natura di mostro assassino, ho cercato di vivere una vita il più normale possibile e avevo promesso a me stesso che mai e poi mai avrei ceduto alla tentazione di nutrirmi nuovamente di sangue umano.

Quella notte, quando fui costretto a prendere il sangue di Liz, ho infranto quella promessa e odiavo me stesso per averlo fatto.

Non solo mi ero nutrito come un mostro, in più l'avevo fatto per me stesso, per salvare la mia vita e avevo rischiato la vita della donna che amavamo.

Lei non capiva il mio tormento e probabilmente non l'avrebbe mai compreso.

Se cadi tu, cado io. Ecco cosa mi aveva detto, e furono proprio quelle parole a farmi prendere una decisione.

Non volevo che lei soffrisse, non volevo lasciarla sola ma a quale costo?

Non riuscivo nemmeno più a starle accanto senza provare il desiderio di … oddio, sto impazzendo!

Continuavo a ripetere a me stesso che avrei dovuto lottare, combattere contro me stesso pur di dover recuperare il rapporto con lei.

E così provai a fare anche quello.

L'unico momento in cui io e Liz non litigavamo? Beh, la notte, logicamente.

Lei dormiva e io potevo starle accanto senza rischiare nulla. Se non si agitava e non mi provocava, anche involontariamente, le cose funzionavano abbastanza bene.

Entrai in camera sua in maniera del tutto silenziosa.

Santo cielo, sembravo un maniaco!

Lei stava riposando, anche se i suoi sogni erano agitati, lo capivo dal battito del suo cuore e da come si muoveva.

Era distesa su un fianco e fra le braccia stingeva il cuscino, proprio lì dove doveva essere il mio posto. Sorrise leggermente pensando a quanto fosse dolce ma improvvisamente sobbalzai.

Sempre mentre dormiva, sferrò una ginocchiata al cuscino e lo spinse a terra.

Pregai intensamente che non stesse sognando me , altrimenti la situazione era davvero grave.

Come se niente fosse, si girò dall'altro lato e sembrò tranquillizzarsi.

Mi avvicinai al letto e mi accomodai sul pavimento, voltandole la schiena, perché mi faceva male vederla così, mi presi le gambe fra le braccia e provai a rilassarmi.

Il suo odore era intenso, proprio come volevo.

La prima regola della mia riabilitazione sarebbe stata quella di abituarmi di nuovo alla sua presenza.

Rimasi immobile per tutta la notte, ascoltando i battiti del suo cuore, il suo respiro calmo e irregolare.

Ce l'avrei fatta, ne ero certo.

Al mattino , logicamente non mi feci trovare in camera sua e la stessa situazione si ripeté per le successive notti finché un giorno …

“ Senti, ora mia hai proprio stancato!” iniziò a sbraitare mentre correva giù per le scale. “ e smettila di suonare quel dannato pianoforte!”

Immediatamente alzai le mani dalla tastiera pronto per ascoltare ciò che aveva da dirmi anche se qualcosa mi diceva che non sarebbe stato piacevole.

“ Scusa, ti ho svegliata?” le domandai ripensando al fatto che quel giorno era domenica e io, da idiota, iniziai a suonare alle otto del mattino.

“ Scusa, ti ho svegliata?” ripeté imitando la mia voce “ sapevi che ero sveglia!”

“ No, non lo sapevo.” continuai confuso. Non poter leggere nella sua mente a volte era davvero frustrante.

“ Smettila di dire cazzate!” urlò di nuovo “ credi che non mi accorga che tu passi tutte le notti in camera mia?”

Ah, ecco, ora capivo.

Abbassai automaticamente lo sguardo.

“ Pensi che sia piacevole svegliarsi con il tuo odore che aleggia in tutta la stanza e non poterti avere accanto come vorrei?”

“ Credo di no.” risposi.

“ Allora smettila! “ e incrociò le braccia al petto.

“ Facevo un po' di pratica.” le dissi mostrandole un sorriso innocente.

Lei all'inizio mi guardò furiosa con gli occhi in fiamme, poi scoppiò a ridere.

“ Oddio, sei assurdo!” continuò cercando di riprendere fiato.

“ Vedo che la cosa ti diverte.”

“ E cosa dovrei fare? Le possibilità sono due: o rido o ti prendo a schiaffi.” rispose tornando seria.

“ Preferisco la prima.” ammisi annuendo con la testa.

“ Io no, comunque evita di entrare in camera mia o se lo vuoi fare chiedimi il permesso e fai in modo che io possa vederti o sentirti. Capito?”

“ Certo, scusa.”

Così mi voltò le spalle e si diresse di nuovo verso le scale.

“ Edward?” mi chiavò voltandosi verso di me. “ solo per curiosità, come va la pratica?”

“ Sto migliorando.” risposi con un sorriso.

“ Sono contenta.” e sparì al piano di sopra.

Logicamente feci come mi aveva ordinato, obiettivamente non era bello spiarla mentre dormiva e così cercai di passare più tempo con lei quando era sveglia.

Credo che sia sempre stato quello il suo piano iniziale!

L'aria di fine maggio cominciava a farsi sentire anche a Forks, le giornate era più lunghe e il sole ogni tanto spuntava a farci visita.

Liz, trascorreva le serate nel giardino di casa a parlare con Esme o con Eveline, a volte anche Rose interveniva nei loro discorsi.

Una sera la trovai sola, sdraiata su una delle poltroncine con le quali mia madre aveva allestito il giardino, così decisi di raggiungerla.

Mi accomodai vicino a lei lasciandola alquanto sorpresa.

“ Mmm vuoi proprio osare questa sera, eh?” mi prese in giro riponendo il libro sul tavolino.

“ Oggi mi sento di infrangere qualche regola.” risposi sorridendole.

“ Come vanno le cose?”

“ Abbastanza bene. Mi sto impegnando molto.”

“ Credi che le cose potranno mai tornare come prima?” mi domandò all'improvviso.

Sapevo che prima o poi mi avremmo dovuto affrontare questo discorso.

“ E' l'unica cosa che desidero.” ammisi sinceramente.

“ Edward, lo so che non sono brava a parlare ma volevo che tu sapessi una cosa. “ così si sistemò meglio davanti a me e mi prese delicatamente una mano, facendo attenzione a non cogliermi di sorpresa “ io non ti odio per quello che è successo, non ho paura di te perché so perfettamente che tu non mi potrai mai e poi mai fare del male, in senso fisico logicamente perché psicologicamente, moralmente e così via me ne hai già fatto abbastanza “ si fermò un attimo alzando gli occhi al cielo.

Si era di nuovo persa nei suoi soliloqui!

“ Stavo dicendo, tu non mi farai del male quindi non devi preoccuparti. Io ti amo e amo tutto di te, anche quella parte che tu odi.” e sorrise abbassando lo sguardo “ credo che quello che sia successo quella notte non è stato tutto negativo. Ora non devi più fingere di mantenere nascosta una parte di te perché l'ho conosciuta e non mi dispiace, certo non sto dicendo che ti autorizzo a mordermi di nuovo, ma va bene così. Tu non puoi mostrarmi solo i lato migliore di te, che poi non è che sia tutta questa perfezione “ e si fermò di nuovo portandosi una mano sulla bocca “ insomma hai capito. Voglio che tu sia mio in tutto e per tutto.”

Rimasi in silenzio, ad ascoltare le sue parole, incantato e stupito da quanto potesse essere maturata dalla prima volta che la incontrai.

Non c'era più traccia in lei di quella bambina insicura e capricciosa.

Era perfetta nella sua imperfezione, in fondo era la donna che amavo.

Il dolore mi assalì stingendomi lo stomaco perché io non meritavo quel dono prezioso che era il suo amore e mi faceva tremendamente male sapere che nonostante tutto lei avrebbe scelto me, in qualunque situazione.

 

 

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Allora ragazze prima di rispondere alle vostre recensioni devo porvi un quesito:

beh, non so nemmeno come fare perché riguarda il finale della storia! Premesso che ci mancano tre capitoli alla fine, oggi pomeriggio, in un momento di delirio mentale una lampadina si è accesa nella mia mente e mi sono detta: “ Giada, e se il libro avesse un finale del tutto diverso da quello che avevi programmato?” e allora mi sono risposta da sola “ certo, perché no!”. Il problema sta nel fatto che il finale nuovo è alquanto … beh non so come farvelo capire senza svelarvi niente. Insomma è qualcosa di completamente diverso dalla stesura originale e non oserei immaginare la vostra reazione! Lo so che per prima cosa io devo scrivere per me stessa ma ormai mi sono talmente tanto affezionata a voi miei amate commentatrici che non posso fare a meno di tener presente le vostre opinioni. Allora vi assicuro che non ci saranno morti ( in un certo senso!), nessun nuovo cattivo, nessun ritorno dal passato, solo …. Beh, non ve lo dico! Quindi datemi un consiglio: devo stupirvi con un finale degno di una pazza, come la sottoscritta, oppure mantengo la stesura originale ? vi prego, ho bisogno di aiuto!!!!!!!

 

Levia: infatti volevo proprio far conoscere ad Elizabeth tutto di Edward, xkè logicamente lui si è sempre un po’ nascosto dietro la facciata da bravo ragazzo, ed è giusto che invece anche il suo lato più oscuro e quindi la sua vera natura emerga! Beh, si Ed cambierà ma non è detto che sarà in  modo negativo! Grazie e baciiiiii

 

AleR: mmmm si l’avevo capito che eri team Jasper! Non ti preoccupare vedrai che prima o poi Ed la supera la sua depressione!

 

Freyja: guarda io ti capisco perfettamente xkè avendo scritto il punto di vista di Liz io sono concorde con le sue opinioni ma questa volta non so dire chi ha ragione tra i due. Entrambi hanno le proprie motivazioni e logicamente io sostengo più quelle di Liz ma mettendomi nei panni di Edward posso capire che lui non ha torto. È complicata la cosa ma spero di averti fatto capire ciò che pensa Edward secondo me!!!! Grazie mille per la recensione e a presto!!!!!

 

Sierracullen: beh con quest’ultimo capitolo hai avuto le tue risposte! Edward non va da nessuna parte, sta solo attraversando un attimo di crisi dovuto a quello che ha fatto. Logicamente si sente in colpa ma capisce che Liz l’ha fatto per lui. Non ti preoccupare non posso separare quei due proprio ora! Eh si stavo pensando di fare un’altra storia, sarò molto diversa da questa, non ci sarà più liz ma sarà una fan fiction scritta a quattro mani con la mia coinquilina. È qualcosa di nuovo per me quindi non so come andrà a finire o se riusciremo mai a realizzarla. Cmq se tutto andrà bene sarà un Bella/Edward e Jasper/Alice! Baciiiiiiiiiiii

 

Saretta_trilly: ahah ti ho fatto venire i brividi, eh? Sono contenta! Si la parte finale è un po’ drammatica, liz non si aspettava di certo di ritrovarsi Edward in salotto, cmq vedrai che avranno tempo di chiarirsi! Odiare Liz … mmm no no non ti preoccupare. Ed ha capito il motivo del comportamento di Elizabeth! Grazie ancora e baciiiiiiiiiiiiiiiii!!!!

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Capitolo 63
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“ Tre giorni!” urlò Cynthia non appena risposi al telefono.

“ Lo so, me lo hai ripetuto tutta la mattina.” sospirai ricadendo a peso morto sul letto.

“ Sei proprio sicura di non voler partire con noi quest'estate? Ci divertiremo!”

“ Non ho dubbi ma non credo sia il caso. Non mi va di lasciare Edward da solo proprio ora.”

“ Non credo che a lui dispiacerebbe, cioè io non ..” e si bloccò un attimo imbarazzata perché stava per inoltrarsi in un terreno troppo insidioso. “ beh., lo sai, lui ti evita e tu soffri. Se vieni con noi ti distrai un po'.”

Logicamente Cynthia sapeva tutto quello che era accaduto, come avrei potuto nasconderglielo? Lei sapeva riconoscere un morso di vampiro e quello che portavo sul collo era ancora piuttosto visibile.

Jasper mi aveva avvertita che la cicatrice sarebbe rimasta.

Perfetto, così ogni volta che il mio ragazzo mi guardava poteva tornate a rinchiudersi nella sua depressione.

“ Apprezzo l'offerta ma preferisco continuare ad annullare la mia personalità nel tentativo di riuscire ad instaurare di nuovo un rapporto con lui.” le spiegai esasperata.

“ Ti odio quando fai così!” brontolò lei dall'altra parte della linea “ comunque questa sera esci con noi.”

“ Cyn...”

“ Ah, niente scuse mia cara. Ti passiamo a prendere alle nove. Prepara il tuo stomaco a ricevere una grande quantità di alcool.”

Così chiuse la conversazione senza nemmeno darmi il tempo di replicare.

Quella era la sua tattica migliore perché sapeva che se si fosse presentata sotto casa mia di certo non l'avrei potuta abbandonare.

Mancavano solo tre giorni alla fine dell'anno scolastico. Il tempo era passato in un modo così strano che non mi resi conto che ormai l'estate era alle porte.

Un mese fa non facevo altro che sognare quel momento, col tempo imparai a detestarlo.

Cynthia sarebbe partita per tre settimane e io sarei rimasta sola.

Vi starete chiedendo che fine abbia fatto il mio ragazzo?Beh, è una lunga storia che si può riassumere in due parole: evitare Elizabeth!

Ebbene si, dopo quella notte ( meglio non ricordare nei dettagli!) Edward non fu più lo stesso.

Certo, era tornato a casa sopo un giorno, aveva cercato di rimediare, di riprendere il suo famoso controllo ma la cosa non era andata a buon fine.

La prima settimana lo sopportai di buon grado, ero consapevole di essere diventata per lui una bistecca succulenta, e così accettai il suo distacco.

La seconda settimana iniziai ad innervosirmi perché lui non dava il minimo segno di miglioramento. Da persona matura cercai un dialogo con lui , ma anche quel tentativo fallì.

Non potete immaginare quanto sia difficile parlare con il signorino Edward “ solo io posso soffrire” Cullen.

È un'impresa titanica, lo giuro!

Per dirla brevemente, dopo svariati silenzi, intervallati da urla (le miei), sospiri ( i suoi), e di nuovo grida disumane ( sempre mie), il mio amato mi sbatte in faccia un peso che si portava dietro da quella famosa notte.

Lui aveva letto i miei pensieri … proprio così! Ma non solo quelli che la mia mente aveva elaborato al momento, ma anche tutte le miei idee passate. Fu come se lui avesse potuto leggermi sempre nel pensiero e la cosa non mi piaceva affatto. Io non avevo segreti con lui ma ero gelosa della mia mente inviolata!

Mi sentii profanata e così andai in depressione per due ore. Si, avete capito bene, due ore!

Certo, perché io non potevo nemmeno permettermi una stramaledetta depressione perché lui automaticamente peggiorava.

Furono vani i miei sforzi di alleviare il suo dolore così mi lasciai prendere dai miei cinque minuti di isteria e rigettai, come un vulcano in eruzione, tutte le miei frustrazioni contro di lui.

“ Io non ti sopporto più “ gridai “ sembri un'ameba (NB: l'ameba è un piccolo esserino appartenente alla famiglia dei protisti. In pratica è alquanto inutile e non fa niente durante la giornata!). Non parli, non reagisci, mi eviti, non mi tocchi, non mi baci, non … cazzo Edward tu non fai niente! Ti sembra questo il modo di vivere?”

E fu proprio in quel momento che nella piccola cittadina di Forks, un paesino dimenticato dal mondo, scoppiò la Terza Guerra Mondiale. Casa Cullen e dintorni vennero travolti dalla dalla furia del vampiro che, essendo stato muto per giorni, ne aveva di cose da dire!

Rimasi senza parole perché una cosa del genere uno non se l'aspetta da Edward.

Ok, sappiamo tutti che non è una persona stabile ma siamo abituati a vederlo sempre imbronciato, serio, controllato che a prima vista uno potrebbe pensare “ mi dispiace per quel ragazzo, ma quali problemi ha?” e invece, alla faccia della calma!

Pur conoscendolo bene e avendo assaporato più volte la sua ira, i nostri litigi non avevamo mai oltrepassato il “ io ti odio!( tipica battuta della sottoscritta!), “ io di più! ( classica risposta sua), “ Tu non mi capisci!” (sempre io), “ No, tu non mi capisci”( sempre lui), ma quella volta fu diverso.

Lui fu davvero cattivo.

Peccato che a metà discorso, composto più che altro da insulti nei miei confronti, io scoppiai a piangere poi lui riprese il controllo, borbottò un paio di scuse e scomparve alla velocità della luce.

La cosa positiva fu che riuscii a farlo sbloccare, quella negativa … beh, semplicemente non mi parlava di nuovo!

Il mio orgoglio di donna ferita riemerse dall'oltretomba pronto a bastonarmi nel caso avessi fatto la prima mossa.

Per tutti quei motivi ed altri che immaginerete, decisi di accettare l'invito di Cynthia per la serata.

Io, lei e il branco!

Ah, ah, beccati questo Edward!

Le giornate di giugno erano particolarmente calde nello stato di Washington o meglio erano particolarmente umide e così ne approfittai per osare un po' con l'abbigliamento.

Feci una lunga doccia, insaponandomi accuratamente con il bagno schiuma alla fragola, che il mio vampiro amava tanto, spalmai sul mio corpo una un'abbondante quantità di crema idratante, sempre dal profumo caramelloso, che rese la mia pelle morbida e invitante.

Il risultato di tutto questo lavoro?

Ma semplice! Ora non ero più una bistecca formato gigante bensì un gigantesco marshmallow!

I miei sensi vennero inondati da tutti quei profumi e per poco non rischiai di farmi venire la nausea.

Indossai un paio di pantaloncini neri così da mettere in mostra le miei lunghe gambe, una maglietta bianca con lo scollo a V, così da esaltare le mie non curve, le miei amate Converse nere ed infine lasciai i capelli sciolti, che avevo fatto asciugare all'aria aperta per dargli un'aria più selvaggia.

Mi guardai allo specchio e il risultato non fu niente male, soprattutto dopo aver applicato del trucco scuro sugli occhi, sempre facendo attenzione a non diventare troppo provocante.

Avevo perso tutto il pomeriggio ma ne era valsa la pena.

Presi la mia borsa a tracolla mettendoci dentro cellulare, chiavi di casa, soldi ( tanti soldi prelevati dal conto personale di Elizabeth aperto generosamente da papà Carlisle!) e scesi saltellando al piano di sotto mentre canticchiavo Fuel dei Metallica.

“ Gimme fuel, gimme fire, gimme that which I desire!” solo dopo mia accorsi di quanto potessero essere provocatorie quelle parole cantate in quel momento, comunque … salutai rapidamente tutti con un sorriso smagliante e trotterellai verso la porta d'ingresso ma una stretta gelida, la sua stretta, mi bloccò prima che potessi uscire.

“ Non puoi uscire in questo modo.” brontolò squadrandomi dalla testa ai piedi.

“ Siamo a giugno e io sento caldo!” replicai cercando di non mostrare un'espressione trionfate.

Obiettivo numero uno: far ingelosire Edward.

“ Sei tutta scoperta.” continuò imbarazzato.

“ Edward so che per te è difficile ma siamo nel duemila inoltrato, dimentica i primi anni del novecento! Ora noi donne abbiamo una certa indipendenza!”

“ Questo non ti permette di andare in giro come ...”

“ Come cosa?” lo provocai incrociando le braccia la petto.

“ Come una in cerca di un fidanzato.” rispose serio.

A quel punto non riuscii più a resistere e scoppiai a ridere. Certe volte quel ragazzo era proprio assurdo!

“ Non è divertente.” si lamentò lui.

“ Oh, invece è molto divertente, forse la cosa più simpatica che tu abbia detto nelle ultime tre settimane. Ora devo andare, mi stanno aspettando.” e così mi avvicinai a lui per dargli un bacio, classico gesto che facevo sempre quando uscivo ma lui, si tirò in dietro.

Rimasi immobile senza parole, come se qualcuno mi avesse sferrato una coltellata nel petto ma nel giro di due secondi mi ripresi.

Feci un respiro, recuperai il mio orgoglio pestato a terra, assunsi il mio sorriso plastico e lo salutai.

“ Fottiti Edward!” così uscii richiudendo delicatamente la porta.

Jake aveva finalmente riparato la sua Golf e quella sera ne approfittò per provarla.

In macchina, oltre a lui, c'erano Cynthia e … Paul.

Edward avrebbe avuto una crisi di nervi, ne ero certa!

Mi accomodai sul sedile posteriore e salutai tutti con un '' ciao'' poco convinto.

“ Non mi dire che avete discusso di nuovo?” mi domandò Cynthia voltandosi verso di me.

“ L'ho mandato a quel paese e ora mi sento in colpa.” ammisi in imbarazzo.

“ E pensare che un tempo avevi proprio un bel caratterino!” mi stuzzicò Jacob.

“ Tranquillo, c'è ancora, se vuoi te lo mostro.” risposi acidamente sporgendomi sul sedile anteriore.

“ Piantatela, entrambi!” ci rimproverò la ragazza “ questa sera dobbiamo solo divertirci, quindi evitate di fare i bambini!”

“ A proposito, dove andiamo?” chiesi dato che mi avevano tenuto all'oscuro di tutto.

“ Falò a La Push piccola!” intervenne Paul con un sorriso smagliante.

“ Ah, ah, ma la spiaggia non è dall'altra parte?” replicai confusa.

“ Certo, sciocchina, ma prima dobbiamo fare rifornimento di alcolici.” concluse Cynthia guardandomi dallo specchietto retrovisore.

“ E tu pensi che qualcuno ce li possa vendere?” continuai.

“ Non ti preoccupare, io e Paul non dimostriamo certo la nostra età!” rise il licantropo.

“ Siamo degli esperti in queste cose.” mi rassicurò l'altro dandomi una pacca sulla spalla.

Io mi limitai a sorridere e poi rimasi in silenzio. Qualcosa mi diceva che la serata non avrebbe avuto un risvolto molto piacevole.

Ci fermammo in un piccolo negozio fuori dai confini di Forks e, come secondo i piani, i due ragazzi riuscirono a comprare tutto ciò che volevano.

“ Scusate, non vorrei sembrare pesante ma cosa dobbiamo fare con tutte quelle casse di alcool?” domandai mentre osservavo i due licantropi riempire il bagagliaio della Golf.

“ Beh, Liz, c'è qualcosa che ho omesso durante la nostra telefonata “ iniziò a parlare la mia amica “ diciamo che questa è una festa di fini anno, quindi...”

“ Ci saranno tutti i nostri amati compagni di corso.” conclusi terrorizzata.

“ Mi dispiace non averti avvertita prima ma avevo paura di un tuo rifiuto!”

“ Ti odio.” brontolai salendo in macchina “ e poi il branco cosa ci fa alla nostra festa?”

“ Ehi non vi diamo la spiaggia e poi faremo da infiltrati!” sorrise Jake facendo l'occhiolino all'amico.

“ Allora, avete qualche bella ragazza da presentarmi?” ci domandò Paul entusiasta.

“ Jessica.” rispondemmo all'unisono io e Cynthia per poi scoppiare a ridere.

“ Qualcosa mi dice che non vi sta molto simpatica.” dedusse facilmente il ragazzo.

“ Diciamo che ci limitiamo a sopportarla.” spiegò la mia amica.

Non appena arrivammo alla spiaggia trovammo il resto del gruppo ad aspettarci da Jessica e Lauren, pronte in prima fila, a Mike Newton con la faccia inebetita nel vedermi scendere dall'auto.

Grandioso!

“ Piccola, ricorda che per gli altri sei una ragazza normale “ mi ricordò Paul mentre stavo per scaricare ciò che avevamo comprato “ il fatto che tu riesca a scaricare una cassa di birra con una mano sola sarebbe sospettoso.”

“ Giusto. Mmm grazie.” e arrossii per l'imbarazzo.

Ormai ero talmente abituata a trascorrere tutte le miei giornate in compagnia di persone poco normali che non mi ricordavo come ci si comportava in pubblico!

La serata era davvero deliziosa, il cielo sereno, un leggero venticello fresco, il rumore del mare che si infrange contro gli scogli e poi … Jessica.

“ Liz, dove hai lasciato il tuo Edward?” mi venne in contro la bionda saltellando come un'oca.

Lo so, le oche non saltellano ma fu l'unico paragone che mi venne in mente.

“ Suppongo sia rimasto a casa.” risposi senza prestarle molta attenzione e nel frattempo continuai a disporre il cibo su dei tavolini improvvisai.

“ Non mi dire che state attraversando una crisi? Perché anche io e Mike ne abbiamo passate alcune e capisco che non sia molto piacevole.” iniziò a parlare senza tregua mentre io la fissavo con uno sguardo confuso “ ma se la vostra relazione e solida vedrai che supererete tutto. Certo a noi ragazze non farebbe schifo se Eddy “ Eddy? Jessica aveva voglia di morire quella sera “ tornasse single perché, dato che è stato con te, di sicuro non si farà problemi a stare con una di noi!”

Ok, stava oltrepassando il limite! Come osava quella finta bionda rivolgersi a me con quel tono e avere il coraggio di pronunciare quelle assurdità?

Il nervoso mi salì fino alla cima dei capelli e se Paul non mi avesse trascinata via di peso, Jess sarebbe sicuramente passata all'altro mondo.

“ Non voglio una strage nella mia terra.” scherzò il ragazzo che continuava a strattonarmi con forza mentre il mio sguardo omicida era ancora puntato sul quella sgualdrina.

“ Potresti fare un'eccezione, nessuno sentirà la mancanza di Jessica.”

“ Lo prenderò in considerazione.” sorrise lui “ sicura di stare bene?”

“ Si, sono solo un po' nervosa in questi giorni.” risposi ricomponendomi.

“ Mmm qualcuno non ti soddisfa come dovrebbe?”

“ Oh, ti prego, non ti ci mettere anche tu .” lo minacciai esasperata.

“ Scusa ma questa sera sei così … wow!” e mi squadrò dalla testa ai piedi facendomi arrossire come un peperone “ e poi volevo che tu sapessi che nel caso ...”

“ No! Sono fidanzata, ricordi? E il mio ragazzo è un vampiro e ultimamente è alquanto instabile psicologicamente, per non parlare della sua gelosia senza limiti e poi aspetta.” e mi portai una mano sul mento “ anche io sono una vampira e tu un licantropo, ergo tu dovresti odiarmi!” lo bloccai prima che potesse finire la frase.

“ Oh, misero me.” esclamò percuotendosi il petto con una mano “ questa meravigliosa creatura mi ha stappato il cuore!”

“ Andiamo a bere qualcosa Romeo così avrai un motivo valido per sparlare.” dissi cercando di fuggire da quella situazione imbarazzante.

Paul non era di certo il tipo che sia arrendeva facilmente, nonostante più volte gli avessi detto esplicitamente che tra di noi non ci sarebbe mai stato niente.

A pensare che durante il nostro primo incontro lui aveva cercato di uccidermi!

Dopo la terza birra, Cynthia mi fece notare che quella bevanda non avrebbe mai risolto il miei problemi, così rubò una bottiglia di Vodka alla pesca e mi portò lontano dagli altri.

“ Allora, vedo che con Paul di diverti molto!” mi provocò con un sorriso malizioso mentre si sedeva a terra.

“ Si, certo, è molto simpatico!” e mandai giù il primo bicchiere di alcool.

“ Su, non è male.” continuò lei imitando quello che avevo fatto.

“ Io sto con Edward, ricordatelo.”. Giù il secondo bicchiere.

“ Potresti cambiare idea un giorno.”

“ No, sono felice così.” ennesima bugia della serata e giù anche il terzo bicchiere.

“ Peccato che la tua faccia dimostri il contrario.”

“ Ma se sono il ritratto della felicità!”. Quarto bicchiere.

“ Mi fa male vederti soffrire per lui.”

“ Non durerò a lungo, devo solo dargli altro tempo.” . Quinto bicchiere.

“ Ok, sono ufficialmente ubriaca.” esultò lei alzando le mai al cielo.

“ Mai quanto me, tesoro!” esclamai mentre la testa cominciava a girarmi.

Era piacevole non sentire nulla, ne dolore, ne tristezza, c'era solo una piacevole sensazione di euforia dentro di me e adoravo tutto ciò.

Non ero stata mai il tipo che affondava i proprio problemi nell'alcool e così mi autoconvinsi che per una volta non mi avrebbe fatto nulla!

La maggior parte della gente presente alla festa era nella mi stessa situazione, c'era chi cantava, chi rotolava a terra, chi ballava.

Insomma, uno spettacolo a dir poco pietoso!

Improvvisamente mi scontrai contro qualcosa e rischiai di finire a terra se qualcuno non mi avesse afferrata in tempo.

“ Piccola, vedo che ci sei andata giù pesante!” mi sorresse Paul scostandomi i capelli dal volto.

“ Voglio morire.” mi lamentai affondando la testa nel suo petto, non che volessi avere un qualche approccio con lui, semplicemente la mia testa aveva iniziato a pesare in maniera alquanto fastidiosa.

“ Per così poco!” esclamò prendendomi in braccio.

“ Dove mi porti?”

“ A fare un sonnellino.” e così mi trasportò lontano dalla festa, i avvolse in una coperta rimediata all'ultimo momento e mi fece sedere accanto a lui.

“ Grazie. “ borbottai appoggiandomi alla sua spalla.

Lui non rispose ma sentii le sue dita indugiare sul mio collo lasciato in bella mostra.

“ E' quello che penso?” disse senza sfiorare la cicatrice.

“ Si.”

Sentii chiaramente uscire un ruggito dal suo petto.

“ Rilassati Cowboy, è stato solo uno splendido bacio.” e poi mi addormentai.

Probabilmente sognai qualcosa, forse un fuoco o del sole rovente, perché ad un certo punto iniziai a sentire un gran caldo. Era cose se mi trovassi a pochi centimetri da una stufa rovente.

Aprii lentamente gli occhi, cercando di farli adattare a quella insolita luce e poi pregai intensamente di stare ancora nel mondo di Morfeo.

Scattai immediatamente in piedi e mi pentii subito di quel gesto.

La testa mi stava scoppiando e a stento riusci a frenare la nausea dovuta alla meravigliosa sbronza che mi ero presa qualche ora prima.

Mi guardai in torno e mi accorsi che era giorno, stavo su una spiaggia, e un licantropo mi aveva tenuta al caldo tutta la notte.

“ Paul!” sbraitai scuotendo violentemente il ragazzo “ svegliati!”

“ Ancora cinque minuti.” si lamentò lui girandosi dall'altro lato.

“ Non c'è tempo, muoviti!” continuai utilizzando le maniere forti.

“ Cosa succede?” si domandò sbattendo le palpebre più volte.

“ E' mattina e io non sono tornata a casa, ecco cosa succede!”

“ Vuoi dire che abbiamo passato la notte insieme?”

Mai provocare Elizabeth di prima mattina!

Gli sferrai un pugno in pieno volto che lo aiutò a svegliarsi del tutto.

“ Ehi vacci piano, principessa.” piagnucolò massaggiandosi la mascella e tirandosi in piedi.

“ Devi riportarmi a casa, subito!”

“ Jake è andato via con la macchina.” sorrise trionfante.

“ Cosa?” urlai incredula.

“ Si, sono a casa di Cynthia.”

“ Ok, andiamo lì così mi do una ripulita, non posso tornare conciata in questo modo! Puzzo ancora di Vodka!”

“ Allora preparati ad una bella camminata.” e si avviò verso la strada.

Per bella camminata, intendeva una scarpinata di un'ora e mezzo con l'aria umida che ti incollava tutti i vestiti addosso.

Odiavo Forks!

Non appena intravedi la casa della mia amica, mi precipitai dentro senza bussare e iniziai a sbraitare come una pazza poiché la mia pazienza era già terminata da un bel pezzo.

Cynthia scese al piano di sotto accompagnata da Jake e i due scoppiarono immediatamente a ridere nel vedermi lì ridotta ad uno stato pietoso.

Feci una rapida doccia, mi feci prestare una maglia dalla ragazza e poi mi rilassai cinque minuti assaporando una buona tazza di caffè.

“ Prendi la mia auto e riportala a casa.” disse Jacob a Paul lanciandogli le chiavi.

“ Ma sei pazzo?” lo rimproverò Cynthia “ vuoi davvero che il tuo amico venga ucciso brutalmente da Edward?”

“ Non le lascerò guidare la mia auto.” si lamentò il licantropo.

“ La riporto io.” concluse la ragazza “ Liz, mi vesto e andiamo subito.”

Io mi limitai ad annuire e mi immersi di nuovo nei miei pensieri.

Questa Edward non me l'avrebbe mai perdonata, non avevo nemmeno pensato ad avvertirlo.

Il cellulare, oh cavolo, non l'avevo ancora controllato.

Afferrai la borsa e iniziai a frugare al suo interno in cerca di quel dannato apparecchio.

Grandioso, ottantacinque chiamate senza risposta, dieci messaggi lasciati in segreteria e ventiquattro sms.

Da Edward 11:34

“ Liz, lo so che sei arrabbiata ma rispondi. Per favore.”

Da Edward 00:44

“ Liz, è quasi l'una, penso che me l'abbia fatta pagare abbastanza. Rispondi.”

Da Edward 1:15

“ Liz, ora mi stai facendo incazzare.”

 

Beh, i prossimi tralascerò di trascriverli e passiamo direttamente all'ultimo.

Da Edward 4:39

“ Non provare a mettere piede a casa perché non mi riterrò responsabile delle mie azioni.”

 

“ Cynthia, muoviti!” gridai dal piano di sotto.

No, no, no non avrei potuto affrontarlo.

Aveva discorso fin troppo negli ultimi giorni e il mio comportamento da bambina non migliorava di certo la situazione.

Cosa avrei potuto dire? Non c'erano parole per giustificare il mio atteggiamento. Sapevo che la serata sarebbe finita in quel modo, eppure in quel momento non mi era affatto importato. Avevo bisogno di una giornata da dedicare a me stessa, lontano da tutto e da tutti.

Nessun pensiero e nessun senso di colpa, almeno per qualche ora ero riuscita a liberarmi!

Il tragitto in macchina mi sembrò più lungo del normale, l'ansia aumentava a livelli esponenziali, le mani mi tremavano come foglie e la mia testa stava per esplodere.

Cynthia cercò di calmarmi in tutti modi ma non c'era molto da fare, i messaggi di Edward parlavano chiari … lui era tremendamente infuriato!

Impiegai qualche minuto prima di scendere dall'auto sia perché non avevo il coraggio sia perché la situazione non mi convinceva. C'era troppo silenzio in giro e la casa sembrava deserta, tranne per la presenza di Edward che riuscivo a sentire perfettamente.

Salutai la mia amica con la promessa che l'avrei chiamata non appena avessi avuto a certezza di essere fuori pericolo e poi mi avviai lentamente verso la porta d'ingresso.

Vai Cappuccetto, corri direttamente nella bocca del lupo!

Aprii la porta senza fare il minimo rumore, come se servisse a qualcosa, e poi andai verso camera mia.

Passando dalla sala mi accorsi che effettivamente in casa non c'era nessuno. Dove erano finiti tutti gli altri? Forse avevano organizzato una missione di recupero per la sottoscritta?

Non appena entrai nella mia stanza trovai Edward seduto sul mio letto. Mi stava aspettando.

Sollevai timidamente una mano in segno di saluto ma lui non si mosse di un millimetro.

“ Scusa.” borbottai mettendo le mani nelle tasche dei pantaloncini e iniziando a dondolare sui talloni come un'idiota.

“ Ti rendi conto di quante volte ti ho chiamato?” sbottò lui alzandosi in piedi.

“ Ottantacinque volte.” risposi mantenendo lo guardo a terra.

“ Pensavo fossi sparita!” continuò lui alzando la voce.

“ Ero a La Push, sulla spiaggia.” iniziai a raccontare “ c'era una festa e beh … credo di aver bevuto un po' e poi mi sono addormentata.”

“ Hai dormito in spiaggia?” mi domandò con un espressione sorpresa.

“ Si, non mi sentivo molto bene.” confessai mordendomi il labbro inferiore.

Era inutile mentire. Cynthia mi aveva proposto una versione alternativa : ero rimasta a casa sua e poi, dato che era molto tardi, avevo passato la notte da lei ma poi come avrei giustificato la puzza di licantropo che avevo addosso?

“ Certo, perché nessuno ti poteva riportare a casa? O magari è stato quel cane bastardo a convincerti a rimanere lì?” e incrociò le braccia al petto sollevando un sopracciglio.

“ Ehi, vacci piano con le parole.” lo rimproverai “ vuoi la verità? Mi sono ubriacata come una stupida perché per almeno qualche ora non volevo pensare a te!”

“ Era tanto difficile da dire? Non ti preoccupare se la mia presenza ti infastidisce vedrò di sparire all'istante.” e così, dopo avermi scansata in modo poco delicato, uscì dalla porta sbattendola dietro le sue spalle.

Impiegai qualche secondo ad avere una reazione perché mi prese totalmente alla sprovvista. Lui non poteva andare via così senza darmi la possibilità di replicare.

Lo rincorsi giù per le scale e poi lo fermai per un braccio, costringendolo a voltarsi verso di me.

“ Ora ti fermi e parliamo.” gli ordinai inchiodandolo con lo sguardo.

“ Non abbiamo niente da dirci.”

“ E invece si.”

“ Sai perché non c'è nessuno a casa?” mi domandò all'improvviso.

“ Dovrei saperlo?”

“ No, dato che non hai risposto alle mie chiamate. Ho chiesto a tutti di lasciarci soli, almeno una sera. Volevo stare con te, farmi perdonare per come ti avevo trattata nelle ultime settimane ma a quanto pare a te non importa.”

Rimasi senza parole, letteralmente e probabilmente la mia espressione non riusciva ad esprimere tutto quello che stavo provando in quel momento. Mi sentivo una merda, in tutti i sensi e non sapevo come giustificarmi perché in realtà non potevo.

Certo, se avessi saputo delle sue intenzioni non sarei nemmeno andata a quella stupida festa ma come potevo immaginare tutto quello?

Erano tre settimane che mi evitava, che non avevamo un dialogo normale, l'ultima cosa che mi sarei aspettata era di passare una serata con lui ma in fondo di cosa mi stupivo? Quello era un classico comportamento da Edward, solo lui riusciva a stupirti in quel modo.

L'unica reazione che riuscii ad avere fu quella di scoppiare a piangere e rifugiarmi nelle sue braccia.

Affondai la testa nel suo petto e continuai a versare lacrime come una fontana.

All'inizio lui non fece nulla, anzi rimase immobile, rigido come una statua ma poi si lasciò andare e finalmente mi strinse a lui, circondandomi con le sue braccia.

Più io piangevo e più lui mi stringeva e più lui mi stringeva e più io piangevo.

Nel giro di qualche secondo ritrovai le sue labbra sulle miei e io accettai di buon grado il suo bacio.

Oddio, quanto mi era mancato. Come avevo fatto a resistere tutto quel tempo senza di lui? Era come avere di nuovo l'ossigeno nei polmoni.

Liberò le mie labbra per farmi respirare ma immediatamente io tornai sulle sue.

Non sapevo quanto ancora avrei resistito prima di trascinarlo in camera ma fortunatamente non ce ne fu bisogno perchè anche lui ebbe la stessa idea.

Mi sollevò in braccio e io allacciai le mie gambe attorno alla sua vita mentre continuavo ad assaporare la sua bocca, le sue labbra … finalmente era di nuovo mio.

Chiuse la porta della mia stanza con una calcio e mi lasciò scendere a terra.

Non so come fu possibile ma in un secondo mi ritrovai a terra, sul grande tappeto della camera, sovrastata dal suo corpo.

“ Il letto era troppo lontano.” sorrise lui mentre mi sfilava la maglietta.

“ Edward, s-sei sicuro di ...”

“ Non credo di riuscirmi a fermare a questo punto.” sussurrò mentre le sue labbra scorrevano sulla mia pelle.

Deglutii rumorosamente mentre cercavo di trattenere un gemito di piacere dovuto alla sensazione del suo corpo di nuovo sul mio.

Risalì lungo il mio collo soffermandosi sulla mia cicatrice e non potei fare a meno di sobbalzare.

“ Hai paura?” mi domandò accarezzandomi il volto.

“ Un po'.” balbettai mentre il mio cuore batteva all'impazzata contro il suo petto.

“ Non ti farò del male, te lo giuro.” mi promise dandomi un leggero bacio sulla guancia.

“ Mi fido di te.” e tornai di nuovo ad impadronirmi della sua bocca.

Mi fidavo di lui al cento per cento e gli avrei affidato tranquillamente la mia vita senza nemmeno pensarci.

Avevo risvegliato il suo lato oscuro e non me ne pentivo, avrei sempre voluto averlo così.

Senza freni, senza paura, solo il desiderio di stare insieme.

Solo io e lui.

 

 

 

 

Buonasera ragazze! Per prima cosa vorrei ringraziarvi per i meravigliosi consigli che mi avete dato … in sostanza vi fidate tutte di me? Peggio per voi!! Ahahahah non scherzo!!!!!

E ora passiamo alle risposte delle vostre recensioni:

 

AleR:  si si non ti preoccupare le cose andranno per il meglio fra loro due! Eh Jasper! Con poche parole riesce sempre ad esprimere tutto! Ke uomo!

 

Levia: ho adorato scrivere il capitolo di Edward anche se all’inizio avevo un po’ paura, non si puoi mai sapere cosa esca dalla mente di quel ragazzo! Almeno in questo modo possiamo avere una visione più generale di ciò che accaduto la sera del “ morso”. Lo so, Ed è troppo tenero e Liz a volte ha la delicatezza di un elefante ma alla fine loro si amano proprio per questo!!! Grazie mille e a presto!

 

Sierracullen: wow, grazie per i complimenti! Oddio non mi dire così! Tu non sai quanto sia difficile per me far finire questa storia mi viene l’ansia solo a pensarci! È la mia prima fan fiction e ci sono molto affezionata e sono troppo felice che piaccia anche a voi! Tranquille nelle mie future storie ci sarà sempre Edward, ormai avrai capito che io lo amo alla follia!!! Baci e a presto!!!!

 

Freyja: eh ti avevo promesso che ti avrei fatto capire il punto di vista di Edward! Logicamente la storia è vista dal punto di Elizabeth e certe cose non si possono spiegare proprio bene però ciò che è successo ai nostri protagonisti era troppo importante per farlo raccontare da una sola persona e così ho dovuto mettere assolutamente i pensieri di Edward! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!!! Baci e a presto!!!

 

Saretta_trilly: è stato bello poter entrare nella mente di Edward almeno una volta, così avete potuto vedere come pensa in realtà quel povero ragazzo!!! No, tranquilla non si odiano e poi come potrebbero? Sono così dolci insieme!!!!! Grazie mille per i consigli per il finale e a presto!!! Baciiiiiiiiii

 

KiarettaXMartyAiLovU: grazie per i complimenti!!! Baci e a presto!!!!!!!!!!!

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Capitolo 64
*** Dear Diary ***


Ragazze eccomi qui! Allora questo capitolo non è proprio una meraviglia ma mi serviva un qualche espediente per far proseguire la storia di almeno un anno. Non vi preoccupate mi farò perdonare con gli ultimi due capitoli (almeno credo!)! grazie mille alle nuove persone che mi hanno aggiunta fra le seguite e le preferite e un grande bacione a chi commenta sempre!!!!!

Buona Lettura!!!!

 

Dear Diary

 

 

 

13 luglio 2008

 

Non ricordavo più questo diario … l'avevo preso quando ero tornata a Los Angel, una rapida visita nella mia vecchia casa solo per scoprire che i miei genitori erano morti.

Pensavo di averlo gettato e invece, mentre mettevo in ordine la mia stanza mi è capitato fra le mani.

Per mesi era stato rintanato in un cassetto e mai avevo sentito il bisogno di scrive ma adesso...

Forse mi farà bene scrivere.

La scuola è terminata, Cynthia è partita per la sua vacanza e io sono rimasta a casa con Edward, Carlisle e Esme.

Rose e Emmet sono in viaggio di nozze ormai da parecchi giorni. Eh si, si sono risposati di nuovo e ora stanno festeggiando felicemente.

Dopo la festa dei diplomi, che gli ha visti protagonisti insieme a Jasper, hanno annunciato il lieto annuncio.

Rose amava stare al centro dell'attenzione e di certo non poteva lasciarsi sfuggire quell'occasione. Tutti ci congratulammo con lei, come se fosse un vero matrimonio e Eve si occupò di organizzare la cerimonia. Chi meglio di lei poteva farlo?

Tutti erano si di giri e così mi lasciai trasportare dalla loro euforia. Tutti tranne Edward.

Cercai di scoprirne il perché alla fine mi rivelò che la situazione si ripeteva ad ogni diploma, ormai il matrimonio di Rose e Emmet era diventata una tradizione.

La festa fu davvero semplice ma estremamente raffinata, oltre a noi della famiglia era presente anche il Clan di Denali, che aveva approfittato per farci visita dopo le ultime vicende trascorse in loro presenza.

La giornata passò tranquillamente e a fine serata, i due neo sposini partirono per il viaggio di nozze.

Dopo qualche giorno, anche Eve e Jazz ci abbandonarono per la loro consueta vacanza estiva e così rimanemmo solo noi quattro.

I giorni passavano e la noia cresceva sempre di più. A Forks non c'era proprio un bel niente da fare!

Le strade erano deserte perché la maggior parte delle persone aveva approfittato delle ferie per fuggire da quella cittadina, logicamente solo io e Edward potevamo rimanere lì!

Solitamente una persona normale non vede l'ora di trascorrere le propri giornate con la persona che ama, soprattutto dopo aver affrontato mille difficoltà e invece … beh, sappiamo tutti che il mio vampiro non è il massimo della compagnia a volte!

I rapporti, dopo quella notte, migliorarono a vista d'occhio, almeno all'esterno.

Continuavamo a vivere come avevamo sempre fatto ma la nostra non era che una splendida facciata.

Nel profondo entrambi stavamo ancora raccogliendo i cocci di ciò che era accaduto.

Stavamo attraversando una sorta di ristrutturazione del nostro rapporto e la cosa poteva essere anche positiva se dentro di me non ci fosse stato continuamente quel vuoto tremendo che aveva creato lui o io, non ne sono ancora sicura.

Non abbiamo più parlato di quell'argomento, so quanto soffre a vedere ogni giorno la cicatrice esposta sul mio collo.

Vorrei sapere cosa pensa, cosa prova ma non ho il coraggio di chiederglielo.

Vorrei che per una volta fosse lui a venire da me ma ormai ho perso da tempo le speranze.

Lui si è confidato solo con Jazz e Eveline e non posso accusarlo per questo. Sono i suoi fratelli, li conosce da una vita e si fida di loro.

Potrà ancora fidarsi di me?

Parlami amore mio, perché non lasci che io ti aiuti?

Forse è ancora presto, anche se ormai è passato più di un mese ma certe cose non si dimenticano facilmente o almeno non si superano come se non fosse nulla.

Andrà tutto bene, ne sono certa.

Lui mi ama e saprà di nuovo accettare se stesso.

Guariremo.

Staremo meglio e le cicatrici si rimargineranno.

Alla fine … saremo felici.

 

 

 

 

4 agosto 2008

 

 

Oggi è stata veramente una giornata da dimenticare, non che sia accaduto qualcosa di particolarmente tragico ma non è piacevole quando tutti ti chiamano sbattendoti in faccia la propria felicità!

Il telefono ha cominciato a squillare alle sette del mattino.

Prima chiamata? Cynthia logicamente, chi poteva rompere le scatole a quell'ora dimenticandosi del fuso orario?

Lei era in Spagna e non avevo la più pallida idea di che ora fossero in Europa.

Stavo beatamente dormendo quando il rumore fastidioso dell'apparecchio telefonico mi costrinse ad aprire gli occhi.

Edward era accanto a me e prese lui la telefonata.

“ Cynthia … bene, grazie … sta dormendo o almeno credo … controllo ...Liz sei sveglia?” che domande, certo che ero sveglia, come potevo dormire con lui che dialogava tranquillamente con la mia amica? Gli stappai il telefono di mano e dopo aver insultato la ragazza in tutti i modi possibili, trascorsi due ore ad ascoltare, nei minimi dettagli, anche quelli che non avrei voluto sapere, il resoconto delle prima settimane trascorse in Spagna.

Si stava divertendo alla grande e più volte mi rinfacciò il fatto di non averla seguita.

Nonostante mi annoiassi da morire non rimpiangevo la mia scelta.

Ero cresciuta molto nell'ultimo periodo ed avevo imparato a stabilire le mie priorità e in quel momento la mia priorità era Edward.

Al diavolo l'estate, le vacanze, il sole, il mare … io ero nell'unico posto nel quale sarei dovuta stare. Affianco al mio ragazzo.

A ora di pranzo arrivò la seconda telefonata.

Eveline e Jazz.

Avevano chiamato spesso in questi giorni, più che altro Eve voleva parlare con Edward.

Non sapevo di cosa discutessero ma la cosa mi infastidiva.

Perché con lei si sentiva libero di confidarsi e con me no?

Ero la sua donna, la sua compagna, avrebbe dovuto condivider tutto con me, non solo il letto, eppure non riuscivo a farlo sbloccare, non c'era verso.

Anche i miei due fratelli se la stavano spassando alla grande. Meta del viaggio? Egitto, Emirati Arabi e anche una piccola sosta in Africa.

Santo cielo, ma come facevano con tutto quel sole? Si muovevano solo di notte?

Ero consapevole del fatto che Eveline adorasse quei posti ma almeno potevano adottare un po' di buon senso.

Comunque, in conclusione, loro erano felici, si amavano, si divertivano e io ero sempre più depressa.

L'ultima telefonata fu quella di Rose e Emmet.

I neo sposini non ci avevano degnato di farci sapere loro notizie e ormai li davamo per dispersi ma nessuno di noi aveva il coraggio di chiamare.

Esme mi aveva semplicemente detto che non era educato disturbare i due ragazzi in viaggio di nozze e che Rose si sarebbe infuriata tantissimo se l'avessimo fatto.

La conversazione fu piuttosto breve, in pratica parlò solo Rose. Diceva che stavamo bene, che in quel momento si trovavano in Irlanda, che avevano dovuto comprare delle valigie supplementari dopo il breve soggiorno a Parigi, a quanto pare la vampira aveva svaligiato tutti i negozi della capitale, e che avrebbero fatto ritorno tra un paio di settimane.

Dopo aver ascoltato racconti smielati per un'intera giornata mi rinchiusi in camera mia ad ascoltare un po' di musica.

Stavo quasi per addormentarmi quando Edward mi raggiunse.

Senza dire nulla si sdraiò sul letto, appoggiò la testa sul mio petto e si lasciò coccolare.

Sono le quattro del mattino e lui non c'è.

È andato a caccia, probabilmente, mi sono svegliata nel cuore della notte e lui era andato via.

Lo faceva spesso ultimamente, cercava sempre di nutrirsi il più possibile per migliorare il suo autocontrollo.

Il mio sangue lo faceva ancora star male.

 

 

 

 

13 ottobre 2009

 

Odio la scuola, la detesto, non voglio più tornare in quel posto!

I professori mi odiano a causa delle mie continue distrazioni. Ultimamente non riesco a focalizzare l'attenzione su una cosa per più di dieci minuti.

È più forte di me … mi perdo e non riesco più a ritrovare la concentrazione.

Non ho particolari problemi eppure la mia testa è sempre da un'altra parte, forse perché ultimamente non riesco più a dormire.

Ogni notte, ogni singola notte mi sveglio di soprassalto a causa di qualche incubo.

Ormai Edward si è abituato ai miei brutti sogni e così non si concede più le sue passeggiate notturne. Rimane sempre accanto a me.

Mi abbraccia, appoggia le sue labbra sulle mie tempie e io magicamente mi rilasso e torno a dormire.

Coma farei senza di lui?

Lo amo così tanto che sarei disposta a fare tutto per lui. Pur di vederlo sorridere ogni giorno darei tranquillamente la mia stessa vita.

Si può amare troppo una persona?

A volte penso di essere pazza, che prima o poi quest'amore mi porterà soltanto alla distruzione.

Ma va bene così … è un prezzo che posso pagare.

 

 

 

7 novembre 2008

 

 

Questa notte mi sono svegliata di soprassalto con una sensazione di soffocamento.

Per l'ennesima volta stavo urlando nel sonno, preda di un nuovo incubo.

Avevamo appena finito di fare l'amore ed era stato fantastico.

Solo ora riuscivo a capire quanto poco ci conoscessimo sotto quel punto di vista.

Ora Edward era più disinibito, riusciva a lasciarsi andare più facilmente. Non si preoccupava più di nascondere il proprio demone.

Piano piano stava raggiungendo una nuova consapevolezza di se stesso. Lo percepivo in tutto quello che faceva, in ogni gesto, in ogni parola, e anche nel modo di relazionarsi con me.

A volte avevo paura di lui.

Non pensavo assolutamente che mi avrebbe fatto del male ma dovevo ancora abituarmi al suo cambiamento e lui spesso se ne accorgeva e ormai aveva capito quando arrivava il momento di fermarsi e riprendere il controllo.

Mi ero raggomitolata contro il suo petto e mi ero addormenta, poche ore e mi svegliai dopo quel tremendo incubo.

Non ricordo cosa stessi sognando ma sapevo che mi aveva spaventata a morte.

Ultimamente era sempre così, non ricordavo mai nulla ma riportavo le conseguenze del sogno.

Edward come sempre fu mi abbracciò forte per cercare di calmarmi ma questa volta non sono riuscita a non scappare.

Mi sono rifugiata in bagno, sotto il getto bollente della doccia e ho cominciato a piangere.

Le mie lacrime si mescolavano all'acqua e non c'era verso di allentare quella tensione.

C'erano ancora troppe lacrime da versare.

 

 

 

23 dicembre 2008

 

 

E più di una mese che non riapro questo diario e ammetto che mi è mancato scrivere.

Ora sono nel letto, con Edward. Lui legge e io scrivo.

Oggi è stata una giornata meravigliosa, finalmente il mio vampiro mi ha proposto di spostarmi nella sua camera.

In realtà non me l'ha chiesto, sono tornata dallo shopping natalizio dell'ultimo minuto con Cynthia e non ho trovato più le mie cose in camera.

All'inizio mi sono spaventata, per un attimo ho pensato che volessero di nuovo sbattermi fuori di casa ma alla fine ho scoperto che era stata un'idea del mio ragazzo.

Mi aveva spiegato che non aveva più senso avere due camere separate dato che ormai dormivamo sempre insieme e così aveva voluto farmi una sorpresa.

Fu il regalo più bello che potesse farmi.

Iniziai a ridere e a saltellare dalla gioia e per la prima volta, dopo mesi, mi sentii veramente felice.

Era come entrare in una parte del suo mondo che non era ancora riuscito a condividere con me e questa era davvero una cosa meravigliosa.

“ Liz si può sapere cosa scrivi in quel diario?” mi aveva chiesto qualche minuto fa.

“ scrivo di te, sciocco.” gli risposi sorridendo.

“ potrò mai leggerlo?”

“ solo se tu mi fai leggere i tuoi!”

Lui mi mostrò il suo sorriso sghembo che riusciva ancora a bloccarmi il respiro e poi rispose un semplice “ scordatelo!”

Ah, dimenticavo … oggi è il mio compleanno.

 

 

 

9 gennaio 2009

 

 

Ho già detto che sono stupida? Probabilmente si ma sono sicura di non averlo ripetuto abbastanza.

Come rovinare le meravigliose vacanze di Natale che si sono appena concluse?

Con una belle scenata di gelosia, è logico!

Io e la mia famiglia al completo abbiamo trascorso il capodanno dai nostri amici di Denali.

Ci siamo divertiti, abbiamo scherzato, riso, giocato … insomma abbiamo fatto cose che farebbero tutte le persone normali tranne per le battute di caccia ma quella è un'altra storia.

Avevamo in programma di ripartire ieri ma alla fine abbiamo deciso di fermarci un altro giorno. Che vuoi che sia un giorno in più?

Eh, no! Invece significa molto perché se avessimo mantenuto i nostri piani, ora non mi ritroverei a rimuginare sul mio comportamento da ragazzina immatura.

Ero uscita con Eve, Rose per fare una passeggiata fra i boschi che circondavano la casa di Alazar, la mia testa era libera dai pensieri, l'aria gelida di gennaio pungeva in maniera piuttosto fastidiosa, il cielo era coperto da fitte nubi ed io ero felice e tranquilla.

Avevo trascorso delle giornate fantastiche, con Edward andava piuttosto bene, era normale che la mia tranquillità non potesse durare a lungo!

Infatti, tornata a casa, non trovavo il mio vampiro e con lui era sparita anche Tanya. Immediatamente i miei sensi da fidanzata iperprotettiva si misero in moto e andai subito alla ricerca dei due dispersi.

Non appenai li trovai desiderai ardentemente di non averlo fatto.

Tanya stava accarezzando il volto di Edward, che aveva assunto la sua aria da cucciolo bastonato con tanto di occhi stile Bambi, poi la carezza si trasformò in abbraccio e poi … sono scappata!

Non ho fatto parola di niente per tutto il ritorno a casa, avevo assunto il mio solito sorriso plastico mentre dentro mi sentivo morire.

Il tempo di trascinare Edward in camera e iniziai ad urlare come una pazza.

All'inizio lui non faticò a capire ciò che stavo dicendo, forse perché parlavo troppo velocemente e mi saltavo qualche parola, ma poi utilizzò la sua super intelligenza e riuscì a scoprire il senso del discorso.

La sua prima reazione? Beh, scoppiò a ridere ma vedendo che io non la smettevo iniziò ad urlare anche lui.

Dopo svariati insulti, ormai eravamo abituati a queste liti, riuscimmo a calmarci. Mi spiegò che tra lui e Tanya non c'era niente e non ci sarà mai niente, in realtà in quel momento quella depressa era lei e non lui e così lui, da bravo gentiluomo la stava consolando in onore della loro vecchia amicizia e magari anche in ricordo delle belle notti andate ( questo l'ho aggiunto io!).

“ perché tu non riesci a capire quanto ti amo?” mi aveva domandato all'improvviso.

Non riuscii a rispondere perché non sapevo cosa dire.

Avevo torto, mi ero sbagliata alla grande ed ora la reazione di qualche ora fa mi sembrava così' esagerata e futile.

Ma la paura gioca spesso dei brutti scherzi.

A volte pensavo che quello che stavo vivendo non poteva essere la realtà perché io non meritavo di avere al mio fianco una creatura straordinaria come lui.

Nove mesi passati con lui sono valsi come nove anni.

Ero forse la persona giusta per lui?

Avevo fatto così tanti errori nella mia vita che ora avevo troppa paura di fare un passo falso e perderlo così per sempre.

Sono stupida, lo so e mi sono sentita ancora più idiota quando gli ho chiesto se era veramente me che voleva.

Lui mi ha sorriso, mi ha attirato al suo petto e mi ha detto: “ Liz, sono tuo, ogni giorno, ogni ora. Smettila di farti problemi inutili.”

Si, sono davvero stupida.

 

 

 

 

13 marzo 2009

 

 

Lo studio mi sta davvero distruggendo … credo che tra un po' lascerò tutto e fuggirò in un'isola deserta!

Continuo a ripetermi che è l'ultimo anno, che ormai devo solo sforzarmi ancora per poco eppure la mia concentrazione diminuisce a vista d'occhio.

Continuo a non dormire, a fare incubi assurdi di cui non ricordo niente e una sensazione di ansia e soffocamento mi logorando a poco a poco.

Non riesco a capire cosa c'è che non va in me. Se faccio un resoconto della mia vita attuale, direi che è perfetta.

Ho una famiglia che mi ama, un compagno meraviglioso, degli amici pronti a sostenermi … eppure non sto bene.

Cosa mi sta succedendo?

Ho paura.

 

 

 

23 aprile 2009

 

Oggi è accaduto un vero miracolo,una nuova svolta nella storia dei vampiri di Forks e fatico ancora a crederci.

Sono le tre di notte e non riesco a prendere sonno, così ho deciso di segnare sul mio diario questa memorabile giornata.

Questa sera c'è stata la festa di compleanno di Jake e logicamente sono stata invitata, ormai non è più un segreto che frequento il branco in tutta libertà e indovinate chi è venuto con me?

Edward!

Non potevo credere quando Jacob ha chiamato a casa e ha esteso l'invito anche al mio ragazzo.

In realtà eravamo tutti sconcertati. Non era mai accaduto che un vampiro potesse attraversare il confine di La Push!

La festa è stata fantastica. Jake e Edward parlavano come se fossero amici da sempre e io e Cynthia non potevamo fare altro che gioire come delle pazze.

Da quando ci eravamo conosciute non avevamo sperato in nient'altro.

Eravamo consapevoli che la cosa non sarebbe stata facile ma alla fine ci siamo riuscite.

Non ci sono stati ne “ grrrrrr ti uccido!” ne “ no, come osi? Ti uccido prima io!”

Peccato che tra qualche mese dovrò abbandonare Forks.

 

 

 

 

27 giugno 2009

 

 

Ho evitato di scrivere per tutti questi giorni perché non volevo portare con me dei tristi ricordi.

La scuola è finita, finalmente ci siamo diplomati tutti.

Per me è stata la prima volta, per gli altri un'abitudine.

Logicamente Eve ha organizzato una maxi festa a casa Cullen ed ha invitato tutti quelli del nostro corso.

Non mi sarei mai aspettata che tutti accettassero l'invito ed invece è stato così. Solo alla fine ho capito che non avevano in programma niente di meglio da fare e poi non si sarebbero mai lasciati scappare l'occasione di visitare la nostra abitazione. Nessun umano, tranne Cynthia, c'era mai entrato.

Forse si aspettavano una sorta di casa degli orrori e invece … Eveline l'aveva arredata in modo da farla diventare una discoteca!

Per la prima volta in tutta la mia vita ho fatto molte foto quella sera, volevo portare con me più materiale possibile una volta andata via da Forks.

Eh, si. Stiamo partendo, ancora un mese e poi bye bye!

Non voglio andare via. Non voglio lasciare Cynthia. Non posso, lei è così importante per me e oso immaginare come sarà la mia vita d'ora in poi.

Mi sono ripromessa di non fare nuove amicizie in futuro perché non potrei mai sopportare di soffrire di nuovo così tanto.

Lo so, ciò che c'è fra me e la mia amica non finirà mai ma saperla così lontana non mi facilita la cosa.

Sono abituata a vederla tutti i giorni, a correre da lei quando ho bisogno di parlare, quando devo sfogarmi o quando semplicemente ho bisogno di fuggire dalla mia realtà e per lei è la stessa identica cosa.

Negli ultimi mesi abbiamo cercato di non parlarne, di far finta che sarebbe andato tutto bene ma dentro di noi soffrivamo e anche tanto.

Non posso sopportare questa rottura, è troppo per me!

Continuiamo ad evitare l'argomento ma so che prima o poi dobbiamo affrontarlo ed io non sono in grado.

Odio gli addii, non mi sono mai piaciuti ed odio ancor di più questa vita.

Non possiamo continuare a fuggire ogni volta, cambiare continuamente città … non posso affrontare tutto di nuovo.

La prima volta che sono arrivata a Forks, la prima volta che ho visto Carlisle ho subito avuto la sensazione di trovarmi a casa .

Como posso lasciare questo posto con tutti i ricordi che gli appartengono?

So che prima o poi dovrò abituarmi a tutto ciò ma non è possibile che dobbiamo proprio andare via ora che abbiamo ottenuto un po' di pace.

Per la mia famiglia non è così dura, loro sono abituati ai continui spostamenti e così evito anche di addolorarli con i miei problemi … dubito che potrebbero capirmi.

Edward si è accorto immediatamente che c'era qualcosa che non andava perché più si avvicinava l'ultimo giorno di scuola e più io stavo male.

Logicamente mi ha promesso che mi lascerà tornare a Forks ogni volta che voglio ma sappiamo tutti che non sarà così facile.

Vorrei semplicemente rimanere qui … a casa.

 

 

 

9 Luglio 2009

 

Non posso ancora credere a quello che accadrà fra pochi giorni … è tutto così surreale e nello stesso tempo fantastico!

L'ultima grande sorpresa prima di lasciare Forks … un meraviglioso matrimonio!!!!!!!!

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AleR: grazie mille cara!!!!! Baci e a presto!!

 

Frayja: eh non posso dirti niente, mi dispiace! Vi farò soffrire ancora un po’! comunque tra poco scoprirai tutto perché escluso questo nuovo capitolo che ho pubblicato ne mancano solo due!!!!!! Baciiiiiiiiiiii

 

Saretta_trilly: ahahah tu non puoi immaginare quanto ho riso mentre scrivevo lo scorso capitolo! Stavo all’università e ogni tanto qualcuno si girava verso di me per vedere se stavo bene! Ormai la mi reputazione l’ho persa completamente!! Lo so, lo so sono adorabili quando litigato poi Liz è troppo forte, sa sempre come zittire Edward!!! Grazie mille e a prestoooo!!!

 

KiarettaXMartyAiLoveU: no povero Eddy, non gli fare così!!! Lui si stava semplicemente riprendendo!!!! Ma tranquilla, ormai è tornato normale!!! Baciiiiii!!!

 

Sierracullen: beh, dopo tutti i problemi che hanno avuto ci voleva un momento solo per loro e poi sono carini anche quando litigano!! Grazie mille e a presto per gli ultimi due capitoli!!!

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Capitolo 65
*** White Day ***


Ragazze scusate per il ritardo ma questo capitolo mi ha creato un po’ di problemi! Mi dispiace non poter rispondere singolarmente ai commenti ma vado un po’ di fretta … lo studio mi richiama!!!

Baci a tutte e al prossimo ed ultimo capitolo!

 

 

White day

 

 

 

 

 

No, non potevo crederci … pochi giorni e sarei andata via da Forks. Per essere più precisi mancavano solo due giorni e poi, addio tutto!

Scrollai la testa per eliminare quegli orrendi pensieri dalla mia mente e continuai a preparare gli scatoloni che per fortuna non erano per la nostra partenza, Esme si era già occupata di tutto, ma per il matrimonio della mia migliore amica.

In quel momento sarei dovuta essere la persona più felice al mondo e di certo non potevo rovinare il mio umore in nessun modo ma era troppo difficile nascondere tutte quelle sensazioni contrastanti.

Tutta la cerimonia era stata organizzata nel giro di una settimana, se non fosse stato per le donne di casa Cullen, che si erano offerte gentilmente di aiutare Cynthia, non ce l'avremmo mai fatta.

Ero al lago con Edward, il nostro posto preferito ormai, quando ho ricevuto la chiamata dalla mia amica.

Per i primi due minuti ci sono state solo grida da parte sua e all'inizio mi preoccupai tantissimo perché non riuscivo a capire cosa stesse accadendo.

Immaginate che la vostra migliore amica vi chiami e dall'altra parte della linea sentite solamente degli “ ahhhhhhhh, oddio, ahhhhhhhhhh, non ci credo, ahhhhhhhh, tu non puoi capire!”, chiunque si spaventerebbe finché non arriva la parola chiave, il fulcro di tutto il discorso, la ragione di tutte quelle grida … “ Mi sto per sposare!”.

Beh, il resto potete immaginarlo.

I miei gridolini di gioia sovrastarono i suoi e non riuscivamo a dire nient'altro che “ Oh, mio Dio!”.

Una telefonata incomprensibile per tutto il resto del mondo ma io e lei riuscivamo a capirci benissimo e anche Edward ci riuscì.

“ Vai dai lei!” mi sorrise dopo aver riattaccato il telefono.

Così gli diedi un veloce bacio sulla guancia e scappai a tutta velocità verso casa di Cynthia, in macchina naturalmente!

Era al settimo cielo e come avrebbe potuto non esserlo?

Stava per realizzare il sogno della sua vita, creare una famiglia con la persona che amava eppure c'era qualcosa in lei che non andava.

“ Non c'è tempo!” sospirò prima di scoppiare a piangere.

“ Cosa?” le domandai non capendo quale fosse il problema.

“ Tra una settimana tu vai via.” mi spiegò fra i singhiozzi “ non potremo mai organizzare nulla per quella data!”

Per un nanosecondo mi feci prendere dallo sconforto finché non mi ricordai che io vivevo con persone non molto normali e che per loro non sarebbe stato un problema mettere su un matrimonio con i fiocchi in un batter d'occhio.

“ Ti fidi di me?” le chiesi con un sorrisetto diabolico.

“ So cosa stai pensando e non avrei mai accettato se non fosse l'unica soluzione possibile!” rispose lei asciugandosi le lacrime.

“ E' un si il tuo?”

“ Ma certo!” e scoppiò di nuovo a ridere, seguita da me ovviamente.

Ci abbracciammo forte e iniziammo a saltellare come due pazze.

Il matrimonio si doveva fare, a qualunque costo!

Come secondo i piani, Eve e Esme furono entusiaste della mia idea, la famiglia di Cynthia un po' meno.

La madre si sentiva spodestata del suo ruolo di organizzatrice ufficiale, nonostante avessimo cercato di coinvolgerla in tutti i modi,il padre non aveva avuto nemmeno il tempo di metabolizzare la proposta di Jake che già si ritrovava la figlia intenta nei preparativi delle nozze e per non parlare del futuro marito, non credo che si aspettasse di andare sull'altare nel giro di pochi giorni.

Sfortunatamente non riuscimmo ad organizzare un addio al celibato ma avevo promesso alla mia amica che avrei passato la notte prima del gran giorno da lei.

Avremmo festeggiato a modo nostro!

“ Ehi, io vado!” salutai tutti mentre mi dirigevo verso la porta d'ingresso con una scatola piena di Dvd, riviste di gossip, e svariate bottiglie di vino.

“ Non bere troppo!” mi rimproverò Edward bonariamente.

“ Amore, lo so che ti piaccio di più quando sono ubriaca!” scherzai sollevandomi sulle punte per dargli un bacio.

“ Si, ma solo se sei qui a casa e non con quella pazza della tua amica!” e mi circondò la vita con le sue braccia per attirarmi a se.

“ Farò la brava.” lo rassicurai.

“ Ci vediamo domani, allora.”

“ A domani!” e trotterellai verso la macchina.

Sarebbe stata una serata fantastica, solo risate e tanto divertimento!

 

 

“ No, non ce la posso fare!” iniziò a piangere Cynthia.

“ Ti prego non fare così.” singhiozzai mentre mi asciugavo le lacrime con un fazzoletto.

“ Come faccio senza di te, dimmelo?”

“ Non lo so.”

“ Non partire.”

“ Devo farlo ma ti prometto che verrò sempre a trovarti!” le promisi abbracciandola forte.

Le miei non erano solo parole per farla calmare, ero certa della mia promessa e non l'avrei infranta per nessun motivo al mondo.

Dovevo tutto a quella ragazza.

Mi aveva accolto come una sorella il primo giorno di scuola, mi aveva sostenuta nei momenti difficili, mi aveva salvata dal baratro di nome “Angel”, mi aveva insegnato cosa significava ridere … era parte del mio mondo e non volevo lasciarla.

“ Ma non sarà mai come ora!”

“ Andrà bene, vedrai!” e sorrisi appena “ abbiamo affrontato di peggio!”

“ Ti chiamerò tutti i giorni!” esultò lei.

“ Anche io e ti torturerò finché non vorrai più sentir parlare di me!”

“ Dubito che sarà possibile ma va bene!”

“ Allora basta con le lacrime … domani ti aspetta un matrimonio!”

“ Oddio, non ci credo ancora.” sospirò lei ricadendo sul divano.

“ A chi lo dici!”

“ Secondo te abbiamo affrettato troppo?” mi domandò con aria preoccupata.

“ Non ci provare!” la bloccai immediatamente “ tu e Jake siete fatti l'uno per l'altra!”

“ Lo so, sciocca, non era quello che volevo dire!”

“ Ah, scusa.” dissi arrossendo imbarazzata.

“ La gente parlerà di noi e poi anche i miei non sembrano molto convinti, non che mi importi qualcosa, io sono sicura della mia scelta ma lo sai ...”

“ Tu padre non ti parla ancora, vero?” chiesi divertita.

“ Beh, non proprio.” ammise lei.

“ Vedrai che domani si scioglierà come un bambino.”

“ Prometti che immortalerai il momento in qui mio padre verserà una lacrima?” sghignazzò lei riprendendo il buon umore.

“ Sarò dietro di lui, pronta con la macchinetta fotografica!” e le feci l'occhiolino.

La serata prese una svolta decisamente migliore dopo quel piccolo delirio di tristezza.

La soluzione a tutti i problemi?

Nessuno può resistere a tutta la saga di Scary Movie unita a Bridget Jones.

Alle sei del mattino, dopo una nottata praticamente insonne, mi trascinai verso casa con l'unico desiderio di concedermi qualche ora di sonno in vista della grande serata.

Peccato, che non appenai tornai, Eveline mi costrinse a fare l'ennesima prova d'abito

e dopo solo dopo pranzo, crollai sfinita.

“ Elizabeth!!!!!!!!!!!!!!!” un urlo sovrumano mi fece svegliare all'improvviso con l'unico risultato che per lo spavento mi ritrovai con il mio bel sedere a terra.

Impiegai qualche minuto a rendermi conto di dove mi trovassi e soprattutto di che ora fosse.

“ Oh, mio Dio!!!! le cinque!!!!!!!!” gridai scattando in piedi.

Nel pomeriggio mi ero messa qualche minuto sul letto a causa di un terribile mal di testa e non pensavo di aver dormito per tre ore di fila.

Perché nessuno si era preoccupato di venirmi a svegliare?

“ No, no è tardi.” mi lamentai mentre mi spogliavo lanciando tutti i vestiti all'aria.

Corsi immediatamente sotto la doccia e iniziai ad insaponarmi velocemente finché un tornado non entrò in bagno continuando a sbraitare.

“ Non è possibile!”

“ Scusa Eve, mi sono addormentata!” mi giustificai mentre armeggiavo con la boccetta dello shampoo.

“ Non ci sono scuse! Oggi è il giorno del matrimonio e mentre noi siamo tutti pronti, tu sei ancora in condizioni pessime!”

“ Dov'è Edward?”

“ E' già andato via, logicamente!”

“ Oh cavolo!” e rapidamente mi sciacquai di tutta quella schiuma che avevo creato “ passami l'asciugamano!”

La vampira aprì la porta della cabina doccia e mi lanciò l'accappatoio per poi trascinarmi fuori con un forte strattone.

“ Ti uccido se facciamo tardi!” mi minacciò mettendomi a sedere.

“ Perdonami, ti prego!” la implorai facendole gli occhi dolci.

“ Si, come no!”

La ragazza si mise subito all'opera e nel giorno di pochi minuti ero già pettinata e truccata.

“ Muoviti, ora vai a vestirti!” mi ordinò facendomi segno di sparire.

“ Agli ordini capo!” la presi in giro mettendomi sull'attenti.

Lei sollevò gli occhi al cielo e uscì dal bagno per prepararmi il vestito che aveva confezionato lei stessa.

Logicamente l'abito era perfetto ed io l'adoravo, del resto avevo collaborato anch'io al lavoro. Era molto semplice, sulle tonalità del blu e scendeva morbido fino al ginocchio.

“ Oddio, Eve!” urlai sommersa dalle scatole nella cabina armadio “ non trovo le scarpe!”

“ Sei sempre la solita!” accorse lei immediatamente.

“ Ti giuro, ho visto in ogni angolo!”

“ Ah, ah.” esultò lei sventolandomi le scarpe davanti al volto “ e queste cosa sono?”

“ Ti adoro!” e con un ampio sorriso finii di prepararmi.

Eravamo in tremendo ritardo e Cynthia mi avrebbe uccisa, letteralmente e in un modo lento e doloroso, del resto stavo per rovinarle il giorno più importante della sua vita.

Fortunatamente la guida spericolata della vampira, ci permise di arrivare a La Push in pochi minuti.

Il resto degli invitati erano già arrivati ed aspettavano impazientemente, seduti nel parco in cui avevamo allestito la chiesa. Eveline aveva previsto già da tempo che in quella serata non ci sarebbero state ne nuvole e ne pioggia, per questo avevamo pensato di organizzare la cerimonia all'aperto.

Esme e la madre della festeggiata si erano preoccupate degli addobbi e dovevamo ammettere che avevano fatto un ottimo lavoro.

Il colore predominante, oltre al bianco, era il giallo.

Migliaia e migliaia di fiori erano sparsi lungo tutto il tragitto verso l'altare e le decorazione erano fantastiche, sembrava di essere presenti ad uno di quei matrimoni che si vedono solo in televisione.

Un vero e proprio sogno …

Cynthia doveva essere veramente al settimo cielo nel vedere tutto quello che avevamo realizzato per lei e invece, non appena la raggiunsi, la sua espressione dimostrava tutt'altro.

Stingeva nervosamente il bouquet con un piede che tamburellava il pavimento e la sua faccia era livida dal nervoso .

“ Ti uccido!” mi urlò contro non appena mi vide.

“ Scusa, scusa, scusa.” la implorai prendendo i fiori che spettavano a me.

“ Ti rendi conto che sei in ritardo?”

“ Si, lo so.” e le mostrai il mio sorriso migliore.

“ Perfetto e allora ora prendi il tuo bel culetto e corri su quella cavolo di navata!” gridò dandomi un pugno sulla spalla.

“ Vado, vado!” e mi precipitai fuori dalla stanza che era stata allestita per finire di vestire la sposa.

Beh, dovevo ammettere che l'avevo combinata grossa ma alla fine ero arrivata, perché innervosirsi in questo modo!

Io l'avevo avvertita che non sarei mai stata la testimone adatta.

Eh, si, ero la testimone, un testimone molto in ritardo.

Non mi accorsi nemmeno di chi mi stava intorno ma non appena arrivai all'inizio del lungo tappeto che portava all'altare, tutti si voltarono simultaneamente verso di me.

Spalancai gli occhi per lo spavento e iniziai a tremare come una foglia. Odiavo stare al centro dell'attenzione.

Non appena la musica iniziò, mi incamminai lentamente lungo quel tragitto infernale, seguita dalle altre damigelle, Leah, Emily e Eveline.

“ Vai piano, segui il ritmo della musica.” mi suggerì la vampira a bassa voce.

Io automaticamente assunsi il mio sorriso plastico e rallentai il passo.

Andò tutto per il miglio, finché non intravidi Edward fra le prime file.

Mio Dio! Era, era … ok, non ci sono parole per descrivere quanto fosse bello e assolutamente perfetto nel suo smoking nero.

Santo cielo!

Probabilmente assunsi un'espressione da ebete con tanto di bavetta lungo l'angolo della bocca e non poteva andare peggio di così finché non inciampai in una maledettissima piega del tappeto.

Non so per quale divino miracolo non mi sono ritrovata con la faccia a terra ma la conclusione fu che riuscii ad arrivare incolume al punto di arrivo.

Non potei fare a meno di versare qualche lacrime quando la mia amica attraversò la navata accompagnata dal padre.

Era meravigliosa nel suo abito bianco e nonostante il velo le coprisse il volto, il suo sorriso riusciva ad abbagliare tutti quanti.

Anche Jake non era niente male e la sua felicità straripava da tutti i pori.

Erano così contenti che riuscirono a contagiare anche me con il loro buon umore.

La cerimonia fu piuttosto rapida e tutti quanti iniziarono a versare valli di lacrime non appena i due sposi pronunciarono il fatidico si.

Peccato che non avessi con me la macchina fotografica perché anche il padre di Cynthia riuscì a commuoversi!

“ Non posso credere che tu abbia fatto tardi al matrimonio della tua migliore amica!” mi disse Edward non appena lo raggiunsi.

“ Non mi sono svegliata.” risposi mettendo il broncio.

“ Non posso lasciarti sola nemmeno un minuto, vero?” e mi cinse la vita attirandomi a se.

Io scossi la testa e lo abbracciai forte.

Forse era colpa di tutto quell'amore che aleggiava nell'aria, di tutta quella felicità, degli occhi a cuoricino dei due sposi ma quel quel giorno mi sentivo particolarmente innamorata!

“ Ti amo, principessa.” mi sussurrò lui all'orecchio.

“ Anch'io ti amo tanto, cucciolotto!” risposi stringendolo.

“ cucciolotto?” ripeté lui sollevando un sopracciglio con aria perplessa.

“ Si, a volte sembri proprio un cucciolo.” annuii con forza.

“ Cosa ne hai fatto della mia ragazza?” mi prese in giro scostandomi da lui.

“ Stupido!” brontolai.

“ Ora si che ragioniamo!” e così, prendendomi per mano, raggiungemmo gli altri.

Eveline stava sfoggiando il mazzo di bouquet che aveva preso al volo e le altre invitate si stavano congratulando con lei.

Eh, peccato che lei si fosse già sposata un paio di volte e con lo stesso uomo!

Dopo aver fatto un miliardo di foto, ucciso con il pensiero tutte le donne presenti alla festa che guardavano gli uomini Cullen come se fossero dei pasticcini, aver recuperato il mio ragazzo che si era rifugiato per esausto di dover leggere tutte le menti presenti al ricevimento, finalmente riuscii a chiedere scusa a Cynthia.

Fortunatamente lei era troppo impegnata ad essere al settimo cielo per potermi rimproverare infatti, dopo un paio di insulti, mi abbracciò come se niente fosse e finalmente andammo a mangiare.

Avevo una fame!

Non ero un'amante dei matrimoni ma quando arrivava il momento della cena ero sempre pronta in prima linea.

Cercai di contenermi ma era tutto così maledettamente buono, per fortuna il mio vestito non era aderente in vita!

Ero sazia e felice finché non arrivò il momento del taglio della torta e quindi nuove foto, ormai avevo una paresi facciale a forza di sorridere.

Dopo la cena arrivò il momento della musica.

Cynthia e Jake aprirono le danze e poco dopo la pista da ballo si riempì di coppie che volteggiavano elegantemente.

“ Mi concedi questo ballo?” mi disse Edward alzandosi in piedi e porgendomi una mano.

“ Vorrai dire '' mi concedi di trascinarti a suon di musica''?” lo corressi immediatamente.

“ Allora, posso trascinarti?”

“ Con molto piacere!” e ci unimmo anche noi alle danze.

Ormai mi ero abituata all'idea di dover ballare, non era una cosa che mi entusiasmava, ma finché si trattava di farlo con il mio amato vampiro andava bene.

Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai condurre senza fare la minima resistenza.

Restammo in silenzio, godendoci quel momento meraviglioso, finché qualcuno non disturbò il nostro momento di estasi.

“ Posso rubartela?” domandò Jacob ad Edward.

Io lo guardai sconvolta ma il vampiro acconsentì lasciando la presa.

“ Non pestargli i piedi!” mi avvertì Cynthia prendendo Edward per un braccio.

“ Farò attenzione!” e iniziai a ballare con il gigantesco licantropo.

Beh, le cose con lui ero un po' più complicate.

Per prima cosa ero in imbarazzo in quella strana situazione e secondo Jake era un pessimo ballerino!

“ Credo sia arrivato il momento di ringraziarti.” incominciò a parlare lui visibilmente a disagio.

“ Non preoccuparti.” lo rassicurai spostando lo sguardo da un'altra parte.

“ Grazie.” e si schiarì la voce “ per tutto quello che hai fatto per Cynthia, le mancherai molto quando andrai via.”

“ Mancherà anche a me., in realtà mi mancherete tutti.” ammisi arrossendo.

Non averei mai potuto dimenticare i pomeriggi passati a La Push con il branco, i giochi, gli scherzi e meravigliose risate.

Si, mi sarebbero mancati tutti.

“ Anche tu ci mancherai.” borbotto fra se e se facendo l'indifferente.

“ Come, scusa?” lo provocai avendo capito benissimo le sue parole.

“ Non far finta di essere sorpresa, ormai siamo diventati amici, lo sai.”

“ Amici.” sospirai “ chi l'avrebbe mai detto?”

“ Beh, visto che non siamo riusciti ad ucciderti, l'unico modo per farti stare buona era integrarti nel gruppo.” scherzò lui con un mezzo sorriso.

“ Si, Jake, continua a mentire, lo so che in fondo mi vuoi bene!”

“ Non esageriamo ora, diciamo che non mi sei particolarmente antipatica.” disse imbarazzato.

“ Non ti preoccupare, anch'io ti voglio bene Jacob!” e così, contro ogni previsione, lo abbracciai e iniziai a ridere, mi sembrava di stringere una stufa ardente! “ Prometti che tu e Cynthia verrete a trovarci.”

“ Si, perché no! Non vedo l'ora di passare qualche giorno in una casa piena di vampiri.” sghignazzò divertito “ Non ti preoccupare, verremo sicuramente perché non potrei mai lasciar partire mia moglie da sola!” e nella sua voce notai un chiaro segno di orgoglio nel pronunciare la parola moglie.

Non appena terminò la musica, mi congedai dal mio cavaliere temporaneo e mi allontanai dalla folla.

Era giunto il momento dei saluti.

Come se mi avesse letto nel pensiero, Cynthia mi seguì e ,senza dire una parola, ci sedemmo su una panchina a contemplare il panorama.

Era una serata meravigliosa, la luna brillava nel cielo limpido e primo di nuvole.

“ Non mi hai detto ancora dove siete diretti.” iniziò a parlare lei con lo sguardo fisso nel vuoto.

“ Alaska, per un paio d'anni, poi vedremo.” risposi stringendo i pugni.

Non volevo andare via.

“ Non ho nessuna possibilità di farti rimanere?” mi chiese senza la minima speranza nella voce.

“ No, Carlisle dimostra meno dell'età che dovrebbe avere e la stessa cosa vale per Esme, qualcuno potrebbe insospettirsi.”

“ Giusto.”

“ Cynthia.” e mi voltai verso di lei prendendole una mano “ questo non è un addio, lo sai!”

“ Si ma soffro comunque.” e una lacrima scese lungo il suo volto.

“ Da oggi in poi sarai una donna impegnata, non avresti nemmeno il tempo di stare dietro alle mie stupidaggini.” cercai di consolarla inutilmente.

Lei sollevò un sopracciglio e poi abbassò di nuovo lo sguardo.

“ E' il tuo matrimonio, non dobbiamo essere tristi, vedrai che tra un paio di settimane sarò di nuovo qui a darti fastidio!”

“ Lo spero!” e si sforzò di sorridere.

“ Ora torna dagli altri, qualcuno si starà chiedendo dove sei finita!”

“ Non voglio dirti addio.” disse lei alzandosi in piedi.

“ Ti ho già detto che non è un addio.”

“ No, nel senso ...” e fece una piccola pausa “ non voglio piangere quando ti vedrò andare via.”

“ Non ti preoccupare, non ti accorgerai nemmeno che avrò lasciato la festa.” le promisi cercando di non crollare.

“ Ci sentiamo domani allora.” e sollevò gli occhi al cielo per frenare delle nuove lacrime che si stavano formando.

“ Certo.”

E così dopo avermi salutato con un gesto della mano, tornò al suo matrimonio.

Non volevo andare via.

Nessun abbraccio, nessun addio.

Era stato meglio così, avremmo sofferto troppo a salutarci in modo diverso.

Lei stava per intraprendere una nuova vita, avrebbe avuto una famiglia tutta sua, stava per realizzare il suo sogno mentre io … cosa avrei avuto io?

Mi sedetti di nuovo sulla panchina e mi portai le ginocchia al petto.

Dopo qualche secondo Edward mi raggiunse, sapeva che stavo soffrendo e lui era l'unico che poteva alleviare i miei dolori.

Amavo quel ragazzo, in un modo che nessuno avrebbe mai compreso e non riuscivo proprio ad immaginare quanto sarebbe stata orribile la mia vita senza di lui.

Era lui la mia vita.

“ Puoi portarmi a casa?” dissi sollevando lo sguardo verso di lui.

“ Si ma prima devo dirti una cosa.” e mi porse una mano per farmi alzare.

“ Non voglio brutte notizie.” lo avvertii prima che iniziasse a parlare.

“ allora spero che non lo siano.” e mi mostrò il suo sorriso sghembo che adoravo “ Liz, l'anno scorse ne abbiamo passate davvero tante e credo che stiamo ancora raccogliendo i cocci di quello che ci è accaduto ma volevo che tu sapessi che ti amo.” e intrecciò le sue mani alle miei “ e ti amerò per sempre. Liz vuoi ...”

“ Non mi stai chiedendo di sposarti, vero?” scattai all'indietro allarmata.

Ok, forse la mia reazione era un tantino esagerata ma lui sapeva cosa pensavo dei matrimoni. Troppa noia, troppi obblighi, insomma niente di positivo per due come noi che non avevamo ancora stabilizzato il nostro rapporto.

“ Oddio no, dovrei farlo?” mi domandò lui altrettanto allarmato.

“ No, no!” scossi la testa scoppiando a ridere mentre lui tirò un sospiro di sollievo e riprendeva colore.

Avrei giurato che in quei secondi fosse diventato più pallido del solito.

“ E' troppo presto, dobbiamo prima conoscerci meglio.” precisò lui.

“ Assolutamente!” confermai “ diciamo che prima dobbiamo almeno convivere una trentina d'anni, giusto per essere sicuri che riusciremo a convivere pacificamente, poi, dopo un centinaio d'anni, nei quali avremmo consolidato il nostro rapporto, forse potemmo pensare ad un matrimonio.”

“ Devo ammettere che i miei progetti prevedevano meno anni dei tuoi comunque la parte della convivenza possiamo iniziarla subito se vuoi.” sorrise.

“ Edward noi conviviamo già!” precisai non capendo il filo del discorso.

“ Insieme alla mia famiglia ma che ne dici ...”

“ Mi stai chiedendo di ...”

“ Ehi, mi fai almeno finire una frase?” mi rimproverò offeso.

“ Si, scusa!” risposi arrossendo.

“ Elizabeth, vuoi venire a vivere con me?” mi domandò prendendomi di nuovo per mano.

Impiegai qualche secondo ad elaborare la sua proposta nella mia mente.

Cervello, proprio in quel momento dovevi abbandonarmi?

Non riuscivo a pensare a nient'altro … io, Edward, una casa tutta nostra, una vita tutta nostra, nessuno che viene a disturbare nei momenti migliori … solo io e lui.

Così scoppiai a ridere come una pazza.

Chi l'avrebbe mai detto che quel giorno così triste per me potesse rivelarsi il giorno più bello della mia vita?

“ Si, certo che lo voglio!” riuscii a dire fra una risata e l'altra.

“ Beh, non era questa la reazione che mi aspettavo però l'hai presa bene!” commentò lui ancora confuso.

“ Scusa,sono solo contenta!” e lo abbracciai forte. “ ora ti prego, portami a casa, dobbiamo festeggiare prima che tornino gli altri!”

“ Se la metti così, non me lo farò ripetere due volte!” e mi passò un braccio sulle spalle conducendomi verso la macchina.

Improvvisamente mi bloccai, un forte giramento di testa mi fece mancare la terra sotto i piedi e se non ci fosse stato Edward al mio fianco, pronto a sorreggermi, sarei di certo caduta a terra.

“ Liz, stai bene?” mi domandò preoccupato prendendomi il volto fra le mani.

“ No, non credo.” risposi cercando di capire cosa mi stesse accadendo.

Non ricordavo di aver mai provato una sensazione simile.

La testa continuava a roteare vorticosamente, le voci si stavano facendo indistinte e lontane e un forte senso di nausea peggiorò le mie condizioni.

Cosa mi stava succedendo?

Forse era la stanchezza e l'ansia accumulata negli ultimi giorni, probabilmente mi ci voleva solo un po' di riposo.

A stento riuscii a recuperare l'equilibrio finché …

Il buio più assoluto.

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Capitolo 66
*** The Day That Never Comes ***


The day that never comes

 

                                                                                                                                               Aspettando quel giorno 
                                                                                                                  Quel giorno che non arriva mai
                                                                                                                  Quando ti alzi e senti il calore
                                                                                                                  Ma la luce del sole non arriva mai 
                                                                                                                  No, non arriva mai

                                                                                               “The day that never comes “ Metallica

 

 

 

 

Non avevo mai avuto paura del buio, in un certo senso mi ero sempre trovata bene nell'oscurità ma quella volta fu diverso. Quella volta il buio mi terrorizzava.

Avevo voglia di aprire gli occhi, vedere la luce, sentire la mia famiglia intorno a me ma non ci riuscivo.

Era come se fossi intrappolata in un corpo che non era il mio, ero cosciente ma nello stesso tempo non avevo il controllo di me stessa.

Riuscivo a sentire a stento le gambe e le braccia, anch'esse immobili e intorpidite.

Non sapevo cosa mi stesse accadendo ma di certo non poteva essere nulla di positivo.

L'ultimo ricordo che avevo era la festa al matrimonio di Cynthia, Edward che mi proponeva di andare a vivere con lui e poi … il vuoto più assoluto.

Avrei voluto piangere, urlare ma non potevo.

Era come se fossi morta.

Ero morta forse?

No, certo che no, altrimenti la mia mente non avrebbe potuto produrre alcun pensiero ma nonostante ciò quella era l'unica spiegazione che riuscivo a darmi.

Improvvisamente mi sembrò di sentire delle voci, erano lontane, indistinte ma in un certo senso famigliari . Non riuscivo a riconoscerle e nemmeno a capire cosa stessero dicendo, stranamente il mio udito formidabile non servì a molto.

Beh, se sentivo delle voci era un conferma in più al fatto che non fossi morta!

A tutto quel vociare si unì un rumore, fastidioso, ripetitivo, un bip continuo e regolare come uno di quegli apparecchi che controllano il battito cardiaco.

Probabilmente ero in ospedale, ero svenuta e mi avevano portata lì.

Sicuramente Carlisle aveva fatto in modo che nessun altro, eccetto lui mi visitasse.

Cercai di muovere le gambe ma la sofferenza era atroce. Una scossa dolorosa si propagò all'interno del mio corpo seguita da un intenso bruciore a tutti i muscoli.

Mi sentivo come se stessi per prendere fuoco e non sapevo cosa fare per fermare tutto quello.

Provai a gridare, a chiamare aiuto ma non emettevo alcun suono.

Perché mi stava accadendo tutto questo? Cosa avevo fatto per essere costretta a dover sopportare altro dolore?

Il mio respiro divenne affannoso, mi manca l'aria e sentivo un enorme peso sul petto.

Era come se qualcosa mi stesse schiacciando e in più sentivo il rumore del bip aumentare in maniera esponenziale poi, con mio grande stupore … spalancai gli occhi.

L'intensa luce che illuminava la stanza mi accecò letteralmente, così fui costretta a serrare di nuovo gli occhi.

Provai a fargli abituare alla luce ma era troppo doloroso.

Nel frattempo le voci intorno a me si fecero più chiare.

Ero in ospedale, almeno di quello ero sicura.

Qualcuno mi stava toccando il polso, qualcosa di gelido si appoggiò sul mio petto e un idiota mi aprì gli occhi con la forza, illuminandoli con una piletta.

“ La luce.” rantolai con tutte le energie che avevo.

Rabbrividii sentendo il suono della mia voce, era rauca, bassa e la mia gola era secca e bruciava tremendamente.

Finalmente la luce divenne più tenue, forse avevano chiuso la finestra e così potei mettere a fuoco la stanza nella quale mi trovavo.

Ero sdraiata su un letto, con i tubicini e flebo infilati nel naso e nelle braccia. Mi guardai intorno e non riconobbi niente di famigliare.

“ Chiamate il dottore, presto!” gridò una donna per poi avvicinarsi a me.

Mi voltai verso di lei molto lentamente poiché il mio corpo era totalmente atrofizzato, mi sembrava di essere stata immobile per mesi.

“ Riesci a sentirmi?” mi domandò dolcemente la donna accarezzandomi la fronte.

“ Dove sono?” cercai di parlare ma un attacco di tosse mi impedì di proseguire.

L'infermiera mi fece alzare delicatamente sulla schiena e mi diede dell'acqua che spense il fuoco all'interno della mia gola.

“ Sei in ospedale, cara.” rispose la donna rimettendomi giù.

“ Dov'è Carlisle?” le chiesi dopo aver preso un bel respiro.

“ E' un tuo famigliare?”

“ E' il primario dell'ospedale, lavora qui!” le dissi corrugando la fronte.

Forse la signora era nuova e non conosceva ancora tutti i medici.

“ Qui non lavora nessun dottore con quel nome.” continuò lei con un sorriso apprensivo.

“ F-forse non lo conosce ma la prego, ho bisogno di vederlo.” ribadii prendendole una mano.

“ Tesoro, lavoro qui da quindici anni, conosco tutti ormai.”

“ Non è vero!” la mia voce fu simile ad un sibilo e dubito che lei mi avesse sentita.

Che diavolo stava succedendo? Se era uno scherzo, era davvero di pessimo gusto.

“ Dove siamo?” domandai alla donna sempre più confusa e spaventata.

“ Te l'ho già detto, in ospedale.” e mi mostrò di nuovo un'espressione compassionevole.

“ No.” gridai appena “ la città.”

“ Los Angeles, naturalmente.”

“ No, no. Sto sognando, sto ancora sognando.” e cercai di darmi un pizzicotto sul braccio ma, a malincuore, il dolore sembrava piuttosto reale.

“ Non è possibile, io mi trovavo a Forks la sera prima quando ho perso i sensi, come ci sono finita qui?”

“ Forks?” ripeté la donna con aria perplessa.

“ D- devo andare.” e iniziai a strapparmi di dosso tutti quei tubicini che mi impedivano di alzarmi.

Logicamente l'infermiera provò in tutti i modi di fermarmi ma io fui più rapida e riuscii a strapparmi la flebo dal braccio e a scendere giù dal letto.

Le mie gambe cedettero all'istante come se al posto di due arti avessi due budini, fui costretta ad appoggiarmi al carrello delle medicine vicino a me per evitare di cadere.

“ Mi serve aiuto!” urlò la donna schiacciando un pulsante al lato del letto e in pochi secondi nella stanza entrarono due infermieri che mi bloccarono senza troppe difficoltà.

Carlisle mi aveva sempre insegnato che per nessun motivo avrei dovuto usare la mia forza contro degli umani ma quella era una vera emergenza e avrei pensato in seguito a quale scusa inventare.

Strattonai l'uomo alla mia destra e contemporaneamente sferrai una ginocchiata a quello alla mia sinistra e poi mi lanciai contro la porta.

Peccato che quei due mi tenevano ancora ferma!

Mi bloccai allibita, erano entrambi incolumi e ancora più furiosi di prima.

Non avevo le forze, continuavo a dimenarmi come un'ossessa e su di loro non sembrava avere alcun effetto.

Un tempo, quegli essere inutili sarebbero schizzati via come pupazzi sotto i miei colpi e invece in quel momento non accadde nulla.

Ero io quella debole e loro quelli forti.

“ Rimettetela a letto.” ordinò la donna con un'espressione ferma e non più dolce come qualche minuto prima.

“ No, no!” gridai “ c'è un errore, io sono Elizabeth Kane, vivo a Forks, sono andata via da Los Angeles due anni e mezzo fa. Chiamate mio padre, lui vi spiegherà tutto!”

“ Abbiamo già avvertito i tuoi genitori, saranno qui a momenti.”

“ Carlisle e Esme stanno venendo qui?” domandai con un filo di sollievo.

“ John e Mary, vorrai dire!” disse la donna guardandomi come se fossi pazza.

“ No, i miei veri genitori sono morti.” continuai con un filo di voce.

“ Elizabeth, sei ancora sotto shock, vedrai che tra qualche ora ti sarà tutto più chiaro.”

“ No, ma che diavolo sta succedendo qui?” e ricominciai ad urlare con tutta la forza che avevo in corpo. “ voglio la mia famiglia. Dov'è Edward?”

Improvvisamente qualcun altro fece il suo ingresso nella stanza che stava diventando fin troppo affollata.

“ Edward.” esultai con gioia.

Sapeva che lui non mi avrebbe mai abbandonata.

L'aveva promesso e lui manteneva sempre la parola data.

“ Quando si è svegliata?” domandò alla donna.

“ Dieci minuti fa.” rispose lei prendendo la cartella alla base del letto e porgendola al vampiro.

“ Come ti senti?” mi chiese senza sollevare lo sguardo dalle carte.

“ Non mi piace questa situazione, riportami a casa e smettiamola con questa farsa.” ringhiai inferocita. Mi stavo stufando di quel gioco assurdo.

“ Come, prego?” e il suo sguardo incrociò il mio.

Il suo sguardo. No, non poteva essere vero.

Stavo dormendo, ne ero certa.

Quello che stavo vivendo era solo un incubo.

“ I tuoi occhi.” balbettai “ sono verdi.”

“ Certo, gli ho sempre avuti così.” rispose sollevando un sopracciglio.

Approfittando di un momento di distrazione degli infermieri che avevano allentato la presa su di me, con un rapido scatto mi lanciai contro di lui.

Edward rimase immobile e nessuno nella stanza si mosse di un solo passo.

Ero ad un centimetro da lui. Potevo sentire il profumo fresco unito a quella fragranza di fresco che adoravo ma c'era qualcosa che non andava in lui.

Era Edward, ne ero certa, ma nello stesso tempo non era lui.

Il suo aspetto non era come quello che ricordavo, era più grande … più maturo. I suoi occhi verdi dalle mille sfumature mi fissavano confusi. Il suo volto era circondato da un accenno di barba e aveva perso la sua aria da immortale diciassettenne.

Avvicinai timidamente una mano all'altezza del suo cuore e in quel momento pensai di morire.

Il suo cuore batteva.

Un suono bellissimo, regolare unito al ritmo del suo petto che si alzava e si abbassava seguendo i suoi respiri.

“ Tu sei vivo.” sussurrai mentre una lacrima scendeva lungo il mio volto.

L'ennesimo colpo al cuore mi fece quasi perdere i sensi, dietro di lui un piccolo specchio rifletteva la mia immagine.

Mi avvicinai lentamente a quell'oggetto come ipnotizzata da ciò che vedevo.

Quella non ero io.

I capelli erano più lunghi, i tratti del viso più adulti … cosa stava succedendo?

Come per timore di quello che avrei trovato, o meglio che non avrei trovato, scostai i capelli dal collo e non c'era nulla.

La cicatrice del suo morso era sparita lasciando la pelle liscia come un tempo.

Presa da una crisi isterica iniziai a controllare tutte le altre cicatrici del mio corpo. La ferita sulla gamba, il morso di Paul... niente, era tutto sparito.

Solo un segno sul polso era rimasto.

Lì, dove doveva esserci il primo morso, quello della mia trasformazione, c'era solo una linea netta, un taglio ormai cicatrizzato.

Edward si avvicinò a me, entrando anche lui nella visuale dello specchio.

Era meraviglioso, come sempre.

I suoi capelli sempre disordinati, la sua bocca perfetta, la sua pelle sempre pallida.

“ Cosa sta succedendo?” gli domandai voltandomi verso di lui.

“ Elizabeth.” e fece una pausa, proprio come faceva sempre quando doveva dirmi qualcosa di brutto “ sei stata in come per due anni e cinque mesi. Ormai avevamo perso ogni speranza e invece, finalmente, ti sei svegliata.”

Sentendo quelle parole scoppiai a ridere istericamente.

“ In come, per due anni? Ma per favore! Ho vissuto a casa tua, con la tua famiglia, siamo stati insieme, abbiamo affrontato migliaia di problemi e ora tu mi dici che sono stata in coma?”

“ Elizabeth, noi non ci siamo mai conosciuti.” rispose corrugando la fronte.

“ Basta!” gridai portandomi le mani sulla testa” sono stufa di questi giochetti!”

“ Non sto fingendo. Sono il medico che ti ha assistita per tutto questo tempo.”

“ Ah, si?” e mi avvicinai al telefono sul comodino vicino al letto “ vediamo come la pensa tuo padre!”.

Lui si scostò lasciandomi il passaggio libero.

Composi velocemente il numero e …

“ Il numero da lei composto è inesistente , la ...”

No, non potevo aver sbagliato.

Con le mani che tremavano come foglie feci in numero di Cynthia e di nuovo rispose quel messaggio registrato.

Mi accasciai a terra perché tutte le forze che mi avevano tenuto in piedi fino a quel momento mi abbandonarono improvvisamente.

Non poteva essere vero, non potevo essere stata in coma per tutto quel tempo. Doveva esserci una spiegazione valida a tutto quello che mi stava accadendo.

Il mio respiro divenne affannoso e di nuovo il petto mi faceva male come se mi stessero strappando tutto quello che avevo dentro.

La testa girava vorticosamente e tutto intorno a me si faceva sempre più confuso.

Edward si inginocchiò vicino a me e mi sollevo il mento con una mano.

“ Sei, viva dovresti essere contenta.” mi disse con un sorriso.

“ No, sono morta.” risposi scuotendo la testa.

“ Hai detto di aver vissuto a casa mia, per quanto tempo?” mi domandò lui.

“ Due anni e cinque mesi.” sussurrai rendendomi conto di quello che avevo detto. “ ho sognato tutto.” realizzai a stento e in quel momento tutto il mondo mi crollò addosso.

“ Credo di si ma come fai a conoscere il mio nome?”

“ Te l'ho detto, vivevamo insieme.”

“ Sai qual'è il mio cognome?”

“ Cullen, Edward Cullen. Tuo padre si chiama Carlisle e tua madre Esme. Hai quattro fratelli e vivi a Forks, nello stato di Washington e …” mi bloccai senza la minima espressione nella voce.

“ No Liz, il mio nome è Edward Cullen, mio padre si chiama Carlisle, mia madre è morta quando avevo diciassette anni e sono figlio unico. Sono nato e cresciuto a Los Angeles e sono un medico da poco tempo.”

Chiusi gli occhi e non potei fare a meno di piangere, dolorosamente e in silenzio.

Quella non era la mia vita, io vivevo a Forks con i Cullen, era quella la vera Elizabeth, non la ragazza spaventata in quella stanza d'ospedale.

Più ripensavo alle sue parole e più mi sentivo morire.

Eve, Jazz, Emmet, Rose, Esme, Carlisle, Cynthia, Jake, loro non esistevano, erano solo frutto della mia mente, solo frutto di un meraviglioso sogno.

Ma come avevo potuto creare una tale fantasia, non era possibile!

I ricordi, le emozioni, le sensazioni, il dolore, quelle cose io le avevo sentite veramente e come potevano non essere reali?

“ Sei arrivata in ospedale in fin di vita dopo aver subito una violenta aggressione. Hai riportato un forte trauma cerebrale e “ si bloccò immediatamente quando sollevai lo sguardo verso di lui “ suppongo che in questo momento non ti importi nulla di ciò che ti è accaduto.”

“ Esatto.” risposi con la voce rotta dal pianto.

“ Lasciateci soli.” ordinò lui agli infermieri che continuavano a fissarmi come se fossi una pazza.

Edward mi prese in braccio e mi fece stendere di nuovo sul letto. Mi coprì con la coperta e si accomodò vicino a me.

“ Dev'essere stato piuttosto bello il sogno che hai fatto per farti rimpiangere di esserti svegliata.” commentò lui.

“ Non immagini quanto.” sospirai raggomitolandomi su un fianco.

“ E c'ero anch'io nel tuo sogno?”

Io mi,imitai ad annuire.

“ E com'ero?” mi chiese incuriosito.

“ Uno stronzo, però mi amavi.” e arrossii per la facilità con la quale riuscii a formulare quella frase.

“ Scommetto che ero simpatico.” e mi mostrò il suo sorriso sghembo che mi lasciò senza fiato.

“ Smettila di prendermi per il culo.” sbottai interrompendo quella situazione assurda.

“ Scusa volevo solo tranquillizzarti.” si giustificò passandosi una mano fra i capelli imbarazzato.

Oddio, non potevo aver immaginato anche i suoi gesti, il suo sorriso, il suo profumo …

“ Vuoi tranquillizzarmi? Allora ridammi la mia vita!” e scoppiai di nuovo a piangere, questa volta più forte.

“ Non posso, mi dispiace.” rispose prendendomi una mano che io automaticamente strinsi, come facevo ogni volta che avevo bisogno di lui.

Il mio Edward …

Lasciai la presa e mi asciugai le lacrime. Non sarebbero state le ultime che avrei versato perché quella volta era diverso.

Non c'era nessuna luce alla fine di quell'orribile tunnel che mi stava risucchiando.

“ Forse è meglio che ti lasci sola, hai bisogno di riflettere.” e si alzò in piedi “ il mio turno è finito, ci vediamo domani.”

Mi mostrò un ultimo sorriso e poi si voltò verso la porta pronto a lasciare la mia stanza.

No, non potevo aver sognato tutto.

Io non potevo vivere la mia vita senza di lui.

“ Edward!” lo chiamai prima che sparisse dalla mia visuale “ cioè dottor Cullen.”>

“ Dimmi.”

“ Potresti rimanere qui un altro po'? Non voglio stare sola.” ammisi abbassando lo sguardo.

“ Certo.” e tornò a sedersi vicino a me. “ ti va di fare qualcosa?”

“ Ah, proponi tu, non sono brava in queste cose.”

“ Sai giocare a scacchi?”

“ Dovrai rinfrescarmi la memoria ma credo di saper giocare.”

“ E scacchi siano, allora!” sorrise.

E sorrisi anch'io.

 

 

 

 

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Ok, sono pronta per essere lapidata viva da voi!! Su, su siate clementi! Alla fine non è finita proprio male! Beh, aspetto con ansia i vostri commenti e non vi preoccupate, ci sarà un piccolo epilogo dove metterò le risposte alle recensioni di questo capitolo, quindi se avete domande, fate pure!!!!

E ora passiamo alle risposte dei commenti al precedente capitolo:

AleR: beh, i tuoi presentimenti erano giusti, lo svenimento non prometteva nulla di buono! Grazie per i complimenti ! baci!

 

Sierracullen , Saretta_trilly: ragazze vi faccio un’unica risposta perché avete avuto la stessa idea … no, da come avete potuto capire Liz non era incinta! Spero di non avervi deluse con questa botta finale!!! Purtroppo quando l’ispirazione chiama non riesco proprio a frenarla! Grazie e baciii!!!

 

YesYes: guarda non puoi immaginare quanto sono contenta che tu abbia recensito, fa sempre piacere sapere che c’è qualcuno che ama ciò che scrivi! Anche se è l’ultimo capitolo, sono contenta che tu l’abbia fatto! Ti capisco quando dici che non ti piacciono le storie dove va tutto per il verso giusto, anche io faccio come te, dopo un po’ mi stufo e non leggo più! Grazie mille per avermi seguita fino alla fine e poi quando hai scritto che Liz è meglio di Bella ho riso per un’ora! Ahahah sei troppo buona!!!!! Grazie ancora e baciiiii!!!!!!

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Capitolo 67
*** Epilogo ***


 

Epilogo

 

 

La principessa si svegliò nel suo letto.

La luce era andata via e ormai dentro di se non c'era altro che la solitudine.

Tutto ciò che aveva appreso, l'amore, l'odio, la sofferenza, la gioia … avrebbe, dolorosamente, ricordato tutto perché i ricordi non svaniscono mai.

Il viaggio non era ancora terminato, era solo all'inizio. E il percorso da affrontare sarà arduo e non certo privo di sorprese.

Perché, nonostante tutto, lei è di nuovo viva.

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Eh ci siamo, questa è davvero la fine ... nell'epilogo non si spiega assolutamente nulla ma mi serviva per poter rispondere alle vostre recensioni.

Ero consapevole del fatto che il finale non sarebbe piaciuto a tutti ma come avrete capito non amo i lieto fine scontati. Non mi precludo il fatto

di poter far un seguito perchè in realtà mi piacerebbe farlo e ho già molte idee.

Grazie a tutti per aver seguito questa storia!

Un particolare ringraziamento va a tutte quelle persona che mi hanno sostenuta fino alla fine, che hanno sempre commentato e che mi hanno spinta a proseguire!

Grazie!

Quindi dedico questa fan fiction a tutte voi, alla mia adorata coiquilina che mi sopporta ogni giorno, alla mia Cynthia (maledetta leggi!) e al mio Cricetino, unica mia fonte di ispirazione,

maledetto te e il giorno in cui ti ho incontrato!!!!!

Baci a tutti e a presto con una nuova storia!!!!!

 

@ AleR: oddio grazie! non ti puoi immagine quanto mi faccia piacere leggere le tue parole. certo, non era il finale che tutti si aspettavano ma sono contenta che tu l'abbia apprezzato!

è stata una sfida per me srivere questa storia e sopattutto portarla a termine e sono felice che ci sia qualcuno a cui è piaciuto fino alla fine! grazie ancora! baciiii!

@ poeticdream: beh, ho capito che il finale non ti è piaciuto particolarmente dalle poche parole che hai usato!!!!! sono abituata ai tuoi scleri lunghissimi! sapevo che non sarebbe piaciuto ma cosa dovevo fare?

Non potevo limitare la mia creatività! odio i finali banali e dovevo creare qualcosa di nuovo! e poi mi piacerebbe fare un continuo e se avessi lasciato la situazione come prima del finale non avrei saputo come continuare! ormai Liz e Edward stavano insieme , che altro avrei dovuto scrivere? certo se faccio un seguito sarà completamente diverso dal precedente ma cercherò di dare un senso a tutto! baciiiiiiiiiiiiii!!!!

@ Levia: cara, ben trovata! allora andiamo con ordine: grazie per il commento, l'ho apprezzato davvero molto! hai perfettamente capito tutto! ammetto che nessuno si aspettava questo finale e sinceramente nemmeno io, mi è venuto all'ultimo momento ma avevo bisogno di fare qualcosa di originale e assurdo perchè io sono così. non sarei stata la stessa se avessi messo un finale scontato. non mi importa che la gente non abbia capito, cioè mi importa ma non ci sono rimasta male xkè è giuto che tutti esprimano le proprie opinioni e anche le critice mi vanno bene. mi fa sempre picere sapere ciò che pensa la gente. l'unica cosa che non sopporto sono le critiche gratuite, lì ci rimango male ... ma va bene lo stesso! spero di poter fare un seguito per poter spiegare tutto. nella mia mente l'ho già elaborato ma non so quando potrò metterlo su carta anche perchè sto scrivendo qualcos'altro! grazie per aver sempre commentato e peravermi seguita fino alla fine!!!! baciiiiiiiii!!!

@ frayja: beh, alla fine è quello che volevo: lasciarvi senza parole! ahahaha no, mi dispiace che non è stato apprezzato ma alla fine ero consapevole di quello che stavo facendo e me ne prendo la piena responsabilità. io sono soddisfatta di quello che ho scritto perchè sono riuscita a fare qualcosa di originale e che nessuno si aspettava! grazie per avermi seguita fino alla fine!!!!! baciiiiii!!!!!!!!

@ KiarettaXMartyAiLovU: ahahahah, oddio ho riso per mezz'ora quando ho letto il tuo commento! nooooo non mi uccidere ti prego! lo so, no ti aspettavi una cosa del genere, vero?? beh, ti ho sorpresa! se decidi di fare un seguito vedreai che si spiegherà tutto ma cmq, da quello che sto progettando ... no! Liz non tornerà a Forks sarà un pò più complicata la questione!!! grazie e baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!

@ Saretta_trilly: ti ho già detto che io ti adoro? beh, se non l'avessi ripetuto abbastanza: io ti adoro!!!!!!!!!! ho fatto bene ad eleggerti come commentatrice ufficiale! oddio io non volevo farti star male come quando hai visto remember me, perchè se hai avuto la mia stessa reazione allora sei stata proprio male! cmq questo paragone è il più bel complimento che potessi farmi!!!!!!!!!!! ti perdono per avermi presa a parole all'inizio, ti confido che mi sono presa a parole da sola mentre scrivevo, intervallata da un pianto e un'altro! ti giuro che a costo di farlo solo per te scriverò un seguito, te lo devo dopo tutto quello che hai detto! noto con piacere che la tua fantasia è davvero fantastica! mi sono già preparata uno schema sul seguito e ti preannuncio che Liz ritroverà alcuni dei personaggi principali e si capirà il motivo per cui si trovavano nel uo sogno!!!! cmq dovrai aspettare un pò per il seguito perchè ora sto scrivedo un'altra storia con la mia coinquilina, è una follia scritta a quattro mai, speriamo bene!! grazie di cuore per avermi sostenuta fino alla fine!!!!!!! baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

@ ioioio: per prima cosa grazie per aver commentato e seguito la mia storia! grazie per i complimenti sul mio modo di scrivere, lo apprezzo molto! anche io amo leggere, sono una divoratrice di libri e spesso rimango delusa dal finale ma non per questo vuol dire che non mi piace più la storia o che penso che l'autore non abbia più altre idee. non sto criticando ciò che mi hai detto, assolutamente, mi fa sempre piacere sapere il parere delle altre persone però volevo chiarire il fatto che io non ho smesso di avere idee. il ciclo della storia si era concluso. avevo scritto tutto, spiegato ogni cosa, portato a termine ogni vicenda, cos'altro dovevo fare? per quanto riguarda il finale, non volevo chiudere la storia perchè non sapevo come andare avanti perchè la storia si era già conclusa nel capitolo precedente con il matrimonio di Cynthia e Jake. quello era il finale originale che avevo progettato fin dall'inizio, il resto mi è venuto all'ultimo momento perchè volevo fare qualcosa di diverso dal solito! mi piacerebbe fare un seguito per spiegare meglio cosa sia accaduto veramente ma non potevo farlo nella storia precedente,sarebbe stato macello! grazie ancora per aver seguito fino alla fine!!!

@giuly_the princess: beh mi dispiace che l'epilogo non possa rispondere alle tue domande, spero di poter fare un seguito per scoprire cosa ne sarà della vita della nostra Liz! grazie e baciiii!!!

@ sierracullen: nooooooooooooooooooooooo, nooooooooooooooo non ci rimanere male, ti prego!!! non è un lieto fine come tutti si aspettavano ma alla fine non è così male! oddio guarda spero di potr fare il seguito così potrai capire cosa frulla nella mia testa. io mi sono legata molto al personaggio di Liz e non vorrei mai che lei avesse un triste finale per questo cerchrò di continuarla un giorno!!! grazie per aver seguito fino alla fine e ti prego non rimanerci male!!!!! baciiii baciiii baciiiii!!!

@ irly 18: allora devo ammettere che ci ho messo un pò di tempo a capire il tuo commento, non sapevo se prenderla come una critica o un complimento, poi quando hai scritto " a presto malefica" allora sono scoppiata a ridere come una pazza!!!! il tuo è stato il primo commento ed ero veramente agitata di sapere come l'avevate presa! lo so lo so, sono cattiva e mi merito tutto quello che hai detto però odio le cose scontate e banali e volevo fare qualcosa di completamente diverso! ormai si era tutto concluso, tutti erano felici, non potevo lasciarli così nella loro tranquillità, dovevo smuovere le acque? ahahahah cmq spero di poter fare un seguito e chiarire tutti i vostri dubbi!!! grazie mille per aver commentato e seguito fino alla fine! tornerò presto con una nuova storia e ti prometto che non ci sarà alcun finale sconvolgente! l'ho già fatto una volta e mi è bastato!!!!! ahahahah baciiiiiii!!!!!

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