Another part of me I

di NovemberRain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Something in the way ***
Capitolo 2: *** Bring me to life (take me to the paradise city) ***
Capitolo 3: *** Bring me to life (minutes to midnight) ***
Capitolo 4: *** Lucy in the sky ***
Capitolo 5: *** Estranged ***
Capitolo 6: *** Fall to pieces ***
Capitolo 7: *** I'm by your side ***
Capitolo 8: *** Behind his black eyes ***
Capitolo 9: *** Walk away ***
Capitolo 10: *** Nothing lasts forever ***
Capitolo 11: *** You're beautiful dangerous ***
Capitolo 12: *** Truths and tears ***
Capitolo 13: *** Time to be honest ***
Capitolo 14: *** Don't try to understand me ***
Capitolo 15: *** Wonderful tonight (1 parte) ***
Capitolo 16: *** Wonderful tonight (2 parte) ***
Capitolo 17: *** Sex action ***
Capitolo 18: *** Tears in heaven ***
Capitolo 19: *** Patience ***
Capitolo 20: *** Sweet child in time ***
Capitolo 21: *** You're just another brick in the wall ***
Capitolo 22: *** The show must go on ***
Capitolo 23: *** Hey you! ***
Capitolo 24: *** Better ***
Capitolo 25: *** Layla ***
Capitolo 26: *** Another part of me ***



Capitolo 1
*** Something in the way ***


Another part of me…

Salve ragazzi!!!!!!

Con questa storia non intendo offendere i protagonisti in nessun modo,purtroppo non li conosco e non ci guadagno assolutamente niente!!!

1 - Something in the way

7 luglio .

Una serata di festeggiamenti per i Guns n’ Roses;l’ultimo album Chinese Democracy è stato premiato per notevoli meriti soprattutto del front man Axl Rose. Ed è stato organizzato un festino in onore del gruppo.

Axl stava vicino al tavolo del buffet chicchierando amabilmente con uno dei produttori.

Il sole ormai non si vedeva più ma regnavano le stelle nel cielo blu scuro. Nonostante ciò a Los Angeles il caldo infuocava l’ambiente in modo incredibile,per questo la festa si stava svolgendo all’aperto,nel giardino di una villa privata. Diversi gazebo si stendevano per metri,buffet iper assortiti,persino una pista da ballo dove il dj faceva scatenare delle avvenenti fanciulle sui loro tacchi 12.

Era lì il nostro protagonista,vestito di tutto punto con la camicia nera lucida sbottonata,i jeans ultima moda e le treccine rossicce legate dietro il capo:un bell’uomo non c’è che dire. E accanto a lui la sua donna:Stephanie decisamente più giovane rispetto al quasi 40enne Axl,alta e perfetta nel fisico avvolto da una leggero abito di raso bianco.

-Una performance unica Rose,davvero complimenti!!!- diceva un’ometto sorridente. Il cantante annuì e ricambiò il sorriso.

Dopotutto era felice. Ricco,bello,ammirato,con una bella donna e un tenore di vita eccezionale.

Non gli importava un fico secco se i suoi attuali colleghi non fossero i Guns originali anzi a dire la verità ci parlava poco con quelli là,giusto per dirgli il pezzo da fare e dargli gli spartiti che solo lui scriveva.

Niente a che vedere con i pomeriggi passati con Izzy a scribacchiare qualcosa,o tutte le cazzate che sparava con Slash tre una sigaretta e l’altra.

Ma lui era il grande dio Axl Rose e la sua felicità non dipendeva di certo dalle persone che lo circondavano ma unicamente da se stesso.

Proprio a Slash pensava in quel momento forse perché sua moglie aspettava un altro bambino e perché non se lo immaginava proprio quell’animale con un neonato in braccio. Lo odiava era vero,era un coglione ma era stato uno tra le persone che più aveva voluto bene nella sua vita,insieme a Duff,al mitico Steven -pop corn-.

E ovviamente a Jeff,il suo Jeff.

Quanto gli aveva voluto bene non lo sapeva. Per un periodo aveva creduto addirittura di esser diventato gay confondendo il sentimento di amicizia con l’amore.

Avrebbe voluto vederlo,almeno un’altra volta,anche se solo di sfuggita. Invece erano ormai anni che non lo vedeva più.

Si era reso conto di cos’era l’amore solo quando aveva conosciuto lei:Annie.

Si poteva dire che era lei l’unica alla quele aveva veramente voluto bene. Non che non amasse Stephanie ma non era la stessa cosa.

-Oddio Kleo!!!! Guarda ma è Axl Rose!!!- urlò una voce femminile. L’ennesima fan assatanata.

Quando l’uomo si voltò vide una ragazza che dimostrava si e no 16 anni,capelli neri legati in due treccine e vestitino elegante. Gli corse incontro e dandogli un bacio per ciascuna guancia disse

-Mi scusi Mr Rose mi farebbe un autografo???-

-Certo bellezza come ti chiami?- rispose lui divertendosi a farla arrossire

-Susy-

-Figo! Ecco per te dolcezza- e le porse il foglietto autografato. Lei squittì un grazie mentre la sua presunta amica si avvicinò annoiata

-Susy quando la smetti di fare la ragazzina?- era bella quella lì,l’intenditore la notò subito.

Capelli rossi lunghi sulle spalle leggermente ondulati,lineamenti delicati e due occhi enormi verde-azzurri. Sembrava un’attrice degli anni ‘80 proiettata nel futuro.

Axl pensò che gli occhi della ragazza assomigliavano tantissimo ai suoi così come i capelli.

Portava un abitino rosso cortissimo e attillato che metteva in evidenza le forme perfette e i movimenti naturalmente sinuosi della fanciulla.

Prese una boccata di fumo dalla sigaretta e si passò una mano tra i capelli sanguinei.

-Buonasera mr Rose. È un piacere conoscerla,ma sa ero impegnata a farmi delle foto con Duff Mckagan e non ho potuto…-

-Duff è qui?!?!?!- urlò quasi il cantante sgranando gli occhi. La ragazza rise poi aggiunse

-C’è anche Slash,Izzy,e Steven. Guardi sono tutti lì!!- e indicò con la mano.

E aveva ragione.

Il vento le scompigliò i capelli e soffiò su Axl sconvolto,su Susy piena di gioia,su Slash sorridente nel suo abito con la sua inimitabile tuba,sul figlioletto che teneva per mano,su Perla sua moglie incinta di un secondo bimbo,su Duff e Mandy che sorridevano tenendosi per mano,su Steven che biondissimo beveva un liquore,su Izzy che fumava e teneva la mano sulla spalla di…

Il cuore di Axl mancò di un battito. Quella era Annie.

Gli inconfondibili capelli neri ondulati,gli occhi grigio argento,le labbra carnose,la pelle chiara,il seno e i fianchi che farebbero invidia a Venere.

Se ne stava lì in tutto il suo splendore sui tacchi alti,un abito nero luccicante semplice ma stupendo.

-Mr Rose è stato un piacere….-

-Aspetta come ti chiami?- chiese alla rossa

-Kleopatra perché?-

-No…niente arrivederci- e corse ad intanarsi nell’angolo più remoto del giardino.

Cazzo cazzo cazzo!!!! pensava disperato Axl seduto col culo a terra dietro un cespuglio di rose. Gli occhi verdini cerchiati da un’ombra scura,sudava freddo. Che doveva fare?

Una parte di lui diceva di mandarli tutti a fanculo. Tanto il leader era lui e a chi non andava bene era lo stesso.

Ma l’altra parte che corrispondeva grosso modo al cuore diceva che erano comunque stati i migliori e gli unici amici che avesse mai avuto e che doveva ammetterlo gli erano mancati da morire.

Quante sere d’inverno aveva passato dopo la rottura della band con una sigaretta tra le labbra,la testa fra le mani a guardare la neve scendere e a chiedersi se anche loro si stessero godendo un momento del genere e se stessero pensando a lui,o meglio ai Guns n’ Roses;quelli veri però,non un gruppetto di artisti messi insieme a tavolino da lui e qualcun altro intenditore.

Gli mancava tutto di quei tempi,persino le serate passate seduti sul letto a consolare Slash alle prese con la grande cotta per Perla;se si erano sposati in gran parte era merito suo. Gli mancavano persino le notti in discoteca quando ballava con Mandy allo scopo di far ingelosire Duff che metteva su un broncio così lungo da far ridere tutti.

Ma alla fine per loro almeno in amore era andata bene. Lui invece?

Ok stava con Stephanie ma non la amava di certo. La loro non era una storia solo una serie di scopate e basta.

Chissà se Annie aveva trovato un sostituto a lui? Chissà se gli mancava almeno un po’…l’aveva lasciata anni prima. Il motivo è che la ragazza era incinta,incinta da lui.

E lui era scappato,fine della storia.

-Ehi rosso vieni fuori cosa fai? Giochi a nascondino?- Axl si alzò di scatto arrossendo violentemente. Si ritrovò Steven davanti.

-Ehi come va? Te la passi bene vero?- inspiegabilmente il biondo sorrideva.

Sorrideva a lui che lo aveva buttato fuori a calci da quella figosissima band,a lui che nonostante avesse ricevuto un sacco di aiuto in ogni situazione gli aveva girato le spalle senza cercare di recuperarlo dalla droga che lo stava consumando.

Eppure sorrideva,sorridevano entrambi.

-Si,sto bene Adler. Mi domando che ci fai qui…- Steven rise

-Siamo ad una premiazione dei Guns n’ Roses te lo ricordo!-

-E allora?- il rosso suo malgrado aveva smesso di sorridere.

-Anche noi abbiamo fatto parte di questa band e poi avevamo voglia di vederti- disse con semplicità

-Ah…- Axl non disse nulla colto di sorpresa da un abbraccio che inizialmente non ricambiò

-Ti ho buttato fuori dalla mia band Steven. Perché mi abbracci?-

-Perché siamo amici Axl. Quando gli amici non si vedono dopo tanto tempo si abbracciano sai? Un po’ come nei film…- affermò senza staccarsi

-Abbracciami William…- sussurrò e lui obbedì. L’unico modo per mettere Axl con le spalle contro il muro era ricambiare la sua cattiveria con l’affetto. L’affetto che non aveva mai avuto,quello che gli avevano tolto quando era solo un bambino.

Axl si aggrappò alle spalle di Steven come ad un’un ancora di salvezza,ispirò il suo odore che era sempre lo stesso:nicotina mista a shampoo per bambini.

Al cantante vennero le lacrime agli occhi,per un attimo credette che le gambe stessero per cedere,fortuna che era solo un’impressione.

-Mi fa piacere rivedervi Steven…- egli sorrise mentre Duff e Slash si avviavano verso di loro.

Si salutarono con affetto,Axl restò di stucco di fronte al grande combiamento del chitarrista che da un animale senza una minima goccia di sentimento si era trasformato in un padre dolce e affettuoso,il migliore che si potesse desiderare.

Di certo lui non era mai stato sensibile,era acido peggio di un limone lo sapeva eppure quando aveva bisogno di sfogarsi piangeva e anche parecchio.

Il pianto più grande era stato dopo la fine dei Guns n‘ Roses. Due giorni e due notti d’inferno,in una stanza claustrofobica a cantare senza base,drogarsi senza sosta e piangere fino a quando non sentì la pelle delle guancie andargli in cancrena.

Chi era stato a prendersi cura di lui in quel momento? Annie come sempre. Ricordava benissimo quando si era seduta sul vecchio divano…

Flashback

La ragazza si accomodò osservandolo mentre si asciugava le lacrime con le nocche delle mani come un bambino piccolo. Axl aveva sempre avuto un lato così…tenero.

-Cazzone che non sei altro…dimmi che è successo- il ragazzo si sedette vicino a lei che si stese. I capelli corvini si intrecciavano tra loro sul bracciolo del divano panna.

Il rosso si stese affianco a lei col viso sul suo petto caldo.

-I Guns n’ Roses non esistono più…- aveva cominciato mentre si sforzava di non piangere,mentre anche lei respirava a fatica accarezzandogli i capelli rossicci.

Solo alla fine della storia la ragazza pronunciò un’ultima frase in un soffio…

-Anche se vi siete sciolti i Guns n’ Roses vivranno sempre,ormai fanno parte del firmamento infinito dei grandi della musica. Vivranno nel cuore di ogni persona che canterà ancora Rocket queen sotto la doccia o delle giovani generazioni che asclteranno Patience nella loro prima delusione d’amore,o che dedicheranno Think about you alla persona che amano o che semplicemente penseranno a voi ascoltando November rain. Ciò vale a dire in eterno. Non morirete mai. Ora dormi Axl…ne hai bisogno…-

-Ma io…-

-Ti ho detto dormi,non c’è niente da piangere- e detto questo tirò su col naso mentre il rosso chiudeva gli occhi cercando di dormire cullato da chissà quale felicità nuova.

Fine Flashback

Durò poco la chiacchierata,un po’ perché tutti erano molto imbarazzati a causa dei vecchi rancori,un po’ perché Axl fu chiamato a parlare della produzione dell’album, di tutte le canzoni e tutti quei discorsi noiosissimi scritti da chissachi.

Non appena finì il discorso tutti applaudirono ed egli si recò a prendere un bel bicchierino di Jack Daniel’s mentre la festa vera e propria iniziava:molta gente ballava sulle note di una musica assordante,altri bevevano o ridevano.

Bevve con gusto il superalcolico poi si mise un po’ in disparte ad osservare la gente in giro.

Perché Izzy non era andato a parlargli? Non sapeva il perché,solo che aveva una voglia matta di farsi una chiacchierata con lui.

In quel momento Stephanie si avvicinò abbracciandolo di schiena,lui sorrise

-Amore non mi venire alle spalle,lo sai che mi fai prendere un colpo?- si voltò sorridente e la baciò. Si inebriò della sua passione nonostante non ci trovava nulla di speciale quando una voce strascinata,sensuale lo distolse

-Ciao Axl…- si separò immediatamente da Stephanie voltandosi a guardare negli occhi grigi di Annie. Notò con dispiacere che non sapevano più d’argento bensì di cenere,i rimasugli di un incendio duranto forse troppo per evitare la distruzione.

Ma era sempre bella,ogni battito di ciglia riusciva ad emozionarlo. Balbettò qualcosa che somigliava ad un “ciao”.

-Cos’hai detto Axl?- la donna si soffermò sul suo nome,pronunciandolo con estrema lentezza e facendolo schioccare tra le labbra rosse quasi in un soffio.La sua voce era calda e profonda,sapeva di peccato.

Sarà stato il Jack Daniel’s o il bacio di Stephanie o semplicemente il suono del suo nome su quelle labbra diaboliche ma lui sudava freddo.

Si sentiva ancora come un adolescente in piena crisi ormonale,brividi orgasmici scuotevano elettricamente il suo corpo;avrebbe voluto che se ne andasse velocemente.

Non poteva reggere una situazione del genere. O la amava o no,eppure voleva guardare ancora quegli occhi d’inferno,innamorarsi della loro espressività. Rise Annie. Ancora un brivido per Axl che si portò una mano alla fronte

-Hai intenzione di continuare a fissarmi per tutta la notte senza articolare una sola parola?-

-C-ciao Annie-

-Ricominciamo allora:ciao Axl-

-Come stai tesoro?-

-Come mi hai chiamato?-

-Niente scherzavo- che cazzo aveva detto?

-Si tira avanti. In questi anni ho continuato a vedere i tuoi ex compagni…mi sono stati molto d’aiuto soprattutto con la piccola…- Axl barcollò paurosamente reggendosi a Stephanie che era rimasta immobile. Tipico. Qualsiasi persona che conosceva Annie per la prima volta restava immobile.

-Chi “piccola“?-

-Ah ho dimenticato di dirti che la figlia l’ho avuta…-

-C-cosa???- sbiancò - e come si chiama? Quanti anni ha?- annaspò come se stesse annegando nel bel mezzo dell’oceano. Voleva una bottiglia di Jack Daniel’s istantaneamente.

-Non te lo dico…-

-Almeno posso sapere dov’è?- sbottò esasperato

-Cercala…lei non sa niente che tu sei suo padre-

-Ma è qui in questo momento?-

-Mmh…- lo sguardo vagò tra la folla -può darsi… comunque io vado adesso Axl,mi fa piacere averti visto-

-Aspetta…Annie…- le corse dietro abbracciandola dal di dietro mettendole le mani sul ventre

-Resta con me…-

-Ti manco Axl?-

-Si…molto-

-Bene te lo meriti,non mi avrai mai più- lui sospirò, aveva ragione. Le baciò una spalla mentre lei aggiungeva

-E poi adesso hai quella bacchettona affianco…-

-Non me ne frega un cazzo di lei-

-Ti prego ci stanno guardando tutti…-

-Non me ne frega un cazzo guardino quanto vogliono,comunque vai pure se vuoi. Quando hai bisogno sappi che d’ora in poi io ci sono sempre-

-Va bene…- e si dileguò. Axl sentì il suo profumo svanire e il vestito di seta scivolargli tra le dita. Fece un lungo sospiro poi si gettò tra gli invitati.

Riconobbe la ragazza dai capelli rossi

-Scusa hai per caso visto mia figlia?- chiese,si sentì imbarazzato a dire “mia figlia” anche se presto ci avrebbe fatto l’abitudine

-Tu non hai nessuna figlia Rose!!!- rise lei e gli si buttò addosso. Evidentemente era ubriaca.

It’s the final countdown

Più confuso che mai si recò nuovamente al banco degli alcolici. Solo allora si accorse che aveva un biglietto nella tasca,glielo aveva infilato Annie di nascosto. C’era scritto il suo numero di telefono.

Benissimo avrebbe potuto chiamarla e chiederle di organizzare un incontro con sua figlia perché non l’aveva trovata. In realtà credeva che l’avesse scovata seguendo l’istinto o magari avrebbe guardato nei suoi occhi e l’avrebbe riconosciuta,così si sarebbero abbracciati e sarebbe stato un bel lieto fine.

Ma spesso queste speranze vengono infrante lottando contro qualcosa di molto più grande di noi.

Specialmente se prima si è camminato lontano e si è persa una persona per la strada e ora bisogna ritrovarla.

Chiese un altro bicchiere di whisky quando arrivò Izzy,accompaganto dal tipico ritornello di “The final countdown” degli Europe.

Automaticamente si abbracciarono e chiacchierarono dopo un tempo che ad entrambi sembrò indefinito. Ora esistevano solo William e Jeff,occhi verde foglia in occhi verde bottiglia;e ovviamente l’amico Jack Daniel’s.

Ma si sa che a forza di bere si va in tilt e in poco tempo il cervello di Izzy si smaterializzò. La ragazzina che prima aveva chiesto l’autografo di Axl si gettò in braccio al chitarrista che la attirò subito cominciando a baciarla.

Il cantate bevve un altro sorso ma senza esagerare,non aveva intenzione di sbronzarsi completamente. Anche se era sufficientemente brillo da permettere che succedesse quello che stava per accadere…

Lo sguardo vacuo di Kleopatra vagò nella folla alla ricerca di un bel ragazzo per quella sera. Aveva bevuto davvero molto e faticava a reggersi impiedi.

Cascò un paio di volte e parecchie volte qualcuno le mise le mani addosso ma non ci badò,non lo sentì neppure.

Fino a quando non si trovò davanti quella meraviglia di Axl Rose. Era lui quello adatto e stavolta la vocina della coscienza avrebbe detto “Calma è molto più grande di te…” ma l’alcol la aveva zittita.

I've seen everything imaginable
Pass before these eyes
I've had everything that's tangible
Honey you'd be suprised

Axl dal suo canto la riconobbe e la attirò a sé per i fianchi. La giovane disse qualcosa a metà tra un sussurro e un gemito ma egli non capì. Poi gli infilò direttamente la lingua in bocca.

Lui ricambiò abbondantemente,si sedettero su una poltrona bevendo mentre consumavano le soro passioni. Poi fu la mossa decisiva:se la sarebbe portata a letto.

La prese in braccio portandola in una camera del lussouso albergo,nella sua camera e chiuse a chiave la porta. La gettò sul letto. I capelli rossi si sparsero sul cuscino candido come rivoli di passione.

Il loro rapporto fu tra i migliori che Axl avesse mai avuto,più di una volta la ragazza gli sussurrava che quello era il suo sogno,che lui era il suo idolo. Spesso si accorse che aveva le lacrime agli occhi mentre lo abbracciava tenendolo su di sé quasi avesse paura che tutto crollasse improvvisamente.

Here I am

And you're a Rocket Queen oh yeah

I might be too much

But honey you're a bit obscene


Nella camera presto si espansero i gemiti,la sensualità eccessiva per una ragazza di appena 17 anni lo travolse come un uragano. E si baciavano,tocchi talvolta dolci a volte pesanti scendevano in quella notte di peccato;mentre il fuoco della passione bruciava in quel letto maledetto.

Kleopatra chiuse gli occhi,sentiva che quella non era la cosa giusta da fare ma era proprio quello che la spingeva ad eccitarsi di più. Le labbra gonfie per i troppi baci carnali non smettevano di mordere e leccare quell’uomo che certamente non avrebbe mai più rivisto,anche se nessuno dei due sapeva che si sarebbero rivisti eccome e che quello che ora sembrava un sogno per entrambi,consumare sesso con una ragazza focosa come lei o con un uomo dotato come lui,solo tre giorni dopo sarebbe stato un incubo.

I'm a sexual innuendo

In this burned out paradise

If you turn me on to anything

You better turn me on tonight

Quando finirono il cantante si stese distrutto al suo fianco. I capelli dello stesso medesimo colore si fusero gli uni con gli altri. Per un po’ le labbra non baciarono più,le mani non toccarono nulla.

Almeno fino a quando la sconosciuta non si coprì col lenzuolo e sussurrò

-E’ finito tutto,Axl?- era tornata lucida

-Credo…-

-Mi terrai con te stanotte?- chiese avvicinandosi. Lui si voltò,vide negli occhi verde foglia un velo di lacrime,era una supplica. Sorrise e annuì.

-Ma certo…l’importante è che non dici niente a nessuno sennò siamo nei guai intesi?- lei fece sì col capo per poi abbracciarlo e nascondere il viso nell’incavo del suo collo.

Axl accarezzò distrattamente i suoi capelli mentre osservava le stelle nel cielo infinito dalla finestra. Pensò a quella che poteva essere sua figlia. Magari avrebbe avuto i capelli rossi come i suoi o le avrebbe amato il rock come lui…avrebbe voluto averla lì vicino…

Solo allora però capì che era rassicurato dal fatto che un presentimento gli diceva che era più vicino di quanto si aspettasse. Guardò Kleopatra stesa affianco a lui e notò che non dormiva

-Lo facciamo ancora?- domandò iniziando a baciargli il collo. Lui le sorrise perverso

-Perché non me lo hai chiesto prima?-

-Aspettavo che stesso finendo di pensare- detto questo la ragazza gli inondò il petto di baci.

No one needs the sorrow

No one needs the pain

I hate to see you

Walking out there

Out in the rain

So don't chastise me

Or think I, I mean you harm

Of those that take you

Leave you strung out

Much too far

Baby - yeah

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Capitolo 2
*** Bring me to life (take me to the paradise city) ***


2. Bring me to life (take me down to the paradise city)

11 luglio 2009

Axl si alzò controvoglia dal divano dove ormai dormiva da 3 giorni. Dopo che Stephanie lo aveva visto con Annie ed era sparito non voleva più dormire con lui;che ora si trovava con la schiena distrutta.

Il bello è che il giorno prima aveva chiamato Annie e quando lei lo aveva scoperto era scoppiata in lacrime talmente forte che per calmarla c’erano volute due camomille.

-Annie sono io,Axl- aveva detto appena lei aveva risposto

-Ehi! Allora? La ragazza non mi ha detto di averti incontrato!-

-Infatti…mi stavo chiedendo se non mi fosse sfuggita…magari si vergogna sai com’è…-

-No,lei non è così,e poi non lo sa nemmeno che suo padre sei tu!-

-Ok allora pensavo se volevate venire domani mattina a casa mia…per conoscerci-

-Va benissimo alle 10 allora!-

-Ok ciao Annie!-

-Ciao Axl…-

Stephanie entrò nel salotto vestita di tutto punto

-Amore sei ancora arrabbiata?-

-Si. E siccome oggi viene quella lì io vado a fare un giro…- annunciò. Axl aveva accuratamente evitato di dirle che aveva una figlia e che stavolta aveva intenzione di stare con lei come un vero padre.

-Ma no dai…te l’ho detto siamo solo amici…-

-Si si certo,ovvio. Io vado che è meglio- e uscì. Il cantante si alzò sconsolato versandosi una tazzina di caffè. Si vestì con cura scegliendo un paia di jeans e una t-shirt bianca,si legò i capelli in una coda e aspettò.

Credeva che Yana gli avesse dato buco quando alle 10.40 ecco il campanello.

L’incontro decisivo. Axl respirò profondamente poi aprì la porta della villetta.

Restò scioccato,gli mancò il respiro,il cuore gli cadde sottoterra. Stava per mettersi a piangere.

Dall’altra di certo la ragazza non stava meglio. Ecco suo padre. Inforcò gli occhiali da sole per non far vedere la lacrima che silenziosa stava rigandole una guancia. Voleva correre più lontano possibile e non fare più ritorno.

E tra di loro Annie felice più che mai di mostrare al padre quello splendore di figlia che aveva tirato su

-Ecco…Axl lei è Kleopatra,tesoro lui è Axl,tuo padre- disse la donna senza riuscire a smettere di sorridere.

Tutto sembrò tacere. Persino l’oceano dove affacciava la maestosa villa sembrò bloccare il flusso delle sue onde.

Axl prese in mano la situazione si sistemerà tutto pensava continuamente. Sorrise sforzandosi di sembrare il più naturale possibile poi disse

-Kleopatra…un nome splendido. Sono sicuro che con il tempo avremo un ottimo rapporto,vedrai- lei annuì mentre si abbracciavano. Axl non era del tutto sicuro che ciò che aveva detto fosse vero,ma almeno aveva bisogno di crederci.

-Venite,fate come se fosse a casa vostra- disse poi facendole accomodare nell’ampia sala arredata in stile moderno. Le portò da bere poi si sedette di fronte a sua figlia.

Era diversa dalla regina delle stelle che aveva conosciuto l’altra sera. Gli stessi capelli che si erano sparsi sul suo petto come rivoli di passione adesso erano più chiari,niente onde solo piastrati e tenuti indietro da un cerchietto nero. La canotta azzurra si sposava perfettamente con la canagione abbronzata e i pantaloncini neri intonati col cerchietto. Era bella certo,ma in quel momento si accorse che la stava guardando con occhi diversi,sotto un nuovo punto di vista completamente diverso da come era abituato prima a vedere una donna. Era il punto di vista di un padre,si stava rendendo conto piano piano che quella creatura era venuta da lui e se ne sentiva orgoglioso.

Annie cominciò a chiacchierare affabilmente con Axl. Parlavano del più e del meno,si raccontarono tutte le vicende passate in questi anni di lontananza.

Nel frattempo Kleopatra abbassò lo sguardo e il capo lasciando che i capelli rossi le invadessero il viso oscurandolo. Pianse in silenzio,quell’uomo che sognava tutte le notti era suo padre. Un incubo:era innamorata di suo padre.

Mandò un messaggio a Lucy la sua migliore amica:quel pomeriggio si serebbe fermata da lei.

Quando alzò gli occhi sul mobile bianco difronte a sè si accorse che i suoi genitori non parlavano più ma la osservavano. Guardò sua madre. Quanto era contenta? Non poteva rovinare la sua felicità,gli occhi grigi brillavano nella loro bellezza argentea particolarissima. Poi si volse verso di lui,in quel momento i loro occhi apparivano identici in tutto,persino nello sgomento e nel rimorso che si concretizzava nella stessa lacrima cristallina pronta per scendere appena nessuno avrebbe guardato

-Kleopatra se vuoi vai in terrazza,si vede il mare da lì…- disse lui sorridendo. Un sorriso stanco,eppure bello. Anche lei notò la differenza rispetto a quella dannata sera,adesso Axl era più dolce,paziente. Aveva perso quell’aura di sensualità travolgente,sostituendola con una stanchezza e una saggezza non da lui

-Vado…forse è meglio stare sola che stare qui a nascondermi- disse piano. La madre la guardò interrogativa mentre Axl abbassò lo sguardo. Sentiva che sarebbe scoppiato a piangere tra non molto tempo.

Annie si andò a sedere sull’altro divano dove c’era Axl. Osservarono la tenda bianca che oscurava in parte la balconata che dava sulla spiaggia,il sole illuminava le rosse treccioline del cantante sfumando nella loro scia dorata. La donna gli poggiò timidamente una mano sulla gamba

-Cosa c’è che non va? Sembri preoccupato…-

-Sono confuso…che cos’è questo?- chiese guardando finalmente negli occhi argentei di lei che lo osservava attenta. Conosceva quello sguardo,era tipico di quando indagava su qualcosa e lo squadrava da capo a piedi come per cercare l’indizio addosso a lui.

-Questo cosa Axl?-

-Tutto questo…questo ritorno al passato e nello stesso tempo un cambiamento! Prima vivevo felicemente poi arrivi tu,i ragazzi e…e lei. Ma la cosa più strana è che anzicchè sbattervi tutti via mi sono lasciato travolgere. Ieri sono mancato alle prove,ho litigato con Stephanie…- il viso di Annie divenne triste e ritrasse la mano dalla gamba di Axl

-Noi credevamo di farti piacere…ora lo dirò ai ragazzi,ce ne torniamo al posto nostro hai ragione è stato un colpo basso per te…- stavolta fu lui a prenderle la mano

-No…è solo che…-

-Che non stavi bene con te stesso ecco perché è bastato poco a farti vacillare così pericolosamente- rispose una voce sicura e profonda. Axl si voltò e scorse Kleopatra venire fuori da dietro la tenda,i rossi capelli mossi dal vento,l’i-pod in una mano dal quale venivano fuori alti gli accordi di Paradise City.

Non potè trattenersi dal notare quanto fosse inquietante quella ragazza.

-Già..- ammise abbassando lo sguardo

-E così hai ascoltato tutto il discorso!- sbottò la madre come per rimproverarla

-Lasciala stare,non fa niente che ha sentito…- la difese stancamente suo padre. Kleopatra fece un palloncino con la cicca che stava masticando poi disse

-Però,bella casa…posso venire ogni tanto a fare un bagno in piscina?- lui sorrise e si alzò poi disse

-Anche adesso se vuoi-

-Ma non ho il costume!- precisò lei

-Allora sarà per un’altra volta…vieni quando vuoi-

-Grazie…- Axl le fece una carezza quando si accorse che aveva una guancia bagnata. Si sentì investito da un dispiacere immenso. La avvicinò a sé e le sussurrò in un orecchio

-Perché hai pianto?-

-Dovresti saperlo…comunque mi dispiace per l’altra sera è stata tutta colpa mia…- disse lei mentre piangeva sulla spalla di Axl,che le prese il viso tra le mani specchiandosi nel verde chiaro dei suoi occhi

-Non è colpa tua,chiaro? Non devi sentirti in colpa,lo dirò io a tua madre-

-No non dire niente…ti ammazzarà-

-Tranquilla…- lei pianse più forte e lui la abbracciò strizzando gli occhi per evitare alle lacrime di uscire.

Take me down to the paradise city…

Annie li guardò senza capire come potessero parlarsi così sentitamente nonostante si conoscessero da pochissimo tempo;ma sorrise,era un buon segno.

-Kleopatra vuoi restare un altro po’ qui con tuo padre o vieni via?- chiese sorridente

-Vai già?- chiese il rosso un po’ dispiaciuto

-Si Axl devo andare ho un sacco di cose da fare…-

-ah..-

-Io mamma vengo con te che devo sbrigare delle cose,qui tornerò un’altra volta…- si intromise la ragazza

-Come vuoi io però sarò sempre qui,quando hai bisogno- disse Axl apparentemente sicuro quando dentro di sé si sentiva tutt’altro che la sicurezza.

-Va bene- lei lo baciò su una guancia e uscì seguita dalla madre che lo salutò allo stesso modo.

Non appena la porta si chiuse Axl scoppiò in un pianto diperato.

Take me down to the paradise city…

 

Salve a tutti…

Eccoci qua con un capitolo nuovo…in realtà erano due ma li ho spezzati…

Comunque adesso Axl e sua figlia finalmente si sono incontrati,ma quella che era solo una notte di sesso si è trasformata in una tragedia per entrambi.

Riusciranno a superarla??

Vedremo…

Intanto do un bacio a tutti quelli che hanno letto il capitolo precedente ma in particolare a:

Funny_lady_ : Figliolaaaaaaaaa!! XD grazie per i complimenti…

Eh quanti vantaggi ad avere una mamma scrittrice!!!

Ahah baci <3

S3cr3tS_Myr3 : Myreeeeeeee grazie di essere passata e di avermi aiutata a postareeeeee ahah l’impedita qui presente nn ci sarebbe mai riuscita xD

Comunque spero ti sia piaciuto questo chappy ^^

Baci alla prossima

 

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Capitolo 3
*** Bring me to life (minutes to midnight) ***


3. Bring me to life (minutes to midnight)

Quando Stephanie fu di ritorno trovò il suo compagno addormentato sul divano,con le mani nodose si copriva gli occhi.

Sorrise nel vederlo:sembrava un angelo.

Anni prima nessuno avrebbe paragonato Axl Rose ad un angelo,la gente l’avrebbe presa come una battuta.

Invece in quel momento chiunque lo avrebbe detto.

Sapeva solo di dolcezza e basta. Fino a pochi giorni prima sembrava che fosse ancora quel ragazzo pieno di sé uguale a come era nel 1983 quando ci fu il suo esordio nel grande mondo della musica rock.

Erano bastati due giorni per cambiarlo.

Ovviamente lei non era a conoscenza di Kleopatra ma aveva intuito come andavano le cose:e per Axl i problemi erano alquanto difficili da affrontare.

Così decise di lasciarlo dormire,quell’angelo stanco,perché tanto un nuovo giorno sarebbe sorto prima o poi inondandolo di luce.

Si Axl…la luce splenderà ancora per te…

ORE 23.00 LOS ANGELES (periferia)

Kleopatra uscì di casa sentendo la fresca aria della notte pizzicarle la pelle. Si infilò di fretta la felpa da sopra al pigiama.

Che stava facendo non lo sapeva,e aveva anche la strana sensazione di non comprendere a fondo il perché delle sue azioni.

Si voltò verso la graziosa villetta che aveva preso in affitto con sua madre e sorrise mentre una lacrima amara le si posava sulle labbra aride.

-Scusami mamma…-

Camminò a passo svelto nella periferia,l’occhio cadde anche sulla casa di Slash,notò una finestra ancora aperta e la luce veniva dall’interno. Si fermò e aspettò,dopo poco vide una figura dai voluminosi capelli con un braccio un bimbo che teneva teneramente il viso appoggiato alla sua spalla:evidentemente Cash faceva fatica a mettersi a letto.

Sorrise nuovamente:

-Scusami “mister capelli all’aria“…- era quello il soprannome che aveva dato a Slash anni prima quando era ancora piccola. Lui era sempre stato un padre,un amico e un fratello per lei. E adesso metteva a letto Cash proprio come tante volte aveva fatto con lei,mentre la mamma era in cucina a piangere. Se lo ricordava bene.

Mandò via questi pensieri.

Aveva ben altro da pensare.

Quanto le mancava la sua New York?? Non lo sapeva. Era troppo.

Era venuta a Los Angeles solo per quella stupida festa che le aveva rovinato l’esistenza.

Non sarebbe stato meglio starsene a casa,buona buona a cantare e suonare la chitarra in quella topaia che impropriamente osava chiamare cameretta???

Si

Mille volte si.

Invece era lì,in una fresca notte d’estate,sotto il cielo buio della città degli angeli.

Camminò ancora a lungo osservandosi i piedi con solo i calzini che strisciavano uno avanti all’altro. Ad un tratto squillò il cellulare.

Il suono fastidioso squarciò il silenzio della notte. Kleopatra vide il display lampeggiante che inizialmente le fece chiudere gli occhi.

Lesse : Alessio.

-Ale che vuoi adesso…- sussurrò,si fermò sedendosi sul marciapiede e rispose

-Pronto…-

-Oi scusami se ti disturbo stavi dormendo??- la sua voce era allegra come sempre. Non che ci fosse stata una volta in cui era triste,mai successo.

-No no…è che è successa una cosa sconvolgente…- ammise con le lacrime agli occhi. Piangeva un po’ perché si trovava in una situazione terribile,un po’ perché non ci capiva un cazzo di niente in quella storia,un po’ perché Alessio le mancava da morire.

E le piaceva da morire.

-Dai Kle vedrai che si sistema tutto…adesso ascoltami!- era stranamente eccitato,ma lei non desisteva

-No Ale ascoltami tu! Qua sto morendo,Los Angeles è una città di merda io non ci volevo tornare ma mia mamma mi ha costretta e io non ce la faccio più capisci??- disse tutto d’un fiato e ad alta voce.

-Ehi calma! Guarda che possiamo parlarci dal vivo!-

-Sei impazzito???- lei restò allibita.

-Guarda che io sono a Los Angeles!-

-Sono su scherzi a parte lo so…e ti dico anche che non è il caso- si allontanò i capelli dal volto e respirò profondamente. Quanto desiderava andare al centro dove tutta la notte c’è caos e gente dappertutto. Invece in quella cavolo di periferia non c’era un cane.

-Non sei su scherzi a parte Kle credimi. Dimmi dove sei-

-Ma sono in una strada buia,da sola,seduta sul marciapiede,in periferia-

-Ho capito tutto sai??- disse scherzosamente il ragazzo

-Ascolta qua c’è un parco vediamoci lì…- gli spiegò a fatica dove doveva andare,per fortuna egli aveva un senso dell’orientamento infallibile e capì presto il luogo dove si trovava

-Ho capito ma stiamo al telefono mentre non ci arriviamo entrambi così siamo sicuri di tenerci in contatto e poi non si sa mai…tu da sola in una periferia…- era protettivo,molto. Ma tuttavia alla ragazza non dispiaceva affatto avere qualcuno che ci tenesse a lei oltre a poche,rare persone.

Per quasi tutto il tempo parlò solo lui. Kleopatra si limitava ad annuire o a semplici esclamazioni,cosa alquanto strana perché anche lei come la madre era dotata di una loquacità paurosa. Tuttavia Alessio non glielo fece notare,parlò e basta tenendo sempre lo stesso tono felice per non buttarla giù nonostante si sentiva tristissimo anche lui.

Poi a distanza si videro. Kleopatra tolse il cellulare dall’orecchio e chiuse. Lui sentendo il classico segnale acustico chiuse e lo mise in tasca avviandosi verso di lei.

Si venivano incontro a vicenda,poi in silenzio la avvolse in un abbraccio.

Alessio era un ragazzo mulatto,abbastanza scuro di pelle,capelli riccissimi sui quali teneva sempre un cappello o nero o bianco. Statura media,fisico davvero bello.

Carattere straordinario.

Per Kleopatra era una roccia,unico elemento fermo dinnanzi agli occhi anche quando,come in quel momento,le sembrava che le girasse tutto intorno. Si aggrappava ogni volta alle sue spalle come un naufrago al primo scoglio che incontra,e respirava il suo profumo come fosse un soffio vitale.

-Come stai?- gli chiese

-Io bene…- rispose lui con il viso affondato nei rossi capelli di lei

-Ma sei venuto fino a qui…per me?- chiese commossa

-Si certo- si staccò leggermente per poi tenerle il viso fra le mani e baciarla sulla fronte.

-E adesso però mi racconti tutto,per filo e per segno- si stesero sull’ erba fresca,lo sguardo diretto al cielo.

Kleopatra osservava le stelle brillare.

Erano quelle che,come muse,la ispiravano a raccontare quello che era successo.

Per lui era diverso. Aveva gli occhi puntati sul viso perfetto della ragazza,sulle lacrime cristalline che scendevano sugli zigomi e brillavano sotto la luce della luna. Ogni tanto faceva un respiro profondo per liberare il naso ma per il resto la sua voce non tremava anzi;era tranquilla come se quel caos e quel dolore non la toccassero da vicino,come se il suo corpo fosse lì ma l’anima trasmigrata in un posto lontano,conosciuto solo dalla sua immaginazione.

Parlò della sua difficoltà nei rapporti col padre,che quasi amava; della madre che rivoleva indietro il suo uomo e non si curava delle sofferenze di sua figlia ma soprattutto di quanto le mancasse la vita di un tempo…quando tutto era semplice.

Non appena ebbe finito si asciugò le lacrime e si voltò verso di lui.

-Non soffrire per me…- gli accarezzò una guancia.

-Soffro invece…siamo amici da una vita e mai che una volta io abbia pensato di abbandonarti,anche nei momenti più difficili. Soffro con te e lo sai…- la ragazza chiuse gli occhi appoggiandosi col viso sul suo petto caldo.

-Capisco la situazione Kle…e capisco che non è semplice. Secondo me devi provare a parlare a tua madre. Tante volte all’inizio ti avevo detto di scappare,ma non credo che fuggire dai problemi sia un modo per evitarli. Inizialmente sembra di aver superato tutto,ma alla prima occasione ti si ripresentano ancora più difficili di prima.- le accarezzava i capelli morbidi mentre parlava e la teneva forte quasi per proteggerla da quello che c’era oltre il loro mondo,il cui confine erano le sue robuste braccia.

-Hai ragione… ma che posso fare?-

-Sei scappata vero?- la guardò negli occhi ma con un mezzo sorriso. Lei sorrise e annuì.

Dal mini bar vicino provenivano le note dei lenti che si presumeva stessero ballando ubriache coppie di amanti.

You are not alone: Michael Jackson.

-Balla- disse Alessio con semplicità e si alzò,maestoso nella sua singolare bellezza.

-Cosa??- lei si sollevò sui gomiti lasciando che il rosso dei capelli sporcasse il verde scuro dell’erba

-Dai vieni…- sorrise.

Come dirgli di no?

Kleopatra si alzò.

Era in pigiama,capelli scompigliati al massimo e calzini.

Agli occhi di lui era sempre bella…sorrise e la prese per mano.

Era mezzanotte e loro ancora ballavano felici e liberi.

Come tante volte avrebbero desiderato di essere.

Via da un mondo che non gli apparteneva.

Insieme.

 

Eccomi qua dopo un lungo lungo lavoro!! XD

Mi sono accorta di un piccolo errore…prima non avevo detto che Cleopatra e la mamma erano di New York a differenza di Axl che è a Los Angeles…

Comunque in questo capitolo bisogna ammettere che ci sono parechie emozioni della protagonista che rispecchiano le mie in questo periodo…purtroppo.

Vabbè un kiss a tutti!!!

Angus Girl : ecco qua tu la prima a recensire e io ti cito per prima!!! XD sono davvero felice che ti piaccia la storia nonostante sia molto diversa dalle altre fan fiction sui Guns n’ Roses… comunque il carattere di Axl emergerà molto in sua figlia,più avanti si rischia di confonderli!!!! XDxD Un kiss spero che ti piaccia il nuovo chappy!!!

Funny_lady_ : e tu cara mi conosci….è vero Kleopatra è molto simile a me… povera Annie sarà la vittima della mia crudeltà xD!!!! E anche Axl me la paga per non avermi sposato!!!! xDxD Ti amoooooooooo

PS hai visto ce l’ho messo anche qui il mio Ale <3<3 xD

S3cr3tS_Myr3 : essì Kleopatra è proprio figlia di suo padre xD sono felice che ti piaccia la fan ficcy <3

Crazy_Me : sono contentissima che ti piaccia la fan ficcy!!!! Anche a me è venuta la stessa curiosità è per questo che ho scritto questa follia!!! XDxD spero che continuerai a seguire…

Roxanne under red light

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Lucy in the sky ***


4. Lucy in sky

Guardò neglio occhi lucenti di quell’uomo che amava da sempre…che tanto avrebbe voluto sposare.

-Ti amo Axl- sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra

-Anche io tesoro- l’uomo sorrise e la baciò.

Non appena il bacio terminò Annie si svegliò di colpo presa dalla sete.

Si mise seduta sul letto infilandosi le ciabatte e la vestaglia.

Guardò la sveglia.

Segnava le 01:01.

Esprimi un desiderio.

La prima persona che le venne in mente fu Axl,

ma si ricordò che c’era qualcuno che più di tutti meritava la sua attenzione: Kleopatra.

“Fa che sappia affrontare la situazione come è più giusto che sia…”

Sorrise pensando alla sua piccola,portandosi le mani al petto.

Si alzò lentamente,Kleopatra era più importante della sete.

A bere ci sarebbe andata dopo.

Aprì lentamente la porta socchiusa della sua stanzetta,già sorrideva pensando che quando l’avrebbe aperta avrebbe trovato sua figlia che dormiva con il corpo semi scoperto,rigorosamente a pancia sotto e il lunghi capelli rossi che scendevano fino ad accarezzare il pavimento.

Tante volte l’aveva osservata sin da quando l’aveva messa al mondo…e ogni volta si convinceva sempre di più che era uguale ad Axl; da come dormiva,dal profumo che avevano i suoi capelli,dal modo simpatico e sarcastico con cui puntava addosso agli altri i suoi occhioni verde-azzurri.

Si aspettava di trovare tutto questo aprendo quella semplice porta di legno.

Invece non vide niente.

Nulla.

Solo il letto disfatto e il cuscino umido.

Restò a bocca aperta.

“Magari è in bagno

Cercò di rassicurarsi e chiamò forte: “KLEOPATRA!!!”

Nessuna risposta.

Urlò ancora.

E ancora.

Ripeteva piena di sconforto il nome della figlia.

Corse per tutta la casa.

Ma senza trovarla.

Si sentì le corde vocali spezzare in gola:non riusciva più a parlare.

Non versò neanche una lacrima.

Non aveva nemmeno le lacrime da versare.

Si sedette sul divano…la sensazione di sete non era sparita,anzi.

La sentiva espandersi dalla lingua,alla bocca,allo stomaco,al ventre,alla testa,al cuore!

Pensò a cosa doveva fare…ma sembrava impossibile pensare.

Improvvisamente le venne in mente un nome,l’unico che poteva aiutarla: Slash.

Da giovane era un animale,la gentilezza e l’affetto non sapeva davvero cosa fossero;col tempo era cambiato,sempre pronto a dare aiuto a chi ne aveva bisogno,Saul era buono non avrebbe fatto male ad una mosca.

Compose il suo numero e sentì che squillava…

Dio grazie….

Qualcuno rispose alla chiamata,fece un lungo sospiro poi disse piano,con voce assonnata

-Pronto?- al suono di quella voce rassicurante,che conosceva da una vita Annie si tranquillizzò un po’…ma giusto quel poco che le bastava per pronunciare qualche parola.

-Slash…Kleopatra…- pianse a dirotto

-Annie???- adesso la voce era sicura e diretta. Aveva capito che piangeva e qualcosa andava male.

-Si sono io…-

-Mi dici che è successo?-

-Kleopatra…n-non c’è…- disse tra i singhiozzi che le spezzavano la voce e il cuore.

Slash riportami la mia bambina…

-Arrivo subito- disse sicuro e chiuse.

Lasciò un biglietto alla moglie che dormiva affianco a lui. Non si vestì nemmeno,infilò giusto una felpa sul pigiama.

Ma prima di uscire prese in mano il cellulare.

Selezionò “rubrica”.

Scese giù fino ad un nome: Axl.

Sospirò prima di chiamarlo.

Dopo tutto quello che era successo tra di loro era difficile prendere il cellulare e chiamarlo come fosse tutto a posto.

Perché niente era a posto.

Ma lui aveva coraggio…sapeva affrontare i problemi.

Spinse quel dannato tasto e portò il telefono all’orecchio.

Non appena la voce assonnata di Axl disse “Pronto?” egli pronunciò diretta e spedita la notizia

-Kleopatra è sparita-

-Cosa??-

-Vieni a casa di Annie,subito- e chiuse. Poi corse diretto alla graziosa casetta dell‘amica.

Non appena la donna aprì la porta gli saltò al collo piangendo rumorosamente.

I singulti erano accompagnati da parole impastate,a lui sembrava quasi si sentire il suo cuore sbramarsi.

-La ritroveremo Annie,te lo prometto!- disse stringendola più forte.

Dopo poco arrivò Axl…

Duff…

Izzy…

E Steven.

Erano lì riuniti nel dolore di una scomparsa.

E allora,dopo tanto tempo si sentirono di nuovo i Guns n’ Roses,uniti e inseparabili.

Axl,Duff,Izzy e Slash andarono alla ricerca della ragazza.

Steven e Annie restarono a casa nella vana speranza che si ricredesse tornando indietro.

PARCO DI LOS ANGELES PERIFERIA: ORE 02:42

I due ragazzi erano stesi vicini sul prato umido,gli occhi verdi e lucenti di lei brillavano felici mentre i ricci neri di lui mi mescolavano con l’erba e con il rosso di Kleopatra.

Da lontano quattro uomini avanzavano lentamente.

I due non gli diedero troppa importanza,credevano ormai di essere andati via emigrando in una sorta di mondo parallelo.

Ma putroppo dalla realtà non si può sfuggire…essa ci crolla addosso assurda e banale quando meno ce lo aspettiamo…

-Voi dite che sono loro?- chiese uno dei quattro mentre si calcava il berretto nero in testa,gli occhi scuri erano stanchi eppure vigili

-Io sto perdendo le speranze…- ammise l’altro dai capelli rossi. Si appoggiò con la schiena al muro e con gli stessi occhi verdi della figlia osservò allo stesso modo il medesimo cielo blu intenso,e all’interno vi cercava una stella. Che non trovò.

-La ritroveremo…- a quelle parole il rosso si incantò nel fissare la chioma bionda dell’altro amico e gli sorrise.

L’unico che restava in disparte era Slash,la chioma scura ondeggiava al minimo alito di vento. Improvvisamente indicò i due ragazzi: uno di loro si era alzato,era una ragazza dagli inconfondibili capelli rossi;senza dubbio Kleopatra.

Senza parlare il chitarrista si avviò verso di loro a passo svelto seguito dagli altri. Il cuore gli scoppiava di gioia per averla ritrovata,ma d’altra parte di delusione nei suoi confronti…era fuggita causando un dispiacere immenso ai suoi genitori e chiunque altro le stesse intorno.

I due appena li videro riconobbero la loro identità e restarono atterriti,impiedi e si tennero per mano

-Mi uccidono…- disse piano Kleopatra

-Ci sono io con te…- ammise Alessio stringendo più forte la mano.

-KLEOPATRA!!!! Ma come ti è saltato in mente di fuggire??? Come??? E tu??? Sei venuto fin qui?? Ma siete pazzi dico!!!! Tua madre è quasi morta dallo spavento!!!- ruggì Slash

-Per favore non urlare così!!!!- esclamò Axl. Ma nessuno non gli badò…

-Questa situazione è troppo difficile per me…non sono in grado di affrontarla…mi dispiace- rispose con falsa calma la ragazza

-E così hai pensato di fuggire?-

-Si…- ella cercò gli occhi del padre,incrociò gli sguardi e taque.

Poi disse timidamente ad Alessio di andare via…egli obbedì poi lentamente lei si incamminò verso casa seguendo i quattro uomini.

Appena entrato Axl gettò lo sguardo su Annie appoggiata sulla spalla di Steven,il viso era solcato da grosse lacrime. Le sussurrò

-L’abbiamo trovata…- la donna si alzò e andò incontro alla figlia,la abbracciò forte…ma le sue braccia non cinsero il corpo esile della madre,restarono lungo i fianchi come se non le interessasse della cosa.

Subito dopo la donna si staccò e cominciò a urlare frasi senza senso: aveva avuto paura,preoccupazione…

-Mamma smettila!!- rispose Kleopatra con voce evidentemente stanca e spossata.

-SMETTILA???- urlò più forte Annie.

Axl,Slash,Duff,Izzy e Steven guardavano in silenzio la scena seduti sul divano.

Improvvisamente il cantante si alzò,era stanco ma deciso e disse in tono fermo

-Adesso basta! Kleopatra vai di sopra nella tua stanza!

-Io non ascolto ordini da uno che dice di essere mio padre quando poi non conosce niente di me!!!- urlò forte la ragazza per poi scoppiare in un pianto disperato.

Tutti si aspettavano che avesse urlato o fatto qualcosa di imprevedibile come al solito.

Invece tra lo stupore generale abbracciò dolcemente la figlia dondole un bacio sulla fronte

-Ne parlaremo…ora dormi-

E lei silenziosamente salì in camera sua.

-Axl…- mormorò Annie piangendo ancora. Si sedette sul divano raggomitolandosi,l’uomo lasciò cadere accanto a lei e la abbracciò, mentre fuori sorgeva l’alba di un nuovo mattino…

Ragazze perdonatemi…..ho aggiornato dopo due secoli ma mi piace avere l’ispirazione per scrivere e in questi giorni proprio….

Vabbè come al solito ringrazio tutte le mie lettrici:

Crazy_Me : Grazie milleeeeeeeeeee <3 spero che continui a seguire

Funny_lady_ : chi è che mi rovina la pagina delle recensioni?? Tu ovviamente figliola!!! XDDD cmq ti amo anche iooooooooo <3<3 essì sono cotta a puntino u.u

Angus Girl : Sono felicissima che ti piace la fan ficcy ^^ stai tranquilla che tra un paio di capitoli vedrai padre e figlia da soli… spero che ti piaccia questo capitolo <3

S3cr3tS_Myr3 : Ma grazie Myre….scusami ma in questo periodo la tua teacher non aveva ispirazioni ): ma cercherò di non fare più questi ritardi ^^

Roxanne under red light

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Estranged ***


5. Estranged

-Ma portiamola in ospedale non vedi che sta male??- urlò Izzy rivolto ad Axl che non sapeva cosa fare.

-Va bene!- disse ad un tratto cominciandola a sollevare di peso aiutato da Steven.

Erano le 7 del mattino ma sembrava notte fonda.

Fuori ululava il vento

-Veniamo anche noi!- aggiunse Slash e Duff fece un cenno come per dire che era d’accordo col chitarrista.

-NO SLASH RESTA CON LEI!!- urlò la donna dai lunghi capelli neri.

Era in preda al dolore,si sentiva il cuore come se le stesse per scoppiare e dei forti capogiri. Tuttavia con quelle parole dette fugacemente affidò al suo amico più caro sua figlia.

Ed egli obbedì stando fermo mentre tutti,allarmati,uscivano portando la donna quasi priva di sensi…

 

Quando Kleopatra si svegliò si trovava nella stanza semi buia.

Restò a lungo con lo sguardo fisso a guardare il soffitto mentre si attorcigliava una ciocca di capelli attorno ad un dito.

Dopo poco decise di scendere di sotto,si lavò e rapidamente si vestì. Arrivata nel salotto trovò solo Slash che parlava al telefono

-Ma come??? Rischia la morte??- disse in panico l’uomo.

Pausa

-MA E’ COSI’ GIOVANE!!!!- con una mano reggeva il cellulare,con l’altra quasi si strappava i capelli.

La ragazza capì che qualcosa non andava

-Saul?? Gli altri dove sono??- chiese ma lui non le badò.

Rispose al telefono con un altro grido disperato

-AXL NON DIRE QUESTE CAZZATE PER FAVORE!!!!- Kleopatra vide che aveva gli occhi lucidi

-Saul rispondimi!!!- gli si avvicinò e lo afferrò per la maglietta. Ancora una volta lui si liberò facilmente della fragile mano di lei che lo teneva supplicandolo di dirle qualcosa e scoppiò in un altro urlo

-ANNIE NON PUO’ MORIRE COSI’!!!!-

A Kleopatra si gelò il sangue nelle vene.

Si stava parlando di sua madre.

E lei non sapeva niente.

E Saul non la ascoltava.

Più frustrata di così non poteva essere.

Aspettò in silenzio che Slash terminasse la telefonata,e quando chiuse immediatamente chiese con voce flebile

-Cosa è successo a mia madre?-

-Problemi di cuore…rischia la morte- disse piano Slash sedendosi su una vecchia poltrona accanto alla ragazza che stava lì raggomitolata. Lei si appoggiò a lui e chiuse gli occhi

-Ha cominciato a star male ieri sera…e sono circa tre ore che l’hanno portata in ospedale,io non sono andato perché Annie ha voluto che restassi con te…-

La ragazza si ammutolì e ascoltò solo il respiro lento e pacato dell’uomo.

Passò un tempo che a Kleopatra sembrò infinito. Ebbe la strana sensazione di non provare alcun sentimento. Né tristezza,né felicità,né noia o altro. La notizia l’aveva svuotata.

Stava pensando che sentimento scegliere almeno per dare un senso a quella stupida giornata quando la voce di Slash,anche se stranamente dolce,la fece tremare.

-Kleopatra,so che questi discorsi angosciosi non sono proprio il massimo ma vanno fatti. Tua madre ha un’alta probabilità di andare via da questo mondo per sempre…e se lei va via vorrei tenerti con me…- lei sorrise

-Non vedo altra soluzione!- disse quasi felice ma si rese conto che non aveva finito.

E forse già sapeva cosa voleva dire.

C’entrava un certo Axl.

-Ma tuo padre farà qualsiasi cosa pur di averti con lui…e io non posso far altro chedargli ragione.- concluse tristemente

-NO!- esclamò la rossa -Non voglio stare con lui!! Non è mio padre,non sa niente di me,della mia vita!- si alzò in piedi e corse in camera sua.

Appena aprì quella dannata porta le girò la testa. A tentoni arrivò al letto e vi si gettò sopra a peso morto.

“Mamma ti prego…non lasciarmi da sola…” pregò silenziosamente,sperando che la madre la ascoltasse.

Affogò il viso nelle lacrime senza sapere come un viaggio a Los Angeles aveva sconvolto così la sua vita.

Si sentiva sconvolta e confusa..le girava la testa,non sapeva che fare.

Più di una volta sentì Slash andare a bussare alla porta,o anche gente che entrava e usciva dalla porta di casa…se l’udito non la tradiva avrebbe giurato di aver sentito anche la voce di Axl.

E più lo sentiva più piangeva perché lo odiava.

Odiava tutto di lui…dagli occhioni verdi alle riccioline rosse alla pelle chiara.

Tutti dettagli che la natura gli aveva donato per travestire da angelo un diavolo capitato per caso sulla terra.

A dire la verità anche per lei valeva lo stesso discorso.

E si accorse che la cosa le dava ancora più fastidio.

Smise di piangere.

Si mise a sedere sul letto,asciugandosi gli occhi verdi che a causa del piato si erano ridotti a due fessure.

Scese di sotto aspettandosi Slash ancora seduto sulla vecchia poltrona.

Invece ci trovò Axl.

Restarono entrambi fermi,per un attimo l’uomo perse il respiro.

Perché quella ragazza gli metteva inquietudine?

Appariva sempre quando nessuno se lo aspettava e sempre dagli angoli più bui delle stanze,ogni volta sobbalzava non appena silenziosamente scivolava nella stanza.

Entrava silenziosa dal buio,quei capelli di sangue sciolti sulle spalle,la pelle bianca e gli piantava addosso quegli occhi verdissimi,ancora più verdi dei suoi.

Quando parlava con lui biascicava qualcosa tra le labbra rosse senza mai togliergli lo sguardo da dosso. Poi se ne tornava nel buio da dove era venuta.

Se una volta fosse apparsa di notte non si sarebbe sorpreso di aver paura.

-Che ci fai tu qui?- chiese

-Sono venuto a farti compagnia-

-Non ho bisogno di compagnia- ammise aggrottando la fronte

-A no? Credi di essere una super donna?-

-Lo sono- disse con aria superba prima di sparire verso la cucina

Improvvisamente squillò il cellulare.

La ragazza non ci fece caso intenta com’era a pensare altre diavolerie da dire al padre.

Lo sentì parlare all’inizio in tono amichevole

Poi di botto cambiò

Urlò quasi

Ma lei non sentì,o non voleva sentire.

Poi egli chiuse la chiamata e si precipitò da lei

-Vieni con me!-

Lei spalancò gli occhi,ma capì che qualcosa non andava…

In silenzio lo seguì

“Per favore….mamma…”

 

Eccomi ancora in ritardooo

Adesso che finisco la fan ficcy di Michael Jackson mi impegnerò di più J e perdonatemi per la tristezza estrema del chappy,spero che piaccia lo stesso alle mie dadine <3

Angus Girl : eccoci qua…tra pochissimo il chappy del papi all’opera con la figlia..ne vedremo delle belle..ma anche delle brutte… un bacioneeeeeee <3<3

S3cr3tS_Myr3 : ahah Myree quanto sei forte?? Ti voglio beneeee <3<3

Crazy_Me : troppi complimentiiiiiiii dopo mi monto la testa u.u xD dai spero che mi perdoni x il ritardo ç_ç kissssss

Funny_lady_ : ahah amoreeeee <3<3 stavolta ho aggiornato ancora più tardi tiè xDD kisssss

 

Roxanne under red light

 

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Capitolo 6
*** Fall to pieces ***


6. Fall to pieces

Axl guidava velocemente. Non aveva nemmeno chiamato l’autista.

Aveva le guance rosso fuoco e sudava freddo.

Kleopatra lo guardava dal sedile accanto e si spaventava

-Mi diresti che è successo?- chiese con finta calma per non agitarlo ancora di più,nonostante aveva capito che forse più agitato di così non poteva essere.

-Vedrai…- disse mentre una lacrima gli rigava il viso perfetto

“Everytime I…

Fallen”

Arrivarono all’ospedale in tempo da record.

La ragazza si sentiva la testa vuota,tutto vorticava a velocità impressionante senza che lei riuscisse a rendersene conto.

E come se ciò potesse aiutarla nessuno si degnava di dirle che cazzo stava succedendo in quel pazzo,pazzo mondo.

Scese dalla macchina e le parve che tutto andasse a rallentatore.

Il padre correva davanti a lei.

E malgrado lei cercava di sostenere il suo passo egli si allontanava sempre di più

“Kleopatra fai presto!” le urlava quando si girava

Ma le sembrava di camminare in un mare di sabbia che le arrivava alle spalle. Cercava di andare avanti,pensava alla mamma.

“I fallen…”

Quando era piccola e usciva dalla scuola si sentiva stanca morta,eppure la vedeva da lontano con le braccia tese e riusciva a correre. Sapeva che la sua fatica sarebbe stata ricompensata dalle coccole infinite.

Adesso?

Non era sicura se l’avrebbe rivista,ancora bella e giovane pronta ad abbracciarla.

Forse stavolta era la mamma che aveva bisogno del suo abbraccio.

“Kleopatra per favore!!” urlò ancora Axl in preda al pianto

Lei corse veloce stavolta.

Entrò nell’ospedale.

Sfrecciò tra i corridoi.

Da lontano vide un mucchio di gente fuori ad una porta.

Arrivò veloce e correva.

Sua madre era forte,non sarebbe morta.

Ne era SICURA.

Almeno fino a quando Izzy non le si parò davanti

-Fine della corsa…- era stanco e triste

-Che significa??- urlò. L’uomo la avvolse in un abbraccio

-Ci ha lasciati…- sussurrò all’orecchio della ragazza

-NO voglio vederla! Le devo dire un mucchio di cose! Non mi avrebbe mai lasciata così…- si staccò e gridò.

-Mi dispiace…-

Tutti la guardavano con uno sguardo di compassione.

Odiava queste situazioni

-Che avete da guardare eh? Non mi serve la vostra compassione…forse è così che doveva andare. Devo correre da sola adesso,e non voglio nessuno che mi accompagni e che mi dica cosa fare e cosa non fare- disse guardando uno ad uno quelle persone che conosceva da una vita -Voglio solo fare ciò che di meglio esiste,così quando arriverà anche per me la fine potrò rivedere la mia mamma e raccontarle tutto ciò che ho fatto anche senza di lei.-

Poi entrò nella stanza.

Ciò che vide la fece sentire male.

La pelle un tempo rosea e colorita adesso era bianca,fredda.

Perché la morte doveva prendere proprio una donna così giovane?

Mentre pensava questo si sentì abbracciare alle spalle.

Era Axl,suo padre.

Si voltò e lo strinse forte.

Piangevano insieme.

Perché l’unico angelo che li custodiva era morto.

Come due diavoli avrebbero potuto sopravvivere?

Due persone così perfettamente uguali,finivano per entrare in conflitto.

-Ce la caveremo…- disse Axl accennando un sorriso.

-Si…- anche lei sorrise.

-Tua madre era una donna straordinaria,a distanza di anni l’ho sempre ricordata e amata. Forse è morta giovane perché in circa 35 anni ha fatto tutto ciò che una persona normale non ha fatto in 80. Aveva diritto a cadere,a cedere anche lei.

-Ma secondo te lei adesso…è felice?

-Molto. E se è andata via lasciandoti qui non è un caso. Significa che sei abbastanza forte per andare avanti anche senza qualcuno che ti guidi,credimi-

La ragazza si avvicinò al corpo della madre

Le accarezzò i capelli morbidi e neri

La pelle bianca

Le mani dolci

“Ti amo..” sussurrò.

E vide il suo sorriso,Axl aveva ragione: era felice.

Era in pace.

“All alone I fall…to pieces”

Ecco il nuovo chappy…x scriverlo mi è stata assolutamente necessaria la canzone “Fall to pieces” dei Velvet Revolver <3

Signorine che ne pensate? Mi dispiace da morire per la mia Annie…ma la sua morte è un espediente necessario u.u

Per vedere cosa combineranno Axl e Kleopatra…mi vengono già i brividi!

Un bacione a tutti e grazie infinite per i complimenti…siete fantastiche!

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Capitolo 7
*** I'm by your side ***


7. I’m by your side

Axl era seduto sull’enorme sedia a sdraio fuori al suo immenso terrazzo con vista sul mare. La perdita imprevista di Annie lo aveva scosso,adesso si trovava a dover fare tutto da solo.

Stephanie era eccitatissima nel vedere Kleopatra in giro per casa,aveva preso tutto come un gioco…anche se in verità quello era tutt’altro che un gioco. La ragazza si era barricata nella stanza degli ospiti,che d’ora in poi sarebbe stata la sua camera,e non era più uscita.

D’altra parte Axl non era andato nemmeno a disturbarla.

Guardava l’immenso mare azzurro difronte a sé e pensava.

Nella periferia della città invece c’era un grande movimento,infatti Perla e i bambini stavano partendo per tornare a New York.

Slash salutò con affetto i suoi figli e la moglie che amava,fingendo un sorriso speranzoso.

In realtà pensava a Kleopatra.

Quando erano andati via dall’ospedale Axl l’aveva portata via con sé dicendo che prendevano un gelato insieme,ma non riusciva a fidarsi.

Dentro il suo cuore sperava di porterla tenere,accudirla. E sapeva che Axl non l’avrebbe mai fatto.

Tutti si erano accorti di come era complicato il rapporto tra i due,e tutti temevano la reazione della ragazza ma soprattutto del cantante,celebre per le non poche cazzate che aveva sempre combinato.

I quattro uomini erano seduti intorno all’enorme tavolo,chiusi nel salotto con un tremendo odore di fumo.

Nessuno parlava,solo Steven osò portare in tavola l’argomento scottante

-Saul che pensi di fare con Kleopatra?- chiese preoccupato

Il ricciuto chitarrista rispose dopo aver preso una generosa boccata di fumo

-Non so Steven…sapete che vorrei prendermi cura di lei ma sapete anche che difficilmente Axl me lo concederà

-Ma quei due si ammazzeranno! Lo hai visto anche tu che tipa è Kleopatra,secondo me è molto molto peggio di suo padre- si intromise Izzy

-Lo so bene ma d’altronde cosa posso fare io? Axl è suo padre e ha tutti i diritti di avere sua figlia! Non ho voglia di mettermi in altri guai…forse è meglio che io mi faccia i cazzi miei e chiudere questa storia…è troppo difficile,non è un oggetto è una ragazza- ammise con una nota di tristezza e rabbia insieme

Per un tempo indefinito tutti taquero.

Un silenzio che diceva molte cose.

-Ragazzi Slash ha ragione,ricordiamoci del passato. I Guns n’ Roses si sono sciolti e i rapporti fra di noi sono molto cambiati,mi riferisco soprattutto ad Axl. Questi sono fatti suoi,non nostri- concluse Steven guardandoli uno per uno come per sfidarli a dire il contrario.

Infatti nessuno potè dargli torto.

Passarono si e no 5 minuti quando Duff sentì vibrare forte il cellulare in tasca. Si alzò dal tavolo e rispose.

Gli altri stavano a fumare in pace intorno al tavolo immobili come statue. Ma il biondo tornò dopo poco e porse il cellulare a Slash

-E’ per te- disse con voce atona.

L’uomo lo guardò interrogativo,ma l’altro rimase impassibile anzi gli avvicinava ancora di più il cellulare alle mani.

Slash lo prese e rispose con voce stanca.

La voce rabbiosa di Kleopatra lo investì in pieno rischiando di fargli perdere l’udito dell’orecchio destro.

-Si può sapere perché non rispondevi? È una vita che provo a contattarti!-

-Scusa bella,ma il mio cellulare è nell’altra stanza e…- la ragazza non gli diede tempo per finire

-Slash devi venire a prendermi- era decisa e inflessibile

-Cosa è successo? Dove sei?- si preoccupò lui,e incapace di stare seduto si alzò e cominciò a gironzolare per la stanza

-Mio padre…mi ha portato con sé. Quando gli ho chiesto spiegazioni ha detto solo che devo restare qui perché questa è la mia nuova casa,ma io non voglio starci un minuto in più…-

-Ti capisco Kleopatra…ma è tuo padre e vedrai che con il tempo…- ancora una volta lei non lo lasciò finire

-Ma cosa cazzo dici? Lo sai meglio di me che tipo è…per favore portami via da qui- lo supplicò. Il chitarrista se la immaginava perfettamente: era di sicuro seduta da qualche parte,in una mano si teneva una ciocca di capelli rossi e gli occhi erano più aperti che mai,come per scorgere qualcosa che le era ancora impossibile vedere.

Gli si strinse il cuore e in quel momento sentì un immediato desiderio di vederla,abbracciarla e rassicurarla che tutto sarebbe finito bene.

-Ti prego Slash…mio padre sei tu non lui…ti voglio un bene incredibile e so che ache tu me ne vuoi altrettanto,non lasciarmi qui o rischio di impazzire- sembrava sull’orlo delle lacrime. All’uomo per la seconda volta si strinse il cuore,quella voce era così simile a quella di Annie

“Slash riportami la mia bambina…”

Improvvisamente capì cosa doveva fare. Annie le aveva affidato sua figlia e non poteva deluderla solo perché era morta.

-Parlerò con Axl e vedremo che si può fare…stà tranquilla-

-Ma…fai presto però-

Appena chiuse la telefonata Slash guardò attentamente i suoi compagni

-Vado a parlare con Axl-

-Cosaa?? Ma fino ad un attimo fa dicevi che Cleopatra è sua figlia e non sono fatti tuoi!- disse Duff incredulo

-Duff pensaci…più di una volta Annie mi ha detto di prendermi cura di sua figlia. E non mi riferisco solo agli ultimi tempi…è da quando Axl è andato via che mi chiede aiuto. Kleopatra mi considera un padre ormai…devo fare qualcosa,se lei sta male in quella casa io la porterò fuori-

Detto ciò uscì sbattendo la porta.

L’aria calda mista al venticello fresco gli fece lacrimaree gli occhi. Pensò ad Annie,la vedeva ancora,la sentiva.

Pianse in macchina durante il tragitto verso la villa del Rose.

Ma non appena sceso dalla vettura si sentì investito da una nuova forza: avrebbe affrontato Axl,quello che una volta era stato il suo migliore amico…

Bussò al campanello dorato,e fissava la porta bianca.

Fino a quando essa non si aprì per mostrargli il viso perfetto di Axl Rose…

 

 

 

Adesso ringrazio le mie lettrici senza le quali davvero non saprei che fare! Grazie mille davvero =)

Crazy_Me: beh sarebbero una bella coppia ma…è impossibile xD ne approfitto per ringraziarti di tutti i complimenti che mi hai fatto anche nelle scorse recensioni…GRAZIE <3

Angus Girl: sisi Slash era proprio affezionato ad Annie =( ma sarà forte,è l’eroe della fic! :D grazie anche a te per i complimenti sei stata tra le prime lettrici <3

Lau_82: wooow una nuova lettricee! :D sono contenta che ti piaccia la fic…beh facciamo il tifo per Slash! (confesso che sto scrivendo piano piano la storia e sono ancora molto indecisa =S) <3

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Behind his black eyes ***


8. Behind his black eyes

-Buonasera Axl- disse Slash in tono formale

-Salve…come mai sei qui?- a differenza dell’altro,il cantante rispose con tono di sfida. Sapeva benissimo il perché della visita.

-Posso accomodarmi?- nonostante tutto egli mantenne una certa educazione

-Si…si certo…- sembrò esistante Axl,ma dovette accettare.

Stephanie già lo invitava ad accomodarsi sul divano ma il rosso intervenne

-Scusa cara,ma preferirei che il signor Hudson si accomodasse con me al tavolino di fuori…ci porteresti un po’ di whisky per favore?- disse sorridendo,cambiando completamente il tono altezzoso che aveva usato fino a pochi minuti prima.

Slash si stupì come quel ragazzino ingenuo e sensibile che aveva conosciuto anni prima si fosse trasformato in un uomo così scaltro e capace di cambiare la maschera anche a distanza di pochissimo tempo. Ne restò semplicemente nauseato.

Non appena si sedettero il chitarrista decise di arrivare al punto.

-Axl io voglio che Kleopatra resti con me- disse dopo aver bevuto un generoso sorso di whisky

-Mi dispiace contraddirti.. Ma lei è MIA figlia e resterà sotto la mia tutela- ammise

-Ho capito ma lei qui non sta bene. Mi ha chiamato prima…-

-Lei starà benissimo te lo assicuro- disse il rosso guardando distrattamente altrove

-Axl le vuoi bene?- chiese il chitarrista guardandolo invece dritto in faccia.

Lo guardava perché era convinto di ciò che diceva… forse Axl non era del tutto convinto.

-Si certo! Che domande sono?.- rise

-Allora lasciala venire con me…- provò il chitarrista con voce bassa e profonda

-Mi dispiace deluderti Saul. Ma sarò irremovibile- disse con un mezzo sorriso…

Saul si alzò con aria disgustata. Voleva andarsene al più presto da quella dannata casa.

Axl lo stava accompagnando alla porta, e anche lui si sentiva lo stesso disgusto verso se stesso.

Guardò gli occhi neri dell’altro,gli erano sempre piaciuti.

Quella vivacità,quello spirito.

Erano occhi delusi,molto.

Eppure speranzosi ancora,forti.

Improvvisamente una figura di donna irruppe nell’ingresso. Si precipitò al collo di Slash che si trovò in viso affondato in una massa di capelli rossi.

Lei iniziò a piangere

-No slash non andartene… per favore!

-Kleopatra io…- lui tentò di consolarla

-No! Non può essere! Io voglio stare con te non con lui!-

Axl osservava la scena impassibile. Anche quando la figlia lo implorò egli con un cenno del capo fece capire il “no”.

Sia Slash che Kleopatra probabilmente avrebbero ucciso Axl… era troppo da sopportare.

Nella mente della ragazza si affollavano tanti pensieri non appena si staccava un po’ dal petto caldo di colui che da una vita l’aveva amata,aiutata,aveva riso con lei,aveva pianto con lei. Si sentiva vuota,quasi come se stesse subendo un altro lutto.

-Ho già perso mia madre…- pianse

-Adesso hai tuo padre- disse Axl

Taquero

Un silenzio assordante.

Slash diede un bacio umido sulla fronte della ragazza poi uscì.

Lei si affacciò alla finestra guardando gli ultimi passi lenti dell’uomo.

Pioveva forte fuori, i ricci perfetti si bagnavano con la pioggia.

E anche le lacrime che gli rigavano il volto si perdevano mischiandosi con l’acqua.

-Verme…- sibilò Kleopatra ad Axl prima di salire di nuovo in camera sua

E nel frattempo si sotto Slash alzava gli occhi di notte verso il buio,la pioggia si infrangeva sul suo viso stanco

-Annie… io ci ho provato…-

 

Ragazze vi chiedo perdono in ginocchio** ma in questo periodo il mio computer non ne voleva sapere di riuscire a farmi postare…

Spero che piaccia anche questo capitolo..

Lau_82 : purtroppo l’ha spuntata Axl… ma ci saranno ancora altre avventure da vedere xD Spero che ti piaccia questo chappy J

Angus Girl : dio! Mi hai quasi dato l’ispirazione per una bella comica su Slash xD mi dispiace da morire di non averlo fatto uscire vincitore da questo “scontro” ma deve andare così.. Spero che continui a seguire <3

Crazy_Me : benvenuta nel club delle ritardatarie! ;) peccato che qua Axl non è per niente ragionevole (come al solito -.-) spero che anche tu continui a seguire nonostante i ritardi…

 

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Capitolo 9
*** Walk away ***


9. Walk away

DUE ANNI DOPO

Kleopatra camminava nel giardino della villa. Erano passati due anni e in parte ancora non si sentiva completamente a suo agio in quel lussuoso ambiente.

Si sentiva più sola che mai,non era più tornata a New York la sua città; aveva perso le amicizie,un amore appena nato,i contatti col suo mondo. Se prima si poteva dire che fosse una ragazza enigmatica e misteriosa adesso lo era ancora di più.

Lo spostamento a casa di Axl le aveva portato un cambiamento persino a livello estetico,ma che ovviamente come uno specchio rifletteva perfettamente il cambiamento interiore…al posto dei capelli rossi,accesi mossi e vivaci adesso c’erano dei liscissimi capelli neri con una fragia dritta che finiva appena sopra gli occhi; i quali non erano più chiari e solari,bensì di un verde bottiglia intenso carico di rabbia e stanchezza allo stesso tempo.

Camminava e ripensava a quanto stava bene fino a pochi anni prima,e a quanto era sola adesso. Certo aveva anche a Los Angeles degli amici,delle conoscenze. Ma sentiva qualcosa che mancava,si sentiva sempre come fosse un’estranea in mezzo agli altri.

Poteva sembrare strano che a distanza di tempo soffrisse ancora… in teoria ci avrebbe dovuto fare “l’abitudine”.

Ma l’abitudine al dolore non si fa mai.

E per quanto il tempo possa cercare di soffocare i ricordi essi vengono sempre a galla nel momento più inaspettato.

“we can have some more

Nature is a where…”

Axl dalla veranda guardava la figlia passeggiare e ogni tanto fermarsi per sedersi sull’erba. Scese in giardino e le si sedette accanto

-Kleo cos’è questa faccina?- chiese in tono comprensivo

-Voglio tornare a New York- lei non era di certo una di quelle ragazze che rispondono “niente” mentre in realtà stanno morendo dentro.

Diceva diretto ciò che voleva per essere felice,ed era una qualità che Axl le aveva trasmesso e ne era molto fiero.

-Ma tesoro ormai vivi qui… io non posso spostarmi e lo sai-

-Chi ha detto che devi venire anche tu?- lo guardò con sarcasmo

-Non vorrai mica andare da sola…?- chiese spaventato. La sola idea che la sua bambina andasse da sola così lo lontano lo terrorizzava. Non perché non si fidasse di lei,ma aveva paura che potesse cadere anche lei nella droga o nell’alcool. Col tempo si era visto che i geni erano quelli,non si potava cambiarla ma almeno vigilare su di lei fino a quando non avesse capito la gravità della cosa.

-Si che voglio andare da sola,e devi anche lasciarmi andare perché ho 18 anni ormai,so badare a me stessa- affermò e si alzò di scatto.

Era incredibile come quella ragazza sapesse coordinare il suo pensiero con le sue affermazioni e con i movimenti. Un’altra somiglianza col padre.

-No Kleopatra non posso mandarti da sola-

-Ma ci sarà Saul a controllarmi!- disse in tono scocciato

-Non mi fido di lui e lo sai- ammise

-Ah si certo… come se fosse stato lui ad abbandonare mia madre a 17 anni solo perché c’ero io di mezzo vero? Chi è che si è preso cura di me per 16 della mia vita? Non tu: questo è sicuro-

Ed era vero.

“bruises on the fruit

Tender age in bloom…”

DUE GIORNI DOPO

-Kleopatra stai attenta mi raccomando-

-Sisi tranquillo- rispose la ragazza in tono di sufficienza

L’aereo che avrebbe preso partiva tra un quarto d’ora. Salutò il padre con un abbraccio e si avviò all’entrata.

Non appena tutto fu pronto si sedette e cominciò ad ascoltare musica. Pensò se avrebbe rivisto i suoi vecchi amici… il ragazzo che amava…

Intanto la mente viaggiava lontano sulle note di “Day tripper”,durante il viaggio spesso si addormentò. Sognò di tornare a casa… nella SUA casa,nella sua cameretta.

Sognò di rivivere il giorno prima di partire per Los Angeles e il pomeriggio di shopping sfrenato con Jas,la sua migliore amica, in giro per la Grande Mela.

Qualche pensiero confuso andava alla sua vecchia fiamma… non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome. Scoprì quanto le era mancato. Era certa che la stesse aspettando,che il loro destino complice avesse fatto si che lui stesse passando proprio nelle zone dell’ aeroporto che si fossero rivisti,abbracciati. Che magari l’avrebbe portata via con lui e avrebbero fatto l’amore…

Pensò a Slash,a Duff,a Izzy,a Steven. Non li aveva avvertiti del suo arrivo ma voleva sorprenderli,e si aspettava già una mega festa in suo onore…

“spring is here again.

Riproductive glands…”

 

 

Ma ancora non sapeva cosa l’ aspettava in quella che lei credeva essere “la sua città”…

Ok ok ritardo pauroso =S ma è tutta colpa del computer che non mi permetteva di caricare il capitolo… grazie a quelle che continuano a seguire nonostante gli imperdonabili ritardi…

Spero sia piaciuto anche questo chappy un bacio a tutte le mie lettrici ^^

Lau_82 : infatti la parte di Slash che piange non so proprio da dove mi sia venuta… sono contenta che ti sia piaciuta e spero che continui a seguire.. Bacii

Crazy_Me : ah purtroppo Axl non si è comportato affatto bene,per due anni la nostra protagonista si è dovuta allontanare da Slash.. Ma sta per tornare ragazzi J a presto <3

 

 

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Capitolo 10
*** Nothing lasts forever ***


10. Nothing lasts forever…

Kleopatra era davanti alla porta di casa,con le chiavi in mano. Non sapeva se aprire o meno… temeva di scoppiare in lacrime.

Girava e rigirava quella dannata chiave tra le mani,avrebbe dovuto semplicemente infilarla nella serratura: dopo la seconda mandata sarebbe stata più dura da girare e alla fine con quel familiare “crack” la porta si sarebbe aperta sul corridoio stretto e buio che portava al salotto.

Ci voleva poco no?

No… la ragazza sentiva un blocco,come un magone. Aveva paura di soffrire,paura che quei ricordi fossero penetrati in lei come tanti coltelli ardenti.

Improvvisamente raccolse il coraggio e aprì. Si sentì investita dal profumo di sua madre… misto a quello dei mobili di legno e dei tessuti delle tende.

Non riuscì a piangere.

Non si sentiva nemmeno gli occhi lucidi a dire la verità.

Solo un vuoto e un disgusto profondo.

Un disgusto perché tutto inizia e tutto finisce, e non poteva sopportare il fatto che Annie fosse solamente un ricordo.

Lei era il suo passato,voleva che fosse stata anche il suo presente e il suo futuro.

'Cause nothin' lasts forever
And we both know hearts can change”

Improvvisamente fuori iniziò a piovere.

Kleopatra entrò in salotto… accese le luci.

Era tutto così… così familiare,così dolce,sapeva di affetto. Si stese sul divano aspettando che il tempo passasse,e sperando che andando via portasse lontano anche i pensieri cupi.

Si distese a pancia sotto appoggiando una mano sul pavimento e guardando i capelli ke scendevano.

Se sua madre avesse visto quei capelli rossi che tanto amava tinti di nero l’avrebbe uccisa. Sorrise al pensiero.

Quei capelli che tante volte aveva pettinato,che quando era piccola cercava invano di legare con nastri e fiocchi. Invano perché lei scappava a nascondersi sotto il letto e prima che uscisse lei doveva giurare che non l’avrebbe toccata.

Con le dita accarezzò il pavimento fino a scivolare sotto il divano. Improvvisamente afferrò qualcosa che sembrava un foglio… d’istinto ritrasse la mano. Si sentiva che era pieno zeppo di polvere e lei era allergica alla polvere.

Ma poi lo afferrò.

Come prevedeva iniziò a starnutire. Quando si fu calmata si mise a sedere e tra qualche starnuto iniziò a leggere.

Non riconobbe subito la scrittura… forse perché non l’aveva mai vista.

E assomigliava tantissimo alla sua.

La lettera iniziava così:

“Cara Annie…”

Improvvisamente capì.

Era una lettera di addio.

“prenditi cura della bambina… le auguro tutto il bene possibile”

-BASTARDO!- si alzò in piedi lasciando il foglio sul divano.

L’autore della lettera era Axl.

Un Axl diverso da quello che conosceva.

Era suo padre da adolescente,sballato,preso dalla musica e magari anche da alre donne.

Riprese a leggere.

Quando ebbe finito si sentiva un senso di nausea incredibile.

 

“And it's hard to hold a candle
In the cold November rain”

Non le venne per niente voglia di salire nelle camere.

Si alzò il cappuccio della felpa e uscì. La pioggia non aveva di certo fermato il traffico dei ragazzi della periferia di New York.

Intravide un gruppetto di ragazzi e ragazze vicino a degli scooter.

Li riconobbe…tutti i suoi amici.

Jas si era fatta rasta… non la riconosceva quasi. E poi vide Alessio… il ragazzo che amava. Ma si rese conto che forse non lo amava più tanto.

Era così cambiato… avrebbe quasi voluto salutarli tutti.

Invece tirò dritto.

Qualcuno si girò a guardarla… forse riconobbero la felpa nera degli Iron Maiden.

Ma non le importava.

“I know it's hard to keep an open heart
When even friends seem out to harm you
But if you could heal a broken heart
Wouldn't time be out to charm you”

Pensò alle parole che Slash le aveva detto qualche tempo fa :

“Avevo la lingua color Jack Daniel’s,allora ho iniziato a bere vodka”

Bere : ecco la parola magica.

Pensò ancora a Slash… diceva che lui beveva non quando era depresso.

Ma quando si sentiva abbandonato,quando non succedeva niente,quando non riusciva a dimostrare al mondo chi fosse e allora era frustrato.

Come lei.

Si aggrappò a quella frase come fosse una valida giustificazione ed entrò in un bar.

C’era un aria cupa e offuscata,puzzava di fumo.

Si avvicinò ad un bancone dove stavano altri ragazzi ubriachi.

Chiese un Jack Daniel’s.

Andò avanti così per molto.

Sentiva il peso che mano a mano andava via con l’alcool… si sentiva sempre più contenta.

Per cosa non lo sapeva ma era contenta,e per il momento le bastava.

Improvvisamente si vide davanti un ragazzo alto,capelli lunghi neri e ricci.

Teneva una sigaretta tra le labbra carnose. Aveva anche l’orecchino all’orecchio sinistro.

Sembrava quasi Slash.

Kleopatra scoppiò a ridere,anche se non c’era proprio niente di divertente in quel ragazzo.

-Prendiamo qualcosa?- le chiese invitante,con quel sorriso all’americana… l’aveva rapita.

 

E chi sarà questo misterioso ragazzo?

Beh per scoprirlo dovete leggere il prossimo capitolo xP

Intanto saluto le mie lettrici:

Crazy_Me : non so se hai capito cosa l’aspettava nella sua città… un mare di indifferenza e un mondo che Kleopatra credeva suo ma che invece l’ha tradita,persino i suoi migliori amici e il suo ragazzo.

Ma vediamo cosa ci nasconderà questo ragazzo riccio così simile a Slash… un bacio alla prossima ;)

Lau_82 : le cose sono molto cambiate anche se l’incontro con Slash ancora non è avvenuto… lo vedrai nel prossimo chappy. A tra poco <3

 

 

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Capitolo 11
*** You're beautiful dangerous ***


11. You’re beautiful dangerous

Quando Kleopatra si svegliò era addosso a quel ragazzo,sopra un divano.

Molto bene,aveva bevuto e lui se l’era fatta.

Sbuffò e si girò dall’altro lato.

Infondo però non era male quel ragazzo,anzi.

Lo guardò mentre dormiva,dall’odore di alcool e fumo sembrava un animale ma forse i suoi lineamenti allo stesso tempo decisi e delicati,il fisico perfetto facevano dimenticare il disgustoso odore.

Le ricordava Slash in modo impressionante… pensò che forse era semplicemente uno di quei coglioni che lo imitano.

Fatto stava però che coglione o meno le piaceva.

Quel non so che si mistero… quella bellezza pericolosa la travolgeva.

Improvvisamente il tipo-Slash (questo era il suo nome provvisorio) aprì gli occhi sbadigliando. Guardava la finestra vicina quasi si fosse dimenticato di avere una ragazza accanto.

Si girò solo dopo un quarto d’ora.

-Me ne vado- disse lei di scatto

-No no resta un altro po’…- le chiese invitante

Lei si ristese e fissò il soffitto

-Chi sei? Perché mi hai portata qui?- gli chiese

-Io sono William.. Tu?- rispose con quella goccia di sarcasmo che dava allo stesso tempo fastidio e un perverso piacere alla giovane Rose.

Ella pensò che non sarebbe stato molto buono dirle chi fosse,da quando era a casa di Axl tutti i giornali erano fissati su di lei ed era una cosa che odiava.
Improvvisò il primo nome che le venne in mente

-Annie-

-Dio sai che assomigli da morire alla figlia di Axl Rose? Suo padre è uno dei miei idoli- e indicò un poster dei Guns n’ Roses che aveva appeso al muro della piccola stanza.

-Eh si me lo dicono in molti- ammise con un sorriso da stupida imbarazzata. Ma si riprese subito.

-Chi è il tuo preferito dei Guns?- gli chiese cercando di iniziare una conversazione decente. Fissò il poster dei cinque ragazzi. Sebbene non si ricordasse com’erano da giovani,lei era appena nata, scoprì che le dava un fastidio enorme vedere suo padre e gli altri da adolescenti che la fissavano mentre era nuda e appiccicata ad un tipo che nemmeno conosceva.

Si concentrò su William quindi…

-Beh i Guns sono degli idoli… tutti. Ma credo che quello che più mi rappresenti sia Slash. Lo hai mai visto dal vivo?- chiese. Forse quello era il suo più grande desiderio

-Dio se l’ho visto- sbadigliò. Il ragazzo la guardò interrogativo. Quella ragazza nascondeva qualcosa.

Lei guardò lui che la fissava. Si rese conto di ciò che aveva appena detto e le venne istintivo di mordersi il labbro inferiore.

-Cioè mi piacerebbe molto vederlo ma purtroppo non sono mai potuta andare ad un suo concerto- affermò

-Sei del posto Annie?- chiese William. E lei ringraziò dio che il ragazzo avesse cambiato argomento.

-Sisi… anche se mi sono trasferita a New York da poco. Tu?-

-Io è da sempre che vivo qui… sono cresciuto nei bassifondi di Los Angeles. Mia madre faceva la prostituta,adesso non più a causa dell’età. È venuto un periodo in cui se la faceva anche con gente famosa,pensa che Slash e Izzy Stradlin sono stati tra i suoi clienti- rise. Kleopatra impallidì.

-E quindi tu potresti essere figlio di chiunque? Anche di Slash o di Izzy?-

-In un certo senso si… ma non mi sono mai sprecato a cercare mio padre. A chi interesserebbe un figlio nato da una puttana?- disse con una nota di tristezza.

-Beh… mi dispiace tanto-

Lui sorrise,la ragazza sentì il cuore sciogliersi. Desiderava abbracciarlo,e fare l’amore per tutta la vita.

Ma William si alzò inpiedi e si rivestì.

-Dai andiamo… dovresti andare a casa credo-

Sbuffando lei annuì e si vestì.

Ma non sarebbe andata di certo a casa.

Doveva fare un paio di chiacchiere con Izzy e Slash.

Ed ecco a voi il nuovo chappy =)

La verità è stata in parte rivelata anche se la storia è ancora da chiarire per bene… spero di aggiornare il prima possibile,nel frattempo dedico un angolino alle mie lettrici ^^

sweetevil : eeh è ancora un mistero… ma forse qualcosa l’hai già capito ;) vedremo nel prossimo chappy. Baciii

Crazy_Me : sisi l’incontro con gli altri avverrà nel prossimo capitolo e mi sa che anche il nostro william parteciperà… alla prossima J

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Capitolo 12
*** Truths and tears ***


12. Truths and tears

Izzy si stava versando del the nella tazza. Con uno sbadiglio iniziò a bere la bevanda concentrandosi sulla parete rossiccia che aveva difronte. In qualche modo odiava quel rosso,odiava vederlo perché gli venivano in mente dei pensieri incredibilmente tristi. E si chiedeva come un colore potesse farlo sentire tanto vuoto,aveva quasi bandito il rosso da quella casa per il motivo che ho appena descritto.

Forse perché il rosso gli ricordava il colore dei capelli del suo migliore amico da sempre…forse perché era il colore che si espandeva sulla sua spalla quando Kleopatra lo abbracciava. Gli mancavano, entrambi.

In quel momento sentì il campanello bussare,il cuore gli batteva forte e per qualche strano motivo sentiva dentro di sé che qualcuno di tanto desiderato avrebbe tra poco varcato quella soglia.

Gli occhi verde bottiglia iniziarono a brillare,quasi certi che avrebbero incontrato la loro precedente sfumatura,ovvero il verde foglia di Axl o quello smeraldo di Kleopatra. E si sarebbero persi l’uno nell’altro quasi fondendo i colori,come simbolo dell’intesa perfetta che aveva sia con il padre che con la figlia.

Si avvicinò tremante alla porta.

Aprì.

Ma si trovò davanti la solita testa ricciuta di Slash,gli occhi neri accesi ma freddi staccarono bruscamente quel brillare dei suoi. Egli sorrideva

-Sei felice Stradlin? Sono venuto a trovarti!-

Il chitarrista fece una smorfia che poteva assomigliare ad un sorriso. Non che non avesse voglia di vedere Slash,per carità.

Però si sarebbe aspettato di più da quel semplice,patetico suono del campanello.

La solita delusione. Quando ti aspetti che qualcosa vada bene,come nei film o come in tutte le belle storie…che nel momento di sconforto più puro arrivi proprio ciò che ti manca,ciò che desideri da tanto tempo.

Invece rimani deluso,solo deluso.

Quanto è banale questa vita?

Non c’è niente di puro,niente di profondo.

-Ehi amico che hai? Sei un po’ giù o è una mia impressione?- chiese Slash dandogli una poderosa pacca sulla spalla che scosse tutti gli organi interni dell‘ uomo.

-No no ti sbagli… forse è che ho dormito un po’ male stanotte quindi sono ancora un po’ stordito,mi riprenderò presto- stavolta il sorriso stentato uscì e l’altro non si accorse della “messa in scena”.

Si lanciò a pesce sul comodo divano,come fosse a casa sua, e sotto lo sguardo severo dell’amico iniziò ad accendere la tv e fare zapping a destra e a manca.

Izzy guardò ancora quella porta. Poi si rassegnò e si sedette sul divano accanto all’altro.

Passarono circa 2 ore quando il campanello suonò ancora.

Stavolta andò Slash ad aprire. Izzy non ci fece nemmeno caso.

Restò nell’ambiente ovattato del salotto a mangiare pop corn davanti alla tv.

Sembrava che non sentisse nemmeno gli strilli di gioia che venivano dall’altra parte.

Se ne accorse solo quando davanti a lui vide la figura esile di una ragazza con dei lunghi capelli neri e una frangia altrettanto corvina sugli occhi smeraldini.

Inizialmente non la riconobbe,poi non ebbe più dubbi: era Kleopatra.

-Izzy…- lo abbracciò. Lui ricambiò con affetto.

Infondo sperava che ci fosse anche Axl ma restò deluso,tuttavia rivedere sua figlia era come rivedere in parte anche lui.

-Che hai fatto ai tuoi capelli?- chiese dispiaciuto.

-Niente… una piccola tinta- disse con noncuranza. Sapeva che al gruppo non sarebbero mai piaciuti i suoi “nuovi capelli”.

I saluti durarono a lungo… chiesero di Axl,poi sulla sua nuova vita a Los Angeles,lei disse che avrebbe voluto la loro presenza alla sua festa dei 18 anni ma che il padre non voleva. Andarono avanti per molto a chiacchierare e scherzare; Kleopatra si accorse con piacere che non erano cambiati per niente e che le volevano ancora bene come prima. Si sedette sulle ginocchia di Slash come quando era bambina e si sentì finalmente a casa,nel suo mondo.

Quasi si dimenticava di dire ciò che aveva da dire.

Se ne ricordò solo in un attimo: le bastò appoggiare il viso sul petto caldo dell’uomo per sentire un profumo che conosceva,che amava.

Il prufumo di William.

Era dolce e penetrante allo stesso tempo,sapeva di sole e di mare,ma anche di qualcosa che forse non esiste in natura… era l’odore della sua pelle.

Istintivamente chiuse un attimo gli occhi,si abbandonò un secondo a quel profumo. Poi li riaprì,raccolse il coraggio e iniziò a parlare.

Avrebbe scoperto la verità,la avrebbe scoperta per lui.

-Scusate ragazzi. Io avrei da dire una cosa importante… e siate sinceri sulle risposte come io lo sono sempre stata con voi-

I due si preoccuparono un po’ vedendo di colpo cambiare il tono di voce e l’espressione sul volto della ragazza,divenuto di colpo molto serio.

Non gli diede nemmeno il tempo di rispondere che subito iniziò a parlare.

Per fortuna… perché uno di loro non avrebbe mai giurato di essere sincero se poi sapeva che non poteva esserlo…

-Ho conosciuto un ragazzo al Silver. Dice di chiamarsi William,ha sui 19 anni… è di qui e sua madre fa la prostituta-

Uno dei due impallidì pericolosamente. Fortuna che la ragazza lo aveva di spalle e non vide.

-Ha anche detto che sua mamma è stata a letto con voi… più o meno nel periodo in cui è rimasta incinta. Io… diciamo che sono molto affezionata a questo ragazzo e mi piacerebbe sapere la verità,era distrutto quando mi ha detto che non ha nemmeno provato a cercare suo padre poiché sapeva che nessuno sarebbe stato interessato ad un figlio illegittimo… è una cosa che mi ha toccato molto,come sapete vista la mia situazione familiare sono parecchio sensibile a queste cose-

-Si Kleopatra,credo che sia molto probabile che questa donna sia finita nel nostro letto anche se non so associare precisamente chi è. Ma cosa vorresti sapere di così importante?- rispose Izzy tranquillo,fissandola con i suoi occhi penetranti quasi volesse scorgere nei suoi cosa stava per dire.

-Io ho visto che vi somiglia molto…- guardò soprattutto Slash che teneva gli occhi bassi

-Io voglio sapere la verità!- disse quasi urlando

-Io invece non ne so niente Kleo ti giuro- esclamò Izzy

L’altro invece si alzò bruscamente

-Vado a prendere un fazzoletto per il naso e arrivo-

Si chiuse in bagno,si guardò allo specchio.

Gli assomigliava.

Scoppiò ancora in lacrime.

Ecco a voi ragazzuole mie! Oggi sono particolarmente esaltata perché ho comprato una maglia dei Guns xDD

Vabbè vado alla storia… credo che con il vostro intuito formidabile avete già capito chi è che non quadra qua dentro… ringrazio tutte le lettrici,non ho tempo per i saluti individuali ma vi mando un grosso bacio con l’augurio che vi piaccia anche questo capitolo =)

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Capitolo 13
*** Time to be honest ***


13. Time to be honest…

Slash era davanti allo specchio. Guardava attentamente la sua immagine riflessa e non riusciva a smettere di piangere.

Aveva chiuso con quella storia molto tempo addietro.

Aveva creduto che dando il suo amore alla famiglia e al lavoro che faceva avrebbe cancellato il passato.

Ma purtroppo esso ci ritorna sempre addosso,quando meno ce lo aspettiamo.

Pensava alle parole di Kleopatra “Ti assomiglia”.

Eggià… chiese scusa a se stesso,ad una parte di sé che aveva abbandonato.

 

Dopo un po’ si accorse che era da circa un quarto d’ora che stava barricato nel bagno. Si asciugò il viso e tornò nell’altra stanza

-Oddio Slash cos’hai avuto? Una diarrea?- chiese Kleopatra ridendo e Izzy rise con lei.

-Cosa ne volete sapere voi imbecilli?- disse in falso tono offeso. Sembrava che Kleopatra avesse dimenticato quello che aveva detto da poco.

Ma si sbagliava; stava solo meditando come proporgli in faccia la verità,infondo conosceva Slash e si era accorta che nascondeva qualcosa.

Anche lui la vide pensierosa e subito si accorse che aveva capito.

Su questo le ricordava tremendamente Axl da ragazzo.

Ogni tanto se capitava che dicesse qualche bugia nessuno se ne accorgeva,fatta eccezione per lui.

Assumeva una posizione particolarmente impercettibile,come una volpe quando vede la sua preda e aspetta a riconoscerla e assalirla.

Decise di lasciar perdere lo sguardo della ragazza,ma capì che quegli occhi lo attraevano come una calamita.

-Io vado a casa ragazzi… torno dai bambini- annunciò e il prima possibile uscì da quella dannata porta e corse a casa.

-Per me sta male pover’uomo…- disse sconsolato Izzy

-Per me invece nasconde qualcosa…- sussurrò tra sé e sé Kleopatra.

 

Appena tornato a casa il chitarrista aprì la porta. Subito sentì gli strilli dei bambini,e le loro corse per il corridoio.

Facevano a gara a chi si buttava per primo tra le sue braccia,come sempre.

-Papiiii- corsero insieme e lo abbracciarono insieme.

Lui sorrise e li sollevò per poi arrivare in cucina e fargli fare il solito tuffo sul divano.

-Amore!- Perla lo salutò con un bacio sulle labbra che lui ricambiò.

Poi guardò ancora i suoi piccoli… erano stati fortunati.

Magari se avesse fatto una scelta diversa anche l’altro figlio avrebbe potuto godere dell’affetto di un padre,del calore di una famiglia.

Si trattenne dal piangere ancora.

Nel frattempo Kleopatra stava camminando per le strade della periferia,diretta a casa di William.

Ai bordi della strada giacevano mucchi di ragazzetti ubriachi e di donne che chiedevano l’elemosina.

Alcuni ragazzi probabilmente tossico dipendenti le urlarono dietro,ma lei non ci badò.

Arrivò sotto il palazzo e suonò al citofono. William la fece salire,il palazzo sapeva di birra misto a qualcos’altro,chissà quanti spacciavano lì dentro.

Salì a piedi fino al quarto piano,quando arrivò senza fiato si trovò il ragazzo in soli jeans che teneva la porta aperta,sorridente.

Inutile dire che la fatica delle scale sparì all’istante.

-Ciao William- disse improvvisando un sorriso stanco

-Ciao Kleo… sei stanca per le scale?- rise

-Beh sono tante- disse con aria saputa

-Sei tu che sei fuori allenamento- disse sorridente come sempre. Da dove tirasse un sorriso così restava ancora un mistero.

-Ok hai ragione ma adesso mi concedi l’estremo favore di sedermi da qualche parte o dobbiamo restare a parlare sull’uscio?-

-E vorresti entrare senza nemmeno avermi salutato?- e la guardò provocante. Lei gli diede un bacio sulla guancia,ma lui ne approfittò per baciarla sulle labbra. Restarono per molto tempo attaccati,in quegli attimi Kleopatra si sentì un verme per avergli mentito sulla sua vera identità.

Lui le aveva raccontato tutto di sé,nonostante si conoscessero da poco,lui si era fidato,lui l’amava.

Non si sapeva il perché con tante ragazze che si era portato nel letto aveva scelto proprio lei,ma forse il perché non importava.

Nelle cose belle non c’è mai un perché,succedono e basta.

Gli avrebbe detto la verità,gli avrebbe rivelato la sua vera identità.

E se lui l’avesse cacciata via dandole della bugiarda?

E se non avrebbe voluto più rivederla?

Ma come per miracolo William capì il suo pensiero,capì che si stava sentendo in minoranza.

La baciò di più,fino a mordere le labbra. La strinse forte a sé e sembrava voler dire che lui c’era,e che mai avrebbe solo pensato di abbandonarla.

Quando si staccarono Kleopatra non si sentiva più le gambe.

-Direi che adesso puoi entrare Annie… anche se non è un gran che- ammise facendole spazio e chiuse la porta dietro di sé tenendosi una mano in mezzo ai lunghi ricci. Tipico anche di Slash quando era nervoso.

-A me piace invece!- disse Kleopatra sorridendo all’ambiente modesto eppure accogliente,sapeva di casa.

-Ah se piace a te…- disse anche lui visibilmente più rilassato

-Senti William io devo dirti una cosa importante- il viso della ragazza era serio,serissimo.

Lui si preoccupò,sussurrò un “dimmi” e restò teso.

-Io… mi sento molto in colpa perché ti ho mentito William. Hai presente quando mi avevi detto che assomiglio a Kleopatra Rose?-

-Si… ma cosa c’entra non ti seguo…-

-Io non so se tu mi manderai via perché credi che ti sto prendendo in giro,o se perché ti ho mentito mentre tu sei sempre stato sincero con me. Ma io sono Kleopatra Rose… non esiste nessuna Annie,purtroppo-

William la osservò. Come aveva fatto a non accorgersene prima?

Era identica al padre,in tutto.

Le sorrise.

-Allora… che fai non mi credi?- chiese Kleopatra temendo una brutta reazione

-Certo che potevi dirmelo un po’ prima signorina Rose…- rise e la baciò ancora.

Stava per stenderla sul divano quando lei lo fermò

-Un attimo William… per favore-

-Che c’è?-

-Io credo di aver capito chi è tuo padre-

-Che cosa? Ma sei impazzita?- si allontanò appoggiandosi al muro.

Guardandolo la ragazza si dovette trattenere nel dirglielo. Erano identici,proprio come lei e Axl.

-No amore mio credimi… so chi è me lo ha confermato lui,più o meno-

A quell’ “amore mio” lui si sciolse e le credette.

-Un giorno mi porterai da lui…- si riavvicinò pian piano,pieno di una nuova speranza.

Solo il fatto di sapere che aveva un padre lo faceva sentire diverso,appartenente a qualcosa,protetto da qualcuno.

-Si,ti porterò da lui… te lo prometto- e si unirono in un unico abbraccio.

Fino a diventare una cosa sola.

Ecco a voi il nuovo chappy signorine!

Rispondo ad entrambe allo stesso modo,tanto fra tutte e due avete un intuito che fa paura. XD

Innanzitutto vi ringrazio per i complimenti siete anche troppo gentili… tornando alla storia diciamo che ormai è chiaro chi è il padre di William,in questo capitolo Kleopatra ha architettato un bel piano per rincongiungerli… e ciò ha previsto lo svelare della sua vera identità. Nel prossimo vedremo gli ulteriori svolgimenti e anche la reazione della famiglia di Slash…

Alla prossima ragazze! =D

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Capitolo 14
*** Don't try to understand me ***


14. Don’t try to understand me

Kleopatra si accorse di essere terribilmente in ritardo. Lasciò William steso sul divano e corse fuori e si precipitò giù per le scale. Quando arrivò alla fine si sentiva il triplo più stanca di quando era salita,eppure scendere le scale non è uno sforzo da far venire il fiatone

“Sto diventando davvero rammollita” pensò ridacchiando.

Mentre camminava al solito passo spedito si sentì nuovamente stanca e dovette rassegnarsi a camminare più lentamente per tornare a casa. Appena aprì la porta sentì un forte capogiro,salì faticosamente le scale per poi stendersi distrutta sul letto e sentì un forte senso di nausea le saliva dallo stomaco alla gola.

Si disse che probabilmente aveva mangiato poco e male in quei giorni,vomitare non avrebbe fatto altro che indebolirla ancora di più,così si mise in posizione comoda e in pochi minuti crollò in un sonno profondissimo.

Quando si svegliò trovò ben 8 chiamate perse da Izzy. Si sorprese di non essersi svegliata nemmeno con le note assordanti della suoneria del cellulare che aveva in tasca.

“Cosa vuole stavolta?” pensò mentre faceva un grosso sbadiglio.

Lo richiamò e lui le annunciò che il giorno dopo ci sarebbe stata una cena per festeggiare il tuo ritorno,sarebbero state invitate tutte le famiglie degli ex componenti del gruppo (apparte Axl che,essendo a Los Angeles,non poteva e molto probabilmente non voleva nemmeno partecipare).

Kleopatra ne fu molto felice.

Improvvisamente le venne in mente un’idea geniale: chiese se poteva portare anche un amico. Alla risposta affermativa lei esultò.

Quella serata sarebbe rimasta impressa nella mente di tutti,ne era certa.

 

William camminava per le strade della periferia fumando in pace la sua sigaretta. Si infilò al Silver come al solito e gli si avvicinarono un paio di ragazze.

Una era mora,l’altra bionda entrambe erano il prototipo di “bambola” che tanto gli piaceva.

Inizialmente pensò a Kleopatra,non avrebbe dovuto tradirla…ma infondo come l’avrebbe saputo?

Non l’avrebbe mai saputo.

Dai,era solo una scappatella. E ne aveva tutti i diritti perché era stressato e ansioso per il fatto che a breve avrebbe conosciuto suo padre (Kleopatra lo aveva già avvisato della cena).

Quindi aveva ogni giustificazione presente sul pianeta,secondo lui.

Attirò a sé la bionda e cominciò a baciarla,poi sicuro mise le mani sotto la maglietta mentre la ragazza già lo pregava di qualcosa in più.

Qualcosa che le diede non appena si appartarono in un angolino del locale.

Dopo non contento della biondina chiamò a sé anche la mora.

“Oh adesso si che ti riconosco William,vecchio mio” si disse fra sé e sé.

Tornando a casa pensò che dopo questa scappatella avrebbe ripreso la sua vita,la sua nuova vita.

Quella con una famiglia e un amore saldo.

Ma era davvero questo che voleva?

Probabilmente no.

Non poteva fuggire,doveva dirlo subito a Kleopatra.

Ne avrebbe approfittato della fatidica cena.

 

Eccovi il nuovo chappy… forse vi ha un po’ deluse perché vi aspettavate l’incontro Slash-William ma come sapete mi diverto un mondo con la suspance xDD

Allora qui non succede quasi niente… apparte la decisione finale di William che sconvolgerà il rapporto con Kleopatra,che a sua volta si trova già (anche se non lo sa ancora) in una situazione molto particolare che richiedera l’aiuto morale e fisico di tutti i personaggi della storia.

Inoltre ragazze ne approfitto per avvisarvi che starò una settimana in Austria quindi posterò la prossima settimana L

Un bacione <3

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Capitolo 15
*** Wonderful tonight (1 parte) ***


15. Wonderful tonight (1 parte)

Tutti erano seduti attorno al grande tavolo della sala dei ricevimenti a casa di Slash. Aspettavano solo Kleopatra e il suo “amico che proprio non poteva mancare”. Nell’attesa gli invitati chiacchieravano e ogni tanto il padrone di casa si esibiva in straordinari assoli di chitarra,era felice e mai si sarebbe aspettato ciò che stava per accadere…

William invece era in moto sotto casa di Kleopatra,le aveva promesso che sarebbe andato a prenderla e volle mantenere la promessa nonostante il cambiamento di decisione. Stranamente gli dispiaceva un sacco farla soffrire,sapeva che anche lei aveva alle spalle un passato burrascoso,non poteva contare su degli affetti sicuri… come lui. E forse farsi compagnia era anche una bella idea.

Ma William sapeva anche che lei era debole,era pur sempre una ragazza,mentre lui no: era forte,era abituato a quella vita si sesso,alcol e droga che amava,poteva restare al fianco di Kleopatra come amico ma non di certo impegnarsi con lei come fidanzato,questo era sicuro.

E poi anche la questione della famiglia… di certo non si sarebbe sottomesso a suo padre,chiunque egli fosse.

Amava la sua vita più di Kleopatra,più del suo stesso sangue.

Forse…

Dopo dieci minuti di attesa la ragazza uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle. Non appena vide William sulla grossa moto con anfibi,jeans attillati e una canotta che metteva in mostra le forti braccia non potè fare a meno di sorridere sognante.

Anche lui alla vista di quel viso così delicato,degli occhi brillanti e del fisico perfetto di lei avvolto in un leggero abito bianco dimenticò completamente le idee che gli frullavano in testa tempo prima.

Non appena Kleopatra si avvicinò alla moto con un sorrisetto lui notò la bellezza e la perfezione di quel viso che risaltava ancora più del solito poiché lei aveva tirato indietro la lunga frangia con una spilla.

-Sei bellissima piccola…- sussurrò e senza darle il tempo di ringraziare le diede un bacio dolcissimo sulle labbra.

“…and when she ask me:

And I say :

you are wonderful tonight>…”

-Adesso andiamo che siamo già in ritardo- disse lei mettendosi il casco e salendo dietro di lui.

Appena partirono si sentì investita dall’aria gelidae trovò riparo dietro le sue larghe spalle.

Passo dopo passo lei gli indicava la strada;quando arrivarono scesero subito e,dopo aver tolto i caschi, Kleopatra guardò dritto negli occhi di William.

-Ti avviso: sarà una sorpresa che non immagini nemmeno nei tuoi sogni più audaci-

-Oddio…- mormorò il ragazzo

Fu Perla ad aprire la porta di casa Hudson

-Piccola Rose! Come stai?- Kleopatra amava quella donna,era sempre di buon umore e bastava guardarla per sentirsi meglio e dimenticare i brutti pensieri. Inoltre aveva la fissa di chiamarla “piccola Rose” sin da quando era nata,e lei ogni volta moriva dal ridere per il tono in cui lo diceva.

-Sto benissimo Perla,grazie- disse lei e la abbracciò,era come una seconda mamma. Poi lo sguardo della donna si posò su William.

Aveva un viso conosciuto,un viso che anche lei amava.

-E questo bel ragazzo chi è?- disse col solito sorriso materno.

William da parte sua era interdetto.

Stava entrando in casa di Slash e quella era sua moglie.

Stava quasi piangendo.

-William,amico di Kleopatra- disse piano,quasi tremante.

-Piacere,io sono Perla… la moglie di Slash. Penso che conosci no?-

-Certo sono un suo…-

Non ebbe tempo di finire che si portò le mani alla bocca.

Un uomo similissimo a lui avanzava lentamente dal corridoio.

Non appena Kleopatra lo vide gli saltò al collo e lui la avvolse in un abbraccio paterno.

Era mulatto,non molto alto ma aveva il fisico di un 20enne nonostante i suoi 45 anni.

Un cappello nero a cilindro era appoggiato sui riccioli neri.

Perla sorrise

-Sei un suo fan giusto?-

-Si…-

In quel momento anche Slash vide William. Il cuore cominciò a battergli velocemente.

Ora capiva come si era sentito Axl anni prima alla vista di Kleopatra.

La ragazza aveva ragione: gli assomigliava da morire.

Nello stesso momento anche William fu invaso da una paura folle,infondo sperava solo che fosse un sogno e non sapeva nemmeno se era bello o brutto.

Capì la verità,all’istante.

Guardò Slash,poi si girò accanto dove c’era uno specchio.

Erano la stessa persona,solo con circa venticinque anni di differenza.

Si voltò ancora verso quello sguardo cupo e brillante che aveva osservato vigile ogni suo movimento da quando era entrato in quella casa. Poi realizzò che stava andando verso di lui,gli tese la mano

-Tu sei il famoso William… vero?-

-Si sono io- disse abbassando lo sguardo

Perla li fissava attonita,la sua mente brillante aveva già capito che qualcosa non quadrava.

Kleopatra invece aveva la classica espressione di Axl Rose,occhi verdissimi intensi e fissi sul padre e il figlio che si incontravano per la prima volta,mezzo sorrisetto compiaciuto e la testa leggermente alzata in segno di superiorità.

Il giovane Hudson tremava difronte alla realtà.

Stavolta non c’era nessun Jack Daniel’s e nessuna pera pronta a fargli dimenticare tutto.

Ora era tempo di affrontare la realtà.

Slash invece guardava quella creatura,la sua creatura.

Certo anche gli altri due figli li aveva avuti lui,ma loro erano i figli del nuovo Slash. Di quello che ama la propria famiglia,di quello che non beve più di un bicchiere di vino a tavola,di quello che alla fine di ogni concerto torna a casa per mettere a letto il bambino piccolo.

Cazzate.

Solo cazzate.

William era davvero il figlio di Slash,del vero Slash.

Di quello che viveva ancora da qualche parte dentro di lui,di quello che lui cercava di soffocare continuamente ma lui veniva fuori brutale e bellissimo al momento più inaspettato.

E forse era William la sua incarnazione,sembrava come se la parte della coscienza di Slash fosse in lui: Saul. E la parte dell’inconscio in William.

Una specie di Dottor Jackyll e Mister Hyde.

Sorrise al pensiero,e alla realizzazione di quante seghe mentali era capace di farsi.

Vide se stesso in quel ragazzetto smidollato che aveva davanti,con gli anfibi ai piedi e la canotta dei Nirvana. Il viso duro ma infantile era incorniciato da una nuvola di nerissimi ricci perfetti che scendevano coprendo tutta la schiena. Li accarezzò.

Erano i suoi capelli.

Quelli che aveva dovuto tagliare a causa del “pericolo calvizia”

Al tocco delicato della mano del padre il ragazzo chiuse gli occhi pieni di lacrime.

La mano di Slash scese anche sul viso,sul taglio degli occhi che aveva ereditato da lui,che a sua volta aveva preso da sua madre africana;scese sul naso a patata che odiava quando era ragazzo e sorrise;poi sulle labbra morbide e carnose che tante ragazze desideravano assaggiare.

Accarezzò suo figlio per poi parlare alle due donne presenti

-Belle donne io devo parlare un attimo col ragazzo,vi raggiungiamo subito- e iniziò a salire le scale tenendolo per mano.

Kleopatra prese Perla a braccetto e cercò di rispondere come poteva alle sue domande.

William si voltò a guardarla.

Quella ragazza era una pazza,una strega.

O forse una fata?

“Che casino”

(SCRITTO DAL PUNTO DI VISTA DI WILLIAM)

Slash aprì la porta di una stanza da letto grande a occhio e croce quanto la mia fogna che osavo chiamare appartamento.

Mi fece sedere sul lettone e credo che quel momento non lo dimenticherò più.

Chiuse a chiave la porta e si stese accanto a me.

Poi iniziò a piangere,e a singhiozzare. Non credevo ai miei occhi.

Mi tirò col viso sul suo petto caldo e affondava le mani nei miei capelli

-Perdonami William,perdonami!- sembrava preso da un dolore atroce,come se qualcuno lo stesse fragellando.

Lo abbracciai.

Era il mio papà,e in quel momento mi sentì felice.

Avevo trovato qualcuno che mi amava,che aveva fatto una codardia ad abbandonarmi ma che adesso si stava facendo perdonare,a modo suo.

Mi abbracciò forte e quando smise di piangere mi prese il viso fra le mani e mi diede un bacio,non sulla fronte ma sul naso,nello spazio fra i due occhi.

-Bello come una stella- ripeteva

Sorrisi come fa un bambino piccolo alla vista della madre.

Lui capì e mi abbracciò ancora.

E restammo così per un tempo indefinito.

Ragazze miee :D

Le montagne dell’Austria mi hanno ispirato un capitolo di ben 4 pagine dattiloscritte -.-”

Sono andata anche all’Hard Rock Cafè di Monaco e indovinate? Ho visto la chitarra di Slash autografata dai Guns *-*

Inutile dire che i tedeschi mi stavano per buttare fuori appena mi hanno vista piangere xD

Tornando alla storia… sto scrivendo questo capitolo sulle note di “Wonderful Tonight” di Eric Clapton,sarà un titolo premonitore ;)

Crazy_Me : mamma miaaaa ma cos’hai? Una spia nel mio cervello? Ù.ù

Stai indovinando alla perfezione cosa attende i nostri protagonisti… intanto la cenetta tranquilla non è ancora iniziata ma già promette dei bei casini,ah la nostra Kleopatra ha una certa inclinazione a voler incasinare le vite degli altri >.> xD Alla prossima <3

Lau_82 : eggià… direi che Kleopatra non può avere un’altra delusione… ma come si dice “Cupido è un artista e come tutti gli artisti ha bisogno del dolore come ispirazione alle sue opere”… si sistemerà tutto verso la fine della fic ;)

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Capitolo 16
*** Wonderful tonight (2 parte) ***


16. Wonderful tonight (2 parte)

Quando William e Slash fecero il loro ingresso nella sala tutti li guardavano incuriositi.

Kleopatra faceva di tutto per calmare la frenesia di Perla che,giustamente voleva sapere tutto.

Non appena il ragazzo si sedette al suo fianco lei trattenne un brivido

-Com’è andata?- gli chiese guardando gli occhioni ancora lucidi

-Bene… grazie di tutto Kleo- le diede un bacio lì,davanti a tutti.

Slash si battè una mano sulla fronte.

Non appena si staccarono quasi tutti applaudirono,stranamente Kleopatra sorrideva.

We go a party and everyone turns to see
This beautiful lady that's walking around with me.
And then she asks me, "Do you feel all right?"
And I say, "Yes, I feel wonderful tonight."

Anche William fece un sorriso vedendo quello splendido di lei. Ma si riprese subito.

Capì che aveva sbagliato,mettere in piazza quello che c’era tra lui e Kleopatra non era precisamente il suo intento.

Si stava lasciando trasportare troppo da quella ragazza,da quella bellezza pericolosa che avrebbe dovuto abbandonare.

La cena iniziò. Sembrava che persino Perla avesse dimenticato lo stress di qualche attimo prima tanto era presa dall’allegria che regnava in tavola.

Kleopatra spesso sorrideva ed era una cosa alquanto strana,lei era solita riservare il suo sorriso ad occasioni ben più importanti.

William invece restò zitto a fissare un po’ il padre,un po’ la bellissima ragazza che aveva accanto.

Era come un porto sicuro,un corpo caldo da abbracciare quando aveva freddo,un profumo dolce che sentiva quando era triste.

“I feel wonderful because I see
The love light in your eyes”

Kleopatra si sentiva ormai senza pensieri,dentro di sé sentiva che tutto era passato e voleva godersi la meritata pace.

Certo era rimasta delusa da Slash che non aveva detto a nessuno la verità sul fatto che avesse un figlio illegittimo.

Ma pensò che con il tempo anche quella strana sensazione sarebbe sparita.

Riguardò il suo William e non capì perché fosse così teso,toccava a malapena il cibo e ogni volta che lo guardava lui si girava dall’altra parte.

Ma nonostante lo strano comportamento lo amava,tanto.

“And the wonder of it all
Is that you just don't realize how much I love you.”

Dopo la cena via via gli ospiti sparirono,alla fine si trovarono da soli Slash,Perla,William e Kleopatra.

-Bene,adesso che ci troviamo solo noi vorrei chiarire certe cose… certe cose che mi sembra giusto farvi sapere- cominciò Slash. Gli altri ascoltavano in silenzio.

-Flashback-

Mi alzai da quel tappeto sporco togliendomi di dosso la testa di Axl. Dormiva che sembrava un angelo,era così carino e pacifico. L’avevo tenuto da me quella sera perché il padre lo aveva picchiato ancora,poveraccio.

Gli volevo bene,un bene immenso. Era il mio migliore amico,mio fratello,mio padre,mio nonno… era tutto.

Neanche il tempo di tirarmi su che suonò il campanello;avrei potuto benissimo starmene disteso lì ad osservare Axl fingendo di dormire ma qualcosa mi diceva che era importante.

Mi sistemai quel cespuglio di capelli come potevo e aprì la porta

-Sei ancora qui?- mi rivolsi alla donna che avevo difronte. Mi accorsi che era incinta,era impossibile non accorgersene;sembrava che quel pancione stesse per scoppiare da un momento all’altro.

-Sono incinta Saul. E penso che il bambino sia tuo,è un maschio- disse asettica. Parlò del bambino come fosse un peso,un pacco da recapitare da qualche parte più lontano possibile da lei.

-E quindi? Mi stai dicendo che il marmocchio devo tenerlo io?- dissi quasi ridendo. Era ovvio che non lo avrei tenuto. Con tutti i problemi che avevo ci mancava anche il marmocchio in giro per casa.

-Non dico che devi per forza tenerlo tu… dico solo che vorrei una mano,non avevo abbastanza soldi per abortire sennò non ti avrei scocciato. Ma siccome adesso sto bambino lo abbiamo credo che tu debba darmi una mano-

-Puoi scordartelo- dissi ridendo in modo strafottente

-Almeno dimmi come vuoi che lo chiamo… così un giorno potrai cercarlo se ti ricredi- infondo scegliere un nome non era una scelta che richiedeva molto impegno così non mi tirai indietro.

Mi voltai a guardare Axl,fortuna che dormiva. Decisi che avrei chiamato mio figlio come il mio migliore amico,così di certo non avrei dimenticato il nome : William.

-William Hudson- dissi convinto

-Benissimo- affermò lei mettendo una mano sul ventre che racchiudeva il corpicino del povero bambino.

Con un cenno della mano la salutai chiudendole praticamente la porta in faccia…

…e chiudendola in faccia anche a te William- concluse il chitarrista

-Perché non mi hai mai parlato di questa storia? Sono tua moglie!- sbottò Perla,offesa e tradita.

Anche Kleopatra sentì che le dava fastidio non essere stata messa al corrente della cosa.

-Perla ha ragione… io mi fidavo di te Slash… ti credevo sincero-

-Dovete perdonarmi,ero giovane e non capivo. E mi vergogno molto di aver respinto mio figlio,ma cosa ci posso fare? Ho sbagliato. Ripagherò il mio errore-

In quel momento Kleopatra sentì una stima profonda per Slash.

Perché non era un uomo infallibile,uomo infallibile è quasi un ossimoro.

Un uomo non è mai infallibile.

Per esempio i santi: sono infallibili quindi non sono uomini.

Slash era ed è un uomo,mica un dio.

Ed era proprio questo che la affascinava,è proprio questo che affascina tutt’ora i suoi fan.

Un uomo che cade e si rialza,non un superman che non cade mai.

William non parlò,chinò il capo e ringraziò dio che sua madre non aveva soldi per abortire. Altrimenti chissà dove sarebbe stato.

Era una vita capitata sulla terra per caso,senza senso.

E quindi perché doveva renderla sensata con una famiglia e un amore saldo?

Era iniziato tutto per caso,dal momento in cui era stato concepito.

E quella vita non aveva un senso,e non doveva averlo. Era destino.

Chiese al padre un ultimo minuto per rimanere nella stanza da solo con Kleopatra.

Non appena furono soli la ragazza disse in tono leggero

-Che c’è?-

-Senti Kleopatra io mi sento molto confuso-

-Che vuoi dire? È per il fatto di Slash? Guarda che è normalissimo,anche io mi sono trovata nella stessa situazione con mio padre…-

-No Kleo,no. Non è per mio padre,quella è un’altra storia. È per me e te,per noi capisci?- iniziò tremolante

-No,francamente non capisco- era diventata fredda e distaccata.

-Io mi sento confuso… non me la sento di intraprendere una relazione. Se vuoi possiamo restare amici,ma stare insieme proprio no. Non sono pronto,e non credo che lo sarò a breve- disse chiaro e netto,senza mezzi termini.

Avrebbe giurato di aver visto il labbro inferiore di Kleopatra tremare. Tuttavia restò tutta d’un pezzo.

Si alzò bruscamente

-Adesso ho capito,ho capito tutto. Addio William-

Non avrebbe voluto che finisse così.

Il suo amore,il loro amore… dov’era?

Giaceva frantumato ai suoi piedi,era crollato senza che lei se ne accorgesse,prima che potesse fare qualcosa per salvarlo.

-Kleo aspetta… non andar via da sola!- le urlò dietro.

Lei salutò Slash e Perla,anche loro insistevano di accompagnarla.

Ma era già fuori,nel buio della notte e presto non si distinse nemmeno più la sua sagoma.

-Che cazzo hai combinato William?- disse Slash sconsolato.

Per fortuna la ragazza conosceva le strade di New York e sapeva come arrivare a casa.

Ma sapeva anche che era lontano,e che erano circa le 3 di notte.

Era pericoloso avviarsi da sola in quelle strade…

Molto bene ragazze mie.. Ma cos’è? Vi raddoppiate! O.O

Che soddisfazione… non credevo che la mia prima fic facesse tutto questo successo… vi adoro <3

Allora la storia è arrivata al suo nodo centrale,dopo questo capitolo tutti gli intrecci si scioglieranno per la vostra gioia xD

Adesso mi dedico alle chiacchiere con le mie lettrici… un grazie anche a tutte quelle che leggono solo ^^

VikRose : Grazie mille per i complimenti,sei davvero gentilissima… al prossimo capitolo ^^

Sarina__Smile : berettaaaaa :DD mettici un ombrello mi raccomando ù.ù <3

Floyder97 : eccoti qui dada :D beh anche a me è piaciuto far apparire Slash sia tenero che forte allo stesso tempo… e per quanto riguarda Axl… ossììì che lo vedrà *-* Al prossimo chappy <3

Crazy_Me : ahah la mia scienziataa ** xD si è vero Slash e William sono proprio dolcissimi,e Slash è un ottimo padre… il problema sono sempre i Rose che entreranno ancora in conflitto come all’inizio -.-” xD A presto <3

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** Sex action ***


17. Sex action

(NARRA KLEOPATRA)

Camminavo spedita lungo la strada periferica di New York. Per tornare a casa dovevo prendere la solita scorciatoia che tagliava per il quartiere albanese della città.

Non non era molto prudente come scelta,ma alla fine non ci tenevo ad arrivare a casa fra 3 quarti d’ora. Desideravo ardentemente il mio cuscino e piangere fino a finire i sali minerali.

Cercai di velocizzare il passo sentendo le lacrime che scendevano calde dagli occhi,e il vento sul viso le rendeva gelide all’istante.

Ancora non avevo completamente preso coscienza del fatto che William mi avesse lasciata,quello che io credevo un amore eterno in realtà era durato poco più di una settimana.

E mi sentivo come una ragazzina alle prese con la sua prima cotta,a piangere per appena una settimana di fidanzamento.

Stupida…

Mi sentivo la nausea che saliva dallo stomaco alla gola,e le lacrime che scendevano dagli occhi fino alle guance e poi scorrermi nella scollatura del vestito… vicino al cuore.

Un tempo c’era mia madre che asciugava le mie lacrime,ci passava sopra il dito per non farle cadere.

E poi Slash,lui le baciava quando ero piccola e diceva che così non uscivano più…

Magari…

-Ehi bellezza! Vieni a farti una birra con noi!-

Qualcuno mi urlò dietro. Non ci badai.

Alla fine non poteva esistere più dolore di quello che stavo provando in quel momento.

Dopo quello qualsiasi disgrazia mi sarebbe apparsa come una festa.

Almeno così credevo io.

-Che fai? Non ti fermi? Adesso ti prendo io!-

Neanche il tempo di voltarmi che mi trovai un paia di forti braccia che da dietro mi afferrarono come una morsa sul ventre.

Strillai dal dolore allucinante.

Mi sentivo le braccia nella pancia a momenti.

Eppure non avrebbe dovuto fare così male…


“There are you and here am I
No bullshit can keep us apart tonight”

-Eccola qua,ve l’ho detto che era una fata!- disse il grosso che mi aveva afferrata.

Mentre i suoi compagni ridacchiavano snetì all’improvviso la mano pesante ruvida e fredda scivolarmi sotto la maglietta e toccarmi il seno.

Gli diedi una gomitata dritta nello stomaco,si allontanò ma ciò lo fece andare in bestia.

Io tentai una corsa disperata ma il fiatone mi smorzò subito,che cazzo stavo avendo? Ero sempre stata ottima nella corsa…

Il suo amico mi afferrò,a quel punto non riuscì ad opporre resistenza.

Mi diede un pugno sul naso,il sangue mi uscì a fiotti macchiando la pelle candida. Sentivo il sapore amaro del sangue in bocca,sputai lontano.

Fui sbattuta come un oggetto all’angolo del marciapiede,mi iniziavano a sfilare il vestito e poi l’intimo.

E ridevano,ridevano della mia impotenza.

“Ready for a Friday night
Let's do it til we get it right”

E io piangevo,piangevo per il mio amore distrutto,piangevo perché fino a pochi giorni fa era lui a sfilarmi il vestito e con delicatezza ad entrare dentro di me.

Piangevo per mia mamma che sembrava non esserci in quel momento,non la sentivo più. Anche lei mi aveva abbandonata.

Piangevo per la mia dignità distrutta,per il mio corpo usato e maltrattato in quel modo.

Pregai che dopo quella serata mi avessero uccisa,non so come ma l’importante è che dopo il dolore sarebbe cessato per l’eternità.

Ma per il momento dovevo abbandonarmi a soddisfare i piaceri di quegli uomini perversi,che tutti insieme di avventavano su di me come i leoni divorano insieme le carni tenere di una gazzella.

“Sex action you could be the one tonight
We got sex action
We do it til we get it right”


E improvvisamente l’inferno cessò.

Il mio corpo non venne più ferito,le mani non graffiavano più,le gambe non si agitavano,la bocca non strillava.

Solo il silenzio,e un fottuto sapore di sangue sulla lingua.

Ero nuda,avevo freddo,mi sentivo stanca.

Tentai di alzarmi ma le gambe cedettero e caddi rovinosamente sul marciapiede.

Mi accasciai su me stessa,come un corpo morto.

E poi il nulla.

Non vidi e non sentii più niente.

-Kleopatra! KLEOPATRA! Cazzo Perla aiutami… sta male! Oddio Kleo ti prego svegliati!-

Riconobbi una voce rotta dal pianto,era familiare.

Era lui,era Slash.

Aprì lentamente gli occhi e vidi il suo viso illuminarsi.

Davanti a me c’era Perla che mi rivolse un sorriso stanco.

-Adesso che ti sei svegliata ti riportiamo a casa tesoro,stai tranquilla- disse lui con voce bassa e con delicatezza le sue forti braccia avvolsero il mio corpo nudo. Mi prense con delicatezza,quasi temendo che potessi rompermi.

Sentivo calore,sentivo il suo profumo.

Mi tranquillizzai.

Poi mi misero stesa nei sedili posteriori della macchina e partirono.

Una mano di Slash teneva il volante e l’altra era intrecciata nella mia.

Perla ogni tanto si girava indietro tenendo in mano le chiavi di casa mia. Nel caos della violenza ero ormai sicura di averle perse.

Quando entrammo in casa mi distesero sul mio letto,nella mia stanza.

Com’era bello sentirsi stesa su qualcosa di morbido dopo aver passato non so quanto tempo svenuta sul bordo duro di un marciapiede.

Perla iniziò a disinfettarmi con cura le ferite,bruciavano molto e io ogni tanto cacciavo qualche acuto. Slash invece mi teneva sempre stretta la mano.

Stava zitto,e piangeva.

Probabilmente si sentiva reponsabile di non avermi accompagnata a casa,lo avevo messo nei guai con mio padre.

Appena finito di sistemare le ferite Perla mi diede un bacio sulla fronte e tornò a casa dai bambini e da William suppongo.

Slash rimase lì,mi aiutò a mettermi il pigiama e si stese sul letto accanto a me.

-Come ti senti?- chiese.

Domanda ovvia,risposta ovvia.

-Male,malissimo-

-Colpa mia… se ti avessi accompagnata non sarebbe successo-

-Se io non fossi scappata come una stupida non sarebbe successo,non è colpa tua Slash. Tu sei un angelo non avresti mai fatto una cosa del genere- gli accarezzai una guancia,lui sorrise dolce.

-Adesso dormi và,che ne hai bisogno-

-Dormi anche tu però-

-Certamente- e sorrise ancora mentre si infilava sotto le coperte.

Mi avvinghiai a lui,a quel petto caldo che mi aveva protetta da sempre;sentivo i capelli soffici sotto il viso.

Lui mi abbracciava e così ci addormentammo… finalmente lo strazio di quella dannata serata era finito così: sommerso in un tenero abbraccio.

Eccoci qua… aumentano ancora ma guardatelee xDD

Allora questo capitolo è stato uno dei miei preferiti (anche per il titolo e la canzone vero.. Ehm… Ilaria? XD) anche se penso che sia quasi da raiting rosso… ma voi gunners non siete facilmente impressionabili io lo so ù.ù

Vi ringrazio tanto per i complimenti e ne approfitto per farmi un po’ di pubblicità… con una mia cara amica stiamo scrivendo una fic sui Guns dal titolo “Sunshine of your love”… appena vi va dateci un occhiatina ;)

Al prossimo chappy <3

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Capitolo 18
*** Tears in heaven ***


18. Tears in heaven

Quando Slash si svegliò e aprì gli occhi gli sembrò di essere tornato indietro nel tempo. Era nella cameretta minuscola di Kleopatra e lei dormiva profondamente accoccolata sul suo braccio come aveva fatto tante volte. Pensò che ormai era come una terza,anzi,una quarta figlia.

Si alzò lentamente badando a non svegliare la povera ragazza che aveva tanto bisogno di un meritato riposo dopo quello che aveva passato la sera precendente.

Sceso di sotto pensò la cosa più giusta da fare… dopo prendersi un caffè ovviamente.

Chiamò Axl. Era pur sempre sua figlia e doveva sapere.

-Pronto?- che voce fredda.

Eppure Slash si sentì investito da una nuova carica,forse non era vero che non sentiva più la mancanza di Axl… si era solo abituato alla sua assenza.

-Axl… sono io- anche il rosso dall’altra parte si trattenne dal dire “Slaash vecchio mio!” e lo sostituì con un semplice

-Dimmi-

-Allora,non è una bella notizia ma non sono bravo a parole quindi vado al sodo. Kleopatra ieri sera ha subito una violenza-

Ci mancò poco che il cantante non si sentisse male dallo shoc

-C-cosa? Ma che stai dicendo? Sei sicuro?-

-Certo che sono sicuro… l’ho raccolta io dal bordo della strada. Aveva freddo,era svenuta e ferita. Poi io e mia moglie l’abbiamo portata a casa e penso che si sia ripresa almeno un po’…- terminò la frase con un sospiro. Quante altre ne doveva passare?

-O mio dio… io l’avevo detto che non doveva venire da sola cazzo!- iniziò ad urlare

-Axl…-

-No no io l’avevo detto! Le sarebbe successo qualcosa! E voi che dite che io non sono un buon padre… ma un padre certe cose se le sente Saul!- aveva perso il controllo. Slash sorrise. Gli stava parlando come ai vecchi tempi.

-Axl mi ascolti?-

-Oddio! Ma cosa doveva capitare! Ma guarda te! Porca puttana… adesso che faccio Saul? Me lo spieghi?-

-Axl ASCOLTAMI!- dovette urlare

-Ti ascolto- prima volta che in tanti anni,Slash lo aveva sentito pronunciare quelle parole.

-Secondo me dovresti venire qui-

-Dove?-

-Dove secondo te imbecille?- gli era scappata.

Fine della magia.

Axl tornò freddo come il ghiaccio.

-Ehm… si a New York… devo proprio?-

-Non dirmi che non vuoi nemmeno vedere tua figlia come sta… ha bisogno di te-

-Ah per favore! Lei mi odia e lo sai,e lo sanno tutti. Non credo che desideri la mia presenza-

-Io credo di si… fidati di me. Starete tutti a casa mia Axl… so che… insomma non siamo più i Guns n’ Roses come un tempo- Axl si sentì un groppo in gola -ma per favore mettiamo da parte un attimo i rancori. Kleopatra ha bisogno di affetto e di un clima sereno,ne ha un bisogno disperato e non ci voleva che subisse tutto… tutto questo per farcelo capire. Per favore William… per lei- alla fine Slash si stupì egli stesso di ciò che aveva detto.

-Ok lo farò,prendo il primo aereo-

-A dopo Axl-

-A dopo…- quando chiuse la chiamata il rosso chiuse un attimo gli occhi e sorrise. Avrebbe rivisto Slash.

E anche il riccio chiuse gli occhi sorridendo. Avrebbe rivisto Axl.

 

“Would you know my name if I saw you in heaven?
Would it be the same if I saw you in heaven?”

Quando si voltò aveva alle spalle la figura esile di Kleopatra. Aveva il viso ancora stanco come la sera precedente,il corpo già eccessivamente magro gli sembrava quasi scheletrico avvolto nella vecchia vestaglia rosa di Annie che la ragazza stringeva al petto come fosse un vestito di alta moda

-Piccola… come stai?- le andò incontro e le accarezzò una guancia.

-Un po’ meglio di ieri sera- aveva la voce bassa e flebile.

Poi così,improvvisamente scoppiò in lacrime.

-Slash io mi sento così debole,non capisco che mi sta succedendo! Fino a poco tempo fa stavo bene ma… non lo so Slash aiutami!-

-Stella mia…- la abbracciò forte trattendendo le lacrime. Vedere la sua piccola Kleopatra in quello stato lo faceva stare malissimo,e ancora di più perché sapeva che non poteva fare molto per lei.

-Lo so che è un periodo difficile,anzi direi che da quando tu hai scoperto Axl la nostra vita è stata stravolta. Ma soprattutto tu devi essere forte Kleopatra… coraggio!-

-Ma sto quasi perdendo le speranze di farcela…- slash la guardò dritto negli occhioni verdi.

-Non devi mai,mai perdere la speranza Kleopatra. La vita è tua. Vuoi una vita felice? Vuoi essere soddisfatta di te stessa? Bene non puoi lasciare tutto al caso,non devo sperare che il tempo sistemi le cose. Devi essere forte-

I must be strong and carry on
'Cause I know I don't belong here in heaven”

-Si… forse hai ragione tu. Farò come dici Slash- abbassò gli occhi asciugandosi qualche lacrima. Lui le diede una sorta di pacca sulla spalla e sorrise

-Dai vai a preparare le tue cose. Andiamo a casa mia-

-Davvero?- disse lei sorridente. Le avrebbe fatto bene trovarsi in mezzo ad una famiglia e in una casa lontana da tutti quei ricordi dolorosi.

-No per finta- disse lui scuotendo il capo.

Lei fece una risatina e corse di sopra.

Quando si guardò allo specchio ci mancò poco che non scoppiasse a piangere. Aveva il viso tutto graffiato e anche una cicatrice sul naso.

Le gambe erano piene di lividi così come le braccia,si sentiva un dolore in tutto il corpo.

Scelse di indossare un paia di jeans lunghi e la maglia a mezze maniche degli AC/DC e un paia di immancabili infradito.

Pettinò i lunghi capelli corvini coprendo la fronte graffiata con la frangia e si precipitò in camera per cercare una borsa.

Quando ne trovò una si accorse che era della mamma,sembrava abbastanza grande. La aprì.

Non l’avesse mai fatto.

Infondo alla borsa c’era una foto,la raccolse.

Ci soffiò sopra per allontanare la polvere.

Ritraeva sua madre da giovane,era bellissima.

Aveva dei lunghi capelli neri e ricci,degli occhi grigio-argento che non aveva mai visto a nessun altro. Aveva addosso la maglia dei Guns.

E in braccio a lei c’era la piccola Kleopatra. Aveva sul viso un sorrisetto vispo e gli occhi brillavano di felicità. Le guance paffute erano cosparse qua e là da leggere lentiggini e aveva i capelli rossi legati in due buffi codini.

Le manine piccole si aggrappavano al collo della giovane madre e il visino era appoggiato su una guancia della donna.

Pianse Kleopatra. Si sedette sul letto e pianse come non aveva mai fatto.

“Would you hold my hand if I saw you in heaven?
Would you help me stand if I saw you in heaven?
I'll find my way through night and day
'Cause I know I just can't stay here in heaven”

 

 

All’improvviso la porta di aprì alle sue spalle,ma non ci badò.

-Che fai piccola?- Slash aveva una voce sconsolata.

Si sedette sul letto mentre lei piangeva girata dall’altra parte,contro il muro.

Sentendo che non dava risposta si affacciò a guardarla

-Cos’hai qui?- le prese la foto dalle mani e lei non oppose alcuna restistenza.

Anche Slash sentì gli occhi lucidi

“Annie dammi il tuo coraggio… se cado anche io cosa ne sarà di Kleopatra?” pregò in silenzio il chitarrista.

“Time can bring you down; time can bend your knees
Time can break your heart, have you begging please, begging please”

-Dai piccola tirati su- lei si mise a sedere stropicciandosi gli occhi con le nocche delle mani.

-Stai tranquilla. Anche se la mamma non è qui con noi fisicamente,ci aiuta comunque e ci guarda dal cielo-

-Si Slash ma io tutto questo aiuto non lo sento… insomma a me manca punto. Tutte le altre ragazze della mia età hanno sempre la mamma accanto in qualunque situazione… non è giusto-

-Lo so tesoro mio… ma io ti posso assicurare che la sento,io sento sempre Annie. La sera prima di andare a letto le parlo,le chiedo un consiglio e lei mi ascolta e mi aiuta-

-Davvero?- lei lo guardò con uno sguardo languido

-Si tesoro,te lo giuro-

Kleopatra lo abbracciò forte. Era l’unico che le era sempre accanto,sempre.

Quando Slash e Kleopatra arrivarono a casa furono accolti da un affettuoso saluto da parte di Perla e dei bambini che erano sempre stati molto affettuosi con Kleopatra.

-Kleo non abbiamo molte stanze della casa,ma c’è la soffitta che è abitabile e ci sono due letti…- disse Perla un po’ titubante mentre salivano le scale.

Un letto era per lei… e l’altro?

C’era qualcun altro che avrebbe dormito lì… o era Axl o…

-Adesso facciamo piano che sta ancora dormendo-

O era William.

Kleopatra rimase senza fiato nel vederlo dormire. Era così dolce,sembrava un bambino.

Aveva già tappezzato la soffitta con i poster,e c’era anche una chitarra appoggiata alla parete vicino al letto. Perla disse che era stato impiedi tutta la notte per prendere la sua roba e rendere “Williamosa” la sua stanza.

-Mi auguro che… insomma anche condividendo la stanza possiate in qualche modo riavvicinarvi…-

-Si… certo-

Si certo.

Non si sarebbe avvicinata minimamente a quel ragazzo che l’aveva rovinata,usata e maltrattata come fosse un giocattolo.

“Non sono la tua bambolina William” pensò mentre lo guardava dormire. E così tirò su un respiro profondo e sistemò le sue cose senza curarsi minimamente di lui,e fu anche molto sorpresa che non si fosse nemmeno svegliato quando gli era caduto a terra il borsello strapieno di trucchi che si erano sparsi tutti sul pavimento con un rumore assordante.

Ragazze miee *-*

Perdonatemi… capitolo troppo lungo,stavolta ho davvero esagerato =(

Prima che mi dimentico volevo ricordare a due lettrici che hanno recensito il primo capitolo al posto dell’ultimo… state attente perché non sono sicura che riuscirò sempre a vedere tutto ^^

Per il resto mando un bacio a tutte e vi ringrazio tantissimo come sempre… ormai state diventando tutte fan di Slash grazie a questa fic (il signor Hudson un giorno mi ripagherà… in natura ovviamente u.u)

Alla prossima :D <3

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Capitolo 19
*** Patience ***


19. Patience

Quando William aprì gli occhi trovò Kleopatra in piedi sull’altro letto intenta a sistemare delle cose su una mensola. Appena la vide il primo impatto fu quello di chiamarla accanto a lui,ma poi si ricordò della sera precendente quindi lasciò perdere.

Si mise a sedere e sotto i piedi sentì qualcosa di duro,raccolse una matita nera per gli occhi

-Credo che questa sia tua- disse alla ragazza. Quando lei si girò si sentì le gambe tremare e non appena sfiorò le sue dita per prendere il sottilissimo oggetto si sentì le guancie andare a fuoco.

-Ah mi era caduta prima…-

“Shed a tear 'cause I'm missin' you
I'm still alright to smile”

-Non fa niente- disse lui tirandosi su e stiracchiandosi. Notò che nella stanza c’erano come minimo il quadruplo degli oggetti,e anche dei poster;sembrava una battaglia a chi avesse più roba.

Kleopatra si buttò a peso morto sul letto mettendosi le mani sulla fronte.

Le veniva ancora da vomitare. Si precipitò nel bagno più vicino e senza pietà i morsi allo stomaco la spingevano a rigettare.

Ebbe quasi paura di svenire infatti fu costretta a sedersi sul pavimento senza forze.

Cominciò a pensare… le sfiorò la mente un pensiero che volle mandar via il prima possibile.

Quando tornò nella camera notò con piacere che William non c’era e ne approfittò per riposarsi un po’.

“I think about you every day now
Was a time when I wasn't sure
But you set my mind at ease
There is no doubt
You're in my heart now”

Nel frattempo di sotto Axl era arrivato. Era seduto nella sala da pranzo su un divano e accanto a lui c’era Slash che gli raccontava per filo e per segno la sera precedente.

Il rosso si incantava a vedere le labbra carnose del chitarrista muoversi velocemente,si sentì strano a vederselo ancora accanto.

Si ricordava perfettamente dei primi concerti,di quando lo abbracciava,di quante volte sul palco di erano guardati sorridendo.

Axl si sentiva gli occhi lucidi

“Ti ricordi Slash?”

Il chitarrista scorse lo sguardo languido dell’altro

-Axl non fare così…-

-Slash ti ricordi?- lui rimase sorpreso

-Di cosa?-

-Di noi. Ti ricordi?- lo guardò dritto negli occhi. A Slash parve un sogno.

-Si Axl,mi ricordo tutto. Ricordo ogni cosa perfettamente- e così,spontaneamente a tutti e due venne una forte voglia di abbracciarsi.

E così fecero.

“Said, take it slow
It'll work itself out fine
All we need is just a little patience”

Non appena William li vide così si sciolse in un sorriso.

Stava cercando di tornare indietro per non rovinare un momento così bello,così intimo.

Ma i due si staccarono e lo videro.

-William vieni qui… non ti nascondere-

Ad Axl sembrò di rivedere Slash da ragazzo,di rivedere lo stesso Slash con cui aveva condiviso tutto.

-Axl voglio presentarti mio figlio,William-

-Gran bel ragazzo- disse lui compiaciuto e gli strinse la mano.

-A proposito William,hai visto Kleopatra?-

-Si… è di sopra. E’ molto strana come umore…-

-E grazie! Ieri ha subito tutto quello povera figlia mia…- disse Axl

-Perché? Tutto.. Cosa?- disse William sbalordito.

Slash fu costretto a raccontare tutto anche a William che lo ascoltava inorridito.

Non appena finì il racconto la diretta interessata arrivò strisciando i piedi scalzi e bianchissimi sul pavimento lucido.

-Kleopatra…- disse William ancora inorridito dal racconto. Voleva chiederle come stava e sentire da lei ciò che poco prima gli era stato riferito dal padre.

“Said, sugar, make it slow
And we come together fine
All we need is just a little patience”

Ma lei fece finta di non aver sentito. Ridusse gli occhi a due fessurine verdissime e quasi sibilando si rivolse ad Axl

-Che ci fai tu qui?- lui si alzò e le andò vicino

-Ho saputo di ieri sera-

Stavolta lei si rivolse a Slash

-Chi ti ha detto di chiamarlo?-

-Sono tuo padre. E mi sono preoccupato di vederti e sapere come stai-

-Sto benissimo e non ho bisogno della comprensione di nessuno- alzò i tacchi e scivolò via verso le stanze di sopra.

Ancora nausea,non ne poteva più.

C’era qualcosa che non quadrava.

Incrociò Perla nel corridoio,era lei la persona più giusta a cui chiedere aiuto.

-Perla io ti devo chiedere una cosa- disse e si sentì le lacrime agli occhi

-Tesoro… dimmi tutto- la donna le fece una carezza materna vedendo le lacrime bagnare gli occhi verdi,come rugiada sulle foglie.

-Perla io… insomma sto soffrendo troppo. C’è qualcosa che non va anche a livello fisico… insomma le mestruazioni che non arrivano,nausea e mal di testa no stop… mi sto preoccupando- la donna la guardò attentamente

-Da quanto tempo questi fenomeni?-

-Io credo che da ieri sera sia peggiorato tutto… Perla se io fossi rimasta incinta?- disse tutto d’un fiato inghiottendo le lacrime.

Perla si portò le mani al petto come se stesse pregando

-Oddio… no tesoro non penso… adesso facciamo il test giusto per precauzione eh? Ma sono sicura che ti sbagli-

Cercò di essere convincente,anche se non era per niente convinta di ciò che aveva detto…

“BEEN WALKIN' THE STREETS AT NIGHT
JUST TRYIN' TO GET IT RIGHT
HARD TO SEE WITH SO MANY AROUND
YOU KNOW I DON'T LIKE
BEING STUCK IN THE CROWD
AND THE STREETS DON'T CHANGE
BUT BABY THE NAME
I AIN'T GOT TIME FOR THE GAME
'CAUSE I NEED YOU”

Signorine,ecco a voi! :D

Che ne pensate? Questo capitolo è stato un po’ di passaggio,non succede molto anche se alla fine… vi lascio sulle spine u.u

Per il prossimo capitolo voglio l’adrenalina al massimo ragazze… sarà una svolta colossale =D

Alla prossima… vi amo <3

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Capitolo 20
*** Sweet child in time ***


20. Sweet child in time…

Slash aveva portato Axl a fare un giro insieme ai bambini parlando del più e del meno.

Kleopatra era stesa sul letto a fissare William che giocava al solitario sul computer. Si scrocchiava in continuazione le dita dal nervosismo.

Erano da soli in casa,chiusi in una soffitta. Fino a due giorni prima in quella stessa situazione non sarebbero di certo rimasti una in collasso sul letto e l’altro a giocare al solitario,e la cosa la faceva stare malissimo. Avrebbe quasi voluto dirglielo.

Poi si ricordò che quel giorno doveva concentrarsi su una cosa più importante della sua storia sentimentale: doveva scoprire se era incinta.

Incapace di restare seduta andò di sotto e gironzolava senza meta per il salotto con l’i-pod nelle orecchie. Non vedeva l’ora che Perla tornasse dalla farmacia con quel dannato test,di cui lei ignorava completamente l’uso e la forma. Inizialmente pensava addirittura che fosse una specie di prelievo del sangue e si era rifiutata categoricamente.

Era appena terminata Kashmir dei Led Zeppelin. Partirono le prime note mistiche e tranquille dei Deep Purple: Child in time.

“Sweet child in time you'll see the line”

“Oddio…” pensò e si stese sul divano.

Mi portò le mani sul grembo e pensò.

Se il test fosse risultato negativo sarebbe comunque andata da un medico per capire da cosa derivava tutta quella debolezza.

Se fosse stato positivo… beh non le restava che decidere se uccidere una vita,o tenere un bambino nato da una violenza.

“The line that's drawn between the good and the bad”

In quel momento arrivò Perla nella stanza

- Kleo siamo pronti- disse in tono visibilmente agitato

- Devo proprio?- chiese lei in preda al panico. Improvvisamente scoprì che non aveva nessuna voglia di scoprire se fosse incinta o no. Aveva paura di quello che poteva essere un risultato positivo o negativo,dipende dai punti di vista.

- Approfittiamone adesso tesoro,tuo padre,Slash e i bambini non ci sono;William è di sopra per fatti suoi. Dai… prima lo facciamo prima ci togliamo il pensiero- la ragazza si sollevò lentamente dal divano per entrare in bagno seguita da Perla.

Seguirono attentamente le istruzioni scritte sul foglietto. Bisognava aspettare circa 10 minuti prima che comparissero le due linee rosse.

- Io aspetto fuori!- disse Kleo scappando fuori da quel maledetto bagno e chiudendo la porta. Perla aspettò con pazienza tenendosi strette le mani al petto.

“See the blind man shooting at the world
Bullets flying taking toll”

Ma non c’era da aspettare molto: le due linee comparvero subito.

La donna represse un grido tappadosi la bocca.

Di fuori Kleopatra stava con la schiena appiccicata al muro e gli occhi chiusi.

Dopo poco con voce stizzata disse

- Perla?-

- Si?- da dentro veniva la voce flebile della donna.

- Allora…?- Kleopatra fece un respiro prima di ascoltare la risposta.

- Positivo…- la voce era un filo

- Come? Non sento!- urlò lei. La donna uscì dal bagno e la abbracciò.

- C’è davvero qualcuno qui…- disse poggiando delicatamente una mano sul ventre caldo della giovane.

“If you've been bad, Lord I bet you have
And you've been hit by flying lead”

Lei si coprì il volto con le mani

- Quindi non solo sono stata violentata,sono pure incinta di chissà chi! Vaffanculo mondo di merda…- e si scaraventò sul divano.

Perla,pazientemente,si sedette accanto a lei

- Sarai incinta da pochissimo tempo piccola… siamo ancora in tempo-

- In tempo per cosa?- domandò lei

- Per l’aborto Kleopatra. Non è il caso di avere un bambino da una violenza- la guardò dritto negli occhi verdi che stranamente non piangevano,apparivano solo più scuri e penetranti del solito.

- E chi me lo impone di ucciderlo? È comunque un bambino,è una vita…-

- Kleo tu non capisci! Adesso c’è tutto il tempo per pensarci ma io ti dico questo: un bambino nato dall’amore di un uomo e di una donna alla nascita porterà e diffonderà il sentimento che gli ha dato origine cioè l’amore. Allieterà la famiglia,gli amici,sarà una bella notizia per tutti e crescerà con dei genitori e magari anche dei fratelli. Un bambino nato da una violenza,dall’odio,dal disprezzo… anche lui porterà fuori il sentimento che gli ha dato origine. È comunque un bambino e lo so,ma di sicuro ti segnerà la vita perché sei ancora giovane,un giorno ti odierà perché non gli hai dato un padre,darà problemi anche alla tua famiglia e a chi ti sta attorno. Lo so che non è una cosa bella ma tu sei giovanissima,hai tutta una vita per avere tanti bambini… probabilmente questo non è il suo mondo…- disse mestamente.

Aveva ragione,non avrebbe avuto senso far crescere un bambino senza famiglia e con una madre giovane e sconsiderata.

- Perla se tu fossi nella mia stessa situazione che faresti?- insomma per lei era facile dirlo,che aveva una vita lussuosa e due bambini stupendi. Ma mettere in pratica quello che aveva detto era tutta un’altra storia.

- Farei quello che ti ho appena detto…- disse per poi alzarsi e lasciarla da sola sul divano bianco nell’enorme stanza.

Kleopatra annuì,anche se a malincuore, e con quel gesto avrebbe messo fine ad una vita appena sbocciata.

Forse…

“You'd better close your eyes and bow your head
And wait for the ricochet”

 

Nel frattempo Axl e Slash tornarono dopo aver portato i bambini ad una festa di compleanno.

Perla li chiamò in cucina e disse direttamente l’accaduto.

Ci mancò poco che Axl non avesse un collasso

- Non solo padre! Adesso anche nonno mi fate diventare!- disse sededosi senza forze su una sedia

- Anche in un momento così sei capace di pensare solo a te stesso?- disse Slash inacidito da tanto egoismo

- Beh… ok hai ragione tu- disse alzando le mani dopo un’ennesima occhiata truce del chitarrista.

- Non diventerai mai nonno,almeno non per ora. Ho già parlato con lei e mi sembra d’accordo per l’aborto-

- Ma… che brutta cosa… povero bambino- disse Slash con occhi tristi

- Povero me!- ricominciò a lagnarsi Axl

- Possibile che non sai far altro che lagnarti come un poppante Axl?- scattò Slash

- Tu non capisci perché non stai per diventare nonno!-

- Nessuno sta per diventare nonno!- sbottò Perla per la seconda volta

- Fa lo stesso!- disse Axl

- No Axl non fa lo stesso!- rispose Slash quasi ridendo per la situazione ridicola.

Kleopatra rise sentendoli dall’altra stanza. Solo l’immagine di “nonno Axl” la faceva piegare in due.

Entrò nella stanza

- Papà stai traquillo,abortirò. Non vi preoccupate più di tanto-

In quel momento entrò anche William

- Chi abortirà?-

- Secondo te?- disse Kleopatra

- No… non dirmi che…- lui le si avvicinò mettendole una mano sulla pancia.

- Si…- senza dire niente lo abbracciò soffocando il viso nei capelli profumati. Lui ricambiò l’abbraccio

“La mia piccolina…” pensò.

Quando si staccarono Kleopatra avrebbe voluto restare con lui per l’eternità. Si rintanò nella sua stanza con le lacrime agli occhi.

William invece,imbarazzato davanti ai tre adulti che aveva difronte si infilò una mano tra i capelli e mormorò

- Ehm… ok adesso esco un po’… ci vediamo dopo-

 

“Sweet child in time you'll see the line
The line that's drawn between the good and the bad
See the blind man shooting at the world
Bullets flying taking toll
If you've been bad, Lord I bet you have
And you've been hit by flying lead
You'd better close your eyes and bow your head
And wait for the ricochet”

Capitolo tributo a “Child in time” il più grande capolavoro dei Deep Purple *me si prostra ai loro piedi* xDxD

Allora stavolta siccome siete un po’ in meno ç_ç e ho un po’ di tempo libero mi dedico a rispondere in modo esauriente (che parolone… sto diventando una secchiona u.ù) a tutte voi J

Intanto inviterei anche qualcun altro a recensire siccome vorrei vedere quanti lettori fissi ci sono **

Un bacio a tutti,ma in particolare a:

Floyder97 : beh il fatto che sia incinta è ormai una certezza,ma chi sia il padre è ancora un mistero… al prossimo capitolo forse si chiariranno un po’ le idee ;)

iLARose : eeh tesoro l’abbraccio se lo meritavano ** ma il piccolo Hudson… booo speriamo ci sia davvero in circolazione… alla prossima amore <3

Lau_McKagan : ecco a te il nuovo capitolo… ti ringrazio molto per i complimenti,sei una tra le prime lettrici e mi hanno sempre fatto molto piacere le tue recensioni ** al prossimo chappy!

Crazy_Me : direi che mi stai dando l’ispirazione per la storia xD ma purtroppo la tua risposta sarà forse nel prossimo,e quella certa… beh solo alla fine della fic u.ù Alla prossima <3

 

 

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Capitolo 21
*** You're just another brick in the wall ***


21. You’re just another brick in the wall

(WILLIAM)

Uscì di casa sbattendomi la porta alle spalle. Quell’edificio in pochi giorni era diventanto la mia casa e mi sentivo già a mio perfetto agio. Ma adesso dovevo andare a prendere assolutamente altre cose a quella che era ancora la mia casa numero 2.

Mentre camminavo a passo spedito iniziavo a sentirmi sempre più nervoso. Il fatto che Kleopatra fosse incinta non mi turbava minimamente ma il fatto che loro avessero deciso di farle perdere il bambino e che lei avesse anche acconsentito mi dava sui nervi.

Sarà che per principio odio gli aborti. Vi starete sicuramente chiedendo perché un ragazzo proprio come me,privo di morale,di qualsiasi regola base dell’educazione deve essere contrario ad una cosa come l’aborto.

Beh vi dico subito il motivo: semplicemente perché se mia madre avesse scelto di abortire (cosa che stava per fare ma per mancanza di soldi non ha fatto) io sicuramente non sarei qui.

E quindi non vedo perché il bambino o la bambina di Kleopatra non possa essere fortunato/a e nascere come tutti i bambini del mondo,o almeno come sono nato io.

E a pensarci bene come può Kleopatra accorgersi di essere incinta dopo nemmeno un giorno dalla violenza?

E poi mi aveva detto già alla festa che stava male. Per me era incinta già da prima e non di quei maiali che l’hanno violentata,l’ho capito subito.

Ma allora se era incinta già da prima… chi è il padre del bambino?

No no cari lettori non guardatemi in questo modo!

Insomma sarei io?

Beh non dico che faccio i salti di gioia,ma non permetterò che mio figlio sia ucciso perché dei quarantenni rockettari poco sani di zucca non hanno capito un cazzo e si sono lasciati trasportare dall’ansia per la violenza!

Entrai nel mio appartamento e vidi che era stato lasciato tutto come stava,cioè caos totale.

C’era ancora il divano della cucina sottosopra in un casino di cuscini,copridivano,telecomando della tv tirato via e ancora bagnato da quando io e Kleo ci avevamo fatto l’amore l’ultima volta.

Devo ammettere che sentì una fitta nella parte sinistra del torace,più o meno vicino al cuore.

Entrando in mansarda,che era la mia camera,aprì l’armadio e buttai tutto in una borsa con tutta la vigorosa forza dei miei 19 anni sfogando le mie frustrazioni da adolescente-che-sta-per-diventare-uomo.

Improvvisamente sentì lanciare dei sassi sul balcone

“Eccoli che scassano” dissi ma in realtà ero felice. Erano i miei amici del quartiere.

“We don't need no education.
We don't need no thought control.”

Uscì di fuori pregando che non mi avessero tirato qualcosa in faccia

-Che cazzo volete?-

-Scendi gay che non sei altro! Andiamoci a fare una birra- urlò Michael,il mio migliore amico.

-Aspettami coglione che scendo- io e Micheal non ci eravamo mai detti “Ti voglio bene” “Sei speciale” o cose così. Ma era chiaro che i sentimenti erano quelli. Per me era un fratello e io lo ero per lui,ci facevamo compagnia e ogni tanto brindavamo alla nostra solitudine.

“No dark sarcasm in the classroom.
Teachers, leave the kids alone.
Hey, Teachers, leave the kids alone!”

E si sa una birra tira l’altra e finivamo per ubriacarci. Bevvi a più non posso fino a non sentirmi più le gambe. Andavo in giro ridendo e urlando dietro alla gente.

Certe volte mi facevo pena da solo.

Si fece tardi,era pomeriggio inoltrato quando mi passò la sbronza e mi sedetti accanto a Michael,stremato sul marciapiede.

-Chi è Kleo?-

-Come fai a sapere di Kleo?- chiesi sorpreso,sempre tenendomi le mani sulla fronte dolorante

-Beh hai quasi stuprato una tipa con gli occhi verdi e la chiamavi Kleo!-

-Oddio!- rimasi di stucco. Dovevo imparare a controllare la mia voglia di alcol,potevo compromettere qualcuno.

Ero un fottutissimo alcolista,non riuscivo più a trattenermi. Dovevo smettere una buona volta.

“All in all it's just a, another brick in the wall.
All in all you're just a, another brick in the wall.”

-Allora? Chi è?- fui costretto a dire tutto.

Evitai però di dire che era incinta e soprattutto che ero il figlio di Slash perché mi avrebbe preso per pazzo o probabilmente avrebbe pensato che fossi ancora ubriaco.

Improvvisamente mi sentì chiamare,era la voce di un uomo.

Riconobbi mio padre: ero nella merda più totale.

-Michael devo andare-

-Ma come? Dove cazzo devi andare? Dove cazzo sei tutto il giorno?- disse infastidito

-Te lo spiego un’altra volta bello- mi alzai e me ne andai dandogli un buffetto sulla guancia. Sentì urlare un “vaffanculo” ma non ci feci caso. Infondo aveva ragione,io e lui ci eravamo sempre detti tutto,fin da quando eravamo piccoli, e adesso era da un po’ che sparivo di continuo.

Voltai l’angolo e vidi mio padre tutto incappucciato,trattenni una risata

-Cosa fai in agosto vestito così?-

-Sono venuto a prenderti idiota!-

-A prendermi?- ero attonito

-Si! Ti ricordo che non puoi fare tutto quello che vuoi! Prima era venuta Kleopatra e mi ha detto che eri ubriaco e l’hai quasi aggredita!-

-Oddio!- allora la tipa che diceva Michael era proprio lei! Si sarebbe mangiato le braccia a morsi.

Arrivammo a casa e trovai tutti seduti fuori in giardino,non appena feci il mio ingresso tutti taquero.

Tuttavia non ero un tipo timido anzi,mi piaceva quando la gente mi guardava… almeno si accorgeva della mia esistenza.

Kleopatra teneva la testa bassa,mi accorsi che era triste. Si leggeva nei suoi occhi che mi stava dicendo “chiedimi scusa per prima,chiedimi scusa per prima”.

E così feci.

-Kleo scusa per prima- e le presi la mano scheletrica che teneva appoggiata sul tavolo.

-Niente- la sua mano gelida sfuggì subito dal calore dalla mia. Cosa che mi dispiaque.

Il mio “adorabile paparino” si accomodò accanto a me e mi fissava con sguardo minaccioso. Ebbi quasi paura che mi tirasse uno schiaffo. Ma mi sbagliavo,lui non era così e non lo era mai stato.

Gli altri iniziarono a parlare,veramente Axl iniziò a parlare.

Prese la mano della figlia e le disse in tono carezzevole

-Piccola,abbiamo chiamato il dottore. È una persona bravissima. Abbiamo appuntamento fra due settimane,solo poco tempo e tutto tornerà come prima vedrai. Non ti farà niente- vidi che dagli occhioni verdi della ragazza uscivano due piccole lacrime mentre annuiva.

Era una decisione troppo difficile da prendere per una donna giovane come lei,in quelle condizioni poi.

-Si Kleo stai tranquilla,andrà tutto benissimo- disse mio padre accarezzandole il viso.

Trattenni il forte impulso di urlare “Lasciatela stare!” e di andare da lei e tenerla forte tra le mie braccia.

Perché che loro lo vogliano o no Kleopatra è mia,né di Axl né di Slash: MIA.

-Ma scusate! Perché deve abortire? Perché dovete costringerla? Non vedete che piange? Non è convinta. Lasciatele un po’ di tempo!- intervenni e capì che lei mi dava ragione dal modo in cui mi guadava.

-Tu non capisci! Lei è giovane! Non può crescere un bambino così!- sempre il solito mio padre. Adesso era pure incazzato: molto bene.

-Ma non può nemmeno farlo morire così! Insomma allora se mia mamma avesse abortito io non ci sarei! Perché questo bambino non ha diritto a vivere come l’ho avuto io il diritto? Magari sarà una persona stupenda,che potrà fare qualcosa di buono invece voi la dovete uccidere!-

“We don't need no education.
We don't need no thought control.”

-William ormai abbiamo deciso mi dispiace!- replicò.

Ma chi cazzo si crede di essere?

-Slash forse il ragazzo ha ragione…- cercò di intervenire Axl per calmarlo

-No Axl! Non ha ragione un cazzo! Lei deve abortire,è per il suo bene!-

-Senti “papino” sei per caso tu il padre del bimbo che ti interessi così tanto?-

Lui si alzò infastidito

-Ma come ti permetti di dire ‘ste cazzate? Certo che non sono io!- a quel punto mi alzai anche io

-E allora stai al tuo posto che non sei il padre del piccolo!-

-Ma non lo sei neanche tu!- rispose urlando

-Questo è tutto da vedere- biascicai mentre mi infilavo in casa.

Con la coda dell’occhio riuscì a vedere Kleopatra seguirmi con gli occhi,e non erano più umidi anzi… erano più accesi che mai.

“All in all it's just a, another brick in the wall.
All in all it's just a. another brick in the wall.
All in all you're just another brick in the wall.”

 

Salve gente! Stavolta ho postato un po’ più tardi che ho avuto l’esame di riparazione di latino e non ho avuto tempo per scrivere ç_ç

In ogni caso avevo voglia di dare un po’ di voce in capitolo al nostro William sulle note di Another brick in the wall (mi sembrava la canzone più adatta a lui **) e spero vi sia piaciuta come idea. In ogni caso dal prossimo capitolo ricomincerà a parlare la nostra protagonista…

Alla prossima <3

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Capitolo 22
*** The show must go on ***


22. The show must go on

Due settimane erano volate. Kleopatra era stesa sul letto dove ormai passava la sua vita.

Altri due giorni e il suo bambino sarebbe andato via. Gli altri le avevano detto che se ci ripensava poteva dirlo,ma in verità non aveva ancora deciso.

Si attorcigliava una ciocca di capelli intorno al dito come se ciò potesse aiutarla.

In più con suo padre il rapporto continuava ad essere conflittuale,litigavano ormai tutti i giorni se non fosse per Slash che ogni volta pensava a dividerli.

Da dove trovasse tutta quella pazienza non lo sapeva.

“Empty spaces what are we living for
Abandoned places I guess we know the score
On and on, does anybody know what we are looking for... “

 

Sentì dal bagno provenire la voce William che canticchiava mentre si preparava per uscire.

Ormai non ce la faceva nemmeno a stare nella stanza con lui,doveva trattenersi dal fare molte cose e sapeva che un giorno avrebbe ceduto.

Dopo quell’abbraccio di due settimane prima non aveva fatto altro,nemmeno il buongiorno.

E all’improvviso uscì dal bagno,Kleopatra trattenne il fiato: era bellissimo.

Aveva al piede gli stivali borchiati tipici di suo padre e dentro ci aveva infilato dei pantaloni di pelle molto attillati. Aveva la maglia dei Guns e al collo un teschio d’argento,sotto i neri ricci ancora bagnati scintillava l’orecchino di Slash e appoggiato sul capo il tipico cilindro.

Era uno Slash apparentemente uguale,solo con dei pochissimi tratti somatici slavi ereditati forse dalla madre.

“Another hero, another mindless crime
Behind the curtain, in the pantomime”

-Dove vai?- chiese.

-Esco… stai in casa anche il sabato sera?- le chiese.

-Si… non mi va di andare da nessuna parte- il ragazzo trattenne l’impulso di restare con lei a farle compagnia.

-Ah capisco… ci vediamo più tardi,se sarai ancora in piedi- disse e uscì senza darle il tempo di rispondere.

-Ciao… amore- mormorò lei abbassando gli occhioni tristi. Ma lui era già lontano.

“The show must go on

Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on”

Il tempo passò lentissimo,Kleopatra decise di perderlo facendo una doccia.

Era sotto il getto fresco che si sciaquava quando sentì delle urla dannate provenire dal di sotto.

Uscì infilando l’accappatoio e si affacciò alla finestra.

Suo padre e gli altri erano in sala che chiacchieravano,ignari di tutto. In giardino c’era William che strillava e un suo amico che cercava di tenerlo in piedi e di zittirlo

“Oh no,ancora!” pensò e scese.

Fortuna che nessuno sentiva.

Aprì la porta e uscì in giardino stringendosi l’accappatoio al petto per il freddo.

-Che ci fate qui?- chiese all’amico,prendendo William per il braccio. Lui cominciò ad abbracciarla ridendo ancora tra parole convulse.

-E’ sbronzo e fatto. Io vado fai quello che puoi- e se ne andò. Molto bene.

-William stai zitto porca miseria! Adesso andiamo a casa- e lo portò dentro. Chiuse l’ingresso e iniziarono a salire le scale.

Lì lui iniziò a delirare.

-Amore mio!- le baciò disperatamente il petto.

-Oh William ti prego!- lo rimise in piedi e lo scaraventò sul letto chiudendo a chiave la porta

-Vieni qui con me…- la implorò

-Ma non sai nemmeno chi sono!- disse sorridendo.

-Sei Kleopatra,ti riconosco. Sei la mia vita,vieni qui- disse rilassandosi mentre toccava i suoi capelli.

-William…- lei cercava di mantenere la calma

-Baciami,facciamo l’amore! Facciamo un altro bambino!- che cazzo stava dicendo?

-Che dici? Quale bambino?-

-Ooh tu non devi ucciderlo! Lui è il nostro bambino!- e rise.

-Se sapessi quello che stai dicendo…-

-Lo so! Adesso baciami amore mio…- la attirò su di sé.

E come rifiutare?

“Whatever happens, I'll leave it all to chance
Another heartache, another failed romance
On and on, does anybody know what we are living for ? “

Si baciarono. Non era come le altre volte.

Erano disperati,qualsiasi cosa facevano era con disperazione. Le tolse l’accappatoio baciando la pelle ancora umida.

-Ti amo Kleopatra- disse William non appena entrò dentro di lei. Con un sospiro lei rispose

-Ti amo anche io William- si sentì una stupida,stava approfittando della sua ebbrezza.

Ma presto il piacere dell’amore le annebbiò la mente come una bottiglia intera di Jack Daniel’s.

Si abbandonò al dolce sapore del peccato,dell’amore impossibile,del sesso proibito.

E in poco tempo William fu suo.

Si abbandonò accanto a lei gemendo

-Amore mi fa male la testa…- gli stava per passare tutto. Kleopatra si sentì quasi dispiaciuta.

-Dormi che ti passa…- gli accarezzò la fronte sudata.

-Voglio dormire con te- sussurrò e come un bambino si stropicciò gli occhi e si accoccolò sul suo petto,vicino al seno.

Dopo poco anche Kleopatra crollò senza forze.

Stanca ma felice.

“I must be warmer now
I'll soon be turning

Round the corner now
Outside the dawn is breaking
But inside in the dark I'm aching to be free”

Il mattino dopo William si svegliò sentendo un corpo caldo sotto il viso. A primo impatto pensò di essersi addormentato a casa di qualche ragazza che si era fatto.

Ma quando aprì bene gli occhi si rese conto che era nella sua stanza e che accanto a lui c’era Kleopatra che dormiva.

Gli venne spontaneo di urlare. La ragazza si svegliò di soprassalto,era completamente nuda.

-Che ci fai nel mio letto?- le chiese arrabbiato.

-Eri ubriaco ieri sera,sono scesa di sotto e tu mi hai portata qui…-

-Vuoi dire che…-

-Si,abbiamo fatto l’amore- William si maledisse di aver bevuto così tanto.

-Ok ho sbagliato io. Ma cazzo! Non dovevi per forza approfittarne! Potevi anche chiudermi nella doccia!- urlò. A Kleopatra venne da piangere,cercò inutilmente di asciugarsi il volto con le mani lunghe.

-Ma io… io non sapevo cosa fare… tu eri così felice,così dolce…-

-Hai sbagliato! Dovevi farmi smettere… la nostra storia è finita Kleopatra!- le disse,anche se non ne era per niente convinto.

-Scusami…- disse lei coprendosi con il lenzuolo. Lui si alzò.

-Non dovrà capitare mai più chiaro?- disse in tono severo.

Kleopatra annuì.

Salve lettrici!

Il nuovo capitolo è arrivato finalmente,sulle note di “The show must go on” opera dei Queen. Come sempre ringrazio i vostri complimenti e vi auguro che vi sia piaciuto J

Alla prossima <3

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Capitolo 23
*** Hey you! ***


23. Hey you!

I due giorni successivi passarono velocissimi,il giorno dell’aborto arrivò improvvisamente, come un temporale d‘estate.

Quel mattino Kleopatra non scese a fare colazione,ma nessuno andò a chiamarla.

Slash al contrario era di ottimo umore,e anche Axl;mentre William se ne stava tutto imbronciato sul divano

-Will cosa hai fatto?- gli chiese il padre mentre sorseggiava il caffè

-Lo sai benissimo- rispose arrabbiato stringendosi le ginocchia al petto.

-Ma dai… sembri un bambino capriccioso. Forza sorridi e la vita ti guarderà sorridendo!- e rise insieme ad Axl.

“Ma vaffanculo” mormorò il ragazzo,andando a bere il latte in giardino.

Kleopatra se ne stava in disparte nella sua stanza,alle 16.00 aveva l’appuntamento,aspettava inerte il tempo che passava.

Una decisione definitiva non l’aveva ancora presa,non era ancora convinta di ciò che stava per fare.

Aveva bisogno dell’aiuto di qualcuno.

Di sicuro William era pazzo,aveva detto quelle cose solo perché era ubriaco.

E lei aveva capito perfettamente il suo piano: siccome non voleva che abortisse aveva montato su la storia che era lui il padre del bambino in modo da confonderla ed evitare così la morte del neonato.

Non capiva.

Non sapeva se abboccare o no al tranello di quel misterioso ragazzo.

Se avesse abboccato avrebbe salvato una vita,ma una vita che come diceva Perla era nata da una violenza.

Se invece avesse fatto il contrario probabilmente avrebbe ucciso una vittima innocente.

Si alzò e guardò la Gibson di William: l’ennesimo regalo di “papà Slash”.

Era nuova di zecca,non avrebbe resistito. Così Kleopatra la afferrò,mise a posto l’amplificatore e iniziò ad accordarla.

Sua madre le aveva insegnato a suonarla,in più sapeva cantare divinamente grazie ai geni ereditati dal padre.

E proprio alla madre pensò,perché anche lei era rimasta incinta da ragazza e se fosse stata ancora in vita avrebbe saputo come aiutarla.

Iniziò a sentirsi un groppo in gola. Ma poi ripensò alle parole che Slash le aveva detto qualche settimana prima.

-Si Slash ma io tutto questo aiuto non lo sento… insomma a me manca punto. Tutte le altre ragazze della mia età hanno sempre la mamma accanto in qualunque situazione… non è giusto-

-Lo so tesoro mio… ma io ti posso assicurare che la sento,io sento sempre Annie. La sera prima di andare a letto le parlo,le chiedo un consiglio e lei mi ascolta e mi aiuta-

-Davvero?- lei lo guardò con uno sguardo languido

-Si tesoro,te lo giuro-”

(dal capitolo 18)

Provò ad ascoltare il consiglio di Slash,rimase in silenzio chiudendo gli occhi.

Con le dita iniziò a far vibrare le corde della chitarra,prima in modo confuso poi come per magia iniziò a suonare gli accordi delicati di “Hey you” . Aveva sempre amato i Pink Floyd.

Dopo la breve introduzione cominciò a cantare

“Hey you ! Out there in the cold
Getting lonely, getting old, can you feel me?
Hey you ! Standing in the aisles
With itchy feet and fading smiles, can you feel me?”

E la vedeva davvero sua madre che sorrideva,se la immaginava in un corridoio bianco. Anche la sua veste era bianca e metteva in risalto i lunghi capelli corvini e gli occhi più grigi che mai.

E lei ripeteva

-Can you feel me?-

Si,la sentiva. E le sorrideva come per incitarla a parlare.

“Hey you ! Don't help them to bury the light
Don't give in without a fight.
Hey you ! out there on your own
sitting naked by the phone would you touch me?”

E si era seduta anche lei,in quella specie di universo parallelo che era il regno dei morti. Doveva aiutarla a portare la luce… la luce.

-Would you touch me?-

Lei desiderava ardentemente toccarla,sentire ancora il calore del suo corpo.

E come lei desiderava la sua mamma forse c’era anche qualcun altro che cantava la stessa canzone per lei…

“Hey you ! With your ear against the wall
Waiting for someone to call out would you touch me?
Hey you ! Would you help me to carry the stone
Open your heart, I'm coming home”

Ecco.

-I’m coming home-

E poi l’assolo. Non le era venuto benissimo per l’emozione. Ma durante esso aveva pensato molto. Era come se all’interno del testo ci fosse anche la risposta a quello che doveva fare.

Una risposta ermetica che lei fino a quel momento non aveva intuito.

“But it was only a fantasy
The wall was too high as you can see
No matter how he tried he could not break free
And the worms ate into his brain“.

-The wall was too high as you can see-

Il muro era troppo alto… ma adesso lei poteva vedere,vedeva benissimo.

Aveva capito tutto.

“Hey you ! Out there on the road
Doing what you're told, can you help me?
Hey you ! Out there beyond the wall
Breaking bottles in the hall, can you help me?”

Sorrise.

William non era pazzo,era solo più alto del muro. Aveva visto prima di lei.

“Grazie mamma…”

Aveva avuto bisogno di lei per capire.

All’improvviso entrò Slash sorridente,probabilmente per le ottime capacità musicali della ragazza.

Lei smise improvvisamente di suonare

-Slash! William!- disse con un tono di voce alquanto alto e anche un po’ stalunato.

-Kleo stai bene?- chiese l’uomo attonito

-Sto benissimo! Meglio di quanto tu credi. Ho capito Slash credimi: devo tenere il bambino!-

-Ma cosa dici?- urlò

-Slash ascoltami- appoggiò la chitarra sul letto di William e si avvicinò a lui incastrando lo sguardo verde in quello nero.

-Ti ricordi di quando mi hai detto che sentivi spesso mia madre e che lei ti parlava e ti aiutava?-

-Si che mi ricordo…-

-Ecco. Io ho parlato con lei: mi ha detto di tenerlo-

Lui parlò cercando di farla ragionare

-Ma Kleo! È un rischio! Secondo me ti sei sbagliata!-

-Slash tu devi credermi! Almeno tu cazzo! Se ti dico che me lo ha detto lei io mi fido ok? Non cambierò idea-

E detto questo scese di sotto per cercare un telefono e disdire l’appuntamento

-Kleo! Dove vai?- urlò il chitarrista seguendola.

Ma improvvisamente si sentì che non doveva impedirglielo,se voleva un bambino nato da una violenza era libera di farlo.

“Annie,è l’ultima volta che obbedisco ai tuoi ordini sia chiaro!” pensò sorridendo.

“Hey you ! don't tell me there's no hope at all
Together we stand, divided we fall. “

Eccomi fans! Allora questo è stato un capitolo song-fic al massimo,è quasi indispensabile conoscere la canzone altrimenti mi rendo conto che vale poco e niete. Vabbé… prima di tutto vi avviso che la fic ormai volge alla sua fine ç_ç ma ci sarà una sorpresina,che mi auguro sia di vostro gradimento signorine ^^

Riguardo a questo capitolo direi che è tra i miei preferiti,ho notato dalle vostre recensioni che reclamate un po’ di meritata felicità per la vostra Cleopatra (ormai è più vostra che mia xD) direi che vi do ragione ma questa era una fic di genere triste quindi… ma il lieto fine lo vedrete eccome,ve lo garantisco. Parola di Annie u.u

Vi lascio un abbraccio enorme ragazze,grazie di tutto siete fantastiche!

 

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Capitolo 24
*** Better ***


24. Better

“No one ever told me when
I was alone
They just thought I'd know better, better… “

Sette mesi erano passati,ma nonostante ciò sembrava che in famiglia nessuno avesse perdonato a Kleopatra di aver tenuto il bambino. O meglio la bambina.

Avevano saputo proprio quel giorno che si trattava di una femminuccia,e lei ne era stata molto contenta.

Un altro motivo per essere felice era che insieme al padre era tornata a Los Angeles,lontano da mille preoccupazioni e con loro c’erano tutto il resto del gruppo più William che aveva insistito per venire.

La gravidanza andava benissimo,anche se di certo non era in splendida forma.

Spesso il pancione le faceva troppo peso ed era costretta a stare seduta per giorni interi;alternava momenti in cui avrebbe mangiato anche un mammuth ad altri in cui solo la la parola “cibo” le faceva venir voglia di vomitare.

Però nonostante tutto era felice,tutto andava meglio di quanto si aspettasse.

Ma tuttavia non poteva fare a meno di essere triste poiché sia Slash,Axl e tutti gli altri guardavano quasi di mal occhio la sua pancia che ormai non poteva più nascondere,infatti erano tutti convintissimi che la bimba fosse degli albanesi che l’avevano violentata tempo prima.

Spesso le parlavano in modo talmente convincente da farle sorgere dei dubbi che venivano puntualmente smentiti da William.

“The hardest part this troubled heart has never yet been through now
To heal the scars that got their start inside someone like you now
But had I known or I'd been shown back when I'd long you'd take me
To break the charge that brought me home...
and all that won't erase me”

 

William…

Probabilmente si stava pentendo di ciò che aveva fatto,di averla abbandonata.

Forse era per quello che le aveva chiesto di incontrarsi in centro per stare da soli e non in quella casa con cinque matti alle calcagna.

Quando lo vide da lontano le scappò un sorriso,sapeva di dolcezza e di passato.

Egli la salutò con un cenno della mano e quando fu più vicino la abbracciò.

Kleopatra si abbandonò completamente al calore di quel corpo,al profumo di quei capelli,di quella pelle,di quel ragazzo che amava da morire.

La guardò dritto negli occhi.

Lei distolse lo sguardo,non poteva,non doveva cedere.

Chi rompe paga,e lui aveva rotto il suo cuore;adesso doveva pagare.

“I never would not that I could
No matter what you paid me
replay the part
You stole my heart
I should have known you're crazy”

 

-Kleopatra io…- iniziò imbarazzato.

-William tu?- si staccò facendo un sorriso divertito tra le labbra sottili. Il ragazzo odiava quelll’espressione che ricordava tremendamente Axl Rose,si vedeva lontano un miglio che era sua figlia.

Dall’altra parte lei dentro sentiva quasi il cuore che si spezzava,ma non poteva farci niente. L’orgoglio personale era molto più alto dell’amore per William.

Decise di lasciare tutto in sospeso,di rimandare tutto.

Congelò la situazione.

-Io vorrei che noi tornassimo insieme…alla fine lo vedi anche tu che siamo inseparabili. Io sono stato malissimo senza di te-

-Ma questo non significa che mi sarai fedele per sempre William…io ti conosco-

“All that I wanted was...
Now I know you better
You know I know better
Yeah, now I know you better!”

Egli abbassò mestamente lo sguardo. In fondo doveva aspettarselo: l’amore non avrebbe mai cambiato questo lato del carattere di Kleopatra. Poteva addolcirlo ma mai estinguerlo del tutto.

-Quindi per te è finito tutto?-

-Può essere- e se andò

William sorrise

“Ti stupirò…”

“So bittersweet, this tragedy wont ask for absolution
This melody inside of me, still searches for solution
A twist of fate, the change of heart kills my infatuation
A broken heart can't hide the spark for my determination”

 

 

Quando Kleopatra tornò in casa Slash la accolse con un abbraccio.

-Kleo ho una bellissima notizia!- lei si preoccupò.

L’idea di “bella notizia” che aveva quell’uomo era leggermente diversa dalla concezione del resto del mondo: per lui infatti una bella notizia era anche che aveva comprato un plettro nuovo. Cosa che faceva un giorno si e uno no,e che ormai non interessava più a nessuno.

-Dai avanti- disse paziente.

-Non è niente di che…è solo che ho pensato un nome da dare alla bambina…-

-Questa si che è una notizia! Hai pensato!- Izzo e Duff risero dalla cucina.

Slash fece l’offeso e rimase senza parlare.

-Dai scusa capellone… dimmi tutto- disse Kleopatra affondando le mani nei capelli del chitarrista che finalmente si decise a parlare.

-Beh io ho pensato che potresti chiamarla Layla…come la canzone di Eric Clapton- disse sorridendo.

-Mi sembra una maginifica idea!- rispose William entrando.

Va bene uccidetemi adesso T_T

Ho fatto tardissimo ragazze ma ho le mie buone ragioni,prima di tutto l’inizio della scuola è stato a dir poco traumatico e poi…si mi sono innamorata e la mia mente è abbastanza impegnata con i film mentali **

Spero possiate perdonarmi… ma vedo con dispiacere che siete un po’ diminuite,fatevi vive che siamo alla fine ;))

Per quanto riguarda il capitolo direi che mi è uscito un po’ maluccio perché l’ho scritto un po’ spezzattato… ma spero che vi accontentate…

Un bacio a tutte <3

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Capitolo 25
*** Layla ***


-1 alla fine

25. Layla

(QUATTRO MESI DOPO)

Kleopatra stava seduta sul divano dedicandosi ad un approfondito ascolto del nuovo album di Slash. Lo avrebbe criticato fino alla morte per aver cantato con Fergie,ma infondo era un grande chitarrista.

Prostituiva il suo talento ma per lei restava un idolo,il suo punto di riferimento.

Ogni tanto Layla sferrava qualche calcio,ultimamente anche più del solito: il parto di avvicinava. Kleopatra per tranquillizzarla le dava qualche carezza,le piaceva sentire la forma dei piedini o delle mani che dall’interno accarezzavano il suo ventre.

William fece il suo ingresso dalla porta seguito da Axl;lei non sentì di cosa parlavano,si limitò ad ammirare la bellezza del ragazzo.

Axl le si avvicinò e le tolse delicatamente un auricolare dall’orecchio

-Come stai piccola?-

-Tutto bene grazie…-

-Sai che il nono mese è scaduto da un po’…se la piccola non esce il dottore dovà intervenire- lei sbuffò

-Sta benissimo-

-Speriamo solo che vada tutto bene… anche se non mi sembra comunque una cosa giusta: hai tenuto una bambina da una violenza-

Ancora con questa storia.

William abbassò lo sguardo.

-Ti dimostrerò che non è da una violenza papà! Anzi ve lo dimostrerò!- aggiunse dopo aver visto la figura assonnata di Slash apparire sull’uscio.

Il riccio sorrise ed entrò in salotto. Prima baciò il figlio poi le si avvicinò dandole un bacio sulla fronte e accarezzando con la mano il ventre,in quel momento arrivò un poderoso calcio

-Ahia!- disse lei piegandosi per come poteva

-Ti ho fatto male?- disse Slash dispiaciuto

-Non te!- urlò lei tenendosi le mani sul grembo. La bambina non smetteva di agitarsi.

I tre uomini la guardavano attoniti.

Quando la ragazza alzò il volto sofferente era chiaro che gli occhioni verdi luccicavano di lacrime.

-Io penso che stia per nascere…- mormorò William

-Lo penso anche io!- disse Slash aiutando Kleopatra ad alzarsi.

-Un attimo! Cosa succede?- disse Axl che ancora non aveva capito che stava per diventare nonno.

-Muoviti a prendere la macchina se non vuoi essere costretto a far partorire qui tua figlia!- urlò Slash.

-Sssi! Vado subito!- disse con fare impacciato. Il chitarrista scosse il capo.

-Resisti Kleo…- sussurrò William all’orecchio della ragazza aiutandola a scendere le scale. A fatica la presero in braccio per risparmiarle le energie.

Quando arrivarono all’ospedale Kleopatra era ormai al limite,il parto fu lungo e doloroso.

Furono chiamati tutti,anche Izzy Steven e Duff con le rispettive famiglie.

Axl se ne stava zitto ad ascoltare,ad ogni gemito della figlia chiudeva gli occhi e mormorava qualcosa come se stesse soffrendo anche lui.

Slash gli si sedette accanto e lasciò che si appoggiasse con la testa sulla sua spalla.

-Tranquillo Axl…tranquillo- gli ripeteva sorridendo.

William stava seduto per terra,essendo le sedie tutte occupate. Si attorcigliava i ricci intorno ad un dito assalito dai dubbi.

E se si fosse sbagliato?

E se quella bambina fosse davvero frutto di una violenza?

Voleva morire.

Ma poi si ricordò che lo aveva sentito dentro,che anche Kleopatra aveva sentito la stessa cosa: quella era la loro bambina.

Il silenzio fu rotto dal pianto della neonata. Axl tirò un sospiro di sollievo,tutti si abbracciavano felici.

Dentro la stanza Kleopatra sospirò,il dolore era cessato.

La dottoressa le porse la piccola

-Quanti capelli che ha già!- fu la prima esclamazione.

Ed era vero.

Layla piangeva,inconscia della propria neonata bellezza.

Aveva gli occhi verdissimi come la madre,e gli stessi zigomi alti. Ma in testa c’erano già tanti capelli,tutti nerissimi e ricci,le labbra erano grosse e carnose,il naso a patatina,il taglio degli occhi inconfondibile.

Kleopatra avrebbe voluto dire qualcosa a sua figlia,avrebbe voluto baciarla ma non ce la fece.

Svenne per lo sforzo che aveva fatto,le palpebre erano pesanti,lo sguardo verde si chiuse.

L’ostetrica uscì fuori con la bambina tra le braccia avvolta in una copertina rosa.

-Il padre?- disse sorridente urlando per sovrastare il pianto della piccola. Tutti si guardarono in faccia. Axl si avvicinò

-Io sono il nonno veramente… mia figlia dovrebbe essere…- stava per dire “una ragazza madre” ma la vista della bambina gli tolse le parole dalla bocca.

Sorrise con le lacrime agli occhi sotto lo sguardo sorpreso di tutti che si voltarono verso William. Slash mise una mano sulla spalla del ragazzo emozionato mentre prendeva in braccio sua figlia così simile a lui.

Layla Hudson era venuta al mondo.

La fusione di un amore,ma ancora di più di un amicizia.

Axl e Slash si guardarono commossi: in quella bambina c’erano loro due insieme,erano i geni di William e quelli di Saul insieme.

Quel piccolo corpo racchiudeva anni di amicizia,anni di risate,di pianti,di successo,di distruzione… anni dei Guns n’Roses.

Si abbracciarono piangendo,piano piano si aggiunsero anche gli altri membri.

Non si erano riuniti come gruppo,ma come cuore.

In un solo battito,in un solo respiro che aveva fatto sognare milioni di persone di tutte le età.

Un solo nome,nella loro anima e in quella di tutti quelli che come loro volevano godersi la vita e allo stesso tempo fare di essa un capolavoro,con emozioni positive e negative ma che insieme erano la bellezza intrinseca della musica.

In poche parole Guns n’Roses.

Quando tutto si fu sistemato entrarono piano piano nella stanza di Kleopatra che stava seduta sul letto con la bambina in braccio,sorridente come non mai.

-Non mi ero sbagliata- disse fiera guardando prima la sua creatura addormentata e poi gli altri: uno per uno.

In quel momento William si avvicinò a lei. Rivide quegli occhi,quel viso.

Si rinnamorò di lei,di quella ragazza che era diventata una donna.

Ma che era rimasta la stessa adolescente ubriaca che aveva conosciuto al Silver.

“-Prendiamo qualcosa?- le chiese invitante,con quel sorriso all’americana… l’aveva rapita.”

-Prendiamo qualcosa?- le chiese sorridendo.

Lei ricambiò il sorriso

-Direi di si- e prese lui. Prese le sue labbra,quelle labbra di peccato,quelle labbra di passione,quelle labbra che erano la sua vita.

Non appena si staccarono videro con la coda dell’occhio che tutti se ne erano andati. William rimase a pochi centimetri dalle sue labbra.

-Kleopatra mi vuoi sposare?- lei sorrise iniziando a piangere di gioia.

Gli gettò le braccia al collo e lui rise,a bassa voce per non svegliare la piccola che dormiva accanto a loro.

-Lo prendo come un si?- lei annuì.

Ragazzeeeee ç_ç è quasi finita… mi mancherà questa fic =((

Scusate il ritardo ma questo capitolo è stato lunghissimo,come vedete la piccola Layla è un personaggio di grandissima importanza in quanto mi è piaciuto vederla come “scrigno” che racchiude il passato e il futuro di questi quattro uomini che noi tanto amiamo e stimiamo.

Vi ringrazio per le recensioni e spero vi sia piaciuto il capitolo… nel prossimo vi saluto tutte per bene,mi raccomando cariche per la fine che non sarà così scontata come prevedete ve lo assicuro ;)

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Capitolo 26
*** Another part of me ***


ULTIMO CAPITOLO

26. Another part of me

Mancavano esattamente 12 ore,poi Kleopatra e William sarebbero stati uniti per sempre.

Era una piacevole serata di metà settembre,piacevole per alcuni,un inferno per altri.

Piacevole per Perla e le altre donne che erano tutte felici mentre facevano provare per l’ennesima ed ultima volta il vestito bianco a Kleopatra,prima del grande giorno.

-Sei bellissima tesoro-

-Mi fai ricordare me quando ho sposato il mio Saul!- esclamò Perla e scoppiò a piangere in anticipo. L’aveva vista in fasce quella ragazza,e adesso si trovava a sistemarle l’abito nuziale.

Kleopatra le asciugò il viso e la abbracciò sorridendo.

Era felice. Per il matrimonio aveva deciso di far tornare i suoi capelli al colore naturale,o almeno ci aveva provato.

I capelli erano di nuovo rosso acceso e scendevano lunghi macchiando il bianco dell’abito. Si sentiva una regina con quel vestito addosso,semplice ma stupendo: aveva un corpetto bianco di pizzo e dai fianchi in giù scendeva una lunga e stretta gonna di seta. Il velo era bianco con dei brillantini argento,molto lungo.

Si guardò ancora una volta allo specchio

-Direi che è perfetto adesso- esclamò raggiante.

William invece si dedicava ad un ultima serata con gli amici,l’ultima a bere,a fumare,ad andare in giro urlando dietro alle signore.

L’adolescenza stava finendo,lo sentiva. Non sentiva più la stessa ebbrezza e la stessa spensieratezza di quando aveva poco più di 15 anni.

Salutò in questo modo i vecchi tempi,un sorsino di Jack e l’ultima dormita accanto agli amici sul bordo della strada.

La serata invece non fu così lieta per i nostri cinque Guns n’Roses.

-No Layla! Non devi lanciare le cose a terra!- urlò Axl a sua nipote.

Aveva sette mesi ormai ed era una peste,nel vero senso della parola.

Il tempo di raccogliere i giocattoli a terra che già piangeva per la fame.

-Tranquilla amore mio! Adesso lo zio Duff ti dà la pappa…su da brava- Duff iniziò ad imboccarla,quando lei prese in mano il cucchiaino

-Che brava! Mangi anche da sola!- ma il sorriso compiaciuto gli scomparve dal viso scoprendo che la bimba si stava spalmando tutta la pappa sul viso,pigiama compreso. E rideva come fosse posseduta.

-Noooo!- con l’aiuto di Axl cercarono di pulirle il viso,ma invano.

Arrivò in quel momento Slash,come una mano dal cielo.

Lui era il pià esperto in fatto di bambini,avendo tirato su due bei marmocchi, e in più aveva il vantaggio dei capelli.

Si,perché a Layla (come a Kleopatra da piccola del resto) piaceva un sacco toccare i morbidissimi capelli del nonno Slash. Li usava come fossero un anti stress.

-Slash aiutaci cazzo!- urlarono i due uomini

Lui con fare spavaldo si sedette accanto alla bambina cominciando a solleticarle il pancino facendo faccie assurde.

-Picci picci picci! Chi è la bimba più bella del mondo?- diceva in tono idiota. Gli altri non facevano altro che ridere,Izzy e Steven che erano appena entrati restarono paralizzati.

Ma Layla non era un caso semplice. Non appena Slash si avvicinò lo afferrò per i capelli con una presa talmente salda che lo fece urlare dal dolore.

Quando finalmente si fu liberato Steven le disse

-Tu sei una bimba molto cattiva,molto molto cattiva!-

Come risposta gli arrivò un pernacchio in piena faccia seguito da una risatina isterica.

-Questa bambina è impossibile!- urlarono insieme non appena Kleopatra,finalmente liberatasi dal vestito da sposa, entrò nella cucina.

-Siete voi degli incapaci!- disse e prendendola dolcemente in braccio la piccola smise di fare la posseduta e diventò un angelo.

-Ma non è giusto!- sbottò Slash,Kleopatra scosse il capo.

Anche se vecchi erano sempre le stesse teste di rapa;come si dice… il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Quando lei portò la piccola in bagno per cambiarla e metterle in pigiamino pulito lei cominciò a riempirla di baci dicendo a cantilena le parole “mamma” e “bella”.

Lei ricambiò le sue coccole dandole un bacino in mezzo ai ricciolini scuri che le ricoprivano il capo. Assomigliava da morire a William,ma anche a Slash sotto parecchi aspetti.

Aveva lo stesso sguardo vispo,e le mani lunghe e agili che secondo lui erano “le mani di un chitarrista”.

Kleopatra sorrise.

Una volta messa a letto la piccola uscì dalla stanza da letto socchiudendo la porta,si trovò Axl alle spalle.

-Piccola vieni con me un attimo- lei lo guardò,notò che era vestito per uscire.

-Dove andiamo?- chiese.

-Mettiti una giacca,ti porto a vedere una cosa-

-Ma sono in pigiama!-

-Fa lo stesso,tu vieni!-

Lei obbedì,si mise un cappotto nero di pelle lungo fino a sotto le ginocchia e uscì dietro di lui che teneva in mano le chiavi della macchina.

Uscirono dal retro,Kleopatra si chiedeva cosa avesse intenzione di fare. Erano le 11 di sera e lei avrebbe voluto andare a letto per poi alzarsi fresca e riposata nel giorno delle nozze;decise di dirlo a suo padre.

-Ti sveglierai lo stesso fresca e riposata bambina. Fidati di me- lei acconsentì e si infilarono in macchina.

Axl partì diretto alla periferia di Los Angeles,mano a mano che si allontanavano dalla parte ricca e sfarzosa si notava il contrasto tra i mille volti che quella città presentava.

Al posto delle enormi ville con piscine dalle quali proveniva una piccola luce soffusa,accompagnata magari da note di jazz o di gospel tipico americano,si potevano iniziare a vedere le case popolari,i gruppi di ragazzetti ubriachi che si scopavano una ragazza di 13 anni in mezzo alla strada e di sottofondi gli accordi aggressivi di Jimi Hendrix.

-Dove mi stai portando?- chiese lei fissandolo. Lui sorrideva

-Vedrai-

Si inoltrarono ancora nella periferia fino a quando Axl non lasciò la macchina in una specie di cortile,scesero e attraversarono la strada.

Tirò fuori dalla tasca un mezzetto di chiavi arrugginite che scricchiolarono nella serratura di un portone. Il palazzo era lurido,di un colore misto tra grigio e rosa slavato,alcune finestre avevano persino i vetri rotti,i balconi spogli sembrava dovessero cadere da un momento all’altro.

Axl continuava a sorridere raggiante ed esultò non appena con uno stridolìo il portone malandato gli aprì la vista su un mucchio di scale sporche.

-Papà: dove siamo?- chiese Kleopatra afferrandogli un braccio. Non che lei fosse una ragazza snob,come le tipiche figlie delle star,ma avventurarsi in un posto del genere non lo avrebbe augurato a nessuno.

-Vuoi vedere la casa dei Guns?- chiese raggiante.

Kleopatra sorrise. Tutto il disgusto passò immediatamente,annuì felice.

Si arrampicarono fino al terzo piano,Axl si fermò sul ballatoio,aveva un po’ di fiatone ma l’entusiasmo non era cessato anzi aumentava sempre di più.

-Qui- disse indicando la porta centrale -ci abitava una vecchia vedova,ogni volta che ci vedeva ci mandava dietro mille e una maledizioni. E qui- stavolta indicò la porta a destra -qui c’era una puttana che viveva con la figlia spacciatrice che diventò la migliore amica di Slash…ti lascio immaginare gli ovvi motivi- disse quasi ridendo.

Poi l’attenzione dei due si rivolse alla porta di sinistra: era scura,piena di scritte confuse una sull’altra. L’unica che si leggeva era una citazione a caratteri cubitali : WELCOME TO THE JUNGLE.

-E questa?- disse Kleopatra avvicinandosi accarezzando la scritta come fosse una reliquia delle guerre puniche risalenti al V secolo avanti Cristo.

-Questa è la nostra…- disse Axl aprendo.

C’era un’ampia sala,ancora bottiglie di Jack Daniel’s sul divano,sul tappeto polveroso,ovunque.

-Su quel divano ci stavamo tutti quando bevevamo,Slash aveva l’abitudine di buttarsi sul tappeto. Io forse ero il più tranquillo,mi limitavo a cazzeggiare per poi dormire sul tavolo- disse sorridendo. Iniziarono a scendere delle lacrime sul viso dell’uomo.

Che li vedeva ancora,tutti e cinque sul divano. Vedeva ancora Slash sul tappeto,Steven con l’ago nel braccio,Duff sbarellato per terra e Izzy che cercava di svegliarlo.

E poi vedeva anche i momenti di tranquillità,quando si appollaiavano sulla finestra con i piedi in giù.

Quando guardavano dall’alto tutto quello sporco mondo,sognando di volare,di diventare anche loro delle stelle del firmamento,di brillare accanto alla luna.

E in quei momenti fumavano una buona sigaretta,parlavano di ragazze,Izzy e Slash suonavano qualche canzone dei Beatles o dei Rolling Stones mentre lui cantava in compagnia delle voci di Duff e Steven.

Kleopatra si emozionò,pensò a pochi anni prima.

Pensò a quando aveva 15 anni,e guardava i poster e immaginava a quanto sarebbe stato bello vedere nel passato di quel gruppo che amava.

E pensò a quando dovettero andare a quella dannata festa,quanto era emozionata di vedere Axl. Che poi aveva scoperto essere suo padre.

Lo seguì nelle stanze,piccole e buie,ma allo stesso tempo così luminose.

Poi Axl aprì una porta,sopra c’era scritto

“Camera di Axl e Slash: non aprite quando siamo in mutande,non rompete il cazzo per motivi inutili,poi basta mi sono rotto di scrivere le regole le sapete da soli”

Entrambi risero. Axl stava praticamente piangendo.

Aprì la porta,era una stanza piccolissima,con due lettini che erano praticamente appiccicati. Il cantante vide ancora la figura del ricciuto chitarrista intento a strimpellare qualcosa,si asciugò una lacrima: doveva andare avanti,doveva dare il suo regalo a Kleopatra.

-Ma non l’avete mai venduta questa casa?- chiese la ragazza sedendosi sul letto. Quanto era uguale a suo padre.

-No,mai. Le chiavi le ho sempre tenute io ma non ci ero mai più ritornato. Adesso però,proprio in questo giorno prima delle nozze volevo mostrarti una cosa,una cosa a cui tengo tantissimo-

Si tolse la giacca buttandola per abitudine sulla vecchia sedia,aprì l’armadio dove erano rimasti calzini spaiati e pantaloni strappati. Ne tirò fuori la sua maglia bianca,quella di Mickey Mouse.

Kleopatra trattenne il fiato.

Suo padre si tolse la maglia e provò ad infilarla davanti allo specchio. Niente da fare,aveva messo almeno 20 chili in più.

Si rivolse verso Kleopatra,si accorse che si era alzata in piedi e aveva gli occhi lucidi.

-No… no papà ti prego…- balbettò

-Si invece. Io penso che debba tenerla tu- e gliela porse. La ragazza si spogliò,restò per un attimo interdetta poi indossò la maglia di Axl Rose.

Gli stessi capelli la macchiarono di rosso,il tessuto si stese sullo stesso fisico perfetto,si sposava a meraviglia con la stessa pelle chiara.

Lei si guardò allo specchio.

-Dopo la cerimonia domani,metto questa- disse convinta e raggiante.

Axl annuì contento,e annuì anche l’Axl giovane,quello pieno di grinta e di tenacia,quello che si era arrampicato sull’alta rupe del successo e che ne era arrivato in cima vincitore.

La ragazza si voltò verso di lui

-Grazie papà-

-Grazie a te Kleopatra,grazie di essere qui,grazie dei conflitti,grazie dei pianti,dei sorrisi. Grazie di essere semplicemente te,sempre e comunque.-

-Noi abbiamo litigato tanto,siamo stati in difficoltà,sul punto di abbandonarci a vicenda. Io ti ringrazio anche per avermi sopportata,per avermi comunque tenuta con te anche quando mi è sembrato che mi crollasse il mondo addosso-

-E come potevo abbandonarti…- in quel momento si abbracciarono,quelle parole rimasero per sempre nel cuore e nella mente di Kleopatra.

-You’re just another part of me…-

 

Si ragazze,è finita T.T

È tardi stasera,sono stanca morta ma voglio ringraziarvi di cuore a tutte. Questa è stata una delle prime fic sui Guns approdate su efp nonché la mia prima storia,ed è stata un successo. Ecco adesso mi viene da piangere… vado avanti comunque T.T

Grazie a voi,ai vostri complimenti,incoraggiamenti,talvolta suggerimenti. Qualcuno ha seguito dall’inizio,qualcuno si è perso per la strada. Ma io vi ringrazio comunque.

Grazie a questa fic ho conosciuto persone stupende e creato delle bellissime amicizie che hanno come sfondo la musica dei Guns n’Roses che ci accomuna a tutte e ci fa sognare ogni giorno.

Spero che la storia non vi sia solo piaciuta ma che vi abbia fatto sognare insieme a me,che vi abbia fatto vibrare l’anima anche solo un pochino che è alla fine lo scopo per cui scrivo.

Ne approfitto per dirvi che tra pochi mesi pubblicherò il seguito,non parlerà di Axl e Slash nonni come alcune mi avevano chiesto…sarà una storia ambientata negli anni ‘80,vi chiederete come. Beh lo scoprirete da sole ^^

Vi chiedo un solo favore,vorrei che pubblichereste una recensione (e non sempre le solite ragazze) non solo su questo capitolo ma su tutta la storia e qualche suggerimento sul seguito… mi mancherete bambine mie **

Adesso concludo scrivendo i vostri nomi e spero di rivederli anche nel seguito… vi voglio bene <3

Lau_McKagan

Crazy_Me

iLARose

Sarina_Smile

Floyder

NaughtyNeko

VikRose

Angus Girl

NuvolaBlu

Funny_Lady_

Vostra Annie

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