Anime calde e fredde.

di Lara Rye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Assenze. ***
Capitolo 2: *** Di chi è il dolore? ***
Capitolo 3: *** Indifferenza. ***
Capitolo 4: *** Cuore ***
Capitolo 5: *** Perdono bianco nebbia ***
Capitolo 6: *** Troppo amore. ***
Capitolo 7: *** Guitar ***
Capitolo 8: *** Lei. ***
Capitolo 9: *** Mamma.. ***
Capitolo 10: *** Guardarci- ***
Capitolo 11: *** Via. ***
Capitolo 12: *** End. ***
Capitolo 13: *** L'amore fa male, a volte. ***



Capitolo 1
*** 1. Assenze. ***


Anime calde e fredde.

Capitolo uno.     "Assenze."



"Peyton?"

Aprìì gli occhi leggermente, annusando il fumo sprigionato
 dalla sigaretta di Matteo.
Quel calore mi trascinò leggermente, ancora per qualche minuto, nel mondo dei sogni.    "Pey? Pey?   Peeeeey?"
Mi scosse, scombussolando il bellissimo torpore che cullava il mio corpo in quella fredda mattina di settembre.
Coglione. Possibile che debba sempre smuovermi dalla mia pace?   "Coglione." Glielo dissi, rannicchiando le gambe sulla panchina e appoggiando la mia testa sulle sue cosce. 

Mi accarezzò i capelli biondi, giocando con le ciocche mosse.
Un leggero tremore mi attraversò il corpo e la colonna vertebrale a causa del suo tocco caldo. 
Finalmente aprìì gli occhi e Matteo mi sorrise, lanciandomi uno sguardo bellissimo. I suoi occhi grigi si unirono a me, cullando leggermente la mia tenue serenità.
Si abbassò sul mio viso mentre i suoi ricci mi solletticavano il collo, soffiando delicatamente sull'apertura della felpa, immergendo il suo naso nella mia pelle e passandolo delicatemente, più volte, su di essa.
Mugugnai, lasciandomi andare alla sensazione meravigliosa di lui.

Si alzò, lasciandomi perplessa.
"Matte?" 

Mi guardò con lo sguardo perso altrove. A volte le sue assenze mi facevano tanta paura.
Si girò e dallo zaino tirò fuori un altra sigaretta. Mi avvicinai a lui, accarezzandogli il naso rosso. 
Si mise la sigaretta tra le piccole e rosee labbra ma gliela tolsi immediatamente, appongiandola tra le mie, accendendola.
Il suo sguardo non mi lasciò, probabilmente incuriosito dal mio gesto. Aspirai più fumo possibile e lo baciai, lasciando entrare il fumo dentro di lui.
Lo sentìì calmarsi improvvisamente.  Mi abbracciò, riscaldandomi il corpo.
Le sue labbra si appoggiarono sulle mie, succhiandole, mordendole. Era solo il suo modo per ringraziarmi, perchè infondo ero l'unica che sapeva come prenderlo in quei momenti, nei peggiori, in cui la sua anima si perdeva da qualche parte. 





Note dell'autrice:
Questa storia è nata una mezz'ora fa eppure la sento dentro totalmente.
Nasce per un motivo preciso ed è dedicata a Sabrina, per le parole che quest'oggi mi ha detto.  
è un pezzo di vita di due persone, di due anime diverse ma innamorate.    Spero che vi possa piacere.  Aspetto i vostri commenti.
Laraa..
 

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Capitolo 2
*** Di chi è il dolore? ***


Anime calde e fredde.

Capitolo due.     "Di chi è il dolore?"






E quel mio cuore d'inverno e' un fiore di primavera 

E brucia dentro l'inferno come se fosse di cera 
sei tu che soffi sul fuoco 
(
Mi distruggerai - Notre Dame de Paris)




Sette ore e cinquanta minuti senza farsi sentire.
Si avvicinò a me, mi guardò scorgendo le lacrime che contornarono i miei occhi color nocciola e mi si sedette accanto, su quella maledetta panchina, nel centro di Città Alta.
Rimase in silenzio per venti minuti, poggiando delicatamente le sue gambe sulle mie, per farmi sentire il suo tocco su di me.

"Pey, mi dispiace."
Il suono della sua voce era tranquillo, come sempre, come se niente fosse successo. Mi guardò intensamente, lasciandosi cadere i riccioli scuri sul viso.
Sentìì la rabbia crescermi dentro sempre di più, pronta a scoppiare da un momento all'altro.  Possibile che debba meritarmi tutto questo?
"No." risposi, secca, con un tono sicuro, anche se le lacrime continue tradirono la sicurezza nella mia voce.
Si avvicinò a me, accarezzandomi il viso con la mano.  "Peyton.." sussurrò.
Mi alzai di scatto e sbattei il suo zaino sulla panchina, in cerca del pacchetto delle sigarette, furibonda.
Lo cercai disperatamente, agitandomi, sbattendo più volte lo zaino fino a quando tirai fuori la sigaretta e l'accesi tra le mie labbra.
Le mie labbra tremano violentemente, come d'altronde io. 
"Peyton, dove sono le tue?" 
"Le ho finite.." dissi mentre il fumo entrò nel mio corpo, tranquillizzandomi leggermente.
Si alzò, avviccinandosi a me, troppo. 
"Erano due pacchetti, Pey.   Li abbiamo comprati questa mattina."
"Ti ho detto che le ho finite!" 
I suoi occhi mi penetrarono la pelle, lasciandomi priva di qualsiasi cosa o parola. 
Abbassai il viso, non riuscendo a gestire quel suo sguardo.                  "Amore.."

"Amore?    Amore, Matte?"
Le mie urla si espansero per il parco, immobilizzando le decine di turisti. 
Non mi controllai, non desiderai neanche farlo.  Sentìì il dolore troppo dettagliattamente per provare a controllarlo o a respingerlo.
"Sette ore, porca puttana!" 
Il calore del fumo si espanse dentro di me, facendomi sentire al sicuro solo per qualche secondo. Aspirai più che potei, sempre più frequentemente, quasi fino a sentirmi male.
Eppure non lo sentìì perchè il dolore causato da lui era semplicemente troppo.  Troppo persino da concepire.
Buttai il mozzicone per terra, osservando gli ultimi strati di fumo uscire da essa e inquinare un pò Bergamo.
"Sono stanca Matteo.. Sono così stanca."
Il silenzio sancì i nostri pensieri.
I nostri sguardi si persero in parole silenziose, lacrime visibili e nel nostro rapporto, così difficile e troppo pieno d'amore.
Il vento gli cullò i riccioli sparsi, muovendoli leggermente.
"Io senza te non ce la faccio..." La sua voce è mischiata al dolore e a quel calore che riserva sempre soltanto a me. 
Mi accasciai sulla panchina, portandomi le ginocchia alla testa e poggiandola su di essa, pensando alle sue parole.
Il dolore si mischiò al battito del mio cuore e ai miei respiri affanosi.


"Peyton, io ti amo."
 "..."
"Pey?"
"Non c'entra.."
Il suo viso cambiò. Si era incazzato.  Si era incazzato come una bestia.
"Come non c'entra?"
"Non c'entra e non c'entrerà mai finchè non capirai che tu non sei l'unico a soffrire, che quando mi lasci sola per ore senza dirmi un cazzo io sto male, male da morire."
Mi accarezzò la guancia, leggermente. 
Gli scostai la mano, arrabbiata.    
"Amore, io senza di te non ce la faccio."

Le sue parole mi percosero un altra volta, portandomi sempre allo stesso pensiero.
"Io con te, forse, non ce la faccio più."


***
A volte essere accanto alle persone che amano descriversi "rotte dentro" è infinitamente doloroso.
Non ho mai capito cosa significava starmi accanto fino a quando non sono finita dall'altra parte, fino a quando la bellezza è entrata in me e ho concepito come si ci potesse sentire a vedere il dolore e non poter fare praticamento nulla.  é disintegrante, dentro.. proprio dentro. 
Ed è ciò che è Pey,.. disintegrata dal dolore di Matteo.

Forse su questo sarebbe bene rifletterci.
Ringrazio Bridget per averla messa tra i seguiti e sashinapicciolina per la recensione!
Che ne pensate di questo?

Lara.

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Capitolo 3
*** Indifferenza. ***


Anime calde e fredde.

Capitolo tre.     "Indifferenza."



Le sue parole scivolarono lente sulla mia anima, lasciandomi pressochè indifferente.
Lui era sempre stato l'essenza del mio essere, il motivo del mio vivere e sorridere ogni giorno eppure mi ero tanto preoccupata solo del suo dolore da non sapere più chi io fossi o cosa volessi da me e da noi.
Matteo era la mia anima gemella, ne ero sempra stata certa.
Ma cosa succede quando l'uomo della tua vita distrugge il tuo essere a causa del suo dolore interiore?
Cosa diavolo succede?
"Peyton..    Peyton, ti prego."
Mi voltai dall'altra parte, infastidita da quelle parole inutili.

Osservai i suoi occhi grigi.
Sembravano terribilmente accesi, come non li avevo mai visti prima, come se dopo anni si fosse realmente svegliato a causa della mia affermazione.
Una lacrima gli rigò il viso, mischiandosi al colore delle guance. Il mio viso restò impassibile a guardarlo piangere, per la prima volta dopo tantissimo tempo.
Il suo sguardo si posò su di me ancora, lasciandolo ferito di fronte alla mia indifferenza.
Persino io restai ferita difronte alla mia reazione.

Si voltò dall'altra parte, tirò fuori dallo zaino una sigaretta e l'accese tra le piccole labbra, tremando.
Si sedette sulla panchina e aspirò il fumo, attirandolo verso di sè, mentre le lacrime continuarono a rigargli il viso. 
Sentìì la sua disperazione attraversarmi il corpo.

Lo guardai fumare, come una volta, attenta ad ogni suo più piccolo gesto.
E così me ne andai, senza salutarlo.. sapendo che quello non era il momento per decidere qualcosa. Lui non era pronto.

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Capitolo 4
*** Cuore ***


ANIME Il rumore provocato dai battiti accellerati di un cuore mi aveva sempre spaventato terribilmente. Era come se quel cuore stesse per scoppiare, privo di sangue ed amore.
Il cuore di Matteo aveva sempre corso troppo rispetto a tutti, a causa di un piccolo problema al cuore presente in lui sin dalla nascita.
Ferire, dilaniare lui e la sua anima comportava ferire anche il suo piccolo cuoricino malato.
Avrei sopportato il mio dolore interiore per l'eternità ma non sarei mai riuscita a sopportare quel battito estramemente veloce, troppo, pronto ad esplodere.
La verità però sarebbe sempre stata lì, sul mio corpo, ad ogni respiro provocato dai miei polmoni. Sempre rinchiusa dentro di me.
"Peyton, allora..    non volevi parlare?"
La voce di Matteo era fredda, gelida proprio come un piccolo cubetto di ghiaccio. I suoi occhi grigi non mi sfiorarono neanche, fissi su quel prato dove avevamo passato tanto, troppo, tempo assieme, giocando, fumando, baciandoci, amandoci.
Il mio respiro si tranquillizzò, mentre cercavo di formulare, anche solo in silenzio, quelle dolorose parole.
"Ho fatto sesso con qualcun'altro." Le parole uscirono dalla mia bocca più velocemente di quanto avessi mai potuto immaginare.
Matteo posizionò, per la prima volta quel giorno, il suo sguardo su di me, sui miei occhi nocciola chiaro e sull'increspature delle mie labbra.
Indietreggiò leggermente mentre le sue gambe tremarono, il suo cuore accellerò, la sua testa vorticò e quel suo sguardo ancora proiettato su di me s'interruppe per un secondo per poi ritornare nella stessa posizione di prima e pronunciare, con voce rauca e dura, una sola parola.     "Puttana."
Il mio cuore si fermò per un instante.
Lo sentìì rallentare e poi vidi una coltre di nebbia bianca nella mia testa e un silenzio totalmente innaturale fino a quando riconobbi il "tumtum" del mio piccolo cuoricino.
...
"Matteo?"
Ritrovando un immensa forza nel mio corpo, mi avvicinai a lui, sfiornadogli la mano destra.
Lui la scansò, continuando a penetrarmi con il quasi-argento dei suoi grandissimi occhi. "Puttana" ripetè.
"Io..  Mi, mi disp.."
Lui mi prese la mano e m'immobilizzò con il suo corpo.          "Non osare dire che ti dispiace, Peyton. Non osare."
Mi guardò.
Lo guardai.
"Matteo, io ora ho capito che ancora ti amo."
"Ora, Peyton?" Le sue urla si espansero ferocemente all'interno del mio corpo.
"Ora."




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Capitolo 5
*** Perdono bianco nebbia ***


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Anime calde e fredde.

Capitolo cinque.     "Perdono bianco nebbia."



Non parlò per ventisette minuti.
Furono ventisette lunghi minuti in cui guardò, dalle mura, Bergamo. Fissò quei sette metri di eterno vuoto prima di quelle piccolissime case.
Nel momento stesso in cui quelle parole erano uscite dalle mie labbra, sapevo che lui non sarebbe mai riuscito a concepire la stessa idea di perdono.
Io avevo sempre distanziato l'idea di tradimento fisico e tradimento mentale, considerando il secondo infinitamente peggiore al primo. Lui no.
Per Matteo scopare con qualcun'altro era come donare il proprio corpo e cuore all'altra persona. Non era mai neanche riuscito a concepire il puro sesso senza amore.
"Non è mai solo sesso. è qualcosa di delicato, puro. L'uomo entra dentro la donna, aprendola lentamente e poi riversando tutto se stesso in lei. Il tradimento significa, per me, il chiudersi di un amore, di qualcosa che c'era e che non c'è più..." erano state le sue parole.
Probabilmente era l'unica cosa su cui non avrebbe mai cambiato idea: l'amore.
...

Ventisette minuti dopo si mosse dalla panchina.
Tirò fuori una sigaretta dalla giacca di pelle e cercò di accenderla tra le labbra, non riuscendoci istantaneamente. Aspirò e mosse il suo solito rituale.
Dopo qualche tiro, stranamente, buttò la sigaretta per terra, schiacciandola con la converse nera e alzò lo sguardo verso di me.
"Vuoi che finisca, Pey?"
L'abbreviazione del mio nome significava che si era leggermente rilassato anche se il dolore con cui enfatizzò la frase mi fece capire quello che stava vivendo dentro di sè, forse per la prima volta.
Mi alzai e andai verso di lui, fermandomi a qualche centimetro dal suo corpo.
"Mai."
"Perchè allora?"
I suoi occhi s'infuocarono, facendo diventare quel flebile grigio sempre più scuro.
"Perchè non capivo quello che stava succedendo dentro di me.. Io non capivo se.."
"Se mi amavi ancora.." concluse lui.
Abbassai lo sguardo perchè non riuscivo a guardarlo negli occhi e ad ammettere quella triste verità.
Lo guardai intensamente come se fosse la prima volta, come non avevo mai potuto guardarlo prima, troppo accecata dall'odio per il suo dolore.
I suoi riccioli caddero sul volto, mettendo in evidenza quegli occhi immensamente vivi ed incazzati mentre le sue labbra si incresparono ormai fredde a causa del vento di quel pomeriggio.
Con una mano si passò un ciuffo dietro l'orecchio, mordendosi con forza il labbro inferiore.
Era veramente bello, in ogni dettaglio e gesto.
"Ti amo." mi disse poco dopo, lasciando formare sul mio viso un sorriso enorme. "Ti amo troppo per lasciarti andare. Senza te non riuscirei neanche ad accendere una sigaretta e sai quanto sono maledettamente dipendente da quella merda. Senza te, Pey, io non riesco a capire proprio nulla. Vedo solo nebbia, fottuta nebbia bianca. So di non essere un bravo ragazzo,  di lasciarti sola per ore, di scomparire anche quando sono con te e mi dispiace però sono questo io e so che ti faccio del male facendo così però Peyton so anche che non sono io quello che ha scopato con qualcun'altro.
Sei stata tu, Peyton. Dobbiamo farcela. Dobbiamo perchè so che divisi non andiamo avanti ma insieme si..  Dobbiamo farcela, Pey. L'uno deve cercare di perdonare l'altro. Ci puoi provare?"
Finì di mangiucchiarsi le unghie e mi guardò dritta negli occhi. Erano ridiventati chiari, come se fossero sereni.
Lo abbracciaì, cullando la sua docile anima tra le mie braccia, giocando con i suoi riccioli perfetti.
Tirai fuori la sigaretta dalla minigonna bianca e l'accesi, passandogliela.
"Noi, Matte, ne siamo dipendenti, insieme. Io e te." 
E così fumammo insieme quella sigaretta, cullati dal vento e dal nostro magico amore.

***

L'influenza mi porta l'ispirazione! :)
Spero che vi possa piacere questo capitolo. Ci ho messo proprio tanto a scriverlo.. ci sono stata su ore e  non è da me.
Ringraziamenti:
Fede: Grazie come sempre. Che bello, sono contenta di non cadere mai nel banale. Sono cosi felice che ti riesca ad emozionare..  Grazie! :)
Chasing: Valeeeee! Che bello rileggere le tue parole! :) Sono stata veramente contenta di aver trovato il tuo commento. Grazie grazie grazie.  Che posso dire d'altro? Spero proprio che ti piaceràà.
Al prossimooo
Lara.


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Capitolo 6
*** Troppo amore. ***


Anime calde e fredde.

Capitolo sei.     "Troppo amore."




Il significato d'amore puro e semplice legato a quel gesto di completezza ed unione di due corpi nudi ed innamorati era sempre stato per me qualcosa di inspiegabile.
Ogni volta che la sua mano frusciava lenta su di me, ogni volta che lui mi accarezzava, togliendo lentamente ogni strato di tessuto dal mio corpo sentivo qualcosa di me esplodere e causare un enorme senso di pienezza all'interno di me.
Matteo mi guardò, quella volta, come se fosse insicuro delle sue azioni, come se non sapesse che secondo me ogni suo gesto rasentava la perfezione.
Gli baciai le labbra con il sorriso disegnato sul volto mentre le sue mani penetrarono sotto la mia camicia di seta nera, provocandomi immensi e ripetuti brividi lungo la colonna vertebrale.
Risi, divertita dal sorriso presente sui nostri volti mentre le nostre labbra si univano, ricercandosi completamente.
"Ti amo. Ti amo troppo, Peyton Black."
"Come troppo?" risposi sempre più divertita da quei giochi di parole mentre ci spogliavamo, pronti a donarci all'altro ancora una volta ma come se la fosse la prima.
Le sue braccia m'avvolsero all'improvviso, cullandomi leggermente, mentre mi lasciavo percorrere da quel suo profumo intenso e caldissimo.
Lentamente, iniziò a darmi lievi baci sul collo, scendendo sempre più giù, fino a leccarmi dolcemente i capezzoli.
...

Entrò dentro di me, lento, colmo di delicatezza ed amore mentre sentivo il suo magro corpo schiacciarmi docilmente.
Il piacere denso si fece spazio nel mio corpo, provocandomi un orgasmo terribilmente potente e meraviglioso. Gridammo insieme, gioendo e guardandoci per tutto il tempo.
Restammo in silenziò, svegli per ore ad ascoltare quel meraviglioso rumore provocato dai nostri cuori. Il suo batteva così veloce che avevo paura che prima o poi si sarebbe schiantato.
Misi la mano al posto del suo cuoricino.
"Sta tranquilla.."
"Lo sono, Matte. Lo sono.."
"Lo stai dicendo per convincere me o te stessa?" Le sue labbra s'incurvarono, mostrando un buffo sorriso.
Mi raggomitolai sotto le coperte, al riparo da qualsiasi sua espressione. Rimase fermo per qualche secondo finchè non mi fece il solletico da sopra il copriletto. Scoppiai a ridere e così riemersi.
Mi baciò lentamente, mordendomi delicatamente entrambe le labbra.
"Sta tranquilla, amore. Finchè sei qui, il mio cuore sta meravigliosamente." e così dicendo rifacemmo l'amore, mentre io tenevo la mano ferma sul suo cuore, ad ascoltare i battiti sempre più veloci.


___
Ragazze..
è il terzo capitolo, in quante..  venti ore?
Uhvabbè.   è che oggi è stata una giornata orribile e poi, quando sono arrivata a casa e ho letto i vostri commenti sono diventata cosi contenta.. ^^
Fa schifo, vero? Uplff. Lo so.
Fede: No che non sei scontata..  sei adorabile! E ammettiamelo, adoro sentirmelo dire! Dovrei essere un pò più umile magari? O.o
Contentissima che ti sia piaciuto. Purtroppo io penso che perdonare si possa.. se si ama.
Valee: Io adoro il tuo commento! *_______*
ahahhah. Contentissima che ti sia piaciuto tutto quellooo..  Per me gli occhi grigi sono qualcosa di celestiale. I più belli e rari, secondo mee. Uuuu. Li amo!
Spero che questo non ti abbia delusa..
Si, lo so.. solo io posso pensare al calore di un profumo.   Sono andata, I know.
Lara.

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Capitolo 7
*** Guitar ***


You're the reason I live / You're the reason I die / You're the reason I give 
When I break down and cry/ don't need no reason why
Baby / You're my angel / Come and save me tonight 
You're my angel / Come and make it all right
{Angel - Aerosmith}




Matteo passò velocemente le dita tra le corde della chitarra elettrica, volgendo lo sguardo solamente su di me.
Aveva aspettato quella serata per mesi, sperando che qualcuno lo chiamasse, e in quel momento non guardava le quaranta persone sotto quel palco, incantate dalla sua melodiosa voce.
Lui non cantava per nessuno di loro ma solamente per me, come una di quelle mille serate passate tra due birre e una chitarra, dopo aver fatto l'amore.
Le sue corde vocali vibrarono ferocemente, facendo traballare per un solo secondo la sua voce, anche se nessuno se ne era accorto tranne me.
Gli sorrisi leggermente, facendogli capire che la sua fragilità era bellissima per me, una di quelle cose imperfette però dolcissime, tanto simili al sapore dello zucchero filato rosa.
I suoi occhi luccicarono mentre cantava quelle ultime parole dedicandomele e cantandole solo ed esclusivamente per me.

...

Passò le sue dita tra i miei capelli color oro, cullando quelle ciocche abbandonate da me da tempo.
Ero seduta sopra di lui, appoggiata sulle sue magre gambe. "Sei stato fenomenale stasera.." gli dissi nell'orecchio, giocando leggermente con le tonalità di quelle parole.
Mi strinse i fianchi con le mani, facendomi avvicinare sempre di più al suo petto.
"Non andartene mai da me, capito?  Mai, Peyton." Due lacrime gli scivolarono lunghe sul viso.
Era una domenica come tante, ma per lui ogni domenica era un inferno incancellabile. Gli accarezzai la pelle bianca, asciugando quelle solitarie lacrime di dolore puro.
"Mai, Matteo. Te lo prometto." dissi, baciando le sue labbra sottili. Era una promessa che ero certa di poter promettere.



In questo capitolo posso rileggere così tanto di me da impressionare me stessa eppure le parole sono scivolate così, veloci.
Mi scuso per la brevità del capitolo...
Ringrazio Vale e Fede per aver commentato.. mi scuso se non posso comm ma sono di fretta.
Lara.

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Capitolo 8
*** Lei. ***


Le lacrime di Matteo scendevano sul mio petto veloci, penetranti, come se fossero in preda alla disperazione mentre la roca voce di Steven Tyler si faceva spazio nella stanza.
Accarezzai la sua pelle bianca e quelle guance troppo rosse e innaturali, rabbrividendo al contatto della sua carne gelida. Lo racchiusi sempre di più fra le mie braccia, coprendoci interamente con la coperta di lana blu.
"Amore, ti faccio qualcosa di caldo? Stai gelando.."
Aprì le palpebre leggermente e mi guardò, sforzandosi di fare un leggero sorriso. "No Pey. Mi basta il tuo corpo caldo che mi protegge."
Passai velocemente la mano sul suo braccio, avvolgendo il suo collo nella mia morbida e caldissima sciarpa gialla.
"Amore, credi che un giorno riuscirò a dimenticarmene? Riuscirò a dimenticarmi di lei?" La sua voce tremò, mentre mi rivolgeva quelle candide e lievissime parole.
Lo baciaì sulle labbra, non riuscendo a rispondergli sinceramente. Entrambi sapevamo la risposta a quella domanda ma era troppo doloroso per tutti e due pensare a quel "no".
Pensare che il ragazzo che amavo non sarebbe mai risorto, che sarebbe sempre stato chiuso nel suo tremore e in quel terribile ed atroce dolore che lo atterriva ogni giorno e soprattutto ogni domenica mi uccideva lentamente, come se ogni singolo spiraglio di luce scomparisse dalla mia anima.
Sapere, inoltre, che nulla di ciò che avrei potuto fare lo avrebbe aiutato anche minimamente, era la letterale distruzione del mio essere. Quella consapevolezza mi uccideva profondamente, come un coltello inserito nel mio piccolo cuore.
...
"Lei sarà sempre parte di te, Matteo."
"Io non voglio. Lei deve uscire da me, Peyton. Se n'è andata. Perchè non se ne può andare anche dal mio cuore?"
Lo cullai tra le mie braccia mentre piangeva disperatamente.






Capitolo ancora più piccolo dell'altro.
Scusate ma... prff. Dai, nel prossimo cercherò di allungarlo.. è che a me i cap lunghi nn piacciono.
Vabbè.
New Moon: Grazieeeeeeee. Non ti preoccupare se non recensisci sempre, mi fa piacere che ti piaccia. ^^
Fede: Quello migliore? Davvero? E pensare che non mi piaceva...
Sono contenta che ti sia piaciuto così tanto. Scusa se non ho più recensito più nulla ma in sti giorni sto malissimo per quel problema fisico e domani recensirò, promesso!
Vale: Scusa.. so di non aggiornare come facevo con Andreas ma quella storia mi usciva da tutti i pori, era troppo parte di me.
Questa ci sto riprendendo la mano, piano piano. Si, Matteo è molto vecchio stampo.. Ho presente il bello e dannato però non è bellissimo ma affascinante, pieno di mistero in ogni suo gesto e si, maledettamente dannato.  Sono contenta che il cap ti sia piaciuto.
Quella frase era per il fattore della domenica. Nei prossimi cap sarà approfondito e chiarito, come l'identità di questa donna. Spero di averti intrigato! ^^ ; Per me, comunque, la domenica è un giorno difficile, legato a qualcosa di passato e doloroso.
Al prossimo, spero domani. Un bacio.
Lari.

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Capitolo 9
*** Mamma.. ***



Le lancette dell'orologio scorrevano veloci mentre Matteo ripercorreva continuamente quell'anta dell'ospedale, continuando a guardare attraverso la finestra della stanza.
Sua madre era lì dentro, aspettando l'ennesimo responso, aspettando, forse, quella che sarebbe stata la diagnosi definitiva della sua morte.
Quel giorno, al contrario di tutti di quei sette mesi precedenti, sapeva di qualcosa di estremamente dolce e raro.
"Matteo?"
Appena sentì la voce flebile di sua madre, il ragazzo corse all'interno della stanza, pronto ad ogni suo bisogno.
La madre cercò di stendere la mano verso di lui. "Ti voglio bene, piccolo. Vivi Matteo, fallo per me."
Gli occhi della madre si chiusero per un ultima volta, mentre quel caldo azzurro luccicava meravigliosamente come se tutto fosse perfetto.
Le grida del ragazzo si estesero per tutto l'ospedale, mentre le braccia di una sconosciuta dai capelli color oro candido gli avvolgevano il corpo e l'anima.
Quella era stata una domenica di Novembre.
...

La mia mano si strinse velocemente nella sua, mentre i capelli ricci di Matteo si ribellavano al silenzio pacifico della casa, cadendo velocemente sul viso magro.
Matteo accarezzò la cornice d'argento, soffermandosi sul volto di quella bellissima e giovane donna.
"Mamma.."
Una lacrima gli scese lungo il viso, sancendo quei ricordi un ultima e dolorosa volta, per sempre.




E io dovevo fare un capitolo più lungo, vè?
Si sotterraaaaa!        Però mi spiegate cosa dovrei aggiungere ad un capitolo del genere? Per me è più completo di dieci pagine.. non ci posso fare nulla.
Fede: Ora corro a recensire. Davvero ti piace sempre di più? Ne sono contenta! ^^
Io vado avanti, dai..  
New Moon: Grazie mille..  Beh, spero di non averti deluso. Era certo che sono la madre. Il dolore provocato da una figura cosi importante mancante è immenso.
Vale: Bravaaaaaaaaa!
Per me l'uomo che piange è UOMO. Un uomo che si apre e svela il suo dolore e la sua gioia. C'è anche chi piange lacrime d'aria..  Ogni mattina, a scuola, vedo un ragazzo che piange constantemente senza versare una lacrima. La sua tristezza è dipinta sul suo viso. Ok, quel ragazzo mi trasmette qualcosa.. tanto per farci capire quel ragazzo, per Fede che sa, è Davide però vabbè...
 Si, sono veramente diversi. Dai, ammetto che io adoro Matteoooo..   é lui il mio uomo.
Al prossimo cap.
Lara--

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Capitolo 10
*** Guardarci- ***


Le onde di fumo si disegnarono nel vento e quel sapore delizioso di tabacco si sprigionò per la stanza, inebriando quel dolce silenzio.
Le sue labbra sapevano tanto di quel sapore, di quello che conoscevo perfettamente. Appoggiaì il pacchetto di Lucky Strike per terra e mi lasciai andare tra le sue braccia, mossa dal fumo provocato dalla sua sigaretta.
Tutto aveva un qualcosa di estremamente dolce, delicato e raro anche se potevo osservare le macchie del suo dolore interiore all'interno del grigio opaco dei suoi grandi occhi.
"Lasciati andare, amore."
Il suo sguardo si appoggiò su di me, bruciando nei miei occhi.
"Lasciati andare con me. Fallo, Matte. Non ti preoccupare.. Ci sono qua io a proteggerti."
Matteo aveva una sola persona di cui ancora si fidava, a cui avrebbe donato la sua vita senza dubbi od esitazioni, a cui si affidava appena glielo si chiedeva.
Quella persona ero io ed ero strettamente intenzionata a prendermi cura di lui per tutta la mia vita. Non ero solamente innamorata di lui ma dentro di me sentivo quella profonda voglia di amarlo, di renderlo perfettamente felice.
...

Passammo l'intera serata, sul davanzale, a guardare la luna e a fissarci negli occhi, lasciando lo sguardo fisso l'uno sull'altro.
Non fu un gesto eclatante o straordinario, ma fu semplice normalità che ogni giorno ci donava un pezzo di ricercata felicità.
Era amore: caldo, crudo, dolce, raro, semplice, profondo.
Era quel bisogno quotidiano di perdersi nell'altro e sapere di stare bene.


***


Fede: Sono contentissima che adori Matteo. *__* . Sono davvero contenta che riesci a vedere tue le emozioni che la mia storia ti trasmette.
Oh si, può chiamarlo Lui... puoi chiamarlo come vuoi, Fede! :) Empty Tears mi piace..  Comunque si, fanno davvero tanto male e mi distrugge il pensiero di non poter fare nulla per lui.
Vale: Ti ho provato ad aggiungere su msn ma non me lo da. Ti mando il mio per msn, cosi provi tu, ok?  
Sono davvero contenta che ti sia piaciuto.

Scusate per i comm corti ma sono di fretta anche oggi.
Lara.


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Capitolo 11
*** Via. ***


Mi svegliai con il suo profumo sulla pelle.
Era un delicato insieme tra tabacco e cappuccino, dolce e molto particolare. Mi svegliai, però, senza sapere dove lui fosse.
Lo cercai disperatamente per tutto l'appartamento, notando che mancavano solamente le chiavi della vespa e il pacchetto delle mie sigarette.
Sapevo esattamente dove era andato.
...
Città alta immersa nella foschia era ancora più bella del solito. Le case lontane di Bergamo splendevano il quell'atmosfera cupa e solitaria.
Matteo era seduto sulla panchina insieme a lei, Camilla. Appena lei mi vide, scosse la chioma rossa e diede a lui un piccolo bacio sulla guancia.
"Peyton.." La voce di Matteo traballò, mossa da quelle inutili spiegazioni che stava cercando di formulare.
"Camilla, vai fuori dal cazzo, ora!"
Mi fulminò con lo sguardo ma la ignorai, aspettando il momento in cui sarebbe finalmente sparita dalla mia vita.
"Lei?"
La mia voce si mischiò di rabbia e terrore, tanto che l'istinto di picchiarlo stava vincendo violentemente sulla mia razionalità.
"Non potevi semplicemente dirmi che non ti bastavo più? Non potevi solo dirmi che quando fai l'amore con me non riesci a guardarmi? Perchè Camilla?"
Mi girai e incominciai a camminare mentre le lacrime rigavano il mio viso, consapevole di aver detto la verità.
Lui mi prese per il braccio e mi girò verso di sè, stringendomi forte al suo petto.
"Camilla.."
"Camilla ti ha lasciato solo per i mesi in cui tua madre stava male, quando è morta. Era la tua ragazza e ti voleva solo per scopare. Dovevi almeno avere rispetto per me, Matteo.
 é così che rispetti il nostro legame?   Così?"
Gridai.
Mi voltai e me ne andaì, via dall'amore della mia vita.



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Capitolo 12
*** End. ***


E fuori piove il mondo.
E fuori piove e nessuno sa il perchè, tranne lei che conosce la pioggia dalla prima volta che i suoi polmoni hanno conosciuto il catrame.
Lei, Peyton Black, fumava e piangeva.   Lei piangeva e fumava.
L'una senza l'altra, per lei, non aveva mai avuto senso. Era sempre stato il suo modo di reagire, di non crollare davanti a tutto quello che la vita le aveva donato: dolore, odio e rancore.
E poi, quella pioggia era diventata intesa e pungente grandine per poi trasformarsi in un leggero arcobaleno pallido.
I colori di quell'arcobaleno chiamato Matteo erano leggerissimi, come se fossero tanto stanchi di splendere e mostrare la loro bellissimà tonalità. E così, lentamente Peyton riuscì ad accenderli, uno per uno, fino a trasformare quei colori in bellezza addirittura inpensabile.
Eppure in ogni fantasiosa storia d'amore c'è un piccolo particolare, tagliente, che fa a pezzi il romanticismo e l'immenso amore. In quella storia d'amore non c'era mai stato posto per Pey.
...
"Sei tu, capisci, Pei?
Sei sempre stata tu. Quando non ero più vivo, tu eri lì, anche se eri poco più di una sconosciuta, anche se la mia ragazza era Camilla.
Hai vissuto giorno dopo giorno accanto a me, cercando di farmi andare avanti in qualche modo. Sei stata quella lei che tutti cercano disperatamente, sei stata la mia essenza.
E tu hai ragione. Chiamando Camilla ho ferito te e noi, quello che abbiamo costruito in tutti questi mesi. Lei è stata la nostra rovina per parecchio tempo e ora capisco che ti faccia del male vederla con me.
Eppure, Pei, come posso sapere se non è lei che amo? Forse tu eri solo la persona che doveva aiutarmi a vivere. Forse, io, non dovevo amarti. è successo, però."
"E' successo? Matteo, seriamente, come puoi pensare di amarmi quando non mi conosci minimamente?"
Non riconoscevo neppure più la mia voce. Era troppo gelida per appartenermi, per distinguermi da tutti gli altri. Ero ancora grandine: lacerante e gelida grandine.
L'ultima settimana l'avevo passata a fumare, piangere e pensare a quel rapporto da cui ero sempre stata incredibilmente dipendente e che mi era sempre stato troppo stretto e finalmente ero riuscita a capire il motivo: io non ero parte di quel rapporto.
Lui non aveva mai conosciuto la mia fobia per le formiche, l'odio per la liquirizia, il fatto che piangevo disperatamente ogni volta che vedevo "A time for dancing."
Non sapeva neppure com'era morta la mia piccola sorellina Lyse a soli sette anni o quello che avevo passato prima di conoscerlo. Lui non me l'aveva mai chiesto ed io non avevo mai trovato il tempo dato che ero sempre troppo preoccupata per la sua fragilità per preoccuparmi per me stessa, per la mia anima ormai sola ed abbandonata.
"Certo che ti conosco. Cosa stai dicendo, Pei?"
"Pensaci, Matteo. Non hai mai avuto tempo per me. Mai. Ti amo troppo ma è ora di smettere. Non ho la minima idea di come si faccia ma so che devo guarire da te."
Vidi le lacrime solcare il suo volto. L'avevo ferito eppure per la prima volta il pensiero di averlo fatto non mi lacerava il cuore.


___
No, Matteo non la tradisce.
Non mi sembra di averlo detto o averlo fatto sottintendere. C'è un motivo preciso per cui Pei si è sentita ferita nel vedere Camilla e verrà svelato, più avanti.
Mi scuso se non commento ma ho fretta. Spero che vi sia piaciuto anche questo.

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Capitolo 13
*** L'amore fa male, a volte. ***


L'amore fa male. A me aveva disintegrato l'anima.
Percorsi sette anni fra una storia e l'altra, tra depressione costante e quell'io ormai disintegrato. Avevo amato una sola persona in tutta la mia vita ed avevo continuato ad amarla fino alla fine.
Quando lo vidi, quasi per caso, sette anni dopo fu lui a corrermi incontro, fu lui a curarmi il cuore gelato.
....
"Peyton!"
Non ero più una ragazzina, anche se forse non lo ero mai stata eppure mi sentìì morire quando vidi i suoi soliti capelli riccioli svolazzare per aria, mentre correvano da me.
Si fermò a qualche centimetro da me, innondato dalla grandinata. Sentìì il suo respiro su di me, affannato.
"Ti amo, Peyton."
"Cosa?"
"Ti amo."
In un sol secondo, quei sette anni senza Matteo si cancellarono perchè lui era lì a dirmi quelle parole, a dirmi di amarmi dopo sette lunghissimi anni.
Mi bacio con passione.
Mi bacio come non aveva mai osato baciarmi prima.
Mi baciò, amandomi, forse per la prima volta.
"Sposami."
Risi. "Scherzi?"
"No. Sposami ora, sposami anche qua. Ho passato sette anni senza di te. Sarà immaturo ma non ho intenzione di passare un altro secondo senza di te Pei."
"Ti amo." Fu la mia unica risposta. "Ti amo" gli ripetei, amandolo.







Questa storia è finita. Essì.
So di avervi abbastanza deluse, so che questa storia è parzialmente incompleta ma era finita da troppo tempo.
Questa storia era parte di me un tempo. Ora è parte del mio passato.. e resterà comunque magia per me ma è arrivata alla fine.
Spero che la vostra delusione non sia gigantesca, spero che non prenderete male questo finale felice.
Ringrazio mille New Moon, Fede e Chasing per l'appoggio e le chiaccherate via commenti.
Alla prossima spero,
Lara.

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