Il Nuovo Erede Della Scuola

di Mikage
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno strano incontro ***
Capitolo 2: *** Arrivo a casa Tendo ***
Capitolo 3: *** Memorie del passato ***
Capitolo 4: *** La decisione di Happosai ***



Capitolo 1
*** Uno strano incontro ***




Ciao a tutti!
Questa è stata la mia prima fanfic (o almeno un primo tentativo), ed anche se è un pò "tozza e rozza"(Bè, non che il resto sia meglio^^) ci sono affezionata... è ferma al quarto capitolo, e sinceramente non so se la continuerò. Ma se lascerete un commentino mi farete davvero davvero contenta!^____^



Cap. 1



Era un tiepido pomeriggio tardo primaverile, e come spesso accade nelle giornate di questo tipo, il cielo si era improvvisamente rannuvolato, ed adesso il sole era stato soppiantato da cumuli di nuvole grigie, e la pioggia cadeva copiosa e incessante.Una figura correva trafelata tenendo in mano le scarpe…si riconosceva distintamente nel grigiore circostante la sua testolina rossa.

“Maledizione!Quella stupida di Akane non mi ha neanche aspettato…e si è portata via anche l’ombrello!Solo perché ho accettato di pranzare con Ucchan…e poi ci mancava di incontrare quel fissato di Kuno!”

Il nostro povero Ranma, adesso in versione femminile, era appena riuscito a divincolarsi dagli abbracci opprimenti dell’implacabile pretendente, ed ora borbottava tra sé e sé, fradicio di piggia e di rabbia.Ad un tratto sentì un rimbombo che sembrava crescere d’intensità ed alzando lo sguardo vide avanzare dritto verso di lui qualcosa di non ben identificabile ad una velocità spaventosa. Che diavolo era quella cosa?Non ebbe neanche il tempo di chiederselo che la “cosa” lo aveva ormai raggiunto.

SBONK!!

“Arf!”

Mentre cercava di aprire gli occhi vide solo un paio di occhioni acquosi mentre avvertiva una sensazione come di umidiccio alla guancia destra. Realizzando spalancò d’improvviso gli occhi.

Ma che diav…un cane?!”

Era infatti proprio un enorme cagnone tutto bianco con una macchia nera intorno all’occhio sinistro che lo teneva saldamente inchiodato a terra e continuava implacabilmente leccargli la guancia.

“Chiisai!!Torna subito qui!”

Al comando di una indistinta voce femminile il bestione si alzò e cominciò correre nella sua direzione scodinzolando mentre Ranma cercava di rialzarsi massaggiandosi la testa.

* Ahi Ahi! Ma che forza assurda ha questo cane? *

“Ehi tu, ragazza con la treccia!Tutto bene?”

Ancora massaggiandosi il bernoccolo, Ranma vide quella che doveva essere la proprietaria del cane:una ragazzina non molto alta, ben proporzionata, con dei lunghi capelli neri che le arrivavano a metà della schiena e che indossava un abitino cinese giallo simile a quelli portati abitualmente da Shan-pu…ma ciò che attirava davvero l’attenzione erano un paio di occhi verdi profondi e scintillanti.Decisamente carina…
Ma come poteva pensare questo di una persona il cui cane lo aveva quasi ammazzando?!

“BENE?!Come faccio a stare bene quando quella bestiaccia mi stava quasi facendo fuori?!”

“Oh, devi scusarlo, davvero!Chiisai è un giocherellone, e tu gli sarai sembrata subito simpatica…”

“Ed è ammazzando la gente che dimostra la sua simpatia?!”

“Non mi sembra il caso di prenderla così…io sarei contenta di ispirare simpatia al primo colpo!”

“Tsk!”

“Però magari mi puoi essere d’aiuto…posso farti una domanda?”

“Se tieni lontana quella bestia, tutto quello che vuoi.”

“Siamo a Tokyo qui?”

“Si…”

Neanche il tempo di rispondere che gli occhi della ragazza si erano illuminati e gli aveva stretto con forza le spalle.

“E questo è il quartiere di Nerima?”

“Si…Urgh!

La ragazza lo aveva abbracciato con forza, stritolandolo tra le braccia e altrettanto velocemente l’aveva lasciato per accennare passi di danza sulle strade bagnate con le lacrime agli occhi.

“Ce l’ho fatta!Ce l’ho fatta!Sono finalmente arrivata!”

Ranma osservava tutta la scena totalmente inebetito sbattendo le palpebre più volte…e si che di persone fuori di testa ne aveva viste tante!

* Ma chi è questa pazza?!La cugina di Ryoga? *

“Hai sentito Chiisai?Siamo a Nerima!”

“Worf!”

La ragazza frugò nella tasca superiore dell’enorme zaino che portava sulle spalle e ne tirò fuori una carta ingiallita e malandata sul quale era tracciato un ritratto ad inchiostro.

“Non è che conosci l’uomo di questo ritratto?Sono passati tanti anni, ormai questo signore dovrebbe essere molto anziano…”

“Fa vedere…Argh! Ma questo è il vecchio Happosai!

“Lo conosci?!Visto Chiisai, oggi siamo fortunati!”

“Perché lo stai cercando?Ti ha rubato della biancheria?

“No!”

“Ti ha portato via qualcosa di prezioso?

“No!!”

“Ti ha importunato?

“NO!!!”

“Mah…Non credo di aver capito…comunque se vuoi posso accompagnarti da lui…”

“Davvero?!Ah, grazie, grazie mille!!”

“Urgh!Però guarda, quest’abitudine di stritolare le persone devi assolutamente perderla!!”

“Oh!Scusami, ragazza con la treccia!”

“IO ho un nome proprio!Mi chiamo Ranma, e non ragazza con la treccia!E per di più non sono una ragazza!!”

“??”

“Io sono Shizuka!…e lui è Chiisai…”

“Worf!”

“Questo l’avevo capito…”


Fine cap.1


Chi sarà questa strana ragazza dai grandi occhi verdi?E perché sta cercando Happosai?Lo saprete nel prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Arrivo a casa Tendo ***




Cap.2

La pioggia, improvvisa come era arrivata, era già finita, e le nuvole ritirandosi lasciavano filtrare raggi luminosi che si specchiavano nelle pozzanghere,ultime tracce della pioggia appena cessata. Ranma camminava come suo solito sulla staccionata che costeggia il fiume, ed osservava di sottecchi la sua insolita compagna, che sembrava guardare tutto con curiosità ed occhi sognanti.
Erano molte le domande su quella strana ragazza che gli affollavano la mente…si capiva dall’eccessiva reazione di prima che non fosse di Tokyo…probabilmente non era neanche giapponese!E perché aveva viaggiato tanto per incontrare quel vecchio maniaco?

I suoi pensieri furono improvvisamente interrotti da Shizuka.

“Non posso credere che tu lo conosca!Come fai a sapere dove abita?”

“E’ che veramente abitiamo insieme…”

“Davvero?!Sei così fortunata!”

“E già…* ma allora non lo conosce affatto?! *Ecco , siamo arrivati.”

Oltrepassato il portone e già nel cortile gli venne incontrò Kasumi.

“Bentornato Ranma!…Oh!Non mi avevi detto che avevamo ospiti!”-accarezzando sotto il muso Chiisai che le si era avvicinato festoso-“e che bel cagnone!Vado a preparare un po’ di tè…”

“Ehm, Kasumi, prima che tu vada in cucina, puoi chiamare Happosai?”

“Certo.”

Mentre Ranma e Shizuka si toglievano le scarpe e si apprestavano ad andare in salotto, Nabiki si era affacciata alla porta della cucina.

“Ehi Kasumi, che stai facendo?”

“Sto preparando del tè, Ranma ha portato un’ospite, una ragazza molto carina.”

Un sottile sorriso malizioso era comparso sul volto di Nabiki.

“Ah, si?” Subito si precipitò all’ingresso verso i due ignari ragazzi.

“Wow, Ranma!E chi è questa ragazza che hai portato qui?Un’altra fidanzata?Chissà quanta gente pagherebbe per avere questa notizia…”

“Nabiki! Perché devi sempre sfru…”

Le parole di Ranma furono interrotte dall’incombere di una potente aura bluastra.

“RAAANMAAA… come sarebbe a dire un’altra fidanzata?!”

“No, calma Akane, io…”Ranma cercava di spiegare, evitando contemporaneamente i colpi di spada di legno.

“Saoootome!Cos’è questa storia?!”
Avevano fatto la loro comparsa anche Soun e Genma, e Soun teneva stretto per la pelliccia un Genma in versione panda, che aveva tirato fuori un cartello con su scritto –io non c’entro niente!!-

Shizuka osservava incredula l’assurda scena che si stava svolgendo sotto i suoi occhi: una ragazza dai capelli corti stava picchiando selvaggiamente la ragazza con la treccia, uno strano signore sui quaranta piangeva scotendo la pelliccia di un panda gigante, la ragazza che era arrivata prima in tutta fretta batteva pensosa un piccolo aggeggio meccanico…insomma, non solo erano tutti impegnati a discutere ed azzuffarsi per qualche strano motivo che non era riuscita a comprendere, ma l’avevano completamente dimenticata!

“Ehm…scusate…”aveva accennato timidamente, neanche minimamente avvertita da quella massa vociante che continuava senza sosta a litigare ed accapigliarsi…

“BASTA!” Urlò infine, al limite della sopportazione. Ma che famiglia assurda era quella?!

Finalmente il trambusto si fermò di colpo per osservare il ritratto sul foglio ingiallito che la ragazza gli stava tendendo.

“Io sono venuta qui solo per incontrare questo anziano signore!La ragazza con la treccia mi ha detto che risiede qui..”

“Mi chiamo Ranma!”

“Uhm…”Soun fu il primo ad avvicinarsi e scrutare con attenzione il foglio incartapecorito.”…ma questo è il maestro Happosai!”

“Ti ha derubato?” chiese Nabiki, inarcando un sopracciglio.

“No…”

“Ti ha rubato della biancheria?” chiese Akane, visibilmente sollevata del fatto che stavolta una ragazza piombata in casa all’improvviso non fosse venuta per Ranma.

“NO!”

“Ti ha importunato?”chiese Genma, ritornato alla sua forma originaria, tenendo una teiera tra le mani. “Certo che no!”

“Beh, ragazza…”intervenne Soun “…non preoccuparti.Qualsiasi ragione tu abbia sarà sicuramente valida.Accomodiamoci in salotto, così aspettiamo che ci raggiunga il maestro.”

*****

Si erano tutti sistemati intorno al tavolo e Kasumi si accingeva a servire il tè,mentre Chiisai si era accucciato accanto alla padrona, quando finalmente fece il suo ingresso Happosai, in volo diretto verso il seno di Shizuka.

“Sei tu l’angelo che mi stava cercando? Eccomi qua, bellezza!!”

Tutti avevano voltato la testa con fare annoiato,aspettando di sentire l’esito abituale dei voli planari del vecchio maniaco.Le aspettative furono però completamente spiazzate: Shizuka si era alzata ed aveva spalancato le braccia: “Oh! Finalmente ci incontriamo, bisnonno!”

“Cooosa?!”

fine cap.2

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Capitolo 3
*** Memorie del passato ***





Solo un avviso. In questo capitolo Happosai racconta la sua storia... facendosi prendere un pò la mano! In corsivo ci sono i fatti come si sono svolti realmente, un pò come quando nel manga mentre qualcuno racconta scorrono le immagini degli avvenimenti. Forse non mi sono spiegata granchè bene, ma spero che mi abbiate capito...


Cap.3



Nel salone dei Tendo, sempre animato da chiacchiere, litigi, scontri e discussioni, stavolta regnava un silenzio di gelo. Shizuka era ancora in piedi, con le braccia spalancate e gli occhi luccicanti aspettando l’abbraccio del nonno, mentre Happosai, letteralmente pietrificato, si era schiantato contro il tavolo. Ranma, Akane e Nabiki continuavano a fissare la scena con gli occhi spalancati, sbattendo le palpebre di tanto in tanto; Soun e Genma guardavano la statua di sale che solo poco prima era stato il loro maestro, si scambiavano sguardi straniti e ritornavano a fissare Happosai. Persino la dolce Kasumi, solitamente per nulla sfiorata dagli incredibili eventi che la circondavano, aveva fatto cadere a terra la tazza del tè che stava sorseggiando con un acuto “oh, cielo!”

“Nonnino…nonnino!!Che ti prende? Ho fatto tutta questa strada per incontrarti!”

Il tempo sembrava essersi fermato, cristallizzato intorno a quella scena, fino a quando non fu interrotto da Chiisai, che lentamente si era avvicinato al tavolo ed aveva preso a leccare il vecchio, che gradualmente si era ripreso e sistemato seduto sullo stesso tavolo, capitalizzando l’attenzione su di lui.

“Vecchiaccio, cos’è questa novità?Shizuka ha appena detto di essere tua nipote!”disse Ranma sporgendosi verso il tavolo.

“Non posso credere che uno come te si sia mai sposato!” aggiunse acida Nabiki.

Non osservando reazioni, Shizuka si risedette dov’era prima, in modo da guardare negli occhi Happosai.

“Nonnino, so che ti sembra tutto un po’ affrettato…anche la nonna pensava che non mi avresti creduto. E per questo che mi ha affidato questo, ha detto che l’avresti sicuramente riconosciuto.” Nel frattempo Shizuka aveva slacciato dal collo una sottile catenina, facendola scorrere tra le mani, ed infine aveva gli aveva porto una piccola fedina d’oro.

Happosai prese tra le mani il piccolo oggetto, e dopo averlo girato, rigirato, ed osservato con attenzione guardò la ragazza. Sì, quegli occhi non lasciavano alcun dubbio. Erano grandi e limpidi, proprio come i suoi. “Sei la nipote di… Ling ?”

Sul viso di Shizuka si dipinse un tenero sorriso. “La nonna sapeva che non l’avresti dimenticata…”

“Ma insomma, vuoi spiegarci questa storia?” Chiese Ranma, ancora non completamente ripresosi dallo shock, ma divorato dalla curiosità.

“Questi giovani impazienti…”mormorò tra i denti Happosai, modificando la sua espressione infastidita per una seria e compunta, ma visibilmente velata di malinconia. Si schiarì la voce e cominciò…

“E’ una storia che risale ai tempi della mia gioventù…ero un ragazzo bello, aitante e fascinoso, e dopo essere stato costretto a lasciare il villaggio della tribù Joketsuzoku (la tribù delle amazzoni nda), e a separarmi dolorosamente da Cologne, il mio primo amore…”

Happosai, orrendo nanerottolo anche da giovane, viene rifiutato da tutte le donne del villaggio della tribù Jokesuzoku, e prima fra tutte Cologne (Il vero nome di Obaba…credo che conosciate quest’episodio del manga e dell’anime…sennò fa nulla, non è determinante!nda); per vendetta decide di rubare tutti i loro oggetti preziosi e fuggire, inseguito dalle amazzoni infuriate.

“…purtroppo ero ancora in allenamento, e decisi di continuare il mio viaggio per i villaggi cinesi. Dopo tanto peregrinare arrivai un giorno in un piccolo paesino, ove la gente del luogo coltivava con passione le arti marziali.”

In continuo pellegrinaggio per la Cina, giunge un giorno in un piccolo paese sì famoso per la dedizione che mettono gli abitanti nella pratica delle arti marziali, ma anche per la bellezza delle ragazze del luogo…decide per questo subito di fermarsi lì.

“Lì ero impegnato giorno e notte nell’allenamento e nel tentativo di allontanare le innumerevoli ragazze che mi desideravano…ma poi incontrai una splendida ragazza, dai lunghi capelli neri e dai grandi occhi verdi, che naturalmente rimase subito ammaliata dal mio innato fascino…”

Happy girava continuamente per il paesino gettandosi addosso alle ragazze chiedendo loro di uscire con lui: per risposta veniva allontanato e malmenato dalle ragazze, naturalmente infastidite dai comportamenti osceni di quel piccolo diavolo. Ma una no. Ling era diversa dalle altre.Aveva intravisto un piccolo cuore di cristallo nascosto tra le spire catramose dell’animo di Happosai. Aveva visto il suo lato più nascosto: il serio e capace maestro di arti marziali, che metteva tanta passione negli allenamenti che lei ogni tanto andava a spiare.

“…ci innamorammo subito: a tenerci uniti erano l’attrazione reciproca e la passione per le arti marziali. Ci allenavamo insieme ogni giorno, sui fondamenti della scuola di lotta indiscriminata, che poi ho insegnato a voi…”

Erano due persone così diverse…lei, con un forte senso del dovere e dell’onore, e lui, farfallone e sfaticato. Ma era vero: quella strana alchimia che è l’amore li aveva uniti. Ling era così affascinata dai lati più nascosti del carattere di Happosai, che sembrava non dar peso ai suoi evidenti difetti. Ma anche lui era cambiato, e sembrava non avere occhi che per lei.Persino la sua famiglia si era rassegnata alla veridicità di questo amore.

“sono rimasto lì per più due anni, due anni di passione, così indimenticabili…lei era in attesa del frutto del nostro amore, quando fui costretto a tornare in Giappone quando mi richiamarono per un irrinunciabile torneo di arti marziali contro delle scuole rivali. Non sono più tornato in quel piccolo villaggio…e non ho mai visto neanche mio figlio…”

La felicità di quell’amore impossibile era durata per due anni, due anni di passione ed allenamenti, fino alla scoperta che presto da quell’unione sarebbe nato un figlio. Ma per quanto sia grande il potere dell’amore, non riesce a cambiare radicalmente le persone…e così, il giovane Happosai, meschino, farfallone e scansafatiche, non poteva sopportare il peso di una responsabilità così grande come quella di mantenere una famiglia…così era fuggito, accampando quell’insulsa scusa del torneo e le aveva regalato uno degli anelli rubati alle amazzoni, per non affrontare un discorso che non sarebbe riuscito a finire.Era così lui. Anche in quel momento aveva scelto di uscire dall’uscita secondaria. Per non tornare più.

Happosai aveva raccontato questa storia con gli occhi chiusi e con lunghe pause, incurante degli sguardi scettici intorno a lui.

“E’ stata dura per la bisnonna, all’inizio…”continuò Shizuka, interrompendo questo breve momento di silenzio “ma poi ha allevato mia nonna con la passione per le arti marziali, nell’apprendimento e nel miglioramento delle tecniche che studiavate insieme e nel mito della tua bravura e della tua personalità…così è stato per mio padre e così per me e mio fratello.Sin da bambina mi sono allenata nella speranza di incontrarti e di essere degna dei tuoi insegnamenti…ho tanto insistito per convincerli a partire alla tua ricerca…e finalmente sono riuscita a trovarti!”

Detto questo con le lacrime agli occhi aveva abbracciato il nonno, che, affondando il viso sulla sua spalla per non farsi notare dagli altri, aveva anche lui versato una lacrima.


Fine cap.3


Troppo sdolcinata?In fondo a questo petto batte un cuore romantico, un po’ come il mio Happosai! Fatemi sapere se vi è piaciuto…No!Fermi con quei pomodori!!

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Capitolo 4
*** La decisione di Happosai ***


Cap.4



Dopo l’incredibile racconto di Happosai, l’atmosfera nella stanza non era affatto cambiata.
Anzi.
Il silenzio era quasi inquietante e cinque paia di occhi continuavano a fissare increduli questa scena inaspettata. Chi avrebbe mai pensato di vedere il maestro Happosai abbracciato INNOCENTEMENTE ad una bella ragazza? E soprattutto che esistesse una sua discendente diretta? Una diretta discendente del fondatore della scuola di lotta indiscriminata…

L’abbraccio si prolungò ancora per un po’, finchè i due non si sciolsero.

“Hai gli stessi occhi della tua bisnonna…”

Shizuka lo fissava intenerita con i suoi grandi occhi ancora umidi.

“Ma basta con la nostalgia!” sentenziò Happosai, battendosi una gamba con la mano. “Sembri avere tanti punti in comune con la mia Ling…”

* La sua Ling? * pensarono tutti all’unisono, guardando il vecchio con aria stranita.

“…e da quello che mi dici, e da quello che mi hai mostrato …”disse Happosai rigirandosi l’anello tra le mani “…io ti riconosco e ti accetto come nipote. Tuttavia…” e con questo assunse un’aria più grave “non posso accettarti come mia allieva se prima non avrò saggiato la tua abilità nelle arti marziali.”

Happosai, nonostante l’aria seria, aveva dettato quella condizione sorridendo sotto i baffi. L’aveva osservata bene, e aveva detto questo pensando che quella ragazzina, esile e fragile all’aspetto, rinunciasse ai suoi propositi “ d’insediamento” e tornasse in Cina, rapidamente così come era arrivata. Certo, era stato un bel colpo scoprirsi improvvisamente nonno, ed in fondo questa era anche una gioia, ma certo non voleva dire che si sarebbe fatto carico della nipote!

Invece di ritrovarsi di fronte un visino da cucciolo spaurito però, cozzò contro uno sguardo deciso, e forse, anche un po’ arrogante.

“ Per me non è un problema, nonno. Farò tutto quello che vorrai per essere ammessa sotto la tua maestria.”

“Davvero?!” lo sguardo di Happosai si illuminò.

Aveva già qualche idea che gli ronzava in testa…

“Allora potremmo vedere quanta biancheria puoi riuscire a rubare nel giro di mezz’ora!…SBONK!

I propositi di Happosai furono frenati da una martellata di Ranma, che si era avvicinato alle sue spalle.

“Vecchio maniaco! Questa ti sembra una tecnica di arti marziali?!”

“Certo!Lo slancio in aria è fondamentale per le tecniche aeree!”

“Hai anche il coraggio di giustificarti?!”

ARI-SBONK!

L’ ennesima botta in testa ricevuta da Ranma gli fece accendere la lampadina.

“Ho deciso.” Disse con voce ferma, assestandosi sul cuscino e restaurando quell’aria grave che aveva fino a poco prima.

“Shizuka, la prova a cui ti sottoporrai è una sfida.”

“Una sfida?!”

“Io sono vecchio e troppo esperto, non sarebbe uno scontro alla pari… perciò… lo scontro sarà con il più giovane dei miei allievi, Ranma, qui, alla palestra dei Tendo, domani.” Disse Happosai, indicando Ranma che gli stava vicino con il martello ancora sospeso a mezz’aria. “Se vincerai, prenderai il suo posto, altrimenti… ritornerai in Cina.” “Uh?” Ranma era rimasto pietrificato al sentire il progetto del maestro.

*Forse ho sentito male, no?Questo vecchiaccio non può tirarmi in ballo per liberarsi dei suoi problemi.. * Ma dovette subito ridestarsi, interrotto da Shizuka, che si era alzata di slancio e gli si era parata dinanzi, saltellando e squittendo con la sua vocina acuta.

“Wooow! Non immaginavo che tu fossi l’allieva del nonno, ragazza con la treccia!”

“Sai che onore! Per me puoi già prendere il mio posto!

Shizuka , smettendo di saltellare e con tono più calmo, giunse le mani e si profuse in un profondo inchino.

“Bisogna attenersi alle regole del nonno. Sarà la sfida a decidere chi di noi due è più degna di occupare questo posto. E per me sarà un vero onore…”

“Oh…hai visto Tendo?” disse Genma appoggiando un mano sulla spalla di Soun.

“E’ vero Saotome!” disse Soun, inondando il tavolo con le sue lacrime di commozione. “Ormai è così raro trovare una ragazza così leale e rispettosa delle regole… e soprattutto un’artista marziale che mostri tanto rispetto per il suo avversario…”

Shizuka si rialzò dal suo inchino, mentre sul viso le si increspava uno strano sorriso.

“…farti a pezzi!”

Sbonk! (tutti a gambe all’aria)

“Aò, ragazzina! Abbassa la cresta, io…”

“ Vedi Shizuka, anche se io lo preferisco decisamente così, questo non è il vero aspetto del mio allievo..” disse Happosai versando su Ranma l’acqua bollente della teiera che era poggiata sul tavolo “…questo è il Ranma Saotome che si batterà con te domani.”

“Ahia! Scotta, maledetto vecchiaccio!”

“Sei…la ragazza con la treccia?” lo sguardo di Shizuka era confuso e spaesato.

“M-mi dispiace…è una lunga storia…”

Shizuka sembrò però subito riprendere il suo sguardo calmo ma deciso, dopo aver dato un’occhiata di tenerezza a Chiisai, che si era accucciato sulle sue ginocchia, e di cui aveva preso ad accarezzare il folto pelo. Alzò i suoi occhi verdi verso Ranma, e cominciò a fissarlo.
Ranma rimase un po’ intimorito da quello sguardo così penetrante, ed un brivido freddo gli attraversò la schiena.

“D’accordo, nonno. Ranma Saotome, non importa quanti altri trucchetti nascondi, sono pronta a batterti.” Disse Shizuka, non distogliendo lo sguardo da Ranma, mentre nei suoi grandi occhi brillava una fiamma di determinazione.


Fine cap.4

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