The Story so Far - Storia di una vecchia Tsundere e di un Incontro vagamente Shoujo

di Tenori Taiga
(/viewuser.php?uid=75610)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai distribuire vivande alle gabbionate, date retta a me. ***
Capitolo 2: *** Non sempre quello che ci si aspetta corrisponde a realtà. ***



Capitolo 1
*** Mai distribuire vivande alle gabbionate, date retta a me. ***


Non mi sono mai interessati i ragazzi.
(Nemmeno le ragazze, se è per questo.)
Fino all'età di dodici-tredici anni vivevo ancora sperando di diventare Sailor Moon (sì, avete capito bene. Non me ne vanto, ma questa è la realtà.) e mi innamoravo follemente dei personaggi di manga e Anime (Eto. . Un po' lo faccio anche ora. . E mi vanto non poco d'esser riuscita a conservare la mia infantilità.).

La prima volta che lo vidi pensai: -Questo è un cretino!-
Era un giorno d'Estate ed ai Bagni che frequentavo ormai da 12 anni era tempo di Gabbionate, quegli insulsi torneini in cui i maschi della razza umana si dilettano nel mostrare la loro discutibile prestanza fisica alle povere fanciulline svenevoli; io, che non avevo la minima intenzione di partecipare a quella giostra grottesca, ero stata "sorteggiata" (leggasi OBBLIGATA) come addetta alle bevande.
Erano organizzati, questo lo devo ammettere. .
Me ne stavo ferma al banchino improvvisato, bottiglie e bicchierini compresi, le gambette esili (ero magra, checchè ne dica qualcuno!) e appena scurite dal sole (c'è stato un tempo in cui il Sole baciava anche me) avvolte nell'asciugamano da mare, all'ombra della tettoia delle cabine.
In quel momento si stava giocando la partitina ragazzi 16-17enni VS. ragazze della solita età.
-Che idiozia!- pensavo tra me e me, e vista la disparità di forze in campo chiunque sarebbe stato in dubbio sul piangere od il ridere; io non feci nulla, come il mio solito.
Solo dopo un po' che la "partita" era iniziata feci caso ad una cosa: i maschietti non avevano schierato nessuno in Porta?
Mi avvicinai incuriosita; dalla mia postazione ombrosa non si vedeva ma in effetti qualcuno in porta c'era: sdraiato a prendere il sole, barbuto, capelli scuri e ribelli ed un fisico non proprio esile (non nel senso "obeso", intendiamoci. . Ma uno che fa pesi si riconosce, no?), se ne stava sdraiato a prendere il sole, con tanto di occhiali scuri e bandana in testa.
-Ah, sei l'addetta alla roba da bere? Portami qualcosa.- con la sua aria da principino delle folle, buttando poi lì un quasi veemente. . -Grazie.-
Ed eccoci al primo pensiero.
-Questo è un cretino!-
Stetti ferma a fissarlo per un paio d'istanti, indecisa se fargli il favore oppure no, ma a quei tempi ero parecchio ligia al dovere e nonostante il tono odioso (ma lui ancoa insiste che era amichevole. .) di quello, mi avvia a prendergli dell'acqua.
Ovviamente, dato che le ragazze si erano avvicinate alla porta avversaria dopo 10 gol subiti, lui prese l'acqua senza neppure un segno di ringraziamento.
Io me ne tornai imbronciata al mio posto all'ombra, lui continuò la partita finchè la sua squadra non vinse con un punteggio schiacciante e mi dispiace, ma quale fosse non lo ricordo proprio.

Questo fu il nostro primo incontro.
Ancora oggi non riesco davvero a capire come sia venuta fuori tutta la storia seguente.


Per un po' non lo vidi più ed è strano, credetemi. Il posto era piccolo ed era quasi impossibile non incontrarlo di nuovo; non che io ci tenessi particolarmente, comunque.

Fu in quel periodo che incontrai un altro ragazzo, una new entry, se di questo si può parlare.
Biondo, minuto, occhietti azzurri e sguardo vispo, era un "abitudinale" già da qualche anno ma gravitava intorno al "Gruppo dei Grandi", i ragazzi già maggiorenni e per questo non l'avevo mai notato.
A presentarci fu un nostro amico in comune, uno dei miei più cari.

Fortunatamente, questo tizio era simpatico e anche se il mio lato "Tsun" mi dava un'aria forse distaccata, il mio lato "Dere" si divertiva abbastanza, parlottando con lui.
Facemmo amicizia.
Un paio di volte fece dei commenti poco costruttivi su di una vecchia amica che soleva passeggiare con me (e che sopportava il mio essere Tsundere) ed io mi inalberai tanto che arrivai a tirargli contro una ciabatta (una volta) e "quasi" un secchiello (la seconda, ma riuscii a trattenermi); ma per il resto andavamo daccordo, sopratutto considerato il fatto che ci conoscevamo da un paio di settimane.
Fu così che lo invitai nel "Gruppo" che frequentavo nelle serate afose, tutti miei vicini di casa che venivan qualche volta anche ai Bagni (un esempio era colui che ci aveva presentati! XD) e che conoscevo da parecchio tempo, nonostante gli anni di differenza che si sa, a quell'età trovi irritantemente evidenti.
Lui accettò, avvisandoci che avrebbe portato anche suo cugino, che ultimamente non usciva quasi mai, tranne per dei giri con la nuova moto.
-Porta chi vuoi, a me non interessa. .- furono queste le mie parole.

Ci demmo appuntamento per quella sera in un luogo che anche i due nuoi giunti potessero riconoscere e mi recai li in moto (un cinquantino dell'Aprilia), accompagnata dal solito amico.
Ero abbastanza allegrotta; non si può dire che pensassi al ragazzo biondo come un papabile fidanzato ve l'ho detto, al fidanzamento non ci pensavo proprio, ma mi era simpatico e questo bastava.

Quando arrivai al posto fissato, LUI era lì.

Magliettina aderente, Jeans col cavallo basso, Cagiva 125, barba spuntata e capello ribelle: il "Cretino" era lì.
Sì, il tizio con la bandana e l'aria di superiorità che avevo incontrato al mini-torneo di gabbionate tra i Bagni mi guardava dalla sua "Motina" (Moto è davvero troppo, ne?) appena comprata mentre scendevo dall'Aprilia del mio amico.
-Cosa ci fa QUELLO qui?- pensavo e quando lo chiesi al "mio" invitato (nonostante possa sembrare diversamente vi ripeto che provavo solo simpatia, nei suoi confronti.) mi rispose che quello era il suo "famoso" cugino moto-dipendente.
La serata non fu delle più divertenti, sopratutto contando il fatto che fu il "Cretino" in questione ad accompagnarmi a casa per le 22.30, visto che l'amico che mi aveva portata aveva avuto dei problemi con la moto.
Una volta sotto casa, scesi dalla moto di QUELLO e con tutta la grazia di cui ero capace nel momento, lo ringraziai per il favore, borbottando qualcosa su un mio desiderio di non uscire più con lui. . Borbottio che comprese alla perfezione, tra l'altro, tanto che mi chiese spiegazioni.
A quel punto, più he irritata ero imbarazzata; in fin dei conti era stato tanto gentile da riportarmi a casa.
Gli inventai di sana pianta una storiella su un ritardo non permesso (in realtà avevo il coprifuoco alle 23) aggiungendo che i miei genitori non volevano più che uscissi, visto che l'inizio della scuola si avvicinava (eravamo neppure ad Agosto. . Che scusa patetica!).
-Quindi questa sarà la mia ultima uscita.- terminai.
Ora, io non son mai stata brava a recitare; non a caso nelle recite facevo o il fiore o, al massimo del mio climax artistico l'albero che muoveva i rami al vento. .
Ma evidentemente imposi un tono melodrammatico non voluto (forse esasperata dalla sua presenza) e lui ci credette.
Stava per andarsene, ed io mi stavo avvicinando al Portone di casa, quando lo udii chiamarmi.
Tornai da lui, forse un po' stizzita ma non sembrò farci caso, pensando magari alla storia sul ritardo.
-Cosa c'è? Non so se hai capito che sono un po' in ritardo e. .- iniziai, ma lui subito prese a parlare.
-Il numero.- perentorio, tanto che le parole mi morirono in bocca.
-Il. . .COSA??-
-Dammi il tuo numero di cellulare, per scusarmi nel caso tu avessi problemi con i tuoi genitori.- serissimo.
-Il cellulare?? E chi diamine ce l'ha una cosa del genere? Ma allora sei proprio un idiota, io ho solo 13 anni!- ovviamente non lo dissi.

[Se avessi saputo usare il termine Giapponese BAKA, glielo avrei ripetuto mille volte.]

Tuttavia lo pensai mentre declinavo la richiesta con tutto il tatto che ero decisa a rivolgergli.
Mi irritava, lo ammetto, e questo mi portava ad essere odiosa nei suoi confronti.

[All'epoca non me ne resi conto ma di fatto, questa scena fa davvero TROPPO Shojo manga di serie B. . Oddea. U_U''']

Ma dato che era deciso a rimanere lì finchè non avessi accettato almeno il suo numero, presi il bigliettino appena scritto che mi porgeva e mi fiondai in casa.
Passai molto del tempo che mi rimaneva prima di andare a nanna pensando a quanto mi irritasse quel ragazzo ed anche questo, forse, ricorda un po' uno Shojo Manga. .

Fui libera dalla sua presenza per BEN tre giorni ma al quarto me lo ritrovai davanti alla Biglietteria.
Con una certa nonchalance mi eclissai dietro ai cespugli che costeggiavano tutto il muro esterno dei bagni, accompagnata da mia cugina, che qualche volta mi portavo dietro.
Mi sorbii in silenzio le sue lamentele mentre spiavo la situazione dalle foglie.
-Ehi, e te qui cosa ci fai? Giochi a nascondino?-
Dalla voce gioiosa lo riconobbi subito, senza bisogno di voltarmi: era l'allegro cugino di QUELLO, il biondino col quale andavo tanto d'accordo.
-Ah. . ehm, no, stavo solo. .- iniziai, balbettando imbarazzata.
-"Stavo solo" un cavolo, sembri una matta!- queste parole così delicate furono pronunciate da mia cugina.
Borbottando un grazie tante verso di lei, l'altro si mise a ridere, costringendomi ad uscire dal mio nascondiglio, facendomi incontrare LUI.
-Come è andata con i tuoi genitori, l'altra volta?- mi chiese Mister Simpatia, seduto sulla sua Moto.
-Bene grazie. Scusate ma dobbiamo proprio entrare, ci stanno aspettando dentro!- Ignorando irritata le sue domande e le lamentele di mia cugina, entrammo al Mare, dirigendoci verso la cabina dei miei nonni.

Dato che era il terzo, dannato giorno, me ne restai seduta sulla punta (ovvero la colata di cemento e scogli più esterna, che dava direttamente sul mare "aperto"), riparata da un ombrellone, a guardare con non poca invidia mia cugina, che nuotava allegramente nei pressi del trampolino (era bellissimo, il trampolino in mezzo al mare aperto!).
-Ma guarda un po'. . Lei Signorina non nuota, quest'oggi?- a pronunciare queste parole beffarde e giocose era stato il cugino di Mr. Simpatia.
Sorrisi, divertita. Almeno non avrei passato il pomeriggio in solitudine.
-Nossignore, come può vedere anche dai miei pantaloncini, quest'oggi non mi è proprio concesso.- dichiarai con aria falsamente altezzosa.
Andammo avanti con questa serie di "botta e risposta" ancora per un po'; cominciava già a far più fresco ed entro breve mia cugina sarebbe tornata dal suo bagnetto.
-Senti. .- cominciò lui, incerto.
Lo guardai presumibilmente con aria interrogativa e lui guardò verso il mare, imbarazzato, grattandosi la testa.
-Ecco volevo. . C'è una osa che devo dirti, una cosa abbastanza importante e. .-
Il mio sguardo era SICURAMENTE interrogativo. Cosa stava succedendo?
-. . e volevo chiederti se magari.. Ti andasse bene venire in punta, dopo cena..- e ancora guardava il mare, lui!
Lo guardai sbalordita.

Ora, dovete sapere che quando un ragazzo chiedeva ad una ragazza (o viceversa, certo. .) di incontrarsi dopo cena in Punta, questo poteva voler dire SOLO una cosa: proposta di un uscita e/o fidanzamento.
Capirete quindi il mio imbarazzo all'epoca.

Ma lui fu così gentile da andar via prima che io potessi dire qualsiasi cosa, sprofondando nell'imbarazzo, appena prima che mia cugina uscisse dall'acqua.
-Bhè? Che hai fatto, sembri cadaverica, sai?- sempre sveglia. mia cugina.


Se la mia vita fosse stata un manga, in quel momento avrei sicuramente gridato un -COOOOOOOSA???- talmente forte da far tremare la Terra.

Possibile che per me fosse giunta la Primavera in Agosto?!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Non sempre quello che ci si aspetta corrisponde a realtà. ***


 
Faceva freschino la sera, sulla Punta.
Ma non era il freddo a darmi fastidio, quanto lo sguardo di ghiaccio di lui su di me.
Eravamo seduti sugli scogli, esposti al venticello rinfrescante estivo, alle piccole onde che s'increspavano, inumidendo i nostri capelli più di quanto già non facesse l'umidità; nell'aria, quel sapore salmastro che ancora oggi mi ricorda quel bel periodo della mia vita.
Lui mi fissava.
Io, voltata verso il mare con cipiglio fermo, ancora mi ostinavo a non guardarlo finchè non fu lui a romper il rumore del mare. .
Quell'esitazione appena percettibile, mi fece voltare incosciamente, i miei occhi assoggettati ai suoi.
me ne uscii con un fil di voce, quasi non mi riconoscevo.
Il motivo di cotanta tenzione nei suoi confronti era da ricondursi alla voglia di parlare con ME, in QUEL posto ed a QUELLA dannata ora. Di solito questa era l'ora delle coppiette. . Ma. . Strano, lo notai solo allora, non c'è nessuno in vista. .
Solo i bambini che giocan sugli scalini che conducono al mare, poco più in là.
 
Il silenzio era assordante.
Ricordo che pensai: -Bene, inizia lui. . Anche perchè io non ho proprio niente da dire.-
Ero scocciata. Non volevo starlo a sentire. Non volevo sapere cosa diamine avesse in testa.
Ero pur sempre una bambina di 13 anni!
Ma lo interruppi, alzandomi di scatto, decisa.
 
Lui mi guardò, sorpreso.
Non avevo mai tenuto questo atteggiamento, non con lui; solo con suo cugino, l'IDIOTA, ero solita tenere un simile comportamento.
Di solito lo canzonavo, potevo arrivare a dargli qualche pacca un po' più forte (questo si chiama malmenare, mi sa. .) o magari tirargli qualcosa per farlo star zitto (Dittatura?), ma era sempre tutto molto amichevole; stavolta no. Lo fissavo con astio.
Ma io non volevo davvero sentire.
Era già capitata, una situazione simile e non avevo la minima intenzione di perdere un amico solo per una stupida dichiarazione.
Non me ne importava nulla, nemmeno lo volevo un fidanzato!
 
Nonostante l'asprezza del tono, nonostante le sprezzanti parole, lui continuò, caparbio.
(Ma qui usò tuttaltra parola), stai zitta ed ascolta, idiota!>
Stavolta, lo ammetto, fui io ad esser sorpresa.
Dove era finito il ragazzo dolce e simpatico?
Come poteva parlarmi così?
Ma era pur vero che quell'irritazione l'avevo provocata io e quindi come potevo adesso sollevare questioni sul suo comportamento?
Mi misi di nuovo seduta, di poco distante da lui, quasi spaventata; davvero, non mi riconoscevo più.
Lo guardai, forse con un po' d'astio; dal canto suo, lui mi sorrise di rimando, divertito.
Silenziosa, gli lancia un'occhiata interrogativa.
Cosa voleva dire?
Chi aveva visto cosa?
Indecisione, insicurezza.
Chieder o non chiedere?
Mi infastidiva tremendamente ammettere di esser talmente idiota da non capire cosa lui dicesse.
Orgoglio, forse?
Non so, non ne ho mai avuto troppo, il giusto; nè più, nè meno.
Perchè continuava a fissarmi divertito?
Mi stava forse prendendo in giro?
-Dannazione, dì qualcosa!-
Irritazione.
Volevo seriamente prenderlo a mazzate.
 
Vinse la parte più matura (sì, aspettala. .).
Accantonando irritazione, indecisione e pseudo-orgoglio mi decisi a parlare.
Lui continuava a ridere, quasi si trovasse dinanzi ad un Pagliaccio.
 
Sospiro. Davvero teatrale. . Era ben più bravo della sottoscritta a recitare, adesso lo so
Wow!
Diretto.
A quel punto, anche l'ustione di terzo grado dell'anno prima (sole maledetto!) poteva sembrare una scemata dinanzi al rossore di quel momento.
Mi sentii avvampare come mai prima di allora e pensai quasi che mi fosse venuta la febbre.
 
[Come avrete notato. . La mia maturità amorosa rasentava la demenza senile. .  U_U'']
 
Ma ovviamente, non era la febbre.
Imbarazzo allo stato puro, la mia timidezza è un dato di fatto anche adesso, sebbene tenti di mascherarla in ogni modo, con eccellenti risultati.
(Magari la mia verve recitativa è migliorata, chissà.. Stavolta potrei fare il nanetto, altro che fiore o albero! *_* LEVEL UP! *___*)
Cosa avrei potuto rispondere ad un cretino che m'invita in Punta in pieno LOVE-TIME, mi fissa incessantemente per minuti che paion ore e poi vien fuori con una domanda simile?
Fosse stato per me, una bella sedia a mezza vita non gliela toglieva nessuno; pregustavo già il momento in cui avrebbe implorato il mio perdono.
Ma pur nell'irrealtà della mia realtà, mi rendevo conto che una cosa del genere non era fattibile: nessuna sedia in giro. U_U
 
[Peccato.]
 
rossa in volto e alterata, tenevo lo sguardo lontano da lui; non volevo certo che mi vedesse. terminai.
sorrisino sornione, proprio il genere che ho sempre odiato. Si divertiva un mondo, anche una scema come me poteva vederlo.
Volevo ucciderlo. *_*
Silenzio.
Stavolta mi girai verso di lui che continuava a fissarmi, adesso serio.
L'istinto omicida che si propaga, mentre cerco di finire la frase sopra citata e poi. .
Non mi lasciò finire neppure la frase.
Stavolta, toccava a me star zitta. Non capivo.
  Risolino divertito ET soffocato
-Figuriamoci. . Vorrei vederti in un bagno di sangue.-
Ma non espressi il desiderio ad alta voce, limitando a chiedere:
Guardandomi, rise con un'espressione veramente sadica e divertita. Sembrava quasi mi considerasse alla stregua di un canarino intento a beccare lo specchio dinanzi a lui.
Li ho sempre odiati i canarini, tra l'altro. .
Mio silenzio e sua pausa, penso calcolatissima. . Davvero un ottimo commediante, confermo.
 
 
. . . .
 
. . . .
 
. . . .
 
 
 
Io? Piacere a quel CRETINO??
 
 
Forse la Primavera avrebbe tardato. . .  DECISAMENTE.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Solo per Voi. . SPECIAL GUEST!
 
°O°'  <-- La mia faccia in quel momento!
 
 

Sono sicura che vi siano punti incomprensibili, ma ripeto che la "stesura" della storia avvenne quasi tre anni fa, quindi.. ok, fa schifo. =_='
Spero attenderete la terza parte e la quarta parte, finita di scrivere proprio ieri. Grazie a tutti per aver letto, in particolare a miss_independent e cino nero per lincoraggiamento. ^^
Alla Prossima con la PART - 3!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=448536