Panta rei [tutto scorre]

di Dark Sider
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap 1: a little problem: I miss you ***
Capitolo 2: *** cap 2: revenge has no a meaning at Christmas ***
Capitolo 3: *** cap 3: the last Christmas Eve ***



Capitolo 1
*** cap 1: a little problem: I miss you ***


Panta rei

                  [tutto scorre]

 

 

 

 

 

CAPITOLO 1: A LITTLE PROBLEM: I MISS YOU

 

 

 

 

I suoi piedi affondarono leggeri nella neve fredda, appena caduta da un cielo troppo cupo per essere partecipe della gioia che avvolgeva il villaggio.

Per quel giorno, almeno, tutti sarebbero stati troppo impegnati a fare altro per prestare attenzione a lui.

Naruto Uzumaki amava la Vigilia di Natale non perché riceveva doni, come gli altri, o perché era un’occasione per stare insieme alla propria famiglia; ma perché nessuno stava con lui. Perché era solo.

Perché nessuno lo avrebbe rimproverato, deriso, o additato come fallito.

Fallito… Lui era un fallito.

Glielo ripeteva sempre, Sasuke: «dobe», e lui ci rideva su e, fingendosi imbronciato, urlava: «teme!»

Ma quel giorno, mentre intorno a lui impazzava un’irrefrenabile allegria; mentre i bambini urlavano correndo sotto la neve che cadeva morbida; mentre dalle case si intravedevano alberi di natale e sorrisi di gente davvero felice, solo allora Naruto si rese conto della realtà di quella parola: dobe. Fallito.

Sono un fallito”.

Sasuke odiava i falliti. Forse era per quello che se n’era andato.

Forse era per quello che l’aveva lasciato solo.

Solo.

Un sorriso amaro si allargo sulle labbra del biondo: un attimo prima Sasuke lo stringeva a sé facendolo sentire la persona più importante sulla faccia della terra; facendolo sentire perfetto, protetto. E, un attimo dopo, se n’era andato, lasciandolo solo e piangente, impedendogli di riportarlo indietro.

Sarebbe stato bello passare la Vigilia di Natale con il suo teme.

Sarebbe stato bello dargli il suo regalo e sentirsi rispondere: «non serviva che mi regalavi qualcosa: lo sai che odio le feste. E poi io non ti ho comprato niente».

E sarebbe stato bello sorridere di quel regalo mai ricevuto, di quelle parole dette con freddezza ma con un sorriso appena accennato: sorriso che solo Naruto riusciva a cogliere.

Sarebbe stato bello. Ma il condizionale non è il tempo della realtà. Il tempo della realtà, della certezza, è il presente.

E quel presente colpiva Naruto come una dolorosa coltellata, incessantemente.

Sasuke non c’era, se n’era andato e lui non era riuscito a riportarlo indietro.

Sei un fallito”.

Se n’era andato, ripudiandolo. Preferendo la vendetta all’amore. Abbandonandolo in un mondo che non lo voleva.

Sei solo”.

E quella solitudine faceva male. Troppo.

Senza accorgersene, Naruto si ritrovò di fronte alla porta di casa sua. Gli sembrava più triste e desolata che mai, quel giorno.

Aprendo la porta scricchiolante, si ritrovò di fronte al familiare corridoio buio e deserto. Non c’era niente, nemmeno una decorazione, che potesse far pensare al Natale.

Naruto non si era nemmeno premurato di fare l’albero. Non aveva senso tentare di rendere la casa allegra se poi lui, dentro, moriva lentamente. Giorno dopo giorno, ora dopo ora. Dolorosamente la sua anima si logorava strappandosi violentemente su ricordi troppo dolci per essere dimenticati.

Perché Naruto lo sapeva che l’unico modo per non soffrire più era cancellare Sasuke, rinnegarlo, odiarlo persino.

Ma, purtroppo, anche il solo pensiero di non amarlo più lo spaventava a tal punto da fargli salire le lacrime agli occhi: non poteva vivere senza il suo teme. Anche se il suo teme poteva vivere senza di lui.

Naruto sapeva che doveva dimenticarlo. Doveva, non voleva: e questa era la sottile differenza che gliel’avrebbe impedito.

 

 

[531 parole]

 

 

 

 

 

***

Non mi aspettavo proprio di essere arrivata terza *_*

Non con questa raccolta, almeno U_U

 

Passando ad altro (XD) direi che serve una spiegazione per il titolo: il titolo della raccolta (panta rei) è in greco e significa letteralmente “tutto (panta) scorre (rei)”, ed è, sostanzialmente, il sunto del pensiero filosofico di Eraclito. Egli sostiene che tutto scorre: in uno dei suoi testi più famosi sostiene che poiché tutto diviene e tutto si trasforma, non possiamo bagnarci due volte nello stesso fiume poiché le sue acque mutano col passare degli attimi, così come il nostro essere, non può essere colto nel presente poiché diviene insieme al resto del mondo, ovvero il nostro Io non sarà mai uguale a ieri o uguale ad oggi poiché ogni giorno muta grazie alle esperienze – belle o brutte che siano – che vive.

Così, i personaggi di questa raccolta hanno modo di riflettere sulla loro solitudine – che sentono più forte che mai sotto il periodo natalizio – e di constatare come questa, ogni giorno, li muti e li trasformi e come ogni cosa, ogni piccola esperienza, sia andata, perduta per sempre e come tutto sia sempre in continuo movimento ed evoluzione; come tutto, appunto, scorra. E, riflettendo, hanno modo di rendersi conto che nulla è mai come il giorno prima o come il giorno dopo. Anche la loro solitudine.

Il mio più grande rispetto va a chi capirà questo vaneggiamento XD

 

Riporto il giudizio:

 

Originalità: 6.66/10
Non ho trovato molto originale il tutto, cioè ho pensato: chiunque potrebbe pensare di scrivere dei sentimenti di Naruto e Sasuke lontani nel giorno di Natale, mentre nell’ultima flash l’originalità era già maggiore.
Grammatica: 10/10
Il tuo tallone d’Achille, insomma. Davvero perfetto. Cioè a meno che non mi sia scappato qualcosa ^^’, ma non credo l’ho riletta ben tre volte *-*. Bravissima.
Caratterizzazione personaggi: 4.90/5
L’unica cosa che non mi ha convinto è stata Sasuke, cioè le lacrime di Sasuke. Per il resto era perfetto.
Attinenza al tema + Foto/citazione/(o altro da cui vi siete ispirati):8/10
Tutto scorre, è vero ma non ho ben afferrato nelle tue Flash cos’è che scorreva, oltre ai pensieri dei protagonisti, ovvio.
Gradimento personale: 5/5
Davvero stupendo il tutto, m’è piaciuto assai. Anche se la malinconia e la tristezza erano ben presenti in quei Natali che ha scritto.
Totale: 34.56/40

 

 

E i bellissimi bannerini *_*:

 

    

 

 

 

Complimenti anche alle altre partecipanti e alle mie compagne di podio ^_^

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Capitolo 2
*** cap 2: revenge has no a meaning at Christmas ***


CAPITOLO 2: REVENGE HAS NO A MEANING AT CHRISTMAS

 

 

 

 

Doveva essere il giorno di Natale. Sasuke non ne era del tutto sicuro: era da parecchio tempo che non teneva più il conto dei giorni.

Sapere quanto tempo era che era lontano da Naruto lo poteva solo far stare peggio.

Nel covo di Orochimaru ogni cosa era uguale al giorno prima e al giorno dopo. Eppure, lui riusciva a coglierci, ogni volta, un sottile, infimo cambiamento: gli pareva, soprattutto, che le pareti della sua stanza gli si stringessero addosso sempre di più. Temeva che un giorno si sarebbe risvegliato con i muri in pietra che lo schiacciavano dolorosamente.

E quel senso di soffocamento aumentava ogni giorno di più, senza che l’Uchiha riuscisse a controllarlo.

Mentre camminava nei freddi corridoi del covo di Orochimaru, in lui cominciò a nascere uno strano desiderio, bizzarro per un Uchiha e, soprattutto per lui.

E, mentre quel desiderio reclamava una piccola parte di attenzione, a Sasuke parve che la sua vendetta non avesse poi molto senso. O almeno, non più.

Non sentiva più quella cocente voglia di vendicare il suo clan; quell’irrefrenabile istinto di stringere alla gola suo fratello e vederlo agonizzare, come il suo cuore.

Non aveva più senso perché quel bizzarro desiderio serpeggiava sinistro nella sua mente, soffocando la ragione.

Sasuke provò ad ignorarlo, a respingerlo, a ripetersi nella testa che non era quello ciò che voleva. Eppure quel desiderio respinto con forza, appariva ad intervalli sempre più frequenti nella sua testa e, per poco, non riuscì a sfuggire dalle sue labbra.

L’Uchiha si trattenne: sussurrare quelle parole sarebbe stato un segno di debolezza, di ripensamento.

E lui non aveva ripensamenti. Non li aveva mai avuti e non li avrebbe avuti mai.

Eppure quel desiderio urlava e bruciava dentro di lui; lo soffocava, togliendosi quasi il respiro.

Pochi passi, ancora pochi passi e sarebbe arrivato da Orochimaru. E allora la sua vendetta avrebbe di nuovo avuto un senso: avrebbe avuto un senso tra le spire di quel viscido serpente.

Ma mentre i suoi passi lenti gli riecheggiavano nella mente, accompagnati dal lento colare delle gocce di pioggia, quel desiderio urlava sempre più forte, come se invece di perdere forza, la guadagnasse.

Plic, plic, plic.

La sua vendetta non poteva aver perso importanza così velocemente. Era impossibile.

Era stata l’unica cosa che lo aveva spinto a continuare a vivere, giorno dopo giorno, per quanto facesse male.

Eppure di fronte a quel desiderio sembrava una cosa stupida, idiota, tipica di quelle persone che rimpiangono il passato e, per vivere, si aggrappano ad esso.

Tipica dei codardi.

Plic, plic, plic.

Non sono un codardo: gli Uchiha non sono codardi!

Plic, plic, plic.

Tornare indietro?

Lo sapeva benissimo anche lui che ormai si era spinto troppo avanti per poter anche solo contemplare l’idea di voltarsi e scappare.

Ma, poi, scappare dove? E da cosa?

Plic, plic, plic.

Urlava, quel soffocante desiderio. Chiedeva di essere liberato, di essere lasciato andare.

E vinse.

Vinceva sempre lui, alla fine.

«Buon Natale, dobe».

Plic, plic, plic.

E le lacrime scorrevano e cadevano sul freddo pavimento.

 

 

[504 parole]

 

 

 

 

 

***

La giudice mi ha fatto notare che qui Sasuke è un po’ OOC.

In effetti, è vero: qui Sasuke appare molto sentimentale e lascivo. Ma comunque spero non sia eccessivamente OOC… Io ho il terrore dell’OOC O_O

 

 

ryanforever: grazie!! Come vedi, hai indovinato: questo chappy è dal punto di vista di Sasuke XD Buon ano anche a te ^_^

 

 

Grazie anche a chi ha aggiunto ai preferiti e alle seguite.

 

 

Buon anno a tutti e buon compleanno a EFP (in anticipo XD)

 

 

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Capitolo 3
*** cap 3: the last Christmas Eve ***


CAPITOLO 3: THE LAST CHRISTMAS EVE

 

 

 

 

 

La pallina d Natale sfuggì dalle piccole manine e cadde a terra, prendendo a rotolare per la stanza.

Il bambino si lasciò sfuggire un lamento di disapprovazione e cominciò a correre dietro alla pallina, tendendo le braccia e cercando di afferrarla.

Ma quella, quasi a sfidarlo, non fermò la sua corsa e continuò a rotolare indifferente sul pavimento di legno. Finché non incontrò un ostacolo che frenò la sua corsa.

Itachi allungò un piede per impedire che la pallina proseguisse oltre. Sasuke si fermò e lo guardò, offeso che fosse stato il suo Nii-san a fermare la pallina, e non lui.

«Che combini, otouto?» domandò il maggiore, raccogliendo la pallina divertito.

Sasuke incrociò le braccia al petto e non rispose.

Itachi si avvicinò al grande albero di Natale che il suo fratellino stava cercando di decorare nel miglior modo possibile, con scarsi risultati. L’Uchiha appese la pallina ad un ramo e si allontanò di qualche passo per rimirare l’insieme: non era certo uno degli alberi di Natale più belli che avesse visto, ma gli piaceva lo stesso perché l’aveva fatto il suo otouto.

«Nii-san, mi aiuti a finire l’albero?» chiese Sasuke, ad un tratto. Itachi si voltò e vide che negli occhi del suo fratellino c’era dipinta quella speranza che solo i bambini sanno avere.

«Mi dispiace, otouto, ma oggi non ho tempo. Sarà per un'altra volta» gli dispiacque quasi rispondere così, soprattutto quando il sorriso di Sasuke si spense e i suoi occhi si inumidirono.

Itachi si avvicinò al fratello e si inginocchiò per poterlo guardare negli occhi. «Mi dispiace davvero di non poterti aiutare, Sasuke. Ma tanto tu stai facendo un ottimo lavoro anche da solo; e poi io non sono bravo in queste cose: rovinerei l’albero e basta».

Lo disse con una voce così convincente, che Sasuke non poté fare a meno di sorridere leggermente.

Itachi ricambiò il sorriso e gli posò una mano sulla spalla. Il desiderio cominciò a prendere forma e si materializzò nei suoi occhi d’onice; era consapevole del peccato che macchiava la sua mente ma, guardando quel viso così perfetto che gli sorrideva, non poteva fare a meno di lasciarsi sopraffare.

Notò che l’espressione di Sasuke era mutata: ora il bambino scrutava il fratello perplesso e curioso. Itachi si riscosse, rendendosi conto di essersi incantato a guardare il fratello per chissà quanto tempo.

Quasi a malincuore, il maggiore degli Uchiha interruppe quel blando contatto con il fratello e si rialzò.

Mentre stava uscendo dalla stanza, sentì che Sasuke lo chiamava e fu felice di avere una scusa per potersi voltare a guardarlo.

«Mi dai oggi il tuo regalo?» di nuovo sul volto di Sasuke era apparsa quella speranza difficile da spegnere ed i suoi occhi scuri si erano sgranati in un’espressione di supplica.

Se Itachi avesse davvero avuto un regalo per Sasuke, probabilmente avrebbe ceduto alle sue suppliche. Ma non aveva avuto senso comprarlo.

«No. Domani, otouto» rispose, con voce incolore.

Sasuke si imbronciò.

«Non fare il bambino» lo rimproverò Itachi e si voltò di nuovo prima che il rimorso diventasse più forte del senso del dovere.

«Nii-san» gridò Sasuke, per fermarlo. «Me lo darai domani mattina?»

Itachi si voltò a guardare il fratello, per l’ultima volta, cercando di imprimersi quel viso nella mente per non dimenticarlo mai più. Perché, dopo, sarebbe stata l’unica compagnia gradita nella sua solitudine.

«Se avrò tempo…» sussurrò, poi uscì in fretta.

Il mio regalo per te, mio piccolo otouto, sarà lasciarti in vita”.

 

 

 

 

 

***

ryanforever: grazie!! Ma si, dai: in fondo a Natale siamo tutti più buoni (tranne Itachi *guarda ultimo capitolo della raccolta*) XD Grazie per gli auguri. Buon anno anche a te (disastrosamente in ritardo XD)

Capitatapercaso: ma grazie *_* In effetti mi è stato molto difficile scrivere su Sasuke, soprattutto se è un POV di Sasuke, senza altri personaggi. Quel personaggio è difficile da capire ed interpretare, soprattutto quando è da solo. Che poi, aggiungendoci un astio profondo verso questo personaggio… XD Sono contanta di sapere che non è tanto OOC U_U

 

 

Grazie anche a chi ha aggiunto alle preferite e alle seguite.

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