♥ Our Secret Kiss ♥

di serriii90__
(/viewuser.php?uid=67892)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quella maledetta sera ***
Capitolo 2: *** Il nemico chiede aiuto ***
Capitolo 3: *** Un piano di fuga ***
Capitolo 4: *** Un pomeriggio disgraziato ***
Capitolo 5: *** Sotto una luce diversa ***
Capitolo 6: *** Veggente ***
Capitolo 7: *** Quando le buone maniere non servono...ci sono sempre quelle cattive! ***
Capitolo 8: *** La festa (I parte) ***
Capitolo 9: *** Il bacio ritrovato ***
Capitolo 10: *** Delusione ***
Capitolo 11: *** La resa dei 'conti' ***
Capitolo 12: *** Epilogo - La mia Isola Felice ♥ ***



Capitolo 1
*** Quella maledetta sera ***



                                      Ed eccomi con una nuova fanfiction destinata a finire in pochi capitoli. Voglio premettere che questa storia non è farina del mio sacco ma bensì una vera storia d'amore che mi fu raccontata da una mia carissima cugina. E' la sua storia. E credo davvero che sia così meravigliosa ed emozionante che non ho potuto non scriverla. Naturalmente, ho chieso a lei il permesso di pubblicarla e, con molto piacere, ha acconsentito alla mia richiesta rendendomi molto felice. I nomi sono stati inventati, i personaggi ci sono tutti e ho provato a descrivere al meglio la loro personalità, i dialoghi ovviamente sono un pò diversi - di certo, mia cugina non poteva ricordarsi tutte le parole dette :-P-, ma tutto porta al vero senso essenziale del racconto. Nulla è stato inventato. Questa storia è la prova vivente, come anche mia cugina, che tra l'odio e l'amore c'è veramente un solo, stupido e insensato passo.
Spero davvero che possa piacere, perchè non è da perdere assolutamente. Di questi tempi un'amore così non si trova più e credo che sia una storia di reale importanza, capace di farti sognare e darti forza per sperare ancora in qualcosa di bello.

Buona lettura! Spero mi facciate sapere.



                                           

ps= Purtroppo quella squilibrata di mia cugina mi ha pregato di non mettere alcuna foto del protagonista maschio.. Ho messo solo questa qui. Lei dice che si assomigliano-.-''' Mi dispiace tantooooo! *O*



QUELLA MALEDETTA SERA




- Dai, dai, l'avevo detto io! Visto, siete sulla buona strada!- Jessica irradiava felicità da tutti i pori mentre, per l'ennesima volta, mi avvertiva del fatto che presto mi sarei fidanzata.
- Si, si certo. Tu hai la sfera di cristallo.- Alzai annoiata gli occhi al cielo. Quando mi vede parlare civilmente insieme a quello zoticone di Benjamin deve sempre cominciare a fantasticare su me e lui.
Era ormai un anno che andava avanti con questa solfa: " Tu ti metterai con Ben prima o poi. E avrete anche una bellissima storia d'amore!". Tsè... Lo diceva con quel tono mieloso che solo lo zucchero filato a doppio strato di cacao e caramello poteva contenere. Quel tono così zuccheroso da farti rischiare il coma diabetico.
Mi veniva anche da ridere ogni volta che ipotizzava un'idea del genere. Io con Ben?! Ma non sarebbe successo neanche tra un miliardo di anni! No, no, e poi no! Si, ok era vero che abbiamo cominciato a sopportarci un pò più di prima - addirittura ci scambiavamo sorrisi ora!- ma questo non cambia proprio nulla...Non cambiava il fatto che per 15 lunghissimi anni lo avessi odiato con tutte le mie forze. Si, perchè Ben non era un ragazzo a posto! A prescindere dal fatto che fosse un DonGiovanni e che avesse più di tre ragazze alla volta, ma era anche un tipo un pò...strano. A volte era socievole e cordiale - se proprio devo ammetterlo...- ma altre volte se ne stava sulle sue e mandava a quel paese tutto il mondo. Altre volte invece era così euforico che si metteva a fare il pagliaccio davanti a tutti.
Il discorso di Jessica non aveva nè un inizio e non avrebbe avuto una fine. Come poteva Benjamin mettersi con me? Quando anche lui per 15 lunghissimi anni mi aveva odiato con tutte le sue forze e,soprattutto, non aveva mai fatto una storia seria?! Ma, soprattutto, come avrei fatto io a sopportare lui?! Mah... Jessica mi aveva semplicemente risposto: " perchè un giorno tu farai una cosa che sotto ai suoi occhi ti metterà in una luce diversa. E la stessa cosa farà lui per te". Mpff....stronzate! La verità era che Ben non avrebbe mai avuto la testa sulle spalle e un atteggiamento serio per affrontare una storia d'amore. Non ne aveva mai fatte e mai ne avrebbe avute...
- Si, te lo dico io!- a parlar del diavolo spuntano le corna... - Sabato sera... scasso totale!- e Benjamin cominciò a ridere fragorosamente.
Per scasso totale si intende sesso e alcool, ovviamente.
- Stai già tradendo quella povera ragazza?- chiese Michele divertito. Naturalmente, il mio amico non poteva che fregarsene di quella "povera ragazza".
Benjamin ci pensò su un attimo. - Veramente è cornuta già da un pezzo! Le ho fatto le corna con Sonia, hai presente quella del Vox? E Sonia l'ho tradita con un'altra di cui non ricordo il nome...- alzò gli occhi al cielo come a cercare una risposta divina.
Che pena. Che pena! Mi faceva schifo! Tre ragazze contemporanemente? Capisco che hai 17 anni- quasi 18- e vuoi divertirti ma, cazzo, fallo da single. Non le illudere le persone!
I due amici scoppiarono a ridere in complicità. Io scossi la testa sprezzante e guardai Jessica in cagnesco. Ricambiò con un sorriso e una spallucciata.
- Ben, quando metterai la testa a posto?- gli chiesi io leggermente acida.
- Uhm... credo quando tu imparerai a farti gli affari tuoi. Quindi mai!- mi rispose a tono sghignazzando.
Sentii un moto di rabbia scorrermi nelle vene. Vidi Michele ammonirlo con un sguardo. Al contrario di Ben, Michele mi voleva bene, guai a chi mi toccava!
- Oh, allora scusami Benjamin - dissi ironica enfatizzando molto sul suo nome - Prima devi imparare le buone maniere!-
Ma è possibile che un attimo prima riuscivamo ad andare d'accordo - per modo di dire, non esageriamo.- e l'attimo dopo si ricominciava da capo?!
- Sei vecchia come mia nonna...- rispose roteando gli occhi e schioccando la lingua contro il palato.
Eh, no! Questo era troppo!
- Io...Cosa?!- sbottai rossa di rabbia vicina a lui quasi per tirargli un sonoro schiaffo da lasciargli le impronte. Michele mi fermò appena in tempo; il mio braccio era già partito all'indietro trovando tutta la carica necessaria per girare la testa a quello zoticone.
- Ferma, Giuls- mi disse mettendomi una mano sulla spalla, sbuffando.
- Non vi sopporta più nessuno, sapete?!- Michele parlò ad entrambi a nome di tutta la compagnia. - Sono due anni che, ormai, siamo in compagnia insieme! Volete farvene una ragione? Ben, noi non manderemo via Giulia e, Giulia, noi non manderemo via Ben. E' ora che cominciate a convivere- disse risoluto il mio amico guardandoci negli occhi con un'autorevolezza che mi fece morire il contropensiero in gola.
Io e Benjamin ci scambiammo un breve sguardo d'intesa.
- Hai ragione- parlò Ben sospirando - Giuls, scusami- si rivolse a me con i suoi enormi occhi azzurri e sinceri.
- Si, ok. Va bene. Scu-scusami tu se mi sono intromessa- mentre parlavo non lo guardai in faccia. Era troppo difficile chiedere scusa a uno come lui, ero troppo orgogliosa per farlo.
Calò uno strano silenzio imbarazzante. Io e Ben continuavamo a scambiarci strani sguardi. Lui sembrava davvero dispiaciuto mentre io ancora parecchio irritata. Forse ero esagerata ma non mi sarebbe passata così in fretta. Come sempre del resto...
- Tanto prima o poi vi metterete insieme!- esclamò Jessica emozionata battendo le mani con la sua vocina stridula e fastidiosa. Tutti ci voltammo a guardarla increduli poi, per la prima volta complici nella vita, io e Ben scoppiammo a ridere.

- No, ragazze, ve lo dico chiaro e tondo: io a casa il sabato sera non ci resto!- Anna ci stava assillando con le lamentele. A me non andava di uscire quel sabato sera, anche perchè l'avevo già programmata con la mia adorata mamma: Twilight e cioccolata calda. Dio solo sapeva quanto amavo quel film! Beh, quella storia per essere precisi... Anche se l'avevo visto milioni di volte e letto il libro milioni di volte, non potevo di certo perdermelo.
- Anna, io non esco stasera è inutile che insisti- dissi io chiudendo gli occhi e massaggiandomi le tempie con i due indici. Le sue urla isteriche mi avevano fatto venire il mal di testa.
- Io non ci sono proprio stasera, quindi non contare su di me- e anche l'ultima speranza di Anna, ossia Jessica, andò in fumo. Se lo sarebbe passato a casa, cosa c'era di male? Era solo un sabato sera...
- Dai, Giuli, ti prego! Twilight lo hai visto una miriade di volte! Vieni con me stasera! Dai, per favore!- Anna mise su il broncetto e mi fece gli occhi da cucciolo bastonato.
Spostai lo sguardo altrove borbottando qualcosa infastidita.
- Facciamo il prossimo sabato? Te lo prometto, verrò con te!- le promisi raggiante per il compromesso che avevo appena ideato.
- No, stasera! E' sacro per me! C'è Enzo, ma come ve lo devo spiegare?!- esclamò portandosi le mani sui fianchi infuriata. In effetti aveva ragione; era la trecentesima volta che ci diceva che al Vox, quel sabato sera, ci sarebbe stato Enzo.
Mi mordicchiai le labbra in cerca di una scusa plausibile mentre lei continuava a guardarmi torva in attesa di una mia risposta. Mi metteva a disagio quando mi guardava così.
Sbuffai sbattendo le mani sulle cosce.
- E va bene!- non feci in tempo a dire che Anna mi saltò al collo riempendomi la faccia di baci.
- Grazie, grazie, grazie!- e baci, baci, baci - Te la pago io la prevendita, se vuoi, basta che mi tieni compagnia!- disse strillando felice al mio povero timpano.
L'idea di essere pagata non era niente male. Però, dai... non potevo approfittarne così.
- Sai quanti ragazzi ci saranno?! Ci sarà anche Andrea, quello dell'ultimo anno per cui tu sbavi-
Arrossii all'istante provando a smentire le parole della mia amica. La prospettiva della serata non era poi tanto male...se poi c'era Andrea...ancora meglio!
- Toh, che combinazione...- parlò Jessica, gli occhi fissi sul proprio cellulare.
- Cosa, Je?- chiesi sollevando perplessa un sopracciglio. Jessica alzò lo sguardo prima su di me e poi lo posò su quello di Anna. Poi tornò a guardare me e mi sorrise imbarazzata.
- Ehm, no niente...Parlavo con il mio cellulare, mi era appena arrivato un messaggio.- rispose subito, gesticolando.
Guardai verso Anna in cerca di una spiegazione ma si era persa nel vuoto. Mmm...c'era qualcosa che non quadrava.

Il Vox. Appena vidi l'insegna mi salii una strana voglia di prendere e andarmene. Eravamo ancora in tempo, diamine! La madre di Anna era ancora lì che aspettava che sua figlia entrasse dentro la discoteca. Poco importava che avrei incontrato Andrea quella sera. In fin dei conti non mi interessava più di tanto. Si, bello, fisico da atleta, occhi marroni, capelli castani ma non c'era nulla di più che una semplice attrazione fisica. Diciamo che attraeva tutto il popolo femminile  dell'istituto San Carlo...un altro DonGiovanni, in poche parole. Ma molto, molto, molto più serio del signor Benjamin.
Quei maledetti tacchi/trampoli che mi ero messa mi stavano massacrando i piedi. Mannaggia a Anna! Era colpa sua, solo sua! Appena messe in fila aspettammo una mezz'ora buona prima di entrare nel locale. Cavolo, fuori si moriva dal freddo. Varcai la soglia della grande sala con un sospiro; sarebbe stata una lunga notte...e non so se i miei piedi avrebbero resistito. Il mio abito nero aderente già mi faceva mancare l'aria sebbene avessi una scollatura abbastanza aperta e le cosce abbastanza scoperte, sentivo crescere la claustrofobia. E io che avrei potuto tranquillamente guardarmi Twilight e godermi l'infinita bellezza  e dolcezza di Edward. La sala era stracolma di gente, non si riusciva a passare. Ed erano solo le 23.35. Non osavo immaginare quanta altra gente sarebbe potuta entrare più tardi...Al solo pensiero mi portai una mano alla gola; mi sentivo già mancare il respiro. Il brutto di quella situazione è che avrei cominciato a bere. No, non sono un'ubriacona ma, come tradizione, ogni volta che mi trovavo in discoteca a ballare bevevo come un'alcolizzata. Per mia fortuna, non ero ancora arrivata al punto di vomitare l'anima in uno squallido water, ma quella sera, probabilmente per la noia, non avrei fatto altro che bere e quindi di conseguenza, vomitare. Mi sedetti subito su una di quelle poltroncine confortanti attaccate al muro e mi passai una mano sul viso in segno di stanchezza. Da lontano scorsi una figura alquanto "inquietante". Mi sembrava di conoscerlo. Strabuzzai gli occhi per l'irritazione e lo sdegno quando realizzai che quella figura non era altri che quell odioso di Benjamin! Cercai di calmare il nervoso che sentii sormontare dentro. Quanto mi dava fastidio la sua presenza! Chi si credeva di essere quel biondino egocentrico dagli occhi azzurri? Si credeva di essere il re della festa?! Ballava come un ubriaco in preda all'euforia...O forse era meglio dire che sembrava un matto disperato in cerca del suicidio. Ma perchè mi importava così tanto di criticare Benjamin? Cazzo, ero in discoteca con la mia migliore amica e volevo divertirmi! Non dovevo pensare a Benjamin e al suo modo di ballare o a come fosse vesitito quella sera. Benjamin non era nessuno. Anzi, gli avrei fatto vedere come mi sarei divertita anche io quella sera. Così avrebbe imparato che io non ero per niente una vecchia zitella inacidita - in memoria di un suo calorosissimo e affettuoso complimento.
- Anna, andiamo a prendere da bere- la trascinai con me verso il bancone. Ordinai subito - tanto per andare sul leggero- due bicchieri di mojito seguito da un bicchierone di Rum&Cola. In teoria sarei dovuta uscire di testa con quelli, ma il mio cervello ancora non voleva partire così ordinai ancora un bicchiere di Scotch. Lo bevvi alla goccia e finalmente mi sentii scivolare nella completa esastasi. Anna era astemia e quindi non poteva bere. Ma non sapeva quello che si perdeva. Cominciai a ballare come posseduta da un demone. Ridendo, saltando di qua e di là, strusciandomi addosso a tutti. A volte mi poggiavo a gente che neanche conoscevo e cominciavo a ridere e parlare di cose insensate. Sapevo che sarei morta di vergogna non appena Anna mi avesse fatto il resoconto della serata ma in quel momento non mi importava. Quando si è ubriachi non si pensa mai alla vergogna, alle preoccupazioni, alle conseguenze...non si pensa a niente! Era proprio questo il bello. All'improvviso, non capii come, sentii un forte tonfo che mi fece male al sedere e compresi che ero caduta per terra. Cominciai a ridere divertita, completamente senza ragione. Sarei rimasta li fino alla fine della nottata se qualcuno non mi avesse aiutata ad alzarmi. Anna dove diamine era finita?! Probabilmente con Enzo, pensai. Gridai aiuto sempre ridendo ma nessuno mi sentiva o mi considerava.
- Benjamin!- gli gridai quando lo vidi vicino a me che ballava vicino ad una ragazza. Non sapevo il motivo ma sentii stringersi lo stomaco in una morsa di nervosismo e rabbia.  Si girò nella mia direzione e per farlo guardare in basso lo chiamai una seconda volta. Finalmente mi guardò ma dovette stringere gli occhi per mettermi bene a fuoco, poi scoppiò a ridere. Tese una mano - per niente affidabile per il modo in cui traballava sul posto- verso di me.
- Cosa ci fai lì per terra?- chiese ridendo come un pazzo. Era ubriaco più ubriaco di me.
- Tirami su!- gli dissi aggrappandomi al suo braccio.
- Ci provo, piccola, ma sto messo peggio di te e se cadiamo, amen.-
Ero ubriaca, si, ma avevo sentito bene o mi aveva chiamata " piccola"?! Benjamin, piccola a me non mi ci chiamava!
Quando mi tirò su con uno sforzo disumano dovetti appendermi forte al suo collo per non cadere all'indietro e lui si strinse forte ai miei fianchi per non perdere l'equilibrio. Sarebbe proprio stato divertente sapere come due ubriachi sarebbero usciti a braccetto di lì.
- Non mi chiamare più piccola!- gli dissi sforzandomi di urlare e di sembrare minacciosa, ma probabilmente mi uscii solamente una voca sfiatata e un debole pugno che sferrai sulla sua spalla.
Non mi resi conto dell'incredibile vicinanza dei nostri volti. Mi persi nei suoi profondissimi occhi azzurri notando strani filamenti giallastri che vi erano all'interno di quelle iridi pulite. Non avevo mai visto niente di più bello. Si, la sbronza stava proprio uccidendo tutti i miei già esauriti neuroni. Eppure non mi dispiaceva affatto stare tra le braccia di Benjamin, sentire le sue mani calde sui miei fianchi, aggrapparmi al suo corpo saldo e forte. Guardai la sua camicia bianca sbottonata sotto al gilè blu elettrico che si intonava perfettamente con il biondo dei suoi capelli e l'azzurro immenso dei suoi occhi. Il suo petto liscio e scolpito si intravedeva appena sotto le luci del soffitto.
- Lo sai che non sei proprio niente male?- mi bisbigliò retorico ad un centimetro dal mio viso, accarezzandomi la schiena. Non ebbi la forza di controbattere, ero troppo stanca e sbalordita dalle sue parole. Al delicato passaggio della sua mano sentii mille brividi percorrermi la schiena.
Cazzo, Giuls sei messa peggio di quanto pensassi!
Non so come, ma tutto a un tratto le mani di Benjamin finirono tra i miei capelli attirando la mia testa verso il suo viso per poi posare le sue labbra sulle mie. Mi era rimasta ancora un pò di lucidità per capire che quel bacio era assolutamente uno sbaglio insensato; infatti, cercai di divincolarmi ma la sua presa ferrea non mi permetteva di muovermi. Con un gemito mi lasciai andare dischiudendo la bocca al dolce invito della sua lingua e, quando incontrò la mia, cominciò a rincorrerla lentamente in un vortice senza fine. Il sapore delle sue labbra non era acido come pensavo, anzi, era un misto tra dolce e salato. Senza dubbio inconfondibile. Benjamin sospirò sulle mie labbra attirando ancora più vicino il mio corpo al suo e io non resistetti dal mettergli le mani nei capelli. Era sempre stata una mia curiosità passare le dita tra quella bellissima e corta chioma bionda che al tatto si rivelò morbida e leggera.
Cavolo, il biondino ci sapeva pure fare! Eccome! Però ero sempre Giuls e, anche se tardi, finalmente realizzai la gravità della cosa: stavo baciando Benjamin in discoteca. E questa era una delle cose che mai e poi mai avrei dovuto fare in vita mia. Benjamin era la persona che più odiavo sulla faccia del pianeta, il cui lo splendido - ma che dico?!- sorriso mi mandava su tutte le furie, per non parlare del suo solito sguardo di sufficienza...ma semplicemente bellissimo.
No, no Giulia così non va bene! Raccolsi tutte le forze che possedevo e spinsi Benjamin via da me. Le nostre bocce si sciolsero dall'abbraccio con un sonoro schiocco. Però, era stato più facile di quanto pensassi!
- Giuls!- qualcuno esclamò alle mie spalle e mi resi conto che era Anna che mi teneva per un braccio. Ecco perchè mi era apparso tanto semplice staccarmi da Ben: probabilmente, Anna mi aveva tirato via. Il mio sorriso fiero svanì all'istante seguito da una smorfia seccata. Bene, era una di quelle cose che la mia migliore amica non avrebbe dovuto vedere. Meraviglioso!
- Andiamo a casa, forza! Ho già chiamato mia madre da un pezzo- mi trascinò via con sè, lontano dalle luci, dalla musica, dall'alcool. Lontana da Ben e il suo bacio...
- E menomale che tu eri quella che non voleva uscire stasera!- mi sgridò quando fummo entrate in macchina. Salutai la madre di Anna come meglio potevo prima di sprofondare letteralmente nel sonno più profondo. Stranamente, lo sfondo che solitamente era buio e scuro si trasformò in uno strano azzurro cielo dalle venature giallastre.


                                               


E allora che ne dite? Spero che vi emozioni quanto ha emozionato me. Perchè le fortune non capitano mai a me? Bah! T^T. Vi lascio con un piccolo spoiler :D

"- Io...io avrei...baciato...Benj..Benjamin, ieri?-

Ero sconvolta, scioccata. Dio, che rivelazione! Un incubo tramutato in realtà! O per meglio dire una realtà che avrei tanto voluto fosse rimasto un incubo di una stupida notte da sbronza.

[...]

 - mi sono baciato con una ragazza. Ma non ricordo chi fosse, non ricordo il suo viso. Ricordo i suoi capelli morbidi tra le dita, ricordo il suo corpo perfetto. Soprattutto, ricordo il suo bacio.- Benjamin parlava guardando il cielo come ammaliato con una venerazione nella voce che mai e poi mai avrei pensato di sentire da lui.
Benjamin che venerava una ragazza? E per di più una di cui non si ricordava nemmeno. Credevo che Benjamin venerasse solo sè stesso...









Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il nemico chiede aiuto ***



                                                                     




IL NEMICO CHIEDE AIUTO


Mi svegliai tutta intorpidita con il sedere all'aria e la faccia spiaccicata sul cuscino. Non sapevo che ore fossero ma sentivo l'urgente bisogno di correre in bagno per svuotare la vescica. Quasi mi venne un colpo e fui presa dall'agitazione quando mi accorsi che non ero a casa mia ma a casa di Anna. Probabilmente, sua madre non voleva che la mia mi vedesse ridotta in quello stato anche perchè se no sarebbe andata su tutte le furie.
Rabbrividii di fronte alla scena di mia madre che mi inseguiva con l'aspirapolvere. Tornai in camera con un senso di appagamento ma con la testa letteralmente pesante e vuota allo stesso tempo. Mi girava immensamente tanto che dovetti sedermi sul letto e chiudermi a riccio per un momento, per riordinarmi le idee.
- Giuls?- la voce insonnolita di Anna mi fece sobbalzare. - Come stai?- mi chiese con uno sbadiglio mentre si stropicciava gli occhi.
- Bene, mi gira solo un pò la testa- le sorrisi benevola.
- Te lo credo. Con tutto quello che ti sei bevuta ieri.-
Si alzò dal letto e andò in bagno. Cavolo, dovevo essere messa proprio male. Ed ero stata anche fortunata di non essere corsa in bagno a vomitare. Non rammentavo granchè della serata. Mi ricordavo solo che ballavo e ridevo, ballavo e ridevo, ballavo e ridevo. Stop. Serata grandiosa, devo dire.
Eppure c'era un qualcosa che vagava nella mia mente, ma non ricordavo cosa fosse. Della sera precedente mi ricordavo solo uno strano sfondo azzurro con altrettanti strani filamenti giallastri. Mi chiedevo il perchè di quel ricordo. Scossi la testa cercando di sgombrare la mente. Quando Anna tornò le chiesi di Enzo e lei mi spiegò che avevano parlato e discusso,ma che non avevano concluso niente nella loro relazione. Sospirai annoiata e afflitta; povera amica mia, mi dispiaceva vederla soffrire. Quell bell'imbusto di Enzo sarebbe potuto andare tranquillamente d'accordo con Benjamin. Al quel pensiero una strana scena mi riaffiorò nella mente: io e Ben eravamo abbracciati stretti, lui con una mano sulla mia schiena e io con la mia tra i suoi capelli mentre ci... ci...baciavamo?!
Lanciai un urlo agghiacciante che costrinse i genitori di Anna a svegliarsi e venire a vedere quello che stava succedendo in camera della propria figlia.
- Che succede?- chiese allarmata e preoccupata la dolce e premurosa Gianna.
- Nulla, Gianna, scusami. Ho fatto un brutto sogno- farfugliai imbarazzata, arrossendo fino alla radice del capelli.
Mi sorrise premurosa lasciando perdere la mia mente bacata e uscendo dalla camera. Anna mi tirò una ciabatta in testa bisbigliandomi - sei pazza?!-
- Scusami Anna. Ma la mia testa mi ha giocato un brutto scherzo- dissi improvvisamente più tranquilla. Avevo capito che si trattava di un sogno. Si, perchè era letteralmente impossibile che io avessi baciato Benjamin la sera precedente e quindi poteva trattarsi solo di uno stupido sogno. Anzi no, di un incubo. Perchè una ragazza intelligente e matura, come me, avrebbe ritenuto un duro colpo alla dignità di una donna baciare uno zoticone. Era una cosa, moralmente , fuori da ogni discussione!
Cominciai a ridere istericamente piazzandomi davanti allo specchio.
- Ma che cosa ti prende, Giulia?! Sei ancora ubriaca per caso??- esclamò Anna in preda alla collera.
- No- le risposi scusandomi ancora una volta per il troppo fracasso che stavo facendo. Guardai i miei capelli dorati che sembravano una vera e propria busta rigonfia. La matita del giorno prima mi aveva circondato gli occhi di nero quasi assomigliassi ad un panda, e sulla mia pelle c'erano altre macchie di trucco dal colore indecifrabile.
I miei occhi castani sembravano chiusi talmente erano gonfi di stanchezza, e solo allora mi accorsi che erano a malapena le 8 del mattino.
Ancora non potevo credere di aver sognato - incubato, per meglio dire - un bacio con Benjamin. Era imbarazzante solamente il pensiero!
- Sai, Anna- cominciai ridacchiando. Volevo confessarle, così se  gliela avessi messa sul ridere la mia confessione sarebbe apparsa meno tragica e drammatica.
- ho fatto un sogno decisamente strano. Anzi, forse è meglio parlare di incubo- increspai le labbra al ricordo.
- Dimmi- disse con un pò di acidità e risentimento; forse, c'è l'aveva ancora con me per prima. Beh, non aveva tutti i torti, quella mattina mi sembravo veramente più stupida del solito.
Però, se doveva essere arrabbiata allora non gliel'avrei raccontato.
- Devo dimagrire- sospirai indicando le mie gambe. Un pupazzo mi si scaraventò addosso.
- Taci, hai un fisico perfetto! Di cosa ti lamenti?!- disse sdegnata incrociando le braccia al petto.
Mi portai le mani sui fianchi sollevando un sopracciglio con un sorrisino divertito.
- Allora?- mi incitò lei - Questo incubo?!-
- Non te lo voglio raccontare- le feci la linguaccia.
Anna sbuffò poi mi sorrise. - Dai, non sono arrabbiata- disse calma e tranquilla - Ora racconta- mi incoraggiò sempre con un tono gentile e pacato.
Si stava trattenendo a stento.
- Beh...ecco, come dire- cominciai balbettando - è imbarazzante. Insomma, ho " incubato" che io... ecco, io... mi baciavo con...Ben- dissi tutto d'un fiato l'ultima parte finendo con un sussurro leggerissimo.
Anna si irrigidì come se avesse preso la scossa e cercò di sfuggire al mio sguardo curioso.
- Ah.- esclamò con un sorriso ebete - Beh, andiamo a mangiare, ho fame!- Si alzò dal letto con uno scatto velocissimo ma io l'afferrai per un braccio prima che potesse sfuggirmi.
- Anna, ho fatto forse qualcosa di assolutissimamente imbrazzante ieri notte al Vox?- le chiesi con tutta la calma e la pace di questo mondo. Ma già sentivo i nervi pronti a saltare. Non era colpa di Anna, certo che no.
- Ecco, Giuls, io pensavo che.. pensavo..-
- Dimmi, Anna!- esclamai impaziente mentre ticchettavo i piedi sopra il parquet di casa della mia migliore amica.
- Beh, ecco... Quello non era un incubo-
Mi inorridii lasciando la presa al braccio di Anna.
- Cosa?- riuscii a sussurrare completamente ad occhi sbarrati. Anna sospirò e mi disse un - Hai sentito bene- con una nota di rimprovero.
- Io...io avrei...baciato...Benj..Benjamin, ieri?-
Ero sconvolta, scioccata. Dio, che rivelazione! Un incubo tramutato in realtà! O per meglio dire una realtà che avrei tanto voluto fosse rimasto un incubo di una stupida notte da sbronza.
Anna annuii con cautela prima di avvicinarsi.
- Giuls, io mi...-
- Non dire niente.- mi sedetti sul letto prendendomi la testa fra le mani. Ero in tormento, ero in tormento! - Sono in lutto-
Anna scoppiò a ridere e mi diede una spinta così forte che caddi dal letto.

Prima dell'ora di pranzo tornai a casa e corsi in bagno a farmi una doccia fredda, quasi gelida. Era la punizione perfetta per quel che era accaduto in discoteca. Non ci potevo credere. Quella maledetta sera aveva buttato all'aria tutti i miei sani principi di una vita, tutto l'odio compresso che avevo tenuto per 15 anni dentro - beh, per un bacio, per di più da ubriaca, non è che il mio odio fosse scemato-... Avevo aumentato il mio odio tanto da rimanerne accecata! Insomma io, Giulia, avrei baciato Benjamin? Quell'odioso impiccione, pagliaccio, presuntuoso, porco, antipatico, acido, ritardato di un ragazzo? Io?! No! Era una vergogna, assolutamente una vergogna! Con un sospiro posizionai la leva della temperatura dell'acqua sul bollino blu più scuro.
Dopo essermi schiarita le idee scesi in cucina a preparare la tavola mentre mia madre, ai fornelli, cucinava una dei suoi fantasiosi piatti. Menomale che aveva una grande dote culinaria, ma non spesso i suoi piatti facevano bene al palato...
- Com'è andata la serata, tesoro?-
Tragicamente, mamma. Un vero e proprio dramma, non sarebbe mai potuta andare peggio.
- Bene, tutto bene- risposi infine, schiarendomi la voce. Se solo avesse saputo che avessi baciato il figlio della sua migliore amica...Ah si, esatto. Mia madre era la migliore amica della madre di Benjamin. Per questo io e lui ci conosciamo da così tanto tempo. Lo conobbi quando avevo tre anni, ovviamente non mi ricordavo un bel niente a quell'età, ma ero sicura di detestarlo di già. Certo, come un bambino può detestare un qualcosa o un qualcuno, charo. Fino ai 9 anni la madre di Ben, Chiara, costringeva suo figlio a venire insieme a lei a casa mia o a esserci in casa sua quando io e mia madre facevamo da ospiti. Le due mamme erano molto frustrate e deluse dal fatto che io e lui non fossimo mai entrati in sintonia, anzi, che non ci fossimo mai presi in simpata. Grazie a un miracolo divino, Benjamin riuscii a convincere sua madre a non accompagnarla sempre per farci visita. Una cosa buona in vita sua l'aveva fatta, grazie a Dio. E così anche Chiara gettò la spugna... L'unica che sembrava non capire che tra me e lui non ci sarebbe mai stato nulla, neanche una briciola di amicizia, era Jessica. Non si sarebbe mai smentita: per lei, io e Ben ci saremmo innamorati l'uno dell'altra. Che pazzia! Eppure...non saprei dire che cosa aleggiasse nella mia povera testa torturata dall'alcool, però se ripensavo a quella sua mano tra i miei capelli mi accorgevo che non era stato tanto male come immaginavo...
No, avevo proprio ragione: l'alcool mi aveva ammazzato gli ultimi neuroni lucidi che possedevo!
- Sono contenta. Ieri però mi sei mancata, sai. Mi sono vista Twilight sola soletta- fece un espressione dolcissima e io corsi ad abbracciarla. Io amavo mia madre, l'unica cosa che non tolleravo era che lei adorasse Benjamin.

- Vistooooooo!!!-
Jessica urlò talmente forte da farmi tappare le orecchie. Cominciò a saltellare a destra e a manca battendo le mani come una bambina felice.
- Visto?! Visto! Lo sapevo io, lo sapevo che sarebbe successo!- mi abbracciò stretta stretta baciandomi le guance. La scostai spingendola con uno sbuffo.
- Jessica, Jessica, sssh per favore. Non ho voluto raccontartelo io perchè sono ancora troppo scossa e tu cosa fai?! Saltelli e sei felice per una tragedia simile?- scossi la testa amareggiata. Ero talmente in pena per me stessa.
- Oh, come sei melodrammatica, Giuls! Lo capisci? Questa non è una tragedia ma è...-
- Non. Dire. Quella. Parola- ringhiai di furia mentre le portai immediatamente una mano sulla bocca. Jessica mandò giù l'ultima parola con un sonoro deglutire.
Mi stava salendo la nausea.
- Quindi, Jessica, dimmi una cosa: tu sapevi che ci sarebbe stato Benjamin ieri al Vox?-
Si mordicchiò un labbro nervosa e poi sputò la verità:
- Oh, si io lo sapevo, eccome! Solo che non potevo dirtelo...-
Feci un profondo respiro dilatando le narici e portandomi due dita alle tempie. Calma, Giuls, stai calma.
- Perchè?- le chiesi provando ad essere gentile e tranquilla, ma non mi venì molto bene.
- Perchè se no...non saresti andata con..Anna- tossicchiò la frase ma io sentii benissimo ogni singola parola.
Mi girai verso Anna rossa di rabbia. Incurvò le labbra in un sincero sorriso di scuse. Feci un altro respiro profondo e continuai a camminare in direzione del nostro solito parco, dove presto sarebbe arrivata il resto della comitiva.
Sentii Jessica sussurrare ad Anna - Falle sbollire la rabbia, le passerà-

Arrivammo al nostro parco laddove erano già seduti, con mio grande dispiacere, Michele e Benjamin. Mi si contorse lo stomaco e ebbi subito la grande, quanto stupida, idea di andarmene. Come lo avrei affrontato? Di sicuro mi avrebbe preso in giro a vita; io che gli dicevo sempre che mai e poi mai lo avrei anche solo toccato... Quante beffe si stavano facendo di me quei due? Tante, sicuramente. Ma io non ero la tipa che scappava di fronte ai problemi e perciò decisi di tirare dritto.
Io e Michele ci salutammo con il nostro solito abbraccio affettuoso e un dolce bacio sulla guancia, poi freddai Benjamin con lo sguardo che lui ricambiò.
Anna e Jessica si sedettero vicino ai due sfregandosi le mani per il freddo. Si eravamo pazzi: con quel gelo eravamo sempre fuori.
- Ah si, Michele devo dirti una cosa- esclamò d'un tratto Benjamin con un sorriso luccicante sul viso.
Il mio amico si fece tutt'orecchie pronto ad ascoltare le parole del migliore amico.
- Ieri ho baciato una ragazza...-
Michele ghignò divertito. - Fosse solo una, Benjamin. Te ne sarai fatte un milione là dentro.- diede un lieve buffetto sulla guancia di Ben.
- No, no fammi finire! Lo so anche io che mi sono fatto mezzo Vox ieri sera. Come ti stavo dicendo, ieri, verso la fine della serata- e ammonì Michele con un occhiataccia - mi sono baciato con una ragazza. Ma non ricordo chi fosse, non ricordo il suo viso. Ricordo i suoi capelli morbidi tra le dita, ricordo il suo corpo perfetto. Soprattutto, ricordo il suo bacio.- Benjamin parlava guardando il cielo come ammaliato, con una venerazione nella voce che mai e poi mai avrei pensato di sentire da lui.
- Addirittura- scoppiò a ridere Michele. L'unico ad avere una reazione tanto spensierata perchè io e le altre due ragazze ascoltavamo le sue parole con la bocca completamente spalancata. Benjamin che venerava una ragazza? E per di più una di cui non si ricordava nemmeno. Credevo che Benjamin venerasse solo sè stesso...
- Non capisci un cazzo- sbottò Benjamin indignato - Ti giuro, su quello che vuoi, che io non ho mai baciato nessuna in quel modo. Sembrava veramente che fosse... il mio primo bacio.- Non potevo crederci. E chi era sta Santa che gli faceva brillare gli occhi parlando del bacio che si erano scambiati?! Avrei voluto conoscerla e le avrei fatto un monumento!
- Le ho lasciate tutte le altre, Michele. Io voglio ritrovare quella ragazza, io devo farlo. Non lo so, sento che... Sento qualcosa...-
Michele lo guardò stranito anche lui con la mascella che toccava il terreno.
- Sei sbronzo ancora, Ben? Sei sicuro di aver solo bevuto ieri sera? Oppure ti sei pippato qualcos'altro?-
Era la stessa domanda che avrei voluto fargli io. Un miracolo che Benjamin provasse qualcosa nei confronti di una ragazza. Lui le usava tutte come fossero oggetti o cavie da letto...
Ben sbuffò seccato.
- No, ho solo bevuto. Michele devi aiutarmi, per favore. Insomma, tu eri lì accanto a me quando l'ho baciata.- disse sconsolato e con una nota triste nel suo tenero tono.
- A che ora siamo andati via?- chiese improvvisamente, illuminato.
- Boh, saranno state le 3 del mattino, credo...-
- Ecco, allora è stato giusto qualche minuto prima che c'è ne andassimo. Quello lo ricordo alla perfezione-
Mi pietrificai in un botto sentendo gli occhi di Anna puntati su di me. Mi avvicinai di corsa a lei con una strana ansia nella voce: - A che ora c'è ne siamo andate?-
- Alle 3!- esclamò lei con ovvietà sbarrando gli occhi.
Jessica scoppiò in una sonora risata dopo aver origliato le nostre parole sussurrate. Oh mio Dio! Benjamin stava parlando di me. Il mio bacio, io, io, Giulia!
- Aaaah! Ma forse io ho capito di chi stai parlando tu, Ben-
Saettai lo sguardo verso Michele che sogghignava divertito guardando prima me poi il suo amico.
- Ehm, Michele, per favore vieni un momento con me?!- ordinai più che chiedere al mio caro amico prima che Ben potesse proferir parola.
Michele si alzò ridendo come un pazzo e venendo verso di me.
- Per favore, per favore, per favore Michele non dire niente- lo supplicai sotto voce sbirciando Benjamin sulla panchina che sbuffava irritato.
- Allora mi ricordavo bene, sei tu!- e scoppiò in un'altra risata.
- Sssh, sssh.. Si, sono io ma tu non devi dirgli niente-
- E perchè no? E' innamorato delle tue labbra, Giuls.- trattenne di nuovo una risata. Si, la cosa era totalmente comica, me ne rendevo conto da me.
- No, io invece no. E tanto appena scopre che sono io mi tormenterebbe all'infinito prendendomi in giro. Capisco che lui è il tuo migliore amico ma io sono la tua migliore amica. Ti chiedo solo di... non c'entrare in questa storia. Non ti costa nulla far finta di non aver visto niente.-
Michele mi sorrise e mi fece una tenera carezza.
- D'accordo, Giulia. Fidati di me-
Ricambiai il sorriso e tornammo alla panchina.
- Giulia, tu sai chi è?- mi chiese immediatamente Benjamin con un sorriso - bellissimo!- a trentadue denti.
Diventai paonazza all'istante. Che gli avrei risposto?
- Ehm...no- gli dissi semplicemente senza guardarlo.
- Bugiarda! Perchè ti sei portato via Michele proprio sul più bello? Tu la conosci, dì la verità- cambiò il suo sorriso in un espressione imbronciata da bimbo capriccioso.
Deglutii. Oddio, oddio. Non dovevo farmi prendere dal panico.
- Si, la conosce- parlò Michele per me.
Guardai ansiosa il mio miglior amico con il cuore che cominciò a battere veloce.
Benjamin mi guardò per un attimo negli occhi senza battere ciglio. Cavolo, piantala! Mi metteva a disagio quando mi guardava così...se non l'avrebbe finita gli avrei tirato un ceffone!
- Oh, Giuls, ti prego, ti prego, fammela conoscere! Per favore, ti scongiuro!-
Tutto mi sarei aspettata ma non che Benjamin mi scongiurasse chiedendomi aiuto. Da me poi!
- Dimentica tutti questi anni solo per questa volta. Ti prometto che non ti farò arrabbiare mai più, chiedimi tutto quello che vuoi.-
Non sapevo cosa rispondergli, mi faceva una tale tenerezza... Oh Giulia ma sei ubriaca?! Non bere più così tanto perchè ti fa male!
- Beh..ecco, io...- balbettai incerta.
- Ti prego, farò qualsiasi cosa tu voglia. E se ti sto dicendo questo vuol dire che quella ragazza, per me, è parecchio importante. Mi conosci, Giulia, sai che non chiderei mai aiuto a nessuno. Soprattutto a te, senza offesa- mi sorrise continuando a tenere una mia mano gelida tra le sue calde. Appena mi resi conto di quel contatto e della vicinanza dei nostri volti, arrossii come una bambina timida.
- Benjamin, io non credo che tu sia il suo tipo- dissi lentamente abbozzando un sorriso dispiaciuto. Brava Giulia! La carta del rifiuto sarebbe andata benissimo. In un attimo si sarebbe incazzato e avrebbe dimenticato...
- Non puoi esserne sicura, in fin dei conti mi ha baciato.-
- Ma era ubriaca...- cercai di giustificare la mia amica... immaginaria.
- Anche io ero ubriaco ma non c'entra. So riconoscere un cesso quando lo vedo-
- Ma se tu hai detto che...-
- Giuls, tu non ti preoccupare, ok? Mi è capitato altre volte di non ricordare il viso delle ragazze che baciavo o con le quali andassi a letto-
Mi sorrise di nuovo facendo accellerare anormalmente il mio cuore. Ma che cazzo mi prendeva, porca miseria?!
Una parte del mio cervello avrebbe voluto gridargli " Sono io, idiota!" solo per vedere quale reazione avrebbe avuto.
- Sei sicuro?- gli chiesi sospirando.
- Si, assolutamente.-
- E se magari si rivela una...delusione?- mi mordicchiai le labbra con una strana quanto pesante angoscia.
- Impossibile. Te lo ripeto, anche quando sono ubriaco riconosco chi ho davanti; intendo dire se è bella o meno. E poi ha un corpo pazzesco, mi ricordo le sue curve, al tatto, con troppa precisione- fece una smorfia di adorazione. Gli piacevo sul serio...cioè, la ragazza immaginaria gli piaceva sul serio.
In poche parole, Benjamin, riteneva che non solo avessi un corpo da urlo ma anche che non mi considerava affatto una brutta ragazza. Almeno stando alle sue parole...magari si sbagliava.
Sorrisi compiaciuta ma me ne pentii all'istante scatenando una marea di imprecazioni nella mia mente. Non doveva fregarmi affatto del parere di Benjamin sul mio aspetto fisico. No, e poi no!
- Ok, allora. Proverò a parlarle- borbottai maldicendo il suo bel faccino da cucciolo - solo in quel momento- e quei suoi enormi occhioni azzurri languidi.
- Grazie, Giuls!-
Preso dall'euforia, mi allacciò al suo petto provocandomi una scossa al cuore. Sembrava impazzito... Il suo odore e il caldo rifugio del suo petto non erano niente male, sul serio.
Lo staccai da me, sdegnata dal suo gesto e dai miei sciocchi pensieri. Benjamin mi sorrise chiedendomi scusa, imbarazzato.




NOTE:

Eccomi con il secondo capitoloooo! ^^ Ho fatto veramente in fretta, vero?? Dai non dite di no non dite di no ^O^ ok, basta la smetto -.-''. Beeeeh, allora che ve ne sembra? Ma non sono adorabili??
Allora vi spiego alcune piccolissime cose. La storia è veramente ACCADUTA, infatti è la VERA storia d'amore di mia cugina. Lei abita a Napoli ma io l'ho ambientata nel mio paese ovvero Modena. Il Vox è una discoteca situata a Nonantola, provincia di Modena, la più frequentata diciamo. ^^
Passiamo ai ringraziamenti:
SweetCherry: Ciau tesoroooo! Sono contenta di vederti anche qui e che non ti annoi a seguire le mie storie! Beh, non è proprio mia ma cmq... xD Si, Ben è bellissimo ( anche nella realtà *__*) però purtroppo è già prenotato. Pacco... uff uff.. :-) ihihih basta. Bene, che ne dici? spero ti sia piaciuto! Un bacione carissima mia. Ps= aspetto ancora che tu aggiorni la tua di storia eh! :-)
fallsofarc: Ehi tesorooooo! Ma che bello vedere anche tu qui, mi rende immensamente felice. Si è la storia di mia cugina, bellishimaaaa! E soprattutto una culona di prima categoria xD Poi Jessica si è proprio una veggente, non so come quella ragazza abbia potuto prevedere una cosa del genere! Beh sarà l'intuito femminile :-P. Ti  adoroooooooo!
 XXX_Ice_Princess_XXX: Si la trovo anche io bellissima! E spero che capiterà anche a noi un'opportunità del genere ^^. Bacioniiiiiiiii
Sugar818: Grazie mille di tutti i complimenti! Mi fai gongolare dalla felicità *O* ihihihihi... Spero che anche questo ti piaccia, davvero. Un bacio grande e grazie ancora!
_Vampire_Girl_: Si, come ho già scritto sopra, questa è una storia vera =) Eh si vorrei anche io che mi capitasse una cosa del genere. Ma col passare dei capitoli vedrai tu stessa cosa succede :-P un bacione e grazie dei complimentiiii! =)
TerryTheBest: Si, certo che la storia è ambientata in Italia. Benjamin è un nome di mia invenzione, ma in realtà il protagonista si chiama in un altro modo! Baciii
 Ringrazio poi i 19 preferiti e 19 seguiti ^^




Vi lascio un piccolo spoiler:

" Jessica sbuffò. - Il tuo bacio in discoteca. Ti ha messo sotto una luce diversa ai suoi occhi- mi disse rammentandomi le parole del giorno prima.
[...]
- Ti prego, Giuls, ti chiedo solo di vederla. Voglio solo sapere chi è la ragazza a cui ho dato il bacio più bello della mia vita-
Mi fece di nuovo gli occhi da cucciolo. Sembrava davvero un tenero bimbo alle prime cotte, non sapeva che fare, non sapeva come comportarsi."




Angolo Pubblicitàààà ^O^

Vi consiglio di leggere la bellissima Tra me e te di fallsofarc e la meravigliosa Kidnapped by Love di _Bella_Swan_  


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un piano di fuga ***



                                                                                                   


UN PIANO DI FUGA



Non potevo credere che stavo aiutando il mio nemico. E, soprattutto, che lui avesse chiesto aiuto a me. Tutto quel casino in due stramaledettissimi giorni!
Jessica non faceva altro che ridere, ridere e ridere. Mi stava dando sui nervi.
- Io l'avevo detto- ripetè canzonandomi nuovamente la ramanzina. Era sicura che qualcosa era scattato tra me e lui e che presto le sue previsioni si sarebbero avverate.
- Jessica, per la trecentiesima volta, non succederà proprio un bel niente tra me e lui- roteai gli occhi al cielo, completamente esasperata e spazientita.
- Invece si! Ma non lo capisci? Era questa la cosa di cui parlavo- mi fermò un momento mettendomi le mani sulle spalle.
Sollevai un sopracciglio confusa seguita a ruota da Anna.
Jessica sbuffò. - Il tuo bacio in discoteca. Ti ha messo sotto una luce diversa ai suoi occhi- mi disse rammentandomi le parole del giorno prima.
- No, Je, pensaci bene. Lui non sa che sono io e non ho alcuna intenzione di fargliene parola- dissi soddisfatta continuando a camminare.
- Oh si, lo farai. Oppure lo scoprirà...insomma, in un qualche modo verrà a saperlo-
Risi esausta di tutte quelle scemenze.
- E perchè mai arriverei a dirglielo?-
Volevo proprio vedere cosa mi avrebbe risposto. Ma la sua espressione non rivelò nessuna traccia di esitazione e, senza smentirsi mai, rispose:
- Perchè anche lui farà quel qualcosa che lo metterà in luce diversa sotto ai tuoi occhi. E a quel punto glielo dirai, non riuscirai più a contenere il segreto nel tuo cuore perchè il tuo desiderio non sarà altro che avere Benjamin tuo e solo tuo- il sorriso che si propagò sulle sue labbra mi fece capire quanto emozionata e felice fosse per me. Mi venne la pelle d'oca a sentire le sue parole che all'udito sembravano...magiche?
Anna scoppiò a ridere spezzando la mia catena di pensieri e la strana atmosfera che si era venuta a creare.
- Jessica, fuma di meno!- la rimproverò la mia migliore amica con una fragorosa risata.

Il giorno seguente, come ogni mattina, mi alzai dal letto con una stanchezza incredibile. Dopo aver vagabondato a vuoto per una mezz'ora buona in giro per casa e dopo essermi preparata, passai a prendere Anna per dirigerci a scuola. Ebbene si, avevo già la patente. Avevo compiuto 18 anni a Gennaio e dopo qualche settimana superai l'esame. Mi ero fatta in quattro per riuscire a studiare nel mese di Dicembre sia i compiti e le materie di scuola, sia per l'esame di patente.
 Entrati nell'enorme edificio del San Carlo, Istituto Scientifico, mi affrettai a raggiungere la mia classe; mancavano meno di cinque minuti al suono della campanella e sapevo che la professoressa di Storia, ovvero la Zanfi, mi avrebbe messo un ritardo con ancora un minuto mancante.
Alla mia destra Anna correva insieme a me, eravamo in classe insieme. Ma all'improvviso fui fermata per la spalla da un individuo.
- Buongiorno- era Benjamin che mi stava salutando cordialmente.
- Ah! Non starmi così vicino, la gente penserebbe che siamo in buoni rapporti- gli bisbigliai scostandomi pian piano da lui.
Lui alzò gli occhi al cielo e mi affiancò nuovamente.
- Ti ricordo che...-
- Non ora. Devo scappare in classe, scusa- lo incalzai io scappando da lui.
Oddio, mi sarei rovinata la reputazione. Tutta la scuola sapeva chi fosse Benjamin anche perchè tutte le oche del posto morivano dietro a lui e Andrea. E, soprattutto, sapevano che io ero il suo nemico numero uno e non potevo permettere di farmi vedere in giro con lui.
Grazie a Dio, la Zanfi non mi mise il ritardo sebbene fossi entrata un secondo dopo di lei. Ero sicura al centodieci per cento che c'è l'avesse con me ma non avrei mai e poi mai riconosciuto il motivo. Andavo benissimo nella sua materia: avevo la media del 9 e mezzo benchè la Storia non mi appassionasse poi molto, ed ero sempre posatamente educata e rispettosa. Certo, non ero una leccaculo per niente; parlavo solo se sotto richiesta dai professori. Ero molto seria nel campo scolastico soprattutto perchè presto ci sarebbe stato l'esame di maturità e non avrei mai permesso di perdere crediti proprio quell'ultimo anno di scuola.
Passai le prime due ore assorta nei miei pensieri. Mi chiedevo che cosa avrei detto a Benjamin... Non potevo dirgli su due piedi che alla " mia amica" lui non piaceva. Lui voleva vederla, voleva conoscerla e parlare con lei. Come cavolo avrei fatto? Sospirai sconsolata. Dovevo ingegnare un piano contorto assumendo una ragazza sconosciuta. Poco importava che fosse bella o brutta...L'avrei pagata se fosse stato necessario! I miei confusi pensieri si indirizzarono a ben altro: di nuovo a quella sera. Cercai di togliermelo dalla mente scuotendo il capo e provando a stare attenta alla lezione ma proprio non riuscivo a non pensare a quel bacio. Nuovamente, mi ritornarono in mente i pensieri del giorno prima:
"Il suo odore e il caldo rifugio del suo petto non erano niente male, sul serio."
Ma come avevo potuto pensare una cosa del genere? Però era vero...
Sbuffai infastidita facendomi salire i nervi da sola. Cominciai a massacrarmi le labbra e presi a scarabocchiare sul quaderno conficcando quasi la punta della penna nel banco.
Quel maledettissimo bacio! Quegli occhi azzurri, quel dannato profumo, quel suo invitante petto caldo...No, basta!
Mi arrivò un bigliettino. Leggerne sopra l'iniziale prima di aprirlo mi fece capire già chi fosse il mittente: una piccola A contornata da piccole stelline.
Stai pensando a Benjamin?
La domanda scritta di Anna mi fece spaventare. Era tanto evidente? La guardai e la vidi sghignazzare divertita.
Le risposi di fretta: No, ma cosa vai a pensare! Mtz...
Glielo lanciai pregando che facesse presto a rispondere. Non volevo che pensasse che io stessi pensando a Ben.
Era in senso ironico, Giuls -.-'''. No, seriamente, a cosa stavi pensando?
Sospirai di sollievo non appena lessi il nuovo biglietto che mi aveva lanciato.
Stavo pensando a come avrei potuto liberarmi di lui. Non so proprio cosa fare, perchè mi sono messa in questo guaio? Tu hai qualche idea?
Decisi di dirle una mezza verità. Ovviamente, mai e poi mai le avrei detto che stavo pensando a sabato sera. Ero stata anche piuttosto fortunata che Michele non gli avesse rivelato subito che fossi io il meraviglioso bacio in discoteca. Per fortuna, i ragazzi, in campo di pettegolezzi, erano un pò indietro rispetto a noi femmine. Non correvano immediatamente dall'amico per raccontargli lo scoop del momento a meno che la news non fosse strettamente legata a loro stessi.
Semplice: chiedi a una ragazza di recitare una piccola parte per rifiutarlo di persona.
La stessa cosa che avevo pensato anche io. Suonò la campanella dell'intervallo e fui lieta di uscire fuori dalla classe per respirare aria nuova e un poco più pulita.
Fuggii al più presto con Anna a braccetto lontano dal mio corridoio perchè due aule più avanti c'era la 5^D, ossia la classe di Benjamin.
Io e lei decidemmo di rifugiarci in classe da Jessica, la 5^A, per evitare di farmi trovare da lui, ma con mio gran dispiacere, prima che potessi scendere le scale, Benjamin mi si parò davanti facendomi un sorriso divertito. Ricambiai con una smorfia di disperazione.
- Non mi scappi stavolta.- canzonò compiaciuto mentre scoccava la lingua contro il palato.
- Cosa vuoi, Benjamin? Te l'ho detto che mi devi stare lontanto, soprattutto a scuola.-
Feci per andarmene ma lui mi tirò per un polso. Sentivo tanti di quegli occhi puntati su noi due. Chissà quanti viaggioni si stavano facendo le menti contorte della scuola.
- Non fare la schizzignosa, Giuls. Avevi promesso di aiutarmi-
- Si, ti aiuterò. Sono una persona di parola e tu lo sai-
- Ecco, bene, allora dov'è lei?- arrivò subito al sodo. E di nuovo vidi il luccichio nei suoi splendidi occhi azzurri.
Divenni rossa come un pomodoro; avevo sempre paura che si accorgesse di quanto tempo rimanevo a fissarlo. Fissarlo poi...Hanno messo qualcosa dentro quegli alcoolici, ve lo dico io!
- Lei non è della scuola- dissi svelta mordendomi la lingua. Brava Giulia e adesso dove l'avresti trovata una ragazza per " il copione"?
Complimenti vivissimi!
- Ah no?- alzò un sopracciglio leggermente deluso.
- Cioè si-
- Si o no?-
- No- sospirai portandomi una mano sulla fronte.
- Mmm... va bene- rispose poco convinto - Ma quando me la presenterai?-
Feci un enorme respiro. Mi stava completamente facendo perdere la pazienza.
- Ok, ok, allora Benjamin...Devo ancora parlarle. Oggi la chiamo d'accordo? E ti dirò la data dell'appuntamento-
- Ah, ok. Grazie Giulia!- provò di nuovo ad abbracciarmi ma io lo bloccai portandogli una mano sul petto e lanciandogli un'occhiataccia.
Ma da dove nasceva tutto quell'affetto? Mi chiese di nuovo scusa e andò via imbarazzato.
- Ma che carini!- sentii la squillante voce di Jessica nelle mie orecchie. Mi fece sobbalzare per lo spavento.
Anna le tappò la bocca immediatamente prima che tutti quanti si voltassero a guardare. Ecco, adesso potevano dare il via ai loro film mentali.

Ovviamente, non chiamai la ragazza. Ma siccome Anna quel pomeriggio rimase a scuola per via di un recupero pomeridiano chiesi a lei di cominciare subito " La Caccia alla Ragazza del Copione", altrimenti chiamata Missione LCRC. Sfortunatamente, non trovò nessuna disposta recitare anche dopo aver detto loro che il ragazzo era Benjamin. Tutte quante avevano risposto: - Non potrei mai trattarlo così male. Rischio di rovinare una futura chance che potrei avere con lui in un futuro-. Ma che gallinacce!
Quando mi ritrovai al nostro solito parco con Jessica, Michele e Benjamin a quest'ultimo fui costretta a mentirgli.
- Ehm, mi dispiace Benjamin ma proprio non vuole vederti- gli dissi provando a dispiacermi anche un minimo. Il suo sorriso acceso di impazienza e felicità si spense all'istante. Perchè doveva farmi quelle espressioni così tenere, uffa?!
- Oh, beh... Almeno posso vederla?-
Quel ragazzo mi stava ufficialmente mandando su tutti i gangheri. Diamine, non avrebbe mai mollato.
Esitai prima di rispondere, non volevo scavarmi la fossa da sola.
- Ti prego, Giuls, ti chiedo solo di vederla. Voglio solo sapere chi è la ragazza a cui ho dato il bacio più bello della mia vita-
Mi fece di nuovo gli occhi da cucciolo. Sembrava davvero un tenero bimbo alle prime cotte, non sapeva che fare, non sapeva come comportarsi.
Sbuffai seccata prima di acconsentire la sua richiesta: - E d'accordo, Ben. Te la farò vedere.-
Mi sorrise abbagliandomi completamente, quasi che rimasi stordita per un attimo ammirando il suo bellissimo sorriso.
Sentii Jessica sghignazzare divertita al mio fianco. Si sarebbe fatta scoprire cosi, doveva piantarla; così le tirai una gomitata nello stomaco.
Dopo qualche minuto di chiacchierate varie tra amici - tranne Ben visto che era compleamente assorto nei suoi pensieri-, il mio " incubo"  tornò in carica chiedendomi che tipa fosse la mia "amica immaginaria".
A quella domanda non seppi proprio come rispondere, così Jessica parlò per me.
- E' testarda, decisa, sempre pronta ad ottenere ciò che vuole- disse rivolgendosi a Ben che la guardava perplesso.
- Anche tu la conosci?- le chiese gentilmente vellutato.
- Si, certo che si.- ridacchiò Jessica guardandomi di sottecchi.
- E come si chiama?-
- Nicole- mi intromisi immediatamente avendo il chiaro presentimento che Jessica si sarebbe lasciata sfuggire il mio nome svampita com'era.
Benjamin sussurrò il nome appena inventato come se stesse inspirando il profumo più dolce e inebriante del mondo.
Scossi la testa esasperata e incredula mentre Michele continuava a ridere di gusto.
- Beh, parlami ancora di lei- incitò Benjamin verso la mia amica.
- E' gentile, a volte un pò troppo irratibile, dolce, buona...sincera. Ama da morire Hallo Kitty-
Sbarrai gli occhi capendo che Jessica stava descrivendo la mia persona.
Benjamin ridacchiò di cuore.
- E' romantica, crede ancora nel vero amore anche se non lo vuole ammettere. Orgogliosa, umile, buffa e divertente. Una persona rara. Semplicemente, speciale- gli sorrise sincera.
- E' proprio ciò che cerco.- disse lui quasi meravigliato. Era uscito pazzo?
- Michele è la ragazza giusta per me-
A quelle parole Jessica e Michele scoppiarono a ridere come pazzi lasciando me e Benjamin accigliati.
 
Ritornai a casa completamente nervosa. Pensavo e ripensavo a un piano efficace per far arrendere quello zoticone. A volte avevo la strampalata idea di raccontargli la verità; sarebbe stato curioso sapere che reazione avrebbe avuto. Di sicuro tanta delusione e tanto rimorso. Per non parlare dell'orrore... Sbuffai amareggiata a quel pensiero. In fondo cosa mi importava se Benjamin fosse rimasto deluso a sapere che ero io la ragazza che più agognava?
Scesi le scale per dirigermi in salotto raccogliendomi i capelli in una coda di cavallo leggermente spettinata.
- Giulia, per favore apparecchia la tavola per cinque.- mi chiese mia madre mentre corse indaffarata verso la cucina.
Per cinque?
- C'è papà e qualche suo amico, stasera?- Di solito mio padre di sera lavorava. Fino alle 4.00 del mattino il più delle volte, faceva il cameriere nel ristorante più in del paese.
- No, no. C'è papà si, ma c'è anche Chiara e suo figlio. Inspiegabilmente viene anche lui e sono proprio curiosa di sapere il perchè- disse pensierosa vedendola concentrarsi intensamente.
Mi impalai sullo stipite della porta guardando mia madre che tirava fuori una bellissima torta Margherita dal forno.
- Benjamin?- chiesi incredula sentendo battere il cuore come un pazzo. Mi avrebbe di sicuro tartassato con mille domande. Chiusi gli occhi esasperata e infastidita. Avrei dovuto fare qualche chiacchiera con Chiara un giorno o l'altro.
- Si, lui.- si girò a guardarmi con un sorriso - Non dirmi che siete diventati amici...?-
- Adesso, amici è una parola un pò grossa. Diciamo che...ci siamo riappacificati, ecco-
Mia madre continuò a guardarmi sbalordita prima di cominciare a saltellare come una bimba felice verso di me.
- Oh, Giuls questa è una notiziona da festeggiare. Non posso crederci!-
Mi ricordava Jessica e questo mi mandò su tutte le furie. Ma perchè tutti quanti erano contenti del fatto che fossi in "buoni" rapporti con il mio più acerrimo nemico?
Cominciai ad apparecchiare la tavola controvoglia pensando alla serata che mi avrebbe sfiancata. Un quarto d'ora dopo il campanello suonò e corsi ad aprire mentre mio padre, Gianni, stava seduto a tavola gustando un bicchiere di leggero vino bianco e mia madre, Carla, ( non avevo ancora detto il nome xD) venne con me ad aprire la porta. Prima di girare la maniglia feci un grosso respiro per sbollire un pò i nervi e, infine, aprii.
- Buonasera- Chiara si aprì in uno scintillante sorriso per poi salutarmi con i classici due baci sulle guance. Strabuzzai gli occhi meravigliata a vedere Benjamin con un mazzo di fiori in mano.
- Non ti illudere, non sono per te. Ma per tua madre- mi disse ancora prima di varcare la soglia di casa. Antipatico, antipatico, antipatico.
Sghignazzò di gusto prima di scompigliarmi i capelli e salutarmi con un - Ciao, Giuls.-
Ero fortamente tentata di sbattergli la porta in faccia ma sapevo che sarebbe stata maleducazione. Perciò strinsi i pugni e sospirai sommessamente guardandolo truce.
- Oh, Grazie Benjamin. Ma non dovevi- mia madre lusingata prese i fiori e corse immediatamente a trovare un vaso in cui metterli.
- Si, invece. Per tutte le volte che non ho accompagnato mia madre. - ammiccò facendo un risolino - Mi dispiace, davvero-
- Bamboccio...- borbottavo tra me infastidita mentre mi rifacevo la coda.
L'ospite indesiderato era decisamente elegante quella sera: un jeans scuro con una cintura dell' Anthony Morato, un caldo maglioncino marrone dalla leggera scollatura a V maschile con sotto un'altra maglietta bianca, probabilmente.
Ci sedemmo a tavola cominciando a mangiare un piatto caldo e fumante di spaghetti al ragù. Specialissimo piatto di mia madre che Chiara adorava letteralmente.
- Beh, Ben, come mai hai deciso di venire?- la domanda curiosa di mio padre mi distrasse dal filo di pensieri che si erano annidati nel mio cervello. Mi ero isolata da qualsiasi conversazione gli adulti stessero facendo e Benjamin aveva fatto lo stesso. Purtroppo, lo avevo a fianco.
- Azzardo col dire che io e sua figlia abbiamo cominciato a starci un pò più simpatici-
Mio padre e Chiara lo guardarono a occhi sgranati.
- Dici sul serio?-
Benjamin annuì bevendo un sorso di cola. Poi mi tirò un pugno sulla spalla, non tanto forte ma capace di farmi schizzare il ragù sulla tovaglia.
Ricambiai il pugno con più forza facendogli rivoltare quasi il piatto sul tavolo. Ridacchiai divertita mentre mia madre mi ammonì con uno sguardo e Benjamin tossicchiò imbarazzato.
- Non è una cosa fuori dal normale?- strillò felice mia madre sorridendo all'amica.
- Si, assolutamente-
Io e Ben ci guardammo nuovamente perplessi per poi scuotere la testa rassegnati.
La serata passò in fretta. Stranamente, io e Benjamin ci ritrovammo seduti  - lui, più che altro, spaparanzato proprio-  sul divano a parlare del più e del meno ; non mi fece alcuna domanda sulla mia amica immaginaria. Forse aveva deciso di darmi tregua. Mi chiese della scuola e come stessi andando e poco dopo glielo chiesi anche io.
- Io non riesco ancora a capire come fai a ricordare solo quel bacio in tutta la serata. Eppure eri molto ma molto ubriaco...- Non volevo tirare fuori l'argomento per poi dare il via a una sua sfilza di domande incontrollate, ma proprio ero curiosa di saperlo.
- Non so spiegartelo, Giulia. Quel bacio...mi ha dato un' emozione così intensa da essersi stampata da sola nel mio cuore. Ho sentito i brividi per tutto il corpo, lo stomaco bruricare. Tante sensazioni insieme che mai e poi mai avevo provato.-
Rimasi interdetta catturata dalle sue sincere parole.
- Tutto questo in un bacio?-
- Si- affermò sorridendo - E' come se tutta la felicità che cercavo si fosse concentrato in quell'unico attimo. Se ancora ci penso mi viene la pelle d'oca-
Accantonammo quell'argmento per ricominciare a parlare di altre cose. Mi fece ridere con qualche battutina o quando mi raccontava delle sue vicende con gli amici.
- Io ti devo dire una cosa, Giuls, anche se so che non mi crederai- ridacchiò poggiando la testa contro lo schienale del divano.
- Dimmi- dissi voltandomi completamente verso di lui e portandomi una ciocca di capelli ribelli, sfuggita alla presa dell'elastico, dietro l'orecchio. Ero proprio curiosa di sapere la rivelazione.
- Sai perchè ho cominciato ad odiarti con tutto il cuore? Perchè quando avevo 11 o 12 anni - non ricordo con esattezza- avevo preso una forte cotta per te- Si portò una mano tra i capelli spettinandoli leggermente.
Arrossii come un'imbecille. Non so perchè ma quella confessione mi procurava un vago senso di...piacere. Ne ero lusingata.
- Ah- mi uscii flebilmente.
- Sai com'ero fatto, io stuzzicavo e stuzzicavo ma solo se una ragazza mi piaceva. E io mi ricordo che non ti lasciavo mai in pace, ero sempre pronto a darti il tormento con i miei dispetti- ridacchiò divertito - Però, dietro tutto quanto si nascondevano i veri sentimenti che provavo per te. Avrei voluto dichiararmi ma sapevo di non avere chance- terminò deluso piegando i lati della bocca all'ingiù.
- Poi quando ti ho vista con quel Davide mi aveva preso una rabbia incondizionata, quasi fuori dal normale. Insomma, volevo fossi solo mia e invece... Così da quel giorno non ti ho mai più calcolata.- si girò verso di me sorridendomi ammiccante. Ricambiai con un sorriso di sbieco e rimanendo perplessa dal suo racconto.
Quando fu l'ora di andarsene gli accompagnai sulla porta. Chiara ci salutò e ci disse grazie e un calorossimo complimenti per la torta - anche da parte del figlio-; Benjamin mi disse, quasi con una minaccia, che l'indomani avrei dovuto mostrargli la ragazza del Vox. E quella sera non dormii per il nervosismo.





NOTEEEE: U.u Con una settimana di ritardo, sorry so much. Ho avuto un casino da studiare per non parlare dei voti finali... >.< Tutto lo studio buttato nel cesso. Mah, mi sa tanto che getto la spugna. Quest'anno è proprio per arrendersi non verrò mai promossa T^T Uffaaaaaaaa! Vabbè passiamo al capitolo. Alloraaaa si è un capitoletto di passaggio che stabilisce le varie azioni ecc ecc che succederanno nei prossimi capitoli. Preparatevi, credo proprio che dal prossimo cambieranno un pò di cose :D. Volevo ringraziare i 23 preferiti e i 34 seguiti! Grazie di cuore :-)
 zia_addy:   Grazie mille per essere passata a leggere e per aver recensito. Si, sono anche io onorata di essere tra le storie preferiti di fallsofarc xD Grazie ancora, un kissssss :*
 giulia87:     Eeeeeeh si si chiama come te :-) Maaah adesso vedrai come Giulia lo dirà a Ben, si scaverà la fossa da sola però poverina.. hihihi.. Vabbè ma vedrai vedrai! Grazie mille per aver recensito! Spero che anche questo ti piaccia. Un bacio grandeeeeeeeee <3<3
 fallsofarc:    Ciao tesoro! Eh Giulia farà tutto un bordello prima di dire la verità ma.... Ssssh non posso dirlo hihihihi... E Benjamin si ne era rimasto proprio folgorato! Basta solo leggere le parole in questo capitolo per credere quanto sia sincero. :-) vorrei anche io un ragazzo così! Ma perchè non capitano a me ste fortune?! T^T ok la smetto xD. Grazie di tutti i complimenti e per aver recensito! =) un bacio immensoooooo <3<3
 _Bella_Swan_:    Ciau stupendissima! Ma vai tra per lo scorso capitolo, ti capisco ho la tua stessa situazione. Ma con la differenza che forse tu ti impegni a scuola io invece credo proprio che ci do a mucchio perchè mi sono proprio rotta le palle U.u. Ma vabbèèèèè...xD E cmq hai un grande intuito complimenti! si ne succederanno proprio delle belle che spero non ti perderai! Sono contenta che anche questa storia ti piaccia, davvero! Un tuo parere per me è parecchio fondamentale :-) Grazie di tutto, tesoro! Un bacio grande enormissimissimo <3<3
TerryTheBest:    Lo scoprirai quando glielo dirààààà! Eh piano piano si fanno le cose.. xD sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e spero che questo non ti deluda. :-) un bacio grande, Terryy <3
piaciuque:      ihihihihi, sono contenta di vederti anche qui! Menomale che anche a te piaceeee! :-) Grazie mille di tutto, un bacio grande <3



Vi lascio con un piccolo spoiler ^O^

" - Perchè mi hai mentito?- mi chiese con un espressione che mi sciolse il cuore.
Mi morsi il labbro e mi guardai i piedi. Benjamin mi tirò su il mento con un dito sussurrandomi un - Guardami-.
- Vuoi la verità?-
[ ...]
- Attenta, Giulia!- gridò subito ad occhi sgranati e impauriti facendomi spaventare. E per finire, un enorme e rumoroso tonfo bloccò la macchina. "



E per finire vi consiglio due bellissime storie da leggere!!! Passate mi raccomando ;-)





Tra me e te di fallsofarc, & Kidnapped by love <3 di _Bella_Swan_

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Un pomeriggio disgraziato ***



                                                                                   


UN POMERIGGIO DISGRAZIATO



Il suono insistente della sveglia mi fece venire un diavolo per capello. Ma quando mi accorsi che mancavano meno di venti minuti al suono della campanella di scuola, corsi immediatamente in bagno a dare una spazzolata a quella balla di fieno che mi ero ritrovata nel sonno al posto dei capelli. Portai il mio ciuffo laterale ballerino all'indietro fermandolo con due fermagli quasi invisibili, scoprendo la fronte e gli occhi ancora gonfi per la stanchezza. Mi lavai in fretta e furia i denti, misi un filo di matita sotto gli occhi e una spolverata di rosso sulle guance che, quella mattina, sembravano troppo pallide. Mi vestii prendendo le prime cose che mi capitarono in mano. Il cellulare continuava a squillare imperterrito facendomi salire i i nervi. Ovviamente, era Anna che si stava chiedendo dove diamine fossi finita e mi aveva avvertito che sarebbe andata col padre per fare prima.
Arrivai a scuola puntuale per miracolo e feci un grosso sospiro di sollievo quando mi annunciarono che la prof di Matematica fosse assente per malattia.
Mi sedetti vicino ad Anna dato che la supplente in carica non sapeva nulla dei nostri posti assegnati abituali; poggiai la testa sul banco con fiacchezza provando a chiudere gli occhi.
- Si può sapere cos'hai fatto stanotte al posto di dormire?- Anna mi rimproverò tracciando le mie occhiaie con il suo indice delicato.
- Pensare- le risposi con una smorfia ad occhi chiusi.
- A cosa?-
- Oggi devo far vedere la ragazza del Vox a quello zoticone- farfugliai con uno sbuffo.
- Merda! E ora che ti inventi?- la sua voce assunse un tono diverso da quello di prima, quasi allarmato.
- Non lo so. E per di più la ragazza si deve chiamare Nicole- mi lagnai scuotendo il capo per la stupida idiozia che mi era sorta in testa.
Le bugie hanno le gambe corte, Giuls. Deglutii di fronte a quella verità. Ma che cavolo, insomma, io non potevo raccontare la verità a Benjamin!
- Perchè Nicole?-
- Perchè sono una grande deficente: lui mi ha chiesto il nome e io ne ho tirato uno a caso-
Ci fu un momento di silenzio tra noi due.
- E ora dove cacchio la cerchi una ragazza di nome Nicole?- disse all'improvviso facendomi saltare sulla sedia.
- Non lo so- risposi sospirando.
Benjamin non avrebbe mai e poi mai mollato, mi avrebbe dato il tormento. Se le cose, questo pomeriggio, non sarebbero andate per il verso giusto avrei dovuto raccontargli la verità e farla finita una volta per tutte. Alla fine te lo meriti, Giulia, ti sei lasciata baciare da lui invece che respingerlo e adesso devi accettarne le conseguenze. Tanto non sarebbe successo niente di grave, anzi. Forse le cose sarebbero andate meglio di quanto pensassi. Benjamin, dopo aver scoperto che in realtà ero io, avrebbe provato repulsione e avrebbe mollato tutto e forse non ci saremmo più rivolti parola. Si, era proprio così che doveva andare. Mi spuntò un sorriso...che, però, subito svanì ripensando all'ultimo pezzo della frase. In fondo, non volevo che io e Benjamin ritornassimo estranei. Alla fine non era poi così... così... odioso. E se invece, come aveva detto lui che avrebbe fatto qualsiasi cosa per la ragazza del bacio, io, nonostante tutto, gli fossi andata bene? E se io gli fossi piaciuta davvero? E se vorrebbe cominciare una vera storia d'amore proprio con me? In quel caso non avrei potuto dirgli la verità perchè non ricambiavo i suoi sentimenti.
Rabbrividii. No, no così non va bene. Bisogna essere ottimisti e pensare al meglio. Al massimo sarebbe capitata la prima situazione che avevo pensato.
A ricreazione, come sua abitudine oramai, Benjamin mi afferrò per un braccio salutandomi con un sorriso sornione stampato in volto.
- Allora, oggi dove dobbiamo andare?-
- Benjamin, potresti cercare di essere meno fastidioso?-
E che cavolicchio, mi cercava sempre per parlarmi di quella fantomatica Nicole.
- Ehi, Giuls, neanche per me è un piacere stare in tua compagnia- incrociò le braccia al petto, profondamente irritato.
Sentivo il sangue ribollire nelle vene, tanto che dovetti incastrare le unghie nel palmo della mano per evitare di tirargli uno schiaffo.
- Ah, davvero? Quindi, suppongo che non dovrò più preoccuparmi della tua presenza al mio fianco. Bene, sta andando tutto per il meglio- dissi sorpresa, cominciando a camminare. Gli stavo negando implicitamente il favore che mi aveva chiesto.
- Aspetta un momento. Io ci sto provando, ok?-
- Ci sto provando anche io...-
- Prima mi dici che sono fastidioso, poi dici che...-
- Dico che sei fastidioso perchè mi cerchi sempre per parlare della mia amica- dissi stizzita ed esasperata roteando gli occhi al cielo.
Perchè mi doveva far salire i nervi quel pallone gonfiato?
-  E di cosa dovremmo parlare?- chiese gurdandomi perplesso.
Già, bella domanda. Che mi importava di parlare con lui? Niente, proprio niente.
- Senti, se tu ti aspetti che questo pomeriggio continueremo a parlare di Nicole, ti sbagli alla grande!-
- Ok, va bene. Ma rispondi alla domanda, di cosa dovremmo parlare?-
Non risposi. Mi mordicchiai un labbro nervosa, in cerca di una soluzione magica.
- Non lo so.- Allargai le braccia per poi sbatterle contro le gambe in segno di stanchezza. - Forse, meglio non parlare-
Benjamin sorrise cupo scuotendo la testa.
- Non ti capisco, Giulia. E credo che mai ti capirò. Comunque sia, sarà come vuoi tu. Forse, hai ragione; già è troppo chiederti un favore del genere e non voglio infastidirti. Perciò, non volerà una parola se non quelle necessarie, d'accordo?-
Era ok? Sentii girovagare nel mio stomaco un vago senso di colpa e angoscia. Perchè non tenevo chiusa la mia boccaccia?
- D'accordo-
- Bene, ci vediamo dopo scuola- mi lanciò un occhiata infuocata mentre si allontanava da me.

Finite le sei e stressanti ore di scuola, andai al parcheggio per salire nella mia auto. Jessica mi augurò un buon pomeriggio con Benjamin facendomi irritare. Sapevo già che la giornata sarebbe stata disastrosa; mi sarei annoiata a morte, tanto per incominciare, e di sicuro ci sarebbero stati solo litigi su litigi. Sbuffai nervosa sbattendo la mano contro al volante. Aveva intenzioni di muoversi oppure si aspettava un tappeto rosso?
Quando lo vidi parlare con Andrea poco distante dalla mia macchina, suonai il clacson per attirare la sua attenzione. Si girò verso di me e con una mano lo incitai a muoversi o altrimenti me ne sarei andata.
Entrò in macchina salutandomi con un gelido - Ciao- che io ricambiai alzando il mento inespressivamente. Erano le 14.15 e io avevo una fame assurda perciò, di malavoglia, gli domandai dove potessimo andare per pranzare.
- Non so, dove vuoi tu- rispose disinteressato guadando fuori dal finestrino.
Strinsi forte le mani sul volante cercando di non perdere la concetrazione sulla strada. Essendo io la maggiorenne ero responsabile pure per quel maleducato seduto a fianco a me.
Visto che Benjamin mi aveva dato il via libera, decisi di correre nella mia pizzeria preferita. Parcheggiai la macchina ed entrai da Alt sperando di trovarvi il mio caro amico.
- Giulia!- esclamò da dietro la cassa il mio amico Pietro che non appena mi vide sorrise a bocca larga.
- Pietro! Che piacere vederti, come stai?- gli chiesi sinceramente contenta di rivederlo.
- Bene, tutto bene. E tu come stai? E' da tanto che non ti fai vedere- scorsi un velo di rimprovero nella sua affermazione e subito gli sorrisi timida.
- Si, scusami. E' solo che non ho mai tempo per rimanere con tutto quello che ho da studiare ultimamente-
Sentii Benjamin dietro di me sbuffare pesantemente cominciando a battere i piedi sul pavimento. Mi fece venire i nervi a fior di pelle. Mi girai stizzita per fulminarlo con uno sguardo che avrebbe dovuto intimidirlo, ma quello che ottenni fu solo un - Muoviti.- con quell'aria da smorfioso.
Chiesi al mio amico di farmi una pizzetta margherita più una lattina di cola. Pietro mi disse di aspettare due minuti per il tutto e mi fece pagare a metà prezzo.
- Tu non mangi?- chiesi al maleducato dietro di me. Se ne stava seduto sullo sgabello, lo sguardo perso nel vuoto e una mano sotto il mento. Chissà a cosa stava pensando...
- No, grazie- rispose altezzoso, puntando gelido i suoi occhi nei miei facendomi venire i brividi.
Dopo aver mangiato, si fecero le 15.00 del pomeriggio e ci avviammo per il centro di Modena.
Sospirai afflitta. Mi ero ritrovata in quel casino e non sapevo proprio come uscirne. Maledizione. Stavo già annotando mentalmente le possibili parole da inserire nel discorso che avrei, sicuramente, dovuto fare a Ben. Avrei dovuto spiegargli che ero io, farla finita con quella pagliacciata.
Ci accomodammo su una panchina freddissima aspettando un non so che cosa. Non c'era niente da aspettare e quello mi rese ansiosa. E per di più, erano due ore che tenevo la bocca chiusa e avevo bisogno di darle aria. Benjamin non diceva niente e non aveva intenzione di farlo. Aveva preso alla lettera le parole di quel mattino.
- Ho voglia di un gelato- disse improvvisamente facendomi sobbalzare.
Lo guardai sbarrando gli occhi e tremando al solo pensiero.
- Sei impazzito?-
-No, voglio un gelato. Andiamo?- si alzò dalla panchina aspettando che mi alzassi. Ma stava bene? Con quel freddo aveva voglia di un gelato?
Scuotendo il capo, lo seguii nella gelateria a pochi passi da lì.
Ordinò alla commessa i suoi tipici bi-gusti alla Panna e Gianduia. Guardando tutti quei pasticcini in vetrina e quei mille gusti dietro al vetro-frigo, venne anche a me la voglia di gelato. Cavolo, a stare col nemico si diventa imbecilli. Benjamin esitò un momento prima di pagare mentre io restavo a fissare quel gusto Biscotto denso al di là del vetro. Lo volevo o non lo volevo quel maledetto gelato?
- Per favore, un'altra vaschetta al gusto Biscotto, Fior di latte e Fragola- disse lui gentile alla comessa.
Mi girai verso di lui con la bocca aperta. Come faceva a sapere i miei gusti preferiti...?
Mi porse la vaschetta senza guardarmi, poi andò alla cassa per pagare.
- Grazie. Come conoscevi...?-
- Da piccola lo prendevi sempre. Me lo ricordo ancora- scrollò le spalle cominciando a gustarsi il gelato con il cucchiaino.
- Accidenti, che memoria- farfugliai io sedendomi sulla stessa panchina di prima.
- Io ricordo tutto-
- Tranne la ragazza che più desideri in vita tua- gli ricordai cercando di non avvampare. Provavo e provavo a non pensare che quello stesso giorno saremmo arrivati ad una svolta. Ma quale?
- Non vale. Ero ubriaco quella sera. - aggrottò le sopracciglia mentre osservava me che mangiavo il gelato.
- Posso farti una domanda?- provai a distrarlo. Mi sentivo a disagio con i suoi occhi puntati addosso.
- Dimmi- annuì indifferente mentre mise in bocca un altro cucchiaio freddo di gelato.
- Credi che... Nicole sia la ragazza giusta per te?- Diciamo che era anche per curiosità che gli ponevo quella domanda...
- Avevi detto che non volevi parlare di lei- affermò sorridendo beffardo.
- Dai, non fare l'acido-
Mi guardò altezzoso facendo una smorfia indecifrabile.
Ci mise un pò prima di rispondere, accendendo sempre di più la mia curiosità.
- Io credo... che lei sia diversa dalle altre-
- Come puoi dire questo se neanche la conosci?-
- A prescindere dalla descrizione che mi avete fatto voi... E' una cosa sentita. Non lo so. C'è qualcosa in me che grida di non lasciarmela scappare e io non lo farò-
La sua tenacia mi sorprese. Così tanto che mi fece sentire un moto di ammirazione nel suo gesto e nei suoi confronti.
- Io non vorrei ricordartelo ma... tu non le interessi-
- Lo so- abbassò la testa amareggiato. Mi sentii in colpa per la cosa che avevo detto, non volevo essere io quella che gli sgonfiava il palloncino pieno di illusioni che si era creato. Anche se era la pura verità. Mi faceva una tenerezza immensa.
- Ma voglio vederla ugualmente- mi sorrise, acquisendo di nuovo un pò di quella sicurezza appena perduta.
Restai in silenzio mentre lo guardavo.
- Che schifo il gusto Biscotto. Ci sono quei granellini di non so che cosa che mi mandano in bestia- disse improvvisamente spezzando il calmo silenzio.
Mi fece scendere le braccia.
- Sono pezzettini di biscotto, idiota-
A sorpresa, mi sporcò il naso con del gelato alla Gianduia congelandolo del tutto.
- Idiota a me non lo dire- ghignò della mia espressione sorpresa e contrariata.
Frugai nella borsa trovandovi un fazzoletto e subito mi pulii.
Appena Benjamin si distrasse, mi vendicai gettando un pò di gelato dietro il suo collo. Saltò dalla panchina per il freddo gelido improvviso che probabilmente sentì scivolare dietro la schiena. Cominciai a ridere divertita buttando all'aria il mio gelato, piegandomi in due per le risa.
Anche Benjamin buttò via la sua vaschetta e si avvicinò pericolosamente a me con un sorriso sadico.
- Vuoi la guerra, eh?-
Mi intimidii facendomi piccola piccola.
All'improvviso, vedendo la gente camminare distratta per le vetrine e i negozi del centro, scorsi una ragazza da lunghi capelli rossi ricci e ribelli.
Nicole di 3^C! Era una bellissima ragazza con un fisico mozzafiato, gli occhi verdi come smeraldi e da fonti attendibili sapevo che sbavava per lo zoticone. Era perfetta.
- Ehi, ehi fermati!- gli dissi con una nuova felicità nella voce. Ero elettrizzata per la fortuna che mi era piovuta dal cielo. Ero salva, ero salva!
- C'è Nicole- gli bisbigliai mentre la indicavo facendomi notare solo da lui.
Lui si girò nella stessa direzione che gli stavo indicando, con il respiro corto e gli occhi che gli brillavano.
Ma non appena la vide, vidi il suo viso inscurirsi e lo sentii sospirare.
- Non posso credere di aver avuto un gusto così pessimo- disse deluso, con una voce così vellutata da sentirmi accarezzata.
Gusto pessimo? Cazzo, Nicole era una delle ragazza più corteggiate del paese. Se lei era pessima io che cos'ero? Benjamin aveva perso il lume della ragione.
- E' lei- dissi ansiosa cercando di sciogliere i dubbi che gli erano sorti in quella testa bacata.
- Bene, c'è solo un modo per scoprirlo-
Alzai un sopracciglio confusa mentre mi giravo verso di lui. Ma quando guardai alla mia destra, lui già non c'era più. Dannazione, ma che voleva fare? Mi aveva preso in giro, Ben non voleva solo vederla. Voleva conoscerla! Ero nella merda, nella merda fino al collo!
- Benjamin!- urlai il suo nome, ma probabilmente fece finta di non sentirmi. Sbattei i piedi contro l'asfalto imprecando come una scaricatrice di porto.
Ma appena mi si presentò la visione raccapricciante del suo bacio con la rossa, sentii ribollirmi il sangue avvampando per la rabbia come un'assassina in preda alla rabbia più cieca.
Feci respiri lunghi e profondi cercando di calmarmi. Lo avrei ammazzato, non c'era alcun dubbio. Lo avrei lasciato a piedi. Ottima idea! Feci per andarmene quando mi tirò per un braccio.
- Come hai potuto?! Me lo avevi promesso, tu non avresti dovuto...!-
- Stai zitta, Giulia! Mi hai mentito! Non è lei, credi che sia stupido?! Il suo bacio non corrisponde per niente e quando le ho chieso di te ha risposto che non sapeva chi tu fossi- mi rimproverò, stringendo più forte la mano intorno al mio braccio. I suoi occhi rasentavano la furia più cieca.
La mia rabbia scemò sentendomi in un profondo disagio imbarazzante. Che figuraccia!
E adesso cosa avrei fatto?
- Perchè mi hai mentito?- mi chiese con un espressione che mi sciolse il cuore.
Mi morsi il labbro e mi guardai i piedi. Benjamin mi tirò su il mento con un dito sussurrandomi un - Guardami-.
- Vuoi la verità? Non volevo che tu soffrissi- non so da dove mi uscii una stronzata del genere.
- Cosa?- alzò un sopracciglio castano chiaro non capendo le mie parole.
Sospirai, guadagnando tempo e formulare al meglio la bugia.
- Benjamin, lei non vuole vederti e non vuole farsi vedere. Avevo timore a dirtelo, non volevo farti stare male. Credevo che ti saresti accontentato soltanto di vederla ma invece hai voluto fare di testa tua e...-
- Mi sembra ovvio, Giuls. Io non mi sarei arreso così facilmente.- mi lasciò il braccio, sospirando sofferente.
- Così, non le piaccio per niente- non era una domanda.
- No- risposi facendogli un debole sorriso.
Passò qualche secondo e lo vidi intristirsi sempre di più.
- D'accordo- disse con voce bassa. - Possiamo andarcene-
Cominciò a camminare davanti a me, con sguardo e spalle basse. Sembrava un cane bastonato.
- Ehi. Mi dispiace- gli dissi sincera mentre lo affiancavo.
Entrammo in macchina. Sentivo la sua sofferenza e mi dispiaceva immensamente vederlo così per colpa mia. Misi in moto accendendo la radio su una stazione House.
Benjamin abbassò di poco il volume.
- Probabilmente, lei è troppo bella per me. Avrei dovuto immaginarlo- disse amaro. Sembrava un bambino triste e deluso. Mi piangeva il cuore. Ma perchè, Giulia?
Sbuffai infastidita dalla mia magnanimità.
Ma ritornando alle parole di Benjamin; lui stava dicendo che io sarei stata troppo bella per lui. Pff...
- Beh, parliamone- dissi con gli occhi puntati sulla strada buia e fredda.
- Non è così?-
- Per me, no-
Dopo qualche minuto di silenzio, Benjamin saltò su divertito con una stronzata colossale.
- Mi trovi attraente?-
Mi girai verso di lui avvampando di rosso.
- Ma che cavolo dici!- mentii deglutendo.
- Si, si, certo- ridacchiò divertito dandomi una debole gomitata.
Poi all'improvviso, cambiò stazione.
- Ehi!- gli gridai, ritornando su quella precendente.
- Non voglio sentire House per altre due settimane. Quindi, per favore, cambia- disse pigiando un altro tasto e andando a finire su una stazione di musica Country. Si rilassò sul sedile con un sorriso sparpagliato.
- Che schifo- commentai premendone un altro e finendo su una canzone di Eros Ramazzotti per cui andavo matta.
Benjamin mi lanciò un occhiataccià e cambiò di nuovo.
No, adesso basta.
- Quella canzone mi piace e la voglio sentire! E poi, questa è la mia macchina- gli dissi ritornando di nuovo sulla stazione.
- Che schifo, Giulia.- cambiò ancora. Mi stavano salendo i nervi. Calma, Giuls. - Guarda la strada- mi ammonì immediatamente.
Io cambiai nuovamente, tornando su Eros. Per due minuti fu un continuo cambiare finchè non mi stancai e lo spinsi.
- Basta, Ben!- gli gridai rossa di rabbia.
Lui rise divertito premendo un altro tasto ancora. Stavo per lanciargli un ceffone quando vidi il suo sguardo allarmarsi all'improvviso.
- Attenta, Giulia!- gridò subito ad occhi sgranati e impauriti facendomi spaventare. E per finire, un enorme e rumoroso tonfo bloccò la macchina.



Note:

Ok, si sono in ritardo. Madornale aggiungerei...Ehm scusate! ^__^'' E' solo che finalmente ho deciso di darmi una mossa a scuola xD anche perchè se no la mi vida es finitaaaaa... :-( Però eccomi qui finalmenteeeee! Dal prossimo capitolo ci saranno più svolte e non vedo l'ora di farvi leggere ;-)
Ringrazio i 26 preferiti e i 41 seguitiiiii! *__*
 zia_addy:   Ecco svelato il mistero! Ahahah ha avuto un gran bel culo... che però si è sgonfiato in un attimo, vero?? xD xD Scusa il ritardo ma ho avuto tremila cose a cui pensareeeee! Spero ke l'attesa ne sia valsa la pena! Grazie mille per essere passata ^^ un baciooooo!
 SweetCherry:     Ehi tesoro miooooo! Io sto ancora aspettando il nuovo capitolo della tua storia eeeh! U.u Cmq non ti preoccupare x lo scorso capitolo ;-) Sono davvero contenta che la mia storia ti stia prendendo e ke sei curiosa di sapere.. ihihihih... Vedrai vedrai.. xD Grazie per aver recensito mon amoour, un bacio enormeeeee! <3<3
 _Bella_Swan_:      Eccomiiiiii bellissima! :-) Grazie grazie grazie, i tuoi complimenti mi fanno gongolare di felicità *Q* Che dolceeeeeee! ^^ si si Ben è veramente... non ci sono paroleee! L'incidente si vedrà nel prossimo capitolo da cui ci sarà una svolta.. ehm ehm.. troppe informazioniiii! Cmq grazie ancora tesoro! Un baciooo grande grandeeeee ^^ <3<3

Piccolo spoileeeer *O*
" - Non volevo ti facessi male- rispose a bassa voce.
- Ma è colpa mia, io avrei dovuto...- cominciai a singhiozzare fortemente.
- Non dirlo neanche per scherzo. Stai tranquilla, non ti farò causa-

[...]
Non avrei mai potuto pensare di avere una visione di Benjamin così...così positiva. Sollevò lo sguardo per cercare il mio, probabilmente si sentì osservato. Inchiodammo gli occhi: nocciola nel cielo limpido, azzurro e infinito. Non riuscii a staccarmi, ne ero rimasta intrappolata; e la stessa cosa stava facendo lui"



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sotto una luce diversa ***



                                                                 




SOTTO UNA LUCE DIVERSA



Mi svegliai bruscamente sentendo alcuni gemiti e respiri affannati che provenivano da qualcuno vicino a me. Quando aprii gli occhi mi accorsi di avere Benjamin disteso sopra di me, con il viso a pochi centimetri dal mio, le mani sul poggia testa del mio sedile e una piccola ferita che gli sanguinava dalla fronte.
Sentii il cuore battere come un pazzo e subito mi feci prendere dal panico.
- Come stai?- mi chiese col respiro corto, preoccupato facendo una smorfia di dolore. Solo allora mi resi conto che aveva una gamba incastrata sotto il cruscotto spaccato.
- Ma cosa è successo?- ignorai la sua domanda e chiesi ansiosamente, cercando di mantenere le lacrime di paura che stavano per fuoriuscire.
- Un incidente. Nulla di grave.-
- Nulla di grave? Oddio, ma che ti sei fatto alla gamba??- portai le mani vicino alla bocca sentendo inumidirsi gli occhi. Stavo andando in iperventilazione sentendo aumentare anormalmente il panico e l'angoscia.
- Non ti preoccupare per me, sto bene. Sono solo incastrato-
Io non mi sentivo per niente dolorante, da nessuna parte. Solo il peso di Benjamin che si stava facendo opprimente ma solo perchè non riusciva a muoversi di lì.
- Tu come stai?- mi chiese di nuovo mentre catturò una lacrima sfuggita al mio comando.
- Io bene- Anche troppo, pensai.
Quando la consapevolezza del fatto che Benjamin si fosse buttato su di me per proteggermi mi colpii, cominciai a sentirmi tremendamente in colpa per quello che era accaduto.
- Oddio, perchè lo hai fatto? Sei pazzo, non avresti dovuto...- lo stomaco cominciò ad ingarbugliarsi un pò per l'ansia e il panico, un pò per l'immensa gratitudine che provavo per il suo gesto da pazzoide.
- Non volevo ti facessi male- rispose a bassa voce.
- Ma è colpa mia, io avrei dovuto...- cominciai a singhiozzare fortemente.
- Non dirlo neanche per scherzo. Stai tranquilla, non ti farò causa-
Aveva anche il coraggio di scherzare in un momento come quello?
- E adesso che facciamo?-
- Chiama i vigili del fuoco, non so... Qualcuno, insomma. Non so per quanto riesco a resistere.- si lamentò ancora muovendosi appena sopra di me.
Divenni rossa come un pomodoro e mi maledii. Come potevo arrossire e pensare alla sua bellezza in un momento così traumatico?
Tastai con la mano sotto il sedile, cercando la leva per far abbassare il seggiolino. La sollevai aspettandomi di scendervi piano piano ma non successe un bel niente.
- Non funziona- sospirò - Ci ho provato anche io. Ma lo schianto ha incastrato il seggiolino-
Guardai di fronte a me, oltre la testa e i capelli biondi di Benjamin, e notai quanto poco fosse distante dal parabrezza; neanche cinque centimetri a separarci...
Deglutii impaurita.
- Ma come è successo?- chiesi, cercando di pulirmi il viso come meglio potevo. Le mie braccia erano incastrate sotto quelle di Ben e mi riuscii difficile anche solo toccarmi la punta del naso.
- Sei andata contro un albero e la tua auto si è accartocciata come carta velina-
Un brivido mi percosse. E menomale non eravamo stati noi accartocciati come la macchina. Ma altri pochi centimetri e saremmo morti.
- Ok, allora, vediamo da come uscire da questa situazione.- presi un bel respiro e decisi di darmi una mossa. Non potevamo rimanere incastrati nella mia macchina - ormai ridotta in brandelli- per sempre.
Pensai un attimo alla situazione, osservando com'era posizionato il corpo di lui per poi osservare il mio.
- Riusciresti a strisciare e uscire dal finestrino?- gli chiesi tesa per la richiesta, evidentemente, impossibile.
Schiacciai il pulsante per l'attivazione automatica dei finestrini e, con mia grande gioia, funzionavano ancora.
- Ho la gamba incastrata, non riesco a muovermi- mi fece di nuovo presente con aria un pò seccata.
Palo.
- E se invece tu scivolassi da sotto di me ed uscissi dall'altra parte?-
Aveva ragione da vendere il biondino. Mi complimentai mentalmente per la sua intelligenza.
- Cazzo, mi sto disrtuggendo la schiena...- si lamentò, stringendo i pugni contro il mio poggiatesta.
Provai a sfilarmi da sotto le sue braccia, abbassando la testa e facendovi passare metà della mia schiena. Il peggio arrivava ora: il mio corpo era per metà nel seggiolino di fianco, mentre l'altra metà era sotto il torace e il bacino di Benjamin, completamente storto.
- Ora mi distruggerò io la schiena- dissi esausta, sospirando.
- Non ti lamentare. Io sono in questa posizione da almeno un quarto d'ora. La Bella addormentata non voleva svegliarsi- mugolò infastidito.
Lo fulminai indispettita incontrando il suo sguardo contrito. Però aveva ragione: lui non mi aveva svegliata, non so perchè, ed era rimasto fermo in quella posa massacrante. Perciò, lasciai correre.
- Per favore- dissi affaticata mentre cercavo di togliere le gambe da sotto il cuo corpo - potresti alzarti solo un pochino?-
- Fosse facile-
Ci provò stringendo i denti e i pugni, ma poi si accasciò di nuovo sopra di me respirando faticosamente. Avevo sfilato di poco le mie gambe ormai oppresse. Non le sentivo nemmeno, erano addormentate.
- Vai- farfugliò d'improvviso prendendo il respiro, alzando ancora la schiena e indurendo gli addominali fino allo sfinimento. Finalmente, fui libera e mi misi a sedere fulmineamente sopra il seggiolino del passeggero.
- Brava- mi sorrise paonazzo in viso, affaticato per lo sforzo. Dopo poco arrossii anche io per il sorriso splendente che mi aveva appena rivolto. Ma dico, si può avere denti così bianchi e perfetti?
Non era il momento, però, di pensare sua alla dentiera, al suo dentifricio, al suo spazzolino eccetera eccetera...dovevo tirarlo fuori di li.
Provai a sollevare il cruscotto con tutta la forza che avevo nelle braccia, ma dall'altra parte dell'auto sentii uno scricchiolio che non mi piacque per niente e mi fermai all'istante.
Saettai preoccupata gli occhi verso Benjamin, cercando aiuto, una risposta, un consiglio.
- Lascia stare il cruscotto, grazie. Non voglio rischiare-
Sospirai amareggiata. Sentivo un magone che si faceva spazio nello stomaco: Benjamin si era buttato sopra di me per evitare che mi facessi del male e io non sapevo come tirarlo fuori da quella situazione assurda. Ero inutile, non servivo proprio a niente.
Le lacrime scesero lente e calde, facendomi innervosire. Era forse il momento di piangere?! No. Era il momento di non farsi prendere dal panico e di levare Benjamin da quella posizione che lo stava sfinendo.
- Perchè piangi?- la sua voce calda e premurosa mi arrivò all'orecchio come un tiepido venticello primaverile.
- Niente. Quando sono molto nervosa, piango- spiegai, asciugandomi il volto bagnato.
- Non è stata colpa tua l'incidente, ok? Non cominciare a sentirti in colpa per ciò che è successo-
- Ero io al volante- sestenziai singhiozzando.
- Smettila, è stata colpa di tutti e due. Non dovevo distrarti-
- E io non dovevo lasciarmi distrarre-
Benjamin sbuffò.
- E poi non dovevi proteggermi- gli dissi ancora con le lacrime agli occhi. Stupido che non era altro! Era colpa sua se mi sentivo così; sarei stata meno in colpa se non avesse cercato di proteggermi e mi fossi ritrovata qualche graffio o ferita.
- Rischiavi di morire- disse a denti stretti. Ero certa di scorgervi un tono di tormento in quella affermazione alquanto macabra.
- Perchè tu no?! Neanche io sono una pappamolla!- gli gridai stizzita.
Calò un silenzio tombale che quasi mi spaccò i timpani.
- Giuls, non c'è l'ho con te. Ora, smetti di piangere- che non serve a niente- e fai qualcosa.-
Respirai a fondo due volte prima di annuire e scendere dall'auto. Tastai i miei jeans dove, per fortuna, trovai il mio cellulare. Sollevai il monitor e notai che mezza parte dello schermo era distrutto. Borbottai incazzata e chiamai il 118.

- I vigili del fuoco saranno qui a momenti- dissi a Benjamin e in un baleno ci sentimmo più sollevati. Poi chiamai immediatamente a casa mia spiegando ciò che era successo; mia madre, dall'altra parte del telefono, la sentii quasi svenire e prendersi un infarto ma la rassicurai subito dicendogli che non mi ero fatta niente grazie a Benjamin. Gli dovevo la vita. Non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa del genere: io ero fuori con il ragazzo che più detestavo al mondo e, alla fine della disgraziata giornata, per colpa della sottoscritta, mi aveva salvato la vita. Incredibile! E quasi impossibile da credere visto i precedenti che avevamo avuto io e lui! Ma adesso che lo guardavo, tesa e sconsolata, non riuscivo più ad immaginare il mio cuore e le mie emozioni pieni di odio e rancore. No, non potevo. C'era solo un'immensa gratitudine e rispetto nei suoi confronti. Lo guardai per un momento. Vederlo così stanco, poggiato con la guancia sul poggiatesta, la fronte madida di piccole gocce di sudore per gli sforzi fisici che stava facendo a mantenersi in quella posizione, mi procuravano un tenerezza infinitamente dolce. Non avrei mai potuto pensare di avere una visione di Benjamin così...così positiva. Sollevò lo sguardo per cercare il mio, probabilmente si sentì osservato. Inchiodammo gli occhi: nocciola nel cielo limpido, azzurro e infinito. Non riuscii a staccarmi, ne ero rimasta intrappolata; e la stessa cosa stava facendo lui. Pochi istanti dopo arrivarono mia madre e Chiara preoccupate da morire. Per fortuna, mio padre era a lavorare se no avrebbe combinato un vero e proprio macello. Chiara quasi svenne vedendo che Benjamin aveva una ferita un poco aperta sulla schiena - che non avevo affatto visto- e quella piccola sulla fronte. Mi venne ancora più la nausea pensare che era colpa mia. Il ragazzo cercò di tranquillizzarla, ma conoscevo Chiara che subito si faceva prendere dal panico, e di sicuro non avrebbe lasciato in pace Benjamin per una settimana e passa, come minimo. Lo avrebbe riempito di amorevoli attenzioni, a volte fastidiose, che solo un genitore ossessivo sapeva fare.

Dopo di che, arrivarono i vigili del fuoco che riuscirono a togliere la gamba incastrata di Ben da sotto il cruscotto. Con mio grande piacere, vidi che il suo piede non aveva un graffio; solo la scarpa e la fine del suo jeans erano rotti e stracciati. Decisamente, da buttare. Mi dispiacque ma ero molto, ma molto ,più sollevata capendo di non averlo ferito ulteriormente.
La mia macchina distrutta sarebbe stata riparata non spendendo un centesimo per via della mia assicurazione impeccabile. Per una volta, pagarla, non fu un trauma.

Quando arrivai a casa, corsi subito a fare una doccia calda e rilassante per sciogliere le ultime tensioni della giornata, ancora insidiate nel mio animo.  Stesa nel letto, già in pigiama, non facevo altro che pensare a Benjamin e al suo strano comportamento. Perchè mi aveva salvata? Perchè non voleva che mi facessi del male? Forse perchè non voleva vedere un cadavere, pensai con una smorfia...Sorvolai.

 Si era davvero sentito a disagio con me, nel pomeriggio prima dell'incidente? Cercai di mandare giù il groppone che avevo in gola. Fui presa da un'ansia strana e improvvisa, mi sentivo persa vagabondando nel buio. Ma che mi prendeva?! La confusione che avevo in testa, era troppa, veramente insostenibile da contenere...Troppe domande, nessuna risposta. Arrossivo ogni volta che pensavo al suo sorriso o al suo sguardo, arrossivo al solo pensiero di averlo avuto sopra di me, in macchina, così vicino al mio viso. Arrossivo quando lo pensavo, punto.
Scossi la testa sbalordita da me stessa, portandomi le mani davanti agli occhi. Stavo per scoppiare a piangere dal nervoso che piano piano sentivo crescere dentro. Quel caos di emozioni, pensieri, sensazioni mi stavano procurando una felicità angosciante. Lo so, era stupido, forse insensato ma era così che mi sentivo. Si, mi sentivo un pò felice ma non sapevo realmente il motivo, e angosciata perchè credevo di conoscerlo in fondo al mio cuore. Ma non volevo tirarlo fuori, non volevo pronunciare quelle parole. Dirle sarebbe stata la prova tangibile di quello che avevo dentro e non potevo...non potevo! Che le " previsioni" di Jessica si fossero avverate? Solo per metà, era ovvio. E se era realmente così? E se io mi fossi presa una...cotta per colui che per più di una vita avevo odiato? Cosa avrei fatto? In quel caso, gli avrei raccontato la verità?



NOTEEE:
Ve l'avevo detto che ci sarebbe stata una svoltaaaaa =D Finalmente, Giulia ha aperto gli occhi *.*
Me lo mangereeeeeeeei xD Scusate il ritardo stelline, ma ho avuto parecchio da fare in questa settimana. Devo assolutamente mettermi in carreggiata con la scuola e finalmente ho trovato un pò di tempo per postare visto che domani non si va a scuola e che oggi qui da me piove :-). Spero tanto tanto che vi sia piaciuto anche se dalle recensioni non si direbbe T^T Ma vabbè io vado avanti lo stesso, non mi fermo al primo ostacolo :D. Quindi ringrazio i 28 preferiti e i 45 seguiti...
Poooooi:
 
sbrodolina:     Grazie milleeeeee! Sono contenta di avere una nuova fan :D Beh, adesso ho soddisfatto la tua curiosità. Come avrai letto, per fortuna non è successo nulla di grave. Questa era la cosa di cui parlava Jessica ;-) certo non poteva prevedere davvero che potesse accadere un'incidente ma ora Benjamin è sotto quella famosa luce diversa. Spero che continuerai a seguirmi! Grazie ancora, un bacio!
zia_addy:          Non preoccuparti per il termine, ihihihihi...figurati! xD Noooo ma lei non è stata cattiva, solo che non lo sopporta xD. Grazie per essere passata a recensire ^O^ un baciooooooo!
 XXX_Ice_Princess_XXX:      Eccomi qui! Non è successo nulla di ke per fortuna... Tiriamo tutte un sospiro di sollievo =D. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacioooo e grazie mille! =)
 3things:        Grazie grazie e grazie! =D Sono davvero felice che la storia ti piaccia e ti prenda. Si, mia cugina ha avuto veramente una grande fortuna e dopo questa che mi ha raccontato mi ha infuso veramente tanta speranza! Capiterà anche a noi una fortuna simile, dai! =D Spero che ti piaccia anche questo e che continuerai a seguirmi ^.^ Un bacioneeee!


Spoileriiiino ^^

" - Lui ti piace, tesoro, e non negarlo.-
[...]
- Mpfff...Ma se io non lo sopporto, mamma?!- le feci presente.
- Tra l'odio e l'amore c'è solo uno stupido e piccolo passo, lo sapevi?-
[...]
Che ci faceva lei qui? Semplice: Benjamin l'aveva accalappiata.
[...]
 Quell'ochetta mora, ma da dove era sbucata!? "



Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Veggente ***





                                                                                                                   


VEGGENTE




Certo che svegliarsi alle 5.00 del mattino non era una cosa tanto abituale fatta proprio da me. A dir la verità, quella sera non avevo dormito per niente: la confusione e il caos di emozioni che nascondevo dentro non mi abbandonarono un solo istante. Non potevo ancora credere che... Basta! Avevo bisogno di distrarmi...
Scesi giù a farmi un caffè macchiato, anche se non avrebbe fatto bene ai miei nervi, poi restai seduta a tavola sfogliando un vecchio libro di mia madre tanto per fare qualcosa. E dopo poco, la sentii scendere.
Si sorprese appena mi vide e mi abbracciò la schiena da dietro chiedendomi se mi fossi ripresa dal giorno prima. Avrei voluto risponderle che l'incidente non era niente al confronto del disastro emotivo che avevo in corpo. Ma mi concessi ad un semplice - Bene, grazie-
- Come mai sveglia a quest'ora?- trafficò con la macchinetta del caffè.
- Non riuscivo a dormire-
- Non hai dormito tutta la notte, vero?- disse con un sorriso appena accennato e uno sguardo benevolo alla mò di " Io-so-tutto". E in effetti, aveva ragione. Il Mamma-Radar difficilmente sbagliava.
Scrollai le spalle ignorando la domanda.
- Me ne sono accorta perchè stanotte non parlavi nel sonno, come invece è tuo solito- ridacchiò dolcemente per poi sedersi a tavola, di fronte a me, con la sua tazzina di caffè espresso fumante.
Feci una smorfia: mi detestavo profondamente quando parlavo nel sonno. Sarebbe potuta uscire la cosa più orribile di tutte, mentre dormivo, se ci fossero state orecchie indiscrete.
La guardai un momento con sguardo vacuo, tanto per posare gli occhi su qualcosa. Mia madre non mi stava aiutando a distrarmi.
Sospirai incosciamente.
- Amore, posso farti una domanda?-
Annuii. Non ero molto loquace quella mattina e se ne era resa conto. Forse, il Mamma-Radar ne avrebbe individuato pure il motivo.
- Mi prometti di essere sincera?-
- Io sono sempre sincera con te, mamma- ed era vero. Io e mia madre avevamo un rapporto stupendo: lei era come se fosse una delle le mie migliori amiche.  A lei potevo dire tutto, ogni cosa. Certo, non era una donna debole di polso, anzi, si faceva portare rispetto e io non avrei mai, e dico mai, potuto deluderla. Amavo troppo mia madre per procurarle un torto, sia sotto quell' aspetto di mamma che quello di migliore amica.
- Tra te e...lui, c'è del tenero?-
La domanda mi prese in contropiede. Insomma, si sapevo che mi avrebbe chiesto una cosa del genere ma non mi aspettavo di sentirla così schietta e diretta.
Beh, che avrei detto? Non lo sapevo. C'era del tenero tra di noi? No, non direi proprio. Da parte sua poi non se ne parlava.
Con un sospiro sconsolato dissi la verità. O quasi...
- No, mamma.-
- Mmm... Dovrei crederti?- teneva gli occhi puntati nei miei, mentre si portò la tazzina alla bocca, per scorgervi qualche traccia di inscurezza da cui derivava la bugia.
- E' vero ciò che ti dico-
- Ah si? E allora perchè hai pensato subito a Benjamin?- sollevò un sopracciglio, assumendo un'aria arrogante e vittoriosa mentre attendeva una mia risposta.
Sbam. Beccata.
- Beh, perchè tu sei fissata con lui- balbettai e arrossii ma, per fortuna, nella penombra non si poteva vedere molto il colorito del viso.
- Lui ti piace- affermò mentre si alzava dal tavolo per posare la tazzina nel lavello. Mi si mozzò il respiro in gola. Perchè mi sentivo presa in modo anormale da ciò che aveva appena detto? Mi fregava qualcosa controbattere? No, non avrebbe dovuto...
La seguii in automatico, portando anche la mia tazzina.
- Mamma, il caffè espresso fa male la mattina, te lo dico sempre-
- Lui ti piace, tesoro, e non negarlo. Ecco, bene, sono stata io a scioglerti il groviglio di pensieri che si aggirano nella tua testolina viaggiatrice.-
Era seriamente convinta di quel che diceva. Sapevo qual'era quel tono: quel tono che nessuno avrebbe mai potuto smentire.
- Mpfff...Ma se io non lo sopporto, mamma?!- le feci presente, sentendo battere il cuore.
- Tra l'odio e l'amore c'è solo uno stupido e piccolo passo, lo sapevi?- disse con un sorrisino compiaciuto stampato in volto per poi dileguarsi sulle scale.
Rimasi di sasso a quell'affermazione. Come poteva l'odio trasformarsi in amore? Amore poi... Io non lo amavo! Però mi... No, non potevo ammetterlo neanche a me stessa.
Non mi sarei meravigliata se quel giorno avrei assistito al diluvio universale.

Lui non poteva piacermi, non poteva, non poteva! Insomma, no, era fuori questione! Mi stavo dirigento frettolosamente verso casa di Anna che distanziava da me di ben due chilometri quasi. Si, ero poco normale ma quella mattina ero nervosa e avevo bisogno di muovermi, di fare qualcosa. Poi erano ancora le 6.30 e sarei dovuta essere a scuola per le 8.00. C'era tutto il tempo del mondo, che non potevo sprecare a casa. Arrivai a casa della mia migliore amica solo dieci minuti dopo e la chiamai al cellulare per non suonare il campanello costringendo a svegliare pure i suoi genitori.
- Pronto? Ma chi è quell'imbecille che chiama così presto...- la sua voce impastata dal sonno borbottò al telefono, dopo ben cinque chiamate a cui non aveva risposto.
- Anna, sono io. Ti prego, aprimi sono sotto casa tua.-
- Giulia. Ma sei pazza?-
- Ho bisogno di te-
- Va bene- rispose poco entusiasta. Mi aprii la porta d'ingresso con ancora il telefono all'orecchio e sguardo completamente assente quando io già avevo riattacato da un pezzo.
- E la macchina?-
- Piccolo incidente- cercai di minimizzare, ma sapevo che si sarebbe svegliata in un lampo dopo, e avrebbe voluto sapere ogni cosa.
- Coooooooooosa?!- disse strabuzzando gli occhi e dimenticandosi il fatto che era appena l'alba.
Infatti...come non detto.
Le feci segno di tacere e mi forzò ad entrare tirandomi per un braccio.
- Oddio, che incidente? Fa vedere...- mi girò tre volte su me stessa in cerca di qualche ferita o qualche livido.
- Non ho niente, Anna- la fissai seccata mentre finiva di comportarsi da mammina premurosa. Si portò una mano sul cuore, sospirando di gioia.
- Mi hai quasi fatto venire un infarto, cretina- assottigliò gli occhi.
- La mia macchina è completamente sfasciata-
- Si, e il Messia ti è venuto incontro per salvarti la vita- affermò ironicamente.
- Sono stata salvata, si, ma non dal Messia...- abbassai lo sguardo, cercando di non arrossire ma mi riuscii difficile.
Vidi Anna pensierosa grattarsi la nuca.
- Oh, mio...Dio!- esclamò portandosi le mani davanti alla bocca, sorpresa come mai l'avevo vista in vita mia.
- Ieri con te c'era, c'era...Benjamin!-
Annuii storcendo la bocca.
Si sedette un momento sul divano.
- Ok, allora, ricapitoliamo. Tu mi stai dicendo che hai fatto un incidente e che Benjamin ti ha salvato la vita?-
Sospirai e annuii di nuovo. Ripensando al giorno prima, lo stomaco si ingarbugliò da solo mentre il cuore cominciò a tamburellare pensando che di lì a poco lo avrei rivisto. No, non cominciare Giulia.
Anna rimase a bocca aperta senza emettere suono. E dopo poco corse ad abbracciarmi stretta stretta.
- Non ci posso credere, Giuls, non ci posso credere!- era tutto un sorriso felice e sognante.
Dopo altri sorrisini ebeti e suoi film mentali, Anna mi fece accomodare in cucina. Si preparò la sua tazza di latte e miele con i classici biscotti al cioccolato; la mia inguaribile bambina.
- Si ma mi sfugge un passaggio- si accigliò mentre sgranocchiava uno dei suoi biscotti - A parte la macchina rotta, perchè hai bisogno di me? Sei in un lutto per aver passato un pomeriggio con Benjamin?- e scoppiò a ridere da sola.
Non c'era niente da ridere, per quanto potesse riguardarmi, anzi c'era da piangere.
Anna mi guardava perplessa mentre io ero intenta a guardare altrove e pensando ad altro, decisamente.
- Tu...non sei in lutto per aver passato un pomeriggio con lui, vero?- la sua domanda camuffata non mi ingannò. In verità significava " Lui ti piace, non è così?".
- Ho anche il cellulare spaccato, guarda!- lo tirai fuori per farle vedere il monitor. Con una mano lo prese, spazientita, e lo poggiò sul tavolo sbuffando.
- Giulia, non mi fai fessa. Si stanno forse avverando le stronzate di Jessica?-
- Ma cosa dici, Anna, sei completamente impazzita?! Lo sai che lo odio-
- Ma cosa vuol dire? Capita che a volte ci si innamora dell'ultima persona di cui non avresti mai pensato di innamorarti-
- Ma io non sono innamorata di lui!- e questo era vero.
- Però ti piace!-
- No!- ribattei immediatamente mentre mi distruggevo, nevroticamente, i polpastrelli dell'indice della mano destra.
- Invece si!- mi guardava con aria di sfida, assottigliava gli occhi.
- Ti dico di no, Anna-
- E allora perchè sei qui?-
- Perchè mi sento in colpa- ero brava a dire le bugie. Insomma, si era anche per quello ma non era, di certo, il motivo pressante.
- Per cosa?- alzò il sopracciglio, confusa.
- Per aver provocato l'incidente. Lui mi ha salvato la vita e mi sento in debito-
- Ma non l'hai fatto a posta, perchè devi sentirti in colpa?-
- Me lo ha detto anche lui ma... Non lo so. Mi ci sento e basta.- spallucciai sbuffando.
Scosse la testa - Non ci pensare, dai, l'importante che non sia successo nulla di grave.- cercò di confortarmi dandomi un bacino sulla guancia.
Mentre Anna corse in camera sua per vestirsi, dato l'orario che si era fatto, decisi di raccontarle anche del pomeriggio precedentemente all'incidente. Non sapevo ancora se Benjamin si fosse arreso nella ricerca della ragazza, ma qualcosa mi diceva di si. Sospirai afflitta a quel pensiero: non avremmo più avuto una scusa per parlare.
Non le dissi, però, cosa mi ero sentita dentro mentre lo vidi baciarsi con quella Nicole. Credo che solo allora avrei potuto interpetarla come...gelosia. Si, era dura da ammettere ma era così.
Ancora mi chiedevo come fosse, fottutissimamente, possibile che in cinque stupidi, lunghissimi giorni potessi essermi presa una cotta per quel...per quello zoticone! Come?!
A quanto pareva, Anna si era bevuta la storia dei sensi di colpa. Ma un giorno o l'altro mi avrebbe scoperta; si, io sapevo mentire davvero bene, ero un'ottima attrice ma lei era la mia migliore amica e avrebbe capito ogni cosa. Mi conosceva come le sue tasche. Secondo me aveva ancora qualche sospetto, anche se avevo detto una grande cazzata.

A scuola rimasi profondamente delusa quando mi accorsi che Benjamin non vi fosse venuto. Avevo la vaga impressione che sarebbe centrata la storia dell'incidente; speravo davvero che non fosse nulla di grave. Jessica notò il mio stato d'animo e anche lei, come mia madre, sospettava del mio cambio di sentimenti per il mio nemico. Le avevo raccontato dell'incidente e, dopo vari saltelli da spastica e gridolini eccitati, lei se ne uscì dicendo: - Adesso anche lui, per te, è sotto una luce completamente diversa-. Non provai neanche a contraddirla perchè non mi andava e tanto sapevo che aveva ragione. Ma quanto stupida potevo essere? Solo perchè mi aveva salvato la vita non potevo fissarmi con lui per forza...
No, questa storia deve finire immediatamente. Prima me lo levo dalla testa, meglio è.
Il pomeriggio io, Anna e Jessica andammo al nostro solito parco dove vi incontrammo Michele, Giovanni - un altro nostro amico che ultimamente non usciva perchè era stato assente per lutto- che salutammo con un caloroso abbraccio e le nostre più sincere condolianze per la morte della nonna adorata.
Dopo una mezz'ora di sproloqui insensati tra maschi e femmine, Benjamin ci raggiunse quasi zoppicando. Appena scorsi i suoi capelli biondi in lontananza, il mio cuore cominciò il suo battito impazzito e frenetico. Mi portai sorpresa una mano sul cuore senza farmi vedere da nessuno. Un forte colpo allo stomaco mi stabilizzò quando la consapevolezza di essere io la causa della sua gamba malconcia mi raggiunse.
Salutò i suoi amici dando loro la mano e una pacca sulla spalla e, sotto richiesta, raccontò il motivo della gamba storpia. Mi rivolse un sorriso imbarazzato prima di cominciare a raccontare il pomeriggio precedente, Nicole e l'incidente. A proposito della seconda, da quanto avevo sentito dirgli, aveva deciso di mollare. Gli chiesi il perchè, leggermente dispiaciuta e lui rispose che non voleva esserle di distrubo: se lei proprio non voleva vederlo perchè non le piaceva lui non voleva continuare ad essere opprimente con le sue richieste. Annuii sconsolata collegando i fatti che si sarebbero svolti in seguito...cioè, niente. "Nicole" era l'unica scusa, l'unico motivo che ci permetteva di interloquire abbastanza civilmente. Anzi, l'unico motivo che ci permetteva di parlare.
- Quindi non sei venuto a scuola per il male alla gamba?- gli chiesi avvampando. Non volevo capisse che mi accorgevo della sua assenza, ma un pò di preoccupazione era giusta farla trapelare. Anche perchè era colpa mia.
- No, in realtà non sono venuto a scuola per questo- e alzò la maglietta dietro la schiena -facendomi arrossire fino alla radice dei capelli- mostrandomi una garza che gli fasciava schiena e petto.
Abbassai lo sguardo profondamente amareggiata.
- Sono andato all'ospedale stamattina perchè, nonostante avessi disinfettato la ferita sulla schiena costantemente, continuava ad uscire una sostanza giallastra  che bruciava anormalmente. Ho dovuto mettermi tre punti e mi ha fasciato per sicurezza.- continuò abbassandosi la maglietta e infilandosi la giacca.
Peggio del peggio. Ero proprio un disastro.
- Mi dispiace- farfugliai con gli occhi fissi sui miei piedi.
- Non ti preoccupare, Giulia- disse lui sorridendomi appena.
Lo osservai per circa un'ora, perdendomi nei suoi gesti e in ogni minima parola che usciva dalle sue dolci labbra. Dolci labbra...?! Dio, com'ero messa!
Cercavo di non farmi vedere mentre di sottecchi continuavo a guardarlo, specialmente dalle mie amiche che, per fortuna, erano impegnate in una vivissima discussione. E menomale che avrei dovuto levarlo dalla testa! Si, stiamo andando veramente bene vero Giuls? Ma la cosa che mi sconvolse più di tutte è quello che accadde pochi minuti dopo. Veronica, una ragazza di Sorbara che abitava a circa quattro chilometri di distanza dal mio paesino, puntava dritto verso di noi con sguardo completamente sognante e sorriso a quaranta denti. Che ci faceva lei qui? Semplice: Benjamin l'aveva accalappiata. Non chiedetemi nè quando nè dove perchè non so come diamine avesse fatto. Il giorno prima aveva avuto un'incidente e lui invece che stare a casa per riposare cosa faceva...?! Andava in giro a fare il PlayBoy! Ma guarda tu!! E quanto imprecai quando vidi Veronica avvinghiarsi a Benjamin spasmodicamente. Lui le infilò almeno tre metri di lingua in bocca. Che ribrezzo, Dio mio. Mi irrigidii come una foglia congelata. Il mio cuore rallentò i battiti quasi stesse andando incontro al suo ultimo " Bum". La scena che avevo davanti mi colpii talmente forte che mi costrinse ad alzarmi e incamminarmi veloce, lontano da lì. Probabilmente, tutti si girarono a guardare dove stessi andando e le mie due fedeli amiche mi rincorsero a perdifiato.
- Che ti prende? Te ne vai e non dici niente...!- sbottò Anna leggermente irritata.
- Devo andare a casa, mi ero dimenticata che mia madre mi aveva chiesto di... di pulire i vetri prima del suo ritorno-
Ero proprio brava con le bugie...
- Sei sicura di ciò che dici?- mi chiese Jessica alzando un sopracciglio con aria di chi ha la puzza sotto al naso.
- Ma si... Perchè dovrei mentirvi...?-
- Ok, allora. Ci vediamo domani, oppure ci sentiamo stasera. D'accordo?-
Sentivo i passi degli altri raggiungerci e non potevo rimanere lì un secondo di più, sarei crollata. Non risposi ad Anna e continuai a camminare veloce con il capo chino. Non vedevo l'ora di tuffarmi nel letto e nella mia solitudine.
Cacchio si, certo, doveva proprio essere parecchio importante quella Nicole per lui! Si, si come no! Si era già consolato per bene, il signorino! Quel grande maiale che non è altro! Ma come aveva fatto?! C'è dove se l'era andata a pescare Veronica? Mah.
- E tu, tu sei la stupida, Giulia! Tu che ti sei lasciata andare e che ti sei lasciata incantare dalle sue parole!- parlavo al mio riflesso nello specchio. E più mi osservavo, più mi maledivo. Io quella sera non dovevo andare a quel maledetto Vox di merda! Mannaggia a me e la mia magnanimità. Dovevo dire di no ad Anna, che si sarebbe arrangiata! Non dovevo andarci e non avrei dovuto...Aaaaah! Quell'ochetta mora, ma da dove era sbucata!? Perchè proprio a me?
" Il bacio più bello della mia vita" Puah! Tutte stronzate. Lui non sapeva niente di niente dei sentimenti, dell'amore...niente! Le donne erano per lui soltanto oggetti usa e getta. Lui era il " Dio" e le donne le sue "serve". Biondino egocentrico con un neurone diviso a metà!
Avevo bisogno di sfogarmi, di urlare. Dio, che nervoso. Quella troietta! Ma perchè, perchè ero così gelosa? Perchè rimanevo a fissare per minuti e minuti i meravigliosi lineamenti di Benjamin? Perchè i suoi occhi mi ipnotizzavano e il suo profumo era il più buono che avessi mai odorato? Perchè la sua bellezza sconfinata mi faceva battere il cuore in quel modo pazzesco?
Non piansi per lui quel pomeriggio e neanche quella sera. Non piangevo quasi mai, ero una ragazza abbastanza forte e troppo orgogliosa per farlo. Avrei preferito ricevere tre o quattro pugni in faccia piuttosto che versare lacrime per uno come Benjamin.
Le cose avevano preso una piega decisamente anomala.
All'improvviso mi prendo una cotta per il mio nemico n°1 - una cosa che mai e poi mai avrei creduto che potesse accadere-, mi sento gelosa e un poco possessiva nei suoi confronti. E, terzo, e non meno importante, nonostante il ribrezzo che mi era venuto quel pomeriggio al parco, non riuscivo a non pensarlo. Anzi, ci stavo veramente uno schifo. Mi aveva ferito; peggio di un pugno nello stomaco da John Cena. Non mi ero mai sentita così. Ricacciai indietro le lacrime alla revisione di quella scena da brivido.
Beh, io potevo avere sempre la carta vincente, giusto? Potevo sempre dirgli la verità e lui sarebbe corso da me...Giusto? No, non potevo saperlo con certezza. Avevo troppa paura della sua delusione. Magari quel briciolo di rapporto che avevamo sarebbe andato in frantumi perchè avevo avuto la stupida idea di raccontargli la verità. No, dovevo starmi zitta. Preferivo conservarmi quel piccolo rapporto e soffrire come un verme, piuttosto che non averlo proprio. Dovevo soffrire in silenzio e tenere i miei sentimenti per me. Magari prima che me ne accorgessi mi sarebbe passata.
Però, non ci contavo poi molto...
A disturbarmi i fastidiosi squilli del telefono. Tre. Quattro.
- Pronto?!- acidità fatta persona.
- Buonasera anche a te!-
- Scusa, Anna. Non è giornata, perdonami- sbuffai, sprofondando di schiena sul letto.
- Mmm..Tranquilla! Soffri di vuoti di memoria, per caso? Dovevi chiamarmi...-
- Scusa- roteai gli occhi esasperata. Non avevo bisogno dei suoi rimproveri!
- Pulito i vetri a mamma?- mi innervosiva la sua finta voce da ficcanaso sapientona.
- Anna, arriviamo al punto o ti faccio un elenco di quello che ho fatto in queste cinque misere ore?!?-
- Calmati, Giuls, scusa. Comunque, Giovanni ha chiesto se domenica vieni alla sua festa dei 18-
Cavolo! Giovanni sarebbe diventato maggiorenne quella domenica...e ancora dovevamo fargli il regalo!
- Ah si, me ne ero completamente scordata. Dovrei venirci; ma il regalo?-
- Avevo già pensato al regalo: 40 € vanno bene? Da dividere in tre, ovviamente-
- Si, non c'è problema. E cos'è?-
- Tracolla e cappellino della Gaudi. Oh, aspetta un momento che Jessica mi sta chiamando. Faccio la conferenza-
Anna mi mise in attesa. Fantastico, ci mancava solo Jessica e la sua magica parlantina!
- Giulia- eccola! - ora mi devi spiegare perchè te ne sei andata in quel modo!-
- Primo, ve l'ho detto e secondo, abbassa la voce.- risposi parecchio irritata.
- Sei una bugiarda!  E tu ti aspetti che noi crediamo alla menzogna dei servizi domestici?! Mppff...-
- Jessica abbassa veramente la voce, mi si è tappato un orecchio- parlò Anna un pò seccata.
- E per cos'altro?- chiesi ingenuamente.
- Perchè eri gelosa!- sbraitò dall'altra parte della cornetta la mia amica veggente.
Aspettai che quell'esclamazione si incantrasse nel mio cervello e poi...scoppiai a ridere.
- Ahahaha! Si, certo, di Benjamin! Oddio, sto morendo di invidia per quella gallina, te lo giuro.-
Jessica sbuffò pesantemente.
- Ma perchè non lo vuoi ammettere?-
- Sei tu la fissata con sta storia, Je, non Giulia- Anna prese le mie difese.
- Anna, zitta tu. Lo sai che cosa faceva Benjamin oggi pomeriggio, Giulia?-
Che domanda era questa? Avrà fatto del gran sesso, ecco che cosa avrà fatto. Una fitta allo stomaco mi bloccò il respiro.
- Quando?- sibilai debole.
- Nel pomeriggio quando la gallina gli si era attaccata come una cozza-
Sbuffai scombussolata.
- Io vi dico che non è giornata e pretendi pure che mi  metta a guardare quei due mentre scopano?!-
Ok, avevo esagerato. Un silenzio di tomba per i primi trenta secondi.
- Vuoi sapere che faceva o...-
- Jessica, aspetta ferma un minuto- Anna stoppò Jessica in preda alla curiosità e un poco di furia.
- Giulia, ora ti parlo molto seriamente e non sto scherzando. Come tua migliore amica, mi sento in dovere di dirti che...ci hai rotto i coglioni! Ora, è inutile che fingi anche perchè ti sei scavata la fossa da sola, quindi spiegaci, per cortesia, che cazzo te ne frega a te di quei due che scopano!- non era una domanda, Anna era incazzata e io ero nella merda.
- Niente- ero la solita testarda.
Sentii un tonfo improvviso dall'altra parte e la voce in lontananza di Anna che gridava - Ci rinuncio-
Ops...
- Ti stavo dicendo - riprese in tutta tranquillità Jessica - che Benjamin oggi, mentre slinguazzava con Veronica, non faceva altro che guardarti-
Sbarrai gli occhi e mi si fermò il cuore.
- Hai bevuto?-
- No, sono astemia, per Dio! Giulia, basta, ascolta quello che dico!-
- Ascolta quello che dice!- intervenne Anna su tutte le furie.
- Ma tu non eri quella che mi difendeva?-
- Io sono quella che sa tutto, punto e basta. Io ho sempre saputo che le stronzate della magica Magò qua si sarebbero avverate un giorno. Soprattutto dopo il vostro bacio, Giuls. Non sono scema, sono solo stanca di fingere di non sapere e di appoggiarti. Che ti costa dirlo?-
- Ma che cosa?!-
- Che ti piace! E che tu piaci a lui!- esclamarono in coro come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Ma state bene?! Lui bacia e scopa e secondo voi gli piaccio??!-
- Siiii! Te l'abbiamo detto che oggi non faceva altro che guardarti!-
Un sorriso appena accennato mi comparve sulla bocca.
- Dite sul serio?- mi mordicchiai nervosamente un labbro, arrossendo come una bambina.
- Si. Lo vedi che ti importa...Ah, Giulia non ci fai più fesse- disse Anna con una sicurezza inquietante.
- Ma anche se fosse che mi guardava, cosa c'entra con....-
Passammo almeno un'altra mezz'ora buona al telefono; anche se non avessi rivelato loro esplicitamente che fossi stracotta di Benjamin, imparai a non negarlo più in loro presenza. Ormai avevano capito tutto, non potevo più fingere o nascondermi. Non mi rimaneva che sperare con tutto il cuore che le cose predette da Jessica da un anno a questa parte si sarebbero avverate.



NOTE:

Scusatemiiiii.. scusate davvero l'immenso ritardo! Ma solo oggi ho trovato giusto quel poco di tempo libero per postare, finalmente, questo santo capitolo! Sono piena fino al collo di impegni, purtroppo questo periodo sono in stage e lavoro fino alle 18.00 del pomeriggio! >.< Il sabato invece me lo passo a casa, per fortuna! Beh, eccomi qui comunque.. dopo due settimane- non assalitemi nella notte con un cortello per cortesia :D - ma ci sono, viva e vegeta. U.u Si, lo so è un pò lunghetto ma dovevo spiegarvi tutto il casino emotivo di Giulia e la mente contorta delle sue amiche.. per non parlare della nuova conquista di Ben! Però la ragazza riuscirà a mettere alcuni punti in chiaro tra la situazione dei protagonisti ;-) sssh sssh sovraccarico di informiazioni ^___^''' Eeehi, pooooi volevo farvi una piccola domanda...Ma dove caspita sono finiti gli elenchi di preferiti e seguiti??? No, perchè io non li ho più! T^T Qualcuno mi aiuti pleeease :D
Ok, passiamo al resto xD
Ringrazio le 6 recensioni:
 giulia87:     Ehi ciaoooooo, come stai??? Sono contenta di vederti qui di nuovo, e ancora più felice di sapere che segui ancora la mia storia! Grazie mille, passerò subito da te ^^. Baciooooo

_Bella_Swan_:    Ma ciaooooo! Per fortuna sono riuscita a descrivere al meglio la situazione nel capitolo precedente... Ci tenevo a farvi capire com'erano messi in quella macchina. Eeeeh certo che io me lo sarei proprio...........a Benjamin! Giulia si finalmente ha aperto gli occhi...Li deve aprire lui adesso! hihihihi... Grazie per essere passata tesoro! Un bacio grandissimo ^^
SASA 89:     eh già, in molti non riescono a credere che questa storia sia vera, però è così! Grazie mille per i complimenti che mi fanno gongolare con la bavuccia alla bocca *Q* Spero ripasserai di quaaaa ^^
3things:      Grazie mille per il tuo sostegno... allora conterò sempre su di te! hihihihi... A parte gli scherzi, sono felice che continui a seguirmi e che la storia ti prenda! Spero mi farai sapere.. un bacio grande ^^ <3
pinklady1986:      Grazie grazie anche a te! W l'amooooour **
  
 zia_addy:     eeeh si ha avuto culo xke c'era l'eroe Benjamin che ha rischiato la propria vita per lei... Oh madonna... Eh beh, scusami il ritardo xD come avrai letto sopra ho avuto molto da fare! Grazie per essere passata, aspetto un tuo giudizio:D bacioneeee ^O^



Piccolissimo spoiler xD
- Oggi è ufficialmente iniziato il processo di auto-rimozione Benjamin- ammiccai felice con un sorriso aperto e sincero.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Quando le buone maniere non servono...ci sono sempre quelle cattive! ***



                                                                                               


Quando le maniere buone non servono...ci sono sempre quelle cattive!



- Lui non c'è?-
La domanda innocua di Anna mi fece raggelare sul posto. Insomma, forse, potevo capire che lo aveva fatto innocentemente...ma non poteva parlarmi di lui!
- Ok, ho capito che siete riuscite a comprendere ciò che si aggira in questa testa di cazzo che mi ritrovo- dissi indicando il mio capo - ma non c'è scritto da nessuna parte che voi dobbiate infierirci sopra!-
- Ok ok, scusa Giuls. Ma come sei nervosetta oggi, hai bisogno di una bella camomilla- sbuffò sonoramente, evidentemente stanca dei miei atteggiamenti.
Anna aveva ragione: ero troppo permalosa e puntigliosa in quei giorni.
- Scusami tu, Anna, non volevo.- l'abbracciai forte, istintivamente.
- Voglio solo dimenticarmi tutto; voglio tornare ai vecchi tempi. Essere spensierata e non pensare a lui- feci un saltello in avanti per poi inchiodarmi per terra in punta di piedi.
- Oggi è ufficialmente cominciato il processo di auto-rimozione Benjamin- ammiccai felice con un sorriso aperto e sincero. Sentivo che potevo farcela, io potevo togliermelo dalla testa se lo volevo davvero. Mente e cuore non andavano d'accordo? Beh, io sarei stata l'eccezione. Avrei fatto tutto il possibile per stare bene con me stessa. Io ero Giulia, quella determinata e senza peli sulla lingua. Riuscivo sempre in tutto quello che facevo perchè il mio motto era sempre stato " Volere è potere". E io ci ho sempre creduto...

Ok, era appena iniziato il percorso per raggiungere il mio obiettivo e quindi era comprensibile che in un veloce schiocco di dita non sarebbe cambiato nulla. Ci vuole tempo per queste cose...no, non era una giustificazione! Non giustificava il fatto dell'improvvisa mancanza di ossigeno nei miei polmoni alla sua vista - vorrei aggiungere meravigliosamente piacevole, ma non posso!- e, soprattutto, non giustificava in alcun modo lo scoppiettare frenetico del mio cuore. Ma in primis, in cima alla lista, non doveva assolutamente giustificare il fatto di essermi sentita male di fronte ad un suo saluto - cenno per meglio dire- distaccato. Mi sentii raggelare il sangue, irrigidire ogni singola vertebra, sbiancai completamente tanto da non sentire più caldo. Perchè quel saluto così gelido? Che gli avevo fatto adesso? Forse...forse ci aveva pensato bene e c'è l'aveva con me per l'incidente; avrà pensato " Per colpa di quell'idiota stavo per morire" ecco cosa avrà pensato! Stupida, imbecille che non ero altro!
Mi crogiolai nella più totale auto-commiserazione per tutto il giorno, senza farmi assolutamente notare dalle due streghette magiche che avevo al posto delle amiche. Mi chiedevo perchè diamine avesse assunto quel comportamento così diffidente e sconsiderato nei miei confronti; eppure, il giorno prima, non si era rivolto a me in quel modo.  Non sapevo che cosa pensare... ero solo convinta di essermi presa una cotta per un egocentrico e maleducato se da un momento all'altro avesse deciso di non cagarmi più!
Il pomeriggio, come fece quella mattina, non mi rivolse neanche uno sguardo. Mi salutò con un freddo - Ciao- senza ombra di un sorriso o di una sua solita scintilla maliziosa negli occhi azzurri-cielo nel vedermi.
Poi, non potei sopportare oltre quando vidi quella sciacquetta di Veronica stringersi a lui come il giorno prima. Ressi giusto quei dieci minuti prima di fuggire come un'imbecille in preda alle lacrime. La sera mi consolai al telefono con Anna la quale mi confessò che anche lei trovava strano Benjamin e non si sapeva spiegare il perchè. Raccontai anche a mia madre l'accaduto sentendomi rabbiosa e irritata nel spiegare come si era comportato quell'idiota. Mamma non sapeva cosa dire se non che era stranita e stupita anche lei.
Quella sera decisi che non mi importava: non mi importava di averlo come amico o non averlo affatto. Non mi interessava di Veronica o delle ragazze che si portava a letto. Benjamin non faceva parte della mia vita e mai ne avrebbe fatto parte, punto. Mi imposi quella verità con una determinazione che mi spaventò; infatti, quella sera dormii decisamente benissimo. Mi svegliai non ricordando che solo due giorni prima ero cotta del mio nemico. Quel venerdì mattina era iniziato da Dio ed ero raggiante e solare, pronta a scalfire ogni scudo di malinconia e tristezza che volevano abbattersi su di me. Jessica e Anna non fecero nessuna domanda che riguardasse lui ma semplicemente si limitavano a ridere e giocare con me per tutto il tragitto tra casa e scuola. Per l'intervallo non avevo alcuna intenzione di andare a girovagare come mio solito: mi autoconvinsi che avrei dovuto ripassare Chimica per la lezione dell'ora dopo e così feci.
La sera stessa, verso le 19.20, vidi mia madre già sbattuta vicino i fornelli. Cosa che mi insospettì parecchio visto che l'orario standard per la cena erano le 20.30.
- Chiara?- domandai semplicemente alludendo alla sua migliore amica.
Mi guardò con un'espressione da furba.
- E Benjamin- precisò mia madre sorridendo maliziosa.
Bam! Il cuore cominciò a battere e le guance si imporporarono di un rosso acceso. Imprecai a bassa voce.
- Bene, non ho fame- le annunciai nervosa.
- Non fare la bambina, Giulia. Chiara si offende lo sai-
- Non mi interessa-
- Giulia- mi riprese mia madre guardandomi con fermezza. Mi morsi il labbro, indecisa sul da farsi. Ma di fronte a mia mamma, con quell'espressione che metteva a tacere anche il mio lato più spavaldo, non potevo oppormi.
Sbuffai pesantemente e corsi a cambiarmi. Chiara si sarebbe fatta viva entro venti minuti insieme a quell'idiota di suo figlio.
Non sarebbe stata una serata tanto difficile, in fondo. Dovevo solo ignorare la sua presenza o, ancora più semplice, dovevo far finta che lui non esistesse. Sarebbe andato tutto bene me lo sentivo. Io ero Giulia e lui un'insignificante moscerino sul parabrezza della mia vita; e presto lo avrei eliminato del tutto
Mi feci una doccia rapidissima e asciugai i capelli alla bell'e meglio lasciandoli sciolti. Non mi truccai nemmeno visto che di li a poco sarei crollata dal sonno, probabilmente anche in presenza di Chiara e del moscerino. Mi infilai un paio di comodi jeans e sopra mi lasciai tranquillamente la maglia del mio pigiama con le pecorelle. Alla fine che mi importava di essere presentabile? Io dovevo credere alla sua " Non-esistenza" quindi, di conseguenza, il problema del "come vestirmi o no" non c'era. La doccia mi fece un bell'effetto perchè mi dimenticai dell'ospite non gradito -almeno da parte mia- che sarebbe arrivato di li a poco. Però dentro di me volteggiava ancora quella briciolina di speranza nel rivederlo sereno e socievole nei miei riguardi. Mi venne voglia di salire sopra per cambiarmi e prepararmi; avrei voluto fare una bella figura... Dio, era impensabile quanto una piccola parte del mio cuore che prevaleva sulla razionalità potesse farmi cambiare idea. Ma quanto poteva essere forte? Non me lo sapevo spiegare.
Stavo per salire le scale quando...troppo tardi: erano arrivati. Sentii il cuore palpitare frenetico, le guance andarmi a fuoco solo al pensiero che lo avrei rivisto. Ma quando aprii la porta rimasi profondamente amareggiata e frustrata. Benjamin non c'era. Solo sua madre venuta a farci visita con un vassoio contenente una torta al cioccolato avvolta da della carta velina. Chiara si scusò per l'assenza del figlio che, a quanto pare, doveva svolgere un compito importante per il giorno dopo. Grande cazzata! Non era venuto perchè non voleva vedere me, solo ed esclusivamente per questo. Maleducato stronzetto che non era altro!
Mangiai a malapena con un evidente broncio sul viso visto che anche mia madre se ne accorse. Mi stavo rifacendo, mentalmente, tutto il vocabolario di insulti possibili ed immaginabili per quello zoticone, cafone e maleducato. Non pensavo davvero potesse essere così chiuso mentalmente; pensavo di tutto e di più sul suo conto ma mai che fosse così..."vecchio". Me ne andai a letto presto scusandomi con Chiara per l'improvvisa stanchezza che si era impossessata di me.
Il giorno seguente, purtroppo, non potevo uscire per via di un compito importantissimo per il giorno dopo. Mi stavo mangiando le unghie e anche le mani: dovevo vederlo assolutamente per dirgliene quattro! Però, mi rassegnai e con l'ansia nel cuore continuai a svolgere quel dannatissimo esercizio di Biologia. Rimandai al giorno seguente ancora, sabato, dopo la scuola. Ero veramente su tutte le furie: quella mattina mi aveva addirittura evitato! Mi aveva visto e cambiato totalmente traiettoria. Credeva di essere l'uomo invisibile per caso?! Si credeva di risolvere qualcosa?! No, evidentemente non aveva capito un emerito cazzo di me, soprattutto quando ero incazzata nera. Non aspettai che il suo arrivo scalpitando, mi prudevano anche le mani in un modo assurdo. Forse per la voglia di picchiare qualcuno...
E Dio...apriti cielo quando lo vidi arrivare! Mi incamminai spavalda, quasi avessi il fumo che mi usciva dal naso come un toro infuriato. E mi ci avvicinavo parecchio.
-Tu sei solo un maleducato, presuntuoso ed egocentrico!- gli puntai il dito contro, cercando di contenere la voce strozzata.
- Ma che ti viene all'improvviso?- si stupì vedermi così furente verso di lui.
- Che viene a me?! Cosa viene a te, piuttosto! Da un momento all'altro non mi caghi nè saluti più, cosa ti ho fatto? Eh?!-
Mi guardò intensamente un secondo prima di ritornare in modalità " impassibile".
Lo spinsi. Benjamin era riuscito a tirar fuori il lato selvaggio di me.
- Allora?!-
- Tu sei impazzita- fu semplicemente la sua risposta strafottente.
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non riuscii a trattenermi dal tirargli uno schiaffo in faccia.
- Fai pure il finto tonto! Sei solo un maleducato senza cervello- sputai con voce roca, quasi minacciosa. Non mi riconoscevo più, chi diamine ero?! Si portò frastornato e stupefatto una mano alla guancia offesa; i suoi occhi mi guardavano furenti, brucianti di vendetta. Era incazzato, maledettamente incazzato.
- Che cazzo vuoi, Giulia?- disse sprezzante fra i denti. Lo vidi stringere i pugni, era dura per lui non mettere le mani addosso a qualcuno. La sua vita era una routine composta da Sesso- Alcool- Risse. Questa era la sua vita insulsa e schifosa.
- Voglio sapere perchè cazzo mi tratti così!- i nostri volti erano vicini, troppo vicini. Ero paonazza di rabbia mentre lui era livido in viso, veramente da farmi paura.
D'un tratto mi strattonò con forza verso il muro facendomi sbattere la schiena per poi alzarmi i polsi vicino alla mia testa e immobilizzarli con le sue mani.
- Così come?- sibilò con cattiveria, tanto che mi spaventò.
- Mi eviti!- cercavo di non vendere alla paura un pò del mio coraggio e della mia fermezza. Mi stava facendo male ai polsi ma orgogliosa com'ero non gli dissi una parola.
- Ti crea qualche problema?- continuava a guardarmi con quell'aria di disprezzo e superiorità che mi faceva andare in bestia.
- No, voglio una risposta!-
- Se non ti importa perchè continui a battere su questa domanda?- il suo tono da sprezzante diventò arrogante. Lo capii dal ghigno che comparve sulla sua bocca.
- Perchè si!- continuai testarda. Strinse di più la presa sulle mie mani e dovetti mordermi le labbra per non gridare.
- Ammettilo: sei cotta di me, non è così?- il suo sorrisetto divertito e sadico si propagò su tutto il volto.
- Fanculo, Benjamin!- sbottai irritata a morte. Dio, che nervoso quel maiale porco che non era altro!
Finalmente, mi liberò dalla sua morsa e io mi massaggiai i polsi come un'ossessa borbottando incazzata cose indecifrabili anche per me.
- Sei soltanto un buffone- lo schernì atteggiandomi altezzosamente.
- Come?- chiese lui facendo finta di non capire. Non avevo problemi a riperglielo: - Sei.Solo.Un.Buffone- gli scandii per bene le parole, articolando ogni lettera.
Fu un attimo: mi prese sulle spalle di traverso facendomi gridare spaventata.
- Mettimi giù, Benjamin! Mettimi giù!- continuavo a gridare furibonda. Sembrava che qualcuno mi stesse stuprando. Mi ritrovai il suo fondoschiena proprio contro il mio viso e non potei non arrossire.
- Chiedi scusa- pretendeva pure le scuse? Ma col cazzo!
- No! Mettimi giù!!-
Cominciò a volteggiare e io a lanciare urla sempre più strozzate e impaurite.
- Mi viene il voltastomaco così- gli dissi leggermente nauseata.
- Pazienza. Ora chiedimi scusa!-
Non risposi e lui ricominciò a volteggiare, stavolta più velocemente.
Continuai a gridare il suo nome incazzata ma non accennava a smettere. Prima o poi si sarebbe stancato no? Io c'è l'avrei fatta a non vomitargli addosso?
Mi venne l'idea di dargli piccoli pizzicotti sul sedere che lo fecero saltellare e quandò il deficente inciampò ci ritrovammo per terra... una sopra all'altro.
- Mi tocchi pure il culo...-soffiò caldo e malizioso sul mio viso a pochi centimetri dal suo - e poi dici che non sei cotta di me-
Mi alzai immediatamente, imbarazzata com'ero.
- Non prenderei mai e poi mai una cotta per te- mentii innervosita e rossa in viso.
Mi fulminò all'istante con un'espressione arrogante per poi avvicinarsi, decisamente troppo, al mio volto. Incatenò i suoi occhi ai miei, stava cercando di incartarmi.
- Ah si? E perchè?- alitò proprio sulla mia bocca. Calma, Giulia, non arrossire, non arrossire. E come cazzo facevo a non arrossire?! Il mio cuore era partito per un lungo viaggio lasciando le valigie in casa, mentre io, come una maniaca pervertita, non facevo altro che fissargli le labbra.
- Perchè ti odio!- esclamai cercando di essere convincente. Benjamin si imbronciò un secondo.
- Tsè. Perchè secondo te io non ti odio?- ribattè irritato. Le sue parole erano carta vetrata per il mio povero cuore. Si, mi aveva ferita.
- Bene!- strillai.
- Bene!- ripetè lui lanciandomi un'occhiataccia.
Mentre cercavo di pulirmi le mani come meglio potevo, continuavo a sentirmi il suo sguardo gelato addosso. Mi vennero i brividi.
- Hai ancora molto da osservare?- gli chiesi acida e antipatica.
Lui roteò gli occhi esasperato. Aprì bocca per dire qualcosa ma Michelino intervenne:
- Adesso basta!-
- Oh e tu che vuoi adesso? Ha cominciato lei!- Benjamin mi puntò il dito contro e io gli mostrai con grande piacere il mio dito medio.
- Sembrate due bambini, ve ne rendete conto?- Michelino cercava di mantenere la calma ma gli uscì molto difficile. Aveva ragione però; sembravamo due lattanti che litigavano per un goccio di latte.
Mi resi conto che quella sfuriata addosso a Ben non sarebbe servita proprio a niente: non avrebbe aggiustato il nostro rapporto, non lo avrebbe convinto a darmi delle risposte. Avevo sprecato tempo e energia per niente. A dire il vero, stare dietro ad uno come lui era già uno spreco immane di tempo.
Me ne andai senza proferir parola e senza guardare in faccia nessuno. Quando vidi una panchina abbastanza isolata mi ci accasciai cercando di trattenere le lacrime che bussavano alle porte dei miei occhi. Ma non ci riuscii: mi sfogai piangendo provando a non emettere alcun suono dalla bocca.
Quando sentii qualcuno accarezzarmi una spalla saltai dalla panchina terrorizzata ma mi sollevai quando vidi un tenero sorriso da parte del mio migliore amico e così, senza pensarci due volte, lo abbracciai stretto a me.
- Ma che diamine ti è preso?- mi chiese lui altrettanto sconfortato mentre mi accarezzava i capelli.
- Non lo so- singhiozzai flebile - sono una cretina- dissi ritornando a piangere incazzata nera con me stessa.
- No, non lo sei...Ti sei solo innamorata...-
Sgranai gli occhi stupita mentre il mio cuore perse un battito. Allora era evidente proprio a tutti!
Lo guardai sorpresa e lui intanto, dolcemente, mi asciugava le lacrime.
- Ma cosa stai...?- provai a sviare le sue parole ma sapevo che era inutile: quando Michelino diceva una cosa, raramente cambiava idea.
- Non negare, Giuls.-
Non risposi. Mi limitai a guardare in basso e ad arrossire come un orso scoperto con le mani nel vasetto di miele. Michelino ridacchiò di cuore per poi alzarmi il viso con un dito.
- Lui lo sa?- chiesi solo leggermente intimorita dall'ansia. Anche solo alludere a lui sentivo il cuore esplodermi dal petto. Speravo di no, che non avesse capito la bambina stupida che ero innamorandomi di lui.
- No. Ottuso com'è non lo capirebbe proprio mai, stai tranquilla- mi confortò dandomi una carezza e io mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo.
Non gli chiesi il perchè del comportamento di Benjamin nei miei confronti. Sentivo di non voler conoscere fino in fondo quelle dannate motivazioni. Così provai ad accantonare quegli immensi dolori almeno per quella notte.


Note:
Eccomi, come al solito in ritardo. E come al solito vi porgo le mie scuse >.< ultimamente tra stage, viaggio, studio ecc ecc.. non ci sono saltata più fuori! Questo capitolo, che avevo già scritto come tutti gli altri prima di iniziare a postare, lo cancellai perchè non mi piaceva come lo avevo buttato sul foglio bianco. Faceva veramente schifo e questo non so se sia meglio, sinceramente parlando. Non sono riuscita ad esprimermi come volevo, sembro una straniera appena arrivata in Italia! :( uff... Cmq scusate tantissimo, cercherò di non ritardare più così tanto. Beeeeh come vi sembra?? xD Si, mia cugina è un pò manesca devo dire la verità e figurarsi che voleva iniziare con un bel calcio li dove nn batte il sole :D.  Ringrazio le 40 stelline che mi hanno aggiunto tra i preferiti e i 60 seguiti...
Rispondo alle recensioni:

stellabella: Benvenuta, Giulia! :) devo dire che il tuo consiglio avrei voluto seguirlo hihihi...( intendo quello di postare presto xD) Mi scuso per il ritardo ma ho avuto molto da fare... Questa donna in carriera! xD Ritornando a noi, sono contenta che la storia ti piacca e sono contenta che continuerai a seguirmi :) grazie per i complimenti, alla prossima! un bacio <3
_Bella_Swan_:   Tesoroooo!! Sono felice che riesco a farti immaginare bene ogni singolo particolare. non so se dire lo stesso di questa robaccia che ho scritto però ^__^''' Spero ke la mia cara cuginetta non mi kieda di leggerlo perchè mi sentireiii molto in imbarazzo eheheh.. Ben purtroppo è un pò idiota in questi capitoli ma capirete tutto quando scriverò la storia dal suo punto di vista. ^^ Siiii, mi dispiace dirtelo ma ti tormenterò ancora con i suoi Pov. buahahahah... ehm Ok, bene. Allora, grazie per essere passata tesoro e per aver recensito. Anche tu troppa buona come sempre :) un bacio grandissimo :*
zia_addy:   Ciauuuu! :) Si Anna è troppo forte infatti mi fa scompisciare dalle risate quella ragazza xD Scusami per la grafica piccola dello scorso capitolo ma il mio pc è un pò mongoloide e a me lo faceva vedere in modo totalmente diverso da come lo vedevi tu. Spero che questa volta sia abbastanza grande... Grazie per la recensione e x i complimenti! Un bacio! :)
3things:  Grazie per l'informazione! :) probabilmente, handiccapata come sono non ce l'avrei mai fatta hihihi... Beh direi che con questo capitolo i due piccioncini abbiano fatto mooolti progressi.. ;) poi scoprirai perchè nella prossima puntata! Grazie mille per aver recensito :) un bacioooo! <3

E per scusarmi dell'immenso ritardo vi lascio uno spoiler grande grande ;)

"Corsi subito alla porta per aprire. Ma quando aprii rimasi di stucco.
- Nicole!- urlai a squarciagola mentre assalii mia cugina fregandomene altamente del vestito e dei tacchi.
[...]
- Davvero, questa scena mi è così...familiare- mi sussurrò sulla bocca. Per un attimo mi sembrò di aver finalmente raggiunto le sue labbra ma mi resi conto, molto spiacevolmente, che era soltanto uno squisito frutto della mia fantasia.
Benjamin chiuse gli occhi lentamente piegando di poco la testa di lato pronto per baciarmi.
[...]
Quando Giovanni andò ad aprire la porta al suono del campanello, le mie amiche partirono in quarta per andare ad abbracciare l'ospite appena arrivato.
Solo grazie alle loro urla capii chi fosse:
- Nicole! Nicole, che ci fai qui?- erano entusiaste di vederla, d'altronde uscivano di testa per lei. Ma non mi accorsi di avere due occhi ghiacciati addosso, mi sentivo penetrare la schiena da quelli che sembravano lame affilate. Mi voltai lentamente incontrando lo sguardo leggermente adirato di Benjamin alla vista di mia cugina Nicole
."






Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La festa (I parte) ***


                                                                            <

La festa ( I parte)

E dopo essermi preparata alla bell'e meglio, potei finalmente dichiararmi pronta per la festa di Giovanni. Mi guardai un'ultima volta allo specchio e mi convinsi di essere abbastanza elegante da affrontare quella serata. Indossavo un vestitino indaco leggermente scollato sul davanti con una finta rosa bianca sul seno sinistro e finiva con un arricciamento di pizzo sulle gambe coperte dai leggins. Non potevo presentarmi a gambe scoperte, insomma c'erano anche i parenti del festeggiato; poi avevo arricciato i capelli facendo ricadere i leggeri boccoli sulle spalle.

Feci un grosso respiro e decisi che così poteva andare; dopo essermi cambiata almeno tre volte il vestito e le scarpe, era ora che mi dessi una mossa. Chissà se avrebbe notato il cambio di pettinatura? Se avesse riconosciuto lo stesso profumo che avevo spruzzato anche quella sera in discoteca? Ma era inutile che mi ponessi certe domande; lui stava con Veronica, già da 5 giorni. E potevo bellamente affermare che per lui fosse record. Forse si era innamorato, forse finalmente era arrivata quella santa che gli aveva fatto perdere la testa.

Din-Don. Campanello? O era mamma o era Anna. Corsi subito alla porta per aprire. Ma quando aprii rimasi di stucco.

- Nicole!- urlai a squarciagola mentre assalii mia cugina fregandomene altamente del vestito e dei tacchi.

- Oddio, oddio, oddio! Ma che ci fai qui?! Che ci fai?!- gridavo come una pazza senza farla parlare o respirare.

- Sono venuta a trovarvi! Sono tre mesi che non ci vediamo, mi sembra d'obbligo una visita!- esclamò con ovvietà ridacchiando e continuando ad abbracciarmi.

- E gli zii?- chiesi curiosa e impaziente di vederli.

- Nah, solo io- tirò fuori le chiavi della sua auto dipingendosi di un sorriso sfavillante e fiero sul viso.

- Noooo! Anche tu con la patente??-

- Mi sembra ovvio, cugina, non è solo una tua esclusiva- mi fece l'occhiolino.

La stritolai di nuovo felice mentre continuavo a gridarle che ero troppo contenta di vederla.

- Beh ma fammi vedere- mi fece fare una giravolta su me stessa. - Possibile che ti fai sempre più carina?- chiese con un sorriso a trentadue denti.

Cosa totalmente ridicola e di poca rilevanza visto che mia cugina Nicole era di una bellezza disarmante.

- Non potrò mai competere con te, Niky- obiettai con una punta di invidia.

Lei sbuffò.

- Sei stupenda, Giuls, e lo sai che sono sincera- mi guardò intensamente negli occhi e per quell'attimo mi fece veramente credere di essere bella. Almeno per lui, per Benjamin.

- Ma dove devi andare?- mi domandò incuriosita mentre prendavamo posto sul divano.

- Oh, tra una mezz'ora ho una festa di un mio amico; fa 18 anni e non posso mancare- le sorrisi mesta, provando a scusarmi per l'eventuale assenza di quella sera.

- Non preoccuparti, forse mi fermo per una notte o due- spallucciò con finto disinteresse.

- Dici davvero? Oh, si ti prego! Sarebbe stupendo!-

- Ok, ok mi fermo. Tutto questo entusiasmo come potrei spegnerlo?- ridacchiò gioiosa mentre mi schioccò un bacio sulla guancia.

- Ma se vuoi puoi venire anche tu!- esclamai illuminandomi.

- No, dai... Sarei solo in imbarazzo...- arrossì timida. Ecco, Nicole era il classico tipo di ragazza che era chiusa e introversa all’inizio… ma appena la conoscevi o le davi un poco di confidenza le sarebbe bastato per darti l’anima.

- Ma che imbarazzo! Conosci me, Anna e Jessica, questo è l'importante. E poi saremo almeno una quarantina a quella festa perciò un invitato in più o uno in meno non cambia le cose- non poteva assolutamente dirmi di no quella pazzoide di Nicole. Ci saremmo divertite un mondo; e poi le mie amiche la adoravano letteralmente!

- Ok, va bene. Cercherò di rendermi presentabile. Però arriverò più tardi: innanzi tutto perchè voglio salutare gli zii, e poi perchè devo farmi la doccia e prepararmi. Ok?-

- D'accordo. Beh, al massimo ti fai accompagnare da mia madre che conosce la strada per casa di Giovanni; sua madre e mia madre sono amiche, quindi...-

- Perfetto.- mi fece l'occhiolino.

 

Dopo altri cinque minuti di chiacchierate e sproloqui vari mi congedai per incamminarmi verso casa del mio amico. Per fortuna il mio paesino era piccolo e abitavamo tutti abbastanza vicini. Ci avrei messo neanche una decina di minuti ad arrivarvi. L'unico problema era il dannato ghiaccio che ricopriva l'asfalto con la sua consistenza liscia e dura. Pregavo tutti i Santi di non scivolare in mezzo alla strada con quei tacchi vertiginosi che avevo ai piedi.

Arrivai di fronte a casa di Giovanni facendo una smorfia seccata e dolorante: davanti a me si presentava il vialetto del mio amico completamente coperto di ghiaccio. Come sarei dovuta arrivare lì in fondo, gattonando?!

- Se aspetti che si sciolga, passerà un pò di tempo- sobbalzai sul posto, ma non per lo spavento. La deliziosa e incantevole voce dietro di me era una piacevole sorpresa alle mie orecchie e al mio cuore imbizzarrito. No, io ero arrabbiata con lui!

- Oh, oh, oh. Ho sperato con tutte le mie forze che tu non ci fossi stasera. Ma Dio proprio non mi vuole ascoltare...- alzai gli occhi al cielo teatralmente chiedendo una finta benedizione.

- Ma come siamo acide stasera, eh? La lezione di ieri non ti è servita?- mi provocò avvicinandosi a me, inchiodando i suoi occhi carichi di sfida nei miei.

- Si, mamma mia, non ho dormito tutta la notte; ero davvero spaventata- ironizzai, puntando le mani sui fianchi e nascondendo un antipatico sorrisetto dietro le labbra.

- La prossima volta, allora, sarò più cattivo, d'accordo?- soffiò sbruffone vicino al mio viso. Per un momento ne rimasi disorientata e completamente inebriata ma mi ripresi abbastanza in fretta.

- Non ci sarà una prossima volta- gonfiai le guance mostrandomi leggermente offesa. Voleva usare le mani? Bene, sarebbe morto.

- Non intendo sfiorarti neanche con un petalo di rosa, non picchierei mai una donna- il suo sussurro basso e caldo mi fece venire i brividi su ogni vertebra della schiena. Chi cavolo gliel'aveva dato il potere di incantarmi così facilmente?!

- Comunque...- si spostò da me e alzò un poco il suo tono decisamente derisorio - dove credi di andare con questi tacchi se sei impedita?-

Oh che esasperazione! Da un argomento, dove la sua priorità massima era sapermi offendere, cambiava discorso per potermi offendere ugualmente. Ne avevo piene le scatole, in tutta sincerità!

Presi a camminare decisa di fronte a me, a testa alta e un groppone di nervi nella bruciante trachea. Ma quante avrei voluto dirgliene!

- Per tua informazione, io non sono imped...- ironia della sorte poggiai malamente il piede sopra il ghiaccio con il brillante risultato di cadere con il sedere per terra...o quasi. Grazie al cielo, Benjamin mi prese al volo e mi tirò su. Teneva le sue mani sotto le mie ascelle e quasi vicino al mio seno. Arrossii come una mela rossa di stagione.

- Cosa stavi dicendo?-  inarcò un sopracciglio con un sorrisino beffardo. Che faccia da schiaffi!

- Io ci so camminare sui tacchi!- scostai irritata le sue mani dal mio corpo e ripresi a camminare più lentamente. Benjamin mi stava a passo temendo che potessi inciampare una seconda volta.

- Si, certo come no. Impedita- tossicchiò antipatico.

- Senti tu, io non sono...- ...e di nuovo la figuraccia di poco prima. Scivolai ma, automaticamente, mi aggrappai a Benjamin allacciando le mie braccia al suo collo mentre lui cercava di sostenere il mio peso tenendomi per la schiena.

- Tranquilla, ci sono io- mi sussurrò cauto e calmo per tranquillizzarmi. Alzai lo sguardo e notai quanta poca distanza ci fosse tra le nostre bocche. Avrei voluto baciarlo, tenerlo stretto a me, accarezzare i suoi capelli biondi e morbidi...

- Gr-grazie..- balbettai come una civettuola nei primi giorni di sole primaverile.

Cominciai a sentire un caldo insopportabile e una fitta al bassoventre mi stabilizzò. Mi resi conto della realtà delle cose: io ero tra le braccia del ragazzo che amavo. Buffo anche solo pensarlo. Per quindici anni lo avevo costantemente odiato e ripugnato e adesso...ne ero follemente innamorata.

Per un momento aggrottò le sopracciglia confuso e scosse un poco il capo come a cacciare un fastidioso ronzio alle orecchie.

- Cosa c'è?- gli chiesi tranquilla e curiosa. Le offese di poco prima? La litigata devastante di ieri pomeriggio? L'irritazione nel vederlo prendermi in giro? Puff...sparite magicamente.

- Ho avuto uno strano...deja-vu-

Deglutii nervosa.

- Già, strano- commentai. Mi sorrise incerto, ancora leggermente confuso, per poi riportare i suoi occhi su di me.

Ci fu un attimo di silenzio, io persa completamente nei suoi occhi infiniti. Era bellissimo vederlo così protettivo e premuroso nei miei riguardi. Era sempre bellissimo a prescindere da ogni cosa. Lentamente e molto cauto mi strinse di più al suo petto. Ci mancava neanche un centimetro e avrei potuto sfiorare le sue dolci labbra carnose con le mie.

- Davvero, questa scena mi è così...familiare- mi sussurrò sulla bocca. Per un attimo mi sembrò di aver finalmente raggiunto le sue labbra ma mi resi conto, molto spiacevolmente, che era soltanto uno squisito frutto della mia fantasia.

Benjamin chiuse gli occhi lentamente piegando di poco la testa di lato pronto per baciarmi. Oddio, oddio. In un attimo mi dimenticai di ogni cosa: primo, di dove cazzo fossi, secondo, cosa cazzo stessi facendo e terzo, dovevo respirare o sarei svenuta come una polla. Aspetta un secondo, ma cosa stavo facendo? Io.Non.Potevo.Baciarlo!

Perciò, con tutta la pena nell'anima e nel cuore, mi scostai delicatamente. Sentii il suo naso accarezzarmi dolcemente una tempia per poi scendere, con una lentezza esasperante, sulla mia guancia infiammata. Dannatissima frustrazione, ecco cosa mi invase!

- Che c'è che non va?- La sua voce, ancora una volta, mi fece venire i brividi.

- C'è che non si può...-  annaspai in cerca di ossigeno. Lui voleva baciarmi per Dio!

- Mmm- lo percepii come un piccolo lamento affranto - Perchè no?-

Sembrava un bambino cocciuto. Se era no, rimaneva no, no?! Dovevo assolutamente darmi un contegno se no avrei ceduto alla tentazione di gettarmi sulla sua bocca come una drogata in crisi d'astinenza. Quindi, dolcemente, tolsi le sue braccia dalla mia schiena e lo fissai negli occhi un pò imbarazzata.

- Perchè siamo in ritardo- cercai di trovare una scusa su due piedi ma lo dissi talmente rapidamente che non sembrò credibile neanche a me.

Sorrise divertito captando la banalità della mia stupida motivazione dai miei occhi. Sapeva benissimo che non avrei voluto fermarmi, di quanta voglia avevo di baciarlo. Chi non se ne sarebbe accorto?

- Che bugiarda- mi attirò di nuovo a sè con leggera prepotenza prendendomi per i fianchi.

- Perchè non vuoi baciarmi?- mi chiese ritornando serio, quasi frustrato dall'idea che gli avessi negato un bacio. Gli occhi erano chiusi mentre cominciò a strofinare delicatamente il suo naso contro il mio. Anche con quel semplice contatto, così morbido e tenero, riusciva a mandarmi completamente in Stand-by. Perchè si stava comportando così? Chiusi gli occhi anche io lasciandomi andare alle sue carezze naso-naso prima a sinistra…e poi a destra…poi di nuovo a sinistra e… Stavo per impazzire: avevo la sua bocca così vicina alla mia e non potevo nemmeno sfiorarla. Mi dilaniava l'anima non reagire di istinto. La tensione che si creò attornò a noi si fece sentire in un modo atroce e pazzesco. Perchè non potevo prendere il suo viso e lambire quelle labbra fino allo sfinimento? Che agonia.

- E perchè tu vuoi farlo?- mi uscii una voce a metà strozzata e metà gemito, come se non fossi stata io a controllare quelle maledette parole.

- Non lo so. So solo che voglio baciarti, un lampo di desiderio acceso e puro quanto improvviso. E credimi, non mi passerà tanto facilmente...-

Fissai le sue iridi celeste cielo, profondamente.

- Vuoi dire che me lo strapperesti anche con la forza?- inarcai un sopracciglio.

Ridacchiò. Ma mi stava prendendo per il culo?!

- Non mi permetterei mai, mi sembra di avertelo già detto- sibilò così...sensuale.

- E allora cosa vorresti dire, esattamente?!- sestenziai acidamente. La sensazione della presa per i fondelli mi aveva irritata parecchio.

- Che...- si avvicinò al mio viso fino a sentire il suo alito fresco solleticarmi le labbra - ...sarai tu quella a cedere- ammiccò con quel suo sorriso mozzafiato per poi lasciarmi un lieve, quanto bollente, bacio sul mento. Voleva proprio provocarmi per bene, infatti, stavo per andare in iperventilazione!

Per fortuna, si distanziò un poco da me vedendo arrivare da lontano nostre due amiche di Modena. Quel piccolo lasso di tempo mi permise di pensare razionalmente e la lucidità tornò a far parte del mio già provato cervello. Quando le due ragazze entrarono in casa, stando attente a non scivolare per via dei loro tacchi, scoppiai a ridere.

- Cosa c'è di tanto divertente?- chiese lui accigliandosi mentre si avviava sull'asfalto ghiacciato.

- Stavo ripensando alle tue assurde parole, mio caro. Io non cederò mai, specialmente con te- cercai di dare un tono sicuro e convinto a quel che dicevo. Sapevo che stavo mentendo alla grande, già solo averlo così vicino mi mandava in tilt figurarsi se non mi fossi arresa a lui.

- Ne sei tanto sicura?-

- Al cento per cento- che bugiarda! Benjamin aveva ragione, eccome.

Ridacchiò allegro per poi lasciar perdere il discorso scuotendo il capo. Io sbuffai scocciata mentre imprecavo mentalmente il fatto di non essermi messa un paio di scarpe da ginnastica semplici e comode.

- Allora, visto che siamo in ritardo, ti vuoi dare una mossa?-

- Non ho un paio d'ali, sai?-

- Togliti le scarpe e raggiungimi- un ghigno divertito gli spuntò sulle labbra. Quanto gli piaceva vedermi in difficoltà...

- Sei un vero cavaliere- dissi sarcasticamente mentre mi abbassai per togliermi una scarpa. Ma, inaspettatamente, mi sentii mancare la terra sotto i piedi e mi lasciai sfuggire un gridolino. Mi aggrappai di nuovo al collo di Benjamin non ancora realizzando che ero in braccio a lui.

- Sono abbastanza cavaliere adesso?-

Deglutii imbarazzata. Oddio, chissà quanto dovevo pesare...Speravo solo di non aggravare le condizioni della sua schiena e della sua gamba ancora non perfettamente ritornata a posto.

- Si...Ti ringrazio- gli sorrisi sincera e grata. Scrollò le spalle con indifferenza.

Quando arrivammo al tappeto della porta di ingresso, mi poggiò per terra. Annotazione mentale per me stessa: avrei dovuto mettermi i tacchi più spesso quando c'era il ghiaccio.

- Però non farlo più se sono troppo pesante. Non voglio aggravarti le cose- civettai un po’ ruffiana e un po’ preoccupata mentre suonai il campanello.

- Non sei affatto pesante- bisbigliò guardando la porta davanti a sè. Doveva essere difficile per lui farmi anche solo una specie di complimento. Giovanni ci aprì la porta e ci invitò ad entrare con un sorriso spensierato. Ero proprio felice per lui, speravo vivamente che potesse anche solo scordarsi un pò di sua nonna e divertirsi almeno alla sua festa di compleanno. Diciotto anni arrivano solo una volta nella vita...

- E voi due...? Da quando arrivate insieme, eh?- un'espressione maliziosa e ancora leggermente stranita si presentò sul suo viso. Mi bastò a rimangiarmi tutto quello che di positivo avevo detto su di lui.

La casa era poco addobbata: con qualche palloncino qua e la, la tavola era completamente imbandita da tante di quelle squisitezze mai viste. Gnocchi, pizzette, patatine, dolcetti, panini farciti di salumi. Dopo qualche minuto incontrai le mie amiche che erano finite in bagno.

- Oh, eccoti finalmente.-

- E il regalo?-

- Glielo abbiamo già dato. Lo apre più tardi insieme agli altri- mi disse Jessica leggermente eccitata. Cominciò a partire della musica house grazie al mitico Dj Michelino( alias Michele).

Io, Anna e Jessica cominciammo a seguire la massa e a muoverci un pò nel salotto del nostro amico. La festa stava funzionando: Giovanni si stava divertendo. Lo vedevo ridere e ballare come un pazzo.

- Wow, Giuls, ma sei bellissima stasera- disse il mio migliore amico venendomi ad abbracciare.

- Grazie- gli sorrisi un pò imbarazzata.

- Anche se non c'era bisogno di vestirti così, sei più bella di Veronica comunque...- mi bisbigliò all'orecchio con due occhietti da furbo e le labbra increspate per il lieve disappunto.

- Ma io non l'ho fatto per lui...-

- Se, se come no- ritornò alla sua postazione di Dj facendomi l'occhiolino.

 

Mentre mi muovevo spensierata sul pavimento, un piccolo moscerino doveva per forza venire a disturbare la mia quieta e beata pace.

- Uh, Giuls, sei sporca- esclamò un pò schifato guardanomi il fondoschiena.

Allarmata mi girai dall'altra parte.

- Dove?- gli chiesi agitata.

Benjamin scoppiò a ridere di gusto per poi annunciarmi che era un suo stupido scherzo da bambino handiccappato.

Arrossii come una cretina per averci creduto: stare vicino a lui mi stava facendo perdere il senno. Infatti, era quasi impossibile che fossi sporca perchè il ciclo sarebbe dovuto arrivarmi dopo due settimane e tre giorni, per essere precisa. Ero pure scema io che ci credevo!

- Sei proprio un bambino- gli dissi indignata, scuotendo la testa.

Sbuffò scocciato.

- E mamma mia, come sei permalosa-

- Sti scherzi me li facevi quando eri un bamboccio di 11 anni; vedo che non sei cambiato affatto- ribattei velenosa incrociando le braccia al petto infastidita.

Non potevo negare, però, che una parte di me fosse felice: nonostante la sfuriata del giorno prima, il rapporto era ritornato uguale. Lo dicevo io che le maniere cattive erano sempre le migliori!

- Veramente, Giulia, sei troppo acida stasera.- mi fece di nuovo presente sogghignando. Poi si avvicinò al mio orecchio con un movimento rapidissimo e cominciò sussurrarmi: - Avresti bisogno di un pò di sesso per calmarti-

Allarme " semaforo rosso", non sapevo se era per l'imbarazzo o per l'irritazione. Spalancai la bocca disgustata prima di spingerlo. Benjamin se la stava facendo sotto dalle risate.

- Voi due non siete cambiati proprio per niente a quanto pare- era la voce leggermente severa di Maddalena, la mamma di Giovanni, che ammoniva con lo sguardo in direzione di Benjamin.

- Già, a quanto pare il signorino è rimasto il solito bambino di sempre.- condivisi anche io il pensiero della cara amica di mia madre. Benjamin mi fulminò con un'occhiataccia per poi arrossire lievemente.

Io gli mostrai la linguaccia.

- Ci scusi, signora, non volevamo.-

- Figurati, signorino. Basta che lasci un pò in pace questa povera ragazza-

Benjamin annuì imbarazzato mentre io risi sotto i baffi.

- Dai, Benjamin, torna a giocare con i soldatini- lo presi in giro continuando a ridacchiare divertita.

Quando Giovanni andò ad aprire la porta al suono del campanello, le mie amiche partirono in quarta per andare ad abbracciare l'ospite appena arrivato. Mi girai anche io un pò curiosa in quella direzione.

Solo grazie alle loro urla capii chi fosse:

- Nicole! Nicole, che ci fai qui?- erano entusiaste di vederla, d'altronde uscivano di testa per lei. Ma non mi accorsi di avere due occhi ghiacciati addosso, mi sentivo penetrare la schiena da quelli che sembravano lame affilate. Mi voltai lentamente incontrando lo sguardo leggermente adirato di Benjamin alla vista di mia cugina Nicole.

Provando a fare l'indifferente mi incamminai verso mia cugina, ma Ben mi prese per un braccio facendomi girare verso di lui prepotentemente.

- Chi è quella?- mi chiese già abbastanza nervoso. Il mio cuore cominciò a battere impaurito. Non paura di lui, paura delle conseguenze. Paura di non essere creduta. Paura di mettere la parola FINE.

- M-mia cugina- sussurrai flebilmente. Ero proprio nella merda, dentro fino al collo!

- E com'è che si chiama tua cugina?- il suo ringhio basso e a dir poco minaccioso  mi fece capire che quello era solo il preludio della tempesta.

Noteee:

ehilà genteeee!! :) Dai questa volta ho postato abbastanza in fretta vero?? Beh, com'è il capitolo?xD Finalmente comincia 

a muoversi qualcosa di più bollento tra i due... Per non dire del prossimo eheheh.. ;) Lo scoprirete solo seguendo xD 

Ringrazio le 46 stelline che mi hanno messa tra i preferiti e i 70 seguiti ^^

 3things:  Eh già, scegliere il nome Nicole non è stato tanto intelligente da parte della nostra protagonista ^_^''' Dai per essere clemente non dirò che mia cugina è proprio scema.. hihihih..se leggesse quello che ho scritto picchierebbe anche me O.o Ok, la smetto xD Grazie per essere passata e aver recensitio tesoro! Un bacio <3
 zia_addy:    Ciao bellissima!! sono contenta che per te mi esprimo bene anche se a me rimane questo pallino fisso che non se ne va :( Anche tu sei manesca? Wooow xD Almeno ti sai difendere io non so neanche come si fanno i pugni u.U Figurati per la scrittura dello scorso capitolo, spero che qua invece ci leggi perchè Nvu è impazzito e non mi fa ingrandire il carattere del testo. -.- bah! Grazie mille a te che continui a sostenermi :) un bacio grandissimo
mantovanina:   Salve nuova fan! Eh si devo dire che hai un intuito pazzesco! :) Come avrai letto da questo capitolo i tuoi sospetti erano quasi tutti fondati.. eheheh.. Beh spero che continuerai a seguirmi, un bacio grosso <3
 stellabella:    che piacere rivederti! ^^ Sono contenta che la storia ti piaccia tanto e spero anche che continuerai a seguirmi :) scoprirai molte cose in questo capitolo..e anche nei prossimi che saranno molto intensi ;) Un bacio grande!


Vi lascio con un piccolo spoiler ;)

"

 Speravo tutti i santi di questo mondo che non ci sarebbe toccato l'obbligo di baciarci o sarebbe stata veramente la fine.

Che diavolo mi costringeva a fare l’orgoglio a volte…"

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il bacio ritrovato ***



Il bacio ritrovato

Continuava a guardarmi indignato e incazzato. Mannaggia a me! Non potevo inventarmi un nome migliore? Per forza quello di mia cugina doveva saltarmi alla testa?! Decise di lasciarmi il braccio guardandomi ancora in cagnesco mentre si allontanava.

Deglutii.

Ma porca...miseria! Eh vabbè che c'era di male? Gliel'avrei spiegato e avrebbe capito dov'era il problema. Mah, a volte pure io mi facevo delle paranoie assurde.

Corsi da mia cugina un pò più tranquilla invitandola ad entrare e a superare l'imbarazzo. Era stupenda: vestiva con un semplice paio di jeans chiaro e sotto un paio di stivali beige a tacco basso, la maglietta era nera e scollata e metteva in mostra l’incavo del suo piccolo seno fine. Tutti quanti si presentarono cordialmente con Nicole, specialmente i maschi - che sembravano non aver mai visto una ragazza notando la chilometrica bava che penzolava dalle loro labbra- abbagliati dalla sua bellezza. Giovanni le disse con generosità di fare come se fosse a casa sua e che tutti avrebbero fatto in modo di farla sentire a proprio agio. Nicole già si stava rilassando a vedere tutti quei volti sorridenti e socievoli. Mi stupii non vedere Benjamin tra la folla e, soprattutto, mi stupii del fatto che non fosse venuto a fare il gatto morto con lei.

Volevo chiarire con lui immediatamente, al più presto. Volevo dimostrargli che mia cugina Nicole non era affatto la ragazza che pensava che fosse.

Quindi, trascinai con me Nicole per tutta la casa; lo trovai sul balcone che guardava pensieroso il cielo nero e stellato.

Quando Benjamin notò entrambe, senza sorpresa da parte mia, cominciò a squadrare Nicole senza ritegno. Poi si presentò allungando, con un sorriso mozzafiato, la sua mano. Sembrava un angelo. Un angelo bellissimo. Era anche vestito in tema: una camicetta bianca a maniche corte - non sapevo assolutamente come facesse a essere immune a quel freddo polare-, e i soliti jeans blu scuro col cavallo basso. Avevo una voglia inspiegabile di saltargli addosso.

- Ah, ma io ho capito chi sei tu- si illuminò mia cugina abbozzando un sorriso imbarazzato.

Benjamin sollevò un sopracciglio perplesso.

- Si, tu sei Benjamin. Il ragazzino che infastidiva Giulia quando era piccola.-

Io e lui ci guardammo per un momento che sembrò infinito.

- Hai una buona memoria- ammiccò Ben rivolto a Nicole.

- La infastidisci ancora?- lei puntellò le braccia sui fianchi e lo guardò apprensiva aspettandosi già la risposta.

- E' il mio passatempo preferito- sibilò lui, sbruffone come al solito, guardando verso di me.

Gli feci un sorriso tiratissimo e alquanto finto e quando guardai mia cugina notai che ci stava scrutando attentamente.

- Eh già...non siete cambiati per niente...- La sua affermazione era troppo, troppo insinuativa. Aveva sospetto su qualcosa...ma che cosa??

Benjamin continuava a guardarmi, aveva gli occhi fissi su di me. Provai a ignorarlo, facendo la finta tonta e osservando in giro fingendo interesse per qualcosa in particolare ma non resistetti più di dieci secondi e mi ritrovai a fissarlo intensamente.

- Che cosa c'è?- sbottai rossa in viso. Quel suo sguardo glaciale mi metteva in soggezione e mi stava facendo innervosire seriamente.

- E' lei?- bisbigliò apparentemente calmo.

- No- accompagnai la mia risposta diffidente con una scrollata di spalle.

Nicole mi guardò curiosa e, forse, un poco infastidita sentendosi la protagonista del discorso, quasi codificato, tra me e lui. Benjamin invece fece un respiro profondo nel chiaro tentativo di non esplodere: bene, non mi credeva. Lo presi da parte afferrandolo per un braccio spazientita e sentii il sonoro sbuffo di mia cugina. Le sorrisi per scusarmi e poi ritornai con gli occhi puntati su di lui che mi guardava scettico.

- Se vuoi non mi credere, io ti sto dicendo la verità. Non è lei la ragazza del Vox.- gli bisbigliai sperando che mi credesse. Era la verità, che cazzo!

Lui non mi guardò e non mi rispose. Che cavolo, aveva bisogno di un tutor per parlare?!

Gli diedi un leggero strattone per attirare la sua attenzione.

- Hai capito?!- gli chiesi con stizza, smorzando involontariamente la voce che mi provocò un forte bruciore in gola.

Mi fulminò con lo sguardo per poi gelarmi definitivamente con un - Si- .

Se ne entrò di nuovo dentro non guardando in faccia nessuno.

- E' il tuo ragazzo?- esordì curiosa mia cugina saltò fuori pensando alla cosa più assurda che potesse balzare nel suo cervellino.

- Mtz! Ma no, secondo te!- gli risposi arrossendo al solo viaggio mentale che mi stavo facendo. Magari lo fosse, pensai sognante.

- Sembrate una coppia sposata da una vita- mi fece presente un po’ offesa schioccando la lingua contro il palato.

Le lanciai un'occhiataccia degna di Zeus quando si mette a lanciare i fulmini.

-Guarda che non te la schivi: dovrai raccontarmi ogni cosa.- sventolò il suo indice sotto il mio naso, chiaramente offesa dopo aver assunto quella voce altezzosa.

Dio, quando si comportava così era veramente odioso! Non sopportavo di non essere creduta quando dicevo la verità. Lo odiavo! Odiavo il suo modo di comportarsi da Re, dove tutti dovevano tenergli conto e stare attenti a non urtare la sua irascibilità e la sua inesistente simpatia – solo lui era convinto di essere realmente simpatico-. Sua Maestà non si rendeva conto di assomigliare di più al buffone di corte che ad un Re. E poi odiavo il suo sguardo di sufficienza quando si posava sugli altri credendosi il Più Bello del Mondo. Ecco, lo avrei chiamato così d'ora in poi: Mister più bello del mondo. Tsè, convinto lui...

 

A metà serata, stanchi di ballare e di mangiare, Giovanni propose un gioco. Il gioco più stupido, più infantile e più maniaco che avessero inventato: Verità, confronto, obbligo.

Tutti quanti si sarebbero dovuti sedere in cerchio e uno alla volta sarebbe arrivato il turno delle domande o degli ordini. Ad esempio: se io ero la prima del cerchio avrei dovuto chiedere a tutti " Scegli obbligo, verità o confronto?" in base a quello che sceglieva la persona che stavo interpellando, mi dovevo inventare una domanda o un obbligo da fargli fare. Ovviamente, dopo aver scelto una delle tre opzioni la prima volta, al secondo giro la scelta precedente veniva scartata.

E io, che pensai subito al peggio, mi rifiutai di partecipare. Già sapevo, visto che al posto di normali ragazzi intelligenti nella mia compagnia avevo dei maiali, sarebbero scattati baci e palpatine, se non di peggio. Quindi era proprio meglio starne fuori.

- Se mia cugina non gioca non gioco neanche io- dichiarò Nicole in imbarazzo poco dopo.

- Dai Giuls, è un gioco per la miseria!- mi rimproverò Anna con tono seccato. La congelai con un’occhiata da brivido. Ma perché doveva essere così stupida a volte?

- Non giochi perchè sei gelosa, vero?- la frecciatina che mi mando il " Mister più bello del mondo" bastò a farmi sclerare. Gli sguardi perplessi dei presenti si posarono alternativamente prima su di lui e poi su di me.

- Come?- gli chiesi cercando di rimanere calma. Dal nervoso che mi suscitava cominciava pure a tremolarmi l'occhio. Era così illegale uccidere un presuntuoso e fastidioso arrogante?

- Ho detto che tu non vuoi giocare perchè sei gelosa- continuava a guardarmi, sfidandomi con gli occhi. Ma che grande...sfacciato! Era chiaro che alludeva a Nicole. Pensava che io fossi gelosa se nel caso a lei fosse toccato l'obbligo di baciarlo, o viceversa, e convinto qual'era si fosse dimostrata la ragazza che cercava. Beh, però sarebbe stato il mio momento; di fargli vedere chi aveva ragione. E, anche se avessi avuto la morte nel cuore alla vista di loro due che si baciavano, almeno avrei avuto la soddisfazione di vedere la sua faccia delusa quando avrebbe scoperto che Nicole non era la ragazza che tanto desiderava.

Con un sorriso vittorioso mi sedetti, preceduta da mia cugina, continuando a fissare Benjamin che mi fissava a sua volta. Speravo tutti i santi di questo mondo che non ci sarebbe toccato l'obbligo di baciarci o sarebbe stata veramente la fine.

Che diavolo mi costringeva a fare l’orgoglio a volte…non sapevo spiegarmelo. Sarei stata pronta a sfidarlo anche in punta di morte per dimostrargli che osso duro ero veramente. Di certo, se mi avesse sfidato non mi sarei mai tirata indietro. Ed era questo che voleva? Una sfida? O forse quella stupida domanda bizzarra e senza fondamenta – ancora provavo a negare a me stessa!- era un tranello per farmi partecipare? Ad ogni modo, non potevo tirarmi indietro; ormai avevo detto di si e io non rimangio mai le parole.

 

Il turno delle domande era arrivato al decimo del cerchio: Benjamin. La cosa mi terrorizzava un tantino e, dal nervoso che sentivo crescere per la situazione assolutamente assurda e inconcepibile, cominciai a mangiarmi le unghie. C’erano state domande, a cui avevo dovuto rispondere sinceramente poiché era la regola del gioco, decisamente ficcanaso. Nessuno teneva conto alla privacy di una persona, santo cielo?! La prima domanda a cui dovevo rispondere in totale onestà, dopo aver scelto Verità, era stata chiaramente: “ Hai mai scopato?” Ma chiederlo in modo un po’ più galante e signorile?? No, avevo dei gran maiali in compagnia, che cosa potevo mai pretendere! Risposi di no, pura e bianca come mamma mi aveva fatto. E ne andavo fiera! Non la davo di certo al primo che passava Io – chissà perché, i miei pensieri si indirizzarono a Veronica- e ogni notte non avrei cambiato un partner come lei. Mi erano toccati obblighi non tanto zozzi come pensavo: dovetti baciare a stampo Giovanni, toccare il sedere a Michele e far vedere il mio reggiseno, con mio grande disappunto, a tutti i maschi. Rispetto alle altre volte il gioco, a cui non avevo mai partecipato ma solo assistito, era molto migliorato. Forse per la presenza dei genitori di Giovanni… Quando toccò a me invece il turno delle domande e degli obblighi e arrivai a Benjamin, che scelse l’obbligo, io con tutta l’angoscia nel cuore lo feci baciare con mia cugina. Mi guardò sbigottito sentendosi arrivare quell’ordine proprio da me. Seppur stavo male, mi concessi a un’espressione alquanto altezzosa e vittoriosa dopo aver osservato il suo bel faccino deluso dal bacio di Nicole. Ero soddisfatta di me stessa. Mi ero conficcata, letteralmente, quel poco di unghie che avevo nel palmo della mano quando la baciò ma la sua faccia sconfortata bastò per risollevarmi almeno un po’.

- Giuls?- la sua voce mi riscosse dal filo dei miei pensieri. Mi guardai un’ istante in giro, completamente disorientata. Oh merda. Toccava a me. Ed ero il capo espiatorio di Benjamin. Cazzo! Di sicuro si sarebbe divertito a mettermi in difficoltà, a farmi fare la pagliaccia di turno. Non mi ricordavo nemmeno quale delle tre opzioni mi fossero rimaste. Merda, merda e ancora merda.

Lo guardai titubante, leggermente impaurita dal suo sguardo smanioso.

- Obbligo, verità o confronto?- solita domanda, ma fatta da lui mi provocò una reazione tutt’altro che solita: il mio stomaco si contorse per il panico e l’impazienza di sapere cosa diamine sarebbe successo. I suoi occhi, comunque, non promettevano niente di buono.

Continuavo a mordermi il labbro freneticamente, avrei rischiato di morire dissanguata se avessi continuato di quel passo. Dovevo stare calma, per la miseria… O se ne sarebbe accorto. Allora, che cosa cazzo avrei dovuto scegliere? Obbligo, no, non volevo rischiare. Confronto? Da fifona. Optai per la Verità.

- Verità- diedi voce ai miei pensieri, rilassandomi sul posto e sciogliendo la tensione.

- L’hai già usata- mi fece presente continuando a fissarmi. Si aprì in un ghigno quasi sadico che mi innervosì ancora di più.

Aveva ragione, cazzo! L’avevo usata nel giro precedente con una stupida domanda di una snob della mia scuola.

- C-confronto?- era una domanda appena sussurrata la mia. Ero troppo incerta e impaurita per poter affermare una qualsiasi frase; il mio cuore batteva velocissimo, neanche fossi un uccellino.

Impallidii definitivamente quando Benjamin scosse la testa. E, come se non mi fosse già abbastanza chiaro, mi annunciò, ahimè, che mi era rimasto solo Obbligo.

Deglutii saliva insesistente. Ok, ero decisamente nel pallone. Sapevo che avrei reagito di istinto e che me ne sarei corsa via facendo rimanere male Giovanni e di sasso quello stronzo di Benjamin. Calma, Giuls, sei tu che pensi sempre al peggio. Continuavo a ripetermi che non sarebbe successo niente di così traumatico da impedirmi di stare calma e di continuare a godermi la serata. Feci un respiro profondo a occhi chiusi. Poi, finalmente, lo guardai dritta negli occhi riacquistando un po’ di pace interiore. Ma lui, ovviamente, era intenzionato a distruggere il mio equilibrio mentale:

- Baciami- disse semplicemente – o per meglio dire, mi ordinò- , spezzando definitivamente quel filo di speranza e ottimismo a cui avevo cercato di appendermi. In quel nano secondo, mi alzai di scatto e in modo brusco dal posto. Il mio cuore aveva smesso di battere, il respiro mi si era mozzato in gola, cominciai a sudare in preda al panico ma le mie docili e tremanti manine erano congelate. Avevo la febbre?

- C-c-osa?- Il mio era meno di un debolissimo sussurro ma lui riuscì a carpire lo stesso la mia stupida domanda.

- Voglio che mi baci- mi ripetè, guardandomi negli occhi. Nessun ghigno o sorriso divertito, faceva veramente sul serio! Ero proprio nella merda. Vedevo Anna, Jessica allarmate e preoccupate quanto me… No, quanto me mai. Stavo per avere una crisi, una crisi isterica. Guardai anche in direzione di Michele che sembrava incoraggiarmi mentre tutti gli altri avevano la fronte aggrottata per la confusione.

- No- risposi a Benjamin provando a essere minimamente determinata.

- E’ il gioco, Giulia. Lo devi fare- era serio. Insomma, voleva veramente costringermi a farlo?!

- Ha ragione- sgranai gli occhi e spalancai la bocca stupefatta in direzione del mio migliore amico.

Michele mi venne incontro per fornirmi una spiegazione

- Non ti sembra l’ora di finirla con questa storia?- mi sussurrò risoluto. Sapevo che aveva ragione ma non volevo che Benjamin venisse a scoprirlo in quel modo. Non avevo la forza di controbattere, il mio cervello era andato in tilt. Il panico e l’ansia si erano impossessate di me.

Si alzò anche Benjamin e si avvicinò a me sfiorandomi un braccio. Sfuggii a quel contatto come se fossi stata scottata da un qualcosa di estremamente bollente.

- No, non posso.- gli dissi di nuovo con la voce che vacillava. E anche le mie gambe non erano da meno…

- Mi dispiace, Gio- puntai gli occhi, sinceramente dispiaciuta, verso il festeggiato e corsi a recuperare giacca e borsa. Quando uscii fuori mi fermai per prendere una boccata d’aria e riuscire a respirare come un’essere vivente munito di capacità respiratorie. In quel momento sbucò Nicole preoccupata da morire: - Ma che diavolo è successo?!- mi chiese agitata mettendomi le mani sul viso tentando di calmarmi.

- Nico, te lo racconterò. Per favore passami una sigaretta- non sapevo quello che stavo dicendo. Avevo fumato due o tre volte quando veramente ero nervosa o ansiosa per qualcosa e in quel momento faceva proprio a caso mio.

Mia cugina mi passò sigaretta e accendino. Ma quando l’accesi e feci il primo tiro uscii anche Benjamin; imprecai in tutte le lingue del mondo quando lo vidi.

Mi prese per un braccio.

- Che cazzo fumi?!- disse arrabbiato e sconcertato prendendomi la sigaretta per poi calpestarla a terra e sequestrando l’accendino

Sbuffai seccata, non riuscivo a fare altro. Le gambe continuavano ancora a tremarmi pericolosamente.

- Scusami, Nicole, potresti andare dentro? Io e tua cugina dovremmo parlare-

Nicole annuii inquieta per poi rientrare con sguardo basso.

- Devo andare- dissi col capo chino. Non feci in tempo nemmeno a girarmi che lui mi prese con prepotenza facendo scontrare il mio seno con il suo petto duro. Bloccò le mie braccia con un movimento rapidissimo e la stessa cosa fece per le mie gambe. Non riuscivo a muovermi, per quanto provassi a divincolarmi io non riuscivo a muovermi; le sue braccia erano accollate dietro la mia schiena.

- Mossa di Judo.- mi annunciò con impudenza, come se mi potesse interessare.

- Lasciami, per favore- non avevo la forza di sembrare ferrea quando gli parlavo.

- No. Ora hai due scelte davanti a te: la prima è quella di baciarmi. La seconda, invece, se rifiuti… perderai i capelli- un piccolo rumore secco alle mie spalle mi fece capire che Benjamin stringeva qualcosa tra le mani. Ed era il mio accendino. Mi stava minacciando di bruciarmi i capelli se non l’avessi baciato.

Che schifoso ricattatore!

- Lo sai che il coraggio di farlo c’è l’ho.- parlò ancora, compiacendosi di se stesso.

- Non mi puoi costringere- obiettai stanca.

- Si che posso. Lo dice il gioco-

- Fanculo tu e quel gioco, Benjamin! E’ un gioco stupido!- strillai stizzita.

- Ti stai comportando come una bambina per uno stupido bacio?!- stava perdendo la pazienza, i suoi occhi ardevano.

Non capiva, non poteva capire. Mannaggia a me, mannaggia a lui e mannaggia a Anna!

Non risposi e guardai altrove. Benjamin sospirò sommessamente e, cogliendomi totalmente di sorpresa, poggiò svelto il suo capo nell’incavo tra il mio collo e la mia spalla. Potevo sentire il suo profumo, mescolato col dopobarba aveva un’odore ancora più forte, più buono, più da uomo.

Cominciò a strofinarvi dolcemente le labbra causandomi un’accelleramento notevole del battito cardiaco.

Eravamo insieme, io e lui. Abbracciati, per così dire. Tutto il mondo intorno a me scomparve. Il freddo era svanito, così come la musica in casa a pochi passi da me, tutto; solo io e lui. Sentivo solamente i brividi causati dal semplice contatto delle sue labbra sulla mia pelle… e quel suo profumo mi stava dando alla testa.

Quando pian piano arrivò al mio orecchio chiese sussurrandomi teneramente:

- Perché non vuoi baciarmi?- con un tono così frustrato e amareggiato.

Dio, non era che non volevo era che non potevo!

- E’…complicato…- mugulai tra i suoi capelli profumati.

- No, è così semplice invece- Madonna santissima quel suoi sussurri così caldi e suadenti mi facevano impazzire. Stavo cominciando a sentire un caldo insopportabile nonostante i -3 gradi che c’erano fuori.

Iniziò a lasciarmi piccoli e umidi baci sul collo. Bruciavano, le sue labbra erano troppo bollenti così come la scia che vi stava tracciando. I brividi continuavano a scuotermi da capo a piedi facendomi venire la pelle d’oca.

Mi scappò un sospiro estasiato e subito dopo mi morsi la lingua. Il mio stomaco era colmo di farfalle svolazzanti e altri esseri non meglio identificati.

- Benjamin…- sussurrai. Altro che sussurro, forse un’operatrice di servizi Hot- Line avrebbe avuto una voce meno orgasmica della mia.

Avrei voluto dirgli di smetterla ma non ci riuscivo. Mi mancava la forza di volontà.

- Mmm… che c’è?- sembrava così eccitato che mi faceva andare fuori di testa. Non gli risposi solo per non dire cose sconce che la mia bocca avrebbe voluto partorire. Lambiva ogni centimetro di pelle del mio collo; quella dolce tortura stava svegliando i miei ormoni in un modo anormale. Non avrei mai creduto di poter provare simili sensazioni… con lui per giunta! Stavo decisamente impazzendo.

- Sei troppo tesa… sciogli la tensione…- mi consigliò bisbigliandomi ancora all’orecchio con quella dannatissima voce sexy. E come se il mio povero cervello non fosse già abbastanza provato, iniziò ad accarezzarmi la schiena dolcemente. Mi stava manipolando ed era pure bravo, era questo che mi faceva incazzare! Ma non riuscivo ad obiettare, a dirgli basta; la volontà mi si era sbriciolata nell’attimo in cui mi chiese di baciarlo.

Stava funzionando sentivo di rilassarmi man mano tra le sue braccia che mi tenevano intrappolate. Le sue lievi labbra percorrevano quel lunghissimo tratto tra il mio orecchio e la mia bocca facendomi andare a fuoco.

Un’ombra di sorriso gli spuntò sul volto quando fu a meno di un centimetro dal mio viso. Le nostre bocche si stavano sfiorando con delicatezza ma nessuno dei due prendeva l’iniziativa: aspettava che fossi io a farlo, il gioco aveva deciso così.

- Stiamo… dando spettacolo- provai a comporre una frase di senso compiuto visto che la netta vicinanza che c’era stava scompensando i miei neuroni. In effetti, tutti gli invitati erano ammassati davanti alla finestra per poter guardare la scenetta romantica fuori dalla casa. Maledetti ficcanaso! Lui scrollò le spalle, fregandosene altamente degli spettatori dietro di lui.

- Baciami- mi sussurrò ancora; questa volta non fu un’ordine ma una supplica.

Non ci riuscivo. Non riuscivo a resistere ancora. Avevo voglia di baciarlo, una voglia incontenibile. Sarei stata male se non l’avessi fatto lì in quell’istante, sarebbe stato quasi un dolore fisico… Poi quelle sue maledette mani che continuavano ad accarezzarmi la schiena mi stavano facendo andare in escandescenza.

- Ti odio- biascicai sulle sue labbra a occhi chiusi. Desideravo conoscesse il mio cieco odio nei suoi confronti dopo avermi convinto a baciarlo.

- Io di più- rispose sfiorando il suo labbro inferiore con il mio.

E non resistetti oltre. Mi avventai sulle sue labbra con passione e dolcezza insieme. Volevo godere ogni istante di quell’attimo, saggiare ogni gusto e particolare.

Si muoveva cauto al principio, succhiando le mie labbra tra le sue, baciandole e passandoci la lingua con delicatezza. Non sapevo se stesse ancora aspettando me per muoversi con più decisione ma ero intenzionata a fargli capire che volevo di più. Perciò divenni più avida e più determinata; schiuse la bocca per poter consentire l’accesso alla mia lingua che impaziente trovò la sua facendole giocare insieme. Quando ebbe la conferma che mi fossi lasciata andare definitivamente a lui, fece cadere l’accendino dalle sue mani liberandomi dalla sua trappola di ferro per potermi stringere a se spasmodicamente. Io, in automatico, mi aggrappai al suo collo facendo si che i nostri corpi entrassero in contatto. Nello stesso istante in cui intrecciò le sue mani tra i miei capelli, dalla sua bocca, come quella sera in discoteca, sfuggì un sospiro di piacere. Il bacio divenne più concitato, c’era più foga e più trasporto. Dio quanto mi erano mancate quelle sue maledette labbra… Le mie braccia erano sempre attorcigliate al suo collo, intenzionata a soffocarlo se necessario, per tenerlo stretto con la paura che potesse scappare da me una volta che avrebbe scoperto tutto. E mancava poco, anzi pochissimo al peggio. Ma in quell’istante non volevo pensarci, volevo continuare a vivermelo…anche se forse sarebbe stata l’ultima volta.

Si staccò all’improvviso, mordendosi le labbra e uno sguardo contrito come espressione, e aveva lasciato me con la bocca ancora protesa e non completamente sazia.

Sentii una fitta allo stomaco: il momento era arrivato. Lui aveva capito ogni cosa. Fissai per terra e presi anche io a mordermi le labbra per l’angoscia.

- Eri tu- il suo filo di voce spezzò il silenzio.

Non gli risposi, non ne avevo il coraggio.

- Eri tu la ragazza del Vox e l’hai sempre saputo.- fece un sorriso ma era isterico, quasi incredulo.

- Ecco perché hai fatto tante storie per baciarmi!- esclamò adirato facendomi una smorfia sdegnata per me, era solo per me.

- Benjamin…- provai a dire con voce debolissima ma non mi diede il tempo di parlare o di pronunciare altro:

- Zitta, Giulia! Non ho voglia di sentirti, di sentire le cazzate che hai ancora da raccontare. Mi hai mentito, sei solo una bugiarda e un’egoista. Ti credevo diversa ma mi sbagliavo: esattamente come le altre, a te piace veder soffrire la gente. Complimenti, davvero.- e come se le sue parole non fossero già abbastanza dure e laceranti, dolorose per il mio povero cuore, mi fece anche un applauso. Ogni “clap” delle sue mani era una coltellata al cuore.

Sapevo di aver sbagliato, sapevo che stavo facendo la figura dell’idiota a starmene zitta ma proprio non riuscivo a parlare.

Benjamin continuava a scrutarmi con sdegno e disprezzo, una sua occhiata riusciva a congelarmi del tutto. Prese un grosso respiro e parlò ancora:

- Non voglio avere più niente a che fare con te- detto questo, se ne andò. Lasciandomi sola, umiliata, dopo avermi ferita. Volevo sprofondare all’inferno.

Mi spezzò il cuore, riuscii a sentire distintamente tutti i pezzettini che si sgretolarono come fossero fette biscottate. L’angoscia e una malinconia devastante mi stavano attanagliando l’anima. Avrei voluto scavare nel mio petto e prendere i miseri rimasugli del mio cuore che ne erano rimasti per mostrarglieli. Le lacrime stavano minacciando di uscire e avevo sempre più paura di non riuscire a controllarle. Stavo solo aspettando che sparisse dalla mia vista per lasciarmi andare. Quando non lo vidi più diedi libero sfogo al mio pianto e ai miei singhiozzi lasciandomi cullare dalle braccia di mia cugina e sotto gli sguardi compassionevoli delle mie amiche.

Noteeee: Ok si, sono in un leggero ritardo xD leggero eh! xP Finalmente, direte voi, sti due benedetti si sono baciati! Ebbene si...finalmente! Però... =( sniff sniff.. Benjamin ha reagito male. Personalmente parlando, io che lo conosco, è una persona molto sincera e schietta: dice qualsiasi cosa pensa in faccia, beh se si parla di sentimenti però è un altro conto... ;) comunque si, non sopporta le bugie e le falsità, soprattutto le infamità... ha avuto una storia molto difficile, infatti nn so se vi siete accorte ke nei capitoli nn ho mai citato suo padre. Vi spiegherò tutto nella storia con i suoi Pov ;) Però accennerò qualcosa già qui, nei Pov di Giulia tranquille. Beeeeeeeeh che ne pensate? apparte il ritardo imperdonabile >.< Vi piace il capitolo?? :D Spero di si perchè ci ho messo molta dedizione... Volevo ringraziare le 52 stelline dei preferiti e i 79 seguiti e anke le 9 da ricordare *_*

Pink_Crystal: Grazieeeeeeee! si mia cugina è una grande culona uffffff :D anche io amo tutti i personaggi apparte quella Veronica sciacquetta -.-''' Spero ti sia piaciuto anke questo, un bacio!

zia_addy: Ciauuu carissima! ma figurati per il ritardo xD Siiiii sono dolcissimi non è vero?? Anche in questo capitolo lui è tenerissimo prima di incazzarsi *_* Un bacio grandissimo =) <3 Grazie per la recensione cara!

SASA 89: Si, come dice la mamma di Giuls, tra l'odio e l'amore c'è solo un passo :D Ed è verooo eeeeh ;);)

stellabella:  Ed eccolo il capitolo ch volevi! =) finalmente in bacio è arrivato! sei contenta??? Mmm.. non credo che Benjamin andrà di matto con Nicole, poi chissà magari mi sbaglio xD un bacione grande! Grazie mille!

vampistrella: Ciao nuova fan! :D beh devo dire che hai intutito! infatti Ben ha reagito abbastanza male... Mi disp per Giuls =( Beh, grazie grazie spero che continuerai a seguirmi! :D un bacio!

 3things: Ciaoooo! che carina, sono contenta che ti ho fatto concludere bene la tua serata =) Come hai visto avevi ragione, oltre al deja-vu, lui si ricordava perfettamente del bacio e automaticamente della sera in discoteca.. bel casino eh? Grazie mille per aver recensito tesoro! un bacione =)

 Bella_kristen:  Ciao! non preoccuparti per il capitolo =) Sono contenta di avere una nuova fan che ha seguito anke le mie storie precedenti, e ne sono felice che ti siano piaciute ^^Sinceramente neanke io avrei resistito dinanzi a tale bellezza *Q* ma mia cugina è bravissima vero? hihihi.. Grazie per la recensione spero ke tornarai a trovarmi =) un bacio

mantovanina: No Ben è ritardato e non ci arriva -.- si lo so anke a me fa scendere tutto xD Si in effetti Nicole è stato un guaio ma sarà anche una fortuna ;) scoprirai solo leggendo hihihi... sono misteriosa oggi! xD grazieeeeeeee per aver recensito, un bacio enorme =)



Purtroppo non posso scrivervi lo spoiler del prossimo capitolo perchè lo dovrò riscrivere visto che rileggendolo fa proprio cagare! -.- Un bacio a tutte!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Delusione ***



                                                                               

Delusione
Pensare che la Domenica precedente lo avevo baciato per la prima volta mentre questa Domenica l'avevo baciato per l'ultima, mi faceva stare malissimo. Michele mi parlò dicendomi che quasi sicuramente Benjamin era rimasto deluso dal mio comportamento. Secondo lui, non c'entrava proprio niente il fatto che alla fine aveva scoperto fossi io la ragazza che cercava.  Non mi risollevò per niente il morale, anche perchè avevo ancora quel suo applauso che continuava a rimbombarmi in testa provocandomi costanti fitte al cuore. Deluso. Diceva di essere deluso da me, dal mio comportamento. Mi aveva dato della bugiarda ed egoista... non aveva tutti i torti.
- Giuls, lui odia le persone che gli mentono proprio per il fatto che lui è sempre schietto e sincero. Tu sai perchè, c'è un motivo dietro tutto questo-
Certo che sapevo il perchè. Il perchè era suo padre, non voleva diventare come lui. Uno sporco, infame bugiardo, ecco qual'era il motivo. E naturalmente, Benjamin si aspettava di ricevere altrettanta lealtà dalle persone. Non negavo che aveva ragione; io non sapevo assolutamente cosa voleva dire crescere in certe circostanze, non sapevo per niente come si doveva sentire quando vedeva sua madre piangere per il marito, non sapevo nulla. Perchè ero sempre stata accecata dall'odio, dal rancore e dal disprezzo nei suoi confronti. Di lui avevo sempre saputo tutto, anche se a sua insaputa. Stupida ragazzina egoista! Non avevo mai pensato alla sua schifosa vita, non davo neanche conto al perchè fosse così strano come ragazzo; non lo sapevo osservare, quando lui ha vissuto, quasi, sempre praticamente accanto a me. In un certo senso, ha fatto parte della mia vita da sempre anche se da dietro le quinte. E non potevo ancora credere che le cose avessero preso quella piega così assurda...
Continuava ad evitarmi: più me lo ritrovavo davanti e più cambiava strada per non incrociare il mio sguardo. Ogni maledetta volta che non mi guardava negli occhi mi sentivo mancare qualcosa nel petto; si, mi sentivo vuota, terribilmente vuota. Sembravamo due perfetti sconosciuti. Mi mancavano da morire le sue frecciatine da demente cronico qual'era, mi mancavano i suoi sguardi sondanti e insistenti quasi volesse comunicarmi qualcosa con le sue iridi intense e profonde, mi mancava il suo modo di stringermi a sè, mi mancava dannatamente il suo profumo che mi entrava con prepotenza nelle narici diventando un tutt'uno con la mia anima. E, anche se sfortunatamente le avevo assaggiate pochissime volte, mi mancavano immensamente le sue labbra, i suoi baci che riuscivano a farmi perdere la cognizione della realtà. Mi mancava tutto, qualsiasi cosa. Non so cosa avrei dato per potergli parlare di nuovo, per vedere quel guizzo sarcastico e malizioso nei suoi occhi alla mia vista...non so cosa avrei dato per ritornare tra le sue braccia e sentirmi protetta e in completa sintonia con il mondo.

- Scusami, ma non posso starmene zitto e continuare a vederti soffrire...- sbottò di colpo Michele sbuffando evidentemente angosciato per colpa mia.
- Ma che dici...? Io sto benissimo- lo interruppi deglutendo per provare a sciogliere quel nodo insistente che avevo in gola. Non mi ricordo quanto tempo fosse passato, sapevo solo che stavo una vera schifezza. C'erano giorni che sembravano interminabili senza nemmeno vederlo di sfuggita, senza sapere come cazzo stava.
- Non negare a me, lo sai che non riesci- disse guardandomi negli occhi. Io abbassai lo sguardo: sapevo che sarei crollata da un momento all'altro.
- Ormai è quasi una settimana e mezzo che ti tormenti, ora basta. Ora parlo.- si sistemò meglio sulla panchina fredda.
Io arcuai un sopracciglio palesemente perplessa. Che c'entrava lui, che aveva da dirmi? Ed era veramente passata una settimana e mezzo?
- Ho parlato con Benjamin- disse d'un fiato andandoci cauto.
Un attimo, un' decimo di secondo. Un mancato battito del cuore. Il suo nome. Riusciva ancora a far allargare quel dannatissimo buco dentro allo stomaco, ogni giorno sempre più grosso.
Michele fece un sospiro profondo prima di cominciare a parlare.
- Lui continua a dire che sta bene...ma non è così. Lo, vedo, lo sento e lo conosco troppo bene...- iniziò con sguardo chino concentrandosi intensamente sulle parole che doveva utilizzare.
- Sai perchè dopo un pò ha lasciato perdere?- puntò fissi i suoi occhi nei miei convinto che avessi compreso il senso della sua domanda.
Non capivo assolutamente a cosa si riferisse. - C-che cosa?- quando si parlava di lui non riuscivo ad avere ancora un tono di voce nella norma; lo stomaco si stringeva per la malinconia e l'angoscia.
Sbuffò e guardò altrove strizzando gli occhi. Probabilmente stava cercando di formulare al meglio il discorso.
- Quando tu gli hai fatto credere che la tua " amica" Nicole lo avesse respinto, lui non ci è rimasto poi così male. Lo sai perchè?-
Strabuzzai gli occhi a quella rivelazione. Non potevo credere che non ci fosse rimasto male, era pazzo di lei. Completamente invaghito! Scossi la testa in segno di negazione.
- Perchè c'eri tu, Giuls- increspò le labbra come a farmi capire che la cosa fosse palesemente ovvia.
Il mio cuore aumentò il battito rasentando i tremila.
- Non capisco- la farfugliai automaticamente ma in realtà il mio cervello era completamente assorto in tutt' altri pensieri.
Cercai di concentrarmi, con tutta me stessa, su quello che aveva da dire - decisamente più importante- invece di continuare a farmi mille e mute domande.
- Ti sto dicendo che... lui provava qualcosa per te... Che lui prova tutt'ora qualcosa per te-
Ok, il mio cuore aveva cessato di battere accordandosi con i miei polmoni che rifiutavano di inspirare ossigeno e espirare anidride carbonica facendomi quasi strozzare per la cosa assurda appena concepita di Michele.
Mi diede due o tre colpetti sulla schiena preoccupandosi per me.
- E' impossibile- commentai la sua sparata ridicola col fiato corto.
Alzò gli occhi al cielo annoiato.
- Lui mi odia- mi schiarii la voce che, perfida qual'era, proprio in quel momento, stava cominciando a vacillare.
- Anche tu lo odiavi, se la memoria non mi inganna- un ghigno soddisfatto gli comparve sulla bocca. Io iniziai a torturarmi le dita, arrossendo a quella maledetta consapevolezza.
- E' diverso, totalmente- sospirai affranta - Lui non mi ha fatto nulla. Io invece gli ho mentito; motivo in più per detestarmi a morte- gli feci presente con una voce che proprio non era da me: era spenta, opaca. Non mi riconoscevo più. Certo, provavo sempre a convincermi che Benjamin non fosse nessuno per me, che non provassi niente per lui ma erano tutti tentativi invani. Sorridevo, ovvio, però dentro mi sentivo come se una catastrofe mi si fosse abbattuta contro, come se avessi perso qualcosa di estremamente prezioso. Come se la felicità, d'improvviso e senza preavviso, mi avesse abbandonata.
- Gli piaci...- Quanto era cocciuto! Le mie parole da un orecchio gli entravano e dall'altro gli uscivano. Non potevo negare che quell'affermazione mi fece sentire le farfalle nello stomaco.
- ...tanto. Forse troppo- aggiunse accigliandosi. Ma sapeva almeno lui quello che stava dicendo?!
Ritornò a fissarmi prendendomi la mano richiedendo tutta la mia completa attenzione.
- L'hai deluso, è vero. Ma credo che capirebbe se tu gli spiegassi ogni cosa. Perciò...parlaci, ok?-
Parlarci?! Si come no... Mi avrebbe mandata a quel paese ancora prima di aver provato ad aprir bocca. Ma lo sguardo inquisitore di Michele sapeva benissimo che era la stessa identica cosa che anche io avrei voluto fare. Provarci fino all'ultimo, sperare fino alla fine. Aveva ragione, dovevo parlarci. E  l'aveva vinta il mio migliore amico...di nuovo.

Stavo ritornando a casa alle 19.25 di Venerdì pomeriggio quando sentii una voce che mi pietrificò completamente sul posto. I battiti cominciarono ad accellerare udendo quel tono, quel modo di parlare...quella melodia dai suoni indescrivibili - ero in vena di poesie...- No, non stava parlando con me: sentivo solamente la sua voce e ne dedussi che stava parlando semplicemente al telefono. Benjamin era lì, proprio dietro quel muro non sapendo che proprio io fossi a meno di qualche metro distante da lui. Saperlo così inaspettatamente vicino mi provocò una fitta al cuore. Era il momento perfetto per obbligarlo ad ascoltarmi, doveva cazzo! Forse ridurci ad urlare in mezzo alla gente, anche se eravamo nel lato isolato della Polisportiva, non era proprio il massimo ma d'altronde non potevo presentarmi a casa sua e metterci a litigare dentro quattro mura. Ero talmente irrequieta che la mia gamba cominciò a tremolare da sola.
- No, papà, non so quante altre volte devo ripetertelo!- era arrabbiato e stanco. E stava parlando con suo padre. Ahimè, che brutto momento avevo scelto...
Continuava a ripetere che non si sarebbe trasferito dal padre - inizialmente provai una sorpresa mista ad una sonsiderata ansia ma poi mi sollevai parecchio-, che non avrebbe seguito le sue orme e che avrebbe vissuto benissimo la sua vita anche senza una figura paterna. Bravissimo il mio amore... Oddio, il mio amore...??? Ero completamente impazzita. Decisi di andarmene prima che la sua voce riuscisse a mandarmi totalmente in trance. Gli avrei parlato il giorno seguente, sarei andata a casa sua necessario...no, aspetta: se proprio fosse rimasta come ultima spiaggia eh. Ma prima che potessi fare anche solo un passo, fui afferrata per un braccio in una stretta prepotente.
Benjamin mi strattonò nell'altro lato della Polisportiva dove, fino a nemmeno un minuto fa, stava litigando con il padre al cellulare.
- Hai origliato tutto, non è così?- il suo sguardo era cattivo, il suo bellissimo volto deformato dalla furia mi faceva veramente paura.









Note:
Dovete scusare il mio imperdonabile ritardo >.< Sorry sorry sorry! Ma tra prove strutturate d'esame per due settimane di fila, lo studio ecc.. non ho avuto il modo di respirare un solo secondo =( L'esito? Non sono stata ammessa... Eh vabbè, lo sapevo e sopratutto me lo merito. Ritornando alla storia, si questo è un patetico capitolo di passaggio U.u perchè il prossimo è abbastanza lungo e unirli tutti e due non mi sembrava il massimo ;) Ma vi posso garantire che il successivo VI SBALORDIRà =)=) vi annuncio che purtroppo siamo quasi agli sgoccioli T___T e che il prossimo capitolo lo posterò presto visto che è più importante ;) Ringrazio le 62 bellissime persone che mi hanno inserita tra i preferiti e gli 87 seguiti, gli 12 tra quelle da ricordare *_*
_Bella_Swan_:  Ciao tesoro! :D Tranquilla non fa niente per il ritardo... Come noterai Benjamin è un tantino scontroso con Giuls, poveretta... Grazie mille per la recensione tesoro e per i tanti complimenti che mi fai! Un bacio grosso grosso
giulia87: Ma ciao Giulia! Come stai??? =) Sono contenta di rivederti e sapere che continui a seguirmi... Ecco qui il capitolo, che non ti fornirà forse molte spiegazioni ma il prossimo non devi proprio perdertelo :D. Grazie di essere passata! Un bacio
vampistrella: Ciaooo =) si direi che le cose non si sono messe molto bene per Giuls, ma vedrai che tutto si risistemerà.. ehm ehm U.u Cmq grazie tante per la recensione =) un bacio grande!
Pink_Crystal:  Si Benjamin è scemo, però lo capisco! Insomma credo che chiunque dannatamente orgoglio si sarebbe sentito come lui. D'altronde l'orgoglio fa essere forti ma non felici ( frase di Facebook xD) Sono contenta di averti emozionata, vedrai poi nel prossimo capitolo...muahahahah... un bacio grande! ;)
Bella_kristen: Carissima! Si non dirmelo, sono in ritardo >.< Scusami tanto tanto! Sono contenta che lo scorso capitolo ti abbia emozionata e che ti sia piaciuto così tanto! Grazie mille! Un bacione <3
 ikuto_shin:  Ciaoooo! Si anche secondo me mia cugina aveva fatto bene a non dirglielo perchè così gli ha reso le cose difficili ;D Per quanto riguarda i capitoli dal Pov di Benjamin, li farò ma più avanti...Avevo cmq deciso di scriverli! Un bacio e grazie della recensione!
C4rm3l1nd4:  Ciaooo =) sono davvero contenta che la storia e i personaggi ti piacciano! Spero continuerai a seguirmi =) un bacio e grazie mille!
3things: Ciao Tesorooooooooooooo!!! Devo ancora salutare mia cugina e il suo " quasi marito" da parte tua xD lo farò presto appena la sento! Anche io condivido con tutto ciò che hai scritto, infatti io ho da sempre appoggiato mia cugina su ciò che faceva! Un bacio grande tesoro e grazie mille! =)

Un piccolo spoiler sul prossimo capitolo :D
- Pfff. Ti credevo più inventiva invece sei banale.- soffiò con aria di sufficienza; quella che io detestavo fortemente.
[...]
- Ti odio!- gli urlai contro cominciando a sentire gli occhi pizzicare dalle lacrime.
[...]
- Io odio te e le tue mani, cazzo!- ringhiò rabbioso vicino al mio viso. Mi terrorizzava.



Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La resa dei 'conti' ***





La resa dei " conti"


- Non ho origliato un bel niente, stavo tornando a casa- cercai di apparire spavalda e minacciosa, cosa che non so se mi sia mai riuscita bene.
- Ti ho vista!- esclamò adirato trucidandomi con lo sguardo. - Ah dimenticavo che sto parlando con la bugiarda di turno- aggiunse e mi lasciò il braccio dopo aver fatto la sua battutina quotidiana.
Stavo ribollendo di rabbia, mancava poco e sarei esplosa. Invece no, dovevo mantenere la calma e il controllo.
Calma e controllo, calma e controllo.. continuavo a ripetermelo come un'ossessa tenendo gli occhi chiusi mentre mi massaggiavo nervosa il polso.
- Io non ho sentito nulla- mentii ancora, tenendo fissi gli occhi nei suoi con nessuna intenzione di abbassare il capo.
Mi voltò le spalle borbottando a bassa voce. Sembrava un pazzo in balia di una forte crisi isterica.
- Dai, Giulia, vai!- gridò indicandomi il nulla con un braccio. - Vallo a dire a tutti quanti!-
- Ma che cosa?!- sbraitai esasperata e finendo con lo sbattere le braccia contro le cosce.
- Che mio padre è un fottuto camorrista- sibilò a denti stretti con un'espressione decisamente inquietante mentre stringeva i pugni.
Niente che io non sapessi.
- Per chi mi hai presa?! E poi lo sapevo già...- il mio tono da saputella non mi avrebbe di certo aiutato in quella situazione drastica. Ma quel grande cretino riusciva sempre a farmi agire d'istinto senza ragionare!
- Come fai a...? Mia madre- si domandò spiazzato e finendo a rispondersi da solo increspando le labbra per il forte disappunto. Un sorriso inquietante si disegnò sul suo volto.
- Ho sempre saputo tutto, Ben, ogni cosa. Ma non ho MAI osato dire qualcosa in giro.- la mia voce si era addolcita parecchio facendo compagnia alla mia espressione dispiaciuta.

Mi ricordavo perfettamente quel giorno di sole, troppo caldo per i miei gusti, di sei anni prima. Suo padre fu arrestato, i poliziotti sfrecciavano con la loro macchina bianca e blu, e la loro insopportabile sirena assordante, in giro per il paese. Non fu catturato in casa e di conseguenza neanche Benjamin sapeva il reale motivo di tutto quel casino. Sua madre gli spiegò tutto la sera stessa e non lo vidi per giorni interi. Solo qualche tempo dopo capii che in realtà Benjamin era rintanato in camera sua a piangere disperatamente. A scuola, fuori con gli amici o con la madre, lui vagava quasi in stato vegetativo. Fino a che, dopo qualche mese, mia madre ricevette una telefonata urgente da parte di Chiara annunciando in preda ad una crisi di panico che il figlio fosse sparito. Mia madre mi trascinò con lei, dato che mio padre era a lavorare, e accompagnammo Chiara al carcere del Sant'Anna. Nello spazio immenso di fronte a quella gigantesca prigione, un ragazzino biondo girato di spalle stringeva un megafono tra le mani mentre si faceva spazio sullo spalto più alto.
La gente intorno non capiva, li sentivo mormorare confusi tra loro una volta che ci fummo mischiati con la massa.
- Papà- urlò Benjamin dentro al megafono, singhiozzando. Calò un silenzio di tomba. -Sono Benjamin- continuò non curandosene e cercando di ricomporsi.
- Papà ti prego dammi un segno: dimmi che non sei morto.- supplicò. La sua voce era sempre più debole e strascicata. Stava compiendo un atto ben più grande di lui; Chiara scoppiò a piangere seguita a ruota da mia madre. Alle parole del ragazzo, da una finestra sbarrata comparve uno straccio che continuava a sventolare. Anche Benjamin esplose in lacrime, sicuramente di gioia, non appena vide  quel benedetto segnale che tanto attendeva.
- Ascoltami, ti voglio bene! Sei il mio papà e io sarò sempre tuo figlio; non dimenticarti mai di me, papà, ti scongiuro!-
Al suono di quelle tristi parole, piansi anche io sentendo un innavertito dolore al petto. Forse era lo stesso che provava anche lui..o forse me lo stavo semplicemente immaginando...

Lui non rispose e nemmeno provava a guardarmi in faccia. Si limitò a girarsi facendo per andarsene...
- Benjamin, devo parlarti...- balbettai a bassa voce sentendo cavalcare il cuore sempre più forte, ancora più forte.
- Non abbiamo niente da dirci- la sua voce fredda e strafottente mi trafisse, ancora una volta, il petto.
- Non ho voglia di sentire altre scuse...- continuava a darmi le spalle.
- Le scuse non ci sono. Ho solo bisogno di... spiegarti- faticavo a parlare con quel nodo che mi mozzava il respiro.
Non mi rispose e ricominciò a camminare.
- Avevo paura- strillai d'un fiato mordendomi ansiosa il labbro. Con mio stupore si fermò e si girò facendomi una smorfia scettica.
- Pfff. Ti credevo più inventiva invece sei banale.- soffiò con aria di sufficienza; quella che io detestavo fortemente.
Sbuffai esasperata. Doveva fare del sarcasmo, quasi derisorio, proprio in quei momenti?!
- E di cosa avresti avuto paura? Dai, sentiamo- incrociò le braccia al petto mostrandomi la sua solita faccia da schiaffi presuntuosa.
Presi un grosso respiro misurando mentalmente ogni piccola parola e tono da inserire nel mio discorso.
- All'inizio ero... disgustata all'idea di averti baciato- ok, " disgustata" non era tanto carina come parola. Ci dovevo andare cauta, molto cauta. Ma dal suo volto non trasudava nessuna emozione, nessun movimento. Credevo di averlo offeso nel profondo; di vederlo sorpreso e indignato ma... Niente, solo completa indifferenza. D'altronde se il soggetto è zero, l'offesa è nulla.
- e avevo paura che, una volta avessi scoperto che ero io, sarei potuta interessarti davvero.- Lo guardai ancora ma lui sembrava immobile, stava ascoltando e lasciandomi parlare.
- Paura perchè, in quel caso, non avrei potuto darti niente di ciò che cercavi. L'idea mi terrorizzava...- tanto vale essere sinceri fino in fondo no? Non era di certo un segreto il fatto che l'ho odiato e disprezzato fino al midollo.
Questa volta spostò lo sguardo altrove e si appoggiò al muro.
- Continua- la sua espressione mi dava l'idea che stessi parlando a vuoto e che mi stesse bellamente ignorando. Irritata a morte decisi di non darci peso e continuai; dopo lo avrei obbligato a farmi un resoconto della mia arringa.
- Però...poi... le cose sono cambiate:- arrossii come un pomodoro massacrandomi il labbro. A queste ultime parole, Benjamin si voltò di scatto sollevando un sopracciglio.
Adesso si che mi sembrava più attento...
Mi schiarii la voce e trovai il coraggio di guardarlo finalmente negli occhi. Nel suo sguardo leggevo impazienza e curiosità perciò mi affrettai a continuare.
- il mio disgusto si trasformò in...incertezza- non sapevo nemmeno io se era quella la parola che stavo cercando. Ma per me esprimeva tutte le mie costanti paranoie, tutti quei momenti dove non mi sentivo degna di lui.
- Incertezza?- domandò con tono fintamente neutro e leggermente confuso. Olèèè! Finalmente, un minimo di partecipazione...!
- Si. Non ero più così sicura che, dopo avessi scoperto fossi io la ragazza del Vox, ti sarei interessata. Anzi, l'idea non mi sfiorava nemmeno. Diciamo che...si erano invertiti i ruoli nella mia testa: tu avresti provato disgusto e io invece...tutto il...contrario- strascicai la voce proprio all'ultimo e cominciai a sudare per l'imbarazzo avvampando sempre di più.
Che vergogna confessargli i miei sentimenti! In quell'istante infinitamente lungo, mi resi conto che le parole di Jessica non erano altro che Santa verità.
Oddio, era davvero una veggente?
Benjamin continuava a tenere i suoi occhi inchiodati nei miei trasmettendomi indisponenza e noia. Naturalmente, il Principino non mi rispose.
- Beh, io ho finito- stavo cominciando ad innervosirmi: mi faceva andare su tutte le furie quell'aria da... da Re che si dava! Se si aspettava che sarei arrivata al punto di baciargli i piedi per scusarmi poteva scordarselo completamente! Io non mi inginocchiavo a nessuno.
- Quindi me ne posso andare?- Non gli era importato nulla: tutto ciò che avevo detto non lo sfiorava nemmeno.
Rabbrividii. Mi sentivo ridicola e umiliata. E Michele riteneva anche di avere ragione; come potevo piacergli se mi aveva ascoltato svogliatamente e se, per di più, non gli fosse interessato un fico secco?! Avrei voluto mettermi a piangere per la figura patetica che avevo appena fatto, per aver capito che io non contavo assolutamente niente per lui; ma ero scissa tra la voglia di correre a casa e sfogarmi o sfogarmi a suon di schiaffi con lui in quel preciso momento.
Lo guardai duramente. - Sei solo un pezzo di merda- sibilai con tutto l'odio che avevo in corpo. Perchè in quel momento lo odiavo, odiavo il fatto di avermi fatta passare come la ridicola del giorno. Quindi...avevo scelto indubbiamente l'opzione due: ovvero di sfogarmi con lui a suon di schiaffi.
Quando spallucciò con strafottenza poi, sentii proprio il richiamo della violenza bussare al mio animo. Mi avvicinai fulminea e gli tirai uno schiaffo talmente forte da sentir bruciare il palmo della mano.
- Ti odio!- gli urlai contro cominciando a sentire gli occhi pizzicare dalle lacrime. Quelle dannatissime gocce salate non dovevano assolutamente rigarmi il volto, per niente e per nessuno in quel momento! Benjamin, furioso, mi prese e in un lampo mi aveva sbattuto contro il muro imprigionandomi i polsi.
- Io odio te e le tue mani, cazzo!- ringhiò rabbioso vicino al mio viso. Mi terrorizzava.
- Lasciami andare!- ringhiai di rimando. Anche io sapevo essere una vera furia quando mi ci mettevo. Ero sicura che sarei scoppiata da un momento all'altro: sentivo il bisogno di sfogarmi, di far fuoriuscire quella diga smisurata che tenevo dentro da troppo tempo.
- Ti odio!!- ribadii di nuovo strillando, esaurita da ogni energia, completamente svuotata e priva di forze.
- Anche io, odiosa egoista!-
In meno di un secondo, sorprendendomi completamente, appoggiò la sua fronte alla mia affondando le sue mani tra i miei capelli che prese a stringere con forza. Lo sentivo respirare a fatica, come se anche lui fosse stanco ed esaurito dai nostri mille battibecchi. Il cuore mi pulsava in ogni dove, avevo una tremenda paura che riuscisse a sentirlo.
E poi...mi baciò.
Ero rimasta ancora ad occhi spalancati per l'incredulità e la sorpresa. Catturò le mia labbra fra le sue con una passione che mi sconvolse. Il mio cuore sembrava correre la maratona a perdifiato; di quel passo sarei morta. 
Non capivo e non volevo capire.
La sua irruenza nel baciarmi mi appurò del fatto che fosse ancora arrabbiato e risentito con me, ma non mi importava minimamente. Con una magneticità assurda, le mie mani finirono tra i suoi capelli premendogli la testa contro la mia bocca. Il suo bacio violento mi fece sentire la nostalgia che lo attanagliava: come se non c'è la facesse più a starmi lontano.
O almeno, era questo che mi faceva credere.
Si staccò un secondo per prendere fiato mentre io ancora non mollavo i suoi capelli e continuavo a tenere premuto il suo capo contro la mia fronte:  troppo timore che sarebbe scappato via da me.
- Una visitina dallo psichiatra non c'è la leva nessuno...- mormorò roco ed ansante sulle mie labbra. Io gli sorrisi in tutta risposta per poi riprendere a baciarlo. Allacciai stretta le mie braccia al suo collo mentre Benjamin mi strinse forte a sè attirandomi per la schiena.
- Non è vero che ti odio- gli sussurrai ansimante e accaldata.
- Lo so- mi accarezzò teneramente una guancia sorridendomi. Forse era pura immaginazione ma i suoi occhi...brillavano (?).
- Scusami, non volevo mentirti- gli dissi dispiaciuta, quasi mortificata.
- No, scusami tu se mi sono comportato da idiota. Avrei dovuto confessarti prima ciò che provavo per te- non avevo mai sentito quella voce così dolce uscire dalla sua bocca. Ne rimasi così ammaliata tanto da sembrare inebedita fuori da ogni schema. Poi arrivò di colpo e a scopo ritardato- ero troppo concentrata negli elogi sulla sua dolcezza- l'ultima frase che aveva appena sussurrato...Allora Michele aveva ragione...?
- Mi perdoni?- mi chiese sorridendomi di sbieco dopo avermi posato un lieve bacio sulla guancia.
Lo baciai d'impeto: non c'era alcun bisogno di una risposta, il mio gesto esprimeva tutto il mio consenso.
- Benjamin...- lo chiamai sussurrando senza fiato dopo aver preso l'ennesima boccata d'ossigeno.
- Mhm?- quel dannato...tentatore stava strofinando il naso contro il mio collo. Voleva mandarmi in tilt! E soprattutto voleva strapparmi alcune cose, che non dovevo dire, dalla bocca...
No, Giuls, no, no, no... NO! Non devi dirlo, non devi dirlo! E' colpa sua, mannaggia!
- ...Ti amo-
Oh merda. Oh merda. Oh merda! L'avevo detto, cazzo, me l'aveva fatto uscire!
Smisi di respirare all'istante, arrossendo vistosamente non appena incrociò i miei occhi.
- Davvero?- mi domandò alquanto stranito ed incredulo.
Deglutii. L'avevo detto ormai, che senso aveva rimangiarmi tutto?
- Si- risposi flebilmente e senza respiro. L'ansia mista al nervoso mi stava divorando lo stomaco.
Boccheggiai in cerca di ossigeno quando mi abbagliò di un sorriso larghissimo.
Benjamin mi tempestò di baci su tutto il viso facendomi ridere divertita.
- Però tu...- cominciai con mille complessi incastonati nel cervello. Lui non mi amava, non provava quello che provavo io ne ero certa.
- Io...?- mi sollecitò con un ghigno compiaciuto stampato in faccia.
- Niente- sembravo di nuovo una ridicola bambina. Solo perchè ci eravamo messi a scambiare tenere effusioni non significava che gli piacevo davvero; per cui sciolsi l'abbraccio e prima di andarmene bisbigliai tra me: - Sono solo una stupida-
Ridacchiò di gusto e mi fece sentire ancora più umiliata di quanto già non fossi.
Cominciai a camminare in avanti con le gambe molli e il cuore a pezzi.
- Si, sei proprio una stupida...- sancì afferrandomi per un braccio e attirandomi a se.
- ...perchè anche io ti amo, amore- soffiò caldo sul mio viso dopo essere ritornato serissimo. Come mi aveva chiamata? Oddio Santo benedetto! Dov'ero? Biglietto solo andata per il Paradiso, grazie. Dovevo ringraziare le farfalle che alloggiavano nel mio stomaco: si erano moltiplicate a dismisura e quindi, dopo essere morte, le loro piccole anime portarono anche me su nel cielo blu... Si, ero fuori di testa.
- Dav-davvero?- mi fischiavano le orecchie e sentivo il chiaro avvertimento delle gambe che avrebbero ceduto da un momento all'altro.
- Si, piccola sciocca-
E ritornò a baciarmi ancora, ancora e ancora.







NOTE:

E alloraaaa?? Che vi avevo detto? Vi ha stupiti? Banale, brutto? com'è? Spero bello, per me era quello più importante di capitolo ;)
Si sono due pazzi U.u però sono cariniiii.. *_* che commozione... Beeeh e questo è il penultimo e per finire l'epilogo, naturalmente. T___T
Mi viene da piangere sul serio... Ringrazio i 67 che mi hanno aggiunto tra i preferiti, i 92 seguiti e i 12 da ricordare :)
Scusate tanto ragazze spero che mi perdoniate ma non riesco a rispondervi.. sono veramente di fretta! Grazie mille a tutte voi che continuate a seguirmi.. Un bacio immenso <3<3<3




Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Epilogo - La mia Isola Felice ♥ ***


                                                                                                          Image and video hosting by TinyPic





Epilogo - La mia Isola felice




Tutto era estremamente ordinato e lucente in camera mia, quasi in modo maniacale. Mia madre mi aveva ordinato più di una volta di pulirla in modo che gli arredi avessero preso a luccicare ininterrottamente. Il motivo? Stava arrivando sua sorella e voleva fargli trovare la casa uno specchio. Non capivo ancora questa sua fissa, sinceramente; nessuno era più alla mano di mia zia Manuela. Non, di certo, come mia zia Stefania - madre di Nicole nonchè affascinante sorella di mio padre- E soprattutto non vedevo l'ora di rivedere mia cugina Silvia, soprannominata Sissy - come la principessa del cartone animato- da mio padre per via dei suoi boccoli color dell'oro.
Ero intenta a dare un'ultima sistematina al letto con un sorriso sornione e spensierato sulle labbra - da perfetta imbecille- quando la vibrazione del cellulare mi ridestò. Quando vidi il suo nome sul display il mio sorriso si allargò propagandosi su tutta la faccia, neanche avessi una paresi facciale.
- Pronto?- dissi, ma sembrava di più un sospiro felice.
- Che stai facendo?! E' almeno mezz'ora che continuo a mandarti messaggi!- esclamò leggermente irritato. Alzai gli occhi al cielo.
- Sto aiutando mia madre con le faccende domestiche.- risposi scontrosa e stizzita.
- Ah- rispose semplicemente.
Mi compiacqui per averlo messo a tacere.
- Scusami.- disse debolmente.
- Tranquillo-
Aveva qualcosa: lo sentivo nel suo modo di parlare, nella sua voce dura e, allo stesso tempo, incolore.
- Ho bisogno di te- mi sussurrò teneramente. Avevo fatto centro, come sempre.
- Cos'è successo?- chiesi premurosa e intenta ad ascoltarlo con tutta la concentrazione di cui disponevo.
- Le solite... cose.- Per "solite cose" intendeva suo padre e tutto il resto. E, non volevo azzardare, sua madre: stava male per il marito. Per quel padre assente che cercava di portarle via suo figlio, il suo ultimo brandello di pace, l'unica ragione della sua esistenza.
- Mia madre piange- Sbam! - Non so più che fare, Giulia, non so più che fare- era decisamente disperato. Sapevo benissimo che non aveva più la forza di vedere sua madre ridotta in quello stato, non ne poteva più di tutta qulla situazione. Ma che razza di padre era uno che chiedeva al proprio unico figlio di collaborare con le sue spudorate azioni? Si poteva seriamente considerare "padre"? Come diavolo si permetteva di intromettersi ancora nella sua vita azzardandosi anche solo pensare una cosa del genere? Sua madre aveva appena superato la perdita, la depressione, la malinconia, l'angoscia per un'amore non corrisposto; forse un'amore che il marito non aveva mai provato nei confronti di lei. E come un fulmine a ciel sereno, lui si rifaceva vivo. Incredibile.
- Ehi, ehi calmati. Ascoltami, ok?-
- Si- bisbigliò e lo sentii deglutire: stava trattenendo le lacrime.
- Ora prendi un bel respiro, vai da tua madre e cerca di tranquillizzarla. Dopodiche, venite a casa mia tutti e due. D'accordo? Le farà bene stare con mia madre.- decretai calma e disinvolta.
Purtroppo, in quel momento non avevo idee migliori. Era terribilmente frustrante essere impotente in tutta quella faccenda, sentire il dolore del mio ragazzo e non avere il potere di fare qualcosa per renderlo felice. Sapevo che fosse totalmente meschino da pensare ma io desideravo ardentemente la galera per quel ripugnante uomo. Doveva soffrire, in ergastolo dentro ad una cella fredda e buia. E ogni singolo momento della sua schifosa vita la dentro avrebbe dovuto rimpiangere il calore di un abbraccio, di un sorriso, della famiglia. L'ultima cosa che Benjamin voleva - e me l'aveva detto molteplici volte- era che anche io stessi male a causa sua. Aveva paura di deprimermi e di sovracaricarmi dei suoi problemi. Cosa totalmente patetica. Anzi, Benjamin spesso teneva dentro tutto quanto facendomi spazientire ed incazzare con il risultato di un altrettanto stressante litigio.
- Va bene, arriveremo tra poco- lo sentivo un pò più rilassato e sollevato.
- Ti aspetto. Voglio starti vicino a modo mio- dissi maliziosamente.
- Mmm...Cercherò di fare al più presto-
Ridacchiai divertita.
- Ehi- richiamò la mia attenzione prima di riattaccare.
- Dimmi-
- Grazie- e riappese. Posai il mio cellulare sul comodino e sospirai intristita.
Anche oggi avevo fatto la mia opera di bene.

Circa dieci minuti dopo il campanello trillò. Corsi in fretta al piano di sotto con l'entusiasmo alle stelle per chiunque mi stesse aspettando dietro la porta. Se fossero stati i miei parenti o Benjamin sarebbe di sicuro stata una gradita sorpresa.
Strillai di gioia non appena vidi il viso gioioso della mia cuginetta e, senza neanche darle il tempo di fiatare, le balzai addosso per stritolarla.
Sissy rise, stringendomi di rimando.
- Che bello rivederti! Quanto sei bella!- urlai emozionata. Lei arrossì e mi sorrise felicemente.
La feci entrare e subito fu accolta da mia madre in un'altrettanto abbraccio stritolatorio.
Le lasciai alle chiacchiere e corsi a salutare, con lo stesso entusiasmo di poco prima, i miei zii appena entrati.
Dopo i saluti e le solite domande di cortesia - Come stai, come non stai? Che si dice? E con il lavoro?- presi mia cugina per un braccio e la trascinai in camera mia, completamente entusiasta di vederla gironzolare nella mia dimora.
Sissy era una ragazza estremamente timida, la sua fiducia era quasi impossibile riceverla per via delle sue innumerevoli delusioni. Ma quando credeva di poterti donare il cuore, ti stupiva donandoti anche l'anima. Ovviamente, alle persone che lo meritavano davvero.
Subito la tempestai di domande sulle ultime news della sua vita. Lei rispondeva quasi sempre eccitata dalla mia presenza e lieta del mio interessamento.
- E a te cosa è successo?- mi chiese con una piccola ruga a V tra le sue delicate sopracciglia.
- Ti brillano gli occhi- Naturalmente, era rimasta l'acuta osservatrice di sempre.
Arrossii chinando lo sguardo sui miei piedi.
Poi tornai a guardarla stranamente impaziente di raccontarle il reale motivo del mio lucicchio facciale.
- Non potresti mai immaginartelo...- iniziai emozionata rimembrando il passato, ma proprio in quel momento un'adorabile rompiscatole aveva aperto la porta facendomi sobbalzare.
- Ehi, mi è sembrato di vedere un granello di polvere...- mi sfottè ghignando appoggiato allo stipite; le sue parole morirono in bocca non appena incrociò lo sguardo di mia cugina. Lo vidi chiaramente imbarazzarsi e io ridacchiai divertita.
- Oh, ciao- Benjamin cercò di riacquistare la sua serietà rivolgendosi a Sissy.
- Ciao- salutò palesemente timida mia cugina.
- Ehm...Ben, ti ricordi di Sissy?- gli chiesi.
- Silvia- mi corresse lei con le guance completamente infuocate. Le sorrisi intenerita.
- Certo, mi ricordo- anche lui le sorrise e, anche se non era rivolto a me, il mio cuore perse un battito a quella vista mozzafiato.
Un silenzio imbarazzante ci avvolse non appena mi ritornò in mente qualcosa:
- Ehi, cos'è che stavi dicendo, scusa?- lo fissai in attesa, pronto a fulminarlo con gli occhi.
- Che mi dispiace dirtelo ma la stanza si sta completamente ricoprendo di polvere.- usò il suo finto tono melodrammatico per prendermi in giro.
- E' colpa tua: insieme alla tua fastidiosa presenza, hai portato con te anche la sporcizia- ribattei con un sorrisino arrogante.
- Ma... tu non sei quel Benjamin...?- incalzò balbettando mia cugina.
- Si, sono io- ammiccò sorridente. Forse non capiva che con quei suoi incessanti sorrisi non l'avrebbe di certo messa a proprio agio.
- Si è lui. Il solito cretino che viene per stuzzicarmi e prendermi in giro da una vita- commentai e sbuffai sarcasticamente.
Lui mi guardò sorridendo malevolo. Gli feci la linguaccia in tutta risposta.
- Non vi odiavate voi due?- chiese evidentemente confusa.
Benjamin scoppiò a ridere. Era divertito dalla situazione comica in cui ci trovavamo. Sentirlo ridere era come aria pura nei miei polmoni; non potei che sorridere felice e sollevata.
Mia cugina invece arrossì di vergogna: probabilmente si stava chiedendo se non avesse detto qualcosa di inappropriato.
- Oh si che la odio. Purtroppo sono solo costretto da mia madre a venire qui.- disse sprezzante ma nascondendo un sorriso sotto i baffi.
Anch'io mi trattenni dal ridere solo per non far sentire a disagio mia cugina. In realtà noi stavamo solo giocando tra di noi, ma non con lei.
- Ecco, bravo, puoi tornartene di sotto. Ciao, ciao- espressione e tono arrogante fecero capolino.
Benjamin prese sul serio le mie parole e fece per andarsene.
- Ehi, non dimentichi qualcosa?- ora basta giocare, non mi aveva nemmeno salutata a dovere.
Si girò ghignando e venne verso di me. In meno di due secondi catturò le mie labbra tra le sue; era questo il tipo di saluto che pretendevo.
- Ciao- mi sussurrò teneramente fissandomi negli occhi a meno di due centimetri dal mio viso.
- Ciao- feci un risolino. Guardarlo mi faceva sentire felice. E averlo al mio fianco mi faceva sentire completa.
Sentivo gli occhi di mia cugina sgranati per lo sbalordimento.
Baciai le sue labbra ancora una volta prima di bisbigliargli che ci saremmo visti di sotto tra poco. Lui annuì schioccandomi un bacio sulla guancia per poi uscire e chiudere la porta della mia stanza dietro di lui.
Sissy teneva gli occhi fissi ancora sulla porta, l'espressione sgomenta, la bocca spalancata.
Ridacchiai.
- So che non ti saresti mai aspettata una cosa del genere...- cominciai sorridente. Chi mi vedeva da fuori poteva pure prendermi per una deficente sempre col sorriso puntato in faccia. Invece, ero semplicemente innamorata, follemente innamorata.
- Okey, dov'è la telecamera nascosta?- sorrise ingenuamente confusa. Pensava veramente che fosse una Candid Camera?
Scoppiai a ridere.
- Non c'è nessuna telecamera, cugina. So perfettamente che è impossibile da credere ma ci siamo...innamorati- arrossii all'ultima mia parola pronunciata.
- Certo- balbettò non molto convinta. - E da quanto...?- si accigliò timidamente.
- Sono sette mesi che stiamo insieme- Sette mesi, pensai sognante.
- Te lo giuro, non ti sto prendendo in giro. E' una storia folle, a volte non riesco a crederci nemmeno io, davvero.- le parole mi uscirono veloci e sincere.
- Va bene. Mi riesce solo, veramente, difficile crederlo.- disse sforzandosi di crederci davvero.
- Wow- esultò dopo poco. - E'...meraviglioso, Giuls- corse ad abbracciarmi contenta. Sorrisi stretta nel suo abbraccio.
- Sembra roba da film- commentò dopo poco continuando a sorridere entusiasta. Mi ricordava Jessica...
Increspai le labbra al ricordo.
- Che c'è? Le capisco anche io queste cose. Manca poco ai miei diciasette anni- strizzò l'occhio. Come ogni persona vivente, anche mia cugina non vedeva l'ora di raggiungere la maggiore età.
- No, no. Pensavo ad altro- le sorrisi scuotendo la testa.
- Beh, che cosa aspetti?- mi domandò con un espressione alquanto scettica.
Alzai un sopracciglio per farle intendere di non aver afferato ciò che voleva dire.
- Voglio che mi racconti tuuutta la vostra storia. E voglio tutti i particolari!- pretese quasi in modo comico. Mi fece ridere e anche arrossire.
- E' una storia lunga...- sventolai la mano vicino al mio viso sperando che lasciasse perdere. Ma, conoscendo mia cugina, non avrebbe di certo mollato l'osso.
- Ho molto tempo- calcò la voce su quell' unico avverbio. Mi fece ridere di nuovo, con gusto.
- D'accordo, te lo prometto. Però, ora, scendiamo giù con gli altri, ti va?- Sapeva benissimo che se promettevo un qualcosa riuscivo a mantenerlo.
In fondo, io ero quella che non si rimangiava mai la parola...
- Va bene- mi sorrise dolcemente prima di abbandonare la mia camera per raggiungere il resto della mandria in salotto.

Tutti seduti intorno al tavolo, dopo la stupefacente abbuffata di mia madre, continuammo a parlare del più e del meno. Gli adulti alle loro cose e noi giovani alle nostre. Vedevo Chiara decisamente più serena e sorridevo ad ogni suo sorriso.
- Beh, Giuls, questo è decisamente un'evento storico- il richiamo di mia zia mi ridestò dai miei pensieri.
- Cosa?- chiesi ingenuamente. Al novantotto per cento era esattemente quello a cui credevo che pensasse...
- Voi due-  indicò me e Benjamin con ovvietà. Mi sentii surriscaldare all'istante e subito dopo un lieve umido tocco di labbra sulla mia guancia; non mi serviva guardare da chi provenisse il gesto.
Guardai immediatamente verso mio padre che aveva assottigliato gli occhi in modo, quasi, omicida. Papà voleva bene a Benjamin, ovvio. Ma come ogni padre geloso della propria figlia, non sopportava queste scenette smielate.
- Ehm...vado a prepare il caffè- corsi immediatamente in cucina per evitare di essere sotto i riflettori. Odiavo essere al centro dell'attenzione! Soprattutto se si trattava di cose estremamente personali.
Preparai l'acqua e quattro cucchiaini di caffè ancora sfuso da mettere nella moca prima di metterla sul fuoco ed aspettare il consueto borbottio di quest'ultima.
Nel mentre, mi avvicinai al lavello per rinfrescarmi un pò il viso in quel soffocante caldo di Agosto. Avvertii due mani posarsi delicatamente sul mio ventre e spingermi all'indietro verso un petto caldo. Il suo petto caldo.
- A cosa stai pensando?- mi sussurrò all'orecchio.
Sorrisi. - Tua madre sembra...spensierata-
- Lo è. Grazie a te- soffiò ancora sulla pelle del mio collo mandandolo a fuoco.
- Grazie a noi- lo corressi schiarendomi la voce.
Cominciò a baciarmi il collo approfittando di quel fugace momento di intimità.
- E...tu come...come stai?- gli chiesi per distrarlo- e per distrarre me soprattutto-, non eravamo proprio nelle circostanze adatte per amoreggiare.
- Adesso bene- sospirò.
Mi girai sorridente prima di prendergli il viso tra le mani e posargli un dolce bacio a fior di labbra.
- Ops, scusate!- era mia cugina rossa di vergogna; non avevo neanche udito i suoi passi presa com'ero dal mio ragazzo.
- No no, vieni pure- la invitò gentilmente Benjamin con un sorriso di incoraggiamento.
- Lo zio chiedeva dove fossi col caffè- mi disse sempre rossa in viso.
Alzando gli occhi al cielo spensi quel dannato fuoco sotto alla moca interrompendo così anche il fastidioso borbottare.
Andai a servire il caffè ai presenti in salotto posando con attenzione il vassoio sul tavolo.
- Ehm, Giuls? Il " dopo" è arrivato?- mi chiese Sissy trepidante dalla voglia di conoscere la mia storia. La nostra per essere precisi, quella mia e di Benjamin.
Portai mia cugina e il mio ragazzo in camera con me; la feci accomodare sul letto mentre io e Benjamin ci adagiammo sul pavimento.
- Allora...- e cominciai a raccontare la nostra storia con un'evidente emozione negli occhi e nell'anima. Sentirla e ricordarla così perfettamente fece venire i brividi persino a me stessa. Ci furono alcuni commenti di Benjamin, alcune spiegazioni che richiedeva per miei pensieri e castelli passati che lui non conosceva. Si intromise a volte per spiegare i suoi punti di vista che non mi piacquero affatto e di conseguenza discutemmo varie volte.
Era veramente incorreggibile!

La serata finì, purtroppo, e i miei zii con mia cugina dovettero tirar su baracca e burattini per tornarsene a casa. La salutai con un abbraccio stretto. Sissy era ancora emozionata e commossa dal nostro racconto che mi venne da sorridere.
Mio padre andò con gli zii per mostrare loro la strada dato che non se la ricordavano, e ci sarebbe vouto una buona mezz'ora. Intanto, sparecchiai e diedi una spazzata veloce per terra mentre mia madre e Chiara ancora chiacchieravano in cucina.
- Mi avevi promesso le coccole o sbaglio?- mi sussurrò caldo Benjamin togliendomi la scopa di mano e prendendomi delicatamente per i fianchi.
- E' vero- sospirai desolata.
Mi baciò d'impeto facendo cadere la scopa e stringendomi contro il suo corpo spasmodicamente. Afferrai i suoi capelli per intrecciarli alle mie dita.
Inutile ribadire il fatto che il mio povero cuore non poteva tener testa a un ritmo così troppo accelerato...
- Mmm, così va decisamente meglio- soffiò provocatorio al mio orecchio.
- Giulia?- la voce di Chiara dalla cucina mi fece spingere Benjamin con violenza via da me.
Ero pur sempre una ragazza educata...Mi chinai per tirare su la scopa che quel cretino del mio ragazzo aveva fatto cadere con non-curanza.
- Dimmi- ansimai accaldata. Impossibile che mia madre non si accorgesse del mio sconvolgimento momentaneo.
- Ti va di venire a dormire a casa nostra? Mi farebbe sentire meglio avere anche la tua presenza- mi chiese sorridendo speranzosa.
Mi si fermò il respiro. Io e Benjamin a casa sua...Sua madre sarebbe andata a letto, io sarei sgattaiolata in camera sua e...
- Mamma, che ne pensi?- chiesi rossa come un pomodoro.
- Per me va bene-
Ok, troppo strano. Decisamente. Anche mentre uscivo di casa con la borsa per il ricambio mia madre non mi diede raccomandazioni. E nemmeno a Chiara. Che l'era preso?!
Mi aspettavo un: - Voglio che dormiate in stanze separate!- oppure - Giulia, Chiara sente tutto e di conseguenza saprò tutto- o adirittura - Ti chiamerò ogni secondo, non avrai scampo quindi non fare la stupida-. Ma...niente. Mah.
Accantonai i miei pensieri e mi accoccolai tra le braccia Benjamin sul divano per guardare la Tv.
Il mio cellulare prese a squillare. Era mio padre. Sapevo che c'era la fregatura!
- Pronto?- titubai pronta al peggio.
- Tesoro, salutami tanto i genitori di Anna per favore e di loro di farsi vivi ogni tanto!-
Anna? Mia madre aveva detto a papà che ero a casa di Anna a dormire? Ma che cosa avevano complottato quelle due pazze fuori di senno?!
- Ook, papà. Riferirò...il messaggio- balbettai incerta, totalmente confusa.
- Buonanotte- riagganciai.
Di fianco a me Benjamin mi fissava in silenzio e palesemente perplesso.
- Che è successo?- mi chiese preoccupato. Finalmente capii.
Mia madre voleva concedermi un pò di relax con il mio ragazzo. Insomma, voleva concedermi un'occasione da non perdere...
Ah, mia madre! Dovevano fare Santa quella donna!
- Niente- gli sorrisi scuotendo la testa.
- Tua madre si è addormentata?-
- Direi di si- disse carezzandomi la guancia.
- Mi dispiace- gli dissi rimembrando la telefonata di quella mattina.
- Per cosa? - si accigliò.
- Per tuo padre, per tua madre. Per tutto-
- Non preoccuparti, piccola- strofinò dolcemente il suo naso contro il mio collo.
- Ma mi dispiace di più per il semplice fatto che io sia completamente inutile.-
Alzò di scatto il viso per scrutare attentamente i miei occhi.
- Cosa stai dicendo...?- rantolò lievemente sbalordito.
Sospirai amareggiata.
- Vorrei...avere il potere di spedire quel verme di tuo padre in galera. Lui non può portarti via da tua madre o...via da me- iniziai agguerrita e finii per sibilare malinconica soltanto l'ultimo pezzo.
Stavo solo pensando al dolore che avrebbe potuto causarmi quel verme del padre...
- Non mi porterà da nessuna parte: non sono come lui- mi fissò intensamente negli occhi come se volesse trasmettermi quella verità e imprigionarla nella mia mente.
- Vorrei poterti rendere felice. Ma mi sento così...impotente- guardai le mie mani in preda ai sensi di colpa. Quelli non mi avevano mai abbandonata: ero fermamente convinta di non rendere felice il mio ragazzo.
Portò due dita sotto al mio mento per farmi alzare lo sguardo.
- Come puoi solo pensare una cosa del genere?-
Non riuscivo a capire se fosse arrabbiato, sorpreso, sconcertato, deluso...?
Presi a masticarmi il labbro con forza, senza rispondergli.
- A me basta un tuo sorriso, o un tuo sguardo per dimenticarmi di ogni cosa, per essere felice. Tu non capisci quanta importanza vitale hai per me. Non capisci che io...- si fermò per serrare gli occhi e prendere un respiro profondo.
I miei occhi, invece, cominciavano a pizzicare.
-...il mio mondo crolla se non sei con me. Tu mi dai la forza di continuare a lottare-
La sua voce e le sue parole così sincere fecero scivolare una piccola e coraggiosa lacrima dai miei occhi. Lui la catturò con il polpastrello con delicatezza.
- Ti avevo promesso le coccole- gli ricordai tirando su col naso.
Sorrise intenerito prima di prendermi tra le sue braccia e baciarmi con una dolcezza indescrivibile.
Salimmo al piano superiore avvinghiati l'uno all'altra, senza staccare le nostre labbra incastrate. Ci eravamo perfino dimenticati di spegnere la televisione.
Quella notte, per la prima volta, mi donai completamente a Benjamin che, dopo ogni scossa di brividi, mi sussurrava teneramente un " Ti amo".




- The End -



* NOTE*
Ooook ^_^''' avete tutto il diritto di uccidermi, di mandarmi maledizioni, di imprecare contro di me ecc ecc... Anche se non è colpa mia! T___T Questo megadimensionale ritardo è dovuto ad una sospetta incompatibilità di Nvu con il mio pc =( Poooi grazie a quel genio di mio Zio sono venuta a scoprire che si trattava di un virus di cacca -.-'' Grazie al Cielo il problema è risolto e sono stata felice e un pò triste di postare l'epilogo della storia.
Ah, una chiarizione: la storia è di quasi due anni fa perciò avevo quasi 17 anni. Mia cugina è più grande di me di un'anno e qualche mese ;)
Volevo ringraziarvi TUTTE, per i vostri incoraggiamenti, per le vostre parole, per OGNI cosa. Siete state fantastiche! Voi mi date la forza di continuare a scrivere, di sperare.
Ringrazio anche i 76 preferiti, i 15 da ricordare e i 107 seguiti *_*

giulia87: Ehi ciao! Mi ha fatto piacere rivedere una tua recensione e sono molto contenta che tu mi abbia seguito fino alla fine! Ed ecco il sospirato Epilogo, ti chiedo ancora scusa per il ritardo, Grazie delle belle parole e per il tuo sostegno! ;) Un bacio!

 black_shadow: Ehehe... spero anche io di trovare un giorno ciò che ha trovato quella culattona di mia cugina! Ho sempre creduto che per le persone buone d'animo ci sarà sempre una ricompensa ;) Vedrai che anche noi lo troveremo! Grazie della recensione e per  tuoi complimenti! Un bacio =*
 SweetCherry: Oh, carissima! Che bello rivederti! Pensavo non mi seguissi più =( Quando io ho ancora bisogno di un tuo parere :D Grazie dei complimenti e per essere passata a recensire tesoro! Anche io ho qualche capitolo dei tuoi in sospeso se non sbaglio...andrò a controllare! =) Un bacio grande grande, alla prossima!
 __piccola_stella_senza_cielo__: Ciao! =) Rispondo subito alla tua domanda con fare deluso, anche se penso che da questo capitolo intuirai ogni cosa xD. Cmqqq no Nicole non sono io. Io sono la noiosa e timidona Sissy in quest'ultimo capitolo. Grazie mille anche a te di tutti i complimenti e delle belle parole *.* Un bacione!
_Bec_Swan_: Ed ecco la mia tesorosa Bec *_* Credi davvero tutto quello che hai scritto? Oddio, che cosa bella! Spero davvero che sia come hai detto tu. Ah, volevo chiederti sorry per i capitoli arretrati che ho da recensire con le tue storie ^_^''. Non ho scusanti veramente, solo la testa fra le nuvole xD. Recupererò tutto! :D un bacio megaenorme tesoro! =*
stellabella: Grazie mille, di tutto! Un bacio grandissimo =)
Bella_kristen: Eccomi qui con l'epilogo =) Spero sia all'altezza delle tue aspettative. Ringrazio anche te per il tuo sostegno e per i tuoi complimenti gongolanti :Q__ Un bacio grande :D
4lb1c0cc4: Adoro anche io quella scena! *_* Si, sembra veramente roba da film. Grazie mille di tutto, un bacione grande grande cosìììì =*
 3things: Eeeh già! Sembra ieri che l'abbia pubblicata ed è già finita T___T Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e che abbia trovato commovente la storia di Benjamin *_* Io lo adoro! Beh, grazie di tutto. Dal tuo sostegno fin dall'inizio e per tutto le tue stupendissime parole. Grazie veramente! Un bacio enorme tesoro!
 Pink_Crystal: Ehi, Grazie mille Ale =) Un bacio e grazie ancora dei complimenti =*
 anime xx: Eccomi qui, grazie mille! =)
 zia_addy: Ciaoooo =) Leggere le tue recensioni mi mette sempre allegria! =D Certo, scriverò un'altra storia e la dedicherò a te ihihihi... Grazie mille di tutto, per i tuoi incoraggiamenti e per i tuoi complimenti *_* Un bacio grande =*
lady_free: Buonasera! =) Non sai che piacere mi fa sentirti dire che ti piacciano anche le altre mie storie *_* Che emozione! Sono davvero contenta. Spero che anche l'epilogo ti sia piaciuto ;) Non preoccuparti, non abbandonerò la mia passione però mi prenderò un bel periodo di vacanza. La settimana prossima partirò per la Sicilia e ci starò ben due settimane, che bello! =) Grazie mille della recensione e dei tuoi bellissimi complimenti! Un bacio grandissimo =*
 Valentina78: Tutto quello che hai scritto è perfettamente vero! E questa storia, la storia di mia cugina, ne è la prova vivente. Grazie mille delle belle parole e di tutti gli elogi *_* Un bacio =*
 fatina93 : Forse hai ragione dello smielato momento sai? Ma è andato così, io non potevo di certo cambiare le parole. Forse Benjamin se le teneva dentro da troppo tempo. Vederemo poi nella storia con i suoi Pov :D Beh, grazie dei complimenti e delle dritte ;) Un bacio grande =*


GRAZIE INFINITE.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=451339