♥ Our Secret Kiss ♥ di serriii90__ (/viewuser.php?uid=67892)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quella maledetta sera ***
Capitolo 2: *** Il nemico chiede aiuto ***
Capitolo 3: *** Un piano di fuga ***
Capitolo 4: *** Un pomeriggio disgraziato ***
Capitolo 5: *** Sotto una luce diversa ***
Capitolo 6: *** Veggente ***
Capitolo 7: *** Quando le buone maniere non servono...ci sono sempre quelle cattive! ***
Capitolo 8: *** La festa (I parte) ***
Capitolo 9: *** Il bacio ritrovato ***
Capitolo 10: *** Delusione ***
Capitolo 11: *** La resa dei 'conti' ***
Capitolo 12: *** Epilogo - La mia Isola Felice ♥ ***
Capitolo 1 *** Quella maledetta sera ***
Ed
eccomi con una nuova fanfiction destinata a finire in pochi capitoli.
Voglio premettere che questa storia non è farina del mio
sacco ma bensì una vera storia d'amore che mi fu raccontata
da una mia carissima cugina. E' la sua storia. E credo davvero che sia
così meravigliosa ed emozionante che non ho potuto non
scriverla. Naturalmente, ho chieso a lei il permesso di pubblicarla e,
con molto piacere, ha acconsentito alla mia richiesta rendendomi molto
felice. I nomi sono stati inventati, i personaggi ci sono tutti e ho
provato a descrivere al meglio la loro personalità, i
dialoghi ovviamente sono un pò diversi - di certo, mia
cugina non poteva ricordarsi tutte le parole dette :-P-, ma tutto porta
al vero senso essenziale del racconto. Nulla è stato
inventato. Questa storia è la prova vivente, come anche mia
cugina, che tra l'odio e l'amore c'è veramente un solo,
stupido e insensato passo.
Spero
davvero che possa piacere, perchè non è da
perdere assolutamente. Di questi tempi un'amore così non si
trova più e credo che sia una storia di reale importanza,
capace di farti sognare e darti forza per sperare ancora in qualcosa di
bello.
Buona lettura! Spero mi facciate sapere.
ps=
Purtroppo quella squilibrata di mia cugina mi ha pregato di
non mettere alcuna foto del protagonista maschio.. Ho messo solo questa
qui. Lei dice che si assomigliano-.-''' Mi dispiace tantooooo! *O*
QUELLA MALEDETTA SERA
-
Dai, dai, l'avevo detto io! Visto, siete sulla buona strada!- Jessica
irradiava felicità da tutti i pori mentre, per l'ennesima
volta, mi avvertiva del fatto che presto mi sarei fidanzata.
- Si, si
certo. Tu hai la sfera di cristallo.- Alzai annoiata gli occhi al
cielo. Quando mi vede parlare civilmente insieme a quello zoticone di
Benjamin deve sempre cominciare a fantasticare su me e lui.
Era ormai un
anno che andava avanti con questa solfa: " Tu ti metterai con Ben prima
o poi. E avrete anche una bellissima storia d'amore!".
Tsè... Lo diceva con quel tono mieloso che solo lo zucchero
filato a doppio strato di cacao e caramello poteva contenere. Quel tono
così zuccheroso da farti rischiare il coma diabetico.
Mi veniva
anche da ridere ogni volta che ipotizzava un'idea del genere. Io con
Ben?! Ma non sarebbe successo neanche tra un miliardo di anni! No, no,
e poi no! Si, ok era vero che abbiamo cominciato a sopportarci un
pò più di prima - addirittura ci scambiavamo
sorrisi ora!- ma questo non cambia proprio nulla...Non cambiava il
fatto che per 15 lunghissimi anni lo avessi odiato con tutte le mie
forze. Si, perchè Ben non era un ragazzo a posto! A
prescindere dal fatto che fosse un DonGiovanni e che avesse
più di tre ragazze alla volta, ma era anche un tipo un
pò...strano. A volte era socievole e cordiale - se proprio
devo ammetterlo...- ma altre volte se ne stava sulle sue e mandava a
quel paese tutto il mondo. Altre volte invece era così
euforico che si metteva a fare il pagliaccio davanti a tutti.
Il discorso di
Jessica non aveva nè un inizio e non avrebbe avuto una fine.
Come poteva Benjamin mettersi con me? Quando anche lui per 15
lunghissimi anni mi aveva odiato con tutte le sue forze e,soprattutto,
non aveva mai fatto una storia seria?! Ma, soprattutto, come avrei
fatto io a sopportare lui?! Mah... Jessica mi aveva semplicemente
risposto: " perchè un giorno tu farai una cosa che sotto ai
suoi occhi ti metterà in una luce diversa. E la stessa cosa
farà lui per te". Mpff....stronzate! La verità
era che Ben non avrebbe mai avuto la testa sulle spalle e un
atteggiamento serio per affrontare una storia d'amore. Non ne aveva mai
fatte e mai ne avrebbe avute...
- Si, te lo
dico io!- a parlar del diavolo spuntano le corna... - Sabato sera...
scasso totale!- e Benjamin cominciò a ridere fragorosamente.
Per scasso
totale si intende sesso e alcool, ovviamente.
- Stai
già tradendo quella povera ragazza?- chiese Michele
divertito. Naturalmente, il mio amico non poteva che fregarsene di
quella "povera ragazza".
Benjamin ci
pensò su un attimo. - Veramente è cornuta
già da un pezzo! Le ho fatto le corna con Sonia, hai
presente quella del Vox? E Sonia l'ho tradita con un'altra di cui non
ricordo il nome...- alzò gli occhi al cielo come a cercare
una risposta divina.
Che pena. Che
pena! Mi faceva schifo! Tre ragazze contemporanemente? Capisco che hai
17 anni- quasi 18- e vuoi divertirti ma, cazzo, fallo da single. Non le
illudere le persone!
I due amici
scoppiarono a ridere in complicità. Io scossi la testa
sprezzante e guardai Jessica in cagnesco. Ricambiò con un
sorriso e una spallucciata.
- Ben, quando
metterai la testa a posto?- gli chiesi io leggermente acida.
- Uhm... credo
quando tu imparerai a farti gli affari tuoi. Quindi mai!- mi rispose a
tono sghignazzando.
Sentii un moto
di rabbia scorrermi nelle vene. Vidi Michele ammonirlo con un sguardo.
Al contrario di Ben, Michele mi voleva bene, guai a chi mi toccava!
- Oh, allora
scusami Benjamin - dissi ironica enfatizzando molto sul suo nome -
Prima devi imparare le buone maniere!-
Ma
è possibile che un attimo prima riuscivamo ad andare
d'accordo - per modo di dire, non esageriamo.- e l'attimo dopo si
ricominciava da capo?!
- Sei vecchia
come mia nonna...- rispose roteando gli occhi e schioccando la lingua
contro il palato.
Eh, no! Questo
era troppo!
- Io...Cosa?!-
sbottai rossa di rabbia vicina a lui quasi per tirargli un sonoro
schiaffo da lasciargli le impronte. Michele mi fermò appena
in tempo; il mio braccio era già partito all'indietro
trovando tutta la carica necessaria per girare la testa a quello
zoticone.
- Ferma,
Giuls- mi disse mettendomi una mano sulla spalla, sbuffando.
- Non vi
sopporta più nessuno, sapete?!- Michele parlò ad
entrambi a nome di tutta la compagnia. - Sono due anni che, ormai,
siamo in compagnia insieme! Volete farvene una ragione? Ben, noi non
manderemo via Giulia e, Giulia, noi non manderemo via Ben. E' ora che
cominciate a convivere- disse risoluto il mio amico guardandoci negli
occhi con un'autorevolezza che mi fece morire il contropensiero in gola.
Io e Benjamin
ci scambiammo un breve sguardo d'intesa.
- Hai ragione-
parlò Ben sospirando - Giuls, scusami- si rivolse a me con i
suoi enormi occhi azzurri e sinceri.
- Si, ok. Va
bene. Scu-scusami tu se mi sono intromessa- mentre parlavo non lo
guardai in faccia. Era troppo difficile chiedere scusa a uno come lui,
ero troppo orgogliosa per farlo.
Calò
uno strano silenzio imbarazzante. Io e Ben continuavamo a scambiarci
strani sguardi. Lui sembrava davvero dispiaciuto mentre io ancora
parecchio irritata. Forse ero esagerata ma non mi sarebbe passata
così in fretta. Come sempre del resto...
- Tanto prima
o poi vi metterete insieme!- esclamò Jessica emozionata
battendo le mani con la sua vocina stridula e fastidiosa. Tutti ci
voltammo a guardarla increduli poi, per la prima volta complici nella
vita, io e Ben scoppiammo a ridere.
- No, ragazze,
ve lo dico chiaro e tondo: io a casa il sabato sera non ci resto!- Anna
ci stava assillando con le lamentele. A me non andava di uscire quel
sabato sera, anche perchè l'avevo già programmata
con la mia adorata mamma: Twilight e cioccolata calda. Dio solo sapeva
quanto amavo quel film! Beh, quella storia per essere precisi... Anche
se l'avevo visto milioni di volte e letto il libro milioni di volte,
non potevo di certo perdermelo.
- Anna, io non
esco stasera è inutile che insisti- dissi io chiudendo gli
occhi e massaggiandomi le tempie con i due indici. Le sue urla
isteriche mi avevano fatto venire il mal di testa.
- Io non ci
sono proprio stasera, quindi non contare su di me- e anche l'ultima
speranza di Anna, ossia Jessica, andò in fumo. Se lo sarebbe
passato a casa, cosa c'era di male? Era solo un sabato sera...
- Dai, Giuli,
ti prego! Twilight lo hai visto una miriade di volte! Vieni con me
stasera! Dai, per favore!- Anna mise su il broncetto e mi fece gli
occhi da cucciolo bastonato.
Spostai lo
sguardo altrove borbottando qualcosa infastidita.
- Facciamo il
prossimo sabato? Te lo prometto, verrò con te!- le promisi
raggiante per il compromesso che avevo appena ideato.
- No, stasera!
E' sacro per me! C'è Enzo, ma come ve lo devo spiegare?!-
esclamò portandosi le mani sui fianchi infuriata. In effetti
aveva ragione; era la trecentesima volta che ci diceva che al Vox, quel
sabato sera, ci sarebbe stato Enzo.
Mi mordicchiai
le labbra in cerca di una scusa plausibile mentre lei continuava a
guardarmi torva in attesa di una mia risposta. Mi metteva a disagio
quando mi guardava così.
Sbuffai
sbattendo le mani sulle cosce.
- E va bene!-
non feci in tempo a dire che Anna mi saltò al collo
riempendomi la faccia di baci.
- Grazie,
grazie, grazie!- e baci, baci, baci - Te la pago io la prevendita, se
vuoi, basta che mi tieni compagnia!- disse strillando felice al mio
povero timpano.
L'idea di
essere pagata non era niente male. Però, dai... non potevo
approfittarne così.
- Sai quanti
ragazzi ci saranno?! Ci sarà anche Andrea, quello
dell'ultimo anno per cui tu sbavi-
Arrossii
all'istante provando a smentire le parole della mia amica. La
prospettiva della serata non era poi tanto male...se poi c'era
Andrea...ancora meglio!
- Toh, che
combinazione...- parlò Jessica, gli occhi fissi sul proprio
cellulare.
- Cosa, Je?-
chiesi sollevando perplessa un sopracciglio. Jessica alzò lo
sguardo prima su di me e poi lo posò su quello di Anna. Poi
tornò a guardare me e mi sorrise imbarazzata.
- Ehm, no
niente...Parlavo con il mio cellulare, mi era appena arrivato un
messaggio.- rispose subito, gesticolando.
Guardai verso
Anna in cerca di una spiegazione ma si era persa nel vuoto. Mmm...c'era
qualcosa che non quadrava.
Il Vox. Appena
vidi l'insegna mi salii una strana voglia di prendere e andarmene.
Eravamo ancora in tempo, diamine! La madre di Anna era ancora
lì che aspettava che sua figlia entrasse dentro la
discoteca. Poco importava che avrei incontrato Andrea quella sera. In
fin dei conti non mi interessava più di tanto. Si, bello,
fisico da atleta, occhi marroni, capelli castani ma non c'era nulla di
più che una semplice attrazione fisica. Diciamo che attraeva
tutto il popolo femminile dell'istituto San Carlo...un altro
DonGiovanni, in poche parole. Ma molto, molto, molto più
serio del signor Benjamin.
Quei maledetti
tacchi/trampoli che mi ero messa mi stavano massacrando i piedi.
Mannaggia a Anna! Era colpa sua, solo sua! Appena messe in fila
aspettammo una mezz'ora buona prima di entrare nel locale. Cavolo,
fuori si moriva dal freddo. Varcai la soglia della grande sala con un
sospiro; sarebbe stata una lunga notte...e non so se i miei piedi
avrebbero resistito. Il mio abito nero aderente già mi
faceva mancare l'aria sebbene avessi una scollatura abbastanza aperta e
le cosce abbastanza scoperte, sentivo crescere la claustrofobia. E io
che avrei potuto tranquillamente guardarmi Twilight e godermi
l'infinita bellezza e dolcezza di Edward. La sala era
stracolma di gente, non si riusciva a passare. Ed erano solo le 23.35.
Non osavo immaginare quanta altra gente sarebbe potuta entrare
più tardi...Al solo pensiero mi portai una mano alla gola;
mi sentivo già mancare il respiro. Il brutto di quella
situazione è che avrei cominciato a bere. No, non sono
un'ubriacona ma, come tradizione, ogni volta che mi trovavo in
discoteca a ballare bevevo come un'alcolizzata. Per mia fortuna, non
ero ancora arrivata al punto di vomitare l'anima in uno squallido
water, ma quella sera, probabilmente per la noia, non avrei fatto altro
che bere e quindi di conseguenza, vomitare. Mi sedetti subito su una di
quelle poltroncine confortanti attaccate al muro e mi passai una mano
sul viso in segno di stanchezza. Da lontano scorsi una figura alquanto
"inquietante". Mi sembrava di conoscerlo. Strabuzzai gli occhi per
l'irritazione e lo sdegno quando realizzai che quella figura non era
altri che quell odioso di Benjamin! Cercai di calmare il nervoso che
sentii sormontare dentro. Quanto mi dava fastidio la sua presenza! Chi
si credeva di essere quel biondino egocentrico dagli occhi azzurri? Si
credeva di essere il re della festa?! Ballava come un ubriaco in preda
all'euforia...O forse era meglio dire che sembrava un matto disperato
in cerca del suicidio. Ma perchè mi importava
così tanto di criticare Benjamin? Cazzo, ero in discoteca
con la mia migliore amica e volevo divertirmi! Non dovevo pensare a
Benjamin e al suo modo di ballare o a come fosse vesitito quella sera.
Benjamin non era nessuno. Anzi, gli avrei fatto vedere come mi sarei
divertita anche io quella sera. Così avrebbe imparato che io
non ero per niente una vecchia zitella inacidita - in memoria di un suo
calorosissimo e affettuoso complimento.
- Anna,
andiamo a prendere da bere- la trascinai con me verso il bancone.
Ordinai subito - tanto per andare sul leggero- due bicchieri di mojito
seguito da un bicchierone di Rum&Cola. In teoria sarei dovuta
uscire di testa con quelli, ma il mio cervello ancora non voleva
partire così ordinai ancora un bicchiere di Scotch. Lo bevvi
alla goccia e finalmente mi sentii scivolare nella completa esastasi.
Anna era astemia e quindi non poteva bere. Ma non sapeva quello che si
perdeva. Cominciai a ballare come posseduta da un demone. Ridendo,
saltando di qua e di là, strusciandomi addosso a tutti. A
volte mi poggiavo a gente che neanche conoscevo e cominciavo a ridere e
parlare di cose insensate. Sapevo che sarei morta di vergogna non
appena Anna mi avesse fatto il resoconto della serata ma in quel
momento non mi importava. Quando si è ubriachi non si pensa
mai alla vergogna, alle preoccupazioni, alle conseguenze...non si pensa
a niente! Era proprio questo il bello. All'improvviso, non capii come,
sentii un forte tonfo che mi fece male al sedere e compresi che ero
caduta per terra. Cominciai a ridere divertita, completamente senza
ragione. Sarei rimasta li fino alla fine della nottata se qualcuno non
mi avesse aiutata ad alzarmi. Anna dove diamine era finita?!
Probabilmente con Enzo, pensai. Gridai aiuto sempre ridendo ma nessuno
mi sentiva o mi considerava.
- Benjamin!-
gli gridai quando lo vidi vicino a me che ballava vicino ad una
ragazza. Non sapevo il motivo ma sentii stringersi lo stomaco in una
morsa di nervosismo e rabbia. Si girò nella mia
direzione e per farlo guardare in basso lo chiamai una seconda volta.
Finalmente mi guardò ma dovette stringere gli occhi per
mettermi bene a fuoco, poi scoppiò a ridere. Tese una mano -
per niente affidabile per il modo in cui traballava sul posto- verso di
me.
- Cosa ci fai
lì per terra?- chiese ridendo come un pazzo. Era ubriaco
più ubriaco di me.
- Tirami su!-
gli dissi aggrappandomi al suo braccio.
- Ci provo,
piccola, ma sto messo peggio di te e se cadiamo, amen.-
Ero ubriaca,
si, ma avevo sentito bene o mi aveva chiamata " piccola"?! Benjamin,
piccola a me non mi ci chiamava!
Quando mi
tirò su con uno sforzo disumano dovetti appendermi forte al
suo collo per non cadere all'indietro e lui si strinse forte ai miei
fianchi per non perdere l'equilibrio. Sarebbe proprio stato divertente
sapere come due ubriachi sarebbero usciti a braccetto di lì.
- Non mi
chiamare più piccola!- gli dissi sforzandomi di urlare e di
sembrare minacciosa, ma probabilmente mi uscii solamente una voca
sfiatata e un debole pugno che sferrai sulla sua spalla.
Non mi resi
conto dell'incredibile vicinanza dei nostri volti. Mi persi nei suoi
profondissimi occhi azzurri notando strani filamenti giallastri che vi
erano all'interno di quelle iridi pulite. Non avevo mai visto niente di
più bello. Si, la sbronza stava proprio uccidendo tutti i
miei già esauriti neuroni. Eppure non mi dispiaceva affatto
stare tra le braccia di Benjamin, sentire le sue mani calde sui miei
fianchi, aggrapparmi al suo corpo saldo e forte. Guardai la sua camicia
bianca sbottonata sotto al gilè blu elettrico che si
intonava perfettamente con il biondo dei suoi capelli e l'azzurro
immenso dei suoi occhi. Il suo petto liscio e scolpito si intravedeva
appena sotto le luci del soffitto.
- Lo sai che
non sei proprio niente male?- mi bisbigliò retorico ad un
centimetro dal mio viso, accarezzandomi la schiena. Non ebbi la forza
di controbattere, ero troppo stanca e sbalordita dalle sue parole. Al
delicato passaggio della sua mano sentii mille brividi percorrermi la
schiena.
Cazzo, Giuls
sei messa peggio di quanto pensassi!
Non so come,
ma tutto a un tratto le mani di Benjamin finirono tra i miei capelli
attirando la mia testa verso il suo viso per poi posare le sue labbra
sulle mie. Mi era rimasta ancora un pò di
lucidità per capire che quel bacio era assolutamente uno
sbaglio insensato; infatti, cercai di divincolarmi ma la sua presa
ferrea non mi permetteva di muovermi. Con un gemito mi lasciai andare
dischiudendo la bocca al dolce invito della sua lingua e, quando
incontrò la mia, cominciò a rincorrerla
lentamente in un vortice senza fine. Il sapore delle sue labbra non era
acido come pensavo, anzi, era un misto tra dolce e salato. Senza dubbio
inconfondibile. Benjamin sospirò sulle mie labbra attirando
ancora più vicino il mio corpo al suo e io non resistetti
dal mettergli le mani nei capelli. Era sempre stata una mia
curiosità passare le dita tra quella bellissima e corta
chioma bionda che al tatto si rivelò morbida e leggera.
Cavolo, il
biondino ci sapeva pure fare! Eccome! Però ero sempre Giuls
e, anche se tardi, finalmente realizzai la gravità della
cosa: stavo baciando Benjamin in discoteca. E questa era una delle cose
che mai e poi mai avrei dovuto fare in vita mia. Benjamin era la
persona che più odiavo sulla faccia del pianeta, il cui lo
splendido - ma che dico?!- sorriso mi mandava su tutte le furie, per
non parlare del suo solito sguardo di sufficienza...ma semplicemente
bellissimo.
No, no Giulia
così non va bene! Raccolsi tutte le forze che possedevo e
spinsi Benjamin via da me. Le nostre bocce si sciolsero dall'abbraccio
con un sonoro schiocco. Però, era stato più
facile di quanto pensassi!
- Giuls!-
qualcuno esclamò alle mie spalle e mi resi conto che era
Anna che mi teneva per un braccio. Ecco perchè mi era
apparso tanto semplice staccarmi da Ben: probabilmente, Anna mi aveva
tirato via. Il mio sorriso fiero svanì all'istante seguito
da una smorfia seccata. Bene, era una di quelle cose che la mia
migliore amica non avrebbe dovuto vedere. Meraviglioso!
- Andiamo a
casa, forza! Ho già chiamato mia madre da un pezzo- mi
trascinò via con sè, lontano dalle luci, dalla
musica, dall'alcool. Lontana da Ben e il suo bacio...
- E menomale
che tu eri quella che non voleva uscire stasera!- mi sgridò
quando fummo entrate in macchina. Salutai la madre di Anna come meglio
potevo prima di sprofondare letteralmente nel sonno più
profondo. Stranamente, lo sfondo che solitamente era buio e scuro si
trasformò in uno strano azzurro cielo dalle venature
giallastre.
E allora che ne
dite? Spero che vi emozioni quanto ha emozionato me. Perchè
le fortune non capitano mai a me? Bah! T^T. Vi lascio con un piccolo
spoiler :D
"-
Io...io avrei...baciato...Benj..Benjamin, ieri?-
Ero sconvolta,
scioccata. Dio, che rivelazione! Un
incubo tramutato in realtà! O per meglio dire una
realtà che avrei tanto voluto
fosse rimasto un incubo di una stupida notte da sbronza.
[...]
- mi sono
baciato con una ragazza. Ma non ricordo chi fosse, non ricordo il suo
viso.
Ricordo i suoi capelli morbidi tra le dita, ricordo il suo corpo
perfetto.
Soprattutto, ricordo il suo bacio.- Benjamin parlava guardando il cielo
come
ammaliato con una venerazione nella voce che mai e poi mai avrei
pensato di
sentire da lui.
Benjamin
che venerava una ragazza? E per di più una di cui non si
ricordava nemmeno.
Credevo che Benjamin venerasse solo sè stesso...
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Capitolo 2 *** Il nemico chiede aiuto ***
IL
NEMICO CHIEDE AIUTO
Mi
svegliai tutta intorpidita con il sedere all'aria e la faccia
spiaccicata sul cuscino. Non sapevo che ore fossero ma sentivo
l'urgente bisogno di correre in bagno per svuotare la vescica. Quasi mi
venne un colpo e fui presa dall'agitazione quando mi accorsi che non
ero a casa mia ma a casa di Anna. Probabilmente, sua madre non voleva
che la mia mi vedesse ridotta in quello stato anche perchè
se no sarebbe andata su tutte le furie.
Rabbrividii di fronte alla scena di mia madre che mi inseguiva con
l'aspirapolvere. Tornai in camera con un senso di appagamento ma con la
testa letteralmente pesante e vuota allo stesso tempo. Mi girava
immensamente tanto che dovetti sedermi sul letto e chiudermi a riccio
per un momento, per riordinarmi le idee.
- Giuls?- la voce insonnolita di Anna mi fece sobbalzare. - Come stai?-
mi chiese con uno sbadiglio mentre si stropicciava gli occhi.
- Bene, mi gira solo un pò la testa- le sorrisi benevola.
- Te lo credo. Con tutto quello che ti sei bevuta ieri.-
Si alzò dal letto e andò in bagno. Cavolo, dovevo
essere messa proprio male. Ed ero stata anche fortunata di non essere
corsa in bagno a vomitare. Non rammentavo granchè della
serata. Mi ricordavo solo che ballavo e ridevo, ballavo e ridevo,
ballavo e ridevo. Stop. Serata grandiosa, devo dire.
Eppure c'era un qualcosa che vagava nella mia mente, ma non ricordavo
cosa fosse. Della sera precedente mi ricordavo solo uno strano sfondo
azzurro con altrettanti strani filamenti giallastri. Mi chiedevo il
perchè di quel ricordo. Scossi la testa cercando di
sgombrare la mente. Quando Anna tornò le chiesi di Enzo e
lei mi spiegò che avevano parlato e discusso,ma che non
avevano concluso niente nella loro relazione. Sospirai annoiata e
afflitta; povera amica mia, mi dispiaceva vederla soffrire. Quell
bell'imbusto di Enzo sarebbe potuto andare tranquillamente d'accordo
con Benjamin. Al quel pensiero una strana scena mi riaffiorò
nella mente: io e Ben eravamo abbracciati stretti, lui con una mano
sulla mia schiena e io con la mia tra i suoi capelli mentre ci...
ci...baciavamo?!
Lanciai un urlo agghiacciante che costrinse i genitori di Anna a
svegliarsi e venire a vedere quello che stava succedendo in camera
della propria figlia.
- Che succede?- chiese allarmata e preoccupata la dolce e premurosa
Gianna.
- Nulla, Gianna, scusami. Ho fatto un brutto sogno- farfugliai
imbarazzata, arrossendo fino alla radice del capelli.
Mi sorrise premurosa lasciando perdere la mia mente bacata e uscendo
dalla camera. Anna mi tirò una ciabatta in testa
bisbigliandomi - sei pazza?!-
- Scusami Anna. Ma la mia testa mi ha giocato un brutto scherzo- dissi
improvvisamente più tranquilla. Avevo capito che si trattava
di un sogno. Si, perchè era letteralmente impossibile che io
avessi baciato Benjamin la sera precedente e quindi poteva trattarsi
solo di uno stupido sogno. Anzi no, di un incubo. Perchè una
ragazza intelligente e matura, come me, avrebbe ritenuto un duro colpo
alla dignità di una donna baciare uno zoticone. Era una
cosa, moralmente , fuori da ogni discussione!
Cominciai a ridere istericamente piazzandomi davanti allo specchio.
- Ma che cosa ti prende, Giulia?! Sei ancora ubriaca per caso??-
esclamò Anna in preda alla collera.
- No- le risposi scusandomi ancora una volta per il troppo fracasso che
stavo facendo. Guardai i miei capelli dorati che sembravano una vera e
propria busta rigonfia. La matita del giorno prima mi aveva circondato
gli occhi di nero quasi assomigliassi ad un panda, e sulla mia pelle
c'erano altre macchie di trucco dal colore indecifrabile.
I miei occhi castani sembravano chiusi talmente erano gonfi di
stanchezza, e solo allora mi accorsi che erano a malapena le 8 del
mattino.
Ancora non potevo credere di aver sognato - incubato, per meglio dire -
un bacio con Benjamin. Era imbarazzante solamente il pensiero!
- Sai, Anna- cominciai ridacchiando. Volevo confessarle,
così se gliela avessi messa sul ridere la mia
confessione sarebbe apparsa meno tragica e drammatica.
- ho fatto un sogno decisamente strano. Anzi, forse è meglio
parlare di incubo- increspai le labbra al ricordo.
- Dimmi- disse con un pò di acidità e
risentimento; forse, c'è l'aveva ancora con me per prima.
Beh, non aveva tutti i torti, quella mattina mi sembravo veramente
più stupida del solito.
Però, se doveva essere arrabbiata allora non gliel'avrei
raccontato.
- Devo dimagrire- sospirai indicando le mie gambe. Un pupazzo mi si
scaraventò addosso.
- Taci, hai un fisico perfetto! Di cosa ti lamenti?!- disse sdegnata
incrociando le braccia al petto.
Mi portai le mani sui fianchi sollevando un sopracciglio con un
sorrisino divertito.
- Allora?- mi incitò lei - Questo incubo?!-
- Non te lo voglio raccontare- le feci la linguaccia.
Anna sbuffò poi mi sorrise. - Dai, non sono arrabbiata-
disse calma e tranquilla - Ora racconta- mi incoraggiò
sempre con un tono gentile e pacato.
Si stava trattenendo a stento.
- Beh...ecco, come dire- cominciai balbettando - è
imbarazzante. Insomma, ho " incubato" che io... ecco, io... mi baciavo
con...Ben- dissi tutto d'un fiato l'ultima parte finendo con un
sussurro leggerissimo.
Anna si irrigidì come se avesse preso la scossa e
cercò di sfuggire al mio sguardo curioso.
- Ah.- esclamò con un sorriso ebete - Beh, andiamo a
mangiare, ho fame!- Si alzò dal letto con uno scatto
velocissimo ma io l'afferrai per un braccio prima che potesse sfuggirmi.
- Anna, ho fatto forse qualcosa di assolutissimamente imbrazzante ieri
notte al Vox?- le chiesi con tutta la calma e la pace di questo mondo.
Ma già sentivo i nervi pronti a saltare. Non era colpa di
Anna, certo che no.
- Ecco, Giuls, io pensavo che.. pensavo..-
- Dimmi, Anna!- esclamai impaziente mentre ticchettavo i piedi sopra il
parquet di casa della mia migliore amica.
- Beh, ecco... Quello non era un incubo-
Mi inorridii lasciando la presa al braccio di Anna.
- Cosa?- riuscii a sussurrare completamente ad occhi sbarrati. Anna
sospirò e mi disse un - Hai sentito bene- con una nota di
rimprovero.
- Io...io avrei...baciato...Benj..Benjamin, ieri?-
Ero sconvolta, scioccata. Dio, che rivelazione! Un incubo tramutato in
realtà! O per meglio dire una realtà che avrei
tanto voluto fosse rimasto un incubo di una stupida notte da sbronza.
Anna annuii con cautela prima di avvicinarsi.
- Giuls, io mi...-
- Non dire niente.- mi sedetti sul letto prendendomi la testa fra le
mani. Ero in tormento, ero in tormento! - Sono in lutto-
Anna scoppiò a ridere e mi diede una spinta così
forte che caddi dal letto.
Prima dell'ora di pranzo tornai a casa e corsi in bagno a farmi una
doccia fredda, quasi gelida. Era la punizione perfetta per quel che era
accaduto in discoteca. Non ci potevo credere. Quella maledetta sera
aveva buttato all'aria tutti i miei sani principi di una vita, tutto
l'odio compresso che avevo tenuto per 15 anni dentro - beh, per un
bacio, per di più da ubriaca, non è che il mio
odio fosse scemato-... Avevo aumentato il mio odio tanto da rimanerne
accecata! Insomma io, Giulia, avrei baciato Benjamin? Quell'odioso
impiccione, pagliaccio, presuntuoso, porco, antipatico, acido,
ritardato di un ragazzo? Io?! No! Era una vergogna, assolutamente una
vergogna! Con un sospiro posizionai la leva della temperatura
dell'acqua sul bollino blu più scuro.
Dopo essermi schiarita le idee scesi in cucina a preparare la tavola
mentre mia madre, ai fornelli, cucinava una dei suoi fantasiosi piatti.
Menomale che aveva una grande dote culinaria, ma non spesso i suoi
piatti facevano bene al palato...
- Com'è andata la serata, tesoro?-
Tragicamente, mamma. Un vero e proprio dramma, non sarebbe mai potuta
andare peggio.
- Bene, tutto bene- risposi infine, schiarendomi la voce. Se solo
avesse saputo che avessi baciato il figlio della sua migliore
amica...Ah si, esatto. Mia madre era la migliore amica della madre di
Benjamin. Per questo io e lui ci conosciamo da così tanto
tempo. Lo conobbi quando avevo tre anni, ovviamente non mi ricordavo un
bel niente a quell'età, ma ero sicura di detestarlo di
già. Certo, come un bambino può detestare un
qualcosa o un qualcuno, charo. Fino ai 9 anni la madre di Ben, Chiara,
costringeva suo figlio a venire insieme a lei a casa mia o a esserci in
casa sua quando io e mia madre facevamo da ospiti. Le due mamme erano
molto frustrate e deluse dal fatto che io e lui non fossimo mai entrati
in sintonia, anzi, che non ci fossimo mai presi in simpata. Grazie a un
miracolo divino, Benjamin riuscii a convincere sua madre a non
accompagnarla sempre per farci visita. Una cosa buona in vita sua
l'aveva fatta, grazie a Dio. E così anche Chiara
gettò la spugna... L'unica che sembrava non capire che tra
me e lui non ci sarebbe mai stato nulla, neanche una briciola di
amicizia, era Jessica. Non si sarebbe mai smentita: per lei, io e Ben
ci saremmo innamorati l'uno dell'altra. Che pazzia! Eppure...non saprei
dire che cosa aleggiasse nella mia povera testa torturata dall'alcool,
però se ripensavo a quella sua mano tra i miei capelli mi
accorgevo che non era stato tanto male come immaginavo...
No, avevo proprio ragione: l'alcool mi aveva ammazzato gli ultimi
neuroni lucidi che possedevo!
- Sono contenta. Ieri però mi sei mancata, sai. Mi sono
vista Twilight sola soletta- fece un espressione dolcissima e io corsi
ad abbracciarla. Io amavo mia madre, l'unica cosa che non tolleravo era
che lei adorasse Benjamin.
- Vistooooooo!!!-
Jessica urlò talmente forte da farmi tappare le orecchie.
Cominciò a saltellare a destra e a manca battendo le mani
come una bambina felice.
- Visto?! Visto! Lo sapevo io, lo sapevo che sarebbe successo!- mi
abbracciò stretta stretta baciandomi le guance. La scostai
spingendola con uno sbuffo.
- Jessica, Jessica, sssh per favore. Non ho voluto raccontartelo io
perchè sono ancora troppo scossa e tu cosa fai?! Saltelli e
sei felice per una tragedia simile?- scossi la testa amareggiata. Ero
talmente in pena per me stessa.
- Oh, come sei melodrammatica, Giuls! Lo capisci? Questa non
è una tragedia ma è...-
- Non. Dire. Quella. Parola- ringhiai di furia mentre le portai
immediatamente una mano sulla bocca. Jessica mandò
giù l'ultima parola con un sonoro deglutire.
Mi stava salendo la nausea.
- Quindi, Jessica, dimmi una cosa: tu sapevi che ci sarebbe stato
Benjamin ieri al Vox?-
Si mordicchiò un labbro nervosa e poi sputò la
verità:
- Oh, si io lo sapevo, eccome! Solo che non potevo dirtelo...-
Feci un profondo respiro dilatando le narici e portandomi due dita alle
tempie. Calma, Giuls, stai calma.
- Perchè?- le chiesi provando ad essere gentile e
tranquilla, ma non mi venì molto bene.
- Perchè se no...non saresti andata con..Anna-
tossicchiò la frase ma io sentii benissimo ogni singola
parola.
Mi girai verso Anna rossa di rabbia. Incurvò le labbra in un
sincero sorriso di scuse. Feci un altro respiro profondo e continuai a
camminare in direzione del nostro solito parco, dove presto sarebbe
arrivata il resto della comitiva.
Sentii Jessica sussurrare ad Anna - Falle sbollire la rabbia, le
passerà-
Arrivammo al nostro parco laddove erano già seduti, con mio
grande dispiacere, Michele e Benjamin. Mi si contorse lo stomaco e ebbi
subito la grande, quanto stupida, idea di andarmene. Come lo avrei
affrontato? Di sicuro mi avrebbe preso in giro a vita; io che gli
dicevo sempre che mai e poi mai lo avrei anche solo toccato... Quante
beffe si stavano facendo di me quei due? Tante, sicuramente. Ma io non
ero la tipa che scappava di fronte ai problemi e perciò
decisi di tirare dritto.
Io e Michele ci salutammo con il nostro solito abbraccio affettuoso e
un dolce bacio sulla guancia, poi freddai Benjamin con lo sguardo che
lui ricambiò.
Anna e Jessica si sedettero vicino ai due sfregandosi le mani per il
freddo. Si eravamo pazzi: con quel gelo eravamo sempre fuori.
- Ah si, Michele devo dirti una cosa- esclamò d'un tratto
Benjamin con un sorriso luccicante sul viso.
Il mio amico si fece tutt'orecchie pronto ad ascoltare le parole del
migliore amico.
- Ieri ho baciato una ragazza...-
Michele ghignò divertito. - Fosse solo una, Benjamin. Te ne
sarai fatte un milione là dentro.- diede un lieve buffetto
sulla guancia di Ben.
- No, no fammi finire! Lo so anche io che mi sono fatto mezzo Vox ieri
sera. Come ti stavo dicendo, ieri, verso la fine della serata- e
ammonì Michele con un occhiataccia - mi sono baciato con una
ragazza. Ma non ricordo chi fosse, non ricordo il suo viso. Ricordo i
suoi capelli morbidi tra le dita, ricordo il suo corpo perfetto.
Soprattutto, ricordo il suo bacio.- Benjamin parlava guardando il cielo
come ammaliato, con una venerazione nella voce che mai e poi mai avrei
pensato di sentire da lui.
- Addirittura- scoppiò a ridere Michele. L'unico ad avere
una reazione tanto spensierata perchè io e le altre due
ragazze ascoltavamo le sue parole con la bocca completamente
spalancata. Benjamin che venerava una ragazza? E per di più
una di cui non si ricordava nemmeno. Credevo che Benjamin venerasse
solo sè stesso...
- Non capisci un cazzo- sbottò Benjamin indignato - Ti
giuro, su quello che vuoi, che io non ho mai baciato nessuna in quel
modo. Sembrava veramente che fosse... il mio primo bacio.- Non potevo
crederci. E chi era sta Santa che gli faceva brillare gli occhi
parlando del bacio che si erano scambiati?! Avrei voluto conoscerla e
le avrei fatto un monumento!
- Le ho lasciate tutte le altre, Michele. Io voglio ritrovare quella
ragazza, io devo farlo. Non lo so, sento che... Sento qualcosa...-
Michele lo guardò stranito anche lui con la mascella che
toccava il terreno.
- Sei sbronzo ancora, Ben? Sei sicuro di aver solo bevuto ieri sera?
Oppure ti sei pippato qualcos'altro?-
Era la stessa domanda che avrei voluto fargli io. Un miracolo che
Benjamin provasse qualcosa nei confronti di una ragazza. Lui le usava
tutte come fossero oggetti o cavie da letto...
Ben sbuffò seccato.
- No, ho solo bevuto. Michele devi aiutarmi, per favore. Insomma, tu
eri lì accanto a me quando l'ho baciata.- disse sconsolato e
con una nota triste nel suo tenero tono.
- A che ora siamo andati via?- chiese improvvisamente, illuminato.
- Boh, saranno state le 3 del mattino, credo...-
- Ecco, allora è stato giusto qualche minuto prima che
c'è ne andassimo. Quello lo ricordo alla perfezione-
Mi pietrificai in un botto sentendo gli occhi di Anna puntati su di me.
Mi avvicinai di corsa a lei con una strana ansia nella voce: - A che
ora c'è ne siamo andate?-
- Alle 3!- esclamò lei con ovvietà sbarrando gli
occhi.
Jessica scoppiò in una sonora risata dopo aver origliato le
nostre parole sussurrate. Oh mio Dio! Benjamin stava parlando di me. Il
mio bacio, io, io, Giulia!
- Aaaah! Ma forse io ho capito di chi stai parlando tu, Ben-
Saettai lo sguardo verso Michele che sogghignava divertito guardando
prima me poi il suo amico.
- Ehm, Michele, per favore vieni un momento con me?!- ordinai
più che chiedere al mio caro amico prima che Ben potesse
proferir parola.
Michele si alzò ridendo come un pazzo e venendo verso di me.
- Per favore, per favore, per favore Michele non dire niente- lo
supplicai sotto voce sbirciando Benjamin sulla panchina che sbuffava
irritato.
- Allora mi ricordavo bene, sei tu!- e scoppiò in un'altra
risata.
- Sssh, sssh.. Si, sono io ma tu non devi dirgli niente-
- E perchè no? E' innamorato delle tue labbra, Giuls.-
trattenne di nuovo una risata. Si, la cosa era totalmente comica, me ne
rendevo conto da me.
- No, io invece no. E tanto appena scopre che sono io mi tormenterebbe
all'infinito prendendomi in giro. Capisco che lui è il tuo
migliore amico ma io sono la tua migliore amica. Ti chiedo solo di...
non c'entrare in questa storia. Non ti costa nulla far finta di non
aver visto niente.-
Michele mi sorrise e mi fece una tenera carezza.
- D'accordo, Giulia. Fidati di me-
Ricambiai il sorriso e tornammo alla panchina.
- Giulia, tu sai chi è?- mi chiese immediatamente Benjamin
con un sorriso - bellissimo!- a trentadue denti.
Diventai paonazza all'istante. Che gli avrei risposto?
- Ehm...no- gli dissi semplicemente senza guardarlo.
- Bugiarda! Perchè ti sei portato via Michele proprio sul
più bello? Tu la conosci, dì la
verità- cambiò il suo sorriso in un espressione
imbronciata da bimbo capriccioso.
Deglutii. Oddio, oddio. Non dovevo farmi prendere dal panico.
- Si, la conosce- parlò Michele per me.
Guardai ansiosa il mio miglior amico con il cuore che
cominciò a battere veloce.
Benjamin mi guardò per un attimo negli occhi senza battere
ciglio. Cavolo, piantala! Mi metteva a disagio quando mi guardava
così...se non l'avrebbe finita gli avrei tirato un ceffone!
- Oh, Giuls, ti prego, ti prego, fammela conoscere! Per favore, ti
scongiuro!-
Tutto mi sarei aspettata ma non che Benjamin mi scongiurasse
chiedendomi aiuto. Da me poi!
- Dimentica tutti questi anni solo per questa volta. Ti prometto che
non ti farò arrabbiare mai più, chiedimi tutto
quello che vuoi.-
Non sapevo cosa rispondergli, mi faceva una tale tenerezza... Oh Giulia
ma sei ubriaca?! Non bere più così tanto
perchè ti fa male!
- Beh..ecco, io...- balbettai incerta.
- Ti prego, farò qualsiasi cosa tu voglia. E se ti sto
dicendo questo vuol dire che quella ragazza, per me, è
parecchio importante. Mi conosci, Giulia, sai che non chiderei mai
aiuto a nessuno. Soprattutto a te, senza offesa- mi sorrise continuando
a tenere una mia mano gelida tra le sue calde. Appena mi resi conto di
quel contatto e della vicinanza dei nostri volti, arrossii come una
bambina timida.
- Benjamin, io non credo che tu sia il suo tipo- dissi lentamente
abbozzando un sorriso dispiaciuto. Brava Giulia! La carta del rifiuto
sarebbe andata benissimo. In un attimo si sarebbe incazzato e avrebbe
dimenticato...
- Non puoi esserne sicura, in fin dei conti mi ha baciato.-
- Ma era ubriaca...- cercai di giustificare la mia amica... immaginaria.
- Anche io ero ubriaco ma non c'entra. So riconoscere un cesso quando
lo vedo-
- Ma se tu hai detto che...-
- Giuls, tu non ti preoccupare, ok? Mi è capitato altre
volte di non ricordare il viso delle ragazze che baciavo o con le quali
andassi a letto-
Mi sorrise di nuovo facendo accellerare anormalmente il mio cuore. Ma
che cazzo mi prendeva, porca miseria?!
Una parte del mio cervello avrebbe voluto gridargli " Sono io, idiota!"
solo per vedere quale reazione avrebbe avuto.
- Sei sicuro?- gli chiesi sospirando.
- Si, assolutamente.-
- E se magari si rivela una...delusione?- mi mordicchiai le labbra con
una strana quanto pesante angoscia.
- Impossibile. Te lo ripeto, anche quando sono ubriaco riconosco chi ho
davanti; intendo dire se è bella o meno. E poi ha un corpo
pazzesco, mi ricordo le sue curve, al tatto, con troppa precisione-
fece una smorfia di adorazione. Gli piacevo sul
serio...cioè, la ragazza immaginaria gli piaceva sul serio.
In poche parole, Benjamin, riteneva che non solo avessi un corpo da
urlo ma anche che non mi considerava affatto una brutta ragazza. Almeno
stando alle sue parole...magari si sbagliava.
Sorrisi compiaciuta ma me ne pentii all'istante scatenando una marea di
imprecazioni nella mia mente. Non doveva fregarmi affatto del parere di
Benjamin sul mio aspetto fisico. No, e poi no!
- Ok, allora. Proverò a parlarle- borbottai maldicendo il
suo bel faccino da cucciolo - solo in quel momento- e quei suoi enormi
occhioni azzurri languidi.
- Grazie, Giuls!-
Preso dall'euforia, mi allacciò al suo petto provocandomi
una scossa al cuore. Sembrava impazzito... Il suo odore e il caldo
rifugio del suo petto non erano niente male, sul serio.
Lo staccai da me, sdegnata dal suo gesto e dai miei sciocchi pensieri.
Benjamin mi sorrise chiedendomi scusa, imbarazzato.
NOTE:
Eccomi con il secondo capitoloooo! ^^ Ho fatto veramente in fretta,
vero?? Dai non dite di no non dite di no ^O^ ok, basta la smetto -.-''.
Beeeeh, allora che ve ne sembra? Ma non sono adorabili??
Allora vi spiego alcune piccolissime cose. La storia è
veramente ACCADUTA, infatti è la VERA storia d'amore di mia
cugina. Lei abita a Napoli ma io l'ho ambientata nel mio paese ovvero
Modena. Il Vox è una discoteca situata a Nonantola,
provincia di Modena, la più frequentata diciamo. ^^
Passiamo ai ringraziamenti:
SweetCherry:
Ciau tesoroooo! Sono contenta di vederti anche qui e che non ti annoi a
seguire le mie storie! Beh, non è proprio mia ma cmq... xD
Si, Ben è bellissimo ( anche nella realtà *__*)
però purtroppo è già prenotato.
Pacco... uff uff.. :-) ihihih basta. Bene, che ne dici? spero ti sia
piaciuto! Un bacione carissima mia. Ps= aspetto ancora che tu aggiorni
la tua di storia eh! :-)
fallsofarc:
Ehi tesorooooo! Ma che bello vedere anche tu qui, mi rende immensamente
felice. Si è la storia di mia cugina, bellishimaaaa! E
soprattutto una culona di prima categoria xD Poi Jessica si
è proprio una veggente, non so come quella ragazza abbia
potuto prevedere una cosa del genere! Beh sarà l'intuito
femminile :-P. Ti adoroooooooo!
XXX_Ice_Princess_XXX:
Si la trovo anche io bellissima! E spero che capiterà anche
a noi un'opportunità del genere ^^. Bacioniiiiiiiii
Sugar818:
Grazie mille di tutti i complimenti! Mi fai gongolare dalla
felicità *O* ihihihihi... Spero che anche questo ti piaccia,
davvero. Un bacio grande e grazie ancora!
_Vampire_Girl_:
Si, come ho già scritto sopra, questa è una
storia vera =) Eh si vorrei anche io che mi capitasse una cosa del
genere. Ma col passare dei capitoli vedrai tu stessa cosa succede :-P
un bacione e grazie dei complimentiiii! =)
TerryTheBest:
Si, certo che la storia è ambientata in Italia. Benjamin
è un nome di mia invenzione, ma in realtà il
protagonista si chiama in un altro modo! Baciii
Ringrazio poi i 19
preferiti e 19
seguiti ^^
Vi lascio un piccolo spoiler:
" Jessica sbuffò. - Il tuo bacio in discoteca. Ti ha messo
sotto una luce diversa ai suoi occhi- mi disse rammentandomi le parole
del giorno prima.
[...]
- Ti prego, Giuls, ti chiedo solo di vederla. Voglio solo sapere chi
è la ragazza a cui ho dato il bacio più bello
della mia vita-
Mi fece di nuovo gli occhi da cucciolo. Sembrava davvero un tenero
bimbo alle prime cotte, non sapeva che fare, non sapeva come
comportarsi."
Angolo
Pubblicitàààà ^O^
Vi consiglio di leggere la bellissima Tra me e te di fallsofarc e la meravigliosa Kidnapped by Love di _Bella_Swan_
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Capitolo 3 *** Un piano di fuga ***
UN PIANO DI FUGA
Non
potevo credere che stavo aiutando il mio nemico. E, soprattutto, che
lui avesse chiesto aiuto a me. Tutto quel casino in due
stramaledettissimi giorni!
Jessica non
faceva altro che ridere, ridere e ridere. Mi stava dando sui nervi.
- Io l'avevo
detto- ripetè canzonandomi nuovamente la ramanzina. Era
sicura che qualcosa era scattato tra me e lui e che presto le sue
previsioni si sarebbero avverate.
- Jessica, per
la trecentiesima volta, non succederà proprio un bel niente
tra me e lui- roteai gli occhi al cielo, completamente esasperata e
spazientita.
- Invece si!
Ma non lo capisci? Era questa la cosa di cui parlavo- mi
fermò un momento mettendomi le mani sulle spalle.
Sollevai un
sopracciglio confusa seguita a ruota da Anna.
Jessica
sbuffò. - Il tuo bacio in discoteca. Ti ha messo sotto una
luce diversa ai suoi occhi- mi disse rammentandomi le parole del giorno
prima.
- No, Je,
pensaci bene. Lui non sa che sono io e non ho alcuna intenzione di
fargliene parola- dissi soddisfatta continuando a camminare.
- Oh si, lo
farai. Oppure lo scoprirà...insomma, in un qualche modo
verrà a saperlo-
Risi esausta
di tutte quelle scemenze.
- E
perchè mai arriverei a dirglielo?-
Volevo proprio
vedere cosa mi avrebbe risposto. Ma la sua espressione non
rivelò nessuna traccia di esitazione e, senza smentirsi mai,
rispose:
-
Perchè anche lui farà quel qualcosa che lo
metterà in luce diversa sotto ai tuoi occhi. E a quel punto
glielo dirai, non riuscirai più a contenere il segreto nel
tuo cuore perchè il tuo desiderio non sarà altro
che avere Benjamin tuo e solo tuo- il sorriso che si propagò
sulle sue labbra mi fece capire quanto emozionata e felice fosse per
me. Mi venne la pelle d'oca a sentire le sue parole che all'udito
sembravano...magiche?
Anna
scoppiò a ridere spezzando la mia catena di pensieri e la
strana atmosfera che si era venuta a creare.
- Jessica,
fuma di meno!- la rimproverò la mia migliore amica con una
fragorosa risata.
Il giorno
seguente, come ogni mattina, mi alzai dal letto con una stanchezza
incredibile. Dopo aver vagabondato a vuoto per una mezz'ora buona in
giro per casa e dopo essermi preparata, passai a prendere Anna per
dirigerci a scuola. Ebbene si, avevo già la patente. Avevo
compiuto 18 anni a Gennaio e dopo qualche settimana superai l'esame. Mi
ero fatta in quattro per riuscire a studiare nel mese di Dicembre sia i
compiti e le materie di scuola, sia per l'esame di patente.
Entrati
nell'enorme edificio del San Carlo, Istituto Scientifico, mi affrettai
a raggiungere la mia classe; mancavano meno di cinque minuti al suono
della campanella e sapevo che la professoressa di Storia, ovvero la
Zanfi, mi avrebbe messo un ritardo con ancora un minuto mancante.
Alla mia
destra Anna correva insieme a me, eravamo in classe insieme. Ma
all'improvviso fui fermata per la spalla da un individuo.
- Buongiorno-
era Benjamin che mi stava salutando cordialmente.
- Ah! Non
starmi così vicino, la gente penserebbe che siamo in buoni
rapporti- gli bisbigliai scostandomi pian piano da lui.
Lui
alzò gli occhi al cielo e mi affiancò nuovamente.
- Ti ricordo
che...-
- Non ora.
Devo scappare in classe, scusa- lo incalzai io scappando da lui.
Oddio, mi
sarei rovinata la reputazione. Tutta la scuola sapeva chi fosse
Benjamin anche perchè tutte le oche del posto morivano
dietro a lui e Andrea. E, soprattutto, sapevano che io ero il suo
nemico numero uno e non potevo permettere di farmi vedere in giro con
lui.
Grazie a Dio,
la Zanfi non mi mise il ritardo sebbene fossi entrata un secondo dopo
di lei. Ero sicura al centodieci per cento che c'è l'avesse
con me ma non avrei mai e poi mai riconosciuto il motivo. Andavo
benissimo nella sua materia: avevo la media del 9 e mezzo
benchè la Storia non mi appassionasse poi molto, ed ero
sempre posatamente educata e rispettosa. Certo, non ero una leccaculo
per niente; parlavo solo se sotto richiesta dai professori. Ero molto
seria nel campo scolastico soprattutto perchè presto ci
sarebbe stato l'esame di maturità e non avrei mai permesso
di perdere crediti proprio quell'ultimo anno di scuola.
Passai le
prime due ore assorta nei miei pensieri. Mi chiedevo che cosa avrei
detto a Benjamin... Non potevo dirgli su due piedi che alla " mia
amica" lui non piaceva. Lui voleva vederla, voleva conoscerla e parlare
con lei. Come cavolo avrei fatto? Sospirai sconsolata. Dovevo ingegnare
un piano contorto assumendo una ragazza sconosciuta. Poco importava che
fosse bella o brutta...L'avrei pagata se fosse stato necessario! I miei
confusi pensieri si indirizzarono a ben altro: di nuovo a quella sera.
Cercai di togliermelo dalla mente scuotendo il capo e provando a stare
attenta alla lezione ma proprio non riuscivo a non pensare a quel
bacio. Nuovamente, mi ritornarono in mente i pensieri del giorno prima:
"Il
suo odore e il caldo rifugio del suo petto non erano niente male, sul
serio."
Ma come avevo
potuto pensare una cosa del genere? Però era vero...
Sbuffai
infastidita facendomi salire i nervi da sola. Cominciai a massacrarmi
le labbra e presi a scarabocchiare sul quaderno conficcando quasi la
punta della penna nel banco.
Quel
maledettissimo bacio! Quegli occhi azzurri, quel dannato profumo, quel
suo invitante petto caldo...No, basta!
Mi
arrivò un bigliettino. Leggerne sopra l'iniziale prima di
aprirlo mi fece capire già chi fosse il mittente: una
piccola A contornata da piccole stelline.
Stai
pensando a Benjamin?
La domanda
scritta di Anna mi fece spaventare. Era tanto evidente? La guardai e la
vidi sghignazzare divertita.
Le risposi di
fretta: No, ma cosa vai
a pensare! Mtz...
Glielo lanciai
pregando che facesse presto a rispondere. Non volevo che pensasse che
io stessi pensando a Ben.
Era in senso ironico, Giuls
-.-'''. No, seriamente, a cosa stavi pensando?
Sospirai di
sollievo non appena lessi il nuovo biglietto che mi aveva lanciato.
Stavo
pensando a come avrei potuto liberarmi di lui. Non so proprio cosa
fare, perchè mi sono messa in questo guaio? Tu hai qualche
idea?
Decisi di
dirle una mezza verità. Ovviamente, mai e poi mai le avrei
detto che stavo pensando a sabato sera. Ero stata anche piuttosto
fortunata che Michele non gli avesse rivelato subito che fossi io il
meraviglioso bacio in discoteca. Per fortuna, i ragazzi, in campo di
pettegolezzi, erano un pò indietro rispetto a noi femmine.
Non correvano immediatamente dall'amico per raccontargli lo scoop del
momento a meno che la news non fosse strettamente legata a loro stessi.
Semplice:
chiedi a una ragazza di recitare una piccola parte per rifiutarlo di
persona.
La stessa cosa
che avevo pensato anche io. Suonò la campanella
dell'intervallo e fui lieta di uscire fuori dalla classe per respirare
aria nuova e un poco più pulita.
Fuggii al
più presto con Anna a braccetto lontano dal mio corridoio
perchè due aule più avanti c'era la 5^D, ossia la
classe di Benjamin.
Io e lei
decidemmo di rifugiarci in classe da Jessica, la 5^A, per evitare di
farmi trovare da lui, ma con mio gran dispiacere, prima che potessi
scendere le scale, Benjamin mi si parò davanti facendomi un
sorriso divertito. Ricambiai con una smorfia di disperazione.
- Non mi
scappi stavolta.- canzonò compiaciuto mentre scoccava la
lingua contro il palato.
- Cosa vuoi,
Benjamin? Te l'ho detto che mi devi stare lontanto, soprattutto a
scuola.-
Feci per
andarmene ma lui mi tirò per un polso. Sentivo tanti di
quegli occhi puntati su noi due. Chissà quanti viaggioni si
stavano facendo le menti contorte della scuola.
- Non fare la
schizzignosa, Giuls. Avevi promesso di aiutarmi-
- Si, ti
aiuterò. Sono una persona di parola e tu lo sai-
- Ecco, bene,
allora dov'è lei?- arrivò subito al sodo. E di
nuovo vidi il luccichio nei suoi splendidi occhi azzurri.
Divenni rossa
come un pomodoro; avevo sempre paura che si accorgesse di quanto tempo
rimanevo a fissarlo. Fissarlo poi...Hanno messo qualcosa dentro quegli
alcoolici, ve lo dico io!
- Lei non
è della scuola- dissi svelta mordendomi la lingua. Brava
Giulia e adesso dove l'avresti trovata una ragazza per " il copione"?
Complimenti
vivissimi!
- Ah no?-
alzò un sopracciglio leggermente deluso.
-
Cioè si-
- Si o no?-
- No- sospirai
portandomi una mano sulla fronte.
- Mmm... va
bene- rispose poco convinto - Ma quando me la presenterai?-
Feci un enorme
respiro. Mi stava completamente facendo perdere la pazienza.
- Ok, ok,
allora Benjamin...Devo ancora parlarle. Oggi la chiamo d'accordo? E ti
dirò la data dell'appuntamento-
- Ah, ok.
Grazie Giulia!- provò di nuovo ad abbracciarmi ma io lo
bloccai portandogli una mano sul petto e lanciandogli un'occhiataccia.
Ma da dove
nasceva tutto quell'affetto? Mi chiese di nuovo scusa e andò
via imbarazzato.
- Ma che
carini!- sentii la squillante voce di Jessica nelle mie orecchie. Mi
fece sobbalzare per lo spavento.
Anna le
tappò la bocca immediatamente prima che tutti quanti si
voltassero a guardare. Ecco, adesso potevano dare il via ai loro film
mentali.
Ovviamente,
non chiamai la ragazza. Ma siccome Anna quel pomeriggio rimase a scuola
per via di un recupero pomeridiano chiesi a lei di cominciare subito "
La Caccia alla Ragazza del Copione", altrimenti chiamata Missione LCRC.
Sfortunatamente, non trovò nessuna disposta recitare anche
dopo aver detto loro che il ragazzo era Benjamin. Tutte quante avevano
risposto: - Non potrei mai trattarlo così male. Rischio di
rovinare una futura chance che potrei avere con lui in un futuro-. Ma
che gallinacce!
Quando mi
ritrovai al nostro solito parco con Jessica, Michele e Benjamin a
quest'ultimo fui costretta a mentirgli.
- Ehm, mi
dispiace Benjamin ma proprio non vuole vederti- gli dissi provando a
dispiacermi anche un minimo. Il suo sorriso acceso di impazienza e
felicità si spense all'istante. Perchè doveva
farmi quelle espressioni così tenere, uffa?!
- Oh, beh...
Almeno posso vederla?-
Quel ragazzo
mi stava ufficialmente mandando su tutti i gangheri. Diamine, non
avrebbe mai mollato.
Esitai prima
di rispondere, non volevo scavarmi la fossa da sola.
- Ti prego,
Giuls, ti chiedo solo di vederla. Voglio solo sapere chi è
la ragazza a cui ho dato il bacio più bello della mia vita-
Mi fece di
nuovo gli occhi da cucciolo. Sembrava davvero un tenero bimbo alle
prime cotte, non sapeva che fare, non sapeva come comportarsi.
Sbuffai
seccata prima di acconsentire la sua richiesta: - E d'accordo, Ben. Te
la farò vedere.-
Mi sorrise
abbagliandomi completamente, quasi che rimasi stordita per un attimo
ammirando il suo bellissimo sorriso.
Sentii Jessica
sghignazzare divertita al mio fianco. Si sarebbe fatta scoprire cosi,
doveva piantarla; così le tirai una gomitata nello stomaco.
Dopo qualche
minuto di chiacchierate varie tra amici - tranne Ben visto che era
compleamente assorto nei suoi pensieri-, il mio " incubo"
tornò in carica chiedendomi che tipa fosse la mia "amica
immaginaria".
A quella
domanda non seppi proprio come rispondere, così Jessica
parlò per me.
- E' testarda,
decisa, sempre pronta ad ottenere ciò che vuole- disse
rivolgendosi a Ben che la guardava perplesso.
- Anche tu la
conosci?- le chiese gentilmente vellutato.
- Si, certo
che si.- ridacchiò Jessica guardandomi di sottecchi.
- E come si
chiama?-
- Nicole- mi
intromisi immediatamente avendo il chiaro presentimento che Jessica si
sarebbe lasciata sfuggire il mio nome svampita com'era.
Benjamin
sussurrò il nome appena inventato come se stesse inspirando
il profumo più dolce e inebriante del mondo.
Scossi la
testa esasperata e incredula mentre Michele continuava a ridere di
gusto.
- Beh, parlami
ancora di lei- incitò Benjamin verso la mia amica.
- E' gentile,
a volte un pò troppo irratibile, dolce, buona...sincera. Ama
da morire Hallo Kitty-
Sbarrai gli
occhi capendo che Jessica stava descrivendo la mia persona.
Benjamin
ridacchiò di cuore.
- E'
romantica, crede ancora nel vero amore anche se non lo vuole ammettere.
Orgogliosa, umile, buffa e divertente. Una persona rara. Semplicemente,
speciale- gli sorrise sincera.
- E' proprio
ciò che cerco.- disse lui quasi meravigliato. Era uscito
pazzo?
- Michele
è la ragazza giusta per me-
A quelle
parole Jessica e Michele scoppiarono a ridere come pazzi lasciando me e
Benjamin accigliati.
Ritornai a
casa completamente nervosa. Pensavo e ripensavo a un piano efficace per
far arrendere quello zoticone. A volte avevo la strampalata idea di
raccontargli la verità; sarebbe stato curioso sapere che
reazione avrebbe avuto. Di sicuro tanta delusione e tanto rimorso. Per
non parlare dell'orrore... Sbuffai amareggiata a quel pensiero. In
fondo cosa mi importava se Benjamin fosse rimasto deluso a sapere che
ero io la ragazza che più agognava?
Scesi le scale
per dirigermi in salotto raccogliendomi i capelli in una coda di
cavallo leggermente spettinata.
- Giulia, per
favore apparecchia la tavola per cinque.- mi chiese mia madre mentre
corse indaffarata verso la cucina.
Per cinque?
-
C'è papà e qualche suo amico, stasera?- Di solito
mio padre di sera lavorava. Fino alle 4.00 del mattino il
più delle volte, faceva il cameriere nel ristorante
più in
del paese.
- No, no.
C'è papà si, ma c'è anche Chiara e suo
figlio. Inspiegabilmente viene anche lui e sono proprio curiosa di
sapere il perchè- disse pensierosa vedendola concentrarsi
intensamente.
Mi impalai
sullo stipite della porta guardando mia madre che tirava fuori una
bellissima torta Margherita dal forno.
- Benjamin?-
chiesi incredula sentendo battere il cuore come un pazzo. Mi avrebbe di
sicuro tartassato con mille domande. Chiusi gli occhi esasperata e
infastidita. Avrei dovuto fare qualche chiacchiera con Chiara un giorno
o l'altro.
- Si, lui.- si
girò a guardarmi con un sorriso - Non dirmi che siete
diventati amici...?-
- Adesso,
amici è una parola un pò grossa. Diciamo che...ci
siamo riappacificati, ecco-
Mia madre
continuò a guardarmi sbalordita prima di cominciare a
saltellare come una bimba felice verso di me.
- Oh, Giuls
questa è una notiziona da festeggiare. Non posso crederci!-
Mi ricordava
Jessica e questo mi mandò su tutte le furie. Ma
perchè tutti quanti erano contenti del fatto che fossi in
"buoni" rapporti con il mio più acerrimo nemico?
Cominciai ad
apparecchiare la tavola controvoglia pensando alla serata che mi
avrebbe sfiancata. Un quarto d'ora dopo il campanello suonò
e corsi ad aprire mentre mio padre, Gianni, stava seduto a tavola
gustando un bicchiere di leggero vino bianco e mia madre, Carla, ( non
avevo ancora detto il nome xD) venne con me ad aprire la porta. Prima
di girare la maniglia feci un grosso respiro per sbollire un
pò i nervi e, infine, aprii.
- Buonasera-
Chiara si aprì in uno scintillante sorriso per poi salutarmi
con i classici due baci sulle guance. Strabuzzai gli occhi meravigliata
a vedere Benjamin con un mazzo di fiori in mano.
- Non ti
illudere, non sono per te. Ma per tua madre- mi disse ancora prima di
varcare la soglia di casa. Antipatico, antipatico, antipatico.
Sghignazzò
di gusto prima di scompigliarmi i capelli e salutarmi con un - Ciao,
Giuls.-
Ero fortamente
tentata di sbattergli la porta in faccia ma sapevo che sarebbe stata
maleducazione. Perciò strinsi i pugni e sospirai
sommessamente guardandolo truce.
- Oh, Grazie
Benjamin. Ma non dovevi- mia madre lusingata prese i fiori e corse
immediatamente a trovare un vaso in cui metterli.
- Si, invece.
Per tutte le volte che non ho accompagnato mia madre. -
ammiccò facendo un risolino - Mi dispiace, davvero-
-
Bamboccio...- borbottavo tra me infastidita mentre mi rifacevo la coda.
L'ospite
indesiderato era decisamente elegante quella sera: un jeans scuro con
una cintura dell' Anthony Morato, un caldo maglioncino marrone dalla
leggera scollatura a V maschile con sotto un'altra maglietta bianca,
probabilmente.
Ci sedemmo a
tavola cominciando a mangiare un piatto caldo e fumante di spaghetti al
ragù. Specialissimo piatto di mia madre che Chiara adorava
letteralmente.
- Beh, Ben,
come mai hai deciso di venire?- la domanda curiosa di mio padre mi
distrasse dal filo di pensieri che si erano annidati nel mio cervello.
Mi ero isolata da qualsiasi conversazione gli adulti stessero facendo e
Benjamin aveva fatto lo stesso. Purtroppo, lo avevo a fianco.
- Azzardo col
dire che io e sua figlia abbiamo cominciato a starci un pò
più simpatici-
Mio padre e
Chiara lo guardarono a occhi sgranati.
- Dici sul
serio?-
Benjamin
annuì bevendo un sorso di cola. Poi mi tirò un
pugno sulla spalla, non tanto forte ma capace di farmi schizzare il
ragù sulla tovaglia.
Ricambiai il
pugno con più forza facendogli rivoltare quasi il piatto sul
tavolo. Ridacchiai divertita mentre mia madre mi ammonì con
uno sguardo e Benjamin tossicchiò imbarazzato.
- Non
è una cosa fuori dal normale?- strillò felice mia
madre sorridendo all'amica.
- Si,
assolutamente-
Io e Ben ci
guardammo nuovamente perplessi per poi scuotere la testa rassegnati.
La serata
passò in fretta. Stranamente, io e Benjamin ci ritrovammo
seduti - lui, più che altro, spaparanzato
proprio- sul divano a parlare del più e del meno ;
non mi fece alcuna domanda sulla mia amica immaginaria. Forse aveva
deciso di darmi tregua. Mi chiese della scuola e come stessi andando e
poco dopo glielo chiesi anche io.
- Io non
riesco ancora a capire come fai a ricordare solo quel bacio in tutta la
serata. Eppure eri molto ma molto ubriaco...- Non volevo tirare fuori
l'argomento per poi dare il via a una sua sfilza di domande
incontrollate, ma proprio ero curiosa di saperlo.
- Non so
spiegartelo, Giulia. Quel bacio...mi ha dato un' emozione
così intensa da essersi stampata da sola nel mio cuore. Ho
sentito i brividi per tutto il corpo, lo stomaco bruricare. Tante
sensazioni insieme che mai e poi mai avevo provato.-
Rimasi
interdetta catturata dalle sue sincere parole.
- Tutto questo
in un bacio?-
- Si-
affermò sorridendo - E' come se tutta la felicità
che cercavo si fosse concentrato in quell'unico attimo. Se ancora ci
penso mi viene la pelle d'oca-
Accantonammo
quell'argmento per ricominciare a parlare di altre cose. Mi fece ridere
con qualche battutina o quando mi raccontava delle sue vicende con gli
amici.
- Io ti devo
dire una cosa, Giuls, anche se so che non mi crederai-
ridacchiò poggiando la testa contro lo schienale del divano.
- Dimmi- dissi
voltandomi completamente verso di lui e portandomi una ciocca di
capelli ribelli, sfuggita alla presa dell'elastico, dietro l'orecchio.
Ero proprio curiosa di sapere la rivelazione.
- Sai
perchè ho cominciato ad odiarti con tutto il cuore?
Perchè quando avevo 11 o 12 anni - non ricordo con
esattezza- avevo preso una forte cotta per te- Si portò una
mano tra i capelli spettinandoli leggermente.
Arrossii come
un'imbecille. Non so perchè ma quella confessione mi
procurava un vago senso di...piacere. Ne ero lusingata.
- Ah- mi uscii
flebilmente.
- Sai com'ero
fatto, io stuzzicavo e stuzzicavo ma solo se una ragazza mi piaceva. E
io mi ricordo che non ti lasciavo mai in pace, ero sempre pronto a
darti il tormento con i miei dispetti- ridacchiò divertito -
Però, dietro tutto quanto si nascondevano i veri sentimenti
che provavo per te. Avrei voluto dichiararmi ma sapevo di non avere
chance- terminò deluso piegando i lati della bocca
all'ingiù.
- Poi quando
ti ho vista con quel Davide mi aveva preso una rabbia incondizionata,
quasi fuori dal normale. Insomma, volevo fossi solo mia e invece...
Così da quel giorno non ti ho mai più calcolata.-
si girò verso di me sorridendomi ammiccante. Ricambiai con
un sorriso di sbieco e rimanendo perplessa dal suo racconto.
Quando fu
l'ora di andarsene gli accompagnai sulla porta. Chiara ci
salutò e ci disse grazie e un calorossimo complimenti per la
torta - anche da parte del figlio-; Benjamin mi disse, quasi con una
minaccia, che l'indomani avrei dovuto mostrargli la ragazza del Vox. E
quella sera non dormii per il nervosismo.
NOTEEEE:
U.u Con una settimana di ritardo, sorry so much. Ho avuto un casino da
studiare per non parlare dei voti finali... >.< Tutto lo
studio buttato nel cesso. Mah, mi sa tanto che getto la spugna.
Quest'anno è proprio per arrendersi non verrò mai
promossa T^T Uffaaaaaaaa! Vabbè passiamo al capitolo.
Alloraaaa si è un capitoletto di passaggio che stabilisce le
varie azioni ecc ecc che succederanno nei prossimi capitoli.
Preparatevi, credo proprio che dal prossimo cambieranno un
pò di cose :D. Volevo ringraziare i 23 preferiti e i 34
seguiti! Grazie di cuore :-)
zia_addy: Grazie mille per essere
passata a leggere e per aver recensito. Si, sono anche io onorata di
essere tra le storie preferiti di fallsofarc xD Grazie ancora, un
kissssss :*
giulia87:
Eeeeeeh
si si chiama come te :-) Maaah adesso vedrai come Giulia lo
dirà a Ben, si scaverà la fossa da sola
però poverina.. hihihi.. Vabbè ma vedrai vedrai!
Grazie mille per aver recensito! Spero che anche questo ti piaccia. Un
bacio grandeeeeeeeee <3<3
fallsofarc:
Ciao tesoro!
Eh Giulia farà tutto un bordello prima di dire la
verità ma.... Ssssh non posso dirlo hihihihi... E Benjamin
si ne era rimasto proprio folgorato! Basta solo leggere le parole in
questo capitolo per credere quanto sia sincero. :-) vorrei anche io un
ragazzo così! Ma perchè non capitano a me ste
fortune?! T^T ok la smetto xD. Grazie di tutti i complimenti e per aver
recensito! =) un bacio immensoooooo <3<3
_Bella_Swan_:
Ciau
stupendissima! Ma vai tra per lo scorso capitolo, ti capisco ho la tua
stessa situazione. Ma con la differenza che forse tu ti impegni a
scuola io invece credo proprio che ci do a mucchio perchè mi
sono proprio rotta le palle U.u. Ma
vabbèèèèè...xD E
cmq hai un grande intuito complimenti! si ne succederanno proprio delle
belle che spero non ti perderai! Sono contenta che anche questa storia
ti piaccia, davvero! Un tuo parere per me è parecchio
fondamentale :-) Grazie di tutto, tesoro! Un bacio grande
enormissimissimo <3<3
TerryTheBest:
Lo scoprirai
quando glielo
dirààààà! Eh
piano piano si fanno le cose.. xD sono contenta che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto e spero che questo non ti deluda. :-) un bacio grande,
Terryy <3
piaciuque:
ihihihihi,
sono contenta di vederti anche qui! Menomale che anche a te piaceeee!
:-) Grazie mille di tutto, un bacio grande <3
Vi lascio con un piccolo
spoiler ^O^
" - Perchè mi hai mentito?- mi chiese con un
espressione che mi sciolse il cuore.
Mi morsi il labbro e mi guardai i piedi. Benjamin mi tirò su
il mento con un dito sussurrandomi un - Guardami-.
- Vuoi la verità?-
[ ...]
- Attenta, Giulia!- gridò subito ad occhi sgranati e
impauriti facendomi spaventare. E per finire, un enorme e rumoroso
tonfo bloccò la macchina. "
E per finire vi consiglio due
bellissime storie da leggere!!! Passate mi raccomando ;-)
Tra me e te di fallsofarc, &
Kidnapped by love <3 di _Bella_Swan_
|
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Capitolo 4 *** Un pomeriggio disgraziato ***
UN POMERIGGIO DISGRAZIATO
Il
suono insistente della sveglia mi fece venire un diavolo per capello.
Ma quando mi accorsi che mancavano meno di venti minuti al suono della
campanella di scuola, corsi immediatamente in bagno a dare una
spazzolata a quella balla di fieno che mi ero ritrovata nel sonno al
posto dei capelli. Portai il mio ciuffo laterale ballerino all'indietro
fermandolo con due fermagli quasi invisibili, scoprendo la fronte e gli
occhi ancora gonfi per la stanchezza. Mi lavai in fretta e furia i
denti, misi un filo di matita sotto gli occhi e una spolverata di rosso
sulle guance che, quella mattina, sembravano troppo pallide. Mi vestii
prendendo le prime cose che mi capitarono in mano. Il cellulare
continuava a squillare imperterrito facendomi salire i i nervi.
Ovviamente, era Anna che si stava chiedendo dove diamine fossi finita e
mi aveva avvertito che sarebbe andata col padre per fare prima.
Arrivai a scuola puntuale per miracolo e feci un grosso sospiro di
sollievo quando mi annunciarono che la prof di Matematica fosse assente
per malattia.
Mi sedetti vicino ad Anna dato che la supplente in carica non sapeva
nulla dei nostri posti assegnati abituali; poggiai la testa sul banco
con fiacchezza provando a chiudere gli occhi.
- Si può sapere cos'hai fatto stanotte al posto di dormire?-
Anna mi rimproverò tracciando le mie occhiaie con il suo
indice delicato.
- Pensare- le risposi con una smorfia ad occhi chiusi.
- A cosa?-
- Oggi devo far vedere la ragazza del Vox a quello zoticone- farfugliai
con uno sbuffo.
- Merda! E ora che ti inventi?- la sua voce assunse un tono diverso da
quello di prima, quasi allarmato.
- Non lo so. E per di più la ragazza si deve chiamare
Nicole- mi lagnai scuotendo il capo per la stupida idiozia che mi era
sorta in testa.
Le bugie hanno le gambe corte, Giuls. Deglutii di fronte a quella
verità. Ma che cavolo, insomma, io non potevo raccontare la
verità a Benjamin!
- Perchè Nicole?-
- Perchè sono una grande deficente: lui mi ha chiesto il
nome e io ne ho tirato uno a caso-
Ci fu un momento di silenzio tra noi due.
- E ora dove cacchio la cerchi una ragazza di nome Nicole?- disse
all'improvviso facendomi saltare sulla sedia.
- Non lo so- risposi sospirando.
Benjamin non avrebbe mai e poi mai mollato, mi avrebbe dato il
tormento. Se le cose, questo pomeriggio, non sarebbero andate per il
verso giusto avrei dovuto raccontargli la verità e farla
finita una volta per tutte. Alla fine te lo meriti, Giulia, ti sei
lasciata baciare da lui invece che respingerlo e adesso devi accettarne
le conseguenze. Tanto non sarebbe successo niente di grave, anzi. Forse
le cose sarebbero andate meglio di quanto pensassi. Benjamin, dopo aver
scoperto che in realtà ero io, avrebbe provato repulsione e
avrebbe mollato tutto e forse non ci saremmo più rivolti
parola. Si, era proprio così che doveva andare. Mi
spuntò un sorriso...che, però, subito
svanì ripensando all'ultimo pezzo della frase. In fondo, non
volevo che io e Benjamin ritornassimo estranei. Alla fine non era poi
così... così... odioso. E se invece, come aveva
detto lui che avrebbe fatto qualsiasi cosa per la ragazza del bacio,
io, nonostante tutto, gli fossi andata bene? E se io gli fossi piaciuta
davvero? E se vorrebbe cominciare una vera storia d'amore proprio con
me? In quel caso non avrei potuto dirgli la verità
perchè non ricambiavo i suoi sentimenti.
Rabbrividii. No, no così non va bene. Bisogna essere
ottimisti e pensare al meglio. Al massimo sarebbe capitata la prima
situazione che avevo pensato.
A ricreazione, come sua abitudine oramai, Benjamin mi
afferrò per un braccio salutandomi con un sorriso sornione
stampato in volto.
- Allora, oggi dove dobbiamo andare?-
- Benjamin, potresti cercare di essere meno fastidioso?-
E che cavolicchio, mi cercava sempre per parlarmi di quella fantomatica
Nicole.
- Ehi, Giuls, neanche per me è un piacere stare in tua
compagnia- incrociò le braccia al petto, profondamente
irritato.
Sentivo il sangue ribollire nelle vene, tanto che dovetti incastrare le
unghie nel palmo della mano per evitare di tirargli uno schiaffo.
- Ah, davvero? Quindi, suppongo che non dovrò più
preoccuparmi della tua presenza al mio fianco. Bene, sta andando tutto
per il meglio- dissi sorpresa, cominciando a camminare. Gli stavo
negando implicitamente il favore che mi aveva chiesto.
- Aspetta un momento. Io ci sto provando, ok?-
- Ci sto provando anche io...-
- Prima mi dici che sono fastidioso, poi dici che...-
- Dico che sei fastidioso perchè mi cerchi sempre per
parlare della mia amica- dissi stizzita ed esasperata roteando gli
occhi al cielo.
Perchè mi doveva far salire i nervi quel pallone gonfiato?
- E di cosa dovremmo parlare?- chiese gurdandomi perplesso.
Già, bella domanda. Che mi importava di parlare con lui?
Niente, proprio niente.
- Senti, se tu ti aspetti che questo pomeriggio continueremo a parlare
di Nicole, ti sbagli alla grande!-
- Ok, va bene. Ma rispondi alla domanda, di cosa dovremmo parlare?-
Non risposi. Mi mordicchiai un labbro nervosa, in cerca di una
soluzione magica.
- Non lo so.- Allargai le braccia per poi sbatterle contro le gambe in
segno di stanchezza. - Forse, meglio non parlare-
Benjamin sorrise cupo scuotendo la testa.
- Non ti capisco, Giulia. E credo che mai ti capirò.
Comunque sia, sarà come vuoi tu. Forse, hai ragione;
già è troppo chiederti un favore del genere e non
voglio infastidirti. Perciò, non volerà una
parola se non quelle necessarie, d'accordo?-
Era ok? Sentii girovagare nel mio stomaco un vago senso di colpa e
angoscia. Perchè non tenevo chiusa la mia boccaccia?
- D'accordo-
- Bene, ci vediamo dopo scuola- mi lanciò un occhiata
infuocata mentre si allontanava da me.
Finite le sei e stressanti ore di scuola, andai al parcheggio per
salire nella mia auto. Jessica mi augurò un buon pomeriggio
con Benjamin facendomi irritare. Sapevo già che la giornata
sarebbe stata disastrosa; mi sarei annoiata a morte, tanto per
incominciare, e di sicuro ci sarebbero stati solo litigi su litigi.
Sbuffai nervosa sbattendo la mano contro al volante. Aveva intenzioni
di muoversi oppure si aspettava un tappeto rosso?
Quando lo vidi parlare con Andrea poco distante dalla mia macchina,
suonai il clacson per attirare la sua attenzione. Si girò
verso di me e con una mano lo incitai a muoversi o altrimenti me ne
sarei andata.
Entrò in macchina salutandomi con un gelido - Ciao- che io
ricambiai alzando il mento inespressivamente. Erano le 14.15 e io avevo
una fame assurda perciò, di malavoglia, gli domandai dove
potessimo andare per pranzare.
- Non so, dove vuoi tu- rispose disinteressato guadando fuori dal
finestrino.
Strinsi forte le mani sul volante cercando di non perdere la
concetrazione sulla strada. Essendo io la maggiorenne ero responsabile
pure per quel maleducato seduto a fianco a me.
Visto che Benjamin mi aveva dato il via libera, decisi di correre nella
mia pizzeria preferita. Parcheggiai la macchina ed entrai da Alt
sperando di trovarvi il mio caro amico.
- Giulia!- esclamò da dietro la cassa il mio amico Pietro
che non appena mi vide sorrise a bocca larga.
- Pietro! Che piacere vederti, come stai?- gli chiesi sinceramente
contenta di rivederlo.
- Bene, tutto bene. E tu come stai? E' da tanto che non ti fai vedere-
scorsi un velo di rimprovero nella sua affermazione e subito gli
sorrisi timida.
- Si, scusami. E' solo che non ho mai tempo per rimanere con tutto
quello che ho da studiare ultimamente-
Sentii Benjamin dietro di me sbuffare pesantemente cominciando a
battere i piedi sul pavimento. Mi fece venire i nervi a fior di pelle.
Mi girai stizzita per fulminarlo con uno sguardo che avrebbe dovuto
intimidirlo, ma quello che ottenni fu solo un - Muoviti.- con
quell'aria da smorfioso.
Chiesi al mio amico di farmi una pizzetta margherita più una
lattina di cola. Pietro mi disse di aspettare due minuti per il tutto e
mi fece pagare a metà prezzo.
- Tu non mangi?- chiesi al maleducato dietro di me. Se ne stava seduto
sullo sgabello, lo sguardo perso nel vuoto e una mano sotto il mento.
Chissà a cosa stava pensando...
- No, grazie- rispose altezzoso, puntando gelido i suoi occhi nei miei
facendomi venire i brividi.
Dopo aver mangiato, si fecero le 15.00 del pomeriggio e ci avviammo per
il centro di Modena.
Sospirai afflitta. Mi ero ritrovata in quel casino e non sapevo proprio
come uscirne. Maledizione. Stavo già annotando mentalmente
le possibili parole da inserire nel discorso che avrei, sicuramente,
dovuto fare a Ben. Avrei dovuto spiegargli che ero io, farla finita con
quella pagliacciata.
Ci accomodammo su una panchina freddissima aspettando un non so che
cosa. Non c'era niente da aspettare e quello mi rese ansiosa. E per di
più, erano due ore che tenevo la bocca chiusa e avevo
bisogno di darle aria. Benjamin non diceva niente e non aveva
intenzione di farlo. Aveva preso alla lettera le parole di quel mattino.
- Ho voglia di un gelato- disse improvvisamente facendomi sobbalzare.
Lo guardai sbarrando gli occhi e tremando al solo pensiero.
- Sei impazzito?-
-No, voglio un gelato. Andiamo?- si alzò dalla panchina
aspettando che mi alzassi. Ma stava bene? Con quel freddo aveva voglia
di un gelato?
Scuotendo il capo, lo seguii nella gelateria a pochi passi da
lì.
Ordinò alla commessa i suoi tipici bi-gusti alla Panna e
Gianduia. Guardando tutti quei pasticcini in vetrina e quei mille gusti
dietro al vetro-frigo, venne anche a me la voglia di gelato. Cavolo, a
stare col nemico si diventa imbecilli. Benjamin esitò un
momento prima di pagare mentre io restavo a fissare quel gusto Biscotto
denso al di là del vetro. Lo volevo o non lo volevo quel
maledetto gelato?
- Per favore, un'altra vaschetta al gusto Biscotto, Fior di latte e
Fragola- disse lui gentile alla comessa.
Mi girai verso di lui con la bocca aperta. Come faceva a sapere i miei
gusti preferiti...?
Mi porse la vaschetta senza guardarmi, poi andò alla cassa
per pagare.
- Grazie. Come conoscevi...?-
- Da piccola lo prendevi sempre. Me lo ricordo ancora-
scrollò le spalle cominciando a gustarsi il gelato con il
cucchiaino.
- Accidenti, che memoria- farfugliai io sedendomi sulla stessa panchina
di prima.
- Io ricordo tutto-
- Tranne la ragazza che più desideri in vita tua- gli
ricordai cercando di non avvampare. Provavo e provavo a non pensare che
quello stesso giorno saremmo arrivati ad una svolta. Ma quale?
- Non vale. Ero ubriaco quella sera. - aggrottò le
sopracciglia mentre osservava me che mangiavo il gelato.
- Posso farti una domanda?- provai a distrarlo. Mi sentivo a disagio
con i suoi occhi puntati addosso.
- Dimmi- annuì indifferente mentre mise in bocca un altro
cucchiaio freddo di gelato.
- Credi che... Nicole sia la ragazza giusta per te?- Diciamo che era
anche per curiosità che gli ponevo quella domanda...
- Avevi detto che non volevi parlare di lei- affermò
sorridendo beffardo.
- Dai, non fare l'acido-
Mi guardò altezzoso facendo una smorfia indecifrabile.
Ci mise un pò prima di rispondere, accendendo sempre di
più la mia curiosità.
- Io credo... che lei sia diversa dalle altre-
- Come puoi dire questo se neanche la conosci?-
- A prescindere dalla descrizione che mi avete fatto voi... E' una cosa
sentita. Non lo so. C'è qualcosa in me che grida di non
lasciarmela scappare e io non lo farò-
La sua tenacia mi sorprese. Così tanto che mi fece sentire
un moto di ammirazione nel suo gesto e nei suoi confronti.
- Io non vorrei ricordartelo ma... tu non le interessi-
- Lo so- abbassò la testa amareggiato. Mi sentii in colpa
per la cosa che avevo detto, non volevo essere io quella che gli
sgonfiava il palloncino pieno di illusioni che si era creato. Anche se
era la pura verità. Mi faceva una tenerezza immensa.
- Ma voglio vederla ugualmente- mi sorrise, acquisendo di nuovo un
pò di quella sicurezza appena perduta.
Restai in silenzio mentre lo guardavo.
- Che schifo il gusto Biscotto. Ci sono quei granellini di non so che
cosa che mi mandano in bestia- disse improvvisamente spezzando il calmo
silenzio.
Mi fece scendere le braccia.
- Sono pezzettini di biscotto, idiota-
A sorpresa, mi sporcò il naso con del gelato alla Gianduia
congelandolo del tutto.
- Idiota a me non lo dire- ghignò della mia espressione
sorpresa e contrariata.
Frugai nella borsa trovandovi un fazzoletto e subito mi pulii.
Appena Benjamin si distrasse, mi vendicai gettando un pò di
gelato dietro il suo collo. Saltò dalla panchina per il
freddo gelido improvviso che probabilmente sentì scivolare
dietro la schiena. Cominciai a ridere divertita buttando all'aria il
mio gelato, piegandomi in due per le risa.
Anche Benjamin buttò via la sua vaschetta e si
avvicinò pericolosamente a me con un sorriso sadico.
- Vuoi la guerra, eh?-
Mi intimidii facendomi piccola piccola.
All'improvviso, vedendo la gente camminare distratta per le vetrine e i
negozi del centro, scorsi una ragazza da lunghi capelli rossi ricci e
ribelli.
Nicole di 3^C! Era una bellissima ragazza con un fisico mozzafiato, gli
occhi verdi come smeraldi e da fonti attendibili sapevo che sbavava per
lo zoticone. Era perfetta.
- Ehi, ehi fermati!- gli dissi con una nuova felicità nella
voce. Ero elettrizzata per la fortuna che mi era piovuta dal cielo. Ero
salva, ero salva!
- C'è Nicole- gli bisbigliai mentre la indicavo facendomi
notare solo da lui.
Lui si girò nella stessa direzione che gli stavo indicando,
con il respiro corto e gli occhi che gli brillavano.
Ma non appena la vide, vidi il suo viso inscurirsi e lo sentii
sospirare.
- Non posso credere di aver avuto un gusto così pessimo-
disse deluso, con una voce così vellutata da sentirmi
accarezzata.
Gusto pessimo? Cazzo, Nicole era una delle ragazza più
corteggiate del paese. Se lei era pessima io che cos'ero? Benjamin
aveva perso il lume della ragione.
- E' lei- dissi ansiosa cercando di sciogliere i dubbi che gli erano
sorti in quella testa bacata.
- Bene, c'è solo un modo per scoprirlo-
Alzai un sopracciglio confusa mentre mi giravo verso di lui. Ma quando
guardai alla mia destra, lui già non c'era più.
Dannazione, ma che voleva fare? Mi aveva preso in giro, Ben non voleva
solo vederla. Voleva conoscerla! Ero nella merda, nella merda fino al
collo!
- Benjamin!- urlai il suo nome, ma probabilmente fece finta di non
sentirmi. Sbattei i piedi contro l'asfalto imprecando come una
scaricatrice di porto.
Ma appena mi si presentò la visione raccapricciante del suo
bacio con la rossa, sentii ribollirmi il sangue avvampando per la
rabbia come un'assassina in preda alla rabbia più cieca.
Feci respiri lunghi e profondi cercando di calmarmi. Lo avrei
ammazzato, non c'era alcun dubbio. Lo avrei lasciato a piedi. Ottima
idea! Feci per andarmene quando mi tirò per un braccio.
- Come hai potuto?! Me lo avevi promesso, tu non avresti dovuto...!-
- Stai zitta, Giulia! Mi hai mentito! Non è lei, credi che
sia stupido?! Il suo bacio non corrisponde per niente e quando le ho
chieso di te ha risposto che non sapeva chi tu fossi- mi
rimproverò, stringendo più forte la mano intorno
al mio braccio. I suoi occhi rasentavano la furia più cieca.
La mia rabbia scemò sentendomi in un profondo disagio
imbarazzante. Che figuraccia!
E adesso cosa avrei fatto?
- Perchè mi hai mentito?- mi chiese con un espressione che
mi sciolse il cuore.
Mi morsi il labbro e mi guardai i piedi. Benjamin mi tirò su
il mento con un dito sussurrandomi un - Guardami-.
- Vuoi la verità? Non volevo che tu soffrissi- non so da
dove mi uscii una stronzata del genere.
- Cosa?- alzò un sopracciglio castano chiaro non capendo le
mie parole.
Sospirai, guadagnando tempo e formulare al meglio la bugia.
- Benjamin, lei non vuole vederti e non vuole farsi vedere. Avevo
timore a dirtelo, non volevo farti stare male. Credevo che ti saresti
accontentato soltanto di vederla ma invece hai voluto fare di testa tua
e...-
- Mi sembra ovvio, Giuls. Io non mi sarei arreso così
facilmente.- mi lasciò il braccio, sospirando sofferente.
- Così, non le piaccio per niente- non era una domanda.
- No- risposi facendogli un debole sorriso.
Passò qualche secondo e lo vidi intristirsi sempre di
più.
- D'accordo- disse con voce bassa. - Possiamo andarcene-
Cominciò a camminare davanti a me, con sguardo e spalle
basse. Sembrava un cane bastonato.
- Ehi. Mi dispiace- gli dissi sincera mentre lo affiancavo.
Entrammo in macchina. Sentivo la sua sofferenza e mi dispiaceva
immensamente vederlo così per colpa mia. Misi in moto
accendendo la radio su una stazione House.
Benjamin abbassò di poco il volume.
- Probabilmente, lei è troppo bella per me. Avrei dovuto
immaginarlo- disse amaro. Sembrava un bambino triste e deluso. Mi
piangeva il cuore. Ma perchè, Giulia?
Sbuffai infastidita dalla mia magnanimità.
Ma ritornando alle parole di Benjamin; lui stava dicendo che io sarei
stata troppo bella per lui. Pff...
- Beh, parliamone- dissi con gli occhi puntati sulla strada buia e
fredda.
- Non è così?-
- Per me, no-
Dopo qualche minuto di silenzio, Benjamin saltò su divertito
con una stronzata colossale.
- Mi trovi attraente?-
Mi girai verso di lui avvampando di rosso.
- Ma che cavolo dici!- mentii deglutendo.
- Si, si, certo- ridacchiò divertito dandomi una debole
gomitata.
Poi all'improvviso, cambiò stazione.
- Ehi!- gli gridai, ritornando su quella precendente.
- Non voglio sentire House per altre due settimane. Quindi, per favore,
cambia- disse pigiando un altro tasto e andando a finire su una
stazione di musica Country. Si rilassò sul sedile con un
sorriso sparpagliato.
- Che schifo- commentai premendone un altro e finendo su una canzone di
Eros Ramazzotti per cui andavo matta.
Benjamin mi lanciò un occhiataccià e
cambiò di nuovo.
No, adesso basta.
- Quella canzone mi piace e la voglio sentire! E poi, questa
è la mia macchina- gli dissi ritornando di nuovo sulla
stazione.
- Che schifo, Giulia.- cambiò ancora. Mi stavano salendo i
nervi. Calma, Giuls. - Guarda la strada- mi ammonì
immediatamente.
Io cambiai nuovamente, tornando su Eros. Per due minuti fu un continuo
cambiare finchè non mi stancai e lo spinsi.
- Basta, Ben!- gli gridai rossa di rabbia.
Lui rise divertito premendo un altro tasto ancora. Stavo per lanciargli
un ceffone quando vidi il suo sguardo allarmarsi all'improvviso.
- Attenta, Giulia!- gridò subito ad occhi sgranati e
impauriti facendomi spaventare. E per finire, un enorme e rumoroso
tonfo bloccò la macchina.
Note:
Ok, si sono in ritardo. Madornale aggiungerei...Ehm scusate! ^__^'' E'
solo che finalmente ho deciso di darmi una mossa a scuola xD anche
perchè se no la mi vida es finitaaaaa... :-( Però
eccomi qui finalmenteeeee! Dal prossimo capitolo ci saranno
più svolte e non vedo l'ora di farvi leggere ;-)
Ringrazio i 26 preferiti e i 41 seguitiiiii! *__*
zia_addy: Ecco svelato il mistero!
Ahahah ha avuto un gran bel culo... che però si è
sgonfiato in un attimo, vero?? xD xD Scusa il ritardo ma ho avuto
tremila cose a cui pensareeeee! Spero ke l'attesa ne sia valsa la pena!
Grazie mille per essere passata ^^ un baciooooo!
SweetCherry:
Ehi tesoro
miooooo! Io sto ancora aspettando il nuovo capitolo della tua storia
eeeh! U.u Cmq non ti preoccupare x lo scorso capitolo ;-) Sono davvero
contenta che la mia storia ti stia prendendo e ke sei curiosa di
sapere.. ihihihih... Vedrai vedrai.. xD Grazie per aver recensito mon
amoour, un bacio enormeeeee! <3<3
_Bella_Swan_:
Eccomiiiiii
bellissima! :-) Grazie grazie grazie, i tuoi complimenti mi fanno
gongolare di felicità *Q* Che dolceeeeeee! ^^ si si Ben
è veramente... non ci sono paroleee! L'incidente si
vedrà nel prossimo capitolo da cui ci sarà una
svolta.. ehm ehm.. troppe informazioniiii! Cmq grazie ancora tesoro! Un
baciooo grande grandeeeee ^^ <3<3
Piccolo
spoileeeer *O*
" - Non volevo ti
facessi male- rispose a bassa voce.
- Ma è colpa mia, io avrei dovuto...- cominciai a
singhiozzare fortemente.
- Non dirlo neanche per scherzo. Stai tranquilla, non ti
farò causa-
[...]
Non avrei mai potuto pensare di avere una visione di Benjamin
così...così positiva. Sollevò lo
sguardo per cercare il mio, probabilmente si sentì
osservato. Inchiodammo gli occhi: nocciola nel cielo limpido, azzurro e
infinito. Non riuscii a staccarmi, ne ero rimasta intrappolata; e la
stessa cosa stava facendo lui"
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Capitolo 5 *** Sotto una luce diversa ***
SOTTO UNA LUCE DIVERSA
Mi svegliai bruscamente
sentendo alcuni gemiti e respiri affannati che provenivano da qualcuno
vicino a me. Quando aprii gli occhi mi accorsi di avere Benjamin
disteso sopra di me, con il viso a pochi centimetri dal mio, le mani
sul poggia testa del mio sedile e una piccola ferita che gli sanguinava
dalla fronte.
Sentii il cuore
battere come un pazzo e subito mi feci prendere dal panico.
- Come stai?- mi
chiese col respiro corto, preoccupato facendo una smorfia di dolore.
Solo allora mi resi conto che aveva una gamba incastrata sotto il
cruscotto spaccato.
- Ma cosa
è successo?- ignorai la sua domanda e chiesi ansiosamente,
cercando di mantenere le lacrime di paura che stavano per fuoriuscire.
- Un incidente.
Nulla di grave.-
- Nulla di grave?
Oddio, ma che ti sei fatto alla gamba??- portai le mani vicino alla
bocca sentendo inumidirsi gli occhi. Stavo andando in iperventilazione
sentendo aumentare anormalmente il panico e l'angoscia.
- Non ti
preoccupare per me, sto bene. Sono solo incastrato-
Io non mi sentivo
per niente dolorante, da nessuna parte. Solo il peso di Benjamin che si
stava facendo opprimente ma solo perchè non riusciva a
muoversi di lì.
- Tu come stai?-
mi chiese di nuovo mentre catturò una lacrima sfuggita al
mio comando.
- Io bene- Anche
troppo, pensai.
Quando la
consapevolezza del fatto che Benjamin si fosse buttato su di me per
proteggermi mi colpii, cominciai a sentirmi tremendamente in colpa per
quello che era accaduto.
- Oddio,
perchè lo hai fatto? Sei pazzo, non avresti dovuto...- lo
stomaco cominciò ad ingarbugliarsi un pò per
l'ansia e il panico, un pò per l'immensa gratitudine che
provavo per il suo gesto da pazzoide.
- Non volevo ti
facessi male- rispose a bassa voce.
- Ma è
colpa mia, io avrei dovuto...- cominciai a singhiozzare fortemente.
- Non dirlo
neanche per scherzo. Stai tranquilla, non ti farò causa-
Aveva anche il
coraggio di scherzare in un momento come quello?
- E adesso che
facciamo?-
- Chiama i vigili
del fuoco, non so... Qualcuno, insomma. Non so per quanto riesco a
resistere.- si lamentò ancora muovendosi appena sopra di me.
Divenni rossa come
un pomodoro e mi maledii. Come potevo arrossire e pensare alla sua
bellezza in un momento così traumatico?
Tastai con la mano
sotto il sedile, cercando la leva per far abbassare il seggiolino. La
sollevai aspettandomi di scendervi piano piano ma non successe un bel
niente.
- Non funziona-
sospirò - Ci ho provato anche io. Ma lo schianto ha
incastrato il seggiolino-
Guardai di fronte
a me, oltre la testa e i capelli biondi di Benjamin, e notai quanto
poco fosse distante dal parabrezza; neanche cinque centimetri a
separarci...
Deglutii impaurita.
- Ma come
è successo?- chiesi, cercando di pulirmi il viso come meglio
potevo. Le mie braccia erano incastrate sotto quelle di Ben e mi
riuscii difficile anche solo toccarmi la punta del naso.
- Sei andata
contro un albero e la tua auto si è accartocciata come carta
velina-
Un brivido mi
percosse. E menomale non eravamo stati noi accartocciati come la
macchina. Ma altri pochi centimetri e saremmo morti.
- Ok, allora,
vediamo da come uscire da questa situazione.- presi un bel respiro e
decisi di darmi una mossa. Non potevamo rimanere incastrati nella mia
macchina - ormai ridotta in brandelli- per sempre.
Pensai un attimo
alla situazione, osservando com'era posizionato il corpo di lui per poi
osservare il mio.
- Riusciresti a
strisciare e uscire dal finestrino?- gli chiesi tesa per la richiesta,
evidentemente, impossibile.
Schiacciai il
pulsante per l'attivazione automatica dei finestrini e, con mia grande
gioia, funzionavano ancora.
- Ho la gamba
incastrata, non riesco a muovermi- mi fece di nuovo presente con aria
un pò seccata.
Palo.
- E se invece tu
scivolassi da sotto di me ed uscissi dall'altra parte?-
Aveva ragione da
vendere il biondino. Mi complimentai mentalmente per la sua
intelligenza.
- Cazzo, mi sto
disrtuggendo la schiena...- si lamentò, stringendo i pugni
contro il mio poggiatesta.
Provai a sfilarmi
da sotto le sue braccia, abbassando la testa e facendovi passare
metà della mia schiena. Il peggio arrivava ora: il mio corpo
era per metà nel seggiolino di fianco, mentre l'altra
metà era sotto il torace e il bacino di Benjamin,
completamente storto.
- Ora mi
distruggerò io la schiena- dissi esausta, sospirando.
- Non ti
lamentare. Io sono in questa posizione da almeno un quarto d'ora. La
Bella addormentata non voleva svegliarsi- mugolò infastidito.
Lo fulminai
indispettita incontrando il suo sguardo contrito. Però aveva
ragione: lui non mi aveva svegliata, non so perchè, ed era
rimasto fermo in quella posa massacrante. Perciò, lasciai
correre.
- Per favore-
dissi affaticata mentre cercavo di togliere le gambe da sotto il cuo
corpo - potresti alzarti solo un pochino?-
- Fosse facile-
Ci
provò stringendo i denti e i pugni, ma poi si
accasciò di nuovo sopra di me respirando faticosamente.
Avevo sfilato di poco le mie gambe ormai oppresse. Non le sentivo
nemmeno, erano addormentate.
- Vai-
farfugliò d'improvviso prendendo il respiro, alzando ancora
la schiena e indurendo gli addominali fino allo sfinimento. Finalmente,
fui libera e mi misi a sedere fulmineamente sopra il seggiolino del
passeggero.
- Brava- mi
sorrise paonazzo in viso, affaticato per lo sforzo. Dopo poco arrossii
anche io per il sorriso splendente che mi aveva appena rivolto. Ma
dico, si può avere denti così bianchi e perfetti?
Non era il
momento, però, di pensare sua alla dentiera, al suo
dentifricio, al suo spazzolino eccetera eccetera...dovevo tirarlo fuori
di li.
Provai a sollevare
il cruscotto con tutta la forza che avevo nelle braccia, ma dall'altra
parte dell'auto sentii uno scricchiolio che non mi piacque per niente e
mi fermai all'istante.
Saettai
preoccupata gli occhi verso Benjamin, cercando aiuto, una risposta, un
consiglio.
- Lascia stare il
cruscotto, grazie. Non voglio rischiare-
Sospirai
amareggiata. Sentivo un magone che si faceva spazio nello stomaco:
Benjamin si era buttato sopra di me per evitare che mi facessi del male
e io non sapevo come tirarlo fuori da quella situazione assurda. Ero
inutile, non servivo proprio a niente.
Le lacrime scesero
lente e calde, facendomi innervosire. Era forse il momento di
piangere?! No. Era il momento di non farsi prendere dal panico e di
levare Benjamin da quella posizione che lo stava sfinendo.
-
Perchè piangi?- la sua voce calda e premurosa mi
arrivò all'orecchio come un tiepido venticello primaverile.
- Niente. Quando
sono molto nervosa, piango- spiegai, asciugandomi il volto bagnato.
- Non è
stata colpa tua l'incidente, ok? Non cominciare a sentirti in colpa per
ciò che è successo-
- Ero io al
volante- sestenziai singhiozzando.
- Smettila,
è stata colpa di tutti e due. Non dovevo distrarti-
- E io non dovevo
lasciarmi distrarre-
Benjamin
sbuffò.
- E poi non dovevi
proteggermi- gli dissi ancora con le lacrime agli occhi. Stupido che
non era altro! Era colpa sua se mi sentivo così; sarei stata
meno in colpa se non avesse cercato di proteggermi e mi fossi ritrovata
qualche graffio o ferita.
- Rischiavi di
morire- disse a denti stretti. Ero certa di scorgervi un tono di
tormento in quella affermazione alquanto macabra.
-
Perchè tu no?! Neanche io sono una pappamolla!- gli gridai
stizzita.
Calò un
silenzio tombale che quasi mi spaccò i timpani.
- Giuls, non
c'è l'ho con te. Ora, smetti di piangere- che non serve a
niente- e fai qualcosa.-
Respirai a fondo
due volte prima di annuire e scendere dall'auto. Tastai i miei jeans
dove, per fortuna, trovai il mio cellulare. Sollevai il monitor e notai
che mezza parte dello schermo era distrutto. Borbottai incazzata e
chiamai il 118.
- I vigili del fuoco saranno qui a momenti- dissi a Benjamin e in un
baleno ci sentimmo più sollevati. Poi chiamai immediatamente
a casa mia spiegando ciò che era successo; mia madre,
dall'altra parte del telefono, la sentii quasi svenire e prendersi un
infarto ma la rassicurai subito dicendogli che non mi ero fatta niente
grazie a Benjamin. Gli dovevo la vita. Non avrei mai pensato che
potesse accadere una cosa del genere: io ero fuori con il ragazzo che
più detestavo al mondo e, alla fine della disgraziata
giornata, per colpa della sottoscritta, mi aveva salvato la vita.
Incredibile! E quasi impossibile da credere visto i precedenti che
avevamo avuto io e lui! Ma adesso che lo guardavo, tesa e sconsolata,
non riuscivo più ad immaginare il mio cuore e le mie
emozioni pieni di odio e rancore. No, non potevo. C'era solo un'immensa
gratitudine e rispetto nei suoi confronti. Lo guardai per un momento.
Vederlo così stanco, poggiato con la guancia sul
poggiatesta, la fronte madida di piccole gocce di sudore per gli sforzi
fisici che stava facendo a mantenersi in quella posizione, mi
procuravano un tenerezza infinitamente dolce. Non avrei mai potuto
pensare di avere una visione di Benjamin
così...così positiva. Sollevò lo
sguardo per cercare il mio, probabilmente si sentì
osservato. Inchiodammo gli occhi: nocciola nel cielo limpido, azzurro e
infinito. Non riuscii a staccarmi, ne ero rimasta intrappolata; e la
stessa cosa stava facendo lui. Pochi istanti dopo arrivarono mia madre
e Chiara preoccupate da morire. Per fortuna, mio padre era a lavorare
se no avrebbe combinato un vero e proprio macello. Chiara quasi svenne
vedendo che Benjamin aveva una ferita un poco aperta sulla schiena -
che non avevo affatto visto- e quella piccola sulla fronte. Mi venne
ancora più la nausea pensare che era colpa mia. Il ragazzo
cercò di tranquillizzarla, ma conoscevo Chiara che subito si
faceva prendere dal panico, e di sicuro non avrebbe lasciato in pace
Benjamin per una settimana e passa, come minimo. Lo avrebbe riempito di
amorevoli attenzioni, a volte fastidiose, che solo un genitore
ossessivo sapeva fare.
Dopo di che,
arrivarono i vigili del fuoco che riuscirono a togliere la gamba
incastrata di Ben da sotto il cruscotto. Con mio grande piacere, vidi
che il suo piede non aveva un graffio; solo la scarpa e la fine del suo
jeans erano rotti e stracciati. Decisamente, da buttare. Mi dispiacque
ma ero molto, ma molto ,più sollevata capendo di non averlo
ferito ulteriormente.
La mia macchina
distrutta sarebbe stata riparata non spendendo un centesimo per via
della mia assicurazione impeccabile. Per una volta, pagarla, non fu un
trauma.
Quando arrivai a casa, corsi subito a fare una doccia calda e
rilassante per sciogliere le ultime tensioni della giornata, ancora
insidiate nel mio animo. Stesa nel letto, già in
pigiama, non facevo altro che pensare a Benjamin e al suo strano
comportamento. Perchè mi aveva salvata? Perchè
non voleva che mi facessi del male? Forse perchè non voleva
vedere un cadavere, pensai con una smorfia...Sorvolai.
Si era
davvero sentito a disagio con me, nel pomeriggio prima dell'incidente?
Cercai di mandare giù il groppone che avevo in gola. Fui
presa da un'ansia strana e improvvisa, mi sentivo persa vagabondando
nel buio. Ma che mi prendeva?! La confusione che avevo in testa, era
troppa, veramente insostenibile da contenere...Troppe domande, nessuna
risposta. Arrossivo ogni volta che pensavo al suo sorriso o al suo
sguardo, arrossivo al solo pensiero di averlo avuto sopra di me, in
macchina, così vicino al mio viso. Arrossivo quando lo
pensavo, punto.
Scossi la testa
sbalordita da me stessa, portandomi le mani davanti agli occhi. Stavo
per scoppiare a piangere dal nervoso che piano piano sentivo crescere
dentro. Quel caos di emozioni, pensieri, sensazioni mi stavano
procurando una felicità angosciante. Lo so, era stupido,
forse insensato ma era così che mi sentivo. Si, mi sentivo
un pò felice ma non sapevo realmente il motivo, e angosciata
perchè credevo di conoscerlo in fondo al mio cuore. Ma non
volevo tirarlo fuori, non volevo pronunciare quelle parole. Dirle
sarebbe stata la prova tangibile di quello che avevo dentro e non
potevo...non potevo! Che le " previsioni" di Jessica si fossero
avverate? Solo per metà, era ovvio. E se era realmente
così? E se io mi fossi presa una...cotta per colui che per
più di una vita avevo odiato? Cosa avrei fatto? In quel
caso, gli avrei raccontato la verità?
NOTEEE:
Ve l'avevo detto che ci sarebbe stata una svoltaaaaa =D Finalmente,
Giulia ha aperto gli occhi *.*
Me lo mangereeeeeeeei xD Scusate il ritardo stelline, ma ho avuto
parecchio da fare in questa settimana. Devo assolutamente mettermi in
carreggiata con la scuola e finalmente ho trovato un pò di
tempo per postare visto che domani non si va a scuola e che oggi qui da
me piove :-). Spero tanto tanto che vi sia piaciuto anche se dalle
recensioni non si direbbe T^T Ma vabbè io vado avanti lo
stesso, non mi fermo al primo ostacolo :D. Quindi ringrazio i 28
preferiti e i 45 seguiti...
Poooooi:
sbrodolina:
Grazie
milleeeeee! Sono contenta di avere una nuova fan :D Beh, adesso ho
soddisfatto la tua curiosità. Come avrai letto, per fortuna
non è successo nulla di grave. Questa era la cosa di cui
parlava Jessica ;-) certo non poteva prevedere davvero che potesse
accadere un'incidente ma ora Benjamin è sotto quella famosa
luce diversa. Spero che continuerai a seguirmi! Grazie ancora, un bacio!
zia_addy:
Non preoccuparti per il
termine, ihihihihi...figurati! xD Noooo ma lei non è stata
cattiva, solo che non lo sopporta xD. Grazie per essere passata a
recensire ^O^ un baciooooooo!
XXX_Ice_Princess_XXX:
Eccomi qui! Non
è successo nulla di ke per fortuna... Tiriamo tutte un
sospiro di sollievo =D. Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto! Un bacioooo e grazie mille! =)
3things:
Grazie
grazie e grazie! =D Sono davvero felice che la storia ti piaccia e ti
prenda. Si, mia cugina ha avuto veramente una grande fortuna e dopo
questa che mi ha raccontato mi ha infuso veramente tanta speranza!
Capiterà anche a noi una fortuna simile, dai! =D Spero che
ti piaccia anche questo e che continuerai a seguirmi ^.^ Un bacioneeee!
Spoileriiiino ^^
" - Lui ti piace, tesoro, e non
negarlo.-
[...]
- Mpfff...Ma se io non
lo sopporto, mamma?!- le feci presente.
- Tra l'odio e l'amore
c'è solo uno stupido e piccolo passo, lo sapevi?-
[...]
Che ci faceva lei qui?
Semplice: Benjamin l'aveva accalappiata.
[...]
Quell'ochetta
mora, ma da dove era sbucata!? "
|
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Capitolo 6 *** Veggente ***
VEGGENTE
Certo che svegliarsi alle
5.00 del mattino non era una cosa tanto abituale fatta proprio da me. A
dir la verità, quella sera non avevo dormito per niente: la
confusione e il caos di emozioni che nascondevo dentro non mi
abbandonarono un solo istante. Non potevo ancora credere che... Basta!
Avevo bisogno di distrarmi...
Scesi
giù a farmi un caffè macchiato, anche se non
avrebbe fatto bene ai miei nervi, poi restai seduta a tavola sfogliando
un vecchio libro di mia madre tanto per fare qualcosa. E dopo poco, la
sentii scendere.
Si sorprese appena
mi vide e mi abbracciò la schiena da dietro chiedendomi se
mi fossi ripresa dal giorno prima. Avrei voluto risponderle che
l'incidente non era niente al confronto del disastro emotivo che avevo
in corpo. Ma mi concessi ad un semplice - Bene, grazie-
- Come mai sveglia
a quest'ora?- trafficò con la macchinetta del
caffè.
- Non riuscivo a
dormire-
- Non hai dormito
tutta la notte, vero?- disse con un sorriso appena accennato e uno
sguardo benevolo alla mò di " Io-so-tutto". E in effetti,
aveva ragione. Il Mamma-Radar difficilmente sbagliava.
Scrollai le spalle
ignorando la domanda.
- Me ne sono
accorta perchè stanotte non parlavi nel sonno, come invece
è tuo solito- ridacchiò dolcemente per poi
sedersi a tavola, di fronte a me, con la sua tazzina di
caffè espresso fumante.
Feci una smorfia:
mi detestavo profondamente quando parlavo nel sonno. Sarebbe potuta
uscire la cosa più orribile di tutte, mentre dormivo, se ci
fossero state orecchie indiscrete.
La guardai un
momento con sguardo vacuo, tanto per posare gli occhi su qualcosa. Mia
madre non mi stava aiutando a distrarmi.
Sospirai
incosciamente.
- Amore, posso
farti una domanda?-
Annuii. Non ero
molto loquace quella mattina e se ne era resa conto. Forse, il
Mamma-Radar ne avrebbe individuato pure il motivo.
- Mi prometti di
essere sincera?-
- Io sono sempre
sincera con te, mamma- ed era vero. Io e mia madre avevamo un rapporto
stupendo: lei era come se fosse una delle le mie migliori
amiche. A lei potevo dire tutto, ogni cosa. Certo, non era
una donna debole di polso, anzi, si faceva portare rispetto e io non
avrei mai, e dico mai, potuto deluderla. Amavo troppo mia madre per
procurarle un torto, sia sotto quell' aspetto di mamma che quello di
migliore amica.
- Tra te e...lui,
c'è del tenero?-
La domanda mi
prese in contropiede. Insomma, si sapevo che mi avrebbe chiesto una
cosa del genere ma non mi aspettavo di sentirla così
schietta e diretta.
Beh, che avrei
detto? Non lo sapevo. C'era del tenero tra di noi? No, non direi
proprio. Da parte sua poi non se ne parlava.
Con un sospiro
sconsolato dissi la verità. O quasi...
- No, mamma.-
- Mmm... Dovrei
crederti?- teneva gli occhi puntati nei miei, mentre si
portò la tazzina alla bocca, per scorgervi qualche traccia
di inscurezza da cui derivava la bugia.
- E' vero
ciò che ti dico-
- Ah si? E allora
perchè hai pensato subito a Benjamin?- sollevò un
sopracciglio, assumendo un'aria arrogante e vittoriosa mentre attendeva
una mia risposta.
Sbam. Beccata.
- Beh,
perchè tu sei fissata con lui- balbettai e arrossii ma, per
fortuna, nella penombra non si poteva vedere molto il colorito del viso.
- Lui ti piace-
affermò mentre si alzava dal tavolo per posare la tazzina
nel lavello. Mi si mozzò il respiro in gola.
Perchè mi sentivo presa in modo anormale da ciò
che aveva appena detto? Mi fregava qualcosa controbattere? No, non
avrebbe dovuto...
La seguii in
automatico, portando anche la mia tazzina.
- Mamma, il
caffè espresso fa male la mattina, te lo dico sempre-
- Lui ti piace,
tesoro, e non negarlo. Ecco, bene, sono stata io a scioglerti il
groviglio di pensieri che si aggirano nella tua testolina viaggiatrice.-
Era seriamente
convinta di quel che diceva. Sapevo qual'era quel tono: quel tono che
nessuno avrebbe mai potuto smentire.
- Mpfff...Ma se io
non lo sopporto, mamma?!- le feci presente, sentendo battere il cuore.
- Tra l'odio e
l'amore c'è solo uno stupido e piccolo passo, lo sapevi?-
disse con un sorrisino compiaciuto stampato in volto per poi dileguarsi
sulle scale.
Rimasi di sasso a
quell'affermazione. Come poteva l'odio trasformarsi in amore? Amore
poi... Io non lo amavo! Però mi... No, non potevo ammetterlo
neanche a me stessa.
Non mi sarei
meravigliata se quel giorno avrei assistito al diluvio universale.
Lui non poteva
piacermi, non poteva, non poteva! Insomma, no, era fuori questione! Mi
stavo dirigento frettolosamente verso casa di Anna che distanziava da
me di ben due chilometri quasi. Si, ero poco normale ma quella mattina
ero nervosa e avevo bisogno di muovermi, di fare qualcosa. Poi erano
ancora le 6.30 e sarei dovuta essere a scuola per le 8.00. C'era tutto
il tempo del mondo, che non potevo sprecare a casa. Arrivai a casa
della mia migliore amica solo dieci minuti dopo e la chiamai al
cellulare per non suonare il campanello costringendo a svegliare pure i
suoi genitori.
- Pronto? Ma chi
è quell'imbecille che chiama così presto...- la
sua voce impastata dal sonno borbottò al telefono, dopo ben
cinque chiamate a cui non aveva risposto.
- Anna, sono io.
Ti prego, aprimi sono sotto casa tua.-
- Giulia. Ma sei
pazza?-
- Ho bisogno di
te-
- Va bene- rispose
poco entusiasta. Mi aprii la porta d'ingresso con ancora il telefono
all'orecchio e sguardo completamente assente quando io già
avevo riattacato da un pezzo.
- E la macchina?-
- Piccolo
incidente- cercai di minimizzare, ma sapevo che si sarebbe svegliata in
un lampo dopo, e avrebbe voluto sapere ogni cosa.
- Coooooooooosa?!-
disse strabuzzando gli occhi e dimenticandosi il fatto che era appena
l'alba.
Infatti...come non
detto.
Le feci segno di
tacere e mi forzò ad entrare tirandomi per un braccio.
- Oddio, che
incidente? Fa vedere...- mi girò tre volte su me stessa in
cerca di qualche ferita o qualche livido.
- Non ho niente,
Anna- la fissai seccata mentre finiva di comportarsi da mammina
premurosa. Si portò una mano sul cuore, sospirando di gioia.
- Mi hai quasi
fatto venire un infarto, cretina- assottigliò gli occhi.
- La mia macchina
è completamente sfasciata-
- Si, e il Messia
ti è venuto incontro per salvarti la vita-
affermò ironicamente.
- Sono stata
salvata, si, ma non dal Messia...- abbassai lo sguardo, cercando di non
arrossire ma mi riuscii difficile.
Vidi Anna
pensierosa grattarsi la nuca.
- Oh, mio...Dio!-
esclamò portandosi le mani davanti alla bocca, sorpresa come
mai l'avevo vista in vita mia.
- Ieri con te
c'era, c'era...Benjamin!-
Annuii storcendo
la bocca.
Si sedette un
momento sul divano.
- Ok, allora,
ricapitoliamo. Tu mi stai dicendo che hai fatto un incidente e che
Benjamin ti ha salvato la vita?-
Sospirai e annuii
di nuovo. Ripensando al giorno prima, lo stomaco si
ingarbugliò da solo mentre il cuore cominciò a
tamburellare pensando che di lì a poco lo avrei rivisto. No,
non cominciare Giulia.
Anna rimase a
bocca aperta senza emettere suono. E dopo poco corse ad abbracciarmi
stretta stretta.
- Non ci posso
credere, Giuls, non ci posso credere!- era tutto un sorriso felice e
sognante.
Dopo altri
sorrisini ebeti e suoi film mentali, Anna mi fece accomodare in cucina.
Si preparò la sua tazza di latte e miele con i classici
biscotti al cioccolato; la mia inguaribile bambina.
- Si ma mi sfugge
un passaggio- si accigliò mentre sgranocchiava uno dei suoi
biscotti - A parte la macchina rotta, perchè hai bisogno di
me? Sei in un lutto per aver passato un pomeriggio con Benjamin?- e
scoppiò a ridere da sola.
Non c'era niente
da ridere, per quanto potesse riguardarmi, anzi c'era da piangere.
Anna mi guardava
perplessa mentre io ero intenta a guardare altrove e pensando ad altro,
decisamente.
- Tu...non sei in
lutto per aver passato un pomeriggio con lui, vero?- la sua domanda
camuffata non mi ingannò. In verità significava "
Lui ti piace, non è così?".
- Ho anche il
cellulare spaccato, guarda!- lo tirai fuori per farle vedere il
monitor. Con una mano lo prese, spazientita, e lo poggiò sul
tavolo sbuffando.
- Giulia, non mi
fai fessa. Si stanno forse avverando le stronzate di Jessica?-
- Ma cosa dici,
Anna, sei completamente impazzita?! Lo sai che lo odio-
- Ma cosa vuol
dire? Capita che a volte ci si innamora dell'ultima persona di cui non
avresti mai pensato di innamorarti-
- Ma io non sono
innamorata di lui!- e questo era vero.
- Però
ti piace!-
- No!- ribattei
immediatamente mentre mi distruggevo, nevroticamente, i polpastrelli
dell'indice della mano destra.
- Invece si!- mi
guardava con aria di sfida, assottigliava gli occhi.
- Ti dico di no,
Anna-
- E allora
perchè sei qui?-
-
Perchè mi sento in colpa- ero brava a dire le bugie.
Insomma, si era anche per quello ma non era, di certo, il motivo
pressante.
- Per cosa?-
alzò il sopracciglio, confusa.
- Per aver
provocato l'incidente. Lui mi ha salvato la vita e mi sento in debito-
- Ma non l'hai
fatto a posta, perchè devi sentirti in colpa?-
- Me lo ha detto
anche lui ma... Non lo so. Mi ci sento e basta.- spallucciai sbuffando.
Scosse la testa -
Non ci pensare, dai, l'importante che non sia successo nulla di grave.-
cercò di confortarmi dandomi un bacino sulla guancia.
Mentre Anna corse
in camera sua per vestirsi, dato l'orario che si era fatto, decisi di
raccontarle anche del pomeriggio precedentemente all'incidente. Non
sapevo ancora se Benjamin si fosse arreso nella ricerca della ragazza,
ma qualcosa mi diceva di si. Sospirai afflitta a quel pensiero: non
avremmo più avuto una scusa per parlare.
Non le dissi,
però, cosa mi ero sentita dentro mentre lo vidi baciarsi con
quella Nicole. Credo che solo allora avrei potuto interpetarla
come...gelosia. Si, era dura da ammettere ma era così.
Ancora mi chiedevo
come fosse, fottutissimamente, possibile che in cinque stupidi,
lunghissimi giorni potessi essermi presa una cotta per quel...per
quello zoticone! Come?!
A quanto pareva,
Anna si era bevuta la storia dei sensi di colpa. Ma un giorno o l'altro
mi avrebbe scoperta; si, io sapevo mentire davvero bene, ero un'ottima
attrice ma lei era la mia migliore amica e avrebbe capito ogni cosa. Mi
conosceva come le sue tasche. Secondo me aveva ancora qualche sospetto,
anche se avevo detto una grande cazzata.
A scuola rimasi
profondamente delusa quando mi accorsi che Benjamin non vi fosse
venuto. Avevo la vaga impressione che sarebbe centrata la storia
dell'incidente; speravo davvero che non fosse nulla di grave. Jessica
notò il mio stato d'animo e anche lei, come mia madre,
sospettava del mio cambio di sentimenti per il mio nemico. Le avevo
raccontato dell'incidente e, dopo vari saltelli da spastica e gridolini
eccitati, lei se ne uscì dicendo: - Adesso anche lui, per
te, è sotto una luce completamente diversa-. Non provai
neanche a contraddirla perchè non mi andava e tanto sapevo
che aveva ragione. Ma quanto stupida potevo essere? Solo
perchè mi aveva salvato la vita non potevo fissarmi con lui
per forza...
No, questa storia
deve finire immediatamente. Prima me lo levo dalla testa, meglio
è.
Il pomeriggio io,
Anna e Jessica andammo al nostro solito parco dove vi incontrammo
Michele, Giovanni - un altro nostro amico che ultimamente non usciva
perchè era stato assente per lutto- che salutammo con un
caloroso abbraccio e le nostre più sincere condolianze per
la morte della nonna adorata.
Dopo una mezz'ora
di sproloqui insensati tra maschi e femmine, Benjamin ci raggiunse
quasi zoppicando. Appena scorsi i suoi capelli biondi in lontananza, il
mio cuore cominciò il suo battito impazzito e frenetico. Mi
portai sorpresa una mano sul cuore senza farmi vedere da nessuno. Un
forte colpo allo stomaco mi stabilizzò quando la
consapevolezza di essere io la causa della sua gamba malconcia mi
raggiunse.
Salutò
i suoi amici dando loro la mano e una pacca sulla spalla e, sotto
richiesta, raccontò il motivo della gamba storpia. Mi
rivolse un sorriso imbarazzato prima di cominciare a raccontare il
pomeriggio precedente, Nicole e l'incidente. A proposito della seconda,
da quanto avevo sentito dirgli, aveva deciso di mollare. Gli chiesi il
perchè, leggermente dispiaciuta e lui rispose che non voleva
esserle di distrubo: se lei proprio non voleva vederlo
perchè non le piaceva lui non voleva continuare ad essere
opprimente con le sue richieste. Annuii sconsolata collegando i fatti
che si sarebbero svolti in seguito...cioè, niente. "Nicole"
era l'unica scusa, l'unico motivo che ci permetteva di interloquire
abbastanza civilmente. Anzi, l'unico motivo che ci permetteva di
parlare.
- Quindi non sei
venuto a scuola per il male alla gamba?- gli chiesi avvampando. Non
volevo capisse che mi accorgevo della sua assenza, ma un pò
di preoccupazione era giusta farla trapelare. Anche perchè
era colpa mia.
- No, in
realtà non sono venuto a scuola per questo- e
alzò la maglietta dietro la schiena -facendomi arrossire
fino alla radice dei capelli- mostrandomi una garza che gli fasciava
schiena e petto.
Abbassai lo
sguardo profondamente amareggiata.
- Sono andato
all'ospedale stamattina perchè, nonostante avessi
disinfettato la ferita sulla schiena costantemente, continuava ad
uscire una sostanza giallastra che bruciava anormalmente. Ho
dovuto mettermi tre punti e mi ha fasciato per sicurezza.-
continuò abbassandosi la maglietta e infilandosi la giacca.
Peggio del peggio.
Ero proprio un disastro.
- Mi dispiace-
farfugliai con gli occhi fissi sui miei piedi.
- Non ti
preoccupare, Giulia- disse lui sorridendomi appena.
Lo osservai per
circa un'ora, perdendomi nei suoi gesti e in ogni minima parola che
usciva dalle sue dolci labbra. Dolci labbra...?! Dio, com'ero messa!
Cercavo di non
farmi vedere mentre di sottecchi continuavo a guardarlo, specialmente
dalle mie amiche che, per fortuna, erano impegnate in una vivissima
discussione. E menomale che avrei dovuto levarlo dalla testa! Si,
stiamo andando veramente bene vero Giuls? Ma la cosa che mi sconvolse
più di tutte è quello che accadde pochi minuti
dopo. Veronica, una ragazza di Sorbara che abitava a circa quattro
chilometri di distanza dal mio paesino, puntava dritto verso di noi con
sguardo completamente sognante e sorriso a quaranta denti. Che ci
faceva lei qui? Semplice: Benjamin l'aveva accalappiata. Non chiedetemi
nè quando nè dove perchè non so come
diamine avesse fatto. Il giorno prima aveva avuto un'incidente e lui
invece che stare a casa per riposare cosa faceva...?! Andava in giro a
fare il PlayBoy! Ma guarda tu!! E quanto imprecai quando vidi Veronica
avvinghiarsi a Benjamin spasmodicamente. Lui le infilò
almeno tre metri di lingua in bocca. Che ribrezzo, Dio mio. Mi
irrigidii come una foglia congelata. Il mio cuore rallentò i
battiti quasi stesse andando incontro al suo ultimo " Bum". La scena
che avevo davanti mi colpii talmente forte che mi costrinse ad alzarmi
e incamminarmi veloce, lontano da lì. Probabilmente, tutti
si girarono a guardare dove stessi andando e le mie due fedeli amiche
mi rincorsero a perdifiato.
- Che ti prende?
Te ne vai e non dici niente...!- sbottò Anna leggermente
irritata.
- Devo andare a
casa, mi ero dimenticata che mia madre mi aveva chiesto di... di pulire
i vetri prima del suo ritorno-
Ero proprio brava
con le bugie...
- Sei sicura di
ciò che dici?- mi chiese Jessica alzando un sopracciglio con
aria di chi ha la puzza sotto al naso.
- Ma si...
Perchè dovrei mentirvi...?-
- Ok, allora. Ci
vediamo domani, oppure ci sentiamo stasera. D'accordo?-
Sentivo i passi
degli altri raggiungerci e non potevo rimanere lì un secondo
di più, sarei crollata. Non risposi ad Anna e continuai a
camminare veloce con il capo chino. Non vedevo l'ora di tuffarmi nel
letto e nella mia solitudine.
Cacchio si, certo,
doveva proprio essere parecchio importante quella Nicole per lui! Si,
si come no! Si era già consolato per bene, il signorino!
Quel grande maiale che non è altro! Ma come aveva fatto?!
C'è dove se l'era andata a pescare Veronica? Mah.
- E tu, tu sei la
stupida, Giulia! Tu che ti sei lasciata andare e che ti sei lasciata
incantare dalle sue parole!- parlavo al mio riflesso nello specchio. E
più mi osservavo, più mi maledivo. Io quella sera
non dovevo andare a quel maledetto Vox di merda! Mannaggia a me e la
mia magnanimità. Dovevo dire di no ad Anna, che si sarebbe
arrangiata! Non dovevo andarci e non avrei dovuto...Aaaaah!
Quell'ochetta mora, ma da dove era sbucata!? Perchè proprio
a me?
" Il bacio
più bello della mia vita" Puah! Tutte stronzate. Lui non
sapeva niente di niente dei sentimenti, dell'amore...niente! Le donne
erano per lui soltanto oggetti usa e getta. Lui era il " Dio" e le
donne le sue "serve". Biondino egocentrico con un neurone diviso a
metà!
Avevo bisogno di
sfogarmi, di urlare. Dio, che nervoso. Quella troietta! Ma
perchè, perchè ero così gelosa?
Perchè rimanevo a fissare per minuti e minuti i meravigliosi
lineamenti di Benjamin? Perchè i suoi occhi mi ipnotizzavano
e il suo profumo era il più buono che avessi mai odorato?
Perchè la sua bellezza sconfinata mi faceva battere il cuore
in quel modo pazzesco?
Non piansi per lui
quel pomeriggio e neanche quella sera. Non piangevo quasi mai, ero una
ragazza abbastanza forte e troppo orgogliosa per farlo. Avrei preferito
ricevere tre o quattro pugni in faccia piuttosto che versare lacrime
per uno come Benjamin.
Le cose avevano
preso una piega decisamente anomala.
All'improvviso mi
prendo una cotta per il mio nemico n°1 - una cosa che mai e poi
mai avrei creduto che potesse accadere-, mi sento gelosa e un poco
possessiva nei suoi confronti. E, terzo, e non meno importante,
nonostante il ribrezzo che mi era venuto quel pomeriggio al parco, non
riuscivo a non pensarlo. Anzi, ci stavo veramente uno schifo. Mi aveva
ferito; peggio di un pugno nello stomaco da John Cena. Non mi ero mai
sentita così. Ricacciai indietro le lacrime alla revisione
di quella scena da brivido.
Beh, io potevo
avere sempre la carta vincente, giusto? Potevo sempre dirgli la
verità e lui sarebbe corso da me...Giusto? No, non potevo
saperlo con certezza. Avevo troppa paura della sua delusione. Magari
quel briciolo di rapporto che avevamo sarebbe andato in frantumi
perchè avevo avuto la stupida idea di raccontargli la
verità. No, dovevo starmi zitta. Preferivo conservarmi quel
piccolo rapporto e soffrire come un verme, piuttosto che non averlo
proprio. Dovevo soffrire in silenzio e tenere i miei sentimenti per me.
Magari prima che me ne accorgessi mi sarebbe passata.
Però,
non ci contavo poi molto...
A disturbarmi i
fastidiosi squilli del telefono. Tre. Quattro.
- Pronto?!-
acidità fatta persona.
- Buonasera anche
a te!-
- Scusa, Anna. Non
è giornata, perdonami- sbuffai, sprofondando di schiena sul
letto.
- Mmm..Tranquilla!
Soffri di vuoti di memoria, per caso? Dovevi chiamarmi...-
- Scusa- roteai
gli occhi esasperata. Non avevo bisogno dei suoi rimproveri!
- Pulito i vetri a
mamma?- mi innervosiva la sua finta voce da ficcanaso sapientona.
- Anna, arriviamo
al punto o ti faccio un elenco di quello che ho fatto in queste cinque
misere ore?!?-
- Calmati, Giuls,
scusa. Comunque, Giovanni ha chiesto se domenica vieni alla sua festa
dei 18-
Cavolo! Giovanni
sarebbe diventato maggiorenne quella domenica...e ancora dovevamo
fargli il regalo!
- Ah si, me ne ero
completamente scordata. Dovrei venirci; ma il regalo?-
- Avevo
già pensato al regalo: 40 € vanno bene? Da dividere
in tre, ovviamente-
- Si, non
c'è problema. E cos'è?-
- Tracolla e
cappellino della Gaudi. Oh, aspetta un momento che Jessica mi sta
chiamando. Faccio la conferenza-
Anna mi mise in
attesa. Fantastico, ci mancava solo Jessica e la sua magica parlantina!
- Giulia- eccola!
- ora mi devi spiegare perchè te ne sei andata in quel modo!-
- Primo, ve l'ho
detto e secondo, abbassa la voce.- risposi parecchio irritata.
- Sei una
bugiarda! E tu ti aspetti che noi crediamo alla menzogna dei
servizi domestici?! Mppff...-
- Jessica abbassa
veramente la voce, mi si è tappato un orecchio-
parlò Anna un pò seccata.
- E per
cos'altro?- chiesi ingenuamente.
-
Perchè eri gelosa!- sbraitò dall'altra parte
della cornetta la mia amica veggente.
Aspettai che
quell'esclamazione si incantrasse nel mio cervello e poi...scoppiai a
ridere.
- Ahahaha! Si,
certo, di Benjamin! Oddio, sto morendo di invidia per quella gallina,
te lo giuro.-
Jessica
sbuffò pesantemente.
- Ma
perchè non lo vuoi ammettere?-
- Sei tu la
fissata con sta storia, Je, non Giulia- Anna prese le mie difese.
- Anna, zitta tu.
Lo sai che cosa faceva Benjamin oggi pomeriggio, Giulia?-
Che domanda era
questa? Avrà fatto del gran sesso, ecco che cosa
avrà fatto. Una fitta allo stomaco mi bloccò il
respiro.
- Quando?- sibilai
debole.
- Nel pomeriggio
quando la gallina gli si era attaccata come una cozza-
Sbuffai
scombussolata.
- Io vi dico che
non è giornata e pretendi pure che mi metta a
guardare quei due mentre scopano?!-
Ok, avevo
esagerato. Un silenzio di tomba per i primi trenta secondi.
- Vuoi sapere che
faceva o...-
- Jessica, aspetta
ferma un minuto- Anna stoppò Jessica in preda alla
curiosità e un poco di furia.
- Giulia, ora ti
parlo molto seriamente e non sto scherzando. Come tua migliore amica,
mi sento in dovere di dirti che...ci hai rotto i coglioni! Ora,
è inutile che fingi anche perchè ti sei scavata
la fossa da sola, quindi spiegaci, per cortesia, che cazzo te ne frega
a te di quei due che scopano!- non era una domanda, Anna era incazzata
e io ero nella merda.
- Niente- ero la
solita testarda.
Sentii un tonfo
improvviso dall'altra parte e la voce in lontananza di Anna che gridava
- Ci rinuncio-
Ops...
- Ti stavo dicendo
- riprese in tutta tranquillità Jessica - che Benjamin oggi,
mentre slinguazzava con Veronica, non faceva altro che guardarti-
Sbarrai gli occhi
e mi si fermò il cuore.
- Hai bevuto?-
- No, sono
astemia, per Dio! Giulia, basta, ascolta quello che dico!-
- Ascolta quello
che dice!- intervenne Anna su tutte le furie.
- Ma tu non eri
quella che mi difendeva?-
- Io sono quella
che sa tutto, punto e basta. Io ho sempre saputo che le stronzate della
magica Magò qua si sarebbero avverate un giorno. Soprattutto
dopo il vostro bacio, Giuls. Non sono scema, sono solo stanca di
fingere di non sapere e di appoggiarti. Che ti costa dirlo?-
- Ma che cosa?!-
- Che ti piace! E
che tu piaci a lui!- esclamarono in coro come se fosse la cosa
più ovvia del mondo.
- Ma state bene?!
Lui bacia e scopa e secondo voi gli piaccio??!-
- Siiii! Te
l'abbiamo detto che oggi non faceva altro che guardarti!-
Un sorriso appena
accennato mi comparve sulla bocca.
- Dite sul serio?-
mi mordicchiai nervosamente un labbro, arrossendo come una bambina.
- Si. Lo vedi che
ti importa...Ah, Giulia non ci fai più fesse- disse Anna con
una sicurezza inquietante.
- Ma anche se
fosse che mi guardava, cosa c'entra con....-
Passammo almeno
un'altra mezz'ora buona al telefono; anche se non avessi rivelato loro
esplicitamente che fossi stracotta di Benjamin, imparai a non negarlo
più in loro presenza. Ormai avevano capito tutto, non potevo
più fingere o nascondermi. Non mi rimaneva che sperare con
tutto il cuore che le cose predette da Jessica da un anno a questa
parte si sarebbero avverate.
NOTE:
Scusatemiiiii.. scusate davvero l'immenso ritardo! Ma solo oggi ho
trovato giusto quel poco di tempo libero per postare, finalmente,
questo santo capitolo! Sono piena fino al collo di impegni, purtroppo
questo periodo sono in stage e lavoro fino alle 18.00 del pomeriggio!
>.< Il sabato invece me lo passo a casa, per fortuna!
Beh, eccomi qui comunque.. dopo due settimane- non assalitemi nella
notte con un cortello per cortesia :D - ma ci sono, viva e vegeta. U.u
Si, lo so è un pò lunghetto ma dovevo spiegarvi
tutto il casino emotivo di Giulia e la mente contorta delle sue
amiche.. per non parlare della nuova conquista di Ben! Però
la ragazza riuscirà a mettere alcuni punti in chiaro tra la
situazione dei protagonisti ;-) sssh sssh sovraccarico di informiazioni
^___^''' Eeehi, pooooi volevo farvi una piccola domanda...Ma dove
caspita sono finiti gli elenchi di preferiti e seguiti??? No,
perchè io non li ho più! T^T Qualcuno mi aiuti
pleeease :D
Ok, passiamo al resto xD
Ringrazio le 6 recensioni:
_Bella_Swan_:
Ma ciaooooo!
Per fortuna sono riuscita a descrivere al meglio la situazione nel
capitolo precedente... Ci tenevo a farvi capire com'erano messi in
quella macchina. Eeeeh certo che io me lo sarei proprio...........a
Benjamin! Giulia si finalmente ha aperto gli occhi...Li deve aprire lui
adesso! hihihihi... Grazie per essere passata tesoro! Un bacio
grandissimo ^^
SASA 89:
eh già, in
molti non riescono a credere che questa storia sia vera,
però è così! Grazie mille per i
complimenti che mi fanno gongolare con la bavuccia alla bocca *Q* Spero
ripasserai di quaaaa ^^
3things:
Grazie
mille per il tuo sostegno... allora conterò sempre su di te!
hihihihi... A parte gli scherzi, sono felice che continui a seguirmi e
che la storia ti prenda! Spero mi farai sapere.. un bacio grande ^^
<3
pinklady1986:
Grazie grazie anche a te! W l'amooooour **
zia_addy:
eeeh si ha avuto culo xke c'era l'eroe Benjamin che ha
rischiato la propria vita per lei... Oh madonna... Eh beh, scusami il
ritardo xD come avrai letto sopra ho avuto molto da fare! Grazie per
essere passata, aspetto un tuo giudizio:D bacioneeee ^O^
Piccolissimo
spoiler xD
- Oggi è
ufficialmente iniziato il processo di auto-rimozione Benjamin- ammiccai
felice con un sorriso aperto e sincero.
|
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Capitolo 7 *** Quando le buone maniere non servono...ci sono sempre quelle cattive! ***
Quando le
maniere buone non servono...ci sono sempre quelle cattive!
-
Lui non c'è?-
La domanda innocua di
Anna mi fece raggelare sul posto. Insomma, forse, potevo capire che lo
aveva fatto innocentemente...ma non poteva parlarmi di lui!
- Ok, ho capito che
siete riuscite a comprendere ciò che si aggira in questa
testa di cazzo che mi ritrovo- dissi indicando il mio capo - ma non
c'è scritto da nessuna parte che voi dobbiate infierirci
sopra!-
- Ok ok, scusa Giuls.
Ma come sei nervosetta oggi, hai bisogno di una bella camomilla-
sbuffò sonoramente, evidentemente stanca dei miei
atteggiamenti.
Anna aveva ragione:
ero troppo permalosa e puntigliosa in quei giorni.
- Scusami tu, Anna,
non volevo.- l'abbracciai forte, istintivamente.
- Voglio solo
dimenticarmi tutto; voglio tornare ai vecchi tempi. Essere spensierata
e non pensare a lui- feci un saltello in avanti per poi inchiodarmi per
terra in punta di piedi.
- Oggi è
ufficialmente cominciato il processo di auto-rimozione Benjamin-
ammiccai felice con un sorriso aperto e sincero. Sentivo che potevo
farcela, io potevo togliermelo dalla testa se lo volevo davvero. Mente
e cuore non andavano d'accordo? Beh, io sarei stata l'eccezione. Avrei
fatto tutto il possibile per stare bene con me stessa. Io ero Giulia,
quella determinata e senza peli sulla lingua. Riuscivo sempre in tutto
quello che facevo perchè il mio motto era sempre stato "
Volere è potere". E io ci ho sempre creduto...
Ok, era appena
iniziato il percorso per raggiungere il mio obiettivo e quindi era
comprensibile che in un veloce schiocco di dita non sarebbe cambiato
nulla. Ci vuole tempo per queste cose...no, non era una
giustificazione! Non giustificava il fatto dell'improvvisa mancanza di
ossigeno nei miei polmoni alla sua vista - vorrei aggiungere
meravigliosamente piacevole, ma non posso!- e, soprattutto, non
giustificava in alcun modo lo scoppiettare frenetico del mio cuore. Ma
in primis, in cima alla lista, non doveva assolutamente giustificare il
fatto di essermi sentita male di fronte ad un suo saluto - cenno per
meglio dire- distaccato. Mi sentii raggelare il sangue, irrigidire ogni
singola vertebra, sbiancai completamente tanto da non sentire
più caldo. Perchè quel saluto così
gelido? Che gli avevo fatto adesso? Forse...forse ci aveva pensato bene
e c'è l'aveva con me per l'incidente; avrà
pensato " Per colpa di quell'idiota stavo per morire" ecco cosa
avrà pensato! Stupida, imbecille che non ero altro!
Mi crogiolai nella
più totale auto-commiserazione per tutto il giorno, senza
farmi assolutamente notare dalle due streghette magiche che avevo al
posto delle amiche. Mi chiedevo perchè diamine avesse
assunto quel comportamento così diffidente e sconsiderato
nei miei confronti; eppure, il giorno prima, non si era rivolto a me in
quel modo. Non sapevo che cosa pensare... ero solo convinta
di essermi presa una cotta per un egocentrico e maleducato se da un
momento all'altro avesse deciso di non cagarmi più!
Il pomeriggio, come
fece quella mattina, non mi rivolse neanche uno sguardo. Mi
salutò con un freddo - Ciao- senza ombra di un sorriso o di
una sua solita scintilla maliziosa negli occhi azzurri-cielo nel
vedermi.
Poi, non potei
sopportare oltre quando vidi quella sciacquetta di Veronica stringersi
a lui come il giorno prima. Ressi giusto quei dieci minuti prima di
fuggire come un'imbecille in preda alle lacrime. La sera mi consolai al
telefono con Anna la quale mi confessò che anche lei trovava
strano Benjamin e non si sapeva spiegare il perchè.
Raccontai anche a mia madre l'accaduto sentendomi rabbiosa e irritata
nel spiegare come si era comportato quell'idiota. Mamma non sapeva cosa
dire se non che era stranita e stupita anche lei.
Quella sera decisi
che non mi importava: non mi importava di averlo come amico o non
averlo affatto. Non mi interessava di Veronica o delle ragazze che si
portava a letto. Benjamin non faceva parte della mia vita e mai ne
avrebbe fatto parte, punto. Mi imposi quella verità con una
determinazione che mi spaventò; infatti, quella sera dormii
decisamente benissimo. Mi svegliai non ricordando che solo due giorni
prima ero cotta del mio nemico. Quel venerdì mattina era
iniziato da Dio ed ero raggiante e solare, pronta a scalfire ogni scudo
di malinconia e tristezza che volevano abbattersi su di me. Jessica e
Anna non fecero nessuna domanda che riguardasse lui ma semplicemente si
limitavano a ridere e giocare con me per tutto il tragitto tra casa e
scuola. Per l'intervallo non avevo alcuna intenzione di andare a
girovagare come mio solito: mi autoconvinsi che avrei dovuto ripassare
Chimica per la lezione dell'ora dopo e così feci.
La sera stessa, verso
le 19.20, vidi mia madre già sbattuta vicino i fornelli.
Cosa che mi insospettì parecchio visto che l'orario standard
per la cena erano le 20.30.
- Chiara?- domandai
semplicemente alludendo alla sua migliore amica.
Mi guardò
con un'espressione da furba.
- E Benjamin-
precisò mia madre sorridendo maliziosa.
Bam! Il cuore
cominciò a battere e le guance si imporporarono di un rosso
acceso. Imprecai a bassa voce.
- Bene, non ho fame-
le annunciai nervosa.
- Non fare la
bambina, Giulia. Chiara si offende lo sai-
- Non mi interessa-
- Giulia- mi riprese
mia madre guardandomi con fermezza. Mi morsi il labbro, indecisa sul da
farsi. Ma di fronte a mia mamma, con quell'espressione che metteva a
tacere anche il mio lato più spavaldo, non potevo oppormi.
Sbuffai pesantemente
e corsi a cambiarmi. Chiara si sarebbe fatta viva entro venti minuti
insieme a quell'idiota di suo figlio.
Non sarebbe stata una
serata tanto difficile, in fondo. Dovevo solo ignorare la sua presenza
o, ancora più semplice, dovevo far finta che lui non
esistesse. Sarebbe andato tutto bene me lo sentivo. Io ero Giulia e lui
un'insignificante moscerino sul parabrezza della mia vita; e presto lo
avrei eliminato del tutto
Mi feci una doccia
rapidissima e asciugai i capelli alla bell'e meglio lasciandoli
sciolti. Non mi truccai nemmeno visto che di li a poco sarei crollata
dal sonno, probabilmente anche in presenza di Chiara e del moscerino.
Mi infilai un paio di comodi jeans e sopra mi lasciai tranquillamente
la maglia del mio pigiama con le pecorelle. Alla fine che mi importava
di essere presentabile? Io dovevo credere alla sua " Non-esistenza"
quindi, di conseguenza, il problema del "come vestirmi o no" non c'era.
La doccia mi fece un bell'effetto perchè mi dimenticai
dell'ospite non gradito -almeno da parte mia- che sarebbe arrivato di
li a poco. Però dentro di me volteggiava ancora quella
briciolina di speranza nel rivederlo sereno e socievole nei miei
riguardi. Mi venne voglia di salire sopra per cambiarmi e prepararmi;
avrei voluto fare una bella figura... Dio, era impensabile quanto una
piccola parte del mio cuore che prevaleva sulla razionalità
potesse farmi cambiare idea. Ma quanto poteva essere forte? Non me lo
sapevo spiegare.
Stavo per salire le
scale quando...troppo tardi: erano arrivati. Sentii il cuore palpitare
frenetico, le guance andarmi a fuoco solo al pensiero che lo avrei
rivisto. Ma quando aprii la porta rimasi profondamente amareggiata e
frustrata. Benjamin non c'era. Solo sua madre venuta a farci visita con
un vassoio contenente una torta al cioccolato avvolta da della carta
velina. Chiara si scusò per l'assenza del figlio che, a
quanto pare, doveva svolgere un compito importante per il giorno dopo.
Grande cazzata! Non era venuto perchè non voleva vedere me,
solo ed esclusivamente per questo. Maleducato stronzetto che non era
altro!
Mangiai a malapena
con un evidente broncio sul viso visto che anche mia madre se ne
accorse. Mi stavo rifacendo, mentalmente, tutto il vocabolario di
insulti possibili ed immaginabili per quello zoticone, cafone e
maleducato. Non pensavo davvero potesse essere così chiuso
mentalmente; pensavo di tutto e di più sul suo conto ma mai
che fosse così..."vecchio". Me ne andai a letto presto
scusandomi con Chiara per l'improvvisa stanchezza che si era
impossessata di me.
Il giorno seguente,
purtroppo, non potevo uscire per via di un compito importantissimo per
il giorno dopo. Mi stavo mangiando le unghie e anche le mani: dovevo
vederlo assolutamente per dirgliene quattro! Però, mi
rassegnai e con l'ansia nel cuore continuai a svolgere quel
dannatissimo esercizio di Biologia. Rimandai al giorno seguente ancora,
sabato, dopo la scuola. Ero veramente su tutte le furie: quella mattina
mi aveva addirittura evitato! Mi aveva visto e cambiato totalmente
traiettoria. Credeva di essere l'uomo invisibile per caso?! Si credeva
di risolvere qualcosa?! No, evidentemente non aveva capito un emerito
cazzo di me, soprattutto quando ero incazzata nera. Non aspettai che il
suo arrivo scalpitando, mi prudevano anche le mani in un modo assurdo.
Forse per la voglia di picchiare qualcuno...
E Dio...apriti cielo
quando lo vidi arrivare! Mi incamminai spavalda, quasi avessi il fumo
che mi usciva dal naso come un toro infuriato. E mi ci avvicinavo
parecchio.
-Tu sei solo un
maleducato, presuntuoso ed egocentrico!- gli puntai il dito contro,
cercando di contenere la voce strozzata.
- Ma che ti viene
all'improvviso?- si stupì vedermi così furente
verso di lui.
- Che viene a me?!
Cosa viene a te, piuttosto! Da un momento all'altro non mi caghi
nè saluti più, cosa ti ho fatto? Eh?!-
Mi guardò
intensamente un secondo prima di ritornare in modalità "
impassibile".
Lo spinsi. Benjamin
era riuscito a tirar fuori il lato selvaggio di me.
- Allora?!-
- Tu sei impazzita-
fu semplicemente la sua risposta strafottente.
E quella fu la goccia
che fece traboccare il vaso. Non riuscii a trattenermi dal tirargli uno
schiaffo in faccia.
- Fai pure il finto
tonto! Sei solo un maleducato senza cervello- sputai con voce roca,
quasi minacciosa. Non mi riconoscevo più, chi diamine ero?!
Si portò frastornato e stupefatto una mano alla guancia
offesa; i suoi occhi mi guardavano furenti, brucianti di vendetta. Era
incazzato, maledettamente incazzato.
- Che cazzo vuoi,
Giulia?- disse sprezzante fra i denti. Lo vidi stringere i pugni, era
dura per lui non mettere le mani addosso a qualcuno. La sua vita era
una routine composta da Sesso- Alcool- Risse. Questa era la sua vita
insulsa e schifosa.
- Voglio sapere
perchè cazzo mi tratti così!- i nostri volti
erano vicini, troppo vicini. Ero paonazza di rabbia mentre lui era
livido in viso, veramente da farmi paura.
D'un tratto mi
strattonò con forza verso il muro facendomi sbattere la
schiena per poi alzarmi i polsi vicino alla mia testa e immobilizzarli
con le sue mani.
- Così
come?- sibilò con cattiveria, tanto che mi
spaventò.
- Mi eviti!- cercavo
di non vendere alla paura un pò del mio coraggio e della mia
fermezza. Mi stava facendo male ai polsi ma orgogliosa com'ero non gli
dissi una parola.
- Ti crea qualche
problema?- continuava a guardarmi con quell'aria di disprezzo e
superiorità che mi faceva andare in bestia.
- No, voglio una
risposta!-
- Se non ti importa
perchè continui a battere su questa domanda?- il suo tono da
sprezzante diventò arrogante. Lo capii dal ghigno che
comparve sulla sua bocca.
- Perchè
si!- continuai testarda. Strinse di più la presa sulle mie
mani e dovetti mordermi le labbra per non gridare.
- Ammettilo: sei
cotta di me, non è così?- il suo sorrisetto
divertito e sadico si propagò su tutto il volto.
- Fanculo, Benjamin!-
sbottai irritata a morte. Dio, che nervoso quel maiale porco che non
era altro!
Finalmente, mi
liberò dalla sua morsa e io mi massaggiai i polsi come
un'ossessa borbottando incazzata cose indecifrabili anche per me.
- Sei soltanto un
buffone- lo schernì atteggiandomi altezzosamente.
- Come?- chiese lui
facendo finta di non capire. Non avevo problemi a riperglielo: -
Sei.Solo.Un.Buffone- gli scandii per bene le parole, articolando ogni
lettera.
Fu un attimo: mi
prese sulle spalle di traverso facendomi gridare spaventata.
- Mettimi
giù, Benjamin! Mettimi giù!- continuavo a gridare
furibonda. Sembrava che qualcuno mi stesse stuprando. Mi ritrovai il
suo fondoschiena proprio contro il mio viso e non potei non arrossire.
- Chiedi scusa-
pretendeva pure le scuse? Ma col cazzo!
- No! Mettimi
giù!!-
Cominciò a
volteggiare e io a lanciare urla sempre più strozzate e
impaurite.
- Mi viene il
voltastomaco così- gli dissi leggermente nauseata.
- Pazienza. Ora
chiedimi scusa!-
Non risposi e lui
ricominciò a volteggiare, stavolta più
velocemente.
Continuai a gridare
il suo nome incazzata ma non accennava a smettere. Prima o poi si
sarebbe stancato no? Io c'è l'avrei fatta a non vomitargli
addosso?
Mi venne l'idea di
dargli piccoli pizzicotti sul sedere che lo fecero saltellare e
quandò il deficente inciampò ci ritrovammo per
terra... una sopra all'altro.
- Mi tocchi pure il
culo...-soffiò caldo e malizioso sul mio viso a pochi
centimetri dal suo - e poi dici che non sei cotta di me-
Mi alzai
immediatamente, imbarazzata com'ero.
- Non prenderei mai e
poi mai una cotta per te- mentii innervosita e rossa in viso.
Mi fulminò
all'istante con un'espressione arrogante per poi avvicinarsi,
decisamente troppo, al mio volto. Incatenò i suoi occhi ai
miei, stava cercando di incartarmi.
- Ah si? E
perchè?- alitò proprio sulla mia bocca. Calma,
Giulia, non arrossire, non arrossire. E come cazzo facevo a non
arrossire?! Il mio cuore era partito per un lungo viaggio lasciando le
valigie in casa, mentre io, come una maniaca pervertita, non facevo
altro che fissargli le labbra.
- Perchè
ti odio!- esclamai cercando di essere convincente. Benjamin si
imbronciò un secondo.
- Tsè.
Perchè secondo te io non ti odio?- ribattè
irritato. Le sue parole erano carta vetrata per il mio povero cuore.
Si, mi aveva ferita.
- Bene!- strillai.
- Bene!-
ripetè lui lanciandomi un'occhiataccia.
Mentre cercavo di
pulirmi le mani come meglio potevo, continuavo a sentirmi il suo
sguardo gelato addosso. Mi vennero i brividi.
- Hai ancora molto da
osservare?- gli chiesi acida e antipatica.
Lui roteò
gli occhi esasperato. Aprì bocca per dire qualcosa ma
Michelino intervenne:
- Adesso basta!-
- Oh e tu che vuoi
adesso? Ha cominciato lei!- Benjamin mi puntò il dito contro
e io gli mostrai con grande piacere il mio dito medio.
- Sembrate due
bambini, ve ne rendete conto?- Michelino cercava di mantenere la calma
ma gli uscì molto difficile. Aveva ragione però;
sembravamo due lattanti che litigavano per un goccio di latte.
Mi resi conto che
quella sfuriata addosso a Ben non sarebbe servita proprio a niente: non
avrebbe aggiustato il nostro rapporto, non lo avrebbe convinto a darmi
delle risposte. Avevo sprecato tempo e energia per niente. A dire il
vero, stare dietro ad uno come lui era già uno spreco immane
di tempo.
Me ne andai senza
proferir parola e senza guardare in faccia nessuno. Quando vidi una
panchina abbastanza isolata mi ci accasciai cercando di trattenere le
lacrime che bussavano alle porte dei miei occhi. Ma non ci riuscii: mi
sfogai piangendo provando a non emettere alcun suono dalla bocca.
Quando sentii
qualcuno accarezzarmi una spalla saltai dalla panchina terrorizzata ma
mi sollevai quando vidi un tenero sorriso da parte del mio migliore
amico e così, senza pensarci due volte, lo abbracciai
stretto a me.
- Ma che diamine ti
è preso?- mi chiese lui altrettanto sconfortato mentre mi
accarezzava i capelli.
- Non lo so-
singhiozzai flebile - sono una cretina- dissi ritornando a piangere
incazzata nera con me stessa.
- No, non lo sei...Ti
sei solo innamorata...-
Sgranai gli occhi
stupita mentre il mio cuore perse un battito. Allora era evidente
proprio a tutti!
Lo guardai sorpresa e
lui intanto, dolcemente, mi asciugava le lacrime.
- Ma cosa stai...?-
provai a sviare le sue parole ma sapevo che era inutile: quando
Michelino diceva una cosa, raramente cambiava idea.
- Non negare, Giuls.-
Non risposi. Mi
limitai a guardare in basso e ad arrossire come un orso scoperto con le
mani nel vasetto di miele. Michelino ridacchiò di cuore per
poi alzarmi il viso con un dito.
- Lui lo sa?- chiesi
solo leggermente intimorita dall'ansia. Anche solo alludere a lui
sentivo il cuore esplodermi dal petto. Speravo di no, che non avesse
capito la bambina stupida che ero innamorandomi di lui.
- No. Ottuso
com'è non lo capirebbe proprio mai, stai tranquilla- mi
confortò dandomi una carezza e io mi lasciai sfuggire un
sospiro di sollievo.
Non gli chiesi il
perchè del comportamento di Benjamin nei miei confronti.
Sentivo di non voler conoscere fino in fondo quelle dannate
motivazioni. Così provai ad accantonare quegli immensi
dolori almeno per quella notte.
Note:
Eccomi, come al solito
in ritardo. E come al solito vi porgo le mie scuse >.<
ultimamente tra stage, viaggio, studio ecc ecc.. non ci sono saltata
più fuori! Questo capitolo, che avevo già scritto
come tutti gli altri prima di iniziare a postare, lo cancellai
perchè non mi piaceva come lo avevo buttato sul foglio
bianco. Faceva veramente schifo e questo non so se sia meglio,
sinceramente parlando. Non sono riuscita ad esprimermi come volevo,
sembro una straniera appena arrivata in Italia! :( uff... Cmq scusate
tantissimo, cercherò di non ritardare più
così tanto. Beeeeh come vi sembra?? xD Si, mia cugina
è un pò manesca devo dire la verità e
figurarsi che voleva iniziare con un bel calcio li dove nn batte il
sole :D. Ringrazio le 40 stelline che mi hanno aggiunto tra i
preferiti e i 60 seguiti...
Rispondo alle recensioni:
stellabella:
Benvenuta,
Giulia! :) devo dire che il tuo consiglio avrei voluto seguirlo
hihihi...( intendo quello di postare presto xD) Mi scuso per il ritardo
ma ho avuto molto da fare... Questa donna in carriera! xD Ritornando a
noi, sono contenta che la storia ti piacca e sono contenta che
continuerai a seguirmi :) grazie per i complimenti, alla prossima! un
bacio <3
_Bella_Swan_:
Tesoroooo!!
Sono felice che riesco a farti immaginare bene ogni singolo
particolare. non so se dire lo stesso di questa robaccia che ho scritto
però ^__^''' Spero ke la mia cara cuginetta non mi kieda di
leggerlo perchè mi sentireiii molto in imbarazzo eheheh..
Ben purtroppo è un pò idiota in questi capitoli
ma capirete tutto quando scriverò la storia dal suo punto di
vista. ^^ Siiii, mi dispiace dirtelo ma ti tormenterò ancora
con i suoi Pov. buahahahah... ehm Ok, bene. Allora, grazie per essere
passata tesoro e per aver recensito. Anche tu troppa buona come sempre
:) un bacio grandissimo :*
zia_addy:
Ciauuuu! :)
Si Anna è troppo forte infatti mi fa scompisciare dalle
risate quella ragazza xD Scusami per la grafica piccola dello scorso
capitolo ma il mio pc è un pò mongoloide e a me
lo faceva vedere in modo totalmente diverso da come lo vedevi tu. Spero
che questa volta sia abbastanza grande... Grazie per la recensione e x
i complimenti! Un bacio! :)
3things:
Grazie per
l'informazione! :) probabilmente, handiccapata come sono non ce l'avrei
mai fatta hihihi... Beh direi che con questo capitolo i due piccioncini
abbiano fatto mooolti progressi.. ;) poi scoprirai perchè
nella prossima puntata! Grazie mille per aver recensito :) un bacioooo!
<3
E per scusarmi dell'immenso
ritardo vi lascio uno spoiler grande grande ;)
"Corsi
subito alla porta per aprire. Ma quando aprii rimasi di stucco.
-
Nicole!- urlai a squarciagola mentre assalii mia cugina fregandomene
altamente del vestito e dei tacchi.
[...]
-
Davvero, questa scena mi è così...familiare- mi
sussurrò sulla bocca. Per un attimo mi sembrò di
aver finalmente raggiunto le sue labbra ma mi resi conto, molto
spiacevolmente, che era soltanto uno squisito frutto della mia fantasia.
Benjamin
chiuse gli occhi lentamente piegando di poco la testa di lato pronto
per baciarmi.
[...]
Quando
Giovanni andò ad aprire la porta al suono del campanello, le
mie amiche partirono in quarta per andare ad abbracciare l'ospite
appena arrivato.
Solo
grazie alle loro urla capii chi fosse:
-
Nicole! Nicole, che ci fai qui?- erano entusiaste di vederla,
d'altronde uscivano di testa per lei. Ma non mi accorsi di avere due
occhi ghiacciati addosso, mi sentivo penetrare la schiena da quelli che
sembravano lame affilate. Mi voltai lentamente incontrando lo sguardo
leggermente adirato di Benjamin alla vista di mia cugina Nicole."
|
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Capitolo 8 *** La festa (I parte) ***
<
La festa ( I parte)
E
dopo essermi
preparata alla bell'e meglio, potei finalmente dichiararmi pronta per
la festa
di Giovanni. Mi guardai un'ultima volta allo specchio e mi convinsi di
essere
abbastanza elegante da affrontare quella serata. Indossavo un vestitino
indaco
leggermente scollato sul davanti con una finta rosa bianca sul seno
sinistro e
finiva con un arricciamento di pizzo sulle gambe coperte dai leggins.
Non
potevo presentarmi a gambe scoperte, insomma c'erano anche i parenti
del
festeggiato; poi avevo
arricciato i capelli facendo ricadere i leggeri
boccoli sulle spalle.
Feci
un grosso respiro e decisi che
così poteva andare; dopo essermi cambiata almeno tre volte
il vestito e le
scarpe, era ora che mi dessi una mossa. Chissà se avrebbe
notato il cambio di
pettinatura? Se avesse riconosciuto lo stesso profumo che avevo
spruzzato anche
quella sera in discoteca? Ma era inutile che mi ponessi certe domande;
lui
stava con Veronica, già da 5 giorni. E potevo bellamente
affermare che per lui fosse
record. Forse si era innamorato, forse finalmente
era arrivata quella santa che gli aveva fatto perdere la testa.
Din-Don.
Campanello? O era mamma o
era Anna. Corsi subito alla porta per aprire. Ma quando aprii rimasi di
stucco.
-
Nicole!- urlai a squarciagola
mentre assalii mia cugina fregandomene altamente del vestito e dei
tacchi.
-
Oddio, oddio, oddio! Ma che ci
fai qui?! Che ci fai?!- gridavo come una pazza senza farla parlare o
respirare.
-
Sono venuta a trovarvi! Sono tre
mesi che non ci vediamo, mi sembra d'obbligo una visita!-
esclamò con ovvietà ridacchiando e
continuando ad abbracciarmi.
-
E gli zii?- chiesi curiosa e
impaziente di vederli.
-
Nah, solo io- tirò fuori le
chiavi della sua auto dipingendosi
di un sorriso sfavillante e fiero sul viso.
-
Noooo! Anche tu con la patente??-
-
Mi sembra ovvio, cugina, non è
solo una tua esclusiva- mi fece l'occhiolino.
La
stritolai di nuovo felice mentre
continuavo a gridarle che ero troppo contenta di vederla.
-
Beh ma fammi vedere- mi fece fare
una giravolta su me stessa. - Possibile che ti fai sempre
più carina?- chiese
con un sorriso a trentadue denti.
Cosa
totalmente ridicola e di poca
rilevanza visto che mia cugina Nicole era di una bellezza disarmante.
-
Non potrò mai competere con te,
Niky- obiettai
con una punta di invidia.
Lei
sbuffò.
-
Sei stupenda, Giuls, e lo sai che
sono sincera- mi guardò intensamente negli occhi e per
quell'attimo mi fece
veramente credere di essere bella. Almeno per lui, per Benjamin.
-
Ma dove devi andare?- mi
domandò
incuriosita
mentre prendavamo posto
sul divano.
-
Oh, tra una mezz'ora ho una festa
di un mio amico; fa 18 anni e non posso mancare- le sorrisi mesta,
provando a scusarmi per l'eventuale assenza di
quella sera.
-
Non preoccuparti, forse mi fermo
per una notte o due- spallucciò con finto disinteresse.
-
Dici davvero? Oh, si ti prego!
Sarebbe stupendo!-
-
Ok, ok mi fermo. Tutto questo
entusiasmo come potrei spegnerlo?- ridacchiò gioiosa mentre
mi schioccò un
bacio sulla guancia.
-
Ma se vuoi puoi venire anche tu!-
esclamai illuminandomi.
-
No, dai... Sarei solo in
imbarazzo...- arrossì timida. Ecco, Nicole
era il classico tipo di ragazza che era chiusa
e introversa all’inizio… ma appena la conoscevi o
le davi un poco di confidenza
le sarebbe bastato per darti l’anima.
-
Ma che imbarazzo! Conosci me,
Anna e Jessica, questo è l'importante. E poi saremo almeno
una quarantina a
quella festa perciò un invitato in più o uno in
meno non cambia le cose- non
poteva assolutamente dirmi di no quella pazzoide di Nicole. Ci saremmo
divertite un mondo; e poi le mie amiche la adoravano letteralmente!
-
Ok, va bene. Cercherò di rendermi
presentabile. Però arriverò più tardi:
innanzi tutto perchè voglio salutare gli
zii, e poi perchè devo farmi la doccia e prepararmi. Ok?-
-
D'accordo. Beh, al massimo ti fai
accompagnare da mia madre che conosce la strada per casa di Giovanni;
sua madre
e mia madre sono amiche, quindi...-
-
Perfetto.- mi fece l'occhiolino.
Dopo
altri cinque minuti di chiacchierate
e sproloqui vari mi congedai per incamminarmi verso casa del mio amico.
Per
fortuna il mio paesino era piccolo e abitavamo tutti abbastanza vicini.
Ci
avrei messo neanche una decina di minuti ad arrivarvi. L'unico problema
era il
dannato ghiaccio che ricopriva l'asfalto con la sua consistenza liscia
e dura.
Pregavo tutti i Santi di non scivolare in mezzo alla strada con quei
tacchi
vertiginosi che avevo ai piedi.
Arrivai
di fronte a casa di
Giovanni facendo una smorfia seccata e dolorante: davanti a me si
presentava il
vialetto del mio amico completamente coperto di ghiaccio. Come sarei
dovuta
arrivare lì in fondo, gattonando?!
-
Se aspetti che si sciolga,
passerà un pò di tempo- sobbalzai sul posto, ma
non per lo spavento. La
deliziosa e incantevole voce dietro di me era una piacevole sorpresa
alle mie
orecchie e al mio cuore imbizzarrito. No, io ero arrabbiata con lui!
-
Oh, oh, oh. Ho sperato con tutte
le mie forze che tu non ci fossi stasera. Ma Dio proprio non mi vuole
ascoltare...- alzai gli occhi al cielo teatralmente
chiedendo una finta benedizione.
-
Ma come siamo acide stasera, eh?
La lezione di ieri non ti è servita?- mi provocò
avvicinandosi a me, inchiodando
i suoi occhi carichi di sfida nei miei.
-
Si, mamma mia, non ho dormito
tutta la notte; ero davvero spaventata- ironizzai, puntando le mani sui
fianchi
e nascondendo un antipatico sorrisetto dietro le labbra.
-
La prossima volta, allora, sarò
più cattivo, d'accordo?- soffiò sbruffone vicino
al mio viso. Per un momento ne
rimasi disorientata e completamente inebriata ma mi ripresi abbastanza
in
fretta.
-
Non ci sarà una prossima volta-
gonfiai le guance mostrandomi leggermente offesa. Voleva usare le mani?
Bene,
sarebbe morto.
-
Non intendo sfiorarti neanche con
un petalo di rosa, non picchierei mai una donna- il suo sussurro basso
e caldo
mi fece venire i brividi su ogni vertebra della schiena. Chi cavolo
gliel'aveva
dato il potere di incantarmi così facilmente?!
-
Comunque...- si spostò da me e
alzò un poco il suo
tono decisamente derisorio
- dove credi
di andare con questi tacchi se sei impedita?-
Oh
che esasperazione! Da un
argomento, dove la sua priorità massima era sapermi
offendere, cambiava discorso
per potermi offendere ugualmente. Ne avevo piene le scatole, in tutta
sincerità!
Presi
a camminare decisa di fronte
a me, a testa alta e un groppone di nervi nella bruciante trachea. Ma
quante
avrei voluto dirgliene!
-
Per tua informazione, io non sono
imped...- ironia della sorte poggiai malamente il piede sopra il
ghiaccio con
il brillante risultato di cadere con il sedere per terra...o quasi.
Grazie al
cielo, Benjamin mi prese al volo e mi tirò su. Teneva le sue
mani sotto le mie
ascelle e quasi vicino al mio seno. Arrossii come una mela rossa di
stagione.
-
Cosa stavi dicendo?- inarcò
un sopracciglio con un sorrisino
beffardo. Che faccia da schiaffi!
-
Io ci so camminare sui tacchi!-
scostai irritata le sue mani dal mio corpo e ripresi a camminare
più
lentamente. Benjamin mi stava a passo temendo che potessi inciampare
una
seconda volta.
-
Si, certo come no. Impedita-
tossicchiò antipatico.
-
Senti tu, io non sono...- ...e di
nuovo la figuraccia di poco prima.
Scivolai ma, automaticamente, mi aggrappai a Benjamin allacciando le
mie braccia al suo collo mentre lui cercava di sostenere il mio peso
tenendomi
per la schiena.
-
Tranquilla, ci sono io- mi
sussurrò cauto
e calmo per
tranquillizzarmi. Alzai lo sguardo e notai
quanta
poca distanza ci fosse tra le nostre bocche. Avrei voluto baciarlo,
tenerlo
stretto a me, accarezzare i suoi capelli biondi e morbidi...
-
Gr-grazie..- balbettai come una
civettuola nei primi giorni di sole primaverile.
Cominciai
a sentire un caldo
insopportabile e una fitta al bassoventre mi stabilizzò. Mi
resi conto della
realtà delle cose: io ero tra le braccia del ragazzo che
amavo. Buffo anche
solo pensarlo. Per quindici anni lo avevo costantemente odiato e
ripugnato e
adesso...ne ero follemente innamorata.
Per
un momento aggrottò le
sopracciglia confuso e scosse un poco il capo come a cacciare un
fastidioso
ronzio alle orecchie.
-
Cosa c'è?- gli chiesi tranquilla
e curiosa. Le offese di poco prima? La litigata devastante di ieri
pomeriggio?
L'irritazione nel vederlo prendermi in giro? Puff...sparite magicamente.
-
Ho avuto uno strano...deja-vu-
Deglutii
nervosa.
-
Già, strano- commentai. Mi
sorrise incerto,
ancora leggermente confuso, per poi riportare i
suoi occhi su di me.
Ci
fu un attimo di silenzio, io
persa completamente nei suoi occhi infiniti. Era bellissimo vederlo
così
protettivo e premuroso nei miei riguardi. Era sempre bellissimo a
prescindere
da ogni cosa. Lentamente e molto cauto mi strinse di più al
suo petto. Ci
mancava neanche un centimetro e avrei potuto sfiorare le sue dolci
labbra
carnose con le mie.
-
Davvero, questa scena mi è
così...familiare- mi sussurrò sulla bocca. Per un
attimo mi sembrò di aver
finalmente raggiunto le sue labbra ma mi resi conto, molto
spiacevolmente, che
era soltanto uno squisito frutto della mia fantasia.
Benjamin
chiuse gli occhi
lentamente piegando di poco la testa di lato pronto per baciarmi.
Oddio, oddio.
In un attimo mi dimenticai di ogni cosa: primo, di dove cazzo fossi,
secondo,
cosa cazzo stessi facendo e terzo, dovevo respirare o sarei svenuta
come una
polla. Aspetta un secondo, ma cosa stavo facendo?
Io.Non.Potevo.Baciarlo!
Perciò,
con tutta la pena
nell'anima e nel cuore, mi scostai delicatamente. Sentii il suo naso
accarezzarmi dolcemente una tempia per poi scendere, con una lentezza
esasperante, sulla mia guancia infiammata. Dannatissima
frustrazione, ecco cosa
mi invase!
-
Che c'è che non va?- La sua voce,
ancora una volta, mi fece venire i brividi.
-
C'è che non si può...-
annaspai in cerca di ossigeno. Lui voleva
baciarmi per Dio!
-
Mmm- lo percepii come un piccolo
lamento affranto
- Perchè no?-
Sembrava
un bambino cocciuto. Se
era no, rimaneva no, no?! Dovevo assolutamente darmi un contegno se no
avrei
ceduto alla tentazione di gettarmi sulla sua bocca come una drogata in
crisi
d'astinenza. Quindi, dolcemente, tolsi le sue braccia dalla mia schiena
e lo
fissai negli occhi un pò imbarazzata.
-
Perchè siamo in ritardo- cercai
di trovare una scusa su due piedi ma lo dissi talmente rapidamente che
non
sembrò credibile neanche a me.
Sorrise
divertito captando la
banalità della mia stupida motivazione dai miei occhi.
Sapeva benissimo che non
avrei voluto fermarmi, di quanta voglia avevo di baciarlo. Chi non se
ne
sarebbe accorto?
-
Che bugiarda- mi attirò di nuovo
a sè con leggera
prepotenza prendendomi per i fianchi.
-
Perchè non vuoi baciarmi?- mi
chiese ritornando serio, quasi
frustrato dall'idea che gli avessi negato un bacio.
Gli occhi erano chiusi mentre cominciò a strofinare
delicatamente il suo naso contro il mio. Anche con quel semplice
contatto, così
morbido e tenero, riusciva a mandarmi completamente in Stand-by.
Perchè si
stava comportando così? Chiusi gli occhi anche io
lasciandomi andare alle sue
carezze naso-naso
prima a sinistra…e poi a destra…poi di nuovo a
sinistra e…
Stavo per impazzire: avevo la sua bocca così vicina
alla mia e non potevo nemmeno sfiorarla.
Mi dilaniava
l'anima non reagire di istinto. La tensione che si creò
attornò a noi si fece
sentire in un modo atroce e pazzesco. Perchè non potevo
prendere il suo viso e lambire quelle
labbra fino allo sfinimento? Che agonia.
-
E perchè tu vuoi farlo?- mi uscii
una voce a metà strozzata e metà gemito, come se
non fossi stata io a controllare
quelle maledette parole.
-
Non lo so. So solo che voglio
baciarti, un lampo di desiderio acceso e puro quanto improvviso. E
credimi, non
mi passerà tanto facilmente...-
Fissai
le sue iridi celeste cielo, profondamente.
-
Vuoi dire che me lo strapperesti
anche con la forza?- inarcai un sopracciglio.
Ridacchiò.
Ma mi stava prendendo
per il culo?!
-
Non mi permetterei mai, mi sembra
di avertelo già detto- sibilò
così...sensuale.
-
E allora cosa vorresti dire, esattamente?!-
sestenziai
acidamente.
La sensazione della presa per i fondelli mi aveva irritata parecchio.
-
Che...- si avvicinò al mio viso
fino a sentire il suo alito fresco solleticarmi le labbra - ...sarai tu
quella
a cedere- ammiccò con
quel suo sorriso mozzafiato
per poi
lasciarmi un lieve,
quanto bollente,
bacio sul mento. Voleva proprio
provocarmi per bene, infatti, stavo per andare in iperventilazione!
Per
fortuna, si distanziò un poco
da me vedendo arrivare da lontano nostre due amiche di Modena. Quel
piccolo lasso
di tempo mi permise di pensare razionalmente e la
lucidità tornò a far parte del mio già
provato cervello. Quando le due ragazze
entrarono in casa, stando attente a non scivolare per via dei loro
tacchi,
scoppiai a ridere.
-
Cosa c'è di tanto divertente?- chiese
lui accigliandosi
mentre si avviava sull'asfalto ghiacciato.
-
Stavo ripensando alle tue assurde
parole, mio caro. Io non cederò mai, specialmente con te-
cercai di dare un
tono sicuro e convinto a quel che dicevo.
Sapevo che
stavo mentendo alla grande, già solo averlo così
vicino mi mandava in tilt
figurarsi se non mi fossi arresa a lui.
-
Ne sei tanto sicura?-
-
Al cento per cento- che bugiarda!
Benjamin aveva ragione, eccome.
Ridacchiò
allegro per poi lasciar
perdere il discorso scuotendo il
capo. Io sbuffai scocciata mentre imprecavo
mentalmente il fatto di non
essermi messa un paio di scarpe da ginnastica semplici e comode.
-
Allora, visto che siamo in ritardo,
ti vuoi dare una mossa?-
-
Non ho un paio d'ali, sai?-
-
Togliti le scarpe e raggiungimi-
un ghigno divertito gli spuntò sulle labbra. Quanto gli
piaceva vedermi in
difficoltà...
-
Sei un vero cavaliere- dissi
sarcasticamente mentre mi abbassai per togliermi una scarpa. Ma,
inaspettatamente, mi sentii mancare la terra sotto i piedi e mi lasciai
sfuggire
un gridolino. Mi aggrappai di nuovo al collo di Benjamin non ancora
realizzando
che ero in braccio a lui.
-
Sono abbastanza cavaliere
adesso?-
Deglutii
imbarazzata. Oddio, chissà
quanto dovevo pesare...Speravo solo di non aggravare le condizioni
della sua
schiena e della sua gamba ancora non perfettamente ritornata a posto.
-
Si...Ti ringrazio- gli sorrisi
sincera e grata. Scrollò le spalle con indifferenza.
Quando
arrivammo al tappeto della
porta di ingresso, mi poggiò per terra. Annotazione
mentale per me stessa: avrei
dovuto mettermi i tacchi più spesso quando c'era
il ghiaccio.
-
Però non farlo più se sono troppo
pesante. Non voglio aggravarti le cose- civettai un
po’ ruffiana e un po’
preoccupata mentre suonai il campanello.
-
Non sei affatto pesante-
bisbigliò guardando la porta davanti a sè. Doveva
essere difficile per lui
farmi anche solo una specie di
complimento. Giovanni ci aprì la porta e ci
invitò ad entrare con un sorriso
spensierato. Ero proprio felice per lui, speravo vivamente che potesse
anche
solo scordarsi un pò di sua nonna e divertirsi almeno alla
sua festa di
compleanno. Diciotto anni arrivano solo una volta nella vita...
-
E voi due...? Da quando arrivate
insieme, eh?- un'espressione maliziosa e ancora leggermente stranita si
presentò sul suo viso. Mi bastò a rimangiarmi
tutto quello che di positivo
avevo detto su di lui.
La
casa era poco addobbata: con
qualche palloncino qua e la, la tavola era completamente imbandita da
tante di
quelle squisitezze mai viste. Gnocchi, pizzette, patatine, dolcetti,
panini
farciti di salumi. Dopo qualche minuto incontrai le mie amiche che
erano finite
in bagno.
-
Oh, eccoti finalmente.-
-
E il regalo?-
-
Glielo abbiamo già dato. Lo apre
più tardi insieme agli altri- mi disse Jessica leggermente
eccitata. Cominciò a
partire della musica house grazie al mitico Dj Michelino( alias
Michele).
Io,
Anna e Jessica cominciammo a
seguire la massa e a muoverci un pò nel salotto del nostro
amico. La festa
stava funzionando: Giovanni si stava divertendo. Lo vedevo ridere e
ballare
come un pazzo.
-
Wow, Giuls, ma sei bellissima
stasera- disse il mio migliore amico venendomi ad abbracciare.
-
Grazie- gli sorrisi un pò
imbarazzata.
-
Anche se non c'era bisogno di
vestirti così, sei più bella di Veronica
comunque...- mi bisbigliò all'orecchio
con due occhietti da furbo e le labbra
increspate per il lieve disappunto.
-
Ma io non l'ho fatto per lui...-
-
Se, se come no- ritornò alla sua
postazione di Dj facendomi l'occhiolino.
Mentre
mi muovevo spensierata sul
pavimento, un piccolo moscerino doveva per forza venire a disturbare la mia quieta
e beata pace.
-
Uh, Giuls, sei sporca- esclamò un
pò
schifato guardanomi il fondoschiena.
Allarmata
mi girai dall'altra
parte.
-
Dove?- gli chiesi agitata.
Benjamin
scoppiò a ridere di gusto
per poi annunciarmi
che era un suo stupido scherzo da bambino
handiccappato.
Arrossii
come una cretina per averci creduto:
stare vicino a lui mi stava facendo perdere il
senno. Infatti, era quasi impossibile che fossi sporca
perchè il ciclo sarebbe
dovuto arrivarmi dopo due settimane e tre giorni, per essere precisa. Ero
pure scema io che ci credevo!
-
Sei proprio un bambino- gli dissi
indignata,
scuotendo la testa.
Sbuffò
scocciato.
-
E mamma mia, come sei permalosa-
-
Sti scherzi me li facevi quando
eri un bamboccio di 11 anni; vedo che non sei cambiato affatto-
ribattei
velenosa
incrociando le braccia al petto infastidita.
Non
potevo negare, però, che una
parte di me fosse felice: nonostante la sfuriata del giorno prima, il
rapporto
era ritornato uguale. Lo dicevo io che le maniere cattive erano sempre
le
migliori!
-
Veramente, Giulia, sei troppo
acida stasera.- mi fece di nuovo presente sogghignando. Poi si
avvicinò al mio
orecchio con un movimento rapidissimo e
cominciò
sussurrarmi: - Avresti bisogno di un pò di sesso per
calmarti-
Allarme
" semaforo
rosso", non sapevo se era per l'imbarazzo o per l'irritazione.
Spalancai
la bocca disgustata prima di spingerlo. Benjamin se la stava facendo
sotto
dalle risate.
-
Voi due non siete cambiati
proprio per niente a quanto pare- era la voce leggermente severa di
Maddalena,
la mamma di Giovanni, che ammoniva con lo sguardo in direzione di
Benjamin.
-
Già, a quanto pare il signorino è
rimasto il solito bambino di sempre.- condivisi anche io il pensiero
della cara
amica di mia madre. Benjamin mi fulminò con un'occhiataccia
per poi arrossire
lievemente.
Io
gli mostrai la linguaccia.
-
Ci scusi, signora, non volevamo.-
-
Figurati, signorino. Basta che
lasci un pò in pace questa povera ragazza-
Benjamin
annuì imbarazzato mentre
io risi sotto i baffi.
-
Dai, Benjamin, torna a giocare
con i soldatini- lo
presi in giro
continuando a ridacchiare
divertita.
Quando
Giovanni andò ad aprire la
porta al suono del campanello, le mie amiche partirono in quarta per
andare ad
abbracciare l'ospite appena arrivato. Mi girai anche io un
pò curiosa in quella
direzione.
Solo
grazie alle loro urla capii
chi fosse:
-
Nicole! Nicole, che ci fai qui?-
erano entusiaste di vederla, d'altronde uscivano di testa per lei. Ma
non mi
accorsi di avere due occhi ghiacciati addosso, mi sentivo penetrare la
schiena
da quelli che sembravano lame affilate. Mi voltai lentamente
incontrando lo
sguardo leggermente adirato di Benjamin alla vista di mia cugina Nicole.
Provando
a fare l'indifferente mi
incamminai verso mia cugina, ma Ben mi prese per un braccio facendomi
girare
verso di lui prepotentemente.
-
Chi
è quella?-
mi
chiese già abbastanza nervoso. Il mio cuore
cominciò a battere impaurito. Non
paura di lui, paura delle conseguenze. Paura di non essere creduta.
Paura di
mettere la parola FINE.
-
M-mia cugina- sussurrai flebilmente. Ero proprio nella merda, dentro
fino al
collo!
-
E com'è che si chiama tua cugina?-
il
suo ringhio basso e a dir poco minaccioso mi fece capire che quello
era solo il preludio
della tempesta.
Noteee:
ehilà
genteeee!! :) Dai questa volta ho postato abbastanza in fretta vero??
Beh, com'è il capitolo?xD Finalmente comincia
a
muoversi qualcosa di più bollento tra i due... Per non dire
del prossimo eheheh.. ;) Lo scoprirete solo seguendo xD
Ringrazio
le 46 stelline che mi hanno messa tra i preferiti e i 70 seguiti ^^
3things: Eh
già, scegliere il nome Nicole non è stato tanto
intelligente da parte della nostra protagonista ^_^''' Dai per essere
clemente non dirò che mia cugina è proprio
scema.. hihihih..se leggesse quello che ho scritto picchierebbe anche
me O.o Ok, la smetto xD Grazie per essere passata e aver recensitio
tesoro! Un bacio <3
zia_addy:
Ciao bellissima!! sono contenta che per te mi esprimo bene
anche se a me rimane questo pallino fisso che non se ne va :( Anche tu
sei manesca? Wooow xD Almeno ti sai difendere io non so neanche come si
fanno i pugni u.U Figurati per la scrittura dello scorso capitolo,
spero che qua invece ci leggi perchè Nvu è
impazzito e non mi fa ingrandire il carattere del testo. -.- bah!
Grazie mille a te che continui a sostenermi :) un bacio grandissimo
mantovanina:
Salve nuova fan! Eh si devo dire che hai un intuito pazzesco! :) Come
avrai letto da questo capitolo i tuoi sospetti erano quasi tutti
fondati.. eheheh.. Beh spero che continuerai a seguirmi, un bacio
grosso <3
stellabella:
che piacere rivederti! ^^ Sono contenta che la storia ti
piaccia tanto e spero anche che continuerai a seguirmi :) scoprirai
molte cose in questo capitolo..e anche nei prossimi che saranno molto
intensi ;) Un bacio grande!
Vi lascio con un
piccolo spoiler ;)
"
Speravo
tutti i santi di questo mondo che non ci sarebbe toccato l'obbligo di
baciarci
o sarebbe stata veramente la fine.
Che
diavolo mi costringeva a fare l’orgoglio a volte…"
|
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Capitolo 9 *** Il bacio ritrovato ***
Il bacio ritrovato
Continuava
a guardarmi indignato e
incazzato. Mannaggia a me! Non potevo inventarmi un nome migliore? Per
forza
quello di mia cugina doveva saltarmi alla testa?! Decise di lasciarmi
il
braccio guardandomi ancora in cagnesco mentre si allontanava.
Deglutii.
Ma
porca...miseria! Eh vabbè che c'era di
male? Gliel'avrei spiegato e avrebbe capito dov'era il problema. Mah, a
volte
pure io mi facevo delle paranoie assurde.
Corsi
da mia cugina un pò più tranquilla
invitandola ad entrare e a superare l'imbarazzo. Era stupenda: vestiva
con un
semplice paio di jeans chiaro e sotto un paio di stivali beige a tacco
basso,
la maglietta era nera e scollata e metteva in mostra l’incavo
del suo piccolo
seno fine. Tutti quanti si presentarono cordialmente con Nicole,
specialmente i
maschi - che sembravano non aver mai visto una ragazza notando la
chilometrica
bava che penzolava dalle loro labbra- abbagliati dalla sua bellezza.
Giovanni le
disse con generosità di fare come se fosse a casa sua e che
tutti avrebbero
fatto in modo di farla sentire a proprio agio. Nicole già si
stava rilassando a
vedere tutti quei volti sorridenti e socievoli. Mi stupii non vedere
Benjamin
tra la folla e, soprattutto, mi stupii del fatto che non fosse venuto a
fare il
gatto morto con lei.
Volevo
chiarire con lui immediatamente, al
più presto. Volevo dimostrargli che mia cugina Nicole non
era affatto la
ragazza che pensava che fosse.
Quindi,
trascinai con me Nicole per tutta la
casa; lo trovai sul balcone che guardava pensieroso il cielo nero e
stellato.
Quando
Benjamin notò entrambe, senza
sorpresa da parte mia, cominciò a squadrare Nicole senza
ritegno. Poi si
presentò allungando, con un sorriso mozzafiato, la sua mano.
Sembrava un
angelo. Un angelo bellissimo. Era anche vestito in tema: una camicetta
bianca a
maniche corte - non sapevo assolutamente come facesse a essere immune a
quel
freddo polare-, e i soliti jeans blu scuro col cavallo basso. Avevo una
voglia
inspiegabile di saltargli addosso.
-
Ah, ma io ho capito chi sei tu- si
illuminò mia cugina abbozzando un sorriso imbarazzato.
Benjamin
sollevò un sopracciglio perplesso.
-
Si, tu sei Benjamin. Il ragazzino che
infastidiva Giulia quando era piccola.-
Io
e lui ci guardammo per un momento che
sembrò infinito.
-
Hai una buona memoria- ammiccò Ben rivolto
a Nicole.
-
La infastidisci ancora?- lei puntellò le
braccia sui fianchi e lo guardò apprensiva aspettandosi
già la risposta.
-
E' il mio passatempo preferito- sibilò
lui, sbruffone come al solito, guardando verso di me.
Gli
feci un sorriso tiratissimo e alquanto
finto e quando guardai mia cugina notai che ci stava scrutando
attentamente.
-
Eh già...non siete cambiati per niente...-
La sua affermazione era troppo, troppo insinuativa. Aveva sospetto su
qualcosa...ma che cosa??
Benjamin
continuava a guardarmi, aveva gli
occhi fissi su di me. Provai a ignorarlo, facendo la finta tonta e
osservando
in giro fingendo interesse per qualcosa in particolare ma non
resistetti più di
dieci secondi e mi ritrovai a fissarlo intensamente.
-
Che cosa c'è?- sbottai rossa in viso. Quel
suo sguardo glaciale mi metteva in soggezione e mi stava facendo
innervosire
seriamente.
-
E' lei?- bisbigliò apparentemente
calmo.
-
No- accompagnai la mia risposta diffidente
con una scrollata di spalle.
Nicole
mi guardò curiosa e, forse, un poco
infastidita sentendosi la protagonista del discorso, quasi codificato,
tra me e
lui. Benjamin invece fece un respiro profondo nel chiaro tentativo di
non
esplodere: bene, non mi credeva. Lo presi da parte afferrandolo per un
braccio
spazientita e sentii il sonoro sbuffo di mia cugina. Le sorrisi per
scusarmi e
poi ritornai con gli occhi puntati su di lui che mi guardava scettico.
-
Se vuoi non mi credere, io ti sto dicendo
la verità. Non è lei la ragazza del Vox.- gli
bisbigliai sperando che mi
credesse. Era la verità, che cazzo!
Lui
non mi guardò e non mi rispose. Che
cavolo, aveva bisogno di un tutor per parlare?!
Gli
diedi un leggero strattone per attirare
la sua attenzione.
-
Hai capito?!- gli chiesi con stizza,
smorzando involontariamente la voce che mi provocò un forte
bruciore in gola.
Mi
fulminò con lo sguardo per poi gelarmi
definitivamente con un - Si- .
Se
ne entrò di nuovo dentro non guardando in
faccia nessuno.
-
E' il tuo ragazzo?- esordì curiosa mia
cugina saltò fuori pensando alla cosa più assurda
che potesse balzare nel suo
cervellino.
-
Mtz! Ma no, secondo te!- gli risposi
arrossendo al solo viaggio mentale che mi stavo facendo. Magari lo
fosse,
pensai sognante.
-
Sembrate una coppia sposata da una vita-
mi fece presente un po’ offesa schioccando la lingua contro
il palato.
Le
lanciai un'occhiataccia degna di Zeus
quando si mette a lanciare i fulmini.
-Guarda
che non te la schivi: dovrai
raccontarmi ogni cosa.- sventolò il suo indice sotto il mio
naso, chiaramente
offesa dopo aver assunto quella voce altezzosa.
Dio,
quando si comportava così era veramente
odioso! Non sopportavo di non essere creduta quando dicevo la
verità. Lo odiavo!
Odiavo il suo modo di comportarsi da Re, dove tutti dovevano tenergli
conto e
stare attenti a non urtare la sua irascibilità e la sua
inesistente simpatia –
solo lui era convinto di essere realmente simpatico-. Sua
Maestà non si rendeva
conto di assomigliare di più al buffone di corte che ad un
Re. E poi odiavo il
suo sguardo di sufficienza quando si posava sugli altri credendosi il
Più Bello
del Mondo. Ecco, lo avrei chiamato così d'ora in poi: Mister
più bello del
mondo. Tsè, convinto lui...
A
metà serata, stanchi di ballare e di
mangiare, Giovanni propose un gioco. Il gioco più stupido,
più infantile e più
maniaco che avessero inventato: Verità, confronto, obbligo.
Tutti
quanti si sarebbero dovuti sedere in
cerchio e uno alla volta sarebbe arrivato il turno delle domande o
degli
ordini. Ad esempio: se io ero la prima del cerchio avrei dovuto
chiedere a
tutti " Scegli obbligo, verità o confronto?" in base a
quello che
sceglieva la persona che stavo interpellando, mi dovevo inventare una
domanda o
un obbligo da fargli fare. Ovviamente, dopo aver scelto una delle tre
opzioni
la prima volta, al secondo giro la scelta precedente veniva scartata.
E
io, che pensai subito al peggio, mi
rifiutai di partecipare. Già sapevo, visto che al posto di
normali ragazzi intelligenti
nella mia compagnia avevo dei maiali, sarebbero scattati baci e
palpatine, se
non di peggio. Quindi era proprio meglio starne fuori.
-
Se mia cugina non gioca non gioco neanche
io- dichiarò Nicole in imbarazzo poco dopo.
-
Dai Giuls, è un gioco per la miseria!- mi
rimproverò Anna con tono seccato. La congelai con
un’occhiata da brivido. Ma
perché doveva essere così stupida a volte?
-
Non giochi perchè sei gelosa, vero?- la
frecciatina che mi mando il " Mister più bello del mondo"
bastò a
farmi sclerare. Gli sguardi perplessi dei presenti si posarono
alternativamente
prima su di lui e poi su di me.
-
Come?- gli chiesi cercando di rimanere
calma. Dal nervoso che mi suscitava cominciava pure a tremolarmi
l'occhio. Era
così illegale uccidere un presuntuoso e fastidioso arrogante?
-
Ho detto che tu non vuoi giocare perchè
sei gelosa- continuava a guardarmi, sfidandomi con gli occhi. Ma che
grande...sfacciato! Era chiaro che alludeva a Nicole. Pensava che io
fossi
gelosa se nel caso a lei fosse toccato l'obbligo di baciarlo, o
viceversa, e
convinto qual'era si fosse dimostrata la ragazza che cercava. Beh,
però sarebbe
stato il mio momento; di fargli vedere chi aveva ragione. E, anche se
avessi
avuto la morte nel cuore alla vista di loro due che si baciavano,
almeno avrei
avuto la soddisfazione di vedere la sua faccia delusa quando avrebbe
scoperto
che Nicole non era la ragazza che tanto desiderava.
Con
un sorriso vittorioso mi sedetti,
preceduta da mia cugina, continuando a fissare Benjamin che mi fissava
a sua
volta. Speravo tutti i santi di questo mondo che non ci sarebbe toccato
l'obbligo di baciarci o sarebbe stata veramente la fine.
Che
diavolo mi costringeva a fare l’orgoglio
a volte…non sapevo spiegarmelo. Sarei stata pronta a
sfidarlo anche in punta di
morte per dimostrargli che osso duro ero veramente. Di certo, se mi
avesse
sfidato non mi sarei mai tirata indietro. Ed era questo che voleva? Una
sfida?
O forse quella stupida domanda bizzarra e senza fondamenta –
ancora provavo a
negare a me stessa!- era un tranello per farmi partecipare? Ad ogni
modo, non
potevo tirarmi indietro; ormai avevo detto di si e io non rimangio mai
le
parole.
Il
turno delle domande era arrivato al
decimo del cerchio: Benjamin. La cosa mi terrorizzava un tantino e, dal
nervoso
che sentivo crescere per la situazione assolutamente assurda e
inconcepibile,
cominciai a mangiarmi le unghie. C’erano state domande, a cui
avevo dovuto
rispondere sinceramente poiché era la regola del gioco,
decisamente ficcanaso.
Nessuno teneva conto alla privacy di una persona, santo cielo?! La
prima
domanda a cui dovevo rispondere in totale onestà, dopo aver
scelto Verità, era
stata chiaramente: “ Hai mai scopato?” Ma chiederlo
in modo un po’ più galante
e signorile?? No, avevo dei gran maiali in compagnia, che cosa potevo
mai
pretendere! Risposi di no, pura e bianca come mamma mi aveva fatto. E
ne andavo
fiera! Non la davo di certo al primo che passava Io
– chissà perché, i miei pensieri si
indirizzarono a Veronica- e
ogni notte non avrei cambiato un partner come lei.
Mi erano toccati obblighi non tanto zozzi come pensavo:
dovetti baciare a stampo Giovanni, toccare il sedere a Michele e far
vedere il
mio reggiseno, con mio grande disappunto, a tutti i maschi. Rispetto
alle altre
volte il gioco, a cui non avevo mai partecipato ma solo assistito, era
molto
migliorato. Forse per la presenza dei genitori di Giovanni…
Quando toccò a me
invece il turno delle domande e degli obblighi e arrivai a Benjamin,
che scelse
l’obbligo, io con tutta l’angoscia nel cuore lo
feci baciare con mia cugina. Mi
guardò sbigottito sentendosi arrivare quell’ordine
proprio da me. Seppur stavo
male, mi concessi a un’espressione alquanto altezzosa e
vittoriosa dopo aver
osservato il suo bel faccino deluso dal bacio di Nicole. Ero
soddisfatta di me
stessa. Mi ero conficcata, letteralmente, quel poco di unghie che avevo
nel palmo
della mano quando la baciò ma la sua faccia sconfortata
bastò per risollevarmi
almeno un po’.
- Giuls?- la sua
voce mi riscosse dal filo dei miei
pensieri. Mi guardai un’ istante in giro, completamente
disorientata. Oh merda.
Toccava a me. Ed ero il capo espiatorio di Benjamin. Cazzo! Di sicuro
si
sarebbe divertito a mettermi in difficoltà, a farmi fare la
pagliaccia di
turno. Non mi ricordavo nemmeno quale delle tre opzioni mi fossero
rimaste.
Merda, merda e ancora merda.
Lo
guardai titubante, leggermente impaurita
dal suo sguardo smanioso.
-
Obbligo, verità o confronto?- solita
domanda, ma fatta da lui mi provocò una reazione
tutt’altro che solita: il mio
stomaco si contorse per il panico e l’impazienza di sapere
cosa diamine sarebbe
successo. I suoi occhi, comunque, non promettevano niente di buono.
Continuavo
a mordermi il labbro
freneticamente, avrei rischiato di morire dissanguata se avessi
continuato di
quel passo. Dovevo stare calma, per la miseria… O se ne
sarebbe accorto.
Allora, che cosa cazzo avrei dovuto scegliere? Obbligo, no, non volevo
rischiare. Confronto? Da fifona. Optai per la Verità.
-
Verità- diedi voce ai miei pensieri,
rilassandomi sul posto e sciogliendo la tensione.
-
L’hai già usata- mi fece presente
continuando a fissarmi. Si aprì in un ghigno quasi sadico
che mi innervosì
ancora di più.
Aveva
ragione, cazzo! L’avevo usata nel giro
precedente con una stupida domanda di una snob della mia scuola.
-
C-confronto?- era una domanda appena
sussurrata la mia. Ero troppo incerta e impaurita per poter affermare
una
qualsiasi frase; il mio cuore batteva velocissimo, neanche fossi un
uccellino.
Impallidii
definitivamente quando Benjamin
scosse la testa. E, come se non mi fosse già abbastanza
chiaro, mi annunciò,
ahimè, che mi era rimasto solo Obbligo.
Deglutii
saliva insesistente. Ok, ero
decisamente nel pallone. Sapevo che avrei reagito di istinto e che me
ne sarei
corsa via facendo rimanere male Giovanni e di sasso quello stronzo di
Benjamin.
Calma, Giuls, sei tu che pensi sempre al peggio. Continuavo a ripetermi
che non
sarebbe successo niente di così traumatico da impedirmi di
stare calma e di
continuare a godermi la serata. Feci un respiro profondo a occhi
chiusi. Poi,
finalmente, lo guardai dritta negli occhi riacquistando un
po’ di pace
interiore. Ma lui, ovviamente, era intenzionato a distruggere il mio
equilibrio
mentale:
-
Baciami- disse semplicemente – o per
meglio dire, mi ordinò- , spezzando definitivamente quel
filo di speranza e
ottimismo a cui avevo cercato di appendermi. In quel nano secondo, mi
alzai di
scatto e in modo brusco dal posto. Il mio cuore aveva smesso di
battere, il
respiro mi si era mozzato in gola, cominciai a sudare in preda al
panico ma le
mie docili e tremanti manine erano congelate. Avevo la febbre?
-
C-c-osa?- Il mio era meno di un
debolissimo sussurro ma lui riuscì a carpire lo stesso la
mia stupida domanda.
-
Voglio che mi baci- mi ripetè, guardandomi
negli occhi. Nessun ghigno o sorriso divertito, faceva veramente sul
serio! Ero
proprio nella merda. Vedevo Anna, Jessica allarmate e preoccupate
quanto me…
No, quanto me mai. Stavo per avere una crisi, una crisi isterica.
Guardai anche
in direzione di Michele che sembrava incoraggiarmi mentre tutti gli
altri
avevano la fronte aggrottata per la confusione.
-
No- risposi a Benjamin provando a essere
minimamente determinata.
-
E’ il gioco, Giulia. Lo devi fare- era
serio. Insomma, voleva veramente costringermi a farlo?!
-
Ha ragione- sgranai gli occhi e spalancai
la bocca stupefatta in direzione del mio migliore amico.
Michele
mi venne incontro per fornirmi una
spiegazione
-
Non ti sembra l’ora di finirla con questa
storia?- mi sussurrò risoluto. Sapevo che aveva ragione ma
non volevo che
Benjamin venisse a scoprirlo in quel modo. Non avevo la forza di
controbattere,
il mio cervello era andato in tilt. Il panico e l’ansia si
erano impossessate
di me.
Si
alzò anche Benjamin e si avvicinò a me
sfiorandomi un braccio. Sfuggii a quel contatto come se fossi stata
scottata da
un qualcosa di estremamente bollente.
-
No, non posso.- gli dissi di nuovo con la
voce che vacillava. E anche le mie gambe non erano da meno…
-
Mi dispiace, Gio- puntai gli occhi, sinceramente
dispiaciuta, verso il festeggiato e corsi a recuperare giacca e borsa.
Quando
uscii fuori mi fermai per prendere una boccata d’aria e
riuscire a respirare
come un’essere vivente munito di capacità
respiratorie. In quel momento sbucò
Nicole preoccupata da morire: - Ma che diavolo è successo?!-
mi chiese agitata
mettendomi le mani sul viso tentando di calmarmi.
-
Nico, te lo racconterò. Per favore passami
una sigaretta- non sapevo quello che stavo dicendo. Avevo fumato due o
tre
volte quando veramente ero nervosa o ansiosa per qualcosa e in quel
momento
faceva proprio a caso mio.
Mia
cugina mi passò sigaretta e accendino.
Ma quando l’accesi e feci il primo tiro uscii anche Benjamin;
imprecai in tutte
le lingue del mondo quando lo vidi.
Mi
prese per un braccio.
-
Che cazzo fumi?!- disse arrabbiato e
sconcertato prendendomi la sigaretta per poi calpestarla a terra e
sequestrando
l’accendino
Sbuffai
seccata, non riuscivo a fare altro.
Le gambe continuavano ancora a tremarmi pericolosamente.
-
Scusami, Nicole, potresti andare dentro?
Io e tua cugina dovremmo parlare-
Nicole
annuii inquieta per poi rientrare con
sguardo basso.
-
Devo andare- dissi col capo chino. Non
feci in tempo nemmeno a girarmi che lui mi prese con prepotenza facendo
scontrare il mio seno con il suo petto duro. Bloccò le mie
braccia con un
movimento rapidissimo e la stessa cosa fece per le mie gambe. Non
riuscivo a
muovermi, per quanto provassi a divincolarmi io non riuscivo a
muovermi; le sue
braccia erano accollate dietro la mia schiena.
-
Mossa di Judo.- mi annunciò con impudenza,
come se mi potesse interessare.
-
Lasciami, per favore- non avevo la forza
di sembrare ferrea quando gli parlavo.
-
No. Ora hai due scelte davanti a te: la
prima è quella di baciarmi. La seconda, invece, se
rifiuti… perderai i capelli-
un piccolo rumore secco alle mie spalle mi fece capire che Benjamin
stringeva
qualcosa tra le mani. Ed era il mio accendino. Mi stava minacciando di
bruciarmi i capelli se non l’avessi baciato.
Che
schifoso ricattatore!
-
Lo sai che il coraggio di farlo c’è
l’ho.-
parlò ancora, compiacendosi di se stesso.
-
Non mi puoi costringere- obiettai stanca.
-
Si che posso. Lo dice il gioco-
-
Fanculo tu e quel gioco, Benjamin! E’ un
gioco stupido!- strillai stizzita.
-
Ti stai comportando come una bambina per
uno stupido bacio?!- stava perdendo la pazienza, i suoi occhi ardevano.
Non
capiva, non poteva capire. Mannaggia a
me, mannaggia a lui e mannaggia a Anna!
Non
risposi e guardai altrove. Benjamin
sospirò sommessamente e, cogliendomi totalmente di sorpresa,
poggiò svelto il
suo capo nell’incavo tra il mio collo e la mia spalla. Potevo
sentire il suo
profumo, mescolato col dopobarba aveva un’odore ancora
più forte, più buono,
più da uomo.
Cominciò
a strofinarvi dolcemente le labbra
causandomi un’accelleramento notevole del battito cardiaco.
Eravamo
insieme, io e lui. Abbracciati, per
così dire. Tutto il mondo intorno a me scomparve. Il freddo
era svanito, così
come la musica in casa a pochi passi da me, tutto; solo io e lui.
Sentivo
solamente i brividi causati dal semplice contatto delle sue labbra
sulla mia
pelle… e quel suo profumo mi stava dando alla testa.
Quando
pian piano arrivò al mio orecchio chiese
sussurrandomi teneramente:
-
Perché non vuoi baciarmi?- con un tono
così frustrato e amareggiato.
Dio,
non era che non volevo era che non
potevo!
-
E’…complicato…- mugulai tra i suoi
capelli
profumati.
-
No, è così semplice invece- Madonna
santissima quel suoi sussurri così caldi e suadenti mi
facevano impazzire.
Stavo cominciando a sentire un caldo insopportabile nonostante i -3
gradi che
c’erano fuori.
Iniziò
a lasciarmi piccoli e umidi baci sul
collo. Bruciavano, le sue labbra erano troppo bollenti così
come la scia che vi
stava tracciando. I brividi continuavano a scuotermi da capo a piedi
facendomi
venire la pelle d’oca.
Mi
scappò un sospiro estasiato e subito dopo
mi morsi la lingua. Il mio stomaco era colmo di farfalle svolazzanti e
altri
esseri non meglio identificati.
-
Benjamin…- sussurrai. Altro che sussurro,
forse un’operatrice di servizi Hot- Line avrebbe avuto una
voce meno orgasmica
della mia.
Avrei
voluto dirgli di smetterla ma non ci
riuscivo. Mi mancava la forza di volontà.
-
Mmm… che c’è?- sembrava così
eccitato che
mi faceva andare fuori di testa. Non gli risposi solo per non dire cose
sconce
che la mia bocca avrebbe voluto partorire. Lambiva ogni centimetro di
pelle del
mio collo; quella dolce tortura stava svegliando i miei ormoni in un
modo
anormale. Non avrei mai creduto di poter provare simili
sensazioni… con lui per
giunta! Stavo decisamente impazzendo.
-
Sei troppo tesa… sciogli la tensione…- mi
consigliò bisbigliandomi ancora all’orecchio con
quella dannatissima voce sexy.
E come se il mio povero cervello non fosse già abbastanza
provato, iniziò ad
accarezzarmi la schiena dolcemente. Mi stava manipolando ed era pure
bravo, era
questo che mi faceva incazzare! Ma non riuscivo ad obiettare, a dirgli
basta; la
volontà mi si era sbriciolata nell’attimo in cui
mi chiese di baciarlo.
Stava
funzionando sentivo di rilassarmi man
mano tra le sue braccia che mi tenevano intrappolate. Le sue lievi
labbra
percorrevano quel lunghissimo tratto tra il mio orecchio e la mia bocca
facendomi
andare a fuoco.
Un’ombra
di sorriso gli spuntò sul volto
quando fu a meno di un centimetro dal mio viso. Le nostre bocche si
stavano
sfiorando con delicatezza ma nessuno dei due prendeva
l’iniziativa: aspettava
che fossi io a farlo, il gioco aveva deciso così.
-
Stiamo… dando spettacolo- provai a
comporre una frase di senso compiuto visto che la netta vicinanza che
c’era
stava scompensando i miei neuroni. In effetti, tutti gli invitati erano
ammassati davanti alla finestra per poter guardare la scenetta
romantica fuori
dalla casa. Maledetti ficcanaso! Lui scrollò le spalle,
fregandosene altamente
degli spettatori dietro di lui.
-
Baciami- mi sussurrò ancora; questa volta
non fu un’ordine ma una supplica.
Non
ci riuscivo. Non riuscivo a resistere
ancora. Avevo voglia di baciarlo, una voglia incontenibile. Sarei stata
male se
non l’avessi fatto lì in quell’istante,
sarebbe stato quasi un dolore fisico…
Poi quelle sue maledette mani che continuavano ad accarezzarmi la
schiena mi
stavano facendo andare in escandescenza.
-
Ti odio- biascicai sulle sue labbra a
occhi chiusi. Desideravo conoscesse il mio cieco odio nei suoi
confronti dopo
avermi convinto a baciarlo.
-
Io di più- rispose sfiorando il suo labbro
inferiore con il mio.
E
non resistetti oltre. Mi avventai sulle
sue labbra con passione e dolcezza insieme. Volevo godere ogni istante
di
quell’attimo, saggiare ogni gusto e particolare.
Si
muoveva cauto al principio, succhiando le
mie labbra tra le sue, baciandole e passandoci la lingua con
delicatezza. Non
sapevo se stesse ancora aspettando me per muoversi con più
decisione ma ero
intenzionata a fargli capire che volevo di più.
Perciò divenni più avida e più
determinata; schiuse la bocca per poter consentire l’accesso
alla mia lingua
che impaziente trovò la sua facendole giocare insieme.
Quando ebbe la conferma
che mi fossi lasciata andare definitivamente a lui, fece cadere
l’accendino
dalle sue mani liberandomi dalla sua trappola di ferro per potermi
stringere a
se spasmodicamente. Io, in automatico, mi aggrappai al suo collo
facendo si che
i nostri corpi entrassero in contatto. Nello stesso istante in cui
intrecciò le
sue mani tra i miei capelli, dalla sua bocca, come quella sera in
discoteca,
sfuggì un sospiro di piacere. Il bacio divenne
più concitato, c’era più foga e
più trasporto. Dio quanto mi erano mancate quelle sue
maledette labbra… Le mie
braccia erano sempre attorcigliate al suo collo, intenzionata a
soffocarlo se
necessario, per tenerlo stretto con la paura che potesse scappare da me
una
volta che avrebbe scoperto tutto. E mancava poco, anzi pochissimo al
peggio. Ma
in quell’istante non volevo pensarci, volevo continuare a
vivermelo…anche se
forse sarebbe stata l’ultima volta.
Si
staccò all’improvviso, mordendosi le
labbra e uno sguardo contrito come espressione, e aveva lasciato me con
la
bocca ancora protesa e non completamente sazia.
Sentii
una fitta allo stomaco: il momento
era arrivato. Lui aveva capito ogni cosa. Fissai per terra e presi
anche io a
mordermi le labbra per l’angoscia.
-
Eri tu- il suo filo di voce spezzò il
silenzio.
Non
gli risposi, non ne avevo il coraggio.
-
Eri tu la ragazza del Vox e l’hai sempre
saputo.- fece un sorriso ma era isterico, quasi incredulo.
-
Ecco perché hai fatto tante storie per
baciarmi!- esclamò adirato facendomi una smorfia sdegnata
per me, era solo per
me.
-
Benjamin…- provai a dire con voce
debolissima ma non mi diede il tempo di parlare o di pronunciare altro:
-
Zitta, Giulia! Non ho voglia di sentirti,
di sentire le cazzate che hai ancora da raccontare. Mi hai mentito, sei
solo
una bugiarda e un’egoista. Ti credevo diversa ma mi
sbagliavo: esattamente come
le altre, a te piace veder soffrire la gente. Complimenti, davvero.- e
come se
le sue parole non fossero già abbastanza dure e laceranti,
dolorose per il mio
povero cuore, mi fece anche un applauso. Ogni
“clap” delle sue mani era una coltellata
al cuore.
Sapevo
di aver sbagliato, sapevo che stavo
facendo la figura dell’idiota a starmene zitta ma proprio non
riuscivo a
parlare.
Benjamin
continuava a scrutarmi con sdegno e
disprezzo, una sua occhiata riusciva a congelarmi del tutto. Prese un
grosso
respiro e parlò ancora:
-
Non voglio avere più niente a che fare con
te- detto questo, se ne andò. Lasciandomi sola, umiliata,
dopo avermi ferita.
Volevo sprofondare all’inferno.
Mi spezzò il
cuore, riuscii a sentire
distintamente tutti i pezzettini che si sgretolarono come fossero fette
biscottate. L’angoscia e una malinconia devastante mi stavano
attanagliando
l’anima. Avrei voluto scavare nel mio petto e prendere i
miseri rimasugli del
mio cuore che ne erano rimasti per mostrarglieli. Le lacrime stavano
minacciando di uscire e avevo sempre più paura di non
riuscire a controllarle.
Stavo solo aspettando che sparisse dalla mia vista per lasciarmi
andare. Quando
non lo vidi più diedi libero sfogo al mio pianto e ai miei
singhiozzi lasciandomi
cullare dalle braccia di mia cugina e sotto gli sguardi compassionevoli
delle
mie amiche.
Noteeee:
Ok si, sono in un leggero ritardo xD leggero eh! xP
Finalmente, direte voi, sti due benedetti si sono baciati! Ebbene
si...finalmente! Però... =( sniff sniff.. Benjamin ha
reagito male. Personalmente parlando, io che lo conosco, è
una persona molto sincera e schietta: dice qualsiasi cosa pensa in
faccia, beh se si parla di sentimenti però è un
altro conto... ;) comunque si, non sopporta le bugie e le
falsità, soprattutto le infamità... ha avuto una
storia molto difficile, infatti nn so se vi siete accorte ke nei
capitoli nn ho mai citato suo padre. Vi spiegherò tutto
nella storia con i suoi Pov ;) Però accennerò
qualcosa già qui, nei Pov di Giulia tranquille. Beeeeeeeeh
che ne pensate? apparte il ritardo imperdonabile >.< Vi
piace il capitolo?? :D Spero di si perchè ci ho messo molta
dedizione... Volevo ringraziare le 52 stelline
dei preferiti e i 79
seguiti e anke le
9 da ricordare *_*
Pink_Crystal:
Grazieeeeeeee! si mia cugina è una grande culona uffffff :D
anche io amo tutti i personaggi apparte quella Veronica sciacquetta
-.-''' Spero ti sia piaciuto anke questo, un bacio!
zia_addy: Ciauuu
carissima! ma figurati per il ritardo xD Siiiii sono dolcissimi non
è vero?? Anche in questo capitolo lui è
tenerissimo prima di incazzarsi *_* Un bacio grandissimo =) <3
Grazie per la recensione cara!
SASA
89:
Si, come dice la mamma di Giuls, tra l'odio e l'amore c'è
solo un passo :D Ed è verooo eeeeh ;);)
stellabella: Ed
eccolo il capitolo ch volevi! =) finalmente in bacio è
arrivato! sei contenta??? Mmm.. non credo che Benjamin andrà
di matto con Nicole, poi chissà magari mi sbaglio xD un
bacione grande! Grazie mille!
vampistrella: Ciao nuova
fan! :D beh devo dire che hai intutito! infatti Ben ha reagito
abbastanza male... Mi disp per Giuls =( Beh, grazie grazie spero che
continuerai a seguirmi! :D un bacio!
3things: Ciaoooo! che carina, sono
contenta che ti ho fatto concludere bene la tua serata =) Come hai
visto avevi ragione, oltre al deja-vu, lui si ricordava perfettamente
del bacio e automaticamente della sera in discoteca.. bel casino eh?
Grazie mille per aver recensito tesoro! un bacione =)
Bella_kristen:
Ciao! non
preoccuparti per il capitolo =) Sono contenta di avere una nuova fan
che ha seguito anke le mie storie precedenti, e ne sono felice che ti
siano piaciute ^^Sinceramente neanke io avrei resistito dinanzi a tale
bellezza *Q* ma mia cugina è bravissima vero? hihihi..
Grazie per la recensione spero ke tornarai a trovarmi =) un bacio
mantovanina:
No Ben è ritardato e non ci arriva -.- si lo so anke a me fa
scendere tutto xD Si in effetti Nicole è stato un guaio ma
sarà anche una fortuna ;) scoprirai solo leggendo hihihi...
sono misteriosa oggi! xD grazieeeeeeee per aver recensito, un bacio
enorme =)
Purtroppo non posso scrivervi lo spoiler del
prossimo capitolo perchè lo dovrò riscrivere
visto che rileggendolo fa proprio cagare! -.- Un bacio a tutte!
|
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Capitolo 10 *** Delusione ***
Delusione
Pensare che
la Domenica precedente lo avevo baciato per la prima volta mentre
questa Domenica l'avevo baciato per l'ultima, mi faceva stare
malissimo. Michele mi parlò dicendomi che quasi sicuramente
Benjamin era rimasto deluso dal mio comportamento. Secondo lui, non
c'entrava proprio niente il fatto che alla fine aveva scoperto fossi io
la ragazza che cercava. Non mi risollevò per
niente il morale, anche perchè avevo ancora quel suo
applauso che continuava a rimbombarmi in testa provocandomi costanti
fitte al cuore. Deluso. Diceva di essere deluso da me, dal mio
comportamento. Mi aveva dato della bugiarda ed egoista... non aveva
tutti i torti.
-
Giuls, lui odia le persone che gli mentono proprio per il fatto che lui
è sempre schietto e sincero. Tu sai perchè,
c'è un motivo dietro tutto questo-
Certo che sapevo il
perchè. Il perchè era suo padre, non voleva
diventare come lui. Uno sporco, infame bugiardo, ecco qual'era il
motivo. E naturalmente, Benjamin si aspettava di ricevere altrettanta
lealtà dalle persone. Non negavo che aveva ragione; io non
sapevo assolutamente cosa voleva dire crescere in certe circostanze,
non sapevo per niente come si doveva sentire quando vedeva sua madre
piangere per il marito, non sapevo nulla. Perchè ero sempre
stata accecata dall'odio, dal rancore e dal disprezzo nei suoi
confronti. Di lui avevo sempre saputo tutto, anche se a sua insaputa.
Stupida ragazzina egoista! Non avevo mai pensato alla sua schifosa
vita, non davo neanche conto al perchè fosse così
strano come ragazzo; non lo sapevo osservare, quando lui ha vissuto,
quasi, sempre praticamente accanto a me. In un certo senso, ha fatto
parte della mia vita da sempre anche se da dietro le quinte. E non
potevo ancora credere che le cose avessero preso quella piega
così assurda...
Continuava ad evitarmi:
più me lo ritrovavo davanti e più cambiava strada
per non incrociare il mio sguardo. Ogni maledetta volta che non mi
guardava negli occhi mi sentivo mancare qualcosa nel petto; si, mi
sentivo vuota, terribilmente vuota. Sembravamo due perfetti
sconosciuti. Mi mancavano da morire le sue frecciatine da demente
cronico qual'era, mi mancavano i suoi sguardi sondanti e insistenti
quasi volesse comunicarmi qualcosa con le sue iridi intense e profonde,
mi mancava il suo modo di stringermi a sè, mi mancava
dannatamente il suo profumo che mi entrava con prepotenza nelle narici
diventando un tutt'uno con la mia anima. E, anche se sfortunatamente le
avevo assaggiate pochissime volte, mi mancavano immensamente le sue
labbra, i suoi baci che riuscivano a farmi perdere la cognizione della
realtà. Mi mancava tutto, qualsiasi cosa. Non so cosa avrei
dato per potergli parlare di nuovo, per vedere quel guizzo sarcastico e
malizioso nei suoi occhi alla mia vista...non so cosa avrei dato per
ritornare tra le sue braccia e sentirmi protetta e in completa sintonia
con il mondo.
- Scusami, ma non posso
starmene zitto e continuare a vederti soffrire...- sbottò di
colpo Michele sbuffando evidentemente angosciato per colpa mia.
- Ma che dici...? Io sto
benissimo- lo interruppi deglutendo per provare a sciogliere quel nodo
insistente che avevo in gola. Non mi ricordo quanto tempo fosse
passato, sapevo solo che stavo una vera schifezza. C'erano giorni che
sembravano interminabili senza nemmeno vederlo di sfuggita, senza
sapere come cazzo stava.
- Non negare a me, lo
sai che non riesci- disse guardandomi negli occhi. Io abbassai lo
sguardo: sapevo che sarei crollata da un momento all'altro.
- Ormai è
quasi una settimana e mezzo che ti tormenti, ora basta. Ora parlo.- si
sistemò meglio sulla panchina fredda.
Io arcuai un
sopracciglio palesemente perplessa. Che c'entrava lui, che aveva da
dirmi? Ed era veramente passata una settimana e mezzo?
- Ho parlato con
Benjamin- disse d'un fiato andandoci cauto.
Un attimo, un' decimo di
secondo. Un mancato battito del cuore. Il suo nome. Riusciva ancora a
far allargare quel dannatissimo buco dentro allo stomaco, ogni giorno
sempre più grosso.
Michele fece un sospiro
profondo prima di cominciare a parlare.
- Lui continua a dire
che sta bene...ma non è così. Lo, vedo, lo sento
e lo conosco troppo bene...- iniziò con sguardo chino
concentrandosi intensamente sulle parole che doveva utilizzare.
- Sai perchè
dopo un pò ha lasciato perdere?- puntò fissi i
suoi occhi nei miei convinto che avessi compreso il senso della sua
domanda.
Non capivo assolutamente
a cosa si riferisse. - C-che cosa?- quando si parlava di lui non
riuscivo ad avere ancora un tono di voce nella norma; lo stomaco si
stringeva per la malinconia e l'angoscia.
Sbuffò e
guardò altrove strizzando gli occhi. Probabilmente stava
cercando di formulare al meglio il discorso.
- Quando tu gli hai
fatto credere che la tua " amica" Nicole lo avesse respinto, lui non ci
è rimasto poi così male. Lo sai
perchè?-
Strabuzzai gli occhi a
quella rivelazione. Non potevo credere che non ci fosse rimasto male,
era pazzo di lei. Completamente invaghito! Scossi la testa in segno di
negazione.
- Perchè
c'eri tu, Giuls- increspò le labbra come a farmi capire che
la cosa fosse palesemente ovvia.
Il mio cuore
aumentò il battito rasentando i tremila.
- Non capisco- la
farfugliai automaticamente ma in realtà il mio cervello era
completamente assorto in tutt' altri pensieri.
Cercai di concentrarmi,
con tutta me stessa, su quello che aveva da dire - decisamente
più importante- invece di continuare a farmi mille e mute
domande.
- Ti sto dicendo che...
lui provava qualcosa per te... Che lui prova tutt'ora qualcosa per te-
Ok, il mio cuore aveva
cessato di battere accordandosi con i miei polmoni che rifiutavano di
inspirare ossigeno e espirare anidride carbonica facendomi quasi
strozzare per la cosa assurda appena concepita di Michele.
Mi diede due o tre
colpetti sulla schiena preoccupandosi per me.
- E' impossibile-
commentai la sua sparata ridicola col fiato corto.
Alzò gli
occhi al cielo annoiato.
- Lui mi odia- mi
schiarii la voce che, perfida qual'era, proprio in quel momento, stava
cominciando a vacillare.
- Anche tu lo odiavi, se la memoria non mi inganna-
un ghigno soddisfatto gli comparve sulla bocca. Io iniziai a torturarmi
le dita, arrossendo a quella maledetta consapevolezza.
- E' diverso,
totalmente- sospirai affranta - Lui non mi ha fatto nulla. Io invece
gli ho mentito; motivo in più per detestarmi a morte- gli
feci presente con una voce che proprio non era da me: era spenta,
opaca. Non mi riconoscevo più. Certo, provavo sempre a
convincermi che Benjamin non fosse nessuno per me, che non provassi
niente per lui ma erano tutti tentativi invani. Sorridevo, ovvio,
però dentro mi sentivo come se una catastrofe mi si fosse
abbattuta contro, come se avessi perso qualcosa di estremamente
prezioso. Come se la felicità, d'improvviso e senza
preavviso, mi avesse abbandonata.
- Gli piaci...- Quanto
era cocciuto! Le mie parole da un orecchio gli entravano e dall'altro
gli uscivano. Non potevo negare che quell'affermazione mi fece sentire
le farfalle nello stomaco.
- ...tanto. Forse
troppo- aggiunse accigliandosi. Ma sapeva almeno lui quello che stava
dicendo?!
Ritornò a
fissarmi prendendomi la mano richiedendo tutta la mia completa
attenzione.
- L'hai deluso,
è vero. Ma credo che capirebbe se tu gli spiegassi ogni
cosa. Perciò...parlaci, ok?-
Parlarci?! Si come no...
Mi avrebbe mandata a quel paese ancora prima di aver provato ad aprir
bocca. Ma lo sguardo inquisitore di Michele sapeva benissimo che era la
stessa identica cosa che anche io avrei voluto fare. Provarci fino
all'ultimo, sperare fino alla fine. Aveva ragione, dovevo parlarci.
E l'aveva vinta il mio migliore amico...di nuovo.
Stavo ritornando a casa
alle 19.25 di Venerdì pomeriggio quando sentii una voce che
mi pietrificò completamente sul posto. I battiti
cominciarono ad accellerare udendo quel tono, quel modo di
parlare...quella melodia dai suoni indescrivibili - ero in vena di
poesie...- No, non stava parlando con me: sentivo solamente la sua voce
e ne dedussi che stava parlando semplicemente al telefono. Benjamin era
lì, proprio dietro quel muro non sapendo che proprio io
fossi a meno di qualche metro distante da lui. Saperlo così
inaspettatamente vicino mi provocò una fitta al cuore. Era
il momento perfetto per obbligarlo ad ascoltarmi, doveva cazzo! Forse
ridurci ad urlare in mezzo alla gente, anche se eravamo nel lato
isolato della Polisportiva, non era proprio il massimo ma d'altronde
non potevo presentarmi a casa sua e metterci a litigare dentro quattro
mura. Ero talmente irrequieta che la mia gamba cominciò a
tremolare da sola.
- No, papà,
non so quante altre volte devo ripetertelo!- era arrabbiato e stanco. E
stava parlando con suo padre. Ahimè, che brutto momento
avevo scelto...
Continuava a ripetere
che non si sarebbe trasferito dal padre - inizialmente provai una
sorpresa mista ad una sonsiderata ansia ma poi mi sollevai parecchio-,
che non avrebbe seguito le sue orme e che avrebbe vissuto benissimo la
sua vita anche senza una figura paterna. Bravissimo
il mio amore...
Oddio, il mio amore...??? Ero completamente
impazzita. Decisi di andarmene prima che la sua voce riuscisse a
mandarmi totalmente in trance. Gli avrei parlato il giorno seguente,
sarei andata a casa sua necessario...no, aspetta: se proprio fosse
rimasta come ultima spiaggia eh. Ma prima che potessi fare anche solo
un passo, fui afferrata per un braccio in una stretta prepotente.
Benjamin mi
strattonò nell'altro lato della Polisportiva dove, fino a
nemmeno un minuto fa, stava litigando con il padre al cellulare.
- Hai origliato tutto,
non è così?- il suo sguardo era cattivo, il suo
bellissimo volto deformato dalla furia mi faceva veramente paura.
Note:
Dovete
scusare il mio imperdonabile ritardo >.< Sorry sorry
sorry! Ma tra prove strutturate d'esame per due settimane di fila, lo
studio ecc.. non ho avuto il modo di respirare un solo secondo =(
L'esito? Non sono stata ammessa... Eh vabbè, lo sapevo e
sopratutto me lo merito. Ritornando alla storia, si questo è
un patetico capitolo di passaggio U.u perchè il prossimo
è abbastanza lungo e unirli tutti e due non mi sembrava il
massimo ;) Ma vi posso garantire che il successivo VI
SBALORDIRà =)=) vi annuncio che purtroppo siamo quasi agli
sgoccioli T___T e che il prossimo capitolo lo posterò presto
visto che è più importante ;) Ringrazio le 62
bellissime persone che mi hanno inserita tra i preferiti e gli 87
seguiti, gli 12 tra quelle da ricordare *_*
_Bella_Swan_: Ciao
tesoro! :D Tranquilla non fa niente per il ritardo... Come noterai
Benjamin è un tantino scontroso con Giuls, poveretta...
Grazie mille per la recensione tesoro e per i tanti complimenti che mi
fai! Un bacio grosso grosso
giulia87:
Ma ciao Giulia! Come stai??? =) Sono contenta di rivederti e sapere che
continui a seguirmi... Ecco qui il capitolo, che non ti
fornirà forse molte spiegazioni ma il prossimo non devi
proprio perdertelo :D. Grazie di essere passata! Un bacio
vampistrella: Ciaooo =) si direi che le cose non si
sono messe molto bene per Giuls, ma vedrai che tutto si
risistemerà.. ehm ehm U.u Cmq grazie tante per la recensione
=) un bacio grande!
Pink_Crystal:
Si Benjamin
è scemo, però lo capisco! Insomma credo che
chiunque dannatamente orgoglio si sarebbe sentito come lui. D'altronde
l'orgoglio fa essere forti ma non felici ( frase di Facebook xD) Sono
contenta di averti emozionata, vedrai poi nel prossimo
capitolo...muahahahah... un bacio grande! ;)
Bella_kristen:
Carissima! Si non dirmelo, sono in ritardo >.< Scusami
tanto tanto! Sono contenta che lo scorso capitolo ti abbia emozionata e
che ti sia piaciuto così tanto! Grazie mille! Un bacione
<3
ikuto_shin:
Ciaoooo! Si anche secondo me mia cugina aveva fatto bene a
non dirglielo perchè così gli ha reso le cose
difficili ;D Per quanto riguarda i capitoli dal Pov di Benjamin, li
farò ma più avanti...Avevo cmq deciso di
scriverli! Un bacio e grazie della recensione!
C4rm3l1nd4:
Ciaooo =) sono davvero contenta che la storia e i personaggi
ti piacciano! Spero continuerai a seguirmi =) un bacio e grazie mille!
3things: Ciao
Tesorooooooooooooo!!! Devo ancora salutare mia cugina e il suo " quasi
marito" da parte tua xD lo farò presto appena la sento!
Anche io condivido con tutto ciò che hai scritto, infatti io
ho da sempre appoggiato mia cugina su ciò che faceva! Un
bacio grande tesoro e grazie mille! =)
Un piccolo spoiler
sul prossimo capitolo :D
-
Pfff. Ti credevo più inventiva invece sei banale.-
soffiò con aria di sufficienza; quella che io detestavo
fortemente.
[...]
- Ti odio!- gli urlai
contro cominciando a sentire gli occhi pizzicare dalle lacrime.
[...]
- Io odio te e le tue
mani, cazzo!- ringhiò rabbioso vicino al mio viso. Mi
terrorizzava.
|
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Capitolo 11 *** La resa dei 'conti' ***
La resa dei " conti"
- Non ho
origliato un bel niente, stavo tornando a casa- cercai di apparire
spavalda e minacciosa, cosa che non so se mi sia mai riuscita bene.
- Ti ho vista!-
esclamò adirato trucidandomi con lo sguardo. - Ah
dimenticavo che sto parlando con la bugiarda di turno- aggiunse e mi
lasciò il braccio dopo aver fatto la sua battutina
quotidiana.
Stavo ribollendo di
rabbia, mancava poco e sarei esplosa. Invece no, dovevo mantenere la
calma e il controllo.
Calma
e controllo, calma e controllo.. continuavo a ripetermelo come
un'ossessa tenendo gli occhi chiusi mentre mi massaggiavo nervosa il
polso.
- Io non ho sentito
nulla- mentii ancora, tenendo fissi gli occhi nei suoi con nessuna
intenzione di abbassare il capo.
Mi voltò le
spalle borbottando a bassa voce. Sembrava un pazzo in balia di una
forte crisi isterica.
- Dai, Giulia, vai!-
gridò indicandomi il nulla con un braccio. - Vallo a dire a
tutti quanti!-
- Ma che cosa?!-
sbraitai esasperata e finendo con lo sbattere le braccia contro le
cosce.
- Che mio padre
è un fottuto camorrista- sibilò a denti stretti
con un'espressione decisamente inquietante mentre stringeva i pugni.
Niente che io non
sapessi.
- Per chi mi hai
presa?! E poi lo sapevo già...- il mio tono da saputella non
mi avrebbe di certo aiutato in quella situazione drastica. Ma quel
grande cretino riusciva sempre a farmi agire d'istinto senza ragionare!
- Come fai a...? Mia
madre- si domandò spiazzato e finendo a rispondersi da solo
increspando le labbra per il forte disappunto. Un sorriso inquietante
si disegnò sul suo volto.
- Ho sempre saputo
tutto, Ben, ogni cosa. Ma non ho MAI osato dire qualcosa in giro.- la
mia voce si era addolcita parecchio facendo compagnia alla mia
espressione dispiaciuta.
Mi
ricordavo perfettamente quel giorno di sole, troppo caldo per i miei
gusti, di sei anni prima. Suo padre fu arrestato, i poliziotti
sfrecciavano con la loro macchina bianca e blu, e la loro
insopportabile sirena assordante, in giro per il paese. Non fu
catturato in casa e di conseguenza neanche Benjamin sapeva il reale
motivo di tutto quel casino. Sua madre gli spiegò tutto la
sera stessa e non lo vidi per giorni interi. Solo qualche tempo dopo
capii che in realtà Benjamin era rintanato in camera sua a
piangere disperatamente. A scuola, fuori con gli amici o con la madre,
lui vagava quasi in stato vegetativo. Fino a che, dopo qualche mese,
mia madre ricevette una telefonata urgente da parte di Chiara
annunciando in preda ad una crisi di panico che il figlio fosse
sparito. Mia madre mi trascinò con lei, dato che mio padre
era a lavorare, e accompagnammo Chiara al carcere del Sant'Anna. Nello
spazio immenso di fronte a quella gigantesca prigione, un ragazzino
biondo girato di spalle stringeva un megafono tra le mani mentre si
faceva spazio sullo spalto più alto.
La
gente intorno non capiva, li sentivo mormorare confusi tra loro una
volta che ci fummo mischiati con la massa.
-
Papà- urlò Benjamin dentro al megafono,
singhiozzando. Calò un silenzio di tomba. -Sono Benjamin-
continuò non curandosene e cercando di ricomporsi.
-
Papà ti prego dammi un segno: dimmi che non sei morto.-
supplicò. La sua voce era sempre più debole e
strascicata. Stava compiendo un atto ben più grande di lui;
Chiara scoppiò a piangere seguita a ruota da mia madre. Alle
parole del ragazzo, da una finestra sbarrata comparve uno straccio che
continuava a sventolare. Anche Benjamin esplose in lacrime, sicuramente
di gioia, non appena vide quel benedetto segnale che tanto
attendeva.
-
Ascoltami, ti voglio bene! Sei il mio papà e io
sarò sempre tuo figlio; non dimenticarti mai di me,
papà, ti scongiuro!-
Al
suono di quelle tristi parole, piansi anche io sentendo un innavertito
dolore al petto. Forse era lo stesso che provava anche lui..o forse me
lo stavo semplicemente immaginando...
Lui non rispose e
nemmeno provava a guardarmi in faccia. Si limitò a girarsi
facendo per andarsene...
- Benjamin, devo
parlarti...- balbettai a bassa voce sentendo cavalcare il cuore sempre
più forte, ancora più forte.
- Non abbiamo niente
da dirci- la sua voce fredda e strafottente mi trafisse, ancora una
volta, il petto.
- Non ho voglia di
sentire altre scuse...- continuava a darmi le spalle.
- Le scuse non ci
sono. Ho solo bisogno di... spiegarti- faticavo a parlare con quel nodo
che mi mozzava il respiro.
Non mi rispose e
ricominciò a camminare.
- Avevo paura-
strillai d'un fiato mordendomi ansiosa il labbro. Con mio stupore si
fermò e si girò facendomi una smorfia scettica.
- Pfff. Ti credevo
più inventiva invece sei banale.- soffiò con aria
di sufficienza; quella che io detestavo fortemente.
Sbuffai esasperata.
Doveva fare del sarcasmo, quasi derisorio, proprio in quei momenti?!
- E di cosa avresti
avuto paura? Dai, sentiamo- incrociò le braccia al petto
mostrandomi la sua solita faccia da schiaffi presuntuosa.
Presi un grosso
respiro misurando mentalmente ogni piccola parola e tono da inserire
nel mio discorso.
- All'inizio ero...
disgustata all'idea di averti baciato- ok, " disgustata" non era tanto
carina come parola. Ci dovevo andare cauta, molto cauta. Ma dal suo
volto non trasudava nessuna emozione, nessun movimento. Credevo di
averlo offeso nel profondo; di vederlo sorpreso e indignato ma...
Niente, solo completa indifferenza. D'altronde se il soggetto
è zero, l'offesa è nulla.
- e avevo paura che,
una volta avessi scoperto che ero io, sarei potuta interessarti
davvero.- Lo guardai ancora ma lui sembrava immobile, stava ascoltando
e lasciandomi parlare.
- Paura
perchè, in quel caso, non avrei potuto darti niente di
ciò che cercavi. L'idea mi terrorizzava...- tanto vale
essere sinceri fino in fondo no? Non era di certo un segreto il fatto
che l'ho odiato e disprezzato fino al midollo.
Questa volta
spostò lo sguardo altrove e si appoggiò al muro.
- Continua- la sua
espressione mi dava l'idea che stessi parlando a vuoto e che mi stesse
bellamente ignorando. Irritata a morte decisi di non darci peso e
continuai; dopo lo avrei obbligato a farmi un resoconto della mia
arringa.
-
Però...poi... le cose sono cambiate:- arrossii come un
pomodoro massacrandomi il labbro. A queste ultime parole, Benjamin si
voltò di scatto sollevando un sopracciglio.
Adesso si che mi
sembrava più attento...
Mi schiarii la voce e
trovai il coraggio di guardarlo finalmente negli occhi. Nel suo sguardo
leggevo impazienza e curiosità perciò mi
affrettai a continuare.
- il mio disgusto si
trasformò in...incertezza- non sapevo nemmeno io se era
quella la parola che stavo cercando. Ma per me esprimeva tutte le mie
costanti paranoie, tutti quei momenti dove non mi sentivo degna di lui.
- Incertezza?-
domandò con tono fintamente neutro e leggermente confuso.
Olèèè! Finalmente, un minimo di
partecipazione...!
- Si. Non ero
più così sicura che, dopo avessi scoperto fossi
io la ragazza del Vox, ti sarei interessata. Anzi, l'idea non mi
sfiorava nemmeno. Diciamo che...si erano invertiti i ruoli nella mia
testa: tu avresti provato disgusto e io invece...tutto il...contrario-
strascicai la voce proprio all'ultimo e cominciai a sudare per
l'imbarazzo avvampando sempre di più.
Che vergogna
confessargli i miei sentimenti! In quell'istante infinitamente lungo,
mi resi conto che le parole di Jessica non erano altro che Santa
verità.
Oddio, era davvero una
veggente?
Benjamin continuava a
tenere i suoi occhi inchiodati nei miei trasmettendomi indisponenza e
noia. Naturalmente, il Principino non mi rispose.
- Beh, io ho finito-
stavo cominciando ad innervosirmi: mi faceva andare su tutte le furie
quell'aria da... da Re che si dava! Se si aspettava che sarei arrivata
al punto di baciargli i piedi per scusarmi poteva scordarselo
completamente! Io non mi inginocchiavo a nessuno.
- Quindi me ne posso
andare?- Non gli era importato nulla: tutto ciò che avevo
detto non lo sfiorava nemmeno.
Rabbrividii. Mi
sentivo ridicola e umiliata. E Michele riteneva anche di avere ragione;
come potevo piacergli se mi aveva ascoltato svogliatamente e se, per di
più, non gli fosse interessato un fico secco?! Avrei voluto
mettermi a piangere per la figura patetica che avevo appena fatto, per
aver capito che io non contavo assolutamente niente per lui; ma ero
scissa tra la voglia di correre a casa e sfogarmi o sfogarmi a suon di
schiaffi con lui in quel preciso momento.
Lo guardai duramente.
- Sei solo un pezzo di merda- sibilai con tutto l'odio che avevo in
corpo. Perchè in quel momento lo odiavo, odiavo il fatto di
avermi fatta passare come la ridicola del giorno. Quindi...avevo scelto
indubbiamente l'opzione due: ovvero di sfogarmi con lui a suon di
schiaffi.
Quando
spallucciò con strafottenza poi, sentii proprio il richiamo
della violenza bussare al mio animo. Mi avvicinai fulminea e gli tirai
uno schiaffo talmente forte da sentir bruciare il palmo della mano.
- Ti odio!- gli urlai
contro cominciando a sentire gli occhi pizzicare dalle lacrime. Quelle
dannatissime gocce salate non dovevano assolutamente rigarmi il volto,
per niente e per nessuno in quel momento! Benjamin, furioso, mi prese e
in un lampo mi aveva sbattuto contro il muro imprigionandomi i polsi.
- Io odio te e le tue
mani, cazzo!- ringhiò rabbioso vicino al mio viso. Mi
terrorizzava.
- Lasciami andare!-
ringhiai di rimando. Anche io sapevo essere una vera furia quando mi ci
mettevo. Ero sicura che sarei scoppiata da un momento all'altro:
sentivo il bisogno di sfogarmi, di far fuoriuscire quella diga
smisurata che tenevo dentro da troppo tempo.
- Ti odio!!- ribadii
di nuovo strillando, esaurita da ogni energia, completamente svuotata e
priva di forze.
- Anche io, odiosa
egoista!-
In meno di un secondo,
sorprendendomi completamente, appoggiò la sua fronte alla
mia affondando le sue mani tra i miei capelli che prese a stringere con
forza. Lo sentivo respirare a fatica, come se anche lui fosse stanco ed
esaurito dai nostri mille battibecchi. Il cuore mi pulsava in ogni
dove, avevo una tremenda paura che riuscisse a sentirlo.
E poi...mi
baciò.
Ero rimasta ancora ad
occhi spalancati per l'incredulità e la sorpresa.
Catturò le mia labbra fra le sue con una passione che mi
sconvolse. Il mio cuore sembrava correre la maratona a perdifiato; di
quel passo sarei morta.
Non capivo e non
volevo capire.
La sua irruenza nel
baciarmi mi appurò del fatto che fosse ancora arrabbiato e
risentito con me, ma non mi importava minimamente. Con una
magneticità assurda, le mie mani finirono tra i suoi capelli
premendogli la testa contro la mia bocca. Il suo bacio violento mi fece
sentire la nostalgia che lo attanagliava: come se non c'è la
facesse più a starmi lontano.
O almeno, era questo
che mi faceva credere.
Si staccò
un secondo per prendere fiato mentre io ancora non mollavo i suoi
capelli e continuavo a tenere premuto il suo capo contro la mia
fronte: troppo timore che sarebbe scappato via da me.
- Una visitina dallo
psichiatra non c'è la leva nessuno...- mormorò
roco ed ansante sulle mie labbra. Io gli sorrisi in tutta risposta per
poi riprendere a baciarlo. Allacciai stretta le mie braccia al suo
collo mentre Benjamin mi strinse forte a sè attirandomi per
la schiena.
- Non è
vero che ti odio- gli sussurrai ansimante e accaldata.
- Lo so- mi
accarezzò teneramente una guancia sorridendomi. Forse era
pura immaginazione ma i suoi occhi...brillavano (?).
- Scusami, non volevo
mentirti- gli dissi dispiaciuta, quasi mortificata.
- No, scusami tu se mi
sono comportato da idiota. Avrei dovuto confessarti prima
ciò che provavo per te- non avevo mai sentito quella voce
così dolce uscire dalla sua bocca. Ne rimasi così
ammaliata tanto da sembrare inebedita fuori da ogni schema. Poi
arrivò di colpo e a scopo ritardato- ero troppo concentrata
negli elogi sulla sua dolcezza- l'ultima frase che aveva appena
sussurrato...Allora Michele aveva ragione...?
- Mi perdoni?- mi
chiese sorridendomi di sbieco dopo avermi posato un lieve bacio sulla
guancia.
Lo baciai d'impeto:
non c'era alcun bisogno di una risposta, il mio gesto esprimeva tutto
il mio consenso.
- Benjamin...- lo
chiamai sussurrando senza fiato dopo aver preso l'ennesima boccata
d'ossigeno.
- Mhm?- quel
dannato...tentatore stava strofinando il naso contro il mio collo.
Voleva mandarmi in tilt! E soprattutto voleva strapparmi alcune cose,
che non dovevo dire, dalla bocca...
No, Giuls, no, no,
no... NO! Non devi dirlo, non devi dirlo! E' colpa sua, mannaggia!
- ...Ti amo-
Oh merda. Oh merda. Oh
merda! L'avevo detto, cazzo, me l'aveva fatto uscire!
Smisi di respirare
all'istante, arrossendo vistosamente non appena incrociò i
miei occhi.
- Davvero?- mi
domandò alquanto stranito ed incredulo.
Deglutii. L'avevo
detto ormai, che senso aveva rimangiarmi tutto?
- Si- risposi
flebilmente e senza respiro. L'ansia mista al nervoso mi stava
divorando lo stomaco.
Boccheggiai in cerca
di ossigeno quando mi abbagliò di un sorriso larghissimo.
Benjamin mi
tempestò di baci su tutto il viso facendomi ridere divertita.
- Però
tu...- cominciai con mille complessi incastonati nel cervello. Lui non
mi amava, non provava quello che provavo io ne ero certa.
- Io...?- mi
sollecitò con un ghigno compiaciuto stampato in faccia.
- Niente- sembravo di
nuovo una ridicola bambina. Solo perchè ci eravamo messi a
scambiare tenere effusioni non significava che gli piacevo davvero; per
cui sciolsi l'abbraccio e prima di andarmene bisbigliai tra me: - Sono
solo una stupida-
Ridacchiò
di gusto e mi fece sentire ancora più umiliata di quanto
già non fossi.
Cominciai a camminare
in avanti con le gambe molli e il cuore a pezzi.
- Si, sei proprio una
stupida...- sancì afferrandomi per un braccio e attirandomi
a se.
- ...perchè
anche io ti amo, amore- soffiò caldo sul mio viso dopo
essere ritornato serissimo. Come mi aveva chiamata? Oddio Santo
benedetto! Dov'ero? Biglietto solo andata per il Paradiso, grazie.
Dovevo ringraziare le farfalle che alloggiavano nel mio stomaco: si
erano moltiplicate a dismisura e quindi, dopo essere morte, le loro
piccole anime portarono anche me su nel cielo blu... Si, ero fuori di
testa.
- Dav-davvero?- mi
fischiavano le orecchie e sentivo il chiaro avvertimento delle gambe
che avrebbero ceduto da un momento all'altro.
- Si, piccola sciocca-
E ritornò a
baciarmi ancora, ancora e ancora.
NOTE:
E alloraaaa?? Che vi avevo detto? Vi ha stupiti? Banale, brutto?
com'è? Spero bello, per me era quello più
importante di capitolo ;)
Si sono due pazzi U.u però sono cariniiii.. *_* che
commozione... Beeeh e questo è il penultimo e per finire
l'epilogo, naturalmente. T___T
Mi viene da piangere sul serio... Ringrazio i 67 che mi hanno aggiunto
tra i preferiti, i 92 seguiti e i 12 da ricordare :)
Scusate
tanto ragazze spero che mi perdoniate ma non riesco a rispondervi..
sono veramente di fretta! Grazie mille a tutte voi che continuate a
seguirmi.. Un bacio immenso <3<3<3
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Capitolo 12 *** Epilogo - La mia Isola Felice ♥ ***
Epilogo - La mia
Isola felice
Tutto era
estremamente ordinato e lucente in camera mia, quasi in modo maniacale.
Mia madre mi aveva ordinato più di una volta di pulirla in
modo che gli arredi avessero preso a luccicare ininterrottamente. Il
motivo? Stava arrivando sua sorella e voleva fargli trovare la casa uno
specchio. Non capivo ancora questa sua fissa, sinceramente; nessuno era
più alla mano di mia zia Manuela. Non, di certo, come mia
zia Stefania - madre di Nicole nonchè affascinante sorella
di mio padre- E soprattutto non vedevo l'ora di rivedere mia cugina
Silvia, soprannominata Sissy - come la principessa del cartone animato-
da mio padre per via dei suoi boccoli color dell'oro.
Ero intenta a dare
un'ultima sistematina al letto con un sorriso sornione e spensierato
sulle labbra - da perfetta imbecille- quando la vibrazione del
cellulare mi ridestò. Quando vidi il suo nome sul display il
mio sorriso si allargò propagandosi su tutta la faccia,
neanche avessi una paresi facciale.
- Pronto?- dissi, ma
sembrava di più un sospiro felice.
- Che stai facendo?!
E' almeno mezz'ora che continuo a mandarti messaggi!-
esclamò leggermente irritato. Alzai gli occhi al cielo.
- Sto aiutando mia
madre con le faccende domestiche.- risposi scontrosa e stizzita.
- Ah- rispose
semplicemente.
Mi compiacqui per
averlo messo a tacere.
- Scusami.- disse
debolmente.
- Tranquillo-
Aveva qualcosa: lo
sentivo nel suo modo di parlare, nella sua voce dura e, allo stesso
tempo, incolore.
- Ho bisogno di te- mi
sussurrò teneramente. Avevo fatto centro, come sempre.
- Cos'è
successo?- chiesi premurosa e intenta ad ascoltarlo con tutta la
concentrazione di cui disponevo.
- Le solite... cose.-
Per "solite cose" intendeva suo padre e tutto il resto. E, non volevo
azzardare, sua madre: stava male per il marito. Per quel padre assente
che cercava di portarle via suo figlio, il suo ultimo brandello di
pace, l'unica ragione della sua esistenza.
- Mia madre piange-
Sbam! - Non so più che fare, Giulia, non so più
che fare- era decisamente disperato. Sapevo benissimo che non aveva
più la forza di vedere sua madre ridotta in quello stato,
non ne poteva più di tutta qulla situazione. Ma che razza di
padre era uno che chiedeva al proprio unico figlio di collaborare con
le sue spudorate azioni? Si poteva seriamente considerare "padre"? Come
diavolo si permetteva di intromettersi ancora nella sua vita
azzardandosi anche solo pensare una cosa del genere? Sua madre aveva
appena superato la perdita, la depressione, la malinconia, l'angoscia
per un'amore non corrisposto; forse un'amore che il marito non aveva
mai provato nei confronti di lei. E come un fulmine a ciel sereno, lui
si rifaceva vivo. Incredibile.
- Ehi, ehi calmati.
Ascoltami, ok?-
- Si-
bisbigliò e lo sentii deglutire: stava trattenendo le
lacrime.
- Ora prendi un bel
respiro, vai da tua madre e cerca di tranquillizzarla. Dopodiche,
venite a casa mia tutti e due. D'accordo? Le farà bene stare
con mia madre.- decretai calma e disinvolta.
Purtroppo, in quel
momento non avevo idee migliori. Era terribilmente frustrante essere
impotente in tutta quella faccenda, sentire il dolore del mio ragazzo e
non avere il potere di fare qualcosa per renderlo felice. Sapevo che
fosse totalmente meschino da pensare ma io desideravo ardentemente la
galera per quel ripugnante uomo. Doveva soffrire, in ergastolo dentro
ad una cella fredda e buia. E ogni singolo momento della sua schifosa
vita la dentro avrebbe dovuto rimpiangere il calore di un abbraccio, di
un sorriso, della famiglia. L'ultima cosa che Benjamin voleva - e me
l'aveva detto molteplici volte- era che anche io stessi male a causa
sua. Aveva paura di deprimermi e di sovracaricarmi dei suoi problemi.
Cosa totalmente patetica. Anzi, Benjamin spesso teneva dentro tutto
quanto facendomi spazientire ed incazzare con il risultato di un
altrettanto stressante litigio.
- Va bene, arriveremo
tra poco- lo sentivo un pò più rilassato e
sollevato.
- Ti aspetto. Voglio
starti vicino a modo mio- dissi maliziosamente.
-
Mmm...Cercherò di fare al più presto-
Ridacchiai divertita.
- Ehi-
richiamò la mia attenzione prima di riattaccare.
- Dimmi-
- Grazie- e riappese.
Posai il mio cellulare sul comodino e sospirai intristita.
Anche oggi avevo fatto
la mia opera di bene.
Circa dieci minuti
dopo il campanello trillò. Corsi in fretta al piano di sotto
con l'entusiasmo alle stelle per chiunque mi stesse aspettando dietro
la porta. Se fossero stati i miei parenti o Benjamin sarebbe di sicuro
stata una gradita sorpresa.
Strillai di gioia non
appena vidi il viso gioioso della mia cuginetta e, senza neanche darle
il tempo di fiatare, le balzai addosso per stritolarla.
Sissy rise,
stringendomi di rimando.
- Che bello rivederti!
Quanto sei bella!- urlai emozionata. Lei arrossì e mi
sorrise felicemente.
La feci entrare e
subito fu accolta da mia madre in un'altrettanto abbraccio
stritolatorio.
Le lasciai alle
chiacchiere e corsi a salutare, con lo stesso entusiasmo di poco prima,
i miei zii appena entrati.
Dopo i saluti e le
solite domande di cortesia - Come stai, come non stai? Che si dice? E
con il lavoro?- presi mia cugina per un braccio e la trascinai in
camera mia, completamente entusiasta di vederla gironzolare nella mia
dimora.
Sissy era una ragazza
estremamente timida, la sua fiducia era quasi impossibile riceverla per
via delle sue innumerevoli delusioni. Ma quando credeva di poterti
donare il cuore, ti stupiva donandoti anche l'anima. Ovviamente, alle
persone che lo meritavano davvero.
Subito la tempestai di
domande sulle ultime news della sua vita. Lei rispondeva quasi sempre
eccitata dalla mia presenza e lieta del mio interessamento.
- E a te cosa
è successo?- mi chiese con una piccola ruga a V tra le sue
delicate sopracciglia.
- Ti brillano gli
occhi- Naturalmente, era rimasta l'acuta osservatrice di sempre.
Arrossii chinando lo
sguardo sui miei piedi.
Poi tornai a guardarla
stranamente impaziente di raccontarle il reale motivo del mio lucicchio
facciale.
- Non potresti mai
immaginartelo...- iniziai emozionata rimembrando il passato, ma proprio
in quel momento un'adorabile rompiscatole aveva aperto la porta
facendomi sobbalzare.
- Ehi, mi è
sembrato di vedere un granello di polvere...- mi sfottè
ghignando appoggiato allo stipite; le sue parole morirono in bocca non
appena incrociò lo sguardo di mia cugina. Lo vidi
chiaramente imbarazzarsi e io ridacchiai divertita.
- Oh, ciao- Benjamin
cercò di riacquistare la sua serietà rivolgendosi
a Sissy.
- Ciao-
salutò palesemente timida mia cugina.
- Ehm...Ben, ti
ricordi di Sissy?- gli chiesi.
- Silvia- mi corresse
lei con le guance completamente infuocate. Le sorrisi intenerita.
- Certo, mi ricordo-
anche lui le sorrise e, anche se non era rivolto a me, il mio cuore
perse un battito a quella vista mozzafiato.
Un silenzio
imbarazzante ci avvolse non appena mi ritornò in mente
qualcosa:
- Ehi,
cos'è che stavi dicendo, scusa?- lo fissai in attesa, pronto
a fulminarlo con gli occhi.
- Che mi dispiace
dirtelo ma la stanza si sta completamente ricoprendo di polvere.-
usò il suo finto tono melodrammatico per prendermi in giro.
- E' colpa tua:
insieme alla tua fastidiosa presenza, hai portato con te anche la
sporcizia- ribattei con un sorrisino arrogante.
- Ma... tu non sei
quel Benjamin...?- incalzò balbettando mia cugina.
- Si, sono io-
ammiccò sorridente. Forse non capiva che con quei suoi
incessanti sorrisi non l'avrebbe di certo messa a proprio agio.
- Si è lui.
Il solito cretino che viene per stuzzicarmi e prendermi in giro da una
vita- commentai e sbuffai sarcasticamente.
Lui mi
guardò sorridendo malevolo. Gli feci la linguaccia in tutta
risposta.
- Non vi odiavate voi
due?- chiese evidentemente confusa.
Benjamin
scoppiò a ridere. Era divertito dalla situazione comica in
cui ci trovavamo. Sentirlo ridere era come aria pura nei miei polmoni;
non potei che sorridere felice e sollevata.
Mia cugina invece
arrossì di vergogna: probabilmente si stava chiedendo se non
avesse detto qualcosa di inappropriato.
- Oh si che la odio.
Purtroppo sono solo costretto da mia madre a venire qui.- disse
sprezzante ma nascondendo un sorriso sotto i baffi.
Anch'io mi trattenni
dal ridere solo per non far sentire a disagio mia cugina. In
realtà noi stavamo solo giocando tra di noi, ma non con lei.
- Ecco, bravo, puoi
tornartene di sotto. Ciao, ciao- espressione e tono arrogante fecero
capolino.
Benjamin prese sul
serio le mie parole e fece per andarsene.
- Ehi, non dimentichi
qualcosa?- ora basta giocare, non mi aveva nemmeno salutata a dovere.
Si girò
ghignando e venne verso di me. In meno di due secondi
catturò le mie labbra tra le sue; era questo il tipo di
saluto che pretendevo.
- Ciao- mi
sussurrò teneramente fissandomi negli occhi a meno di due
centimetri dal mio viso.
- Ciao- feci un
risolino. Guardarlo mi faceva sentire felice. E averlo al mio fianco mi
faceva sentire completa.
Sentivo gli occhi di
mia cugina sgranati per lo sbalordimento.
Baciai le sue labbra
ancora una volta prima di bisbigliargli che ci saremmo visti di sotto
tra poco. Lui annuì schioccandomi un bacio sulla guancia per
poi uscire e chiudere la porta della mia stanza dietro di lui.
Sissy teneva gli occhi
fissi ancora sulla porta, l'espressione sgomenta, la bocca spalancata.
Ridacchiai.
- So che non ti
saresti mai aspettata una cosa del genere...- cominciai sorridente. Chi
mi vedeva da fuori poteva pure prendermi per una deficente sempre col
sorriso puntato in faccia. Invece, ero semplicemente innamorata,
follemente innamorata.
- Okey,
dov'è la telecamera nascosta?- sorrise ingenuamente confusa.
Pensava veramente che fosse una Candid Camera?
Scoppiai a ridere.
- Non c'è
nessuna telecamera, cugina. So perfettamente che è
impossibile da credere ma ci siamo...innamorati- arrossii all'ultima
mia parola pronunciata.
- Certo-
balbettò non molto convinta. - E da quanto...?- si
accigliò timidamente.
- Sono sette mesi che
stiamo insieme- Sette mesi, pensai sognante.
- Te lo giuro, non ti
sto prendendo in giro. E' una storia folle, a volte non riesco a
crederci nemmeno io, davvero.- le parole mi uscirono veloci e sincere.
- Va bene. Mi riesce
solo, veramente, difficile crederlo.- disse sforzandosi di crederci
davvero.
- Wow-
esultò dopo poco. - E'...meraviglioso, Giuls- corse ad
abbracciarmi contenta. Sorrisi stretta nel suo abbraccio.
- Sembra roba da film-
commentò dopo poco continuando a sorridere entusiasta. Mi
ricordava Jessica...
Increspai le labbra al
ricordo.
- Che c'è?
Le capisco anche io queste cose. Manca poco ai miei diciasette anni-
strizzò l'occhio. Come ogni persona vivente, anche mia
cugina non vedeva l'ora di raggiungere la maggiore età.
- No, no. Pensavo ad
altro- le sorrisi scuotendo la testa.
- Beh, che cosa
aspetti?- mi domandò con un espressione alquanto scettica.
Alzai un sopracciglio
per farle intendere di non aver afferato ciò che voleva dire.
- Voglio che mi
racconti tuuutta la vostra storia. E voglio tutti i particolari!-
pretese quasi in modo comico. Mi fece ridere e anche arrossire.
- E' una storia
lunga...- sventolai la mano vicino al mio viso sperando che lasciasse
perdere. Ma, conoscendo mia cugina, non avrebbe di certo mollato l'osso.
- Ho molto tempo-
calcò la voce su quell' unico avverbio. Mi fece ridere di
nuovo, con gusto.
- D'accordo, te lo
prometto. Però, ora, scendiamo giù con gli altri,
ti va?- Sapeva benissimo che se promettevo un qualcosa riuscivo a
mantenerlo.
In fondo, io ero
quella che non si rimangiava mai la parola...
- Va bene- mi sorrise
dolcemente prima di abbandonare la mia camera per raggiungere il resto
della mandria in salotto.
Tutti seduti intorno
al tavolo, dopo la stupefacente abbuffata di mia madre, continuammo a
parlare del più e del meno. Gli adulti alle loro cose e noi
giovani alle nostre. Vedevo Chiara decisamente più serena e
sorridevo ad ogni suo sorriso.
- Beh, Giuls, questo
è decisamente un'evento storico- il richiamo di mia zia mi
ridestò dai miei pensieri.
- Cosa?- chiesi
ingenuamente. Al novantotto per cento era esattemente quello a cui
credevo che pensasse...
- Voi due-
indicò me e Benjamin con ovvietà. Mi sentii
surriscaldare all'istante e subito dopo un lieve umido tocco di labbra
sulla mia guancia; non mi serviva guardare da chi provenisse il gesto.
Guardai immediatamente
verso mio padre che aveva assottigliato gli occhi in modo, quasi,
omicida. Papà voleva bene a Benjamin, ovvio. Ma come ogni
padre geloso della propria figlia, non sopportava queste scenette
smielate.
- Ehm...vado a prepare
il caffè- corsi immediatamente in cucina per evitare di
essere sotto i riflettori. Odiavo essere al centro dell'attenzione!
Soprattutto se si trattava di cose estremamente personali.
Preparai l'acqua e
quattro cucchiaini di caffè ancora sfuso da mettere nella
moca prima di metterla sul fuoco ed aspettare il consueto borbottio di
quest'ultima.
Nel mentre, mi
avvicinai al lavello per rinfrescarmi un pò il viso in quel
soffocante caldo di Agosto. Avvertii due mani posarsi delicatamente sul
mio ventre e spingermi all'indietro verso un petto caldo. Il suo petto
caldo.
- A cosa stai
pensando?- mi sussurrò all'orecchio.
Sorrisi. - Tua madre
sembra...spensierata-
- Lo è.
Grazie a te- soffiò ancora sulla pelle del mio collo
mandandolo a fuoco.
- Grazie a noi- lo
corressi schiarendomi la voce.
Cominciò a
baciarmi il collo approfittando di quel fugace momento di
intimità.
- E...tu come...come
stai?- gli chiesi per distrarlo- e per distrarre me soprattutto-, non
eravamo proprio nelle circostanze adatte per amoreggiare.
- Adesso bene-
sospirò.
Mi girai sorridente
prima di prendergli il viso tra le mani e posargli un dolce bacio a
fior di labbra.
- Ops, scusate!- era
mia cugina rossa di vergogna; non avevo neanche udito i suoi passi
presa com'ero dal mio ragazzo.
- No no, vieni pure-
la invitò gentilmente Benjamin con un sorriso di
incoraggiamento.
- Lo zio chiedeva dove
fossi col caffè- mi disse sempre rossa in viso.
Alzando gli occhi al
cielo spensi quel dannato fuoco sotto alla moca interrompendo
così anche il fastidioso borbottare.
Andai a servire il
caffè ai presenti in salotto posando con attenzione il
vassoio sul tavolo.
- Ehm, Giuls? Il "
dopo" è arrivato?- mi chiese Sissy trepidante dalla voglia
di conoscere la mia storia. La nostra per essere precisi, quella mia e
di Benjamin.
Portai mia cugina e il
mio ragazzo in camera con me; la feci accomodare sul letto mentre io e
Benjamin ci adagiammo sul pavimento.
- Allora...- e
cominciai a raccontare la nostra storia con un'evidente emozione negli
occhi e nell'anima. Sentirla e ricordarla così perfettamente
fece venire i brividi persino a me stessa. Ci furono alcuni commenti di
Benjamin, alcune spiegazioni che richiedeva per miei pensieri e
castelli passati che lui non conosceva. Si intromise a volte per
spiegare i suoi punti di vista che non mi piacquero affatto e di
conseguenza discutemmo varie volte.
Era veramente
incorreggibile!
La serata
finì, purtroppo, e i miei zii con mia cugina dovettero tirar
su baracca e burattini per tornarsene a casa. La salutai con un
abbraccio stretto. Sissy era ancora emozionata e commossa dal nostro
racconto che mi venne da sorridere.
Mio padre
andò con gli zii per mostrare loro la strada dato che non se
la ricordavano, e ci sarebbe vouto una buona mezz'ora. Intanto,
sparecchiai e diedi una spazzata veloce per terra mentre mia madre e
Chiara ancora chiacchieravano in cucina.
- Mi avevi promesso le
coccole o sbaglio?- mi sussurrò caldo Benjamin togliendomi
la scopa di mano e prendendomi delicatamente per i fianchi.
- E' vero- sospirai
desolata.
Mi baciò
d'impeto facendo cadere la scopa e stringendomi contro il suo corpo
spasmodicamente. Afferrai i suoi capelli per intrecciarli alle mie
dita.
Inutile ribadire il
fatto che il mio povero cuore non poteva tener testa a un ritmo
così troppo accelerato...
- Mmm, così
va decisamente meglio- soffiò provocatorio al mio orecchio.
- Giulia?- la voce di
Chiara dalla cucina mi fece spingere Benjamin con violenza via da me.
Ero pur sempre una
ragazza educata...Mi chinai per tirare su la scopa che quel cretino del
mio ragazzo aveva fatto cadere con non-curanza.
- Dimmi- ansimai
accaldata. Impossibile che mia madre non si accorgesse del mio
sconvolgimento momentaneo.
- Ti va di venire a
dormire a casa nostra? Mi farebbe sentire meglio avere anche la tua
presenza- mi chiese sorridendo speranzosa.
Mi si fermò
il respiro. Io e Benjamin a casa sua...Sua madre sarebbe andata a
letto, io sarei sgattaiolata in camera sua e...
- Mamma, che ne
pensi?- chiesi rossa come un pomodoro.
- Per me va bene-
Ok, troppo strano.
Decisamente. Anche mentre uscivo di casa con la borsa per il ricambio
mia madre non mi diede raccomandazioni. E nemmeno a Chiara. Che l'era
preso?!
Mi aspettavo un: -
Voglio che dormiate in stanze separate!- oppure - Giulia, Chiara sente
tutto e di conseguenza saprò tutto- o adirittura - Ti
chiamerò ogni secondo, non avrai scampo quindi non fare la
stupida-. Ma...niente. Mah.
Accantonai i miei
pensieri e mi accoccolai tra le braccia Benjamin sul divano per
guardare la Tv.
Il mio cellulare prese
a squillare. Era mio padre. Sapevo che c'era la fregatura!
- Pronto?- titubai
pronta al peggio.
- Tesoro, salutami
tanto i genitori di Anna per favore e di loro di farsi vivi ogni tanto!-
Anna? Mia madre aveva
detto a papà che ero a casa di Anna a dormire? Ma che cosa
avevano complottato quelle due pazze fuori di senno?!
- Ook,
papà. Riferirò...il messaggio- balbettai incerta,
totalmente confusa.
- Buonanotte-
riagganciai.
Di fianco a me
Benjamin mi fissava in silenzio e palesemente perplesso.
- Che è
successo?- mi chiese preoccupato. Finalmente capii.
Mia madre voleva
concedermi un pò di relax con il mio ragazzo. Insomma,
voleva concedermi un'occasione da non perdere...
Ah, mia madre!
Dovevano fare Santa quella donna!
- Niente- gli sorrisi
scuotendo la testa.
- Tua madre si
è addormentata?-
- Direi di si- disse
carezzandomi la guancia.
- Mi dispiace- gli
dissi rimembrando la telefonata di quella mattina.
- Per cosa? - si
accigliò.
- Per tuo padre, per
tua madre. Per tutto-
- Non preoccuparti,
piccola- strofinò dolcemente il suo naso contro il mio collo.
- Ma mi dispiace di
più per il semplice fatto che io sia completamente inutile.-
Alzò di
scatto il viso per scrutare attentamente i miei occhi.
- Cosa stai
dicendo...?- rantolò lievemente sbalordito.
Sospirai amareggiata.
- Vorrei...avere il
potere di spedire quel verme di tuo padre in galera. Lui non
può portarti via da tua madre o...via da me- iniziai
agguerrita e finii per sibilare malinconica soltanto l'ultimo pezzo.
Stavo solo pensando al
dolore che avrebbe potuto causarmi quel verme del padre...
- Non mi
porterà da nessuna parte: non sono come lui- mi
fissò intensamente negli occhi come se volesse trasmettermi
quella verità e imprigionarla nella mia mente.
- Vorrei poterti
rendere felice. Ma mi sento così...impotente- guardai le mie
mani in preda ai sensi di colpa. Quelli non mi avevano mai abbandonata:
ero fermamente convinta di non rendere felice il mio ragazzo.
Portò due
dita sotto al mio mento per farmi alzare lo sguardo.
- Come puoi solo
pensare una cosa del genere?-
Non riuscivo a capire
se fosse arrabbiato, sorpreso, sconcertato, deluso...?
Presi a masticarmi il
labbro con forza, senza rispondergli.
- A me basta un tuo
sorriso, o un tuo sguardo per dimenticarmi di ogni cosa, per essere
felice. Tu non capisci quanta importanza vitale hai per me. Non capisci
che io...- si fermò per serrare gli occhi e prendere un
respiro profondo.
I miei occhi, invece,
cominciavano a pizzicare.
-...il mio mondo
crolla se non sei con me. Tu mi dai la forza di continuare a lottare-
La sua voce e le sue
parole così sincere fecero scivolare una piccola e
coraggiosa lacrima dai miei occhi. Lui la catturò con il
polpastrello con delicatezza.
- Ti avevo promesso le
coccole- gli ricordai tirando su col naso.
Sorrise intenerito
prima di prendermi tra le sue braccia e baciarmi con una dolcezza
indescrivibile.
Salimmo al piano
superiore avvinghiati l'uno all'altra, senza staccare le nostre labbra
incastrate. Ci eravamo perfino dimenticati di spegnere la televisione.
Quella notte, per la
prima volta, mi donai completamente a Benjamin che, dopo ogni scossa di
brividi, mi sussurrava teneramente un " Ti amo".
- The End -
* NOTE*
Ooook
^_^''' avete tutto il diritto di uccidermi, di mandarmi maledizioni, di
imprecare contro di me ecc ecc... Anche se non è colpa mia!
T___T Questo megadimensionale ritardo è dovuto ad una
sospetta incompatibilità di Nvu con il mio pc =( Poooi
grazie a quel genio di mio Zio sono venuta a scoprire che si trattava
di un virus di cacca -.-'' Grazie al Cielo il problema è
risolto e sono stata felice e un pò triste di postare
l'epilogo della storia.
Ah, una chiarizione: la storia è di quasi due anni fa
perciò avevo quasi 17 anni. Mia cugina è
più grande di me di un'anno e qualche mese ;)
Volevo ringraziarvi TUTTE, per i vostri incoraggiamenti, per le vostre
parole, per OGNI cosa. Siete state fantastiche! Voi mi date la forza di
continuare a scrivere, di sperare.
Ringrazio anche i 76
preferiti, i 15
da ricordare e i 107
seguiti *_*
giulia87:
Ehi ciao! Mi ha fatto piacere rivedere una tua recensione e sono molto
contenta che tu mi abbia seguito fino alla fine! Ed ecco il sospirato
Epilogo, ti chiedo ancora scusa per il ritardo, Grazie delle belle
parole e per il tuo sostegno! ;) Un bacio!
black_shadow:
Ehehe... spero anche io di trovare un giorno ciò che ha
trovato quella culattona di mia cugina! Ho sempre creduto che per le
persone buone d'animo ci sarà sempre una ricompensa ;)
Vedrai che anche noi lo troveremo! Grazie della recensione e per
tuoi complimenti! Un bacio =*
SweetCherry:
Oh, carissima! Che bello rivederti! Pensavo non mi seguissi
più =( Quando io ho ancora bisogno di un tuo parere :D
Grazie dei complimenti e per essere passata a recensire tesoro! Anche
io ho qualche capitolo dei tuoi in sospeso se non
sbaglio...andrò a controllare! =) Un bacio grande grande,
alla prossima!
__piccola_stella_senza_cielo__:
Ciao! =) Rispondo subito alla tua domanda con fare deluso, anche se
penso che da questo capitolo intuirai ogni cosa xD. Cmqqq no Nicole non
sono io. Io sono la noiosa e timidona Sissy in quest'ultimo capitolo.
Grazie mille anche a te di tutti i complimenti e delle belle parole *.*
Un bacione!
_Bec_Swan_:
Ed ecco la mia tesorosa Bec *_* Credi davvero tutto quello che hai
scritto? Oddio, che cosa bella! Spero davvero che sia come hai detto
tu. Ah, volevo chiederti sorry per i capitoli arretrati che ho da
recensire con le tue storie ^_^''. Non ho scusanti veramente, solo la
testa fra le nuvole xD. Recupererò tutto! :D un bacio
megaenorme tesoro! =*
stellabella:
Grazie mille, di tutto! Un bacio grandissimo =)
Bella_kristen:
Eccomi qui con l'epilogo =) Spero sia all'altezza delle tue
aspettative. Ringrazio anche te per il tuo sostegno e per i tuoi
complimenti gongolanti :Q__ Un bacio grande :D
4lb1c0cc4:
Adoro anche io quella scena! *_* Si, sembra veramente roba da film.
Grazie mille di tutto, un bacione grande grande
cosìììì =*
3things:
Eeeh già! Sembra ieri che l'abbia pubblicata ed è
già finita T___T Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso
capitolo e che abbia trovato commovente la storia di Benjamin *_* Io lo
adoro! Beh, grazie di tutto. Dal tuo sostegno fin dall'inizio e per
tutto le tue stupendissime parole. Grazie veramente! Un bacio enorme
tesoro!
Pink_Crystal:
Ehi, Grazie mille Ale =) Un bacio e grazie ancora dei complimenti =*
anime
xx: Eccomi qui, grazie mille! =)
zia_addy:
Ciaoooo =) Leggere le tue recensioni mi mette sempre allegria! =D
Certo, scriverò un'altra storia e la dedicherò a
te ihihihi... Grazie mille di tutto, per i tuoi incoraggiamenti e per i
tuoi complimenti *_* Un bacio grande =*
lady_free:
Buonasera! =) Non sai che piacere mi fa sentirti dire che ti piacciano
anche le altre mie storie *_* Che emozione! Sono davvero contenta.
Spero che anche l'epilogo ti sia piaciuto ;) Non preoccuparti, non
abbandonerò la mia passione però mi
prenderò un bel periodo di vacanza. La settimana prossima
partirò per la Sicilia e ci starò ben due
settimane, che bello! =) Grazie mille della recensione e dei tuoi
bellissimi complimenti! Un bacio grandissimo =*
Valentina78:
Tutto quello che hai scritto è perfettamente vero! E questa
storia, la storia di mia cugina, ne è la prova vivente.
Grazie mille delle belle parole e di tutti gli elogi *_* Un bacio =*
fatina93 : Forse hai ragione dello
smielato momento sai? Ma è andato così, io non
potevo di certo cambiare le parole. Forse Benjamin se le teneva dentro
da troppo tempo. Vederemo poi nella storia con i suoi Pov :D Beh,
grazie dei complimenti e delle dritte ;) Un bacio grande =*
GRAZIE INFINITE. ❤
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