Until Death

di GibleFanMp
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una fredda giornata d'Inverno, la neve avvolgeva quella tetra mattina, le nuvole invadevano il cielo non lascando spazio al sole di dominare neanche un minimo pezzettino della immensa volta ormai grigia, nessun essere umano sano di mente sarebbe uscito a fare una passeggiata con quel freddo, le strade erano deserte e raramente passavano automobili.

Il solenne silenzio fu interrotto da una auto che emanava una aura positiva, di felicità, quattro ragazzi tutti di sesso maschile, scherzavano e ridevano, tornavano da una settimana di vacanze al mare, con tutta la neve che era caduta negli ultimi giorni i quattro erano stati costretti a cambiare strada un mucchio di volte.

Ad un certo punto la macchina si fermò davanti a una villetta a due piani con le mura esterne di un bianco pallido, un ragazzo castano scese dall’auto, salutò gli altri e si diresse verso il portone della abitazione,  suonò il campanello ma non ebbe alcuna risposta dall’interno, riprovò…silenzio.

Purtroppo Zero aveva dimenticato le chiavi di casa sul comodino alla partenza per la troppa fretta, e sua sorella Sasha non era in casa, probabilmente si era arrabbiata del suo ritardo di circa 3 ore, le strade erano bloccate dal ghiaccio e dalla neve, lui si era dimenticato ti avvertirla, e quasi sicuramente la sorella non lo voleva far entrare, oppure era uscita.

Comunque doveva entrare in casa, si guardò attorno, notò la finestra del bagno aperta, ma c’era qualcosa di strano, perché tenere la finestra aperta con un simile freddo? Per di più Sasha era un tipo che si appostava davanti al camino acceso a dormire, oppure a leggere, forse la finestra si era spalancata per colpa del vento? Non lo sapeva, ma in quel momento per lui quello era solo un vantaggio, infatti poteva entrare da lì bastava arrampicarsi fino al secondo piano usando l’albero di fianco alla finestra e una volta giunti a quella altezza lanciarsi all’interno del bagno, ma era più facile a dirsi che a farsi.

Dopo circa trenta minuti Zero era dentro l’edificio, la stanza era buia e incuteva una certa sensazione negativa indescrivibile,  ma l’ombra dominatrice era spezzata da una piccola luce proveniente dal pavimento, che andava dal basso verso l’alto, il ragazzo avvicinandosi vide che la luce veniva da un piccolo schermo di un cellulare, quello di sua sorella, aprì la schermata li vi era un messaggio ancora in composizione, i suoi occhi involontariamente lessero il monitor: "Ho paura!" il ragazzo non si scompose più di tanto, sua sorella minore era sempre stata una paurosa, per un minimo rumore estraneo si allarmava immediatamente, rinchiudendosi in qualche stanza, poi si giustificava dicendo: "Ma io ho solo 16 anni! Tu ne hai 20!" e finiva quasi sempre con lui che la consolava, era sempre stato molto affezionato e iper-protettivo con Sasha, da quando i loro genitori se ne erano andati, lui era diventato il tutore di sua sorella, aveva preso il posto sia di una madre, che di un padre per lei, e anche lui si era dato parecchio da fare, aveva lasciato l’università per seguirla a tempo pieno.

Ma una cosa non lo convinceva, perché sua sorella aveva messo il cellulare era per terra? E per di più non aveva nemmeno inviato quel sms lascandolo in sospeso.

Uscì dal bagno, e si diresse in camera sua per recuperare le chiavi, infatti la porta era chiusa a chiave, una volte prese, di diresse verso l’ingresso, doveva riappropriarsi della valigia lascata fuori dalla porta.

Passando per la sala notò che il camino era acceso, e sua sorella era seduta su una sedia girevole, la ragazza dava le spalle a suo fratello: "Non vuoi parlarmi? Le condizioni del tempo di hanno fatto cambiare strada tante volte" ma Sasha non dava risposta "Mi dispiace di non averti avvertita" silenzio "Ma ci sei? La prossima volta non accadrà promesso" e la ragazza con voce fioca,acida e arrabbiata rispose "non ci sarà una prossima volta!" zero le osservò i lunghi capelli neri, e con tono ironico disse "Ma che dici?" Si avvicinò alla sedia, mise la mano sulla spalla e fece voltare la sedia.

Di colpo saltò all’indietro, non riuscendo a bilanciarsi cadde per terra, sua sorella era lì, quella visione gli fece gelare il sangue nelle vene, Sasha era senza occhi, al loro posto un fiume di sangue che percorreva tutta la faccia e arrivava e imbrattarle il maglione di rosso, aveva un sorriso talmente che arrivava all’altezza delle tempie, le labbra troppo protese per quello sforzo erano piene di tagli e numerose gocce di sangue che cadevano in continuazione, colorando di rossastro sotto il labbro e il suo piccolo mento.

2 Ore dopo:

La scientifica stava fotografando il corpo della ragazza, Zero era fermo, fuori di casa seduto sul muretto che delimitava la casa, fissava in un punto impreciso della foresta che aveva davanti e sé, in verità aveva lo sguardo perso nel vuoto, ripensava a sua sorella Sasha, chi aveva potuto fare una cosa del genere? una volta che la polizia se ne andò, e il corpo della ragazza fu portato all'obitorio, Zero rientrò a casa

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Zero era in casa, la polizia se ne era andata, erano le 18 circa  era ancora sconvolto da quello che era successo, come era possibile per un essere umano fare una cosa del genere? Come si poteva fare scempio di un cadavere un quella maniera, i medici prima di andarsene, gli avevano detto che l’ora del decesso era tra le 16:00 e le 16:30, cioè se la neve non ci fosse stata, forse avrebbe salvato sua sorella.

Zero si diresse in bagno, voleva solo lavarsi la faccia e andare a dormire, aveva scelto di restare in quella casa per la notte, in quella stessa casa dove poche ore prima era avvenuta la tragedia, raggiunse il bagno, aprì il rubinetto e formò una specie di contenitore d’acqua con le mani, quando il liquido trasparente arrivò al bordo, se la buttò violentemente in faccia, come per svegliarsi dal quel incubo.

Non riusciva a dormire, scese dal letto,  andò in cucina per preparasi qualcosa da mangiare, si avvicinò al frigo, ma sopra di esso era presente una foto, la foto era datata 25 Dicembre 2008, sopra di essa erano raffigurati due ragazzi sorridenti, probabilmente in un lunapark, erano Sasha e Zero, il ragazzo prese in mano la foto, la guardò, e gli vennero gli occhi lucidi, ma poi tirò violentemente un pugno sullo sportello, si senti il tintinnio delle bottiglie dentro il frigorifero, poi si lasciò cadere, e si ritrovò in ginocchio, inclinato in avanti, appoggiato sul congelatore.

Dai suoi occhi scendeva un liquido trasparente, erano lacrime, aveva come un peso alla gola che non voleva andarsene, aveva voglia di urlare! Sfogarsi! “CAZZO! SE SOLO FOSSI ARRIVATO SOLO UN ORA PRIMA, FORSE ORA SAREBBE ANCORA VIVA! MALEDETTA NEVE!”, si rialzò da terra, andando verso la porla d’ingresso per chiuderla a chiave, la chiuse  e fece per ritornare su, quando il suo orologio emise un suono simile ad un fischio, automaticamente posò lo sguardo sul suo polso, 22:00 non abbasso neanche lo sguardo, che sentì una voce, simile a quella emessa dalla sorella nel precedente pomeriggio.

“Zero, vieni a giocare con me?” levò lo sguardo dal orologio, e sul posto dove aveva precedentemente ritrovato la sorella, c’era una inquietante sagoma bianca, pareva una ragazza, portava una maglietta a maniche corte bianca, e una gonna color latte, aveva le gambe, le braccia, e le mani palline, non riusciva a distinguere la faccia per via dei lunghi capelli neri che la  coprivano, Zero era pietrificato,  la ragazza si alzò, e si diresse verso zero, il ragazzo guardò le scale, ma quando si rivoltò, quella figura era davanti ai suoi occhi, zero cadde per terra.

Il ragazzo si sbloccò, e corse su per le scale, ma dal buoi della fine corridoio stava uscendo quella ragazza, capì che non era umana, era uno spettro! Am intanto lei si avvicinava a passo svelto, Zero entro d’istinto nella prima stanza che trovò, era camera di sua sorella, si chiuse la porta alle spalle, e aprì nervosamente la finestra, in caso di bisogno sarebbe scappato da lì!.

Sentì bussare sulla porta ovviamente non rispose, ma sembrava una statua di sale,  aveva persino smesso di respirare senza accorgersene, dalla porta non veniva più nessun rumore, si votò sollevato, ma cambiò subito espressione, la presenza era di fronte a lui, non fece in tempo a reagire che delle mani bianche e ossute, gli afferrarono la testa, le mani della ragazza! Lo spettro avvicinava la sua testa a quella del ragazzo, da quella lastra nera usciva il luccicore degli occhi, in alcuni suoi punti i capelli erano impastati con il sangue, il suo viso si avvicinava sempre di più.

Zero, forse prendendo forza dalla paura, si scansò e si lanciò fuori dalla finestra, per sua fortuna, la neve aveva attutito il colpo, però era atterrato male, con il ginocchio storto, si voltò verso la finestra, e vide dei capelli neri che scorrevano, lungo i muri esterni della casa, verso il terreno, dove era attualmente situato lui, cercò di mettersi in piedi, ma cascò per una forte fitta al ginocchi, allora tento di trascinarsi via, ma sulla neve l’impresa era ardua.

Intanto lo spettro era giunto a terra, a dal mucchio di capelli uscì prima una testa,poi un braccio, il busto, ecc… e alla fine il suo intero corpo spuntò dal terreno, si avvicinò al ragazzo,proprio in quel momento l’orologio rifischiò,  22:01, zero dopo il rapido sguardo all’orologio, cercò in vano di trascinarsi via, ma riguardando in direzione della ragazza scoprì che era scomparsa! Il giovane svenne travolto da una stanchezza disumana.

Si risveglio, era nel suo letto, e dormiva, però era in agitazione per quel sogno! Del resto, si era svegliato nel suo letto, non nella neve, quindi non era successo niente di strano quella notte, tutto normale.

Si alzò dal letto, notando che era in camera di sua sorella fu stupito, ma doveva essersi addormentato come un sasso, aprì la finestra, e sotto c’era il signor Part, il suo vicino.

Il vicino lo guardò affacciato alla finestra, e si rivolse a lui: “Zero, stai meglio? ieri sera, tornando dalla città, ti ho trovato a dormire in mezzo alla neve, ti ho portato dentro, stavi rischiando l’assideramento ” Zero era come congelato, ma domandò solo una cosa a Part: “come ha fatto a portarmi dentro?” “la porta era chiusa, ho usato quella sul retro.

Zero chiuse la finestra, vi fiondò all’ingresso, voleva uscire da quella casa, ma una scritta in rosso sangue sopra il camino attirò la sua attenzione: Fino Alla Morte.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La scritta sembrava formata da sangue  ormai secco spalmato al muro, non c’era segno di pennello o bomboletta,  era come se si fosse formata improvvisamente dal nulla, sotto la scritta, il camino era acceso usando come combustibile dei fili neri simili a capelli, per un a attimo si sentì una specie di verso simile ad un lamento uscire dal camino, il ragazzo fissò il camino con i brividi ed una certa tensione per qualche secondo, gli venne una stranissima sensazione, di scatto come per un attacco di paura si fiondo fuori dalla porta alle sue spalle e uscì dalla casa.

Ore 10:30

Il signor Part era ancora lì spostando dei pezzi di legna dal rimorchio del furgoncino nero alla soglia della porta di casa , e guardando il giovane lo chiamò: “ Zero, vieni un attimo qui per piacere” il ragazzo corse verso l’uomo “Mi potresti aiutare a spostare questo pezzo di tronco?” disse indicando l’oggetto “certo” pian piano lo trasportarono.

Quando arrivarono all’entrata di casa Part posarono il tronco, l’uomo notò che sulla faccia del giovane vi era una strana una strana espressione, un misto tra paura stupore e preoccupazione, il vicino si rivolse a Zero: “Comunque in quanto a tua sorella….” “Non c’è bisogno” disse mettendosi una mano tra i capelli “I suoi funerali si svolgeranno dopo-domani, cioè mercoledì, prima devono svolgere una autopsia per capire chi o cosa  l’abbia uccisa “ il signor Part sospirò  “sei stato tu a ritrovare il corpo, forse potrò sembrarti insensibile, ma da ieri pomeriggio non fanno altro che parlare dello strano volto di Sasha, mi sono incuriosito, come era?” al ragazzo venne un flash del viso ragazza, e rimase immobile, con una espressione indescrivibile “scusa, non dovevo farti una domanda del genere” l’uomo  mise una mano sulla spalla di Zero, ma lui la scansò bruscamente senza nemmeno rendersi conto delle sue azioni.

Part guardò stupito ma allo stesso tempo comprensivo Zero “Zero, che ti succede? Devi cercare di andare avanti non puoi fermar” il ragazzo lo stoppò “ No, non c’entra quello, cioè, non lo so, forse si  oppure no…..ultimamente mi succedono cose stranissime,  ieri sera non mi sono messo a dormire nella neve, con due gradi all’aperto senza motivo! L’altra notte è successo qualcosa di strano, e anche stamattina ho visto delle cose strane!” l’uomo osservandolo incuriosito disse “devi solo riposare, la morte di quella povera ragazza non è facile da superare, anche io le volevo bene”

Il ragazzo castano lo guardando la neve a terra, cercando qualcosa di un colore diverso, di stano, insomma, qualcosa su cui poggiare lo sguardo e rispose “…posso chiederle un favore?”  Part rispose sorridente: “certo” zero allora fece un sospiro e riparlò “ mi accompagnerebbe in casa vorrei prendere qualcosa da portarmi in albergo, non voglio più entrare in quella casa, non più”

Part lo accompagnò a riprendere le sue cose, comprendeva lo stato d’animo del ragazzo, su quella vicenda c’erano troppi lati oscuri, e anche lui voleva capirci qualcosa, forse era stato un comune ladruncolo da quattro  soldi, ed era scappato dalla finestra del bagno, però era strano, dallo svisceramento facciale non sembrava, Sasha era forse entrata in un giro pericoloso? No, non era possibile,  era una così brava ragazza.

Zero rientrò in casa, salì le scale, si diresse in camera e aprì la porta. Una volta lì prese dei soldi, uno zaino e ci inserì dentro dei vestiti, per  poi metterselo sulle spalle e ritornare all’ingresso dove il signor Part lo aspettava.

Uscì, ringraziò il signor Part, poi salì sulla sua Ducati azzurra con sfumature blu e prese la strada principale, l’unica presente in quel posto desolato e dimenticato da Dio.

Ore 13:00

Zero ormai arrivato in città parcheggiò la moto, ora non sapeva che fare e allora si fece un esame mentale sul da farsi: “ stasera andrò all’Hotel Poker per dormire” ma che avrebbe fatto nel frattempo? Una cosa gli era fissa in testa: Scoprire di preciso cosa era successo a Sasha.

Appena accostò la porta che portava dal parcheggio sotterraneo alla strada esterna, uno spiraglio di luce pallida e fredda gli tagliò l’occhi sinistro, il ragazzo spalancò il portellone, fu travolto da un bagliore accecante e il suoi capelli furono scompigliati dal vento forte e gelato.

Iniziò a camminare in quel groviglio di gente, sua sorella gli aveva detto di avere una amica in città, una certa Hanna, abitava sulla quinta strada e si ricordava anche il numero civico, perciò iniziò a dirigersi verso l’appartamento della ragazza.

Dopo circa 45 minuti di cammino gli venne sete, e perciò si fermò in un bar. Entrò e si sedette su uno sgabello vicino al bancone: “Che ti do?” Zero lo guardò: “solo un bicchiere d’acqua” il barman si diresse a prendere un bicchiere, intanto il ragazzo noto che sul televisore del bar era in onda il telegiornale regionale: una ragazza che raccoglieva i capelli neri con una coda di cavallo, vestita con una divisa rossa annunciò  “ è stata una tragedia quella che è successa ieri pomeriggio in una casa in periferia , Sasha Rap è stata trovata morta da un famigliare, dalle voci che girano si tratterebbe di un pazzo omicida, il corpo era in condizioni pietose, per il momento la polizia mantiene tutto riservato e quindi vi aggiorneremo in seguito per le prossime notizie”.

Zero osservò per un attimo il tavolo e disse ironicamente tra se e se: “perfetto, adesso lo sanno anche i muri” e gli scappò un sorrisino accennato.

Uscì dal bar, e dopo un po’ si ritrovò davanti alla porta d’ingresso,  sul campanello c’era scritto: Hanna Jeans. Sospirò, premette il tasto, si udì una voce lontana provenire dall’interno dell’appartamento: “arrivo, aspettate un attimo”

Zero aspetto………..circa 1 minuto dopo la porta si aprì, e sbucò una ragazza sulle 17, alta poco meno di lui, circa 1,73. Era pallida, con i capelli castani molto chiaro, quasi biondo, indossava un accappatoi ed era quasi tutta bagnata.

“Scusi…chi è lei?”

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