King for a Day di queenseptienna (/viewuser.php?uid=88872)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Eccessi ***
Capitolo 2: *** 2. Cuori grandi e gelosia ***
Capitolo 3: *** 3. Spiacevoli scoperte e parole dure ***
Capitolo 4: *** 4. Accetto ***
Capitolo 5: *** 5. Il cellulare che squilla ***
Capitolo 6: *** 6. Portinaia ***
Capitolo 7: *** 7. Fuori dai denti ***
Capitolo 8: *** 8. Cuore violento ***
Capitolo 9: *** 9. Decisioni sul momento ***
Capitolo 10: *** 10. Provocazioni nemmeno troppo velate ***
Capitolo 11: *** 11. Delle regole me ne sbatto ***
Capitolo 12: *** 12. Rosicare ***
Capitolo 13: *** 13. Invadenza ***
Capitolo 1 *** 1. Eccessi ***
Titolo: King for a Day
Fandom: RPS Green Day
Pairing: Mike/Trè - Tré/Billie
- Mike/Billie
Personaggi: Mike Dirnt, Billie Joe Armstrong,
Tré Cool, altri
Numero Capitolo: 1 di ?
Genere: romantico, erotico, angst
Avvertimenti: slash, sesso descrittivo, altri in
corso d'opera XD Per ora ci limitiamo ad un rating giallo, lo metteremo
rosso quando sarà necessario.
Info: questa ff è il seguito di Why
do you want Here?
Disclaimer: Non è mai successo e mai
accadrà. Magari fosse vero ù_ù
Erano passati parecchi anni da quando lui e Mike si erano dichiarati il
loro amore.
Da quel momento si erano mollati e rimessi insieme tante di quelle
volte, da far invidia a Paris Hilton. Nelle pause
della loro storia avevano trovato posto, in ordine sparso, matrimoni,
figli, ragazze, ragazzi, Billie ed un’altra accozzaglia di
persone
eterogenee.
Già, perché Mike aveva ripreso a rotolarsi tra le
lenzuola anche con il cantante, senza peraltro smettere di farlo con
lui. Non che a qualcuno importasse poi molto di questo trascurabile dettaglio.
Non provava rancore verso BJ… Mike era di entrambi, lo
sapevano bene, ed ormai avevano fatto l’abitudine a
quell’assurdo menage a trois,
considerandolo pressoché normale.
Il loro singolare modus vivendi
si poteva riassumere in cinque semplici regole: niente
possessività,
nessuna scenata, nessun muso lungo, ma soltanto le solite battute
idiote e lo stare sportivamente al gioco quando il bassista sceglieva
in quale letto dormire. Del resto non è che stessero
dichiaratamente
insieme, cosa resa ancor più palese dal numero di figli che
tutti e tre
avevano sparso in giro.
Osservando quella strana situazione
dall’esterno, nessuno avrebbe mai detto che Tré
Cool provasse un
qualche vago sentimento di gelosia nei confronti di Dirnt, anzi, al
contrario, sembrava quasi che la sua follia e la sua sventatezza
aumentassero di giorno in giorno.
Forse troppo per non preoccuparsene.
I
tre musicisti erano davvero soddisfatti della loro ultima produzione,
“21st Century Breackdown”, che stava scalando
rapidamente tutte le
classifiche, ma non per questo potevano permettersi di abbassare la
guardia e sedersi sugli allori. Con questa considerazione in mente, i
Green Day si trovavano ogni giorno in sala prove per ripassare e
rifinire i brani da suonare durante i tour; in parole povere per
rendere perfetto ciò che lo era già.
Quella mattina, dopo aver
sistemato vari pezzi, erano nel bel mezzo dell’esecuzione di
“Peacemaker”, durante un assolo di batteria
particolarmente complesso,
e Tré era concentratissimo, con la bocca tirata in una
smorfia sottile.
In piedi davanti a lui, Billie e Mike stavano ridacchiando come due
cretini e, ad un tratto, si erano avvicinati e si erano scambiati un
bacio a fior di labbra.
Lo avevano fatto altre mille volte, ma in
quel momento a Tré sgusciarono le bacchette dalle mani, come
se non
avesse più alcuna presa su di esse, ed il tonfo della loro
caduta
rimbombò tra le pareti, nel silenzio sopravvenuto al tacere
improvviso
della batteria.
-Ehi!- Billie Joe si voltò di scatto verso di lui, che
arrossì appena. –Tutto bene, Tré?-
-Sì, sono solo un po’ stanco. E’ tutto
il giorno che proviamo.-
Armstrong sollevò un sopracciglio, quasi incredulo di fronte
a quella risposta pacata e seria. Se Tré non aveva
replicato, come suo solito, farneticando di polli o alieni, questo
voleva dire che stava davvero male…
rifletté il vocalist –Vuoi che per oggi la
piantiamo qui?- insistette.
-Sarebbe
meglio.- ribattè brevemente Cool, per poi alzarsi dallo
sgabello ed
afferrare una bottiglietta d’acqua, che ingollò in
pochi sorsi.
–Scusatemi…- mormorò, defilandosi fuori
dalla sala prove senza
aggiungere altro.
BJ guardò stupito Mike che, di rimando, lo scrutò
con un’espressione accigliata e pensierosa.
Fanculo… mugugnò Frank tra
sé
Perché ogni volta che accadeva se la prendeva come se fosse
la prima?
Gli
venne in mente quella mattina, di molti anni prima, in cui Mike era
piombato a casa sua come una furia, dimostrandogli di voler essere
l’unico per lui e di pretendere lo stesso in cambio. Anche se
tentava
di nasconderlo, detestava vedere Mickey occhi blu
baciare
Billie, non sopportava di sapere che spesso andasse a letto con lui e
ringhiava d’odio, sotto una maschera di finta indifferenza,
quando era
il bassista a ricevere le attenzioni del cantante
Wright sapeva bene
quanto fosse assurdo fare il geloso dopo tutti gli anni ormai trascorsi
da quel giorno, dopo i siparietti tra i due a cui assisteva da sempre,
dopo tutte le persone che erano passate nelle loro vite e soprattutto
tra le loro lenzuola, ma non riusciva davvero ad impedirselo, era come
un istinto primordiale che non poteva reprimere.
-Tré.- la voce di
Mike, alle sue spalle, lo sorprese nel suo rifugio privato, una piccola
saletta in disuso dello studio di registrazione.
Cool respirò
profondamente, cercando di calmarsi e, con un mezzo sorriso, si
voltò
verso il compagno. Dirnt lo fissava con espressione indecifrabile e
troppo seria. Come sempre, del resto… si
ritrovò a pensare il batterista.
-Cos’hai?- chiese il bassista in modo chiaro, conciso e
diretto. Mai che non vada dritto al punto…
constatò sarcasticamente l’interpellato,
continuando il proprio monologo interiore.
- L’ho già spiegato anche a BJ, sono solo stanco.-
ripeté Frank –Perché, ti sembra
così strano?-
Mike,
dopo aver chiuso la porta, fece qualche passo avanti e mise una mano
sulla spalla dell’amico. – Sì. Tu non
sei mai stanco. Ti ho visto
suonare come un invasato ad un concerto, scolarti birre su birre per
tutta la notte e, la mattina dopo, presentarti alle prove perfettamente
sveglio ed in forma. Quindi, non può trattarsi di
stanchezza, deve
esserci qualcosa di più.-
-Perché lo ha deciso San Mike, protettore dei bassisti
promiscui?- rispose canzonatorio l’altro.
-Hai lo stesso atteggiamento di quando mi precipitai nei tuo
appartamento, quindici anni fa.- constatò Dirnt un
po’ sorpreso.
-E se anche fosse?- si sentì ribattere in modo tagliente dal
suo interlocutore.
Mike
lo fissò in silenzio, socchiudendo gli occhi azzurri che
tanto
somigliavano a quelli di Tré. – Ho capito
– esordì poi - Stai facendo i
capricci perché ho baciato BJ.-
-No, perché voglio il mio pollo di gomma.-
ridacchiò l’altro, nervoso. –E comunque
IO non faccio i capricci, soprattutto per TE.-
concluse con una punta di amarezza.
Dirnt
sorrise e lo spinse contro la parete più vicina, tappandogli
la bocca
con il bacio che Tré avrebbe voluto ricevere parecchio tempo
prima. Il
suo odore invase le narici di Frank che chiuse gli occhi, aggrappandosi
al suo collo e strusciandosi contro il ginocchio che Mike gli aveva
infilato fra le gambe.
Era diventato dannatamente abile, nel mettere
a tacere la voce che avrebbe voluto gridare al bassista di piantarla di
dargli il contentino, che avrebbe voluto urlare, una volta per tutte,
che era stufo marcio di essere trattato in quel modo ridicolo e
menefreghista, in cui Mike faceva il bello e il cattivo tempo,
relegando sia lui che Billie al ruolo di semplici pupazzetti, con cui
divertirsi al momento desiderato
Putroppo, però, tutte quelle belle
parole rimanevano solo teoria perché, in pratica,
Tré non era capace di
scacciare quella mano che gli si stava insinuando oltre la cintura e di
respingere quella bocca che gli stava lasciando una scia di baci
roventi lungo la gola.
E nonostante dentro di sé sapesse bene che,
magari il giorno dopo, ci sarebbe stato Billie al proprio posto, a
ricevere quelle stesse attenzioni, tuttavia non riusciva a mandare via
Dirnt a calci nel didietro, come si sarebbe meritato.
Sto diventando davvero bravo a negare la realtà,
mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi…si
derise tra sé.
Poche
ore dopo, Cool uscì dagli studi di registrazione e
s’incamminò senza
meta, dandosi mentalmente dell’idiota. Ringhiando di rabbia
tirò un
calcio ad una lattina che stava sul marciapiede, facendola rotolare
lungo l’asfalto ed ascoltandone il ripetuto tintinnio,
finché questo
non si esaurì. La vittima successiva fu un sasso,
anch’esso calciato
dritto davanti a sé, fino a farlo sbattere contro un muro.
Wright
procedeva spedito, la testa bassa e le mani infilate nelle tasche dei
calzoni, mentre macinava metri su metri con le sue Converse rosse,
diventate ormai un must tra le fans. Eppure, questa
sua specie
di maratona, non bastava ad allontanare da lui la sensazione gelida e
strisciante di essere stato usato, o meglio, di essere stato messo a
tacere da Mike, per l’ennesima volta.
Già da parecchio tempo, ormai, aveva il forte sospetto che
il bassista usasse il metodo della sveltina
per calmarlo, per non lasciargli il tempo di fare domande e per
stordirlo a tal punto che, dopo, non le ricordasse nemmeno
più. E lui,
dannazione, pur sapendolo, lo lasciava fare! Pur di averlo vicino,
almeno per un po’, accettava che lo trattasse come una
puttana ogni
maledetta volta, perché questo era ormai il proprio ruolo!
Era inutile
continuare ad illudersi…lui amava ancora Mike, esattamente
come tanti
anni prima, ma probabilmente per l’altro non era
più così.
Con un
profondo senso di amarezza, Cool si trovò a ricordare quel
periodo in
cui, dopo l’ennesima discussione, si erano separati per un
po’ e Mike
era tornato da Anastasia - già, proprio quella che
lui gli aveva presentato ad una festa
- comunicandogli poi, con aria festosa, come lui e la ragazza si
fossero finalmente rappacificati. Tré era rimasto di sasso e
solo una
violenta gomitata di Billie Joe lo aveva risvegliato dal mondo dei
morti. Poco dopo i due fidanzatini si erano sposati
ed avevano
avuto una figlia, cosa che aveva messo a terra Frankie, il quale era
riuscito a risollevarsi solo alla notizia dell’imminente
divorzio tra i
due.
Durante quell’orribile lasso di tempo, Tré aveva
fatto sesso
con qualunque donna o uomo gli fosse capitato a tiro, si era infilato
in ogni letto, pur di non pensare. Eppure, malgrado fosse stato messo
da parte come una scarpa vecchia ed a dispetto della sofferenza
vissuta, quando Dirnt ed Anastasia si erano separati, era corso di
nuovo a scaldargli le coperte, calpestando il proprio orgoglio e la
propria dignità pur di stargli accanto.
Com’era prevedibile, si era
trattato solo di una parentesi perché, successivamente,
nella vita del
bassista era entrata Brittney Cade, e Cool era caduto di nuovo nel
dimenticatoio, salvo tornare utile quando Brit non
c’era, oppure dopo uno dei tanti litigi tra lei e Mike.
Che schifo… mormorò il
batterista, con un moto di ribrezzo verso se stesso.
Quello di BJ, invece, era un discorso ben diverso…
Billie
Joe Armstrong era l’unica persona ad aver fatto davvero
breccia nel
cuore di pietra di Dirnt, l’unico a godersi il suo amore
incondizionato
da oltre vent’anni, e per questo Tré lo odiava.
Anzi no, a causa di
questo legame che sembrava intoccabile ed ineguagliabile, Cool li
odiava entrambi, con tutta la forza del proprio cuore maltrattato.
continua...
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Capitolo 2 *** 2. Cuori grandi e gelosia ***
Un mega grazie a tutti coloro che stanno seguendo questa storia ^___^
Rudie: come sempre sei gentilissima *O*
Per Maka che non ha commentato MA LO FARA' XD: sei ancora viva o il pc
ha deciso di abbandonarti del tutto? XD
Un grazie anche a chi ci commenta sulla nostra pagina Facebook
*O*
Berkeley – Casa Armstrong – ad
un’ora imprecisata della notte
-Mike
Dirnt, sei uno stronzo.- Billie Joe pronunciò quelle parole
taglienti,
agitando una bottiglia di Bud’s sotto il naso
dell’amico e facendogli
spalancare gli occhi dallo stupore.
-Perché? Che c’è? Che ho fatto
stavolta?!- il bassista non riusciva a capire esattamente cosa potesse
aver combinato.
-C’è che sei uno stronzo!- ribadì il
suo interlocutore con più enfasi –Ti stai
comportando esattamente come quindici anni fa.-
Mike deglutì rumorosamente. Anche lui, da quando aveva avuto
l’ultimo incontro bollente con
Tré, in quella saletta polverosa, aveva la stessa orribile
sensazione.
- Ah…ecco…ti riferisci a…-
farfugliò a bassa voce
-Sì,
sì, esattamente.- lo interruppe Billie seccato, prendendo a
camminare
per il salotto leopardato, sempre con la bottiglia stretta fra le dita.
–Sai perché ieri, durante le prove, Tré
ha smesso di suonare? Perché mi
hai baciato.-
-Beh, e qual è la novità? Lo facciamo sempre.-
borbottò il bassista, cercando di farsi piccolo piccolo
sotto lo
sguardo infuocato del moro.
-Non capisci mai un cazzo, quando sei in torto. Parlo della sua
gelosia. Teme che tu venga di nuovo a letto con me.-
-E non è così?- ribatté candidamente
l’altro, scansando al volo la ciabatta tiratagli dal
cantante.
-No,
razza di maniaco idiota. Il fatto che ci scambiamo qualche bacio di
tanto in tanto o, che in questi quindici anni, ci sia capitato qualche
rara volta di scopare, non significa necessariamente che tu debba fare
lo stronzo con lui
Dirnt prese fiato, abbassando lo sguardo sul tappeto. -Io e
Tré non stiamo più insieme da molto tempo, lo
sai.-
-
Che lo sappia IO ha poca importanza, LUI ,invece, ne è a
conoscenza?-
Un’altra ciabatta sibilò, sferzando
l’aria, molto vicino all’orecchio
del bassista, che si salvò solo tuffandosi
sull’orripilante fantasia
animalier del sofà.
-Certo che lo sa. Insomma, si ripassa ogni donna
gli capiti a tiro!- Mike, irritato, sputò quasi quelle
parole e Billie
Joe scoppiò a ridere, spargendo birra ovunque.
-Sei proprio un cretino.- sghignazzò
-E
tu smettila di bagnarmi con quella roba.- mugugnò
l’altro, asciugandosi
alla bell’e meglio . –E piantala di insultarmi.
E’ da quando sono
arrivato qui che non fai altro!-
-Lo so, ma mi fa incazzare che tu
sia così ottuso!- ribatté il cantante,
accomodandoglisi sulle ginocchia
in un’ improbabile posa da diva. –Tu non lo
consideri più perché lui va
a donne e lui va a donne perché tu non lo guardi, e ti
diverti a fare
il tacchino con me. La colpa è comunque tua.-
-Fammi capire… lui lo
farebbe apposta… per farsi notare da me?- Dirnt lo
fissò incredulo,
risucchiando aria all’interno delle guance.
-Elementare, Watson.-
rispose con sussiego il cantante, fiero di sé per avergli
inculcato
quella “difficile” nozione. –E’
per questo che la mia illuminatissima
mente geniale ha concepito un piano grandioso ed assolutamente perfetto
e…-
Il bassista scoppiò a ridere. –Si può
sapere cosa vai farneticando?-
-Cazzate,
credo. – considerò Armstrong semiserio - La
sintesi è che ci prenderemo
cura di Tré, lo coccoleremo e lo faremo sentire amato come
merita.-
concluse con un sorriso ammiccante. –Insomma Mike, tu sai che
ti amo,
però amo moltissimo anche lui e… forse
è ora che se ne accorga. -
Mikey occhi blu scosse la testa divertito e
sentenziò - Sei una puttana, BJ, l’ho sempre
detto.-
-No, sono solo un uomo dal cuore molto grande.-
ribatté l’altro con aria solenne.
-
Ma piantala! Non farmi dire sconcezze…- intervenne il
collega alzandosi
di colpo dal divano e facendolo finire a terra con un tonfo.
Casa Wright – tarda mattinata del giorno seguente
-Tré ci sei, dannato cazzone?-
Billie
si era praticamente incollato al campanello, ma ormai stava per perdere
la speranza di ricevere una risposta. Dall’interno
dell’appartamento
non giungeva infatti alcun rumore. –Forse è
uscito…-. Ipotizzò
Armstrong con aria delusa.
Dirnt si sfregò le braccia con le mani.
–No, è in casa, sono sicuro. Fa sempre
così quand’è incazzato. Guarda
sotto lo zerbino, ci dovrebbe essere una copia della chiave.-
Le
sopracciglia del cantante fecero uno schizzo verso l’alto, ma
si piegò
comunque verso il basso e sollevò il tappetino, scoprendo
così una
piccola chiave di scorta, che infilò subito nella serratura.
La porta
si aprì, permettendo loro di accedere al loft e, una volta
dentro, si
diressero verso il soggiorno e la cucina, ma non trovarono traccia
dell’amico. Infine giunsero di fronte alla camera da letto e,
dall’uscio spalancato, poterono ammirare
uno spettacolo davvero
sorprendente: il padrone di casa, con i soli jeans addosso, si stava
strusciando lascivamente sopra ad un tizio sconosciuto,
anch’egli
semivestito.
A quella vista, i due ospiti inattesi si lasciarono
sfuggire un singulto sorpreso che fu immediatamente captato dal
batterista. Questi alzò il capo con aria interrogativa e,
non appena il
suo sguardo si posò sui nuovi arrivati, ancora inchiodati
sulla soglia,
esclamò rabbioso -Che cazzo ci fate, voi due, in casa mia?!-
La voce
di Tré era una lama di ghiaccio, terribilmente diversa da
quella
sensuale e maliziosa che aveva fino a qualche istante prima, mentre
baciava l’uomo stravaccato sul suo letto. In quel momento,
nello
stomaco del bassista, si formò una specie di blocco di
cemento, pesante
e gelido.
L’immagine di Tré tra le braccia di un altro
invase
rapidamente il suo cervello, facendogli quasi rischiare un sovraccarico
del sistema nervoso, per lo scoppio di gelosia che lo
attraversò.
-Veramente…
eravamo passati solo per…- balbettò Billie
imbarazzato, e sì che
mettere in difficoltà o stupire il frontman non era per
niente facile!
Questo suo insolito atteggiamento poteva avere un solo significato: le
cose erano messe davvero male! Ostentando una disinvoltura che era ben
lungi dal possedere, BJ ricominciò – Noi eravamo
passati a trovarti
solo per…-
-Non vi aspettavo e non siete graditi- tagliò corto il
batterista –Del resto, come vi sarete accorti, al momento ho
parecchio
da fare -
L’uomo al suo fianco gli accarezzò gentilmente una
mano,
bisbigliando. –Sarà il caso che io torni a casa,
tu ed i tuoi ospiti
dovrete parlare… -
-No.- replicò secco Frank, sferzandolo con
un’occhiata tagliente – TU rimani, tanto LORO
stanno andando via, vero?? –
Gli
interpellati, presi alla sprovvista, non seppero davvero cosa
rispondere, anche perché nessuno dei due aveva mai
considerato l’idea
che Tré potesse stancarsi di Mike. Quest’ultimo,
infatti, era
addirittura pietrificato e senza respiro.
-Sì, è vero, ce ne stavamo
andando.- biascicò Armstrong con un filo di voce, lanciando
un’occhiata
spaventata al proprio al proprio collega, che però
continuò a fissare
il pavimento.
-Molto bene, allora fuori!- Il batterista li mise
praticamente alla porta, balzando su dal letto e spingendoli attraverso
il corridoio. Una volta arrivati al portoncino sibilò
–Non azzardatevi
mai più. Non so cosa avevate in mente, ma mi avete rotto il
cazzo,
tutti e due!-
E con quest’ultimo insulto li sbatté in strada,
chiudendo definitivamente l’uscio.
Scrollando
le spalle, Cool tornò in camera dove Jack, quello era il
nome dello
sconosciuto, gli si fece incontro dicendo -Ehi, quei due mi pareva di
conoscerli… Sono famosi? Ma che volevano da te?-
Wright scosse la testa ed un sorriso amaro gli si dipinse sul volto.
–Famosi? Chi, quelli? No, figurati… non erano nessuno.-
-Allora,
visto che ormai hanno tolto il disturbo, che ne dici di riprendere da
dove ci eravamo interrotti?- mormorò Jack, accarezzandogli
il collo
scoperto, mentre Cool emetteva un gemito di fastidio, mascherato con
prontezza. Cercando di rilassarsi, il batterista chiuse gli occhi ed
appoggiò la fronte contro il muro, lasciando che le dita del
compagno
gli scivolassero sui fianchi per abbassargli i pantaloni.
In fondo
era un uomo dotato di molta fantasia e forse, con un po’
d’impegno,
sarebbe riuscito a credere che le mani che lo sfioravano fossero quelle
di Mike…
continua…
|
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Capitolo 3 *** 3. Spiacevoli scoperte e parole dure ***
Un grazie a tutte voi, commentatrici! XD
Non so ancora esattamente quando i capitoli avranno warning rosso, ma
vi avvertirò prima ^^
Mille grazie a tutte *O*
-Merda!- esclamò il bassista, torcendosi le mani,
stravaccato sul
sedile del passeggero –Non posso crederci. Ma chi era quello?
Come
cazzo si permette?-
Billie Joe non rispose, aspirando il fumo della
sigaretta che gli pendeva fra le labbra e continuò a guidare
senza una
meta precisa. Non sapeva cosa rispondere e non credeva di avere una
risposta corretta da dare. A dire il vero, quella che avrebbe voluto
dare, non sarebbe stato il massimo… rivelare a Dirnt che
Tré si era con
ogni probabilità stufato di essere il suo tappetino e si era
trovato un
altro, era troppo duro.
-L’hai visto??? Lo stava toccando!
Cazzo, solo io posso farlo in quel modo.- grugnì ancora il
suo compagno
di viaggio, imprecando e tirando pugni pugni contro il montante
dell’automezzo.
-Calmati, Mikey… non fare così, non serve a
nulla.-
provò a tranquillizzarlo, ma senza successo. Mike si passava
le mani in
volto, sconvolto e destabilizzato dal fatto che Tré, il suo
Tré, avesse addosso l’odore di qualcun
altro, che non fosse lui a toccarlo, a fare
l’amore… non ci doveva essere
nessun’altro!
Continuò a brontolare questi concetti senza sosta, fino a
far venire il mal di testa al cantante che infine sbottò.
-Ma
insomma, cosa cazzo ti aspettavi? Che Frank rimanesse tutta la vita ad
accontentarsi delle tue briciole? Lo vuoi capire che quel tipo ce lo
sta portando via? Che te lo sta portando via. A te.-
esplose,
inchiodando con i freni del mezzo della strada e sterzando in una
piazzola. Si girò a fronteggiare il bassista, che lo fissava
con occhi
sgranati. –Io pensavo di andare da lui a farci una scopata in
compagnia, Mike. Non immaginavo che le cose fra voi fossero andate a
fondo fino a questo punto. Se ha cercato qualcun altro, vuol dire che
va veramente male.-
-Ma noi… noi abbiamo…- balbettò
l’altro.
-Sì,
lo so cosa avete fatto nello stanzino degli studio.- lo
rimbeccò il
cantante –Appunto per questo! E dopo cosa hai fatto, mh?-
-Gli ho detto che sarei venuto da te.- Dirnt abbassò la
testa.
-Sei un emerito coglione, Mike. Ma non capisci che…
bah… non fa niente, ormai è troppo tardi-.
-Dici sul serio?-
-Sì-.
- Non sei più molto incoraggiante lo sai?-
- Ti sto mettendo solo davanti alla verità. Dopotutto
è anche grazie al tuo contributo
che siete in questa situazione adesso. A questo punto penso che tu non
abbia neanche diritto di incazzarti più di tanto con lui.-
- Scusa-
sibilò furioso Mike squadrando l'amico –Ma tu,da
che parte staresti? Mi
sembra di non capirlo molto bene, perché se vuoi farmi
sentire una
merda ancora di più, ci stai riuscendo perfettamente!-
- Missione compiuta allora!-alzò gli occhi al cielo Billie.
-L'hai allontanato tu, Mike-.
- Tu,
non facevi tante storie per tornare a letto con me dopo tutte quelle
stronzate che mi hai rifilato quindici anni fa sul tuo grande amore di
Adrienne e di quanto l'amassi più di me!-
Il cantante strinse forte il volante e si voltò urlando -Io
non sono Tré!-
Il silenzio si tagliava con il coltello dentro l'abitacolo, mentre
entrambi ansimavano leggermente, guardandosi in cagnesco.
-Io
non sono lui. Ma come lui, non posso fare a meno di te. Ma io so qual
è
il mio posto, sei tu che non hai ancora capito qual è il
tuo!-
-Ah
ok, allora sentiamo! Quale sarebbe il mio posto?- domandò
rabbioso il
bassista, dando un pugno al cruscotto e rischiando lo scoppio
dell’airbag. –Sentiamo, signor so-tutto-io! Vediamo
se hai la risposta
magica per tutto quanto?-
Armstrong dovette resistere all’impulso di
cedere e sferrargli un cazzotto sulla mascella. –Il tuo
posto, Mikey?
Non è difficile sai? Ma se c’è una cosa
che proprio non ti riesce bene
è essere fedele… ne sei talmente geneticamente
incapace che anche se
fossimo stati insieme stabilmente io e te mi avresti fatto un palco di
corna. E non sono il tipo da voler andare in giro travestito da cervo
in primavera, se capisci quello che voglio dire.-
-Umpf, perché
quando vieni con me, non stai tradendo tua moglie, vero?- Dirnt lo
trapassò con i suoi occhi di ghiaccio, prendendolo in giro.
-E’ diverso.- ribatté l’altro
–Io e te siamo sempre stati insieme. Adrienne sa
che non posso fare a meno di venire da te. Lo sa e lo sopporta,
perché
Mikey, se tu non ci fossi, mi mancherebbe persino l’aria per
respirare.
Ma mi accontento di quello che posso avere, perché sono
stato io a sceglierlo.-
Mike fece una smorfia, credendole tutte stronzate. –Beh, e
dove infili Tré in tutto il tuo discorsetto?-
-Possibile
che non capisci?- Billie girò la manovella del finestrino
della sua
vecchia Audi e gettò la cenere fuori, macchiando la portiera
–Possibile
che dopo quindici anni ancora non capisci che, forse, quello che prova
Tré per te è ancora più forte di
quello che provo io? Io ho deciso di
farmi una famiglia fuori da te, lui è con te che vorrebbe
farla.-
-Ti
odio quando fai questi discorsi. Ti odio davvero.- Mike si
passò le
dita sulle tempie, massaggiandole. –E non tirare fuori quella
stronzata
del fatto che se tu fossi stato donna avremmo avuto un nugolo di
mocciosi e saremmo stati la famigliola perfetta.-
-Non ho detto
niente, infatti.- Billie lo guardò con espressione ferita
–Ma ci sono
giorni in cui mi chiedo dove è andato a finire Mike Dirnt,
il mio
migliore amico, e chi cazzo è questo sconosciuto che ho di
fronte.-
Il
giorno dopo, durante le prove, non ci volle affatto un genio per capire
che non c’era affatto armonia. Ognuno suonava praticamente
per conto
proprio, fuori tempo e senza cognizione logica. Arrivarono persino a
suonare ognuno una canzone diversa, così che alla fine
invece di
provare le canzoni di 21st Century Breackdown ci fu
un’accozzaglia di
note tratte da Basket Case, Misery e St. Jimmy. Praticamente uno schifo.
-Sinceramente
credo che siamo messi male.- dichiarò Billie –Non
era mai successa una
cosa del genere e credo sia ora di parlare un po’.-
-Io ho da fare.-
sbottò il batterista, alzandosi e accennando ad andarsene,
ma il
cantante lo afferrò al volo per un braccio e lo fece roteare
su sé
stesso, per poi spingerlo seduto su una sedia. –No, no. Tu
non vai da
nessuna parte, soprattutto non vai dall’amichetto nuovo di
zecca che ti
sei portato a casuccia. La mamma è molto offesa con il suo
bambino.-
Cool inarcò un sopracciglio. –Dì, ma
cosa hai sniffato, della colla?-
-No,
ma il tuo nuovo fidanzato mi sta sulle palle tanto quanto quello
vecchio.- rispose acido, rifilando un’occhiata feroce a
Dirnt, che alzò
gli occhi al soffitto e sbatté le braccia lungo il corpo.
-Cielo,
BJ! Una barcata di cazzi tuoi, mai?- esclamò il bassista,
riponendo lo
strumento nella propria custodia e lanciando talvolta delle occhiate
nervose verso Tré, che lo scrutava attentamente in ogni
movimento.
-Stavo
dicendo.- ringhiò il cantante –Che sarebbe ora che
voi due vi
chiariste, scopaste come dei ricci in calore, vi scambiaste una
vagonata di paroline d’amore picci picci
e per i prossimi
vent’anni andare d’amore e d’accordo
senza mollarvi e rimettervi
insieme almeno una volta alla settimana. Siamo qui per lavorare, nel
caso non ve ne foste accorti, gradirei che ci fosse armonia nel gruppo.-
-Tsk,
ha parlato quello che, tra ogni “pausa di
riflessione” tra me e Mike,
si fionda nel suo letto alla velocità della luce.-
sussurrò Tré,
distogliendo lo sguardo da Billie che si era messo le mani sui fianchi
e lo fissava infuriato.
-Hai la stessa elasticità mentale di un
mattone, batterista del cavolo. Con la palla che hai perso ti sei
fumato tutto il coraggio che avevi? Non sei capace di prendere in mano
la situazione?-
-Billie, ti suggerirei sempre un bel po’ di fatti
tuoi.- lo avvertì Mike, che iniziava già ad avere
i primi tic nervosi
quali sudorazione accelerata e vena che pulsava pericolosamente su una
tempia –Altrimenti il prossimo letto in cui salterai
sarà quello
dell’obitorio dell’Ospedale di Berkeley.-
-Sta zitto tu, puttaniere della domenica.- lo mise a tacere
l’amico, minacciandolo con il manico della Blue2
- O al posto delle Tartarughe Ninja ti metto i DVD dei Gormiti.
Dicevamo.- riprese rivolto a Tré –Si
può sapere cosa ti succede?-
-Succede
che mi sono rotto!- esclamò il batterista, arrabbiato
–Sono stufo di
vedervi limonare come due adolescenti in calore fregandovene di quello
che posso pensare. E non fare tanto l’eroe o il santo della
situazione,
Billie Joe, perché sei sempre tu ad iniziare davanti a me. E
non
credere che non sappia cosa fate quando siete insieme voi due.-
-Non saprei, dimmelo tu cosa facciamo.- rispose il cantante con
un’alzata di spalle, mordendosi il labbro inferiore.
-Beh,
non è difficile.- Il tono di Tré era cattivo e
tagliente. Si girò verso
Mike, che li guardava esasperato. –In fondo, prima avevate un
minimo di
pudore. Con il passare del tempo avete perso persino quello, credete
che non sappia delle vostre grandiose scopate? Non si parla
d’altro,
sapete?-
Gli altri due musicisti si guardarono perplessi.
-Oh
sì.- continuò l’altro, alzandosi in
piedi –Ragazzi, non sono idiota,
anche se mi piace interpretarne la parte. E poi a voi cosa ve ne
importa di quello che penso io? Anzi, ve ne è mai realmente
importato?
Tu, Billie, così tanto innamorato della tua cara Adrienne e
sempre
lingua in bocca con l’arrapante Mike… e tu,
bassista dei miei stivali,
così pronto a dispensare in giro il tuo uccello a qualunque
essere
vivente purché maggiorenne. Non mi pare che qualcuno abbia
mai chiesto
la mia opinione in merito, dopotutto sono sempre stato io quello
mollato.-
-Tré, ascoltami… non è come pensi
e…- iniziò Mike,
andandogli vicino, pronto a chiarire, ma fu bloccato da un pensieroso
Billie Joe.
-Tré, che ne dici di stare con me?-
continua…
|
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Capitolo 4 *** 4. Accetto ***
Un mega bacio a tutte le nostre commentatrici che seguono con interesse
questa storia!
Nello scorso capitolo Billie Joe vi aveva sorprese con la sua proposta?
Beh, vediamolo all'opera allora XDDDDD
Capitolo
4
Quella
mattina Cool si alzò presto, almeno per i suoi standard, e
decise che
dopo una nottata insonne, forse un po’ d’aria
fresca l’avrebbe aiutato
a schiarirsi le idee. Così si vestì in fretta,
uscì e, camminando per
un po’, arrivò nei pressi del parco, dove si
sedette su di un muretto,
rimanendo ad osservare alcuni ragazzini giocare a football. Strinse fra
le mani la lattina di Diet Coke, che aveva acquistato poco prima in un
piccolo supermarket, e cercò di fare ordine fra i mille
pensieri che
gli affollavano la mente. Più che altro, però,
cercò di sviscerare la
proposta fattagli da Billie Joe il giorno precedente, che
l’aveva
lasciato letteralmente senza fiato.
Non aveva accettato subito,
anzi, era scappato come una lepre di fronte ad un cacciatore,
perché
ciò che gli era stato prospettato andava al di là
della propria
capacità di comprensione, già di suo non
particolarmente sviluppata. Si
morse il labbro inferiore prima di buttare giù
un’altra sorsata e
passarsi una mano fra i capelli, in un gesto inquieto…
Accettare o
non accettare? Era un quesito di difficile soluzione. Da una parte vi
era la folle e continua attrazione verso Mike, che lo spingeva a
rispondere negativamente, e dall’altra invece c’era
la certezza che,
assecondando la folle idea di BJ, avrebbe avuto la
possibilità di
vendicarsi di tutta la sofferenza provata in quegli anni per colpa di
Dirnt…
Tuttavia, quello che ancora non riusciva a capire, era cosa
avesse spinto Billie ad avanzare una simile richiesta proprio a lui..
Questi, infatti, non aveva mai manifestato un interesse di quel
genere nei suoi confronti, a parte qualche bacio durante le interviste,
tanto per fare un po’ di scena, o un tentativo piuttosto
maldestro di
saltargli addosso durante un servizio fotografico, dodici anni prima. A
quell’improvviso ricordo, Tré sorrise
nostalgico… aveva ancora i
capelli verdi, allora.
Nonostante la ragione gli suggerisse di non
fare cazzate - e per uno come lui questo era già strano -
alla fine,
com’era prevedibile conoscendo il soggetto, prevalse
l’istinto ed egli,
con un mezzo sogghigno, trasse il suo nuovissimo iPhone dalla tasca dei
jeans, deciso a chiamare Bill e vedere dove quella pazzia lo avrebbe
portato.
Si gingillò qualche istante su Facebook, scorrendo la
propria pagina e ridacchiando nel vedere le foto stupide, in cui i fans
lo avevano taggato, ma dopo un po’ decise
di smetterla di baloccarsi con le cretinate e cercò il
numero di Billie Joe in rubrica.
Il telefono squillò una sola volta prima che il cantante
rispondesse, mentre in sottofondo aleggiava la musica dei Ramones.
-Pronto?-
-Sono…
sono Tré.- balbettò il batterista, sentendosi
improvvisamente i palmi
delle mani sudati e trovando estremamente interessante il calcio di
pallonetto di un ragazzo davanti a lui.
-Lo so che sei tu.- la
risatina roca di BJ lo avvolse come una coperta calda, rassicurandolo.
–Volevi dirmi qualcosa, non è vero?-
-E tu come lo sai?-
-Non mi avresti chiamato, altrimenti.-
Cool sospirò pesantemente, prima di pronunciare quella
parola di cui sperò di non pentirsi. –Accetto.-
-Ne
sono felice.- Come poteva Billie, con una semplice frase, trasmettergli
della sincera contentezza? Si chiese Wright –Dove sei ora?-
continuò il
vocalist.
-Al parco. Vuoi che venga lì ?- propose Frank
-No.
Arrivo a prenderti, dammi il tempo di mettermi le mutande con scritto
“E’ qui la festa” e sono subito da te.-
replicò l’altro.
A
quell’uscita, entrambi scoppiarono a ridere come stupidi,
finalmente a
loro agio, e Tré comprese di aver superato le proprie
paranoie e di
sentirsi davvero rilassato, quando concluse la telefonata.
Circa
dieci minuti più tardi, l’Audi di Armstrong si
fermò davanti ai
cancelli smaltati di verde e un po’ arrugginiti del parco di
Berkeley,
e Cool saltò giù dal muretto per infilarsi
nell’automobile.
-Ciao.- lo salutò Billie, con un sorriso che andava da un
orecchio all’altro, e l’amico sorrise in risposta
sussurrando. –Ciao…-
-Dove
vuoi andare?- chiese il cantante, mettendo in moto quel catorcio che
possedeva. Si sarebbe potuto permettere macchine ben più
importanti, ma
si ostinava a tenere quel mezzo anonimo, che però faceva il
suo dovere
da un sacco di anni.
-Non lo so.- Tré non sapeva proprio cosa
rispondere. Le sue frequentazioni con Billie non avevano mai compreso
l’intimità fisica e, di conseguenza, neanche un
luogo dove incontrarsi
da soli. –Dove vuoi tu, qualunque posto va bene.-
Armstrong esplose in una sonora risata ed ingranò la prima.
–Credo che ci convenga casa tua…è la
più vicina.-
-
E’ vero, ma se a Mike venisse l’idea di cercarci,
lì ci troverebbe
subito ed oltretutto potrebbe piombarci davanti
all’improvviso, visto
che non ho ancora tolto la chiave da sotto lo zerbino.-
bofonchiò il
batterista, distogliendo lo sguardo da quelle iridi troppo verdi ed
inquisitorie.
-Capisco.- ribatté Billie, guidando in modo
automatico, quasi fosse costretto a farlo. –Allora che ne
dici di fare
un salto ad Union City?- propose quindi, rompendo il silenzio che
iniziava a farsi davvero pesante.
-Ma sono tre ore di viaggio e, tra
l’altro, tu guidi da cani! Non ci penso nemmeno!-
commentò Tré
sghignazzando apertamente, per poi aggiungere. – Ci ho
ripensato…dai,
andiamo da me. Toglierò quella dannata chiave e lui,
anche se dovesse arrivare, non potrà entrare.-
-Era proprio quello che volevo sentirti dire.- sentenziò BJ,
sterzando di botto ed avviandosi verso l’appartamento di
Frank..
Il
batterista non sapeva come diamine fossero riusciti ad entrare in casa,
visto che Billie gli era saltato sulla schiena ridendo come un idiota,
e lui aveva fatto davvero una fatica del diavolo a beccare la
serratura. Chiuse il battente con un calcio e scaricò
l’uomo sul divano
tra una risata e l’altra. Con Mike non avevano mai fatto numeri
del genere.
-Vieni
qui…- bisbigliò suadente Armstrong, ed i viaggi
mentali di Tré
s’interruppero di colpo, sentendosi tirare per il colletto.
Due secondi
dopo stava assaggiando le labbra del cantante che lo stavano
stuzzicando e mordicchiando. Non si poteva dire certo che perdesse
tempo!
-Bi… Billie, aspetta…- ansimò, ma
senza riuscire a trovare
davvero la forza di fermarlo. L’altro ovviamente non gli
diede retta e
lo tirò ancora di più verso di sé,
fino a che Cool non fu spalmato su
di lui e le loro bocche furono incollate. Si separarono giusto il tempo
necessario per respirare, ma subito ripresero, in un assalto dove le
loro lingue battagliarono senza tregua.
Tré non capiva più niente,
la sua già scarsa lucidità era andata
definitivamente a farsi fottere,
ma era tutto così inebriante e coinvolgente da non fargli
desiderare
altro. Una sensazione simile l’aveva provata solo con Mike,
quella
vibrazione violenta in cui tutto il proprio corpo tremava,
scatenandogli un’incontenibile voglia di trovarsi pelle
contro pelle
con il proprio partner.
-Va tutto bene.- Billie Joe mormorò quelle
parole contro le sue labbra, socchiudendo appena quei suoi occhi da
gatto, così diversi da quelli di Dirnt. Non era per niente
la stessa
cosa, ma era altrettanto eccitante.
Quello era Billie Joe Armstrong,
il suo migliore amico, quasi un fratello, non avrebbe dovuto essere
così fottutamente piacevole! Si ritrovò a
constatare Frank.
-Puoi toccarmi, sai?- motteggiò BJ divertito.
Quella
lieve presa in giro lo riscosse e finalmente rise a sua volta,
scacciando l’imbarazzo, il disagio e tutte le proprie inutili
paranoie.
Fanculo a Mike, fanculo alle sue storielle con Billie, fanculo
a Billie stesso ed a tutto il mondo! Ringhiò il
batterista tra sé…ora era in ballo
ed avrebbe ballato, fino in fondo!
-Ok…-
rispose all’incitamento del vocalist, infilandogli le mani
sotto la
camicia attillata ed assaporando, finalmente di persona, cosa rendesse
quell’uomo così intrigante ed irresistibile agli
occhi di tutti.
continua…
|
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Capitolo 5 *** 5. Il cellulare che squilla ***
Eccoci giunti al capitolo cinque! Si introduce un nuovo personaggio e
si chiariscono un po' di cosa... ma cosa diamine ha in mente Billie
Joe, quel nano bastardo? XD Lo saprete nelle prossime puntate di Super
Quark! LOL!
Passiamo ai commenti, sempre graditi XD
elo_11_11_09:
Eh, lo sa solo dio u.u
Livin
Derevel: sono felice che tu abbia
trovato e gradito i miei omaggi a te XDDD Comunque Billie fa tutto per
il suo perché, il che non deve necessariamente essere un
bene superiore o chissà qualce cosa romantica. Il nano
può essere incauto alle volte XD
cucciola_punk:
sinonimo di FANTASTICO è anche MERAVIGLIOSO
perché oggi ho voglia di tirarmela XDXDXDDDDD Comunque
grazie *___*
CAPITOLO 5
Il
telefono squillò esattamente mentre Cool stava mordicchiando
il ventre di Billie che, dal canto suo, gemeva di aspettativa.
-Rispondi…- mormorò quest’ultimo,
avvertendo il vibrare impazzito dell’iPhone.
-No.-
sussurrò di rimando il batterista, continuando a baciare
quella pelle
liscia, fin quando non si rese conto che la suoneria insistente era
quella cui aveva associato Claudia, la sua ex. Con un sospiro frustrato
si allontanò dall’ amante e premette il tasto di
risposta,
occhieggiando lo schermo e diventando subito funereo in
volto… Sì, era
proprio lei.
Armstrong fissò divertito il suo neo-compagno che,
messo alle strette dalla donna, farfugliava come un bambino beccato con
le mani nella marmellata. Quando chiuse la comunicazione,
Tré si buttò
sul divano a fianco dell’altro e chiuse gli occhi con fare
stanco.
-Problemi in vista?- domandò BJ un po’ preoccupato.
-Claudia
andrà a passare due settimane dai suoi e ha deciso che sia
ora che mi
tenga anch’io Frankito. Cazzo, eppure le avevo spiegato che
stiamo
facendo le prove per il tour e…-
-Tré.- lo interruppe l’amico –Devi
trovare tempo per tuo figlio, è da tanto che non lo vedi.
Scommetto che
ti manca, così come Ramona.-
-Sì, in effetti sì.- Cool si passò le
dita sulle tempie, che già pulsavano doloranti. I suoi figli
gli
mancavano da morire poiché, per quanto poco li frequentasse,
erano una
parte fondamentale della propria esistenza. –Sta venendo qui
a
portarmelo.-
-Ottimo.- rise Billie –Quindi niente cose sconce. Dai,
potrai farlo giocare con Joey e Jacob, anche se Frankito è
più piccolo
di loro e, se vuoi, potrai lasciarlo per un po’ a casa mia.-
- Ora basta che mi capiti pure Ramona tra capo e collo e poi potremo
giocare all’allegra fattoria
ed invitare qui Mike, con Desiré e Brixton al seguito. Sai
che roba?
“Riunione dei padri di famiglia con un piede nella
fossa”, altro che
Green Day.- Il bassista sbuffò irritato, ma Billie Joe si
piazzò con il
mento sulla sua spalla.
-Forse non sarebbe un’idea così
malvagia… la
grande famiglia “Green Day” riunita. Potremmo
prenderci una vacanza ed
andare al mare.- ipotizzò il vocalist, per poi concludere
sorridendo
–Amo i nostri ragazzi, sai?-
Tré non rispose. Non si riteneva un
buon padre, a differenza di BJ e Mike. Sapeva come i due fossero degli
eccellenti genitori, sempre disponibili verso figli, nonostante le loro
stranezze ed a prescindere delle loro relazioni. Lui, invece, era
troppo impegnato a fare l’idiota, cosa che lo rendeva una
figura
paterna poco credibile, ma aveva però il vantaggio di
accentrare i
pettegolezzi dei giornali su di sé, lasciandone fuori la
propria
progenie.
-Intanto che aspettiamo, raccontami… come reagì
Mike
quando diventasti padre?- chiese il moro pur sapendolo già
perfettamente, avendo assistito in diretta ai deliri di Dirnt in merito
alla faccenda. In fondo non poteva dargli torto… se
già la sola idea di
vedere Tré con dei figli era pazzesca per chiunque avesse un
minimo di
cervello, figurarsi per il bassista, visto il tipo di rapporto che lo
legava a Frank!
La voce di Cool lo riscosse dai propri pensieri –
Mike non l’ha presa bene anzi, a dire il vero, credo che non
li possa
proprio soffrire. Ciononostante continua sbattermi il SUO Brixton sotto
il naso, ogni due per tre, elencando quanto sia bello e bravo. Lo credo
bene che lo sia, ha un anno!- sbottò irritato.
–Quando nacque Ramona
pensavo volesse uccidermi e, per ripicca, si diede parecchioda
fare. Sai già che un anno dopo nacque Estelle
Desiré.-
-Una ragazzina meravigliosa.- concordò Billie –Gli
somiglia tantissimo… purtroppo per lei!-
Entrambi scoppiarono a ridere, immaginandosi la bambina con il basso in
mano a suonare ad un concerto.
-Ma
ritengo che che la cosa peggiore, per Mike, sia stata la nascita di
Frankito. Quella non me l’ha davvero perdonata,
perché rendeva palese
come io volessi tagliare sul serio ogni ponte affettivo con lui. -
rivelò Tré con amarezza.
-Se vuoi un consiglio, smettila di seminare
figli a destra e a manca, o lui troverà sempre qualcuna
disponibile per
farne uno a sua volta, e così ferirti di nuovo. Beh, almeno
con me
questo non ti succederà.- concluse filosoficamente Armstrong
.
Cool annuì, voltandosi verso di lui. –E tu, Billie
Joe? Perché gli corri sempre dietro nonostante la tua
famiglia perfetta?-
-La
mia famiglia non è perfetta.- rispose
l’interpellato. – Tuttavia
Adrienne sa perfettamente come per me, prima di ogni altra cosa, ci
siate tu e Mike e lo accetta senza problemi. Lei capisce che io
non…
non ne possa fare a meno; se voi non ci foste, non mi alzerei nemmeno
dal letto la mattina. Passiamo insieme trecentocinquanta giorni
l’anno
da ventotto anni, lo sai?-
-Sì, lo so.- sorrise il batterista –Beh, ventotto
anni con Mike, con me qualcuno di meno.-
-Dettagli.-
Billie agitò una mano con un vezzo da diva –Tre o
quattro anni non
fanno differenza. Ma non è questo che volevi sapere, vero?-
-Infatti…- Frank fece una smorfia.
-Quindici anni fa, spiegai chiaramente a Mike che la mia unica
famiglia sarebbe stata Adrienne, nonostante lo amassi più
della vita
stessa.- riprese il cantante –Avevo intuito cosa fosse
successo fra voi
e ti confesserò che ho sempre fatto un tifo spudorato per
te.-
Nonostante
non credesse affatto alle ultime parole del collega, sul volto di
Tré
apparve inconsciamente un sorriso dolce ed un po’ nostalgico.
Il suo
interlocutore lo notò, ma decise fosse meglio non fare
commenti , e
continuò a narrare. –Non fu facile far capire a
Mike che, tra noi, non
ci sarebbe mai potuta essere una storia seria, ed alla fine dovetti
spiegargli chiaro e tondo quanto io fossi felice con Adie , quanto
fosse importante per me e quanto ritenessi giusta la mia decisione di
sposarla. Ancora oggi, credimi, non so cosa farei senza di lei. Dopo
quel famoso discorso tutto sembrò sistemarsi, lui corse da
te,
chiariste la situazione tra voi due e per un bel po’
sembraste gli
innamorati perfetti. Poi però, non so per quale ragione,
questo bel
quadretto cambiò di botto. Voi non andavate più
d’accordo, e non
passava giorno senza che vi scannaste come cane e gatto… mi
ricordo
perfettamente ogni frase tagliente, ogni insulto ed ogni ripicca.-
-Già…- il batterista chiuse di nuovo gli occhi
–Dovrebbero dargli il Nobel per uomo più infedele
del pianeta.-
-Un
po’ fu anche colpa mia.- ridacchiò il cantante
–Se rammenti, all’epoca
eri proprio tu la vittima preferita delle mie molestie sessuali.-
-Eri
tremendo! Passavi più tempo con le mani piazzate in mezzo
alle mie
gambe che sul microfono!- esclamò l’altro con tono
divertito – E forse
su internet c’è ancora qualche foto…-
-Ci sono, ci sono… le nostre
fans non mancano mai di proporle da qualche parte. –
confermò il
vocalist sghignazzando - Comunque… ricominciai ad andare a
letto con
Mikey, quando voi iniziaste a fare tira e molla tra un matrimonio e
l’altro. Vedi, lui capiva che i tuoi repentini sposalizi
fossero solo
dei tentativi per allontanarlo, allora s’incazzava, si
prendeva una
sbronza colossale e, quand’era conciato da buttar via, mi
telefonava ed
io mi precipitavo a casa sua per evitare che facesse qualche stronzata.
Immancabilmente, il mattino dopo eravamo entrambi nudi ed io avevo un
gran male al culo!- concluse BJ scrollando le spalle.
Tré non avrebbe voluto ridere eppure, immaginando la scena,
non riuscì ad impedirselo.
-Non
ridere, stronzo!- Bilie gli salì a cavalcioni e lo
baciò su una
guancia. –Comunque non è successo molte volte,
sono certo che
basterebbero le dita di una mano monca per poterle contare, e di sicuro
le “grandiose scopate” di cui tanto si vocifera
sono solo chiacchiere.
–sentenziò.
-Ma allora, perché queste voci circolano così
insistentemente?- ribatté il batterista, assaggiando le
morbide labbra
del cantante, che si erano posate di nuovo sulla propria bocca.
-Forse
le ha messe in giro proprio Mike, per farti ingelosire. Anche
se… ti
confesserò una cosa… l’altro giorno,
quando… quando siamo venuti a casa
tua, l’idea era stata mia. Durante le prove avevo notato
quanto tu
fossi arrabbiato ed ero convinto che un po’ di giochini
a tre ti avrebbero tirato su il morale.- bofonchiò il moro
con aria fintamente contrita.
-Hai una concezione di “tirar su il morale”
assolutamente perversa, BJ.- sentenziò Wright.
A
quell’affermazione questi sorrise, strusciandosi lascivamente
sull’amico. – Non ho mai preteso di essere uno
stinco di santo ed in
ogni caso tu eri in compagnia di quel… quel…-
-Jack. Mi sembra si
chiamasse così.- Tré arrossì,
distogliendo lo sguardo. Dopo
quell’unico, rapido incontro, il tizio in questione era
sparito dalla
sua esistenza con la stessa velocità con cui ci era entrato.
-Ecco,
Jack. Il trovarlo lì, a letto con te, ha fatto andare Mike
su tutte le
furie. Mi ha quasi distrutto l’Audi, prendendola a pugni per
sfogare la
sua gelosia-
- Billie, io proprio non ti capisco!.- sbottò il batterista.
Il vocalist lo guardò sorpreso –Cosa non capisci?-
-Te. Non capisco te.- rispose Cool –Sembra quasi tu mi stia
raccontando queste cose per convincermi a perdonare Mike.-
Billie
Joe, però, non fece in tempo a replicare, poiché
il citofono prese a
suonare ripetutamente, segnalando l’arrivo di Claudia con
Frankito. Per
Tré era arrivato il momento di mettere un po’ da
parte le proprie beghe
personali e dedicarsi, invece, al proprio figlio.
continua...
|
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Capitolo 6 *** 6. Portinaia ***
Ed eccoci finalmente al 6° capitolo, dove finalmente
conosceremo la poco sfruttata progenie del batterista più
pazzo del pianeta XD
Cosa muove Billie Joe? Mah... chi lo sa! XD
Prima di iniziare vorrei dirvi che abbiamo scritto altre ff e le
potrete trovare ai seguenti link:
Attese
- Green Day
Un
uomo geloso - Green Day
Uguaglianza
- Nickelback/Mika
Paperella
di gomma - Nickelback/Mika
Crederci
con tutta l'anima - Squadra speciale Cobra 11
Di
tentacoli e braccia di ferro - Sherlock Holmes
Aspettiamo un vostro commentino ç___ç
CAPITOLO 6
Dopo
che Frankito ebbe salutato il padre e Billie, la madre si trattenne
ancora qualche minuto, sommergendo di raccomandazioni quello
scapestrato del suo ex marito. Era la prima volta che gli lasciava il
figlio per quindici lunghi giorni, e di sicuro non si poteva dire che
Tré fosse un modello di attenzione e senso di
responsabilità!
-Ricordati
di cambiargli la maglietta se lo vedi sudato, non dargli da bere bibite
ghiacciate e non dimenticare di dargli le vitamine! - iniziò
a
snocciolare la donna, con fare apprensivo.
-Sì, Claudia…- rispose il suo ex, alzando gli
occhi al cielo
-E
non dare retta a quella specie di ragazzini troppo cresciuti dei tuoi
amici. Frankito è solo un bambino, non farlo stare in piedi
fino a
tardi!- continuò imperterrita.
-Sì, Claudia…- sbuffò
l’altro di rimando.
-E tu cerca di avere più giudizio di tuo padre!-
intimò al figlioletto che la fissava con occhi sgranati.
-Sì, mamma…- replicò obbediente questi.
Padre
e figlio guardarono la donna con espressione mesta, sperando entrambi
che la piantasse di farneticare e se andasse il più
velocemente
possibile. Tré, ovviamente, aveva già dimenticato
la metà di ciò che
lei gli aveva sciorinato e, soprattutto, pensava che certe fisse
della ex compagna fossero del tutto inutili. Frankito non doveva
respirare la polvere? E come diamine si sarebbe potuto fare ad
impedirlo? Mettendolo sotto una campana di vetro?! Del resto lui
stesso, nella propria vita, aveva respirato di tutto,
eppure era ancora lì, sano come un pesce!
-Stai
tranquilla Claudia, non succederà niente a Frankito.
Starà benissimo.-
esclamò allegro Billie, appoggiando le mani sulle spalle del
ragazzino
e sorridendo, in modo seducente, alla ragazza portoricana.
Quest’ultima lo scrutò sdegnata e
replicò sarcasticamente, con la sua spiccata inflessione
ispanica – Beh, se me lo assicuri tu,
allora posso stare serena! - poi, alzando il mento e sbuffando
esasperata, afferrò il soprabito dichiarando –Ora
vado, ci vediamo tra
due settimane.-
Quindi voltò le spalle e si allontanò,
picchiettando
sull’ impiantito coi suoi tacchi a spillo di dieci
centimetri, ed
orgogliosa del suo completo Chanel e del suo metro e cinquantasette di
altezza.
Una volta che l’uscio si fu richiuso dietro di lei, i
presenti sospirarono di sollievo e Frankito si buttò sul
divano,
tirando fuori dal proprio zainetto il Nintendo DS che si era fatto
regalare per il compleanno.
-Ehi, campione.- esordì Tré
avvicinandoglisi ed accarezzandogli la testa – Quando io
avevo la tua
età, non c’erano questi affari e si faceva
conversazione.-
-A dire
il vero…- tossicchiò BJ –Se proprio
vuoi dirla tutta, avevamo solo una
televisione pulciosa, che trasmetteva programmi noiosissimi, e quindi
passavamo il tempo in altre maniere.- concluse
sogghignando.
-Non
dire certe cose di fronte a mio figlio!- ringhiò il
batterista,
tappando le orecchie al povero Frankito, che li guardava come se
fossero due mentecatti.
Billie Joe rise fra sé… era incredibile
guardare il pazzo, il folle Tré Cool ergersi a virtuoso
padre di
famiglia, per far sì che le innocenti orecchie del proprio
figlioletto
non percepissero le turpi parole dello sboccacciato
cantante.
In realtà, se quel moccioso era come i propri figli, di
sicuro di sesso
ed affini, ne sapeva più di loro due messi insieme!
-Papà, sono
grande! Non mi scandalizzo mica!- si lamentò il bambino, e
Tré gli
tolse le mani dalla testa, scrutandolo con aria di rimprovero
–Hai otto
anni, non sei grande. Ed ora posa quell’affare ed andiamo a
sistemare
le tue cose.-
-Beh, io vado.- Armstrong batté le mani per attirare
la loro attenzione –Tré, mio caro, devo andare a
prendere a scuola la
mia prole, un piccolo dettaglio di cui mi ero dimenticato mentre
tentavamo di scop…- fissò il ragazzino
–…di SCOPERCHIARE le nostre
teste e tirare fuori qualche accordo decente.-
-Ti sei salvato in corner.- replicò piatto il compagno.
-Di che parlate?- domandò Frankito.-
-
Di niente che sia adatto alle tue orecchie, fila in camera tua.-
rispose il batterista ed il bambino, afferrando il proprio zainetto con
un sbuffo, si avviò verso la stanza che Tré
teneva sempre in ordine,
per ospitare lui o Ramona.
-Figo, ho sempre sognato di dirlo.- aggiunse poi rivolto al collega,
che scosse il capo divertito.
Non
appena Frankito si fu allontanato, Tré si ritrovò
contro il muro, con
Armstrong che gli mordicchiava sensualmente il labbro inferiore.
–Non
credere che io e te abbiamo finito… domani, però,
pausa di riflessione:
tu e Frankito verrete entrambi a casa mia, al mare. Una bella gita con
i figli e senza le mogli, è proprio quello che ci vuole.
Penserò io ad
avvertire Mike.- dichiarò BJ con un sorriso da squalo,per
poi
sganciarsi da lui, dandogli una strizzatina al cavallo dei pantaloni, a
mo’ di saluto. A quel gesto improvviso Tré
sussultò e, per la sorpresa,
non fu capace di ribattere, limitandosi a guardarlo uscire, sculettando
in maniera improbabile, mentre sentiva il sangue salirgli alla testa e
non solo…
Il giorno successivo, come programmato, Tré con
Frankito e Mike con in braccio Brixton si ritrovarono sul vialetto di
casa Armstrong.
-Ah, guarda chi c’é.- L’espressione di
Dirnt era
gelida, ma si addolcì impercettibilmente quando i suoi occhi
si
posarono su Frankito, che lo guardava adorante. Il ragazzino era un fan
sfegatato di Mike, lo idolatrava, così come adorava il
proprio padre e
Billie Joe. –Ciao piccolo, è tanto che non ci
vediamo.- esordì con tono
amichevole.
-Due anni.- precisò il bambino, osando andargli vicino.
–Me lo fai un autografo?-
Mike
esplose in una risata e Tré si avvicinò al
figlio, prendendolo per una
spalla. –Ma insomma! A me non l’hai mai chiesto!-
sbottò con fare
permaloso.
-A te potrei chiederlo quando voglio, se solo ti facessi vedere un
po’ più spesso.-
Si
dice che le parole di un bambino corrispondano sempre alla
verità, ed
anche questa volta il detto popolare non fu smentito. Tré
infatti,
punto sul vivo, rimase congelato, con la mano posata sul braccio del
ragazzino, non sapendo cosa replicare, e Mike smise immediatamente di
ridere e guardò preoccupato l’ex compagno.
-Beh…però… anche se non
ci frequentiamo molto, non vuol dire che io non ti pensi o che non ti
voglia bene. Lo sai che papà è tanto occupato.-
farfugliò il
batterista, dondolandosi nervosamente su un piede, e pregando tutti gli
dei che Billie muovesse il culo in fretta ed uscisse da quella
maledetta casa alla velocità della luce.
-Vedi Frankito, è colpa mia
se stai poco con il tuo papà.- Frank, a dir poco stupito,
girò la testa
abbastanza in fretta da scorgere Mike mettere Brixton nel passeggino ed
inginocchiarsi davanti a suo figlio. –Sai, lo faccio
arrabbiare spesso
e lo tengo impegnato fino a tardi.-
-Perché lo fai arrabbiare?-
chiese il ragazzino con una vocina pigolante, spalancando gli occhi
azzurri come quelli del genitore, e Dirnt sorrise dolcemente.
–Oh, lo
faccio arrabbiare per un sacco di sciocchezze, nulla di cui tu ti debba
preoccupare. E’ colpa del mio caratteraccio, ma ti prometto
che non lo
farò più, così potrai vederlo tutte le
volte che vorrai. Ok?-
Il
piccolo annuì, ed in quell’istante Billie Joe
spalancò la porta con un
gesto teatrale ed uscì, con un paio di enormi occhialoni da
sole ed un
orribile cappello in testa, seguito a ruota da Joey e Jacob, che appena
videro Frankito, ignorarono gli adulti per correre da lui ed iniziare a
giocare insieme.
-Signori, eccoci!- esclamò il cantante, posando un
bacio a schiocco sulle labbra di entrambi, abitudine che perdurava
ormai da due decadi –Vi vedo tesi, tutto bene?- chiese quella
specie di
demonio dagli occhi verdi, manifestando una curiosità
spudoratamente
falsa, visto che in realtà aveva spiato tutta la scena da
dietro la
finestra, come la più impicciona delle portinaie.
Tré gettò
un’occhiata nervosa a Mikey, che fece finta di nulla e prese
ad
ondeggiare il passeggino, per far riaddormentare Brixton che aveva
iniziato a strillare. –Tutto benone.- rispose allora,
cercando di
apparire completamente a proprio agio.
-Tutto ok.- confermò Dirnt,
senza lasciar trasparire nulla, come suo solito. Non aveva potuto
rispondere allo sguardo interrogativo di Tré,
perché non riusciva ad
affrontarlo faccia a faccia. Aveva come un mostro nello stomaco, che
scavava e rodeva tutto quello che trovava. Quel mostro aveva un nome:
gelosia.
E quando la già eccessiva familiarità fra gli
altri due, si
palesò sfacciatamente sotto i suoi occhi, Mike si
sentì dilaniare le
viscere. Di sicuro Billie era un maestro in certe cose e, conoscendolo
alla perfezione, sapeva bene che sarebbero bastate poche azzeccate
strusciatine, ed alcune mosse fintamente casuali, che lo portassero a
spalmarsi contro Cool, per fargli stringere la mascella al punto di
spezzarsi i denti. A volte Dirnt si domandava davvero, da che parte
stesse quel dannato stronzetto.
continua…
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Capitolo 7 *** 7. Fuori dai denti ***
Ed eccoci al 7° capitolo! Siamo MOLTO dispiaciute dalla
mancanza di commenti da parte vostra... qual è il vostro
problema? Parliamone XD
Vi annuncio inoltre una piacevole collaborazione che sta nascendo con
Livin Derevel *O*
CAPITOLO 7
Quando
furono finalmente pronti a muoversi, salirono sulle autovetture e
partirono alla volta del cottage estivo di Armstrong.
Billie
Joe aveva insistito per guidare l’Audi con a bordo tutti i
bambini,
mentre Mike e Tré li avrebbero seguiti con la macchina del
bassista, un
altro catorcio della peggior specie. I Green Day non avevano proprio
gusto in fatto di automobili.
Frank valutò tra sé che la stravagante
scelta di BJ di fare da baby-sitter ad un nugolo di mocciosi vocianti,
indicasse o un inizio di demenza o la decisione del cantante di mettere
in piedi qualche altro diabolico piano. Un’altra folle,
enorme sceneggiata, di cui lui solo conosceva il
copione e nella quale loro sarebbero stati soltanto degli attori a sua
completa disposizione…
-Vuoi
che accenda l’aria condizionata?- domandò Dirnt,
sbuffando per il
caldo, e l’altro annuì, tergendosi il sudore con
un klinex e replicando
con aria fintamente seria. –Ok. Ma sei sicuro che anche nella
preistoria le macchine avessero il climatizzatore di serie? Oppure si
tratta di un optional che hai pagato a parte?-
-Scemo.- ridacchiò
l’amico, pigiando il bottone giusto e facendo così
uscire dalle
apposite bocchette, una fresca brezza che colpì
piacevolmente i loro
visi. Dopo quel breve botta e risposta, il viaggio proseguì
nel più
completo silenzio, se si escludevano i ringhi esasperati con cui Mikey
commentava ogni errore di guida commesso da Billie, che fungeva da
apripista, agitando il pugno fuori dal finestrino e lanciando improperi
irripetibili.
Alla fine, però, Mike non resistette più e
dovette
dare voce alla domanda che da troppo tempo gli bruciava
l’anima e gli
annodava lo stomaco, per cui, senza tergiversare, buttò
lì. -Allora,
Tré… alla fine hai accettato la proposta di BJ,
vero?-
Cool, per la
sorpresa, saltò quasi sul sedile ed incredibilmente non
trovò nessuna
battuta idiota con cui ribattere, ma si limitò a mugugnare
tra i denti
–Sì, l’ho fatto.-
-Capisco.- proferì Dirnt lapidario, mentre gli
occhi gli si scurivano e la bocca gli si tirava in una smorfia amara.
–
Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Billie farebbe di tutto pur di
mettermelo in quel posto.- sbottò rabbioso.
-No, Mikey.- Wright si
raggomitolò su se stesso, stringendosi nelle spalle
–Non so perché io
l’abbia fatto, davvero. Confesso che l’idea di
farti soffrire, per
ripagarti di tutto quello che mi hai fatto passare, mi ha sfiorato
più
di una volta, però io non sono così meschino.
Voglio buttarti fuori dal
mio cuore e dalla mia vita, per sempre, e non farti dannare
affinché
tu, spinto dalla gelosia, decida di tornare da me.¬-
Le mani
dell’altro si strinsero convulsamente sul volante, in uno
spasmo
nervoso. –Non puoi evitare di frequentarmi, tenermi lontano e
dimenticarti di me, suoniamo nella stessa band.-
-Lo so, ma io
voglio conservare solo i ricordi felici, i bei momenti passati insieme,
e non tutto il resto… il dolore, i tradimenti, le liti e le
ripicche.
Per questo vorrei che fossimo solo amici.- replicò
Tré, osservando il
paesaggio fuori dal finestrino –Non voglio più
amarti, sapendo a priori
che, prima o poi, mi metterai di nuovo da parte come una scarpa
vecchia! Abbiamo quasi quarant’anni ormai, non venti, ed
anche se
resterò sempre il “pazzo e folle Tré
Cool”, questo non vuol dire che
sia disposto a farti da zerbino per il resto della mia esistenza.-
-
Così, con grande lungimiranza, hai preferito innamorarti di
Billie, ben
sapendo che non si allontanerebbe da Adrienne nemmeno se lei lo
buttasse fuori di casa a calci. Davvero molto furbo, signor Cool.-
sibilò il bassista con tono sferzante, avvertendo un groppo
serrargli
la gola in una stretta soffocante.
-Non sono innamorato di lui.-
sussurrò il batterista, quasi casualmente.
–Magari, con il tempo,
potrebbe succedere… non lo so. Di certo lui non mi
abbandonerà
all’improvviso, per correre dietro a qualche pollastrella e
figliare
come un coniglio. E c’è di buono, che so
già in partenza quali siano i
limiti, irremovibili in un nostra eventuale relazione.-
-Sei un codardo, ecco cosa sei!- esclamò Dirnt, sterzando
bruscamente ed infilandosi in una stradina secondaria.
-Dove
stiamo andando?- l’interrogòTré,
allarmato da quel repentino
cambiamento, che l’aveva portato a sbattere una spalla contro
il
montante dell’auto.
-In un posto tranquillo, dove si possa
discutere. Non preoccuparti, non sentiranno la nostra mancanza, sono
sicuro che sia proprio quello che Billie vuole.- replicò
l’altro,
sempre più adirato. Senza aggiungere verbo,
continuò a guidare ancora
per un po’, percorrendo strade interne e pressochè
deserte, finché non
si arrestarono di nuovo davanti a casa di Mike.
-Cosa vuoi fare,
portare il tuo ex di fronte a tua moglie?- Cool si morse il labbro
inferiore, non capendo quel comportamento assurdo.
-Io e Brit non stiamo più insieme da un po’.-
rivelò Dirnt a mezza bocca.
La
notizia trapassò il cervello di Tré come un
fulmine, spaccandogli la
testa in due metà: in una primeggiavano la gioia e
l’euforia,
nell’altra la rabbia e l’amarezza.
Com’era prevedibile, fu alla seconda
che il batterista diede voce, urlando infuriato - Ora ho capito, brutto
figlio di puttana che non sei altro! Lo so cosa stai cercando di fare,
visto che ti comporti sempre così, quando finisce una tua
storia. Ma
stavolta non sperare che io mi lasci scopare da te, come se niente
fosse, e torni ad essere il tuo giocattolino sessuale! Scordatelo!-
-Sta’
zitto, scendi da questa cazzo di macchina ed entra in casa! -
ringhiò
Mike, in un modo che lo rendeva simile ad una bestia feroce.
Tré
gemette quando questi gli afferrò un braccio e lo strinse
fino a fargli
male, ripetendo con tono gelido – Te lo dico per
l’ultima volta: adesso
tu entri, da bravo, ed eviti di farmi incazzare ancora di
più.-
-Fottiti.- ribatté duramente il batterista, trattenendo
l’impulso di sputargli addosso.
-L’intenzione era quella, ma rivolta a te.- il ghigno di
Dirnt faceva veramente paura.
Wright
spalancò gli occhi azzurri e scese dall’automezzo,
mentre l’altro lo
trascinava nell’abitazione, tenendolo saldamente per un polso.
-Adesso,
io e te, parliamo.- la voce di Dirnt era talmente gelata da incutere
terrore e Cool iniziò a sudare freddo quando la porta si
chiuse,
lasciando fuori la luce dell’estate.
continua…
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Capitolo 8 *** 8. Cuore violento ***
Ciao a tutte! Eccoci ad un nuovo capitolo, grazie a tutte coloro che
hanno commentato XD
Buona lettura *O*
CAPITOLO 8
Una
volta chiusa la porta, nell’ampio soggiorno di casa Dirnt
calò la
penombra, intervallata solo da qualche sottile lama di luce,
proveniente dalle persiane semiabbassate.
Mike, senza proferire
verbo e continuando a serrargli il polso, trascinò
Tré nella camera da
letto che fino a poco tempo prima divideva con Britt, e lo spinse
violentemente contro un muro, spezzandogli il fiato.
-Mi fai male,
stronzo!- cercò di lamentarsi quest’ultimo,
agitandosi parecchio, nel
vano tentativo di liberarsi dalla presa ferrea dell’altro.
Aveva il
terrore che qualcuno potesse fargli male alle braccia, visto quanto
fossero fondamentali per il suo lavoro. Riportare un grave danno agli
arti avrebbe significato, senza dubbio, la fine della propria carriera
di batterista.
-Taci.- ringhiò il bassista. Cool ebbe un fremito
quando sollevò lo sguardo perché, negli occhi
dell’ex, vide riflesse
solo cattiveria e rabbia cieca la qual cosa, per la prima volta nella
propria vita, lo portò ad avere veramente paura
dell’uomo che aveva di
fronte.
-Cosa credete di fare tu e quello stronzo, eh?!- Dirnt
picchiò un pugno contro la parete –Lo state
facendo apposta, non è
così?! Amoreggiare sotto i miei occhi per cosa? Per quale
ragione?!-
incalzò furioso.
Il batterista cercò di sgusciare via, ma l’amico
lo schiacciò di nuovo contro la parete.
–Rispondi!- gli ingiunse esasperato.
Frank
si umettò le labbra, cercando disperatamente una via
d’uscita, davanti
a quello che sembrava in tutto e per tutto un ex fidanzato pazzo,
violento e pericoloso, simile a quei maniaci di cui si legge ogni
giorno sulla cronaca nera. E lui non ci teneva affatto a fare la fine
della ragazzina sgozzata.
-Te l’ho già spiegato in macchina, non
voglio più soffrire per causa tua. Ora, però,
piantala con questa
sceneggiata, Mikey… sei fuori di te, quasi non ti
riconosco.- rispose
in un soffio.
-E’ solo colpa tua.- sibilò il suo interlocutore,
piazzandogli le mani sui fianchi e risalendo sul suo corpo
–Siete due
bastardi. Così presi dal vostro infinito dolore e tanto
desiderosi di consolarvi reciprocamente!-
-
Smettila, Mike…- ansimò il batterista, tentando
di sfuggire a quelle
mani che lo stavano toccando ovunque, lasciandogli lividi sulla pelle
delicata. In circostanze normali, un po’ di rudezza gli
avrebbe potuto
anche far piacere, ma in quella situazione angosciante, tutto assumeva
toni cupi ed inquietanti.
-Non voglio smettere.- Dirnt gli coprì la
bocca con la propria e Tré dovette cedere, spaesato. Le dita
del
compagno stavano diventando sempre più insistenti, non
accarezzavano,
graffiavano.
Un ginocchio gli fece socchiudere le gambe, e Wright si
rese drammaticamente conto di aver perso… Mike non si
sarebbe fermato,
nemmeno se lo avesse supplicato. Avvertì, con sgomento, le
lacrime
pungergli gli occhi, come quando era bambino e si ritrovava da solo, di
notte, nel buio della propria stanza, ed un senso di desolata
frustrazione s’impadronì di tutto il suo essere.
Ormai vinto, chinò la testa ed offrì il collo al
proprio aguzzino,
in segno di resa. Dirt gli morse con crudeltà la pelle
tenera sotto
l’orecchio, assaporando il sangue che ne uscì, ed
insinuò le dita sotto
la sua camicia, aprendogliela di colpo, per poi strappargli i pantaloni
ed abbassargli i boxer, spogliandolo senza pietà non solo
degli abiti,
ma anche della sua dignità.
Ma in fondo, si chiese Cool con amarezza, lui, Tré
il buffone,
che dignità aveva, se non quella di essere un idiota senza
speranza?
Billie Joe adesso era lontano da loro, sull’assolata spiaggia
di
Berkley, intento a giocare con i loro figli, sicuramente fiero del
proprio piano assurdo ed ignaro che, quella farsa grottesca, si fosse
trasformata in tragedia. D’altra parte, come avrebbe potuto
immaginare
quale follia si sarebbe scatenata nella mente di Mike? Lui aveva messo
in piedi quella sceneggiata solo per farli
riappacificare…vero? Vero??
-Non
fare quella faccia da martire, non rendermi le cose più
difficili.-
borbottò il bassista, distogliendolo dalle proprie
elucubrazioni,
mentre lo spintonava sul letto, come un fantoccio di pezza, facendovelo
ricadere supino. Frank si sentiva terrorizzato e senza scampo, come un
animale braccato dai cacciatori, e non riusciva a credere che tuttoquello
stesse accadendo davvero a lui.
-Perché
mi stai facendo questo?- chiese con voce tremante, deglutendo a fatica
e fissando smarrito l’uomo sopra di lui, quasi fosse un
estraneo.
Quello non era il suo Mikey occhi blu, era uno
sconosciuto che gli somigliava fisicamente e che aveva preso il suo
posto. Il suo Mikey non gli avrebbe mai usato
violenza!
-Perché
voglio che tu sia MIO e basta.- ribatté Dirnt con occhi
devastati,
spalancandogli le gambe con una mano, mentre con l’altra si
slacciava
in fretta i pantaloni, tentando affannosamente di calarseli, pur
essendo anch’egli troppo agitato per concludere qualcosa.
-Ok.- bisbigliò Wright in un sospiro.
Mike rialzò la testa di scatto. –Cosa hai detto?-
domandò incerto.
-Ho detto ok.- rispose morbidamente il batterista, passandosi un
braccio sul volto per asciugare le lacrime. –Solo ok.-
-Oh
cazzo.- il bassista si strinse la radice del naso fra le dita,
inspirando forte. –Non ce la faccio, non posso fare una cosa
del genere
proprio a te.- bofonchiò con tono accorato.
Detto questo, si distese
addosso all’amante, stringendolo forte e dimenticandosi
totalmente dei
suoi insani propositi. Tré chiuse gli occhi e si
sistemò contro il
petto del compagno evitando di commentare, visto che non era sicuro di
cosa gli sarebbe potuto uscire dalla bocca, dopo quello spavento.
-Perdonami, Frankie.-
gemette Dirnt contro la sua fronte –Non so davvero cosa mi
sia preso,
io… ti prego, se proprio devi stare con qualcuno, non con
Billie Joe.
Non perché io abbia qualche pretesa su di lui,
ma… ma per favore, non
riuscirei a sopportare di vederti avvinghiato a lui, sotto i miei
occhi. Se proprio devo saperti con un altro, almeno non sputtanate gli
unici punti fermi delle nostre vite: la nostra amicizia e la nostra
band. Lo so che la nostra storia è finita e che dovrei
rassegnarmi, ma
non ci riesco!- ammise il bassista con voce affranta.
Cool continuò
a rimanere in silenzio a lungo, rimuginando tra sé. Aveva
accettato la
proposta di BJ per un motivo preciso, ma ora quella ragione non aveva
più motivo di esistere visto che, per quanto potesse essere
egoista ed
insensibile l’uomo a cui era abbarbicato in quel momento, era
e
rimaneva comunque l’unico che potesse affermare di possedere
le chiavi
del suo cuore.
Mike, sempre Mike… Mike l’infedele, il possessivo,
l’imprevedibile, il geniale ed, allo stesso tempo, serioso
Mike. Solo lui.
Una fitta alla testa, segno di un’incipiente emicrania,
riportò Tré alla realtà.
-Billie ci rimarrà male.- sussurrò titubante,
ancora soffocato dall’abbraccio dell’altro.
-Onestamente,
me ne frego.- sbottò il biondo, accarezzandogli i capelli
–Senti Tré…
mi dispiace di averti fatto soffrire tanto, sul serio.-
-Ci sono
abituato. E poi, parli tu di non riuscire a rassegnarsi? Cosa dovrei
dire io, calcolando le innumerevoli volte in cui mi hai piantato, per
correre dietro a chissà chi?- si lagnò il
batterista, facendosi piccolo
piccolo, mentre il mal di testa gli faceva battere le tempie, allo
stesso ritmo dei suoi adorati tamburi. Sapeva bene come, tra loro due,
ci fossero ancora troppe cose non dette, troppe cose lasciate in
sospeso, troppe cose da spiegare, ma non era affatto sicuro di averne
la voglia ed il coraggio, specie in quel momento. A trentasette anni
non se la sentiva più di mettersi in gioco per
l’ennesima volta e
vedere nuovamente infranti i propri sogni.
I Green Day erano una
realtà a parte, qualcosa che sarebbe esistito sempre, a
prescindere dai
rapporti tra di loro. Quel gruppo e la musica, erano il loro piccolo
mondo fatato, in cui avevano trascorso tutti i momenti migliori della
loro vita. La band e ciò che rappresentava, era un qualcosa
di eterno
ed immutabile, mentre il loro rapportarsi gli uni agli altri era un
ingranaggio molto più fragile e complicato.
-Credo che, prima di tutto, dovremmo mettere in chiaro alcuni
punti…- mormorò Mike, lanciandogli
un’occhiata in tralice..
-
Io credo, invece, che ricomincerò a drogarmi.-
sentenziò ironicamente
Cool contro il collo del bassista che, di rimando, fece una smorfia
eloquente. Di fronte allo sguardo di rimprovero, che lesse negli occhi
dell’amico, Tré replicò acido
–Tu non puoi davvero darmi lezioni di
morale, visto che un attimo fa stavi per violentarmi! -
Dirnt, a
quelle parole, si rese effettivamente conto di quanto fosse gigantesca
ed imperdonabile l’infamia che era stato ad un passo dal
commettere e,
con un moto di vergogna, si allontanò subito dal corpo di
Cool,
raggomitolandosi in silenzio dall’altra parte del letto.
continua…
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Capitolo 9 *** 9. Decisioni sul momento ***
CAPITOLO 9
Una
volta riacquistata una parvenza di calma, dopo il momento di assurda follia
che aveva quasi rasentato la tragedia, Cool e Mike decisero di
raggiungere gli altri in spiaggia. Una volta giunti lì,
però, nonostante vari e maldestri tentativi, non riuscirono
a dissimulare la tensione che ancora crepitava tra loro ed infatti a
Billie Joe, che li conosceva bene, bastarono pochi minuti per
accorgersi che qualcosa non girasse per il verso giusto. Incuriosito e
preoccupato, il vocalist sollevò lo sguardo dalla rivista
che stava fingendo di leggere e lo puntò sui due per
studiarli meglio, approfittando degli enormi occhiali scuri che
nascondevano la sua espressione inquieta.
-Ben arrivati.- li salutò in tono neutro.
Accanto a lui, Brixton dormiva sereno sulla sdraio, al riparo dal sole,
mentre Joey, Jacob e Frankito erano a riva, sdraiati
nell’acqua bassa, e giocavano con dei pupazzetti galleggianti.
Mike e Tré si sedettero sulla sabbia, vicino al cantante,
guardandolo male.
-Senti, io non so cosa tu stia ancora architettando in quella tua
testolina bacata, BJ, ma di qualunque cosa si tratti, lascia perdere
immediatamente- lo aggredì il batterista, inforcando gli
occhiali da sole e levandosi le scarpe. –Ci mancava
anche…-
-Tré.- lo interruppe Dirnt, a disagio. –Per
favore…-
Armstrong non proferì verbo, limitandosi a fare una strana
smorfia. Evidentemente il suo piano non era andato
come aveva previsto…. Continuando a rimanere in silenzio, si
voltò ed afferrò un tubetto di crema solare,
spremendosene un po’ su una mano per poi spalmarla
accuratamente sulla pelle bianchissima di Brixton, che
mugolò nel sonno.
-Onestamente sono stufo delle vostre stronzate.- riprese il batterista,
senza prestare ascolto alla preghiera dell’ex –Non
ho la minima intenzione di stare ai vostri giochetti. Billie Joe,
considera nullo il nostro impegno.-
-Deduco che finisca qui.- replicò l’interpellato,
sistemandosi meglio sulla sdraio ed incrociando le braccia dietro la
testa.
-Esattamente.- lo freddò Tré con tono gelido,
mentre si stendeva a terra chiudendo gli occhi, lasciando
così il frontman a fissare interrogativamente Mikey che, da
parte sua, fece spallucce con aria depressa.
Nessuno dei tre fiatò più, se non per rivolgersi
ai propri figli, e la mattinata al mare trascorse relativamente
tranquilla.
Nel primo pomeriggio, vista l’afa sempre più
opprimente, Cool si girò verso Frankito, che giocava con gli
altri bambini sotto l’ombrellone, e gli sussurrò
-Vado a farmi una nuotata. Tu stai qui e fai il bravo, ok?- Il
ragazzino annuì, con un sorriso così dannatamente
simile al proprio, che il padre non poté resistere al
posargli un bacio sulla fronte e scompigliargli i capelli con affetto,
per poi dirigersi sul bagnasciuga ed entrare in acqua, concedendosi una
lunga, solitaria nuotata.
Lo sforzo fisico, dopo la pessima giornata, lo stava calmando,
aiutandolo a riflettere più lucidamente, ma la sua
tranquillità venne interrotta dal rumore di qualcuno che,
con un grande sciabordio di schizzi, lo stava raggiungendo a nuoto. Si
fermò e, girando appena il capo, si accorse che lo
sconosciuto guastafeste altri non era se non Mikey occhi
blu in persona.
-Cazzo, ma cosa vuoi adesso?!- sbottò con evidente
nervosismo, allungando un braccio ed aggrappandosi ad una boa rosso
fuoco.
-Voglio te.- bisbigliò il bassista, avvicinandosi a lui ed
accarezzandogli un fianco. –Ti prego, non lasciamo le cose
così. Perdonami… io…-
Cool fece una smorfia e posò due dita sulle labbra del
biondo. –Taci, Mike. E’ già qualcosa
sentirti chiedere scusa, ma non puoi aspettarti che io mi dimentichi
tutto, soprattutto quello che è accaduto
oggi.-
-Lo so.- rispose questi, dandogli un semplice bacio sulla guancia.
–Ho sbagliato. Sono stato un vigliacco ed un infame, questo
l’ho capito, Tré, credimi. Vederti piangere per
quello che stavo per farti mi ha aperto gli occhi. Sai, io…
io non mi ero mai reso conto di… di poter essere
così, di poter…arrivare a tanto-
balbettò angosciato.
Cool deglutì a vuoto, serrando le palpebre. Le labbra di
Dirnt si spostarono sulle sue e le loro lingue si intrecciarono,
mischiando il loro sapore con quello salmastro del mare.
-Dammi una seconda possibilità.- sussurrò
quest’ultimo quando si separarono.
-La ventesima, vorrai dire.- ribatté Cool ironico, inarcando
un sopracciglio ed allontanandosi a nuoto.
Mike lo seguì. –Ehi! Non mi hai risposto!- gli
urlò dietro.
E l’altro, di rimando, specificò - Sì
che l’ho fatto: non ho detto di no… ma nemmeno di
sì.- Detto questo lo lasciò indietro e, con poche
bracciate, fu di nuovo a riva.
-Papà, che cos’hai?-
Cool arricciò le labbra in una smorfia, quando il figlio,
quella sera, gli porse quella domanda. Si trovavano a casa ed erano a
tavola, da soli, dopo aver passato l’intera giornata al mare
con gli altri.
-Non ho nulla, Frankito, assolutamente nulla. Sono solo un
po’ stanco…-
Il ragazzino infilzò un pezzo di hamburger con la forchetta
e se lo portò alla bocca, masticandolo lentamente.
– Però non sorridi, sembri distratto-
-Non si può sorridere sempre, campione. Anche
papà ha i suoi momenti no.- rispose il batterista,
mettendogli del ketchup nel piatto. Il giorno dopo sarebbe andato a
fare la spesa, non poteva certo rimpinzare suo figlio con quel mucchio
di schifezze verdognole che teneva nel frigorifero!
-Non dire sciocchezze.- Tré alzò la testa di
scatto alle parole del ragazzino e spalancò gli occhi
stupito, ma questi continuò imperterrito. –Tu hai
sempre un sorriso per tutti, persino per la mamma, anche se in certi
momenti so che la butteresti volentieri giù dalle scale. -
Aveva dato quell’impressione al suo bambino? Cristo
santo…
-Ed inoltre non sei mai nervoso, tiri fuori sempre un sacco di facce
buffissime e sai fare una splendida imitazione di quel tipo noioso che
dice il tg alla TV.- concluse, come se tutto quello definisse la
questione.
-Ecco, veramente… io… insomma, cosa
c’entra il tipo del telegiornale?- borbottò
dubbioso l’uomo, eppure si ritrovò comunque a
riflettere su ciò che suo figlio aveva appena esternato.
Possibile che la sua ansia, il suo dolore e la sua confusione
trasparissero fino a quel punto? Proprio lui, di cui nessuno riusciva
mai a leggere le emozioni o comprendere i pensieri fino in fondo?
-Papà, sta squillando il telefono.- lo avvertì
Frankito, distogliendolo dalle sue elucubrazioni.
Tré fece un balzo sulla sedia e si alzò in
fretta, correndo in corridoio ed afferrando la cornetta del cordless.
–Pronto?-
-Ciao, sono Billie Joe.- il frontman dei Green Day aveva una voce calda
e rassicurante, che lo fece sentire in colpa per averlo piantato in
asso per la propria neonata liason con Mikey occhi
blu.
-Ciao BJ…- rispose, appoggiandosi alla parete.
–Hai bisogno di qualcosa?-
-Semmai sei tu ad avere bisogno.- Armstrong
sghignazzò dall’altra parte del filo –So
bene a cosa tu stia pensando in questo momento e… no, non me
la sono presa per oggi, dopotutto avevi ragione.
C’è un motivo per cui ti ho proposto di stare con
me e ti chiedo scusa, per averti fatto una simile richiesta.-
- Beh, immagino che le motivazioni possano essere solo due: volevi fare
ingelosire Mike per riprendertelo, oppure per farlo tornare insieme a
me. Qual è quella esatta?-
-La seconda, caro il mio Kojack dei poveri. In fondo siete i miei
migliori amici e non fate altro che litigare, pur non riuscendo a
resistere uno lontano dall’altro. Ti considero come un
fratello Tré, ma per il bene tuo e di tutti, devi prendere
in mano la situazione. Non si può andare avanti
così, con questo continuo tira e molla. Devi deciderti una
buona volta ad affrontarlo seriamente e chiarire una volta per tutte!
Ne va non solo della nostra amicizia, ma anche della sopravvivenza
della Band!- dall’altra parte della città, Billie
Joe reclinò la testa all’indietro.
–Altrimenti, se proprio non sai che pesci prendere, fai
almeno del sesso telefonico con me!- aggiunse, con una risata, cercando
di alleggerire l’atmosfera.
-Oggi…oggi mi ha portato a casa sua.- sussurrò il
batterista, fissando il muro davanti a sé –Mi ha
fatto paura, tanta paura. Era completamente fuori di sé.-
Armstrong tornò subito serio, avvertendo una pesante
tensione piombargli addosso.
Wright continuò il suo racconto con voce spezzata -Mi ha
spinto contro un muro, mi ha spogliato e… e poi
l’ho lasciato fare, ma per fortuna si è fermato
prima che fosse troppo tardi. Ti giuro, BJ, non l’avevo mai
visto così, quello non era il mio Mikey.-
-Tré, ascolta, io…io non voglio assolutamente
giustificarlo, ciò che ha fatto è senza dubbio
ignobile, tuttavia ti renderai conto da solo che questo suo gesto
inconsulto può significare soltanto una cosa: siamo arrivati
al limite, abbiamo tirato troppo la corda. A me non sarebbe mai passato
neanche per l’anticamera del cervello che Mike, per gelosia,
potesse giungere a tanto, o non vi avrei certo lasciato in macchina da
soli. Lui ha un disperato bisogno di te…ecco la
verità.- rispose Billie Joe, mordendosi il labbro inferiore.
- Forse hai ragione tu, BJ, ma io non so se me la sento di dare
l’ennesima possibilità a qualcuno che, dopo
vent’anni che ci conosciamo,non mostra alcun rispetto
né considerazione nei miei confronti, trattandomi in un modo
tanto umiliante ed inqualificabile. Non so come comportarmi con questo
nuovo e preoccupante aspetto del suo carattere.- Cool
sospirò e si asciugò rapidamente una lacrima,
giusto un attimo prima che suo figlio apparisse in corridoio.
-Stammi a sentire, Tré, poiché te l’ho
già detto e non ho intenzione di ripeterlo tante
volte… tu sai perfettamente cosa abbia spinto Mike ad agire
in maniera così sconsiderata: lui è pazzo di te
ed è geloso, geloso marcio! Perché diavolo non lo
vuoi capire?! Ti ama fino alla follia, ma cazzo, è un essere
umano! Sottoposto ad uno stress emotivo per lui troppo forte,
è andato giù di testa. Non esiste la perfezione a
questo mondo, amico mio, la favoletta della relazione tutta rose e
fiori è una grande stronzata e nessuno conosce la ricetta
per l’eterna felicità! In una storia si deve
andare avanti a tentativi, sbagliando tante volte, ma continuando a
provarci e stringendo i denti quando le cose si fanno troppo difficili.
Mike non è un santo, lo so bene, però ti ama, ti
ama sul serio, di questo ne sono sicuro. Spetta a te decidere se questa
certezza può bastare per riprovarci. Pensaci, ok?-
- Va bene,ci penserò.- mormorò Cool, accarezzando
la testa di Frankito che lo aveva abbracciato. –Ora devo
lasciarti, mi si fredda la cena.-
I due musicisti si salutarono e chiusero la comunicazione.
Tré si chinò per baciare i capelli del figlio e,
dopo aver scrutato il soffitto per un attimo, digitò
velocemente un numero sulla tastiera del cordless.
-Pronto Mike? Sì, sono io. Ti va di andare a fare la spesa
insieme, domani?-
continua…
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Capitolo 10 *** 10. Provocazioni nemmeno troppo velate ***
Ciao a tutti, eccomi finalmente tornata con il nuovo capitolo di questa
storia! Perdonate l'immenso ritardo D:
Innanzi tutto grazie alle (poche) commentatrici e benvenuta alla nuova
lettrice! :) Speriamo di stupirvi XD
Capitolo 10
Mike
si avvicinò lentamente a lui, camminando a quattro zampe,
implorando
perdono ai suoi piedi. Era tutto molto sfocato, ma Tré gli
mise una
mano fra i capelli e lo spinse contro il proprio inguine, sentendosi un
dio perché era riuscito a piegare Dirnt e…
-Papà!-
Il
batterista fece un salto di quasi un metro per lo spavento,
sparpagliando lenzuola in giro. Spaesato girò la testa a
desta e
sinistra, per poi focalizzare lo sguardo su Frankito che stava dritto
in piedi davanti a lui, vestito di tutto punto, pronto per andare a
scuola. –Sbrigati, dai, siamo in ritardo.-
-Ma che ora è? Su che
pianeta siamo?- domandò Tré, biascicando
malamente le parole ed
afferrando distrattamente la sveglia. Erano le sette e mezzo.
–E’
presto, torna a dormire…-
-Io devo andare a scuola!- esclamò il
ragazzino, tirandolo per la t-shirt. –Non preoccuparti, ho
già fatto
colazione e ti ho anche lasciato un po’ di latte e cereali
sul tavolo .-
L’uomo
annuì con fare svogliato, sbadigliando come una foca monaca,
con la
grazia di uno scaricatore di porto. Frankito gli stampò un
breve bacio
su una guancia ed uscì dalla stanza, lasciandolo solo e con
la certezza
di aver generato un perfetto androide, non un figlio. Ma forse era
semplicemente merito del senso di responsabilità
inculcatogli da
Claudia.
Con un’ultima occhiata all’orologio, il batterista
si
trascinò fuori dalle coperte e si gettò sotto la
doccia, cercando di
non pensare al sogno che stava facendo poco prima… insomma
non era
normale che dopo i difficili avvenimenti tra lui e Mike, sognasse di
fare sesso selvaggio proprio con quest’ultimo.
All’improvviso si
ricordò della telefonata della sera precedente e del fatto
che avessero
un appuntamento in mattinata, ed i suoi deliri onirici
divennero di colpo più chiari: lui era Tré Cool,
cazzo, Mikey occhi blu
lo eccitava da matti, ed aveva una voglia incredibile di farsi scopare
fino allo sfinimento! Insomma, era passato un sacco di tempo
dall’ultima volta e ne aveva pure diritto, no?
Inoltre aveva pensato
a lungo alle parole di Billie Joe e, sia pur a malincuore, aveva deciso
di dare un’ultima possibilità a quel bassista
deficiente… in fondo,
come diceva il proverbio, era meglio vivere un giorno da leone che
cento da pecora!
Fu con i nervi a fior di pelle che accompagnò il
figlio a scuola, trovando per puro miracolo anche l’istituto
giusto, e
si diresse quindi di volata a casa di Dirnt, per recuperare il suddetto
ed andare con lui a fare la spesa. Quando arrivò a
destinazione, il
bassista lo attendeva seduto su un muretto, placido come un agnellino.
-Non
credevo ti andasse davvero di uscire con me, dopo quello che
è successo
l’altro giorno.- affermò il collega, a
mo’ di saluto, alzandosi in
piedi e andandogli incontro, con le mani piantate nelle tasche dei
pantaloni.
-Beh, allora sei solo un idiota, come ho sempre
sostenuto. Ne abbiamo parlato, abbiamo chiarito, ti sei scusato e,
nonostante quella mattina tu abbia rischiato di farmi quasi venire un
infarto, se ieri sera ti ho chiesto di vederci, mi sembra evidente che
fossi veramente convinto di incontrarmi con te.- rispose Tré
con tono
esasperato, togliendosi gli occhiali da sole con un gesto seccato.
–Adesso piantala con le paranoie, muovi il culo e salta a
bordo di
corsa; voglio girare in lungo e in largo il Mall fuori
città, proprio
come una di quelle puttanelle viziate che ti piacciono tanto, e tu mi
seguirai come un cagnolino, portandomi le buste degli acquisti.-
-Si
può sapere cosa vai farneticando?!- sbottò
l’altro, inarcando un
sopracciglio –Io non ho mai avuto nessuna
“puttanella viziata” e, in
vita mia, non sono mai andato in quel centro commerciale!-
-Non
m’interessa.- replicò il batterista,
imbronciandosi –Oggi ho voglia di
essere al centro dell’attenzione. Me lo merito, no? Per una
volta
voglio sapere cosa si prova ad essere una primadonna come BJ.-
Mike
sbarrò gli occhi, sinceramente sconcertato da quel
comportamento
assurdo, e decise che forse fosse meglio assecondarlo. – Ma
non è che
ti sei fumato qualcosa di strano, vero?- indagò con fare
preoccupato.
Per
tutta risposta Cool gli allacciò le braccia al collo e si
spalmò sul
suo petto. –Diciamo che la parte dell’eterno
indeciso non mi si addice,
facciamo finta che io abbia dato ascolto a quel folle del nostro amico,
nella cui trappola siamo caduti entrambi come stupidi, ed ammettiamo
che io abbia deciso di darti l’ULTIMA possibilità
per rimettere in
piedi la nostra storia… Bada bene però, che se
sbaglierai di nuovo,
prendendo l’ennesima sbandata per la sgualdrinella di turno,
IO mi
metterò d’impegno a corteggiare Miley Cyrus o Bill
Kaulitz e riuscirò a
portarmi a letto uno dei due e, sinceramente, non so chi sia peggio tra
quei fenomeni. –
-Tu sei totalmente fuori di testa.-
dichiarò Dirnt ansimando e rafforzando la presa sul corpo
dell’amico,
fregandosene altamente del gruppo di vecchiette che stava attraversando
la strada in quel momento, agitando il bastone al loro indirizzo e
facendosi il segno della croce. – Questo vuol dire che mi
perdoni? Che
stiamo di nuovo insieme?- chiese concitato.
-Non ho detto che ti
perdono… la tua abituale infedeltà e,
soprattutto, quello che hai
tentato di farmi ieri, sono cose difficili da dimenticare-
soffiò il
batterista –Tuttavia la seconda ipotesi è esatta,
ma ti ripeto, se
ricomincerai a fare l’idiota, rimorchiando chiunque ti faccia
gli occhi
dolci, stavolta sarò IO a gettare via TE come uno straccio
vecchio. Are you understand me?-
Mike
deglutì nervosamente, comprendendo di trovarsi davanti non
lo
scanzonato e stravagante Tré Cool, bensì il
determinato Frank Wright
che, di fronte ad una sua ennesima cazzata, non avrebbe esitato un solo
secondo a vendicarsi, facendogliela pagare MOLTO cara.
-Ok, ricevuto
forte e chiaro. Ho solo una domanda da porti, ancora: ci infrattiamo da
qualche parte e facciamo subito sesso, o vuoi andare sul serio al
supermercato?-
Tré si strusciò su di lui come un gattino, con un
ghigno malefico in volto. –Prima la spesa, devo dare da
mangiare a mio
figlio qualcosa che non siano topi morti. Poi mi accompagnerai a
trovare una palestra, in modo che possa ritornare ad essere il figo di
qualche anno fa e, ovviamente, tu t’iscriverai e farai
esercizio con
me. In seguito, questa sera, quando sarai stanco morto, verrai a cena a
casa mia dove mi aiuterai a preparare da mangiare ed infine, FORSE,
penserò di darti un assaggino di qualcosa
d’interessante.-
-Sei
diabolico, Billie ti ha istruito davvero bene.- gemette sconsolato
l’altro, sudando già freddo al solo pensiero. La
palestra sarebbe stata
di sicuro devastante.
Cool ghignò nuovamente, subdolo come una serpe.
–Ma certo, Mikey. Billie sa essere un
ottimo maestro, quando non è impegnato ad ordire piani
improbabili…-
Ok, il supermercato è andato, ora tocca alla
palestra.
Mike fece quella constatazione, cercando di darsi coraggio, mentre
caricava in auto le pesanti borse della spesa che Tré aveva
stipato nei
due carrelli che si erano portati dietro. Quando lo aveva visto
estrarre la carta di credito ed aveva sentito l’ammontare del
conto,
sciorinato dalla cassiera, gli era venuta una mezza sincope, ma il
batterista era rimasto imperturbabile.
La sua calma, invece, era
andata a farsi fottere appena entrati nel centro commerciale,
perché
bastava solo il modo di camminare dell’amico, nonostante
ultimamente
avesse messo su qualche chiletto di troppo, a farlo andare su di giri
nei momenti meno opportuni.
Sì, decisamente Billie Joe gli aveva
fatto scuola, perché avrebbe riconosciuto da lontano un
miglio la
paternità dei gesti indecenti che il bassista gli stava
rivolgendo. Ma
se per Armstrong era solo scena per i fans, con Tré era
diverso, si
sentiva duro da scoppiare e non era certo di arrivare
all’uscita senza
sbatterlo su un banco frigo e farselo lì, davanti a tutti.
Il
problema principale era che quel fottuto bastardo lo faceva apposta per
punirlo, ben sapendo di non volergli elargire alcun contentino almeno
fino a sera, salvo poi decidere di non concederglielo affatto.
Tré
forse sperava che l’altro si stancasse presto e la smettesse
di
tampinarlo, ma non poteva sapere come Dirnt pendesse dalle sue labbra a
tal punto da non riuscire a staccarsi da lui, nemmeno per tutto
l’oro
del mondo. A prescindere da tutte le donne che aveva avuto, il bassista
era attratto da Cool come una falena dalla luce e l’ex
compagno
rappresentava, nella sua sregolata esistenza, il porto sicuro a cui
tornare.
-Ora
dobbiamo cercare la palestra.- gli ricordò suadente il
collega, con un
sorriso così sfrontato da costringere Mike a correre fuori,
per
rimettere a posto il carrello e cercare, nel frattempo, di calmarsi
almeno un po’.
La situazione, già così
difficile per Dirnt,
in macchina raggiuse l’apoteosi, perché quello
sciagurato di Frank si
mise al volante con la camicia mezza aperta, mostrando così
la carne
del suo petto, morbida ed invitante. Sì, a quel punto Mike
fu davvero
certo che l’altro avesse deciso di punirlo nel peggiore dei
modi e che
lo stesse facendo in piena coscienza, consapevole del proprio fascino e
ben disposto a farne uso per irretirlo senza scampo.
continua...
Vi rammento che insieme a Livin Derevel ho scritto CENERENTOLA
e che potete trovarci anche sul Marauders Archive
, su cui ho postato anche Good Riddance,
una piccola chicca che non posterò qui. Iscrivetevi per
leggerla! :D
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Capitolo 11 *** 11. Delle regole me ne sbatto ***
Donne! Vi sono mancata? Lo so che vi ho fatto penare
d’attesa, ma finalmente ecco il nuovo capitolo di King
for a Day XD
Qualcosa si smuove tra il nostro Mike e il nostro Tré, ma
cosa? Lo scoprirete leggendo (ah, come mi piace la suspence v.v)!!!
Vi avverto che la mia socia Livin Derevel
ha postato la prima puntata di "Mike in Wonderland",
la fumatissima parodia della celebre fiaba in salsa Green Day che
abbiamo scritto insieme: correte a commentare *O*
Inoltre ho quasi pronta una shottina sui Foxboro Hot Tubs e il loro
controverso concerto!
CAPITOLO
11
Quella
mattina stessa, di ritorno dal Centro Commerciale, i due musicisti si
erano recati ad iscriversi in palestra, decidendo di tornarvi nel primo
pomeriggio, dopo uno spuntino veloce, per la lezione di prova.
Ligi al programma, erano entrati in sala pesi alle quattordici in punto
e ne erano usciti un’ora dopo, al termine di una lunga ed
estenuante sessione di esercizio fisico. Vedere i muscoli di
Tré tendersi per lo sforzo, il sudore scorrergli sulla
pelle, ed ammirare le sue gambe tese ed aperte sul macchinario per
rafforzare l’interno coscia, era stato deleterio per la
salute mentale del bassista. Ma il peggio era arrivato dopo, quando
Frank era scivolato nella sua doccia, completamente nudo, ed aveva
deciso di lavarsi insieme a lui.
Mike non se l’era sentita di saltargli addosso proprio
lì, con un branco di energumeni palestrati in giro per lo
spogliatoio, ma Tré gli aveva concesso di lavargli la
schiena e di farsi accarezzare. Avevano nascosto i gemiti con lo
scroscio dell’acqua, mentre si erano masturbati
vicendevolmente, in fretta e con scarso appagamento.
Nel parcheggio, Wright lo aveva fissato con gli occhi che scintillavano
maliziosi, ansioso di avere il resto, tuttavia entrambi si erano resi
conto che, per il bene della loro nuova relazione, non fosse proprio il
caso di cedere all’istinto e saltarsi addosso come cani in
calore.
Tré, infatti, era pienamente consapevole che concedere
subito al bassista di portarselo a letto fosse una scelta sbagliata e
troppo repentina. Stavolta ci sarebbe andato coi piedi di piombo, si
sarebbe fatto desiderare e, solo al momento giusto, avrebbe ceduto. Di
sicuro, però, quel momento non era
ancora arrivato.
Il batterista era più che convinto della propria decisione,
eppure non poteva fare a meno di sentirsi in ansia poiché,
una volta arrivati a casa, si sarebbero ritrovati completamente soli,
visto che Frankito non sarebbe tornato da scuola prima delle diciotto,
e temeva di non farcela a mantenere il punto in una
simile situazione. Quelle poche, frettolose carezze sotto la doccia,
infatti, gli erano state sufficienti per comprendere quanto gli
mancasse il corpo dell’altro, quanto fosse complementare al
suo e quanto, per la prima volta dopo tanto tempo, si fosse sentito
nuovamente bene, al posto giusto.
Persi ognuno nei propri pensieri e, probabilmente, anche per evitare di
scoprirsi troppo, durante il tragitto conversarono poco, ma una volta
giunti a destinazione, proprio mentre tiravano fuori gli alimenti dai
sacchetti dei surgelati, il batterista venne fulminato da
un’illuminazione improvvisa e si ricordò che
– cazzo! – lui era
Tré Cool e delle regole e dei buoni propositi se ne fotteva
altamente!
Forte di quest’intuizione, stipò con malagrazia
tutta la spesa nel frigorifero, sotto lo sguardo allibito di Dirnt, e
poi afferrò al volo il cellulare, cercando febbrilmente il
numero telefonico della baby sitter che Claudia gli aveva detto di
contattare, in caso di necessità.
-Cosa stai facendo?- chiese sbigottito l’altro, vedendolo
digitare i numeri sull’iPhone e sorridere esultante
nell’udire, in risposta, il segnale di libero.
-Pronto?- esordì, intimando al collega di stare zitto
mentre, facendogli l’occhiolino, si dileguava nella stanza
affianco, chiudendosi la porta alle spalle.
Mike inarcò un sopracciglio e si rassegnò ad
attenderlo seduto sul divano del salotto, dove Tré si fece
vedere mezz’ora più tardi, allegro come non mai,
vestito da figo e con i capelli sistemati come ai tempi di
“American Idiot”.
Il bassista ebbe un attimo di black-out totale, in
cui dovette aggrapparsi disperatamente a tutto il proprio
autocontrollo, per non saltargli addosso. Cercando di non balbettare,
stava per domandargli dove dovesse andare così conciato,
quando il campanello suonò ed il padrone di casa
andò ad aprire. Tornò portandosi dietro una
signora di mezza età, cui lasciò semplicemente le
chiavi di casa in mano. – Mary, lei tanto sa cosa deve fare.
–
- Certo, Mr. Cool. - rispose la donna con un sorriso.
A quel punto, Tré afferrò Mike per un polso e,
senza dargli tempo di ribattere alcunché, lo
trascinò fuori. Fu solo quando si sedettero in macchina che
quest’ultimo esplose, sbraitando – Ma si
può sapere cosa diavolo ti passa per la testa?! -
L’altro, che non aveva ancora messo in moto,
lasciò il volante e si allungò sopra di lui,
leccandogli sensualmente il lobo di un orecchio. - Io sono
Tré Cool e ho una fottuta voglia di farmi scopare da te.
Quindi, mentre Mary Poppins andrà a
prendere mio figlio a scuola, lo porterà a casa e si
occuperà di lui, noi ci precipiteremo da te e, giunti
lì, tu obbedirai ad ogni mio ordine e non mi farai
arrabbiare. E’ chiaro? -
Più chiaro di così, si muore.
Pensò Mike con gli occhi spalancati, prima di farsi
travolgere da un lascivo bacio a bocca aperta.
Continua…
|
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Capitolo 12 *** 12. Rosicare ***
Lo so lo so, avreste voglia di farmi secca! XD
Scusatemi, ma per me ultimamente è un periodo incasinato e
finalmente la mia beta mi ha inviato questo apitolo bello sistemato per
tutte voi *O*
Vi ringrazio tutte, chi ha commentato, chi segue, preferisce, rotola...
XD
Ricordo inoltre che se commentate con delle recensioni da
più di 50 parole, partecipate al programma
recensioni indetto da EFP e guadagnerete dei punti, quindi
datevi da fare XD
Nel caso vi servisse un contaparole, potete trovarne uno qui --- CONTAPAROLE.
Vi auguro una buona lettura *O*
CAPITOLO
12
Billie Joe fissava il telefono con aria nervosa, continuando a
chiedersi
incessantemente se stesse facendo davvero la cosa giusta… ma
diamine, lui era
il fottuto Re del Punk, genio e sregolatezza,
perché mai avrebbe dovuto
agire in modo logico e sensato?! Poi, però, si
ricordò di chi fossero i due
squinternati, oggetto del proprio diverbio mentale.
Si parlava di Tré e Mike, i suoi migliori amici, e del loro
complicato
rapporto, in cui lui non aveva alcun diritto di ficcare il naso, anche
se in
realtà, con il suo folle piano, non aveva fatto altro per
tutto il tempo,
almeno fino a quando Tré non lo aveva scaricato, dopo
nemmeno due giorni di
quella pantomima.
Però… non poteva fare a meno di sentirsi
ingelosito, escluso, un peso insomma.
Ecco, BJ si sentiva come uno scomodo fardello messo da parte. Ci
avrebbe
scommesso le palle che sarebbe accaduto come le volte precedenti:
quegli idioti
paranoici si sarebbero rimessi insieme, fino alla litigata successiva,
e lui avrebbe
rosicato come il peggiore degli invidiosi,
aspettando con ansia che uno
dei due lo degnasse di attenzione e, quando fosse accaduto, non si
sarebbe
accontentato di Mike.
Tré era quello su cui voleva mettere le mani, e non in senso
metaforico. Era il
suo modo di essere, la sua presunta follia ed il suo saper soffrire in
maniera
sottile e tormentosa, che provocavano in Billie quel qualcosa
che né
Mike, né Adrienne, erano in grado di scatenare. Il vocalist
non avrebbe mai
ritenuto di avere un senso materno così sviluppato,
eppure…
Sto diventando un pazzo psicopatico!
Pensò, infilandosi le mani fra i
capelli e tirando le lunghe ciocche scure, mentre se ne stava
appoggiato con i
gomiti a quel ridicolo tavolino, ricoperto di pelliccia leopardata, che
teneva
in salotto.
Il telefono stava davanti a lui, immobile e silenzioso, quasi lo stesse
schernendo per l’indecisione atroce che lo dilaniava.
Di sicuro, in quello stesso istante, Mike e Tré stavano
combinando qualcosa di
molto piacevole per la loro relazione, ma non per l’ego
infinito del cantante
che, più di ogni altra cosa, desiderava essere al centro
dell’universo, specie
in quel preciso momento. Non gli piaceva essere ignorato in quel modo,
però
forse, facendo affidamento sull’impulso irrefrenabile che gli
stava ruggendo
dentro, si sarebbe buttato ed avrebbe preso
ciò che voleva.
♥
♪ *************************** ♪ ♥
Il chiarore rossastro del pomeriggio, che si tramutava lentamente nella
penombra
della sera, passava fievolmente attraverso le tapparelle semi abbassate
della
stanza da letto di Mike Dirnt. Le sottili lame di luce creavano
chiaroscuri
invitanti sulla pelle dell’uomo più in carne, la
cui camicia era stata
slacciata, con calma e devozione, da lunghe dita agili, abituate a
pizzicare le
corde di un basso.
-Spero che la ciccia di questi ultimi tempi non ti dia troppo
fastidio…-
mormorò Cool con un sogghigno ironico, visto che in
realtà dell’adipe in
eccesso se ne strafregava, poiché riteneva che un
po’ di pancetta non stesse
mai male, in un uomo, anche se avrebbe preferito che la sua…
beh, non gli
avesse fatto tendere la camicia di maglina in modo così
evidente!
Dirnt sollevò il proprio sguardo color del ghiaccio, in quel
momento caldo come
un vulcano. Era confuso, non gli importava niente del grasso, ma di
Tré. –Sei
sempre stato cicciottello e con dei polpacci da calciatore, ma non mi
sembra
che io mi sia mai fatto problemi al riguardo.-
Frank ridacchiò, accarezzandogli una guancia con la punta
delle dita. –Quando
ero giovane ero magro e carino, ho rivisto delle vecchie foto, davvero
niente
male. Ero piuttosto fiero del mio aspetto.-
-La colpa è di tutta la fottuta birra che tu e
quell’altro deficiente vi
bevete- ribatté il bassista, slacciando completamente
l’indumento e passandogli
un polpastrello sul ventre un po’ appesantito –Solo
che lui, poi, va a farsi
una nuotata o a correre, mentre tu, invece, correresti solo se avessi
una muta
di doberman alle calcagna.-
-Sono pigro. Preferisco un altro genere di ginnastica.-
Wright sorrise,
allusivo e malizioso, con quello scintillio folle negli occhi blu che
lo
contraddistingueva, differenziandolo da tutte le altre persone del
pianeta.
Come lui, questo era certo, non poteva esserci nessuno al mondo!
Mike gli diede un morso esattamente nei pressi dell’ombelico
e cosparse la sua
pancia soffice di altri morsi, lasciandogli dei leggeri segni rossi che
fecero
gemere il batterista. –Hai le maniglie dell’amore.-
lo canzonò –Quale modo
migliore per tenerti fermo?-
L’altro scoppiò in una risata sguaiata, afferrando
le mani del compagno e
guidandole verso il bottone dei jeans, tesi fino allo spasimo.
–Non hai mai
avuto bisogno di tenermi fermo. Per te avrei fatto qualunque cosa.-
Il bassista fece saltare il bottone, però lo
scrutò con aria seria –E adesso?
Non faresti più nulla per me?-
-Sono talmente tanto rincoglionito, che per te
tirerei giù la luna dal
cielo.- rispose Cool in un sussurro, continuando a sfiorare la guancia
di Mike
e cercando di trasmettergli, solo con lo sguardo, tutto quello che non
era
capace di spiegare a parole. Fissandolo in silenzio, intensamente,
Frank inviò
all’amante quel messaggio nascosto, che solo lui era in grado
di capire,
rivelandogli ciò che teneva chiuso a tripla mandata,
all’interno del proprio
cuore da folle.
Ovviamente Dirnt capì, con l’ausilio di quella
specie di sesto senso,
che gli permetteva di afferrare ogni strana evoluzione dei pensieri
sconclusionati del batterista, come nessuno era in grado di fare,
neppure Billie
Joe, che per Cool era come un fratello.
Mike si alzò in piedi, lasciandolo con un gemito
insoddisfatto, ma tappandogli
la bocca con quelle labbra viziose, che parevano poter scatenare un
incendio
con un semplice tocco. Erano labbra morbide, sottili, inebrianti e
bellissime,
capaci di far perdere il senno con un breve sfioramento, di far nascere
brividi
sul corpo e di spedire dritti in Paradiso, quando si baloccavano sulle
zone
erogene, fottendo direttamente il cervello.
Tré mugolò in quel bacio, si aggrappò
alle spalle muscolose e tatuate di Mike,
ed insieme caddero distesi sul letto, stropicciando le lenzuola che
prima erano
accuratamente stirate, senza neppure l’ombra di una piega.
Le dita di Mike s’insinuarono sui fianchi di Cool,
stuzzicando i sensi di
quest’ultimo, e vagarono sulla sua schiena, lasciando segni
rossi al passaggio
delle unghie sulla pelle morbida.
Il Blackberry di Dirnt prese a vibrare ed a diffondere nella stanza la
musica
degli AC/DC, ma i due decisero d’ignorarlo e ci riuscirono,
almeno fino a
quando quel rumore si alzò di tono, divenendo incessante e
fastidioso.
-Rispondi.- sbuffò Tré con una smorfia,
chiedendosi se il proprio cellulare
fosse spento.
-Non ne ho voglia…- si lamentò il bassista,
afferrando il telefono, deciso a
strappargli la batteria. Tuttavia, prima che potesse leggere il nome
sul
display, Frank glielo sfilò di mano, premendo deciso sul
tasto verde di
”accetta chiamata”.
-Pronto? Billie Joe, che cazzo vuoi adesso?!-
Continua… ♥
Vi rammento inoltre che sul Marauders
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Capitolo 13 *** 13. Invadenza ***
Bentrovate donne! Mi dispiace averci messo così tanto T_T
Comunque eccovi il tredicesimo chap di questa ff, buona lettura!
CAPITOLO
13
Billie
Joe correva veloce con la propria macchina, destreggiandosi poco
abilmente nel traffico e rischiando, più di una volta,
d’investire i passanti o
di decorarsi il parabrezza con la
portiera divelta da qualche altra vettura. Bruciava tutti gli stop ed
ignorava
il rosso ai semafori, inutili impedimenti tra lui ed il luogo in cui
voleva
arrivare.
Poco
prima, al telefono, non aveva avuto saputo coniare una replica
intelligente, ma era solo riuscito a balbettare stupito quando
Tré aveva
risposto al cellulare di Mike. La verità bruciante,
però, era una ed UNA
soltanto: evidentemente quei due erano insieme e lui era fottutamente
solo.
-Dove
sei?- aveva chiesto semplicemente, ed il batterista si era messo a
ridere. –
-A
casa di Mike.- aveva ribattuto –E stiamo per scopare.
Quindi… non è
disponibile.-
A
quelle parole BJ aveva avvertito in sé una strana frenesia,
il
desiderio di essere lì, con loro. Non lo avevano mai fatto
tutti e tre insieme
e ciò gli sembrava un’enorme idiozia.
O meglio, lo ERA.
-Arrivo.-
aveva sentenziato, prima di chiudere la conversazione, gettare
il cordless sul divano e precipitarsi alla ricerca delle chiavi della
propria
auto, per poi uscire come un fulmine, salutando a malapena Joey e Jacob
che
stavano giocando con la Playstation.
-Dite
a mamma che sono dallo zio.- aveva borbottato ed i suoi figli
avevano annuito, ignorando i pensieri perversi del padre e le emozioni
violente
che percepiva dentro di sé. Ed era MOLTO meglio
così.
Per
un solo istante, Billie Joe aveva immaginato cosa avrebbero pensato
i due ragazzini se avessero saputo che il loro papà andava a
letto coi suoi
amici, i loro zii, gli stessi che stavano con loro tutti i santi
giorni, in
quella casa troppo grande, e che li avevano cresciuti, cambiando loro i
pannolini quando erano alti come un soldo di cacio.
Billie,
però, fu rapidissimo a scacciare i sensi di colpa,
giustificandosi dietro al fatto che la cosa non succedesse poi
così spesso.
Raggiunta
la propria meta, miracolosamente incolume, il vocalist
parcheggiò la macchina nel vialetto d’ingresso
della villetta di Dirnt,
mettendola di sbiego come suo solito, e scese con un balzo. Non si
diede la
pena di suonare il campanello, ma si limitò ad alzare lo
zerbino, prendendo da
lì la chiave di scorta, ed a spalancare l’uscio,
entrando rapidamente e
richiudendosi il portoncino alle spalle.
Era
attirato, come una falena dalla luce, da quella stanza in fondo al
lungo corridoio di quella casa, che conosceva come le proprie tasche, e
quel
luogo così bramato gli sembrava vicinissimo eppure
irraggiungibile.
Assurdamente gli venne in mente James, il loro manager… se
fosse stato lì in
quel momento, probabilmente gli avrebbe educatamente
intimato di farsi i cazzi propri, di girare sui tacchi ed
andarsene di corsa,
prima di combinare qualche gigantesco casino! Ma Billie Joe Armstrong
era
solito non dare MAI retta allo Sciacallo in
carne ed ossa, figuriamoci se poteva obbedire a quello che
era solo un
frutto della propria immaginazione!
Un
mugolio un po’ più forte degli altri lo
spronò a darsi una mossa ed a
colmare, a passo di carica, la distanza che lo separava ancora da
quella famosa
camera. Posò le dita sul legno del battente e lo spinse
leggermente verso
l’interno, rivelando così una scena che gli
bruciò completamente i neuroni.
Per
descriverla con poche parole: Tré sorrideva estatico,
completamente
nudo, mentre il corpo flessuoso di Mike si muoveva sopra il suo,
spingendosi
dentro di lui sempre più forte e strappandogli gemiti acuti.
-Ciao,
BJ- lo
apostrofò il
batterista.
Billie
non fu minimamente in grado di rispondere, perso
nell’osservare
la lucida patina di sudore sulla loro pelle, i muscoli che si muovevano
con
sincronia perfetta, le dita dell’uno che si aggrappavano alle spalle
dell’altro e le gambe intrecciate ed
impegnato nell’inebriarsi col meraviglioso profumo di sesso
che si percepiva
nell’aria.
Istintivamente
il cantante mugolò piano, slacciandosi i jeans, mentre la
sua mano, come animata di vita propria, s’infilava da sola
all’interno
dell’indumento. Quella era LA visione della sua vita, Mike e
Tré insieme, i due
uomini per lui più importanti, avvinghiati
appassionatamente! Il suo sogno
erotico più lussurioso ed assurdo, si stava finalmente
realizzando sotto i suoi
occhi.
Sono
malato. Sono un pazzo pervertito!
Urlò la sua mente, presa d’assalto da troppi
stimoli.
Dirnt
voltò il capo verso di lui, le iridi color del cielo
incupite
dall’eccitazione, ed allungò una mano incitandolo
a raggiungerli, invece di
restare a masturbarsi sulla porta come un guardone.
-Sei
incredibilmente fastidioso.- borbottò Tré, quando
il vocalist accettò
l’invito –Stai sempre in mezzo, anche
quando non dovresti.-
-Questa…
è una di quelle… situazioni, vero?-
balbettò Armstrong,
osservandoli entrambi, con lo sguardo incollato sui loro corpi
incastrati, pur
non riuscendo a fissarli negli occhi.
-Già.-
rispose Mike –Ma ormai sei qui e ci rimani.- Detto
ciò si sfilò
da Frank, causandogli un lungo, lascivo brivido e si
distanziò appena un po’.
-Hai
interrotto la mia scopata.- s’intromise Cool mettendosi
seduto, per
poi alzarsi in piedi, afferrando i lembi della camicia di Billie.
–Vuoi Mike,
come sempre del resto. E adesso piantiamola di perdere
tempo… spogliati, BJ.-
-Non
voglio Mike.- sussurrò quest’ultimo, incrociando
gli occhi blu di
Wright –Voglio te.-
-Puttana
capricciosa…- ridacchio Dirnt, che gli si era messo alle
spalle, accarezzandogli i fianchi. –Hai sentito Frank? Vuole
te! Potrei quasi
ingelosirmi…-
Il
batterista rise di una risata strana e sensuale. –Secondo me
ci vuole
entrambi.-
-Dipende
da te, amore.- replicò Mikey occhi
blu, passando la lingua sul collo di Billie, che aveva
gettato la testa all’indietro, sulla sua spalla.
Tré
aprì la camicia al cantante, accarezzandogli il petto con la
punta
delle dita. – Voi due mi farete diventare più
pazzo di quanto io già non sia.
Invece di un fidanzato, adesso me ne ritrovo due.-
-Ti
desidero.- ansimò Billie –E desidero Mike. Vi
voglio entrambi.-
sussurrò roco, ripetendo, senza accorgersene, le parole
pronunciate poco prima
da Cool.
-
Però, Frank, che intuito! Avevi proprio ragione!-
ridacchiò il
bassista, fintamente ironico, abbassando
i pantaloni di BJ. –Questa storia sarà
complicata...- aggiunse poi sottovoce.
-Si
può sempre provare.- ghignò Cool, attirando
Billie Joe a sé e
tappandogli la bocca con un languido bacio.
In
che casino ci stiamo infilando? Fu
l’ultimo pensiero coerente di
quest’ultimo, prima di lasciarsi vincere
dall’eccitazione.
Continua...
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