King for a Day

di queenseptienna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Eccessi ***
Capitolo 2: *** 2. Cuori grandi e gelosia ***
Capitolo 3: *** 3. Spiacevoli scoperte e parole dure ***
Capitolo 4: *** 4. Accetto ***
Capitolo 5: *** 5. Il cellulare che squilla ***
Capitolo 6: *** 6. Portinaia ***
Capitolo 7: *** 7. Fuori dai denti ***
Capitolo 8: *** 8. Cuore violento ***
Capitolo 9: *** 9. Decisioni sul momento ***
Capitolo 10: *** 10. Provocazioni nemmeno troppo velate ***
Capitolo 11: *** 11. Delle regole me ne sbatto ***
Capitolo 12: *** 12. Rosicare ***
Capitolo 13: *** 13. Invadenza ***



Capitolo 1
*** 1. Eccessi ***


Titolo: King for a Day
Fandom: RPS Green Day
Pairing: Mike/Trè - Tré/Billie - Mike/Billie
Personaggi: Mike Dirnt, Billie Joe Armstrong, Tré Cool, altri
Numero Capitolo: 1 di ?
Genere: romantico, erotico, angst
Avvertimenti: slash, sesso descrittivo, altri in corso d'opera XD Per ora ci limitiamo ad un rating giallo, lo metteremo rosso quando sarà necessario.
Info: questa ff è il seguito di  Why do you want Here?
Disclaimer: Non è mai successo e mai accadrà. Magari fosse vero ù_ù



Erano passati parecchi anni da quando lui e Mike si erano dichiarati il loro amore.
Da quel momento si erano mollati e rimessi insieme tante di quelle volte, da far invidia a Paris Hilton. Nelle pause della loro storia avevano trovato posto, in ordine sparso, matrimoni, figli, ragazze, ragazzi, Billie ed un’altra accozzaglia di persone eterogenee.
Già, perché Mike aveva ripreso a rotolarsi tra le lenzuola anche con il cantante, senza peraltro smettere di farlo con lui. Non che a qualcuno importasse poi molto di questo trascurabile dettaglio.
Non provava rancore verso BJ… Mike era di entrambi, lo sapevano bene, ed ormai avevano fatto l’abitudine a quell’assurdo menage a trois, considerandolo pressoché normale.
Il loro singolare modus vivendi si poteva riassumere in cinque semplici regole: niente possessività, nessuna scenata, nessun muso lungo, ma soltanto le solite battute idiote e lo stare sportivamente al gioco quando il bassista sceglieva in quale letto dormire. Del resto non è che stessero dichiaratamente insieme, cosa resa ancor più palese dal numero di figli che tutti e tre avevano sparso in giro.
Osservando quella strana situazione dall’esterno, nessuno avrebbe mai detto che Tré Cool provasse un qualche vago sentimento di gelosia nei confronti di Dirnt, anzi, al contrario, sembrava quasi che la sua follia e la sua sventatezza aumentassero di giorno in giorno.
Forse troppo per non preoccuparsene.



I tre musicisti erano davvero soddisfatti della loro ultima produzione, “21st Century Breackdown”, che stava scalando rapidamente tutte le classifiche, ma non per questo potevano permettersi di abbassare la guardia e sedersi sugli allori. Con questa considerazione in mente, i Green Day si trovavano ogni giorno in sala prove per ripassare e rifinire i brani da suonare durante i tour; in parole povere per rendere perfetto ciò che lo era già.
Quella mattina, dopo aver sistemato vari pezzi, erano nel bel mezzo dell’esecuzione di “Peacemaker”, durante un assolo di batteria particolarmente complesso, e Tré era concentratissimo, con la bocca tirata in una smorfia sottile. In piedi davanti a lui, Billie e Mike stavano ridacchiando come due cretini e, ad un tratto, si erano avvicinati e si erano scambiati un bacio a fior di labbra.
Lo avevano fatto altre mille volte, ma in quel momento a Tré sgusciarono le bacchette dalle mani, come se non avesse più alcuna presa su di esse, ed il tonfo della loro caduta rimbombò tra le pareti, nel silenzio sopravvenuto al tacere improvviso della batteria.
-Ehi!- Billie Joe si voltò di scatto verso di lui, che arrossì appena. –Tutto bene, Tré?-
-Sì, sono solo un po’ stanco. E’ tutto il giorno che proviamo.-
Armstrong sollevò un sopracciglio, quasi incredulo di fronte a quella risposta pacata e seria. Se Tré non aveva replicato, come suo solito, farneticando di polli o alieni, questo voleva dire che stava davvero male… rifletté il vocalist –Vuoi che per oggi la piantiamo qui?- insistette.
-Sarebbe meglio.- ribattè brevemente Cool, per poi alzarsi dallo sgabello ed afferrare una bottiglietta d’acqua, che ingollò in pochi sorsi. –Scusatemi…- mormorò, defilandosi fuori dalla sala prove senza aggiungere altro.
BJ guardò stupito Mike che, di rimando, lo scrutò con un’espressione accigliata e pensierosa.



Fanculo… mugugnò Frank tra sé
Perché ogni volta che accadeva se la prendeva come se fosse la prima?
Gli venne in mente quella mattina, di molti anni prima, in cui Mike era piombato a casa sua come una furia, dimostrandogli di voler essere l’unico per lui e di pretendere lo stesso in cambio. Anche se tentava di nasconderlo, detestava vedere Mickey occhi blu baciare Billie, non sopportava di sapere che spesso andasse a letto con lui e ringhiava d’odio, sotto una maschera di finta indifferenza, quando era il bassista a ricevere le attenzioni del cantante
Wright sapeva bene quanto fosse assurdo fare il geloso dopo tutti gli anni ormai trascorsi da quel giorno, dopo i siparietti tra i due a cui assisteva da sempre, dopo tutte le persone che erano passate nelle loro vite e soprattutto tra le loro lenzuola, ma non riusciva davvero ad impedirselo, era come un istinto primordiale che non poteva reprimere.
-Tré.- la voce di Mike, alle sue spalle, lo sorprese nel suo rifugio privato, una piccola saletta in disuso dello studio di registrazione.
Cool respirò profondamente, cercando di calmarsi e, con un mezzo sorriso, si voltò verso il compagno. Dirnt lo fissava con espressione indecifrabile e troppo seria. Come sempre, del resto… si ritrovò a pensare il batterista.
-Cos’hai?- chiese il bassista in modo chiaro, conciso e diretto. Mai che non vada dritto al punto… constatò sarcasticamente l’interpellato, continuando il proprio monologo interiore.
- L’ho già spiegato anche a BJ, sono solo stanco.- ripeté Frank –Perché, ti sembra così strano?-
Mike, dopo aver chiuso la porta, fece qualche passo avanti e mise una mano sulla spalla dell’amico. – Sì. Tu non sei mai stanco. Ti ho visto suonare come un invasato ad un concerto, scolarti birre su birre per tutta la notte e, la mattina dopo, presentarti alle prove perfettamente sveglio ed in forma. Quindi, non può trattarsi di stanchezza, deve esserci qualcosa di più.-
-Perché lo ha deciso San Mike, protettore dei bassisti promiscui?- rispose canzonatorio l’altro.
-Hai lo stesso atteggiamento di quando mi precipitai nei tuo appartamento, quindici anni fa.- constatò Dirnt un po’ sorpreso.
-E se anche fosse?- si sentì ribattere in modo tagliente dal suo interlocutore.
Mike lo fissò in silenzio, socchiudendo gli occhi azzurri che tanto somigliavano a quelli di Tré. – Ho capito – esordì poi - Stai facendo i capricci perché ho baciato BJ.-
-No, perché voglio il mio pollo di gomma.- ridacchiò l’altro, nervoso. –E comunque IO non faccio i capricci, soprattutto per TE.- concluse con una punta di amarezza.
Dirnt sorrise e lo spinse contro la parete più vicina, tappandogli la bocca con il bacio che Tré avrebbe voluto ricevere parecchio tempo prima. Il suo odore invase le narici di Frank che chiuse gli occhi, aggrappandosi al suo collo e strusciandosi contro il ginocchio che Mike gli aveva infilato fra le gambe.
Era diventato dannatamente abile, nel mettere a tacere la voce che avrebbe voluto gridare al bassista di piantarla di dargli il contentino, che avrebbe voluto urlare, una volta per tutte, che era stufo marcio di essere trattato in quel modo ridicolo e menefreghista, in cui Mike faceva il bello e il cattivo tempo, relegando sia lui che Billie al ruolo di semplici pupazzetti, con cui divertirsi al momento desiderato
Putroppo, però, tutte quelle belle parole rimanevano solo teoria perché, in pratica, Tré non era capace di scacciare quella mano che gli si stava insinuando oltre la cintura e di respingere quella bocca che gli stava lasciando una scia di baci roventi lungo la gola.
E nonostante dentro di sé sapesse bene che, magari il giorno dopo, ci sarebbe stato Billie al proprio posto, a ricevere quelle stesse attenzioni, tuttavia non riusciva a mandare via Dirnt a calci nel didietro, come si sarebbe meritato.
Sto diventando davvero bravo a negare la realtà, mettendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi…si derise tra sé.



Poche ore dopo, Cool uscì dagli studi di registrazione e s’incamminò senza meta, dandosi mentalmente dell’idiota. Ringhiando di rabbia tirò un calcio ad una lattina che stava sul marciapiede, facendola rotolare lungo l’asfalto ed ascoltandone il ripetuto tintinnio, finché questo non si esaurì. La vittima successiva fu un sasso, anch’esso calciato dritto davanti a sé, fino a farlo sbattere contro un muro.
Wright procedeva spedito, la testa bassa e le mani infilate nelle tasche dei calzoni, mentre macinava metri su metri con le sue Converse rosse, diventate ormai un must tra le fans. Eppure, questa sua specie di maratona, non bastava ad allontanare da lui la sensazione gelida e strisciante di essere stato usato, o meglio, di essere stato messo a tacere da Mike, per l’ennesima volta.
Già da parecchio tempo, ormai, aveva il forte sospetto che il bassista usasse il metodo della sveltina per calmarlo, per non lasciargli il tempo di fare domande e per stordirlo a tal punto che, dopo, non le ricordasse nemmeno più. E lui, dannazione, pur sapendolo, lo lasciava fare! Pur di averlo vicino, almeno per un po’, accettava che lo trattasse come una puttana ogni maledetta volta, perché questo era ormai il proprio ruolo! Era inutile continuare ad illudersi…lui amava ancora Mike, esattamente come tanti anni prima, ma probabilmente per l’altro non era più così.
Con un profondo senso di amarezza, Cool si trovò a ricordare quel periodo in cui, dopo l’ennesima discussione, si erano separati per un po’ e Mike era tornato da Anastasia - già, proprio quella che lui gli aveva presentato ad una festa - comunicandogli poi, con aria festosa, come lui e la ragazza si fossero finalmente rappacificati. Tré era rimasto di sasso e solo una violenta gomitata di Billie Joe lo aveva risvegliato dal mondo dei morti. Poco dopo i due fidanzatini si erano sposati ed avevano avuto una figlia, cosa che aveva messo a terra Frankie, il quale era riuscito a risollevarsi solo alla notizia dell’imminente divorzio tra i due.
Durante quell’orribile lasso di tempo, Tré aveva fatto sesso con qualunque donna o uomo gli fosse capitato a tiro, si era infilato in ogni letto, pur di non pensare. Eppure, malgrado fosse stato messo da parte come una scarpa vecchia ed a dispetto della sofferenza vissuta, quando Dirnt ed Anastasia si erano separati, era corso di nuovo a scaldargli le coperte, calpestando il proprio orgoglio e la propria dignità pur di stargli accanto.
Com’era prevedibile, si era trattato solo di una parentesi perché, successivamente, nella vita del bassista era entrata Brittney Cade, e Cool era caduto di nuovo nel dimenticatoio, salvo tornare utile quando Brit non c’era, oppure dopo uno dei tanti litigi tra lei e Mike.
Che schifo… mormorò il batterista, con un moto di ribrezzo verso se stesso.
Quello di BJ, invece, era un discorso ben diverso…
Billie Joe Armstrong era l’unica persona ad aver fatto davvero breccia nel cuore di pietra di Dirnt, l’unico a godersi il suo amore incondizionato da oltre vent’anni, e per questo Tré lo odiava.
Anzi no, a causa di questo legame che sembrava intoccabile ed ineguagliabile, Cool li odiava entrambi, con tutta la forza del proprio cuore maltrattato.

continua...

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Capitolo 2
*** 2. Cuori grandi e gelosia ***


Un mega grazie a tutti coloro che stanno seguendo questa storia ^___^

Rudie: come sempre sei gentilissima *O*

Per Maka che non ha commentato MA LO FARA' XD: sei ancora viva o il pc ha deciso di abbandonarti del tutto? XD

Un grazie anche a chi ci commenta sulla nostra pagina Facebook *O*





Berkeley – Casa Armstrong – ad un’ora imprecisata della notte

-Mike Dirnt, sei uno stronzo.- Billie Joe pronunciò quelle parole taglienti, agitando una bottiglia di Bud’s sotto il naso dell’amico e facendogli spalancare gli occhi dallo stupore.
-Perché? Che c’è? Che ho fatto stavolta?!- il bassista non riusciva a capire esattamente cosa potesse aver combinato.
-C’è che sei uno stronzo!- ribadì il suo interlocutore con più enfasi –Ti stai comportando esattamente come quindici anni fa.-
Mike deglutì rumorosamente. Anche lui, da quando aveva avuto l’ultimo incontro bollente con Tré, in quella saletta polverosa, aveva la stessa orribile sensazione.
- Ah…ecco…ti riferisci a…- farfugliò a bassa voce
-Sì, sì, esattamente.- lo interruppe Billie seccato, prendendo a camminare per il salotto leopardato, sempre con la bottiglia stretta fra le dita. –Sai perché ieri, durante le prove, Tré ha smesso di suonare? Perché mi hai baciato.-
-Beh, e qual è la novità? Lo facciamo sempre.- borbottò il bassista, cercando di farsi piccolo piccolo sotto lo sguardo infuocato del moro.
-Non capisci mai un cazzo, quando sei in torto. Parlo della sua gelosia. Teme che tu venga di nuovo a letto con me.-
-E non è così?- ribatté candidamente l’altro, scansando al volo la ciabatta tiratagli dal cantante.
-No, razza di maniaco idiota. Il fatto che ci scambiamo qualche bacio di tanto in tanto o, che in questi quindici anni, ci sia capitato qualche rara volta di scopare, non significa necessariamente che tu debba fare lo stronzo con lui
Dirnt prese fiato, abbassando lo sguardo sul tappeto. -Io e Tré non stiamo più insieme da molto tempo, lo sai.-
- Che lo sappia IO ha poca importanza, LUI ,invece, ne è a conoscenza?- Un’altra ciabatta sibilò, sferzando l’aria, molto vicino all’orecchio del bassista, che si salvò solo tuffandosi sull’orripilante fantasia animalier del sofà.
-Certo che lo sa. Insomma, si ripassa ogni donna gli capiti a tiro!- Mike, irritato, sputò quasi quelle parole e Billie Joe scoppiò a ridere, spargendo birra ovunque.
-Sei proprio un cretino.- sghignazzò
-E tu smettila di bagnarmi con quella roba.- mugugnò l’altro, asciugandosi alla bell’e meglio . –E piantala di insultarmi. E’ da quando sono arrivato qui che non fai altro!-
-Lo so, ma mi fa incazzare che tu sia così ottuso!- ribatté il cantante, accomodandoglisi sulle ginocchia in un’ improbabile posa da diva. –Tu non lo consideri più perché lui va a donne e lui va a donne perché tu non lo guardi, e ti diverti a fare il tacchino con me. La colpa è comunque tua.-
-Fammi capire… lui lo farebbe apposta… per farsi notare da me?- Dirnt lo fissò incredulo, risucchiando aria all’interno delle guance.
-Elementare, Watson.- rispose con sussiego il cantante, fiero di sé per avergli inculcato quella “difficile” nozione. –E’ per questo che la mia illuminatissima mente geniale ha concepito un piano grandioso ed assolutamente perfetto e…-
Il bassista scoppiò a ridere. –Si può sapere cosa vai farneticando?-
-Cazzate, credo. – considerò Armstrong semiserio - La sintesi è che ci prenderemo cura di Tré, lo coccoleremo e lo faremo sentire amato come merita.- concluse con un sorriso ammiccante. –Insomma Mike, tu sai che ti amo, però amo moltissimo anche lui e… forse è ora che se ne accorga. -
Mikey occhi blu scosse la testa divertito e sentenziò - Sei una puttana, BJ, l’ho sempre detto.-
-No, sono solo un uomo dal cuore molto grande.- ribatté l’altro con aria solenne.
- Ma piantala! Non farmi dire sconcezze…- intervenne il collega alzandosi di colpo dal divano e facendolo finire a terra con un tonfo.


Casa Wright – tarda mattinata del giorno seguente

-Tré ci sei, dannato cazzone?-
Billie si era praticamente incollato al campanello, ma ormai stava per perdere la speranza di ricevere una risposta. Dall’interno dell’appartamento non giungeva infatti alcun rumore. –Forse è uscito…-. Ipotizzò Armstrong con aria delusa.
Dirnt si sfregò le braccia con le mani. –No, è in casa, sono sicuro. Fa sempre così quand’è incazzato. Guarda sotto lo zerbino, ci dovrebbe essere una copia della chiave.-
Le sopracciglia del cantante fecero uno schizzo verso l’alto, ma si piegò comunque verso il basso e sollevò il tappetino, scoprendo così una piccola chiave di scorta, che infilò subito nella serratura. La porta si aprì, permettendo loro di accedere al loft e, una volta dentro, si diressero verso il soggiorno e la cucina, ma non trovarono traccia dell’amico. Infine giunsero di fronte alla camera da letto e, dall’uscio spalancato, poterono ammirare uno spettacolo davvero sorprendente: il padrone di casa, con i soli jeans addosso, si stava strusciando lascivamente sopra ad un tizio sconosciuto, anch’egli semivestito.
A quella vista, i due ospiti inattesi si lasciarono sfuggire un singulto sorpreso che fu immediatamente captato dal batterista. Questi alzò il capo con aria interrogativa e, non appena il suo sguardo si posò sui nuovi arrivati, ancora inchiodati sulla soglia, esclamò rabbioso -Che cazzo ci fate, voi due, in casa mia?!-
La voce di Tré era una lama di ghiaccio, terribilmente diversa da quella sensuale e maliziosa che aveva fino a qualche istante prima, mentre baciava l’uomo stravaccato sul suo letto. In quel momento, nello stomaco del bassista, si formò una specie di blocco di cemento, pesante e gelido.
L’immagine di Tré tra le braccia di un altro invase rapidamente il suo cervello, facendogli quasi rischiare un sovraccarico del sistema nervoso, per lo scoppio di gelosia che lo attraversò.
-Veramente… eravamo passati solo per…- balbettò Billie imbarazzato, e sì che mettere in difficoltà o stupire il frontman non era per niente facile! Questo suo insolito atteggiamento poteva avere un solo significato: le cose erano messe davvero male! Ostentando una disinvoltura che era ben lungi dal possedere, BJ ricominciò – Noi eravamo passati a trovarti solo per…-
-Non vi aspettavo e non siete graditi- tagliò corto il batterista –Del resto, come vi sarete accorti, al momento ho parecchio da fare -
L’uomo al suo fianco gli accarezzò gentilmente una mano, bisbigliando. –Sarà il caso che io torni a casa, tu ed i tuoi ospiti dovrete parlare… -
-No.- replicò secco Frank, sferzandolo con un’occhiata tagliente – TU rimani, tanto LORO stanno andando via, vero?? –
Gli interpellati, presi alla sprovvista, non seppero davvero cosa rispondere, anche perché nessuno dei due aveva mai considerato l’idea che Tré potesse stancarsi di Mike. Quest’ultimo, infatti, era addirittura pietrificato e senza respiro.
-Sì, è vero, ce ne stavamo andando.- biascicò Armstrong con un filo di voce, lanciando un’occhiata spaventata al proprio al proprio collega, che però continuò a fissare il pavimento.
-Molto bene, allora fuori!- Il batterista li mise praticamente alla porta, balzando su dal letto e spingendoli attraverso il corridoio. Una volta arrivati al portoncino sibilò –Non azzardatevi mai più. Non so cosa avevate in mente, ma mi avete rotto il cazzo, tutti e due!-
E con quest’ultimo insulto li sbatté in strada, chiudendo definitivamente l’uscio.
Scrollando le spalle, Cool tornò in camera dove Jack, quello era il nome dello sconosciuto, gli si fece incontro dicendo -Ehi, quei due mi pareva di conoscerli… Sono famosi? Ma che volevano da te?-
Wright scosse la testa ed un sorriso amaro gli si dipinse sul volto. –Famosi? Chi, quelli? No, figurati… non erano nessuno.-
-Allora, visto che ormai hanno tolto il disturbo, che ne dici di riprendere da dove ci eravamo interrotti?- mormorò Jack, accarezzandogli il collo scoperto, mentre Cool emetteva un gemito di fastidio, mascherato con prontezza. Cercando di rilassarsi, il batterista chiuse gli occhi ed appoggiò la fronte contro il muro, lasciando che le dita del compagno gli scivolassero sui fianchi per abbassargli i pantaloni.
In fondo era un uomo dotato di molta fantasia e forse, con un po’ d’impegno, sarebbe riuscito a credere che le mani che lo sfioravano fossero quelle di Mike…



continua…

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Capitolo 3
*** 3. Spiacevoli scoperte e parole dure ***


Un grazie a tutte voi, commentatrici! XD
Non so ancora esattamente quando i capitoli avranno warning rosso, ma vi avvertirò prima ^^
Mille grazie a tutte *O*





-Merda!- esclamò il bassista, torcendosi le mani, stravaccato sul sedile del passeggero –Non posso crederci. Ma chi era quello? Come cazzo si permette?-
Billie Joe non rispose, aspirando il fumo della sigaretta che gli pendeva fra le labbra e continuò a guidare senza una meta precisa. Non sapeva cosa rispondere e non credeva di avere una risposta corretta da dare. A dire il vero, quella che avrebbe voluto dare, non sarebbe stato il massimo… rivelare a Dirnt che Tré si era con ogni probabilità stufato di essere il suo tappetino e si era trovato un altro, era troppo duro.
-L’hai visto??? Lo stava toccando! Cazzo, solo io posso farlo in quel modo.- grugnì ancora il suo compagno di viaggio, imprecando e tirando pugni pugni contro il montante dell’automezzo.
-Calmati, Mikey… non fare così, non serve a nulla.- provò a tranquillizzarlo, ma senza successo. Mike si passava le mani in volto, sconvolto e destabilizzato dal fatto che Tré, il suo Tré, avesse addosso l’odore di qualcun altro, che non fosse lui a toccarlo, a fare l’amore… non ci doveva essere nessun’altro!
Continuò a brontolare questi concetti senza sosta, fino a far venire il mal di testa al cantante che infine sbottò.
-Ma insomma, cosa cazzo ti aspettavi? Che Frank rimanesse tutta la vita ad accontentarsi delle tue briciole? Lo vuoi capire che quel tipo ce lo sta portando via? Che te lo sta portando via. A te.- esplose, inchiodando con i freni del mezzo della strada e sterzando in una piazzola. Si girò a fronteggiare il bassista, che lo fissava con occhi sgranati. –Io pensavo di andare da lui a farci una scopata in compagnia, Mike. Non immaginavo che le cose fra voi fossero andate a fondo fino a questo punto. Se ha cercato qualcun altro, vuol dire che va veramente male.-
-Ma noi… noi abbiamo…- balbettò l’altro.
-Sì, lo so cosa avete fatto nello stanzino degli studio.- lo rimbeccò il cantante –Appunto per questo! E dopo cosa hai fatto, mh?-
-Gli ho detto che sarei venuto da te.- Dirnt abbassò la testa.
-Sei un emerito coglione, Mike. Ma non capisci che… bah… non fa niente, ormai è troppo tardi-.
-Dici sul serio?-
-Sì-.
- Non sei più molto incoraggiante lo sai?-
- Ti sto mettendo solo davanti alla verità. Dopotutto è anche grazie al tuo contributo che siete in questa situazione adesso. A questo punto penso che tu non abbia neanche diritto di incazzarti più di tanto con lui.-
- Scusa- sibilò furioso Mike squadrando l'amico –Ma tu,da che parte staresti? Mi sembra di non capirlo molto bene, perché se vuoi farmi sentire una merda ancora di più, ci stai riuscendo perfettamente!-
- Missione compiuta allora!-alzò gli occhi al cielo Billie. -L'hai allontanato tu, Mike-.
- Tu, non facevi tante storie per tornare a letto con me dopo tutte quelle stronzate che mi hai rifilato quindici anni fa sul tuo grande amore di Adrienne e di quanto l'amassi più di me!-
Il cantante strinse forte il volante e si voltò urlando -Io non sono Tré!-
Il silenzio si tagliava con il coltello dentro l'abitacolo, mentre entrambi ansimavano leggermente, guardandosi in cagnesco.
-Io non sono lui. Ma come lui, non posso fare a meno di te. Ma io so qual è il mio posto, sei tu che non hai ancora capito qual è il tuo!-
-Ah ok, allora sentiamo! Quale sarebbe il mio posto?- domandò rabbioso il bassista, dando un pugno al cruscotto e rischiando lo scoppio dell’airbag. –Sentiamo, signor so-tutto-io! Vediamo se hai la risposta magica per tutto quanto?-
Armstrong dovette resistere all’impulso di cedere e sferrargli un cazzotto sulla mascella. –Il tuo posto, Mikey? Non è difficile sai? Ma se c’è una cosa che proprio non ti riesce bene è essere fedele… ne sei talmente geneticamente incapace che anche se fossimo stati insieme stabilmente io e te mi avresti fatto un palco di corna. E non sono il tipo da voler andare in giro travestito da cervo in primavera, se capisci quello che voglio dire.-
-Umpf, perché quando vieni con me, non stai tradendo tua moglie, vero?- Dirnt lo trapassò con i suoi occhi di ghiaccio, prendendolo in giro.
-E’ diverso.- ribatté l’altro –Io e te siamo sempre stati insieme. Adrienne sa che non posso fare a meno di venire da te. Lo sa e lo sopporta, perché Mikey, se tu non ci fossi, mi mancherebbe persino l’aria per respirare. Ma mi accontento di quello che posso avere, perché sono stato io a sceglierlo.-
Mike fece una smorfia, credendole tutte stronzate. –Beh, e dove infili Tré in tutto il tuo discorsetto?-
-Possibile che non capisci?- Billie girò la manovella del finestrino della sua vecchia Audi e gettò la cenere fuori, macchiando la portiera –Possibile che dopo quindici anni ancora non capisci che, forse, quello che prova Tré per te è ancora più forte di quello che provo io? Io ho deciso di farmi una famiglia fuori da te, lui è con te che vorrebbe farla.-
-Ti odio quando fai questi discorsi. Ti odio davvero.- Mike si passò le dita sulle tempie, massaggiandole. –E non tirare fuori quella stronzata del fatto che se tu fossi stato donna avremmo avuto un nugolo di mocciosi e saremmo stati la famigliola perfetta.-
-Non ho detto niente, infatti.- Billie lo guardò con espressione ferita –Ma ci sono giorni in cui mi chiedo dove è andato a finire Mike Dirnt, il mio migliore amico, e chi cazzo è questo sconosciuto che ho di fronte.-



Il giorno dopo, durante le prove, non ci volle affatto un genio per capire che non c’era affatto armonia. Ognuno suonava praticamente per conto proprio, fuori tempo e senza cognizione logica. Arrivarono persino a suonare ognuno una canzone diversa, così che alla fine invece di provare le canzoni di 21st Century Breackdown ci fu un’accozzaglia di note tratte da Basket Case, Misery e St. Jimmy. Praticamente uno schifo.
-Sinceramente credo che siamo messi male.- dichiarò Billie –Non era mai successa una cosa del genere e credo sia ora di parlare un po’.-
-Io ho da fare.- sbottò il batterista, alzandosi e accennando ad andarsene, ma il cantante lo afferrò al volo per un braccio e lo fece roteare su sé stesso, per poi spingerlo seduto su una sedia. –No, no. Tu non vai da nessuna parte, soprattutto non vai dall’amichetto nuovo di zecca che ti sei portato a casuccia. La mamma è molto offesa con il suo bambino.-
Cool inarcò un sopracciglio. –Dì, ma cosa hai sniffato, della colla?-
-No, ma il tuo nuovo fidanzato mi sta sulle palle tanto quanto quello vecchio.- rispose acido, rifilando un’occhiata feroce a Dirnt, che alzò gli occhi al soffitto e sbatté le braccia lungo il corpo.
-Cielo, BJ! Una barcata di cazzi tuoi, mai?- esclamò il bassista, riponendo lo strumento nella propria custodia e lanciando talvolta delle occhiate nervose verso Tré, che lo scrutava attentamente in ogni movimento.
-Stavo dicendo.- ringhiò il cantante –Che sarebbe ora che voi due vi chiariste, scopaste come dei ricci in calore, vi scambiaste una vagonata di paroline d’amore picci picci e per i prossimi vent’anni andare d’amore e d’accordo senza mollarvi e rimettervi insieme almeno una volta alla settimana. Siamo qui per lavorare, nel caso non ve ne foste accorti, gradirei che ci fosse armonia nel gruppo.-
-Tsk, ha parlato quello che, tra ogni “pausa di riflessione” tra me e Mike, si fionda nel suo letto alla velocità della luce.- sussurrò Tré, distogliendo lo sguardo da Billie che si era messo le mani sui fianchi e lo fissava infuriato.
-Hai la stessa elasticità mentale di un mattone, batterista del cavolo. Con la palla che hai perso ti sei fumato tutto il coraggio che avevi? Non sei capace di prendere in mano la situazione?-
-Billie, ti suggerirei sempre un bel po’ di fatti tuoi.- lo avvertì Mike, che iniziava già ad avere i primi tic nervosi quali sudorazione accelerata e vena che pulsava pericolosamente su una tempia –Altrimenti il prossimo letto in cui salterai sarà quello dell’obitorio dell’Ospedale di Berkeley.-
-Sta zitto tu, puttaniere della domenica.- lo mise a tacere l’amico, minacciandolo con il manico della Blue2 - O al posto delle Tartarughe Ninja ti metto i DVD dei Gormiti. Dicevamo.- riprese rivolto a Tré –Si può sapere cosa ti succede?-
-Succede che mi sono rotto!- esclamò il batterista, arrabbiato –Sono stufo di vedervi limonare come due adolescenti in calore fregandovene di quello che posso pensare. E non fare tanto l’eroe o il santo della situazione, Billie Joe, perché sei sempre tu ad iniziare davanti a me. E non credere che non sappia cosa fate quando siete insieme voi due.-
-Non saprei, dimmelo tu cosa facciamo.- rispose il cantante con un’alzata di spalle, mordendosi il labbro inferiore.
-Beh, non è difficile.- Il tono di Tré era cattivo e tagliente. Si girò verso Mike, che li guardava esasperato. –In fondo, prima avevate un minimo di pudore. Con il passare del tempo avete perso persino quello, credete che non sappia delle vostre grandiose scopate? Non si parla d’altro, sapete?-
Gli altri due musicisti si guardarono perplessi.
-Oh sì.- continuò l’altro, alzandosi in piedi –Ragazzi, non sono idiota, anche se mi piace interpretarne la parte. E poi a voi cosa ve ne importa di quello che penso io? Anzi, ve ne è mai realmente importato? Tu, Billie, così tanto innamorato della tua cara Adrienne e sempre lingua in bocca con l’arrapante Mike… e tu, bassista dei miei stivali, così pronto a dispensare in giro il tuo uccello a qualunque essere vivente purché maggiorenne. Non mi pare che qualcuno abbia mai chiesto la mia opinione in merito, dopotutto sono sempre stato io quello mollato.-
-Tré, ascoltami… non è come pensi e…- iniziò Mike, andandogli vicino, pronto a chiarire, ma fu bloccato da un pensieroso Billie Joe.
-Tré, che ne dici di stare con me?-




continua…

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Capitolo 4
*** 4. Accetto ***


Un mega bacio a tutte le nostre commentatrici che seguono con interesse questa storia!
Nello scorso capitolo Billie Joe vi aveva sorprese con la sua proposta? Beh, vediamolo all'opera allora XDDDDD



Capitolo 4



Quella mattina Cool si alzò presto, almeno per i suoi standard, e decise che dopo una nottata insonne, forse un po’ d’aria fresca l’avrebbe aiutato a schiarirsi le idee. Così si vestì in fretta, uscì e, camminando per un po’, arrivò nei pressi del parco, dove si sedette su di un muretto, rimanendo ad osservare alcuni ragazzini giocare a football. Strinse fra le mani la lattina di Diet Coke, che aveva acquistato poco prima in un piccolo supermarket, e cercò di fare ordine fra i mille pensieri che gli affollavano la mente. Più che altro, però, cercò di sviscerare la proposta fattagli da Billie Joe il giorno precedente, che l’aveva lasciato letteralmente senza fiato.
Non aveva accettato subito, anzi, era scappato come una lepre di fronte ad un cacciatore, perché ciò che gli era stato prospettato andava al di là della propria capacità di comprensione, già di suo non particolarmente sviluppata. Si morse il labbro inferiore prima di buttare giù un’altra sorsata e passarsi una mano fra i capelli, in un gesto inquieto…
Accettare o non accettare? Era un quesito di difficile soluzione. Da una parte vi era la folle e continua attrazione verso Mike, che lo spingeva a rispondere negativamente, e dall’altra invece c’era la certezza che, assecondando la folle idea di BJ, avrebbe avuto la possibilità di vendicarsi di tutta la sofferenza provata in quegli anni per colpa di Dirnt…
Tuttavia, quello che ancora non riusciva a capire, era cosa avesse spinto Billie ad avanzare una simile richiesta proprio a lui.. Questi, infatti, non aveva mai manifestato un interesse di quel genere nei suoi confronti, a parte qualche bacio durante le interviste, tanto per fare un po’ di scena, o un tentativo piuttosto maldestro di saltargli addosso durante un servizio fotografico, dodici anni prima. A quell’improvviso ricordo, Tré sorrise nostalgico… aveva ancora i capelli verdi, allora.
Nonostante la ragione gli suggerisse di non fare cazzate - e per uno come lui questo era già strano - alla fine, com’era prevedibile conoscendo il soggetto, prevalse l’istinto ed egli, con un mezzo sogghigno, trasse il suo nuovissimo iPhone dalla tasca dei jeans, deciso a chiamare Bill e vedere dove quella pazzia lo avrebbe portato.
Si gingillò qualche istante su Facebook, scorrendo la propria pagina e ridacchiando nel vedere le foto stupide, in cui i fans lo avevano taggato, ma dopo un po’ decise di smetterla di baloccarsi con le cretinate e cercò il numero di Billie Joe in rubrica.
Il telefono squillò una sola volta prima che il cantante rispondesse, mentre in sottofondo aleggiava la musica dei Ramones.
-Pronto?-
-Sono… sono Tré.- balbettò il batterista, sentendosi improvvisamente i palmi delle mani sudati e trovando estremamente interessante il calcio di pallonetto di un ragazzo davanti a lui.
-Lo so che sei tu.- la risatina roca di BJ lo avvolse come una coperta calda, rassicurandolo. –Volevi dirmi qualcosa, non è vero?-
-E tu come lo sai?-
-Non mi avresti chiamato, altrimenti.-
Cool sospirò pesantemente, prima di pronunciare quella parola di cui sperò di non pentirsi. –Accetto.-
-Ne sono felice.- Come poteva Billie, con una semplice frase, trasmettergli della sincera contentezza? Si chiese Wright –Dove sei ora?- continuò il vocalist.
-Al parco. Vuoi che venga lì ?- propose Frank
-No. Arrivo a prenderti, dammi il tempo di mettermi le mutande con scritto “E’ qui la festa” e sono subito da te.- replicò l’altro.
A quell’uscita, entrambi scoppiarono a ridere come stupidi, finalmente a loro agio, e Tré comprese di aver superato le proprie paranoie e di sentirsi davvero rilassato, quando concluse la telefonata.



Circa dieci minuti più tardi, l’Audi di Armstrong si fermò davanti ai cancelli smaltati di verde e un po’ arrugginiti del parco di Berkeley, e Cool saltò giù dal muretto per infilarsi nell’automobile.
-Ciao.- lo salutò Billie, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, e l’amico sorrise in risposta sussurrando. –Ciao…-
-Dove vuoi andare?- chiese il cantante, mettendo in moto quel catorcio che possedeva. Si sarebbe potuto permettere macchine ben più importanti, ma si ostinava a tenere quel mezzo anonimo, che però faceva il suo dovere da un sacco di anni.
-Non lo so.- Tré non sapeva proprio cosa rispondere. Le sue frequentazioni con Billie non avevano mai compreso l’intimità fisica e, di conseguenza, neanche un luogo dove incontrarsi da soli. –Dove vuoi tu, qualunque posto va bene.-
Armstrong esplose in una sonora risata ed ingranò la prima. –Credo che ci convenga casa tua…è la più vicina.-
- E’ vero, ma se a Mike venisse l’idea di cercarci, lì ci troverebbe subito ed oltretutto potrebbe piombarci davanti all’improvviso, visto che non ho ancora tolto la chiave da sotto lo zerbino.- bofonchiò il batterista, distogliendo lo sguardo da quelle iridi troppo verdi ed inquisitorie.
-Capisco.- ribatté Billie, guidando in modo automatico, quasi fosse costretto a farlo. –Allora che ne dici di fare un salto ad Union City?- propose quindi, rompendo il silenzio che iniziava a farsi davvero pesante.
-Ma sono tre ore di viaggio e, tra l’altro, tu guidi da cani! Non ci penso nemmeno!- commentò Tré sghignazzando apertamente, per poi aggiungere. – Ci ho ripensato…dai, andiamo da me. Toglierò quella dannata chiave e lui, anche se dovesse arrivare, non potrà entrare.-
-Era proprio quello che volevo sentirti dire.- sentenziò BJ, sterzando di botto ed avviandosi verso l’appartamento di Frank..



Il batterista non sapeva come diamine fossero riusciti ad entrare in casa, visto che Billie gli era saltato sulla schiena ridendo come un idiota, e lui aveva fatto davvero una fatica del diavolo a beccare la serratura. Chiuse il battente con un calcio e scaricò l’uomo sul divano tra una risata e l’altra. Con Mike non avevano mai fatto numeri del genere.
-Vieni qui…- bisbigliò suadente Armstrong, ed i viaggi mentali di Tré s’interruppero di colpo, sentendosi tirare per il colletto. Due secondi dopo stava assaggiando le labbra del cantante che lo stavano stuzzicando e mordicchiando. Non si poteva dire certo che perdesse tempo!
-Bi… Billie, aspetta…- ansimò, ma senza riuscire a trovare davvero la forza di fermarlo. L’altro ovviamente non gli diede retta e lo tirò ancora di più verso di sé, fino a che Cool non fu spalmato su di lui e le loro bocche furono incollate. Si separarono giusto il tempo necessario per respirare, ma subito ripresero, in un assalto dove le loro lingue battagliarono senza tregua.
Tré non capiva più niente, la sua già scarsa lucidità era andata definitivamente a farsi fottere, ma era tutto così inebriante e coinvolgente da non fargli desiderare altro. Una sensazione simile l’aveva provata solo con Mike, quella vibrazione violenta in cui tutto il proprio corpo tremava, scatenandogli un’incontenibile voglia di trovarsi pelle contro pelle con il proprio partner.
-Va tutto bene.- Billie Joe mormorò quelle parole contro le sue labbra, socchiudendo appena quei suoi occhi da gatto, così diversi da quelli di Dirnt. Non era per niente la stessa cosa, ma era altrettanto eccitante.
Quello era Billie Joe Armstrong, il suo migliore amico, quasi un fratello, non avrebbe dovuto essere così fottutamente piacevole! Si ritrovò a constatare Frank.
-Puoi toccarmi, sai?- motteggiò BJ divertito.
Quella lieve presa in giro lo riscosse e finalmente rise a sua volta, scacciando l’imbarazzo, il disagio e tutte le proprie inutili paranoie. Fanculo a Mike, fanculo alle sue storielle con Billie, fanculo a Billie stesso ed a tutto il mondo! Ringhiò il batterista tra sé…ora era in ballo ed avrebbe ballato, fino in fondo!
-Ok…- rispose all’incitamento del vocalist, infilandogli le mani sotto la camicia attillata ed assaporando, finalmente di persona, cosa rendesse quell’uomo così intrigante ed irresistibile agli occhi di tutti.





continua…

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Capitolo 5
*** 5. Il cellulare che squilla ***


Eccoci giunti al capitolo cinque! Si introduce un nuovo personaggio e si chiariscono un po' di cosa... ma cosa diamine ha in mente Billie Joe, quel nano bastardo? XD Lo saprete nelle prossime puntate di Super Quark! LOL!

Passiamo ai commenti, sempre graditi XD

elo_11_11_09: Eh, lo sa solo dio u.u

Livin Derevel: sono felice che tu abbia trovato e gradito i miei omaggi a te XDDD Comunque Billie fa tutto per il suo perché, il che non deve necessariamente essere un bene superiore o chissà qualce cosa romantica. Il nano può essere incauto alle volte XD

cucciola_punk: sinonimo di FANTASTICO è anche MERAVIGLIOSO perché oggi ho voglia di tirarmela XDXDXDDDDD Comunque grazie *___*







CAPITOLO 5




Il telefono squillò esattamente mentre Cool stava mordicchiando il ventre di Billie che, dal canto suo, gemeva di aspettativa.
-Rispondi…- mormorò quest’ultimo, avvertendo il vibrare impazzito dell’iPhone.
-No.- sussurrò di rimando il batterista, continuando a baciare quella pelle liscia, fin quando non si rese conto che la suoneria insistente era quella cui aveva associato Claudia, la sua ex. Con un sospiro frustrato si allontanò dall’ amante e premette il tasto di risposta, occhieggiando lo schermo e diventando subito funereo in volto… Sì, era proprio lei.
Armstrong fissò divertito il suo neo-compagno che, messo alle strette dalla donna, farfugliava come un bambino beccato con le mani nella marmellata. Quando chiuse la comunicazione, Tré si buttò sul divano a fianco dell’altro e chiuse gli occhi con fare stanco.
-Problemi in vista?- domandò BJ un po’ preoccupato.
-Claudia andrà a passare due settimane dai suoi e ha deciso che sia ora che mi tenga anch’io Frankito. Cazzo, eppure le avevo spiegato che stiamo facendo le prove per il tour e…-
-Tré.- lo interruppe l’amico –Devi trovare tempo per tuo figlio, è da tanto che non lo vedi. Scommetto che ti manca, così come Ramona.-
-Sì, in effetti sì.- Cool si passò le dita sulle tempie, che già pulsavano doloranti. I suoi figli gli mancavano da morire poiché, per quanto poco li frequentasse, erano una parte fondamentale della propria esistenza. –Sta venendo qui a portarmelo.-
-Ottimo.- rise Billie –Quindi niente cose sconce. Dai, potrai farlo giocare con Joey e Jacob, anche se Frankito è più piccolo di loro e, se vuoi, potrai lasciarlo per un po’ a casa mia.-
- Ora basta che mi capiti pure Ramona tra capo e collo e poi potremo giocare all’allegra fattoria ed invitare qui Mike, con Desiré e Brixton al seguito. Sai che roba? “Riunione dei padri di famiglia con un piede nella fossa”, altro che Green Day.- Il bassista sbuffò irritato, ma Billie Joe si piazzò con il mento sulla sua spalla.
-Forse non sarebbe un’idea così malvagia… la grande famiglia “Green Day” riunita. Potremmo prenderci una vacanza ed andare al mare.- ipotizzò il vocalist, per poi concludere sorridendo –Amo i nostri ragazzi, sai?-
Tré non rispose. Non si riteneva un buon padre, a differenza di BJ e Mike. Sapeva come i due fossero degli eccellenti genitori, sempre disponibili verso figli, nonostante le loro stranezze ed a prescindere delle loro relazioni. Lui, invece, era troppo impegnato a fare l’idiota, cosa che lo rendeva una figura paterna poco credibile, ma aveva però il vantaggio di accentrare i pettegolezzi dei giornali su di sé, lasciandone fuori la propria progenie.
-Intanto che aspettiamo, raccontami… come reagì Mike quando diventasti padre?- chiese il moro pur sapendolo già perfettamente, avendo assistito in diretta ai deliri di Dirnt in merito alla faccenda. In fondo non poteva dargli torto… se già la sola idea di vedere Tré con dei figli era pazzesca per chiunque avesse un minimo di cervello, figurarsi per il bassista, visto il tipo di rapporto che lo legava a Frank!
La voce di Cool lo riscosse dai propri pensieri – Mike non l’ha presa bene anzi, a dire il vero, credo che non li possa proprio soffrire. Ciononostante continua sbattermi il SUO Brixton sotto il naso, ogni due per tre, elencando quanto sia bello e bravo. Lo credo bene che lo sia, ha un anno!- sbottò irritato. –Quando nacque Ramona pensavo volesse uccidermi e, per ripicca, si diede parecchioda fare. Sai già che un anno dopo nacque Estelle Desiré.-
-Una ragazzina meravigliosa.- concordò Billie –Gli somiglia tantissimo… purtroppo per lei!-
Entrambi scoppiarono a ridere, immaginandosi la bambina con il basso in mano a suonare ad un concerto.
-Ma ritengo che che la cosa peggiore, per Mike, sia stata la nascita di Frankito. Quella non me l’ha davvero perdonata, perché rendeva palese come io volessi tagliare sul serio ogni ponte affettivo con lui. - rivelò Tré con amarezza.
-Se vuoi un consiglio, smettila di seminare figli a destra e a manca, o lui troverà sempre qualcuna disponibile per farne uno a sua volta, e così ferirti di nuovo. Beh, almeno con me questo non ti succederà.- concluse filosoficamente Armstrong .
Cool annuì, voltandosi verso di lui. –E tu, Billie Joe? Perché gli corri sempre dietro nonostante la tua famiglia perfetta?-
-La mia famiglia non è perfetta.- rispose l’interpellato. – Tuttavia Adrienne sa perfettamente come per me, prima di ogni altra cosa, ci siate tu e Mike e lo accetta senza problemi. Lei capisce che io non… non ne possa fare a meno; se voi non ci foste, non mi alzerei nemmeno dal letto la mattina. Passiamo insieme trecentocinquanta giorni l’anno da ventotto anni, lo sai?-
-Sì, lo so.- sorrise il batterista –Beh, ventotto anni con Mike, con me qualcuno di meno.-
-Dettagli.- Billie agitò una mano con un vezzo da diva –Tre o quattro anni non fanno differenza. Ma non è questo che volevi sapere, vero?-
-Infatti…- Frank fece una smorfia.
-Quindici anni fa, spiegai chiaramente a Mike che la mia unica famiglia sarebbe stata Adrienne, nonostante lo amassi più della vita stessa.- riprese il cantante –Avevo intuito cosa fosse successo fra voi e ti confesserò che ho sempre fatto un tifo spudorato per te.-
Nonostante non credesse affatto alle ultime parole del collega, sul volto di Tré apparve inconsciamente un sorriso dolce ed un po’ nostalgico. Il suo interlocutore lo notò, ma decise fosse meglio non fare commenti , e continuò a narrare. –Non fu facile far capire a Mike che, tra noi, non ci sarebbe mai potuta essere una storia seria, ed alla fine dovetti spiegargli chiaro e tondo quanto io fossi felice con Adie , quanto fosse importante per me e quanto ritenessi giusta la mia decisione di sposarla. Ancora oggi, credimi, non so cosa farei senza di lei. Dopo quel famoso discorso tutto sembrò sistemarsi, lui corse da te, chiariste la situazione tra voi due e per un bel po’ sembraste gli innamorati perfetti. Poi però, non so per quale ragione, questo bel quadretto cambiò di botto. Voi non andavate più d’accordo, e non passava giorno senza che vi scannaste come cane e gatto… mi ricordo perfettamente ogni frase tagliente, ogni insulto ed ogni ripicca.-
-Già…- il batterista chiuse di nuovo gli occhi –Dovrebbero dargli il Nobel per uomo più infedele del pianeta.-
-Un po’ fu anche colpa mia.- ridacchiò il cantante –Se rammenti, all’epoca eri proprio tu la vittima preferita delle mie molestie sessuali.-
-Eri tremendo! Passavi più tempo con le mani piazzate in mezzo alle mie gambe che sul microfono!- esclamò l’altro con tono divertito – E forse su internet c’è ancora qualche foto…-
-Ci sono, ci sono… le nostre fans non mancano mai di proporle da qualche parte. – confermò il vocalist sghignazzando - Comunque… ricominciai ad andare a letto con Mikey, quando voi iniziaste a fare tira e molla tra un matrimonio e l’altro. Vedi, lui capiva che i tuoi repentini sposalizi fossero solo dei tentativi per allontanarlo, allora s’incazzava, si prendeva una sbronza colossale e, quand’era conciato da buttar via, mi telefonava ed io mi precipitavo a casa sua per evitare che facesse qualche stronzata. Immancabilmente, il mattino dopo eravamo entrambi nudi ed io avevo un gran male al culo!- concluse BJ scrollando le spalle.
Tré non avrebbe voluto ridere eppure, immaginando la scena, non riuscì ad impedirselo.
-Non ridere, stronzo!- Bilie gli salì a cavalcioni e lo baciò su una guancia. –Comunque non è successo molte volte, sono certo che basterebbero le dita di una mano monca per poterle contare, e di sicuro le “grandiose scopate” di cui tanto si vocifera sono solo chiacchiere. –sentenziò.
-Ma allora, perché queste voci circolano così insistentemente?- ribatté il batterista, assaggiando le morbide labbra del cantante, che si erano posate di nuovo sulla propria bocca.
-Forse le ha messe in giro proprio Mike, per farti ingelosire. Anche se… ti confesserò una cosa… l’altro giorno, quando… quando siamo venuti a casa tua, l’idea era stata mia. Durante le prove avevo notato quanto tu fossi arrabbiato ed ero convinto che un po’ di giochini a tre ti avrebbero tirato su il morale.- bofonchiò il moro con aria fintamente contrita.
-Hai una concezione di “tirar su il morale” assolutamente perversa, BJ.- sentenziò Wright.
A quell’affermazione questi sorrise, strusciandosi lascivamente sull’amico. – Non ho mai preteso di essere uno stinco di santo ed in ogni caso tu eri in compagnia di quel… quel…-
-Jack. Mi sembra si chiamasse così.- Tré arrossì, distogliendo lo sguardo. Dopo quell’unico, rapido incontro, il tizio in questione era sparito dalla sua esistenza con la stessa velocità con cui ci era entrato.
-Ecco, Jack. Il trovarlo lì, a letto con te, ha fatto andare Mike su tutte le furie. Mi ha quasi distrutto l’Audi, prendendola a pugni per sfogare la sua gelosia-
- Billie, io proprio non ti capisco!.- sbottò il batterista.
Il vocalist lo guardò sorpreso –Cosa non capisci?-
-Te. Non capisco te.- rispose Cool –Sembra quasi tu mi stia raccontando queste cose per convincermi a perdonare Mike.-
Billie Joe, però, non fece in tempo a replicare, poiché il citofono prese a suonare ripetutamente, segnalando l’arrivo di Claudia con Frankito. Per Tré era arrivato il momento di mettere un po’ da parte le proprie beghe personali e dedicarsi, invece, al proprio figlio.

continua...



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Capitolo 6
*** 6. Portinaia ***


Ed eccoci finalmente al 6° capitolo, dove finalmente conosceremo la poco sfruttata progenie del batterista più pazzo del pianeta XD
Cosa muove Billie Joe? Mah... chi lo sa! XD

Prima di iniziare vorrei dirvi che abbiamo scritto altre ff e le potrete trovare ai seguenti link:

Attese - Green Day
Un uomo geloso - Green Day
Uguaglianza - Nickelback/Mika
Paperella di gomma - Nickelback/Mika
Crederci con tutta l'anima - Squadra speciale Cobra 11
Di tentacoli e braccia di ferro - Sherlock Holmes

Aspettiamo un vostro commentino ç___ç






CAPITOLO 6



Dopo che Frankito ebbe salutato il padre e Billie, la madre si trattenne ancora qualche minuto, sommergendo di raccomandazioni quello scapestrato del suo ex marito. Era la prima volta che gli lasciava il figlio per quindici lunghi giorni, e di sicuro non si poteva dire che Tré fosse un modello di attenzione e senso di responsabilità!
-Ricordati di cambiargli la maglietta se lo vedi sudato, non dargli da bere bibite ghiacciate e non dimenticare di dargli le vitamine! - iniziò a snocciolare la donna, con fare apprensivo.
-Sì, Claudia…- rispose il suo ex, alzando gli occhi al cielo
-E non dare retta a quella specie di ragazzini troppo cresciuti dei tuoi amici. Frankito è solo un bambino, non farlo stare in piedi fino a tardi!- continuò imperterrita.
-Sì, Claudia…- sbuffò l’altro di rimando.
-E tu cerca di avere più giudizio di tuo padre!- intimò al figlioletto che la fissava con occhi sgranati.
-Sì, mamma…- replicò obbediente questi.
Padre e figlio guardarono la donna con espressione mesta, sperando entrambi che la piantasse di farneticare e se andasse il più velocemente possibile. Tré, ovviamente, aveva già dimenticato la metà di ciò che lei gli aveva sciorinato e, soprattutto, pensava che certe fisse della ex compagna fossero del tutto inutili. Frankito non doveva respirare la polvere? E come diamine si sarebbe potuto fare ad impedirlo? Mettendolo sotto una campana di vetro?! Del resto lui stesso, nella propria vita, aveva respirato di tutto, eppure era ancora lì, sano come un pesce!
-Stai tranquilla Claudia, non succederà niente a Frankito. Starà benissimo.- esclamò allegro Billie, appoggiando le mani sulle spalle del ragazzino e sorridendo, in modo seducente, alla ragazza portoricana.
Quest’ultima lo scrutò sdegnata e replicò sarcasticamente, con la sua spiccata inflessione ispanica – Beh, se me lo assicuri tu, allora posso stare serena! - poi, alzando il mento e sbuffando esasperata, afferrò il soprabito dichiarando –Ora vado, ci vediamo tra due settimane.-
Quindi voltò le spalle e si allontanò, picchiettando sull’ impiantito coi suoi tacchi a spillo di dieci centimetri, ed orgogliosa del suo completo Chanel e del suo metro e cinquantasette di altezza.
Una volta che l’uscio si fu richiuso dietro di lei, i presenti sospirarono di sollievo e Frankito si buttò sul divano, tirando fuori dal proprio zainetto il Nintendo DS che si era fatto regalare per il compleanno.
-Ehi, campione.- esordì Tré avvicinandoglisi ed accarezzandogli la testa – Quando io avevo la tua età, non c’erano questi affari e si faceva conversazione.-
-A dire il vero…- tossicchiò BJ –Se proprio vuoi dirla tutta, avevamo solo una televisione pulciosa, che trasmetteva programmi noiosissimi, e quindi passavamo il tempo in altre maniere.- concluse sogghignando.
-Non dire certe cose di fronte a mio figlio!- ringhiò il batterista, tappando le orecchie al povero Frankito, che li guardava come se fossero due mentecatti.
Billie Joe rise fra sé… era incredibile guardare il pazzo, il folle Tré Cool ergersi a virtuoso padre di famiglia, per far sì che le innocenti orecchie del proprio figlioletto non percepissero le turpi parole dello sboccacciato cantante. In realtà, se quel moccioso era come i propri figli, di sicuro di sesso ed affini, ne sapeva più di loro due messi insieme!
-Papà, sono grande! Non mi scandalizzo mica!- si lamentò il bambino, e Tré gli tolse le mani dalla testa, scrutandolo con aria di rimprovero –Hai otto anni, non sei grande. Ed ora posa quell’affare ed andiamo a sistemare le tue cose.-
-Beh, io vado.- Armstrong batté le mani per attirare la loro attenzione –Tré, mio caro, devo andare a prendere a scuola la mia prole, un piccolo dettaglio di cui mi ero dimenticato mentre tentavamo di scop…- fissò il ragazzino –…di SCOPERCHIARE le nostre teste e tirare fuori qualche accordo decente.-
-Ti sei salvato in corner.- replicò piatto il compagno.
-Di che parlate?- domandò Frankito.-
- Di niente che sia adatto alle tue orecchie, fila in camera tua.- rispose il batterista ed il bambino, afferrando il proprio zainetto con un sbuffo, si avviò verso la stanza che Tré teneva sempre in ordine, per ospitare lui o Ramona.
-Figo, ho sempre sognato di dirlo.- aggiunse poi rivolto al collega, che scosse il capo divertito.
Non appena Frankito si fu allontanato, Tré si ritrovò contro il muro, con Armstrong che gli mordicchiava sensualmente il labbro inferiore. –Non credere che io e te abbiamo finito… domani, però, pausa di riflessione: tu e Frankito verrete entrambi a casa mia, al mare. Una bella gita con i figli e senza le mogli, è proprio quello che ci vuole. Penserò io ad avvertire Mike.- dichiarò BJ con un sorriso da squalo,per poi sganciarsi da lui, dandogli una strizzatina al cavallo dei pantaloni, a mo’ di saluto. A quel gesto improvviso Tré sussultò e, per la sorpresa, non fu capace di ribattere, limitandosi a guardarlo uscire, sculettando in maniera improbabile, mentre sentiva il sangue salirgli alla testa e non solo…

Il giorno successivo, come programmato, Tré con Frankito e Mike con in braccio Brixton si ritrovarono sul vialetto di casa Armstrong.
-Ah, guarda chi c’é.- L’espressione di Dirnt era gelida, ma si addolcì impercettibilmente quando i suoi occhi si posarono su Frankito, che lo guardava adorante. Il ragazzino era un fan sfegatato di Mike, lo idolatrava, così come adorava il proprio padre e Billie Joe. –Ciao piccolo, è tanto che non ci vediamo.- esordì con tono amichevole.
-Due anni.- precisò il bambino, osando andargli vicino. –Me lo fai un autografo?-
Mike esplose in una risata e Tré si avvicinò al figlio, prendendolo per una spalla. –Ma insomma! A me non l’hai mai chiesto!- sbottò con fare permaloso.
-A te potrei chiederlo quando voglio, se solo ti facessi vedere un po’ più spesso.-
Si dice che le parole di un bambino corrispondano sempre alla verità, ed anche questa volta il detto popolare non fu smentito. Tré infatti, punto sul vivo, rimase congelato, con la mano posata sul braccio del ragazzino, non sapendo cosa replicare, e Mike smise immediatamente di ridere e guardò preoccupato l’ex compagno.
-Beh…però… anche se non ci frequentiamo molto, non vuol dire che io non ti pensi o che non ti voglia bene. Lo sai che papà è tanto occupato.- farfugliò il batterista, dondolandosi nervosamente su un piede, e pregando tutti gli dei che Billie muovesse il culo in fretta ed uscisse da quella maledetta casa alla velocità della luce.
-Vedi Frankito, è colpa mia se stai poco con il tuo papà.- Frank, a dir poco stupito, girò la testa abbastanza in fretta da scorgere Mike mettere Brixton nel passeggino ed inginocchiarsi davanti a suo figlio. –Sai, lo faccio arrabbiare spesso e lo tengo impegnato fino a tardi.-
-Perché lo fai arrabbiare?- chiese il ragazzino con una vocina pigolante, spalancando gli occhi azzurri come quelli del genitore, e Dirnt sorrise dolcemente. –Oh, lo faccio arrabbiare per un sacco di sciocchezze, nulla di cui tu ti debba preoccupare. E’ colpa del mio caratteraccio, ma ti prometto che non lo farò più, così potrai vederlo tutte le volte che vorrai. Ok?-
Il piccolo annuì, ed in quell’istante Billie Joe spalancò la porta con un gesto teatrale ed uscì, con un paio di enormi occhialoni da sole ed un orribile cappello in testa, seguito a ruota da Joey e Jacob, che appena videro Frankito, ignorarono gli adulti per correre da lui ed iniziare a giocare insieme.
-Signori, eccoci!- esclamò il cantante, posando un bacio a schiocco sulle labbra di entrambi, abitudine che perdurava ormai da due decadi –Vi vedo tesi, tutto bene?- chiese quella specie di demonio dagli occhi verdi, manifestando una curiosità spudoratamente falsa, visto che in realtà aveva spiato tutta la scena da dietro la finestra, come la più impicciona delle portinaie.
Tré gettò un’occhiata nervosa a Mikey, che fece finta di nulla e prese ad ondeggiare il passeggino, per far riaddormentare Brixton che aveva iniziato a strillare. –Tutto benone.- rispose allora, cercando di apparire completamente a proprio agio.
-Tutto ok.- confermò Dirnt, senza lasciar trasparire nulla, come suo solito. Non aveva potuto rispondere allo sguardo interrogativo di Tré, perché non riusciva ad affrontarlo faccia a faccia. Aveva come un mostro nello stomaco, che scavava e rodeva tutto quello che trovava. Quel mostro aveva un nome: gelosia.
E quando la già eccessiva familiarità fra gli altri due, si palesò sfacciatamente sotto i suoi occhi, Mike si sentì dilaniare le viscere. Di sicuro Billie era un maestro in certe cose e, conoscendolo alla perfezione, sapeva bene che sarebbero bastate poche azzeccate strusciatine, ed alcune mosse fintamente casuali, che lo portassero a spalmarsi contro Cool, per fargli stringere la mascella al punto di spezzarsi i denti. A volte Dirnt si domandava davvero, da che parte stesse quel dannato stronzetto.






continua…


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Capitolo 7
*** 7. Fuori dai denti ***


Ed eccoci al 7° capitolo! Siamo MOLTO dispiaciute dalla mancanza di commenti da parte vostra... qual è il vostro problema? Parliamone XD

Vi annuncio inoltre una piacevole collaborazione che sta nascendo con Livin Derevel *O*




CAPITOLO 7



Quando furono finalmente pronti a muoversi, salirono sulle autovetture e partirono alla volta del cottage estivo di Armstrong.
Billie Joe aveva insistito per guidare l’Audi con a bordo tutti i bambini, mentre Mike e Tré li avrebbero seguiti con la macchina del bassista, un altro catorcio della peggior specie. I Green Day non avevano proprio gusto in fatto di automobili.
Frank valutò tra sé che la stravagante scelta di BJ di fare da baby-sitter ad un nugolo di mocciosi vocianti, indicasse o un inizio di demenza o la decisione del cantante di mettere in piedi qualche altro diabolico piano. Un’altra folle, enorme sceneggiata, di cui lui solo conosceva il copione e nella quale loro sarebbero stati soltanto degli attori a sua completa disposizione…
-Vuoi che accenda l’aria condizionata?- domandò Dirnt, sbuffando per il caldo, e l’altro annuì, tergendosi il sudore con un klinex e replicando con aria fintamente seria. –Ok. Ma sei sicuro che anche nella preistoria le macchine avessero il climatizzatore di serie? Oppure si tratta di un optional che hai pagato a parte?-
-Scemo.- ridacchiò l’amico, pigiando il bottone giusto e facendo così uscire dalle apposite bocchette, una fresca brezza che colpì piacevolmente i loro visi. Dopo quel breve botta e risposta, il viaggio proseguì nel più completo silenzio, se si escludevano i ringhi esasperati con cui Mikey commentava ogni errore di guida commesso da Billie, che fungeva da apripista, agitando il pugno fuori dal finestrino e lanciando improperi irripetibili.
Alla fine, però, Mike non resistette più e dovette dare voce alla domanda che da troppo tempo gli bruciava l’anima e gli annodava lo stomaco, per cui, senza tergiversare, buttò lì. -Allora, Tré… alla fine hai accettato la proposta di BJ, vero?-
Cool, per la sorpresa, saltò quasi sul sedile ed incredibilmente non trovò nessuna battuta idiota con cui ribattere, ma si limitò a mugugnare tra i denti –Sì, l’ho fatto.-
-Capisco.- proferì Dirnt lapidario, mentre gli occhi gli si scurivano e la bocca gli si tirava in una smorfia amara. – Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Billie farebbe di tutto pur di mettermelo in quel posto.- sbottò rabbioso.
-No, Mikey.- Wright si raggomitolò su se stesso, stringendosi nelle spalle –Non so perché io l’abbia fatto, davvero. Confesso che l’idea di farti soffrire, per ripagarti di tutto quello che mi hai fatto passare, mi ha sfiorato più di una volta, però io non sono così meschino. Voglio buttarti fuori dal mio cuore e dalla mia vita, per sempre, e non farti dannare affinché tu, spinto dalla gelosia, decida di tornare da me.¬-
Le mani dell’altro si strinsero convulsamente sul volante, in uno spasmo nervoso. –Non puoi evitare di frequentarmi, tenermi lontano e dimenticarti di me, suoniamo nella stessa band.-
-Lo so, ma io voglio conservare solo i ricordi felici, i bei momenti passati insieme, e non tutto il resto… il dolore, i tradimenti, le liti e le ripicche. Per questo vorrei che fossimo solo amici.- replicò Tré, osservando il paesaggio fuori dal finestrino –Non voglio più amarti, sapendo a priori che, prima o poi, mi metterai di nuovo da parte come una scarpa vecchia! Abbiamo quasi quarant’anni ormai, non venti, ed anche se resterò sempre il “pazzo e folle Tré Cool”, questo non vuol dire che sia disposto a farti da zerbino per il resto della mia esistenza.-
- Così, con grande lungimiranza, hai preferito innamorarti di Billie, ben sapendo che non si allontanerebbe da Adrienne nemmeno se lei lo buttasse fuori di casa a calci. Davvero molto furbo, signor Cool.- sibilò il bassista con tono sferzante, avvertendo un groppo serrargli la gola in una stretta soffocante.
-Non sono innamorato di lui.- sussurrò il batterista, quasi casualmente. –Magari, con il tempo, potrebbe succedere… non lo so. Di certo lui non mi abbandonerà all’improvviso, per correre dietro a qualche pollastrella e figliare come un coniglio. E c’è di buono, che so già in partenza quali siano i limiti, irremovibili in un nostra eventuale relazione.-
-Sei un codardo, ecco cosa sei!- esclamò Dirnt, sterzando bruscamente ed infilandosi in una stradina secondaria.
-Dove stiamo andando?- l’interrogòTré, allarmato da quel repentino cambiamento, che l’aveva portato a sbattere una spalla contro il montante dell’auto.
-In un posto tranquillo, dove si possa discutere. Non preoccuparti, non sentiranno la nostra mancanza, sono sicuro che sia proprio quello che Billie vuole.- replicò l’altro, sempre più adirato. Senza aggiungere verbo, continuò a guidare ancora per un po’, percorrendo strade interne e pressochè deserte, finché non si arrestarono di nuovo davanti a casa di Mike.
-Cosa vuoi fare, portare il tuo ex di fronte a tua moglie?- Cool si morse il labbro inferiore, non capendo quel comportamento assurdo.
-Io e Brit non stiamo più insieme da un po’.- rivelò Dirnt a mezza bocca.
La notizia trapassò il cervello di Tré come un fulmine, spaccandogli la testa in due metà: in una primeggiavano la gioia e l’euforia, nell’altra la rabbia e l’amarezza. Com’era prevedibile, fu alla seconda che il batterista diede voce, urlando infuriato - Ora ho capito, brutto figlio di puttana che non sei altro! Lo so cosa stai cercando di fare, visto che ti comporti sempre così, quando finisce una tua storia. Ma stavolta non sperare che io mi lasci scopare da te, come se niente fosse, e torni ad essere il tuo giocattolino sessuale! Scordatelo!-
-Sta’ zitto, scendi da questa cazzo di macchina ed entra in casa! - ringhiò Mike, in un modo che lo rendeva simile ad una bestia feroce. Tré gemette quando questi gli afferrò un braccio e lo strinse fino a fargli male, ripetendo con tono gelido – Te lo dico per l’ultima volta: adesso tu entri, da bravo, ed eviti di farmi incazzare ancora di più.-
-Fottiti.- ribatté duramente il batterista, trattenendo l’impulso di sputargli addosso.
-L’intenzione era quella, ma rivolta a te.- il ghigno di Dirnt faceva veramente paura.
Wright spalancò gli occhi azzurri e scese dall’automezzo, mentre l’altro lo trascinava nell’abitazione, tenendolo saldamente per un polso.
-Adesso, io e te, parliamo.- la voce di Dirnt era talmente gelata da incutere terrore e Cool iniziò a sudare freddo quando la porta si chiuse, lasciando fuori la luce dell’estate.







continua…

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Capitolo 8
*** 8. Cuore violento ***


Ciao a tutte! Eccoci ad un nuovo capitolo, grazie a tutte coloro che hanno commentato XD
Buona lettura *O*





CAPITOLO 8

Una volta chiusa la porta, nell’ampio soggiorno di casa Dirnt calò la penombra, intervallata solo da qualche sottile lama di luce, proveniente dalle persiane semiabbassate.
Mike, senza proferire verbo e continuando a serrargli il polso, trascinò Tré nella camera da letto che fino a poco tempo prima divideva con Britt, e lo spinse violentemente contro un muro, spezzandogli il fiato.
-Mi fai male, stronzo!- cercò di lamentarsi quest’ultimo, agitandosi parecchio, nel vano tentativo di liberarsi dalla presa ferrea dell’altro. Aveva il terrore che qualcuno potesse fargli male alle braccia, visto quanto fossero fondamentali per il suo lavoro. Riportare un grave danno agli arti avrebbe significato, senza dubbio, la fine della propria carriera di batterista.
-Taci.- ringhiò il bassista. Cool ebbe un fremito quando sollevò lo sguardo perché, negli occhi dell’ex, vide riflesse solo cattiveria e rabbia cieca la qual cosa, per la prima volta nella propria vita, lo portò ad avere veramente paura dell’uomo che aveva di fronte.
-Cosa credete di fare tu e quello stronzo, eh?!- Dirnt picchiò un pugno contro la parete –Lo state facendo apposta, non è così?! Amoreggiare sotto i miei occhi per cosa? Per quale ragione?!- incalzò furioso.
Il batterista cercò di sgusciare via, ma l’amico lo schiacciò di nuovo contro la parete. –Rispondi!- gli ingiunse esasperato.
Frank si umettò le labbra, cercando disperatamente una via d’uscita, davanti a quello che sembrava in tutto e per tutto un ex fidanzato pazzo, violento e pericoloso, simile a quei maniaci di cui si legge ogni giorno sulla cronaca nera. E lui non ci teneva affatto a fare la fine della ragazzina sgozzata.
-Te l’ho già spiegato in macchina, non voglio più soffrire per causa tua. Ora, però, piantala con questa sceneggiata, Mikey… sei fuori di te, quasi non ti riconosco.- rispose in un soffio.
-E’ solo colpa tua.- sibilò il suo interlocutore, piazzandogli le mani sui fianchi e risalendo sul suo corpo –Siete due bastardi. Così presi dal vostro infinito dolore e tanto desiderosi di consolarvi reciprocamente!-
- Smettila, Mike…- ansimò il batterista, tentando di sfuggire a quelle mani che lo stavano toccando ovunque, lasciandogli lividi sulla pelle delicata. In circostanze normali, un po’ di rudezza gli avrebbe potuto anche far piacere, ma in quella situazione angosciante, tutto assumeva toni cupi ed inquietanti.
-Non voglio smettere.- Dirnt gli coprì la bocca con la propria e Tré dovette cedere, spaesato. Le dita del compagno stavano diventando sempre più insistenti, non accarezzavano, graffiavano.
Un ginocchio gli fece socchiudere le gambe, e Wright si rese drammaticamente conto di aver perso… Mike non si sarebbe fermato, nemmeno se lo avesse supplicato. Avvertì, con sgomento, le lacrime pungergli gli occhi, come quando era bambino e si ritrovava da solo, di notte, nel buio della propria stanza, ed un senso di desolata frustrazione s’impadronì di tutto il suo essere.
Ormai vinto, chinò la testa ed offrì il collo al proprio aguzzino, in segno di resa. Dirt gli morse con crudeltà la pelle tenera sotto l’orecchio, assaporando il sangue che ne uscì, ed insinuò le dita sotto la sua camicia, aprendogliela di colpo, per poi strappargli i pantaloni ed abbassargli i boxer, spogliandolo senza pietà non solo degli abiti, ma anche della sua dignità.
Ma in fondo, si chiese Cool con amarezza, lui, Tré il buffone, che dignità aveva, se non quella di essere un idiota senza speranza? Billie Joe adesso era lontano da loro, sull’assolata spiaggia di Berkley, intento a giocare con i loro figli, sicuramente fiero del proprio piano assurdo ed ignaro che, quella farsa grottesca, si fosse trasformata in tragedia. D’altra parte, come avrebbe potuto immaginare quale follia si sarebbe scatenata nella mente di Mike? Lui aveva messo in piedi quella sceneggiata solo per farli riappacificare…vero? Vero??
-Non fare quella faccia da martire, non rendermi le cose più difficili.- borbottò il bassista, distogliendolo dalle proprie elucubrazioni, mentre lo spintonava sul letto, come un fantoccio di pezza, facendovelo ricadere supino. Frank si sentiva terrorizzato e senza scampo, come un animale braccato dai cacciatori, e non riusciva a credere che tuttoquello stesse accadendo davvero a lui.
-Perché mi stai facendo questo?- chiese con voce tremante, deglutendo a fatica e fissando smarrito l’uomo sopra di lui, quasi fosse un estraneo. Quello non era il suo Mikey occhi blu, era uno sconosciuto che gli somigliava fisicamente e che aveva preso il suo posto. Il suo Mikey non gli avrebbe mai usato violenza!
-Perché voglio che tu sia MIO e basta.- ribatté Dirnt con occhi devastati, spalancandogli le gambe con una mano, mentre con l’altra si slacciava in fretta i pantaloni, tentando affannosamente di calarseli, pur essendo anch’egli troppo agitato per concludere qualcosa.
-Ok.- bisbigliò Wright in un sospiro.
Mike rialzò la testa di scatto. –Cosa hai detto?- domandò incerto.
-Ho detto ok.- rispose morbidamente il batterista, passandosi un braccio sul volto per asciugare le lacrime. –Solo ok.-
-Oh cazzo.- il bassista si strinse la radice del naso fra le dita, inspirando forte. –Non ce la faccio, non posso fare una cosa del genere proprio a te.- bofonchiò con tono accorato.
Detto questo, si distese addosso all’amante, stringendolo forte e dimenticandosi totalmente dei suoi insani propositi. Tré chiuse gli occhi e si sistemò contro il petto del compagno evitando di commentare, visto che non era sicuro di cosa gli sarebbe potuto uscire dalla bocca, dopo quello spavento.
-Perdonami, Frankie.- gemette Dirnt contro la sua fronte –Non so davvero cosa mi sia preso, io… ti prego, se proprio devi stare con qualcuno, non con Billie Joe. Non perché io abbia qualche pretesa su di lui, ma… ma per favore, non riuscirei a sopportare di vederti avvinghiato a lui, sotto i miei occhi. Se proprio devo saperti con un altro, almeno non sputtanate gli unici punti fermi delle nostre vite: la nostra amicizia e la nostra band. Lo so che la nostra storia è finita e che dovrei rassegnarmi, ma non ci riesco!- ammise il bassista con voce affranta.
Cool continuò a rimanere in silenzio a lungo, rimuginando tra sé. Aveva accettato la proposta di BJ per un motivo preciso, ma ora quella ragione non aveva più motivo di esistere visto che, per quanto potesse essere egoista ed insensibile l’uomo a cui era abbarbicato in quel momento, era e rimaneva comunque l’unico che potesse affermare di possedere le chiavi del suo cuore.
Mike, sempre Mike… Mike l’infedele, il possessivo, l’imprevedibile, il geniale ed, allo stesso tempo, serioso Mike. Solo lui.
Una fitta alla testa, segno di un’incipiente emicrania, riportò Tré alla realtà.
-Billie ci rimarrà male.- sussurrò titubante, ancora soffocato dall’abbraccio dell’altro.
-Onestamente, me ne frego.- sbottò il biondo, accarezzandogli i capelli –Senti Tré… mi dispiace di averti fatto soffrire tanto, sul serio.-
-Ci sono abituato. E poi, parli tu di non riuscire a rassegnarsi? Cosa dovrei dire io, calcolando le innumerevoli volte in cui mi hai piantato, per correre dietro a chissà chi?- si lagnò il batterista, facendosi piccolo piccolo, mentre il mal di testa gli faceva battere le tempie, allo stesso ritmo dei suoi adorati tamburi. Sapeva bene come, tra loro due, ci fossero ancora troppe cose non dette, troppe cose lasciate in sospeso, troppe cose da spiegare, ma non era affatto sicuro di averne la voglia ed il coraggio, specie in quel momento. A trentasette anni non se la sentiva più di mettersi in gioco per l’ennesima volta e vedere nuovamente infranti i propri sogni.
I Green Day erano una realtà a parte, qualcosa che sarebbe esistito sempre, a prescindere dai rapporti tra di loro. Quel gruppo e la musica, erano il loro piccolo mondo fatato, in cui avevano trascorso tutti i momenti migliori della loro vita. La band e ciò che rappresentava, era un qualcosa di eterno ed immutabile, mentre il loro rapportarsi gli uni agli altri era un ingranaggio molto più fragile e complicato.
-Credo che, prima di tutto, dovremmo mettere in chiaro alcuni punti…- mormorò Mike, lanciandogli un’occhiata in tralice..
- Io credo, invece, che ricomincerò a drogarmi.- sentenziò ironicamente Cool contro il collo del bassista che, di rimando, fece una smorfia eloquente. Di fronte allo sguardo di rimprovero, che lesse negli occhi dell’amico, Tré replicò acido –Tu non puoi davvero darmi lezioni di morale, visto che un attimo fa stavi per violentarmi! -
Dirnt, a quelle parole, si rese effettivamente conto di quanto fosse gigantesca ed imperdonabile l’infamia che era stato ad un passo dal commettere e, con un moto di vergogna, si allontanò subito dal corpo di Cool, raggomitolandosi in silenzio dall’altra parte del letto.

continua…



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Capitolo 9
*** 9. Decisioni sul momento ***



King for a day - by peacemaker






CAPITOLO 9



Una volta riacquistata una parvenza di calma, dopo il momento di assurda follia che aveva quasi rasentato la tragedia, Cool e Mike decisero di raggiungere gli altri in spiaggia. Una volta giunti lì, però, nonostante vari e maldestri tentativi, non riuscirono a dissimulare la tensione che ancora crepitava tra loro ed infatti a Billie Joe, che li conosceva bene, bastarono pochi minuti per accorgersi che qualcosa non girasse per il verso giusto. Incuriosito e preoccupato, il vocalist sollevò lo sguardo dalla rivista che stava fingendo di leggere e lo puntò sui due per studiarli meglio, approfittando degli enormi occhiali scuri che nascondevano la sua espressione inquieta.
-Ben arrivati.- li salutò in tono neutro.
Accanto a lui, Brixton dormiva sereno sulla sdraio, al riparo dal sole, mentre Joey, Jacob e Frankito erano a riva, sdraiati nell’acqua bassa, e giocavano con dei pupazzetti galleggianti.
Mike e Tré si sedettero sulla sabbia, vicino al cantante, guardandolo male.
-Senti, io non so cosa tu stia ancora architettando in quella tua testolina bacata, BJ, ma di qualunque cosa si tratti, lascia perdere immediatamente- lo aggredì il batterista, inforcando gli occhiali da sole e levandosi le scarpe. –Ci mancava anche…-
-Tré.- lo interruppe Dirnt, a disagio. –Per favore…-
Armstrong non proferì verbo, limitandosi a fare una strana smorfia. Evidentemente il suo piano non era andato come aveva previsto…. Continuando a rimanere in silenzio, si voltò ed afferrò un tubetto di crema solare, spremendosene un po’ su una mano per poi spalmarla accuratamente sulla pelle bianchissima di Brixton, che mugolò nel sonno.
-Onestamente sono stufo delle vostre stronzate.- riprese il batterista, senza prestare ascolto alla preghiera dell’ex –Non ho la minima intenzione di stare ai vostri giochetti. Billie Joe, considera nullo il nostro impegno.-
-Deduco che finisca qui.- replicò l’interpellato, sistemandosi meglio sulla sdraio ed incrociando le braccia dietro la testa.
-Esattamente.- lo freddò Tré con tono gelido, mentre si stendeva a terra chiudendo gli occhi, lasciando così il frontman a fissare interrogativamente Mikey che, da parte sua, fece spallucce con aria depressa.
Nessuno dei tre fiatò più, se non per rivolgersi ai propri figli, e la mattinata al mare trascorse relativamente tranquilla.
Nel primo pomeriggio, vista l’afa sempre più opprimente, Cool si girò verso Frankito, che giocava con gli altri bambini sotto l’ombrellone, e gli sussurrò -Vado a farmi una nuotata. Tu stai qui e fai il bravo, ok?- Il ragazzino annuì, con un sorriso così dannatamente simile al proprio, che il padre non poté resistere al posargli un bacio sulla fronte e scompigliargli i capelli con affetto, per poi dirigersi sul bagnasciuga ed entrare in acqua, concedendosi una lunga, solitaria nuotata.
Lo sforzo fisico, dopo la pessima giornata, lo stava calmando, aiutandolo a riflettere più lucidamente, ma la sua tranquillità venne interrotta dal rumore di qualcuno che, con un grande sciabordio di schizzi, lo stava raggiungendo a nuoto. Si fermò e, girando appena il capo, si accorse che lo sconosciuto guastafeste altri non era se non Mikey occhi blu in persona.
-Cazzo, ma cosa vuoi adesso?!- sbottò con evidente nervosismo, allungando un braccio ed aggrappandosi ad una boa rosso fuoco.
-Voglio te.- bisbigliò il bassista, avvicinandosi a lui ed accarezzandogli un fianco. –Ti prego, non lasciamo le cose così. Perdonami… io…-
Cool fece una smorfia e posò due dita sulle labbra del biondo. –Taci, Mike. E’ già qualcosa sentirti chiedere scusa, ma non puoi aspettarti che io mi dimentichi tutto, soprattutto quello che è accaduto oggi.-
-Lo so.- rispose questi, dandogli un semplice bacio sulla guancia. –Ho sbagliato. Sono stato un vigliacco ed un infame, questo l’ho capito, Tré, credimi. Vederti piangere per quello che stavo per farti mi ha aperto gli occhi. Sai, io… io non mi ero mai reso conto di… di poter essere così, di poter…arrivare a tanto- balbettò angosciato.
Cool deglutì a vuoto, serrando le palpebre. Le labbra di Dirnt si spostarono sulle sue e le loro lingue si intrecciarono, mischiando il loro sapore con quello salmastro del mare.
-Dammi una seconda possibilità.- sussurrò quest’ultimo quando si separarono.
-La ventesima, vorrai dire.- ribatté Cool ironico, inarcando un sopracciglio ed allontanandosi a nuoto.
Mike lo seguì. –Ehi! Non mi hai risposto!- gli urlò dietro.
E l’altro, di rimando, specificò - Sì che l’ho fatto: non ho detto di no… ma nemmeno di sì.- Detto questo lo lasciò indietro e, con poche bracciate, fu di nuovo a riva.


-Papà, che cos’hai?-
Cool arricciò le labbra in una smorfia, quando il figlio, quella sera, gli porse quella domanda. Si trovavano a casa ed erano a tavola, da soli, dopo aver passato l’intera giornata al mare con gli altri.
-Non ho nulla, Frankito, assolutamente nulla. Sono solo un po’ stanco…-
Il ragazzino infilzò un pezzo di hamburger con la forchetta e se lo portò alla bocca, masticandolo lentamente. – Però non sorridi, sembri distratto-
-Non si può sorridere sempre, campione. Anche papà ha i suoi momenti no.- rispose il batterista, mettendogli del ketchup nel piatto. Il giorno dopo sarebbe andato a fare la spesa, non poteva certo rimpinzare suo figlio con quel mucchio di schifezze verdognole che teneva nel frigorifero!
-Non dire sciocchezze.- Tré alzò la testa di scatto alle parole del ragazzino e spalancò gli occhi stupito, ma questi continuò imperterrito. –Tu hai sempre un sorriso per tutti, persino per la mamma, anche se in certi momenti so che la butteresti volentieri giù dalle scale. -
Aveva dato quell’impressione al suo bambino? Cristo santo…
-Ed inoltre non sei mai nervoso, tiri fuori sempre un sacco di facce buffissime e sai fare una splendida imitazione di quel tipo noioso che dice il tg alla TV.- concluse, come se tutto quello definisse la questione.
-Ecco, veramente… io… insomma, cosa c’entra il tipo del telegiornale?- borbottò dubbioso l’uomo, eppure si ritrovò comunque a riflettere su ciò che suo figlio aveva appena esternato. Possibile che la sua ansia, il suo dolore e la sua confusione trasparissero fino a quel punto? Proprio lui, di cui nessuno riusciva mai a leggere le emozioni o comprendere i pensieri fino in fondo?
-Papà, sta squillando il telefono.- lo avvertì Frankito, distogliendolo dalle sue elucubrazioni.
Tré fece un balzo sulla sedia e si alzò in fretta, correndo in corridoio ed afferrando la cornetta del cordless. –Pronto?-
-Ciao, sono Billie Joe.- il frontman dei Green Day aveva una voce calda e rassicurante, che lo fece sentire in colpa per averlo piantato in asso per la propria neonata liason con Mikey occhi blu.
-Ciao BJ…- rispose, appoggiandosi alla parete. –Hai bisogno di qualcosa?-
-Semmai sei tu ad avere bisogno.- Armstrong sghignazzò dall’altra parte del filo –So bene a cosa tu stia pensando in questo momento e… no, non me la sono presa per oggi, dopotutto avevi ragione. C’è un motivo per cui ti ho proposto di stare con me e ti chiedo scusa, per averti fatto una simile richiesta.-
- Beh, immagino che le motivazioni possano essere solo due: volevi fare ingelosire Mike per riprendertelo, oppure per farlo tornare insieme a me. Qual è quella esatta?-
-La seconda, caro il mio Kojack dei poveri. In fondo siete i miei migliori amici e non fate altro che litigare, pur non riuscendo a resistere uno lontano dall’altro. Ti considero come un fratello Tré, ma per il bene tuo e di tutti, devi prendere in mano la situazione. Non si può andare avanti così, con questo continuo tira e molla. Devi deciderti una buona volta ad affrontarlo seriamente e chiarire una volta per tutte! Ne va non solo della nostra amicizia, ma anche della sopravvivenza della Band!- dall’altra parte della città, Billie Joe reclinò la testa all’indietro. –Altrimenti, se proprio non sai che pesci prendere, fai almeno del sesso telefonico con me!- aggiunse, con una risata, cercando di alleggerire l’atmosfera.
-Oggi…oggi mi ha portato a casa sua.- sussurrò il batterista, fissando il muro davanti a sé –Mi ha fatto paura, tanta paura. Era completamente fuori di sé.-
Armstrong tornò subito serio, avvertendo una pesante tensione piombargli addosso.
Wright continuò il suo racconto con voce spezzata -Mi ha spinto contro un muro, mi ha spogliato e… e poi l’ho lasciato fare, ma per fortuna si è fermato prima che fosse troppo tardi. Ti giuro, BJ, non l’avevo mai visto così, quello non era il mio Mikey.-
-Tré, ascolta, io…io non voglio assolutamente giustificarlo, ciò che ha fatto è senza dubbio ignobile, tuttavia ti renderai conto da solo che questo suo gesto inconsulto può significare soltanto una cosa: siamo arrivati al limite, abbiamo tirato troppo la corda. A me non sarebbe mai passato neanche per l’anticamera del cervello che Mike, per gelosia, potesse giungere a tanto, o non vi avrei certo lasciato in macchina da soli. Lui ha un disperato bisogno di te…ecco la verità.- rispose Billie Joe, mordendosi il labbro inferiore.
- Forse hai ragione tu, BJ, ma io non so se me la sento di dare l’ennesima possibilità a qualcuno che, dopo vent’anni che ci conosciamo,non mostra alcun rispetto né considerazione nei miei confronti, trattandomi in un modo tanto umiliante ed inqualificabile. Non so come comportarmi con questo nuovo e preoccupante aspetto del suo carattere.- Cool sospirò e si asciugò rapidamente una lacrima, giusto un attimo prima che suo figlio apparisse in corridoio.
-Stammi a sentire, Tré, poiché te l’ho già detto e non ho intenzione di ripeterlo tante volte… tu sai perfettamente cosa abbia spinto Mike ad agire in maniera così sconsiderata: lui è pazzo di te ed è geloso, geloso marcio! Perché diavolo non lo vuoi capire?! Ti ama fino alla follia, ma cazzo, è un essere umano! Sottoposto ad uno stress emotivo per lui troppo forte, è andato giù di testa. Non esiste la perfezione a questo mondo, amico mio, la favoletta della relazione tutta rose e fiori è una grande stronzata e nessuno conosce la ricetta per l’eterna felicità! In una storia si deve andare avanti a tentativi, sbagliando tante volte, ma continuando a provarci e stringendo i denti quando le cose si fanno troppo difficili. Mike non è un santo, lo so bene, però ti ama, ti ama sul serio, di questo ne sono sicuro. Spetta a te decidere se questa certezza può bastare per riprovarci. Pensaci, ok?-
- Va bene,ci penserò.- mormorò Cool, accarezzando la testa di Frankito che lo aveva abbracciato. –Ora devo lasciarti, mi si fredda la cena.-
I due musicisti si salutarono e chiusero la comunicazione. Tré si chinò per baciare i capelli del figlio e, dopo aver scrutato il soffitto per un attimo, digitò velocemente un numero sulla tastiera del cordless.
-Pronto Mike? Sì, sono io. Ti va di andare a fare la spesa insieme, domani?-

continua…

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Capitolo 10
*** 10. Provocazioni nemmeno troppo velate ***


Ciao a tutti, eccomi finalmente tornata con il nuovo capitolo di questa storia! Perdonate l'immenso ritardo D:

Innanzi tutto grazie alle (poche) commentatrici e benvenuta alla nuova lettrice! :) Speriamo di stupirvi XD







Capitolo 10


Mike si avvicinò lentamente a lui, camminando a quattro zampe, implorando perdono ai suoi piedi. Era tutto molto sfocato, ma Tré gli mise una mano fra i capelli e lo spinse contro il proprio inguine, sentendosi un dio perché era riuscito a piegare Dirnt e…
-Papà!-
Il batterista fece un salto di quasi un metro per lo spavento, sparpagliando lenzuola in giro. Spaesato girò la testa a desta e sinistra, per poi focalizzare lo sguardo su Frankito che stava dritto in piedi davanti a lui, vestito di tutto punto, pronto per andare a scuola. –Sbrigati, dai, siamo in ritardo.-
-Ma che ora è? Su che pianeta siamo?- domandò Tré, biascicando malamente le parole ed afferrando distrattamente la sveglia. Erano le sette e mezzo. –E’ presto, torna a dormire…-
-Io devo andare a scuola!- esclamò il ragazzino, tirandolo per la t-shirt. –Non preoccuparti, ho già fatto colazione e ti ho anche lasciato un po’ di latte e cereali sul tavolo .-
L’uomo annuì con fare svogliato, sbadigliando come una foca monaca, con la grazia di uno scaricatore di porto. Frankito gli stampò un breve bacio su una guancia ed uscì dalla stanza, lasciandolo solo e con la certezza di aver generato un perfetto androide, non un figlio. Ma forse era semplicemente merito del senso di responsabilità inculcatogli da Claudia.
Con un’ultima occhiata all’orologio, il batterista si trascinò fuori dalle coperte e si gettò sotto la doccia, cercando di non pensare al sogno che stava facendo poco prima… insomma non era normale che dopo i difficili avvenimenti tra lui e Mike, sognasse di fare sesso selvaggio proprio con quest’ultimo.
All’improvviso si ricordò della telefonata della sera precedente e del fatto che avessero un appuntamento in mattinata, ed i suoi deliri onirici divennero di colpo più chiari: lui era Tré Cool, cazzo, Mikey occhi blu lo eccitava da matti, ed aveva una voglia incredibile di farsi scopare fino allo sfinimento! Insomma, era passato un sacco di tempo dall’ultima volta e ne aveva pure diritto, no?
Inoltre aveva pensato a lungo alle parole di Billie Joe e, sia pur a malincuore, aveva deciso di dare un’ultima possibilità a quel bassista deficiente… in fondo, come diceva il proverbio, era meglio vivere un giorno da leone che cento da pecora!
Fu con i nervi a fior di pelle che accompagnò il figlio a scuola, trovando per puro miracolo anche l’istituto giusto, e si diresse quindi di volata a casa di Dirnt, per recuperare il suddetto ed andare con lui a fare la spesa. Quando arrivò a destinazione, il bassista lo attendeva seduto su un muretto, placido come un agnellino.
-Non credevo ti andasse davvero di uscire con me, dopo quello che è successo l’altro giorno.- affermò il collega, a mo’ di saluto, alzandosi in piedi e andandogli incontro, con le mani piantate nelle tasche dei pantaloni.
-Beh, allora sei solo un idiota, come ho sempre sostenuto. Ne abbiamo parlato, abbiamo chiarito, ti sei scusato e, nonostante quella mattina tu abbia rischiato di farmi quasi venire un infarto, se ieri sera ti ho chiesto di vederci, mi sembra evidente che fossi veramente convinto di incontrarmi con te.- rispose Tré con tono esasperato, togliendosi gli occhiali da sole con un gesto seccato. –Adesso piantala con le paranoie, muovi il culo e salta a bordo di corsa; voglio girare in lungo e in largo il Mall fuori città, proprio come una di quelle puttanelle viziate che ti piacciono tanto, e tu mi seguirai come un cagnolino, portandomi le buste degli acquisti.-
-Si può sapere cosa vai farneticando?!- sbottò l’altro, inarcando un sopracciglio –Io non ho mai avuto nessuna “puttanella viziata” e, in vita mia, non sono mai andato in quel centro commerciale!-
-Non m’interessa.- replicò il batterista, imbronciandosi –Oggi ho voglia di essere al centro dell’attenzione. Me lo merito, no? Per una volta voglio sapere cosa si prova ad essere una primadonna come BJ.-
Mike sbarrò gli occhi, sinceramente sconcertato da quel comportamento assurdo, e decise che forse fosse meglio assecondarlo. – Ma non è che ti sei fumato qualcosa di strano, vero?- indagò con fare preoccupato.
Per tutta risposta Cool gli allacciò le braccia al collo e si spalmò sul suo petto. –Diciamo che la parte dell’eterno indeciso non mi si addice, facciamo finta che io abbia dato ascolto a quel folle del nostro amico, nella cui trappola siamo caduti entrambi come stupidi, ed ammettiamo che io abbia deciso di darti l’ULTIMA possibilità per rimettere in piedi la nostra storia… Bada bene però, che se sbaglierai di nuovo, prendendo l’ennesima sbandata per la sgualdrinella di turno, IO mi metterò d’impegno a corteggiare Miley Cyrus o Bill Kaulitz e riuscirò a portarmi a letto uno dei due e, sinceramente, non so chi sia peggio tra quei fenomeni.
-Tu sei totalmente fuori di testa.- dichiarò Dirnt ansimando e rafforzando la presa sul corpo dell’amico, fregandosene altamente del gruppo di vecchiette che stava attraversando la strada in quel momento, agitando il bastone al loro indirizzo e facendosi il segno della croce. – Questo vuol dire che mi perdoni? Che stiamo di nuovo insieme?- chiese concitato.
-Non ho detto che ti perdono… la tua abituale infedeltà e, soprattutto, quello che hai tentato di farmi ieri, sono cose difficili da dimenticare- soffiò il batterista –Tuttavia la seconda ipotesi è esatta, ma ti ripeto, se ricomincerai a fare l’idiota, rimorchiando chiunque ti faccia gli occhi dolci, stavolta sarò IO a gettare via TE come uno straccio vecchio. Are you understand me?-
Mike deglutì nervosamente, comprendendo di trovarsi davanti non lo scanzonato e stravagante Tré Cool, bensì il determinato Frank Wright che, di fronte ad una sua ennesima cazzata, non avrebbe esitato un solo secondo a vendicarsi, facendogliela pagare MOLTO cara.
-Ok, ricevuto forte e chiaro. Ho solo una domanda da porti, ancora: ci infrattiamo da qualche parte e facciamo subito sesso, o vuoi andare sul serio al supermercato?-
Tré si strusciò su di lui come un gattino, con un ghigno malefico in volto. –Prima la spesa, devo dare da mangiare a mio figlio qualcosa che non siano topi morti. Poi mi accompagnerai a trovare una palestra, in modo che possa ritornare ad essere il figo di qualche anno fa e, ovviamente, tu t’iscriverai e farai esercizio con me. In seguito, questa sera, quando sarai stanco morto, verrai a cena a casa mia dove mi aiuterai a preparare da mangiare ed infine, FORSE, penserò di darti un assaggino di qualcosa d’interessante.-
-Sei diabolico, Billie ti ha istruito davvero bene.- gemette sconsolato l’altro, sudando già freddo al solo pensiero. La palestra sarebbe stata di sicuro devastante.
Cool ghignò nuovamente, subdolo come una serpe. –Ma certo, Mikey. Billie sa essere un ottimo maestro, quando non è impegnato ad ordire piani improbabili…-


Ok, il supermercato è andato, ora tocca alla palestra. Mike fece quella constatazione, cercando di darsi coraggio, mentre caricava in auto le pesanti borse della spesa che Tré aveva stipato nei due carrelli che si erano portati dietro. Quando lo aveva visto estrarre la carta di credito ed aveva sentito l’ammontare del conto, sciorinato dalla cassiera, gli era venuta una mezza sincope, ma il batterista era rimasto imperturbabile.
La sua calma, invece, era andata a farsi fottere appena entrati nel centro commerciale, perché bastava solo il modo di camminare dell’amico, nonostante ultimamente avesse messo su qualche chiletto di troppo, a farlo andare su di giri nei momenti meno opportuni.
Sì, decisamente Billie Joe gli aveva fatto scuola, perché avrebbe riconosciuto da lontano un miglio la paternità dei gesti indecenti che il bassista gli stava rivolgendo. Ma se per Armstrong era solo scena per i fans, con Tré era diverso, si sentiva duro da scoppiare e non era certo di arrivare all’uscita senza sbatterlo su un banco frigo e farselo lì, davanti a tutti.
Il problema principale era che quel fottuto bastardo lo faceva apposta per punirlo, ben sapendo di non volergli elargire alcun contentino almeno fino a sera, salvo poi decidere di non concederglielo affatto. Tré forse sperava che l’altro si stancasse presto e la smettesse di tampinarlo, ma non poteva sapere come Dirnt pendesse dalle sue labbra a tal punto da non riuscire a staccarsi da lui, nemmeno per tutto l’oro del mondo. A prescindere da tutte le donne che aveva avuto, il bassista era attratto da Cool come una falena dalla luce e l’ex compagno
rappresentava, nella sua sregolata esistenza, il porto sicuro a cui tornare.
-Ora dobbiamo cercare la palestra.- gli ricordò suadente il collega, con un sorriso così sfrontato da costringere Mike a correre fuori, per rimettere a posto il carrello e cercare, nel frattempo, di calmarsi almeno un po’.
La situazione, già così difficile per Dirnt, in macchina raggiuse l’apoteosi, perché quello sciagurato di Frank si mise al volante con la camicia mezza aperta, mostrando così la carne del suo petto, morbida ed invitante. Sì, a quel punto Mike fu davvero certo che l’altro avesse deciso di punirlo nel peggiore dei modi e che lo stesse facendo in piena coscienza, consapevole del proprio fascino e ben disposto a farne uso per irretirlo senza scampo.

continua...





Vi rammento che insieme a Livin Derevel ho scritto CENERENTOLA e che potete trovarci anche sul Marauders Archive , su cui ho postato anche Good Riddance, una piccola chicca che non posterò qui. Iscrivetevi per leggerla! :D



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Capitolo 11
*** 11. Delle regole me ne sbatto ***


Donne! Vi sono mancata? Lo so che vi ho fatto penare d’attesa, ma finalmente ecco il nuovo capitolo di King for a Day XD
Qualcosa si smuove tra il nostro Mike e il nostro Tré, ma cosa? Lo scoprirete leggendo (ah, come mi piace la suspence v.v)!!! :flawa:


Vi avverto che la mia socia Livin Derevel ha postato la prima puntata di "Mike in Wonderland", la fumatissima parodia della celebre fiaba in salsa Green Day che abbiamo scritto insieme: correte a commentare *O*


Inoltre ho quasi pronta una shottina sui Foxboro Hot Tubs e il loro controverso concerto! :wamp:











CAPITOLO 11



Quella mattina stessa, di ritorno dal Centro Commerciale, i due musicisti si erano recati ad iscriversi in palestra, decidendo di tornarvi nel primo pomeriggio, dopo uno spuntino veloce, per la lezione di prova.

Ligi al programma, erano entrati in sala pesi alle quattordici in punto e ne erano usciti un’ora dopo, al termine di una lunga ed estenuante sessione di esercizio fisico. Vedere i muscoli di Tré tendersi per lo sforzo, il sudore scorrergli sulla pelle, ed ammirare le sue gambe tese ed aperte sul macchinario per rafforzare l’interno coscia, era stato deleterio per la salute mentale del bassista. Ma il peggio era arrivato dopo, quando Frank era scivolato nella sua doccia, completamente nudo, ed aveva deciso di lavarsi insieme a lui.

Mike non se l’era sentita di saltargli addosso proprio lì, con un branco di energumeni palestrati in giro per lo spogliatoio, ma Tré gli aveva concesso di lavargli la schiena e di farsi accarezzare. Avevano nascosto i gemiti con lo scroscio dell’acqua, mentre si erano masturbati vicendevolmente, in fretta e con scarso appagamento.

Nel parcheggio, Wright lo aveva fissato con gli occhi che scintillavano maliziosi, ansioso di avere il resto, tuttavia entrambi si erano resi conto che, per il bene della loro nuova relazione, non fosse proprio il caso di cedere all’istinto e saltarsi addosso come cani in calore.

Tré, infatti, era pienamente consapevole che concedere subito al bassista di portarselo a letto fosse una scelta sbagliata e troppo repentina. Stavolta ci sarebbe andato coi piedi di piombo, si sarebbe fatto desiderare e, solo al momento giusto, avrebbe ceduto. Di sicuro, però, quel momento non era ancora arrivato.
Il batterista era più che convinto della propria decisione, eppure non poteva fare a meno di sentirsi in ansia poiché, una volta arrivati a casa, si sarebbero ritrovati completamente soli, visto che Frankito non sarebbe tornato da scuola prima delle diciotto, e temeva di non farcela a mantenere il punto in una simile situazione. Quelle poche, frettolose carezze sotto la doccia, infatti, gli erano state sufficienti per comprendere quanto gli mancasse il corpo dell’altro, quanto fosse complementare al suo e quanto, per la prima volta dopo tanto tempo, si fosse sentito nuovamente bene, al posto giusto.

Persi ognuno nei propri pensieri e, probabilmente, anche per evitare di scoprirsi troppo, durante il tragitto conversarono poco, ma una volta giunti a destinazione, proprio mentre tiravano fuori gli alimenti dai sacchetti dei surgelati, il batterista venne fulminato da un’illuminazione improvvisa e si ricordò che – cazzo! – lui era Tré Cool e delle regole e dei buoni propositi se ne fotteva altamente!

Forte di quest’intuizione, stipò con malagrazia tutta la spesa nel frigorifero, sotto lo sguardo allibito di Dirnt, e poi afferrò al volo il cellulare, cercando febbrilmente il numero telefonico della baby sitter che Claudia gli aveva detto di contattare, in caso di necessità.
-Cosa stai facendo?- chiese sbigottito l’altro, vedendolo digitare i numeri sull’iPhone e sorridere esultante nell’udire, in risposta, il segnale di libero.
-Pronto?- esordì, intimando al collega di stare zitto mentre, facendogli l’occhiolino, si dileguava nella stanza affianco, chiudendosi la porta alle spalle.
Mike inarcò un sopracciglio e si rassegnò ad attenderlo seduto sul divano del salotto, dove Tré si fece vedere mezz’ora più tardi, allegro come non mai, vestito da figo e con i capelli sistemati come ai tempi di “American Idiot”.

Il bassista ebbe un attimo di black-out totale, in cui dovette aggrapparsi disperatamente a tutto il proprio autocontrollo, per non saltargli addosso. Cercando di non balbettare, stava per domandargli dove dovesse andare così conciato, quando il campanello suonò ed il padrone di casa andò ad aprire. Tornò portandosi dietro una signora di mezza età, cui lasciò semplicemente le chiavi di casa in mano. – Mary, lei tanto sa cosa deve fare. –
- Certo, Mr. Cool. - rispose la donna con un sorriso.

A quel punto, Tré afferrò Mike per un polso e, senza dargli tempo di ribattere alcunché, lo trascinò fuori. Fu solo quando si sedettero in macchina che quest’ultimo esplose, sbraitando – Ma si può sapere cosa diavolo ti passa per la testa?! -

L’altro, che non aveva ancora messo in moto, lasciò il volante e si allungò sopra di lui, leccandogli sensualmente il lobo di un orecchio. - Io sono Tré Cool e ho una fottuta voglia di farmi scopare da te. Quindi, mentre Mary Poppins andrà a prendere mio figlio a scuola, lo porterà a casa e si occuperà di lui, noi ci precipiteremo da te e, giunti lì, tu obbedirai ad ogni mio ordine e non mi farai arrabbiare. E’ chiaro? -

Più chiaro di così, si muore. Pensò Mike con gli occhi spalancati, prima di farsi travolgere da un lascivo bacio a bocca aperta.

Continua…
:TET:

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Capitolo 12
*** 12. Rosicare ***


Lo so lo so, avreste voglia di farmi secca! XD
Scusatemi, ma per me ultimamente è un periodo incasinato e finalmente la mia beta mi ha inviato questo apitolo bello sistemato per tutte voi *O*

Vi ringrazio tutte, chi ha commentato, chi segue, preferisce, rotola... XD

Ricordo inoltre che se commentate con delle recensioni da più di 50 parole, partecipate al programma recensioni indetto da EFP e guadagnerete dei punti, quindi datevi da fare XD
Nel caso vi servisse un contaparole, potete trovarne uno qui --- CONTAPAROLE.

Vi auguro una buona lettura *O*



CAPITOLO 12


Billie Joe fissava il telefono con aria nervosa, continuando a chiedersi incessantemente se stesse facendo davvero la cosa giusta… ma diamine, lui era il fottuto Re del Punk, genio e sregolatezza, perché mai avrebbe dovuto agire in modo logico e sensato?! Poi, però, si ricordò di chi fossero i due squinternati, oggetto del proprio diverbio mentale.
Si parlava di Tré e Mike, i suoi migliori amici, e del loro complicato rapporto, in cui lui non aveva alcun diritto di ficcare il naso, anche se in realtà, con il suo folle piano, non aveva fatto altro per tutto il tempo, almeno fino a quando Tré non lo aveva scaricato, dopo nemmeno due giorni di quella pantomima.
Però… non poteva fare a meno di sentirsi ingelosito, escluso, un peso insomma.
Ecco, BJ si sentiva come uno scomodo fardello messo da parte. Ci avrebbe scommesso le palle che sarebbe accaduto come le volte precedenti: quegli idioti paranoici si sarebbero rimessi insieme, fino alla litigata successiva, e lui avrebbe rosicato come il peggiore degli invidiosi, aspettando con ansia che uno dei due lo degnasse di attenzione e, quando fosse accaduto, non si sarebbe accontentato di Mike.
Tré era quello su cui voleva mettere le mani, e non in senso metaforico. Era il suo modo di essere, la sua presunta follia ed il suo saper soffrire in maniera sottile e tormentosa, che provocavano in Billie quel qualcosa che né Mike, né Adrienne, erano in grado di scatenare. Il vocalist non avrebbe mai ritenuto di avere un senso materno così sviluppato, eppure…
Sto diventando un pazzo psicopatico! Pensò, infilandosi le mani fra i capelli e tirando le lunghe ciocche scure, mentre se ne stava appoggiato con i gomiti a quel ridicolo tavolino, ricoperto di pelliccia leopardata, che teneva in salotto.
Il telefono stava davanti a lui, immobile e silenzioso, quasi lo stesse schernendo per l’indecisione atroce che lo dilaniava.
Di sicuro, in quello stesso istante, Mike e Tré stavano combinando qualcosa di molto piacevole per la loro relazione, ma non per l’ego infinito del cantante che, più di ogni altra cosa, desiderava essere al centro dell’universo, specie in quel preciso momento. Non gli piaceva essere ignorato in quel modo, però forse, facendo affidamento sull’impulso irrefrenabile che gli stava ruggendo dentro, si sarebbe buttato ed avrebbe preso ciò che voleva.

♥ ♪ *************************** ♪ ♥




Il chiarore rossastro del pomeriggio, che si tramutava lentamente nella penombra della sera, passava fievolmente attraverso le tapparelle semi abbassate della stanza da letto di Mike Dirnt. Le sottili lame di luce creavano chiaroscuri invitanti sulla pelle dell’uomo più in carne, la cui camicia era stata slacciata, con calma e devozione, da lunghe dita agili, abituate a pizzicare le corde di un basso.
-Spero che la ciccia di questi ultimi tempi non ti dia troppo fastidio…- mormorò Cool con un sogghigno ironico, visto che in realtà dell’adipe in eccesso se ne strafregava, poiché riteneva che un po’ di pancetta non stesse mai male, in un uomo, anche se avrebbe preferito che la sua… beh, non gli avesse fatto tendere la camicia di maglina in modo così evidente!
Dirnt sollevò il proprio sguardo color del ghiaccio, in quel momento caldo come un vulcano. Era confuso, non gli importava niente del grasso, ma di Tré. –Sei sempre stato cicciottello e con dei polpacci da calciatore, ma non mi sembra che io mi sia mai fatto problemi al riguardo.-
Frank ridacchiò, accarezzandogli una guancia con la punta delle dita. –Quando ero giovane ero magro e carino, ho rivisto delle vecchie foto, davvero niente male. Ero piuttosto fiero del mio aspetto.-
-La colpa è di tutta la fottuta birra che tu e quell’altro deficiente vi bevete- ribatté il bassista, slacciando completamente l’indumento e passandogli un polpastrello sul ventre un po’ appesantito –Solo che lui, poi, va a farsi una nuotata o a correre, mentre tu, invece, correresti solo se avessi una muta di doberman alle calcagna.-
-Sono pigro. Preferisco un altro genere di ginnastica.- Wright sorrise, allusivo e malizioso, con quello scintillio folle negli occhi blu che lo contraddistingueva, differenziandolo da tutte le altre persone del pianeta. Come lui, questo era certo, non poteva esserci nessuno al mondo!
Mike gli diede un morso esattamente nei pressi dell’ombelico e cosparse la sua pancia soffice di altri morsi, lasciandogli dei leggeri segni rossi che fecero gemere il batterista. –Hai le maniglie dell’amore.- lo canzonò –Quale modo migliore per tenerti fermo?-
L’altro scoppiò in una risata sguaiata, afferrando le mani del compagno e guidandole verso il bottone dei jeans, tesi fino allo spasimo. –Non hai mai avuto bisogno di tenermi fermo. Per te avrei fatto qualunque cosa.-
Il bassista fece saltare il bottone, però lo scrutò con aria seria –E adesso? Non faresti più nulla per me?-
-Sono talmente tanto rincoglionito, che per te tirerei giù la luna dal cielo.- rispose Cool in un sussurro, continuando a sfiorare la guancia di Mike e cercando di trasmettergli, solo con lo sguardo, tutto quello che non era capace di spiegare a parole. Fissandolo in silenzio, intensamente, Frank inviò all’amante quel messaggio nascosto, che solo lui era in grado di capire, rivelandogli ciò che teneva chiuso a tripla mandata, all’interno del proprio cuore da folle.
Ovviamente Dirnt capì, con l’ausilio di quella specie di sesto senso, che gli permetteva di afferrare ogni strana evoluzione dei pensieri sconclusionati del batterista, come nessuno era in grado di fare, neppure Billie Joe, che per Cool era come un fratello.
Mike si alzò in piedi, lasciandolo con un gemito insoddisfatto, ma tappandogli la bocca con quelle labbra viziose, che parevano poter scatenare un incendio con un semplice tocco. Erano labbra morbide, sottili, inebrianti e bellissime, capaci di far perdere il senno con un breve sfioramento, di far nascere brividi sul corpo e di spedire dritti in Paradiso, quando si baloccavano sulle zone erogene, fottendo direttamente il cervello.
Tré mugolò in quel bacio, si aggrappò alle spalle muscolose e tatuate di Mike, ed insieme caddero distesi sul letto, stropicciando le lenzuola che prima erano accuratamente stirate, senza neppure l’ombra di una piega.
Le dita di Mike s’insinuarono sui fianchi di Cool, stuzzicando i sensi di quest’ultimo, e vagarono sulla sua schiena, lasciando segni rossi al passaggio delle unghie sulla pelle morbida.
Il Blackberry di Dirnt prese a vibrare ed a diffondere nella stanza la musica degli AC/DC, ma i due decisero d’ignorarlo e ci riuscirono, almeno fino a quando quel rumore si alzò di tono, divenendo incessante e fastidioso.
-Rispondi.- sbuffò Tré con una smorfia, chiedendosi se il proprio cellulare fosse spento.
-Non ne ho voglia…- si lamentò il bassista, afferrando il telefono, deciso a strappargli la batteria. Tuttavia, prima che potesse leggere il nome sul display, Frank glielo sfilò di mano, premendo deciso sul tasto verde di ”accetta chiamata”.
-Pronto? Billie Joe, che cazzo vuoi adesso?!-


Continua…

 








Vi rammento inoltre che sul Marauders Archive è stata indetta una CHALLENGE per scrittori commentatori e recensori. Per voi di EFP, se avete delle storie che preferite in questo sito, avete la possibilità di iscrivervi e lasciare recensioni da almeno 300 parole per partecipare e vincere premi :D

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Capitolo 13
*** 13. Invadenza ***


Bentrovate donne! Mi dispiace averci messo così tanto T_T
Comunque eccovi il tredicesimo chap di questa ff, buona lettura!





CAPITOLO 13

 

 

Billie Joe correva veloce con la propria macchina, destreggiandosi poco abilmente nel traffico e rischiando, più di una volta, d’investire i passanti o di decorarsi il parabrezza con la portiera divelta da qualche altra vettura. Bruciava tutti gli stop ed ignorava il rosso ai semafori, inutili impedimenti tra lui ed il luogo in cui voleva arrivare.

Poco prima, al telefono, non aveva avuto saputo coniare una replica intelligente, ma era solo riuscito a balbettare stupito quando Tré aveva risposto al cellulare di Mike. La verità bruciante, però, era una ed UNA soltanto: evidentemente quei due erano insieme e lui era fottutamente solo.

-Dove sei?- aveva chiesto semplicemente, ed il batterista si era messo a ridere. –

-A casa di Mike.- aveva ribattuto –E stiamo per scopare. Quindi… non è disponibile.-

A quelle parole BJ aveva avvertito in sé una strana frenesia, il desiderio di essere lì, con loro. Non lo avevano mai fatto tutti e tre insieme  e ciò gli sembrava un’enorme idiozia. O meglio, lo ERA.

-Arrivo.- aveva sentenziato, prima di chiudere la conversazione, gettare il cordless sul divano e precipitarsi alla ricerca delle chiavi della propria auto, per poi uscire come un fulmine, salutando a malapena Joey e Jacob che stavano giocando con la Playstation.

-Dite a mamma che sono dallo zio.- aveva borbottato ed i suoi figli avevano annuito, ignorando i pensieri perversi del padre e le emozioni violente che percepiva dentro di sé. Ed era MOLTO meglio così.

Per un solo istante, Billie Joe aveva immaginato cosa avrebbero pensato i due ragazzini se avessero saputo che il loro papà andava a letto coi suoi amici, i loro zii, gli stessi che stavano con loro tutti i santi giorni, in quella casa troppo grande, e che li avevano cresciuti, cambiando loro i pannolini quando erano alti come un soldo di cacio.

Billie, però, fu rapidissimo a scacciare i sensi di colpa, giustificandosi dietro al fatto che la cosa non succedesse poi così spesso.

Raggiunta la propria meta, miracolosamente incolume, il vocalist parcheggiò la macchina nel vialetto d’ingresso della villetta di Dirnt, mettendola di sbiego come suo solito, e scese con un balzo. Non si diede la pena di suonare il campanello, ma si limitò ad alzare lo zerbino, prendendo da lì la chiave di scorta, ed a spalancare l’uscio, entrando rapidamente e richiudendosi il portoncino alle spalle.

Era attirato, come una falena dalla luce, da quella stanza in fondo al lungo corridoio di quella casa, che conosceva come le proprie tasche, e quel luogo così bramato gli sembrava vicinissimo eppure irraggiungibile. Assurdamente gli venne in mente James, il loro manager… se fosse stato lì in quel momento, probabilmente gli avrebbe educatamente intimato di farsi i cazzi propri, di girare sui tacchi ed andarsene di corsa, prima di combinare qualche gigantesco casino! Ma Billie Joe Armstrong era solito non dare MAI retta allo Sciacallo in carne ed ossa, figuriamoci se poteva obbedire a quello che era solo un frutto della propria immaginazione!

Un mugolio un po’ più forte degli altri lo spronò a darsi una mossa ed a colmare, a passo di carica, la distanza che lo separava ancora da quella famosa camera. Posò le dita sul legno del battente e lo spinse leggermente verso l’interno, rivelando così una scena che gli bruciò completamente i neuroni.

Per descriverla con poche parole: Tré sorrideva estatico, completamente nudo, mentre il corpo flessuoso di Mike si muoveva sopra il suo, spingendosi dentro di lui sempre più forte e strappandogli gemiti acuti.

-Ciao, BJ-  lo apostrofò il batterista.

Billie non fu minimamente in grado di rispondere, perso nell’osservare la lucida patina di sudore sulla loro pelle, i muscoli che si muovevano con sincronia perfetta, le dita dell’uno che si aggrappavano alle  spalle dell’altro e le gambe intrecciate ed impegnato nell’inebriarsi col meraviglioso profumo di sesso che si percepiva nell’aria.

Istintivamente il cantante mugolò piano, slacciandosi i jeans, mentre la sua mano, come animata di vita propria, s’infilava da sola all’interno dell’indumento. Quella era LA visione della sua vita, Mike e Tré insieme, i due uomini per lui più importanti, avvinghiati appassionatamente! Il suo sogno erotico più lussurioso ed assurdo, si stava finalmente realizzando sotto i suoi occhi.

Sono malato. Sono un pazzo pervertito! Urlò la sua mente, presa d’assalto da troppi stimoli.

Dirnt voltò il capo verso di lui, le iridi color del cielo incupite dall’eccitazione, ed allungò una mano incitandolo a raggiungerli, invece di restare a masturbarsi sulla porta come un guardone.

-Sei incredibilmente fastidioso.- borbottò Tré, quando il vocalist  accettò l’invito –Stai sempre in mezzo, anche quando non dovresti.-

-Questa… è una di quelle… situazioni, vero?- balbettò Armstrong, osservandoli entrambi, con lo sguardo incollato sui loro corpi incastrati, pur non riuscendo a fissarli negli occhi.

-Già.- rispose Mike –Ma ormai sei qui e ci rimani.- Detto ciò si sfilò da Frank, causandogli un lungo, lascivo brivido e si distanziò appena un po’.

-Hai interrotto la mia scopata.- s’intromise Cool mettendosi seduto, per poi alzarsi in piedi, afferrando i lembi della camicia di Billie. –Vuoi Mike, come sempre del resto. E adesso piantiamola di perdere tempo… spogliati, BJ.-

-Non voglio Mike.- sussurrò quest’ultimo, incrociando gli occhi blu di Wright –Voglio te.-

-Puttana capricciosa…- ridacchio Dirnt, che gli si era messo alle spalle, accarezzandogli i fianchi. –Hai sentito Frank? Vuole te! Potrei quasi ingelosirmi…-

Il batterista rise di una risata strana e sensuale. –Secondo me ci vuole entrambi.-

-Dipende da te, amore.- replicò Mikey occhi blu, passando la lingua sul collo di Billie, che aveva gettato la testa all’indietro, sulla sua spalla.

Tré aprì la camicia al cantante, accarezzandogli il petto con la punta delle dita. – Voi due mi farete diventare più pazzo di quanto io già non sia. Invece di un fidanzato, adesso me ne ritrovo due.-

-Ti desidero.- ansimò Billie –E desidero Mike. Vi voglio entrambi.- sussurrò roco, ripetendo, senza accorgersene, le parole pronunciate poco prima da Cool.

- Però, Frank, che intuito! Avevi proprio ragione!- ridacchiò il bassista, fintamente ironico,  abbassando i pantaloni di BJ. –Questa storia sarà complicata...- aggiunse poi sottovoce.

-Si può sempre provare.- ghignò Cool, attirando Billie Joe a sé e tappandogli la bocca con un languido bacio.

In che casino ci stiamo infilando? Fu l’ultimo pensiero coerente di quest’ultimo, prima di lasciarsi vincere dall’eccitazione.

 

 Continua...

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