Divisi ma sempre insieme di Selina R84 (/viewuser.php?uid=84915)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
DIVISI
MA SEMPRE INSIEME
CAPITOLO
1
Silvers
Rayleigh “il re oscuro” e primo ufficiale del
“re dei pirati” Gold Roger, ci
stava aiutando a fuggire da uno scontro che in quel momento non eravamo
in
grado di sostenere, quando era apparso il vero Orso Bartholomew della
flotta
dei sette, che riuscì a fare quello che nessuno era stato in
grado di fare, …
dividere la ciurma di Capello di Paglia.
Successe
tutto in fretta, il membro della flotta dei sette era davanti a Zoro, e
in un attimo
lo spadaccino era sparito, avevo già assistito a quella
scena, quando eravamo a
Thriller Bark avevo visto come aveva fatto sparire Lady Perona.
Ma
ora le cose sono diverse, quello scomparso era Zoro, un amico, un
compagno di
avventure, e tanto altro, lui faceva parte della mia ciurma, della mia
famiglia.
Da
quel momento accadde il fini mondo, dopo Zoro era toccato a Brook,
l’ultimo
acquisto della nostra stramba ciurma; poi Usop seguito subito da Sanji,
e
infine l’ultimo dei miei compagni che vidi svanire nel nulla
fu Franky un
attimo prima era al mio fianco e un attimo dopo non c’era
più.
Mi
ritrovai Orso Bartholomew con la sua enorme mano davanti, mi girai
verso il mio
capitano, sul mio viso una richiesta d’aiuto che sapevo non
poteva arrivare, lo
vidi fissarmi sconvolto nella sua impotenza mentre urlava il mio nome.
Non
so per quanto tempo rimasi incosciente, ma quando aprì gli
occhi mi ritrovai in
quella che sembrava una foresta, alberi alti e vegetazione selvatica mi
circondavano.
Spalancai
gli occhi non ci potevo credere ero viva, ma non avevo la
più pallida idea di
dove mi trovavo; ripensai a quello che era successo, Orso Bartholomew
non
uccideva con il suo colpo, come avevo temuto, quindi anche gli altri
dovevano
essere ancora vivi, questo mi rincuorò.
Ma
che fine avevano fatto? E Rufy, Chopper
e Robin chissà se erano riusciti a mettersi in
salvo o avevano fatto la
nostra stessa fine, spediti in un luogo sconosciuto?
Era
inutile fare domande a cui non avevo risposte, sapevo esattamente cosa
dovevo
fare, ritrovare al più presto i miei compagni.
Era
passata solo qualche ora da quando mi ero risvegliata, e già
un senso di
inquietudine mi stava invadendo, sapevo di cosa si trattava ma credevo
che non
mi sarebbe più accaduto.
Sola!!!
Di
nuovo sola! Ora era peggio rispetto a qualche anno fa,
perché sapevo cosa si
provava ad avere degli amici accanto.
-basta!!!-
mi stavo arrabbiando con me stessa non potevo lasciarmi prendere dalla
disperazione, me l’ero sempre cavata, e anche questa volta ce
l’avrei fatta, dovevo
solo continuare a cercare i miei amici, se solo quella maledetta
foresta non
fosse stata così grande, speravo di vedere presto le luci di
un abitato.
Come
non detto, gli alberi sembrarono diminuire, è in lontananza
si intravedevano
proprio le luci di un porto, meno male, iniziavo a credere di essere
finita in
un isola deserta e disabitata.
Passarono
parecchi giorni da quando mi trovavo in quell’isola, i
maggiori problemi che
riscontrai furono quelli dovuti al fatto che non potevo girare
indisturbata,
appena ero arrivata nella cittadina portuale che avevo intravisto
appena fuori
dalla foresta, mi ero accorta che era tappezzata dai manifesti con le
taglie
dei pirati tra cui quelle di capello di paglia, e quindi anche la mia,
“la
gatta ladra”, e questa volta non avevo Zoro che con la sua
sola presenza mi
rendeva sicura e mi faceva sentire sempre protetta.
Ora
che ci pensavo, nonostante non ci potessimo sopportare, quando lui non
c’era
sentivo la sua mancanza, spesso ero io che lo cercavo solo per il gusto
di
stuzzicarlo, e quando iniziavamo i nostri litigi stavo bene, non erano
parole
dette con odio da nessuno dei due nonostante ci andassimo
giù pesante alle
volte.
Però
io sapevo che se avevo un problema lui era sempre pronto ad aiutarmi,
non mi
aveva mai abbandonato e senza accorgermene mi ero affezionata molto
più di
quanto credevo a quello spadaccino senza il minimo senso
dell’orientamento.
La
fortuna non era stata dalla mia parte, ero capitata in un isola in cui
risiedeva una delle tante sedi della marina.
Non
trovando altre possibilità per andare via da quel posto
troppo pericoloso per
un pirata soprattutto se solo, riuscì a intrufolarmi sulla
stiva di un
mercantile senza essere notata, la mia abilità di ladra mi
era stata molto
utile per poter salire senza essere notata, in più ero
riuscita a racimolare un
po’ di cibo qua e là.
Ma
quando fui dentro la stiva mi accorsi che non era così
necessario il cibo che
mi ero procurata, perché c’era una riserva di
alimenti che avrebbero sfamato
persino il mio capitano per un mese intero, questo voleva dire che
anche se il
viaggio fosse durato a lungo avrei potuto sfamarmi senza far notare
troppo la
sparizione di alcune di quelle provviste.
Mai
avrei pensato che quella che mi era sembrata la più grande
fortuna mi avrebbe
portato a dover affrontare un problema maggiore rispetto a quello che
già
avevo.
Dopo
una settimana di navigazione successe qualcosa che non avevo
minimamente
ipotizzato, il mercantile su cui viaggiavo altri non era che una nave
per il
rifornimento dei vascelli della marina che non potevano approdare.
Mi
accorsi di tutto ciò quando la stiva fu invasa dagli uomini
della marina che
dovevano caricare tutte le scorte sulla loro nave, io riuscì
a nascondermi fino
a che le casse dove mi imboscavo finirono, e allora si accorsero della
mia
presenza.
-cosa
ci fai tu qui?- chiese stupito un marinaio.
-quella
è la “gatta ladra”, e uno dei componenti
della ciurma di capello di paglia!- mi
avevano riconosciuta era la fine.
Nonostante
sapessi di non aver nessuna possibilità di fuggire, non mi
sarei mai lasciata
catturare senza combattere, ero un pirata e ne andavo orgogliosa!
In
fretta montai il mio bastone, e partì all’attacco,
riuscì a resistere
abbastanza a lungo da causare alcuni danni sia alle ultime casse che
erano
rimaste, sia ad alcuni uomini.
Ma
come prevedibile mi catturarono, uno di loro con il naso sanguinante mi
legò
come un salame stringendo forte le corde più del necessario.
-vediamo
se continuerai ad agitarti ora!- forse si voleva vendicare del fatto
che
probabilmente gli avevo rotto il naso con una testata quando mi stava
tenendo
ferma per legarmi.
Mentre
stringeva le corde, sentì un forte dolore, probabilmente a
me invece avevano
incrinato qualche costola, oltre a essere ricoperta di tagli e segni
che
probabilmente si sarebbero trasformati in lividi.
Mi
portarono sulla nave della marina, chiudendomi subito in una cella
umida e
buia.
-spero
che la tua permanenza qui ti sarà gradita, perché
questo sarà il tuo ultimo
viaggio prima di essere giustiziata!- affermò il mio
carceriere ridendo della
mia condizione.
Sola,
ero ancora sola, e presto mi avrebbero portato sul patibolo di qualche
città
sconosciuta, non avevo più speranze, chissà dove
si trovavano i miei compagni,
mi mancavano tantissimo, ma probabilmente non li avrei mai
più rivisti.
Non
avrei più potuto mantenere la promessa che feci a Rufy di
condurlo alla ricerca
del tesoro del re dei pirati e far si che lui fosse il suo successore,
e poi
non avrei più potuto realizzato il mio sogno, disegnare la
carta di tutti i
mari.
Una
nuova fitta all’addome fu accompagnata da una più
forte all’altezza del cuore,
ed una lacrima solitaria riuscì a sfuggirmi; non poteva
essere vero, ero
arrivata alla fine, e quello che più mi faceva male era che
sarei morta sola
come lo ero stata per la maggior parte della mia vita.
Passarono
tre giorni da quando mi avevano catturata, una volta al giorno mi
portavano il
“pasto” se così si poteva chiamare
quella brodaglia che mi servivano, e un
pezzo di pane duro come la pietra; come mi mancavano i cibi deliziosi
di Sanji.
In
quella cella buia l’unica cosa che non mi faceva impazzire
erano solo i ricordi
delle avventure che avevo vissuto con i miei compagni, e mi ritrovavo
spesso a
sentire la mancanza delle lunghe e snervanti litigate con Zoro, non
mancavamo
mai l’occasione per stuzzicarci a vicenda, in fondo mi
divertivo, ed ero certa
che anche per lui era lo stesso.
Quello
era il nostro modo di relazionare, entrambi siamo sempre stati troppo
orgogliosi e testardi per poter ammettere che ci volevamo bene, e ora
non lo
avrei più potuto rivelare.
E
questa stranamente era la cosa che più mi faceva male, in
quel momento capì
quanto io tenessi a quello spadaccino rozzo e scorbutico facendomi
spuntare un
triste sorriso sulla faccia.
-brava
Nami, meglio tardi che mai- mi rimproverai sotto voce.
Fantastico
ora che non lo avrei più rivisto mi ero accorta di essere
…
Non
riuscivo neanche a pensare a quella parola, forse perché non
mi era mai
capitata una cosa del genere e mai avrei pensato che sarebbe successo
proprio a
me.
Ma
ora non aveva più senso neanche pensarci, sicuramente presto
saremmo arrivati a
destinazione qualsiasi fosse stata la loro meta, quella sarebbe stata
l’ultima isola
che avrei visto.
Infatti
a quanto pare era successo qualcosa ad Impel Down, e da quello che i
marine
dicevano, avevano al momento dei problemi, quindi per la mia solita
fortuna non
mi avrebbero portato neanche nelle prigioni ad aspettare la mia
condanna, si
sarebbero occupati loro di giustiziarmi il prima possibile.
La
mattina dopo infatti giungemmo al porto di una piccola isola, Fish
Town, quando
fui portata sul ponte dovetti chiudere gli occhi a causa della luce del
sole a
cui non ero più abituata dopo il lungo tempo passato
nell’oscurità.
Quando
infine riuscì a riaprire gli occhi mi si presentò
una cittadina portuale
sicuramente di semplici pescatori vista la presenza esclusiva di barche
adibite
proprio a quel lavoro, era piccola sembrava tranquilla e pacifica.
I
pochi abitanti si affollarono tutti ad osservare il grande veliero
della
marina, probabilmente non avevano mai visto una nave da guerra nel loro
porto.
E
così era questo il luogo in cui avrebbero posto fine alla
mia esistenza?!
-forza
bellezza, è già tutto pronto!- disse quello che
riconobbi essere una mia
conoscenza visto che portava ancora un grosso cerotto che gli copriva
il naso,
mentre mi spingeva con poca grazia per farmi scendere a terra, esultai
internamente
gli avevo rotto veramente il setto nasale almeno.
Gli
occhi di tutti erano fissi su di me, e cercai di non far trapelare
nessuna
emozione, non volevo far vedere che avevo paura anche se non avrebbe
cambiato
la situazione, ma se proprio dovevo morire, allora lo avrei fatto con
onore,
non avrei mai chiesto pietà, piuttosto mi sarei staccata la
lingua a morsi.
Avanzavamo
nella piazza dove vidi il patibolo delle esecuzioni pronto per
l’uso, erano
stati veramente rapidi a sistemare tutto, quando volevano sapevano
essere
efficienti quelli della marina, peccato che non lo erano stati quando
il mio
villaggio era stato preso d’assalto dagli uomini-pesce pensai
amaramente.
Camminai
a testa alta, sicura che gli abitanti di quella cittadina mi
guardassero come
se vedessero il demonio in persona, per curiosità con la
coda dell’occhio
osservai alcune espressioni di quelle persone, ma non era odio o
disgusto
quello che vedevo nei loro occhi.
Alcuni
sembravano dispiaciuti, altri erano semplicemente scioccati, forse non
si
aspettavano che un giorno arrivasse la marina per giustiziare un
pericoloso
pirata, e poi scoprire che quel il criminale era poco più
che ragazzina, quale
io ero anche se non avevo mai vissuto la fase della ragazzina indifesa.
Quando
arrivai a ridosso delle scale che mi avrebbero portato in cima al
patibolo,
ebbi un leggero tentennamento, rimasi un attimo ad osservare quei
gradini prima
di venire strattonata per farmi proseguire.
-che
c’è stati iniziando a perdere tutta la tua
sicurezza?- chiese colui che era
stato il mio carceriere sulla nave.
-pensavi
forse che i tuoi compagni venissero a salvarti? Mi dispiace dolcezza ma
non
verrà nessuno!- si stava divertendo alle mie spalle, e dire
che loro erano
dalla parte della giustizia, loro dovevano essere i buoni.
Ma
erano pochi quelli veramente leali e giusti nella marina.
Però
aveva ragione, in fondo avevo sperato che come sempre quando ero nei
guai, i
miei compagni arrivassero e mi portassero via con loro.
Quando
arrivammo in cima potei vedere l’immenso mare davanti a me,
se non pensavo al
motivo per cui mi trovavo lassù avrei potuto dire che era il
posto ideale per
poter disegnare la carta dell’isola, da quel punto si aveva
una vista che
mozzava il fiato, si potevano notare tutte le varie insenature e
sporgenze, era
perfetto, per istinto diedi un occhiata al Log Pose che avevo sul polso.
In
fondo ero sempre una cartografa, e fino alla fine il mio pensiero
sarebbe stato
per quel sogno che non avrei mai potuto realizzare.
Mi
fecero inginocchiare e inclinare la testa, vidi i piedi del boia
avvicinarsi
sempre di più a me fino a fermarsi, la mia ora era giunta,
la mia mente rivide
i volti dei miei compagni soffermandosi maggiormente su quello dello
spadaccino.
Zoro,
sarebbe stato quello il mio ultimo pensiero, sarebbe stato quello il
volto che
la che mia mente mi avrebbe fatto vedere prima di morire.
Sentì
un leggero movimento da parte del mio giustiziere, ora avrebbe calato
l’arma e
non avrei più sentito niente.
Continua…
Salve
a tutti, sono
felice di far parte nel mio piccolo del mondo di One Piece, insieme
alla ciurma
di capello di paglia.
Sono
un'estimatrice
della coppia Zoro/Nami, e anche nel manga per chiunque appoggi questa
coppia
può trovare piccoli episodi che offrono qualche speranza ad
un futuro lieto
fine per loro, è probabile che non sarà
così, ma come ci insegna questo
fantastico manga non bisogna mai smettere di sognare, e per questo
dobbiamo
ringraziare chi gestisce in maniera favolosa questo sito che permette a
chiunque di poter sognare un'avventura insieme hai nostri pirati.
Spero
che come primo
capitolo vi incuriosisca e vi porti a continuare a seguire la mia
storia, mi
auguro che in tanti commenterete così da poter capire se
scrivo in maniera
chiara, quindi fattemi sapere se qualcosa non va bene.
Un
bacione alla
prossima.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
CAPITOLO 2
Zoro
Quando mi risvegliai, mi ritrovai su di un letto, ed io ero ricoperto
di bende, qualcuno mi aveva medicato, però non mi sembrava
che ci fosse la stessa cura e precisione nel sistemare le bende come
faceva Chopper, quindi non era lui che mi aveva curato.
Le ultime cose che ricordai furono lo scontro alle isole Shabondi e
l’arrivo del vero Orso Bartholomew e la sua enorme mano.
Mi guardai attorno, era una piccola stanza dove oltre al letto
c’era un tavolo con sopra tutto quello che doveva essere
servito per medicare le mie ferite, mentre mi chiedevo chi poteva
essere stato, la porta si aprì, ed entrò un
vecchio che si reggeva ad un bastone con una mano, e con
l’altra teneva un piatto, che poggiò sul tavolo.
-ben svegliato ragazzo, come ti senti? Eri messo parecchio male quando
ti ho trovato- mi disse l’uomo.
-sei stato tu a curarmi?- chiesi anche se la risposta era scontata.
-certo, ti ho trovato due giorni fa sulle rive del fiume, ho pensato
che fossi morto, ma quando mi sono accorto che respiravi ancora ti ho
portato a casa mia, ma avrei scommesso che saresti passato a miglior
vita entro breve, avevi delle ferite molto profonde, invece hai
continuato a dormire per due giorni e ora ti sei svegliato-
spiegò il vecchio.
-sono solo dei graffi, ci vuole ben altro per abbattermi- gli risposi,
anche se questa volta me l’ero vista proprio brutta.
-posso sapere il tuo nome?- non sembrava convinto delle mie parole, e
non c’era da biasimarlo, visto che ora assomigliavo
più ad una mummia che ad un essere umano, quando mi aveva
trovato dovevo essere conciato davvero male.
-Zoro- a prima vista sembrava un vecchietto innocuo, avrei dovuto
ringraziarlo per quello che aveva fatto per me, ma non ero mai stato
portato a questo genere di cose.
-piacere Zoro, io sono Lhu; ora se riesci ad alzarti puoi venire a
mangiare- disse mostrandomi il piatto ancora fumante.
Piano mi diressi verso il tavolo e mi accomodai sulla sedia, e in
silenzio mangiai il mio pasto.
-posso farti una domanda?- mi chiese quando finì di
mangiare, gli feci solo un cenno della testa.
-chi è Nami?- quella semplice domanda mi sconvolse, come
faceva a sapere il suo nome?
-ogni tanto urlavi il suo nome mentre dormivi. Deve essere una persona
davvero importante- e mentre parlava gli si stampò sul viso
un ghigno malizioso.
E così pronunciavo il suo nome nel sonno, questa non me
l’aspettavo, perché tra tutti proprio il suo?
-e solo una mia compagna!- risposi indifferente.
-sei per caso un pirata? Sai da giovane lo sono stato anche io, ogni
tanto mi manca andare in giro per il mare e sentirsi liberi da tutto-
affermò e si vedeva che gli stavano passando nella mente i
ricordi della sua gioventù.
-parlami di questa Nami, e anche lei un pirata?- il vecchio sembrava
molto curioso, e questo mi stava mettendo a disagio, mi stavo
rimproverando il fatto di non aver tenuto la bocca chiusa durante il
sonno.
-si, è anche lei un pirata, ma è anche una ladra,
una strozzina e una dittatrice- e questo era tutto assolutamente vero,
e quindi perché mai il mio primo pensiero era sempre rivolto
a lei?
-accidenti, deve essere favolosa, se nonostante tutti questi difetti
non da poco, è riuscita a conquistarti- dichiarò
scoppiando in una fragorosa risata.
-ma cosa stai dicendo, tu non la conosci, quella è una
strega- ribadii con enfasi.
-forse allora ti ha fatto un incantesimo, mi piacerebbe proprio
conoscerla, chissà, tutto può essere, potrebbe
accadere un giorno che me la porterai!- dichiarò speranzoso.
Rimasi con il vecchio Lhu per qualche giorno, quando le ferite si erano
abbastanza rimarginate, decisi che era arrivato il momento di partire,
dovevo cercare i miei compagni.
-mi ha fatto piacere conoscerti ragazzo, sono sicuro che presto
troverai i tuoi amici- la prima impressione che avevo avuto era giusta,
era un innocuo vecchietto molto gentile e anche simpatico, a parte il
fatto che non faceva altro che tormentarmi con la storia di Nami.
-e naturalmente salutami la tua dolce amichetta e portala presto qui
per farmela conoscere, avrei alcune cose da riferirle- mi
urlò mentre mi stavo già allontanando, ecco anche
al momento del saluto doveva mettere in mezzo Nami.
-certo, certo vecchio, farò sicuramente come mi hai detto!-
gli risposi di rimando con un tono falsamente accondiscendente.
Non lo avevo ringraziato a parole, però quando sarebbe
andato dietro alla sua piccola casetta, avrebbe trovato il mio grazie,
la notte prima gli avevo preparato la scorta di legna per tutto
l’inverno.
Da quando avevo lasciato casa di Lhu, avevo vagato per i mari passando
da un isola all’altra, come prima di entrare a far parte
della ciurma di Rufy, e mi accorsi che non mi piaceva più,
nonostante mi sia sempre lamentato del fatto che i miei compagni erano
troppo rumorosi, quando ero solo tutta quella confusione mi mancava,
tanto.
Una persona in particolare mi mancava, e questo mi stupì
molto, colei che riusciva a tenermi testa nelle discussioni senza mai
arrendersi, colei che doveva avere sempre l’ultima parola.
Nami.
Un dubbio mi venne in mente, che Lhu avesse ragione, che ci fosse un
motivo per il fatto che era sempre al centro dei miei pensieri?
Dopo un mese dai fatti accaduti alle isole Shabondi, avevo pian piano
ritrovato i miei compagni.
Tra tutti il primo che ritrovai fu il cuoco, devo dire che mi erano
mancate le nostre dispute, però perché avevo
incontrato proprio lui per primo, non mi sarei di certo dispiaciuto se
avessi trovato prima un altro membro della ciurma, almeno non sarei
stato solo con lui e quindi in un litigio continuo senza nessuno che ci
separasse.
Dopo qualche giorno trovammo Usop, Brook e Chopper assieme, anche loro
si erano già incontrati, e decidemmo di andare a riprendere
la Sunny, per poi cercare il resto della ciurma.
Arrivammo senza farci notare nel punto esatto in cui avevamo nascosto
la nostra nave, e li trovammo ad aspettarci Franky e Robin, ormai
mancavano all’appello solo Rufy e Nami.
Il pensiero che la nostra navigatrice si trovasse sola da qualche parte
e potesse essere in pericolo mi rendeva estremamente nervoso e agitato,
anche se sapevo che era in gamba e se la cavava benissimo.
Robin ci informò di alcune scoperte che aveva fatto mentre
stava tornando alla nave; Ace il fratello di Rufy era stato catturato e
rinchiuso nelle prigioni di Impel Down in attesa che fosse giustiziato,
eravamo sicuri che Rufy sarebbe andato sicuramente a salvarlo.
Se volevamo trovare il nostro capitano dovevamo andare da Ace, e io
speravo tanto di trovare anche Nami li o magari di trovarla prima.
Mentre eravamo in viaggio si sparse la notizia che Impel Down era stata
violata.
Rufy.
Non c’erano dubbi il nostro capitano era già
entrato in azione, dovevamo avere fiducia in lui e raggiungerlo al
più presto; e così facemmo, quando lo trovammo
era allo stremo delle forze aveva dovuto lottare duramente per salvare
suo fratello anche se fortunatamente non era l’unico che
voleva aiutarlo.
La ciurma di cui Ace faceva parte compreso il capitano, il famoso
Barbabianca era entrato in azione.
Dopo una lunga ed estenuante battaglia contro la Marina erano riusciti
a salvare Ace, e ora entrambi erano sotto le cure di Chopper.
Adesso solo una persona mancava per ricomporre la nostra ciurma, Nami,
e non sapevamo dove poteva trovarsi; odiavo sentirmi così
impotente, senza poter fare niente, non avevamo la minima idea di dove
cercarla, nessuno sapeva dove poteva essere la nostra navigatrice.
La nave senza di lei era troppo calma, nessuno si agitava fino
all’inverosimile, perché non c’era
nessuno che li rimettesse al loro posto, Usop si stava impegnando a
tenere apposto l’agrumeto di Nami, ma sembrava che anche i
suoi mandarini sentissero la sua mancanza, non avevano quel colore
brillante che assomigliava così tanto ai capelli della loro
padrona.
Franky si occupava della navigazione, e Robin della cartografia, ma
anche se riuscivano a cavarsela, non era la stessa cosa, e tutti lo
sapevano, Nami era la migliore e nessuno poteva prendere il suo posto.
Quando Rufy si riprese, e seppe che lei ancora non era tra di noi disse
solo una frase:
-forza, io voglio solo una navigatrice nella mia ciurma, la migliore di
tutti i mari, andiamo a cercarla, sono sicuro che ci sta aspettando!!!-
urlò convito Rufy, appoggiato da tutta la ciurma.
Qualche giorno dopo quando attraccammo su un isola per fare
rifornimento, trovammo le prime notizie di Nami da quando avevamo
iniziato a cercarla, e non furono per niente rassicuranti.
Nami a quanto pare dopo l’attacco di Orso Batholomew era
finita su un’isola in cui risiedeva una sede della marina, e
durante la sua fuga dall’isola era stata catturata, e ora la
stavano portando nel luogo in cui l’avrebbero giustiziata.
Non avrebbero aspettato molto tempo, non volevano correre il rischio
che gli sfuggisse come era accaduto con Ace.
Rufy forse per la prima volta aveva sul volto un’espressione
veramente preoccupata; era appena uscito da una lotta per salvare il
fratello che stava per essere giustiziato, ed ora anche la sua migliore
amica che per lui era come una sorella, stava per rischiare di fare la
stessa fine, solo che nessuno sapeva dove l’esecuzione si
sarebbe svolta.
Io passavo il mio tempo impegnato con gli allenamenti per non pensare
al pericolo in cui si trovava quella strega di cui sentivo
così tanto l’assenza.
Dovevamo trovarla al più presto non osavo minimamente
pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non fossimo arrivati in
tempo.
Tutti erano preoccupati come non mai, anche Ace che nonostante dovesse
ancora riprendersi completamente, aveva deciso di restare con noi per
quella missione, diceva che era un modo per sdebitarsi con Rufy, ma in
fondo sapevo che dalla prima volta che lo incontrammo lui aveva un
debole per la nostra navigatrice, ma non importava il motivo, il suo
aiuto ci avrebbe fatto più che comodo.
Il problema maggiore era che dopo la fallita esecuzione di Ace, il
Governo Mondiale aveva ricevuto un durissimo colpo, e questo non era a
favore di Nami che faceva parte della ciurma di colui che era stato uno
degli artefici di quel fallimento, e quindi avrebbero fatto di tutto
per evitare l’ennesimo smacco.
Scoprimmo il luogo e la data dell’esecuzione della nostra
compagnia qualche giorno prima che avvenisse grazie a Robin che con il
suo potere era riuscita ad ascoltare una conversazione tra degli
esponenti della marina.
Come avevamo pensato stavano cercando di fare tutto il più
segretamente possibile.
La data dell’esecuzione della pena capitale era fissata solo
tra due giorni, ci sarebbero voluto parecchio per arrivare, non
sapevamo se saremmo riusciti a giungere in tempo; la disperazione aveva
preso il sopravvento su tutta la nave, io mi rinchiudevo sulla torre di
vedetta per poter stare solo.
No, non poteva essere vero, Nami sarebbe tornata con noi, saremmo
riusciti a salvarla in tempo, dall’alto vedevo Franky aiutato
da Usop che lavoravano sodo per far si che la nave andasse il
più veloce possibile.
L’isola su cui attraccammo sembrava in agitazione, tanta era
la confusione, la nave come sempre la lasciammo in un punto nascosto, e
subito scendemmo per vedere cosa stava succedendo.
Arrivati stranamente inavvertiti, ci avviammo verso la piazza al cui
centro potemmo vedere il patibolo dell’esecuzioni, alla sua
vista una fitta all’altezza del petto mi smorzò il
respiro, e anche i miei compagni ebbero reazioni simili, Usop, Franky e
Chopper avevano gli occhi lucidi e tristi, e per la seconda volta, dopo
Enies Lobby, vidi una lacrima sul viso di Nico Robin, Sanji e Ace
stringevano i pugni.
Il volto di Rufy era serio come mai lo era stato ed io mi
sentì ancora più disperato, il patibolo era
vuoto, che fosse già tutto finito?
No, Nami non poteva essere morta, non potevo crederci.
Intorno a noi continuava ad esserci una grande confusione; alla fine
Robin si fece coraggio e chiese a uno degli abitanti di
quell’isola cosa fosse successo.
-un vascello della Marina è venuto qui questa notte, e si
sono subito messi a costruire il patibolo che c’è
al centro della piazza, non avevo mai visto una cosa del genere, alle
prime luci dell’alba hanno fatto scendere una prigioniera,
l’hanno portata la sopra e … - disse indicando la
piattaforma del patibolo, e li persi un battito del cuore, mentre le
nostre speranze sparivano.
Mentre l’uomo finiva il discorso fu interrotto da delle urla
che annunciavano l’arrivo della marina, e gli abitanti
iniziarono a rintanarsi nelle loro abitazioni, e anche l’uomo
che stava parlando con noi andò via senza finire il
racconto, dovevamo fuggire da li il prima possibile, ma inizialmente
nessuno di noi dopo quella notizia riuscì a fare un passo,
solo Brook alla fine ritornò in se.
-dobbiamo andare via da qui al più presto se non vogliamo
essere presi dalla marina, e ora non siamo in grado di affrontarli-
aveva ragione eravamo troppo sconvolti per riuscire a difenderci.
Continua…
Ecco a voi il secondo capitolo della mia fan fiction, nel primo
capitolo c’era il punto di vista di Nami, qui invece o
provato ad analizzare le sensazioni di Zoro.
Scrivere la versione maschile è stato più
complicato del previsto, e poi stiamo parlando di uno come Zoro che non
è l’uomo più aperto ed estroverso.
Ringrazio infinitamente chi ha già inserito la mia storia
tra le seguite:
BULMA0219
dubhe93
mikamey
e chi l’ha inserita nelle preferite:
anjelik
dubhe93
giusy91
Jemanuele8891
Un ringraziamento speciale poi va a chi ha commentato:
Tsukichan: caspita addirittura i brividi, troppo buona. Spero che anche
questo faticoso capitolo ti piaccia. Ti aspetto al prossimo;
giusy91: sono contenta che ti abbia incuriosita, ho in mente tanti
colpi di scena, a presto;
Lucy94: fammi sapere se anche questo capitolo è andato bene,
io cercherò di continuare a fare del mio meglio. Spero di
risentirti presto.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
CAPITOLO 3
NAMI
Rimasi in attesa che la tagliente lame affondasse sul mio collo, ma
continuava a non accadere niente, iniziavo però a sentire
delle voci convulse e tanta confusione che aumentava; allora decisi di
alzare la testa per capire cosa stava succedendo, e rimasi sbigottita
nel vedere che l’uomo che doveva porre fine alla mia
esistenza era a terra con una freccia conficcata nella schiena.
Non capivo quello che stava accadendo, uomini della marina che cadevano
sotto i colpi nemici, ma non riuscivo a capire chi li stesse
attaccando, mi sembrò di vedere degli uomini ma non li
riconobbi avevano degli spessi mantelli con dei cappucci che gli
coprivano il viso.
Ad un certo punto mi sentì afferrare per la corda che mi
teneva legata e che continuava a stringere quelle costole che giorni fa
sicuramente si erano incrinate, dopo un secondo potei respirare
più affondo, quella mano che mi aveva afferrata mi aveva
liberata da quelle maledette corde.
-forza, alzati!- affermò una voce potente alle mie spalle.
Quando mi voltai vidi la sagoma di un uomo alto e sicuramente
muscoloso, di cui però non potevo vedere il viso che era
coperto dal cappuccio del mantello che portava.
-chi sei?- gli domandai mentre scendevamo da quello che probabilmente
almeno per ora non era il luogo in cui sarei morta.
-non è il momento delle spiegazioni, se vuoi vivere continua
a seguirmi senza fare storie!- mi rispose l’uomo che correva
davanti a me.
Non avevo altra scelta, se non volevo essere giustiziata dovevo
seguirlo, senza sapere il motivo però sentivo che di lui mi
potevo fidare, forse era dovuto solo al fatto che mi aveva appena
salvato la vita, e già questa non era cosa da poco.
Mentre correvamo tra la folla mi accorsi che molti uomini stavano
combattendo contro quelli della marina, però non riconoscevo
nessuno in quei visi, e quindi non capivo perché mi avessero
salvata.
Quando la marina si accorse che stavo scappando cercarono di fermarmi,
ma l’uomo che mi aveva appena liberata mi si parò
davanti difendendomi, ma erano in tanti ed era difficile combattere da
solo anche se mi ero accorta che se la cavava benissimo, vidi subito
quanto era forte, però volevo aiutarlo, ma non sapevo come
fare visto che loro erano armati e io non avevo più il mio
bastone.
Come se mi avesse letto nel pensiero, il mio misterioso salvatore tolse
da sotto il suo mantello i tre pezzi della mia arma e la
lanciò verso di me, la presi al volo e in un istante composi
il bastone, ora mi sentivo decisamente più tranquilla; dopo
qualche minuto riuscimmo a sistemare gli uomini che ci stavano
attaccando, mi avevano ferita ma cercai di resistere, e infilai il
mantello che l’uomo dei “misteri” che
aveva lottato con me mi aveva dato per confondermi con gli altri uomini
che si trovavano nella piazza.
La persona a cui dovevo la vita mi fece segno di seguirlo, e senza
obbiettare iniziai a correre dietro di lui, stringendo i denti mentre
sentivo la ferita sull’addome che si allargava dallo
stiramento del corpo nella corsa.
Ci fermammo solo quando arrivammo davanti ad una nave di modesta
grandezza ma che dava un senso di solidità, vidi
l’uomo che stavo seguendo salire sicuro a bordo, mentre io
rimasi a terra ad osservarlo mentre riprendevo fiato senza sapere cosa
fare.
-Sali a bordo, muoviti non abbiamo tempo da perdere, la marina e dietro
di noi!!- parlò deciso e autoritario.
Lo osservai, e decisi di fidarmi, in fondo non avevo altra scelta se
non quella di finire nuovamente sotto le mani della marina, e non ci
tenevo.
Appena fui a bordo vidi gli uomini dell’equipaggio in
movimento pronti per partire, inizialmente pensai che fossero tutti
pirati, ma mi accorsi che non c’era il tipico stendardo con
il teschio appeso sull’albero maestro.
La nave lasciò il porto allontanandosi velocemente
dall’isola, era successo tutto talmente in fretta che solo
ora capivo che forse non era ancora giunta la mia ora, e ripresi parte
della fiducia che ormai avevo perduto; e soprattutto iniziò
a farsi sentire la speranza di poter un giorno rivedere i miei amici.
Ma ora avevo un problema da risolvere, chi era il tipo che mi aveva
salvata? E per quale ragione lo aveva fatto?
-chi sei?- ripetei la stessa domanda che gli avevo fatto quando ci
trovavamo sul patibolo, e in quel momento lui si girò e
nonostante portasse ancora il cappuccio, vidi uno strano tatuaggio che
attraversava verticalmente l’occhio sinistro.
-non credevo fossi così in gamba, te la sei cavata
egregiamente con quei bastardi della marina- e in quel momento fece
scivolare il cappuccio che lo copriva.
Aveva uno sguardo minaccioso ma non malvagio, non ebbi paura davanti al
ghigno che si era formato sul suo viso, non so da cosa era dovuto ma
aveva un aria familiare nonostante fossi certa di non averlo mai visto
prima di quel giorno.
-non è la prima volta che combatto contro di loro!- risposi
mentre continuavo a fissarlo.
-già, ho sentito parlare molto delle imprese della ciurma di
capello di paglia- non rimasi sorpresa del fatto che sapesse chi ero,
di certo non mi aveva salvata senza essersi informato su chi io fossi.
-ancora non mi hai detto chi sei, e perché mi hai salvata?!-
continuai ad insistere, nonostante iniziassi a sentirmi sempre
più debole e mentre il mio viso iniziava ad essere imperlato
da gocce di sudore.
-ragazzina, non hai una bella cera!- mi disse prima di rivolgersi verso
i suoi uomini.
-chiamate Laro!!- urlò loro, mentre le mie gambe avevano
deciso proprio in quel momento di non reggermi più.
Ero in attesa di sentire la durezza del legno che ricopriva il ponte
della nave, ma non accadde, l’ultima cosa che vidi fu il
verde scuro del mantello che ricopriva colui che mi aveva salvato la
vita e che non sapevo ancora chi fosse.
Quando aprì gli occhi mi ritrovai distesa su di un letto di
una cabina spoglia, era molto spartana e quel poco che c’era
in giro era in disordine.
Tornò alla mia mente tutto quello che era accaduto
nell’ultimo periodo, dalla separazione con la mia ciurma, al
motivo per cui mi trovavo su quella nave sconosciuta.
Ancora non sapevo niente di coloro che mi avevano salvato la vita, e
dalle bende che intravedevo sul mio corpo capì che mi
avevano anche curato.
La porta della cabina si aprì, ed entrò un uomo
basso vestito tutto di giallo, gli mancavano le ali e sarebbe sembrato
un canarino, era gobbo e rachitico, ma gli occhi erano vivi e attenti.
-salve, vedo che hai ripreso colore, dopo una bella dormita stai
meglio, la ferita era abbastanza profonda hai rischiato che prendesse
infezione- che fosse il medico di bordo? Era un po’ strano,
ma ne avevo viste tante di cose insolite che ormai non ci facevo molto
caso.
-sei un dottore?- chiesi ancora un po’ intontita.
-in teoria no, ma penso di saper curare ferite molto meglio di certi
dottorini che ci stanno in giro- mi rispose l’uomo mentre
iniziava a cambiarmi le bende.
-che sbadato non mi sono neanche presentato, il mio nome è
Laro, chiedi pure se ti serve qualcosa- forse era bruttarello, ma
sembrava estremamente gentile.
-grazie! Finalmente posso chiamare qualcuno per nome, visto che nessuno
mi ha ancora spiegato dove sono e soprattutto con chi- speravo che
parlando in quel modo senza chiedere direttamente mi avrebbe dato lui
qualche spiegazione.
-si hai ragione, ma devi capire che noi dobbiamo tutelarci e non
possiamo rivelare a tutti chi siamo- una volta che le bende furono
sistemate mi aiutò a sdraiarmi nuovamente.
-io vorrei sapere perché mi avete salvato, se neanche mi
conoscete!- non riuscivo ad arrabbiarmi con lui, in fondo nonostante la
curiosità fosse tanta potevo aspettare e magari insistere
con l’uomo che mi aveva portato sulla nave e che sembrava
essere il capo.
-ma noi ti conosciamo molto più di quanto credi!-
parlò una voce dura e autoritaria.
Mi voltai verso la porta e vidi l’unica persona che avrebbe
potuto rispondere a tutte le mie domande accompagnato da tre uomini.
-Laro, come sta?- chiese a quello che anche senza titoli era il medico
di bordo.
-abbastanza bene, ha solo bisogno di un po’ di riposo, ha la
pelle dura a quanto pare, e anche resistente, nella corsa per arrivare
alla nave la ferita si è allargata parecchio-
spiegò tutto parlando con un tono rispettoso verso
l’uomo appena entrato, la mia ipotesi che fosse il capo
prendeva sempre più forza.
-bene, puoi andare a riposarti rimarrò io con la nostra
ospite, dobbiamo parlare- sicuramente era un ordine, ma lo fece passare
come un semplice consiglio, dovevo ammettere che aveva un grande
carisma e di nuovo la sensazione familiare che mi trasmetteva mi fece
sentire a mio agio nonostante non sapessi che intenzioni avessero con
me.
-d’accordo, però non farla stancare troppo!- disse
dirigendosi verso la porta.
Quando Laro uscì dalla cabina, l’uomo si
avvicinò al letto dove ero distesa, e notai quanto, visto da
quella prospettiva, fosse imponente nella sua figura, soprattutto ora
che non aveva il grosso mantello che copriva il suo corpo muscoloso.
-hai detto che mi conosci? Sono sicura che non ci siamo mai visti, ma
hai un aria familiare- parlai tranquilla come se non fosse un perfetto
sconosciuto.
-un aria familiare dici?- sul suo viso serio apparve un ghigno
divertito, che avevo detto di così strano?
-non ci siamo mai incontrati, ma ho tenuto d’occhio molto
attentamente la tua ciurma, ed è come che vi conosca
personalmente- affermò lui tornando serio.
-perché? Non siete pirati vero? Non c’è
la bandiera che sventola sul pennone- sembrava propenso a parlare,
forse mi avrebbe svelato qualche mistero.
Osservai gli altri tre individui che erano entrati insieme a lui, non
sembravano intenzionati ad aprire bocca; uno alto e robusto stava
appoggiato allo stipite della porta, ogni tanto mi scrutava come se
fossi un possibile nemico, uno si era seduto per terra e sembrava
parecchio annoiato e certamente era stato costretto ad assistere alla
nostra chiacchierata, l’ultimo era appoggiato al bordo dei
piedi del letto con una faccia illeggibile.
-no non siamo pirati, però come hai notato non siamo in
buoni rapporti con la marina- a quelle parole ebbi come
un’illuminazione, se non erano pirati ma osavano opporsi alla
marina riuscendo anche a sbeffeggiarla, c’era solo un altro
gruppo che poteva riuscire a tenergli testa, e dopo Enies Lobby ne
avevo sentito parlare spesso.
-fatte parte dell' Armata Rivoluzionaria?- chiesi curiosa di sapere se
stavo vaneggiando a causa delle ferite o se avevo ragione.
-caspita sei davvero perspicace, ci sei arrivata senza suggerimenti-
sembrava veramente compiaciuto, forse non voleva perdere tempo per
spiegarmi come stavano le cose.
Comunque avevo ragione erano rivoluzionari, e ora che avevo quella
certezza un pensiero iniziava a ronzarmi nella testa; e lui doveva
essersi accorto dalla mia espressione, che il mio cervellino era in
movimento.
-hai avuto altre illuminazioni? A cosa stai pensando, sono proprio
curioso- affermò sicuro.
-ecco, … prima vorrei sapere come ti chiami- domandai
titubante.
-potrei anche dirtelo, ma mi toglierei il divertimento di vederti
concentrata nel cercare di capire- sembrava che si stesse divertendo, e
vidi un ghigno apparire anche sul viso degli altri uomini presenti
nella cabina.
-ma non avevi promesso a Laro che non mi avresti fatta stancare? Invece
a quanto pare ti stai divertendo parecchio alle mie spalle!- risposi
acida, offesa nel sentirmi presa in giro.
-oh, ma come siamo permalose!- affermò lui scoppiando poi in
una grossa risata seguito a ruota dagli altri, facendomi infuriare
sempre di più.
Ma quella risata mi fece passare tutta l’arrabbiatura, mi
sembrava di conoscerla, era tranquillizzante.
-tu sei … non è possibile!!!- iniziai a dire
osservandolo mentre smetteva di ridere e mi fissava aspettando che
continuassi a parlare, ma le parole si erano momentaneamente bloccate.
-forza, a che conclusione sei arrivata. Anche se credo che non ci
arriverai mai- a parlare questa volta era stato l’uomo vicino
al letto.
Con un leggero gemito mi misi a sedere, mentre nella mente si faceva
largo sempre più prepotentemente una sola spiegazione.
-tu sei Monkey D. Dragon- finalmente le parole uscirono dalla mia bocca.
Sentì tutti irrigidirsi e fissarmi come se avessi appena
detto la peggior eresia, l’uomo che io avevo appena
identificato mi guardò prima con uno sguardo duro, poi si
rilassò e si portò una mano alla testa.
-accidenti, e questa come ti è venuta in mente?- mi chiese
senza negarlo ma neanche confermarlo.
-qui sembri il capo, ma potevi essere il capo su questa nave non
dell’intera armata , quindi… - iniziai a spiegare
non trovando bene le parole.
-e cosa ti fa credere che io sia quello che tu hai detto?- mi chiese
curioso.
-la tua risata!- dissi semplicemente, ed era la verità, era
stata la sua risata a farmi capire chi lui fosse.
-la risata?! Tu dici che lui è Monkey D. Dragon il capo dei
rivoluzionari solo per questo, ma se poco fa hai detto di non averlo
mai visto- l’uomo che era appoggiato allo stipite della porta
si era avvicinato e mi fissava ostile.
-calmati Strik, falla spiegare- fu bloccato prima che continuasse.
-cos’ha la mia risata?- mi chiese lui.
-assomiglia in una maniera incredibile a quella di una persona che
conosco, solo un po’ più grossa e profonda- fui
subito interrotta nuovamente da Strik, a cui probabilmente non stavo
molto simpatica.
-bene, siccome la sua risata assomiglia a quella di un altro, cosa
alquanto improbabile, tu … - questa volta fu fermato solo da
uno sguardo del suo capo.
-quando io e i miei compagni eravamo ancora a Water 7, abbiamo
incontrato il Vice Ammiraglio Monkey D. Garp, e ci ha rivelato il nome
del capo dei Rivoluzionari affermando che è suo figlio, e
siccome il Vice Ammiraglio è il nonno del mio capitano, so
per certo che Monkey D. Dragon è il padre di Rufy- questa
volta parlai sicura, era ora di smetterla di girarci attorno.
-e fin qui ci siamo, ma ancora non mi hai spiegato perché
pensi che sia io quel Dragon?- chiese nella sua voce ora percepivo
rigidità.
-perché la tua risata è identica a quella di
Rufy, del mio capitano, di tuo figlio, ne sono certa!!- affermai decisa.
-a quanto pare le voci sulla tua straordinaria intelligenza sono
fondate- per me quelle parole furono come una conferma per la mia
intuizione.
E così la persona che avevo davanti, e che mi aveva salvato
la vita era il padre di Rufy, non sapevo a cosa pensare.
-eravamo venuti per vedere cosa potevamo dire e cosa no, per non essere
scoperti, e invece sa già tutto, e dire che siamo famosi per
operare nell’ombra, se si venisse a sapere una cosa del
genere in giro perderemo credibilità, questa ragazzina ci ha
scoperti in un attimo- anche l’uomo che stava seduto in un
angolo annoiato si era avvicinato ed ora sembrava divertito.
-è un piacere avere a bordo una ragazza del genere, il mio
nome è Seth, mentre lui è Jas, lo scorbutico
è Strik- ora che Seth sorrideva rilassato appariva molto
più giovane di quello che sembrava fino a quel momento.
-piacere io sono Nami, anche se già lo sapete- risposi anche
io più rilassata.
-ora ti lasciamo riposare ti sei stancata abbastanza- disse facendo
segno agli altri di uscire.
-sappiamo cosa e successo a te e hai tuoi compagni, e troveremo un modo
per farti tornare da loro. Quando starai meglio parleremo ancora-
dichiarò prima di lasciarmi sola nella cabina.
Si avevo proprio bisogno di riposo, erano successe talmente tante cose
in così poco tempo, ed ero stravolta.
Stavo su una nave con il padre del mio capitano, oltre che il nemico
numero uno della Marina.
Continua…
Salve a tutti eccomi qui, la nostra Nami se l’è
cavata anche questa volta, ed ha incontrato uno dei personaggi
più misteriosi ma anche affascinanti di questo manga. Spero
di riuscire a capire nonostante le poche informazioni, il carattere del
padre di Rufy e di descriverlo al meglio.
Per ora i capitoli saranno uno riguardante i pensieri di Nami, e uno di
Zoro alternati, poi si vedrà.
Tsukichan: hai visto si è salvata, non potevo far morire uno
dei protagonisti della storia. Ora voglio sapere se ti piace
l’idea di far entrare in scena il padre di Rufy.
Se continui con tutti questi complimenti va a finire che ci credo
davvero a quello che dici, grazie mille per il sostegno, alla prossima.
Lucy94: ecco che fine ha fatto Nami, spero che ti piaccia.
Sto cercando di lasciare il carattere dei personaggi il più
possibile simile all’originale, se dovessi uscire dai limiti
fammi sapere mi raccomando. Grazie per l’ appoggio mi
è molto d’aiuto, ci sentiamo al prossimo capitolo.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
CAPITOLO 4
ZORO
Corremmo fino alla nostra nave riuscendo a non farci vedere, solo per
un attimo un gruppo di uomini della marina riuscì ad
avvicinarsi a noi.
-arrendetevi, prima o poi farete tutti la stessa fine della vostra
compagna- urlarono, e se Brook non mi avesse trattenuto mi
sarei fermato e gli avrei fatto rimangiare quelle parole si sarebbero
pentiti di essere nati.
Quel mio stesso pensiero doveva essere passato anche nella mente degli
altri, perché per un attimo rallentarono, ma poi riprendemmo
tutti a correre più forte per seminarli, aveva ragione lo
scheletro, in quelle condizioni ci saremmo fatti solo catturare.
Prendemmo subito il largo da quella maledetta isola che aveva visto per
l’ultima volta la nostra navigatrice, compagna, amica,
sorella, e l’unica donna che avesse mai sfiorato la mia mente
e il mio cuore.
Eravamo ormai a largo dalle coste dell’isola che aveva visto
la morte di Nami, nessuno ancora aveva osato parlare, non
c’era mai stato tutto quel silenzio a bordo della Sunny.
Tutti i membri dell’equipaggio avevano uno sguardo spento,
Chopper, Usop e Franky in un angolo non riuscivano a smettere di
piangere silenziosamente, Brook probabilmente non lo faceva solo
perché lacrime non ne aveva; Sanji teneva in mano una
sigaretta accesa, ma che si stava consumando da sola; Robin
“la bambina demone” sempre fredda e distaccata,
stava seduta con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi lucidi; e poi
il nostro capitano, Rufy il ragazzino con il capello di paglia sempre
pronto all’avventura e a divertirsi, in
quell’occasione era però irriconoscibile, stava
nella sua postazione sulla polena con la schiena incurvata e il capello
abbassato a coprire gli occhi; Ace osservava preoccupato suo fratello,
e anche dal suo viso si intuiva tutta la sua tristezza.
Anche io stavo nella mia postazione preferita, all’ombra
degli alberi di mandarino, che in quel momento erano una tortura
perché il loro profumo portava dei bei ricordi ormai
passati, forse in quella circostanza ero un po’ masochista, o
forse sentire quel profumo particolare così simile al suo mi
faceva credere che lei era ancora li con noi.
Passarono due giorni in cui tutti continuavamo a non parlare, fu il
nostro capitano, il ragazzino all’apparenza ingenuo e
superficiale, che da vero leader prese le redini della situazione.
-ciurma, non possiamo arrenderci, dobbiamo continuare il nostro
viaggio- iniziò a parlare attirando l’attenzione
di tutti.
-se lei ci vedesse in questo momento sarebbe delusa dal nostro
comportamento, sono sicuro che vorrebbe che andassimo avanti nei nostri
sogni, dobbiamo fare in modo di realizzarli anche per lei, solo
così sarebbe orgogliosa di noi- tutti sembravano leggermente
rincuorati dalle parole di Rufy, aveva ragione, ma io non mi sentii per
niente meglio.
Non cambiava il fatto che lei non c’era e non ci sarebbe
stata più, e mai mi ero sentito così svuotato da
non aver quasi voglia di continuare i miei allenamenti, e non credevo
che questo fosse possibile, neanche le ferite più gravi
erano riuscite a fermarmi.
Ma nessuna ferita era stata così profonda, questa era
incancellabile e inguaribile, simile a quella provocata da Kuina, ma
incredibilmente più dolorosa, e ancora non avevo capito
esattamente il motivo di tutto questo dolore.
-dobbiamo occuparci noi dei suoi mandarini ora- perso nei miei pensieri
non mi ero accorto che era arrivato Rufy, alzai lo sguardo su di lui ma
non dissi niente.
-non sono riuscito a mantenere la promessa fatta all’uomo con
la girandola del suo villaggio- nessuno aveva pronunciato
più il nome della nostra navigatrice, forse farlo
inserendolo in quei discorsi era come ammettere che lei non sarebbe
più tornata.
Genzo, l’uomo che le voleva bene forse come un padre si era
fatto promettere di non farle perdere il sorriso per nessuna ragione.
-tutti lo avevamo promesso, ma secondo me non è
così, quella strega ti direbbe di non dire sciocchezze, dopo
averti massacrato di botte naturalmente. Con noi ha fatto la vita che
voleva e non credo che si sia pentita neanche … alla fine-
non sapevo come quelle parole fossero uscite dalla mia bocca, stavo
consolando Rufy quando neanche io riuscivo a perdonarmi.
E non potevo perdonare lei per averci abbandonato, non capivo di cosa
si trattava, destino crudele o semplice sfortuna, perché
dopo le sofferenze subite da quando era una bambina, perché
ora che stava finalmente bene doveva morire?
Perché? Ero arrabbiato anche con lei per essersene andata in
silenzio senza salutarci, sapevo che era un ragionamento assurdo, ma
non potevo farci niente.
-quello che più mi irrita, è il fatto che fosse
sola- ed era così infatti, la mia bocca aveva detto quello
che il cervello ancora non aveva capito, lei era morta sola.
Era una delle cose peggiori che potesse capitarle, per tutta la vita si
era sentita sola, e anche se mai lo aveva detto e mai lo avrebbe
ammesso, da quando faceva parte della ciurma di capello di paglia, lei
non si era più sentita sola, e noi in quel momento non
eravamo con lei, io non c’ero e non avevo potuto aiutarla.
-hai ragione! Ma noi siamo sempre insieme anche se non fisicamente, lei
rimarrà sempre con noi- e con questo Rufy serio come non mai
se ne andò tornando sulla polena in cui ormai stava mettendo
radici.
I giorni trascorsero lenti e noiosi, avevamo deciso di riprendere il
viaggio, quindi dovevamo tornare alle isole Shabondi, per proseguire da
dove eravamo stati interrotti, saremmo dovuti andare a cercare
nuovamente Rayleigh, per far rivestire la nave e poter andare
nell’isola degli uomini pesce.
Ci sarebbe voluto molto tempo per arrivare a destinazione,
perché ci eravamo allontanati parecchio, ma grazie alla
precisione delle carte nautiche lasciate dalla nostra navigatrice la
rotta non sarebbe stata un problema.
NAMI
Mi risvegliai per la seconda volta in quella cabina che non era la mia,
non c’era la mia scrivania con gli strumenti per disegnare le
carte, e non c’era il profumo dei miei mandarini o
l’odore dell’inchiostro.
Era da tanto che non disegnavo e ne sentivo la mancanza, pensando a
questo decisi di alzarmi.
Quando arrivai sul ponte mi affacciai al parapetto per respirare il
profumo del mare, dalla posizione del sole doveva essere mattina,
questo voleva dire che avevo dormito parecchio, mentre solitamente mi
bastavano poche ore di sonno, però il giorno prima ero
sfinita e in più era da tempo che non dormivo su di un letto.
-cosa ci fai in piedi, Laro ha detto che dovresti stare a riposo ancora
un pò- la voce la riconobbi subito, la mia iniziale
sensazione era giusta, quest’uomo aveva carisma da vendere.
-avevo bisogno di prendere un po’ d’aria, e poi sto
bene, penso di non aver mai dormito così tanto in vita mia-
risposi tenendo lo sguardo fisso sul mare.
-ti mancano i tuoi compagni?- Dragon si era posizionato al mio fianco e
anche lui ora guardava il mare.
-certo, ma se come hai detto mi aiuterai, o almeno se sono un ospite e
non una prigioniera, presto li ritroverò- risposi ancora non
completamente sicura di quali fossero le loro intenzioni.
-sei molto diffidente a quanto pare!- e aveva completamente ragione.
-sono un pirata da quando ho dieci anni, e ne ho conosciuti molti
nonostante tu mi possa vedere come una ragazzina rispetto a te, e ho
imparato a non fidarmi solo della prima impressione- a questo punto
Dragon si voltò verso di me.
-so molte cose su di te, e so che prima di entrare nella ciurma di
capello di paglia eri al servizio di Arlong- mi girai a guardarlo, ma
lui era tornato a fissare il mare.
-perché mi hai salvata?- chiesi, ora era la risposta che
volevo assolutamente avere.
-avevamo scoperto che la marina stava architettando qualcosa, dopo che
Rufy ha salvato Ace dalla forca- e così anche questa volta
il mio capitano era riuscito a farcela e aveva salvato suo fratello,
bene una buona notizia dopo tanto.
-e così li abbiamo tenuti sotto controllo, fino a che siamo
venuti a sapere che volevano giustiziare un componente della sua
ciurma, ma non sapevamo di chi si trattasse, e così avevamo
non solo la possibilità di fare un torto al Governo
Mondiale, ma anche salvare una persona che aveva dichiarato apertamente
guerra al Governo proprio come noi- affermò sicuro.
-e non c’entra il fatto che il mio capitano sia tuo figlio?-
chiesi forse tirando un po’ la corda, in fondo non lo
conoscevo e non sapevo come poteva reagire.
-può anche darsi, ma è solo una conseguenza-
disse facendo un ghigno.
-comunque non sei mia prigioniera e puoi andartene quando vorrai-
continuò per poi avviarsi verso la cucina.
-forza visto che sei in piedi puoi pranzare insieme a noi- e
iniziò a fare strada.
Quando entrai nella stanza adibita a cucina mi accorsi che ero
l’unica donna a bordo, Dragon mi fece segno di accomodarmi
affianco a lui, ed io mi senti più tranquilla.
Il cibo era abbastanza buono, ma forse io ormai mi ero abituata ai
pasti di Sanji che erano divini, e forse dico forse mi aveva un tantino
viziata, ed ora tutto il resto mi sembrava solo discreto, ma mangiai
volentieri e avidamente, visto che erano giorni che non facevo un pasto
decente.
Durante il pranzo mi accorsi che i componenti di quel gruppo erano
abbastanza simpatici e alla mano, nonostante all’apparenza
sembrassero scorbutici.
Da come parlavano capì subito i compiti di ciascun membro
dell’equipaggio, quello che mi interessava maggiormente era
naturalmente il navigatore, lo osservai attentamente per vedere se
potevo chiedergli un favore; sembrava tranquillo forse poteva capirmi e
accontentarmi.
-da quello che ho capito, tu qui sei il navigatore?- chiesi attirando
la sua attenzione, e non solo la sua.
-si, il mio nome è Suk, e da quello che so, anche tu ricopri
questo ruolo nella tua ciurma- rispose forse incuriosito.
-già, per questo volevo chiederti se mi presteresti gli
strumenti per poter disegnare una carta; sai è da tanto che
non ho l’opportunità di farlo, e penso di avere
una specie di crisi d’astinenza- ammisi sincera, era vero
infatti, non avevo mai passato così tanto tempo senza
disegnare, e sentivo un bisogno impellente di farlo.
Tutti i presenti mi avevano ascoltata interessati, e poi erano
scoppiati in una forte risata, che sinceramente mi fece rimanere in
silenzio e con il broncio perché non capivo cosa ci fosse di
così divertente.
-e cosa vorresti disegnare, l’unica cosa che si vede qui e
solo il mare, … ma in fondo sei solo una ragazzina magari
hai voglia di fare il disegno del mare, il sole e le nuvole- disse
Strik ridendo a crepapelle.
-prima di tutto solo i bambini e gli ignoranti chiamano quelle
lassù “nuvole”, quelle sono chiamate
specificatamente “nubi” … - iniziai a
rispondere con l’aria di superiorità che
utilizzavo con i miei compagni soprattutto con lo spadaccino, e a quel
punto una nuova ondata di risate si sentì, mentre Strik mi
fulminava con lo sguardo.
-zittito da una ragazzina, ti sta bene- gli urlò Seth per
farsi sentire.
- … comunque, lo so che qui c’è solo
mare aperto, ma io voglio disegnare l’isola in cui mi stavano
per giustiziare- affermai decisa.
-e come farai, non penso che prima di portarti sulla forca ti abbiano
fatto fare un giro dell’isola?!- mi chiese Dragon divertito
dalla discussione.
-quando ero sopra il patibolo, ho potuto vedere perfettamente
l’intera isola, Fish Town è piccola e da
lassù c’era una vista spettacolare, si potevano
vedere tutte le insenature e le sporgenze presenti, sono sicura di
poterla riportare sul foglio, e poi il Log Pose è riuscito a
effettuare la magnetizzazione in tempo. Forse per voi vecchietti
è impensabile, ma per una ragazza giovane come me
è un gioco da ragazzi ricordare tutti i particolari- risposi
togliendo la lingua in una presa in giro; chi la fa
l’aspetti, loro mi avevano dato della bambina, bene, loro
rispetto a me erano solo dei vecchi.
Rimasero tutti abbastanza stupiti dalla mia risposta sfrontata, ma poi
si misero a sghignazzare.
-vuoi dire che quando ti stavano preparando per ucciderti, tu nel
frattempo controllavi il Log Pose e la conformazione
dell’isola- chiese incredulo Dragon.
-beh, … che ci posso fare se quella è la prima
cosa che mi viene da guardare quando arrivo su una nuova isola- ammisi
leggermente imbarazzata, ora che mi ci faceva pensare non doveva essere
normale che mentre stai per morire pensi a delle carte nautiche.
-puoi prendere tutto quello che ti serve, sono proprio curioso di
vedere come te la cavi- questa volta non mi stava parlando con un tono
ironico, sembrava veramente interessato.
-grazie mille!!- risposi contenta alzandomi subito dal mio posto per
tuffarmi subito nel lavoro che tanto mi era mancato.
-ho una domanda da farti?- mi chiese il padre di Rufy fermandomi prima
che uscissi dalla stanza.
-dove, e soprattutto quando hai raccolto tutti quei borsellini che
avevi addosso?- sul momento non risposi subito non capendo di cosa
parlasse, poi spalancai gli occhi.
-vi siete presi il mio bottino?- domandai già con il piede
di guerra.
-rilassati e tutto nella stanza dove hai dormito, non siamo dei ladri,
NOI!!!- mi rassicurò, probabilmente un po’ offeso,
calcando molto sulla parola “noi”.
-bene, comunque quello è solo un piccolo risarcimento per
come quelli della marina mi hanno trattata negli ultimi giorni!-
risposi tranquillizzata dal fatto che non mi avessero derubata.
-e quando ti avrebbero concesso questo risarcimento?- mi chiese Strik
diffidente come sempre.
-quando stavamo correndo per arrivare alla nave, molti uomini della
marina ci hanno seguito ed attaccato, quindi spesso eravamo
così vicini che è stato un gioco da ragazzi
sfilargli i portafogli senza che loro si accorgessero di niente- parlai
sicura, ma osservando le loro espressioni sconcertate.
-tranquilli, non ho intenzione di derubarvi, io ho sempre rubato solo
hai pirati, o alla marina, e voi non fatte parte ne di uno ne
dell’altro gruppo- affermai calma.
Continua…
Questo capitolo è diviso in due, sotto il punto di vista di
Zoro e poi di Nami.
La prima parte è un po’ deprimente, anche
perché la ciurma di capello di paglia crede che la loro
compagnia sia morta e devono farsi forza per continuare ad andare
avanti; nella seconda parte invece c’è il primo
approccio tra l’Armata Rivoluzionaria e Nami, dove la
navigatrice riuscirà a farsi rispettare come si deve.
Sono soddisfatta, nessuno si aspettava l’ingresso in scena
del grande Monkey D. Dragon e mi ha reso felice il fatto che
l’idea sia piaciuta, sono consapevole che non sarà
una cosa semplice, ma questo personaggio mi ha sempre affascinata e non
potevo non inserirlo.
Ringrazio infinitamente tutti coloro che seguono la mia ff, chi
l’ha inserita tra le seguite:
BULMA0219
mikamey
dubhe93
chi l’ha inserita tra le preferite:
anjelik
BON
saphi
dubhe93
giusy91
Jemanuele8891
ny152
BULMA0219
E soprattutto coloro che lasciano un commento:
Tsukichan: non sai quanto piacere mi fa ogni volta leggere un tuo
commento, il tuo entusiasmo mi da la spinta per impegnarmi al massimo.
Però mi raccomando prendi fiato ogni tanto quando leggi, se
no rischi di non poter lasciare il tuo commento, mi sto abituando a
trovarlo sempre e mi preoccupo se non lo trovo.
Per ora Zoro e gli altri dovranno ancora aspettare e soffrire mi
dispiace, ma prima o poi lo verranno a sapere.
BULMA0219: mi fa piacere che la storia ti sta piacendo anche
perché l’hai inserita sia tra le seguite che tra
le preferite. Non preoccuparti se non riesci a commentare sempre, mi
basta risentirti anche solo ogni tanto giusto per dirmi come procede
secondo te la storia andando avanti, anche perché ho in
mente altri colpi di scena, a presto.
Lucy94: tutti questi bei commenti mi stanno dando una grande carica e
mi fa un piacere enorme che ti stia piacendo così tanto la
ff, anche perché e anche grazie a te se continuo a scrivere.
In questo capitolo ho messo sia i pensieri di Zoro che quelli di Nami,
perché altrimenti sarebbe stato troppo rattristante sia
scriverlo che leggerlo.
jou_chan: scusa se non ti ho riposto la volta scorsa ma non avevo
notato il commento nuovo nel primo capitolo. Hai ragione la seconda
parte del secondo capitolo era un po’ frettolosa, ma
conoscendomi se descrivevo il ritrovamento di tutti i membri della
ciurma avrei rischiato di dover fare una ff a parte, e poi sinceramente
avrei dovuto scrivere più capitoli riguardo
quell’episodio e mi sarei incartata con il proseguo degli
avvenimenti riguardo a Nami (non sarei riuscita a fare un capitolo a
Zoro e uno Nami). Comunque mi fa piacere che ti stia piacendo, e
cerchero di migliorarmi, se trovi qualcosa che non va fammelo sapere mi
raccomando, spero di risentirti presto
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
CAPITOLO 5
ZORO
Stavamo giungendo su un isola commerciale, avremmo potuto procurarci le
scorte necessarie, io come la maggior parte del tempo quando non ero
nell’agrumeto, o impegnato negli allenamenti, stavo sulla
vedetta e osservavo il mare in attesa di scorgere le prime tracce della
costa.
Sentii dei passi salire le scale, e quando la porta si aprì,
riconobbi subito di chi si trattava, un odore di tabacco si stava
diffondendo nella stanza.
-sei diventato più associale del solito, testa di verza-
disse il cuoco sputando fumo dalla bocca.
-che sei venuto a fare sopraciglio arrotolato?- gli risponsi
leggermente incuriosito.
-sono solo venuto a controllare se eri ancora vivo, e da ieri che
nessuno ti ha più visto in giro- mi chiesi se il cuoco era
veramente preoccupato per me.
Sanji nonostante continuasse a fare il dongiovanni con Robin, era
palese a tutti che lo faceva con forzata allegria da un po’
di tempo a questa parte.
-manca a tutti, ma Rufy ha ragione dobbiamo cercare di andare avanti e
realizzare i nostri sogni, anche per lei- era la prima volta che noi
due facevamo un discorso serio, ad un certo punto vidi il cuoco
stringere i denti fino a spezzare la sigaretta che teneva in bocca.
-non se lo meritava, … dopo tutto quello che ha passato non
si meritava di finire così, non lei- disse dando un pugno
alla parete, forse era salito per sfogarsi, non voleva che gli altri lo
vedessero in quel momento di debolezza, lo capivo perfettamente per
quello mi isolavo, e forse aveva scelto di sfogarsi con me proprio
perché sapeva che io lo potevo capire più di
chiunque altro.
-non riesco a perdonarmi il fatto di non essere riuscito a fare niente
per impedirlo- continuò lui.
-non l’unico, ma eravamo troppo lontani non saremo mai
arrivati in tempo, abbiamo scoperto il luogo troppo tardi- risposi con
apparente calma.
-sei irritante!!- affermò girando di scatto la testa.
-che ho fatto, damerino?- non sapevo proprio di cosa stesse parlando.
-non riesco a capire come fai a restare distaccato e freddo in quel
modo. Per fortuna so che è solo apparenza altrimenti ti
avrei cancellato quell’espressione a suon di calci- neanche
io sapevo come riuscivo a non urlare tutto quello che sentivo dentro.
-ricordati però che non sei l’unico che sta
soffrendo in questo momento, e il resto della ciurma ha bisogno di
avere tra loro il suo spadaccino anche se è un perfetto
idiota- quello stupido di un cuoco aveva ragione, mi ero concentrato
totalmente sul mio dolore e avevo escluso tutto e tutti.
-ma lasciami in pace, cuoco di serie B, vai a preparare il pranzo se ne
sei ancora capace e sii puntuale!- gli risposi, non potevo mica dirgli
che avrei fatto esattamente quello che lui mi aveva consigliato, avevo
ancora il mio orgoglio da mantenere.
-imbecille, perché non le hai parlato prima?!-
sussurrò quelle parola talmente a voce bassa che ci misi un
po’ per capirne il senso.
-ti aspettiamo giù!!!- detto questo scese verso la cucina il
suo regno.
“perché non le hai parlato prima”, non
volevo ammettere di aver capito subito cosa intendesse dire,
però sapevo perfettamente il significato di quelle parole,
ma non mi ero aspettato che proprio lui lo avesse capito e soprattutto
che mi dicesse una cosa del genere.
Ma la ragione era che non mi ero accorto di quanto Nami fosse
importante per me fino a quando non l’avevo persa, prima davo
per scontata la sua presenza, e solo adesso capivo quanto io tenevo a
quella ladra, e ora era tardi e mai lo avrebbe saputo.
Probabilmente non lo avrei mai rivelato, magari lo avrei fatto capire
con i gesti, ma ormai era inutile, lei non c’era
più e niente l’avrebbe più riportata da
me.
La cena si svolse in maniera quasi normale, se normale può
sembrare un pasto della ciurma di capello di paglia, però
dovetti ammettere, che passare il tempo con i miei compagni era molto
meglio che stare solo con la compagnia di una bottiglia di rhum e dei
miei pensieri.
Attraccammo al porto di Monara City, come succedeva sempre ci
dividemmo, per fare un giro per la città, ci demmo
appuntamento ad una taverna per il pranzo.
Robin era stata incaricata a fare anche da tesoriere, quindi era lei
che si occupava dei vari pagamenti, ma la differenza tra lei e la
precedente era notevole, Robin era molto più arrendevole.
Finito di mangiare salutammo Ace che aveva deciso di tornare alla sua
flotta, era rimasto solo per aiutarci a ritrovare Nami.
-avrei voluto che le cose andassero in maniera differente, ma ci
rivedremo e mi sdebiterò fratellino!- gli disse Pugno di
Fuoco.
Sapevamo tutti che non erano veramente fratelli, ma erano cresciuti
come se lo fossero e l’affetto si vedeva.
-di questo sono certo, a presto Ace!- rispose sorridendo il nostro
capitano.
-ragazzi prendetevi cura di lui mi raccomando- ci urlò quasi
mentre era già lontano.
Dopo aver salutato Ace ci dividemmo, alcuni andarono a cercare i vari
rifornimenti, altri decisero di proseguire con la visita
dell’isola.
A metà pomeriggio decisi di tornare sulla nave, mi ero
stancato di girare in mezzo a bancarelle di tutti i generi, dopo aver
chiesto a vari abitanti la direzione del porto, che continuavo a non
capire perché dovesse essere sempre così
complicato da raggiungere, una volta salito sulla Sunny mi accorsi che
c’era qualcosa che non andava, sentivo delle presenze
sconosciute.
A quel punto la mano, immediatamente si posizionò
sull’impugnatura della spada, e appena un fruscio
arrivò alle mie orecchie da dietro estrassi la lama e la
puntai verso la fonte del rumore.
Davanti a me c’era un gruppo di uomini, a destra un uomo
grasso e con degli strani occhialini che teneva in mano un cosciotto di
carne; affianco a lui stava un tizio con un aria stranamente familiare
e una fascia con una scritta a cui però non badai; a destra
stava con le braccia incrociate un uomo alto e possente, con una
sigaretta in bocca, e sul fianco portava una pistola a canna molto
lunga; infine al centro seduto su un gradino stava un tizio dai capelli
rossi e una triplice cicatrice sull’occhio sinistro.
-chi siete, e cosa volete?!- chiesi di getto.
-salve, tranquillo abbassa pure la tua arma ragazzo, non vogliamo
attaccarti, siamo qui solo per parlare!- disse quello con i capelli
rossi che doveva essere il capo.
-di cosa vuoi parlare?- domandai incuriosito, ma non del tutto convito.
-lo saprai appena il tuo capitano sarà tornato a bordo!-
rispose tranquillo e sereno.
Non sapevo se mi potevo fidare, però non mi sembrava una
minaccia, quindi decisi di sedermi, chiusi gli occhi e rimasi in
attesa, aveva detto che avrebbe parlato solo quando Rufy sarebbe
tornato, nel frattempo mi sarei riposato un po’, tenendo
sempre sotto controllo gli “ospiti”.
-a quanto pare lo spadaccino non è di molte parole!-
affermò il rosso rivolto ai suoi compagni che sghignazzarono.
Quando il gruppo di Rufy arrivò, sulla nave sino a quel
momento silenziosa e tranquilla, scoppiò il caos.
-ciao Rufy, ne è passato di tempo!!- disse il capo degli
intrusi.
-cosa … Shanks, sei proprio tu! Ben, Yasop, Luky che bello
vedervi!- urlò il mio capitano lasciandomi sbigottito, lo
aveva chiamato Shanks che fosse proprio lui, uno dei quattro imperatori
che governano il nuovo mondo.
-ragazzo alla fine sei riuscito a formare la tua ciurma!-
l’uomo con il cosciotto in bocca si era avvicinato a Rufy e
come gli altri avevano iniziato a ridere e scherzare.
-ve l’avevo detto che ci sarei riuscito, e dovreste vederli
in azione sono fortissimi- disse tutto orgoglioso il nostro capitano.
-ci credo, abbiamo sentito parlare di voi nell’ultimo
periodo- anche l’uomo con l’aria più
cupa, che identificai con il nome di Ben, aveva ora il viso rilassato e
allegro.
Gli ultimi componenti a salire a bordo furono Chopper e Usop, e quando
il cecchino riconobbe i componenti, o meglio uno dei componenti del
gruppo che era sulla nostra nave, dai suoi occhi spuntarono due grossi
lacrimoni mal trattenuti, sapevo il motivo a cui erano dovuti, ma non
feci a meno di alzare gli occhi al cielo, era il solito piagnucolone,
anche se in fondo ero molto contento per lui.
- … papà … !!!- riuscì solo
a dire lui tra i singhiozzi, e quando mi voltai verso l’uomo
a cui si stava rivolgendo lo trovai nelle stesse condizioni del figlio,
grosse lacrime scorrevano sul suo volto mentre lo abbracciava.
Ecco perché mi sembrava avesse un aria familiare Usop
assomigliava moltissimo al padre.
Franky come al solito stava piagnucolando alla vista di quella scena.
-io non sto affatto piangendo!!!- urlava mentre si abbracciava con
Brook e Chopper commossi anche loro.
-che bisogno hanno di frignare- affermai tra me e me.
-non essere così severo con loro, sono solo contenti per
Usop!- a parlare era stata Robin, quella donna era ancora tutta da
scoprire, prima sembrava il ghiaccio fatto a persona, non ci chiamava
neanche per nome ma solo per il ruolo che noi svolgevamo nella ciurma,
ma dopo Enies Lobby era cambiata, rimaneva sempre abbastanza distaccata
e composta, ma si era sciolta notevolmente, e dovevo ammettere che la
nuova Nico Robin era molto più simpatica.
-e quasi ora di cena, che ne dite se mangiamo tutti assieme, Sanji
è un cuoco fenomenale- era naturale che Rufy chiedesse una
cosa del genere, per lui ogni scusa era buona per mangiare.
-sei sempre il solito, non sei cambiato per niente!- lo conoscevano
bene anche loro.
-era tutto squisito complimenti, sono proprio contento che Rufy abbia
trovato dei ragazzi come voi, anche se non riesco a capire come abbia
fatto a convincervi, si vede subito che è ancora un
moccioso- disse Shanks scoppiando in una fragorosa risata.
Era da tanto che sulla Sunny non si sentivano tante risate, la visita
del gruppo di amici di Rufy ci stava facendo un gran bene.
-Shanks la vuoi smettere, non sono più un bambino- rispose
mettendo il broncio, con un espressione che non poteva che confermare
le parole del Rosso.
-come fatte a contenerlo, a volte è talmente inarrestabile
che è impossibile stargli sempre dietro- chiese Yasop.
-ho!!! ma a tenerlo buono ci pensa Nam… - la serata stava
andando fin troppo bene, ma era bastato quella frase interrotta troppo
tardi per far sparire il sorriso dai visi della nostra ciurma.
Usop stava con la testa china sul petto, si era accorto in ritardo di
quello che stava dicendo, una riprova del fatto che non avevamo
superato non solo la perdita ancora troppo recente, ma era come se lei
fosse sempre presente tra di noi.
-che vi prende, perché siete giù di morale
così all’improvviso- domandò Ben
osservandoci attentamente.
- … abbiamo da poco … perso un membro della
nostra ciurma- parlò serio Rufy.
-vi ha abbandonato?- chiese Luky curioso.
-no!!!- risposi quasi arrabbiato, anche se più di una volta,
da solo con i miei pensieri, accusavo Nami di averci lasciati, di
avermi abbandonato, e infondo io ero arrabbiato con lei.
-oh!! scusa non avevo capito- non aveva niente da scusarsi, non ero
arrabbiato con lui, non aveva fatto niente di male, erano altre le
persone che accusavo e la prima era me stesso.
-lei era la nostra navigatrice, la migliore di tutti i mari- questa
volta a parlare era stato Sanji che non aveva aggiunto nessun tipo di
commentino sdolcinato come faceva sempre, non lo aveva più
fatto, e anche con Robin era molto più pacato.
-cosa l’è successo?- quella domanda era scontata
che arrivasse, ma non sarei stato di certo io a rispondere.
Ci fu un lungo momento di silenzio a quanto pare nessuno aveva la forza
di parlarne.
-durante uno scontro con uno della flotta dei sette siamo stati
separati!- iniziò il racconto Robin dopo aver fatto un
profondo respiro per prendere coraggio.
-Orso Bartholomew?!- capì subito Shanks.
-si!! Noi come vedete, piano, piano ci siamo ritrovati, ma lei
è stata più sfortunata, era finita su un isola
governata dalla marina, e mentre cercava di fuggire è stata
catturata, portata sull’isola più vicina e
… giustiziata!!!- l’ultima parola gli
uscì in un soffio, mentre io mi stavo praticamente
conficcando le unghie nei palmi delle mani.
-quando abbiamo scoperto cosa volevano farle, abbiamo cercato di
raggiungerla, ma quando siamo arrivati era già tutto finito,
gli abitanti di quella città e la marina ci hanno raccontato
che la sentenza era stata eseguita quella mattina- finì
Usop, che probabilmente si sentiva ancora in colpa per aver preso per
errore quel discorso.
Basta non riuscivo più a stare chiuso in quella stanza in
quel silenzio, volevo solo uscire stare solo magari in compagnia di una
bella bottiglia di rhum, e così stavo facendo, mi ero
già alzato e mi stavo dirigendo verso la porta, quando fui
richiamato.
-forse è meglio se rimani ancora un po’, ti avevo
detto che ero venuto per parlare, e credo che quello che ho da dirvi
può interessare anche a te- il Rosso fino ad ora allegro e
scherzoso, aveva cambiato atteggiamento, sicuramente si trattava di
fatti importanti e seri, decisi di risedermi al mio posto in attesa che
iniziasse il discorso.
Continua…
Ancora un capitolo triste, ma resistette siamo quasi alla fine del
periodo nero.
Ecco che ha fatto la comparsa un altro personaggio molto interessante
Shanks il Rosso, un po’ mi dispiace che nel manga abbia poco
spazio, nonostante penso che avrà un ruolo importante prima
o poi, ma forse questo aumenta il suo fascino.
Ora bisognerà attendere per sapere cosa ha da dire Shanks di
così importante per essere andato a cercare la ciurma di
capello di paglia.
Grazie, grazie, grazie a tutti quelli che continuano a seguire la ff,
sono strafelice.
Nami19: devo ammettere che quando ho riletto il capitolo anche a me
stava salendo il magone, e sono contenta di aver trasmesso esattamente
quello che il quel momento Zoro e gli altri provavano.
jou_chan: sono contenta che trovi IC Nami è proprio mia
intenzione lasciare intatto per quel che posso i caratteri di tutti,
anche se, non avendo riscontri dal manga di un Zoro e una Nami
innamorati, bisogna vagare molto con la fantasia
Tsukichan: quanti complimenti, ti ringrazio tantissimo, non sai quanto
mi faccia piacere leggere i tuoi commenti. Zoro è il tipico
ragazzo che non esterna i sentimenti e si tiene tutto dentro, ma non
vuol dire che non provi forti sentimenti, e sono soddisfatta di
riuscire a descrivere il suo ingarbugliato modo di pensare, non
è semplice, quando scrivo i capitoli su di lui sudo sette
camicie. Per quanto riguarda Dragon mi sto divertendo a sviluppare il
suo personaggio soprattutto vista la presenza di Nami, nel prossimo
capitolo, sarà più presente visto che
toccherà ai pensieri della navigatrice.
Lucy94: a quanto pare ho raggiunto il mio intento, il
capitolo scorso per non essere troppo pesante e tragico lo diviso in
due e mi fa piacere che la seconda parte fosse divertente, anche
perché mi sono divertita a scriverla, ho scoperto che
scrivere e quindi pensare come Nami mette il buon umore
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
CAPITOLO 6
NAMI
Mi chiusi in quella che ormai era diventata la mia cabina e che avevo
scoperto fosse di Dragon, che cavallerescamente mi aveva ceduto per
sistemarsi insieme al resto dei suoi uomini.
cominciai subito il mio lavoro, gli strumenti non erano esattamente
quelli che prediligevo, ma andavano più che bene per
l’uso, nel giro di qualche ora riuscì a finire la
carta dell’isola.
Soddisfatta decisi di andare a prendere una boccata d’aria
fresca prima di mettermi a riposare, in effetti la ferita
all’addome aveva leggermente ripreso a farsi sentire.
Quando ci rincontrammo tutti per la cena, iniziarono a chiedermi se
avevo iniziato a disegnare la carta, i toni mi sembravano ancora
leggermente ironici, ma anche molto curiosi.
-allora ragazzina, hai già cominciato a disegnare?- mi
chiese il navigatore.
-veramente ho già terminato, solo che mi mancano i miei
strumenti per poter rifinire al meglio il lavoro, ma devo dire che
nonostante tutto è uscita perfetta, ma questo era naturale
visto che l’ho fatta io!!!- mi diedi delle arie sapendo che
non si aspettavano che io avessi già terminato, e
soprattutto era inutile fare la falsa modesta, tutte le mie carte anche
le più insignificanti o semplici erano dei capolavori.
-faci vedere quest’opera d’arte allora!- disse
Strik non del tutto convinto della mia sicurezza sfrontata.
-certo, ecco a voi, questa e Fish Town!!- l’avevo portata con
me, era prevedibile che la volessero vedere e io non avevo intenzione
di impedirglielo.
-ma come diavolo hai fatto, in così poco tempo e con
così pochi elementi, a realizzare una carta con tutti questi
particolari???- mi chiese stupito il navigatore mentre fissava il mio
lavoro.
-ve lo detto sono un genio, non è colpa mia se non mi avete
creduto!- sempre altezzosa osservai le facce stupite di tutti mentre
ridevo sotto i baffi.
-sei piena di sorprese!- mi disse Dragon mentre tutti risero e
iniziarono a mangiare.
I giorni passarono, e le mie ferite pian piano guarirono, la voglia di
tornare con la mia ciurma era sempre più forte, ma sapevo
che dovevo pazientare perché la Marina ci stava ancora
seguendo, e poteva sbucare fuori da un momento all’altro.
Un giorno uscendo dalla cabina alla ricerca di trovare qualcosa di
interessante da fare per passare il tempo, mi accorsi che
c’era un imprevisto mutamento del clima,
l’umidità dell’aria era aumentata di
colpo, e sentivo nelle ossa l’arrivo imminente di una
tempesta.
Mi guardai attorno e vidi alcuni degli uomini dell’equipaggio
tranquilli, tra loro scorsi anche il navigatore che parlava
pacificamente con Dragon, mi avvicinai decisa a metterli in guardia.
-sta per arrivare una tempesta bisogna muoversi e mettersi al riparo!-
parlai sicura delle miei intuizioni che tante volte avevano salvato me
e i miei compagni.
-una tempesta? Ma se c’è un sole che spacca le
rocce!- affermò uno dei rivoltosi.
-l’umidità è scesa di colpo e la
pressione atmosferica e cambiata, sta per arrivare un forte vento da
dritta- spiegai.
-ma se c’è una leggera brezza esattamente dalla
parte opposta!- dovevo ricordarmi che loro non erano i miei compagni
che ormai si fidavamo completamente delle mie indicazioni.
-Dragon, se come dici sai tutto sulla ciurma di capello di paglia, e
quindi anche su di me, allora sai che non sto scherzando e so
esattamente cosa dico- fissai lo sguardo sul padre di Rufy per fargli
vedere tutta la mia determinazione.
-va bene, voglio fidarmi, portaci fuori da questa ipotetica tempesta e
fammi vedere di cosa sei capace!- per fortuna Dragon mi diede retta,
sicuramente non voleva mettere in pericolo la nave e i suoi uomini.
-d’accordo ma siccome tutto a un prezzo, se riesco a portavi
sani e salvi in mare sicuro mi dovrete 100.000 berry- dovevo pur
guadagnare qualcosa, non mi piaceva non avere niente in tasca come in
quel momento, se non i pochi spiccioli contenuti nei portafogli che ora
erano nella mia cabina.
-cosa? ma sei una ladra!!!- mi rispose il capo dei rivoluzionari
perdendo la sua impassibilità.
-e ringrazia che ci sono anche io sopra questa bagnarola, vi sto
facendo pure lo sconto, mi dovreste solo essere grati- iniziavo a
divertirmi, vedere le loro facce sbigottite era veramente uno spasso.
-ma guarda un pò questa ragazzina! Prima ci porti al riparo
e poi ne riparliamo!- affermò Dragon, ma con chi credeva di
parlare non ero l’ingenua ragazzina che forse credevano che
io fossi.
-e no mio caro, prima mi dai la tua parola e poi vedrò
quello che posso fare- ero io quella che raggirava la gente, di certo
non mi sarei fatta imbrogliare.
-ora capisco perfettamente il motivo per cui ti chiamano
“gatta ladra”, e va bene, se riesci a farci uscire
senza il minimo danno allora ti darò 100.000 berry, ma
ricorda non ci deve essere neanche il minimo graffio sulla nave-
finalmente si era arreso; ora era giunto il momento di mettersi a
lavoro.
Quando stavo per iniziare a dare gli ordini per evitare di prendere in
pieno la tempesta, un urlo giunse dalla postazione della vedetta.
-la Marina è alle nostre spalle, ci sono tre vascelli e
stanno puntando verso la nostra direzione- avvisò la
sentinella.
-merda, questa non ci voleva proprio ora- più che
preoccupato, Dragon sembra scocciato.
-lascia fare a me, forse non sarò un eccellente combattente,
però sul mare sono nel mio elemento, questo e il mio
perfetto campo di battaglia; voi avete salvato me dalla forca, ora
tocca a me, fidatevi!- era la mia occasione per sdebitarmi nei loro
confronti, non mi piaceva avere nessun tipo di debito con nessuno.
-a te il comando della nave, siamo nelle tue mani!- affermò
lui sotto lo sguardo dei suoi compagni che lo guardavano stupiti, ma
che non osarono mettere in dubbio i suoi ordini.
E così presi le redini del comando, anche se con un
po’ di difficoltà, non conoscendo perfettamente i
nomi e soprattutto le capacità e la forza dei membri
dell’equipaggio, ma li avevo osservati attentamente nel poco
tempo passato su quella nave.
-dobbiamo virare tutto a babordo per prendere il vento. Se riusciamo a
prendere al momento giusto la corrente che si sta formando in
profondità, ci farà allontanare da qui in poco
tempo, e riusciremo a seminarli!- per ora il problema principale era
distaccare la marina, dopo mi sarei occupata della tempesta che sarebbe
giunta a breve visto che il vento stava già cambiando
direzione.
-maledizione, non così presto!- parlai a voce bassa, ma
Dragon mi sentì.
-cosa sta succedendo?- chiese, voleva sapere se i suoi uomini correvano
dei pericoli.
-si sta avvicinando prima del previsto, e ora come ora per allontanarci
dalla marina le stiamo andando incontro- risposi sinceramente, era
giusto che lui sapesse a che rischio stavamo andando incontro.
-di cosa stai parlando?? … lascia perdere, dimmi solo se
credi di farcela- mi domandò in parte preoccupato e in parte
in tono di sfida.
-lo vedrai presto, certo che c’è la posso fare,
spero solo che voi siate capaci di stare dietro hai miei ordini!- gli
dissi in tono di superiorità tirando poi fuori la lingua.
-ehi, ragazzina con chi credi di parlare!- li avevo punti
nell’orgoglio.
-forza legate bene tutto quello che non è ben ancorato alla
nave, presto si ballerà un po’- iniziai a lanciare
ordini a tutti.
-vi siete imbambolati, oppure volete finire nelle mani della marina?-
gli urlai contro, vedendo che nessuno faceva quello che io stavo
comandando di fare, dopo un primo momento di confusione e uno sguardo
al loro capo si misero ad eseguire i miei ordini anche se continuavano
ad essere diffidenti, non capivano che solo perché ancora
non c’era nessuna traccia di vento, presto sarebbe arrivato,
e … non solo quello.
In poco tempo riuscimmo a distanziare i vascelli, ma grossi nuvoloni
grigi correvano nella nostra direzione carichi di
elettricità, e noi ci stavamo andando contro.
-ragazzi tutti ai vostri posti, viriamo di trenta gradi e ammainiamo le
vele! Preparatevi sta arrivando una tempesta degna della fine del
mondo!- gridai per farmi sentire.
-ma così ci raggiungeranno, dopo che li abbiamo quasi
seminati!- obiettò un ribelle.
-fai come ti ho detto, e fallo subito se non vuoi finire nella pancia
dei pesci- non c’era tempo da perdere.
Le navi che ci stavano inseguendo si avvicinarono sempre
più, visto che avevo fatto ammainare le vele,
però invece che da dietro come prima, grazie al fatto che
noi avevamo cambiato rotta, li vedemmo arrivare dritti da babordo,
navigavano nella nostra vecchia rotta.
-vigliacchi! Dove credete di scappare??? Ormai vi abbiamo raggiunto!-
la voce del comandante di uno dei veliero giunse chiara e cristallina
dal ponte della nave più vicina che ci stava affiancando dal
lato opposto al nostro.
-spero che tu sappia cosa stai facendo!!- mi fissò
severamente Dragon.
Certo che sapevo cosa facevo, non era la prima volta che mi trovavo in
una situazione del genere, anche se dovevo ammettere che trovavo
maggiori difficoltà dovute soprattutto al fatto che non ero
insieme ai miei compagni, a cui mi bastava una parola o uno sguardo e
sapevano già cosa dovevano fare.
-state pronti, appena vi do il segnale issate nuovamente le vele.
-preparate i cannoni!!!- si sentì urlare dalle navi da
guerra, si stavano preparando ad attaccarci.
-ragazzina ci hai portato dritti tra le braccia del nemico!!! Capo se
ne occupi lei!- urlarono contro, alcuni degli uomini
dell’equipaggio, e dallo sguardo del padre di Rufy si poteva
leggere il pentimento per avermi dato fiducia, ma presto si sarebbero
dovuti tutti ricredere, era questione di secondi; e poi il loro capo
che cosa poteva fare in quella situazione?!
-preparatevi a combattere!!!- ordinò Dragon con la sua voce
imperiosa.
Tutti erano ai posti di combattimento, quando un forte vento
iniziò a soffiare sempre più forte, ecco era
arrivato proprio quello che stavo aspettando.
-issate le vele. ORA!!!- urlai più forte che potevo.
Una volta eseguito l’ordine la nostra nave si mosse
velocemente allontanandoci sempre più dai nostri nemici, che
rimasero sicuramente confusi per il rovescio della situazione.
-grande, li abbiamo distanziati di nuovo, e questa volta sono anche
rivolti nella direzione opposta alla nostra, sarà difficile
che ci raggiungano- disse Seth osservando i vascelli della marina.
-non cantare vittoria troppo presto abbiamo ancora un problema,
guardate là!!!- Strik lo riportò con i piedi per
terra, si era formato un enorme ciclone.
Aveva iniziato a piovere copiosamente, e l’altezza delle onde
si faceva sempre più elevata.
-invece potete benissimo rilassarvi, se seguite la rotta che vi ho
indicato!- affermai con tranquillità.
-guardate se fossimo rimasti nella rotta precedente saremo finiti
proprio nel l’occhio del ciclone- forse fin
dall’inizio Seth era l’unico che non mi aveva preso
in antipatia.
-veramente non ho fatto solo quello, ho anche portato i vascelli della
marina nel cuore della tempesta- dissi con falsa modestia mentre tutti
osservavano come i velieri che ci inseguivano venivano risucchiato dal
vortice.
-e incredibile i cicloni della Rotta Maggiore sono impossibili da
prevedere non danno nessun cambiamento di vento, pare che il corpo di
quella ragazza percepisca i cambiamenti del mare- affermò il
navigatore stupefatto.
-niente è impossibile, qualsiasi cosa riguardi il clima non
ha segreti per me- continuai a vantarmi soddisfatta del mio operato.
-a quanto pare ci sei riuscita veramente, devo dire che mio figlio ha
scelto proprio un buon navigatore- affermò con un ghigno
Dragon.
-si è stato molto fortunato ad incontrare me!- risposi
presuntuosa, mentre tutti mi osservavano increduli della mia sempre
più falsa umiltà.
-comunque ora parliamo del compenso- presi subito la questione soldi.
-spero non ti rimangerai la parola?- chiesi stuzzicando il capo dei
rivoluzionari.
-certo che no, un patto è un patto e io li rispetto, ti
avevo promesso che se ci portavi in salvo dalla tempesta ti avrei
consegnato 100.000 berry, e così sarà!-
assicurò risoluto.
-non fa niente, quelli te li abbuono in fondo mi avete salvato la vita
la volta scorsa, diciamo che con quello ora siamo pari- vidi un grande
sorriso sul volto suo e dei suoi uomini.
-in effetti mi sembra più che giusto!- mi
assecondò soddisfatto di come erano andati a suo favore i
fatti.
-si hai proprio ragione, mi accontenterò di 200.000 berry
per avervi salvati dalla marina- in fondo ero stata magnanima, potevo
chiedergli molto di più.
-cooosa!!!!- ebbene si, ero riuscita a sconvolgere il capo
dell’Armata dei Rivoluzionari e nemico numero uno del governo
mondiale.
-questo non lo avevamo pattuito- mi vociò contro.
-e vero, però senza di me non solo rischiavate di naufragare
ma soprattutto sareste finiti nelle mani della marina, … e
se vogliamo dirla tutta, io vi ho fatto un grosso favore ad annullare
il debito di 100.000 berry- dissi incrociando le braccia sul petto
sicura delle mie ragioni.
-guarda che era il minimo dopo che abbiamo salvato la tua graziosa
testolina- Dragon iniziava ad innervosirsi, ma io mi stavo divertendo
dopo tanto tempo.
-dici davvero? E quando mai io ti ho chiesto di venire a liberarmi, hai
fatto tutto di tua spontanea volontà, quindi in teoria io
non ti devo niente. Ma per tua fortuna hai trovato una ragazza dolce e
gentile che ti ha concesso un servizio gratuito, quindi
l’altro lo devi pagare mi sembra logico, no?- domandai
mettendo sul viso la mia migliore espressione innocente.
Tutti erano sconvolti dalle mie parole e da come si stava evolvendo la
situazione.
-avrei dovuto lasciare che il boia concludesse il suo lavoro. Io non
vedo nessuna ragazza dolce e gentile!!!- ringhiò
l’uomo vedendo che non aveva possibilità di
controbattere alle mie affermazioni.
-e avresti lasciato una fanciulla indifesa al suo triste destino,
… ah, non ci sono più i VERI uomini di una volta-
affermai melodrammatica socchiudendo gli occhi ma controllando la sua
reazione.
-mi farai uscire fuori di testa. E va bene ti darò quei
dannati berry, ma finiscila con questa sceneggiata, Jas vai a prendere
il denaro dalla cambusa!- si arrese Dragon, facendomi spuntare un
sorriso soddisfatto.
-non ci posso credere siamo stati giocati alla grande da una ragazzina-
sbuffò Strik, a questo punto pensai subito che la sua
intolleranza verso di me sarebbe aumentata.
-devi ammettere però che è stata formidabile, non
ho mai visto nessuno affrontare in quel modo una tempesta- si
congratulò con me Suk.
-e poi e riuscita a sconfiggere verbalmente anche il grande Monkey D.
Dragon, non è cosa da poco, io dico che quei soldi se li
è guadagnata- avevo ragione Seth mi aveva presa in simpatia,
e ora si stava prendendo un’occhiataccia da parte del suo
capo.
Dopo una giornata lunga e sfiancante il vento sembrava essersi placato
ed ora all'esterno c'era solo una fastidiosa pioggerellina a
testimoniare lo scampato pericolo.
Continua…
Scrivere questo capitolo mi è piaciuto un sacco, spero tanto
che piaccia anche a voi.
Dragon io lo immagino così, più serio e
responsabile di Rufy, però non esageratamente, ma con lo
stesso spirito d’avventura, forza di volontà che
lo porta a raggiungere i suoi obiettivi, e con un grande coraggio.
Nami naturalmente è sempre lei, deve sempre guadagnare
qualcosa, non per niente è la famigerata “gatta
ladra”, e si fa riconoscere anche tra i rivoluzionari.
Tsukichan: questo capitolo è decisamente meno triste, hai
ragione Sanji e Zoro sono grandi amici anche se non lo ammetteranno
mai, ma lo dimostrano, e i gesti valgono molto più di tante
parole dette al vento.
Nami19: hai capito bene, era un capitolo cuscinetto, un riepilogo per
poi avere un “cambio di rotta”, devo dire che hai
preso in pieno il punto era proprio la quiete prima della tempesta,
però la tempesta era qui dove c’è Nami.
Lucy94: per sapere cosa ha da dire Shanks bisogna aspettare
il prossimo capitolo, però spero che questo ti rallegri un
po’, e ti metta di buon umore.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
CAPITOLO 7
ZORO
Eravamo tutti pronti ad ascoltare quello che Shanks aveva da dirci, se
era venuto apposta doveva essere estremamente importante.
-ero venuto per mettervi in allerta, ma a quanto pare insieme a quello
che ho dirvi vi porto probabilmente una buona notizia-
iniziò la spiegazione il Rosso incuriosendoci sempre
più.
-di cosa si tratta allora?- chiese il nostro capitano curioso come
tutti noi.
-riguarda il giorno dell’esecuzione della vostra compagnia!!-
affermò Shanks lasciandoci a bocca aperta sconvolti.
-perché prima sembravate tanto increduli? Come se non
sapevate di cosa stavamo parlando?!!!- mi stavo arrabbiando, in pratica
ci avevano fatto rivivere quei momenti per niente, visto che sapevano
già cosa era successo.
-no, abbiamo voluto ascoltare quello che voi sapevate, solo
perché noi sappiamo una diversa versione di come sono andate
le cose, e credo proprio che la nostra sia quella più
accreditata- mi rispose Ben anticipando il suo capitano.
-cosa è successo realmente allora?- domandò con
più calma Robin.
-è vero l’isola in cui siete andati aveva il
patibolo preparato per l’esecuzione della vostra compagna, ed
è anche vero che siete arrivati quando tutto era
già finito … - riprese il racconto, facendomi
trattenere il respiro, avevo paura di sentire qualcosa che non volevo
sapere.
-quando il boia stava per compiere il suo lavoro, la marina ha ricevuto
un attacco da parte di alcuni uomini, ma non si sa esattamente chi
fossero … - non credevo a quello che stavo ascoltando questo
poteva voler dire che Nami era ….
-hanno portato via la prigioniera, e sono riusciti a scappare dagli
uomini della marina che l’inseguivano. Per quello che so la
vostra navigatrice e viva e vegeta, per ora!- disse con un respiro
rilassato osservando con i suoi compagni, le nostre espressioni
incredule.
-vuol … vuol dire che Nami è viva- chiese
titubante Usop, mentre io non sapevo a cosa pensare.
-come fatte ad essere sicuri di quello che state dicendo?- chiese Robin
l’unica che era riuscita a fare una domanda intelligente-
mentre per la prima volta vedevo Rufy confuso non sapendo se essere
contento o ancora incredulo, io invece non volevo crearmi false
speranze sarei stato molto peggio di come già stavo se erano
solo false illusioni.
-gli abitanti di quell’isola ci hanno detto che lei era
morta- affermai fulminandolo con lo sguardo.
-credo che volessero farvi credere che fosse andata così
perché per la seconda volta in poco tempo la Marina si
è lasciata sfuggire un prigioniero, sul punto di eseguire la
condanna- spiegò di nuovo Ben.
-ci volete dire cosa è realmente accaduto allora?- chiese
spazientito Sanji come uscito da uno stato di shock.
-dopo la fuga il governo Mondiale ha cercato di insabbiare il tutto, ma
forse dopo che ha scoperto chi l’aveva liberata, a deciso di
aumentargli la taglia, … ecco qui questa era la sua taglia
fino a qualche giorno fa!- disse Shanks facendoci vedere un foglio dei
ricercati con la foto di lei, Nami.
Rivederla anche solo in foto mi fece perdere un battito, ma quando
spostai lo sguardo e vidi la cifra, rimasi di stucco proprio come gli
altri miei compagni.
-60 milioni!!!- fu l’unica cosa che Usop riuscì a
dire.
-questo vuol dire che Nami è veramente viva?!-
affermò Robin, e in quello stesso preciso momento anche io
capì, che quella era la verità.
Nami era viva, e non mi interessava quanto fosse alta la sua taglia,
quello chi m’importava era che l’avrei rivista.
-è fantastico, dobbiamo andare subito a cercarla,
… lo sapevo lei non poteva morire così, lei deve
realizzare il suo sogno e poi ha promesso che mi avrebbe portato a
Raftel Island- urlò euforico Rufy seguito dal resto della
ciurma, io non mi unì e come sempre rimasi nel mio angolo,
ma dentro la felicità aveva spazzato l’angoscia e
il dolore che per giorni aveva invaso la mia anima.
-calma ragazzi non ho ancora finito- rimise tutti al loro posto il
Rosso.
-quella non è l’ultima taglia!!-
dichiarò, ma non capivo come era possibile che fosse
aumentata ancora.
-di quanto è allora?- domandò Rufy.
-ora il suo valore è di ben 100 milioni di berry!!-
affermò scandendo bene le parole l’uomo.
-cosa? 100 milioni, ma cosa diavolo ha fatto per farla aumentare fino a
quel punto, l’ho sempre detto, quella mocciosa da sola non fa
altro che cacciarsi nei guai- ero contento di poter nuovamente parlare
di lei così liberamente.
-idiota di uno spadaccino, non osare parlare male della mia sirena o te
la vedrai con me- mi urlò contro il cuoco, che come sempre
prendeva le difese di Nami, ma stranamente ero contento che lo facesse,
non mi dava fastidio come al solito, era da tanto che non ci
azzuffavamo e poteva essere un facile sfogo per quel periodo da
cancellare dalla memoria.
-calmatevi un attimo voi- ci bloccò Robin.
-a cosa è dovuto l’aumento della seconda taglia?-
ero curioso anch’io di sapere cosa aveva combinato Nami.
-sembra che mentre la marina stava inseguendo lei e quelli che
l’avevano liberata, abbia fatto in modo che le navi degli
inseguitori finissero al centro di un ciclone che ha causato
l’affondamento dei velieri- spiegò Shanks.
-e la migliore, quando si tratta di navigazione non la batte nessuno-
affermò Chopper con ancora i lacrimoni per la
felicità della notizia ricevuta.
-chi l’ha liberata?- chiese Franky anticipandomi.
-non si sa esattamente chi siano, ma io un idea me la sono fatta, e
giustificherebbe anche l’impennata che ha avuto la sua
taglia- confidò il Rosso.
-a chi stai pensando?- chiese Rufy al suo amico, il nostro capitano
aveva ancora sulle labbra un sorriso a trentadue denti che splendeva
sul suo viso.
-la mia ipotesi, e non solo la mia, è che sia stata aiutata
da un gruppo dell’Armata Rivoluzionaria- il vece Ammiraglio
Garp, nonché nonno del mio capitano, ci aveva spiegato che
il capo dell’Armata era il padre di Rufy, non ci potevo
credere, le cose si facevano interessanti.
-questo può motivare l’incredibile aumento del
valore attribuito alla sua testa- confermò
l’archeologa.
-la mia dea vale molto di più!- disse Sanji con quegli
odiosi occhi a cuoricino.
E così Nami si trovava insieme a un gruppo di ribelli,
sperai per loro che la trattassero bene, se no mi sarei fregato che il
loro capo era il padre del mio capitano e l’avrebbero pagata
cara.
-ci sono alcune voci che dicono che la vostra navigatrice potrebbe
essere addirittura con Monkey D. Dragon!!!- dichiarò,
lasciandoci ancora più sconvolti.
-vuoi dire che Nami è insieme al padre di Rufy?!- Usop come
tutti noi non riusciva a crederci.
-che bello, Nami ha conosciuto mio padre, non vedo l’ora che
torni, avrà un sacco di cose da raccontare- Rufy non si
smentiva mai, aveva sempre detto che il padre lo avrebbe incontrato
quando doveva accadere, per quello non lo cercava, sapeva che sarebbe
avvenuto prima o poi.
-caspita, Nami si è data un gran da fare, chissà
se quando torna mi farà vedere le sue mutandine, YOHOHOHO-
Brook fece una piroetta tutto contento.
-maniaco!!- gli dissi, ma non ci fece caso, lui non era come Sanji che
subito mi avrebbe risposto per le rime.
-Shanks non potevi darmi notizia più bella- ed era vero, si
notava facilmente dalle espressioni totalmente diverse da prima, della
nostra ciurma.
-c’è un'altra cosa che dovete sapere!- Yasop prese
l’attenzione.
-che altro ha combinato quella ragazza?- domandò Brook, che
ormai la conosceva e sapeva che ci si poteva aspettare di tutto da un
tipo come lei.
-per ora niente, ma il Governo Mondiale non la lascerà
tranquilla, vorrà rimediare allo smacco subito, e
farà di tutto per catturarla, e in più i
cacciatori di taglie le daranno la caccia in maniera più
assidua- parlò Ben Bekman.
-lei ora è complice del nemico numero uno del Governo
Mondiale!- spiegò Luky Roux.
-ora che la vostra compagna è diventata il terzo membro con
la taglia più alta, la vostra ciurma ha raggiunto un valore
altissimo, vi daranno la caccia sempre più intensamente-
avevano ragione più aumentava la nostra taglia e
più aumentavano i rischi.
La dovevamo trovare al più presto, non mi importava se dove
stava ora, era al sicuro, non sarei stato tranquillo fino a quando non
l’avrei vista e mi sarebbe stata affianco, avrei fatto di
tutto per proteggerla dopo.
-come mai non ci ha ancora raggiunto?- chiese Chopper.
-non è lei che comanda la nave dove si trova, e prima di
tutto devono assicurarsi di non avere la Marina alle spalle, i
rivoluzionari lavorano nell’ombra e questo salvataggio li ha
esposti alla luce- spiegò Ben, era logico che prima di tutto
dovevano pensare alla loro salvezza, avevano fatto già tanto
salvandola, anche se era dura dovevamo resistere ancora un
po’ prima di poter rivedere Nami.
-devo dire che la vostra ciurma è molto particolare, Rufy
hai trovato dei compagni molto interessanti, sono contento che tra
questi c’è anche mio figlio, sono orgoglioso della
strada che state facendo, ma sono sicuro che potete andare sempre
più avanti- ad Usop si illuminarono gli occhi a quelle
parole.
Yasop aveva ragione eravamo abbastanza particolari, ma in fondo per
seguire un capitano come il nostro non potevamo essere tanto normali.
-avete idea di dove si possa trovare Nami?- volevo sapere dove andare a
cercarla così da iniziare immediatamente le ricerche.
-no, non sappiamo dove potrebbero essere- me l’aspettavo,
volevo tentare lo stesso, ma non pensavo di dovermi pentire di quella
semplice domanda visto come si era trasformata la discussione dopo che
feci.
-vedo che sei impaziente di ritrovare la tua compagna!- disse malizioso
Shanks guardandomi con un sorrisino per niente rassicurante, e tutti mi
osservarono con delle strane espressioni.
-cosaaa? Per me può restare dov’è
quanto vuole, più quella strega sta lontana da me, meno
rompe!!!- forse mi ero esposto un po’ troppo avevo fatto
notare la mia impazienza che non era passata inosservata.
-sino a poco fa, non la pensavi così però, per
giorni ti sei isolato ed eri più scorbutico del solito,
ammetti che ti manca!- in quel momento avrei voluto ficcare il naso
lungo di Usop nella sua gola per tappargli la bocca.
-cosa c’entra, prima credevo fosse morta, non sono
così insensibile, ma visto che ora sappiamo che e viva
può anche non tornare più!!- risposi piccato
dall’insinuazione che non era altro che la verità,
ma non lo avrei ammesso.
-sarebbe meglio se Nami non venisse a sapere quello che hai appena
detto se no, ti ritroveresti in fondo al mare a far compagnia ai pesci-
precisò Franky, e non avevo alcun dubbio di come avrebbe
reagito se mi avesse sentito dire quelle parole.
-non fare tanto il duro intanto lo sappiamo tutti che ci tieni
particolarmente a Nami, appena è in pericolo tu caso strano
sei sempre al suo fianco, e poi stai a stuzzicarla in continuazione per
bisticciare, e con quella scusa gli stai sempre appiccicato, ma
ricordati che Nami è la mia dolce principessa, quindi tieni
giù le mani- maledetto Sanji, e cosa era preso a tutti,
perché ad un tratto pensavano che a me interessasse la
mocciosa, quando non andavamo neanche d’accordo.
-si può sapere cosa diavolo stai dicendo, a me non interessa
quella ladra. E ora basta!!!- accidenti perché nessuno
cambiava discorso? Osservai tutti di sottecchi e li vidi sghignazzare
alle mie spalle.
-è normale che Zoro voglia bene a Nami, siamo compagni, e
poi con lui e Nami ci conosciamo ormai da tanto tempo, non ci trovo
niente di strano!- Rufy come al solito non aveva capito cosa quei
farabutti stavano insinuando.
-Zoro ricorda che ci sono anche io, la bella Nami sono sicuro che
preferisce un tipo asciutto come ma! … anche
perché è impossibile essere più
asciutti io non ho acqua nel corpo, YOHOHOHO- affermò Brook,
ci mancava solo lui.
-veramente non hai neanche un vero corpo- gli fece notare Usop.
-è vero io sono solo di ossa, sono uno scheletro YOHOHOHO-
non volevo porre fine al loro solito spettacolino, nella speranza che
cambiassero discorso, ma c’era qualcuno che non era della mia
stessa opinione.
-in questa ciurma non manca proprio niente, ora si è
scoperta anche una storia d’amore- quel dannato pirata dai
capelli rossi si stava proprio divertendo a ridere alle mie spalle.
-ma quale storia d’amore voi siete tutti fuori di testa- non
li tolleravo più.
-perché io non mi ero accorto di niente?!- si chiese tra se
Chopper cadendo dalle nuvole; ma perché non erano rimasti
tutti tra le nuvole a chilometri di distanza dalla terra invece che
insinuare quei dubbi su di me.
-tranquillo Chopper è solo perché sei ancora
troppo giovane!- lo rassicurò Usop, mentre io lo fulminavo
con lo sguardo.
-deve essere proprio una bellissima ragazza da come ne parlate, sono
davvero curioso di conoscerla. La tua ciurma mi piace proprio Rufy, non
solo hai un incantevole archeologa, ma anche la navigatrice deve essere
molto bella, buona scelta ragazzo- dichiarò Shanks facendo
l’occhiolino a Robin quando l’aveva interpellata, e
lei gli rispondese con un sorriso di ringraziamento per il complimento.
A quanto pare si stavano divertendo a prendermi in giro, e
più cercavo di giustificarmi e più loro
continuavano, forse si erano accorti tutti del mio interesse per la
strozzina, tutti tranne me, fino a quando non avevo creduto di averla
persa.
-mi avete stufato torno ai miei allenamenti- e dicendo questo mi avviai
sul ponte con passo seccato.
Respirai l’aria fresca della sera appena uscii
all’aperto, osservando le luci che illuminavano il porto e la
cittadina, poi voltai lo sguardo nel punto in cui si trovavano gli
alberi del piccolo agrumeto che avevamo a bordo e mi diressi in quel
punto.
Mi sdraiai aspirando a fondo il loro dolce profumo, presto la loro
padrona sarebbe tornata a prendersi cura delle sue arance, e di sicuro
sarebbero tornate al massimo del loro splendore grazie alle sue cure.
Continua…
Salve a tutti, finalmente tutti ora sanno che Nami è viva, e
faranno di tutto per averla nuovamente al loro fianco. Un cambiamento
di taglia per la gatta ladra, non poteva essere altrimenti visto la
complicità con il nemico numero uno del Governo Mondiale.
Nella ciurma grazie a Shanks sono iniziate le allusioni riguardo un
probabile interessamento di Zoro sulla navigatrice.
Nami19: hai ragione nonostante fosse con persone di cui non
conosce molto, Nami se la cava benissimo quando si tratta di elementi
meteorologici. Cosa ti sembrano le notizie che Shanks ha portato ai
nostri pirati?
Tsukichan: sono contenta che la descrizione di Nami ti piaccia. Per
quanto riguarda Rufy, può anche restare per sempre
così com’è, è già
“perfetto”, anche se il padre non è
davvero niente male, ma chissà crescendo Rufy potrebbe
assomigliargli un po’ di più con un po’
di maturità in più, ma non troppa se no non
sarebbe più Monkey D. Rufy.
Continua a rompermi le scatole, anzi pretendo che tu lo faccia, mi
raccomando.
Lucy94: giusto, se non si è vittima delle sue truffe, Nami
appare estremamente simpatica, e a suo modo ha ragione a dire che non
truffa nessuno, non ha mai puntato la pistola in testa a nessuno, tutti
possono benissimo non accettare le sue scommesse e non partecipare,
anche se poi lei riesce a farti sentire in difetto in questo caso,
diciamo che è molto astuta e sveglia.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
CAPITOLO 8
NAMI
Più i giorni passavano e più la voglia di
rivedere i miei compagni aumentava, non avrei mai creduto che i
battibecchi con Zoro mi potessero mancare fino a quel punto, ma
più che altro era lui che mi mancava, e io stupida non mi
ero accorta di quanto fosse importante quando lo avevo sempre vicino.
Mi chiedevo cosa faceva, ma un idea l’avevo,
“starà dormendo” era una
possibilità da non escludere; ma c’era una domanda
che mi assillava maggiormente, sentiva la mia mancanza?
Sicuramente si era accorto che non c’era più
nessuno che non faceva altro che rimproverarlo, svegliarlo e ordinargli
di fare questo e quell’altro lavoro.
Stavo appoggiata al parapetto ad osservare la luna che si rifletteva
sul mare, ed ecco che sentii la mancanza di un'altra sensazione, quella
che provavo quando stavo sdraiata sotto gli alberi dei miei mandarini,
“speriamo che qualcuno si stia occupando di loro, se no me la
pagheranno cara appena torno”.
Avevo saputo che la mia ciurma si era già tutta riunita dopo
che Rufy aveva salvato suo fratello, quindi mancavo solo io
all’appello.
-Nami, che ne dici di venire dentro a bere qualcosa con noi?- mi chiese
Jas, a quanto pare ero riuscita a conquistare anche lui come quasi
tutto il resto dei rivoluzionari, l’unico a cui proprio non
riuscivo a piacere rimaneva Strik.
-certo, vengo subito!- risposi contenta che mi avesse distolto dai miei
pensieri malinconici.
-ragazzina che ci fai qui, non vorrai bere davvero quel bicchiere che
hai davanti? Lo sai che ti potrebbe fare male?- mi disse sfottendomi,
proprio l’unica persona a cui io non andavo a genio, facendo
scaturire una gran risata tra i suoi compagni.
-se sei così uomo da reggere bene l’alcool che ne
dici di un sfida, e da un po’ che non ne faccio una, anzi
meglio ancora facciamo una bella scommessa!- gli dissi, di certo non
avevo intenzione di farmi prendere in giro da quello sbruffone.
-e cosa vorresti scommettere?- mi rispose continuando a ridere.
-perde chi crolla prima, e al vincitore andranno 50.000 berry
gentilmente offerti dal perdente- affermai decisa, mentre tutti vedendo
la serietà delle mie parole si fecero attenti alla nostra
discussione.
-credi davvero di poter vincere?!- mi disse lui strafottente.
-io si, ma se tu pensi di non poter reggere allora va bene lascia
perdere fa finta che non ti abbia detto niente- finsi di essere
disinteressata, ma sapevo di averlo messo con le spalle al muro, ora
non poteva rifiutarsi se non voleva fare una brutta figura di fronte ai
suoi compagni.
-d’accordo signorinella ci sto, ma non dire poi che non ti
avevo avvisata?!- si vedeva che non era tranquillo come cercava di
apparire, stavo iniziando a crearmi una mia reputazione anche su quella
nave, cioè di chi non perdeva facilmente una sfida se in
mezzo c’erano soldi in palio.
-attento Strik, Nami è una forza della natura potrebbe anche
beffarti- gli urlò qualcuno.
-tsk!!!- non avrebbe sicuramente ceduto facilmente, rischiava di
perdere la faccia non accettando la sfida di una ragazzina, in un certo
senso caratterialmente assomigliava un po’ a Zoro.
-prima di iniziare mettiamo sul tavolo la somma della scommessa, sai
non vorrei rischiare che al tuo risveglio non ti ricordi del patto e
non mi rendi il dovuto- adoravo prenderlo in giro.
-vedremo alla fine chi riderà e brinderà con i
soldi del perdente- Strik era agguerrito.
La gara ebbe inizio, fiumi e fiumi di rhum e sakè passarono
dentro i nostri bicchieri, e più questi venivano svuotati e
più gli uomini attorno a noi si animavano e urlavano il loro
tifo per uno o per l’altro, perché c’era
anche chi faceva il tifo per me e tra questi riconobbi Seth, Jas, e
Laro, mentre Dragon ci osservava divertito senza parlare, sembrava
curioso di sapere come sarebbe finita la sfida.
-se continuano così finiranno tutte le nostre riserve,
quella ragazzina è una spugna, Strik mi sembra arrivato
vicino al limite- e infatti il mio avversario iniziava a cedere, presto
sarebbe crollato a terra, e speravo che accadesse il prima possibile
perché anche la mia testa aveva iniziato a girare.
Con mio grande sollievo si sentì un forte tonfo, in ritardo
visto la lentezza dei miei riflessi in quel momento, vidi Strik steso a
terra che aveva già preso a russare in maniera fragorosa.
-a quanto pare o vinto io!!- constatai con un largo sorriso, mentre
osservavo la figura dormiente ai miei piedi.
-domani Strik sarà di pessimo umore- disse ridendo Seth.
-perché quando non lo è?- gli chiesi ironica.
-ci stai andando giù pesante con il povero Strik!!-
parlò con la sua voce possente Dragon, doveva essere una
specie di rimprovero, ma era palese il fatto che si era divertito ad
assistere a quello spettacolo, in cui avevo conquistato un maggior
consenso del suo equipaggio.
-se lui mi provoca di certo non mi faccio indietro, e poi non
è colpa mia se lui non regge l’alcool!!- non
vedevo l’ora di andare in camera mia e sdraiarmi sul letto,
per fortuna il mio corpo era abituato a reggere grandi
quantità di alcool, e questo solo grazie alle sfide con Zoro.
Mi alzai un po’ barcollante, e raccolsi i soldi che avevo
vinto prima di avviarmi verso l’uscita della stanza.
-hai intenzione di spennarci tutti quanti?- mi domandò il
capo dei ribelli.
-non sto derubando nessuno, io faccio solo delle proposte, siete liberi
di accettare o meno. Ora sono stanca ci vediamo domani, e visto che
sbarcheremo su un isola, potrei anche offrirvi da bere se sono in vena-
e dicendo questo alzai una mano in segno di saluto, e mi diressi nella
mia stanza per un meritato riposo, probabilmente non feci in tempo a
toccare la testa al cuscino che ero addormentata.
Mentre aspettavo che attraccassimo al porto di Lanery Island, respiravo
a pieni polmoni il profumo del mare, adoravo il suo odore, era odore di
libertà, ripensai alle persone con cui mi trovavo, da quello
che sapevo i ribelli lottavano per quella libertà, ma ancora
non avevo chiesto loro di cosa esattamente si occupassero.
Ero persa nei miei pensieri e non mi accorsi che Dragon mi aveva
raggiunta, e mi osservava.
-cosa c’è?!- gli chiesi un po’ acida, mi
metteva in soggezione quando aveva quello sguardo, sembrava volesse
entrare nella mia testa per sondarla.
-stavo cercando di capire che pensieri passavano in quella testolina
rossa che ti ritrovi. Quando sei così pensierosa o il timore
che stai architettando qualche colpo basso per spillarci altri berry!!-
affermò sospettoso.
-tranquillo non stavo pensando a niente di tutto ciò!- non
aveva tutti i torti negli ultimi giorni mi ero data a scommesse di
vario genere, e probabilmente su quella nave ero ormai la
più ricca.
-e allora a cosa stavi pensando se posso chiederlo?!- forse era giunto
il momento di provare ad ottenere le risposte che volevo, provare non
costava niente in fondo.
-mi chiedevo, cosa fatte? … voglio dire, ho sentito che
avete rovesciato dei governi, ma … per quale motivo?- non
sapevo come porgere la domanda e speravo che lui avesse capito cosa
intendessi.
Lui mi guardò come se si aspettasse quella domanda ormai da
tanto, e probabilmente era così, girò lo sguardo
verso il mare dove in lontananza si intravedeva la costa
dell’isola in cui ci stavamo dirigendo, per un attimo pensai
che non volesse rispondere, e si fosse arrabbiato.
-sapevo che prima o poi mi avresti fatto questa domanda, devo dire che
sei stata molto discreta nonostante mi sembri una ragazza abbastanza
curiosa e che vuole avere tutto sotto controllo- rimasi di stucco a
quelle parole, non ero sicura, ma in un certo senso forse mi stava
facendo una specie di complimento a suo modo.
-non posso dirti tutto, ma sappi che noi lottiamo per i principi della
libertà degli uomini e sulla loro possibilità di
poter sognare e realizzare i loro sogni, e per questo che stiamo
cercando di ribaltare tutti i governi delle isole che sono sotto
l’autorità del Governo Mondiale. Questa
autorità non è altro che un organizzazione il cui
scopo è accrescere sempre più il suo potere senza
pensare minimamente al benessere della gente, anzi spesso calpesta le
persone pur di raggiungere i suoi scopi. Molte isole sono
già state liberate, tutte quelle del South Blue, ma molte
ancora sono sotto il loro controllo, e per ora e a quelle che noi
miriamo- aveva parlato con una passione e una determinazione degna di
un grande leader che lui era.
-grazie hai detto esattamente quello che volevo sapere, non mi
interessa nient’altro- gli risposi, più che le
parole mi era bastato sentire e vedere il modo con cui aveva parlato,
ero stata fortunata ad aver incontrato quell’uomo sulla mia
strada.
-posso farti io una domanda?- gli feci cenno di continuare, ero curiosa
di sapere cosa gli interessasse, probabilmente era la prima volta che
parlavamo di argomenti personali, e anche se all’inizio mi
sentivo a disagio ora ero molto più rilassata,
quell’uomo mi dava sicurezza nonostante qualche volta avesse
uno sguardo talmente duro da far quasi paura, mi sentivo come quando
stavo con Genzo, che era la persona che poteva più
avvicinarsi ad un padre per me.
-per quale ragione eri entrata a far parte della ciurma di Arlong, ho
qualche informazione, ma sono curioso di sapere le tue vere
motivazioni!- mi chiese, non mi aspettavo una domanda del genere, o
almeno non più.
-ecco vedi … - mi aveva preso impreparata, non ero mai molto
propensa a parlare di quella storia, ma in fondo lui aveva risposto
alla mia domanda il minimo che potevo fare era dargli una spiegazione.
-Arlong, arrivò nella mia isola quando ero una bambina e
impose agli abitanti delle forti tasse che tutti dovevano pagare se non
volevano essere uccisi, io vivevo con una donna fantastica che ha
cresciuto me e mia sorella anche se tra tutte noi non scorreva lo
stesso sangue, e siccome non aveva la possibilità di pagare
la quota per tutte tre, quando Arlong venne a riscuotere la tassa disse
che avrebbe pagato solo per me e Nojico, a quel punto uccise Bellmer
davanti a noi, ma prima di andarsene, trovo le carte nautiche che avevo
già disegnato, e decise di portarmi via con loro per farmi
lavorare per lui come cartografa- spiegai con fatica, era la prima
volta che raccontavo a qualcuno la mia storia, neanche ai miei compagni
ero stata io ad informarli.
-ti costrinse a lavorare per lui allora?- chiese interessato.
-no, veramente fui io a chiedergli di fare un accordo, e lui mi promise
che se gli avrei portato 100 milioni di berry io avrei potuto comprare
il mio villaggio così che fossimo nuovamente liberi. Ci
vollero otto lunghi anni, ma ormai ero quasi riuscita a racimolare
tutti i soldi che mi servivano, e proprio alla fine ci fu il primo
intoppo, incontrai Rufy e Zoro che mi chiesero di entrare a far parte
della ciurma, pensai subito che fosse una benedizione, erano dei poveri
stupidi ma estremamente forti, avrei potuto trovare in fretta gli
ultimi berry che mi servivano sfruttando loro. Non avevo
però messo in conto un piccolo particolare … -
continuava a farmi male il ricordo di quando mi ero dovuta separare da
loro, di quando li avevo traditi.
-non credevi che ti saresti affezionata a quei ragazzi?!- non era una
domanda ma una semplice affermazione.
-nel frattempo avevamo conosciuto anche Usop e Sanji, e in quel momento
li tradì, scappai con la nave e i tesori che avevamo
trovato, e tornai nel mio villaggio.
Arlong naturalmente non aveva intenzione di mantenere la promessa, e
così mi fece confiscare tutto dalla marina attraverso un
comandante corrotto, ma i miei amici nonostante quello che avevo fatto
loro vennero a cercarmi, e anche se continuavo a dirgli di andare via
loro hanno combattuto e hanno liberato l’isola e me-
finì di raccontare, mentre una lacrima solitaria scendeva e
la bloccai prima che fosse notata.
-ho un ultima domanda!- cos’altro voleva sapere ormai gli
avevo raccontato tutto.
-il tatuaggio ha un significato particolare?- chiese osservando il mio
braccio.
-e il tuo?- gli chiesi di rimando indicando quello che gli attraversava
l’occhio sinistro.
-magari un giorno te lo racconterò!- mi rispose con un
ghigno.
-va bene, allora la prossima volta ti spiegherò anche io il
suo significato- potevo tranquillamente dirglielo, ma perché
eliminare subito tutto il “mistero”,
così era più divertente e interessante scoprirlo.
Era ormai giunta l’ora di prepararsi all’attracco,
e ci stavamo dirigendo ai nostri posti.
-Dragon?- lo richiamai facendolo voltare.
-quando lo conoscerai, credo che sarai molto orgoglioso di Rufy, vi
assomigliate tanto?- dichiarai ed ero sicura delle mie parole, sapevo
che prima o poi si sarebbero incontrati.
-lo sono già, credimi!- mi rispose solamente.
Una volta scesi dalla nave ci dividemmo per andare a visitare Lanery
Island, a quanto pare i ribelli la conoscevano già, e non
era un caso che fossimo arrivati li, Dragon accompagnato da alcuni
uomini tra cui Strik e Jas, si allontanarono, sicuramente dovevano
sbrigare degli affari riguardanti i loro “piani
rivoluzionari”.
Seth invece mi accompagnò alla scoperta della cittadina, che
appariva tranquilla e accogliente con i rivoluzionari, che sembravano
conoscere bene, probabilmente si trattava di una delle isole in cui il
potere del governo Mondiale era stato rivoltato, con grande gratitudine
da parte degli abitanti nei riguardi di quelli che sicuramente
ritenevano i loro “salvatori”.
Alla sera ci ritrovammo tutti in un a locanda, durante la cena forse
avevo alzato un po’ il gomito e iniziai a raccontare le mie
avventure vissute con i miei compagni, e tutti mi istigavano a
continuare, solo dopo un po’ mi accorsi che i miei discorsi
finivano sempre con un insulto o un rimprovero rivolto a Zoro
-a quanto ho capito, hai un debole per lo spadaccino-
insinuò Jas.
-ma-ma cosa stai dicendo, per quel rozzo squattrinato, mai!!!- risposi
indignata, e sperai che il rossore che sentivo sulle guance non si
notasse.
-non lo sai che più si disprezza e più si
desidera?!- gli diede corda Seth mentre io non volevo altro che
sprofondare, molto, molto in profondità.
-non è il mio caso, noi non ci sopportiamo nemmeno
l’unica cosa che facciamo e litigare, … e poi lui
mi deve ancora parecchi berry ma è sempre senza soldi- non
sapevo come uscire fuori da quella situazione iniziavo ad essere
nervosa.
-la nostra piccola veggente allora ha un cuore- da quando ero riuscita
a prevedere il ciclone che aveva rischiato di colpirci capitava spesso
che mi chiamassero piccola veggente, e solitamente quel nuovo sopranome
mi faceva sorridere, ma in quel momento lo odiai con tutta me stessa.
Quando finalmente tutti piano, piano iniziarono a ritirarsi per la
notte, Dragon mi chiese di rimanere ancora un po’ con loro
nel locale.
-Nami, potresti restare ancora un attimo, ho delle informazioni che ti
riguardano ed è giusto che tu sappia- detta così
sembrava un qualcosa di molto importante, che mi preoccupò.
-è per caso successo qualcosa hai miei compagni?- chiesi
preoccupata.
-no, tranquilla non riguarda loro, anzi per quanto ho saputo stanno
tutti bene e sono rimasti per un po’ insieme ad Ace prima che
tornasse alla sua ciurma, quello che ho da dirti riguarda
esclusivamente te, e loro solo di conseguenza!- mi rispose,
tranquillizzandomi immediatamente, mi faceva piacere sapere che stavano
tutti bene e che Ace avesse passato del tempo in compagnia di suo
fratello, nonostante sapessi che non lo fossero di sangue, da quello
che era trapelato al momento della fallita esecuzione di Ace si era
straordinariamente scoperto che era il figlio di Gold Roger il re dei
pirati, in fondo erano esattamente come me e Nojiko.
-di cosa si tratta allora?- domandai curiosa.
-dopo la tua fuga dal patibolo, la tua taglia è notevolmente
aumentata!- quel “notevolmente” mi
impensierì leggermente.
-a quanto è arrivata?- volevo saperlo, ma una parte di me
non era pronta a ricevere quella notizia.
-la tua taglia inizialmente era aumentata a 60 milioni dopo la fuga
… - spalancai la bocca, aveva fatto un grosso salto, visto
che fino a quel momento era di 16 milioni.
-cosa vuol dire “inizialmente”?- solo ora avevo
collegato il significato delle sue parole.
-vuol dire che la tua taglia è aumentata ancora dopo che hai
fatto in modo che le navi della marina che ci stavano inseguendo
venissero affondate dopo che le hai condotte al centro della tempesta,
e soprattutto per aver collaborato con l’Armata dei
Rivoluzionari- nel frattempo Dragon stava togliendo da sotto il suo
mantello un foglio che riconobbi come un avviso di ricercati, doveva
essere la mia nuova taglia.
-spara a quanto è arrivata, quanto li ho fatti arrabbiare??-
cercavo di non farmi vedere titubante anche se in parte ero quasi
contenta di quella notizia, era elettrizzante sapere che la marina mi
reputasse tanto pericolosa, naturalmente c’era anche il
rovescio della medaglia, si sarebbero sicuramente accaniti molto di
più sia la marina stessa che i cacciatori di taglie.
-vali 100 milioni di berry, direi che li hai fatti arrabbiare
parecchio!- disse mostrandomi il foglio con la mia taglia.
100 milioni, quando Genzo l’avrebbe saputo gli sarebbe venuto
un colpo, e chissà gli altri della ciurma cosa avrebbero
pensato, sono sicura che Rufy sarebbe contento, mentre penso che Zoro
mi direbbe che sono la solita e che non faccio altro che cacciarmi nei
guai, non che avesse completamente torto, ma mica ero sempre io che me
li cercavo, arrivavano e basta.
-accidenti, se la sono proprio presa!- ammisi semplicemente osservando
il mio avviso di taglia.
Continua…
Nami si sta decisamente ambientando bene insieme ai Rivoluzionari, la
immagino così, un po’ come sulla sua nave pronta a
sovrastare i suoi compagni.
Il rapporto con Dragon è sempre più forte, lo
assomiglia a quello con Genzo, quindi come il padre che non ha mai
avuto.
Nel capitolo precedente Zoro veniva preso in giro per il suo
interessamento verso la navigatrice, ora è il turno di Nami.
Ringrazio infinitamente chi ha messo questa ff tra le seguite:
BULMA0219
mikamey
fantasy90
MaKiCo
dubhe93
chi l’ha messa tra le preferite:
anjelik
BON
BULMA0219
dubhe93
saphi
Jemanuele8891
ny152
giusy91
e naturalmente un ringraziamento speciale va a chi ha commentato:
Tsukichan: anche a me capita spesso che qualcuno mi guardi strano
mentre leggo una ff e ad un tratto mi metto a ridere da sola, mi fa
piacere che a te sia successo leggendo la mia storia.
Nami19: inizialmente non avevo pensato ad un aumento di taglia, ma
visto le scaramucce con la Marina mi sembrava il minimo, e soprattutto
vista la cooperazione con i Rivoluzionari, sono contenta che ti sia
piaciuta
BULMA0219: si, finalmente è tornata ad essere la ciurma che
tutti conosciamo, allegra e pazza come sempre. Grazie mille per i
complimenti, mi fa piacere ricevere i tuoi commenti.
Lucy94: addirittura fantastica, grazie mille, spero che la
febbre sia calata e che tu stia meglio, e magari anche questo capitolo
ti farà sorridere un po’ e ti tenga compagnia.
Questa volta ad essere presa in giro almeno un po’
è stata Nami, per lo stesso motivo di Zoro, poverino non
potevo infierire solo su di lui.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
CAPITOLO 9
ZORO
La ciurma di Shanks si congedò il giorno dopo, ma ci
rassicurò che presto ci saremmo rivisti.
-state attenti ragazzi, ho come la sensazione che presto ci
sarà una nuova battaglia, state pronti a recuperare la
vostra navigatrice!- ci avvertì il Rosso.
-a presto, e stato un vero piacere conoscervi- affermò Luky
Roux.
-mi raccomando prendetevi cura del vostro capitano- si
assicurò Ben Bekman.
-figliolo, continua così e farai tanta strada, io credo in
te- il padre di Usop salutava suo figlio e naturalmente dietro di loro
Franky negava che stesse piangendo.
Una volta che anche noi fummo pronti partimmo, ma questa volta con una
carica in più, e una meta certa nonostante non sapessimo
quale fosse.
-forza ciurma, andiamo a riprenderci NAMI!!!- questa volta il suo nome
non fu solo scandito con le parole, ma fu urlato forte da tutti.
-SIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!-
La Sunny non era più come qualche giorno prima, sembrava
tornata quella di un tempo, tutti avevano ripreso le loro abituali
mansioni con più energia e vitalità.
Alla prima isola che incontrammo non riuscimmo ad avere nessuna notizia
riguardo alla nostra ricerca, ma la fortuna ci scovò
nell’isola successiva.
-TERRA!!!- l’urlo di Rufy probabilmente fu sentito fino
all’isola che iniziavamo ad intravedere.
-Rufy ti vuoi dare una calmata, non sappiamo da chi è
abitata l’isola, potrebbe essere pericolosa!- Usop come al
solito già tremava dalla paura.
-dici che ci sono dei mostri?- chiese impaurito Chopper, ero sicuro che
presto sarebbe entro in scena “il grande capitano
Usop”.
-tranquillo amico mio, qualsiasi cosa ci sia, vedrai che il Grande
Capitano Usop ti proteggerà- come non detto, e ora vai con
un nuovo racconto a cui il nostro piccolo dottore credeva ad ogni
singola parola del cecchino.
-non dovrebbe essere pericolosa, secondo le carte di Nami questa
dovrebbe essere Lanery Island, e probabile che troviamo qualche notizia
su di lei, da quello che ho letto, un tempo questa zona era sotto il
Governo Mondiale, è stata però una delle prime
isole il cui governo è stato rovesciato
dall’Armata dei Rivoluzionari- ci informò Robin
con un libro in mano.
-fantastico, mia cara Robin quanto sei brava, allora qui troveremo
certamente qualcuno che ci sappia dire dove possiamo trovare la mia
dolce Nami- Sanji aveva ripreso a fare il cascamorto, e ogni volta che
veniva nominata Nami lui si illuminava iniziando a decantarne le lodi e
a dichiarare il suo amore per lei, e questo aveva ripreso a
infastidirmi.
-idiota!!!- non riuscivo più a trattenermi era irritante
oltre ogni limite.
-che hai detto stupido spadacino geloso?!- accidenti ancora con quella
storia, non perdeva occasione di ritornarci sopra.
-io non sono affatto geloso- ribadì, sapendo che mai mi
avrebbe creduto, ma gli altri dovevano credere che quella era solo una
presa in giro del cuoco e non la verità, che ormai anche io
avevo capito fosse tale.
-va bene, allora la mia sirena può stare tranquilla lei
è solo MIA!- affermò circondato da mille
cuoricini.
-guarda che non è TUA, cuoco da strapazzo!!!- mi stava
facendo innervosire sempre di più.
Il resto dell’equipaggio era pronto a lasciarci a risolvere
le nostre eterne scazzottate, ma quando sentirono le mie parole si
girarono osservandomi chi stupito chi semplicemente sorridendo, ma non
riuscivo a capire cosa gli era preso, cos’avevo detto di
sbagliato?
-ma allora è vero, sei geloso?- disse a bocca aperta Chopper.
-a te piace veramente Nami?!- anche Usop mi guardava stupito.
-be era palese questo!- cosa, anche Robin se n’era accorta?
-si vede lontano un miglio che lo spadaccino è cotto!- in
quel momento mi chiedevo perché Rufy non aveva lasciato che
Franky rimanesse in eterno a Water 7.
-che c’è di strano vi ho già detto che
loro si vogliono bene, anzi spero che presto mi facciano un bel
nipotino così avremo un nuovo membro della ciurma!!!- che
cosa aveva Rufy in quella zucca vuota, ma che razza di idee gli
venivano.
-una gravidanza, io non ho mai assisto ad un parto, devo assolutamente
informarmi al meglio per farmi trovare pronto quando
arriverà il momento- anche Chopper era partito per il suo
mondo, ma in che ciurma ero capitato, e come avevo fatto a cacciarmi in
una situazione simile?
-Zoro, mi dai il permesso di vedere le mutandine di Nami?- ora basta,
questo era troppo, diedi un pugno in testa a quelle zucche vuote.
-la volete piantare di dire stupidaggini, e poi la mia era solo una
constatazione di fatto non ho nessuna intenzione di fare un bambino con
quella strozzina!- ringhiai sentendo che stavo arrossendo alla parola
bambino, il mio orgoglio nell’ultimo periodo stava prendendo
dei duri colpi, perché non mi lasciavano in pace?.
-Rufy cosa stai dicendo, sarò io a fare un bambino con la
dolce Nami- stavo per ribattere, ma fortunatamente mi ero trattenuto,
rischiavo di ricadere nello stesso errore di prima.
-ma Sanji questo non è possibile!- Rufy aveva la faccia
troppo seria, e io lo temevo quando aveva quell’espressione,
quale altra stupidaggine avrebbe detto?
-e perché scusa?- gli chiese il cuoco ed anche io rimasi in
attesa.
-ma perché Zoro l’ha conosciuta per primo, e
logico no?!- rispose tranquillo lui come se fosse la cosa
più scontata, mentre un grosso gocciolone appariva sopra le
nostre teste.
-ma che razza di risposta è questa?!- gli urlò
contro Sanji, ben gli stava così imparava a prendere in giro
me.
-hai ragione, la verità è che sono curioso di
sapere che colore potranno essere i capelli del loro bambino- il
capitano sembrava concentrato pensando sicuramente a che colore potesse
avere nostro figlio … ma cosa mi veniva in mente, a furia di
stare insieme a quella banda di citrulli mi stavo rimbambendo pure io,
ma cosa andavo a pensare??!!.
-non parlare come se stessero aspettando un bambino se non vuoi che ti
lasci a digiuno- Sanji non gradiva molto i pensieri di Rufy, e stava
iniziando a fumare dalla rabbia.
-basta parlare, io ho fame!!!- per fortuna che Rufy aveva spostato il
discorso, gli fui enormemente grato.
Ora la discussione era passata tra lui e il cuoco che affermava il
fatto di aver appena finito di mangiare, ma come al solito avrebbe poi
finito per preparargli qualcosa.
Dopo pranzo ci preparammo per attraccare con la speranza di avere delle
buone notizie.
Lanery Island, era una cittadina tranquilla, però quando
entrammo in una taverna l’oste dopo che portò le
nostre ordinazioni, cominciò a osservarci, non ci staccava
gli occhi di dosso mi stava infastidendo.
-e tu cos’hai da fissare tanto?- gli domandai, mentre il
nostro capitano non smetteva di mettere in bocca del cibo.
-scusatemi, ma mi pare che avete delle facce conosciute e prima di fare
delle brutte figure volevo essere certo di non sbagliarmi-
affermò l’omone grosso con un sorriso mentre si
avvicinava.
-siete per caso la ciurma di capello di paglia?- ci chiese, non ero
sicuro che fosse un bene rispondere alla sua domanda.
-si siamo noi!- ecco figurati se Rufy si poneva il problema di restare
anonimi.
-sono contento di conoscervi, ho sentito tanto parlare di voi, speravo
proprio che un giorno passaste su quest’isola- almeno la
nostra fama non sembrava un pericolo almeno con lui.
-davvero? allora avrai sicuramente sentito parlare del Grande Capitano
Usop- si esaltò il cecchino.
-no, veramente no!- rispose quasi dispiaciuto l’uomo, vedendo
come Usop tornava a sedersi con la testa bassa.
-però ho sentito parlare delle vostre avventure-
l’uomo pareva essere sicuro delle sue parole.
-e chi è stato a parlartene?- chiese Sanji.
-un membro della vostra ciurma- speravo che stesse dicendo la
verità perché avrebbe rischiato di essere
affettato altrimenti, visto che tra noi nessuno lo conosceva,
c’era una sola soluzione.
-come???- dissero insieme Chopper e Franky.
-si, una deliziosa ragazza dai capelli rossi, ma che sapeva il fatto
suo- che stesse parlando veramente di lei?
-Nami!!!- Brook e Usop rivelarono il pensiero di tutti.
-si! E così che ha detto di chiamarsi, era proprio una bella
ragazza con uno spiccato senso degli affari- non c’erano
dubbi doveva essere per forza lei.
-quando l’hai conosciuta?- chiese Robin.
-la scorsa settimana la nave su cui stava è attraccata qui
per dei rifornimenti e informazioni, e poi sono ripartiti- era stata li
la settimana prima, per poco non ci eravamo incontrati.
-noi la stiamo cercando, come stava? Cosa ti ha detto?- tutti volevano
sapere cosa sapeva l’uomo e una volta tanto Rufy chiedeva
qualcosa di sensato.
-stava bene direi, era insieme agli uomini che ci hanno liberati dalla
tirannia del Governo Mondiale, e a quanto pare sta pian piano spennando
tutti i componenti del gruppo in cui si trova e si sta arricchendo
parecchio- la solita non si smentiva mai, ma almeno voleva dire che
stava bene.
-l’Armata dei Rivoluzionari?!- affermò Robin.
-già, sono delle gran brave persone, e lei a quanto pare li
convince a partecipare a varie scommesse che abitualmente perdono, una
sera è arrivata dicendo che offriva la cena a tutti
perché ormai gli altri non potevano permetterselo-
raccontò divertito l’oste.
-lo sempre detto che è una ladra imbrogliona- dissi piano
per evitare che soprattutto il cuoco mi sentisse e prendesse spunto per
stuzzicarmi.
-ma quando parlava della sua ciurma le si illuminavano gli occhi,
stavano tutti ad ascoltarla incantati, mentre raccontava le avventure
vissute, ma quello che colpiva non erano le parole, anche
perché ad essere sinceri non faceva altro che dire quanto
tutti, a parte l’archeologa, erano degli stolti- e ti pareva
che parlasse bene di noi sarebbe stata chiedere troppa grazia.
-però quando raccontava, nonostante quello che diceva,
chiunque poteva notare quanto forte era il desiderio di essere con i
suoi compagni- e così sentiva la nostra mancanza quella
mocciosa.
-ragazzi spero che la raggiungiate presto, perché lei vi sta
aspettando, voleva lasciare il gruppo dove si trova adesso per venire a
cercarvi, ma tutti l’hanno sconsigliato, non so se siete
venuti a conoscenza della sua taglia ora, ma è troppo
rischioso per lei mettersi in viaggio da sola, soprattutto in questo
periodo. E fortunatamente l’hanno convinta ad avere ancora un
po’ di pazienza, anzi mi ha chiesto di avvisarvi nel caso
passavate qui di proseguire per la rotta che state seguendo e di
affidarvi alle sue carte nautiche, così la raggiungerete
presto- voleva tornare da noi, era la notizia che stavo aspettando
nonostante lo sapessi già.
-avete sentito ragazzi, Nami ci sta aspettando, appena possibile
ripartiamo e andiamo a riprendercela- dichiarò il nostro
capitano, per poi rituffarsi nel cibo.
-hei Zoro, quel pezzo di carne è mio!- si lamentò
Rufy perché avevo osato prendere del cibo dal suo piatto
strapieno di carne.
-il capitano dovrebbe dividere il suo cibo con la sua ciurma!- ma ormai
non mi stava più ascoltando aveva ripreso a mangiare
indisturbato.
-ah, e così tu sei Zoro, lo spadaccino?- disse
l’oste con uno strano sorriso sul viso.
-si, perché?- gli domandai curioso di sapere il motivo di
quella strana espressione che gli era spuntata sul viso.
-no, niente e solo che ho sentito parlare parecchio anche di te- mi
rispose lui tornando a servire gli altri avventori della locanda.
Vuol dire che Nami aveva parlato di me, chissà cosa aveva
raccontato, mi vennero i brividi al pensiero di quello che aveva potuto
dire di me quella strega.
Continua…
La ciurma ha trovato le prime tracce della navigatrice, e hanno
così scoperto che non è molto lontana da loro e
soprattutto che lei sta aspettando impazientemente il loro arrivo.
Nami19: ecco il nuovo capitolo, dal prossimo capitolo qualcosa dovrebbe
iniziare a cambiare l’atmosfera più o meno
tranquilla che si è creata ora. Spero che anche questo
capitolo ti faccia divertire.
Tsukichan: mi diverto un sacco a scrivere le parti di Nami e Dragon, ma
vedrai che la tua attesa non sarà ancora lunga. Nel prossimo
capitolo che riguarda proprio loro due c’è un
pezzo su Dragon che mi da filo da torcere, ma spero sarà
gradito, perché l’idea che ho è chiara
ma non è semplice tramutarla in parole.
Lucy94: la ciurma è come una famiglia, anzi anche di
più in certi casi, e hanno imparato a proteggersi a vicenda,
ed è per questo che cercherebbero Nami fino in capo al mondo
per riportarla con loro, e lei farà di tutto per tornare da
loro.
BULMA0219: il fatto che Nami si comporti un po’ come con la
sua ciurma sta ad indicare che sta bene insieme al gruppo in cui si
trova ora, anche se sente la mancanza dei suoi compagni e la
sentirà sempre più, ma presto … . non
posso dirti altro mi spiace dovrai continuare a seguirmi.
jou_chan: ti capisco tra università e lavoro anche io non ho
tantissimo tempo, solo la notte do sfogo alla mia fantasia. Sono
contenta che la ff continui a piacerti
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
CAPITOLO 10
NAMI
Avevamo da poco lasciato Lanery Island, e continuavo a sentirmi in
gabbia, nonostante mi trovassi benissimo con i miei nuovi compagni di
viaggio, non mi sentivo completamente libera, solo sulla Sunny o in
qualunque posto ci trovassimo con la mia ciurma mi potevo sentire a
casa.
Avevo cercato di convincere Dragon a lasciarmi sull’isola,
così da riprendere il mio viaggio per cercare i miei
compagni, ma tutti me lo sconsigliavano soprattutto perché
era troppo presto rispetto ai fatti accaduti a Fish Town e quindi con
l’ennesima sconfitta della Marina, in più con il
vertiginoso aumento della taglia sulla mia
“testolina”, da sola sarei stata
un’ambita preda per i cacciatori di taglie.
Ma a me non interessava, anche se era pericoloso volevo tornare da
loro, furono però le parole del padre di Rufy che mi
convinsero a proseguire ancora con loro, quando eravamo alla locanda
dopo che mi aveva informato proprio della taglia.
INIZIO FLASHBACK
-non ti fidi più di loro? Perché se è
così allora vai, sei libera di fare quel che vuoi, ma se
ancora credi in loro, abbi pazienza e aspettali- era la prima volta che
Dragon mi parlava con un tono così duro, che unito al suo
aspetto imponente per un attimo mi mise paura.
Sapevo che aveva ragione, che era quasi un suicidio partire in quel
momento sola, ma non riuscivo a resistere ancora.
-certo che mi fido di loro!- gli risposi offesa.
È vero, per un attimo mi aveva intimorito, ma sapevo che non
mi avrebbe mai fatto del male, quindi ripresi con il mio tono
impertinente.
-allora statene buona e aspetta che arrivino- mi disse leggermente
più rilassato.
-guarda che non sono uno dei tuoi uomini, quindi non osare dirmi di
starmene buona, io faccio quello che voglio!- gli urlai contro, sotto
lo sguardo sconcertato dei rivoluzionari, probabilmente nessuno aveva
mai osato alzare le voci contro il capo dell’ Armata
Rivoluzionaria.
-senti un po’ mocciosa modera i termini!- ecco che come al
solito Strik doveva mettere bocca su fatti che non lo riguardavano.
-fatti gli affari tuoi Strik, e non osare chiamarmi in quel modo, TU
non ne hai diritto, e poi cosa c’è, credi che il
tuo capo non sappia affrontare un confronto verbale, e ha la
necessità del tuo intervento??- ero più che
arrabbiata stavo arrivando al limite, aiutata dall’alcool che
dopo quella serata mi scorreva nelle vene rischiavo di dire cose di cui
mi sarei pentita, ma quel nomignolo lo poteva usare solo una persona e
questa non era di certo lui.
-ora basta mi hai stancato, non credere che solo perché sei
una ragazzina puoi fare o dire quel che vuoi?!- era inviperito come non
mai.
-invece si, io dico e faccio quello che voglio, tu non sei nessuno per
impedirmelo- ero sicura che se avessimo continuato saremmo arrivati
alle mani dallo sguardo infuriato di Strik.
Ma Dragon pose fine a quella lite, alzandosi di colpo e prendendomi di
peso su una spalla come un sacco di patate, era stato talmente svelto
che non mi ero accorta di niente.
-lasciami immediatamente razza di scimmione!!!- urlai mentre prendevo a
pugni la sua grossa schiena, che vista così da vicino era
veramente enorme.
Ma come se lui non mi avesse sentita, e se i miei colpi fossero meno
fastidiosi di una puntura di zanzara, si avviò verso
l’uscita della locanda, sotto lo sguardo un po’
sbigottito e un po’ divertito di quelli che avevano assistito
alla scena.
-e tu cerca di sbollire la rabbia prima di salire sulla nave, e la
prossima volta non intrometterti- si rivolse a Strik senza neanche
voltarsi, per poi uscire all’aria aperta.
Visto che scalciare e prenderlo a pugni non serviva decisi di bloccarmi
era solo uno spreco di energia.
-hai intenzione di tenermi qui su ancora per molto?- gli domandai
irritata.
Non mi rispose e proseguì a camminare verso il porto.
-non è molto comoda questa posizione, rischio di rimettere
la cena- lo avvisai per costringerlo a farmi scendere.
-l’unica cosa che puoi rimettere oggi è il rhum e
il sakè che ti sei ingurgitata. Siamo quasi arrivati cerca
di resistere- almeno questa volta mi aveva risposto.
-so camminare anche da sola- ero stufa di essere trasportata in quel
modo.
-era ora- gli dissi accigliata quando mi lasciò toccare i
piedi a terra, e in quel momento iniziai a correre per allontanarmi da
lui.
Feci appena pochi metri che sentì la pressione
dell’atmosfera calare, rallentai non capendo cosa stava
succedendo, e in quel momento la scarica di un fulmine si
abbatté davanti ai miei piedi, rimasi immobile ad osservare
il buco fumante sotto i miei occhi, ma da dove accidenti veniva quel
fulmine?
Se non mi fossi quasi fermata per quel cambiamento nell’aria
a quest’ora sarei stata in polvere, e non sotto una
pioggerella che iniziava a bagnarmi.
Quando eravamo scesi dalla nave mi ero accorta che la temperatura stava
scendendo, e che entro sera avrebbe piovuto, e infatti così
era, ma non riuscivo a capire come quel fulmine fosse caduto ad un
passo da me.
Mi voltai e vidi Dragon sghignazzare, come se non fosse successo
niente, e il dubbio che lui avesse qualcosa a che fare con quel
fenomeno si insinuò nella mia mente.
-vedo che non c’è stato bisogno di rincorrerti, ti
sei fermata da sola!- affermò lui.
-sei stato tu vero???- domandai praticamente a bocca aperta.
-a fare cosa?- non la bevevo lui doveva per forza aver fatto qualcosa.
-quel fulmine, lo sentito arrivare all’ultimo momento, ma non
doveva esserci, non c’erano le condizioni atmosferiche
adatte- risposi confusa.
-secondo me tu hai bevuto davvero troppo stasera, sei solo stata
fortunata che non ti ha preso in pieno. Forza andiamo sulla nave a
quanto pare non è sicuro stare fuori sotto un temporale-
sembrava che godesse nel vedermi confusa senza riuscire a trovare delle
risposte.
-non c’è nessun temporale, è solo una
forte pioggia, e sapevo che ci sarebbe stata, ma quel fulmine non
doveva esserci, quindi l’unica soluzione è che sei
stato tu- quell’uomo era talmente pieno di mistero che quando
scoprivo qualcosa su di lui ecco che altre mille domande sul suo conto
restavano irrisolte.
-forse tutto quel rhum ha annebbiato le tue percezioni climatiche- e
questo sarebbe stato uno di quei misteri irrisolti per ora, ne ero
certa.
Arrivati alla nave, mi diressi verso la mia stanza, ancora turbata da
l’accaduto.
-si può sapere perché mi hai portato via?- decisi
di chiedere prima di chiudermi in camera, la stanchezza iniziava a
farsi sentire.
-voglio che torni alla tua ciurma tutta intera, e Strik mi serve ancora
è un ottimo compagno- mi rispose sicuro, in effetti eravamo
andati molto vicini ad azzuffarci.
-si è intromesso in fatti che non lo riguardavano- era
questo che più di tutto mi aveva fatto scattare i nervi, non
stavo parlando con lui.
-hai ragione non doveva intromettersi, ma anche tu sei stata esagerata,
capisco che non hai passato un buon periodo ultimamente, e che vuoi
tornare dai tuoi compagni, ma cerca di avere ancora un po’ di
pazienza, vedrai che presto li rivedrai- accidenti al suo modo di
parlare, ogni volta non sapevo come ribattere e in più aveva
maledettamente ragione.
Si stava allontanando ma avevo ancora una domanda da fargli, anche se
ero certa che non avrei avuto la risposta che volevo.
-hai mangiato un frutto del diavolo, non è vero?- chiesi, e
rimasi in attesa che lui parlasse.
-vai a dormire ragazzina, devi ancora smaltire la sbronza- disse mentre
andava via.
FINE FLASHBACK
Ripensando al mio comportamento, continuavo a sostenere, che Strik non
doveva assolutamente intromettersi in quella discussione,
però era vero che io avevo un tantino esagerato con le
reazioni, e avrei dovuto ringraziare Dragon per avermi fermata prima di
dire o fare qualche altra sciocchezza.
Ma in quel momento ero agitata non solo dall’alcool come
aveva detto Dragon, ma anche dall’imbarazzo per la
discussione precedente.
INIZIO FLASHBACK
Tutti ascoltavano attentamente le mie avventure con la mia ciurma, era
da un po’ che chiedevano che raccontassi loro qualcosa, e
quella sera mi ero lasciata convincere.
- … devo dire che in quel momento è stato molto
utile, chissà per quanto tempo sarei rimasta bloccata a
causa dell’olio, invece passando sopra di lui sono potuta
passare evitando rovinose cadute- avevo raccontato loro quando avevamo
incontrato Usop e che per bloccare il passaggio hai pirati che volevano
invadere il suo villaggio aveva versato dell’olio che poi
aveva bloccato noi.
- … se quello stupido di Zoro non avesse sbagliato strada
per l’ennesima volta saremmo arrivati molto prima nella
piazza principale, e avremmo potuto cercare con più calma la
bomba- avevo spiegato loro la nostra partecipazione alla guerra civile
di Alabasta.
Andai avanti così senza accorgermi che Zoro in ogni
situazione era al mio fianco, fino a quando non lo fecero notare i miei
ascoltatori.
-però a quanto hai detto ogni volta che tu eri in pericolo
era sempre pronto a salvarti!- affermò Jas, e non potei
controbattere perché aveva ragione.
-non ho mai detto il contrario- risposi un po’ stizzita.
-a quanto ho capito, hai un debole per lo spadaccino- ecco cosa voleva
insinuare Jas.
-ma-ma cosa stai dicendo, per quel rozzo squattrinato, mai!!!- risposi
indignata, e sperai che il rossore che sentivo sulle guance non si
notasse.
-non lo sai che più si disprezza e più si
desidera?!- gli diede corda Seth mentre io non volevo altro che
sprofondare, molto, molto in profondità.
-non è il mio caso, noi non ci sopportiamo nemmeno
l’unica cosa che facciamo e litigare, … e poi lui
mi deve ancora parecchi berry ma è sempre senza soldi- non
sapevo come uscire fuori da quella situazione iniziavo ad essere
nervosa.
-la nostra piccola veggente allora ha un cuore- da quando ero riuscita
a prevedere il ciclone che aveva rischiato di colpirci capitava spesso
che mi chiamassero piccola veggente, e solitamente quel nuovo sopranome
mi faceva sorridere, ma in quel momento lo odiai con tutta me stessa.
-la volete smettere, lui è solo un mio compagno!!!- ribadii.
-si, si come no!- ora tutti ridevano alle mie spalle, compreso
l’oste che si era avvicinato a noi per ascoltare i nostri
discorsi e sembrava molto divertito.
FINE FLASHBACK
L’unica cosa che ero riuscita a fare era chiedere
all’oste della locanda, in cui si era svolto il mio
spettacolare crollo di nervi, di riferire alla ciurma di capello di
paglia, nel caso fossero passati li a breve, di proseguire per quella
rotta attraverso le mie carte, così probabilmente presto mi
avrebbero raggiunta.
Mi era stato impedito di riferire il luogo o anche solo la direzione in
cui la nave si stava dirigendo, erano fin troppo prudenti questi
Rivoluzionari, però era per questo che riuscivano ad andare
avanti e a proseguire nella realizzazione dei loro obiettivi.
C’era un'altra cosa che continuava a ronzarmi in testa,
Dragon non aveva risposto quando avevo chiesto se aveva mangiato un
frutto del diavolo, non lo aveva negato ne confermato, ma dal tono che
aveva usato lui per ora aveva chiuso il discorso, quindi per il momento
era inutile continuare a chiedere.
Ma su due cose ero sicura: la prima era che quel fulmine non era caduto
davanti a me per puro caso; secondo non ero ubriaca come lui cercava di
farmi credere, e anche se ero leggermente brilla, dopo lo spavento
preso mi era passato tutto d’un colpo.
Passarono alcuni giorni, e fortunatamente dopo l’episodio
alla locanda di Lanery Island tutto era tornato come prima sulla nave.
Ci stavamo dirigendo a Nagayashi l’isola in cui ci sarebbe
stato un incontro importante con un altro gruppo di rivoluzionari,
presto saremo giunti, ed ero curiosa di come si sarebbe svolto
l’incontro anche se sapevo che non mi avrebbero mai fatta
partecipare.
Nagayashi a prima vista sembrava un isola deserta, l’ancora
fu fatta scendere a largo dalla riva, e sbarcammo con le scialuppe.
Una volta a terra seguimmo un sentiero scosceso, fino ad arrivare ad
una radura, dove un gruppo di persone stavano sedute in posizione
rilassata.
-aspettatemi qui- affermò Dragon, solo lui avrebbe
proseguito, e così fece continuò per il sentiero
mentre noi restammo nella radura.
Ci sedemmo e alcuni uomini dei due gruppi iniziarono a parlare
tranquillamente, si vedeva che si conoscevano, alcuni chiedevano chi io
fossi.
-e così è lei il pirata a cui avete salvato la
testa?!- mi osservavano incuriositi.
-si vede che la marina è in difficoltà, se arriva
a mettere una cifra così alta per una ragazzina- disse uno
ridendo e contagiando tutto il gruppo.
-ehi, attento a quello che dici!- risposi offesa, iniziava a stancarmi
essere chiamata ragazzina da tutti.
-è anche suscettibile?!- continuò
l’uomo, mentre io iniziavo a scaldarmi.
-non farti ingannare dalle apparenze, Nami sa il fatto suo!- solo il
fatto che mi chiamasse sempre e solo con il mio nome rendeva Seth il
mio preferito tra tutti.
Passarono alcune ore, e iniziavo ad annoiarmi, l’isola era
molto piccola e avevo già finito di prendere gli appunti
necessari per poter disegnare la carta.
Quanto volevo essere insieme alla mia ciurma, con loro era difficile
annoiarsi, potevo prendere in giro Usop mentre raccontava le sue
fantasiose avventure ad un incredulo Chopper; potevo rilassarmi sotto i
miei adorati mandarini al suono dolce del violino di Brook, mi sarei
divertita ad osservare Franky che eseguiva uno dei suoi balletti;
oppure ancora avrei riassaggiato i fantastici manicaretti di Sanji
mentre mi serviva e riveriva anche se alle volte era esagerato, ma mi
facevano sentire importante e amata; e poi quanto mi mancavano le
chiacchierate con Robin, e pensare che all’inizio non mi
fidavo, in fondo era stata una nemica, invece ora era come una sorella,
la mia sorellona; avrei voluto tanto risentire le urla del mio capitano
quando aveva fame, avevo nostalgia del suo ottimismo e del suo perenne
buon umore; e infine ma non di certo per ultimo, mi mancavano i
battibecchi con lo spadaccino.
Non avrei mai creduto di sentire talmente tanto la sua mancanza, era
stata “quasi” una sorpresa, quasi perché
forse lo avevo sempre saputo che lui era importante per me, era
diventata una cosa naturale averlo sempre al mio fianco, e quando ero
in pericolo lui era sempre li, pronto a proteggermi ed io non ho mai
avuto realmente paura in qualsiasi situazione, perché sapevo
che lui c’era.
Senza che me ne rendessi conto, Zoro era diventato un amico su cui
poter contare sempre, delle volte incredibilmente era stato un
confidente, ed ora non sapevo più cosa fosse per me,
l’unica certezza era che volevo con tutta me stessa che lui
mi fosse accanto.
Mentre ero persa nei miei nostalgici pensieri degli uomini che erano
rimasti di vedetta arrivarono di corsa.
-la Marina è qui!!!- questa non ci voleva proprio, eravamo
nei guai.
Lo stesso pensiero passò nella mente di tutti che subito
scattarono in piedi subito allerta.
-voi andate ad avvisare Dragon e gli altri- Strik indicò un
paio di uomini tra cui Seth che subito eseguirono l’ordine,
aveva preso in mano la situazione, e nonostante i nostri screzi, sapevo
che era la persona più adatta per reggere quel ruolo.
-preparatevi, e ora di combattere!!!- urlò lui supportato
dal consenso degli altri rivvoluzionari.
Continua…
Eccomi qui con un altro capitolo, spero sarà di vostro
gradimento, e tornato un po’ di movimento,
l’ennesimo attacco della marina, per la prima volta Nami
dovrà combattere senza la sua fidata ciurma.
Qui ho messo un po’ più in evidenza i sentimenti
della navigatrice, con lo sfogo iniziale per poter tornare con i suoi
compagni, e infine per aver capito quanto lei tenga veramente allo
spadaccino.
Nami19: anche Nami come Zoro si è meritata la sua
dose di imbarazzo, non so però se è
più imbarazzante la presa in giro da parte dei propri
compagni, o con persone conosciute da poco.
Tsukichan: mi piace da morire quando Zoro viene preso in giro,
è troppo divertente, lui così inquadrato e con
uno più che spiccato senso dell’onore
più che inveire senza risolvere niente non riesce. Rufy poi
è così, ingenuo ma quando serve però
riesce ad essere estremamente maturo secondo me.
Ho la sensazione che il prossimo capitolo ti piacerà.
Lucy94: non sai quanto mi faccia piacere che il capitolo ti
sia piaciuto, è una soddisfazione immensa, mi spinge a dare
il massimo per aggiornare il priam possibile cercando però
di fare del mio meglio. Per quanto riguarda il colore dei capelli mi ha
sempre incuriosito, verde e rosso da giallo, ma non mi piace
l’idea che possa essere biondo/a, bisogna però
tenere conto che dipende dalle sfumature del verde e del rosso, e poi
può esserci una maggiore ereditarietà dei
caratteri del padre o della madre, quindi potrebbe essere di
tutt’altro colore, ??? dopo questo sclero riguardo ad un
possibile figlio di Nami e Zoro ti saluto e ci sentiamo al prossimo
capitolo.
jou_chan: o messo in bocca di Rufy la mia curiosità di
sapere il colore di capelli di probabile figlio, infondo non si vede in
giro una persona con i capelli verdi, a parte quelli tinti ma non fanno
testo quelli. Per quanto riguarda Zoro messo in imbarazzo davanti a
Nami … chissà basta
continuare a leggere e si scoprirà.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
CAPITOLO 11
ZORO
Quando lasciammo Lanery Island l’umore di tutta la ciurma era
decisamente alle stelle, ora sapevamo dove dovevamo dirigerci e non
andare alla cieca. Robin, aveva intuito subito che Nami probabilmente
non aveva potuto rivelare l’isola in cui erano diretti, ma
lasciando detto che avremmo dovuto seguire la rotta che ci aveva
portato li fu semplice capire che stavamo procedendo sulla strada
giusta, e grazie alle carte nautiche della nostra navigatrice
l’avremmo raggiunta presto.
I miei allenamenti era tornati ad essere efficaci come un tempo,
infatti nell’ultimo periodo li utilizzavo più che
altro come valvola di sfogo.
La ciurma era in fermento, Franky e Usop facevano di tutto per far
navigare la nave più veloce, Rufy non vedeva l’ora
di sentire i racconti della sua navigatrice, Chopper alla fine si era
messo veramente ad analizzare tutti i libri sulla gravidanza e sul
parto, continuando a ripetere che nel caso fosse accaduto doveva essere
pronto, assecondato dal capitano che continuava a sostenere che io e
Nami gli dovevamo regalare un nipotino; io e la mocciosa, ma come gli
era mai venuto in mente una cosa del genere.
Ma quella insinuazione che davanti a tutti mi faceva arrabbiare, quando
ero solo con i miei pensieri mi faceva invece sorridere.
E subito la mia mente andò alle parole dell’oste
della locanda in cui eravamo stati l’ultima volta, quando
aveva sentito il mio nome gli era comparsa sul viso un espressione
strana, come di uno che la sapeva lunga.
-ah, e così tu sei Zoro, lo spadaccino?- aveva detto con uno
strano sorriso, ero curioso di sapere cosa aveva detto quella strega
sul mio conto.
Sicuramente aveva decantato le mie “lodi” che ero
uno scansafatiche, uno squattrinato, che ero rozzo e senza il minimo
senso dell’orientamento, non che fosse tutto falso, ma lei
ogni tanto esagerava un po’.
Continuava a dire che non facevo altro che dormire, però chi
le salvava sempre il suo bel sederino?
Ci stavamo avvicinando all’isola di Nagayashi, era un isola
disabitata, ed inizialmente non volevamo neanche fermarci per non
perdere tempo nella ricerca, convinti che li non avevano nessuna
ragione per fermarsi visto che non c’era nulla e quindi non
si poteva fare rifornimento o altro.
Però Robin ci ricordò che Nami aveva detto
specificatamente di seguire la rotta che le sue carte indicavano, e
quella portava anche a quell’isola, quindi per sicurezza
saremmo dovuti scendere e controllare che non ci avesse magari lasciato
qualche traccia, altrimenti saremmo ripartiti immediatamente.
Mi trovavo nella torre di vedetta, devo dire che da quando eravamo
nella Sunny svolgere quel compito era molto più semplice e
piacevole, qui si stava al chiuso e non sotto il freddo, le intemperie
o il caldo a seconda del clima, e in più potevo approfittare
del lungo tempo passato li in alto per allenarmi visto che lo spazio
era maggiore rispetto alla piccola postazione della nostra
però sempre amata Going Merry, assomigliava molto ad una
piccola palestra.
Franky con quella nave aveva fatto un ottimo lavoro, era favolosa e
confortevole in tutti i sensi, non potevamo chiedere di meglio era il
miglior Brigantino che avessi mai visto, anche perché quello
che rendeva unica la Sunny era il fatto di essere stata realizzata in
base hai caratteri del suo equipaggio.
Ognuno di noi aveva il suo posto speciale, che fosse la cucina,
l’infermeria, la palestra, i laboratori o la biblioteca per
immergersi tra libri per le ricerche o disegnare carte; tutti avevamo
gli strumenti che potevano aiutarci per poter realizzare i nostri
sogni.
Mentre osservavo l’orizzonte, intravidi terra, eravamo quasi
arrivati ed io ero stranamente agitato senza saperne la ragione.
-ehi, ci siamo quasi, l’isola è di fronte a noi-
annunciai, e come al solito Rufy urlando si lanciò per
posizionarsi sulla polena, il mio capitano sembrava un bambino, ma
quando combatteva era formidabile.
-speriamo che la mia dolce sirenetta abbia lasciato qualche indizio che
ci faccia capire che la stiamo raggiungendo, non vedo l’ora
che sia di nuovo con noi, gli preparerò tutti i suoi cibi
preferiti- ecco che Sanji iniziava a volteggiare circondato da mille
cuoricini, era nauseante.
-ho fame, Sanji prepara qualcosa da mangiare- eh bravo il mio capitano,
fai lavorare quell’idiota.
-ma se hai appena finito di pranzare!!!- in effetti era passata solo un
ora dal pranzo, ma si sa che Rufy è un pozzo senza fondo.
-per visitare l’isola devo essere in forze, quindi ho bisogno
d’energia, voglio carne!!!- era quasi sconvolgente la
naturalezza con cui lui parlava del cibo, secondo chi lo avesse sentito
in alcuni momenti, avrebbe pensato che non mangiava da chi sa quanto
tempo.
-Sanji mi prepareresti un caffè?- Robin con la sua sottile
furbizia, tagliava la discussione che stava nascendo tra il cuoco e il
capitano.
Se ci fosse stata una strega di mia conoscenza, per farli smettere
avrebbe tirato loro un bel pugno in testa ad entrambi, e questa volta
mi sarei divertito ad assistere a quella scena, forse perché
per una volta non ero io che finiva sotto i suoi micidiali colpi.
-certo mia dea, ogni tuo desiderio è un ordine per me!!!- si
rabbonì il damerino, per poi andare in cucina da cui sarebbe
uscito con degli stuzzichini per la sua “dea”, e
stranamente ne avrebbe fatti talmente tanti che avremmo potuto mangiare
tutti.
Eravamo giunti nelle vicinanze della costa di Nagayashi, si vedeva una
spiaggia con sabbia bianca e dietro una fitta vegetazione verde
smeraldo, cercammo un punto riparato per calare l’ancora,
quando notammo la presenza di alcune navi della Marina,
l’agitazione che mi aveva preso appena intravista
l’isola aveva ora un significato, a quanto pare non eravamo
solo noi sulle tracce di Nami e dei Rivoluzionari.
-cosa ci fa qui la Marina, dobbiamo stare attenti e non farci scoprire,
se no ci rallenteranno- Franky come tutti noi osservava preoccupato
quelle navi.
-Shanks ci aveva avvertiti, la Marina ha il dente avvelenato
più che mai dopo la secondo esecuzione di un pirata fallita
e vogliono rimediare- Sanji aveva ragione, il Rosso aveva detto che
sicuramente i Rivoluzionari con cui era Nami dovevano stare attenti ed
è per questo che non le avevano permesso di allontanarsi da
sola per raggiungerci.
Appena trovato un posto sicuro dove lasciare la nave sbarcammo, e con
circospezione iniziammo a inoltrarci tra la vegetazione.
Nell’aria era palpabile la tensioni, e anche tra di noi si
poteva notare chiaramente, eravamo stranamente silenziosi rispetto al
solito.
Fino a quando sentimmo arrivare dall’interno
dell’isola delle urla tipiche di uno scontro giunto
già al culmine.
-dev’essere la Marina, ma con chi sta lottando?- una
consapevolezza mi raggiunse, e non solo a me, la Marina stava
combattendo con qualcuno, e quel qualcuno certamente era
l’Armata dei Rivoluzionari, e quindi contro di Nami che era
con loro, in quel momento lei si trovava in pericolo.
Senza aspettare nessuno, cominciai a correre, sapevo che gli altri mi
avrebbero seguito, Nami si trovava in mezzo alla mischia di questo ero
sicuro, e io la dovevo raggiungere non avrei mai permesso che la
portassero nuovamente via, non ora che l’avevamo trovata.
Nonostante il mio scarso senso dell’orientamento sentivo che
mi stavo avvicinando al cuore della battaglia, le urla, il cozzare
delle armi e l’esplosioni, si facevano via, via
più forti e vicine.
Arrivai davanti ad una grande radura dove c’erano quelli
della Marina che combattevano contro altri uomini, di cui non sapevo
niente ma che ormai avevo capito chi fossero, il mio sguardo
andò immediatamente alla ricerca di una testolina rossa, ma
in mezzo a quel caos non riuscivo a identificarla.
Cercai di avvicinarmi maggiormente, e inevitabilmente anche io fui
coinvolto in quella lotta.
-quello è Roronoa Zoro lo spadaccino della ciurma di capello
di paglia, dobbiamo fermare anche lui- mi avevano riconosciuto e subito
partirono alla carica anche contro di me.
-state attenti potrebbero esserci altri membri del suo equipaggio- mise
al corrente i suoi compagni.
Quelli che dovevano essere i compagni del padre di Rufy, mi riconobbero
anche loro, oppure vedendo che venivo attaccato dalla Marina non mi
aggredirono, forse avevano capito che in quel momento ero dalla loro
parte.
Mentre lottavo vidi alcuni dei i miei compagni, mi avevano raggiunto ed
ora erano impegnati nei combattimenti, ma dovevo assolutamente sapere
se lei era presente e soprattutto dove si trovava in quel momento.
-siete dell’Armata Rivoluzionaria? C’è
una ragazza con voi, un pirata?- chiesi al primo che mi
capitò vicino.
-tu sei Zoro, vero? Finalmente ci avete raggiunti, sei uno dei suoi
compagni? Vi stava aspettando impazientemente. Si, lei è qui
da qualche parte, lo persa di vista quando ci hanno attaccati, ma sono
sicuro che è qui vicina- rispose uno degli uomini a cui
avevo chiesto, mentre era impegnato nella lotta, mi aveva riconosciuto
immediatamente.
-tranquillo i miei compagni non permetteranno che la catturino, ma
cerca di raggiungerla al più presto- mi
consigliò, e gli fui immensamente grato.
Ora avevo la certezza che lei fosse li, dovevo avvisare gli altri e
trovarla il prima possibile solo così mi sarei leggermente
tranquillizzato.
-ho saputo che Nami è qui da qualche parte!-
riferì appena mi apparvero vicini Brook è Usop,
avrebbero pensato loro ad far girare la voce tra i nostri nel caso io
non avessi visto gli altri.
Ora dovevo cercarla in mezzo a tutta quella confusione anche se non era
un impresa facile.
Gli uomini della Marina erano tantissimi, ci voleva un
eternità per fare qualche passo, sentì una forte
esplosione in lontananza, probabilmente c’era un'altra
battaglia sopra il monte più avanti.
Ma non potevo preoccuparmi di quello, avevo un'altra missione da
portare avanti e non dovevo distrarmi.
Sembrava che più avversari abbattevo più ne
arrivavano parevano incessanti, e la stanchezza presto sarebbe giunta
non potevo reggere all’infinito con quel ritmo, ma di certo
non mi sarei arreso.
Ad un tratto il cielo sopra di noi si fece buio e delle grosse nubi
nere e cariche d’acqua si installarono sul campo di
battaglia, e in un attimo la pioggia cominciò a battere
sempre più forte fino a rendere la terra prima sabbiosa, in
una immensa distesa di fango, fino a ricoprire tutti gli uomini
impegnati in quello scontro che in poco si ritrovarono fradici e
sporchi, tutti, compreso me.
Da quell’ammasso di nubi un fulmine si abbatté
poco più avanti rispetto alla mia postazione, e lo riconobbi
subito, non era la tipica saetta, quello era uno degli attacchi della
mocciosa che stavo cercando, dovevo avvicinarmi il più
possibile ora che avevo un punto da raggiungere.
La battaglia si stava rivelando molto cruenta, le esplosioni erano
frequenti, mi ritrovai scaraventato a qualche metro di distanza da dove
stavo quando una di queste deflagrò vicino a me.
Rimasi per alcuni istanti intontito dalla botta e dal rumore assordante
e ravvicinato, ma dovetti rialzarmi in fretta se non volevo essere
sopraffatto dai nemici, una profonda ferita si era aperta sul fianco
sinistro, ma recuperai le spade e ripresi la mia avanzata.
Ero quasi alla parte opposta del punto in cui ero arrivato, almeno
credo, e li vidi un grosso numero di uomini con le camice bianche e il
fiocco blu che stavano accerchiando un piccolo gruppo di persone, e fu
li che dietro un uomo alto e grosso intravidi spuntare una chiazza
rossa, senza dubbio quella era lei.
Rimasi momentaneamente immobile, dopo aver creduto che fosse morta ecco
che si trovava davanti ai miei occhi che lottava con grinta contro gli
avversari, il tipo che avevo incontrato prima aveva ragione, la stavano
difendendo, cercavano di tenerla il più possibile al riparo,
solo qualcuno riusciva ad avvicinarsi a lei.
Scrollai la testa, non era certo quello il momento di perdermi in
stupide riflessioni, dovevo raggiungerla.
Continua…
Grazie mille per il vostro sostegno, soprattutto a Tsukichan, Lucy94,
Nami19 oggi non faccio in tempo a rispondere ai vostri commenti sono un
po’ di fretta, preferivo aggiornare oggi invece che
posticipare. Un bacione spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, a
presto
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
CAPITOLO 12
NAMI
La Marina ci aveva attaccati all’improvviso, e ora eravamo
circondati, per fortuna c’erano anche gli altri Rivoluzionari
arrivati li per l’incontro con Dragon, altrimenti saremmo
stati spacciati.
-ragazzina cerca di stare vicina a noi e non cacciarti nei guai- mi
disse Strik, almeno non mi odiava al punto da mandarmi direttamente tra
le braccia del nemico.
-guarda che so benissimo cavarmela da sola!!- gli risposi orgogliosa.
-questo lo vedremo!- mi rispose mentre l’attenzione andava
subito verso i nostri nemici.
Mi accorsi immediatamente che cercavano tutti di evitare che gli
avversari si avvicinassero troppo a me, e se questo da una parte mi
faceva sentire protetta, dall’altra mi colpiva
nell’orgoglio, voleva dire che non credevano me la sarei
cavata.
Era vero che non ero una combattente, ma già ad Enies Lobby
pensavo di aver dimostrato che riuscivo a cavarmela discretamente, ma
loro probabilmente neanche lo sapevano.
Decisi però di non discutere, quello non era il momento, e
poi dovevo stare comunque attenta loro non potevano bloccare tutti gli
assalti rivolti a me, anche perché la Marina era
numericamente superiore a noi, quindi avevo anche io i miei avversari
con cui combattere.
Il bastone tra le mie mani era in continuo movimento, i nemici
sembravano non finire mai, solo se utilizzavo il mio colpo preferito
potevamo avere un attimo di respiro, e infatti mi preparai per
eseguirlo.
Lanciai un Dark Cloud Tempo così da creare una piccola nube
condensata piena di energia elettrica.
-si può sapere cosa stai combinando?- mi chiese Strik, non
mi aveva mai visto usare quel colpo, ma lo avrei lasciato senza parole
ne ero certa, così magari l’avrebbe smessa di
trattarmi come una debole incapace, io ero un pirata a tutti gli
effetti.
-ora vedrai!- gli risposi con un ghigno.
-Thunder Lance Tempo!!!- utilizzando la nube formata con il
Dark Cloud Tempo, colpii il nemico con un fulmine trafiggendolo, avevo
imparato a far si che l’attacco non si limitasse ad un unico
individuo ma ad un gruppo, e così accadde, gli uomini che ci
stavano attaccando furono colpiti dal mio potente colpo e caddero a
terra fulminati, mentre quelli che stavano dietro osservavano la scena
allibiti, prima di riprendere l’assalto.
Comunque avevamo avuto un attimo di respiro e un po’ di
avversari in meno.
-ti è piaciuto?!- chiesi soddisfatta a Strik che mi aveva
osservata incredulo.
-si può sapere da dove ne sei uscita fuori, non ho mai
conosciuto una ragazza come te- forse ero riuscita a scalfire il duro e
scorbutico uomo tutto d’un pezzo.
-certo che no, io sono unica!- ribadì fiera.
-per fortuna!- affermò lui riprendendo l’offensiva.
La stanchezza si faceva sentire, non ero abituata a scontri
così prolungati, e ancora non sembrava dovesse terminare a
breve, ma c’era un dettaglio a cui non avevo fatto caso,
troppo impegnata nella lotta, dove si trovava il padre di Rufy?
-Strik, dov’è Dragon, saranno arrivati anche da
loro?- chiesi preoccupata.
Dragon aveva raggiunto probabilmente il luogo dove si trovavano i suoi
uomini al comando dei vari gruppi, per discutere di quello che era
accaduto nell’ultimo periodo e delle mosse future che
avrebbero attuato.
-lui sa cavarsela benissimo, e appena riusciamo a liberarci da questi
scocciatori lo raggiungiamo- apparentemente era tranquillo, ma per quel
poco che avevo imparato a conoscerlo sapevo che era in pensiero per il
suo capo.
Ma quello che più mi sorprese era che per lui, nonostante i
nostri reciproci insulti, non sembrava un peso dovermi
proteggere, probabilmente non era vero che non mi sopportava.
Attorno a noi c’era una gran confusione tutti erano impegnati
negli scontri, noi eravamo leggermente più lontani
perché appena saputo dell’attacco della Marina
avevamo cercato di bloccare il passaggio verso il luogo dove si stava
svolgendo la riunione.
Ero concentrata a difendermi dall’attacco di un uomo grosso
ed estremamente forte, avevo già ricevuto vari duri colpi
dalla sua arma, una grossa mazza a punte tutta d’acciaio, e
ad ogni nuovo colpo il mio bastone rischiava di frantumarsi insieme
alle braccia che ormai facevo fatica a tenere alzate.
Un paio di volte Strik era intervenuto in mio aiuto, ma doveva
difendersi dagli altri attacchi, il sangue aveva cominciato a scorrermi
sul viso dopo che, per fortuna solo di striscio, mi aveva colpito alla
tempia.
Un nuovo attacco mi aveva fatto finire a terra facendo cadere la mia
arma lontana da me, non avevo niente con cui ripararmi dal colpo che
presto mi avrebbe raggiunto, il mio avversario era li davanti a me con
un sorriso sadico sul viso.
- per te è finita, gattina, il capitano Zagar
sarà molto contento, questa volta non ti permetteremo di
fuggire come l’ultima volta!- disse con la sua voce sicura,
non avevo mai sentito il nome di quel capitano, ma a quanto pare voleva
la mia testa, e la volta scorsa c’era quasi riuscito.
Non trovavo nessuna via di fuga, non avevo più neanche la
forza di alzarmi, in più tutti quelli che fino a quel
momento erano riusciti a difendermi ora erano troppo lontani ed
impegnati, persino Strik che nonostante tutto, accortosi della
situazione aveva cercato di liberarsi per venire in mio aiuto.
-NAMI!!!- per la prima volta mi aveva chiamata per nome.
Avevo deciso che non avrei chiuso gli occhi, sarei rimasta a testa alta
fino alla fine, da vera pirata.
Ma quando la mazza aveva iniziato la sua discesa avevo visto pararsi
davanti ai miei occhi la sagoma di un uomo.
Dei pantaloni scuri, una pancera verde, una maglietta bianca che
copriva una possente schiena, una bandana nera legata a coprire il capo
da cui si notavano pendere da un orecchio tre orecchini a forma di
spade, e per finire tre katane legate alla vita, non potevo credere a
quello che vedevo, non poteva essere lui, avevo paura che fosse solo
frutto dalla mia mente, un illusione, come quando mi stavano per
giustiziare e mi era apparso il suo volto.
Con poche mosse si liberò del mio avversario e di un altro
paio di uomini, stavamo probabilmente arrivando alla conclusione di
quella lunga battaglia, e forse non ero diventata pazza, ma
l’uomo che mi aveva salvata era veramente Zoro.
Io continuavo a rimanere a terra, senza più forze, osservavo
l’uomo che ancora non avevo visto in faccia ma che ero certa
fosse il mio spadaccino, e sicuramente da qualche altra parte
c’erano gli altri miei compagni.
Ormai la battaglia sembrava arrivata alla fine, e la Marina aveva
subito l’ennesima disfatta, quelli che riuscivano ancora a
reggersi in piedi si stavano ritirando con la coda tra le gambe, gli
altri restarono a terra sconfitti.
Strik, fu subito al mio fianco, per accertarsi delle mie condizioni, e
mi aiutò a mettermi in piedi, ma constatai che facevo fatica
a reggermi in piedi, la gamba destra stava pulsando, e le braccia erano
indolenzite.
Ma il mio sguardo rimaneva fisso sullo spadaccino che mi aveva salvato
la vita, e Strik si accorse di questo, e quando lui si volto verso di
noi io pensai di sognare.
-chi sei tu?- chiese Strik allo spadaccino a lui sconosciuto, mentre
ancora mi aiutava a reggermi in piedi.
Ma Zoro non rispose, rimase a fissarmi, e restammo con gli occhi
incollati uno all’altro per istanti che parvero infiniti, era
lui, davanti a me c’era Zoro che per me era un compagno, un
amico, un confidente, la persona più importante in quel
momento, e l’unica cosa che volevo era di essere protetta
dalle sue forti braccia, che sempre mi avevano fatta sentire al sicuro
in ogni situazione.
Cercai di liberami dalla presa di Stik che mi teneva in piedi, e lui
capendo che quell’uomo io lo conoscevo e forse intuendo che
potesse essere uno dei miei compagni, lasciò la presa
delicatamente, mentre io mi avvicinavo a lui; non sentivo
più il dolore alla gamba o alle braccia, vedevo solo lui
davanti a me.
Zoro continuava a rimanere immobile e mi guardava con uno sguardo
diverso dal solito, non lo avevo mai visto, i suoi occhi erano
più scuri e profondi del normale, e mi fecero salire dei
brividi lungo la schiena.
Feci qualche passo verso di lui, sulle gambe instabili, e
capì che non mi avrebbero retta ancora per molto, e infatti
traditrici cedettero ad un metro da lui, ma non caddi a terra, in un
lampo Zoro era al mio fianco che mi sosteneva e senza mai dire una
parola mi strinse fra le sue braccia.
Non avevo più la percezione del tempo e dello spazio attorno
a me, sentivo solo il suo corpo caldo e forte contro il mio, e in quel
momento mi sentì di nuovo a casa, ero tornata dopo tanto
tempo nell’unico posto in cui mi sentivo completamente al
sicuro, fra le sue braccia.
Da quando tutta questa storia era iniziata mai avevo versato una
lacrima neanche durante le notti insonne trascorse nella cabina della
nave dei Rivoluzionari, perché sapevo che se lui mi avesse
vista in quel momento mi avrebbe detto che ero la solita mocciosa
piagnucolona.
Ma in quel momento volevo che me lo dicesse, perché avrebbe
voluto dire che lui era li con me veramente e non era solo una mia
fantasia.
E così, con il viso affondato sul suo petto diedi sfogo a
tutte le lacrime fino a quel momento trattenute, che si unirono alle
gocce d’acqua che ancora cadevano dal cielo, e lui mi
lasciò sfogare.
-la mia mocciosa piagnucolona!!- disse alla fine.
Esattamente quello che volevo sentirmi dire, alzai il volto su di lui e
vidi il suo viso che mai mi era apparso così bello mentre mi
sorrideva.
-Zoro- quanto avevo sognato di poter chiamarlo ancora, e lo
sentì stringermi più forte a se appena feci il
suo nome.
Sentire la sua mano giocare con ciocche dei miei capelli, mentre io
continuavo a tenere il viso sul suo petto e le mani aggrappate alla sua
maglietta, era ancora più bello di quanto io avessi mai
immaginato.
Quando i singhiozzi cessarono, lui portò le sue grandi mani
sul mio viso, e con i pollici asciugò le ultime lacrime che
ancora bagnavano il mio viso, ed i miei occhi nuovamente si posarono su
quelle iridi tempestose incatenando i nostri sguardi senza riuscire a
dire niente.
-NAMI, NAMI!!!- le voci dei miei amici mi fecero voltare lo sguardo che
fino a quel momento era rimasto incatenato a quello di Zoro.
-ragazzi!!!- ero così felice di rivederli, che sembrava che
il mio cuore dovesse esplodere da un momento all’altro.
Si avvicinarono tutti e sentì il corpo di Zoro allontanarsi
nel momento in cui venni abbracciata da tutti i componenti della mia
ciurma, sentii il mio cuore nuovamente isolato, ma durò una
frazione di secondo, per poi sentire la mia anima
“quasi” completa quando i miei compagni mi furono
addosso, quasi, perché mancava il pezzo più
importante che mi avrebbe completata, ma non lo avevo perso era li al
mio fianco, permettendo anche agli altri di salutarmi.
Le risate si confondevano tra le lacrime, mentre nessuno riusciva a
dire qualcosa di sensato, ma solo ridere e piangere.
-STRIK, come state???- la voce acuta di Seth, ci raggiunse mentre
scendeva velocemente dal monte, interrompendo la festa che la mia
ciurma mi stava facendo per avermi ritrovato.
Seth era andato con un gruppo di uomini ad avvisare Dragon e gli altri,
e sicuramente avevano combattuto anche loro visto che si erano sentite
delle esplosioni dalla loro direzione e Seth era sporco di fango e
sangue, ma sembrava stesse abbastanza bene per fortuna, ero certa che
anche loro avevano vinto il loro scontro.
-ce la siamo cavata, e voi?- chiese Strik, che era rimasto in silenzio
ad assistere alla ricostituzione della ciurma di capello di paglia.
-stanno tutti bene!!!- rispose, e io tirai l’ennesimo sospiro
di sollievo.
-dov’è adesso?- domandai io, mentre i miei
compagni non capivano di chi stessi parlando.
-aveva una questione urgente da sistemare, e quando si è
accorto che qui le cose erano ormai risolte è partito- e
così Dragon era partito senza darmi la
possibilità di salutarlo e di ringraziarlo.
-e meglio se anche voi lasciate l’isola al più
presto prima che la Marina chiami i rinforzi, ci occuperemo noi di
sistemare tutto qui, forza andiamo vi accompagniamo alla vostra nave-
Strik era ancora in versione “qui comando io”, ma
almeno sembrava meno scorbutico del solito.
Franky, Usop e Sanji si diressero per primi alla nave per iniziare i
preparativi per la partenza.
-mia dolce sirenetta, appena salirai sulla nave ti farò
trovare tutti i tuoi piatti preferiti, e mi potrai chiedere tutto
quello che vuoi!!!- quanto mi erano mancate le moine e le smancerie di
Sanji, anche se sapevo che lo faceva con tutte le ragazze mi sentivo
importante in quei momenti, e poi sapevo che aveva una particolare
predilezione per me e Robin.
-grazie mille Sanji non vedo l’ora di assaggiarli- gli
risposi facendolo contento come non mai, mentre si dirigeva verso la
nave sembrava fluttuare nell’aria.
-ho già recuperato le tue cose dalla nostra nave Nami- disse
Seth indicando lo zaino enorme che portava sulle spalle da dove
sbucavano anche le carte che io avevo disegnato mentre ero con loro.
-ti ringrazio Seth- non avevo parole, perché sapevo che era
arrivato il momento di altre separazioni, e anche se ero contentissima
di tornare dalla mia “famiglia”, quel gruppo di
rivoluzionari mi sarebbe mancato incredibilmente, mi ero affezionata a
tutti loro.
-non perdetevi in chiacchiere, la bocca si muove anche se camminiamo!!-
chi aveva detto che Strik era diventato meno scorbutico?
Feci un passo in avanti, ma la gamba riprese a pulsarmi, o
più che altro non aveva mai smesso, ero stata io ad aver
escluso la sensazione di dolore quando avevo incontrato gli occhi di
Zoro.
Non riuscì a soffocare un gemito di dolore, e subito Chopper
da bravo dottore si avvicinò per controllare cosa
c’era che non andava.
-Nami non puoi camminare probabilmente hai una gamba rotta, non
dovresti stare neanche in piedi, ora siediti bisogna steccarla prima
che peggiori- Chopper si era già tolto il suo inseparabile
zainetto dalle spalle dove teneva i suoi strumenti di lavoro.
-ti pareva che non ci facevi perdere tempo?!- Strik era
indiscutibilmente tornato ad essere insopportabile.
-ti preferivo decisamente di più quando eravamo sotto
l’attacco della Marina, in quei momenti almeno stavi zitto e
mi lasciavi in pace- gli risposi imbronciata, mentre Chopper legava una
stecca alla gamba per immobilizzarla.
-su ragazzi non incominciate- cercò di calmarci Seth, nel
frattempo si erano avvicinati a noi anche gli altri membri del gruppo
dei rivoluzionari con cui ero stata in quel lungo periodo, e che mi
salutarono prima di tornare alla loro nave, per poi obbedire agli
ordini che Strik lanciava per poter lasciare al più presto
l’isola.
-per ora può andare, ma non devi appoggiare il piede a
terra- mi ordinò il mio dottore preferito.
-la solita rompiscatole, forza muoviti e salta su altrimenti restiamo
qui in eterno- e dicendo questo, Zoro si era inchinato davanti a me e
mi indicava la sua schiena.
-ehi, spadaccino squattrinato, non è colpa mia se come al
solito sei arrivato in ritardo e quell’energumeno ha quasi
rotto la mia preziosissima gamba, tu non ti immagini neanche il dolore
che sento … - parlavo e nel frattempo mi posizionavo sulle
sue spalle robuste.
- … magari come al solito ti eri perso, con il senso
dell’orientamento che ti ritrovi mi stupisco che sei arrivato
prima degli altri, devi esserci arrivato per sbaglio magari eri diretto
dalla parte opposta!- probabilmente un grosso gocciolone si
formò sopra le teste dei rivoluzionari che ci osservavano.
-la vuoi smettere di starnazzare, se non fosse per me avresti
più che una gamba rotta, strega!- i nostri compagni invece
ridevano abituati alle nostre scenette.
-se fossi stata una strega ti avrei già trasformato in un
brutto rospo verde, o forse sarebbe meglio in un grosso cavallo, almeno
sarei stata decisamente più comoda ora!- gli risposi
accompagnando le parole con un pugno sulla sua testa.
-Strik, ti è andata bene, se ti prendeva di mira come con
quel ragazzo ti avrebbe distrutto- disse scoppiando in una grossa
risata Jas che insieme a Laro il medico che mi aveva curato quando ci
eravamo conosciuti, e Suk il navigatore, si erano uniti a Strik e Seth
per accompagnarci alla nave.
-tranquilli, loro sono sempre così ma si vogliono un gran
bene!!- disse tutto allegro Rufy, prendendosi un occhiata assassina da
parte di noi due.
La lenta camminata di Zoro era così rilassante, e mi
ricordava Alabasta alla fine del nostro scontro con i componenti della
Barroque Works, quando lo avevo costretto a portarmi in spalla
perché ero ferita alla caviglia, anche se lui era conciato
peggio di me, e avevo dovuto indicargli la strada perché ad
ogni passo che faceva svoltava nella direzione contraria.
-guarda che questa volta non posso indicarti la via, non so dove si
trova la nave- gli parlai sottovoce, volevo che mi sentisse solo lui
stavolta, e mentre il mio viso era vicino al suo orecchio potei
respirare il suo odore che mi fece rasserenare.
- si ma l'altra volta stavo più male di te!- mi rispose
anche lui in un bisbiglio, intuendo di subito a che episodio mi
riferivo.
-dettagli!- risposi per troncare la discussione, mentre appoggiavo la
testa sulla sua spalla coccolata dal dolce tintinnio dei suoi tre
orecchini.
Continua…
Nami e Zoro si sono finalmente incontrati, sono sicura che vi
aspettavate anche l’incontro tra Rufy e il padre, per loro ho
un altra idea che voglio sviluppare, ma più avanti
avverrà tranquilli.
Spero che non vi abbia deluso, mi sto accorgendo che come sono io nella
vita anche nello scrivere non riesco a far esprimere esplicitamente a
parole i loro sentimenti ai personaggi, ma credo che leggermente questo
mi possa aiutare nel restare più vicina ai loro caratteri,
visto che sia Nami che Zoro sono peggio di me.
princessnami: grazie mille, spero tanto che il loro incontro ti sia
piaciuto, e che continui a seguirmi.
giusy91: ecco qua il nuovo capitolo, e si finalmente l’ha
ritrovata, fammi sapere se ti è piaciuto
Nami19: ho ripreso il capitolo, qualche attimo prima che Zoro la
trovasse proprio per dar spazio al suo combattimento, e arrivare poi
all’intervento di Zoro, spero che ti piaccia come
l’ho impostato.
Lucy94: grazie come sempre mi fai spuntare un sorriso con i tuoi
commenti, sei un toccasana per la mia autostima. Spero che la tua
curiosità sia stata momentaneamente soddisfatta,
perché le vere reazioni si vedranno quando saranno sulla
nave.
Tsukichan: cara la mia rompiscatole, per ora ti dovrai accontentare
dell’incontro tra Nami e Zoro, mi spiace ma per il resto
dovrai aspettare ancora un po’. Mi ero abituata a scrivere di
loro in maniera separata quasi con due storie diverse, mi
dovrò impegnare parecchio per non deluderti con il proseguo
della storia.
jou_chan: l’incontro c’è stato proprio
nel mezzo della battaglia, e Zoro come sempre va in soccorso di Nami
naturalmente, e arriva al momento giusto.
Grazie per i commenti, mi fanno un piacere immenso, spero che anche
questo capitolo vi piaccia come lo scorso, visto che sono stati
più del solito, continuate così mi raccomando. Un
bacione grande alla prossima.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
CAPITOLO 13
NAMI
Nessuno aveva ancora menzionato il padre di Rufy, ma sapevo che lui
appena saremmo stati soli sulla nave mi avrebbe chiesto di raccontare
tutto ed io non vedevo l’ora di dirgli che doveva essere
molto orgoglioso di suo padre e anche che lui lo era di suo figlio.
La forte schiena di Zoro era comoda, e nonostante la gamba ad ogni
sbalzo doleva maggiormente, lui cercava di camminare piano e senza
mosse improvvise, solo quando gli avevo sussurrato
all’orecchio ricordandogli della nostra avventura ad Alabasta
aveva sobbalzato, ma si era subito ripreso, forse non si era aspettato
quel mio gesto.
-Nami credo che mancherai molto a Strik!- Seth si era avvicinato a noi
e ora mi osservava divertito, gli piaceva un sacco vederci battibeccare.
-ma sei impazzito, credo che farà una festa alla mia
partenza- gli risposi, anche se sapevo che non era così, e
durante la battaglia mi aveva difesa in tutti i modi.
-una volta tanto hai ragione, era ora che levassi le tende, da quando
sei arrivata non si poteva più vivere tranquillamente-
sembrava sincero, ma nelle sue parole si poteva sentire un leggero tono
ironico.
-in effetti ci stava riducendo sul lastrico, per fortuna mi ha
risparmiato, ma solo perché gli fornivo gli strumenti per
disegnare le carte- non potevo darmi mica la zappa sui piedi, e poi
come avrei fatto a disegnare se Suk non mi dava la carta e tutto il
resto?
-lo sempre detto che non sai perdere, non è colpa mia se
scommettete su cose che si sa, sono perse in partenza- io invece
scommettevo solo quando ero praticamente certa di vincere.
-e quali sono le scommesse perse in partenza?- era come se sapesse
già la risposta ma volesse sentirla lo stesso, e lo
accontentai volentieri.
-tu scommettevi sempre contro di me era scontato che perdessi!- eccolo
accontentato.
-diavolo di ragazza, ora smetterai di prenderti gioco di noi- sarebbe
tornato alla mia amata ciurma il compito di sopportarmi, pensai mentre
mi sfuggiva un sorriso.
-ammettilo mancherà anche a te quella ragazzina insolente,
come a tutti noi- affermò con affetto Laro, che era stato il
primo a trattarmi con gentilezza.
-ehi ladruncola, hai fregato per benino anche loro a quanto pare,
almeno non siamo gli unici fessi che si fanno raggirare da te- lo
spadaccino non aveva poi tutti i torti in un modo o
nell’altro trovavo sempre qualche pollo da spennare.
-non è colpa mia se il mondo è pieno di idioti-
forse non era la situazione giusta per dire una cosa del genere, visto
che gli sguardi assassini che ricevetti furono più di uno.
Arrivammo alla piccola spiaggia nascosta dove avevano ancorato la
Sunny, i nostri compagni erano li che ci aspettavano pronti a partire,
salimmo tutti era arrivato il momento che avrei voluto saltare, non mi
erano mai piaciuti i saluti.
Almeno era ormai sbucato il sole oltre le nubi, la giornata migliorava
in tutti gli aspetti e non solo meteorologici, avremmo ripreso il
nostro viaggio finalmente, tutti assieme.
-caspita ragazzi avete proprio una bella nave!!- Suk da buon navigatore
osservava ammirato la nave, non lo si poteva biasimare era veramente
stupenda.
-tutta opera di Franky- disse Rufy orgoglioso.
-fratelli, noi siamo pronti per partire quando volete- ci
assicurò il carpentiere.
Zoro mi sentì muovermi, volevo scendere, lo spadaccino
capì e mi aiutò a mettermi in piedi, ma non
mollò completamente la presa, però sicuramente
capiva che mi ero affezionata a quelle persone e adesso era dura
separarmi da loro.
-e così è arrivato il momento dei saluti?!- il
piccolo e rachitico medico di quello strano gruppo si stava avvicinando
con occhi lucidi, dovevo stare calma se no, mi sarei trasformata in una
fontana e non volevo.
-prenditi cura di te bambina- disse l’uomo abbracciandomi, e
sentì Zoro allontanarsi leggermente per permettermi di
salutare i miei nuovi amici.
-anche tu Laro, e grazie di tutto- la voce minacciava di tradirmi la
sentivo già tremolante.
-aspetterò con impazienza il momento che il tuo nome
sarà sulla bocca di tutti per aver realizzato la carta di
tutti i mari, fino a quel momento impegnati al massimo- anche il mio
collega mi abbracciò, nonostante continuassero a dire che
ero un’imbrogliona in fondo mi volevano bene lo avevo capito.
-Suk, vedrai che ci riuscirò e tu sarai uno di quelli che
permetterà di realizzare questo sogno, senza di te non avrei
potuto disegnare alcune isole, … e poi sarei morta di noia,
se non mi avresti prestato gli strumenti e non mi fossi così
tenuta un po’ impegnata, avrei dovuto ascoltare
più di quello che già ho fatto le lagne di
qualcuno!!- non smettevo di lanciare freccette contro Strik, era uno
spasso.
-ragazzina, spero di rivederti presto, … vieni qua fatti
abbracciare… sono contento per te, se sono arrivati fino a
qua ti vogliono molto bene, e da quel che ho visto
c’è soprattutto una persona che tiene
particolarmente a te- mentre parlava Jas mi abbracciava e mi
lasciò stupita, era la prima volta che lo vedevo
così espansivo, anche se soprattutto nell’ultimo
periodo ci trovavamo spesso a chiacchierare tranquillamente, e poi la
sua frase, di chi stava parlando?
Non riuscivo più a dire niente e a stento trattenevo le
lacrime, dietro sentivo Usop, Franky, Brook e Chopper che
singhiozzavano assistendo a quella scena.
-che scena commovente, scusami chopper ti sto bagnando tutto con le mie
lacrime … ma io non ho lacrime, sono uno scheletro YOHOHOHO-
quelli che non conoscevano Brook e che già lo osservavano
straniti, perché sicuramente era la prima volta che vedevano
uno scheletro parlante, rimasero scioccati.
-Jas- soltanto il suo nome uscì dalle mie labbra, non mi
erano mai piaciuti i saluti, anche quando eravamo partiti dalla mia
isola non avevo voluto salutare nessuno ed ero salita sulla nave
già in movimento per non essere coinvolta in addii
strappalacrime.
-Nami sono certo che prima o poi ci rivedremo, ci mancherà
avere qualcuno che riesce a mettere al suo posto lo scorbutico la
dietro- e parlando fece un cenno con la testa indicando
l’interessato in questione.
-Seth anche tu mi mancherai- lo abbracciai forte, lui era quello con
cui avevo legato di più, e praticamente da subito mi aveva
fatta sentire ben accolta.
-odio i saluti- dichiarai mentre mi asciugavo una lacrima sfuggita al
mio controllo, e mi voltai per guardare l’ultima persona che
rimaneva da salutare, colui con il quale da quando ero salita a bordo
della loro nave non mi vedeva proprio di un buon occhio.
-cerca di non cacciarti in altri guai ragazzina, anche se credo che sia
come parlare al vento!- disse lui facendomi spuntare un sorriso.
-e il massimo che sai fare per salutarmi razza di scimmione?- continuai
a stuzzicarlo fino alla fine, in fondo era un modo come un altro per
dimostrare il mio affetto, ed ero sicura che anche per lui era la
stessa cosa.
-al diavolo!- Strik si avvicinò e mi abbracciò
cogliendomi del tutto impreparata a quel gesto, e li persi tutto il mio
autocontrollo, le lacrime scesero copiose sul mio viso che nascosi sul
suo petto mentre lui mi stringeva a se.
Era sempre la stessa storia mi accorgevo di tenere a qualcuno quando
era il momento di separarsi, questo perché ero sempre
rimasta restia ad affezionarmi alle persone per paura di soffrire, ma
così peggioravo solo le cose.
E nonostante io e Strik non facessimo altro che litigare dalla mattina
alla sera, gli volevo bene, e anche lui a me, in fondo anche con Zoro
la maggior parte del tempo lo passavamo bisticciando, ma non per questo
lo odiavo, anzi il contrario direi.
-non osate aprire bocca!- appena Strik si era staccato da me, aveva
fulminato i suoi compagni con uno sguardo, ora no ma ero certa che
appena fossimo andati via lo avrebbero preso in giro per quel gesto
d’affetto nei miei confronti, ma non avevo dubbi sul fatto
che fossero contenti dello svolgersi di quella scena.
I miei amici avevano un gran sorriso sul viso, e anche Zoro stava
sghignazzando, non mi ero accorta che si era già avvicinato
a me pronto a sostenermi, non sapeva quanto soprattutto in quel momento
io avessi bisogno di sentirlo vicino.
-Nami questa è per te, il capo mi ha pregato di
consegnartela, avrebbe voluto salutarti di persona ma non poteva
tornare indietro- Seth mi consegnò una busta con dentro una
lettera.
-salutatelo, e ditegli che quando ci incontreremo di nuovo, mi
dovrà svelare un piccolo segreto- spiegai portando la mano a
sfiorare il punto in cui si trovava il mio tatuaggio, mi aveva promesso
che un giorno mi avrebbe svelato il significato dei simboli sul viso, e
io quello sul braccio.
-forza, basta con tutte queste inutili perdite di tempo, noi abbiamo un
lavoro da svolgere e voi dovete allontanarvi da qui, altre navi della
Marina potrebbero raggiungerci- Strik era tornato il solito omone
bisbetico.
Quando erano ormai scesi dalla Sunny, rimasi ancorata alla balaustra
della nave da dove li vedevo sulla spiaggia.
-ragazzi prendetevi cura di quella ragazzina!!- urlò Jas ai
miei compagni.
-siete voi che dovete prendervi cura di voi, ho sempre pensato che
foste dei poveri polli, e mi avete dato l’ennesima conferma-
con gli occhi ancora umidi dalle lacrime, mostrai loro cinque
portafogli.
Le cinque persone sulla spiaggia si controllarono le tasche e mi
guardarono con uno sguardo assassino, mentre un’allegra
risata coinvolse prima me e poi tutti gli altri.
-PICCOLA LADRUNCOLA, restituiscici i nostri portafogli- urlarono in
coro i rivoluzionari, mentre la nave iniziava a prendere il largo.
-mi pare di aver già assistito ad una scena del genere!-
affermò Usop con un enorme gocciolone sulla testa.
-CI RIVEDREMO PRESTO, ARRIVEDERCI- li salutai, quando erano ormai delle
piccole macchioline sulla sabbia bianca.
ZORO
-SUPER SORELLA, sei fantastica- urlò Franky eseguendo uno
dei suoi balletti, mentre lei gli rispondeva allungando il braccio e
mostrando il pollice alzato.
-la nostra navigatrice non cambierà mai- affermò
ridendo Robin.
Eravamo partiti da quell’isola che ci aveva fatto ritrovare
Nami, ora la nostra ciurma era nuovamente al completo.
-non ci posso ancora credere la mia dea è tornata a
risplendere sulla nostra nave- il cuoco aveva preso a svolazzarle
attorno, incominciando a irritarmi.
-non sai quanto siamo contenti che sei di nuovo con noi, credevamo
fossi morta!- Chopper con ancora i lacrimoni sugli occhi, aveva
completamente ragione avevamo sentito tanto la sua mancanza, tutti noi.
-come? Perché credevate che ero morta?- sembrava veramente
incredula forse non si rendeva minimamente conto di quello che ci aveva
fatto passare nell’ultimo periodo.
-e cosa dovevamo credere dopo quello che è successo?- gli
risposi forse un po’ troppo duro.
-ma io non … - vedere il suo sguardo confuso mi fece sentire
più idiota di quello che mi sentivo appena finito di
parlare, certo che non sapeva cosa avevamo passato, lei non
c’era e non è che se l’era passata molto
meglio sicuramente.
-Nami perché non ti siedi così ti medico bene la
gamba, quella che ti ho messo è solo una fasciatura
provvisoria, e poi anche le braccia sono da curare, e il taglio nella
tempia è da pulire anche se non sembra profondo!- mi ero
quasi dimenticato che lei era ferita, e per tutto quel tempo era
rimasta in piedi.
-ti porto in infermeria mio angelo, e poi possiamo parlare
tranquillamente se vorrai- Sanji mi aveva preceduto passandomi davanti,
avrei voluto volentieri ficcargli la scarpa in bocca, e già
la mano si stava muovendo verso la mia katana per bloccare quel
damerino.
-ma Sanji, a quello ci possiamo pensare noi, io ho fame, avevi detto
che saresti venuto prima alla nave e avresti cucinato tutti i nostri
piatti preferiti?!- forse Rufy inconsciamente mi avrebbe aiutato ad
evitare di ficcarmi in una di quelle situazioni imbarazzanti, anche
perché stavolta Nami era presente e io non sarei riuscito a
giustificare il mio comportamento.
-veramente io avevo detto che avrei fatto, solo, i piatti preferiti di
Nami, ... va bene, mentre Chopper medicherà la mia sirena io
finirò di preparare la cena più deliziosa che lei
abbia mai assaggiato, e conterrà tutto il mio amore, mio
piccolo bocciolo di rosa- se non si muoveva a lasciare le sue mani lo
avrei affettato.
-grazie Sanji, devo ammettere che sono affamata!- il sorriso che gli
fece era sincero e le illuminava il viso, ma sicuramente la gamba le
doleva e si vedeva.
Appena il cuoco sparì in cucina dopo aver lasciato una scia
di cuoricini dietro il suo passaggio, mi avvicinai a Nami e la presi in
braccio.
-intanto so già a chi tocca trasportare il tuo
“dolce” peso!- affermai come se fosse una
scocciatura.
-nessuno ti ha chiesto niente, e poi riesco benissimo a camminare anche
da sola- e mentre discutevamo mi avviai verso l’infermeria,
sotto lo sguardo divertito dei miei compagni.
Eravamo già a tavola, mancavano solo Chopper, Nami e Robin
che era rimasta per aiutare la mocciosa a cambiarsi, visto che il
dottore aveva ordinato di muovere il meno possibile la gamba altrimenti
l’avrebbe ingessata, e meno male che poteva benissimo
camminare da sola, così aveva detto poco prima, la solita.
Il tavolo era imbandito con talmente tanto cibo che se non fosse stato
per Rufy non saremo mai riusciti a finirlo neanche in due giorni, il
cuoco si era dato veramente da fare.
Arrivò Chopper dicendo che presto le ragazze sarebbero
arrivate, stavano finendo di prepararsi; ognuno prese il proprio posto
a tavola, con Sanji che cercava di tenere a bada Rufy che tentava di
rubare del cibo.
Quando le ragazza apparvero, vidi Nami avvicinarsi con
difficoltà reggendosi sulle stampelle, anche le braccia
erano in parte coperte dalle bende, e un cerotto faceva bella mostra
sulla tempia destra, e dire che se non fossi arrivato in tempo sarebbe
stata di certo in condizioni peggiori.
-mia dea, potevo portarti la cena a letto così non ti
sforzavi- anche se quel dongiovanni aveva ragione, mi faceva
imbestialire il fatto che non facesse altro che chiamarla mia sirena,
mia dea, mio angelo, ma chi si credeva di essere quell’essere
con il sopracciglio arricciato.
-non ho nessuna intenzione di stare chiusa in camera da sola, voglio
mangiare con la mia ciurma- così si parla mocciosa, ben
detto.
-giusto, dobbiamo festeggiare il ritorno della mia navigatrice- per
Rufy ogni scusa era buona per festeggiare, ma una volta tanto eravamo
tutti d’accordo con lui, bisognava festeggiare.
Mangiammo ed assistemmo ai soliti siparietti realizzati da Franky con i
suoi balletti accompagnati dalla musica di Brook e infine Rufy e Usop
che cantavano a squarciagola.
Il mio occhio cadeva spesso davanti a me dove si trovava Nami, e
constatai con sollievo che si stava divertendo come una matta.
Continua…
Eccomi qua, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, addirittura 8 commenti, non me lo
sarei mai aspettata, mi avete fatto commuovere, sono felicissima di
sapere che questa storia piace a tante persone.
Spero vivamente che anche questo capitolo vi piaccia, qui Nami ha
salutato i suoi nuovi amici, ed è tornata con la sua ciurma.
La storia non è ancora finita perciò mi
raccomando continuate a seguirmi.
princessnami: grazie, sono contenta che continuerai a seguirla, spero
di aver descritto bene il momento dei saluti e del ritorno sulla Sunny
di Nami.
Nami19: non potevi farmi complimento più grande, sto
cercando in tutti i modi di essere il più vicino ai veri
caratteri dei personaggi, e sono contenta di sapere che la pensi
così, grazie mille.
sakuratvb: non tirarlo troppo forte il sospiro di sollievo, ci sono
ancora questioni irrisolte che dovranno trovare il loro compimento,
spero che continui a seguirmi, e vedrai che tutto alla fine si risolve,
in fondo ricorda che è una Nami/Zoro.
BULMA0219: anche se “lettrice silenziosa”, so che
sei presente e questo mi fa piacere. Sapere che ti ha fatto emozionare
mi rende orgogliosa, e farò di tutto per continuare
così e non deluderti.
Tsukichan: sinceramente neanche io riuscivo ad immaginare come poter
farli incontrare, ma quando ho iniziato a scrivere, le parole sono
praticamente uscite da sole e quando lo riletto, mi è
piaciuto. Mi fa piacere anche sapere che esprime dolcezza,
perché sto riscontrando qualche problema proprio con questo
sentimento, è risultato più semplice quando Nami
e Zoro erano divisi, ma questa è la parte più
importante e mi impegnerò al massimo.
Ci sentiamo al prossimo mia cara ti aspetto.
jou_chan: anche io mi sono affezionata ai componenti
dell’Armata, e mi fa enormemente piacere che ti siano
piaciuti. Strik è il mio preferito, e spero che ti sia
piaciuto in questo capitolo, con il suo saluto.
Nami e Zoro poi ancora non sanno cosa uno pensa dell’altro,
per ora si sono solo resi conto dei loro sentimenti, quindi per ora si
comportano “quasi” come prima, ma con piccoli ma
importanti cambiamenti.
giusy91: causa carnevale questa volta ho messo più tempo per
aggiornare, ma spero che con questo capitolo mi sia fatta perdonare.
Lucy94: spero di continuare a stupirti, in questo capitolo
c’è solo un assaggio di quello che
succederà sulla nave. Sei tu a rendere felice me con i tuoi
commenti, io continuerò ad impegnarmi, ma tu continua a
sostenermi così come fai, mi dai una grossa mano grazie.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
CAPITOLO 14
NAMI
-perché credevate che io fossi morta?- dopo aver mangiato e
riso tanto, era arrivato il momento delle spiegazioni, sia da parte mia
che da parte dei miei compagni, volevo sapere cosa era successo loro da
quando c’eravamo separati.
-il giorno stabilito per la tua esecuzione, siamo arrivati
all’isola per liberarti, appena siamo scesi, c’era
una gran confusione, la Marina era dappertutto, e ci dissero che ti
avevano uccisa- mi rispose Robin, quindi dopo essere stati gabbati per
l’ennesima volta avevano cercato di farmi passare per morta
dai miei compagni.
-devo ammettere che ci sono andati vicino, ero già sul
patibolo quando, è successo il finimondo, e non riuscivo a
capire cosa stesse succedendo fino a quando un tizio, mi ha portato via
e mi ha fatto salire sulla sua nave- spiegai, mentre tutti sembravano
pendere dalle mie labbra.
-era Monkey D. Dragon, tuo padre Rufy, è stato lui che mi ha
salvato la vita- gli rivelai.
-allora Shanks aveva ragione, ci aveva detto che pensava fosse stato
lui a liberarti- affermò contento il mio capitano.
-avete incontrato Shanks il Rosso, peccato avrei voluto conoscerlo
anche io- in effetti mi aveva sempre incuriosita, e poi Rufy ne parlava
così bene che mi sarebbe piaciuto fare la sua conoscenza.
-e non ti basta, hai conosciuto il padre di Rufy, il capo
dell’Armata Rivoluzionaria, il nemico numero uno del Governo
Mondiale- Usop non aveva tutti i torti.
-non preoccuparti, ci ha assicurato che presto lo rincontreremo- mi
rassicurò Rufy, bene, ne ero contenta.
-perché non ci racconti com’è il padre
di Rufy?- chiese curioso Franky.
-che dire, è un uomo alto e grosso che con un solo sguardo
incute terrore … - iniziai a raccontare, mentre vedevo tutti
attenti e Usop spalancare gli occhi, chissà che mostro
d’uomo si stava immaginando.
- … questo però solo con i nemici, con i suoi
compagni e abbastanza socievole, ma non è strambo come te
Rufy, ho almeno non quanto te!- gli riferii ridendo, il momento del
loro incontro sarebbe stato uno spasso non me lo sarei mai voluta
perdere quando questo sarebbe avvenuto.
-ho visto che ti sei comportata come una strozzina anche con quei
poveretti? Sei tornata con borse cariche che prima non avevi, sei
riuscita a guadagnare qualcosa anche in questa situazione non
è vero?- Zoro come sempre sembrava disinteressato, ma invece
era attento ad ogni parola che veniva detta.
-cosa vuoi farci, c’è chi può e chi non
può farlo!- gli risposi altezzosa.
-e tu naturalmente lo puoi fare sempre?!- adoravo quel ghigno quasi di
sfida che si formava sul suo viso.
-vedi che quando vuoi non sei così tonto- dichiarai quasi
orgogliosa del fatto che ci fosse arrivato, mentre lui alzava gli occhi
al cielo.
-comunque devi essere orgoglioso di tuo padre Rufy, è un
grande uomo, lui è molto soddisfatto di te- gli
rivelai ripensando al giorno in cui avevamo parlato e mi aveva riferito
quanto era orgoglioso di suo figlio.
-te l’ha detto lui?- mi chiese il mio capitano, e per un
attimo pensai che la sua voce avesse tremolato, e mi fece un gran
sorriso quando io feci un cenno di assenso con la testa.
-a proposito, ti aveva fatto arrivare una busta, l’hai
già aperta?- mi chiese Brook, facendomi ricordare che
l’avevo anche presa per portarla con me e leggerla appena
possibile.
-no ancora non l’ho letta!- infilai la mano in tasca e la
presi in mano, la osservai un attimo e decisi di aprirla mentre tutti
mi guardavano curiosi.
Era una lettera, come avevo immaginato, anche io ero interessata al suo
contenuto.
-mi spiace non essere venuto a salutarti, ma impegni inderogabili non
l’hanno permesso … - iniziai a leggere le parole
scritte sul foglio con una buona grafia.
-sono certo che ora mentre leggi queste righe sei in compagnia dei tuoi
compagni, e sicuramente sarai contenta di essere finalmente tornata da
loro, come desideravi. Cerca di stare attenta d’ora in poi,
il Governo Mondiale prenderà ancora di più di
mira te e i tuoi compagni, non combinare qualche pasticcio …
- perché sia lui che Strik non facevano altro che ripetermi
le stesse cose, “non metterti nei guai!”,
“non combinare pasticci!”, non ero mica io a dire
“ehi problemi venite qui che non ho altro da
fare!!!”.
- … sono contento di averti conosciuta, e spero un giorno di
poterti rivedere, anzi ne sono certo. A presto piccolo demonio!!- ecco
che sentivo gli occhi inumidirsi.
La lettera era stata breve, ma piena di significato per me, soprattutto
da parte di un uomo di poche parole, c’era scritta ancora una
cosa, ma non spettava a me leggerla, diceva di farlo vedere a Rufy.
-Rufy, c’è una cosa che devi leggere!- gli dissi
porgendogli la lettera.
Lui la prese, e dopo avermi lanciato uno sguardo interrogativo la
osservò.
-il nostro incontro è finalmente vicino, fatti trovare
pronto, figliolo!!!- poche parole ma che arrivavano dritte al cuore,
potevo solo immaginare la felicità del mio capitano.
Raccontai loro cosa avevo fatto in quei mesi, e loro fecero
altrettanto, da quello che era successo ad ognuno dopo la separazione
fino al ritrovamento dei compagni, accennarono appena al periodo in cui
credevano fossi morta, e potevo notare un forte dolore nelle loro
parole e nei loro sguardi, e se da una parte mi dispiaceva enormemente
per tutta quella sofferenza, dall’altra parte non potevo che
essere contenta di sapere che ero mancata moltissimo a tutti loro,
anche se già lo immaginavo.
Per tutta la serata avevo sentito gli occhi di Zoro puntati su di me, e
ogni volta che mi voltavo verso di lui incrociavo il suo sguardo,
potevo vedere nei suoi occhi una luce diversa da quella che io
ricordavo, ma forse era solo una mia sensazione, magari dovuta alla
consapevolezza del fatto che, durante la nostra lontananza, io mi ero
resa conto di quanto importante lui fosse nella mia vita.
Era stato sempre presente in tutti i momenti importanti della mia vita
da quando posso dire di aver ricominciato a vivere, cioè da
quando loro mi avevano liberata da Arlong.
Dopo che ebbi raccontato loro l’episodio del ciclone e del
modo in cui avevo annientato la piccola flotta della Marina che ci
inseguiva, soprattutto Rufy espresse tutto il suo orgoglio, per quel
risultato.
-è stato un gioco da ragazzi- mi vantai io.
-SUPER quando si tratta del tempo non ti batte nessuno sei la
migliore!!- si complimentò Franky.
-mia dolce Nami quanto avrei voluto essere li con te e ammirarti mentre
eri in azione- Sanji come sempre esagerava con i complimenti, e notai
che Zoro gli aveva lanciato un occhiata assassina, che cosa aveva detto
che poteva infastidirlo fino a quel punto?
-Nami ti rendi conto di quanto hai fatto infuriare la Marina?- mi
chiese preoccupato Usop che già tremava al solo pensiero che
ora il nemico aveva una ragione in più per eliminarci.
-si, mi sono accorta, visto che la taglia sopra la mia testa
è schizzata alle stelle- risposi compiaciuta, ed ora
l’occhiataccia da parte di Zoro la beccai io, ma non capivo
il motivo.
-Shanks ci ha fatto vedere il tuo ultimo volantino, ora vali 100
milioni, hai superato anche me complimenti- mi disse Robin, che forse
non l’avevo mai vista sorride così tanto come
quella sera.
-e si sono diventata un pericoloso pirata!- affermai soddisfatta.
-stupida, ma hai capito cosa vuol dire avere una taglia del genere
sulla testa!!!- Zoro sembrava infuriato e non lo era stato mai fino a
quel punto con me.
Il sorriso sparì dalla mia faccia in un attimo,
perché Zoro era così arrabbiato.
-certo che lo so, ma cosa ci posso fare, ormai è successo!-
gli risposi a tono, non ero mica stata io ad aumentare la cifra, non lo
avevo fatto apposta.
-ma potevi fare più attenzione, sciocca!!!- continuava a
parlare con uno sguardo duro, sentirmi dire quelle cose da lui in quel
modo mi provocò un forte dolore al petto.
-ma certo, perché ho seguito Dragon? mi potevo far tagliare
la testa, oppure perché non mi sono fatta investire dal
ciclone? A questo punto non avremmo avuto più problemi, la
mia taglia non sarebbe aumentata, anzi meglio ancora non ci sarebbe
stata più una testa su cui metterla!!!- ero fuori di me, ed
ero stanca dalla giornata pesante appena trascorsa, ma non capivo
perché mi avesse aggredito a quel modo, stavamo festeggiando
e parlando tutti tranquillamente e lui aveva dovuto rovinare tutto.
Dopo le mie parole i suoi occhi mi erano sembrati vuoti come mai lo
erano stati, si alzò di scatto dalla sedia e uscì
dalla stanza sbattendo la porta.
Io ancora non capivo cosa fosse successo esattamente, che cosa gli era
preso, mi ero già pentita delle cose che gli avevo detto,
forse come me era solo stanco e nervoso, ma aveva veramente esagerato
questa volta.
-brutto spadaccino idiota come si permette di dire certe cose alla mia
dea- Sanji naturalmente prendeva subito le mie parti, ma questo non mi
consolava, per niente.
Ero così felice fino a cinque minuti prima, ed ora una forte
tristezza mi stava invadendo, ma perché non avevo tenuto la
bocca chiusa avevo solo peggiorato la situazione; però la
colpa non era stata solo mia, mi aveva attaccata per primo e senza una
ragione, ma cosa gli era preso.
-tranquilla Nami vedrai che gli passerà presto!- mi
consolò Robin, forse dal mio viso si vedeva che
c’ero rimasta male, e non avevo le forze per mentire, e far
finta che quello che era successo non mi toccava.
-io … non capisco cosa sia successo!- confessai, ero confusa
e stava anche iniziando a farmi male la testa.
-è successo che quell’idiota non riesce a tenere
la bocca chiusa per le stupidate, ma quando deve aprirla veramente per
cose importanti non lo fa- non avevo capito molto di quello che Sanji
aveva detto.
-penso che fosse solo nervoso, è stata molto dura anche per
lui in quest’ultimo periodo- Robin continuava a parlare con
la sua voce rasserenante.
-era più intrattabile del solito e per la maggior parte del
tempo s’isolava da tutto e da tutti, solo quando abbiamo
saputo che tu eri viva si è ripreso un po’ ed
è tornato quello di sempre!- Usop mi lasciò senza
parole, ero mancata fino a quel punto anche a Zoro?
-ma perché allora … ???- non capivo
perché si era comportato così.
-te l’ho detto è un idiota- ripeteva Sanji
alquanto infastidito dalla reazione dello spadaccino.
-è solo preoccupato per te, con la tua nuova taglia, sia la
Marina che i cacciatori di taglie ti prenderanno di mira maggiormente,
come fanno con noi- Rufy era colui che conosceva meglio di tutti Zoro,
era stato il primo membro della sua ciurma, il suo migliore amico.
-non doveva prendersela con lei però, spero solo che appena
tornerà in se le chieda scusa come minimo, altrimenti lo
prenderò a calci fino a che non lo farà- una
leggera risata scoppiò tra i miei amici, e fui un pochino
rincuorata.
-sai com’è fatto è l’orgoglio
fatto a persona, a modo suo si farà perdonare-
affermò Franky, aveva ragione non avevo mai conosciuto una
persona così orgogliosa come lui, forse superava persino me.
Era ormai tardi quando decidemmo di andare a riposare, io mi sentivo
sfinita, la stanchezza le forti emozioni della giornata, e infine la
brutta litigata con Zoro, mi avevano distrutta.
Entrai in camera accompagnata da Robin che mi chiese se avevo bisogno
di qualcosa, ma volevo solo dormire, a tutto il resto avrei pensato
l’indomani.
-se hai necessità chiama, d’accordo?-
l’ingresso in ciurma di una ragazza come Robin era la cosa
migliore che mi potesse capitare, con gli altri ragazzi stavo bene, ma
avere una persona che può capire i tuoi bisogni e aiutarti
in certe situazioni era fantastico, e per alcune cose solo
un’altra ragazza poteva capire.
-una cosa ci sarebbe, mi aiuteresti a cambiarmi, non riesco a fare
molta forza con le braccia e secondo come mi muovo rischio di
capotarmi- le dissi facendola sorridere, quando lo faceva era
semplicemente stupenda, da quando stava con noi, ma soprattutto dopo
Enies Lobby, Robin lo faceva sempre più spesso ed era
fantastico sapere che era anche merito nostro se ora era felice di
vivere.
-certo!- mi rispose iniziando ad aiutarmi.
Quando Robin andò a coricarsi nel letto a fianco al mio,
potei apprezzare tutto quello che mi era mancato fino a quel momento,
il sapere che non ero più sola, e poi sentire il tipico
odore dell’inchiostro che utilizzavo per disegnare le carte,
che nonostante fossero tutte nella libreria al terzo piano della nave,
qualcuna continuavo a tenerla anche in camera.
Chiusi gli occhi volevo dormire, ma ero talmente stanca che il sonno
sembrava non volermi raggiungere, poi due occhi scuri e tempestosi
affollavano la mia testa senza abbandonarla un attimo.
La reazione di Zoro mi aveva sconvolta, era arrivata
all’improvviso, speravo che gli altri avessero ragione, e si
fosse comportato così esclusivamente per il nervosismo
accumulato in quei giorni.
Niente, non riuscivo ad addormentarmi, piano cercando di non far rumore
per non svegliare Robin, mi alzai andando subito a cercare con le mani
le stampelle senza le quali sarei sicuramente finita a terra al primo
passo.
Mi avvicinai alla scrivania dove avevo poggiato le carte fatte quando
ero con i rivoluzionari, non erano niente male, ma forse le avrei
potute migliorare utilizzando i miei strumenti.
Sentivo la necessità di prendere un po’
d’aria, magari poi sarei riuscita a prendere sonno, la fresca
brezza aveva l’odore del mare, riusciva sempre a calmarmi,
respirai a fondo immersa nel silenzio illuminata appena dalla luce
della luna.
C’era un posto che assieme all’odore del mare era
un toccasana contro l’insonnia, e mi diressi verso il ponte,
il piede libero dalla bendatura, si posò sul morbido, era
una sensazione bellissima, solo Franky poteva far si che il ponte fosse
ricoperto di un manto di soffice erba, alzai lo sguardo e vidi il luogo
in cui ero diretta.
Nella parte superiore del ponte stava un angolo di paradiso, il mio
piccolo e adorato agrumeto, avevo paura di non ritrovarli in buone
condizioni dopo la mia lunga assenza, invece i miei compagni si erano
presi cura di loro, quasi come avrei fatto io.
Appena arrivai presi tra le mani un mandarino senza staccarlo
dall’albero, lo annusai con un grosso respiro per poter
sentire al meglio il suo straordinario profumo, stavo in piedi ad occhi
chiusi immersa totalmente nel mio mondo quando una voce mi
riportò con i piedi per terra.
Continua…
Devo ammettere che mi stavo abituando ad avere un bel numero di
commenti, questa volta invece sono diminuiti, ma pazienza pochi ma
buoni, magari la prossima andrà meglio.
Tsukichan: sei la migliore rompiscatole che mi potesse
capitare, grazie, grazie, grazie. Questa volta un litigio un
più pesante del solito, ma dopo ci sarà la calma
vedrai. Grazie ancora per essere sempre presente.
Lucy94: Sanji e molto simile a Zoro, non ammetterà
mai di essere grandi amici, ma con loro le parole non servono, per loro
parlano i fatti. Mi fa piacere sapere che il momento dei saluti ti sia
piaciuto, e spero che anche questo capitolo ti piaccia.
jou_chan: ricordi quando va via dal suo villaggio che mentre corre
verso la nave ruba i portafogli agli abitanti, quindi dopo aver cercato
di fregarli da quando si era unita ai rivoluzionari, non poteva
salutarli in maniera differente.
Nami19: Strik fa tanto il duro, ma si è affezionato
moltissimo a Nami, e Zoro non poteva essere diverso, a sempre fatto
così con tutti i suoi compagni si preoccupa ma non
farà mai vedere pubblicamente l’affetto che prova
per loro, ma lo dimostra.
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
CAPITOLO 15
ZORO
La cena era andata bene, il finale giusto per una giornata faticosa ma
estremamente bella, finalmente eravamo tutti insieme, finalmente Nami
era di nuovo tra di noi.
Dopo che lei aveva raccontato cosa l’era successo in quel
periodo mi ero accorto di quanto ero andato vicino a perderla
veramente, da quando avevo saputo che lei era viva, non mi ero
preoccupato di altro se non di ritrovarla, e non avevo pensato a cosa
poteva aver passato.
Ma quando aveva parlato della sua taglia con tanta leggerezza, non ho
capito più niente, non aveva la più pallida idea
di quello che noi avevamo passato, di cosa io avevo passato credendola
morta, e lei stava parlando pacificamente di come era scampata per un
pelo ad un esecuzione e alla furia di un ciclone, come se nulla fosse e
in più sembrava contenta del fatto che ora la sua taglia era
aumentata.
Io ero il primo che si riteneva soddisfatto di un mio aumento di
taglia, ma sapere che per lei sarebbero triplicati i pericoli mi aveva
fatto uscire fuori di testa, invece che essere orgoglioso come si era
dimostrato Rufy.
Sarebbe stata presa di mira ancora di più, e anche se era
migliorata tantissimo durante i combattimenti, e avevo potuto notarlo
durante lo scontro in cui era impegnata quando l’avevo
ritrovata, non potevo impedirmi di essere preoccupato.
Ero uscito dalla stanza come una furia, avevo bisogno di stare solo, e
andai a posizionarmi sotto gli alberi dei mandarini, era rilassante
stare li anche perché potevo rimanere solo, in silenzio e al
riparo da scocciatori, visto che nessuno dei miei compagni osava
avvicinarsi per fare i loro stupidi giochetti quindi ero certo di non
venire disturbato.
Mi sdraiai, ma davanti ai miei occhi restava lo sguardo confuso di
Nami, avevo parlato poco ma ci ero andato pesante ogni volta che avevo
aperto bocca, non le avevo detto neanche la minima parola di benvenuto,
o almeno avrei potuto evitare certe uscite, visto che il problema di
volerla sempre proteggere era solo mio, nessuno mi aveva costretto.
Quando si trattava di lei io perdevo la testa era sempre successo
così, per questo finiva sempre che litigavamo, maledissi la
mia bocca nel momento stesso che le parole erano uscite, ma non ero
riuscito a restare un secondo in più davanti hai suoi occhi
dopo che mi aveva risposto, la sua voce era pungente e delusa.
Aveva ragione, che altro poteva fare nella sua situazione,
l’unica decisione che aveva preso era di continuare a vivere
e aveva lottato per quello, ed io invece che esserne fiero
l’avevo aggredita, e questo solo perché non
riuscivo a perdonarmi il fatto che in quella situazione io non ero con
lei, non l’avevo aiutata quando aveva avuto bisogno di me.
La leggera brezza proveniente dal mare mi fece arrivare un profumo
particolare, unico, che mai avrei potuto confondere, e appena
aprì gli occhi vidi la proprietaria di quella fragranza, lei
non mi aveva vista ero sdraiato rimanevo nascosto al buio della notte
sotto un albero dove non arrivava la debole luce della luna.
La osservai mentre si avvicinava ai suoi alberi e tendeva la mano verso
uno dei frutti, se lo porto vicino al naso e la vidi annusarlo ad occhi
chiusi, era l’immagine della beatitudine in quel momento, non
aveva niente della strega che poteva diventare in altre situazioni.
Rimasi a guardarla per un po’, le stampelle tenute strette
che reggevano il suo corpo avvolto da una leggera camicia da notte,
dovevo assolutamente parlarle.
-che ci fai ancora in piedi?- la vidi sobbalzare alla mia voce, non
credeva di trovare qualcuno, e di certo non me.
-non riuscivo a dormire e sono uscita a prendere un po’
d’aria- mi sarei aspettato una reazione diversa, credevo
fosse arrabbiata dopo la mia scenata, e ne avrebbe avuto tutte le
ragioni stavolta.
-sono venuta a vedere come stavano le mie piante, ora torno in camera-
e dicendo questo si stava girando, ma non volevo che lei andasse via.
-resta!!- le intimai, anche se non sapevo cosa gli avrei detto.
Lei si girò leggermente stupita verso di me, ma poi si
avvicinò e poggiò le stampelle
all’albero vicino a quello in cui ero sdraiato io e
aggrappandosi al tronco cercò di sedersi per terra.
Era buffa, con la gamba immobilizzata e impossibilitata a piegarla, non
riusciva ad inchinarsi, la sentii borbottare qualcosa che non capii,
vidi però le bende nelle braccia e mi ricordai che le
dovevano fare male anche quelle e lei ora stava facendo forza su di
loro per potersi sedere.
-aspetta!- le dissi scattando in fretta verso di lei e scollandogli le
braccia dal tronco a cui erano artigliate.
-cosa stavi facendo, volevi per caso sradicare l’albero?- le
domandai mentre l’aiutavo a sedersi sull’erba.
-idiota!- sbuffò facendo la sua espressione offesa che mi
fece spuntare un sorriso.
-odio non potermi muovere come voglio- si lamentò, e come
dargli torto.
-se ti lamenti già da adesso sei messa male, è
appena il primo giorno- le ricordai, e la sentii sbuffare con il
broncio sul viso.
Per un attimo scese il silenzio tra di noi, ma non era ne pesante ne
imbarazzante, io mi ero nuovamente sdraiato accanto a lei, e
approfittavo di quegli attimi per riordinarmi le idee, dovevo chiederle
scusa per il mio comportamento di qualche ora prima, ma le scuse non
erano il mio forte e non sapevo come fare, avevo deciso di seguire
l’istinto e dire quello che mi veniva sperando di non
peggiorare le cose.
-prima non volevo urlare contro di te!- lei che stava osservando il
cielo con la schiena appoggiata al tronco dell’albero, si
voltò e posò il suo sguardo su di me, solo adesso
mi rendevo realmente conto di quanto splendidi e grandi fossero i suoi
occhi nocciola, e quanto mi facessero sentire appagato.
-ti sono mancata veramente??- sembrava che dalla mia risposta sarebbe
dipesa la sua felicità in quel momento, o forse era solo una
mia speranza.
-certo che mi sei mancata!- le risposi sincero per la prima volta.
-come potevo non sentire la mancanza della strega che non fa altro che
dare ordini a chiunque, della mocciosa che non è contenta se
non si caccia nei guai, o della ladra che ruba tutto quello che
può anche a chi non ha niente come ad un povero spadaccino
che ha avuto la sfortuna di incontrarla?!- la vidi sorridere alle mie
parole, tutto quello che avevo detto erano esattamente i fatti come
stavano, ma la parte della ladra era la più azzeccata, era
riuscita a rubare l’unica cosa che mai avrei potuto credere
che qualcuno potesse portarmi via, perché non sapevo di
avere qualcosa che potesse essere rubato, mai avevo pensato di amare
una persona come ora sentivo di amare Nami.
Il fatto più sconcertante era che per la prima volta anche
solo nella mia mente riuscivo a definire questo sentimento.
Percepì un movimento, e quando mi voltai la trovai stesa
sull’erba come me al mio fianco, gli occhi chiusi e le labbra
leggermente incurvate all’insù.
-quanto mi è mancato questo profumo!- disse lei dopo aver
fatto un profondo sospiro.
-più di quanto ti siamo mancati noi?- le domandai.
-quasi!- voleva dire tanto se noi l’eravamo mancati
più dei suoi adorati agrumi.
-più di me??- questa volta attesi con ansia la sua risposta.
-certamente, i mandarini mi sono mancati molto di più!-
rispose talmente in fretta e seriamente che ci rimasi male.
Poi scoppiò a ridere dopo aver visto la mia espressione che
evidentemente aveva trovato molto divertente, facendomi capire che mi
stava prendendo in giro ed io c’ero cascato in pieno.
-scema!!!- dissi mentre lei continuava a ridere.
Quando finì di ridacchiare osservai le bende che coprivano
il suo corpo.
-sono molto fastidiose quelle ferite?- era impossibile non notare le
varie fasciature, e non mi piaceva vederle sul suo corpo.
-a parte tu che continui a fissarle e la gamba immobilizzata, niente di
insopportabile- si era accorta che il mio occhio non faceva che cadere
sulle bende.
-così io sarei insopportabile, senti chi parla!!!- mai che
riuscissimo a fare un discorso senza punzecchiarci, ma era quello il
bello tra di noi, non c’erano bisogno di parole sdolcinate
per far capire che tenevamo ad ognuno della nostra ciurma, bastavano
semplici frasi o piccoli gesti, che sapevamo cosa si voleva dire.
Finalmente però ero riuscito a farla ridere, e non solo
arrabbiare per togliere fuori quel carattere forte con cui riusciva a
tenermi testa con estrema facilità, trovavo molto piacevole
stare ad osservarla mentre il suo corpo era scosso mentre rideva.
Era rilassante sentire sulla pelle la leggera brezza che tirava quella
notte, e sicuramente anche Nami era del mio stesso parere visto che le
parole uscivano dalla sua bocca sempre più piano e
lentamente, e ogni tanto mi rispondeva con qualche secondo in ritardo.
Quando mi voltai la vidi che faceva fatica a tenere gli occhi aperti,
la stanchezza e le emozioni di quella giornata si facevano sentire e
ora stava crollando.
Senza che lei si rendesse conto, mi alzai e la presi in braccio, non
era in condizioni di camminare, e in più ci sarebbe voluta
tutta la notte solo per aiutarla ad alzarsi.
-e ora di andare a dormire- gli dissi mentre la sollevavo.
Non che mi aspettassi che mi prendesse a voci per averla presa in
braccio, però mi stupì il fatto che non solo non
protestò una volta resasi conto di cosa stavo facendo, ma
anzi si posizionò meglio tra le mie braccia.
Era così leggera che riuscì a prendere anche le
stampelle, e mi avviai verso la sua cabina.
Il letto era disfatto, segno che aveva tentato di dormire ma non
riuscendoci era uscita a prendere aria e aveva incontrato me, cercai di
muovermi il più piano possibile per non svegliare Robin che
dormiva nel suo letto, anche se ero quasi certo che si fosse
già accorta della nostra presenza, appoggiai le stampelle
vicino alla scrivania, e poi delicatamente posai Nami sopra il
materasso, lei continuava a tenere gli occhi chiusi, sembrava che ormai
il sonno l’avesse definitivamente catturata.
Mentre facevo scorrere il lenzuolo per coprirla, sfiorai la gamba
immobilizzata, dove il tessuto del lenzuolo non scivolava facilmente
visto la presenza delle bende, che rendevano la destra più
grossa della sinistra.
-sai mocciosa, hai una gamba più grossa
dell’altra?!!- una volta tanto sarei riuscito ad avere
l’ultima parola, ero sicuro che non mi avrebbe risposto, era
già tanto se mi aveva sentito.
-maniaco cosa stavi toccando, approfitti del fatto che non sento niente
per via delle bende?!- accidenti mi aveva sentito, ma non stava
dormendo?
-io non stavo toccando niente, come ti ho portato in braccio io
… , e poi anche se volessi mi spieghi come avrei fatto visto
lo strato di garze che la ricopre?- fui quasi soddisfatto della
risposta che riuscii a dargli dopo aver leggermente balbettato
all’inizio della frase, anche perché non avrei
potuto fare di meglio visto che non mi trovavo assolutamente a mio agio
con questi discorsi, in più avevo la sensazione di avere gli
occhi azzurri di Robin addosso, e per un attimo pensai di sentire una
leggera risatina.
-a parte il fatto che la gamba coperta è solo una, comunque
sai benissimo che sotto la fasciatura c’è la mia
fantastica gamba, e hai ammesso tu stesso che avresti voluto toccarla,
infondo lo devi aver fatto se ti sei accorto che una è
più grossa dell’altra, oltretutto è
dovuto alle bende, altrimenti le mie gambe sono perfette!!- i suoi
occhi erano semichiusi e lucidi per il sonno, ma la lingua non si era
addormentata, anzi riusciva comunque a fregarmi.
-non ho mai detto questo, strega- non sapevo più cosa
risponderle, e come sempre vinceva lei.
Sul suo viso comparve un’espressione vittoriosa, poi un
sospiro uscì dalla sua bocca mentre si sistemava in una
posizione più comoda nel letto.
-sono tornata a casa!!- sussurrò, era da un po’
che l’osservavo, e non era ancora sparito il sorriso dal suo
viso, e questo mi faceva capire ancora di più quanto gli
fossimo mancati in questi mesi lunghi e difficili, e ora era realmente
contenta di essere di nuovo con noi.
La Sunny era ormai la nostra casa, ma anche solo lo stare tutti insieme
ci faceva sentire a casa in qualsiasi posto noi ci trovassimo.
Mi avviai verso la porta per uscire e lasciare Nami ad un meritato
riposo, ma fui bloccato dalla sua voce.
-Zoro!!- rimasi in attesa di sentire cosa volesse dirmi, per un attimo
la vidi titubante, e quasi scuotere la testa.
-ci vediamo domani, buzzurro!- mi disse solamente, la mia mocciosa, si,
era proprio tornata.
-buonanotte strozzina!- le risposi prima di uscire dalla sua cabina.
Non ero riuscito a chiederle proprio scusa per il mio comportamento, ma
lei mi aveva perdonato, non me lo aveva detto, ma lo avevo capito, come
per me non era facile chiedere scusa, per lei era difficile ammettere
di perdonare, lo dimostrava però con il suo modo di fare.
Se non mi avesse perdonato, non mi avrebbe permesso non solo di
avvicinarla, ma mi avrebbe spedito con un colpo di stampella il
più lontano possibile dal suo agrumeto.
Continua…
Ringrazio tantissimo RoloChan105 per avermi inserita tra gli autori
preferiti, ne sono onorata.
RoloChan105: sono molto contenta che la storia ti piaccia, e devo
ammettere che speravo che arrivasse un tuo commento prima o poi, visto
che adoro leggere le tue ff. Sinceramente prima le ooc non mi
piacevano, ma grazie alle tue storie, o scoperto che possono essere
molto interessanti e belle, e aspetto sempre con ansia un tuo
aggiornamento.
Per quanto riguarda il capitolo, a modo suo Zoro si è fatto
perdonare, e Nami parla, parla, ma alla fine lo perdona sempre e
comunque.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e che continui a seguirmi,
alla prossima.
Lucy94: spero di non aver deluso le tue aspettative per questo
capitolo, e che questa riappacificazione tra i due ti sia
piaciuta. Per i loro caratteri, hanno fatto un grosso passo
avanti, ma avranno ancora parecchie cose da chiarire ora che anche lo
spadaccino ha ammesso a se stesso di amare Nami.
jou_chan: quella taglia sta a significare pericolo, per la bella
navigatrice, e lui essendo molto protettivo nei suoi confronti si
preoccupa. L’altro sonnambulo è proprio Zoro, e
chi poteva essere se no?
Tsukichan: pace fatta, il bello dei loro litigi è proprio
sapere che faranno pace, ma sarebbe noioso se andassero sempre
d’accodo, giusto?
Non so esattamente quanto ci voglia alla fine, io scrivo la storia e
poi la divido in capitoli e faccio le varie modifiche e correzioni man
mano che posto, non credo che ci vorrà tantissimo ma neanche
pochissimo. Continuerei all’infinito solo per leggere ogni
volta le tue recensioni, ma ho in mente delle altre storie che potrei
postare, quindi se ti piaceranno ci sentiremo anche li, e poi
cercherò di recensire sempre le tue ff, di cui aspetto con
ansia l’aggiornamento soprattutto visto il modo in cui hai
fatto finire l’ultimo capitolo, devo assolutamente sapere
cosa succederà. Comunque per ora questa ff non è
ancora giunta al termine e ti ringrazio per l’incoraggiamento.
Nami19: la reazione di Zoro è stato uno sfogo per tutta
l’ansia dovuta alla mancanza di Nami. È vero lui
è il primo che si vanta per la sua taglia, come tutti i
pirati, e un segno che stanno diventando sempre più forti e
temuti. Lui e un uomo d’onore e non farebbe mai del male ad
una donna, soprattutto se questa non è una combattente, ma
sa che non tutti la pensano come lui, la sua prima reazione
è stata esagerata ma anche comprensibile, se pensiamo che la
donna in questione è Nami. Spero ti sia piaciuto questo
capitolo e che abbia spiegato bene i comportamenti di entrambi.
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
CAPITOLO 16
NAMI
Quando Zoro mi aveva preso tra le sue braccia, l’iniziale
stupore fu sostituito da una bellissima sensazione di calore, che mi
faceva stare meravigliosamente bene, in altre situazioni, mi sarei
arrabbiata e avrei dato un pugno in testa a Zoro, affermando che sapevo
camminare anche da sola.
Ma non avevo voglia di litigare, non avevo voglia di rompere che
momento di calma che si era creata quella sera, e poi non era vero che
sarei riuscita a camminare da sola, con la stanchezza ed il dolore
delle ferite sarei arrivata in camera solo trascinandomi.
Notai il suo stupore quando invece che protestare mi sistemai meglio,
ero troppo stanca a per fargli notare l’espressione buffa che
aveva sul viso.
Mi portò in camera, e appena mi stese sul letto e si
allontanò, sentì il calore del suo corpo
abbandonarmi, per un attimo avevo pensato di dirgli di restare ancora
un po’ con me, ma cancellai immediatamente
quell’idea e gli diedi esclusivamente la buona notte.
Il tempo che la porta si chiuse alle spalle dello spadaccino ed io mi
ero addormentata.
I sogni quella notte furono tranquilli, il fatto di essere insieme alla
mia ciurma mi faceva sentire al sicuro, mentre fino alla sera prima le
mie notti erano spesso popolate da incubi che non aveva più
da molto tempo, e da incubi nuovi che mi avevano tormentata in tutto il
periodo scorso.
Era da tanto che non passavo una notte così rigenerante, al
mio risveglio infatti mi sentivo carica di energie, e pronta a
riprendere in mano la vita che avevo lasciato qualche mese fa quando
fui separata dalla mia “famiglia”.
Passarono i giorni, in cui mi accorsi che in maniera discreta ogni mio
compagno cercava di passare del tempo in più con me, come se
volessero recuperare quello perso, e anche se loro erano restii a
parlarne mi resi conto, quanto, il periodo trascorso lontani era stato
difficile per me quanto per loro che mi credevano morta.
Finalmente era arrivato anche il giorno in cui Chopper mi avrebbe tolto
la rigida fasciatura in cui era costretta la mia gamba, non la
sopportavo più mi faceva sentire un’imbranata.
-è tutto a posto ora, ma cerca di non sforzare troppo la
gamba, d’accordo?- appena il nostro piccolo dottore di bordo
levò quella prigione dal mio arto, mi sentì
libera.
-grazie mille, sei il miglior dottore che ci sia!- sapevo che i
complimenti anche se lo imbarazzavano gli facevano piacere, e io avevo
detto solo la verità.
-non dire così Nami, ho fatto solo il mio dovere!!!- disse
gongolando felice per tutta l’infermeria facendomi sorridere.
-mia bellissima dea, che bello vederti senza stampelle, stai meglio
ora?- stavo andando a sedermi vicino a Robin nella sala
dell’acquario dove si trovava il giornale che ancora non
avevo potuto sfogliare, Sanji arrivò con un vassoio di
pasticcini.
-che domanda idiota!- Zoro era apparso silenziosamente dietro il cuoco,
da quando ero tornata, appena Sanji mi ronzava intorno, lui appariva.
-cosa vuoi tu, chi ti stava cercando?!!- era in arrivo
l’ennesimo litigio.
-stupido, è logico che sta meglio!!!- stare ad ascoltare due
che litigano e sapere che non si arriverà ad una conclusione
era snervante, era decisamente meglio essere coinvolta personalmente,
almeno mi sfogavo e soprattutto mi potevo divertire.
-la volete finire di fare tutto questo chiasso sto cercando di leggere-
non alzai neanche gli occhi dai fogli, c’era un articolo che
aveva attirato la mia attenzione.
-ragazzi sentite qui … - chiamai i miei compagni.
- … sembra che l’Armata Rivoluzionaria abbia
rovesciato un'altra isola sotto il potere del Governo Mondiale-
informai, gli altri continuando a leggere l’articolo che
naturalmente dipingeva i rivoluzionari come fuorilegge della peggior
specie.
- allora, era questo l’impegno per cui il padre di Rufy non
ti ha salutato di persona e noi non lo abbiamo potuto conoscere?!!-
affermò Brook.
-sicuramente, non è un impresa che si fa in un giorno, ci
sarà voluto del tempo per elaborare un attacco del genere-
affermai pensierosa, non era una missione per niente facile quella che
si era scelto Dragon, ma lo ammiravo per questo, stava riuscendo nel
suo intento.
-lo spirito battagliero e la forza di volontà a quanto pare
il nostro capitano, l’ha presa tutta da suo padre- su questo
Robin aveva più che ragione.
Stavo terminando le migliorie ad alcune delle mie carte, e quindi mi
posizionai in biblioteca dove avevo trovato Robin che leggeva uno dei
suoi libri, capitava spesso che ci ritrovassimo li, potevamo benissimo
stare insieme ed occuparci dei nostri interessi senza darci fastidio
avvicenda cosa impossibile se c’era in giro un qualsiasi
altro componente della ciurma.
Anche in questo caso Franky era stato magnifico, la libreria era una
struttura simile ad una casupola all'estremità posteriore
della nave, l’interno era una larga stanza circolare con
tantissimi libri.
Sotto gli scaffali pieni di libri ci sono due lunghe panche che corrono
per metà della parete, al centro della stanza si trova la
mia scrivania, dove tenevo il diario di bordo e le carte.
La libreria, per me è il "cervello della Sunny".
Avevo finito il mio lavoro e mi stavo stiracchiando le braccia
soddisfatta, quando Robin alzò gli occhi dal suo libro.
-i rapporti con lo spadaccino sono migliorati rispetto al primo giorno
in cui sei tornata?- mi chiese con uno strano sorrisetto.
-sono tornati come sempre!- gli risposi sospettosa, aveva
l’aria di una che la prende larga per arrivare poi ad un
punto preciso.
-ti ha chiesto scusa, allora?- ecco cosa voleva sapere.
-sai come è fatto, non mi ha fatto esattamente le sue scuse,
ma diciamo che sono stata benevola e lo perdonato- affermai, ed era
vero, ma a modo suo le scuse me le aveva fatte.
-alla fine può fare quello che vuole, lo perdoni sempre-
iniziava ad insospettirmi il suo comportamento, e poi cosa
c’era di così divertente da farla ridere.
-io lo sempre detto, sono molto caritatevole anche troppo con quei
scalmanati- infondo li sgridavo, ma non rimanevo arrabbiata
più di tanto.
-però con Zoro è diverso!- non capivo dove
volesse andare a parare.
-cosa vuoi dire???- dalla mia voce trasparì un leggero
nervosismo.
-se lui l’ultima volta anche se a modo suo non si fosse
scusato, tu lo avresti perdonato lo stesso!- disse lei sicura delle sue
parole, mentre io la guardavo perplessa.
-cosa stai dicendo Robin?!- ero sempre più confusa.
-niente e solo che mi sono accorta che tieni molto al suo giudizio su
di te- il sorriso continuava imperterrito a brillare sul suo viso.
-non so proprio di cosa stai parlando!!- cercai di fare la vaga,
perché avevo un certo sospetto che lei volesse intendere che
io fossi interessata a quello squattrinato.
-io invece credo che tu sappia esattamente di cosa sto parlando, e sono
curiosa di sapere come si evolveranno le cose- era sicura delle sue
insinuazioni, e io mi domandavo che fine avesse fatto la mia lingua
lunga, perché ora che serviva non riuscivo a inventare
niente per giustificarmi.
Che poi perché inventare, bastava dire la verità,
io non ero per niente interessata a quel buzzurro, … anche
se la sera in cui ci eravamo chiariti non aveva niente di rozzo.
Come facevo ad ammettere a Robin che mi piaceva se non riuscivo a farlo
neanche con me stessa?
-è stato molto gentile quella notte a portarti fino al tuo
letto!!- disse sghignazzando e lasciandomi sbigottita, lei era sveglia
allora.
Ero talmente concentrata sulle mie riflessioni che non mi ero neanche
accorta che la mia compagna era andata via.
Brava Nami così hai confermato le sue teorie.
Scesi sul ponte dove si trovava tutta la ciurma, c’era un
bellissimo sole fuori, e si stava benissimo all’aria aperta.
Mi misi seduta al tavolino dove subito Sanji portò il
tè con alcuni dei suoi fantastici dolcetti, quanto mi erano
mancati, da quando ero tornata lui non faceva che sfornarne ogni giorno
sempre diversi, e io molto volentieri ne approfittavo.
-guarda che se continui a mangiare tutti quei dolci diventerai una
balena- ecco che Zoro doveva rovinare quel momento d’estasi
mentre assaporavo una di quelle squisitezze.
-stai insinuando forse che sono grassa- e no quello non poteva dirlo.
-ti sto solo mettendo in guardia- ne stava approfittando solo
perché Sanji era già tornato in cucina.
-senti, ho da recuperare i mesi in cui non c’ero, e poi se
proprio la vogliamo dire tutta io mi posso anche permettere di mangiare
qualche dolce in più, di certo non mi rovino la mia linea
perfetta - affermai.
-fai come ti pare, quando poi avrai una pancia enorme, non dire che non
ti avevo avvisato- odiavo quando aveva quello sguardo strafottente sul
viso.
-una pancia enorme? vuoi dire che presto Nami avrà la
pancia??- chiese Rufy stranamente entusiasta uscendo in quel momento
dalla cucina.
-quindi presto nascerà il mio nipotino- per poco non
affogavo con il sorso di tè che avevo appena bevuto, e mi
accorsi che tutti avevano interrotto quello che stavano facendo, e Zoro
era leggermente impallidito.
-di che nipotino stai parlando??- avevo una strana sensazione.
-ma di quello che farete tu e Zoro, no?- l’espressione
innocente e le parole del mio capitano mi lasciarono talmente sconvolta
che non reagì subito.
-aiuto, ora le cose si mettono male- sentii Usop che sussurrava
all’orecchio di Chopper.
-Rufy ti sei bevuto il cervello si può sapere come ti
è venuta in mente quest’idea???- domandai un
tantino arrabbiata, sapevo che lui era strano, ma non fino a questo
punto.
-Zoro me l’ha promesso, vero?- a quelle parole mi voltai
verso lo spadaccino per avere una risposta, e non so che sguardo io
potessi avere se imbufalito o stupefatto, ma lui era decisamente nel
panico più totale.
-io non ti ho promesso un bel niente, ti sei fatto tutto da solo- gli
urlò contro.
-ma Chopper ha detto che si sta già preparando per seguire
la gravitanza!- non potevo mancare qualche mese che sulla nave era
successo un macello.
-Rufy si dice gravidanza- lo corresse il dottore, sotto il mio sguardo
sempre più sconcertato.
-razza di idiota, io non ho mai detto che acconsentivo- Zoro sembrava
molto arrabbiato e io non sapevo più cosa dire.
-Rufy ti ho detto che sarò io a fare un figlio con la mia
sirena- bene ci mancava solo Sanji.
-non ti ci mettere anche tu damerino da strapazzo- si potevano
intravedere le scosse elettriche che i loro rispettivi sguardi si
stavano lanciando.
-ti ho detto che Zoro ha la precedenza, quindi sarà lui a
darmi un nipotino con Nami- precedenza? ma cosa aveva al posto del
cervello Rufy.
-non ho nessuna intenzione di fare un figlio con quella mocciosa- ero
arrivata oltre il limite della sopportazione, come eravamo arrivati a
quel punto?
Diedi un pugno in testa hai tre dementi che continuavano a litigare
coma se io non fossi presente.
-sono io che non ho nessuna intenzione di fare un figlio con nessuno di
voi, meglio mi faccio suora- scoppiai, lasciandoli a terra con tre
grossi bernoccoli che crescevano a vista d’occhio, per poi
andare e cercare di rilassarmi sotto i mandarini.
Ci volle parecchio, e molti respiri profondi, prima di riuscire a
calmarmi un po’, cosa era preso a tutti non facevano altro
che fare insinuazioni su me e Zoro, prima Robin ora Rufy, e poi Chopper
che si prepara per una futura gravidanza.
E pensandoci bene, il giorno prima Brook aveva detto che doveva
chiedere a Zoro se gli dava il permesso di guardare le mie mutandine,
forse mentre non c’ero, erano sbarcati su un isola e avevano
contratto una strana malattia che ora li stava facendo vaneggiare,
oppure erano rimasti troppo tempo sotto il sole.
Un figlio da Zoro, ma come gli è venuto in mente a Rufy, da
quello che avevo capito c’era già stata un
discussione del genere, ecco perché Zoro era sbiancato
immediatamente appena era arrivato il capitano.
Continua…
Ecco a voi un nuovo capitolo spero sia di vostro gradimento, grazie a
tutti i numerosi lettori che continuano a seguire la ff.
Grazie mille Tsukichan per avermi inserita tra gli autori preferiti,
sono contenta che ti piaccia anche il mio modo di scrivere oltre che la
storia.
RoloChan105: come ti sembra questo capitolo? Nami ha sempre
l’ultima parola, ma quando Robin interviene si trova in
difficoltà pure lei, mentre questa volta a mettere in
difficoltà Zoro ci pensa il capitano.
Tsukichan: sono io quella stracontenta che hai iniziato a leggere la
ff, e pretendo che la mia rompiscatole preferita continui a rompere le
scatole.
Ora che entrambi hanno ammesso a loro stessi che sono innamorati ora e
giusto che lo esprimano, e se non ci pensano da soli i loro compagni
gli daranno una mano. Robin che stuzzica Nami, e Rufy che ingenuamente
svela un episodio successo quando Nami non era con loro. Vedremo se
queste spinte serviranno a qualcosa.
giusy91: spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, un passo alla
volta Nami e Zoro si avvicinano sempre di più.
Lucy94: sono molto contenta che riesco a trasmetterti così
tanto con questa storia, e sono io a ringraziare te per tutti i tuoi
commenti. Nami e Zoro piano, piano capiranno che anche
l’altro prova gli stessi sentimenti. Naturalmente fammi
sapere cosa ne pensi di questo capitolo.
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
CAPITOLO 17
ZORO
Come avevo fatto a finire in una situazione così assurda, ed
era tutta colpa di quel dannato del mio capitano, perché non
riusciva a tenere la bocca chiusa, davanti a Nami poi.
Aveva anche osato dire che io avevo promesso, forse la vicinanza con
Usop stava iniziando a dare i suoi frutti anche con uno come Rufy.
Quella strega oltretutto non c’è andata leggera
con quel pugno, io poi cosa centravo, era Rufy che voleva un nipotino,
e Sanji che voleva un figlio da lei, io ho detto che non avevo nessuna
intenzione di farlo.
Forse non l’ho detto in maniera delicata, però lei
poi aveva confermato le mie stesse parole.
Da quando Nami era tornata avevo il timore che i miei compagni si
lasciassero sfuggire qualcosa riguardo le loro insinuazioni su un mio
interessamento sulla navigatrice, ed ecco che era accaduto.
Quello che continuo a chiedermi è, non sono mai stati molto
svegli, fatta eccezione per Robin, ma proprio adesso si dovevano
svegliare?
Andai sulla cima dell'albero di trinchetto, dove si trovava la coffa,
che fungeva anche da palestra, dove potevo tenere i pesi e tutti gli
strumenti per i miei quotidiani allenamenti.
La forma rotonda con molte finestre alle pareti permetteva una stupenda
visuale, e visto che i miei allenamenti si svolgevano per la maggior
parte delle volte di notte, spettava quasi sempre a me il compito di
vedetta, ma non mi disturbava visto che poi dormivo durante il giorno.
Mi impegnai con gli allenamenti soprattutto per non pensare alla
discussione avuta poco prima, di cui ancora non sapevo se essere
arrabbiato per la figuraccia che Rufy mi aveva fatto fare, oppure farmi
una risata per l’assurdità delle sue parole.
Stava calando la sera quando sentì qualcuno salire sulle
funi attorcigliate attorno all'albero a formare una scala, unica via
per accedere alla coffa.
Senza bloccare il sollevamento dei pesi, attesi che entrasse dalla
porta il visitatore, ma non feci in tempo ad accorgermi che era dentro
che mi arrivò dritto in faccia un asciugamano.
Sapevo chi era stato, il suo odore era arrivato al mio naso assieme
all’asciugamano che ne era impregnato, fortunatamente riuscii
a tenere saldo quello che avevo in mano senza che mi crollasse tutto
addosso.
-si può sapere che ti è preso, volevi che
rimanessi schiacciato dai pesi???- per fortuna avevo dei buoni riflessi.
-non sarebbe una cattiva idea!- mi disse Nami portando le dita sotto il
mento, pensierosa, prima di togliermi la lingua.
-cosa sei venuta a fare qui??- le domandai, ero curioso di sapere cosa
l’aveva portata a salire.
-quanto siamo scorbutici, … da quando è diventata
proprietà privata qui? Non posso più venire??-
continuavo a non capire cosa ci faceva li.
-non mi hai risposto però?- provai ad insistere.
L’osservai mentre lei andava a sedersi sulla panca simile ad
un divano, che prendeva quasi tutta la circonferenza della stanza, si
accomodò vicino agli strumenti per l'osservazione
telescopica e ad un microfono collegato ad un altoparlante esterno
situato subito sotto l'osservatorio, e posò il suo sguardo
verso l’orizzonte.
Stava per iniziare lo spettacolo del tramonto, la notte in quella zona
della Rotta Maggiore arrivava presto, dovevamo ancora cenare e presto
sarebbe scesa la notte.
Quasi ogni sera osservavo dalla stessa posizione in cui era lei ora, il
sole che tramontava, Nami era intenta ad osservare quello spettacolo, e
la luce del sole calante dava delle sfumature ai suoi capelli,
facendoli apparire infuocati.
-era da tanto che non osservavo il tramonto da quassù- il
tono della sua voce era cambiato, non aveva niente della sua sottile
ironia che utilizzava spesso con me, aveva un qualcosa di rassicurante.
Era una cosa assurda, io trovavo lei rassicurante, quando ero sempre io
che rischiavo la pelle per salvare quella strega.
-solitamente a quest’ora stai tra i tuoi alberi!- risposi
calmo, sedendomi anch’io.
-come fai a saperlo spadaccino, mi spii?!- mi chiese con una punta di
malizia che usava quando voleva sfottermi.
-cosa stai dicendo, da qua su si vede benissimo l’agrumeto ed
è normale che ti veda- gli risposi un tantino offeso.
Quando però voltai nuovamente lo sguardo su di lei, la vidi
ridere, ma non era una risata beffarda, anzi sembrava rilassata e
serena, e questo fece spuntare anche sul mio viso un sorriso, o meglio
il mio solito ghigno.
Dovevo ammettere che era bello poter stare in sua compagnia, anche se
stavamo in silenzio, lei solitamente era una gran chiacchierona, quando
capitava che eravamo soli però spesso stava zitta, ma non
mostrava ne segni di nervosismo ne d’imbarazzo, io non ero
mai stato molto loquace di natura, ed era come se lei sapendolo
rispettasse i miei silenzi.
Il sole era ormai calato, e quel silenzio fu spezzato da Nami.
-Zoro, ti sei mai chiesto come sarebbe stata la tua vita se non
incontravi Rufy??- mi colse totalmente impreparato, non mi aspettavo
una domanda del genere, dovetti prendere un po’ di tempo per
formulare una risposta, ma lei sembrava non avere fretta.
-si! Sarei ancora in giro a fare il cacciatore di taglie per diventare
sempre più forte, come prima di diventare un pirata- era
sicuramente quello che avrei continuato a fare, era l’unico
modo che conoscevo per trovare avversari sempre più forti.
-sei contento di averlo incontrato?- perché quelle domande,
era strano da parte sua.
-sono sempre stato abbastanza solitario, ma devo ammettere che ogni
tanto un po’ di compagnia fa piacere- alle mie parole Nami mi
rivolse uno dei suoi sorrisi più sinceri, voleva dire che
aveva apprezzato le mie risposte e questo mi rendeva stranamente
orgoglioso.
-come mai queste domande?- chiesi incuriosito.
-quando ero lontana da voi facevo dei sogni in cui voi proseguivate il
viaggio senza di me, … mi dimenticavate!- abbassò
lo sguardo, la frangetta copriva i suoi occhi, impedendomi di vedere
interamente la sua espressione.
-non è una cosa semplice dimenticarsi di te!- affermai,
volevo a tutti i costi tirargli su il morale, perché avevo
la certezza che quei sogni l’avessero tenuta sveglia molte
notti.
-in che senso?- mi chiese alzando il viso con un espressione
interrogativa, ma anche diffidente.
-voglio dire che la tua presenza si è fatta sempre
fortemente sentire, le tue urla e i tuoi colpi saranno impossibile da
dimenticarli per tutta la vita- le risposi massaggiandomi la testa che
tante volte si era deformata sotto i suoi micidiali pugni.
-quando ve li ho dati lo meritavate!!- disse tornando a sorridere, con
mio sommo piacere.
Ero contento di aver sdrammatizzato senza offendere nessuno, non era il
mio forte consolare le persone.
-e poi pensi che Rufy avrebbe lasciato indietro un membro della sua
ciurma, … e poi come saremmo arrivati ad Raftel Island, dopo
un po’ ci saremmo sicuramente persi- il nostro capitano non
l’avrebbe mai fatto, e non solo lui.
-e tu, mi avresti lasciata indietro?- mi chiese fissando i suoi grandi
occhi nei miei.
-devo ammettere che un pensierino lo avevo fatto!- cercai di rimanere
serio per un po’ dopo aver parlato, anche se era difficile
visto che Nami in meno di un secondo aveva cambiato non so quante volte
il colore del viso.
Inizialmente era sbiancata, fino a diventare viola dalla rabbia di
sentirsi presa in giro, passando per tutte le sfumature di quei colori.
Non avevo resistito molto ed ero scoppiato a ridere, mentre lei
borbottava non so quali maledizioni rivolte a me.
-idiota- riuscii solo a comprendere.
-e dai scema, sei tu che fai domande stupide- gli risposi continuando a
ridere.
-non sono stupide, dopo un po’ che sei lontano dai tuoi
compagni pensi a tante cose, e molte non sono positive!!- ora mi
sentivo in colpa di aver scherzato forse un po’ troppo su un
fatto che probabilmente l’aveva fatta stare male.
-dai!! lo sai che senza te che mi fai da guida mi perderei anche sulla
Sunny- non era un granché come scusa, ma almeno non si
allontanava molto dalla verità.
Avevo notato un luccichio nei suoi occhi, credevo che avrebbe
approfittato, della mia momentanea ammissione, di non avere il minimo
senso dell’orientamento che tante volte mi rinfacciava, per
una delle sue solite frecciatine, invece era ferma che mi fissava.
-vuol dire che ti fidi di me?!!- la sua non era una domanda, ma una
costatazione, non lo avevo mai ammesso a parole ma lo avevo sempre
fatto capire più o meno.
-e la seconda volta in poco tempo che, anche se non direttamente mi
dici di fidarti- e mentre lo diceva sembrava felice di questo, forse i
gesti non bastavano, qualche volta le parole potevano essere una bella
conferma, e sentirle faceva bene.
-si ma alcune volte di te non mi fido completamente!!- va bene che mi
ero aperto un po’ con lei ma avevo da mantenere il mio
orgoglio, soprattutto con Nami, di certo non sarei mai voluto diventare
uno zerbino come Sanji, anche se in fondo sapevo che tra loro era
più che altro abitudine e divertimento; a lui piaceva
corteggiare e a lei essere corteggiata.
-e quando sentiamo!- disse mettendosi a braccia conserte in ascolto.
-quando si tratta di soldi naturalmente! Quando spari una delle tue
sfide so per certo che sotto c’è qualcosa-
affermai, infatti le vinceva sempre lei.
-ma io non ti ho mai costretto a partecipare- mi rispose innocentemente.
-si, ma fai in modo che sia quasi costretto ad accettare, se non voglio
passare per codardo- era sempre la solita storia ogni volta ma io alla
fine mi divertivo lo stesso a giocare con lei.
-non è colpa mia se hai problemi di autostima, mio caro-
sfoggiò la sua espressione impertinente di chi sa di
riuscire ad avere in ogni caso l’ultima parola.
-e inutile discutere con te, hai sempre la risposta pronta- mi arresi,
non avevo voglia di iniziare un litigio proprio in quel momento dopo
che eravamo riusciti a stare insieme senza finire per insultarci.
-ti arrendi già, stai invecchiando mio caro spadaccino- e
così ero vecchio secondo lei.
-e così sarei “tuo”?- domandai ridendo
sotto i baffi, osservando la sua espressione.
-cosa?- era stupita della mia domanda, forse non si era accorta delle
parole che aveva utilizzato per ben due volte di seguito.
-mi hai appena detto “mio caro” e “mio
caro spadaccino”, qui non vedo nessun altro spadaccino,
quindi ti stavi rivolgendo a me!- ora avevo io in pugno la situazione,
lei era li che mi guardava senza parole, probabilmente per la prima
volta.
-ma io … era solo … un modo di dire- non
l’avevo mai vista balbettare e anche se eravamo illuminati da
una leggera luce mi sembrò che le sue guance si fossero
leggermente arrossate.
-sicura?- gli parlai all’orecchio dopo essermi avvicinato di
più a lei.
Non rispose, ed io mi trattenni un attimo in più in quella
posizione per respirare il suo profumo che ricordava i mandarini e
l’inchiostro.
Svelto mi alzai da quella posizione e mi diressi verso la porta.
-dove vai?- mi fermò Nami.
-ho finito con gli allenamenti per oggi, ed ho bisogno di una doccia-
affermai mentre uscivo dalla stanza, diventata stranamente stretta.
Si avevo proprio bisogno di una doccia per calmarmi, non mi ero mai
comportato così con Nami, e vedere che lei non mi
allontanava indispettita mi aveva piacevolmente stupito.
Però stare così vicino a lei e sentire il profumo
della sua pelle …, non sono solo uno spadaccino, sono un
uomo, e lei è una donna, altroché se lo
è, e la voglia di assaggiare quelle labbra tentatrici era
tanta.
Una bella doccia fredda era proprio quello che mi serviva.
Continua…
Grazie mille a jou_chan per avermi inserito tra gli autori preferiti, e
già la terza persona che lo fa, e sono emozionata, mi fa
enormemente piacere sapere che la mia presenza è gradita.
giusy91: questo capitolo più che divertente come gli ultimi
e più romantico, spero sia di tuo gradimento anche questo.
jou_chan: giusto, visto che ormai il resto della ciurma ormai sa che
tra i due c’è più di
un’amicizia e naturale che diano una mano nei limiti, ma
spetta a loro fare il grande passo. Rufy anche se inconsciamente riesce
a toccare sempre i punti giusti non ti pare?
Lucy94: addirittura un genio, sono lusingata. Per quanto riguarda la
“precedenza”, Rufy e quello che per primo a
conosciuto sia Zoro che Nami, e loro da subito hanno avuto a par mio e
non solo, un rapporto di amore e odio, e lui nonostante sia tra le
nuvole penso che in fondo se ne renda conto, quindi per un suo modo di
ragionare potrebbe pensare che Zoro avendo conosciuto per primo Nami a
la precedenza rispetto a Sanji che è arrivato dopo, e non ha
tutti i torti.
Tsukichan: hai ragione, è logico che Zoro abbia la
precedenza la conosciuta prima, e poi, lui è Zoro ha sempre
la precedenza.
In questo capitolo un primo passo per un avvicinamento tra Zoro e Nami,
questa volta lo spadaccino riesce a zittire la navigatrice, nel
prossimo capitolo ci sarà un po’ di movimento, che
magari darà una spinta hai due. Per un ipotetico figlio non
penso che in questa storia lo inserirò, ma prossimamente
potrei scrivere una storia così, un idea l’avrei,
chissà.
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
CAPITOLO 18
NAMI
Quando Zoro scese dalla coffa, rimasi ferma a fissare il punto in cui
era sparito, mi sentivo la faccia infuocata.
Non mi ero aspettata una mossa del genere da parte sua, mi aveva presa
alla sprovvista, non ero riuscita a dire una parola, non sapevo cosa
fare, era stato un bene che lui fosse andato a farsi una doccia e mi
avesse lasciato sola, perché in quel momento mi sentivo
indifesa e estremamente fragile.
Sentire il suo fiato caldo vicino all’orecchio mentre parlava
in quel modo stranamente roco, aveva annullato tutte le mie difese, non
avevo mai desiderato essere baciata come in quel momento, anche
perché fino a quel momento non avevo avuto ne la
possibilità ne il tempo per pensare a cose del genere, e poi
prima di conoscere i miei compagni le uniche persone che incontravo
erano i pirati a cui rubavo i tesori.
Ma in quel momento avevo desiderato che Zoro mi baciasse, Dragon e i
rivoluzionari avevano ragione, mi ero presa proprio una bella cotta per
lo spadaccino, e non riuscivo a capire però
com’era accaduto, ma soprattutto non avevo la minima idea di
come mi sarei dovuta comportare.
Rimasi parecchio tempo ferma nella stessa posizione in cui Zoro mi
aveva lasciata, quando per un attimo voltai lo sguardo verso la
finestra, dove la luna che quella notte era piena, illuminava il ponte
della Sunny dove vidi passare Usop e Chopper diretti verso la cucina,
era ormai ora di cena e sicuramente Rufy era già li che
infastidiva Sanji chiedendo quanto ci voleva perché aveva
fame.
Un particolare fece spostare la mia attenzione verso il mare, era come
se la luce della luna riflettesse su qualcosa al di sopra
dell’acqua, immediatamente mi posizionai in modo da poter
osservare meglio cosa potesse essere, e subito capii che una nave si
stava avvicinando, anche se non si notava ancora la sagoma quel
riflesso continuava e non poteva che provenire da una nave, subito
presi in mano il microfono.
-ragazzi, uscite tutti abbiamo visite!!!- la mia voce uscì
forte dall’altoparlante, facendo correre i mie compagni sul
ponte ad osservare il mare.
In fretta scesi e li raggiunsi, il mio posto non era li, in caso di un
attacco dovevo dare le disposizioni per manovrare la Sunny al meglio.
-Usop sali sulla coffa e tienici aggiornati- ordinai appena li
raggiunsi.
-ma Nami non si vede niente!- Usop iniziò a lagnarsi, ma
questo non era affatto il momento, poteva essere chiunque, e si stavano
avvicinando.
-stai zitto e fai quello che ti ho detto, c’è
un’imbarcazione non identificata in avvicinamento e se non
vuoi affondare fai come ti dico!!- non finii neanche la frase che stava
già salendo sulla vedetta.
-Franky posizionati al timone e preparati ad utilizzare il Soldier Dock
System in caso di necessità, Chopper vai con lui, e voi
tenetevi pronti non sappiamo di chi si tratta ne tantomeno quanti
possano essere!- proseguii io con le indicazioni.
-credi possa trattarsi della Marina?- mi domandò Robin, ma
non avevo una risposta da dargli.
-non lo so, può darsi, se fossero loro potrebbe anche essere
una flotta intera e allora saremmo nei guai!!- con quel buio sarebbe
stato difficile difendersi.
-Nami qui non si vede niente, … aspetta … - la
voce di Usop si era bloccata, sicuramente ora aveva avvistato la nave,
erano vicini.
-Franky preparati- urlai al Cyborg.
-sono pronto per entrare in azione sorella!!!- gridò di
rimando.
-e una nave molto grande, potrebbe essere della Marina, non
è sola!!!- riprese a parlare Usop.
-riesci a vedere quante sono?- domandai ad Usop, che sicuramente stava
già tremando di paura, si sentiva dalla voce.
-riesco a vederne quattro … siamo nei guai ragazzi, stanno
puntando dritti contro di noi … siamo spacciati!!!-
accidenti ad Usop quando era preda dei suoi attacchi di fifa, mi faceva
agitare più di quello che già ero per conto mio.
-avevo proprio voglia di un sano combattimento!!- affermò
Zoro contento, facendomi comparire un grosso gocciolone sulla testa.
-mi vuoi dire cosa c’è di sano in un
combattimento??- gli domandi irritata.
-e cento volte meglio di un allenamento con i pesi!!- mi rispose
semplicemente, e mi diedi dell’idiota da sola, non mi potevo
aspettare una risposta diversa.
Ma non era quello il momento di perderci in chiacchiere, la Marina si
stava avvicinando sempre più e ora si intravedevano anche ad
occhio nudo dal ponte le sagome delle navi illuminate dalla luna.
-ragazzi tutti hai vostri posti! Franky, Chopper virate di 25 gradi a
dritta, e preparatevi a calare l’ancora di tribordo al mio
segnale- ordinai mentre tutti mi osservavano confusi.
-Nami che vuoi fare??? Non ti sarai lasciata influenzare da quei
debosciati e aspettare che ci attacchino per menare un po’ le
mani???- mi chiese sconvolto Usop indicando il capitano e lo spadaccino.
-brava Nami si fa così!!!- disse invece Rufy contento della
situazione.
-ci stanno venendo addosso, dobbiamo cambiare rotta, loro hanno
già preso velocità e non possiamo seminarli, ma
se riusciamo a spiazzarli con questa mossa avremo per lo meno
l’effetto a sorpresa che ci darà il tempo di
contrattaccare e trovare un varco per sfuggirgli- spiegai
mentre tutti i miei compagni erano hai loro posti pronti ad eseguire i
miei comandi già prima che spiegassi loro il mio piano.
Era diverso da l’ultimo attacco che avevo subito quando ero
ancora con il padre di Rufy, li prima avevo dovuto convincerli a
fidarsi, mentre ora la mia ciurma non si metteva minimamente il
problema, forse un po’ Usop, ma non per mancanza di fiducia,
ma solo per la sua enorme paura, che però
nell’ultimo periodo anche se non riusciva a superarla, era
riuscito a tenerla almeno a bada, un po’ come me in fondo.
Appena vidi che la Sunny era in piena virata, diedi l’ordine.
-calate l’ancora, ora!!! Tenetevi forte!!!- urlai, e subito
vidi l’enorme zampa destra del leone che funge da polena
della nave, calare veloce sull’acqua, mentre la nave ruotava
attorno ad essa e facendoci ritrovare faccia a faccia con i nostri
inseguitori, ora eravamo nella posizione che volevo.
-tirate immediatamente su l’ancora adesso- fortunatamente la
Sunny aveva la possibilità di ritirare l’ancora
rapidamente altrimenti questa mossa sarebbe risultata un disastro.
-quant’è bella Nami quando è
così impegnata a dare ordini- sentii Sanji, ma non
c’era tempo per discutere.
-il combattimento è inevitabile, però, Franky
appena troviamo uno spiraglio tra le navi della Marina, usa il Coup de
Burst- con quello ci saremo allontanati talmente in fretta che la
Marina non si sarebbe quasi accorta della nostra fuga.
-e un buon piano, dobbiamo solo resistere, ma possiamo farcela ne sono
certa- Robin riusciva a tranquillizzarmi solo con un suo sguardo, mi
ero accorta di tenere molto ad un suo giudizio positivo su di me, forse
perché era più grande e matura, o semplicemente
perché ammiravo la sua forza, e non solo quella fisica.
Intanto eravamo riusciti a tenerci le spalle libere, dovevamo
proteggerci solo da prua.
-ora tocca a noi ragazzi, presto ci sarà da divertirsi- Rufy
come sempre era al settimo cielo quando poteva combattere, e
così anche lo spadaccino che stava al mio fianco.
Non mi ero neanche accorta che era vicino a me, lo vidi mentre portava
la mano sulle katane pronto ad estrarle.
-cerca di stare dietro di me- mi disse senza levare lo sguardo dalle
navi sempre più vicine.
-sei diventato la mia guardia del corpo? Guarda che so difendermi da
sola!- gli risposi, ma avrei seguito il suo suggerimento anche se non
me l’avesse detto, va bene che avevo imparato un
po’ a difendermi, ma da qui ad affrontare una battaglia
tranquillamente ne passava; stare affianco a lui invece mi faceva
sentire sempre protetta.
Non mi rispose, anche perché oramai ci trovavamo le prime
navi talmente vicine che potevamo vedere gli uomini che si preparavano
per attaccarci.
La battaglia ebbe inizio, fortunatamente grazie alla posizione che
eravamo riusciti a far ottenere alla Sunny, la Marina non azzardava ad
attaccarci con colpi di cannone, perché rischiavano di
colpire le loro stesse navi, quindi l’unico modo per
combattere era a distanza ravvicinata, quindi molti uomini assaltarono
la nostra nave.
Stavamo lottando tutti sul ponte, tranne Chopper e Franky che restarono
vicino al timone, che si trovava comunque alla prua della nave quindi
vicino al campo di battaglia, gli avevo chiesto di restare pronti
perché appena fosse arrivato il momento giusto, avrebbero
dovuto azionare il propulsore che ci avrebbe consentito di seminare il
nemico numericamente maggiore.
Nel frattempo dovevamo tenere a bada la Marina che ci stava assalendo
energicamente.
Ogni tanto vedevo passare davanti hai miei occhi un braccio o una gamba
di Rufy che con un solo colpo faceva cadere in mare molti nemici grazie
al fatto che poteva allungare gli arti.
Zoro al mio fianco faceva roteare le katane in continuazione, dovevo
ammettere che era un vero spettacolo vedere come lui si destreggiava
con i suoi avversari, mi aveva sempre affascinato il suo modo di
combattere.
Ma non era il momento di perdermi nell’ammirare lo
spadaccino, i nemici erano in maggioranza rispetto a noi, ed era giusto
dare una mano nel limite del possibile.
Anche il mio bastone diede man forte alla lotta, dovevo ammettere che
iniziavo ad essere abbastanza forte, non come i miei compagni, ma se mi
paragonavo a prima le differenze erano enormi, ed ero molto orgogliosa
di questo.
Ero talmente presa dalla lotta che non mi ero accorta di essermi
allontanata dalla mia “guardia del
corpo”, mi resi conto di ciò quando mi trovai di
fronte un nemico, che dall’uniforme doveva avere il grado di
capitano.
-salve gattina, finalmente ho l’onore di vederti in faccia, e
devo ammettere che la foto della tua taglia non ti rende onore!- mi
disse con un ghigno poco rassicurante.
-sei tu che comandi quest’attacco?- risposi sprezzante.
-si, sono il capitano Zagar!- avevo già sentito questo nome,
ma in un primo momento non riuscì a ricordare dove.
-si dice che i gatti hanno 7 vite, quante te ne rimangono ancora a
te??- si stava divertendo a prendermi in giro.
Tenevo la mia arma stretta tra le mani, pronta a difendermi in caso di
attacco, ma speravo che i miei compagni si accorgessero presto che io
ero distante da loro, perché avevo l’impressione
che l’uomo di fronte a me fosse troppo forte per me.
-questa volta non mi scappi micetta!!- disse facendo un altro passo
verso di me, poi un illuminazione, aveva appena detto “questa
volta non mi scappi”, voleva dire che aveva già
tentato.
-sei tu che hai ordinato la mia esecuzione, e gli ultimi attacchi- a
Nagayashi, l’uomo che stava per farmi fuori aveva detto il
nome del suo capitano, doveva essere per forza di cose lui, e da quella
specie di sorriso disegnato sul suo viso, avevo indovinato.
-e un piacere sapere che sai chi sono!- rispose soddisfatto.
-veramente non lo sapevo, e stato solo un caso, visto che uno dei tuoi
uomini ha fatto il tuo nome l’ultima volta, se no non avevo
la più pallida idea di chi tu potevi essere- affermai, ma
forse non era il momento giusto per stuzzicarlo, visto che non
sembrò molto contento della mia constatazione.
-e da un po’ che aspetto di eliminarti, e questa volta lo
farò personalmente- dichiarò fiondandosi contro
di me, per un soffio riuscii a evitare che mi colpisse con la spada che
non mi ero neanche accorta avesse.
-ti ho seguita solo per ucciderti, non posso permettere che tu, una
ragazzina che gioca a fare il pirata riesca a mettermi i bastoni tra le
ruote nella mia carriera- in effetti era un grosso smacco farsi
scappare per tre volte di seguito il prigioniero che avrebbe dovuto
eliminare dall’inizio.
-non è colpa mia se ti sei lasciato portare via da sotto il
naso il mio bel collo da tagliare- era più forte di me
continuavo a far innervosire i nemici, anche se sapevo che erano
più forti di me, ma come si permetteva questo essere, di
dire che io giocavo a fare il pirata, io lo ero a tutti gli effetti.
-per questo stavolta sono voluto venire personalmente, per essere
sicuro che la mia spada affondi nella tua gola, e farti tacere per
sempre- si stava arrabbiando maggiormente.
Sentivo le voci della battaglia mentre io ero finita vicina alla poppa,
nella parte opposta a dove si trovavano gli altri, non capivo come
avevo fatto a finire li e ad essere nuovamente divisa dai miei compagni.
Zagar continuava ad attaccarmi, ed io iniziavo ad essere sempre
più in difficoltà, era forte e veloce e ogni
nuovo attacco era sempre più vicino a colpirmi, comparvero
delle piccole ferite sulle braccia, e non avevo il tempo di utilizzare
i colpi della mia arma perché non mi dava il tempo, riuscivo
a mala pena a schivare gli affondi.
Ero sfinita, e quando l’ennesimo colpo di spada stava per
partire, apparvero delle mani dal nulla, che tennero ferma la spada
impugnata da Zagar.
Vidi più avanti Robin che mi guardava, si era accorta della
mia situazione per fortuna, ed era intervenuta.
Per dare una mano a me si era però distratta dal suo
combattimento, ed ora dietro di lei i nemici stavano per attaccarla.
-ATTENTA ROBIN!!!- urlai pregando che qualcuno riuscisse ad intervenire
in tempo.
Rimasi senza fiato fino a quando non vidi il mio capitano pararsi in
difesa di Robin, Rufy era arrivato in tempo.
Non riuscì a tirare un sospiro di sollievo che Zagar
riuscì a liberarsi dalla presa della mia compagnia
più imbestialito che mai, mi guardava furente pronto ad un
nuovo attacco.
Continua…
DiannaDax: salve, mi fa molto piacere che la storia e il mio modo di
scrivere ti piaccia. Hai ragione anche io mi domando come Nami non
faccia a saltare addosso Zoro ogni due minuti, ad averlo uno come lui
così vicino. Spero di sentirti ancora, a presto.
giusy91: una volta tanto è Zoro che zittisce Nami, e non sai
quanto ti capisco anche io mentre scrivevo avevo stranamente caldo.
Spero che anche questo capitolo ti piaccia, ancora un po’ di
movimento per la ciurma.
Tsukichan: sono contenta che leggendo la ff riesco a distrarti
dall’esame almeno per un po’. Per ora un nuovo
attacco da parte della Marina, che non fa altro che rompere le scatole.
Magari avere una guardia del corpo come Zoro, non credi?
Vedrai nel prossimo capitolo, altro che pelle d’oca
…
Lucy94: dici bene loro hanno una bellissima relazione di amicizia
“per adesso”. Sono felice che il capitolo ti abbia
fatto sognare, proprio come è successo a me quando lo
scritta. Sono certa che il prossimo capitolo ti farà molto
piacere. Ti aspetto alla prossima.
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
CAPITOLO 19
ZORO
La battaglia era iniziata, avevo detto a Nami di stare sempre al mio
fianco, anche se non era semplice visto che ci stavano attaccando da
tutte le parti, ma cercavo di tenerla sempre sotto controllo.
In un attimo però mi resi conto che lei non era
più vicina a me, iniziai ad innervosirmi, non ero
tranquillo, ma non riuscivo a liberarmi dei nemici, erano troppo
numerosi e non avevo il tempo di cercarla neanche con lo sguardo anche
perché era buio e non si vedeva molto, speravo solo che
riuscisse a cavarsela fino a quando non avessi avuto la
possibilità di raggiungerla.
Mi accorsi che Robin poco più indietro di me si era
distratta e guardava da tutt’altra parte rispetto ai suoi
avversari, non era da lei comportarsi in maniera così
disattenta soprattutto durante una battaglia.
Poi sentii un urlo che riconobbi immediatamente, e proveniva dalla
direzione in cui l’archeologa stava guardando, questo voleva
dire che Nami era li, e se Robin era intervenuta voleva dire che si
trovava nei guai.
Fortunatamente Rufy riuscì a raggiungere e a parare il colpo
diretto a Robin, che vidi voltarsi e con un sorriso e un cenno della
testa ringraziarlo.
-Zoro va da lei, quel tipo e troppo forte non riuscirò a
tenerlo fermo ancora per molto, e sembra che l’abbia presa di
mira- mi avvisò, ma non riuscii a fare un passo che
già un gruppo di uomini erano pronti a mettersi in mezzo.
-mi spiace ma da qui non si passa, abbiamo l’ordine di
evitare che qualcuno s’intrometta, il capitano Zagar vuole
occuparsi personalmente della vostra compagnia- questo mi fece
arrabbiare ancora di più, non solo non riuscivo a
raggiungere Nami, in più c’era un tipo che voleva
farle la pelle.
-levatevi di mezzo!!!- sembrava che più ne abbattevo
più ne arrivavano.
Vidi avvicinarsi e posizionarsi davanti a me Sanji, subito affiancato
da Brook e da Usop in versione Sogeking.
-muoviti a raggiungerla prima che cambi idea!!- il cuoco mi stava
dicendo di andare da Nami, a quanto pare non erano solo prese in giro
il fatto che continuasse a dire che mi ero preso una cotta per Nami, ci
credeva veramente, e non a torto, mi stava aiutando chi lo avrebbe mai
detto.
Non risposi, rivolsi a lui un ghigno, il massimo che potevo fare per
ringraziarlo, e poi cercai di raggiungere il prima possibile Nami,
chiunque Robin aveva bloccato ora era libero di muoversi, visto che lei
aveva perso la presa su di lui.
In molti cercarono di fermarmi, ma i miei compagni che si erano parati
davanti a me li tennero occupati, l’unico mio pensiero era
quello di arrivare da Nami.
Arrivai sul ponte di poppa dove vidi Nami che con difficoltà
schivava i potenti colpi del suo aggressore, e notai che sulle braccia
di lei c’erano delle strisce scarlatte, non ci vedevo
più dalla rabbia, come si era permesso anche solo di
sfiorarla.
-perché non combatti con me?!!!- l’uomo si
voltò verso di me, il viso contratto in una smorfia, non era
affatto contento dell’interruzione, meglio così lo
avrei fatto a pezzi con più soddisfazione.
-Zoro!!- sentì appena la voce di Nami chiamare il mio nome,
posai appena gli occhi su di lei, ma decisi di sviare subito lo
sguardo, non potevo rischiare di perdermi nei suoi occhi, dovevo
concentrarmi sullo scontro.
-Roronoa Zoro!! Vorrà dire che sistemerò prima
te, e poi tornerò ad occuparmi della tua amichetta- sembrava
fin troppo sicuro di se, ma era solo uno sbruffone che lottava per
rabbia, non sarebbe stato difficile farlo uscire di scena, dovevo solo
stare attento a qualche gesto imprevisto, dato che sembrava
sull’orlo della pazzia.
Da quello che avevo capito questa era la quarta volta che cercava di
uccidere Nami, e gli insuccessi lo avevano umiliato di fronte ai suoi
uomini, avrebbe fatto di tutto per vincere questa volta, ma non aveva
messo in conto me, non sarei stato di certo a guardare lui che compiva
la sua vendetta.
-staremo a vedere, fatti sotto!- gli risposi, già in
posizione per lo scontro.
Avevo ragione lui era mosso dalla rabbia, i suoi colpi erano potenti ma
non precisi, e forse questo aveva salvato Nami, l’unica cosa
a sua vantaggio era la velocità nei movimenti, ora capivo
perché lei non era riuscita ad attaccarlo con la sua arma.
Il mio avversario iniziava ad essere affannato, lo tenevo in pugno,
tutta forza e niente cervello, colpiva praticamente alla ceca, un colpo
ben assestato e l’avevo messo al tappeto.
Mi voltai verso Nami che era ferma nello stesso punto in cui si trovava
quando ero arrivato, la raggiunsi per vedere se era ferita, anche se
non sembrava, però mi guardava in maniera diversa dal
solito, pensandoci non ci eravamo parlati ancora dopo quello che era
successo sulla coffa.
Per un attimo il pensiero che fosse arrabbiata con me si
impossessò della mia mente, ma lo scacciai immediatamente,
il suo viso non aveva nessuna traccia di rabbia.
Mi stavo avvicinando a lei quando la vidi spalancare gli occhi e alle
mie spalle sentii subito una minaccia, avevo ancora gli occhi fissi su
di Nami quando lei si mosse.
-buttati a terra!!!- mi urlò, ed io senza pensare eseguii il
suo ordine.
Nello stesso momento in cui io mi stavo abbassando avevo visto passare
sopra la mia testa un oggetto che assomigliava ad una sfera, questa
appena toccò il suo obbiettivo esplose, e la riconobbi, era
una delle bombe speciali di Usop.
Mi tirai su, e vidi l’uomo che credevo di aver sistemato
contorcersi cercando di spegnere le fiamme che stavano danzando sulla
sua testa bruciando i capelli, gli diedi una spinta e lo buttai in mare.
-ringraziami, o evitato che ti carbonizzassi!!- gli urlai dal
parapetto, mentre quello annaspava nell’acqua, era talmente
messo male che sicuramente non avrebbe più potuto far del
male a nessuno neanche volendo.
Tornai ad occuparmi di Nami sperando che non ci interrompessero
nuovamente, lei intanto si era nuovamente seduta e mi fissava stravolta.
-tutto bene?- gli chiesi, lei non aprì bocca
annuì semplicemente.
Mi inchinai davanti a lei, era bellissima, con i capelli spettinati e i
vestiti disordinati.
-ti sei fidato veramente?- mi chiese quasi incredula.
-certo, te l’ho detto se non ci sono soldi in giro, mi fido
di te!- risposi rassicurandola visto che era ancora sconvolta.
-ma potevo riscuotere quelli della tua taglia!!- stava tornando ad
essere la mia Nami, si stava riprendendo dallo spavento.
-accidenti allora o rischiato grosso!!!- affermai facendo un sospiro di
sollievo.
La vidi ridere e non riuscii a trattenermi, la tirai verso di me e la
strinsi forte, non so cosa mi diede coraggio, ma in un attimo le mie
labbra toccarono le sue.
La stavo baciando.
Un bacio delicato, in cui potevo sentire la morbidezza di quelle labbra
che oramai mi perseguitavano, era da tanto che volevo sentirle sulle
mie, e quel momento mi sembrava quasi irreale.
Quello che maggiormente mi stupì e che anche a questo gesto
lei non si era opposta, anzi dopo un primo istante di irrigidimento del
suo corpo, lei aveva risposto al mio bacio, e una volta che mi staccai
dalla sua bocca non aveva l’aria di essere contrariata anzi
tutt’altro.
-non smetterai mai di farmi preoccupare, vero?!- le domandai posando
una mano sulla sua guancia leggermente rosata.
-quando tu non farai più preoccupare me!- rispose tranquilla
e stranamente accondiscendente.
Non potevamo promettere un qualcosa che non potevamo controllare, ma in
fondo era giusto così.
Per un po’ non avevo sentito più i rumori della
lotta, mi ero estraniato da tutto, mi resi conto però che la
battaglia non era ancora terminata, i nostri compagni stavano ancora
lottando ed eravamo ancora bloccati dalle navi della Marina.
-forse e meglio se andiamo a vedere cosa sta succedendo dagli altri?-
la spostai il tanto per vederla in viso.
-è vero! E poi il vento sta cambiando se gli uomini della
Marina sono concentrati tutti nell’attaccarci non si
accorgeranno di questo cambiamento ed è probabile che
riusciamo a trovare un varco per allontanarci via da qui- disse anche
lei riprendendosi, e tornando alla realtà.
Ci alzammo pronti a raggiungere il resto della ciurma, ma prima di
andare la trattenni per un braccio.
-quando tutto sarà finito, noi abbiamo una questione da
risolvere- gli sussurrai, di certo ora che finalmente mi ero esposto
non mi sarei tirato indietro.
-puoi scommetterci!- affermò lei sicura.
Aveva capito a cosa mi riferivo e questo spazzò il dubbio
che mi era appena venuto, cioè che avesse risposto al mio
bacio solo per la situazione che si era creata a causa della tensione
dello scampato pericolo.
Arrivati al ponte di prua dove si stava ancora svolgendo la battaglia
osservammo i nostri compagni, se la stavano cavando bene,
però continuavano ad arrivare uomini dalle grandi navi della
Marina.
-avevo ragione il vento sta cambiando, guarda le navi iniziano a
spostarsi e al centro delle quattro imbarcazioni si sta
formando un passaggio, dobbiamo approfittarne prima che se ne
accorgano- neanche finito di parlare che l’avevo vista
lanciarsi in direzione del timone senza pensare che doveva passare
attraverso il ponte ancora affollato dai nemici.
Gli corsi dietro prima che si cacciasse nuovamente nei pasticci.
-Franky è il momento appena ti do il via devi azionare il
Coup De Burst- Nami non si era accorta neanche che in parecchi avevano
tentato di colpirla, almeno questa volta aveva una giustificazione
plausibile per la sua disattenzione, stava cercando di portarci in
salvo, e io dovevo fare in modo che ci riuscisse senza intromissioni.
-sorella sono pronto quando vuoi- il cyborg si era liberato alla svelta
ed ora era al timone pronto a entrare in azione, e si vedeva lontano un
miglio che era felice di poter utilizzare quel colpo di sua invenzione.
-ORA!!!- gridò Nami, mentre si ancorava al primo appiglio
che trovava.
-ragazzi tenetevi forte, SI PARTE!!!- tutti noi sapevamo cosa sarebbe
successo e ci tenemmo saldamente alla nave.
Io ero riuscito ad avvicinarmi a Nami e mi posizionai dietro di lei
poggiando le mani sul corrimano dove era ancorata, tenendola in una
specie di gabbia formata dal mio corpo.
Nami voltò il suo viso verso di me, e mi sorrise, prima di
concentrarsi sul tenere salde le mani per non cadere, visto che la
Sunny stava per prendere il volo, nel vero senso della parola.
La spinta improvvisa e potente che arrivava dal cannone posto sulla
poppa della nave ci fece decollare e riuscimmo a passare tra le navi
nemiche senza alcun danno.
Gli uomini della Marina che si trovavano ancora sulla Sunny non sapendo
cosa stesse per succedere erano stati presi alla sprovvista, e tra la
generale confusione erano finiti in mare.
-SUPER!!!- l’urlo di Franky sovrastò tutto
arrivando a tutti i componenti della nostra ciurma provocando un
sorriso di vittoria, mentre ancora libravamo in aria.
Quando la Sunny toccò nuovamente l’acqua, le navi
della Marina erano solo un puntino all’orizzonte.
Anche questa volta eravamo riusciti a cavarcela egregiamente.
Tenevo ancora Nami imprigionata tra le mie braccia, e lei non sembrava
dispiacersene per quella situazione.
-ci siamo riusciti?!- Usop sembrava incredulo, ma non era la prima
volta che uscivamo da una situazione tutt’altro che semplice.
-certo che si, fratello siamo mitici!!!- Franky era ancora euforico per
il volo.
-sei grande Boss!- Usop seguito da Chopper lo contemplavano con occhi
scintillanti, mentre il cyborg eseguiva una delle sue coreografie, a
cui si aggiunse Rufy.
-guardate che il merito è tutto della mia dolce Nami-
cinguettò Sanji cercandola con lo sguardo, ma evidentemente
non la vedeva, in effetti il mio corpo copriva totalmente
l’esile figura della navigatrice.
Mentre lui era intento nella ricerca, levai le braccia per lasciare
libera Nami, non avevo voglia di sentire una delle scenate del cuoco.
-grazie- la sua voce arrivò alle mie orecchie leggera, quasi
un sussurro.
Lei mi stava ringraziando, di solito non lo faceva mai apertamente, e
io non sapevo come rispondergli.
-ehm …, tu hai aiutato me con il tizio che mi voleva colpire
alle spalle, ora siamo pari- mi complimentai con me stesso, avevo dato
una risposta sensata, ma la strana espressione che si stava modellando
sul suo viso mi fece leggermente preoccupare, ero certo che mi stava
per raggirare in qualche modo.
-veramente ti ho salvato la vita due volte oggi, quindi tu sei in
debito con me- lo sapevo che sarebbe finita così.
-due volte, ma cosa stai dicendo?- a me ne risultava solo una.
-non ti stai dimenticando che senza la mia intelligenza saremmo ancora
circondati dalla Marina- rispose altezzosa come quando è
certa di avere il coltello dalla parte del manico.
-se è così anche io ti ho salvato due volte!- non
mi sarei fatto giocare questa volta.
-a me non sembra!- disse portandosi le dita sul mento pensierosa.
-la prima dall’attacco del capitano della Marina, e ora ti ho
tenuta per non cadere mentre eravamo in volo- l’avevo in
pugno, non poteva negarlo.
-guarda che sarei riuscita a tenermi anche da sola, non è la
prima volta che Franky utilizza quel colpo, ed io ero già
aggrappata alla nave. Devo ammettere che grazie a te ero più
al sicuro, però non toglie il fatto che non avevo bisogno di
essere salvata- non potevo crederci me l’aveva fatta
un’altra volta, chissà che cosa mi avrebbe chiesto
in cambio ora.
-oggi mi sento generosa e per stavolta facciamo come se siamo pari, ma
non farci troppo l’abitudine, anzi ricorda che ti sto facendo
un grosso favore- se la rigirava come voleva e alla fine
l’aveva vinta sempre, ma come facevo a farmi imbambolare ogni
volta?
-altro che strega, tu sei molto peggio, prima o poi te la
farò pagare!!- la minacciai.
-se mai ci riuscirai ne sarò ben lieta, naturalmente prima
dovrai ripagarmi i tuoi debiti, solo poi potrai ritenerti in credito
con me, se mai accadrà!- continuava a fare la spavalda e a
prendermi in giro.
Ad interrompere il nostro “idillio” era giunto
Sanji che dopo aver girato per tutta la nave si era accorto che Nami
era sempre stata a pochi metri da lui.
-mia Dea, dov’eri finita non ti trovavo mi stavo
preoccupando, stai bene vero? Non è che questo buzzurro ti
ha fatto qualcosa di sconveniente?- chiese Sanji facendo gli occhi
dolci a lei e lanciando uno sguardo omicida a me.
-io non ho fatto un bel niente!- ma mentre lo dicevo mi
tornò in mente il bacio che avevo dato a Nami, forse proprio
niente non era vero, ma comunque non avevo forzato nessuno.
Forse Nami capì cosa mi stava frullando per la testa, e
quando aprì la bocca il panico si impadronì di
me, avevo il terrore di quello che poteva dire.
-ad essere sinceri, Zoro mi ha … - diedi una spallata al
cuoco per allontanarlo e tappai la bocca alla strega che evidentemente
voleva vedermi morto.
-ehi cosa fai, stavo solo per dire che mi hai salvata. Che modi!!!-
disse fingendo di essere offesa, appena tolsi le mani che le tappavano
la bocca, ma vedevo che stava ridendo sotto i baffi.
-imbecille, si può sapere che cosa ti è preso???-
sbraitò il cuoco appena si fu rialzato, e meno male che non
avevo voglia di discutere con Sanji, ed era tutta colpa di Nami.
Continua…
Scusate tanto il ritardo, ma ho avuto qualche problema, spero di farmi
perdonare con questo capitolo.
Ringrazio tantissimo astea, per avermi inserita tra gli autori
preferiti, mi fa molto piacere, spero che questo nuovo capitolo ti
piaccia.
Tsukichan: finalmente Zoro si è dato una mossa e la baciata,
spero che ti sia piaciuto. La Marina si è sempre in mezzo,
ma in fondo sono gli antagonisti dei pirati. Questa volta ti ho fatto
aspettare più del solito, spero che con questo capitolo mi
sia fatta perdonare.
jou_chan: non sai quanto piacere mi ha fatto leggere il tuo commento.
Diciamo che Nami e Zoro hanno dimostrato entrambi la gratitudine
all’altro, lei non ammetterà mai di essere in
debito con qualcuno, anche se con Zoro ci va molto vicino.
giusy91: il capitano della Marina, non è stato fatto a
pezzettini, ma è stato messo fuori combattimento sia da Nami
che da Zoro. Come ti sembra la scena del loro primo bacio, aspetto un
tuo parere.
Lucy94: questo attacco a smosso un po’ le cose tra Nami e
Zoro, i pericoli spesso hanno dei risvolti positivi non credi, ma ora
devo chiarirsi appena saranno soli, e non è sempre facile
avere un po’ di tranquillità sulla Sunny.
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
CAPITOLO 20
NAMI
Andammo finalmente a cenare, visto che ancora non avevamo mangiato
perché eravamo stati interrotti dalla Marina, e sinceramente
stavo morendo di fame.
Fortunatamente la cena era già pronta, Sanji aveva
già preparato tutto prima, ora però si lagnava
perché a causa dell’attacco, il cibo si era
raffreddato, e secondo lui riscaldandola non sarebbe stata buona come
doveva essere.
-non preoccuparti Sanji è ugualmente buonissima-
cercò di rassicurarlo Robin.
-oh mia dea, quanto sei dolce, ti prometto che domani sarà
tutto squisito- ad un tratto tutto il suo malumore era passato.
Robin però aveva ragione era tutto molto buono nonostante
fosse riscaldato, ma non c’erano dubbi, Sanji era il
migliore, e ci teneva davvero tanto che i suoi cibi fossero perfetti,
quindi questo inconveniente lo aveva un po’ abbattuto, ma
bastavano due paroline dolci da parte mia o di Robin che subito tornava
allegro.
Mangiammo tutto come sempre, di certo non sprecavamo neanche una
briciola sulla nostra nave, era comunque impossibile visto che se
lasciavamo qualcosa nel piatto passava Rufy a spazzolare via tutto.
Finito di cenare ognuno si diresse nelle cabine, era tardi ed eravamo
tutti stanchi per la battaglia appena combattuta.
-Robin io rimango a prendere ancora un po’ d’aria,
ti raggiungo dopo in camera- non avevo voglia di andare subito a
dormire.
-d’accordo, vorrà dire che se mi sveglio e il tuo
letto è ancora vuoto non mi devo preoccupare?-
domandò con un sorriso malizioso sul viso.
-cosa … vuoi dire?- speravo di non aver capito cosa
intendesse.
-niente, solo che se non sei nel tuo letto a dormire, non mi devo
preoccupare perché sei ben protetta- rispose quasi
innocentemente.
-non è che hai bevuto un po’ troppo stasera Robin?
Stai dicendo cose senza senso, comunque tra un po’ arrivo!-
la mia speranza era stava vana, lei stava proprio insinuando che sarei
stata in compagnia.
-se lo dici tu! Io vado allora, buonanotte ci vediamo domattina- e
facendomi l’occhiolino sparì dietro la porta della
nostra stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Decisi di non pensare alle insinuazioni di Robin, avevo altre cose a
cui pensare, tra cui lo scontro avuto solo poche ore prima.
Arrivai nel mio agrumeto, che fortunatamente anche stavolta non aveva
subito danni nonostante la lotta ravvicinata.
Alzai lo sguardo e notai una luce provenire dalla coffa, Zoro era come
sempre di vedetta, ormai quella era divenuta la sua stanza, pensare a
lui, mi fece tornare alla mente il momento in cui mi aveva baciata.
Era stato questione di secondi, un attimo prima stavamo scherzando dopo
lo scampato pericolo, e l’attimo dopo, avevo sentito le sue
labbra premere contro le mie, in quel momento non avevo pensato a
niente, se non a rispondere a quel bacio che tanto avevo desiderato.
Istintivamente portai le dita a sfiorare le labbra in cui sentivo
ancora il suo sapore e un sorriso sentii spuntare sul mio viso.
Zoro aveva detto che quando sarebbe tutto finito avremmo dovuto
parlare, ma per tutta la serata non c’era stata occasione di
stare da soli, ma ora in giro sulla nave non c’era nessuno
solo io, e lui sulla vedetta, gli altri erano tutti andati a letto, e
sicuramente erano già nel mondo dei sogni.
Decisi allora di raggiungerlo sulla coffa, sperando che non fosse
addormentato, volevo assolutamente chiarire la situazione, anche se
appena presi questa decisione mi venne il dubbio che lui potesse avermi
baciato solo perché lo avevo appena aiutato, come una specie
di ringraziamento.
Questo ragionamento era sicuramente dovuto al nervosismo,
perché a mente lucida lo avrei escluso a priori, lui non
avrebbe mai osato baciare una ragazza solo per ringraziamento, Zoro
aveva un forte senso dell’onore e non si sarebbe mai
comportato così.
Ma in quel momento mentre mi allontanavo dalla tranquillità
dei miei mandarini la mia mente era tutt’altro che lucida.
Una volta salita, mi bloccai all’ingresso, lui era seduto per
terra con la schiena poggiata alla parete, le katate sempre vicine per
essere a portata di mano, e gli occhi chiusi, dal suo corpo anche a
riposo fluiva tutta la sua forza.
Inconsciamente ero sollevata dal fatto che lui stesse dormendo, forse
non ero pronta per chiarire personalmente la situazione, e tirai un
sospiro di sollievo.
Ma avevo fatto male i calcoli, non avevo messo in conto che lo
spadaccino nonostante passasse gran parte della giornata a dormire, non
si era mai fatto prendere di sorpresa da nessuno.
-hai intenzione di restare li impalata ancora per molto?- disse aprendo
di scatto gli occhi.
Ero stata beccata in pieno mentre lo fissavo, non potevo desiderare un
inizio migliore, non bastava che mi stavo pentendo di essere salita,
lui di certo non mi aiutava.
-continua pure a dormire, io vado in camera!- non avevo il coraggio di
reggere una discussione con lui, e soprattutto avevo paura di quello
che avrei potuto leggere nei suoi occhi se li avessi visti bene da
vicino, e così avevo deciso di fuggire da quella situazione.
-ehi, perché stai andando via??- fece uno scatto veloce, in
un lampo era di fianco a me e mi teneva il polso per non farmi
allontanare, e potei sentire i calli nelle sue mani, provocati
dall’uso costante delle spade.
-prima mi svegli e poi scappi, non mi sembra giusto!!-
l’odiavo quando faceva così, avevo
l’insano desiderio di spaccargli la faccia.
-senti un po’, non è colpa mia se hai il sonno
leggero, io non ho fatto alcun rumore, e stavo per andarmene- era
riuscito a farmi perdere le staffe e mi ero completamente dimenticata
che non dovevo guardarlo negli occhi.
Gli occhi neri erano puntati su di me, e un ghigno era disegnato sul
suo viso, la sua mano continuava a stringere delicatamente il mio
polso, ma lui non rispose.
-mi vuoi lasciare, voglio andare a dormire- gli dissi, non avevo sonno,
e soprattutto in quel momento.
Da codarda però volevo fuggire per non affrontare la
questione, ma Zoro non era della mia stessa opinione.
-no- disse soltanto prima di farmi poggiare la schiena alla parete con
decisione senza usare però la forza.
Lui era davanti a me, ed appena alzai il viso su di lui ecco che per la
seconda volta nel giro di qualche ora mi baciava, le sue mani erano
posate ai lati della mia testa quasi ad impedire che io potessi anche
solo vedere una possibile via di fuga.
Ma la mia mente aveva già cancellato il desiderio di fugga
che avevo qualche secondo prima, con quel bacio tutte le mie paure e
timori erano spariti come se non fossero mai esistiti.
Quando Zoro si staccò da me per riprendere fiato, la sua
fronte si era posata nell’incavo del mio collo, tenendo il
suo corpo sovrapposto al mio.
Le mie mani iniziarono a muoversi da sole, una andò a
posarsi sulla grande schiena dello spadaccino, mentre l’altra
si intrufolò fra i suoi corti capelli; a quel punto anche le
sue mani si mossero e si posizionarono sui miei fianchi, mentre sentii
un dolce calore che partiva dalla spalla, dovuto alle labbra di Zoro
che avevano cominciato a muoversi lentamente lungo tutta la lunghezza
del mio collo per poi tornare alla spalla.
Era una sensazione che mai avevo provato, dove lui passava con le sue
labbra sentivo la pelle bruciare, tenevo gli occhi chiusi per avvertire
meglio queste nuove sensazioni, il respiro si faceva sempre
più affannoso e il cuore batteva all’impazzata,
per un attimo avevo creduto potesse uscire fuori dal mio petto.
Un gemito uscì dalle mie labbra, ma fu subito messo a tacere
dalla sua bocca che prese possesso della mia in un bacio appassionato e
carico di desiderio troppo a lungo represso, proprio come il mio.
La sua lingua iniziò a disegnare il contorno delle mie
labbra fino a chiedere il permesso di entrare, ed io lo accontentai
subito schiudendole e permettendo che lui potesse esplorare la mia
bocca con affamata bramosia.
Sentivo le gambe tremare tanta era l’emozione del momento,
quando sentii le sue grandi mani che si erano intrufolate sotto la mia
maglietta e potevano accarezzare la mia pelle calda che diveniva
bollente sotto il suo tocco.
Senza rendermi conto di come fosse successo, mi ritrovai stesa a terra
mentre Zoro continuava a baciarmi, intorno a noi i nostri vestiti erano
diventati un cumulo disordinato.
Eravamo come posseduti da una forza che ci impediva di staccarci un
attimo, ero andata per parlare, ma quando mi aveva baciata la passione
aveva travolto entrambi.
In un attimo di lucidità Zoro bloccò le mani che
avevano preso possesso di tutto il mio corpo e fisso le sue iridi, nere
profonde come non mai, sui miei occhi.
-stiamo facendo la cosa giusta?- mi chiese, e per un attimo mi
sembrò di vedere passare un lampo di paura nei suoi occhi.
Di getto gli avrei risposto di si, quella era la cosa più
giusta che stavamo facendo, ma capivo i suoi dubbi, perché
erano anche i miei, non eravamo delle persone normali con una vita
normale, ma dei pirati su una nave con una ciurma.
Forse però io ero un po’ più egoista, e
non volevo rinunciare a lui per evitare problemi.
-non mi importa se non è giusto, per una volta non voglio
pensare al dopo- risposi sicura come non lo ero mai stata, questa volta
ero io che dovevo dare coraggio a Zoro.
-sei diventata una mocciosa audace?!- mi disse con un ghigno.
-e non hai ancora visto nulla!- risposi stando al suo gioco.
-se quello che vedo qui è “nulla”
… - iniziò a parlare facendo scorrere il suo
sguardo malizioso sul mio corpo.
-allora non vedo l’ora di scoprire il
“tutto”- il bacio che seguii fu diverso dai
precedenti, c’erano le risposte che noi cercavamo, la
sicurezza di esserci sempre per l’altro, stretti in
quell’abbraccio avevamo trovato il nostro piccolo angolo di
pace in cui potevamo rifugiarci sia nei momenti bui, che in quelli
più felici.
In un ultimo attimo di lucidità pensai alle parole di Robin,
aveva perfettamente ragione come sempre, quella notte non sarei tornata
in cabina, e se si svegliava non doveva preoccuparsi di non trovarmi a
letto, perché ero nel posto più sicuro che poteva
esserci al mondo.
Fine
Alla fine la testa l’aveva persa veramente, non letteralmente
come aveva rischiato all’inizio, ma per uno scorbutico e
coraggioso spadaccino.
Dovevano essere divisi per scoprire o meglio per capire che si
appartenevano, e che anche se separati eravano sempre insieme.
Infondo dobbiamo ringraziare la Marina per tutto questo, una volta
tanto ha fatto un favore.
Ringrazio tutti quelli che hanno permesso che questa storia
raggiungesse la fine, tra queste un particolare ringraziamento va
a Tsukichan e a Lucy94 che non hanno mai saltato un capitolo,
ma hanno commentato sempre tutti i capitoli, e mi hanno incoraggiato ad
andare avanti.
Tsukichan: ti ringrazio tantissimo del tuo appoggio, e anche per il
consiglio ultimo che mi hai dato, sicuramente scriverò
ancora, e spero di ritrovarti.
Spero che il “discorsetto” che hanno fatto ti sia
piaciuto, i gesti spesso valgono molto più delle parole.
Non potevo desiderare una migliore “rompiscatole”,
ora non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo della tua
storia. Un bacione grandissimo e spero che ci risentiamo presto.
jou_chan: siamo arrivati alla fine grazie per il tuo appoggio spero che
il finale non ti abbia deluso. Gli ultimi capitoli causa
università li ho postati un po’ in ritardo
rispetto al solito, ma alla fine sono riuscita a concludere. Un bacio
grande spero che presto ci risentiamo.
Lucy94: che dirti, solo GRAZIE, senza il tuo appoggio non so se sarei
riuscita a portare a termine questa storia. Spero di ritrovarti in
altre storie che magari scriverò, e se a te farà
piacere leggerai, magari riuscirò anche a scrivere ancora
meglio visto che un po’ di pratica ora l’ho fatta.
Un grosso bacio a presto.
Ringrazio chi ha inserito la mia ff tra le seguite:
Alhia
mikamey
camillina
crici_82
DiannaDax
dubhe93
fantasy90
jou_chan
MaKiCo
BULMA0219
Ringrazio chi l’ha inserita tra le preferite:
anjelik
astea
astrea89
BON
BULMA0219
dubhe93
erol89
giady92
giusy91
lady death
Jemanuele8891
ny152
saphi
ringrazio chi grazie a questa fan fiction mi ha inserito tra gli autori
preferiti:
astea
jou_chan
Tsukichan
RoloChan105
Siamo arrivati alla fine di questa mia prima avventura, grazie hai
vostri commenti mi posso ritenere molto soddisfatta, e spero che vi
ritroverò tutte in una prossima fan fiction, che spero sia
migliore visto l’andamento di questo primo esperimento.
Un grosso bacio a tutti, a presto.
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