Divisi ma sempre insieme

di Selina R84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


DIVISI MA SEMPRE INSIEME

 

CAPITOLO 1

 

Silvers Rayleigh “il re oscuro” e primo ufficiale del “re dei pirati” Gold Roger, ci stava aiutando a fuggire da uno scontro che in quel momento non eravamo in grado di sostenere, quando era apparso il vero Orso Bartholomew della flotta dei sette, che riuscì a fare quello che nessuno era stato in grado di fare, … dividere la ciurma di Capello di Paglia.

Successe tutto in fretta, il membro della flotta dei sette era davanti a Zoro, e in un attimo lo spadaccino era sparito, avevo già assistito a quella scena, quando eravamo a Thriller Bark avevo visto come aveva fatto sparire Lady Perona.

Ma ora le cose sono diverse, quello scomparso era Zoro, un amico, un compagno di avventure, e tanto altro, lui faceva parte della mia ciurma, della mia famiglia.

Da quel momento accadde il fini mondo, dopo Zoro era toccato a Brook, l’ultimo acquisto della nostra stramba ciurma; poi Usop seguito subito da Sanji, e infine l’ultimo dei miei compagni che vidi svanire nel nulla fu Franky un attimo prima era al mio fianco e un attimo dopo non c’era più. 

Mi ritrovai Orso Bartholomew con la sua enorme mano davanti, mi girai verso il mio capitano, sul mio viso una richiesta d’aiuto che sapevo non poteva arrivare, lo vidi fissarmi sconvolto nella sua impotenza mentre urlava il mio nome.

 

Non so per quanto tempo rimasi incosciente, ma quando aprì gli occhi mi ritrovai in quella che sembrava una foresta, alberi alti e vegetazione selvatica mi circondavano.

Spalancai gli occhi non ci potevo credere ero viva, ma non avevo la più pallida idea di dove mi trovavo; ripensai a quello che era successo, Orso Bartholomew non uccideva con il suo colpo, come avevo temuto, quindi anche gli altri dovevano essere ancora vivi, questo mi rincuorò.

Ma che fine avevano fatto? E Rufy, Chopper  e Robin chissà se erano riusciti a mettersi in salvo o avevano fatto la nostra stessa fine, spediti in un luogo sconosciuto?

Era inutile fare domande a cui non avevo risposte, sapevo esattamente cosa dovevo fare, ritrovare al più presto i miei compagni.

 

Era passata solo qualche ora da quando mi ero risvegliata, e già un senso di inquietudine mi stava invadendo, sapevo di cosa si trattava ma credevo che non mi sarebbe più accaduto.

Sola!!!

Di nuovo sola! Ora era peggio rispetto a qualche anno fa, perché sapevo cosa si provava ad avere degli amici accanto.

-basta!!!- mi stavo arrabbiando con me stessa non potevo lasciarmi prendere dalla disperazione, me l’ero sempre cavata, e anche questa volta ce l’avrei fatta, dovevo solo continuare a cercare i miei amici, se solo quella maledetta foresta non fosse stata così grande, speravo di vedere presto le luci di un abitato.

Come non detto, gli alberi sembrarono diminuire, è in lontananza si intravedevano proprio le luci di un porto, meno male, iniziavo a credere di essere finita in un isola deserta e disabitata.

 

Passarono parecchi giorni da quando mi trovavo in quell’isola, i maggiori problemi che riscontrai furono quelli dovuti al fatto che non potevo girare indisturbata, appena ero arrivata nella cittadina portuale che avevo intravisto appena fuori dalla foresta, mi ero accorta che era tappezzata dai manifesti con le taglie dei pirati tra cui quelle di capello di paglia, e quindi anche la mia, “la gatta ladra”, e questa volta non avevo Zoro che con la sua sola presenza mi rendeva sicura e mi faceva sentire sempre protetta.

Ora che ci pensavo, nonostante non ci potessimo sopportare, quando lui non c’era sentivo la sua mancanza, spesso ero io che lo cercavo solo per il gusto di stuzzicarlo, e quando iniziavamo i nostri litigi stavo bene, non erano parole dette con odio da nessuno dei due nonostante ci andassimo giù pesante alle volte.

Però io sapevo che se avevo un problema lui era sempre pronto ad aiutarmi, non mi aveva mai abbandonato e senza accorgermene mi ero affezionata molto più di quanto credevo a quello spadaccino senza il minimo senso dell’orientamento.

 

La fortuna non era stata dalla mia parte, ero capitata in un isola in cui risiedeva una delle tante sedi della marina.

Non trovando altre possibilità per andare via da quel posto troppo pericoloso per un pirata soprattutto se solo, riuscì a intrufolarmi sulla stiva di un mercantile senza essere notata, la mia abilità di ladra mi era stata molto utile per poter salire senza essere notata, in più ero riuscita a racimolare un po’ di cibo qua e là.

Ma quando fui dentro la stiva mi accorsi che non era così necessario il cibo che mi ero procurata, perché c’era una riserva di alimenti che avrebbero sfamato persino il mio capitano per un mese intero, questo voleva dire che anche se il viaggio fosse durato a lungo avrei potuto sfamarmi senza far notare troppo la sparizione di alcune di quelle provviste.

Mai avrei pensato che quella che mi era sembrata la più grande fortuna mi avrebbe portato a dover affrontare un problema maggiore rispetto a quello che già avevo.

 

Dopo una settimana di navigazione successe qualcosa che non avevo minimamente ipotizzato, il mercantile su cui viaggiavo altri non era che una nave per il rifornimento dei vascelli della marina che non potevano approdare.

Mi accorsi di tutto ciò quando la stiva fu invasa dagli uomini della marina che dovevano caricare tutte le scorte sulla loro nave, io riuscì a nascondermi fino a che le casse dove mi imboscavo finirono, e allora si accorsero della mia presenza.

-cosa ci fai tu qui?- chiese stupito un marinaio.

-quella è la “gatta ladra”, e uno dei componenti della ciurma di capello di paglia!- mi avevano riconosciuta era la fine.

Nonostante sapessi di non aver nessuna possibilità di fuggire, non mi sarei mai lasciata catturare senza combattere, ero un pirata e ne andavo orgogliosa!

In fretta montai il mio bastone, e partì all’attacco, riuscì a resistere abbastanza a lungo da causare alcuni danni sia alle ultime casse che erano rimaste, sia ad alcuni uomini.

Ma come prevedibile mi catturarono, uno di loro con il naso sanguinante mi legò come un salame stringendo forte le corde più del necessario.

-vediamo se continuerai ad agitarti ora!- forse si voleva vendicare del fatto che probabilmente gli avevo rotto il naso con una testata quando mi stava tenendo ferma per legarmi.

Mentre stringeva le corde, sentì un forte dolore, probabilmente a me invece avevano incrinato qualche costola, oltre a essere ricoperta di tagli e segni che probabilmente si sarebbero trasformati in lividi.

Mi portarono sulla nave della marina, chiudendomi subito in una cella umida e buia.

-spero che la tua permanenza qui ti sarà gradita, perché questo sarà il tuo ultimo viaggio prima di essere giustiziata!- affermò il mio carceriere ridendo della mia condizione.

Sola, ero ancora sola, e presto mi avrebbero portato sul patibolo di qualche città sconosciuta, non avevo più speranze, chissà dove si trovavano i miei compagni, mi mancavano tantissimo, ma probabilmente non li avrei mai più rivisti.

Non avrei più potuto mantenere la promessa che feci a Rufy di condurlo alla ricerca del tesoro del re dei pirati e far si che lui fosse il suo successore, e poi non avrei più potuto realizzato il mio sogno, disegnare la carta di tutti i mari.

Una nuova fitta all’addome fu accompagnata da una più forte all’altezza del cuore, ed una lacrima solitaria riuscì a sfuggirmi; non poteva essere vero, ero arrivata alla fine, e quello che più mi faceva male era che sarei morta sola come lo ero stata per la maggior parte della mia vita.

 

Passarono tre giorni da quando mi avevano catturata, una volta al giorno mi portavano il “pasto” se così si poteva chiamare quella brodaglia che mi servivano, e un pezzo di pane duro come la pietra; come mi mancavano i cibi deliziosi di Sanji.

In quella cella buia l’unica cosa che non mi faceva impazzire erano solo i ricordi delle avventure che avevo vissuto con i miei compagni, e mi ritrovavo spesso a sentire la mancanza delle lunghe e snervanti litigate con Zoro, non mancavamo mai l’occasione per stuzzicarci a vicenda, in fondo mi divertivo, ed ero certa che anche per lui era lo stesso.

Quello era il nostro modo di relazionare, entrambi siamo sempre stati troppo orgogliosi e testardi per poter ammettere che ci volevamo bene, e ora non lo avrei più potuto rivelare.

E questa stranamente era la cosa che più mi faceva male, in quel momento capì quanto io tenessi a quello spadaccino rozzo e scorbutico facendomi spuntare un triste sorriso sulla faccia.

-brava Nami, meglio tardi che mai- mi rimproverai sotto voce.

Fantastico ora che non lo avrei più rivisto mi ero accorta di essere …

Non riuscivo neanche a pensare a quella parola, forse perché non mi era mai capitata una cosa del genere e mai avrei pensato che sarebbe successo proprio a me.

Ma ora non aveva più senso neanche pensarci, sicuramente presto saremmo arrivati a destinazione qualsiasi fosse stata la loro meta, quella sarebbe stata l’ultima isola che avrei visto.

Infatti a quanto pare era successo qualcosa ad Impel Down, e da quello che i marine dicevano, avevano al momento dei problemi, quindi per la mia solita fortuna non mi avrebbero portato neanche nelle prigioni ad aspettare la mia condanna, si sarebbero occupati loro di giustiziarmi il prima possibile.

 

La mattina dopo infatti giungemmo al porto di una piccola isola, Fish Town, quando fui portata sul ponte dovetti chiudere gli occhi a causa della luce del sole a cui non ero più abituata dopo il lungo tempo passato nell’oscurità.

Quando infine riuscì a riaprire gli occhi mi si presentò una cittadina portuale sicuramente di semplici pescatori vista la presenza esclusiva di barche adibite proprio a quel lavoro, era piccola sembrava tranquilla e pacifica.

I pochi abitanti si affollarono tutti ad osservare il grande veliero della marina, probabilmente non avevano mai visto una nave da guerra nel loro porto.

 

E così era questo il luogo in cui avrebbero posto fine alla mia esistenza?!

 

-forza bellezza, è già tutto pronto!- disse quello che riconobbi essere una mia conoscenza visto che portava ancora un grosso cerotto che gli copriva il naso, mentre mi spingeva con poca grazia per farmi scendere a terra, esultai internamente gli avevo rotto veramente il setto nasale almeno.

Gli occhi di tutti erano fissi su di me, e cercai di non far trapelare nessuna emozione, non volevo far vedere che avevo paura anche se non avrebbe cambiato la situazione, ma se proprio dovevo morire, allora lo avrei fatto con onore, non avrei mai chiesto pietà, piuttosto mi sarei staccata la lingua a morsi.

Avanzavamo nella piazza dove vidi il patibolo delle esecuzioni pronto per l’uso, erano stati veramente rapidi a sistemare tutto, quando volevano sapevano essere efficienti quelli della marina, peccato che non lo erano stati quando il mio villaggio era stato preso d’assalto dagli uomini-pesce pensai amaramente.

Camminai a testa alta, sicura che gli abitanti di quella cittadina mi guardassero come se vedessero il demonio in persona, per curiosità con la coda dell’occhio osservai alcune espressioni di quelle persone, ma non era odio o disgusto quello che vedevo nei loro occhi.

Alcuni sembravano dispiaciuti, altri erano semplicemente scioccati, forse non si aspettavano che un giorno arrivasse la marina per giustiziare un pericoloso pirata, e poi scoprire che quel il criminale era poco più che ragazzina, quale io ero anche se non avevo mai vissuto la fase della ragazzina indifesa.

Quando arrivai a ridosso delle scale che mi avrebbero portato in cima al patibolo, ebbi un leggero tentennamento, rimasi un attimo ad osservare quei gradini prima di venire strattonata per farmi proseguire.

-che c’è stati iniziando a perdere tutta la tua sicurezza?- chiese colui che era stato il mio carceriere sulla nave.

-pensavi forse che i tuoi compagni venissero a salvarti? Mi dispiace dolcezza ma non verrà nessuno!- si stava divertendo alle mie spalle, e dire che loro erano dalla parte della giustizia, loro dovevano essere i buoni.

Ma erano pochi quelli veramente leali e giusti nella marina.

Però aveva ragione, in fondo avevo sperato che come sempre quando ero nei guai, i miei compagni arrivassero e mi portassero via con loro.

Quando arrivammo in cima potei vedere l’immenso mare davanti a me, se non pensavo al motivo per cui mi trovavo lassù avrei potuto dire che era il posto ideale per poter disegnare la carta dell’isola, da quel punto si aveva una vista che mozzava il fiato, si potevano notare tutte le varie insenature e sporgenze, era perfetto, per istinto diedi un occhiata al Log Pose che avevo sul polso.

In fondo ero sempre una cartografa, e fino alla fine il mio pensiero sarebbe stato per quel sogno che non avrei mai potuto realizzare.

Mi fecero inginocchiare e inclinare la testa, vidi i piedi del boia avvicinarsi sempre di più a me fino a fermarsi, la mia ora era giunta, la mia mente rivide i volti dei miei compagni soffermandosi maggiormente su quello dello spadaccino.

Zoro, sarebbe stato quello il mio ultimo pensiero, sarebbe stato quello il volto che la che mia mente mi avrebbe fatto vedere prima di morire.

Sentì un leggero movimento da parte del mio giustiziere, ora avrebbe calato l’arma e non avrei più sentito niente.

 

Continua…

 

Salve a tutti, sono felice di far parte nel mio piccolo del mondo di One Piece, insieme alla ciurma di capello di paglia.

 

Sono un'estimatrice della coppia Zoro/Nami, e anche nel manga per chiunque appoggi questa coppia può trovare piccoli episodi che offrono qualche speranza ad un futuro lieto fine per loro, è probabile che non sarà così, ma come ci insegna questo fantastico manga non bisogna mai smettere di sognare, e per questo dobbiamo ringraziare chi gestisce in maniera favolosa questo sito che permette a chiunque di poter sognare un'avventura insieme hai nostri pirati.

 

Spero che come primo capitolo vi incuriosisca e vi porti a continuare a seguire la mia storia, mi auguro che in tanti commenterete così da poter capire se scrivo in maniera chiara, quindi fattemi sapere se qualcosa non va bene.

Un bacione alla prossima.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Zoro

Quando mi risvegliai, mi ritrovai su di un letto, ed io ero ricoperto di bende, qualcuno mi aveva medicato, però non mi sembrava che ci fosse la stessa cura e precisione nel sistemare le bende come faceva Chopper, quindi non era lui che mi aveva curato.
Le ultime cose che ricordai furono lo scontro alle isole Shabondi e l’arrivo del vero Orso Bartholomew e la sua enorme mano.
Mi guardai attorno, era una piccola stanza dove oltre al letto c’era un tavolo con sopra tutto quello che doveva essere servito per medicare le mie ferite, mentre mi chiedevo chi poteva essere stato, la porta si aprì, ed entrò un vecchio che si reggeva ad un bastone con una mano, e con l’altra teneva un piatto, che poggiò sul tavolo.
-ben svegliato ragazzo, come ti senti? Eri messo parecchio male quando ti ho trovato- mi disse l’uomo.
-sei stato tu a curarmi?- chiesi anche se la risposta era scontata.
-certo, ti ho trovato due giorni fa sulle rive del fiume, ho pensato che fossi morto, ma quando mi sono accorto che respiravi ancora ti ho portato a casa mia, ma avrei scommesso che saresti passato a miglior vita entro breve, avevi delle ferite molto profonde, invece hai continuato a dormire per due giorni e ora ti sei svegliato- spiegò il vecchio.
-sono solo dei graffi, ci vuole ben altro per abbattermi- gli risposi, anche se questa volta me l’ero vista proprio brutta.
-posso sapere il tuo nome?- non sembrava convinto delle mie parole, e non c’era da biasimarlo, visto che ora assomigliavo più ad una mummia che ad un essere umano, quando mi aveva trovato dovevo essere conciato davvero male.
-Zoro- a prima vista sembrava un vecchietto innocuo, avrei dovuto ringraziarlo per quello che aveva fatto per me, ma non ero mai stato portato a questo genere di cose.
-piacere Zoro, io sono Lhu; ora se riesci ad alzarti puoi venire a mangiare- disse mostrandomi il piatto ancora fumante.
Piano mi diressi verso il tavolo e mi accomodai sulla sedia, e in silenzio mangiai il mio pasto.
-posso farti una domanda?- mi chiese quando finì di mangiare, gli feci solo un cenno della testa.
-chi è Nami?- quella semplice domanda mi sconvolse, come faceva a sapere il suo nome?
-ogni tanto urlavi il suo nome mentre dormivi. Deve essere una persona davvero importante- e mentre parlava gli si stampò sul viso un ghigno malizioso.
E così pronunciavo il suo nome nel sonno, questa non me l’aspettavo, perché tra tutti proprio il suo?
-e solo una mia compagna!- risposi indifferente.
-sei per caso un pirata? Sai da giovane lo sono stato anche io, ogni tanto mi manca andare in giro per il mare e sentirsi liberi da tutto- affermò e si vedeva che gli stavano passando nella mente i ricordi della sua gioventù.
-parlami di questa Nami, e anche lei un pirata?- il vecchio sembrava molto curioso, e questo mi stava mettendo a disagio, mi  stavo rimproverando il fatto di non aver tenuto la bocca chiusa durante il sonno.
-si, è anche lei un pirata, ma è anche una ladra, una strozzina e una dittatrice- e questo era tutto assolutamente vero, e quindi perché mai il mio primo pensiero era sempre rivolto a lei?
-accidenti, deve essere favolosa, se nonostante tutti questi difetti non da poco, è riuscita a conquistarti- dichiarò scoppiando in una fragorosa risata.
-ma cosa stai dicendo, tu non la conosci, quella è una strega- ribadii con enfasi.
-forse allora ti ha fatto un incantesimo, mi piacerebbe proprio conoscerla, chissà, tutto può essere, potrebbe accadere un giorno che me la porterai!- dichiarò speranzoso.
Rimasi con il vecchio Lhu per qualche giorno, quando le ferite si erano abbastanza rimarginate, decisi che era arrivato il momento di partire, dovevo cercare i miei compagni.
-mi ha fatto piacere conoscerti ragazzo, sono sicuro che presto troverai i tuoi amici- la prima impressione che avevo avuto era giusta, era un innocuo vecchietto molto gentile e anche simpatico, a parte il fatto che non faceva altro che tormentarmi con la storia di Nami.
-e naturalmente salutami la tua dolce amichetta e portala presto qui per farmela conoscere, avrei alcune cose da riferirle- mi urlò mentre mi stavo già allontanando, ecco anche al momento del saluto doveva mettere in mezzo Nami.
-certo, certo vecchio, farò sicuramente come mi hai detto!- gli risposi di rimando con un tono falsamente accondiscendente.
Non lo avevo ringraziato a parole, però quando sarebbe andato dietro alla sua piccola casetta, avrebbe trovato il mio grazie, la notte prima gli avevo preparato la scorta di legna per tutto l’inverno.

Da quando avevo lasciato casa di Lhu, avevo vagato per i mari passando da un isola all’altra, come prima di entrare a far parte della ciurma di Rufy, e mi accorsi che non mi piaceva più, nonostante mi sia sempre lamentato del fatto che i miei compagni erano troppo rumorosi, quando ero solo tutta quella confusione mi mancava, tanto.
Una persona in particolare mi mancava, e questo mi stupì molto, colei che riusciva a tenermi testa nelle discussioni senza mai arrendersi, colei che doveva avere sempre l’ultima parola.
Nami.
Un dubbio mi venne in mente, che Lhu avesse ragione, che ci fosse un motivo per il fatto che era sempre al centro dei miei pensieri?

Dopo un mese dai fatti accaduti alle isole Shabondi, avevo pian piano ritrovato i miei compagni.
Tra tutti il primo che ritrovai fu il cuoco, devo dire che mi erano mancate le nostre dispute, però perché avevo incontrato proprio lui per primo, non mi sarei di certo dispiaciuto se avessi trovato prima un altro membro della ciurma, almeno non sarei stato solo con lui e quindi in un litigio continuo senza nessuno che ci separasse.
Dopo qualche giorno trovammo Usop, Brook e Chopper assieme, anche loro si erano già incontrati, e decidemmo di andare a riprendere la Sunny, per poi cercare il resto della ciurma.
Arrivammo senza farci notare nel punto esatto in cui avevamo nascosto la nostra nave, e li trovammo ad aspettarci Franky e Robin, ormai mancavano all’appello solo Rufy e Nami.
Il pensiero che la nostra navigatrice si trovasse sola da qualche parte e potesse essere in pericolo mi rendeva estremamente nervoso e agitato, anche se sapevo che era in gamba e se la cavava benissimo.
Robin ci informò di alcune scoperte che aveva fatto mentre stava tornando alla nave; Ace il fratello di Rufy era stato catturato e rinchiuso nelle prigioni di Impel Down in attesa che fosse giustiziato, eravamo sicuri che Rufy sarebbe andato sicuramente a salvarlo.
Se volevamo trovare il nostro capitano dovevamo andare da Ace, e io speravo tanto di trovare anche Nami li o magari di trovarla prima.
Mentre eravamo in viaggio si sparse la notizia che Impel Down era stata violata.
Rufy.
Non c’erano dubbi il nostro capitano era già entrato in azione, dovevamo avere fiducia in lui e raggiungerlo al più presto; e così facemmo, quando lo trovammo era allo stremo delle forze aveva dovuto lottare duramente per salvare suo fratello anche se fortunatamente non era l’unico che voleva aiutarlo.
La ciurma di cui Ace faceva parte compreso il capitano, il famoso Barbabianca era entrato in azione.
Dopo una lunga ed estenuante battaglia contro la Marina erano riusciti a salvare Ace, e ora entrambi erano sotto le cure di Chopper.
Adesso solo una persona mancava per ricomporre la nostra ciurma, Nami, e non sapevamo dove poteva trovarsi; odiavo sentirmi così impotente, senza poter fare niente, non avevamo la minima idea di dove cercarla, nessuno sapeva dove poteva essere la nostra navigatrice.
La nave senza di lei era troppo calma, nessuno si agitava fino all’inverosimile, perché non c’era nessuno che li rimettesse al loro posto, Usop si stava impegnando a tenere apposto l’agrumeto di Nami, ma sembrava che anche i suoi mandarini sentissero la sua mancanza, non avevano quel colore brillante che assomigliava così tanto ai capelli della loro padrona.
Franky si occupava della navigazione, e Robin della cartografia, ma anche se riuscivano a cavarsela, non era la stessa cosa, e tutti lo sapevano, Nami era la migliore e nessuno poteva prendere il suo posto.
Quando Rufy si riprese, e seppe che lei ancora non era tra di noi disse solo una frase:
-forza, io voglio solo una navigatrice nella mia ciurma, la migliore di tutti i mari, andiamo a cercarla, sono sicuro che ci sta aspettando!!!- urlò convito Rufy, appoggiato da tutta la ciurma.

Qualche giorno dopo quando attraccammo su un isola per fare rifornimento, trovammo le prime notizie di Nami da quando avevamo iniziato a cercarla, e non furono per niente rassicuranti.
Nami a quanto pare dopo l’attacco di Orso Batholomew era finita su un’isola in cui risiedeva una sede della marina, e durante la sua fuga dall’isola era stata catturata, e ora la stavano portando nel luogo in cui l’avrebbero giustiziata.
Non avrebbero aspettato molto tempo, non volevano correre il rischio che gli sfuggisse come era accaduto con Ace.
Rufy forse per la prima volta aveva sul volto un’espressione veramente preoccupata; era appena uscito da una lotta per salvare il fratello che stava per essere giustiziato, ed ora anche la sua migliore amica che per lui era come una sorella, stava per rischiare di fare la stessa fine, solo che nessuno sapeva dove l’esecuzione si sarebbe svolta.
Io passavo il mio tempo impegnato con gli allenamenti per non pensare al pericolo in cui si trovava quella strega di cui sentivo così tanto l’assenza.
Dovevamo trovarla al più presto non osavo minimamente pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non fossimo arrivati in tempo.
Tutti erano preoccupati come non mai, anche Ace che nonostante dovesse ancora riprendersi completamente, aveva deciso di restare con noi per quella missione, diceva che era un modo per sdebitarsi con Rufy, ma in fondo sapevo che dalla prima volta che lo incontrammo lui aveva un debole per la nostra navigatrice, ma non importava il motivo, il suo aiuto ci avrebbe fatto più che comodo.
Il problema maggiore era che dopo la fallita esecuzione di Ace, il Governo Mondiale aveva ricevuto un durissimo colpo, e questo non era a favore di Nami che faceva parte della ciurma di colui che era stato uno degli artefici di quel fallimento, e quindi avrebbero fatto di tutto per evitare l’ennesimo smacco.
Scoprimmo il luogo e la data dell’esecuzione della nostra compagnia qualche giorno prima che avvenisse grazie a Robin che con il suo potere era riuscita ad ascoltare una conversazione tra degli esponenti della marina.
Come avevamo pensato stavano cercando di fare tutto il più segretamente possibile.
La data dell’esecuzione della pena capitale era fissata solo tra due giorni, ci sarebbero voluto parecchio per arrivare, non sapevamo se saremmo riusciti a giungere in tempo; la disperazione aveva preso il sopravvento su tutta la nave, io mi rinchiudevo sulla torre di vedetta per poter stare solo.
No, non poteva essere vero, Nami sarebbe tornata con noi, saremmo riusciti a salvarla in tempo, dall’alto vedevo Franky aiutato da Usop che lavoravano sodo per far si che la nave andasse il più veloce possibile.
L’isola su cui attraccammo sembrava in agitazione, tanta era la confusione, la nave come sempre la lasciammo in un punto nascosto, e subito scendemmo per vedere cosa stava succedendo.
Arrivati stranamente inavvertiti, ci avviammo verso la piazza al cui centro potemmo vedere il patibolo dell’esecuzioni, alla sua vista una fitta all’altezza del petto mi smorzò il respiro, e anche i miei compagni ebbero reazioni simili, Usop, Franky e Chopper avevano gli occhi lucidi e tristi, e per la seconda volta, dopo Enies Lobby, vidi una lacrima sul viso di Nico Robin, Sanji e Ace stringevano i pugni.
Il volto di Rufy era serio come mai lo era stato ed io mi sentì ancora più disperato, il patibolo era vuoto, che fosse già tutto finito?
No, Nami non poteva essere morta, non potevo crederci.
Intorno a noi continuava ad esserci una grande confusione; alla fine Robin si fece coraggio e chiese a uno degli abitanti di quell’isola cosa fosse successo.
-un vascello della Marina è venuto qui questa notte, e si sono subito messi a costruire il patibolo che c’è al centro della piazza, non avevo mai visto una cosa del genere, alle prime luci dell’alba hanno fatto scendere una prigioniera, l’hanno portata la sopra e … - disse indicando la piattaforma del patibolo, e li persi un battito del cuore, mentre le nostre speranze sparivano.
Mentre l’uomo finiva il discorso fu interrotto da delle urla che annunciavano l’arrivo della marina, e gli abitanti iniziarono a rintanarsi nelle loro abitazioni, e anche l’uomo che stava parlando con noi andò via senza finire il racconto, dovevamo fuggire da li il prima possibile, ma inizialmente nessuno di noi dopo quella notizia riuscì a fare un passo, solo Brook alla fine ritornò in se.
-dobbiamo andare via da qui al più presto se non vogliamo essere presi dalla marina, e ora non siamo in grado di affrontarli- aveva ragione eravamo troppo sconvolti per riuscire a difenderci.

Continua…

Ecco a voi il secondo capitolo della mia fan fiction, nel primo capitolo c’era il punto di vista di Nami, qui invece o provato ad analizzare le sensazioni di Zoro.
Scrivere la versione maschile è stato più complicato del previsto, e poi stiamo parlando di uno come Zoro che non è l’uomo più aperto ed estroverso.

Ringrazio infinitamente chi ha già inserito la mia storia tra le seguite:

BULMA0219
dubhe93
mikamey

e chi l’ha inserita nelle preferite:

anjelik
dubhe93
giusy91
Jemanuele8891

Un ringraziamento speciale poi va a chi ha commentato:

Tsukichan: caspita addirittura i brividi, troppo buona. Spero che anche questo faticoso capitolo ti piaccia. Ti aspetto al prossimo;

giusy91: sono contenta che ti abbia incuriosita, ho in mente tanti colpi di scena, a presto;

Lucy94: fammi sapere se anche questo capitolo è andato bene, io cercherò di continuare a fare del mio meglio. Spero di risentirti presto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

NAMI

Rimasi in attesa che la tagliente lame affondasse sul mio collo, ma continuava a non accadere niente, iniziavo però a sentire delle voci convulse e tanta confusione che aumentava; allora decisi di alzare la testa per capire cosa stava succedendo, e rimasi sbigottita nel vedere che l’uomo che doveva porre fine alla mia esistenza era a terra con una freccia conficcata nella schiena.
Non capivo quello che stava accadendo, uomini della marina che cadevano sotto i colpi nemici, ma non riuscivo a capire chi li stesse attaccando, mi sembrò di vedere degli uomini ma non li riconobbi avevano degli spessi mantelli con dei cappucci che gli coprivano il viso.
Ad un certo punto mi sentì afferrare per la corda che mi teneva legata e che continuava a stringere quelle costole che giorni fa sicuramente si erano incrinate, dopo un secondo potei respirare più affondo, quella mano che mi aveva afferrata mi aveva liberata da quelle maledette corde.
-forza, alzati!- affermò una voce potente alle mie spalle.
Quando mi voltai vidi la sagoma di un uomo alto e sicuramente muscoloso, di cui però non potevo vedere il viso che era coperto dal cappuccio del mantello che portava.
-chi sei?- gli domandai mentre scendevamo da quello che probabilmente almeno per ora non era il luogo in cui sarei morta.
-non è il momento delle spiegazioni, se vuoi vivere continua a seguirmi senza fare storie!- mi rispose l’uomo che correva davanti a me.
Non avevo altra scelta, se non volevo essere giustiziata dovevo seguirlo, senza sapere il motivo però sentivo che di lui mi potevo fidare, forse era dovuto solo al fatto che mi aveva appena salvato la vita, e già questa non era cosa da poco.
Mentre correvamo tra la folla mi accorsi che molti uomini stavano combattendo contro quelli della marina, però non riconoscevo nessuno in quei visi, e quindi non capivo perché mi avessero salvata.
Quando la marina si accorse che stavo scappando cercarono di fermarmi, ma l’uomo che mi aveva appena liberata mi si parò davanti difendendomi, ma erano in tanti ed era difficile combattere da solo anche se mi ero accorta che se la cavava benissimo, vidi subito quanto era forte, però volevo aiutarlo, ma non sapevo come fare visto che loro erano armati e io non avevo più il mio bastone.
Come se mi avesse letto nel pensiero, il mio misterioso salvatore tolse da sotto il suo mantello i tre pezzi della mia arma e la lanciò verso di me, la presi al volo e in un istante composi il bastone, ora mi sentivo decisamente più tranquilla; dopo qualche minuto riuscimmo a sistemare gli uomini che ci stavano attaccando, mi avevano ferita ma cercai di resistere, e infilai il mantello che l’uomo dei “misteri” che aveva lottato con me mi aveva dato per confondermi con gli altri uomini che si trovavano nella piazza.
La persona a cui dovevo la vita mi fece segno di seguirlo, e senza obbiettare iniziai a correre dietro di lui, stringendo i denti mentre sentivo la ferita sull’addome che si allargava dallo stiramento del corpo nella corsa.
Ci fermammo solo quando arrivammo davanti ad una nave di modesta grandezza ma che dava un senso di solidità, vidi l’uomo che stavo seguendo salire sicuro a bordo, mentre io rimasi a terra ad osservarlo mentre riprendevo fiato senza sapere cosa fare.
-Sali a bordo, muoviti non abbiamo tempo da perdere, la marina e dietro di noi!!- parlò deciso e autoritario.
Lo osservai, e decisi di fidarmi, in fondo non avevo altra scelta se non quella di finire nuovamente sotto le mani della marina, e non ci tenevo.
Appena fui a bordo vidi gli uomini dell’equipaggio in movimento pronti per partire, inizialmente pensai che fossero tutti pirati, ma mi accorsi che non c’era il tipico stendardo con il teschio appeso sull’albero maestro.
La nave lasciò il porto allontanandosi velocemente dall’isola, era successo tutto talmente in fretta che solo ora capivo che forse non era ancora giunta la mia ora, e ripresi parte della fiducia che ormai avevo perduto; e soprattutto iniziò a farsi sentire la speranza di poter un giorno rivedere i miei amici.
Ma ora avevo un problema da risolvere, chi era il tipo che mi aveva salvata? E per quale ragione lo aveva fatto?
-chi sei?- ripetei la stessa domanda che gli avevo fatto quando ci trovavamo sul patibolo, e in quel momento lui si girò e nonostante portasse ancora il cappuccio, vidi uno strano tatuaggio che attraversava verticalmente l’occhio sinistro.
-non credevo fossi così in gamba, te la sei cavata egregiamente con quei bastardi della marina- e in quel momento fece scivolare il cappuccio che lo copriva.
Aveva uno sguardo minaccioso ma non malvagio, non ebbi paura davanti al ghigno che si era formato sul suo viso, non so da cosa era dovuto ma aveva un aria familiare nonostante fossi certa di non averlo mai visto prima di quel giorno.
-non è la prima volta che combatto contro di loro!- risposi mentre continuavo a fissarlo.
-già, ho sentito parlare molto delle imprese della ciurma di capello di paglia- non rimasi sorpresa del fatto che sapesse chi ero, di certo non mi aveva salvata senza essersi informato su chi io fossi.
-ancora non mi hai detto chi sei, e perché mi hai salvata?!- continuai ad insistere, nonostante iniziassi a sentirmi sempre più debole e mentre il mio viso iniziava ad essere imperlato da gocce di sudore.
-ragazzina, non hai una bella cera!- mi disse prima di rivolgersi verso i suoi uomini.
-chiamate Laro!!- urlò loro, mentre le mie gambe avevano deciso proprio in quel momento di non reggermi più.
Ero in attesa di sentire la durezza del legno che ricopriva il ponte della nave, ma non accadde, l’ultima cosa che vidi fu il verde scuro del mantello che ricopriva colui che mi aveva salvato la vita e che non sapevo ancora chi fosse.

Quando aprì gli occhi mi ritrovai distesa su di un letto di una cabina spoglia, era molto spartana e quel poco che c’era in giro era in disordine.
Tornò alla mia mente tutto quello che era accaduto nell’ultimo periodo, dalla separazione con la mia ciurma, al motivo per cui mi trovavo su quella nave sconosciuta.
Ancora non sapevo niente di coloro che mi avevano salvato la vita, e dalle bende che intravedevo sul mio corpo capì che mi avevano anche curato.
La porta della cabina si aprì, ed entrò un uomo basso vestito tutto di giallo, gli mancavano le ali e sarebbe sembrato un canarino, era gobbo e rachitico, ma gli occhi erano vivi e attenti.
-salve, vedo che hai ripreso colore, dopo una bella dormita stai meglio, la ferita era abbastanza profonda hai rischiato che prendesse infezione- che fosse il medico di bordo? Era un po’ strano, ma ne avevo viste tante di cose insolite che ormai non ci facevo molto caso.
-sei un dottore?- chiesi ancora un po’ intontita.
-in teoria no, ma penso di saper curare ferite molto meglio di certi dottorini che ci stanno in giro- mi rispose l’uomo mentre iniziava a cambiarmi le bende.
-che sbadato non mi sono neanche presentato, il mio nome è Laro, chiedi pure se ti serve qualcosa- forse era bruttarello, ma sembrava estremamente gentile.
-grazie! Finalmente posso chiamare qualcuno per nome, visto che nessuno mi ha ancora spiegato dove sono e soprattutto con chi- speravo che parlando in quel modo senza chiedere direttamente mi avrebbe dato lui qualche spiegazione.
-si hai ragione, ma devi capire che noi dobbiamo tutelarci e non possiamo rivelare a tutti chi siamo- una volta che le bende furono sistemate mi aiutò a sdraiarmi nuovamente.
-io vorrei sapere perché mi avete salvato, se neanche mi conoscete!- non riuscivo ad arrabbiarmi con lui, in fondo nonostante la curiosità fosse tanta potevo aspettare e magari insistere con l’uomo che mi aveva portato sulla nave e che sembrava essere il capo.
-ma noi ti conosciamo molto più di quanto credi!- parlò una voce dura e autoritaria.
Mi voltai verso la porta e vidi l’unica persona che avrebbe potuto rispondere a tutte le mie domande accompagnato da tre uomini.
-Laro, come sta?- chiese a quello che anche senza titoli era il medico di bordo.
-abbastanza bene, ha solo bisogno di un po’ di riposo, ha la pelle dura a quanto pare, e anche resistente, nella corsa per arrivare alla nave la ferita si è allargata parecchio- spiegò tutto parlando con un tono rispettoso verso l’uomo appena entrato, la mia ipotesi che fosse il capo prendeva sempre più forza.
-bene, puoi andare a riposarti rimarrò io con la nostra ospite, dobbiamo parlare- sicuramente era un ordine, ma lo fece passare come un semplice consiglio, dovevo ammettere che aveva un grande carisma e di nuovo la sensazione familiare che mi trasmetteva mi fece sentire a mio agio nonostante non sapessi che intenzioni avessero con me.
-d’accordo, però non farla stancare troppo!- disse dirigendosi verso la porta.
Quando Laro uscì dalla cabina, l’uomo si avvicinò al letto dove ero distesa, e notai quanto, visto da quella prospettiva, fosse imponente nella sua figura, soprattutto ora che non aveva il grosso mantello che copriva il suo corpo muscoloso.
-hai detto che mi conosci? Sono sicura che non ci siamo mai visti, ma hai un aria familiare- parlai tranquilla come se non fosse un perfetto sconosciuto.
-un aria familiare dici?- sul suo viso serio apparve un ghigno divertito, che avevo detto di così strano?
-non ci siamo mai incontrati, ma ho tenuto d’occhio molto attentamente la tua ciurma, ed è come che vi conosca personalmente- affermò lui tornando serio.
-perché? Non siete pirati vero? Non c’è la bandiera che sventola sul pennone- sembrava propenso a parlare, forse mi avrebbe svelato qualche mistero.
Osservai gli altri tre individui che erano entrati insieme a lui, non sembravano intenzionati ad aprire bocca; uno alto e robusto stava appoggiato allo stipite della porta, ogni tanto mi scrutava come se fossi un possibile nemico, uno si era seduto per terra e sembrava parecchio annoiato e certamente era stato costretto ad assistere alla nostra chiacchierata, l’ultimo era appoggiato al bordo dei piedi del letto con una faccia illeggibile.
-no non siamo pirati, però come hai notato non siamo in buoni rapporti con la marina- a quelle parole ebbi come un’illuminazione, se non erano pirati ma osavano opporsi alla marina riuscendo anche a sbeffeggiarla, c’era solo un altro gruppo che poteva riuscire a tenergli testa, e dopo Enies Lobby ne avevo sentito parlare spesso.
-fatte parte dell' Armata Rivoluzionaria?- chiesi curiosa di sapere se stavo vaneggiando a causa delle ferite o se avevo ragione.
-caspita sei davvero perspicace, ci sei arrivata senza suggerimenti- sembrava veramente compiaciuto, forse non voleva perdere tempo per spiegarmi come stavano le cose.
Comunque avevo ragione erano rivoluzionari, e ora che avevo quella certezza un pensiero iniziava a ronzarmi nella testa; e lui doveva essersi accorto dalla mia espressione, che il mio cervellino era in movimento.
-hai avuto altre illuminazioni? A cosa stai pensando, sono proprio curioso- affermò sicuro.
-ecco, … prima vorrei sapere come ti chiami- domandai titubante.
-potrei anche dirtelo, ma mi toglierei il divertimento di vederti concentrata nel cercare di capire- sembrava che si stesse divertendo, e vidi un ghigno apparire anche sul viso degli altri uomini presenti nella cabina.
-ma non avevi promesso a Laro che non mi avresti fatta stancare? Invece a quanto pare ti stai divertendo parecchio alle mie spalle!- risposi acida, offesa nel sentirmi presa in giro.
-oh, ma come siamo permalose!- affermò lui scoppiando poi in una grossa risata seguito a ruota dagli altri, facendomi infuriare sempre di più.
Ma quella risata mi fece passare tutta l’arrabbiatura, mi sembrava di conoscerla, era tranquillizzante.
-tu sei … non è possibile!!!- iniziai a dire osservandolo mentre smetteva di ridere e mi fissava aspettando che continuassi a parlare, ma le parole si erano momentaneamente bloccate.
-forza, a che conclusione sei arrivata. Anche se credo che non ci arriverai mai- a parlare questa volta era stato l’uomo vicino al letto.
Con un leggero gemito mi misi a sedere, mentre nella mente si faceva largo sempre più prepotentemente una sola spiegazione.
-tu sei Monkey D. Dragon- finalmente le parole uscirono dalla mia bocca.
Sentì tutti irrigidirsi e fissarmi come se avessi appena detto la peggior eresia, l’uomo che io avevo appena identificato mi guardò prima con uno sguardo duro, poi si rilassò e si portò una mano alla testa.
-accidenti, e questa come ti è venuta in mente?- mi chiese senza negarlo ma neanche confermarlo.
-qui sembri il capo, ma potevi essere il capo su questa nave non dell’intera armata , quindi… - iniziai a spiegare non trovando bene le parole.
-e cosa ti fa credere che io sia quello che tu hai detto?- mi chiese curioso.
-la tua risata!- dissi semplicemente, ed era la verità, era stata la sua risata a farmi capire chi lui fosse.
-la risata?! Tu dici che lui è Monkey D. Dragon il capo dei rivoluzionari solo per questo, ma se poco fa hai detto di non averlo mai visto- l’uomo che era appoggiato allo stipite della porta si era avvicinato e mi fissava ostile.
-calmati Strik, falla spiegare- fu bloccato prima che continuasse.
-cos’ha la mia risata?- mi chiese lui.
-assomiglia in una maniera incredibile a quella di una persona che conosco, solo un po’ più grossa e profonda- fui subito interrotta nuovamente da Strik, a cui probabilmente non stavo molto simpatica.
-bene, siccome la sua risata assomiglia a quella di un altro, cosa alquanto improbabile, tu … - questa volta fu fermato solo da uno sguardo del suo capo.
-quando io e i miei compagni eravamo ancora a Water 7, abbiamo incontrato il Vice Ammiraglio Monkey D. Garp, e ci ha rivelato il nome del capo dei Rivoluzionari affermando che è suo figlio, e siccome il Vice Ammiraglio è il nonno del mio capitano, so per certo che Monkey D. Dragon è il padre di Rufy- questa volta parlai sicura, era ora di smetterla di girarci attorno.
-e fin qui ci siamo, ma ancora non mi hai spiegato perché pensi che sia io quel Dragon?- chiese nella sua voce ora percepivo rigidità.
-perché la tua risata è identica a quella di Rufy, del mio capitano, di tuo figlio, ne sono certa!!- affermai decisa.
-a quanto pare le voci sulla tua straordinaria intelligenza sono fondate- per me quelle parole furono come una conferma per la mia intuizione.
E così la persona che avevo davanti, e che mi aveva salvato la vita era il padre di Rufy, non sapevo a cosa pensare.
-eravamo venuti per vedere cosa potevamo dire e cosa no, per non essere scoperti, e invece sa già tutto, e dire che siamo famosi per operare nell’ombra, se si venisse a sapere una cosa del genere in giro perderemo credibilità, questa ragazzina ci ha scoperti in un attimo- anche l’uomo che stava seduto in un angolo annoiato si era avvicinato ed ora sembrava divertito.
-è un piacere avere a bordo una ragazza del genere, il mio nome è Seth, mentre lui è Jas, lo scorbutico è Strik- ora che Seth sorrideva rilassato appariva molto più giovane di quello che sembrava fino a quel momento.
-piacere io sono Nami, anche se già lo sapete- risposi anche io più rilassata.
-ora ti lasciamo riposare ti sei stancata abbastanza- disse facendo segno agli altri di uscire.
-sappiamo cosa e successo a te e hai tuoi compagni, e troveremo un modo per farti tornare da loro. Quando starai meglio parleremo ancora- dichiarò prima di lasciarmi sola nella cabina.
Si avevo proprio bisogno di riposo, erano successe talmente tante cose in così poco tempo, ed ero stravolta.
Stavo su una nave con il padre del mio capitano, oltre che il nemico numero uno della Marina.

Continua…

Salve a tutti eccomi qui, la nostra Nami se l’è cavata anche questa volta, ed ha incontrato uno dei personaggi più misteriosi ma anche affascinanti di questo manga. Spero di riuscire a capire nonostante le poche informazioni, il carattere del padre di Rufy e di descriverlo al meglio.
Per ora i capitoli saranno uno riguardante i pensieri di Nami, e uno di Zoro alternati, poi si vedrà.

Tsukichan: hai visto si è salvata, non potevo far morire uno dei protagonisti della storia. Ora voglio sapere se ti piace l’idea di far entrare in scena il padre di Rufy.
Se continui con tutti questi complimenti va a finire che ci credo davvero a quello che dici, grazie mille per il sostegno, alla prossima.

 Lucy94: ecco che fine ha fatto Nami, spero che ti piaccia. Sto cercando di lasciare il carattere dei personaggi il più possibile simile all’originale, se dovessi uscire dai limiti fammi sapere mi raccomando. Grazie per l’ appoggio mi è molto d’aiuto, ci sentiamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

ZORO

Corremmo fino alla nostra nave riuscendo a non farci vedere, solo per un attimo un gruppo di uomini della marina riuscì ad avvicinarsi a noi.
-arrendetevi, prima o poi farete tutti la stessa fine della vostra compagna- urlarono, e se Brook non mi avesse trattenuto  mi sarei fermato e gli avrei fatto rimangiare quelle parole si sarebbero pentiti di essere nati.
Quel mio stesso pensiero doveva essere passato anche nella mente degli altri, perché per un attimo rallentarono, ma poi riprendemmo tutti a correre più forte per seminarli, aveva ragione lo scheletro, in quelle condizioni ci saremmo fatti solo catturare.
Prendemmo subito il largo da quella maledetta isola che aveva visto per l’ultima volta la nostra navigatrice, compagna, amica, sorella, e l’unica donna che avesse mai sfiorato la mia mente e il mio cuore.
Eravamo ormai a largo dalle coste dell’isola che aveva visto la morte di Nami, nessuno ancora aveva osato parlare, non c’era mai stato tutto quel silenzio a bordo della Sunny.
Tutti i membri dell’equipaggio avevano uno sguardo spento, Chopper, Usop e Franky in un angolo non riuscivano a smettere di piangere silenziosamente, Brook probabilmente non lo faceva solo perché lacrime non ne aveva; Sanji teneva in mano una sigaretta accesa, ma che si stava consumando da sola; Robin “la bambina demone” sempre fredda e distaccata, stava seduta con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi lucidi; e poi il nostro capitano, Rufy il ragazzino con il capello di paglia sempre pronto all’avventura e a divertirsi, in quell’occasione era però irriconoscibile, stava nella sua postazione sulla polena con la schiena incurvata e il capello abbassato a coprire gli occhi; Ace osservava preoccupato suo fratello, e anche dal suo viso si intuiva tutta la sua tristezza.
Anche io stavo nella mia postazione preferita, all’ombra degli alberi di mandarino, che in quel momento erano una tortura perché il loro profumo portava dei bei ricordi ormai passati, forse in quella circostanza ero un po’ masochista, o forse sentire quel profumo particolare così simile al suo mi faceva credere che lei era ancora li con noi.
Passarono due giorni in cui tutti continuavamo a non parlare, fu il nostro capitano, il ragazzino all’apparenza ingenuo e superficiale, che da vero leader prese le redini della situazione.
-ciurma, non possiamo arrenderci, dobbiamo continuare il nostro viaggio- iniziò a parlare attirando l’attenzione di tutti.
-se lei ci vedesse in questo momento sarebbe delusa dal nostro comportamento, sono sicuro che vorrebbe che andassimo avanti nei nostri sogni, dobbiamo fare in modo di realizzarli anche per lei, solo così sarebbe orgogliosa di noi- tutti sembravano leggermente rincuorati dalle parole di Rufy, aveva ragione, ma io non mi sentii per niente meglio.
Non cambiava il fatto che lei non c’era e non ci sarebbe stata più, e mai mi ero sentito così svuotato da non aver quasi voglia di continuare i miei allenamenti, e non credevo che questo fosse possibile, neanche le ferite più gravi erano riuscite a fermarmi.
Ma nessuna ferita era stata così profonda, questa era incancellabile e inguaribile, simile a quella provocata da Kuina, ma incredibilmente più dolorosa, e ancora non avevo capito esattamente il motivo di tutto questo dolore.
-dobbiamo occuparci noi dei suoi mandarini ora- perso nei miei pensieri non mi ero accorto che era arrivato Rufy, alzai lo sguardo su di lui ma non dissi niente.
-non sono riuscito a mantenere la promessa fatta all’uomo con la girandola del suo villaggio- nessuno aveva pronunciato più il nome della nostra navigatrice, forse farlo inserendolo in quei discorsi era come ammettere che lei non sarebbe più tornata.
Genzo, l’uomo che le voleva bene forse come un padre si era fatto promettere di non farle perdere il sorriso per nessuna ragione.
-tutti lo avevamo promesso, ma secondo me non è così, quella strega ti direbbe di non dire sciocchezze, dopo averti massacrato di botte naturalmente. Con noi ha fatto la vita che voleva e non credo che si sia pentita neanche … alla fine- non sapevo come quelle parole fossero uscite dalla mia bocca, stavo consolando Rufy quando neanche io riuscivo a perdonarmi.
E non potevo perdonare lei per averci abbandonato, non capivo di cosa si trattava, destino crudele o semplice sfortuna, perché dopo le sofferenze subite da quando era una bambina, perché ora che stava finalmente bene doveva morire?
Perché? Ero arrabbiato anche con lei per essersene andata in silenzio senza salutarci, sapevo che era un ragionamento assurdo, ma non potevo farci niente.
-quello che più mi irrita, è il fatto che fosse sola- ed era così infatti, la mia bocca aveva detto quello che il cervello ancora non aveva capito, lei era morta sola.
Era una delle cose peggiori che potesse capitarle, per tutta la vita si era sentita sola, e anche se mai lo aveva detto e mai lo avrebbe ammesso, da quando faceva parte della ciurma di capello di paglia, lei non si era più sentita sola, e noi in quel momento non eravamo con lei, io non c’ero e non avevo potuto aiutarla.
-hai ragione! Ma noi siamo sempre insieme anche se non fisicamente, lei rimarrà sempre con noi- e con questo Rufy serio come non mai se ne andò tornando sulla polena in cui ormai stava mettendo radici.
I giorni trascorsero lenti e noiosi, avevamo deciso di riprendere il viaggio, quindi dovevamo tornare alle isole Shabondi, per proseguire da dove eravamo stati interrotti, saremmo dovuti andare a cercare nuovamente Rayleigh, per far rivestire la nave e poter andare nell’isola degli uomini pesce.
Ci sarebbe voluto molto tempo per arrivare a destinazione, perché ci eravamo allontanati parecchio, ma grazie alla precisione delle carte nautiche lasciate dalla nostra navigatrice la rotta non sarebbe stata un problema.


NAMI

Mi risvegliai per la seconda volta in quella cabina che non era la mia, non c’era la mia scrivania con gli strumenti per disegnare le carte, e non c’era il profumo dei miei mandarini o l’odore dell’inchiostro.
Era da tanto che non disegnavo e ne sentivo la mancanza, pensando a questo decisi di alzarmi.
Quando arrivai sul ponte mi affacciai al parapetto per respirare il profumo del mare, dalla posizione del sole doveva essere mattina, questo voleva dire che avevo dormito parecchio, mentre solitamente mi bastavano poche ore di sonno, però il giorno prima ero sfinita e in più era da tempo che non dormivo su di un letto.
-cosa ci fai in piedi, Laro ha detto che dovresti stare a riposo ancora un pò- la voce la riconobbi subito, la mia iniziale sensazione era giusta, quest’uomo aveva carisma da vendere.
-avevo bisogno di prendere un po’ d’aria, e poi sto bene, penso di non aver mai dormito così tanto in vita mia- risposi tenendo lo sguardo fisso sul mare.
-ti mancano i tuoi compagni?- Dragon si era posizionato al mio fianco e anche lui ora guardava il mare.
-certo, ma se come hai detto mi aiuterai, o almeno se sono un ospite e non una prigioniera, presto li ritroverò- risposi ancora non completamente sicura di quali fossero le loro intenzioni.
-sei molto diffidente a quanto pare!- e aveva completamente ragione.
-sono un pirata da quando ho dieci anni, e ne ho conosciuti molti nonostante tu mi possa vedere come una ragazzina rispetto a te, e ho imparato a non fidarmi solo della prima impressione- a questo punto Dragon si voltò verso di me.
-so molte cose su di te, e so che prima di entrare nella ciurma di capello di paglia eri al servizio di Arlong- mi girai a guardarlo, ma lui era tornato a fissare il mare.
-perché mi hai salvata?- chiesi, ora era la risposta che volevo assolutamente avere.
-avevamo scoperto che la marina stava architettando qualcosa, dopo che Rufy ha salvato Ace dalla forca- e così anche questa volta il mio capitano era riuscito a farcela e aveva salvato suo fratello, bene una buona notizia dopo tanto.
-e così li abbiamo tenuti sotto controllo, fino a che siamo venuti a sapere che volevano giustiziare un componente della sua ciurma, ma non sapevamo di chi si trattasse, e così avevamo non solo la possibilità di fare un torto al Governo Mondiale, ma anche salvare una persona che aveva dichiarato apertamente guerra al Governo proprio come noi- affermò sicuro.
-e non c’entra il fatto che il mio capitano sia tuo figlio?- chiesi forse tirando un po’ la corda, in fondo non lo conoscevo e non sapevo come poteva reagire.
-può anche darsi, ma è solo una conseguenza- disse facendo un ghigno.
-comunque non sei mia prigioniera e puoi andartene quando vorrai- continuò per poi avviarsi verso la cucina.
-forza visto che sei in piedi puoi pranzare insieme a noi- e iniziò a fare strada.
Quando entrai nella stanza adibita a cucina mi accorsi che ero l’unica donna a bordo, Dragon mi fece segno di accomodarmi affianco a lui, ed io mi senti più tranquilla.
Il cibo era abbastanza buono, ma forse io ormai mi ero abituata ai pasti di Sanji che erano divini, e forse dico forse mi aveva un tantino viziata, ed ora tutto il resto mi sembrava solo discreto, ma mangiai volentieri e avidamente, visto che erano giorni che non facevo un pasto decente.
Durante il pranzo mi accorsi che i componenti di quel gruppo erano abbastanza simpatici e alla mano, nonostante all’apparenza sembrassero scorbutici.
Da come parlavano capì subito i compiti di ciascun membro dell’equipaggio, quello che mi interessava maggiormente era naturalmente il navigatore, lo osservai attentamente per vedere se potevo chiedergli un favore; sembrava tranquillo forse poteva capirmi e accontentarmi.
-da quello che ho capito, tu qui sei il navigatore?- chiesi attirando la sua attenzione, e non solo la sua.
-si, il mio nome è Suk, e da quello che so, anche tu ricopri questo ruolo nella tua ciurma- rispose forse incuriosito.
-già, per questo volevo chiederti se mi presteresti gli strumenti per poter disegnare una carta; sai è da tanto che non ho l’opportunità di farlo, e penso di avere una specie di crisi d’astinenza- ammisi sincera, era vero infatti, non avevo mai passato così tanto tempo senza disegnare, e sentivo un bisogno impellente di farlo.
Tutti i presenti mi avevano ascoltata interessati, e poi erano scoppiati in una forte risata, che sinceramente mi fece rimanere in silenzio e con il broncio perché non capivo cosa ci fosse di così divertente.
-e cosa vorresti disegnare, l’unica cosa che si vede qui e solo il mare, … ma in fondo sei solo una ragazzina magari hai voglia di fare il disegno del mare, il sole e le nuvole- disse Strik ridendo a crepapelle.
-prima di tutto solo i bambini e gli ignoranti chiamano quelle lassù “nuvole”, quelle sono chiamate specificatamente “nubi” … - iniziai a rispondere con l’aria di superiorità che utilizzavo con i miei compagni soprattutto con lo spadaccino, e a quel punto una nuova ondata di risate si sentì, mentre Strik mi fulminava con lo sguardo.
-zittito da una ragazzina, ti sta bene- gli urlò Seth per farsi sentire.
- … comunque, lo so che qui c’è solo mare aperto, ma io voglio disegnare l’isola in cui mi stavano per giustiziare- affermai decisa.
-e come farai, non penso che prima di portarti sulla forca ti abbiano fatto fare un giro dell’isola?!- mi chiese Dragon divertito dalla discussione.
-quando ero sopra il patibolo, ho potuto vedere perfettamente l’intera isola, Fish Town è piccola e da lassù c’era una vista spettacolare, si potevano vedere tutte le insenature e le sporgenze presenti, sono sicura di poterla riportare sul foglio, e poi il Log Pose è riuscito a effettuare la magnetizzazione in tempo. Forse per voi vecchietti è impensabile, ma per una ragazza giovane come me è un gioco da ragazzi ricordare tutti i particolari- risposi togliendo la lingua in una presa in giro; chi la fa l’aspetti, loro mi avevano dato della bambina, bene, loro rispetto a me erano solo dei vecchi.
Rimasero tutti abbastanza stupiti dalla mia risposta sfrontata, ma poi si misero a sghignazzare.
-vuoi dire che quando ti stavano preparando per ucciderti, tu nel frattempo controllavi il Log Pose e la conformazione dell’isola- chiese incredulo Dragon.
-beh, … che ci posso fare se quella è la prima cosa che mi viene da guardare quando arrivo su una nuova isola- ammisi leggermente imbarazzata, ora che mi ci faceva pensare non doveva essere normale che mentre stai per morire pensi a delle carte nautiche.
-puoi prendere tutto quello che ti serve, sono proprio curioso di vedere come te la cavi- questa volta non mi stava parlando con un tono ironico, sembrava veramente interessato.
-grazie mille!!- risposi contenta alzandomi subito dal mio posto per tuffarmi subito nel lavoro che tanto mi era mancato.
-ho una domanda da farti?- mi chiese il padre di Rufy fermandomi prima che uscissi dalla stanza.
-dove, e soprattutto quando hai raccolto tutti quei borsellini che avevi addosso?- sul momento non risposi subito non capendo di cosa parlasse, poi spalancai gli occhi.
-vi siete presi il mio bottino?- domandai già con il piede di guerra.
-rilassati e tutto nella stanza dove hai dormito, non siamo dei ladri, NOI!!!- mi rassicurò, probabilmente un po’ offeso, calcando molto sulla parola “noi”.
-bene, comunque quello è solo un piccolo risarcimento per come quelli della marina mi hanno trattata negli ultimi giorni!- risposi tranquillizzata dal fatto che non mi avessero derubata.
-e quando ti avrebbero concesso questo risarcimento?- mi chiese Strik diffidente come sempre.
-quando stavamo correndo per arrivare alla nave, molti uomini della marina ci hanno seguito ed attaccato, quindi spesso eravamo così vicini che è stato un gioco da ragazzi sfilargli i portafogli senza che loro si accorgessero di niente- parlai sicura, ma osservando le loro espressioni sconcertate.
-tranquilli, non ho intenzione di derubarvi, io ho sempre rubato solo hai pirati, o alla marina, e voi non fatte parte ne di uno ne dell’altro gruppo- affermai calma.

Continua…

Questo capitolo è diviso in due, sotto il punto di vista di Zoro e poi di Nami.
La prima parte è un po’ deprimente, anche perché la ciurma di capello di paglia crede che la loro compagnia sia morta e devono farsi forza per continuare ad andare avanti; nella seconda parte invece c’è il primo approccio tra l’Armata Rivoluzionaria e Nami, dove la navigatrice riuscirà a farsi rispettare come si deve.
Sono soddisfatta, nessuno si aspettava l’ingresso in scena del grande Monkey D. Dragon e mi ha reso felice il fatto che l’idea sia piaciuta, sono consapevole che non sarà una cosa semplice, ma questo personaggio mi ha sempre affascinata e non potevo non inserirlo.

Ringrazio infinitamente tutti coloro che seguono la mia ff, chi l’ha inserita tra le seguite:

BULMA0219
mikamey
dubhe93

chi l’ha inserita tra le preferite:

anjelik
BON
saphi
dubhe93
giusy91
Jemanuele8891
ny152
BULMA0219

E soprattutto coloro che lasciano un commento:

Tsukichan: non sai quanto piacere mi fa ogni volta leggere un tuo commento, il tuo entusiasmo mi da la spinta per impegnarmi al massimo. Però mi raccomando prendi fiato ogni tanto quando leggi, se no rischi di non poter lasciare il tuo commento, mi sto abituando a trovarlo sempre e mi preoccupo se non lo trovo.
Per ora Zoro e gli altri dovranno ancora aspettare e soffrire mi dispiace, ma prima o poi lo verranno a sapere.

 BULMA0219: mi fa piacere che la storia ti sta piacendo anche perché l’hai inserita sia tra le seguite che tra le preferite. Non preoccuparti se non riesci a commentare sempre, mi basta risentirti anche solo ogni tanto giusto per dirmi come procede secondo te la storia andando avanti, anche perché ho in mente altri colpi di scena, a presto.

Lucy94: tutti questi bei commenti mi stanno dando una grande carica e mi fa un piacere enorme che ti stia piacendo così tanto la ff, anche perché e anche grazie a te se continuo a scrivere. In questo capitolo ho messo sia i pensieri di Zoro che quelli di Nami, perché altrimenti sarebbe stato troppo rattristante sia scriverlo che leggerlo.

jou_chan: scusa se non ti ho riposto la volta scorsa ma non avevo notato il commento nuovo nel primo capitolo. Hai ragione la seconda parte del secondo capitolo era un po’ frettolosa, ma conoscendomi se descrivevo il ritrovamento di tutti i membri della ciurma avrei rischiato di dover fare una ff a parte, e poi sinceramente avrei dovuto scrivere più capitoli riguardo quell’episodio e mi sarei incartata con il proseguo degli avvenimenti riguardo a Nami (non sarei riuscita a fare un capitolo a Zoro e uno Nami). Comunque mi fa piacere che ti stia piacendo, e cerchero di migliorarmi, se trovi qualcosa che non va fammelo sapere mi raccomando, spero di risentirti presto

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

ZORO
Stavamo giungendo su un isola commerciale, avremmo potuto procurarci le scorte necessarie, io come la maggior parte del tempo quando non ero nell’agrumeto, o impegnato negli allenamenti, stavo sulla vedetta e osservavo il mare in attesa di scorgere le prime tracce della costa.
Sentii dei passi salire le scale, e quando la porta si aprì, riconobbi subito di chi si trattava, un odore di tabacco si stava diffondendo nella stanza.
-sei diventato più associale del solito, testa di verza- disse il cuoco sputando fumo dalla bocca.
-che sei venuto a fare sopraciglio arrotolato?- gli risponsi leggermente incuriosito.
-sono solo venuto a controllare se eri ancora vivo, e da ieri che nessuno ti ha più visto in giro- mi chiesi se il cuoco era veramente preoccupato per me.
Sanji nonostante continuasse a fare il dongiovanni con Robin, era palese a tutti che lo faceva con forzata allegria da un po’ di tempo a questa parte.
-manca a tutti, ma Rufy ha ragione dobbiamo cercare di andare avanti e realizzare i nostri sogni, anche per lei- era la prima volta che noi due facevamo un discorso serio, ad un certo punto vidi il cuoco stringere i denti fino a spezzare la sigaretta che teneva in bocca.
-non se lo meritava, … dopo tutto quello che ha passato non si meritava di finire così, non lei- disse dando un pugno alla parete, forse era salito per sfogarsi, non voleva che gli altri lo vedessero in quel momento di debolezza, lo capivo perfettamente per quello mi isolavo, e forse aveva scelto di sfogarsi con me proprio perché sapeva che io lo potevo capire più di chiunque altro.
-non riesco a perdonarmi il fatto di non essere riuscito a fare niente per impedirlo- continuò lui.
-non l’unico, ma eravamo troppo lontani non saremo mai arrivati in tempo, abbiamo scoperto il luogo troppo tardi- risposi con apparente calma.
-sei irritante!!- affermò girando di scatto la testa.
-che ho fatto, damerino?- non sapevo proprio di cosa stesse parlando.
-non riesco a capire come fai a restare distaccato e freddo in quel modo. Per fortuna so che è solo apparenza altrimenti ti avrei cancellato quell’espressione a suon di calci- neanche io sapevo come riuscivo a non urlare tutto quello che sentivo dentro.
-ricordati però che non sei l’unico che sta soffrendo in questo momento, e il resto della ciurma ha bisogno di avere tra loro il suo spadaccino anche se è un perfetto idiota- quello stupido di un cuoco aveva ragione, mi ero concentrato totalmente sul mio dolore e avevo escluso tutto e tutti.
-ma lasciami in pace, cuoco di serie B, vai a preparare il pranzo se ne sei ancora capace e sii puntuale!- gli risposi, non potevo mica dirgli che avrei fatto esattamente quello che lui mi aveva consigliato, avevo ancora il mio orgoglio da mantenere.
-imbecille, perché non le hai parlato prima?!- sussurrò quelle parola talmente a voce bassa che ci misi un po’ per capirne il senso.
-ti aspettiamo giù!!!- detto questo scese verso la cucina il suo regno.
“perché non le hai parlato prima”, non volevo ammettere di aver capito subito cosa intendesse dire, però sapevo perfettamente il significato di quelle parole, ma non mi ero aspettato che proprio lui lo avesse capito e soprattutto che mi dicesse una cosa del genere.
Ma la ragione era che non mi ero accorto di quanto Nami fosse importante per me fino a quando non l’avevo persa, prima davo per scontata la sua presenza, e solo adesso capivo quanto io tenevo a quella ladra, e ora era tardi e mai lo avrebbe saputo.
Probabilmente non lo avrei mai rivelato, magari lo avrei fatto capire con i gesti, ma ormai era inutile, lei non c’era più e niente l’avrebbe più riportata da me.
La cena si svolse in maniera quasi normale, se normale può sembrare un pasto della ciurma di capello di paglia, però dovetti ammettere, che passare il tempo con i miei compagni era molto meglio che stare solo con la compagnia di una bottiglia di rhum e dei miei pensieri.

Attraccammo al porto di Monara City, come succedeva sempre ci dividemmo, per fare un giro per la città, ci demmo appuntamento ad una taverna per il pranzo.
Robin era stata incaricata a fare anche da tesoriere, quindi era lei che si occupava dei vari pagamenti, ma la differenza tra lei e la precedente era notevole, Robin era molto più arrendevole.
Finito di mangiare salutammo Ace che aveva deciso di tornare alla sua flotta, era rimasto solo per aiutarci a ritrovare Nami.
-avrei voluto che le cose andassero in maniera differente, ma ci rivedremo e mi sdebiterò fratellino!- gli disse Pugno di Fuoco.
Sapevamo tutti che non erano veramente fratelli, ma erano cresciuti come se lo fossero e l’affetto si vedeva.
-di questo sono certo, a presto Ace!- rispose sorridendo il nostro capitano.
-ragazzi prendetevi cura di lui mi raccomando- ci urlò quasi mentre era già lontano.

Dopo aver salutato Ace ci dividemmo, alcuni andarono a cercare i vari rifornimenti, altri decisero di proseguire con la visita dell’isola.
A metà pomeriggio decisi di tornare sulla nave, mi ero stancato di girare in mezzo a bancarelle di tutti i generi, dopo aver chiesto a vari abitanti la direzione del porto, che continuavo a non capire perché dovesse essere sempre così complicato da raggiungere, una volta salito sulla Sunny mi accorsi che c’era qualcosa che non andava, sentivo delle presenze sconosciute.
A quel punto la mano, immediatamente si posizionò sull’impugnatura della spada, e appena un fruscio arrivò alle mie orecchie da dietro estrassi la lama e la puntai verso la fonte del rumore.
Davanti a me c’era un gruppo di uomini, a destra un uomo grasso e con degli strani occhialini che teneva in mano un cosciotto di carne; affianco a lui stava un tizio con un aria stranamente familiare e una fascia con una scritta a cui però non badai; a destra stava con le braccia incrociate un uomo alto e possente, con una sigaretta in bocca, e sul fianco portava una pistola a canna molto lunga; infine al centro seduto su un gradino stava un tizio dai capelli rossi e una triplice cicatrice sull’occhio sinistro.
-chi siete, e cosa volete?!- chiesi di getto.
-salve, tranquillo abbassa pure la tua arma ragazzo, non vogliamo attaccarti, siamo qui solo per parlare!- disse quello con i capelli rossi che doveva essere il capo.
-di cosa vuoi parlare?- domandai incuriosito, ma non del tutto convito.
-lo saprai appena il tuo capitano sarà tornato a bordo!- rispose tranquillo e sereno.
Non sapevo se mi potevo fidare, però non mi sembrava una minaccia, quindi decisi di sedermi, chiusi gli occhi e rimasi in attesa, aveva detto che avrebbe parlato solo quando Rufy sarebbe tornato, nel frattempo mi sarei riposato un po’, tenendo sempre sotto controllo gli “ospiti”.
-a quanto pare lo spadaccino non è di molte parole!- affermò il rosso rivolto ai suoi compagni che sghignazzarono.

Quando il gruppo di Rufy arrivò, sulla nave sino a quel momento silenziosa e tranquilla, scoppiò il caos.
-ciao Rufy, ne è passato di tempo!!- disse il capo degli intrusi.
-cosa … Shanks, sei proprio tu! Ben, Yasop, Luky che bello vedervi!- urlò il mio capitano lasciandomi sbigottito, lo aveva chiamato Shanks che fosse proprio lui, uno dei quattro imperatori che governano il nuovo mondo.
-ragazzo alla fine sei riuscito a formare la tua ciurma!- l’uomo con il cosciotto in bocca si era avvicinato a Rufy e come gli altri avevano iniziato a ridere e scherzare.
-ve l’avevo detto che ci sarei riuscito, e dovreste vederli in azione sono fortissimi- disse tutto orgoglioso il nostro capitano.
-ci credo, abbiamo sentito parlare di voi nell’ultimo periodo- anche l’uomo con l’aria più cupa, che identificai con il nome di Ben, aveva ora il viso rilassato e allegro.
Gli ultimi componenti a salire a bordo furono Chopper e Usop, e quando il cecchino riconobbe i componenti, o meglio uno dei componenti del gruppo che era sulla nostra nave, dai suoi occhi spuntarono due grossi lacrimoni mal trattenuti, sapevo il motivo a cui erano dovuti, ma non feci a meno di alzare gli occhi al cielo, era il solito piagnucolone, anche se in fondo ero molto contento per lui.
- … papà … !!!- riuscì solo a dire lui tra i singhiozzi, e quando mi voltai verso l’uomo a cui si stava rivolgendo lo trovai nelle stesse condizioni del figlio, grosse lacrime scorrevano sul suo volto mentre lo abbracciava.
Ecco perché mi sembrava avesse un aria familiare Usop assomigliava moltissimo al padre.
Franky come al solito stava piagnucolando alla vista di quella scena.
-io non sto affatto piangendo!!!- urlava mentre si abbracciava con Brook e Chopper commossi anche loro.
-che bisogno hanno di frignare- affermai tra me e me.
-non essere così severo con loro, sono solo contenti per Usop!- a parlare era stata Robin, quella donna era ancora tutta da scoprire, prima sembrava il ghiaccio fatto a persona, non ci chiamava neanche per nome ma solo per il ruolo che noi svolgevamo nella ciurma, ma dopo Enies Lobby era cambiata, rimaneva sempre abbastanza distaccata e composta, ma si era sciolta notevolmente, e dovevo ammettere che la nuova Nico Robin era molto più simpatica.
-e quasi ora di cena, che ne dite se mangiamo tutti assieme, Sanji è un cuoco fenomenale- era naturale che Rufy chiedesse una cosa del genere, per lui ogni scusa era buona per mangiare.
-sei sempre il solito, non sei cambiato per niente!- lo conoscevano bene anche loro.

-era tutto squisito complimenti, sono proprio contento che Rufy abbia trovato dei ragazzi come voi, anche se non riesco a capire come abbia fatto a convincervi, si vede subito che è ancora un moccioso- disse Shanks scoppiando in una fragorosa risata.
Era da tanto che sulla Sunny non si sentivano tante risate, la visita del gruppo di amici di Rufy ci stava facendo un gran bene.
-Shanks la vuoi smettere, non sono più un bambino- rispose mettendo il broncio, con un espressione che non poteva che confermare le parole del Rosso.
-come fatte a contenerlo, a volte è talmente inarrestabile che è impossibile stargli sempre dietro- chiese Yasop.
-ho!!! ma a tenerlo buono ci pensa Nam… - la serata stava andando fin troppo bene, ma era bastato quella frase interrotta troppo tardi per far sparire il sorriso dai visi della nostra ciurma.
Usop stava con la testa china sul petto, si era accorto in ritardo di quello che stava dicendo, una riprova del fatto che non avevamo superato non solo la perdita ancora troppo recente, ma era come se lei fosse sempre presente tra di noi.
-che vi prende, perché siete giù di morale così all’improvviso- domandò Ben osservandoci attentamente.
- … abbiamo da poco … perso un membro della nostra ciurma- parlò serio Rufy.
-vi ha abbandonato?- chiese Luky curioso.
-no!!!- risposi quasi arrabbiato, anche se più di una volta, da solo con i miei pensieri, accusavo Nami di averci lasciati, di avermi abbandonato, e infondo io ero arrabbiato con lei.
-oh!! scusa non avevo capito- non aveva niente da scusarsi, non ero arrabbiato con lui, non aveva fatto niente di male, erano altre le persone che accusavo e la prima era me stesso.
-lei era la nostra navigatrice, la migliore di tutti i mari- questa volta a parlare era stato Sanji che non aveva aggiunto nessun tipo di commentino sdolcinato come faceva sempre, non lo aveva più fatto, e anche con Robin era molto più pacato.
-cosa l’è successo?- quella domanda era scontata che arrivasse, ma non sarei stato di certo io a rispondere.
Ci fu un lungo momento di silenzio a quanto pare nessuno aveva la forza di parlarne.
-durante uno scontro con uno della flotta dei sette siamo stati separati!- iniziò il racconto Robin dopo aver fatto un profondo respiro per prendere coraggio.
-Orso Bartholomew?!- capì subito Shanks.
-si!! Noi come vedete, piano, piano ci siamo ritrovati, ma lei è stata più sfortunata, era finita su un isola governata dalla marina, e mentre cercava di fuggire è stata catturata, portata sull’isola più vicina e … giustiziata!!!- l’ultima parola gli uscì in un soffio, mentre io mi stavo praticamente conficcando le unghie nei palmi delle mani.
-quando abbiamo scoperto cosa volevano farle, abbiamo cercato di raggiungerla, ma quando siamo arrivati era già tutto finito, gli abitanti di quella città e la marina ci hanno raccontato che la sentenza era stata eseguita quella mattina- finì Usop, che probabilmente si sentiva ancora in colpa per aver preso per errore quel discorso.
Basta non riuscivo più a stare chiuso in quella stanza in quel silenzio, volevo solo uscire stare solo magari in compagnia di una bella bottiglia di rhum, e così stavo facendo, mi ero già alzato e mi stavo dirigendo verso la porta, quando fui richiamato.
-forse è meglio se rimani ancora un po’, ti avevo detto che ero venuto per parlare, e credo che quello che ho da dirvi può interessare anche a te- il Rosso fino ad ora allegro e scherzoso, aveva cambiato atteggiamento, sicuramente si trattava di fatti importanti e seri, decisi di risedermi al mio posto in attesa che iniziasse il discorso.

Continua…


Ancora un capitolo triste, ma resistette siamo quasi alla fine del periodo nero.
Ecco che ha fatto la comparsa un altro personaggio molto interessante Shanks il Rosso, un po’ mi dispiace che nel manga abbia poco spazio, nonostante penso che avrà un ruolo importante prima o poi, ma forse questo aumenta il suo fascino.
Ora bisognerà attendere per sapere cosa ha da dire Shanks di così importante per essere andato a cercare la ciurma di capello di paglia.

Grazie, grazie, grazie a tutti quelli che continuano a seguire la ff, sono strafelice.

Nami19: devo ammettere che quando ho riletto il capitolo anche a me stava salendo il magone, e sono contenta di aver trasmesso esattamente quello che il quel momento Zoro e gli altri provavano.

jou_chan: sono contenta che trovi IC Nami è proprio mia intenzione lasciare intatto per quel che posso i caratteri di tutti, anche se, non avendo riscontri dal manga di un Zoro e una Nami innamorati, bisogna vagare molto con la fantasia

Tsukichan: quanti complimenti, ti ringrazio tantissimo, non sai quanto mi faccia piacere leggere i tuoi commenti. Zoro è il tipico ragazzo che non esterna i sentimenti e si tiene tutto dentro, ma non vuol dire che non provi forti sentimenti, e sono soddisfatta di riuscire a descrivere il suo ingarbugliato modo di pensare, non è semplice, quando scrivo i capitoli su di lui sudo sette camicie. Per quanto riguarda Dragon mi sto divertendo a sviluppare il suo personaggio soprattutto vista la presenza di Nami, nel prossimo capitolo, sarà più presente visto che toccherà ai pensieri della navigatrice.

 Lucy94: a quanto pare ho raggiunto il mio intento, il capitolo scorso per non essere troppo pesante e tragico lo diviso in due e mi fa piacere che la seconda parte fosse divertente, anche perché mi sono divertita a scriverla, ho scoperto che scrivere e quindi pensare come Nami mette il buon umore

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6
NAMI

Mi chiusi in quella che ormai era diventata la mia cabina e che avevo scoperto fosse di Dragon, che cavallerescamente mi aveva ceduto per sistemarsi insieme al resto dei suoi uomini.
cominciai subito il mio lavoro, gli strumenti non erano esattamente quelli che prediligevo, ma andavano più che bene per l’uso, nel giro di qualche ora riuscì a finire la carta dell’isola.
Soddisfatta decisi di andare a prendere una boccata d’aria fresca prima di mettermi a riposare, in effetti la ferita all’addome aveva leggermente ripreso a farsi sentire.
Quando ci rincontrammo tutti per la cena, iniziarono a chiedermi se avevo iniziato a disegnare la carta, i toni mi sembravano ancora leggermente ironici, ma anche molto curiosi.
-allora ragazzina, hai già cominciato a disegnare?- mi chiese il navigatore.
-veramente ho già terminato, solo che mi mancano i miei strumenti per poter rifinire al meglio il lavoro, ma devo dire che nonostante tutto è uscita perfetta, ma questo era naturale visto che l’ho fatta io!!!- mi diedi delle arie sapendo che non si aspettavano che io avessi già terminato, e soprattutto era inutile fare la falsa modesta, tutte le mie carte anche le più insignificanti o semplici erano dei capolavori.
-faci vedere quest’opera d’arte allora!- disse Strik non del tutto convinto della mia sicurezza sfrontata.
-certo, ecco a voi, questa e Fish Town!!- l’avevo portata con me, era prevedibile che la volessero vedere e io non avevo intenzione di impedirglielo.
-ma come diavolo hai fatto, in così poco tempo e con così pochi elementi, a realizzare una carta con tutti questi particolari???- mi chiese stupito il navigatore mentre fissava il mio lavoro.
-ve lo detto sono un genio, non è colpa mia se non mi avete creduto!- sempre altezzosa osservai le facce stupite di tutti mentre ridevo sotto i baffi.
-sei piena di sorprese!- mi disse Dragon mentre tutti risero e iniziarono a mangiare.

I giorni passarono, e le mie ferite pian piano guarirono, la voglia di tornare con la mia ciurma era sempre più forte, ma sapevo che dovevo pazientare perché la Marina ci stava ancora seguendo, e poteva sbucare fuori da un momento all’altro.
Un giorno uscendo dalla cabina alla ricerca di trovare qualcosa di interessante da fare per passare il tempo, mi accorsi che c’era un imprevisto mutamento del clima, l’umidità dell’aria era aumentata di colpo, e sentivo nelle ossa l’arrivo imminente di una tempesta.
Mi guardai attorno e vidi alcuni degli uomini dell’equipaggio tranquilli, tra loro scorsi anche il navigatore che parlava pacificamente con Dragon, mi avvicinai decisa a metterli in guardia.
-sta per arrivare una tempesta bisogna muoversi e mettersi al riparo!- parlai sicura delle miei intuizioni che tante volte avevano salvato me e i miei compagni.
-una tempesta? Ma se c’è un sole che spacca le rocce!- affermò uno dei rivoltosi.
-l’umidità è scesa di colpo e la pressione atmosferica e cambiata, sta per arrivare un forte vento da dritta- spiegai.
-ma se c’è una leggera brezza esattamente dalla parte opposta!- dovevo ricordarmi che loro non erano i miei compagni che ormai si fidavamo completamente delle mie indicazioni.
-Dragon, se come dici sai tutto sulla ciurma di capello di paglia, e quindi anche su di me, allora sai che non sto scherzando e so esattamente cosa dico- fissai lo sguardo sul padre di Rufy per fargli vedere tutta la mia determinazione.
-va bene, voglio fidarmi, portaci fuori da questa ipotetica tempesta e fammi vedere di cosa sei capace!- per fortuna Dragon mi diede retta, sicuramente non voleva mettere in pericolo la nave e i suoi uomini.
-d’accordo ma siccome tutto a un prezzo, se riesco a portavi sani e salvi in mare sicuro mi dovrete 100.000 berry- dovevo pur guadagnare qualcosa, non mi piaceva non avere niente in tasca come in quel momento, se non i pochi spiccioli contenuti nei portafogli che ora erano nella mia cabina.
-cosa? ma sei una ladra!!!- mi rispose il capo dei rivoluzionari perdendo la sua impassibilità.
-e ringrazia che ci sono anche io sopra questa bagnarola, vi sto facendo pure lo sconto, mi dovreste solo essere grati- iniziavo a divertirmi, vedere le loro facce sbigottite era veramente uno spasso.
-ma guarda un pò questa ragazzina! Prima ci porti al riparo e poi ne riparliamo!- affermò Dragon, ma con chi credeva di parlare non ero l’ingenua ragazzina che forse credevano che io fossi.
-e no mio caro, prima mi dai la tua parola e poi vedrò quello che posso fare- ero io quella che raggirava la gente, di certo non mi sarei fatta imbrogliare.
-ora capisco perfettamente il motivo per cui ti chiamano “gatta ladra”, e va bene, se riesci a farci uscire senza il minimo danno allora ti darò 100.000 berry, ma ricorda non ci deve essere neanche il minimo graffio sulla nave- finalmente si era arreso; ora era giunto il momento di mettersi a lavoro.
Quando stavo per iniziare a dare gli ordini per evitare di prendere in pieno la tempesta, un urlo giunse dalla postazione della vedetta.
-la Marina è alle nostre spalle, ci sono tre vascelli e stanno puntando verso la nostra direzione- avvisò la sentinella.
-merda, questa non ci voleva proprio ora- più che preoccupato, Dragon sembra scocciato.
-lascia fare a me, forse non sarò un eccellente combattente, però sul mare sono nel mio elemento, questo e il mio perfetto campo di battaglia; voi avete salvato me dalla forca, ora tocca a me, fidatevi!- era la mia occasione per sdebitarmi nei loro confronti, non mi piaceva avere nessun tipo di debito con nessuno.
-a te il comando della nave, siamo nelle tue mani!- affermò lui sotto lo sguardo dei suoi compagni che lo guardavano stupiti, ma che non osarono mettere in dubbio i suoi ordini.
E così presi le redini del comando, anche se con un po’ di difficoltà, non conoscendo perfettamente i nomi e soprattutto le capacità e la forza dei membri dell’equipaggio, ma li avevo osservati attentamente nel poco tempo passato su quella nave.
-dobbiamo virare tutto a babordo per prendere il vento. Se riusciamo a prendere al momento giusto la corrente che si sta formando in profondità, ci farà allontanare da qui in poco tempo, e riusciremo a seminarli!- per ora il problema principale era distaccare la marina, dopo mi sarei occupata della tempesta che sarebbe giunta a breve visto che il vento stava già cambiando direzione.
-maledizione, non così presto!- parlai a voce bassa, ma Dragon mi sentì.
-cosa sta succedendo?- chiese, voleva sapere se i suoi uomini correvano dei pericoli.
-si sta avvicinando prima del previsto, e ora come ora per allontanarci dalla marina le stiamo andando incontro- risposi sinceramente, era giusto che lui sapesse a che rischio stavamo andando incontro.
-di cosa stai parlando?? … lascia perdere, dimmi solo se credi di farcela- mi domandò in parte preoccupato e in parte in tono di sfida.
-lo vedrai presto, certo che c’è la posso fare, spero solo che voi siate capaci di stare dietro hai miei ordini!- gli dissi in tono di superiorità tirando poi fuori la lingua.
-ehi, ragazzina con chi credi di parlare!- li avevo punti nell’orgoglio.
-forza legate bene tutto quello che non è ben ancorato alla nave, presto si ballerà un po’- iniziai a lanciare ordini a tutti.
-vi siete imbambolati, oppure volete finire nelle mani della marina?- gli urlai contro, vedendo che nessuno faceva quello che io stavo comandando di fare, dopo un primo momento di confusione e uno sguardo al loro capo si misero ad eseguire i miei ordini anche se continuavano ad essere diffidenti, non capivano che solo perché ancora non c’era nessuna traccia di vento, presto sarebbe arrivato, e … non solo quello.
In poco tempo riuscimmo a distanziare i vascelli, ma grossi nuvoloni grigi correvano nella nostra direzione carichi di elettricità, e noi ci stavamo andando contro.
-ragazzi tutti ai vostri posti, viriamo di trenta gradi e ammainiamo le vele! Preparatevi sta arrivando una tempesta degna della fine del mondo!- gridai per farmi sentire.
-ma così ci raggiungeranno, dopo che li abbiamo quasi seminati!- obiettò un ribelle.
-fai come ti ho detto, e fallo subito se non vuoi finire nella pancia dei pesci- non c’era tempo da perdere.
Le navi che ci stavano inseguendo si avvicinarono sempre più, visto che avevo fatto ammainare le vele, però invece che da dietro come prima, grazie al fatto che noi avevamo cambiato rotta, li vedemmo arrivare dritti da babordo, navigavano nella nostra vecchia rotta.
-vigliacchi! Dove credete di scappare??? Ormai vi abbiamo raggiunto!- la voce del comandante di uno dei veliero giunse chiara e cristallina dal ponte della nave più vicina che ci stava affiancando dal lato opposto al nostro.
-spero che tu sappia cosa stai facendo!!- mi fissò severamente Dragon.
Certo che sapevo cosa facevo, non era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere, anche se dovevo ammettere che trovavo maggiori difficoltà dovute soprattutto al fatto che non ero insieme ai miei compagni, a cui mi bastava una parola o uno sguardo e sapevano già cosa dovevano fare.
-state pronti, appena vi do il segnale issate nuovamente le vele.
-preparate i cannoni!!!- si sentì urlare dalle navi da guerra, si stavano preparando ad attaccarci.
-ragazzina ci hai portato dritti tra le braccia del nemico!!! Capo se ne occupi lei!- urlarono contro, alcuni degli uomini dell’equipaggio, e dallo sguardo del padre di Rufy si poteva leggere il pentimento per avermi dato fiducia, ma presto si sarebbero dovuti tutti ricredere, era questione di secondi; e poi il loro capo che cosa poteva fare in quella situazione?!
-preparatevi a combattere!!!- ordinò Dragon con la sua voce imperiosa.
Tutti erano ai posti di combattimento, quando un forte vento iniziò a soffiare sempre più forte, ecco era arrivato proprio quello che stavo aspettando.
-issate le vele. ORA!!!- urlai più forte che potevo.
Una volta eseguito l’ordine la nostra nave si mosse velocemente allontanandoci sempre più dai nostri nemici, che rimasero sicuramente confusi per il rovescio della situazione.
-grande, li abbiamo distanziati di nuovo, e questa volta sono anche rivolti nella direzione opposta alla nostra, sarà difficile che ci raggiungano- disse Seth osservando i vascelli della marina.
-non cantare vittoria troppo presto abbiamo ancora un problema, guardate là!!!- Strik lo riportò con i piedi per terra, si era formato un enorme ciclone.
Aveva iniziato a piovere copiosamente, e l’altezza delle onde si faceva sempre più elevata.
-invece potete benissimo rilassarvi, se seguite la rotta che vi ho indicato!- affermai con tranquillità.
-guardate se fossimo rimasti nella rotta precedente saremo finiti proprio nel l’occhio del ciclone- forse fin dall’inizio Seth era l’unico che non mi aveva preso in antipatia.
-veramente non ho fatto solo quello, ho anche portato i vascelli della marina nel cuore della tempesta- dissi con falsa modestia mentre tutti osservavano come i velieri che ci inseguivano venivano risucchiato dal vortice.
-e incredibile i cicloni della Rotta Maggiore sono impossibili da prevedere non danno nessun cambiamento di vento, pare che il corpo di quella ragazza percepisca i cambiamenti del mare- affermò il navigatore stupefatto.
-niente è impossibile, qualsiasi cosa riguardi il clima non ha segreti per me- continuai a vantarmi soddisfatta del mio operato.
-a quanto pare ci sei riuscita veramente, devo dire che mio figlio ha scelto proprio un buon navigatore- affermò con un ghigno Dragon.
-si è stato molto fortunato ad incontrare me!- risposi presuntuosa, mentre tutti mi osservavano increduli della mia sempre più falsa umiltà.
-comunque ora parliamo del compenso- presi subito la questione soldi.
-spero non ti rimangerai la parola?- chiesi stuzzicando il capo dei rivoluzionari.
-certo che no, un patto è un patto e io li rispetto, ti avevo promesso che se ci portavi in salvo dalla tempesta ti avrei consegnato 100.000 berry, e così sarà!- assicurò risoluto.
-non fa niente, quelli te li abbuono in fondo mi avete salvato la vita la volta scorsa, diciamo che con quello ora siamo pari- vidi un grande sorriso sul volto suo e dei suoi uomini.
-in effetti mi sembra più che giusto!- mi assecondò soddisfatto di come erano andati a suo favore i fatti.
-si hai proprio ragione, mi accontenterò di 200.000 berry per avervi salvati dalla marina- in fondo ero stata magnanima, potevo chiedergli molto di più.
-cooosa!!!!- ebbene si, ero riuscita a sconvolgere il capo dell’Armata dei Rivoluzionari e nemico numero uno del governo mondiale.
-questo non lo avevamo pattuito- mi vociò contro.
-e vero, però senza di me non solo rischiavate di naufragare ma soprattutto sareste finiti nelle mani della marina, … e se vogliamo dirla tutta, io vi ho fatto un grosso favore ad annullare il debito di 100.000 berry- dissi incrociando le braccia sul petto sicura delle mie ragioni.
-guarda che era il minimo dopo che abbiamo salvato la tua graziosa testolina- Dragon iniziava ad innervosirsi, ma io mi stavo divertendo dopo tanto tempo.
-dici davvero? E quando mai io ti ho chiesto di venire a liberarmi, hai fatto tutto di tua spontanea volontà, quindi in teoria io non ti devo niente. Ma per tua fortuna hai trovato una ragazza dolce e gentile che ti ha concesso un servizio gratuito, quindi l’altro lo devi pagare mi sembra logico, no?- domandai mettendo sul viso la mia migliore espressione innocente.
Tutti erano sconvolti dalle mie parole e da come si stava evolvendo la situazione.
-avrei dovuto lasciare che il boia concludesse il suo lavoro. Io non vedo nessuna ragazza dolce e gentile!!!- ringhiò l’uomo vedendo che non aveva possibilità di controbattere alle mie affermazioni.
-e avresti lasciato una fanciulla indifesa al suo triste destino, … ah, non ci sono più i VERI uomini di una volta- affermai melodrammatica socchiudendo gli occhi ma controllando la sua reazione.
-mi farai uscire fuori di testa. E va bene ti darò quei dannati berry, ma finiscila con questa sceneggiata, Jas vai a prendere il denaro dalla cambusa!- si arrese Dragon, facendomi spuntare un sorriso soddisfatto.
-non ci posso credere siamo stati giocati alla grande da una ragazzina- sbuffò Strik, a questo punto pensai subito che la sua intolleranza verso di me sarebbe aumentata.
-devi ammettere però che è stata formidabile, non ho mai visto nessuno affrontare in quel modo una tempesta- si congratulò con me Suk.
-e poi e riuscita a sconfiggere verbalmente anche il grande Monkey D. Dragon, non è cosa da poco, io dico che quei soldi se li è guadagnata- avevo ragione Seth mi aveva presa in simpatia, e ora si stava prendendo un’occhiataccia da parte del suo capo.
Dopo una giornata lunga e sfiancante il vento sembrava essersi placato ed ora all'esterno c'era solo una fastidiosa pioggerellina a testimoniare lo scampato pericolo.

Continua…

Scrivere questo capitolo mi è piaciuto un sacco, spero tanto che piaccia anche a voi.
Dragon io lo immagino così, più serio e responsabile di Rufy, però non esageratamente, ma con lo stesso spirito d’avventura, forza di volontà che lo porta a raggiungere i suoi obiettivi, e con un grande coraggio.
Nami naturalmente è sempre lei, deve sempre guadagnare qualcosa, non per niente è la famigerata “gatta ladra”, e si fa riconoscere anche tra i rivoluzionari.

Tsukichan: questo capitolo è decisamente meno triste, hai ragione Sanji e Zoro sono grandi amici anche se non lo ammetteranno mai, ma lo dimostrano, e i gesti valgono molto più di tante parole dette al vento.

Nami19: hai capito bene, era un capitolo cuscinetto, un riepilogo per poi avere un “cambio di rotta”, devo dire che hai preso in pieno il punto era proprio la quiete prima della tempesta, però la tempesta era qui dove c’è Nami.

 Lucy94: per sapere cosa ha da dire Shanks bisogna aspettare il prossimo capitolo, però spero che questo ti rallegri un po’, e ti metta di buon umore.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

ZORO

Eravamo tutti pronti ad ascoltare quello che Shanks aveva da dirci, se era venuto apposta doveva essere estremamente importante.
-ero venuto per mettervi in allerta, ma a quanto pare insieme a quello che ho dirvi vi porto probabilmente una buona notizia- iniziò la spiegazione il Rosso incuriosendoci sempre più.
-di cosa si tratta allora?- chiese il nostro capitano curioso come tutti noi.
-riguarda il giorno dell’esecuzione della vostra compagnia!!- affermò Shanks lasciandoci a bocca aperta sconvolti.
-perché prima sembravate tanto increduli? Come se non sapevate di cosa stavamo parlando?!!!- mi stavo arrabbiando, in pratica ci avevano fatto rivivere quei momenti per niente, visto che sapevano già cosa era successo.
-no, abbiamo voluto ascoltare quello che voi sapevate, solo perché noi sappiamo una diversa versione di come sono andate le cose, e credo proprio che la nostra sia quella più accreditata- mi rispose Ben anticipando il suo capitano.
-cosa è successo realmente allora?- domandò con più calma Robin.
-è vero l’isola in cui siete andati aveva il patibolo preparato per l’esecuzione della vostra compagna, ed è anche vero che siete arrivati quando tutto era già finito … - riprese il racconto, facendomi trattenere il respiro, avevo paura di sentire qualcosa che non volevo sapere.
-quando il boia stava per compiere il suo lavoro, la marina ha ricevuto un attacco da parte di alcuni uomini, ma non si sa esattamente chi fossero … - non credevo a quello che stavo ascoltando questo poteva voler dire che Nami era ….
-hanno portato via la prigioniera, e sono riusciti a scappare dagli uomini della marina che l’inseguivano. Per quello che so la vostra navigatrice e viva e vegeta, per ora!- disse con un respiro rilassato osservando con i suoi compagni, le nostre espressioni incredule.
-vuol … vuol dire che Nami è viva- chiese titubante Usop, mentre io non sapevo a cosa pensare.
-come fatte ad essere sicuri di quello che state dicendo?- chiese Robin l’unica che era riuscita a fare una domanda intelligente- mentre per la prima volta vedevo Rufy confuso non sapendo se essere contento o ancora incredulo, io invece non volevo crearmi false speranze sarei stato molto peggio di come già stavo se erano solo false illusioni.
-gli abitanti di quell’isola ci hanno detto che lei era morta- affermai fulminandolo con lo sguardo.
-credo che volessero farvi credere che fosse andata così perché per la seconda volta in poco tempo la Marina si è lasciata sfuggire un prigioniero, sul punto di eseguire la condanna- spiegò di nuovo Ben.
-ci volete dire cosa è realmente accaduto allora?- chiese spazientito Sanji come uscito da uno stato di shock.
-dopo la fuga il governo Mondiale ha cercato di insabbiare il tutto, ma forse dopo che ha scoperto chi l’aveva liberata, a deciso di aumentargli la taglia, … ecco qui questa era la sua taglia fino a qualche giorno fa!- disse Shanks facendoci vedere un foglio dei ricercati con la foto di lei, Nami.
Rivederla anche solo in foto mi fece perdere un battito, ma quando spostai lo sguardo e vidi la cifra, rimasi di stucco proprio come gli altri miei compagni.
-60 milioni!!!- fu l’unica cosa che Usop riuscì a dire.
-questo vuol dire che Nami è veramente viva?!- affermò Robin, e in quello stesso preciso momento anche io capì, che quella era la verità.
Nami era viva, e non mi interessava quanto fosse alta la sua taglia, quello chi m’importava era che l’avrei rivista.
-è fantastico, dobbiamo andare subito a cercarla, … lo sapevo lei non poteva morire così, lei deve realizzare il suo sogno e poi ha promesso che mi avrebbe portato a Raftel Island- urlò euforico Rufy seguito dal resto della ciurma, io non mi unì e come sempre rimasi nel mio angolo, ma dentro la felicità aveva spazzato l’angoscia e il dolore che per giorni aveva invaso la mia anima.
-calma ragazzi non ho ancora finito- rimise tutti al loro posto il Rosso.
-quella non è l’ultima taglia!!- dichiarò, ma non capivo come era possibile che fosse aumentata ancora.
-di quanto è allora?- domandò Rufy.
-ora il suo valore è di ben 100 milioni di berry!!- affermò scandendo bene le parole l’uomo.
-cosa? 100 milioni, ma cosa diavolo ha fatto per farla aumentare fino a quel punto, l’ho sempre detto, quella mocciosa da sola non fa altro che cacciarsi nei guai- ero contento di poter nuovamente parlare di lei così liberamente.
-idiota di uno spadaccino, non osare parlare male della mia sirena o te la vedrai con me- mi urlò contro il cuoco, che come sempre prendeva le difese di Nami, ma stranamente ero contento che lo facesse, non mi dava fastidio come al solito, era da tanto che non ci azzuffavamo e poteva essere un facile sfogo per quel periodo da cancellare dalla memoria.
-calmatevi un attimo voi- ci bloccò Robin.
-a cosa è dovuto l’aumento della seconda taglia?- ero curioso anch’io di sapere cosa aveva combinato Nami.
-sembra che mentre la marina stava inseguendo lei e quelli che l’avevano liberata, abbia fatto in modo che le navi degli inseguitori finissero al centro di un ciclone che ha causato l’affondamento dei velieri- spiegò Shanks.
-e la migliore, quando si tratta di navigazione non la batte nessuno- affermò Chopper con ancora i lacrimoni per la felicità della notizia ricevuta.
-chi l’ha liberata?- chiese Franky anticipandomi.
-non si sa esattamente chi siano, ma io un idea me la sono fatta, e giustificherebbe anche l’impennata che ha avuto la sua taglia- confidò il Rosso.
-a chi stai pensando?- chiese Rufy al suo amico, il nostro capitano aveva ancora sulle labbra un sorriso a trentadue denti che splendeva sul suo viso.
-la mia ipotesi, e non solo la mia, è che sia stata aiutata da un gruppo dell’Armata Rivoluzionaria- il vece Ammiraglio Garp, nonché nonno del mio capitano, ci aveva spiegato che il capo dell’Armata era il padre di Rufy, non ci potevo credere, le cose si facevano interessanti.
-questo può motivare l’incredibile aumento del valore attribuito alla sua testa- confermò l’archeologa.
-la mia dea vale molto di più!- disse Sanji con quegli odiosi occhi a cuoricino.
E così Nami si trovava insieme a un gruppo di ribelli, sperai per loro che la trattassero bene, se no mi sarei fregato che il loro capo era il padre del mio capitano e l’avrebbero pagata cara.
-ci sono alcune voci che dicono che la vostra navigatrice potrebbe essere addirittura con Monkey D. Dragon!!!- dichiarò, lasciandoci ancora più sconvolti.
-vuoi dire che Nami è insieme al padre di Rufy?!- Usop come tutti noi non riusciva a crederci.
-che bello, Nami ha conosciuto mio padre, non vedo l’ora che torni, avrà un sacco di cose da raccontare- Rufy non si smentiva mai, aveva sempre detto che il padre lo avrebbe incontrato quando doveva accadere, per quello non lo cercava, sapeva che sarebbe avvenuto prima o poi.
-caspita, Nami si è data un gran da fare, chissà se quando torna mi farà vedere le sue mutandine, YOHOHOHO- Brook fece una piroetta tutto contento.
-maniaco!!- gli dissi, ma non ci fece caso, lui non era come Sanji che subito mi avrebbe risposto per le rime.
-Shanks non potevi darmi notizia più bella- ed era vero, si notava facilmente dalle espressioni totalmente diverse da prima, della nostra ciurma.
-c’è un'altra cosa che dovete sapere!- Yasop prese l’attenzione.
-che altro ha combinato quella ragazza?- domandò Brook, che ormai la conosceva e sapeva che ci si poteva aspettare di tutto da un tipo come lei.
-per ora niente, ma il Governo Mondiale non la lascerà tranquilla, vorrà rimediare allo smacco subito, e farà di tutto per catturarla, e in più i cacciatori di taglie le daranno la caccia in maniera più assidua- parlò Ben Bekman.
-lei ora è complice del nemico numero uno del Governo Mondiale!- spiegò Luky Roux.
-ora che la vostra compagna è diventata il terzo membro con la taglia più alta, la vostra ciurma ha raggiunto un valore altissimo, vi daranno la caccia sempre più intensamente- avevano ragione più aumentava la nostra taglia e più aumentavano i rischi.
La dovevamo trovare al più presto, non mi importava se dove stava ora, era al sicuro, non sarei stato tranquillo fino a quando non l’avrei vista e mi sarebbe stata affianco, avrei fatto di tutto per proteggerla dopo.
-come mai non ci ha ancora raggiunto?- chiese Chopper.
-non è lei che comanda la nave dove si trova, e prima di tutto devono assicurarsi di non avere la Marina alle spalle, i rivoluzionari lavorano nell’ombra e questo salvataggio li ha esposti alla luce- spiegò Ben, era logico che prima di tutto dovevano pensare alla loro salvezza, avevano fatto già tanto salvandola, anche se era dura dovevamo resistere ancora un po’ prima di poter rivedere Nami.
-devo dire che la vostra ciurma è molto particolare, Rufy hai trovato dei compagni molto interessanti, sono contento che tra questi c’è anche mio figlio, sono orgoglioso della strada che state facendo, ma sono sicuro che potete andare sempre più avanti- ad Usop si illuminarono gli occhi a quelle parole.
Yasop aveva ragione eravamo abbastanza particolari, ma in fondo per seguire un capitano come il nostro non potevamo essere tanto normali.
-avete idea di dove si possa trovare Nami?- volevo sapere dove andare a cercarla così da iniziare immediatamente le ricerche.
-no, non sappiamo dove potrebbero essere- me l’aspettavo, volevo tentare lo stesso, ma non pensavo di dovermi pentire di quella semplice domanda visto come si era trasformata la discussione dopo che feci.
-vedo che sei impaziente di ritrovare la tua compagna!- disse malizioso Shanks guardandomi con un sorrisino per niente rassicurante, e tutti mi osservarono con delle strane espressioni.
-cosaaa? Per me può restare dov’è quanto vuole, più quella strega sta lontana da me, meno rompe!!!- forse mi ero esposto un po’ troppo avevo fatto notare la mia impazienza che non era passata inosservata.
-sino a poco fa, non la pensavi così però, per giorni ti sei isolato ed eri più scorbutico del solito, ammetti che ti manca!- in quel momento avrei voluto ficcare il naso lungo di Usop nella sua gola per tappargli la bocca.
-cosa c’entra, prima credevo fosse morta, non sono così insensibile, ma visto che ora sappiamo che e viva può anche non tornare più!!- risposi piccato dall’insinuazione che non era altro che la verità, ma non lo avrei ammesso.
-sarebbe meglio se Nami non venisse a sapere quello che hai appena detto se no, ti ritroveresti in fondo al mare a far compagnia ai pesci- precisò Franky, e non avevo alcun dubbio di come avrebbe reagito se mi avesse sentito dire quelle parole.
-non fare tanto il duro intanto lo sappiamo tutti che ci tieni particolarmente a Nami, appena è in pericolo tu caso strano sei sempre al suo fianco, e poi stai a stuzzicarla in continuazione per bisticciare, e con quella scusa gli stai sempre appiccicato, ma ricordati che Nami è la mia dolce principessa, quindi tieni giù le mani- maledetto Sanji, e cosa era preso a tutti, perché ad un tratto pensavano che a me interessasse la mocciosa, quando non andavamo neanche d’accordo.
-si può sapere cosa diavolo stai dicendo, a me non interessa quella ladra. E ora basta!!!- accidenti perché nessuno cambiava discorso? Osservai tutti di sottecchi e li vidi sghignazzare alle mie spalle.
-è normale che Zoro voglia bene a Nami, siamo compagni, e poi con lui e Nami ci conosciamo ormai da tanto tempo, non ci trovo niente di strano!- Rufy come al solito non aveva capito cosa quei farabutti stavano insinuando.
-Zoro ricorda che ci sono anche io, la bella Nami sono sicuro che preferisce un tipo asciutto come ma! … anche perché è impossibile essere più asciutti io non ho acqua nel corpo, YOHOHOHO- affermò Brook, ci mancava solo lui.
-veramente non hai neanche un vero corpo- gli fece notare Usop.
-è vero io sono solo di ossa, sono uno scheletro YOHOHOHO- non volevo porre fine al loro solito spettacolino, nella speranza che cambiassero discorso, ma c’era qualcuno che non era della mia stessa opinione.
-in questa ciurma non manca proprio niente, ora si è scoperta anche una storia d’amore- quel dannato pirata dai capelli rossi si stava proprio divertendo a ridere alle mie spalle.
-ma quale storia d’amore voi siete tutti fuori di testa- non li tolleravo più.
-perché io non mi ero accorto di niente?!- si chiese tra se Chopper cadendo dalle nuvole; ma perché non erano rimasti tutti tra le nuvole a chilometri di distanza dalla terra invece che insinuare quei dubbi su di me.
-tranquillo Chopper è solo perché sei ancora troppo giovane!- lo rassicurò Usop, mentre io lo fulminavo con lo sguardo.
-deve essere proprio una bellissima ragazza da come ne parlate, sono davvero curioso di conoscerla. La tua ciurma mi piace proprio Rufy, non solo hai un incantevole archeologa, ma anche la navigatrice deve essere molto bella, buona scelta ragazzo- dichiarò Shanks facendo l’occhiolino a Robin quando l’aveva interpellata, e lei gli rispondese con un sorriso di ringraziamento per il complimento.
A quanto pare si stavano divertendo a prendermi in giro, e più cercavo di giustificarmi e più loro continuavano, forse si erano accorti tutti del mio interesse per la strozzina, tutti tranne me, fino a quando non avevo creduto di averla persa.
-mi avete stufato torno ai miei allenamenti- e dicendo questo mi avviai sul ponte con passo seccato.
Respirai l’aria fresca della sera appena uscii all’aperto, osservando le luci che illuminavano il porto e la cittadina, poi voltai lo sguardo nel punto in cui si trovavano gli alberi del piccolo agrumeto che avevamo a bordo e mi diressi in quel punto.
Mi sdraiai aspirando a fondo il loro dolce profumo, presto la loro padrona sarebbe tornata a prendersi cura delle sue arance, e di sicuro sarebbero tornate al massimo del loro splendore grazie alle sue cure.

Continua…

Salve a tutti, finalmente tutti ora sanno che Nami è viva, e faranno di tutto per averla nuovamente al loro fianco. Un cambiamento di taglia per la gatta ladra, non poteva essere altrimenti visto la complicità con il nemico numero uno del Governo Mondiale.
Nella ciurma grazie a Shanks sono iniziate le allusioni riguardo un probabile interessamento di Zoro sulla navigatrice.

 Nami19: hai ragione nonostante fosse con persone di cui non conosce molto, Nami se la cava benissimo quando si tratta di elementi meteorologici. Cosa ti sembrano le notizie che Shanks ha portato ai nostri pirati?

Tsukichan: sono contenta che la descrizione di Nami ti piaccia. Per quanto riguarda Rufy, può anche restare per sempre così com’è, è già “perfetto”, anche se il padre non è davvero niente male, ma chissà crescendo Rufy potrebbe assomigliargli un po’ di più con un po’ di maturità in più, ma non troppa se no non sarebbe più Monkey D. Rufy.
Continua a rompermi le scatole, anzi pretendo che tu lo faccia, mi raccomando.

Lucy94: giusto, se non si è vittima delle sue truffe, Nami appare estremamente simpatica, e a suo modo ha ragione a dire che non truffa nessuno, non ha mai puntato la pistola in testa a nessuno, tutti possono benissimo non accettare le sue scommesse e non partecipare, anche se poi lei riesce a farti sentire in difetto in questo caso, diciamo che è molto astuta e sveglia.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

NAMI

Più i giorni passavano e più la voglia di rivedere i miei compagni aumentava, non avrei mai creduto che i battibecchi con Zoro mi potessero mancare fino a quel punto, ma più che altro era lui che mi mancava, e io stupida non mi ero accorta di quanto fosse importante quando lo avevo sempre vicino.
Mi chiedevo cosa faceva, ma un idea l’avevo, “starà dormendo” era una possibilità da non escludere; ma c’era una domanda che mi assillava maggiormente, sentiva la mia mancanza?
Sicuramente si era accorto che non c’era più nessuno che non faceva altro che rimproverarlo, svegliarlo e ordinargli di fare questo e quell’altro lavoro.
Stavo appoggiata al parapetto ad osservare la luna che si rifletteva sul mare, ed ecco che sentii la mancanza di un'altra sensazione, quella che provavo quando stavo sdraiata sotto gli alberi dei miei mandarini, “speriamo che qualcuno si stia occupando di loro, se no me la pagheranno cara appena torno”.
Avevo saputo che la mia ciurma si era già tutta riunita dopo che Rufy aveva salvato suo fratello, quindi mancavo solo io all’appello.
-Nami, che ne dici di venire dentro a bere qualcosa con noi?- mi chiese Jas, a quanto pare ero riuscita a conquistare anche lui come quasi tutto il resto dei rivoluzionari, l’unico a cui proprio non riuscivo a piacere rimaneva Strik.
-certo, vengo subito!- risposi contenta che mi avesse distolto dai miei pensieri malinconici.
-ragazzina che ci fai qui, non vorrai bere davvero quel bicchiere che hai davanti? Lo sai che ti potrebbe fare male?- mi disse sfottendomi, proprio l’unica persona a cui io non andavo a genio, facendo scaturire una gran risata tra i suoi compagni.
-se sei così uomo da reggere bene l’alcool che ne dici di un sfida, e da un po’ che non ne faccio una, anzi meglio ancora facciamo una bella scommessa!- gli dissi, di certo non avevo intenzione di farmi prendere in giro da quello sbruffone.
-e cosa vorresti scommettere?- mi rispose continuando a ridere.
-perde chi crolla prima, e al vincitore andranno 50.000 berry gentilmente offerti dal perdente- affermai decisa, mentre tutti vedendo la serietà delle mie parole si fecero attenti alla nostra discussione.
-credi davvero di poter vincere?!- mi disse lui strafottente.
-io si, ma se tu pensi di non poter reggere allora va bene lascia perdere fa finta che non ti abbia detto niente- finsi di essere disinteressata, ma sapevo di averlo messo con le spalle al muro, ora non poteva rifiutarsi se non voleva fare una brutta figura di fronte ai suoi compagni.
-d’accordo signorinella ci sto, ma non dire poi che non ti avevo avvisata?!- si vedeva che non era tranquillo come cercava di apparire, stavo iniziando a crearmi una mia reputazione anche su quella nave, cioè di chi non perdeva facilmente una sfida se in mezzo c’erano soldi in palio.
-attento Strik, Nami è una forza della natura potrebbe anche beffarti- gli urlò qualcuno.
-tsk!!!- non avrebbe sicuramente ceduto facilmente, rischiava di perdere la faccia non accettando la sfida di una ragazzina, in un certo senso caratterialmente assomigliava un po’ a Zoro.
-prima di iniziare mettiamo sul tavolo la somma della scommessa, sai non vorrei rischiare che al tuo risveglio non ti ricordi del patto e non mi rendi il dovuto- adoravo prenderlo in giro.
-vedremo alla fine chi riderà e brinderà con i soldi del perdente- Strik era agguerrito.
La gara ebbe inizio, fiumi e fiumi di rhum e sakè passarono dentro i nostri bicchieri, e più questi venivano svuotati e più gli uomini attorno a noi si animavano e urlavano il loro tifo per uno o per l’altro, perché c’era anche chi faceva il tifo per me e tra questi riconobbi Seth, Jas, e Laro, mentre Dragon ci osservava divertito senza parlare, sembrava curioso di sapere come sarebbe finita la sfida.
-se continuano così finiranno tutte le nostre riserve, quella ragazzina è una spugna, Strik mi sembra arrivato vicino al limite- e infatti il mio avversario iniziava a cedere, presto sarebbe crollato a terra, e speravo che accadesse il prima possibile perché anche la mia testa aveva iniziato a girare.
Con mio grande sollievo si sentì un forte tonfo, in ritardo visto la lentezza dei miei riflessi in quel momento, vidi Strik steso a terra che aveva già preso a russare in maniera fragorosa.
-a quanto pare o vinto io!!- constatai con un largo sorriso, mentre osservavo la figura dormiente ai miei piedi.
-domani Strik sarà di pessimo umore- disse ridendo Seth.
-perché quando non lo è?- gli chiesi ironica.
-ci stai andando giù pesante con il povero Strik!!- parlò con la sua voce possente Dragon, doveva essere una specie di rimprovero, ma era palese il fatto che si era divertito ad assistere a quello spettacolo, in cui avevo conquistato un maggior consenso del suo equipaggio.
-se lui mi provoca di certo non mi faccio indietro, e poi non è colpa mia se lui non regge l’alcool!!- non vedevo l’ora di andare in camera mia e sdraiarmi sul letto, per fortuna il mio corpo era abituato a reggere grandi quantità di alcool, e questo solo grazie alle sfide con Zoro.
Mi alzai un po’ barcollante, e raccolsi i soldi che avevo vinto prima di avviarmi verso l’uscita della stanza.
-hai intenzione di spennarci tutti quanti?- mi domandò il capo dei ribelli.
-non sto derubando nessuno, io faccio solo delle proposte, siete liberi di accettare o meno. Ora sono stanca ci vediamo domani, e visto che sbarcheremo su un isola, potrei anche offrirvi da bere se sono in vena- e dicendo questo alzai una mano in segno di saluto, e mi diressi nella mia stanza per un meritato riposo, probabilmente non feci in tempo a toccare la testa al cuscino che ero addormentata.

Mentre aspettavo che attraccassimo al porto di Lanery Island, respiravo a pieni polmoni il profumo del mare, adoravo il suo odore, era odore di libertà, ripensai alle persone con cui mi trovavo, da quello che sapevo i ribelli lottavano per quella libertà, ma ancora non avevo chiesto loro di cosa esattamente si occupassero.
Ero persa nei miei pensieri e non mi accorsi che Dragon mi aveva raggiunta, e mi osservava.
-cosa c’è?!- gli chiesi un po’ acida, mi metteva in soggezione quando aveva quello sguardo, sembrava volesse entrare nella mia testa per sondarla.
-stavo cercando di capire che pensieri passavano in quella testolina rossa che ti ritrovi. Quando sei così pensierosa o il timore che stai architettando qualche colpo basso per spillarci altri berry!!- affermò sospettoso.
-tranquillo non stavo pensando a niente di tutto ciò!- non aveva tutti i torti negli ultimi giorni mi ero data a scommesse di vario genere, e probabilmente su quella nave ero ormai la più ricca.
-e allora a cosa stavi pensando se posso chiederlo?!- forse era giunto il momento di provare ad ottenere le risposte che volevo, provare non costava niente in fondo.
-mi chiedevo, cosa fatte? … voglio dire, ho sentito che avete rovesciato dei governi, ma … per quale motivo?- non sapevo come porgere la domanda e speravo che lui avesse capito cosa intendessi.
Lui mi guardò come se si aspettasse quella domanda ormai da tanto, e probabilmente era così, girò lo sguardo verso il mare dove in lontananza si intravedeva la costa dell’isola in cui ci stavamo dirigendo, per un attimo pensai che non volesse rispondere, e si fosse arrabbiato.
-sapevo che prima o poi mi avresti fatto questa domanda, devo dire che sei stata molto discreta nonostante mi sembri una ragazza abbastanza curiosa e che vuole avere tutto sotto controllo- rimasi di stucco a quelle parole, non ero sicura, ma in un certo senso forse mi stava facendo una specie di complimento a suo modo.
-non posso dirti tutto, ma sappi che noi lottiamo per i principi della libertà degli uomini e sulla loro possibilità di poter sognare e realizzare i loro sogni, e per questo che stiamo cercando di ribaltare tutti i governi delle isole che sono sotto l’autorità del Governo Mondiale. Questa autorità non è altro che un organizzazione il cui scopo è accrescere sempre più il suo potere senza pensare minimamente al benessere della gente, anzi spesso calpesta le persone pur di raggiungere i suoi scopi. Molte isole sono già state liberate, tutte quelle del South Blue, ma molte ancora sono sotto il loro controllo, e per ora e a quelle che noi miriamo- aveva parlato con una passione e una determinazione degna di un grande leader che lui era.
-grazie hai detto esattamente quello che volevo sapere, non mi interessa nient’altro- gli risposi, più che le parole mi era bastato sentire e vedere il modo con cui aveva parlato, ero stata fortunata ad aver incontrato quell’uomo sulla mia strada.
-posso farti io una domanda?- gli feci cenno di continuare, ero curiosa di sapere cosa gli interessasse, probabilmente era la prima volta che parlavamo di argomenti personali, e anche se all’inizio mi sentivo a disagio ora ero molto più rilassata, quell’uomo mi dava sicurezza nonostante qualche volta avesse uno sguardo talmente duro da far quasi paura, mi sentivo come quando stavo con Genzo, che era la persona che poteva più avvicinarsi ad un padre per me.
-per quale ragione eri entrata a far parte della ciurma di Arlong, ho qualche informazione, ma sono curioso di sapere le tue vere motivazioni!- mi chiese, non mi aspettavo una domanda del genere, o almeno non più.
-ecco vedi … - mi aveva preso impreparata, non ero mai molto propensa a parlare di quella storia, ma in fondo lui aveva risposto alla mia domanda il minimo che potevo fare era dargli una spiegazione.
-Arlong, arrivò nella mia isola quando ero una bambina e impose agli abitanti delle forti tasse che tutti dovevano pagare se non volevano essere uccisi, io vivevo con una donna fantastica che ha cresciuto me e mia sorella anche se tra tutte noi non scorreva lo stesso sangue, e siccome non aveva la possibilità di pagare la quota per tutte tre, quando Arlong venne a riscuotere la tassa disse che avrebbe pagato solo per me e Nojico, a quel punto uccise Bellmer davanti a noi, ma prima di andarsene, trovo le carte nautiche che avevo già disegnato, e decise di portarmi via con loro per farmi lavorare per lui come cartografa- spiegai con fatica, era la prima volta che raccontavo a qualcuno la mia storia, neanche ai miei compagni ero stata io ad informarli.
-ti costrinse a lavorare per lui allora?- chiese interessato.
-no, veramente fui io a chiedergli di fare un accordo, e lui mi promise che se gli avrei portato 100 milioni di berry io avrei potuto comprare il mio villaggio così che fossimo nuovamente liberi. Ci vollero otto lunghi anni, ma ormai ero quasi riuscita a racimolare tutti i soldi che mi servivano, e proprio alla fine ci fu il primo intoppo, incontrai Rufy e Zoro che mi chiesero di entrare a far parte della ciurma, pensai subito che fosse una benedizione, erano dei poveri stupidi ma estremamente forti, avrei potuto trovare in fretta gli ultimi berry che mi servivano sfruttando loro. Non avevo però messo in conto un piccolo particolare … - continuava a farmi male il ricordo di quando mi ero dovuta separare da loro, di quando li avevo traditi.
-non credevi che ti saresti affezionata a quei ragazzi?!- non era una domanda ma una semplice affermazione.
-nel frattempo avevamo conosciuto anche Usop e Sanji, e in quel momento li tradì, scappai con la nave e i tesori che avevamo trovato, e tornai nel mio villaggio.
Arlong naturalmente non aveva intenzione di mantenere la promessa, e così mi fece confiscare tutto dalla marina attraverso un comandante corrotto, ma i miei amici nonostante quello che avevo fatto loro vennero a cercarmi, e anche se continuavo a dirgli di andare via loro hanno combattuto e hanno liberato l’isola e me- finì di raccontare, mentre una lacrima solitaria scendeva e la bloccai prima che fosse notata.
-ho un ultima domanda!- cos’altro voleva sapere ormai gli avevo raccontato tutto.
-il tatuaggio ha un significato particolare?- chiese osservando il mio braccio.
-e il tuo?- gli chiesi di rimando indicando quello che gli attraversava l’occhio sinistro.
-magari un giorno te lo racconterò!- mi rispose con un ghigno.
-va bene, allora la prossima volta ti spiegherò anche io il suo significato- potevo tranquillamente dirglielo, ma perché eliminare subito tutto il “mistero”, così era più divertente e interessante scoprirlo.
Era ormai giunta l’ora di prepararsi all’attracco, e ci stavamo dirigendo ai nostri posti.
-Dragon?- lo richiamai facendolo voltare.
-quando lo conoscerai, credo che sarai molto orgoglioso di Rufy, vi assomigliate tanto?- dichiarai ed ero sicura delle mie parole, sapevo che prima o poi si sarebbero incontrati.
-lo sono già, credimi!- mi rispose solamente.

Una volta scesi dalla nave ci dividemmo per andare a visitare Lanery Island, a quanto pare i ribelli la conoscevano già, e non era un caso che fossimo arrivati li, Dragon accompagnato da alcuni uomini tra cui Strik e Jas, si allontanarono, sicuramente dovevano sbrigare degli affari riguardanti i loro “piani rivoluzionari”.
Seth invece mi accompagnò alla scoperta della cittadina, che appariva tranquilla e accogliente con i rivoluzionari, che sembravano conoscere bene, probabilmente si trattava di una delle isole in cui il potere del governo Mondiale era stato rivoltato, con grande gratitudine da parte degli abitanti nei riguardi di quelli che sicuramente ritenevano i loro “salvatori”.
Alla sera ci ritrovammo tutti in un a locanda, durante la cena forse avevo alzato un po’ il gomito e iniziai a raccontare le mie avventure vissute con i miei compagni, e tutti mi istigavano a continuare, solo dopo un po’ mi accorsi che i miei discorsi finivano sempre con un insulto o un rimprovero rivolto a Zoro
-a quanto ho capito, hai un debole per lo spadaccino- insinuò Jas.
-ma-ma cosa stai dicendo, per quel rozzo squattrinato, mai!!!- risposi indignata, e sperai che il rossore che sentivo sulle guance non si notasse.
-non lo sai che più si disprezza e più si desidera?!- gli diede corda Seth mentre io non volevo altro che sprofondare, molto, molto in profondità.
-non è il mio caso, noi non ci sopportiamo nemmeno l’unica cosa che facciamo e litigare, … e poi lui mi deve ancora parecchi berry ma è sempre senza soldi- non sapevo come uscire fuori da quella situazione iniziavo ad essere nervosa.
-la nostra piccola veggente allora ha un cuore- da quando ero riuscita a prevedere il ciclone che aveva rischiato di colpirci capitava spesso che mi chiamassero piccola veggente, e solitamente quel nuovo sopranome mi faceva sorridere, ma in quel momento lo odiai con tutta me stessa.

Quando finalmente tutti piano, piano iniziarono a ritirarsi per la notte, Dragon mi chiese di rimanere ancora un po’ con loro nel locale.
-Nami, potresti restare ancora un attimo, ho delle informazioni che ti riguardano ed è giusto che tu sappia- detta così sembrava un qualcosa di molto importante, che mi preoccupò.
-è per caso successo qualcosa hai miei compagni?- chiesi preoccupata.
-no, tranquilla non riguarda loro, anzi per quanto ho saputo stanno tutti bene e sono rimasti per un po’ insieme ad Ace prima che tornasse alla sua ciurma, quello che ho da dirti riguarda esclusivamente te, e loro solo di conseguenza!- mi rispose, tranquillizzandomi immediatamente, mi faceva piacere sapere che stavano tutti bene e che Ace avesse passato del tempo in compagnia di suo fratello, nonostante sapessi che non lo fossero di sangue, da quello che era trapelato al momento della fallita esecuzione di Ace si era straordinariamente scoperto che era il figlio di Gold Roger il re dei pirati, in fondo erano esattamente come me e Nojiko.
-di cosa si tratta allora?- domandai curiosa.
-dopo la tua fuga dal patibolo, la tua taglia è notevolmente aumentata!- quel “notevolmente” mi impensierì leggermente.
-a quanto è arrivata?- volevo saperlo, ma una parte di me non era pronta a ricevere quella notizia.
-la tua taglia inizialmente era aumentata a 60 milioni dopo la fuga … - spalancai la bocca, aveva fatto un grosso salto, visto che fino a quel momento era di 16 milioni.
-cosa vuol dire “inizialmente”?- solo ora avevo collegato il significato delle sue parole.
-vuol dire che la tua taglia è aumentata ancora dopo che hai fatto in modo che le navi della marina che ci stavano inseguendo venissero affondate dopo che le hai condotte al centro della tempesta, e soprattutto per aver collaborato con l’Armata dei Rivoluzionari- nel frattempo Dragon stava togliendo da sotto il suo mantello un foglio che riconobbi come un avviso di ricercati, doveva essere la mia nuova taglia.
-spara a quanto è arrivata, quanto li ho fatti arrabbiare??- cercavo di non farmi vedere titubante anche se in parte ero quasi contenta di quella notizia, era elettrizzante sapere che la marina mi reputasse tanto pericolosa, naturalmente c’era anche il rovescio della medaglia, si sarebbero sicuramente accaniti molto di più sia la marina stessa che i cacciatori di taglie.
-vali 100 milioni di berry, direi che li hai fatti arrabbiare parecchio!- disse mostrandomi il foglio con la mia taglia.
100 milioni, quando Genzo l’avrebbe saputo gli sarebbe venuto un colpo, e chissà gli altri della ciurma cosa avrebbero pensato, sono sicura che Rufy sarebbe contento, mentre penso che Zoro mi direbbe che sono la solita e che non faccio altro che cacciarmi nei guai, non che avesse completamente torto, ma mica ero sempre io che me li cercavo, arrivavano e basta.
-accidenti, se la sono proprio presa!- ammisi semplicemente osservando il mio avviso di taglia.

Continua…

Nami si sta decisamente ambientando bene insieme ai Rivoluzionari, la immagino così, un po’ come sulla sua nave pronta a sovrastare i suoi compagni.
Il rapporto con Dragon è sempre più forte, lo assomiglia a quello con Genzo, quindi come il padre che non ha mai avuto.
Nel capitolo precedente Zoro veniva preso in giro per il suo interessamento verso la navigatrice, ora è il turno di Nami.

Ringrazio infinitamente chi ha messo questa ff tra le seguite:

BULMA0219
mikamey
fantasy90
MaKiCo
dubhe93

chi l’ha messa tra le preferite:

anjelik
BON
BULMA0219
dubhe93
saphi
Jemanuele8891
ny152
giusy91

e naturalmente un ringraziamento speciale va a chi ha commentato:

Tsukichan: anche a me capita spesso che qualcuno mi guardi strano mentre leggo una ff e ad un tratto mi metto a ridere da sola, mi fa piacere che a te sia successo leggendo la mia storia.

Nami19: inizialmente non avevo pensato ad un aumento di taglia, ma visto le scaramucce con la Marina mi sembrava il minimo, e soprattutto vista la cooperazione con i Rivoluzionari, sono contenta che ti sia piaciuta

BULMA0219: si, finalmente è tornata ad essere la ciurma che tutti conosciamo, allegra e pazza come sempre. Grazie mille per i complimenti, mi fa piacere ricevere i tuoi commenti.

 Lucy94: addirittura fantastica, grazie mille, spero che la febbre sia calata e che tu stia meglio, e magari anche questo capitolo ti farà sorridere un po’ e ti tenga compagnia. Questa volta ad essere presa in giro almeno un po’ è stata Nami, per lo stesso motivo di Zoro, poverino non potevo infierire solo su di lui.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

ZORO

La ciurma di Shanks si congedò il giorno dopo, ma ci rassicurò che presto ci saremmo rivisti.
-state attenti ragazzi, ho come la sensazione che presto ci sarà una nuova battaglia, state pronti a recuperare la vostra navigatrice!- ci avvertì il Rosso.
-a presto, e stato un vero piacere conoscervi- affermò Luky Roux.
-mi raccomando prendetevi cura del vostro capitano- si assicurò Ben Bekman.
-figliolo, continua così e farai tanta strada, io credo in te- il padre di Usop salutava suo figlio e naturalmente dietro di loro Franky negava che stesse piangendo.
Una volta che anche noi fummo pronti partimmo, ma questa volta con una carica in più, e una meta certa nonostante non sapessimo quale fosse.
-forza ciurma, andiamo a riprenderci NAMI!!!- questa volta il suo nome non fu solo scandito con le parole, ma fu urlato forte da tutti.
-SIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!-

La Sunny non era più come qualche giorno prima, sembrava tornata quella di un tempo, tutti avevano ripreso le loro abituali mansioni con più energia e vitalità.
Alla prima isola che incontrammo non riuscimmo ad avere nessuna notizia riguardo alla nostra ricerca, ma la fortuna ci scovò nell’isola successiva.
-TERRA!!!- l’urlo di Rufy probabilmente fu sentito fino all’isola che iniziavamo ad intravedere.
-Rufy ti vuoi dare una calmata, non sappiamo da chi è abitata l’isola, potrebbe essere pericolosa!- Usop come al solito già tremava dalla paura.
-dici che ci sono dei mostri?- chiese impaurito Chopper, ero sicuro che presto sarebbe entro in scena “il grande capitano Usop”.
-tranquillo amico mio, qualsiasi cosa ci sia, vedrai che il Grande Capitano Usop ti proteggerà- come non detto, e ora vai con un nuovo racconto a cui il nostro piccolo dottore credeva ad ogni singola parola del cecchino.
-non dovrebbe essere pericolosa, secondo le carte di Nami questa dovrebbe essere Lanery Island, e probabile che troviamo qualche notizia su di lei, da quello che ho letto, un tempo questa zona era sotto il Governo Mondiale, è stata però una delle prime isole il cui governo è stato rovesciato dall’Armata dei Rivoluzionari- ci informò Robin con un libro in mano.
-fantastico, mia cara Robin quanto sei brava, allora qui troveremo certamente qualcuno che ci sappia dire dove possiamo trovare la mia dolce Nami- Sanji aveva ripreso a fare il cascamorto, e ogni volta che veniva nominata Nami lui si illuminava iniziando a decantarne le lodi e a dichiarare il suo amore per lei, e questo aveva ripreso a infastidirmi.
-idiota!!!- non riuscivo più a trattenermi era irritante oltre ogni limite.
-che hai detto stupido spadacino geloso?!- accidenti ancora con quella storia, non perdeva occasione di ritornarci sopra.
-io non sono affatto geloso- ribadì, sapendo che mai mi avrebbe creduto, ma gli altri dovevano credere che quella era solo una presa in giro del cuoco e non la verità, che ormai anche io avevo capito fosse tale.
-va bene, allora la mia sirena può stare tranquilla lei è solo MIA!- affermò circondato da mille cuoricini.
-guarda che non è TUA, cuoco da strapazzo!!!- mi stava facendo innervosire sempre di più.
Il resto dell’equipaggio era pronto a lasciarci a risolvere le nostre eterne scazzottate, ma quando sentirono le mie parole si girarono osservandomi chi stupito chi semplicemente sorridendo, ma non riuscivo a capire cosa gli era preso, cos’avevo detto di sbagliato?
-ma allora è vero, sei geloso?- disse a bocca aperta Chopper.
-a te piace veramente Nami?!- anche Usop mi guardava stupito.
-be era palese questo!- cosa, anche Robin se n’era accorta?
-si vede lontano un miglio che lo spadaccino è cotto!- in quel momento mi chiedevo perché Rufy non aveva lasciato che Franky rimanesse in eterno a Water 7.
-che c’è di strano vi ho già detto che loro si vogliono bene, anzi spero che presto mi facciano un bel nipotino così avremo un nuovo membro della ciurma!!!- che cosa aveva Rufy in quella zucca vuota, ma che razza di idee gli venivano.
-una gravidanza, io non ho mai assisto ad un parto, devo assolutamente informarmi al meglio per farmi trovare pronto quando arriverà il momento- anche Chopper era partito per il suo mondo, ma in che ciurma ero capitato, e come avevo fatto a cacciarmi in una situazione simile?
-Zoro, mi dai il permesso di vedere le mutandine di Nami?- ora basta, questo era troppo, diedi un pugno in testa a quelle zucche vuote.
-la volete piantare di dire stupidaggini, e poi la mia era solo una constatazione di fatto non ho nessuna intenzione di fare un bambino con quella strozzina!- ringhiai sentendo che stavo arrossendo alla parola bambino, il mio orgoglio nell’ultimo periodo stava prendendo dei duri colpi, perché non mi lasciavano in pace?.
-Rufy cosa stai dicendo, sarò io a fare un bambino con la dolce Nami- stavo per ribattere, ma fortunatamente mi ero trattenuto, rischiavo di ricadere nello stesso errore di prima.
-ma Sanji questo non è possibile!- Rufy aveva la faccia troppo seria, e io lo temevo quando aveva quell’espressione, quale altra stupidaggine avrebbe detto?
-e perché scusa?- gli chiese il cuoco ed anche io rimasi in attesa.
-ma perché Zoro l’ha conosciuta per primo, e logico no?!- rispose tranquillo lui come se fosse la cosa più scontata, mentre un grosso gocciolone appariva sopra le nostre teste.
-ma che razza di risposta è questa?!- gli urlò contro Sanji, ben gli stava così imparava a prendere in giro me.
-hai ragione, la verità è che sono curioso di sapere che colore potranno essere i capelli del loro bambino- il capitano sembrava concentrato pensando sicuramente a che colore potesse avere nostro figlio … ma cosa mi veniva in mente, a furia di stare insieme a quella banda di citrulli mi stavo rimbambendo pure io, ma cosa andavo a pensare??!!.
-non parlare come se stessero aspettando un bambino se non vuoi che ti lasci a digiuno- Sanji non gradiva molto i pensieri di Rufy, e stava iniziando a fumare dalla rabbia.
-basta parlare, io ho fame!!!- per fortuna che Rufy aveva spostato il discorso, gli fui enormemente grato.
Ora la discussione era passata tra lui e il cuoco che affermava il fatto di aver appena finito di mangiare, ma come al solito avrebbe poi finito per preparargli qualcosa.
Dopo pranzo ci preparammo per attraccare con la speranza di avere delle buone notizie.

Lanery Island, era una cittadina tranquilla, però quando entrammo in una taverna l’oste dopo che portò le nostre ordinazioni, cominciò a osservarci, non ci staccava gli occhi di dosso mi stava infastidendo.
-e tu cos’hai da fissare tanto?- gli domandai, mentre il nostro capitano non smetteva di mettere in bocca del cibo.
-scusatemi, ma mi pare che avete delle facce conosciute e prima di fare delle brutte figure volevo essere certo di non sbagliarmi- affermò l’omone grosso con un sorriso mentre si avvicinava.
-siete per caso la ciurma di capello di paglia?- ci chiese, non ero sicuro che fosse un bene rispondere alla sua domanda.
-si siamo noi!- ecco figurati se Rufy si poneva il problema di restare anonimi.
-sono contento di conoscervi, ho sentito tanto parlare di voi, speravo proprio che un giorno passaste su quest’isola- almeno la nostra fama non sembrava un pericolo almeno con lui.
-davvero? allora avrai sicuramente sentito parlare del Grande Capitano Usop- si esaltò il cecchino.
-no, veramente no!- rispose quasi dispiaciuto l’uomo, vedendo come Usop tornava a sedersi con la testa bassa.
-però ho sentito parlare delle vostre avventure- l’uomo pareva essere sicuro delle sue parole.
-e chi è stato a parlartene?- chiese Sanji.
-un membro della vostra ciurma- speravo che stesse dicendo la verità perché avrebbe rischiato di essere affettato altrimenti, visto che tra noi nessuno lo conosceva, c’era una sola soluzione.
-come???- dissero insieme Chopper e Franky.
-si, una deliziosa ragazza dai capelli rossi, ma che sapeva il fatto suo- che stesse parlando veramente di lei?
-Nami!!!- Brook e Usop rivelarono il pensiero di tutti.
-si! E così che ha detto di chiamarsi, era proprio una bella ragazza con uno spiccato senso degli affari- non c’erano dubbi doveva essere per forza lei.
-quando l’hai conosciuta?- chiese Robin.
-la scorsa settimana la nave su cui stava è attraccata qui per dei rifornimenti e informazioni, e poi sono ripartiti- era stata li la settimana prima, per poco non ci eravamo incontrati.
-noi la stiamo cercando, come stava? Cosa ti ha detto?- tutti volevano sapere cosa sapeva l’uomo e una volta tanto Rufy chiedeva qualcosa di sensato.
-stava bene direi, era insieme agli uomini che ci hanno liberati dalla tirannia del Governo Mondiale, e a quanto pare sta pian piano spennando tutti i componenti del gruppo in cui si trova e si sta arricchendo parecchio- la solita non si smentiva mai, ma almeno voleva dire che stava bene.
-l’Armata dei Rivoluzionari?!- affermò Robin.
-già, sono delle gran brave persone, e lei a quanto pare li convince a partecipare a varie scommesse che abitualmente perdono, una sera è arrivata dicendo che offriva la cena a tutti perché ormai gli altri non potevano permetterselo-  raccontò divertito l’oste.
-lo sempre detto che è una ladra imbrogliona- dissi piano per evitare che soprattutto il cuoco mi sentisse e prendesse spunto per stuzzicarmi.
-ma quando parlava della sua ciurma le si illuminavano gli occhi, stavano tutti ad ascoltarla incantati, mentre raccontava le avventure vissute, ma quello che colpiva non erano le parole, anche perché ad essere sinceri non faceva altro che dire quanto tutti, a parte l’archeologa, erano degli stolti- e ti pareva che parlasse bene di noi sarebbe stata chiedere troppa grazia.
-però quando raccontava, nonostante quello che diceva, chiunque poteva notare quanto forte era il desiderio di essere con i suoi compagni- e così sentiva la nostra mancanza quella mocciosa.
-ragazzi spero che la raggiungiate presto, perché lei vi sta aspettando, voleva lasciare il gruppo dove si trova adesso per venire a cercarvi, ma tutti l’hanno sconsigliato, non so se siete venuti a conoscenza della sua taglia ora, ma è troppo rischioso per lei mettersi in viaggio da sola, soprattutto in questo periodo. E fortunatamente l’hanno convinta ad avere ancora un po’ di pazienza, anzi mi ha chiesto di avvisarvi nel caso passavate qui di proseguire per la rotta che state seguendo e di affidarvi alle sue carte nautiche, così la raggiungerete presto- voleva tornare da noi, era la notizia che stavo aspettando nonostante lo sapessi già.
-avete sentito ragazzi, Nami ci sta aspettando, appena possibile ripartiamo e andiamo a riprendercela- dichiarò il nostro capitano, per poi rituffarsi nel cibo.
-hei Zoro, quel pezzo di carne è mio!- si lamentò Rufy perché avevo osato prendere del cibo dal suo piatto strapieno di carne.
-il capitano dovrebbe dividere il suo cibo con la sua ciurma!- ma ormai non mi stava più ascoltando aveva ripreso a mangiare indisturbato.
-ah, e così tu sei Zoro, lo spadaccino?- disse l’oste con uno strano sorriso sul viso.
-si, perché?- gli domandai curioso di sapere il motivo di quella strana espressione che gli era spuntata sul viso.
-no, niente e solo che ho sentito parlare parecchio anche di te- mi rispose lui tornando a servire gli altri avventori della locanda.
Vuol dire che Nami aveva parlato di me, chissà cosa aveva raccontato, mi vennero i brividi al pensiero di quello che aveva potuto dire di me quella strega.

Continua…

La ciurma ha trovato le prime tracce della navigatrice, e hanno così scoperto che non è molto lontana da loro e soprattutto che lei sta aspettando impazientemente il loro arrivo.
Nami19: ecco il nuovo capitolo, dal prossimo capitolo qualcosa dovrebbe iniziare a cambiare l’atmosfera più o meno tranquilla che si è creata ora. Spero che anche questo capitolo ti faccia divertire.

Tsukichan: mi diverto un sacco a scrivere le parti di Nami e Dragon, ma vedrai che la tua attesa non sarà ancora lunga. Nel prossimo capitolo che riguarda proprio loro due c’è un pezzo su Dragon che mi da filo da torcere, ma spero sarà gradito, perché l’idea che ho è chiara ma non è semplice tramutarla in parole.

Lucy94: la ciurma è come una famiglia, anzi anche di più in certi casi, e hanno imparato a proteggersi a vicenda, ed è per questo che cercherebbero Nami fino in capo al mondo per riportarla con loro, e lei farà di tutto per tornare da loro.

BULMA0219: il fatto che Nami si comporti un po’ come con la sua ciurma sta ad indicare che sta bene insieme al gruppo in cui si trova ora, anche se sente la mancanza dei suoi compagni e la sentirà sempre più, ma presto … . non posso dirti altro mi spiace dovrai continuare a seguirmi.

jou_chan: ti capisco tra università e lavoro anche io non ho tantissimo tempo, solo la notte do sfogo alla mia fantasia. Sono contenta che la ff continui a piacerti

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

NAMI

Avevamo da poco lasciato Lanery Island, e continuavo a sentirmi in gabbia, nonostante mi trovassi benissimo con i miei nuovi compagni di viaggio, non mi sentivo completamente libera, solo sulla Sunny o in qualunque posto ci trovassimo con la mia ciurma mi potevo sentire a casa.
Avevo cercato di convincere Dragon a lasciarmi sull’isola, così da riprendere il mio viaggio per cercare i miei compagni, ma tutti me lo sconsigliavano soprattutto perché era troppo presto rispetto ai fatti accaduti a Fish Town e quindi con l’ennesima sconfitta della Marina, in più con il vertiginoso aumento della taglia sulla mia “testolina”, da sola sarei stata un’ambita preda per i cacciatori di taglie.
Ma a me non interessava, anche se era pericoloso volevo tornare da loro, furono però le parole del padre di Rufy che mi convinsero a proseguire ancora con loro, quando eravamo alla locanda dopo che mi aveva informato proprio della taglia.

INIZIO FLASHBACK

-non ti fidi più di loro? Perché se è così allora vai, sei libera di fare quel che vuoi, ma se ancora credi in loro, abbi pazienza e aspettali- era la prima volta che Dragon mi parlava con un tono così duro, che unito al suo aspetto imponente per un attimo mi mise paura.
Sapevo che aveva ragione, che era quasi un suicidio partire in quel momento sola, ma non riuscivo a resistere ancora.
-certo che mi fido di loro!- gli risposi offesa.
È vero, per un attimo mi aveva intimorito, ma sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, quindi ripresi con il mio tono impertinente.
-allora statene buona e aspetta che arrivino- mi disse leggermente più rilassato.
-guarda che non sono uno dei tuoi uomini, quindi non osare dirmi di starmene buona, io faccio quello che voglio!- gli urlai contro, sotto lo sguardo sconcertato dei rivoluzionari, probabilmente nessuno aveva mai osato alzare le voci contro il capo dell’ Armata Rivoluzionaria.
-senti un po’ mocciosa modera i termini!- ecco che come al solito Strik doveva mettere bocca su fatti che non lo riguardavano.
-fatti gli affari tuoi Strik, e non osare chiamarmi in quel modo, TU non ne hai diritto, e poi cosa c’è, credi che il tuo capo non sappia affrontare un confronto verbale, e ha la necessità del tuo intervento??- ero più che arrabbiata stavo arrivando al limite, aiutata dall’alcool che dopo quella serata mi scorreva nelle vene rischiavo di dire cose di cui mi sarei pentita, ma quel nomignolo lo poteva usare solo una persona e questa non era di certo lui.
-ora basta mi hai stancato, non credere che solo perché sei una ragazzina puoi fare o dire quel che vuoi?!- era inviperito come non mai.
-invece si, io dico e faccio quello che voglio, tu non sei nessuno per impedirmelo- ero sicura che se avessimo continuato saremmo arrivati alle mani dallo sguardo infuriato di Strik.
Ma Dragon pose fine a quella lite, alzandosi di colpo e prendendomi di peso su una spalla come un sacco di patate, era stato talmente svelto che non mi ero accorta di niente.
-lasciami immediatamente razza di scimmione!!!- urlai mentre prendevo a pugni la sua grossa schiena, che vista così da vicino era veramente enorme.
Ma come se lui non mi avesse sentita, e se i miei colpi fossero meno fastidiosi di una puntura di zanzara, si avviò verso l’uscita della locanda, sotto lo sguardo un po’ sbigottito e un po’ divertito di quelli che avevano assistito alla scena.
-e tu cerca di sbollire la rabbia prima di salire sulla nave, e la prossima volta non intrometterti- si rivolse a Strik senza neanche voltarsi, per poi uscire all’aria aperta.
Visto che scalciare e prenderlo a pugni non serviva decisi di bloccarmi era solo uno spreco di energia.
-hai intenzione di tenermi qui su ancora per molto?- gli domandai irritata.
Non mi rispose e proseguì a camminare verso il porto.
-non è molto comoda questa posizione, rischio di rimettere la cena- lo avvisai per costringerlo a farmi scendere.
-l’unica cosa che puoi rimettere oggi è il rhum e il sakè che ti sei ingurgitata. Siamo quasi arrivati cerca di resistere- almeno questa volta mi aveva risposto.
-so camminare anche da sola- ero stufa di essere trasportata in quel modo.
-era ora- gli dissi accigliata quando mi lasciò toccare i piedi a terra, e in quel momento iniziai a correre per allontanarmi da lui.
Feci appena pochi metri che sentì la pressione dell’atmosfera calare, rallentai non capendo cosa stava succedendo, e in quel momento la scarica di un fulmine si abbatté davanti ai miei piedi, rimasi immobile ad osservare il buco fumante sotto i miei occhi, ma da dove accidenti veniva quel fulmine?
Se non mi fossi quasi fermata per quel cambiamento nell’aria a quest’ora sarei stata in polvere, e non sotto una pioggerella che iniziava a bagnarmi.
Quando eravamo scesi dalla nave mi ero accorta che la temperatura stava scendendo, e che entro sera avrebbe piovuto, e infatti così era, ma non riuscivo a capire come quel fulmine fosse caduto ad un passo da me.
Mi voltai e vidi Dragon sghignazzare, come se non fosse successo niente, e il dubbio che lui avesse qualcosa a che fare con quel fenomeno si insinuò nella mia mente.
-vedo che non c’è stato bisogno di rincorrerti, ti sei fermata da sola!- affermò lui.
-sei stato tu vero???- domandai praticamente a bocca aperta.
-a fare cosa?- non la bevevo lui doveva per forza aver fatto qualcosa.
-quel fulmine, lo sentito arrivare all’ultimo momento, ma non doveva esserci, non c’erano le condizioni atmosferiche adatte- risposi confusa.
-secondo me tu hai bevuto davvero troppo stasera, sei solo stata fortunata che non ti ha preso in pieno. Forza andiamo sulla nave a quanto pare non è sicuro stare fuori sotto un temporale- sembrava che godesse nel vedermi confusa senza riuscire a trovare delle risposte.
-non c’è nessun temporale, è solo una forte pioggia, e sapevo che ci sarebbe stata, ma quel fulmine non doveva esserci, quindi l’unica soluzione è che sei stato tu- quell’uomo era talmente pieno di mistero che quando scoprivo qualcosa su di lui ecco che altre mille domande sul suo conto restavano irrisolte.
-forse tutto quel rhum ha annebbiato le tue percezioni climatiche- e questo sarebbe stato uno di quei misteri irrisolti per ora, ne ero certa.

Arrivati alla nave, mi diressi verso la mia stanza, ancora turbata da l’accaduto.
-si può sapere perché mi hai portato via?- decisi di chiedere prima di chiudermi in camera, la stanchezza iniziava a farsi sentire.
-voglio che torni alla tua ciurma tutta intera, e Strik mi serve ancora è un ottimo compagno- mi rispose sicuro, in effetti eravamo andati molto vicini ad azzuffarci.
-si è intromesso in fatti che non lo riguardavano- era questo che più di tutto mi aveva fatto scattare i nervi, non stavo parlando con lui.
-hai ragione non doveva intromettersi, ma anche tu sei stata esagerata, capisco che non hai passato un buon periodo ultimamente, e che vuoi tornare dai tuoi compagni, ma cerca di avere ancora un po’ di pazienza, vedrai che presto li rivedrai- accidenti al suo modo di parlare, ogni volta non sapevo come ribattere e in più aveva maledettamente ragione.
Si stava allontanando ma avevo ancora una domanda da fargli, anche se ero certa che non avrei avuto la risposta che volevo.
-hai mangiato un frutto del diavolo, non è vero?- chiesi, e rimasi in attesa che lui parlasse.
-vai a dormire ragazzina, devi ancora smaltire la sbronza- disse mentre andava via.

FINE FLASHBACK

Ripensando al mio comportamento, continuavo a sostenere, che Strik non doveva assolutamente intromettersi in quella discussione, però era vero che io avevo un tantino esagerato con le reazioni, e avrei dovuto ringraziare Dragon per avermi fermata prima di dire o fare qualche altra sciocchezza.
Ma in quel momento ero agitata non solo dall’alcool come aveva detto Dragon, ma anche dall’imbarazzo per la discussione precedente.

INIZIO FLASHBACK

Tutti ascoltavano attentamente le mie avventure con la mia ciurma, era da un po’ che chiedevano che raccontassi loro qualcosa, e quella sera mi ero lasciata convincere.
- … devo dire che in quel momento è stato molto utile, chissà per quanto tempo sarei rimasta bloccata a causa dell’olio, invece passando sopra di lui sono potuta passare evitando rovinose cadute- avevo raccontato loro quando avevamo incontrato Usop e che per bloccare il passaggio hai pirati che volevano invadere il suo villaggio aveva versato dell’olio che poi aveva bloccato noi.
- … se quello stupido di Zoro non avesse sbagliato strada per l’ennesima volta saremmo arrivati molto prima nella piazza principale, e avremmo potuto cercare con più calma la bomba- avevo spiegato loro la nostra partecipazione alla guerra civile di Alabasta.
Andai avanti così senza accorgermi che Zoro in ogni situazione era al mio fianco, fino a quando non lo fecero notare i miei ascoltatori.
-però a quanto hai detto ogni volta che tu eri in pericolo era sempre pronto a salvarti!- affermò Jas, e non potei controbattere perché aveva ragione.
-non ho mai detto il contrario- risposi un po’ stizzita.
-a quanto ho capito, hai un debole per lo spadaccino- ecco cosa voleva insinuare Jas.
-ma-ma cosa stai dicendo, per quel rozzo squattrinato, mai!!!- risposi indignata, e sperai che il rossore che sentivo sulle guance non si notasse.
-non lo sai che più si disprezza e più si desidera?!- gli diede corda Seth mentre io non volevo altro che sprofondare, molto, molto in profondità.
-non è il mio caso, noi non ci sopportiamo nemmeno l’unica cosa che facciamo e litigare, … e poi lui mi deve ancora parecchi berry ma è sempre senza soldi- non sapevo come uscire fuori da quella situazione iniziavo ad essere nervosa.
-la nostra piccola veggente allora ha un cuore- da quando ero riuscita a prevedere il ciclone che aveva rischiato di colpirci capitava spesso che mi chiamassero piccola veggente, e solitamente quel nuovo sopranome mi faceva sorridere, ma in quel momento lo odiai con tutta me stessa.
-la volete smettere, lui è solo un mio compagno!!!- ribadii.
-si, si come no!- ora tutti ridevano alle mie spalle, compreso l’oste che si era avvicinato a noi per ascoltare i nostri discorsi e sembrava molto divertito.

FINE FLASHBACK

L’unica cosa che ero riuscita a fare era chiedere all’oste della locanda, in cui si era svolto il mio spettacolare crollo di nervi, di riferire alla ciurma di capello di paglia, nel caso fossero passati li a breve, di proseguire per quella rotta attraverso le mie carte, così probabilmente presto mi avrebbero raggiunta.
Mi era stato impedito di riferire il luogo o anche solo la direzione in cui la nave si stava dirigendo, erano fin troppo prudenti questi Rivoluzionari, però era per questo che riuscivano ad andare avanti e a proseguire nella realizzazione dei loro obiettivi.
C’era un'altra cosa che continuava a ronzarmi in testa, Dragon non aveva risposto quando avevo chiesto se aveva mangiato un frutto del diavolo, non lo aveva negato ne confermato, ma dal tono che aveva usato lui per ora aveva chiuso il discorso, quindi per il momento era inutile continuare a chiedere.
Ma su due cose ero sicura: la prima era che quel fulmine non era caduto davanti a me per puro caso; secondo non ero ubriaca come lui cercava di farmi credere, e anche se ero leggermente brilla, dopo lo spavento preso mi era passato tutto d’un colpo.

Passarono alcuni giorni, e fortunatamente dopo l’episodio alla locanda di Lanery Island tutto era tornato come prima sulla nave.
Ci stavamo dirigendo a Nagayashi l’isola in cui ci sarebbe stato un incontro importante con un altro gruppo di rivoluzionari, presto saremo giunti, ed ero curiosa di come si sarebbe svolto l’incontro anche se sapevo che non mi avrebbero mai fatta partecipare.

Nagayashi a prima vista sembrava un isola deserta, l’ancora fu fatta scendere a largo dalla riva, e sbarcammo con le scialuppe.
Una volta a terra seguimmo un sentiero scosceso, fino ad arrivare ad una radura, dove un gruppo di persone stavano sedute in posizione rilassata.
-aspettatemi qui- affermò Dragon, solo lui avrebbe proseguito, e così fece continuò per il sentiero mentre noi restammo nella radura.
Ci sedemmo e alcuni uomini dei due gruppi iniziarono a parlare tranquillamente, si vedeva che si conoscevano, alcuni chiedevano chi io fossi.
-e così è lei il pirata a cui avete salvato la testa?!- mi osservavano incuriositi.
-si vede che la marina è in difficoltà, se arriva a mettere una cifra così alta per una ragazzina- disse uno ridendo e contagiando tutto il gruppo.
-ehi, attento a quello che dici!- risposi offesa, iniziava a stancarmi essere chiamata ragazzina da tutti.
-è anche suscettibile?!- continuò l’uomo, mentre io iniziavo a scaldarmi.
-non farti ingannare dalle apparenze, Nami sa il fatto suo!- solo il fatto che mi chiamasse sempre e solo con il mio nome rendeva Seth il mio preferito tra tutti.

Passarono alcune ore, e iniziavo ad annoiarmi, l’isola era molto piccola e avevo già finito di prendere gli appunti necessari per poter disegnare la carta.
Quanto volevo essere insieme alla mia ciurma, con loro era difficile annoiarsi, potevo prendere in giro Usop mentre raccontava le sue fantasiose avventure ad un incredulo Chopper; potevo rilassarmi sotto i miei adorati mandarini al suono dolce del violino di Brook, mi sarei divertita ad osservare Franky che eseguiva uno dei suoi balletti; oppure ancora avrei riassaggiato i fantastici manicaretti di Sanji mentre mi serviva e riveriva anche se alle volte era esagerato, ma mi facevano sentire importante e amata; e poi quanto mi mancavano le chiacchierate con Robin, e pensare che all’inizio non mi fidavo, in fondo era stata una nemica, invece ora era come una sorella, la mia sorellona; avrei voluto tanto risentire le urla del mio capitano quando aveva fame, avevo nostalgia del suo ottimismo e del suo perenne buon umore; e infine ma non di certo per ultimo, mi mancavano i battibecchi con lo spadaccino.
Non avrei mai creduto di sentire talmente tanto la sua mancanza, era stata “quasi” una sorpresa, quasi perché forse lo avevo sempre saputo che lui era importante per me, era diventata una cosa naturale averlo sempre al mio fianco, e quando ero in pericolo lui era sempre li, pronto a proteggermi ed io non ho mai avuto realmente paura in qualsiasi situazione, perché sapevo che lui c’era.
Senza che me ne rendessi conto, Zoro era diventato un amico su cui poter contare sempre, delle volte incredibilmente era stato un confidente, ed ora non sapevo più cosa fosse per me, l’unica certezza era che volevo con tutta me stessa che lui mi fosse accanto.
Mentre ero persa nei miei nostalgici pensieri degli uomini che erano rimasti di vedetta arrivarono di corsa.
-la Marina è qui!!!- questa non ci voleva proprio, eravamo nei guai.
Lo stesso pensiero passò nella mente di tutti che subito scattarono in piedi subito allerta.
-voi andate ad avvisare Dragon e gli altri- Strik indicò un paio di uomini tra cui Seth che subito eseguirono l’ordine, aveva preso in mano la situazione, e nonostante i nostri screzi, sapevo che era la persona più adatta per reggere quel ruolo.
-preparatevi, e ora di combattere!!!- urlò lui supportato dal consenso degli altri rivvoluzionari.

Continua…

Eccomi qui con un altro capitolo, spero sarà di vostro gradimento, e tornato un po’ di movimento, l’ennesimo attacco della marina, per la prima volta Nami dovrà combattere senza la sua fidata ciurma.
Qui ho messo un po’ più in evidenza i sentimenti della navigatrice, con lo sfogo iniziale per poter tornare con i suoi compagni, e infine per aver capito quanto lei tenga veramente allo spadaccino.

 Nami19: anche Nami come Zoro si è meritata la sua dose di imbarazzo, non so però se è più imbarazzante la presa in giro da parte dei propri compagni, o con persone conosciute da poco.

Tsukichan: mi piace da morire quando Zoro viene preso in giro, è troppo divertente, lui così inquadrato e con uno più che spiccato senso dell’onore più che inveire senza risolvere niente non riesce. Rufy poi è così, ingenuo ma quando serve però riesce ad essere estremamente maturo secondo me.
Ho la sensazione che il prossimo capitolo ti piacerà.

 Lucy94: non sai quanto mi faccia piacere che il capitolo ti sia piaciuto, è una soddisfazione immensa, mi spinge a dare il massimo per aggiornare il priam possibile cercando però di fare del mio meglio. Per quanto riguarda il colore dei capelli mi ha sempre incuriosito, verde e rosso da giallo, ma non mi piace l’idea che possa essere biondo/a, bisogna però tenere conto che dipende dalle sfumature del verde e del rosso, e poi può esserci una maggiore ereditarietà dei caratteri del padre o della madre, quindi potrebbe essere di tutt’altro colore, ??? dopo questo sclero riguardo ad un possibile figlio di Nami e Zoro ti saluto e ci sentiamo al prossimo capitolo.

jou_chan: o messo in bocca di Rufy la mia curiosità di sapere il colore di capelli di probabile figlio, infondo non si vede in giro una persona con i capelli verdi, a parte quelli tinti ma non fanno testo quelli. Per quanto riguarda Zoro messo in imbarazzo davanti a Nami  …  chissà basta continuare a leggere e si scoprirà.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

ZORO

Quando lasciammo Lanery Island l’umore di tutta la ciurma era decisamente alle stelle, ora sapevamo dove dovevamo dirigerci e non andare alla cieca. Robin, aveva intuito subito che Nami probabilmente non aveva potuto rivelare l’isola in cui erano diretti, ma lasciando detto che avremmo dovuto seguire la rotta che ci aveva portato li fu semplice capire che stavamo procedendo sulla strada giusta, e grazie alle carte nautiche della nostra navigatrice l’avremmo raggiunta presto.
I miei allenamenti era tornati ad essere efficaci come un tempo, infatti nell’ultimo periodo li utilizzavo più che altro come valvola di sfogo.
La ciurma era in fermento, Franky e Usop facevano di tutto per far navigare la nave più veloce, Rufy non vedeva l’ora di sentire i racconti della sua navigatrice, Chopper alla fine si era messo veramente ad analizzare tutti i libri sulla gravidanza e sul parto, continuando a ripetere che nel caso fosse accaduto doveva essere pronto, assecondato dal capitano che continuava a sostenere che io e Nami gli dovevamo regalare un nipotino; io e la mocciosa, ma come gli era mai venuto in mente una cosa del genere.
Ma quella insinuazione che davanti a tutti mi faceva arrabbiare, quando ero solo con i miei pensieri mi faceva invece sorridere.
E subito la mia mente andò alle parole dell’oste della locanda in cui eravamo stati l’ultima volta, quando aveva sentito il mio nome gli era comparsa sul viso un espressione strana, come di uno che la sapeva lunga.
-ah, e così tu sei Zoro, lo spadaccino?- aveva detto con uno strano sorriso, ero curioso di sapere cosa aveva detto quella strega sul mio conto.
Sicuramente aveva decantato le mie “lodi” che ero uno scansafatiche, uno squattrinato, che ero rozzo e senza il minimo senso dell’orientamento, non che fosse tutto falso, ma lei ogni tanto esagerava un po’.
Continuava a dire che non facevo altro che dormire, però chi le salvava sempre il suo bel sederino?

Ci stavamo avvicinando all’isola di Nagayashi, era un isola disabitata, ed inizialmente non volevamo neanche fermarci per non perdere tempo nella ricerca, convinti che li non avevano nessuna ragione per fermarsi visto che non c’era nulla e quindi non si poteva fare rifornimento o altro.
Però Robin ci ricordò che Nami aveva detto specificatamente di seguire la rotta che le sue carte indicavano, e quella portava anche a quell’isola, quindi per sicurezza saremmo dovuti scendere e controllare che non ci avesse magari lasciato qualche traccia, altrimenti saremmo ripartiti immediatamente.
Mi trovavo nella torre di vedetta, devo dire che da quando eravamo nella Sunny svolgere quel compito era molto più semplice e piacevole, qui si stava al chiuso e non sotto il freddo, le intemperie o il caldo a seconda del clima, e in più potevo approfittare del lungo tempo passato li in alto per allenarmi visto che lo spazio era maggiore rispetto alla piccola postazione della nostra però sempre amata Going Merry, assomigliava molto ad una piccola palestra.
Franky con quella nave aveva fatto un ottimo lavoro, era favolosa e confortevole in tutti i sensi, non potevamo chiedere di meglio era il miglior Brigantino che avessi mai visto, anche perché quello che rendeva unica la Sunny era il fatto di essere stata realizzata in base hai caratteri del suo equipaggio.
Ognuno di noi aveva il suo posto speciale, che fosse la cucina, l’infermeria, la palestra, i laboratori o la biblioteca per immergersi tra libri per le ricerche o disegnare carte; tutti avevamo gli strumenti che potevano aiutarci per poter realizzare i nostri sogni.  

Mentre osservavo l’orizzonte, intravidi terra, eravamo quasi arrivati ed io ero stranamente agitato senza saperne la ragione.
-ehi, ci siamo quasi, l’isola è di fronte a noi- annunciai, e come al solito Rufy urlando si lanciò per posizionarsi sulla polena, il mio capitano sembrava un bambino, ma quando combatteva era formidabile.
-speriamo che la mia dolce sirenetta abbia lasciato qualche indizio che ci faccia capire che la stiamo raggiungendo, non vedo l’ora che sia di nuovo con noi, gli preparerò tutti i suoi cibi preferiti- ecco che Sanji iniziava a volteggiare circondato da mille cuoricini, era nauseante.
-ho fame, Sanji prepara qualcosa da mangiare- eh bravo il mio capitano, fai lavorare quell’idiota.
-ma se hai appena finito di pranzare!!!- in effetti era passata solo un ora dal pranzo, ma si sa che Rufy è un pozzo senza fondo.
-per visitare l’isola devo essere in forze, quindi ho bisogno d’energia, voglio carne!!!- era quasi sconvolgente la naturalezza con cui lui parlava del cibo, secondo chi lo avesse sentito in alcuni momenti, avrebbe pensato che non mangiava da chi sa quanto tempo.
-Sanji mi prepareresti un caffè?- Robin con la sua sottile furbizia, tagliava la discussione che stava nascendo tra il cuoco e il capitano.
Se ci fosse stata una strega di mia conoscenza, per farli smettere avrebbe tirato loro un bel pugno in testa ad entrambi, e questa volta mi sarei divertito ad assistere a quella scena, forse perché per una volta non ero io che finiva sotto i suoi micidiali colpi.
-certo mia dea, ogni tuo desiderio è un ordine per me!!!- si rabbonì il damerino, per poi andare in cucina da cui sarebbe uscito con degli stuzzichini per la sua “dea”, e stranamente ne avrebbe fatti talmente tanti che avremmo potuto mangiare tutti.

Eravamo giunti nelle vicinanze della costa di Nagayashi, si vedeva una spiaggia con sabbia bianca e dietro una fitta vegetazione verde smeraldo, cercammo un punto riparato per calare l’ancora, quando notammo la presenza di alcune navi della Marina, l’agitazione che mi aveva preso appena intravista l’isola aveva ora un significato, a quanto pare non eravamo solo noi sulle tracce di Nami e dei Rivoluzionari.
-cosa ci fa qui la Marina, dobbiamo stare attenti e non farci scoprire, se no ci rallenteranno- Franky come tutti noi osservava preoccupato quelle navi.
-Shanks ci aveva avvertiti, la Marina ha il dente avvelenato più che mai dopo la secondo esecuzione di un pirata fallita e vogliono rimediare- Sanji aveva ragione, il Rosso aveva detto che sicuramente i Rivoluzionari con cui era Nami dovevano stare attenti ed è per questo che non le avevano permesso di allontanarsi da sola per raggiungerci.
Appena trovato un posto sicuro dove lasciare la nave sbarcammo, e con circospezione iniziammo a inoltrarci tra la vegetazione.
Nell’aria era palpabile la tensioni, e anche tra di noi si poteva notare chiaramente, eravamo stranamente silenziosi rispetto al solito.
Fino a quando sentimmo arrivare dall’interno dell’isola delle urla tipiche di uno scontro giunto già al culmine.
-dev’essere la Marina, ma con chi sta lottando?- una consapevolezza mi raggiunse, e non solo a me, la Marina stava combattendo con qualcuno, e quel qualcuno certamente era l’Armata dei Rivoluzionari, e quindi contro di Nami che era con loro, in quel momento lei si trovava in pericolo.
Senza aspettare nessuno, cominciai a correre, sapevo che gli altri mi avrebbero seguito, Nami si trovava in mezzo alla mischia di questo ero sicuro, e io la dovevo raggiungere non avrei mai permesso che la portassero nuovamente via, non ora che l’avevamo trovata.
Nonostante il mio scarso senso dell’orientamento sentivo che mi stavo avvicinando al cuore della battaglia, le urla, il cozzare delle armi e l’esplosioni, si facevano via, via più forti e vicine.
Arrivai davanti ad una grande radura dove c’erano quelli della Marina che combattevano contro altri uomini, di cui non sapevo niente ma che ormai avevo capito chi fossero, il mio sguardo andò immediatamente alla ricerca di una testolina rossa, ma in mezzo a quel caos non riuscivo a identificarla.
Cercai di avvicinarmi maggiormente, e inevitabilmente anche io fui coinvolto in quella lotta.
-quello è Roronoa Zoro lo spadaccino della ciurma di capello di paglia, dobbiamo fermare anche lui- mi avevano riconosciuto e subito partirono alla carica anche contro di me.
-state attenti potrebbero esserci altri membri del suo equipaggio- mise al corrente i suoi compagni.
Quelli che dovevano essere i compagni del padre di Rufy, mi riconobbero anche loro, oppure vedendo che venivo attaccato dalla Marina non mi aggredirono, forse avevano capito che in quel momento ero dalla loro parte.
Mentre lottavo vidi alcuni dei i miei compagni, mi avevano raggiunto ed ora erano impegnati nei combattimenti, ma dovevo assolutamente sapere se lei era presente e soprattutto dove si trovava in quel momento.
-siete dell’Armata Rivoluzionaria? C’è una ragazza con voi, un pirata?- chiesi al primo che mi capitò vicino.
-tu sei Zoro, vero? Finalmente ci avete raggiunti, sei uno dei suoi compagni? Vi stava aspettando impazientemente. Si, lei è qui da qualche parte, lo persa di vista quando ci hanno attaccati, ma sono sicuro che è qui vicina- rispose uno degli uomini a cui avevo chiesto, mentre era impegnato nella lotta, mi aveva riconosciuto immediatamente.
-tranquillo i miei compagni non permetteranno che la catturino, ma cerca di raggiungerla al più presto- mi consigliò, e gli fui immensamente grato.
Ora avevo la certezza che lei fosse li, dovevo avvisare gli altri e trovarla il prima possibile solo così mi sarei leggermente tranquillizzato.
-ho saputo che Nami è qui da qualche parte!- riferì appena mi apparvero vicini Brook è Usop, avrebbero pensato loro ad far girare la voce tra i nostri nel caso io non avessi visto gli altri.
Ora dovevo cercarla in mezzo a tutta quella confusione anche se non era un impresa facile.
Gli uomini della Marina erano tantissimi, ci voleva un eternità per fare qualche passo, sentì una forte esplosione in lontananza, probabilmente c’era un'altra battaglia sopra il monte più avanti.
Ma non potevo preoccuparmi di quello, avevo un'altra missione da portare avanti e non dovevo distrarmi.
Sembrava che più avversari abbattevo più ne arrivavano parevano incessanti, e la stanchezza presto sarebbe giunta non potevo reggere all’infinito con quel ritmo, ma di certo non mi sarei arreso.
Ad un tratto il cielo sopra di noi si fece buio e delle grosse nubi nere e cariche d’acqua si installarono sul campo di battaglia, e in un attimo la pioggia cominciò a battere sempre più forte fino a rendere la terra prima sabbiosa, in una immensa distesa di fango, fino a ricoprire tutti gli uomini impegnati in quello scontro che in poco si ritrovarono fradici e sporchi, tutti, compreso me.
Da quell’ammasso di nubi un fulmine si abbatté poco più avanti rispetto alla mia postazione, e lo riconobbi subito, non era la tipica saetta, quello era uno degli attacchi della mocciosa che stavo cercando, dovevo avvicinarmi il più possibile ora che avevo un punto da raggiungere.
La battaglia si stava rivelando molto cruenta, le esplosioni erano frequenti, mi ritrovai scaraventato a qualche metro di distanza da dove stavo quando una di queste deflagrò vicino a me.
Rimasi per alcuni istanti intontito dalla botta e dal rumore assordante e ravvicinato, ma dovetti rialzarmi in fretta se non volevo essere sopraffatto dai nemici, una profonda ferita si era aperta sul fianco sinistro, ma recuperai le spade e ripresi la mia avanzata.
Ero quasi alla parte opposta del punto in cui ero arrivato, almeno credo, e li vidi un grosso numero di uomini con le camice bianche e il fiocco blu che stavano accerchiando un piccolo gruppo di persone, e fu li che dietro un uomo alto e grosso intravidi spuntare una chiazza rossa, senza dubbio quella era lei.
Rimasi momentaneamente immobile, dopo aver creduto che fosse morta ecco che si trovava davanti ai miei occhi che lottava con grinta contro gli avversari, il tipo che avevo incontrato prima aveva ragione, la stavano difendendo, cercavano di tenerla il più possibile al riparo, solo qualcuno riusciva ad avvicinarsi a lei.
Scrollai la testa, non era certo quello il momento di perdermi in stupide riflessioni, dovevo raggiungerla.

Continua…

Grazie mille per il vostro sostegno, soprattutto a Tsukichan, Lucy94, Nami19 oggi non faccio in tempo a rispondere ai vostri commenti sono un po’ di fretta, preferivo aggiornare oggi invece che posticipare. Un bacione spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, a presto

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12

NAMI

La Marina ci aveva attaccati all’improvviso, e ora eravamo circondati, per fortuna c’erano anche gli altri Rivoluzionari arrivati li per l’incontro con Dragon, altrimenti saremmo stati spacciati.
-ragazzina cerca di stare vicina a noi e non cacciarti nei guai- mi disse Strik, almeno non mi odiava al punto da mandarmi direttamente tra le braccia del nemico.
-guarda che so benissimo cavarmela da sola!!- gli risposi orgogliosa.
-questo lo vedremo!- mi rispose mentre l’attenzione andava subito verso i nostri nemici.
Mi accorsi immediatamente che cercavano tutti di evitare che gli avversari si avvicinassero troppo a me, e se questo da una parte mi faceva sentire protetta, dall’altra mi colpiva nell’orgoglio, voleva dire che non credevano me la sarei cavata.
Era vero che non ero una combattente, ma già ad Enies Lobby pensavo di aver dimostrato che riuscivo a cavarmela discretamente, ma loro probabilmente neanche lo sapevano.
Decisi però di non discutere, quello non era il momento, e poi dovevo stare comunque attenta loro non potevano bloccare tutti gli assalti rivolti a me, anche perché la Marina era numericamente superiore a noi, quindi avevo anche io i miei avversari con cui combattere.
Il bastone tra le mie mani era in continuo movimento, i nemici sembravano non finire mai, solo se utilizzavo il mio colpo preferito potevamo avere un attimo di respiro, e infatti mi preparai per eseguirlo.
Lanciai un Dark Cloud Tempo così da creare una piccola nube condensata piena di energia elettrica.
-si può sapere cosa stai combinando?- mi chiese Strik, non mi aveva mai visto usare quel colpo, ma lo avrei lasciato senza parole ne ero certa, così magari l’avrebbe smessa di trattarmi come una debole incapace, io ero un pirata a tutti gli effetti.
-ora vedrai!- gli risposi con un ghigno.
-Thunder Lance Tempo!!!-  utilizzando la nube formata con il Dark Cloud Tempo, colpii il nemico con un fulmine trafiggendolo, avevo imparato a far si che l’attacco non si limitasse ad un unico individuo ma ad un gruppo, e così accadde, gli uomini che ci stavano attaccando furono colpiti dal mio potente colpo e caddero a terra fulminati, mentre quelli che stavano dietro osservavano la scena allibiti, prima di riprendere l’assalto.
Comunque avevamo avuto un attimo di respiro e un po’ di avversari in meno.
-ti è piaciuto?!- chiesi soddisfatta a Strik che mi aveva osservata incredulo.
-si può sapere da dove ne sei uscita fuori, non ho mai conosciuto una ragazza come te- forse ero riuscita a scalfire il duro e scorbutico uomo tutto d’un pezzo.
-certo che no, io sono unica!- ribadì fiera.
-per fortuna!- affermò lui riprendendo l’offensiva.
 
La stanchezza si faceva sentire, non ero abituata a scontri così prolungati, e ancora non sembrava dovesse terminare a breve, ma c’era un dettaglio a cui non avevo fatto caso, troppo impegnata nella lotta, dove si trovava il padre di Rufy?
-Strik, dov’è Dragon, saranno arrivati anche da loro?- chiesi preoccupata.
Dragon aveva raggiunto probabilmente il luogo dove si trovavano i suoi uomini al comando dei vari gruppi, per discutere di quello che era accaduto nell’ultimo periodo e delle mosse future che avrebbero attuato.
-lui sa cavarsela benissimo, e appena riusciamo a liberarci da questi scocciatori lo raggiungiamo- apparentemente era tranquillo, ma per quel poco che avevo imparato a conoscerlo sapevo che era in pensiero per il suo capo.
Ma quello che più mi sorprese era che per lui, nonostante i nostri reciproci insulti,  non sembrava un peso dovermi proteggere, probabilmente non era vero che non mi sopportava.
Attorno a noi c’era una gran confusione tutti erano impegnati negli scontri, noi eravamo leggermente più lontani perché appena saputo dell’attacco della Marina avevamo cercato di bloccare il passaggio verso il luogo dove si stava svolgendo la riunione.
Ero concentrata a difendermi dall’attacco di un uomo grosso ed estremamente forte, avevo già ricevuto vari duri colpi dalla sua arma, una grossa mazza a punte tutta d’acciaio, e ad ogni nuovo colpo il mio bastone rischiava di frantumarsi insieme alle braccia che ormai facevo fatica a tenere alzate.
Un paio di volte Strik era intervenuto in mio aiuto, ma doveva difendersi dagli altri attacchi, il sangue aveva cominciato a scorrermi sul viso dopo che, per fortuna solo di striscio, mi aveva colpito alla tempia.
Un nuovo attacco mi aveva fatto finire a terra facendo cadere la mia arma lontana da me, non avevo niente con cui ripararmi dal colpo che presto mi avrebbe raggiunto, il mio avversario era li davanti a me con un sorriso sadico sul viso.
- per te è finita, gattina, il capitano Zagar sarà molto contento, questa volta non ti permetteremo di fuggire come l’ultima volta!- disse con la sua voce sicura, non avevo mai sentito il nome di quel capitano, ma a quanto pare voleva la mia testa, e la volta scorsa c’era quasi riuscito.
Non trovavo nessuna via di fuga, non avevo più neanche la forza di alzarmi, in più tutti quelli che fino a quel momento erano riusciti a difendermi ora erano troppo lontani ed impegnati, persino Strik che nonostante tutto, accortosi della situazione aveva cercato di liberarsi per venire in mio aiuto.
-NAMI!!!- per la prima volta mi aveva chiamata per nome.
Avevo deciso che non avrei chiuso gli occhi, sarei rimasta a testa alta fino alla fine, da vera pirata.
Ma quando la mazza aveva iniziato la sua discesa avevo visto pararsi davanti ai miei occhi la sagoma di un uomo.
Dei pantaloni scuri, una pancera verde, una maglietta bianca che copriva una possente schiena, una bandana nera legata a coprire il capo da cui si notavano pendere da un orecchio tre orecchini a forma di spade, e per finire tre katane legate alla vita, non potevo credere a quello che vedevo, non poteva essere lui, avevo paura che fosse solo frutto dalla mia mente, un illusione, come quando mi stavano per giustiziare e mi era apparso il suo volto.

Con poche mosse si liberò del mio avversario e di un altro paio di uomini, stavamo probabilmente arrivando alla conclusione di quella lunga battaglia, e forse non ero diventata pazza, ma l’uomo che mi aveva salvata era veramente Zoro.
Io continuavo a rimanere a terra, senza più forze, osservavo l’uomo che ancora non avevo visto in faccia ma che ero certa fosse il mio spadaccino, e sicuramente da qualche altra parte c’erano gli altri miei compagni.
Ormai la battaglia sembrava arrivata alla fine, e la Marina aveva subito l’ennesima disfatta, quelli che riuscivano ancora a reggersi in piedi si stavano ritirando con la coda tra le gambe, gli altri restarono a terra sconfitti.
Strik, fu subito al mio fianco, per accertarsi delle mie condizioni, e mi aiutò a mettermi in piedi, ma constatai che facevo fatica a reggermi in piedi, la gamba destra stava pulsando, e le braccia erano indolenzite.
Ma il mio sguardo rimaneva fisso sullo spadaccino che mi aveva salvato la vita, e Strik si accorse di questo, e quando lui si volto verso di noi io pensai di sognare.
-chi sei tu?- chiese Strik allo spadaccino a lui sconosciuto, mentre ancora mi aiutava a reggermi in piedi.
Ma Zoro non rispose, rimase a fissarmi, e restammo con gli occhi incollati uno all’altro per istanti che parvero infiniti, era lui, davanti a me c’era Zoro che per me era un compagno, un amico, un confidente, la persona più importante in quel momento, e l’unica cosa che volevo era di essere protetta dalle sue forti braccia, che sempre mi avevano fatta sentire al sicuro in ogni situazione.
Cercai di liberami dalla presa di Stik che mi teneva in piedi, e lui capendo che quell’uomo io lo conoscevo e forse intuendo che potesse essere uno dei miei compagni, lasciò la presa delicatamente, mentre io mi avvicinavo a lui; non sentivo più il dolore alla gamba o alle braccia, vedevo solo lui davanti a me.
Zoro continuava a rimanere immobile e mi guardava con uno sguardo diverso dal solito, non lo avevo mai visto, i suoi occhi erano più scuri e profondi del normale, e mi fecero salire dei brividi lungo la schiena.
Feci qualche passo verso di lui, sulle gambe instabili, e capì che non mi avrebbero retta ancora per molto, e infatti traditrici cedettero ad un metro da lui, ma non caddi a terra, in un lampo Zoro era al mio fianco che mi sosteneva e senza mai dire una parola mi strinse fra le sue braccia.
Non avevo più la percezione del tempo e dello spazio attorno a me, sentivo solo il suo corpo caldo e forte contro il mio, e in quel momento mi sentì di nuovo a casa, ero tornata dopo tanto tempo nell’unico posto in cui mi sentivo completamente al sicuro, fra le sue braccia.
Da quando tutta questa storia era iniziata mai avevo versato una lacrima neanche durante le notti insonne trascorse nella cabina della nave dei Rivoluzionari, perché sapevo che se lui mi avesse vista in quel momento mi avrebbe detto che ero la solita mocciosa piagnucolona.
Ma in quel momento volevo che me lo dicesse, perché avrebbe voluto dire che lui era li con me veramente e non era solo una mia fantasia.
E così, con il viso affondato sul suo petto diedi sfogo a tutte le lacrime fino a quel momento trattenute, che si unirono alle gocce d’acqua che ancora cadevano dal cielo, e lui mi lasciò sfogare.
-la mia mocciosa piagnucolona!!- disse alla fine.
Esattamente quello che volevo sentirmi dire, alzai il volto su di lui e vidi il suo viso che mai mi era apparso così bello mentre mi sorrideva.
-Zoro- quanto avevo sognato di poter chiamarlo ancora, e lo sentì stringermi più forte a se appena feci il suo nome.
Sentire la sua mano giocare con ciocche dei miei capelli, mentre io continuavo a tenere il viso sul suo petto e le mani aggrappate alla sua maglietta, era ancora più bello di quanto io avessi mai immaginato.
Quando i singhiozzi cessarono, lui portò le sue grandi mani sul mio viso, e con i pollici asciugò le ultime lacrime che ancora bagnavano il mio viso, ed i miei occhi nuovamente si posarono su quelle iridi tempestose incatenando i nostri sguardi senza riuscire a dire niente.

-NAMI, NAMI!!!- le voci dei miei amici mi fecero voltare lo sguardo che fino a quel momento era rimasto incatenato a quello di Zoro.
-ragazzi!!!- ero così felice di rivederli, che sembrava che il mio cuore dovesse esplodere da un momento all’altro.
Si avvicinarono tutti e sentì il corpo di Zoro allontanarsi nel momento in cui venni abbracciata da tutti i componenti della mia ciurma, sentii il mio cuore nuovamente isolato, ma durò una frazione di secondo, per poi sentire la mia anima “quasi” completa quando i miei compagni mi furono addosso, quasi, perché mancava il pezzo più importante che mi avrebbe completata, ma non lo avevo perso era li al mio fianco, permettendo anche agli altri di salutarmi.
Le risate si confondevano tra le lacrime, mentre nessuno riusciva a dire qualcosa di sensato, ma solo ridere e piangere.

-STRIK, come state???- la voce acuta di Seth, ci raggiunse mentre scendeva velocemente dal monte, interrompendo la festa che la mia ciurma mi stava facendo per avermi ritrovato.
Seth era andato con un gruppo di uomini ad avvisare Dragon e gli altri, e sicuramente avevano combattuto anche loro visto che si erano sentite delle esplosioni dalla loro direzione e Seth era sporco di fango e sangue, ma sembrava stesse abbastanza bene per fortuna, ero certa che anche loro avevano vinto il loro scontro.
-ce la siamo cavata, e voi?- chiese Strik, che era rimasto in silenzio ad assistere alla ricostituzione della ciurma di capello di paglia.
-stanno tutti bene!!!- rispose, e io tirai l’ennesimo sospiro di sollievo.
-dov’è adesso?- domandai io, mentre i miei compagni non capivano di chi stessi parlando.
-aveva una questione urgente da sistemare, e quando si è accorto che qui le cose erano ormai risolte è partito- e così Dragon era partito senza darmi la possibilità di salutarlo e di ringraziarlo.
-e meglio se anche voi lasciate l’isola al più presto prima che la Marina chiami i rinforzi, ci occuperemo noi di sistemare tutto qui, forza andiamo vi accompagniamo alla vostra nave- Strik era ancora in versione “qui comando io”, ma almeno sembrava meno scorbutico del solito.
Franky, Usop e Sanji si diressero per primi alla nave per iniziare i preparativi per la partenza.
-mia dolce sirenetta, appena salirai sulla nave ti farò trovare tutti i tuoi piatti preferiti, e mi potrai chiedere tutto quello che vuoi!!!- quanto mi erano mancate le moine e le smancerie di Sanji, anche se sapevo che lo faceva con tutte le ragazze mi sentivo importante in quei momenti, e poi sapevo che aveva una particolare predilezione per me e Robin.
-grazie mille Sanji non vedo l’ora di assaggiarli- gli risposi facendolo contento come non mai, mentre si dirigeva verso la nave sembrava fluttuare nell’aria.
-ho già recuperato le tue cose dalla nostra nave Nami- disse Seth indicando lo zaino enorme che portava sulle spalle da dove sbucavano anche le carte che io avevo disegnato mentre ero con loro.
-ti ringrazio Seth- non avevo parole, perché sapevo che era arrivato il momento di altre separazioni, e anche se ero contentissima di tornare dalla mia “famiglia”, quel gruppo di rivoluzionari mi sarebbe mancato incredibilmente, mi ero affezionata a tutti loro.
-non perdetevi in chiacchiere, la bocca si muove anche se camminiamo!!- chi aveva detto che Strik era diventato meno scorbutico?

Feci un passo in avanti, ma la gamba riprese a pulsarmi, o più che altro non aveva mai smesso, ero stata io ad aver escluso la sensazione di dolore quando avevo incontrato gli occhi di Zoro.
Non riuscì a soffocare un gemito di dolore, e subito Chopper da bravo dottore si avvicinò per controllare cosa c’era che non andava.
-Nami non puoi camminare probabilmente hai una gamba rotta, non dovresti stare neanche in piedi, ora siediti bisogna steccarla prima che peggiori- Chopper si era già tolto il suo inseparabile zainetto dalle spalle dove teneva i suoi strumenti di lavoro.
-ti pareva che non ci facevi perdere tempo?!- Strik era indiscutibilmente tornato ad essere insopportabile.
-ti preferivo decisamente di più quando eravamo sotto l’attacco della Marina, in quei momenti almeno stavi zitto e mi lasciavi in pace- gli risposi imbronciata, mentre Chopper legava una stecca alla gamba per immobilizzarla.
-su ragazzi non incominciate- cercò di calmarci Seth, nel frattempo si erano avvicinati a noi anche gli altri membri del gruppo dei rivoluzionari con cui ero stata in quel lungo periodo, e che mi salutarono prima di tornare alla loro nave, per poi obbedire agli ordini che Strik lanciava per poter lasciare al più presto l’isola.
-per ora può andare, ma non devi appoggiare il piede a terra- mi ordinò il mio dottore preferito.
-la solita rompiscatole, forza muoviti e salta su altrimenti restiamo qui in eterno- e dicendo questo, Zoro si era inchinato davanti a me e mi indicava la sua schiena.
-ehi, spadaccino squattrinato, non è colpa mia se come al solito sei arrivato in ritardo e quell’energumeno ha quasi rotto la mia preziosissima gamba, tu non ti immagini neanche il dolore che sento … - parlavo e nel frattempo mi posizionavo sulle sue spalle robuste.
- … magari come al solito ti eri perso, con il senso dell’orientamento che ti ritrovi mi stupisco che sei arrivato prima degli altri, devi esserci arrivato per sbaglio magari eri diretto dalla parte opposta!- probabilmente un grosso gocciolone si formò sopra le teste dei rivoluzionari che ci osservavano.
-la vuoi smettere di starnazzare, se non fosse per me avresti più che una gamba rotta, strega!- i nostri compagni invece ridevano abituati alle nostre scenette.
-se fossi stata una strega ti avrei già trasformato in un brutto rospo verde, o forse sarebbe meglio in un grosso cavallo, almeno sarei stata decisamente più comoda ora!- gli risposi accompagnando le parole con un pugno sulla sua testa.
-Strik, ti è andata bene, se ti prendeva di mira come con quel ragazzo ti avrebbe distrutto- disse scoppiando in una grossa risata Jas che insieme a Laro il medico che mi aveva curato quando ci eravamo conosciuti, e Suk il navigatore, si erano uniti a Strik e Seth per accompagnarci alla nave.
-tranquilli, loro sono sempre così ma si vogliono un gran bene!!- disse tutto allegro Rufy, prendendosi un occhiata assassina da parte di noi due.
La lenta camminata di Zoro era così rilassante, e mi ricordava Alabasta alla fine del nostro scontro con i componenti della Barroque Works, quando lo avevo costretto a portarmi in spalla perché ero ferita alla caviglia, anche se lui era conciato peggio di me, e avevo dovuto indicargli la strada perché ad ogni passo che faceva svoltava nella direzione contraria.
-guarda che questa volta non posso indicarti la via, non so dove si trova la nave- gli parlai sottovoce, volevo che mi sentisse solo lui stavolta, e mentre il mio viso era vicino al suo orecchio potei respirare il suo odore che mi fece rasserenare.
- si ma l'altra volta stavo più male di te!- mi rispose anche lui in un bisbiglio, intuendo di subito a che episodio mi riferivo.
-dettagli!- risposi per troncare la discussione, mentre appoggiavo la testa sulla sua spalla coccolata dal dolce tintinnio dei suoi tre orecchini.

Continua…

Nami e Zoro si sono finalmente incontrati, sono sicura che vi aspettavate anche l’incontro tra Rufy e il padre, per loro ho un altra idea che voglio sviluppare, ma più avanti avverrà tranquilli.
Spero che non vi abbia deluso, mi sto accorgendo che come sono io nella vita anche nello scrivere non riesco a far esprimere esplicitamente a parole i loro sentimenti ai personaggi, ma credo che leggermente questo mi possa aiutare nel restare più vicina ai loro caratteri, visto che sia Nami che Zoro sono peggio di me.

princessnami: grazie mille, spero tanto che il loro incontro ti sia piaciuto, e che continui a seguirmi.

giusy91: ecco qua il nuovo capitolo, e si finalmente l’ha ritrovata, fammi sapere se ti è piaciuto

Nami19: ho ripreso il capitolo, qualche attimo prima che Zoro la trovasse proprio per dar spazio al suo combattimento, e arrivare poi all’intervento di Zoro, spero che ti piaccia come l’ho impostato.

Lucy94: grazie come sempre mi fai spuntare un sorriso con i tuoi commenti, sei un toccasana per la mia autostima. Spero che la tua curiosità sia stata momentaneamente soddisfatta, perché le vere reazioni si vedranno quando saranno sulla nave.

Tsukichan: cara la mia rompiscatole, per ora ti dovrai accontentare dell’incontro tra Nami e Zoro, mi spiace ma per il resto dovrai aspettare ancora un po’. Mi ero abituata a scrivere di loro in maniera separata quasi con due storie diverse, mi dovrò impegnare parecchio per non deluderti con il proseguo della storia.

jou_chan: l’incontro c’è stato proprio nel mezzo della battaglia, e Zoro come sempre va in soccorso di Nami naturalmente, e arriva al momento giusto.

Grazie per i commenti, mi fanno un piacere immenso, spero che anche questo capitolo vi piaccia come lo scorso, visto che sono stati più del solito, continuate così mi raccomando. Un bacione grande alla prossima.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13

NAMI

Nessuno aveva ancora menzionato il padre di Rufy, ma sapevo che lui appena saremmo stati soli sulla nave mi avrebbe chiesto di raccontare tutto ed io non vedevo l’ora di dirgli che doveva essere molto orgoglioso di suo padre e anche che lui lo era di suo figlio.
La forte schiena di Zoro era comoda, e nonostante la gamba ad ogni sbalzo doleva maggiormente, lui cercava di camminare piano e senza mosse improvvise, solo quando gli avevo sussurrato all’orecchio ricordandogli della nostra avventura ad Alabasta aveva sobbalzato, ma si era subito ripreso, forse non si era aspettato quel mio gesto.
-Nami credo che mancherai molto a Strik!- Seth si era avvicinato a noi e ora mi osservava divertito, gli piaceva un sacco vederci battibeccare.
-ma sei impazzito, credo che farà una festa alla mia partenza- gli risposi, anche se sapevo che non era così, e durante la battaglia mi aveva difesa in tutti i modi.
-una volta tanto hai ragione, era ora che levassi le tende, da quando sei arrivata non si poteva più vivere tranquillamente- sembrava sincero, ma nelle sue parole si poteva sentire un leggero tono ironico.
-in effetti ci stava riducendo sul lastrico, per fortuna mi ha risparmiato, ma solo perché gli fornivo gli strumenti per disegnare le carte- non potevo darmi mica la zappa sui piedi, e poi come avrei fatto a disegnare se Suk non mi dava la carta e tutto il resto?
-lo sempre detto che non sai perdere, non è colpa mia se scommettete su cose che si sa, sono perse in partenza- io invece scommettevo solo quando ero praticamente certa di vincere.
-e quali sono le scommesse perse in partenza?- era come se sapesse già la risposta ma volesse sentirla lo stesso, e lo accontentai volentieri.
-tu scommettevi sempre contro di me era scontato che perdessi!- eccolo accontentato.
-diavolo di ragazza, ora smetterai di prenderti gioco di noi- sarebbe tornato alla mia amata ciurma il compito di sopportarmi, pensai mentre mi sfuggiva un sorriso.
-ammettilo mancherà anche a te quella ragazzina insolente, come a tutti noi- affermò con affetto Laro, che era stato il primo a trattarmi con gentilezza.
-ehi ladruncola, hai fregato per benino anche loro a quanto pare, almeno non siamo gli unici fessi che si fanno raggirare da te- lo spadaccino non aveva poi tutti i torti in un modo o nell’altro trovavo sempre qualche pollo da spennare.
-non è colpa mia se il mondo è pieno di idioti- forse non era la situazione giusta per dire una cosa del genere, visto che gli sguardi assassini che ricevetti furono più di uno.

Arrivammo alla piccola spiaggia nascosta dove avevano ancorato la Sunny, i nostri compagni erano li che ci aspettavano pronti a partire, salimmo tutti era arrivato il momento che avrei voluto saltare, non mi erano mai piaciuti i saluti.
Almeno era ormai sbucato il sole oltre le nubi, la giornata migliorava in tutti gli aspetti e non solo meteorologici, avremmo ripreso il nostro viaggio finalmente, tutti assieme.
-caspita ragazzi avete proprio una bella nave!!- Suk da buon navigatore osservava ammirato la nave, non lo si poteva biasimare era veramente stupenda.
-tutta opera di Franky- disse Rufy orgoglioso.
-fratelli, noi siamo pronti per partire quando volete- ci assicurò il carpentiere.
Zoro mi sentì muovermi, volevo scendere, lo spadaccino capì e mi aiutò a mettermi in piedi, ma non mollò completamente la presa, però sicuramente capiva che mi ero affezionata a quelle persone e adesso era dura separarmi da loro.
-e così è arrivato il momento dei saluti?!- il piccolo e rachitico medico di quello strano gruppo si stava avvicinando con occhi lucidi, dovevo stare calma se no, mi sarei trasformata in una fontana e non volevo.
-prenditi cura di te bambina- disse l’uomo abbracciandomi, e sentì Zoro allontanarsi leggermente per permettermi di salutare i miei nuovi amici.
-anche tu Laro, e grazie di tutto- la voce minacciava di tradirmi la sentivo già tremolante.
-aspetterò con impazienza il momento che il tuo nome sarà sulla bocca di tutti per aver realizzato la carta di tutti i mari, fino a quel momento impegnati al massimo- anche il mio collega mi abbracciò, nonostante continuassero a dire che ero un’imbrogliona in fondo mi volevano bene lo avevo capito.
-Suk, vedrai che ci riuscirò e tu sarai uno di quelli che permetterà di realizzare questo sogno, senza di te non avrei potuto disegnare alcune isole, … e poi sarei morta di noia, se non mi avresti prestato gli strumenti e non mi fossi così tenuta un po’ impegnata, avrei dovuto ascoltare più di quello che già ho fatto le lagne di qualcuno!!- non smettevo di lanciare freccette contro Strik, era uno spasso.
-ragazzina, spero di rivederti presto, … vieni qua fatti abbracciare… sono contento per te, se sono arrivati fino a qua ti vogliono molto bene, e da quel che ho visto c’è soprattutto una persona che tiene particolarmente a te- mentre parlava Jas mi abbracciava e mi lasciò stupita, era la prima volta che lo vedevo così espansivo, anche se soprattutto nell’ultimo periodo ci trovavamo spesso a chiacchierare tranquillamente, e poi la sua frase, di chi stava parlando?
Non riuscivo più a dire niente e a stento trattenevo le lacrime, dietro sentivo Usop, Franky, Brook e Chopper che singhiozzavano assistendo a quella scena.
-che scena commovente, scusami chopper ti sto bagnando tutto con le mie lacrime … ma io non ho lacrime, sono uno scheletro YOHOHOHO- quelli che non conoscevano Brook e che già lo osservavano straniti, perché sicuramente era la prima volta che vedevano uno scheletro parlante, rimasero scioccati.
-Jas- soltanto il suo nome uscì dalle mie labbra, non mi erano mai piaciuti i saluti, anche quando eravamo partiti dalla mia isola non avevo voluto salutare nessuno ed ero salita sulla nave già in movimento per non essere coinvolta in addii strappalacrime.
-Nami sono certo che prima o poi ci rivedremo, ci mancherà avere qualcuno che riesce a mettere al suo posto lo scorbutico la dietro- e parlando fece un cenno con la testa indicando l’interessato in questione.
-Seth anche tu mi mancherai- lo abbracciai forte, lui era quello con cui avevo legato di più, e praticamente da subito mi aveva fatta sentire ben accolta.
-odio i saluti- dichiarai mentre mi asciugavo una lacrima sfuggita al mio controllo, e mi voltai per guardare l’ultima persona che rimaneva da salutare, colui con il quale da quando ero salita a bordo della loro nave non mi vedeva proprio di un buon occhio.
-cerca di non cacciarti in altri guai ragazzina, anche se credo che sia come parlare al vento!- disse lui facendomi spuntare un sorriso.
-e il massimo che sai fare per salutarmi razza di scimmione?- continuai a stuzzicarlo fino alla fine, in fondo era un modo come un altro per dimostrare il mio affetto, ed ero sicura che anche per lui era la stessa cosa.
-al diavolo!- Strik si avvicinò e mi abbracciò cogliendomi del tutto impreparata a quel gesto, e li persi tutto il mio autocontrollo, le lacrime scesero copiose sul mio viso che nascosi sul suo petto mentre lui mi stringeva a se.
Era sempre la stessa storia mi accorgevo di tenere a qualcuno quando era il momento di separarsi, questo perché ero sempre rimasta restia ad affezionarmi alle persone per paura di soffrire, ma così peggioravo solo le cose.
E nonostante io e Strik non facessimo altro che litigare dalla mattina alla sera, gli volevo bene, e anche lui a me, in fondo anche con Zoro la maggior parte del tempo lo passavamo bisticciando, ma non per questo lo odiavo, anzi il contrario direi.
-non osate aprire bocca!- appena Strik si era staccato da me, aveva fulminato i suoi compagni con uno sguardo, ora no ma ero certa che appena fossimo andati via lo avrebbero preso in giro per quel gesto d’affetto nei miei confronti, ma non avevo dubbi sul fatto che fossero contenti dello svolgersi di quella scena.
I miei amici avevano un gran sorriso sul viso, e anche Zoro stava sghignazzando, non mi ero accorta che si era già avvicinato a me pronto a sostenermi, non sapeva quanto soprattutto in quel momento io avessi bisogno di sentirlo vicino.
-Nami questa è per te, il capo mi ha pregato di consegnartela, avrebbe voluto salutarti di persona ma non poteva tornare indietro- Seth mi consegnò una busta con dentro una lettera.
-salutatelo, e ditegli che quando ci incontreremo di nuovo, mi dovrà svelare un piccolo segreto- spiegai portando la mano a sfiorare il punto in cui si trovava il mio tatuaggio, mi aveva promesso che un giorno mi avrebbe svelato il significato dei simboli sul viso, e io quello sul braccio.
-forza, basta con tutte queste inutili perdite di tempo, noi abbiamo un lavoro da svolgere e voi dovete allontanarvi da qui, altre navi della Marina potrebbero raggiungerci- Strik era tornato il solito omone bisbetico.
Quando erano ormai scesi dalla Sunny, rimasi ancorata alla balaustra della nave da dove li vedevo sulla spiaggia.
-ragazzi prendetevi cura di quella ragazzina!!- urlò Jas ai miei compagni.
-siete voi che dovete prendervi cura di voi, ho sempre pensato che foste dei poveri polli, e mi avete dato l’ennesima conferma- con gli occhi ancora umidi dalle lacrime, mostrai loro cinque portafogli.
Le cinque persone sulla spiaggia si controllarono le tasche e mi guardarono con uno sguardo assassino, mentre un’allegra risata coinvolse prima me e poi tutti gli altri.
-PICCOLA LADRUNCOLA, restituiscici i nostri portafogli- urlarono in coro i rivoluzionari, mentre la nave iniziava a prendere il largo.
-mi pare di aver già assistito ad una scena del genere!- affermò Usop con un enorme gocciolone sulla testa.
-CI RIVEDREMO PRESTO, ARRIVEDERCI- li salutai, quando erano ormai delle piccole macchioline sulla sabbia bianca.



ZORO

-SUPER SORELLA, sei fantastica- urlò Franky eseguendo uno dei suoi balletti, mentre lei gli rispondeva allungando il braccio e mostrando il pollice alzato.
-la nostra navigatrice non cambierà mai- affermò ridendo Robin.
Eravamo partiti da quell’isola che ci aveva fatto ritrovare Nami, ora la nostra ciurma era nuovamente al completo.
-non ci posso ancora credere la mia dea è tornata a risplendere sulla nostra nave- il cuoco aveva preso a svolazzarle attorno, incominciando a irritarmi.
-non sai quanto siamo contenti che sei di nuovo con noi, credevamo fossi morta!- Chopper con ancora i lacrimoni sugli occhi, aveva completamente ragione avevamo sentito tanto la sua mancanza, tutti noi.
-come? Perché credevate che ero morta?- sembrava veramente incredula forse non si rendeva minimamente conto di quello che ci aveva fatto passare nell’ultimo periodo.
-e cosa dovevamo credere dopo quello che è successo?- gli risposi forse un po’ troppo duro.
-ma io non … - vedere il suo sguardo confuso mi fece sentire più idiota di quello che mi sentivo appena finito di parlare, certo che non sapeva cosa avevamo passato, lei non c’era e non è che se l’era passata molto meglio sicuramente.
-Nami perché non ti siedi così ti medico bene la gamba, quella che ti ho messo è solo una fasciatura provvisoria, e poi anche le braccia sono da curare, e il taglio nella tempia è da pulire anche se non sembra profondo!- mi ero quasi dimenticato che lei era ferita, e per tutto quel tempo era rimasta in piedi.
-ti porto in infermeria mio angelo, e poi possiamo parlare tranquillamente se vorrai- Sanji mi aveva preceduto passandomi davanti, avrei voluto volentieri ficcargli la scarpa in bocca, e già la mano si stava muovendo verso la mia katana per bloccare quel damerino.
-ma Sanji, a quello ci possiamo pensare noi, io ho fame, avevi detto che saresti venuto prima alla nave e avresti cucinato tutti i nostri piatti preferiti?!- forse Rufy inconsciamente mi avrebbe aiutato ad evitare di ficcarmi in una di quelle situazioni imbarazzanti, anche perché stavolta Nami era presente e io non sarei riuscito a giustificare il mio comportamento.
-veramente io avevo detto che avrei fatto, solo, i piatti preferiti di Nami, ... va bene, mentre Chopper medicherà la mia sirena io finirò di preparare la cena più deliziosa che lei abbia mai assaggiato, e conterrà tutto il mio amore, mio piccolo bocciolo di rosa- se non si muoveva a lasciare le sue mani lo avrei affettato.
-grazie Sanji, devo ammettere che sono affamata!- il sorriso che gli fece era sincero e le illuminava il viso, ma sicuramente la gamba le doleva e si vedeva.
Appena il cuoco sparì in cucina dopo aver lasciato una scia di cuoricini dietro il suo passaggio, mi avvicinai a Nami e la presi in braccio.
-intanto so già a chi tocca trasportare il tuo “dolce” peso!- affermai come se fosse una scocciatura.
-nessuno ti ha chiesto niente, e poi riesco benissimo a camminare anche da sola- e mentre discutevamo mi avviai verso l’infermeria, sotto lo sguardo divertito dei miei compagni.

Eravamo già a tavola, mancavano solo Chopper, Nami e Robin che era rimasta per aiutare la mocciosa a cambiarsi, visto che il dottore aveva ordinato di muovere il meno possibile la gamba altrimenti l’avrebbe ingessata, e meno male che poteva benissimo camminare da sola, così aveva detto poco prima, la solita.
Il tavolo era imbandito con talmente tanto cibo che se non fosse stato per Rufy non saremo mai riusciti a finirlo neanche in due giorni, il cuoco si era dato veramente da fare.
Arrivò Chopper dicendo che presto le ragazze sarebbero arrivate, stavano finendo di prepararsi; ognuno prese il proprio posto a tavola, con Sanji che cercava di tenere a bada Rufy che tentava di rubare del cibo.
Quando le ragazza apparvero, vidi Nami avvicinarsi con difficoltà reggendosi sulle stampelle, anche le braccia erano in parte coperte dalle bende, e un cerotto faceva bella mostra sulla tempia destra, e dire che se non fossi arrivato in tempo sarebbe stata di certo in condizioni peggiori.
-mia dea, potevo portarti la cena a letto così non ti sforzavi- anche se quel dongiovanni aveva ragione, mi faceva imbestialire il fatto che non facesse altro che chiamarla mia sirena, mia dea, mio angelo, ma chi si credeva di essere quell’essere con il sopracciglio arricciato.
-non ho nessuna intenzione di stare chiusa in camera da sola, voglio mangiare con la mia ciurma- così si parla mocciosa, ben detto.
-giusto, dobbiamo festeggiare il ritorno della mia navigatrice- per Rufy ogni scusa era buona per festeggiare, ma una volta tanto eravamo tutti d’accordo con lui, bisognava festeggiare.
Mangiammo ed assistemmo ai soliti siparietti realizzati da Franky con i suoi balletti accompagnati dalla musica di Brook e infine Rufy e Usop che cantavano a squarciagola.
Il mio occhio cadeva spesso davanti a me dove si trovava Nami, e constatai con sollievo che si stava divertendo come una matta.

Continua…

Eccomi qua, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, addirittura 8 commenti, non me lo sarei mai aspettata, mi avete fatto commuovere, sono felicissima di sapere che questa storia piace a tante persone.

Spero vivamente che anche questo capitolo vi piaccia, qui Nami ha salutato i suoi nuovi amici, ed è tornata con la sua ciurma. La storia non è ancora finita perciò mi raccomando continuate a seguirmi.


princessnami: grazie, sono contenta che continuerai a seguirla, spero di aver descritto bene il momento dei saluti e del ritorno sulla Sunny di Nami.

Nami19: non potevi farmi complimento più grande, sto cercando in tutti i modi di essere il più vicino ai veri caratteri dei personaggi, e sono contenta di sapere che la pensi così, grazie mille.

sakuratvb: non tirarlo troppo forte il sospiro di sollievo, ci sono ancora questioni irrisolte che dovranno trovare il loro compimento, spero che continui a seguirmi, e vedrai che tutto alla fine si risolve, in fondo ricorda che è una Nami/Zoro.

BULMA0219: anche se “lettrice silenziosa”, so che sei presente e questo mi fa piacere. Sapere che ti ha fatto emozionare mi rende orgogliosa, e farò di tutto per continuare così e non deluderti.


Tsukichan: sinceramente neanche io riuscivo ad immaginare come poter farli incontrare, ma quando ho iniziato a scrivere, le parole sono praticamente uscite da sole e quando lo riletto, mi è piaciuto. Mi fa piacere anche sapere che esprime dolcezza, perché sto riscontrando qualche problema proprio con questo sentimento, è risultato più semplice quando Nami e Zoro erano divisi, ma questa è la parte più importante e mi impegnerò al massimo.
Ci sentiamo al prossimo mia cara ti aspetto.

jou_chan: anche io mi sono affezionata ai componenti dell’Armata, e mi fa enormemente piacere che ti siano piaciuti. Strik è il mio preferito, e spero che ti sia piaciuto in questo capitolo, con il suo saluto.
Nami e Zoro poi ancora non sanno cosa uno pensa dell’altro, per ora si sono solo resi conto dei loro sentimenti, quindi per ora si comportano “quasi” come prima, ma con piccoli ma importanti cambiamenti.

giusy91: causa carnevale questa volta ho messo più tempo per aggiornare, ma spero che con questo capitolo mi sia fatta perdonare.

Lucy94: spero di continuare a stupirti, in questo capitolo c’è solo un assaggio di quello che succederà sulla nave. Sei tu a rendere felice me con i tuoi commenti, io continuerò ad impegnarmi, ma tu continua a sostenermi così come fai, mi dai una grossa mano grazie.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


CAPITOLO 14

NAMI

-perché credevate che io fossi morta?- dopo aver mangiato e riso tanto, era arrivato il momento delle spiegazioni, sia da parte mia che da parte dei miei compagni, volevo sapere cosa era successo loro da quando c’eravamo separati.
-il giorno stabilito per la tua esecuzione, siamo arrivati all’isola per liberarti, appena siamo scesi, c’era una gran confusione, la Marina era dappertutto, e ci dissero che ti avevano uccisa- mi rispose Robin, quindi dopo essere stati gabbati per l’ennesima volta avevano cercato di farmi passare per morta dai miei compagni.
-devo ammettere che ci sono andati vicino, ero già sul patibolo quando, è successo il finimondo, e non riuscivo a capire cosa stesse succedendo fino a quando un tizio, mi ha portato via e mi ha fatto salire sulla sua nave- spiegai, mentre tutti sembravano pendere dalle mie labbra.
-era Monkey D. Dragon, tuo padre Rufy, è stato lui che mi ha salvato la vita- gli rivelai.
-allora Shanks aveva ragione, ci aveva detto che pensava fosse stato lui a liberarti- affermò contento il mio capitano.
-avete incontrato Shanks il Rosso, peccato avrei voluto conoscerlo anche io- in effetti mi aveva sempre incuriosita, e poi Rufy ne parlava così bene che mi sarebbe piaciuto fare la sua conoscenza.
-e non ti basta, hai conosciuto il padre di Rufy, il capo dell’Armata Rivoluzionaria, il nemico numero uno del Governo Mondiale- Usop non aveva tutti i torti.
-non preoccuparti, ci ha assicurato che presto lo rincontreremo- mi rassicurò Rufy, bene, ne ero contenta.
-perché non ci racconti com’è il padre di Rufy?- chiese curioso Franky.
-che dire, è un uomo alto e grosso che con un solo sguardo incute terrore … - iniziai a raccontare, mentre vedevo tutti attenti e Usop spalancare gli occhi, chissà che mostro d’uomo si stava immaginando.
- … questo però solo con i nemici, con i suoi compagni e abbastanza socievole, ma non è strambo come te Rufy, ho almeno non quanto te!- gli riferii ridendo, il momento del loro incontro sarebbe stato uno spasso non me lo sarei mai voluta perdere quando questo sarebbe avvenuto.
-ho visto che ti sei comportata come una strozzina anche con quei poveretti? Sei tornata con borse cariche che prima non avevi, sei riuscita a guadagnare qualcosa anche in questa situazione non è vero?- Zoro come sempre sembrava disinteressato, ma invece era attento ad ogni parola che veniva detta.
-cosa vuoi farci, c’è chi può e chi non può farlo!- gli risposi altezzosa.
-e tu naturalmente lo puoi fare sempre?!- adoravo quel ghigno quasi di sfida che si formava sul suo viso.
-vedi che quando vuoi non sei così tonto- dichiarai quasi orgogliosa del fatto che ci fosse arrivato, mentre lui alzava gli occhi al cielo.
-comunque devi essere orgoglioso di tuo padre Rufy, è un grande uomo, lui  è molto soddisfatto di te- gli rivelai ripensando al giorno in cui avevamo parlato e mi aveva riferito quanto era orgoglioso di suo figlio.
-te l’ha detto lui?- mi chiese il mio capitano, e per un attimo pensai che la sua voce avesse tremolato, e mi fece un gran sorriso quando io feci un cenno di assenso con la testa.
-a proposito, ti aveva fatto arrivare una busta, l’hai già aperta?- mi chiese Brook, facendomi ricordare che l’avevo anche presa per portarla con me e leggerla appena possibile.
-no ancora non l’ho letta!- infilai la mano in tasca e la presi in mano, la osservai un attimo e decisi di aprirla mentre tutti mi guardavano curiosi.
Era una lettera, come avevo immaginato, anche io ero interessata al suo contenuto.
-mi spiace non essere venuto a salutarti, ma impegni inderogabili non l’hanno permesso … - iniziai a leggere le parole scritte sul foglio con una buona grafia.
-sono certo che ora mentre leggi queste righe sei in compagnia dei tuoi compagni, e sicuramente sarai contenta di essere finalmente tornata da loro, come desideravi. Cerca di stare attenta d’ora in poi, il Governo Mondiale prenderà ancora di più di mira te e i tuoi compagni, non combinare qualche pasticcio … - perché sia lui che Strik non facevano altro che ripetermi le stesse cose, “non metterti nei guai!”, “non combinare pasticci!”, non ero mica io a dire “ehi problemi venite qui che non ho altro da fare!!!”.
- … sono contento di averti conosciuta, e spero un giorno di poterti rivedere, anzi ne sono certo. A presto piccolo demonio!!- ecco che sentivo gli occhi inumidirsi.
La lettera era stata breve, ma piena di significato per me, soprattutto da parte di un uomo di poche parole, c’era scritta ancora una cosa, ma non spettava a me leggerla, diceva di farlo vedere a Rufy.
-Rufy, c’è una cosa che devi leggere!- gli dissi porgendogli la lettera.
Lui la prese, e dopo avermi lanciato uno sguardo interrogativo la osservò.
-il nostro incontro è finalmente vicino, fatti trovare pronto, figliolo!!!- poche parole ma che arrivavano dritte al cuore, potevo solo immaginare la felicità del mio capitano.

Raccontai loro cosa avevo fatto in quei mesi, e loro fecero altrettanto, da quello che era successo ad ognuno dopo la separazione fino al ritrovamento dei compagni, accennarono appena al periodo in cui credevano fossi morta, e potevo notare un forte dolore nelle loro parole e nei loro sguardi, e se da una parte mi dispiaceva enormemente per tutta quella sofferenza, dall’altra parte non potevo che essere contenta di sapere che ero mancata moltissimo a tutti loro, anche se già lo immaginavo.
Per tutta la serata avevo sentito gli occhi di Zoro puntati su di me, e ogni volta che mi voltavo verso di lui incrociavo il suo sguardo, potevo vedere nei suoi occhi una luce diversa da quella che io ricordavo, ma forse era solo una mia sensazione, magari dovuta alla consapevolezza del fatto che, durante la nostra lontananza, io mi ero resa conto di quanto importante lui fosse nella mia vita.
Era stato sempre presente in tutti i momenti importanti della mia vita da quando posso dire di aver ricominciato a vivere, cioè da quando loro mi avevano liberata da Arlong.
Dopo che ebbi raccontato loro l’episodio del ciclone e del modo in cui avevo annientato la piccola flotta della Marina che ci inseguiva, soprattutto Rufy espresse tutto il suo orgoglio, per quel risultato.
-è stato un gioco da ragazzi- mi vantai io.
-SUPER quando si tratta del tempo non ti batte nessuno sei la migliore!!- si complimentò Franky.
-mia dolce Nami quanto avrei voluto essere li con te e ammirarti mentre eri in azione- Sanji come sempre esagerava con i complimenti, e notai che Zoro gli aveva lanciato un occhiata assassina, che cosa aveva detto che poteva infastidirlo fino a quel punto?
-Nami ti rendi conto di quanto hai fatto infuriare la Marina?- mi chiese preoccupato Usop che già tremava al solo pensiero che ora il nemico aveva una ragione in più per eliminarci.
-si, mi sono accorta, visto che la taglia sopra la mia testa è schizzata alle stelle- risposi compiaciuta, ed ora l’occhiataccia da parte di Zoro la beccai io, ma non capivo il motivo.
-Shanks ci ha fatto vedere il tuo ultimo volantino, ora vali 100 milioni, hai superato anche me complimenti- mi disse Robin, che forse non l’avevo mai vista sorride così tanto come quella sera.
-e si sono diventata un pericoloso pirata!- affermai soddisfatta.
-stupida, ma hai capito cosa vuol dire avere una taglia del genere sulla testa!!!- Zoro sembrava infuriato e non lo era stato mai fino a quel punto con me.
Il sorriso sparì dalla mia faccia in un attimo, perché Zoro era così arrabbiato.
-certo che lo so, ma cosa ci posso fare, ormai è successo!- gli risposi a tono, non ero mica stata io ad aumentare la cifra, non lo avevo fatto apposta.
-ma potevi fare più attenzione, sciocca!!!- continuava a parlare con uno sguardo duro, sentirmi dire quelle cose da lui in quel modo mi provocò un forte dolore al petto.
-ma certo, perché ho seguito Dragon? mi potevo far tagliare la testa, oppure perché non mi sono fatta investire dal ciclone? A questo punto non avremmo avuto più problemi, la mia taglia non sarebbe aumentata, anzi meglio ancora non ci sarebbe stata più una testa su cui metterla!!!- ero fuori di me, ed ero stanca dalla giornata pesante appena trascorsa, ma non capivo perché mi avesse aggredito a quel modo, stavamo festeggiando e parlando tutti tranquillamente e lui aveva dovuto rovinare tutto.
Dopo le mie parole i suoi occhi mi erano sembrati vuoti come mai lo erano stati, si alzò di scatto dalla sedia e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Io ancora non capivo cosa fosse successo esattamente, che cosa gli era preso, mi ero già pentita delle cose che gli avevo detto, forse come me era solo stanco e nervoso, ma aveva veramente esagerato questa volta.
-brutto spadaccino idiota come si permette di dire certe cose alla mia dea- Sanji naturalmente prendeva subito le mie parti, ma questo non mi consolava, per niente.
Ero così felice fino a cinque minuti prima, ed ora una forte tristezza mi stava invadendo, ma perché non avevo tenuto la bocca chiusa avevo solo peggiorato la situazione; però la colpa non era stata solo mia, mi aveva attaccata per primo e senza una ragione, ma cosa gli era preso.
-tranquilla Nami vedrai che gli passerà presto!- mi consolò Robin, forse dal mio viso si vedeva che c’ero rimasta male, e non avevo le forze per mentire, e far finta che quello che era successo non mi toccava.
-io … non capisco cosa sia successo!- confessai, ero confusa e stava anche iniziando a farmi male la testa.
-è successo che quell’idiota non riesce a tenere la bocca chiusa per le stupidate, ma quando deve aprirla veramente per cose importanti non lo fa- non avevo capito molto di quello che Sanji aveva detto.
-penso che fosse solo nervoso, è stata molto dura anche per lui in quest’ultimo periodo- Robin continuava a parlare con la sua voce rasserenante.
-era più intrattabile del solito e per la maggior parte del tempo s’isolava da tutto e da tutti, solo quando abbiamo saputo che tu eri viva si è ripreso un po’ ed è tornato quello di sempre!- Usop mi lasciò senza parole, ero mancata fino a quel punto anche a Zoro?
-ma perché allora … ???- non capivo perché si era comportato così.
-te l’ho detto è un idiota- ripeteva Sanji alquanto infastidito dalla reazione dello spadaccino.
-è solo preoccupato per te, con la tua nuova taglia, sia la Marina che i cacciatori di taglie ti prenderanno di mira maggiormente, come fanno con noi- Rufy era colui che conosceva meglio di tutti Zoro, era stato il primo membro della sua ciurma, il suo migliore amico.
-non doveva prendersela con lei però, spero solo che appena tornerà in se le chieda scusa come minimo, altrimenti lo prenderò a calci fino a che non lo farà- una leggera risata scoppiò tra i miei amici, e fui un pochino rincuorata.
-sai com’è fatto è l’orgoglio fatto a persona, a modo suo si farà perdonare- affermò Franky, aveva ragione non avevo mai conosciuto una persona così orgogliosa come lui, forse superava persino me.
Era ormai tardi quando decidemmo di andare a riposare, io mi sentivo sfinita, la stanchezza le forti emozioni della giornata, e infine la brutta litigata con Zoro, mi avevano distrutta.
Entrai in camera accompagnata da Robin che mi chiese se avevo bisogno di qualcosa, ma volevo solo dormire, a tutto il resto avrei pensato l’indomani.
-se hai necessità chiama, d’accordo?- l’ingresso in ciurma di una ragazza come Robin era la cosa migliore che mi potesse capitare, con gli altri ragazzi stavo bene, ma avere una persona che può capire i tuoi bisogni e aiutarti in certe situazioni era fantastico, e per alcune cose solo un’altra ragazza poteva capire.
-una cosa ci sarebbe, mi aiuteresti a cambiarmi, non riesco a fare molta forza con le braccia e secondo come mi muovo rischio di capotarmi- le dissi facendola sorridere, quando lo faceva era semplicemente stupenda, da quando stava con noi, ma soprattutto dopo Enies Lobby, Robin lo faceva sempre più spesso ed era fantastico sapere che era anche merito nostro se ora era felice di vivere.
-certo!- mi rispose iniziando ad aiutarmi.
Quando Robin andò a coricarsi nel letto a fianco al mio, potei apprezzare tutto quello che mi era mancato fino a quel momento, il sapere che non ero più sola, e poi sentire il tipico odore dell’inchiostro che utilizzavo per disegnare le carte, che nonostante fossero tutte nella libreria al terzo piano della nave, qualcuna continuavo a tenerla anche in camera.
Chiusi gli occhi volevo dormire, ma ero talmente stanca che il sonno sembrava non volermi raggiungere, poi due occhi scuri e tempestosi affollavano la mia testa senza abbandonarla un attimo.
La reazione di Zoro mi aveva sconvolta, era arrivata all’improvviso, speravo che gli altri avessero ragione, e si fosse comportato così esclusivamente per il nervosismo accumulato in quei giorni.
Niente, non riuscivo ad addormentarmi, piano cercando di non far rumore per non svegliare Robin, mi alzai andando subito a cercare con le mani le stampelle senza le quali sarei sicuramente finita a terra al primo passo.
Mi avvicinai alla scrivania dove avevo poggiato le carte fatte quando ero con i rivoluzionari, non erano niente male, ma forse le avrei potute migliorare utilizzando i miei strumenti.
Sentivo la necessità di prendere un po’ d’aria, magari poi sarei riuscita a prendere sonno, la fresca brezza aveva l’odore del mare, riusciva sempre a calmarmi, respirai a fondo immersa nel silenzio illuminata appena dalla luce della luna.
C’era un posto che assieme all’odore del mare era un toccasana contro l’insonnia, e mi diressi verso il ponte, il piede libero dalla bendatura, si posò sul morbido, era una sensazione bellissima, solo Franky poteva far si che il ponte fosse ricoperto di un manto di soffice erba, alzai lo sguardo e vidi il luogo in cui ero diretta.
Nella parte superiore del ponte stava un angolo di paradiso, il mio piccolo e adorato agrumeto, avevo paura di non ritrovarli in buone condizioni dopo la mia lunga assenza, invece i miei compagni si erano presi cura di loro, quasi come avrei fatto io.
Appena arrivai presi tra le mani un mandarino senza staccarlo dall’albero, lo annusai con un grosso respiro per poter sentire al meglio il suo straordinario profumo, stavo in piedi ad occhi chiusi immersa totalmente nel mio mondo quando una voce mi riportò con i piedi per terra.

Continua…

Devo ammettere che mi stavo abituando ad avere un bel numero di commenti, questa volta invece sono diminuiti, ma pazienza pochi ma buoni, magari la prossima andrà meglio.

 Tsukichan: sei la migliore rompiscatole che mi potesse capitare, grazie, grazie, grazie. Questa volta un litigio un più pesante del solito, ma dopo ci sarà la calma vedrai. Grazie ancora per essere sempre presente.

 Lucy94: Sanji e molto simile a Zoro, non ammetterà mai di essere grandi amici, ma con loro le parole non servono, per loro parlano i fatti. Mi fa piacere sapere che il momento dei saluti ti sia piaciuto, e spero che anche questo capitolo ti piaccia.

jou_chan: ricordi quando va via dal suo villaggio che mentre corre verso la nave ruba i portafogli agli abitanti, quindi dopo aver cercato di fregarli da quando si era unita ai rivoluzionari, non poteva salutarli in maniera differente.

Nami19: Strik fa tanto il duro, ma si è affezionato moltissimo a Nami, e Zoro non poteva essere diverso, a sempre fatto così con tutti i suoi compagni si preoccupa ma non farà mai vedere pubblicamente l’affetto che prova per loro, ma lo dimostra.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

ZORO

La cena era andata bene, il finale giusto per una giornata faticosa ma estremamente bella, finalmente eravamo tutti insieme, finalmente Nami era di nuovo tra di noi.
Dopo che lei aveva raccontato cosa l’era successo in quel periodo mi ero accorto di quanto ero andato vicino a perderla veramente, da quando avevo saputo che lei era viva, non mi ero preoccupato di altro se non di ritrovarla, e non avevo pensato a cosa poteva aver passato.
Ma quando aveva parlato della sua taglia con tanta leggerezza, non ho capito più niente, non aveva la più pallida idea di quello che noi avevamo passato, di cosa io avevo passato credendola morta, e lei stava parlando pacificamente di come era scampata per un pelo ad un esecuzione e alla furia di un ciclone, come se nulla fosse e in più sembrava contenta del fatto che ora la sua taglia era aumentata.
Io ero il primo che si riteneva soddisfatto di un mio aumento di taglia, ma sapere che per lei sarebbero triplicati i pericoli mi aveva fatto uscire fuori di testa, invece che essere orgoglioso come si era dimostrato Rufy.
Sarebbe stata presa di mira ancora di più, e anche se era migliorata tantissimo durante i combattimenti, e avevo potuto notarlo durante lo scontro in cui era impegnata quando l’avevo ritrovata, non potevo impedirmi di essere preoccupato.

Ero uscito dalla stanza come una furia, avevo bisogno di stare solo, e andai a posizionarmi sotto gli alberi dei mandarini, era rilassante stare li anche perché potevo rimanere solo, in silenzio e al riparo da scocciatori, visto che nessuno dei miei compagni osava avvicinarsi per fare i loro stupidi giochetti quindi ero certo di non venire disturbato.
Mi sdraiai, ma davanti ai miei occhi restava lo sguardo confuso di Nami, avevo parlato poco ma ci ero andato pesante ogni volta che avevo aperto bocca, non le avevo detto neanche la minima parola di benvenuto, o almeno avrei potuto evitare certe uscite, visto che il problema di volerla sempre proteggere era solo mio, nessuno mi aveva costretto.
Quando si trattava di lei io perdevo la testa era sempre successo così, per questo finiva sempre che litigavamo, maledissi la mia bocca nel momento stesso che le parole erano uscite, ma non ero riuscito a restare un secondo in più davanti hai suoi occhi dopo che mi aveva risposto, la sua voce era pungente e delusa.
Aveva ragione, che altro poteva fare nella sua situazione, l’unica decisione che aveva preso era di continuare a vivere e aveva lottato per quello, ed io invece che esserne fiero l’avevo aggredita, e questo solo perché non riuscivo a perdonarmi il fatto che in quella situazione io non ero con lei, non l’avevo aiutata quando aveva avuto bisogno di me.
La leggera brezza proveniente dal mare mi fece arrivare un profumo particolare, unico, che mai avrei potuto confondere, e appena aprì gli occhi vidi la proprietaria di quella fragranza, lei non mi aveva vista ero sdraiato rimanevo nascosto al buio della notte sotto un albero dove non arrivava la debole luce della luna.
La osservai mentre si avvicinava ai suoi alberi e tendeva la mano verso uno dei frutti, se lo porto vicino al naso e la vidi annusarlo ad occhi chiusi, era l’immagine della beatitudine in quel momento, non aveva niente della strega che poteva diventare in altre situazioni.
Rimasi a guardarla per un po’, le stampelle tenute strette che reggevano il suo corpo avvolto da una leggera camicia da notte, dovevo assolutamente parlarle.
-che ci fai ancora in piedi?- la vidi sobbalzare alla mia voce, non credeva di trovare qualcuno, e di certo non me.
-non riuscivo a dormire e sono uscita a prendere un po’ d’aria- mi sarei aspettato una reazione diversa, credevo fosse arrabbiata dopo la mia scenata, e ne avrebbe avuto tutte le ragioni stavolta.
-sono venuta a vedere come stavano le mie piante, ora torno in camera- e dicendo questo si stava girando, ma non volevo che lei andasse via.
-resta!!- le intimai, anche se non sapevo cosa gli avrei detto.
Lei si girò leggermente stupita verso di me, ma poi si avvicinò e poggiò le stampelle all’albero vicino a quello in cui ero sdraiato io e aggrappandosi al tronco cercò di sedersi per terra.
Era buffa, con la gamba immobilizzata e impossibilitata a piegarla, non riusciva ad inchinarsi, la sentii borbottare qualcosa che non capii, vidi però le bende nelle braccia e mi ricordai che le dovevano fare male anche quelle e lei ora stava facendo forza su di loro per potersi sedere.
-aspetta!- le dissi scattando in fretta verso di lei e scollandogli le braccia dal tronco a cui erano artigliate.
-cosa stavi facendo, volevi per caso sradicare l’albero?- le domandai mentre l’aiutavo a sedersi sull’erba.
-idiota!- sbuffò facendo la sua espressione offesa che mi fece spuntare un sorriso.
-odio non potermi muovere come voglio- si lamentò, e come dargli torto.
-se ti lamenti già da adesso sei messa male, è appena il primo giorno- le ricordai, e la sentii sbuffare con il broncio sul viso.
Per un attimo scese il silenzio tra di noi, ma non era ne pesante ne imbarazzante, io mi ero nuovamente sdraiato accanto a lei, e approfittavo di quegli attimi per riordinarmi le idee, dovevo chiederle scusa per il mio comportamento di qualche ora prima, ma le scuse non erano il mio forte e non sapevo come fare, avevo deciso di seguire l’istinto e dire quello che mi veniva sperando di non peggiorare le cose.
-prima non volevo urlare contro di te!- lei che stava osservando il cielo con la schiena appoggiata al tronco dell’albero, si voltò e posò il suo sguardo su di me, solo adesso mi rendevo realmente conto di quanto splendidi e grandi fossero i suoi occhi nocciola, e quanto mi facessero sentire appagato.
-ti sono mancata veramente??- sembrava che dalla mia risposta sarebbe dipesa la sua felicità in quel momento, o forse era solo una mia speranza.
-certo che mi sei mancata!- le risposi sincero per la prima volta.
-come potevo non sentire la mancanza della strega che non fa altro che dare ordini a chiunque, della mocciosa che non è contenta se non si caccia nei guai, o della ladra che ruba tutto quello che può anche a chi non ha niente come ad un povero spadaccino che ha avuto la sfortuna di incontrarla?!- la vidi sorridere alle mie parole, tutto quello che avevo detto erano esattamente i fatti come stavano, ma la parte della ladra era la più azzeccata, era riuscita a rubare l’unica cosa che mai avrei potuto credere che qualcuno potesse portarmi via, perché non sapevo di avere qualcosa che potesse essere rubato, mai avevo pensato di amare una persona come ora sentivo di amare Nami.
Il fatto più sconcertante era che per la prima volta anche solo nella mia mente riuscivo a definire questo sentimento.

Percepì un movimento, e quando mi voltai la trovai stesa sull’erba come me al mio fianco, gli occhi chiusi e le labbra leggermente incurvate all’insù.
-quanto mi è mancato questo profumo!- disse lei dopo aver fatto un profondo sospiro.
-più di quanto ti siamo mancati noi?- le domandai.
-quasi!- voleva dire tanto se noi l’eravamo mancati più dei suoi adorati agrumi.
-più di me??- questa volta attesi con ansia la sua risposta.
-certamente, i mandarini mi sono mancati molto di più!- rispose talmente in fretta e seriamente che ci rimasi male.
Poi scoppiò a ridere dopo aver visto la mia espressione che evidentemente aveva trovato molto divertente, facendomi capire che mi stava prendendo in giro ed io c’ero cascato in pieno.
-scema!!!- dissi mentre lei continuava a ridere.
Quando finì di ridacchiare osservai le bende che coprivano il suo corpo.
-sono molto fastidiose quelle ferite?- era impossibile non notare le varie fasciature, e non mi piaceva vederle sul suo corpo.
-a parte tu che continui a fissarle e la gamba immobilizzata, niente di insopportabile- si era accorta che il mio occhio non faceva che cadere sulle bende.
-così io sarei insopportabile, senti chi parla!!!- mai che riuscissimo a fare un discorso senza punzecchiarci, ma era quello il bello tra di noi, non c’erano bisogno di parole sdolcinate per far capire che tenevamo ad ognuno della nostra ciurma, bastavano semplici frasi o piccoli gesti, che sapevamo cosa si voleva dire.
Finalmente però ero riuscito a farla ridere, e non solo arrabbiare per togliere fuori quel carattere forte con cui riusciva a tenermi testa con estrema facilità, trovavo molto piacevole stare ad osservarla mentre il suo corpo era scosso mentre rideva.
Era rilassante sentire sulla pelle la leggera brezza che tirava quella notte, e sicuramente anche Nami era del mio stesso parere visto che le parole uscivano dalla sua bocca sempre più piano e lentamente, e ogni tanto mi rispondeva con qualche secondo in ritardo.
Quando mi voltai la vidi che faceva fatica a tenere gli occhi aperti, la stanchezza e le emozioni di quella giornata si facevano sentire e ora stava crollando.
Senza che lei si rendesse conto, mi alzai e la presi in braccio, non era in condizioni di camminare, e in più ci sarebbe voluta tutta la notte solo per aiutarla ad alzarsi.
-e ora di andare a dormire- gli dissi mentre la sollevavo.
Non che mi aspettassi che mi prendesse a voci per averla presa in braccio, però mi stupì il fatto che non solo non protestò una volta resasi conto di cosa stavo facendo, ma anzi si posizionò meglio tra le mie braccia.
Era così leggera che riuscì a prendere anche le stampelle, e mi avviai verso la sua cabina.
Il letto era disfatto, segno che aveva tentato di dormire ma non riuscendoci era uscita a prendere aria e aveva incontrato me, cercai di muovermi il più piano possibile per non svegliare Robin che dormiva nel suo letto, anche se ero quasi certo che si fosse già accorta della nostra presenza, appoggiai le stampelle vicino alla scrivania, e poi delicatamente posai Nami sopra il materasso, lei continuava a tenere gli occhi chiusi, sembrava che ormai il sonno l’avesse definitivamente catturata.
Mentre facevo scorrere il lenzuolo per coprirla, sfiorai la gamba immobilizzata, dove il tessuto del lenzuolo non scivolava facilmente visto la presenza delle bende, che rendevano la destra più grossa della sinistra.
-sai mocciosa, hai una gamba più grossa dell’altra?!!- una volta tanto sarei riuscito ad avere l’ultima parola, ero sicuro che non mi avrebbe risposto, era già tanto se mi aveva sentito.
-maniaco cosa stavi toccando, approfitti del fatto che non sento niente per via delle bende?!- accidenti mi aveva sentito, ma non stava dormendo?
-io non stavo toccando niente, come ti ho portato in braccio io … , e poi anche se volessi mi spieghi come avrei fatto visto lo strato di garze che la ricopre?- fui quasi soddisfatto della risposta che riuscii a dargli dopo aver leggermente balbettato all’inizio della frase, anche perché non avrei potuto fare di meglio visto che non mi trovavo assolutamente a mio agio con questi discorsi, in più avevo la sensazione di avere gli occhi azzurri di Robin addosso, e per un attimo pensai di sentire una leggera risatina.
-a parte il fatto che la gamba coperta è solo una, comunque sai benissimo che sotto la fasciatura c’è la mia fantastica gamba, e hai ammesso tu stesso che avresti voluto toccarla, infondo lo devi aver fatto se ti sei accorto che una è più grossa dell’altra, oltretutto è dovuto alle bende, altrimenti le mie gambe sono perfette!!- i suoi occhi erano semichiusi e lucidi per il sonno, ma la lingua non si era addormentata, anzi riusciva comunque a fregarmi.
-non ho mai detto questo, strega- non sapevo più cosa risponderle, e come sempre vinceva lei.
Sul suo viso comparve un’espressione vittoriosa, poi un sospiro uscì dalla sua bocca mentre si sistemava in una posizione più comoda nel letto.
-sono tornata a casa!!- sussurrò, era da un po’ che l’osservavo, e non era ancora sparito il sorriso dal suo viso, e questo mi faceva capire ancora di più quanto gli fossimo mancati in questi mesi lunghi e difficili, e ora era realmente contenta di essere di nuovo con noi.
La Sunny era ormai la nostra casa, ma anche solo lo stare tutti insieme ci faceva sentire a casa in qualsiasi posto noi ci trovassimo.
Mi avviai verso la porta per uscire e lasciare Nami ad un meritato riposo, ma fui bloccato dalla sua voce.
-Zoro!!- rimasi in attesa di sentire cosa volesse dirmi, per un attimo la vidi titubante, e quasi scuotere la testa.
-ci vediamo domani, buzzurro!- mi disse solamente, la mia mocciosa, si, era proprio tornata.
-buonanotte strozzina!- le risposi prima di uscire dalla sua cabina.
Non ero riuscito a chiederle proprio scusa per il mio comportamento, ma lei mi aveva perdonato, non me lo aveva detto, ma lo avevo capito, come per me non era facile chiedere scusa, per lei era difficile ammettere di perdonare, lo dimostrava però con il suo modo di fare.
Se non mi avesse perdonato, non mi avrebbe permesso non solo di avvicinarla, ma mi avrebbe spedito con un colpo di stampella il più lontano possibile dal suo agrumeto.

Continua…

Ringrazio tantissimo RoloChan105 per avermi inserita tra gli autori preferiti, ne sono onorata.

RoloChan105: sono molto contenta che la storia ti piaccia, e devo ammettere che speravo che arrivasse un tuo commento prima o poi, visto che adoro leggere le tue ff. Sinceramente prima le ooc non mi piacevano, ma grazie alle tue storie, o scoperto che possono essere molto interessanti e belle, e aspetto sempre con ansia un tuo aggiornamento.
Per quanto riguarda il capitolo, a modo suo Zoro si è fatto perdonare, e Nami parla, parla, ma alla fine lo perdona sempre e comunque.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e che continui a seguirmi, alla prossima.

Lucy94: spero di non aver deluso le tue aspettative per questo capitolo, e che questa riappacificazione tra i due ti sia piaciuta.  Per i loro caratteri, hanno fatto un grosso passo avanti, ma avranno ancora parecchie cose da chiarire ora che anche lo spadaccino ha ammesso a se stesso di amare Nami.

jou_chan: quella taglia sta a significare pericolo, per la bella navigatrice, e lui essendo molto protettivo nei suoi confronti si preoccupa. L’altro sonnambulo è proprio Zoro, e chi poteva essere se no?

Tsukichan: pace fatta, il bello dei loro litigi è proprio sapere che faranno pace, ma sarebbe noioso se andassero sempre d’accodo, giusto?
Non so esattamente quanto ci voglia alla fine, io scrivo la storia e poi la divido in capitoli e faccio le varie modifiche e correzioni man mano che posto, non credo che ci vorrà tantissimo ma neanche pochissimo. Continuerei all’infinito solo per leggere ogni volta le tue recensioni, ma ho in mente delle altre storie che potrei postare, quindi se ti piaceranno ci sentiremo anche li, e poi cercherò di recensire sempre le tue ff, di cui aspetto con ansia l’aggiornamento soprattutto visto il modo in cui hai fatto finire l’ultimo capitolo, devo assolutamente sapere cosa succederà. Comunque per ora questa ff non è ancora giunta al termine e ti ringrazio per l’incoraggiamento.

Nami19: la reazione di Zoro è stato uno sfogo per tutta l’ansia dovuta alla mancanza di Nami. È vero lui è il primo che si vanta per la sua taglia, come tutti i pirati, e un segno che stanno diventando sempre più forti e temuti. Lui e un uomo d’onore e non farebbe mai del male ad una donna, soprattutto se questa non è una combattente, ma sa che non tutti la pensano come lui, la sua prima reazione è stata esagerata ma anche comprensibile, se pensiamo che la donna in questione è Nami. Spero ti sia piaciuto questo capitolo e che abbia spiegato bene i comportamenti di entrambi.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


CAPITOLO 16

NAMI

Quando Zoro mi aveva preso tra le sue braccia, l’iniziale stupore fu sostituito da una bellissima sensazione di calore, che mi faceva stare meravigliosamente bene, in altre situazioni, mi sarei arrabbiata e avrei dato un pugno in testa a Zoro, affermando che sapevo camminare anche da sola.
Ma non avevo voglia di litigare, non avevo voglia di rompere che momento di calma che si era creata quella sera, e poi non era vero che sarei riuscita a camminare da sola, con la stanchezza ed il dolore delle ferite sarei arrivata in camera solo trascinandomi.
Notai il suo stupore quando invece che protestare mi sistemai meglio, ero troppo stanca a per fargli notare l’espressione buffa che aveva sul viso.
Mi portò in camera, e appena mi stese sul letto e si allontanò, sentì il calore del suo corpo abbandonarmi, per un attimo avevo pensato di dirgli di restare ancora un po’ con me, ma cancellai immediatamente quell’idea e gli diedi esclusivamente la buona notte.
Il tempo che la porta si chiuse alle spalle dello spadaccino ed io mi ero addormentata.

I sogni quella notte furono tranquilli, il fatto di essere insieme alla mia ciurma mi faceva sentire al sicuro, mentre fino alla sera prima le mie notti erano spesso popolate da incubi che non aveva più da molto tempo, e da incubi nuovi che mi avevano tormentata in tutto il periodo scorso.
Era da tanto che non passavo una notte così rigenerante, al mio risveglio infatti mi sentivo carica di energie, e pronta a riprendere in mano la vita che avevo lasciato qualche mese fa quando fui separata dalla mia “famiglia”.

Passarono i giorni, in cui mi accorsi che in maniera discreta ogni mio compagno cercava di passare del tempo in più con me, come se volessero recuperare quello perso, e anche se loro erano restii a parlarne mi resi conto, quanto, il periodo trascorso lontani era stato difficile per me quanto per loro che mi credevano morta.
Finalmente era arrivato anche il giorno in cui Chopper mi avrebbe tolto la rigida fasciatura in cui era costretta la mia gamba, non la sopportavo più mi faceva sentire un’imbranata.
-è tutto a posto ora, ma cerca di non sforzare troppo la gamba, d’accordo?- appena il nostro piccolo dottore di bordo levò quella prigione dal mio arto, mi sentì libera.
-grazie mille, sei il miglior dottore che ci sia!- sapevo che i complimenti anche se lo imbarazzavano gli facevano piacere, e io avevo detto solo la verità.
-non dire così Nami, ho fatto solo il mio dovere!!!- disse gongolando felice per tutta l’infermeria facendomi sorridere.
-mia bellissima dea, che bello vederti senza stampelle, stai meglio ora?- stavo andando a sedermi vicino a Robin nella sala dell’acquario dove si trovava il giornale che ancora non avevo potuto sfogliare, Sanji arrivò con un vassoio di pasticcini.
-che domanda idiota!- Zoro era apparso silenziosamente dietro il cuoco, da quando ero tornata, appena Sanji mi ronzava intorno, lui appariva.
-cosa vuoi tu, chi ti stava cercando?!!- era in arrivo l’ennesimo litigio.
-stupido, è logico che sta meglio!!!- stare ad ascoltare due che litigano e sapere che non si arriverà ad una conclusione era snervante, era decisamente meglio essere coinvolta personalmente, almeno mi sfogavo e soprattutto mi potevo divertire.
-la volete finire di fare tutto questo chiasso sto cercando di leggere- non alzai neanche gli occhi dai fogli, c’era un articolo che aveva attirato la mia attenzione.
-ragazzi sentite qui … - chiamai i miei compagni.
- … sembra che l’Armata Rivoluzionaria abbia rovesciato un'altra isola sotto il potere del Governo Mondiale- informai, gli altri continuando a leggere l’articolo che naturalmente dipingeva i rivoluzionari come fuorilegge della peggior specie.
- allora, era questo l’impegno per cui il padre di Rufy non ti ha salutato di persona e noi non lo abbiamo potuto conoscere?!!- affermò Brook.
-sicuramente, non è un impresa che si fa in un giorno, ci sarà voluto del tempo per elaborare un attacco del genere- affermai pensierosa, non era una missione per niente facile quella che si era scelto Dragon, ma lo ammiravo per questo, stava riuscendo nel suo intento.
-lo spirito battagliero e la forza di volontà a quanto pare il nostro capitano, l’ha presa tutta da suo padre- su questo Robin aveva più che ragione.

Stavo terminando le migliorie ad alcune delle mie carte, e quindi mi posizionai in biblioteca dove avevo trovato Robin che leggeva uno dei suoi libri, capitava spesso che ci ritrovassimo li, potevamo benissimo stare insieme ed occuparci dei nostri interessi senza darci fastidio avvicenda cosa impossibile se c’era in giro un qualsiasi altro componente della ciurma.
Anche in questo caso Franky era stato magnifico, la libreria era una struttura simile ad una casupola all'estremità posteriore della nave, l’interno era una larga stanza circolare con tantissimi libri.
Sotto gli scaffali pieni di libri ci sono due lunghe panche che corrono per metà della parete, al centro della stanza si trova la mia scrivania, dove tenevo il diario di bordo e le carte.
La libreria, per me è il "cervello della Sunny".
Avevo finito il mio lavoro e mi stavo stiracchiando le braccia soddisfatta, quando Robin alzò gli occhi dal suo libro.
-i rapporti con lo spadaccino sono migliorati rispetto al primo giorno in cui sei tornata?- mi chiese con uno strano sorrisetto.
-sono tornati come sempre!- gli risposi sospettosa, aveva l’aria di una che la prende larga per arrivare poi ad un punto preciso.
-ti ha chiesto scusa, allora?- ecco cosa voleva sapere.
-sai come è fatto, non mi ha fatto esattamente le sue scuse, ma diciamo che sono stata benevola e lo perdonato- affermai, ed era vero, ma a modo suo le scuse me le aveva fatte.
-alla fine può fare quello che vuole, lo perdoni sempre- iniziava ad insospettirmi il suo comportamento, e poi cosa c’era di così divertente da farla ridere.
-io lo sempre detto, sono molto caritatevole anche troppo con quei scalmanati- infondo li sgridavo, ma non rimanevo arrabbiata più di tanto.
-però con Zoro è diverso!- non capivo dove volesse andare a parare.
-cosa vuoi dire???- dalla mia voce trasparì un leggero nervosismo.
-se lui l’ultima volta anche se a modo suo non si fosse scusato, tu lo avresti perdonato lo stesso!- disse lei sicura delle sue parole, mentre io la guardavo perplessa.
-cosa stai dicendo Robin?!- ero sempre più confusa.
-niente e solo che mi sono accorta che tieni molto al suo giudizio su di te- il sorriso continuava imperterrito a brillare sul suo viso.
-non so proprio di cosa stai parlando!!- cercai di fare la vaga, perché avevo un certo sospetto che lei volesse intendere che io fossi interessata a quello squattrinato.
-io invece credo che tu sappia esattamente di cosa sto parlando, e sono curiosa di sapere come si evolveranno le cose- era sicura delle sue insinuazioni, e io mi domandavo che fine avesse fatto la mia lingua lunga, perché ora che serviva non riuscivo a inventare niente per giustificarmi.
Che poi perché inventare, bastava dire la verità, io non ero per niente interessata a quel buzzurro, … anche se la sera in cui ci eravamo chiariti non aveva niente di rozzo.
Come facevo ad ammettere a Robin che mi piaceva se non riuscivo a farlo neanche con me stessa?
-è stato molto gentile quella notte a portarti fino al tuo letto!!- disse sghignazzando e lasciandomi sbigottita, lei era sveglia allora.
Ero talmente concentrata sulle mie riflessioni che non mi ero neanche accorta che la mia compagna era andata via.
Brava Nami così hai confermato le sue teorie.

Scesi sul ponte dove si trovava tutta la ciurma, c’era un bellissimo sole fuori, e si stava benissimo all’aria aperta.
Mi misi seduta al tavolino dove subito Sanji portò il tè con alcuni dei suoi fantastici dolcetti, quanto mi erano mancati, da quando ero tornata lui non faceva che sfornarne ogni giorno sempre diversi, e io molto volentieri ne approfittavo.
-guarda che se continui a mangiare tutti quei dolci diventerai una balena- ecco che Zoro doveva rovinare quel momento d’estasi mentre assaporavo una di quelle squisitezze.
-stai insinuando forse che sono grassa- e no quello non poteva dirlo.
-ti sto solo mettendo in guardia- ne stava approfittando solo perché Sanji era già tornato in cucina.
-senti, ho da recuperare i mesi in cui non c’ero, e poi se proprio la vogliamo dire tutta io mi posso anche permettere di mangiare qualche dolce in più, di certo non mi rovino la mia linea perfetta - affermai.
-fai come ti pare, quando poi avrai una pancia enorme, non dire che non ti avevo avvisato- odiavo quando aveva quello sguardo strafottente sul viso.
-una pancia enorme? vuoi dire che presto Nami avrà la pancia??- chiese Rufy stranamente entusiasta uscendo in quel momento dalla cucina.
-quindi presto nascerà il mio nipotino- per poco non affogavo con il sorso di tè che avevo appena bevuto, e mi accorsi che tutti avevano interrotto quello che stavano facendo, e Zoro era leggermente impallidito.
-di che nipotino stai parlando??- avevo una strana sensazione.
-ma di quello che farete tu e Zoro, no?- l’espressione innocente e le parole del mio capitano mi lasciarono talmente sconvolta che non reagì subito.
-aiuto, ora le cose si mettono male- sentii Usop che sussurrava all’orecchio di Chopper.
-Rufy ti sei bevuto il cervello si può sapere come ti è venuta in mente quest’idea???- domandai un tantino arrabbiata, sapevo che lui era strano, ma non fino a questo punto.
-Zoro me l’ha promesso, vero?- a quelle parole mi voltai verso lo spadaccino per avere una risposta, e non so che sguardo io potessi avere se imbufalito o stupefatto, ma lui era decisamente nel panico più totale.
-io non ti ho promesso un bel niente, ti sei fatto tutto da solo- gli urlò contro.
-ma Chopper ha detto che si sta già preparando per seguire la gravitanza!- non potevo mancare qualche mese che sulla nave era successo un macello.
-Rufy si dice gravidanza- lo corresse il dottore, sotto il mio sguardo sempre più sconcertato.
-razza di idiota, io non ho mai detto che acconsentivo- Zoro sembrava molto arrabbiato e io non sapevo più cosa dire.
-Rufy ti ho detto che sarò io a fare un figlio con la mia sirena- bene ci mancava solo Sanji.
-non ti ci mettere anche tu damerino da strapazzo- si potevano intravedere le scosse elettriche che i loro rispettivi sguardi si stavano lanciando.
-ti ho detto che Zoro ha la precedenza, quindi sarà lui a darmi un nipotino con Nami- precedenza? ma cosa aveva al posto del cervello Rufy.
-non ho nessuna intenzione di fare un figlio con quella mocciosa- ero arrivata oltre il limite della sopportazione, come eravamo arrivati a quel punto?
Diedi un pugno in testa hai tre dementi che continuavano a litigare coma se io non fossi presente.
-sono io che non ho nessuna intenzione di fare un figlio con nessuno di voi, meglio mi faccio suora- scoppiai, lasciandoli a terra con tre grossi bernoccoli che crescevano a vista d’occhio, per poi andare e cercare di rilassarmi sotto i mandarini.
Ci volle parecchio, e molti respiri profondi, prima di riuscire a calmarmi un po’, cosa era preso a tutti non facevano altro che fare insinuazioni su me e Zoro, prima Robin ora Rufy, e poi Chopper che si prepara per una futura gravidanza.
E pensandoci bene, il giorno prima Brook aveva detto che doveva chiedere a Zoro se gli dava il permesso di guardare le mie mutandine, forse mentre non c’ero, erano sbarcati su un isola e avevano contratto una strana malattia che ora li stava facendo vaneggiare, oppure erano rimasti troppo tempo sotto il sole.
Un figlio da Zoro, ma come gli è venuto in mente a Rufy, da quello che avevo capito c’era già stata un discussione del genere, ecco perché Zoro era sbiancato immediatamente appena era arrivato il capitano.

Continua…

Ecco a voi un nuovo capitolo spero sia di vostro gradimento, grazie a tutti i numerosi lettori che continuano a seguire la ff.

Grazie mille Tsukichan per avermi inserita tra gli autori preferiti, sono contenta che ti piaccia anche il mio modo di scrivere oltre che la storia.

RoloChan105: come ti sembra questo capitolo? Nami ha sempre l’ultima parola, ma quando Robin interviene si trova in difficoltà pure lei, mentre questa volta a mettere in difficoltà Zoro ci pensa il capitano.

Tsukichan: sono io quella stracontenta che hai iniziato a leggere la ff, e pretendo che la mia rompiscatole preferita continui a rompere le scatole.
Ora che entrambi hanno ammesso a loro stessi che sono innamorati ora e giusto che lo esprimano, e se non ci pensano da soli i loro compagni gli daranno una mano. Robin che stuzzica Nami, e Rufy che ingenuamente svela un episodio successo quando Nami non era con loro. Vedremo se queste spinte serviranno a qualcosa.


giusy91: spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, un passo alla volta Nami e Zoro si avvicinano sempre di più.

Lucy94: sono molto contenta che riesco a trasmetterti così tanto con questa storia, e sono io a ringraziare te per tutti i tuoi commenti. Nami e Zoro piano, piano capiranno che anche l’altro prova gli stessi sentimenti. Naturalmente fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


CAPITOLO 17

ZORO

Come avevo fatto a finire in una situazione così assurda, ed era tutta colpa di quel dannato del mio capitano, perché non riusciva a tenere la bocca chiusa, davanti a Nami poi.
Aveva anche osato dire che io avevo promesso, forse la vicinanza con Usop stava iniziando a dare i suoi frutti anche con uno come Rufy.
Quella strega oltretutto non c’è andata leggera con quel pugno, io poi cosa centravo, era Rufy che voleva un nipotino, e Sanji che voleva un figlio da lei, io ho detto che non avevo nessuna intenzione di farlo.
Forse non l’ho detto in maniera delicata, però lei poi aveva confermato le mie stesse parole.
Da quando Nami era tornata avevo il timore che i miei compagni si lasciassero sfuggire qualcosa riguardo le loro insinuazioni su un mio interessamento sulla navigatrice, ed ecco che era accaduto.
Quello che continuo a chiedermi è, non sono mai stati molto svegli, fatta eccezione per Robin, ma proprio adesso si dovevano svegliare?

Andai sulla cima dell'albero di trinchetto, dove si trovava la coffa, che fungeva anche da palestra, dove potevo tenere i pesi e tutti gli strumenti per i miei quotidiani allenamenti.
La forma rotonda con molte finestre alle pareti permetteva una stupenda visuale, e visto che i miei allenamenti si svolgevano per la maggior parte delle volte di notte, spettava quasi sempre a me il compito di vedetta, ma non mi disturbava visto che poi dormivo durante il giorno.
Mi impegnai con gli allenamenti soprattutto per non pensare alla discussione avuta poco prima, di cui ancora non sapevo se essere arrabbiato per la figuraccia che Rufy mi aveva fatto fare, oppure farmi una risata per l’assurdità delle sue parole.
Stava calando la sera quando sentì qualcuno salire sulle funi attorcigliate attorno all'albero a formare una scala, unica via per accedere alla coffa.
Senza bloccare il sollevamento dei pesi, attesi che entrasse dalla porta il visitatore, ma non feci in tempo ad accorgermi che era dentro che mi arrivò dritto in faccia un asciugamano.
Sapevo chi era stato, il suo odore era arrivato al mio naso assieme all’asciugamano che ne era impregnato, fortunatamente riuscii a tenere saldo quello che avevo in mano senza che mi crollasse tutto addosso.
-si può sapere che ti è preso, volevi che rimanessi schiacciato dai pesi???- per fortuna avevo dei buoni riflessi.
-non sarebbe una cattiva idea!- mi disse Nami portando le dita sotto il mento, pensierosa, prima di togliermi la lingua.
-cosa sei venuta a fare qui??- le domandai, ero curioso di sapere cosa l’aveva portata a salire.
-quanto siamo scorbutici, … da quando è diventata proprietà privata qui? Non posso più venire??- continuavo a non capire cosa ci faceva li.
-non mi hai risposto però?- provai ad insistere.
L’osservai mentre lei andava a sedersi sulla panca simile ad un divano, che prendeva quasi tutta la circonferenza della stanza, si accomodò vicino agli strumenti per l'osservazione telescopica e ad un microfono collegato ad un altoparlante esterno situato subito sotto l'osservatorio, e posò il suo sguardo verso l’orizzonte.
Stava per iniziare lo spettacolo del tramonto, la notte in quella zona della Rotta Maggiore arrivava presto, dovevamo ancora cenare e presto sarebbe scesa la notte.
Quasi ogni sera osservavo dalla stessa posizione in cui era lei ora, il sole che tramontava, Nami era intenta ad osservare quello spettacolo, e la luce del sole calante dava delle sfumature ai suoi capelli, facendoli apparire infuocati.
-era da tanto che non osservavo il tramonto da quassù- il tono della sua voce era cambiato, non aveva niente della sua sottile ironia che utilizzava spesso con me, aveva un qualcosa di rassicurante.
Era una cosa assurda, io trovavo lei rassicurante, quando ero sempre io che rischiavo la pelle per salvare quella strega.
-solitamente a quest’ora stai tra i tuoi alberi!- risposi calmo, sedendomi anch’io.
-come fai a saperlo spadaccino, mi spii?!- mi chiese con una punta di malizia che usava quando voleva sfottermi.
-cosa stai dicendo, da qua su si vede benissimo l’agrumeto ed è normale che ti veda- gli risposi un tantino offeso.
Quando però voltai nuovamente lo sguardo su di lei, la vidi ridere, ma non era una risata beffarda, anzi sembrava rilassata e serena, e questo fece spuntare anche sul mio viso un sorriso, o meglio il mio solito ghigno.
Dovevo ammettere che era bello poter stare in sua compagnia, anche se stavamo in silenzio, lei solitamente era una gran chiacchierona, quando capitava che eravamo soli però spesso stava zitta, ma non mostrava ne segni di nervosismo ne d’imbarazzo, io non ero mai stato molto loquace di natura, ed era come se lei sapendolo rispettasse i miei silenzi.
Il sole era ormai calato, e quel silenzio fu spezzato da Nami.
-Zoro, ti sei mai chiesto come sarebbe stata la tua vita se non incontravi Rufy??- mi colse totalmente impreparato, non mi aspettavo una domanda del genere, dovetti prendere un po’ di tempo per formulare una risposta, ma lei sembrava non avere fretta.
-si! Sarei ancora in giro a fare il cacciatore di taglie per diventare sempre più forte, come prima di diventare un pirata- era sicuramente quello che avrei continuato a fare, era l’unico modo che conoscevo per trovare avversari sempre più forti.
-sei contento di averlo incontrato?- perché quelle domande, era strano da parte sua.
-sono sempre stato abbastanza solitario, ma devo ammettere che ogni tanto un po’ di compagnia fa piacere- alle mie parole Nami mi rivolse uno dei suoi sorrisi più sinceri, voleva dire che aveva apprezzato le mie risposte e questo mi rendeva stranamente orgoglioso.
-come mai queste domande?- chiesi incuriosito.
-quando ero lontana da voi facevo dei sogni in cui voi proseguivate il viaggio senza di me, … mi dimenticavate!- abbassò lo sguardo, la frangetta copriva i suoi occhi, impedendomi di vedere interamente la sua espressione.
-non è una cosa semplice dimenticarsi di te!- affermai, volevo a tutti i costi tirargli su il morale, perché avevo la certezza che quei sogni l’avessero tenuta sveglia molte notti.
-in che senso?- mi chiese alzando il viso con un espressione interrogativa, ma anche diffidente.
-voglio dire che la tua presenza si è fatta sempre fortemente sentire, le tue urla e i tuoi colpi saranno impossibile da dimenticarli per tutta la vita- le risposi massaggiandomi la testa che tante volte si era deformata sotto i suoi micidiali pugni.
-quando ve li ho dati lo meritavate!!- disse tornando a sorridere, con mio sommo piacere.
Ero contento di aver sdrammatizzato senza offendere nessuno, non era il mio forte consolare le persone.
-e poi pensi che Rufy avrebbe lasciato indietro un membro della sua ciurma, … e poi come saremmo arrivati ad Raftel Island, dopo un po’ ci saremmo sicuramente persi- il nostro capitano non l’avrebbe mai fatto, e non solo lui.
-e tu, mi avresti lasciata indietro?- mi chiese fissando i suoi grandi occhi nei miei.
-devo ammettere che un pensierino lo avevo fatto!- cercai di rimanere serio per un po’ dopo aver parlato, anche se era difficile visto che Nami in meno di un secondo aveva cambiato non so quante volte il colore del viso.
Inizialmente era sbiancata, fino a diventare viola dalla rabbia di sentirsi presa in giro, passando per tutte le sfumature di quei colori.
Non avevo resistito molto ed ero scoppiato a ridere, mentre lei borbottava non so quali maledizioni rivolte a me.
-idiota- riuscii solo a comprendere.
-e dai scema, sei tu che fai domande stupide- gli risposi continuando a ridere.
-non sono stupide, dopo un po’ che sei lontano dai tuoi compagni pensi a tante cose, e molte non sono positive!!- ora mi sentivo in colpa di aver scherzato forse un po’ troppo su un fatto che probabilmente l’aveva fatta stare male.
-dai!! lo sai che senza te che mi fai da guida mi perderei anche sulla Sunny- non era un granché come scusa, ma almeno non si allontanava molto dalla verità.
Avevo notato un luccichio nei suoi occhi, credevo che avrebbe approfittato, della mia momentanea ammissione, di non avere il minimo senso dell’orientamento che tante volte mi rinfacciava, per una delle sue solite frecciatine, invece era ferma che mi fissava.
-vuol dire che ti fidi di me?!!- la sua non era una domanda, ma una costatazione, non lo avevo mai ammesso a parole ma lo avevo sempre fatto capire più o meno.
-e la seconda volta in poco tempo che, anche se non direttamente mi dici di fidarti- e mentre lo diceva sembrava felice di questo, forse i gesti non bastavano, qualche volta le parole potevano essere una bella conferma, e sentirle faceva bene.
-si ma alcune volte di te non mi fido completamente!!- va bene che mi ero aperto un po’ con lei ma avevo da mantenere il mio orgoglio, soprattutto con Nami, di certo non sarei mai voluto diventare uno zerbino come Sanji, anche se in fondo sapevo che tra loro era più che altro abitudine e divertimento; a lui piaceva corteggiare e a lei essere corteggiata.
-e quando sentiamo!- disse mettendosi a braccia conserte in ascolto.
-quando si tratta di soldi naturalmente! Quando spari una delle tue sfide so per certo che sotto c’è qualcosa- affermai, infatti le vinceva sempre lei.
-ma io non ti ho mai costretto a partecipare- mi rispose innocentemente.
-si, ma fai in modo che sia quasi costretto ad accettare, se non voglio passare per codardo- era sempre la solita storia ogni volta ma io alla fine mi divertivo lo stesso a giocare con lei.
-non è colpa mia se hai problemi di autostima, mio caro- sfoggiò la sua espressione impertinente di chi sa di riuscire ad avere in ogni caso l’ultima parola.
-e inutile discutere con te, hai sempre la risposta pronta- mi arresi, non avevo voglia di iniziare un litigio proprio in quel momento dopo che eravamo riusciti a stare insieme senza finire per insultarci.
-ti arrendi già, stai invecchiando mio caro spadaccino- e così ero vecchio secondo lei.
-e così sarei “tuo”?- domandai ridendo sotto i baffi, osservando la sua espressione.
-cosa?- era stupita della mia domanda, forse non si era accorta delle parole che aveva utilizzato per ben due volte di seguito.
-mi hai appena detto “mio caro” e “mio caro spadaccino”, qui non vedo nessun altro spadaccino, quindi ti stavi rivolgendo a me!- ora avevo io in pugno la situazione, lei era li che mi guardava senza parole, probabilmente per la prima volta.
-ma io … era solo … un modo di dire- non l’avevo mai vista balbettare e anche se eravamo illuminati da una leggera luce mi sembrò che le sue guance si fossero leggermente arrossate.
-sicura?- gli parlai all’orecchio dopo essermi avvicinato di più a lei.
Non rispose, ed io mi trattenni un attimo in più in quella posizione per respirare il suo profumo che ricordava i mandarini e l’inchiostro.
Svelto mi alzai da quella posizione e mi diressi verso la porta.
-dove vai?- mi fermò Nami.
-ho finito con gli allenamenti per oggi, ed ho bisogno di una doccia- affermai mentre uscivo dalla stanza, diventata stranamente stretta.
Si avevo proprio bisogno di una doccia per calmarmi, non mi ero mai comportato così con Nami, e vedere che lei non mi allontanava indispettita mi aveva piacevolmente stupito.
Però stare così vicino a lei e sentire il profumo della sua pelle …, non sono solo uno spadaccino, sono un uomo, e lei è una donna, altroché se lo è, e la voglia di assaggiare quelle labbra tentatrici era tanta.
Una bella doccia fredda era proprio quello che mi serviva.

Continua…

Grazie mille a jou_chan per avermi inserito tra gli autori preferiti, e già la terza persona che lo fa, e sono emozionata, mi fa enormemente piacere sapere che la mia presenza è gradita.


giusy91: questo capitolo più che divertente come gli ultimi e più romantico, spero sia di tuo gradimento anche questo.

jou_chan: giusto, visto che ormai il resto della ciurma ormai sa che tra i due c’è più di un’amicizia e naturale che diano una mano nei limiti, ma spetta a loro fare il grande passo. Rufy anche se inconsciamente riesce a toccare sempre i punti giusti non ti pare?


Lucy94: addirittura un genio, sono lusingata. Per quanto riguarda la “precedenza”, Rufy e quello che per primo a conosciuto sia Zoro che Nami, e loro da subito hanno avuto a par mio e non solo, un rapporto di amore e odio, e lui nonostante sia tra le nuvole penso che in fondo se ne renda conto, quindi per un suo modo di ragionare potrebbe pensare che Zoro avendo conosciuto per primo Nami a la precedenza rispetto a Sanji che è arrivato dopo, e non ha tutti i torti.

 Tsukichan: hai ragione, è logico che Zoro abbia la precedenza la conosciuta prima, e poi, lui è Zoro ha sempre la precedenza.
In questo capitolo un primo passo per un avvicinamento tra Zoro e Nami, questa volta lo spadaccino riesce a zittire la navigatrice, nel prossimo capitolo ci sarà un po’ di movimento, che magari darà una spinta hai due. Per un ipotetico figlio non penso che in questa storia lo inserirò, ma prossimamente potrei scrivere una storia così, un idea l’avrei, chissà.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


CAPITOLO 18

NAMI

Quando Zoro scese dalla coffa, rimasi ferma a fissare il punto in cui era sparito, mi sentivo la faccia infuocata.
Non mi ero aspettata una mossa del genere da parte sua, mi aveva presa alla sprovvista, non ero riuscita a dire una parola, non sapevo cosa fare, era stato un bene che lui fosse andato a farsi una doccia e mi avesse lasciato sola, perché in quel momento mi sentivo indifesa e estremamente fragile.
Sentire il suo fiato caldo vicino all’orecchio mentre parlava in quel modo stranamente roco, aveva annullato tutte le mie difese, non avevo mai desiderato essere baciata come in quel momento, anche perché fino a quel momento non avevo avuto ne la possibilità ne il tempo per pensare a cose del genere, e poi prima di conoscere i miei compagni le uniche persone che incontravo erano i pirati a cui rubavo i tesori.
Ma in quel momento avevo desiderato che Zoro mi baciasse, Dragon e i rivoluzionari avevano ragione, mi ero presa proprio una bella cotta per lo spadaccino, e non riuscivo a capire però com’era accaduto, ma soprattutto non avevo la minima idea di come mi sarei dovuta comportare.

Rimasi parecchio tempo ferma nella stessa posizione in cui Zoro mi aveva lasciata, quando per un attimo voltai lo sguardo verso la finestra, dove la luna che quella notte era piena, illuminava il ponte della Sunny dove vidi passare Usop e Chopper diretti verso la cucina, era ormai ora di cena e sicuramente Rufy era già li che infastidiva Sanji chiedendo quanto ci voleva perché aveva fame.
Un particolare fece spostare la mia attenzione verso il mare, era come se la luce della luna riflettesse su qualcosa al di sopra dell’acqua, immediatamente mi posizionai in modo da poter osservare meglio cosa potesse essere, e subito capii che una nave si stava avvicinando, anche se non si notava ancora la sagoma quel riflesso continuava e non poteva che provenire da una nave, subito presi in mano il microfono.
-ragazzi, uscite tutti abbiamo visite!!!- la mia voce uscì forte dall’altoparlante, facendo correre i mie compagni sul ponte ad osservare il mare.
In fretta scesi e li raggiunsi, il mio posto non era li, in caso di un attacco dovevo dare le disposizioni per manovrare la Sunny al meglio.
-Usop sali sulla coffa e tienici aggiornati- ordinai appena li raggiunsi.
-ma Nami non si vede niente!- Usop iniziò a lagnarsi, ma questo non era affatto il momento, poteva essere chiunque, e si stavano avvicinando.
-stai zitto e fai quello che ti ho detto, c’è un’imbarcazione non identificata in avvicinamento e se non vuoi affondare fai come ti dico!!- non finii neanche la frase che stava già salendo sulla vedetta.
-Franky posizionati al timone e preparati ad utilizzare il Soldier Dock System in caso di necessità, Chopper vai con lui, e voi tenetevi pronti non sappiamo di chi si tratta ne tantomeno quanti possano essere!- proseguii io con le indicazioni.
-credi possa trattarsi della Marina?- mi domandò Robin, ma non avevo una risposta da dargli.
-non lo so, può darsi, se fossero loro potrebbe anche essere una flotta intera e allora saremmo nei guai!!- con quel buio sarebbe stato difficile difendersi.
-Nami qui non si vede niente, … aspetta … - la voce di Usop si era bloccata, sicuramente ora aveva avvistato la nave, erano vicini.
-Franky preparati- urlai al Cyborg.
-sono pronto per entrare in azione sorella!!!- gridò di rimando.
-e una nave molto grande, potrebbe essere della Marina, non è sola!!!- riprese a parlare Usop.
-riesci a vedere quante sono?- domandai ad Usop, che sicuramente stava già tremando di paura, si sentiva dalla voce.
-riesco a vederne quattro … siamo nei guai ragazzi, stanno puntando dritti contro di noi … siamo spacciati!!!- accidenti ad Usop quando era preda dei suoi attacchi di fifa, mi faceva agitare più di quello che già ero per conto mio.
-avevo proprio voglia di un sano combattimento!!- affermò Zoro contento, facendomi comparire un grosso gocciolone sulla testa.
-mi vuoi dire cosa c’è di sano in un combattimento??- gli domandi irritata.
-e cento volte meglio di un allenamento con i pesi!!- mi rispose semplicemente, e mi diedi dell’idiota da sola, non mi potevo aspettare una risposta diversa.
Ma non era quello il momento di perderci in chiacchiere, la Marina si stava avvicinando sempre più e ora si intravedevano anche ad occhio nudo dal ponte le sagome delle navi illuminate dalla luna.
-ragazzi tutti hai vostri posti! Franky, Chopper virate di 25 gradi a dritta, e preparatevi a calare l’ancora di tribordo al mio segnale- ordinai mentre tutti mi osservavano confusi.
-Nami che vuoi fare??? Non ti sarai lasciata influenzare da quei debosciati e aspettare che ci attacchino per menare un po’ le mani???- mi chiese sconvolto Usop indicando il capitano e lo spadaccino.
-brava Nami si fa così!!!- disse invece Rufy contento della situazione.
-ci stanno venendo addosso, dobbiamo cambiare rotta, loro hanno già preso velocità e non possiamo seminarli, ma se riusciamo a spiazzarli con questa mossa avremo per lo meno l’effetto a sorpresa che ci darà il tempo di contrattaccare e  trovare un varco per sfuggirgli- spiegai mentre tutti i miei compagni erano hai loro posti pronti ad eseguire i miei comandi già prima che spiegassi loro il mio piano.
Era diverso da l’ultimo attacco che avevo subito quando ero ancora con il padre di Rufy, li prima avevo dovuto convincerli a fidarsi, mentre ora la mia ciurma non si metteva minimamente il problema, forse un po’ Usop, ma non per mancanza di fiducia, ma solo per la sua enorme paura, che però nell’ultimo periodo anche se non riusciva a superarla, era riuscito a tenerla almeno a bada, un po’ come me in fondo.
Appena vidi che la Sunny era in piena virata, diedi l’ordine.
-calate l’ancora, ora!!! Tenetevi forte!!!- urlai, e subito vidi l’enorme zampa destra del leone che funge da polena della nave, calare veloce sull’acqua, mentre la nave ruotava attorno ad essa e facendoci ritrovare faccia a faccia con i nostri inseguitori, ora eravamo nella posizione che volevo.
-tirate immediatamente su l’ancora adesso- fortunatamente la Sunny aveva la possibilità di ritirare l’ancora rapidamente altrimenti questa mossa sarebbe risultata un disastro.
-quant’è bella Nami quando è così impegnata a dare ordini- sentii Sanji, ma non c’era tempo per discutere.
-il combattimento è inevitabile, però, Franky appena troviamo uno spiraglio tra le navi della Marina, usa il Coup de Burst- con quello ci saremo allontanati talmente in fretta che la Marina non si sarebbe quasi accorta della nostra fuga.
-e un buon piano, dobbiamo solo resistere, ma possiamo farcela ne sono certa- Robin riusciva a tranquillizzarmi solo con un suo sguardo, mi ero accorta di tenere molto ad un suo giudizio positivo su di me, forse perché era più grande e matura, o semplicemente perché ammiravo la sua forza, e non solo quella fisica.
Intanto eravamo  riusciti a tenerci le spalle libere, dovevamo proteggerci solo da prua.
-ora tocca a noi ragazzi, presto ci sarà da divertirsi- Rufy come sempre era al settimo cielo quando poteva combattere, e così anche lo spadaccino che stava al mio fianco.
Non mi ero neanche accorta che era vicino a me, lo vidi mentre portava la mano sulle katane pronto ad estrarle.
-cerca di stare dietro di me- mi disse senza levare lo sguardo dalle navi sempre più vicine.
-sei diventato la mia guardia del corpo? Guarda che so difendermi da sola!- gli risposi, ma avrei seguito il suo suggerimento anche se non me l’avesse detto, va bene che avevo imparato un po’ a difendermi, ma da qui ad affrontare una battaglia tranquillamente ne passava; stare affianco a lui invece mi faceva sentire sempre protetta.
Non mi rispose, anche perché oramai ci trovavamo le prime navi talmente vicine che potevamo vedere gli uomini che si preparavano per attaccarci.
La battaglia ebbe inizio, fortunatamente grazie alla posizione che eravamo riusciti a far ottenere alla Sunny, la Marina non azzardava ad attaccarci con colpi di cannone, perché rischiavano di colpire le loro stesse navi, quindi l’unico modo per combattere era a distanza ravvicinata, quindi molti uomini assaltarono la nostra nave.
Stavamo lottando tutti sul ponte, tranne Chopper e Franky che restarono vicino al timone, che si trovava comunque alla prua della nave quindi vicino al campo di battaglia, gli avevo chiesto di restare pronti perché appena fosse arrivato il momento giusto, avrebbero dovuto azionare il propulsore che ci avrebbe consentito di seminare il nemico numericamente maggiore.
Nel frattempo dovevamo tenere a bada la Marina che ci stava assalendo energicamente.

Ogni tanto vedevo passare davanti hai miei occhi un braccio o una gamba di Rufy che con un solo colpo faceva cadere in mare molti nemici grazie al fatto che poteva allungare gli arti.
Zoro al mio fianco faceva roteare le katane in continuazione, dovevo ammettere che era un vero spettacolo vedere come lui si destreggiava con i suoi avversari, mi aveva sempre affascinato il suo modo di combattere.
Ma non era il momento di perdermi nell’ammirare lo spadaccino, i nemici erano in maggioranza rispetto a noi, ed era giusto dare una mano nel limite del possibile.
Anche il mio bastone diede man forte alla lotta, dovevo ammettere che iniziavo ad essere abbastanza forte, non come i miei compagni, ma se mi paragonavo a prima le differenze erano enormi, ed ero molto orgogliosa di questo.
Ero talmente presa dalla lotta che non mi ero accorta di essermi allontanata  dalla mia “guardia del corpo”, mi resi conto di ciò quando mi trovai di fronte un nemico, che dall’uniforme doveva avere il grado di capitano.
-salve gattina, finalmente ho l’onore di vederti in faccia, e devo ammettere che la foto della tua taglia non ti rende onore!- mi disse con un ghigno poco rassicurante.
-sei tu che comandi quest’attacco?- risposi sprezzante.
-si, sono il capitano Zagar!- avevo già sentito questo nome, ma in un primo momento non riuscì a ricordare dove.
-si dice che i gatti hanno 7 vite, quante te ne rimangono ancora a te??- si stava divertendo a prendermi in giro.
Tenevo la mia arma stretta tra le mani, pronta a difendermi in caso di attacco, ma speravo che i miei compagni si accorgessero presto che io ero distante da loro, perché avevo l’impressione che l’uomo di fronte a me fosse troppo forte per me.
-questa volta non mi scappi micetta!!- disse facendo un altro passo verso di me, poi un illuminazione, aveva appena detto “questa volta non mi scappi”, voleva dire che aveva già tentato.
-sei tu che hai ordinato la mia esecuzione, e gli ultimi attacchi- a Nagayashi, l’uomo che stava per farmi fuori aveva detto il nome del suo capitano, doveva essere per forza di cose lui, e da quella specie di sorriso disegnato sul suo viso, avevo indovinato.
-e un piacere sapere che sai chi sono!- rispose soddisfatto.
-veramente non lo sapevo, e stato solo un caso, visto che uno dei tuoi uomini ha fatto il tuo nome l’ultima volta, se no non avevo la più pallida idea di chi tu potevi essere- affermai, ma forse non era il momento giusto per stuzzicarlo, visto che non sembrò molto contento della mia constatazione.
-e da un po’ che aspetto di eliminarti, e questa volta lo farò personalmente- dichiarò fiondandosi contro di me, per un soffio riuscii a evitare che mi colpisse con la spada che non mi ero neanche accorta avesse.
-ti ho seguita solo per ucciderti, non posso permettere che tu, una ragazzina che gioca a fare il pirata riesca a mettermi i bastoni tra le ruote nella mia carriera- in effetti era un grosso smacco farsi scappare per tre volte di seguito il prigioniero che avrebbe dovuto eliminare dall’inizio.
-non è colpa mia se ti sei lasciato portare via da sotto il naso il mio bel collo da tagliare- era più forte di me continuavo a far innervosire i nemici, anche se sapevo che erano più forti di me, ma come si permetteva questo essere, di dire che io giocavo a fare il pirata, io lo ero a tutti gli effetti.
-per questo stavolta sono voluto venire personalmente, per essere sicuro che la mia spada affondi nella tua gola, e farti tacere per sempre- si stava arrabbiando maggiormente.
Sentivo le voci della battaglia mentre io ero finita vicina alla poppa, nella parte opposta a dove si trovavano gli altri, non capivo come avevo fatto a finire li e ad essere nuovamente divisa dai miei compagni.
Zagar continuava ad attaccarmi, ed io iniziavo ad essere sempre più in difficoltà, era forte e veloce e ogni nuovo attacco era sempre più vicino a colpirmi, comparvero delle piccole ferite sulle braccia, e non avevo il tempo di utilizzare i colpi della mia arma perché non mi dava il tempo, riuscivo a mala pena a schivare gli affondi.
Ero sfinita, e quando l’ennesimo colpo di spada stava per partire, apparvero delle mani dal nulla, che tennero ferma la spada impugnata da Zagar.
Vidi più avanti Robin che mi guardava, si era accorta della mia situazione per fortuna, ed era intervenuta.
Per dare una mano a me si era però distratta dal suo combattimento, ed ora dietro di lei i nemici stavano per attaccarla.
-ATTENTA ROBIN!!!- urlai pregando che qualcuno riuscisse ad intervenire in tempo.
Rimasi senza fiato fino a quando non vidi il mio capitano pararsi in difesa di Robin, Rufy era arrivato in tempo.
Non riuscì a tirare un sospiro di sollievo che Zagar riuscì a liberarsi dalla presa della mia compagnia più imbestialito che mai, mi guardava furente pronto ad un nuovo attacco.


Continua…


DiannaDax: salve, mi fa molto piacere che la storia e il mio modo di scrivere ti piaccia. Hai ragione anche io mi domando come Nami non faccia a saltare addosso Zoro ogni due minuti, ad averlo uno come lui così vicino. Spero di sentirti ancora, a presto.

giusy91: una volta tanto è Zoro che zittisce Nami, e non sai quanto ti capisco anche io mentre scrivevo avevo stranamente caldo. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, ancora un po’ di movimento per la ciurma.

Tsukichan: sono contenta che leggendo la ff riesco a distrarti dall’esame almeno per un po’. Per ora un nuovo attacco da parte della Marina, che non fa altro che rompere le scatole. Magari avere una guardia del corpo come Zoro, non credi?
Vedrai nel prossimo capitolo, altro che pelle d’oca …

Lucy94: dici bene loro hanno una bellissima relazione di amicizia “per adesso”. Sono felice che il capitolo ti abbia fatto sognare, proprio come è successo a me quando lo scritta. Sono certa che il prossimo capitolo ti farà molto piacere. Ti aspetto alla prossima.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


CAPITOLO 19

ZORO

La battaglia era iniziata, avevo detto a Nami di stare sempre al mio fianco, anche se non era semplice visto che ci stavano attaccando da tutte le parti, ma cercavo di tenerla sempre sotto controllo.
In un attimo però mi resi conto che lei non era più vicina a me, iniziai ad innervosirmi, non ero tranquillo, ma non riuscivo a liberarmi dei nemici, erano troppo numerosi e non avevo il tempo di cercarla neanche con lo sguardo anche perché era buio e non si vedeva molto, speravo solo che riuscisse a cavarsela fino a quando non avessi avuto la possibilità di raggiungerla.
Mi accorsi che Robin poco più indietro di me si era distratta e guardava da tutt’altra parte rispetto ai suoi avversari, non era da lei comportarsi in maniera così disattenta soprattutto durante una battaglia.
Poi sentii un urlo che riconobbi immediatamente, e proveniva dalla direzione in cui l’archeologa stava guardando, questo voleva dire che Nami era li, e se Robin era intervenuta voleva dire che si trovava nei guai.
Fortunatamente Rufy riuscì a raggiungere e a parare il colpo diretto a Robin, che vidi voltarsi e con un sorriso e un cenno della testa ringraziarlo.
-Zoro va da lei, quel tipo e troppo forte non riuscirò a tenerlo fermo ancora per molto, e sembra che l’abbia presa di mira- mi avvisò, ma non riuscii a fare un passo che già un gruppo di uomini erano pronti a mettersi in mezzo.
-mi spiace ma da qui non si passa, abbiamo l’ordine di evitare che qualcuno s’intrometta, il capitano Zagar vuole occuparsi personalmente della vostra compagnia- questo mi fece arrabbiare ancora di più, non solo non riuscivo a raggiungere Nami, in più c’era un tipo che voleva farle la pelle.
-levatevi di mezzo!!!- sembrava che più ne abbattevo più ne arrivavano.
Vidi avvicinarsi e posizionarsi davanti a me Sanji, subito affiancato da Brook e da Usop in versione Sogeking.
-muoviti a raggiungerla prima che cambi idea!!- il cuoco mi stava dicendo di andare da Nami, a quanto pare non erano solo prese in giro il fatto che continuasse a dire che mi ero preso una cotta per Nami, ci credeva veramente, e non a torto, mi stava aiutando chi lo avrebbe mai detto.
Non risposi, rivolsi a lui un ghigno, il massimo che potevo fare per ringraziarlo, e poi cercai di raggiungere il prima possibile Nami, chiunque Robin aveva bloccato ora era libero di muoversi, visto che lei aveva perso la presa su di lui.
In molti cercarono di fermarmi, ma i miei compagni che si erano parati davanti a me li tennero occupati, l’unico mio pensiero era quello di arrivare da Nami.
Arrivai sul ponte di poppa dove vidi Nami che con difficoltà schivava i potenti colpi del suo aggressore, e notai che sulle braccia di lei c’erano delle strisce scarlatte, non ci vedevo più dalla rabbia, come si era permesso anche solo di sfiorarla.
-perché non combatti con me?!!!- l’uomo si voltò verso di me, il viso contratto in una smorfia, non era affatto contento dell’interruzione, meglio così lo avrei fatto a pezzi con più soddisfazione.
-Zoro!!- sentì appena la voce di Nami chiamare il mio nome, posai appena gli occhi su di lei, ma decisi di sviare subito lo sguardo, non potevo rischiare di perdermi nei suoi occhi, dovevo concentrarmi sullo scontro.
-Roronoa Zoro!! Vorrà dire che sistemerò prima te, e poi tornerò ad occuparmi della tua amichetta- sembrava fin troppo sicuro di se, ma era solo uno sbruffone che lottava per rabbia, non sarebbe stato difficile farlo uscire di scena, dovevo solo stare attento a qualche gesto imprevisto, dato che sembrava sull’orlo della pazzia.
Da quello che avevo capito questa era la quarta volta che cercava di uccidere Nami, e gli insuccessi lo avevano umiliato di fronte ai suoi uomini, avrebbe fatto di tutto per vincere questa volta, ma non aveva messo in conto me, non sarei stato di certo a guardare lui che compiva la sua vendetta.
-staremo a vedere, fatti sotto!- gli risposi, già in posizione per lo scontro.
Avevo ragione lui era mosso dalla rabbia, i suoi colpi erano potenti ma non precisi, e forse questo aveva salvato Nami, l’unica cosa a sua vantaggio era la velocità nei movimenti, ora capivo perché lei non era riuscita ad attaccarlo con la sua arma.
Il mio avversario iniziava ad essere affannato, lo tenevo in pugno, tutta forza e niente cervello, colpiva praticamente alla ceca, un colpo ben assestato e l’avevo messo al tappeto.
Mi voltai verso Nami che era ferma nello stesso punto in cui si trovava quando ero arrivato, la raggiunsi per vedere se era ferita, anche se non sembrava, però mi guardava in maniera diversa dal solito, pensandoci non ci eravamo parlati ancora dopo quello che era successo sulla coffa.
Per un attimo il pensiero che fosse arrabbiata con me si impossessò della mia mente, ma lo scacciai immediatamente, il suo viso non aveva nessuna traccia di rabbia.
Mi stavo avvicinando a lei quando la vidi spalancare gli occhi e alle mie spalle sentii subito una minaccia, avevo ancora gli occhi fissi su di Nami quando lei si mosse.
-buttati a terra!!!- mi urlò, ed io senza pensare eseguii il suo ordine.
Nello stesso momento in cui io mi stavo abbassando avevo visto passare sopra la mia testa un oggetto che assomigliava ad una sfera, questa appena toccò il suo obbiettivo esplose, e la riconobbi, era una delle bombe speciali di Usop.
Mi tirai su, e vidi l’uomo che credevo di aver sistemato contorcersi cercando di spegnere le fiamme che stavano danzando sulla sua testa bruciando i capelli, gli diedi una spinta e lo buttai in mare.
-ringraziami, o evitato che ti carbonizzassi!!- gli urlai dal parapetto, mentre quello annaspava nell’acqua, era talmente messo male che sicuramente non avrebbe più potuto far del male a nessuno neanche volendo.
Tornai ad occuparmi di Nami sperando che non ci interrompessero nuovamente, lei intanto si era nuovamente seduta e mi fissava stravolta.
-tutto bene?- gli chiesi, lei non aprì bocca annuì semplicemente.
Mi inchinai davanti a lei, era bellissima, con i capelli spettinati e i vestiti disordinati.
-ti sei fidato veramente?- mi chiese quasi incredula.
-certo, te l’ho detto se non ci sono soldi in giro, mi fido di te!- risposi rassicurandola visto che era ancora sconvolta.
-ma potevo riscuotere quelli della tua taglia!!- stava tornando ad essere la mia Nami, si stava riprendendo dallo spavento.
-accidenti allora o rischiato grosso!!!- affermai facendo un sospiro di sollievo.
La vidi ridere e non riuscii a trattenermi, la tirai verso di me e la strinsi forte, non so cosa mi diede coraggio, ma in un attimo le mie labbra toccarono le sue.

La stavo baciando.

Un bacio delicato, in cui potevo sentire la morbidezza di quelle labbra che oramai mi perseguitavano, era da tanto che volevo sentirle sulle mie, e quel momento mi sembrava quasi irreale.
Quello che maggiormente mi stupì e che anche a questo gesto lei non si era opposta, anzi dopo un primo istante di irrigidimento del suo corpo, lei aveva risposto al mio bacio, e una volta che mi staccai dalla sua bocca non aveva l’aria di essere contrariata anzi tutt’altro.
-non smetterai mai di farmi preoccupare, vero?!- le domandai posando una mano sulla sua guancia leggermente rosata.
-quando tu non farai più preoccupare me!- rispose tranquilla e stranamente accondiscendente.
Non potevamo promettere un qualcosa che non potevamo controllare, ma in fondo era giusto così.

Per un po’ non avevo sentito più i rumori della lotta, mi ero estraniato da tutto, mi resi conto però che la battaglia non era ancora terminata, i nostri compagni stavano ancora lottando ed eravamo ancora bloccati dalle navi della Marina.
-forse e meglio se andiamo a vedere cosa sta succedendo dagli altri?- la spostai il tanto per vederla in viso.
-è vero! E poi il vento sta cambiando se gli uomini della Marina sono concentrati tutti nell’attaccarci non si accorgeranno di questo cambiamento ed è probabile che riusciamo a trovare un varco per allontanarci via da qui- disse anche lei riprendendosi, e tornando alla realtà.
Ci alzammo pronti a raggiungere il resto della ciurma, ma prima di andare la trattenni per un braccio.
-quando tutto sarà finito, noi abbiamo una questione da risolvere- gli sussurrai, di certo ora che finalmente mi ero esposto non mi sarei tirato indietro.
-puoi scommetterci!- affermò lei sicura.
Aveva capito a cosa mi riferivo e questo spazzò il dubbio che mi era appena venuto, cioè che avesse risposto al mio bacio solo per la situazione che si era creata a causa della tensione dello scampato pericolo.

Arrivati al ponte di prua dove si stava ancora svolgendo la battaglia osservammo i nostri compagni, se la stavano cavando bene, però continuavano ad arrivare uomini dalle grandi navi della Marina.
-avevo ragione il vento sta cambiando, guarda le navi iniziano a spostarsi  e al centro delle quattro imbarcazioni si sta formando un passaggio, dobbiamo approfittarne prima che se ne accorgano- neanche finito di parlare che l’avevo vista lanciarsi in direzione del timone senza pensare che doveva passare attraverso il ponte ancora affollato dai nemici.
Gli corsi dietro prima che si cacciasse nuovamente nei pasticci.
-Franky è il momento appena ti do il via devi azionare il Coup De Burst- Nami non si era accorta neanche che in parecchi avevano tentato di colpirla, almeno questa volta aveva una giustificazione plausibile per la sua disattenzione, stava cercando di portarci in salvo, e io dovevo fare in modo che ci riuscisse senza intromissioni.
-sorella sono pronto quando vuoi- il cyborg si era liberato alla svelta ed ora era al timone pronto a entrare in azione, e si vedeva lontano un miglio che era felice di poter utilizzare quel colpo di sua invenzione.
-ORA!!!- gridò Nami, mentre si ancorava al primo appiglio che trovava.
-ragazzi tenetevi forte, SI PARTE!!!- tutti noi sapevamo cosa sarebbe successo e ci tenemmo saldamente alla nave.
Io ero riuscito ad avvicinarmi a Nami e mi posizionai dietro di lei poggiando le mani sul corrimano dove era ancorata, tenendola in una specie di gabbia formata dal mio corpo.
Nami voltò il suo viso verso di me, e mi sorrise, prima di concentrarsi sul tenere salde le mani per non cadere, visto che la Sunny stava per prendere il volo, nel vero senso della parola.
La spinta improvvisa e potente che arrivava dal cannone posto sulla poppa della nave ci fece decollare e riuscimmo a passare tra le navi nemiche senza alcun danno.
Gli uomini della Marina che si trovavano ancora sulla Sunny non sapendo cosa stesse per succedere erano stati presi alla sprovvista, e tra la generale confusione erano finiti in mare.
-SUPER!!!- l’urlo di Franky sovrastò tutto arrivando a tutti i componenti della nostra ciurma provocando un sorriso di vittoria, mentre ancora libravamo in aria.

Quando la Sunny toccò nuovamente l’acqua, le navi della Marina erano solo un puntino all’orizzonte.
Anche questa volta eravamo riusciti a cavarcela egregiamente.
Tenevo ancora Nami imprigionata tra le mie braccia, e lei non sembrava dispiacersene per quella situazione.
-ci siamo riusciti?!- Usop sembrava incredulo, ma non era la prima volta che uscivamo da una situazione tutt’altro che semplice.
-certo che si, fratello siamo mitici!!!- Franky era ancora euforico per il volo.
-sei grande Boss!- Usop seguito da Chopper lo contemplavano con occhi scintillanti, mentre il cyborg eseguiva una delle sue coreografie, a cui si aggiunse Rufy.
-guardate che il merito è tutto della mia dolce Nami- cinguettò Sanji cercandola con lo sguardo, ma evidentemente non la vedeva, in effetti il mio corpo copriva totalmente l’esile figura della navigatrice.
Mentre lui era intento nella ricerca, levai le braccia per lasciare libera Nami, non avevo voglia di sentire una delle scenate del cuoco.
-grazie- la sua voce arrivò alle mie orecchie leggera, quasi un sussurro.
Lei mi stava ringraziando, di solito non lo faceva mai apertamente, e io non sapevo come rispondergli.
-ehm …, tu hai aiutato me con il tizio che mi voleva colpire alle spalle, ora siamo pari- mi complimentai con me stesso, avevo dato una risposta sensata, ma la strana espressione che si stava modellando sul suo viso mi fece leggermente preoccupare, ero certo che mi stava per raggirare in qualche modo.
-veramente ti ho salvato la vita due volte oggi, quindi tu sei in debito con me- lo sapevo che sarebbe finita così.
-due volte, ma cosa stai dicendo?- a me ne risultava solo una.
-non ti stai dimenticando che senza la mia intelligenza saremmo ancora circondati dalla Marina- rispose altezzosa come quando è certa di avere il coltello dalla parte del manico.
-se è così anche io ti ho salvato due volte!- non mi sarei fatto giocare questa volta.
-a me non sembra!- disse portandosi le dita sul mento pensierosa.
-la prima dall’attacco del capitano della Marina, e ora ti ho tenuta per non cadere mentre eravamo in volo- l’avevo in pugno, non poteva negarlo.
-guarda che sarei riuscita a tenermi anche da sola, non è la prima volta che Franky utilizza quel colpo, ed io ero già aggrappata alla nave. Devo ammettere che grazie a te ero più al sicuro, però non toglie il fatto che non avevo bisogno di essere salvata- non potevo crederci me l’aveva fatta un’altra volta, chissà che cosa mi avrebbe chiesto in cambio ora.
-oggi mi sento generosa e per stavolta facciamo come se siamo pari, ma non farci troppo l’abitudine, anzi ricorda che ti sto facendo un grosso favore- se la rigirava come voleva e alla fine l’aveva vinta sempre, ma come facevo a farmi imbambolare ogni volta?
-altro che strega, tu sei molto peggio, prima o poi te la farò pagare!!- la minacciai.
-se mai ci riuscirai ne sarò ben lieta, naturalmente prima dovrai ripagarmi i tuoi debiti, solo poi potrai ritenerti in credito con me, se mai accadrà!- continuava a fare la spavalda e a prendermi in giro.
Ad interrompere il nostro “idillio” era giunto Sanji che dopo aver girato per tutta la nave si era accorto che Nami era sempre stata a pochi metri da lui.
-mia Dea, dov’eri finita non ti trovavo mi stavo preoccupando, stai bene vero? Non è che questo buzzurro ti ha fatto qualcosa di sconveniente?- chiese Sanji facendo gli occhi dolci a lei e lanciando uno sguardo omicida a me.
-io non ho fatto un bel niente!- ma mentre lo dicevo mi tornò in mente il bacio che avevo dato a Nami, forse proprio niente non era vero, ma comunque non avevo forzato nessuno.
Forse Nami capì cosa mi stava frullando per la testa, e quando aprì la bocca il panico si impadronì di me, avevo il terrore di quello che poteva dire.
-ad essere sinceri, Zoro mi ha … - diedi una spallata al cuoco per allontanarlo e tappai la bocca alla strega che evidentemente voleva vedermi morto.
-ehi cosa fai, stavo solo per dire che mi hai salvata. Che modi!!!- disse fingendo di essere offesa, appena tolsi le mani che le tappavano la bocca, ma vedevo che stava ridendo sotto i baffi.
-imbecille, si può sapere che cosa ti è preso???- sbraitò il cuoco appena si fu rialzato, e meno male che non avevo voglia di discutere con Sanji, ed era tutta colpa di Nami.

Continua…

Scusate tanto il ritardo, ma ho avuto qualche problema, spero di farmi perdonare con questo capitolo.

Ringrazio tantissimo astea, per avermi inserita tra gli autori preferiti, mi fa molto piacere, spero che questo nuovo capitolo ti piaccia.

Tsukichan: finalmente Zoro si è dato una mossa e la baciata, spero che ti sia piaciuto. La Marina si è sempre in mezzo, ma in fondo sono gli antagonisti dei pirati. Questa volta ti ho fatto aspettare più del solito, spero che con questo capitolo mi sia fatta perdonare.

jou_chan: non sai quanto piacere mi ha fatto leggere il tuo commento. Diciamo che Nami e Zoro hanno dimostrato entrambi la gratitudine all’altro, lei non ammetterà mai di essere in debito con qualcuno, anche se con Zoro ci va molto vicino.

giusy91: il capitano della Marina, non è stato fatto a pezzettini, ma è stato messo fuori combattimento sia da Nami che da Zoro. Come ti sembra la scena del loro primo bacio, aspetto un tuo parere.

Lucy94: questo attacco a smosso un po’ le cose tra Nami e Zoro, i pericoli spesso hanno dei risvolti positivi non credi, ma ora devo chiarirsi appena saranno soli, e non è sempre facile avere un po’ di tranquillità sulla Sunny.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20

NAMI

Andammo finalmente a cenare, visto che ancora non avevamo mangiato perché eravamo stati interrotti dalla Marina, e sinceramente stavo morendo di fame.
Fortunatamente la cena era già pronta, Sanji aveva già preparato tutto prima, ora però si lagnava perché a causa dell’attacco, il cibo si era raffreddato, e secondo lui riscaldandola non sarebbe stata buona come doveva essere.
-non preoccuparti Sanji è ugualmente buonissima- cercò di rassicurarlo Robin.
-oh mia dea, quanto sei dolce, ti prometto che domani sarà tutto squisito- ad un tratto tutto il suo malumore era passato.
Robin però aveva ragione era tutto molto buono nonostante fosse riscaldato, ma non c’erano dubbi, Sanji era il migliore, e ci teneva davvero tanto che i suoi cibi fossero perfetti, quindi questo inconveniente lo aveva un po’ abbattuto, ma bastavano due paroline dolci da parte mia o di Robin che subito tornava allegro.
Mangiammo tutto come sempre, di certo non sprecavamo neanche una briciola sulla nostra nave, era comunque impossibile visto che se lasciavamo qualcosa nel piatto passava Rufy a spazzolare via tutto.
Finito di cenare ognuno si diresse nelle cabine, era tardi ed eravamo tutti stanchi per la battaglia appena combattuta.
-Robin io rimango a prendere ancora un po’ d’aria, ti raggiungo dopo in camera- non avevo voglia di andare subito a dormire.
-d’accordo, vorrà dire che se mi sveglio e il tuo letto è ancora vuoto non mi devo preoccupare?- domandò con un sorriso malizioso sul viso.
-cosa … vuoi dire?- speravo di non aver capito cosa intendesse.
-niente, solo che se non sei nel tuo letto a dormire, non mi devo preoccupare perché sei ben protetta- rispose quasi innocentemente.
-non è che hai bevuto un po’ troppo stasera Robin? Stai dicendo cose senza senso, comunque tra un po’ arrivo!- la mia speranza era stava vana, lei stava proprio insinuando che sarei stata in compagnia.
-se lo dici tu! Io vado allora, buonanotte ci vediamo domattina- e facendomi l’occhiolino sparì dietro la porta della nostra stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Decisi di non pensare alle insinuazioni di Robin, avevo altre cose a cui pensare, tra cui lo scontro avuto solo poche ore prima.
Arrivai nel mio agrumeto, che fortunatamente anche stavolta non aveva subito danni nonostante la lotta ravvicinata.
Alzai lo sguardo e notai una luce provenire dalla coffa, Zoro era come sempre di vedetta, ormai quella era divenuta la sua stanza, pensare a lui, mi fece tornare alla mente il momento in cui mi aveva baciata.
Era stato questione di secondi, un attimo prima stavamo scherzando dopo lo scampato pericolo, e l’attimo dopo, avevo sentito le sue labbra premere contro le mie, in quel momento non avevo pensato a niente, se non a rispondere a quel bacio che tanto avevo desiderato.
Istintivamente portai le dita a sfiorare le labbra in cui sentivo ancora il suo sapore e un sorriso sentii spuntare sul mio viso.
Zoro aveva detto che quando sarebbe tutto finito avremmo dovuto parlare, ma per tutta la serata non c’era stata occasione di stare da soli, ma ora in giro sulla nave non c’era nessuno solo io, e lui sulla vedetta, gli altri erano tutti andati a letto, e sicuramente erano già nel mondo dei sogni.
Decisi allora di raggiungerlo sulla coffa, sperando che non fosse addormentato, volevo assolutamente chiarire la situazione, anche se appena presi questa decisione mi venne il dubbio che lui potesse avermi baciato solo perché lo avevo appena aiutato, come una specie di ringraziamento.
Questo ragionamento era sicuramente dovuto al nervosismo, perché a mente lucida lo avrei escluso a priori, lui non avrebbe mai osato baciare una ragazza solo per ringraziamento, Zoro aveva un forte senso dell’onore e non si sarebbe mai comportato così.
Ma in quel momento mentre mi allontanavo dalla tranquillità dei miei mandarini la mia mente era tutt’altro che lucida.

Una volta salita, mi bloccai all’ingresso, lui era seduto per terra con la schiena poggiata alla parete, le katate sempre vicine per essere a portata di mano, e gli occhi chiusi, dal suo corpo anche a riposo fluiva tutta la sua forza.
Inconsciamente ero sollevata dal fatto che lui stesse dormendo, forse non ero pronta per chiarire personalmente la situazione, e tirai un sospiro di sollievo.
Ma avevo fatto male i calcoli, non avevo messo in conto che lo spadaccino nonostante passasse gran parte della giornata a dormire, non si era mai fatto prendere di sorpresa da nessuno.
-hai intenzione di restare li impalata ancora per molto?- disse aprendo di scatto gli occhi.
Ero stata beccata in pieno mentre lo fissavo, non potevo desiderare un inizio migliore, non bastava che mi stavo pentendo di essere salita, lui di certo non mi aiutava.
-continua pure a dormire, io vado in camera!- non avevo il coraggio di reggere una discussione con lui, e soprattutto avevo paura di quello che avrei potuto leggere nei suoi occhi se li avessi visti bene da vicino, e così avevo deciso di fuggire da quella situazione.
-ehi, perché stai andando via??- fece uno scatto veloce, in un lampo era di fianco a me e mi teneva il polso per non farmi allontanare, e potei sentire i calli nelle sue mani, provocati dall’uso costante delle spade.
-prima mi svegli e poi scappi, non mi sembra giusto!!- l’odiavo quando faceva così, avevo l’insano desiderio di spaccargli la faccia.
-senti un po’, non è colpa mia se hai il sonno leggero, io non ho fatto alcun rumore, e stavo per andarmene- era riuscito a farmi perdere le staffe e mi ero completamente dimenticata che non dovevo guardarlo negli occhi.
Gli occhi neri erano puntati su di me, e un ghigno era disegnato sul suo viso, la sua mano continuava a stringere delicatamente il mio polso, ma lui non rispose.
-mi vuoi lasciare, voglio andare a dormire- gli dissi, non avevo sonno, e soprattutto in quel momento.
Da codarda però volevo fuggire per non affrontare la questione, ma Zoro non era della mia stessa opinione.
-no- disse soltanto prima di farmi poggiare la schiena alla parete con decisione senza usare però la forza.
Lui era davanti a me, ed appena alzai il viso su di lui ecco che per la seconda volta nel giro di qualche ora mi baciava, le sue mani erano posate ai lati della mia testa quasi ad impedire che io potessi anche solo vedere una possibile via di fuga.
Ma la mia mente aveva già cancellato il desiderio di fugga che avevo qualche secondo prima, con quel bacio tutte le mie paure e timori erano spariti come se non fossero mai esistiti.
Quando Zoro si staccò da me per riprendere fiato, la sua fronte si era posata nell’incavo del mio collo, tenendo il suo corpo sovrapposto al mio.
Le mie mani iniziarono a muoversi da sole, una andò a posarsi sulla grande schiena dello spadaccino, mentre l’altra si intrufolò fra i suoi corti capelli; a quel punto anche le sue mani si mossero e si posizionarono sui miei fianchi, mentre sentii un dolce calore che partiva dalla spalla, dovuto alle labbra di Zoro che avevano cominciato a muoversi lentamente lungo tutta la lunghezza del mio collo per poi tornare alla spalla.
Era una sensazione che mai avevo provato, dove lui passava con le sue labbra sentivo la pelle bruciare, tenevo gli occhi chiusi per avvertire meglio queste nuove sensazioni, il respiro si faceva sempre più affannoso e il cuore batteva all’impazzata, per un attimo avevo creduto potesse uscire fuori dal mio petto.
Un gemito uscì dalle mie labbra, ma fu subito messo a tacere dalla sua bocca che prese possesso della mia in un bacio appassionato e carico di desiderio troppo a lungo represso, proprio come il mio.
La sua lingua iniziò a disegnare il contorno delle mie labbra fino a chiedere il permesso di entrare, ed io lo accontentai subito schiudendole e permettendo che lui potesse esplorare la mia bocca con affamata bramosia.
Sentivo le gambe tremare tanta era l’emozione del momento, quando sentii le sue grandi mani che si erano intrufolate sotto la mia maglietta e potevano accarezzare la mia pelle calda che diveniva bollente sotto il suo tocco.
Senza rendermi conto di come fosse successo, mi ritrovai stesa a terra mentre Zoro continuava a baciarmi, intorno a noi i nostri vestiti erano diventati un cumulo disordinato.
Eravamo come posseduti da una forza che ci impediva di staccarci un attimo, ero andata per parlare, ma quando mi aveva baciata la passione aveva travolto entrambi.
In un attimo di lucidità Zoro bloccò le mani che avevano preso possesso di tutto il mio corpo e fisso le sue iridi, nere profonde come non mai, sui miei occhi.
-stiamo facendo la cosa giusta?- mi chiese, e per un attimo mi sembrò di vedere passare un lampo di paura nei suoi occhi.
Di getto gli avrei risposto di si, quella era la cosa più giusta che stavamo facendo, ma capivo i suoi dubbi, perché erano anche i miei, non eravamo delle persone normali con una vita normale, ma dei pirati su una nave con una ciurma.
Forse però io ero un po’ più egoista, e non volevo rinunciare a lui per evitare problemi.
-non mi importa se non è giusto, per una volta non voglio pensare al dopo- risposi sicura come non lo ero mai stata, questa volta ero io che dovevo dare coraggio a Zoro.
-sei diventata una mocciosa audace?!- mi disse con un ghigno.
-e non hai ancora visto nulla!- risposi stando al suo gioco.
-se quello che vedo qui è “nulla” … - iniziò a parlare facendo scorrere il suo sguardo malizioso sul mio corpo.
-allora non vedo l’ora di scoprire il “tutto”- il bacio che seguii fu diverso dai precedenti, c’erano le risposte che noi cercavamo, la sicurezza di esserci sempre per l’altro, stretti in quell’abbraccio avevamo trovato il nostro piccolo angolo di pace in cui potevamo rifugiarci sia nei momenti bui, che in quelli più felici.
In un ultimo attimo di lucidità pensai alle parole di Robin, aveva perfettamente ragione come sempre, quella notte non sarei tornata in cabina, e se si svegliava non doveva preoccuparsi di non trovarmi a letto, perché ero nel posto più sicuro che poteva esserci al mondo.

Fine



Alla fine la testa l’aveva persa veramente, non letteralmente come aveva rischiato all’inizio, ma per uno scorbutico e coraggioso spadaccino.
Dovevano essere divisi per scoprire o meglio per capire che si appartenevano, e che anche se separati eravano sempre insieme.
Infondo dobbiamo ringraziare la Marina per tutto questo, una volta tanto ha fatto un favore.

Ringrazio tutti quelli che hanno permesso che questa storia raggiungesse la fine, tra queste un particolare ringraziamento va a Tsukichan e a Lucy94 che non hanno mai saltato un capitolo, ma hanno commentato sempre tutti i capitoli, e mi hanno incoraggiato ad andare avanti.
Tsukichan: ti ringrazio tantissimo del tuo appoggio, e anche per il consiglio ultimo che mi hai dato, sicuramente scriverò ancora, e spero di ritrovarti.
Spero che il “discorsetto” che hanno fatto ti sia piaciuto, i gesti spesso valgono molto più delle parole.
Non potevo desiderare una migliore “rompiscatole”, ora non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo della tua storia. Un bacione grandissimo e spero che ci risentiamo presto.

jou_chan: siamo arrivati alla fine grazie per il tuo appoggio spero che il finale non ti abbia deluso. Gli ultimi capitoli causa università li ho postati un po’ in ritardo rispetto al solito, ma alla fine sono riuscita a concludere. Un bacio grande spero che presto ci risentiamo.

Lucy94: che dirti, solo GRAZIE, senza il tuo appoggio non so se sarei riuscita a portare a termine questa storia. Spero di ritrovarti in altre storie che magari scriverò, e se a te farà piacere leggerai, magari riuscirò anche a scrivere ancora meglio visto che un po’ di pratica ora l’ho fatta. Un grosso bacio a presto.

Ringrazio chi ha inserito la mia ff tra le seguite:
Alhia
mikamey
camillina
crici_82
DiannaDax
dubhe93
fantasy90
jou_chan
MaKiCo
BULMA0219

Ringrazio chi l’ha inserita tra le preferite:
anjelik
astea
astrea89
BON
BULMA0219
dubhe93
erol89
giady92
giusy91
lady death
Jemanuele8891
ny152
saphi
ringrazio chi grazie a questa fan fiction mi ha inserito tra gli autori preferiti:
astea
jou_chan
Tsukichan
RoloChan105

Siamo arrivati alla fine di questa mia prima avventura, grazie hai vostri commenti mi posso ritenere molto soddisfatta, e spero che vi ritroverò tutte in una prossima fan fiction, che spero sia migliore visto l’andamento di questo primo esperimento.
Un grosso bacio a tutti, a presto.

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