Dangerous beat

di TittiGranger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scommesse ***
Capitolo 2: *** Primo giorno ***
Capitolo 3: *** Secondo giorno ***
Capitolo 4: *** Terzo giorno ***
Capitolo 5: *** Quarto giorno, prima parte ***
Capitolo 6: *** Quarto giorno, seconda parte ***
Capitolo 7: *** Quinto giorno, prima parte ***
Capitolo 8: *** Quinto giorno, parte seconda ***
Capitolo 9: *** Sesto giorno ***
Capitolo 10: *** Durante la notte ***
Capitolo 11: *** Settimo giorno ***
Capitolo 12: *** Alcuni giorni dopo... ***



Capitolo 1
*** Scommesse ***


Scommesse

Scommesse

 

- Adesso mi hai stancato, Malfoy.

Il commento di Rose Weasley risuonò molto vicina a quella che, alle orecchie della maggior parte della gente normale , sarebbe potuta apparire come una minaccia.

Ma il destinatario in questione, un diciassettenne alto, biondo, oggettivamente affascinante e con un ego smisurato, non faceva evidentemente parte della categoria citata. A dimostrarlo fu la prontezza con la quale Scorpius Malfoy rimbeccò la sua nervosa e quasi- esaurita collega.

- Questo l’hai già detto, Weasley.

La ragazza chiuse un momento gli occhi, stringendo bene i pugni nelle tasche del cappotto, in modo tale da tenere fuori dal suo campo visivo il soggetto che in quel momento avrebbe tanto voluto schiantare.

- Bè… diciamo che stavolta è ufficiale, allora.

 

Senza sapere da dove venisse fuori, Rose ebbe la forza di mantenere la calma, nonostante i suoi nervi fossero stati messi a dura prova da oltre venti minuti.

Tale calma fu in parte favorita dal sollievo procuratogli dalla vista del Castello. Erano quasi arrivati.

“Grazie, Merlino”.

Si voltò, gettando uno sguardo alla piccola schiera di studenti che li seguiva, accompagnati da un chiacchiericcio eccitato, tipico della prima gita a Hogsmade.

Con un veloce calcolo mentale, Rose decise di contarli per la sesta volta.

Ventisette: c’erano tutti.

Scorpius , poco prima, le aveva fatto prontamente, nonché fastidiosamente, notare che non capiva per quale motivo lei fosse così ossessionata all’idea di perdersi qualche studente.

- Perché essendo del terzo anno ed essendo la loro prima visita ad Hogsmade, sono io responsabile per loro. - spiegò Rose, con un tono che rasentava l’isteria - Ed essendo un prefetto anche tu, tecnicamente, dovresti esserlo pure te. Ma a quanto pare non lo consideri un tuo problema.

 

Lui aveva sbuffato divertito, come se Rose avesse appena detto un’assurdità dalle astronomiche dimensioni. Per il bene comune, ma soprattutto, per il suo bene mentale, Rose aveva deciso di far cadere l’argomento, stizzita come non mai.

- Ti sto solo dicendo, Wesaley - disse Scorpius con il suo solito tono divertito, cercando di superare il chiacchiericcio dei ragazzini dietro di loro - Che sono… - sollevò una manica del suo costoso cappotto nero, sfoggiando un massiccio orologio - Esattamente le sei meno un quarto e noi siamo già arrivati a scuola, praticamente.

Rose alzò gli occhi al cielo. Sapeva benissimo dove Scorpius volesse andare a parare, ma non aveva alcuna intenzione di dargliela vinta.

- Mi sfugge la domanda, Malfoy. - gli fece notare con noncuranza, gettando un’occhiata dietro di sé.

- La domanda è: perché ci hai fatto scapicollare se abbiamo ben quarantacinque minuti di anticipo, Weasley? - disse Scorpius, adottando la sua fastidiosa espressione sarcastica che Rose odiava, più o meno, quanto la fame.

 

- Perché… è meglio arrivare con qualche minuto d’anticipo, piuttosto che in ritardo! - rispose angelicamente Rose, focalizzando la sua attenzione sul castello che si avvicinava.

Una folata di vento freddo la costrinse a stringersi il collo del cappotto intorno al collo. Sentì i capelli scompigliarsi, ma non se ne curò troppo, anche perché sentiva il naso gelato: probabilmente era diventato di una graziosa tonalità rossastra, in tinta con i capelli.

Era consapevole, quindi, di non avere un aspetto fantastico, insomma: i suoi capelli erano l’ultimo dei problemi.

Un’occhiata di sbieco, le fece comprendere all’istante che i segni- da- freddo, non sembravano aver minimamente intaccato la figura statuaria di Scorpius, che camminava pomposo, con la sciarpa armoniosamente avvolta intorno al collo, non un capello fuori posto.

 

- Qualche minuto? - ripeté lui, ironico - Se si trattasse di qualche minuto, potrei anche capirlo. Ma stiamo parlando di tre quarti d’ora, per le mutande di Salazar!

Rose lo rimproverò con lo sguardo per l’imprecazione - Fai un po’ come ti pare, Malfoy.

Accompagnò la frase con un gesto noncurante della mano, come se non gliene importasse nulla di ciò che stesse dicendo lui. Cosa che, in effetti era vera, in quanto Rose si vantava di non fare parte di quel gruppo di ochette starnazzanti, come le definiva lei, che accoglievano le parole di Scorpius come una sorta di messaggio divino.

La Grifondoro aumentò il passo, annotando mentalmente di non accettare mai più di sostituire qualche suo collega prefetto senza prima aver controllato chi fosse il compagno di turno.

- Sai, non tutti hanno una voglia matta di ritornare a scuola per andarsi a rintanare in biblioteca…

La frecciatina arrivò chiara e limpida e colpì la diretta interessata nel centro esatto. Cento punti.

A quanto pareva, Scorpius si era ripreso abbastanza in fretta dalla risposta distaccata di Rose, che lo aveva messo momentaneamente fuori gioco, con gran soddisfazione di lei.

Scorpius Malfoy non era certo abituato a vedersi trattare con tale noncuranza; più che altro perché nessuno osava farlo.

Rose gli lanciò l’ennesima occhiataccia - Và al diavolo, Malfoy.

Lui scoppiò in una fragorosa risata. “Quando mai.” si ritrovò a pensare Rose, arrossendo.

Stava ridendo di lei, come sempre.

Una risata di cuore, sfacciata, come se lei avesse detto qualcosa di estremamente divertente.

Tre o quattro studenti si voltarono a guardarli, interrompendosi nelle loro chiacchiere.

- Oh, Weasley… da te mi immaginavo una risposta più fantasiosa… - le fece notare lui, con il solito ghigno beffardo stampato sulla faccia.

 

- Non mi sforzo neanche a trovarne una più “fantasiosa”, come dici tu, perché con te non ne vale la pena… - disse Rose, al limite della sopportazione.

- Non ne vale la pena perché sai che ho ragione io. - fece lui, con la solita sicurezza che lo caratterizzava.

Il gruppetto superò i cancelli di Hogwarts, con grande gioia di Rose, che vedeva finalmente la fine di quel terribile viaggio di ritorno. Non era mai stata felice di vedere il parco di Hogwarts come in quella occasione.

- Certe volte mi chiedo come faccia Albus a sopportarti - disse Rose, acida.

- Certe volte mi chiedo come faccia Albus ad essere tuo cugino - la rimbeccò Scorpius, con il suo usuale tono strascicato.

Rose divenne rossa di rabbia, ma dopo tanta fatica non aveva alcuna intenzione di scoppiare proprio ora che erano finalmente arrivati.

 

- Per fortuna che noi non dobbiamo andare d’accordo per forza, Malfoy - disse Rose, mentre risalivano il parco - Forza, gente! Non vi fermate, siamo arrivati! - continuò, rivolta agli studenti dietro di lei.

- Già… è una fortuna. - confermò lui, ma Rose notò che non sembrava troppo convinto. Pareva piuttosto… “dispiaciuto?”.

Rose scacciò velocemente quella parola. Figurarsi se Scorpius Malfoy era dispiaciuto per non riuscire ad andare d’accordo con lei.

- Chissà perché, poi… - proseguì Scorpius a mezza voce. Sembrava che stesse parlando più con sé stesso che con lei.

Questo volta, fu il turno di Rose di scoppiare a ridere. Lui si riscosse, guardandola infastidito.

- Davvero ti chiedi il perché? - riuscì a dire, con le lacrime agli occhi - Io un paio di milioni di motivi ce li avrei.

Lui rimase a fissarla intensamente, con i suoi occhi di ghiaccio. Dopo alcuni secondi, Rose fu costretta a distogliere lo sguardo imbarazzata, ma continuò a percepire lo sguardo di lui fisso sul suo viso.

 

- Stai bluffando, Weasley. - sentenziò Scorpius, serio, tornando a guardare avanti.

- Che cosa? C-cosa? - chiese Rose a bocca aperta, sperando di non aver capito.

Lui si fermò, lasciando che il gruppo di ragazzini li superasse e guardò Rose, che arrossì all’istante.

- Ho detto che stai bluffando. - ripetè serenamente lui, sogghignando.

Rose incrociò le braccia. Stavolta non capiva proprio cosa intendesse quella mente contorta di Malfoy.

- Che vuol dire? - disse sbrigativa - Ti dispiace venire al dunque? Non ho né il tempo, né tantomeno la voglia di stare qua a sentire le tue metafore.

Scorpius sorrise - Vuol dire che non è vero che mi odi. Bluffi… fingi di non sopportarmi, quando invece sei terribilmente attratta da me. - nel pronunciare le ultime parole si era avvicinato a lei, con il solito ghigno stampato sul bel viso e le aveva scansato una ciocca di capelli dal viso.

Rose indietreggiò a disagio: tenergli testa non era mai stato così difficile.

Ma che sta succedendo?” pensò Rose, esasperata.

 

- Ti sbagli. - riuscì a dire lei. “D’altra parte è la verità…”, no? - Ho tutti i motivi del mondo per non sopportarti, Malfoy. Siamo esattamente due opposti.

Detto questo, fece per risalire i gradini che portavano al cancello della scuola, ma una mano gli afferrò il polso, trattenendola.

- Un detto babbano dice che gli opposti si attraggono, Weasley - le sibilò Malfoy nell’orecchio.

- Evidentemente quel babbano non ti conosce! - fu la rapida risposta di Rose, che con uno strattone si liberò dalla presa di lui.

- Dubiti di me? - chiese Scorpius, assottigliando il suo sguardo - Io potrei conquistare chiunque, Weasley. E nessuno ne sarebbe sorpreso.

Rose avrebbe voluto cancellare a colpi di schiaffi quell’espressione sicura e convinta di sé che in quel momento aleggiava sul volto di Scorpius.

- Sì, certo… - lo liquidò lei, tentando di salire.

- Vuoi scommettere?

La proposta di Scorpius la fece bloccare, all’istante.

Non poté guardare la sua espressione, ma da come aveva parlato, sembrava che Scorpius fosse abbastanza convinto.

La situazione stava prendendo decisamente una piega sbagliata. Sbagliatissima.

- No, non voglio - disse lei inquieta, facendo un mezzo giro su sé stesso per guardarlo in faccia - Qualsiasi cosa tu abbia in mente, non voglio.

 

Lo sguardo freddo di Scorpius si illuminò - Hai paura di perdere.

Rose sbuffò - Non ho paura. Solo che non ho intenzione di partecipare ai tuoi giochetti, Malfoy.

- Non vuoi partecipare perché sai che perderesti - Scorpius infilò le mani in tasca, mentre continuava a guardarla con quell’espressione intensa, che mai aveva usato con lei.

La provocazione andò a solleticare il profondo orgoglio di Rose, la quale, facendo un lungo respiro, si decise a scendere i due scalini che aveva tanto faticosamente salito, per andarsi a piazzare di fronte a Scorpius.

- E in cosa consiste questa scommessa? - chiese a malincuore Rose.

Il ghigno di Malfoy si allargò - Una settimana - esordì in tono plateale - Ti mostro che per un’intera settimana riuscirò a convincere  gli altri che stiamo insieme.

 

Rose rise forte - Stai scherzando? Io e te insieme? - rise ancora - Malfoy non ci crederà nessuno.

- Dovrai solo fingere, Weasley - spiegò lui, alquanto eccitato -  Ma certo, se hai paura di perdere perché sai già che la gente non dubiterà minimamente delle mie… capacità di conquista, ti capisco.

- Io non ho paura - ripetè Rose - Ma non è questo il punto. Io non…

- Avanti, Weasley. Se non hai paura… dimostramelo. - così dicendo, allungò una mano verso di lei.

Rose lo fissò, incerta se stringerla o meno.

La parte razionale di lei le dice di lasciare stare, di girare sui tacchi e andarsene.

La parte irrazionale, invece…

- Accetto - acconsentì, stringendogli la mano. Rabbrividì, quando si accorse che lui aumentò la stretta.

 

- Per una settimana, dobbiamo fingere di stare insieme - disse Scorpius. Rose capì che lui stava elencando le regole del gioco - Se la gente ci crederà, vinco io. Se invece, anche una sola persona ne dubiterà, avrai vinto tu.

- Se vinco io, voglio che mi lasci stare fino alla fine dell’anno. Niente frecciatine, né battute varie, niente. - se proprio era costretta a fare quella cosa, tanto valeva guadagnarci qualcosa.

- Affare fatto - Scorpius infilò una mano in tasca, sfilando la bacchetta.

In quel momento, Rose comprese il motivo per cui Scorpius non aveva ancora lasciato andare la sua mano: voleva ufficializzare la scommessa. Con una puntina di delusione, osservò mentre Scorpius avvicinava la bacchetta alle loro mani unite, borbottando qualche formula - La scommessa durerà una settimana, fino al banchetto di halloween. Si gioca pulito, niente imbrogli di alcun genere.

Rose incerta, annuì.

Scorpius la guardò un’ultima volta negli occhi, dopodiché borbottò un’ultima formula, facendo un gesto complicato con la bacchetta.

 

- Bene - concluse Scorpius, mollando la presa - Preparati alla sconfitta, Weasley.

- Fossi in te, non ne sarei tanto sicuro, Malfoy - gli rispose Rose, dirigendosi verso il castello, pensando che in fondo, non ci credeva neanche lei.

 

 

 

Salve a tutti!!

Come avrete capito, si tratta di una Rose\Scorpius ma andrà a coinvolgere, inevitabilmente anche altri personaggi della nuova generazione. La storia è già stata scritta, per cui non dovrebbero esserci ritardi nella pubblicazione.

Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito quel tanto che basta da invogliarvi a leggere anche il prossimo!

A prestissimo!

 

 

 

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Capitolo 2
*** Primo giorno ***


La mattina successiva, Rose si svegliò con un forte mal di testa

La mattina successiva, Rose si svegliò con un forte mal di testa.

Era andata a dormire piuttosto tardi la sera prima, tormentata dalle conseguenze che la scommessa con Malfoy avrebbe potuto causare nella sua vita.

Ma poi, rincuorata dal pensiero che Scorpius, conoscendolo,  non si sarebbe compromesso più di tanto né tantomeno avrebbe compromesso la sua posizione da superstar, facendosi vedere  insieme ad  una come lei, si era abbandonata al sonno…

 

Ciò naturalmente, aveva comportato un notevole ritardo la mattina successiva.

Quando Rose si era svegliata, barcollante e stordita, non si era ritrovata in mezzo al solito caos mattutino, generato dalle sue compagne di stanza. Anzi, regnava un silenzio inconsueto, segno che le altre se ne erano già andate.

E questo significava solo una cosa: ritardo.

Recuperò la sua divisa pulita dall’armadio e schizzò nel bagno, tentando di lavarsi, pettinarsi e darsi un contegno nel minor tempo possibile.

 

Nel giro di venti minuti, raggiunse la sala grande per la colazione, con i capelli scompigliati e la borsa, stracolma di libri, che sbatacchiava da una parte all’altra.

Identificò subito i suoi cugini al tavolo dei Grifondoro: impresa non difficile, considerato il marchio rosso che li contraddistingueva.

Li raggiunse, posando con poca grazia la borsa sul tavolo. Il suono sordo causato dall’impatto, fece si che sei teste si voltarono verso di lei.

- Dom, si può sapere perché non mi hai svegliata? - disse subito, rivolta a sua cugina Dominique.

- Qualcuno si è svegliato con la luna storta, stamattina - bisbigliò Albus a mezza voce, facendo ridacchiare Hugo. Per la maggior parte dei pasti, Albus si univa ai cugini al tavolo dei Grifondoro, rinunciando a stare con i suoi compagni di Serpeverde.

La bionda le rivolse uno sguardo innocente con i suoi occhioni azzurri - Rose… ti svegli sempre all’alba. Ho pensato che ti avrebbe fatto bene dormire qualche minuto in più.

 

Rose rimase a bocca aperta di fronte al ragionamento della sua cugina preferita, che sembrava non fare una piega.

- Dom, erano le sette e mezza! - le fece notare Rose, afferrando un biscotto alla cannella - Non c’era tempo per dormire … e sì, Al, sono nervosa. Quindi attento a quello che dici.

I cugini si scambiarono un’occhiata d’intesa, che non sfuggì all’attenta vista di Rose.

Tuttavia, decise di mordersi la lingua e di lasciar perdere. Non aveva tempo per discutere anche con loro.

Doveva riuscire a passare in biblioteca, prima della lezione di pozioni e doveva sbrigarsi.

- Succo di zucca, Rosie?

- Grazie, Lily - rispose Rose, rivolgendole un sorriso. Lily era così dolce che era impossibile tenerle il muso.

 

Il suo malumore, comunque sembrò migliorare nel giro di pochi minuti. Chiacchierare e ridere insieme ai suoi cugini era la miglior cura. E poi, Albus e Dominique erano i suoi migliori amici: parlare con loro gli fece dimenticare tutti i motivi per cui il suo umore aveva quasi raggiunto il livello zero.

Con la promessa che il pomeriggio si sarebbero incontrati per una partita a Quidditch, i più piccoli del gruppo si allontanarono per andare a lezione, lasciando Rose, Albus, Dominique e Roxanne a finire la colazione.

- Rose… non mi hai più raccontato di ieri - disse ad un certo punto Daminique - Quanto è stato tragico il rientro con Malfoy?

A sentir pronunciare quel nome Rose si accese come un cerino. Notò che Albus corrugò la fronte davanti alla sua espressione spaesata. In qualsiasi altra occasione Rose non avrebbe esitato ad elencare tutti i lati negativi della pseudo gita con Malfoy.

Ma stavolta non poteva.

Non puoi o non vuoi, Rose?” domandò una vocina nella sua testa. Vocina che fece, all’istante, la stessa fine del grillo parlante di Pinocchio.

- E’ stato… tollerabile… - disse infine, abbassando lo sguardo sul suo succo di zucca.

- Che vuol dire…? - iniziò Dominique, scuotendo la sua fluente chioma bionda, ma si bloccò all’improvviso.

 

Nessuno aveva parlato, ma Rose percepì all’istante la presenza di qualcuno alle sue spalle.

Si voltò di pochi gradi, scontrandosi con due profondi occhi grigi…

- Buongiorno, splendore.

Rose dovette ammettere a sé stessa di non essere troppo stupita. Nonostante avesse sperato - davvero? -  che Malfoy si fosse “dimenticato” o che almeno avrebbe rinunciato alla scommessa, sapeva che non sarebbe stato così.

A malincuore doveva stare al gioco, altrimenti avrebbe dovuto fare i conti con gli effetti collaterali dell’incantesimo.

Senza guardare i suoi amici, borbottò un flebile - Ciao, Scorpius.

 

Codarda. A quel punto aveva davvero paura ad alzare lo sguardo. Paura che in pochi istanti si trasformò in vero e proprio orrore quando Scorpius, scavalcando agilmente la panca per sedersi accanto a lei, le passò un braccio intorno alla vita.

Indietreggiò impercettibilmente, nel momento in cui vide Scorpius sporgersi verso di lei…

- Cerca di sforzarti un po’ di più, Weasley - le bisbiglio nell’orecchio - Altrimenti non vale.

Rose, prima lo incenerì con lo sguardo, dopodiché stiracchiò le labbra in un sorriso. O qualcosa di simile.

- Meglio - disse Scorpius, con il suo solito sorrisetto sornione.

- Ehm ehm.

Entrambi si voltarono nell’udire qualcuno schiarirsi la gola.

A quel punto Rose fu costretta ad alzare lo sguardo, nonostante fosse l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Se avesse potuto, avrebbe passato la vita a fissarsi i piedi.

Dominique li guardava a bocca aperta: un’espressione di stupore dipinta sul suo viso venereo.

Roxanne ridacchiava senza contegno, coprendosi la bocca con la mano.

Con timore, Rose si voltò a guardare Albus e con sorpresa notò che la sua espressione non era né di sorpresa, né di ilarità. Era piuttosto… scetticismo.

 

- Si può sapere che sta succedendo? - chiese Albus, inchiodandoli con i suoi occhi verdi.

Rose avvampò, senza dire niente. Anche perché, in effetti, non aveva pronta nessuna spiegazione credibile che potesse giustificare quell’assurda situazione.

Per fortuna, fu Scorpius a prendere in mano la situazione.

-  Ma come, Rose non te lo ha detto? - chiese Scorpius, tranquillo - Abbiamo deciso di frequentarci.

Così dicendo aumentò la stretta sui fianchi di Rose, che annuì all’indirizzo del cugino, imbarazzata.

- CHE COSA?

Malfoy ridacchiò, passandosi con nonchalance una mano tra i capelli. Rose si ritrovò a pensare che forse le ragazze di Hogwarts avessero ragione. Scorpius era davvero bello.

Oggettivamente bello, sia ben chiaro, niente di più.

- Al, non vedo perché la cosa ti stupisca tanto. - disse Scorpius, afferrando il bicchiere di Rose e bevendo qualche sorso di succo di zucca, sotto lo sguardo basito di Dominique.

- Non… non lo capisci? - ripetè Albus - Scorp, stiamo parlando di te e Rose! Di voi! In sette anni non vi siete scambiati parole che non siano stati insulti!

Rose sorrise entusiasta, la vittoria si presentava più vicina del previsto. Rivolse uno sguardo a Scorpius che sembrava perfettamente a suo agio. Nessuna preoccupazione nel suo sguardo.

 

- Bè… le cose sono cambiate, adesso - spiegò Scorpius, come se la situazione fosse assolutamente normale.

A Rose, in quel momento, sembrava che la normalità fosse lontana anni luce.

- Davvero? - incalzò Albus, corrugando la fronte.

- Certo, io e Rose…

- Non voglio saperlo da te - lo interruppe Albus - Voglio che sia lei a dirlo. E’ vero, Rose?

Rose incontrò lo sguardo del cugino e per un momento le sembrò di leggere qualcosa in più della semplice curiosità…

No, ti stai sbagliando Rose”, si disse. Non poteva essere come pensava.

Rose fece l’unica cosa che poteva fare.

- Sì… sì, è vero.

Sostenne lo sguardo serio del cugino, sperando che lui capisse che stava mentendo.

“Avanti, Al. Avanti!”.

Ma lui distolse lo sguardo.

- Ehm… wow! - esclamò Albus tentando di sembrare entusiasta - Questa sì che è una sorpresa…

Scorpius rise, evidentemente sollevato per aver scampato il pericolo; Rose sapeva che anche lui si era accorto del tentennamento di Albus - Puoi dirlo forte, amico.

 

Esattamente dell’umore opposto sembrava essere Rose.

In realtà lei contava sull’intuito di Albus; sperava che lui si accorgesse della farsa, dopotutto era la persona che la conosceva meglio.

Dannazione!

- Che ne dici se ti accompagno a lezione, Rosie? - la voce di Scorpius la distolse dai suoi pensieri.

- Non credo ce ne sia bisogno… - rispose Rose, tentando di darsi un contegno.

- Insisto.

A quel punto, Rose comprese che era più semplice arrendersi subito per evitare altre situazioni imbarazzanti. Anche se ormai…

- E va bene. - disse infine, alzandosi e afferrando la borsa. Decise di uscire di scena il più velocemente possibile.

Anche Scorpius si alzò, non accennando a togliere la mano dalla vita di lei.

 

- Allora… a dopo! - disse Rose, rivolta ai suoi cugini, tentando di sembrare spontanea.

- Certo, Rose - rispose Roxanne.

Albus si limitò ad un cenno del capo.

Prima di incamminarsi, Rose lanciò un ultimo sguardo alla sua migliora amica e quando i loro occhi si incontrarono, Dominique le mimò una parola con la bocca - Tollerabile?

Rose comprese che si stava riferendo alla risposta che le aveva dato pochi minuti prima.

Prima che la situazione degenerasse.

 

- Dico, sei impazzito? - sbraitò Rose, mentre si allontanavano, sfilando tra i grandi tavoli della sala grande, sotto gli occhi degli altri studenti - Come ti è venuto in mente di fare un’uscita del genere con i miei amici? Con Albus!

- Calma, Weasley - la bloccò lui, divertito - E’ una scommessa, ci devi stare per forza. E ti ho lasciato tutta la serata, ieri.

- Stavo cercando il momento giusto! - si giustificò lei. Evitò di dirgli che in realtà, sperava che lui avesse deciso di rinunciare.

- Bè, poteva andare peggio, no Weasley? - le disse avvicinandosi di nuovo al suo orecchio. Rose immaginò che agli occhi degli studenti che li spiavano, poteva sembrare che si stessero scambiando effusioni. Sicuramente, era quello lo scopo di Scorpius.

Rose allora, sorrise maliziosa, alzandosi sulle punte dei piedi per raggiungere il suo viso - No, Malfoy - disse candidamente - Ma potrebbe andare molto peggio a te, se non togli immediatamente la tua manaccia dal mio fianco.

Scorpius rise forte, ma obbedì, seguendo Rose fuori dalla Sala.

 

 

*

 

Inutile dire che nonostante Rose avesse tentato di evitare per tutto il giorno i suoi familiari, la sera, in Sala Comune, fu vittima di un vero e proprio agguato.

- Rose! - si sentì chiamare, mentre furtivamente aveva cercato di raggiungere la scalinata del suo dormitorio per andarsi a nascondere.

- Hei, Dom… - disse imbarazzata - Che ci fai qui? E’ piuttosto tardino…

Effettivamente lo era. Rose aveva temporeggiato il più tempo possibile in biblioteca, finché non l’avevano praticamente buttata fuori. Ma a quanto pare non era stato sufficiente a far desistere Dominique dall’aspettarla.

Dando un’occhiata in giro, Rose si accorse che in Sala Comune non c’era nessun altro.

Per fortuna.

 

- Non provarci, Rose Weasley! - disse Dominique alzandosi e puntandole un dito contro perfettamente smaltato - Adesso tu mi racconti tutto! Tutto! E non omettere i particolari!

Rose aveva immaginato che quella situazione si sarebbe verificata e così, onde evitare di essere presa in contropiede, come era avvenuto quella mattina in sala grande, si era preparata una scusa credibile.

- Oh, Dom… non è niente di importante! - disse, sperando di apparire sincera - Ci stiamo frequentando e… non sappiamo come andrà a finire.

Dominique battè le mani, tutta eccitata. I suoi occhi azzurri sprizzavano felicità.

Questo, per Rose, significava che Dominique era da escludere dal’elenco dei potenziali “smascheratori della farsa”.

- Merlino, Rose! Ma ti rendi conto? Scorpius Malfoy! - squittì - Come hai potuto non dirmi niente!?

Rose sospirò - Te l’ho detto Dom, è da poco che ci vediamo… Non è una cosa importante.

- Lui non sembra pensarla così… - disse Dominique, alzando le sopracciglia.

Evidentemente si stava riferendo all’atteggiamento fastidiosamente galante che Scorpius aveva avuto per l’intera giornata. Dopo l’uscita a colazione e averla accompagnata a lezione, era venuta a prenderla per andare insieme alla lezione di erbologia, insistendo per portarle la borsa, sotto gli sguardi estasiati di un gruppetto di ragazzine del quarto anno. Per tutto il giorno era stata la sua ombra.

- Oh, bè…

- Dai, Rosie! - la riscosse Dominique - Perché sei così restia? Voglio dire… nessuno avrebbe pensato che voi due… insomma… pensavamo vi odiaste! Però… Merlino, è Scorpius Malfoy! Può essere arrogante quanto ti pare, ma resta un figo pazzesco!

 

Rose sorrise di fronte al trasporto dell’amica e sprofondò nella poltrona.

Alla fine Dominique non aveva tutti i torti… di certo Malfoy aveva tutti i difetti del mondo…  ma non poteva negare che fosse alquanto affascinante.

E poi… essere l’oggetto delle sue attenzioni non era stato affatto spiacevole, anzi.

Ma… lui lo faceva solo per vincere la scommessa, non per lei, pensò Rose. Quei gesti gentili, non erano per lei.

Tuttavia… se doveva subirli ,per forza, tanto valeva godersi il momento. Magari ne avrebbe cavato anche qualcosa di buono…

- Sì, Dom… hai ragione! - disse ,ridendo - Ha il suo… fascino!

 

Rimasero a chiacchierare ancora un po’, ridendo e scambiandosi commenti da ragazze, come facevano da circa una vita.

Rose si sentiva decisamente più serena rispetto alla mattina: sapeva che l’impatto era stato superato.

Ormai tutti, o quasi, sapevano di lei e Scorpius. Doveva resistere un’altra settimana e sperare che qualcuno si accorgesse che stavano recitando.

Ma ormai il peggio era passato.

O per lo meno, era quello di cui Rose era convinta…

 

Ma evidentemente, la responsabile e previdente Rose, per la prima volta nella sua vita, aveva sbagliato a fare i conti.

Di grosso.

 

 

Ammetto che questo capitolo è un po’ piatto dal punto di vista dei “fatti“, ma era necessario.

Vi anticipo che con il passare dei “giorni“, la situazione tenderà a degenerare sempre di più, sfuggendo dalle mani dei protagonisti.

E adesso, cosa più importante, voglio ringraziare tutti voi che avete letto e state seguendo questa storia!

Un GRAZIE speciale a coloro che hanno recensito, in particolare:

 

Quigon89: Ti devo un doppio “grazie”! Sia per i complimenti sia perché la tua è stata la prima recensione!! Come notato anche tu, le linee della storia sono già abbastanza segnate… resta da vedere se i personaggi riusciranno a restare nei limiti imposti! James… arriverà. E ti rivelo che mi è piaciuto un sacco scrivere il capitolo in cui compare la prima volta… non posso dirti il perché, altrimenti svelo troppo!! Alla prossima!

 

MAd wOrLd: Grazie mille, sono felice che l’espediente della scommessa non ti sia sembrato banale. Sì, in effetti stavolta sono direttamente loro a scommettere… mi sembrava carina l’idea di vederli giocare (anche sporcoXD) per vincere. In questo capitolo non c’è stato ancora niente di ciò, come avrai notato, ma dal prossimo la situazione subirà dei risvolti…!

 

Nabiki93: Eccolo qua il secondo capitolo! Come ho già accennato, questo capitolo non è tanto “ricco”… serviva solo per lanciare la bomba! E adesso si inizia il gioco. Grazie tante per aver recensito, alla prossima, se ti va!

 

Memi: Ciao, cara! Eh, sì… “sono tornata” abbastanza presto, neanche io l’avrei immaginato! E’ che quella della scommessa mi era sembrata un’idea carina, associata a Rose e Scorpius perché nessuno dei due si sarebbe rassegnato all’idea di perdere. Quindi ho pensato che poteva essere divertente quanto entrambi fossero disposti a giocarsi  pur di vincere… Ho letto con piacere che sei l’unica ad essersi accorta del fatto che solo Rose ha posto le condizioni in caso di vincita… a quanto pare Scorpius ha già iniziato a giocare sporco, senza che Rose se ne accorgesse! Grazie mille per la recensione, mi ha fatto davvero piacere.

 

Onee San: Sono felice che il capitolo ti abbia incuriosito! Immagino che il secondo non sia servito molto a far passare la curiosità, ma ti anticipo che dal prossimo ci saranno dei risvolti importanti  e poi… sempre peggio! A presto se vuoi e grazie per il tuo commento!

 

 

 

Dal prossimo capitolo:

 

Proseguì, ma poco dopo udì soltanto i suoi passi risuonare nellampio corridoio.

Scorpius si era fermato. La luce fioca delle fiaccole illuminava il suo volto, stranamente contratto in unespressione pensierosa.

- Ah, no? E cosa apprezzano? - disse Scorpius improvvisamente. Non stava scherzando, era serissimo.

Gli occhi grigi brillavano al riflesso della luce, mentre la fissava in attesa di una risposta.

Rose ebbe quasi paura. Non era il Malfoy che conosceva quello.

Dovera la spavalderia, la sicurezza, latteggiamento altezzoso?

Chi era quello?

- Andiamo, Malfoy - disse Rose, tentando di rompere il silenzio. La sua voce era più acida di quanto avesse voluto - Sei benissimo di cosa parlo. E ciò per cui le ragazzine ti corrono dietro, no?

Si pentì subito di aver parlato…

 

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Capitolo 3
*** Secondo giorno ***


Il martedì mattina, Rose si svegliò animata da un umore positivo, che negli ultimi giorni le era mancato

Il martedì mattina, Rose si svegliò animata da un umore positivo, che negli ultimi giorni le era mancato.

La chiacchierata con Dominique le aveva permesso di riordinare le idee, facendole comprendere che se avesse dovuto fingere per altri cinque giorni di essere la fidanzata di Scorpius Malfoy, non era la fine del mondo.

Allo scadere dei cinque giorni, ognuno avrebbe preso la sua strada,

E tanti cari saluti.

Poi, se qualcuno fosse stato tanto intelligente da rendersi conto della pagliacciata, meglio ancora.

 

- Rose!

Rose si voltò, riconoscendo la familiare voce di suo fratello.

- Buongiorno, Hugo - lo salutò, rivolgendogli un ampio sorriso. Sorriso che si spense di fronte all’espressione ostile di suo fratello.

Hugo la afferrò per un braccio, poco delicatamente, trascinandola in una zona meno affollata della sala grande.

- Dimmi che non è vero! - le disse serio, in un modo a lui estraneo. La fissò con i suoi occhi azzurri, tanto simili a quelli di suo padre.

Rose aveva messo in programma di dover dare delle spiegazioni a suo fratello, così come agli altri cugini. Nella sua famiglia, l’espressione “affari propri” non era conosciuta.

Quello che non aveva calcolato, invece, era l’ostilità con cui Hugo le stava parlando.

La cosa le diede parecchio fastidio.

. Cosa? - rispose, con tono di sfida.

- Piantala di fare la stupida, Rose! - sbottò Hugo - Malfoy! Stai uscendo con Malfoy… hai idea di quello che potrebbe fare papà se lo venisse a sapere?

 

Quelle parole la travolsero come una valanga. Effettivamente, non aveva tenuto conto di questa possibilità.

- Hugo, per carità, mamma e papà non devono sapere niente di tutto questo! - il tentativo di darsi una calmata andò letteralmente a farsi benedire quando l’immagine del padre le si creò nella mente.

Per l’ennesima volta in due giorni, maledì Scorpius per averla messa in questa situazione.

- No, Rose - la risposta secca del fratello le fece concentrare di nuovo l’attenzione su di lui - Glielo devi dire. Tanto lo verrebbero a sapere comunque e sarebbe la fine. Se non lo fai tu… vorrà dire che dovrò farlo io - parlò, senza guardarla in faccia.

Rose spalancò gli occhi quando il fratello le spiattellò in faccia questo ultimatum.

Si sentì indignata, tradita. Quante volte lei lo aveva coperto con la madre, quando era stato messo in punizione da qualche professore o aveva preso un brutto voto?

Quante volte lo aveva difeso?

E poi… lei era la maggiore, miseriaccia ladra, Hugo non aveva alcun diritto di ricattarla.

 

- Non oseresti - soffiò Rose, tra i denti.

Stavolta Hugo alzò lo sguardo, passandosi una mano fra i capelli già abbastanza scompigliati - Mi dispiace, Rosie. Ma lo faccio per il tuo bene.

- Lascia che sia io a preoccuparmi per il mio bene! - lo rimbeccò Rose, acida.

Ma Hugo scosse la testa - Se non lo fai tu, lo farò io - ripetè.

Rose gli lanciò un’occhiata di fuoco, prima di afferrare la sua borsa e mettersela in spalla - Dammi una settimana, glielo dirò io - fece, dura.

Hugo sembrò rifletterci un attimo, poi annuì - Va bene. Una settimana.

Rose gli rivolse un ultimo sguardo, carico di delusione e prima che lui potesse aggiungere altro si allontanò, sperando con tutto il cuore che il fratello mantenesse la promessa.

 

 

*

 

Quando arrivò nell’aula di Storia della Magia, il buonumore di prima mattina era stato sufficientemente smaltito, lasciando il posto ad un fastidioso senso di stizza.

Arrivò in classe prima degli altri e occupò un banco in prima fila. Lei stessa ammetteva che le lezioni del professor Ruf a lungo andare, diventavano leggermente prolisse, per cui stare davanti le avrebbe procurato meno possibilità di distrarsi.

Dopo qualche minuto, gli studenti iniziarono ad arrivare.  Un ragazzo bruno di Serpeverde, di cui Rose non conosceva il nome, si sedette accanto a lei al banco.

Tra questi c’era anche Albus, con un gruppetto di Serpeverde. Rose gli sorrise, salutandolo con un gesto della mano. Lui la guardò, poi le fece un cenno di saluto con il capo, distendendo le labbra in un mezzo sorriso.

Rose sospirò, girandosi davanti. Conosceva il motivo di quel comportamento distaccato da parte del cugino. Scorpius era uno dei suoi migliori amici, probabilmente si sentiva imbarazzato nel venire a sapere che stava uscendo con sua cugina.

Sì, era per questo. Doveva parlargli; il giorno prima non ne aveva avuto l’occasione.

Stava giusto pensando questo quando Scorpius Malfoy, impeccabile come al solito nella sua divisa verde e argento, si parò di fronte a lei.

 

Senza dire una parola, fece un cenno con la testa al ragazzo seduto accanto a lei.

Quello, senza mostrare il minimo di esitazione, raccattò le sue cose e filò via, andandosi a sedere in terza fila.

Rose restò a bocca aperta, mentre Scorpius girava intono al banco e si sedeva accanto a lei, nel posto lasciato libero dal malcapitato Serpeverde.

- Ciao, dolcezza. Sentito la mia mancanza? - la salutò con la sua odiosa voce strascicata. Allungò una mano verso il suo viso, ma Rose si scansò prontamente.

- Mi spieghi che vuol dire? - gli sbraitò contro, sentendo l’irritazione raggiungere livelli pericolosi.

- Cosa? - chiese lui, sogghignando.

Rose sbuffò - Tutto questo! - disse indicando lui, completamente stravaccato sulla sedia accanto alla sua - Perché lo hai mandato via?

Scorpius rise, passandosi una mano tra i capelli, da perfetto playboy.

- Io non ho detto nulla - disse semplicemente.

 

Rose aprì la bocca per risponderli a tono, ma la richiuse.

Effettivamente, lui aveva ragione.

Effettivamente, non aveva detto neanche una parola.

- Bè… peggio ancora! - sbottò infine, infervorandosi - Quel ragazzo si è sentito in dovere di sloggiare solo a causa di una tua occhiataccia! Ti sembra normale questo?

- Francamente sì - rispose lui, sembrando già infastidito da quella conversazione che probabilmente, pensò Rose, era durata fin troppo per i suoi gusti - E poi, Rosie  - riprese Scorpius, sporgendosi verso di lei - Fossi in te, abbasserei la voce. Ricordati che stiamo insieme - e così dicendo, allungò nuovamente la mano verso il suo viso, accarezzandola. Rose rabbrivì, sotto il suo tocco gentile.

Un sorrisetto sfacciato si dipinse sul suo volto.

Si guardarono per un momento.

Lo sguardo di lui era soddisfatto, mentre le sfiorava la pelle liscia della guancia.

Quello di lei truce e infastidito.

Sapeva che gli altri studenti li stavano guardando. Albus li stava guardando…

 

Ma in quel momento, il professore fece il suo ingresso nella stanza e per la gioia di Rose e la disperazione degli altri studenti, la lezione ebbe inizio.

 

 

*

 

- Puoi ridarmi la borsa, Malfoy. Non c’è nessuno, adesso.

Si trovavano nei sotterranei. Dopo la lezione di pozioni, il professore aveva insistito affinché rimanessero per catalogare gli ingredienti che avevano mandato per i rifornimenti.

D’altra parte, lei e Scorpius erano i migliori studenti del corso, anche se Scorpius non vantava la stessa media scolastica di Rose, ed era capitato altre volte di svolgere compiti di questo genere.

Erano state due lunghe ore. Come al solito, le avevano trascorse a battibeccare e a lanciarsi frecciatine.

Ma stavolta non c’era cattiveria.

Quello stuzzicarsi a vicenda era piuttosto… divertente.

Ora che avevano finito, Scorpius aveva afferrato senza esitare la borsa di Rose, con un gesto naturale.

- Non ci sarà nessuno, Weasley -  disse Scorpius mentre proseguivano lungo il corridoio - Ma io resto sempre un galantuomo.

Rose schioccò la lingua, alzando gli occhi al cielo.

Lui se ne accorse e sollevando le sopracciglia le chiese - Che c’è? Di solito le ragazze apprezzano la mia galanteria.

Stavolta Rose scoppiò a ridere. Utilizzare le parole “Malfoy” e “galanteria” nella stessa frase, era per lei una cosa alquanto comica. Anche se, doveva ammettere a se stessa che quel gesto era… gentile.

- Non è la galanteria che le ragazze del tuo harem apprezzano di te, Malfoy, credimi - disse Rose, scuotendo la testa.

 

Proseguì, ma poco dopo udì soltanto i suoi passi risuonare nell’ampio corridoio.

Scorpius si era fermato. La luce fioca delle fiaccole illuminava il suo volto, stranamente contratto in un’espressione pensierosa.

- Ah, no? E cosa apprezzano? - disse Scorpius improvvisamente. Non stava scherzando, era serissimo.

Gli occhi grigi brillavano al riflesso della luce, mentre la fissava in attesa di una risposta.

Rose ebbe quasi paura. Non era il Malfoy che conosceva quello.

Dov’era la spavalderia, la sicurezza, l’atteggiamento altezzoso?

Chi era quello?

- Andiamo, Malfoy - disse Rose, tentando di rompere il silenzio. La sua voce era più acida di quanto avesse voluto - Sei benissimo di cosa parlo. E’ ciò per cui le ragazzine ti corrono dietro, no?

Si pentì subito di aver parlato. L’espressione di Scorpius era quasi indifesa, pienamente assorto nei suoi pensieri.

Lui sospirò - Già…

In quel momento sembrò riscuotersi. Carico di due borse, che portava con nonchalance su una sola spalla, si avvicinò a lei.

Rose perse un battito.

- Ma tu non sei come le altre, vero Rose? - le chiese; non sorrideva. E per la prima volta aveva pronunciato il suo nome senza che sembrasse una presa in giro.

Lei trattenne il respiro quando lui si fece più vicino - No… io… non lo sono. Non lo sono, Malfoy - ripetè con sicurezza. Erano vicini, troppo.  Rose non riusciva a vedere neanche cosa ci fosse dietro la spalla di lui.

 

Scorpius alzò una mano, senza rompere il contatto con lo sguardo di lei. Portò le sue dita all’altezza del volto di lei, quasi volesse accarezzarla… Ma subito si ritrasse, facendo un passo indietro.

- Già  - sospirò, battendo più volte le palpebre, stupito, come se si fosse appena accorto della loro vicinanza. Lei ingoiò il vuoto.

- Questa è una scommessa e… basta - disse all’improvviso, allontanandosi di un altro passo - Niente sentimenti,Weasley - sarebbe stato difficile stabilire se stesse avvertendo lei, o sé stesso.

Rose annuì, incapace di parlare.

Si sentiva indignata. Offesa dal fatto che lui, si fosse sentito in dovere di rimarcare la storia della scommessa. Cosa pensava, che non lo aveva capito?

Che davvero si sarebbe lasciata coinvolgere dai sentimenti?

Che poi… quali sentimenti?

Rose Weasley non si sarebbe di certo innamorata di… lui.

“Tu lo odi, Rose. Lo odi”.

- Sarà meglio che ti accompagni nella Sala Grande, Weasley. - disse lui all’improvviso, tranquillo, con la solita voce melliflua - E’ ora di cena.

Rose lo seguì, chiedendosi perché il suo cuore galoppasse a quella velocità…

 

 

*

 

Uscendo dalla sala grande, Rose percepì gli sguardi degli altri studenti addosso.  Ormai ci aveva fatto l’abitudine: erano due giorni che gruppi di ragazzine le lanciavano occhiate di vario genere, chi di ammirazione, chi di invidia, chi di rimprovero, bisbigliando tra loro.

La notizia che lei e Scorpius stavano insieme sembrava essere il gossip dell’anno.

A parte sua cugina Dominique, gli altri Grifondoro non sembravano troppo entusiasti della cosa; ma di certo nessuno sarebbe andato a sindacare sulle scelte sentimentali della Caposcuola Weasley.

 

- Parola d’ordine, cara? - le chiese la signora Grassa, sorridendole gentilmente.

Ma prima che potesse aprir bocca, una voce parlò alle sue spalle.

- Aspetta Rose, devi parlarti un attimo.

Albus era dietro di lei, appoggiato alla balaustra. Lo stemma si Serpeverde scintillava sulla sua divisa.

Rose si scusò con la signora Grassa e poi, andò incontro al cugino.

Si era sollevata non appena lo aveva visto.

Quella sera non si era unito a loro per la cena e così Rose era stata costretta a cenare insieme al fratello, con cui non si era parlata tutto il giorno, a Dominique che tentava in tutti i modi di aprire una discussione, senza ottenere il minimo successo, a Louis e Lily che chiacchieravano tranquillamente fra di loro e naturalmente insieme al suo malumore, generato dalla vicenda di poco prima.

 

- Al, ciao! - lo salutò entusiasta, sorridendogli - Non ti sei fatto vedere a cena…

L’espressione seria di Albus si sciolse di fronte al sorriso di Rose.

Fra tutti i cugini, Rose e Albus erano quelli che andavano più d’accordo. Sempre complici, sempre uniti nel bene e nel male.

Ma Albus, con il passare degli anni si era reso conto che Rose aveva una forte influenza su di lui; più forte di quella che dovrebbe esserci fra due cugini…

- Sì… è per questo che sono venuto a salutarti - mentì spudoratamente lui.

Rose si appoggiò sulla balaustra accanto a lui, le loro braccia si sfiorarono.

- Ma… anche per dirti un’altra cosa - aggiunse titubante, guardandola con i suoi vispi occhi verdi.

Rose si irrigidì. Ingenuamente aveva sperato che Albus non le chiedesse spiegazioni, ma era la prima ad ammettere che fosse giusto che le ricevesse.

Anche se era tutta una farsa e molto probabilmente  prima che tutti si fossero abituati all’idea che lei e Scorpius stessero insieme, la settimana sarebbe stata già conclusa.

E lei si sarebbe trovata libera da quella stupida situazione che le stava creando più problemi che altro.

 

- Senti Al, lo so che ho sbagliato - iniziò, passandosi una mano tra i capelli rossicci per  scostarli dal viso - Avrei dovuto dirtelo prima, per favore… non essere arrabbiato con me…

Ma Albus la interruppe con un gesto della mano.

- Non sono arrabbiato, Rosie - disse facendole una carezza sul braccio - Lo sai che non riesco ad essere arrabbiato con te!

Rise e Rose non riuscì a trattenersi dall’abbracciarlo. Aveva bisogno di questo.

Aveva bisogno che lui le dicesse che non ce l’aveva con lei se stava uscendo con il suo migliore amico, seppur per finta.

Lui rispose stringendola forte, ma nonostante percepisse il suo corpo longilineo tra le braccia, non gli sembrava di averla mai sentita così lontana.

- Oh Al, non sai quanto sono felice di sentirtelo dire - fece Rose, staccandosi da lui - Hugo non è per niente contento di questa storia - confessò amareggiata - Ha persino minacciato di dirlo a mio padre! Io non capisco…

- Hugo ha ragione Rosie.

 

Rose ci mise alcuni secondi prima di capire il significato di quelle parole.

Si voltò verso Albus, la fronte corrugata.

Anche lui la stava guardando e non c’era segno di esitazione sul suo viso.

- Devi chiudere questa storia, Rose, prima che sia troppo tardi.

Rose rimase a bocca aperta di fronte a quella che sembrava una vera e propria imposizione. Imposizione dettatale da Albus, tra l’altro.

- Albus, che fai, ti ci metti anche tu, ora? - sbottò adirata; stanca e adirata.

Albus si allentò il colletto della camicia; lo faceva sempre quando era a disagio.

- Tu non… tu non sai in che guaio ti stai cacciando Rose! - l’avvertì lui, puntandole un dito.

Rose si massaggiò le tempie con le dita, tentando di mantenere la calma.

- Albus, davvero… non pensavo che anche tu credessi a questo genere di pregiudizi! - disse infine, rinunciando al proposito di tenere bassa la voce - Potrei capire mio padre, ma… Scorpius è il tuo migliore amico, Albus!

- E’ prorpio per questo motivo che te lo sto dicendo! - stavolta anche Albus alzò la voce.

 

Rose fu prese in contropiede; Albus non urlava mai, men che meno con lei.

Era sempre stato il pacifista della situazione, colui che riusciva sempre a chiudere le discussioni in modo pacifico, che le raccomandava sempre di restare calma, che non alzava mai la voce.

Ma stavolta, lui era davvero arrabbiato.

- Rose… - disse, facendo un lungo respiro - Rose… - ripetè andandole vicino e posandole le mani sulle spalle - Scorpius è il mio migliore amico. Per questo lo so, lo so, come si comporta con le ragazze… Lui le usa per divertirsi e poi le molla senza preavviso.

Rose sentì un nodo alla gola.

La cosa, oltre a mortificarla, la faceva sentire malissimo.

Albus interpretò il suo silenzio come un’autorizzazione a continuare.

- E io… - si bloccò un secondo, distogliendo lo sguardo da lei - L’ho sempre lasciato fare; non mi importava di quello che sarebbe successo con “la ragazza della settimana”… ma non ho mai pensato che potessi essere tu, una di quelle ragazze!

A quelle parole Rose si riscosse e con uno strattone si liberò dalla presa di Albus.

- E’ questo che pensate tutti di me, vero? - disse con voce amara.

 

Finalmente le sembrava di aver trovato il nesso tra il suo pseudo fidanzamento con Scorpius e il comportamento di Hugo, Albus e di tutti gli altri studenti.

Ecco come la vedevano: come la vittima di turno, la povera ragazza che sarebbe stata sedotta e abbandonata dal grande Scorpiu Malfoy.

- Pensate che sia impossibile che a Malfoy piaccia una come me? - gridò in direzione del cugino - Perché, in effetti, cosa dovrebbe trovarci lui in una normalissima a anonima ragazza come Rose Weasley!

- Aspetta Rose, lo sai che non volevo dire questo… - si affrettò a dire Albus, chiedendosi come lei potesse anche solo pensare che lui la considerasse “anonima”.

- Risparmiami le stronzate, Albus! - lo interruppe Rose, il volto contratto e rosso - Tutti credete che io sia la sciacquetta senza cervello di turno, che farà la stessa fine di tutte le altre! Non è vero?

 

Contrariamente a quanto si sarebbe aspettata, Albus non sembrava aver cambiato idea.

- Qui nessuno pensa che tu non abbia cervello, Rose - rispose - Io non lo penso. Ed è per questo che ti sono venuto a parlare. Perché speravo che avresti capito!

- E cos’altro c’è da capire, Albus? - lo rimbeccò lei, con la voce stranamente acuta.

- Devi capire che sei una bambolina nelle sue mani, Rosie - lo disse sconsolato, come se la cosa gli causasse un profondo fastidio - Magari non te ne rendi conto, ma non appena si sarà stufato di te, ti lascerà. E tu ci starai male.

Rose scoppiò in una risata isterica. Un gruppetto di studenti di ritorno alla Torre la fissarono, scambiandosi occhiatine divertite - Sai che c’è, Albus? Ti do una notizia: io so badare a me stessa!

Ma lui scosse la testa - Non capisci. E’ per il tuo bene.

 

“Per il tuo bene”.

La stessa cosa che gli aveva detto il fratello quella mattina.

A quanto pareva, tutti si preoccupavano per lei, convinti che non sarebbe stata capace di reggere la situazione, dando per scontato, peraltro, che lui si sarebbe stancato di lei.

Perché lei non era abbastanza.

Abbastanza bella.

Abbastanza alta.

Abbastanza divertente.

Abbastanza simpatica.

Quei pensieri le procurarono un blocco all’altezza dello stomaco.

Un vortice di pensieri turbinava nella sua testa.

Hugo che minacciava di raccontare tutto ai genitori.

Albus la riteneva inadatta  per uno come Scorpius.

Scorpius che si era sentito in dovere di ricordarle di non coinvolgere i sentimenti, come se pensasse che lei non sarebbe riuscita a distinguere tra gioco e sentimento.

E tutti gli altri che le vedevano come la “bambolina” nelle mani di Malfoy, che presto o tardi sarebbe finita sullo scaffale insieme a tutte le altre.

 

Con un misto di stizza e indignazione, raccolse la sua borsa e girò i tacchi.

- Rosie, aspetta… Rosie!

Ingnorò Albus che la chiamava.

Tanto che importanza aveva?

Persino lui le aveva voltato le spalle, persino lui non aveva fiducia in lei.

Bene… era una dimostrazione che voleva? Che volevano tutti?

E lei gliel’avrebbe data.

- Abracadabra - la Signora Grassa si spostò, facendola passare.

E Rose, mentre entrava nell’accogliente sala comune dei Grifondoro, pensò che da quel momento avrebbe iniziato a giocare.

Stavolta sul serio.

 

 

Ciao a tutti! Avrete notato che la situazione inizia a movimentarsi. D’ora in poi, sarà un vero e prorprio climax catastrofico.

Grazie mille a tutti coloro che stanno seguendo la storia, in particolar modo:

 

Quigon89: Grazie davvero per i complimenti, sei gentilissimo. Mi fa piacere che la storia ti stia interessando. Per quanto riguarda Dominique… anche io, sinceramente, ero indecisa su come renderla. Poi, ho pensato che fosse giusto mettere qualcuno dalla parte di Rose visto che sia Hugo che Albus (…e non solo), sembrano volerle dare del filo da torcere. E chi meglio della sua migliore amica? Infine James… ti dico che sarà la ciliegina sulla torta di tutto il “casino” che si verrà a creare. Alla prossima, se ti va!

 

Onee san: Eh sì, Scorpius si sta comportando come un vero e proprio galantuomo. E questo suo comportamento andrà a confondere la nostra Rose, la quale spesso, nel corso della storia, si chiederà se lui lo fa per vincere la scommessa o per un altro motivo…

Grazie mille per la recensione! A presto!

 

Nabiki93: L’hai detto: Scorpius vuole vincere. Dal prossimo capitolo in poi si capirà quanto Scorpius sia disposto a giocarsi pur di ottenere la vittoria. Tranquilla però: Rose sarà una sua degna avversaria… Ti ringrazio per il commento, alla prossima!

 

Sam05: Sono felice che la storia ti piaccia. Sì, in questo capitolo si è avuta una svolta, soprattutto riguardo il personaggio di Rose… bisogna vedere che effetti avrà questa svolta sulla situazione! Grazie mille per aver recensito, ti aspetto al prossimo se vuoi!

 

Musicmylife: Ti ringrazio tanto per il complimento! Sì, la storia è già scritta… la mia intenzione è quella di postare circa due capitoli a settimana, quindi non dovrei fare ritardi! Spero che la storia continui ad incuriosirti…alla prossima!

 

A questo punto non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo augurandovi, nel frattempo, un Felice e Divertente Halloween!

 

 

 

Dal prossimo capitolo:

 

- Buongiorno, Scorpius - disse candidamente, mentre prendeva posto tra Malfoy e Zabini, sotto lo sguardo attonito dei due.

Nott la guardava a bocca aperta, come se fosse una alieno appena sceso sulla Terra. L’espressione di Zabini non era poi tanto diversa.

Bene.

Quando, finalmente, si voltò a guardare Scorpius, notò con piacere che sul suo volto impassibile comparivano i segni di un evidente e inaspettato stupore - Buongiorno, Rose.

- Dormito bene… cucciolo? - Rose si complimentò con sé stessa, abbastanza soddisfatta di come stesse interpretando il ruolo della fidanzatina appiccicosa.

Un suono soffocato alle sue spalle le fece comprendere che qualcuno stava ridacchiando.

Molto bene.

Scorpius la fissò per un momento, visibilmente spaesato, mentre biascicava un poco convinto - Direi… di sì.

 

 

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Capitolo 4
*** Terzo giorno ***


Lo sguardo di Scorpius Malfoy era indecifrabile

Lo sguardo di Scorpius Malfoy era indecifrabile. Fisso sulla porta d’ingresso della Sala Grande, sembrava in attesa di qualcosa. O meglio, di qualcuno.

Ma tra il via vai di studenti, che andavano e venivano, lei non c’era.

Afferrò svogliatamente un cucchiaino, cominciando a batterlo a tempo sul massiccio tavolo di quercia.

“Dove ti sei cacciata, Weasley?”.

Non che gliene importasse qualcosa, ovvio.

Era solo per la scommessa. Scorpius sapeva che aveva un certo vantaggio, ma non sottovalutava la furbizia e l’intelligenza di Rose Weasley. Non escludeva che lei potesse tirargli qualche brutto scherzo.

Quindi… era solo per questo che voleva averla vicina; perché voleva controllarla.

Il fatto che fosse stranamente e piacevolmente a suo agio con lei, più che con le altre, anche quando battibeccavano, non c’entrava nulla.

Lui voleva solamente vincere, niente altro.

 

- Scorpius, allora? - lo riscosse una voce - Sei d’accordo?

 

-     Come? – rispose Scorpius, distratto.

-     Ma allora non mi stai a sentire! – si lamentò Derek Nott, fedele sostenitore di Scorpius, a metà tra il divertito e l’offeso.

Scorpius non si preoccupò di rispondergli. Naturalmente, lui non doveva giustificarsi né tantomeno scusarsi con nessuno. Tornò di nuovo con lo sguardo verso la porta.

-     Che ci vuoi fare, Derek – subentrò Isidore Zabini – E’ innamorato…

Entrambi ridacchiarono, senza preoccuparsi troppo di dare nell’occhio. Bastò un’occhiata di Scorpius per zittirli.

-     Piantatela.

-     Oh, dai, Scorp… - disse Nott, versandosi un’abbondante dose di succo di zucca nel calice – Stiamo scherzando. Siamo solo sorpresi da questa cosa con la Weasley…

Nessuno dei suoi amici aveva fatto domande quando avevano saputo che stava uscendo con Rose. Non avevano fatto una piega; probabilmente la consideravano una delle tante.

Anzi, Scorpius aveva percepito una sorta di ammirazione da parte loro, perché stavolta la lei in questione era Rose Weasley.

La saccente, inarrivabile, saputella, autoritaria Rose Weasley.

 

Questo pensiero lo fece sorridere. Scorpius riportò l’attenzione sulle chiacchiere dei suoi amici, dopo aver lanciato l’ennesima occhiata verso la porta.

-     Però, tutto sommato non è niente male… - stava dicendo Derek.

-     Puoi dirlo forte, amico – lo assecondò Isidore, sogghignando malizioso – Un giro con lei me lo farei volentieri anche io…

Derek rise sguaiatamente. Scorpius ebbe un fremito di irritazione quando comprese chi fosse il soggetto della discussione. Ma prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, Nott lo precedette.

-     Dovrebbe solo stare zitta qualche volta. Così sarebbe più semplice apprezzare i suoi lati più… interessanti… - disse e insieme a Zaini scoppiò di nuovo a ridere, sotto lo sguardo torvo di Scorpius.

-     Spero che non stiate parlando di mia cugina – li interruppe una quarta persona.

-     Albus, non ti agitare – lo rassicurò Nott – Stiamo solo facendo degli apprezzamenti – aggiunse, sogghignando.

-     Sbaglio – sibilò a quel punto Scorpius – O vi avevo detto di smetterla?

Il tono di Scorpius fu così tagliente che i due Serpeverde non ebbero neanche il coraggio di giustificarsi.

Nel frattempo, Albus si era seduto di fronte a loro. Il modo in cui guardava Scorpius non era tanto amichevole; ma questo Malfoy lo aveva messo in conto.

Sostenne il suo sguardo, finchè Albus si decise a parlare.

-     Spero che non sia questo il modo in cui parlate di Rose, quando non ci sono io, Scorp.

Scorpius scoccò un’altra occhiataccia ai suoi due amici, che sembrarono ritrarsi sulla panca – Sono due idioti, Al.

 

-     E questo gli dà il diritto di fare questo genere di commenti su Rose? – borbottò, infastidito. Non attese una risposta – Scorpius questa cosa non mi piace per niente. Perché lei? Perché proprio lei? Potevi scegliere qualcun’altra per i tuoi giochetti. Ma non Rose…

Scorpius riprese a ticchettare con il cucchiaino sul tavolo. Albus era uno dei suoi migliori amici, ma non poteva dirgli la verità, altrimenti l’incantesimo risarebbe spezzato e lui avrebbe perso.

D’altra parte, vederlo così preoccupato per Rose, preoccupato che lui potesse farla del male gli creò un vuoto sopra lo stomaco.

-     Non la sto obbligando a fare nulla, Al – fu la semplice risposta di Scorpius.

Albus sospirò, guardandolo intensamente con i suoi occhi verdi, eredità paterna – Lo so. Ci ho parlato ieri e sembra convinta a continuare, ma… - scosse la testa, affranto – Lei non sa come andrà a finire, Scorpius!

-     Nessuno lo sa. – bisbigliò Scorpius, quasi stesse parlando a sé stesso.

-     Bugiardo! – disse Albus, battendo un pugno sul tavolo – Io lo so e lo sai pure tu! Non appena ti sarai stufato, la mollerai, come succede sempre e lei soffrirà!

Era la prima volta che Albus alzava il tono con lui. Anzi, era la prima volta che Scorpius vedeva Albus tanto arrabbiato da alzare la voce a quel modo. Alcuni studenti di Serpeverde si voltarono a guardarli, curiosi.

-     Non mi sembra che la cosa ti abbia dato fastidio, con le altre – disse Scorpius a denti stretti.

-     Le altre non sono Rose! – sbottò Albus, rosso in volto – Lo capisci questo?

Derek e Isidore seguivano la scena, spostando lo sguardo dall’uno all’altro, apparentemente molto interessati alla scena.

 

-     Albus – disse Malfoy, tranquillo – Tu sottovaluti tua cugina. Ti è mai passato per la testa che potrebbe essere lei a lasciarmi?

Albus sospirò – Non lo farà. Ci ho parlato ieri e sembra molto sicura di volere continuare.

-     Davvero? – chiese Scorpius, leggermente stupito. Leggermente troppo stupito.

-     Sì, sì, davvero! – rispose l’altro. Sembrava essersi dato una calmata – Ma questo non cambia le cose.

-     Albus… - disse Malfoy inchidandolo con il suo sguardo di ghiaccio – Rose sa decidere per sé. E’ abbastanza forte da scegliere e affrontare le eventuali conseguenze della sua scelta. Quindi, fine della questione. Anche perché… sei la persona di cui si fida di più. Se non ha dato ascolto a te, non lo farà con nessuno altro.

Queste parole scatenarono un turbinio di pensieri nella mente di Albus.

Se non ha dato ascolto a te, non lo farà con nessuno altro.

Era davvero così?

Non c’era davvero nessuno che poteva farle cambiare idea, dissuadendola dal commettere quel clamoroso errore? Davvero?

Forse no. “Rose si incazzerà da morire, però”, fu il preoccupato pensiero di Albus.

Albus voleva bene a Scorpius. Ma adorava Rose. E sapeva come si sarebbe conclusa la loro storia.

Come tutte le altre.

E non avrebbe permesso che questo succedesse; anche se c’era in mezzo il suo migliore amico.

Scattò in piedi, afferrando il mantello.

 

Ma prima di andarsene voleva avere la prova che quello che stava per fare fosse la cosa giusta.

Così, sporgendosi verso Scorpius, che lo guardava stranito, chiese a bruciapelo:

-     Sei innamorato di lei, Scorp?

Alla domanda, Scorpius strabuzzò gli occhi in un’espressione di sorpresa che non gli si addiceva.

Non ci mise più di qualche secondo a ricomporsi.

Evidentemente, Albus interpretò il su momento di silenzio come una negazione perché, dopo aver sibilato un distaccato – Ecco, appunto – schizzò via, lontano da loro.

 

*

 

Da più di cinque minuti, Rose era ferma davanti all’entrata della Sala Grande, indecisa su cosa fare.

In realtà, sapeva bene cosa voleva fare, ci aveva pensato tanto durante la notte. Ma adesso che doveva metterlo in pratica cambiava tutto.

D’altra parte si trattava di una cosa che lei non aveva mai fatto.

Una cosa che lei aveva sempre criticato e guardato con un misto di disgusto e compassione, quando lo vedeva fare dalle altre ragazze.

Ma se questo le avrebbe permesso di guadagnare qualche punto nella battaglia con Malfoy, doveva farlo. Non c’erano alternative.

 

Così, decisa, mosse tre passi in avanti, senza rendersi conto della figura, slanciata e familiare che le si era parata davanti.

- Rose.

Rose indurì lo sguardo - Albus.

Contrariamente a quanto si era aspettata, Albus sembrò sollevato di vederla. Lei, naturalmente, si era riproposta di non rivolgere la parola al cugino per almeno due o tre giorni, dopo ciò che era accaduto la sera precedente. Ma il suo proposito era volato via, di fronte all’espressione seriamente afflitta di Albus.

Forse temendo che lei scappasse via da un momento all’altro, Albus le afferrò una mano, incrociando le dita con quelle affusolate della ragazza.

- Rose, scusa… davvero. Mi dispiace per quello che è successo ieri. Io… mi sono espresso male, non ci siamo capiti. Per favore, non essere arrabbiata con me, per favore - disse tutto d’un fiato.

Rose sospirò; non era in suo programma perdonare il cugino tanto presto. Ma come poteva resistere davanti a quella richiesta?

 

- Oh… e va bene. Soltanto perché sono troppo buona, ti perdono - acconsentì alla fine, facendosi stringere dall’abbraccio sollevato di Albus.

- Sì, sì certo. Sei la cugina più buona e più bella del mondo.

- Smettila di fare il ruffiano! - gli disse Rose, dandogli uno schiaffetto sul braccio - Tanto non ti crede nessuno.

Albus rise, ma tornò serio poco dopo - Sul serio, Rosie. Io… non sono tanto entusiasta per la tua storia con Scorpius. Ma… - si affrettò ad aggiungere, a causa dell’occhiataccia della cugina - Se tu sei felice… va bene, ecco.

Rose sospirò di nuovo; ma stavolta era un respiro sconsolato.

“ Sarei più felice se dicessi di non credere a tutta questa messinscena, Al. Miseriaccia, possibile che non te ne accorgi?”.

- Scorpius è il mio migliore amico, Rose - riprese Albus, salutando con la mano due ragazzi di Serpeverde che stavano andando a fare colazione - Gli voglio bene, ma so come è fatto. E io farò qualsiasi cosa per non farti stare male. Qualsiasi.

Rose alzò gli occhi al cielo, infastidita. Come se lei non sapesse cavarsela da sola…

- Non ce ne sarà bisogno - affermò, convinta.

Albus le sorrise, dandole un buffetto sulla guancia.

- Meglio così, allora. Scappo, adesso.

- Dove vai? - chiese Rose, facendo un passo verso la direzione opposta.

Albus si bloccò, apparentemente preso in contro piede.

- Vado… in guferia - ammise poi - Devo mandare una lettera a casa.

Rose annuì - Saluta tutti da parte mia.

- Certo… lo farò.

 

*

 

Come al solito, quando mise piede nella Sala Grande, Rose ebbe l’impressione che decine di occhi fossero puntati su di lei. Per un attimo incontrò lo sguardo di Scorpius, seduto in fondo al tavolo di Serpeverde e le sembrò quasi che lui la stesse… aspettando?

Proseguì dritta e impettita tra i tavoli, nonostante stesse già morendo di vergogna al pensiero di ciò che stava per fare; quando giunse al tavolo dei Grifondoro, non si fermò ma proseguì oltre.

“Ci siamo, Rose,  niente panico”.

- Buongiorno, Scorpius - disse candidamente, mentre prendeva posto tra Malfoy e Zabini, sotto lo sguardo attonito dei due.

Nott la guardava a bocca aperta, come se fosse una alieno appena sceso sulla Terra. L’espressione di Zabini non era poi tanto diversa.

Bene.

Quando, finalmente, si voltò a guardare Scorpius, notò con piacere che sul suo volto impassibile comparivano i segni di un evidente e inaspettato stupore - Buongiorno, Rose.

- Dormito bene… cucciolo? - Rose si complimentò con sé stessa, abbastanza soddisfatta di come stesse interpretando il ruolo della fidanzatina.

Un suono soffocato alle sue spalle le fece comprendere che qualcuno stava ridacchiando.

Molto bene.

Scorpius la fissò per un momento, visibilmente spaesato, mentre biascicava un poco convinto - Direi… di sì.

 

Rose sorrise compiaciuta: la situazione aveva raggiunto il livello di imbarazzo sperato, in meno di quanto lei avesse previsto. Scorpius non avrebbe sopportato di venire trattato così ancora per molto.

- Non mi dire che hai bevuto solo un bicchiere di succo di zucca! - esclamò all’improvviso lei, con finto rimprovero - Scorpius, quante volte devo dirti che la colazione è importante per concentrarsi al meglio?

Scorpius sembrava non credere che tutto ciò stesse realmente accadendo.

- Già, Scorpius - disse Zabini, con le lacrime agli occhi - Quante volte deve dirtelo?

Che idiota”, fu il pensiero di Rose, ma non poteva negare che la stesse aiutando. Scorpius di certo non avrebbe accettato di farsi prendere per i fondelli dai suoi amici.

E adesso… il colpo di grazia.

- Quindi… - riprese Rose, afferrando, dal vassoio poco distante da loro, un biscotto alla crema - Devi mangiare… - con uno scintillio maligno negli occhi, avvicinò impercettibilmente la sua mano al viso pallido di Scorpius - Apri la bocca.

Stavolta Derek e Isidore non si impegnarono neanche a nascondere le loro risate.

- C-cosa? - disse Scorpius, facendo una smorfia.

- Ho detto… Apri. La. Bocca. - nonostante l’espressione angelica, quella di Rose era quasi una minaccia.

Temette (…sperò) che a quel punto Scorpius esplodesse definitivamente.

Continuava a passare lo sguardo dal biscotto, a Rose, ai volti divertiti dei suoi amici.

Poi, tornò a guardare Rose e… la sua bocca si piegò in un ghigno.

 

- Va bene - e così dicendo, obbedì.

Merda.

Lui non doveva assecondarla… si sarebbe dovuto arrabbiare, miseriaccia!

“Che bastardo”.

Con una certa riluttanza, Rose infilò, più adatta potrebbe essere l’espressione “lanciò”, il biscotto nella bocca semiaperta di Scorpius.

Fantastico. Adesso avrebbero tutti detto che lei, Rose Weasley aveva imboccato Scorpius Malfoy a colazione. Proprio fantastico.

- Buono - disse Malfoy, con voce melliflua, ingoiando il boccone - Grazie, splendore.

Rose lo guardò indignata. Bastardo, bastardo.

Aveva capito a cosa mirasse Rose: per questo la stava assecondando. Non avrebbe perso le staffe tanto facilmente, adesso che sapeva.

“Ma tutto ha un limite…”.

La risata sguaiata di Zabini la distolse dai suoi pensieri.

- Scorp, cos’è, adesso ti fai anche servire dalle ragazze, tra le altre cose? - disse, tra le risate.

Cosa?

Che cosa?

Zabini le aveva appena dato della serva? La serva di Malfoy?

- Scorpius - sibilò tra i denti, cercando di non urlare - Ti dispiace prepararmi una fetta di pane tostato? Con la marmellata, per favore.

Scorpius tentennò. Probabilmente, nessuna ragazza aveva mai osato tanto.

- Oh, oh - bisbigliò Derek divertito, scambiandosi una’occhiata d’intesa con Isidore.

 

Rose sorrise soddisfatta. Stavolta lui non l’avrebbe fatto, a giudicare dall’espressione di Scorpius.

- Pesca o albicocca?

Dannazione.

- Pesca - rispose senza nascondere il suo fastidio, osservando Scorpius che intingeva il coltello nel vasetto di marmellata.

 - Ecco qui, tesoruccio - le disse Scorpius, piazzandole davanti una fetta di pane tostato ben spalmato di marmellata.

Con espressione truce, Rose afferrò la fetta che Scorpius le stava porgendo, mordendone un pezzo.

Almeno non era male, ammise a se stessa.

- Va bene, ragazzi - esordì ad un certo punto Isidore - Ci dispiace lasciare questo quadretto casalingo, ma dobbiamo andare. Scorpius, ci vediamo a lezione. Rose.

Lei li salutò con un gesto non troppo caloroso della mano.

Non appena i due si furono allontanati abbastanza, Scorpius parlò.

- Che cosa ti è preso, Weasley?

Lei lo guardò, continuando a mangiare  - Volevi che facessi la “fidanzata”, Scorpius? Bene. Eccoti accontentato - disse semplicemente - Perché… la cosa ti ha imbarazzato, per caso?

Malfoy rise, i capelli biondissimi gli ricaddero a ciuffi sulla fronte. Lui li scansò con la mano, portandoli all’indietro. Per poco a Rose non andò di traverso il boccone che stava ingoiando.

- Era questo a cui miravi? - disse - Farmi imbarazzare? Ah, Weasley… tu non sai neanche cosa sia il vero imbarazzo.

Rose corrugò la fronte. La stava minacciando, per caso?

- Puoi andare al diavolo, Malfoy.

- Per adesso mi accontento di portarti a lezione - disse, alzandosi.

Rose rimase seduta al suo posto, versandosi del caffè in una tazza.

- Allora? - la incitò lui.

Rose sollevò il viso per guardarlo in faccia - Io non ho finito. E poi, in classe ci vado da sola. Non ho bisogno della guardia del corpo, Malfoy.

Scorpius la fissò, alquanto divertito - Come vuoi, Weasley - con un gesto veloce, le strappò di mano quello che restava della fetta di pane tostato - Ci vediamo dopo, tesoruccio.

E prima che lei potesse protestare, Scorpius si era già allontanato.

 

 

 

*

 

- Ti stavo dicendo - disse Dominique, mentre infilavano velocemente i libri nella borsa, alla fine della lezione di incantesimi con i Tassorosso - Mia sorella mi ha detto che durante le vacanze di Natale dobbiamo andare qualche giorno da lei e Teddy.

- Dom… mancano due mesi a Natale! - le fece notare Rose, mentre si dirigevano verso l’uscita con una loro compagna di Tassorosso.

- Esatto! - esclamò la bionda, aggiustandosi i capelli, già perfettamente a posto - E’ la stessa cosa che le ho fatto notare. Anche perché… chi se la sente poi nonna Molly, se ce ne andiamo?

Rose ridacchiò a quel pensiero. Era tradizione che la famiglia si riunisse alla Tana, durante le feste comandate. Non si ammettevano repliche.

- Porterai anche Scorpius, Rose? - domandò Emily, la loro amica di Tassorosso.

Rose si sentì avvampare; guardò Dominique sperando che le venisse in aiuto, ma anche la cugina sembrava in attesa di una risposta.

- Oh, no… no, non credo proprio che sarà possibile, no… - biascicò mentre uscivano.

“Anche perché probabilmente toneremo a non rivolgerci la parola a Natale”, avrebbe voluto aggiungere, ma per fortuna si trattenne.

- Ehm… Rose? - la chiamò Dominique, con voce titubante.

- Cosa c’è?

Dominique non parlò, ma le fece un cenno con la testa indicando un punto alla sua destra.

Rose, prevedendo il peggio, si voltò verso il punto indicatole e lo vide…

Il peggio.

Appoggiato al muro, con le mani in tasca, in una posa molto naturale terribilmente… sexy, c’era Scorpius Malfoy.

- La prima ad entrare e l’ultima ad uscire. Sei sempre la solita, Rosie - disse, rivolgendole uno dei suoi sorrisi mozzafiato.

Naturalmente, quel sorriso non sortì alcun effetto su Rose che sapeva quale fosse il suo scopo; peccato però che non si potesse dire lo stesso di Emily e Dominique che sembravano semplicemente ammaliate.

 

- Che cosa… - cominciò bruscamente, ma si riprese in tempo - Che cosa ci fai qui, Scorpius? - chiese moderando il tono.

- Sono venuto ad aspettarti - rispose, senza smuoversi.

- Ah… e perché?

Dominique le pestò un piede, fulminandola con lo sguardo.

Anche Emily sembrava interdetta dall’atteggiamento così duro di Rose.

Ma Scorpius non si scompose. Sorridendo in modo affascinante, si staccò dal muro, facendo qualche passo verso di lei; Rose arretrò ma lui fu più veloce, nel circondarle i fianchi con le braccia.

- Perché non riesco a stare troppo tempo senza di te, Rose, lo sai - le disse nell’orecchiò, ma abbastanza forte da farsi sentire dalle altre due. Rose rabbrividì quando sentì le labbra di Scorpius scendere dal suo orecchio lungo il suo collo…

Per un momento restò impalata, apparentemente incapace di muoversi, mentre Scorpius si spostava agilmente da un lato del collo all’altro. Oltre la spalla di lui vide le espressioni allibite di Emily e Dominique e ciò le diede la forza di ribellarsi.

- Scorpius, finiscila… - disse, puntandogli le mani sul petto e spingendolo via - Scorpius!

 

Lui si staccò da lei, indietreggiando di un passo.

Rose sentì la sua faccia andare a fuoco, mentre guardava Scorpius come se volesse fulminarlo.

Persino il suo collo bruciava, lì dove le labbra di lui l’avevano sfiorata.

Rose avrebbe voluto urlargli contro: aveva in mente così tante maledizioni che non sapeva quale scegliere.

Questo tentennamento però, diede a Scorpius il tempo di parlare al suo posto. Inutile dire che non si era minimamente scomposto, anzi. Continuava a guardarla in modo malizioso, passandosi il pollice sulle labbra, in un gesto, oggettivamente, molto sensuale.

- Cosa c’è, Rosie? Di solito ti piace… - disse sogghignando, consapevole dell’effetto che quella bugia avrebbe provocato.

Rose avvampò automaticamente, arrossendo più di quanto già non fosse.

Aprì più volte la bocca per parlare, ma la richiuse ogni volta.

Sapeva di essere con le spalle al muro; non poteva certo dire che non poteva piacergli visto che Scorpius non aveva mai fatto una cosa del genere, prima di allora.

Sentì al suo fianco Emily tossicchiare, probabilmente per nascondere una risatina.

Grazie al cielo, Dominique intervenne in suo aiuto, ponendo fine a quel silenzio imbarazzante.

Santa Dominique.

- Rose… casomai noi iniziamo andare - disse sua cugina, rivolgendole un’occhiata preoccupata - Così voi potete… ehm… chiacchierare. Vieni, Emily?

Emily annuì, sorridendo ancora, seguendo la snella e armoniosa figura di Dominique.

Rose attese, finchè non vide la fluente chioma bionda di sua cugina sparire dietro l’angolo. Poi, con lentezza snervante, si voltò verso Scorpius, di nuovo appoggiato al muro, palesemente a suo agio.

Rose era furente. Persino i suoi capelli parevano vibrare per la rabbia.

- Sei proprio uno stronzo, Malfoy - soffiò.

 

Lui non rise, come faceva di solito.

Si limitò a sogghignare, continuando ad accarezzarsi la bocca.

- Sono un maestro, Weasley. E’ diverso.

- Un maestro stronzo, allora - fu la repentina risposta di Rose, ancora impalata sul posto. Sentiva che se si fosse mossa, l’avrebbe preso a schiaffi.

- Mettila come vuoi, Rosie.

Lei fece un lungo respiro - Sai, mi sto cominciando a stancare di questa storia, Malfoy.

Scorpius la fissò un momento preoccupato; dopodichè curvò le labbra in un sorrisetto.

- Ti arrendi?

Quelle parole risuonarono nella testa di Rose come un campanello.

Era un pensiero luminoso, che segnalava una via di fuga.

Bastava mettere da parte l’orgoglio, dire un semplice e sarebbe stata libera.

Ma Rose Weasley era estremamente orgogliosa…

- Ti piacerebbe, Malfoy - gli disse, sbuffando.

Lui le rivolse un sorriso. Non era un ghigno… era un sorriso vero. Se si fosse trattato di un altro, Rose avrebbe pensato che lui fosse felice che lei non si fosse arresa…

Ma lui era Scorpius Malfoy, non poteva essere così.

- Sia chiaro: devi distare da me almeno di tre passi, Malfoy - lo avvertì, mentre se ne andava - Perché la prossima volta uno Schiantesimo non te lo toglie nessuno.

Avrebbe voluto essere più dura, ma quello che le uscì fu solamente un tono vagamente infastidito. Marciò dritta verso la sala di Incantesimi, dopo aveva la lezione successiva, con la speranza che il prendere appunti riuscisse a sostituire il lancinante e inspiegabile  pensiero delle labbra di Scorpius sul suo collo.

 

 

 

E da qui, gente, inizia il bello!

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE a coloro che continuano a leggere la storia, in particolare a voi che la recensite:

 

Mica: grazie mille, sei troppo gentile!! Mi fa piacere che le mie storie ti piacciano, spero sia così anche per questa… e cosa mi dici di questo capitolo? Le cose si stanno iniziando a complicare davvero…

 

Nabiki93: Più che cotta, direi che Rose è affascinata… e io aggiungo: chi non lo sarebbe??? Grazie tante per la recensione, ti aspetto al prossimo!

 

Musicmylife: ti ringrazio per la fiducia: spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative! In effetti il legame che lega Al e Rose è forte… ma si può definire qualcosa di più del semplice affetto?? Ti lascio con questo interrogativo… alla prossima e grazie per il commento!

 

 

 

Dal prossimo capitolo:

 

Le due voci provenivano da destra: Rose si incamminò tra le file di scaffali, facendo attenzione a non fare rumore. Strinse forte il grande tono che doveva riconsegnare e andò avanti di qualche passo.

Sì, la voce era sicuramente quella di Scorpius.

Una risata cristallina squarciò il silenzio del luogo. Era evidente che il proprietario dell’altra voce fosse una ragazza.

Una sensazione di indignazione fu sostituita da vera e propria eccitazione, alla velocità della luce.

Eccola. Voleva la possibilità di vendicarsi e le era stata servita su un piatto d’argento. Beccato dalla “ragazza” mentre ci provava con un’altra, fantastico. E il bello era che lui non avrebbe potuto obiettare, perché, aglio occhi di tutti ormai, loro stavano insieme…

No, troppo facile, pensò Rose. Con la faccia tosta che si ritrovava Scorpiu Malfoy, questo non sarebbe bastato a farlo sentire minimamente in imbarazzo.

A meno che

 

 

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Capitolo 5
*** Quarto giorno, prima parte ***


Quel giovedì mattina si presentava cupo e nuvoloso

Quel giovedì mattina si presentava cupo e nuvoloso.

A Rose la pioggia piaceva. Stare nel Castello, quando fuori diluviava e guardare l’acqua scendere attraverso gli spessi vetri della Sala Comune con un buon libro da leggere, era una cosa che la rilassava tantissimo.

E in quel particolare periodo della sua vita, Rose aveva molto bisogno di rilassarsi. Ma la cosa sembrava impossibile.

Quella specie di giochetto con Malfoy, il fatto che suo fratello le tenesse ancora il muso, le occhiatine maliziose che Dominique le lanciava ogni volta che usciva fuori il nome “Scorpius”, aggiunte alle altre occhiate che la gente gli lanciava ovunque, avevano alzato notevolmente il livello di stress a cui la pacata e responsabile Weasley era abituata.

Quel giorno fortunatamente, avevano avuto solo tre ore di lezione, come ogni giovedì; in realtà, la sera, alle dieci, ci sarebbe dovuta essere la lezione di Astronomia, ma molto probabilmente, considerato il tempo di quella mattina, sarebbe stata rimandata.

 

- Penso che me ne starò a poltrire fino all’ora di pranzo, per poi tornare a poltrire fino all’ora di cena - stava dicendo Albus, mentre insieme a Rose e Dominique, attraversava il grande corridoio del terzo piano, appena dopo l’ultima ora di Storia della magia.

- Una giornata impegnativa, insomma - commentò Dominique, mentre un gruppetto di Tassorosso la fissava allibito. Lei naturalmente, sembrò non accorgersene neanche.

Rose pensava che ormai la cugina, dopo diciassette anni, si era abituata a quel tipo di attenzioni che il genere maschile le rivolgeva ogni volta che entrava in qualsiasi posto.

- Perché mi sembra di scorgere del sarcasmo nella tua voce, cuginetta? - le chiese Albus, scompigliandole i capelli, cosa che mandava Dominique in bestia.

Naturalmente, ottenne il risultato. Dominique lo fulminò con lo sguardo, rivolgendogli epiteti poco consoni ad una signorina deliziosa come lei.

- Okay, ragazzi… finitela subito! - intervenne Rose, ma i due non sembrarono ascoltarla minimamente - In qualità di Caposcuola, vi ordino di smetterla! Al, Dominique! Non costringetemi a togliervi dei punti.

Questa minaccia attirò l’attenzione dei litiganti, che si rivolsero subito verso di lei.

 

- Ma Rosie! E’ stato lui a cominciare! - si lamentò Dominique.

- Su Dom… - la consolò Albus, abbracciandola con un sorriso furbetto stampato in faccia - Sei sempre bellissima. Anche se adesso hai i capelli simili a quelli di uno spaventapasseri.

Quest’uscita gli costò un calcio ben piazzato negli stinchi. Come al solito, la precisione di Dominique non aveva fatto una piega.

- Ahia! - gridò lui, ma rideva ancora - Rose, hai visto cosa mi ha fatto? Perché non le dici nulla, adesso?

Rose rivolse al cugino un’occhiata divertita - Perché questa te la sei cercata, Al.

Dominique rise, schioccandole un bacio sulla guancia, mentre Albus scuoteva la testa.

- Ha ragione Scopius: quando le donne si coalizzano è la cosa peggiore - borbottò Albus a mezza voce, ma il suo commento non sfuggì a Rose.

Sentir pronunciare quel nome la spiazzò. Dominique rispose alla frecciatina di Albus, ma ormai la mente di Rose era proiettata su altri universi.

Dopo quello che era successo il pomeriggio precedente, Rose pensò che l’avvertimento che aveva dato a Malfoy aveva ottenuto gli effetti sperati. Lui le era rimasto alla larga tutta la sera, e quella mattina, a lezione, non si era seduto accanto a lei, ma si era limitato a farle un occhiolino quando era entrato in aula.

Natualmente, questo a Rose non bastava. Se quell’arrogante pensava davvero che lei non gli avrebbe fatto scontare, minuto per minuto, quella scena imbarazzante (Rose arrossì al solo pensiero) a cui l’aveva praticamente costretta la sera precedente, bè… si sbagliava di grosso.

Non sapeva esattamente come, ma l’avrebbe fatto. Sicuro.

 

- Oh, merda… il tempo sembra peggiorare! - imprecò Albus. Evidentemente, lui e Dominique avevano smesso di litigare senza che Rose se ne fosse accorta - Speriamo che domani non piova. Merlino, fa che domani non piova!

Il giorno dopo ci sarebbe stata la partita di Quidditch. Serpeverde contro Corvonero.

Grifondoro e Tassorosso avevano già giocato il mese precedente. Questa sarebbe stata la prima partita dei Serpeverde dell’anno.

- Fossi in te, Al, troverei un incantesimo per tenere asciutta la divisa! - gli disse Dominique, con un sorriso angelico.

- Per questo c’è Rosie - la rimbeccò lui, rivolgendo un’occhiata supplice alla rossa.

- Vedremo… - rispose Rose, con finta aria pensosa - Adesso devo passare un attimo in biblioteca a riconsegnare un libro di Rune. Chi viene con me?

Due sguardi vaghi e leggermente terrorizzati le fecero intuire la risposta - D’accordo, messaggio ricevuto. Ci vediamo a pranzo.

 

*

 

La ragione per cui la biblioteca era il luogo più silenzioso dell’istituto, era fondamentalmente una: non ci andava mai nessuno. A parte Rose, ovviamente.

Ed era proprio quello il bello della biblioteca: avere la certezza di poter stare sola e in pace con i tuoi libri e con i tuoi pensieri.

Fu per questo motivo che, quando Rose mise piede nell’ampio salone pieno di scaffali, sistemati in file ordinate, qualcosa attirò la sua attenzione. E questo qualcosa era nient’altro che un chiacchiericcio soffocato tra due voci.

Ma… non fu tanto questo ad incuriosirla. Quanto il fatto che una delle voci, una voce maschile, fredda e strascicata, le ricordava quella di…

Scorpius Malfoy? In biblioteca? Lui?

Le due voci provenivano da destra: Rose si incamminò tra le file di scaffali, facendo attenzione a non fare rumore. Strinse forte il grande tono che doveva riconsegnare e andò avanti di qualche passo.

Sì, la voce era sicuramente quella di Scorpius.

Una risata cristallina squarciò il silenzio del luogo. Era evidente che il proprietario dell’altra voce fosse una ragazza.

Una sensazione di indignazione fu sostituita da vera e propria eccitazione, alla velocità della luce.

Eccola. Voleva la possibilità di vendicarsi e le era stata servita su un piatto d’argento. Beccato dalla “ragazza” mentre ci provava con un’altra, fantastico. E il bello era che lui non avrebbe potuto obiettare, perché, aglio occhi di tutti ormai, loro stavano insieme…

No, troppo facile, pensò Rose. Con la faccia tosta che si ritrovava Scorpius Malfoy, questo non sarebbe bastato a farlo sentire minimamente in imbarazzo.

A meno che…

 

Depositò il libro sul tavolino e si aggiustò la gonna.

Dopodichè uscì allo scoperto, sbucando proprio di fronte al tavolino a cui erano seduti Scorpius e la ragazza.

Lei era di spalle, ma per Rose non fu difficile riconoscerla: era Belinda Johnson, ultimo anno di Serpeverde. Bionda, fisico longilineo, gambe lunghissime… era praticamente una delle ragazze più ambite della scuola. Contrariamente alle altre sue socie, però, Belinda non aveva un atteggiamento altezzoso e sprezzante nei confronti delle ragazza che, al contrario di lei non facevano parte della categoria “sono una dea”.

Anche per questo era una delle meno odiate; Belinda si limitava ad ignorarle e loro, Rose compresa, facevano lo stesso. In sette anni, Rose era pronta a giurare di aver scambiato con Belinda un massimo di cinque parole. Non che la cosa le dispiacesse, anzi.

Un guizzo di preoccupazione attraversò lo sguardo freddo di Scorpius quando si accorse della presenza di Rose, che nel frattempo continuava a camminare verso di loro con passo deciso.

- Rose - disse, lasciando che il solito sorrisetto strafottente si disegnasse sul suo viso.

Belinda si voltò verso di lei, spalancando i suoi occhioni azzurri, vagamente infastidita.

- Ciao Scorpius - lo salutò sorridendo - Ciao, Belinda.

Quando la bionda ricambiò il saluto, Rose riuscì a scorgere dietro l’apparente gentilezza, un tono di disappunto.

Bè… poco male. Rose non aveva nulla contro di lei; poteva fare quello che voleva con Scorpius, ma solo dopo che Rose avrebbe finito.

E non aveva ancora iniziato.

 

Dopo un attimo di esitazione, tornò a guardare Il ragazzo che, elegantemente scomposto, sedeva sulla sedia, come un principe sul suo trono.

Con le gambe che sembravano non volersi muovere, Rose si diresse verso di lui e tentando di apparire il più naturale possibile, si sedette sulle ginocchia del ragazzo, passandogli le braccia intorno al collo.

- Mi chiedevo dove fossi finito - disse Rose, spietata - E’ da molto che ti sto cercando.

Nonostante un momento di irrigidimento, lo sguardo di Scorpius sembrò rilassarsi (“Anche troppo”, pensò Rose preoccupata), mentre faceva scivolare un braccio intorno al fianco di lei.

- Ehm, ehm.

Un leggero colpo di tosse interruppe il loro scambio di sguardi. Riscuotendosi, Rose non poté fare a meno di notare l’espressione ormai quasi offesa dell’altra ragazza.

“Pazienza”, pensò la rossa, stringendo la presa intorno al collo di lui. Rose non voleva certo fare dispetto a lei, figurarsi. Il suo scopo era quello di umiliare Scorpius, come lui aveva fatto con lei il pomeriggio prima. Semplice.

Metterlo in difficoltà di fronte alla ragaza più carina della scuola, niente altro.

Dopodiché, potevano fare quello che volevano, una volta finita la settimana. Ma fino ad allora, Rose aveva il coltello dalla parte del manico ed era sua intenzione sfruttarlo per quanto le sarebbe stato possibile.

- Quindi voi due…? - disse Belinda, senza scomporsi, con tono allusivo.

- Sì - replicò all’istante Rose - Sì, noi stiamo insieme - cinguettò, reprimendo l’istinto di scoppiare a ridere - Diglielo anche tu, Scorpius!

 

Lui la fissò per un momento, un sorrisetto divertito ad incurvargli la bocca.

- Sì, è vero. Rose è la mia ragazza - disse Scorpius, con fare naturale, disegnando dei cerchietti sul ginocchio di Rose, lasciato scoperto dalla gonna. A quel tocco, Rose si irrigidì.

- Oh - Belinda  era visibilmente dubbiosa - Pensavo che fossero solo le solite, assurde voci di corridoio-

Rose ritenne saggio puntare sull’icertezza di Belinda. Magari sarebbe stata proprio lei a tirarla fuori da quel pasticcio…

- Perché, Belinda? - chiese amabile - Non ci credi?

“Ti prego, dì di sì! Dì di sì!”

- No, certo che no - si affrettò a dire Belinda, nonostante non sembrasse minimamente convinta - Ci credo, ma… ecco, non mi sembrava che tra voi ci fosse quel tipo di feeling…

Le perfette sopracciglia bionde disegnavano un arco altrettanto perfetto mentre lo sguardo azzurro di Belinda era puntato su Scorpius. Rose capì che era da lui che voleva una risposta.

Scorpius si limitò a ridere freddamente. Quasi con noncuranza continuò a eseguire i suoi disegnini immaginari sul ginocchio di lei, spostando sempre più su.

Rose era praticamente un pezzo di legno. Non riusciva a muoversi; aveva persino smesso di respirare.

- Credimi Belinda, il feeling c’è, eccome.

Quando la mano di lui era arrivato a metà coscia, continuando ad eseguire quel gesto sfrontato che pareva non voler smettere, Rose incrociò strette le gambe, incastrendo la mano di Scorpius, in modo da bloccarlo.

 

Scorpius le sorrise malizioso.

Che stronzo.

- Non è vero, Rosie?

Doppiamente stronzo.

- Sì, sì è vero.

“Merda. Mi sta incastrando. Un’altra volta.”

Non poteva dargliela vinta di nuovo. Eppure stava succedendo, ancora. Doveva farsi venire un’idea, alla svelta…

- Sai, Belinda - riprese all’istante - Anche io pensavo che non ci potesse essere alcun feeling, come dici tu. Ma poi… - sospirò, sotto gli sguardi incuriositi dell’una, preoccupati dell’altro - Oh, Scorpius è così dolce! - continuò, zuccherosa - Dovresti vederlo… è come… un gattino!

- Un gattino? - chiese Belinda, confusa, guardando Scorpius.

Da parte sua, il ragazzo aveva assunto un’espressione semplicemente disgustata. Inorridita, proprio.

Rose esultò mentalmente, rincarando la dose.

- Sì. Sì un piccolo gattino cuccioloso! Sa essere davvero dolcissimo quando vuole… - continuò con un tono sognante che le stava facendo venire la nausea - E’ vero, amore? E’ vero che sei un gattino cuccioloso?

Puntò i suoi occhi in quelli color ghiaccio di lui.

Gattino cuccioloso. Probabilmente, il grande, forte, macho e virile Scorpius malfoy non aveva mai ricevuto un insulto peggiore. Mai.

- Tutto per il mio… amore. - rispose, ma non sembrava poi tanto convinto.

- Oh… ma che… bello! - esclamò Belinda, alzandosi elegantemente - Ragazzi, sarà meglio che vada. E’ stato davvero… un piacere.

 

Attesero che la figura di Belinda scomparisse oltre la porta della biblioteca, prima di iniziare a parlare.

- Sempre con questi giochetti, Weasley - disse lui, facendo scoccare la lingua con fare annoiato.

- Piantala, Malfoy. Stavolta ho vinto io, ammettilo.

Lui rise - Avrai vinto una battaglia, te lo concedo. Ma non la guerra.

Lei sbuffò - Vincerò anche quella, non temere.

- Ti rimangono tre giorni, Weasley. Il tempo scorre… tic- tac, tic-tac.

Rose sapeva che lui aveva ragione. In effetti, all’inizio contava sul fatto che qualcuno si sarebbe accorto della loro finta. Ma… nessuno, oltre la sorpresa, aveva mostrato il minimo dubbio.

Davvero la fama, la reputazione di Scorpius Malfoy  erano così intoccabili che nessuno osava mettarle in dubbio?

 

- Tempo al tempo, Malfoy - borbottò lei - E adesso, togli all’istante la tua mano da lì, prima che io usi la mia bacchetta. E non sarebbe molto piacevole…

Scorpius rise ancora, buttando all’indietro la testa in un gesto molto attraente. Sfilò la mano dalle cosce di lei, molto lentamente, continuando a guardarla negli occhi e facendola rabbrividire.

- Come vuoi, Weasley. Ma se vogliamo essere giusti, devo farti notare che sei tu quella agguantata al mio collo. Non che la cosa mi dispiaccia, ovvio.

Rose avvampò. In effetti aveva ragione Scorpius: erano rimasti abbracciati come prima.

- Io non sto agguantata! - disse indignata, sciogliando la presa e rimanendo seduta sulle sue ginocchia - E poi, non hai voluto tu che mi comportassi da fidanzatina? - chiese - Mi pare di sì. E questo mi dà tutto il diritto, in quanto tua ragazza, di fare queste cose.

Come logica, non faceva una piega. Però, Rose si era fatta sfuggire un piccolo particolare…

Lo sguardo di Scorpius si assottigliò pericolosamente - Fammi capire. Siccome stiamo fingendo di stare insieme, tu, in quanto fidanzata, hai il diritto di fare determinate cose, giusto?

- Giusto. L’hai voluto tu, Malfoy, ricordatelo.

- Non me lo scordo, Weasley. Non me lo scordo - disse, sogghignando.

Rose lo guardò attentamente. Sentiva che qualcosa le stava sfuggendo… perché Scorpius aveva quell’espressione così vittoriosa?

Perché la scrutava in quella maniera?

Prima che potesse chiedere qualsiasi cosa, percepì la pressione della mano di lui sulla sua nuca.

Comprese quali fossero le intenzioni di lui poco prima che le labbra di Scorpius sfiorarono, con poca delicatezza le sue.

 

Avendola presa alla sprovvista, Scorpius non impiegò molto ad approfondire il bacio. La teneva stretta; per lei era impossibile divincolarsi. Nonostante un accenno di protesta, Rose si sentiva combattuta: da una parte voleva che lui la smettesse, ma dall’altra…

Fu un bacio violento. La titubanza di lei sembrava colmata dalla iena sicurezza di lui…

Rose sentì che stava definitivamente perdendo il controllo quando Scorpius affondò una mano nei capelli boccolosi di lei…

- Fermo!

Rose lo allontanò con tutta la forza che era riuscita a trovare.

- Che c’è? - fu la risposta sorpresa di lui.

Lei lo fissò scioccata - Come sarebbe a dire “che c’è”?.

- Cosa dovrei dire, Weasley? “Che compiti abbiamo per domani”?

Lei scattò in piedi. Arrabbiata. Anzi, no. Incazzata nera.

- Tu… tu non puoi! - sbottò - Non puoi fare certe cose e poi fare finta di niente!

Scorpius la guardò dal basso - Ti riferisci al bacio?

- Ovvio che mi riferisco a quello! - gridò lei - Tu…non puoi!

- E allora’ - rispose lui, divertito - L’hai detto tu, no? Ufficialmente siamo fidanzati. Se tu hai il diritto di avvinghiarti a me… io posso baciarti. Il principio è lo stesso.

 

Continuò a fissarla, con espressione di sfida. Rose strinse i pugni forte, tanto che le nocche divennero bianche per lo sforzo.

Quel presuntuoso, arrogante.

Ma come si permetteva di trattarla così? Era offesa, indignata, arrabbiata.

Arrabbiata, ecco; era arrabbiata con lui perché era riuscito ancora una volta a prenderla in giro, ma era arrabbiata anche con se stessa, perché nonostante tutto, nonostante fosse sbagliato e assurdo, nonostante fosse solo uno stupido giochetto… quel bacio l’aveva travolta totalmente.

Con un moto di indignazione si allontanò da lui, ancora - Sei proprio… - sibilò - Ti odio.

Prima di voltargli le spalle, non poté fare a meno di notare lo sguardo seriamente colpito di lui, quasi preso alla sprovvista. Come se quel suo insulto avesse fatto centro.

Ma figurarsi…

A passo spedito si diresse verso la porta; i capelli ramati che ondeggiavano da una parte all’altra…

- Aspetta un momento, Weasley -  Rose percepì la stretta intorno al polso destro, stretta che la costrinse a voltarsi.

- Che diavolo ti prende? - sbottò Malfoy. Rose trattenne il respiro quando si trovò faccia a faccia con lui, che la guardava intensamente, bello e imponente come sempre.

- Lasciami stare - inutile tentativo di divincolarsi.

- Prima mi dici che hai fatto - inisistette lui, senza accennare a lasciarla andare.

Rose si morse le labbra, cercando una risposta pungente da dargli. Ma la sua mente sembrava momentaneamente in sciopero.

- Non ho fatto niente, contento? - disse lei, dura - Adesso, se non ti dispiace…

- Mi dispiace eccome, invece! - la interruppe lui - Devi almeno dirmi…

- Io non devo dirti proprio niente, Malfoy! - gridò lei. Con una forte scrollata liberò il suo polso, sotto lo sguardo sorpreso di lui - Ti do una notizia: io non sono come le tue bamboline, chiaro? Io non obbediscono ai tuoi ordini come fanno tutte quelle oche che ti vengono dietro!

 

Respirò affannosamente, rendendosi conto troppo tardi di aver urlato.

Da un momento all’altro sarebbe arrivata anche la bibliotecaria e li avrebbe sbattuti fuori. Ci mancava anche questa.

Scorpius invece, sembrava non curarsene minimamente.

- E’ vero, Weasley - disse tagliente - Tu non sei come le altre.

Rose ingoiò il vuoto - Bè… lo prendo come un complimento.

- Non ho detto che lo sia.

- Non ho detto che voglio complimenti da te, Malfoy! - si inasprì di nuovo lei, notando lo sguardo freddo e distaccato di lui - Anzi sai che ti dico? Perché non li fai a Belinda i tuoi stupidi complimenti? Lei apprezzerebbe questo… ed altro.

Lui sembrò sul punto di ribattere qualcosa, ma si limitò ad afferrare il mantello posato sulla sedia poco distante da loro, senza guardarla.

- Lo farò sicuramente, Weasley -  disse, con il solito tono freddo e strascicato, molto diverso da quello coinvolto ed espressivo che aveva utilizzato fino a poco prima - Anzi, non vedo perché perdere altro tempo.

E detto questo, aprì la porta ed uscì, lasciando Rose confusa e arrabbiata, ma soprattutto completamente, fastidiosamente e inspiegabilmente afflitta.

 

 

 

Vi chiedo umilmente scusa per il terribile ritardo!

Ecco qui la prima parte del quarto giorno; ho deciso di dividerlo perche mi sembrava un giorno molto ricco di… emozioni. In questo capitolo avete letto le prime…

Un grazie di cuore a chi a letto e soprattutto recensito, siete sempre gentilissimi!

Un grazie particolare a :

 

Musicmylife: So che il tuo dubbio non è stato risolto, perché in questo capitolo Al non ha avuto una grande importanza… ma…a presto, spero che questa prima parte del capitolo ti sia piaciuta!

Gattoridens: il mistero del “gufo” si capirà tra un paio di capitoli, promesso! Grazie mille, a presto!

Nabiki93: eh, si! Scorpius inizia a giocare sporco…Rose saprà tenergli testa? Ti aspetto al prossimo! Grazie per la recensione!

Mad world: ne sono contenta! Il mio obiettivo era quello! A presto e grazie mille!

Mica: Ti ringrazio tantissimo! Sono felice che ti stia piacendo! Per il momento Ron lo lascerò fuori… diciamo che Rose avrà già abbastanza problemi senza che ci si metta anche il padre! Ma… mai dire mai! Di questo capitolo (mezzo!) cosa ne pensi?

 

E con questo vi do appuntamento al prossimo che, ripeto, è la seconda parte del capitolo che avete appena letto! Alla prossima!!

 

Dal prossimo capitolo:

- Mettiamola così… - disse lentamente Scorpius. Era evidente che stava cercando di mantenere la calma - Parlale in quel modo un’altra volta e io ti farò sputare vermicoli per una settimana. Toccala ancora… e l’infermeria diventerà il tuo dormitorio per il resto dell’anno. Sono stato abbastanza chiaro?

 

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Capitolo 6
*** Quarto giorno, seconda parte ***


Rose era rimasta di umore pessimo per tutto il pranzo

Rose era rimasta di umore pessimo per tutto il pranzo. Dominique le aveva chiesto più volte cosa le fosse successo, ma Rose l’aveva liquidata sempre con un semplice “niente Dom, è tutto a posto”, tanto che alla fine, la bionda aveva rinunciato al suo proposito di indagare oltre. D’altra parte, Rose non poteva certo raccontargli il motivo che l’aveva portata a quello stato d’animo.

Tre giorni. E poi sarebbe finita.

Doveva solo aspettare tre semplici giorni.

Dopo tanta fatica era inutile arrendersi e mandare tutto all’aria, a quel punto, no?

Alle cinque, aveva salutato i suoi cugini e aveva lasciato la sala comune per recarsi alla riunione dei Prefetti. Non aveva tanta voglia di andare, quel giorno; ma in quanto Caposcuola, non poteva non presentarsi. La riunione si era svolta normalmente: avevano organizzato i vari turni per le ronde notturne e stabilito chi dovesse accompagnare i ragazzi del terzo anno alla gita ad Hogsmade che ci sarebbe stata due settimane dopo.

Alle sei meno dieci, Rose era già libera. Fuori continuava a diluviare. Sperò che non continuasse a piovere anche il giorno dopo, altrimenti sarebbe stato problematico per la partita.

E Albus avrebbe dato di matto.

Nei corridoi non c’era nessuno. Probabilmente, gli studenti stavano approfittando del maltempo per spassarsela nella propria sala Comune. Rose stava attraversando il corridoio dell’ala Ovest, quando incontrò le prime due persone, da quando aveva lasciato la riunione.

Persone che in quel momento avrebbe preferito non incontrare. Ma ormai era troppo tardi per fare marcia indietro; l’avevano vista.

 

- Buonasera, Caposcuola Weasley.

- Buonasera, Zabini. - disse lei, fredda -  Nott.

L’altro ricambiò con un gesto della testa. Convinta di essersela cavata, Rose proseguì a camminare, finchè una mano le strinse bruscamente un polso.

- Quanta fretta, Weasley - le disse Zabini, guardandola divertito - Non hai neanche il tempo di fare due chiacchiere con degli amici?

Quell’idiota di Nott rise forte, appoggiato al muro con le braccia conserte, come se stesse assistendo ad una scenetta spassosa.

- Ma noi non siamo amici, Zabini - rispose lei, pungente. Quella situazione le stava procurando un certo disagio. Si guardò intorno, sperando che passasse qualcuno a cui potesse accodarsi. Nessuno.

- Ma come? - fece Zabini, fintamente dispiaciuto - Così mi offendi, Rosie - arricciò le labbra, fingendo di piangere, ma i suoi occhi sprizzavano divertimento - Eppure… - disse all’improvviso - Tu sei la ragazza di Scorpius e io sono il suo migliore amico. Qualcosa in comune ce l’abbiamo, non trovi?

Rose fece un passo indietro, decisa a tornare da dove era venuta, visto che Zabini e Nott le stavano praticamente bloccando la strada per andare avanti.

- Non credo che questo sia sufficiente ad essere amici, Zabini - disse, acida. Ma Zabini non sembrava essersi scoraggiato.

- Forse non lo sai, Rose - disse lui, avvicinandosi maggiormente a Rose - Ma io e Scorpius dividiamo tutto… - così dicendo allungò una mano verso di lei, per sfiorarle il viso. Rose si ritrasse inorridita.

Cominciava ad essere seriamente preoccupata. In giro non c’era anima viva.

- Non mi toccare, Zabini! - sibilò lei, scacciando malamente la mano del Serpeverde.

Girò sui tacchi per andare via, il più lontano possibile, ma fu trattenuta ancora una volta. Con poca grazia, Zabini le sbarrò la strada; lei indietreggiò quanto possibile, finché non percepì il muro di pietra alle sue spalle.

Zabini torreggiava davanti a lei, in modo inquietante. Rose non riusciva proprio a capire cosa ci trovassero in lui le altre ragazze. Era di una bellezza inquietante e, a detta di Rose, dai modi leggermente disgustosi. Per quanto ne dicesse Zabini, lui e Scorpius erano a due livelli totalmente differenti.

- Sai, è cattiva educazione andarsene nel mezzo di una conversazione - le disse Isidore, passandosi una mano tra i capelli scuri.

 

- No, se il tuo interlocutore non ha alcuna intenzione di parlare con te - rispose sgarbata, ma dietro l’evidente spavalderia si celava un profondissimo senso di disagio - E io non ce l’ho.

Oltre la spalla di Zabini, Rose vide Nott, nella stessa posizione, accendersi una sigaretta, cosa che non avrebbe potuto assolutamente fare all’interno della scuola. Rose stava giusto per farglielo notare, quando Zabini parlò di nuovo.

- Come siamo acide, Rosie - disse, scoccando la lingua - Non dovresti essere così maleducata con il migliore amico del tuo ragazzo… - allungò di nuovo la mani, avvolgendosi una ciocca di capelli di lei intorno al dito.

- Ti ho detto di non toccarmi! - gridò lei, scostandosi; ma rimase ferma dov’era, bloccata dal muro. Respirò forte, spaventata.

Era praticamente in trappola. Schiacciata fra il ragazzo e la parete di pietra…

Finchè…

Zabini fece bruscamente marcia indietro, scostandosi in  fretta da lei. Quando fu abbastanza lontano, Rose si rese conto che il ragazzo non si era spostato di sua spontanea volontà ma era stato piuttosto… trascinato via.

Scorpius Malfoy lo teneva saldamente per il colletto della camicia, senza accennare a lasciarlo.

Era livido.

- Che cazzo stavi facendo? - urlò all’amico, dandogli uno strattone.

In tutta risposta, Zabini assunse un’aria totalmente sorpresa, ma si riprese subito.

- Scorpius, datti una calmata! - gridò di rimando, sistemandosi la camicia. Si guardarono in cagnesco.

Rose osservava la scena, una mano sulla bocca. Aveva fatto un respiro di sollievo quando aveva incontrato lo sguardo ormai familiare di Scorpius.

- Ringrazia che non ti affatturo in questo momento, coglione! - disse Scorpius, muovendosi minaccioso verso Zabini - Che cosa cazzo ti è venuto in mente?

Zabini lanciò un’occhiata allarmata a Nott che guardava basito la scena. Evidentemente si era reso conto di aver superato i limiti concessi.

 

- Andiamo, Scorp… - disse, con tono falsamente leggero - Stavamo solo facendo due chiacchiere con la tua ragazza… nient’altro!

Scorpius sospirò, chiudendo gli occhi, come a volersi calmare. Si soffermò a guardare Rose per alcuni secondi, poi concentrò la sua attenzione nuovamente su Zabini.

- Mettiamola così - disse lentamente Scorpius. Era evidente che stava cercando di mantenere la calma - Parlale in quel modo unaltra volta e io ti farò sputare vermicoli per una settimana. Toccala ancora e linfermeria diventerà il tuo dormitorio per il resto dellanno. Sono stato abbastanza chiaro?

Zabini lo osservò sconcertato, ma poi, a malincuore annuì.

- Lo spero bene.

Così dicendo, andò verso Rose, le afferrò una mano e senza dire una parola la portò via, senza prima aver lanciato un’altra occhiataccia carica di ira ai suoi amici.

Camminarono per qualche minuti in silenzio. Rose faticava a stargli dietro, ma non osava dirgli di rallentare. Non lo aveva mai visto così arrabbiato.

Soltanto quando arrivarono nei pressi della Sala Grande, Scorpius si decise a fermarsi, voltandosi verso di lei. Sembrava imbarazzato. Aveva ancora le guance leggermente arrossate, effetto della furia di prima.

- Stai bene? - le chiese bruscamente. Forse si sbagliava, ma Rose sembrò percepire un pizzico di vera preoccupazione quando lui le rivolse la domanda.

Lei annuì - Sì. Sì… tutto bene - abbassò lo sguardo, evitando di guardarlo. Sentiva che la tensione di poco prima stava per venir fuori…

 

Scorpius aumentò la stretta nella sua mano, spostandole delicatamente il mento con un dito per guardarla - Mi dispiace, Weasley - disse sincero - Mi dispiace, davvero. Non doveva permettersi di… - strinse le labbra, passandosi la mano libera tra i capelli. Sospirò - Non so come gli sia venuto in mente, ma non doveva succedere. Ti chiedo scusa.

- Non è colpa tua - disse lei, imbarazzata - Non fa niente…

Rose era totalmente spiazzata da quella reazione tanto… umana di Scorpius.

- E senti… - aggiunse lui - Mi dispiace anche per prima. Sono stato… uno stronzo anche io.

Rose nonostante tutto, gli sorrise. Mai si sarebbe aspettata di ricevere delle scuse da lui, Mr Orgoglio.

- Evidentemente, la stronzaggine è una prerogativa dei Serpeverde - disse, ma era evidente che non era arrabbiata.

Inaspettatamente, lui contraccambiò il sorriso - Albus sarà felice di questa cosa - disse, sogghignando.

- Naturalmente, Albus è l’eccezione che conferma la regola - puntualizzò lei.

Lui rise - Ma possibile che hai sempre la risposta pronta? - le chiese - Dai, ti accompagno in sala Comune.

Detto questo cominciò a camminare con passo disinvolto, le mani in tasca.

- Sono in grado di raggiungere la Torre anche da sola, Malfoy!

Lui si voltò e la guardò scettico - Sì, come no. Vedila così, allora: mi sento più tranquillo ad accompagnarti - rise - Avanti, Rosie, fallo per me! - aggiunse con una faccia da schiaffi.

Senza proferir parola, Rose lo raggiunse divertita, alzando gli occhi al cielo. Per tutto il tragitto camminarono in silenzio, lui un passo dietro di lei.

Quando arrivarono davanti al quadro della signora Grassa, Rose si voltò verso di lui.

- Allora… eccoci qua. - disse lui, con voce strascicata.

- Già - annuì lei - Sono sana e salva, puoi andare tranquillo.

Lui guardò l’orologio - Sì. Siccome qualcosa mi dice  che non riceverò un bacio della buonanotte… - sogghignò divertito, in risposta allo sguardo omicida di lei - Credo che andrò; l’allenamento mi aspetta.

- Ah, sì… - disse Rose, dandosi un colpetto sulla fronte - la partita di domani. Bè… ci vediamo, allora - lo salutò, non sapendo cos’altro dire.

Lui annuì, facendole un cenno con la mano.

Rose andò verso il quadro, sussurrando alla Signora Grassa la parola d’ordine, travolta da una miriade di sensazioni, difficili da decifrare.

Mentre il quadro si spostava per lasciarla passare…

 

- Verrai?

Rose si voltò, confusa - Come?

Lui sembrava perfettamente a suo agio, appoggiato alla balaustra, le mani in tasca - Alla partita. Verrai?

- Sì - rispose, colpita - Certo, sì. Verrò.

Il solito ghigno di Scorpius si trasformò in un vero sorriso, mentre si dirigeva verso le scale.

- Bene - le disse - Perché assisterai alla vittoria dei Serpeverde. A domani, Weasley.

- A domani, Malfoy.

E il quadro si richiuse.

 

E questa è la seconda parte!

So che il capitolo è molto corto (vi ricordo però che non è un vero “capitolo, ma un “mezzo capitolo)… ma spero vi sia piaciuto ugualmente! Comunque con il prossimo si torna alla lunghezza normale, promesso!

Voglio ringraziare tutti voi che avete letto e recensito, soprattutto:

 

Musicmylife: sono davvero felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto! Ti assicuro che anche io mi sono divertita tanto a scriverlo! Di questo cosa ne pensi? Grazie, alla prossima!

 

Tartablu: Sei troppo gentile  mille! Davvero, mi fa un piacere immenso che la mia storia ti stia piacendo e ti ringrazio di cuore per i bei complimenti (il mio ego ormai sta svolazzando a livelli molto elevati)!! Spero che questo capitolo non ti abbia deluso e ti dico che il bello (a mio parere) deve ancora arrivare…!

 

 

GIO_HP4e: Grazie tante davvero! Eh sì… a quanto pare Rose e Scorpius si stanno avvicinando… ma durerà?? Ti aspetto alla prossima, se vuoi!

 

Vera Auxilia 04: Ecco svelato il mistero! Come vedi Scorpius non ha apprezzato molto le maniere di Zabini… grazie mille per aver letto e recensito il capitolo precedente! Di questo cosa ne pensi? A presto!

 

Maricuccia: Direi che in questo emergono ancora di più i lati più nascosti dei protagonisti! Soprattutto per quanto riguarda Scorpius… alla prossima, se vuoi!

 

Nabiki93: Eh, sì! E’ Rose la ragazza che Scorpius si affretta a  difendere (scommetto che non te lo saresti mai immaginato, eh???? XD XD)! Reazione inaspettata, soprattutto perché il tutto si verifica dopo la litigata del capitolo precedente! Sei stata gentilissima, come al solito! Mi farebbe piacere conoscere il tuo pensiero anche su questo capitolo!

 

Un abbraccio forte, vi aspetto al prossimo!

 

 

Dal prossimo capitolo:

Rose si bloccò all’improvviso, alla vista di qualcosa. O meglio, di qualcuno.

Qualcuno che le era molto familiare, ma che tecnicamente, non doveva trovarsi lì; non poteva trovarsi lì.

Rimase ferma per alcuni secondi, sotto lo sguardo interdetto del suo accompagnatore, lasciando che il vento le scompigliasse i capelli e le gocce di pioggia le bagnassero il viso.

Finchè quel qualcuno, vedendola, non le rivolse un sorriso radioso che Rose sapeva, era rivolto solo a lei.

- Ciao, bellezza! (…).

 

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Capitolo 7
*** Quinto giorno, prima parte ***


Il giorno della partita era sempre un momento di festa per gli studenti di Hogwarts

Il giorno della partita era sempre un momento di festa per gli studenti di Hogwarts.

In particolar modo, l’adrenalina mista ad un potente carico di eccitazione, travolgeva i ragazzi delle Case interessate, in questo caso Serpeverde e Corvonero.

Nonostante le preghiere di Albus, il tempo non era migliorato molto dal giorno precedente. La tempesta era passata, ma una coltre di nuvole ricopriva il cielo, dandogli una scura e triste tonalità grigiastra.

Quando Rose scese a fare colazione, gli studenti in Sala Grande erano già in  subbuglio. Si unì ai suoi cugini, ignorando lo sguardo truce che suo fratello, dopo giorni, si ostinava ancora a riservarle.

 

- Sei di buonumore oggi, Rosie? - alzando lo sguardo, Rose si trovò faccia a faccia con il sorriso smagliante di Dominique.

- Normale, direi  - rispose Rose, confusa, aggiungendo cereali nel suo latte - Perché me lo chiedi, Dom?

- No, così… era per dire… - fece l’altra, sbrigativamente - Allora… oggi sei costretta a tifare per i Serpeverde - buttò lì, ingenuamente.

Così ingenuamente che a Rose sfuggì il doppio senso di quella frase.

- No - disse infatti, scuotendo la testa - Albus lo sa che ho sempre simpatizzato per i Corvonero. Di certo non cambierò idea all’ultimo anno…

- Ma io non mi stavo a riferendo ad Albus… - ribattè Dominique, muovendo le labbra perfette in un sorrisetto malizioso.

Rose arrossì all’istante e prima che potesse rispondere qualcosa, Dominique si era già buttata in un’altra conversazione con Roxanne.

Furba, la ragazza.

 

Poco dopo Albus passò al loro tavolo a salutarli, ricevendo pacche sulle spalle e vari “in bocca al lupo” da tutti i cugini, incuranti degli sguardi di disapprovazione degli altri Grifondoro.

Quando tutti ebbero finito di rifornirsi di cibo, Rose afferrò il suo bell’ombrello blu e uscì dalla stanza insieme a Lily, Roxanne e Dominique, non senza prima aver lanciato uno sguardo verso un determinato tavolo, intenta a cercare lo sguardo di una determinata persona. Ma  non l’aveva trovato.

Non ebbe neanche il tempo di chiedersi mentalmente dove fosse, che Dominique le diede  un potente pizzicotto sul braccio.

- Ahia! - si lamentò la rossa - Sei pazza?

Ma l’amica guardava un punto alla sua destra. Lo stesso stavano facendo Lily e Roxanne.

- Si può sapere che…?

- Rose.

Lei sobbalzò, voltandosi.

- Sco-Scorpius… - inspiegabilmente, si sentì avvampare  - Io… non ti avevo sentito arrivare.

- Figurati. La solita… - la canzonò lui.

Okay, non era esattamente un discorso da “fidanzati”, ma per la prima volta da quando avevano iniziato quella messinscena erano… sinceri.

Rose vide Lily fissare Scorpius ammaliata; questo la fece sorridere.

- Ragazze… vi dispiace se vi raggiungo? - disse Rose, rivolta alle sue cugine.

- Certo che no! - rispose prontamente Dominique - Ti occupiamo il posto.

Vedete? Ecco perché Rose adorava Dominique.

 

- Allora… - cominciò Rose impacciata, mentre le cugine si allontanavano - .Il gran giorno è arrivato…

“Complimenti, Rose. Bel commento. Davvero meraviglioso. Merlino… ma quanto sei idiota?”.

- Ehm…sì. -rispose lui, poco convinto - Non ti facevo un’accanita tifosa di Quidditch.

Lei sorrise debolmente. Ritenne più saggio stare zitta piuttosto che uscirsene con una sciocchezza simile a quella di prima.

- Stai bene… con i capelli in quel modo. -  disse all’improvviso Scorpius, con il suo tono sicuro.

Rose impiegò qualche secondo a capire che in realtà aveva tutte le caratteristiche di un complimento.

Scorpius le aveva fatto un complimento?

- Grazie - si ritrovò a dire, passandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli che era sfuggita dalla crocchia in cui li aveva legati - Devo legarli quando piove, altrimenti con l’umidità diventano ancora più…

- Indomabili? - suggerì lui.

- Già - lei, annuì - Indomabili.

Quando arrivarono nei pressi della porta d’ingresso furono travolti  da una gelida folata di vento. Rose rabbrividì, stringendosi maggiormente nel suo cappotto. Scorpius invece, sembrava perfettamente a suo agio nella divisa verde argento. Rose si ritrovò ad ammettere a se stessa che quella divisa lo rendesse alquanto… affascinante, sì.

Rare e fastidiose gocce di pioggia iniziarono a colpirli quando furono fuori.  Rose, istintivamente aprì l’ombrello, osservando fiotte di studenti incappucciati affrettarsi verso il campo da Quidditch.

Scorpius continuava a camminarle a fianco; il volto pallido segnato da alcune gocce d’acqua.

Sarebbe stato scortese se non…

Era buona educazione d’altra parte…

Non poteva mica far finta di niente, no?

- Ehm, Scorpius vuoi… ? - disse Rose, indicando l’ombrello.

Lui scosse la testa, sorridendole - No, non mi spaventano due gocce di pioggia - disse, caricandosi la scopa su una spalla con un gesto molto… atletico.

- Come vuoi - rispose Rose, leggermente sollevata.

- Comunque… grazie lo stesso. - disse Malfoy, senza guardarla.

- Prego.

 

Da lontano, Rose vide Albus svolazzare in aria, facendo acrobazie che le fecero trattenere il respiro un paio di volte.

- Mio cugino è pazzo - commentò rivolta a sé stessa.    

- Tuo cugino è un grande con la scopa - ribatté Scorpius ammirato

- Diciamo che rende onore alla famiglia, sì - fece Rose, sorridendo.

Scorpius si passò una mano tra i capelli umidi, scompigliandoli; Rose distolse lo sguardo.

- E tu? Come te la cavi con il Quidditch? - le chiese Scorpius, curioso - Mi sembra di non averti mai vista giocare.

Rose rise - Ritieniti fortunato, allora! A parte gli scherzi… io e le scope non andiamo troppo d’accordo.

- Aspetta, Wesley - disse lui, fermandosi - Mi stai dicendo che non sai volare?

Rose sospirò - Ho ripreso qualcos’altro da mia madre, oltre all’intelligenza, sai? Puoi ridere ora.

Ma lui non lo fece; sembrava piuttosto sorpreso - C’è poco da ridere Weasley, Questa è una cosa seria…

 

Ma ormai la mente di Rose era concentrata su altro. Su qualcosa che gli occhi avevano visto ma che il cervello non aveva ancora metabolizzato.

Rose si bloccò all’improvviso, alla vista di quel qualcosa. O meglio, di qualcuno.

Qualcuno che le era molto familiare, ma che tecnicamente, non doveva trovarsi lì; non poteva trovarsi lì.

Rimase ferma per alcuni secondi, sotto lo sguardo interdetto del suo accompagnatore, lasciando che il vento le scompigliasse i capelli e le gocce di pioggia le bagnassero il viso.

Finchè quel qualcuno, vedendola, non le rivolse un sorriso radioso che Rose sapeva, era rivolto solo a lei.

- Ciao, bellezza!

Rose sorrise, correndogli incontro.

- James!

Gli buttò un braccio al collo, mentre con l’altro reggeva ancora l’ombrello.

Suo cugino la strinse forte, facendole fare un giro mentre le schioccava un rumoroso bacio sul collo.

- Che ci fai tu qui? - gli chiese Rose, sciogliendo l’abbraccio.

James scrollò le spalle, guardandola furbescamente - Sono venuto a tifare per il mio fratellino, ti stupisce?

Sinceramente, a Rose stupiva eccome, ma era così felice di rivedere James che la cosa passò in secondo piano.

James, insieme ad Albus, era il suo cugino preferito. E lei li adorava in modo differente.

Adorava Albus come fratello; James come… amico.

Gli sorrise, mentre lui la guardava con i suoi occhi verdi, belli e diversi da quelli del fratello.

- Allora? - disse James, passandole un braccio attorno alle spalle - Come sta la mia Weasley preferita?

- Direi che me la cavo abbastanza bene. E tu? Te la starai spassando alla grande, immagino.

James scosse la testa con vigore, una ciocca di capelli scuri scese a coprirgli la fronte - Come faccio a spassarmela se tu sei chiusa qui dentro?

Rose gli tirò un potente pugno sul braccio, allontanandosi da lui - Scemo.

 

- Potter! - sopraggiunse una terza voce alle loro spalle - Hai già nostalgia delle favolose performance dei Serpeverde?

James schioccò la lingua; con una certa sorpresa Rose notò che il cugino sembrava vagamente infastidito. E ciò era strano perché solitamente rispondeva alle frecciatine di Malfoy con un certo divertimento. Anzi, spesso era lui stesso a provocarlo: era sempre stato il suo passatempo preferito.

Ma adesso… cos’era quell’ombra che Rose vedeva negli occhi di James? Astio?

- Ti piacerebbe, Malfoy - rispose con durezza James.

- Vedrai. Prenderò quel boccino prima che tu abbia il tempo di sederti - rispose Malfoy, passandosi la scopa da una spalla all’altra.

Sembrava non aver notato l’atteggiamento visibilmente ostile di James. O comunque, lo nascondeva bene.

- Credimi, Malfoy: il boccino d’oro, in questo momento, è il tuo ultimo problema - ringhiò James, puntando il dito contro il biondo.

A quel punto, Scorpius mostrò un  minimo di spaesamento. Incrociò lo sguardo di Rose, che comprese all’istante quali fossero le vere intenzioni del cugino.

- James, piantala! - gli ordinò.

- Allora è vero? - gli chiese lui, avvicinandosi a Rose e prendendole il mento fra le mani per guardarla negli occhi - E’ vero, Rose? Esci con… questo?

Rose spalancò la bocca per la sorpresa. Mai si sarebbe aspettata che persino James l’avrebbe ostacolata. Anche lui credeva che Rose fosse una ingenua ragazzina incapace di fare le proprie scelte.

- Questa è una cosa che dovete risolvere in famiglia - annunciò Scorpius - Ci vediamo, Rose. Potter… è stato un piacere.

Ma James non aveva intenzione di distogliere lo sguardo da lei. Fu Rose a riscuotersi per prima, indietreggiando e scrollandosi dalla presa di lui.

- Questi sono fatti miei - disse Rose, sentendo la rabbia salire - Non ci credo che… non posso credere che tu sia venuto qui… per questo! - aggiunse, indignata.

- Questo è molto più importante di quanto tu creda, Rose - rispose James, la camicia segnata dalle gocce di acqua.

- Se anche lo fosse, non sarebbero fatti tuoi! - si ritrovò a gridare Rose. Alcuni passanti, si voltarono a guardarli: per metà erano studenti che stavano scendendo verso lo stadio, l’altra metà, invece, erano i membri (soprattutto femminili) del fan club di James.

- Cerca di capire, Rose - il tono di James sembrava più calmo; si passò una mano sulla fronte in un gesto esasperato - Ti prego, ragiona. Volevi dimostrare di essere indipendente nelle tue scelte? Bene, lo hai fatto. Ma adesso devi chiudere.

 

Rose tremava dalla rabbia. E dall’indignazione.

Non sapeva cosa la trattenesse dal lanciare l’ombrello che teneva in mano contro James.

Prima di fare qualcosa di cui si sarebbe poi pentita, Rose girò sui tacchi e arrancò giù per la collina, livida di rabbia. Camminava a passo così veloce che sembrava stesse correndo.

- Aspetta, Rose! Rosie!

Si voltò di scatto - Te lo dico una volta sola, James: stanne fuori.

- No! - rispose lui, corrugando le sopracciglia scure - Non lascerò che… no, Rose. Devi starmi a sentire… anche tuo fratello…

Ah!

Rose ebbe un’illuminazione. Suo fratello.

Ovvio che era stato lui. Cristallino, limpido come l’acqua. Che stupida che era stata a non pensarci prima.

Chi altri avrebbe potuto tirarle un tiro del genere se non suo fratello? Ovvio, che era stato lui. Ovvio.

Hugo sapeva del rapporto che lei aveva con James. Sapeva dell’influenza che lui aveva su di lei.

Lo sapeva.

Ma non stavolta.

- Hugo! - esclamò Rose, mentre il respiro le si faceva più affannoso - E’ stato lui, vero? Ti ha mandato lui a chiamare!

- Non importa chi è stato! - gridò James di rimando.

- Sì certo. I miei complimenti - disse Rose, fingendo di battere le mani - Molto maturo da parte vostra. Hugo dovrebbe…

- Non è stato Hugo, Rose - la interruppe James, mentre la pioggia iniziava a farsi più insistente - E’ stato Albus.

Rose impiegò alcuni secondi prima di recepire e immagazzinare quel messaggio.

Albus…

Ma lui… le aveva promesso che ne sarebbe rimasto fuori, che sarebbe stato dalla sua parte se era questo ciò che Rose desiderava. E invece…

Non si era fidato, come tutti gli altri.

Impalata sul posto, Rose non sapeva cosa dire, tanto si sentiva delusa.

James le si avvicinò cauto, il volto addolcito - Lo ha fatto per il tuo bene, Rosie - ripetè per l’ennesima volta, accarezzandole il viso con due dita - E io lo appoggio in questo.

Rose alzò lo sguardo, perdendosi in quello profondo del cugino. Di nuovo, si voltò e iniziò a marciare giù per la collina velocemente, il fango che schizzava, i pensieri che vorticavano.

All’improvviso quel luogo si fece affollato. Troppo affollato.

Striscioni e stendardi spuntavano da ovunque. E le voci… un brusio assordante di voci, le martellava nella testa.

 

Tornò indietro.

Senza guardare neanche dove stesse andando cominciò a camminare, lontano da quel trambusto che la stava soffocando.

Non gliene importava niente della partita. Doveva andarsene.

Lontano da James e da Hugo. Lontano da Albus…

Ma qualcosa la trattenne bruscamente. Una stretta sulla spalla…

- Weasley, che succede? - Scorpius, imponente nella sua divisa, sembrava sinceramente preoccupato. Un piccolo solco divideva le sue sopracciglia corrugate.

- Niente… - fece Rose, scuotendo la testa, tentando di apparire convincente  - Niente… è tutto apposto.

Scorpius si guardò intorno, gli occhi ridotti a fessure - Si tratta di Isidore? - sfoderò la bacchetta guardandosi ancora intorno - Sono loro, vero? Stavolta non se la caveranno con poco, io…

- No, no, no… - rispose Rose con vigore - Nott e Zabini non c’entrano nulla, davvero… io… ho litigato con James, tutto qua.

- Oh, capisco - rispose Malfoy, rinfoderando la bacchetta - Potter…

- Sì - annuì Rose - Questa… ehm… situazione… sta portando alla luce dei risolti inaspettati.

- Che vuoi dire…? - chiese Malfoy.

- MALFOY! GIU’ LE MANI DA LEI!

Rose non si era neanche accorta che Scorpius aveva mantenuto la presa sulla spalla.

Ma a quanto pare James sì.

Rose sospirò, chiudendo gli occhi e cercando di mantenere la calma.

E pensare che lei aveva sperato che la discussione si fosse chiusa lì, poco prima.

Cosa piuttosto divertente se si pensa che in realtà, nonostante le vane speranze di Rose, la situazione era inevitabilmente destinata a capitolare.

A partire da ora.

 

 

 

Salve a tutti!

Anche questo capitolo ho preferito dividerlo in due parti. La seconda parte arriverà presto… tra l’altro, siamo già al quinto giorno! Manca poco allo scadere della settimana!

E le ultime parole di questo capitolo la dicono lunga…

Che dire? Ecco qui svelato il mistero! Leggendo le vostre recensioni ho notato che molti erano curiosi di sapere chi fossero l’ “accompagnatore” e “il ragazzo che la chiama “bellezza””.

Ebbene… non sono altri che Scorpius e James.

 

Vorrei chiedervi un favore: potete togliermi una curiosità? Avete indovinato chi erano i personaggi “misteriosi”? Oppure chi immaginavate che fossero?

 

Come al solito, ringrazio tutti voi che avete letto e recensito, in particolare:

Musicmylife: Immagino che adesso la situazione si un po’ più chiara! Nella scorsa anticipazione avevo volutamente cercato di non svelare troppo! Quindi… sorpresa? O un po’ te lo aspettavi? Spero che il capitolo ti sia piaciuto! A presto!

 

GIO_HP4e: Per me è un onore che la scena ti abbia fatto pensare a Bella ed Edward! Non ambivo a tanto! Comunque… mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, mi auguro che sia così anche per questo! Grazie e alla prossima!

 

Memi: Così mi fai commuovere!! Davvero, sono felicissima che la storia ti stia piacendo! Ti confesso che anche io mi sono particolarmente divertita a scrivere di questa quarta giornata… Ecco svelato il mistero: il tipo che la chiama “bellezza” è nient’altro che James! Allora… la tua idea era giusta? Grazie mille ancora, alla prossima!

 

Maricuccia: Grazie, grazie, grazie! Sei troppo buona! A quanto pare, con l’anticipazione scorsa sono riuscita a metterti fuori strada: a salutarla non era Scorpius, ma James, come avrai notato. Ebbeni sì, ci si mette anche lui a creare problemi! A presto, se ti va!

 

Hermione12: E’ James! Te lo aspettavi? Spero che il capitolo non abbia deluso le tua aspettative! Grazie mille per la recensione!

 

Mica: Ti ringrazio doppiamente: sia per i complimenti che per le critiche costruttive. Hai perfettamente ragione, ho postato quel capitolo velocemente e sono consapevole che ci sono degli errori di battitura! Prometto di rimediare al più presto, appena ho un attimo abbastanza lungo da potermici mettere seriamente!! Per il resto… la frase a cui ti riferisci tu l’ho trovata perfetta per Scorpius! Abbastanza minatoria, ma non troppo… violenta! E di questo capitolo cosa ne pensi? Alla prossima, se vuoi!

 

Nabiki93: Immagino che la situazione sia diventata un po’ più comprensibile adesso! Era mia intenzione comunque, creare una certa suspance ….  E vedo che ha funzionato! Ma adesso c’è un altro mistero da svelare… a presto, cara!

 

 

Dal prossimo capitolo:

- Smettila, SMETTILA SUBITO! - gridò Rose, rossa in volto. I capelli boccolosi stavano liberandosi dall’acconciatura in cui li aveva sistemati con tanta cura - Quello che è successo questa estate tra noi non ti da alcun diritto di intrometterti nella mia vita! Chiaro?

Un rumore sordo, simile a quello prodotto da un oggetto che si schianta sul pavimento, li fece voltare entrambi.

Rose inorridì, “Oh, no…”.

 

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Capitolo 8
*** Quinto giorno, parte seconda ***


Per un momento nessuno dei tre parlò

Per un momento nessuno dei tre parlò.

Il clamore dei tifosi rompeva il silenzio imbarazzante che ci sarebbe stato, prima che Scorpius prendesse la parola.

- Seriamente… qual è  il tuo problema, Potter?

Rose passò lo sguardo dall’uno all’altro. L’espressione di Scorpius sembrava tranquilla e rilassata, come sempre… ma i suoi occhi tradivano un insopportabile fastidio.

- Se fossi in te, non vorrei saperlo, Malfoy - ribatté in risposta James, puntando un dito contro il biondo.

Prima che Scorpius avesse il tempo di rispondere, cosa che si stava già preparando a fare, Rose fu costretta ad intervenire.

- James, piantala adesso!

Una voce gracchiante e amplificata annunciò che la partita stava per iniziare.

 

- Sarà meglio che vada - disse Scorpius rivolto a Rose, mettendosi la scopa su un spalla. Dopo aver lanciato un’ultima occhiata di ghiaccio a James, che sembrava ancora sul punto di volerlo Schiantare, Scorpius si incamminò verso gli spogliatoi con la sua solita andatura disinvolta.

- Scorpius! - chiamò Rose, dopo un attimo di esitazione. Malfoy si voltò - Vedi di prendere quel boccino…

Le labbra di lui vibrarono in un sorriso che scemò velocemente nel solito ghigno vagamente divertito - Ti porterò quel boccino prima che tu abbia il tempo di andarti a sedere, Rose.

E stavolta andò via sul serio, sotto lo sguardo piacevolmente sorpreso di Rose.

- Non mi piace per niente, Rosie - sentenziò una voce alle sue spalle.

La ragazza alzò gli occhi al cielo, mordendo le labbra per non permettere a delle parole poco educate di uscire dalla sua bocca.

Ignorando James, si avviò verso gli spalti dei Grifondoro, dove le sue cugine le stavano tenendo il posto, sperando ardentemente che James riuscisse a lasciarsi distrarre dalla partita e a dimenticare quella storia.

 

Ma ovviamente si sbagliava.

Scorpius impiegò meno di quaranta minuti a prendere il boccino, portando i Serpeverde alla vittoria. Nonostante lei avesse sempre tifato per i Corvonero, Rose non poteva non ammettere di sentirsi, in un certo senso, eccitata da quella vittoria.

Ma questa eccitazione, lasciò ben presto il posto ad un fastidioso senso di nervosismo, quando, liberatasi dalla folla di studenti urlanti, Rose scorse James ad attenderla.

- James! Che ci fai qui? - esclamò Dominique, seguita a ruota da Roxanne.

Lui le abbracciò affettuosamente, come faceva sempre.

- Ho pensato che Albus potesse aver bisogno di un supporto morale, diciamo! E quindi… eccomi qua! - mentì allegramente James, incrociando lo sguardo truce di Rose.

Che attore.

- Anzi… sarà meglio che vada a salutarlo - stava dicendo, adesso - Mi accompagni, Rose?

Per un momento Rose pensò di rifiutarsi, ma poi immaginò che lui avrebbe trovato qualche altro modo per parlarle, quindi meglio risolvere subito il problema.

- Certo.

- Oh, bè… credo che sia ancora negli spogliatoi, perché non l’ho visto passare - spiegò Dominique, saltando con la mano l’affranto capitano dei Corvonero che da sempre aveva una cotta per lei - Vi aspettiamo al castello. Verrai a salutarci prima di andar via, James?

- Ovviamente.

 

Rose fece schioccare la lingua spazientita, mentre osservava le cugine sparire in mezzo al mucchio di studenti diretti al castello.

- Cerca di fare in fretta, per cortesia. Non ho intenzione di stare tutto il pomeriggio a sorbirmi una tua paternale - disse Rose acida, incrociando le braccia strette strette.

Inaspettatamente, James ridacchiò, cosa che la fece innervosire ancora di più.

- Sai che sei ancora più deliziosa quando ti arrabbi? - le disse, spudoratamente.

- Piantala!

- Su, Rosie… a parte gli scherzi - riprese, facendosi serio - Stare con quel Malfoy è sbagliato!

Lo disse con voce non troppo bassa. Alcuni studenti ritardatari si voltarono a guardarli, incuriositi.

Rose si sentì arrossire. Quello di cui non aveva proprio bisogno era una scenata di fronte a tutti. Ma James sembrava non capirlo. Nessuno sembrava capirlo.

Tutti pretendevano di sapere cosa era meglio per lei

Ma di quello che Rose voleva se ne fregavano altamente. La rabbia che aveva accumulato fino a quel momento cominciò a ribollirle all’altezza dello stomaco.

- Entriamo qui - gli disse, aprendo la porta di uno spogliatoio vuoto.

All’interno non c’era nessuno; i giocatori se ne erano andati via.

Bene. Almeno non li avrebbero interrotti.

- Ascoltami bene, James, perché questa è davvero l’ultima volta che mi prendo la briga di dirtelo. Stanne fuori, statene fuori tutti.

Raramente Rose riusciva ad essere così minacciosa. Ma quella parte, evidentemente, le stava riuscendo abbastanza bene perché vide James strofinarsi la fronte velocemente; lo faceva sempre quando sapeva di essere in difficoltà.

- Non puoi chiedermelo.

- Ne ho tutto il diritto, invece - gli urlò lei in risposta.

Merda, ma perché non capiva? Perché si ostinava a non capire?

- Se pensi che accetterò mai di lasciarti nelle… grinfie di quello lì, ti sbagli di grosso Rose - sentenziò James, tranquillo, come se avesse preso la sua decisione e non ci fosse nient’altro da aggiungere.

 

- E’ la mia vita - sibilò lei, trattenendo a stento l’impulso di sbattere la testa contro il muro.

- Sì, lo è. E stai facendo una cazzata, Rose - disse James, alzando per la prima volta la voce - Ti sta solo usando, non lo capisci? - scosse la testa come a cacciare via brutti pensieri - Possibile che non…

- Smettila, SMETTILA SUBITO! - gridò Rose, rossa in volto. I capelli boccolosi stavano liberandosi dall’acconciatura in cui li aveva sistemati con tanta cura - Quello che è successo questa estate tra noi non ti da alcun diritto di intrometterti nella mia vita! Chiaro?

Un rumore sordo, simile a quello prodotto da un oggetto che si schianta sul pavimento, li fece voltare entrambi.

Rose inorridì, “Oh, no…”.

 

Sul volto di James si era calata una maschera impassibile.

- Cazzo… - soffiò lui, passandosi una mano tra i capelli, cercando di non guardare verso la terza figura.

Rose, invece, non riusciva a non farlo. Aveva gli occhi fissi in quelli tanto familiare del nuovo arrivato, sperando di coglierne… un segno.

- Albus…

Il ragazzo passava lo sguardo dall’uno all’altra; indossava ancora la divisa da Quidditch, la scopa abbandonata ai suoi piedi, giaceva a terra, senza che lui se ne preoccupasse.

- Ehm… io… mi avevano detto che mi stavate cercando - disse con voce roca, fissando un punto dietro di loro - Ma evidentemente non avete più bisogno di me…

Fece per andarsene, ma James fu più veloce.

- Albus, ti posso spiegare.

Albus alzò una mano per bloccarlo, il volto distorto in un’espressione di delusione - Non mi devi spiegare niente - si voltò di nuovo, senza degnare Rose di uno sguardo. Fece tre passi, poi si voltò di nuovamente - Anzi, forse una cosa c’è. Magari potresti spiegarmi come sia possibile che mio fratello, a cui io ho chiesto aiuto per proteggere quella che per me è una sorella , ha fatto la stessa cosa che adesso rimprovera ad altri? - disse Albus alzando man mano il suo tono di voce, il volto contratto dalla rabbia - Con quale faccia tosta? Con quale cazzo di faccia tosta hai accettato di aiutarmi sapendo quello che hai fatto? Eh?

James sospirò, imprecando a bassa voce - E’ stato solo… niente, Al! - guardò Rose, cercando il suo sostegno, ma la ragazza era ancora ferma al suo posto; paralizzata da quella situazione - La stai facendo più grossa di quanto non sia.

 

A queste parole, Albus sembrò davvero sul punto di usare le mani, ma fortunatamente, Rose gli si parò davanti, trattenendolo per un braccio.

Si scambiarono uno sguardo, di cui solo loro conoscevano il significato. Era il loro linguaggio segreto che nessun altro sarebbe riuscito ad interpretare.

- Albus, ti prego… calmati! - gli disse, faticando a ricacciare le lacrime - Per favore… mi dispiace, io… non avresti dovuto saperlo così. Ma davvero… io e James abbiamo chiarito subito. Per favore…

Albus scosse la testa, apparentemente più calmo - Non devi chiedermi scusa, Rosie - le disse dolcemente, come se non fosse stato sul punto di perdere il controllo fino a pochi secondi prima - Di cosa ti scusi? - ridacchiò istericamente - Anzi… sono io a dovermi scusare. Ti chiedo scusa, Rose - si tormentò nervosamente le mani - Per aver dubitato di te, per non essermi fatto gli affari miei come avevi chiesto… - scosse la testa - Ma soprattutto per non essermi fidato del mio migliore amico. Ci pensi? Ho preferito fidarmi di mio fratello - indicò James, senza guardarlo - piuttosto che fidarmi del mio migliore amico.  E sai che ti dico? Che oggi, mentre ci preparavamo per la partita, abbiamo parlato di te, io e Scorpius. E ho visto nella sua espressione una sincerità che non so se riuscirò mai più a provare nei confronti di mio fratello.

La sua bocca si piegò in un’espressione amara.

- Adesso vado.

Rose non ebbe il coraggio di fermarlo ancora. Ma James sì.

 

- Cosa le stai dicendo? Lo difendi, ora? - sbottò James. Rose lo fulminò con lo sguardo.

Albus si voltò, con una lentezza snervante, guardando verso il fratello - Almeno lui non ha agito di nascosto, come un verme schifoso.

Rose trattenne il respiro. La situazione stava procedendo verso un’inevitabile degenerazione.

- Non paragonarmi a quella specie di dongiovanni sbiondato!

Sentendo questo insulto, anche Rose provò un fastidio bruciante; corrugò la fronte, ma Albus fu più rapido di lei ad affrontare il fratello.

- Ti credi migliore? Tu hai fatto di peggio.

- Andiamo, Albus! - irruppe James in un gesto esasperato - Credi davvero che io l’abbia usata o cose del genere? Merlino! Credi che davvero sarei stato capace di farle del male o di essere scorretto con lei? Con Rose? - pronunciò quel nome con più enfasi, come se servisse a spiegare il senso del suo discorso.

Rose da parte sua cominciava a sentirsi a disagio: quei due discutevano come se lei non fosse presente, come se non potesse sentirli.

- Non avresti dovuto comunque, in ogni caso - lo rimbeccò Albus, ma il suo tono era meno ostile.

- Ti ho detto che è stato istintivo, cazzo! - si voltò verso Rose, come pentito da ciò che aveva detto - Questo…non significa che, se potessi tornare indietro non lo rifarei, sia chiaro…

Rose alzò gli occhi al cielo, esasperata. Se la situazione non fosse stata così quasi- drammatica, avrebbe sorriso.

- Ecco, lo vedi? Come dicevo… - disse Albus.

- Insomma, smettetela! - li interrupe lei. Si era decisa ad intervenire, prevedendo che altrimenti la discussione non si sarebbe conclusa tanto presto - La vita è la mia! - annunciò, passando lo sguardo dall’uno all’altro - Decido io cosa farne. Non mi sono mai pentita di aver fatto le cose che ho fatto, ma questi non sono affari vostri. Di nessuno dei due.

Rimarcò maggiormente questa frase, facendogli intendere che la conversazione era appena terminata. Li fissò, in attesa di una reazione. Albus, rassegnato, borbottò un poco convinto “Come vuoi”; James alla fine, sospirò pesantemente, decidendosi ad annuire.

-  Molto bene! - Rose battè una volta le mani, sollevata - Mi sembra il caso di andare, ora. Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto.

E mentre si richiudeva la porta dello spogliatoio alle spalle, Rose non poté a fare a meno di sentirsi sollevata, non riuscendo a credere di essersi finalmente liberata di due pesi. Uno dei quali le pesava incessantemente sullo stomaco dall’estate precedente.

 

*

 

A Scorpius piacevano le feste.

Ma quella sera, nonostante Serpeverde avesse vinto, in gran parte per merito suo, non aveva voglia di festeggiare. La sensazione di eccitazione e gioia che provava sempre quando raggiungevano una vittoria sembrava essere spazzata via da una sorta di… turbamento, ecco.

Un turbamento che lo aveva portato ad allontanarsi dalla Sala Comune, lontano dai festeggiamenti e dagli studenti urlanti che avevano come obiettivo principali quello di scolarsi il maggior numero di litri di Burrobirra e fare casino.

Senza accorgersene, camminando per i corridoi del castello, aveva raggiunto la scalinata che portava alla torre di astronomia. Salì alcuni scalini e si sedette là, guardando fuori dalla finestra, mentre il cielo già, nuvoloso, si faceva sempre più scuro. Lì, sarebbe stato in pace a riflettere, nessuno studente ci andava mai, visto che quella scalinata portava solo alla torre di astronomia. E nessuno avrebbe fatto lezione quel giorno.

Senza che potesse farci nulla, il suo pensiero volò verso Rose Weasley.

Non l’aveva più vista dopo la partita; immaginò che Potter fosse riuscito a dissuaderla. Quando aveva visto James, si era sentito vagamente infastidito. Infastidito da come la guardava, dalla confidenza con cui la stringeva, da come semplicemente le parlava…

 

E pensare che era corso qui a Hogwarts per metterla in guarda da lui. Come se lui potesse davvero…

Che idiozia.

Come se lui potesse farle intenzionalmente del male. Gli veniva da ridere a quel pensiero, ma la sua mascella era stranamente inchiodata.

Che poi… lui era sempre andato d’accordo con James Potter.

Povero Potter. Non sapeva che lei sarebbe stata costretta a tornare da lui.

Rose non avrebbe accettato di perdere la scommessa a causa della gelosia del cugino. No, non lo avrebbe fatto.

“ C’è la scommessa. Quella stupida scommessa… lei tonerà. Ma sarà solo per la scommessa”.

Scorpius si sfilò le mani dalla tasca, sfilandone l’accendino e un pacchetto di sigarette. Ne tirò fuori una e la accese.

Con gesti lenti se la portò alla bocca, tornando a fare mente locale nei suoi pensieri, che sembravano non volergli dare tregua.

- Non puoi fumare dentro al castello. Dovrei toglierti almeno venti punti.

La voce di Rose lo aveva piacevolmente sorpreso. Salì quei pochi gradini e si sedette un gradino più in basso rispetto a quello su cui sedeva lui, appoggiandosi con le spalle al muro.

- Fallo, allora - il tono di lui sembrava quasi di sfida.

Ma lei non parve farci caso. Si spinse verso di lui, togliendogli la sigaretta dalle mani e avvicinandosela alle labbra  - Consideralo un regalo per aver vinto la partita.

Tossicchiò quando il fumo le inondò la gola. Ma alla seconda boccata sembrava già un’esperta; nessuno si sarebbe potuto aspettare che Rose non aveva mai fumato prima di quel momento.

Scorpius sorrise, affascinato dalle mille sorprese che quella ragazza continuava a riservarle.

 

- Allora non sei perfetta - le disse Scorpius, indicando la sigaretta con un gesto della testa.

Lei fissò la sigaretta, soffiando fuori una nuvoletta di fumo.

- No che non lo sono - disse, passandosi la mano libera sulla fronte - Non capisco come faccia certa gente a pensarlo. I miei capelli sono di un colore indefinibile. Dovrei essere un po’ più alta - elencava sulle dita, mentre sembrava parlare più con sé stessa che con Scoprius - Non riesco a far sopravvivere una pianta per più di tre giorni, perché a quanto pare il mio pollice verde è andato a farsi un giro insieme alla mia capacità di stare in sella ad una scopa. La maggior parte dei miei parenti mi considera un’irresponsabile. Non riesco a fare una crostata di more che sia al limite della decenza… come vedi la perfezione è ben lontana. Ah, dimenticavo, ora fumo anche - aggiunse, sollevando leggermente la mano con la sigaretta.

- Wow - fece lui, schioccando la lingua - Hai una lista bella lunga.

Lei annuì, sconsolata.

- Non penso che i tuoi familiari ti considerino un’irresponsabile - stabilì Scorpius.

Lei si girò di scatto verso di lui, le sopracciglia alzate in un’espressione scettica.

- Vallo a dire a James… - disse Rose, scuotendo la testa stancamente. Quella giornata era stata molto più lunga di quanto si sarebbe mai aspettata.

Per un po’ rimasero in silenzio, ognuno immerso nei proprio pensieri e nelle proprie considerazioni.

- Tu e Potter avete avuto una storia? - domandò d’improvviso Scorpius.

Rose si sentì colta alla sprovvista - Non sono fatti tuoi - rispose d’impulso.

Lui non sembrò molto stupito - Come preferisci - disse tranquillamente, come se la cosa non gli importasse. Anche perché, pensava di conoscere già la risposta.

- E’ piuttosto complicato da spiegare… - disse poi lei, ripensandoci - Io e James… non è stato niente d’importante… oh, merda! Ma perché deve essere sempre tutto maledettamente complicato? - si disse, istericamente.

Scorpius la guardava con un sorrisetto stampato sul volto - Ti stai riferendo anche a qualcos’altro, per caso?

- Ovviamente no.

Lui continuò a guardarla, ammirato, mentre lei si portava di nuovo la sigaretta alla bocca.

- Ovviamente.

- Albus mi ha detto che avete parlato oggi - buttò lì Rose, senza guardarlo - Di me.

Lui annuì lentamente.

- E cosa vi sareste detti, se posso saperlo? - chiese lei, apparentemente con fare innocente.

- E’… come dire? Piuttosto complicato da spiegare - fu la risposta di lui, ripetendo ciò che Rose aveva detto poco prima.

Lei alzo gli occhi al cielo, ma non riuscì a nascondere del tutto quel sorriso che le si dipinse spontaneo sul volto.

- Touchè.

 

Tornarono di nuovo al silenzio per qualche minuto. Rose stava giusto pensando che la conversazione era giunta al termine e che tanto valeva spegnere quell’affare che le stava uccidendo i polmoni e tornarsene in Sala Comune. Probabilmente, Dominique voleva delle spiegazioni.

Dopo che lei era tornata al castello con Albus e James, era palese che qualcosa non andasse.

Cristallino.

Dal modo in cui quei due si guardavano era ovvio che fosse accaduto qualcosa. E conoscendo Dominique, se ne era sicuramente accorta.

Ma Rose aveva tagliato la corda, prima che la cugina potesse fare domande.

Sapeva dove avrebbe trovato Scopius; Albus le aveva sempre detto che andavano lì quando avevano voglia di… isolarsi dalla massa.

E  non avendolo trovato nella Sala Comune dei Serpeverde…

Che poi… non è che lei aveva voglia di…

Insomma, era solo per essere gentile. Non è che lei era entusiasta di passare del tempo con Scorpius Malfoy.

E tra l’altro… era costretta.

Sì, sì. Indubbiamente il motivo era quello. Nessun altro.

- A me il colore dei tuoi capelli piace - disse all’improvviso lui, prendendo fra due dita una ciocca rossiccia sfuggita, insieme a parecchie altre, dalla specie di crocchia con cui Rose li teneva legati.

Lei si immobilizzò, sentendosi a disagio.

- E’ caldo e… indefinibile - continuò Scorpius, incrociando lo sguardo di lei, senza rompere quel contatto - Unico nel suo genere - concluse, con una voce che suonava roca anche a lui stesso.

Lei distolse lo sguardo, sentendosi arrossire, non riuscendo a capire se lui si stesse riferendo esattamente ai capelli…

“Ovvio, Rose. Non dire sciocchezze”.

- Bè… g-grazie… - bisbigliò, alla fine.

Lui lasciò andare la ciocca di scatto, come se si fosse reso conto solo in quel momento di averla fra le mani. Si alzò e scese un gradino.

Rose pensò che stesse andando via; per questo motivo, fu alquanto stupita di vederlo abbassarsi per raggiungere la sua altezza.

Gli occhi grigi e profondi di Scorpius incontrarono ancora una volta quelli di Rose, che stavolta non cedette. Lo sguardo di lui scivolò dai suoi occhi alle sue labbra.

Inaspettatamente, Scorpius le tolse la sigaretta dalle mani - Questa robaccia non è per te, Rose - e con un colpo di bacchetta la fece sparire.

- Ci vediamo, Weasley - disse infine Scorpius, recuperando il suo solito tono strascicato e incurante.

- Sì… ci vediamo.

 

Rose lo osservò mentre scendeva i gradini, con l’andatura elegante che gli era solita.

- Ah, dimenticavo…

Rose alzò lo sguardo e lo vide tornare indietro. Inarcò le sopracciglia quando lui allungò una mano per porgergli qualcosa.

Non riuscì a trattenere un verso di stupore.

- Il boccino d’oro!

Gli sorrise e con sorpresa, vide che anche lui, nonostante l’espressione composta che avrebbe voluto mantenere, sotto sotto stava sorridendo, soddisfatto della reazione della ragazza.

- L’ho preso per te, no?

Rose, sorridendo teneramente, riportò l’attenzione sul piccolo boccino che, a intermittenza, svolazzava sul palmo della sua mani.

- Oh… Scorpius, io…

Ma fu inutile continuare la frase, perché quando Rose rialzò lo sguardo, Scorpius non c’era già più.

 

 

Premetto subito: non pensate che mi sia dimenticata di raccontare cosa è accaduto tra James e Rose. Non è tanto rilevante nel contesto della storia, ma prometto che nel corso di questi ultimi capitoli verrà fatta luce anche su questa vicenda.

 

Che dire? Stupiti da questa rivelazione su Rose e James?

Ci tengo a ringraziare tutti voi che avete letto e aggiunto la storia tra i preferiti! Un abbraccio grande a:

 

Musicmylife: Innanzitutto devi ringraziarti per i complimenti! Grazie, grazie, grazie! Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Spero di averti sorpreso in senso positivo con questo capitolo: come avrai notato, Rose non ha avuto alcuna storia con Albus… ma con James! L’avresti mai detto?

Francydenis: ebbene sì!! Sei una delle poche ad aver indovinato! :D

VeraAuxilia 04: Oserei dire che l’entrata in scena di James ha contribuito ad incasinare la situazione ancora di più! Adesso Rose dovrà dare delle spiegazioni ad un po’ di gente! Ti ringrazio per la recensione, sono felice che gli ultimi due capitoli ti siano piaciuti! Alla prossima, se ne hai voglia!

Maggyeberty: Grazie mille, sei troppo gentile! Per prima cosa voglio dirti che sono contenta del fatto che la storia ti stia piacendo, come a me è piaciuto scriverla! Passando a James: mi riconsola sapere che lo consideri “il tuo preferito”! Sinceramente, temevo di averlo reso un po’ troppo antipatico, soprattutto dopo quest’ultimo capitolo… cosa ne pensi? A presto!

Maricuccia: allora?? La tua idea era giusta?? Non tenermi sulle spine!! Comunque… l’imbarazzo tra Rose e Scropius continua ed è destinato a proseguire, a quanto pare! Ma siamo vicini ad una svolta… grazie, grazie, grazie per avermi fatto conoscere il tuo parere! Alla prossima!

Memi: Ebbene, la coppia misteriosa era formata proprio da James e Rose… cosa mi dici della tua previsione? Era azzeccata? Sono sicura di sì… grazie mille e alla prossima, se vuoi!

GIO_HP4e: Ne sono felice! Come ho già scritto, temevo di aver reso James un po’ troppo antipatico, non tanto nel capitolo precedente, quanto in questo. Il tuo pensiero è cambiato, conoscendo i nuovi fatti? XD

Nabiki93: Indovinato! Come vedi, Rose è ancora più confusa di prima… ma al suo posto, chi non lo sarebbe?? Grazie mille, come sempre!

Alice_thomas: davvero, grazie! Sono felice che la storia di piaccia, all’inizio pensavo fosse un po’ banale, ma devo dire che, tutto sommato, ne sono abbastanza soddisfatta! E tutto grazie a voi…! Ma piuttosto… di questo capitolo cosa ne pensi?

Akatsuki: sei troppo buona! (Il mio ego ringrazia sentitamente!!)… spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Alla prossima, se vuoi!

 

A presto…!!

 

Dal prossimo capitolo:

 

- Voglio rischiare - disse Scorpius all’improvviso. La sua voce celava una sicurezza inaspettata.

- Cosa? - Rose si voltò, trovandolo fermo con le mani in tasca e lo sguardo leggermente assottigliato mentre la guardava.

Lui fece un paio di passi verso di lei, con una lentezza snervante.

A Rose mancò un battito. Sentì un improvviso calore travolgerla, in contrasto con il venticello freddo di quel pomeriggio di fine ottobre.

Scorpius si fece ancora più vicino; i capelli scompigliati gli ricadevano disordinati sulla fronte.

- Ho detto… voglio rischiare - ripeté lui, alzando una mano per sfiorarle la guancia liscia con un dito.

Rose si sarebbe voluta ritrarre, ma sentiva le gambe piantate a terra.

Ingoiò il vuoto, ricomponendosi - E cos’è che vuoi rischiare? …

 

 

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Capitolo 9
*** Sesto giorno ***


Rose posò la piuma, abbandonando per un attimo la ricerca di Erbologia che avrebbe dovuto consegnare il lunedì

Rose posò la piuma, abbandonando per un attimo la ricerca di Erbologia che avrebbe dovuto consegnare il lunedì.

Era sabato mattina e come sempre, Rose si era alzata di buon’ora e mentre tutti gli altri dormivano o si concedevano una mattinata di sano relax, lei era sgattaiolata in biblioteca a studiare.

Erano le dieci meno un quarto e la ricerca di Erbologia era quasi terminata; doveva inserire soltanto la conclusione.

Appoggiò i gomiti sul tavolo e stancamente, si sorresse la testa con le mani, massaggiandosi lentamente le tempie. Chiuse gli occhi.

Si sentiva stranamente stanca. Quella notte non aveva quasi chiuso occhio; quando il sole era sorto, non aveva esitato a scendere dal letto e a prepararsi.

Sentiva il bisogno fisico di distrarre la mente, di tirar fuori quell’uragano di pensieri che le l’aveva perseguitata per tutta la notte.

 

Rimase per alcuni secondi così, a lasciarsi cullare dal silenzio di quel luogo, dal rassicurante e familiare odore dei libri, in cui aveva sempre trovato rifugio.

Pensò alla sera prima, a quando era tornata nella Sala Comune. James era ancora lì.

Con gran sorpresa di Rose, James non aveva tentato di riprendere il discorso; non che lei gliene avesse dato la possibilità, ovvio. Sembrava piuttosto… rassegnato, ecco.

Contrariato, certo. Ma rassegnato.

Massaggiarsi le tempie era un gesto che la rilassava; riusciva sempre a farla calmare.

Ma purtroppo, non poteva trattenersi a farlo troppo a lungo. La ricerca di Erbologia la stava aspettando minacciosa.

Controvoglia, si costrinse ad aprire gli occhi e… sobbalzo.

Sulla sedia di fronte a lei, che fino a pochi secondi prima era vuota, stava seduto Scorpius Malfoy, in una posa alquanto naturale, che la osservava serio.

- Santo Merlino! Vuoi farmi prendere un colpo? - scattò Rose, chinandosi a raccogliere un libro che aveva lasciato cadere per lo spavento.

- Già di questo umore di prima mattina? - le fece notare Scorpius, inarcando le sopracciglia - Andiamo bene…

- Scusa, sai! - rispose infastidita Rose, concentrandosi sul foglio che aveva di fronte - Ma questo non sarebbe successo se qualcuno non fosse arrivato di soppiatto senza dire una parola!

 

Lui scrollò le spalle incurante, rigirandosi tra le dita una piuma che Rose aveva lasciato sul tavolo.

Come lei, anche Scorpius non indossava la divisa quel giorno. D’altra parte, il sabato e la domenica gli studenti avevano il permesso di vestirsi con i propri abiti e di solito i ragazzi ne approfittavano.

Rose notò con un certo piacere che Scorpius riusciva ad elegantemente ordinato anche con un semplice paio di jeans.

- Ma io non sono mica arrivato di soppiatto - ghignò lui.

- Avresti potuto farmi un cenno! Avvisarmi… chiamarmi! - disse Rose, passandosi un ciuffo ribelle dietro le orecchie - Avevi a disposizione diverse opzioni, Malfoy.

Scorpius sorrise - E perché avrei dovuto? Sei un soggetto interessante da osservare, Weasley.

Lei lo guardò a bocca aperta, spaesata dal sarcasmo difficilmente interpretabile di lui.

Indecisa su cosa ribattere, preferì rimanere zitta e ignorarlo.

Ma il silenzio non durò molto.

- Avanti, Weasley -  disse Scorpius alzandosi - Dobbiamo andare. E’ tardi.

- Che cosa? - chiese sbalordita Rose, guardandolo dal basso.

- Ho detto che è tardi… tic tac, tic tac… dovresti sbrigarti - insistette lui, mentre il guizzo di un sorriso gli attraversava le labbra.

- Tardi per… cosa, esattamente?

Lui la guardò negli occhi, poi si abbassò al suo livello.

- Per rendere orgogliosi di te la comunità magica, Rosie.

Lei scosse la testa, confusa - Io… sei impazzito, Malfoy? Non capisco…

Scorpius l’afferrò per un braccio, delicatamente - Mi ringrazierai, Weasley. Fidati, mi ringrazierai.

 

*

 

- Io ti odio, Scorpius Malfoy - annunciò Rose, guardando con orrore l’oggetto che Scorpius le aveva messo tra le mani, con un’espressione di vago divertimento.

Si chiese per l’ennesima volta come avesse permesso a Scorpius di averla trascinata in quella situazione.

Il suo peggiore incubo.

La sua paura più grande fra tutte.

L’unica cosa in cui non riusciva…

- Poche storie, Wesley .

- Io non salirò mai su questa scopa, Malfoy. Fattene una ragione! - disse risoluta Rose, allungando la scopa verso Scorpius e stringendosi nel suo cappottino.

Ma Scorpius rimase impassibile, fermo davanti a lei, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, lasciate scoperte dal giubbino corto.

Alzò gli occhi grigi al cielo - Merlino, Weasley. Non ti facevo così fifona.

- Io non… - tentò Rose, arrossendo e guardandosi intorno, alla ricerca di qualcuno che potesse tirarla fuori da quella situazione - Oh, senti… pensa quello che vuoi. Non mi importa.

Gli voltò le spalle, facendo per andarsene, maledicendosi nuovamente per aver accettato di seguirlo.

Avrebbe dovuto preoccuparsi fin da quando lui si era rifiutato di dirle dove stavano andando.

Questo avrebbe dovuto insospettirla, ovvio.

E come volevasi dimostrare… arrivati sotto al campo delle zucche, cosa aveva fatto lui? Aveva appellato una scopa volante!

Rose proseguì spedita, mordendosi le labbra.

Voleva umiliarla, logico. Altrimenti perché l’avrebbe fatto?

Ma ad un certo punto qualcosa la trattenne, facendola voltare bruscamente.

Trovarsi faccia a faccia con Scorpius Malfoy la fece trasalire, per la seconda volta quella mattina.

- Sì che ti importa - bisbigliò lui  con voce roca - Ti importa, perché il volo è una delle poche cose che ti separa dalla perfezione. Ricordi?

 

Le porse di nuovo la scopa. Rose esitò, prima di afferrarla di nuovo.

Lui non riuscì a nascondere una certa soddisfazione.

- Oh, Morgana… - borbottò Rose - So già che me ne pentirò.

Scorpius ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli e scuotendo la testa con fare esasperato.

Rose nel frattempo armeggiava inesperta con la scopa, guardandola come se fosse sterco di drago.

- Devi… ehm… salire in sella e darti una leggera spinta con i piedi - suggerì Scoprius, grattandosi la fronte - A quel punto la scopa si librerà di circa un metro e mezzo metro.

- Va… va bene - annuì Rose. Ma non appena i suoi piedi effettuarono una prima pressione sul suolo,la scopa si librò in aria, oscillando pericolosamente.

Rose si lasciò fuggire un grido.

- Piano, piano, piano… - intervenne Scopius, posandole una mano sul fianco - Ho detto una leggera spinta, Weasley!

- Oh, miseriaccia! - si lamentò lei, sospesa in aria, reggendosi morbosamente al manico della scopa - Io non mi ero neanche resa conto di averla data, la spinta!

Scorpius si passò una mano sugli occhi - Ah, fantastico…

- Guarda che ti ho sentito! E vorrei ricordarti che non sono stata io a voler fare questa cosa…

- Va bene, va bene…- la zittì lui-  Scusa. Hai ragione. Andiamo avanti.

I successivi tre minuti servirono a Scorpius per spiegarle il modo in cui doveva inclinare il manico, per far si che la scopa si muovesse. A Rose invece, occorsero trentacinque minuti per mettere in pratica quella mossa.

Allo scattare del quarantesimo minuto, si era spostata della bellezza di quasi un metro.

- Oh, grazie Merlino! - esordì Scorpius in tono melodrammatico. Rose gli lanciò un’occhiataccia.

Lui alzò le mani, in segno di resa - Se non vuoi continuare, puoi scendere quando vuoi, Weasley.

Rose si limitò a rivolgerle uno sguardo stupito - Che cosa?

- Ho detto… scendi! - ripetè lui, semplicemente.

- E… come si fa, esattamente? - se ci fossero stati i suoi cugini, l’avrebbero presa in giro per resto della vita. Fortunatamente, in giro non si vedeva nessuno.

- Devi, rivolgere il manico verso il basso, di pochi gradi - spiegò lui, con fare esperto - Attenta a non esagerare, altrimenti ti schianti a terra.

Rose lo guardò terrorizzata, ancora abbracciata alla scopa.

- Oppure… salta giù.

La ragazza ridacchiò istericamente - Sì, certo. Ti pare facile? Oh, Morgana…

 

Scorpius sbuffò divertito, le labbra sottili piegate in un sorriso.

Con un gesto deciso, le passò un braccio intorno alla vita, con l’altro le afferrò le gambe.

Rose sospirò per il sollievo, quando si rese conto che non stava più galleggiando a mezz’aria su quel dannatissimo pezzo di legno.

Ma il respiro le mancò di nuovo quando si rese conto che, nonostante non fosse più sulla scopa, i suoi piedi continuavano a non toccare terra.

Si sentì vagamente arrossire quando comprese quale fosse l’unica soluzione a quell’enigma.

Scorpius la teneva tra le braccia, comodamente sospesa, senza dare l’impressione di volerla lasciare andare.

- Oh, bè… grazie - sibilò lei, abbassando lo sguardo, imbarazzata da tale vicinanza.

- Di nulla - rispose Scorpius. Rose percepì l’alito caldo di lui sulla sua guancia. Alzò lo sguardo, incontrando quello grigio di lui - E’…stato un piacere. Ma ora è meglio che ti metta giù… l’ultima volta che ci siamo trovati in una situazione simile, ho quasi rischiato uno Schiantesimo.

Lei ridacchiò, mentre lui la posava delicatamente a terra.

- E detto tra noi… - riprese Scorpius, con uno scintillio negli occhi - Non sei neanche così tanto leggera, Weasley…

Rose si finse offesa, mentre si sistemava una ciocca di capelli sfuggita dalla pinza con cui li teneva legati.

Guardò verso l’alto; il cielo era grigio. Presto avrebbe piovuto, anche l’aria si stava facendo più fredda.

- E’ meglio tornare al castello - disse Rose; Scorpius annuì, recuperando la scopa.

Procedettero in silenzio. L’unico rumore che li accompagnava era il fruscio delle foglie secche sotto i loro piedi.

Rose per alcuni minuti si beò di quel silenzio.

Ma forse, ripensandoci, non era il silenzio a farla sentire così inspiegabilmente… bene.

 

- Voglio rischiare - disse Scorpius all’improvviso. La sua voce celava una sicurezza inaspettata.

- Cosa? - Rose si voltò, trovandolo fermo con le mani in tasca e lo sguardo leggermente assottigliato mentre la guardava.

Lui fece un paio di passi verso di lei, con una lentezza snervante.

A Rose mancò un battito. Sentì un improvviso calore travolgerla, in contrasto con il venticello freddo di quel pomeriggio di fine ottobre.

Scorpius si fece ancora più vicino; i capelli scompigliati gli ricadevano disordinati sulla fronte.

- Ho detto… voglio rischiare - ripeté lui, alzando una mano per sfiorarle la guancia liscia con un dito.

Rose si sarebbe voluta ritrarre, ma sentiva le gambe piantate a terra.

Ingoiò il vuoto, ricomponendosi - E cos’è che vuoi rischiare?

- Uno Schiantesimo, un pugno, uno schiaffo, una Maledizione… qualsiasi punizione ne varrà la pena - disse Scorpius, avvicinandosi di un passo ogni parola.

I loro visi erano vicini; molto più vicini di quanto Rose si immaginava sarebbero più potuti essere…

Più vicini di quanto sarebbero dovuti essere, probabilmente…

- Rose… - soffiò lui. Le loro labbra si sfiorarono.

Rose avrebbe voluto fare centinaia di cose in quel momento. Anche cose in opposizione tra loro.

Doveva trovare la cosa giusta; era l’unica soluzione. C’era solo un piccolo problema: il tempo.

Qualcosa le diceva di non averne abbastanza. Urgeva una rapida- giusta- scelta.

Intanto la mano di Scorpius era passata a sfiorarle il collo. Lei rabbrividì, preoccupata e sorpresa dalle sensazioni che quel gesto sembrava procurarle.

“No, no… è sbagliato. E’ tutto sbagliato”

Rose scosse leggermente le testa.

- Perché? - domandò lui con voce roca. Le loro labbra si sfiorarono di nuovo.

- E’… è sbagliato…

Scorpius non rispose  nulla. Si limitò a sollevarle il mento con un dito, costringendola a guardarlo negli occhi.

- Dimmi che non lo vuoi - le disse, senza rompere il contatto con lei - Dimmi che non lo vuoi e ti giuro che ti lascio andare all’istante.

 

Lei battè un paio di volte le palpebre. Cercando una risposta.

Risposta che aveva pronta, ma che non necessariamente sarebbe stata quella giusta…

- Io… io…

Scorpius sorrise - Era quello che volevo sentire.

Senza aspettare oltre, le catturò il labbro inferiore, baciandola con una delicatezza che nessuno mai avrebbe attribuito al freddo e distaccato Scorpius Malfoy.

Lui sorrise sulle sue labbra, quando sentì le braccia di lei risalire lungo il suo petto e stringersi introno al suo collo.

Continuò a baciarla con entusiasmo, spinto anche dalla partecipazione di lei, dal fatto che non lo avesse allontanato…

E avrebbe continuato a baciarla, se i suoi polmoni non avessero protestato .

Si allontanarono di pochi centimetri, entrambi con il respiro affannoso.

Rose impiegò diversi secondi prima di recuperare l’uso della mente.

Aveva davvero baciato Scorpius Malfoy?

Lei?

No, no. Sicuramente era stato tutto frutto della sua fervida immaginazione. Sicuramente…

Scorpius le passò una mano tra i capelli morbidi, posandole un bacio sul collo.

…o forse no.

- Ma cosa mi hai fatto, Rose? - le bisbigliò in un orecchio.

Lei rabbrividì, ridacchiando, suo malgrado.

- Non… ehm… non dici niente? - chiese Scorpius, con un pizzico di preoccupazione.

Rose lo fissò con i suoi occhi azzurrissimi che fecero trattenere il respiro a Scorpius.

- Sto pensando - rispose lei, inclinando la testa di lato.

- E a cosa pensi?

Lei sorrise, alzando le sopracciglia scure - A quale sarà la tua punizione, Malfoy.

Dal tono che aveva usato, Scorpius intuì che quella volta aveva fatto bene a rischiare.

-  E cosa hai deciso? - le disse, malizioso.

- Mah… sto valutando quale sia la peggiore.

Scorpius fece scorrere il suo dito dal collo fino alle labbra di lei - Bene. In questo caso… ne varrà la pena. Tutto ne vale la pena…

E in quel momento decise di riportare la sua attenzione su qualcosa che fosse molto più interessante delle semplici parole.

Decisamente più interessante.

 

 

Chiedo umilmente scusa per il ritardo; lo so, sono imperdonabile!

Un grazie di cuore a voi che, nonostante tutto, continuate a recensire:

 

Musicmylife: Hai indovinato! Diciamo che Scorpius si è deciso… alla prossima!! PS: concordo pienamente sul fascino di James… anche io lo vedo così: un po’ stronzo, ma affascinante!

Francydenis: Eccolo qui! Cosa ne pensi? A presto!

Act: Grazie, sono felice che la storia ti piaccia! Spero sia così anche per questo capitolo!

Maggyeberty: Con ritardo, ma anche questo è arrivato! Cosa ne pensi? Riguardo allo scorso capitolo… ebbene sì! James e Rose!! Ti anticipo che nel prossimo ci saranno chiarimenti sulla loro storia. A presto!

Piccola_Star: grazie mille! Ne sono felice!! E di questo, che ne dici?

AkatSuki: grazie grazie grazie! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, nonostante l’interminabile attesa!

Alice_Thomas: concordo! XD anche a me quella scena è piaciuta particolarmente!

Maricuccia: In ritardo pauroso, scusa! Ma ecco qui gli sviluppi che ti avevo anticipato…!

Gattoridens: Si diciamo che Albus non è stato troppo corretto… ma d’altra parte aveva le sue motivazioni! ….e di questo capitolo cosa ne pensi?

Romilda: Ti ringrazio! Sono felice che ti piaccia e spero continui ad essere così!

Mica: Hai perfettamente ragione! Come vedi… ho obbedito subito! XD Ti aspetto alla prossima!

 

E con questo, vi lascio agli ultimi preparativi per il Natale! Non so se riuscirò a postare il prossimo (che sarà il terzultimo) prima di quel giorno (io sinceramente, spero di riuscire a farlo), quindi colgo l’occasione per farvi tanti auguri di Buon Natale!

 

Dal prossimo capitolo:

Rose si infilò nel letto, muovendosi nel buio pesto, e si coprì con il pesante piumone fino alla testa.

Ma subito, percepì una pressione ai piedi del letto, come se qualcuno si fosse seduto.

Dopo un attimo di esitazione, Rose si tirò su a sedere, vagamente impaurita, e scrutò il fondo del suo letto.

In un attimo scorse una figura che si muoveva all’interno del suo baldacchino, ma prima che avesse il tempo di urlare, una mano le tappò velocemente la bocca.

 

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Capitolo 10
*** Durante la notte ***


Quando Rose tornò nella Sala Comune quella sera, le sembrava di camminare a tre passi da terra

Quando Rose tornò nella Sala Comune quella sera, le sembrava di camminare a tre passi da terra.

Senza scope volanti, si intende.

Quel giorno, la sua vita aveva avuto una svolta. Una svolta che lei non si sarebbe mai immaginata.

Ancora riusciva a capacitarsi di quello che le era accaduto, ma soprattutto non avrebbe mai pensato che quello che era successo le avrebbe provocato tali emozioni.

Aveva scoperto un nuovo Scorpius Malfoy, diverso da quello che credeva di conoscere; e tutto era partito da un bacio, da un’attrazione che fino a quel momento, entrambi avevano voluto nascondere dietro un muro fatto di insulti, battibecchi e frecciatine.

Dopo pranzo Scorpius l’aveva portata al Lago. E lì avevano parlato.

Bè… non solo parlato.

Il tempo era passato così veloce che non si erano neanche resi conto di aver saltato la cena.

Poi lui l’aveva riaccompagnata fino alla signora Grassa per darle la buonanotte. E se ne era andato, lasciando Rose in quella sorta di piacevole confusione che la perseguitava dalla mattina.

 

In sala comune c’erano pochi studenti; cercò con lo sguardo una persona in particolare, ma non la trovò.

Strano che Dominique non le fosse saltata addosso per farle il terzo grado, sia sulla vicenda di James che sui particolari su quella di Scorpius.

Salì nel suo dormitorio: quattro dei cinque baldacchini erano già chiusi. Tentando di non far rumore, si cambiò ed andò in bagno a lavarsi.

Una volta uscita, si infilò nel letto, muovendosi nel buio pesto, e si coprì con il pesante piumone fino alla testa.

Ma subito, percepì una pressione ai piedi del letto, come se qualcuno si fosse seduto.

Dopo un attimo di esitazione, Rose si tirò su a sedere, vagamente impaurita, e scrutò il fondo del suo letto.

In un momento scorse una figura che si muoveva allinterno del suo baldacchino, ma prima che avesse il tempo di urlare, una mano le tappò velocemente la bocca.

- Zitta, Rose! - l’ammonì una voce familiare.

In risposta, la ragazza corrugò la fronte, facendo un sospirò di sollievo quando l’altra persona le liberò la bocca.

- Dominique! - sibilò, sperando di non svegliare le altre. Afferrò la sua bacchetta per fare luce - Hai deciso di farmi prendere un infarto? - le disse, puntandole contro la bacchetta per illuminarle il viso.

Dominique alzò gli occhi al cielo, scuotendo la fluente chioma bionda. Con la mano, fece a Rose segno di spostarsi, mentre, agilmente, si infilava sotto le coperte accanto a lei, appoggiandosi comodamente allo schienale del letto.

 

Rose rimase a guardarla divertita, mentre l’altra si sistemava.

- Allora, a cosa devo questa visita? - chiese Rose, quando Dominique parve soddisfatta della posizione.

Dominique le scoccò un’occhiata truce - Fai poco la spiritosa, Rose Weasley! - la rimproverò subito, puntandole un dito contro - Perché dopo tutto quello che hai fatto e che non mi hai raccontato, potrei decidere di parlarti per il resto della vita!

Rose tentò di ribattere, ma l’altra la bloccò - Tuttavia… visto che sei la mia migliore amica, ho deciso di darti la possibilità di recuperare. Quindi, inizia pure.

Rose sbatté un paio di volte le palpebre, imbarazzata.

- Ehm… cosa vuoi sapere, esattamente? - in realtà lo sapeva, ma conveniva prendere tempo.

- Rose! E’ ovvio! - urlò Dominique, mentre Rose le faceva segno di abbassare la voce - E’ ovvio - ripetè sussurrando - Il nome “James” ti dice qualcosa? E non dirmi che non è successo niente, Rose, perché non ci credo. Non l’ho mai visto così incazzato come ieri alla partita. E ho capito che la sua rabbia aveva qualcosa a che fare con Malfoy.

Rose sospirò. Ormai non aveva via di fuga.

Non aveva mai raccontato a nessuno di quella storia dall’estate precedente.

Non perché non si fidasse di Dominique, ma perché temeva che quell’episodio potesse modificare il meraviglioso rapporto che aveva con James… e il raccontarlo a qualcuno lo rendeva troppo reale.

Ma a quel punto, non poteva più nascondersi dietro un dito.

Rose si passò lentamente una mano sulle tempie, riportando la mente a quel ricordo.

- E’ successo tutto al matrimonio di Victoire e Teddy, lo scorso giugno…

 

La Tana non era mai stata così bella.

Festoni bianchi e oro ornavano il giardino; dappertutto c’erano fiori e fiocchi e altri fiori…

Quando Teddy e Victorire avevano comunicato alla famiglia di volersi sposare là, nonna Molly era scoppiata a piangere. Persino all’impassibile zia Fleur era scesa una lacrima.

E così, dopo mesi di preparativi il grande giorno era arrivato. E tutto era perfetto.

A Rose  era quasi preso un colpo quando Victoire le aveva chiesto di essere una delle damigelle insieme a Dominique.  Lei aveva accettato subito, anche sapendo che ciò avrebbe significato seguire e assecondare Victoire in tutte le decisioni riguardo la cerimonia.

Dopo la  celebrazione del rito, tutti gli invitati si erano dati ai festeggiamenti nel grande gazebo che era stato allestito per l’occasione. Una miriade di tavoli circondavano la pista da ballo. Rose era seduta al tavolo insieme agli altri cugini Weasley- Potter.

La gente ballava felice, facevano brindisi agli sposi, ridevano e chiacchieravano.

Stretta nel suo abito di taffettà lilla, appositamente scelto da Victoire come colore delle damigelle, Rose, dopo un innumerevole numero di brindisi e di balli, aveva sentito il bisogno di sedersi, sentendo che lo spumante stava iniziando ad avere i suoi effetti.

 

Si sedette al primo tavolo libero, dopo aver fatto cenno ad Albus e agli altri che stavano ancora ballando, versandosi dell’acqua.

Ma prima che potesse portare il bicchiere alla bocca, qualcuno glielo tolse dalle mani.

- La damigella della sposa non può bere acqua! - disse la voce squillante di Teddy, mentre le porgeva un calice di champagne.

- Oh, Ted… non credo sia il caso… penso di aver già bevuto abbastanza! - gli rispose Rose, allontanando il bicchiere.

- No, no, no! Rose, non puoi rifiutare… è per buon augurio! - le disse Teddy, sorridendole - Gli sposi potrebbero offendersi! - e facendole un occhiolino, le passò di nuovo il calice.

Rose sospirò… d’altra parte, uno in più… - E va bene! Saluti agli sposi, allora!

E bevve qualche sorso.

Teddy poi si allontanò, tutto contento e raggiunse Victoire che quel giorno era ancora più radiosa del solito.

Ma l’allontanamento di Teddy fu sostituito dall’arrivo di un’altra persona, che si parò davanti a Rose, elegantissimo nel suo smoking nero (Victoire infatti, aveva acconsentito a far indossare il classico abito babbano, piuttosto che l’abito da cerimonia dei maghi, decisione approvata con entusiasmo da nonno Arthur).

- E’ da ore che ti sto cercando! - le disse James, guardandola con i suoi bellissimi occhi verdi - Devi concedermi un ballo.

- Fidati, James, non penso di essere in condizioni…

Ma James la bloccò - Non puoi rifiutare. In quanto damigella della sposa hai il sacro dovere di ballare con il testimone dello sposo. E’ la legge, Rosie.

Rose rise per quell’assurdo ragionamento e James colse l’occasione per afferrarla per un braccio e trascinarla fino alla pista da ballo.

- E poi, dov’è il divertimento in un matrimonio, se non puoi ballare con la ragazza più bella della festa? - le sussurrò in un orecchio mentre la guidava tra la folla.

 Rose non era fisicamente nella condizione di potersi ribellare.

Si appoggiò alle spalle di James, mentre lui le circondava la vita.

Bene. Almeno così non rischiava di cadere davanti a tutti.

 

Oltre la spalla di James vide i suoi genitori che ballavano poco lontano. La mamma stava benissimo con il suo abito dorato, che aveva acquistato sotto consiglio- imposizione di zia Ginny. Poco distante dai suoi c’erano… i suoi genitori?  Ancora?

Chiuse un attimo gli occhi, aumentando la stretta alle spalle di James, e li riaprì…

Sì, a meno che i suoi genitori non si fossero sdoppiati, qualcosa non andava.

- James… - disse - James… mi sta girando la testa… io non… - aggiunse, fermandosi.

Lui la guardò preoccupato - Rosie, stai bene? Aspetta, allontaniamoci da qui…

Sostenendola, la condusse fuori dalla pista da ballo.

- Meglio?  - le chiese poi.

- Sì… credo di sì - rispose lei, non del tutto convinta, passandosi una mano sulla fronte - E’ solo un giramento… sto bene, davvero.

James annuì - Certo. Vieni, andiamo a fare un giro. Magari ti fa bene uscire dal trambusto.

Rose acconsentì e seguì James sul retro della casa, dove erano stati ammucchiati tutti gli scatoloni per gli addobbi. Dà lì era possibile sentire ancora il trambusto proveniente dalla festa.

Rose alzò gli occhi verso il cielo, osservando la luna e sospirò.

- Cosa c’è? - le chiese James da dietro.

Lei scosse le spalle - Niente. Pensavo.

- A cosa?

Lei strinse le labbra, sedendosi su uno scatolone - Mi chiedevo se anche io avrò mai una festa così.

Lui le si avvicinò, appoggiandosi al muro con espressione pensosa.

- Ma certo che l’avrai - la rassicurò - Figurati se zio Ron e zia Hermione non organizzeranno per la loro Rosie la festa più bella che si sia mai vista…

Rose scosse la testa, divertita da quel pensiero sui suoi genitori - Non è questo. Mi stavo domandando se… se mai mi sposerò, un giorno.

James scrollò le spalle, inarcando le sopracciglia - E perché mai non dovresti farlo?

Lei riporto il suo sguardo verso il cielo scuro - Non credo che riuscirò a legarmi per sempre ad una persona… - ridacchiò, tristemente - Victoire e Teddy sono fortunati, ma io non ci riuscirei.

Rose si era soffermata molto su quel pensiero, ultimamente; un pensiero che, in qualche modo era riuscita a turbarla. Era sempre stata del parere che il matrimonio dovesse essere per sempre.

Ma lei, davvero sarebbe riuscita a restare con una stessa persona per tutta la vita?

Ma soprattutto… esisteva quella persona che sarebbe stata disposta a restare con lei per sempre?

No… trovare la vera anima gemella è una cosa rara. Rose era sempre stata molto scettica su questo concetto.

 

- Lo dici adesso - James interruppe i suoi pensieri. Rose si voltò verso di lui, che con un dito, si stava allentando il papillon che la zia Ginny lo aveva costretto ad indossare.

- Lo dico perché è la verità - lo rimbeccò Rose, osservandosi i piedi, calzati in eleganti sandali dal tacco vertiginoso. Scelti da Victoire, ovviamente.

James scosse la testa, mollando un calcetto ad un fiocco da pacchi abbandonato a terra - Ne riparleremo fra qualche anno, Rose. Quando arriverà il ragazzo che ti farà capitolare…

Rose sbuffò, guardando il cugino come se avesse appena detto un’assurdità - James, mi conosci. La possibilità che qualcuno mi faccia capitolare è più bassa di zero. Un ragazzo poi, ma figurati…

- Succederà - ripetè convinto James, ghignando - Anzi, sai che ti dico? Perderai la testa alle prime smancerie…

Lei rise - Non ci credi neanche tu a quello che stai dicendo.

James si scostò dal muro, andandosi a sedere sulla montagnetta di scatoloni, proprio accanto a lei.

- Sì, invece - disse lui, convinto - Vuoi che ti faccia qualche esempio?

Rose schioccò la lingua, scettica. Dall’altro lato della casa, provennero dei gridolini gioiosi. Un altro brindisi agli sposi.

 

- Capitolerai, Rose, quando lui comincerà a farti i complimenti… - disse James, guardandola con i suoi occhi verdi.

Rose alzo gli occhi al cielo. Davvero James credeva che lei avrebbe perso la testa per così poco?

- Quando ti dirà che sei la cosa più bella che gli sia mai capitato di incontrare…

Decisamente troppo sdolcinato, aveva pensato Rose. Figurarsi se lei…

- Che quando è lontano da te, trova difficile persino respirare - le disse James sorridendole - Che si sente perso quando non ci sei… Capitolerai, quando ti dirà che sei il primo pensiero quando si sveglia la mattina e l’ultimo prima di andare al letto. Quando ti confesserà che i tuoi occhi bastano a farlo andare in tilt, che la tua risata cristallina è una musica per le sue orecchie… che trascorrerebbe ore a guardarti mentre leggi o studi, perché in quei momenti hai un’espressione adorabile… - James ingoiò il vuoto, sorridendo vagamente, senza spostare lo sguardo da quello ammaliato di Rose.

Fu Rose a voltarsi, guardando in basso, imbarazzata. Non voleva certo dare a James la soddisfazione di aver raggiunto il suo obiettivo.

Che poi, aveva barato, quel manipolatore doppiogiochista. Ovviamente non esistevano ragazzi che dicevano quelle cose. Certo che no. James stava solo cercando di dimostrarle che aveva ragione, imbrogliando.

E mentre nella sua mente si costruivano tali ipotesi, James le spinse il mento con un dito, facendo in modo che lo guardasse. I loro sguardi si incontrarono di nuovo.

- Capitolerai, Rosie… quando lui ti dirà che se potesse, passerebbe tutta la vita a baciarti…

 

Fu un soffio. Le ultime parole, James le pronunciò sulle labbra di lei.

Forse era stato l’eccessivo entusiasmo per la festa.

Forse erano state le frasi di James.

Forse era stato il troppo spumante.

Ma mai Rose avrebbe immaginato che un giorno lei e James si sarebbero… baciati!

Santo cielo… lui era come un fratello! Momentaneamente troppo… affettuoso.

Sapeva che era sbagliato; lo sapeva. Ma mentre la sua testa le urlava quello, le sue mani avevano stretto più convulsamente la camicia di James.

Quando sentì la mano di James risalire fino alla nuca, lasciata scoperta dall’acconciatura, Rose si riscosse.

- Aspetta… James, aspetta! - sussurrò, premendogli una mano sul petto.

Lui la guardò con lo sguardo perso e il viso arrossato leggermente; ma subito, i suoi occhi furono attraversati da un guizzo - Oh, merda… Rose, mi dispiace, io…

Rose lo tranquillizzò con un gesto della mano, passandosi l’altra sulla fronte, mentre riprendeva fiato e cercava inutilmente di fare chiarezza su quell’assurda situazione.

- Non devi scusarti, James… - disse Rose, ridacchiando - Voglio dire, non è che hai fatto tutto da solo!

Dicendo questo arrossì fino alla punta dei piedi, evitando di guardarlo, tormentata dal pensiero che questa cosa avrebbe potuto, in qualche modo, rovinare il loro rapporto.

James si passò una mano tra i capelli scompigliati, sospirando - Bè… ehm… devo dire che non è stato niente male. Davvero niente male, cugina. Mi chiedo quanti dovrò Schiantare, per averti insegnato a baciare così bene…

Lei gli mollò un cazzotto sulla spalla - Piantala, James! - lo rimproverò, vagamente divertita - E adesso torniamo alla festa, prima che ci diano per dispersi.

 

James annuì, aiutandola a tirarsi su.

- E comunque… - aggiunse Rose -  Nessuno riuscirebbe a farmi capitolare con quel giochetto, James.

Lui rise, scuotendo la testa verso il cielo - Sei un caso perso, Rose.

 

- Questo è tutto - concluse Rose, sbadigliando.

- Hai capito James! - cinguettò Dominique, ridendo - Ma perché non mi hai detto nulla, Rosie?

Rose sopirò - Perché volevo evitare questo - rispose, indicando con un gesto eloquente la cugina, elettrizzata dalla notizia- scoop appena ricevuta.

Dominique mise su un finto broncio - Non posso credere che tu mi abbia tenuta  nascosta una cosa del genere! - disse, aggiustandosi la fascia che le tratteneva i capelli.

- Ora sai tutto - rispose semplicemente Rose - E sei l’unica. Anzi tu e Albus siete gli unici.

Dominique trattenne il respiro, posandosi una mano sulla bocca - Albus lo sa?

Rose annuì - Lo ha scoperto ieri, per sbaglio, mentre io e James ne parlavamo. Certo, non conosce i particolari… ma adesso immagina che sia successo qualcosa.

Dominique si morse le labbra mentre rifletteva. Poi le sue labbra si piegarono in un sorriso - E Scorpius lo sa?

Per qualche strano  motivo, Rose si sentì arrossire - Oh… ehm… sì, credo che a grandi linee sappia cosa è accaduto.

La cugina schioccò la lingua - Ecco perché ieri lui e James stavano discutendo. E’ geloso!

Se possibile, Rose arrossì ancora di più - Oh, no… non credo proprio! - disse in fretta, distogliendo lo sguardo.

- Sì, invece - stabilì Dominique - Allora, come vanno tra voi le cose?

Rose, si appoggiò allo schienale del letto, accanto a Dominique.

Per un momento pensò di raccontarle tutto.

Che la storia tra lei e Scorpius era nata da una scommessa; che era tutto un gioco.

Ma adesso… era ancora così?

Stavano ancora giocando?

In teoria, sì.

Ma in realtà…?

- Bene - rispose, alla fine - Va tutto bene.

 

Dominique si sporse verso di lei, per poterla guardare in faccia - Non ti sei innamorata vero, Rose?

A farla sussultare non fu tanto la domanda, quanto la risposta che avrebbe dovuto dare.

- Dominique! - disse, tirandosi la coperta fino alle spalle -  Ma che domanda è questa? Io… no, non lo so! - rispose imbarazzata - E poi, scusa… non eri tu quella entusiasta della mia relazione con Scorpius?

Dominique le sorrise dolcemente - Certo, Rose. Uscirci, divertirti con lui, passarci del tempo insieme va bene. Ma innamorarsi di Scorpius Malfoy… potrebbe essere problematico.

A Rose si strinse lo stomaco.

Perché Dominique doveva essere sempre così maledettamente realista?

- Già… - fu l’unica risposta di Rose, che non osò guardarla in faccia.

Dominique le strinse un braccio - So che io ti ho sempre appoggiato su questa cosa, Rose. E non ho intenzione di tirarmi indietro ora. Ma devi farmi un favore: assicurati che le sue intenzioni siano serie, prima di innamorarti di lui.

Rose annuì, sospirando.

- Sarà meglio che vada a dormire ora. Altrimenti domani avrò le occhiaie - disse Dominique, scendendo dal letto e facendole un occhiolino. Poi, si sporse verso di lei per abbracciarla.

- Ti voglio bene, Rosie.

Rose sorrise - Anche io, Dom,

E il pensiero che ci fosse almeno una persona a stare dalla sua parte ,in quella situazione, l’aiutò ad addormentarsi.

Perché doveva prendere una decisione e Dominique l’avrebbe appoggiata, qualunque cosa avrebbe scelto di fare.

 

 

Salve gente!

Questo capitolo ho pensato di aggiungerlo per chiarire la vicenda Rose-James e chiuderla qui (tra l’altro, è utile per spiegare l’atteggiamento di un altro personaggio, come vedrete nel prossimo capitolo).

Dal prossimo la storia riprenderà il filo della trama.

Grazie mille a voi che avete letto e recensito, soprattutto:

 

Nabiki93: Eh, sì! Hai indovinato! I ragazzi non possono entrare nel dormitorio femminile, quindi non era difficile capire chi fosse l’ospite di Rose. Ammetto che con la scorsa anticipazione volevo confondervi un po’… ma a quanto pare, con te non ci sono riuscita!! Alla prossima!

 

Francydenis: Concordo! “Che figo Malfoy”!! In questo capitolo non è comparso per niente, ma recupererà nel prossimo! A presto e grazie per la recensione!

 

Timetofly: Sì, diciamo che lo scorso capitolo era atteso da un po’…! E di questo cosa ne pensi? Grazie mille, alla prossima se ti va!

 

Piccola_Star: Per vedere cosa accadrà nel settimo giorno dovrai attendere il prossimo capitolo! Nel frattempo… cosa ne dici di questo?

 

Maggyeberty: Grazie mille! Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto… anche a me è piaciuto scriverlo!! Sì, la scommessa dura una settimana, quindi nel prossimo, verrà raccontato cosa accade nel settimo giorno. A presto, cara!

 

Alice_Thomas: Ma grazie a te! Sapere che la storia piaccia a chi la legge è la soddisfazione più grande, davvero. Quindi sono io a doverti ringraziare! Tornando al capitolo… sì, Scorpius è proprio un figo! Anche io lo immagino così! E di questo flirt Rose\James cosa ne pensi??

 

Musicmylife: …e invece, stavolta Scorpius e James non c’entravano nulla! L’ospite misteriosa è Dominique! Dopotutto… era giusto che anche lei avesse delle spiegazioni, poverina! Grazie e al prossimo!!

 

Maricuccia: Allora? Dimmi, dimmi… avevi indovinato il “personaggio misterioso”?? Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto; confesso, che anche io mi sono divertita un sacco a scriverlo! E di questo cosa ne pensi?

 

Akatsuki: Grazie, grazie, grazie! Davvero sono felice che la storia ti stia piacendo… spero continui ad essere così! Prometto che il prossimo capitolo non dovrete attendere troppo! Un abbraccio!

 

Sae: Che dire? Quando ho letto la tua recensione, mi sono quasi commossa. Dico davvero. Quindi grazie, grazie mille… perché sapere che la tua storia viene apprezzata con così tanto entusiasmo è la cosa più bella. Credo che non smetterò mai di ringraziarti per questo!

Tornando alla storia… purtroppo in questo capitolo, Scorpius non è presente, ma come ho accennato prima, mi sembrava giusto chiarire la vicenda Rose\James, per evitare di lasciarla in sospeso.

Come hai detto anche tu, in questi ultimi capitoli abbiamo assistito ad una sorta di metamorfosi di Scorpius… ha iniziato davvero a sentirsi a suo agio con Rose. Ed è stato divertente per me (e spero anche per voi), scoprire questo nuovo Scorpius. Ti ringrazio ancora per la tua bellissima recensione, con la speranza che la storia continui a piacerti!

 

E questo è tutto! Prometto di postare al più presto il tanto atteso “settimo giorno”!!

Un abbraccio fortisssssssimo!!

 

 

 

Dal prossimo capitolo:

- Sono le otto e cinque. Il banchetto di halloween è appena cominciato e la nostra scommessa è finita. Malfoy - spiegò Rose, tentando di mantenere fredda la sua voce. Ma gli occhi le bruciavano, come se fossero stati ricoperti di spine - Questi erano i patti. Adesso, ognuno per la sua strada.

 

 

 

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Capitolo 11
*** Settimo giorno ***


La mattina dopo, Rose si svegliò con il sorriso

La mattina dopo, Rose si svegliò con il sorriso.

Sorriso che le rimase stampato in faccia mentre si lavava, sceglieva gli abiti da indossare, si vestiva, scendeva le scale del dormitorio.

Un sorriso che lei stessa avrebbe definito “ebete”. Ma stavolta era diverso.

Era lei, Rose Weasley, a provare le emozioni nascoste dietro quel sorriso ebete, che le si incrinò quando vide chi la stava attendendo vicino al portone della  Sala Grande.

Pensò di passare dritta e fare finta di non vederli, per evitare di rovinarsi l’umore. Ma non ne ebbe il tempo…

 

- Rosie! - lo sguardo di Albus si illuminò nel vederla. Le andò subito incontro, seguito a ruota da un Hugo, decisamente meno entusiasta.

Suo malgrado, Rose non riuscì ad essere arrabbiata con il cugino - Ciao, Al. Hugo.

Il fratello le rispose con un cenno della testa.

- Senti, Rosie… ti volevo chiedere scusa, ancora - attaccò Albus, passandosi una mano tra i capelli già scompigliati - Davvero, non sai quanto mi dispiace. Sono stato un idiota. Un totale idiota… - aggiunse con enfasi.

- Albus, non ti preoccupare - lo rincuorò Rose - E’ acqua passata, non ci pensiamo più.

Albus la abbracciò, prendendola in contropiede - Oh, Rosie… meno male… temevo che fossi ancora arrabbiata. Ti prometto che non mi intrometterò più… ho già chiesto scusa anche a Scorpius.

Rose spalancò gli occhi, imbarazzata, stretta nell’abbraccio stritolatore del cugino, che non dava segno di volerla mollare.

Lei gli diede due colpetti sulla spalla - Ok, Al… apposto, allora.

Albus si decise a lasciarla andare, con un’espressione alquanto sollevata.

- Ehm… bene! - disse Rose, guardando l’uno e l’altro - Io andrei a fare colazione…

- NO, aspetta! - la bloccò Albus, rivolgendo un’occhiata eloquente ad Hugo - Anche Hugo deve dirti una cosa.

 

Suo fratello fulminò Albus con un’occhiataccia.

- Si’… bè… ti chiedo scusa anch’io, Rosie - disse Hugo, continuando a guardar male Albus. Rose pensò che il cugino lo avesse obbligato a scusarsi per riguadagnare qualche punto - Va bene, se esci con Malf…. Con Scorpius - pronunciò quel nome come se lo avesse sputato.

Albus pareva piuttosto soddisfatto, mentre guardava Hugo come se fosse il suo studente preferito e stava facendo una bellissima interrogazione.

- Oh, bè… grazie, Hugo - rispose Rose, trattenendo un sorriso.

- Però, al primo sbaglio, gli spezzo le gambe! - si affrettò ad aggiungere Hugo, con un tono decisamente più convinto.

- Hugo! - lo riprese subito Albus.

- Cosa? - chiese allibito Hugo, con una faccia angelicamente innocente, come se davvero non capisse il rimprovero. Espressione ereditata da Ronald Weasley, ovviamente.

Rose si coprì la bocca con una mano, temendo davvero di sbottargli a ridere in faccia. In qualche modo, trovava tenerissimo il modo in cui Albus e Hugo stavano tentando di farsi perdonare.

Hugo alzò gli occhi al cielo, probabilmente al limite della sopportazione.

- E va bene, va bene -  acconsentì alla fine - Rosie, scusa. Puoi uscire con chi ti pare. Anche se è un Malfoy.

Si voltò verso Albus, con un’espressione che significava “Va bene così?”.

Il cugino annuì.

- E…?- lo incitò ancora.

Hugo sbuffò - E non dirò niente a mamma e papà, finchè non riterrai che sia il momento giusto - concluse, come se stesse recitando una frase imparata a memoria. Cosa che. Probabilmente era così.

 

Strinse le labbra e prima che Hugo avesse il tempo di fuggire, lo strinse in un abbraccio forte,  di quelli che lui odiava. Ma non poteva farci niente.

- Ti voglio, bene… - gli sussurrò in un orecchio. Da notare che  Rose ebbe l’accortezza di sussurrarglielo, perché sapeva che, se qualcuno li avesse sentiti, Hugo sarebbe sprofondato per la vergogna.

suo fratello, imbarazzato, le diede due pacchette su una spalla, rigido sul suo posto, e anche se non poteva guardarlo in faccia, Rose era sicura che fosse arrossito, quando, a bassa voce le rispose:

- Ehm… sì, grazie. Anche io.

Quando Rose tornò a guardare il cugino, notò che Albus sfoggiava un sorriso a trentadue denti; i suoi occhi scintillavano di soddisfazione.

- Bene - disse, battendo una volta le mani, con fare spiccio - Rose, non vogliamo trattenerti. Stavi andando a fare colazione, no?

- Mhm sì, in effetti…

- Perfetto, allora - concluse Albus, afferrando Hugo per un braccio e trascinandoselo via - Buon appetito! E buon Halloween.

Rose li salutò con un gesto della mano, divertita dall’artistico comportamento dei due.

In Sala Grande non c’era molta gente. Tanti studenti di solito, non scendevano per niente la domenica a fare colazione, tra cui anche Dominique.

E quella settimana non era stato diverso. Rassegnata, Rose raggiunse il tavolo dei Grifondoro, senza prima aver lanciato un’occhiata verso quello dei Serpeverde.

Ma lui non c’era.

Meglio così. Almeno avrebbe avuto un po’ di tempo per pensare.

Sì, pensare a quello che le aveva detto quella notte Dominique, a quello che il banchetto di Halloween avrebbe portato…

 

- Come mai questa mattina mi sembri ancora più bella del solito?

Una voce, quella voce, era arrivata a scombinare il filo logico dei suoi pensieri. Che poi, di logico non avevano mai avuto nulla.

Rose si voltò verso Scorpius, che si era seduto accanto a lei, sulla panca e la guardava tranquillo, senza il minimo imbarazzo. I capelli scompigliati e la felpa scura gli conferivano un’aria più… vera.

Rise - Credo che tu abbia sbagliato persona, Scorpius… - gli disse, sentendosi arrossire.

- No. Non ho sbagliato - confermò lui - Mi sto riferendo proprio alla meraviglia che ho davanti… buongiorno, Rose.

Il cuore di Rose perse un battito.

Chi avrebbe mai scommesso anche solo un galeone, che lei, Rose Weasley, sarebbe entrata in brodo di giuggiole di fronte allo sguardo grigio di Scorpius Malfoy?

Nessuno, appunto.

- Buongiorno anche a te… - disse lei, riuscendo a nascondere quell’emozione che minacciava di toglierle il fiato.

Scorpius le sorrise, avvicinandosi ancora di più - Non penserai di cavartela con un “buongiorno”, vero?

Il buon proposito di respirare, andò a farsi una passeggiata quando le labbra di Scorpius si posarono gentilmente sulle sue. Senza che potesse far nulla per controllare i suoi stessi movimenti, percepì le sue mani risalire verso il volto di Scorpius, per accarezzargli il viso ricoperto da una corta barbetta bionda…

 

Fu in quel momento che Rose si rese conto che la linea di confine era vicinissima.

“…devi farmi un favore: assicurati che le sue intenzioni siano serie, prima di innamorarti di lui…”.

La voce di Dominique le rimbombò nella testa.

Sua cugina aveva ragione.

Rose si allontanò da Scorpius, con uno scatto repentino. Sul volto di lui, si dipinse un’espressione a metà tra la sorpresa e la confusione.

- Hei… tutto bene?

Lei annuì lentamente, senza osare guardarlo - Anzi no - aggiunse poi, ripensandoci.

Scorpius alzò le sopracciglia, invitandola a continuare.

Rose respirò profondamente, convincendosi a chiedergli ciò che la stava lacerando dalla notte scorse.

Ma il fatto era che aveva una fottutissima paura di scoprire la risposta.

- Scurpius, devo chiederti una cosa… - riuscì a dire, infine - Devi dirmi… dimmi che tutto questo non ha nulla a che fare con la scommessa…

Nel pronunciare l’ultima parte, riuscì a trovare la forza per guardarlo negli occhi.

Fu uno scambio di emozioni: timore e imbarazzo da una parte, confusione e incredulità dall’altra.

Rose si morse il labbro a sangue, interpretando l’esitazione di Scorpius come una risposta alla sua domanda. Ma un brivido caldo le percorse il corpo quando, quando sentì un dito di Scorpius solleticarle la mandibola, mentre il volto di lui si rilassava.

- Non me ne frega più niente della scommessa, da quando hai accettato di farla, Rose… - le disse piano, seguendo con lo sguardo i movimenti del suo dito sul volto di lei - E se non mi credi ancora, domani mattina, quando la  settimana sarà ufficialmente finita e la scommessa terminata, avrai la conferma e che tutto questo è vero - la guardò negli occhi, serio - Ancora ci credo neanche io, Rose…

Stavolta fu Rose a non resistere al suo sguardo e ad affrettarsi a tappargli la bocca con la convinzione che quel bacio non aveva un secondo fine.  Non ce lo aveva.

- Devo andare via, per qualche ora… - biascicò lui, sorridendo, mentre a malincuore si staccava da lei - Ho un giro di perlustrazione ai piani alti.

- Di domenica mattina? - chiese lei, stupita, mentre Scorpius le prendeva una mano, lasciando che le loro dita si incrociassero.

- Sì - confermò Scorpius, baciandole la mano che stringeva - Sai, fino alla settimana scorsa non andavo tanto d’accordo con la Caposcuola…

- Oh! - fece Rose, spalancando gli occhi.

 

Adesso ricordava.

Era stata lei stessa ad affidare a Malfoy il giro di perlustrazione della domenica mattina, per quella settimana. La più odiosa delle ronde.

Scorpius le sorrise alzandosi - Ci vediamo a pranzo - le diede un altro bacio sulla mano, prima di lasciargliela - Magari questo pomeriggio possiamo stare un po’ insieme se ti va.

Rose sospirò, mentre il suo cuore continuava a batterle all’impazzata - Certo che mi va.

In risposta, lui le fece un occhiolino e si allontanò, con la solita, insostituibile eleganza di sempre.

 

*

 

Per la prima volta, Rose era riuscita a trascorrere una giornata senza aprire un libro.

La cosa bella era che il pensiero non l’aveva minimamente sfiorata.

Dopo il pranzo, Scorpius le aveva chiesto se aveva voglia di andare a vedere gli allenamenti di Quidditch. Poi erano rimasti un po’ sotto, al campo da Quidditch e avevano chiacchierato e… chiacchierato.

Albus era stato sdolcinatamente cordiale per tutto il giorno. Evidentemente, la paura di vedere Rose allontanarsi da lui di nuovo era peggio di qualsiasi altra punizione. Anche Hugo sembrava voler mantenere la pace; quando Scorpius si era avvicinato al tavolo dei Grifondoro, sotto lo sguardo shockato dei membri Weasley- Potter, per invitarla agli allenamenti, si era limitato a borbottare qualche commento incomprensibile, ma non aveva obiettato.

Il pomeriggio era trascorso velocemente e quando Rose e Scorpius erano passati davanti alla Sala Grande, mentre risalivano, erano rimasti qualche minuto ad osservare l’allestimento della sala per il banchetto di Halloween di quella sera.

- Oh, mi ero quasi dimenticata! - esclamò Rose all’improvviso mentre entravano nella Sala.

Scorpius la guardò interrogativo, mentre un gruppo di studenti schiamazzanti li superava, entusiasti per la cena che tra poco avrebbero gustavo.

- Ho dimenticato di restituire il libro di Rune Antiche in biblioteca - disse, nel panico.

L’espressione di Scorpius si ammorbidì - Tutto qui? Bè, lo restituirai domani.

 

Ma lei scosse la testa.

- No, no. Non capisci… il termine di riconsegna era oggi! - spiegò, agitata - Devo andare a riportarlo.

- Cosa? - fece Scorpius, incredulo - Ma il banchetto sta per iniziare… mancano pochi minuti alle otto. Probabilmente la biblioteca avrà chiuso. E poi… non è la fine del mondo se glielo riporti domani - la rassicurò lui, sfiorandole un braccio - Credi che stasera Madama Pince si metterà a vedere chi doveva riconsegnare dei libri e non lo ha fatto?

Rose alzò le sopracciglia - Sì. Ovvio che lo farà… devo andare.

Scorpius sospirò, rassegnato. Si passò una mano tra i capelli biondi, freschi di shampoo - D’accordo. Ti accompagno.

- No, no… non preoccuparti. Faccio un salto alla torre a riprenderlo e glielo riporto. Non ci metterò molto.

Rose gli sorrise, alzandosi sulle punte per stampargli un bacio sulle labbra - Torno subito.

- Come vuoi. Io ti aspetto qui - le disse Scorpius, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.

Rose marciò spedita fino alla torre dei Grifondoro, maledicendosi per essere stata così sbadata.

Non le era mai capitato di dimenticarsi di restituire un libro, mai.

E sapeva quanto questa cosa mandasse in bestia Madama Pince. Siccome la biblioteca era per Rose un vero e proprio rifugio, di tutto aveva bisogno tranne che inimicarsi la bibliotecaria.

Dopo avere detto la parola d’ordine, saettò verso il dormitorio, recuperò il libro e riscese.

In giro non c’era un’anima.

Ovviamante.

Erano tutti al banchetto, dove anche lei avrebbe dovuto essere.

Con il fiatone raggiunse la biblioteca, buttandosi praticamente contro il pesante portone.

Era  ancora aperta, grazie al cielo.

Filò a passo svelto lungo il corridoio, ancora capacitandosi di essersi davvero dimenticata di restituire un libro.

Fila tre, scaffale sette.

Quando infilò il libro nel buco al suo posto, sentì il panico scivolare via dal suo corpo.

Merlino, ce l’aveva fatta.

Si appoggiò con le mani su un tavolino là vicino, chiudendo gli occhi per riprendere fiato.

 

Fu in quel momento, che percepì la pressione di due mani sui suoi fianchi. Si irrigidì, sentendo qualcuno muoversi alle sue spalle e farsi più vicino.

- Solo Rose Weasley si sarebbe scapicollata a riconsegnare un libro, la sera di Halloween, pochi minuti prima del banchetto - le sussurrò la voce di Scorpius nell’orecchio.

Lei ridacchio, non avendo ancora abbastanza fiato per parlare.

Si voltò verso di lui, sorridendogli.

- Che ci fai tu qui? - riuscì a dire poi, ricomponendosi - Non dovresti essere in Sala Grande?

Scorpius piegò le labbra sottili in un sorrisetto che fece perdere di nuovo il respiro a Rose , mentre si avvicinava al suo collo e sussurrava - Mancava una persona… fondamentale - ad ogni parola., a bocca di lui sfiorava leggermente il collo di lei, che rabbrividì ogni volta.

Ma un cigolio li riscosse.

Un cigolio simile a quello prodotto dalla porta che si apre e si richiude.

E poi… passi.

- Madama Pince! - esclamò Rose a bassa voce, spostando Scorpius di lato. Lui in risposta, ghignò divertito.

- Calmati, Rosie… al massimo ci sbatterà fuori di qui.

Rose impallidi.

Lei che veniva sbattuta fuori dalla biblioteca?

Sua madre l’avrebbe come minimo diseredata.

I passi ormai erano vicinisimi…

Madama Pince sarebbe sbucata da un momento all’altro…

Ecco… l’ombra si faceva sempre più vicina… svoltava l’angolo…

 

No. Non era esattamente Madama Pince.

La bibliotecaria non aveva quelle gambe così lunghe e snelle.

Non aveva quel fisico perfetto.

Non aveva i capelli così lunghi e fluenti.

Non aveva diciotto anni.

E non si chiamava Belinda  Johnson.

- Oh! - esordì la ragazza, trovandoseli davanti - Oh, mi avete spaventata! - esclamò Belinda, portandosi una graziosa mano sulla bocca.

“Ah, noi?”

- Ciao, Belinda… - la salutò, gentilmente Rose, chiedendosi se, a quel punto, avrebbe preferito che ad attivare fosse stata davvero la Pince.

- Salve, ehm… Rose! - ripose Belinda, con un sorriso caldo, sembrando vagamente a disagio nel rivolgerle la parola. Ma la sua espressione divenne vagamente infastidita quando si voltò a guardare Scorpius - Scorpius, si può sapere cosa fai qui? - gli chiese - hai una vaga idea di che ore sono?

Scorpius scosse le spalle, a disagio, lanciando occhiate furtive all’una e all’altra - No. Dovrei?

- Sono le otto e dieci passate! - sbottò istericamente Belinda, corrugando la fronte - Questo vuol dire che ti ho aspettato per oltre venti minuti. E’ tardissimo!

Rose guardava la scena vagamente confusa, anzi molto confusa.

Belinda appariva davvero scocciata per qualcosa, mentre Scorpius era l’immagine dell’innocenza.

- Ritardo per cosa, scusa? - chiese infatti, con il suo solito tono freddo-  distaccato.

- Per il banchetto, Scorpius - spiegò Belinda, visibilmente impegnata a mantenere il controllo. Il suo piede batteva freneticamente sul pavimento lucido - Dovevamo andare al banchetto insieme, ricordi?

 

A Rose, per un momento mancò la terra sotto i piedi.

Riuscì a non traballare, attaccandosi alla tenue possibilità che avesse capito male.

Si voltò velocemente verso Scorpius, sperando in un segno, un gesto che le facesse capire che aveva frainteso.

Ma l’unica cosa che vide, fu il ragazzo che, con gesti lenti si passò una mano trai capelli, borbottando un’imprecazione.

- Mi hai chiesto di accompagnarti un paio di giorni fa, ti sei dimenticato? - incalzò Belinda, incrociando le braccia, visibilmente offesa.

- Belinda, non è il momento… - le disse Scorpius, senza osare guardare verso Rose.

- Che… che cosa? - sibilò la Serpeverde. Se prima era offesa, adesso era seriamente incazzata - Scorpius, che giochetti pensi di fare? - gli disse, alzando la voce - Sai quanti inviti ho rifiutato per venire con te? Ne hai una vaga idea?

- Senti, mi dispace…

- Non me ne frega niente che ti dispiace! Pensi di potermi usare quando ti pare e poi fregartene? Bè, ti sbagli… avevi detto che avresti sistemato la storia - mimò le virgolette con le dita, perfettamente smaltate-  con… lei… - indicò Rose - entro domenica sera. E mi hai chiesto di accompagnarti… con una certa insistenza, se non ricordo male!

 

Rose aveva perso il filo del discorso… parole e pensieri stavano formando un vortice nella sua testa, che minacciava di travolgerla. Sentì indistintamente la voce di Scorpius che rispondeva, ma non distinse le parole.

Non avevano più importanza ormai… ne aveva sentite già troppe.

… al banchetto insieme…

… che giochetti pensi di fare?…

… avresti sistemato la storia con lei…

… entro domenica…

… mi hai chiesto di accompagnarti…

… con una certa insistenza…

… con una certa insistenza…

 

…avresti sistemato la storia con lei…

Rose scosse la testa, mentre un nodo stretto le stringeva lo stomaco. Indietreggiò di pochi passi, andando ad urtare un tavolino dietro di lei…

A quel rumore, Scorpius si voltò verso di lei - Rose… ti posso spiegare.

Belinda aveva smesso di urlare. Sembrava mortificata.

Rose sentì un moto di compassione nascere in lei, nei confronti dell’altre. Anche se probabilmente, avrebbe dovuto compatire se stessa…

Sbattè le palpebre, come se non riuscisse a credere che quella situazione fosse davvero la realtà…

Avevano ragione.

Avevano ragione tutti.

Malfoy è Malfoy, basta.

Dove aspettarselo.

Hugo glielo aveva detto… e anche Albus, e… James.

Si morse le labbra, imponendosi di non piangere.

Perché quelle sarebbero state lacrime di rabbia, nient’altro.

Nient’altro.

 

- Non c’è niente da spiegare - fu la risposta di Rose, che con passo stranamente fermo si diresse verso la porta. Ma poi si voltò di nuovo - Belinda… mi dispiace per il ritardo. E’ stata… - le ultime parole le mancarono - colpa mia - riuscì a concludere.

Non guardò la faccia della ragazza, né niente.

L’unica cosa che voleva era andare via.

- Rose! Aspetta! - Scorpius la fermò per un braccio, quando lei era vicinissima all’uscita - Ti prego, aspetta…

Ma Rose si divincolò dalla presa, senza degnarlo di una parola.

Scropius non si arrese; con una presa rigida, l’afferrò per le spalle, bloccandola - Voglio spiegarti come stanno le cose…

Lei lo spinse indietro, con tutta la forza che aveva - Te lo dico io come stanno! - disse Rose scacciandosi - Hai vinto, Scorpius. Hai vinto… - ammise amaramente - Era solo questo che volevi, no?

Lo guardò decisa negli occhi. In quelli di Scorpius riusciva a scorgere un sentimento indecifrabile.

- No, no, no Rose! Non è così… - obiettò, il volto solitamente pallido era leggermente colorito - La scommessa non c’entra niente! Niente, cazzo!

- Le hai chiesto davvero di accompagnarti?

- Sì, ma…

- Voglio andarmene - disse Rose, con la voce che le vibrò leggermente.

- No.

 

Rose non gli diede retta; senza badare a lui, gli voltò le spalle e uscì dalla biblioteca.

Ma lui la seguì nel corridoio - Rosie! Rosie, ti prego! ROSE!

Rose si bloccò… chiuse un momento gli occhi per prendere fiato. Fece un lungo respiro e si girò di nuovo a guardarlo, tentando di non far trasparire la sofferenza che la stava tormentando dall’interno.

- Sono le otto passate. Il banchetto di Halloween è appena cominciato e la nostra scommessa è finita. Malfoy - spiegò Rose, tentando di mantenere fredda la sua voce. Ma gli occhi le bruciavano, come se fossero stati ricoperti di spine - Questi erano i patti. Adesso, ognuno per la sua strada.

Lui scosse la testa… pareva aver perso la sua naturale spavalderia - Non lo vuoi davvero, Rose…

Lei lo guardò, sbattendogli in faccia tutta la delusione che aveva accumulato.

- Lasciami stare, Scorpius. Questo me lo devi… - le si spezzò la voce.

Senza che lui potesse fare niente, proseguì a passo svelto verso il corridoio e non appena girò l’angolo, prese a correre velocemente, come se volesse più fermarsi… e lo stesso fecero le sue lacrime.

 

 

Questo è stato il penultimo capitolo!

Questa volta ho deciso di non postare l’anticipazione del prossimo, nonché ultimo capitolo, perché non voglio rovinarvi la sorpresa; ma per chi proprio non riuscirà a resistere, potrà trovare qualche piccola anticipazione sul blog, nei prossimi giorni…

 

Detto ciò… passo a ringraziare di cuore, voi che avete letto, aggiunto la storia tra seguiti e preferiti, ma soprattutto voi che avete recensito:

 

Francydenis: ecco tornato il tuo amato! Solo che stavolta ha combinato un bel casino, non trovi?

Timetofly: Mi dispiace se anche stavolta ho aggiornato con un certo ritardo… ma il mio tempo sembra essere diminuito in queste vacanze! Sono felice che la storia ti piaccia… spero sia così anche per il finale!

Maggyeberty: si, devo dire che James è stato un bel furbacchione! Ma nella mia testa, ciò che era accaduto fra loro due non è stato programmato, quindi James è parzialmente perdonato, diciamo! Ti ringrazio tanto per i complimenti, sei troppo gentile! Sarei felice di avere un tuo parere anche su questo capitolo!

Anthy: grazie, sono felice che la storia ti piaccia! Eh sì… purtroppo la cosa è degenerata! Di questo cosa ne pensi?  XD

Piccola_Star: Povera Dominique! Stavolta lei non ha colpe… Scorpius ha fatto davvero un gran casino! Ci riuscirà?

Maricuccia: Bè, diciamo che Dom ha mantenuto la sua postazione neutrale. Ma sarà ancora così, dopo quello che è successo?

Musicmylife: …e invece c’è ancora un altro capitolo! Dovrai aspettare un altro capitolo prima di sbarazzarti di me! :p :p ovviamente scherzo… anzi, ti ringrazio per avermi accompagnata durante l’intera storia senza stancarti mai! Grazie di cuore!

TullyDomy: Sono felicissima che ti piaccia, grazie! Di questo che mi dici? Alla prossima!

SorellinaMalfoy: Grazie mille, sei gentilissima ! Spero che questi ultimi capitoli non ti deludano!

Ombrosa: Ti ringrazio tanto! E ti assicuro che le tue idee non sono affatto strampalate: potrebbero essere più che plausibili. Spero che l’ultimo capitolo (e questo anche, certo) ti piaccia ugualmente!

Alice_: Puoi stare tranquilla: come vedi James non ha responsabilità! Scorpius ha fatto tutto da solo…!

Lily_94: Eh sì. L’anticipazione non prometteva nulla di buono, ma qualche scena mielosa c’ è stata lo stesso!

 Nabiki93: Sì, sì…nulla di preoccupante! Solo un flirt estivo (che è bastato a mandare Al fuori di testa!)!!!! Alla prossima!

Akatsuki: Grazie, grazie, grazie! Anche io ero parecchio soddisfatta di quel capitolo… questo invece, mi convince un po’ meno… tu cosa e pensi?

 

 

Quindi… per chi ne avrà voglia, l’appuntamento è al prossimo capitolo!

Vi abbraccio tutti!!!!!!

 

PS: I più attenti, avranno notato che non mi sono soffermata su alcuni particolari. Ebbene, vi assicuro che non è stata una dimenticanza, verrà spiegato tutto nel prossimo.

Per chi non ha notato nulla di sospetto… meglio così! Vuol dire che la trama è comprensibile lo stesso…!

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Alcuni giorni dopo... ***


Scorpius Malfoy non aveva mai passato tanto tempo in biblioteca, come negli ultimi cinque giorni

Scorpius Malfoy non aveva mai passato tanto tempo in biblioteca, come negli ultimi cinque giorni.

Seduto sempre allo stesso tavolo, non gli interessava dei libri, di leggere o studiare.

No, aspettava lei.

Ogni giorno si trascinava là, in biblioteca, sperando che lei arrivasse.

Invece lei non arrivava mai. E questo Scorpius lo sapeva.

Rose non era una stupida; sapeva perfettamente che se qualcuno aveva bisogno di lei, sarebbe andato a cercarla in biblioteca.

E così in biblioteca lei non ci andava più.

Scorpius era giunto a questa conclusione, dopo due pomeriggi pieni trascorsi a saltare su quella sedia scomoda, sotto lo sguardo torvo di madama Pince, ogni volta che la porta si apriva.

Aveva provato in altri modi a parlarle, ma non c’era mai riuscito.

Se scendeva ai pasti, quando scendeva, era sempre accompagnata da qualche suo parente e ciò la rendeva inavvicinabile. In particolare, il fratello, Hugo, si era ben preoccupato di avvertirlo di stare lontano da sua sorella.

E nonostante Hugo gli arrivasse alla spalla, Scorpius aveva letto nella sicurezza delle sue parole e nell’amarezza del suo sguardo, che il ragazzino non avrebbe esitato a spaccargli il muso, se ci avesse provato.

 

L’ultima spiaggia era stata Albus. Ovviamente, la sera di Halloween, cinque giorni prima, Albus era andato da lui, furente, domandandogli con modi non troppo civili cosa fosse successo tra lui e Rose per farla stare così male.

Dopo essersi vagamente tranquillizzato, Albus gli aveva detto che Rose, a stento, era riuscita a dirgli che si erano lasciati di comune accordo. Che entrambi avevano capito di non essere fatti per stare insieme.

- E allora, perché cazzo sta così male? - gli aveva chiesto Albus.

Scorpius non aveva risposto. Si era limitato ad abbassare il capo, a prendersi forte la testa fra le mani e a imprecare.

Ma poi l’amico gli aveva posato una mano sulla spalla, senza parlare, senza dire nulla.

E Scorpius aveva trovato la forza di reagire. Di recuperare i pezzi di quella situazione assurda che gli era sfuggita di mano tanto ingenuamente, andandosi ad infrangere in mille pezzi.

 

Nei giorni successivi, Scorpius aveva più volte tentato di avvicinare Rose, ma senza risultati. Aveva persino chiesto aiuto ad Albus, ma dopo vari tentativi, anche lui, mortificato, gli aveva detto che Rose non voleva neanche sentirlo nominare.

- Mi dispiace, amico… io ci ho provato - gli aveva detto, desolato - Ma credimi… ha minacciato di Schiantarmi se avessi nominato di nuovo il tuo nome.

E Scorpius ci credeva. In quei cinque giorni, Rose era stata ben attenta a non incrociare mai il suo sguardo. Anzi, un paio di volte lo aveva fatto, ma solo per dirgli di lasciarla in pace, che lei non voleva avere più a che fare con lui, nelle poche occasioni in cui lui era riuscito a raggiungerla dopo una lezione.

Scorpius aveva saputo da Albus che Rose aveva detto loro che avevano rotto a seguito di un litigio.

- Ha detto che siete troppo diversi… e che avete obiettivi diversi - gli aveva raccontato Albus - Che vuol dire, Scorpius? Obiettivi diversi?

Quell’espressione era bastata a fargli annodare lo stomaco.

Obiettivi diversi…

Sapeva perfettamente a cosa si stesse riferendo Rose.

Ed era tutto sbagliato. Tutto.

Se solo gli avesse dato l’opportunità di spiegarsi…

Ma dal suo atteggiamento, sembrava che Rose non ne avesse la minima intenzione. Se almeno lui fosse riuscito a incrociare i suoi occhi… a poter leggere cosa nascondevano…

Questa cosa lo straziava e la consapevolezza di non riuscire a fare niente lo faceva sentire davvero… una merda.

 

*

 

E così, dopo cinque giorni, lui era ancora lì, ad attenderla.

Guardò svogliatamente fuori dalla finestra, osservando quel paesaggio che ormai aveva imparato a memoria.

Fu in quel momento che sentì cigolare la porta della biblioteca. Come ogni volta si drizzò sulla sedia; la gola chiusa per la tensione.

Passi…

Corrugò la fronte, quando la figura attraversò gli scaffali, puntando dritta contro di lui.

Il che non era una cosa molto promettente…

- Weasley - la salutò, quando la ragazza si fermò davanti al suo tavolo, le braccia incrociate e l’espressione non troppo pacifica.

- Salve, Malfoy - ricambiò lei, scansando la sedia dal tavolo e sedendosi decisa - So che, probabilmente, non sono la cugina che speravi di incontrare, ma temo che per stasera non potrai avere di più.

Dominique Weasley era davvero bella, su questo non c’era dubbio. Capelli biondi, occhi chiari, pelle perfetta, fisico mozzafiato.

Qualunque ragazzo di Hogwarts avrebbe fatto carte false pur di uscire con lei; ma mentre la osservava, Scorpius non poté fare a meno di pensare che per lui, Rose batteva il confronto con Dominique su tutti i fronti.

- E allora perché sei qui, Dominique? - gli chiese stanco, abbassando la guardia, senza preoccuparsi di usare un tono abbastanza distaccato. Si passò una mano tra i capelli, in attesa che lei rispondesse. Probabilmente lo sapeva; voleva una ramanzina su quante fosse stato stronzo con sua cugina, schifoso opportunista, malefico Serpeverde e cose del genere.

- Perché hai bisogno che qualcuno ti dia una svegliata, Malfoy - gli disse semplicemente lei, ticchettando con le dita sul tavolo di legno.

Questa non era certamente la risposta che lui si sarebbe aspettato. Corrugò la fronte, alzando lo sguardo verso di lei.

- Cosa intendi?

 

Dominique battè una mano sul tavolo; il rumore rimbombò per la sala.

- Rose sta male, per Merlino! - sbottò la ragazza, indurendo i lineamenti angelici del suo viso - Sta male! E tu non stai facendo niente! - gli puntò contro un dito smaltato - Ti ho lasciato cinque giorni di tempo per fare qualcosa. Cinque! Ma la situazione continua ad essere sempre la stessa… Rose non vuole parlare, ha passato i primi tre giorni a piangere… per di più continua ad avere scatti di nervi improvvisi, urla, scala decine di punti agli studenti per le minime sciocchezze… - continuò Dominique infervorata - E poi… poi, si sente in colpa e… piange. E in tutto questo… tu non hai fatto un bel niente! Santo cielo, Malfoy, non pensavo fossi un coglione fino a questo livello!

Scorpius stava giusto per protestare il fatto che Dominique gli avesse appena dato del coglione, ma al momento, c’era qualcosa di più urgente da risolvere.

E, tra parentesi, non era pienamente convinto di non esserlo.

- Ma io ci ho provato! - rispose lui, passandosi nervosamente una mano tra i capelli - Ci ho provato, ma lei non ha voluto ascoltarmi… ho chiesto anche ad Albus di parlarle ma Rose…

Non potè continuare la frase, perché Dominique gli stampò uno pugno deciso sul braccio.

- Ahia! - si lamentò Scorpius - Ma che ti prende?

Lei lo guardò in cagnesco - Mai usare un tuo amico come messaggero quando litighi con una ragazza! - alzò gli occhioni azzurri al cielo - Santo Merlino, ma siete tutti così?

Scorpius aprì e chiuse la bocca, confuso.  Boccheggiò un paio di volte, metabolizzando l’assurdità di quella situazione. Ma impiegò poco a recuperare il suo cipiglio sicuro.

- Bè… mi sembra che tu stia facendo la stessa cosa. Se Rose ti ha mandato per dirmi che devo lasciarla…

- Cosa? - chiese Dominique, inorridita - Rose non sa che io sono qui! Sei pazzo?  Merlino, mi ucciderebbe… e poi, Malfoy, noi donne agiamo con la nostra testa. Non stiamo là a perdere tempo…

- Forse ti è sfuggito, Weasley, ma io ho provato a fermarla un sacco di volte… - spiegò lentamente Scorpius - Ma Rose non si è mai lasciata avvicinare!

Dominique sbuffò - Oh, certo. Non si è mai lasciata avvicinare - disse, sarcastica - Quel mostro enorme di Rosie. Deve essere stato impossibile riuscire a trattenerla per un paio di minuti, vista la sua mole.

Scorpius sbuffò; sinceramente non immaginava che Dominique Weasley fosse così spiritosa.

 

- Tralasciando il sarcasmo, cosa vuoi da me Weasley? - venne al punto Scorpius.

Lei si lasciò sfuggire uno sbuffo, come se fosse in preda ad uno stress insostenibile - Per aiutarti, visto che da solo non riesci a cavartela.

Scorpius finse di annuire con convinzione - Mi sfugge un particolare; perché? Perché vuoi aiutarmi? Voglio dire… voi donne non avete la vostra “solidarietà femminile” da difendere? Rose è la tua migliore amica, perché vuoi aiutare me?

Dominique lo fissò con gli occhi ridotti a fessure, come se lo stesse studiando - Non lo sto facendo per te, infatti. Lo faccio per lei.

- Ah, grazie tante… - rispose lui ironico, passandosi una mano sugli occhi.

- Sai com’è… solidarietà femminile - disse lei, lasciandosi sfuggire un sorrisetto - Malfoy, forse non lo sai, ma io ho sempre appoggiato il fatto che tu e Rose vi frequentaste. Ho appoggiato Rose nella sua rivolta contro i nostri cugini… Hugo, James… e Albus.

- Bè… grazie… - disse Scorpius, imbarazzato.

- Prego - fu la risposta rapida di lei - Ma poi, tu hai rovinato tutto - lo guardò, ostile - Rose mi ha raccontato della storia con Belinda. Adesso… prima di aggiungere altro, devi dirmi cosa c’è stato con lei.

Dominique incrociò le braccia, scrutandolo seria.

- Niente… non c’è stato assolutamente niente! - si affrettò a commentare lui - E’ stato solo uno stupido equivoco! - sentiva il respiro farsi più affannoso, mentre il ricordo di quella sera minacciava di ritornargli alla mente - Rose non ha voluto sentire spiegazioni, non…

- Bene - lo fermò lei - Lo immaginavo. Conosco Rose… e so quanto può essere orgogliosa. A questo punto… torniamo a noi. Stava andando tutto liscio, finché tu hai fatto il casino. Come ti ho detto, mi sei simpatico Malfoy e ti ho sempre appoggiato con Rose. Quindi, devi trovare il modo di rimediare.

- Fammi capire - stavolta fu lui ad interromperla. Un sorrisetto furbo si stampò sul suo viso - Tu vuoi aiutarmi perché sai che, avendomi appoggiato, se vado giù io, tu annegherai con me.

 

Dominique non si scompose minimamente - Mettiamola così. Ti aiuto perché se Rosie continuerà a stare male per merito tuo, sarò io stessa a spingerti la testa sott’acqua, Malfoy.

Scorpius annuì, abbattuto - Tutto per Rose. Dimmi cosa devo fare.

Dominique sorrise - Sapevo che avresti collaborato. Allora, niente è meglio di un incontro diretto. Tu e lei e basta.

- Le uniche possibilità che io la incontri durante il fine settimana sono la Sala Grande e la biblioteca. Come vedi, in biblioteca non ci mette piedi da una settimana… e la Sala Grande… bè è la Sala Grande.

Un  gesto spiccio gli fece segno di stare zitto - Dimentichi la cosa più importante, domenica ci sarà la gita ad Hogsmade. Rose domani mattina ha la riunione con i prefetti che saranno di turno.

Scorpius strabuzzò gli occhi.

Come non ci aveva pensato?

Come?

Ma certo…

Sarebbe stata sola. O quasi.

Aveva maggiori possibilità di riuscire a spiegarsi.

- Dal tuo sguardo deduco che hai capito - disse Dominique, alzandosi - Il resto dovrai farlo da solo.

Prima che si allontanasse, Scorpius si sentì in dovere di richiamarla - Weasley, grazie.

Lei si limito a sollevare le spalle, prima di sparire fuori.

 

*

 

- Direi che è tutto - si sforzò di sorridere, mentre riavvolgeva la pergamena. Le altre quattro persone presenti nella stanza si alzarono, scambiandosi gli ultimi accordi - Per qualsiasi cambio o imprevisto, fatemi sapere prima di domenica.

Mentre guardava i quattro prefetti uscire, lasciò che il sorriso allegro scivolasse via dal mio viso.

La riunione si era tenuta nella vecchia aula di Trafigurazione, come sempre. Non era stata una vera e propria riunione; serviva solo a confermare gli incarichi per la gita ad Hogsmade.

Per fortuna.

Questo significava che non tutti i prefetti avevano partecipato.

Per fortuna.

Non avrebbe retto lo sguardo di due occhi grigi in particolare.

Un fremito le attraversò le labbra. Stancamente, si mise le mani sul viso, mentre si appoggiava alla cattedra scricchiolante.

Sapeva che non avrebbe potuto evitarlo in eterno, ma meglio rimandare il momento. Ogni giorno che passava, faceva un po’ meno male.

Bugiarda”.

Ogni giorno è peggio. Ogni istante che lui non c’è è peggio.

 

Toc- toc.

Rose alzò lo sguardo verso la porta, abbassando le mani.

La porta era spalancata e lì, fermo sull’uscio, ancora con il pugno alzato c’era…

- Cosa vuoi? - chiese lei  duramente, evitando di guardarlo. Si voltò, dandogli le spalle e cominciando a raccattare le sue cose.

- Solo parlarti - rispose Scorpius, facendo un passo avanti.

Lei prese fra le braccia un libro e pergamene varie e si voltò per uscire - Non ho tempo - disse, guardandolo negli occhi con sfida.

Scorpius diede un calcio alla porta, che si richiuse con un tonfo.

- Voglio la mia ricompensa.

Rose sostenne il suo sguardo, decisa a fregarsene di lui e di tutto quello che era successo fra loro. O meglio, si illudeva di poterlo fare.

- Tu cosa? - chiese lei, confusa.

- Voglio la mia ricompensa - ripetè lui, avanzando di qualche passo, le mani in tasca - Ho vinto la scommessa, ricordi? Ora mi merito un premio.

Rose si sentì totalmente spiazzata da quella richiesta.

- Voglio che tu venga ad Hogsmade con me, domani - continuò lui.

- Scordatelo - fece lei, tentando di raggiungere la porta. Ma lui le si mise davanti.

- Non puoi negarmelo. Ho vinto - disse Scorpius.

Rose chiuse gli occhi, mentre sentiva l’agitazione salire. I libri e le pergamene che fino a quel momento aveva tenuto in mano, erano divenute all’improvviso pesanti.

Scorpius voleva portarla ad Hogsamde. Per umiliarla ancora.

- Perché… perché proprio questo? - gli chiese, senza guardarlo negli occhi. Sentiva le lacrime bruciarle.

- Perché lo voglio - sussurrò Scorpius dolcemente - E lo vuoi anche tu.

Rose scosse la testa, tirando su con il naso - Ti sbagli.

 

Scorpius le si avvicinò ancora, mentre lei restava lì impalata, con le braccia occupate e le mani incapaci di muoversi. Sperò che non si avvicinasse oltre, perché vederlo così, bello e affascinante sotto la tenue luce delle torce che illuminavano l’aula, le ricordava di quando aveva creduto di essere davvero importante…

- E’ vero - disse all’improvviso lui, lasciando che un’espressione amara gli si dipingesse sul volto - Ho chiesto a Belinda di accompagnarmi al banchetto, qualche giorno prima di Halloween.

A Rose mancò un battito.

- Ma è successo dopo che abbiamo litigato - si affrettò a specificare lui - In biblioteca, ricordi?

Rose annuì. Certo che ricordava: dopo che lui l’aveva baciata e lei gli aveva urlato addosso.

Piano piano, Scorpius si avvicinò, sfilandole le pergamene dalle mani, una alla volta e poggiandole sul banco accanto a loro.

Lo sguardo di lui era così sinceramente affranto che lei non ebbe il coraggio di rispondergli male.

Ma quando Scorpius le tolse anche il libro, liberandole le braccia e provò ad afferrarle la mano, lei si scansò.

- La scommessa è finita, Scorpius - gli ricordò, mordendosi le labbra per non piangere - Non dobbiamo continuare.

Scorpius si passò una mano sulla bocca, pensieroso, senza staccare lo sguardo da lei; sembrava che stesse valutando l’ipotesi se dirle qualcosa o meno.

- Ti ho mentito - esordì alla fine lui.

Rose corrugò la fronte. Non era troppo sicura di voler sentire ciò che Scorpius stava per dirle, ma era una Grifondoro: lo incitò a continuare.

- Quando ti ho proposto la scommessa, ti ho mentito - le voltò le spalle, iniziando a camminare lentamente, avanti e indietro - Ti ho detto che avrei dimostrato a tutti che Scorpius Malfoy può conquistare chiunque - sbuffò - Invece non era vero, Rose.

 

Rose si strinse nelle braccia, osservandolo camminare su e giù.

- Invece non era vero - proseguì lui - Non mi interessava dimostrare niente agli altri. Era a me stesso che volevo dimostrare qualcosa. Volevo dimostrare che… no! Non poteva piacermi Rose Weasley, perché io e lei non saremmo mai potuti stare insieme… perché noi siamo gli opposti… - alzò lo sguardo verso di lei, incrociando i suoi occhi azzurri - Non potevo innamorarmi di te…

Una lacrima attraversò la guancia candida di Rose, ma lei era troppo shockata per toglierla.

- E pensavo che questa scommessa me ne avrebbe dato la prova - continuò lui, riprensendo a camminare, senza guardarla - Ma… non è successo un bel niente di tutto questo! - battè violentemente un pugno sul banco, mentre il rumore rimbombava nella stanza vuota - Niente! Perché… cazzo, Rose, mi piaci più di prima! Perché adesso mi sento un emerito coglione se penso che fino alla settimana scorsa credevo di poter fare questa cosa, senza innamorarmi di te…

Sembrò calmarsi; si appoggiò al muro di pietra, coprendosi la faccia con le mani. Ciocche di capelli biondi gli scivolarono sulla fronte - Non volevo tirarti in questo casino, Rose…

Rose non aveva detto ancora niente. Continuava ad osservarlo, la fronte corrugata, troppo confusa per poter parlare, troppo sorpresa per poter formulare un pensiero di senso compiuto.

A passo incerto, si avvicinò alla parete a cui era appoggiato Scorpius e si mise al suo fianco, percependo il freddo della pietra sulla sua schiena.

- Sei un bastardo manipolatore, Malfoy.

Scorpius, suo malgrado, si ritrovò ad annuire.

- E adesso baciami, scemo.

Quelle parole impiegarono qualche secondo in più del necessario ad essere metabolizzate dal cervello momentaneamente in pausa del ragazzo.

Fece scivolare le mani dal viso e si voltò verso Rose, appoggiata al muro al suo fianco, la testa piegata dolcemente di lato, che lo scrutava seria.

- Che… perché? - disse stupidamente lui.

Rose alzò gli occhi al cielo, facendo un passo verso di lui - Vediamo… - disse pensosa - Ah, sì! - esclamò, facendo un altro passo - Perché lo vuoi. E lo voglio anche io.

Senza farselo ripetere due volte, Scorpius l’afferrò per i fianchi, tirandola bruscamente verso di sé.

I loro bacini aderirono.

Le loro bocche anche.

 

Le loro labbra si unirono esigenti, sancendo un accordo che non sarebbe durato una settimana.

Ma molto di più.

 

*

 

Sette mesi dopo…

 

Il clamore di quella sera era differente rispetto a quello delle cene precedenti.

L’ultima sera ad Higwarts. Il giorno dopo sarebbero tornati tutti a casa…

Gli studenti ne erano felici; chi più, chi meno…

Rose Weasley fece il suo ingresso nella Sala, di corsa come sempre e scrutò la stanza affollata, alla ricerca di lui. Lo trovò al solito posto.

- Ciao, bellezza! - la salutò Scorpius con un occhiolino, mentre lei si sedeva sulla panca di fronte a lui - Raccolti tutti i libri? Vorrei evitare la corsa dell’ultimo minuto come è successo a Pasqua.

Rose gli fece una boccaccia, mentre affondava la forchetta nella sua porzione di pollo arrosto - La mia lista è completa - lo tranquillizzò.

- Rose, puoi convincere Scorpius a dirmi dove ha nascosto la mia tartaruga? - le chiese Isidore Nott, sporgendosi oltre il braccio di Scorpius - Ci sono più possibilità che a te dia retta.

Con il passare del tempo, lei e Nott erano riusciti a mantenere un atteggiamento civile, quasi amichevole; non che Scorpius glielo avesse mai chiesto o imposto, ma Rose sapeva che lo faceva star male il fatto che la sua ragazza e il suo miglior amico si lanciassero occhiate di fuoco ogni volta che si incontravano.

Rose si voltò verso di Scorpius, che in risposta assunse un’espressione fintamente angelica - Scorpius, davvero hai sequestrato quella povera bestiola?

Lui scosse la testa, seria - Mi ha chiesto asilo, spontaneamente. Può confermarlo Albus.

Rose rise, poi gli puntò contro la forchetta - Dove l’hai messa?

Scorpius esitò qualche secondo, poi sospirò - E va bene. Ma è solo perché me lo ha chiesto Rosie, Isidore. Prova a cercare nel cassetto della biancheria di Derek.

 

Un’espressione di disgusto si dipinse sul viso di Isidore - Oh, bleah… che schifo! - si alzò - Grazie, Rose… sapevo che avevi una forte influenza su di lui!

E si affrettò a scappare, prima che Scorpius gli rispondesse un qualcosa che avrebbe risollevato il suo orgoglio maschile.

- Sei… ehm… agitato per questo fine settimana? - gli chiese Rose, d’improvviso.

Scorpius strabuzzò gli occhi, mentre il pensiero di quello che avrebbe dovuto fare gli veniva alla mente.

Lasciò cadere la forchetta. Gli era passata la fame.

- Io… no, no. Perché dovrei? - ingoiò il vuoto. Merlino, gli veniva da vomitare.

Lei sembrò soddisfatta della risposta - Bene! - disse, sospirando - Vedrai, non può essere tragica come dicono Hugo e Albus. E poi… non glielo diremo subito! - aggiunse convinta - Aspetteremo il momento giusto.

- Già - annuì Scorpius, con convinzione - Magari glielo diciamo l’ultimo giorno, quando sto per andarmene. Che ne pensi? “Signor Weasley, grazie per l’ospitalità. Ah, a proposito, io e Rose stiamo insieme. Grazie ancora, arrivederci”. Perfetto mi sembra.

Rose non sembrava dello stesso parere - Scorpius, starai alla Tana con noi per più di una settimana. Vuoi che non si trovi un momento adatto durante un’intera settimana? - disse spazientita.

- Non lo so, piccola… - si passò una mano tra i capelli biondi - Non credo sarà così facile come dici tu…

Rose lo fissò un momento, poi sorrise. Si alzò, sporgendosi sul tavolo, per poter avvicinare il suo viso a quello di lui. Gli mordicchiò il labbro inferiore, mentre lui le infilava lentamente una mano tra i capelli.

- Lo farai… per me? - gli soffiò sulle labbra.

- …sì.

E proprio mentre sentiva la pressione della mano di Scorpius sulla nuca, per avvicinarla a sé, Rose si alzò, lasciandolo con un’espressione ebete stampata sulla faccia.

Ma Scorpius impiegò una frazione di secondo a ricomporsi.

- Perfetto allora! - squittì lei, come se niente fosse.

- Megera - fu il commento di Scorpius.

Lei rise e Scorpius, in quel momento, decise che non sarebbe riuscito a tenerle il muso.

Era così bella…

- Salgo su. Ho promesso a Dominique che l’avrei aiutata con i vestiti - alzò gli occhi al cielo - Momentaneamente sono sparsi ovunque nel nostro dormitorio.

Scavalcò e lo salutò con un gesto della mano.

Prima che si allontanasse troppo, Scorpius la richiamò.

- Rose? - le disse - Quando dici che alla Tana questa estate ci saranno tutti, intendi… tutti tutti? - chiese, cercando di sembrare tranquillo.

Lei corrugò la fronte, pensierosa - Sì. Tutti, credo.

- Anche… James?

Rose gli sorrise - Ovviamente.

Eh, già… ovviamente…

 

 

Che tristezza gente, è finita.

Vi dico subito che questo capitolo ha fatto una fatica del diavolo ad uscire fuori.

Però ammetto che ne sono abbastanza soddisfatta, soprattutto per la parte finale. Come avrete notato, ci sarebbero i presupposti per scrivere di una “Summer beat”… e a dir la verità avrei già qualche idea che mi balena in testa in proposito.

Ma c’è una cosa che mi trattiene: il troppo stroppia!

Non so, sono indecisa. Voi che ne pensate?

 

GRAZIE MILLE! 

Grazie, grazie di cuore a voi che avete seguito questa fanfiction dall’inizio senza stancarvi.

Spero che questo finale sia stato all’altezza delle vostre aspettative. Mi dispiace di non potervi ringraziare uno ad uno, proprio nell’ultimo.

Ma cercherò di provvedere!

In attesa di avere “vostre notizie”, vi abbraccio forte.

Titti.

 

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