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Note: Questa raccolta
segue il format delle 221B drabbles creato dall'autrice anglofona KCS ed importato qui da Bellis, che
ringrazio per avermi invitata a darmi da fare con questa sfida.
DISCLAIMER: Ovviamente Holmes e
Watson non mi appartengono, sono bensì opera della mirabile penna di Sir Arthur
Conan Doyle, e di certo non c’è nessuno disposto a pagarmi per ciò che scrivo.
221B,
Baker Street
221Brace:
Mi piace definirmi una persona discreta, una qualità che
ritengo necessaria per essere un buon medico, e credo di non essere mai stato
invadente.
Ho sempre apprezzato le persone sia per i loro pregi che per
i loro difetti, ma c’era un vizio del mio amico Sherlock Holmes che detestavo nel
profondo, e proprio non riuscivo a farne mistero.
Così, un pomeriggio, poco tempo dopo che avevamo ripreso a
vivere insieme nell’appartamento in Baker Street, quando lo vidi tenere in mano
la custodia che sapevo contenere la siringa e la fiala di cocaina, fissai
trucemente l’involucro di quella sostanza tanto nociva.
Non riuscivo a comprendere perché proprio lui, che ammiravo così
tanto, si facesse del male gratuito. Odiavo vederlo preda degli effetti della
droga, mi faceva sentire impotente.
Holmes si accorse che mi ero incupito, soppesò brevemente
l’astuccio, poi – con un sinuoso movimento del polso – lo gettò nel cestino
della carta straccia, facendo un centro perfetto.
«D’ora in poi le darò ancor più da fare, dottore. Quando la
noia sarà in agguato, dovrà pensarci lei a distrarmi»
Ne fui tanto felice che non riuscii a trattenermi; in poche,
lunghe falcate lo raggiunsi e lo abbracciai.
Lui s’irrigidì leggermente, non avvezzo alle dimostrazioni
d’affetto, ma nonostante la sorpresa per quel mio gesto improvviso, percepii il
suo sorriso bruciarmi s’una spalla come Brace.
Note Finali:
Questa flash si rifà ad una questione che Watson accenna in “La
Valle della Paura”, dove rivela che Holmes ha finalmente
smesso di fare uso di droga, ma che teme potrebbe ricominciare se si annoiasse.
Spazio Autrice: Sono ancora nuova in questo fandom,
quindi non abbiate pietà e ditemi sinceramente cosa ne pensate, così che possa
migliorarmi ^__^
Ringrazio Bellis, che mi ha
incoraggiata a continuare a scrivere e sfido anche voi a darvi da fare,
giocandocon le 221B drabbles.
Note: Questa
raccolta segue il format delle 221B drabbles
creato dall'autrice anglofona KCS ed importato qui da Bellis, che ringrazio per avermi
invitata a darmi da fare con questa sfida.
DISCLAIMER: Ovviamente Holmes e Watson non mi appartengono,
sono bensì opera della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle,
e di certo non c’è nessuno disposto a pagarmi per ciò che scrivo.
221B,
Baker Street
221Blandire:
Sono sempre stato una persona abitudinaria e, prima di
ritirarmi nella mia camera, amavo trascorrere qualche ora nella mia poltrona
preferita, leggendo un buon libro.
Quasi tutte le sere, quindi, Sherlock Holmes ed io passavamo
il tempo in soggiorno, spesso in silenzio, ognuno preso dai propri interessi,
confortati dalla semplice e reciproca presenza. Il respiro placido dell’altro
ci donava la certezza di non essere soli.
Quando Holmes rifletteva, si metteva a pizzicare le corde
del suo violino e, assorto nei suoi pensieri, stava lì a strimpellare note
prive di un qualsivoglia ritmo costante.
Ero tanto abituato a questo suo vezzo, che quasi non ci
facevo più caso. Onestamente, però, quando andava avanti per ore diventava
irritante.
Quella sera, proprio nel momento in cui la mia sopportazione
arrivò al limite, il mio amico balzò in piedi e, recuperato l’archetto,
cominciò a suonare uno dei miei brani preferiti.
Così, con un sospiro misi da parte il mio romanzo, reclinai
il capo e chiusi gli occhi, assaporando la ricompensa per la mia pazienza. Dopo
poco sollevai le palpebre e notai che anche il mio caro amico, concentrato
nell’esecuzione musicale, li aveva serrati.
Sentendosi forse osservato, riaprì gli occhi e le sue labbra
s’incurvarono lievemente; solo allora mi accorsi che un sorriso speculare era
dipinto sul mio viso.
Per l’ennesima volta mi ero lasciato Blandire.
Note finali:
Questa drabble s’ispira ad un fatto accennato in “Uno studio in rosso”, in cui Watson
rivela per la prima volta che Holmes è un buon violinista, ma ha l’abitudine di
suonare alle ora più assurde, e spesso quel suo
“suonare” non è altro che pizzicare le corde mentre riflette. Però, per
ripagare la pazienza del suo dottore, ogni volta Sherlock lo ricompensa con
qualche brano che questi ama.
Uno dei pregi che apprezzavo infinitamente del mio amico Watson, era
proprio la sua discrezione
Ho finito di leggere tutti I libri della saga di Sherlock
Holmes! o/ Quindi per festeggiare vi dedico un aggiornamento lampo, anche se
questa drabble è una schefezzuolaXD
Fandom: Sherlock Holmes;
Pairing: Holmes/Watson;
Rating: Pg13 (ma
potrebbe salire);
Genere: Generale,
Introspettivo, Romantico.
Warning:
Flash-fic, Pre-Slash (per
ora);
Beta: Narcissa63;
Summary:
Una raccolta di flash, ognuna di 221 parole esatte, l’ultima delle
quali comincia per “B”.
Note: Questa
raccolta segue il format delle 221B drabbles
creato dall'autrice anglofonaKCSed importato qui daBellis, che ringrazio per avermi invitata a
darmi da fare con questa sfida.
DISCLAIMER: Ovviamente Holmes e Watson non mi appartengono,
sono bensì opera della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle,
e di certo non c’è nessuno disposto a pagarmi per ciò che scrivo.
221B,
Baker Street
221Boswell:
Uno delle virtù che apprezzavo infinitamente del mio amico
Watson, era proprio la sua discrezione. Da buon medico militare, forgiato dalla
disciplina, è sempre stato una persona paziente, nonostante il suo carattere
passionale. I suoi pregi, e perfino i suoi modesti difetti, l’hanno reso il
compagno perfetto; probabilmente l’unico capace di starmi costantemente accanto
e sostenermi, o perlomeno, l’unico
che desiderassi.
Ed io, nonostante amassi stupire gli amici con un po’ di
teatralità, quando – alla fine di ogni caso - rivelavo i miei processi
deduttivi, non ho mai gradito la fama. Per questo, in diverse occasioni, chiesi
al mio caro Watson di tenere solo per sé le nostre avventure e lui accettò.
Il dottore è sempre stato un uomo sentimentale, lo dimostra
il tratto romanzesco con cui raccontava i nostri casi, che oscurava i miei
metodi scientifici.
A causa di tutti questi motivi, quando si rimangiò la
promessa di “appendere al chiodo gli strumenti del mestiere” e mi chiese
nuovamente il permesso di narrare alcune nostre avventure, non riuscii a
negarglielo.
Visto il modo in cui aveva accantonato la sua naturale
discrezione, infatti, compresi subito e pienamente quanto fosse importante per
lui. Scrivere lo aiutava a rivivere le emozioni del passato, a scrollarsi di
dosso gli anni.
Davvero non riuscii ad evitare di concedere questo semplice
diletto al mio caro Boswell.
Note finali:
Probabilmente la maggior parte delle Sherlockiane lo
sa già, ma dato che io sono nuova del fandom e sono
dovuta andare su Google per scoprire il significato di “Boswell”,
vi riporto qui un estratto di Wikipedia:
James Boswell, 9th LairdofAuchinleck
(Edimburgo, 29 ottobre 1740 – 19 maggio 1795), è stato un legislatore,
diarista, e scrittore scozzese. È conosciuto soprattutto per la sua biografia
di Samuel
Johnson pubblicata nel 1788. Il suo nome è
passato nella lingua inglese ad indicare un fedele compagno ed osservatore (Boswell, Boswelliano,
Boswellismo).
Note: Questa
raccolta segue il format delle 221B drabbles creato dall'autrice
anglofona KCSed importato qui da Bellis,
che ringrazio per avermi invitata a darmi da fare con questa sfida.
DISCLAIMER: Ovviamente Holmes e Watson non mi appartengono,
sono bensì opera della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle, e di certo non
c’è nessuno disposto a pagarmi per ciò che scrivo.
221B,
Baker Street
221Barriera:
Mary MorstaninWatson sapeva che quando il signor Sherlock Holmes
si presentava alla sua porta, con ogni probabilità, c’erano guai in arrivo. Eppure
non poteva tenerlo fuori, perché doveva molto a quell’uomo, che l’aveva aiutata
nella faccenda soprannominata da suo marito “Il segno dei quattro”. Soprattutto, però, non poteva allontanarlo
perché il suo John non gliel’avrebbe mai perdonato.
Quindi sorrise, chinò il capo in un
saluto cordiale, e guidò l’investigatore in soggiorno. Il dottor Watson era accomodato
in poltrona con un aria esausta, più che giustificata
dall’ora tarda, ma non appena vide il proprio amico s’illuminò e si alzò in
piedi per accoglierlo, come se la pesante giornata che gli gravava sulle spalle
fosse scomparsa.
«Mio caro Holmes, cosa la porta qui a quest’ora?»
«Una brutta faccenda, vecchio mio.
Se non è troppo stanco, le racconterò tutto».
Mary indugiò sulla soglia per pochissimi attimi, poi si
ritirò. Era molto grata al signor Holmes, che si era sempre comportato da
gentiluomo con lei, ma ultimamente scorgeva una luce amara nei suoi occhi
quando la guardava, come se lei avesse spezzato un equilibrio perfetto, come se
gli avesse portato via qualcosa di prezioso. Quello stesso qualcosa che quando i due uomini erano insieme escludeva chiunque
altro, qualcosa in cui Mary non era
ben accetta e che creava, tra lei e loro, un’invalicabile Barriera.
Note: Scritta sul
prompt 03. Titani
del Set8 di 10disneyfic, questa
flash fa parte di una raccolta composta da drabble di
221 parole esatte, l’ultima delle quali comincia con
la lettera “B”, per l’iniziativa 221B Drabbles di holmes_ita.
DISCLAIMER: Tutti i personaggi delle
saga di Sherlock Holmes non sono opera mia, bensì della mirabile penna di Sir
Arthur Conan Doyle. Dato, però, che i diritti
d’autore sono ormai scaduti, stappiamo tutti insieme lo spumante ed
appropriamocene beatamente! XD Ah, ovviamente non mi paga nessuno, anche perché
altrimenti il succitato autore si rivolterebbe nella tomba, poverello.
221B,
Baker Street
221Bacio:
Holmes si trovava già al tavolo per la colazione, quando mi
alzai, e sfogliava il Times
con evidente scontento.
«Buongiorno, Dottore. Il freddo
impigrisce perfino i malfattori» sbuffò gettando via
il giornale.
Mi accomodai di fronte a lui e solo allora notai un
cofanetto posato accanto al mio piatto. «Cos’è?» domandai curioso.
«Ricorda il piccolo problema di Lady Windermere?» replicò.
Costei era una collezionista camei e si era rivolta a noi
per la scomparsa di un bellissimo bracciale composto da dodici gemme
raffiguranti i titani della mitologia greca.
Quando assentii, Holmes spiegò: «Quello
è il suo ringraziamento per la felice risoluzione del caso. Lo apra».
Così feci. La scatolina conteneva un fermacravatta d’oro adornato
da un cameo, elegante ma dalle linee semplici.
«Ma è…?» chiesi conferma, osservando meglio il gioiello.
«Il profilo di James Boswell. Permette?» confermò, poi
prese il fermacravatta dal cofanetto e lo appuntò al mio fazzoletto da collo.
«Le sta molto bene».
«Holmes, non posso accettarlo, è suo!» esclamai imbarazzato.
«Esatto, quindi posso farne ciò che
voglio. Mi sembra giusto che sia lei a portarlo, mio insostituibile Boswell» concluse regalandomi uno di quei sorrisi così rari
che reputavo più preziosi di qualsiasi gioiello.
Fu naturale, a quel punto, posargli una mano sulla nuca ed
attirarlo a me per ringraziarlo con un Bacio.