Il Verde e il Rosso

di Dully
(/viewuser.php?uid=88037)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Un Momento. ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Non-Vita ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Pensieri di ogni giorno. ***
Capitolo 4: *** Capitolo V - Ed io? ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV - Oltre il pregiudizio ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - Ridere ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - Cimitero ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII - Ombre di un Sorriso ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX - Incendio ***
Capitolo 10: *** Capitolo X - Fili di Ferro ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI - Con Prepotenza ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII - Per gioco o per noia. ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII - L'occasione ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV - Primo Passo ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV - Sentire ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI - Dimostrazione ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII - Un Mese. ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII - Gelosia ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX - La verità. ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX - Un Ritorno ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI - Tristezza Parigina ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII - Premonizioni. ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII - Incidenti. ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV - Cenone ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXIV - Arrivo ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXV - Arrivo II parte ***
Capitolo 27: *** Capitolo XVI - Inevitabile ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Un Momento. ***


__________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.




Capitolo I




Un Momento.


Odio stare a casa.

L'ho sempre odiato.

Quella sera ero costretta a rimanere nei pressi di Diagon Alley. Il tanto atteso matrimonio fra Daphne e Blaise era arrivato.

Aspettavo l'annullamento. Anzi lo speravo!

D'altronde erano ben due anni che non sentivo nessuno di loro. Nemmeno la mia migliore amica, la taciturna Tracey Davis.

Nessuno.

Non che ne avessi voglia dopo tutto quel casino. Daphne era stata privata anche del più piccolo zellino. Tracey fuggì via con la sua famiglia in Svezia. Perfino quell'odiosa di Millicent aveva avuto grane con gli Auror.

Mi sedetti su uno sgabello, cercando di sistemarmi i capelli.

Gli occhi castani erano stanchi, cerchiati da ombre violacee, unici testimoni delle notti passate sui libri nelle ultime settimane. I capelli neri mi cadevano sul volto disordinati. Il volto dimagrito mi dava un'aria quasi spettrale.

Chi l'avrebbe detto che mi sarei poco curata per passare i sabato sera sotto polverosi libri di storia della moda Babbana,con solo una tazza di caffé e un po' di musica a farmi compagnia?



Mi svegliai molto presto concedendomi un lungo bagno e una passeggiata per Diagon Alley.

Sorrisi ritrivandomi nella Main Street quasi deserta. Era rassicurante vedere ogni negozio al suo posto, le vetrine colorate e i manifesti che pubblicizzavano attività e nuove aperture. Mi diressi velocemente verso Madama McCan. Nonostante la guerra,nonostante i problemi finanziari, la mia stilista preferita mantenne il negozio e la sua attività. Entrai senza curarmi di chi ci fosse dentro. Avanzai fino al bancone, ma mi sentì osservata. Mi girai lentamente.

Davanti a me, coperta da un mantello nero con rifiniture gialle, stava Daphne Greengrass, ancora per poco, accompagnata da sua sorella, la piccola Astoria.

Non sorrisi, né avanzai per abbracciarla o cose simili.

-Oh, é un piacere rivederti, Greengrass.- dissi soltanto osservandola attentamente. I boccoli biondi le incorniciavano il volto pallido, le lunghe ciglia circondavano gli occhi azzurri. Un ghigno al posto del sorriso, le mani guantate, l'abito stretto che le sottolineava la magrezza. Aggrottai la fronte, non era poi così magra. Notai con un certo stupore un piccola collina al posto del suo solito ventre piatto. Daphne Greegrass correva ai ripari, non potevo fare a meno di sorridere.

-Anche per me, Parkinson. Ti aspettiamo al matrimonio,allora.-

Le risposi con un cenno del capo e tornai ad esaminare gli abiti da cerimonia.

Dopo due ore passate a provare vestiti, una a chiaccherare con Madama McCan nel retro gustando pasticcini e thé caldo. L'unica cosa che volevo fare era starmene sotto le coperte del mio appartamento Babbano a Chealsea, con la tv accesa e un buon libro.

Stavo quasi per smaterializzarmi quando nel mio vagabondare in cerca di ricordi mi riportò all'entrata per Nocturne Alley. La piccola porta del mio passato si aprì e una fitta al cuore mi mozzò il fiato.

Lì da qualche parte, Graham e Linda Parkinson, i miei genitori,erano stati giustiziati per mano dei Mangiamorte.

Scacciai a stento quelle lacrime e mi smaterializzai verso la vecchia casa della mia famiglia.

Buttai gli acquisti in un divanetto all'ingresso e mi gettai sotto il piumone del mio letto.

Chiusi gli occhi.

Anche questo momento sarebbe passato.




______________________________________________________




Allora, prima di tutto grazie per aver letto fino a qua.

Questa ff é nata durante una diabolica notte dove ho discusso con una mia cara amica del ruolo di Ron nelle Dramione, quasi sempre ex impacciato, imbarazzato, innamorato ecc...

Ed ecco qui la mia (mica tutta) geniale idea.

Sono passati due anni dalla guerra, Silente é morto. Piton anche.

E scoprirete cosa é successo e succederà agli altri personaggi.

Spero vi piaccia.

Al prossimo capitolo "Non-Vita" raccontato in prima persona da Pansy.


Bacioni,Dully.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II - Non-Vita ***


 

________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo II




Non-Vita.


Starmene in piedi, davanti all'obiettivo, non era di certo un buon modo per passare la domenica pomeriggio. Ma era il mio lavoro. Il mio mestiere é quello che i Babbani definiscono modella.

Poso per riviste da più di un anno e lo trovo fantastico.

E' il solo momento della mia settimana in cui rido per niente,dico cattiverie in modo gratuito e non ingoio una tavoletta di cioccolato o un piatto fumante di pasta.

-Devi essere più bon ton e meno ragazza punk.- Storsi la bocca quando sentì quelle parole Babbane, di cui non capivo il significato. Gli inizi erano stati difficili, non poter usare la bacchetta, non poter essere la solita Pansy Parkinson, la Regina di Serpeverde.

Ricominciai daccapo, cambiai casa, cambiai vita.

Mi iscrissi a un corso,che qui chiamano universitario. Lo frequento da qualche mese e mi piace. Divertente e pieno di gente interessante,anche se Babbana.

Sono studentessa di Fotografia e Moda.

Mi sembra strano definirmi studentessa. Ho a malapena preso i G.U.F.O. Non mi é mai interessato studiare ero fin troppo presa da Draco Malfoy e le scorribande con le altre Serpi.

Sospirai rendendomi conto che é passata una eternità.

Mi accorsi di essere poco concentrata e ritornai in posa di fronte alla macchina.

Andammo avanti fino a tardi e decisi di rimanere alla festa, anche per dare un'occhiata ai fotografi emergenti dell'ambiente. Presi solamente una birra e osservai le varie foto,cercando di conettermi alle miei emozioni, ascoltando le pulsazioni del mio cuore.

-Io adoro quella a destra. Talmente banale da diventare sacra.- a parlare fu un uomo sulla trentina, una cascata di capelli riccioluti in testa e buffi occhiali viola si fermò accanto a me.

-Già, la banalità é divertente.- risposi fissando il quadro.

Non rimasi molto, il tempo per chiaccherare e bere qualcosa e scesi le scale, diretta verso un vicolo che conoscevo bene dove mi smaterializzavo di solito.



Ero fin troppo concentrata, l'alcool mi aveva riempito di pensieri malincolici. Salì di corsa e mi fiondai a casa.Chiusi la porta e mi gettai a letto.

La mia é una non-vita.

Mentre la maggior parte dei miei ex compagni di scuola viveva nel mondo magico, io mi sono rifugiata fra quelli che consideravo meno importanti delle pulci. I tanti odiati Babbani.

Ora non posso certo dire di amarli o adorarli, ma sono passabili. Sopportabili direi.

Fuori é buio, vorrei dormire ma quella pila di libri reclamano attenzione.

Anche oggi nottata sui libri.

Mentre apro il volume di storia della moda, scivola fra le pieghe del libro, una foto.

E' una foto magica, strabuzzo gli occhi sorpresa, ringraziai mentalmente Salazar per averla fatta cadere a casa e non durante le lezioni o in mezzo ai Babbani in qualche noioso locale.

La guardai con attenzione,ricordando quel momento particolare della mia vita.

Era stata scattata nella primavera del sesto anno.

Draco Malfoy, alto e biondo con quel ghigno sul volto, teneva stretta a sé Astoria che sorrideva beata. Povera! Non poteva sapere che il Principe delle Serpi era stato stritolato da un Grifone, quel Grifone. Blaise Zabini e Daphne Greengrass abbracciati. Consapevoli di tradirsi in continuazione. Millicent Bulstrode e Theo Nott che si guardavano in cagnesco, ma sotto sotto, c'era del tenero.Tracey Davis che guardava timida l'obiettivo,come sempre Infine,io, poco lontano da Theo, sfrontata ed annoiata come lo ero un tempo. Odiosa e cattiva. Frivola e superba.

In poco meno di un anno perdetti tutto. Il prestigio del nome della mia famiglia. Molte proprietà e conti bancari andati in fumo. Mesi passati a nascondersi all'estero, nell'angoscia più totale, finché non ricevetti una lettera e la visita del mio preside Albus Silente.

L'avevo capito guardando la sua espressione triste e stanca. Me lo sentivo da giorni, lo vedevo nello sguardo sfuggente di Theo e nella preoccupazione nel viso di Draco.

La Morte era arrivata a casa Parkinson condannando la mia famiglia.

La Morte diede inizio alla mia non-vita.


______________________________________________


Grazie mille alle persone che hanno letto questa ff.

In particolare:

-fandracofiction

-DANINO

-data81

che l'hanno già messa fra le prefetite. Grazie della fiducia che mi state dando!

Risposta alle Recensioni:


fandracofiction: Contentissima di aver il commento di una fan di Pansy. Concordo troppo rare le ff su queste coppie, (preferisco le Harry/Pansy o le Ron/Pansy.). Dobbiamo impegnarci tutte di più, cercando di essere più originali possibili, quindi cercare di scrivere qst storia per me non ha nulla di coraggioso. XD. Spero che la febbre ti passi presto. Un bacione,spero che ti sia piaciuto anche qst capitolo. Grazie x la recensione.



Prossimo capitolo : Vecchio Ricordo....finalmente leggerete dell'altro protagonista.

Ciao.

Dully.


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III - Pensieri di ogni giorno. ***


 


________________________________________________________________________________



IL VERDE E IL ROSSO.


Capitolo III



Pensieri di ogni Giorno



Posò stanco la borsa sul piccolo mobile davanti alla porta in legno chiaro. Ogni muscolo che muoveva gli doleva in modo insopportabile. Si buttò sul divano non curante dell'irritazione di Harry che stava guardando quella noiosa scatola colorata,chiamata televisione.

-Se continui così ti faranno capitano il prossimo anno.- disse distrattamente mentre ascoltava il notiziario delle sei.

-Davvero,pensi questo? Io penso che sceglieranno Mesn. Si é impegnato molto ed é più esperto di me.- borbottò l'amico.Harry si girò verso il giovane, aggrottando la fronte.

-Un po' di autostima Ron!- esclamò il Prescelto.

Ron gli gettò un'occhiata torva e si passò una mano fra i rossi capelli.

-Come posso avere fiducia se...- lasciò la frase a metà ammutolito dai suoi stessi pensieri.

-Hermione...é partita. Non credo tornerà. Malfoy,alla fine l'ha convinta.- disse tristemente il ragazzo moro.

Hermione Jane Granger se n'era andata via. Fuggita da quel piccolo mondo che avevano creato per seguire quell'insana passione verso Malfoy. Non erano felici, ma l'avevano lasciata andare per la sua strada. Contenti che almeno lei avesse qualcuno che l'amasse, per quanto odiato e disprezzato.

Ma quella scelta di donna innamorata,aveva gettato nell'abisso della sofferenza il suo migliore amico. Il compagno di tante avventure. La sua spalla e il suo sostegno. Harru lo guardò andarsene,con espressione cupa.

Ron si alzò, deciso a fare una doccia e a gettarsi sotto le calde coperte, rifiugiandosi lontano dal freddo di quel pomeriggio,lontano dal resto del mondo.

Il giorno dopo avrebbe dovuto partecipare all'intervista per un giornale di sport magici spagnolo.

Non faceva per lui tutto questa celebrità, era abituato ad essere semplicemente l'amico coraggioso del grande Harry Potter, ma recentemente era diventato l'idolo,se non l'ossesione di molti piccoli maghi.


Il mattino si svegliò di buon ora, accese la radio sintonizzata su un programma musicale.

"Buongiorno a tutti! Come state?Che avete fatto di bello ieri sera?Io mi sono ritrovato in una situazione imbarazzante..."-la voce assordante di Jordan Lee strappò un sorriso a Ron, che s'infilò nella doccia. Cominciò a cantare qualche canzone a bassa voce, giusto per non farsi sentire dall'amico qualche metro più in là. Lo faceva per darsi la carica prima di affrontare una giornata dura,fatta di allenamenti e sudore.

Indossò la divisa ufficiale della squadra e con un colpo di bacchetta preparò il borsone, pronto per l'intervista e l'allenamento pomeridiano. D'accordo con Harry fecero colazione in un bar Babbano,poco lontano dal loro appartemento.

-Allora,novità da parte dei Weasley?-chiese Harry mangiando la sua frittata.

-George e Angelina hanno scelto una data per il matrimonio, fine dicembre,dopo Natale.- disse il ragazzo. Guardò l'amico e capì il motivo di tale domanda. - Ginny non ha ancora risposto,sai quanto sia impegnata.-

Harry annuì. - E' solo che non capisco, un giorno eravamo felici, il giorno dopo no. Forse abbiamo corso troppo.- un pesante silezio calò su di loro.

I due amici cambiarono argomento fino a quando si congedarono per recarsi ai rispettivi luoghi di lavoro.

Ron si smaterializzò nel bel mezzo dell'immenso atrio di un grattacielo nascosto agli occhi dei Babbani,che ospitava le maggiori testate e riviste del mondo magico inglese.

Si avvicinò alla receptionist per chiedere informazioni, ma una donna sulla trentina si voltò e gli sorrise. -Oh, signor Weasley!Che piacere vederla!- esclamò la donna. -Le chiamo subito l'ufficio. E' veramente fantastico averla qui...Sono una sua fan...- Ron arrossì vistosamente e distolse lo sguardo,rispondendo a monosillabi alle pressanti domande della donna finché non vide un uomo camminare verso lui e fargli dei cenni. Salutò con un secco "Arrivederci" e seguì l'uomo che lo chiuse nell'ascensore schiacciando il piano nove.

-Scusi se l'abbiamo fatta attendere. Purtroppo il nostro fotografo si é ammalato. Abbiamo dovuto trovare un sostituto.-

-L'avete trovato?- chiese il rosso, nauseato solo all'idea di posare un'altro giorno.

-Oh sì, una ragazza bravissima. Pensi userà macchinari Babbani modificati da lei.- disse l'uomo accompagnandolo in un lungo corridoio,pieno di gente che correva con pergamene in mano.

-E' sempre molto caotico qui!- esclamò l'uomo, aprì la porta e s'ncamminarono lungo un corridoio pieno di foto magiche di personaggi dello sport.

-Bene, fra poco arriverà il sostituto. Intanto si accomodi.-

Ron si guardò intorno con le mani in tasca. Era una grande sala dai muri bianci, in fondo vi era un grosso telo dello stesso colore e grosse lampade che illuminavano alcuni punti.

Poco dopo la porta si aprì e una ragazza abbastanza alta entrò nella stanza. Non gli degnò nemmeno di uno sguardo. Nonostante la luce e il caldo sole di settembre indossava un paio di occhiali scuri e una giacchetta nera. Posò un grosso borsone e si chinò per tirare fuori una marea di macchine.

-Buon...Buongiorno.- disse Ron,abbastanza a disagio.

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui. Aggrottò la fronte e con lentezza si tolse gli occhiali.

Ron aprì la bocca sorpreso.

Non l'aveva riconosciuta. I capelli neri si erano allungati ed erano legati in un confusionario chignon. Il corpo esile si era alzato di parecchi centimetri. Ma quel naso all'insù e l'aria da snob le era rimasta.

Quella era Pansy Parkinson.


___________________________


Grazie a tutte le persone che seguono qst ff.

-fandracofiction

-DANINO

-data81

-bmico

-Liam_Jargo

-Vcullen

-vulneraria.


Fandracofiction: Come avrai capito da qst aggiornamento. Malfoy sta con la Granger...Inevitabile, visto che l'intera mia ff parte da una domanda...Cosa accadrebbe a Ron se Hermione lo piantasse per Malfoy? Qui riprendo la mia personale idea dopo qualche mese dal fidanzamento ufficiale fra i due e la fine della sofferenza di Ron. Quindi in qst ff, Draco finisce fra le braccia della Granger. Suscitando le ire dei fidanzati storici. XD. Al prossimo capitolo


Commentate,please!




Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo V - Ed io? ***


 


________________________________________________________________________________

IL VERDE E IL ROSSO



Capitolo V




Ed io?



Consegnai le foto di quel Weasley, la mattina presto perché poche ore dopo avrei avuto alcune lezioni di storia della fotografia. Il signor Devis mi fermò obbligandomi ad incontrare il capo della rivista con mio sommo dispiacere.

-Ah, signorina Violet.- esclamò un uomo amziano con un chiaro accento spagnolo. - Siamo molto copiti dalla sua bravura come fotografa!Era da un po' di tempo che non vedevamo foto magiche così belle!Complimenti!- disse l'uomo stritolandomi la mano.

Non risposi. Rimango pur sempre una Parkinson, una Serpeverde.

-Bene.- disse l'uomo a disagio. -Che ne dici se ti offriamo un lavoro più importante?-

Mi sedetti sulla sedia di metallo ed appoggiai a terra la mia pesante borsa con tutti gli attrezzi.

-In che cosa consisterebbe?- chiesi, già irrittata da quel faccione sorridente.

-Semplice solo in alcuni servizi fotografici durante le partite dei Red Chillon per il "LondonWSport". E' un'incarico importante.-

Sospirai. Ovvio, ogni volta che le cose andavano bene, c'era qualcuno o qualcosa che m'impediva di rimanere in segreto a lungo.

Dopo la sconfitta del Signore Oscuro, feci le valigie e me ne andai lontano da alcuni parenti che vivevano in Russia. Lì decisi che la mia vita sarebbe cambiata,completamente. L'antico prestigio della mia famiglia si era sciolto come neve al sole. Nemmeno la nostra immutata ricchezza valeva qualcosa. L'alta società russa era ancora più chiusa di quella ingese ed impediva qualunque inserimento, troppo abitutati alle loro abitudini. E poi, avevo perso la maggior parte delle persone che potevo considerare amici.

Goyle é morto. Tiger é in carcere. Zabini si é venduto. Draco é passato dalla parte dei buoni. Millicent e Tracey vivono all'estero. Per sorelle Greengrass tutto era rimasto come prima.

Ed io?

Io?

Io sono stata costretta a cancellare diciasette anni di vita.

Diciasette anni di speranza, gioia, dolore e rabbia per una cosa chiamata giustizia. Sbuffai al sol pensiero.

-Accetto la sua offerta.- risposi semplicemente. L'uomo mi sorrise e mi diede appuntamento per il pomeriggio dello stesso giorno allo stadio della squadra.

Fuggì volentieri, mi misi a correre per l'edificio, verso l'uscita. Svoltando verso le grandi porta d'entrata, mi scontrai con una spalla di un uomo alto. Non mi voltai nemmeno e proseguì.

-Ehi,ma che modi sono!- gridò quello. Mi girai appena e alzai il sopracciglio sorpresa.

Weasley.

Storsi la bocca e ripresi a correre. Mancavano solo venti minuti alla lezione. Chiusi gli occhi e mi smaterializzai nel bagno femminile della mia università.




Portai la sigaretta Babbana, molto più forte di quelle magiche, alle labbra. Inspirai lentamente.

Insieme a qualche compagno di corso, ci eravamo rintanati nelle scale anti-incendio.

Mi sdrai appoggiando la testa alla coscia di Gabriel, studente spagnolo, e presi a scattare con la dovuta lentezza varie foto sul profilo della mascella e del collo del ragazzo.

Mi divertiva farlo.

Scattare fotografie era rilassante, mi lasciava vuota senza emozioni, nuda.

Scattare fotografie era un modo per illudermi, un modo per allontanarmi dalla realtà.

E quale migliore fotografia se non quella Babbana?

Così passionale, emozionante, angosciante di quella magica.

Io, Pansy Parkinson, conosciuta come Violet Mead, ho rinnegato le miei origini Purosangue e mi sono lasciata contaminare dal mondo Babbano.

Sentimmo la campanella delle tre suonare forte in tutto l'edificio. Mi voltai verso gli altri che stavano sistemando le loro fotocamere e borsoni. Mi avviai anch'io con loro.

-Violet, come mai così pensierosa ed attaccata al fotocamera?- mi chiese Gabriel avvicinandosi più del dovuto. Allontanandomi di poco gli risposi che ero solo alla ricerca di "ispirazione".

In fondo era la verità. Fra pochi mesi comincia il progetto per quale tutti concorrevano.

Sinceramente avrei preferito rinunciare,ma continuavano a propormelo che accettai.

"Migliore raccolta di soggetti", " Miglior Foto di Città", "Migliore Serie di Tre":questi erano le tre grandi categorie per la quale concorrevo. Eppure, non riuscivo a trovare un qualcosa di decente da presentare. I miei lavori erano tutti troppo...

Noiosi?

Inutili?

Non lo so nemmeno io, fatto sta che non li presenterò mai.

Ritornando a casa con i mezzi Babbani, ascoltando un po' di musica. Mi vennero in mente due occhi chari e una zazzera rossa scura. Chiusi gli occhi. Mi perseguitava la sua immagine. Il suo viso si era scolpito in me, un ricordo prepotente ed inutile.

Scossi la testa facendo ballare i miei capelli. Li toccai distrattamente. Avrei dovuto tagliarli, ma nemmeno m'importava più.

Potevo essere magra o brutta.

Formosa o smilza,ma quei capelli erano indecenti, pensai sistemando una ciocca lunga dietro le miei orecchie. Mi venne da ridere. Improvvisamente dopo due anni, mi ricordavo di avere un fisico, un corpo, un viso, dei capelli da curare.

Dopo aver buttato al vento,anni di pozioni anti-brufoli, per dimagrire, per diventare più scura di pelle, per capelli, per le occhiaie e tanto altro.

Oggi, mi sono arresa al ricordo di chi ero.



__________________________________________


Grazie alle tante persone che leggono questa ff/delirio d'autore.



Fandracofiction: Non preoccuparti della puntualità! Le tue recensioni mi riempiono di gioia, anche se arrivano in ritardo! Hai notato subito! Sì, diciamo che Pansy non é l'essere più originale!! Un bacione e al prossimo capitolo.



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo IV - Oltre il pregiudizio ***


_______________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO

Capitolo IV



Oltre il Pregiudizio.



Pansy Parkinson accese con un colpo di bacchetta uno stereo da cui parti della musica a basso volume, ignorandolo riprese a sistemare i suoi attrezzi.

Ronald la osservò togliersi la giacchetta nera e rimanere in maglietta bianca e jeans. Un abbigliamento Babbano che mai avrebbe pensato di vedere sull'esile corpo di quella Serpe. Una Purosangue vestita come una qualunque Babbana! Qualcosa di strano lo prese allo stomaco e gli impedì di rispondere alla domanda che gli aveva appena posto.

-Weasley, ma ci senti? Ti ho detto di toglierti il golf e sistemarti dove c'è quel segno giallo.- ripeté lei, ghignando. "Per fortuna!"esclamò mentalmente il ragazzo "Le Serpi non cambiano mai."

Si posizionò sopra quel segno colorato e rimase immobile davanti a una impegnata Parkinson.

-Togliti quel dannato maglione.- intimò lei, facendo sobbalzare il ragazzo dalla sorpresa.

Un leggero rossore si sparse sulle grandi orecchie coperte dai capelli rossi tenuti lunghi quasi fino alle spalle.

Pansy si voltò per fissarlo. Dovette amettere che Weasley negli ultimi due anni era migliorato, fisicamente, acquisendo un corpo da degno portiere di Quidditch.

Scosse la testa e riportò una ciocca ribelle al suo posto. Cominciò a scattare varie foto, soffermandosi sul viso del ragazzo, per poi spostarsi sul suo corpo, sulle braccia, sulle gambe, sull'altezza.

-Potresti muoverti un po'.- disse annoiata, non distogliendo la sua attenzione alla macchina fotografica.

Ron sospirò rumorosamente. -Così va bene, Parkinson?- sibilò,fissandola in modo strano. Nel modo in cui Serpeverde e Grifondoro si guardavano a scuola.

Pansy s'irrigidì sotto quello sguardo di scherno.

-Non posso ottenere di più da un Grifone.- rispose lei ricominciando a scattare. La sola che dimostrava la sua ira, era il dito che nervosamente cliccava il bottoncino.

L'uomo che accompagnò Ron in quella sala, per una seduta infernale, entrò sorridendo.

-Hai finito, Violet?- domandò alla ragazza che gli fece un cenno di risposta con la testa.

Ron agrottò la testa, doveva esserci un erorre.Quella era Pansy Parkinson! Rimase talmente sbalordito da non riuscire a parlare o a muoversi.

-Certo, le mando le stampe domani mattina,così sceglierete la votra preferita.- rispose la ragazza. L'uomo se ne andò sorridendo e lasciò i due ragazzi che si fissavano,uno confuso,l'altra arrabbiata.

-Che significa?- domandò lui.

Pansy alzò un sopracciglio, tipico geste dei verde-argento. Lo fissò accigliata, non rispose e riprese a sistemare la sua roba e si rimise la giacca con gesti veloci e rabbiosi.

-Addio.- mormorò appena, infilandosi la borsa sulla spalle e uscendo a passi spediti, voltandosi a un Ron confuso e pietrificato da ciò che la sua mente stava pensando.

Cercò di riordinare i pensieri. Ma quel "Perché Pansy Parkinson si fa chiamare Violet?" gli rimase nel cervello scuotendolo e rendendo difficile ogni operazione.

Che sotto ci fosse qualcosa che riguardava la sua inclinazione per le Arti Oscure.

Certo, perfino quel figlio di un Mangiamorte di Malfoy era scampato dal carcere, ma nessuno di loro negava il passato, ancora fieri delle loro bravate. Solo Tiger era finito ad Azkaban,il resto riuscì a scamparsela grazie ad amici di famiglia che evitarono un processo regolare.

Per tutto il giorno non fece che pensare, consumandosi per capire cosa potesse architettare una mente diabolica come quella della Serpe.

Agli allenamenti non si impegnò come suo solito,beccandosi una lunga sgridata da parte del Coach.

Si smaterializzò nell'appartamento che condivideva con Harry appena dopo aver fatto una doccia ristoratrice e mangiato con alcuni dei suoi compagni,mettendo in crisi il cuoco sconcertato dalla voracità del ragazzo.

Si mise a studiare i nuovi schemi ed aspettò che l'amico rientrò a casa.

-Ehi, Ron, come é andato il set fotografico?- domandò il moro stravaccandosi nella poltrona libera.

-E'...stato...strano.- esordì il ragazzo ricevendo una curiosa occhiata dall'amico.

-Stuolo di ragazzine che gemevano per te?- alluse il Prescelto.

-No...figurati.- rispose l'amico arrossendo. - Ho incontrato la Parkinson.-

Harry lo fissò basito. -Ma non se n'era andata in Russia?-

-Ti giuro era lei, mi ha anche chiamato Weasley. E'...diversa.- disse il ragazzo cercando di trovare le parole giuste.

-Diversa? Che vuoi dire?-

-Nel senso che si fa chiamare dal datore di lavoro Violet.-

-Ehi, calma!- i capelli di Harry Potter s'innalzarono sorpresi quanto il giovane. - Carlino Parkinson lavora? Questa si che é bella!-

-Lascia perdere, ci ho messo mezz'ora ad accettarlo! Fa la fotografa! Ma non mi hai ascoltato, si fa chiamare Violet, usa un nome falso!- disse il rosso.

Il giovane Auror assunse la sua faccia da investigatore e nemmeno si accorse dell'arrivo della fidanzata dal camino di casa, che lo guardava stranita.

-Certo che la cavalleria é proprio morta e sepolta, eh!- disse la Grifoncina sautando il fratello con un cinque e sedendosi sulle ginocchia del suo fidanzato.

-Eh, stavo pensando alla Parkinson.- mormorò il moro.

-Ah, ora mi sto preoccupando.- disse Ginny lanciando uno sguardo interrogativo al fratello che sembrava assorto in uno dei suoi contorti pensieri.

-Oggi Ron ha visto la Parkinson, è stata la sua fotografa per un servizio sportivo. E' sicuro che sia conosciuta nell'ambiente con un nome diverso.-

-Ne sono sicurissimo, quello che lavora lì l'ha chiamata Violet!- aggiunse il rosso.

I due ragazzi rimasero in attesa di una risposta da parte della ragazza che scosse la testa.

-Ma dove vivete?- si chiese Ginny sbuffando. Prese la bacchetta e fece comparire una rivista colorata e un poco stropicciata. "Streghe Oggi" s'intitolava.

-Sapete la Brown é un genio in queste cose.- cominciò a sfogliare le pagine e si fermò su una occupata da una grande foto.

Ritraeva una ragazza dai capelli neri, con un lungo capotto grigio, che camminava affianco a un ragazzo dai tratti molto simili a lei, in un strada innevata e piena di gente.

-"Da circa un anno non si hanno notizie di Pansy Parkinson, la famosa Regina delle Serpi, scomparsa nel nulla dopo la fine della Seconda Guerra. Trasferitasi in tutta fretta in Russia, pare che frequenti l'alta società locale, che tanto ricorda quella appena lasciata dalla nostra Regina. Chissà dopo la morte dei suoi genitori, i ricchissimi Graham e Linda Parkinson, avvenuta in circostanze misteriose non ancora chiarite dagli Auror, la nostra cara Pansy ha cambiato stile di vita..."- lesse con cura Ginny.

-Oh, mi ero scordato della morte dei suoi genitori.- sussurrò Ron alzando gli occhi dal libro delle strategie.

Un silenzio carico di tristezza calò sul soggiorno di casa Weasley-Potter.

-Forse, non vuole essere riconosciuta.- disse Ginny alzandosi. - Per lei che aveva tutto nella vita, ora non può più vantarsi di niente. E' cambiato tutto.-

-Può darsi. Magari anche lei é cambiata.- pensò ad alta voce Harry.

-Vi assicuro che é rimasta la solita Serpe-Carlino, parla di meno, ma vi giuro che non smette di essere odiosa.- sbuffò adirato già al solo ricordo della mattinata.

Harry e Ginny alzarono le spalle e se ne andarono, non prima di aver speso ben dieci minuti a convincere Ron ad uscire.

-Potter solo perché non vengo con voi, non sentirti libero di fare certe cose. Ci siamo intesi?- sbottò.

Ginny gli fece una linguaccia e si smaterializzò insieme al fidanzato che stava per ribattere, evitando così una infinita discussione.

Ron riprese a studiare gli schemi fino a quando il suo stomaco non reclamò un po' di cibo.

Eppure anche mentre si stava riempiendo di torta,i suoi pensieri ripercorrevano quel particolare momento della giornata. Si sentiva in colpa, lui non aveva perso nessun familiare nella Grande Guerra,lei sì. Per quanto possano essere cattivi, nessun figlio si merita la morte dei genitori.

E con quel senso di colpa che gli cresceva dentro s'intrufolò sotto le calde coperte sperando in un sonno senza sogni.




________________________________


Ecco qui il quarto capitolo,spero vi sia piaciuto!!

Comunque, torniamo a noi.

Ronald Weasley comincia a capire che qualcosa non va...


Fandracofiction: Non ti preoccupare per il ritardo nell recensione!! Avatar,per quanto straordinario sia é trooooooppo lungo!! Cmq, Ron gioca come primo Portiere per i Red Chillon, squadra londinese. La fantasia é una qualità !! XD. al prossimo cap. Baci!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI - Ridere ***


 

________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.

Capitolo VI



Ridere.



Risi.

Risi come non facevo da anni.

Risi baccandomi i silenziosi rimproveri di quei trigloditi sulle scope mentre scattavo foto che magicamente comparivano ingigantite sul'erba alla vista di quegli idioti volanti.

Sentivo le lacrime minacciare di scendere dagli occhi scuri, ma non riuscivo a fermarmi.

Weasley nel vedermi così vicina a lui, su una normale scopa per fare qualche foto sul campo, é sobbalzato lasciando la presa sulla scopa e volando giù per venti metri.

Sono passati ben venti minuti eppure continuavo a ridere.

Driiin! Il fischio del Coach mi distrasse e planai scossa ancora dalle risa fino a terra. Controllai di nuovo le foto, tutte piuttosto inutile e che sbeffeggiavano i giocatori, ritratti in pose goffe e imbarazzanti. Non le cancellai, magari avrei potuto venderle in forma anonima a quella cretina della Brown e al suo giornaletto idiota.

Chiusi l'occhio sinistro ed appoggiai la mia fotocamera Babbana magicamente modificata e ricominciai a scattare, incuriosata dai volti stanchi per l'allenamento, dalle divise macchiate di fango, dai setti nasali rotti e da quel boccino stretto nella mano del capitano.

Vidi Weasley sorridere a una battuta di un suo compagno molto robusto. Si voltò e mi guardò.

Sono abituata agli sguardi, alle occhiate.

Ho passato una vita come centro di attenzioni maschili, ma il suo sguardo era strano.

Non mi voleva.

Non mi derideva.

Mi fissava,con quei occhi azzurri che tanto non sopporto.

Mi fissava, con quelle labbra sottili strette in una smorfia.

Odio.

Profondo e puro.

Odio.




-Se non vi stringete di più, come diamine faccio a farvi stare in una sola foto!- gridai, additando due cercatori che non avevano ubbidito nemmeno una volta. I due mi sorrisero e ricominciarono a parlare. Strinsi la mano in un pugno. Tirai fuori la bacchetta e l'immobilizai obbligandoli a sedersi sulla panca in modo artificiale e composto.

Sorrido.

In un certo senso oggi, Pansy Parkinson é tornata, mi manca solo la divisa verde. Scattai un paio di volte e con un po' di rabbia, mi congedai. Non avevo voglia di fare anche le foto singole, sarebbe stata una tortura. Con un colpo di bacchetta sistemai le miei cose ed mi avviai verso l'uscita degli spettatori. Mi accorsi della sua presenza,soltanto quando entrai nei cunicoli sotto le gradinate.

Mi voltai, ghignai vedendolo sobbalzare. Weasley mi aveva seguito, sicuro che fossi così stupida da non accorgermene.

-Cosa vuoi?- ringhiai, stavo perdendo lentamente il controllo.

-Io...volevo...solo....c'è....- Nonostante fossero passati ben due anni le capacità linguistiche del rosso erano rimaste tali ed uguali ai tempi di Hogwarts.

-Spiegati!- gracchiai.

Lui arrossì.- Volevo solo chiederti...come mai usassi un nome...falso.-

Mi bloccai. Non riuscì nemmeno a pensare.

Come...osava?

Da quale pulpito parlava?

Era vero quello che diceva Blaise,all'idozia dei Weasley non c'è mai fine.

Davvero non poteva nemmeno arrivarci da solo?

Probabilmente senza la So-Tutto-Io, era solo uno sportivo senza cervello. Tipica feccia di Grifondoro.

-Sono affari miei.- sibilai, non gli diedi tempo di rispondere e mi voltai riprendendo a camminare.

Mi concentrai per smaterializzarmi, ma appena sentì il solito strappo alla vita, quell'ostinato ragazzo mi stava trascinando per il braccio. Tentai di annullare la smaterializzazione,ma non ci riuscì.

Riprovai ancora, ma ormai tutto intorno a noi si fece bianco.

Imprecai.

Questa non ci voleva proprio.



________________________________________________________________________________

Grazie a tt quelli che seguono qst ff:


Fandracofiction: La terza categoria riguarda tre scatti in successione che raccontano la stessa cosa in modi diversi, ma poi verrà spiegata meglio fra qualche cap.Spero ti sia piaciuto anche qst.


979: ALEEE!!! nn sai da qnt tempo aspettavo un tuo commento!! Contentissima che anche questa ff ti sia piaciuta, devo dire che mi é venuta di getto,senza pensare molto. Sn due personaggi che all'inizio consideravo troppo diversi, lontani dalla mia fantasia. Ma mi ci sono buttata comunque.

Pansy rivelerà qualche sorpresa,mentre Ron,rimane il nostro amato Grifone. (Gli intrecci sono la mia passione!)Devo dire che é la prima volta che mi cimento in una ff, tipicamente rosa,con qualche punta di "dark", giusto per nn annoiarvi. Spero di non uscire troppo dai canoni dei personaggi.

Grazie ancora per il sostegno !!


Ciao a tutti.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo VII - Cimitero ***


 


IL VERDE E IL ROSSO

Capitolo VII



Cimitero.





Ron aprì li occhi solo quando sentì i suoi piedi toccare il terreno, stringeva ancora il braccio di Pansy che teneva gli occhi chiusi. La sentì tremare sotto le sue dita.

-Che cazzo stai facendo Weasley?- gridò allontanandosi dalla sua scialba presa. -Come osi insegurmi?-

Il ragazzo avanzò di un passo ma il suo sguardo fu catturato dalla scritta di una lapide.

"Graham Parkinson e Linda Mead in Parkinson" recitava solamente.

Degluitì prima di trovare la forza di parlare.-Sono...Sono i tuoi genitori?- chiese spostando lo sguardo alla ragazza che si stava allontanando lentamente, gli occhi fissi su di lui.

-Sì.- era un sussurro appena udibile che riportò a Ron le immagini della guerra che lui aveva cercato invano di dimenticare.

Pansy Parkinson rimase ferma, con quella sua postura dritta e rigida,tipica delle famiglie nobili.

-Allora, Weasley, andrai in giro per il mondo magico a raccontare di me? Riderai delle disrazie di una figlia di Mangiamorte con San Potty e la Mezzosangue? Oppure, farai festa con quei traditori della tua famiglia? Un evento mondano irripetibile.- il suo tono di voce era piatto,incolore. Come se non provasse nessun tipo di emozione o sentimento. Incrociò le braccia e se ne andò con passi lenti e incerti. Ron,da quella posizione,non poteva vedere le calde lacrime che scendevano da quegli occhi scuri.

-Parkinson, ma davvero credi che io possa divertirmi della morte dei tuoi parenti?- disse lui,mentre una rabbia incompresa si stava impossessando di lui. -Ci credi così meschini?-

La ragazza si fermò e pulì con il dorso della mano le ultime lacrime, prima di girarsi verso di lui rabbiosa. Avrebbe voluto urlare,gridargli qualcosa, picchiarlo nonostante fosse più muscoloso e forte di lei. Eppure rimase in silenzio, in un silenzio carico di rabbia.

-Se credi che sia un cretino solo perché mi sono interessato alla tua vita, scusami, vedrò di lasciarti in pace.- Ronald passò la mano fra i capelli rossi indugiando sulla nuca. - Cavoli, Parkinson, sono due anni che nessuno sa di te...Siamo stati compagni di scuol...-

-Oh, ma fammi il piacere Weasley! Compagni di cosa? Di scorribande? No, io era Carlino-Parkinson o meglio la puttana di Serpeverde e tu Weasley The King, l'amico idiota di San Potty, la terza gamba del trio dei miracoli. Ora io sono una comune strega che si finge Babbana, e tu l'eroe della guerra e del Quidditch...Smettila di far finta di essere stato mio amico. Non ci siamo mai parlati prima, Weasley.-

Il silenzio accolse le sue parole. Nessuno dei due aveva qualcosa da dire. Il ragazzo annuì e si concentrò per smaterializzarsi, lasciando una Pansy adirata e sola.




Molly Weasley adorava avere la sua lunga tavola piena di ospiti come quella sera. I suoi figli erano finalmente cresciuti. Accarezzò amorevole i capelli biondi della piccola Victoire che rideva alle facce di Ted Lupin. Di fianco a loro vi erano Bill, le cui cicatrici erano diventate semplici curve del viso, che ridacchiava ed accarezzava il ventre rigonfio di Fleur, sempre più bella.

Più in là, George discuteva di qualcosa con Angelina,mentre Fred ascoltava attento i deliri di Luna Lovegood che negli ultimi due anni era diventata una bellissima ragazza. Sua figlia Ginny mostrava ad Harry un articolo della Gazzetta, perfino Percy quella sera era venuto in compagnia di quella che era diventata la sua fidanzata ufficiale, Audrey,una ragazza dai lunghi capelli castani che veniva da una famiglia belga. Adorava quell'atmosfera di pace e serenità. Si voltò quando vide suo figlio Ronald sbucare dal camino.

-Ciao mamma!- le gridò sorridendo.

-Come mai in ritardo?Stiamo tutti aspettando te!- gli disse Bill fissandolo divertito.

Con un veloce incantesimo, Molly chiamò il cibo sulla grande tavola, una fila incalcolabile di piatti si posarono sulla tovaglia rossa.

La famiglia si mise a mangiare con entusiasmo.

-Audrey, ti piace l'Inghilterra?- chiese Ron fissando quella ragazza dagli occhi scuri che tanto lo aveva sorpreso vedendola al braccio di suo fratello.

Lei sorseggiò un bicchiere d'acqua. - Inizia a piacermi, anche se ogni tanto sento nostalgia di Bruxelles.-

-Ed é proprio per questo che parte del prossimo Natale lo passerò in Belgio.- annunciò pimpante Percy, per nulla intimorito dagli occhi sbigottiti di sua madre.

Ron sorrise e si mise a guardare silenzioso le varie reazioni all'annuncio del fratello.

-Ehi, Ron, come mai così silenzioso?- domandò Harry.

-Dovresti chiedergli come mai ha così poco appetito, ha solo preso una porzione di tutto. Solo una!- rispose Fred beccandosi una strana occhiata di Luna.

-Non é che sei pensieroso a causa di quell'odiosa della Parkinson?- chiese Ginny.

-Parkinson, quella ragazzina con i capelli corti?- domandò Arthur curioso. - Non é la figlia di Graham Parkinson, un seguace dell'Oscuro Signore?-

Ron strinse con forza la forchetta. - Sì, é lei. Fa la fotorafa per il LondonWSport, oggi ne ha scattate un paio alla squadra.-

George Weasley spalancò la bocca,per poi ridere seguito dal fratello. - Non ci posso credere! Carlino-Pansy che lavora, per le mutande di pizzo di zia Morgana!-

-E aggiungere per i galeoni bucati di nonno Merlino!- aggiunse Fred.

-E invece lavora. Ed é anche brava!- sbuffò Ron.

Gli occhi celesti di Luna s'illuminarono. - Ron, sono così felice per te.Lo sapevo che prima o poi la tua anima blu si sarebbe schiarita.-

L'intera sala da pranzo rimase in silenzio, troppo sconcertati dalle parole della ragazza bionda.

-Ma che ha detto?- domandò Percy, ancora poco abitutato dalle stramberie della Corvonero.

Ginny sorrise e guardò maliziosa il fratello. Lei aveva intuito che qualcosa doveva essere successo e voleva tutti i particolari, così lo seguì nel piccolo capannone delle scope dove stava cercando un vecchio kit.

-Ginny, che c'è?.- disse con tono stanco, mentre con la bacchetta cercava il kit.

-Lo sai,che ho questo sesto senso. Dai spara!- si sedette su una vecchia seggiola, pronta ad ascoltarlo. - Dai! So benissimo che Parkinson ha lavorato con te oggi...-

-Ah, e che mi dici di te e di Harry, per quanto tempo vuoi tenerlo sulle spine?- rispose lui accigliato.

-Senti, io e Harry siamo nella tipica fase in cui abbiamo esigenze diverse. Per ora non voglio sposarmi, questo non vuol dire che non lo farò un giorno! Comunque torniamo a te...-

-Niente...volevo scusarmi per l'altra volta o almeno parlarle civilmente, ma ci siamo smaterializzati nel cimitero dove sono sepolti i suoi genitori. Ho cercato di dirgli qualcosa, di spiegarle, di farle capire che non siamo stati noi ad uccidere i suoi genitori,ma non ci sono riuscito. L'ho solo fatta arrabbiare e me ne sono andato.-

Ginny rifletté un poco sulle parole del fratello che fissava il vuoto intorno a sé.

-Forse dovresti lasciarla in pace. In fondo ha ragione lei ad arrabbiarsi, i suoi genitori sono comunque morti. Lasciala in pace, Pansy Parkinson rimarrà una Serpe fino alla fine, non si aprirà mai con te, non si scuserà mai, né ti parlerà. E' un semplice muro.-

Ron scosse la testa, era sicuro che Pansy si stesse sforzando quel mattino. Lei non era allegra,lei non era nemmeno soddisfatta, semplicemente viveva in funzione del suo lavoro, preferendo essere conosciuta con un nome diverso da quello reale. Preferendo essere un'altra persona,con un passato diverso.





______________________________________


Non sn molto felice di questo cap. ma lo pubblico cmq.


979:Contenta di essere riuscita a tenerli, almeno caratterialmente, simili a quelli della saga. Grazie mille x i complimenti! Devo dire che sinceramente trovo molto più difficile scrivere qst ff che quella di Hestia o di Idra...Mah' forse perché non sono brava con il genere tutto romantico. Sn felice di sapere che non é fumosa, ma con filo abbastanza logico! alla prossima.


Fandracofiction: Non ti preoccupare, capita anche a me!! Spero ti sia piaciuto anche qst capitolo...Devo dire che le parti comiche piano piano aumenteranno! Un bacioneee


Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo VIII - Ombre di un Sorriso ***


 



________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.


Capitolo VIII



Ombre di un sorriso.




Respirò a fondo e scese dalla scopa, un'altra partita era finita, un'altra vittoria era stata conquistata. Ancora due scontri e avrebbero potuto cominciare a festeggiare la fine del campionato. I Red Chillon salutarono i tifosi, facendo un breve giro del campo e rientrarono ridendo e cantando canzoni da stadio verso gli spogliatoi. Poco prima di entrare notò una ragazza seduta sulla panchina che sistemava una serie di macchine fotografiche, i capelli neri raccolti, le mani che aprivano e chiudevano nervosamente oogni custodia. Pansy Parkinson. Ron trasse un profondo respiro e si diede coraggio, si allontanò dai compagni e camminò,fermandosi vicino e lei.

-Ciao.- Ronald non ottenne subito una risposta. La ragazza finse di essere troppo occupata a sistemare l'attrezzatura.

-Ti ho salutato, Pansy.- aggiunse il rosso.

Pansy alzò lo sguardo su di lui. - Ti ho sentito benissimo.- si mise sulla spalla la pesante borse, s'incamminò veloce fino all'uscita.

-Scusami!- le gridò il ragazzo, ma lei si smaterializzò senza dire una parola in più




Il Dipartimento degli Auror, quel giorno, non aveva particolari missioni o azioni in corso, quindi Harry Potter e parte della sua squadra si stava dedicando all'aspetto più burocratico del loro lavoro.

Si stupì nel vedere il suo migliore amico entrare nel suo piccolo ufficio e sprofondare in una delle poltrone vicine alla sua ingombrante scrivania.

-Ehi?Come mai da queste parti?-

-Così.- rispose il rosso,sbadigliando.

-Complimenti per la partita, ho sentito i cori, molto...femminili devo dire...- commentò il ragazzo con la cicatrice sulla fronte, soffocando una risata.

Da quando nei Red Chillon erano entrati, Ron e il cacciatore Adrien, c'era stato un'esplosione di nuove tifose. Ragazze che urlavano a squarciagola "Ron ti amo!" oppure "Adrien,mi sposi?". Un fenomeno che metteva spesso in imbarazzo il giovane portiere.

-L'ho...rivista.-

Harry alzò il sopracciglio. -Credo sia normale, no? Lavora come fotografa.-

-Oh, si certo. Quello é logico. Mi sono scusato ancora, ma lei...mi ignora.-

-Ron, io non voglio essere brutale, ma cavoli! E' Pansy Parkinson! Non una Abbott o una Brown. E' la Serpe per eccelenza. Dovresti ignorarla e limitarti a fare un cenno di saluto. Non puoi invadere la sua vita, perché devi sempre avere delle risposte?- sbottò Harry,spostando una pila di documenti.

L'amico rimase a fissarlo un poco stupito. - Forse ho un tantino esagerato, ma non credo di meritare l'indifferenza. Volevo solo che sapesse che può tornare nel mondo magico con il suo nome e il suo passato. Se Malfoy e compagnia vivono tranquillamente, non capisco perché anche lei non possa.-

Harry Potter si sistemò meglio gli occhiali sul naso ed aggrottò la fronte. Una specie di intuizione l'aveva messo all'erta, impedendogli di rispondere ai richiami dell'amico.

-Ron, ci vediamo stasera per una Burrobirra, mi sono scordato di un appuntamento.- disse all'amico mentre si metteva il mantello e camminava a passo svelto.

Ron brontolò per un paio di minuti e con la metropolvere tornò nella sua abitazione.



Il Ministro della Magia sedeva dietro il grande tavolo delle riunioni, cosparso di fogli e cartelle, intento a sfogliare decine di fogli. Quando entrò il giovane Potter si alzò e gli venne incontro per stringergli la mano.

-Harry, da quanto tempo!- disse Kingsley. -Come mai da queste parti?- si sedette sulla sedia.

-Vorrei sapere qualcosa di più su Pansy Parkinson e la morte dei suoi genitori.- rispose Harry accomodandosi su una sedia vicino al Ministro.

-Ah, deduco che qualcuno ha rivisto la signorina Parkinson.-

-Sì, Ron l'ha rivista, ma anche Seamus e Dean alla redazione, utilizza un falso nome...-

-Sì, Violet Mead. Glielo ha dato il Ministero degli Interni.- Harry fece uno strano cenno con la testa,invitando il Ministro ad andare avanti.

-Poco prima della battaglia finale,abbiamo ricevuto una lista con i nomi dei membri più importanti, una soffiata, dalla signorina Parkinson, che ha collaborato con noi dopo la morte di suo cugino, ucciso dal Signore Oscuro. Le avevamo promesso protezione ed anonimato a lei e alla sua famiglia.-

-Ma?- chiese Harry confuso ed arrabbiato per questa tardiva informazione.

-Ma... qualcuno ha scoperto cosa stava per fare la giovane Parkinson. Il Signore Oscuro ha ordinato la sua uccisione. Ad ucciderla dovevano essere i suoi genitori, uno di quei giochi mentali di quel pazzo. Graham Parkinson si é rifiutato e per questo é stato eliminato con la moglie, nei pressi di Nocturne Alley. Pansy era stata portata via da alcuni Auror,con la promessa che avrebbe rivisto i suoi genitori.-

Un triste silenzio calò fra i due ex membri dell'Ordine. Harry non riusciva a credere che qquell'odiosa ragazzina, snob ed egocentrica, avesse avuto un ruolo così importante in quella guerra.

- Quando ha scoperto la morte dei suoi genitori si é rifugiata in Russia da alcuni lontani parenti. L'ho convinta io a tornare in Gran Bretagna sotto falso nome, così avrebbe potuto riavere una vita normale o quasi.- continuò il Ministro, guardo il giovane Potter negli occhi.

Si salutarono velocemente e l'Auror si precipitò a casa sua per parlare con il suo migliore amico e confidente.

Si sedettero in soggiorno con una decine di Burrobirre sul tavolino e una cesta di patatine.

Harry raccontò con voce ferma e gli occhi fissi sulla televisione la conversazione con il Ministro.

Non poteva notare la singolare reazione dell'amico. Infatti Ron era diventato sempre più pallido,le sue labbra si strinsero in una strana smorfia che gli dava un'aria preoccupata.

-Così...lei...ha collaborato con l'Ordine.-

-Eh,sì...mi sa che l'abbiamo giudicata male...- Harry si fermò, Ron si era alzato in piedi,rovesciando il cesto di patatine.

-Che fai?- gli chiese,osservandolo girare per casa,borbottando qualcosa di incomprensibile.

-Hai visto la mia giacca?Ah,eccola.- disse lui, indossò il soprabito.- Bene, ora io vado.-

-Ma dove?-

-A cercarla.- Sul volto di Ron comparve l'ombra di un sorriso, che si dissolse nell'aria dopo la smaterializzazione.


________________________________________________________________________________


Scusatemi!!!!

Scusatemi x il ritardo, colpa del fidanzato e del suo compleanno!

Cmq, mi farò perdonare...XD

In qst capitolo si scopre un po' di cose sul passato di Pansy. Non tutte le Serpi sono cattive, anzi!


Fandracofiction: Ho lasciato in sospeso la reazione di Pansy,la rivediamo più avanti.In qst capitolo mi sn concentrata di più sulla sua vita passata. Un bacione.


979: Sn contenta di sapere che c'è un filo-logico. Grazie mille x i complimenti che mi hai fatto!! Ho molto timore di cadere nel romantico-banale, o in situazioni troppo scontate o sempliciotte. E' davvero difficile descrivere personaggi che sn cresciuti in fretta e diventati adulti in tempi difficili. Spero di non annoiare o di non risultare troppo pesante... Un bacione!





Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo IX - Incendio ***


 

___________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.


Capitolo IX




Incendio.



Le ho trovate. Le foto per il concorso,intendo. Passeggiavo per la strada, con la testa che mi girava a causa di quell'idiota dai capelli rossi, delle lezioni all'Università e agli appelli agli esami sempre più vicini. Mi sono fermata per sistemare i lacci di una scarpa quando il mio occhio catturò un bagliore, camminai più in fretta seguendo quelle luci ovattate che giungevano nella mia via, fino a bloccarmi di fronte ad un incendio.

Una donna gridava impazzita mentre decine di persone vestite di giallo si accalcavano con grossi tubi pieni di acqua, e strane cose che chiamano "bombole" sulla schiena.

Automaticamente la mia mano si posa sulla macchina che tengo sempre al collo, come un amuleto,un segno distintivo. Scatto, riprendo,immortalo, in continuazione. Tutto intorno a me diventa confuso, fumoso e lontano. Ci sono solo io e ciò che vedo da quel piccolo schermo della macchina.

Lingue di fuoco volti sfigurati dal fumo, banchi di nebbia artificiale, auto bloccate, uomini in divisa alla ricerca di ordine,di parole, spruzzi di acqua, mani e braccia, bende bianche, la luce blu che colpisce i vetri anneriti illuminandoli di blu e rosso.

Quello che riesco a cogliere lo immortalo, ignorando fin dove mi stavo dirigendo. A piccoli passi, non vista da nessuno,m'infilai in un grosso capanno appena raggiunto dalle fiamme. Potevo andarmene, dovevo andarmene. Ma qualcosa impediva ai miei piedi di muoversi, al mio dito di staccarsi dal bottoncino, ai miei occhi di distogliere lo sguardo, al mio cervello di pensare.

Senza volerlo, terribilmente attratta da quell'innaturale calore che riusciva ad infuocarmi e a distruggermi senza toccarmi.

Sarei rimasta lì,in eterno, pregando silenziosamente per la mia anima dannata, per mia inutile esistenza, per il mio tradimento.

Tossì più volte, il mio corpo reclamava ossigeno in modo disperato sconquassando i polmoni.

Strinsi una mano intorno alla gola per invogliarla a respirare, troppo intossicata per fare altro.

La mia mano scivolò sulla tasca dei jeans e tirai fuori la bacchetta.

-...iuto!- gridò qualcuno oltre la porta infiammata. Una voce di uomo, forse anziano. Il capanno stava letteralmente bruciando ogni singola parte raggiungibile. Non udivo altro che quella voce smorzata e il crepitiò delle fiamme. M'incamminai,incerta e tossendo alla ricerca di quella voce, lasciando guizzare dei potenti e brevi getti d'acqua davanti a me.

Schivai un pezzo di soffitto infuocato per poco e proseguì cercando di reprimere le lacrime.

Lo trovai subito dopo quella porta, disteso, forse svenuto o forse...

Degluitì e con immenso sforzofisico a cui non ero più abituata dai tempi del Quidditch lo trascinai lontano.

Sentì dei passi pesanti e strane voci soffocate da qualcosa. Riposi subito la bacchetta, sperando che non l'avessero vista. Stringendo i denti spuntai appena in tempo per farmi aiutare da due uomini in giallo.

Uno dei due si mise in spalla l'anziano signore e s'incamminò a passo svelto. L'altro mi circondò la vita e mi diede uno strano coso su cui respirare.

Non mi ero accorta di non riuscire più a respirare. Di essere completamente incenerita dentro.

Gli passai quella strana maschera e mi sedetti poco lontano dalle ambulanze.

Passai una mano sul collo, irrigidito e sudato, notando con sorpresa come la tracolla della macchina sia rimasta al suo posto con le sue foto. Riesco appena a fare un sorriso,quando piano,piano le palpebre cominciano ad abbassarsi.





-....é un parente.......Teoricam....Per questa volta....Sta meglio....- prima ancora di aprire gli occhi, voci ovattate mi svegliarono. Sentivo una leggera stretta al polso destro e qualcosa di freddo passare sulla mia fronte.

L'orecchio captò un ronzio noioso ed irritante di macchinari in funzioni, capì subito che dovevo essere in ospedale.

Gemetti.

Io odio gli ospedali.

Come odio i ragni, l'arrivare in ritardo e le persone approssimative sul lavoro.

Devo ammettere che odio molte cose.

-Pansy?- una voce maschile mi chiama. Cerco di parlare,ma la gola non reagisce.

Aprò gli occhi.

E' lui.

Mi ci vuole poco per riconoscerlo,anche in quete condizioni.

Lentamente la mia vista ritorna efficente come sempre.

I capelli rossi gli ricadono sugli occhi chiari, non mi ricordavo che avesse una mascella così mascolina. Ha un soprabito beige che lo fa sembrare un professore Babbano di qualche materia bizzarra che c'è nella mia Università.

L'idea di Weasley, campione di intelligenza mi fa scoppiare a ridere. Una risata che mi provoca fitte incredibili ai polmoni.

-Ridi pure?Ti sei quasi ammazzata e l'unica cosa che fai, é ridere?- brontolò lui sedendosi su una seggiola.

Ancora presa dalle risa,cercai di alzarmi a sedere.

-Come mai da queste parti,Weasley? Devo andare dai tuoi amichetti al ministero per denunciarti?-

-E per cosa scusa?- gracchiò lui.

-Mi hai seguita.- dissi con una voce rauca.

-No.-

-No?Sicuro,che sia una semplice coincidenza ritrovarci qui,oggi?-

Si passò una mano fra i capelli rendendoli più spettinati di prima. - Ero venuto a cercarti. Volevo...scusarmi.-

Aggrottai la fronta, qualcosa nel suo tono di voce non mi convinceva.

Un semplice "Scusa" era troppo per me.

Non sono abituata alle scuse.

Ai grazie.

-Ora che ti sei tolto questo peso dalla coscienza, puoi andare.- gli dissi secca.

-No!- esclamò lui. -Aspetto che ti dimettono e ti porto a casa io.-

L'unica cosa che mi impedisce di ucciderlo in quel momento,é l'arrivo di un ragazzo con il camice e una dozzina di fogli in mano.

-Allora!Signorina Mead, se cavata con poco. Intossicazione da monossido leggera. Ha dormito quasi un giorno e ha respirato aria ossigenata quanto basta per ripulire i polmoni. Visto l'affluenza e la situazione di crisi qui, le consigliamo di andare a casa e farsi un paio di giorni di riposo. Mi raccomando,appena si sente male, si precipiti qui. Nessuno sforzo respiratorio non necessario,okay. Niente jogging, yoga ed affini! Si faccia curare dal suo fidanzato e stia tranquilla.-

Le ultime parole del medico furono accolte da un'imbarazzato silenzio.

-O..Okay.- dissi firmando le carte ed accorgendomi solo quando il medico se ne andò, di essere vestita solo da un bruttissimo telo bianco. Sento le guance infiammarsi mentre lancio contro Weasley un bicchiere di plastica accanto a me. Anche lui diventa viola,esce fuori dalla piccola tenda.

Poco dopo mi vengono consegnati dei vestiti, e i miei oggetti personali compresa la borsa con l'attrezzatura e la macchina fotografica. Scoppierei a piangere se non fossi in pubblico.

Con la bacchetta, completamente illesa, pulisco gli abiti e li trasformo in qualcosa di più decente.

Quando esco da quell'enorme stanza e percorro il corridoio cercando l'uscita.

Qualcuno mi prende per il braccio e mi infila a forza nell'ascensore.

-Weasley,stronzo che non sei ...- non riesco a terminare la frase.Quel suo movimento mette in allerta i miei sensi, ma sono troppo stanca per riuscire a captarlo prima. L'unica cosa che capisco,é che le mie labbra sono bloccate dalle sue.






____________________________________________________


Ecco la foto di Pansy. Naturalmente non sono é mia , l'ho trovata su interne. Cliccateci sopra.

Incendio


________________________________________________________________________________


Grazie a tt le persone che seguono questa ff:

A ki l'ha messa fra i preferiti:

1 - bmico [Contatta]
2 -
Carty_Sbaut [Contatta]
3 -
DANINO [Contatta]
4 -
data81 [Contatta]
5 -
fandracofiction [Contatta]
6 -
krisy [Contatta]
7 -
Madeline [Contatta]
8 -
vale_92 [Contatta]


A ki l'ha messa fra le seguite.

1 - excel sana [Contatta]
2 - Faith Princi [Contatta]
3 - folletto [Contatta]
4 - france87 [Contatta]
5 - Liam_Jargo [Contatta]
6 - Nell Sev Snape [Contatta]
7 - steg94 [Contatta]
8 - vcullen [Contatta]
9 - vulneraria [Contatta]


Spero vi sia piaciuto questo capitolo.


979: Mi sn dedicata un po' a questo evento che segnerà qualcosa di importante nell'animo di Pansy e la condizionerà molto nelle sue scelte. E poi a un qualcosa di romantico...Spero ti sia piaciuto,anke se in qst capitolo la suspance, é sospesa... U.U


fandracofiction: Spero che il sequestro duri poco, comunque, eccoti qui un piccolo pezzo romantico.Sn contenta che ti sia piaciuto molto l'altro capitolo!!!


Un bacione.

Dully.



Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo X - Fili di Ferro ***


 

_____________________________________________________

IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo X


Fili di Ferro


Baci.Quanti ho baci ho dato nella mia vita?

Dieci?Cento?Mille?Milioni?

Baci. Quanti ho baciato?

Uno?Cinque?Trenta?Mille?

Non lo so. Non ricordo. Non voglio ricordare altre labbra, altri respiri che non siano i miei.

Ho aspettato un vero bacio a lungo dalla persona che ritenevo giusta. Theo.

Ho dato centinaia di baci a una persona che non si meritava il mio dolore,il mio male. Blaise.

Ho preteso baci da una persona che mai si sarebbe abbassata tanto per me. Draco.

Pansy Parkinson é solo una Serpeverde che sa solo stare sotto le lenzuola di altri.

Perché schiudere le labbra a lui?

Lui che é diverso dagli altri?

Lui che merita un bacio diverso, una reazione diversa dalla mia?



E' veloce. Mi ha bloccato in tempo la mano, impedendomi di schiaffeggiarlo.

Aveva compreso subito.

O forse, si era reso conto del casino in cui si stava infilando.

-Pansy...io...credo...tu...- balbettò lui

-Io cosa?- risposi, mi allontanai di un passo. - Weasley, io non sono quel genere di ragazza,okay? Io non aspetto il principe dalle mille bacchette d'oro. E' difficile per me dirlo, ma meriti qualcuno di migliore. Non provare a rifarlo, non cercarmi più, non salutarmi più a lavoro. Sarà più semplice.-

Weasley era diventato rosso e mi fissava a bocca aperta.La sua presa si fece un poco più stretta.

-Cosa stai farneticando? Ammetto che prima mi si era fuso il cervello...ma...-

-Ma cosa? Io non sono più Pansy la puttanella di Malfoy e mezza scuola. Molte cose sono cambiate.- mormorai mentre il mio petto cominciò a muoversi con affanno.

-Tu pensi veramente che io...Io non sono così! Non cerco quello.- alluse lui. -Io...Mi pare evidente che mi piaci...-

Mi portai una mano al petto ancora dolorante. L'altra alla tempia.


Piacere.

E' il primo gradino dell'Amore.

Piacere agli altri. Tracy.

Piacere a sé stessi. Daphne.

Dare piacere. Pansy. Io.

Perché proprio lui. Lui che é...normale?

Io ho perso tutto. Ho perso le persone a me care, ho perso la dignità, la stima di me stessa.

Io ho perso.

Se fossi un vero guerriero mi inginocchierei di fronte ai miei nuovi dominatori,supplicandoli di ammazzarmi.

Io non sono degna di vivere.

Per Merlino, lasciami il braccio, lasciami stare,lasciami consumarmi lentamente, morire lentamente.


Weasley si avvicinò ancora di più facendo sfiorare i nostri nasi.

Mi viene voglia di piangere,di picchiarlo, di distruggere questo ospedale.

Ma non ci riesco.

Non ci provo nemmeno.


E se mi lasciassi andare?

Se lo baciassi?

Mi merito ancora una notte d'amore?

Mi merito l'amore?


-Pansy...non ti sto prendendo in giro. Mi...piaci.- le sue orecchie sono diventate rosse,come le sue guance.La sua voce é un sussurro timido e balbuziente.

Il mio cervello si é staccato. I nervi non collaborano.

Le sue labbra si posano sulle mie, in un gesto così lento e delicato che mi rende insofferente.

Libera il mio polso e mi avvicina a lui. Le sue braccia mi tengono stretta, il suo corpo é teso e mi spinge contro il muro di quell'ascensore. La sua lingua passa sulle mie labbra ed entra lentamente dentro la mia bocca. Sento la sua mano scorrere lungo la schiena,passare sulla spalla, sfiorarmi il collo e stringere la nuca,spingendomi sempre più verso lui.

Non penso più.

Non voglio nemmeno provarci.

Con una mano tocco il pulsante dell'ultimo piano e le porte si chiudono velocemente. Lui sobbalza e io non riesco a non sorridere.

-Tieniti forte.- mi sussurra a un orecchio riprendendo a baciarmi.





L'aria calda che ci colpì mi fece aprire subito gli occhi. Voltandomi potevo vedere un camino di granito nero acceso che illuminava un salotto dai colori chiari e con un grosso divano rosso.

Grifondoro.

Quindi é qui che vive. Mi tiene ancora stretta a lui, concentrato nel fissarmi e io concentrata nell'ignorarlo.

-Bella.- é il mio unico commento.

-Sì, é un bell'appartamento.- dice Ron guardandosi intorno. - Per fortuna l'ha arredato Ginny, Harry ed io non siamo molto afferrati in questo campo.-


Ginny.Harry.

Ginevra Weasley.

Harry Potter.

Grifondoro e eroi di questo mondo.

Nemici.

Loro sono miei nemici.

Per Harry Potter c'è chi ha dato la vita, ma anche chi gliela hanno tolta.

Graham Parkinson.

Linda Parkinson.

Per un ragazzino e i suoi deliri, per un mostro e le sue manie, loro sono morti.

Io sono morta.


Soffoco un conato di vomito sentendo quel nome. Weasley se ne accorge e si allontana di un passo.

-Che succede?- domanda con voce acuta.

-Questa domanda dovrei farla io a te.- rispondo, cercando la mia bacchetta.

Si passa una mano fra i capelli,di nuovo. - Okay...Loro non ti piacciono..e..-

-Chi ti dice che tu mi piaccia? Mi pare di non averlo mai detto o sbaglio?- chiedo fissando il fuoco che scoppietta tranquillo.

-Allora potevi allontanarti da me, darmi dell'idiota, dello stupido e andartene. Perché non l'hai fatto?- avanza di qualche passo.

-Hai bisogno di me.- sentenzia. - Hai bisogno degli altri.- un'altra condanna. -Hai bisogno del mondo in cui sei nata.-


Pansy Parkinson, perché non l'hai fatto?

Perché non ci sei riuscita?

Perché ti sei arresa?

Perché?

Perché,forse, quel cuore che non batte più, che hai ricucito con fili di ferro, si é riscaldato.

Lo ammetterai mai?

Sceglierai mai quella strada che riporterà calore a Parkinson'Manor, a Pansy Parkinson?


________________________________________________________________________________


Eccomi qui a San Valentino cn questo capitolo abb. "dolce". (spero nn troppo).

Sn molto contenta delle 4 recensioni x lo scorso capitolo. Mi rendo conto che é un pairing insolito e che molte quando aprono nn sn molto convinte,ma spero che vi piaccia cmq.


fandracofiction: no,la fine é lontana.... sn contentissima che ti piaccia la foto( nn é mia purtroppo T__T) quindi mi dovrai sopportare ancora XD.


stellinainnamorata90: ecco l'aggiornamento. sn felice di sapere la tua opinione su qst ff,la brevità é uno dei miei punti fissi, XD. Spero di risentire ancora la tua opinione, (a proposito cos'è golden embrance, mi ricorda qualcosa ma nn riesco ad afferrare il concetto)


vcullen: ronnino ha fatto un bel respiro e si é buttato. :) era anche ora che tirasse fuori un po' di coraggio da grifondoro.


979: sn un po' fissata cn questa tipologia di ragazze. L'idea di una principessa in attesa del cavaliere...mi fa stare male. Invece, una ragazza che segue la propria strada, anche difficile, e sulla via incontra una persona speciale...ben venga!! Devo dire che il bacio deriva d aun vero colpo di testa!!





Su consiglio di una mia compagna di banco,abbiamo person mezz'ora al pc,per cercare l'attrice/personaggio famoso, che potesse assomigliare alla Pansy Parkinson qui descritta.

Mi sa proprio che l'abbiam trovata. Fatemi sapere se vi piace o meno.

E' Christina Ricci.


Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo XI - Con Prepotenza ***


 


________________________________________________________________________________



IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XI




Con Prepotenza.

Dormiva profondamente, completamente ignara dei due occhi che la fissavano attenti.

Ron la coprì fino al mento con una pesante coperta. L'aveva sentita tremare più volte quando la sfiorava con le dita. Era rimasto stupito nel notare che appena qualche centimetro sotto il polso sinistro vi era una strana scritta nera racchiusa da un piccolo cerchio : " A.Rodcenko."

Sapeva che i Babbani erano soliti a marchiarsi la pelle, ma non poteva credere o non voleva credere all'idea che Pansy Parkinson si fosse fatta segnare.

Sentì il chiaro rumore di chiavi che aprivano la grossa porta dell'ingresso. Si alzò dal divano cercando di non svegliarla.

Harry Potter rimase fermo all'ingresso fissando l'ospite e il suo migliore amico che faceva strani gesti invitandolo al silenzio.

Ron spinse l'amico nella cucina e chiuse la porta.

-Cavoli! Ti aspettevo stasera tardi!- sbottò passandosi entrambi le mani sui capelli.

Harry lo fissò perplesso. Le sue orecchie erano rosse come sempre quando erano in imbarazzo, vedeva il leggero tremolio della gamba sinistra segno che era agitato,nervoso.

-Scusa...Ero stanco e volevo andarmene prima.-

Ron si buttò sopra una sedia della cucina. Il Prescelto aprì il frigo e tirò fuori due Burrobirre.

-Ecco,così ti calmi e rispondi alle mie domande. Cosa ci fa lei nel nostro soggiorno?- chiese Harry.

Il rosso gli raccontò brevemente di come la sua ricerca l'avesse portato in quell'ospedale Babbano.

-Davvero!Questo é anche troppo per me. Pansy Parkinson ha salvato un vecchietto da un'incendio spaventoso dove fra l'altro si era infilata per fare delle foto?- strillò Harry rivolgendo all'amico di sempre una strana occhiata.

-Eh,sembra strano ma é la verità.- disse Ron sorseggiando la bottiglia. - L'hoanchebaciata.- aggiunse frettolosamente, cercando di ignorare la faccia viola per lo stupore.

-Hai....Hai...Hai...baciato Parkinson? Ma...perché?- chiese Harry convinto di aver perso un pezzo nella quale diceva che era stato obbligato dall'Imperius o simili incantesimi.

-Non so cosa mi sia successo, mi sono buttato.-

-Non ti potevi lanciare da un ponte?-

Ron sorrise.-Potevo anche farlo...ma lei...ha risposto.-

Harry Potter saltò sulla sua sedia. -C..Non é possibile.-

-Ha risposto, é venuta qui ed abbiamo continuato il discorso,se così si può chiamarlo, fino a quando lei si é addormentata. I farmaci hanno un effetto a lunga durata.-

Il giovane Auror si strofinò gli occhi, dopo aver sopportato la presenza di quel Malfoy per il bene e la salute mentale di Hermione, ora gli toccava vedere il suo migliore amico invischiato in una tresca con la regina delle Serpi. Poteva anche essere leggermente cambiata ma rimaneva una di quel gruppo di segreti sostenitori delle idee del Signore Oscuro. Lei rimaneva una Parkinson,una Serpeverde.





Quando si svegliò da quel comodo divano e si accorse di non essere nella sua camera a Chealsea, cercò convulsamente la bacchetta ma si bloccò; qualcuno la stava osservando.

Si girò lentamente ed incontrò lo sguardo perplesso di Ron Weasley.

-Ciao...- cominciò lui.

Pansy non rispose,cercava disperatamente di ricordare qualcosa,qualunque cosa che giustificasse il suo sonnellino a casa di Weasley,di quel Weasley.

Parecchi flash la fece arrossire come una ragazzina e si sedette di scatto.

-Ciao...- disse lei. Ron la fissò come ipnotizzato mentre si sistemava i capelli irremidiabilmente arruffati.

-Hai dormito ben quattro ore...Quei medicinali devono essere molto forti.-

-Mi sento intontita,infatti.-

Si guardarono per un lungo momento,poi Ron si alzò e scomparve dalla vista della ragazza. Ritornò poco dopo con un grosso bicchiere d'acqua. Lo porse con gentilezza ed aspettò che lei lo prese.

Pansy scosse la testa.

-Insomma Weasley!Perché proprio io?Perché tu?- chiese sommessamente.

-Se c'è una cosa che ho imparato dalla guerra é che non bisogna farsi troppe domande, in certe situazioni confondono e basta.-

La ragazza annuì lentamente,poi spostò la testa di lato. -Da quando così saggio,Weasley?-

Ron accennò a una piccola risata. -Da quando un cretino senza naso mi voleva far fuori con la sua allegra combriccola.- la vide irriggidirsi e lui sospirò. -Scusa...Io non volevo.-

-Figurati...dovrò farci l'abitudine, se mi presentrò al matrimonio dei Zabini e dei Greengrass dovrò sopportare anche commenti più pesanti.-

Prese il bicchiere e lo bevve velocemente.- Ora vado a casa mia.-

-Aspetta.- si avvicinò a lei e toccò con le sue labbra quelle della ragazza.

Ripresero a baciarsi lentamente,esplorandosi a vicenda,lasciando che le loro mani vagassero sopra e sotto il vestiario. Ron sospirò rumorosamente quando lei passò una mano sul petto e sull'addome.ro

Si sdraiarono supini sul divano e si fermarono per guardarsi negli occhi. Il ragazzò si chinò per succhiarle il labbro inferiore e lambì ogni parte di quel collo roseo.

Si fermarono poco dopo,entrambi ansanti e con gli occhi lucidi per l'eccitazione.

-Mi dispiace rovinare i tuoi piani ma devo prendere quelle pillole e tornarmene a casa.-

Ron soffocò una risata sul suo collo e con tutta calma la lasciò libera di muoversi. La guardò rimettersi a posto la maglia e sistemare le sue cose. I capelli neri contrastavano con la pelle quasi marmorea, gli occhi di un castano chiaro ed intenso lo facevano rabbrividire,come il suo corpo,alta e longilinea, perfetta anche nei suoi difetti.

Non si era mai sentito così fisicamente attratto da una ragazza. Nemmeno da Hermione. Con lei più che passione era un amore nato giorno per giorno e volato via in poco tempo. Prima ancora vi fu Lavanda Brown, ma si trattava di una misera pedina di una stupida vendetta e poi Padma Patil.

L'unica vera relazione impegnativa che era rimasta in piedi su colonne di argilla per poco più di un anno. Era stato bello finché era durato, ed entrambi si trovarono in accordo sul dividersi.

Ancora adesso si mandavano qualche gufo,giusto per sentirsi e ricordare i vecchi tempi.

Ma con Pansy era decisamente diverso. Fin dal primo momento in cui la rivide,la sua mente gli impedì di dimenticarla,di scordarsi della sua esistenza. Le era entrata dentro con prepotenza, risvegliando il passato e distruggendo la sua visione di futuro.

-Ti accompagno.- annunciò sicuro il rosso alzandosi. Le porse il braccio e rimase stupito nel sentire la sua mano appoggiarsi e nel vederla sorridere appena.



___________________________________________________


Nn vedevo l'ora di aggiornare, così mi sn fiondata ed ecco qua qst capitolo!

E' rispuntato il matrimonio di Blaise e Daphne che avevo un po' messo in terzo piano...che si sta avvicinando.


stellinainnamorata90: grazie mille x la spiegazione,da oggi in poi sn una fan-writer di golden embrace convinta. Spero anche che il lato di Ron ti sia piaciuto.


vcullen: é qll che mi chiedo?? Ma sai piano piano cederanno...


fandracofiction: ciao Pan, i gusti sn gusti, ma sn curiosa di sapere a quale attrice stavi pensando! Fammelo sapere! un bacione.


979: sn felicissima che ti sia piaciuta la parte in corsivo,mi sn impegnata tnt!! Spero ke anche qst cap sia all'altezza. Un bacione.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo XII - Per gioco o per noia. ***


 


________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.

Capitolo XII


Per gioco o per noia.


Il pubblico lo salutò con grida di gioia e una serie di coreografie appositamente studiate per l'occasione. I Red Chillon salirono un'ultima volta sulle scope e fecere il solito giro di ringraziamento. L'ormai amatissimo portiere indugiò qualche secondo sulla zona riservata alla stampa. Scrutò con lo sguardo alla ricerca di una massa di capelli corvini e un viso nascosto da una macchina fotografica. Non la vide e per non dare ai giornalisti altri scoop si affrettò a raggiungere i compagni. Ignorò quello strana sensazione di rabbia mista a preoccupazione e aspettativa e s'infilò nelle docce. Fu l'ultimo ad uscire e declinò l'invito di Mesn per un secondo tempo nel bar della squadra utilizzando la solita scusa dei troppi giornalisti e ragazze urlanti.

Infatti da quando era stato ingaggiato come secondo portiere, la stampa non gli dava respiro seguendo ogni sua mossa, intitolando intere prime pagine alle sue imprese chiamandolo "Eroe del Mondo, Eroe del Quidditch", cosa che lo metteva in imbarazzo. La sua famiglia aveva smesso di seguirlo nelle varie partite in casa e perfino Harry e Neville si rifiutavano di venire,temendo per la loro incolumità. Solo George e Fred si presentavano di volta in volta per infastidirlo o per dichiarare e raccontare alla stampa vari episodi dell'infanzia.

Indossò una tuta anonima e si preparò ad uscire, ma quando aprì la porta, si ritrovò faccia a faccia con una ragazza dai capelli neri che riaprì la porta e se lo trascinò dietro.

-Dai, muoviti o vuoi che ci scoprano quelle cretine di Streghe Oggi?- sbottò chiudendo la porta.

Ron non riuscì a trattenere una risata alla vista dell'impressionante camuffamento di Pansy.

Aveva nascosto i capelli neri sotto un cappello rosso dalla quale spuntavano,comunque, dei ciuffi.

Al collo teneva una sciarpa dei Red Chillon e gli occhi erano oscurati da un paio di occhiali neri.

Lei per tutta risposta strappò via il cappello borbottando, e lasciò cadere la sciarpa.

-Parkinson, non ti piacionno i colori dei Red Chillon?- chiese divertito Ron.

-E' a una Serpe che stai parlando.-

-Infatti.- si avvicinò quanto bastava per scontrare le sue labbre con quelle della ragazza in un bacio rude e avido. Il ragazzo sbottò la giacca della ragazza ed infilò le sue mani sotto il maglione verde.

Sorrise,mordicchiandole il collo. -Come mai vesti solo di nero,verde e bianco?-

-Come mai giochi in una squadra rossa-arancione?- domandò Pansy ridacchiando, aprendo la cerniera della maglia.

-Come mai sei venuta qui?-

Pansy si bloccò,irrigidendosi.-Perché?Non avrei dovuto?-

-Guarda che non mi faccio problemi se...-

-Se cosa,Weasley?-

Un silenzio duro da accettare si riversò negli spogliatoi.

-Weasley mi sa tanto che stiamo sbagliando.- mormorò Pansy.

-Perché?-

-Perché odio la maggior parte delle persone che frequenti, che conosci ed a cui vuoi bene. Odio il tuo orgoglio prodotto da Grifondoro. Odio questa situazione, non so nemmeno perché ci sono finita,se per gioco o per noia.-

Ronald Weasley si passò una mano sul viso,improvvisamente stanco. - Se la metti in questo piano, hai ragione Parkinson, é meglio smettere.- non la salutò nemmeno ed uscì sbattendo la porta. Dall'altra parte, Pansy Parkinson strinse le mani in piccoli pugni e lasciò cadere una lacrima sulla sua guancia pallida.






L'arrivo di Hermione Granger per una veloce visita agli amici di sempre era completamente inattesa da Ginny e Harry che tentavano di discutere sul grosso problema che si trascinavano da un anno.

La fissarono stupiti e la fecero accomodare in salotto,aspettando che lei parlasse.

-Allora, cosa mi raccontate di bello?- chiese l'amica sorseggiando la sua tazzina.

-Niente di che, Harry non capisce,ma questa non é una novità. In famiglia il solito caos pre-cerimonia, Fleur é diventata una balena, sempre adorabile. Ed infine Ron si é immischiato in una roccambolesca relazione con ....- il sintetico racconto di Ginny fu interotto da Harry che finse un colpo di tosse.

-Ragazzi...-cominciò Hermione. -Non capisco, se esce con un'altra,sono ben felice per lui.-

-Il problema non é questo...Ma chi frequenta...-

-E' chi sarebbe di tanto spaventoso? Cho Chang? Hannah Abbott?-

-No, é Pansy Parkinson.- disse Ginny appoggiandosi allo schienale per osservare la reazione dell'ex Caposcuola. Hermione Granger strabuzzò gli occhi,sputacchiò sulla tazzina e fu sconvolta da un colpo di tosse. Quando tornò in sé, le guance erano diventate rosse e gli occhi ridotti a due fessure.

Un piccolo sorrisetto diabolico spuntò sulle labbra di Ginny. Fu più o meno la stessa reazione di Ron quando seppe della tresca con Malfoy.

Come dicevano i Babbani?-si domandò la rossa. Uno a uno,palla al centro.- sorrise la giornalista sportiva.

-Ah, ne siete sicuri?- mormorò la riccia, ma l'espressione sincera di Harry e il piccolo ghigno di Ginny furono risposte più che ovvie.

-Sono...Sono contenta.-

La rossa scosse la testa e si mise a ridacchiare.

-Ma smettila di fare questa scenata, lo sappiamo benissimo che non ne sei contenta. Anzi, ti rode.-

-Perché dovrebbe rodermi?-sibilò Hermione.

-Semplice, non avresti mai pensato, o sperato, in una cosa del genere. In fondo Ron poteva essere una seconda ruota. Sai,se la prima si rompe...- le parole di Ginny ferirono la ragazza che si alzò di scatto e raccolse la sua giacca e la sua borsa. Harry scoccò uno sguardo furente alla fidanzata che sorrideva beata e felice della sua uscita, mentre lui si alzava per raggiungere l'amica di sempre.

-Hermione...- a fermò mentre scendeva di fretta le scale.

-Ti prego, ignora le parole di Gin. Lei...ed io, ecco insomma, non va così bene.-

L'amica salì qualche gradino ed abbracciò il ragazzo.

-Mi dispiace.-

-Non farlo, é solo un brutto periodo. E tu? Come stai?- domandò un poco ansioso.

-Bene. Lui...Lui mi ha chiesto di sposarlo.-






La notizia viaggiò presto di bocca in bocca, fino ad atterrare davanti a un Ronald Weasley sempre più cupo e pensieroso.

-Ma mi stai ascoltando Ronnie?- chiese Molly Weasley posando la bacchetta con la quale sistemava la sala da pranzo.

-Oh, si certo..dicevi qualcosa a proposito di tovaglie,no?-

Suo fratello Percy che era seduto accanto a lui e leggeva il giornale scosse la testa.

-Ronnie,Ronnie,Ronnie, stai per caso dormendo?- domandò divertito.

-Eh?- fu la risposta del fratello che esasperò la madre.

Catturare l'attenzione di Ron era diventato sempre più difficile per la sua famiglia. Prenderlo in giro,era inutile perché non comprendeva molto il nesso fra una battuta e l'altra. Chiaccherare diventava un circolo vizioso di parole gettate senza un senso.

Molte erano le ipotesi.

Possibile cambio di squadra, un trasferimento lontano dalla Londra che cominciava ad amare.

Oppure, l'imminente matrimonio di Hermione Granger e Draco Malfoy.

Eppure i suoi pensieri non giravano attorno a quelle tematiche.

Solo Ginny colse le sfumature della sua voce, la palese espressione ogni volta che qualcuno nominava o insultava la Casa delle Serpi, i suoi occhi s'illuminava per un'intenso istante,per poi cadere nell'obliò dei suoi occhi azzurri inscuriti dal suo turbamento interiore.

Si ritrovarono seduti ad un bar per caso e colsero l'occasione di bere una tazza di fumante caffé Babbano.

-Che ti succede, Ron?- domandò la sorella osservandolo con attenzione. Lui strinse la mano in un pugno, posata sul tavolo.

-Niente...Sto bene.- annunciò distogliendo il suo sguardo dai quei occhi identici ai suoi.

-E' per Parkinson? Non mi hai più detto niente.-

Il fratello si passò una fra i capelli, improvvisamente stanco e arrabbiato.

-Lei...Io...non siamo riusciti...Non poteva continuare,capisci?Siamo su due pianeti diversi. Se non sbaglio la professoressa Sinistra era solita dire che due pianeti non si sarebbero mai scontrati perché su orbite differenti?-

-Sinceramente...Astronomia era una materia che odiavo. Comunque, chi ti dice che non possano andare d'accordo. C'è qualcosa che lo impedisce?-

Ron posò la sua tazza e fissò la sorella amareggiato. -Il nostro passato?-




______________________________________________________________________



Ciao a tt, eccomi qua.

------------------

Momento di suspance,

lo so nn ammazzatemi, ma il vissero felici e contenti nn mi piace molto... X)

Rispondo subito alle recensioni...


Fandracofiction: La vera Pansy ovvero G.Gaunt purtroppo é piccolina x qst ff. Dv dire che l'attrice che mi incuriosisce di più é Rachel Bilson. Mentre l'altra é ai miei occhi troppo legata a Gossip Girl e al suo personaggio. Le foto degli incendi sn bellissime...poi vedo di fare un collage degno di qst nome. Spero che anke qst capitolo ti sia piaciuto.


stellinainnamorata90: concordo pienamente, abbasso Harry!! Anke se qui si riscatta un po'. W Ginny!! Adoro il ron dei libri,goffo ed impacciato, ma odio quasi tt le ff su di lui o che raccontano qualcosa sul "futuro", quasi sempre idiota e innamorato incompreso. Un po' di gloria anke a lui!!


vegani: grazie mille x i complimenti. Allora visto cm hanno reagito?. Ginny difende qst coppia, Hermione ne é sbalordita, Harry confuso...fra poco anke la famigliaWeasley ne sarà a conoscenza...

ci sarà da ridere e non.


vcullen: hanno ceduto,ma non hanno fatto in tempo a godersi qst cedimento...sn proprio due babbei.



Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo XIII - L'occasione ***


 

_________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XIII




L'occasione.

Se c'è una cosa Babbana di cui non riesco fare a meno é sicuramente quella piccola scatoletta di plastica che può contenere centinaia di canzoni. Basta infilarsi le cuffie e si viene invasi da parole,ritmi e sonorità differenti.

E' anche un ottimo modo per isolarmi, per fingermi impegnata in lunghe riflessioni quando in realtà i miei occhi reclamano le lacrime che ho trattenuto a lungo.

Come questo pomeriggio.

Le lezioni sono finite qualche ora fa, il mio lavoro sugli incendi ha superato la selezione e concorrerà alla finale contro Gabriel, ormai mio amico, e un'altra studentessa, Kristen Longard, sosia Babbana di So-Tutto-Io, odiosa fino al midollo.

Il vento freddo di ottobre mi obbliga a tirare su il bavero della giacchetta che indosso.

Sono passate tre settimane.

Tre.

Ci siamo visti solo una volta.

Avrei voluto parlargli, spiegargli, ma qualcosa nei suoi occhi mi ha fermata.

E' molto probabile che la notizia sia giunta fino a lui.

Draco Malfoy si sposa.

Blaise Zabini si sposa.

Daphne Greengrass si sposa.

Hermione Granger si sposa.

Tutti si sposano o cominciano a pernsarci sul serio.

Strano mondo quello Magico. Ci sentiamo così superiori ai Babbani eppure loro,generalmente, convolano a nozze sulla trentina e più.

Noi no.

Noi facciamo le cose in fretta, viviamo di sensi di colpa, di rabbia, di scelte difficili.

Noi adoriamo le complicazioni.

Il Signore Oscuro é morto? Non c'è più nessuna minaccia di morte e distruzione?

Nessun problema a rovinarci la vita saremo noi stessi.

Il portiere mi fa entrare e mi sorride leggermente. Rivolgo un cenno veloce e salgo l'unico piano che mi separa da una lunga ora di tortura.

Lo studio é aperto, non c'è nessun rumore, nessuna persona in giro, forse la dottoressa é sparita.

Busso alla sua porta e una voce flebile mi risponde.

-Entra Pansy!- vedo solo la sua chioma quasi bianca accuciata sotto la scrivania.

-Madrina? Che succede?-

-Oh, niente.- la donna sbucò dal tavolo e mi soffocò con un abbraccio. -Sai ho deciso di fare un po' di ordine.-

-Ah,okay.-

Lei é la mia madrina, Rosaline Sanders. Una donna di circa sessant'anni, amica di mia madre e psicologa convinta. Talmente convinta che é riuscita ad obbligarmi a farmi curare da lei.

Ci sediamo a terra e lei fa comparire con la bacchetta un servizio da té e un piatto di dolci.

Storco il naso, i dolci fanno ingrassare,penso.

Mi viene da ridere, questo é un pensiero tipico della vecchia Pansy.

Rosaline mi ha letto dentro con quella gentile pressione che esercita sulle mente dei suoi pazienti.

Legilimante, brutta razza.

-Vuoi parlare tu? O comincio io?- domandò lei sorseggiando la sua tazza.

Vorrei poterle dire mille cose, ma non ci riesco. -Parla tu.-

-Se devo essere sincera, Ronald Weasley non mi sembra il più intelligente e simpatico in circolazione, ma ha un certo fascino.Non ti ama,probabilmente é attratto da te come molti ragazzi alla sua età.-

-Che novità.- borbottai.

-Però...é uno dei pochi che é riuscito a vedere al di là della maschera di Pansy Parkinson. Ha superato la barriera di Violet Mead e si é intrufolato nella mente di Pansy. Forse é proprio questo che ti fa irritare. Non voleva sesso. Non voleva compagnia, voleva conoscerti.-

-Conoscermi?Poteva farlo prima!-sbottai, come poteva non capire?

-Sei sicura che la vecchia Pansy avrebbe accettato una cosa simile da un traditore del suo sangue? Da uno dei centinaia di Weasley?La vecchia Pansy sempre legata a Malfoy e Nott-

Chiudo gli occhi e mi sdraio sul morbido tappeto.

Stavolta ha ragione. Non lo avrei mai degnato di uno sguardo. Anche se devo ammettere che ogni tanto lo fissavo a scuola e da una discussione con Tracey Davis avevamo incoronato Weasley, lui,come il più degno di un'occhiata tra i suoi compari. Mi diedi della stupida.

-Devi cominciare a ritornare a quella che eri, rivoglio la mia Pansy acida e snob. Continuare a recitare questo ruolo che ti sei scritta ti farà solo del male, oggi é Ronald Weasley,domani é un altro. Come psicologa ti chiedo di riesaminare il tuo percorso e ritornare lentamente alla tua essenza. Come madrina ed amica ti obbligo a farlo. Ti stai solo distruggendo.-

Mi passo una mano sul volto, ho odiato ogni singola parola del suo discorso. Così cambio il tema della chiaccherata concentrandomi sulla spiegazione della mia carriera universitaria e lasciandole l'invito per la selezione finale della competizione.

Forse ha ragione.

Ho un'occasione per tornare ad essere Pansy Parkinson, perché non sfruttarla?






Matrimonio.

La sola parola mi faceva stare male.

Matrimonio.

L'unico vincolo che mi terrorizzava.

Non le storie di fantasmi o di Inferi, ma quelle sui giuramenti eterni fra due persone.

Un sogno,alcuni lo definivano.

Per me era un vero incubo.

Mi guardai allo specchio con attenzione, incrociai gli occhi chiari di Madama McCan

Chissà perché cercavo sempre l'approvazione di qualcuno.

Aveva provato un centinaio di abiti, uno più bello dell'altro senza trovare nessuno che mi stesse veramente bene.

Strinsi le labbra e sfilai un abito viola.

-Cara, ne é sicura? E' un abito bellissimo.-

-E' scomodo da mettere e portare.- sussurrai inviperita. Madama McCan strabuzzò gli occhi e prese l'abito per rimetterlo a posto.

-Magari tornerò domani pomeriggio.- dissi alla proprietaria del miglior negozio di abiti magici.

Scappai letteralmente fuori e mi smaterializzai subito al mio appartamento.

Avevo bisogno di respirare un po' di aria Babbana, di girare fra le prese elettriche.

Uscì dalla porta e aprì la cassetta delle lettere.

Solo una busta color panna attirò la mia attenzione.

Le scritte erano in rosso vermiglio, in rilievo e ruvido al tatto.

Lo stile mi poteva ricondurre a solo una persona,anzi a due.

Che stupida! Ed io che pensavo che mi sarei solo presentata al matrimonio della Greengrass giusto per vederla firmare il suo atto d'infelicità.

"Draco Lucius Malfoy e Hermione Jane Granger

Vi invitano

al loro matrimonio

il 1 novembre..."

Leggere il resto mi avrebbe fatto vomitare all'istante.

Alla fine la Mezzosangue era riuscita laddove io avevo clamorosamente fallito.

Il giovane Malfoy era stato conquistato ed abbattuto.

Non appena la mia mente visualizzò quella immagine,scoppiai a ridere.


__________________________________________________________________


Ecco un nuovo capitolo di qst FF...spero vi sia piaciuto anke qst pezzo. Il prossimo sarà sul matrimonio di Zabini e comp.


vcullen: spero ti sia piaciuto anke qst pezzo. Sì,sn proprio 2 sciocchi, ma sai il passato incombe e preferiscono mettere la testa sotto la sabbia.


979: nn ti preoccupare, anke io nn sn più attiva cm un tempo! in qst capitolo é arrivato un nuovo personaggio, Rosaline, psicologa e strega part-time... sarà spesso presente.


fandracofiction: simpatike le coincidenze eh? diciamo ke in qst sn diabolica!! La Ginny dei libri nn la sopporto,mentre quella che descrivo io in qst ff, mi sta simpatika...U-U Anke io direi che Summer e Blair assomigliano tantissimo alla Pansy dei libri, cattivella e snob, ma qui purtroppo é cresciuta...anke se lentamente tornerà ad essere quella di sempre...Un bacione...



Grazie a tt coloro che leggono e seguono qst ff...(fatevi sentire!!)



Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo XIV - Primo Passo ***


 

________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO




Capitolo XIV


Primo Passo.



Mi sono fissata allo specchio per mezz'ora.

Un po' per vanità, un po' per neccessità.

Ho finalmente fatto un passo in più verso Pansy,la vecchia Serpe.

Mi sono fatta tagliare i capelli, da quell'acconciatura senza nessun senso, troppo disordinata.

Sono tornata al vecchio caschetto,un po' più lungo e più moderno del vecchio taglio. Però, ho preferito acconciarli in uno stretto chignon, con gli occhiali poi, sarà difficile riconoscermi.

Mi giro verso la mia madrina che mi sorride.

-In fatto di eleganza sei superiore a qualunque Serpeverde.- le sorride, anche se ho qualche dubbio su quel complimento.

-Ci saranno tutti,sai?-

Infatti, ho saputo che le nozze di Daphne avranno come minimo quattrocento persone.

Quasi tutte ex allievi di Hogwarts, quasi tutti ex amici dei miei genitori, quasi tutti sicuri del mio forfait.

Peccato che non abbiano fatto i conti con me.

Metto ai piedi un paio di scarpe dal tacco alto, sulle spalle getto una leggera maglia nera, gli occhiali scuri e la pochette sottobraccio.

Fissai di nuovo quello specchio e sorrisi.

Aveva ragione Madama McCan, il viola mi dona molto.

Accettai la mano che mi offriva Rosaline e insieme ci smaterializzammo,dirette verso il massacro.




Ci ritrovammo prorpio davanti al cancello della dimora dei Zabini.

Un adetto al catering ci fece cenno di passare, probabilmente eravamo le ultime, visto la mia incapacità di rispettare gli orari quando si parla di abiti.

-Cara, smettila di stritolarmi il braccio, e poi non sono mica così anziana da aver bisogno del tuo sostegno per camminare?- mi sgridò Rosaline sorridendo. Io lascio subito il suo braccio e tento di darmi un'aria indifferente. Le decorazioni sono decisamente banali, ovunque straripava il bianco e il verde. Piccole rose bianche incorniciavano qualunque colonna,ringhiera ed oggetto utile. Un uomo anziano,che riconobbi subito come il maggiordomo di Zabini ci accolse.

-Oh, ma non ci posso credere!- esclamò. l'uomo avvicinandosi. -Lei..é la Signorina Parkinson?-

Feci un veloce cenno e gli sorrisi brevemente,camminando più velocemente e raggiungendo i due posti segnati con i nostri nomi. Mi sedetti e mi guardai finalmente intorno.

Rosaline era proprio accanto a una sua ex compagna di scuola e si lanciarono in chiaccherate e commenti acidi ai presenti.

Accavallai le gambe ed accennai un sorriso appena intravidi la chioma bionda scura di Tracey Davis,la mia ex migliore amica, seduta accanto a Nott e Millicent Bulstrode.

Strinsi una mano convulsamente e cercai di mantenere la calma.

Ridevano di gusto.

Come potevano ridere dopo tutto quello che era successo?

Ridere?

Certo,loro non avevano sofferto. Le mie amiche se l'erano cavata facilmente, non avevano vissuto la mia angoscia e probabilmente neanche si ricordavano di me, Pansy Parkinson,l'unica Regina di Serpeverde.

La cerimonia non é ancora iniziata, mi alzo e lancio uno sguardo complice alla mia madrine,che mi stringe la mano per un secondo e mi lascia andare. Con il labbiale la ringrazio.

Lasciò la maglia nera e avanzo come un militare,dritta e precisa, fino a loro.

-Chi non muore si rivede.- sussurrò a Nott seduto con una sigaretta accesa in bocca.

Lui la fa cadere a terra sorpreso.

-Non...Non può essere?Pansy?- balbettò. Millicent si girò con gli occhi fuori dalle orbite e la faccia sgomenta, e farfugliò qualcosa.

Ma i miei occhi erano fissi sul volto di Tracey che si mordeva il labbro nervosamente.

-Davis, allora, com'era la Svezia?- domandai curiosa di vedere una sua reazione.

-Io...Tu...Non eri in Russia?-

-Ero, infatti in Russia.- ghignai.

Stupida oca, mi fissava lì senza dire niente,senza parlarmi, senza darmi delle spiegazioni. Nel momento del bisogno lei si era semplicemente infischiata di me e della nostra amicizia.

-Ehm...Pansy...che ci fai qui?- gracchiò.

Era decisamente cambiata dall'ultima volta che la salutai.

I capelli erano lunghi e lasciati lungo le spalle, gli occhi pesantemente truccati e uno sguardo malizioso che mai le avevo visto in viso.

-Per il tuo stesso motivo.-

Un accordo di archi mi avvertì dell'inizio della cerimonia, me ne tornai al mio posto rivolgendo a loro un sorriso. Poco prima di sedermi notai due chiome rosse e il mio stomaco si chiuse.

Perché mi perseguiti, Ronald Weasley?





________________________________

Capitolo corto ma che mi serve x introdurre il prossimo =)

Grazie alla collaborazione di una mia amica ecco qui i link per vedere un po' gli abiti indossati dai protagonisti:

Pansy Parkinson

Ginny e Ron Weasley



Spero vi siano piaciuti!!


979: temevo che qst nuovo personaggio risultasse strano o poco pertinente alla storia,ma vedo ke ti é piaciuta e qst mi fa un grande piacere!!


fandracofiction: anke io comincio a postare in orari sempre più strani e inusuali.Penso ke la vecchia Pansy fosse ancora più fredda e apatica di Malfoy. Abituata alle maschere e alla pressione.Qst Pansy ha sofferto troppo per rimanere la stessa...anche se tornerà indietro nn sarà mai completamente qll di prima.


vcullen: sai spesso nemmeno tt le coincidenze del mondo riescono a svegliarli!!


Un bacione a tt, Dully


Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo XV - Sentire ***


 


________________________________________________________________________________

IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XV


Sentire.


Ha finto.

Ha finto di non vedermi.

Mi ha chiaramente visto dietro quelle lenti nere che nascondono quei occhi scuri. I suoi occhi.

Meledetta Gin che mi ha obbligato ad accompagnarla in questa folle matrimonio fra Serpi.

L'ho vista parlare con quelli che un tempo erano i suoi compagni. I suoi amici.

Avrei voluto camminare spedito verso di lei e scrollarla,gridarle contro,farle capire quello che sento.

Perché io sento.

Io provo qualcosa.

Non so darne una definizione precisa.

Qualcosa di bello e pericoloso.

Di puro e immensamente stupido.

La cerimonia é finita presto,quel coglione di Zabini si é messo il cappio al collo per interesse,mentre quella oca di Greengrass ha un sorriso ebete stampato in faccia.

Mi viene da ridere,ma mi freno,sono qui perché rappresentante dei Red Chillon e fratello maggiore della migliore giornalista della Gazzetta.

Non capisco.

Perché lei?

Fra le tante ragazze che nella mia vita ho visto e conosciuto perché lei.

Hermione Granger.

L'ho adorata fin da subito.

L'ho amata a lungo.

L'ho anche odiata.

Ora la considero una semplice amica,compagna di tante avventure,un ricordo sbiadito di un'età passata via.

Lavanda Brown

L'ho semplicemente usata.

E so di essere stato uno stronzo con lei.

Eravamo semplicemente due binari che si sono incrociati per poco.

Padma Patil.

Bella.

Simpatica.

Intelligente.

Sapeva farmi ridere e io mi sentivo così felice con lei.

Eppure qualcosa tra noi si era rotto.Spezzato in modo irrimediabile.

Ma alla fine siamo rimasti amici.

Ottimi amici.

E lei?

Mi concederà mai la possibilità di provare?

Mi darà una possibilità,ci darà una possibilità?






La notte era lentamente calata sull'immenso giardino.Piccole anterne era state accese e donavano ai vari gazebi un'aria tetra.

Ronald Weasley bevve il suo quinto bicchiere di champagne storcendo il naso fino a quando non sente la sorella avvicinarsi e sedersi accanto a lui.

-Weasley,posso dirti una cosa?- domanda lei.

-Dimmi pure.- rispose il fratello.

-Sei un cretino.-

Ron strabuzzò gli occhi e le rivolse uno strano sguardo. -Grazie.-mormorò a denti stretti.

-Prego,fratellone. In fatto di tecniche di conquista sei un po' carente. Almeno Harry ha avuto il coraggio necessario per baciarmi davanti a tutti i Grifondoro.-

Il volto del fratello si contorse in una smorfia.

-Se ti piace così tanto,vai da lei e fatti dare una seconda opportunità. E' inutile pensare,qui c'è bisogno di agire.- concluse la sorella sfilandogli il bicchiere e spingendolo verso lei.

Lei era qualche metro più in là che parlava con una donna dai capelli biondi e gli occhi scuri, Ron la riconobbe subito come una del clan dei Greengrass,probabilmente la madre.

Non sembrava una piacevole chiaccherata.

-Non sono io quella che ha i parenti ad Azkaban.- disse Pansy.

-Non sono io quella che ha i parenti sotto terra,piccola Parkinson.- sibilò la donna ridendo a squarciagola.

Il volto della giovane si oscurò subito. Mormorò qualcosa che fece arrabbiare la donna e girò i tacchi,seguita da alcune occhiate curiose. Prese un maglione nero,salutò una donna anziana e s'incamminò verso il cancello.

Ron la rincorse raggiungendola qualche istante prima si smaterializzasse.

-Pansy.Aspetta-la strattonò per il braccio.

-Tu ti sei fatta una idea sbagliata di me...Se due pianeti non si scontrano,possono comunque viaggiare su due orbite,l'uno accanto all'altro,vero?- parlava in fretta e la guardava dritto negli occhi.

-Sì...é...penso di aver capito,Weasley.- mormorò lei incerta alzando un sopracciglio. -Ma comunque non mi sono mai fatta una idea sbagliata di te...era la situazione ad essere sbagliata.-

-E se la situazione cambiasse,migliorasse?Possiamo farlo insieme,provarci.-

Ron arrossì a quelle parole dette da lui stesso,lasciò la presa rendendola libera di ribellarsi o di andarsene.

-Nessuno...-cominciò Pansy,la voce incrinata e il capo abbassato.

-Nessuno mi aveva mai detto qualcosa del genere.- disse. Le labbra di Ron si tesero in un dolce sorriso.

-Io le penso sul serio,Pansy.- sussurrò lui avvicinandosi.

-Lo so.- si lasciò abbracciare ed invadere da quel calore che solo lui,fino a quel giorno,era in grado di trasmettergli.

Forse il vento stava girando dalla parte giusto.









_________________________________________


Scusate per il ritardo,é rincominciato il campionato e ho dovuto fare un sacco di allenamenti in più.Poi sn andata in montagna con gli amici...Ho avuto decisamente poco tempo!!Mi dispiace tantissimo!!

Ecco, i nostri due eroi hanno capito che quello che li lega é molto forte.

Speriamo che duri!!


979: Wow, sono piaciuti così tanto?Sono contentissima, nn so se sn una vera e propria creativa,preferisco cucirli con mia zia. Cmq, spero che qst capitolo cn l'introduzione dei pensieri di Ron sia piaciuto.


fandracofiction: Grazie x cercare sempre qualche link o qualche foto su Pansy e la sua attrice.Credo che sia quella che fa Blair e l'altro é Chase,giusto? cmq bellissimo video grazieeee!




Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo XVI - Dimostrazione ***


 

___________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.

Capitolo XVI



Dimostrazione.





La tende erano ancora legate ai pomelli, la luce del mattino illuminava le coperte aggrovogliate a un grande letto a baldacchino.

Da una di quelle lenzuola comparì una zazzera rossa che risaltava in tutto quel verde e bianco.

Una piccola musichetta partì da una sveglia appoggiata sul comò,poco lontano da una donna raggomitolata su sé stessa. Fu lei ad aprire un occhio per prima. Tirò fuori un braccio e la spense con un solo colpo, e si rituffò fra le coperte.

Un braccio muscoloso e coperto da qualche efelide si avvicinò a lei e la strinse a sé,portandola al centro del letto.

Ronald Weasley appoggiò il mento sulla sua spalla nuda e le baciò la guancia.

-Buongiorno signorina Parkinson- sussurrò lui sul suo orecchio.

-Buongiorno anche a lei,signor Weasley.- rispose Pansy girandosi verso di lui,si aggrappò al suo petto e chiuse gli occhi,era troppo brutto lasciare quel calore,quelle bracce che l'avvolgevano,quei occhi azzurri che socchiusi la guardavano.

Ron passò una mano fra i suoi capelli neri,scompigliandoli ancora di più ed irritandola.

-La smetti?Poi si rovinano tutti.- si lamentò lei.

-Eppure ieri sera non mi sembravi così contraria...-disse lui sornione,accogliendo con una risata sommessa il debole schiaffo che ricevette.

Alla fine,non avevano parlato molto l'altra sera anche se avrebbero voluto.

Ron le baciò la fronte e sbadigliò. Di solito si alzava più tardi,ma per lei avrebbe fatto questo piccolo sacrificio. Allargò le braccia che poi mise sotto la nuca osservandola alzarsi e girare per la camera,coperta da un lenzuolo mentre sistemava i vari vestiti sparsi a terra.

-Cosa c'è?Odio il disordine.- disse lei,rispondendo alla sua silenziosa domanda.

Pansy poi si chiuse in bagno,dalla quale uscì vestita e pronta per una lunga giornata all'università.

-Dove vai di bello?-domandò il rosso alzandosi a sedere.

-All'università,una specie di Accademia per imparare un mestiere.-

-Babbana,vero?-

Pansy sospirò un sì e cominciò a preparare una borsa che sembrava piuttosto pesante,molto simile a quella che portava quando andava come fotoreporter durante le partite dei Red Chillon.

-Posso venire anche io?Ho gli allenamenti solo verso il tardo pomeriggio.- disse lui scendendo da quel comodo letto.

La ragazza non rispose subito, stava smontando una fotocamera.

-Guarda che il mondo Babbano é molto più complicato di quello magico.-

-Credo di essere abbastanza preparato, ho un padre filo-babbano che ci ha spiegato la funzione delle pile- rispose lui stringendola a sé e posando il suo mento sulla sua spalla.

-Va bene,ma muoviti o faremo tardi.-

Un spontaneo sorriso comparì sul volto del ragazzo.




-Siamo molto contenti di darle questo primo premio. Ha meritato la nostra stima e la sua tenacia,signorina Mead. Siamo soddisfatti del suo percorso accademico.- un uomo con pochi capelli tutti bianchi parlava ad un microfono tenuto con la mano tremolante al centro di una grande sala bianca.

Sparsi per i corridoi candidi,coperti da immense gigantografie di scatti prodotti dagli studenti,una piccola folla di persone stavano in piedi ad applaudire. Fra queste spuntava un ragazzo alto,con capelli rossi e gli occhi azzurri.

L'uomo con il microfono in mano consegnò alla ragazza,che rispondeva al nome di Violet Mead, una statuetta che raffigurava una macchina fotografica stilizzata. Salutò con una gesto veloce la folla e strinse la mano dell'uomo.

S'infilò nella folla raggiungendo il ragazzo dai capelli rossi che le venne incontro baciandola brevamente,stringendola a sé.

-Lo sapevo.Me lo sentivo.- disse semplicemente mentre lei lo prendeva per la mano ed uscivano dal a galleria d'arte. L'aria fredda dell'autunno li colpì e mano nella mano si strinsero nei loro cappotti fino a svoltare in un piccolo vicolo non illuminato.

-Allora,Pansy,in questi casi si dovrebbe festeggiare.-

Lei sorrise maliziosa. -Che cosa mi consigli Ronald?- chiese,avvicinandosi a lui.

Il Grifone sorrise. -Davvero,non ne hai una minima idea,piccola Serpe?-alluse il ragazzo.

-Non saprei...- cominciò lei non accorgendosi che avevano cominciato a smaterializzarsi a casa della giovane.




-Io,veramente,ho proprio fame!-esclamò Ron scostandosi dalle labbra di una Pansy irritata. -C'è qualche cosa da mangiare qui?- domandò ignorando il suo borbottìo.

Si diressero insieme in cucina dove il ragazzo rimase stupito nel vedere una grande quantità di cibo chiuso in pacchi e pacchettini colorati.

-Pansy ma tu,sai cucinare?- chiese un po' titulante,guardandola in viso.

La ragazza alzò un sopracciglio. -E anche se fosse?-

-Sarebbe strano,una Serpeverde in cucina. Io pensavo che ordinaste qualcosa agli elfi.-

-E come credi che sia sopravvissuta in questi due anni?-

Lui scrollò le spalle sorridendole. -So che i Babbani utilizzano altri Babbani,magari lo fai anche tu?-

Pansy respirò profondamente prima di rispondere. -Se é la sfida che vuoi,Weasley. Avrai la guerra.- sibilò spingendolo fuori dalla cucina. Lo fece sedere sul divano,accendendo la televisione di cui anche il suo migliore amico andava pazzo.

-Tu, inutile Grifone,stai qui.- gli ordinò,marciando verso la cucina.

Pansy Parkinson si considerava una brava cuoca.

Brava,perché riusciva a imitare i grandi piatti internazionali che vedeva spiegati e riprodotti da quando si era fatta convincere dai compagni di corso a comprare una televisione.

Da allora era passata dalla gastronomia araba a quella giapponese fino ad arrivare a quella ipercalorica americana.

Si mise a lavoro togliendosi i tacchi per comodità e preparando una zuppa russa,che l'anno scorso mangiò spesso.

Le mancava la Russia,con la sua fredda indifferenza e la solitudine nella folla. Era il luogo ideale per starsene da soli a pensare.

Dopo la morte dei genitori si era come spenta. Completamente indifferente alle emozioni e ciò che stava succedendo nel suo piccolo mondo che aveva amato e che pensava fosse eterno.

Un mondo spazzato via dal crollo delle sue certezze.

Il lento bollire della pentola la svegliò di colpo e cominciò a sistemare le pietanze sul tavolo nella cucina.

-Weasley!-lo chiamò. Sorrise nel vederlo arrivare con passo lento e tranquillo. Con la serenità che da sempre invidiava,anche ai tempi della scuola. Lui si avvicinò a lei e le diede un sonoro bacio sulla guancia,fischiando nel notare l'odore prelibato della cena.

-Non ti credevo una cuoca.-

-Infatti non lo sono. Ci provo soltanto.- Pansy gli spiegò la storia di quella ricetta russa,della lontana famiglia con cui era imparentata che l'aveva ospitata volentieri,felici di potersi vantare dei loro immensi beni.

La cena finì velocemente fra chiaccherate e sguardi divertiti. Pansy si alzò pronta a pulire e rasettare. Quando impilò i suoi piatti Ron le prese il braccio e l'avvicinò a lui,facendola sedere sulle ginocchia.

-Dove pensi di andare?-

-Dove mi pare.- rispose lei,sbuffando e mollando i piatti sulla tavola. Ron rise un poco prima di darle un bacio a fior di labbra,passando per il mento.

-Non ti facevo così...intraprendente,sai?- lo informò scostandosi un poco, per vedere la reazione di quegli occhi blu.

-Ed io non ti facevo così dolce.- rispose lui,meritandosi un lungo bacio.

Pansy rimase qualche secondo immobile, poi cominciò con le mani a giocare con le lunghe ciocche rosse del ragazzo.

-Questa é stata la mia prima volta. E' la prima volta che cucino qualcosa per qualcun'altro,per un ragazzo. Non mi é mai capitato.-

Ron stette in silenzio per un po'. -Penso che sia positivo,no?L'importante é che tu non ti senta in dovere di farlo. So cucinare anche io,sai? E' poi ho sempre l'aiuto di mia madre.- spiegò, percorrendo con una mano il fianco della Serpe.

-Credo sia tu,la causa. Nessuno mi ha mai dimostrato...dolcezza,prima di te.- la sua voce era un flebile sussurro che lo colpiva all'orecchio destro. Ron affondò il viso sul suo collo,lasciando una scia di baci fino al mento dove si fermò per qualche istante.

-Pansy, spero di saperti dimostrare tutto me stesso.-rispose lui.





___________________________________________


E' un capitolo mieloso. Ma un po' di zuccheri fanno solo bene. Qui possiamo notare delle cose che spesso,(io x prima) non si leggono nelle ff su Ron o Pansy.

Secondo me, Ronnino non é un completo imbranato,sul fronte corteggiamento/iniziativa,anzi basti che si senta sicuro lui e parte cm un treno.(vedi Lavanda Brown)

Pansy mi ha sempre dato l'idea di una ragazza abituata allo sfarzo e alla bambigia,ma capace anche di rimboccarsi le maniche.



fandracofiction: ho notato!Sai benissimo che ogni tua recensione anke dopo giorni e mesi mi fa sempre piacere!!Spero ti sia piaciuto questo capitolo un poco romantico! Un bacio!


979: Per tua informazione gioco a rugby a 7(femminile XD) e stiamo affrontando la coppa italia(alias coppa del nonno!). In casa siamo tutti appassionati fino allo stremo psicologico.Spero di aver dato una idea generale del loro rapporto nel giro di qualche giorno. Sulla scelta degli abiti,ti ringrazio, io adoro la moda(guardarla,leggerla ecc.) ma preferisco nn omologarmi o nn ripetermi. In qst capitolo niente abiti o acc. nn ne sentivo il bisogno. Fra qll capitolo protrei riprovarci. Sono contenta che ti siano piaciuti i pensieri di Ron. Trovo difficile scrivere dalla parte di un uomo. I loro ragionamenti,pur essendo kiari,rimangono a me oscuri il più delle volte...Un bacione!!


vcullen: qui poi cantare vittoria. Sembrano una giovane coppietta in luna di miele,ma si sa...le cose belle vengono travolte dalle cose brutte ;-( Un bacio!!


Dully




Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo XVII - Un Mese. ***


 

________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XVII



UN MESE



Un solo fischio,lungo ed intenso,decretò la fine della partita per la qualificazione alla finale di stagione di Quidditch. Mi viene da sorridere appena lo vedo alzare le braccia al vento,ridere e raggiungere i compagni per un abbraccio di gruppo.

Una strana sensazione di felicità mi prende e mi verrebbe voglia di saltare da quei gradini e festeggiarlo,come si deve. Ma mi fermo.

E' troppo presto,per me.

Per lui.

Nonostante lui me lo chieda in continuazione ed io in continuazione rifiuti, l'idea di uscire dal mio appartamento come una coppia,mi fa tremare le gambe.

Poco più sotto,ho notato le teste rosse degli altri Weasley,corsi a vedere la partita.

Un signore,ormai anziano, accanto a quella che non poteva che essere sua moglie, intorno una decina di persone,fra figli e relativi consorti e nipoti.

Serro le labbra.

Non riesco a farmi piacere quel quadretto famigliare così diverso da quello a cui sono sempre stata abituata.

Chiudo gli occhi e rimango in attesa di qualcosa, qualunque cosa.

Infatti,poco dopo sento un boato di voci,grida e rumori vari. I Red Chillon si sono avvicinati a questa parte dello stadio.

Ci basta un secondo per trovarci con lo sguardo.

E' come se niente fosse più importante di quei occhi azzurri.

Niente era più urgente di sentirseli adosso,di permettergli di scrutarmi come solo lui sa fare.

In questo momento vorrei porter solo gridare -Ronald Weasley,ti amo!- ma non oso farlo.

Comincio a scendere scomparendo alla sua vista, gli rivolgo un'ultima occhiata, é sceso dalla scopa e sta salutando la sua famiglia.

Famiglia.

Nemmeno sa quanto é fortunato ad averne una. Anche se é la classica famiglia grifondoro,dove tutti sono chiassosi e impiccioni. Sempre famiglia rimane.






Mi ha intercettato prima che uscissi dallo stadio e ora mi trascina chissà dove,chissà perché.

Indugia sulla porta degli spogliatoi.

-I miei compagni lo sanno. A dir la verità l'hanno intuito da soli,non ho detto nulla.- dice alzando gli occhi al cielo.

-Sono più o meno tutti vestiti, vorrebbero conoscerti.-

-Ma mi conoscono già,sono una dei vostri fotografi.- ribatto un poco irritata da tutto questa calorosità.

-Loro vogliono conoscere Pansy, non Violet Mead, il tuo noioso alter ego.- si avvicina e mi bacia il naso, convinto di sciogliermi definitivamente. Fingo rabbia, quando in realtà sento ogni mia singola cellula scivolare, liquefatta dai raggi che ogni volta che mi tocca mi percuotono.

Non aspetta una mia risposta ed entra per primo, spingendomi dentro.

Per un po' non vedo nulla che non sia una nebbiolina di vapore,poi tutto si schiarisce.

-Ehi,eccola qua, la ragazza che ha conquistato il cuore di Ron!-grida uno, alto e massiccio. Gli altri ridono e stranamente non mi sento imbarazzata.

-Eccomi.- stringo la mano di Ron che fa una strana smorfia. - Complimenti per la partita,siete stati bravi.-

-Sapete,Pansy é stata cercatrice ad Hogwarts.- annuncia lui.

Il mio istinto omicida si trasferisce tutto nella mano che mi sta stringendo.

-Ah,finalmente una fidanzata che capisce qualcosa di Quidditch.- dice quel ragazzo, gli altri si limitano a ridere ed a guardarmi. Arrettro un poco e con un'occhiataccia spingo Ron fuori dalla stanza.

-I tuoi compagni sono dei maleducati.- sbotto. Lui sembra pensarci un po' su.

-Hai ragione, ma siamo giocatori di Quidditch.- sorride e con la bacchetta fa comparire una cosa che non riesco a vedere perché la nasconde prontamente dietro la schiena.

Aggrotto la fronte e con una mano cerco di intercettare l'oggetto,ma lui é più veloce e spinge contro il muro.

-Che giorno é,oggi?-

-E' il trenta di ottobre.-

-Quindi?- continua, sfiorando le mie labbra. Scoppio a ridere e lo bacio.Lascio perdere quella inutile gara per rendere quell'oggetto.

Se l'é ricordato.

E' un mese.

Ieri pomeriggio sembravo una sciocca eroina di un romanzo rosa di terzo ordine,quando cercavo fra i piccoli negozi di Hittle Town e di Oxford Street, finché mi arresi e maledissi il giorno in cui qualche Nato Babbano introdusse quella orrenda tradizione anche nel nostro mondo.

-Posso sapere che cosa é?- chiesi staccandomi lentamente da lui. Lui fa quella particolare smorfia,tra il ghigno e un sorriso.

-Prima devi pagare un riscatto.-

-Non ti facevo così coraggioso,Weasley, ma non trovi che farlo qui sia...- mi interrompe, completamente rosso per le mie allusioni, adoro vedere le sue orecchie arrossarsi in fretta. Lo invidio per come il suo stesso corpo riesca a mostrare i suoi sentimenti,le sue emozioni.

Così puro. Così trasparente.

Mi alzo sulle punte per baciarlo con tutta quella delicatezza che lui mi ha insegnato,aspettando le sue forti braccia intorno alla mia vita,sentendo il fruscio dei nostri abiti invernali che si scontrano.

Poco dopo,sono con il pacco in mano.

Sembra nervoso, fissa alternamente il pacco e me.

-Guarda,é un pensiero, anzi probabilmene non ti piacerà,ma forse ti ricorderà una cosa...Volev..-

smette di parlare perché ha visto la mia faccia, a metà fra il riso e la rabbia.


Rosso.

Grifone.

Morbido.

Ron? No, una morbida rossa sciarpa di Grifondoro.

Allora, veramente mi ascolta quando parlo?A quanto pare sì.

Otto giorni prima stavamo sdraiati sul mio letto, sotto le calde coperte. La sua grande mano fra i miei capelli corti,accarezzavano la nuca,mentre io cercavo di studiare un grosso libro. Parlavamo della,secondo me, stupidità dei Grifondoro.

-Quindi se ti regalassi una cosa firmata Grifone, mi uccideresti?-

-Ti getto nel Lago Nero a pezzi.- dissi sorridendo vittoriosa.

Ron si grattò la testa. -Pansy, tu non accetterai mai,la mia famiglia e tutto ciò che é rosso?- mi chiese improvvisamente serio.

-E' difficile dirlo. Non credo.- sospirai. -E tu sei disposto ad accettare la mia parte verde?- scivolai lentamente fra le coperte,lasciando il libro aperto. La sua spalla divenne il mio cuscino.

-Forse, é tutta una questione di abitudine.- decretò lui.

Forse.



Con un paio di colpi evocai il mio regalo per lui,trovato all'ultimo momento.

Lanciò uno sguardo ansioso ed aprì la piccola busta argentata.

-Cos...?- scoppio a ridere, credeva veramente che mi avrebbe fregato,così?

Contagiato dalle mie risate, ridacchia con me,tenendo una tazza con lo stemma Serpeverde e il mio cognome. Un vecchio ricordo della squadra di Quidditch.

-Facciamo due piccole promesse.- esordisce. -Io premetto che la userò,ma non davanti ad altri. Mentre tu indosserai quella sciarpa quando esci con me. Va bene?-

Rido sempre di più e gli stampo un bacio veloce. -Il cappello ha sbagliato casa,meritavi di finire fra le Serpi.- Ron apre la bocca offeso,ma un rumore lo distrae. Sono un sacco di voci concitate che si avvicinano sempre più.

-Stanno arrivando i miei e l'allegra combriccola.- mi dice, guardandomi. Io lo evito. Lo so cosa vuole fare, vuole convincermi ad uscire allo scoperto. Prendo la tazza dalle sue mani e lo saluto,trattenendo per un po' le sue labbra fra le mie. Giro i tacchi verso la direzione opposta,ideale per smaterializzarmi,ma sono troppo curiosa di vedere la sua famiglia. Punto la bacchetta contro me stessa e mi rendo temporaneamente invisibile.

Non sto facendo nulla di male.

Vero?





Una donna bassa e con qualche chilo di troppo lo sta stritolando in un forte ed asfissiante abbraccio, ecco da chi ha preso quel modo di avvolgere le persone.

-Bravissimo Ronnie! E' stata una bellissima partita.- gli dice,dandogli vari buffetti. Riceve molti complimenti e battute,ma sono due occhi che fisso.

Marroni,quasi dorati.

Hermione Jane Granger.

Se ne sta lì, in piedi accanto a un Weasley, l'aria felice e in attesa di lui.

Lui l'abbraccia e le da un piccolo bacio sulla guancia che mi fa rabbrividire.

-Grazie per essere venuta,Herm.-

-Ma figurati!Ho sempre saputo che saresti arrivati in alto,sei stato il migliore in campo.-

Lui si grattò la testa e lessi dell'imbarazzo nei suoi gesti.

-Herm, non credo di essere stato il migliore piuttosto é stata brava la squadra.-

Che quadretto famigliare. Mi venne da vomitare per l'alto tasso di glicemia raggiunta nel mio corpo.


Gelosia?

Rabbia?

E' inutile fingere,qualcosa sarà sicuramente fra le due.

Possessione?

Amore?


-Prima qui ho visto una ragazza con la maglia verde...Vi stavate baciando,per caso?- domandò uno dei gemelli.

-Oh,Ronnino non approfitterai delle povere fan della squadra?-

-M...Ma cosa state dicendo,Merlino. Lei non c'entra niente con...- scuoto i capelli nel tentativo di rimanere tranquilla e ferma,nella mia posizione.

-Da questo possiamo dedurre che stai frequentando una ragazzuola,ceca probabilmente?-

-O sorda?- chiese un gemello.

La madre catturò la mia attenzione. -Ron,caro, invitala al matrimonio di Hermione e Malfoy,così la potremmo conoscere. Non fare il timido.-

Le orecchie di Ron danno la loro risposto.

Ora sono viola.

_____________________________________


Oh,ecco un nuovo capitolo nella testa della Serpe.

Spero vi sia piaciuto.


vcullen: non sono molto pucciosi?


979:Il Rugby é una passione di famiglia, ho uno zio arbitro e un cugino ke gioca nei cadetti. E' di casa. Sai,non é così duro o violento come si può immaginare. Anzi, mi sn fatta male meno a rugby che sulla neve o altro. U.U Qui forse Ron assomiglia di più alla versione di zia Row, un po' imbranato e "balbuziente", lo trovo un personaggio molto dolce e divertente da scrivere,forse meno da leggere. Sn contenta che ti é piaciuto anke lo scorso capitolo, quello tutto zuccherato...tanto durerà poco ^ ^


fandracofiction: Lavanda più che comandare lo teneva al guinzaglio,ma poi ha "ragionato" ed é tornato dalla piccola saccente e divertente zannuta. Sn felice del successo dell'atro capitolo spero che qst sia all'altezza. Un bacione


Ecco un link su Pansy e Ronnino.


Golden



Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo XVIII - Gelosia ***


 

________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.


Capitolo XVIII


Gelosia.





L'aria fresca della notte mi colpiva violentemente. Avevo bisogno di allontanarmi dal calore del suo corpo. Mi sedetti su uno sgabello, con indosso solo una vestaglia verde e in mano il pacco di sigarette Babbane.

Sospiro e ne fumo un'altra. Era la terza ormai eppure le mie mani non accennavano a smettere di tremare.

Tremare per lui

A causa di lei.

Sapete,poi io li ho seguiti come un essere senza ombra, assistendo di persona all'inesorabile frattura del mio cuore.

Non ci sono riuscita. Non sono riuscita a far tacere la mia curiosità,finendo per uccidermi di persona.

Li ho visti entrare nel piccolo locale ad Hogsmede,sedersi allegri ai loro posti e mangiare in allegria. Nemmeno la droga più potente e destabilizzante sarebbe riuscita a rendermi chiassiosa quanto loro.

Urla,risate,piccoli schiaffi e dolci spintoni,il tutto condito dalla sua presenza.

Divenni una specie di osservatore inesistente.

Risi sommessamente quando Ron s'infilò per sfida ben quattro pagnotte in bocca, rischiando il soffocamento. Piansi dal ridere,quando Ginevra Weasley si alzò e tentò di sedurre il cameriere convincendolo che un ménage à trois con Harry Potter l'avrebbe aiutato nella carriera.

Ma dovetti smettere subito di essere divertita da quella famiglia. Quando lei si alzò e lui la seguì il mio mondo crollò.


Camminarono fino alla fine della via e si sedettero silenziosi su una panchina. Ron teneva le mani in tasca ed allungò le gambe sul marciapiede bagnato. Lei accavallò le gambe e sospirò guardando il cielo.

Patetica.

Mi misi a pochi centimetri da loro,nel cuore una fiamma di speranza brillava sicura che quello per lui fosse l'ultimo chiarimento.

-Hermione,dimmi sei felice?- gli domandò impulsivamente evitando di guardarla in faccia.

-Non credo.- scosse la testa. -Ho perso tante cose per avere quello che bramavo. Ho perso te.- sussurrò.

Ron deglutì più volte. -Ci siamo persi molti anni fa. E' tardi Herm.- abbassò la testa al pavimento.

-Io non ti odio, voglio solo la tua felicità e se questo ti porterà all'altare da lui,ben venga,ma non chiedermi di essere il testimone di questo atto. Sarebbe troppo per me.- parlò con una calma che sorprese sia la Zannuta che me. Morsi il labbro e mi avvicinai.

-Nemmeno in ricordo degli anni passati?Di tutto quello che abbiamo affrontato insieme?-

-Sarei un bugiardo se ti facessi da testimone anche se in realtà l'unica cosa che vorrei é spaccarvi la faccia. Per mesi,anni vi ho odiato ed ho sperato in un tuo ritorno,ma ora é tardi.- seguì il suo sguardo che cadde sul suo ventre nascosto da un maglione rosso.

-E' per questo che ti voglio vicino,Ron!Non credo di riuscire ad affrontarlo da sola. Ho bisogno di te,di Harry e Ginny.Siete i miei amici.-

Un lungo silenzio riempì quello spazio. Ron si passò più volte una mano fra i capelli,rosso per l'imbarazzo ed impacciato. Sentivo chiaramente una lacrima scendermi su una guancia.

-Mi dispiace,non contare su di me,Hermione.- disse lui. - Per me stai commettendo un errore. Ma da questo errore nascerà qualcosa di buono per il bambino. Sappi,però,che le cose sarebbero potute essere diverse per lui.- allungò la mano sul suo ventre e lei gliela strinse.

Costrinsi il mio corpo ad allontanarmi da lui,da quel momento rubato e da quello che sembrava decretare la fine della mia rinascita.

Sì,perché Ronald Weasley mi aveva resuscitato a costo di bruciare sotto il sole della verità.

Ma lui ama Hermione Jane Granger.

Lui non ama Pansy Parkinson.

Lui ama il rosso.



Sento delle dita calde toccarmi la spalla ormai ghiacciata.

E' lui.

-Dai,vieni dentro.Così ti prenderai un malanno.- il suo tono premuroso mi ferisce e mi fa arrabbiare.

Mi alzò con uno scatto che lo sorprende ed entro all'interno del soggiorno,dove mi siedo sul divano ponendo ad una certa distanza da lui che mi fissa stranito.

-Che succede?- i suoi occhi sono annebbiati dal sonno interrotto.

-E' tuo vero?-

-Cosa?-

-Quella creatura che Granger ha nel suo ventre.- dico con rabbia mi riaccendo una sigaretta,sento il suo sguardo sbigottito su di me.

-Co...Come lo sai?Come sai che Hermione é...incinta?-mormora.

Preferisco tacere e chiudere gli occhi.

-Dimmi solo una cosa, la ami?- chiesi chiudendo gli occhi e scacciando via le lacrime.

-Tu...mi hai seguito!-sbraita. Ci é arrivato, alla fine Weasley The King, non é così stupido,pensai.

-Cazzo Pansy,mi fidavo di te!-

-Rispondi a questa domanda semplice: Tu ami Hermione Granger?-

Si passa una mano sul viso stanco. -Io l'ho amata tantissimo, ma é stato tempo fa.-aggiunse subito.

-Per sapere questo c'era bisogno di spiarmi?Sei una stronza,bastava dirmelo,bastava confidarti. Ma tu devi tenere tutto dentro di te...Brava!Hai fatto centro.-

Le lacrime scendono rabbiosamente. Le spalle si scuotono e i singhiozzi mi rendono difficile respirare.

-Ronald Weasley,dimmi che non é tuo.Che non c'è la minima possibilità.-

-No.- ritorno a respirare per pochi secondi finché lui non aggiunge. -Quella abituata ad infilarsi nei letti altrui sei tu.-

-Vaffanculo Weasley, sparisci.- sibilo.

-Con molto piacere.- risponde lui andandosene sul serio.

-Adesso vai a farti consolare dalle Mezzosangue,eh?- grido per il corridoio. -Tanto più puttana di lei, non sono.-

Mi raggiunge e mi prende per le spalle. -Non provare ad insultarla.-

-La ami così tanto?Tanto da archittetare un gioco perverso per farla ingelosire?- grido,conscia che mi risponderà a tono. -Le cose sarebbero potute essere diverse.- ripeto,non riuscendo a scimiottare la sua voce. Mi venne una specie di crisi di pianto.

-Allora perché non vai da lei a dirle che la ami, che ami anche il figlio di Malfoy. Non é così che voi Grifondoro vi comportate. Responsabilità ed amore...-

Lascia la presa sulle mie spalle e mi lancia uno sguardo ferito e cattivo nello stesso tempo.

-Vaffanculo,Parkinson.- sussurra prima di scomparire alla mia vista.


Ho perso.



___________________________________


Rieccomi,scusate x il ritardo di solito posto in fretta. Ho problemi con un braccio e non riesco a scrivere velocemente. Tutta colpa del campionato e di qualche scorettezza in campo,ma é il bello del rugby U-U.

Questa é una foto che fandracofiction mi ha segnalato e che trovo molto carina.

Spero vi piaccia!!


vcullen: allora che te ne pare? Credo che una lite o un allontanemento serva ad entrambi. Tutta colpa di Malfoy e Granger.


fandracofiction:...non mi uccidere x questo capitolo,prometto che qualcosa di più "dolce" arriverà...Grazie mille x la fan art,mi serviva proprio,penso che la userò come copertina!!


979: Pansy,così come Malfoy e tante Serpi non hanno vissuto in case dove hanno respirato amore fin dalla nascita. Anzi,sono sempre stati "addestrati" a mantenere la loro posizione sociale. Ma l'animo umano si concede delle piccole perversioni, o momenti di evasione....Malfoy insegue la Mezzosangue x eccellenza, Pansy finisce con il figlio dei traditori....E' naturale che le loro due visioni di famiglia, vita e ambizioni sia differenti...Sono felicissima che ti sia piaciuta tnto lo scorso capitolo con l'evoluzione dei due ragazzi e la loro storia.. Io vedo qst momento di separazione come una fase di blocco...Grazie anke x l'appunto sulla gramm italiana e x i complimenti un Bacione.


Un grande ringraziamento va a ki messo qst ff fra i preferiti:


1 - bmico [Contatta]
2 - Carty_Sbaut [Contatta]
3 - DANINO [Contatta]
4 - data81 [Contatta]
5 - dramione_ron [Contatta]
6 - fandracofiction [Contatta]
7 - giada2000 [Contatta]
8 - krisy [Contatta]
9 - lala_nihal [Contatta]
10 - stellinainnamorata90 [Contatta]
11 - vale_92 [Contatta]


Mi piacerebbe sapere il perché di qst selezione,cosa vi ha colpito di qst ff o cosa nn vi piace...Un bacione anke a voi!!Commentate,ragazzuole!!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo XIX - La verità. ***


 

________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO.


Capitolo XV


La verità.





Le vie principali della Londra Magica era pieno di gente che camminava frettolosa in cerca degli ultimi acquisti prima del calare del sole. Ginevra Weasley sospirò dalla finestra da cui osservava quel fiume di persone e si girò verso la sua ospite che velocemente si asciugò una lacrima.

-Io te l'avevo detto. Non dirgli niente é una cretinata!- le sibilò.

Hermione Granger scosse la testa. -Avrebbe reagito alla stessa maniera,lo sai com'é niente l'avrebbe commosso o fatto tacere.-

-E allora perché continui ad amarlo?Non dicevi che con te era diverso,persino dolce?.-

-Lo é ancora,ma non é pronto a questo.- si strinse le mani sul grembo e si morse il labbro.

-Hermione, diglielo.Avere un figlio é una benedizione.-

-E' la stessa cosa che ha detto Ron.- sussurrò la riccia. Calò il silenzio fra loro. Ginny si passò una mano fra i lunghi capelli rossi e si sedette accanto all'amica di sempre.

-Herm,quello che é stato appartiene al passato.Smettila di colpevolizzarti per le tue scelte,per tutto quello che é successo a Ron,dopo. Gli é servito,é maturato. E' ...un uomo,credimi mi fa strano anche solo ammetterlo.- posò la tazza calda e strinse le mani dell'amica. -Non puoi cercare di cambiare il passato. Torna da Malfoy e diglielo. Se ti ama anche solo un briciolo di quanto Ron ti ha dimostrato, non farà scenate. Siete giovani,ma non esiste un'età ideale per fare il genitore. Fra poco vi sposerete e tornerete ad essere la coppia più strana del mondo Magica.-




Ogni tanto Harry Potter scompariva nel nulla. Giusto due,tre ore al massimo. Irraggiungibile da ogni apparecchio Babbano ed ogni invenzione magica. Di solito si faceva un giro per Londra,sperimentando gelaterie,luna park, librerie Babbane, corse cittadine. Tutto quello che non aveva potuto fare da piccolo,veniva riempito in quelle poche ore. Osservava il Tamigi scivolare verso il mare, i bambini giocare ai giardini o visitare un museo. Fu una sera di novembre,fredda e poco rassicurante,che incontrò Pansy Parkinson.

A dir la verità si scontrò con quella che doveva essere Pansy Parkinson. Talmente diversa che rendava impossibile associarla ai ricordi della Pansy di qualche anno fa.

Il Museo di Arte Contemporanea, Johan Jerso, aveva aperto al pubblico per mostrare il progetto di un film.In quella serata presentavano i collaboratori del regista,i loro lavori prima e qualche schizzo sul progetto imminente. Il film raccontava la storia di una regina francese di origini austriache e della fine della monarchia nel paese vicino. Incuriosito dalla mole di gente che camminava per i bianchi corridoi scoprì,poi,una moltudine di regali quadri e di fotografie moderne.

Mentre si stava girando fu colpito da una spallata che lo fece voltare immediatamente per incontrare la fronte corrucciata di Pansy Parkinson. Più alta, con il corpo flessuoso e i capelli lunghi scomposti e sul viso. Mai avrebbe pensato di trovarla in un luogo Babbano.

Quasi non trattenne la bocca,quando la regista la invitò sul palchetto per parlare del suo lavoro come fotografa.

Aveva ragione Ron,si disse.



-Io non ci credo. Parkinson che cucina!-aveva esclamato qualche settimana prima.

-Invece,é anche brava,non quanto mamma,ma il livello é molto alto.Credp che in futuro potrebbe superarla...-disse il rosso servendosi di pasta fumante.

-Quindi ti piace?- Il portiere dei Red Chillon arrossì violentemente.

-Cioé...non trovi che sia presto per pensare ai mobili...poi lei é lei...ha un brutto carattere...certo una casetta fuori...eppure lo faccio in continuazione,sai?-

Harry Potter appoggiò sul tavolo la forchetta che era rimasta sospesa a mezz'aria.

-Non ci posso credere.-

Ron non rispose. Si limitò a mangiare ed ingurgitare più cibo possibile.

-C'se n poschibile?-

-Te lo leggo in faccia. Ami Carlino Parkinson!-Harry non rise e nemmeno lo sbeffeggiò. Gli tirò un debole pugno sulla spalla. -Prima di sposartela e portarla nella tua caverna,dovresti farcela conoscere,sai?-

-Oh,sì certo...- Ron sorrise all'amico,sinceramente colpito. -Sai,lei é diversa da quall'immagine che avevo di lei. E' simpatica, mangiona, sempre attiva, un po' schizzinosa,bella, quando vuole anche se non l'ammetterà mai,anche generosa.Intelligente in modo non troppo tecnico...-

-Okay,ho capito perfettamente. Ron sei cotto,ma proprio cotto!-

-Lo so.- mormorò lui,sorseggiando la sua birra.




_____________________________________________________________________________


Breve capitolo che spiega un po' il dopo...nel prossimo torna Rosaline e qualche ex serpe...



vcullen: hai ragione Hermione nn si merita ron,ha voluto Draco e se lo tenga...ma forse é solo spaventata dall'idea di fare il genitore....


fandracofiction: nooooooo, che peccato!!Un bacione e Buon viaggio(dove vai di bello?).Herm si rende conto che forse era meglio ron da un lato,meno oscuro e impassibile...diciamo che ha portatp scompiglio!!


979: devo dire che la situazione é molto precaria...Hermione é in grossa difficoltà. Ron,anche. Pansy é arrabbiata poi scoprirete che idea geniale ha avuto...(sn cattivella!).Grazie mille per i complimenti.Un bacionneeee!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo XX - Un Ritorno ***


 

IL VERDE E IL ROSSO


Capiolo XX



Un ritorno.





Ronald Weasley appoggiò la tazza di caffé fumante sul tavolo della cucina della Tana.

Starsene lì, in quel momento,gli pareva stupido e gli dava fastidio.

Soprattutto dopo aver assistito alla svenevola scenetta fra Malfoy e Hermione. Lui,dopo essersi incazzato per la gravidanza inaspettata, ora gongolava come un'idiota e spargeva la voce ovunque.

Ginny si sedette davanti a lei,riscuotendolo dalle sue riflessioni.

-Fratellino,come mai così taciturno?-chiese lei,osservandolo con attenzione.

Il rosso borbottò qualcosa e sprofondò nella sua sedia.

-Dobbiamo andare al capanno,mio caro. Ora!- ordinò la giovane sorella.

Così,gli ultimi due figli di Molly ed Arthur s'incamminarono per il giardino e si chiusero nello sfatiscente capanno delle scope. Ginevra si sedette sopra l'usurato tavolo,mentre il fratello preferì l'amata sedia del padre.

-Stai ancora male per il passato?-

Si fissarono per un lungo momento. La giovane aveva rivisto quell'ombra scura attraversare il viso del fratello più volte.La sola idea che fosse ritornato come lo era tre anni fa, l'angosciava terribilmente.

-Qualche volta ci penso...Penso a come sarebbe stato se...- si rimise a bere quella tazza di caffé fumante.

-Se non vi foste lasciati per una tua stupida battuta?Sono anni che ripeto le stesse cose. Non siete mai stati bene insieme. Qualcuno ci rimetteva sempre. Tu eri sempre teso,lei sempre arrabbiata...Non eravate una coppia ben assortita,quindi é stato meglio così.-

-Lei mi ha tradito!-biascicò rabbiosamente Ron.

-Lo so ed ha fatto male,ma oggi non stai male per la signora Malfoy,vero?-

Gli occhi azzurri del fratello maggiore s'incupirono,la mano libera stretta in solido pugno.

-Sei ferito perché secondo te la Parkinson ti avrebbe tradito?-


Parkinson.Un cognome che mi suonava duro e freddo rispetto a Pansy. oppure a Panny,come era mio solito chiamarla.

Parkinson.

Pansy.

Panny.

Anche lei,alla fine,come le altre lo aveva tradito.

Non si fidava di lui,nemmeno della sua famiglia.

Non si fidava di nessuno.

Lei.

Lei avrebbe potuto farmi cambiare idea.

Sarei riuscito a passarci sopra,per dedicarmi completamente a noi.

Sono un cretino.

Attaccarla é stato stupido.Uno sbaglio.

Perché,io Ronald Bilius Weasley, amo Pansy Parkinson,anche se forse non sono in grado di dirglielo.

Non l'ho mai detto,infatti.

E' fin troppo complesso.

Ma é venuta l'ora di affrontare queste complessità,no?



Ron non rispose immediatamente,solo qualche minuto dopo,inizò a parlare.

-Il fatto é che...la clandestinità non fa per me. Mi mette sotto pressione. E odio quando fa le cose di nascosto,che bisogno c'era di seguirmi,eh?-

Ginny alzò gli occhi al cielo.-E' una donna e per altro Serpe!Che cosa di aspettavi,l'ingenuità di una Tassorosso?-

-Credevo che potesse fidarsi di me.- la sua affermazione fu seguita da un lungo silenzio.

Ronald si alzò e rientrò nella sua vecchia casa,la testa appesantita dai pensieri e da ricordi ricorrenti.






Rosaline Sanders fissò la sua figlioccia.

I capelli neri le ricadevano sul volto perlaceo, gli occhi erano nascosti dagli occhiali scuri, le labbra rosse e l'aria annoiata.

Bella e pericolosa.

Gli sembrava impossibile che Pansy Parkinson,conosciuta fra i Babbani come Violet Mead,fosse tornata. La testa coronata delle Serpi era ritornata in tutta la sua maestosità.

L'abito verde frusciava leggero sulla sua figura magra. Un sorriso sprezzante sul viso, la camminata fiera e veloce.

Rosaline si avvicinò a Pansy,si sedettero sul tavolino.

-Allora,alla fine mi hai ascoltato.- disse la donna.

Pansy volse lo sguardo verso le altre persone presenti nella grande sala da ballo della famiglia Zabini. Aveva tentennato a lungo prima di decidere di partecipare all'evento organizzato da Blaise. Un ritorno alle origini. Un tuffo di pancia nel passato.

Tutte le Serpi degli ultimi cinque anni erano state invitate per "ricordare",così recitava la pergamena, i vecchi tempi.

Sapeva che Rosaline la stava fissando attentamente e fu tentata dal tirarle un ceffone,quando le tolse gli occhiali bruscamente.

La donna anziana osservò le profonde occhiaie che nemmeno il trucco riusciva a nascondere.

-Tu non stai bene.- decretò. -Pensi a lui.-

-Quello che faccio,sono affari miei.- rispose arrabbiata riprendendosi gli occhiali.

Pochi secondi dopo,l'alta figura di Malfoy oscurò ogni possibile risposta di Rosaline.

-Ah,che piacere rivederti,Parkinson.- la salutò. Pansy si voltò e inarcò un sopracciglio.

-Malfoy,noto con piacere che non sei cambiato molto.-

Lui smise di ghignare.-Invece tu,vivi fra i Babbani,vero? Non sei più la Sovrana delle Serpi.-

-Invece,tu ti sei ammogliato con una Grifondoro.Non so quale di noi due sia più riprovevole per Salazar.- Pansy sorrise, le gote del ragazzo si accesero.

-Se apri ancora quella bocca per parlare di mia moglie,Parkinson...-

-Che cosa mi fai?- lo interruppe la ragazza. - Dirai a tutti che sono una puttana?Sei sempre stato infantile,Malfoy.-si alzò e prima di andarsene si fermò accanto a lui. -Sono l'unica che ti può mettere nei guai,quando vuole.Conosco i tuoi punti deboli,mio caro.-

Draco Malfoy rimase in piedi,con le mani leggermente tremanti,per qualche secondo. Fissò la schiena nuda di Pansy camminare fino al centro della sala.

Per quanto si fossero frequentati, non l'aveva mai realmente capita. Bella e intelligente, rancorosa e vendicativa. Ma sapeva che sotto,c'era una donna fragile e insicura.



____________________________________________________________


NN UCCIDETEMI, per lo scandaloso ritardo!!Tra partite,amici e co.,scuola e vacanze...non riuscivo ad avere un minuto libero.


Ecco un link su Rosaline e Pansy.


Circe: trovo Ginny fantastica,in questa ff, una sorella ed amica,quasi perfetta...Sono contenta che ti sia piaciuta anche la parte di Pansy ai fornelli!!Un bacione!


fandracofiction: In una situazione del genere,credo sia normale per Hermione,con gli ormoni impazziti,guardare al passato e "sentirsi in colpa" per come alcune cose sono state fatte o vissute. Lei ama profondamente Draco,ma sa che lui non esternerà mai i suoi sentimenti come Ron,normalmente fa. Quindi fra i due,praticamente opposti, spesso li confronta...facendo un grosso sbaglio.Mentre il nostro Ron é rimasto ferito dal comportamento un po' cattivo di Pansy che non si é fidata di lui,nascondendosi dietro quell'incantesimo,per spiarlo. Invece Pansy,per la prima volta soffre per amore, quello vero e nn quello del'adolescenza, e ricostruisce quella corazza tipica delle Serpi.





Bacioni Dully.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo XXI - Tristezza Parigina ***





________________________________________________________________________________

IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XXI


Tristezza Parigina




Parigi é triste.

E' la prima volta che la associo con questo sentimento.

E' veramente triste.Deprimente. Fredda.

E' la vera capitale degli infelici.

Chi ha deciso che fosse la capitale dell'amore?Io non ho votato.

Credo che siano i francesi ad essere costantemente innamorati. E' sconvolgente vederli rincorrersi per la Senna,baciarsi sotto la Tour Effeil e ballare nei locali del Quartier Latin.

Hanno il sentimento che sprizza da tutti i pori.

Pateticamente dolci.

 

Mi ricompongo,scaccio via quelle lacrime che il taxista ha visto e respiro.

Diamine,io sono Pansy Parkinson!Conosciuta qui come Violet Mead,ma é solo un dettaglio.

Devo assolutamente recuperare un po' di gentile fredda e cattiva acidità.

Io sono la nuova fotografa di un film fantastico,sto andando a cena con loro e passerò una bella serata.

L'autista si ferma,lo pago e gli lascio un po' di mancia,sembra tentennare per dirmi qualcosa,ma rinuncia. Meglio così,ho già Rosaline che mi fa da psicoterapeuta.

Il ristorante "Chez Olympia" si trova vicino all'Opéra, un bellissimo teatro dove il giorno prima avevamo girato qualche scena.

I Babbani sono sempre stati un miglio avanti noi maghi,anche nel passato. L'eleganza di certi abiti é irripetibile.

Entrò nel locale e appoggio la giacca nel primo appendiabiti che trovo. Accendo la fotocamera e comincio a scattare.

-Ehi,ma non la smetti mai?- mi grida uno dei tecnici del suono.

-No,mai. Non riesco a farne a meno.- rispondo.

La cena é stata divertente e le ore sono volate via.

Molti dei ragazzi si sono stupiti nel vedermi con la gonna. In particolare Jason,l'attore principale del film,un tipo schivo e silenzioso.

Non ci siamo mai parlati più di tanto,qualche battuta durante le mie incursioni sul campo.

Sophia,la regista,mi chiede di parlare di me.

-Dai,Violet,sei l'ultima arrivata!-esclama.

Parlare di me?Cosa potrei dire a loro?

-Dove sei nata?-mi chiede uno.

-A Cardiff,nel Galles. La mia famiglia ...era un vecchio clan che ha noiosi titoli nobiliari e si credeva migliore degli altri.- risposi,sorpresa dalla sincerità della mia confessione.

-Oh,Duchessa Mead, perché parli al passato?- a chiedermelo fu Jason,gli altri mi fissavano curiosi.

-Sono morti...quando avevo diciasette anni.-

Un silenzio calò sulla sala.

Ho continuato il racconto della mia vita,trasformando tutto in qualcosa che assomigliava a una trama da MagicOpera.

Draco Malfoy,era il bastardo Paul. Granger,la spagnola ed idiota Carmen. Potter e la Weasley,Stanlio ed Olio. Le Serpi,in un gruppo di bulli scatenati. I Grifondoro erano i gentili e poracci. Mi stavo sfogando.

Sì,che andassero all'inferno tutti quanti,hanno rotto con i loro sorrisi di facciata!

Qualcuno della troupe ha avuto la brillante idea di togliere i tavoli e ballare,con la musica alta.

Jason si avvicina e mi chiede un ballo.

Dovrei rifiutare,vero?

Ma come faccio,lui é bello,gentile,divertente,calmo.

E poi quei occhi che brillano quando sorride, ogni volta che lo fa mi si stringe il cuore.

Assomiglia terribilmente a lui.

Mi alzo e mi porta al centro della pista.Si parte con un valzer che fa parte della coreografia della scena del film e poi ci scateniamo.

Nessuno é seduto,sono tutti a ballare al centro della sala. E' divertente essere felici per una bella serata.

-Allora,non ci hai detto se sei sposata,fidanzata o altro?-chiede Jason avvicinandosi per un lento.

-Io...no...é complesso.-balbetto.

-Diciamo che é una situazione difficile?- risponde lui per me. Annuisco e chiudo gli occhi.

Sarebbe tutto semplice se lui si innamorasse di me, e io di lui.

Vivremmo del nostro lavoro, poi magari il matrimonio,i figli. Io rinuncerei alla Mondo Magico per lui, i nostri figli sarebbero andati ad Hogwarts solo per gestire i loro poteri,poi rientrerebbero subito per vivere fra i civili Babbani.

Sarebbe semplice.

Ma ogni volta che mi alzo penso a lui. Ogni volta che chiudo gli occhi lo vedo. Ogni volta che mi giro,spero di scorgerlo avanzare con passo sicuro e sorriso imbarazzato,verso di me.






_________________________________________________________


Ecco il ventunesimo capitoloooooooo

Bisogna festeggiare,due volte!!

Cmq, Pansy ha accettato il lavoro in Francia,sicura che avrebbe ricominciato di nuovo a vivere.Ma le cose non vanno poi così bene.


Circe: Buone Vacanze anke a te. Sono contenta di essere riuscita a descrivere bene questo quadrilatero amoroso!!come ben sai adoro le Serpi,non posso farne a meno. Per me sono i cavalieri con la macchia che continuano a mostrarsi fieri ed orgogliosi di sé. Grazie per il tuo supporto.Un bacione!

Fandracofiction: Pansy cuore di ghiaccio,anche se crollerà, resisterà a lungo. Io l'adoro quando indossa la sua maschera. Credo che Hermione si sia innamorata dell'incapacità cronica di Malfoy di essere normale,di mostrarsi per quello che é. Grazie mille anche a te per le tue recensioni!Un bacione!!

Il film di cui parlo é "Marie Antoinette",uno dei film,a parer mio, da vedere assolutamente.

Ecco un link su questa "coppia"

Jason+ Pansy

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo XXII - Premonizioni. ***


 

________________________________________________________________________________

IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XXII

Premonizione.






Le luci mi accecavano rendendomi difficile tenere gli occhi aperti. Avrei dovuto indossare degli occhiali,come era mio solito portare nelle serate di gala. Ma mi é stato severamente proibito dalla regista e nostro capo. Così mi sono limitata a vestire il meglio possibile con un tocco di verde nascosto nelle gemme degli orecchini.

Sfilare per un red carpet é strano,quasi un'esperienza aliena. Si cammina lentamente,ci si mostra,si sorride in continuazione e si rispondono alle richieste dei fotografi. Per gli attori é normale, Jason é a suo agio mentre si lascia fotografare e firma su poster,magliette e fa foto con le sue fan. Noi,i tecnici ci sentiamo specie rara e protetta. Sono a braccetto con la costumista, la signora Milena Canonero e il giovane assistente alla produzione Oliver Ligney.

Ci stringiamo tutti per una foto di gruppo quasi trenta persone si stringono, accanto a me si materializza Jason che mi cinge la vita con il braccio.

Lo fisso e lui mi risponde con un sorriso.

Per i tre minuti successivi rido,sorrido e abbraccio chiunque.

Che falsa,che sono.

Falsa,falsa,falsa!

Ma d'altronde quasi sette anni a Serpeverde aiutano a recitare.

Ho solo voglia di urlare,di piangere,di rompere qualcosa,di piangere ancora.

Tutta colpa sua, del suo fantasma che mi rende impossibile vivere.

Tutta colpa del suo sorriso.

Tutta colpa del mio cuore.



Il film é venuto bene,così come le locandine e i tanti scatti fotografici diventati poi i ritratti ufficiali del lungometraggio.

Tento di asciugare in fretta una lacrima,ma qualcuno mi precede.

-Ehi,piccola che hai?- Jason si é seduto vicino a me,sembra preoccupato.

-Niente. Sono solo...commossa.- Lui sorride.

-Hai fatto un lavoro spettacolare. Devi essere contenta,sono sicuro che avrai una splendida carriera.-

Stringo il suo braccio.-Grazie,Jason.-

-Figurati. E' solo quello che penso. Anzi,se devo essere completamente sincero,ti dirò una cosa. Smettila di torturarti così tanto. In questi casi, il tempo é l'unica cura. Sei una persona fantastica, troverai la persona giusta.-

Babbani, con il tempo non posso dire di non essere affascinanta dal loro modo di fare,di parlare,di capire. Lo ringrazio e mi alzo,la festa é finita e voglio fiondarmi sotto le coperte,piangere ogni mia lacrima e cominciare un nuovo giorno,con una luce diversa.

Abito abbastanza vicino dal Golden Theatre,dove é stata la cerimonia del film.

Il freddo frusta le mie guance che sento ghiacciate. I tacchi sbattono con violenza sull'asfalto. Sento chiaramente il fastidioso fruscio dell'abito sulla mia pelle.

Intorno a me,ci sono ancora i negozi addobati con i colori caldi e rassicuranti del Natale.

E' stato il primo periodo natalizio che ho passato da sola.

Certo,avevo festeggiato allegramente con i colleghi. Accettai persino l'invito di Jason,passando un pomeriggio con i suoi nipotini.

Eppure,non gioivo.

Non mi divertivo veramente.

E' stato come riempire un vuoto con qualcosa di inafferabile,quasi impuro.

Non capisco come mai,ma non mi sento per niente tranquilla,una morsa allo stomaco mi impedisce di pensare,respirare e muovermi velocemente.

Che fosse una premonizione?

L'ultima volta risaliva alla notte della Grande Battaglia,quando sapevo fin da subito che loro,i cattivi,avrebbero perso. Preferì non dirlo a nessuno e mi tenni questo sensazione e ricordo per me.

Anche questa volta,lo sapevo.

Qualcosa di grave era accaduto,ma a chi?

A mio cugino,Edgar Parkinson,l'unico erede maschio della mia antica casata?

Oppure, a qualche ex Serpe, o ex compagno di scuola.

Forse a lui?

Scossi la testa. Non potevo permettermi certi pensieri.

Era stupido pensare al peggio.

E poi anche se fosse?

Anche se fosse caduto dalla scopa,io non mi precipiterei correndo da lui.

In fondo,neanche lui lo farebbe.

Mi chiusi la porta dietro le spalle e con un'incantesimo non verbale accesi il riscaldamento e le luci.

Gettai uno sguardo all'orologio che segnava l'una di notte.

Sarebbe stata una lunga nottata insonne.


_____________________________________________


Eccoci qui, devo dirvi che parto per 1 settimana quindi non potrò aggiornare.Vado a Vienna.

Cmq,ecco le risposte ai commenti:


Circe:(ma qnto mi piace qst nick!!)Pansy non esclude la possibilità di vivere per sempre nel mondo Babbano,quindi Jason é una possibilità ben più che aperta.Ma la passione per Ron non é finita.


fandracofiction: Niente é meglio di Ron,almeno x me,ma comunque,Jason é veramente un bel attore e musicista(l'ho visto dal vivo,tempo fa,nn so se ti ricordi della colonna sonora di the o.c,con "California",lui faceva parte dei Phantom Planet.). Ha un certo fascino,ed è innegabile che Pansy si senta per lo meno attratta.


Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo XXIII - Incidenti. ***


 


________________________________________________________________________________

IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XXIII


Incidente


Molly Weasley fissò sconcertata l'allontanarsi della barella dove riposava suo figlio minore,Ronald Weasley. Un brutto incidente con la scopa durante la partita della Nazionale inglese contro quella americana. Sussultò quando vide le porte chiudersi e nascondere alla sua vista,l'adorato figlio.

Si morse il labbro e confortata dal marito si sedette sulla panchina di ferro.

Quando ricevette la notizia,quasi svenne sul pavimento di casa sua.

Non aveva voluto andare a vedere la partita perché odiava il Quidditch e quelle grida inutili dei tifosi. Da giovane non era mai stata una grande amante delle lezioni di volo,preferiva gli scacchi o gobbiglie,eppure aveva avuto sette figli,tutti appassionati e quasi tutti ex giocatori ai tempi della scuola. Tutti tranne Ron,che aveva reso il Quidditch una vera e propria professione. Un mestiere che aveva anche i suoi lati negativi:gli infortuni.

Sospirò e asciugò quella lacrima capricciosa che era scesa sulla sua guancia.

-Cara,vedrai che tutto si sistemerà.- disse il marito stringendola a sé.

I figli,Ginny,Fred e George,erano i primi ad essere arrivati all'ospedale.

La giovane dai capelli rossi si sedette di peso e si passò una mano sulla fronte.

-E'...stato orribile...Lui...non ha visto la palla e....- un singhiozzo fermò il racconto della giovane donna.

Uno dei suoi fratelli la strinse in un abbraccio fraterno.-Shht,non dire niente. E' stato un incidente. Ron non é riuscito a virare in tempo e non ha potuto evitare il colpo.-

Ginny alzò lo sguardo,improvvisamente arrabbiata.-Tu lo sai che non avrebbe commesso un errore così stupido se non si fosse messo a fissare la platea...-

-Non possiamo...dargli la colpa.-

-E' ossessiato da lei!-sbottò la giovane.-E' tutta colpa sua!-

Nessuno osò replicare quello che la giovane disse. Un pesante silenzio calò sul corridoio del San Mungo.




Una dozzina di tazze di caffé svuotate stava sparpagliate per il pavimento in legno,rovesciate,appoggiate alle gambe del divano su cui era sdraiata una sveglia Pansy Parkinson.

Quella pressione al cuore si era fatta,ora dopo ora,più pesante e difficile da sopportare.

Chiuse gli occhi e capì.

Lui non stava bene.

Lui aveva bisogno di lei.

Lei aveva bisogno di lui.

Si alzò di scatto,non poteva passare il resto della sua vita a domandarsi cosa sarebbe successo se...

Almeno per una volta,comportarsi da fiero Grifondoro le sarebbe servito.

Si vestì in tutta fretta e si smaterializzò nel bel mezzo della sala d'attesa.

La folla di giornalisti sportivi e due teste rosse che sbraitavano alla massa di andarsene,spaventò Pansy.

S'infilò in uno stanzino,seguendo un Guaritore. Lo tramortì con un colpo di bacchetta.

Indossò il camice verde e scomparve per i corridoi.

Il cuore le batteva forte nel petto,la gola era secca e gli occhi cercavano ovunque qualcosa,un segnale,una persona.

Fermò una donna,probabilmente una Guaritrice anziana,visto che indossava il camice blu.

-Guaritore...Derwent- chiamò dopo aver letto la targhetta.-Cosa sta succedendo?-

La donna spostò il ciuffo ormai grigio.-Il signor Weasley,quello che gioca nei Red Chillon, ha rischiato la vita durante la partita di ieri sera. Ora riposa,in terapia intensiva. Per fortuna,i suoi famigliari hanno deciso di andare a casa per un paio di ore.Anche lei é una sua fan,signorina?-

Il volto di Pansy impallidì velocemente e borbottò qualcosa di confuso all'anziana donna.

Camminava veloce,con ritmo deciso per le stanze della terapia intensiva,alla disperata ricerca della sua camera. Quando lo vide.

Nella stanza duecentodue un paziente dai capelli rossi attirò la sua attenzione. Si girò di scatto e chiuse la porta.

Tremò quando vide il giovane dormiente,con una flebo di una pozione bianca attaccata al braccio.

Un occhio era coperto da una benda,così come il resto della testa,fasciato con precisione da garze bianche dalla quale spuntavano piccole macchioline di sangue.

-Ron...-sfuggì dalle sue labbra avvicinandosi.

Lui sembrava non sentire nulla.

-Ron...-ripeté sfiorando con le dita il dorso della sua mano. Quasi immediatamente sentì una flebile stretta.

-S...tu?-gracchiò la sua voce roca e debole. -Panny?-

Scoppiò a piangere,trattenendo i lamenti e cercando il più possibile di reprimerle.

-Sì,sono io.- rispose,avvicinando la sua bocca al suo orecchio. Ron aprì l'unico occhio sano e la fissò. Un lieve sorriso increspò le sue labbra. Lei era qui,per lui. Piangente.

-Sono...morto?-la domanda gli uscì quasi naturale,lei soffocò una risata nervosa.

-Sei vivo...e...quasi sano.- rispose lei.Un silenzio calò nella stanza. Pansy appoggiò la fronte sulla sua spalla e allacciò le sue dita con quelle del ragazzo.

-Ron...scusami...-

-Oh,di niente.-

Si guardarono negli occhi. -Credo che sia ovvio che io ti ami Pansy.- disse lui.

Il volto della ragazza arrossì. -Ron...io mi dispiace,io...non...volevo...- si morse il labbro. -Ti amo anche io.- sospirò infine,come se la confessione le fosse costata molta fatica.

-Ri..cominciamo?- domandò lui.

Pansy annuì semplicemente,chiudendo gli occhi e beandosi della sua vicinanza,del suo calore.

Lo aveva ritrovato.

Si erano ritrovati...


________________________________________________________________________________


fandracofiction: ecco qui la premonizione vera e propria. Pansy aveva "Visto" già...Sorpresa o meno? La coppia si é ritrovata,ma niente é scontato ancora...

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo XXIV - Cenone ***


 


________________________________________________________________________________


IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XXIV


Cenone.



Si tolse velocemente il camice verde e diede un ultimo bacio all'ormai sveglio Ron che la pregava di rimanere con lui.

-Dai,ti lascio ai tuoi,ti vorranno viziare un po'.- disse sorridendogli.

-Nessuno mi vizia come fai tu.- rispose lui con voce roca.

Si fissarono negli occhi,dopo tanto penare e dolore,Pansy poteva rivedere quei occhi che brillavano di un'intenso blu.

Lo baciò con passione.

Improvvisamente conscia di non riuscire a fare a meno di lui.

Improvvisamente felice di sapere che il suo cuore ricominciava a battere.

Improvvisamente sicura di sé.

I due continuarono a baciarsi e a sorridersi ignari di chi li stava osservando dalla porta socchiusa.

La famiglia Weasley stava osservando,chi tra la sorpresa chi con sgomento.

-Non-é-possibile!-gracchiò George sgranado gli occhi. Fred lo scansò e si curvò per vedere la scena.

-E'-impossibile!- disse il gemello.

La signora Weasley tirò le orecchie ai due figli e li fece allontanare velocemente.

-Fred e George,vergognatevi!- sibilò. Molly si soffiò il naso con un fazzoletto rosso e sorrise.

-L'importante é che vostro fratello stia bene.- ammise la madre. Entrò nella stanza e camminò fino al letto del figlio.

Pans s'irrigidì quasi subito e si voltò lentamente.

-Buonasera,signora Weasley.- disse meccanicamente,mentre il suo viso divenne quasi giallo per la sorpresa.

Molly scosse la testa e la strinse in un abbraccio caloroso.

-Oh,cara!Chiamami Molly,per carità.-

Ron si passò la mano sana sul viso,sapeva della difficoltà di Pansy ad accettare la sua famiglia,qualunque famiglia.

-Mamma!-la chiamò nella speranza di distogliere la sua attenzione.

Pansy sciolse l'abbraccio freddamente. -Signora Weasley,é stato un piacere conoscerla.- disse brevemente, si girò verso Ron per fissarlo, e s'incamminò verso la porta.

-Mamma,l'hai spaventata!- esclamò Ron.

-No,sei tu che mi hai spaventato. Guai a te,se mi fai prendere altri spaventi!-

Il figlio sorrise e si lasciò stritolare dalla madre che non riusciva a reprimere le lacrime.

Baciò la testa rossa e si lanciò in una lunga sgridata.

Nel frattempo,Pansy uscì dalla sala e si ritrovò una decina di occhi che la fissavano incuriositi.

-Parkinson...quanto tempo é passato?- domandò George Weasley fissandola acidamente.

Pansy alzò il viso verso di lui. -Quasi tre anni,se non sbaglio.-

-E' veramente buffo ritrovarsi qui,non credi?- chiese Fred sostenendo il fratello.

Gli occhi scuri di Pansy s'indurirono,aveva sempre odiato i fratelli Weasley,troppo rumorosi,troppo amati dai Grifondoro.Troppo Grifondoro.

-Ora tolgo volentieri il disturbo.- rispose, fissando con freddezza la famiglia Weasley al completo. La coda dell'occhio notò l'arrivo di un Guaritore senza camice che la indicò con un dito.

-TU!-

Pansy inchinò lievemente la testa ai Weasley.-A causa di eventi di forza maggiore,vi devo salutare. Addio.- disse velocemente e sparì nel vuoto creato dalla sua materializzazione.



Due settimane dopo.


Ronald Bilius Weasley fissò la sua ragazza con la testa infilata nell'ormai disordinatissimo armadio.

-E' solo un pranzo.- disse lui scansando in tempo per evitare di essere colpito da un maglione verde.

Lei si girò di scatto. -Solo-un-pranzo?-scandì furiosa. -Weasley sarò ufficialmente presentata alla tua famiglia,compreso San Potter. Non é un pranzo,é un evento catastrofico!E' l'ascesa o il mio definitivo declino. Non capisci?Questa é la mia prima e ultima occasione!-strillò Pansy lanciando altri vestiti dietro di sé.

-Evidentemente non capisco.-borbottò lui che si sdraiò placidamente sul morbido letto.

Dopo qualche minuto,la ragazza riemerse dall'armadio con due abiti.

-Allora questo abito verde scuro,un po' troppo forse scollato per un pranzo, oppure questo completo di camicia e jeans azzurri?- domandò lei ponendo al ragazzo di fronte una vitale questione.

Lui corrugò la fronte confuso. Aveva intuito che qualunque cosa avrebbe detto,Pansy si sarebbe comunque arrabbiata.

-Quello verde...-provò lui. La ragazza si morse il labbro e si fissò allo specchio.

-Metto l'altro.-

-E te pareva!- mormorò il rosso.

-Cosa hai detto?- chiese Pansy perplessa. Ron si affrettò a rispondere con un niente.

Pansy si guardò allo specchio con occhio critico.

Le occhiaie dovute alle notti bianche che lei e Ron avevano passato e le giornate passate a studiare per conseguire il diploma si notavano immediatamente nelle occhiaie del suo volto.

Si sistemò il ciuffo nero che le copriva insistemento un occhio.

-Dai,siamo in ritardo!-le gridò Ron in soggiorno.

La ragazza sbuffò e prese la solita borsa con dentro gli strumenti da lavoro.

-Dopo vado a fare una passeggiata per Hogsmede.- si giustificò lei notando lo sguardo torvo del ragazzo,che scosse la testa e le mise un braccio sulla spalla smaterializzandosi.



Quando riaprì gli occhi si ritrovò in un portico pieno di sedie diverse fra loro e segni del tempo.

Deglutì, dietro quella porta si sentivano grida e voci che allegre parlavano fra loro.

Lei non era abiutata al rumore,al casino,a quelle manifestazione di vita così aperte.

Lei era stata cresciuta secondo l'educazione più rigida.

Nessuna risata doveva interrompere un pranzo.

Nessuna battuta fuori luogo. Si poteva parlare solo di eventi mondani,politica,storia recente e la ricchezza della sua famiglia.

Si morse il labbro dall'interno e cominciò ad indietreggiare.

-Io...penso...avevo un impegno importante...- balbettò storidita Pansy ma fu fermato dal braccio di Ron che l'agguantò prima che fuggisse.

-Diamine,Parkinson é solo la mia famiglia.- sbottò lui. -Credimi se ti dico che mia madre vuole davvero conoscerti. Ignora i miei fratelli,loro sono così,criticherebbero qualunque mia scelta.-

La ragazza sospirò e cercò di farsi coraggio. Sua madre si sarebbe piuttosto uccisa che vedere l'unica figlia femmina al braccio di uno dei tanti Weasley;pensò.

Le venne quasi da ridere.

Accettò la mano del ragazzo ed insieme varcarono la porta della Tana.



La signora Weasley osservò con occhio critico i suoi figli che sbuffavano seduti in soggiorno.

Entro qualche minuto sarebbe arrivata Pansy Parkinson. Solo sentendo il cognome non poteva fare a meno di sentire un brivido sulla schiena. Cercò di scrollarselo e di pensare al meglio. In fondo quella era una ragazzina, che aveva,in qualche modo conquistato il cuore di Ronald.

Quel cuore spezzato dalla sua quasi seconda figlia Hermione Granger, e che si era trascinato per anni con le crepe unite fra loro dal magi-schotch. Ora,quello stesso cuore, batteva riparato e ricambiato. Certo,nemmeno lei era esente dai dubbi e da qualche pregudizio ma si impegnò a superarli,sperava che i suoi figli facessero lo stesso ma gli bastava vedere i volti corrucciati di Fred e George per pensare il contrario.

-Se uno di voi sarà scortese con la ragazza di Ronald, sarà bandito da questa casa!-

-Ma mamma!E' una serpeverde!- esclamò Fred.

-E allora?-

-Sarà anche una serpeverde,ma rimane un essere umano,Fred. Da quanto ho sentito dire, i pochi Parkinson rimasti intoccati hanno collaborato con il Ministero e le varie indagine.Dovremmo ringraziarla,invece che accusarla di essere nata e cresciuta in un ambiente diverso da noi.- disse Arthur al figlio che corrucciò la fronte.

Proprio in quel momento si aprì la porta di casa ed entrò il figlio minore.

Pansy Parkinson fece la sua entrata,vestita in modo molto semplice,che stupì un po' gli altri aspettandosi chissà cosa.

Molly vide la magrezza della ragazza nascosta dalla camicia blu e dai jeans che esaltavano la sua figura alta. Gli occhi erano di un nero profondo e oscuro.

Molly si avvicinò a lei.

-E' un piacere rivederti,cara.- la strinse in un abbraccio affettuoso,ma notò la freddezza della risposta della ragazza e si rimproverò di essere stata troppo calorosa.

-E' un piacere anche per me,signora Weasley.- rispose Pansy sorridendo appena. Arthur le venne incontro.

-Salve,Pansy.- le strinse la mano ed aggiunse per farla sentire a suo agio -Conoscevo tuo nonno. Un grande esperto di storia e antiche rune,mi aiutò a capire un paio di cose sugli usi e i costumi dei Babbani.-

La ragazza strinse la mascella e la mano intorno all'uomo. -Ne sono piacevolmente colpita.- la voce era fredda e dura. Ron si accorse che il padre aveva inavvertitamente toccato un nervo scoperto di Pansy.

Strinse la vita della ragazza a sé, e dichiarò di avere fame.

La famiglia si spostò alla lunga tavola.

Pansy si sedette accanto a Ron ed a una ragazza dai capelli biondi e l'aria sognante. Sobbalzò e la riconobbe come Lunatica Lovegood.

-Ciao Pansy.- squittì lei.

-Salve Lovegood.-

-Oh,non chiamarmi per cognome,preferisco quel cognome che tu e gli altri mi avete dato. Era carino.-

Pansy strinse le labbra. -Quale?- sapeva benissimo a quale nome si stava riferendo.

-Penso fosse Lunatica,non l'avevi inventato tu?-

A quella domanda Ron si strozzò con l'acqua. Pansy gli batté qualche pacca per fermare la tosse.

-Ah,già. Me ne ero scordata,era un bel nomignolo, ma in realtà ad inventarlo fu mio cugino Tiger.-

-Tiger era tuo cugino?- domandò Luna,la prima a riprendersi dal colpo di scena.

- Sì, di secondo grado.E...- smise di parlare e si ricompose subito.

Il cambiamento di umore fu interpretato come una chiusura completa da parte di Pansy, che silenziosa si servì di un po' di tutto e cominciò a mangiare.

Il resto dei commensali iniziò a parlare del più e del meno.

Pansy finì molto prima degli altri e rifiutò il secondo e terzo piatto che Molly le continuava a porgere. La signora Weasley la guardò in modo strano.

-Cara,dovresti mangiare di più.Ti farebbe bene, scometto che tua madre non é affatto contenta dell'ossessione delle ragazze d'oggi.-

Ron degluitì e posò gli occhi su sua madre.

Harry e Ginny che avevano evitato di mostrarsi più di tanto, sospirarono.

Persino Arthur si ricordò del caro prezzo che la famiglia di Pansy aveva pagato durante la seconda Guerra Magica.

-I miei genitori sono morti due anni fa. Durante le ultime fasi della Guerra.- disse Pansy con voce meccanica,incolore,fredda. -Erano Mangiamorte pentiti non per la causa ma per convenienza.- disse lapidaria.

-Mi dispiace tantissimo.- sussurrò Ginny.

-Grazie.- rispose flebile la ragazza. Sentì la stretta decisa di Ron sulla sua mano e con lentezza incrociarono le loro dita. Non aveva bisogno di vederlo,gli bastava saperlo vicino che si sentiva più sicura,più coraggiosa. Più forte.

Il pranzo finì poco dopo e la maggior parte della famiglia Weasley si era spostata in giardino per assaporare il tiepido solo di gennaio.

Pansy rifiutò l'invito di Ron e Percy,l'unico che gli sembrava simpatico, di giocare a Quidditch, uno in veste di portiere l'altro in veste di arbitro.

Si sedette in un angolo abbastanza lontano dagli schiamazzi e dalle risa.

Prese la macchina fotografica Babbana e cominciò a fotografare ogni piccolo dettaglio degli arbusti intorno a lei,cambiando direzione,luce,lontanza.

Completamente attratta dai colori della natura e da quella aurea magica che impregnava quel luogo.

Un sorriso naturale e spontaneo le comparve sul viso quando la bambina piccola,nipote di Ron,avanzò sino a lei zampettando sulle piccole gambe.

-Ehi, hai imparato a camminare!- esclamò Pansy fermandosi a osservare gli occhi blu e i capelli biondi.

-Scì, io cammino!- rispose entusiasta la bambina che batté le mani e cadde a terra ridendo.

Pansy puntò l'obiettivo sulla bambina e prese a scattare delle fotografie a caso.La bambina incuriosita si avvicinò alla macchina tendendo una mano.

-Facciamo un gioco. Io sono il pubblico e tu la ballerina.-

-Ballerina!- ripeté ridendo.

Nella successiva ora,Pansy e Victoire si divertirono,ridendo come matte.

La bellezza infantile e nello stesso tempo adulta della piccola Weasley incantava Pansy che si lasciò andare, mostrando il lato più dolce,sicura di non essere vista.

In realtà da molti minuti ormai, Ron,Molly,Harry e Percy le osservavano.

-Non mi sembra così...oscura.- commentò Percy aggiustando gli occhiali sul naso.

-No,infatti non lo é. Ha solo bisogno di tempo per adattarsi,non é abituata al nostro modo di fare.- disse Ron sorrise,quando vide Pansy prendere in braccio una piangente Victoire per una caduta. Le asciugò le lacrime e le fece fare una specie di gioco che consisteva nel farla volteggiare senza bacchetta.

Il rosso si avvicinò alla ragazza bruna che posò a terra la bambina e la baciò con trasporto.

-Ti amo.- le sussurrò mentre le sue gance arrossivano.




__________________________________________________


Non uccidetemi per lo scandaloso ritardo di questo aggiornamento!!

Purtroppo la vita là fuori si sta incasinando e l'esame di stato si avvicina...T__T

Spero che questo capitolo vi faccia dimenticare il mio ritardo..


Circe: Non sono una amante del Happy Ending anche perché nella vita é raro che succeda. Ci saranno altri scossoni e momenti difficile,ma non escludo un buon finale per tutti,o quasi.

Sono felice che ci sia un pezzo che ti ha fatto emozionare un po' di più. Penso che fra poco rivedremo lo scontro tra le due personalità,che vanno al di là della casa o del ceto sociale,ma vanno a scavere dentro,a cercare qualcosa di più vero.


Fandracofiction: Rieccomi,appena uscita dagli inferi! Cmq, non sarebbero Pansy e Ron se si incontrassero in un anonimo bar a fare la pace!Lei e lui sono unici nel loro genere. Hai ragione sulla premonizione, sotto sotto il vero momento nero é questo,l'incontro fra lei e i Weasley,che é stato abbastanza pacifico,per ora....


Ringraziamenti

-alle 13 persone che hanno aggiunto questa ff fra le preferite:

1 - bmico
2 - Carty_Sbaut
3 - DANINO
4 - data81
5 - dramione_ron
6 - elys
7 - fandracofiction
8 - fly girl_HH
9 - giada2000
10 - krisy
11 - lala_nihal
12 - stellinainnamorata90
13 - vale_92


-alle 30 persone che l'hanno messa fra le seguite:

1 - anc
2 - AundreaMalfoy
3 - bellandrew82
4 - excel sana
5 - Faith Princi
6 - folletto
7 - france87
8 - gajta
9 - GinMarty
10 - jazz211
11 - jotica90
12 - KassandrA
13 - kukina
14 - Liam_Jargo
15 - Lily261
16 - Madeline
17 - mikyvale
18 - Nell Sev Snape
19 - paci
20 - pinuccia2605
21 - Ramiza
22 - Roxy
23 - sissi86
24 - SoReLLiNaMaLfoY
25 - steg94
26 - vama1978
27 - vcullen
28 - vegani
29 - vulneraria

30 - zoe1997


Grazie mille per seguire questa ff.

Ogni vostro commento o precisazione é ben voluta.

Bacioni Dully.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo XXIV - Arrivo ***


 

___________________________________________________

Il VERDE E IL ROSSO.


Capitolo XXV


Arrivo.


Lento.

Il suo respiro, quando dormiva, era lento.

Una dolce melodia, una musica celestiale per le mie orecchie. Passai una mano fra i capelli rossi, giocando con quelle ciocche ribelli. Sorrisi quando vidi che aveva alzato un occhio per fissarmi curioso.

-Che ore sono?- borbottò, con il resto della faccia sprofondata nel cuscino.

-Sono le sette.- risposi. Nemmeno io avevo voglia di uscire da quella stanza che da tempo era diventata il nostro personale universo.

-Oggi é il grande giorno.- sussurrò lui. Sobbalzai, di solito dovevo ripetergli mille volte le cose. Era sempre sbadato e poco attento ai dettagli, come le date e gli orari.

-Sì, oggi é il grande giorno.Come mai te lo sei ricordato?- domandai. Lui sbadigliò più volte e con un braccio mi trascinò dalla sua parte di letto, baciandomi una spalla.

-Perché oggi é un giorno importante. Ti lauri.-

-Si dice: "ti laurei". Tu e i modi da dire Babbani,vivete su due pianeti diversi.- scoppiai a ridere. Una risata che fu fermata dalle sue labbre fameliche. Tentai di scansarmi, ma fu impossibile.

Perché rifiutare quel rifugio così caldo?

Negli ultimi due mesi era come se vivessi in una favola romantica.

Fiori. Attenzioni. Baci. Amore. Dolci. Complicità. Amicizia e tanti, ma tanti amplessi che avevano fatto tirare fuori la sua parte più selvaggia e sfacciata.

Lo amo.

E solo pensarlo mi fa venire i brividi.

Immaginarmelo, seduti fra gli spalti per me, con il suo sorriso e l'aria sbarazzina, mi riempiva di felicità.

Come Rosaline ha detto più volte, qualche giorno fa. Ho buttato allegramente la vecchia Pansy nel cestino.

Sinceramente, non voglio nemmeno che qualche mentecatto la ritrovi.

Passiamo il resto dell'ora a rigirirarci fra le lenzuola finché dopo aver visto l'ora, mi preparo per la lunga mattinata.

Laurearsi per me, é strano.

La sera prima, insieme a Gabriel e a qualche compagno di studi abbiamo festeggiato come pazzi per le vie di Londra. Siamo saliti sopra una macchina e ci siamo scattati delle foto bizzarre.

Foto fatte a caso, come i non professionisti del genere.

Divertenti e bizzarre, insomma semplci, spontanee.

Oltre a questo ci siamo stipati dentro un locale alternativo di Soho dove Gabriel si é esibito per me in un imbarazzante spogliarello. E' stata una fortuna che Ronald non avesse accettato il suo invito, credo che l'avrebbe come minimo ammazzato.

E' il solo lato negativo che non sopporto. Quell'insana gelosia che lo consuma e lo corrode dall'interno. Al solo nome di Gabriel, storce il naso, ben sapendo che é omossessuale dichiarato.

"Chi ti dice che non stia mentendo, per abusare di te!"- sbotta ogni volta che gli ricordo il suo orientamento.

Eppure nemmeno lui, che mi é così vicino, ha compreso quanto sia importante quel pezzo di foglio e quell'abito nero.

E' come se avessi superato un torrente in piena, con la sola forza delle gambe. Ho dovuto imparare tutto, come un neonato ma senza tutto quel tempo disponibile. Ho cambiato la mia stessa concezione di ciò che é giusto e ciò che non lo é.

Mezzosangue, Purosangue, Babbani o Sangue-sporco? Non faccio distinzioni, non ora.

Per carità, non sono una santa. Io mi sento superiore, ancora. So di esserlo, sono una Parkinson!

La mia educazione ferrea mi ha portato ad essere così incline al sacrificio. Certo, per me che sono una ragazza, si limitava a sposare un uomo per interesse familiare e mettere al mondo un erede in tutta fretta. Però quel mondo di vetro e subdoli intrighi, non mi é mai piaciuto.

Ogni tanto vedo Victoire, é una bellissima bambina. Il suo visino, corrucciato ed arrabbiato dopo che Ted Lupin la fa arrabbare, é la cosa che più mi addolcisce.

Mi domando spesso, se anche io ero come lei. Probabilmente, no.

In casa mia, ad ogni errore si veniva cruciati. Ho imparato a smettere di sorridere presto, da bambina. La mia condanna, ma anche la mia forza. Piangersi addosso, non serve mai per rialzarsi.

Un colpo di citofono mi fa sussultare e sbagliare la sottile linea di matita nera che stavo mettendo.

-Ron,apri tu!Sarà, quel cretino di Gabriel!- grido.

Sentò il suo corpo ancora assonnato trascinarsi per il corridoio e finire la sua lenta corsa davanti alla porta. -Cosa devo spingere?-

Alzo gli occhi al cielo,sarà almeno la settima volta che glielo spiego. -Il secondo tasto bianco serve ad aprire il cancello dell'ingresso,l'altro é per il portone della scala, poi gira il chiavistello ed apri la porta che hai di fronte!-

-Eh?- esclamò lui.

-Diamine Ron! Non é dif...-

Uno strano rumore mi fece zittire. Qualcosa di strano stava accadendo in sala. Sentivo dei rumori soffocati e poi lo schianto a terra di qualcosa costruito in vetro. Fu quel rumore e il ricordo della specchiera, troppo in alto per caderci casualmente sopra che mi fece alzare la testa e reagire.

Reagire, nonostante il mio cuore battesse a mille e nella mia bocca si difondesse il sapore ferrose del sangue.

Tolsi le scarpe e camminai lentemente lungo il muro, appellai silenziosamente la bacchetta e una volta in mano. Pregai che non fosse successo veramente.

Non ora, non a lui. Questo no.

Era uno solo. Poco più basso di me, completamente vestito di nero e lo sguardo fisso su Ron che era svenuto per il colpo a sorpresa. Potevo vedere come un lungo rivolo di sangue gli colasse dalla nuca. Il mio corpo si raffreddò all'istante.

Quell'uomo si girò, e quello che prima poteva sembrare un Mangiamorte, uno di quelli che erano riusciti a convincere Potter e compagnia di essere stati usati, ritornato per finire definitivamente la mia famiglia, si scoprì essere solo mio fratello.

Mio fratello maggiore, Helbert Parkinson.

-Oblivion- disse lui rivolgendosi a Ron.

-Hai pochi secondi per dirmi cosa ci fai con questo qui?- domandò, guardandolo in modo schifato. Quasi non fosse altro che uno scherzo della natura. Ignorai la domanda e mi occupai di sistemare quella ferita sanguinante

-Questo qui, non é affar tuo. Con quale diritto torni, dalla Russia e inizi a distruggere?-gridai. Il mio petto cominciò sobbalzare, seguendo il ritmo indiavolato del cuore.

-Perché sei tornato?- a quella domanda non ha risposto. Helbert si spostò di qualche passo, come se stesse per essere toccato da qualcosa di viscido.

-Ti ho cercata ovunque, sperando che fossi a folleggiare con gruppi di maghi stupidi. Invece, ti trovo, con il figlio dei traditori del loro sangue e per giunta babbanofila? Che ne é stato della vera Pansy Parkinson?-

Quelle parole mi urtano e mi irritano allo stesso modo. Vorrei ucciderlo, ma non credo di averne la forza.

-Sparisci.- suggerisco. E per la prima volta, in quasi vent'anni, Helbert Parkinson mi ascolta e scompare con la stessa velocità con il quale era arrivato. Lasciandomi piena di domande senza una risposta, un fidanzato ferito e tanta voglia di vendetta.

 

_______________________

 

Breve aggiornamento. Ne seguirà uno fra al massimo due giorni.

 

Circe: Sì ho scritto molto più del solito nello scorso capitolo. Avevo bisogno di raccontare tutto. E spezzarlo non mi piaceva. Fra Pansy e il resto dei Weasley c'è tensione, si stanno osservando attentamente. Sicuramente non ci sarà amore a prima vista come x Harry o Hermione o Angelina e Luna, ma forse può nascere stima ed affetto. Dipende tutto da loro e da quanto sono disposti ad esporsi, Pansy in particolare. Sn stra-felice che ti sia piaciuto così tanto lo scorso capitolo, qui invece arriva un nuovo personaggio che era stato citato anonimamente tempo fa. Un bacione e al prossimo capitolo.

 

Fandracofiction: No, va bene! Niente attacchi contro i gemelli, ma loro e Pansy...non é che si amano proprio vengono da due mondi diversi.Una fuga tipo Jim Carry ci poteva stare, ma é comunque una strega,meglio i metodi magici. Spero che tu stia meglio ora. Un bacione!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo XXV - Arrivo II parte ***


 

IL VERDE E IL ROSSO


Capitolo XXV

Arrivo-II parte





Pulito il soggiorno e sistemato Ron completamente vestito sul divano, decisi di non dirgli niente. Informarlo lo metterebbe solo in pericolo. Helbert é uno dei tanti simpatizzanti del Signore Oscuro, fuggito appena in tempo. Un furbo con il vizio del sangue.

Forse potrei avvertire il Ministero, oppure Harry Potter.

La vibrazione del mio cellulare mi avvertì dell'arrivo in perfetto orario di Gabriel.

Tentai di svegliare Ron più volte, e finalmente dopo aver mormorato di voler dormire ancora dieci minuti, aprì gli occhi.

-Eh?Oh, siamo in ritardo?- domanda. Niente, l'oblivion di mio fratello non gli fece nessun danno. Sembrava quello di prima. La ferita dietro era scomparsa del tutto,nessuna cicatrice era rimasta.Quel poco di magia medica che conosco, era ancora impressa nella mia mente e nella bacchetta.

-Sì, Gabriel é qua,che ci aspetta.- mise subito il broncio e borbottò come faceva mio nonno,quando potevo andarlo a trovare.

-Quando ho comprato questo completo?- chiese perplesso fissandosi nella specchiera.

-Te l'ho preso io. Sono più brava di te, in questioni di moda.-

Lui corrugò la fronte. -Se questa é moda...- mormorò indicando il nodo stretto e la giacca abbottonata.

Gabriel abbassò il finestrino dell'auto scura appena ci vede sul vialetto del condominio, scese veloce quando arrivammo di fronte alla macchina con un grande sorriso e gli occhiali scuri a coprirgli quegli occhi chiari.

-Violet!- mi abbracciò con quella delicatezza che solo lui ha.- Non ho ben capito, come la serata di ieri sia finita. Mi ricordo solo del mio spogliarello...- disse pensieroso. Ron cambiò immediatamente colore, dal rosa sano a un viola preoccupante.

-Uno spogliarello?- gracchiò.

Il mio amico e compagno di scorribande Babbane si lanciò in una precisa e alquanto imbarazzante descrizione dell'evento della notte scorsa.

-Guarda Ronnie, ti sei perso una grande esibizione di flamenco di Violet, credo che a momenti il tizio con i capelli verdi ti volesse strappar via le mutandine...-

Il viso di Ron divenne decisamente verde.

-Pa...Violet, perché non mi hai raccontato tutto quello che é successo?- gridò lui. E' impressionabile come riesca ad arrabbiarsi così tanto. Era impazzito. Con la complicità di Gabriel cambiammo argomento e ci infiliammo in macchina in silenzio. Silenzio rotto solo dai borbottìi che riuscivo a malapena a capire. Grazie a Merlino, il campus si trovava a pochi minuti dall'appartamento e finalmente riescì a stare qualche minuto da sola con Ron.

-Ehi, non sarai mica arrabbiato?- domandai, incerta sul suo umore.

Lui sbuffò e si passò una mano fra i capelli. Il mio cuore fece un piccolo salto in più,a quella visione imbronciata.

-No...va tutto bene.- biascicò lui. Mi sporsi fino a baciargli le labbra, invitandolo a fare di più, ma improvvisamente si bloccò. Rapito da qualcosa che stava succedendo alle mie spalle.

-Che succede,Ron?Hai visto la tua famiglia al completo?- solo il loro arrivo, poteva rendermi ancora più nervosa di prima.

-Ehm, giuro io non ne so niente...-i suoi occhi, preoccupati, indicavano l'entrata principale.

Parte della famiglia Weasley sostava allegramente sulla piazzetta di fronte insieme agli altri genitori. Vide subito Molly Weasley,i gemelli, Percy e Ginny che agitavano le mani verso di me.

-Spiegami...- sibilai.

-Io veramente non ne so niente.-

Molly avanzò velocemente fino a raggiungermi. Mi stritolò allegramente, spiegazzando il mio abito. -Tesoro! Sono contenta di questo tuo successo. Non potevamo non venire. In fondo ti considero una...figlia,ormai.-

Finsi di non sentire ed annuì sciogliendo l'abbraccio, sarebbe stata una lunga mattinata.



_______________________


Ecco come promesso a fandracofiction, la seconda parte del capitolo Cenone.


Fandracofiction: scusami x lo scorso ritardo, troppi impegni scolastici!!Sono stra-felice di sapere che stai leggendo Hestia Jones, aspetto una tua recensione...Ho deciso che alternerò prima persona e terza, x raccontare meglio gli eventi di qst ff...Un bacione grande, Dully



Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo XVI - Inevitabile ***


 

Il VERDE E IL ROSSO.


Capitolo XXVI


Inevitabile





Il cappello nero le copriva la fronte spaziosa e i capelli scuri le incorniciavano il viso da porcellana.

La toga blu le nascondeva quelle forme un po' spigolose che Ron aveva imparato ad amare, ogni notte. Poteva intravedere le gambe affusolate e chiare coperte da un vestito grigio, la gola si seccò immediatamente. Ignorò la strana occhiata che George gli fece.

-Maniaco!- sghignazzò Fred che era seduto accanto a lui.

Ronald divenne rosso e distolse lo sguardo dalla parte inferiore del suo corpo, concentrandosi nell'osservare Pansy alzarsi, facendo frusciare la stola blu della toga. Aveva finito di parlare di altri fotografi e di mostrare alla commissione d'esame i suoi elaborati, che la sera prima aveva avuto il privilegio di guardare. Era rimasto incantato da una foto di Victoire, sembrava un angelo sceso in terra, con una margherita fra i capelli biondi, seduta nel giardino della Tana.

Si alzarono tutti, tranne uno che stava diligentemente segnando su un foglio, che aveva l'aria di essere un documento importante.

-Signorina Violet Mead, ci congratuliamo con lei, per la sua bravura e le auguriamo ogni successo possibile.- disse uno di loro, Pansy strinse le mani a tutti e velocemente raccolse la sua roba. Gabriel che era stato esaminato prima, la raggiunse e insieme, raggianti e felici raggiunsero il fondo della sala, dove vi erano gli ospiti.

Ron incontrò gli occhi di lei, lucidi per l'emozione. Scattò in piedi e la strinse a sé. Sentì il suo piccolo corpo scontrarsi con il suo, le sue braccia avvolgerlo con fermezza, il suo respiro caldo sulla suo collo e una solitaria lacrima che passò in mezzo alle loro guancie.

-Loro, sono fieri di te.- mormorò il ragazzo. Pansy si scostò lentamente per fissarlo in volto.

-Grazie, Ron. Senza di te...Io...- avvicinarono le loro labbra e le unirono in un breve e romantico bacio, che intenerì chiunque nell'immensa sala.



La signora Weasley si stupì della capacità della ragazza di cucinare alla Babbana. In cucina vi erano moltissimi aggeggi elettronici di cui lei, aveva quasi paura.

Pansy sembrava a suo agio, mentre chiaccherava con Percy di politica estera.

-Non credo che chiudere le porte con il Belgio sia una buona idea. Tanti anni fa, durante le vacanze estive del mio terzo anno, siamo stati ospiti del Conte Ferguson, un lontanissimo parente dalla parte di mia madre. Se vuoi posso contattarlo.- propose a un Percy stupito.

-Oh, ma...certo. In fondo, voi Parkinson siete imparentati con mezza Europa.- aggiunse il ragazzo. Solo Molly notò l'espressione terrea della ragazza. Era pallida e le sue dita scattavano con nervosismo. Era allo stremo. Come se qualcosa le rodesse da dentro.

Cominciò a capire che qualcosa non andava, al solo udire del suo cognome era cambiata. Mandò con una scusa i figli nel salotto e con un sorriso incerto si avvicinò alla giovane. Lei stava in piedi, gli occhi velati di tristezza.

-Cara, c'é qualcosa che non va?- le domandò.

Pansy scosse la testa.-No, non si preoccupi.- rispose la ragazza che riprese a sistemare i vari piatti puliti con la magia, dopo l'improvvisato pranzo nell'appartamento.

-Pansy. Sappi che puoi confidarti con me o gli altri Weasley quando vuoi. So che...sei cresciuta in un contesto diverso da questo. Vorrei solo...che tu ti sentissi a tuo agio, con noi.-

La giovane si voltò e la fissò intensamente. Ringraziò e rimise i piatti a posto.

Solo quando se ne andarono ed accettò le scuse dei gemelli per lo scherzo subito, Pansy si permise di piangere.

Piangeva per tutto.

Per sé e suo fratello. Per Ronald, per la morte dei genitori, per quel vuoto che aveva sentito quando aveva ricevuto la laurea. Soffiò il naso in un fazzoletto di lino. Sapeva che comunque, i suoi genitori non avrebbero mai approvato una cosa del genere. Un diploma Babbano. Una figlia Purosangue che si era innamorata del traditore del suo sangue. Strana la vita, solo grazie alla morte dei genitori si era buttata via quella maschera di indifferenza e gelido interessamento, per diventare Pansy. Quella Pansy che si commuove vedendo i film o le foto di qualche grande artista. Quella che adora i bambini. Quella che nel suo cuore, segretamente custodisce, il sogno di sposarsi e farsi una famiglia. Dare a loro, tutto ciò che lei non aveva nemmeno desiderato. Impegnarsi per soddisfarli sempre e comunque.

Asciugò le lacrime e con un gesto di stizza tirò via le scarpe col tacco e si buttò sul letto, dove Ronald l'aspettava seduto mentre litigava con la cravatta.

-Aspetta dammi qua, faccio io.-disse e si sporse per sciogliere il complesso nodo alla Babbana.

Ron si accorse subito del rossore delle sue guance e delle piccole lacrime che stavano già scomparendo.

-Hai pianto.- affermò il ragazzo toccandole uno zigomo.

Pansy sbuffò e tentò di mantenere la calma. -In realtà, no. E' stata una giornata...emozionante.- ammise. Lui annuì e l'avvicinò a sé, obbligandola a sedersi sulle sue ginocchia.

-Non mi sono ancora scusato, per i miei. Avevo solo accennato alla tua laurea.- disse sorridendole imbarazzante. Pansy si chinò su di lui e prese le sue mani, intrecciando le dita.

-Devo dirti una cosa importante.- il ragazzo deglutì e smise quasi di respirare. I suoi dubbi e pensieri negativi affiorarono nella sua mente incutendogli quasi paura. Rimase in silenzio e strinse le sue mani. Lei interpretò quel segno, come un timido cenno ad andare avanti.

-Vorrei che tu venissi con me, in Russia. Credo che il resto della mia famiglia, seppur alla lontana, gradirebbe conoscerti.- disse lei, sorridendogli appena.

Ron si protese verso di lei.-Sei sicura...non é che...-

-No, non ti cruceranno a vista. Hanno smesso anni fa di odiare i traditori e babbanofili. Il fatto che tu sia un Purosangue, non importa di quale posizione politica, gioca a tuo favore. E poi...pensavo che fosse giusto così...-

-Giusto così?- chiese il ragazzo perplesso. Pansy si alzò da quella posizione comoda e si sedette accanto a lui, il viso corrucciato.

-Sai, pensavo che tu...avessi qualche...idea seria. Se no, perché mi avresti presentato ai tuoi?-

Il rosso prima arrossì, poi divenne verde ed infine blu.

-C' é stato...-si fermò, dire anche solo una parola sbagliata equivaleva a farla arrabbiare. -No, certo cara, hai ragione.- disse frettolosamente. -Sono ...contento di conoscere altri Parkinson.- esclamò, infine rendendosi conto di non aver assolutamente voglia di sposarsi o incontrare altri ex maghi Oscuri.


O-O-O-O-O

Scusatemi per il ritardo, causa Esame imminente, non ho più tempo.

Sn molto arrabbiata e dispiaciuta, nn vedo l'ora che la tortura finisca!!


Circe: Eccomi!No, nn ti preoccupare, capita a tutti!Qui Ron si é infilato in un grosso guaio (ho rubato qst situazione da mio cugino e sua moglie...a furia di presentarla a tt noi, lei credeva che la volesse sposare o altro...U-U) e Pansy ha qualcosa in mente e continua a nascondere l'esistenza di Helbert a tutti gli altri...Di sicuro ci vuole molto amore e forza per stare insieme quando le differenze sn molte e così radicate.


Fandracofiction: Ehi, che c...o usare il pc della scuola!! Cmq, spero che la tua opinione sui gemelli cambi, in qst ff. Aspetto, quando avrai tempo, la tua recensione sull'altra mia ff. Un Bacione!


Lilyblack: Sn onoratissima di sapere che ti piace questa ff. Il mio unico compito in questa storia era solo di raccontare due ragazzi diversi che si innamorano, senza troppe “Scene”. Ron é un personaggio straordinario, buffo, allegro, fifone e stupido, per la maggior parte del tempo, ma ha i suoi momenti di gloria, cn il suo coraggio, la solidarietà e l'amore che sa dare senza rendersene conto. Pansy, é diversa. Rigida, controllata, fredda, a tratti scostante. In fondo, però, é dolce e cn tanta voglia di dare affetto anche agli altri. Pronta al sacrificio, se necessario. Li trovo stupendi nella loro diversità.E poi, i lati comici, la rendono più simpatica da leggere. (-lacrime e + sorrisi!) Grazie mille x la recensione, alla prossima

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=456540