Il villaggio del tempo

di Scarlett Sakura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lettera ***
Capitolo 2: *** Mitsuki ***
Capitolo 3: *** La verità ***



Capitolo 1
*** La lettera ***


Kikan no mura - Il villaggio del tempo

 

 

 

 

Era una afosa giornata estiva, il sole con i suoi caldi raggi cuoceva tutto ciò che riusciva a toccare. In una stradina di campagna, nel bel mezzo di un fitto mare d’erba, vi era una strana figura. Una ragazza, con in testa un capello di paglia, passeggiava sulla sua bicicletta da cui proveniva il suono di un piccolo campanello. Portava sulle spalle una zaino verde ed attaccata sulla bici vi era una valigia. Era vestita in modo semplice: maglietta a giro manica e pantaloncini di jeans. Ai piedi dei sandali immacolati. La sua pelle aveva il colore tipico dei giapponesi mentre i suoi occhi erano castano scuro. Una folata di vento fece ondeggia il mare di erba, permettendo di scorgere i capelli della sconosciuta. Avevano lo stesso colore degli occhi ed erano corti, non arrivavano neanche a toccare le spalle. Attaccato al suo collo vi era un amuleto d colore rosso. Continuava a pedalare incurante della calura e di tutto ciò che la circondava. Dopo aver attraversato un una stradina alberata la bici si immise in un villaggio. Non appena ebbe varcato quel suolo gli occhi della sconosciuta si strinsero impercettibilmente restando tuttavia impassibile. Dopo aver svoltato alcuni vicoli giunse dinanzi a una casetta in stile nipponico. Senza attendere alcun permesso poggiò la bici al muro e raccogliendo la sua valigia entrò in casa. Si tolse i sandali, scaricò i bagagli per terra e aprì tutte le porte della casa per far passare aria, dopodiché si rimise le scarpe, prese un marsupio ed uscì nuovamente. Camminò un po’ per il villaggio senza alcuna meta precisa, ma scrutando attentamente tutto l’ambiente circostante come se stesse cercando qualcosa o qualcuno. Un piccione di colore bianco si arrestò sulla sua spalla destra, come se gli avesse comunicato qualcosa, essa rispose << Lo so. >>

Dopo una mezz’ora si fermò per comprare un ghiacciolo e, sedendosi su una panchina, iniziò a mangiarlo.

<< Ehi, tu. >> Continuò a parlare senza scomporsi o smettere di mangiare. << Hai intenzione di restare nascosto lì ancora a lungo? >> Dopo qualche secondo una figura uscì da un cespuglio. Si trattava di un ragazzo della sua stessa età. Aveva occhi e capelli castano scuro, portava gli occhiali dalla montatura nera. Indossava una camicia bianca e pantaloni blu, ma ciò attirava l’attenzione era il suo sguardo. Era goffo e impacciato e sembrava essere stato preso con le mani nel sacco. Il suo aspetto era decisamente comune e per niente interessante.

<< Scusami… io… io non… cioè >> Il ragazzino si sentiva a disagio di fronte a tanta calma, una persona normale lo avrebbe tartassato di domande e accuse. Tentennare non lo avrebbe aiutato, il giovane lo sapeva. Riprese coraggio e ricominciò a parlare. << Scusami per averti spiata. E’ la prima volta, dopo molto tempo, che una sconosciuta mette piede nel nostro paesino. Il mio nome è Murakami Shigehito, il tuo invece? >>

Dopo un silenzio che parve infinito la ragazza rispose. << Mi chiamo Kawazoe Izumi. Piacere. >>

<< Pi… piacere mio. >> Shigehito la osservo ancora per qualche minuto, poi, senza aspettare alcun invito, si andò a sedere vicino a lei. << Non sei molto loquace, sei timida? >>

<< Ti sembro timida? >> La ragazza  stava leccando le ultime gocce di quello che una volta era un ghiacciolo.

L’altro si portò una mano dietro la nuca e sorrise. << No, decisamente no. Se te lo posso chiedere, perché sei venuta qui? Non è certo un bel posto dove trascorrere le vacanze. >>

Izumi si alzò gettando la stecca del gelato. << Mi hanno affidato un lavoro, e forse tu mi puoi aiutare. >>

<< Un lavoro? In piena estate? Di che si tratta? >>

<< Devo esorcizzare qualcuno. >> Si misero a camminare.

<< Eh?! >> Si fermò di botto. << Vuol dire che tu sei un’esorcista? Incredibile non ne ho mai vista una. Chi è la persona che devi esorcizzare, Kawazoe-san? >>

<< Izumi è più che sufficiente. >> Parlò senza voltarsi.

<< Dimmi Izumi, chi è la persona che devi aiutare? Non me lo puoi dire? >>

<< Il problema è che non lo so. >> La faccenda era seria eppure sembrava che lei stesse parlando del tempo.

<< Quindi devi trovarlo, e come pensi di fare? >> Shige era sempre più curioso di scoprire qualcosa riguardante quella misteriosa ragazza.

<< Seguirò il mio istinto e le pulsioni negative di questo posto. >>

<< Scusa se te lo dico, ma sei sicura che sia proprio qui? Questo villaggio è sempre stato abbastanza tranquillo, salvo piccoli incidenti, dove pensi di trovare qualcosa? >>

<< Proprio qui. >> Si erano fermati davanti ad una villetta in stile occidentale che sembrava disabitata da tempo.

<< Non credo sia una buona idea. >> Il ragazzo deglutì come spaventato all’idea di entrare.

<< Perché no? >>  Senza aspettare oltre, aprì il cancello e varcò la soglia.

<< Perché qui abita una pazza. Non so quanto tempo fa si sia trasferita ma dopo appena tre giorni ha smesso di uscire di casa. Tutti le stanno alla larga, pare abbia combinato qualcosa di grosso ma non so bene cosa. >>

<< Buono a sapersi. >> Izumi girò la maniglia in ottone e la porta si aprì poco a poco emettendo un suono sinistro. La casa era evidentemente vuota eppure so sentiva il rumore di stoviglie come se qualcuno stesse trafficando in cucina. Ad un certo punto questo rumore cessò per lasciare posto a delle risate di bambini.

<< Andiamocene via. >> Shige era rimasto nascosto dietro la sua schiena. << Non è una buona idea entrare in casa d’altri senza permesso. >>

<< Nessuno ti ha chiesto di venire, tanto per cominciare. >> Le risate si spensero e da allora fu tutto silenzio.

<< Infatti mi sto chiedendo perché sono ancora qui. >> Passarono per il piccolo corridoio ma non videro niente di insolito. Izumi camminava davanti e Shige era costantemente appollaiato alle sue spalle. Arrivarono davanti una rampa di scale bianche e salirono. Erano sgangherate ed emettevano un suono agghiacciante.

<< Torniamo indietro. >>

<< Fallo tu se vuoi, io ho un lavoro da svolgere. >> Arrivarono sino in cima, trovandosi davanti un altro corridoio.

<< Aaahhh! >> Un urlò terrificante proveniente da un punto imprecisato del piano li fece fermare.

<< Che succede? >> Il giocane, completamene terrorizzato, cominciò a pregare tutti i santi per uscire vivo da lì. Improvvisamente una strana aura scura iniziò a prendere vita sino ad assumere l’aspetto di un lupo, completamente nero, fatto di energia.

<< Stai indietro. >> La giovane si preparò alla battaglia che l’attendeva.

<< Puoi scommetterci. >> Il povero ragazzo, dal canto suo, era terrorizzato.

<< Non ho tempo da perdere, io. >> Senza attendere oltre, unì il pollice, l’indice e il mignolo di entrambe le mani, piegando le dita restanti. Anche il suo corpo fu attorniato da una strana energia ma di colore rosa. Si formò un cerchio ai suoi piedi e l’aria si fece carica di elettricità. << Con il potere conferitomi dal cielo e dalla terra, io ti sigillo. Fino al giorno in cui non arriverà qualcuno disposto a liberarti, resterai prigioniero del mio potere. >> Con l’indice e il medio della mano destra formò una croce davanti a se, dopodiché la spinse in avanti colpendola con il palmo aperto dell’altra mano. Il lupo ululò in maniera agghiacciante prima di scomparire ed essere sigillato del tutto. L’atmosfera tornò normale.

Dopo un tempo che sembrava interminabile Shigehito si rialzò da terra. << Incredibile, hai sigillato un vero spirito. Non mi crederà nessuno quando lo racconterò in giro. >>

<< Ti sbagli. >>

<< Eh? >>

<< Quello che io ho esorcizzato era solo un pesce piccolo. La vera guerra comincia ora. >> Izumi aveva uno sguardo grave e poco rassicurante. Si mosse aprendo una porta alla sua destra e quello che vide li raggelò. In quella che una volta era stata la camera di una ragazza, ora restava solo muffa e sporco. Davanti a loro, appoggiato ad un letto vi era un cadavere decomposto. aveva i capelli lunghi e un logoro vestito di colore rosa. Era appoggiata al letto con la schiena e le mani era abbandonate in grembo in una posa di sconfitta, ma ciò che colpì entrambi fu il suo viso: aveva la bocca spalancata da puro terrore e, anche se non erano più visibili, gli occhi fuori dalle orbite.

<< Oh mio Dio! Dobbiamo chiamare la polizia. >> Il ragazzo si affrettò alla ricerca di un telefono ma l’altra lo fermò.

<< Lascia perdere, a che scopo farlo? >> Il poveretto la guardava basito come se avesse detto chissà quale abominio. << Nessuno si è mai degnato di denunciare la sua scomparsa, così come nessuno è mai venuto a cercarla. Sarebbe inutile creare tanto chiasso, ormai è morta. >>

<< Morta? >> Sembrava essersi calmato rispetto a prima.

<< Si a giudicare dallo stato del suo corpo è una lei. Non so come sia morta ma ho qualche sospetto. Allora deve essere lei che mi ha mandato la lettera. >>

<< Lettera? >> Adesso davvero non ci capiva più niente. (E finiscila di fare il pappagallo!)

<< Una settimana fa mi è arrivata una lettera con mittente e destinatario sconosciuto. Me la sono ritrovata nella posta senza sapere come e quando sia finita lì. Ora ascoltami, se vuoi essere messo a conoscenza della faccenda per me va bene. Ma sappi che puoi rimetterci la vita e io non intendo assumermi la responsabilità della tua morte, se sei cosciente di questo allora accetto il tuo aiuto. >> Shigehito restò in silenzio per qualche secondo prima di parlare con sguardo accesso di determinazione.

<< Io so perfettamente che non è un gioco e che posso morire da un momento all’altro. Nella mia vita non sono mai riuscito a fare qualcosa di utile o migliore di qualcun altro, e sono stanco di questo. Voglio essere utile, voglio che venga riconosciuto il mio valore. Poco importa se nessuno crederà a tutta questa storia, almeno avrò lottato per la prima volta in vita mia. >> Senza più alcun indugio, Izumi gli passò la lettera che lui aprì e la guardò stranito. << L’inchiostro rosso è vecchissimo e sbiadito, come la pagina del resto. >>

<< Non è inchiostro. >> A un cenno interrogativo dell’altro proseguì. << E’ sangue. >> Aggiunse lapidaria.

<< Cosa?! >> Dopo aver rivolto un ultimo sguardo disgustato all’oggetto iniziò a leggere:

 

Io non so chi tu sia o cosa tu avrai a che fare con la faccenda, so solo che sarai l’unica persona in grado di aiutarci. So che ti stai domandando per quale motivo parlo al futuro, anziché al presente, ma quando questo pezzo di carta ti sarà consegnato certamente io non ci sarò più. Mi sarà quindi impossibile aiutarti in qualunque modo, non potrò lasciarti informazioni perché queste saranno di certo cancellate a seguito dell’anno che trascorrerà prima che la lettera ti venga consegnata sotto mio ordine. Posso però lasciarti un indizio, o degli indizi, che tu avrai il compito di trovare. Va sulla collina che affaccia sul villaggio, da lì che per me è cominciato tutto, la fine. Io ho paura, non potrò scappare e non saprò il destino che mi attende. Chiunque tu sarai io veglierò su di te affinché venga rotta questa catena di morte, perdonami se potrai, un giorno. Buona fortuna e ricorda, non abbandonare… troppe persone lo hanno fatto. Addio.

 

<< Ma che significa? Come è possibile che una persona scriva al futuro? Cos’è, una veggente? >> << E’ il motivo per il quale sono venuta qui, ma non è la sola cosa che non quadra. >>

<< Cioè? >> Il ragazzo era parecchio confuso, adesso.

<< Te lo spiegherò strada facendo, ma prima devo liberare questa casa. E’ pericoloso lasciarla così. >> Aprì il suo marsupio e tirò fuori dei talismani simili agli ofuda ma con kanji differenti. Piazzò uno dei pezzi di carta in ogni stanza della casa, da ognuna di esse sentiva provenire una distinta presenza maligna. << Usciamo, è meglio. >> Rifecero il percorso all’indietro e si ritrovarono fuori la villa, l’una con un piano in mente, l’latro senza sapere cosa volesse fare.

<< Cosa vuoi fare? >> Senza degnarsi di rispondergli, Izumi unì le dita delle mani a mo di preghiera lasciando in alto solo gli anulari. << Con il potere conferitomi dalla terra, io metto fine alla serie di malefici che hanno colpito questa casa. Queste pareti e tutto ciò che è contenuto al loro interno, vengano liberati da questo orrore. >> L’aura rosa era tornata ad avvolgerla e con lei tutta la casa. Sotto di essa si era formato un cerchio che sembrava una barriera da cui uscì un’aura di colore nero che si scontro con l’altra. Si generarono alcune scosse elettriche e delle presenze inquietanti fecero la loro apparizione, combatterono per alcuni minuti ma alla fine il potere della ragazza ebbe la meglio. Lo scudo si ruppe in tanti frammenti che sparino alla vista e la casa riprese il suo antico aspetto pacifico.

<< Non finirai mai di stupirmi. >> Shigehito non era del tutto certo di cosa fosse accaduto ma una cosa la sapeva, quella ragazza era un fenomeno. Il suo sguardo venne poi attratto da una punto bianco che si avvicinava e che risultò essere il piccione di prima, sparito in precedenza non si sa quando.

<< Molto bene. >> La giovane rispose al tubare dell’animale.

<< E lui chi è? >>

<< Lei si chiama Chiharu ed è la mia assistente. >> Puntualizzò la ragazza.

<< Hai un piccione per assistente, davvero forte questa. >> Si sistemò gli occhiali per poterla guardare meglio. << Prima ho visto che le hai risposto, cosa ti ha detto? >>

<< Dove posso trovare un posto per osservare al meglio il villaggio, guarda caso è proprio la famosa collina di cui parlava la ragazza nella sua lettera. >> Passarono alcuni minuti a camminare in silenzio quando Izumi, impassibile come al solito, gli chiese una cosa. << Come si chiamava la ragazza che abitava in quella casa? Non ho visto alcuna targhetta fuori alla villa. >>

Il ragazzo parve pensarci un po’ su. << Onestamente non lo so. Possiamo provare a chiedere in giro. >> Detto, fatto. Si fermò per chiedere informazioni ad alcuni conoscenti ma nessuno seppe rispondergli. Altri lo ignorarono bellamente come se la faccenda non li riguardasse. Sembrava quasi che nessuno sapesse della sua esistenza. << Come è possibile che nessuno sappia come si chiamava quella ragazza? Cos’è? Un fantasma, forse? >>

<< Potrebbe anche essere. >>

<< Che? >> Era veramente strana, lui non riusciva mai a capire quando scherzasse o quando parlava sul serio. Giunsero quasi fuori al villaggio, salendo una rampa di scale fatta di pietra si inoltrarono in quello che sembrava un cimitero.

<< Ma guarda, abbiamo visite. >> Davanti a un tempio, c’era un vecchio bonzo completamente pelato e con un kimono grigio scuro addosso. Su di esso portava una collana di perle ed aveva un bastone di legno per sorreggersi. Era alto, si e no, 130 cm ed aveva alcuni denti mancanti oltre che una barba pendente. << E‘ raro che qualcuno venga qui. >> Shige si fece avanti per fare le presentazioni.

<< Buongiorno, Kazunari-san. Lei è una nuova arrivata, Kawazoe Izumi. Lui invece abita in questo tempio ed è il bonzo del paese, Fujiwara Kazunari. >>

Il vecchio assottigliò lo sguardo << Finalmente sei arrivata, sei stata tu a liberare la villa, non è così? >> Anche Izumi assottigliò il suo sguardo.

<< Come fa a saperlo? Mi stava aspettando? >> Il vecchio fece un segno di diniego con la testa.

<< Non io, lei. >> Lo stupore che la prese durò solo un attimo.

<< Parla della ragazza della villa. >> Nessuna domanda, era un’affermazione.

<< Seguitemi. >> Il bonzo fece strada per il cimitero e li condusse accanto ad una lapide, su di essa vi era inciso un nome.

<< “Fujiwara Mitsuki.” >> Lesse Murakami ad alta voce. << Fujiwara? >> Si voltò ad osservare l’uomo che aveva un espressione spenta e triste.

<< Era mia nipote, la ragazza che ti ha scritto quella lettera. >> Disse rivolto a Izumi.

<< E’ stato lei a spedirmela? >>

<< No. >>

<< Sa dirci qualcosa riguardo questa storia? >>

<< Non più di quanto voi già non sappiate, ma vi darò tutto il mio aiuto. >>

<< Capisco. >> La ragazza si allontanò sino a giungere alla parete ove si poteva ammirare il villaggio.

<< Che cosa vuoi fare? >> Shigehito cominciava ad essere preoccupato.

<< Questo. >> Unendo i pollici a gli indici di entrambe le mani tracciò due linee in verticale e due linee in orizzontale, che si unirono sino a formare un rettangolo. << Con il potere conferitomi dal cielo, io chiedo di vedere. Mostrami ciò che è, e non ciò che appare. >> La forma geometrica assunse uno strano colore rosso, come se stessero vedendo ai raggi x, dando un’inquietante visione del villaggio.

<< Non è possibile. >> Disse Izumi calma come suo solito.

<< Era come temevo. >> Ribatté l’uomo.

<< Che succede? >> Chiese invece Shige.

<< Ora capisco perché nessuno era in grado di darmi informazioni sulla sua collocazione. >>

<< Insomma Izumi, spiegati. >> Il ragazzo cominciava ad avere paura.

<< Questo villaggio non esiste. >> Aggiunse lapidaria.

<< Come? >> Un sussurro fu l’unica riposta che ricevette.

 

 

Continua…

 

 

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Una fiction senza pretese, ho avuto l’ispirazione e l’ho buttata giù. I capitoli saranno pochissimi penso di finirla in tre massimo quattro, non di più. Non mi aspetto di aver creato chissà cosa, anzi, ma spero lo stesso che sia accettabile. Per quello che riguarda i rituali, avrei voluto usare preghiere giapponesi ma ne conosco solo una e volevo riservarla per il finale :-P. Spero di aver tradotto bene il significato del titolo (in caso contrario non fatevi scrupoli a farmelo notare). Perdonate tutti gli strafalcioni che ci saranno e vi auguro buona lettura. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando.

 

 

Saluti da Kahoko la folle. ^^

 

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Capitolo 2
*** Mitsuki ***


Kikan no mura - Il villaggio del tempo

 

 

 

<< Hai capito benissimo. >> Continuò implacabile la ragazza. << Il motivo per il quale mi era impossibile trovare questo posto, è perché il villaggio è bloccato nel tempo. Cioè, non esiste. >> Rimarcò attentamente queste parole.

<< Cosa vuol dire “è bloccato nel tempo?” E poi, come sarebbe “non esiste?” Mi stai prendendo in giro? Dici cose senza senso! >> Shigehito era spaventato a morte, anche lui faceva parte del villaggio e, qualunque cosa fosse successa, lo riguardava direttamente. Non voleva scoprire la verità, non voleva sapere che forse era morto senza saperlo, non voleva scomparire! Aveva un vero terrore di non essere più al mondo, ma voleva comunque sapere… doveva sapere. << Spiegami tutto e con più calma. >> Spostò le mani dalla sua testa assumendo un aspetto più composto.

<< Io sono calma abbastanza, sei tu che ti sei fatto prendere la mano. Non ho emesso alcuna sentenza, ho solo detto ciò che vedo. >> Le sue parole, per quanto indifferenti, erano giuste e il ragazzo non ribatté in alcun modo. Kazunari decise che era ora di prendere la parola.

<< Capisco perfettamente quelle che sono le tue paure, la faccenda riguarda anche me. Ma, se vogliamo capirci qualcosa, dobbiamo restare vigili. Ti prego Izumi, spiegagli tutto per bene. >>

Restò in silenzio ancora qualche minuto, poi si decise a parlare. << Prima, con il rito al quale hai assistito, ho creato uno schermo spirituale. >>

<< Cos’è, uno schermo spirituale? >>

<< Uno specie di schermo a raggi x. >>

<< Un cosa? >> L’altra sbuffò.

<< Diciamo che è come un paio di occhiali per un cieco. >> Vedendo che non la interrompeva più proseguì. << Attraverso di esso, ho constatato che ciò al quale stiamo assistendo è solo un miraggio. >>

<< Come sarebbe a dire? Tu mi vedi bene, come posso essere un miraggio? >>

<< Una presenza demoniaca sconosciuta ha preso possesso di questo posto alcuni anni fa, da allora lo scorrere del tempo è diventato stabile e immutabile. >>

Il ragazzo deglutì a vuoto. << Esattamente, cosa significa? >>

<< Che l’intero villaggio è condannato a rivivere gli stessi momenti, fino a quando la presenza maligna non deciderà di disfarsene. E’ come se tutti fossero delle marionette, il tempo non passerà mai. >> Cadde il silenzio, che venne poi rotto dal vecchio Fujiwara.

<< A quanto corrisponde il tempo di ripetizione? >> Izumi assottiglio gli occhi.

<< Non ne sono sicura, ma credo un anno. Esattamente all’inizio dell’anno nuovo ricomincia la storia. Shigehito? >>

<< Mh? Cosa c’è? >>

<< In che anno siamo? >>

<< Che domande sono? Siamo nel 5 Agosto del 1989. >>

<< Come temevo, la situazione va avanti da molto tempo. >>

L’anziano bonzo pose una domanda da un milione di dollari. << In che anno siamo, ragazza? >> Nell’atmosfera aleggiava una strana tensione e, i due abitanti del posto, temevano la sua risposta.

<< Siamo nel 5 agosto… >> Murakami emise un sospirò di sollievo che si mozzò non appena ebbe udito il seguito. << del 1999. >>

<< EH?! >> Lo sfortunato giovane lanciò un urlo da stadio per la sorpresa mista a paura. << Aspetta un momento… ho bisogno di rimettere a posto la mia povera testa. >> Si prese la testa tra le mani in una posa disperata. << Qualcuno mi spiega cosa dovrei fare adesso? Cosa ne sarà di me e della mia famiglia? >>

<< Non temere, sono qui per questo. >>

<< Grazie, Izumi. >> Quelle parole, anche se solo per un po’, lo consolarono. Tutto all’improvviso di fece silenzio. E fu proprio grazie a questo che riuscirono a udire il lieve rumore di passi, qualcuno stava salendo le scale, ma i suoni erano troppo leggeri per essere umani. Tutti e tre erano in attesa dell’inaspettato visitatore, si era alzato il vento ed il cielo era ricoperto di oscure nuvole cariche di pioggia e di sventura.

<< Salve, finalmente sei arrivata. >> Una figura incappucciata era apparsa in cima alla scalinata, indossava un mantello nero ed era impossibile distinguere il suo volto. << Hai scoperto il nostro segreto, come aveva fatto quella sciocca. >> Una piccola risata uscì dalle sue labbra, sembrava di donna. << Ora sarò costretto a ucciderti. >>

<< Se ci riesci. >> Izumi tirò fuori due talismani con il chiaro intento di combattere.

<< L’altra ci ha provato, ma si è arresa. Tu, che farai? >>

<< Ovvio, mi batterò. Io sono più forte di lei. >> Con un balzò, Zawazoe scaglio i due ofuda contro il nemico ma furono bloccati da una barriera. Ci furono istanti di lotta tra le loro energie, alla fine i pezzetti di carta furono distrutti. Solo l’impercettibile movimento delle sopracciglia dava adito a una reazione da parte dell’esorcista.

<< I miei complimenti, sei riuscita tenermi testa e non è una cosa da poco. >> Ci fu un’altra forte folata di vento. << Per il momento è tutto, vi lascio alle cure dei miei sottoposti. Se riuscirete a sopravvivere, allora, vi batterete con me. >> Così come era venuta, la strana persona, girò sui tacchi e se ne andò.

<< Ci… ci… ci ha visti! E adesso, che si fa? >> Domandò Shigehito al colmo della paura.

<< Un bel niente, aspettiamo. >> Il vecchio Kazunari la guardò con la coda dell’occhio.

<< E nel frattempo, cosa facciamo? >>

<< Nessuno di noi può stare da solo, ormai ci hanno visti e non siamo al sicuro. Verrete a stare tutti a casa mia. >>

<< In quel caso devo avvisare i miei genitori. >> Si alzò con l’intento di andare a casa sua ma lei lo fermò.

<< Non farlo. Come ti ho già detto sono tutti coinvolti quindi non puoi rivolgerti a loro. >>

<< Capisco. >> Rispose mesto il ragazzo. Per la prima volta da quando si erano conosciuti, Izumi accennò un lieve sorriso.

<< Non preoccuparti, quando tutta questa storia sarà finita potrai tornare a casa. >>

<< Si, grazie. >> Detto questo, i tre si diressero verso la casetta di Izumi. Tuttavia ne lei ne il sacerdote poterono fare a meno di guardarsi indietro con sguardo sospetto. L’abitazione era piuttosto piccola e in stile nipponico. Vi era una cucina sulla destra, la sala centrale che veniva usata anche come camera per la notte, adiacente a questa vi era una camera per gli ospiti e infine, sulla sinistra, il bagno. Arrivò il tramonto e con esso le prime stelle della sera, mentre fuori si poteva ammirare un magnifico scenario, i nostri eroi se ne stavano seduti a banchettare.

<< Questo sushi è davvero delizioso. Si vede che il vostro è un paese di pescatori. >> La ragazza era stranamente loquace quella sera. << Lei che ne pensa? >>

<< Sono d’accordo. >> Anche Kazunari si stava godendo il pasto, l’unica eccezione era Shigehito. << Che cos’hai, ragazzo? >>

<< Niente, e solo che… non riesco a credere di aver ripetuto per la bellezza di dieci anni sempre le stesse cose e per giunta senza mai accorgermene. Ho ancora lo stesso aspetto di allora, ci sono donne che pagherebbero per questo. >>

<< Pensa che tra poco tutto finirà. >> Voleva essere un incoraggiamento ma la sua frase risultò alquanto lapidaria. << Intendevo in senso positivo. Piuttosto… >> assaggiò un altro boccone di sushi. << Kazunari-san, mi dica, qual è la sua versione dei fatti? >> L’uomo smise di mangiare e iniziò a raccontare.

<< E’ successo tutto l’estate scorsa, mia nipote era venuta a trovarmi per trascorrere le vacanze qui. I rapporti tra me e mia figlia si erano bruscamente interrotti cinque anni fa, in seguito ad un brutto litigio mi cacciò da casa sua e da allora non l’ho più rivista. Mi trasferii nel mio paese natale e mi dedicai alla mia attività di monaco buddista. Non ricevetti più notizie fino alla primavera scorsa, quando mia figlia m’informò che stava per divorziare e che Mitsuki avrebbe trascorso l’estate con me. Quando arrivò era molto felice di rivedermi, mi disse che quei cinque anni erano stati un inferno perché suoi genitori non facevano che litigare. Ricordo che, il giorno dopo, venne a trovarmi e da quel momento iniziò ad essere strana. >>

<< Probabilmente anche lei aveva visto la stessa cosa che ho visto io. Essendo nipote di un sacerdote era inevitabile che avesse un qualche potere, solo che non ha mai saputo di averlo. >> Concluse la giovane.

<< Esattamente. Mia figlia aveva rinnegato il suo dono e non voleva che ne facessi parola e sua figlia, io rispettai il suo volere. Se avessi immaginato che quel potere avrebbe potuto salvarle la vita le avrei insegnato tutto quello che sapevo. In ogni caso, Mitsuki smise di uscire di casa fino a sparire del tutto. L’ultima volta che andai a trovarla ci parlammo a lungo, come se non ci dovessimo rivedere più, e così è stato. >>

<< Era spaventata? >>

<< No, anzi, era stranamente tranquilla. Devo dire che anche io, come lei e te, avevo intuito che qualcosa non andava, ogni volta che arrivava il nuovo anno sentivo di star vivendo gli stessi momenti ma ero convinto si trattasse di forze spiritiche annidate in questo posto e che quindi non ci avrebbero infastiditi. Che stupido sono stato. >>

<< Lei non ha potuto salvare sua nipote. >> Disse mentre appoggiava le bacchette sulla ciotola con fare educato.

<< Izumi! >> La redarguì il giovane.

<< Ma ora può aiutarci a fare giustizia ed evitare che qualcun altro finisca come lei. >>

<< Si, è vero. >> Dopo l’abbondante cena, nonostante fosse ancora presto (non erano neanche le 21.00), decisero di comune accordo di andare a dormire. Il giorno dopo si sarebbero dovuti alzare presto, Kawazoe aveva in mente una pista precisa da seguire. Inoltre i due ospiti avevano bisogno di recuperare alcune lo cose, come vestiti e oggetti da toilette. Fecero il bagno a turno, prima Izumi, poi Kazunari ed infine Shigehito. Pur essendo inizio serata non si sentiva volare una mosca. Si vedeva soltanto qualche piccola lucciola appoggiata a qualche foglia, nient’altro. Fu proprio questa presunta calma a scatenare la preoccupazione della ragazza. Senza dire una parola, si alzò dal futon ed apri le ante scorrevoli in stile orientale. Chiuse gli occhi per pochi istanti ma le bastarono per mettere a fuoco la situazione. Si diresse verso la camera adiacente e senza tanti preamboli sveglio i suoi inquilini.

<< Kazunari-san e Shigehito, svegliatevi. >>

<< Che succede? >> Chiese il giovane sbadigliando sonoramente.

<< Abbiamo problemi, vero? >> L’anziano bonzo si alzò immediatamente ed afferrò il suo bastone.

<< Proprio così. Infilatevi le scarpe ed usciamo di qui, alla svelta. >>

<< Cos… ma perché? E poi siamo in pigiama! Almeno voi siete presentabili. >> Murakami, si riferiva la fatto che Izumi indossava una larga maglietta bianca e pantaloncini celesti, mentre il bonzo una kimono bianco che portava sotto al suo solito vestiario. Lui, invece, aveva addosso solo una canottiera bianca e dei boxer bianchi a strisce blu chiaro. << Non posso uscire così. >> si lamento ulteriormente.

<< Allora resta qui e muori. >> Aggiunse glaciale la sua interlocutrice nel frattempo che recuperava il suo marsupio giallo.

<< Vengo subito! >> Detto, fatto. Cercando di non farsi notare sgattaiolarono fuori di casa, e fu allora che li videro. Tutti gli abitanti del villaggio stavano marciando verso la loro abitazione armati di forconi e fiaccole.

<< Ma che stanno facendo? Sono impazziti? >> Shigehito si teneva gli occhiali per essere sicuro di vedere ciò che effettivamente vedeva.

<< No, sono preda di una possessione. >> L’anziano uomo correva senza l’aiuto del suo bastone dimostrando di essere ancora in gamba nonostante la sua età. (Kaz = ehi! Io, ho solo 56 anni! – Kah = dici niente… O_O)

<< Izumi, non puoi fare qualcosa? >>

<< Sono troppi Shigehito, inoltre lo scopo del loro attacco è solo quello di allontanarci dalla nostra destinazione. >>

<< Che sarebbe? >>

<< La scuola media. >>

<< Perché andiamo lì? E poi come fai a sapere dove si trova? >> Lui era quello che faticava maggiormente a seguire i due, sia fisicamente che mentalmente.

<< L’ho vista oggi, durante il mio giro di perlustrazione. Il motivo per il quale andiamo la è perché credo che Mitsuki volesse trasferirsi qui. Probabilmente, la madre ha cercato di soffocare il suo potere con il risultato che l’ha fatta scappare, inoltre vi era la storia del divorzio. Lei non era felice in quella casa, ma con suo nonno si. >>

<< Perché, mia nipote, sarebbe dovuta andare alla scuola media? Era ancora estate inoltrata. >>

<< Questo è vero, ma se il suo desiderio era restare qui era ovvio che volesse conoscere la sua nuova scuola. Credo che abbiano usato con lei la stessa modalità d’attacco e che quindi si sia ritrovata sola e braccata. L’unico posto dove poteva trovare rifugio era la scuola. Sono sicura che troveremo qualche indizio e forse anche uno dei suoi carnefici. >>

<< Che intendi? >> Ora non correvano più, stavano camminando lentamente accanto al cancello scolastico. Tutti avevano partecipato alla “fiaccolata”, non vi era anima viva in giro.

<< Lo spirito demoniaco, chiunque esso sia, non ama sporcarsi le mani a meno che non sia necessario. E’ ovvio che abbia mandato qualcun altro a fare il lavoro sporco come ad esempio dei suoi coetanei. >>

<< Vuoi dire che nella lista potrei essere incluso anche io? >> Domando sconvolto il giovane indicandosi con l’indice.

<< No, tu no. Possiedi un qualche tipo di potere che non ho ancora identificato e quindi sei fuori dalla lista. Inoltre non sei sotto l’effetto della possessione. >>

<< E’ vero. >> Restò un po’ sovrappensiero con un dubbio in testa. << Ora che siamo qui, dove dobbiamo andare? >>

<< Prima nella sala dove sono conservati gli archivi e poi nella sala computer. >> Passarono attraverso un passaggio tra gli alberi che lo studente conosceva e si infiltrarono nella scuola. << Shigehito, dove si trova la nostra prima tappa? >>

<< Dunque… terzo piano, uno dei primi edifici sulla destra. >>

<< Bene, andiamo. >> Salirono le scale velocemente e durante questo tragitto Kazunari si ricordò di chiederle una cosa. << Senti Izumi, tu hai detto che hanno usato lo stesso sistema con mia nipote, dico bene? >>

<< Esatto, lo stesso modus operandi. Perché? >>

<< Quante probabilità ci sono che ci vengano a cercare qui? >>

<< Abbastanza. >>

<< Come temevo. >>

<< Izumi, tu scherzi vero? Come facciamo ad affrontare un intero paese posseduto? >>

<< Non temere, ci penso io a loro. >> Il vecchio non sembrava della stessa opinione.

<< Non è una buona idea. È necessario che qualcuno li tenga occupati per un po’ di tempo, e questo qualcuno sarò io. >>

<< Ne è sicuro, Kazunari-san? E’ pericoloso per lei! >> Disse preoccupato il ragazzo.

<< Sono vecchio ma non rimbambito, inoltre sono un sacerdote e so fare il mio lavoro. >>

<< D’accordo. >> Ripose la ragazza senza protestare affatto. Una volta arrivati di fronte alla stanza che cercavano, l’uomo si sedette a terra, a gambe incrociate, e congiungendo le mani iniziò una strana preghiera.

<< Forze degli spiriti, forze della natura, vi chiamo in mio soccorso, venite a me. Forze mistiche dell’aldilà, chiedo il vostro aiuto. Unitevi sotto un’unica ala e proteggete questo posto. >>

<< Che sta facendo? >>

<< Sta creando una barriera. Su entriamo. >> La stanza era immersa nel buio ed emanava un cattivo odore di chiuso mischiato a quello della polvere. Vi era un’enorme accatasta di scatoloni ricolmi di carte.

<< Perché siamo venuti proprio qui? E cosa dobbiamo cercare? >> Dopo aver passato la stanza al setaccio con lo sguardo, la ragazza rispose.

<< Perché la stanza degli archivi è l’unica in tutta la scuola ad essere costantemente trascurata e in stato di abbandono. Inoltre è pieno di documenti e ci sarà sicuramente qualcosa di utile. Senza contare che sento provenire una sottile scia d’energia qui. Buttiamo a terra tutti gli scatoloni. >>

<< Cosa? >>

<< Fai come ti ho detto. >> Presero i cartoni e li gettarono per terra e fuori alla porta, innalzando una quantità sproposita di polvere. Tossirono fortemente e dopo due minuti fu possibile vedere qualcosa in più della polvere grigia. << Bingo. >>

<< Mh? >> In un angolo, in fondo alla stanza, vi era una album. Era ingiallito dal tempo ma sembrava ancora in buone condizioni. Lo prese in mano e lesse le iniziali F.M. << Fujiwara Mitsuki. >>

<< Aprilo. >> L’altro annui e inizio a sfogliare le pagine. I disegni erano molto belli e con un tratto leggero e pulito, si trattava per lo più di paesaggi. Solo alcun ritraevano figure umane e su due fogli era ritratto Kazunari. << E’ sicuramente della nipote, ma non c’è niente che possa servirci. >>

<< Ci sono dei fogli capovolti. >> Noto Izumi con il suo sguardo acuto e impenetrabile. << Giriamoli. >> E così fecero. Ciò che videro non gli piacque per niente.

<< Ihih! >> Urlò il ragazzo spaventato. << E questo che significa? >>

<< Che abbiamo fatto centro. >>

 

 

Continua…

 

 

……………………………………………………………………………………………………….…………………………………………...

 

 

Come già sapevo non ha riscosso gran successo ma non mi dispero per questo. L’ho scritta di getto quindi non mi aspetto molto. Spero comunque che qualche anima pia decida di lasciare un baby commentino XD

 

nikoletta90 = Grazie per i complimenti e anche per aver letto e messo la storia tra i seguiti ^^ Non ho potuto aggiornare prima di oggi, mi spiace. Spero che adesso sia un po’ più chiaro, mi piace lasciare le cose a metà, serve per creare suspence. XD Grazie ancora. :-)

 

 

Saluti da Kahoko la folle. ^^

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Capitolo 3
*** La verità ***


Kikan no mura - Il villaggio del tempo

 

 

 

 

<< Come sarebbe “Abbiamo fatto centro?” >>

<< Quello che ho detto. >> La ragazza osservò ancora per un attimo i disegni. << Ora so che cosa dobbiamo fare. >> Si alzò ed uscì dall’aula in tutta fretta.

<< Allora? >> Il monaco era ancora seduto per terra, in atto di preghiera, per fermare i folli che, da fuori, cercavano di entrare nell’edificio.

<< Ho la soluzione del problema, ma per risolverlo dobbiamo andarcene da qui. >>

<< D’accordo. >> Dopo aver pronunciato le ultime frasi del suo rito ed essersi alzato in piedi iniziarono a correre.

<< Aspettate un attimo! >> Shigehito li seguì immediatamente. << Mi volete spigare cos’altro succede? >>

<< Sai dove si trova il centro del bosco? >> Chiese, invece di rispondere.

<< Si, ma cosa c’entra? >>

<< A dopo le spiegazioni. Portaci lì. >> Fu il lapidario  e veloce commento dell’amica. L’altro non capiva cosa volesse combinare ma decise di fare come gli era stato chiesto. Fortunatamente, grazie all’uscita secondaria, riuscirono a sfuggire alla popolazione e, tramite una scorciatoia, a raggiungere la loro meta. Era buio e quindi difficilmente si vedeva qualcosa, per questo quando qualcosa fece inciampare il ragazzo non si preoccupò più di tanto.

<< Maledette radici. >> Allungò una mano per liberarsi il piede, ma ciò che toccò non fu una pianta, bensì una mano scheletrica. << Ihihih! Che diavolo è? >>

Izumi, lanciò alcuni dei suoi talismani che andarono ad attaccarsi agli alberi del bosco. Fece racchiudere l’indice della mano destra, nelle dita della mano sinistra, alzando contemporaneamente l’altro indice. << Con il potere degli spiriti della natura, io ti sciolgo e ti sigillo. >> La mano, dapprima si fermò, poi si ritirò così come era venuta.

<< C’è mancato un pelo. >> Sospirò il povero quattordicenne sollevato. << Allora, adesso vuoi spiegarmi perché siamo qui? >> Le domandò alzandosi da terra.

<< Deve essere per qualcosa che hai trovato nei disegni di mia nipote, non è così? >>

Invece di rispondere, si sedette su una piccola roccia e appoggiò per terra i fogli in questione. << Guardate. >> Sul bianco immacolato di ogni pezzo di carta erano stati disegnati avvenimenti agghiaccianti. Si trattava di una serie di presunti omicidi in cui si ritraeva la vittima ma non l’omicida. << Mi dica, Kazunari-san, queste persone non le ricordano niente? >>

L’uomo le osservò attentamente, corrugando le sopraciglia sempre di più. << Non tutti,  ma alcuni di loro hanno un’aria familiare. >> Chiuse gli occhi mentre la tensione alleggiava sul suo volto. << Ho capito cosa Mitsuki stava cercando di dirmi, è molto grave. Loro sono qui, vero? >> Si guardò attorno con fare sospetto.

<<  Io, invece, non ho capito nulla. Mi volete spiegare? >> Domandò mentre si grattava la testa sempre più confuso.

<< Li vedi questi disegni? >> Domanda retorica. << Ognuna di queste persone è stata brutalmente uccisa e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Mi segui? >>

<< S… si. >>

<< L’anima di una persona non riesce a trovare pace fino a quando non riceve una degna sepoltura. Sono state uccise tutte nello stesso periodo e sicuramente dalla stessa persona. Il suo odio deve aver attratto un essere demoniaco che, sfruttando la sua sete di vendetta, si è impossessato del villaggio. >>

<< Chi era questa persona? E a quando risalgono gli omicidi? >>

<< Non lo so, con tutta probabilità sarà ancora insieme al demone. Per quello che riguarda la data, credo sia intorno al 1989, non dimenticare che è allora che tutto è iniziato. >> Shigehito la guardava sconvolto ma si rendeva conto che il suo ragionamento filava. Ora molte cose erano chiare. << C’è ancora una cosa che non capisco. Cosa c’entrava Mitsuki? >>

<< Semplice, lei era in grado di vedere nel tempo. Non solo nel futuro ma anche nel passato. I suoi poteri le hanno permesso di vedere cosa era successo a queste persone e ha cercato di trovarle per dare loro una sepoltura, ma non ci è riuscita. >> Fini di raccontare inespressiva come sempre.

<< Allora, dobbiamo seppellirli? >>

<< Non proprio. Dobbiamo fare loro un funerale, dargli la benedizione dell’ultimo atto e poi seppellirli al cimitero. Di questo, però, deve occuparsene Kazunari-san. E’ lui il monaco del paese. Tu lo aiuterai a portare i corpi. >>

<< Io?! >> S’indicò il giovane. << Ma come facciamo? Non c’è uno straccio di mezzo? E poi mi fanno schifo. >>

<< Zitto e bada a non farti sentire altrimenti sono guai. >> La ragazza si guardò attorno, alla ricerca di qualche oggetto utile e alla fine lo trovò. << Ci serviremo di quello. >>

Disse indicando un carrello piuttosto vecchio. << Mettete i corpi la dentro e fate attenzione. >>

<< Blah… tu intanto che farai? >>

<< Vi proteggerò. Inoltre, sono l’unica che sappia decifrare i disegni di Mitsuki. >>

<< Ottima idea. >> Approvò il bonzo. << Ho bisogno di sapere chi è stato ucciso per primo e come. Senza contare che devono essere sepolti nelle loro tombe di famiglia. >>

Izumi prese il primo foglio e dopo averlo osservato attentamente ne disse il nome. << Ishimaru Kaito, era il figlio primogenito della famiglia più agiata del paese. E’ stato ucciso da una fune intorno al collo mentre giocava. >>  Passò al secondo.  << Yamada Asuka, era l’amante di un ricco imprenditore. Scappò da lui, ma venne ritrovata e le fu tagliata la gola. >>

<< Che morte orribile. >> Shigehito trovava tremendo il modo i cui erano state uccise quelle persone.

<< Non hai sentito il peggio. Saruwatari Koike, il ragazzo più bello del paese. E’ stato investito da un treno. >>

<< Oh cielo. >>

<< Saruwatari Chiaki, sorella gemella di Koike, come il fratello era la ragazza più bella del paese. Morì dissanguata a causa dei mostruosi tagli che le vennero fatti sul corpo. Matsuo Makoto, pilota professionista, venne schiacciato all’interno di uno sfasciacarrozze insieme alla sua macchina. >>

<< Ma come hanno fatto a lasciarlo lì? >>

<< E, infine, Yamashita Ayumu. Ha cercato di far emergere il villaggio dal suo stato di dimenticanza sociale, ed è stata uccisa per questo. Violentata e arsa viva. >>

<< Chi può mai essere il fautore di tutti questi efferati omicidi? >>

<< Non lo so Shige, ma se lo scoprissi potrei mettere la parola fine per sempre. >>

<< Lo sciacallo… >> Borbottò Kazunari.

<< Chi? >> Chiesero i due all’unisono.

<< Shinozuka Kyousuke, detto lo sciacallo. E’ stato un temuto assassino per molto tempo. Nessuno lo ha mai visto in faccia ed è scomparso senza lasciare traccia. Ogni qual volta moriva una persona in modo sospetto, il suo nome era scritto a caratteri cubitali vicino la vittima. >>

<< Vuoi dire che è lui il responsabile di tutte questa morti? >>

<< Probabilmente si. Dopo queste stragi un demone malvagio deve essersi nutrito della rabbia di molte persone fino a prendere possesso del paese. Attraverso il suo potere ha manipolato il tempo del villaggio, anche il vostro. >> Mentre discutevano erano arrivati al cimitero.

<< Ora tocca a me. Shigehito aiutami. >> Il bonzo si preparò mentalmente e fisicamente alla cerimonia. Impegnati come erano si accorsero solo dopo alcuni minuti della folla silenziosa che si era radunata giù alle scale.

<< Oh, mamma! Sbrighiamoci. >>

<< Tranquillo, a loro penso io. >> Izumi tirò fuori un fascio di pergamene e iniziò a correre verso la folla silenziosa. << Con il potere conferitomi dagli spiriti celesti, io vi scaccio e vi sigillo. >> Spiccò un gran salto e scaglio gli ofuda contro la massa sotto di lei. << Kai! (scioglimento) >> Tutti si fermarono come bloccati da qualcosa, assumendo vagamente l’aspetto di statue di marmo. Con un fruscio di vento caddero al suolo privi di conoscenza. La ragazza atterrò reggendosi su un ginocchio mentre l’altro era appoggiato a terra. Intanto, gli altri due, cercavano di seppellire i corpi ma, non appena Shigehito si fu avvicinato a uno di essi, la ragazza gli sferrò contro una pergamena. Tuttavia non riuscì a colpirlo perché venne prontamente afferrata dal ragazzo. 

<< Izumi, che cosa fai? >> Chiese sorpreso e spaventato.

<< Ragazza, cosa ti prende? >> Anche il bonzo era stupito per il suo insolito comportamento.

<< Adesso basta. Non credi sia ora di finirla con questa mascherata? >> Il suo volto era più freddo che mai, gli occhi erano ridotti a due fessure. Era impossibile reggere un simile guardo. << Caro il mio “demone”? >> Non appena ebbe pronunciato quelle parole, l’uomo afferrò il suo bastone e si allontano dal giovane, guardandolo ora con sospetto.

<< Cosa stai dicendo? Sei matta? >> Ora la guardava con un sorriso incerto sulle labbra.

<< Sei stato molto furbo, devo ammetterlo. Non ho sospettato nulla fino a quando non siamo arrivati al cimitero. Era ovvio che ci fosse una talpa tra di noi e non poteva che essere l’insospettabile, cioè Shigehito. >>

<< Ma cosa vai a pensare e poi lo sai che non ho poteri, no? Ricordi, il demone ci è apparso sotto forma umana e io ero con voi. Come avrei fatto? >>

<< Semplice ti sei servito di un altro corpo, o meglio, hai assunto le sembianze di un’altra persona. Era Mitsuki, vero? >> Il volto del giovane si deformò in una terrificante risata maligna.

<< Brava, hai indovinato. >> Altra risata folle.

<< Prima di iniziare a combattere vorrei che tu mi spiegassi una cosa. >>

<< E cioè? >>

<< Perché fai tutto questo? Raccontami la tua storia. Ho fatto delle ipotesi sul tuuo conto ma non credo siano esatte. Voglio la verità. >> Ci fu qualche minuto di silenzio in cui una forte folata di vento mosse le foglie, facendole fluttuare attorno a loro. Lo sguardo del ragazzo ora era serio, non vi era più alcuna traccia di divertimento.

<< E’ successo tutto nel 1953. a quel tempo era un ragazzo giovane, brillante e pieno di aspettative. Ero il giovane più dotato che ci fosse in paese, sia fisicamente che intellettualmente. Il futuro che mi si prospettava era rosa e ricco di successo. Ma poi… si sa, le cose non vanno mai come speri. Un gruppo di ragazzi folli e scalmanati, decise di rovinarmi la vita. Avevo diciassette anni all’epoca, mi invitarono ad un pigiama party per festeggiare l’ultimo anno di liceo e lì tutto avvenne. >>

<< Cosa avvenne? >>

<< Mi catturarono e picchiarono selvaggiamente. Non contenti di questo, mi costrinsero a bere litri di birra ed ad assumere una strana sostanza che oggi chiameremmo droga. Quella pazzia segno la mia condanna. A causa di tutto ciò, caddi in uno stato di coma da cui mi sono risvegliato dopo trentacinque anni. >>

<< Trentacinque? Allora tu avevi… >> Non riuscì a terminare Izumi.

<< Esatto. Cinquantadue stramaledetti anni. La mia vita era finita e non ero riuscito a godere di nulla di ciò che il destino mi aveva dato. Quando ho riaperto gli occhi era il 1988. Mi ritrovai solo e abbandonato a me stesso. Fu un infermiera a dirmi cosa era realmente accaduto. Gli stessi ragazzi che mi avevano torturato quella notte mi avevano portato all’ospedale dicendo che avevo bevuto troppo e che mi ero drogato. Per le ferite, dissero che, in preda allo stato di ebbrezza avevo cominciato a picchiare tutti. Ciò che mi distrusse totalmente non fu questo, ma ciò che seppi giorni dopo. I miei aguzzini erano diventati uomini di successo, costruendo la loro fortuna sul mio corpo. Non potevo sopportarlo, non questo. >>

<< Che cosa hai fatto? >>

<< Un patto con un demone, io gli avrei dato la mia anima, grazie alla quale sarebbe potuto penetrare nel nostro mondo e io avrei ottenuto la mia vendetta. Il demone mi disse che non l’avrei dovuta riversare su di loro ma sui loro cari e così ho fatto. Semplice e lineare. >> La fisso a lungo, serio in volto. << Immagino che tu sia profondamente disgustata da me, vero? Bé, poco importa. Questa è la vita che ho scelto. Allora, cosa mi dici. >> Era tornato il ghigno di prima.

<< Mi dispiace. >> Izumi aveva chiuso gli occhi e sul suo volto, in genere scostante,  apparve un’espressione di pura tristezza. << Quello che tu hai dovuto subire è stato insopportabile e non mi sorprende che tu abbia voluto vendicarti, ma ora non serva più a niente. >>

<< Spiegati meglio. >>

<< Hai ottenuto ciò che volevi ma causa del patto sarai costretto a un’esistenza dannata. Ormai non sei più padrone della tua vita. Anzi, la tua non è vita. Lo sai, vero? >>

<< Si. Ma a me va bene così. >> Sembrava convinto di ciò che diceva eppure la ragazza non era dello stesso parere.

 << Nella tua famiglia… >> Iniziò a parlare. << Non vi è nessuno che desideri rivedere? >>

<< Mh? >> Sembra stupito e parve pensarci un po’ su. << Si, mia sorella. So che ha avuto un figlio ma che non si è mai sposata. >> Guardava verso l’orizzonte e il suo sguardo sembrò lontano anni miglia. << Questo cosa c’entra? >> Ritornò a fissarla.

<< Molto. E’ ancora viva? >>

<< Purtroppo no. >>

<< Bene. Come si chiama? >>

<< Come sarebbe a dire? Che significa? >> Era sorpreso per la strana piega che stava prendendo la situazione. << Comunque il suo nome era Shinozuka Sumire. >>

<< Significa che adesso la rincontrerai. >>

<< Ma come… >>

<< Non sottovalutare i miei poteri. >> Apparve, per la prima volta, l’ombra di un sorriso. Unì le prime tre dite di ambedue le mani e iniziò una specie di preghiera. << Kami, tenshi, Yuurei. Accorrete in mio aiuto e restituite un’anima. Che il cielo si apra e la terra si richiuda. Shinozuka Sumire, questa è la persona che ho scelto. >> Come chiesto dalla ragazza, il cielo si aprì in due parti e una strana aura iniziò a discendere davanti a loro. Era bianca, come fatta di pura luce ma, poco a poco, iniziò a prendere forma. Come per magia, davanti ai loro occhi, apparve un bella ragazza coi capelli, lunghi, neri e ricci con due profondi occhi dello stesso colore.

<< Cosa…? >> Shige, o meglio, Kyousuke non credeva ai propri occhi. Era la sua… << Imoto? >> (Sorella minore)

La ragazza parve guardarsi intorno un po’ confusa prima di puntare gli occhi sul ragazzo. << Oni-chan? >> (Fratellone)

<< Tu… >> Cercarono di toccarsi ma purtroppo questo fu impossibile.

<< Ho richiamato il suo spirito ma non il suo corpo, sarebbe comunque impossibile, mi dispiace. >>

<< Non importa. >> Sumire aveva un viso dolce e femminile che rispecchiava tutta la sua bontà d’animo. << Oni-chan, non avresti dovuto fare tutto questo e spingerti sino a tanto. >>

<< Tu mi hai visto? >> Domando, di contro, stupito l’altro.

<< Si, tutti noi abbiamo continuato a vegliare su di te anche dopo la morte. Non hai idea di quante volte avrei voluto scendere sulla terra per dare conforto alla tua anima ferita, ma ciò non mi era concesso. >> Si fermò per qualche istante chiudendo gli occhi. << Ma, ora che sono qui, ho tutte le intenzioni di aiutarti. Non permetterò che tu continui a rovinarti l’esistenza, non più. Ti prego, Kyousuke, vieni con me. Trova finalmente la pace. >> Aprì gli occhi e gli allungò entrambe le mani. Lui sembrava voler tanto accettare la sua richiesta ma qualcosa lo trattenne.

<< Io non posso. >> Sospirò afflitto. << Ho commesso troppi peccati, il mio desiderio di vendetta mi ha portato a questo e nessuno ha mai veramente cercato di fermarmi. A parte voi due. >> Indicò con lo sguardo le due ragazze. << Ad un certo punto mi sono reso conto che tutto ciò era sbagliato ma ormai era tardi, è tardi. Io non ho più diritto a nulla, conosci anche tu le leggi, dovranno passare almeno cento anni prima che la mia anima possa essere sottoposta a un nuovo giudizio, questo è ciò che cita “Il libro degli spiriti”. Proprio per questo ho manipolato il tempo del villaggio, sotto la guida di questo demone. >> Si toccò il petto come a  voler indicare se stesso.

<< Non è detto. >> Si intromise, per la prima volta, il bonzo.

<< Che intendi? >>

<< C’è una possibilità per lui? >> Chiese speranzosa la sorella.

<< Si. >> Fu l’esorcista a parlare stavolta. << Quello che tu hai detto sulle leggi è esatto. Devi però sapere che tra un anno, nel 2000, il libro del spirito sarà riesaminato e tutte le anime scritte al suo interno saranno rimandate a nuovo giudizio. Hai un anno di tempo per riuscire a meritarti un posto accanto alla tua famiglia. Che vuoi fare? >>

<< Accetta, ti prego! >>

Kyo guardò le dita intrecciate della sorella e finalmente decise. << Accetto. >> Per la prima volta, da quando era iniziata la sua vendetta, si sentiva in pace con se stesso e col mondo.

<< Pensi davvero che ti lascerò fare. >> Un orrenda e raccapricciante voce sopraggiunse a disturbare la loro quiete. << Tu mi appartieni, insieme a questo villaggio. >> Un ombra oscuro apparve, era deformata, con due occhi rossi e carichi di follia. Alleggiava su tutti loro incurante di ciò che stava per accadere. Il ragazzo cadde a terra in ginocchio.

<< Lo sapevo, sapevo che non mi avrebbe lasciato andare. Devo pagare i miei debiti col mondo. >>

<< No, non lo permetterò! >> Sumire si accasciò al suo fianco disperata. << Aiutalo, aiuta mio fratello. >> Supplicò Izumi, la sola che potesse fare qualcosa.

<< Sono qui per questo. >> Prese due o-fuda per mano e li lanciò contro il demone, ma questi non lo colpirono bensì andarono a posarsi al suo suolo. << Kyousuke-san, esci dal corpo di Shigehito, avrò bisogno anche del suo aiuto. >>

<< Certo. >> Fece come gli era stato detto, chiuse gli occhi e il corpo del giovani s’illumino di bianco, sino a riprendere il suo colore originale. Rialzò lentamente le palpebre e si voltò in direzione del demone.

<< Anche se ero posseduto la mia coscienza è rimasta sveglia e quindi ho seguito tutta la vicenda. Sono pronto. >> Nei suoi occhi si leggeva una profonda determinazione come non si era mai vista.

<< Anche io non me ne starò in disparte. >> Kazunari portò il suo bastone davanti a se tenendolo con entrambe le mani. << Questo è per la mia Mitsuki. >>

<< E’ bello vedervi così determinati. >> Sorrise per la seconda volta. << Voi due, invece, state indietro. >> Unì le sue mani a mo’ di preghiera e dai talismani lanciati in precedenza fuoriuscì una luce bianca che si unì con le altre sino a formare una barriera che imprigionò la creatura.

<< Baka, (stupida) pensi che basti così poco a fermarmi? >> Liberò tutto il suo potere per distruggere la barriera e questo provocò un vento fortissimo che rischiava di sradicare gli alberi da terra.

<< Certo che no. Kazunari-san, Shigehito, recitate questa preghiera insieme a me. >>

<< Anche io? >>

<< Certo, tu hai del  potere dentro di te, non è forte come il mio ma pur sempre del potere. E’ arrivato il momento di usarlo, ce la puoi fare. >> Gli rivolse il sorriso più dolce che abbia mai visto sul volto di una persona. L’altro arrossi non poco ma sorrise di rimando.

<< E va bene allora. >> Eseguì gli stessi movimenti della sua amica posizionandosi alla sua sinistra, dietro di lei, mentre il bonzo era alla sua destra di fianco a lui. Izumi, iniziò a recitare la formula.

<< Rin, pyou, tou, sha, kai, jin, retsu, sai, zen. >> Come un mantra, iniziarono a ripetere la formula senza fermarsi mai. Ad un certo punto anche Sumire si unì a loro e così fece il fratello.

<< Ascoltatemi tutti. Devo aprire un cerchio celeste per poterlo imprigionare e spedire nel libro degli spiriti. Ho bisogno di qualche secondo, il problema è che la preghiera congiunta non deve essere sciolta. Se ci fosse un’altra persona sarebbe tutto diverso, ma ora non ho altro sistema. >>

<< Non so se ce la faremo senza di te. >> Kazunari faticava a tener buon il mostro, come gli altri del resto.

<< Accidenti… >> Imprecò l’esorcista. << Devo trovare una soluzione e in fretta. >>

<< Non ti preoccupare. >>

<< Eh? >> Shige non capiva da dove provenisse questa dolcissima voce.

<< Non può essere… >> Kyou, al contrario, l’aveva riconosciuta.

<< E’ lei. >> Il bonzo pensava di essere in punto di morte, altrimenti non avrebbe saputo come spiegare la sua presenza di fronte a lui.

<< Vi aiuterò io. Tu fa ciò che devi. >>

<< Ti ringrazio. >> Sciolse la posa delle mani per formare un cerchio che prese vita e si posizionò sulla testa del nemico. << Con il potere conferitomi dal libro degli spiriti, io ti sigillo. Spirito maligno! >> Fu’ una questione di secondi. Si udì un lamento spaventoso, fulmini e saette si lanciarono ovunque e la strana essenza sparì nel nulla. La quiete tornò così com’era scomparsa. Il cielo era finalmente rischiarato dopo quella terribile notte.

<< Mitsuki, sei tu. >> Il monaco osservava la figura spiritica che era apparsa dal nulla. Aveva i capelli castani, ricci e legati in due codini bassi con due nastri. Il viso dai tratti gentili e gli occhi neri, era proprio lei. << Perché sei qui? >>

<< Sapevo ciò che sarebbe accaduto, proprio per questo mi sono preparata a questo giorno e finalmente è giunto. Ora anche tu troverai la pace come me. >> Le sue parole erano rivolte a Kyousuke che finalmente era apparso nel suo vero aspetto. Capelli castano chiarissimo portati elegantemente con la fila di lato e due intensi occhi color carbone. I tratti del volto erano decisi ma morbidi, tipici dei ragazzi della sua età.

<< Ho una domanda da farti. >> Kazunari si avvicinò a lui. << Perché hai fatto questo a mia nipote? Lei cose c’entrava con i tuoi piani di vendetta? >> Dal suo volto non trapelava rabbia o odio ma soltanto tristezza e determinazione a voler scoprire la verità.

<< No, Oji-chan. Non è stata colpa sua, lui mi ha salvata. >>

<< Cosa intendi? Dimmelo, ti prego. Ho vissuto troppo tempo con questo peso. >> Mitsuki divenne così triste da fare quasi pena, stava compiendo un grande sforzo e questo era chiaro a tutti.

<< Io non mi sono trasferita qui per i miei genitori, almeno non è stato quello il motivo originario. >>

<< Ma allora cosa… >>

<< Alcuni miei compagni di classe mi hanno violentata. >> I presenti rimasero a bocca aperta, sgomentati da tanto orrore, tranne il ragazzo che conosceva la verità e Izumi che immaginava fosse successo qualcosa di grave.

<< Perché… perché non mi hai detto niente? >> Non si dava pace per non aver saputo aiutare la sua adorata nipotina nel momento del bisogno.

<< Perché non volevo angosciarti inutilmente. >> Un lieve sorriso apparve sulle sue labbra. << Mi sono trasferita qui nella speranza di dimenticare tutto e ricominciare, ma i miei aguzzini mi hanno seguita. Mi fecero ubriacare quella sera. >>

Shigehito fece un passo in avanti. << Ubriacare? Proprio come… te. >> Terminò indicando l’altro giovane presente che sorrise brevemente.

<< Già. Sapevo cosa doveva aver provato per questo cercai di aiutarla ma qualcosa andò storto. >>

<< Temevano che io li denunciassi alla polizia, avevano fatto un video e uno di loro, pentito delle sue azioni, me lo aveva dato dicendomi di farne ciò che volevo. Questo ragazzo è attualmente in coma all’ospedale della mia città, e’ stato picchiato selvaggiamente. >>

<< Io e Mitsuki abbiamo molto in comune, vedere lei mi ha ricordato il mio passato e, non potendo far ammenda in alcun modo, decisi di aiutarla. Volevo che lei li denunciasse ma il demone si impossesso di quelle carogne schifose facendogliela uccidere. Non ho potuto far nulla, come voi avete detto tra di noi c’era un patto. Mi dispiace. >> Nessuno parlò per qualche istante e c’è chi chiuse gli occhi in segno di rispetto.

<< Ora, però, non ha importanza. Avete finalmente ritrovato la pace ed è questo ciò che conta. >>

<< Hai ragione, Izumi-san. >>Altro sorriso. << Ora noi dobbiamo andare, siete pronti? >>

<< Io si, e tu Oni-chan? >>

<< … si! Arigatou, minna (grazie amici). >> Per la prima volta, dopo tanti anni, sembrava veramente felice.

<< Addio, cara Mitsuki, anzi no, sayonara (arrivederci). Ti voglio bene. >> Il buon vecchio bonzo era molto commosso anche se non lo dava a vedere.

<< Anche io te ne voglio tantissimo. Sayonara, Oji-chan, minna. >>

<< Non vi scorderò mai, sayonara. >> In Kyousuke la commozione era evidente anche nei suoi occhi.

<< Sayonara. >> Sorella e fratello poterono finalmente ricongiungersi in cielo insieme alla loro nuova amica.

<< Nella vita, così come nella morte, tutti meritano una seconda opportunità. >>

<< Hai ragione, Shigehito. >> Il quiete silenzio venne rotto da Izumi.

<< Senta Kazunari-san, ha per caso un telefono? >>

<< Si certo, usalo pure. >>

<< A chi devi chiamare? >> Domandò sorpreso, credeva che ormai quella faccenda fosse chiusa.

<< A due amici… >> Rispose enigmatica. << Per favore, può occuparsi di questi poveri cadaveri? Ci siamo quasi scordati di loro. >>

<< Certo, non preoccuparti. >> Il monaco andò subito a dedicarsi alla sua opera.

Entrata in casa compose un numero di telefono e dopo aver parlato con lo sconosciuto dall’altro capo del telefono si rivolse al padrone di casa.

<< Kazunari-san, ho parlato con un ispettore di polizia e gli ho detto cosa è accaduto a Mitsuki e a quel ragazzo. Ovviamente, lui possiede dei poteri sopra la norma e quindi non ci prenderà per pazzi. In ogni caso, nell’appartamento di sua nipote ci deve essere il famoso video in questione, lo spedisca all’indirizzo che le darò. I suoi aguzzini pagheranno molto caro ciò che hanno fatto. >>

<< Arigatou, Izumi. >> Ora, era finalmente finita, per lui almeno.

<< Kazunari-san, vengo and aiutarla. >>

La ragazza compose un nuovo numero e questa volta Shigehito riuscì a captare un frammento di conversazione.

<< Sono Izumi… tutto bene… si, si… passami la nonna… si tratta del libro degli spiriti, devi dargli un’occhiata… >> Questo fu tutto ciò che riuscì a sentire prima di chiudersi la porta alle spalle. Non sapeva perché, ma dentro di se sentiva che qualcosa era appena iniziato…

 

 

 

 

 

 

 

Dieci anni dopo…

 

 

 

 

Tokyo        Anno 2009

 

 

<< Non ci posso credere… >> Un uomo dai capelli castano scuro e due paia di occhiali sottili osservava una donna con i capelli dello stesso colore ma più lunghi dei suoi.

<< Devi, invece. >> Era impassibile e priva di qualunque espressione.

<< Insomma, possibile che tu non riesca a cambiare faccia nemmeno dopo una notizia del genere, Izumi? >> Domandò esasperato.

<< Ti ho solo detto che sono incinta, non è il caso di reagire così, Shigehito. >> Sbatte le ciglia senza alcuna inflessione particolare nella voce.

<< Ma siamo sposati solo da  sei mesi… >>

<< Evidentemente sei stato più bravo del previsto. >>

<< Non dirmelo in modo così sfacciato! >> Era rosso come una aragosta.

<< Ci conosciamo da dieci anni e ancora reagisci in questo modo? >> Un lieve sorriso apparve magicamente dal nulla. << Il denaro non è un problema, sei un investigatore da due anni, cioè da quando ti sei laureato all’accademia di polizia. E io sono una brillante esorcista, viviamo in un bel appartamento nel centro della città, insomma cosa vuoi di più dalla vita? >> domando ironica.

<< Che tu mi dicessi cosa sta succedendo. >> Il suo tono era fermo e determinato, conosceva la moglie e sapeva che quando era in contatto con Oba-chan (nonna), allora vi erano grossi guai in arrivo.

<< Non preoccuparti… lo scoprirai tra un anno. >> Chiuse il discorso lapidaria come suo solito.

<< Izumi! >>

 

 

 

 

 

Fine… per ora!

 

 

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Vi stare domandando il motivo di tanto mistero… be’, mi è venuta un’idea. Ho deciso di comporre un serie e questa fic sarà una specie di prologo o storia fuori programma, chiamatela un po’ come volete. L’illuminazione mi è arrivata di botto quando è uscita la sezione “serie” su efp. Ovviamente non ho idea di quando pubblicherò il primo capitolo, ho molte fic arretrate quindi non so. Prima che vi scervelliate, Izumi e Shigehito saranno solo dei personaggi secondari. Non posso dirvi altro, solo che ha a che fare con il “libro degli spiriti”. Per ora è tutto.

 

Ringrazio con tutto il cuore chi ha letto, chi mi ha seguito s soprattutto nikoletta90, praticamente questa fic l’ho scritta solo per te. XD

 

 

Grazie di cuore a tutti voi che sempre mi aiutate anche quando meno ve lo aspettate. (Ho fatto la rima!)

 

 

Saluti e baci da Kahoko la folle. ^^

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