Aliam di roxiee (/viewuser.php?uid=6151)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 01 Campione ***
Capitolo 2: *** Chapter 02 Un nuovo arrivo ***
Capitolo 3: *** Chapter 03 Aiuto ***
Capitolo 4: *** Chapter 04 Finalmente ***
Capitolo 5: *** Chapter 05 Il patto ***
Capitolo 6: *** Chapter 06 Rabbia ***
Capitolo 7: *** Chapter 07 Amicizia ***
Capitolo 8: *** Chapter 08 Suona per me ***
Capitolo 9: *** Chapter 09 Il piano ***
Capitolo 1 *** Chapter 01 Campione ***
Chapter 01: Campione.
Damien,
Damien!!!- esultavano gli spettatori, vedendo un
ennesimo spettacolare canestro da tre punti, effettuato dal campione
dell'Omtans, Damien Trustand, giovane stella emergente del basket
americano.
Anche dopo aver nuovamente segnato e aver così assicurato
una vittoria sicura per la sua squadra, Damien, continuava imperterrito
a
scattare e rubare la palla per poter effettuare nuovi punti, senza mai
perdere
un`occasione, senza mai fermarsi, senza mai smettere di mettere tutto
se stesso
in quello sport, che per lui rappresentava tutta la sua vita, che
rappresentava
l`unico posto in cui poteva essere se stesso, senza dover temere di
poter
essere scacciato da un momento all`altro.
Damien Trustand, quattordicenne di Montreal, alto un metro e
settantatre, con capelli di un nero notte tendente al blu e occhi blu
scuro,
ala piccola dell`Omtans, alla fine della partita, conclusasi come
sempre a suo
favore, s'infilò velocemente negli spogliatoi e subito dopo
nelle docce, senza
prestare la minima attenzione ai ragazzi della sua squadra e agli altri
spettatori che acclamavano la sua bravura. Solo
quando tutti i rumori furono coperti dallo scrosciare
dell`acqua, il ragazzo si permise di pensare liberamente alla partita
appena
conclusasi.
"Questa era l`ultima partita che giocavo in questa
squadra e abbiamo vinto per la terza volta il campionato
interscolastico delle
scuole inferiori, ma da ora in poi dovrò impegnarmi ancora
di più. Sarà più
difficile vincere il campionato nelle scuole superiori e, anche se la
scuola che
ho deciso di frequentare, l`Antareas high school, ha una delle squadre
migliori
dello stato, ci sono molte altre squadre altrettanto forti. Devo
allenarmi
molto di più da domani in poi." pensava il brunetto, mentre
l`acqua
continuava senza sosta a massaggiarlo con il suo getto, sciogliendogli
i
muscoli tesi a causa dello sforzo fisico.
Appena finita la doccia ed essersi rivestito, Damien, uscì
velocemente dagli spogliatoi e poi dal centro sportivo in cui si era
disputata
la partita, mentre delle ragazze e anche qualche ragazzo, anche
più grandi di
lui, continuavano a guardarlo incanti, cercando di avvicinarlo o di
parlargli o
di fare qualsiasi altra cosa che attirasse la sua attenzione.
Ma alla fine, come sempre, lui continuava a camminare svelto
per la sua strada, tenendo gli occhi ben fissi sul percorso da
percorrere,
mentre nella sua testa scorreva sempre la stessa dolorosa domanda.
"Se sapessero cosa veramente sono, continuerebbero comunque a
guardarmi in quel modo?" si domandava incerto, ma dopo un primo attimo
di
speranza, la sua coscienza mandava una semplice risposta alla sua
domanda: No,
scapperebbero spaventate.
E ogni volta che quella risposta gli si parava nella mente,
perdeva nuovamente ogni possibilità di illudersi che le cose
prima o poi sarebbero
state diverse. Sapeva benissimo di essere un mostro e sapeva ugualmente
bene
che, una volta conosciuto quel lato di lui, mai nessuno lo avrebbe
accettato
vicino a se.
Era sempre la stessa storia, ogni volta che qualcuno cercava
di avvicinarglisi, le stesse domande affollavano la sua mente,
risolvendosi
sempre nelle stesse risposte, il che lo portava a chiudersi sempre
più in se
stesso e nei suoi silenzi, nella speranza di non soffrirne
più così tanto, non
riuscendo però nel suo intento.
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Capitolo 2 *** Chapter 02 Un nuovo arrivo ***
Chapter 02: Un nuovo arrivo.
Il
largo spiazzo della scuola superiore Antareas era ormai
vuoto, tutti, infatti, erano già tornati a casa alla fine
delle lezioni. Solo i
membri dei club, riprendendo le proprie attività, si
aggiravano ancora per i
corridoi che portavano alle aule o alle palestre adibite come centri di
ritrovo
per i diversi club.
Solo quando si ritrovò davanti alla porta d'ingresso della
palestra di basket, Kei riuscì a sentire il rumore ritmico
della palla che
rimbalzava con slancio sul parquet e, inspirando profondamente, per
prendere
coraggio, spinse la porta ed entrò.
La prima cosa che Kei vide, una volta entrato nella
palestra, furono una quindicina di paia di occhi che al suo ingresso
gli si
attaccarono addosso, notando poi, solo in un secondo momento, che la
palestra
era spaziosa e ben illuminata, con degli ampi spalti che circondavano
quasi per
intero il campo da gioco.
- Sono venuto per parlare un attimo con il capitano. -
asserì infine, sorridendo ampiamente a tutti i presenti.
- Dimmi. - rispose allora Gregory Mantonson, avvicinandosi al ragazzo, mentre il resto
della squadra ricominciava l'allenamento, restando però
tutti abbastanza vicini
e silenziosi da poter ascoltare ciò che il nuovo arrivato
aveva da dire al loro
capitano.
- Mi
chiamo Kei Dersorp e voglio entrare nella squadra. -
scandì dopo alcuni secondi Kei, aspettando poi la risposta
del suo futuro
capitano.
- In che posizione giochi ragazzo. - chiese pratico
l'allenatore della squadra, intromettendosi nella discussione tra i
ragazzi.
- Tiratore signore. - rispose subito il ragazzo dal suo
metro e 83, guardando prima l'allenatore e poi il capitano con i suoi
occhi
castani.
- Bene, allora torna domani dopo le lezioni, così vediamo
cosa sai fare. - rispose dopo alcuni secondi il capitano,
nonché pivot della
squadra, dopo aver ricevuto un cenno d'assenso da parte dell'allenatore
Coltir.
- Potrei portare con me una persona? - chiese poi Kei,
mentre stava per uscire dalla palestra.
- Si, basta che non dia problemi. - rispose sicuro Gregory,
tornando ad allenarsi con i suoi compagni di squadra.
Il ragazzo, dopo aver dato un ultimo sguardo alla palestra e
ai ragazzi presenti, si girò verso l'uscita e lentamente la
varcò.
Appena Kei chiuse dietro di sé la porta della palestra,
tutti i ragazzi iniziarono a parlare di ciò che era
successo, chiedendosi
quanto bravo fosse quel ragazzo che tra poco sarebbe entrato nella loro
squadra.
L'unico ad essere rimasto indifferente a quella visita
inaspettata fu Damien, ormai diciottenne, alto un metro e novantuno,
che preso
come era dall'allenamento, non si era nemmeno reso conto che qualcuno
fosse
entrato in palestra, ma, anche in caso contrario, probabilmente, non
avrebbe
fatto una grande differenza, infatti, tutti quelli che lo conoscevano,
sia
della squadra sia fuori, sapevano che non avrebbe mai interrotto un
allenamento
se non ci fossero state delle condizioni particolari che avrebbero reso
necessaria tale interruzione e per il giovane Damien, nella categoria
di queste
condizioni particolari rientravano rari casi, come ad esempio un
incendio che
aveva raso al suolo già mezza scuola o un terremoto che
stava demolendo
l'intera città.
Il giorno dopo, allo stesso orario del giorno precedente,
Kei fece di nuovo il suo ingresso nella palestra di basket
dell’Antareas ma
questa volta accompagnato da un ragazzo piccolo e minuto, dai capelli
biondo
scuro che gli arrivavano fino alle spalle e dagli occhi di un bel verde
chiaro
acceso da innumerevoli pagliuzze dorate, che subito presentò
al capitano, che
nel frattempo gli si era avvicinato.
- Salve capitano, lui è mio fratello minore, si chiama
Aliam. - scandì il ragazzo rivolgendosi al capitano, mentre
la squadra prendeva
ad osservare il nuovo venuto, ma, dopo un attimo, l'attenzione di tutte
le
persone presenti si focalizzò sull'asso della squadra, su
Damien, che, alla
vista del fratello di Kei, aveva fatto cadere la palla a terra,
restando per alcuni
istanti immobile a guardarlo.
- Fratello? Cavolo non vi somigliate per nulla... non
sembrate neanche parenti alla lontana. Tu sei alto più di un
metro e ottanta,
mentre lui arriverà scarso ad un metro e sessanta. Ma sei
proprio sicuro di
avere il suo stesso sangue? - esclamò Michela Sovrent, l'ala
grande della
squadra, scoppiando in una fragorosa risata, che distolse l'attenzione
da
Damien, che ebbe così il tempo di riprendersi e che, dopo un
attimo di
smarrimento, riprese la palla da terra ricominciando, come se nulla
fosse,
l'allenamento, mentre Micheal guardava divertito l'amico e la fonte del
suo
interesse così palese.
- Bene, vatti a cambiare così vediamo cosa sai fare. -
ordinò perentorio il capitano rimettendo ordine tra i suoi
compagni. - e voi
continuate l'allenamento. - continuò poi, rivolgendosi ai
membri della squadra,
mentre Kei accompagnava il fratello ad una delle panchine che
affiancavano il
campo e su cui sedevano l'allenatore e Katia, la manager della squadra,
dicendogli di aspettarlo lì, andando poi a cambiarsi negli
spogliatoi.
Aliam, da quando aveva messo piede nella palestra, aveva
abbassato leggermente lo sguardo e, non guardando minimamente nessuno,
aveva
iniziato ad aspettare pazientemente e in silenzio che il fratello
finisse
l'allenamento, non rendendosi perciò conto di uno sguardo
blu che lo seguiva in
continuazione, con la speranza che lui corrispondesse a tale sguardo.
Subito, fin dai primi minuti in cui Kei aveva iniziato a
giocare, tutti si erano resi conto della sua bravura e avevano
accettato, senza
esclusioni, il suo ingresso nella squadra e più precisamente
nella rosa dei
cinque come guardia tiratrice, con Damien Trustand come ala piccola,
Micheal
Sovrent come ala grande, Robert Nigersy come playmaker e Gregory
Mantonson come
pivot.
Erano già tre ore che la squadra continuava ad allenarsi
senza sosta, quando Micheal, senza farsi notare dagli altri, si
avvicinò
lentamente al fratello del loro nuovo compagno di squadra e,
sorridendogli
ampiamente, gli si sedette di fianco.
- Come va Aliam? Ti stai annoiando? - chiese Micheal, quando
finalmente il ragazzo alzò lo sguardo su di lui, rimanendo
però stupito quando,
dopo averlo ascoltato, il ragazzo aveva chinato il volto senza
rispondere alla
sua domanda. L'ala grande dell'Antareas, dopo aver aspettato alcuni
secondi che
Aliam rispondesse alla sua domanda e, avendo infine capito che tale
risposta
non sarebbe probabilmente mai arrivata, scoppiò a ridere
sonoramente.
- Damien, il fratello di Kei si comporta come te. - gridò
dopo alcuni secondi attirando l'attenzione del ragazzo e di tutto il
resto
della squadra, che si voltarono per guardare il ragazzo in questione.
- Mi dispiace se è stato maleducato. - si scusò
Kei, in vece
del fratello, con il ragazzo più grande, capendo subito cosa
fosse successo, -
Non voleva offenderti. Mio fratello è timido, non parla con
le persone con cui
non si sente a suo agio. Alcune volte non risponde neanche a me se ha
troppa
gente intorno. Scusalo per favore. - concluse il nuovo tiratore
dell'Antareas
cercando di far comprendere al suo nuovo compagno di squadra lo strano
comportamento
del fratello.
- Fa nulla. - rispose Micheal sorridendo ancora sia a lui
che al ragazzo che continuava a tenere lo sguardo rivolto verso il
basso. -
Cavolo, Damien, è più silenzioso di te. -
continuò poi rivolgendosi all'amico,
che nel frattempo gli si era avvicinato, contento di avere una buona
scusa per
farlo.
- Tsè. - borbottò di rimando Damien all'amico,
non
distogliendo per un attimo lo sguardo da quello strano ragazzino, che
lo aveva
completamente incantato senza neanche guardarlo negli occhi. Infondo,
il
ragazzo, sapeva già da un po' di tempo di preferire gli
esponenti del proprio
sesso a quelli del sesso opposto, ma non gli era mai capitato di
rimanere così
profondamente folgorato da qualcuno, maschio o femmina che fosse.
- Già, appunto. - rispose a sua volta Micheal, facendo
scoppiare a ridere l'intera palestra.
- Ehi voi, invece di fare i comici, tornate subito ad
allenarvi!!!! - sbraitò il capitano richiamando all'ordine i
tre ragazzi che
ritornarono in campo ad allenarsi con gli altri, anche se Damien
perseguitava a
sbirciare il ragazzo, cercando di non farsi beccare né dal
capitano, che
altrimenti gli avrebbe fatto una gran bella ramanzina, né
dal suo miglior,
nonché unico, amico, che altrimenti l'avrebbe deriso per un
periodo di tempo
non ben identificato, tartassandolo, nel frattempo, con una montagna di
domande
a cui non avrebbe saputo dare una risposta neanche volendo.
Ringrazio
chiunque abbia letto la mia storia ma specialmente
shasha5 e cry_chan per aver recensito.
N.B.
Chiedo scusa se ci sono molti errori, comunque se qualcuno volesse
correggermi ne sarei contenta.
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Capitolo 3 *** Chapter 03 Aiuto ***
Chapter 03: Aiuto.
Dal
giorno della prova, per
l'ingresso di Kei nella squadra, erano
passate due settimane, nelle quali Kei aveva regolarmente seguito
gli allenamenti con la squadra e Aliam lo
aveva accompagnato, restando seduto per
tutto il tempo sulla stessa panchina e non
rivolgendo la parola a nessuno, anche quando i ragazzi della squadra
di basket, avendolo preso in simpatia, lo salutavano.
Gli
allenamenti procedevano senza troppi intoppi e Kei, ogni giorno che
passava, si
inseriva sempre meglio nella squadra, ma l'attenzione dei presenti si
focalizzava, ad intervalli regolari, sull'ala piccola della squadra che
con
azioni spettacolari, degne di un vero professionista, metteva in mostra
le sue
qualità. Nessuno dei ragazzi della squadra capiva il
comportamento del
compagno, poiché il ragazzo, prima di allora, non si era mai
pavoneggiato
durante gli allenamenti e
anche durante le partite, faceva sì delle azioni
spettacolari, ma mai con il solo scopo di mettersi in mostra.
"E'
una settimana che questa scena si ripete tutti i santissimi giorni"
pensò
infastidito l'ala grande della squadra, "non ne posso più."
concluse
Micheal tra
sé e sé, guardando
gli spalti gremiti di ragazzine sbavanti, che, da una settimana
precisa, continuavano a venire a seguire i loro
allenamenti per ammirare il loro
beniamino concedersi in meravigliose prestazioni sportive.
- Stai
esagerando Damien,
smettila. - sibilò Micheal all'amico, quando quest'ultimo, con
movenze sensuali, si
tolse la maglietta umida,
facendo salire, di conseguenza, un urlo estasiato dagli spalti. - Se
continui in questo modo dovremo sopportarci quella mandria inferocita
di
galline sbavanti per tutto l'anno e, se va
a finire che inizia a sbavare anche Jessica, me la
paghi. - continuò Micheal, cercando
con lo sguardo la sua fidanzata tra gli spalti, trovandola, poi, seduta
vicino
alla manager che,
con sguardo stupito, guardava prima Damien e poi
lui, chiedendogli silenziosamente cosa stesse prendendo all'asso della
loro
squadra.
"È
passata più di un`ora e mezza dalla
fine degli allenamenti, ma quanto ci mette a cambiarsi?" si
chiese pensieroso Micheal, guardando la porta della palestra da cui sarebbe
dovuto uscire l'amico.
- Alla
buon'ora, credevo che ad aspettarti avrei saltato la cena. - gli
gridò contro
Micheal, quando finalmente Damien
uscì dalla palestra.
-
Nessuno ti ha chiesto di aspettarmi. - rispose piccato l'ala piccola
dell'Antareas,
iniziando a camminare velocemente
verso
casa.
- Ed è
qui che ti sbagli. - continuò Micheal affiancandosi
all'altro ragazzo. - Mi è
stato chiesto dall'intera squadra di aspettarti qui fuori. - concluse, dopo
un attimo, con
aria da martire,
ringraziando mentalmente il fato, che gli aveva dato la
fortuna di
abitare vicino all'amico, poiché in caso contrario, per
chiudere bene quella
giornata avrebbe anche dovuto rifare tutta la strada per tornare a casa
sua.
- Cosa
volete da me? - chiese Damien poco
interessato, continuando a guardare davanti a sé.
- Ci
farebbe piacere sapere a cosa
sono dovuti i tuoi continui
show. -
rispose subito l'ala grande,
guardando attentamente l'amico, per cercare di carpire una sua qualche
reazione, che,
sfortunatamente
per lui, non ci
fu.
- Non
so di cosa parli. - rispose scocciato l'ala piccola.
- Sai
benissimo a cosa mi riferisco. - sbottò
esasperato
Micheal, reprimendosi dal tirare un pugno all'amico, sapendo che se lo
avesse
fatto, non avrebbero mai finito quella discussione. - Tutti, compreso
l'allenatore, ci siamo resi conto che ti metti in mostra in ogni modo
possibile
e,
sinceramente, a noi
non da nessun problema, ma, se oltre agli
show acrobatici con schiacciate umanamente impossibili, ti metti anche
a spogliarti in mezzo al campo, come
se stessi facendo uno strip-tese,
è normale che tutte le ragazze della
scuola convergano nella nostra palestra ad urlare slogan che farebbero
arrossire un pornostar. - spiegò Micheal, non
ricevendo alcuna risposta da Damien.
- Non
era mia intenzione far venire tutte quelle galline in palestra. -
esclamò
sospirando il
brunetto,
riconoscendo solo a sé
stesso
che forse un po’ aveva
esagerato.
- Lo
sappiamo tutti che non era quello il tuo piano ed è per
questo che io sono qui
a chiederti cosa stessi cercando di fare. - gli rispose
accondiscendente
Micheal, sperando che l'amico si decidesse a dirgli la
verità.
Damien, alla
richiesta indiretta
dell'amico, si fermò in mezzo alla strada e, guardandolo per
la prima volta da
quando avevano iniziato a parlare, sospirò sonoramente.
-
Volevo solo attirare l'attenzione. - spiegò a bassa voce
l'ala piccola dell'Antareas.
- Di
questo ce ne eravamo accorti tutti, senza
neanche il bisogno di chiedertelo. -
rispose sarcastico l'ala grande.
-
Volevo che quella persona mi guardasse. - sbottò Damien,
guardando
attento
l'amico.
-
Quindi hai fatto tutte quelle scene perché ti piace questa
persona? - chiese
stupito Micheal, scoppiando a ridere al cenno d'assenso del ragazzo di
fronte a
sé.
- Visto
che ormai siamo in discussione, come è andata? - chiese
curioso Micheal,
immaginando già, come
la ragazza in questione, a tutte le manovre dell'amico, gli fosse caduta
ai piedi come una pera cotta.
- C'ho
provato in ogni modo. L'idea di
togliermi la maglietta in quel modo era la mia ultima
possibilità, non mi
viene nessun altro modo per attirare la sua attenzione. -
sospirò deluso Damien,
alzando lo sguardo per
ammirare le
nuvole che continuavano a rincorrersi senza sosta.
- Stai
dicendo che tutto quello che hai fatto non ha avuto nessun effetto su
quella
persona? - domandò Micheal urlando a squarciagola, non
riuscendosi a
controllare tanto era lo stupore.
- Già.
- si limitò a rispondere l'interpellato, riportando lo
sguardo sull'amico, che lo
guardava sconvolto.
- Ma
chi è questa che non ti calcola? Non è mica
Jessica? - chiese Micheal,
adombrandosi all'idea che l'amico ci
provasse con la sua ragazza.
- No,
idiota. - gli rispose Damien,
guardandolo negli occhi.
- Bhe,
allora proprio non capisco. Tutte le ragazze della scuola vorrebbero
queste
attenzioni da te e, a dir la verità, ho sentito anche un
gran numero di ragazzi
parlare di te con la bava alla bocca. Quindi, non
immagino proprio chi possa essere
questa fantomatica persona che ha resistito al tuo show di oggi. -
esclamò
soprappensiero Micheal, ricominciando a camminare vicino all'amico.
- Anche
se tu non capisci e non immagini, lui,
comunque,
continua a non guardarmi. - disse a sua
volta Damien,
pensando al ragazzino che, ormai da due settimane buone, affollava costantemente
i suoi
pensieri.
- Lui?
- domandò stranito Micheal,
fermandosi a guardare l'amico, che
alla sua domanda si era immobilizzato,
rendendosi conto solo
in quel momento delle
parole che gli erano uscite da bocca.
- Lui.
- ripeté l'ala piccola dell'Antareas,
voltandosi a guardare l'amico negli occhi,
aspettando una reazione da quest'ultimo, reazione che non ci volle
molto per
arrivare.
-
Amico, ti piacciono i ragazzi? - domandò sconvolto Micheal,
guardando
seriamente l'amico.
- Sì. -
rispose conciso Damien,
cercando di capire dall'espressione dell'altro se
avesse o no perso l`amico.
-
Cavolo, non l'avrei mai detto. - sbottò Micheal, dopo
un paio di minuti, iniziando a
guardare l'amico con occhio clinico.
- Non
mi sembra di
essere mai stato visto da te con
una ragazza. - gli rispose Damien
nuovamente
rilassato,
constatando che l'amico l'aveva presa molto
meglio di quanto si sarebbe mai
aspettato.
- Hai
ragione. - acconsentì l'ala grande, dopo
averci riflettuto per alcuni secondi. - Ehi aspetta, non ti ho
nemmeno mai visto con un ragazzo. - puntualizzò subito dopo,
ricominciando a
camminare con l'amico.
- Bhe
Damien,
poiché sei in vena di confidenze oggi,
sentiamo, chi
è
questo lui che ti ignora
così spudoratamente e senza alcun ritegno? -
chiese curioso Micheal,
scherzandoci un po' su. - Non
sarà mica uno
della nostra squadra?
- continuò poi preoccupato, pensando ad un possibile
risvolto negativo
della
faccenda.
- No,
non fa parte della squadra. - rispose Damien calmo,
tranquillizzando l'amico. - Ma
segue i nostri allenamenti da due settimane. - asserì poi,
decidendo di
rivelare all'amico l'identità del ragazzo che gli piaceva.
- Non è
della squadra, ma segue gli allenamenti. - riassunse pensieroso l'ala
grande,
elencando, poi, i nomi
di tutti i ragazzi che avevano seguito i loro allenamenti.
- Da
due settimane. - aggiunse
infine Damien al posto dell'amico,
aspettando poi che
quest'ultimo
arrivasse alla conclusione
corretta.
- Da
due settimane? Ehi,
aspetta, ma stai parlando del pulcino? - chiese Micheal, stupito che
all'amico
piacessero quel tipo di ragazzi. Lui si era immaginato che il tipo
ideale dell'amico
fosse
molto affascinante
e diretto, maschio o femmina che fosse. Che il pulcino fosse carino,
nessuno lo metteva in dubbio, ma un
esserino così introverso e timido con quel burbero
dell'amico, che era capace
di mettere in imbarazzo chiunque in qualsiasi situazione immaginabile,
non ce
lo immaginava proprio.
-
Pulcino? - chiese Damien, a sua
volta,
stupito.
- Il
fratello di Kei. E' lui che ti piace? -
chiese ancora l'ala grande, che si vide
rispondere con un appena accennato cenno della testa.
-
Perché lo chiami pulcino? - chiese curioso l`ala
piccola,
fermandosi vicino al cancello di casa sua.
- Gli
somiglia. - rispose pensieroso Micheal,
fermandosi vicino all'amico.
- Ho
deciso. - esclamò all'improvviso l'ala grande dell'Antareas,
mettendo una mano sulla spalla del
ragazzo davanti a sé.
- Di
che stai parlando? - chiese Damien,
preoccupato dalle conseguenze che
inevitabilmente seguivano le decisioni dell'amico.
-
Poiché il pulcino ti piace, ho deciso che ti
aiuterò a conquistarlo. - spiegò
gongolante Micheal, sorridendo all'amico, il cui sguardo
passò dal preoccupato
al deluso.
- E'
inutile, le ho provate tutte. Ho cercato anche di parlargli, mentre
voi stavate negli spogliatoi, ma
non è servito a nulla, non ha nemmeno alzato lo sguardo
verso di me. -
rispose laconico l'ala piccola,
aprendo il cancello che lo divideva dalla porta di casa.
- Ecco
perché ci hai messo così tanto ad uscire. -
ironizzò Micheal. - Ma non dovresti
abbatterti così facilmente, vedrai, con il mio
indispensabile aiuto, ce la
farai a conquistare il pulcino. - concluse poi sorridendogli.
- Sarà.
- rispose Damien,
salutandolo con un cenno ed entrando in casa.
-
Adesso basta. Smettila. - esplose esasperato Damien, urlando in faccia
all'amico.
-
Non capisco di cosa parli. - gli rispose Micheal, facendo finta di
nulla.
- Non
capisci? Ma che cavolo ti dice la testa Micheal? - domandò
in preda alla
disperazione l'ala piccola dell'Antareas. - Hai per caso deciso di
farmi
impazzire? - continuò poi a chiedere, sedendosi
scompostamente sul divano di
casa propria.
-
Non esagerare, non ho fatto nulla di così tragico da farti
impazzire. - si
giustificò l'ala grande, sedendosi di fianco all'amico.
-
Nulla di tragico? Sono due settimane che mi martelli. -
esclamò Damien,
serrando gli occhi per calmarsi.
-
Non ti sto martellando, ti sto semplicemente dando tutte le
opportunità
necessarie per farti fare amicizia col pulcino. - spiegò
Micheal piccato,
guardando l'amico, che alla sua risposta aveva riaperto gli occhi,
iniziando a
guardarlo come se fosse uno scarafaggio da schiacciare il prima
possibile.
-
Opportunità Micheal? Sono due settimane piene che mi metti
nelle situazioni più
disparate. Tutti i santissimi giorni rubi ad Aliam qualche libro dal
suo
armadietto e io devo riportarglielo e la cosa non sarebbe male se non
fosse
sempre quell'idiota di Kei a prenderlo dalle mie mani. Ogni qual volta
che lo
vedi per i corridoi, quando siamo abbastanza vicini, mi dai dei tali
spintoni
da farmi letteralmente volare addosso a lui e la cosa sarebbe
interessante
oltre ogni dire se quel mentecatto del fratello non si mettesse sempre
di
mezzo. Appena arriva orario da mensa vieni a scovarmi da qualsiasi
nascondiglio
in cui io mi sia andato a ficcare e mi trascini di forza al tavolo dove
siede
col fratello e la cosa sarebbe piacevole se tu e quel deficiente non
parlaste
sempre di tali stronzate, buttandomi poi di mezzo. Ogni qual volta hai
la palla
gliela tiri vicino, chiedendo sempre a me di andarla a recuperare e
sarebbe
splendido potergli passare accanto così spesso se solo lui
non mi ignorasse
così platealmente. Per non dimenticare poi che da due
settimane hai imposto a
lui e al fratello la nostra comapagnia per tutto il tragitto fino a
casa e mi
piacerebbe un sacco camminargli di fianco per accompagnarlo se tu e
quel pigmeo
rimbambito non decideste ogni volta di iniziare a correre come dei
forsennati
scommettendo su chi dei due arriva per primo. - esclamò
Damien atono. - E vuoi
sapere qual'è la conclusione di tutto quello che hai fatto?
- chiese alzando
lentamente la voce, ricevendo poco dopo un cenno d'assenso da parte
dell'amico.
- La
conclusione per lui è che, ora come ora, penserà
che vada rubandogli i libri
per fare chissà quale rito satanico, che non riesco a
camminare diritto per più
di mezzo metro e che sono un totale idiota ad andare in giro con te,
mentre per
me la conclusione è che ho etichettato Kei con tutti gli
epiteti immaginabili,
capendo di odiarlo più di quanto io abbia mai odiato
qualcuno nella mia intera
vita, e che ho scoperto che devo cercarmi al più presto un
amico che, almeno qualche
volta, utilizzi il cervello come tale e non come uno schiaccianoci,
mandandolo,
per il restante del tempo, in vacanza.
-
concluse urlando e camminando avanti e dietro per il salotto, guardando
minaccioso l'amico che se ne era rimasto calmo sul divano.
-
Avanti Damien, non prenderla così male, vedrai che prima o
poi riuscirai a
farci amicizia e poi sono convinto che il pulcino non pensi nessuna di
quelle
cose su di te. - provò Micheal a calmare l'amico anche se
con pochi risultati.
- E poi, probabilmente, il pulcino non ha neanche capito che
è sempre la stessa
persona a fare quelle cose, infondo, non ti ha mai guardato veramente.
-
continuò poi, rovinando la frase precedente con la sua
ultima affermazione, con
cui aveva, senza rendersene conto, girato il coltello nella ferita
dell'amico,
che aveva iniziato ad aggirarsi per la stanza come un'anima in pena in
cerca di pace.
Grazie
a shasha5 e cry-chan per le recensioni, siete state molto gentili. |
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Capitolo 4 *** Chapter 04 Finalmente ***
Chapter 04: Finalmente.
-
Perché cavolo continua ad ignorarmi? - seguitava a
chiedersi Damien, mentre percorreva sovrappensiero i corridoi della sua
scuola.
Il ragazzo sapeva, che in quel momento, invece di
camminare senza meta, si sarebbe dovuto trovare in sala mensa, ma non
glie ne
importava nulla e tutta quella situazione gli faceva passare anche la
fame.
Era cosciente di non meritarsi nulla, men che meno il suo
piccolo pulcino, ma non poteva farci nulla, continuava a desiderarlo
ogni
giorno di più e insieme al desiderio aumentava anche la
disperazione. Non
pretendeva che Aliam pensasse a lui come lui pensava al pulcino, ma
voleva
almeno essergli amico, potergli stare vicino in qualsiasi momento lui
ne avesse
avuto bisogno o semplicemente potergli parlare di tanto in tanto, si
sarebbe
accontentato di qualsiasi cosa, ma il pensiero che Aliam lo ignorasse
completamente lo faceva irritare come non mai, il che era alquanto
ridicolo se
si pensava che in tutta la sua vita mai nessuno fosse riuscito a farlo
irritare
o arrabbiare.
Camminava ormai da un quarto d'ora quando finalmente si
decise a fermarsi e, entrando in una delle sale di musica, che si
trovavano in quel
lato dell'istituto, si sdraiò tra la parete, che si trovava
sulla sua destra, e
una catasta di sedie affiancate
alla parete,
impilate le une sulle altre, che lo nascondevano completamente dalla
vista di
chi sarebbe potuto entrare nell'aula dopo di lui.
Il brunetto, dopo una decina di minuti passati a pensare
ancora al biondino, finì per addormentarsi e
dormì finché una dolce melodia non
lo richiamò dal suo oblio personale.
Gli ci volle un po' per rendersi conto che quella musica,
che lo stava irrimediabilmente affascinando, non era un prodotto della
sua
fantasia, ma che qualcuno la stava realmente suonando poco distante da
lui, con
il pianoforte presente nella stanza.
Damien rimase immobile ad ascoltare il ritmico suono dei
tasti, sfiorati da mani esperte, finché, vinto da una
curiosità estranea al suo
carattere, ma che nell'ultimo periodo pendeva spesso il sopravvento su
di lui,
non si mosse leggermente per poter vedere chi fosse a creare quella
splendida
melodia e rimase completamente bloccato quando si rese conto che il
ragazzo,
che muoveva delicatamente le mani sui tasti bianchi e neri, era il suo
pulcino.
A quella vista Damien si pietrificò, si trovavano
entrambi nella stessa stanza e il biondino stava suonando
meravigliosamente,
non voleva e non doveva assolutamente rompere l`incanto che si era
creato in
quell`aula, pensò il brunetto, perciò
continuò a restare fermo e a respirare
silenziosamente, finché la musica non si fermò.
- Aspetta, non andartene, suona ancora. - esclamò Damien,
senza rendersene conto, troppo preso dall`incanto in cui era caduto per
ricordare a sé stesso di non palesare la propria presenza a
quel ragazzino, che
ogni volta che vedeva qualcuno si volatilizzava in un nano secondo,
senza che
nessuno capisse dove fosse andato a finire.
- Cazzo. - sbottò subito dopo, più a
sé stesso che ad
Aliam, che, dopo un attimo di smarrimento, si era già
fiondato fuori dall`aula.
- Come posso essere tanto demente? - si chiese da solo,
mentre, con uno scatto flash, si rialzava e iniziava automaticamente a
seguire
il ragazzino.
- Non volevo spaventarti, mi ero addormentato lì, mi
spiace. - iniziò a spiegare confusamente non appena lo
raggiunse.
Il biondino, tenendo lo sguardo e il capo bassi,
camminava velocemente tra i corridoi, mentre il gigante al suo fianco
lo
seguiva da poca distanza, cercando di parlargli, di spiegargli,
di
scusarsi, utilizzando però parole talmente sconnesse tra di
loro, che finirono
solo per far correre il pulcino più velocemente.
I
due continuarono nello stesso modo finché Aliam, arrivato
davanti ad un`aula,
non vi entrò velocemente all`interno, facendo rimanere il
brunetto impalato
davanti all`uscio.
-
Fratellone che ci fai qui? - si sentì chiedere dopo alcuni
secondi l`ala
piccola dell`Antareas.
-
Nulla. - sbiascicò velocemente, prima di girarsi e
andarsene, senza minimamente
rendersi conto degli occhi della piccola Lisa, ragazzina di appena
quattordici
anni, dal carattere tutto pepe, dai capelli rossi e gli occhi azzurro
mare, che
lo seguivano con attenzione, mentre lui si allontanava.
-
Fratellone posso entrare? - chiese educatamente Lisa, mentre fissava la
porta
chiusa davanti a sé, aspettando con pazienza il consenso,
che, conoscendo il
fratello, sapeva benissimo non sarebbe mai arrivato. - Sto entrando. -
continuò
quindi dopo alcuni secondi.
Damien
rimase silenzioso alla richiesta della piccola Lisa, sperando
intensamente che
la ragazza in questione cambiasse idea e se ne andasse e ciò
non perché la
odiasse o provasse per lei qualche altro cattivo sentimento, ma
bensì il
contrario, le voleva bene e quindi doveva starle lontano. Damien sapeva
di
essere un mostro e sapeva di non poterci fare nulla, ma non si sarebbe
mai
perdonato se involontariamente avesse fatto del male a quella che ormai
aveva
imparato a considerare come una sorellina e che, senza rendersene
conto, lo
faceva sentire meno mostruoso e solo ogni volta che lo chiamava
fratellone.
Il
giovane Trustand, aspettò che la sorellina se ne andasse
come faceva di solito
quando lui non le rispondeva, ma rimase meravigliato quando, invece,
entrò
nella sua stanza, e rimase ancora più sconcertato quando lei
timidamente iniziò
a guardarsi attorno, sedendosi poi a gambe incrociate sul suo letto.
-
Cavolo è cambiata un bel po' la tua stanza da quando l`ho
vista l`ultima volta.
Non è giusto fratellone, avresti dovuto farmela vedere
prima. - si lamentò
scherzosamente la rossa, mentre Damien lentamente si alzava dal letto e
si
sedeva sulla sedia posta vicino alla scrivania.
-
Nh? - chiese il brunetto, tenendo lo sguardo puntato su uno dei tanti
poster
attaccati alla parete, che ritraeva, indistintamente dagli altri, un
campione
del basket che si destreggiava in una posizione basilare di quello
sport.
-
Loquace come al solito fratellone. - scherzò la rossa - Bhe,
scommetto che ti
starai chiedendo il motivo per cui sono venuta qua. -
continuò con lo stesso
tono scherzoso, ottenendo in risposta dal ragazzo solo un mugugno non
ben
identificato e un cenno di assenso.
-
Ok, vediamo, il motivo per cui sono venuta ha gli occhi verdi, i
capelli biondi
e un caratterino inaccessibile, ti ricorda qualcosa fratellone? -
chiese subito
dopo, notando poi come lo sguardo spaventato del fratello si attaccasse
al suo.
- Di
cosa parli? - chiese dopo alcuni secondi il brunetto, cercando di
sviare il
discorso dalla brutta piega che stava prendendo.
- Ti
ho visto stamattina che lo seguivi per i corridoi scusandoti con lui. -
rispose
concisamente la rossa.
-
L`ho solo ascoltato mentre suonava il piano, non gli ho fatto nulla, te
lo
giuro, non voglio fargli alcun male, credimi, per favore. -
supplicò Damien con
tono colpevole, sentendosi con le spalle al muro e immaginandosi
già la
reazione infuriata e disgustata che avrebbe avuto Lisa da lì
a poco, rimanendo
però stupito dalla risposta della sorellina.
-
Calmati fratellone, lo so già che non gli hai fatto nulla,
ho parlato con lui.
- lo tranquillizzò di rimando Lisa - Non sono venuta per
incolparti di
qualcosa, ma solo per sapere come mai Aliam
ti interessasse tanto. - continuò poi con tono
complice.
- A
me non interessa nessuno. - scandì solamente il brunetto,
non sapendo come
sviare l`attenzione della sorella, che quando si focalizzava su
qualcosa,
diventava attenta verso tutto ciò che la circondava.
-
ok, allora mi sono sbagliata. Quindi non sei nemmeno curioso di sapere
cosa mi
ha detto Aliam, mentre parlavamo di te? - chiese allusivamente,
cercando di capire
se l`interesse che aveva visto quella mattina nel fratello fosse reale
o un
gioco della sua fantasia.
Damien
non sapeva minimamente cosa fare, la ragione gli diceva di rispondere
con un
bel no secco, che avrebbe chiuso definitivamente la conversazione e
portato lui
in salvo, ma lo bloccava l`idea che poi in controparte non avrebbe mai
saputo
se il pulcino era a conoscenza della sua esistenza.
-
Avete parlato di me? - scandì lentamente l`ala piccola
dell`Antareas.
-
Già e anche un bel po'. - rispose soddisfatta Lisa - Allora,
lo vuoi sapere
cosa ci siamo detti? - domandò subito dopo, sorridendo
incoraggiante al
fratello, che internamente stava combattendo contro sé
stesso.
- Sì.
- esplose alla fine, sconfitto dalla curiosità che lo stava
divorando.
- Bene,
allora, per iniziare gli ho chiesto come mai lo seguissi e mi ha
raccontato
cos`era successo, poi gli ho chiesto se ti conosceva e mi ha risposto
che sei
uno dei compagni di squadra del fratello. - spiegò
tranquillamente la rossa,
sbirciando di continuo lo sguardo del fratello.
I
due restarono poi in silenzio, Damien assimilando le notizie apprese e
Lisa
pensando a come poter porre la domanda che le interessava veramente.
-
Fratellone come mai ti interessa tanto Aliam? - chiese di botto la
rossa, dopo alcuni
minuti, non avendo trovato nessun`altro modo per continuare la
discussione,
ricevendo, in cambio, solo un silenzio pesante e ininterrotto.
Lisa
non riusciva a capire quale fosse il problema del fratello, trovava
Aliam
simpatico, ma perché non dirglielo, cosa c`era di
così difficile in quella
frase da bloccarlo?
Damien
continuava imperterrito a restare in silenzio, cosa avrebbe mai potuto
dirle?
Che voleva essere amico del pulcino? “No” si
riscosse, “non voglio mentirle”.
Quindi continuava solamente a tenere lo sguardo basso e a non aprire
bocca,
anche se sapeva che la sorella, intuitiva com`era, ci avrebbe messo
poco per
capire tutto e, di conseguenza, odiarlo.
-
Oh, cavolo. Ti piace, cioè lui ti piace piace? - chiese
stupita la rossa,
avendo intravisto, nel comportamento del fratello, solo quella
possibilità.
Alla
domanda della rossa, Damien riuscì solo ad abbassare ancora
di più la testa,
preparandosi mentalmente alla sfuriata.
-
C`ho preso vero? - chiese ancora Lisa, volendo una risposta
più precisa da
parte del fratellone.
- Sì.
- scandì solo alla fine, aspettando la reazione della
sorellina, non riuscendo
nemmeno a sperare che Lisa reagisse come, prima di lei, aveva reagito
Michael.
Lisa,
all`assenso così diretto del fratello, rimase per alcuni
minuti in silenzio,
finché non si decise a porgli la domanda che reputava
più importante di tutte.
- Lo
ami? - chiese a voce bassa, come se, solo l`alzarla leggermente,
avrebbe potuto
rovinare tutto.
-
Io... sì. - rispose imbarazzato il moretto, guardando
però la rossa negli
occhi.
Damien,
che era rimasto già stupito dalla domanda della sorella,
restò completamente
sbigottito, spalancando inconsapevolmente gli occhi e la bocca, quando
lei,
alzandosi di scatto sul letto, iniziò a saltellarci sopra e
a esultare gioiosamente,
tanto da attirare l`attenzione di tutti gli occupanti della casa, che
preoccupati arrivarono velocemente da loro.
-
Cosa sta succedendo? - chiese preoccupato Jeremy Trustand, rimanendo
poi
impalato sotto l`arco della porta alla vista della figlia che
continuava a
saltellare allegramente sul letto, mentre la moglie, da dietro, lo
spingeva per
poter vedere anche lei la scena.
-
Smettila di saltellare e dicci che succede. - scandì
chiaramente Catherin
Trustand, riportando ordine e silenzio nella stanza.
- Oh
mamma, è successa una cosa bellissima. - spiegò
la piccola appena ebbe finito
di saltellare, mentre Damien lentamente impallidiva - Damien si
è innamorato.
-
Finalmente. - esclamarono felici i due nuovi arrivati, mentre Catherin
iniziava
anche lei a saltellare sul posto.
-
Lisa dimmi chi è, chi è? - domandò la
nuova arrivata, curiosa di sapere
l`identità della fortunata.
-
Lui si chiama Aliam, frequenta la mia classe. - continuò a
spiegare la rossa,
mentre uno strano lamento, che sembrava vagamente assomigliare ad un
no, usciva
dalle labbra del brunetto.
-
Lui, ma questo vuol dire che... - disse stupito Jeremy, mentre la
figlia e la
moglie esultavano. - JER. - lo bloccò Catherin, avendo
capito le parole che
stava per pronunciare il marito, spaventata che il ragazzone che sedeva
rigido
nella stanza potesse sentirsi offeso dalle parole del padre.
-
Jem, a noi non interessa se a Damien piacciono le ragazze o i ragazzi,
giusto?
- continuò dopo un attimo, quando fu sicura che il marito si
fosse ripreso
dallo stupore.
-
Certo, certo, ero solo stupito, non volevo dire nulla di male figliolo.
-
rispose imbarazzato l`uomo, sapendo di aver evitato, per un pelo e solo
grazie
alla moglie, una frase che avrebbe potuto rovinare completamente tutta
la
situazione e che avrebbe potuto avere delle conseguenze future in cui
non
voleva nemmeno pensare d`incorrere e poi, effettivamente, a lui come
alla
moglie non gli interessava minimamente che tendenza avesse il figlio,
voleva
solo che fosse felice, e se il suo ragazzo era felice con un ragazzo,
che ben
venisse.
Damien
osservò stupito lo scambio di battute, non capendo cosa
stesse succedendo, lui
già si vedeva cacciato a calci da casa e spedito diretto per
diretto sotto un
ponte, invece loro stranamente esultavano contenti.
- Ma
cosa? Io credevo... - chiese confuso, non riuscendo però ad
articolare bene la
frase.
-
Cosa Damien? - chiese gentilmente Catherin, guardando il ragazzo negli
occhi.
- Io
credevo che mi avreste cacciato. - articolò il ragazzo,
guardandola anche lui
negli occhi.
-
Non abbiamo nessuna intenzione di cacciarti, figliolo. - lo
tranquillizzò il
padre, mentre la moglie e la figlia gli sorridevano incoraggianti.
-
Anzi, a dirla tutta, noi siamo contenti. - continuò poi
Catherin.
-
Contenti? - chiese ancora stupito il ragazzo, non riuscendo proprio a
capacitarsi del modo spontaneo e gentile in cui tutti stavano
accettando quella
parte di sé, che lui, spaventato, aveva cercato di
nascondere il più possibile.
-
Certo, siamo tutti contenti che finalmente tu ti sia innamorato. -
rispose
semplicemente la sorellina - Sai, la mamma e il papa erano preoccupati
che tu
non avresti mai permesso a nessuno di avvicinarsi a te, per questo
siamo così
felici che tu ti sia finalmente innamorato e che abbia deciso di
aprirti a
qualcuno. - continuò con tono complice - Però,
pensandoci un po’ meglio, direi
che sarà Aliam ad aprire qualcosa a te. - finì
poi allusivamente, vedendo il
fratello arrossire e abbassare lo sguardo, ricevendo però un
leggero
schiaffetto dalla madre.
- Ehi
ragazzina, sei piccola per dire certe cose. Su, ora esci da qui e fila
in
camera tua. - esclamò Catherin, cercando di utilizzare un
tono arrabbiato, ma
fallendo miseramente, finendo addirittura per sorridere.
-
Uffi mamma, ho quindici anni, non sono più piccola e poi ho
ragione. - borbottò
contro la mamma - Ciao ciao fratellone. - continuò poi
rivolgendosi al
fratello, scoccandogli un sorrisone e ricevendo in cambio un cenno del
capo
appena visibile.
Appena
la figlia fu fuori dalla stanza, Catherin si riavvicinò
leggermente al ragazzo,
sedendosi poi sulla sponda del letto.
-
Lascia perdere quello che dice Lisa, comunque, parlando di cose
più importanti,
io e Jeremy saremmo molto felici di poter conoscere questo Aliam, che
ne
diresti di invitarlo per cena? - chiese praticamente la madre della
rossa.
-
Non posso. - rispose concisamente il brunetto - Aliam non parla con me.
-
spiegò poi, quando si rese conto che Catherin era rimasta
stranita alla
risposta precedente.
-
Non ci parli? - chiese stupita la donna, ricevendo in risposta solo un
leggero
scuotimento della testa da parte del ragazzo.
-
Bhe, sono sicura che le cose miglioreranno, comunque, da quello che ho
capito,
questo Aliam frequenta la classe di Lisa. Se ciò
è vero potresti chiederle di
aiutarti, sono sicura che accetterà volentieri. - propose
dopo alcuni secondi
Catherin, alzandosi subito dopo dal letto e avviandosi alla porta
tirando
Jeremy per mano, che dopo averlo salutato, richiusero la porta dietro
di loro.
Una
volta rimasto solo, Damien si sdraiò sul letto e, chiudendo
gli occhi, iniziò a
rivedere mentalmente, tappa per tappa, tutta la discussione appena
conclusasi,
rimanendo stupito ogni volta di più.
Ringraziamenti:
cry-chan
grazie per la recensione, sono davvero contenta che continui a leggere
la mia
storia, comunque, dovrai pazientare ancora un po’ per vedere
qualcosa di
concluso perché la storia è abbastanza lunga e
Damien è bloccato da un piccolo
problemino (tranquilla, niente di fisico ;D) che nei prossimi chap
sarà svelato,
ma spero che ti piacciano.
Shasha5
grazie anche a te per la recensione e per aver continuato a leggere la
mia
storia,spero che questo chap ti sia piaciuto.
Grazie
anche a chi ha messo la mia storia tra i preferiti o le seguite e chi
ha
semplicemente letto questo chap, ma spero che deciderete di lasciarmi
qualche
piccolo commentino, sono davvero contenta quando li ricevo. |
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Capitolo 5 *** Chapter 05 Il patto ***
Chapter
05: Il patto.
-
Fratellone sei sveglio? Posso entrare? - chiese Lisa da
fuori la porta, mentre il ragazzo all`interno fantasticava tra
sé sul suo
pulcino, che alla voce della sorella scattò a sedersi e,
dopo aver pronunciato
un assenso, appena udibile, si alzò dal letto, mettendosi a
sedere sulla sedia
vicino alla scrivania.
Ormai quella visita serale stava diventando un`abitudine,
pensava sconsolato il brunetto, mentre la sorellina spalancava la sua
porta,
sbirciava nella stanza e, dopo aver chiuso la porta alle proprie
spalle,
saltava sul suo letto, sedendosi poi a gambe incrociate e guardandolo
furbescamente, mentre un sorrisone le increspava le labbra.
- Lisa, cosa stai architettando? - si decise a chiedere
Damien, non sapendo come poter intavolare la discussione, non essendo,
infatti,
abituato a parlare per primo.
- Non so di cosa parli fratellone. - rispose allegramente
a sua volta la ragazza, guardando dritto negli occhi il fratello,
mentre dentro
di sé già pregustava la vittoria,
poiché sapeva che se il fratellone arrivava
al punto di iniziare lui la discussione significava che stava
lentamente
perdendo il controllo e questo poteva andare solo a suo favore.
- Bene, cosa vuoi? - chiese ancora Damien, non riuscendo
a capire il comportamento della sorellina.
- Volevo solo raccontarti cosa è successo a scuola oggi,
ma, se non t’interessa, me ne vado. - rispose falsamente
arrabbiata la rossa,
facendo anche il gesto di alzarsi per andarsene.
- no, no, aspetta, non andare, scusami. - esclamò
velocemente il ragazzo, non sapendo nemmeno lui perché si
era dovuto scusare. -
Sono interessato, per favore parla. - continuò poi, cercando
di impostare la
voce in modo che sembrasse più gentile.
- E va bene, se la metti così, ti racconterò cosa
è
successo. - scandì gongolante Lisa, iniziando a raccontare
dettagliatamente al
fratello ogni più piccola cosa riguardasse il suo compagno
di classe, ponendo
maggiore attenzione sulla lezione di educazione fisica che quel giorno
avevano
svolto in piscina, descrivendogli minuziosamente ogni particolare del
corpo
delicato del compagno o del modo in cui cercava di coprirsi imbarazzato
per la
propria nudità.
- Ho qui una cosa per te, la vuoi fratellone? - esclamò
infine, sventolando in aria delle fotografie.
- Co... Cosa sono? - chiese incerto il brunetto,
immaginando già cosa ritraessero quelle foto.
- Oggi ho portato con me la macchinetta fotografica e
così, pensando che potesse farti piacere, ho scattato
qualche fotuccia qua e là
ad Aliam. Le vuoi vedere fratellone? - rispose Lisa, notando come il
fratello
catalizzasse completamente la sua attenzione sulle foto che lei teneva
ancora
in mano.
- Sì. - scandì soltanto Damien.
La piccola di casa, alla risposta affermativa del
brunetto, si alzò velocemente dal letto e, dopo essersi
avvicinata al fratello,
gli porse gentilmente le foto, promettendogli di regalargliele se gli
fossero
piaciute.
Damien, una volta prese le foto dalla sorellina, iniziò a
guardarle una a una, restando affascinato da ognuna di loro.
La prima ritraeva il pulcino, che con lo sguardo basso,
camminava verso l`ingresso della scuola, la seconda mentre ascoltava la
lezione
di un professore, nella terza invece lo si vedeva in costume, mentre
imbarazzato si avvicinava alle scalette per poter entrare in acqua.
- Cavolo. - esclamò Damien senza rendersene conto, mentre
continuava a fissare l`ultima foto, cercando di imprimere nella propria
memoria
ogni più piccolo particolare del minuto e attraente corpo
ritratto nelle foto, non
distogliendo lo sguardo neanche quando la sorella ricominciò
a parlare.
- Allora fratellone ti piacciono? Le vuoi? - chiese la
rossa, compiaciuta dalle reazioni del brunetto.
- Sì. - rispose Damien, sapendo di essersi sbilanciato
troppo chiedendo le foto alla sorella, non riuscendo però a
farne a meno.
- E va bene allora te le regalo. Ma ho un patto da
proporti. - continuò Lisa, intavolando il vero motivo della
sua visita.
- Di cosa stai parlando? - chiese incerto il ragazzo,
sapendo quanto particolari e problematici potessero essere le idee
della
sorellina.
- Sono arrivata alla conclusione che è ora che tu e Aliam
facciate amicizia. - assentì convinta la rossa fissando il
fratello dritto
negli occhi.
- È impossibile, il pulcino non vuole nemmeno parlarci
con me, ci ho anche provato. - spiegò di rimando il brunetto.
- Aliam è troppo timido, non farebbe mai amicizia con
qualcuno come se nulla fosse, ed è per questo che hai
bisogno di un
intermediario che già sia amico del pulcino. -
esclamò seriamente Lisa, non
distogliendo lo sguardo dal ragazzo di fronte a sé.
- Non posso di certo chiedere a Kei di aiutarmi col
fratello. - disse Damien dopo alcuni secondi, non riuscendo a seguire
il
ragionamento della sorella.
- No, non puoi chiederlo a lui. - accondiscese
gentilmente la rossa. - Ma se vuoi posso farti io da intermediario,
sai, da
quando ho scoperto che Aliam ti piace, gli sono diventata molto amica,
ormai
con me ci parla senza problemi. - concluse infine Lisa, risedendosi
nuovamente
sul letto del fratello.
- Prima hai parlato di un patto, quindi cosa vorresti poi
in cambio? - chiese attento il brunetto, immagginando già di
sentire uscire
della bocca della sorella le richieste più strambe e
inimmaginabili.
- Non è nulla di particolare. - iniziò la rossa.
- Voglio
solo che tu mi faccia da modello per le mie foto. - terminò,
mentre, senza
farsi notare, sbirciava le reazioni del fratello.
- Modello? - chiese stupito Damien fissando la sorella. -
E a cosa ti servirebbe avere me come modello? -continuò poi
a chiedere, non
capendo le reali intenzioni della ragazza che gli sedeva davanti.
- Ho intenzione di venderle nella scuola. Sai fratellone,
sono convinta che le tue fans compreranno un sacco di foto con te come
protagonista. - spiegò sinceramente la rossa, mentre
mentalmente già
s’immaginava lì a vendere le sue foto e a
guadagnare tutti i soldi che le
servivano per poter comprare la macchina fotografica professionale
ultimo
modello che un paio di settimane prima aveva visto in un negozio, ma
che la
madre e il padre si erano rifiutati di comprarle poiché
troppo costosa.
- Che genere di foto? - chiese incerto il ragazzo, non
sapendo se accettare o no la proposta della sorella.
- Non preoccuparti, saranno tutte foto naturali, mentre
giochi a basket o cose così, le farò per conto
mio, non dovrai metterti in
posa. - spiegò paziente la rossa, sperando che il fratello
si decidesse ad
accettare.
- Accetto. - scandì dopo alcuni minuti di silenzio,
rincuorato dall`idea che non dovesse mettersi in posa per ore, mentre
la
sorella scattava le sue foto. Se si trattava solo della sorella che di
nascosto
gli scattava delle foto e poi le vendeva, senza che lui dovesse fare
nulla e in
cambio lo avrebbe aiutato col pulcino, andava più che bene
per lui.
Lisa alla risposta del brunetto, contenta iniziò a
saltellare sul letto, mentre Damien la guardava stralunato.
- Che cosa farai di preciso per aiutarmi col pulcino? -
chiese rigido il ragazzo, cercando di capire se la sorella avesse
già
architettato qualcosa.
- Semplice, prima di tutto devi diventare suo amico e
solo dopo dovrai dichiararti. - riassunse pratica la rossa, mentre
sorrideva
allo sguardo poco fiducioso del fratello maggiore.
- Bene, ora vado. Tu preparati che da domani inizierà la
missione. -disse Lisa, mentre si alzava dal letto e si avvicinava alla
porta. -
Ah, dimenticavo, vedi di essere gentile con lui e salutalo. - gli
consigliò
infine, lasciando la sua stanza.
Dopo
un`ennesima giornata spesa tra la scuola e gli
allenamenti, Damien tornò a casa giù di morale,
era da una settimana che aveva
stretto quello strano patto con la sorella, ma da allora nulla era
cambiato,
anzi le cose stavano peggiorando, quel giorno il pulcino non era venuto
neanche
agli allenamenti. "Non riuscirò mai ad essergli anche
semplicemente
amico." pensò depresso l`asso dell`Antareas, sospirando
sonoramente,
mentre entrava in casa.
Come al solito posò la giacca della divisa scolastica
sull`attaccapanni, di fianco a quella della sorella, si
sfilò le scarpe,
riponendole nella scarpiera a muro e calzò le ciabatte che
Catherin
obbligava tutti a mettere per non rovinare il parquet,
dopodiché entrò
silenziosamente in salotto, per poi imboccare la porta che portava in
cucina
per prendere qualcosa da mangiare, ma rimase completamente bloccato
dinanzi
allo spettacolo che si presentò davanti agli occhi.
Catherin e Lisa erano sedute al tavolo quadrato della
cucina e tra di loro sedeva il protagonista perenne dei suoi pensieri.
Tutti e
tre stavano mangiando una fetta di torta al cioccolato, mentre le due
rosse
scherzavano animatamente, facendo sorridere il biondino.
Damien fissò imbambolato quella scena, credendo che fosse
un sogno, per non si sa quanti minuti e si riscosse solo quando
Catherin,
vedendolo, lo chiamò e gentilmente lo invitò a
mangiare anche lui qualcosa.
Lisa, rendendosi conto della presenza del fratello solo
in quel momento, si alzò di scatto dalla sedia e
sorridendogli complice fece le
dovute presentazioni, facendo poi sedere il fratello proprio di fronte
al dolce
pulcino, che imbarazzato aveva subito abbassato lo sguardo.
Lisa e Catherin ripresero subito dopo a parlottare
scherzosamente con gli altri due, mentre il biondino, in silenzio,
mangiava il
suo dolce e il brunetto, sbocconcellando, sbirciava attento ogni minimo
movimento
dell`altro ragazzo.
Una volta mangiato il dolce, Lisa invitò il biondino a
giocare con lei alla playstation, invitando subito dopo anche il
fratello, che
senza rispondere seguì i due nell`altra stanza e, sedendosi
sul divano anche
lui, continuò a guardare discretamente il ragazzo, mentre la
sorella lo
convinceva a giocare con lei.
Damien rimase in silenziosa contemplazione del biondino
per quindici minuti, finché Lisa, all`improvviso non si
alzò dal divano,
chiedendo ad Aliam di aspettarla lì per un attimo, e se ne
andò al piano di
sopra, non prima, però, di aver passato il suo joystick al
fratello e avergli
detto di sostituirla.
I due ragazzi continuarono a giocare in silenzio per
quasi un`ora, senza che nessuno li disturbasse, ma non appena la rossa
tornò
nella stanza, il biondino, scusandosi, bisbiglio alla ragazza che era
ora per
lui di tornare a casa, ringraziandola per il dolce.
Appena Aliam se ne fu andato, Lisa curiosa corse a
sedersi sul divano di fianco al fratello, che ancora un po' imbambolato
non si
era mosso.
- Allora, allora, cosa vi siete detti? - chiese
velocemente Lisa, mentre la madre si sedeva anche lei sul divano per
sentire la
discussione.
- Nulla. - rispose lentamente il brunetto, ripensando
contento al tempo appena trascorso con il suo pulcino.
- Nulla? Come nulla? Siete stati da soli per più di
un`ora, com`è possibile che nessuno di voi abbia detto una
parola? - chiese
contrariata la rossa più giovane, mentre il fratello alle
sue domande scuoteva
le spalle.
- Su, su, non prendertela Lisa. Sono entrambi molti
timidi, gli ci vorrà un po' di tempo. - esclamò
conciliante Catherin, riuscendo
miracolosamente a calmare la figlia.
- Già, la mamma ha ragione. Ci vorrà solo un po'
più
tempo del normale. - acconsentì la ragazza parlando
più a sé stessa che a
qualcuno in particolare, riprendendo subito il buon umore, mentre il
ragazzo
guardava prima una e poi l`altra senza spiccicare parola.
- Mamma hai visto com`è carino? È un amore. -
chiese la
rossa alla madre, voltandosi verso di lei.
- Sì, è davvero carinissimo ed è anche
molto educato e
gentile, non vedo l`ora che lui e Damien si mettano insieme,
così potremmo
invitarlo per cena e a dormire qui. - esultò contenta
Catherin, guardando
sognante la figlia.
Le due donne continuarono a parlare contente, mentre
Damien, stranamente, restava lì con loro. I tre si resero
conto del tempo che
passava solo quando la porta fu aperta da Jeremy, che entrando e
trovando tutti
seduti sul divano, si stupì non poco.
- Papa, che peccato che sei arrivato così tardi,
altrimenti l`avresti visto anche tu. - esclamò Lisa,
alzandosi sul divano e
abbracciando il padre, che nel frattempo le si era avvicinato.
-Avrei visto chi? - chiese stupito l`uomo, non capendo
minimamente di cosa stesse parlando la figlia.
- Ma come chi? Aliam. - rispose la figlia, mentre saltava
giù dal divano, iniziando subito dopo a raccontare al padre
tutto quello che
era successo quel pomeriggio, mentre la madre di tanto in tanto
s’intrometteva
nel racconto per aggiungere altri particolari e descrizioni.
Nei giorni che seguirono, come quello precedente, il
biondino continuò ad andare a casa di Damien, iniziarono a
percorrere la strada
del ritorno da scuola tutti e tre assieme e, sempre più di
frequente e per un
lasso di tempo maggiore, il pulcino finiva per restare da solo col
bruno, che
contento si godeva la compagnia del biondino, senza però
avere il coraggio di
avvicinarglisi o parlargli troppo per paura di spaventare o allontanare
da sé
quella dolce creatura, che inconsapevolmente lo aveva affascinato dal
primo
momento.
Ringraziamenti:
shasha5 sono contenta che ti piaccia e grazie.
cry-chan grazie per la recensione, cmq non preoccuparti, non
è nulla di grave.
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Capitolo 6 *** Chapter 06 Rabbia ***
Chapter 06: Rabbia.
Erano
passate due settimane, senza che nulla cambiasse,
ma Aliam continuava ingenuamente a tenersi a distanza da Damien, che da
parte
sua cercava, ugualmente, di scambiare con lui due parole o anche
semplicemente di
stargli vicino.
Altra cosa che si era perpetuata, nel corso di queste due
settimane, era la continua assenza di Aliam e Lisa dagli allenamenti,
che, senza
dare spiegazioni, sgattaiolavano via poco prima dell`inizio degli
allenamenti e
che come per miracolo ricomparivano giusto due minuti prima che i
ragazzi
uscissero dagli spogliatoi.
E anche quel giorno, come i precedenti, Lisa e Aliam,
appena iniziati gli allenamenti, presero le loro borse, uscirono dalla
palestra, attraversarono l`intero spiazzo della scuola e corsero dal
custode
Strenfild, che, in cambio di qualche prodotto gratis per la nipote,
conservava
nel proprio gabbiotto tutto il necessario per la bancarella della
giovane
Trustand.
Una volta preso il tutto i due andarono dietro allo
stabile della palestra di basket, e dopo aver montato il tavolino e
aver messo
in esposizione la merce, iniziarono a servire le ragazze e i ragazzi,
che nel
frattempo avevano formato una bella fila.
- Mi dispiace, ma di questo modello sono finite, dovrete
aspettare domani per averle.- ripeteva ormai da dieci minuti, ma le
ragazze
continuavano a chiedere sempre la stessa cosa, creando così
un tale fracasso
che alla fine se ne resero conto anche i ragazzi della squadra di
basket, che,
credendo si trattasse di una rissa, erano andati a calmare gli animi,
rimanendo
invece basiti nel trovare una folla di ragazzine che si
accalcavano
intorno ad un tavolino pieghevole.
Grazie al capitano, che infuriato per l`interruzione
dell`allenamento, aveva cominciato subito a sbraitare a tutti di
andarsene e di
non disturbarli mai più, i ragazzi della squadra poterono
dopo pochi secondi
avvicinarsi alla bancarella, per guardarne il contenuto, curiosi di
capire cosa
avesse acceso il putiferio di poco prima, ma, arrivati davanti al
tavolino,
scoppiarono tutti a ridere fragorosamente.
- Amico, io non lo sapevo mica che tu vendessi le tue
foto a scuola. A saperlo prima ne avrei comprate un paio per mia madre.
Quando
si arrabbia è tremenda, ma scommetto che con una di queste
si calmerebbe
subito. - esclamò Michael, sventolando una delle foto
presenti sul tavolino, la
quale ritraeva Damien in costume, mentre gli altri continuavano a
ridere
divertiti.
- Idiota. - rispose solamente il ragazzo prima di girare
su se stesso e tornarsene agli allenamenti.
- Ehi tu, non sfottere mio fratello. - s’intromise Lisa,
indispettita che quel ragazzone enorme dagli occhi castani prendesse in
giro il
fratello.
- Fratello? Ma chi? Damien? - chiese sbalordito Michael,
non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
- Già. - rispose concisamente la rossa. - E tanto
perché
tu lo sappia bestione,
Damien non ne sapeva nulla delle foto. -
concluse mentre richiudeva il tavolino e, con Aliam, lo riportava nel
gabbiotto
del custode, ripromettendosi mentalmente di stampare più
foto per il giorno
dopo.
Erano
passati diversi giorni dall`incidente della bancarella, ma Damien, ogni
volta
che ci pensava, non riusciva a trattenere un sorriso,
quell’uragano della
sorella se ne inventava sempre una nuova e, dopo che gli aveva chiesto
scusa
con quel faccino dispiaciuto, come poteva lui fingere di essere ancora
arrabbiato?
Quella
mattina, come pure le precedenti, anche sapendo che stava iniziando a
far tardi
e che se non si fosse sbrigato, avrebbe trovato i cancelli chiusi,
Damien stava
camminando lentamente verso scuola, chiedendosi se ci fosse ancora
qualcosa di
intentato per attirare l'attenzione del ragazzino su di sé.
Gli
mancavano pochi metri per raggiungere l'ingresso della scuola, quando,
superando uno dei tanti vicoli, che caratterizzavano quella stradina di
periferia, ne vide all'interno tre ragazzi che si accanivano su
qualcuno steso
a terra. In un primo momento, Damien, stava per andarsene,
poiché il cancello
della scuola stava ormai per chiudersi, ma, sentendo un gemito
provenire dalla
vittima di quel pestaggio, decise di intervenire.
Solo
una volta che fu abbastanza vicino ai tre bulli si rese conto che la
vittima
dell'aggressione non era altro che il ragazzino che in quel periodo non
aveva
abbandonato per un attimo i suoi pensieri e, non riuscendo a
controllare la
rabbia, iniziò a colpire i tre bulli con pugni e calci e,
solo quando li vide
tutti e tre a terra, si riscosse dallo stato violento in cui era
caduto,
ricordandosi del suo piccolo pulcino dolorante sdraiato a terra, che
cercava,
con scarsi risultati, di rialzarsi.
Damien
si avvicinò velocemente al ragazzo e, abbassandoglisi di
fronte, cercò di
spostargli dalla fronte un ciuffo di capelli incrostati di fango,
riabbassandola però velocemente, quando Aliam, spaventato,
si scansò, cercando
di allontanarsi il più possibile da lui.
-
Stai bene Aliam? Hai qualcosa di rotto? - chiese il brunetto infine,
non
sapendo bene come agire in quella situazione.
Damien
attese per alcuni secondi una risposta, ma non arrivandone alcuna, si
rialzò e,
avvicinandoglisi con fare sicuro, lo prese in braccio, non lasciandolo
neanche
quando il ragazzino iniziò a dibattersi per essere rimesso a
terra.
- Calmati, io non ti faccio niente. Ora ti porto a scuola e
facciamo chiamare tuo
fratello. - spiegò dolcemente Damien, cercando di calmare
quel pulcino
spaventato, che tremava tra le sue braccia.
Alle
parole del ragazzo, Aliam s’immobilizzò e, alzando
per la prima volta il suo
sguardo su di lui, iniziò a negare forsennatamente con la
testa. Damien, colpito
dallo sguardo verde e dorato del ragazzo tra le sue braccia, in un
primo
momento non rispose.
-
Vuoi che ti porti direttamente a casa? - chiese poi dolcemente,
recuperando il
controllo che lo sguardo del pulcino aveva facilmente distrutto.
Il
biondino, alla domanda del bruno, negò ancora con la testa,
cominciando a
fissare intensamente il ragazzo negli occhi.
-
Non voglio che la mamma mi veda così e se mi vedesse Kei, si
sentirebbe in
colpa. - spiegò il ragazzo con voce appena udibile,
abbassando subito dopo lo
sguardo.
L'ala
piccola dell'Antareas, non sapendo cos`altro fare, girò su
se stesso, uscì dal
vicolo e, ripercorrendo la strada che solo un attimo prima aveva
seguito, si
diresse verso la casa da cui pochi minuti prima era uscito.
- Si
può sapere dove cavolo si è cacciato quell'idiota
di tuo fratello? - chiese il
brunetto mentre camminava verso casa, non sopportando il pesante
silenzio che
si era creato tra lui e Aliam.
-
Kei va ad allenarsi ogni mattina al campetto e, da lì, va
direttamente a scuola.
- spiegò il biondino con la sua voce bassa e delicata.
Per
tutto il tragitto, Damien, continuò a porre, al ragazzino
tra le sue braccia,
le domande più disparate che gli venivano in mente, e pian
piano, il pulcino,
dimenticandosi della vergogna per il ragazzo più grande,
iniziò a parlargli
serenamente, non sentendosi più troppo a disagio vicino a
lui.
Una
volta arrivati a casa, Damien portò Aliam nella propria
stanza al piano
superiore e, dopo averlo adagiato sul proprio letto, iniziò
a cercare nell'armadio
dei vestiti che fossero adatti al pulcino, estraendone poi alcuni, che
pose sul
letto di fianco al ragazzo.
-
Riesci a lavarti da solo? - chiese Damien premuroso, che, vedendo il
pulcino
arrossire di una gradazione di rosso non ancora inventata e annuire
forsennatamente con la testa tenendo però lo sguardo basso,
gli sorrise
dolcemente e, dopo avergli dato i vestiti e l'asciugamano e averlo
accompagnato
alla porta del bagno, lo lasciò solo, scendendo al piano di
sotto, sperando che
in quel modo il ragazzino si sentisse più a sua agio a
lavarsi.
Dopo
circa una ventina di minuti, nella quale Damien, non sapendo bene come
comportarsi col ragazzino, aveva chiamato la sorella chiedendole di
raggiungere
lui e il pulcino a casa, Aliam, scese lentamente dal piano superiore,
cercando
il ragazzo che lo aveva aiutato e trovandolo infine sul divano che lo
aspettava.
Damien,
alla vista del pulcino, scoppiò a ridere e, solo quando si
rese conto dello
sguardo stupito del ragazzino che aveva davanti, cercò di
trattenersi.
-
Scusa, non volevo prenderti in giro, ma... ma con quei vestiti addosso
sei
ridicolo. - cercò di spiegare Damien, mentre guardava il
suo adorabile
pulcino che imbarazzato indossava i suoi vestiti.
Aliam,
alle parole dell'ala piccola dell'Antareas, arrossì,
restando impalato sotto
l'arco della porta che dava sul salotto.
- Ti
andrebbe di bere qualcosa? - chiese Damien, con quel tono dolce e
carezzevole cui
non era avvezzo, ma che con quel ragazzino gli veniva così
naturale.
-
Cosa ti andrebbe? - chiese ancora il brunetto, dopo aver ricevuto un
cenno
d'assenso dal biondino, che lentamente aveva iniziato ad avanzare nella
stanza.
Non
ricevendo alcuna risposta dal ragazzo, Damien, passò a
rassegna tutto ciò che
aveva in casa, chiedendogli poi se volesse una cosa piuttosto che
un'altra,
ricevendo però un cenno positivo solo quando
nominò la cioccolata calda.
- E
sia la cioccolata allora. - concluse sorridendo al pulcino, che ormai
non aveva
occhi che per la cioccolata. - Avanti, vieni a darmi una mano. Io verso
nel
pentolino e tu giri, ok? - gli chiese infine e, notando che Aliam si
avvicinava
ai fornelli su cui era poggiato il pentolino, iniziò a
versarvi il latte
all`interno, non riuscendo a capacitarsi che finalmente il pulcino
avesse
deciso di aprirsi con lui.
- E
ora il cacao. - pensò ad alta voce Damien, avvicinandosi
allo sportello
dell'armadietto in cui si trovava, non accorgendosi però,
che in quel modo si
era avvicinato di conseguenza anche al pulcino di fianco a
sé, che,
nell`avvertire il corpo del ragazzo avvicinarsi sempre più
al suo, si mosse
imbarazzato.
Damien,
sentendo il movimento del ragazzo, incuriosito abbassò lo
sguardo sul pulcino
e, non prestando più attenzione a ciò che toccava
nel mobile, finì per spingere
una busta di farina, che teatralmente cadde sulle loro teste, facendo
si che
entrambi si ritrovassero con i capelli completamente bianchi.
A
guardarsi l`un l`altro in quello stato, sia il biondino sia il
brunetto,
scoppiarono a ridere, dimenticandosi completamente del latte, del cacao
e di
tutto quello che li circondava.
- Ma
che state combinando? - chiese all'improvviso una voce alle spalle dei
due
ragazzi, che, smettendo subito di ridere, si voltarono di scatto verso
la
fonte.
-
Nulla. - scandì Damien, infastidito per l'interruzione,
guardando la sorella
che gli si poneva di fronte e che, senza volere, aveva rovinato
l'atmosfera che
si era creata tra lui e il suo dolce pulcino, che fino a un attimo
prima rideva
divertito, mettendo in mostra il suo dolce sorriso, e che ora, invece,
aveva
abbassato il capo, nascondendo a tutti i presenti il suo sguardo.
-
Nulla? Se la mamma vede questo casino è capace di farsi
scoppiare le coronarie
da sola. - sentenziò divertita la rossa, sollevata che
entrambi i ragazzi
stessero bene. E lei che aveva pure corso fino a casa, spaventata da
quello che
il fratello le aveva detto durante la sua fulminea chiamata,
pensò sconsolata
prima di cacciare fuori dalla cucina i due ragazzi, ordinando a
entrambi di
andarsi a lavare i capelli, e mettersi a ripulire lo scempio che il
fratello e
l`amico avevano appena realizzato.
Ringraziamenti:
cry_chan grazie
per la recensione e si, anche a me piace
un sacco il personaggio di Aliam, e Lisa e la madre sono uno spasso da
scrivere. Un bacio.
Shasha5 sono
contenta che ti sia piaciuto anche questo
chap, spero che sia uguale anche per questo. Alla prossima,ciao ciao.
RiflessoCondizionato
sono contenta che ti piaccia sia la
storia che il mio modo di scrivere, su quest’ultimo ho
qualche piccolo dubbio,
ma la storia era così ben delineata nella mia testa che non
ce l’ho fatta a non
scriverla. Per quanto riguarda la recensione sono stata felicissima di
riceverla come anche quelle di cry_chan e shasha5, che ormai adoro
poiché continuano
a recensirmi e a dirmi che la storia è bella, se non fosse
stato per loro, mi
sarei fermata ai primi chap probabilmente. Spero che continui a leggere
la mia
storia, ciao.
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Capitolo 7 *** Chapter 07 Amicizia ***
Salve
a tutti, prima di iniziare chiedo scusa a
tutti per il ritardo, ma non è propriamente solo colpa mia,
tra esami e un po’ di
vita sociale il tempo vola, ma grazie alle provvidenziali vacanze
natalizie, mi
sono avvantaggiata di un paio di chap, quindi dovrei riuscire a postare
con
regolarità per un po’, dopo di che
dovrò aspettare pasqua, XD scherzo, a parte
questo, spero che il capitolo vi piaccia, buona lettura a tutti e se vi
va
lasciatemi un bel commentino.
Chapter 07: Amicizia.
-Ma
perché quei tipi ti hanno picchiato? Che cosa
volevano da te? - chiese Lisa, alla fine delle spiegazioni dei due
ragazzi, non
riuscendo a capire le ragioni di tutto quel casino.
-
Volevano che gli dessi dei soldi, però non ne avevo con
me, ma non mi hanno creduto e hanno iniziato a picchiarmi. -
spiegò lentamente
il pulcino, tenendo gli occhi bassi e le mani intrecciate, non avendo
più il
coraggio di guardare il bruno negli occhi, non capendo cosa prima lo
avesse
spinto a ridere e scherzare con lui, senza sentirsi minimamente a
disagio.
- Per
fortuna che Damien è arrivato prima che ti
facessero male sul serio. – esclamò pensierosa la
ragazza dopo alcuni minuti,
mentre il suo sguardo passava dal fratello, che fissava strenuamente il
biondino, al pulcino, che testardo continuava a tenere il viso puntato
al
pavimento.
- Beh a
questo punto io torno a scuola. - continuò la
rossa dopo alcuni minuti di silenzio. - Qualcuno deve pur andare a
scuola e
avvertire della vostra assenza, altrimenti tra un’ora
inizieranno a chiamare a
casa e la madre di Aliam si prenderà uno spavento.
Senza
neanche dare il tempo ai ragazzi di ribattere a ciò
che aveva appena detto, la ragazza, alla velocità della
luce, uscì da casa
dirigendosi verso scuola, mentre già immaginava le
molteplici cose che
sarebbero potute capitare da quel momento in poi tra il fratello e
l'amico,
dandosi poi della stupida per essersi dimenticata di piazzare una
videocamera
nascosta, si sarebbe divertita un sacco a vedere tutto più
tardi ed era sicura
che anche la madre avrebbe voluto vedere il filmino, ma ormai la
frittata era
fatta, concluse tra sé.
Appena
la rossa fu fuori di casa, un pesante silenzio
scese tra i due ragazzi, che non sapevano come comportarsi l'un con
l'altro,
finché Damien, non sapendo cos’altro inventarsi,
invitò il pulcino a giocare
con la
Playstation
e, solo dopo aver ricevuto un cenno d'assenso, gli si sedette di fianco
passandogli un joystick.
Per i
primi tempi di gioco entrambi rimasero in silenzio,
non sapendo cosa dirsi.
- Uffi
non è giusto, hai fatto di nuovo punto, mentre io
non ne ho fatto neanche uno. - esclamò indispettito Aliam
dopo un po', avendo
ricevuto la decima sconfitta consecutiva in meno di mezz’ora,
rendendosi conto
solo dopo della confidenza che aveva dato al ragazzo, abbassando di
conseguenza
il capo.
- Vuoi
cambiare gioco? - chiese subito Damien, che
concentrato com'era sul biondino che aveva di fianco e su ogni suo
minimo
movimento, si era reso conto solo in quel momento di aver esagerato col
gioco e
non avergli permesso di fare neanche un punto.
- no,
non voglio cambiare, voglio fare un punto anche io.
- riuscì a borbottare Aliam contrito, con voce appena
udibile, senza però avere
il coraggio di guardare l'altro ragazzo negli occhi.
- Ok,
quindi se ti lascio fare punto va bene? - continuò
a chiedere il bruno incerto, guardando il biondino e cercando di capire
cosa
fare, ma riuscendo a decifrare solo un cenno affermativo da parte del
ragazzo.
-
Scusa, scusa, mi spiace, giuro che non era mia
intenzione. - scandì dopo alcuni minuti Damien, che,
poiché giocava spesso a
quel gioco, per riflesso incondizionato, aveva inconsciamente premuto i
pulsanti e segnato di nuovo punto. - Ci gioco spesso a questo gioco e
senza
volere ho segnato. Mi spiace. - cercò di spiegarsi meglio il
bruno, preoccupato
di aver fatto arrabbiare il pulcino, aspettandosi che il ragazzo da un
momento
all'altro si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato, rimanendo invece
stupito quando
il ragazzino al suo fianco iniziò a ridere, da prima
sommessamente e poi sempre
più energicamente.
Damien
rimase incantato a guardarlo ridere per la seconda
volta nella stessa giornata, senza che però arrivasse
qualcuno a disturbarli
come la volta precedente, mentre nella sua testa riusciva solo a
pensare che
avrebbe dovuto trovare un modo per farlo ridere più spesso,
poiché il vederlo
ridere a quel modo lo faceva andare in una sorta di stand-by mentale,
nella
quale l’unica cosa che contava e a cui riusciva a dare
attenzione era quel
ragazzino biondo, che lo aveva stregato fin dall’inizio.
- Ma
come si fa a vincere senza volere? - riuscì appena a
scandire il biondino, mentre le risate non accennavano a diminuire.
Per i
primi secondi Damien cercò una risposta, ma alla
fine iniziò a ridere anche lui, capendo che ciò
che aveva detto era parecchio
ridicolo. - Anche se è ridicolo, giuro che è
così. - esclamò in fine Damien,
parlando tra le risate.
-
Basta, per oggi non ce la faccio più. - ammise il
biondino dopo altre ben due ore che continuavano a giocare, senza che
riuscisse
a fare un solo punto al gioco sul Basket in cui ormai si erano
completamente
impantanati. - Dovrei strapparti il joystick da mano, per avere una
sola
possibilità di fare punto.
- Mi
spiace, probabilmente mi piace così tanto vincere a
basket, che anche volendo, il mio corpo proprio non ce la fa a farmi
perdere. -
spiegò il bruno sorridendo al ragazzo, mentre questo di
rimando alla sua frase
ricominciava a ridere.
- Tanto
non mi arrendo. La prossima volta un punto lo
segno di sicuro. - terminò Aliam prima di posare il joystick
e stiracchiarsi
sul divano.
I due
continuarono a parlare e a scherzare per tutta la
mattinata, senza che il biondino sentisse di nuovo la timidezza
riemergere in
lui, ma si resero conto del passar del tempo solo quando Catherin,
rientrando
da lavoro, li trovò ancora seduti sul divano.
Dopo
aver rotto il ghiaccio Aliam iniziò lentamente a
prendere sempre più confidenza con Damien, e pian piano
divennero amici, anche
se il pulcino seguitava a vergognarsi e ad abbassare il capo quando
senza
volere Damien o qualcun altro nelle vicinanze diceva qualcosa
d’imbarazzante.
- Ma
sei davvero così bravo? - chiese Aliam stupito,
appena entrati in casa dell'ala piccola dell'Antareas, di ritorno dalla
prima
partita del campionato. - Urlavano tutti il tuo nome.
- E
questo non era nulla, dovresti vedere alle finali che
casino fa la gente. - rispose la rossa al posto del fratello, che,
anche se
abituato ad essere idolatrato dalla folla nelle partite, si sentiva al
quanto
in imbarazzo davanti allo sguardo sorpreso e ammirato del ragazzino
biondo che
ora sedeva di fronte a se.
- E poi
il nostro Damien non è solo bravo, è un vero
talento nel basket. - continuò Lisa dopo alcuni secondi,
vantandosi un po' del
fratello, mentre gli sorrideva a più non posso - ora io me
ne vado in stanza,
ci vediamo dopo, ciao ciao - concluse infine, lasciando i due insieme e
dando
così al fratello la possibilità di passare un
po’ di tempo col suo pulcino
personale.
- Ha
esagerato, non starla a sentire, sono bravo, ma come
gli altri della squadra. - sminuì il bruno, cercando di
capire a cosa stesse
pensando il biondino, che era totalmente assorto nei suoi pensieri.
- Uffi
e ci credo che mi batti sempre con la play, ha
ragione Lisa sei un talento del basket, anche nei videogame. -
esclamò infine
Aliam dopo alcuni minuti di silenzio, iniziando poi a sorridere
all'altro
ragazzo che di rimando gli ripeteva di non stare troppo a sentire
quello che
diceva la sorella, poiché esagerava di continuo.
-
Quindi sei una specie di futuro professionista del
basket? Beh allora dovrai farmi un mega autografo, me lo farai vero? -
continuò
a chiedere il biondino, ormai completamente convinto
dell’esattezza di ciò che
gli aveva detto l’amica, avvicinandosi poi a Damien e
sedendoglisi vicinissimo.
- Ok. -
rispose il bruno arrossendo imbarazzato, dandosi
mentalmente dello stupido, ma non riuscendo a non pensare alla
vicinanza
dell'altro. Ma che gli stava prendendo, continuava a chiedersi il
ragazzo, non
era mai stato timido, ne si era mai imbarazzato nella sua vita, ma quel
ragazzino biondo lo mandava in corto circuito senza alcun motivo
apparente e
quando c’era lui nei paraggi, iniziava sempre a comportarsi
in modo strano.
- Sei
arrossito - costatò a voce alta Aliam. - Mi
dispiace, devo aver esagerato, non volevo. - concluse poi velocemente,
allontanandosi un po' dall'altro e abbassando simultaneamente lo
sguardo.
-
Tranquillo, non è nulla. - si affrettò a parlare
Damien, vedendo il biondino allontanarsi, cercando di risistemare le
cose - E
quando diventerò un professionista, ti farò
quanti autografi vorrai. - propose
sorridendo incoraggiante al biondino, che a sua volta gli sorrise
dolcemente.
- Ma
come ti salta in mente di arrossire davanti ad
Aliam? Avrà di sicuro pensato di aver detto o fatto qualcosa
di sbagliato. -
sbottò incredula Lisa, mentre, dopo aver tirato un leggere
schiaffetto al
fratello, si sedeva a gambe incrociate sul divano, tra la madre e
Michael, che
aveva deciso proprio poc'anzi di presentarsi per la prima volta a casa
dell'amico, utilizzando la scusa dei festeggiamenti per la vittoria
della
partita, incappando invece in uno spettacolo a dir poco esilarante.
L’ala
grande dell’Antareas, appena arrivato a casa
Trustand, aveva incrociato il piccolo Dersorp che timidamente salutava
l'amico,
andandosene poi velocemente a casa propria, dopodiché, nel
giro massimo di due
secondi netti, si era materializzata alle spalle del bruno la sorella,
che con
una furia scatenata, un’interminabile serie di domande e una
strana lampada,
uscita chissà da dove puntata sul volto del ragazzo, aveva
costretto l'amico a
raccontarle tutto quello che era successo, senza trascurare nessun
dettaglio,
anche se minimo.
-
Cavolo mi sono perso uno spettacolo, te che arrossivi,
pagherei il biglietto per vedere la scena. - ironizzò
Michael, guardando
divertito l'amico che lo fulminava con lo sguardo. - Quasi quasi chiedo
al
pulcino di saltarti addosso, chissà come reagisci ad un
attacco diretto. -
concluse ridendo.
-
Idiota. - scandì lentamente il bruno, mentre tutti gli
altri presenti scoppiavano a ridere. Che ci poteva fare lui se il
biondino gli
faceva quell’effetto? E poi ormai erano giorni che non faceva
che pensare a lui
e ad averlo così vicino, gli erano venute in mente strane
idee, da non mettere
assolutamente in pratica se voleva continuare ad essere amico del
pulcino, si
sgridò mentalmente prima che inconsciamente ricominciasse a
pensarci di nuovo.
- Su
Damien, non prendertela, è normale arrossire o avere
altre reazioni, quando la persona di cui sei innamorato, ti si avvicina
così
tanto. - disse dolcemente la madre della rossa, intenerita
dall'incertezza che
traspariva dallo sguardo del figlioccio, - però sarebbe
proprio divertente vedere
che succede se il nostro piccolo Aliam gli salta addosso. –
finì dopo pochi
secondi, non riuscendo proprio a trattenersi dal prendere un
po’ in giro il
ragazzo.
-
Catherin ha ragione. - concordò James, mentre, dalla
sedia di fianco al tavolo del salotto, guardava il ragazzo. - E
sarebbero
normali anche altri tipi di reazioni, specialmente alla tua
età, quindi non
devi preoccuparti troppo. – finì Jeremy sorridendo
gentile, mentre gli altri
presenti scoppiavano nuovamente a ridere e Damien sopportava
stoicamente tutte
quelle battutine su di se, sperando tra se e se di non avere mai delle
reazioni
troppo evidenti davanti al pulcino, altrimenti come avrebbe potuto poi
spiegargliele?
Recensioni:
cry_chan,
sono contenta che Damien e Aliam ti stiano
simpatici e per quanto riguarda Lisa questo è niente, ne
farà di cotte e di
crude quindi continua a seguire, ciao.
Saretta_TrillY_,
Ciao, fa sempre piacere avere una nuova
commentatrice e ancor di più se mi dici che Damien e Aliam
ti piacciono, bhe si,
hanno fatto un passo avanti, ma ne dovranno fare ancora un sacco, mi
raccomando
continua a leggere e a commentare se vuoi, ciao.
Lady
moon, sono contenta che la storia ti piaccia e
tranquilla io continuerò a scriverla, ma tu continua a
leggerla ok? E fammi
sapere cosa ne pensi, ciao.
Ritsuka96,
sono contenta che ti piaccia e per quanto
riguarda Aliam in seguito ne parleremo, e si scoprirà anche
da che deriva la
timidezza cronica che ha, ma prima dovranno affrontare il problema di
Damien.
Le storie Yaoi piacciono un sacco anche a me ed è proprio
per questo che ho
deciso di scriverla. Mi raccomando continua a seguire la mia storia e a
commentarla se vuoi, ricevere commenti fa sempre piacere XD, ciao.
Shasha5,
ciao shasha5 mi fa piacere che questo chap ti
sia piaciuto e spero ti piacciano anche i prossimi, per quanto riguarda
Lisa,
mi è uscita senza che ci riflettessi molto, sai pensavo
principalmente ai
protagonisti, ma mi è venuta fuori davvero simpatica e anche
un po’ casinara,
alcune volte cercando di aiutare i due protagonisti
combinerà dei veri casini,
vabbe che per fortuna poi glieli faccio anche risolvere ahahah. Ciao.
jazz211,
sono contenta che ti piaccia la storia e mi
spiace un po’ perché c’ho messo un
po’ ad aggiornare, ma gli esami
all’università mi tarpano le ali, cmq a parte gli
scherzi, cercherò di postare
regolarmente. Ciao
RiflessoCondizionato,
mi fa piacere che tu stia
continuando a leggere e scusami per il ritardo con cui ho postato
quest’ultimo
chap, cmq per quanto riguarda il voler capitoli più lunghi
di per se si
potrebbe anche fare, ma mi
preoccupa che
poi molte persone vedendosi davanti un capitolo lungo depongano le armi
e non
lo leggano più, ma cmq tranquilla cercherò di
postarli di frequente (almeno
spero XD) e grazie. Ciao
|
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Capitolo 8 *** Chapter 08 Suona per me ***
Mi
spiace se il capitolo è un pò piccolo, ma
inizialmente questo pezzo faceva parte di un altro chap, ma poi mi
è sembrato così dolce che ho preferito metterlo a
parte. Comunque buona lettura a tutti.
Chapter 08: Suona per me.
Il
giovane Trustand stava lì da tre ore filate, ormai per
lui era diventata un'abitudine passare la domenica mattina, su quel
campetto
poco lontano da casa, ad allenarsi, ma quel giorno proprio non riusciva
a
concentrarsi, il pensiero gli volava sempre altrove e non riusciva a
darsi
pace.
"Cavolo,
sono un vero idiota, prima volevo essergli solo amico e, ora che
lo sono, continuo a pensare a lui e non certo da amico. Ma io voglio
essere per
lui molto di più di un amico, voglio fare con lui cose che
tra amici di sicuro
non si fanno. Cazzo, forse dovrei stargli alla larga o rischio di fare
qualche
cavolata." pensava
preoccupato
l'ala piccola dell'Antareas, mentre lanciava il pallone che aveva tra
le mani,
il quale con una perfetta traiettoria si infilava impeccabile nel
canestro.
Erano
quasi le dieci, quando Damien, finalmente, decise
di fermarsi e tornarsene a casa, si stava avvicinando alla borsa posata
al
limite del campetto, quando dall'altro lato della strada vide una
testolina
bionda, quasi completamente nascosta da borse e pacchi, che
instabilmente
procedeva sul marciapiede.
Aveva
da poco pensato di non avvicinarglisi più ed ecco
che il ragazzino gli compariva davanti come per magia, di certo da
qualche
parte c'era qualcuno che d'accordo con le sue decisioni proprio non lo
era, ma
ora lui che doveva fare? Pensava febbrilmente il bruno, gli si doveva
avvicinare o lo lasciava andare per la sua strada? Ci stava ancora
pensando,
quando, mentalmente, si diede del deficiente, perché
continuava a rimuginare se
il suo corpo in automatico si stava già muovendo verso la
sua calamita bionda?
Ormai
gli era quasi arrivato alle spalle, doveva solo
salutarlo, ma il bruno temeva, che a salutarlo così
all'improvviso, al biondino
venisse un colpo, e, mentre si domandava silenziosamente quale modo
fosse più
appropriato per chiamarlo, vide il pulcino deviare un po' sulla
sinistra senza
nessun motivo e dirigersi diritto diritto verso un palo della corrente.
Il
giovane Trustand, ancor prima di rendersi conto di ciò
che stava facendo, si ritrovò ad abbracciare da dietro il
piccolo Dersorp, per
evitargli una bella botta, che preso però alla sprovvista
fece cadere meta
delle buste a terra e volare in aria le restanti.
-
Scusa, non volevo spaventarti, ma stavi per sbattere
contro il palo. - spiegò soltanto Damien, allontanandosi
leggermente dal
ragazzo, che lo guardava stupito, cominciando poi a raccogliere le
buste che
gli aveva fatto cadere, mentre dentro di se si chiedeva come riuscisse
a fare
cose così stupide senza rendersene conto, e lui che non
voleva spaventarlo,
altro che spaventarlo, ancora un po' e il suo pulcino si era giocato le
coronarie.
- Ti
aiuto a portarle. - disse pratico il bruno, dopo
aver raccolto tutte le buste più pesanti, lasciando al
biondino quelle leggere.
Aliam,
dopo essersi calmato dallo spavento, iniziò a
guardare spaesato il ragazzo, mettendosi poi a raccogliere
automaticamente
anche lui le buste, cominciando a fare strada verso casa sua, senza
aver
neanche ben capito cosa fosse successo realmente e cosa ci facesse
l’altro lì.
Il
biondino, arrivato fuori casa, prese le chiavi, aprì
la porta ed entrò, invitando poi anche il bruno a fare lo
stesso, il tutto
mentre mentalmente cercava di calmarsi e non sentirsi in imbarazzo. In
fondo,
lui e Damien, oramai erano amici e il ragazzo spesso lo aiutava e lo
toglieva
dalle situazioni scomode, quindi doveva assolutamente essere cortese e
ospitale
con lui, anche se non riusciva a comprendere come mai un ragazzo
così sicuro di
sé e popolare perdesse il suo tempo a cercare di essere
amico proprio a lui.
Una
volta entrati, Aliam introdusse l'amico nel salone
che affacciava sulla cucina, nella quale veloci poggiarono le buste e i
pacchetti, riponendo tutto negli appositi mobili e nel frigorifero,
ritornando
poi nel salone, dove Damien notò solo in quel momento un
enorme pianoforte
posto al centro della sala.
Il
giovane Trustand ammirò assorto il piano, ricordandosi
solo dopo alcuni minuti della volta in cui aveva sentito il suo pulcino
suonare.
-
Suona. - si limitò a scandire Damien, girandosi a
guardare l'altro ragazzo, che impacciato arrossiva e balbettava scuse
senza
senso per non suonare.
- La
prima volta che ti ho sentito suonare, sei stato
bravissimo, ma poi sei scappato alla velocità della luce.
Avanti cucciolo,
suona per me, solo per un po'. - continuò a chiedergli il
bruno, stavolta più
dolcemente, notando il piccolo Dersorp arrossire al suo chiamarlo
cucciolo.
Dopo
alcuni secondi d’incertezza, Aliam, vedendo il bruno convinto
di ciò che gli
chiedeva, si avvicinò al piano e, dopo essersi seduto,
iniziò a suonare una
delle sue musiche preferite, abbandonandosi dopo un po' alla dolce
melodia che
portò via con sé anche le ultime tracce di
vergogna, lasciandolo tranquillo e
sicuro nel suo armonioso suonare.
L'ala
piccola dell'Antareas alle prime note del ragazzo si diresse al divano,
posto
di fronte al piano, e, dopo essercisi seduto sopra, iniziò
ad ammirare il suo
pulcino che lentamente si rilassava e chiudendo gli occhi suonava
tranquillo la
sua dolce melodia.
"Chissà
se anche tra le mie braccia si rilasserebbe a quel modo e se avrebbe
quell'aria
sognante ad un mio bacio, probabilmente no." fu l'ultimo pensiero che
formulò Damien, dopo un’oretta che ascoltava il
biondino suonare e prima che le
note di quella dolce musica e la stanchezza, causata dall'allenamento
mattutino,
avessero la meglio su di se e sul suo desiderio di imprimere nella
propria
memoria più dettagli possibili del piccolo Aliam, facendolo
sprofondare in un
caldo e rilassante sonno.
Quando
smise di suonare, era da molto che Aliam aveva
perso il senso del tempo, perciò rimase doppiamente stupito,
quando voltandosi
verso l'amico, lo trovò addormentato sul divano.
"E ora
cosa faccio? Lo devo svegliare o lo lascio dormire?"
si chiese il pulcino mentalmente, mentre silenziosamente si avvicinava
al
ragazzo e lo guardava attento.
"Non
voglio svegliarlo." si decise infine e,
non sapendo che altro fare, gli si sedette di fianco, rilassandosi sul
divano.
Dopo un
paio di ore il brunetto si risvegliò, rendendosi
conto solo in quel momento che si era addormentato in casa del biondo e
che non
sentiva più la musica, ma che in compenso provava un
piacevole calore sul lato
sinistro del corpo.
Senza
fare movimenti bruschi, Damien alzò le palpebre,
guardandosi attorno un po' spaesato, notando distrattamente il
pianoforte, che
sembrava vuoto e spento senza la presenza del suo musicista, e solo
dopo si
rese conto di una miriade di ciocche dorate, che gli si poggiavano
sulla spalla,
e del visino dolce e addormentato che ne era incorniciato.
Il
giovane Trustand rimase a fissare ammaliato quel viso
per un tempo interminabile, sentendo scoppiare in se emozioni diverse,
la
tenerezza per la dolcezza e la vulnerabilità che traspariva
ovunque da quel ragazzino,
il desiderio di stringere il suo corpo e baciare le sue labbra, il
timore di
fare qualche passo falso e compromettere tutto. E tutte quelle emozioni
gli
vorticavano dentro addensandosi in un gran calore al livello del petto,
che da
una parte era piacevole, ma dall’altra gli dava delle leggere
vertigini.
Damien
rimase lì, fermo e silenzioso, a guardare Aliam
dormire per tutto il tempo che il dolce sonno dell’altro gli
permise,
memorizzando ogni minimo particolare del volto che ora gli era
così vicino,
sentendo il suo respirargli sul collo e il suo bisbigliare parole senza
senso e
ringraziando la fortuna che aveva avuto quella giornata a incontrare il
piccolo
per strada e a non prendere effettivamente in considerazione la sua
delirante
decisione di non avvicinarglisi più. Se il cucciolo voleva
un amico, lui lo
sarebbe stato per tutto il tempo che voleva e senza pretendere nulla in
cambio,
gli sarebbero bastati momenti come quelli ad aiutarlo a mandar
giù la frustrazione
che alle volte gli montava dentro. Tanto ormai sapeva benissimo che,
anche con
tutta la sua buona volontà, non sarebbe mai riuscito ad
allontanarsi da lui,
tanto valeva allora stargli il più vicino possibile, senza
pensare al dopo.
Recensioni:
cry_chan,
certo che mi fanno piacere le tue recensioni e
poi fin dall’inizio tu e shasha5 avete sempre recensito i mie
chap, se non l’aveste
fatto probabilmente la storia l’avrei continuata solo per me
e non l’avrei più
postata. Già la famiglia di Damien è proprio
particolare e questo è nulla di
quello che gi faranno passare poverello. Al prossimo chap ciao ciao.
Ritsuka96,
sono contenta che ti piaccia Aliam e per
quanto riguarda Damien arrossito, bhe pensa che non era proprio un
arrossire
dalla vergogna, ma bensì da certi pensieri che aveva fatto
sul piccolo Aliam e
poi la scena non era prevista a dir la verità, mi si
è creata così mentre
scrivevo. Parlano del nome del piccolo, sinceramente il nome
l’avevo
inizialmente pensato per un’altra storia e per una ragazza,
doveva essere Alia,
che mi dava un senso di libertà, ma poi ho iniziato a
pensare a questa di
storia e mi serviva un nome, ho messo al maschile Alia e mi si
è trasformato in
Aliam e, poiché mi sembrava dolcissimo come nome maschile e
per lui era
perfetto, alla fine se lo è guadagnato lui. Cmq tranquilla
ne ho scritti un bel
po’ di chap a natale quindi ne posterò un bel
po’ uno dopo l’altro. Ciao ciao.
Saretta_Trilly_,
sono contenta che ti piaccia anche
questo e tranquilla posterò così spesso che alla
fine ti stancherai di leggere
la mia storia, (bhe ho un po’ esagerato XD). Al prossimo,
ciao ciao.
Shasha5,
piace anche a me Lisa e poi devo dire che mi
semplifica anche molto la vita, se devo scrivere qualcosa e non so chi
è che
potrebbe farla, lei in un modo o nell’altro ci riesce sempre,
mi aiuta ad unire
la maggior parte dei personaggi. Allora al prossimo chap ciao ciao.
Lady
moon, son contenta che ti sia appassionata, ma per
vedere certe reazioni dovrai aspettare ancora 5 o 6 chap, ho intenzione
di far soffrire
Damien ancora per un po’, ihihihih. Al prossimo capitolo
allora ciao ciao.
|
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Capitolo 9 *** Chapter 09 Il piano ***
Chapter 09: Il piano.
Nei
quindici giorni che seguirono, su tutti s’impresse
una dolce e beata tranquillità.
La
squadra di basket dell'Antareas vinse altre due
partite del campionato, ottenute soprattutto grazie al loro campione,
ma dovute
anche al supporto dell'intera squadra, che, senza invidie e rivalismi
interni,
riusciva ad avere un affiatamento formidabile.
Gli
affari della giovane Trustand si erano velocemente
moltiplicati, al punto che si era ritrovata ad avere un circolo di
clienti in
cui spiccavano ragazze e ragazzi che, per i suoi particolari ed
esclusivi
articoli, venivano anche da altre scuole. La ragazza quindi si era
potuta
finalmente comprare la sua sognatissima nuova macchina fotografica
professionale Nikon D3x da 24 Megapixel, grazie alla quale stava
già per
mettere in commercio la sua nuovissima collezione di foto, con i cui
guadagni
aveva intenzione di comprarsi l'ennesima raccolta di fotografie del suo
fotografo preferito.
E
l'amicizia nascente tra Damien e Aliam lentamente si
stava consolidando per entrambi, al punto che ormai avevano preso
l'abitudine
di studiare insieme tutti pomeriggi, con la compagnia della rossa Lisa
e del
castano Michael, che accoppiati creavano inspiegabilmente le situazioni
più
contorte e assurde per mettere i due amici in situazioni imbarazzanti,
dalle
quali ne uscivano solo grazie all'intervento divino di Catherin, che,
portando
dolci o biscotti e buttando qualche battuta qui e la, bloccava i due
cospiratori, calmava il piccolo Dersorp, già in assetto da
fuggitivo, e
dissuadeva Damien dai diversi tentativi di vendetta, che il ragazzo di
volta in
volta progettava.
Era la
quarta partita del campionato che l'Antareas
giocava e questa la disputava contro la Breestit, capitanata da Lucas
Callonar.
La partita procedeva senza troppi dislivelli, le squadre erano
bilanciate e
ormai la vittoria dipendeva solo dall'ala piccola dell'Antareas e dal
capitano
della Breestit, infatti, chi dei due sarebbe riuscito a resistere al
pesante
ritmo fino alla fine della partita, avrebbe portato la sua squadra alla
vittoria.
Fra
azioni spettacolari e difese altrettanto
straordinarie, con rubi di palla e velocissimi passaggi, la partita si
concluse
a favore dell'Antareas per soli 2 punti di differenza.
Alla
fine della partita entrambe le squadre e gli
allenatori si scambiarono come di consueto un'amichevole stretta di
mano, dopo
di che i ragazzi furono liberi di andare negli spogliatoi.
Dopo
una rigenerante doccia, Damien, insieme all'amico
Michael, velocemente andò dal piccolo Aliam, che con la
sorella lo aspettava
all'entrata della palestra.
- Che
ne dite se andiamo a festeggiare? La Breestit
l'anno scorso era in semifinale e noi l'abbiamo battuta, ce lo
meritiamo
proprio di festeggiare. - propose esaltato l'ala grande dell'Antareas,
gesticolando
esageratamente con le mani, per dare importanza a ciò che
diceva.
- Io ci
sto volentieri e poi festeggio anche perché ho
fatto un sacco di belle fotuccie, ci guadagnerò un sacco con
queste. -
acconsentì la rossa, felice più per i suoi
prossimi guadagni che per la
vittoria della squadra del fratello. - Vieni anche tu Aliam, vero? -
chiese poi
all'amico, sapendo che la risposta del fratello sarebbe dipesa
inevitabilmente
da quella del biondino.
- Beh
ecco... Io non... - iniziò a parlare Aliam, venendo
però bloccato dall'amica, che senza più
interpellarlo aveva stabilito che anche
lui avrebbe partecipato e, come previsto dalla rossa, anche Damien poi
accettò
di andare con loro.
I
quattro ragazzi e il resto della squadra più la manager
e la fidanzata di Michael, decisero così di andare tutti al
McDonald’s, dove
dopo aver avvicinato i tavolini ed essercisi impiantati, passarono
tutta la
serata a scherzare e ridere anche sulle cose più stupide,
con Michael che, con
il supporto di Lisa, metteva su le scenette più comiche mai
viste prima.
La
serata passò tranquilla e briosa mentre tutti si
divertivano, anche se il piccolo Dersorp più volte si
adombrava, con il
conseguente aumento della preoccupazione di Damien, che non si spiegava
cosa
avesse.
"Forse
si sente solo un po' a disagio." pensava
il bruno incerto. "O forse è arrabbiato perché
non voleva venire e Lisa
l'ha costretto?. Avrei dovuto fermare Lisa." concluse poi, continuando
a
interrogarsi su quale delle due ipotesi fosse quella più
giusta.
Erano
passati cinque giorni dalla partita contro la
Breestit e Damien, invece di andare in palestra, se ne stava negli
spogliatoi
ad andare avanti e dietro, senza fermarsi un attimo o ascoltare i
compagni di
squadra che lo chiamavano.
- Si
può sapere che ti è successo, è un'ora
che stai qui,
ti senti male? - chiese Michael all'amico. - I ragazzi di là
si stanno
preoccupando e indovina un po' chi hanno mandato in perlustrazione? -
scherzò
poi, cercando alleggerire la tensione, che senza motivo vedeva
nell'amico, non ricevendo
però dal ragazzo nient'altro che un'occhiataccia avvelenata.
- Ok,
è una cosa seria, non scherzo più, ma calmati. -
riprese a parlare Michael, iniziando a preoccuparsi. - Cos'è
successo? Si
tratta del pulcino? -
-
Sì. - si decise a rispondere il bruno dopo alcuni
minuti di silenzio, Michael era il suo migliore amico e ora aveva
bisogno di
parlare con qualcuno, quindi ne avrebbe discusso con lui decise.
- Il
pulcino sta male? - chiese ancora l'ala grande
dell'Antareas.
- No,
lui sta bene, ma... - iniziò a parlare per poi
fermarsi, non sapendo come spiegarsi.
- Ma? -
continuò a chiedere Michael, cercando di
incoraggiare l'altro a parlare.
- Ma io
sto per impazzire. - esclamò infine Damien,
accasciandosi su una delle panchine presenti nello spogliatoio.
- E
perché staresti impazzendo di grazia? - riprese a
chiedere l'ala grande dell'Antareas, sentendosi quasi un poliziotto a
causa di
tutte le domande che stava facendo.
- Mi
evita e non so neanche che ho fatto di sbagliato.
Come faccio a scusarmi, se non so neanche cosa ho sbagliato? Tu hai
notato
qualcosa? - rispose Damien a bassa voce, ma guardando l'amico dritto
negli
occhi.
- No,
non ho notato nulla, ma tu sei sicuro che ti eviti,
non è che stai esagerando un po' solo perché sono
un paio di giorni che il
pomeriggio non viene a casa tua? L’ha detto a Lisa no? Sta
aiutando la madre
che in questi giorni non sta bene. Non preoccuparti troppo. - rispose a
sua
volta Michael, cercando di calmare l'amico anche se anche lui aveva
notato un
certo allontanamento del pulcino dall'amico. "Poverello
però" pensò
poi l'ala grande dell'Antareas "è proprio sfortunato in
amore, gli c’era
voluto un sacco di tempo per avvicinarsi al pulcino e ora che c'era
riuscito,
sta di nuovo punto e a capo."
-
Michael non capisci, non è perché non viene a
casa, il
problema è che non mi parla più, non ricambia
quando lo saluto, cambia
corridoio o fa dietro-front quando lo incontro nei corridoi. Ieri l'ho
fermato
fuori scuola, gli ho chiesto come stava la madre e lui è
scappato via senza
neanche alzare lo sguardo. Mi sembra di essere tornato all'inizio,
dannazione
devo sapere cosa ho sbagliato. - sbottò il bruno, sfogandosi
con l'altro
ragazzo, mentre in automatico si rialzava e ricominciava a camminare
avanti e
indietro.
- Beh
magari un po' hai ragione. - acconsentì Michael,
cercando mentalmente una soluzione per l'amico. - Hai provato a
chiedere a
Lisa? Stanno nella stessa classe, forse con lei ha parlato. - propose
infine,
non avendo trovato di meglio.
- No,
non le ho chiesto nulla. - si limitò a rispondere
Damien.
- Ho
un’idea. - esclamò dopo alcuni minuti Michael,
vedendo che l'amico non si riprendeva, mentre iniziava a cambiarsi -
Ora ti
cambi, andiamo a prendere tua sorella e ce ne andiamo a casa tua a
parlare,
tanto è inutile restare qui, ora come ora non riusciresti
neanche a fare un
buon passaggio. Avanti muoviti. -
Damien
rimase fermo per alcuni secondi, prima di iniziare
a cambiarsi anche lui, pensando mentalmente che alcune volte anche
l'amico dava
qualche buon consiglio, per poi andare con lui dietro alla palestra per
prendere la sorella, che a vederseli lì all'improvviso si
preoccupò non poco.
- Che
succede? - chiese ansiosa la ragazza, dopo aver
mandato via tutte le ragazze che si erano accalcate vicino al suo
tavolino.
- Si va
a casa vostra. - rispose l'ala grande
dell'Antareas al posto del bruno, che restava silenzioso.
-
Allora, si può sapere cos'è successo? - chiese di
nuovo
Lisa, appena arrivati a casa, mentre tutti e tre si sedevano sul divano.
- Tuo
fratello è in crisi d'amore, non è riuscito a
cominciare ad allenarsi, da non credere, lui che sarebbe capace di
allenarsi
anche col terremoto. - spiegò Michael, ricevendo in cambio
uno sguardo
assassino dall'amico.
-
Sapevo che era questo il problema, ti sta evitando? -
chiese la rossa rivolgendosi al fratello, ricevendo come risposta un
cenno
affermativo.
- E ci
chiedevamo se per caso tu sapessi come mai il
pulcino evita Damien. - continuò a spiegare l'ala grande
dell'Antareas.
- Sta
evitando anche me, mi spiace. - fu la risposta
laconica della ragazza, che guardava preoccupata il fratello.
I tre
continuarono a proporsi a vicenda tutte le
possibili cause dell'allontanamento di Aliam, senza però
trovarne però un’adeguata.
- Ho
trovato. - esclamò alla fine Lisa, stanca di girare
intorno al problema senza trovare però una soluzione
plausibile - tu credi che
sia arrabbiato con noi per qualcosa che abbiamo fatto, giusto? -
-
Sì. - rispose Damien attento, sapendo che quando la
sorella aveva un'idea, questa nella migliore delle ipotesi ti creava
solo
qualche piccolo problemino, ma che però miracolosamente
riusciva anche a
risolvere il problema iniziale.
- E noi
non sappiamo cosa abbiamo fatto, giusto? - chiese
ancora, con l'unico scopo di creare un po' di suspense nel fratello e
nell'altro ragazzo.
-
Già. - rispose questa volta Michael, cercando di capire
dove andasse a parare stavolta quella rossa scatenata.
- Ho un
piano. - esclamo infine con aria da cospiratrice,
notando solo di sfuggita le occhiate preoccupate che i due ragazzi si
erano
scambiati.
Ps: Per
quanto riguarda la macchina fotografica, non so
se quella effettivamente è una professionale che si
può comprare a Montreal, in
Canada, ho cercato su internet e ho trovato quella, non me ne intendo
molto di
fotografia, quindi se teoricamente non andasse bene come modello,
please
perdonatemi, ma non sapevo proprio che modello scrivere XD.
Recensioni:
Saretta_Trilly_,
grazie per la recensione, sono contenta
che ti sia piaciuto, al prossimo ciao.
Shasha5,
mi fa piacere che ti sia piaciuto il chap, ma
soprattutto che ti piacciano Damien e Aliam, al prossimo capitolo ciao
ciao.
Cry_chan,ahahah
lo so sono troppo smielata, ma giuro che
non era mia intenzione, però poi mentre scrivevo
è andata così, so che è
stupido dirlo, ma inizialmente nella mia testa la storia la vedevo in
linee
generali, poi mentre la scrivo per per sé, al prossimo chap
ciao.
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