Aliam

di roxiee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 01 Campione ***
Capitolo 2: *** Chapter 02 Un nuovo arrivo ***
Capitolo 3: *** Chapter 03 Aiuto ***
Capitolo 4: *** Chapter 04 Finalmente ***
Capitolo 5: *** Chapter 05 Il patto ***
Capitolo 6: *** Chapter 06 Rabbia ***
Capitolo 7: *** Chapter 07 Amicizia ***
Capitolo 8: *** Chapter 08 Suona per me ***
Capitolo 9: *** Chapter 09 Il piano ***



Capitolo 1
*** Chapter 01 Campione ***


Chapter     01:   Campione.

 

Damien, Damien!!!- esultavano gli spettatori, vedendo un ennesimo spettacolare canestro da tre punti, effettuato dal campione dell'Omtans, Damien Trustand, giovane stella emergente del basket americano.
Anche dopo aver nuovamente segnato e aver così assicurato una vittoria sicura per la sua squadra, Damien, continuava imperterrito a scattare e rubare la palla per poter effettuare nuovi punti, senza mai perdere un`occasione, senza mai fermarsi, senza mai smettere di mettere tutto se stesso in quello sport, che per lui rappresentava tutta la sua vita, che rappresentava l`unico posto in cui poteva essere se stesso, senza dover temere di poter essere scacciato da un momento all`altro.
Damien Trustand, quattordicenne di Montreal, alto un metro e settantatre, con capelli di un nero notte tendente al blu e occhi blu scuro, ala piccola dell`Omtans, alla fine della partita, conclusasi come sempre a suo favore, s'infilò velocemente negli spogliatoi e subito dopo nelle docce, senza prestare la minima attenzione ai ragazzi della sua squadra e agli altri spettatori che acclamavano la sua bravura. Solo quando tutti i rumori furono coperti dallo scrosciare dell`acqua, il ragazzo si permise di pensare liberamente alla partita appena conclusasi.
"Questa era l`ultima partita che giocavo in questa squadra e abbiamo vinto per la terza volta il campionato interscolastico delle scuole inferiori, ma da ora in poi dovrò impegnarmi ancora di più. Sarà più difficile vincere il campionato nelle scuole superiori e, anche se la scuola che ho deciso di frequentare, l`Antareas high school, ha una delle squadre migliori dello stato, ci sono molte altre squadre altrettanto forti. Devo allenarmi molto di più da domani in poi." pensava il brunetto, mentre l`acqua continuava senza sosta a massaggiarlo con il suo getto, sciogliendogli i muscoli tesi a causa dello sforzo fisico.
Appena finita la doccia ed essersi rivestito, Damien, uscì velocemente dagli spogliatoi e poi dal centro sportivo in cui si era disputata la partita, mentre delle ragazze e anche qualche ragazzo, anche più grandi di lui, continuavano a guardarlo incanti, cercando di avvicinarlo o di parlargli o di fare qualsiasi altra cosa che attirasse la sua attenzione.
Ma alla fine, come sempre, lui continuava a camminare svelto per la sua strada, tenendo gli occhi ben fissi sul percorso da percorrere, mentre nella sua testa scorreva sempre la stessa dolorosa domanda.
"Se sapessero cosa veramente sono, continuerebbero comunque a guardarmi in quel modo?" si domandava incerto, ma dopo un primo attimo di speranza, la sua coscienza mandava una semplice risposta alla sua domanda: No, scapperebbero spaventate.
E ogni volta che quella risposta gli si parava nella mente, perdeva nuovamente ogni possibilità di illudersi che le cose prima o poi sarebbero state diverse. Sapeva benissimo di essere un mostro e sapeva ugualmente bene che, una volta conosciuto quel lato di lui, mai nessuno lo avrebbe accettato vicino a se.
Era sempre la stessa storia, ogni volta che qualcuno cercava di avvicinarglisi, le stesse domande affollavano la sua mente, risolvendosi sempre nelle stesse risposte, il che lo portava a chiudersi sempre più in se stesso e nei suoi silenzi, nella speranza di non soffrirne più così tanto, non riuscendo però nel suo intento.

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Capitolo 2
*** Chapter 02 Un nuovo arrivo ***


Chapter     02:   Un nuovo arrivo.

 

Il largo spiazzo della scuola superiore Antareas era ormai vuoto, tutti, infatti, erano già tornati a casa alla fine delle lezioni. Solo i membri dei club, riprendendo le proprie attività, si aggiravano ancora per i corridoi che portavano alle aule o alle palestre adibite come centri di ritrovo per i diversi club.      
Solo quando si ritrovò davanti alla porta d'ingresso della palestra di basket, Kei riuscì a sentire il rumore ritmico della palla che rimbalzava con slancio sul parquet e, inspirando profondamente, per prendere coraggio, spinse la porta ed entrò.
La prima cosa che Kei vide, una volta entrato nella palestra, furono una quindicina di paia di occhi che al suo ingresso gli si attaccarono addosso, notando poi, solo in un secondo momento, che la palestra era spaziosa e ben illuminata, con degli ampi spalti che circondavano quasi per intero il campo da gioco.
- Sono venuto per parlare un attimo con il capitano. - asserì infine, sorridendo ampiamente a tutti i presenti.
- Dimmi. - rispose allora Gregory
Mantonson, avvicinandosi al ragazzo, mentre il resto della squadra ricominciava l'allenamento, restando però tutti abbastanza vicini e silenziosi da poter ascoltare ciò che il nuovo arrivato aveva da dire al loro capitano.
- Mi chiamo Kei Dersorp e voglio entrare nella squadra. - scandì dopo alcuni secondi Kei, aspettando poi la risposta del suo futuro capitano.
- In che posizione giochi ragazzo. - chiese pratico l'allenatore della squadra, intromettendosi nella discussione tra i ragazzi.
- Tiratore signore. - rispose subito il ragazzo dal suo metro e 83, guardando prima l'allenatore e poi il capitano con i suoi occhi castani.
- Bene, allora torna domani dopo le lezioni, così vediamo cosa sai fare. - rispose dopo alcuni secondi il capitano, nonché pivot della squadra, dopo aver ricevuto un cenno d'assenso da parte dell'allenatore Coltir.
- Potrei portare con me una persona? - chiese poi Kei, mentre stava per uscire dalla palestra.
- Si, basta che non dia problemi. - rispose sicuro Gregory, tornando ad allenarsi con i suoi compagni di squadra.
Il ragazzo, dopo aver dato un ultimo sguardo alla palestra e ai ragazzi presenti, si girò verso l'uscita e lentamente la varcò.
Appena Kei chiuse dietro di sé la porta della palestra, tutti i ragazzi iniziarono a parlare di ciò che era successo, chiedendosi quanto bravo fosse quel ragazzo che tra poco sarebbe entrato nella loro squadra.
L'unico ad essere rimasto indifferente a quella visita inaspettata fu Damien, ormai diciottenne, alto un metro e novantuno, che preso come era dall'allenamento, non si era nemmeno reso conto che qualcuno fosse entrato in palestra, ma, anche in caso contrario, probabilmente, non avrebbe fatto una grande differenza, infatti, tutti quelli che lo conoscevano, sia della squadra sia fuori, sapevano che non avrebbe mai interrotto un allenamento se non ci fossero state delle condizioni particolari che avrebbero reso necessaria tale interruzione e per il giovane Damien, nella categoria di queste condizioni particolari rientravano rari casi, come ad esempio un incendio che aveva raso al suolo già mezza scuola o un terremoto che stava demolendo l'intera città.
Il giorno dopo, allo stesso orario del giorno precedente, Kei fece di nuovo il suo ingresso nella palestra di basket dell’Antareas ma questa volta accompagnato da un ragazzo piccolo e minuto, dai capelli biondo scuro che gli arrivavano fino alle spalle e dagli occhi di un bel verde chiaro acceso da innumerevoli pagliuzze dorate, che subito presentò al capitano, che nel frattempo gli si era avvicinato.
- Salve capitano, lui è mio fratello minore, si chiama Aliam. - scandì il ragazzo rivolgendosi al capitano, mentre la squadra prendeva ad osservare il nuovo venuto, ma, dopo un attimo, l'attenzione di tutte le persone presenti si focalizzò sull'asso della squadra, su Damien, che, alla vista del fratello di Kei, aveva fatto cadere la palla a terra, restando per alcuni istanti immobile a guardarlo.
- Fratello? Cavolo non vi somigliate per nulla... non sembrate neanche parenti alla lontana. Tu sei alto più di un metro e ottanta, mentre lui arriverà scarso ad un metro e sessanta. Ma sei proprio sicuro di avere il suo stesso sangue? - esclamò Michela Sovrent, l'ala grande della squadra, scoppiando in una fragorosa risata, che distolse l'attenzione da Damien, che ebbe così il tempo di riprendersi e che, dopo un attimo di smarrimento, riprese la palla da terra ricominciando, come se nulla fosse, l'allenamento, mentre Micheal guardava divertito l'amico e la fonte del suo interesse così palese.
- Bene, vatti a cambiare così vediamo cosa sai fare. - ordinò perentorio il capitano rimettendo ordine tra i suoi compagni. - e voi continuate l'allenamento. - continuò poi, rivolgendosi ai membri della squadra, mentre Kei accompagnava il fratello ad una delle panchine che affiancavano il campo e su cui sedevano l'allenatore e Katia, la manager della squadra, dicendogli di aspettarlo lì, andando poi a cambiarsi negli spogliatoi.
Aliam, da quando aveva messo piede nella palestra, aveva abbassato leggermente lo sguardo e, non guardando minimamente nessuno, aveva iniziato ad aspettare pazientemente e in silenzio che il fratello finisse l'allenamento, non rendendosi perciò conto di uno sguardo blu che lo seguiva in continuazione, con la speranza che lui corrispondesse a tale sguardo.
Subito, fin dai primi minuti in cui Kei aveva iniziato a giocare, tutti si erano resi conto della sua bravura e avevano accettato, senza esclusioni, il suo ingresso nella squadra e più precisamente nella rosa dei cinque come guardia tiratrice, con Damien Trustand come ala piccola, Micheal Sovrent come ala grande, Robert Nigersy come playmaker e Gregory Mantonson come pivot.    
Erano già tre ore che la squadra continuava ad allenarsi senza sosta, quando Micheal, senza farsi notare dagli altri, si avvicinò lentamente al fratello del loro nuovo compagno di squadra e, sorridendogli ampiamente, gli si sedette di fianco.
- Come va Aliam? Ti stai annoiando? - chiese Micheal, quando finalmente il ragazzo alzò lo sguardo su di lui, rimanendo però stupito quando, dopo averlo ascoltato, il ragazzo aveva chinato il volto senza rispondere alla sua domanda. L'ala grande dell'Antareas, dopo aver aspettato alcuni secondi che Aliam rispondesse alla sua domanda e, avendo infine capito che tale risposta non sarebbe probabilmente mai arrivata, scoppiò a ridere sonoramente.
- Damien, il fratello di Kei si comporta come te. - gridò dopo alcuni secondi attirando l'attenzione del ragazzo e di tutto il resto della squadra, che si voltarono per guardare il ragazzo in questione.
- Mi dispiace se è stato maleducato. - si scusò Kei, in vece del fratello, con il ragazzo più grande, capendo subito cosa fosse successo, - Non voleva offenderti. Mio fratello è timido, non parla con le persone con cui non si sente a suo agio. Alcune volte non risponde neanche a me se ha troppa gente intorno. Scusalo per favore. - concluse il nuovo tiratore dell'Antareas cercando di far comprendere al suo nuovo compagno di squadra lo strano comportamento del fratello.
- Fa nulla. - rispose Micheal sorridendo ancora sia a lui che al ragazzo che continuava a tenere lo sguardo rivolto verso il basso. - Cavolo, Damien, è più silenzioso di te. - continuò poi rivolgendosi all'amico, che nel frattempo gli si era avvicinato, contento di avere una buona scusa per farlo.
- Tsè. - borbottò di rimando Damien all'amico, non distogliendo per un attimo lo sguardo da quello strano ragazzino, che lo aveva completamente incantato senza neanche guardarlo negli occhi. Infondo, il ragazzo, sapeva già da un po' di tempo di preferire gli esponenti del proprio sesso a quelli del sesso opposto, ma non gli era mai capitato di rimanere così profondamente folgorato da qualcuno, maschio o femmina che fosse.
- Già, appunto. - rispose a sua volta Micheal, facendo scoppiare a ridere l'intera palestra.
- Ehi voi, invece di fare i comici, tornate subito ad allenarvi!!!! - sbraitò il capitano richiamando all'ordine i tre ragazzi che ritornarono in campo ad allenarsi con gli altri, anche se Damien perseguitava a sbirciare il ragazzo, cercando di non farsi beccare né dal capitano, che altrimenti gli avrebbe fatto una gran bella ramanzina, né dal suo miglior, nonché unico, amico, che altrimenti l'avrebbe deriso per un periodo di tempo non ben identificato, tartassandolo, nel frattempo, con una montagna di domande a cui non avrebbe saputo dare una risposta neanche volendo.


Ringrazio chiunque abbia letto la mia storia ma specialmente shasha5 e cry_chan per aver recensito.

N.B. Chiedo scusa se ci sono molti errori, comunque se qualcuno volesse correggermi ne sarei contenta.

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Capitolo 3
*** Chapter 03 Aiuto ***


Chapter     03:   Aiuto.

 

Dal giorno della prova, per l'ingresso di Kei nella squadra, erano passate due settimane, nelle quali Kei aveva regolarmente seguito gli allenamenti con la squadra e Aliam lo aveva accompagnato, restando seduto per tutto il tempo sulla stessa panchina e non rivolgendo la parola a nessuno, anche quando i ragazzi della squadra di basket, avendolo preso in simpatia, lo salutavano.
G
li allenamenti procedevano senza troppi intoppi e Kei, ogni giorno che passava, si inseriva sempre meglio nella squadra, ma l'attenzione dei presenti si focalizzava, ad intervalli regolari, sull'ala piccola della squadra che con azioni spettacolari, degne di un vero professionista, metteva in mostra le sue qualità. Nessuno dei ragazzi della squadra capiva il comportamento del compagno, poiché il ragazzo, prima di allora, non si era mai pavoneggiato durante gli allenamenti e anche durante le partite, faceva sì delle azioni spettacolari, ma mai con il solo scopo di mettersi in mostra.
"E' una settimana che questa scena si ripete tutti i santissimi giorni" pensò infastidito l'ala grande della squadra, "non ne posso più." concluse Micheal
tra sé e sé, guardando gli spalti gremiti di ragazzine sbavanti, che, da una settimana precisa, continuavano a venire a seguire i loro allenamenti per ammirare il loro beniamino concedersi in meravigliose prestazioni sportive.
- Stai esagerando
Damien, smettila. - sibilò Micheal all'amico, quando quest'ultimo, con movenze sensuali, si tolse la maglietta umida, facendo salire, di conseguenza, un urlo estasiato dagli spalti. - Se continui in questo modo dovremo sopportarci quella mandria inferocita di galline sbavanti per tutto l'anno e, se va a finire che inizia a sbavare anche Jessica, me la paghi. - continuò Micheal, cercando con lo sguardo la sua fidanzata tra gli spalti, trovandola, poi, seduta vicino alla manager che, con sguardo stupito, guardava prima Damien e poi lui, chiedendogli silenziosamente cosa stesse prendendo all'asso della loro squadra.
"
È passata più di un`ora e mezza dalla fine degli allenamenti, ma quanto ci mette a cambiarsi?" si chiese pensieroso Micheal, guardando la porta della palestra da cui sarebbe dovuto uscire l'amico.
- Alla buon'ora, credevo che ad aspettarti avrei saltato la cena. - gli gridò contro Micheal, quando finalmente
Damien uscì dalla palestra.
- Nessuno ti ha chiesto di aspettarmi. - rispose piccato l'ala piccola dell'
Antareas, iniziando a camminare velocemente verso casa.
- Ed è qui che ti sbagli. - continuò Micheal affiancandosi all'altro ragazzo. - Mi è stato chiesto dall'intera squadra di aspettarti qui fuori. - concluse
, dopo un attimo, con aria da martire, ringraziando mentalmente il fato, che gli aveva dato la fortuna di abitare vicino all'amico, poiché in caso contrario, per chiudere bene quella giornata avrebbe anche dovuto rifare tutta la strada per tornare a casa sua.
- Cosa volete da me? - chiese
Damien poco interessato, continuando a guardare davanti a sé.
- Ci farebbe piacere
sapere a cosa sono dovuti i tuoi continui show. - rispose subito l'ala grande, guardando attentamente l'amico, per cercare di carpire una sua qualche reazione, che, sfortunatamente per lui, non ci fu.
- Non so di cosa parli. - rispose scocciato l'ala piccola.
-
Sai benissimo a cosa mi riferisco. - sbottò esasperato Micheal, reprimendosi dal tirare un pugno all'amico, sapendo che se lo avesse fatto, non avrebbero mai finito quella discussione. - Tutti, compreso l'allenatore, ci siamo resi conto che ti metti in mostra in ogni modo possibile e, sinceramente, a noi non da nessun problema, ma, se oltre agli show acrobatici con schiacciate umanamente impossibili, ti metti anche a spogliarti in mezzo al campo, come se stessi facendo uno strip-tese, è normale che tutte le ragazze della scuola convergano nella nostra palestra ad urlare slogan che farebbero arrossire un pornostar. - spiegò Micheal, non ricevendo alcuna risposta da Damien. 
- Non era mia intenzione far venire tutte quelle galline in palestra. - esclamò sospirando
il brunetto, riconoscendo solo a stesso che forse un po’ aveva esagerato.
- Lo sappiamo tutti che non era quello il tuo piano ed è per questo che io sono qui a chiederti cosa stessi cercando di fare. - gli rispose accondiscendente Micheal, sperando che l'amico si decidesse a dirgli la verità.
Damien
, alla richiesta indiretta dell'amico, si fermò in mezzo alla strada e, guardandolo per la prima volta da quando avevano iniziato a parlare, sospirò sonoramente.
- Volevo solo attirare l'attenzione. - spiegò a bassa voce l'ala piccola dell'
Antareas.
- Di questo ce ne eravamo accorti tutti
, senza neanche il bisogno di chiedertelo. - rispose sarcastico l'ala grande.
- Volevo che quella persona mi guardasse. - sbottò
Damien, guardando attento l'amico.
- Quindi hai fatto tutte quelle scene perché ti piace questa persona? - chiese stupito Micheal, scoppiando a ridere al cenno d'assenso del ragazzo di fronte a
sé.
- Visto che ormai siamo in discussione, come è andata? - chiese curioso Micheal, immaginando già
, come la ragazza in questione, a tutte le manovre dell'amico, gli fosse caduta ai piedi come una pera cotta.
- C'ho provato in ogni modo. L'idea d
i togliermi la maglietta in quel modo era la mia ultima possibilità, non mi viene nessun altro modo per attirare la sua attenzione. - sospirò deluso Damien, alzando lo sguardo per ammirare le nuvole che continuavano a rincorrersi senza sosta.
- Stai dicendo che tutto quello che hai fatto non ha avuto nessun effetto su quella persona? - domandò Micheal urlando a squarciagola, non riuscendosi a controllare tanto era lo stupore.
- Già. - si limitò a rispondere l'interpellato, riportando lo sguardo sull'amico
, che lo guardava sconvolto.
- Ma chi è questa che non ti calcola? Non è mica Jessica? - chiese Micheal
, adombrandosi all'idea che l'amico ci provasse con la sua ragazza.
- No, idiota. - gli rispose
Damien, guardandolo negli occhi.
- Bhe, allora proprio non capisco. Tutte le ragazze della scuola vorrebbero queste attenzioni da te e, a dir la verità, ho sentito anche un gran numero di ragazzi parlare di te con la bava alla bocca. Quindi
, non immagino proprio chi possa essere questa fantomatica persona che ha resistito al tuo show di oggi. - esclamò soprappensiero Micheal, ricominciando a camminare vicino all'amico.
- Anche se tu non capisci e non immagini, lui
, comunque, continua a non guardarmi. - disse a sua volta Damien, pensando al ragazzino che, ormai da due settimane buone, affollava costantemente i suoi pensieri.
- Lui? - domandò stranito
Micheal, fermandosi a guardare l'amico, che alla sua domanda si era immobilizzato, rendendosi conto solo in quel momento delle parole che gli erano uscite da bocca.
- Lui. - ripeté l'ala piccola dell'
Antareas, voltandosi a guardare l'amico negli occhi, aspettando una reazione da quest'ultimo, reazione che non ci volle molto per arrivare.
- Amico, ti piacciono i ragazzi? - domandò sconvolto Micheal, guardando seriamente l'amico.
- Sì. - rispose conciso
Damien, cercando di capire dall'espressione dell'altro se avesse o no perso l`amico.
- Cavolo, non l'avrei mai detto. - sbottò Micheal
, dopo un paio di minuti, iniziando a guardare l'amico con occhio clinico.
- Non mi sembra
di essere mai stato visto da te con una ragazza. - gli rispose Damien nuovamente rilassato, constatando che l'amico l'aveva presa molto meglio di quanto si sarebbe mai aspettato.
- Hai ragione. - acconsentì l'ala grande
, dopo averci riflettuto per alcuni secondi. - Ehi aspetta, non ti ho nemmeno mai visto con un ragazzo. - puntualizzò subito dopo, ricominciando a camminare con l'amico.
- Bhe
Damien, poiché sei in vena di confidenze oggi, sentiamo, chi è questo lui che ti ignora così spudoratamente e senza alcun ritegno? - chiese curioso Micheal, scherzandoci un po' su. - Non sarà mica uno della nostra squadra? - continuò poi preoccupato, pensando ad un possibile risvolto negativo della faccenda.
- No, non fa parte della squadra. - rispose
Damien calmo, tranquillizzando l'amico. - Ma segue i nostri allenamenti da due settimane. - asserì poi, decidendo di rivelare all'amico l'identità del ragazzo che gli piaceva.
- Non è della squadra, ma segue gli allenamenti. - riassunse pensieroso l'ala grande, elencando
, poi, i nomi di tutti i ragazzi che avevano seguito i loro allenamenti.
- Da due settimane. -
aggiunse infine Damien al posto dell'amico, aspettando poi che quest'ultimo arrivasse alla conclusione corretta.
- Da due settimane? Ehi
, aspetta, ma stai parlando del pulcino? - chiese Micheal, stupito che all'amico piacessero quel tipo di ragazzi. Lui si era immaginato che il tipo ideale dell'amico fosse molto affascinante e diretto, maschio o femmina che fosse. Che il pulcino fosse carino, nessuno lo metteva in dubbio, ma un esserino così introverso e timido con quel burbero dell'amico, che era capace di mettere in imbarazzo chiunque in qualsiasi situazione immaginabile, non ce lo immaginava proprio.
- Pulcino? - chiese
Damien, a sua volta, stupito.
- Il fratello di Kei. E' lui che
ti piace? - chiese ancora l'ala grande, che si vide rispondere con un appena accennato cenno della testa.
- Perché lo chiami pulcino? - chiese curioso
l`ala piccola, fermandosi vicino al cancello di casa sua.
- Gli somiglia. - rispose pensieroso Micheal
, fermandosi vicino all'amico.
- Ho deciso. - esclamò all'improvviso l'ala grande dell'
Antareas, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo davanti a .
- Di che stai parlando? - chiese
Damien, preoccupato dalle conseguenze che inevitabilmente seguivano le decisioni dell'amico.
- Poiché il pulcino ti piace, ho deciso che ti aiuterò a conquistarlo. - spiegò gongolante Micheal, sorridendo all'amico, il cui sguardo passò dal preoccupato al deluso.
- E' inutile, le ho provate tutte. Ho cercato anche di parlargli
, mentre voi stavate negli spogliatoi, ma non è servito a nulla, non ha nemmeno alzato lo sguardo verso di me. - rispose laconico l'ala piccola, aprendo il cancello che lo divideva dalla porta di casa.
- Ecco perché ci hai messo così tanto ad uscire. - ironizzò Micheal. - Ma non dovresti abbatterti così facilmente, vedrai, con il mio indispensabile aiuto, ce la farai a conquistare il pulcino. - concluse poi sorridendogli.
- Sarà. - rispose
Damien, salutandolo con un cenno ed entrando in casa.

- Adesso basta. Smettila. - esplose esasperato Damien, urlando in faccia all'amico.
- Non capisco di cosa parli. - gli rispose Micheal, facendo finta di nulla.
- Non capisci? Ma che cavolo ti dice la testa Micheal? - domandò in preda alla disperazione l'ala piccola dell'Antareas. - Hai per caso deciso di farmi impazzire? - continuò poi a chiedere, sedendosi scompostamente sul divano di casa propria.
- Non esagerare, non ho fatto nulla di così tragico da farti impazzire. - si giustificò l'ala grande, sedendosi di fianco all'amico.
- Nulla di tragico? Sono due settimane che mi martelli. - esclamò Damien, serrando gli occhi per calmarsi.
- Non ti sto martellando, ti sto semplicemente dando tutte le opportunità necessarie per farti fare amicizia col pulcino. - spiegò Micheal piccato, guardando l'amico, che alla sua risposta aveva riaperto gli occhi, iniziando a guardarlo come se fosse uno scarafaggio da schiacciare il prima possibile.
- Opportunità Micheal? Sono due settimane piene che mi metti nelle situazioni più disparate. Tutti i santissimi giorni rubi ad Aliam qualche libro dal suo armadietto e io devo riportarglielo e la cosa non sarebbe male se non fosse sempre quell'idiota di Kei a prenderlo dalle mie mani. Ogni qual volta che lo vedi per i corridoi, quando siamo abbastanza vicini, mi dai dei tali spintoni da farmi letteralmente volare addosso a lui e la cosa sarebbe interessante oltre ogni dire se quel mentecatto del fratello non si mettesse sempre di mezzo. Appena arriva orario da mensa vieni a scovarmi da qualsiasi nascondiglio in cui io mi sia andato a ficcare e mi trascini di forza al tavolo dove siede col fratello e la cosa sarebbe piacevole se tu e quel deficiente non parlaste sempre di tali stronzate, buttandomi poi di mezzo. Ogni qual volta hai la palla gliela tiri vicino, chiedendo sempre a me di andarla a recuperare e sarebbe splendido potergli passare accanto così spesso se solo lui non mi ignorasse così platealmente. Per non dimenticare poi che da due settimane hai imposto a lui e al fratello la nostra comapagnia per tutto il tragitto fino a casa e mi piacerebbe un sacco camminargli di fianco per accompagnarlo se tu e quel pigmeo rimbambito non decideste ogni volta di iniziare a correre come dei forsennati scommettendo su chi dei due arriva per primo. - esclamò Damien atono. - E vuoi sapere qual'è la conclusione di tutto quello che hai fatto? - chiese alzando lentamente la voce, ricevendo poco dopo un cenno d'assenso da parte dell'amico.
- La conclusione per lui è che, ora come ora, penserà che vada rubandogli i libri per fare chissà quale rito satanico, che non riesco a camminare diritto per più di mezzo metro e che sono un totale idiota ad andare in giro con te, mentre per me la conclusione è che ho etichettato Kei con tutti gli epiteti immaginabili, capendo di odiarlo più di quanto io abbia mai odiato qualcuno nella mia intera vita, e che ho scoperto che devo cercarmi al più presto un amico che, almeno qualche volta, utilizzi il cervello come tale e non come uno schiaccianoci, mandandolo, per il restante del tempo, in vacanza.  - concluse urlando e camminando avanti e dietro per il salotto, guardando minaccioso l'amico che se ne era rimasto calmo sul divano.
- Avanti Damien, non prenderla così male, vedrai che prima o poi riuscirai a farci amicizia e poi sono convinto che il pulcino non pensi nessuna di quelle cose su di te. - provò Micheal a calmare l'amico anche se con pochi risultati. - E poi, probabilmente, il pulcino non ha neanche capito che è sempre la stessa persona a fare quelle cose, infondo, non ti ha mai guardato veramente. - continuò poi, rovinando la frase precedente con la sua ultima affermazione, con cui aveva, senza rendersene conto, girato il coltello nella ferita dell'amico, che aveva iniziato ad aggirarsi per la stanza come un'anima in pena in cerca di pace.

Grazie a shasha5 e cry-chan per le recensioni, siete state molto gentili.

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Capitolo 4
*** Chapter 04 Finalmente ***


Chapter     04:   Finalmente.

 

- Perché cavolo continua ad ignorarmi? - seguitava a chiedersi Damien, mentre percorreva sovrappensiero i corridoi della sua scuola.
Il ragazzo sapeva, che in quel momento, invece di camminare senza meta, si sarebbe dovuto trovare in sala mensa, ma non glie ne importava nulla e tutta quella situazione gli faceva passare anche la fame.
Era cosciente di non meritarsi nulla, men che meno il suo piccolo pulcino, ma non poteva farci nulla, continuava a desiderarlo ogni giorno di più e insieme al desiderio aumentava anche la disperazione. Non pretendeva che Aliam pensasse a lui come lui pensava al pulcino, ma voleva almeno essergli amico, potergli stare vicino in qualsiasi momento lui ne avesse avuto bisogno o semplicemente potergli parlare di tanto in tanto, si sarebbe accontentato di qualsiasi cosa, ma il pensiero che Aliam lo ignorasse completamente lo faceva irritare come non mai, il che era alquanto ridicolo se si pensava che in tutta la sua vita mai nessuno fosse riuscito a farlo irritare o arrabbiare.
Camminava ormai da un quarto d'ora quando finalmente si decise a fermarsi e, entrando in una delle sale di musica, che si trovavano in quel lato dell'istituto, si sdraiò tra la parete, che si trovava sulla sua destra, e una catasta di sedie
affiancate alla parete, impilate le une sulle altre, che lo nascondevano completamente dalla vista di chi sarebbe potuto entrare nell'aula dopo di lui.
Il brunetto, dopo una decina di minuti passati a pensare ancora al biondino, finì per addormentarsi e dormì finché una dolce melodia non lo richiamò dal suo oblio personale.
Gli ci volle un po' per rendersi conto che quella musica, che lo stava irrimediabilmente affascinando, non era un prodotto della sua fantasia, ma che qualcuno la stava realmente suonando poco distante da lui, con il pianoforte presente nella stanza.
Damien rimase immobile ad ascoltare il ritmico suono dei tasti, sfiorati da mani esperte, finché, vinto da una curiosità estranea al suo carattere, ma che nell'ultimo periodo pendeva spesso il sopravvento su di lui, non si mosse leggermente per poter vedere chi fosse a creare quella splendida melodia e rimase completamente bloccato quando si rese conto che il ragazzo, che muoveva delicatamente le mani sui tasti bianchi e neri, era il suo pulcino.
A quella vista Damien si pietrificò, si trovavano entrambi nella stessa stanza e il biondino stava suonando meravigliosamente, non voleva e non doveva assolutamente rompere l`incanto che si era creato in quell`aula, pensò il brunetto, perciò continuò a restare fermo e a respirare silenziosamente, finché la musica non si fermò.
- Aspetta, non andartene, suona ancora. - esclamò Damien, senza rendersene conto, troppo preso dall`incanto in cui era caduto per ricordare a sé stesso di non palesare la propria presenza a quel ragazzino, che ogni volta che vedeva qualcuno si volatilizzava in un nano secondo, senza che nessuno capisse dove fosse andato a finire. 
- Cazzo. - sbottò subito dopo, più a sé stesso che ad Aliam, che, dopo un attimo di smarrimento, si era già fiondato fuori dall`aula.
- Come posso essere tanto demente? - si chiese da solo, mentre, con uno scatto flash, si rialzava e iniziava automaticamente a seguire il ragazzino.
- Non volevo spaventarti, mi ero addormentato lì, mi spiace. - iniziò a spiegare confusamente non appena lo raggiunse.
Il biondino, tenendo lo sguardo e il capo bassi, camminava velocemente tra i corridoi, mentre il gigante al suo fianco lo seguiva da poca distanza, cercando di parlargli, di
spiegargli, di scusarsi, utilizzando però parole talmente sconnesse tra di loro, che finirono solo per far correre il pulcino più velocemente.
I due continuarono nello stesso modo finché Aliam, arrivato davanti ad un`aula, non vi entrò velocemente all`interno, facendo rimanere il brunetto impalato davanti all`uscio.
- Fratellone che ci fai qui? - si sentì chiedere dopo alcuni secondi l`ala piccola dell`Antareas.
- Nulla. - sbiascicò velocemente, prima di girarsi e andarsene, senza minimamente rendersi conto degli occhi della piccola Lisa, ragazzina di appena quattordici anni, dal carattere tutto pepe, dai capelli rossi e gli occhi azzurro mare, che lo seguivano con attenzione, mentre lui si allontanava.

- Fratellone posso entrare? - chiese educatamente Lisa, mentre fissava la porta chiusa davanti a sé, aspettando con pazienza il consenso, che, conoscendo il fratello, sapeva benissimo non sarebbe mai arrivato. - Sto entrando. - continuò quindi dopo alcuni secondi.
Damien rimase silenzioso alla richiesta della piccola Lisa, sperando intensamente che la ragazza in questione cambiasse idea e se ne andasse e ciò non perché la odiasse o provasse per lei qualche altro cattivo sentimento, ma bensì il contrario, le voleva bene e quindi doveva starle lontano. Damien sapeva di essere un mostro e sapeva di non poterci fare nulla, ma non si sarebbe mai perdonato se involontariamente avesse fatto del male a quella che ormai aveva imparato a considerare come una sorellina e che, senza rendersene conto, lo faceva sentire meno mostruoso e solo ogni volta che lo chiamava fratellone.
Il giovane Trustand, aspettò che la sorellina se ne andasse come faceva di solito quando lui non le rispondeva, ma rimase meravigliato quando, invece, entrò nella sua stanza, e rimase ancora più sconcertato quando lei timidamente iniziò a guardarsi attorno, sedendosi poi a gambe incrociate sul suo letto.
- Cavolo è cambiata un bel po' la tua stanza da quando l`ho vista l`ultima volta. Non è giusto fratellone, avresti dovuto farmela vedere prima. - si lamentò scherzosamente la rossa, mentre Damien lentamente si alzava dal letto e si sedeva sulla sedia posta vicino alla scrivania.
- Nh? - chiese il brunetto, tenendo lo sguardo puntato su uno dei tanti poster attaccati alla parete, che ritraeva, indistintamente dagli altri, un campione del basket che si destreggiava in una posizione basilare di quello sport.
- Loquace come al solito fratellone. - scherzò la rossa - Bhe, scommetto che ti starai chiedendo il motivo per cui sono venuta qua. - continuò con lo stesso tono scherzoso, ottenendo in risposta dal ragazzo solo un mugugno non ben identificato e un cenno di assenso.
- Ok, vediamo, il motivo per cui sono venuta ha gli occhi verdi, i capelli biondi e un caratterino inaccessibile, ti ricorda qualcosa fratellone? - chiese subito dopo, notando poi come lo sguardo spaventato del fratello si attaccasse al suo.
- Di cosa parli? - chiese dopo alcuni secondi il brunetto, cercando di sviare il discorso dalla brutta piega che stava prendendo.
- Ti ho visto stamattina che lo seguivi per i corridoi scusandoti con lui. - rispose concisamente la rossa.
- L`ho solo ascoltato mentre suonava il piano, non gli ho fatto nulla, te lo giuro, non voglio fargli alcun male, credimi, per favore. - supplicò Damien con tono colpevole, sentendosi con le spalle al muro e immaginandosi già la reazione infuriata e disgustata che avrebbe avuto Lisa da lì a poco, rimanendo però stupito dalla risposta della sorellina.
- Calmati fratellone, lo so già che non gli hai fatto nulla, ho parlato con lui. - lo tranquillizzò di rimando Lisa - Non sono venuta per incolparti di qualcosa, ma solo per sapere come mai Aliam ti interessasse tanto. - continuò poi con tono complice.
- A me non interessa nessuno. - scandì solamente il brunetto, non sapendo come sviare l`attenzione della sorella, che quando si focalizzava su qualcosa, diventava attenta verso tutto ciò che la circondava.
- ok, allora mi sono sbagliata. Quindi non sei nemmeno curioso di sapere cosa mi ha detto Aliam, mentre parlavamo di te? - chiese allusivamente, cercando di capire se l`interesse che aveva visto quella mattina nel fratello fosse reale o un gioco della sua fantasia.
Damien non sapeva minimamente cosa fare, la ragione gli diceva di rispondere con un bel no secco, che avrebbe chiuso definitivamente la conversazione e portato lui in salvo, ma lo bloccava l`idea che poi in controparte non avrebbe mai saputo se il pulcino era a conoscenza della sua esistenza.
- Avete parlato di me? - scandì lentamente l`ala piccola dell`Antareas.
- Già e anche un bel po'. - rispose soddisfatta Lisa - Allora, lo vuoi sapere cosa ci siamo detti? - domandò subito dopo, sorridendo incoraggiante al fratello, che internamente stava combattendo contro sé stesso.
- Sì. - esplose alla fine, sconfitto dalla curiosità che lo stava divorando.
- Bene, allora, per iniziare gli ho chiesto come mai lo seguissi e mi ha raccontato cos`era successo, poi gli ho chiesto se ti conosceva e mi ha risposto che sei uno dei compagni di squadra del fratello. - spiegò tranquillamente la rossa, sbirciando di continuo lo sguardo del fratello.
I due restarono poi in silenzio, Damien assimilando le notizie apprese e Lisa pensando a come poter porre la domanda che le interessava veramente.
- Fratellone come mai ti interessa tanto Aliam? - chiese di botto la rossa, dopo alcuni minuti, non avendo trovato nessun`altro modo per continuare la discussione, ricevendo, in cambio, solo un silenzio pesante e ininterrotto.
Lisa non riusciva a capire quale fosse il problema del fratello, trovava Aliam simpatico, ma perché non dirglielo, cosa c`era di così difficile in quella frase da bloccarlo?
Damien continuava imperterrito a restare in silenzio, cosa avrebbe mai potuto dirle? Che voleva essere amico del pulcino? “No” si riscosse, “non voglio mentirle”. Quindi continuava solamente a tenere lo sguardo basso e a non aprire bocca, anche se sapeva che la sorella, intuitiva com`era, ci avrebbe messo poco per capire tutto e, di conseguenza, odiarlo.
- Oh, cavolo. Ti piace, cioè lui ti piace piace? - chiese stupita la rossa, avendo intravisto, nel comportamento del fratello, solo quella possibilità.
Alla domanda della rossa, Damien riuscì solo ad abbassare ancora di più la testa, preparandosi mentalmente alla sfuriata.
- C`ho preso vero? - chiese ancora Lisa, volendo una risposta più precisa da parte del fratellone.
- Sì. - scandì solo alla fine, aspettando la reazione della sorellina, non riuscendo nemmeno a sperare che Lisa reagisse come, prima di lei, aveva reagito Michael.
Lisa, all`assenso così diretto del fratello, rimase per alcuni minuti in silenzio, finché non si decise a porgli la domanda che reputava più importante di tutte.
- Lo ami? - chiese a voce bassa, come se, solo l`alzarla leggermente, avrebbe potuto rovinare tutto.
- Io... sì. - rispose imbarazzato il moretto, guardando però la rossa negli occhi.
Damien, che era rimasto già stupito dalla domanda della sorella, restò completamente sbigottito, spalancando inconsapevolmente gli occhi e la bocca, quando lei, alzandosi di scatto sul letto, iniziò a saltellarci sopra e a esultare gioiosamente, tanto da attirare l`attenzione di tutti gli occupanti della casa, che preoccupati arrivarono velocemente da loro.
- Cosa sta succedendo? - chiese preoccupato Jeremy Trustand, rimanendo poi impalato sotto l`arco della porta alla vista della figlia che continuava a saltellare allegramente sul letto, mentre la moglie, da dietro, lo spingeva per poter vedere anche lei la scena.
- Smettila di saltellare e dicci che succede. - scandì chiaramente
Catherin Trustand, riportando ordine e silenzio nella stanza.
- Oh mamma, è successa una cosa bellissima. - spiegò la piccola appena ebbe finito di saltellare, mentre Damien lentamente impallidiva - Damien si è innamorato.
- Finalmente. - esclamarono felici i due nuovi arrivati, mentre Catherin iniziava anche lei a saltellare sul posto.
- Lisa dimmi chi è, chi è? - domandò la nuova arrivata, curiosa di sapere l`identità della fortunata.
- Lui si chiama Aliam, frequenta la mia classe. - continuò a spiegare la rossa, mentre uno strano lamento, che sembrava vagamente assomigliare ad un no, usciva dalle labbra del brunetto.
- Lui, ma questo vuol dire che... - disse stupito Jeremy, mentre la figlia e la moglie esultavano. - JER. - lo bloccò Catherin, avendo capito le parole che stava per pronunciare il marito, spaventata che il ragazzone che sedeva rigido nella stanza potesse sentirsi offeso dalle parole del padre.
- Jem, a noi non interessa se a Damien piacciono le ragazze o i ragazzi, giusto? - continuò dopo un attimo, quando fu sicura che il marito si fosse ripreso dallo stupore.
- Certo, certo, ero solo stupito, non volevo dire nulla di male figliolo. - rispose imbarazzato l`uomo, sapendo di aver evitato, per un pelo e solo grazie alla moglie, una frase che avrebbe potuto rovinare completamente tutta la situazione e che avrebbe potuto avere delle conseguenze future in cui non voleva nemmeno pensare d`incorrere e poi, effettivamente, a lui come alla moglie non gli interessava minimamente che tendenza avesse il figlio, voleva solo che fosse felice, e se il suo ragazzo era felice con un ragazzo, che ben venisse.
Damien osservò stupito lo scambio di battute, non capendo cosa stesse succedendo, lui già si vedeva cacciato a calci da casa e spedito diretto per diretto sotto un ponte, invece loro stranamente esultavano contenti.
- Ma cosa? Io credevo... - chiese confuso, non riuscendo però ad articolare bene la frase.
- Cosa Damien? - chiese gentilmente Catherin, guardando il ragazzo negli occhi.
- Io credevo che mi avreste cacciato. - articolò il ragazzo, guardandola anche lui negli occhi.
- Non abbiamo nessuna intenzione di cacciarti, figliolo. - lo tranquillizzò il padre, mentre la moglie e la figlia gli sorridevano incoraggianti.
- Anzi, a dirla tutta, noi siamo contenti. - continuò poi Catherin.
- Contenti? - chiese ancora stupito il ragazzo, non riuscendo proprio a capacitarsi del modo spontaneo e gentile in cui tutti stavano accettando quella parte di sé, che lui, spaventato, aveva cercato di nascondere il più possibile.
- Certo, siamo tutti contenti che finalmente tu ti sia innamorato. - rispose semplicemente la sorellina - Sai, la mamma e il papa erano preoccupati che tu non avresti mai permesso a nessuno di avvicinarsi a te, per questo siamo così felici che tu ti sia finalmente innamorato e che abbia deciso di aprirti a qualcuno. - continuò con tono complice - Però, pensandoci un po’ meglio, direi che sarà Aliam ad aprire qualcosa a te. - finì poi allusivamente, vedendo il fratello arrossire e abbassare lo sguardo, ricevendo però un leggero schiaffetto dalla madre.
- Ehi ragazzina, sei piccola per dire certe cose. Su, ora esci da qui e fila in camera tua. - esclamò Catherin, cercando di utilizzare un tono arrabbiato, ma fallendo miseramente, finendo addirittura per sorridere.
- Uffi mamma, ho quindici anni, non sono più piccola e poi ho ragione. - borbottò contro la mamma - Ciao ciao fratellone. - continuò poi rivolgendosi al fratello, scoccandogli un sorrisone e ricevendo in cambio un cenno del capo appena visibile.
Appena la figlia fu fuori dalla stanza, Catherin si riavvicinò leggermente al ragazzo, sedendosi poi sulla sponda del letto.
- Lascia perdere quello che dice Lisa, comunque, parlando di cose più importanti, io e Jeremy saremmo molto felici di poter conoscere questo Aliam, che ne diresti di invitarlo per cena? - chiese praticamente la madre della rossa.
- Non posso. - rispose concisamente il brunetto - Aliam non parla con me. - spiegò poi, quando si rese conto che Catherin era rimasta stranita alla risposta precedente.
- Non ci parli? - chiese stupita la donna, ricevendo in risposta solo un leggero scuotimento della testa da parte del ragazzo.
- Bhe, sono sicura che le cose miglioreranno, comunque, da quello che ho capito, questo Aliam frequenta la classe di Lisa. Se ciò è vero potresti chiederle di aiutarti, sono sicura che accetterà volentieri. - propose dopo alcuni secondi Catherin, alzandosi subito dopo dal letto e avviandosi alla porta tirando Jeremy per mano, che dopo averlo salutato, richiusero la porta dietro di loro.
Una volta rimasto solo, Damien si sdraiò sul letto e, chiudendo gli occhi, iniziò a rivedere mentalmente, tappa per tappa, tutta la discussione appena conclusasi, rimanendo stupito ogni volta di più.


Ringraziamenti:

cry-chan grazie per la recensione, sono davvero contenta che continui a leggere la mia storia, comunque, dovrai pazientare ancora un po’ per vedere qualcosa di concluso perché la storia è abbastanza lunga e Damien è bloccato da un piccolo problemino (tranquilla, niente di fisico ;D) che nei prossimi chap sarà svelato, ma spero che ti piacciano.

Shasha5 grazie anche a te per la recensione e per aver continuato a leggere la mia storia,spero che questo chap ti sia piaciuto.

Grazie anche a chi ha messo la mia storia tra i preferiti o le seguite e chi ha semplicemente letto questo chap, ma spero che deciderete di lasciarmi qualche piccolo commentino, sono davvero contenta quando li ricevo.

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Capitolo 5
*** Chapter 05 Il patto ***


Chapter     05:   Il patto.

- Fratellone sei sveglio? Posso entrare? - chiese Lisa da fuori la porta, mentre il ragazzo all`interno fantasticava tra sé sul suo pulcino, che alla voce della sorella scattò a sedersi e, dopo aver pronunciato un assenso, appena udibile, si alzò dal letto, mettendosi a sedere sulla sedia vicino alla scrivania.
Ormai quella visita serale stava diventando un`abitudine, pensava sconsolato il brunetto, mentre la sorellina spalancava la sua porta, sbirciava nella stanza e, dopo aver chiuso la porta alle proprie spalle, saltava sul suo letto, sedendosi poi a gambe incrociate e guardandolo furbescamente, mentre un sorrisone le increspava le labbra.
- Lisa, cosa stai architettando? - si decise a chiedere Damien, non sapendo come poter intavolare la discussione, non essendo, infatti, abituato a parlare per primo.
- Non so di cosa parli fratellone. - rispose allegramente a sua volta la ragazza, guardando dritto negli occhi il fratello, mentre dentro di sé già pregustava la vittoria, poiché sapeva che se il fratellone arrivava al punto di iniziare lui la discussione significava che stava lentamente perdendo il controllo e questo poteva andare solo a suo favore.
- Bene, cosa vuoi? - chiese ancora Damien, non riuscendo a capire il comportamento della sorellina.
- Volevo solo raccontarti cosa è successo a scuola oggi, ma, se non t’interessa, me ne vado. - rispose falsamente arrabbiata la rossa, facendo anche il gesto di alzarsi per andarsene.
- no, no, aspetta, non andare, scusami. - esclamò velocemente il ragazzo, non sapendo nemmeno lui perché si era dovuto scusare. - Sono interessato, per favore parla. - continuò poi, cercando di impostare la voce in modo che sembrasse più gentile.
- E va bene, se la metti così, ti racconterò cosa è successo. - scandì gongolante Lisa, iniziando a raccontare dettagliatamente al fratello ogni più piccola cosa riguardasse il suo compagno di classe, ponendo maggiore attenzione sulla lezione di educazione fisica che quel giorno avevano svolto in piscina, descrivendogli minuziosamente ogni particolare del corpo delicato del compagno o del modo in cui cercava di coprirsi imbarazzato per la propria nudità.
- Ho qui una cosa per te, la vuoi fratellone? - esclamò infine, sventolando in aria delle fotografie.
- Co... Cosa sono? - chiese incerto il brunetto, immaginando già cosa ritraessero quelle foto.
- Oggi ho portato con me la macchinetta fotografica e così, pensando che potesse farti piacere, ho scattato qualche fotuccia qua e là ad Aliam. Le vuoi vedere fratellone? - rispose Lisa, notando come il fratello catalizzasse completamente la sua attenzione sulle foto che lei teneva ancora in mano.
- Sì. - scandì soltanto Damien.
La piccola di casa, alla risposta affermativa del brunetto, si alzò velocemente dal letto e, dopo essersi avvicinata al fratello, gli porse gentilmente le foto, promettendogli di regalargliele se gli fossero piaciute.
Damien, una volta prese le foto dalla sorellina, iniziò a guardarle una a una, restando affascinato da ognuna di loro.
La prima ritraeva il pulcino, che con lo sguardo basso, camminava verso l`ingresso della scuola, la seconda mentre ascoltava la lezione di un professore, nella terza invece lo si vedeva in costume, mentre imbarazzato si avvicinava alle scalette per poter entrare in acqua.
- Cavolo. - esclamò Damien senza rendersene conto, mentre continuava a fissare l`ultima foto, cercando di imprimere nella propria memoria ogni più piccolo particolare del minuto e attraente corpo ritratto nelle foto, non distogliendo lo sguardo neanche quando la sorella ricominciò a parlare.
- Allora fratellone ti piacciono? Le vuoi? - chiese la rossa, compiaciuta dalle reazioni del brunetto.
- Sì. - rispose Damien, sapendo di essersi sbilanciato troppo chiedendo le foto alla sorella, non riuscendo però a farne a meno.
- E va bene allora te le regalo. Ma ho un patto da proporti. - continuò Lisa, intavolando il vero motivo della sua visita.
- Di cosa stai parlando? - chiese incerto il ragazzo, sapendo quanto particolari e problematici potessero essere le idee della sorellina.
- Sono arrivata alla conclusione che è ora che tu e Aliam facciate amicizia. - assentì convinta la rossa fissando il fratello dritto negli occhi.
- È impossibile, il pulcino non vuole nemmeno parlarci con me, ci ho anche provato. - spiegò di rimando il brunetto.
- Aliam è troppo timido, non farebbe mai amicizia con qualcuno come se nulla fosse, ed è per questo che hai bisogno di un intermediario che già sia amico del pulcino. - esclamò seriamente Lisa, non distogliendo lo sguardo dal ragazzo di fronte a sé.
- Non posso di certo chiedere a Kei di aiutarmi col fratello. - disse Damien dopo alcuni secondi, non riuscendo a seguire il ragionamento della sorella.
- No, non puoi chiederlo a lui. - accondiscese gentilmente la rossa. - Ma se vuoi posso farti io da intermediario, sai, da quando ho scoperto che Aliam ti piace, gli sono diventata molto amica, ormai con me ci parla senza problemi. - concluse infine Lisa, risedendosi nuovamente sul letto del fratello.
- Prima hai parlato di un patto, quindi cosa vorresti poi in cambio? - chiese attento il brunetto, immagginando già di sentire uscire della bocca della sorella le richieste più strambe e inimmaginabili.
- Non è nulla di particolare. - iniziò la rossa. - Voglio solo che tu mi faccia da modello per le mie foto. - terminò, mentre, senza farsi notare, sbirciava le reazioni del fratello.
- Modello? - chiese stupito Damien fissando la sorella. - E a cosa ti servirebbe avere me come modello? -continuò poi a chiedere, non capendo le reali intenzioni della ragazza che gli sedeva davanti.
- Ho intenzione di venderle nella scuola. Sai fratellone, sono convinta che le tue fans compreranno un sacco di foto con te come protagonista. - spiegò sinceramente la rossa, mentre mentalmente già s’immaginava lì a vendere le sue foto e a guadagnare tutti i soldi che le servivano per poter comprare la macchina fotografica professionale ultimo modello che un paio di settimane prima aveva visto in un negozio, ma che la madre e il padre si erano rifiutati di comprarle poiché troppo costosa.
- Che genere di foto? - chiese incerto il ragazzo, non sapendo se accettare o no la proposta della sorella.
- Non preoccuparti, saranno tutte foto naturali, mentre giochi a basket o cose così, le farò per conto mio, non dovrai metterti in posa. - spiegò paziente la rossa, sperando che il fratello si decidesse ad accettare.
- Accetto. - scandì dopo alcuni minuti di silenzio, rincuorato dall`idea che non dovesse mettersi in posa per ore, mentre la sorella scattava le sue foto. Se si trattava solo della sorella che di nascosto gli scattava delle foto e poi le vendeva, senza che lui dovesse fare nulla e in cambio lo avrebbe aiutato col pulcino, andava più che bene per lui.
Lisa alla risposta del brunetto, contenta iniziò a saltellare sul letto, mentre Damien la guardava stralunato.
- Che cosa farai di preciso per aiutarmi col pulcino? - chiese rigido il ragazzo, cercando di capire se la sorella avesse già architettato qualcosa.
- Semplice, prima di tutto devi diventare suo amico e solo dopo dovrai dichiararti. - riassunse pratica la rossa, mentre sorrideva allo sguardo poco fiducioso del fratello maggiore.
- Bene, ora vado. Tu preparati che da domani inizierà la missione. -disse Lisa, mentre si alzava dal letto e si avvicinava alla porta. - Ah, dimenticavo, vedi di essere gentile con lui e salutalo. - gli consigliò infine, lasciando la sua stanza.

Dopo un`ennesima giornata spesa tra la scuola e gli allenamenti, Damien tornò a casa giù di morale, era da una settimana che aveva stretto quello strano patto con la sorella, ma da allora nulla era cambiato, anzi le cose stavano peggiorando, quel giorno il pulcino non era venuto neanche agli allenamenti. "Non riuscirò mai ad essergli anche semplicemente amico." pensò depresso l`asso dell`Antareas, sospirando sonoramente, mentre entrava in casa.
Come al solito posò la giacca della divisa scolastica sull`attaccapanni, di fianco a quella della sorella, si sfilò le scarpe, riponendole nella scarpiera a muro e calzò le ciabatte che Catherin
obbligava tutti a mettere per non rovinare il parquet, dopodiché entrò silenziosamente in salotto, per poi imboccare la porta che portava in cucina per prendere qualcosa da mangiare, ma rimase completamente bloccato dinanzi allo spettacolo che si presentò davanti agli occhi.
Catherin e Lisa erano sedute al tavolo quadrato della cucina e tra di loro sedeva il protagonista perenne dei suoi pensieri. Tutti e tre stavano mangiando una fetta di torta al cioccolato, mentre le due rosse scherzavano animatamente, facendo sorridere il biondino.
Damien fissò imbambolato quella scena, credendo che fosse un sogno, per non si sa quanti minuti e si riscosse solo quando Catherin, vedendolo, lo chiamò e gentilmente lo invitò a mangiare anche lui qualcosa.
Lisa, rendendosi conto della presenza del fratello solo in quel momento, si alzò di scatto dalla sedia e sorridendogli complice fece le dovute presentazioni, facendo poi sedere il fratello proprio di fronte al dolce pulcino, che imbarazzato aveva subito abbassato lo sguardo.
Lisa e Catherin ripresero subito dopo a parlottare scherzosamente con gli altri due, mentre il biondino, in silenzio, mangiava il suo dolce e il brunetto, sbocconcellando, sbirciava attento ogni minimo movimento dell`altro ragazzo.
Una volta mangiato il dolce, Lisa invitò il biondino a giocare con lei alla playstation, invitando subito dopo anche il fratello, che senza rispondere seguì i due nell`altra stanza e, sedendosi sul divano anche lui, continuò a guardare discretamente il ragazzo, mentre la sorella lo convinceva a giocare con lei.
Damien rimase in silenziosa contemplazione del biondino per quindici minuti, finché Lisa, all`improvviso non si alzò dal divano, chiedendo ad Aliam di aspettarla lì per un attimo, e se ne andò al piano di sopra, non prima, però, di aver passato il suo joystick al fratello e avergli detto di sostituirla.
I due ragazzi continuarono a giocare in silenzio per quasi un`ora, senza che nessuno li disturbasse, ma non appena la rossa tornò nella stanza, il biondino, scusandosi, bisbiglio alla ragazza che era ora per lui di tornare a casa, ringraziandola per il dolce.
Appena Aliam se ne fu andato, Lisa curiosa corse a sedersi sul divano di fianco al fratello, che ancora un po' imbambolato non si era mosso.
- Allora, allora, cosa vi siete detti? - chiese velocemente Lisa, mentre la madre si sedeva anche lei sul divano per sentire la discussione.
- Nulla. - rispose lentamente il brunetto, ripensando contento al tempo appena trascorso con il suo pulcino.
- Nulla? Come nulla? Siete stati da soli per più di un`ora, com`è possibile che nessuno di voi abbia detto una parola? - chiese contrariata la rossa più giovane, mentre il fratello alle sue domande scuoteva le spalle.
- Su, su, non prendertela Lisa. Sono entrambi molti timidi, gli ci vorrà un po' di tempo. - esclamò conciliante Catherin, riuscendo miracolosamente a calmare la figlia.
- Già, la mamma ha ragione. Ci vorrà solo un po' più tempo del normale. - acconsentì la ragazza parlando più a sé stessa che a qualcuno in particolare, riprendendo subito il buon umore, mentre il ragazzo guardava prima una e poi l`altra senza spiccicare parola.
- Mamma hai visto com`è carino? È un amore. - chiese la rossa alla madre, voltandosi verso di lei.
- Sì, è davvero carinissimo ed è anche molto educato e gentile, non vedo l`ora che lui e Damien si mettano insieme, così potremmo invitarlo per cena e a dormire qui. - esultò contenta Catherin, guardando sognante la figlia.
Le due donne continuarono a parlare contente, mentre Damien, stranamente, restava lì con loro. I tre si resero conto del tempo che passava solo quando la porta fu aperta da Jeremy, che entrando e trovando tutti seduti sul divano, si stupì non poco.
- Papa, che peccato che sei arrivato così tardi, altrimenti l`avresti visto anche tu. - esclamò Lisa, alzandosi sul divano e abbracciando il padre, che nel frattempo le si era avvicinato.
-Avrei visto chi? - chiese stupito l`uomo, non capendo minimamente di cosa stesse parlando la figlia.
- Ma come chi? Aliam. - rispose la figlia, mentre saltava giù dal divano, iniziando subito dopo a raccontare al padre tutto quello che era successo quel pomeriggio, mentre la madre di tanto in tanto s’intrometteva nel racconto per aggiungere altri particolari e descrizioni.
Nei giorni che seguirono, come quello precedente, il biondino continuò ad andare a casa di Damien, iniziarono a percorrere la strada del ritorno da scuola tutti e tre assieme e, sempre più di frequente e per un lasso di tempo maggiore, il pulcino finiva per restare da solo col bruno, che contento si godeva la compagnia del biondino, senza però avere il coraggio di avvicinarglisi o parlargli troppo per paura di spaventare o allontanare da sé quella dolce creatura, che inconsapevolmente lo aveva affascinato dal primo momento.

Ringraziamenti:
shasha5 sono contenta che ti piaccia e grazie.
cry-chan grazie per la recensione, cmq non preoccuparti, non è nulla di grave.

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Capitolo 6
*** Chapter 06 Rabbia ***


Chapter     06:   Rabbia.

Erano passate due settimane, senza che nulla cambiasse, ma Aliam continuava ingenuamente a tenersi a distanza da Damien, che da parte sua cercava, ugualmente, di scambiare con lui due parole o anche semplicemente di stargli vicino.
Altra cosa che si era perpetuata, nel corso di queste due settimane, era la continua assenza di Aliam e Lisa dagli allenamenti, che, senza dare spiegazioni, sgattaiolavano via poco prima dell`inizio degli allenamenti e che come per miracolo ricomparivano giusto due minuti prima che i ragazzi uscissero dagli spogliatoi.
E anche quel giorno, come i precedenti, Lisa e Aliam, appena iniziati gli allenamenti, presero le loro borse, uscirono dalla palestra, attraversarono l`intero spiazzo della scuola e corsero dal custode Strenfild, che, in cambio di qualche prodotto gratis per la nipote, conservava nel proprio gabbiotto tutto il necessario per la bancarella della giovane Trustand.
Una volta preso il tutto i due andarono dietro allo stabile della palestra di basket, e dopo aver montato il tavolino e aver messo in esposizione la merce, iniziarono a servire le ragazze e i ragazzi, che nel frattempo avevano formato una bella fila.
- Mi dispiace, ma di questo modello sono finite, dovrete aspettare domani per averle.- ripeteva ormai da dieci minuti, ma le ragazze continuavano a chiedere sempre la stessa cosa, creando così un tale fracasso che alla fine se ne resero conto anche i ragazzi della squadra di basket, che, credendo si trattasse di una rissa, erano andati a calmare gli animi, rimanendo invece basiti nel trovare una folla di ragazzine che si accalcavano intorno ad un tavolino pieghevole.
Grazie al capitano, che infuriato per l`interruzione dell`allenamento, aveva cominciato subito a sbraitare a tutti di andarsene e di non disturbarli mai più, i ragazzi della squadra poterono dopo pochi secondi avvicinarsi alla bancarella, per guardarne il contenuto, curiosi di capire cosa avesse acceso il putiferio di poco prima, ma, arrivati davanti al tavolino, scoppiarono tutti a ridere fragorosamente.
- Amico, io non lo sapevo mica che tu vendessi le tue foto a scuola. A saperlo prima ne avrei comprate un paio per mia madre. Quando si arrabbia è tremenda, ma scommetto che con una di queste si calmerebbe subito. - esclamò Michael, sventolando una delle foto presenti sul tavolino, la quale ritraeva Damien in costume, mentre gli altri continuavano a ridere divertiti.
- Idiota. - rispose solamente il ragazzo prima di girare su se stesso e tornarsene agli allenamenti.
- Ehi tu, non sfottere mio fratello. - s’intromise Lisa, indispettita che quel ragazzone enorme dagli occhi castani prendesse in giro il fratello.
- Fratello? Ma chi? Damien? - chiese sbalordito Michael, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
- Già. - rispose concisamente la rossa. - E tanto perché tu lo sappia
bestione, Damien non ne sapeva nulla delle foto. - concluse mentre richiudeva il tavolino e, con Aliam, lo riportava nel gabbiotto del custode, ripromettendosi mentalmente di stampare più foto per il giorno dopo.
Erano passati diversi giorni dall`incidente della bancarella, ma Damien, ogni volta che ci pensava, non riusciva a trattenere un sorriso, quell’uragano della sorella se ne inventava sempre una nuova e, dopo che gli aveva chiesto scusa con quel faccino dispiaciuto, come poteva lui fingere di essere ancora arrabbiato?

Quella mattina, come pure le precedenti, anche sapendo che stava iniziando a far tardi e che se non si fosse sbrigato, avrebbe trovato i cancelli chiusi, Damien stava camminando lentamente verso scuola, chiedendosi se ci fosse ancora qualcosa di intentato per attirare l'attenzione del ragazzino su di sé.
Gli mancavano pochi metri per raggiungere l'ingresso della scuola, quando, superando uno dei tanti vicoli, che caratterizzavano quella stradina di periferia, ne vide all'interno tre ragazzi che si accanivano su qualcuno steso a terra. In un primo momento, Damien, stava per andarsene, poiché il cancello della scuola stava ormai per chiudersi, ma, sentendo un gemito provenire dalla vittima di quel pestaggio, decise di intervenire.
Solo una volta che fu abbastanza vicino ai tre bulli si rese conto che la vittima dell'aggressione non era altro che il ragazzino che in quel periodo non aveva abbandonato per un attimo i suoi pensieri e, non riuscendo a controllare la rabbia, iniziò a colpire i tre bulli con pugni e calci e, solo quando li vide tutti e tre a terra, si riscosse dallo stato violento in cui era caduto, ricordandosi del suo piccolo pulcino dolorante sdraiato a terra, che cercava, con scarsi risultati, di rialzarsi.     
Damien si avvicinò velocemente al ragazzo e, abbassandoglisi di fronte, cercò di spostargli dalla fronte un ciuffo di capelli incrostati di fango, riabbassandola però velocemente, quando Aliam, spaventato, si scansò, cercando di allontanarsi il più possibile da lui.
- Stai bene Aliam? Hai qualcosa di rotto? - chiese il brunetto infine, non sapendo bene come agire in quella situazione. 
Damien attese per alcuni secondi una risposta, ma non arrivandone alcuna, si rialzò e, avvicinandoglisi con fare sicuro, lo prese in braccio, non lasciandolo neanche quando il ragazzino iniziò a dibattersi per essere rimesso a terra.
- Calmati, io non ti faccio niente. Ora ti porto a scuola e facciamo chiamare tuo fratello. - spiegò dolcemente Damien, cercando di calmare quel pulcino spaventato, che tremava tra le sue braccia.
Alle parole del ragazzo, Aliam s’immobilizzò e, alzando per la prima volta il suo sguardo su di lui, iniziò a negare forsennatamente con la testa. Damien, colpito dallo sguardo verde e dorato del ragazzo tra le sue braccia, in un primo momento non rispose.
- Vuoi che ti porti direttamente a casa? - chiese poi dolcemente, recuperando il controllo che lo sguardo del pulcino aveva facilmente distrutto.
Il biondino, alla domanda del bruno, negò ancora con la testa, cominciando a fissare intensamente il ragazzo negli occhi.
- Non voglio che la mamma mi veda così e se mi vedesse Kei, si sentirebbe in colpa. - spiegò il ragazzo con voce appena udibile, abbassando subito dopo lo sguardo.
L'ala piccola dell'Antareas, non sapendo cos`altro fare, girò su se stesso, uscì dal vicolo e, ripercorrendo la strada che solo un attimo prima aveva seguito, si diresse verso la casa da cui pochi minuti prima era uscito.
- Si può sapere dove cavolo si è cacciato quell'idiota di tuo fratello? - chiese il brunetto mentre camminava verso casa, non sopportando il pesante silenzio che si era creato tra lui e Aliam.
- Kei va ad allenarsi ogni mattina al campetto e, da lì, va direttamente a scuola. - spiegò il biondino con la sua voce bassa e delicata.
Per tutto il tragitto, Damien, continuò a porre, al ragazzino tra le sue braccia, le domande più disparate che gli venivano in mente, e pian piano, il pulcino, dimenticandosi della vergogna per il ragazzo più grande, iniziò a parlargli serenamente, non sentendosi più troppo a disagio vicino a lui.
Una volta arrivati a casa, Damien portò Aliam nella propria stanza al piano superiore e, dopo averlo adagiato sul proprio letto, iniziò a cercare nell'armadio dei vestiti che fossero adatti al pulcino, estraendone poi alcuni, che pose sul letto di fianco al ragazzo.
- Riesci a lavarti da solo? - chiese Damien premuroso, che, vedendo il pulcino arrossire di una gradazione di rosso non ancora inventata e annuire forsennatamente con la testa tenendo però lo sguardo basso, gli sorrise dolcemente e, dopo avergli dato i vestiti e l'asciugamano e averlo accompagnato alla porta del bagno, lo lasciò solo, scendendo al piano di sotto, sperando che in quel modo il ragazzino si sentisse più a sua agio a lavarsi.
Dopo circa una ventina di minuti, nella quale Damien, non sapendo bene come comportarsi col ragazzino, aveva chiamato la sorella chiedendole di raggiungere lui e il pulcino a casa, Aliam, scese lentamente dal piano superiore, cercando il ragazzo che lo aveva aiutato e trovandolo infine sul divano che lo aspettava.
Damien, alla vista del pulcino, scoppiò a ridere e, solo quando si rese conto dello sguardo stupito del ragazzino che aveva davanti, cercò di trattenersi.
- Scusa, non volevo prenderti in giro, ma... ma con quei vestiti addosso sei ridicolo. - cercò di spiegare Damien, mentre guardava il suo adorabile pulcino che imbarazzato indossava i suoi vestiti.
Aliam, alle parole dell'ala piccola dell'Antareas, arrossì, restando impalato sotto l'arco della porta che dava sul salotto.
- Ti andrebbe di bere qualcosa? - chiese Damien, con quel tono dolce e carezzevole cui non era avvezzo, ma che con quel ragazzino gli veniva così naturale.
- Cosa ti andrebbe? - chiese ancora il brunetto, dopo aver ricevuto un cenno d'assenso dal biondino, che lentamente aveva iniziato ad avanzare nella stanza.
Non ricevendo alcuna risposta dal ragazzo, Damien, passò a rassegna tutto ciò che aveva in casa, chiedendogli poi se volesse una cosa piuttosto che un'altra, ricevendo però un cenno positivo solo quando nominò la cioccolata calda.
- E sia la cioccolata allora. - concluse sorridendo al pulcino, che ormai non aveva occhi che per la cioccolata. - Avanti, vieni a darmi una mano. Io verso nel pentolino e tu giri, ok? - gli chiese infine e, notando che Aliam si avvicinava ai fornelli su cui era poggiato il pentolino, iniziò a versarvi il latte all`interno, non riuscendo a capacitarsi che finalmente il pulcino avesse deciso di aprirsi con lui.
- E ora il cacao. - pensò ad alta voce Damien, avvicinandosi allo sportello dell'armadietto in cui si trovava, non accorgendosi però, che in quel modo si era avvicinato di conseguenza anche al pulcino di fianco a sé, che, nell`avvertire il corpo del ragazzo avvicinarsi sempre più al suo, si mosse imbarazzato.
Damien, sentendo il movimento del ragazzo, incuriosito abbassò lo sguardo sul pulcino e, non prestando più attenzione a ciò che toccava nel mobile, finì per spingere una busta di farina, che teatralmente cadde sulle loro teste, facendo si che entrambi si ritrovassero con i capelli completamente bianchi.
A guardarsi l`un l`altro in quello stato, sia il biondino sia il brunetto, scoppiarono a ridere, dimenticandosi completamente del latte, del cacao e di tutto quello che li circondava.
- Ma che state combinando? - chiese all'improvviso una voce alle spalle dei due ragazzi, che, smettendo subito di ridere, si voltarono di scatto verso la fonte.
- Nulla. - scandì Damien, infastidito per l'interruzione, guardando la sorella che gli si poneva di fronte e che, senza volere, aveva rovinato l'atmosfera che si era creata tra lui e il suo dolce pulcino, che fino a un attimo prima rideva divertito, mettendo in mostra il suo dolce sorriso, e che ora, invece, aveva abbassato il capo, nascondendo a tutti i presenti il suo sguardo.
- Nulla? Se la mamma vede questo casino è capace di farsi scoppiare le coronarie da sola. - sentenziò divertita la rossa, sollevata che entrambi i ragazzi stessero bene. E lei che aveva pure corso fino a casa, spaventata da quello che il fratello le aveva detto durante la sua fulminea chiamata, pensò sconsolata prima di cacciare fuori dalla cucina i due ragazzi, ordinando a entrambi di andarsi a lavare i capelli, e mettersi a ripulire lo scempio che il fratello e l`amico avevano appena realizzato.

Ringraziamenti:

cry_chan grazie per la recensione e si, anche a me piace un sacco il personaggio di Aliam, e Lisa e la madre sono uno spasso da scrivere. Un bacio.

Shasha5 sono contenta che ti sia piaciuto anche questo chap, spero che sia uguale anche per questo. Alla prossima,ciao ciao.

RiflessoCondizionato sono contenta che ti piaccia sia la storia che il mio modo di scrivere, su quest’ultimo ho qualche piccolo dubbio, ma la storia era così ben delineata nella mia testa che non ce l’ho fatta a non scriverla. Per quanto riguarda la recensione sono stata felicissima di riceverla come anche quelle di cry_chan e shasha5, che ormai adoro poiché continuano a recensirmi e a dirmi che la storia è bella, se non fosse stato per loro, mi sarei fermata ai primi chap probabilmente. Spero che continui a leggere la mia storia, ciao.

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Capitolo 7
*** Chapter 07 Amicizia ***


Salve a tutti, prima di iniziare chiedo scusa a tutti per il ritardo, ma non è propriamente solo colpa mia, tra esami e un po’ di vita sociale il tempo vola, ma grazie alle provvidenziali vacanze natalizie, mi sono avvantaggiata di un paio di chap, quindi dovrei riuscire a postare con regolarità per un po’, dopo di che dovrò aspettare pasqua, XD scherzo, a parte questo, spero che il capitolo vi piaccia, buona lettura a tutti e se vi va lasciatemi un bel commentino.

Chapter     07:   Amicizia.

 

-Ma perché quei tipi ti hanno picchiato? Che cosa volevano da te? - chiese Lisa, alla fine delle spiegazioni dei due ragazzi, non riuscendo a capire le ragioni di tutto quel casino.

- Volevano che gli dessi dei soldi, però non ne avevo con me, ma non mi hanno creduto e hanno iniziato a picchiarmi. - spiegò lentamente il pulcino, tenendo gli occhi bassi e le mani intrecciate, non avendo più il coraggio di guardare il bruno negli occhi, non capendo cosa prima lo avesse spinto a ridere e scherzare con lui, senza sentirsi minimamente a disagio.

- Per fortuna che Damien è arrivato prima che ti facessero male sul serio. – esclamò pensierosa la ragazza dopo alcuni minuti, mentre il suo sguardo passava dal fratello, che fissava strenuamente il biondino, al pulcino, che testardo continuava a tenere il viso puntato al pavimento.

- Beh a questo punto io torno a scuola. - continuò la rossa dopo alcuni minuti di silenzio. - Qualcuno deve pur andare a scuola e avvertire della vostra assenza, altrimenti tra un’ora inizieranno a chiamare a casa e la madre di Aliam si prenderà uno spavento.

Senza neanche dare il tempo ai ragazzi di ribattere a ciò che aveva appena detto, la ragazza, alla velocità della luce, uscì da casa dirigendosi verso scuola, mentre già immaginava le molteplici cose che sarebbero potute capitare da quel momento in poi tra il fratello e l'amico, dandosi poi della stupida per essersi dimenticata di piazzare una videocamera nascosta, si sarebbe divertita un sacco a vedere tutto più tardi ed era sicura che anche la madre avrebbe voluto vedere il filmino, ma ormai la frittata era fatta, concluse tra sé.

Appena la rossa fu fuori di casa, un pesante silenzio scese tra i due ragazzi, che non sapevano come comportarsi l'un con l'altro, finché Damien, non sapendo cos’altro inventarsi, invitò il pulcino a giocare con la Playstation e, solo dopo aver ricevuto un cenno d'assenso, gli si sedette di fianco passandogli un joystick. 

Per i primi tempi di gioco entrambi rimasero in silenzio, non sapendo cosa dirsi.

- Uffi non è giusto, hai fatto di nuovo punto, mentre io non ne ho fatto neanche uno. - esclamò indispettito Aliam dopo un po', avendo ricevuto la decima sconfitta consecutiva in meno di mezz’ora, rendendosi conto solo dopo della confidenza che aveva dato al ragazzo, abbassando di conseguenza il capo.

- Vuoi cambiare gioco? - chiese subito Damien, che concentrato com'era sul biondino che aveva di fianco e su ogni suo minimo movimento, si era reso conto solo in quel momento di aver esagerato col gioco e non avergli permesso di fare neanche un punto.

- no, non voglio cambiare, voglio fare un punto anche io. - riuscì a borbottare Aliam contrito, con voce appena udibile, senza però avere il coraggio di guardare l'altro ragazzo negli occhi.

- Ok, quindi se ti lascio fare punto va bene? - continuò a chiedere il bruno incerto, guardando il biondino e cercando di capire cosa fare, ma riuscendo a decifrare solo un cenno affermativo da parte del ragazzo.

- Scusa, scusa, mi spiace, giuro che non era mia intenzione. - scandì dopo alcuni minuti Damien, che, poiché giocava spesso a quel gioco, per riflesso incondizionato, aveva inconsciamente premuto i pulsanti e segnato di nuovo punto. - Ci gioco spesso a questo gioco e senza volere ho segnato. Mi spiace. - cercò di spiegarsi meglio il bruno, preoccupato di aver fatto arrabbiare il pulcino, aspettandosi che il ragazzo da un momento all'altro si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato, rimanendo invece stupito quando il ragazzino al suo fianco iniziò a ridere, da prima sommessamente e poi sempre più energicamente.

Damien rimase incantato a guardarlo ridere per la seconda volta nella stessa giornata, senza che però arrivasse qualcuno a disturbarli come la volta precedente, mentre nella sua testa riusciva solo a pensare che avrebbe dovuto trovare un modo per farlo ridere più spesso, poiché il vederlo ridere a quel modo lo faceva andare in una sorta di stand-by mentale, nella quale l’unica cosa che contava e a cui riusciva a dare attenzione era quel ragazzino biondo, che lo aveva stregato fin dall’inizio.

- Ma come si fa a vincere senza volere? - riuscì appena a scandire il biondino, mentre le risate non accennavano a diminuire.

Per i primi secondi Damien cercò una risposta, ma alla fine iniziò a ridere anche lui, capendo che ciò che aveva detto era parecchio ridicolo. - Anche se è ridicolo, giuro che è così. - esclamò in fine Damien, parlando tra le risate.

- Basta, per oggi non ce la faccio più. - ammise il biondino dopo altre ben due ore che continuavano a giocare, senza che riuscisse a fare un solo punto al gioco sul Basket in cui ormai si erano completamente impantanati. - Dovrei strapparti il joystick da mano, per avere una sola possibilità di fare punto.

- Mi spiace, probabilmente mi piace così tanto vincere a basket, che anche volendo, il mio corpo proprio non ce la fa a farmi perdere. - spiegò il bruno sorridendo al ragazzo, mentre questo di rimando alla sua frase ricominciava a ridere.

- Tanto non mi arrendo. La prossima volta un punto lo segno di sicuro. - terminò Aliam prima di posare il joystick e stiracchiarsi sul divano.

I due continuarono a parlare e a scherzare per tutta la mattinata, senza che il biondino sentisse di nuovo la timidezza riemergere in lui, ma si resero conto del passar del tempo solo quando Catherin, rientrando da lavoro, li trovò ancora seduti sul divano.

Dopo aver rotto il ghiaccio Aliam iniziò lentamente a prendere sempre più confidenza con Damien, e pian piano divennero amici, anche se il pulcino seguitava a vergognarsi e ad abbassare il capo quando senza volere Damien o qualcun altro nelle vicinanze diceva qualcosa d’imbarazzante.

 

- Ma sei davvero così bravo? - chiese Aliam stupito, appena entrati in casa dell'ala piccola dell'Antareas, di ritorno dalla prima partita del campionato. - Urlavano tutti il tuo nome.

- E questo non era nulla, dovresti vedere alle finali che casino fa la gente. - rispose la rossa al posto del fratello, che, anche se abituato ad essere idolatrato dalla folla nelle partite, si sentiva al quanto in imbarazzo davanti allo sguardo sorpreso e ammirato del ragazzino biondo che ora sedeva di fronte a se.

- E poi il nostro Damien non è solo bravo, è un vero talento nel basket. - continuò Lisa dopo alcuni secondi, vantandosi un po' del fratello, mentre gli sorrideva a più non posso - ora io me ne vado in stanza, ci vediamo dopo, ciao ciao - concluse infine, lasciando i due insieme e dando così al fratello la possibilità di passare un po’ di tempo col suo pulcino personale.

- Ha esagerato, non starla a sentire, sono bravo, ma come gli altri della squadra. - sminuì il bruno, cercando di capire a cosa stesse pensando il biondino, che era totalmente assorto nei suoi pensieri.

- Uffi e ci credo che mi batti sempre con la play, ha ragione Lisa sei un talento del basket, anche nei videogame. - esclamò infine Aliam dopo alcuni minuti di silenzio, iniziando poi a sorridere all'altro ragazzo che di rimando gli ripeteva di non stare troppo a sentire quello che diceva la sorella, poiché esagerava di continuo.

- Quindi sei una specie di futuro professionista del basket? Beh allora dovrai farmi un mega autografo, me lo farai vero? - continuò a chiedere il biondino, ormai completamente convinto dell’esattezza di ciò che gli aveva detto l’amica, avvicinandosi poi a Damien e sedendoglisi vicinissimo.

- Ok. - rispose il bruno arrossendo imbarazzato, dandosi mentalmente dello stupido, ma non riuscendo a non pensare alla vicinanza dell'altro. Ma che gli stava prendendo, continuava a chiedersi il ragazzo, non era mai stato timido, ne si era mai imbarazzato nella sua vita, ma quel ragazzino biondo lo mandava in corto circuito senza alcun motivo apparente e quando c’era lui nei paraggi, iniziava sempre a comportarsi in modo strano.

- Sei arrossito - costatò a voce alta Aliam. - Mi dispiace, devo aver esagerato, non volevo. - concluse poi velocemente, allontanandosi un po' dall'altro e abbassando simultaneamente lo sguardo.

- Tranquillo, non è nulla. - si affrettò a parlare Damien, vedendo il biondino allontanarsi, cercando di risistemare le cose - E quando diventerò un professionista, ti farò quanti autografi vorrai. - propose sorridendo incoraggiante al biondino, che a sua volta gli sorrise dolcemente.

 

- Ma come ti salta in mente di arrossire davanti ad Aliam? Avrà di sicuro pensato di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato. - sbottò incredula Lisa, mentre, dopo aver tirato un leggere schiaffetto al fratello, si sedeva a gambe incrociate sul divano, tra la madre e Michael, che aveva deciso proprio poc'anzi di presentarsi per la prima volta a casa dell'amico, utilizzando la scusa dei festeggiamenti per la vittoria della partita, incappando invece in uno spettacolo a dir poco esilarante.

L’ala grande dell’Antareas, appena arrivato a casa Trustand, aveva incrociato il piccolo Dersorp che timidamente salutava l'amico, andandosene poi velocemente a casa propria, dopodiché, nel giro massimo di due secondi netti, si era materializzata alle spalle del bruno la sorella, che con una furia scatenata, un’interminabile serie di domande e una strana lampada, uscita chissà da dove puntata sul volto del ragazzo, aveva costretto l'amico a raccontarle tutto quello che era successo, senza trascurare nessun dettaglio, anche se minimo.

- Cavolo mi sono perso uno spettacolo, te che arrossivi, pagherei il biglietto per vedere la scena. - ironizzò Michael, guardando divertito l'amico che lo fulminava con lo sguardo. - Quasi quasi chiedo al pulcino di saltarti addosso, chissà come reagisci ad un attacco diretto. - concluse ridendo.

- Idiota. - scandì lentamente il bruno, mentre tutti gli altri presenti scoppiavano a ridere. Che ci poteva fare lui se il biondino gli faceva quell’effetto? E poi ormai erano giorni che non faceva che pensare a lui e ad averlo così vicino, gli erano venute in mente strane idee, da non mettere assolutamente in pratica se voleva continuare ad essere amico del pulcino, si sgridò mentalmente prima che inconsciamente ricominciasse a pensarci di nuovo.

- Su Damien, non prendertela, è normale arrossire o avere altre reazioni, quando la persona di cui sei innamorato, ti si avvicina così tanto. - disse dolcemente la madre della rossa, intenerita dall'incertezza che traspariva dallo sguardo del figlioccio, - però sarebbe proprio divertente vedere che succede se il nostro piccolo Aliam gli salta addosso. – finì dopo pochi secondi, non riuscendo proprio a trattenersi dal prendere un po’ in giro il ragazzo.

- Catherin ha ragione. - concordò James, mentre, dalla sedia di fianco al tavolo del salotto, guardava il ragazzo. - E sarebbero normali anche altri tipi di reazioni, specialmente alla tua età, quindi non devi preoccuparti troppo. – finì Jeremy sorridendo gentile, mentre gli altri presenti scoppiavano nuovamente a ridere e Damien sopportava stoicamente tutte quelle battutine su di se, sperando tra se e se di non avere mai delle reazioni troppo evidenti davanti al pulcino, altrimenti come avrebbe potuto poi spiegargliele?

 

Recensioni:

cry_chan, sono contenta che Damien e Aliam ti stiano simpatici e per quanto riguarda Lisa questo è niente, ne farà di cotte e di crude quindi continua a seguire, ciao.

Saretta_TrillY_, Ciao, fa sempre piacere avere una nuova commentatrice e ancor di più se mi dici che Damien e Aliam ti piacciono, bhe si, hanno fatto un passo avanti, ma ne dovranno fare ancora un sacco, mi raccomando continua a leggere e a commentare se vuoi, ciao.

Lady moon, sono contenta che la storia ti piaccia e tranquilla io continuerò a scriverla, ma tu continua a leggerla ok? E fammi sapere cosa ne pensi, ciao.

Ritsuka96, sono contenta che ti piaccia e per quanto riguarda Aliam in seguito ne parleremo, e si scoprirà anche da che deriva la timidezza cronica che ha, ma prima dovranno affrontare il problema di Damien. Le storie Yaoi piacciono un sacco anche a me ed è proprio per questo che ho deciso di scriverla. Mi raccomando continua a seguire la mia storia e a commentarla se vuoi, ricevere commenti fa sempre piacere XD, ciao.

Shasha5, ciao shasha5 mi fa piacere che questo chap ti sia piaciuto e spero ti piacciano anche i prossimi, per quanto riguarda Lisa, mi è uscita senza che ci riflettessi molto, sai pensavo principalmente ai protagonisti, ma mi è venuta fuori davvero simpatica e anche un po’ casinara, alcune volte cercando di aiutare i due protagonisti combinerà dei veri casini, vabbe che per fortuna poi glieli faccio anche risolvere ahahah. Ciao.

jazz211, sono contenta che ti piaccia la storia e mi spiace un po’ perché c’ho messo un po’ ad aggiornare, ma gli esami all’università mi tarpano le ali, cmq a parte gli scherzi, cercherò di postare regolarmente. Ciao

RiflessoCondizionato, mi fa piacere che tu stia continuando a leggere e scusami per il ritardo con cui ho postato quest’ultimo chap, cmq per quanto riguarda il voler capitoli più lunghi di per se si potrebbe anche fare, ma  mi preoccupa che poi molte persone vedendosi davanti un capitolo lungo depongano le armi e non lo leggano più, ma cmq tranquilla cercherò di postarli di frequente (almeno spero XD) e grazie. Ciao

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Capitolo 8
*** Chapter 08 Suona per me ***


Mi spiace se il capitolo è un pò piccolo, ma inizialmente questo pezzo faceva parte di un altro chap, ma poi mi è sembrato così dolce che ho preferito metterlo a parte. Comunque buona lettura a tutti.

Chapter     08:   Suona per me.

 

Il giovane Trustand stava lì da tre ore filate, ormai per lui era diventata un'abitudine passare la domenica mattina, su quel campetto poco lontano da casa, ad allenarsi, ma quel giorno proprio non riusciva a concentrarsi, il pensiero gli volava sempre altrove e non riusciva a darsi pace. 

"Cavolo, sono un vero idiota, prima volevo essergli solo amico e, ora che lo sono, continuo a pensare a lui e non certo da amico. Ma io voglio essere per lui molto di più di un amico, voglio fare con lui cose che tra amici di sicuro non si fanno. Cazzo, forse dovrei stargli alla larga o rischio di fare qualche cavolata."  pensava preoccupato l'ala piccola dell'Antareas, mentre lanciava il pallone che aveva tra le mani, il quale con una perfetta traiettoria si infilava impeccabile nel canestro.

Erano quasi le dieci, quando Damien, finalmente, decise di fermarsi e tornarsene a casa, si stava avvicinando alla borsa posata al limite del campetto, quando dall'altro lato della strada vide una testolina bionda, quasi completamente nascosta da borse e pacchi, che instabilmente procedeva sul marciapiede.

Aveva da poco pensato di non avvicinarglisi più ed ecco che il ragazzino gli compariva davanti come per magia, di certo da qualche parte c'era qualcuno che d'accordo con le sue decisioni proprio non lo era, ma ora lui che doveva fare? Pensava febbrilmente il bruno, gli si doveva avvicinare o lo lasciava andare per la sua strada? Ci stava ancora pensando, quando, mentalmente, si diede del deficiente, perché continuava a rimuginare se il suo corpo in automatico si stava già muovendo verso la sua calamita bionda?

Ormai gli era quasi arrivato alle spalle, doveva solo salutarlo, ma il bruno temeva, che a salutarlo così all'improvviso, al biondino venisse un colpo, e, mentre si domandava silenziosamente quale modo fosse più appropriato per chiamarlo, vide il pulcino deviare un po' sulla sinistra senza nessun motivo e dirigersi diritto diritto verso un palo della corrente.

Il giovane Trustand, ancor prima di rendersi conto di ciò che stava facendo, si ritrovò ad abbracciare da dietro il piccolo Dersorp, per evitargli una bella botta, che preso però alla sprovvista fece cadere meta delle buste a terra e volare in aria le restanti.

- Scusa, non volevo spaventarti, ma stavi per sbattere contro il palo. - spiegò soltanto Damien, allontanandosi leggermente dal ragazzo, che lo guardava stupito, cominciando poi a raccogliere le buste che gli aveva fatto cadere, mentre dentro di se si chiedeva come riuscisse a fare cose così stupide senza rendersene conto, e lui che non voleva spaventarlo, altro che spaventarlo, ancora un po' e il suo pulcino si era giocato le coronarie.

- Ti aiuto a portarle. - disse pratico il bruno, dopo aver raccolto tutte le buste più pesanti, lasciando al biondino quelle leggere.

Aliam, dopo essersi calmato dallo spavento, iniziò a guardare spaesato il ragazzo, mettendosi poi a raccogliere automaticamente anche lui le buste, cominciando a fare strada verso casa sua, senza aver neanche ben capito cosa fosse successo realmente e cosa ci facesse l’altro lì.

Il biondino, arrivato fuori casa, prese le chiavi, aprì la porta ed entrò, invitando poi anche il bruno a fare lo stesso, il tutto mentre mentalmente cercava di calmarsi e non sentirsi in imbarazzo. In fondo, lui e Damien, oramai erano amici e il ragazzo spesso lo aiutava e lo toglieva dalle situazioni scomode, quindi doveva assolutamente essere cortese e ospitale con lui, anche se non riusciva a comprendere come mai un ragazzo così sicuro di sé e popolare perdesse il suo tempo a cercare di essere amico proprio a lui.

Una volta entrati, Aliam introdusse l'amico nel salone che affacciava sulla cucina, nella quale veloci poggiarono le buste e i pacchetti, riponendo tutto negli appositi mobili e nel frigorifero, ritornando poi nel salone, dove Damien notò solo in quel momento un enorme pianoforte posto al centro della sala.

Il giovane Trustand ammirò assorto il piano, ricordandosi solo dopo alcuni minuti della volta in cui aveva sentito il suo pulcino suonare.

- Suona. - si limitò a scandire Damien, girandosi a guardare l'altro ragazzo, che impacciato arrossiva e balbettava scuse senza senso per non suonare.

- La prima volta che ti ho sentito suonare, sei stato bravissimo, ma poi sei scappato alla velocità della luce. Avanti cucciolo, suona per me, solo per un po'. - continuò a chiedergli il bruno, stavolta più dolcemente, notando il piccolo Dersorp arrossire al suo chiamarlo cucciolo.

Dopo alcuni secondi d’incertezza, Aliam, vedendo il bruno convinto di ciò che gli chiedeva, si avvicinò al piano e, dopo essersi seduto, iniziò a suonare una delle sue musiche preferite, abbandonandosi dopo un po' alla dolce melodia che portò via con sé anche le ultime tracce di vergogna, lasciandolo tranquillo e sicuro nel suo armonioso suonare.

L'ala piccola dell'Antareas alle prime note del ragazzo si diresse al divano, posto di fronte al piano, e, dopo essercisi seduto sopra, iniziò ad ammirare il suo pulcino che lentamente si rilassava e chiudendo gli occhi suonava tranquillo la sua dolce melodia.

"Chissà se anche tra le mie braccia si rilasserebbe a quel modo e se avrebbe quell'aria sognante ad un mio bacio, probabilmente no." fu l'ultimo pensiero che formulò Damien, dopo un’oretta che ascoltava il biondino suonare e prima che le note di quella dolce musica e la stanchezza, causata dall'allenamento mattutino, avessero la meglio su di se e sul suo desiderio di imprimere nella propria memoria più dettagli possibili del piccolo Aliam, facendolo sprofondare in un caldo e rilassante sonno.

Quando smise di suonare, era da molto che Aliam aveva perso il senso del tempo, perciò rimase doppiamente stupito, quando voltandosi verso l'amico, lo trovò addormentato sul divano.

"E ora cosa faccio? Lo devo svegliare o lo lascio dormire?" si chiese il pulcino mentalmente, mentre silenziosamente si avvicinava al ragazzo e lo guardava attento.

"Non voglio svegliarlo." si decise infine e, non sapendo che altro fare, gli si sedette di fianco, rilassandosi sul divano.

Dopo un paio di ore il brunetto si risvegliò, rendendosi conto solo in quel momento che si era addormentato in casa del biondo e che non sentiva più la musica, ma che in compenso provava un piacevole calore sul lato sinistro del corpo.

Senza fare movimenti bruschi, Damien alzò le palpebre, guardandosi attorno un po' spaesato, notando distrattamente il pianoforte, che sembrava vuoto e spento senza la presenza del suo musicista, e solo dopo si rese conto di una miriade di ciocche dorate, che gli si poggiavano sulla spalla, e del visino dolce e addormentato che ne era incorniciato.

Il giovane Trustand rimase a fissare ammaliato quel viso per un tempo interminabile, sentendo scoppiare in se emozioni diverse, la tenerezza per la dolcezza e la vulnerabilità che traspariva ovunque da quel ragazzino, il desiderio di stringere il suo corpo e baciare le sue labbra, il timore di fare qualche passo falso e compromettere tutto. E tutte quelle emozioni gli vorticavano dentro addensandosi in un gran calore al livello del petto, che da una parte era piacevole, ma dall’altra gli dava delle leggere vertigini.

Damien rimase lì, fermo e silenzioso, a guardare Aliam dormire per tutto il tempo che il dolce sonno dell’altro gli permise, memorizzando ogni minimo particolare del volto che ora gli era così vicino, sentendo il suo respirargli sul collo e il suo bisbigliare parole senza senso e ringraziando la fortuna che aveva avuto quella giornata a incontrare il piccolo per strada e a non prendere effettivamente in considerazione la sua delirante decisione di non avvicinarglisi più. Se il cucciolo voleva un amico, lui lo sarebbe stato per tutto il tempo che voleva e senza pretendere nulla in cambio, gli sarebbero bastati momenti come quelli ad aiutarlo a mandar giù la frustrazione che alle volte gli montava dentro. Tanto ormai sapeva benissimo che, anche con tutta la sua buona volontà, non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi da lui, tanto valeva allora stargli il più vicino possibile, senza pensare al dopo.  

 

Recensioni:

cry_chan, certo che mi fanno piacere le tue recensioni e poi fin dall’inizio tu e shasha5 avete sempre recensito i mie chap, se non l’aveste fatto probabilmente la storia l’avrei continuata solo per me e non l’avrei più postata. Già la famiglia di Damien è proprio particolare e questo è nulla di quello che gi faranno passare poverello. Al prossimo chap ciao ciao.

Ritsuka96, sono contenta che ti piaccia Aliam e per quanto riguarda Damien arrossito, bhe pensa che non era proprio un arrossire dalla vergogna, ma bensì da certi pensieri che aveva fatto sul piccolo Aliam e poi la scena non era prevista a dir la verità, mi si è creata così mentre scrivevo. Parlano del nome del piccolo, sinceramente il nome l’avevo inizialmente pensato per un’altra storia e per una ragazza, doveva essere Alia, che mi dava un senso di libertà, ma poi ho iniziato a pensare a questa di storia e mi serviva un nome, ho messo al maschile Alia e mi si è trasformato in Aliam e, poiché mi sembrava dolcissimo come nome maschile e per lui era perfetto, alla fine se lo è guadagnato lui. Cmq tranquilla ne ho scritti un bel po’ di chap a natale quindi ne posterò un bel po’ uno dopo l’altro. Ciao ciao.

Saretta_Trilly_, sono contenta che ti piaccia anche questo e tranquilla posterò così spesso che alla fine ti stancherai di leggere la mia storia, (bhe ho un po’ esagerato XD). Al prossimo, ciao ciao.

Shasha5, piace anche a me Lisa e poi devo dire che mi semplifica anche molto la vita, se devo scrivere qualcosa e non so chi è che potrebbe farla, lei in un modo o nell’altro ci riesce sempre, mi aiuta ad unire la maggior parte dei personaggi. Allora al prossimo chap ciao ciao.

Lady moon, son contenta che ti sia appassionata, ma per vedere certe reazioni dovrai aspettare ancora 5 o 6 chap, ho intenzione di far soffrire Damien ancora per un po’, ihihihih. Al prossimo capitolo allora ciao ciao.  

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Capitolo 9
*** Chapter 09 Il piano ***


Chapter     09:   Il piano.

 

Nei quindici giorni che seguirono, su tutti s’impresse una dolce e beata tranquillità.

La squadra di basket dell'Antareas vinse altre due partite del campionato, ottenute soprattutto grazie al loro campione, ma dovute anche al supporto dell'intera squadra, che, senza invidie e rivalismi interni, riusciva ad avere un affiatamento formidabile.

Gli affari della giovane Trustand si erano velocemente moltiplicati, al punto che si era ritrovata ad avere un circolo di clienti in cui spiccavano ragazze e ragazzi che, per i suoi particolari ed esclusivi articoli, venivano anche da altre scuole. La ragazza quindi si era potuta finalmente comprare la sua sognatissima nuova macchina fotografica professionale Nikon D3x da 24 Megapixel, grazie alla quale stava già per mettere in commercio la sua nuovissima collezione di foto, con i cui guadagni aveva intenzione di comprarsi l'ennesima raccolta di fotografie del suo fotografo preferito.

E l'amicizia nascente tra Damien e Aliam lentamente si stava consolidando per entrambi, al punto che ormai avevano preso l'abitudine di studiare insieme tutti pomeriggi, con la compagnia della rossa Lisa e del castano Michael, che accoppiati creavano inspiegabilmente le situazioni più contorte e assurde per mettere i due amici in situazioni imbarazzanti, dalle quali ne uscivano solo grazie all'intervento divino di Catherin, che, portando dolci o biscotti e buttando qualche battuta qui e la, bloccava i due cospiratori, calmava il piccolo Dersorp, già in assetto da fuggitivo, e dissuadeva Damien dai diversi tentativi di vendetta, che il ragazzo di volta in volta progettava.

 

Era la quarta partita del campionato che l'Antareas giocava e questa la disputava contro la Breestit, capitanata da Lucas Callonar. La partita procedeva senza troppi dislivelli, le squadre erano bilanciate e ormai la vittoria dipendeva solo dall'ala piccola dell'Antareas e dal capitano della Breestit, infatti, chi dei due sarebbe riuscito a resistere al pesante ritmo fino alla fine della partita, avrebbe portato la sua squadra alla vittoria.

Fra azioni spettacolari e difese altrettanto straordinarie, con rubi di palla e velocissimi passaggi, la partita si concluse a favore dell'Antareas per soli 2 punti di differenza.

Alla fine della partita entrambe le squadre e gli allenatori si scambiarono come di consueto un'amichevole stretta di mano, dopo di che i ragazzi furono liberi di andare negli spogliatoi.

Dopo una rigenerante doccia, Damien, insieme all'amico Michael, velocemente andò dal piccolo Aliam, che con la sorella lo aspettava all'entrata della palestra.

- Che ne dite se andiamo a festeggiare? La Breestit l'anno scorso era in semifinale e noi l'abbiamo battuta, ce lo meritiamo proprio di festeggiare. - propose esaltato l'ala grande dell'Antareas, gesticolando esageratamente con le mani, per dare importanza a ciò che diceva.

- Io ci sto volentieri e poi festeggio anche perché ho fatto un sacco di belle fotuccie, ci guadagnerò un sacco con queste. - acconsentì la rossa, felice più per i suoi prossimi guadagni che per la vittoria della squadra del fratello. - Vieni anche tu Aliam, vero? - chiese poi all'amico, sapendo che la risposta del fratello sarebbe dipesa inevitabilmente da quella del biondino.

- Beh ecco... Io non... - iniziò a parlare Aliam, venendo però bloccato dall'amica, che senza più interpellarlo aveva stabilito che anche lui avrebbe partecipato e, come previsto dalla rossa, anche Damien poi accettò di andare con loro.

I quattro ragazzi e il resto della squadra più la manager e la fidanzata di Michael, decisero così di andare tutti al McDonald’s, dove dopo aver avvicinato i tavolini ed essercisi impiantati, passarono tutta la serata a scherzare e ridere anche sulle cose più stupide, con Michael che, con il supporto di Lisa, metteva su le scenette più comiche mai viste prima.

La serata passò tranquilla e briosa mentre tutti si divertivano, anche se il piccolo Dersorp più volte si adombrava, con il conseguente aumento della preoccupazione di Damien, che non si spiegava cosa avesse.

"Forse si sente solo un po' a disagio." pensava il bruno incerto. "O forse è arrabbiato perché non voleva venire e Lisa l'ha costretto?. Avrei dovuto fermare Lisa." concluse poi, continuando a interrogarsi su quale delle due ipotesi fosse quella più giusta.

 

Erano passati cinque giorni dalla partita contro la Breestit e Damien, invece di andare in palestra, se ne stava negli spogliatoi ad andare avanti e dietro, senza fermarsi un attimo o ascoltare i compagni di squadra che lo chiamavano.

- Si può sapere che ti è successo, è un'ora che stai qui, ti senti male? - chiese Michael all'amico. - I ragazzi di là si stanno preoccupando e indovina un po' chi hanno mandato in perlustrazione? - scherzò poi, cercando alleggerire la tensione, che senza motivo vedeva nell'amico, non ricevendo però dal ragazzo nient'altro che un'occhiataccia avvelenata.

- Ok, è una cosa seria, non scherzo più, ma calmati. - riprese a parlare Michael, iniziando a preoccuparsi. - Cos'è successo? Si tratta del pulcino? -

- Sì. - si decise a rispondere il bruno dopo alcuni minuti di silenzio, Michael era il suo migliore amico e ora aveva bisogno di parlare con qualcuno, quindi ne avrebbe discusso con lui decise.

- Il pulcino sta male? - chiese ancora l'ala grande dell'Antareas.

- No, lui sta bene, ma... - iniziò a parlare per poi fermarsi, non sapendo come spiegarsi.

- Ma? - continuò a chiedere Michael, cercando di incoraggiare l'altro a parlare.

- Ma io sto per impazzire. - esclamò infine Damien, accasciandosi su una delle panchine presenti nello spogliatoio.

- E perché staresti impazzendo di grazia? - riprese a chiedere l'ala grande dell'Antareas, sentendosi quasi un poliziotto a causa di tutte le domande che stava facendo.

- Mi evita e non so neanche che ho fatto di sbagliato. Come faccio a scusarmi, se non so neanche cosa ho sbagliato? Tu hai notato qualcosa? - rispose Damien a bassa voce, ma guardando l'amico dritto negli occhi.

- No, non ho notato nulla, ma tu sei sicuro che ti eviti, non è che stai esagerando un po' solo perché sono un paio di giorni che il pomeriggio non viene a casa tua? L’ha detto a Lisa no? Sta aiutando la madre che in questi giorni non sta bene. Non preoccuparti troppo. - rispose a sua volta Michael, cercando di calmare l'amico anche se anche lui aveva notato un certo allontanamento del pulcino dall'amico. "Poverello però" pensò poi l'ala grande dell'Antareas "è proprio sfortunato in amore, gli c’era voluto un sacco di tempo per avvicinarsi al pulcino e ora che c'era riuscito, sta di nuovo punto e a capo."

- Michael non capisci, non è perché non viene a casa, il problema è che non mi parla più, non ricambia quando lo saluto, cambia corridoio o fa dietro-front quando lo incontro nei corridoi. Ieri l'ho fermato fuori scuola, gli ho chiesto come stava la madre e lui è scappato via senza neanche alzare lo sguardo. Mi sembra di essere tornato all'inizio, dannazione devo sapere cosa ho sbagliato. - sbottò il bruno, sfogandosi con l'altro ragazzo, mentre in automatico si rialzava e ricominciava a camminare avanti e indietro.

- Beh magari un po' hai ragione. - acconsentì Michael, cercando mentalmente una soluzione per l'amico. - Hai provato a chiedere a Lisa? Stanno nella stessa classe, forse con lei ha parlato. - propose infine, non avendo trovato di meglio.

- No, non le ho chiesto nulla. - si limitò a rispondere Damien.

- Ho un’idea. - esclamò dopo alcuni minuti Michael, vedendo che l'amico non si riprendeva, mentre iniziava a cambiarsi - Ora ti cambi, andiamo a prendere tua sorella e ce ne andiamo a casa tua a parlare, tanto è inutile restare qui, ora come ora non riusciresti neanche a fare un buon passaggio. Avanti muoviti. -

Damien rimase fermo per alcuni secondi, prima di iniziare a cambiarsi anche lui, pensando mentalmente che alcune volte anche l'amico dava qualche buon consiglio, per poi andare con lui dietro alla palestra per prendere la sorella, che a vederseli lì all'improvviso si preoccupò non poco.

- Che succede? - chiese ansiosa la ragazza, dopo aver mandato via tutte le ragazze che si erano accalcate vicino al suo tavolino.

- Si va a casa vostra. - rispose l'ala grande dell'Antareas al posto del bruno, che restava silenzioso.

 

- Allora, si può sapere cos'è successo? - chiese di nuovo Lisa, appena arrivati a casa, mentre tutti e tre si sedevano sul divano.

- Tuo fratello è in crisi d'amore, non è riuscito a cominciare ad allenarsi, da non credere, lui che sarebbe capace di allenarsi anche col terremoto. - spiegò Michael, ricevendo in cambio uno sguardo assassino dall'amico.

- Sapevo che era questo il problema, ti sta evitando? - chiese la rossa rivolgendosi al fratello, ricevendo come risposta un cenno affermativo.

- E ci chiedevamo se per caso tu sapessi come mai il pulcino evita Damien. - continuò a spiegare l'ala grande dell'Antareas.

- Sta evitando anche me, mi spiace. - fu la risposta laconica della ragazza, che guardava preoccupata il fratello.

I tre continuarono a proporsi a vicenda tutte le possibili cause dell'allontanamento di Aliam, senza però trovarne però un’adeguata.

- Ho trovato. - esclamò alla fine Lisa, stanca di girare intorno al problema senza trovare però una soluzione plausibile - tu credi che sia arrabbiato con noi per qualcosa che abbiamo fatto, giusto? -

- Sì. - rispose Damien attento, sapendo che quando la sorella aveva un'idea, questa nella migliore delle ipotesi ti creava solo qualche piccolo problemino, ma che però miracolosamente riusciva anche a risolvere il problema iniziale.

- E noi non sappiamo cosa abbiamo fatto, giusto? - chiese ancora, con l'unico scopo di creare un po' di suspense nel fratello e nell'altro ragazzo.

- Già. - rispose questa volta Michael, cercando di capire dove andasse a parare stavolta quella rossa scatenata.

- Ho un piano. - esclamo infine con aria da cospiratrice, notando solo di sfuggita le occhiate preoccupate che i due ragazzi si erano scambiati.

 

 

Ps: Per quanto riguarda la macchina fotografica, non so se quella effettivamente è una professionale che si può comprare a Montreal, in Canada, ho cercato su internet e ho trovato quella, non me ne intendo molto di fotografia, quindi se teoricamente non andasse bene come modello, please perdonatemi, ma non sapevo proprio che modello scrivere XD.

 

Recensioni:

Saretta_Trilly_, grazie per la recensione, sono contenta che ti sia piaciuto, al prossimo ciao.

Shasha5, mi fa piacere che ti sia piaciuto il chap, ma soprattutto che ti piacciano Damien e Aliam, al prossimo capitolo ciao ciao.

Cry_chan,ahahah lo so sono troppo smielata, ma giuro che non era mia intenzione, però poi mentre scrivevo è andata così, so che è stupido dirlo, ma inizialmente nella mia testa la storia la vedevo in linee generali, poi mentre la scrivo per per sé, al prossimo chap ciao.

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