Accidentally in Love

di Meimei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [Prussia/Taiwan] ***
Capitolo 2: *** [HongKong/Ucraina] ***



Capitolo 1
*** [Prussia/Taiwan] ***


Prussia/Taiwan Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi:
Prussia, Taiwan
Genere:
Comico, Romantico
Rating:
Verde
Avvertimenti:
OOC
Note: 1. Lien è il nome che ho dato a Taiwan. "Lien Hua" dovrebbe voler dire "loto", a quanto dice il sito da cui l'ho preso.
2. Dedico questa ficcy alla ziaH, che mi ha ispirata con le parole "il cinese è una lingua del cavolo"
3. Ho messo OOC, perchè non sono sicura di aver reso bene i loro caratteri. Perdonatemi çWç
4. Per maggiori informazioni, leggete la ficcy e guardate le note in fondo, su ùwù




«"Io sono" si dice "ich bin", non...non...non quella cosa che hai detto tu! Devi imparare la lingua del meraviglioso sottoscritto
In quel momento, Gilbert stava seriamente rischiando di ritrovarsi con cinque dita stampate in faccia.
«Sto studiando tedesco solo da tre giorni, non puoi pretendere che io lo sappia già parlare perfettamente!»
Gilbert incrociò le braccia al petto, osservando Lien con uno sguardo di superiorità, e con un sorriso strafottente sulle labbra.
«Il meraviglioso me lo pretende, invece. Non voglio che tu mi faccia fare brutte figure, rovinerebbero la mia perfetta reputazione.»
Lien, quando voleva, sapeva essere paziente. Ma con quell'imbecille dagli occhi rossi, tutta la calma che aveva in corpo spariva, come se non fosse mai neppure esistita, e veniva sostituita da una pazzesca voglia di spaccargli la faccia. Voleva proprio vedere se, con un occhio nero o due, continuava a definirsi meraviglioso.
Ma poi le venne un'idea migliore. Incrociò anche lei le braccia al petto, imitando la posizione e l'espressione del tedesco, inclinando però il volto leggermente verso sinistra.
«Allora, signor "sono figo e me ne vanto", facciamo una scommessa. Vediamo se tu, che sei così bravo, riesci a imparare a parlare perfettamente il cinese in una sola settimana.
»
Gilbert scoppiò a ridere.
«Una settimana? E' anche troppo! Perderai miseramente!
»
Taiwan sogghignò. Gilbert non sapeva a cosa andava incontro.
«Se vinco, tu, caro Gilbert, dovrai andare in giro vestito solo con dei boxer rosa dicendo "io sono un somaro". E non sono ammesse espressioni del tipo "io sono un magnifico somaro". Tutto chiaro?
»
«Se vinco io, invece, dovrai girare per casa solo con la biancheria intima e fare tutto quello che ti dirò per un mese.»
Sogghignò.
«Sei ancora in tempo per ripensarci.» aggiunse poi. Lien sorrise e, assentandosi un attimo e tornando poco dopo, mise in mano a Gilbert una pila di libri.
«Buono studio, mio caro.»

Maledetta. Stramaledettissima.
Il cinese era una lingua impossibile, sia da scrivere, sia da leggere, sia da parlare. Era proprio una lingua del cavolo!
I sette giorni erano quasi scaduti e lui non ci aveva capito assolutamente niente. Quella maledetta aveva giocato sporco!
Non voleva andare in giro in boxer rosa, e men che meno voleva ammettere che non era riuscito a imparare il cinese e, di conseguenza, che Lien aveva ragione. Aveva una reputazione da mantenere, lui!
«E' ora del compito in classe, Gilbert.»
La voce della ragazza segnarono l'inizio della sua fine, e il modo in cui aveva pronunciato quelle parole -molto, molto lentamente-, aveva reso il tutto abbastanza inquietante. Era morto, finito, spacciato, al capolinea e...
No, forse no.
«Il magnifico me è pronto!» affermò, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi, a passi lenti e misurati, verso la cinese.
Quando le fu di fronte si chinò in avanti, per arrivare alla sua altezza, e accostò le labbra al suo orecchio.
«Wo ai ni.»
Lien sobbalzò e arrossì violentemente. Gilbert se ne accorse e, sorridendo vittorioso, si rimise in posizione eretta, soddisfatto di vederla in quella condizione.
«Allora maestra, ho superato l'esame?»
La vide aprire e richiudere la bocca un paio di volte, ancora nel pieno dell'imbarazzo -quello si che era giocare sporco-, ma alla fine sospirò, chiudendo gli occhi.
«Si, l'hai superato...»
Non l'avesse mai detto. Gilbert cominciò a sciorinare quella che sembrava un'interminabile lode a se stesso e alla sua indiscutibile -e magnifica, ovviamente- bravura nelle lingue di tutto il mondo.
Quando, finalmente, tacque, si chinò nuovamente sul su di lei, ancora con quella dannata espressione vincitrice stampata in faccia.
«Tu inizia a spogliarti in camera, il meraviglioso sottoscritto ti raggiunge subito.»
Fu così che Lien scoprì che i tedeschi -o forse vale solo per un certo Gilbert?- non sono leali.

Note finali:
Ohi, non ci credo. Se stai leggendo qui molto probabilmente hai letto tutta la storia *argh. Complimenti per aver retto senza vomitare o___o
Ordunque, per chi non lo sapesse "Wo ai ni" dovrebbe essere "ti amo" in cinese. Almeno spero, altrimenti scudare per la cappella x°°
Vi ringrazio per aver letto il primo capitolo di questa raccolta, che prevede un totale di ottanta capitoli. Ma se arriverò a dieci sarà già tanto, ma tanto tanto. Ci vediamo presto con la prossima, stramba coppia che un signorino chiamato "caso" ha voluto creare. Alla prossima!

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Capitolo 2
*** [HongKong/Ucraina] ***


Titolo: 
Personaggi:
Hong Kong, Ucraina, Taiwan
Genere:
Romantico, Fluff
Rating:
Verde
Avvertimenti:
OOC
Note:
1. Katrina è il nome che ho dato ad Ucraina
2. Shang è il nome che ho dato ad Hong Kong. Dovrebbe voler dire "comandante". Mi sembrava figo *w*
3. Ho messo OOC, perchè non sono sicura di aver reso bene i loro caratteri. Perdonatemi çWç


Quando Ucraina gli aveva chiesto, con la sua solita voce dolce e gentile, di avvicinarsi a lei, Hong Kong era arrossito e -intendendo le sue intenzioni dalla sua posizione a braccia aperte- si era rifiutato categoricamente di farlo, cercando comunque di non risultare offensivo.
-Eddai, Shang, vieni qui...- lo invitò nuovamente, sperando di convincerlo a farsi abbracciare.
-Thanks, but... sono costretto a rifiutare...-
-Costretto da cosa?- sulle sue labbra si formò un sorriso gentile, ma che celava una punta di malizia e crudeltà -era pur sempre la sorella di Ivan- che fece rabbrividire Shang -Non è che ti vergogni, vero?-
-N-No! Io non...non mi vergogno! E'...è che...-
Doveva trovare una scusa plausibile, e in fretta.
-...M-Mia sorella! Sai, lei...lei è molto possessiva e...e se lo scoprisse, non credo che ne sarebbe contanta, e mi farebbe a pezzi!-
Dio, era un genio...
-Ah, capisco...- vide il sorriso svanire dal viso di Katrina, ma fu una questione di pochi attimi -millesimi di secondo, forse- perchè, insieme ad un nuovo sorriso tanto dolce quanto malefico, sfoggiò il suo cellulare.
-Se è così, non ti dispiacerà se la chiamo per chiederle il permesso, vero?-
Shang non fece nemmeno in tempo a restare a bocca aperta -figuriamoci a fermarla- che l'ucraina aveva già composto il numero di Taiwan e messo il vivavoce.
-Pronto?-
-Buongiorno Lien, sono Katrina. Ti disturbo?-
-Ciao Katrina!- esclamò la ragazza che stava dall'altra parte del telefono e, per sua fortuna, del mondo -Come stai? Shang si sta comportando bene?-
Da quando in qua lui era diventato un cane o un bambino irresponsabile?
-Io sto bene, ma tuo fratello non vuole farsi coccolare...-
-Guarda, fa sempre così. Tu distrailo con un petardo o con qualcosa di simile e poi colpiscilo a tradimento. Io faccio sempre così, e devo dire che funziona, garantito al cento per cento!-
...Ora si spiegavano molto, molte cose.
-Ho capito. Grazie mille e scusa per il disturbo.-
-Ma figurati! Mi raccomando, coccolalo più che puoi, lui ha bisogno di affetto! Divertitevi!-
Shang, dopo che fu calato un silenzio al quanto imbarazzante, interrotto solamente dal tu-tu del telefono, ritenne che le sue scarpe, in quel momento, fossero l'oggetto più interessante della stanza. Doveva trovare una buona giustificazione, ma la sua presunta genialità si era già esaurita.
-Io...Beh, ecco...- balbettò, e Ucraina, che era buona e cara, ma mica scema, ne approfittò per allacciargli le braccia al collo.
Il ragazzo avvampò allo stretto contatto fra il suo viso e il seno enorme di Katrina -perchè, anche se non l'avrebbe mai ammesso, isi, il problema era quello.
-Stai tranquillo...-
Ucraina indietreggiò di qualche passo, facendo cadere entrambi sul divanetto.
Tenendo appositamente Hong Kong sul suo petto, cominciò ad accarezzargli i capelli, con tocchi lenti e leggeri.
Dopo pochi minuti completamenti dedicati a quel trattamento, Shang socchiuse gli occhi. Era piacevole, e rilassante...
Non ci volle molto perchè si addormentasse.
Katrina sorrise.
In fondo, Hong Kong non era altro che un bambino molto timido.



Note finali:
Arisalve, cari lettori che siete riusciti, anche stavolta, mi auguro, ad arrivare alla fine di questa shottina ina ina. Ve lo dico, questa coppia è stata un parto x°DDD Un po' perchè io sono una grande sostenitrice della coppia HongkongTaiwan (anche se ammetto che mi sono divertita tantissimo a scrivere il capitolo precedente x°D), un po' perchè, per come vedo io Hetalia, Ucraina potrebbe benissimo essere sua madre, diciamocelo.
Ora, passiamo allo spazio dedicato alle letterine da casa! *w*

Shichan: ziaH! *zompa e fuseggia in cerca di grattini. Io non sono una bestia çwç E poi la mia autostima sta benissimo dove sta, in compagnia di Lucifero e delle sue tre belle testoline ùwù Ma comunque, sono felice che ti sia piaciuta çwç

Baekho: oh, ma shalve ** Mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato quel piccolo obbrobrio. Comunque si, Gilbo è demente, ma è per questo che lo amiamo, no? xD E comunque anche io tifo per la PrussiaUngheria *sventola anche lei la bandierina. E poi dai, per colpa di Taiwan che si è fatta abbindolare, ci siamo perse Gilbo che va in giro con le mutande rosa x°DDDD E' un vero peccato x°D

Un grazie di cuore a chi ha commentato e a chi a letto **

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