Una famiglia riunita

di Lila_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


UNA FAMIGLIA RIUNITA




Capitolo 1


Una mattina Ryo e Kaori uscirono di casa, per andare a vedere se c’era un incarico per loro. Kaori fu entusiasta di vedere la  scritta “Xyz” sulla lavagna: qualcuno aveva finalmente bisogno di City Hunter! L’appuntamento con il/la cliente era al bar vicino al pomeriggio, per quello stesso pomeriggio.

-    Evviva, Ryo!! Abbiamo un incarico!! Finalmente!!!

Ryo non esultò come la socia, ma era comunque contento di avere qualcosa con cui tenersi impegnato. In fondo, era bello oziare, ma ora iniziava ad essere da un po' troppo tempo che se ne stava con le mani in mani. Da così tanto, che era troppo perfino per uno scansafatiche come lui! I suoi pensieri svanirono completamente alla vista di una stupenda ragazza. Stava già per saltarle addosso, tuttavia la sua azione terminò ancor prima di iniziare, grazie al provvidente intervento di Kaori, che con l’uso di uno dei suoi soliti martelloni, stese a terra il socio. Come se niente fosse successo, la ragazza proseguì la sua camminata, passando davanti a Ryo, ancora schiacciato a terra sotto il pesante martello da 500t. la sua espressione era adesso piuttosto corrucciata e Ryo dovette sbrigarsi a rincorrerla per starle dietro.


Saeko era in ufficio. La sua giornata di lavoro era appena iniziata. Seduta sulla poltrona del suo ufficio, la donna si voltò per osservare dalle vetrate, la città. Nonostante un noioso mal di testa che la tormentava, quella si preannunciava come una giornata tranquilla. Cambiò repentinamente idea, quando udì la porta del suo ufficio aprirsi di colpo e una voce a lei anche troppo familiare.

-    Ciao sorellina!!!!

Saeko si voltò verso Reika, la quale aveva un sorriso smagliante stampato in faccia che non prometteva niente di buono.

-    Che cosa vuoi, Reika?
-    Chi, io? Niente! Sono solo passata per venire a trovare la mia adorata sorella maggiore! Volevo solamente sapere come stavi, tutto qua.

Il tono usato da Reika non era per nulla convincente e Saeko si accorse subito che mentiva, ma volle provare a stare al gioco, se non altro per vedere quanto si sarebbe arruffianata Reika prima di dirle il vero motivo della sua visita.

-    Sto bene, grazie. E tu?
-    Beh, diciamo che non c’è male. Ah, ti volevo giusto dire che domani partono i lavori di ristrutturazione del mio appartamento...
-    [Ecco, ci siamo] Ah, davvero?
-    Si, vedi, a quanto pare ci vorrà almeno una decina di giorni, nei quali proprio non so dove andare... Quindi, avrei avuto un’ideuccia... Non è che, per caso, ti capita di avere, che so io... La camera degli ospiti libera?

Saeko si alzò dalla poltrona con un’aria vittoriosa, puntando il dito verso la sorella.

-    Lo sapevo che non eri venuta qui per sapere come stavo, ma, anzi, ti serviva qualcosa!!!!! Ti ho beccata!!!! Ahahahahahah

Reika la guardò perplessa: la stava prendendo in giro? No, perché a lei sembrava, sinceramente, che stesse mettendo in ridicolo se stessa davanti ai suoi colleghi, i quali avevano prontamente approfittato della porta rimasta aperta per spiare il comportamento anomalo della poliziotta. Quando si rese conto della figura che stava facendo, Saeko cercò di ricomporsi e si schiarì la voce, riassumendo un’ espressione normale.

-    Quindi vuoi che ti ospiti?
-    Ehm... Se non ti dispiace... In fondo si tratta solo di pochi giorni. E poi, vedrai: neanche ti accorgerai della mia presenza.

Saeko la guardò scettica. Molto scettica. Tuttavia finì con l’annuire.

-    D’accordo. Vieni pure a stare da me. Anzi, dimmi quando hai intenzione di portare le tue cose, che ti vengo ad aiutare.
-    Ehm... A dire la verità... Io avrei già provveduto a questo.
-    Cioè?
-    Ecco, prima di venire qui, ho già trasportato tutte le mie valigie a casa tua!
-    Tutte? Di, un po', quanta roba ti sei portata?
-    Uh, il minimo indispensabile!!!
-    Si, certo. Me lo immagino! E dimmi, cosa avresti fatto se io ti avessi detto di no?
-    Sciocchezze! Sapevo che avresti accettato!! Beh, adesso se non ti dispiace, ti saluto. Ho da fare! Ciaoooooo

Saeko si lasciò cadere a sedere sulla poltrona, poi sospirò rassegnata.


Erano le tre del pomeriggio e Ryo e Kaori erano in ritardo per l’appuntamento con il cliente.

-    Allora, ti vuoi muovere, Ryo??
-    Basta urlare, per favore! Sono pronto, non vedi?

I due uscirono di casa e salirono sulla fidata mini rossa. Entrando nel bar, videro che l’unico cliente era un uomo sulla sessantina. I due non erano sicuri che quello fosse il loro cliente, quindi non sapevano che fare. Inoltre Ryo si rifiutò già in partenza di accettare il caso, dato che il cliente non era una donna. Ma a risolvere quello ci pensò Kaori, spalmandolo sul pavimento con un martello. Il frastuono attirò l’attenzione dell’uomo, che si alzò dal suo tavolo e si avvicinò a loro.

-    Salve, siete voi City Hunter?
-    Dipende. Lei è Xyz?
-    Se intende chiedermi se sono io che ho richiesto il vostro aiuto, allora si. Ma sediamoci pure, così possiamo parlare con calma.

Ryo e Kaori si sedettero di fronte all’uomo.

-    Bene, credo che, per prima cosa, io mi debba presentare. Mi chiamo Mamoru Nogami. Ed immagino che lei sia Ryo Saeba. Ho sentito molto parlare di lei. Mi è stato descritto come uno sweeper imbattibile, un killer professionista.
-    Beh, a quanto pare è ben informato su di me.
-    Non abbastanza, a quanto pare. Infatti, non so chi è la bella signorina che le siede accanto.
-    Bella signorina, dove??? Dov’è?????????  

Ryo iniziò a guardarsi intorno con la sua solita aria da maniaco. Kaori, molto irritata lo colpì con un mini martello.

-    Imbecille!!! Si riferiva a me!!!!! Ehm, ci scusi tanto!!

Ryo la guardò, poi si voltò verso il signor Nogami, con un’aria leggermente delusa.

-    Davvero si riferisce a questo mezzo sgorbio? E’ sicuro di non avere problemi di vista?

Ryo fu interrotto nuovamente da un altro martello, stavolta di dimensioni considerevoli che si abbatté sulla sua testa. Mamoru Nogami intanto si stava chiedendo se fosse davvero l’uomo che stava cercando.

-    Ci scusi di nuovo! Piacere di conoscerla signor Nogami. Io sono Kaori Makimura, l’assistente di Ryo.
-    Il piacere è tutto mio.
-    Allora, signor Nogami, ci dica. Come mai pensa di aver bisogno dell’aiuto di City Hunter?
-    Beh, vede, ho dei validi motivi per pensare che un mio concorrente in affari abbia assoldato un killer per farmi fuori. Da giorni mi sento sempre osservato. Credo di non essere affatto al sicuro.
-    Quindi vuole che io diventi la sua guardia del corpo.
-    Esatto. Naturalmente ho intenzione di pagarla profumatamente: 500.000 yen.
-    Quanti ha detto, mi scusi???

Kaori aveva gli occhi strabuzzati e non era riuscita a trattenere la sua sorpresa.

-    Va bene. Accetto il caso. Però deve trasferirsi da me. Così sarà più facile per me proteggerla.


Saeko, dopo una giornata intera passata in commissariato, tornò a casa. Trovò la sorella tutta impegnata a sistemare le proprie cose nella camera degli ospiti.

-    Reika, ho preso qualcosa da mangiare al ristorante qua sotto! Ma... Ma non avevi detto che avevi portato giusto il minimo essenziale?!?
-    Esatto!! Perché? Ah, a proposito, ti dispiace se ho preso una parte del tuo armadio? Alcune cose non ci stavano qui!!
-    Cosa??

Saeko andò nella sua stanza e, aprendo il suo armadio, vide che tutte le sue cose erano state tutte ammassate in un angolo, per fare spazio quelle di Reika. La donna sentì la rabbia salire, ma cercò di calmarsi. In fondo era solo per pochi giorni.


La mattina dopo, a casa di Ryo, Kaori era alle prese con la colazione. Ryo entrò in cucina e fu attirato dal profumino di biscotti appena sfornati. Appena vide la teglia, allungò la mano per prenderne uno, ma un piccolo martello si abbatté su essa.

-    Ahia!! Kaori, ma sei impazzita? Cosa ho fatto?!?
-    Quei biscotti non si toccano! Sono per il nostro ospite.

Mamoru li raggiunse e la prima cosa che notò era che Ryo non sembrava essere di buon umore.

-    Buongiorno. Signor Saeba, va tutto bene?
-    Buongiorno, signor Nogami! Si accomodi! E non si preoccupi, Ryo sta benissimo, non è vero?
-    Si...

La risposta di Ryo era molto seccata e Kaori lo guardò male, poi offrì con un sorriso cordiale i biscotti a Mamoru. Ryo accese il televisore, sul canale dove trasmettevano il telegiornale della mattina. La giornalista stava lanciando un servizio sull’ultimo arresto effettuato dalla squadra di Saeko e la poliziotta apparve in video. Ciò fece cambiare repentinamente umore a Ryo, il quale, farfallone come al suo solito, stava già sbavando solo guardando le gambe di Saeko. Kaori si stava già alterando e aveva pronto il suo martello da 2000t, quando il signor Nogami sussurrò qualcosa.

-    Saeko...

A Kaori abbassò il martello e perfino Ryo assunse un’aria più seria.

-    Conosce Saeko?
-    Eh? No, a dire la verità no. Ne ho solo sentito parlare spesso. Si dice che lei sia una poliziotta con molto talento.
-    Portate lo stesso cognome... Sicuro che non sia una sua parente?
-    Certo! Se lo era, ero andato diretto da lei, invece di chiedere il suo aiuto, non le pare?

Ryo annuì poco convinto. Poi si voltò verso Kaori e vide il martello appoggiato al pavimento, ma ancora tra le mani della socia e la fissò sospettoso.

-    Quello è per me?

Lei guardò l’oggetto fra le sue mani, quasi si fosse dimenticata di averlo.

-    Oh, beh... In teoria... Ma stavolta sei stato fortunato.

Ryo tirò un sospiro di sollievo.





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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


UNA FAMIGLIA RIUNITA




Capitolo 2

Saeko stava ancora dormendo, quando un frastuono assordante la svegliò di colpo. Quasi cadde dal letto, dallo spavento. Ormai del tutto sveglia, si accorse che il frastuono altro non era che musica a tutto volume. Non le ci volle molto a fare due più due e capire da dove provenisse. Si alzò infuriata e si diresse a passo sicuro nella stanza che era diventata di Reika e spalancò la porta con molta poca grazia. Reika stava facendo ginnastica a ritmo di musica e neanche si era accorta che era entrata nella camera. Così Saeko  si avvicinò allo stereo e non si preoccupò neanche di cercare l’interruttore, staccando direttamente la spina. Solo allora Reika smise di muoversi e si accorse della sua presenza.

-    Buongiorno, sorellina!!!
-    Buongiorno un corno!!!!!!!!! Cosa ti è saltato in mente di fare, scusa?!? Si da il caso che oggi sia il mio giorno di riposo, il primo dopo due intere settimane!! Quindi, sempre che a te non dispiaccia, gradirei farmi una lunga dormita! E non essere buttata giù dal letto alle sette del mattino!!!!!!!!!!!!
-    Beh, ma fare della buona ginnastica appena alzati, fa bene!
-    Oh beh, non lo metto in dubbio, questo. Tuttavia preferirei che tu la facessi senza musica!
-    Ma la musica mi è fondamentale!
-    Ascoltami bene: o ti compri un paio di cuffie, o ti arrangi a stare senza, mi sono spiegata??
-    Hey, stai calma, sorellina!!
-    Io adesso torno a dormire. E non voglio sentire muovere una mosca, intesi???? Anzi...

Saeko prese con sé lo stereo e se ne andò, sbattendo con vigore la porta.

-    Accidenti, quanto è irritabile!!


Qualche giorno dopo Kaori era seduta sul divano a leggere. Senza che lei se ne accorgesse, la porta di casa si aprì. Un uomo con un passamontagna entrò e le arrivò alle spalle con un oggetto contundente in mano. La tramortì con un colpo ben assestato alla nuca, e Kaori cadde priva di sensi sul divano.

Quando poco dopo Ryo rientrò a casa, trovò Kaori ancora svenuta sul divano. Corse verso di lei e le mise le dita sul collo, cercando di capire, e sperando con tutto il cuore, se era ancora viva. Dopo essersi accertato che stesse bene e fosse solo momentaneamente priva di sensi, Ryo impugnò la pistola e perlustrò l’intera casa. Trovò l’intruso nella camera degli ospiti, quella occupata da Mamoru, e riuscì a disarmarlo. Tuttavia l’uomo riuscì a fuggire.
Ryo tornò dunque al piano inferiore al capezzale di Kaori. In quel momento, la sua socia aprì con fatica gli occhi, toccandosi subito il punto dolente sulla nuca. Non appena si accorse della presenza di Ryo, si alzò, furiosa, e lo atterrò con un martello da 70kg.

-    E la prossima volta che tenti di colpirmi alla testa, la mia punizione sarà molto peggiore!

Kaori, ancora indignata, si diresse verso la cucina. E Ryo la seguì.

-    Kaori, non puoi avercela con me! Perché non sono stato io a colpirti. C’era un uomo in casa. Ma tu non ti sei accorta di niente?
-    No. Io... Mi ricordo solo che ero seduta a leggere e poi ho sentito un dolore fortissimo alla testa e poi... ho visto tutto buio. Non ricordo altro.
-    Questo perché sei svenuta. A proposito, dov’è il signor Nogami?
-    E’ uscito poco tempo fa. Ryo, mi dispiace per prima...
-    Non è niente. Ti ha detto dove andava?
-    Nogami? Ha detto che doveva fare delle piccole commissioni.
-    Mh. Quindi... Questo significa che siamo soli in casa, in questo momento.
-    Ehm... Si.

Ryo si avvicinò a Kaori, che iniziò a non comprendere pienamente le intenzioni del socio. Fu così che si trovarono a girare praticamente intorno al tavolo, perché più lui si avvicinava, più lei continuava ad indietreggiare.

-    Kaori, ma che ti prende? Devo dirti una cosa. Una cosa a proposito del signor Nogami. Ti vuoi fermare?
-    Uh, s-si. Scusami. Che cosa devi dirmi?
-    Secondo me, ci ha mentito.
-    Perché avrebbe dovuto farlo?
-    Perché, in realtà, non c’è nessuno che vuole ucciderlo.
-    Ah no? E allora che mi dici dell’uomo che è entrato in casa e mi ha tramortito?
-    Era un poliziotto, si vedeva a colpo d’occhio. E’ per questo che ho lasciato che scappasse senza neanche provare a fermarlo. Credo che sia stato d’accordo con lo stesso Nogami.
-    Perché ci ha contattati, quindi? Credi forse che il suo obiettivo sia quello di eliminare noi?
-    No, niente del genere. Credo solo che ci stia usando per avvicinarsi a Saeko e a Reika.
-    Cioè, tu credi che ti abbia mentito quando ha negato di essere loro parente? Ma scusa, se è così, perché non è andato direttamente da loro, invece di mettere su tutta questa messinscena? Che motivi avrebbe avuto per comportarsi così? e poi, voglio dire, se veramente è un parente di Saeko, beh... Deve esserci qualcosa di molto strano sotto, non pensi? O, perlomeno, dovrebbe essere un parente... “Speciale”, diciamo.
-    Come un padre, ad esempio.
-    Un padre?? Quindi, secondo te, il signor Nogami, in realtà, è il padre di Saeko e Reika??
-    Esattamente.

I due udirono sbattere la porta d’ingresso e i passi abbastanza concitati del loro ospite. Ryo fece segno a Kaori di tacere e, seguito dalla socia, si recò in salotto.

-    Signor Nogami, bentornato! E’ riuscito a sbrigare le sue faccende?
-    Cosa? Ah si! Certo, certo!! Ma, ditemi... Qui com’è andata? E’ successo qualcosa, durante la mia assenza?

Ryo finse non curanza, sedendosi pigramente sul divano.

-    Signor Nogami, perché non si siede e non si rilassa? Mi sembra un po' ansioso ma, francamente, ne ignoro il motivo. C’è calma piatta, come lei stesso può notare. Io sono tornato già da un po' e le posso assicurare che non è successo niente di rilevante o minimamente allarmante. Vero, socia?
-    Eh già.

Mamoru sembrò molto sorpreso della risposta ricevuta.

-    Che cosa? Ne siete sicuri?
-    Ma certo. Mi tolga una curiosità, però. Lei sembra essere preso in contropiede da tutta questa tranquillità, o mi sbaglio? Sembra quasi fosse sicuro di trovarci in subbuglio, tornando a casa. Come se, per fare un esempio, ci fosse stata un’infrazione in casa. Come se lei fosse certo che qualcosa sarebbe dovuta accadere. E questo, ripeto, mi suona molto strano. Non è che ha per caso qualcosa di cui parlarci, signor Nogami?
-    Di che cosa sta parlando, Saeba? Vuole forse insinuare qualcosa?
-    Voglio solo sapere come stanno le cose e credo che questo sia il momento giusto per mettere tutte le carte in tavola. Anche quelle che, fino ad adesso, ci ha tenute nascoste. Iniziamo dal principio, le va? Innanzitutto, mi corregga se sbaglio, non esiste nessun killer. Ne ho avuto la conferma giusto poco fa, quando quel poliziotto con il passamontagna è entrato in casa. Le do un consiglio per il futuro: scelga meglio i suoi complici. Lei ha pagato un poliziotto perché fingesse di essere un killer che la pedinava. Poi è venuto da me, rifilandomi la storia del rivale in affari. Viene da chiedersi perché mettere in atto una simile commedia. Ma arrivo presto alla mia conclusione. Il suo scopo, fin da subito era quello di arrivare alle sorelle Nogami, Saeko e Reika. Come avevo già notato la prima volta che ci siamo visti, lei si era informato bene sul mio conto. Dunque, sapeva benissimo che, in passato,  molte volte, ho collaborato, più o meno legalmente, sia con l’ispettore Saeko Nogami, che con sua sorella Reika. Quindi, io ero il miglior tramite per il suo fine. Infine, l’ultimo tassello del puzzle: lei è il padre delle sorelle Nogami. Ho dimenticato qualcosa?
-    ...No. Ha capito tutto. L’ho sottovalutata, lo ammetto. Era impensabile, ovviamente, che il grande Ryo Saeba non si sarebbe accorto che qualcosa non andava. Ma vede... Per quanto sarei voluto andare da loro... Non ce l’ho fatta. Avevo paura di un loro rifiuto. D’altronde me ne sono andato che entrambe erano ancora molto piccole. Allora, ho deciso di accontentarmi di vederle almeno una volta, di poter parlare con loro, conoscerle, anche se avrei dovuto nascondere la mia vera identità.
-    Beh, a questo punto, direi che la miglior cosa che può fare è quella di presentarsi a loro. Non vale la pena di rischiare anche un rifiuto, pur di dimostrare alle proprie figlie di non averle mai dimenticate?
-    Ha ragione, signor Saeba.
-    Bene. Allora andiamo. Kaori, sei pronta?
-    Per fare cosa?
-    Andiamo a casa di Saeko.


Intanto Saeko aveva rinunciato al suo prezioso sonno e uscì nuovamente infuriata dalla sua camera da letto quando udì il rumore di vetri frantumati. Questa volta Reika non l’avrebbe passata liscia! A passo svelto andò in salotto.

-    Si può sapere cosa c’è adesso?!?
-    Niente. O, almeno, niente di grave... e’ solo caduto quel vaso.

Quando Reika le indicò con noncuranza i frantumi che erano rimasti del suo preziosissimo vaso di porcellana, Saeko si infuriò ancora di più.

-    Reikaaaaaaaaaaaaaa!!!! Adesso mi sono stufata veramente!!!! Riesci a stare cinque minuti senza creare casini, per favore??? Mi basterebbero solo cinque minuti!!!!! Ti avviso che sono al limite della sopportazione, capito?!?!?
-    Saeko, ma lo sai che sto iniziando davvero a preoccuparmi per te? Forse non sei troppo informata a riguardo, ma certi stress possono essere pericolosi per le coronarie? Dovresti imparare a controllare meglio le tue reazioni. Sono così esagerate!!

Reika non sembrava essersi molto scomposta per la ramanzina appena ricevuta, infatti alzò le spalle e se ne andò nella sua stanza. Saeko non sapeva se arrabbiarsi ancora di più o lasciare perdere. Forse era meglio prendere in considerazione la seconda opzione. Non credeva che la sorella avesse realmente capito quello che lei le aveva appena detto e infuriarsi maggiormente avrebbe, veramente, danneggiato la sua salute. Per fortuna il campanello suonò, distraendola dai suoi tormenti. Aprì la porta, mentre cercava ancora di riacquistare la calma.

-    Buuuongiorno, mia dolcissima Saeko!!!!!!!!!!

Ryo si buttò su di lei come un lupo affamato. Per fortuna ci pensò Kaori a frenare la sua iniziativa, prima che raggiungesse la sua meta.

-    Ryo, non ti sembra che ci siano cose più importanti a cui pensare, in questo momento???

Ryo riemerse dal martello sotto il quale era rimasto sepolto e riassunse un’aria seria.

-    Hai ragione, Kaori. Saeko, potresti farmi un favore? Avrei bisogno che tu telefonassi a Reika e le dicessi che deve venire qui immediatamente. Devo parlare ad entrambe di una cosa seria.
-    Oh, per quello non c’è affatto bisogno di usare il telefono. Purtroppo! Reikaaaaa!!

La ragazza uscì dalla sua stanza.

-    Ragazzi, che stupenda sorpresa!! Io abito da mia sorella, adesso!
-    No, ti sto solo ospitando per qualche giorno, fino a quando i lavori da te non saranno terminati.
-    Ah, a proposito, sorellina... Ho una piccola novità.
-    Ti prego, spero che non si tratti di quello che penso.
-    Hanno chiamato i miei operai... Beh, hanno detto che ci vorrà più tempo del previsto.
-    Quanto di più?
-    Hanno parlato di un mesetto... Almeno.
-    Un mese?????????? Reikaaaaaa!!!

I tre ospiti le guardarono perplessi. Saeko se ne accorse, così fulminò un’ultima volta la sorella, prima di rivolgersi di nuovo a Ryo.

-    Se non sbaglio, prima hai detto che dovevi parlarci di una cosa importante. E poi, non mi presenti l’uomo che vi accompagna?
-    E’ proprio per questo motivo che siamo qui. Anzi, penso che possa dirvi tutto lui, senza bisogno che io mi metta in mezzo. Prego.

Mamoru si schiarì la voce. Era molto emozionato. Aveva, finalmente, davanti le sue figlie. Dopo tutti quegli anni!

-    Buongiorno. Io... Io mi chiamo Mamoru Nogami.
-    Nogami... Pensi, portiamo lo stesso cognome!!! Piacere, io sono Reika, lei è mia sorella Saeko.
-    So chi siete voi.
-    Ah davvero? E come fa a saperlo, signor Mamoru?
-    Beh, so che probabilmente sarà difficile da affrontare come realtà, ma io sono vostro padre. E lo so che non ho il diritto di piombare così nelle vostre vite, però vorrei che voi mi ascoltaste. Come penso che voi sappiate, io sono un investigatore. E venti anni fa ho dovuto lasciare il Giappone, perché mi ero messo nei guai. E non mi era rimasto molto altro da fare. Vi ho lasciate qui, perché speravo che così sareste rimaste al sicuro. Ma eravate troppo piccole allora per capire. E’ per questo che sono andato via senza dirvi niente. Purtroppo finché ricoprivo quel ruolo, nel mio lavoro, non potevo mettermi in contatto per nessuna ragione con questo paese, quindi non mi sono mai fatto vivo per questa ragione. Adesso ho lasciato il mio lavoro e sono qui perché non riuscivo più a vivere senza avere più notizie di voi. Spero che non sia troppo tardi per ricevere il vostro perdono. Però se non ve la sentite, vi capirò.

Reika non ci pensò due volte e andò ad abbracciare il padre appena ritrovato. Saeko ci pensò un po' di più, ma alla fine si aggiunse all’abbraccio fra i due. Vedendo come si erano messe le cose, a Ryo e Kaori non rimase che lasciare la famiglia ritrovata a se stessa, uscendo da quella casa.

-    Tutto è bene quello che finisce bene.
-    Altro che bene! Noi non ci abbiamo guadagnato niente, come sempre, quando c’entrano le sorelle Nogami!
-    E dai, Ryo! In fondo, abbiamo riunito una famiglia. La ricompensa è la soddisfazione!
-    Si, ma con la soddisfazione mica ci mangi, coi soldi si!!!

Kaori lo spinse da parte, ma lui rise e si avvicinò di nuovo, aspettando che lei lo prendesse a braccetto come faceva spesso, a fine incarico. E Kaori non mancò di farlo.





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