Love over all

di Annette85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wedding Chocolate ***
Capitolo 2: *** His sun ***
Capitolo 3: *** La lunga attesa ***
Capitolo 4: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 5: *** Gelosia ***



Capitolo 1
*** Wedding Chocolate ***


Nota: Questa è la prima storia (in teoria dovrebbe essere la seconda, ma vabbé) di dieci dedicate alla coppia George/Angelina e scritte per la community La mezza tabella maledetta!.
La storia si basa sul prompt "Cioccolato".
Lo so, il titolo è un po' strano, ma in italiano quello che avevo in mente non suonava molto bene e così il risultato è un'accozzaglia di parole in inglese, spero che il senso comunque si capisca leggendo la ff.
Non vorrei aggiungere altro e rischiare di rovinarvi la lettura, spero la ff vi piaccia.

Buona lettura^^


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Love over all – Wedding Chocolate

George si rigirò per l’ennesima volta tra le coperte, cercando il calore del corpo di Angelina accanto a sé. Quello che trovò, invece, fu un materasso gelido e le coperte scostate in malo modo.

Si alzò a sedere ancora con gli occhi socchiusi a scrutare il buio, senza riuscire a notare qualcos’altro fuori posto. Ma niente, sembrava tutto come l’aveva lasciato prima di addormentarsi.

Cercò a tentoni la bacchetta sul comodino vicino al letto e l’accese; la luce fioca si sparse dolcemente tutto intorno a illuminare la stanza. George si alzò e rabbrividì non appena mise i piedi sul pavimento, ma questo non lo fermò dall’andare a vedere dove si fosse cacciata la sua dolce metà.

Scese piano le scale: non voleva dare l’impressione di essersi preoccupato eccessivamente quando non aveva trovato Angelina dove in teoria doveva essere. Il salotto era buio e deserto, ma dalla porta della cucina filtrava uno spiraglio luminoso, così non perse tempo e si diresse in quella direzione.

Aprì la porta quel tanto che bastava per sbirciare dentro e vide Angelina tutta indaffarata a cercare qualcosa nei vari armadi: passava in rassegna ogni pertugio, dal più basso al più alto, senza preoccuparsi minimamente della creaturina che le cresceva nella pancia.

«Si può sapere cosa cerchi?», chiese ancora mezzo assonnato George, guardando la moglie bloccarsi all’istante e trattenere il respiro.

«Ah, ciao», si voltò e cercò di sorridere in direzione del marito. « Veramente avevo voglia di mangiare qualcosina », rispose vaga, non menzionando affatto la voglia che le era venuta nel bel mezzo del suo sogno.

«Qualcosina? Sono sicuro che la pentola che tieni in mano non sia molto digeribile», disse George guardando l’oggetto che Angelina stringeva tra le mani.

«Cercavo la cioccolata», affermò la mora, abbassando lo sguardo e appoggiando la pentola sul tavolo davanti a sé.

«Sai bene che non si trova in quell’armadio» asserì George, spostando lo sguardo da una parte all’altra della cucina: ogni cosa era stata tolta dagli armadi, evidentemente Angelina aveva pensato che suo marito le avesse nascosto la cioccolata e così aveva ingaggiato una caccia al tesoro. «E neanche in tutti gli altri che hai prontamente svuotato».

Angelina si sentì ancora più presa in giro, così non esitò a cambiare umore nel giro di pochi secondi e da dispiaciuta e triste, passò all’attacco: «Merlino, George, sono incinta e il bambino reclama la cioccolata. Non è colpa mia se tu la nascondi ogni volta e così devo mettere a soqquadro tutta la casa per trovarla».

George la guardò ancora un attimo, prima di sorridere guardando come l’espressione arrabbiata di Angelina non incuteva alcun timore, ma faceva solo tanta tenerezza. Così, con un movimento della bacchetta, la cioccolata volò sotto il naso della mora.

«Sono sicuro che non sia proprio il bambino che ti abbia fatto venire questa voglia, conoscendoti», disse guardando Angelina mentre apriva famelica la carta della barretta di cioccolata e ne addentava un pezzo anche piuttosto grosso. «Se poi starai male, non venire a piangere da me. Sarò anche la tua dolce metà, ma sembri sposata più con quel pezzo di cioccolata, che con me», asserì abbassando la testa e dirigendosi verso il piano superiore per ritornare a dormire.

Le mandibole di Angelina si bloccarono all’istante dopo l’ultima affermazione di George e lo guardò uscire dalla cucina come pietrificata. Non era riuscita a seguire alla perfezione il pensiero del marito, vuoi per la cioccolata che aveva finalmente tra le mani, vuoi per l’ora decisamente tarda, ma doveva lasciare la pietanza tanto cercata per inseguire George e fargli cambiare idea. Pensato, fatto: Angelina si gettò all’inseguimento del marito. Cosa non facile, visto lo stato in cui lei si trovava e il fatto che lui fosse più veloce di lei nel fare le scale.

Il pianerottolo del primo piano le sembrò irraggiungibile e quando vi arrivò aveva il fiatone per la corsa, ma proseguì fino alla camera senza fermarsi. Spalancò la porta, che George aveva chiuso per poter dormire senza luci moleste che filtrano da ogni parte, e cercò di dire qualcosa di sensato: «Lo sai quanto adoro la cioccolata e pare che il piccolo frugoletto qui abbia preso questa insana abitudine, ed è anche possibile che dia l’impressione di essere sposata con quel dolce, ma non è così e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro», non era sicura che il suo breve discorso avesse sortito l’effetto desiderato, ma sperò ardentemente che George avesse capito di essere l’unico amore della sua vita.

L’ex-Grifondoro, dal canto suo, non rispose niente, ma si limitò ad avvicinarsi alla moglie e a baciarla dolcemente sulle labbra, mentre pensava per l’ennesima volta quanto fosse bravo nel recitare la parte del marito trascurato.
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Lo so, avevo detto che qui avreste trovato pochissime mie storie e oggi in poche ore sto postando la seconda storia.
Comunque ringrazio Fady e hele che hanno commentato Litigi e fusa (vi ringrazio per avermi in qualche modo rassicurata sul contenuto della storia, come ho detto non sono solita di scrivere così "approfonditamente" di certi argomenti XD), ringrazio anche coloro che hanno solo letto e che hanno inserito la storia tra i preferiti.
Ok, ritornando a questa storia spero di non aver annoiato nessuno con questa piccola cosa e spero sia piaciuta ai più... so che non è granché (come il solito) e se volete darmi i vostri pareri sarò ben felice di leggerli.
E adesso che ne dite di lasciarmi un commentino per questa, nell'attesa delle altre storie della serie?

Ciao ciao

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Capitolo 2
*** His sun ***


Nota: Seconda storia della raccolta, questa volta una drabble introspettiva che non mi è venuta come speravo, ma poco importa, a me piace lo stesso.
Il prompt di riferimento, questa volta è "Sole"

Buona lettura


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Love over all – His sun

“Una bella giornata si vede dal mattino”, l’aveva sentito dire così tante volte da sua madre che ormai era un’abitudine per lui aprire subito la finestra e vedere come fosse il tempo. E quel giorno non prometteva niente di buono: grandi nuvoloni si stavano addensando sopra Diagon Alley e, probabilmente, sull’intera Londra.
Sbuffò leggermente e decise di andare a fare colazione, era meglio che restare lì a fissare il cielo grigio, sperando che, come per magia, le nuvole sparissero completamente. Quando raggiunse la cucina capì che le nuvole scure erano solo fuori di casa: al tavolo della cucina c’era il suo sole personale.
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Non ho molto da dire, questa storia è corta, ma spero comunque che sia piaciuta, quindi che ne direste di lasciare qualche commentino? Ricordo che anche le critiche negative costruttive sono benaccette, sta a voi fare la prossima mossa XD
Ringrazio tutti quelli che hanno letto (e che stanno ancora leggendo) "Wedding Chocolate" ^^

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Capitolo 3
*** La lunga attesa ***


Nota: Terza storia della raccolta, basata sul prompt "Attesa".

Buona lettura


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Love over all – La lunga attesa

I nove mesi erano passati già da qualche giorno e Angelina sperava che il bambino si decidesse a nascere. Ormai non ce la faceva più: la schiena le doleva, i piedi sembravano essersi ingranditi a dismisura e George non aiutava certo a far dimenticare il “momento critico”. Infatti, lui non perdeva occasione di coniare nuovi nomignoli che, chissà come mai, avevano sempre per parola chiave la balena. Di sicuro voleva essere simpatico, com’era sua abitudine, ma lei pensava sempre più a qualche incantesimo efficace – e devastante – per farlo smettere.

«Angelina, sono a casa», urlò George dall’ingresso. L’interessata non si mosse dal divano, dove aveva trovato una posizione abbastanza comoda per far riposare ogni millimetro del suo corpo, e grugnì un saluto al marito.

«Come sta la mia balenottera?» chiese lui entrando in salotto e sedendosi accanto ad Angelina.

«Tutto bene», rispose trattenendo a stento la mano destra, che stava per scattare in direzione della bacchetta.

George le sorrise, non notando affatto il malumore di sua moglie, anzi si chinò verso il pancione e iniziò a parlare al piccolo, raccontando cos’era successo quel giorno al negozio.

«...e poi è arrivata zia Ginny con James, sai mi assomiglia in modo impressionante, oggi ha completamente distrutto uno scaffale di merendine giocando col boccino d’oro che gli abbiamo regalato per Natale», disse George gonfiandosi d’orgoglio.

Angelina grugnì ancora qualcosa a mo’ di dissenso appena sentì il nome di James, adorava quel bambino, come tutti gli altri nipotini, ma sentirlo nominare in quel momento ebbe un effetto dirompente. Si alzò di scatto, nonostante l’ingombro del pancione, e si piazzò davanti a George.

«Stammi bene a sentire, sono stanca di sentir nominare bambini su bambini e di essere considerata una balena», urlò senza curarsi di offendere suo marito o qualche altro elemento della famiglia.

«Ma tu adori quei bambini», cercò di difendere almeno parte dei Weasley e Potter. «E poi non ti sei mai lamentata dei miei nomignoli. Pensavo ti piacessero», concluse sospirando.

«Come potevano piacermi, se mi ricordano le mie dimensioni?», sbraitò ancora lei, guardandolo con occhi di fuoco. «Questa attesa mi sta straziando e tu ti diverti a prendermi in giro», sospirò dopo un attimo di silenzio, prendendosi il viso tra le mani.

George si alzò dal divano e le andò vicino, abbracciandola. «Mi dispiace», sussurrò baciandole delicatamente la testa.

Angelina si lasciò coccolare per qualche istante, poi qualcosa la distrasse e sgranò gli occhi.

«Ehm, George?», disse a un certo punto, ancora tra le braccia del marito.

«Dimmi», rispose lui prontamente.

«Penso che...» cercò le parole. «Penso che mi si siano rotte le acque», disse infine, sospirando, come se confessare quella cosa le fosse costato molto.

George la guardò con gli occhi fuori dalle orbite, incapace di dire qualsiasi cosa. «Ok, andiamo al San Mungo», riuscì a dire prima di dirigersi verso la porta di casa.

Angelina sospirò di sollievo: l’attesa era – quasi – finita.
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Come sempre ringrazio per le letture alle due storie precedenti e ringrazio con ancor più calore beba7 che ha commentato (sono veramente felice che ti siano piaciute entrambe e che nella drabble sia riuscita a racchiudere perfettamente ciò che volevo dire. Per queste "piccole" storie, diciamo che prima scrivo tutto e poi vedo come modificare per mantenere il contenuto uguale usando poche parole, trovo che così la storia, anche se corta, ci guadagni molto di più^^ (ovviamente ci sono anche casi in cui scrivo poco di getto e devo solo sistemare qualcosina)).
E ora, come sempre, che ne direste di dire la vostra sulla storia? Io sono qui che aspetto^^

Ciao ciao

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Capitolo 4
*** Un nuovo arrivo ***


Nota: Storia scritta per la Mezza Tabella Maledetta! e basata sul prompt "felicità".
Buona lettura^^


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Un nuovo arrivo

La guaritrice finalmente uscì dalla stanza di Angelina, George si alzò dalla sedia come una molla, pronto a chiedere informazioni sulle condizioni di sua moglie e del bambino.
Lo osservò qualche secondo e sorrise comprensiva, ormai aveva visto molti uomini nelle stesse condizioni di George. «Non si preoccupi, stanno tutti e due bene», disse la donna, cercando di tranquillizzarlo. «Se vuole può entrare, ma stanno ancora riposando».
George si limitò ad annuire e si diresse verso la porta per entrare nella stanza.
Angelina aveva gli occhi chiusi e sembrava dormire, anche se una sua mano accarezzava inconsciamente la pancia, come se sentisse ancora il piccolo Fred scalciare o muoversi. Il bambino dormiva placido in una culla vicino al letto di sua madre, sembrava un angioletto sceso dal cielo; non si vedevano ancora ciuffi rossi a colorare la sua testolina, ma il color caffellatte rifletteva ancora di più il fascino Weasley.
«Ciao», sussurrò Angelina non aprendo gli occhi, ma sentendo la presenza del marito.
George non rispose subito, intento com’era a guardare ancora il frugoletto nella culla e sorridendo dolcemente. «È bellissimo», disse non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso.
«Sì, ho fatto un bel lavoro», si vantò scherzosamente Angelina.
George a quella battuta si girò lentamente verso sua moglie: «Vorrai dire “abbiamo”», la corresse prima di accorgersi del sorriso che Angelina aveva sulle labbra. Si diresse verso di lei e le scoccò un bacio, prima di abbracciarla.
L’espressione “toccare il cielo con un dito” si addiceva a quel momento più di qualsiasi altra e, per una volta, a George non serviva la scopa per avverarla.


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Da un po' non postavo qui, purtroppo ho iniziato il servizio civile e quindi ho poco tempo da passare al pc, soprattutto perché sono sempre stanca dopo mezza giornata di lavoro (sì, devo ancora riprendere dei ritmi di vita normali XD). Comunque oggi sono riuscita a scrivere due delle storie di questa piccola raccolta, quindi domani potrete leggere anche l'altra drabble (ora sono troppo stanca per postarla).

Ciao ciao

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Capitolo 5
*** Gelosia ***


Nota: Storia scritta per la Mezza Tabella Maledetta! e basata sul prompt "Gelosia".
Buona lettura^^


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Gelosia

George guardò di sottecchi Angelina mentre si alzava per l’ennesima volta per andare a vedere cosa succedesse a Fred, che stava piangendo e strillando.
«Allora, cucciolotto, cos’hai?» sentì chiedere dalla moglie al piccolo.
George cercò di girarsi dall’altra parte e riprendere a dormire, ma qualcosa non gliene diede la possibilità: una strana sensazione gli aveva preso lo stomaco fin dalla prima volta in cui Angelina aveva preso in braccio il figlio e gli aveva sorriso dolcemente. Quella maledetta sensazione non voleva lasciarlo un attimo e sembrava diventare sempre più forte.
Nella sua mente si formò solo una parola, definizione di quella sensazione: gelosia.


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Come promesso, ho postato oggi quest'altra storiella.
In base ai prompt che ho scelto, mancano altre cinque storie, spero di scriverle (e finire quelle iniziate) oggi, visto che i miei prompt "scadono" oggi XD (scusate il giro di parole e le ripetizioni)
Comunque buoni commenti^^

Ciao ciao

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Risposta ai commenti ricevuti
@Dully: Sono contenta che le mie storielle ti piacciano^^ Ti ringrazio anche per i complimenti... ho visto che stai scrivendo una storia su Hestia Jones *___* appena ho un attimo la leggo, i personaggi "minori" di HP sono i miei preferiti.

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