Il detective Steaven Montralck - Delitto in casa Nordon

di Psyker_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' lavoro per te Steve! ***
Capitolo 2: *** Una pista sbagliata ***
Capitolo 3: *** La lettera di Lucas Might ***
Capitolo 4: *** La soluzione del caso ***



Capitolo 1
*** E' lavoro per te Steve! ***


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La quiete di una comune giornata estiva stava per essere nuovamente sconvolta da alcuni avvenimenti che Steaven Montralk definisce il più delle volte “Noiosi”.

Lattina di birra nella mano sinistra, pizza in quella destra e divano davanti la tv accesa sul canale di una partita di calcio descrivevano meglio di qualsiasi carta d’identità la persona a cui stava per essere assegnato un caso alquanto interessante.

Il telefono squillò peggio di una sveglia alle sei del mattino e Steve si catapultò giù dal divano per poi rispondere al telefono dopo una serie di goffe cadute:

“Pronto?”

“Steve sei tu?”

“Scusa tu chi hai chiamato?”

“Dai non mi sembra il momento di fare dello spirito, c’è stato un omicidio”

“Gary! Anch’io sono felicissimo di sentirti, la famiglia dici? Macchè vivo da solo lo sai… e i tuoi?”

“Avanti Steve! Abbiamo bisogno di te in centrale, ti daranno i dettagli quando arriverai”

“Sarà un altro stupidissimo caso di scasso con vittima…vabè farò come dici, ciao!”

Il giovane corse a vestirsi senza però dimenticarsi di quella squisita pizza lasciata sul tavolo:

“Prima uccido te, poi arresto chi ha ucciso l’altro! Eheh”

 

Un’ora dopo ecco finalmente sbucare Steven da dietro l’angolo con la sua solita giacca di pelle.

Mostrò il suo distintivo alla segretaria all’entrata per poi dirigersi repentinamente verso l’ufficio del commissario Charlie Toms.

“Eccomi Tommy! Mi cercavi?”

“Steaven! Finalmente… c’è stato il finimondo e tu ti presenti con più di mezzora di ritardo?”

“Non c’erano compiti da consegnare, Gary mi ha avvisato mentre ero in mutande a guardare la partita!”

“Sì vabé… ok, allora senti: ho detto a Gabriele di lasciare tutti gli appunti del caso sulla tua scrivania, almeno stavolta leggili”

“Come vuoi super Tom, vediamo di movimentarci un po’”.

Steve raccolse diversi fogli poggiati alla sua postazione alquanto disordinata e cominciò ad esaminarli.

“Vediamo cosa abbiamo oggi… uhm, delitto in casa Nordon? Non sembra essere materiale per bambini, massì diamogli pure un’occhiata: <> perché tutti privi di un buon alibi? Umm… lavoro per me mi sa!”

Il detective si rimise la fidata giacca e fece cenno ad un suo collega di avvicinarsi:

“Gary! Vado in casa Nordon per il delitto, mi accompagni o devi farmi fare di nuovo tutto solo soletto?”

“Ma qui c’è altro lavoro…”

“Ma cos’è Sharlock Holmes senza il suo Watson?”

“… Ok, ma smettila di chiamarmi Gary…”

“Ok Gary, ora andiamo però”

Il frenetico detective si diresse immediatamente nel luogo interessato arrivando giusto in tempo per fermare una rivolta familiare verso la polizia:

“Io devo tornare dai miei bambini!”

“Sono le due e non ho neanche pranzato!”

“Io dovrei andare a prendere mia figlia alla scuola pomeridiana!”

Steven fu accolto con il dovuto rispetto e con riconosciuta eleganza fece due passi verso i presenti:

“Salve signori, io sono Steaven Montralk, detective, modestamente, di fama internazionale e, diciamolo pure, essendo che per questo caso mi pagherebbero fior di quattrini, non ho nessuna voglia di andarmene con un buco nell’acqua, chiaro? Infondo non è mai successo. bene! Ora se non vi dispiace vorrei farvi delle domande singolarmente, la polizia è pregata di volatilizzarsi per il momento, mi piace lavorare da solo…”

L’altro povero detective fu letteralmente ignorato quando cercò di presentarsi:

“I-io invece sono Gabriele…”

Il ragazzo fu interrotto da Steve:

“Lui è Gary Devoni, detective apprendista, è italiano ma non discriminatelo…”

Qualche minuto dopo tutti i presenti uscirono dalla stanza salvo una signora sulla cinquantina e i due detective appena giunti.

Steven non perse tempo:

“Allora, mi può dire il suo nome?”

“Io sono la signora Nordon…”

“Ah si! La moglie dell’assassinato, le mie più dovute condoglianze ma devo avvisarla che lei è momentaneamente fra gli indiziati… quindi cerchi di dirmi tutto. Dove si trovava tra le nove e le undici di questa mattina?”

“Inizialmente stavo preparando la colazione con la nostra governante, poi mi sono seduta sulla poltrona davanti la tv… la governante potrebbe confermarlo”

“Capisco e cosa stava guardando alla tv?”

“Un programma che guardo tutte le mattine...”

“Bene, lei sembra pulita, almeno che la sua governante non smentisca tutto! Ma in fin dei conti non credo, bene, aria!”

Una seconda persona prese il posto della signora, era una giovane ragazza molto carina, bionda con gli occhi azzurrissimi.

“Mooolto bene…lei è?”

“Mi chiamo Sarah Nordon... la figlia di Alan Nordon”

La fanciulla scoppiò tra le lacrime al ricordo della morte di suo padre ma Steven non faceva una piega:

“Sssi…sono commosso da questo quadretto sentimentale, ma se non risponde alle mie domande in modo lucido potrebbe finire in prigione e quindi piangere ancor di più, capisce?”

Gabriele diede un colpo all’amico che però non sembrava neanche dargli conto.

“Dov’era tra le nove e le undici e che cosa stava facendo?

Sarah si asciugò le lacrime e cominciò a parlare:

“Mi sono svegliata alle dieci, dopodichè mi sono diretta in soggiorno a fare colazione e allora ho sentito della disgrazia”.

La donna riprese a piangere e Steve sprofondò la testa tra le mani:

“Signorina, la prego… collabori o sarò costretto ad agire con la forza...”

Gabriele scosse la testa e diede un altro colpo al collega farneticando qualcosa:

“Non essere così duro, ha appena perso il padre”

“Potrebbe averlo ucciso lei! Mai mostrarsi compassionevole con i potenziali assassini”

La povera Sarah smentiva intanto ogni accusa:

“Io non avrei mai potuto uccidere mio padre!”

Steve portò le mani dietro la nuca ed invitò la fanciulla ad uscire dalla camera:

“Chiederò alla governante e a sua madre di confermarmi la sua versione, ora per favore esca dalla camera”.

Adesso era in turno della governante, una quarantenne dall’aria rovinata e logorata dalla fatica.

“Bene, come credo abbia già capito io sono il detective Montralck, le dispiacerebbe dirmi cosa stava facendo tra le nove e le undici di questa mattina?”

“Alle otto ho cominciato a sistemare le camere del signore e della signora Nordon, subito dopo, intorno le dieci e trenta, ho preparato la colazione…”

“E mi dica signora… signora?”

“Feryl”

“Signora Feryl, chi era presente in soggiorno a fare colazione?”

“Credo la signora Nordon e la figlia Sarah”

“Capisco, ok, può bastare così, ora gentilmente vi chiedo di liberare la seduta all’altro sospettato”

Un giovane ragazzo sulla ventina entrò nella camera e sedutosi si presentò:

“Mi chiamo Chris Nordon e sono il primogenito della famiglia”.

“Oh! Tu sei il figlio più grande dell’assassinato, che cosa stavi facendo tra le nove e le undici?”

“Oggi mi sono svegliato molto presto, intorno le sette e trenta, per provare con il mio gruppo. Sono uscito di casa alle otto e un quarto circa per poi tornare alle dieci e venti circa a casa”

“Dieci e venti… e poi cosa hai fatto?”

“Sono tornato nella mia stanza a studiare”

“Qualcuno può confermarlo?”

“Beh mia madre mi ha visto salire in camera”

“Capisco capisco, chiederò conferma a questo tuo gruppo se sei veramente andato da loro”.

“Come vuole detective...”

 

Steve tornò in soggiorno per avvisare la polizia e la scientifica di aver finito con gli interrogatori, in seguito chiese di vedere il cadavere. Il capo della scientifica era alquanto stranito dal metodo del detective…

“Scusi ma lei vede prima i potenziali colpevoli e poi la vittima? Non vuole prima osservare la ferita e quindi fare deduzioni più sensate?”

Steaven non lo guardò neppure rispondendo con tono apatico:
“no”.

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Capitolo 2
*** Una pista sbagliata ***


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Il velo che copriva il corpo esamine dei signor Nordon fu scoperto.

“Interessante… niente strani segni sulle mani e quindi niente resistenza posta dalla vittima. Il che può voler dire più cose: la vittima conosceva l’assassino e quindi non si sarebbe mai sognato un attacco dallo stesso…il che comunque può semplicemente essere smentito con ‘un attacco alle spalle’, in questo caso, seppur non conoscendo il signor Nordon, sarebbe stato normale agire senza subire una resistenza…

Tutto ciò mi lascia perplesso, osservando il colore della pelle e i strani segni sul collo è stato però sicuramente strozzato da qualcosa. Guardandolo mi sembra un tipo amante dello sport o della palestra: ha dei bicipiti molto sviluppati e non credo sia semplice per chiunque soffocare una belva del genere. Questo vale anche per un attacco nato alle spalle. Poi abbiamo delle piccole macchioline di sangue vicino la gamba destra che farò esaminare dalla scientifica”

Gary annuiva e provò a collaborare:

“I segni stanno ad indicare una corda credo...”

Steaven non si voltò neppure:

“Sono sicuro che sia stata una corda a giudicare dai segni, anzi, qualcosa di più sottile, un filo molto sottile…”

Il povero italiano era stato nuovamente ignorato…

Il capo della scientifica confermò le supposizioni:

“Sì, sono sicuramente segni di un qualche filo, ma nella casa non è stato trovato niente che potesse ricordare una cosa del genere”.

“Beh questo è ovvio, è stato un assassinio studiato nei dettagli, il corpo del signor Nordon si trova al centro della camera da letto e dà le spalle all’entrata… davvero strano”

“Non sono stati ritrovati ulteriori segni sul corpo che possano lasciar supporre un qualche colpo precedente il soffocamento, la causa del decesso è questa senza ombra di dubbio”

Steaven cominciò a quel punto a camminare avanti e indietro per la camera:

“Questo è quello che l’assassino vuole farci credere…”

Gary si avvicinò al corpo della vittima:

“E’ davvero strano che non vi siano segni di resistenza, per com’è adesso l’unica soluzione plausibile è la morte immediata della vittima, il che è improbabile se si tratta di soffocamento”

“Esatto Gary, pensavo proprio a questo ed inoltre non vi sono segni sulla testa, quindi è da escludere anche un danno per caduta che possa averlo momentaneamente stordito o anche semplicemente un colpo da parte dell’assassino.

Beh il suicidio è da scartare a priori altrimenti io non sarei qui a scervellarmi, inoltre non è stato ritrovato il famoso filo ed è abbastanza improbabile che il signor Nordon si sia ucciso al centro della grande stanza, non ne vedo il bisogno”.

I minuti passavano, ma più si indagava, più la verità sembrava rimanere nascosta.

Gli alibi dei sospetti furono tutti confermati. Steaven non riusciva a venirne a capo.

“Accidenti hanno tutti degli alibi di ferro, però visto che la vittima è morta tra le nove e le undici il probabile criminale rimane il metallaro…

Altrimenti non potrebbe essere, la governante, la signora Nordon e sua figlia erano in soggiorno…uhm…”

Il detective decise di andare a controllare personalmente la stanza di Chris.

Una tipica stanza di un ragazzo amante del Rock, magliette appese degli Iron Maiden, dei Muse e altre cose del genere. Una bella chitarra elettrica in vista ed una libreria in disordine.

“Mmh, sembra davvero non esserci niente di strano: sotto il letto scarpe puzzolenti, letto fatto ma sono sicuro dalla governante e... mmh…chitarra elettrica”

Steaven si avvicinò allo strumento musicale notando le corde della chitarra sistemate in modo assurdo:

“Scusa Gary, sbaglio o mi aveva detto che era andato a provare con il suo gruppo?”

“Sì, è così”

“Beh, chi ha un gruppo è sicuramente già nella sufficienza nel suonare una chitarra elettrica, no?”

“Suppongo di sì...”

“Era una domanda retorica idiota, è ovvio che dovrebbe essere bravo, eppure una di queste corde è sistemata davvero male, la più sottile dovrebbe essere tirata molto di più”

“Davvero? Ma come fai a notarlo? A me sembra assolutamente normale”

“Modestamente sono un buon intenditore, comunque sia ho trovato l’arma del delitto…”

“U-Una chitarra?”

“No, vedi che non capisci nulla? Sono le corde della chitarra, le ha usate per uccidere il padre e poi ha cercato di sistemarle il più velocemente possibile finché… finchè qualcosa non gli ha messo fretta, però cosa? Noi siamo arrivati intorno alle due, avrebbe avuto tutto il tempo per eliminare ogni prova e quindi sistemare la chitarra in modo corretto…”

Steaven continuava il suo passo irregolare facendo innervosire più volte il povero Gabriele, improvvisamente però si fermò:

“E se tutta questa fosse una messa in scena? È vero, vi è uno strangolamento chiaro ma è assolutamente impossibile che non vi siano segni di resistenza. Inoltre il fatto che la chitarra non fosse stata sistemata a dovere mi lascia perplesso, il ragazzo ci ha chiaramente detto di essere tornato in camera intorno le dieci e trenta e la madre lo ha confermato. Di conseguenza deve per forza aver trovato il tempo per eliminare tutte le prove!”

Gary annuiva:

“Hai ragione Steve, qui c’è puzza di bruciato!”

“Che diavolo dici, non è stata trovata bruciatura di alcun tipo!”

“Uhm, ok, meglio lasciare stare per ora”.

Qualche minuto dopo il detective tornò sulla scena del delitto per esaminare da vicino la vittina:

“Gary puoi chiedere ad uno dei parenti se il signor Nordon fumasse?”.

Neanche l’istante seguente e tutto fu finalmente più chiaro:

“Fermo! Come non detto, ho trovato la vera arma del delitto!”

“Che cosa intendi?!”

“Dentro la sua bocca c’è una sigaretta quasi intatta senza filtro che, mi gioco il mio posto da detective, è avvelenata!”.

Gary era senza parole, la cicca fu immediatamente portata alla scientifica per essere esaminata mentre Steve si mosse in direzione della finestra cominciando a prendere particolari “coordinate”.

“Mmh, ma se si tratta di una sigaretta avvelenata perché la vittima si trovava esattamente al centro della camera? Sembra quasi un sacrificio satanico”.

Nella stanza irruppe la signora Nordon che prese senza preavviso la parola:

“Mio marito, ogni Domenica alle dieci in punto fumava la sua unica sigaretta permessa a causa dei suoi problemi cardiaci…”.

“Cosa? Interessante. Sì avevo letto dei problemi cardiaci ma ho escluso a priori una morte per cause naturali, sa, i segni attorno al collo non credo siano stati fatti da un piccione”.

Gary intervenne:

“No Steve, il punto è un altro... questo spiega l’ora del decesso e il punto esatto in cui è stata trovata la vittima!”

“Lo sapevo idiota, stavo solo enunciando tutte le possibili evenienze”

Circa due ore dopo un addetto alla scientifica raggiunse i presenti:

“Steve posso parlarti in privato?”

I due si allontanarono ed il detective parlò per primo:

“Avete già i risultati? Cavolo credevo di essere l’unico veloce nel mio lavoro”

“Sì, ma semplicemente perché conosco a fondo questo tipo di veleno, è un particolare insetticida ma che in grandi quantità può divenire nocivo anche per l’uomo”

“Certo, ovvio… l’assassino sapeva dei problemi cardiaci della vittima quindi non ha fatto altro che utilizzare questa comune sostanza abbastanza semplice da trovare e zack! Morte”

“Proprio così, non è ancora accertato ma è quasi sicuramente questa la causa del decesso. Lo strangolamento potrebbe quindi essere avvenuto dopo la morte”.

“Questo rende innocente il ragazzo, proprio come credevo. Questo caso si rivela essere meno semplice del previsto...”

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Capitolo 3
*** La lettera di Lucas Might ***


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Steaven se ne stava seduto nella sua poltrona con i piedi abbandonati ad una sedia del suo appartamento. Osservava il soffitto immerso nei suoi pensieri: solitamente non era un buon segno che pensasse troppo al caso a cui stesse lavorando, il più delle volte voleva dire confusione ed incertezza. Quel delitto celava nella sua particolarità degli elementi non ancora scoperti. Steve ripensava al corpo, ai segni sulla pelle, alla sigaretta avvelenata e senza filtro e alla “pista sbagliata” che l’assassino aveva messo in scena per far perdere le sue tracce, e ci era riuscito davvero. Il detective si alzò poi dalla sua postazione e si avvicinò alla finestra che dava sulla strada:

“Dei segni di strangolamento sul collo e nessuna ferita da caduta... Il veleno della sigaretta è entrato subito in circolo ma dall’odore non mi sembrava ce ne fosse molto, in ogni caso il signor Nordon non è neppure riuscito a chiamare aiuto. Senza dubbio deve aver avuto un infarto in conseguenza all’avvelenamento che lo ha fatto accasciare per terra senza vita. Adesso le cose sono due ed una di queste ipotesi è la via giusta da percorrere: la prima, l’assassino è un membro di quella famiglia. Nessuno escluso, l’avvelenamento alla sigaretta potrebbe essere stato preparato anche la sera prima in totale tranquillità visto che tutti erano a conoscenza della strana abitudine dell’uomo di fumare quell’unica sigaretta in quel preciso orario, ma rimangono un fattore determinante i segni sul collo e la totale assenza di ulteriori ferite di resistenza nonostante l’ottima ossatura dell’ucciso. Da qui si può dedurre solo una cosa: effettivamente la signora Nordon e la governante escono dalla lista indiziati. Quei fili sono stati stretti con forza, non è lavoro per una donna esile. Di conseguenza anche la giovane Sarah. Nonostante tutto nell’unico spiraglio da cui posso sbirciare intravedo solo la sagoma del figlio maschio.
Seconda ipotesi: l’assassino è entrato dalla finestra, ha aspettato che il signor Nordon fumasse quella sigaretta e scattante lo ha afferrato alle spalle con forza stringendo i sottili fili al suo collo. Dopodichè si è diretto nella stanza di Chris ed ha sistemato l’apparente arma del delitto “al suo posto”. Tutto questo prima delle dieci e venti, orario in cui il giovane Nordon è rientrato in casa. Anche quelle piccolissime macchie di sangue mi lasciano perplesso. Se Nordon non aveva ferite non possono che appartenere all’assassino.

Quella riflessione così profonda fu improvvisamente interrotta dal telefono che rumorosamente squillò facendo sobbalzare il detective:

“Porca… s-si?”

Dall’altra parte del telefono era Gabriele che con voce esaltata si preoccupò subito di informare l’amico di quello che aveva scoperto:

“Steve! Non immagineresti mai che cosa ho scoperto”

“Beh in questo caso ti prego di essere rapido poiché un certo sonno sta cominciando ad avere la meglio sulla mia razionalità che di suo è già molto poca.

“Certo certo. Allora. Ho scoperto che il signor Nordon, la mattina dell’assassinio, doveva vedersi con una persona, forse un collega lavoro”

“Continua…”

“Ho letto alcuni fascicoli che si trovavano sulla sua scrivania. Te li hanno mandati ma visto che non c’eri li ho presi io. Fra le carte sparse vi era una lettera che recitava:

 

La nostra ultima discussione mi ha lasciato perplesso, verrò a trovarti nel pomeriggio e ne discuteremo personalmente

 

“Wow! Beh mi sa che arrivo in centrale entro mezzora. Ci vediamo lì Gary!”

“Come vuoi..”

 

Dopo almeno un’ora e mezza ecco giungere Steaven che comportandosi come se stesse facendo un favore ai suoi colleghi chiese le carte prese da Gabriele. Dopo avergli dato un’occhiata veloce un ampio sorriso si aprì sul suo volto:

“E’ molto interessante, andrò a parlare con lui direttamente. Gary, verrai con me giusto? Giusto!”

“Certo…”

“Mittente… Lucas Might, cercate questo nome e vedete se riuscite a rendervi utili!”

La frase era rivolta ai colleghi che già super impegnati in altri casi sembrarono ignorarlo del tutto.

“Come non detto, faccio da me!”

 

L’indirizzo fu trovato facilmente, era anch’egli un famoso imprenditore e a quanto sembrava, il giovane gabriele aveva avuto l’intuizione esatta riguardo il motivo del loro incontro.

“Da questo punto potrebbe decidersi il finale di questo caso, stai attento Gary e annota tutto!”

“Hai qualche idea?”

“Sinceramente credo mi manchi l’ultimo anello della catena per mettere in successione i fatti e ricostruire la dinamica…”.

I due detective si diressero verso la porta di una grande casa di città. Dall’esterno era facile intuire come il proprietario non soffrisse in alcun modo di mancanza di denaro. Il suo lavoro gli garantiva a quanto pare un ottimo patrimonio.

La questione della lettera suggeriva una certa tensione fra la vittima e Lucas ed il giovane Montralck non mancò di sottolineare l’importanza del fatto.

Il campanello suonò quindi tre volte ma nessuno si preoccupò di aprire e fare accomodare i due giovani ospiti. Steve bussò poi con le nocche ma ancora non vi era risposta.

Gary fece la faccia di chi aveva appena fatto un buco nell’acqua ma il suo euforico amico non si sarebbe certo lasciato intralciare da un piccolo inconveniente.

“Se non è in casa allora sfrutteremo il momento per perquisirla!”

“Ma Steve, senza un mandato è un reato!”

Non aspettando neppure che l’amico finisse la frase, il detective prese la sua pistola e munendola di silenziatore sparò tre precisi colpi alla toppa della porta.

“Steve!”

Questa si aprì e i due avanzarono cauti lungo il corridoio. Il cammino cessò quasi subito, quando giunti nel soggiorno una visione raccapricciante fece rabbrividire i presenti:

il corpo impiccato del padrone di casa penzolava dal lampadario di cristallo!

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Capitolo 4
*** La soluzione del caso ***


steve finale

Steaven avanzò in direzione del corpo per osservare meglio l’accaduto. Non sembravano esserci dubbi: si trattava di suicidio. Una scala era stata posizionata proprio dietro il cadavere, il che stava a significare solo una cosa: era stata usata per raggiungere l’altezza necessaria per sistemare correttamente il nodo e quindi la corda. Il detective si chinò poi verso le mani di quello che doveva essere il corpo di Lucas Might e sorridendo si rivolse di conseguenza all’amico:

“Ho due notizie, una buona e una cattiva, Gary: quella buona è che abbiamo trovato l’assassino di Nordon, quella cattiva è che non sconterà adeguatamente la sua pena”.

“Che cosa vuoi dire?”

“Nelle mani di Lucas sono presenti dei graffi e vicino il cadavere del signor Nordon avevo notato delle piccolissime macchie di sangue. Anche nelle corde della chitarra le avevo notate e come puoi benissimo supporre non appartenevano alla vittima visto che non riportava ferite di alcun tipo. Ora Gabriele,  prendi quei fascicoli dalla scrivania alla tua sinistra e leggi quelli che parlano di borse ed azioni”.

“Mmh… parla di un investimento milionario fallimentare a cui hanno preso parte alcuni uomini del paese… aspetta un attimo! Riporta il nome di Douglas Nordon e anche quello di Lucas Might!”

“Esattamente ed adesso ti spiegherò la dinamica ed il movente…: i signori Nordon e Might erano soci in affari e finalmente avevano tra le mani la possibilità di chiudere la loro carriera in bellezza. Un investimento di due milioni di Dollari in quelle che sembravano essere delle quotazioni assolutamente perfette. Un colpo da maestro e questo i due soci lo sapevano bene. Nordon però notò poi alcuni elementi che potevano far fallire il loro super colpo ma Lucas non voleva saperne di abbandonare il progetto. C’era in gioco un intero patrimonio sia da una parte che dall’altra ma il signor Might ci credeva troppo, aveva fantasticato troppo per abbandonare l’idea di divenire ricco e glorioso. Ma anche Nordon doveva firmare per il versamento e senza dubbio non ne aveva più la minima intenzione. I giorni passarono e Douglas si decise ad abbandonare l’affare. Lucas non ci stette e l’unico modo per continuare anche da solo quell’investimento era quello di liberarsi del socio. Conosceva benissimo i suoi problemi cardiaci e la sua abitudine di fumare una sigaretta a settimana un preciso giorno ad una precisa ora, ma quello che non sapeva era che il vecchio toglieva sempre il filtro alle sue sigarette… e questo fu determinante”.

Gary intuì:

“Il veleno era rimasto si nella sigaretta però in quantità molto ridotte..”

“Esatto, allora temendo che la sostanza non bastasse per l’omicidio, Might è saltato dentro casa dalla finestra, luogo in cui stava osservando l’efficienza del suo lavoro. Nordon nel frattempo aveva avuto un arresto cardiaco e non riuscì a divincolarsi dalla morsa delle corde di chitarra. L’assassino si graffiò le dita, il sangue è colato giù per terra ed è rimasto un po’ anche sulle corde. Basterà esaminare il sangue di Lucas e confrontarlo con quello rinvenuto sulla scena del crimine, anche se sono sicuro già che risulterà identico”.

“Che storia incredibile, ma come faceva ad avere a portata di mano delle corde da chitarra?”

“La risposta è semplice: era esattamente come l’avevamo intesa noi. Cercava di depistarci per far ricadere tutte le colpe sul figlio ed aveva architettato tutto fin dall’inizio. Anche se Nordon non avesse tolto il filtro sono sicuro che l’assassino avrebbe comunque inscenato il soffocamento. Questo mi porta a pensare che avesse già preso la chitarra. Un'altra cosa a favore di questa tesi è che controllando il fascicolo di Lucas Might ho notato che nelle ultime due settimane è rimasto in casa per ‘malattia’. Tempo necessario per studiare di mattina le abitudini della famiglia di Douglas e preparare il tutto con una precisione davvero notevole. Ha avuto una sola sfortuna: hanno assegnato il caso a me e come sai non mi sfugge mai niente!”

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