A Nowhere Land

di RubyTuesday_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tell Me What You See ***
Capitolo 2: *** Rule, Britannia! Britannia rule the waves (slanci patriottici a bordo di un aereo) ***
Capitolo 3: *** In my life (dite cheese!) ***
Capitolo 4: *** Noname Chapter (voglio i diritti d'autore! :D) ***
Capitolo 5: *** Revolution (we all wanna change the world... o almeno i posti sull'aereo!) ***
Capitolo 6: *** Voices talking perfectly loud (vendetta!) ***
Capitolo 7: *** All you need is food (indovinate di chi si parla?) ***
Capitolo 8: *** Maxwell stands alone (ci conosciamo?) ***
Capitolo 9: *** The fool on the hill (Tapini!) ***
Capitolo 10: *** Wait! (niente panico!) ***
Capitolo 11: *** Do you want to know a secret? ***
Capitolo 12: *** Carry that weight (nel settembre di dieci anni fa...) ***
Capitolo 13: *** Good night, sleep tight (il ritorno delle vocine...) ***
Capitolo 14: *** Ta-ta-ta-taaaaan (si cambia musica!) ***
Capitolo 15: *** Bright are the stars that shine... (...dark is the sky...) ***
Capitolo 16: *** I'm so tired ***
Capitolo 17: *** Things we said today ***
Capitolo 18: *** Revolution 9 ("e non ho altro da dire su questa faccenda...") ***



Capitolo 1
*** Tell Me What You See ***


A Nowhere Land

Tell Me What You See

 

“Anna! Di qua, vieni, presto!”

Cominciamo bene, direi. Già odio viaggiare, specialmente in aereo. Non lo sopporto.

Per di più, mi ritrovo a dover accompagnare mio nonno. Non che non gli voglia bene, sia chiaro, (in fondo, è sempre mio nonno), ma è… come dire, stressante. Con lui è impossibile avere un momento di tranquillità. E, infatti, appena mi allontano per un secondo, eccolo che mi chiama. E’ fatto così, non ci posso fare niente. Crede di essere il centro dell’universo.

Stamattina, appena arrivati all’aeroporto, ci hanno detto che il nostro volo è stato cancellato. Insomma, dovremo prendere un altro aereo (che, tra parentesi, sta per partire con un’ora di ritardo), il che non promette nulla di buono. Mi spiego, non è mai un buon segno quando cancellano un volo.

“Anna, sbrigati o partono senza di noi!”

“Sì nonno, sono qui, arrivo!”

Vedete che intendo? Mai un secondo di pace.

Finalmente saliamo sull’aereo, ci sediamo. Forse potrò avere un po’ di tranquillità… forse.

Vediamo un po’ chi c’è  a bordo.

Seduto in prima fila, c’è un signore di mezza età. Non riesco a vederlo bene, ha la testa completamente immersa in un libro. Chissà cosa sta leggendo.

Più dietro, molti posti vuoti. Vicino a me ci sono due ragazze, più o meno della mia età, che chiacchierano allegramente.

Dietro di me non c’è nessuno…. ah, ecco che sale qualcuno. Un’altra ragazza, dalla carnagione scura e l’abbigliamento… stravagante, si siede proprio dietro di me. Arriva qualcun altro.

Quattro ragazzi salgono, parlando tra loro (anzi, urlando). Si siedono… no, no, non nella fila accanto alla mia! Mi sembra di averli già visti, devono essere i membri di un gruppo, tali Beetles o qualcosa del genere. Non seguo molto le notizie sul mondo musicale.

Mi guardo intorno, non c’è più nessuno. Cioè, ci sono io, Anna Moonlight, che devo accompagnare in Inghilterra mio nonno, Mr. Desmond Moonlight.

Ecco, il portello si chiude. Prima partiamo, prima arriviamo.

~

C’è poca gente sull’aereo, per fortuna. Il mio sguardo si posa velocemente su tutti i passeggeri: un signore che legge in prima fila; la mia amica nonché compagna di viaggio Molly Jones ; un anziano signore che sembra un generale in pensione o qualcosa di simile; sua nipote, ( forse) vestita di grigio e i capelli raccolti in uno chignon biondo… forse una donna d’affari?; una ragazza dalla carnagione scura e folti capelli color cenere, che sta armeggiando con la sua borsa multicolore; quattro strani tizi seduti appena dietro di me. Ehi, un secondo, ma…

“Molly! Hey, Molly!”

“Che cosa vuoi, Penny?”

“Girati, e guarda chi è seduto proprio dietro di noi…”

Già mi pregusto la scena. Molly che sviene, rendendosi conto di chi c’è a meno di due metri da lei. Io che la rianimo. No, quest’ultima parte non mi piace.

Molly si gira, guarda, si rigira verso di me. Il suo sguardo è vuoto, assente. All’improvviso emette un grido che mi perfora i timpani.

“Molly, accidenti, contieniti!”

Tutti si girano a guardarci, che figura! Almeno Molly non è svenuta. Piano piano, si rende conto del fatto che tutti la stanno guardando come un’aliena. Inizia la sua tipica risatina nervosa. Per fortuna non si è ancora accorta che i suoi idoli, seduti proprio dietro di lei, stanno ridendo come matti per il suo urlo.

Non l’avessi mai detto, accidenti! Oh no è… svenuta!

Ecco il guaio a salire sullo stesso aereo dei Beatles. A me sono indifferenti, Molly li adora. Compra tutti i loro LP, la sua camera è tappezzata dei loro poster e ormai non sa parlare d’altro. Beatles di qua, Beatles di là, devo andare al concerto dei Beatles, i Beatles hanno fatto una nuova canzone, i Beatles fanno questo, i Beatles fanno quello… e il peggio è quel tizio, come si chiama? John Harrison… no, George Harrison, sì, lui. Molly ha completamente perso la testa per quello là. Cosa ci trovi poi, in George e nei Beatles, non lo so. Lui mi sembra un ragazzo come tanti altri, e i Beatles sono un gruppo che… be’, è famoso, ma non ci vedo niente di che. Ovviamente, dire questo davanti a Molly equivarrebbe a firmare la mia condanna a morte. Lei vive in un mondo tutto suo, popolato da lei, dai Beatles, da George Harrison, dai Beatles, da George Harrison e dai Beatles. In un certo senso, però, la invidio.

Mi giro, vediamo cosa combinano quei quattro matti ragazzi di Liverpool. Non ci sono più, forse è stata solo la mia immaginazione…

E anche Molly se li è immaginati però…

 

Particolare insignificante!

Oh no, adesso parlo anche da sola? Questo viaggio si preannuncia lungo e faticoso…

~

Mmh… una ragazza ha appena lanciato un urlo assordante. Chissà perché… c’è gente strana in giro.

Tutta la strana compagnia qui su quest’aereo sembra strana.

In prima fila, c’è un tizio che legge un libro. Avrà quarant’anni, e tiene tra le gambe una valigetta grigia. Sulle sue ginocchia è posato un giornale, che ogni tanto cade. Allora lui poggia il libro, si china a raccoglierlo, lo rimette al suo posto e ricomincia a leggere. Porta dei buffi occhiali tondi, grigi come la sua valigetta.

Molto dietro di lui c’è un vecchio, sembra quasi un ufficiale ormai in pensione. Ha dei grandi baffi bianchi, e ogni due secondi si volta a parlare con una ragazza seduta al suo fianco. Potrebbe essere la figlia, o forse la nipote. Ha lo sguardo freddo, sembra che non sia molto contenta di stare su quest’aereo. I capelli biondi sono raccolti in uno chignon, e indossa un completo grigio. Molto professionale. Chissà se in Inghilterra c’è qualcuno che la aspetta…

Passiamo oltre.

Ecco, la ragazza che ha appena gridato insieme alla sua amica. Questa ha un berrettino blu tirato in avanti, che copre dei capelli rossi, tagliati a caschetto. Guarda dal finestrino, ogni tanto si gira e lancia delle occhiate sospette alla sua amica. Questa ha lo sguardo perso nel vuoto, come se avesse appena visto un fantasma. Ha dei lunghi capelli marroni, ricci, gli occhi azzurri. E’ immobile da un sacco di tempo… no, non fissa il vuoto, ecco svelato il mistero!

Elementare, Watson!

 

Eh? Comunque. Sta guardando quei quattro tizi seduti nella fila accanto a lei… ah sì, sono i Beatles!

Wow, i Beatles sono su quest’aereo! Mi piacciono, i Beatles. Non mi metterò a urlare come ha appena fatto la tipa ricciola, però adoro la loro musica. Sono molto bravi secondo me. Adesso sono lì seduti che parlottano e ridacchiano, lanciando continue occhiate alla tizia che ha urlato. Che bello, sono sull’aereo con i Beatles! In un certo senso, potrei accomunarmi a loro… sì, cioè, loro sono dei musicisti, quindi degli artisti.

Anch’io sono un’artista; però, dipingo. O almeno, ci provo. Per questo mi piace osservare la gente, studiare tutti i movimenti che a uno sguardo superficiale possono sfuggire. Guardo, e poi dipingo.

Oh, finalmente si parte! Dall’altoparlante si sente la voce del copilota.

“Buongiorno a tutti. Io sono Jude, il vostro copilota. Ci scusiamo per il disagio, ma la linea normale ha avuto dei problemi, e quindi il vostro volo è stato affidato a me e al mio collega, Robert. All’arrivo vi verrà rimborsata parte della quota che avete pagato. Vi auguriamo una buona permanenza a bordo del nostro aereo. Buona giornata”.

Bene, si decolla. Adoro volare, guardare giù dal finestrino e vedere le città piccolissime, o vedere le nuvole; di solito, dipingo queste cose.

Appoggio la testa sul sedile, chiudo gli occhi, cercando di farmi cullare dai movimenti dell’aereo.

Niente, impossibile.

Davanti a me ci sono quattro ragazzi di Liverpool che urlano come dei matti.

“Insomma, ho capito che siete i Beatles, ma fate silenzio!”

Ops. L’ho detto davvero?

 

 

**************************************

Ciao a tutte! Torno a tormentarvi con una nuova, stupida divertente storia! Siete contente? No. Dovrete adattarvi :D

Questa però è più allegra di Eleanor Rigby. E’ una cavolata, però… fa niente, oggi sono stata a casa perché avevo la febbre e dovevo occupare il tempo in qualche modo!

Va be’, ditemi cosa ne pensate. Faccio sempre in tempo a fermare il progetto! xD

Ciao ciao

Sofia [in arte] THE J

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Capitolo 2
*** Rule, Britannia! Britannia rule the waves (slanci patriottici a bordo di un aereo) ***


Britannia rule the waves

Ooops. L’ho detto davvero. Bene, la cosa positiva è che è calato il silenzio. Evviva. La cosa negativa è che tutti mi stanno fissando come fossi una pazza.

Il tipo con gli occhialetti ha posato il suo libro e si è girato. La bionda e suo nonno hanno smesso di litigare. Le due amiche sedute davanti a me sono immobili come quando da bambini si gioca a “Un, due, tre, stella!”. I Beatles sono immobili pure loro, e mi guardano con delle facce che fanno paura.

Sarebbe bello che apparisse una botola qui, dove sono seduta io. Potrei lasciarmi cadere e sottrarmi a questa tortura. Macché, queste cose succedono solo nei film (a cartoni, per precisare).

Che figura! Non si può sparire nel nulla, vero? Peccato.

Accidenti, Rain, devi imparare a non dire quello che pensi! Cioè, dì quello che pensi, ma non urlarlo in modo che ti possa sentire chiunque nel raggio di dieci chilometri… basta, il mio cervello sta fumando.

Doppio accidenti! Qualcuno si alza e… viene verso di me! Oh no, ma devono capitare tutte a me? Eppure, dovrei essere contenta di avere John Lennon seduto qui vicino a me… o almeno, così pensavo fino a che non è successo davvero.

“Ciao, brutta giornata, eh?!” mi dice ridacchiando.

Non era brutta prima, adesso lo sta diventando.

“No… solochesonounpo’stancaestavocercandodidormirema…”

“Hey calma, parla più piano. Così non capisco niente!”

“Ho detto che sono un po’ stanca e stavo cercando di dormire e…”

“Ok, afferrato il concetto!”

Ma perché non mi lasci mai finire una frase?

“Bene. Comunque ormai la stanchezza mi è passata.”

“Già, immagino, non vorrei trovarmi nella tua stessa situazione…”

Ma che conforto che mi dai!

“Mmh…”

“Sì, bene, comunque, piacere, sono John, e tu…?”

Sì lo so chi sei.

“Rain.”

“Come hai detto scusa?”

“Rain. E’ il mio nome”.

E allora? E’ un nome normalissimo… ok, diciamo normale. Sarebbe meglio dire fuori dal comune. Ok, è del tutto inusuale, ma cosa ti interessa?

“Ah! Che nome strano…”

“E’ un nome come un altro…”

“Be’, scusa, ma non ho mai conosciuto nessuno che si chiama Rain!”

“Eccomi qui!”

“Cosa?”

Pronto? Ma cos’ho che non va? Cioè, lui cos’ha che non va…

“Niente, niente. Volevo dire che, tecnicamente, adesso hai conosciuto una persona che si chiama Rain.”

“Ah davvero? E chi è?”

Lo guardo come se la sua faccia fosse diventata verde all’improvviso.

“Ma no, scherzavo!”

Aah. Che hai da ridere?

“Sì sì certo, anche io stavo scherzando!”

“Ah”

Che silenzio imbarazzante… mi guardo intorno. Tutti sembrano tornati alle loro attività. Tutti tranne, ovviamente, gli altri tre Beatles. Loro sono ancora lì che ci osservano, anzi, mi osservano. Pazienza. Ritorno a guardare John. Sta osservando la mia borsa. In effetti, sembra che stia facendo un’analisi scientifica. Cos’avrà di speciale quella borsa? Boh. A me sembra una normale borsa, un po’ colorata, e basta. Ma evidentemente per John Lennon costituisce qualcosa di più interessante.

“Che bella borsa!”

Appunto. Non poteva trovare frase più intelligente.

“Mmh… grazie…”

Oh, finalmente ha finito la sua analisi scientifica.

“Cosa ci fai su quest’aereo, Rain?”

“Torno in Inghilterra” ma no? “dalla mia famiglia.”

“Sei inglese?”

“Sì”

“Oh, una connazionale! Rule, Britannia! Britannia rule the waves!”

Che slanci patriottici.

Va be’, povero John, è simpatico dopo tutto… ecco, lo sapevo, adesso parlo di lui come se lo conoscessi da una vita. E invece l’ho incontrato circa cinque minuti fa…

 

 

**********************************

Ciao a tutte! Lasciate perdere la stupidità di questo capitolo stupido. Ok ho finito gli aggettivi. Ignoratemi, ho studiato storia tutto il giorno e il mio cervello è andato (e da qui arriva anche il “Rule, Britannia!” xD).

Scusate, non ho tempo di rispondere alle recensioni, devo scappare.

Buona notte a tutte,

Ciao ciao

THE J

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Capitolo 3
*** In my life (dite cheese!) ***


In My Life

 

Questo viaggio sta diventando sempre più interessante… sono già accaduti due eventi alquanto “sconvolgenti”: ben due dei dieci passeggeri su questo aereo hanno urlato da far rompere i vetri dell’aereo. Evidentemente la presenza dei Beetles (no, Beatles) causa… ehm… alterazioni di… si, non mi viene la parola. Insomma, comportamenti alquanto strani.

Quello che voglio dire è che, dai,una persona normale non lancia un grido che si sente in tutto il pianeta e poi passa cinque minuti in trance a guardare il vuoto (o forse dovrei dire il suo… ehm, chitarrista? preferito).

Persino mio nonno ha smesso di importunarmi per l’occasione, mio nonno!

 

Mi piace fare foto. Faccio foto a… tutto. Cioè, tutto quello che mi sembra giusto venga fermato nella mia memoria. Tutte le piccole cose belle, semplici, che si possono vedere ogni giorno. Io osservo e fotografo. Dicono che o uno vive la vita, oppure si ferma e la osserva. Io la osservo, da fuori. Sì, perché non potrei dire di viverla. Insomma, ho un lavoro normale, sono una persona normale, faccio cose normali, anche se mi piacerebbe cambiare un po’. E così, vivendo la mia vita normale mi sono accorta che non la stavo affatto vivendo. E se non vivi, allora osservi. Semplice, eccomi qua, questa è la storia di Anna Moonlight, cioè la mia storia. Non che sia granché, in fondo. Una storia normale di una persona normale. Chissà se anche gli altri qua in giro sono come me. Vediamo, c’è la tizia che ha urlato (non la prima, la seconda… qui urla troppa gente!): lei sembra una fuori dal comune. Bene, scartata. Ci sono i Beatles. Fuori discussione. Ci sono le due ragazze (con la prima urlatrice), che forse sono come me. Forse. C’è il tizio del giornale, con i suoi occhialetti tondi. Anche lui, forse, mi assomiglia.

Questo strano assortimento di personaggi merita una foto. Vediamo se riesco a farlo senza farmi vedere. Uno, perché le foto naturali sono più belle. Due, perché così sono sicura di riuscire a farla. Mi giro sul sedile, sfruttando il giornale di mio nonno per nascondermi.

“Bene. Cheese!” sussurro. Uno, due, tre…

 “Hey, ma perché ci fai una foto?”

Accidenti, non mi ero accorta che la ragazza dai capelli rossi si era alzata in piedi, e adesso ha fatto saltare la mia copertura.

“Eeeeeeehm… così, mi piace fare le foto alla gente.”

“Aah, capisco. Be’, è venuta bene dai!”

Abbasso lo sguardo sulla foto che mi è scivolata sulle ginocchia. Meglio di come speravo data la mia precaria posizione. C’è il tizio del giornale che legge, tranquillo. La ragazza che ha urlato (la prima) che fissa il vuoto. I tre Beatles che ridacchiano. Cosa? Tre? Ah no, ecco, un altro è seduto vicino alla seconda tizia che ha urlato. E poi c’è un pezzo della faccia della ragazza che adesso è qui seduta vicino a me. Un vero capolavoro artistico.

“Sì… bene…”

“Già. Bella foto. Comunque, io sono Penny”

“Ciao. Io sono Anna”

“E’ tuo nonno quello?”

“Chi? Ah sì, è mio nonno quello. Purtroppo lo devo accompagnare in Inghilterra”

“Non sei contenta?”

“Sì, insomma, però è un po’… fastidioso”

“Ah, capisco. Senti, ti dispiace se sto un po’ qui con te? La mia amica è… indisposta, e adesso o fissa il vuoto con lo sguardo perso o si mette a dire frasi senza senso, in entrambi i casi stritolandomi il braccio.”

“Certo, certo, tranquilla! Come si chiama la tua amica?”

“Molly. Ha perso la testa per i Beatles e per quel… George Harrison. E quindi, immaginati, adesso che sono seduti a pochi metri da lei…”

Ride. Anche io rido. E’ simpatica questa Penny. Be’, magari mio nonno non mi importunerà più finché c’è lei qui. Speriamo.

“Sì, me n’ero accorta. Anche a te piacciono i Beatles?”

“Non particolarmente, anche se Molly parla otto giorni alla settimana di loro. Non mi sembrano granché.”

“Sì, anche io la penso come te. Cosa ti porta in Inghilterra, Penny?”

“Io e Molly siamo state in vacanza, torniamo a Londra. E tu, sei inglese?”

“Be’, mio nonno è nato in Inghilterra, ma i miei si sono trasferiti a New York e io sono nata e vivo lì. Anche mio nonno vive lì. Lo sto accompagnando a trovare un suo cugino o qualcosa del genere.”

“Ah! Bello, vorrei vivere a New York. Cosa fai?”

“Scrivo per un giornale. Almeno, in teoria.”

“Perché in teoria?”

“Perché alla fine non so mai di cosa scrivere e quindi escono degli articoli… freddi, capisci? Che non interessano neanche a me. Tu cosa fai?”

“Studio. Musica.”

“Wow! Che strumento suoni?”

“Il pianoforte”

“Anche io suonavo il pianoforte da piccola, ma poi ho smesso.”

“Peccato, è un bellissimo strumento”

Si accende l’altoparlante e si sente la voce del copilota.

“Attenzione. Avvisiamo i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza. Stiamo entrando in una zona dove potrebbero esserci delle turbolenze. Grazie per l’attenzione.”

“Be’, speriamo che oggi ci sia un’eccezione! Già non mi piace l’aereo…”

“Già, speriamo”.

 

 

 

**************************************

Ciao a tutte, ecco il nuovo capitolo. Sempre peggio… ok, lasciamo perdere.

Lasciate perdere anche i nomi dei personaggi, assortimenti presi un po’ a sorteggio… ormai ve ne sarete accorti credo. O forse no?

E dato che siamo in vena di domande stupide, perché ho sottolineato “otto giorni alla settimana” (escludendo l’ipotesi che io sia matta, che è quella giusta tra l’altro).

Ok dato che non ho più niente da dire risponderò alle vostre recensioni:

Marty: (ti dispiace se non scrivo youchy? È più corto così J) Grazie! Vedrai che per Rain i “guai” sono appena iniziati… oops… xD

TheThief: Eccoti il capitolo! Se lo dici tu che non era stupido mi fido… :D

Zazar: Sei perdonata, anche io ieri quando ho finito di studiare ero fuori di testa (parlavo da sola xD). Sono contenta che ti sia piaciuto comunque J

 

Ok, adesso vado

Ciao ciao

THE J

 

PS: avete visto, vi ho anche messo i nomi con colori diversi! (ok lasciatemi stare xD)

 

 

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Capitolo 4
*** Noname Chapter (voglio i diritti d'autore! :D) ***


Capitolo Senza Nome

Perché chi ha mai detto che tutti i capitoli devono avere un nome?

 

Turbolenze? Il pilota ( o copilota, chi se ne importa!) ha appena detto turbolenze? Ok, non ho nessun problema a volare, ma le turbolenze non mi piacciono; e se volo su un aereo che sembra risalire a due secoli fa, come questo, mi piacciono ancora di meno.

Ma guarda che due secoli fa non c’erano gli aerei!

E dai, errare è umano!

Comunque, questo aereo non mi sembra nelle condizioni più ottimali per volare con delle turbolenze.

Mi faccio troppe paranoie. Adesso mi metto a parlare con questa ragazza vicino a me, Anna (e anche lei sembra un po’ preoccupata), e tutto finirà – o non comincerà nemmeno.

Il bello, è che non so di cosa parlare. Meglio stare zitti.

Per fortuna, a distrarmi ci pensa qualcun altro. Come si chiama… George si è appena avvicinato ad Anna e a me e ci sta fissando. Io lo dicevo che non è normale, ma Molly non mi ascolta.

“Non è che per caso avete qualcosa da mangiare, vero?”

No, se avevi fame potevi portarti tu qualcosa, oppure controlla i tuoi impulsi! Insomma, mangi prima, mangi dopo, si resiste!

“No, mi dispiace”

Mi volto verso Anna. George la sta guardando speranzosa.

“Ehm… ho una caramella se…”

“Sì sì sì sì sì sì sì sì grazieeeeee!” esclama lui, togliendola dalla mano di Anna senza neanche farle finire la frase. Ingurgita la caramella… carta compresa.

La mia vicina ed io ci guardiamo, a metà tra lo spaventato e il divertito. Il povero chitarrista (chitarrista?) ci guarda senza capire. Dopo un po’, decide di rivolgersi al nonno di Anna.

“Scusi signore, non è che…”

“No!”

“Ma non mi ha fatto finire…”

“No!”

“Ma io volevo solo sapere se…”

“No!”

“Ma…”

“No! Smettila di importunarmi, ragazzino.”

George assume un’aria rassegnata e continua la sua elemosina da un’altra parte. Oh no, va verso Molly. Non potrà resistere all’emozione.

 

E infatti. E’ svenuta! Corro a vedere come sta. Anche George sembra piuttosto preoccupato.

“Io le ho solo chiesto se aveva qualcosa da mangiare…”

Poverino, fa quasi pena.

“Ehm… sì, tranquillo, è lei che non ha retto l’emozione…”

“Quale emozione?”

Pronto!?

“Sì, be’, lei parla di te continuamente… è una grande fan dei Beatles.

“Aaaah. Comunque secondo te ha qualcosa da mangiare?”

Scoppio a ridere.

“No, non credo. Però proviamo a svegliarla, che magari mi sbaglio.”

“Sì daaaaaaaaaiii!”

E’ proprio matto. Intanto si è avvicinato anche quell’altro Beatle… di cui non mi ricordo il nome.

“George, hai fatto svenire questa povera ragazza!”

“Ma… io non ho fatto niente! Ha detto… ehm, come ti chiami?” mi chiede.

“Penny”

“Ha detto Penny che non è colpa mia!”

“Ah, e chi è Penny?”

“E’ lei!”

“Sono io!”

La faccenda si fa interessante.

“Ah, capisco, ciao Penny. Io sono Paul.”

“Ciao, piacere.”

“E’ una tua amica questa qui?”

“Sì…”

“Mmh, che tipa strana.”

Oh ecco, Molly si sta svegliando.

“Molly?”

“Mmh… ho fatto un sogno strano ho sognato che… oooh…!”

Ha visto George e Paul davanti a lei. Disastro. E’ svenuta di nuovo.

“Ma perché sviene sempre questa qui?” chiede George “siamo su questo aereo neanche da un’ora ed è già la terza volta!”

“E’ colpa tua, no?”

“E perché Paul?”

“Lascia perdere”

Sono strani questi Beatles. Però non sembrano antipatici.

“Ma… io… loro… tu… eh?”

Molly si è svegliata.

“Ciao Molly, ben svegliata. George si stava chiedendo se hai qualcosa da mangiare.”

“Eeehm… veramente no.”

“Non fa niente, mi è passata la fame”

(!!!!!!!!!)

“Aah… oook…”

Povera Molly.

 

Ma perché mi sento osservata?

 

 

 

 

*****************************

Ciao! Siamo solo al capitolo… quattro (?) e questa storia è già degenerata. In effetti, la trama può sembrare è stupida, ma potrebbero uscirne delle riflessioni interessanti. (Anche se per ora non è ancora successo…)

Lasciando perdere questo stupido capitolo, rispondo alle recensioni. Grazie a tutti voi che leggete e basta o che leggete e recensite! :D

 

Marty: ok, allora fino a che c’è una sola Martina ti chiamo Marty :D Comunque sì, hai indovinato, brava! (era facile eh…)

Clafi: sono contenta che ti siano piaciuti. Eh be’, ritrovarsi sullo stesso aereo dei Fab 4 non è cosa da tutti i giorni!

Thief: :D ecco il capitolo, delle turbolenze non si sa niente. Che sia stato lo stomaco di George ad essere… percepito (?) dai piloti… mah…

Laban: Eccoti il viola J Bene sono contenta che ti siano piaciuti… ed ecco un altro capitolo.

Zazar: e brava hai indovinato xD Sì era facile J. Per le turbolenze, come ho già detto… bisognerà aspettare il seguito!

 

Ora vado, ciao a tutte!

THE J

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Capitolo 5
*** Revolution (we all wanna change the world... o almeno i posti sull'aereo!) ***


Revolution

 

C’è molto movimento per essere su un aereo. Tutti che si alzano, vanno in giro come se niente fosse. Mah…

Io invece sono qui seduta tranquilla. Tranquilla, insomma. Per quanto uno possa essere tranquillo quando c’è John Lennon seduto vicino a lui. E, ve lo assicuro, non più di tanto. Ma tutto sommato, non mi dispiace la sua compagnia (è pur sempre John Lennon, eh!).

Nel frattempo gli altri Beatles sono occupati nelle più svariate attività.

Ringo è rimasto seduto tutto solo, abbandonato dai suoi amici, e sta tentando di leggere un libro. George sta andando in giro ad elemosinare cibo, seguito da Paul. Adesso stanno parlando con le due ragazze, una delle quali è appena svenuta due volte (tanto per cambiare).

Evidentemente la spedizione di George non ha avuto buon fine, perché viene verso di noi (poverino, non ho niente, speriamo non si arrabbi), mentre Paul è rimasto a chiacchierare con quella tipa dai capelli rossi.

“Ciao John! Hai qualcosa da mangiare?”

“No mi dispiace. Chiedi a Rain.”

“E chi è Rain?”

“Sono io” prepariamoci all’ennesimo commento sul mio nome.

“Rain? E’ un nome?”

“A quanto pare…”

“Ah, wow. Non l’avevo mai sentito. Bello! Hai qualcosa da mangiare?”

“Ehm… no, mi dispiace…”

“Ouh…”

“Dai George, hai mangiato meno di un’ora fa!”

“Sì lo so… ma ho fameee!”

“Bene, non ci possiamo fare niente. Dove sono gli altri?”

“Ringo è lì che legge. Paul è a parlare con quella ragazza laggiù.”

“E loro non hanno niente da mangiare?”

“No.”

“Dovrai resistere, caro il mio George!”

“Uffa! Io ho fame!”

Povero George, sembra che non mangi da settimane.

 

“Avvisiamo i gentili passeggeri che, per effettuare alcuni controlli, dovremo fermarci a fare scalo tra non molto. Preghiamo quindi di sedersi e allacciare le cinture. Grazie per l’attenzione.”

 

“Ecco, hai visto? Adesso magari troviamo qualcosa da mangiare…”

“Yuppyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy!”

George si allontana saltellando, quasi va a sbattere contro lo spigolo di un sedile e finalmente si siede vicino a Ringo.

“Magari c’è del cibo…!” urla a Ringo, per avvisarlo della sua recente scoperta.

 

“Bene John, credo che dovresti tornare a sederti…”

“Ma il pilota ha detto: -sedetevi e allacciate le cinture-. Non ha detto –sedetevi al vostro posto e allacciate le cinture. Quindi posso anche rimanere qui!” dice, allacciandosi la cintura. Appunto.

“Come vuoi…”

“Evvai!”

Sarà meglio che anche io mi allacci la cintura, l’aereo si sta abbassando. Tutti, ordinatamente (chi più chi meno…), si siedono, anche se la disposizione iniziale è stata completamente rivoluzionata: il tizio con gli occhialetti è sempre lì che legge, e così anche l’ufficiale pensionato. Invece,  sua nipote è seduta vicino alla ragazza che ha urlato, dietro di loro sono seduti Paul e la tizia con i capelli rossi, e lì vicino George e Ringo. John è ancora qui vicino a me.

Sento l’aereo sobbalzare, qualche scossone. Che atterraggio delicato!

La voce del pilota ci avvisa che siamo atterrati, nel caso non ce ne fossimo accorti (la manovra è stata così perfetta che nessuno ha sentito niente…).

 

 

*******************************

Ciao a tutte! Lasciate perdere dettagli come il fatto che appena il pilota dice “sedetevi e state buoni” (più o meno xD) tutti si alzano e fanno caos… J

Non commenterò oltre questo capitolo, non c’è niente da dire… quindi, rispondo alle recensioni (vediamo se mi ricordo i vostri colori… xD)

 

Thief: grazie! Vedi senza saperlo mi ispiro al mondo reale ^_^

“Tutto quello che viene descritto in questa storia è inventato. Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casualeJ

Martina: dato che ho finito i colori tu sarai in rosso! Eheh povera Molly, un bel guaio che sull’aereo con George ci debba rimanere ancora per un bel po’… oops… non dovevo dirlo…

Laban: ok se lo dici tu… per me continua a rimanere stupido xD Grazie comunque J

Clafi: sì veramente vanno denunciati… non possono continuare a far svenire la gente anche nelle storie, non trovi? xD Ecco qui il capitolo

Zazar: no non rotolarti a terra che non ho ancora pulito! xD George… be’, è George!

Marty: non credo che ci siano problemi di omonimia… xD No ti assicuro che questa è peggio, la tua della matematica è stupenda! J

 

Bene, e adesso, per i poteri che mi sono stati conferiti dichiaro questo capitolo ufficialmente chiuso! J

 

Ciao a tutte

 

THE J

 

PS: lo so che non vi interessa, ma il carattere qui sopra si chiama Helter Skelter, scoperta del giorno! xD

Ri-ciao

 

THE J

 

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Capitolo 6
*** Voices talking perfectly loud (vendetta!) ***


Voices Talking Perfectly Loud…

 

Che atterraggio soffice! Ci sono due possibilità: o il pilota è imbranato, oppure la pista è piuttosto sconnessa. Guardo fuori dal finestrino. Mi sa che è la seconda possibilità. Infatti intorno a noi ci sono delle macerie, che una volta erano di un edificio (ma chi ce lo ha messo sulla pista di atterraggio?). Un cartello, mezzo distrutto, dice “Aeroporto di Martina”. Be’, qualunque cosa sia, adesso è distrutto.

 

 

No, sto scherzando! L’aeroporto di Martina rimarrà intero, in effetti non c’entra molto con questa storia… lasciamolo a Parigi che è meglio J Bene, dicevamo…

 

 

Che atterraggio soffice! Credo che il pilota non sia molto esperto di atterraggi. Peccato, visto che un aereo se non atterra non serve a niente.

Meglio alzarsi, scendere, prendere un po’ d’aria. L’unico problema è passare; perché se il sedile vicino al mio è occupato, non riesco a uscire.

“Ehm… Paul? Mi faresti passare per favore?”

“…”

Ma dico, se uno si addormenta, come fa a non svegliarsi dopo uno schianto del genere? ( sì, perché era uno schianto).

“PAUUL!”

“Aaaah! Che? Eh… aaaah!”

“Mi fai passare per favore?”

“Cosa? Ah, sì. Ma perché?”

“Ci siamo fermati… boh…”

“Ah. Ok.”

Finalmente! Mi avvio verso la scaletta.

“Ma dove vai?”

Ma se l’aereo si è fermato, e tutti stanno scendendo, scendo anche io, no? No.

“Scendo dall’aereo!”

“Aah! Posso venire anche io? Ti accompagno!”

 

Coooosa??? Tu non vai da nessuna parte!

Almeno, non con lei!

Tu rimani qui!

 

“Eh? Ma chi parla?”

“Cosa? Io non sento niente.”

E’ proprio vero il proverbio che dice “non svegliare il Beatle che dorme”. No, forse era il cane? Boh, è uguale.

“Ma io ho sentito delle voci!”

“Sì… ceeerto…”

 

Muahah!

 

“No, ancora le voci! Chi sei?”

 

Io sono Laban!

E io sono Clafi!

E io sono lo spirito del Natale futuro!

 

???!!

E questo da dove spunta?

 

“Aiuto, sono pazzo, sento le voci!”

 

Ehm… non sei pazzo!

Le voci ci sono davvero!

 

“Penny aiutoooo!”

 

Non provarci!

Lascia in pace Penny!

 

“Ma…”

 

NO!!!!!!

 

“Perché?”

 

Cosa ci trovi in quella lì?

 

“… Ehm…”

 

Era una domanda retorica!

 

“Aah!”

 

Comunque, se non la smetti di provarci con lei io… io… noi… io…

Noi… lei… io… insomma, non provarci mai più!

 

“Ok!”

“…”

“… voci…?”

“Ma perché parlo da solo? Penny aspetta!”

 

PAUL!!!!!!!!

 

“Ok ok… scusate…”

 

 

Che strano posto per atterrare… per costruire una pista d’atterraggio. Insomma, qui ci sono solo sabbia e acqua! Tutt’intorno, solo sabbia e acqua. E una pista per gli aerei. Vado a cercare Molly.

Ok, è lontano da George. Ciò vuol dire che è al sicuro. Almeno per ora.

Sono scesi tutti. Vediamo, ci sono i due piloti che stanno controllando… qualcosa… sull’aereo (non ci capisco niente di motori!); Anna e Molly che esplorano la pista… il tizio del giornale che legge il giornale… il generale che scruta il mare in cerca di non si sa cosa… i tre Beatles che parlano con quell’altra ragazza… tre? Ma dov’è Paul?

Andiamo a vedere sull’aereo. Ma perché devo fare tutto io?

 

 

*********************************************

Ok, mi rifiuto di commentare questo capitolo insensato e stupido.

Grazie a tutti che leggete e recensite!

 

Thief: no, davvero? Wow, io me lo sono inventato! J Comunque, grazie!

Clafi: dai per ora Paul è tranquillo dopo lo spavento che si è preso per le vocine… J Vedo che la battuta di John è piaciuta! :D

Zazar: ecco, le pareti le ho pulite, quindi ti do il permesso… J

Marty: oops… il tuo aeroporto… no dai scherzo, è sano e salvo a Parigi!

Laban: J No dai non piangere! Vedi, adesso tu e Clafi avete sistemato tutto! xD

 

Scappo ora,

ciao a tutte

THE Linguaccia

 

 

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Capitolo 7
*** All you need is food (indovinate di chi si parla?) ***


All you need is food

“Molly! Vieni con noi? Io e Ringo stiamo andando a cercare da mangiare!”.

“Cioè, vorrai dire, George sta andando a cercare da mangiare; io lo accompagno e basta. Chiariamo le cose.”

Oh no, adesso questa sviene (per la quarta volta)! Che poi non ho ancora capito cosa ci faccio io con lei.

“Ehm… ok!”

Non è svenuta, miracolo!

“Vieni anche tu?”

No, con voi non ci vengo. Mai e poi mai!

Ho cambiato idea, mio nonno mi sta cercando, quindi…

“Sì volentieri!”

“Bene. Comunque, io sono Ringo.”

“Ciao. Io sono Anna”

“Se avete finito i convenevoli, io avrei fame! F-A-M-E! Quindi, veloce!”

Ma come fa una sola persona a essere così affamata? Boh.

 

Quindi, ci avviamo: Molly, George, Ringo ed io. Dove, non lo so.

“Ehm… ma dove stiamo andando di preciso?”

“A mangiareeeeeee!”

“Sì, ho capito, ma dove?”

“A mangiareeeeeee!”

“Sì ma… niente.”

“A mangiareeeeeee!”

“Povera, ha capito! Ma dove lo troviamo il tuo cibo?”

“Ehm… a questo non avevo pensato.”

“Proviamo ad andare fino alla fine della spiaggia, e poi vediamo. Se c’è una pista, ci sarà anche un aeroporto… credo…”

“Uhm, sì sì, ha ragione Molly” commenta George sorridendole. Non è che adesso mi sviene un’altra volta, vero?

“…”

Ok, non è svenuta.

Continuiamo a camminare. Chissà dove siamo. Comunque, è un bel posto.

La sabbia è bianchissima. Il mare ha un colore strano, quasi verde. Mi piace!

Il cielo è azzurro, non c’è neanche una nuvola. Il sole batte, e infatti si muore di caldo. Verso l’interno sembra che ci sia (oltre alla pista), un bosco. Più oltre quindi non si vede. Be’, da qualche parte arriveremo.

“Ma voi sapete dove siamo?”

“No…”

“No!”

“… sì! Cioè, ho sbagliato. Volevo dire no.”

“Saremo su qualche costa di qualche paese sperduto chissà dove… quando torniamo lo vado a chiedere al pilota. Lui lo saprà, no?”

“Immagino di sì…”

“…”

“…”

“Uffa, ho fame!”

“Ma dai George, non puoi avere sempre fame! Hai appena mangiato! Contieniti!”

“Eh, ma io ho fame!”

“Come non detto.”

 

Stiamo camminando da un sacco di tempo, e ancora niente. La spiaggia è finita da un po’ di tempo, abbiamo preso un sentiero tra i campi che ci sta portando non so dove. Ma se ci sono i campi, ci sarà qualcuno che li coltiva, no?

“Basta, facciamo una pausa George, non ce la faccio più!”

“Mmh… ok…”

Ah, per fortuna, una pausa.

Ci sediamo all’ombra di un cespuglio molto grande. Più avanti, il sentiero si arrampica su per una collinetta. E più in là mi sembra di vedere… una casa! Sì, è una casa!

“George, guarda! Lassù c’è una casa o qualcosa del genere. Quindi magari puoi trovare qualcosa da…”

“SIIIIIIIIIIIIIII!”

Inizia a saltellare tra le risate generali. Non si è accorto che c’è una pietra. Speriamo non ci metta il piede sopra perché…

“Ahia. Chi ha messo questa pietra qui?”

Povero, è caduto.

“Potevi fare attenzione!”

“No, è colpa della pietra! Io stavo saltellando perché sono contento, e la pietra si è messa in mezzo. Vuole impedirmi di trovare il cibo, adesso ho capito tutto!”

Sarà il sole, o la mancanza di cibo, ma qui qualcuno sta impazzendo…

“Certo, come no! Chiedile perché!”

“Ok! Pietra, perché non mi vuoi far trovare il cibo?”

“Ma… io stavo scherzando!”

Povero Ringo, ci è rimasto così male! Si gira verso di me, e mi sorride, con quei suoi grandi occhi color del cielo.

 

 

*******************************************

Va bene, non commento che è meglio.

Quindi, passiamo alle vostre recensioni.

 

Clafi: visto che trovata geniale? (voce fuori campo: seeeeee…!) Lo spirito del Natale… boh, non c’entra niente. Mentre scrivevo mi è venuto in mente il Canto di Natale con i tre spiriti quindi dato che tu e Laban eravate solo due… sì, insomma, non c’entra niente xD Grazie!

Buona fortuna con la conquista del mondo :D

Laban: uh salutameli allora J Grazie… ma tu e Clafi siete la stessa persona? Non l’ho ancora capito, la mia mente non può comprendere concetti così difficili xD

Thief: ma boh, lo spirito del Natale avrà sbagliato copione… xD Sì Paul impazzisce, ma poi ritornerà normale… forse… massì dai…

Zazar: ma hai dei super poteri? Io non riesco a rotolarmi sulle pareti…! Eh, le vocine ritorneranno! Ops, forse non dovevo dirlo… J

Marty: già, povero Paul. Sì, il tuo aeroporto adesso lasciamolo a Parigi a riposare, è stato troppo stressato…

 

E con questo passo e chiudo

Baci,

THE J

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Capitolo 8
*** Maxwell stands alone (ci conosciamo?) ***


Maxwell stands alone

Fa caldo… c’è un sole che spacca le pietre, e in giro non c’è anima viva. O meglio, ci sono i passeggeri del mio aereo (neanche tutti mi sembra… boh) e poi basta. Insomma, qualcuno ha costruito una pista di atterraggio per gli aerei in mezzo al nulla? Così pare. Intorno ci sono solo sabbia, acqua, alberi… non vedo costruzioni di nessun genere. La cosa mi lascia perplessa.

“Hey, hai visto George?”

E’? Che? Ah. No.

“No… cioè, è sceso dall’aereo e poi non l’ho più visto.”

“Ah. Mi aiuti a cercarlo? E non vedo neanche Ringo! E neanche Paul! Aiuto, mi hanno abbandonato qui! Come hanno potuto?!”

“Ma no, saranno qui in giro… anche perché non credo che abbiano spiccato il volo e se ne siano andati.”

“Ah, tu dici?”

“Sì. Dai, andiamo!”

“Ook…”

Vediamo un po’ chi c’è: i due piloti che stanno controllando l’aereo… a quanto pare; il tizio del giornale che legge il suo giornale (ma come fa?); il vecchio ufficiale… ciò vuol dire che mancano all’appello tre Beatles, la ragazza vestita di grigio e quelle altre due ragazze. Evviva!

“Andiamo a chiedere a lui”

“Lui chi?”

“Quello là, che legge il giornale!”

Perché di sicuro lui avrà visto tutto, ovvio.

“Scusi, non è che ha visto qualcuno di quei tizi che erano con me?”

“Ehm… no, mi spiace. Non ho visto nessuno.”

Mi sta fissando da dietro i suoi occhialetti tondi. Perché continua a fissarmi? E soprattutto, perché diventa sempre più pallido?

“Grazie, scusi per il disturbo signor…”

“Chiamatemi pure Maxwell.”

“Ok. Io sono Rain. Molto piacere.”

“Ed io sono John.”

“R… Rain?”

E allora? Mi chiamo Rain, non è poi così strano!

“Sì, mi chiamo Rain. E’ il mio nome…”

“Sì, sì, capisco. Piacere Rain.”

Mi guarda con interesse. Sto cercando di ricordarmi se l’ho incontrato da qualche parte, ma non mi sembra. Mai visto in vita mia.

“Ok, ora dobbiamo andare signor Maxwell. Arrivederci”

“Arrivederci Rain. Arrivederci…”

“John!”

“Certo. Arrivederci John.”

Dopo gli vado a chiedere perché mi fissava.

“Hey Rain, ma perché quel tipo ti fissava così? Vi conoscete?”

“Non ne ho idea, me lo stavo chiedendo anch’io”

“Boh, sembrava un po’ strano…”

“…Sì… sì…”

“Ah, ecco Paul! Finalmente! Vieni”

Calma! Mi sta trascinando per la manica della giacca verso l’aereo, dal quale stanno scendendo Paul e quella ragazza con i capelli rossi.

!!!

Io riporto i fatti!

Allora non riportare proprio tutto…

Ecco, appunto! Tralascia particolari inutili!

Va bene…  allora Rain, lascia stare i dettagli…

 

Ok, allora, diciamo che Paul sta scendendo dall’aereo e casualmente anche la ragazza dai capelli rossi sta scendendo vicino a lui (ma è un caso, non stanno scendendo insieme, e non stanno parlando!).

Quindi, John mi trascina dal suo amico.

“Ciao Paul! Dove eri finito? Ti stavo cercando…”

“Niente, ero rimasto seduto sull’aereo…”

a chiacchierare con delle voci…

John non sembra molto convinto. Guarda prima la ragazza, poi Paul, poi la ragazza. Le tende la mano.

“Ciao! Io sono John!”

“Penny.”

“Piacere!”

Non mi intrometto, non vorrei guastare la conversazione…

“Ciao… io sono Penny!” dice a me la tizia con i capelli rossi, che ormai ho capito che si chiama Penny.

“Ciao. Sono Rain.”

Vediamo, questa sarebbe la… quarta volta?

“Che bel nome! Mi piace un sacco!”

“Grazie!”

Oh, finalmente.

“Sì, ciao, io sono Paul”.

Sì lo so.

“Ciao. Piacere”

“Paul, hai visto George e Ringo?”

“No, tu?”

“Ma se te lo sto chiedendo!”

“Ah, giusto…”

“Ehm, mi sa che con loro c’è anche Molly.”

La tizia che è svenuta? Bene, adesso ha un nome anche lei.

“Chi è Molly?”

John.

“La mia amica… quella che è svenuta e ha urlato in aereo.”

“Ah, capito. Ma credo che non sia l’unica che urla sugli aerei, vero?” e mi guarda ridendo.

Se voglio urlare urlo, e allora? Problemi?

 

 

************************

‘Giorno! Ecco qui il nuovo capitolo, vi ho lasciato respirare un po’… J

Scusatemi se non ha per niente senso e se è pieno di errori ma quando l’ho scritto ero ispirata, solo che non ero proprio in buona salute mentale (cioè, ho passato la mattina girando per la casa cantando “Lucy in the sky with diaaaaamonds!” tutto il tempo, quindi immaginatevi…)

Non commento oltre che è meglio. Ora non posso rispondere alle vostre recensioni, sono di fretta.

Passo e chiudo

THE Sorriso

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Capitolo 9
*** The fool on the hill (Tapini!) ***


The Fool On The Hill

 

“Uffa George, ma dove stiamo andando?”

“A cercare del cibooooo!!”

Stiamo camminando da… quanto, un’ora? su per una collina. Verso una meta che non conosciamo. Evviva!

“Ma voi non avete fame?”

“No!”

“Mmh…”

Per di più, fa caldo. Il sole spacca le pietre, non c’è un filo d’ombra e alla pista d’atterraggio ci staranno aspettando per partire. Fantastico.

“Uffa, quando arriviamo?”

Vediamo. Non manca molto. Dieci minuti al massimo. Speriamo.

 

Finalmente! Sembriamo i reduci dalla prima guerra mondiale, o una cosa del genere. A Molly sta per venire un arresto cardiaco, Ringo ha una faccia da assassino che mi fa alquanto preoccupare per George, io sto per morire dal caldo e George dalla fame.

Da quassù però si vede tutto. Sotto di noi la vegetazione bassa che si stende fino alla spiaggia, e poi solo l’azzurro del mare. La pista di atterraggio. Una scogliera. E poi ricomincia la spiaggia. Questa collina, tutta ricoperta di cespugli e pietre. Le nuvole, il cielo. No, fermi tutti: l’unica costruzione su quest’ isola è la pista!? E la casa?! Ma dove siamo capitati?

“Ehm… sapete che su quest’ isola non c’è nessuno?”

“Mmh.” George.

“Wow…” Molly

“Bello! …no, cosa sto dicendo? Cioè?”

Oh, qualcuno che mi ascolta finalmente.

“Ehm… a parte questa casa e la pista degli aerei, è tutta sabbia, cespugli e sassi!”

“Bello! Cioè, no! Ma come ci siamo finiti qui?”

Lo vorrei sapere anche io!

 

L’ho deciso io!

 

Ma chi sei?

 

Io sono… ehm… io sono Il Narratore!

 

Wow. E non potevamo finire da un’altra parte?

 

No! Così è scritto e così deve succedere, fine della discussione!

 

Ma siamo praticamente dispersi!

 

Tapini!

 

Eh?

 

Tapini! 

 

Sì, va be’.

 

Hai qualcosa da ridire?

 

Sì!

 

Tapina!

 

Io ti uccido se non la smetti!

 

Me tapina!

 

 

“Anna, ci sei?”

Ops.

“Sì scusatemi…”

Devo smetterla di parlare da sola.

“Dai andiamo a vedere se qui c’è qualcuno…”

“Ok…”

“E se c’è del ciboo!”

“Sì George! Tranquillo!”

Bene, sul davanti di questa casa non c’è nessuna porta. Andiamo dietro.

Ecco, una porticina. George si avvicina e bussa.

“Ehm… c’è  nessuno? Permesso?”

Nessuna risposta.

“George, se scopro che ci hai fatto venire quassù per niente, non so se domani vedrai sorgere il sole…”

“Povero!”

Tapino! No, il sole mi sta dando alla testa…

“Dai, qualcuno ci sarà, no?”

“Continuiamo a girare intorno alla casa.”

Sì è fatto tardi, è quasi il tramonto e il sole sta scendendo sul mare. Se non fosse per alcuni insignificanti particolari, cioè che i piloti dell’aereo hanno avuto la brillante idea di fermarsi su quest’isola, sarebbe anche bello.

Dietro la casa ci sono delle rocce. E sulle rocce c’è un uomo, seduto, che guarda il sole scendere verso il mare. Oh, io lo dicevo di continuare. E’ girato di schiena, porta un cappotto nero (ma si muore di caldo!), ha la testa fra le mani ed è immobile.

“Scusi, signore…?”

L’uomo… rimane immobile.

Ci avviciniamo.

“Scusi?”

Si volta. Ci squadra con i suoi occhi… i suoi occhi! Uno è nero, più nero del carbone. L’altro invece è color del ghiaccio. Fa paura. Guardo gli altri. Il sorriso di George si sta trasformando in un’espressione di spavento. Ringo guarda fisso nel vuoto. Molly guarda a terra.

“Chi siete?”

Bene, io non rispondo.

“Ehm… siamo arrivati qui su un aereo, e ci chiedevamo se per caso lei avesse qualcosa da mangiare…”

“Su un aereo dici?”

“Sì…”

“Tapini!”

Giuro che lo uccido.

George fa una faccia poco convinta.

“Dovrete aspettare un po’ prima di ripartire, allora…”

Ci guardiamo.

“Perché?”

Sorride, un sorriso folle. Poi si volta e torna a guardare il sole che tramonta. Ci allontaniamo, torniamo sul davanti della casa.

“Perché non dovremmo ripartire?”

“Ma no, quello è pazzo. E’ solo un pazzo su una collina. Torniamo, così potremo partire tranquilli. Mi dispiace George, ma dovrai aspettare per mangiare…”

“Ma uffa! Non è giusto! E’ colpa della pietra!”

Ancora con la pietra! No.

“Dai, sbrigatevi, andiamo.”

 


Day after day, alone on the hill,
The man with the foolish grin is keeping perfectly still.
But nobody wants to know him,
They can see that he's just a fool.
And he never gives an answer .....
But the fool on the hill,
Sees the sun going down.
And the eyes in his head,
See the world spinning around.
Well on his way, his head in a cloud,
The man of a thousand voices, talking perfectly loud.
But nobody ever hears him,
Or the sound he appears to make.
And he never seems to notice .....
But the fool on the hill,
Sees the sun going down.
And the eyes in his head,
See the world spinning around.
And nobody seems to like him,
They can tell what he wants to do.
And he never shows his feelings,
But the fool on the hill,
Sees the sun going down.
And the eyes in his head,
See the world spinning around.

 

Che?

 

Niente, niente.

 

Mmh…

 

Non sapete cosa vi attende!

Ops, non dovevo dirlo…

 

Cosa? Eh? Ma che dici?

 

Io? Niente…ehm… tapini!

 

Ma tu non esci viva da qui…

 

Me tapina!

 

 

 

*********************************

Ta-da! (si scrive così? Boh…)

Ecco il nuovo capitolo, con il folle sulla collina xD

 

Non commento oltre.

 

Grazie a chi legge e recensisce, in particolare:

Clafi: grazie! Uh, su un aereo? Dove andavi di bello? Te lo immagini, girarsi e trovare i Beatles? Se, magari… J

Zazar: sono contenta che ti diverta, pensavo di aver fallito nel mio intento xD Sì comunque povera Rain, chissà quanti commenti sul suo nome… (per esempio, Word me lo da sbagliato xD)

Thief: sì le vocine sono malefiche… J Mi sa che la pazzia è una cosa comune per i fan dei Beatles allora (io sono sempre fuori di testa xD)…

Laban: quel signore… si saprà presto qualcosa, forse. Povero Paul non ti arrabbiare con lui, lui deve recitare! xD

Marty: sì, Lucy in the sky with diamonds. Boh, non so perchè… comunque ti sei risposta bene, vedremo J

 

Bene, ora vi lascio perché devo fare i compiti (me tapina! Me tapina!xD).

Ciao a tutte

THE Sorriso

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Capitolo 10
*** Wait! (niente panico!) ***


Wait

 

Bene, adesso abbiamo anche perso Molly! Fantastico! Ma perché quella ragazza si deve sempre cacciare nei guai?

“Sentite, io vado a cercare Molly. Lei ha… la propensione per finire in qualche guaio. Quindi, ciao a tutti.”

“Aspetta, vengo con te!”

Oh ma che carino Paul.

Cooooosa?

Scherzavo.

Aaaah…

Fiuu!

“Vengo anche io allora!”

Oh no, non ne bastava uno. Ecco, Paul lo sta guardando con una faccia assassina.

“Ma tu rimani qui, così se l’aereo parte puoi dire di aspettarci!”

No!

“Ma io voglio venire con voi a cercare George e Ringo!”

“E dai John, ha ragione Paul. Qualcuno qui ci deve rimanere…”

No!

Cioè, meglio uno che due, ma non può venire anche Rain?

“Mmh… va bene…”

No!

No!

No!

Sì ho capito, mi tocca…

“Però andiamo, veloce, anche perché il sole sta tramontando!”

“Non mi ero accorto che fosse così tardi…”

“No, neanche io. Quindi, sbrigati!”

“Agli ordini!”

Ok, facciamo il punto della situazione. Stamattina sono arrivata all’aeroporto. Poco dopo mezzogiorno sono salita sull’aereo. Siamo partiti. I piloti ci hanno detto che ci dovevamo fermare per alcuni controlli. Ci siamo fermati su quest’ isola sperduta dove c’è una pista di atterraggio e… sabbia. Ho perso la mia amica e la sto andando a cercare in compagnia di questo… individuo che si è offerto di accompagnarmi. Andiamo bene, Penny!

Oh no, parlo anche da sola adesso.

“Ehm… ma dove andiamo di preciso?”

“A cercare i tuoi amici e Molly e Anna…!”

“E come facciamo a sapere dove sono andati?”

“Per esempio perché sulla sabbia ci sono delle orme?”

“Wow, geniale!”

Ma no?

Camminiamo. Prima faceva caldo, adesso si sta un po’ meglio per fortuna. Speriamo di trovarli velocemente, così torniamo indietro, ripartiamo e finalmente me ne torno a casa, in Inghilterra. Oh no, e Molly ricomincerà con i concerti di questi quattro pazzi! No, non ci voglio pensare!

“Ma secondo te dove sono andati?”

“George aveva fame – stranamente -. Quindi… a cercare del cibo?”

“Wow. Oh no!”

“Cosa?”

“La spiaggia è finita!”

“E allora?”

“E allora non possiamo più vedere dove sono andati!”

“Mmm… dato che c’è un sentiero solo, propongo di seguirlo!”

“Giusto.”

“Modestamente…”

Modesto? Tu? Ma che scherziamo?

“Andiamo… non eri tu che avevi fretta?”

“Sì scusami…”

E andiamo per questo sentiero. Giuro che quando trovo Molly la uccido. Se non sarà già morta da sola. Ma no, che dico? Sto impazzendo. Aiuto!

“Ehm… Penny? Abbiamo un problema.”

“Oh- oh”

C’è un bivio del sentiero. Ma che senso ha fare un bivio in un posto dove non abita nessuno! Cioè, che senso ha il sentiero!

“E cosa facciamo?”

“Scegliamo caso?”

“Ok. A sinistra?”

“Proviamo.”

Così dicendo, ci avviamo.

 

E’ un sacco di tempo che camminiamo. Credo che sarebbe stato meglio andare a destra. E, peggio ancora, è quasi buio! Il sole sta tramontando!

“Paul?”

“Sì?”

“Ci siamo persi?”

“Ma no che dici… credo di sì.”

“Torniamo indietro, si sta facendo buio!”

“Ok ma… dov’è indietro?”

“Facciamo il sentiero al contrario...”

“Piano geniale… se non fosse che non siamo più sul sentiero!”

“COME?”

“Io seguivo te, se non lo sai tu!”

“Ma io stavo seguendo te!”

“Cioè vuol dire che siamo dispersi in mezzo ad una pianura ricoperta di cespugli?”

“In pratica sì…”

“Evviva… moriremo tutti!”

Aspetta! Niente panico!”

“Ma non riusciremo mai a tornare indietro! Gli altri ci abbandoneranno su quest’isola e moriremo!”

“No dai… però…”

“Adesso è buio.”

“Esatto”

“Fantastico”

Proprio fantastico. Sono su un’isola chissà dove, la mia migliore amica è dispersa chissà dove e sono dispersa anche io chissà dove!

“Ok allora… domani cerchiamo la strada.”

Geniale…

“E fino a domani?”

“Ehm… bella domanda!”

 

**********************************************

Bene, e con questo siamo a quota sei dispersi. Ce ne saranno altri? Che fine faranno quelli attuali?

Lo saprete solo nel prossimo capitolo anche perché ora devo andare dal dentista (me tapina! xD). Quindi scusate se non rispondo alle recensioni, grazie a tutte voi che leggete e recensite…

Ciao a tutte

THE Sorriso

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Capitolo 11
*** Do you want to know a secret? ***


Do You Want To Know A Secret?

 

E’ quasi buio! Ma non dovremmo già essere arrivati a quest’ora? Io vado dal pilota.

“Rain, dove vai?”

“Vado a chiedere ai due piloti cosa ci facciamo qui…”

“Buona idea! Vengo anche io!”

“Ok…”

I due sono ancora lì vicino all’aereo che controllano qualche… meccanismo.

Non hanno smesso un attimo da quando siamo arrivati. Che ci sia qualche problema?

“Ehm… scusate, c’è qualche problema all’aereo?”

Si girano.

“No, no, stiamo solo facendo alcuni controlli perché si era accesa una strana spia… ma è tutto ok.”

“Bene. E tra quanto ripartiremo?”

“Spero entro stasera.”

“Oh, per fortuna.”

“Già.”

“Grazie, mille, scusate per il disturbo!”

“No aspetta Rain! Scusatemi, ma se per caso ci fosse qualcuno che se n’è andato e non è ancora tornato, lo possiamo aspettare vero?”

“Certo, però è meglio che chiunque sia si sbrighi.”

“Grazie. Arrivederci.”

“John ma dove saranno finiti tutti?”

“Non ne ho idea…”

Passiamo davanti al tizio del giornale (che adesso non sta più leggendo, miracolo!) e al vecchio ufficiale che stanno parlando.

Il sole è tramontato.

“Guarda, arriva qualcuno!”

È vero, stanno arrivando George, Ringo, Molly e quell’altra di cui non so il nome. Fantastico, la quota dispersi scende a due.

“George! Ringo! Ma dov’eravate?”

“Il ragazzo qui aveva fame. Così l’abbiamo accompagnato a cercare del cibo e abbiamo trovato… un pazzo su una collina.”

“Un pazzo su una collina?”

John sembra perplesso.

“Sì, io gli ho chiesto se aveva qualcosa da mangiare ma ha detto solo “Tapini!” e poi ha detto che non ripartiremo subito da qui.”

“Coosa?”

Arriva quell’altra ragazza.

“Sì… ha detto che dovremo aspettare. Ma era solo un pazzo. Probabilmente si sbaglia.”

“Lo spero!”

“Già…”

“Comunque, avete visto Paul e Penny? Erano venuti a cercarvi!”

“No! Pensavamo che fossero qui con voi…”

“Ha ragione Anna…”

Ecco, adesso ci siamo persi quei due. Ma dico, non potevamo rimanere tutti qui e aspettare pazientemente? Troppo difficile!

“E quindi dove sono finiti?”

“A me lo chiedi?”

“Giusto…”

“Dai, torneranno… aspettiamo qui.”

“Ottima idea.”

E torniamo all’aereo. Io prima devo fare una cosa però…

“Ehm… io devo fare una cosa. Vi raggiungo dopo.”

“Ok!”

Si allontanano. Io invece mi avvicino al tizio del giornale. Il vecchio non c’è neanche più. Sarà andato… boh, non mi interessa.

Voglio capirci di più.

“Scusi… la disturbo?”

“No, figurati. Rain, giusto?”

“Sì. E lei è il signor Maxwell.”

“Esatto. Bisogno di qualcosa?”

“No… cioè, io volevo chiederle… ci conosciamo? Perché mi ha dato quest’impressione prima…”

“Siediti Rain.”

Sedermi?

Perché?

Mi guarda gravemente. Cosa succede?

“Ascolta Rain… forse ti devo dire una cosa.”

Dirmi cosa?

Sento che è giunto il momento di riaprire un capitolo della mia vita che credevo definitivamente chiuso. Che io avevo chiuso.

 

 

 

************************************

Ciao a tutte!

Spero di avervi messo un po’ di curiosità con questo capitolo… ma ovviamente le risposte saranno svelate più avanti xD

Adesso rispondo alle recensioni, tanto non ho più niente da dire.

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono:

 

Marty: sì, hai ragione, Penny non si può lamentare di niente… xD

Laban: oh bene sono contenta che ti piacciano le voci… comunque ritorneranno, non ti preoccupare!

Zazar: si, qua si disperdono tutti… sono contenta che ti piaccia anche se non ha alcun senso! J Eccoti il capitolo.

Thief: sì, viva l’ottimismo! Per quei due dispersi… mah, vedremo. Di sicuro le vocine ritorneranno ancora… °_°

 

Con questo vi lascio,

ciao a tutte!

THE Sorriso

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Capitolo 12
*** Carry that weight (nel settembre di dieci anni fa...) ***


Carry That Weight

 

Va bene, ed io mi siedo.

Forse mi sto facendo troppi problemi. Forse l’ho incontrato da qualche parte, negli Stati Uniti. Forse è un conoscente. Forse no.

Credevo di essere pronta invece…

“Rain.”

Buon inizio.

“Hai sempre vissuto negli Stati Uniti, Rain?”

“No… quando ero piccola, vivevo in Inghilterra. Poi mi sono trasferita dopo… dopo…”

“Niente, lascia stare. Non serve spiegare.”

“Non capisco… lei come fa a sapere… di mia madre?”

“Non ti viene in mente niente, Rain?”

“Sinceramente, no.”

“Ecco… sì, in effetti, forse tu non sapevi nemmeno della mia esistenza.”

 “Credo di non capire”

 “Certo. Ebbene, te lo dirò con tutta franchezza, senza giri di parole…”.

Ma cosa?

“… io… io sono tuo padre, Victoria.”

Victoria. Victoria. Da tanto tempo non sento pronunciare quel nome. Il mio nome… ma Victoria ha smesso di esistere tanto tempo fa. E ora, come può essere mio padre quest’uomo che conosce il mio nome, il mio vero nome?

“Ma… ma mio padre è… lui è… morto…”

“No, Rain. Così ti ha detto tua madre. Dopo il divorzio non ha più voluto vedermi. Non ha più voluto che io vedessi te. E così, ti ha detto che ero morto. L’ultima volta che ti ho visto, giocavi nel parco con i tuoi amici. Ti guardavo spesso passare i pomeriggi lì. Ovviamente, tu non sapevi chi io fossi. Poi, è successo quel che è successo. E tu sei partita.”

No.

Come può essere.

Mio padre… lui?

Mio padre è morto!

Mia madre non può avermi mentito.

Non ci credo… non ci voglio credere…

“Lo so Rain, è un duro colpo per te. Ma ti prego di credermi.”

“No… no…”

Non lo so più.

Non posso crederci…!

Non ce la faccio. Mi alzo, corro via.

Gli altri mi guardano mezzi sconvolti. Ed io come dovrei sentirmi? È come se il mondo mi stesse cadendo addosso. C’è anche John… istintivamente mi butto tra le sue braccia. Scoppio in lacrime. Chi mi può capire adesso?

“Non piangere, Rain.”

Se sapessi cosa provo non mi diresti di non piangere.

Come risposta scoppio a piangere ancora più forte.

Però tu sei qui. Mi tieni tra le tue braccia. Se solo potessi consolarmi…

“Sono qui Rain...”

Grazie.

Perché ho bisogno di qualcuno che mi possa capire.

Tutt’a un tratto decido di tornare sui miei passi, di cancellare dieci anni di storia. E altrettanto improvvisamente tutto crolla, come un castello di carte.

Non so più chi sono.

Chi sono io?

Dove vado?

Sono Rain, o sono Victoria, che dopo tanti anni ritorna a vivere?

Non lo so.

Sto ancora piangendo.

E John mi stringe ancora a sé.

“Rain, se hai bisogno di parlare con qualcuno…”

“Grazie John.”

Forse è ora di riaprire quel cassetto che avevo pensato di poter dimenticare. Forse devo raccontarlo a qualcuno.

Ci sediamo sulla sabbia fredda.

Lui mi accarezza i capelli, dolcemente.

Forza e coraggio Rain.

“Ho preso l’aereo per tornare in Inghilterra, dopo dieci anni. Sono andata via da Londra quando ero una bambina, o poco più. Prima vivevo con mia madre. Pensavo che mio padre fosse morto, avendo creduto a quello che mi aveva raccontato mia madre. E Rain non è il mio nome. A Londra ero Victoria Stuart. Poi, un giorno, mia madre è morta. Sono rimasta sola, senza parenti o persone su cui poter contare. E così, ho tentato. Sono partita.”

Mi sento liberata da un peso.

“Una mattina di settembre, mi sono avviata all’aeroporto. Avevo una borsa, con dentro qualche risparmio, dei vestiti, un quaderno e una matita. Ho comprato un biglietto per gli Stati Uniti, e da quando l’aereo è decollato, ho smesso di essere Victoria Stuart, e sono diventata Rain. A chi poteva importare il mio cognome?

A Boston mi sono rifatta una vita. Ho coltivato il mio sogno, mi sono data alla pittura. A poco a poco, la ferita ha cominciato a rimarginarsi, anche se non si è mai richiusa del tutto.”

“Un giorno, ho trovato una lettera. Era di un mio parente. Pare che mia madre fosse stata sposata con un altro prima di conoscere mio padre. E ha avuto un figlio, che ha voluto contattarmi. Pensavo di poter essere abbastanza forte da riaprire una finestra sul passato. E poi, su quest’aereo, ho incontrato mio padre. Mio padre, che io ho sempre creduto morto.”

“E così, in un solo giorno, mi sono resa conto che forse non sono così pronta per riaffrontare il mio passato, per ritornare Victoria Stuart; e ho scoperto di aver sempre vissuto con mia madre che mi aveva mentito. E ora… non so più chi sono, cosa devo fare. Non capisco più niente.”

La sensazione che mi portavo dietro da una vita è scomparsa. Quando sono partita, sapevo che avrei sempre dovuto portare il peso della mia storia per sempre. Ma ora non lo sento più.

E così continuo a piangere, tra le braccia di una persona che praticamente non conosco. Ma per la prima volta dopo tanto tempo mi sento a casa, come non mi succedeva da anni.

 

 

 

*******************************************

Ciao a tutte! Come va? Io abbastanza bene, a parte che stasera devo andare a una festa e non  ne ho nessuna voglia… a parte questo… ecco qui il capitolo, non sapevo bene come scriverlo, però dovevo scriverlo! Quindi, spero che sia riuscito in modo decente…

Adesso rispondo alle recensioni dato che tempo J

Laban: non ti preoccupare, le vocine ritorneranno! Non credevo piacessero così tanto xD Il pazzo sulla collina… anche lui ritornerà… ops… io parlo troppo…

Zazar: svelato il mistero… più o meno. Poi si chiarirà tutto andando avanti nella storia…

Marty: ah sì la musichetta! xD Stupenda xD Ecco a te la soluzione!

Thief: svelato il mistero di Maxwell… più o meno. Sì le voci ritorneranno, tranquilla! Sì be’, un pazzo sulla collina è una cosa rara! ;-)

 

E adesso vi saluto e vado a fare matematica J

Ciao ciao

THE Sorriso

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Capitolo 13
*** Good night, sleep tight (il ritorno delle vocine...) ***


Good night, sleep tight

 

“Bella risposta!”

“Hey, già ho avuto un’ idea geniale, non pretendere troppo!”

Sentite il signor Ego Smisurato…

“Non era poi così geniale!”

“E invece sì!”

“Adesso ce l’ho io un’idea: smettiamola di litigare.”

“E’ un buon inizio…”

Eh già, chi l’avrebbe mai detto.

“Bene. Adesso pensiamo a cosa fare.”

“Aspettiamo che qualcuno ci trovi!”

“Ma secondo te ci vengono a cercare con il buio in questo posto? Secondo me sono anche già partiti…”

“Senti, se proviamo a tornare indietro ci perdiamo più di ora!”

“Va bene, hai un piano migliore?”

“Ehm… ovvio! Io ho sempre un piano migliore… in effetti… no.”

“Bene.”

“Bene. Quindi…”

“Quindi andiamo!”

“No! Ok, non avrò un piano migliore, ma se ci muoviamo è peggio! L’ho detto davvero?”

“Cosa?”

“Che non ho un piano migliore…”

“Sì l’hai appena detto!”

“Noo! Sono rovinato!”

“Ma smettila…”

“Ok. Non è stato così male dopo tutto…”

Ma che scoperta!

“Va bene. Ti ricordo che non abbiamo ancora concluso niente…”

“Non è colpa mia!”

“Facciamo così: io vado e tu stai qui!”

Sì perché se qui non mi sveglio un po’ io va a finire che non risolviamo niente.

“Aspetta Penny!”

E mollami la mano! Io faccio quello che voglio! E ti ho detto di mollarmi la mano!

Bravo, finalmente si è accorto che lo sto guardando male. Sembra piuttosto imbarazzato… povero. Ma no, che dico?

“Cosa c’è?”

“Dai, non avere fretta!”

“Questa è bella. Cioè siamo dispersi non so dove e mi dici di non avere fretta?”

“Non avendo idee migliori… oh no, l’ho detto di nuovo!”

“La smetti?”

“Scusami…”

Finalmente!

“Se ci muoviamo da qui rischiamo di perderci ancora di più, hai ragione. Ma se rimaniamo qui non risolviamo nulla. Per di più è notte, e non si vede niente! Accidenti all’aereo…”

“Dai, stai tranquilla… siamo solo dispersi tra qualche cespuglio! Insomma, poteva andare peggio!”

“Tipo?”

“Tipo potevamo essere rapiti dagli alieni…”

“Molto confortante la cosa…”

“Dai, qualcosa succederà, prima o poi.”

Ti avevo detto di mollarmi la mano! Ma allora non mi ascolti! E cosa mi guardi a fare così? Però… però… quei tuoi occhi… così rassicuranti… così belli…

“Penny? Penny?”

“Cosa? Ah sì.”

Ops. Mi ero incantata… e ma ci credo, davanti a degli occhi così… no, no, di nuovo, basta Penny!

Non ti far venire strane idee, capito?

Ecco, hai capito?

Io? Che? Ora sento anche le voci? Sono impazzita!

Proprio tu! Non sei impazzita!

Che sollievo… ma no, sto parlando ancora con delle voci nella mia testa!

Non siamo nella tua testa!

Ehm… ok…

“Paul ma senti anche tu delle voci?”

“A - ha, vedi che non ero impazzito? Le senti anche tu! Evviva!”

Mi devo fidare?

Sì!

Ok. E cosa volete dalla mia vita allora, Voci?

Niente!

Ma no!

Cosa?

Non ti ricordi il piano?

Ehm… veramente no…

Brava!

Spiegamelo tu dato che sai tutto!

Ecco, il piano è: …ehm… me lo hai fatto scordare!

Allora non ti arrabbiare con me!

Ma sennò con chi mi posso arrabbiare?

Non lo so!

Avete finito?

Sì, scusa.

Scuse accettate.

“Cosa dicono le voci?”

“Ma non c’è nessuna voce!”

“Ook… comunque, che si fa?”

“Non lo so… non credo che qualcuno ci verrà a cercare, comunque.”

“Come no! Insomma, io sono Paul McCartney, non si possono dimenticare di me!”

“A quanto pare l’hanno appena fatto…”

“Già. Uffa.”

Questo ha dei problemi. Seri problemi.

“E quindi?”

“E quindi… aspettiamo.”

“Ma… ok, hai ragione.”

“Evviva!”

E cosi ci sediamo sull’erba, sperando che succeda qualche miracolo.

Buona notte, Penny!

 

 

 

*********************

Ogni capitolo riesce a diventare più stupido del precedente… come possa succedere è un mistero. J

Avete visto che sono ritornate le vocine? Questa volta però hanno avuto qualche problema con il copione… ok non commento oltre che è meglio.

Passiamo alle recensioni:

Zazar: tranquilla, tanto la storia non scappa! J Comunque, ecco a te il seguito, anche se da un’altra parte xD

Clafi: avevi indovinato allora, brava! *applausi* Comunque anche nella storia continuerà a chiamarsi Rain… è più artistico xD

Laban: tranquilla che continuerà a chiamarsi Rain xD. Le vocine sono ritornate, visto? Ma non puoi tradire Paul con il pazzo sulla collina (che tecnicamente sarebbe Paul anche se in questa storia no… ok discorso contorto… passo e chiudo!)

Thief: sì probabilmente la storia di Rain è l’unica sensata all’interno di tutta la storia xD Comunque quel più o meno… si capirà prima o poi…

Marty: bello, ho azzeccato il nome di Rain allora xD (telepatia…?).Basta, nomino la musichetta colonna sonora ufficiale della storia J

Ciao a tutte e buon carnevale e buone vacanze a chi è in vacanza xD

THE Sorriso

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Capitolo 14
*** Ta-ta-ta-taaaaan (si cambia musica!) ***


Ta-ta-ta-taaaaan

“Ehm… ma sapete dove sono finiti Penny e Paul?”

“Basta Ringo! È da un’ora che continui a ripetere la stessa domanda!”

“Forse perché sono venuti a cercarci ma noi siamo qui e loro ci stanno ancora cercando chissà dove e noi tra un po’ dobbiamo partire?”

“Forse… ma dai, vedrai che arrivano…”

“Sarà…”

In effetti, è un po’ che mancano… chissà dove ci stanno cercando…

Comunque, a parte tutto, non si sta male in questa strana compagnia. Molly è abbastanza simpatica, George e Ringo… anche. Sono divertenti. Finalmente un po’ di pausa dalla mia vita monotona. Rain è sparita. John anche. Il tizio con il giornale è seduto a guardare il mare. Mio nonno sta litigando con i piloti… ma io lo lascio litigare. Non ho intenzione di farmi importunare ancora da lui.

“Dai, inganniamo un po’ il tempo. Dove vivi, Anna?”

No, io odio parlare di me… fa niente, posso farcela rispondendo a monosillabi. O quasi.

“A New York…”

“Bello! Sei nata lì?”

“Sì.” Mi sento in dovere di aggiungere qualcosa… “però i miei sono inglesi…”

“Ah! Bello! Di dove?”

“Londra…”

“Wow.”

Non sono l’unica che risponde a monosillabi evidentemente…

“E che lavoro fai?”

“Sono una giornalista.” E ricominciamo da capo.

“Bello! Bello! Cosa scrivi?”

Scrivo cose che non mi interessano. Non so neanche perché faccio ancora questo lavoro che non mi piace.

“Un po’ di tutto… ma non mi piace…”

“Perché?”

“Perché gli articoli che mi affidano non mi interessano minimamente!”

“Wow… e allora perché continui?”

Già, bella domanda, George. Perché non smetto? Perché non inizio a fare quello che mi piace veramente?

“Non lo so neanche io… mio padre era un giornalista molto importante e dal giorno in cui sono nata sono stata destinata a seguire le sue orme… purtroppo.”

“Ma no, Anna! Tu devi fare quello che ti piace! Se tutti seguissimo la strada che è stata già preparata per noi, senza aspirare al minimo cambiamento, saremmo ancora a dipingere sulle pareti delle grotte e a fare le danze intorno al fuoco!”

Risate generali. Però Ringo ha ragione, accidenti se ha ragione! Sì, facile a dirsi, poi farlo è un altro paio di maniche.

“Hai ragione… ma non è così facile come sembra!”

“E dai, cosa ci vuole?”

Ci vuole che ho sempre fatto tutto quello che mi hanno imposto i miei genitori. Sempre, fin da bambina, e poi crescendo.

Adesso basta. Anna Moonlight ha deciso che si cambia musica.

“… niente! Hai ragione Ringo! Ho deciso, voglio variare. Ho sopportato per troppi anni questa oppressione, e ho voglia di cambiare!”

“Brava, così si fa! Nessuno ti deve dire cosa fare, l’unica che può decidere il suo destino sei tu!”

“Già. Sono proprio contenta di aver preso questo volo. Sennò, una volta tornata negli Stati Uniti, avrei ripreso la mia vita monotona di prima.”

E invece, guarda un po’, non so neanche se ci torno negli Stati Uniti. Sono stanca. Attenzione attenzione, un annuncio a tutti quanti.

(Musichetta di sottofondo…  Ta-ta-ta-taaaaan)

Non interrompere!

Scusa, scusa. Dicci l’annuncio importante allora.

 D’ora in poi la mia strada la scelgo io. Alla faccia dei miei genitori. Non mi hanno mai lasciato uno spiraglio di libertà, mai una volta ho potuto scegliere io cosa fare, quando farlo, con chi stare. “Non si addiceva alla mia condizione...”. No, adesso basta. La vecchia Anna non esiste più. La vecchia Anna oppressa dalla sua stessa vita è morta negli Stati Uniti. Da adesso ci sarà una nuova Anna. Anche se mi sento già le proteste dei miei, del mio caro nonno e ancora peggio delle mie zie. Pazienza. Era da un po’ che meditavo di farlo, ma non avevo mai trovato il coraggio. Mai fino ad ora. E per questo devo ringraziare un simpatico batterista e un chitarrista perennemente affamato.

Sorrido, e mi sento come rinata.

“Vedi, abbiamo fatto una buona azione!”

“Già… mi raccomando Anna, non voglio più vederti scrivere per quel giornale. Hai capito?”

“Sì, è una promessa e voi e a me stessa.”

“Evviva! Evviva!”

Certo che è proprio difficile per George contenere la sua gioia. Eccolo che ricomincia a saltellare, trascinando anche Molly con sé. Che tipo!

 

 

 

******************

Ed ecco qua, un altro capitolo. Ritorna Anna che era stata lasciata un po’ da parte… tapina… va bene, passiamo alle recensioni.

 

Clafi: uh, mi piace “gasato dall’ego-smisurato”! C’è anche la rima! Che poetessa J Comunque tranquilla, le vocine torneranno alla carica con un nuovo entusiasmante piano!

Thief: no ma guarda che essere rapiti dagli alieni è una delle cose più comuni del mondo, non lo sapevi? J Comunque grazie mille, sono proprio contenta che questa storia ti piaccia!

Zazar: sì peggiora proprio… ma d’altra parte lui è Paul McCartney, gli si può perdonare tutto! (forse)

Laban: anche le vocine sbagliano… sono umane anche loro dopo tutto. Il pazzo sulla collina… mmm… divertiti! xD

 

Marty: ecco, vedi, il capitolo si chiama “Ta-ta-ta-taaaaan”! Sì, non avevo un nome migliore, quindi ho pensato: “perché no…”. Vedo che le vocine riscuotono successo!

 

Ora vado, ciao a tutte, grazie anche a quelli che leggono solamente.

Buon proseguimento di giornata

THE Sorriso

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Capitolo 15
*** Bright are the stars that shine... (...dark is the sky...) ***


Bright are the stars that shine…

È passato un po’ di tempo. Non so di preciso, so solo che sono ancora qui a piangere tra le braccia di John. E non so neanche perché. Forse piango dalla felicità… felicità di essermi liberata finalmente di questo peso che portavo da troppo tempo.

Il cielo è limpido, pieno di stelle luminosissime. La luna sta sorgendo, sorride al mondo e manda un bagliore argenteo cha fa luccicare il mare. Si sente il rumore delle onde sulla spiaggia, il vento tra le fronde degli alberi… è tutto così bello! E allora perché sto ancora piangendo? Non lo so.

Basta, ormai piangere non serve a niente. È vero, ne ho passate di tutti i colori, ho tenuto per anni un segreto che ha finito con il distruggermi… ma ormai è tutto passato. Basta, ora si volta pagina.

Smetto di piangere (avrei anche finito le lacrime…) e mi allontano da John.

“Tutto bene… Rain?”

“Sì, tutto bene. Grazie.”

“Sicura?”

“Sì…”

“Bene… mi dispiace…”

“Basta, non serve dispiacersi. Quello che doveva succedere è successo. Né tu né io ci possiamo fare niente.”

“Ok… comunque… se devi parlare con qualcuno…”

“Grazie.”

Mi sento come rinata, ora.

“Torniamo dagli altri?”

Sennò ci danno per dispersi, e di dispersi ce ne sono già abbastanza.

“Hai ragione… andiamo.”

Mi alzo, mi incammino. Sento che mi prende la mano. Mi sorride. E così ci avviamo, alla luce delle stelle, che brillano anche nella notte più scura.

 

 

***************************

Eccomi qui! Questo capitolo è cortissimo, scusatemi J Spero di aggiornare ancora entro stasera. Adesso scappo, vado a studiare antologia (che mi sembra una materia inutile ma devo essere interrogata… evviva!)

Ciao ciao

THE

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Capitolo 16
*** I'm so tired ***


I’m So Tired

 

L’erba è morbida e soffice. E per fortuna, perché per colpa di qualcuno qui (il riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale…) non so per quanto ci dovrò stare. Dopo tutto io me ne stavo così bene seduta vicino ad Anna sull’aereo, ed è arrivato questo tizio. Già provo una repulsione naturale verso coloro che si presentano così, se poi con questi mi ci devo pure perdere di notte chissà dove, è anche peggio. Insomma, perché deve capitare proprio a me? Che cosa ho fatto di male per meritarmi questo?

“Dai Penny, dimmi qualcosa… lavori, studi o cosa?”

Ma cosa ti interessa?

“Studio.”

“Wow! Cosa?”

Posso ucciderti?

No dai, poi mi muore un personaggio, cosa faccio?

Mmh… ok…

“Musica.”

“Bello! Che strumento suoni?”

Non ti interessa! NON TI INTERESSA!

“Il pianoforte…”

“Sei una pianista allora!”

Acuta osservazione!

“Ma no?”

“Dai… perché sei così di poche parole?”

“Forse non ti sei accorto che siamo dispersi… da qualche parte!”

“Non tutto il male vien per nuocere…”

Che cosa vuoi dire? Guarda che ti tengo d’occhio!

“Cioè…?”

“Guarda la cosa dal lato positivo…”

“Se mi dici che potevamo essere rapiti dagli alieni, comincia a correre!”

“Ma no, quella era una battuta!”

“Ah…”

Che battuntona!

E smettila di ridacchiare.

“…”

Taci che è meglio. Muto!

“Hai dei fratelli o delle sorelle?”

Ti dissi muto!

Oddio ma come parlo? Sto impazzendo, aiuto! Cioè, in realtà dovrei dire “come penso”…

“Ho una sorella…”

“Spero sia un po’ più socievole di te…”

“Grazie!”

Ma chi ti credi di essere?

“Dai, scherzavo. Come si chiama?

È un interrogatorio?

“Penny.”

“Bel nome…”

Ma sei scemo allora!

“No, aspetta! Si chiama come te?”

“Benvenuto tra noi! Scherzavo, si chiama Lucy.”

“Ah. Bel nome lo stesso.”

Bene. Ho ottenuto la tua approvazione. Sinceramente non mi interessa…

“Perché non dici niente?”

“Non ho voglia di parlare!”

“Perché?”

“Così.”

“Ti sono antipatico?”

Noooo. Assolutamente. Tu? Nooo!

“Nooo…”

Sorrisino finto. Ferirei la tua vanità.

“No, davvero?”

“No.”

“Dai… siamo partiti con il piede sbagliato forse…”

Grazie, me ne stavo lì tranquilla e arrivi tu…!

“Forse…”

“Guarda che non sono antipatico!”

Sarà.

“Va beene…”

“Mmh…”

Zitto! Basta!

“Dove abiti?”

BASTA!

“ A Londra…”

“Wow.”

Sono stanca. Molto stanca. Finalmente è zitto. Silenzio.

Però dai, non è così male dopo tutto. Il cielo è stupendo, finalmente si vedono le stelle. A Londra non si vedono mai le stelle.

Povero Paul, mi sento in colpa… un pochino.

“E’ bello il cielo stasera…”

Complimenti Penny, non potevi trovare frase più idiota. Era meglio se continuavi a stare zitta.

 

 

 

************************************

Lo so che avevo ditto che avrei aggiornato l’altro giorno ma poi dovevo studiare… per fortuna sono stata interrogata anche se non so quanto ho preso (perché il mio prof. deve ricevere gli spiriti in sogno per decidere il voto…)… fa niente.

Ecco il nuovo capitolo stupido come al solito. Passiamo alle recensioni. Grazie a tutti voi che leggete, in particolare a chi recensisce cioè:

 

Laban: è nella mia natura preoccuparmi J Comunque grazie, spero ti piaccia anche questo!

Clafi: no, sono stupende le recensioni in rima! Io non ho tutta questa fantasia! Comunque grazie J

Marty: ormai il lupo è crepato xD No, povero… anche io adesso ho finito i compiti… evviva! Comunque grazie, non so come faccio, io scrivo… poi boh…

Zazar: posseduta da Dante? Wow! Sì be’, io di notte mi sogno Omero… bah… grazie, spero che ti piaccia anche questo capitolo.

Thief: ecco il seguito, grazie mille! Finalmente qualcuno che la pensa come me! Proprio non vedo il senso di antologia… poi mai che il mio prof. chieda “vi è piaciuto questo racconto? Sì-no perché?” Bah…

 

Adesso vado

Ciao a tutte

THE Sorriso

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Capitolo 17
*** Things we said today ***


Things We Said Today

 

E’ una serata di sorrisi, questa. Tutti parlano e ridono, e l’allegria è palpabile nell’aria. Non saprei perché. Sarà che i due intelligentissimi piloti ci hanno appena detto che possiamo ripartire, finalmente (per fortuna, già mi immaginavo dispersa su quest’isola e poi morta di fame… ma che ottimismo!). Dobbiamo comunque aspettare Penny e Paul, che sono veramente dispersi. Ma il peggio è passato, oramai.

E io ho deciso, rimarrò in Inghilterra. Non so ancora dove starò, ma l’importante è che non ritornerò con mio nonno negli Stati Uniti. Non voglio più tornare alla vita di prima (tecnicamente, sono ancora una giornalista… piccolo particolare, trascurabile direi). Ho voglia di cambiare un po’.

Non sono l’unica felice. George non è ancora riuscito ancora a calmarsi da quando gli ho annunciato i miei piani, solo che adesso ha smesso di saltellare (e per fortuna, prima che incontri un’altra pietra). Rain ha appena finito di raccontare a tutti noi la sua storia. Lo leggo nei suoi occhi, si è liberata di un fardello pesantissimo. Adesso sorride, chiacchiera con John e con quello che dovrebbe essere suo padre, cioè il tizio del giornale, che ha anche un  nome e si chiama Maxwell. Anche Ringo è contento, non so perché. Si sarà fatto contagiare dall’allegria generale. Continua a sorridere, in quel modo un po’ buffo ma che tranquillizza chiunque lo guardi.

“Vuoi un biscotto?” chiede George. Ma dove li ha presi i biscotti?

“Ehm… sì, grazie! Ma dove li hai presi?”

“Me li ha dati il pilota!”

Adesso ho capito perché è così contento.

Va be’, prendiamo un biscotto.

George continua il suo giro di biscotti. Poteva chiederli prima, che ci evitavamo l’incontro con il pazzo sulla collina…

 

Tapini!

 

Ma tu vuoi la guerra allora!

 

No, niente guerra! All you need is love!

 

Cosa?

 

Aspetta qualche anno…

 

Va beeene.

 

Allora, dove ero rimasta?

Ai biscotti di George (che intanto sono finiti… pazienza).

“Ma secondo voi non sarebbe meglio andare a vedere dove sono Paul e Penny?”

Ha ragione Rain.

“Naa… e poi, se andiamo a cercarli ci perdiamo anche noi di sicuro…”.

Il ragionamento di John non fa una piega, se non fosse per un piccolo particolare che però potrebbe creare un circolo vizioso e poi… sì, forse è meglio se lo dico anche agli altri.

“Però, se anche loro non si muovono facendo il tuo stesso ragionamento, va a finire che rimaniamo qui per sempre!”

“Tranquilla! Vedrai che domani arrivano!”

“Eh, appunto, domani!”

“Non è poi tanto tempo! Intanto rilassati, guarda il lato positivo delle cose!”.

Forse ha ragione lui… ma sì, ha ragione.

C’è un’atmosfera così calma, si sta benissimo.

Il cielo è pulitissimo, le stelle brillano come diamanti, la luna si riflette nel mare, appena increspato da una leggera brezza. A parte le nostre voci, gli unici rumori che si sentono sono le onde, il fruscio del vento tra gli alberi e il frinire delle cicale. C’è proprio pace qui intorno.

Mi lascio cadere sulla sabbia, ancora tiepida. Guardo all’insù, verso le stelle.

 E così, mentre parliamo tra di noi, i minuti si susseguono instancabilmente uno dopo l’altro. Forse sono io che sono stanca, o forse non è solo una mia impressione: sembriamo tutti più sollevati, più leggeri, come se tutte le preoccupazioni fossero lontane…

 

 

 

************************************

Buonasera a tutti quanti!

Ho ritardato un po’ con questo capitolo (pensavate di esservi liberate di me? Vi stavate sbagliando! Muahahah!) perché non ho avuto tempo, ma infine… eccomi qua.

Dato che non ho altro da dire, passiamo alle recensioni:

 

Laban: ma infatti… non vale la scusa che è andato a importunarla perché lui è Paul! Cioè Paul è Paul! xD A lui si perdona tutto

 

Thief: grazie! Eh già, le solite domande banali… però insomma, stare zitti è peggio J

 

Marty: eh già, Paul colpisce ancora! Sì, Lucy l’ho preso un po’ a caso… cioè, stavo ascoltando Lucy in the sky with diamonds e mi è venuto così… J

 

Clafi: wow, sette ore? Ancora Vienna? Va be’, affari tuoi. Peccato, mi piaceva la recensione in rima! Erano bellissime! Comunque anche io avrei detto la stessa cosa, o forse non avrei detto niente… boh…

 

Zazar: sono contenta che ti sia piaciuto! Però è vero, poi Paul non viene più in Italia se Penny lo tratta male… questo non va bene.J Eccoti il seguito

 

E con questo vi lascio e vado a pallavolo

Ciao a tutte

THE Sorriso

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Capitolo 18
*** Revolution 9 ("e non ho altro da dire su questa faccenda...") ***


Revolution 9

“Ah ma allora parli!”

Ma che scoperta!

“Ma no?”

“Eh be’, non parli mai…”

“Se non ho niente di intelligente da dire sto zitta…”

“Ottima filosofia.”

“Perché non provi ad applicarla anche tu allora?”

“No dai… sennò che noia stare qui, in silenzio, a non far niente!”

“Allora proponi un’alternativa (se ne hai una)”.

“Ehm… no.” E allora che vuoi? “ Però si può sempre trovare!”

“Ovvio…”

Era meglio se me ne stavo zitta! Adesso questo ricomincia a parlare e non smette più.

“Non essere sempre così antipatica!”

Ma se mi conosci da… neanche un giorno. E poi se voglio so essere simpatica.

“Non sono antipatica!”

“Secondo me ti stai sforzando invece!”

Sì, be’, in effetti un pochino (ma solo un pochino) ha ragione… ovvio che ha ragione, lui è… ma no, dovrebbe essere lui a dire questa battuta, non io! E comunque se voglio essere antipatica… affari miei!

“Visto, ho ragione!”

“…”

“Sì, sì! Chi tace acconsente, ho ragione io! D’altra parte io sono Paul McCartney, come potrei non avere ragione?”

Adesso so anche prevedere il futuro! Evviva!

Mi viene da ridere.

Scoppio a ridere.

Ops.

“Perché ridi?”

“Niente niente… me lo immaginavo che l’avresti detto…”

“Cosa? Che io ho sempre ragione? Per forza te lo immaginavi, è vero…!”

“Come sei modesto!”

“Modesto è il mio secondo nome infatti!”

“Sì, e allora io sono la regina Elisabetta!”

“Davvero? Non ci assomigli molto però…”

“Dimmi che stai scherzando, per favore.”

“Ma no io non sto… certo che scherzo!”

Sì sì come no.

“Ma che hai ancora da ridere?”

Non posso ridere? No, eh?

“Certo che sei proprio strano!”

“Ovvio, perché io sono… no aspetta, questa non va bene…”

“Benvenuto sulla terra!”

“No, dai scherzi a parte… ma perché ti sono così antipatico?”

“Bene, tu pensa che io ero seduta tranquilla al mio posto e sei spuntato dal nulla e se non fossi venuta con te adesso non sarei qui!”

“Wow… questo sì che è interessante… se non fossi con me non saresti qui, ma no?”

“Non intendevo questo…”

“Sì ho capito… e dai… poi è colpa di tutti e due se ci siamo persi!”
Non ci credo, l’ha detto davvero?

“E va bene… sì, magari se ci fossimo conosciuti in circostanze migliori… ma comunque io non ci posso fare niente!”

 

“Bene, allora ricominciamo da capo. Io sono Paul, piacere!”

Non pensavo che intendesse realmente da capo.

“Mi prendi in giro?”

“No!”

Ok, starò al gioco…

“Io sono Penny…”

“Piacere!”

Bene, e adesso?

“Vedi che non è poi così difficile?”

“Sì be’, non mi sembra che ci siano stati così tanti cambiamenti…”

“I cambiamenti si vedono con il tempo…”

“Il tempo… a proposito, quanto tempo è che siamo qui?”

“Un bel po’ credo…”

“Uff.”

“Cosa?”

“Niente. Sai, non è proprio una cosa piacevole essere sperduti chissà dove quando potevo essere a casa mia già da molto tempo…”

“Bisogna fare buon viso a cattivo gioco…”

“Eh già, fosse facile…”

“Chissà cosa stanno facendo gli altri…”

“Per fare buon viso a cattivo gioco bisogna essere ottimisti, e io non lo sono!”

“Chissà se ci stanno cercando…”

“Non sono mai stata ottimista.”

“Probabilmente no, ci stanno aspettando da qualche parte…”

“Vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto.”

Aspettate, ma che stiamo dicendo? Ognuno sta seguendo un proprio discorso.

Anche Paul se ne dev’essere accorto.

Ci guardiamo.

Scoppiamo a ridere.

“Dicevi?”

“No, niente. Tu?”

“Niente. Mi chiedevo cosa stiano facendo gli altri…”

“Mah, ci staranno aspettando…”

“Già…”

 

b

 

È passato tanto tempo, ormai è quasi l’alba. Sono un po’ stanca, ma non come se avessi passato tutta la notte (o quasi) sveglia.

Abbiamo parlato tanto, Paul ed io. Alla fine non è così antipatico come sembrava. Neanche io credo di essergli più tanto sgradevole.

Non è stato poi così male dopo tutto.

“Hei guarda Penny, c’è il sole…”

“Già… possiamo tornare allora!”

“Sì…”

Forse sono io che mi sogno le cose, ma… mi sembra di sentire nella voce una nota triste. In effetti, qui si stava bene.

Lontano dalla banalità della vita quotidiana, fuori dal mondo. Non credevo che lo avrei mai detto ma un po’… ecco… mi dispiace andare via…

“Allora andiamo!”

“Sì ma… dove?”

“Torniamo indietro! Questa volta cerchiamo di non perderci però…”

“Sarà meglio!”

Andiamo.

Camminiamo per un po’, e poi… sento un braccio che mi cinge le spalle… Paul…

 

Continuiamo a camminare, e il sole nel frattempo si è alzato.

Dopo un po’ ritroviamo la spiaggia.

 

“Da qui non dovremmo perderci più…”

“Si spera… insomma, basta camminare lungo la spiaggia!”

E infatti, dopo un po’ ritorniamo al punto di partenza. Sono tutti lì che ci aspettano.

“Finalmente! Vi abbiamo dovuto aspettare tutta la notte, e io ho fameeeee!”

“E ti pareva che tu non avevi fame! Comunque anche io sono contento di vederti!”

“Eh?”

Sono tutti così sorridenti…

“Penny! Ma dove eravate finiti?”

Ah, Molly non è svenuta! Evviva!

“Eravamo venuti a vedere dove eravate ma poi… io seguivo Paul, lui seguiva me e ci siamo persi!”

“Bravi! Adesso sbrigati, dobbiamo ripartire!”

Mi avvio verso l’aereo.

Mi guardo indietro un ultima volta; dietro di me c’è anche Paul. Lo guardo. Mi sorride.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

THE END

 

 

****************************

Ta-daaan! Colpo di scena! Ebbene, ho deciso di farla finire qui. Ogni cosa è andata al proprio posto, e vissero tutti felici e contenti mi sembrava giusto non andare oltre.

Voglio ringraziare chiunque abbia letto e recensito o anche solo letto questa storia, se mi avete sopportato fino alla fine meritate un premio!

Non chiedetemi perchè questo capitolo si chiama "Revolution 9" perchè non lo so neanche io... mi ispirava!

E adesso… ta ta ta taaaan… niente J Adesso possiamo concludere (finalmente)

 

Scritto e diretto e interpretato da

Sofia THE, ovvero me stessa Sorriso

(vi consiglio di saltare subito alla fine, se non volete morire di noia…)

 

Personaggi e interpreti

(in ordine… più o meno)

 

Anna

 interpretata da

Anna

[viene da “Anna (go to him)”… per chi non l’avesse capito

non ho fantasia con i nomi!]

 

Penny

Interpretata da

Penny

[viene da “Penny Lane”. Lo so che non è un nome di

persona, ma ci stava bene il nome Penny]

 

Rain o Victoria

Interpretata da

Rain (o Victoria)

[che viene da “Rain”. E so che neanche questo è un nome di persona…

volevo trovare un nome originale Linguaccia]

 

Molly

Interpretata da

Molly

[che viene da “Ob-la-dì Ob-la-da” – anche se la Molly della

canzone me la immaginavo diversa]

 

Il nonno di Anna, tale Mr. Desmond

Interpretato da

Mr. Desmond

[anche lui da “Ob-la-di Ob-la-da”

Questo tizio mi è stato iNspirato da un signore che vedo

sempre sull’autobus]

 

Maxwell

Interpretato da

Maxwell

[da “Mawell’s Silvers Hammer”. In effetti l’idea originale

era quella di fargli uccidere tutti con un martello… xD]

 

I due piloti

Jude e Robert

Interpretati da Jude e Robert

[da “Doctor Robert” e “Hey Jude” – non sapete quanto ho dovuto resistere alla tentazione di fa dire a qualcuno “ Hey Jude!” durante la storia!]

 

 

Ringo Starr

Interpretato da

Ringo Starr

[lui non arriva da nessuna canzone xD]

 

George Harrison

Interpretato da

George Harrison

[come sempre coadiuvato dai suoi fedeli biscotti]

 

John Lennon

Interpretato da nientemeno che…

John Lennon!

[scommetto che non vi sarebbe mai venuto in mente

se non ve lo avessi detto io]

 

Paul McCartney

Interpretato da…

Paul McCartney

Yoko Ono

Adolf Hitler

Giulio Cesare

Superman

Obi-Wan Kenobi

Patty del “Mondo di Patty”

e

Charlie Brown

 

[perché, nel caso non ve ne foste accorti, durante la storia Paul Is Dead varie volte… e ogni volta è stato sostituito da un sosia Sorriso]

 

 

[lo so che non ve ne fregava niente dei titoli di coda, adesso ho finito xD]

 

 

“E non ho altro da dire su questa faccenda.”1

 

Quindi vi posso salutare, e vi prometto che se deciderò di torturarvi ancora lo farò con qualcosa di più intelligente.

Bene… la storia è finita, andate in pace!

 

1Prima che andiate in pace, questa è una citazione da “Forrest Gump”…

Tagliaaa!

Ehm… ok!

 

Ciao ciao

THE Animoticon

 

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