Allies since the Dawn

di XShade_Shinra
(/viewuser.php?uid=51964)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 03 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 04 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 05 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 06 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 07 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 08 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 ***


  -Allies since the Dawn-
*} Dedicata a reby_w {*
Cosa sarebbe successo se a Malik fosse stata data la possibilità di tornare indietro nel tempo?
[Ambientazione: Battle Ship \ Millennium World stories arc]
[Yaoi - TT - Citronshipping (Touzoku-ou Bakura x Malik)]
Fanfiction classificata 1° e Vincitrice del Premio Muffin [per aver usato un pairing bistrattato] al Contest "FilosoFANDOM {Dalla Filosofia alla Fanfiction}" indetto da §Pucchyko_girl§ sul forum di EFP



Banner Coming Soon! xD

-Titolo: Allies since the Dawn
-Autore: XShade-Shinra
-Fandom: Yu-Gi-Oh!
-Personaggi: Malik, Touzoku-ou Bakura, Shadi, Atem, Mahad, Mana, Bakura
-Corrispondenza nomi PG tra anime e manga:
Touzoku-ou Bakura: Bakura, il Re dei ladri
Malik Ishtar: (Hikari) Marik Ishtar
Bakura: (Yami) Bakura
Ryou: (Hikari) Ryou Bakura
Rishid: Odion
Isono: Roland
Yugi Muto: Yugi Muto (Hikari)
Yami: (Yami) Yugi
-Pairings: Citronshipping (Touzoku-ou Bakura x Malik) – secondari: Faraone Atem x Malik – impliciti: Thiefshipping (Bakura x Malik) e Apprenticeshipping (Mahad x Mana)
-Genere: Avventura
-Avvertimenti: Yaoi [rating arancione], Travel Time, What if...
-Chapters: 8
-Citazione: 9^ "L'essere è immobile nello spazio e nel tempo" (Paradossi di Zenone)
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre, questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: Visto che la giudice di questo contest ha promesso un muffin come premio a coloro che tratteranno dei pairing bistrattati, ho deciso di scrivere una Citronshipping, il mio secondo pairing preferito (al primo posto ci sarà solo e sempre la Thiefshipping!). Era da diverso tempo che volevo comunque scrivere una FF su di loro e ho colto al volo l’occasione.
Il titolo significa “Alleati fin dagli Albori” per intendere il rapporto di alleanza tra Malik e Bakura, inoltre quel Dawn si rifà anche a “Dawn of Duel” il nome inglese con il quale è chiamata la story arc “Millennium World”.
La parte iniziale si svolge sul Battle Ship della KC, poi la vicenda si sposta e matura nell’Antico Egitto, praticamente appena prima dell’inizio della storia ufficiale di Millennium World, ovvero quando Touzoku-ou Bakura non era ancora conosciuto alla Corte del Faraone e non possiede il Sennen Ring di Mahad.
Ho inserito alcune note; perdonatemi se vi sembreranno superflue.
Detto ciò, vi auguro una piacevole lettura. ^^
XShade-Shinra



- Allies since the Dawn -
Chapter 01

Quella notte, sul Battle Ship, erano presenti i più forti giocatori di Magic and Wizards di tutto il Giappone. Dopo essere saliti a bordo del dirigibile della Kaiba Corporation, avevano - quasi - tutti preso posto nelle proprie camere per riposare in vista del torneo che avrebbe avuto luogo un'ora dopo proprio lì, a mille metri di quota. Jounouchi ed il gruppo di amici che non partecipavano al torneo erano intenti a fare baldoria nella sua cabina, Yugi parlava con il proprio doppio per trasmettersi vicendevolmente forza e determinazione, Mai centellinava svogliatamente del pregiato alcolico, Ryou mangiava svogliatamente una bistecca, quasi si trattasse di carne umana, mentre lo spirito dell'anello millenario che albergava in lui era in dormiveglia, Seto studiava il proprio mazzo, sorridendo alla vista del suo prezioso Obelisk no Kyoshinhei, donatogli da Isis, l'ottavo e misterioso partecipante, Rishid meditava, pensando al loro futuro e giurando fedeltà al suo fratellastro Malik, che, sdraiato sul letto, si era addormentato profondamente dopo aver a lungo pensato la sua terribile vendetta.
E fu proprio in quest'ultima stanza che un fantasma apparve nell'ombra; il viso abbronzato dai tratti egiziani, impreziosito da un paio di orecchini d'oro, custodiva due gemme di acquamarina, occhi celesti freddi come il ghiaccio. Lo spettro era vestito interamente con colori chiari ed anonimi, dal turbante al mantello bianchi, alla tunica beige, ed al collo portava una corda al quale era legata una spessa Ankh d'oro, come la bilancia che reggeva in mano.
"Ecco, l'ultimo Ishtar..." pensò Shadi, camminando silenziosamente verso l'egiziano dormiente.
Accostandosi a lui, poté notare che durante il sonno non sembrava poi così pericoloso come in effetti era, con il cuore avvolto nella malvagità delle tenebre del suo Ka.
Sospirando, prese la sua Sennen Ankh e la pose davanti al ragazzo, osservandolo dal pertugio nella parte superiore di essa, potendo così entrare nell'anima del ragazzo. Si ritrovò così nella mente di Malik Isthar che scoprì essere nientemeno che una mastaba, il vecchio nascondiglio dove era nato e vissuto fino a pochi anni prima. Anche se il suo corpo aveva armai abbandonato quel luogo di reclusione, il suo spirito non aveva mai avuto la forza di lasciarlo totalmente. Mentre camminava, avvolto dall'oscurità rischiarata solo dalle poche fiaccole che illuminavano il lungo andito, sentì un suono, come un singhiozzo, e decise di seguirlo, finché non arrivò ad una piccola sala, quella che doveva essere una libreria. Si guardò intorno e non faticò a trovare la fonte di quel mite uggiolare, rannicchiato nell'angolo più buio della stanza, con il tronco avvolto con delle bende sporche di sangue nelle parte posteriore: era Malik il giorno della sua iniziazione, il giorno nel quale diventò il custode del segreto del Faraone.
«Sigh... sigh...» piangeva sommesso, scosso da fremiti.
Shadi si accucciò vicino a lui e lo scosse appena per una spalla.
«Malik?» lo chiamò.
«Sigh... Sniff...» si destò appena, cercando di ricacciare indentro il moccolo ed asciugarsi le lacrime dalla faccia «Tu?» chiese piano, riconoscendolo come il fantasma comparso il giorno che "il Faraone" uccise suo padre «Cosa ci fai qui?» gli chiese, un po' spaventato.
«E' ora che qualcuno metta fine a tutto questo prima che si scatenino le forze degli dei. Sono entrato nella tua mente, Malik, dovevo parlarti.» spiegò, incrociando le braccia sulle proprie ginocchia.
«Cosa vuoi?» chiese il ragazzo.
«Malik, tutto questo è successo perché tu non hai ancora capito il tuo ruolo di Ishtar e perché questa famiglia esiste.» disse, guardandolo severo.
«E allora? Non lo saprò mai. Mio padre è morto ed è da anni che non vedo mia sorella. Figurati se Rishid sa qualcosa.» borbottò, cercando di darsi un contegno.
«Io posso mostrarti il perché esistono gli Ishtar.» una proposta a dir poco allettante per le orecchie del ragazzo.
«E come?» chiese attento.
«Posso mandarti direttamente nell'Antico Egitto di tremila anni fa al cospetto del grande Faraone utilizzando una magia proibita.» spiegò «Da lì potrai muoverti come vorrai ed indagare sul passato dei tuoi avi. L’unica clausola è che non potrai portare con te il tuo Sennen Rod.»
«Come farai?» non si fidava proprio di quell'uomo.
«Userò un'antica magia presa direttamente dal Sennen Majyutsu Sho, il libro degli incantesimi proibiti.»
Malik allargò gli occhi, sapeva bene che cosa era. Era un libro degli magia nera nel quale vi era scritto il procedimento per creare i Sennen Items, oltre che diversi incantesimi.
«Chi sei?» chiese, non osando sapere come potesse conoscere una tal magia.
«Uno che non sta dalla tua parte, ma vuole aiutarti per porre fine a questa pazzia. Se tu accetti di tornare indietro nel tempo per trovare delle risposte ad altre domande, molto più importanti per te, allora ti accontenterò, ma ricorda, quel che cambi nel passato, cambierai anche in questo futuro, per cui cerca di non fare cose che potrebbero stravolgere l'ordine degli eventi o quando terminerà l'incantesimo tu potresti non avere alcun corpo dove tornare perché non saresti mai nato.»
Malik trattenne in fiato un'altra volta. La conoscenza era così vicina a lui da sembrare a due passi. Tutti i suoi dubbi e le sue sofferenze avrebbero quindi trovato un senso?
«Va bene.» accettò.
«Ok. Quando sarà il momento ti verrò a riprendere.» fece il detentore dei due oggetti millenari «Chiudi gli occhi.»
Il giovane degli occhi color ametista eseguì e sentì l’altro recitare alcune formule nella lingua a lui più cara e conosciuta: l'egizio, che aveva studiato direttamente dagli antichissimi papiri e geroglifici. Un sorriso affiorò sulle sue labbra ancora leggermente salate dal pianto, Shadi gli stava dando molto più di quanto potesse immaginare.
Appena lo spirito smise di con il suo mantra, il capo dei Ghouls si trovò avvolto da una luce calda ed accecante per una frazione di secondo, poi sentì di colpo l'afa ed il calore dell'assolato deserto del Sahara ed aprì gli occhi, un po' intontito, ritrovandosi disteso sulla scottante sabbia, sotto un cielo celeste e senza nuvole, dove regnava incontrastato il dio sole Ra in tutto il suo splendore.
Il ragazzo si alzò in piedi, accorgendosi di essere ancora vestito con i pantaloni color cachi, gli stivali e la canottiera rosa con le catene... un abbigliamento decisamente inadatto al luogo e all'occasione.
«Maledizione...» borbottò, spolverandosi le vesti, mentre si guardava intorno.
Sabbia, sabbia, sabbia e ancora sabbia.
Nessun'oasi, città o anche solo piante grasse nei paraggi.
«Poteva farmi arrivare in un posto civilizzato, per lo meno...» sbuffò il ragazzo, togliendosi la canotta rosa per mettersela in testa, lasciandosi così addosso solamente la canottiera nera "Devo arrivare subito in città o senza cibo né acqua rischio di lasciarci le penne!" pensò, cominciando a camminare verso il niente "Aspettami, Faraone."

Erano passate diverse ore da quando Malik si era messo in cammino dopo essere letteralmente precipitato nel bel mezzo del deserto ed il suo lento ma costante camminare non lo aveva portato da nessuna parte. Ovunque si voltasse vedeva solamente le dune longitudinali di finissima sabbia, che sembravano mutare di forma a seconda della direzione del vento; se non fosse stato per il sole, avrebbe perso da parecchio tempo il senso dell'orientamento. Il problema più preoccupante per il giovane, comunque, restava il fatto che fosse sprovvisto sia di cibo che di acqua, e quest'ultima iniziava ad essere la priorità.
«Acqua...» soffiò piano, mentre deambulava con passo ormai incerto ed affaticato.
Stando per diverso tempo a camminare sotto il sole cocente, si era quasi completamente disidratato.
«Acqua...» disse ancora, come una preghiera inascoltata.
Dopo solo altri due passi, le ginocchia gli cedettero e cadde al suolo, sentendosi quasi ustionato a quel contatto, ma non ebbe nemmeno la forza di urlare, che svenne, rimanendo così sdraiato in mezzo al nulla, privo di sensi.
Non si rese conto di quando tempo passò prima che sentisse un leggero scalpiccio di zoccoli sulla sabbia fermarsi a poca distanza da lui, facendolo risvegliare un poco.
I capelli color grano appiccicati alla testa, ancora coperta da quel panno di fortuna che ne lasciava però intravedere gli occhi color ametista, socchiusi, coperti da un'ombra nera che toglieva loro lo splendore, ed il viso dalla parte sinistra, scottato, le quali labbra si muovevano ancora, chiedendo tacitamente dell'acqua.
Lo scalpiccio riprese e Malik temette che si stesse allontanando, ma, fortunatamente, il destriero si avvicinò, tanto da mettersi sopra di lui, fornendogli finalmente un riparo che lo proteggesse dagli impietosi raggi del dio Ra. Incapace di muoversi, inibito dalla fame e dalla sete, l'egiziano rimase così fermo, rendendosi conto che l'animale non era solo quando il cavaliere scese dalla sua groppa, affondando i piedi, coperti da dei sandali, nella sabbia.
Continuando a muovere le labbra nella sua preghiera, si risvegliò appena quando una goccia d'acqua si assorbì su di esse. Il viandante lo girò supino e gli sollevò le spalle, tenendogli la testa dalla quale cadde la canottiera rosa, mettendo così in mostra tutto il suo capo. Malik avvertì la superficie ruvida dell'orlo di un borraccia premere contro le labbra, che vennero subito dopo rinfrescate dal contatto con il liquido che tanto anelava. Un piccolo rivoletto gli colò dall'angolo della bocca, dandogli un leggero sollievo alla pelle secca e tirata; quel sorso d'acqua sarebbe valso tutti gli Oggetti Millenari insieme!
«Nefer1... Un Nefer2...» udì distintamente dire dall'altro.
"Ma... questo..." pensò, riconoscendo distintamente la lingua da lui parlata "Questo è egizio!"
Facendosi forza, tentò invano di aprire gli occhi per vedere il volto del proprio salvatore, ma non riuscì nemmeno a metterne a fuoco i contorni a causa dell'insolazione che lo aveva indebolito, provocandosi solo un giramento di testa, che, oltretutto, non gli fece cogliere le altre parole che pronunciò l'altro, prima di sollevarlo di peso e caricandolo come un sacco di patate sul dorso cavallo. Troppo stordito per poter opporre la benché minima resistenza, rimase lì, sperando solo che lo portasse in una città.
Altre parole nell'antica lingua da lui studiata gli giunsero alle orecchie, ma la troppa stanchezza gli fu fatale e perse nuovamente i sensi, vedendo solo il buio.

[ Continua... ]



1 Nefer: significa "bello, buono"
2 Un Nefer: significa "Essere perfetto", ovviamente la parole "un", in questo caso, non è l'articolo indeterminativo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 02 ***


- Allies since the Dawn -
Chapter 02

Il dio Bes3 aveva vegliato con cura sul sonno senza sogni di Malik, il quale si risvegliò molto lentamente, aprendo gli occhi con un'enorme fatica, sentendosi ancora fortemente stordito.
«Nh...» mugolò, issandosi a sedere «Dove...» iniziò a chiedersi, tenendosi la fronte con una mano, sentendo poi un buon profumino d'anatra allo spiedo arrivargli al naso.
Girandosi di lato, vide che, su una botte, erano poggiati diversi cibi, tra cui il volatile, con una brocca annessa, sulla quale si gettò subito, bevendo con avidità l'acqua che ivi era contenuta.
«Ah...» espirò non appena si fu impadronito anche dell'ultima goccia, nonostante non fosse ancora soddisfatto pienamente, sentendosi più sveglio.
Con mano malferma, prese il pane e la carne cucinata, e la mangiò per colmare il buco nero che aveva al posto dello stomaco. Non fece storie non notando la presenza delle posate (dopotutto la forchetta era del tutto sconosciuta nell'epoca nella quale si trovava), le mani andavano più che bene, pur essendo scottate.
"Per quanto tempo avrò dormito in quest--?"
Non completò nemmeno la sua domanda ché capì subito il luogo nel quale si trovava: era una stanza dal perimetro quadrato, fatta di enormi blocchi di pietra sui quali vi erano incisi dei geroglifici facilmente decifrabili dal ragazzo, soprattutto per via si una parola che si ripeteva: "Faraone".
"Non posso crederci..." pensò, abbassando gli occhi per scoprire che il suo giaciglio non era altro che "Un sarcofago..." dal quale era già stata tolta la mummia, lasciando il posto a fieno e panni, in modo che ci si potesse dormire comodamente.
"Ho un brutto, pessimo, presentimento..." pensò, prima di sentire dei passi affrettati e decisi avvicinarsi alla sua stanza, provenienti dall'andito.
Senza potergli dare il tempo di fare una qualsiasi cosa, dall'oscurità di quello stretto corridoio, comparve un ragazzo, approssimativamente della stessa età dell'egiziano. Aveva la carnagione abbronzata, coperta da dei vestiti chiari ed un mantello rosso porpora, ed aveva gli occhi dallo sguardo penetrante e malvagio, reso ancora più turpe da una grossa cicatrice suturata sulla parte destra del volto, incorniciato da una zazzera di capelli argentati.
«Ba-- Bakura?!» balbettò, preso in contropiede nel vedere il suo "collega" lì, in quel posto sperduto nel nulla.
«Mi conosci?» domandò in egizio «Mi sento lusingato.» sorrise bieco. Un sorriso che non prometteva niente di buono.
L'espressione facciale che assumeva era la stessa del Bakura che conosceva: stesso ghigno, stessa espressione degli occhi rossi come il sangue delle sue vittime, però il corpo era diverso...
«Tu... assomigli... ad uno che conosco...» borbottò, rispondendogli in lingua egizia.
«Non ce ne sono tanti assassini dai capelli bianchi di nome Bakura, qui in Egitto.» ridacchiò, avvicinandosi all'Ishtar «Come non ci sono tanti egizi con i capelli come i tuoi...» notò, passando le dita tra le ciocche dorate «Hanno il colore del dio Ra...» disse sottovoce, facendo venire i brividi su per la schiena dell'altro, soprattutto quando il suo indice seguì la linea della mascella fino ad arrivare al mento, che sollevò appena, guardandogli così per bene il volto «E questi occhi... sembrano due pietre preziose...»
Ma Malik sostenne il suo sguardo senza tirarsi indietro.
«Sei stato tu a salvarmi?» domandò.
«Sì. Ti ho trovato mezzo morto tra le dune dal ritorno da una razzia in una vecchia tomba. Gli dei devono volerti molto bene.» sorrise accattivante, allontanando la mano per metterla al proprio fianco.
«Non saprei...» borbottò, ben conscio di tutti i peccati che aveva commesso.
«Hai una strana pronuncia.» disse ancora, come se lo stesse studiando «Inoltre possiedi dei gioielli d'oro.» disse, riferendosi ai bracciali del biondo.
«Diamo che... non sono propriamente della zona...» spiegò, tenendosi sul vago. Come avrebbe potuto spiegare un viaggio nel tempo ad un abitante dell’Antico Egitto?!
«Uno straniero...» ridacchiò, poggiando la mani sul bordo del sarcofago per sporgere il volto verso l’egiziano «Uno straniero ricco...» sottolineò.
Malik, fiutato il pericolo, si portò meccanicamente una mano alla cintura dei pantaloni, dalla parte posteriore, e con suo enorme sgomento, si ricordò che non aveva con sé il suo Sennen Rod, sentendosi quasi alla mercé del suo “salvatore”.  
«Cosa vuoi da me?» gli chiese, cercando di arretrare, ma venne fermato dall'assassino, che lo tenne per il polso.
«Penso che i tuoi famigliari pagherebbero cara la tua pelle...» disse sibillino.
«Non... Non ho più una famiglia!» disse con voce grossa, continuando la sua farsa, strattonando il polso bloccato.
«Oh, quindi sei inutile come ostaggio.»
A quella considerazione, Malik capì veramente in che guaio si era andato a cacciare.
"Che Seth ti porti4, Shadi! Cosa aspetti a venirmi a prendere?!" pensò, avendo ancora l'elasticità mentale per poter maledire lo spettro, mentre ancora cercava di liberarsi «Se come tu dici sono inutile, lasciami andare!» esclamò il ragazzo.
«Non ti permetterò comunque di andare via, sai?» chiese meschino, serrando la presa della sua nerboruta mano «Non ti immagini quanti soldi potrei farci rivendendoti come schiavo.»
Sentendo quelle parole e capendo che nessuno sarebbe accorso in suo soccorso, l'egiziano tentò di scappare, con il solo risultato che Bakura lo sbatté violentemente con la schiena contro il giaciglio di fortuna, immobilizzandolo con facilità; purtroppo Malik non aveva ancora ripreso del tutto le forze ed il suo aguzzino lo sapeva bene.
«Lasciami!» urlò concitato.
«Sei una merce fin troppo buona.» rispose il tombarolo, aprendo a forza la bocca del ragazzo «Hai dei bei denti e sembri molto sano.»
«Non mi toccare!» urlò, trovando la forza di dargli un pugno in pieno volto grazie alla scarica di adrenalina che il suo provato organismo aveva rilasciato.
Quel gesto non fu preso per niente bene da Bakura, il quale digrignò i denti come una bestia.
«Forse sarà prima il caso di farti capire chi comanda qui.» ringhiò, assottigliando gli occhi fino a ridurli a due fessure.
Prima che il ragazzo dagli occhi ametista potesse tentare di opporre ancora resistenza, Bakura artigliò la sua canotta nera ed impolverata, strappandogliela di dosso.
«CHE VUOI FARE?!» gli urlò in faccia, spaventato.
«Assolutamente niente...» sibilò come una serpe, passando la sua grande mano sul tonico petto del ragazzo «Voglio solo farti capire che non puoi ribellarti a me.»
Malik ingoiò a vuoto, spalancando gli occhi. Era davvero nel guano fino al collo, se non di più.
«Vedrai in cosa consiste la mia sottomissione...» ghignò «Quante frustate reggerai prima di implorare pietà e chiedere perdono di tutte le tua colpe verso il tuo padrone?» gli chiese, prendendo una frusta che teneva nella cintola, nascosta dal mantello.
«Girati.» ordinò telegrafico, ricevendo come risposta un denso sputo nell'occhio segnato dalla cicatrice.
Malik non poteva permettersi che la sua schiena venisse rovinata. L'unico vero valore che sentiva di possedere erano le vecchie incisioni che il padre gli aveva inferto alla schiena. E quelle non le avrebbe mai mostrate a nessuno.
Accecato dall'ira (e dallo sputo), il razziatore di tombe lo voltò di peso, finendogli di strappare via la maglia per poi sollevare la mano con la quale teneva la frusta, con tutta l'intenzione di farlo urlare di dolore.
«No!» gridò l'egiziano, pregante «Non farlo, nella mia schiena...»
«Cos'è questa roba?» si chiese Bakura, notando le profonde cicatrici sulla schiena del ragazzo.
Malik trasse un profondo sospiro di sollievo. Forse poteva ancora farcela.
«E'... un messaggio per il Faraone... Sono un ambasciatore...» inventò di sana pianta "Forse in questo modo mi rivenderà direttamente al Faraone senza portarmi al mercato degli schiavi..." pensò, senza rendersi conto che quel che aveva detto alzava ancora di più il suo prezzo.
«Ahhh...» rise compiaciuto, seguendo con un polpastrello le linee dei disegni delle tre divinità egizie «Saresti pagato veramente oro da chi so io... Saresti in grado di rivelare molti dei segreti del Faraone...» ghignò.
«Mi rivenderai a lui?» sperò.
«No.» rispose lapidario.
«Cosa?!» scattò l'egiziano, girando la testa per poter vedere gli occhi di Bakura intrisi di un'aura maligna.
«Ti venderò come oggetto al mercato nero...» ghignò.
«No, no! Aspetta!» tentò di mercanteggiare. Sapeva bene che quegli uomini non l'avrebbero mai tenuto vivo, piuttosto l'avrebbero scuoiato ed avrebbero tentato di trovare la chiave di lettura dei misteriosi geroglifici che portava addosso come una maledizione, dato che solo il Faraone poteva leggerli.
«Cosa vuoi?» chiese; dal tono sembrava scocciato dell'ennesima ribellione del biondo.
«Ti ho mentito.» disse subito.
«Allora, tu chi sei?» chiese spazientito.
Malik, in quel momento, era indeciso. Dire o meno tutta la verità a quell'uomo?
«Allora?» ringhiò l'assassino, premendogli la testa contro un panno mentre si sedeva sopra di lui, chiudendogli ogni via di fuga.
«Io... sono venuto fino a qui con uno scopo...» borbottò piano, mentre l'altro lo stava a sentire quasi infastidito «Sono qui per uccidere il Faraone.» disse, abbozzando un ghigno.
«Uhn?»
Shadi lo aveva mandato lì per scoprire le origini degli Ishtar, ma, in realtà, Malik non era mai stato interessato a tutto ciò. Solo una cosa era veramente importante per lui: uccidere il Faraone, l'uomo che aveva brutalmente ammazzato suo padre, ed in quel momento, che era stato catapultato in un tempo e in uno spazio diversi, avrebbe avuto la possibilità di mettere in atto il suo piano e riuscire nello scopo che si era da anni prefissato. E chissà... forse ci sarebbe riuscito proprio grazie lo stesso ragazzo con il quale aveva stretto un'alleanza appena arrivato a Domino.

[ ... continua... ]
XShade-Shinra




3 Dio Bes: divinità minore del panteon egizio, sempre ritratta frontalmente, con le sembianze di un paffuto e deforme nano dalle gambe arcuate. Era la divinità protettrice della casa (tra cui anche il sonno) e dal malocchio.
4 Che Seth ti porti: "Nel Vecchio Testamento Seth è Satana il signore del male e dell'oscurità" [Fonte]. La frase di Malik vuole riprendere la classica esclamazione: "Che il diavolo ti porti!".



Risposte alle Recensioni:

x Bad Devil: *^* Salve! Mi fa davvero piacere che il primo capitolo della FF ti sia piaciuto! Non preoccuparti, continuerò la pubblicazione più o meno bisettimanalmente! ^^ Ma sarò muta come una tomba sulla trama! ù_ù
Grazie anche per i complimenti sul mio stile! *///* Così mi imbarazzi! <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 03 ***


 - Allies since the Dawn -
Chapter 03

«Che storia assurda...» sbuffò l'egizio, buttandosi a sedere su una vecchia poltrona. Malik gli aveva raccontato tutta la propria storia, da quando e perché fosse sul dirigibile fino a quando svenne in mezzo alla sconfinata distesa di sabbia, naturalmente evitò con cura di raccontargli del Bakura del futuro, preferendo invece narrargli della "reincarnazione" del Faraone Atem. Il ragazzo con il volto sfregiato era rimasto ad ascoltare con aria scettica.
«Ti do ragione.» annuì l'altro, bevendo dell'acqua da una tazza «Ma il fatto che io sia qui ti fa intendere che non è impossibile.» puntualizzò.
«In effetti non ho mi visto da nessuna parte gli abiti che porti indosso. E poi sai troppe cose sui Sennen Items per essere un comune essere umano.» notò, cercando di credere alle parole del ragazzo «Inoltre gli orecchini che avevi hanno una strana fattura...»
Malik si portò meccanicamente la mano ad un lobo.
«Ma... ma...» balbettò «Me li hai rubati!» lo accusò, per poi controllare anche gli avambracci, anch’essi spogli dai bracciali «LADRO!»
«Ahahah!» rise fragorosamente «Prima eri talmente impaurito che non ci avevi nemmeno fatto caso!»
«Non sei divertente!» sbuffò, finendo di bere, con una grossa vena che gli pulsava alla tempia.
«Invece sì! Chissà cos'altro avevi pensato ti facessi oltre alla fustigazione!» a quelle parole, la tazza volò e colpì in modo preciso e letale la fonte di Bakura, proprio all'altezza del terzo occhio «AHI!» si lamentò quello, portandosi le mani nel punto offeso.
«Idiota! Non giocare con me!» ringhiò Malik, ferito nell'orgoglio. In effetti aveva davvero pensato le peggiori cose in quel momento.
«Sta tranquillo...» sbuffò l'assassino «Solo le guardie del Faraone sono capaci di fare quel genere di cose su degli innocenti...»
L'egiziano sollevò lo sguardo ai suoi occhi.
«E tu come lo sai?» domandò, inarcando un sopracciglio.
«L'hanno fatto anche a me quando scappai dalla strage di Kuru Eruna.»
«Cos'è Kuru Eruna?» domandò.
Il ladro lo guardò torvo. Non gli piaceva parlare di sé, ma quel ragazzo - un  po' per salvarsi il deretano e un po' per fiducia - gli aveva raccontato tutta la sua incredibile vicenda, quindi decise di raccontargli la storia di quel villaggio, fornendogli così dei tasselli del puzzle che lo avrebbero aiutato a capire meglio anche una parte del suo passato. Prese un grosso respiro e cominciò a parlare con la sua voce profonda.
«Kuru Eruna è una città non molto distante da qui. Ora è soltanto una città fantasma, un cumulo di macerie che stanno in piedi per grazia di non so quale dio. Era quella che un tempo chiamavo casa. Dieci anni fa venne scelta dal Faraone in persona perché venisse usata per creare gli Oggetti Millenari.»  
«E come?» chiese, curioso ed assetato non più d'acqua, ma di sapere.
«Per creare i Sennen Items sono necessarie due cose: sette giorni, come il numero degli oggetti e, la cosa più importante in assoluto, novantanove anime. A Kuru Eruna eravamo cento persone. La centesima ero io.»
L'egiziano spalancò gli occhi, incredulo. Ora sapeva che la bestialità del Faraone andava ben oltre quello che avesse anche solo osato pensare.
«Ho visto morire i miei amici, i miei famigliari e le persone che abitavano in quel luogo. Kuru Eruna fu scelta perché era una città abitata unicamente da ladri ed assassini. Esseri inutili agli occhi del sovrano, che decise di sterminarci.»
«Non è giusto!» sbottò il biondo.
«Lo so benissimo che non è stato giusto, ma il Faraone Aknamkanon voleva quella forza, voleva gli Oggetti Millenari, e ha sacrificato la feccia del suo popolo per arrivare a quel potere. Ora che è morto, il figlio erede al trono ne pagherà le conseguenze al suo posto. Ho mandato talmente tante maledizioni in vita mia, che quel dannato non avrà mai raggiunto Orione5
«Quindi sei l'unico sopravvissuto.» mormorò.
«Esatto.» annuì «Le guardie riuscirono a catturarmi, ma dopo qualche giorno di sevizie e di prigionia, riuscii a scappare. Da allora, per vivere, seguii gli insegnamenti degli abitanti di Kuru Eruna e saccheggiai le tombe. Questa è casa mia da anni, ormai!» disse, alzando le mani al cielo come a presentare quella piramide, violata anni prima.
«Non hai paura della maledizione del Faraone?» domandò Malik.
«Tutte scemenze!» biascicò in uno sbadiglio decisamente rumoroso e maleducato «Ho ben6 vent’anni e godo di ottima salute da dieci anni! E poi, la mia vera maledizione l'ho incontrata nelle mani dei soldati.»
A quelle parole, Malik inorridì, senza riuscire ad emettere una sola parola.
"Quale inferno avrà mai passato Bakura da bambino? Ora capisci perché è cresciuto così..." pensando ciò, guardò il ragazzo più grande, osservandolo, come se stesse cercando di capire se quella fosse o meno la verità, ma la cosa che più lo colpì, fu che non vide traccia di un solo e sottile velo di tristezza nei suoi occhi, dai quali continuavano a traboccare forza e rabbia. Esattamente gli stessi occhi cupi che "avrebbe conosciuto" tremila anni dopo.
«Bakura...» sussurrò il ragazzo.
«Non farci caso.» borbottò il tombarolo «Tanto moriranno tutti. E solo dalla morte non ci si può salvare. Ucciderò il Faraone e mi impossesserò dei Sennen Items che tu conosci, a quanto pare.»
«Sì.» affermò ancora Malik «Vedi, abbiamo uno scopo in comune...» iniziò a parlare, cercando di non pensare al racconto dell'egizio «Entrambi vogliamo la morte del Faraone Atem. Tu poi vuoi gli Oggetti Millenari...
«Esatto! I Sennen Items sono miei poiché sono stati plasmati con il sangue della mia gente e grazie ad essi, e a Kuru Eruna stessa, riceverò una forza senza pari.» continuò.
«Il tuo villaggio?» domandò.
«Tutto a tempo debito, Malik. Ti sarà spiegato tutto una volta che Atem sarà morto ed io avrò i Sennen Items.»
«Così io ti svelerò la chiave per azionarli.» ghignò.
«Già... quella cosa che hai intagliata sulla schiena.» sbuffò. Non sapendo né leggere né scrivere, il profanatore di tombe aveva bisogno che qualcuno lo facesse per lui, e meno persone sapevano di questa chiave, meglio era.
«Il prezioso segreto che la mia famiglia si passa di generazione in generazione è stato preservato nel dolore per tremila anni.» borbottò «E lo leggerò per te appena raggiungeremo il nostro scopo.» disse, più deciso che mai.
Il ladro lo guardò profondamente negli occhi.
«E' una proposta?» chiese Bakura, sogghignando.
«Esattamente.» asserì «Se unissimo le forze, allora, oltre a raggiungere il nostro comune scopo, ne guadagneremo qualcosa entrambi, visto che poi io tornerò alla mia epoca.» sembrava come la scena rivista di un film o un'alleanza che durava dall'alba dei tempi.
L'assassino rifletté a lungo su quell'offerta allettante e pericolosa.
"Beh... Se non dovesse più levarsi di mezzo ed avanzare richieste che non erano in questi patti, potrei sempre ucciderlo..." soppesò, ghignando «Va bene. Ci sto.» rispose.
«Bene.» rise bieco, Malik, di rimando.
Bakura si alzò, avendo la cura di spolverarsi appena le vesti, e si avvicinò verso il ragazzo.
«Però non riesco a fidarmi totalmente di te. E' come se mi stessi nascondendo qualcosa.»
«Io vengo dal futuro, Bakura, non posso certo svelarti tutto, ne convieni?» gli fece notare.
Il ladro sbuffò.
«Secondo me sai molto più di quanto non mi voglia far credere...»
«E chi lo sa?» rise con aria furbetta, sentendo poi il ruggito del proprio stomaco.
«Hai fame?» domandò il ragazzo più grande, facendogli cenno di seguirlo «Ceniamo insieme per festeggiare la nostra alleanza!»
«Abbastanza...» borbottò il biondo, seguendolo.
«Hai dormito un giorno intero!» esclamò facendo spallucce, mentre lo conduceva in un altro ambiente della piramide.
«Urgh!» Malik non se l'aspettava davvero «Un giorno di fila?!» ripeté, incredulo.
«Già. Oops! Attendo a non posare il piede su questa pietra: è una trappola.» lo avvisò, aumentando la falcata per non posare il piede su un congegno rialzato.
«Va bene...» borbottò, copiando l'altro.
Avrebbe fatto bene a non allontanarsi mai da Bakura o avrebbe rischiato la pelle in quel posto!

[ ... continua... ]
XShade-Shinra




5
Orione: gli egizi credevano che l'anima del Faraone ascendesse dalla piramide fino alla costellazione di Orione, dimora del dio Osiride, divinità dei morti e dell'oltretomba.
 6 Ben: le prospettive di vita degli egizi erano molto inferiori rispetto a quelle attuali.



Risposte alle Recensioni:

x Bad Devil: Sì, si vede proprio il tuo profondo amore per Atem! XD Lieta che la scena dello sputo ti abbia divertita! **

x sierradorata: +w+ Anche io tra quei due ho sempre visto qualcosa di molto accattivante! Eheh! Sono molto contenta che la storia ti stia piacendo! ^^

x Diana924: ^^ Beh, prima o poi le tue domande avranno una risposta! <3 Non spoilero nulla! 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 04 ***


- Allies since the Dawn -
Chapter 04

Erano ormai passati due giorni da quando Malik era stato portato nel rifugio di Bakura, ed era ormai tempo per lui di mettere le cose in chiaro...
«Esigo di farmi un bagno!» disse con voce grossa e le braccia incrociate al petto.
«Non ho l'acqua corrente come il Faraone!» borbottò Bakura, mentre era intento a preparare un sacco con dei gioielli che avrebbe rivenduto al mercato nero.
«Non ho intenzione di stare qui a puzzare nemmeno per un giorno di più!»
L'assassino espirò pesantemente, roteando gli occhi.
«Non ti faccio uscire da qui.» sussurrò - per il momento - calmo.
«Ho vissuto quasi tutta la vita dentro una mastaba, non sopporto i posti chiusi. Fammi uscire.» insistette.
In quei due giorni dove era stato ospite forzato, i due avevano avuto modo di raccontarsi parecchie cose della loro vita passata e avevano scoperto che la convivenza non era poi così tanto male. Malik era una persona molto colta e dal carattere tranquillo, capace di sopportare gli scatti d'ira del ladro e di saperlo calmare con il suo tono di voce basso ma deciso. Il biondo non sapeva spiegarsene il motivo, ma stava decisamente bene con il ladro, molto più di come era stato a casa con la sua famiglia o con i Ghoul.
«Potresti scappare.» borbottò, issandosi il sacco colmo di preziosi su una spalla.
«Non sono così stupido da cercare di scappare. Non ho idea di dove io mi trovi e non ho un cavallo per muovermi più velocemente, come te. Hai sottovalutato la mia intelligenza.» quasi si offese.
«Uhm... Potrei accontentarti, ma prima devo andare a portare queste cose al mercato.» un ampio ghigno gli si disegnò sulle labbra all'ultima parola.
"Se Isis vedesse questo scempio, probabilmente lo ucciderebbe..." pensò l'egiziano, sbuffando «Quando tornerai? Mi annoio qui da solo, non c'è nulla da fare.»
«Prima del tramonto.» rispose, camminando verso l'uscita della sala da pranzo dove avevano da poco finito di fare una partita a Senet7.
«Ma... di notte si gela!» protestò, osando alzare un po' la cresta, poiché solo a lui era concesso alzare il tono di voce con Bakura.
«Infatti tornerò prima che cali il sole, non ti preoccupare.» ridacchiò, andando via lungo il percorso sicuro che conosceva a memoria per non incappare nelle trappole che non aveva fatto scattare, tenendole come protezione per quella che era divenuta la propria dimora nella Valle dei Re.
«Uff...» sbottò il biondo, mettendosi a sedere a terra con le gambe incrociate «E ora cosa faccio?» borbottò, guardandosi attorno.
Non c'erano libri (o comunque papiri da leggere), né nessun altro tipo di svago.
«Che noia...» sbuffò.
Fu addirittura tentato di lasciare la stanza per vagare un po' all'interno di quella tomba, ma l'idea di finire trafitto da una pioggia di frecce o, addirittura, affettato da delle lame, non gli sorrideva per nulla.
Si ritrovò così a pensare a quei giorni che aveva trascorso prigioniero del ragazzo dai capelli argentati. Non era di certo la prima volta che lo lasciava dentro quelle mura a fare la muffa in attesa del suo ritorno: ogni giorno usciva abbastanza presto e ritornava tardi, portando acqua e viveri. Malik non gli aveva mai chiesto dove andasse e che cosa facesse: sapeva bene che non erano affari suoi e che l'egizio non gli avrebbe mai risposto.
«Idiota...» sbuffò, pensando alla sua faccia da schiaffi, la stessa che aveva anche nel XXI secolo «In tremila anni non è cambiato di una virgola...» aveva accettato l'idea di fare combutta con lui perché insieme trovassero la loro vendetta, ma non avevano ancora pensato ad un piano, perché Bakura non sembrava fidarsi del biondo «Idiota...» ripeté «Sto sprecando solo del tempo! Se Shadi mi trovasse e mi riportasse nel futuro, non avrei più nessuna possibilità di poter uccidere Atem.»
Si alzò in piedi e andò nella sala usata come cucina e dispensa a prendere della birra8 da un grosso orcio; gli piaceva molto il sapore di quel tipo di bevanda, così dissimile da quella moderna. Mentre beveva l'alcolico, pensava di sentirsi come depurato da quando era arrivato nell'Antico Egitto, come se il suo lato oscuro fosse rimasto lì sul dirigibile di Kaiba; il che non era affatto un male.
Sospirando ancora, come l'anima in pena (la quale, in effetti, era), andò a sdraiarsi sul letto del ladro, molto più comodo e meno lugubre del sarcofago che gli aveva dato come giaciglio.
«Ma il posto migliore non si dovrebbe dare agli ospiti?!» continuò a parlare da solo, per farsi un po' di compagnia. La voce rimbombava per gli anditi e le vuote camere.
Mettendo le braccia incrociate dietro la testa, chiuse gli occhi e si addormentò profondamente. Nonostante si fosse ripigliato dal colpo di calore e avesse ripreso tutti i liquidi persi, la testa gli doleva ancora lievemente e dormire lo aiutava non poco far passare il dolore.

Fu uno schianto a svegliare il ragazzo, che si alzò a sedere con il fiatone.
"Cos'è stato?" si chiese.
Non aveva idea dell'orario, ma era più che certo che non si trattasse di Bakura: il ragazzo faceva sempre molto silenzio, in qualsiasi circostanza.
Con il cuore che batteva forte, si alzò e prese un bastone ricurvo in punta. Lo avrebbe usato come mazza da baseball per stordire l'avversario, poi, al massimo, lo avrebbe legato e messo in un cantuccio fino all'arrivo del bandito.
"Dannato Bakura, doveva proprio andare via e lasciarmi qui solo?" si chiese, mentre dei pesanti passi rimbombavano sempre più vicini alla sala dove si trovava.
Mettendo le spalle al muro accanto alla squadrata porta dell'ingresso, fu pronto ad accogliere il tombarolo.
"Tutte a me..." pensò ancora, vedendo una mano ancorarsi allo stipite della porta e una criniera di capelli argentati fare capolino nella stanza.
«Bakura?!» esclamò sorpreso, lasciando andare il bastone che finì a terra.
«Ciao, Malik...» lo salutò con un ghigno, sollevando il volto sofferente.
«Che succede?!» chiese allarmato, vedendo l'egizio piegato in avanti, che si teneva all'altezza dello stomaco con una mano.
«Eheh... L'affare non è andato... bene...» ebbe appena la forza di dire, prima di crollare, riverso in avanti. Per sua fortuna, il ragazzo dagli occhi ametista fu abbastanza pronto di riflessi per prenderlo al volo, sentendo subito le proprie vesti bagnarsi di sangue.
«Ehy, Bakura... Bakura!» urlò, scuotendo, ma il bandito non rispose, avendo perso completamente i sensi.
Malik non era nuovo a quelle situazioni: molte volte il padre aveva picchiato Rishid, anche se non si era mai trovato davanti ad una situazione tragica come quella.
Portò Bakura sul suo letto e gli aprì il mantello, insieme ai suoi occhi, vedendo una profonda ferita al fianco. Doveva essere stato pugnalato.
«Ti... ti aiuto io.» mormorò, andando a prendere degli abiti dal baule.
Scelse quelli più puliti e ne usò uno per togliere via il sangue dal muscoloso addome dell'egizio e cercare di fermare l'emorragia alla bene e meglio, mentre gli altri li strappò e vi fece un bendaggio. Non poteva fare di meglio: non aveva medicine né erbe mediche a portata di mano, doveva solo sperare che il ladro avesse la pellaccia dura e che si riprendesse. L'unica cosa positiva nella ferita era il fatto che non vi fosse stata fuoriuscita di anse intestinali.
«Guarda in che guaio ti sei andato a cacciare...» borbottò una volta completato il bendaggio.
Con garbo, sfilò il mantello di dosso al proprietario, cercando di non svegliarlo, e la sua attenzione fu catturata da un piccolo scrigno in legno, dalla forma allungata, che cadde in terra. Si chinò a raccoglierlo, mettendosi il mantello indosso, e lo aprì, scoprendo che si trattava del contenitore di un papiro piuttosto grosso.
"Un papiro?" pensò "Ma lui non sa leggere..."
Non capendo il perché di quello strano oggetto, si sedette sul letto, accanto al bandito, e lo srotolò, iniziando a leggere il medjat che aveva trovato, controllando sempre il corpo dormiente accanto a sé, pregando che si svegliasse presto. Fatto che accadde poche ore dopo, quando il ragazzo arrivò a circa metà del papiro. Sentì il fruscio dei panni usati come lenzuola e una calda mano che gli accarezzò la coscia.
«Malik...» sussurrò Bakura, con gli occhi semiaperti e le labbra secche.
L'egiziano si alzò in tutta fretta, poggiando il rotolo sul pavimento.
«Bakura!» lo chiamò «Ti sei svegliato... Come stai?» gli domandò, prendendogli la mano.
«Come vuoi che stia?» ridacchiò «Una vera merda.»
«Sei uno stupido, potevi morire! Ma che è successo?» gli chiese subito, prendendo una scodella da terra e riempiendola con l'acqua di un secchio portato lì appositamente per lui.
«Erano in sei e mi hanno subito aggredito, non ho avuto modo di evocare Diabound, il mio Ka.» spiegò, tossendo appena «Sono comunque riuscito ad ucciderli dopo che mi avevano pugnalato.» puntualizzò con una nota di soddisfazione nella voce.
Malik gli sollevò il capo e gli imboccò dell'acqua, sperando che gli facesse bene.
«Hai perso molto sangue, ci saranno delle tracce fino a qua.» borbottò.
«Non c'è problema, il mio cavallo sta qui dentro e il vento del deserto pulirà la sabbia.» spiegò con voce flebile. Era davvero molto debole.
«Ti preparo qualcosa da mangiare...» sussurrò il biondo, facendo per andare in cucina, ma Bakura lo fermò, afferrandolo per il polso.
«Perché mi hai aiutato?» gli chiese.
Il biondo non fece una grinza a quella domanda.
«Perché non riuscirei mai ad uscire da qua senza il tuo aiuto. Tu stesso hai fatto scattare una trappola venendo qua, no?» gli domandò retorico «E poi così ho ricambiato il mio debito.» borbottò, liberandosi da quella presa e procedendo verso la cucina.
«Beh, allora non ti ringrazierò.» ghignò il ladro.
«Appunto.» borbottò Malik, sparendo oltre la soglia.
Bakura rise un poco, tenendosi lo stomaco. La ferita gli doleva non poco, era stato davvero fortunato a riuscire a scamparla. Il mercato nero era pieno di persone davvero terribili.
«Ah, Bakura?» il biondo lo chiamò per l'ennesima volta, facendo capolino dalla porta.
«Eh?» fece in risposta.
«Perché avevi una pergamena con la storia del penultimo Faraone?» domandò.
Bakura sorrise - un sorriso vero, quella volta - e rispose piano.
«Mi avevi detto che ti annoiavi qui da solo quando sto via, ho voluto potarti un regalo.» sussurrò «Così vedrai che cosa ha fatto Aknamkanon... E vedrai anche che Kuru Eruna non compare in quel testo.»
A vedere quelle labbra modellarsi sul viso del bandito, Malik arrossì, trattenendo il respiro.
"Mi ha fatto un regalo?!" penso sbalordito «Ah, ehmm... Grazie...» sbuffò, rifugiandosi nella stanza.
«Ahah...» rispose, sollevando lo sguardo al soffitto.
Di certo, Malik non poteva saperlo, ma quello era il primo regalo che Bakura donava a qualcuno.

[ ... continua... ]
XShade-Shinra



7
Senet: un gioco da tavolo considerato l'antenato degli scacchi. Un ottimo articolo qui.
8 Birra: gli egizi erano molto famosi per la loro birra, detta henqet. Per chi volesse saperne di più, segnalo questo link



Risposte alle Recensioni:


x Bad Devil: x°D "Regal Effemminato"! Sono contenta che ti piaccia la cospirazione contro di lui! ^^

x Diana924: Grazie! ^^ Eh-eh! Chissà cosa ci sarà scritto nel loro destino, riguardo questa allenza... *fischetta*

x sierradorata: x3 Se la storia piace al lettore, lo scrittore è felice il doppio! Beh, Bakura ha tanti misteri... Ma non dico nulla, sarò muta come la Tomba del Farone in persona! XD
PS: di niente, piuttosto scusami se non sono tanto puntuale, ma ho davvero poco tempo questo periodo! >.<

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 05 ***


- Allies since the Dawn -
Chapter 05

Il rumore dello sciabordio delle piccole onde della superficie del Nilo si udiva appena sul corpo abbronzato di Malik, il quale stava immerso fino alla vita nelle limpide acque del dio fiume illuminato dai rossi raggi del tramonto.
«Ahh...» espirò soddisfatto, frizionandosi il corpo «Finalmente...»
Seppure in ritardo di più di ventiquattrore rispetto a quanto pattuito, Bakura lo aveva portato al fiume per potersi finalmente fare un bagno come si doveva. Malik era letteralmente stufo di doversi lavare con i secchi in quella piramide umida e buia.
«Fai in fretta!» lo tormentò il ladro, lanciando dei sassolini piatti dalla sponda, cercando di farli rimbalzare.
«Sono appena entrato!» si imbronciò il biondo, finendo di lavarsi il più velocemente possibile, immergendosi del tutto in quelle acqua.
Intanto il bandito lo guardava sbuffando. La ferita macchiava ancora di rosso i bendaggi, ma, con le erbe medicamentose che aveva preso la mattina, prima di accompagnare il ragazzo a fare il bagno, si sarebbe fatto un impacco per migliorare le sue condizioni e prevenire possibili infezioni.
«Ho finito!» gli urlò il biondo dopo un poco, uscendo dall'acqua.
Bakura rimase ad aspettarlo seduto su un sasso, guardando quel bel corpo bagnato camminare verso di lui, come fosse assorto, rapito da quei muscoli e quelle curve abbozzate.
«Devi proprio fissarmi?» chiese acido l'egiziano, espirando pesantemente mentre si rivestiva con un perizoma9 color sabbia che gli aveva prestato l'egizio. Non poteva certo continuare ad indossare sempre la stessa - anacronistica - roba!
«Non capita tutti i giorni di avere un bell'uomo accanto. Abbiamo anche dormito insieme, stanotte...» ridacchiò.
«L'ho fatto solo per poter essere pronto a salvarti la pellaccia nel caso ti si fossero aggravate le condizioni durante il sonno!» sbottò, arrossendo.
Quello che dicevano corrispondeva a verità: il ragazzo dagli occhi ametista aveva passato tutta la notte seduto sul letto del padrone di casa per vegliare su di lui, per poi ritrovarsi il mattino dopo sdraiato sul largo petto dell'assassino. Sicuramente era caduto di lato durante la notte e Bakura lo aveva tenuto stretto a sé.
«Beh, non posso negare che mi abbia fatto piacere.» ridacchiò, alzandosi e risalendo in groppa al suo destriero, il quale aveva da poco finito di abbeverarsi.
«Tsk.» sputò, girando il capo.
Stava cominciando a sentirsi in imbarazzo con Bakura, e ciò non andava per niente bene.
«Non fare quella faccia, Malik. Andiamo, devi medicarmi.» rise, allungando il braccio verso il ragazzo in modo da offrirgli un appoggio per salire. Aiuto che l'egiziano non tardò ad utilizzare, potendo così issarsi in groppa al destriero, sedendosi nel posto davanti.
«Come va la ferita?» gli chiese, mente tornavano verso la piramide.
«Meglio.» rispose «Però necessito di un nuovo bendaggio.» sussurrò, accarezzandogli i capelli.
«Va bene...» soffiò l'egiziano, arrossendo ancora, non visto, e rimanendo in silenzio per alcuni minuti «Bakura?» lo chiamò «Io non ho un tempo eterno per stare qui.» gli ricordò a voce bassa «Dovremmo pensare al nostro accordo...»
«Sono ferito, non potrei fare nulla.» gli fece notare.
«Io però... avrei un piano.»
«Non mi interessa, ora come ora...» borbottò il ladro.
«Non vuoi nemmeno ascoltarmi?»
«No.» e chiuse lì il discorso.
Malik sbuffò per quel modo testardo e capriccioso che aveva il ladro, ma non si diede per vinto: avrebbe continuato la sua opera di convincimento più avanti, magari nel pomeriggio.
«Uhn, Malik? Ora che ci penso… non potevi usare le bende della mummia del Faraone nell'altra stanza per medicarmi?»
«Cretino!»

Una volta giunti alla loro piramide, toccò a Bakura lavarsi con i secchi - come lui preferiva per non attirare Sobek, il dio coccodrillo, a causa del sangue - e, di rimando, toccò a Malik vederlo nudo, quando entrò nella propria camera da letto dopo essere stato in cucina a preparare l'impacco di erbe come gli era stato spiegato...
«Sei senza pudore!» lo aggredì, lanciandogli una scodella in testa, che lo colpì producendo un sordo rumore di vuoto.
«Ahia! Mi vuoi uccidere?!» lo aggredì verbalmente, massaggiandosi il punto colpito della capoccia «Ti ricordo che sono ferito!»
«Potevi almeno avvisarmi che ti stai lavando qua nella mia camera!» gli fece notare contrariato, girandosi di spalle perché gli occhi non scendessero lungo il suo muscoloso corpo, temprato dal deserto "Ma tu guarda con quale rozzo mi è toccato trovarmi a fare convivenza..." pensò, mentre cercava di scacciare il ricordo di una particolare parte del corpo del ladro.
«Bah...» sbuffò questi «Almeno sono di bella presenza, no?» rise malizioso, continuando a lavarsi la ferita. L'acqua cristallina si tingeva di rosso a quel contatto, scorrendo poi lungo la sua gamba abbronzata, creando un effetto tipo "cascata di sangue".
«Idiota! Vado!» borbottò, facendo per lasciare la stanza, ma Bakura lo trattenne.
«Aspetta. Devi aiutarmi a rifare il bendaggio.» gli ricordò. In realtà ne era capace anche da solo, ma voleva divertirsi un po' a vedere il bel faccino del ragazzo venuto dal futuro che si imbarazzava.
«Sgrunt... Solo se ascolterai il mio piano.» ringhiò «Ti aspetto di là.» sbottò, andandosene nella stanza che fungeva da camera per il tombarolo "Non devo pensare... No, non devo assolutamente pensare..." si ripeté mentalmente, prendendo le bende che aveva fabbricato poco prima ed attendendo il ladro, seduto sul letto.
L'egizio si fece attendere solo pochi minuti, il tempo di asciugarsi, e si presentò senza veli davanti a Malik.
«Sei ancora nudo?» sbuffò.
«Sì.» disse fiero «Dormo così.»
Quella risposta bastò a far rimanere di sale il ragazzo, il quale, sbuffando e richiamando a sé un paio di dei per farsi dare la forza, cominciò a fasciare la vita del padrone di casa, che se la rideva soddisfatto, dopo aver premuto per bene l'impacco sulla carne viva.
«Nella tua situazione non c'è molto da ridere!» gli fece notare, mentre lo sguardo gli cedeva appena, richiamato come una calamita verso le pudende dei Bakura.
«Sei tu che sei divertente.» gli spiegò, accarezzandogli la testa.
«Ti odio...» si imbufalì.
«Il confine tra odio e amore è una linea molto sottile, sai?» chiese retorico, e per ripicca Malik tirò un po' più stretto il bendaggio.
«Anche ai tempi dell'Antico Egitto si usava dire così?» domandò retorico, finendo di fissare per bene la stoffa.
«La smetti di chiamarlo "Antico"?» chiese, roteando gli occhi.
«Per me è antico...» borbottò, dando una pacca sulla ferita di Bakura «Ho finito!»
«Ahi!» si lamentò il ladro, curvato dal dolore.
«Ora mi ascolti?» impose, guardandolo con gli occhi a mezz'asta.
«S-- Sì.» balbettò, camminando chino verso il tavolo al centro della stanza «Coricati pure con me, stanotte.» lo invitò, sogghignando.
«Eh?! Non ti da fastidio?» domandò «E poi...» balbettò, facendo marcia indietro con i suoi pensieri «Tu sei nudo!»
«Era una bugia.» ghignò, indossando anche lui un gonnellino beige.
Malik, capendo che era stata tutta una farsa per ridersene di lui, mise il broncio e si infilò sotto le coperte.
"Costui si diverte a prendermi per i fondelli senza ritegno!" pensò, aggrottando le fini sopracciglia dorate.
«Allora, dimmi. Quale sarebbe il tuo piano per uccidere il Faraone Atem?» chiese il bandito.
«L'unico modo per ucciderlo, secondo me, è che qualcuno si infiltri dentro il palazzo!» disse Malik, mentre si tirava un po' più su le coperte, fino a coprirsi il naso. La notte faceva davvero molto freddo, proprio come quando abitava nella mastaba.
«Tsk. Il Faraone è protetto dai suoi Sacerdoti che non lo lasciano solo neppure per un attimo.» sbuffò il ladro, mentre si infilava anche lui sotto le spesse e calde coperte, coricandosi accanto al ragazzo venuto dal futuro.
«Ci sarà pure un modo per avvicinarlo.» borbottò.
«Bah.» sbottò l'altro «Preferisco andare di petto in queste cose: affronterò tutti i Gran Sacerdoti dei miei calzari e poi distruggerò con le mie mani il Faraone, proprio come lui ha fatto con gli abitanti di Kuru Eruna.» mentre parlava, abbracciò il ragazzo, portandolo vicino a sé.
Da quando lo aveva aiutato, Bakura sembrava essersi affezionato per davvero a quel ragazzino.
«Sono certo che tu riusciresti ad ucciderli. Ma ora sei ferito ed il mio tempo non è infinito.» spiegò piano «Bakura, secondo me il nostro incontro è stato voluto dagli dei, non c'è un'altra spiegazione. Lascia che ti aiuti a compiere la nostra vendetta, cosicché anche la mia anima potrà trovare la pace.»
Le labbra dell'assassino si posarono sulla tempia dell'egiziano, facendolo arrossire.
«Ma se uccidi il Faraone cambierai l'ordine degli eventi.» sussurrò «Potresti sparire.»
«Non mi importa. Voglio vendicare mio padre, esattamente come te. Abbiamo un obbiettivo in comune per il quale siamo disposti a tutto, dunque perché aspettare?» gli domandò.
Bakura rimase un po' di tempo a soppesare le veritiere parole del ragazzo, ammettendo che il non poter essere l'artefice della morte del suo nemico non lo soddisfava pienamente.
«Bakura?» lo richiamò Malik, accarezzandogli la guancia «Fidati di me.» gli sussurrò.
«Io non mi fido di nessuno.» disse pacato.
«Nemmeno di me?» gli chiese, guardandolo intensamente negli occhi.
«No.» sussurrò.
«Eppure ti ho curato. Avrei potuto lasciarti morire.» gli ricordò.
«Nessuno a parte me riuscirebbe mai a scappare da qui.» si pavoneggiò, ridendo.
«Bakura?» lo chiamò nuovamente «Sono certo che insieme avremmo più probabilità di vittoria. Cosa ti costa provare?»
«Se andasse male, il Faraone Ate--» ma venne interrotto da Malik.
«Aumenterebbe le sue difese?» sorrise, chiedendo se avesse ragione «Non vedo il problema! Dopotutto tu sei il Re dei Ladri, no? Sarà comunque un gioco da ragazzi!» il biondo era davvero bravo a giocare con la mente delle persone pur non avendo a propria disposizione il Sennen Rod. Stava cercando di colpire Bakura all'orgoglio.
«Uff... E va bene...» sbottò «Dimmi, che piano avresti? Parlavi di un "infiltrato".» borbottò.
«Potresti vendermi al Faraone come schiavo, in questo modo avrei libero accesso a tutta la sua dimora.» spiegò, abbracciando di rimando il ragazzo dai capelli argentati.
«Continua...»
«Potrei ucciderlo mentre dorme...» gli sussurrò.
«I servi ed il Faraone non dormono nella stessa stanza.» ghignò «Il tuo piano ha una falla.»
«I servi no,» rise «ma le concubine sì.»
«Cosa?!» si alterò il ladro «Vuoi andare a scopare con quel verme?!» lo aggredì verbalmente, sputando fuoco e fiamme dalla bocca.
«Se è l'unico modo per poter stare con lui senza che nessun altro ci veda, sì.» disse deciso.
Ovviamente l'idea di condividere lo stesso letto con il suo peggior nemico non gli piaceva nemmeno un poco, ma quello era l'unico modo che gli fosse venuto in mente.
Bakura, dal canto suo, sembrava molto arrabbiato per la scelta del biondo.
«Non te lo permetto.» sibilò.
«E perché no? Il corpo è il mio... e decido io cosa farne.»
«Non è così.» ruggì, afferrandolo per i capelli e trascinandolo in un bacio profondo e scottante.
Malik sospirò a quel gesto non atteso e lasciò la sua bocca sotto il controllo del ladro, che si mise sopra di lui, accarezzandogli il torace abbronzato.
«Ah... Aspetta...» lo pregò, sentendo le sue mani scendere al ventre «Non posso... Non ora...» bisbigliò, serrando le gambe.
«Perché?» chiese, liberandolo dal bacio mozzafiato.
«Sono ancora vergine...» gli sussurrò all'orecchio, arrossendo e facendolo bloccare di colpo «Il Faraone mi accetterà senz'altro...»
«Perché fai una cosa del genere?» gli chiese il ladro, stupito.
«Perché niente mi fermerà davanti alla mia vendetta.» disse deciso, sollevando appena il volto per dare un fugace bacio alle labbra di Toukozou-ou «Baci bene, sai?»
«Quindi, devi rimanere vergine?» gli chiese, accarezzandogli i fianchi dal quale sciolse l'indumento che portava, facendolo tremare.
«S-- Sì.» rispose lui.
«Ci sono tante cose che si possono fare, pur rimanendo vergini, se solo volessi, sai?» ghignò, ponendosi tra le sue gambe tenute allargate.
«Ah, Bakura...» pigolò piano, non pensando che quei gesti gli potessero dare tante emozioni.
«Ti farò assaggiare giusto un poco di piacere, piccolo.» sorrise maligno, andando a strofinare la propria intimità contro quella del biondo «Dovrai essere pronto per servire al meglio il Faraone...»
Malik sospirò, colto da mille brividi, mentre il ladro ridacchiava della sua inesperienza che quella notte venne ben colmata dal sapiente corpo di Bakura.
I morsi, i baci, le carezze, quella notte furono tutti gesti elargiti senza parsimonia alcuna; i loro corpi si cercavano l’un l’altro, come anche le loro anime, chiedendo quasi che nessuno potesse scindere quei loro abbracci e quei baci alla fine di ogni loro amplesso, di ogni loro climax. Il piacere regnò incontrastato in quella stanza, tanto che nemmeno il freddo riuscì a penetrarvi, lasciando i ragazzi a consumare la loro notte da amanti, finché, stanchi, non si addormentarono, ancora stretti l’uno all’altro.

[ ... continua... ]
XShade-Shinra




9 Perizoma: qui non si intendono le mutande dei giorni nostri, ma il gonnellino che portavano gli egizi.



Risposte alle recensioni:

x Diana924: mi è piaciuta la tua considerazione: "legame pacifico e razionale" xD Le domande che hai posto non troveranno risposta nella FF, quindi ti posso rispondere qui! ^^ La pergamena ovviamente è rubata, qualcuno aveva dubbi in merito?XD Gli "affari" erano quelli tipici del mercato nero: in quei posti non gira mai brava gente, quindi la vendita di preziosi che aveva in mente Bakura si è trasformata in una specie di baratto "o la borsa o la vita" al quale Touzoku-ou non si è piegato. ^^

x Mizushipping: Sì, i due bambini migliorano di giorno in giorno! <3
Il gesto del regalo non potevo non metterlo! *^* Bakura è un personaggio che ha sempre vissuto in solitudine, badando solo a se stesso, e vista la sua asocialità unita al fatto che non ama tanto parlare, ho pensato che un gesto - il regalo - fosse la cosa che più gli si addiceva per far capire i propri sentimenti a qualcuno. <3

x Bad Devil: Penso faccia uno strano effetto a tutti! XD Vedi, in questo capitolo Malik ha seguito il tuo consiglio! v.v xD

Grazie per aver lasciato segno del vostro passaggio con  una recensione! Mi fate sempre felice! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 06 ***


- Allies since the Dawn -
Chapter 06

Quella mattina arrivò fin troppo presto per Malik. Una parte di lui non avrebbe mai voluto che arrivasse quel giorno, ma aveva un compito da portare avanti e non poteva rinunciarvi solamente per dei suoi capricci privati: mettendo fuori dai giochi il Faraone Atem avrebbe fatto un favore anche a Bakura e, insieme, avrebbero compiuto la loro vendetta.

«Allora, ti ricordi tutto?» domandò Bakura, mentre salivano la lunga scalinata che conduceva alla dimora del sovrano.
«Certo...» sbuffò il biondo «E la tua ferita come sta?» domandò per la seconda volta quella mattina. Non voleva che Bakura si sforzasse più del necessario o gli si sarebbe riaperto lo squarcio che aveva al fianco.
«Va bene, non preoccuparti.» lo rassicurò, toccandosi appena nel punto colpito, nascosto da una pesante tunica color ocra «E tu come stai?» gli chiese.
«Mi hai legato i polsi troppo stretti, mi verranno le piaghe.» si lamentò, cercando di allentare il nodo della corda che lo teneva legato, il cui capo era tenuto dal ladro. Nessuno di loro aveva parlato a riguardo della notte precedente, quasi come se avessero paura di ciò che era nato e stava crescendo tra loro.
«Non lamentarti.» ringhiò appena il saccheggiatore di tombe, prima che le due grosse guardie poste all'ingresso del tempio li bloccassero, incrociando le loro alabarde.
«Altolà! Identificarsi.» dissero marziali.
Bakura non aveva certo paura di loro, ma non gli andava di utilizzare già il suo fido Diabound; voleva dar retta a Malik e tentare qualcosa di più subdolo. Se non avesse funzionato, avrebbe subito chiamato il suo Ka.
«Vorrei vendere uno schiavo al Faraone.» disse il ladro, seguendo lo schema che si erano prefissati i due.
Malik abbassò la testa, tenendo uno sguardo mite e sottomesso, senza parlare. Quella recita era per lui abbastanza semplice, visto che il proprio lato oscuro non era stato trasportato con lui in quell'epoca.
«Vi scorterò io.» tuonò una guardia, mente entrambe ritiravano le armi, invitandoli ad entrare «Siete appena in tempo: l'orario delle visite sta per terminare.»
«Grazie.» disse educatamente l'egizio, entrando nel corridoio che conduceva alla sala del trono, tirando appena le corde del futuro servo.
Ci misero pochi minuti a giungere all'entrata dell'enorme sala ormai vuota, se non per la sola presenza di un vecchio accanto ad un massiccio trono sul quale sedeva...
«Yugi!» sussurrò Malik, che si beccò due occhiate interrogative dall'assassino e dalla guardia.
Colui che sedeva come Faraone era l'identica copia di Yugi: stessi capelli e stesso sguardo che aveva quando combatteva, deciso e determinato. L'unica differenza, che aveva riscontrato anche nel caso di Bakura, era la carnagione molto più abbronzata.
«Scusatemi...» pigolò l'egiziano, venendo poi spinto un po' avanti dalla guardia che chiamò Atem con la sua forte voce tonante.
«Sommo Faraone! C'è una richiesta da parte di un abitante dell'Egitto! Chiede di poter essere ricevuto al vostro cospetto per una vendita!»
La Luce dell'Egitto si tappò le orecchie per quel vocione che rimbombava nella sala.
«Sì, lo ricevo.» disse subito.
«Come desidera, mio Faraone!» urlò ancora, per poi ritirarsi e far avanzare i due, che si inchinarono davanti al sovrano, una volta giunti alla base delle alte scale, dove, alla sommità di queste, Atem si stappava finalmente le orecchie.
«Buongiorno a voi, Faraone.» lo salutò Bakura, rialzandosi insieme al ragazzo «Sono venuto da molto lontano per proporle l'acquisto di uno schiavo.» spiegò, volgendo lo sguardo verso Malik «Non è adatto ai lavori pesanti, ma sono certo che, grazie all'educazione e all'istruzione che ha ricevuto, sarà in grado di compiere i servigi di corte. Inoltre è molto ubbidiente.»
In effetti sarebbero serviti veramente degli schiavi in quel periodo, quindi l'offerta sarebbe andata più che bene...
«Come vuoi essere pagato?» chiese Atem.
«Non voglio cibo: ne ho a sufficienza. Io sono un mercante, possiamo dire, quindi mi interesserebbero gioielli e preziosi, più che altro.» ghignò. In effetti si vedeva che era un mercante per via degli agghindagli preziosi che aveva addosso il ragazzo: due anelli dorati, con delle pietre, ai mignoli, una cintura dorata, bracciali e cavigliere varie.
Il Faraone fece per rispondere, ma Bakura lo anticipò.
«Naturalmente sarete voi ad imporre il prezzo.» spiegò «Io mi accontenterò di quanto vorrà donarmi la bontà del nostro Faraone.»
Malik gli scoccò una mezza occhiataccia.
"Che attore..." pensò, tra il depresso e l'ammirato
«Va bene. Lo accetto volentieri alla mia corte.» rispose.
«Dobbiamo allora procedere con la registrazione, mio Faraone.» gli ricordò Siamun Muran, il visir.
«Certo.» annuì «Vai pure a chiamare come testimone il Sacerdote Set--»
«Non è necessario, Faraone!» lo interruppe maleducatamente Mana, l'apprendista Sacerdotessa, entrando come una furia nell'ampia sala «Ci siamo io e Mahad!» lo informò, per poi ricevere una sonora strigliata dall'uomo appena citato, che la afferrò per la collottola, come fosse una gattina.
«Mana!» tuonò serio, scrollandola «Devi essere più rispettosa nei confronti del Faraone!»
«Ma io lo sono!» borbottò lei, mettendosi con le braccia conserte, mentre sul viso le si dipingeva un adorabile broncio.
«Lascia stare, Mahad. Va bene così.» disse Atem, facendo così rimettere giù la ragazza, che corse verso Malik e Bakura, lasciando con un palmo di naso il Gran Sacerdote.
«Non può dargliele vinte tutte...» sussurrò il visir al ragazzo dai capelli tricolore.
«E' ancora giovane...» lo liquidò, guardando Mana venir trascinata via, in un angolo, dal proprio tutore.
Siamun guardò in alto, cercando l'aiuto degli altri dei, e prese un registro, dove iniziò a scrivere qualcosa; a quel gesto, il saccheggiatore di tombe diede un colpetto al fianco del ragazzo.
«Devi prestare giuramento al nostro Faraone.» gli spiegò.
Malik annuì e, lentamente, recitò le formule da lui studiate quel giorno, così da terminare il rito.
Da quel momento in poi sarebbe stato uno schiavo del Faraone. Insieme a Bakura, aveva posto un’altra pietra per formare la scalinata che lo avrebbe condotto all'uccisione del Faraone della XVIII dinastia.
«Sembri egizio...» notò Atem, rivolgendosi direttamente al ragazzo, alzandosi dal suo trono per avvicinarsi ai due «Ma hai i capelli e gli occhi di un insolito colore...» borbottò.
A quel dire, Mana rise un poco.
"Con che faccia il Faraone può dire ad un altro di avere i capelli di colore insolito?!" si chiese, prendendosi uno scappellotto da Mahad.
«No, non sono di qui...» spiegò brevemente, cercando di parlare il meno possibile.
«Ma parli bene la nostra lingua.» notò Atem.
«Gliel'ho detto: ha ricevuto una buona istruzione.» rispose Bakura per lui.
A quel silenzio da parte del ragazzo, il Faraone parlò con voce decisa, ma gentile.
«Comprendo il tuo stato d'animo.» sbuffò appena, accarezzandogli il volto sotto lo sguardo di Bakura, che si ingelosì all'istante «Ma non ti crucciare, vedrai che i miei schiavi sono trattati con tutti i riguardi.» tentò di tranquillizzarlo, anche se Malik, ancora, non rispondeva «Ti dovremmo dare un nome...» continuò, guardando il suo futuro schiavo dritto negli occhi.
«Nam10?» propose a voce alta l'egiziano, facendo voltare i due testimoni - alle prese con un discordio verbale - verso di lui.
«Sì.» fu d'accordo la Luce dell'Egitto «Nam mi piace.»
Malik abbozzò un sorriso.
«Ne sono lieto, mio Faraone.» disse, prostrandosi dinnanzi al suo padrone nuovo.
«Le avevo detto che era mite ed ubbidiente.» ridacchiò Bakura, lasciando andare la corda che ancora legava i polsi del ragazzo.
«Torna domani e ti verrà dato quando dovuto.» disse Atem in tono austero.
«Va bene. Allora tolgo il disturbo, mio Faraone.» lo salutò, facendo anche lui un profondo inchino «Verrò domani mattina a farle visita.» si congedò, scortato dalla guardia fino all'ingresso principale "Fai un buon lavoro, Malik..." ghignò, incapace di moderare il bieco sorriso che gli apparve in volto, celato da un veloce e falso sbadiglio.
L'infiltrato guardò verso il corridoio, sospirando appena.
«Non preoccuparti, Nam.» sussurrò il Faraone, mettendogli una mano sulla spalla «Sono certo che ti troverai bene qui con noi. Ora Mana ti scorterà nel tuo alloggio nell'ala riservata agli inservienti.» spiegò ad alta voce, in modo che la ragazza lo potesse bene udire.
«Perché proprio io?» chiese ella, un po' contrariata.
«Così lascerai in pace Mahad per qualche minuto.» rise Atem, con grande soddisfazione dell'interessato, che diede all'apprendista un piccolo colpetto alla schiena.
«Ti aspetto per continuare la lezione.» la salutò il gran Sacerdote, andandosene via.
Mana gonfiò le guance e si avvicinò al muovo arrivato.
«Benvenuto, Nam.» lo salutò solare «Mi chiamo Mana e diventerò una Gran Sacerdotessa, un giorno! Per ora sono solamente un'apprendista...» sbuffò verso la fine.
Non ce l'aveva assolutamente con quel ragazzo: era abituata a quel continuo tira molla con il proprio maestro, e forse era proprio il loro rapporto tanto particolare a farle provare qualcosa di più, verso di lui.
«Grazie, Mana.» ringraziò, chinando il capo.
«Oh, no. Non essere così formale con me!» sorrise «Ora ti accompagno nella tua camera.»
«Va bene.» annuì, sentendo poi la voce di Atem.
«Ora vado con il Gran Sacerdote Kalim ad una riunione.» li informò «Oggi sarà il tuo giorno di riposo, voglio darti il tempo di ambientarti. Sarai scosso dal viaggio.» disse, prima di sparire oltre una porta collegata direttamente alla sua postazione sopraelevata.
Malik lo guardò interrogativo.
"Come può una persona all'apparenza così calma e gentile essere in realtà un assassino?" pensò, sentendosi poi riportare alla realtà da Mana, che lo tirò appena per un braccio.
«Andiamo!» sorrise.
«Sì, scusa.» disse, seguendola, lanciando un ultimo sguardo al trono del Faraone. Un trono macchiato dal sangue di tutte le vittime di Kuru Eruna e del proprio padre.

«Ecco, questa è la tua stanza!» indicò allegramente, Mana, al ragazzo dagli occhi ametista. Per tutto il tragitto, l'apprendista non aveva fatto altro che parlare e fare domande al nuovo arrivato. Era sicuramente una ragazzina molto gioviale che riusciva a trasmettere allegria, ma anche un po’ - troppo - impicciona.  
«Ti ringrazio.» sorrise Malik, scostando la pesante tenda per ritrovarsi dentro una piccola stanza accogliente, con un lettino singolo.  
Pensava di essere messo in una camera con altri schiavi, invece, per sua somma gioia, si ritrovò ad essere da solo.
«Per questi giorni starai qui da solo.» spiegò.
«Va benissimo.» rispose Malik, entrando nel bugigattolo.
«Immagino che a te piacerebbe una stanza più grande con tutti gli altri servi, Nam, ma per questi giorni ti dovrai accontentare.»
«Nessun problema, Mana. Dico davvero.» la tranquillizzò l'Ishtar. Per lui andava più che bene quella situazione.
«Ah, se per te va bene... Comunque domani ti porteremo a conoscere gli altri, ora riposati. Sono certa che con quel tizio come padrone non devi aver avuto vita facile!» esclamò, facendo riferimento a Bakura. Non le aveva fatto una bella impressione.
«Già...» sbuffò Malik, per stare al gioco.
Eppure Bakura era l'unico, oltre alla propria famiglia, ad averlo trattato con... "affetto".
«Ci vediamo per cena?» chiese, poco prima di andare via.
«No, ho già mangiato per oggi.» rispose composto il ragazzo, sdraiandosi a letto «Voglio solo dormire un po'.»
«Va bene. A domani.» lo salutò con un sorriso, lasciandolo finalmente da solo.
 Non appena Malik udì distintamente il rumore dei piccoli passettini di Mana che si allontanavano, si alzò dal morbido giaciglio e andò alla piccola finestra, che scoprì dare verso l'esterno del complesso del palazzo e, per fortuna, non dalla parte interna. Guardando Ra che splendeva nel cielo terso, si ricordò le parole di Bakura, il piano che, insieme, avevano realizzato. La loro terribile vendetta.
«Stanotte la metterò in atto.» disse, sentendosi stringere al cuore, mentre si toccava la gemma colorata del suo nuovo anello, dentro la quale era nascosta una punta avvelenata.
Sarebbe voluto rimanere molto di più con Bakura. Appena Atem fosse morto, lui sarebbe scomparso.
«Ahn, devo togliermelo dalla testa.» borbottò, riandando a caricarsi.
Però, chissà perché, la figura di Bakura continuava ad albergare nella sua testa...

[ ...continua... ]
XShade-Shinra




10 Nam: è il falso nome con il quale Malik si era presentato a Jounouchi - e, successivamente, agli altri - durante il loro primo incontro al torneo di Battle City, in modo da nascondere la sua vera identità.



Risposte alle Recensioni

x Mizushipping: *cerca di nascondersi* Beh... ecco... uhm... lo leggerai nel prossimo capitolo... *scappa* - Come al solito grazie per le tue belle parole! ^^ Sono davvero felice che la storia ti stia prendendo! *-*v

x Bad Devil: Voglio una copia dei tuoi filmini mentali! XD Beh, vale anche per te: solo nel prossimo capitolo potrai trovare risposta a buona parte dei tuoi teatrini! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 07 ***


- Allies since the Dawn -
Chapter 07

Quella notte, Malik saltò la cena come da programma e rimase nella propria camera fino a quando non sentì che il movimento nel suo andito si fermava, segno che tutti erano tornati dal pasto, e decise di uscire.
Il palazzo del Faraone era un edificio a dire poco mastodontico, pieno di stanze e lunghi corridoi, ma il ragazzo dagli occhi ametista non si fece prendere dal panico: aveva una carta molto potente da giocare. Ringraziando la sorella Isis e le sue lezioni di storia, non impiegò che pochi minuti nel capire in che androne si trovasse, ed avanzò con passo spedito, ma calmo, verso quella che secondo i suoi calcoli doveva essere la stanza del Faraone.
Venire da un futuro, dove tutto era già stato scoperto e studiato, si era dimostrata una carta vincente. Senza dover fare più di un piano di scale, arrivò davanti ad un grosso portone, sorvegliato da due guardie armate di khopesh11.
«Scusate...» pigolò piano in un egizio molto strascicato, avvicinandosi ad uno dei due.
«Oh, devi essere lo schiavo di stamattina.» borbottò uno di loro, avendo il buon cuore di parlare piano per farsi comprendere, anche se non sapeva che il nuovo arrivato era molto capace con la loro lingua.
«Allora le voci sulla sua bellezza erano vere...» continuò l'altro «Non dovresti girare la notte per il palazzo, ragazzino, non ci sono solo buone persone qui dentro.»
Un secco "lo so" stava per uscire dalla bocca del biondo, al ricordo del racconto dell'infanzia di Bakura, ma fu abbastanza pronto di riflessi per non lasciarsi sfuggire neanche un singolo soffio.
«Beh,» fece la prima guardia «ti sei perso?»
«No.» disse mogio, mostrandosi debole e sottomesso «Vorrei parlare con la Luce d'Egitto.»
I due scossero la testa, tra il seccato e l'incredulo.
«Il Faraone è appena tornato dal bagno serale.» spiegarono.
«Ah...» borbottò, arrossendo da perfetto attore «E' che colui che mi ha venduto mi ha detto di andare a trovare il Faraone la notte...»
I due si guardarono esterrefatti e bisbigliarono tra loro in egizio un qualcosa che Malik non riuscì ad udire.
«Ok.» borbottò una guardia, bussando alla porta del Re, per poi aprirla non appena udì la risposta di Atem «Mio Re, il nuovo schiavo chiede di lei.»
«Ha avuto problemi?» la voce del Faraone si udì fino all'esterno.
«No, Altezza. Dice il suo ex-padrone gli ha detto di farvi da concubina.»
«Uhmm, fatelo entrare.» ordinò dopo qualche attimo «Lasciateci pure soli.»
«Sì, nostro Re.» dissero loro, ubbidienti, cedendo il passo all'egiziano, che entrò con passo incerto in quelle regali e suntuose stanze, ove vide subito che il colore predominante era il dorato, per l'incredibile numero di manufatti e preziosi che vi erano all'interno.  
"E pensare che tutto questo verrà per lo più saccheggiato..." pensò, guardandosi intorno.
«Ciao Nam.» lo salutò il Faraone, seduto a gambe incrociate sul proprio letto, grande e all'apparenza molto comodo (sicuramente più di quello di Bakura!), con lenzuola fatte in quella che pareva essere seta.
«Oh.» si lasciò sfuggire dalle labbra «Salute, mio Faraone.» si ricordò solo allora di inchinarsi, non essendo abituato a tutti quei rituali, né avendo una particolare stima per Atem.
«E' difficile per te ambientarti qui, vero?» gli chiese con sguardo severo, ma la voce calma.
«Uhn.» mormorò appena, annuendo con il capo ancora vicino al suolo. Era un po' sorpreso che avesse quel tono con  lui anche nell'intimità delle sue stanze, dove avrebbe potuto benissimo trattarlo male, senza avere testimoni.
«Alzati pure.» quasi ordinò «Ora spiegami cosa è successo...»
Il biondo si alzò e si avvicinò al letto del Re, con lo sguardo verso il basso. Stare così vicino a quel Faraone, colpevole di avergli rubato il padre e di aver distrutto il villaggio di Bakura, faceva quasi ribollire il sangue nelle vene dell'egiziano, che, però, rimase quanto più tranquillo possibile, cercando di non far comprendere l'odio che provava.
«Gliel'ha detto la guardia: l'uomo che mi ha venduto a voi mi ha detto di venire qui la notte, al vostro cospetto.»
«Sai cosa significa?» gli chiese Atem.
«Sì, significa passare la notte nel suo letto.» sussurrò.
«E tu sei sicuro di volerlo fare?» gli domandò «Sei stato per caso costretto?»
«No, non sono stato costretto.» negò "Io stesso ho deciso di farlo."
«Non sembri convinto...» sussurrò il Faraone «Nei tuoi occhi si vede un velo di tristezza e non la convinzione.»
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima e, in realtà, Atem non aveva sbagliato più di tanto nel sondare l'anima del suo servo, pur non usando i poteri della Sennen Ankh. Ma Malik non aveva altre possibilità per mettere in atto il suo piano e voleva che Bakura fosse stato fiero di lui, una volta portato a compimento l'omicidio.
«Io lo farò nel rispetto della volontà del mio vecchio padrone che mi ha venduto a lei, poiché non mi ha mai mancato di rispetto.» disse in tono sicuro, slegandosi il perizoma per rimanere nudo davanti al Re, con indosso solo i tanti bracciali agli arti inferiori e superiori, il collare e la cintura di conchiglie, cipree d'oro, alternata a semi d'acacia «Sono vergine, mio Faraone.»
A quella mossa, Atem allargò gli occhi violacei, quasi della stessa tonalità di quelli di Malik.
«Se è questo che vuoi, non posso certo rifiutare un così bel regalo da parte di un mio suddito.» acconsentì, facendogli cenno di salire sul letto.
Con la gola secca ed il cuore che batteva forte, l'egiziano gattonò su quel soffice talamo, arrivando davanti al ragazzo dai capelli tricolori, che, come aveva fatto il mattino, gli accarezzò il volto.
«Sono lusingato che lei mi abbia accettato, Faraone.» disse Malik, falso come l'ottone, non dando nemmeno il tempo al Re di poter rispondere perché posò le labbra sulle sue, in modo sia da zittirlo che da accelerare i tempi "Prima lo facciamo, prima finiamo. Devo trovare il modo di ucciderlo appena ne ho l'occasione..." pensò, mentre schiudeva le labbra cosicché la lingua di Atem si potesse insinuare all'interno della sua bocca.
Quel gusto era così diverso da quello di Bakura, e non riusciva a trasmettergli assolutamente nulla se non disgusto, ma doveva resistere, doveva farlo sia per sé stesso che per il ladro.
Dopo alcuni secondi, il biondo si ritrovò sul letto in posizione supina: il Faraone lo aveva spinto sotto di sé, continuando a baciarlo con ardore. Doveva piacergli davvero molto, il suo nuovo servo, tant'è che si sistemò per bene tra le sue gambe, mentre le mani scorrevano lungo il suo corpo nudo, accarezzandolo fino nell'intimo.
Un piccolo verso sfuggì dalle labbra dello schiavo, ma non si capì se fosse di compiacimento o meno, una volta che il Faraone si staccò da lui.
«Sei veramente sicuro di quello che stai facendo, Nam?» gli bisbigliò «Non potrai tornare indietro...»
«Sono sicurissimo, mio Faraone...» sussurrò in rimando.
Atem sorrise, un sorriso dolce e delicato come potrebbe farlo un fratello maggiore dopo aver coperto la birichinata del fratellino, e passò il pollice su uno zigomo del ragazzo, portandogli via le lacrime che stavano sciogliendo il kohl12 dai suoi occhi.
«Stai piangendo.» gli fece notare.
«Cos--» balbettò Malik, portandosi i palmi delle mani agli occhi e asciugandosi la traccia salata che aveva sulle guance. Non se n’era nemmeno accorto... Era da anni che non piangeva, da quando aveva trovato il padre morto...
«Pagherò il tuo padrone come se avessi consumato con te stanotte.» disse piano, mettendosi seduto davanti all'egiziano.
«Ma... no, Faraone, aspetti. Io non so cosa...» balbettò, incredulo di quelle lacrime.
«Tranquillo. Sei un servo fedele, Nam, ma non posso permettere che faccia un qualcosa di così importante senza che tu lo voglia.» sussurrò «Vestiti e vai torna pure nella tua stanza, non verrà preso nessun provvedimento.» lo liberò.
Il biondo fissò il Faraone. Era senza parole, sbigottito.
"Perché il Faraone fa così? Perché si comporta in questo modo con me? Lui... è malvagio... non dovrebbe avere alcuna pietà di me!" pensava, non riuscendo a capacitarsi di quel gesto.
«Nam? Sono sicuro che troverai una persona importante per te e allora arriverà il momento per donarti a lei. A meno che tu non l'abbia già trovata...» sorrise.
Il pensiero del servo andò subito a Bakura, senza nessun dubbio. I ricordi della notte prima lo travolsero come un fiume in piena, facendolo addirittura tremare. Era forse il pensiero di Bakura che lo aveva fatto piangere?
«Vai...» gli sussurrò il Re, vedendolo ancora lì.
«S-- Sì.» balbettò, alzandosi e mettendosi in tutta fretta il perizoma, prima di uscire di corsa da quelle stanze, senza aver compiuto quell'omicidio per il quale tanto aveva patito.
"Cosa dirò a Bakura, adesso?" si chiedeva, mentre raggiungeva la sua camera "Ho mandato all'aria tutto... Sono stato un idiota... E tutto perché Bakura è stato troppo buono con me e..." i passi smisero di rimbombare per tutto l'andito quando arrivò alla propria camera «me ne sono... innamorato...» sussurrò, entrando nella stanza illuminata appena da un raggio di luna.
«Sono un idiota...» borbottò ancora, chiudendo la tenda alle proprie spalle.
Camminando con passo malfermo, si sedette sul letto, con le spalle alla feritoia.
Aveva fallito in tutto e per tutto.
«E' colpa mia...» bisbigliò, nascondendosi il volto tra le mani e singhiozzando piano «Sono davvero uno stupido...» continuò a colpevolizzarsi e a piangersi addosso, finché non sentì il peso di una mano su una sua spalla.
«Chi?!» fece sorpreso, trovandosi faccia a faccia con l'intruso.

[ ... continua... ]
XShade-Shinra




11 Khopesh: spada-falce, tipica arma egizia.
12 Kohl: trucco tipo il kajal.



Risposte alle Recensioni:

x Mizushipping: xD Ho pensato che - essendo un ladro - deve essere pronto per ogni evenienza! ^^
Adoro i personaggi della Saga della Memoria del Faraone, e cerco sempre di farli più IC possibile. Poi io ADORO Mana e Mahad! <3 Sono la coppia etero che preferisco in Yu-Gi-Oh!.
Sai, dopo quello che mi avevi detto la scorsa recensione, avrei pagato per vedere il tuo volto - che mi immagino come quello di Kisara - alla scena tra Atem e Malik di questo capitolo! XD

E così siamo giunti al penultimo capitolo... ç_ç Sigh... Tra circa due settimane metterò on-line l'ultimo! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 08 ***


- Allies since the Dawn -
Chapter 08

«Bakura...» sussurrò, con occhi sbarrati e dalle iridi brillanti, impreziosite dalle lacrime.
«Sono arrivato tardi?» domandò con voce cupa.
«Che ci fai... qui?» chiese, invece, il biondo.
Si sarebbe aspettato di tutto: un linciaggio da parte delle altre concubine del Faraone, delle guardie affamate, Mana che lo invitava a giocare con lei pur di saltare una lezione, ma, di certo, non Bakura.
«Sono venuto a vedere come sta il mio piccolino...» ridacchiò, avvicinando il volto a quello di Malik per leccargli le lacrime, ma, a  quel gesto, il biondo si tirò indietro, allontanandosi dal ladro «Che è successo?» chiese ancora il ragazzo dai capelli argentati, con una nota di preoccupazione nella voce.
«Bakura io... io...» balbettò, incapace di guardarlo negli occhi. Si sentiva un vero schifo.
«Parla.» disse duro, sollevandogli il mento in modo che non potesse volgere lo sguardo.
«Non sono riuscito ad ucciderlo...» soffiò.
Gli occhi chiari del tombarolo si fusero quasi con quelli l'ametista del ragazzo per l'intensità del loro sguardo.
«Hai fatto sesso con lui?» chiese diretto.
«... No...» sussurrò, sentendosi l'aria mancare «Non ci sono riuscito...»
Bakura espirò e gli diede un leggero spintone, allontanandosi di qualche passo, con le braccia al petto.
«Mi complimento.» fece, sarcastico «E tutta la tua temerarietà dov'è finita?»
«Scusami...» pigolò l'altro, tremendamente in colpa per l'accaduto.
«Dovevo immaginarmelo che non saresti riuscito ad andare a letto con l'assassino dei nostri padri.» borbottò, guardandolo severo «Comunque, mi hai risparmiato una faticaccia: sono venuto qui appunto perché non volevo che lo facessi.»
«Già...» annuì il biondo «Sono un disastro, avevi ragione, non sono nemmeno riuscito a portare a compimento il nostro piano... Era meglio se ti davo ragione e aspettavamo che tu guarissi prima di attentare alla vita del Faraone...»
«No.» scosse la testa, afferrando il ragazzo per sotto l'ascella, in modo che si alzasse in piedi «Non sono venuto qui per sgridarti. Voglio che la tua prima volta sia solo mia, Malik.»
«Eh?» esclamò l'egiziano, non capendo.
«Sono stato un idiota a lasciarti andare così. Ora come ora, non mi interessa di Atem.» sussurrò, abbracciando il ragazzo.
«Ba-- Bakura...» balbettò l'altro, afferrandosi alla sua veste.  
«Voglio te e basta.» disse "Prima che scompaia." aggiunse mentalmente, afferrando la testa di Malik per poterlo baciare senza che lui potesse opporsi.
Finalmente l'egiziano poté risentire quel sapore a lui tanto caro, che gli pulì la bocca da quello che gli aveva lasciato il Faraone.
«Ahn...» sussurrò il biondo, mentre il danzare delle loro lingue si faceva più veloce e sensuale.
I raggi della luna accarezzavano i due amanti, rendendone i profili evanescenti, come fossero sotto l'effetto di un potente incantesimo, capace di unirli inscindibilmente l'uno all'altro.
«Anche io voglio essere solo tuo, Bakura... » mormorò il ragazzo del futuro «Io credo di essermi innamo-» ma fu fermato dalle dita di Touzoku-ou che si poggiarono gentilmente sulle sue labbra.
«Non puoi amare un ladro. » gli disse.
«Ma tu sei il Re dei ladri... Un Re che si rispetti ha bisogno di un compagno, anche solo per facciata.» le labbra si incresparono in un sorriso caldo e dolce.
«Bah... » brontolò «Torniamo a casa. »
«Sei sicuro? » gli domandò «E come faremo per il nostro piano? »
«Troveremo qualcos'altro.» disse deciso, scavalcando la stretta finestrella, larga giusto il tanto per poter passare «Vieni.» lo incitò.
«Non penserai veramente che io ce la faccia?!» esclamò sbalordito.
«Ti ricordo che sono ferito, eppure ce l'ho fatta!»
A testa bassa, Malik attraversò il pertugio, raggiungendo il ladro all'esterno dell'edificio.
«Sorella... Rishid... vi ho voluto bene...»
«Smettila di fare la scena madre!» sbuffò il bandito, cominciando a calarsi «Seguimi, almeno se cadi ti prendo.»
«Non potremo usare una corda?» osò chiedere.
«No.»
Fortunatamente per l'egiziano, l'ascesa fu più veloce e meno difficile del previsto: non per niente Bakura era un ottimo ladro, e gli mostrava agganci ed appigli ai quali potersi tenere.
«Meglio del free climbing!» disse soddisfatto il biondo, una volta affondati i piedi nella fredda sabbia.
«Il fricosa?» domandò il bandito, portando due dita alla bocca e producendo un sonoro fischio, al quale rispose un nitrito.
«Ehmm... Lo scoprirai tra qualche millennio...» ridacchiò l'altro, vedendo il cavallo arrivare.
Facendo spallucce, Bakura montò sopra il destriero, aiutando poi anche Malik a salire su di esso, e lo spronò a trottare verso la piramide violata; l'equino sbuffò dalle froge ed ubbidì al padrone, portando i due amanti verso la loro dimora.
«Pensi che il Faraone se la prenderà appena scoprirà della mia fuga?» chiese Malik, stretto al mantello rosso del bandito.
«Nah, non ti aveva nemmeno pagato...» rispose.
«Che ragionamento da taccagno...» sbuffò, sorridendo contro il suo petto e rimanendo in silenzio per interminabili secondi a respirare il suo buon odore.
Per il momento, non si chiedeva se e cosa avrebbe fatto con Bakura, ma, di certo, tutti quei suoi piccoli e grandi gesti, il suo regalo, i suoi sorrisi, il venirlo a riprendere, erano senz'alto segni che ci teneva a lui, e non poco.
«Stanotte di svelerò il segreto sulla mia schiena...» gli sussurrò sensuale.
«Veramente?» domandò il ladro, che non si aspettava quelle parole.
«Certo...» rispose, tornando ad abbracciarlo in silenzio.
«Ehy.» sentì dire dal suo cavaliere, che fermò di colpo il cavallo «Il deserto è grande, spostati.»
"Come?" Malik pensò che ce l'avesse con lui, ma...
«Non posso spostarmi, ragazzo.» rispose una voce profonda e calma. Una voce che Malik conosceva molto, molto bene.
Il sangue si congelò nelle vene del ragazzo, impedendogli di girarsi.
«Shadi...» sussurrò, certo di non sbagliarsi.
«Che hai, Malik?» gli chiese il ladro, sentendolo tremare appena.
«Lui... è qui per riportarmi alla mia epoca...» riuscì a bisbigliare.
Lo sguardo di Bakura si spostò dallo sconosciuto a Malik e viceversa.
«E chi saresti, tu?» gli chiese con arroganza.
Shadi infilò una mano sotto il proprio mantello e ne estrasse un pesante tomo, lo stesso dal quale aveva recitato a memoria l’incantesimo che aveva utilizzato per mandare l'Ishtar nel passato.
«Sono colui che riporterà Malik Ishtar da dove è venuto.» disse serio, aprendo il libro ad una pagina che si era dapprima segnato con un cordino rosso.
Il biondo fece per scendere da cavallo.
Voleva scappare da Shadi e non fare più ritorno a Domino.
Voleva restare lì al fianco di Bakura.
Non poteva permettere che qualcuno lo portassi via da lì, non dopo quello che aveva scoperto di provare per Touzoku-ou.
Ma, prima che potesse scendere dal destriero, il ladro lo speronò ai fianchi, facendolo correre in direzione perpendicolare a quella di Shadi, che rimase perfettamente immobile all'azione del ladro.
"Non te lo permetterò!" pensò con decisione, stringendo a sé il ragazzo, il quale, con occhi grandi e pieni di gratitudine, lo guardava spaurito.
«Non serve che scappiate.» mormorò Shadi, apparso davanti ai due fuggitivi, stupiti nel vederlo nuovamente.
"Come ha fatto?!" si chiesero, mentre Bakura reindirizzava il cavallo a novanta gradi rispetto alla spettrale figura.
«Vi raggiungerò ovunque.» disse, parando nuovamente la via ai due.
«Ma tu... cosa sei?» domandò l'assassino, stupito della velocità dell'uomo, al contrario di Malik, il quale ben sapeva che quella non era altro che magia.
«Non ha importanza per te, Re dei Ladri.» sussurrò «Ho mandato Malik qui affinché potesse scoprire qualcosa di più sulla sua famiglia Ishtar e placare l'ira che risiede da anni in lui, ma, mosso dalla vendetta, non ha rispettato gli accordi, perciò deve tornare con me.»
«Non voglio!» urlò Malik «Voglio restare qua con Bakura!»
«E' troppo tardi.» sussurrò il fantasma, iniziando a recitare la stessa formula magica di pochi giorni prima, facendo così scomparire il corpo dell'egizio dalle braccia dell'assassino.
Bakura guardò con un'espressione incredula quel vuoto che stringeva. Era la prima volta che si affezionava qualcuno e glielo avevano portato via senza che lui potesse fare nulla per evitarlo. Avrebbe voluto urlare ed uccidere quell'immondo essere che gliel'aveva strappato, ma, quando volse lo sguardo, vide la figura dell'egizio farsi sempre più evanescente.
«Non temere.» disse Shadi, scomparendo e diventando un tutt'uno con l'aria «Lo rincontrerai...»
Le sue parole echeggiarono nella tesa di Bakura, che si girò verso il palazzo reale, toccandosi la ferita al fianco, prima che la sua voce squarciasse la notte, chiamando il nome dell’amato.

*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*

Malik si risvegliò di colpo nella cabina bianca ed anonima del dirigibile della Kaiba Corporation.
Portava ancora il perizoma ed i gioielli che gli aveva dato Bakura per rendersi più desiderabile agli occhi di Atem ed aveva ancora, al mignolo destro, l'anello con la punta avvelenata, per il delitto.
«Bakura...» sussurrò, guardandosi intorno e vedendo che il ragazzo dai capelli argentati non era lì accanto a lui «Bakura!» lo chiamò forte, scendendo dal letto "Non ci posso credere... Alla fine Shadi mi ha riportato qui senza Bakura... No... è un incubo!" pensò disperato, correndo verso la porta. Voleva sincerarsi di essere veramente sul Battle Ship e che non fosse solo un sogno.
Schiacciò velocemente il pulsante per fare aprire le porte, ma il cammino gli fu ostacolato da un'algida figura vestita con dei jeans chiari ed una maglietta a righe celesti e bianche.
«Bakura!» esclamò il ragazzo dagli occhi ametista, sorpreso.
«Non chiedermi come mai me ne sia ricordato solo ora, Malik...» sussurrò «Ma... noi ci eravamo già visti, tanto tempo fa o erro?» chiese, entrando della cabina dell'egiziano.
«Tu... ti sei ricordato...» sussurrò sorridendo, mentre le tenebre gli si dissipavano dal cuore.
«Certo.» sorrise l'albino, chiudendo le porte automatiche dietro di sé in modo da mettere la sicura.
«Oh, Bakura... Non sai quanto sono felice...» sussurrò, abbracciandolo.
«Anche io, Malik... E' da tremila anni che aspetto questo momento...» ghignò, baciando le morbide labbra del ragazzo e spegnendo la luce, potendo così finalmente il loro sogno d'amore, nato tremila anni prima... o, forse, solo da pochi istanti...

«Ultima chiamata per il concorrente Bakura!» disse a voce alta Isono, dall'interfono «Se non si presenterà sul campo di battaglia tra cinque minuti, verrà squalificato!»
«Non ci credo... Non ditemi che Yugi vincerà a tavolino...» borbottò Seto, consumandosi i denti tanto ringhiare, con seria preoccupazione per Mokuba «Ho organizzato questo torneo per battere Yugi... Dov'è finito Bakura?!» tuonò.
Intanto, Yami si era seduto sulla ringhiera del campo sopraelevato ad aspettare l'avversario, guardando con aria assente la scena del piccolo Kaiba che cercava di placare l'ira funesta del Presidente.
"Uhmm... Aibou13?" chiamò mentalmente il suo doppio, Yugi.
"Dimmi, altro me stesso." sorrise il giapponese.
"Il nome Nam... Non ti pare di averlo già sentito da qualche altra parte?" gli domandò.
"Uhmm... Non mi pare..." rispose.
"Bah, sarà la mia impressione..." lo congedò, grattandosi la nuca "Non vedo l'ora di ritrovare la mia memoria..."

[ ... fine. ]
XShade-Shinra




13 Aibou: significa “compagno”, è il modo con il quale Yami si rivolge a Yugi.



Risposte alle Recensioni:

x Diana924: xD spero che il finale allora ti sia piaciuto! <3

x Tayr Soranance: Ti ringrazio veramente tantissimo per i complimenti! ^^ In realtà non sbagli dicendo che l'inizio è stato un po' prolisso - io stessa me ne rendo conto! XD - poi, nei capitoli dopo, mi sono contenuta! X3

x Mizushipping: Come ho letto l'inizio della tua recensione, ho sentito un "crack" proveniente dal mio piccolo cuoricino! XD Poi, per fortuna, continuando a leggere ho tirato un sospiro di sollievo! XD Sì, immaginavo che la scena non ti sarebbe piaciuta, ma era importante affinché Malik capisse i propri sentimenti e facesse pace con loro per poterli così accettare! ^^ Poi fammi sapere se avevi indovinato chi fosse l'individuo misterioso! ^^

x Bad Devil: xD Ma il Faraone non è cattivo! XDDD Pover'uomo! XD Eccoti il nuovo capitolo alla velocità della luce! <3


Grazie a tutti coloro che hanno commentato, che hanno messo questa mia FF "Allies since the Dawn" tra le loro storie preferite/da ricordare/seguite e a tutti quelli che la hanno solamente letta.
XShade-Shinra

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=460518