Il segreto di Kaori

di Lila_88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


IL SEGRETO DI KAORI



Capitolo 1


Stava correndo, per un corridoio lungo e buio. Era sudata, aveva paura. Ma paura di cosa? Non lo sapeva neanche lei. Sentiva solo dei passi che man mano si avvicinavano e la seguivano. Ad un tratto inciampò e cadde. Spaventata, si voltò e non potè credere ai suoi occhi. Non poteva trattarsi di lui! Gridò e si risvegliò, quando si tirò seduta. Era stato solo un sogno. Anzi, era stato un brutto incubo. Era sudata. E aveva la gola secca. Si alzò, per andare in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Passò davanti alla camera di Ryo. Stranamente aveva la porta aperta. Ci buttò un occhio e vide che il suo socio era voltato su un lato, con le spalle rivolte verso la porta. Stava dormendo. Per fortuna non si era accorto di nulla. Kaori si allontanò, senza accorgersi che, in realtà, Ryo era tutt’altro che addormentato. A svegliarlo era stato proprio l’urlo lanciato da Kaori. E non era la prima notte che sentiva la socia urlare in piena notte. Era un po' preoccupato per lei, a dire la verità. Non riusciva a capire cosa le stesse accadendo.


La mattina dopo, quando Ryo scese in cucina, Kaori aveva già preparato la colazione. Mentre la osservava posare il cibo sulla tavola, l’uomo potè notare le occhiaie e il colorito un po' pallido che caratterizzavano il viso della sua socia. Aveva deciso di non chiederle niente. D’altronde, era stata proprio lei a chiarire che il loro rapporto fosse basato sulla fiducia dell’uno per l’altro. Ebbene, era lei che doveva fidarsi di lui, in quell’occasione e dirgli cosa non andava.

-    Buongiorno.
-    Ciao Ryo.

Kaori non osava alzare gli occhi dal cibo che aveva davanti, per paura che Ryo potesse leggere nel suo sguardo i pensieri che la tormentavano. Lei non era mai stata brava a mentire e sapeva che lui stava iniziando a farsi delle domande. Tuttavia non voleva coinvolgere Ryo in quella faccenda, quindi doveva dargli meno elementi possibile su cui avanzare delle ipotesi. Non poteva permettergli di indagare. Non questa volta. Negli ultimi tempi, un terribile ricordo del suo passato stava riemergendo. Si trattava di qualcosa troppo difficile da affrontare nuovamente, sebbene sotto forma di reminescenza. Per certi versi era anche troppo imbarazzante, non sarebbe riuscita a parlarne con Ryo per niente al mondo.


Più tardi, al Cat’s Eye, Umibozu stava, come al suo solito, pulendo il bancone, mentre Miki serviva ai tavoli. Ryo entrò, stranamente cupo in volto e andò a sedersi su uno sgabello, di fronte al suo amico. Il fatto che non avesse accennato minimamente a importunare Miki apparve molto strano agli occhi di Umibozu, che non si lasciò scappare l’occasione di punzecchiare lo sweeper.

-    Saeba, la tua socia ti ha per caso buttato fuori di casa una volta per tutte?
-    Taci, Umi. Non sono in vena, oggi.

Miki raggiunse i due uomini, un po' in apprensione.

-    Ryo, tutto bene? E’ successo qualcosa?

Ryo guardò Miki. Lei era la migliore amica di Kaori. Magari sapeva qualcosa che lui ignorava.

-    Miki, cosa mi dici di Kaori?
-    Cosa? In che senso?
-    Cioè, hai magari notato qualcosa di strano in lei, ultimamente? Qualche comportamento insolito, per esempio.

Miki ci pensò un attimo. In effetti, se ci pensava bene, c’era stato un episodio strano, qualche giorno prima.

//Lei e Kaori erano a casa di Ryo, in cucina. Stavano prendendo un tè insieme e avevano la televisione accesa. Il telegiornale pomeridiano stava dando la notizia di un’evasione. Il criminale fuggito dal carcere era stato arrestato anni prima per traffico di droga e sequestro di persona. A quanto pare si trattava di un soggetto difficile, che aveva dato diversi grattacapi al direttore del carcere nel corso degli anni. Quando il giornalista fece il nome del malvivente, Kaori sbiancò d’un colpo e, con mani tremanti, aveva posato la tazza sul tavolo. Miki aveva prontamente chiesto all’amica se stesse bene, cercando di capire a cosa fosse dovuto quel suo turbamento, ma Kaori era stata brava a sviare le domande insistenti, un po' meno a nascondere il suo nervosismo.//

Miki guardò Ryo negli occhi.

-    Si, qualcosa ho notato. L’altro giorno...


Nello stesso momento, Kaori stava facendo le pulizie in casa, mentre rifletteva su quello che la tormentava da giorni, ormai. Pensava di essersi messa il passato alle spalle, ma aveva capito che, purtroppo, non era così. cosa avrebbe fatto se *lui* fosse tornato a perseguitarla? Avrebbe dovuto parlarne con Ryo? E come l’avrebbe presa, se l’avesse fatto? In un attimo tutti i ricordi di quella orribile notte riaffiorarono nella sua mente e delle lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance.


Ryo stava passeggiando per le strade del suo quartiere. Stava tornando a casa. Quello che gli aveva raccontato Miki gli fece pensare che qualunque cosa avesse Kaori, doveva essere peggio di quello che pensava. Doveva scoprire assolutamente di cosa si trattava. Immaginò che chiederlo direttamente a Kaori non sarebbe servito a nulla. Di sicuro avrebbe negato ogni evidenza, perfino la storia degli incubi notturni. Tutto sembrava essere legato al malvivente evaso dalla prigione. Magari poteva chiedere l’aiuto di Saeko. Poteva farsi dare il dossier che lo riguardava, con i crimini da lui compiuti. Forse sarebbe riuscito a stabilire un legame con Kaori. Con questa convinzione, Ryo cambiò strada e si diresse a passo svelto verso il commissariato di polizia.




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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Saeko era piena di lavoro, negli ultimi tempi. Non sapeva dove sbattere la testa. Ci mancava solo la faccenda di Toshida Yamamoto, il criminale evaso già da qualche giorno. Naturalmente di lui si erano già perse tutte le tracce e ritrovarlo sarebbe stato molto difficile ed impegnativo. Venne distratta da uno strano baccano proveniente dall’esterno del suo ufficio. Quandò udì voci femminili inveire contro un “maniaco”, comprese chi avesse deciso di fargli visita quel pomeriggio. Si alzò dalla sedia e quando aprì la porta non si meravigliò di vedere Ryo svolazzare da una scrivania all’altra delle sue colleghe. Senza scomporsi, lo prese per la giacca e se lo trascinò dietro fino all’ufficio,  richiudendosi la porta dietro e distribuendo scuse a destra e a manca.


-    Ryo, ma insomma!!! Quando la pianterai di fare il farfallone a questo modo?!?

-    Quando tu, mia dolce Saeko, ti deciderai a pagarmi tutti i mokkori che mi devi!! Devo forse mostrarti la lista?? Ti avviso che, oramai, è chilometrica!!

Saeko alzò gli occhi al cielo. Era sempre il solito.


-    Sei venuto qui solo per questo? Perché ti avverto: oggi non è giornata! Non ho il tempo materiale di stare dietro a queste sciocchezze!!


Ricordandosi il motivo della visita, Ryo si fece serio.


-    No. ho un favore da chiederti. Devi dirmi tutto quello che sai dell’evaso fuggito l’altra notte.

-    Stai parlando di Yamamoto? Perché ti interessa?
-    Tu dimmi solo se puoi darmi quelle informazioni. Altrimenti mi rivolgerò a Reika.

Saeko aggrottò le sopracciglia, vedendo quanto fosse determinato Ryo. Probabilmente non le avrebbe detto nient’altro sui motivi che lo spingevano a voler sapere tutto del criminale, quindi si decise a parlare.


-    Toshida Yamamoto stava scontando una pena di trent’anni di reclusione. E’ molto pericoloso, e di lui non abbiamo più tracce. Da tempo era particolarmente seguito per via della sua instabilità mentale che era peggiorata.

-    Si, ma perché era in carcere? Di cosa è stato accusato?
-    Vedi, il suo caso fu molto complesso, all’epoca dei fatti. Si occupò Hydeyuki  di questa faccenda. Yamamoto era uno spacciatore molto potente. Venne arrestato dopo aver sequestrato una giovane ragazza di cui non si è mai saputa, almeno ufficialmente, l’identità. A dire la verità, non si è mai saputo neanche cosa accadde di preciso durante il sequestro e il successivo arresto di Yamamoto. La questione fu insabbiata e messa a tacere. Solo l’allora capo della polizia e Hydeyuki seppero come andarono di preciso le cose.
-    Come è possibile che non si sapesse neanche il nome della ragazza?
-    Beh, fu tenuto rigorosamente segreto. Anche quel particolare fu probabilmente noto solo al capo e a Maki.
-    Beh, cerca di scoprire di chi si trattava. E’ molto importante.
-    Ma... Come faccio?
-    Senti, Saeko. Te lo ripeto: è molto importante. E tu devi aiutarmi. Me lo devi, soprattutto dopo tutti i favori che io ho fatto a te.
-    Va bene, ho capito. Farò il possibile.
-    Il possibile non mi basta. Devo avere quel nome.
-    E va bene! Allora farò anche l’impossibile, ok? Però mi scalerai tutti i mokkori, non è vero?
-    Beh, tutti no, però darò una bella scorciata alla lista.

Senza aggiungere altro, Ryo si voltò e si avvicinò alla porta per andarsene.


-    Ryo?


Lo sweeper si fermò, senza voltarsi.


-    Si?

-    Perché ti sta tanto a cuore sapere quel nome?
-    Tu cercalo e basta. Per adesso non posso dirti nient’altro.

Saeko sospirò. Ma Ryo sapeva che lei avrebbe comunque fatto di tutto per aiutarlo.


-    Grazie.


Quando Ryo se n’era già andato, Saeko si mise subito a lavoro per cercare negli archivi qualche informazione. Di rado aveva visto Ryo così preoccupato.



Kaori stava cercando di nascondere i segni del pianto che fino a pochi minuti prima l’aveva scossa. Ryo non era ingenuo. Sapeva perfettamente che lui si era già accorto che qualcosa che non andava c’era. Kaori voleva evitare di dargli altri elementi di cui sospettare. Proprio in quel momento udì sbattere la porta di casa. Sapendo che ciò significava che Ryo aveva appena fatto ritorno a casa, Kaori scese al piano inferiore. Mentre stava ancora scendendo le scale, vide Ryo di spalle. Quando lo sweeper si voltò verso di lei, probabilmente accortosi del suo avvicinamento, Kaori vide davanti a sé tutta un’altra persona. Vide il volto di colui che, in quegli anni, aveva cercato di dimenticare per sempre, pur non riuscendoci mai. Ryo, non comprendendo affatto cosa stesse accadendo alla socia, vide Kaori sbiancare d’un colpo, con il corpo rigido. Vedendola così, lui le si avvicinò. Solo quando le mise una mano sul braccio, la donna si riscosse e si accorse che si era trattata solo di un’allucinazione. Quello che aveva davanti era Ryo. Quando comprese che Ryo cercava di indagare con lo sguardo, lei abbassò gli occhi ed evitò i suoi scrutatori.

-    Kaori, che cosa c’è?

-    Ehm, niente, anzi scusami. E non preoccuparti, sto bene. Adesso devo proprio andare. Ci vediamo dopo, ok?
-    Ma, aspetta, dove vai? E’ quasi ora di cena!

Niente. Kaori non l’aveva proprio ascoltato ed era già scappata via. Ryo rimase per qualche secondo stupito ed immobile. Poi decise di seguirla, preoccupato per lei.






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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Kaori stava camminando senza apparente meta, per la città. Tanti anni al fianco di Ryo le permettevano di avere quell’esperienza necessaria a capire che qualcuno la stava seguendo. Tuttavia era convinta che si trattasse di Ryo, dunque non se ne preoccupò molto e continuò il suo girovagare. All’improvviso, una macchina le tagliò la strada. Accadde tutto in pochi istanti, in maniera troppo concitata e veloce, perché Kaori avesse modo di reagire. Così, quasi senza rendersene conto, la sweeper si trovò all’interno dell’auto, che era partita immediatamente, a tutta  velocità. Ryo era troppo lontano e a nulla valse la sua corsa per intervenire. L’unica cosa di utile che riuscì a fare, fu di prendere il numero di targa. Con un gesto di stizza, girò i tacchi, per tornare a casa e studiare un piano per salvare la collega. Appena fu rientrato, il telefono squillò e lui si affrettò a rispondere, pensando che potesse trattarsi del rapitore. Ma così non fu.

-    Parla Saeba, chi sei?
-    Sono io, Saeko. Tutto bene, Ryo?
-     Non ho tempo, è importante?
-    Si, ho le informazioni che volevi.
-    Arrivo.

Il tono di Saeko non gli era per niente piaciuto, quindi Ryo decise di andare prima a vedere di cosa si trattasse. Magari avrebbe avuto elementi utili per trovare Kaori.


Forse per la prima volta in vita sua, Ryo entrò nel commissariato senza neanche calcolare le donne che vi lavoravano e che, in quel momento, lo osservarono perplesse, dirigersi a passo svelto e sicuro verso l’ufficio di Saeko. Entrò senza bussare e si richiuse la porta alle spalle. Andò a sedersi di fronte a Saeko, che lo guardava con un’espressione molto seria. In realtà, la poliziotta non sapeva da che parte iniziare. Vedendo che lei non pareva voler aprir bocca, Ryo si alterò.

-    Saeko, maledizione! Non ho tempo da perdere! Kaori è stata rapita!! Quindi dimmi quello che hai scoperto subito!!

Saeko sospirò, e si decise a parlare.

-    Ok, te lo dico. Ryo, è stato Hydeyuki a chiedere di tenere nascosto il nome della ragazza coinvolta.

Ryo si fece più cupo, avendo un brutto presentimento.

-    Dimmelo.

Saeko chiuse per un momento gli occhi, poi, fissandolo, parlò.

-    All’epoca aveva solo quindici anni... Ryo, cerca di restare calmo, qualsiasi cosa tu abbia in mente di fare.
-    Saeko...
-    Era Kaori.

Scrutando negli occhi di lei, Ryo seppe che Saeko non gli stava dicendo tutto.

-    Che cosa le hanno fatto?
-    Ryo...
-    Saeko! E’ stato solo un sequestro di persona o c’è dell’altro? Cosa non vuoi dirmi? Cosa le hanno fatto? L’hanno picchiata?... L’hanno...

Finalmente intuita tutta la verità, Ryo sbatté i pugni sulla scrivania. Furioso, con lo sguardo che gridava vendetta e odio, si alzò, buttando un foglietto davanti a Saeko.

-    Controlla questa targa. Voglio sapere a chi appartiene.

Saeko, quasi intimorita da come Ryo stava reagendo alla notizia, obbedì, senza dire niente. Si mise a cercare nel suo pc e non ci mise molto a scoprire a chi appartenesse l’auto.

-    E’ intestata a Yoko Takami, la donna di Yamamoto all’epoca dei fatti.

Ryo uscì non appena avute tutte le informazioni che cercava e Saeko provvide a chiamare Falcon, prima di inseguire Ryo.


Quando Ryo uscì da casa sua armato di tutto punto, Umibozu, Miki e Saeko erano lì fuori ad aspettarlo. Lui osservò i suoi amici. Capì che non avrebbe potuto sbarazzarsi di loro se non con la forza. Quindi sospirò e salì sulla jeep di Falcon, vicino a Saeko.

-    Ho localizzato la villa dove, probabilmente, Kaori è rinchiusa.
-    Forza, allora. Andiamo.




Kaori era legata, impotente, su un letto. Aveva paura. Ryo non avrebbe neanche saputo da dove cominciare per venire a salvarla. E tutto perché non gli aveva voluto raccontare nulla. Probabilmente Ryo non l’aveva affatto seguita quel pomeriggio, quindi non sapeva neanche del suo rapimento. Stavolta si era cacciata veramente in un brutto guaio. E non sapeva come uscirne. Sapeva solo chi l’aveva rapita. Quel folle di Yamamoto l’aveva già fatto in passato, strappandole, fra tante cose, anche la sua innocenza. Kaori ci aveva messo tanto a riprendersi da quella brutta esperienza e aveva finito con il relegare in fondo alla sua memoria quello che era accaduto durante quel sequestro. Non ne aveva mai parlato con nessuno e Maki, l’unico che sapeva tutto o quasi, aveva capito fin dall’inizio che quel tasto non doveva essere mai più toccato. La porta della camera in cui era segregata si aprì senza gentilezza. Una risata maschile riempì la stanza e un uomo si fece avanti.
-    Felice di rivederti mia dolcissima Kaori. Non hai idea di quanto tu mi sia mancata in tutti questi anni!! Ma adesso che ti ho ritrovata, non ti lascerò mai più andare. Contenta?


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Una volta arrivati alla villa, si erano divisi. Mentre Falcon e Miki facevano strage di guardie in giardino, Saeko e Ryo riuscirono a intrufolarsi all’interno della villa. Saeko si occupò di perlustrare il pian terreno, mentre Ryo andò al piano superiore.



Sentendo passi avvicinarsi, e spari provenire dall’esterno, Toshida, che si stava pericolosamente avvicinando a Kaori, sempre più spaventata, si fermò, voltandosi verso la porta che, dopo qualche secondo, si spalancò. Ryo, con un’espressione omicida stampata in volto, teneva la sua pistola puntata su Yamamoto.


-    E tu chi saresti? E come hai fatto ad arrivare fin qua?


Kaori era ugualmente incredula, ma anche particolarmente sollevata nel vederlo lì.


-    Hai finito di spargere terrore, amico. E’ arrivata la tua ora.


Sentendosi in trappola, Toshida mostrò l’arma che teneva nascosta, e la puntò su Kaori, intenzionato ad ucciderla. Tuttavia aveva sottovalutato chi aveva davanti. Ryo non gli dette il tempo di fare niente, sparandogli a una mano e disarmandolo. Stupito dalla velocità di Saeba, Yamamoto cadde a terra, tenendosi la mano sanguinante con l’altra, ancora intera.


-    Tu hai fatto del male a Kaori. E, per questo, devi pagare.


Ryo sparò all’uomo, a sangue freddo, sapendo che meritava quella punizione. Kaori, sconvolta, scoppiò a piangere. Non riusciva a credere che quell’incubo fosse finito una volta per tutte.
Ryo finse di ignorare completamente il fatto che avessero privato Kaori dei suoi vestiti, facendola rimanere in intimo. Si tolse la giacca e si avvicinò a lei, slegandola. Poi l’avvolse nella sua giacca e la prese fra le braccia, cullando il suo pianto.



Falcon lasciò Ryo, con Kaori addormentata n braccio, davanti a casa. Ryo riuscì agilmente ad aprire e richiudere la porta. Mentre la portava al piano superiore, Kaori stropicciò gli occhi, ma non li aprì. Si sentiva al sicuro fra le braccia calde del socio. E poi non era sicura di riuscire a sostenere il suo sguardo. Per essere riuscito a trovarla in così breve tempo, Ryo doveva aver per forza scoperto qualcosa. E lei non voleva affrontarlo. Aveva la speranza che Ryo, una volta portata in camera, l’avrebbe lasciata sola. Cosicché avrebbe avuto un’intera notte a disposizione per pensare a cosa avrebbe potuto dire a Ryo il mattino seguente. Ryo, da parte sua, si era già accorto che la socia era sveglia, ma evitò di smascherarla. Almeno per il momento.
In camera, l’adagiò con delicatezza sul letto, togliendole la propria giacca di dosso. Kaori, a quel gesto, non riuscì a controllare il calore che invase le sue guance. Sorridendo appena, Ryo decise che non valeva la pena continuare con quella farsa.


-    Kaori, perché non apri gli occhi? So benissimo che sei sveglia.


Certo! Avrebbe dovuto immaginare che lui se ne fosse già accorto!


-    Come stai?

-    Bene...

Ryo notò come Kaori cercasse di evitare di guardarlo negli occhi. Lui le passò una mano sulla guancia, in uno dei pochi gesti gentili che sapeva di rivolgerle.


-    Kaori... Va tutto bene, stai calma. Adesso sei al sicuro.

-    No, non è vero che va tutto bene. Tu sai tutto, non è vero?

Capendo subito a cosa si riferisse, il volto di Ryo si fece più scuro. Si pentì di non aver dato una morte abbastanza dolorosa a quel bastardo che aveva fatto del male a Kaori. La sua socia, intanto, vedendolo rabbuiarsi a quel modo, fraintese, pensando che adesso lei lo ripugnasse. Disperata, scoppiò di nuovo a piangere. Ryo si sentì stringere il cuore, e l’abbracciò.


-    Non fare così, Kaori! Adesso quel bastardo è morto e non può più farti del male! Non permetterò più che ti accada una cosa del genere!!


Confusa, Kaori si staccò da lui quanto bastava per guardarlo negli occhi.


-    Tu... Tu non mi odi, allora?


Ryo non potè credere che lei si sentisse in colpa per quello che le era accaduto.


-    No, certo che no!! come puoi pensare una cosa del genere?? Tu non hai nessuna colpa in tutto questo! Io sono disperato all’idea che ti sia accaduta una cosa così orribile, ma ti prometto che non lascerò che accada mai più!


Kaori si strinse a lui, continuando a piangere. Stavolta, però, le lacrime erano di sollievo. Lasciando che si sfogasse e aspettando che si calmasse, Ryo le accarezzava la schiena, cercando di tranquillizzarla. Quando, poco dopo, lui cercò di staccarsi, con l’intenzione di lasciarla riposare, lei si oppose.


-    Kaori...


Solo allora, Kaori si staccò da lui.


-    E’ tardi. Hai bisogno di riposare.


Ryo si stava alzando, ma Kaori lo fermò.


-    Ryo...

-    Che cosa c’è?

Kaori era un po' in imbarazzo, per quello che voleva chiedergli.


-    Ho paura. Tu... Potresti dormire qui con me, per favore? ... Dormire e basta, chiaramente!


Ryo sorrise.


-    Certo, Sugar-boy! Su, fammi spazio.


Kaori obbedì, ritirandosi in un angolo del letto. Ryo si sdraiò vicino a lei, sotto le coperte. Allungando un braccio, se la tirò vicina, permettendole di mettergli la testa sulla spalla.


-    Ryo?

-    Si?
-    Tu non mi abbandonerai mai, vero?
-    No, tranquilla! Sennò chi mi riempirebbe di martellate, ti pare? E poi, sai che ti dico? Che mi piace vivere con un mezzo uomo!

Fu così che Ryo si trovò schiacciato sotto un martello da soli 100kg.


-    Idiota!


Kaori fece comunque fatica a trattenere un sorriso. Sapeva che Ryo aveva parlato così solo per sdrammatizzare un po' e farla stare meglio.


-    Buonanotte Ryo.

-    Buonanotte socia.

Ryo si voltò, dandole un bacio sulla fronte.





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